Il lupo di Notre - Dame

di lmpaoli94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La verità dietro la leggenda ***
Capitolo 2: *** La verità su mia madre ***
Capitolo 3: *** Confrontandosi senza paura ***
Capitolo 4: *** Torturato e fuggito ***
Capitolo 5: *** Un crimine efferato ***
Capitolo 6: *** Primo incontro ***
Capitolo 7: *** L’ostilità del padre ***
Capitolo 8: *** Complicità ***
Capitolo 9: *** Senza cambiare idea sull’amicizia ***
Capitolo 10: *** Nuovi momenti per cui combattere ***
Capitolo 11: *** Fuoco incrociato ***
Capitolo 12: *** La luce irradierà il cammino ***



Capitolo 1
*** La verità dietro la leggenda ***


Anno 1461


Nessuno sa dire con certezza il motivo per cui i misteri oscuri di una città sempre in movimento dove non conosce riposo, possa essere scandita da una maledizione che avrei visto solo con i miei occhi.
Venivo portato all’interno di quel luogo che solo anni dopo avrei capito essere la cattedrale più bella del mondo.
Mi sentivo solo al mondo e a pochi giorni dalla mia nascita, sapevo già che non avrei avuto una vita così facile come avrei pensato.
Mi teneva in braccio cercando di proteggermi da quello che mi sarebbe successo dopo.
Ma se solo avessi saputo e fossi già stato cosciente che lui era il mio male, sarei fuggito. Per sempre.
< Buonasera, Arcivescovo. >
Le sue parole scandite da una pioggia e da un temporale che non sarebbe cessato in quella notte buia, fecero rabbrividire quel santo uomo che tanto curioso, cercava di capire che cosa avesse in mano il giudice di quella città corrotta e dannata.
< Giudice Chris Argent, avevamo detto… >
< No, Arcivescovo. Non cercate di cambiare le carte in tavola. Con me non funziona così. >
Sentivo a malapena la sua voce tremare sotto quella superbia e l’Arcivescovo non poté fare altro che sentire le sue parole.
< Non può restare qui. Questa è la casa del Signore! >
< Il signore non può abbandonare una pecorella smarrita che ha bisogno di essere protetta. Quindi sarete voi, sotto la mia complicità, ad aver cura di lui. >
< Ma io devo pensare alla cattedrale! >
< Vi potrete far aiutare dal ragazzo. Con le sue braccia forti e il suo segreto che ha macchiato la sua anima per sempre, potrà rivelarsi un valido aiutante. >
< Di quale segreto state parlando? >
< Non è il momento che voi lo sappiate, Arcivescovo. È troppo presto… Ma state molto attento alle notti di luna piena. Il bambino potrebbe lasciarsi… andare. >
< Non capisco le vostre parole. Vi prego di parlare chiaro! >
< Non posso farlo, Arcivescovo. Il Signore ci sta guardando. >
Le voci rimbombavano in quel luogo bellissimo che avrei definito la mia nuova casa.
Lontano dal mondo e da tutti, fissando la vita di questa città trascorrere tranquilla all’ombra della cattedrale.
Ma appena sentii che l’Arcivescovo mi prese tra le sue braccia, mi sentii improvvisamente a casa.
Talmente rincuorato dal suo tocco che smisi di piangere.
< Avete visto? Voi gli piacete? >
< La mia figura non mi permette di occuparmi di un bambino. Mi dispiace. >
< Allora forse volete che venga gettato nelle fogne di Parigi? Guardate bene: non ho alcuna paura di farlo. Nessuno saprà di questo bambino a parte me e voi… Ma se ciò accadesse, voi avreste una morte sulla coscienza. E i vostri sensi di colpa non vi potranno mai abbandonare. >
< Mi state forse minacciando? >
< E’ solo una constatazione, Arcivescovo. Un uomo rispettato come voi non può mantenere un segreto simile. Andiamo… Vostro Signore non vi permetterebbe mai un simile scempio. Sempre che crediate in lui. >
< State bestemmiando, Signor Argent. Vi prego di andarvene immediatamente da qui! >
L’arcivescovo si sentiva con le spalle al muro.
Non avrebbe mai permesso che un uomo pieno di peccati come Chris Argent potesse fargli ancora del male a parole.
< Avrete sempre la mia protezione, Arcivescovo. Vi do’ la mia parola. >
< Scommetto però alle vostre condizioni. Non è forse così? >
< Esatto. Il bambino, anche quando sarà grande, non dovrà mai uscire da questa cattedrale e non dovrà avere alcun contatto con questa gente. Mi sono spiegato? >
< Ma non può rimanere qui dentro per il resto della sua vita. È inaudito! >
< Voi siete un uomo rispettato, Arcivescovo. Sono convinto che con le vostre parole riuscirete a farvi ascoltare… Non vorrete mica che io scateni le mie influenze su di voi e Notre – Dame, spero. Oltre che alla vostra dipartita, nessuno deve sapere di questo bambino dannato dalla luna. Le sue trasformazioni potrebbero essere letali e il sangue si sparpaglierebbe con velocità inaudita in questa città rispettata. >
< Il rispetto di questa città manca da molti anni, Chris Argent. >
< E credete che la colpa sua mia?! >
< La gente continua a morire di fame e le offerte per Notre – Dame diminuiscono ogni giorno di più. La gente non riesce ad andare avanti e la criminalità dilaga sotto i vostri occhi. A meno che voi facciate finta di non vedere… >
Colto sul fatto per quelle parole, Chris Argent ai apprestò ad uscire dalla Cattedrale non prima di aversi fatto il segno della croce.
< Dio brucerebbe di dolore se fosse presente in carne ed ossa qui dinanzi a voi. Evitate tali convenevoli e pensate alla povera gente di questa città. >
< Lo farò, Arcivescovo. Vi prometto che le offerte per la Cattedrale saranno ben cospicue. Da parte mia, naturalmente. >
< Non voglio i vostri soldi sporchi di sangue, dannato giudice. >
< Avete finito con le offese? Libero di non accettarli, se volete. Ma come pensate di andare avanti senza offerte? Pensateci. Avete tutta la notte. >
La crudeltà di quell’uomo andava ben oltre l’immaginario di quello che potevo credere.
Ricominciai a piangere sapendo che la minaccia di quell’u0mo era soltanto all’inizio e che la mia protezione doveva venire prima di qualsiasi cosa.
L’Arcivescovo lo sapeva perfettamente e rinchiudendomi in mezzo alle campane della Cattedrale, vegliava su di me facendo preghiere e nutrendomi di cibo di prima qualità.
“Avrò cura di te malgrado la tua maledizione… Scott.”
Ma malgrado l’Arcivescovo di Parigi e protettore della Cattedrale di Notre – Dame potesse metterci tutto il suo coraggio e la sua buona volontà, per molti momenti sapeva che le mie urla di dolore durante le mie trasformazioni non potevano essere interrotte in nessun modo.
Non riusciva nemmeno a guardarmi dritto negli occhi per paura che la sua anima potesse essere macchiata da una visione in cui il demonio era entrato dentro la casa del Signore.
Ma sapeva anche che in fondo ero soltanto un bambino e che avevo bisogno di trovare la giusta via in una vita che non aveva fatto che maledirmi dal primo giorno in cui vidi la luce di un mondo che non riusciva ad appartenermi.

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Capitolo 2
*** La verità su mia madre ***


Anno 1468

L’Arcivescovo non si azzardava a farmi visita per paura di finire in guai irrimediabili che avrebbero potuto compromettere la sua vita.
Ma essendo un bambino indifeso e molto triste, non avevo nessuna intenzione di far del male a colui che mi aveva dato un tetto sopra la testa e cibi caldi tutti i giorni.
< Scusate > fece per richiamare la sua attenzione.
< Che cosa c’è ragazzo? Il cibo non è di tuo gradimento? >
< Oh, no. il cibo è perfetto… E’ che vorrei sapere un po’ più su di voi. L’altro giorno ho assistito alla vostra messa e devo dire che mi è molto piaciuta. >
ma l’uomo, che non mi voleva in nessun caso tra i piedi, mi redarguì immediatamente dicendomi che non avrei dovuto lasciare il mio nascondiglio per nessuna cosa al mondo.
< Ma perché non posso mostrarmi alle altre persone? Che cos’è che non va’ in me? >
Sapevo bene che le spiegazioni su di me erano molte, ma in fondo la curiosità di un bambino indifeso era davvero molta.
< Non posso dirtelo, ragazzo. Non è ancora il momento. >
< Sono da sette anni che sono rinchiuso qua dentro e non ho mai avuto la possibilità di giocare con gli altri bambini della mia età. Mi sento così solo quassù senza un po’ di compagnia. >
L’Arcivescovo comprendeva le mie pene, ma sotto i suoi pensieri sapeva bene che non era solo quello il problema.
> Ebbene ragazzo, hai una condizione di salute molto precaria che ti impedisce di essere libero e felice. Purtroppo il tuo destino è segnato fin dal momento della tua nascita e finché non riusciamo a trovare una cura per farti tornare una persona normale come tutti noi, sarà difficile che tu esca. >
< Ma perché? Che cos’ho che non va’? >
< Ecco, purtroppo io non sono un medico e… >
< Mi state nascondendo qualcosa, vero? >
< Scott, come puoi pensare che… >
< Vi ho visto parlare con un uomo alto e distinto che voi chiamate giudice. È forse il padrone di questa città? >
< In un certo senso’, sì. Ma è sempre meglio non avere a che fare con quel tipo di uomo. È molto pericoloso. >
< Perché? Vi ha forse fatto del male? >
L’uomo, sospirando e non volendo rispondere a quella domanda, cercò di deviare il discorso dicendo che aveva molte cose da fare.
< Magari vi potrei aiutare io, se volete. >
< No, Scott. Sei ancora molto piccolo per certi generi di lavori. E poi devi studiare se non vuoi rimanere ignorante. Dobbiamo proseguire con la lettura dell’alfabeto, ricordi? >
< Certo. Io ho molta voglia di imparare… Ma è come se voi avete paura a rimanere troppo vicino a me. Guarda che non mordo mica. >
Non mi resi conto subito che la mia battuta fu di poco gusto e fu talmente fuori luogo che l’Arcivescovo mi fece capire di non dire simili sciocchezze.
< Scusate. Volevo sdrammatizzare il momento. >
< Tu pensa a studiare, d’accordo? E non farti venire strane idee… Piuttosto, visto che si sta avvicinando la stagione invernale, vuoi che faccia qualcosa sul tuo letto di paglia? >
< No, grazie. Per ora sto bene così. >
< Molto bene… E ti consiglio anche di non perdere troppo tempo a fissare i bambini giocare sotto la Cattedrale. Hai molte cose da fare per tenere questo posto pulito e decente. >
< Lo pulisco tutto i giorni, Signor Arcivescovo. Ve lo giuro. >
< Ne sono certo… Ma non dovresti distrarti troppo, sai? >
< Ma io qui mi annoio! Davvero non posso venire con voi? Sono sicuro che passare una giornata diversa dal solito mi restituirà il buon umore. >
Ma l’Arcivescovo, essendo irremovibile sulle sue decisioni, mi obbligò ad andare in camera mia a studiare le lettere che dovevo imparare se volevo riuscire a leggere.
“Un bambino dovrebbe essere libero di essere gioioso e di pensare a svagarsi. Non posso rimanere rinchiuso per tutto il giorno in camera mia. È ingiusto. >
Ma incredibilmente, non avrei mai pensato che quella giornata potesse essere diversa dalle altre.


Il misterioso giudice che passava a trovare l’Arcivescovo ogni lunedì mattina, quella volta passò anche a metà settimana mentre l’uomo stava riordinando le candele e controllare le offerte dei fedeli.
< La cassetta è sempre vuota. Vero Arcivescovo? >
< E voi che cosa ci fate qui, giudice? >
< Ho delle notizie per voi e per il bambino. >
Subito incuriosito da quelle parole, il Giudice gli domandò se ci fosse un nascondiglio adatto per poter parlare in santa pace.
< Possiamo parlare anche di fronte a Dio. Nessuno ci disturberà. >
< Mi dispiace Arcivescovo, ma non mi sento a mio agio se davanti a me c’è Dio in persona. >
< Avete forse la coscienza sporca? >
< Quello che ho non è affar vostro, Arcivescovo… Piuttosto parlatemi del moccioso. Sta crescendo senza problemi? >
< Se intendete che non mi domanda altro di voler uscire o di potermi aiutare, allora no. Mi sta dando molti problemi ed io non potrò cercare di sviare i suoi desideri. Potrebbe diventare un bambino ribelle… Se magari sapesse la verità… >
< Voi siete pazzo! > gridò inviperito il giudice < Sapete che se ciò venisse alla luce, si scatenerebbe il panico! >
< Ma perché vi scaldate tanto? Sarebbe un segreto che manterremo solo io e voi. >
Ma il Giudice, per niente d’accordo con quelle parole, confessò all’Arcivescovo che c’era una persona più potente di lui che non doveva sapere di tale segreto.
< Di cosa state parlando? Io non capisco… >
< Fino ad oggi non abbiamo mai parlato di come il bambino è diventato orfano, Signor Arcivescovo. >
< E con ciò? I genitori del bambino sono morti in un incidente come mi avete detto voi. >
< In un incidente? Semmai in un’imboscata… ordita da mio padre Gerard Argent, vecchio giudice inquisitore e padrone di questa città malsana. >
< Me ne volete parlare? >
< Non sarà un racconto piacevole. Vi avverto. >
Ed io, per quanto potessi essere piccolo e molto sveglio, stetti a distanza di sicurezza per non farmi vedere, ascoltando ogni singola parola.


Era la solita notte in cui voi avete conosciuto il piccolo Scott.
La sua famiglia era ricercata dalle guardie della città per istigazione alla magia e perché mostravano alcuni comportamenti paranormali che avevano indotto le spie di questa città a controllarli a vista.
Quando abbiamo saputo che una donna di nome Melissa McCall fosse incinta ed era in procinto di partorire, io e i miei uomini ci siamo mobilitati per evitare un simile parto che avrebbe dato origine e al proseguimento di una stirpe di creature sconosciute che ancora minacciano la nostra città.
Ululati misteriosi e morit misteriose, si confondono in mezzo all’oscurità quando la notte cala sulla città e l’innocenza dei poveri uomini viene messa a dura prova.



L’Arcivescovo ascoltava con pazienza e silenzio surreale quelle parole, volendo sapere di più sul destino di una donna che non ha potuto amare mai il suo stesso figlio.
< Quindi voi e vostro padre con l’aiuto delle guardie siete riusciti a strappare dal grembo materno un povero bambino innocente e bisognoso di cure?! >
< Quel bambino non poteva essere innocente, Arcivescovo. Era un mostro! >
< Non ne avevate nessuna prova? Solo stupidi indizi che non vi hanno portato a niente… Avete preferito uccidere quella donna e strappare un povero bambino ad una vita che sarebbe stata molto diversa da quella di ora. >
< In effetti io quel bambino l’ho salvato. Se rimaneva in compagnia di sua madre, sarebbe stato ucciso. >
< No, Giudice. Voi vi sbagliate. >
< Se mio padre sapesse che io ho salvato una creatura orribile che un giorno potrebbe uccidere decine e decine di poveri innocenti, la sua furia sarebbe implacabile. >
< Quindi anche voi siete in pericolo… Ed io che credevo che foste un uomo protetto da qualsiasi cosa e potere. >
< Non si può sfuggire alla mote, Arcivescovo. E voi lo sapete bene. >
< Lo so bene. E lo sa anche la madre di quel bambino… Confessatemi: l’avete uccisa? >
Facendo un respiro profondo senza riuscire a proferir parola per alcuni secondi, il Giudice Argent si alzò di scatto per inginocchiarsi dinanzi alla croce di nostro Signore.
< Mi potrà un giorno l’altissimo perdonarmi? >
< Nostro Signore opera in maniera imperscrutabile ma sa anche perdonare i più efferati peccati. Ma che cosa potremmo mai dire a quel bambino quando un giorno dovrà scoprire la verità sui suoi genitori? >
< Scott non dovrà mai sapere niente, Arcivescovo. Promettetelo! Ho il segreto della confessione dalla mia parte. E se voi rivelaste un simile segreto, sareste subito scomunicato. E ucciso. >
< Volete continuare a minacciarmi? In questi anni non vi siete risparmiato. >
< Vi ho sempre protetto, Arcivescovo. Ero i vostri occhi quando voi non lo sospettavate nemmeno. >
< E pensate davvero di essere riuscito a farmi dormire sogni tranquilli ogni notte in cui andavo a dormire? Invece no. Ho protetto questa bellissima cattedrale e ho vegliato un di un bambino che non meritava un simile destino… Voi avrete per sempre sulla coscienza la morte di quella donna. >
< Un giorno capirete, Arcivescovo. Capirete che io ho agito nel bene comune di tutti. Ed è grazie a me se queste presunte creature misteriose che ancora oggi non hanno nome, sono confinate in chissà quale luogo. >
< Confinate… Ma dove? Potrebbero arrivare in città in qualsiasi momento. E a quel punto chi potrebbe mai fermarli? >
< Non lo faranno. Le guardie della città controllano ogni singolo centimetro di questa città. Avete la mia parola. >
< Ormai non so se pensare davvero se la vostra parola è davvero sicura, oppure no. >
< Fidatevi di me, Arcivescovo. E se non ci riuscite, fidatevi del nostro Signore. >
< Di lui mi fido perché posso confessare di avere la coscienza pulita. Ma voi potete dire lo stesso? >
< Adesso basta > tuonò il Giudice inviperito < Credo che dobbiate tornare dal bambino < Vi sta aspettando. >


Non riuscendo a credere che mia madre potesse essere stata uccisa, cercare di rigettare le mie lacrime per non farmi cogliere triste e disperato.
Buttandomi nel letto che prima di quella notte non fu mai così freddo, l’Arcivescovo controllò se stavo dormendo, ma i suoi passi rumorosi non mi potevano far dormire sogni tranquilli:
< Quell’omo, Arcivescovo > mormorai con voce flebile < E’ stato qui anche questa sera? >
< Ragazzo, tu come fai… >
< Dovreste essere più attento alle persone che vi gira intorno, Arcivescovo. Quell’uomo è una persona orribile. >
< Quindi tu hai ascoltato qualsiasi cosa! > tuonò inviperito l’uomo.
< Non vi preoccupatre, Arcivescovo > replicai con voce calma cercando di guardarlo dritto negli occhi < Quando arriverà il momento, io mi confronterò con quell’uomo. Dovrà spiegarmi un sacco di cose. >
< Tu non sai cosa stai dicendo. Sei ancora troppo piccolo per capire! E poi è peccato origliare le conversazione degli altri. Per questo ti obbligo a dire dieci Ave Maria e dieci Padre Nostro. >
< Lo farò, Signore… Ma lasciatemi dire una cosa: non conoscerò mai il soignificato della parola felicità. Non è forse così? >
L’Arcivescovo, non volendo più parlare di tutto ciò, spense la candela per coricarsi anche lui in un letto che quella sera sarebbe stato più scomodo e che tutti i suoi pensieri l’avrebbero tentuto sveglio per tutta la notte. O forse per sempre.
“Caro Giudice maledetto… Anche se sono molto piccolo, sono un bambino che non dimentica. E presto io, come la mia famiglia, scopriremo tutto sui vostri secondi fini. E per Parigi non sarà un giorno come tutti gli altri.”

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Capitolo 3
*** Confrontandosi senza paura ***


Anno 1470

Più crescevo, più mi rendevo conto che il mondo là fuori era sempre più crudele con me.
Ogni giorno imparavo una cosa nuova, ma la mia solitudine cresceva mentre guardavo le figure di quella gente parlare amichevolmente per scambiarsi opinioni che io non avrei mai saputo.
Ero un tipo molto curioso e sentirmi rilegato dalla società mi faceva molto male.
Ma in fondo, ero fortunato che l’Arcivescovo aveva a cuore il mio futuro, anche se non sapeva bene che cosa fossi.
> Sempre a guardare quelle persone, Scott? >
Sentendo il suono della sua voce, tornai subito dentro il campanile a riprendere a spolverare da dove avevo interrotto.
< Non si finisce mai di pulire questo posto, Arcivescovo > mormorai con tono fermo < Ma almeno mi tiene occupato. >
< Hai mangiato stamattina? >
< Sì. Ho messo qualcosa sotto i denti. >
ma appena l’uomo scorse quello che avevo lasciato sul tavolo, capì subito che non avevo toccato cibo.
< Scott, lo sai che mentire è peccato? >
< Mi sono limitato a mangiare un tozzo di pane. Non ho fame. >
< Scott, hai solo nove anni. Devi mangiare se vuoi essere in forze. >
< Ma mi sento bene. Davvero. >
Ma appena mi scorsi a montare su un trave molto in alto, le mie forze vennero meno e per poco caddi a terra rovinosamente.
< Scott! Dannazione! >
L’Arcivescovo, con riflessi pronti, mi prese al volo cercando di farmi rinvenire.
> Tu sei un folle a non mangiare, Scott. Credi davvero che io sia uno sciocco? > domandò adirato l’uomo.
< Non ho fatto niente di male, Signore. >
< Sì, invece. Non tocchi cibo da molti giorni, ormai. >
< Date il mio cibo a persone che ne ha davvero bisogno. Io sto bene. >
< Senti una cosa: anche se sei molto piccolo, devo dire che la tua testardaggine non ha eguali. Potresti ascoltarmi per una volta? >
ma io ascoltavo sempre quel vecchio uomo soltanto che sembrava non rendersene conto.
> Vieni. Mettiti sul letto. >
Dopo aver mangiato e bevuto qualcosa, mi sentii improvvisamente molto meglio.
< Allora? Vuoi continuare a fare lo sciopero della fame? >
< Non è colpa mia se ho lo stomaco chiuso. >
L’Arcivescovo, per quanto mi potesse conoscere, sapeva molto bene cosa mi affliggeva.
< Pensi continuamente a tua madre? >
< E come potrei non farlo? Non faccio altro che studiare e riordinare questo posto polveroso. Non ho un amico con cui parlare e mi sento sempre più solo. >
< Ma ci sono io qui con me. >
< Già… Peccato che voi siete molto impegnato con la Cattedrale. Non avete quasi mai tempo per me… E forse c’è anche un altro motivo. >
L’Arcivescovo, interdetto da quelle parole, mostrò la sua paura dinanzi a me con facilità irriverente.
< Non volete starmi vicino, giusto? Avete paura che io possa attaccarvi per quello che sono realmente… Ma vi confesso che durante le notti di luna piena, non ho avuto nessun tipo di trasformazione. Mi dovete credere. >
< La tua dannazione è la peggio cosa che possa colpire una persona innocente come te, Scott. >
< Ma io non sono una persona. Non ai vostri occhi, almeno. >
< Non dire così… >
< Allora perché non mi fate il piacere di rimanere con me a dormire questa notte? Ci sarà la luna piena e quale miglior momento se non questo? >
< Scott, sai bene che io non posso farlo. >
< Certo che lo so. Perché avete paura. >
< E secondo te è una paura infondata? >
< Sinceramebte non so cosa pensare > mormorò con indifferenza < E adesso, se non avete altro da dirmi, devo lavorare. E dopo dovrò studiare. Vi prometto che mangerò ancora per tornare definitivamente in forze. Avete la mia parola. >
Sapendo che mi aveva ferito con quel rifiuto, l’Arcivescovo si avvicinò a me promettendomi che avrebbe dormito per riuscire a mandar via tutte le perplessità che aveva.
< Davvero? Lo fareste senza problemi? >
< Fareii qualsiasi cosa per te. Ricordatelo. >
Quelle parole mi riempirono il cuore di gioia.
Non potevo credere che in fondo l’Arcivescovo teneva davvero a me.
< Vi ringrazio. Con tutto il cuore, Signore. >
< Scott, gradirei che tu mi chiamassi con il mio vero nome: Noah Stilinski. >
< E’ un vero piacere farlo, Signor Stilinski. >
< Noah va più che bene. >
< Come volete voi, Noah. >
Vedendomi sorridere mi aveva restituito la voglia di vivere. E questo Noah lo sapeva bene.


Non ci fu bisogno di confidare tutte le paure di una verità che da lì a poco sarebbe stata davvero sconcertante.
Dopo aver spento l’ultima candela e aver augurato la buonanotte a NOah, non riuscivo a dormire a causa delle moltitudini fatiche che avevo attraversato quella giornata.
Ero molto piccolo è vero, ma non potevo stare lì senza fare niente.
Mi sentivo diverso da tutti gli altri e la mia forza sembrava non esaurirsi mai.
Rigirandomi nel letto cercando di non pensare a niente, ecco che improvvisamente le più terribili paure e incertezze vennero alla luce.
Mi dimenavo nel letto mentre dolori intercostali mi rendevano impossibile fare silenzio.
Non so davvero cosa mi stesse succedendo ma dovevo farla finita alla svelta se non volevo svegliare l’Arcivescovo.
Alzandomi dal letto facendo il meno rumore possibile, andai fuori dove la luna piena illuminava una Parigi silenziosa, mentre i miei dolori diventavano sempre più presenti.
Non mi accorsi minimamente che l’Arcivescovo mi stava spiando e quello che mi lasciò interdetto è che non fece niente per aiutarmi.
In fondo lui e il giudice avevano avuto ragione fin dall’inizio: il mostro che si nascondeva nella Cattedrale era vero.
Strappai i pochi vestiti che avevo in dosso mentre la forma del mio corpo cambiò repentinamente.
Non mi sentivo pi un essere umano bambino, ma una creatura ferocia che avrebbe fatto del male a tutti coloro che poteva trovarsi dinanzi.
E questo Noah lo sapeva molto bene.
Lasciandomi ululare alla luna e pregando perché non succedesse nessun tipo di spargimento di sangue, l’Arcivescovo non perse tempo a chiamare il giudice.
Io intanto, perso dei miei ricordi, la mia immagine si riflettè in quel bozzo d’acqua che avevo rovesciato per mostrarmi.
Avevo gli occhi castani scusi e il mio sguardo innocente non avrebbe mai mascherato i miei canini sporgenti e le mie orecchie a punta.
Presto avrei affrontato un problema più grande che avrebbe cambiato per sempre la mia vita e nessuno avrebbe potuto aiutarmi.

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Capitolo 4
*** Torturato e fuggito ***


I suoi occhi si illuminavano di un timore che non avevo mai visto prima d’ora.
Anche se ero una creatura diversa dall’essere umano, sapevo comandare i miei istinti primordiali.
Ma questo l’Arcivescovo non lo sapeva.
< Fermati! >
Gli avrei voluto dire che ero sempre il solito. Che ero sempre quel bambino indifeso che aveva bisogno di cura e di protezione.
Ma il mio viso aveva cambiato tutto. In peggio.
< Vi prego, Noah. Sono sempre… >
< Stai lontano da me, creatura abominia! > gridò prendendo una torcia per spaventarmi < Tu non riuscirai mai ad uccidermi. Mi hai capito?! >
Io non volevo far del male a nessuno.
Ma in fondo come dargli torto?
< Vi prego, Arcivescovo… Se voi solo m lasciaste spiegare. >
< Sapevo che eri un bambino diverso da tutti gli altri… Una creatura sangunaria che non aspettava altro che giungere alla luce degli occhi di un povero Cristo come me. >
< E’ l’effetto della luna piena. Nessuno sa spiegare questa trasformazione con certezza. Ma sotto questo pelo, sono sempre io. Sono Scott. >
< No… Scott non è mai esistito e tu sei solo una creatura ripugnante che deve essere uccisa a qualsiasi costo. >
Allontanandosi da me con sguardo preoccupato, l’Arcivescovo non riusciva a ragionare lucidamente.
Facendo chiamare a gran voce il Giudice Argent, sapevo che il mio destino era messo a dura prova ancora una volta.
Ma quella volta non sarei potuto rimanere lì.
Dovevo fuggire, lontano dal mio destino segnato e dalla morte che mi stava inseguendo.
Non avendo il tempo di chiedere perdono a nostro Signore, mi limitai a fissare quell’immensa vetrata nella navata centrale della Cattedrale e l’immensa croce in cui nostro Signore era morto per salvare tutti i noi.
“Le sacre scritture avevano raccontato che nostro Signore sarebbbe risorto per un miracolo che nessuno ancora sa spiegare… Lui ha salvato tutti noi, ma chi potrà mai salvare me?”
Rimasi un attimo in silenzio contemplando il dolore e la paura che l’Arcivescovo non riusciva a nascondere.
Le sue grida si riversarono in tutto l’edificio ed io non potei far altro che fissarlo con paura e pena.
Nemmeno l’arrivo del Giudice aveva tranquillizzato quella povera anima incolpevole per tutto quello che aveva fatto.
< Dove si trova il ragazzo? >
< Di quale ragazzo state parlando, giudice? È un lupo cruento e famelico. Quel bambino non esiste! >
< Portatemi da lui! Immediatamente. >
Cercando di tener ferma la mia curiosità, non ebbi il tempo di vedere le facce dei due uomini mentre riuscivo a scappare in mezzo a quel buio e a quel silenzio che Parigi stava cercando di cullarsi per poter ricominciare un nuovo giorno ignaro di quello che stava succedendo al suo interno.


Solo la luce della luna piena riusciva ad illuminare quei vicoli sporchi e malfamati in cui la povera gente di Parigi era costretta a vivere.
Riuscivo a sentire i loro respiri. I loro bisogni di una vita diversa lontana da quella reale che attanagliava òla loro esistenza.
Nessuno si azzardava a fuggire e a cambiare vita e il mio immergermi in quel buio fu assolutamente importante per capire chi fossi io veramente.
Arrivando ad un certo punto dinanzi ad una casa ancora illuminata dalla luce fioca delle candele, vidi un povero contadino che si accingeva a fissare quel fuoco con tale determinazione e furore.
Impugnava un pugnale arrugginito e le sue parole forti risuonarono nella mia mente come un macigno:
“Ho biosgno di soldi e di poter vivere lontano dai pensieri più infimi e crudeli. Per questo qualcuno dovrà pagare per la vita la mia fame.”


Non potevo credere a quello che stavo ascoltando.
Se nessuno avrebbe fermato quell’uomo, l’indomani avrebbe ucciso un povero Cristo per la sua sete di cattiveria e la sua voglia di mangiare.
La giungla in cui tutti noi eravamo immersi, ci rendeva dei selvaggi e irrispettosi dinanzi ai più deboli.
Ed io, in quel momento, ero l’unico che potevo fermarlo.
Il mio ululare flebile riuscì a spaventarlo mentre le luci delle candele andavano a spegnersi con il muoversi del vento.
MI muovevo a piccoli passi senza togliere lo sguardo contro quell’uomo che era la maledizione di Dio.
La porta che proteggeva quella casa era di un legno scadente e per me poteva essere molto facile entrare.
Per evitare di sfondarla, aspettai che potesse essere lui ad avvicinarsi a me e a guardare la morte in faccia che l’avrebbe portato via per sempre.
Sapevo bene quanto uccidere potesse essere sbagliato, ma in fondo io ero il cutode di Notre – Dame. Ero il custode di tutta questa povera gente.
< Chi c’è là?! Fatti vedere! >
Respiravo pesantemente e in maniera affannosa mentre i miei canini erano pronti per morderlo e sbranarlo.
L’attesa non fu lunga e la visione di paura in quegli occhi umani divenne insostenibile appena si ritrovò dinanzi a me-
< Ma chi diavolo siete voi?! >
< Colui che ti sottrarrà al destino nefasto. >
Non ci pensai due volte e quella morte che avvolse i peccati di quel contadino divenne così reale che sentire il suo sangue rifluire dentro la mia bocca, mi fece sentire come potente. Indistruttibile.
Gli avevo strappato la vit come fosse un soffio di vento e il modo in cui cadde a terra con gli occhi ancora spalancati per lo spavento, mi fecero capire che il mio destino non era poi così giusto come nostro Signore poteva pensare.
nessuno avrebbe dovuto sapere di quel fatto.
La mia figura doveva rimanere nascosta e Notre – Dame era l’unico luogo abbastanza protetto da occhi indiscreti che potevano davvero salvare la mia vita dannata fino al resto dei miei giorni.


Tornai alla cattedrale poco prima che il sole potesse spuntare all’orizzonte.
Non sarei riuscito a guardare negli occhi colui che mi aveva dato tutto fino a quel momento.
Sapevo bene che il Giudice e le sue guardie erano sulle mie tracce, ma in fondo sospettavano anche loro che prima o poi sarei tornato.
Mentre guardavo quel sole sorgere, chiusi gli occhi per un minuto, prima di rivedermi le mani e il mio corpo spoglio riprendere le sue sembianze originali.
Era tutto finito. Il mio incubo era cessato dopo una lunga notte di dolore e sofferenza.
La Cattedrale era inspiegabilmente aperta e quella croce che fino a poche pore fa’ avevo fissato con tanto ardore, sembrava quasi potermi sussurrare che presto avrei ricevuto il perfdono per la mia fuga, ma non per il mio crimine.
Ritornando al mio nascondiglio, non riuscivo a scorgere in nessun posto l’Arcivescovo.
Non riuscii nemmeno a riprendere sonno perché i miei pensieri erano affollati e confusi.
< Sapevo che prima o poi saresti tornato. >
La voce dell’Arcivescovo risuonò in me come una condanna che avrebbe pesato per sempre sulla mia pelle.
> Perdonate per questa notte, Arcivescovo. Io non… >
< So, Scott. Sono io che devo scusarmi con te per il modo in cui mi sono comportato… Ma devi capire che non ho ami visto… >
Le parole dell’Arcivescovo gli si rompevano in gola mentre non riusciva nemmeno a gurdarmi negli occhi.
< Signore, voi non dovete scusarmi in nessun modo. Posso capire la vostra sorpresa e la vostra paura nel… vedermi. Ma ora vi prego solo di potermi perdonare. >
< E per cosa dovrei perdonarti, figliolo? >
< Ho bisogno di qualcosa che non gli ho mai confessato. >
Gli occhi limpidi di Noah gli avevano fatto capire che avevo solo bisogno di un abbraccio.
Un abbraccio caloroso che non avevo mai ricevuto prima di allora.
> Vieni qua, figlio mio. >
Non avrei mai pensato di ricevere un appellativo del genere da quella persona che finora era sempre rimasto lontano da me.
< Arcivescovo, potete promettermi una cosa? >
< Cosa desideri, figliolo? >
< Che quando ci sarà di nuovo questa trasformazione, voi sarete vicino a me. Io non potrei mai farvi del male. >
Noah, s’eppur non molto convinto delle mie parole, riuscì a sorridermi prima di ricevere un nuovo abbraccio che mi sapeva di liberazione.
Gli avrei potuto fare un sacco di domande per quanto fosse successo quella nottata appena trascorsa.
I miei ricordi vividi di un bambino di nove anni andavano a mischiarsi con la dura vita da adulto.
ma io sapevo che i miei sogni potevano ancora manifestarsi vicino a me. Era solo questione di tempo.
Ma prima di tutto questo, l’Arcivescovo doveva ancora proteggermi dall’orrore di quello che avevo commesso solo poche ore fa’, in attesa che quel silenzio potesse tornare ad albergare nelle vie di Parigi e le vite di tutti i cittadini potessero prendere il loro tranquillo corso senza che il sangue potesse manifestarsi dinanzi ai loro occhi.

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Capitolo 5
*** Un crimine efferato ***


Le notizie che veleggiavano sulla città parigina non erano per niente buone.
In epoca antica, la morte di un contadino senza un soldo non avrebbe fatto nessuna notizia tra i cittadini.
Il tasso di mortalità era molto alto causato dalle scarse condizioni igieniche e dalla fame che la gente combatteva ogni giorno per riuscire a sopravvivere.
Ma tutto ciò sarebbe stato messo da parte a causa di un crimine efferato dove il sangue era più fresco che mani.
Vedevo la gente spaventata tra le vie di Parigi mentre mi apprestavo a suonare le campane.
Nessuno li ascoltava con interesse, troppo presi da quel sangue che non sarebbe stato cancellato.
L’Arcivescovo, molto vigile alle dicerie della povera gente che ogni giorno che chiedeva aiuto, mi descrisse il fatale momento delicato in cui tutti noi stavamo attraversando.
< Il pover’uomo è stato colpito con tale efferatezza che mi viene soltanto i brividi a pensarci > aveva cominciato a dire l’uomo < Il sangue sparso… tracce di violenza all’altezza del collo… Non ho mai visto niente di simile. >
L’Arcivescovo sospettava di già che potessi essere stato io, ma ciò non gli permise di stringermi a lui con tale amore che pensavo di aver dimenticato per sempre dopo quella brutta notte passata lontano dalla cattedrale.
< Signore, mi sono sentito solo quando sono scappato da qui > cominciai a dire con un filo di voce < Non riesco a ricordare quasi niente di quello che è successo, ma il freddo intemperante della vostra mancanza mi ha fatto capire che non è ancora venuto il momento che io esca da queste mura. >
Orgoglioso delle mie parole, l’Arcivescovo si strinse ancora di più a me prima di venire interrotto dal Giudice Chris Argent.
< Disturbo, forse? >
Lo guardai in cagnesco e con fare riluttante.
Come aveva osato interrompere quel momento e giungere fino al campanile come se fosse lui il padrone.
< Signor Argent, nessun disturbo. Non mi sarei aspettato che voi… >
< Dovevo dirvi quello che ho scoperto sul conto della morte di quel povero contadino avvenuta poco lontano da qui… Posso parlarvi in privato? >
L’Arcivescovo, che inizialmente tentò di ubbidire alle richieste del Giudice, ribatté invece a gran voce che io potevo ascoltare ogni singola parola.
< Non mi sembra doveroso farlo > replicò l’uomo con tono preciso < Si parla di sangue e di morte. Parole non adatte ad un bambino di nove anni. >
Vedendo con quanta difficoltà l’Arcivescovo teneva testa al Giudice, toccò a me venire in suo aiuto dicendogli che avevo molte cose da fare.
< Voi parlate pure tranquillamente, Arcivescovo > mormorai con sorriso < Il Giudice ha ragione. Non sono parole che io dovrei ascoltare. >
< Ma tu…. >
< Ci sarà tempo di crescere. >
Allontanandomi ma senza perdermi nessuna parola tra di loro, il Giudice Argent fu molto sorpreso del rapporto che potessi avere con l’Arcivescovo.
< Le cose vanno molto meglio tra voi due > mormorò l’uomo con curiosità.
> Sì. Il ragazzo sta crescendo molto bene e devo dire che mi darà un sacco di soddisfazioni in futuro. >
< Bene. Sono davvero contento di tutto ciò. >
Ma improvvisamente, lo sguardo serio del Giudice Argent veleggiò come una minaccia sopra Notre – Dame.
< Arcivescovo, non devo essere io a ricordarvi che razza di creatura sia Scott, giusto. Dopo il fattaccio della notte scorsa, potrebbe colpire ancora una volta. >
< Signor Giudice, che cosa vi spinge a credere che possa essere stato lui a fare tutto questo? >
< Andiamo, Arcivescovo. Mi credete uno stupido? Chi potrebbe aver ucciso un uomo in quel modo? È stato morso in maniera così efferato che nessun essere umano avrebbe potuto farlo. >
< Sì, ho capito. Ma perché puntare il dito contro Scott? >
< Perché siete stato voi a farmi chiamare con allarme dicendomi che il bambino era scappato. >
< Scott non potrebbe far mai del male a nessuno. Me l’ha dimostrato quando io e lui eravamo faccia a faccia… E non era umano. >
< Signor Arcivescovo, spero che la vostra protezione contro quel ragazzo non possa minare il nostro accordo. So che gli volete molto bene, ma le indagini non devono precludere nessun amore che vi lega. >
< Signor Giudice, vi potrei suggerire nuovi indiziati? In fondo, da quello che so, quelle creature si sono rifatte vive da queste parti già da qualche mese. >
< E voi come fate a saperlo? >
< La ente mormora molto in questa città. Anche se Parigi non è piccola, molti sanno cose che voi non potete mai immaginare. >
< Ad esempio? >
Nascondendo subito il suo appunto con tale bravura, l’Arcivescovo non avrebbe mai spifferato a quell’uomo le dicerie che si dicevano sulla sua Cattedrale.
< Molti fedeli si sono allontanati perché qualcuno ha parlato di un misterioso mostro che vive sul campanile. Voi che cosa mi potete dire su questo fatto? >
< Un misterioso mostro? La gente fa passare il bambino… >
< Nessuno doveva sospettare che nascondo un povero Cristo sopra le loro teste. E per di più lo credono una minaccia… Adesso ditemi, chi potrebbe aver dato vita a questa dannata diceria? >
< Signor Arcivescovo, vi giuro che queste parole non sono nate da me. Sarà la gente che ama sparlare di leggende prive di fondamento… Ma torniamo a concentrarci sulla morte di quel contadino. >
< Non credo che io possa dire nient’altro al riguardo > fece l’Arcivescovo con tono irriverente < Quindi adesso, se volete scusarmi… >
< Signor Arcivescovo, non credo che sia saggia da parte vostra mettervi contro di me. >
< Ma io non voglio assolutamente farlo >puntualizzò ancora l’uomo< Sto soltanto dicendo che ho molte cose da fare con il mio figlioccio e non posso perdere ulteriormente tempo. Devo prepararmi alla messa di questa domenica. La Pasqua si sta avvicinando. >
< Certo… M dovete convenirmi che quel crimine non può rimanere in silenzio per sempre. Anche se si tratta di una morte che all’apparenza può non essere importante… Ma tutte le dinamiche mi spingono a pensare ad altro. >
< Vi potrò aiutare in altri frangenti, ma come ho detto, non adesso. >
Ma il Giudice, troppo insistente e arroganti per i miei gusti, non se ne sarebbe andato se non avesse avuto delle informazioni importanti a suo avviso.
< Forse potrei aiutarvi io, Signor Giudice. >
Era la prima volta che mi confrontavo con quell’uomo e la paura mi assalì come un fiume in piena.
< Tu? Che cosa mai potrebbe dirmi un ragazzino di nove anni? >
< Scott, non credo che… >
< Lasciate fare a me, Arcivescovo. Va tutto bene… Quest’uomo non se ne andrà molto facilmente da qui, giusto? Troppo determinato ad inseguire la verità. Com’è giusto che sia, d’altronde. >
< E tu che cosa potresti dirmi al riguardo? >
< Vi posso solo dire che sì, ieri sera ero fuggito dalla Cattedrale, e ho visto un uomo in particolare aggirarsi nei dintorni della scena del crimine… Inizialmente andai a controllare di persona, ma poi capii che era molto pericoloso per me. >
< Oh, lo è eccome > rispose sorpreso l’uomo < E adesso, perché non mi parli della tua trasformazione da lupo? Hai forse avuto bisogno di reprimere i tuoi stinti omicidi? >
< Signor Giudice, questo non è il metodo adatto per estorcere parole ad un bambino. >
< Questo bambino non è come tutti gli altri. È troppo intelligente. >
< Ma questo non vi da’ modo… >
< Va tutto bene, Signor Arcivescovo. Il Signor Giudice sta solo facendo il suo lavoro. >
Cercando di trattenere il respiro prima di rispondere alla sua domanda, notai il suo sguardo glaciale e molto determinato che riusciva a destabilizzarmi ogni secondo che passava.
< Allora? Puoi dirmi qualcos’altro su questa storia? Le tue parole non stanno né in cielo né in terra. >
< Potete anche non credermi e se volete potete anche arrestarmi. Ho attraversato molti momenti bui della mia vita e sicuramente una cella di Parigi non mi farà alcuna paura. >
< Lo credi davvero? >
< Scott, adesso basta! >
< Magari siete voi a dirmi qualcosa sulla mia povera madre, Signor Giudice. >
< Non so di cosa stai parlando? >
> Evitate di prendermi in giro voi, adesso. >
< Questa conversazione è durata fin troppo! > tuonò l’Arcivescovo strattonandomi verso di lui < Signor Giudice, per quanto tempo ancora continuerete a tormentare me e questo ragazzo? >
< Per tutto il tempo necessario. >
< Noi non abbiamo nient’altro da dirci. >
< Va bene… Ma sarà solo per ora che vi lascerò in pace. Non mi darò per vinto finché il mistero della morte di quell’uomo sarà venuto alla luce… Buona giornata, Signori. >
La sua irriverenza e le sue parole squallide mi avevano fatto capire che di quell’uomo non ci si poteva fidare.
L’Arcivescovo, che non se la sentì di redarguirmi per quello che era successo, si limitò a tornare ai suoi compiti, senza mai dimenticare il coraggio e la determinazione che mi contraddistinguevano.
< Noah, avremmo quell’uomo qui alla Cattedrale come se fosse una spina nel fianco? >
< Scott, avrei tanto voluto che tu non sopportassi tutto questo > mormorò con voce cupa < Ma sono gli uomini potenti. E purtroppo, finché saranno in vita, faranno tutto quello che vogliono. Anche tormentarci fino alla fine dei nostri giorni. >
< Tutto questo è ingiusto! >
< Che cosa c’è di giusto in questa vita? Limitiamoci a viverla con passione e devozione. Poi quello che sarà, sarà. >
E difatti, il destino che accomunava a me con quell’uomo, fu talmente insistente che andò avanti anche negli anni avvenire, senza che nessuno fosse mai arrivato a capo di una verità che avrebbe sancito la fine di quelle creature.

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Capitolo 6
*** Primo incontro ***


1477


All’alba dei miei sedici anni di età, l’Arcivescovo organizzò una piccola festa all’interno della Cattedrale con i cittadini più fedeli di cui ci si poteva davvero fidare.
Ma anche se avevo l’amore e il rispetto di quelle poche persone, la solitudine per non avere un amico proprio o una persona fidata con cui parlare di me e delle mie giornate, mi lasciavano un vuoto che non poteva essere colmato.
Tutto ciò però cambiò un giorno di primavera, quando l’Arcivescovo Noah mi chiese di uscire dalla cattedrale per andare a fare delle compere.
Non riuscendo a credere a quel sogno immaginario, credetti di non aver capito quelle parole.
< No Scott, hai capito benissimo: è giunto il momento che tu ti immerga tra la gente. Ma vedi di non finire nei guai. >
Ero troppo felice per poter cadere nei guai e nella paura di relazionarmi con le persone.
Il cuore mi batteva a mille e non sapevo come potevo ringraziare colui che mi aveva dato tanta di quella fiducia che mi aveva portato ad andare avanti con la mia strana vita.
Difatti, quel giorno di primavera, fu la prima e vera volta in cui uscii dalla cattedrale dopo il fatto di quella notte di sette anni fa’.
Lasciandomi all’interno di quel luogo che mi dava la protezione necessaria, avevo promesso all’Arcivescovo che non sarei mai uscito per nessun motivo e che avrei tenuto a bada i miei istinti di lupo rimanendo a soffrire in solitudine sul campanile.
Dal canto suo, l’Arcivescovo prese di getto e a buon cuore le mie vere intenzioni, congratulandomi con me per il mio coraggio.
Quella notte però, non sarebbe stata mai dimenticata dalla mia mente.
Il giudice Argent veniva a trovare me e l’Arcivescovo durante visite non programmate e nei momenti meno opportuni, facendoci perdere numeroso tempo a nostra disposizione.
Non voleva capire che anche se erano passati molti anni, io e l’Arcivescovo non saremo stati d’aiuto per risolvere il dilemma di quel contadino ucciso.
Ma l’ossessione e la pazzia di scoprire la verità andando a scavare in luoghi impensabili, aveva portato il giudice Chris Argent ha interrogare quasi l’intera popolazione di Parigi.
Momenti di pura rabbia e sorpresa che non minarono minimamente il mio affetto per l’Arcivescovo e la mia passione nel conoscere il mondo all’interno di una Cattedrale.
La mia vita trascorreva tranquilla e senza paure, fino a quel giorno in cui incontrai loro.
< Buongiorno, Scott > fece il giudice Chris Argent attraversando la navata della cattedrale con il suo solito sorriso finto < Vedo che finalmente il gran giorno per uscire da questo posto è arrivato. Spero per voi che non siate come quelle creature che al minimo contatto con il sole si sciolgono. Tu non sei abituato ad essere visto alla luce del giorno. >
< E con ciò? Non morirò, non vi preoccupate. La mia pelle è molto dura. >
< Certo. Lo so bene… Attento però a non trasformarvi in quella creatura abomina. >
< Non lo farò. Non siamo nelle notti di luna piena.>
< Meglio sempre evitare dubbiose sorprese, non torvi anche tu Scott? >
Non riuscivo a sopportare minimamente la sua presenza, soprattutto quando mi parlava e mi prendeva in giro allo stesso tempo.
Dopo tutti quegli anni però, non avevo ancora trovato il coraggio necessario per potergli parlare della mia famiglia e di che fine avesse fatto mia madre.
Ma non era ancora giunto quel giorno fatidico. Dovevo ancora attendere, ma chissà per quanto…
< Le eviterò, non vi preoccupate… Se cercate l’Arcivescovo, lo trovate a confessare i fedeli. Credo che anche a voi farebbe bene confessare ogni tanto i vostri peccati. >
< Me ne ricorderò, Scott. Grazie del consiglio. >
La mia puntigliosità voleva solo cogliere nell’orgoglio e in quella durezza che il Giudice esprimeva contro di me e contro la povera gente.
la sua inettitudine e la sua perfidia erano stati ereditati da suo padre Gerard Argent, un giudice dal pugno di ferro e molto malvagio.
Almeno questo è quello che mi aveva detto l’Arcivescovo, anche se non aveva mai avuto il piacere di incontrarlo.


Muovendomi tra le vie del paese mentre il vociare mi riempiva le orecchie, il mio primo compito di giornata era di andare a comprare il pane in bottega.
Avvicinarmi al commesso gli comunicai subito il mio ordine, ma di tutto punto mi disse di rivolgermi alla graziosa ragazza che stava sistemando il pane.
Il mio cuore mancò un battito quando la vidi mentre stava lavorando.
Non riuscivo a togliergli gli occhi di dosso e soprattutto il mio imbarazzo e la mia vergogna ebbe il sopravvento in un momento molto delicato.
< Buongiorno. Posso esservi utile? >
< Io… >
Non riuscivo a dire le parole tanto desiderate e la giovane ragazza mi guardava ancora con occhi sinceri e con sorriso smagliante.
“Chissà cosa potrebbe mai pensare di me…”
< State bene? >
< Come? Oh, certo. Scusatemi molto… E’ che non ho molta dimestichezza nel dire che cosa voglio > dissi timidamente.
< Infatti non vi ho mai visto qui nei dintorni. Siete di Parigi? O siete un forestiero? >
< Sempre stato e vissuto a Parigi. Mi chiamo Scott e sono l’aiutante dell’Arcivescovo. >
< L’aiutante? Non credevo che l’Arcivescovo… Sa bene nasconderlo con dimestichezza. Nemmeno la mia amica Allison, figlia del Giudice Argent, mi ha mai detto che quell’uomo… >
Ma mentre stavo avendo una conversazione amichevole con quella ragazza di cui non conoscevo ancora il nome, ecco che la sua giovane amica Allison entra nella bottega salutandola con riverenza mai vista.
> Buongiorno, Kira > mormorò Allison con sorriso a dir poco seducente < La solita baguette, grazie. >
< Ecco a te. L’ho già preparata. >
< Ti ringrazio. >
Ma prima che la ragazza potesse lasciare la bottega, la commessa Kira gli comunicò senza perdere tempo chi fossi io veramente.
< Vorrei presentarti Scott, l’aiutante dell’Arcivescovo di Notre – Dame. >
< Davvero? Eppure sapevo che il Signor Stilinski non avesse aiutanti. Anche se sono passati tanti anni, è ancora in gran forma. Lo vedo ogni domenica celebrare la messa. Ma voi… >
< Lavoro sul campanile, signorina. Per questo voi e la vostra amica non mi avete mai visto. >
< Capisco… Spero però che una domenica di queste possiate essere d’aiuto al vecchio Arcivescovo. Così ci potremmo rivedere. E magari conoscerci meglio. >
< Ne sarei davvero onorato. >
< Ma Allison! Il ragazzo sarà impegnato con la messa! >
< Allora vorrà dire che ci potremmo conoscere dopo. Sempre che voi non siate impegnato. >
< Io? Certo che no! ho tutto il tempo del mondo! >
Non seppi cosa dire di fronte a quel sorriso e a quelle parole che avevano colpito il mio cuore.
Per la prima volta, una giovane e bella ragazza mi aveva dato tutte le attenzioni necessarie di cui avevo bisogno.
< Splendido. Allora ci vediamo tra qualche giorno. >
< Non vedo l’ora. >
< A presto… Grazie del pane, Kira. Noi ci sentiamo quando stai per chiudere. >
< Va bene, Allison. Ma non farmi aspettare. >
< Vedrò di essere puntuale. Promesso. >
I suoi modi di fare e la sua schiettezza, mi avevano lasciato con il cuore aperto e con mille domande che potevo farmi.
“Avrei conosciuto meglio quella giovane ragazza e non m’importava minimamente se fosse figlia del mio peggior nemico. L’avrei rivista ed è quella l’unica cosa che contava realmente per me.”
ma per quanto potessi essere stato folgorato in quei pochi minuti (troppo presto a dire che fosse realmente amore), ci pensò la giovane Kira a riportarmi alla bottega.
< Ehi, signor Scott? Siete qui per comprare del pane o cosa? >
< Come? Oh, certo. Datemi l’ordine uguale a quello di Allison. >
< Va bene. >
La giovane donna, per quanto mi potesse non conoscere, sapeva bene che il mio umore era cambiato notevolmente.
< Bella, vero? È la mia migliore amica. >
< Chi? La ragazza di poco fa’? >
< Non avete smesso di guardarla da quando è entrata. E ancora adesso fissate la porta della bottega, con la speranza che ritorni. >
< Perché? Non è così? >
< Certo. Ma tra qualche ora. Al tramonto, per essere precisi. >
< E’ tra molto tempo, vero? >
< Se voi non avete nient’altro di meglio da fare, potreste aiutarmi qui in negozio. Ma prima dovrei sentire i miei genitori. >
< Mi piacerebbe moltissimo, ma purtroppo devo tornare dall’Arcivescovo. >
< Ci credo. Ecco a voi > porgendomi il pane mentre io gli davo i soldi.
< Grazie della chiacchierata… Kira. >
< Grazie a voi. E salutatemi l’Arcivescovo. >
< Lo farò. >
E nell’uscire dalla bottega, quella Kira aveva davvero ragione: il mio umore era cambiato improvvisamente e lamia solitudine sembrava essere sparita per sempre.
“Domenica la rivedrò. Conterò i giorni fino a quel momento.”

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Capitolo 7
*** L’ostilità del padre ***


La domenica finalmente arrivò e potei subito scorgere all’entrata della Cattedrale, l’affascinante e bellissima Allison.
La giovane ragazza stava vicino a suo padre, Chris Argent, mentre poco più in là potei scorgere la bella panettiera che lavorava nel negozio qui vicino.
Sembrava che i miei due cuori fossero divisi dall’amore o dall’amicizia e sinceramente, non riuscivo a capire che cosa mi stava succedendo.
Forse dentro di me stavo sognando una vita che non avrei mai potuto avere, o forse perché mi sentivo gli occhi addosso di molta gente che non riusciva a mollare lo sguardo su di me.
Prima di entrare nella Cattedrale, vidi Allison sganciarsi dal padre e avvicinarsi alla navata.
Era davvero bellissima con il suo bel vestito a fiori della domenica, un cappello ornamentale e quel suo sorriso contagioso che avrebbe scacciato dentro di me ogni tristezza.
> Buongiorno, signorina Allison. Lieto di vederla > mormorai con un filo di voce.
< Buongiorno a voi. Ma non dovreste essere ad aiutare l’Arcivescovo. >
< Sì. Ma oggi ha deciso che avrei dato il benvenuto ai fedeli che affollano la nostra chiesa > mentì spudoratamente nascondendo la mia vergogna.
< Davvero? Non sapevo che si facesse una cosa simile. Soprattutto qui a Notre – Dame. >
< Eh, già. Abbiamo iniziato oggi. In fondo ci stiamo avvicinando alla Pasqua e quale miglior giornata per questo nuovo inizio. >
La Pasqua significava come rinascere da una vecchia vita che aveva dato molte luci e ombre nell’arco di quell’anno.
Non smettendo di crescere e di imparare, l’Arcivescovo fu molto contento per come lo aiutavo ogni giorno con la chiesa e dopo un certo periodo che pensavo non finisse mai, ero riuscito ad essere tranquillo con me stesso.
ma purtroppo non potevo dire delle mie trasformazioni visto che ad ogni luna piena, la città di Parigi che dormiva placidamente, veniva disturbata dal mio ululato.
nessuno era riuscito a sospettare di nulla, nemmeno l’attento Giudice Argent.
> Scott, che cosa ci fai qua fuori? Non entri in chiesa? > mi domandò l’uomo riscuotendomi dai miei pensieri.
< Padre, il ragazzo mi stava dando il benvenuto in chiesa. Non è una cosa carina? >
< Oh, certo. Davvero entusiasmante > mormorò ancora l’uomo con sorriso finto.
“Se solo potessi cavarti quella lingua, la smetteresti di ridere tutto d’un colpo.”
< Ma non credo che possa rimanere qui tutto il giorno. I chierichetti non fanno queste cose. Oppure l’Arcivescovo Stilinski ti ha voluto degradare. >
< Assolutamente no, Giudice Argent. L’Arcivescovo è molto contento di me. Per qualsiasi cosa. >
< Davvero? Però se fossi mio figlio, non avresti una vita agiata e sorridente come questa. >
< Lieto allora di non esserlo. >
Stavo cercando di mantenere vivo il mio autocontrollo mentre il giudice continuava a farsi beffe di me.

< Niente, tesoro. È una vecchia storia… Tu prendi posto. Io ti raggiungo subito. >
I miei occhi di lupo verso quelli di un assassino e criminale s’incrociarono come se un fuoco flebile avesse preso tutta la potenza necessaria per distruggere tutto quello che aveva dinanzi.
< Se proverai anche solo una volta a guardare o a rivolgerti a mia figlia, l’Arcivescovo non potrà fare niente per proteggerti. >
< Che cosa significa questa minaccia? >
< Stai lontana da lei > rispose ancora duramente il Giudice < MI hai capito? >
Perché dovevo farlo? Perché dovevo tirarmi indietro quando sapevo di avere un’amica di cui potevo fidarmi?
Il Giudice Argent non poteva fare quello che voleva della mia volta. Era tremendamente ingiusto.
< Non posso promettervelo visto che lei è una devota fedele della nostra chiesa. Se avrò il permesso di sua figlia, non vedo perché scambiarci parole che per voi sarebbero di poco conto. >
< Non legherai mai con lei! In nessun modo! >
< Non voglio legarmi. Voglio solo essere educato. >
< Porta la tua educazione e il tuo spirito di convinzione da un’altra parte o farò in modo che al primo passo falso che farai, ti sbatterò in carcere. >
< Con quale accusa? > replicai cercando di trattenere il sorriso < Non avete ancora capito che non mi fate nemmeno paura? >
< Tu non sai minimamente cosa possa significare, caro Scott. >
Non riuscivo a sopportarlo e i suoi modi da sapiente erano davvero troppo per me.
Improvvisamente o per fortuna, l’altro chierichetto che doveva aiutare l’Arcivescovo nel servire alla messa, mi prese per un braccio per portarmi dentro la Cattedrale.
< La conversazione non finisce qui, Scott. Ricordatelo. >
< Fatevi il segno della croce > mormorai infine liberandomi dalla presa < O la vostra anima rishcia di bruciarsi sotto l’acqua santa. >
< Dannato impertinente… >
< Adesso finiscila! Vieni con me! > tuonò il mio compagno < L’Arcivescovo ti sta cercando. >


Non avevo nessuna voglia di ascoltare le pratiche dell’Arcivescovo Stiinski, ma non potei fare niente per sottrarmi alle sue domande.
< La messa sta per iniziare e non ti trovo sul posto >mormorò rabbioso < Si può sapere dove diavolo eri finito? Magari a parlare con qualche fedele e a intrattenerti senza il dovuto rispetto. >
< Il rispetto l’ha mancato con il giudice Argent, Signore. >
< Stai zitto, Stiles! > tuonai senza farmi sentire dai fedeli in chiesa < E fatti gli affari tuoi. >
< HO solo detto la verità. Non puoi metterti contro quell’uomo. >
< E’ lui che si è messo contro di me! >
< Scott, adesso basta > fece l’Arcivescovo avvicinandosi a me con sguardo duro < Stiles ha ragione: abbiamo avuto fin troppi problemi con quell’uomo. Te ne sei scordato? >
< Certo che no. Ma io stavo solo parlando con sua figlia e… >
< Hai osato rivolgere la parola a sua figlia? Non avresti mai dovuto! >
< Arcivescovo, non ho fatto niente di male. >
< Lo credi tu, ragazzo > mormorò ancora l’uomo mettendosi la chiara in testa < Gli hai mancato di rispetto. E questo lui l’ha subito notato. >
< Ho solo salutato sua figlia. Non ho fatto niente di male. >
< Ascoltami bene, Scott: non puoi farti odiare ancora da quell’uomo. Lo sai che io non potrei proteggerti per sempre. >
< Ma io… >
< Niente ma. Non costringermi a rispedirti sul campanile. >
< Sapete una cosa? È il miglior posto in cui rimanere. Almeno non avrò brutte sorprese. >
Uscendo dalla sacrestia senza farmi vedere da nessuno, per me era troppo rimanere in presenza dell’Arcivescovo.
Decisi di non aiutarlo in una delle messe più importanti dopo che aveva manifestato che anche lui era tornato ad essere contro di me.
Non potevo sopportare tutto questo e l’odio che covavo verso quell’uomo mi spinse a distruggere tutto quello che avevo sul campanila.
La mia rabbia era furibonda e solo la sua morte avrebbe per sempre placato la mia sete di vendetta.


Una volta che la messa fu conclusa, toccò all’Arcivescovo Stilinski salutare tutti i fedeli di quella messa.
Per me erano tutte facce sconosciute, ma quando vidi avvicinarmi a lui la bella Allison, capii subito che lei non era come il suo dannato padre.
< Buongiorno, Arcivescovo. Bellissima Omelia come al solito > iniziò a dire la ragazza.
< Vi ringrazio. Voi siete troppo buona e generosa con me. >
< E’ la verità. Notre – Dame non potrebbe avere Arcivescovo migliore di voi. Non per altro mio padre ha una profonda devozione e molto rispetto per voi. >
“Certo, come no” pensai mentre li sentivo parlare grazie al mio udito sopraffino “Se solo voi sapeste cosa fa realmente vostro padre…”
< Ed io rispetto lui, Signorina > ribatté con un sorriso < Visto che non sono riuscito a vederlo, me lo potreste salutare? >
< Certo. So che ci terrebbe molto. >
< Ne sono consapevole. >
Ma ecco che la loro conversazione prese una piega inaspettata.
> orrei anche sapere che fine ha fatto il vostro aiutante. Mi pare che si chiami Scott. O sbaglio? >
L’Arcivescovo a quel punto, si guardò intorno come ase mi stesse cercando davvero, ben sapendo che mi ero rifugiato sul campanile.
< Sì, avete indovinato… Purtroppo non posso aiutarvi visto che non riesco a vederlo da nessuna parte. >

< Il ragazzo ha avuto molti problemi visto che da quando è nato, i suoi genitori sono morti. La sua casa e la sua dimora principale è il campanile e molto spesso desidera rimanere fin lassù senza che nessuno possa disturbarlo. >
< Capisco. Mi dispiace molto per la sua perdita. >
< Non vi preoccypate. Dopo tutti questi anni è riuscito a superarla. >
< Sicuramente… Se per voi non è un problema, desidererei passarlo a trovare ogni tanto. Sempre che io non dia fastidio. >
L’Arcivescovo Stilinski non si sarebbe mai immaginato una richiesta del genere.
Cercando di guardarla dritta negli occhi prima di rispondere, l’uomo cercò una scusa che però non arrivò mai.
< Ma certo. Nessun problema > rispose con un sorriso mentre il mio cuore balenava di gioia smisurata < Potete venirlo a trovare quando volete. >
< Vi ringrazio molto. >
< Figuratevi. Nessun problema. >
Invece per il povero Arcivescovo, erano sorti problemi che non avrebbe mai potuto combattere.
L’insistenza di quella ragazza l’avrebbero spinto a chiedere aiuto all’uomo più odiato della città cercando di cancellare in me una felicità ancora messa a dura prova.


< Eccoti qui, Allison > fece suo padre andandogli contro < Ti ho cercata dappertutto. >
< Stavo parlando con l’Arcivescovo, padre > rispose la ragazza con tono sorridente.
< Di quale tipo di argomento? >
< Vorrei conoscere il suo aiutante Scott. Mi sembra un ragazzo di tutto rispetto. >
A quelle parole, lo sguardo di Chris Argent cambiò impercettibilmente.
> Sicuramente… Adesso però dobbiamo andare. Tua madre ci sta aspettando. >
< La raggiungo subito. >
Rimanendo da solo per pochi minuti con l’Arcivescovo, il Giudice Argent avvertì anche l’Arcivescovo che non avevo nessuna possibilità di avvicinarmi a lei.
> Vi avverto, Arcivescovo: non scatenate una guerra che non potete mai vincere. Quel ragazzo è una minaccia per voi e per tutti. >
< Scott non ha fatto niente di male. >
< No… almeno per ora. Buona giornata > disse infine l’uomo prima di raggiungere sua figlia prima di dirgli le solite cose.
< Allison, ti proibisco di parlare con quel ragazzo. Per nessun motivo ti dovrai avvicinare. >
< Ma padre, che cos’è successo? >
< Non è il ragazzo che tu pensi, Allison.è un criminale. È stato molte volte rinchiuso per piccoli crimini… Per riuscire a farlo cambiare, io e l’Arcivescovo abbiamo pensato insieme che sarebbe stato meglio se fosse rimasto alla Cattedrale per aiutarlo. E dopo qualche mese fuori dalle carceri, non credo che sia cambiato molto. >
< Ma padre, quel ragazzo sembrava così tanto buono… >
< Forse ai tuoi occhi da ingenua, figlia mia. Ma ti assicuro che non è così. Fidati di me. >
< Continua a commettere altri crimini? >
< Purtroppo sì visto che continua a rubare. Giusto ieri è successo un piccolo furto nella Cattedrale. L’Arcivescovo me l’ha appena detto. >
< Oh, mi dispiace > mormorò la ragazza con tono affranto < Mi avete convinto, padre: non rivedrò mai più quel ragazzo. >
< Brava, tesoro. Sapevo che mio avresti capito. >


Non potevo riuscire a difendermi come avrei voluto .
Chris Argent stava facendo di tutto per mettermi in cattiva luce e i suoi dannati propositi mi stavano rendendo la vita difficile.
Le sue parole meschine avrei desiderato non poterle ascoltare, ma le mie abilità da lupo andavano ben oltre la conoscenza umana.
L’Arcivescovo Stilinski non si degnò nemmeno di dirmi che Allison mi aveva cercato poco fa’.
ma ormai la mia felicità era stata compromessa. E la mia vita divenuta vuota come prima :
Ma l’arrivo improvviso di un’altra misteriosa ragazza mi fece capire che il mio segreto poteva essere nascosto ancora un po’, per non distruggere ancora quello che volevo creare.

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Capitolo 8
*** Complicità ***


Ero costantemente impegnato ad aiutare l’Arcivescovo, anche se da qualche tempo a questa parte, non riuscivo nemmeno a guardarlo negli occhi.
Toccò proprio a lui farsi avanti per capire che cosa mi stesse succedendo.
< Va tutto bene, Signore > replicai con tono fermo cercando di troncare subito la conversazione < Ho molte cose da fare. >
< Scusami. Non volevo disturbarti. >
< Voi non disturbate mai, Signore. È che non amo essere distratto nel mentre sto lavorando. >
< Davvero? Eppure sapevo che ti piace molto parlare… >
Certo che mi piaceva parlare, ma in quel momento ero troppo nervoso per instaurare una conversazione.
Ma l’Arcivescovo, facendo ancora finta di niente, si limitò a pulire le panche mentre io stavo accendendo qualche candela.
Il fuoco e il calore che potevano sprigionare erano sottovalutate.
Se qualcuno avesse fatto cadere anche una sola candela su qualche stoffa o altri materiali che potevano prendere fuoco molto facilmente, la sua distruzione sarebbe stata irrefrenabile.
E più vedevo quel calore, più mi dicevo che avevo bisogno di sfogarmi. Ancora una volta.
L’idea di uccidere qualcun altro non l’avevo purtroppo abbandonata, colpa dei miei istinti di lupo.
E tutto questo l’Arcivescovo, non lo sospettava nemmeno.
< Scott, credo che sarebbe meglio che tu sappia che il Giudice Argent… >
< Avete ricacciato sua figlia lontano da me, Signore. Non c’è molto da dire su questa storia. >
< No, Scott. Inizialmente ero titubante quando mi ha detto che sarebbe giunta a trovarti, ma poi quando ci ha sentito suo padre… Insomma, è cambiato tutto. >

< Non lo farei mai, Scott. Davvero. >
< Sapete che io posso sentirvi parlare con qualcuno anche a grande distanza. Vi ho visto all’altezza del campanile quando io sono scappato e… mi sono sentito ferito. >
< Ed io, allora? Come potevo sentirmi quella domenica? Avevo buisogno di te ma la tua rabbia ha avuto il sopravvento. >
< Voi e Stiles non mi avete aiutato! >
< Mi dispiace! È questo quello che vuoi sentirti dire? Vuoi che mi senta affranto? Ebbene, lo sono! Spero lo stesso che tu sia contento. >
Non avevo mai visto l’Arcivescovo in quello stato.
Odiava vedermi rabbioso verso i suoi confronti ed io non potei altro che chiedergli scusa per come mi sono comportato.
< Perdonami, Scott. >
< Non c’è niente da perdonare, Arcivescovo > replicai abbracciandolo < So che lo avete fatto per me. Ed è l’unica cosa che conta. >
> Sai quanto gli Argent possano essere pericolosi, Scott. >
< Lo so bene. Ma Allison… lei è diversa. >
< Dici così perché ti sei invaghito di lei. Non è forse così? >
< Invaghito? Ma cosa… >
< Giustamente questi sono sentimenti che tu non riesci a contemplare perché sei ancora giovane e ingenuo. Ma vedrai che con il passare del tempo sarà molto più facile per te. >
< Arcivescovo, voi pensate che tra me e Allison possa nascere qualcosa oltre all’amicizia? >
< Caro Scott > mormorò l’Arcivescovo dopo aver ritrovato il sorriso < Devi capire che stai correndo fin troppo. Gli Argent non vogliono avere nulla a che fare con la gente come noi. E questo lo devi capire subito prima di venire scottato irrimediabilmente e senza che tu possa venire ripagato di una fiducia che sarà molto difficile possa nascere… Tu ed Allison siete sono all’inizio, ma finché ci sarà di mezzo l’influenza del padre, tra voi due non c’è alcun futuro. Né come amicizia né come amore. >
Inizialmente mi sentii dispiaciuto di quelle parole, ma in fondo l’rcivescovo conosceva quella famiglia molto più di me e ancora una volta, aveva ragione.
< Starò alla larga da loro. Promesso. >
In pochi giorni, credevo di essermi conquistato la fiducia di una persona che ero assolutamente convinto potesse capirmi.
ma l’impronta di quell’arroganza che contraddistingueva la sua famiglia, aveva cambiato tutto il mio presente.
Mi sarei sentito di nuovo solo, ma non per sempre.


Prima che potesse calare il sole, ricevetti una visita alquanto sorprendente.
< Disturbo, forse? >
La giovane panettiera, con i suoi stracci e quel sorriso contagioso, si avvicinò a me con una speranza che pensavo potesse essere spenta per sempre.
I suoi modi di fare gentili e la sua vicinanza ad una persona che conosceva poco, mi fecero battere il cuore come non mi era mai accaduto prima.
> Kira! > feci con tono alquanto contento < Non pensavo di rivedervi qua. >
< Vi ricordate il mio nome. Sono davvero contenta… Scott. >
< Vedo che ricordate anche il mio. >
< Ebbene, mi avete fatto un bell’effetto vedervi nella mia bottega per la prima volta… E visto che i miei genitori mi hanno dato qualche ora lontano da loro per sistemare alcune cose, ho pensato bene di venirvi a trovare. Psero davvero che io non abbia interrotto niente di importante. >
“Al massimo potevi interrompere il mio lavoro” pensai in estasi “Ma non è questo il punto.”
< Figurati, hai fatto benissimo ed io sono molto contento… Peccato che io non ti possa offrire nulla perché… sinceramente non saprei come essere gentile, a parte parlare con te. >
Mi sentivo molto nervoso e alquanto imbarazzato di fronte a lei.
Capendolo a mani basse, Kira si limitò a sorridere divertita mentre cercava il mio tocco che continuava a ritardare.
< Non ti preoccupare. Ho solo bisogno della tua compagnia, tutto qui. E poi non m’intratterò per molto. >
< Un vero peccato perché io e l’
< Sul serio? Quali ritocchi? >
> E’ una sorpresa e spero tanto che ti piaccia. >
Giunte oggi alla Cattedrale in prossimità della Pasqua, qualche buon fedele ricco e anonimo, aveva pensato bene di lasciare un bel mazzo di fiori sotto la croce di nostro Signore, tra lo stupore generale che causò in me e in tutti coloro che lavoravano all’interno della Cattedrale.
< Sono davvero bellissimi > fece Kira rimasta senza parole < E’ davvero un bel regalo. E poi la vetrata… non ho mai visto nulla di simile. >
Sapevo che era giunto il momento di fare qualche carineria, ma òìunica cosa che mi venne in mente è prendere un fiore da quel bendiddio per regalarlo a quel sorriso che tanto mi faceva sognare.
< Ecco, questo è per voi > replicai regalandogli una rosa < Spero che vi piaccia. >
< Scott. Siete sicuro? >
Fino ad allora non ero mai stato più sicuro prima d’ora e regalargli quel fiore non poteva che essere un momento molto toccante per noi due.
< Sei davvero gentile… e molto buono. Peccato che Allison non la pensi alla stessa maniera. >
< Perché? Cosa pensa la signorina Argent di me? >
Ma dagli occhi e dal volto di Kira capii subito che non ne voleva parlare per non rovinare quel momento romantico che si era venuto a creare.
< Niente, lascia perdere > rispose la ragazza con il suo solito sorriso.
< Spero di non aver dato una brutta impressione a quella ragazza… In fondo è la figlia del Giudice, l’uomo più potente della città. >
< Non vi preoccupate di loro. Se vi comporterete bene e rispetterete tale famiglia, voi e l’Arcivescovo non correte nessun pericolo. >
< Certo. Ne sono convinto. >
Ma purtroppo non era poi così facile a farsi visto che gli Argent erano una costante presenza nella mia vita e in quella della Cattedrale, portandomi a pensare che non avrei potuto vivere senza che loro mi portassero numerosi problemi e smascherassero il mio segreto.

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Capitolo 9
*** Senza cambiare idea sull’amicizia ***


Rimanere in compagnia di Kira fu davvero molto confortante per me.
Non ebbi nemmeno l’idea di quanto tempo potesse essere passato, ma sinceramente non m’importava.
L’Arcivescovo e tutti i suoi aiutanti potevano farcela senza di me e la mia assenza non si sarebbe fatta pesare.
Ma l’intervento tempestivo dell’Arcivescovo verso l’entrata della Cattedrale, interruppe quel momento romantico che si era venuto a creare.
< Scott, non ce la facciamo senza di te… >
Appena vide che ero impegnato in una conversazione dove il mio viso era rosso dalla vergogna, Noah si pentì subito di essersi fatto avanti.
< Mi dispiace, Scott. Non pensavo che tu… >
< Nessun prolbema, Arcivescovo. Me ne stavo giusto andando. Devo continuare con le mie commissioni e non posso tardare oltre, altrimenti chi le sente i miei genitori? >
< Sei una persona molto buona devota, figliola > fece l’uomo con sorriso sincero < Non potranno mai avercela con te. >
< Sempre meglio evitare discussioni inutili a cui non vorrei mai sottopormi. >
< Su questo hai assolutamente ragione. >
Dopo che Kira si congedò da me con il suo sorriso sincero e ringraziandomi della bella rosa, ora toccava a me rispondere a domande poco convenienti e disturbanti.
< Che cos’era quello sguardo? > mi domandò subito l’Arcivescovo cogliendomi impreparato.
> Di cosa state parlando? >
< Scott, anche se sono un parroco, so molto bene individuare che tra lei e te sta nascendo qualcosa d’importante. >
< Arcivescovo, si sta sbagliando. Davvero… Io e Kira… >
Non sapevo nemmeno come scusarmi in quel momento, cercai di distogliere lo sguardo dall’uomo per riprendere i miei lavori.
< Scott, non c’è bisogno di essere veroggnosi. Stai attraversando un momento nuovo per te ed è normale che tu sia incerto sul da farsi. Ma conoscendo la piccola Kira, figlia di due panettieri, sono sicuro che sarai di nuovo felice. E questa volta per davvero. >
Sinceramente non sapevo cosa fare visto che porvavo ancora dei sentimenti sinceri verso quella donna che mi aveva voltato le spalle prima che potessimo davvero conoscerci davvero.
Lo sguardo di Allison e i suoi modi di fare, mi avevano colpito enormemente e non potevo certo dimenticarmi tutto, tenendo ben saldo il pensiero che suo padre era il mio peggior nemico.
< Per ora mi limito a conoscerla meglio, Arcivescovo > mormorò Scott senza dimenticare il sorriso.
< Ne sono certo… E per di più dopo che gli hai regalato quella rosa rossa. Davvero un bel gesto. >
< D’amicizia, Arcivescovo. Non pensate altro. Non è il momento. >
E nel dire ciò, mi allontanai da lui cercando di pensare ad altro e di non dover mai più sottopormi a domande che mi avrebbero solo imbarazzato.


Uscito di nuovo dalla Cattedrale per alcune compere, la gente sembrava davvero felice in prossimità del giorno di Pasqua.
Il momento di una città che voleva stringersi e dimenticare le paure e il combattimento alla fame, era più forte di qualsiasi altra cosa.
Ma non tutti sembravano davvero essere felici.
Scorgendo la giovane Allison mentre stava comprando un vestito nuovo in una boutique vicino alla Cattedrale, non potei che fermarmi a contemplarla e ad ammirare la sua bellezza.
Il so sguardo serio però, lasciava trasalire che c’era qualcosa che la tormentava e la sua rabbia si sarebbe presto riversata su di me.
< Che cosa stavate facendo dinanzi alla vetrina? >
< Stavo guardando questi bellissimi vestiti. È davvero difficile pensare che i sarti possano elaborare tanta magnificenza, non trovate? >
< Già. Èeccato che voi non potreste mai permettervelo. >
< Lo so bene. Ma non me ne faccio una colpa. >
< Sicuro. Voi pensate a tutt’altro e dovreste sentirvi fortunato che l’Arcivescovo creda davvero in voi. >
< Infatti lo sono… Ma cosa volete dirmi con ciò? >
< Mio padre mi ha detto tutto su di voi: siete un volgare ladro che non ha dignità per sé stesso. Una brutta persona che rovina la vta di quelle che vi circondano. Ma questo non sarà il mio caso. >
Fissandola con sguardo sconcertato, non avrei mai pensato che pitesse dire tali parole.
< Signorina Argent, non capisco cosa state dicendo… >
< Non fate il furbo con me. Non sono una pezzente come voi. La mia intelligenza va ben oltrw i vostri stracci. Ancora non capisco come non possiate morire di fame. Ve lo meritereste in tutto e per tutto. >
Allotanandosi da quella pregiata sartoria, cercai di capire molto di più su quello che Alison voleva dirmi.
< Non mi toccate altrimenti mi metto ad urlare! >
< Signorina Argent, non capisco. Davvero. >
< Mio padre è molto buono con voi e l’Arcivescovo. La gente come voi… >
< Io non sono quello che dite. Ho sempre servito e rispettato l’Arcivescovo e tutte le persone che mi circondano. >
< Ah, davvero? E le offerte rubate a Notre – Dame? Di quello ve ne siete dimenticato? >
< IO non ho mai rubato! >
< E’ inutile mentirvi. Io non potrò mai credervi. La vostra cattiveria e la vostra bramosia sarà la vostra rovina. >
Parole sconcertanti di una mente soggiogata da suo padre e da tutta la sua famiglia.
Ancora una volta il Giudice Argent mi stava rendendo la vita difficile, ma quella volta non sarei stato da solo.
< Lascialo in pace, Allison. >
La voce perentoria di Kira si aggirò nell’aria come se fosse una benedizione da cogliere al volo.
< Kira, non vorrai mica… >
< Non so cosa tuo padre ti abbia detto, ma Scott non è così. Lui è una persona buona e molto rispettabile. Il contrario di quello che crede la tua famiglia. >
Sentendosi tradita proprio dalla sua amica, Allison ruppe quell’amicizia che durava da molti anni e tutto per colpa di suo padre.
“No. non posso permettere che tutto questo sia reale.”
< Se sei con questo ladro, allora sei contro di me. Non voglio più vederti. >
Quelle parole sortirono un forte macigno contro Kira.
Non riuscendo a trattenere le lacrime, toccò a me cercare di consolarla al meglio.
E nel cercare il mio tocco, la mia sete di vendetta si stava sempre alimentando di più.
Ma adesso volevo accoccolarmi a lei e pesnare solo al suo bene.
A quello che lei avrebbe fatto se mi fossi trovato a piangere al suo posto.

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Capitolo 10
*** Nuovi momenti per cui combattere ***


La cattiveria di Allison mi aveva completamente spiazzato.
Non riuscendo a far scendere le lacrime come era successo a Kira, mi isolai nel campanile suonando a gran voce che nessuno mi poteva rovinare la vita.
< Non ce la farete! Io sarò per sempre quello che sono! Nel bene e nel male! >
Nessuno là sotto riusciva a capire a cosa mi stessi riferendo e la mia voce si andava a perdere nell’aria.
Ma l’arrivo tempestivo di un uomo oscuro che nel mezzzo del giorno oscurava il sole, mi lasciò alquanto interdetto e serio.
< Buongiorno, Scott. Finalmente ci incontriamo. >


Non riuscivo a dire niente.
Più guardavo quell’uomo dallo sguardo truce, più mi convincevo che ero in pericolo.
< Voi chi siete? >
< Una creatura come voi che può aiutarvi a sconfiggere il vostro più grande male. >
< Che cosa? E voi cosa ne volete sapere di me? >
< So molte cose sul vostro cono, Scott. Vi ho cercato in lungo e in largo. Ho dedicato sedici anni della mia vita per riuscire a raggiungervi.
II nostri genitori avrebbero voluto che io vi avverta per quello che potete essere realmente. >
< I nostri genitori? Quindi voi… >
< Siamo fratelli, Scott. >
Quella rivelazione mi lasciò alquanto interdetto e sorpreso.
Non potevo credere che un membro della mia famiglia potesse essere ancora in vita dopo che avevo sapuito che erano morti a causa dell’ira di scovare i lupi assassini che imperversavano la città parigina.
< So che avete molte cose da dirmi, ma lasciatemi prima raccontare la mia storia. >
< Prima che voi iniziate a parlare, io so già chi sono realmente. L’hio sempre saputo. >
< Che cosa? Questo è impossibile. Chi ve l’ha detto? >
< E’ una storia molto lunga, Derek… Diciamo che ho trovato un uomo che è riuscito a darmi la fiducia necessaria per vivere come una persona normale. >
< E chi sarebbe quest’uomo? >
< L’Arcivescovo di Notre – Dame. >
Derek, che mi fissava con sguardo confuso, non si sarebbe mai fidato di nessun essere umano.
< Non posso credere che avete mischiato il vostro segreto con la vostra vita quotidiana. Se qualcuno potesse scoprire che voi… >
< Nessuno lo sa. Non c’è niente di cui occuparsi. >
< Sul serio? Peccato per voi che io non riesca a credervi. >
< Questo però è un problema vostro, Derek. >
< E’ un problema comune, fratello. Se sono giunto fino a qui è per portarvi via. Non potete far parte della razza degli esseri umani. >
< Che cosa? Voi non avete nessun diritto… Non adesso che ho finalmente capito che cosa significa vivere. >
Non potevo sopportare che qualcun altro potesse decidere sul mio futuro.
Prima il giudice Argent che con grande convinzione, aveva sterminato la mia famiglia, passando per l’Arcivescovo Stiliski che mi aveva ridato la voglia di vivere con la sua somma fiducia.
E poi c’era Kira, con quel sorriso sincero che albergava le mie giornate tristi.
Ma adesso chi mi poteva proteggere dalla furia di questo pazzo che conoscevo a malapena?
< Non potete rimanere qui per sempre. Voi siete mio fratello e come vostro familiare… >
< Io vi conosco a malapena! > sbraitai spazientito < Come potete pensare che io mi possa fidare di voi? >
< Dovete farlo. Perché non avete alternativa… Il Giudice Argent non ha dimenticato cos’è successo una notte di sei anni fa’. Il povero contadino ucciso con brutalità non vi dice nulla? >
Non riuscendo a rispondere a quella domanda, Derek aveva subito capito che mi aveva colto impreparato.
< Come pensavo… Il segreto non può rimanere oscurato per sempre. Prima o poi verranno a sapere che voi ed io… >
< Se voi mi lasciaste vivere la mia vita, non correrei mai questo rischio. >
< Voi pensate davvero che possa essere così facile? >
< Ho passato sedici anni a vivere in mezzo agli umani e non ho mai avuto problemi di questo tipo… E voi non avete nessun dirirtto di stravolgere la mia povera vita costellata di problemi a mio parere insormontabili. >
< Sì, dopo che vi ho finalmente trovato, ho fatto molte ricerche sul vostro conto: so che un nemico non indifferente e comune a tutti noi lupi mannari. >
< Lupi mannari? >
< Sì. È questo quello che siamo. Che vi piaccia o no. >
 < Una maledizione che mi ha colpito dal momento della mia nascita… Voi sapete dirmi com’è potuto succedere… >
< Che voi siete un lupo mannaro? La storia è molto complicata. Ma lasciatemi dire che vostra madre era una femmina che aveva preso tutto il potere e la sua determinazione l’avevano spinta ad essere rispettata da tutti… Ma una notte, ovvero il momento della vostra nascita, il Giudice Gerard Argent e i suoi uomini ci avevano trovato e da quel momento la strage fu compiuta senza che io potessi fare niente.
Ero molto piccolo e inesperto e non sono riuscito a poter salvare niente.
Fuggendo per le foreste della Francia, ho cercato di ricollegarmi alla mia famiglia, e grazie all’aiuto di alcuni memrbi riusciti a sopravvivere, sono finalmente riuscito ad arrivare a voi. E solo noi due potremmo ricostruire una famiglia che l’ira degli esseri umani hanno spezzato per sempre. >
Non potevo credere che potessi far parte di un branco di lupi mannari che attaccavano dei poveri esseri umani senza che questi potessero avere una colpa.
Ma il loro più grande errore era che una figura maledetta come il Giudice Argent e tutta la sua famiglia, potesse essere una brutale minaccia per tutti noi.
< Derek, mi dispiace. Ho la mebte confusa e ho bisogno di pensare sul da farsi. >
< Certo. Vi capisco benissimo… Ma dovete anche capire che non posso aspettare per sempre. Volete la vostra vendetta? Sono l’unico che posso aiutarvi uccidendo tutti i componenti della famiglia Argent. >
Non sapevo relamente cosa fare e mi sembrava di trovarmi dinanzi ad un fatto compiuto.
Avevo molte responsabilità che fino a quel giorno non conoscevo e dovevo decidere alla svelta da che parte stare.
Ma ero anche consapevole che non potevo mettermi contro quella creatura che mi diceva di essere mio fratello, pena la mia morte.
< Scott, dovete comprendere che non potete parlare a nessuno di tutto questo. È un segreto che solo noi lupi possiamo custodire. Mi avete capito? >
< Ma l’Arcivescovo… >
< A mio sguardo non ci si può fidare di nessuno. Nemmeno delle persone a voi più care. Prima lo capite, meglio è. >
< Ma l’Arcivescovo Stilinski… lui sa tutto di me. >
< Evita questo prolbema alla svelta. È meglio per te e per me. >
E nel dire ciò, il soffio del vento imperversò fino alla cima del campanile facendo sparire quella figura tanta funesta che ancora una volta aveva messo a soqquadro la mia vita.


Quella giornata fu davvero piena di sorprese e l’arrivo improvviso del padre di Chris Argent accompagnato da sua nipote, avrebbero predetto altri numerosi guai.
Il vecchio Argent, Gerard, parlò in privato con l’Arcivescovo senza prima squadrarmi con il suo sorriso sguardo maledetto.
Nemmeno la visione di Allison poté calmare tutta l’agitazione che avevo all’interno del mio corpo.
< Allison. >
< Scott. >
Non avrei mai creduto che quella giovane ragazza tanto spensierata potesse essere crudele e indifferente dinanzi a me e a quella che era stata la sua amica di una vita.
ma adesso Kira non era il problema principale: il problema per lei ero soltanto io.
< Non riuscite nemmeno a guardarmi in faccia? Vi faccio così paura? >
< Avrete più paura quando la collera della mia famiglia colpirà voi e tutta Notre – Dame. >
Quelle parole sortirono una specie di minaccia irreversibile e potente che scosse ancora il mio animo.
< Che cosa volete dire con questo? >
< Ormai io e la mia famiglia sappiamo chi è stato ad uccidere quel povero contadino molti anni fa’, Scott. I tuoi misteri mischiati con il tuo passato hanno intoccato anche la Sata Cattedrale di Notre – Dame… E alla fine sarete tutti a farne le spese. Nessuno si potrà salvare. >
< Allison, davvero… Non so di cosa state parlando. E se pensate di minacciarmi, vi sbagliate di grosso. >
< Prima hai portato dalla vostra parte la mia amica Kira, corrompendola con la vostra bontà… Ma ciò è impossibile per quanto riguarda me. >
< Credete pure di essere una donna tutto d’un pezzo, ma non scalfirete la mia bontà e la vita normale di tutti coloro che abitano qui a Notre – Dame. >
< Allora vi conviene confessare il vostro crimine una volta per tutte per evitare altri guai. >
< Mi dispiace, ma non ho niente di cui confessare. >
Dovevo tener duro fino alla fine senza che nessuno potesse mettere a dura prova la mia pace e la mia voglia di essere umano.
Più guardavo Allison e più mi rendevo conto che al mondo albergava di troppa gente senza scrupoli e il mio vero obiettivo era di ripulire la mia vita per contunyare a viverla nel modo più giusto.
Ma non potevo macchiare il mio nome uccidendo ancora. Non me lo sarei mai perdonato.
< La vostra cattiveria non ha nessun limite, Allison. E tutto per colpa di vostro padre. >
< Non osate menzionarlo! > sbraitò la ragazza < Mio padre e tutta la mia famiglia ha protetto questa Cattedrale e l’Arcivescovo Stilinski andando contro anche ai veri principi. Se ciò non fosse accaduto, voi non avreste mai avuto un futuro. >
< Il mio futuro è stato messo a dura prova fin dal primo giorno in cuio sono nato. Ma dubito che voi conoscite la mia storia… >
< Non m’interessa conoscere la storia di un ladro che presto verrà bruciato sul rogo dinanzi al giudizio universale che compirà l’intera Cattedrale. Quando meno ve lo aspetterete e al primo posso falso, voi verrete prima torturato e poi ucciso, ve lo posso giurare. >
Ormai la guerra che io non avrei mai voluto combattere era già stata proclamata dalla famiglia rgent.
Gli occhi pieni di odio di quella donna mi avevano reso inerme e con paure che avrei dovuto affrontare molto presto.
I fatti compiuti mi spingevano ad agire al più presto.
ma per evitare che Notre – Dame e tutti i componenti che mandavano avanti cn devozione ogni loro lavoro, avevano assoluto bisogno di aiuto.
E solo un individuo in particolare avrebbe potuto farlo, sperando che anche lui non mi voltasse le spalle.


L’Arcivescovo Stilinski faceva di tutto per nascondere il suo dolore e il suo disappunto.
una volta che quei maledetti Argent uscirono dalla Cattedrale, un’ombra oscura s’abbatté su quel luogo come se fossimo coperti da una fine ingloriosa senza che noi potessimo riuscire a respirare.
la mia curiosità verso quella conversazione che non ero riuscito a sentire era molta, ma era anche poco consono per me poter turbare l’Arcivescovo.
Mi avrebbe chiesto il suo aiuto? Oppure si sarebbe tenuto tutto dentro senza dirmi nemmeno una parola?
Non potevo attendere oltre perché su quella decisione, si poggiava il mio futuro.
< Arcivescovo Stilinski, devo assolutamente parlare con voi. >
< Non è il momento, Scott. La visita degli Argent ci hanno fatto ritardare. Tra pochi giorni è Pasqua e abbiamo molto da fare. >
< Arcivescovo, dobbiamo pensare ad altro che non sia la Pasqua. >
< Che cosa stai dicendo?! >
< La nostra vita è in pericolo per colpa di quelle persone. Non possiamo rimanere inermi senza fare nulla. >
Sospirando prima di coprirsi il volto, l’Arcivescovo si sedette su una delle panchine senza riuscire a chiedere il perdono e la grazia a nessuno.
< Come si misura adesso la loro minaccia? Vogliono distruggere la Cattedrale. >
< Non possono arrivare fino a tanto > rispose l’uomo < La Cattedrale è di tutti. >
< Non di quella gente senza scrupoli. Gli abitanti potrebbero darci protezione, ma come faranno senza che possano impugnare nemmeno un’arma? >
< Scott, meglio non mettersi contro quella famiglia. È per il nostro bene. >
< Siasmo rimasti al loro servizio e abbiamo ingoiato fin troppe ingiustizie, non pensate? A cominciare da me che non sono ancora riuscito a scoprire chi ha ucciso veramente la mia famiglia… Ma se voi non mi darete l’aiuto necessario ad ucciderli, ci penarà il mio fratello ritrovato ad aiutarmi. >
< Ucciderli? Il fratello ritrovato? Che cos astai dicendo, ragazzo? >
Era una lunga storia da raccontare in quel momento.
Ma sapevo che prima o poi il suo arrivo mi avrebbe messo dinanzi al fatto da compiere.
< Scott, che cosa mi stai nascondendo? >
< Scott. >
La voce di Derek si andò a mischiare con le nostre mentre non sapevamo davvero che cosa fare.
< E’ il momento di decidere, Scott. O con gli umani o con i lupi. >

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Capitolo 11
*** Fuoco incrociato ***


Il silenzio regnava quella notte prima che la furia dei maledetti si potesse abbattere su questa Cattedrale.
Derek mi fissava con sguardo serio e inerme mentre la mia paura era palpabile e molto forte.
< Scott, sei sicuro di quello che credi? >
Non potevo tradire in nezzun modo l’Arcivescovo Stilinski. Non dopo tutto quello che aveva fatto per me nel corso di questi anni.
Tutti gli altri aiutanti, compreso Stiles, si erano rifugiati lontano dalla Cattedrale.
Rimanevamo solo io, l’Arcivescovo e Derek contro l’armata del giudice che sarebbe stata molto superiore a noi.
Ma Derek non aveva la minima paura e aspettava il suo nemico dinanzi alla facciata della Cattedrale.
< Tutte quelle statue mi guardano. Ma non ho timore di attraversare il mio destino insieme a voi. >
< Derek… non so davvero come ringraziarvi. >
< Non fatelo. Le vostre buone intenzioni mio hanno subit colpito. Sapevomgià da subito che voi non eravate come gli altri… Inizialmente ho pensato che potesse essere un male per la nostra famiglia. Che la vedetta vi avrebbe portato sulla mia strada e che nessuno poteva feramre le nostre intenzioni.
Ma la tua bontà… e’ diversa. Non so perché, ma posso benissimo fidarmi. Siete un tipo singolare, Scott. >
Ero ammirato da tali parole e non potei che rispondere con un sorriso.
Intanto l’Arcivescovo stava preganndo il nostro Dio che dopo tutti glio anni in difficoltà, non ci aveva mai voltato le spalle.
< Arcivescovo, come vi sentite? > gli domandai interrompendo la sua preghiera.
< Hai per caso una domanda di riserva? >
< Scusate se vi ho interrotto, ma ho bisogno di parlare con qualcuno. E di voi ho tutta la fiducia necessaria e la forza per farlo. >
< Non ti preoccupare, ragazzo. Anzi, sono contento che tu sia qui vicino a me. >
Rimanevo accanto a quell’uomo sentendo tutto il calore e la protezione di cui avevo bisogno.
Ma sarebbe davvero bastata in quel frangente di tempo prima dello scontro decisivo?
< Perché gli esseri umani sono così crudeli, Arcivescovo? Perché vogliono rovinare tutto? >
< Figliolo, non siamo tutti uguali in questa vita e dobbiamo convinvere con coloro che ci fanno sentire speciali e coloro invece che ci vogliono far soffrire.
Ma è nei momenti di sofferenza che bisogna mosrarci forti. Per far capire ai nostri nemici che cosa vuol dire mettersi contro noi gente giusta. >
Ogni volta che parlavo con l’Arcivescovo, sapevo bene che aveva sempre parole giuste per ogni momento difficile che attraversavamo.
Ma più passava il tempo, più ero impaurito e nervoso.
Forse avrei dovuto mostrare al mondo che razza di creatura potessi essere, ma sarei davvero riuscito a proteggere le persone più deboli di me.
< Arcivescovo, forse rimanere ui a pregare non è sicuro. Dovreste… >
< Figliolo, sono rimasto accanto a nostro Signore per gran parte della mia vita. Non possono andarmene proprio adesso. >
< Ma potrebbe essere pericoloso… >
< Per me rimanere accanto a lui non può essere pericoloso. Se il mio destino è perire questa notte, allora seguirò quel corso di vita senza mai voltarmi indietro. >
< Non posso sentirvi al sicuro se voi… >
< Ho detto che starò bene, Scott > m riprese con tono convinto < Adesso basta insistere. I rumori della battaglia sono molto vicini. >
< Scott. >
Sentendomi chiamare a gran voce da Derek, improvvisamente la piazza di fronte alla Cattedrale si illuminò di un fuoco perverso e davvero temibile.
Centinaia di guardie armate fino ai denti erano pronti per evocare una guerra dove sapevo che nessuno sarebbe stato il vincitore.
Andai lì fuori guardando negli occhi ognuno di loro, mentre Derek mi diceva di fermarmi subito.
< Scott, che cosa fate? >
< Va tutto bene, Derek. >
Il primo ad avvicinarsi, fu nientemeno che il capo della famiglia Argent, Gerard.
< Quindi sei tu quel bambino maledetto che ha ucciso in maniera indegna quel povero contadino lasciandoti dietro una scia di sangue che ancora adesso maccchia i tuoi vestiti e il tuo corpo, giusto? >
< MI pento di quello che ho fatto > mormorai con un fiulo di voce < Ma cosa potete dire di voi? La vostra cattiveria è pari soltanto alla vostra arroganza e superiorità. Ma questa nptte non andrà mai come avete pensato. >
Ridendo sommessamente a quelle parole come se fossero una presa in giro, Gerard non si faceva spaventare minimamente da nessuno, soprattutto da un giovane ragazzo come me.
< Ragazzo, tu e i tuoi simili siete ancora in tempo per darvela a gambe. >
< Non abbandonerei mai l’Arcivescovo e il luogo in cui sono cresciuto. Morirò nel proteggere tutto quello che amo. Questo luogo è la mia vita… E dopo che voi o vostro figlio avete ucciso la mia famiglia, non vi lascerò uccidere tutto quello che mi rimane. Avete capito? >
< Sei un ragazzo molto coraggioso > mormorò Chris Argent avvicinandosi a me e a suo padre < O forse sei solo uno stupido sentimentale che non vedrà mai farsi giustizia. Chissà che cosa potrebbe pensare tua madre di te…
< Se le mie intenzioni è uccidere i maledetti come voi, allora le intenzioni sono più guste delle vostre. >
< Ragazzo, l’Arcivescovo non ti ha insegnato che uccidere è sempre sbagliato? > mi domandl Gerard con tono canzonatorio.
< Allora perché voi uccidete? Per il semplice gusto di farlo. >
< No, ragazzo. La nostra è giustizia… Ma tu non puoi capire. Sei olo troppo ingenuo per farlo. >
Poche file più indietro, mentre cercavo di non ascoltare quelle parole tremende, vedevo Allison prota ad impugnare le sue armi e la sua distruzione dopo le numerose minacce che mi aveva arrecato.
< Siamo molto superiori a voi > fece Chris Argent < Vi consiglio di arrendervi. È la scelta migliore. >
< Basta parlare! > tuon Derek dalla navata < E’ giunta l’ora di combattere. Si è fatto molto tardi. >
Le voce forti di Derek risuonarono nell’ambiente come un macigno e una sentenza che non poteva tardare ancora.
Il momento tanto attesa era arrivato e il segnale di quei esseri umani che combattevano per la decisione sbagliata, scagliavano le prime torce contro di noi mentre un ululato tremendo e di scosse l’aria e il mio animo.


La famiglia Argent non si era fermata di fronte a quell’avvertimento e mentre Derek uccideva e teneva alla larga i soldati della famiglia del giudice, io dovetti salvare tutto il possibile ed evitare che qualcuno potesse entrare nella Cattedrale.
I fuochi incrociati e la distruzione erano dappertutto in quella piazza, alimentata da un odio che cresceva sempre di più.
Ma il primo momento in cui dovevo cercare di farmi valere era proprio quella Allison che con veemenza, cercava di entrare all’interno distruggendo qualsiasi cosa che trovava.
la sua furia era imparagonabile, come se fosse assennata e maledetta dal diavolo in persona.
Il suo sguardo terribile mi fermò il cuore e sentivo che anche se ero io contro di lei, la battaglia era molto difficile da vincere.
< Fermatevi, creatura malefica > mormorò la ragazza puntandomi contro la sua freccia < Se fate solo un altro passo, morirete di stenti. >
Il mio sguardo distrutto da quella ferocia fissava il suo mentre l’indecisione che la colpiva gli evitava di poter scagliare la sua morte contro di me.
Gli avrei potuto dire un sacco di cose, ma come potevo fermarla?
< Avete paura, Scott? Lo vedo dai vostri occhi. >
< E’ umano avere paura > mormorai con tono fermo < E voi? Sapete che cos’è la paura? Oppure la vpstra forza vi rendere così cieca e inumana? >
< So di fare questa impressione e non saranno le vostre parole che mi fermeranno. >
< Non ho nessuna intenzione di farlo. >
< Come dite? >
< Volete appagare la vostra sete di violenza? Fate pure. Non farò niente per fermarvi… Ma mai scorderò il vostro sorriso sincero che fino a poco tempo fa’ aveva inondato il mio sguardo.
Quando sapevamo di poter essere felici e nessuna minaccia avrebbe minato quella gioia in un orizzonte nefasto.
E voi volete inseguire questa crudeltà? >
Nelle mie parole, l’insicurezza di Alison venne alla luce.
Il suo sudore e le sue lascrime sgorgavano su quel viso segnato da troppe malvagità che avevano bisogno di essere sconfitte per sempre.
Ma solo l’intervento tempestivo e furbo di colei a cui provavo emozioni sempre più fprti, avrebbe fermato tutto questo.
Colpita a tradimento, il corpo di Allison si riversò a terra svenuto mentre lo sguardo determinato di Kira mi ridette la speranza che avevo perduto.
< Kira, che cosa ci fate qui? >
< Sono venuto per aiutarvi, Scott. >
< E’ troppo pericoloso > ceai di convincerla ad andarsene subito < E poi io sono… >
< Non m’interessa quello che siete veramente. Io tengo molto a voi. E nessuno si frapporrà tra i miei desideri e i miei sentimenti. >
Non avrei mai pensato che i sentimenti di quella ragazza sarebbero stati ricambiati in così breve tempo.
La nostra storia sarebbe potuta cominciare tra le fiamme di quell0inferno.
Oppure la sorte malevole avrebbe fermato tutto ciò e distrutto qualsiasi cosa?

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Capitolo 12
*** La luce irradierà il cammino ***


Le guardie del giudice avevano sfondato il portone della Cattedrale per entrarvi dentro e saccheggiarla sotto il mio sguardo attento.
Non potevo credere ai miei occhi per quello che stava succedendo e il povero Derek non sarebbe riuscito a fermare tutti da solo senza un minimo aiuto.
Purtroppo però anch’io avevo bisogno d’aiuto.
< Kira, ve ne dovete andare > feci con un filo di voce cercando di capire dove si potesse trovare l’Arcivescovo.
< No, non vi lascio da solo. È troppo pericoloso. >
< Kira, questo luogo non è sicuro. Devo trovare l’Arcivescovo prima che sia troppo tardi e… >
< Allora vuol dire che lo faremo insieme. >
Capii subito che era impossibile far cambiare idea a quella ragazza.
I suoi occhi determinanti mi spingevano ad andare avanti e a non fermarmi, cercando di salvare il salvabile in quella Cattedrale che io consideravo casa.
Dopo aver sistemato Allison, adesso era il turno di Gerard Argent, pronto a distruggere la navata principale con i suoi uomini.
< Fermatevi subito! >
La mia voce dirompente risuonò in tutta la Cattedrale mentre il vecchio mi fissava con sguardo pieno d’odio.
< Finalmente faccia a faccia, Scott. Una creatura insignificante come te non può niente contro i miei uomini. >
< La questione adesso riguarda solo noi due. >
< Ah, davvero? Allora cosa penserai quando ucciderò la tua amichetta? >
< Non vi azzarderete a torcergli un capelli. >
Ma essendo troppo concentrato contro il mio nemico, Chris Argent prese sottobraccio Kira prima di arrestarla.
< Scott! Scott! >
Adesso avevo le spalle al muro e non sapevo in nessun modo come comportarmi.
< Arrenditi, Scott. Per te è finita. >
Preso dalla disperazione e dalla rabbia, la mia furia mi spinse a trasformarmi mentre i raggi lunari inondavano quella parte di cattedrale rendendo il momento uno spartiacque per quella battaglia.
Sotto lo sguardo attento e inermie degli esseri umani, l’unico che non si scompose fu proprio Gerard Argent.
< Creatura infima e maledetta > sussurrò digrignando i denti < Tornatene subito dall’inferno che ti ha generato. >
Ero sotto tiro a causa della sua freccia.
Adesso ero consapevole come Allison era diventata brava con quell’arma, ma non mi potevo lasciar spaventare.
Avendo la velocità alla mia parte, atterrai Gerard  Argent rendendolo inoffensivo.
Per la prima volta potevo guardare il suo sguardo pieno di paura ed il momento che tanto desideravo stava per giungere.
< Allontanati da mio padre, Scott! >
< No! > tuonai con gli occhi iniettati di sangue < Tu lascia andare Kira e fai ritirare i tuoi uomini. Questa pazzia è durata fin troppo. >
< No, Chris. Non lo fare. >
< Fate silenzio! >
< Chris, se tu proverai a eseguire un simile ordine, sarai diseredato immediatamente. Mi hai capito?! >
Per la prima volta, capii che Chris Argent aveva a cuore la sua famiglia, soprattutto capendolo dal modo in cui mi guardava.
Non potendo andare oltre quella follia, alla fine l’uomo fu convinto dalle mie parole
La Cattedrale si svuotò molto velocemente, mentre Gerard riuscì alla fine a liberarsi dalla mia presa in un momento di distrazione.
< Pagherai questo affronto, traditore.>
Riprendendo le sue armi, Gerard rgent colpì improvvisamente suo figlio, mentre un urlo di disapprivazione si riversò all’interno della mia anima.
L’uomo, cadendo a terra senza forze, stava soffrendo in maniera indicibile.
< Giudice Argent, vi prego di resistere. >
Il suo corpo era in condizioni disperate e non molto dopo, avrebbe esalato l’ultimo respiro.
< Non credevo di averlo mai detto, ma mi dispiace davvero per la tua famiglia > fece un tono flebile.
< Adesso non ne parlate, giudice. Non è il momento. Avete bisogno di assolute cure e… >
< NO, Scott. Ho maltrattato te e l’Arcivescovo quando non ve lo meritavate affatto… HO fatto molte cose orribili in questa vita ma la cosa più bella è stato veder crescere te. Mi mancherai davvero. >
I momenti di addio erano troppo insopportabili anche per me.
Guardando le mie mani dipinte del suo sangue, non riuscii ad essere forte in quel momento.
Mentre si prestava a colpire me e Kira, Gerard Argent fu colpito a morte all’altezza del collo proprio dall’Arcivescovo Stilinski, ponendo fine definitivamente al conflitto.
< Arcivescovo > feci con tono sorpreso guardando il corpo di Gerard Argent dimenarsi prima di morire definitivamente di stenti < Ma come avete fatto… >
< Dio non mi potrà mai perdonare per questo fatto > rispose l’uomo toccando ancora il pugnale che aveva ucciso il vecchio giudice < Ma tutta questa follia doveva finire. >
Dopo che io e l’Arcivescovo ci abbracciavamo per colmare quel dolore che sarebbe stato incolmabile, mi volli gettare nei miei penseiri più recogniti, senza pensare a quello che sarebbe stato il mio futuro.


Celebrando i funerali di Chris Argent dopo che io e l’Arcivescovo avevamo bruciato il corpo di Gerard Argent un giorno prima mentre la folla di gente inneggiava alla liberazione, non avrei mai pensato che a morte di quell’uomo che aveva ucciso i miei genitori mi avrebbe fatto soffrire così tanto.
Uscendo dalla Cattedrale per rimanere da solo, intravidi Allison mentre stava fissando il vuoto e non riusciva a versare nemmeno una lacrima.
< Vi disturbo, forse? >
Lo sguardo della ragazza si posò su di me, capendo che avevo interrotto i suoi pensieri.
< La mia famiglia è devastava per sempre. e  tutto per colpa della bramosia di uccidere dei lupi mannari come voi… Non dovevamo mai farlo. Fin dal principio. >
< Voi non avete colpe… >
< Invece vi sbagliate, Scott. Pagherò i miei misfatti per tutta la vita. Ma desso ho bisogno di lasciare la città definitivamente. >
< Lasciare la città? E dove andreste? >
< Ancora non lo so. Ma non credo che tornerò mai a Parigi. Troppi ricordi. Troppi dolori. >
capivo i timori e le paure di quella ragazza.
Dopo che l’avevo conosciuta in quella bottega, capivo che anche lei aveva un cuore come suo padre, e preso da un istinto irrefrenabile di non lasciarla andare via, gli diedi un ultimo abbraccio.
< Ma Scott, cosa… >
< Vorrei che voi restaste qui > mormorai con un filo di voce
Colpito dalle mie parole, Allison non poté che rispondermi con un sorriso sincero.
< Adesso che posso contare sulle vostre parole, il mio dolore sarà minore. >


Non desiderando vedere suo padre seppellito sotto centimetri di terra, adesso toccava a me decidere sul mio futuro.
Derek mi si avvicinò incontro per sentire quelle parole che avrebbero potuto ricostruire la mia famiglia.
Ma anche se mi guardava con sorriso, sapeva bene che la mia scelta era motlo diversa.
< Il mio posto è qui, Derek. Non posso abbandonare le persone più care per una vita che ormai non mi appartiene più. >
< Vi capisco, Scott > fece con un filo di voce < Rispetterò la vostra scelta ed io proseguirò il mio cammino da solo. >
< Potrete tornare qui a Parigi tutte le volte che volete. Ormai noi lupi mannari possiamo vivere in pace. Senza però farci scoprire. >
< Sarà questo l’unico problema per noi… Ma vedremo di conviverci. >
L’altro momento d’addio era giunto.
Ma dopo di ciò, il momento di ritrovarmi con i miei affetti più cari stava finalmente per arrivare.
Mentre l’Arcivescovo e Kira mi attendevano a braccia aperte, quella giornata così piena di dolore e di addii, non era mai stata così umana per me

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