Omicidio a Konoha

di Marc25
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Gioia e Disperazione ***
Capitolo 2: *** Omicidio ***
Capitolo 3: *** Il sospetto ***
Capitolo 4: *** Un uomo molto amato ***
Capitolo 5: *** Nash ***
Capitolo 6: *** Il bambino ***
Capitolo 7: *** Affari sporchi ***
Capitolo 8: *** Come un pulcino bagnato ***
Capitolo 9: *** Rivelazione ***
Capitolo 10: *** Corsa contro il tempo ***
Capitolo 11: *** L' eroe della foglia ***
Capitolo 12: *** Essenziale ***



Capitolo 1
*** Gioia e Disperazione ***


~~Cap 1 – Gioia e Disperazione

<< Wow! Non ci posso credere! Il festival del Ramen qui a Konoha!! >>
Naruto era con Sakura e il maestro Iruka a mangiare il suo tanto adorato Ramen da Teuchi
Teuchi: << Eh, già, in occasione dell’alleanza ninja verranno da tutti i villaggi chef di ramen, oltre ad ospiti illustri come il Kazekage  e la Mizukage, e tutti potranno partecipare  >>.
Naruto a sentire ciò quasi sfondava il bancone per l’incredulità mista a gioia: << Davvero?!? >>
Sakura lo aveva rimproverato per l’irruenza ma lui neanche l’aveva sentita
Teuchi: << La faremo nella via principale, speriamo che tra una settimana tutto sia pronto, praticamente è una nuova Konoha e già c’è un primo evento in programma. L’entrata è però a pagamento >>
La gioia del ragazzo biondo fu sormontata dalla delusione: << Ma non ho un soldo! >>
Sakura: << Come mai? >>
Naruto: << Da prima dell’invasione di Pain non faccio una missione! E quei pochi soldi che avevo li ho spesi in Ramen. So quello che stai per dire, tieni conto che solo oggi offre quel tirchio del maestro Iruka..
Iruka: << Ehi! Non sono ti..
Ma Naruto continuava a parlare: Ma di solito non offre mai >> Iruka senza farsi notare sorrise per le parole del sincerissimo allievo
Teuchi: << Naruto, a proposito, ho una sorpresa per te >>
Teuchi porse a Naruto un biglietto gratis per l’entrata del festival: << Ne ho alcuni e ho deciso che..
Ma Naruto aveva oltrepassato il bancone e lo aveva abbracciato, poi in un lampo era tornato in qualche modo al suo posto e diceva con euforia: << Wow, wow, wow, wow, hai visto Sakura, ho il biglietto per l’entrata del Festival! >>
Sakura: << Mio Dio, quanta euforia per un biglietto! >>
Naruto: << Maestro Iruka, ha una penna? >>
Iruka: << Si, ma che ci devi fare? >>
Naruto: << Ma come  che cosa, quando mi ricapita una cosa del genere, devo personalizzare il biglietto mettendo la mia faccia in piccolo >>
Cosi Iruka mal volentieri cedette la penna a Naruto che fece un discutibile autoritratto della sua faccia in piccolo in basso dove il biglietto era bianco
Naruto mostrò orgoglioso il suo biglietto a Sakura: << Ti piace il mio disegno? >>
Sakura: <<  È orribile >>
Naruto: << Perché sei così crudele? >> disse abbassando la test dispiaciuto ma poi tutti scoppiarono a ridere.
Sakura era veramente contenta di vedere Naruto spensierato e candido come non lo era da un po’, ultimamente ne aveva passate tante ma il Naruto entusiasta(per poco) che aveva davanti era il ragazzo che conosceva, era il suo migliore amico o qualcosa di diverso, qualcosa di più intenso? Non lo sapeva nemmeno lei in quel momento.

Sakura e  Naruto accompagnarono Iruka a casa e poi si diressero verso casa del ragazzo. Il biondo aveva parlato per tutta la strada, sprizzava di gioia da tutti i pori, poi arrivarono a casa sua.
Sakura: << Siamo arrivati >>
Naruto: << Già…, è passata velocemente la giornata, vero? >>
Sakura: << Sì, è bello vederti così >>
Naruto non capendo disse: << Ma io sono sempre così.. >>
Sakura sorrise: << Sì, è vero e questo mi piace di te >>
Gli diede un bacio sulla guancia e se ne scappò, Naruto era sorpreso, diventò rosso e divenne ancora più felice.

Quando Naruto entrò in casa mise il biglietto in una tasca apposita dello zaino, era tardi ma decise lo stesso di andare dal Maestro Jiraiya, era troppo contento per non condividere quell’emozione con lui. Si mise lo zaino in spalla,si fiondò sulla porta ma arrivato alla maniglia cominciò a tremare
Naruto: << Maestro Ji..
Cadde in ginocchio e si mise a piangere, per alcuni minuti aveva dimenticato che Jiraiya fosse morto, la ferita già profonda si acuì sempre di più. Da quando era nato perdeva chi amava, si alzò, a fatica e barcollando, buttò lo zaino verso una parte della stanza  e si stese sul letto continuando a piangere, ora che la disperazione aveva di nuovo sormontato la gioia.

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Capitolo 2
*** Omicidio ***


~~Cap 2 – Omicidio

La leggere brezza mattutina scompigliava i cappelli di Sakura che camminava serenamente tra le strade della nuova Konoha, ormai completamente ricostruita. Camminava lentamente, voleva godersi la bella giornata, e si, anche il vento, in fondo aveva i cappelli corti da anni ormai; il ricordo di quella parte dell’esame chunin nella foresta si insinuò nella sua mente, in quel momento per la prima volta nella sua vita aveva fatto un gesto da persona più grande e non più da bambina, da allora anche se era solo un simbolo, non si era più fatta ricrescere i cappelli. Inevitabilmente quel ricordo la fece pensare a Sasuke…, si sforzava di non pensarci, prima di rincontrarlo lo pensava sempre meno, ma poi qualche giorno prima, lei voleva ucciderlo e non ci era riuscita e lui invece non si sarebbe fatto scrupoli.., quella volta non volevano affidarsi a Naruto e invece..
Già, Naruto, era un ragazzo  straordinario, si era preso carico di tutto, inizialmente per lei, ma poi era diventato qualcosa di molto più importante.

Sakura era proprio diretta verso la casa di Naruto, voleva fargli una sorpresa, ripetere il girono prima, ma stavolta avrebbe offerto lei il ramen, era quasi arrivata alla sua casa ma vide prorpio il biondo camminare con la testa bassa, lei lo chiamo: << Naruto! >>
Il ragazzo alzò sorpreso la testa, Sakura vide chiaramente le lacrime agli occhi del ragazzo, ma lo sguardo dell’amico era diverso, gli occhi mostravano sorpresa per la visita di Sakura mista a tristezza.
Naruto in fretta si asciugò quell’inizio di lacrime con le nocche del dito indice e disse: << Sakura, non mi aspettavo di vederti oggi >>
Sakura:  << Volevo farti una sorpresa.. ma Naruto, stavi piangendo? >>
Naruto: << Cosa? No, certo che no, è il vento, i miei occhi sono sensibili >>
Sakura: << Quindi tutto bene? >>
Naruto: << Sisi, non potrebbe andare meglio >> e dicendo questo fece uno dei suoi larghi sorrisi
Sakura: << Tu porti sempre il copricapo, come mai sei senza? >>
Naruto si tocco la testa: << Ho la testa tra le nuvole, l’ho dimenticato, ma può succedere >>
Sakura: << Si, solo che su quello di solito sei cosi attento >>
Naruto leggermente infastidito disse: << Non sarai venuta con l’intenzione di riempirmi di domande? >>
Sakura: << Ma no, voleva invitarti a mie spese da Teuchi oggi >>
Naruto: << Davvero? Wow! Non vedo l’ora >>
 E Naruto sorrise e si sfregò le mani, questo rassicurò Sakura ma non del tutto..


Arrivarono da Teuchi che li accolse calorosamente: << Che piacere rivedervi! >>
Sakura: << Offro io! >>
Teuchi: << Non avevo dubbi >>
Naruto: << Ehi! Che vuoi dire? Lo sai che io pago sempre quando ho i soldi >> disse fintamente risentito Naruto
Teuchi: << Certo Naruto, non lo metto in dubbio, eheh. >>
L’atmosfera serena che si stava creando fu interrotta dalle due persone sedute vicino a loro: << Naruto!! Non ci posso credere, siamo vicini all’eroe della Foglia in persona! >>
Naruto si mise una mano dietro alla testa e se la accarezzo leggermente imbarazzato ma sorridendo confermò: << Si, sono proprio io! >>
<< Grande! Io ti ho sempre sostenuto! >> Disse uno dei suoi interlocutori
<< Mi faresti un autografo? Non per me ma per mio figlio, è un tuo grande ammiratore >> Aggiunse l’altro.

Uno dei momenti più felici nella vita di Naruto era stato quando tutto il villaggio lo aveva portato in trionfo, appena dopo lo scontro con Pain e l’aver salvato molte vite, ormai spacciate. Si sentiva finalmente accettato, capito, e non solo dai suoi amici.
Ma poi aveva incontrato tante persone che prima lo evitavano, lo giudicavano e che adesso lo esaltavano e c’era una voce nella testa che gli diceva: “falsi, ipocriti”, quella voce gli rimbombava nella testa anche in quel momento, di fronte a quei due. Comunque a pugni stretti e cercando di sorridere il più possibile fece l’autografo e si congedo dagli uomini che si alzarono e se ne andarono felici. Poi si toccò la testa, Sakura se ne accorse.
Sakura: << Tutto bene? >>
Naruto: << Si, tranquilla, ho solo un po’ di mal di testa.
Mangiarono, parlarono del più e del meno, poi si congedarono da Teuchi, però Sakura, nonostante le chiacchiere, sentiva solo lontanamente l’atmosfera serena del giorno prima. Cosa pensava Naruto? C’era qualcosa che lo tormentava?

Mentre camminavano per strada, per quella che doveva essere una piacevole passeggiata tra amici in una bellissima giornata di sole, incontravano tanta gente che li fermava; “in realtà fermano Naruto” pensava Sakura con una punta di invidia che scacciò subito. Lo chiamavano Eroe, lo trattavano come mai avevano fatto prima ma Sakura non capiva quanto quello che a lei sembrava una cosa che avrebbe fatto felice chiunque ferisse Naruto. Non lo aveva capito, fino a quel giorno.

Sakura: <<  È bello che la gente della Foglia ti consideri un grande eroe, non è vero? >>
Ma Naruto a quelle parole si girò con uno sguardo che sembrava quasi una richiesta di aiuto
Sakura si preoccupò: << Ho detto qualcosa di sbagliato? >>
Naruto: << No, certo che no, hai ragione tu, è meraviglioso, la gente è meravigliosa >>
Il tono della voce lo tradiva e poi mentre diceva quelle parole si toccava la testa in maniera sempre più intensa; “deve essere proprio forte il mal di testa che ha” pensava Sakura
“Falsi bastardi, ipocriti di merda”, questi erano i pensieri che aveva Naruto  quando incontrava quella gente che fino a poco prima lo trattava come un appestato.
Sakura: << Stai bene? >>
Ma Naruto senza rispondere corse verso un piccolo vicolo e vomitò tutto ciò che aveva mangiato poco prima, Sakura preoccupata lo raggiunse
Sakura: << Ma tu stai proprio male! Credo che ti sia preso una brutta influenza, forse è meglio che tu vada a casa, ti accompagno. >>
Naruto: << Si, meglio, mi dispiace, si, insomma, mi hai offerto il pranzo e io ho rimesso tutto >>
Sakura: << Figurati, ci saranno altre occasioni >>
Naruto: << Davvero? >>
Sakura: << Certo, ma tra mooolto tempo >>
Risero entrambi

In poco tempo il tutto prese una piega inaspettata, Sakura e Naruto stavano passeggiando ma tra loro era calato il silenzio, Sakura era preoccupata, notava che si era incrinato qualcosa in Naruto, lui si era sempre fatto vedere come una roccia però..
Non fini i suoi pensieri che senti Kiba: << Ehi, eroe, che ci fai tutto solo con Sakura, che fate i piccioncini? >>
Sakura: << Ma che dici Kiba?!? >>
Kiba: << Ehi, scusa, non voglio farti arrabbiare,mi fai paura, ahaha. Ehi Naruto, contro Pain sei stato una bomba! Ma io ho sempre creduto in te! >>
A quel punto Naruto prese Kiba e lo sbatte contro un muro, gli mise un braccio sul petto e gridò: << Allora quando ridevi di me insieme agli altri quando eravamo bambini credevi in me, vero? Quando eri contento nell’esame chunin di combattere con un fallito come me, era solo per stimolarmi, vero? La verità è che sei come tutti gli altri, un’ipocrita! >>
Detto questo tirò un pugno al muro con molta forza, per poco non lo sfondò e dalla mano uscì del sangue.
Sakura: << Naruto che fai? >>
Naruto lasciò la presa da Kiba che sotto shock si lasciò cadere raso al muro. Naruto si limito a guardare Sakura freddamente e a dirle: << Non mi seguire >>
Naruto se ne andò correndo
Sakura: << Kiba, stai bene? >>
Kiba era ancora un po’ sotto shock ma rispose: << Si, presto starò bene ma Sakura, credo che Naruto non stia molto bene, ci ha aiutati sempre, ora lui ha bisogno  di noi, e di te in particolare, non lo ascoltare, va da lui. >>
Sakura: << Grazie Kiba >>
Detto questo si congedò dall’amico e andò verso la casa di Naruto.


Arrivò il più velocemente possibile a casa di Naruto, la porta era già chiusa, bussò. Non rispose.
Sakura: << Naruto, so che ci sei, dai aprimi, voglio curarti la mano >>
Naruto aprì ma rimase fermo alla porta e disse: << Lo sai che a causa della volpe la mia mano guarisce presto. >>
Sakura: << Si, ma io posso lenire la tua ferita , in modo che domani sarà già guarita. Allora, mi fai entrare? >>
Naruto si limitò ad allontanarsi dalla porta aperta, Sakura entrò.
Sakura: << Siediti, sul letto va bene >>
Naruto fece come disse Sakura
Sakura si sedette vicino: << Mostrami la mano, altrimenti come faccio a guarirla? >>
Naruto fece come gli era stato detto anche quella volta ma continuava a rimanere in silenzio.
Sakura fece uscire il suo Chakra verde dalle mani e ben presto la ferita di Naruto si richiuse : << Ecco fatto, ora per sicurezza ti metto anche la fasciatura, porto sempre da  casa un rotolino per sicurezza >>
Naruto: << Se proprio devi >>
Sakura iniziò a fasciargli la mano: << Me ne vuoi parlare? >>
Naruto: << No. >>
Sakura: << Ti prego Naruto, io.. non pensavo tu nutrissi tali sentimenti, io vorrei capirti, so che ti carichi tutto sulle spalle, che hai avuto una infanzia difficile e che sei stato sempre emarginato e discriminato, non pensavo che la cosa ti colpisse a tal punto da considerare ipocriti tutti quelli che ti osannano. >>
Naruto: << Grazie per la fasciatura >>
Sakura: << Capisco, comunque non dovresti tenerti tutto per te, hai tanti amici veri, e Kiba è uno di questi, dovresti scusarti con lui >>
 Disse perentoriamente, dopo di che se ne andò senza aspettare una risposta. Fuori da quella casa fece un respiro profondo, non pensava di avvertire una freddezza tale da una persona che non fosse Sasuke e certo non se la aspettava dall’amico dagli occhi cerulei.


Il giorno dopo:
Il team 7 fu convocato tutto ma Saic stava male e non partecipò, magari si sarebbe unito dopo.
Kakashi, Sakura e Naruto si presentarono davanti all’Hokage
Tsunade: << Probabilmente vi aspettate che vi assegni una missione e in un certo senso è così..
Si alzò dalla sedia e guardò la Konoha ricostruita alla finestra
..sapete che da tempo non c’è il corpo della polizia che era gestito dagli Uchiha..
Ogni volta che Sakura e Naruto sentivano quel cognome avevano un sobbalzo al cuore, spesso misto a dispiacere o a nostalgici ricordi.
..Adesso però voglio che nella nuova Konoha ci siano meno crimini possibili, soprattutto in vista della grande guerra che si prospetta. Insomma arrivando al punto ieri notte per strada c’è stato un omicidio e io voglio che voi, il team 7, indaghiate su questo >>.

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Capitolo 3
*** Il sospetto ***


Mi scuso per la lunga attesa ma sono stato molto impegnato.

~~ Cap 3 – Il sospetto

Prima di andare da Tsunade, Kakashi aveva riunito Sakura e Naruto, era passato del tempo dall’ultima missione insieme, il ragazzo biondo era diventato molto più forte ed in breve tempo, e anche Sakura era notevolmente migliorata nelle arti mediche, chissà forse adesso gli avrebbero rubato il campanello, penso sorridendo il mascherato Kakashi

Tuttavia quel giorno c’era qualcosa di molto diverso dalle missioni di un tempo e non pensava ai tempi di Sasuke ma a poco tempo prima, quel giorno il clima era molto più teso del solito, nessuno dei due ragazzi aveva proferito parola.
Il clima disteso garantito dalle esternazioni di Naruto e dall’irritazione di risposta di Sakura sembravano lontani anni luce.
In cuor suo il maestro sperava di rivedere presto quella situazione, faceva stare meglio anche lui, pensava molto meno a Obito, a Sasuke e a Rin… Basta, erano appena arrivati da Tsunade, ora doveva concentrarsi.


<< Ma.. Perché proprio noi? >> chiese Naruto con veemenza alla richiesta dell’hokage di indagare sull’omicidio.
Tsunade: <<  È una missione come un’altra, anche se ha delle caratteristiche molto diverse, ma Naruto tu di solito ami le missioni, mi chiedi ancora di dartene di importanti e questa lo è >>.
Naruto lentamente annuì ma aggiunse: << Di solito preferisco salvare le persone se posso.. >>
Tsunade: << Di questo ne siamo consapevoli tutti. Fatto sta che questa è la situazione >>
Kakashi: << Non vorrei essere insolente hokage, ma per questa missione non sarebbe meglio Shikamaru o suo padre? >>
Tsunade: << Forse si, anche se voi avete delle qualità che loro non hanno  e tra le altre cose sono già impegnati in altre missioni >>.
Kakashi capendo fece un’ultima domanda: << Allora come procediamo? >>


Sakura camminava con Kakashi e Naruto verso il luogo del delitto dove li aspettavano Shizune e  i suoi che probabilmente avevano già fatto i primi rilevamenti. Guardando il cielo si vedevano chiaramente delle nubi all’orizzonte.. la ragazza sperava che quella sarebbe rimasta solo una condizione metereologica.

Una volta arrivati videro il corpo. Naruto e Sakura erano un po’ a disagio , si sentivano estranei a quella situazione. Kakashi si accovacciò vicino al corpo, vide i colpi, 3 probabilmente con un arma ninja, le ferite sembravano dovute ad un kunai, non che un kunai non fosse facilmente reperibile anche da un cittadino comune.
Kakashi si rivolse a Shizune facendosi sentire anche dai ragazzi: << 3 colpi ben assestati, è solo un’impressione ma.. i colpi sembrano sferrati con rabbia >>.
Shizune:  << Quindi lei crede che lo abbia ucciso uno che lui conosceva? >>
Kakashi: << Per ora è solo una congettura, è anche vero che è stato colpito alla schiena.., bisognerebbe capire se prima si sono parlati e allora la reazione rabbiosa che questi colpi sembrano indicare possono avere un senso oppure se l’assassino odiava così tanto l’uomo da colpirlo alla schiena, e allora il cerchio si restringerebbe, in entrambi i casi io sarei propenso a indagare su chi gli era vicino. Quanto sappiamo sul suo conto? >>
Ma prima che Shizune potesse rispondere si avvicinò una signora che disse: << io.. ho visto l’assassino >>
Naruto si girò verso la signora meravigliato: << Cosa? >>
Anche Sakura e Kakashi erano meravigliati
Signora: << In realtà era molto buio, ho visto un sagoma sul tetto di una casa in corrispondenza dell’uomo morto >>
Kakashi: << Sa dirmi se era un uomo o una donna? >>
Signora: << No, ripeto, ho visto solo una sagoma, la luce lunare mi ha fatto vedere il corpo della vittima e una mano e un piede del colpevole >>
Kakashi: << Tutto qua? >>
Signora: << Si, anche se la mano era fasciata. Ho notato questo particolare e sono sicura di questo >>
Per Sakura il tempo rallentò, lei aveva fatto una fasciatura il giorno prima e anche se Naruto non la aveva allora.. lei non poté fare a meno di guardarlo con una faccia interrogativa, un sospetto si stava insinuando in lei. Dopo una manciata di secondi Naruto la guardò di rimando, sembrava guardarla con freddezza, il sospetto si intensificò. Prese un gran respiro e chiese alla signora: << Si ricorda quale era la mano fasciata? >> Il battito di Sakura accelerò sensibilmente, quei secondi di attesa le sembrarono ore, poi arrivò la risposta…

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Capitolo 4
*** Un uomo molto amato ***


~~Cap 4 – Un uomo molto amato

La signora riflesse per un tempo che a Sakura sembrò interminabile ma in realtà furono pochi secondi poi disse: << Si, mi ricordo, era la mano destra >>
Sakura: << Destra? È sicura? >>
Signora: << Si, direi di si, ma è cosi importante? >>
Sakura per un attimo pareva fuori dal Mondo, come aveva potuto pensare che Naruto avesse ucciso una persona a sangue freddo e non in guerra? Quante gente avrebbero dovuto uccidere loro da lì a poco, era un pensiero che cercava di allontanare e che in quel momento non c’entrava proprio niente.
La voce di Kakashi destò Sakura dai suoi pensieri e rispose al suo posto: << Si, signora, è importante, se l’assassino avesse ancora la mano fasciata ci aiuterebbe molto, ammesso che fosse l’uomo o la donna che ha visto lei l’assassino. Lei è la signora..?
<< Io sono la signora Hjuger >>
Kakashi: Signora Hjuger, grazie di tutto, se dovesse venirle in mente qualcos’altro non esiti, anche se dovesse andare fino al palazzo dell’hokage per trovarci.
Signora Hjuger: << Senz’altro. Arrivederci. >>
Kakashi: << Arrivederci >> << Ottima domanda Sakura, ma non distrarti; e tu Naruto sii più partecipe, non ti sto riconoscendo. >>
Naruto: << Mi scusi maestro >>
Sakura: << Si, maestro, dispiace anche a me >>
Kakashi: << Shizune, dimmi cosa sai sulla vittima, facciamo un po’ di strada, ti va? >>
Shizune: << Si >>
Kakashi: << Ragazzi, rimanete un attimo qui, vi aggiorno su tutto più tardi >>

Sakura sapeva di doversi scusare con Naruto ma era imbarazzata, non trovava le parole, Naruto era muto, era così surreale vederlo così
Sakura: << Naruto… Io, ecco, per un attimo ho pensato che..
Naruto: << Che fossi stato io a uccidere quest’uomo >>
Sakura: << Si, mi dispiace tantissimo, sono stata una.. >>
Naruto: << Lascia stare, non fa niente, ti sei calata subito nella parte della poliziotta, sei  stata brava. >>
Sakura era contenta di sentirsi addirittura elogiare ma poi Naruto rimase in silenzio e lei non riuscì a creare un altro contatto, da lì a poco sarebbe tornato per fortuna Kakashi.

Proprio in quello stesso momento Kakashi stava chiedendo più informazioni sulla vittima.
<< La vittima si chiamava Nash Anata >> disse Shizune
Kakashi: << Cosa sappiamo di lui? Chi lo voleva morto? >>
Shizune: << Sappiamo ancora poco, l’unica cosa che posso dire è che sappiamo che aveva un socio in affari ma apparentemente vendevano solo roba di scarso valore, ma questo non spiegherebbe nemmeno la grande casa prima dell’attacco di Pain, per non parlare della vita che conducevano. >>
<< Parli di lui e del suo socio? >>
<< Parlavo di lui e di sua moglie, almeno così si dice >>
<< Non credevo che a Konoha si sapessero così bene i fatti degli altri >>
Shizune: << A dire il vero prima di oggi neanch’io, a tal proposito ho già convocato la vedova per domani >>
Kakashi: << Capisco, per me basta così, per ora, credo sia tutto >>
Shizune: << Più o meno si, anche se a quanto si dice, per rispondere alla domanda su chi lo voleva morto… beh, pare tutti quelli che lo conoscevano >>
Kakashi: << Un uomo molto amato, quindi >>
Shizune sorrise: << Eh, già, ahah >>
Si salutarono con un cenno della mano.

Kakashi tornò dai ragazzi e gli racconto più o meno ciò che gli aveva detto Shizune, poi disse: << L’interrogatorio alla signora Anata, la moglie della vittima lo condurrai tu, Sakura >>
Sakura: << Co..sa? State scherzando maestro? >>
Kakashi: << No, devo indagare su un’altra pista. Ah, dimenticavo, ovviamente l’hokage ci ha concesso una sala per gli interrogatori affianco all’ufficio dell’hokage stessa. Ovviamente Naruto fungerà da testimone per l’interrogatorio. Dormite bene, domani sarà una giornata campale… per voi ovviamente! >>
Prima che i due ragazzi potessero rispondere, il maestro si era dileguato. Sakura era incredula e preoccupata, poi sentì una mano sulla spalla, era Naruto che disse: << Ne abbiamo superate tante insieme, ce la faremo anche stavolta, tu sei forte Sakura >> le sorrise Naruto.
Sakura gli sorrise di rimando, voleva ringraziarlo ma era anche un po’ imbarazzata per ciò che era successo prima e così non riuscì a dire niente, dopo un po’ il biondino fece un cenno di saluto con la mano e si dileguò anche lui come il maestro poco prima.

Sakura era un poco stordita da quello che stava succedendo in quei giorni, la reazione inaspettata contro Kiba di Naruto che le avevano fatto sospettare dell’amico come autore addirittura di un omicidio, aveva esagerato e Naruto non se l’era presa, anzi la aveva incoraggiata per il gravoso impegno che le aveva affidato Kakashi. Già, come si conduceva un interrogatorio? Ma non si poteva affidare tutto a Ebisu? Tutta colpa di Madara e Kabuto, prosciugava tutte le loro energie.
Mentre camminava verso casa con tutti questi pensieri la chiamo qualcuno.
<< Ehi, ciao, Sakura! Hai la testa libera da pensieri vedo >>
Sakura alzò lo sguardo e vide Kiba sorridente, lei rise e rispose: << Si vede così tanto? >>
Kiba: << Beh, si, un po’, ho sentito che avete una missione particolare >>
Sakura: << Già, purtroppo >>
Kiba : << Sei preoccupata solo per quello? >>
Sakura: << No, c’è anche.. >>
Kiba: << Riguarda Naruto >>
Sakura: << Non credo di essermi comportata molto meglio con lui rispetto a quanto lui abbia fatto con te ieri >>
Kiba: << Stamattina è venuto a casa mia  e mi ha chiesto scusa, era sinceramente pentito ,e a parte una piccola sensazione strana che ho avuto per un momento, mi è sembrato il solito Naruto, per un attimo anche divertente, purtroppo non è potuto restare molto tempo.. ah, tra l’altro mi ha detto che le sue scuse erano anche merito tuo. Quindi Sakura, qualunque cosa tu abbia fatto contro Naruto, sono sicuro che non se la prenderà >>
Sakura: << Grazie Kiba, le tue parole sono un sollievo >>
Kiba: << È un piacere Sakura, sei una mia amica e anche Naruto lo è , il fatto di essere d’aiuto fa felice anche me. Scusa ma ora devo scappare altrimenti mia madre mi uccide, non so cosa voglia oggi ma sono gi in ritardo, ciao Sakura, buona giornata >>
Sakura sorrise e lo salutò: << Buona giornata anche a te >>
Il sole fu coperto completamente dalle nuvole.. l’indomani avrebbe piovuto.

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Capitolo 5
*** Nash ***


~~Cap 5 – Nash

Sakura era preoccupata, era già imbarazzata per aver occupato l’ufficio affianco a quello della sua maestra, nonché hokage, Tsunade; la moglie della vittima sarebbe arrivata a breve, Naruto non era ancora arrivato, e Kakashi sarebbe andato chissà dove, era molto nervosa, iniziava a tuonare ma la pioggia non era ancora arrivata.
Poco dopo, sentì bussare, lei che stava guardando una finestra dal lato opposto rispetto alla porta, girò solamente la testa e disse: << Avanti >>
Temeva fosse l’interrogata, invece era Naruto, il suo volto si illuminò e gli sorrise, Naruto era un vulcano: << Ehi, Sakura, scusa, oggi mi sono svegliato tardi, oh chissà come sarai arrabbiata, proprio oggi, ma io non sono come il maestro Kakashi, lo sai no? Quindi..
Sakura: << Ehi, frena, non sono arrabbiata, anzi mi fa piacere vederti così e poi la signora ancora non è arrivata, ma il tuo arrivo mi fa calmare un poco, e soprattutto ti vedo bene >>
Naruto: << Oh, grazie >>
Sakura: << Hai portato un taccuino? Perché? L’ho portato già io >>
Naruto: << Se ti dovesse sfuggire qualcosa.., prendo gli appunti anche io >>
Sakura: << Come vuoi ma se ti chiedo qualcosa me li leggi tu, perché io non capisco quando scrivi >>
Naruto rise e Sakura ne fu contenta.
Poi sentirono un rumore di tacchi, pensarono entrambi fosse Tsunade, l’unica che li portava e che loro conoscessero, poi però sentirono bussare, Sakura disse: << Avanti >>
Entrò una donna elegantissima, vestita con un tubino rosso lungo che arrivava sotto le ginocchia, portava una specie di borsetta nera che sembrava più per scena che per altro, era una donna con capelli neri, quasi corvino legati in un piccolo cignon e un  viso roseo, di un rosa leggero, tendente al bianco, era bellissima.
Naruto rimase a bocca aperta.

Sakura: << Prego signora, si accomodi >>
Le disse la ragazza indicandole una sedia, la signora prima di sedersi porse la mano a Sakura prima e a Naruto poi che erano ancora in piedi e si presentò: << Sono Eiko, ma voi sciuramente lo saprete già >>
Eiko si sedette
Anche Sakura si sedette e disse: << Si, lo sappiamo e a tal proposito, signora, le facciamo le più sentite condoglianze per la perdita di suo marito >>
<< Condoglianze? A dire il vero è un sollievo >> disse freddamente la signora lasciando di stucco i due ragazzi.
Sakura: << Signora, comprende anche lei che questa frase è un po’ compromettente, insomma si, voglio dire.. >>
Eiko: << Per carità, sia chiara signorina, si vede che è una ragazza sveglia, non si faccia bloccare solo perché sono più grande di lei, non abbia timore di dire quello che pensa, questa frase le fa dedurre che io sono una possibile colpevole e che adesso l’attenzione sarà posta su di me >>
Sakura: << Beh, lei mi sembra un po’ troppo drastica..ma si, quello che ha detto è vero ma se lei avesse un alibi provato..
Eiko: << Si, ero col mio amante quella notte ma credo che questo non sia un alibi molto valido penso che anche lui sia un sospettato o lo diventerà >>
Naruto e Sakura erano sorpresi, si era presentata come una donna molto gentile, ma le sue risposte grintose e disarmanti avevano messo in difficoltà Sakura e in imbarazzo sia lei che Naruto, Sakura prese un profondo respiro e decise che sarebbe stata altrettanto grintosa lei.
Sakura: << Ok, veniamo al dunque. È stata lei? >>
Eiko: << Se sono stata io? >>
Sakura: << Si, è quello che le ho chiesto >>
Eiko: << Cosi va bene, questa è lei.. ,comunque no, non sono stata io >>
Sakura tornò a usare un tono più calmo e gentile ma aveva fatto capire che avrebbe avuto le risposte che cercava da Eiko alla fine di quell’interrogatorio.
Sakura: << Mi può dire come ha conosciuto Nash Anata e che tipo era? Perché lei ha detto che è un sollievo il fatto che sia morto? >>
Il viso sicuro e freddo di Eiko per un attimo scomparve per lasciare spazio ad un viso triste e provato, per poi tornare bello ma nuovamente sicuro e fermo come chi lo possedeva.
Eiko: << Le da fastidio se fumo? >>
Sakura: << Effettivamente preferirei di no ma è un suo diritto >>
Eiko: << Diciamo che se mi fa fumare io rispondo  tutte le sue domande, a cominciare da questa >>
E cosi facendo senza aspettare alcun consenso, rovisto nella borsetta e prese un sottile portasigarette con una decina di sigarette poste in ordine una accanto all’altra, ne prese una, prese poi un accendino anch’esso sottile e elegante di color argento e accese la sua sigaretta, ripose il solo accendino nella medesima borsetta e poi iniziò.
Eiko: << Siete i primi a cui racconto la mia storia con Nash e l’unica cosa che adesso conta è che l’epilogo sia la sua morte. Dunque, mi conobbi con Nash Anata esattamente 10 anni fa, ora magari voi mi vedete come una donna sicura di sé, fredda, magari anche la perfetta assassina, pensavo di essere sicura di me anche all’epoca, invece ero come tutte le ragazze ancora troppo ingenue. >>


Quel giorno eravamo ad una festa, entrambi eravamo quasi estranei alla festeggiata, diciamo che eravamo stati chiamati soltanto per fare numero. Comunque mi stavo annoiando, così io usai una scusa per andarmene, non  che alla festeggiata importasse qualcosa, quando uscii notai un bel ragazzo di spalle, non ci detti molto peso ma poi mi disse: “ Anche lei si stava annoiando vero? “
Lo vidi per la prima volta, capelli lunghi e neri fino alle spalle, occhi quasi neri in cui era facile perdersi, io sorrisi mestamente, cosi lui si scusò: “ Oh, mi scusi, sono stato invadente, ero anch’io alla festa per fare numero e a quanto pare sono durato meno di lei “
Questo mi fece ridere e lo scusai, cosi come se niente fosse iniziammo a parlare del più e del meno, andammo in un locale a mangiare e bevemmo tanto, io soprattutto. Cosi lui fu molto gentile a sentire le mie confuse indicazioni su dove fosse casa mia e mi accompagnò, non feci una bella figura. Ma da lì in poi ci incontrammo sempre più spesso, fino a darci svariati appuntamenti, scatto prestò la scintilla e dopo un anno idilliaco ci sposammo, pensavo di aver incontrato l’amore della mia vita, poi conobbi il vero Nash.

Da quel momento in poi Nash mi fece capire che non accettava un rapporto paritario tra noi due, lo fece pian piano ma inesorabilmente.
I primi mesi furono un sogno, la continuazione del fidanzamento, presto potemmo permetterci una casa tutta nostra, era molto grande, poi avemmo le risorse anche per allargarla, per me Nash vendeva solo paccottiglia insieme al suo socio Luke, non so in che affari si fosse messo, uscivamo spesso la sera e incontravamo persone importanti, palesemente ricche e probabilmente anche coinvolte in qualche affare poco pulito, io non  capivo di ciò che parlava, era come se parlasse di ciò che vendeva normalmente ma che in realtà fosse un messaggio in codice. Ero giovane, bella, mi sapevo vestire, sapevo intrattenere le mogli di quegli uomini, pensavo che in fondo mi potesse andare bene, in fondo mi amava e io facevo una vita attiva, poi però mi mostro il suo vero volto, era stanco di giocare a fare il marito per bene, me lo disse apertamente un giorno.
Eravamo sposati da poco, quel giorno gli dissi: “ Nash, domani sera andiamo dai miei “
Nash:  “ Non possiamo cara, abbiamo un appuntamento con una persona importante “
Io ero sconcertata e gli dissi: “Cosa? Ma se è una settimana che ti dico che domani ci dobbiamo incontrare con i miei. “
Nash: “ Li incontrerai un’altra volta, domani mi servi “
“ Ti servo? E per cosa? Per mostrarmi a uomini a cui fingi di parlare di oggettini che vendete, quando in realtà parlate di chissà cosa? “
Nash: “ È proprio così “
“ Mi dispiace ma domani vado dai miei genitori “ gli dissi, a quel punto Nash mi tirò un ceffone che mi fece barcollare e disse: “ Tu fai quello che dico io, sono stanco di giocare al marito per bene “
Io ero indignata, presi quattro cose da casa, pronta ad andarmene ma quando arrivai alla  porta per uscire la trovai chiusa, poi una mano mi prese per i cappelli e mi trascinò così per tutte le scale salendo, io gridavo ma a lui non importava, mi gettò sul letto, si abbassò i pantaloni e mi disse: ” Hai un altro dovere coniugale da compiere. “
Il resto potete immaginarlo.  


Eiko finì la sigaretta, lì c’era un posacenere, quasi come se fosse abbastanza naturale che qualcuno avrebbe fumato in quella stanza.
Sakura: << Capisco che lo odiasse >>
Eiko: << Se avesse fatto solo quello non lo avrei odiato, non come lo  ho odiato io, so che questo complica la mia situazione, ma è giusto che almeno voi sappiate che razza di uomo era  e per che razza di uomo Konoha vuole punire la persona che lo ha ammazzato! Scusate per un attimo ho perso la calma, vi dispiace se prendo un’altra sigaretta per continuare? Solitamente non fumo così tanto..
Sakura: << Si figuri >>
Eiko prese la sigaretta, la accese, fece un primo tiro e poi continuò.

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Capitolo 6
*** Il bambino ***


~~Cap 6 – Il bambino

Eiko tornò a raccontare la sua storia rivelando dettagli inquietanti:

Da quel giorno il mio amore per Nash finì, io per lui ero soltanto una schiava e la cosa peggiore di cui ancora oggi mi vergogno è che per mesi ho accettato questa condizione, come vi dicevo prima pensavo di essere forte ma non era vero.
Continuavo a uscire solo con Nash, la maggior parte delle volte era per incontrare i suoi soci, quando mi ribellavo o semplicemente quando gli gridavo contro mi picchiava, stando attento a non colpire la faccia o parti del corpo facilmente visibili, all’inizio per lo meno.
In verità cercavo di mandare dei segnali il più possibili evidenti quando uscivamo ma Nash non era uno stupido e quando uscivamo incontravamo gente come lui, quindi era tutto inutile. Io ero sola e avevo perso le speranze, pensavo che il Mondo andasse così e che tutti fossero uguali. Poi conobbi Luke.


Sakura: << Luke, il collega di suo marito? >>

Già, Nash un giorno invitò Luke a casa nostra, cercava di convincerlo di continuare a fidarsi di lui, anche il suo collega era perplesso di guadagni che a lui non risultavano ma Nash gli aveva assicurato che era tutto lecito e Luke che credeva nel suo amico lasciò le cose come stavano. Nash probabilmente aveva ingannato anche lui.

Naruto: << Sta dicendo che lo stretto collaboratore di Nash non sapesse degli affari sporchi del suo collega? Non lo trova un po’ assurdo? >>

Ho creduto che Nash mi amasse prima di quello che vi ho raccontato e quindi forse non dovrei credere neanche a Luke, che addirittura era socio di Nash, ma forse perché sono una inguaribile romantica o forse perché lui fu l’unico a percepire che qualcosa tra me e Nash non andava, forse è per quello che mi fido.

Sakura: << Cosa è successo di preciso? >>

Quel giorno Nash disse che doveva occuparsi di un loro cliente.
Luke: << Nash, posso pensarci io >>
Nash: << Ma no, ci penso io, ci ho parlato io per primo >>
Luke: << Nash, io lo so che grazie a te abbiamo degli ottimi acquirenti e guadagniamo bene, ma è tutto legale, giusto? >>
Nash: << Lo sai >>
Pensai che quell’uomo dovesse essere  di una ingenuità disarmante.
<< Eiko, prepara un buon pranzo per Luke e me, tornerò tra circa un’ora >> concluse Nash, detto questo se ne andò.
:<< È meglio che mi metta all’opera, vado in cucina, lei si metta pure comodo >>
Luke: << Posso aiutarla? >>
:<< Non saprei in che modo >>
Luke: << Almeno le faccio compagnia >>
Feci un sorriso leggero e annuì.
Iniziai a prendere i primi ingredienti che mi servirono, presi un coltello e iniziai a tagliare, Luke mi osservava, dopo un po’ di tempo mi disse: <<  È molto brava >>
:<< Grazie ma sta solo tagliando per ora >>
Luke: << Nash non è stato molto cortese con lei, le ha dato un ordine e non la ha neanche nominata come commensale >>
:<< Era implicito >>
Luke: << Nash sa essere insensibile, noi siamo amici ma a volte anche con me usa un tono di comando, forse non se ne rende conto >>
:<< Ha un carattere particolare >>
Luke: << Lei lo detesta, vero? >>
A quel punto mi tagliai, quella frase aveva colto nel segno, eppure ci eravamo scambiati poche parole e lui aveva capito subito il sentimento che provavo. Io mi succhiai il dito ferito ma Luke disse: << Ho delle basi mediche , faccia vedere >>
Gli mostrai il dito, dalla sua mano uscì una luce verde, mentre era attento a curare quella minima ferita, lo guardai, alto quando Nash, capelli rossi corti, occhi castani, molto carino.
Era stato perspicace, gentile ma anche Nash lo era stato a suo tempo, non potevo fidarmi di un amico di Nash ma poi lui mi guardò intensamente e ripetè la medesima domanda: << Lei lo detesta, vero? >>
Rimasi un po’ imbambolata, poi distolsi lo sguardo e dissi: << Se non mi sbrigo, Nash tornerà e non sarà pronto niente, mi scusi e grazie per il dito >>
Luke annuì ma il mio non rispondere aveva confermato la sua tesi, non sapevo ancora quanto sarebbe stato d’aiuto.


Per farvela breve,  altre 4-5 volte Luke e io fummo lasciati soli, tanto bastò per avvicinarsi, iniziammo col darci del tu, con il mio aprirmi su ciò che subivo con  Nash, e il suo rimanere sconvolto nello scoprire quanto in basso si era spinto il suo amico. L’ultima volta in quella casa, io, appena Nash se ne andò, mi feci trovare in camera da letto, ero semplicemente seduta ai piedi del letto, Luke si fermò sul ciglio della porta, io a quel punto gli indicai il posto accanto a me, ci guardammo intensamente, io nei suoi occhi vedevo l’amore, non avevo mai visto quello sguardo con Nash, lo baciai, era già la seconda volta ma quel giorno facemmo anche l’amore. L’amore, non solo sesso.

Quel giorno era il più bel giorno della mia vita ma fu anche il preludio del più brutto.
Luke: << Eiko, ti fidi di me? >>
:<< Sai che per me è difficile fidarmi al 100% però sei la persona di cui mi fido di più >>
Luke: << Allora usciamo, quando ci sono io Nash non può chiudere la porta a chiave >>
:<< Sei il suo socio >>
Luke: << Rompo la società >>
:<< E anche se fosse, saprebbe dove cercarmi e avrebbe diritti su di me che tu non hai >>
Luke: << Troveremo un modo >>
: << Sono in cinta >>
Luke: << Ma abbiamo appena fatto l’amore!  >>
: << Se lo avessi saputo lo avresti fatto? Ecco, appunto. Ora vai, tra poco torna Nash, non credo che ti inviterà di nuovo, ha intuito una certa complicità tra di noi, addio Luke >>
Luke: << Ma che dici? Eiko io..
: << Va via! Ti sto cacciando. Inventerò una scusa con Nash >>
Mentre Luke usciva mestamente ma arrabbiato dalla porta di casa mi disse: << Eiko, quando uscirai da questa prigione dorata troverai me ad aspettarti >>
Quando se ne andò scoppiai a piangere.

Appena tornato Nash gli diedi la notizia, fu raggiante di gioia e per un mese tornò ad essere il marito amorevole di una volta  ma io non ci cascavo più e comunque non lo amavo più.
Dopo quel mese tornò a picchiarmi peggio di prima, stavolta non poteva in pancia, così prendeva le braccia, la faccia, le parti che prima evitava perché erano scoperte, si, da ormai un po’ di tempo non mi presentava più agli “acquirenti” e alle loro mogli.
Amavo mio figlio ma odiavo fosse il figlio di Nash.

Un giorno ero chiusa in casa, guardavo la porta, ero al quinto mese di gravidanza, decisi che sarei uscita a qualunque costo, così presi un coltello e aspettai Nash.
Appena entrò dalla porta, io in cima alle scale puntai il coltello alla pancia e gli dissi: << Se non mi fai uscire di qui uccido nostro figlio >>
Lui fu colto alla sprovvista ma poi mi disse: << Avanti, fallo. Solo perché sei mia moglie, non vuol dire che tu sia l’unica che mi sta dando un figlio, altre tre donne sono in cinta di me. Oh, guardati, non pensavi mica ti fossi fedele >>
La mia mano col coltello tremava, lo lasciai cadere, nel frattempo lui misi era avvicinato con uno sguardo tra il felice e il pazzo, mi prese i capelli: << Oggi ti faccio uscire, non sei più bella come prima >> mi disse
Mi spinse per le scale.
Io ero esterrefatta, ero per terra, sentivo del dolore in pancia e dissi: << il bambino, il nostro bambino >>
Per tutta risposta Nash una volta sceso dalle scale…. mi.. diede due calci.. in pancia, anche le ultime speranze me le aveva tolte, iniziò a uscire del sangue e abortii.


Eiko non riuscì a trattenere le lacrime nel raccontare ciò, prese un fazzoletto ricamato molto elegante, si asciugò le lacrime e continuò il suo racconto.


Strisciai fuori dalla porta, lui se ne stava già andando e a quel punto lo gridai on tutta la forza che avevo contro di lui: << Che tu sia maledetto! Ti auguro che come hai ucciso tuo figlio, anche gli altri che stai aspettando muoiano, non devi avere discendenti >>
Senza più forte svenni, mi risvegliai in ospedale dopo qualche giorno e vicino a me c’era Luke, gli sorrisi, poi feci mente locale e capii perché ero in ospedale, istintivamente mi toccai la pancia e non trovai ciò che cercavo, chi cercavo.
Il giorno dopo, era sempre presente Luke, si presentò un dottore contrito che mi spiegò che era quasi impossibile per me avere un altro figlio, le lacerazioni subite, la perdita di questo bambino avevano compromesso tutto. Cercai di mostrarmi forte, quasi indifferente alla notizia ma quando Luke mi abbracciò scoppiai a piangere.


<< E tutto questo circa un anno fa, voi siete i primi a cui racconto tutta la vicenda, oltre a Luke. >>
Naruto aveva le lacrime agli occhi ma aveva anche una rabbia dentro per quella storia, la matita che aveva in mano per prendere appunti era spezzata in due.
Sakura aveva le lacrime che le rigavano le guance

Eiko: << Io non l’ho ucciso ma chiunque sia stato non merita la galera e io lo ringrazierei >>
La “fredda e insensibile” Eiko si stava alzando dalla sedia ma le emozioni appena raccontate la sovrastarono e scoppiò a piangere come aveva fatto quel giorno tra le braccia di Luke. 

 

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Capitolo 7
*** Affari sporchi ***


~~Cap 7 – Affari sporchi

Sakura: << Signora, le vado  a prendere un bicchiere d’acqua >>
Naruto:  << Vado io >>
Sakura annuì. Poco dopo tornò Naruto con un bicchiere d’acqua, Eiko lo bevve lentamente ma fino in fondo. Poi si alzò ringraziando il ragazzo.
Eiko: << Immagino di poter andare >>
Sakura: << Certamente >>
La voce tremante della ragazza faceva intuire come la storia di Eiko la avesse colpita
Eiko: << Lei è il ragazzo che chiamano l’eroe della Foglia >>
Naruto annuì imbarazzato e leggermente infastidito da quel nomignolo che inizialmente lo riempiva di orgoglio e che successivamente per del tempo aveva detestato.
Eiko fece dei passi verso la porta, mise la mano sulla maniglia e si girò dicendo: << Sa, Naruto, quando arrivò Pain, una trave colpì in testa Nash che morì..
Naruto e Sakura strabuzzarono gli occhi e lo sguardo di Naruto subito si intristì
Eiko: << Non deve fare una faccia triste, è vero, Nash era morto ma mi aveva già fatto tanto male e poi sicuramente ha salvato tanta gente buona, le sue parole con quell’essere devono essere state molto convincenti, deve essere orgoglioso di essere l’eroe della Foglia, io sono orgogliosa >>
Naruto la guardò sorpreso e emozionato
EIko: << Tuttavia devo dirle che Nash anche dopo quello che era successo, dopo che lei le aveva salvato la vita continuava ad attaccarla, diceva che tutto ciò di nefasto che capitava al villaggio della Foglia era opera sua >>
Naruto: << In realtà in questo caso Nash non aveva tutti i torti, Pain cercava me >>
Eiko: << E con ciò? Ha salvato tanta gente e ha cacciato quell’essere che la cercava personalmente. Di persone come Nash ce ne sono tante.., troppe, non creda a loro, creda a se stesso, ascolti la sua coscienza e non sbaglierà. >>
Detto questo aprì la porta e se ne andò, Naruto non fece in tempo a ringraziarla.


Mentre Naruto e Sakura erano impegnati nell’interrogatorio della signora Anata, Kakashi era diretto  verso il negozio dell’amante o compagno di Eiko, Luke. Così facendo avrebbero risparmiato tempo sulle indagini verso i due principali indiziati. E non era tutto, vendevano davvero solo oggettini di scarso valore? No, questo sicuramente no, allora la domanda era quanto e cosa sapeva Luke degli affari dietro la copertura del negozietto, ne sapeva quanto Nash?

Quando Kakashi entrò nel carino negozietto di Luke capì subito che era intervenuta una mano femminile, si insomma c’erano oggetti orrendi ma anche qualcosa di grazioso che dubitava ci fosse prima, il che spiegherebbe ancora meno i profitti e ciò che si potevano permettere Nash e Luke.
Luke: << In cosa posso esser.. ma lei è il Hatake Kakashi? Il figlio di Zanna bianca? >>
Kakashi: << Già, in persona >>
Luke: << Pensavo stesse interrogando Eiko >>
Kakashi: << Ci stanno pensando i miei collaboratori, sono venuto qui per farle qualche domanda se lei è disponibile >>
Luke: << Certo che lo sono >>
Kakashi: << Oh, bene. Dov’era la notte in cui è stato ucciso Nash? >>
Luke: << Ero a casa con Eiko >>
Kakashi: << In quale casa? >>
Luke: << Non capisco >>
Kakashi: << So che lei ed la signora Anata non vivete nella stessa casa, a casa sua o in quella della signora? >>
Luke: << A casa mia >>
Kakashi: << Bene, immagino l’alibi della sua compagna sia lo stesso. Vi rendete conto anche voi che è un po’ labile >>
Luke: << Si, ma è andata proprio così! >>
Kakashi: << Non ho motivo di crederle, bene, non ho altre domande >>
Fece finta di stare per andarsene, dirigendosi verso la porta, poi continuò rigirandosi verso l’interlocutore: << Anzi, un’altra cosa >>
Luke: << E che cosa? >> fece un po’ spazientito il giovane uomo
Kakashi: << La casa di Nash era molto grande. La casa sua e da circa un anno a questa parte la nuova casa di Eiko o sbaglio? >>
Luke: << Non sbaglia e con questo? >>
Kakashi: << Non deve essere facile pagare due case vendendo questo oggetti >>
Luke: << Gli affari vanno molto bene >>
Kakashi: << Sono sicuro che il commercio illegale di armi renda molto bene in effetti >>
Luke: << Armi? Ma di cosa sta parlando? >>
Kakashi incalzò: << Ieri, dopo aver congedato i miei giovani collaboratori ho fatto un giro di domande a persone, donne soprattutto che avevano frequentato Nash per un periodo di tempo, diciamo che alcune le portava ad alcune cene di affari, beh, il suo collega usava una sorta di codice con  questi “affaristi” ma non ci voleva un genio a capire che stessero parlando di armi, di vendita di armi rubate vendute a signori della guerra che le avrebbero vendute a prezzi ancora maggiori ai villaggi fomentando oltre alla forza militare, la paura e la sete di sangue >>
Luke: << Io non ne sapevo niente.. >>
Kakashi: << Dunque lei accettava soldi fidandosi del suo amico che era così tanto generoso da dividere i profitti delle sue losche operazioni? >>
Luke annuì
Kakashi: << Sa cosa penso io? Penso che lei sapesse benissimo di tutto e che abbia ucciso Nash perché state vendendo armi e questa partita era particolarmente importante visto che siamo alle porte di una nuova guerra, magari con la complicità di Eiko >>
Luke: << Lasci Eiko fuori da questa storia, non c’entra >>
Kakashi: << Questo mi fa presupporre che lei c’entri e poiché non penso sia riuscito a vendere tutte le armi, penso che le avrà nascoste da qualche parte >>
Luke: << Lei si sbaglia, neanche io c’entro niente, non ci sono armi, lei sta delirando >>
Kakashi: << Presto lo scoprirò, controllerò il suo negozio, casa sua.. >>
Luke: << Per me può farlo anche subito >>
Kakashi: << E controllerò anche la casa della signora Anata >>
Luke: << Di Eiko? >>
Kakashi: << Ho intenzione di farlo domani stesso, c’è qualche problema con la casa della sua compagna? >>
Luke: <<..Dovrà chiederlo  anche a lei >>
Kakashi: << Non si preoccupi, lo farò >>
Luke: << Con noi sta solo perdendo tempo! >>
Kakashi: << Adoro perdere tempo. Arrivederci >>
Detto questo Kakashi uscì e andò verso il palazzo dell’Hokage, l’interrogatorio ad Eiko probabilmente era appena finito, ora poteva mettere in azione il suo piano.


Mentre Eiko stava tornando verso casa vide un uomo con la faccia bendata correre verso di lei.
Kakashi: << Lei è la signora Eiko Anata, non è così? >>
Eiko: << Si, sono io ma cosa succede? >>
Kakashi: << Sono il capitano della squadra che la ha interrogata oggi, dobbiamo correre verso casa sua >>
Eiko: << Ma perché? >>
Kakashi: << Se ho ragione di pensare quello che troveremo, allora troverà la risposta alla sua domanda >>
Eiko era perplessa ma decise di fare strada velocemente a Kakashi.

Luke era a casa di Eiko, doveva sgombrarla velocemente, prima che Eiko fosse tornata, ma dove avrebbe messo tutte quelle armi? Doveva farsi venire al più presto in mente un piano. Era vero, aveva mentito ad Eiko e non ne andava fiero, sapeva quello che combinava Nash con i suoi affari e nonostante quello che aveva fatto ad EIko aveva deciso di collaborare con lui per poter dare una vita dignitosa alla moglie di quello che ormai da tempo non considerava più un amico. A prescindere dalla morte di Nash aveva deciso che quella sarebbe stata l’ultima volta. Eranot troppe armi per rinunciare.
Per quel giorno avrebbe messo le armi che erano sotto il pavimento, dietro il muro, difficilmente Eiko avrebbe scoperto la combinazioni di libri da premere nella libreria, per fare in modo di scoprire la stanza segreta. In quell’ultimo anno era in quella casa che Luke aveva nascosto molte armi all’insaputa di Eiko, Nash aveva un altro posto, ma stavolta le aveva tutte lui.

Ma proprio quando stava trasferendo le armi entrarono Eiko e Kakashi, a Luke caddero delle armi dalle mani.

Eiko: << Sei sempre stato suo complice, vero? >>
Luke: << Eiko, io.. >>
Eiko si avvicinò e gli tirò uno schiaffo: << Non voglio più vederti >>
Luke: << Io volevo solo farti vivere bene >>
Eiko: << Come mi ha fatto vivere bene Nash, no? >>
Luke fu zittito.

Presto arrivarono anche Naruto e Sakura, Luke fu portato via.
Eiko li ringraziò ma li congedò dicendo che stava bene, Naruto non credette a quelle parole e decise di consolarla.
Eiko singhiozzava piano.
Naruto delicatamente disse: <<  È doloroso, lo so, so che vuol dire quando qualcuno che ama la delude >>
Eiko si girò verso Naruto: << Pensavo di aver congedato anche lei >>
Naruto: << Quando lei se ne è andata un paio d’ore fa non la ho ringraziata per le sue parole >>
Eiko: << Ora lo ha fatto >>
Naruto: << C’è sempre un motivo per vivere, per andare avanti, lo trovi dentro di sé  >>
Naruto mise la mano sulla spalla di Eiko
EIko: << Non ho un alibi ma neanche Luke lo ha, ero da sola a dormire, probabilmente è stato lui ad uccidere Nash, ma non lo ha fatto per me, ma per le armi. >>
Naruto: << Non è stato Luke ad uccidere Nash >>
Eiko: << E lei come fa a dirlo? >>
Naruto: << Semplicemente me lo sento >>
Eiko: << Se lo dice lei.. >>
Naruto la salutò congedandosi.
Eiko: << Penso di sapere per cosa vivere per ora, grazie. >>
Naruto annuì sorridendo, ma ebbe una strana sensazione.

Naruto ripensò a quello che gli aveva detto Eiko quella mattina: “Ascolti la sua coscienza e non sbaglierà”. Eiko aveva ragione, era ora di fare ciò che andava fatto, ma ne aveva il coraggio?

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Capitolo 8
*** Come un pulcino bagnato ***


~~Cap 8 – Come un pulcino bagnato

Finalmente il giorno era ormai finito, Sakura era davvero stanca e per un pelo aveva evitato la pioggia che iniziò a cadere a dirotto appena era tornata a casa.
Era tardi, era stesa sul letto ma non riusciva a dormire, troppa tensione accumulata quel giorno, prima l’interrogatorio a Eiko, che la aveva molto provata, poi la cattura di Luke che probabilmente sarebbe stato condannato anche per l’omicidio di Nash, era una di quelle giornate che non finivano mai. Alla stregua di una difficile missione, senza contare della imminente guerra alle porte.

E così Sakura nonostante la stanchezza non prendeva sonno, decise di scendere al piano di sotto e farsi qualcosa di caldo, magari sarebbe riuscita a dormire, ma appena fece per scendere le scale, illuminate dalle luci che i vicini fulmini facevano, sentì un rumore strano, che non le sembrava provenire dal vento, dalla pioggia o dai tuoni, ma era come se qualcuno fosse entrato in casa e facesse però un rumore sordo sempre uguale.

Sakura iniziò a essere preoccupata ma decisa a smascherare e stanare l’intruso, scendeva lentamente le scale, nel mentre diceva: << C’è nessuno? >>, muovendosi lentamente sulle scale emetteva suo malgrado dei rumori, le scale erano di legno, abbastanza vecchie, i tuoni uniti allo scricchiolare dei gradini, a volte la spaventavano, tanto  da indurla a voltarsi indietro, ovviamente non c’era nessuno.
Il battito accelerava, una volta scese le scale cercò di vedere bene da dove provenisse quel suono sordo e incessante che sembrava qualcosa fatto da una persona; poi vide la sua porta finestra aperta che sbatteva a causa del vento in maniera frequente e continua, era da lì che proveniva il rumore, si diede della stupida e chiuse meglio quella porta finestra.. poi però ad uno scricchiolio sospetto seguì un tocco sulla sua spalla…

 

Sakura subito si girò tirando un pugno con quanta più forza possibile, l’uomo fu scagliato contro il muro dalla parte opposta della stanza.
<< Ahia, che male, Sakura!!! >>
Sakura: << Naruto! >>, poi continuò: << Sei impazzito? E come sei entrato? >>
Naruto ancora dolorante e attaccato al muro mezzo distrutto disse: << Ti ho chiamato, ma non mi hai sentito e la porta era aperta. Ma i tuoi genitori non ci sono?  >>
Sakura: << Sono ad un meeting con altre personalità potenti di altri villaggi, sai in vista della guerra >>
Naruto: << Capisco >>
Sakura: << Scusa per il colpo ma non ti avevo proprio sentito >>
Naruto: << Non fa niente, sono abituato.. >>
Sakura e Naruto si guardarono un attimo in silenzio poi risero insieme per qualche attimo di pura spensieratezza.


Sakura aveva portato un asciugamano per far asciugare almeno i capelli a Naruto, ora in piedi fradicio come prevedibile in vista la pioggia. Ma invece di darlo al ragazzo fu lei a asciugare i capelli del biondo strofinando con energia e lasciandolo sorpreso. Le era venuto di asciugarlo lei perché le sembrava in quel momento, come un pulcino bagnato, dolce e indifeso, certo un po’ cresciuto per essere un pulcino.
In quell’istante con i cappelli più asciutti ma arruffati doveva ammettere che era molto bello, se solo lei non fosse stata innamorata di quel ragazzo che non si sarebbe fatto scrupoli a ucciderla.. si maledisse per la sua stupidità ma cercò di allontanare  quei pensieri e di concentrarsi sul suo inaspettato ospite.
Sakura: << Ti darei anche dei vestiti asciutti ma non credo di averne della tua taglia, neanche di mio padre, mi dispiace. >>
Naruto: << Non fa niente, anzi scusa la visita e lo spavento >>
Sakura: << Ma come mai da queste parti? E poi con questa pioggia? >>
Naruto: << Lo stesso motivo per cui sapevo di trovarti sveglia, l’apparente risoluzione di un caso >>
Sakura: << Apparente? >>
Naruto: << Non credo Luke sia l’assassino, ma non pensiamoci adesso, in fondo sono entrato perché ho visto la porta aperta di casa tua e volevo ripararmi in attesa che questo diluvio smettesse ma pare che non voglia sapere. >>
Sakura: << Ma resta, almeno qualche minuto, stavo per farmi qualcosa di caldo per stemperare la tensione, non potrò darti niente di asciutto ma almeno scaldarti in attesa che finisca tutto sì, vuoi? >>
Naruto sorrise alla ragazza dei suoi sogni: << Volentieri, grazie >>


Qualche attimo dopo sia Sakura che Naruto avevano tra le mani un bicchiere di ceramica con del tè caldo.
Sakura: << Spero sia buono >>
Naruto assaggiò e buttò giù a fatica per quanto era bollente, Sakura rise dicendo: << Forse dovevo avvertirti che era un po’ caldo >>
Naruto rise: << Si, solo un po’ >>
Sakura  rise di rimando, quel momento calmo, tranquillo, quando lo avrebbero rivissuto? La guerra era alle porte, non sapevano neanche se sarebbero sopravvissuti per molto.

Sakura: << Perché credi che il caso non sia risolto? Non crederai mica sia stata Eiko? >>
Naruto: << No, non lo credo, solo io terrei d’occhio Eiko, è stata delusa ancora una volta da un uomo che amava >>
Sakura: << Credi possa fare un gesto estremo? >>
Naruto: << Non lo so, anche le persone più insospettabili meditano gesti estremi e Eiko ne ha davvero passate tante >>
Sakura: << Sembra quasi che tu sappia come ci si sente a meditare tali gesti >>
Sakura aveva pronunciato una frase che non avrebbe mai detto ad una persona che potesse realmente meditare il suicidio e certo Naruto non era il tipo.
Naruto fece un sorriso amaro: << Anche le persone più forti hanno i loro momenti no >>
Sakura pensò fosse una risposta strana. Naruto bevve qualche sorso della bevanda non più bollente e disse: << Ma cambiamo argomento, va bene? >>
Sakura annuì ma aveva la mente a qualche giorno prima, a Sasuke che la voleva uccidere, alla compagna che avrebbe eliminato senza ripensamenti, per non parlare di Kakashi e dell’avere eliminato il neo sesto Hokage.
Naruto: << Stai pensando a Sasuke, vero? A quel giorno.. e non dire di no, è inutile >>
Sakura: << Tu credi davvero che meriti una seconda possibilità? È pericoloso, è un assassino a sangue freddo, avrebbe ucciso me, il maestro Kakashi e anche te se avesse potuto, non è il Sasuke che conoscevamo >>
Naruto: << Sasuke ha fatto prevalere il desiderio della vendetta sull’amore che lo circondava, pensava che l’affetto, l’amicizia che provava fossero sentimenti che lo avrebbero reso più debole ma sono sentimenti che possono ancora riaffiorare >>
Sakura: << Non credo, non sarebbe diventato così, un assassino a sangue freddo >>
Naruto: << Se solo tu.. >>
Sakura: << Cosa? >>
Naruto: << Niente, lascia stare.. io penso che chiunque meriti una seconda possibilità, persino il mostro che ho dentro di me.. ma forse io non sono comunque la persona a salvare il nostro amico >>
Sakura: << Ma che.. >>
Naruto si alzò dicendo: << Guarda, ha smesso di piovere, meglio che io scappi prima che ricominci >>
Sakura: << Te ne vai? >> disse tristemente
Naruto: <<  È meglio così, grazie di tutto. Buona notte Sakura >>
Sakura: << Se c’è qualcuno che può salvare Sasuke quello sei tu >>
Ma Naruto non aveva sentito quella frase, era già uscito


Quella serata tempestosa aveva rivelato l’un l’altro solo parzialmente i tormenti interiori che i due giovani guerrieri ninja provavano.

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Capitolo 9
*** Rivelazione ***


~~Cap 9 – Rivelazione

Un timido sole passava attraverso la casa di Naruto mentre il ragazzo era steso sul letto con gli occhi quasi sbarrati.
Aveva tentato di dormire dopo le parole scambiate con Sakura, ma appena chiudeva gli occhi lo assalivano gli incubi. Ormai la decisione era presa, raccolse il suo copricapo poggiato su un mobile vicino, se lo mise in testa con fierezza, come fosse la prima volta, consapevole che probabilmente sarebbe stata l’ultima.

Era incredibile che fosse una bella giornata dopo la pioggia che aveva fatto la notte prima, questo pensava Sakura cercando di evitare accuratamente le numerose pozzanghere che pian piano diminuivano le loro dimensioni e scomparivano. Il suo umore era ancora nuvoloso, la discussione con Naruto la nottata passata, la aveva lasciata perplessa e non era riuscita a chiudere occhio. Perché un ragazzo dai così buoni sentimenti si riteneva tutto d’un tratto indegno di salvare Sasuke, quando a Sasuke stesso aveva detto che era l’unico che poteva salvarlo? C’era qualcosa che non quadrava.

Quel giorno Sakura arrivò dall’hokage ma invece di trovare la signorina Tsunade trovò Kakashi
Sakura: << Si è abituato a prendere le veci dell’hokage, non è vero maestro? >>
Kakashi: << Per carità Sakura, non dirlo neanche per scherzo >>
Sakura: << Eh, chissà, chissà, ma comunque dov’è la signorina Tsunade? >>
Kakashi: << È impegnata in un colloquio con gli altri Kage che si tiene al villaggio della sabbia, starà via qualche giorno >>
Sakura: << Madara ha dichiarato guerra ma non sappiamo quando effettivamente attaccherà >>
Kakashi: << Oggi formalizzeremo la condanna di Luke, ma Naruto dov’è? >>
Prima che Sakura potesse dire una parola Naruto piombò con affanno nello studio.
Kakashi: << Per una volta non sono io quello in ritardo >>
Sakura: << Chissà da quanto tempo doveva stare qua per sostituire Tsunade, è ovvio che non sia in ritardo >>
Kakashi: << Ahahaha, non ti si può proprio nascondere niente >>
Naruto: << Avete già formalizzato la condanna di Luke? >>
Kakashi: << Lo stavamo facendo ora >>
Naruto: << Non lo fate >>
Kakashi: << Perché? Hai un’altra idea di chi possa essere stato? >>
Naruto: << Io…
Naruto strinse i pugni poi fece uno sguardo abbassato e triste facendo no con la testa.
Naruto: << Scusatemi, preferisco uscire >>
Kakashi: << Sakura, qualcosa lo tormenta, pensi ancora che sia a causa dell’ipocrisia dei cittadini della Foglia? >>
Sakura: << Forse ma credo ci sia di più >>
Kakashi: << Scopri cosa >>
Sakura: << Oh, può giurarci maestro >>

Naruto stava cercando di respirare per bene ma non ci riusciva, il tormento interiore non facevo altro che favorire il risveglio della volpe, lui non voleva che ciò accadesse, non doveva accadere…
Sakura lo raggiunse e dietro di lui notò che il ragazzo biondo stringeva i pugni e li stringeva così forte che dalle mani usciva il sangue
Sakura: << Naruto.. cosa succede? >>
Naruto sentendo la voce di Sakura si rilassò, aveva un effetto terapeutico su di lui
Naruto: << Devo dirti una cosa..>>
Tutto d’un tratto arrivò la signora Hjuger, la testimone che precedentemente aveva visto l’ipotetico assassino sul tetto e disse interrompendo i due giovani: << Signorina, mi sono ricordato un elemento importante >>
Sakura: << Ma signora, non vede che stiamo parlando? >>
Naruto: << Non fa niente Sakura, può essere qualcosa di importante per l’indagine.. ora devo andare >>
Sakura: << Sicuro? Non vuoi sentire? >>
Naruto: << Scoprirai il colpevole da sola >>
Sakura: << Allora ci vediamo domani >>
Naruto sussurrò: << Chi lo sa >>
Sakura lo sentì ma la signora Hjuger la chiamò e nel mentre Naruto si era già dileguato.
La signora Hjuger iniziò a raccontare una storia strana: << Vede signorina, io ho il sonno leggero, e ieri notte, quando la pioggia si fece più leggera, sentii come dei sassolini contro la finestra della camera dove dormo, così risvegliata da questi rumori scesi  a vedere cosa stava succedendo ma poiché non vidi nessuno, un po’ timorosa presi l’ombrello e uscì.
Vidi in lontananza la medesima ombra, sagoma che vidi quella notte, sullo stesso tetto, in corrispondenza del quale era stato trovato quell’uomo, è come se avesse preso un foglietto e lo abbia posto sul tetto sotto un mattone ma non vedendo bene al buio e con la pioggia potrei essermelo anche immaginato, ma di una cosa sono certa, l’uomo sul tetto si è girato verso di me e  mi ha indicato la mano sinistra e mi sono ricordata che mi sbagliavo quel giorno, la fasciatura l’aveva alla mano sinistra >>
Sakura: << Quindi mi sta dicendo che l’uomo che probabilmente è l’assassino le ha indicato la mano dove quel giorno aveva la fasciatura? Ma come faceva a sapere che..”
No, non era possibile che stesse accadendo, pensò Sakura
Sakura: << Senta, so che lei vede solo l’ombra o la sagoma ma per caso quell’uomo aveva la corporatura del mio collega che se ne è andato prima >>
Signora Hjuger: << Mah, l’ho visto per poco tempo ma sì, la corporatura mi sembrava quella. >>
Sakura si limitò a dire: << Grazie >>, poi corse verso quella casa per vedere cosa aveva lasciato quell’uomo sul tetto e per confermare definitivamente la risposta che temeva di più.

L’assassino era a casa sua al buio, aveva finito di scrivere una lettera a chi di dovere e aveva chiuso qualunque fonte di luce, riusciva a malapena a vedere, vide la corda che aveva appeso al soffitto, davvero voleva fare quella fine? Per aver ucciso un mostro? Ma del resto lui non si riconosceva più, in quei giorni era stato un codardo.
Mise una sedia dove c’era la corda con il cappio pronto e salì sulla sedia.

Sakura era giunta in un lampo su quel tetto, quasi subito vide un biglietto che sporgeva da sotto un mattone instabile, lesse cosa c’era scritto: Biglietto omaggio per il festival del ramen e poi inconfondibile il disegno che rappresentava Naruto in piccolo fatto dal ragazzo stesso pochi giorni prima..
Alcuni frasi di Naruto ritornarono alla mente di Sakura: “Anche le persone più forti meditano gesti estremi.” “ Comunque forse io non sono adatto a salvare Sasuke. “
Sakura sussurò: << Oh, no! >>
E corse verso la casa di Naruto, sulla strada trovò il maestro Kakashi
Kakashi: << Ehi, Sakura, dove stai correndo? >>
Sakura: << Da Naruto, temo che voglia fare una sciocchezza, devo fermarlo a tutti i costi >>
Kakashi: << Oh, santo cielo, vengo con te. >>

Naruto era sulla sedia, col cappio al collo, ancora indeciso sul da farsi. Ma ancora una volta il destino sembrava scegliere al posto suo, la sedia malandata perse una gamba e cadde lasciando appeso Naruto.


Note dell’autore: Volevo avvisare i lettori che il prossimo e penultimo capitolo è già pronto, devo solo trascriverlo e controllarlo ulteriormente, tra due giorni, o comunque al massimo una settimana verrà pubblicato sulla piattaforma efp. Inoltre sto scrivendo pian piano l’ultimo capitolo che non uscirà tardi. Ringrazio tutti e a prestissimo.

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Capitolo 10
*** Corsa contro il tempo ***


~~Cap 10 – Corsa contro il tempo

Eiko osservava il tramonto, quella notte avrebbe piovuto come la notte prima, le nuvole ben presto coprirono il sole, prima che questo potesse congedarsi e prima che la luna potesse ripresentarsi. Non sapeva perché il sole si presentasse il giorno e la luna di notte, in molte cose era ignorante, decise che dopo quella notte avrebbe colmato molte delle sue lacune. Ma prima doveva fare ciò che andava fatto.
Come ogni mattina, anche quella mattina si era vestita in modo elegante, si era truccata e si era messa gli orecchini color smeraldo e la collana di perle, entrambe regalate da Luke.
Si guardò allo specchio e per la prima volta nella sua vita, dopo la fine del matrimonio con Nash si vede come una donna debole, si tolse la collana e poi gli orecchini, dopo di che si struccò immediatamente, nonostante questo rimaneva la bella donna che era. Dopo di che con poche semplici mosse si tolse i vestiti e rimase nuda, contemplo il suo corpo quasi color latte per quasi un’ora, ogni tanto vogliosa di gridare quanto si faceva schifo.
Poi però, una volta calata la notte e una volta sentiti i tuoni, si diresse verso il letto, prese il vestito grigio col cappuccio che aveva preparato e un kunai molto affilato; poi gettò per terra una quantità sufficiente di sakè da bruciare l’intera casa che Luke le aveva trovato  e così una volta uscita si fumò una sigaretta e getto il mozzicone all’interno della casa attraverso una finestra che aveva lasciato aperta, la pioggia in arrivo avrebbe fermato quel devastante incendio troppo tardi. Ora mancava solo una cosa da fare, dopo di che sia lei che il Mondo sarebbero stati liberi.


Mentre Sakura viaggiava verso casa di Naruto insieme col maestro Kakashi riviveva tutti i momenti felici ma anche i momenti drammatici che aveva vissuto con Naruto, tutte le volte che lui c’era quando lei era disperata, a causa di Sasuke, a causa del suo sentirsi inadeguata, all’arrivo di Naruto quando era arrivato Pain, a lei che aveva gridato il suo nome, perché per la prima volta aveva sentito nel profondo che l’unico che poteva salvare lei e tutti era quel ragazzo a cui non avrebbe dato 1 soldo qualche anno prima. Ora doveva essere lei a salvare Naruto.

Arrivata alla casa sfondò la porta, vide un ragazzo appeso per una corda, subito Kakashi lanciò il kunai verso la corda tagliandola, Naruto cadde per terra per un corpo morto ma Sakura sapeva che non era morto, lei non lo poteva permettere, si avvicinò a lui accovacciandosi, tolse il cappio ancora intorno alla gola e pose le mani intorno al collo di Naruto, non sapeva quanto tempo fosse passato da quando il ragazzo non respirava, pensava solo “ Dai, dai, respira, respira…”


Cara Sakura, caro Maestro, cari Amici, se state leggendo questa lettera vuol dire che sono stato codardo fino in fondo e non.. si,non sono riuscito a reggere i vostri sguardi amici, da poco riempiti di orgoglio e ammirazione, trasformarsi in sguardi, alcuni di sdegno e altri di compassione e soprattutto non volevo deludere te, Sakura.
È vero il salvare Sasuke dalla sua deriva era una questione personale per me ormai ma come posso, se non riesco a salvare me? Quanto sono diverso da Sasuke? Per quanto Nash fosse spregevole, io l’ho ucciso a sangue freddo e il tormento interiore, la volpe mi stanno pian piano soggiogando dall’interno..
Ti prego Sakura, non odiarmi.
Addio
Il vostro amico Naruto.


Sakura in ospedale leggeva la lettera che Naruto aveva scritto e lasciato, decise di non farla leggere a nessun altro e la strappò, attendeva che Naruto si risvegliasse. Era vivo, respirava e quando aveva recuperato il respiro per un attimo aveva aperto gli occhi, visto Sakura con le lacrime agli occhi e aveva detto: “sono in paradiso”.
Quando si sarebbe svegliato glie lo avrebbe fatto vedere lei il paradiso! Pensava Sakura infuriata.

Infatti quando Naruto si svegliò dal sonno vide di nuovo Sakura, stavolta sorridente e quando disse: << Allora sono davvero in paradiso >> gli arrivò un ceffone molto forte della ragazza
Naruto: << No! Anche la Sakura del paradiso mi picchia! >>
Sakura: << Non sei in paradiso idiota, sei in ospedale >>
Naruto si toccò la testa, si mise a sedere sul letto ma notò che aveva delle corde alle braccia che lo tenevano legato al letto.
Divenne serio: << Quindi lo sapete >>
Sakura: << Voglio essere chiara, io non approvo ciò che hai fatto ma non ti considero certo come Sasuke, il nostro ex amico avrebbe ucciso tutti noi senza rimorsi, tu hai ucciso un uomo spregevole che avevi anche salvato precedentemente e so che c’è un motivo valido ma.. >>
Sakura si chinò sul letto avvicinandosi al viso di Naruto che non riusciva a guardare l’amica negli occhi, lei gli prese la faccia e gli disse: << Tu non sei solo, hai me, hai il maestro e hai i tuoi amici e so che non potremo mai sostituire Jiraiya ma ti prometto che ti aiuteremo a combattere quella volpe che ti sta tormentando. >>
Per la prima volta dopo la morte di Jiraiya a Naruto venne da piangere incontrollatamente, Sakura lo capiva e lo abbracciò.
Lui si lasciò andare a quell’abbraccio, poi sussurrò a Sakura: << Grazie, ora devi allontanarti >>
Sakura lo guardò un po’ offesa, Naruto si limitò ad annuire e Sakura capì che stava per succedere qualcosa di serio.

Naruto chiuse gli occhi e si trovò nel luogo al suo interno, vedeva la volpe quasi libera completamente, il sigillo stava per venirsene completamente, ma le parole di Sakura avevano dato molta più forza al ragazzo, che guardò in faccia la volpe e sentì affianco a sé gli amici del villaggio, anche la volpe aveva l’impressione che il giovane avesse una forza non solo sua, ora era certo di poter combattere i suoi tormenti e la volpe stessa, il sigillo si richiuse e a lui vennero gli occhi eremitici e riuscì anche grazie agli insegnamenti sempre vividi di Jiraiya ad incatenare con molte catene a volpe, liberandosi almeno per quel momento del tormento e dell’odio che la volpe alimentava in lui.

Nell’ospedale in quel momento Sakura vide Naruto gridare e una luce rossa uscire dal suo corpo, Sakura temeva il peggio ma poi la luce divenne blu e tornò all’interno del ragazzo e tutto tornò normale, Naruto stava decisamente meglio e lei era fiera di sé stessa per aver avuto un ruolo importante.
Si accorse che lo sforzo di Naruto aveva fatto cedere ciò che lo teneva legato al letto.
Sakura gli rimise i lacci e disse: << Mi dispiace Naruto, sono gli ordini >>
Naruto: << Certo, lo capisco >>
Sakura: << Che è successo con Nash per farti fare ciò che hai fatto? Te la senti di dirmelo? >>
Naruto: << Si. Ricordi  il giorno che avevo attaccato Kiba e quando tu mi fasciasti la mano? >>
Sakura: << Certo >>
Naruto: << Quel giorno pensai molto a quello che mi avevi detto, e mi convinsi che avevi ragione, che hai ragione, è vero che qualcuno era più ipocrita che altro, ma è anche vero che molti sono sinceri nella loro ammirazione, a prescindere da come mi avevano trattato nel passato quando ero un bambino discriminato. E certo, non posso accusare i miei amici come Kiba, loro mi hanno sostenuto, mi sostengono e mi sosteranno sempre, ne sono sicuro.
Tutti quei pensieri non li potevo processare nella mia stanza, mi sentivo soffocare là, così decisi di andare a fare una camminata notturna, era una nottata serena. Ad un certo punto, mentre questi pensieri mi frullavano nella testa mi scontrai spalla contro spalla con un tizio. Io subito mi scusai ma lui mi disse:
Guarda dove cammini.. ma un momento, tu sei l’eroe della Foglia, Naruto Uzumaki!
Io in quel momento a causa delle tue parole e dei miei pensieri, sorrisi, ancora in maniera un po’ forzata come prima ma pronto a ricevere un complimento più o meno sincero, invece ciò che ricevetti furono una serie di insulti.
Stai sorridendo perché credi che io ti faccia i complimenti per come hai salvato tante vite compresa la mia? Il villaggio è stato distrutto a causa tua! Stavano cercando te, forse puoi prendere in giro qualche smemorato di qualche villaggio, ma la verità è che tu sei un mostro, hai già distrutto il nostro villaggio 16 anni fa e nulla è cambiato, il villaggio è stato distrutto di nuovo perché cercavano il mostro che sei! Non fare quello sguardo, in fondo tutti ti considerano un mostro, andiamo, ammettilo, sarebbe stato meglio per tutti se tu non fossi mai esistito. Se fossi abbastanza forte ti ammazzerei qui ed ora e fidati, nessuno sentirebbe la tua mancanza.
Detto questo mi sputò in piena faccia, io rimasi impietrito per tutto il tempo dal suo discorso che in parte mi sembrava vero, ma io stavo cercando di superare questi tormenti, avevo perdonato Pain in qualche modo e lo avevo convinto a ridare la vita a queste persone, compreso lui, io non meritavo questo odio, no, questo sicuramente no. Così mentre lui era passato oltre dandomi le spalle. Io pieno di rabbia lo colpii alla schiena, tre volte, duramente, senza pietà; lo guardai negli occhi che si stavano spegnendo, io non so che sguardo stessi facendo ma non provavo niente in quel momento, così mi pulì la faccia del suo sputo e prima che morisse completamente, me ne vergogno.. ma  restituì lo sputo a Nash. Dopo sentii dei passi e andai sul tetto, il resto della storia lo sai, il tormento e i sensi di colpa stavano prendendo il sopravvento su di me >>
Sakura notò che stringeva  i pugni ma seduta sul letto dell’amico gli toccò la mano che subito si rilassò e disse: << Ci siamo noi, ci sono io >>

Naruto: << Grazie Sakura, anche se non credo che il mio tempo nella galera sia poco e allora la volpe potrebbe di nuovo prendere il sopravvento in qualche modo e prima o poi gli altri lo verranno a sapere e anche se mi dovessero perdonare non avranno tempo di aiutare un ragazzo assassino a dominare i suoi impulsi >>
Sakura: << Pensavo conoscessi meglio i tuoi amici, così come tu non li hai mai abbandonati, loro non ti abbandoneranno e comunque ci servi per la guerra, quindi vedi di dominare quella antipatica che hai nel tuo corpo che abbiamo bisogno di te presto >>
La fiducia che riponeva in lui gli ricordavano l’autostima che aveva di sé stesso, non era molto grande ma neanche bassa, ma soprattutto il calore di un villaggio che aveva la forza di ricominciare e di migliorare, un villaggio di cui sarebbe diventato hokage.


In quella notte, Naruto sentiva le gocce della incessante pioggia carezzare i vetri della finestra della camera di ospedale che occupava.
Naruto: << Quando verrà Tsunade? >>
Sakura: << Kakashi e Tsunade verranno insieme domani e decideranno il da farsi. >>
Naruto: << Capisco >>
Poi però il ragazzo notò una leggera luce provenire dalla finestra, una luce nella notte piovosa.
Naruto: << Sakura, vedi anche tu una luce provenire dalla finestra? O è la mia immaginazione? >>
Sakura per la prima volta ci fece caso e si avvicinò alla finestra dicendo: << No, cavolo, non è la tua immaginazione, un incendio straordinario ha preso vita, nonostante la pioggia  sembra indomabile, spero che qualcuno riesca a spegnerlo ma è nella direzione della casa di Eiko, anzi sembra proprio..la casa donata da Luke a lei per nascondere le sue armi.. che lei abbia fatto questo per..
Naruto: << Uccidersi? No, non credo ma..
Sakura: << Ma..?
Naruto: << Presto, dobbiamo andare nel posto in cui abbiamo indagato, tu hai annotato tutto sulla vita di indagati e vittima, vero? Anche dove abitano..>>
Sakura: << Calma, calma, mi vuoi spiegare? >>
Naruto: << Non c’è tempo, mi devi liberare da queste corde Sakura >>
Sakura: << Cosa? Ma andrei contro la legge >>
Naruto: << Lo so, è il momento più inadatto per dirlo dopo quello che è successo ma.. fidati di me >>
Sakura era titubante ma poi annuì dicendo: << Ok, io ti libero ma mi devi dire cosa ti sta balenando nella mente >>
Naruto: << Te lo spiego mentre andiamo nel palazzo dell’hokage ma dobbiamo correre perché se ho ragione di pensare ciò che penso, beh, siamo di fronte ad una corsa contro il tempo. >>

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Capitolo 11
*** L' eroe della foglia ***


Ciao a tutti, questo doveva essere l'ultimo capitolo ma lo ho diviso in 2, la prossima parte è già scritta, la pubblicherò entro venerdì. Buona lettura

~~Cap 11 – L’eroe della foglia

Eiko sapeva bene che Nash quando le aveva tolto il bambino aveva parlato di 3 donne incinta, una donna aveva abortito, l’altra donna invece aveva dato luce ad un figlio troppo debole che dopo poco era morto, era stata triste per il destino che era toccato a quelle donne, destino che lei stessa aveva vissuto, ma nello stesso tempo era contenta che la sua maledizione verso Nash stesse avendo successo, non potevano esserci in questo Mondo figli che avevano lo stesso sangue di quel padre.
Sapeva che uno dei figli di Nash era nato e pareva in salute, sapeva dove quella donna abitava, così, con quel vestito brutto, grigio che molti mendicanti portavano, si diresse verso quella casa per porre fine alla discendenza di Nash appena incominciata.


La faccia di Sakura era illuminata dalla luce proveniente dai fulmini non troppo lontani che precedevano il boato dei tuoni, né era ancora innamorato, sapendo da tempo di non essere ricambiato, nonostante la confessione fasulla dell’amore di Sakura fatta il mese prima, anzi quella era la conferma definitiva se ce ne fosse stato bisogno.
Stavano correndo nel palazzo dell’hokage, si erano intrufolati di notte, cosa assolutamente vietata, e l’illuminazione data dai fulmini aiutava il loro orientamento, erano bagnati fradici per il tragitto dall’ospedale al palazzo, nonostante la vicinanza delle strutture, ma non se ne curavano.
Sakura aveva ascoltato il terribile quanto inverosimile sospetto di Naruto su Eiko che in balia alla pazzia avrebbe ucciso l’ultimo figlio di Nash, eppure più si avvicinava alla sala dove aveva lavorato, indagato, interrogato e scritto tutte le persone, direttamente e indirettamente coinvolte e più la teoria dia Naruto non le sembrava campata in aria.
Naruto sapeva che Sakura prendeva sul serio le missioni ed era meticolosa, ciononostante temeva che 3 persone mai prese in considerazione per l’omicidio e che non aveva conosciuto e interrogato direttamente, non fossero tra i suoi appunti, soprattutto doveva sperare che a conoscerle e ad interrogare fosse stata Shizune perché Kakashi potrebbe aver sorvolato, il che sarebbe stato un grosso guaio, sempre che avesse ragione.

Arrivato alla sala dove aveva condotto l’interrogatorio di Eiko pochi giorni prima, Sakura prese una piccola agenda, era segnato di tutto e chiunque fosse coinvolto aveva un nome, un cognome, una via dove abitava, per fortuna la sua cara amica aveva scritto qualcosa in più se gli elementi erano interessanti, come le donne in cinta che avevano qualche rapporto con Nash che erano proprio 3, due di loro avevano, in modo diverso perso il bambino, ma la terza aveva partorito nel periodo del pieno delle indagini e il bambino era sano, Sakura trovò il nome della signora e dove abitava, Naruto sapeva dove andare, in quel momento avrebbe voluto saltare al collo della amica d’infanzia e baciarla, più del solito, ovviamente non lo fece.
Naruto: << Non sai quanto ti ringrazierei ma ora devo scappare, visto nella situazione in cui sono meglio dire che devo correre >>
Sakura: << Vengo con te >>
Naruto fece una copia di sé e attivo su di sé e sulla copia la modalità eremitica: << Scusami ma anche se sei molto veloce, ora devo andare alla velocità della luce, la notte non è ancora molto lunga e se ho ragione il tempo per salvare una nuova vita è poco, ma ti accompagnerò alla casa con la mia copia >>
Sakura: << Si, ma..
Ma Naruto spaccò la finestra grande che era nella sala e passo per quella, anche Sakura capì che il ragazzo aveva percepito che il tempo era davvero poco.

Kazue era riuscita finalmente a far addormentare il piccolo, per fortuna i tuoni erano finiti, ma la pioggia era diventata ancora più incessante.
Poi una mano bussò in maniera abbastanza forte alla porta, subito diede uno sguardo al piccolo, per fortuna non si era svegliato, si avvicinò alla porta, di nuovo qualcuno bussava, lei senza aprire chiese chi fosse; dall’altra parte sentì una voce femminile
Eiko: << La prego signora, non ho dove andare, non ho un soldo, ho visto una luce dalla finestra di casa sua, mi può far entrare.
Kazue notò che ogni tre parole che diceva, tossiva fortemente, decise di far entrare questa signora in difficoltà.

La signora era vestita decisamente male, proprio come i mendicanti che di tanto in tanto si vedevano per la strada o qualche viandante non prarticolarmente ricco, era bagnata fradicia.
Kazue: << Venga, si sieda vicino al fuoco del camino >>
Eiko: << Grazie >>

Eiko riuscì a vedere con la coda dell’occhio la culla in cui stava il bambino, a quanto pare dormiva beatamente. Appena messe le mani vicino al fuoco Eiko si sentiva meglio
Kazue: << Le porto qualcosa con cui può asciugarsi >>
Eiko: << Non si disturbi, rimarrò per poco, il tempo che spiove >>
Kazue: << Non credo che sarà qualcosa di immediato signora, ci metterò un attimo >>
Kazue salì la scala della modesta casa, tornò presto con due asciugamani, con uno Eiko si asciugo il viso, con l’altro si accinse ad asciugarsi i capelli, si tolse il cappuccio e passo delicatamente l’asciugamano sui capelli.
Eiko era colpita dalla gentilezza di Kazue, questo rendeva più difficile fare ciò che doveva, cercò di convincersi che la donna avesse una gentilezza come quella di Nash, falsa.

Kazue ebbe l’impressione di conoscere quella donna ora che la vedeva senza quel cappuccio, ora che vedeva il viso, o meglio non conoscerla ma di averla già vista.
Kazue si sedette vicino al camino, affianco ad Eiko e iniziò a parlare: << Signora, mi sembra di averla già vista >>
Eiko fece una faccia sorpresa per un attimo che Kazue notò ma la donna bruna si affrettò a dire: << Credo si stia sbagliando perché io purtroppo vado a mendicare di villaggio in villaggio >>
Kazue la scrutò per qualche secondo, poi annuì lentamente ma era evidente che la risposta di Eiko non la convincesse affatto. Ad un certo punto però a Kazue venne in mente dove aveva già visto quella donna, si girò dando le spalle, fece qualche passo, si avvicino alla scalinata e disse: << Ora ricordo.. la avevo vista in compagnia di Nash per strada, e poi quando.. beh, ecco, sono stata invitata a casa sua da suo marito.. ho visto la sua foto, lei è Ei..
Ma quando si era girata per dire Eiko, la donna la aveva colpita in fronte con un attizzatoio del camino e Kazue svenne.


Quando la donna bionda sentì un pianto familiare piano piano aprì gli occhi, aveva un terribile dolore in fronte, subito cercò di andare verso la culla di suo figlio ma si accorse di essere legata alla scalinata e imbavagliata, quella donna, Eiko aveva usato gli asciugamani che lei stessa le aveva dato per farlo.
Guardando meglio notò che Eiko stava tenendo in braccio un neonato che piangeva e lo cullava dicendo: <>
Kazue cercò di dire qualcosa ma si sentì solo un mhhhhhhhhhhhh disperato.
Eiko si girò verso di lei continuando a cullare il bambino che si stava calmando e il cui pianto diventava sempre più flebile: << Si è svegliata. Mi scuso della situazione incresciosa che si è creata >>
Dicendo questo pose il bambino sveglio ma  calmo nella culla e continnuò: << È proprio un bel bambino >> disse guardano l’infante e poi: << peccato che non sia figlio mio, sa Nash  me lo ha tolto e aveva detto che tanto ne aveva altri 3, capisce? Il figlio di sua moglie era superfluo, ma sa, in fondo è l’unica cosa buona che abbia fatto, si, perché era sangue del suo sangue, così come questo >>
Kazue tremò a quella affermazione e cercava di gridare e si dimenava, ma nessuno lo sentiva, né riusciva a liberarsi
Eiko: << Mi dispiace che debba assistere ma non posso lasciare in vita l’ultimo figlio del diavolo >>
Eiko alzò il kunai che si era portato da casa e che fino ad allora aveva nascosto, pronto a scagliarlo sull’infante ma proprio quando lo aveva quasi colpito si sentì un vetro rompersi e una mano la bloccò appena in tempo.


Eiko:  << Naruto.. come facevi a sapere..? >>
Naruto: << Potrei chiamarlo intuito investigativo, in realtà sentivo un senso di vendetta incompiuta e incompleta nelle tue parole, un odio non consumato e col tradimento di Luke sentivo chiaramente il suo risveglio, perché io sono come lei in fondo >>
Eiko: << Lasciami fare ciò che devo, se davvero mi capisci lasci che la mia mano compì il suo dovere >>
Naruto: << La lascerò..
Da kazue si sentirono dei versi disperati verso i due interlocutori fin troppo chiari a dispetto del bavaglio
Naruto: << A patto che lei mi ascolti attentamente, e solo dopo prenderà la sua decisione definitiva, non prima di allora >>
Eiko titubante annuì
Naruto rivolse uno sguardo rassicurante a Kazue che non sapeva perché ma si fidò e si calmo.
Poi Naruto iniziò:

<< Vedi Eiko, ora tu puoi uccidere questo bambino innocente che dorme nella culla e con questo tagliare defintivamente tutto ciò che ti legava a Nash, ma così faceno provocherai un dolore infinito ad una madre.. >>
Eiko: << Lei potrà ancora essere madre >>
Naruto: << Ma credi che penserà ad avere altri figli? No, penserà giorno e notte a vendiarsi di chi le ha tolto il bambino >>
Naruto la guardò negli occhi: << E questo si che sarebbe come far vincere Nash, la sua presenza non svanirebbe con la morte del bambino, si rinforzerebbe..Eiko, non credi che ti abbia fatto soffrire già abbastanza? Credi davvero che uccidere questo bambino ti liberi? Vivrai tormentata ciò che resta della tua vita e penserai sempre e soltanto a tutti gli orrori che ti ha fatto vivere Nash, e che tu avrai rifilato ad una donna, come te vittima di Nash. Uccidendo questo bambino, avrai fatto lo stesso che ha fatto Nash col vostro, a quel punto non ti dimostrerai diversa da lui.
Ma la scelta è tua. >>

Naruto la guardò intensamente negli occhi ancora per qualche secondo, come per imprimere meglio le parole che aveva appena detto nella testa di Eiko, poi lasciò veramente la mano della donna, la madre strabuzzò gli occhi, Eiko alzò la mano, indietreggio e si lasciò cadere sedere a terra, il ragazzo si avvicino lentamente a Eiko e prese dalla donna il kunai
Eiko sussurrò un timido grazie, Naruto le regalò un leggerissimo sorriso, poi si diresse dalla madre del bambino, le tolse quell’asciugamano di bocca, la donna tossì, poi disse: << Ti ho riconosciuto, tu sei l’eroe della Foglia, hai giocato con la vita di mio figlio..
Quando Naruto stava per aggiungere qualcosa, la donna precisò: però gli hai anche salvato la vita e questo conta più di ogni altra cosa >>
Naruto: << Adesso io la slegherò ma mi deve promettere che non attaccherà Eiko >>
Kazue: << Io capisco Eiko, chiunque abbia ucciso Nash, ha liberato il Mondo da un mostro, anche io ero diventato un rifiuto per lui ma volevo questo bambino più di ogni altra cosa e lui merita di vivere, lui non è come Nash, glie lo leggo negli occhi ed è anche figlio mio..
Poi si rivolse direttamente ad Eiko che aveva sentito tutto: E non so che idea si sia fatta di me, non credo buona, e non potrei biasimarla per questo, ero pur sempre una delle amanti di suo marito, ma le giuro sulla vira del mio stesso figlio che farò di tutto per educarlo bene e per renderlo diverso da Nash, può credermi. >>
Eiko annuì, si alzò in piedi, riacquisendo parzialmente la sua eleganza innata
Naruto liberò Kazue slegandola.
Kazue si alzò e andò vero Eiko tirandole un ceffone in pieno volto
Naruto: << Signorina Kazue! >>
Kazue: << Non osi farsi più vedere signora, altrimenti potrei non rispondere di me stessa, non la denuncerò ma stia lontana sa queste parti. >>
Eiko subito lo schiaffo si limito ad annuire mestamente, poi uscì dalla casa sotto la pioggia battente.
Nauto avrebbe voluto avere un ulteriore confronto con Eiko ma per la prima volta dopo tanto tempo si sentiva bene con sé stesso.

Subito dopo arrivò Sakura con la copia di Naruto che entrarono sempre dalla finestra rotta poco prima da Naruto ..
Kazue si mise sulla difensiva ma Naruto si affrettò a rassicurarla: << Tranquilla signora, è una mia cara amica senza la quale non avrei potuto aiutarla. >>
Kazue si rassicurò anche se non del tutto, era comprensibilmente tesa e provata per ciò che era successo; Sakura capì che Naruto non solo aveva ragione ma che era riuscito a evitare il peggio e lo abbraccio d’impulso.
Naruto ricambiò con pari enfasi, tutti e due bagnati fradici e tutti e due incuranti di esserlo, fu un momento breve ma che ai due ragazzi parve durare a lungo per quanto per entrambi quel momento fosse stato più che piacevole, poi si staccarono continuando a guardarsi intensamente, ma presto la copia di Naruto si schiarì la voce per attirare l’attenzione dei due ragazzi sentendosi esclusa.
Copia: << Ehi, ci sono anche io, eh >>
Sakura sorrise girandosi verso la copia
Naruto: << Ma che vuoi, sparisci! >>
Così dicendo Naruto tirò un leggerissimo pugno alla copia che sparì, non prima di fare una smorfia di risentimento.

Naruto si rivolse a Kazue: << Le sono grato che non voglia dire niente di quello che è successo >>
Sakura: << Ovviamente provvederò già da domani a farle arrivare qualcuno per riparare la finestra >>
Kazue: << Mi sembra il minimo >>

Mentre Naruto e Sakura erano diretti verso la porta per uscire, il neonato fece dei versi e ancora in braccio alla madre si sporse tendendo una mano al giovane eroe e sorrideva.
Tutti erano stupiti positivamente e Naruto toccò la mano del piccolo, ancora più contento di aver salvato quella vita.
Kazue era commossa e sussurrò un sentito grazie al giovane biondo, lui sorrise e insieme a Sakura uscirono da quella casa sapendo che il passato li avrebbe sempre accompagnati e talvolta anche tormentati ma anche consapevoli che da allora iniziava un nuovo capitolo della loro vita.

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Capitolo 12
*** Essenziale ***


Cap  12 - Essenziale


~~Uscendo da quella casa si accorsero che era quasi l’alba, la pioggia che si era abbattuta fino a pochi minuti prima era solo un ricordo, ma aveva lasciato al suo passaggio le strade molto bagnate, Naruto sentiva che la pioggia aveva lasciato quell’odore piacevole tipico delle piogge estive e ispirò a pieni polmoni, sentendosi libero come non si sentiva da molto tempo e sorrideva al pensiero che da lì a chissà quanto tempo sarebbe stato rinchiuso chissà dove per ciò che aveva fatto.

Mentre facevano la strada per il ritorno all’ospedale videro Eiko, loro erano ancora bagnati fradici, la signora un po’ meno, Sakura accelerò il passo e le parlo vicino: << Quello che voleva fare non ha scusanti! >>
Eiko distolse per un attimo lo sguardo ma poi sostenne lo sguardo della sua interlocutrice: << Ha perfettamente ragione, la mia maledizione verso Nash era data dal dolore e dall’odio che provavo in quel momento e il fatto che il tradimento di Luke mi abbia fatto tornare in mente quella frase e di attuarlo , per quanto vero, era una mera scusa, una follia, ma il ragazzo dietro di lei ha salvato tre vite, la mia, quella del bambino e quella della madre del piccolo, per ognuno di noi quel gesto avrebbe portato alla fine delle nostre vite, in un modo o nell’altro.
Naruto: << Ho solo dato una piccola spinta al ritorno della vera Eiko >>
Eiko: << Piccola? Forse, ma necessaria >>
Naruto sorrise leggermente, poi chiese: << E ora? Cosa ha in mente di fare? >>
Eiko: << Vado dai miei genitori, dopo l’attacco di Pain, la loro casa è stata ricostruita, penso ci sia ancora qualcosa di mio, dopotutto e poi viaggerò per i villaggi, voglio scoprire il Mondo.. e voglio imparare >>
Sakura: << Ma potrebbe essere pericoloso! >>
Eiko: << So difendermi, non lo sa? E poi mica c’è una guerra alle porte >> disse a mo di battuta
Sakura: << In re..
Naruto: << A me sembra un’ottima idea ma stia attenta >>
Eiko: << Grazie Naruto, per tutto >>
Lo abbracciò dolcemente, poi fece un sorriso di congedo a entrambi e pian piano la sua figura sparì all’orizzonte, solo doo i due ragazzi ripresero il cammino, entrambi si chiesero dentro di loro se quella donna così enigmatica e profonda l’avrebbero mai rincontrata.

Sakura e Naruto tornarono di soppiato all’ospedale ma Sakura aveva preso dai bagni della stuttura delle sorte di asciugamani per asciugare sé stessa e Naruto, vedere il biondo togliersi la tuta e la maglia faceva un certo effetto, ora i muscoli erano definiti, per quanto per fortuna non fosse diventato un macho pieno di muscoli, ma dopo un po’ di imbambolamento, lo sgridò e gli intimò di asciugarsi e cambiarsi in bagno.
E si, i tempi non erano quelli di una volta, non c’era Jiraiya, non c’era Sasuke, una guerra era alle porte, ma quell’atmosfera di quel momento sembrava quella di un tempo e sapevano che c’era ancora tanto per cui lottare, c’era molto da difendere.


Lo stesso giorno, la mattina arrivò all’ospedale Tsunade, insieme a Kakashi, tornati dall’incontro con gli altri kage, Sakura spiegò nel dettaglio quello che era successo, cose che l’hokage sapeva già in parte, informata da Kakashi. Omise però l’operazione di salvataggio di Naruto, poiché ufficialmente non era successo niente in quella casa.
Naruto era di nuovo legato al letto, come se non fosse successo niente, nella camera entrarono Tsunade e Kakashi.
Tsunade: << Bene, so tutta la storia, non mi aspettavo che tu avresti potuto uccidere una persona, considerando che non era una battaglia, avrei potuto credere con incredulità persino i più insospettabili ma l’uomo che diventerà Hokage..
Naruto: << Immagino che dopo il gesto che ho fatto le mie possibilità si siano azzerate >>
Tsunade: << Assolutamente no, diventerai hokage, sono sicura e sarai determinante nella guerra >>
Naruto: << Cosa? >>
Tsunade apparentemente cambiò discorso: << Sakura, che è successo alla finestra della sala affianco al mio ufficio? Sembra che ci sia passata una persona attraverso rompendola >>
Sakura tossì sorpresa dalla affermazione della sua insegnante e rispose con scarsa sicurezza: << Ma sa..ecco..saranno stati i fulmini, il vento >>
Tsuande: << Ah, certo, certo, quindi è una coincidenza che tu abbia dato l’ordine di riparare la finestra di una donna e che qualcuno abbia visto delle sagome molto simili a voi due passate velocemente da un tetto all’altro >>
Sakura: << Ma era notte, simili.. >>
Tsunade: << Oltre all’anbu che vi avevo messo alle costole, dovevi essere distratto da qualcosa di importante per non accorgertene in modalità eremitica Naruto >>
Sakura: << Hokage, è tutto spiegabile >>
Naruto: << Sakura.. non..
Tsunade: << Non mi importa sapere i dettagli, ho abbastanza informazioni per sapere che Naruto ha ancora una volta dimostrato di essere l’uomo giusto per diventare hokage >>
Naruto: << Vecchia Tsunade >> sussurrò tra un misto di sorpreso e gratitudine Naruto
Tsunade: << Non pensare che non ci sia una pena, per quanto piccola, per tutti gli altri starai facendo una missione di tipo S su una isola impervia >>
Naruto: << Wow! Una missione di grado S >>
Tsunade: << Si, ma non sul serio! È la tua pena, quell’isola ti aiuterà a combattere i tuoi demoni interiori e chissà magari a controllare meglio la volpe, ma comunque è una sorta di prigione e a parte Yamato che ti scorterà e qualcun altro sarai praticamente solo, fino all’inizio della guerra in cui sarai chiamato in causa, da quel momento in poi la tua pena sarà stata scontata.
Naruto: << Quindi immagino di dovervi salutare..>>
Sakura: << Signorina Tsunade, prima ho bisogno che Naruto viva una esperienza da libero e in pace >>
Tsunade: << Vale a dire? >>
Sakura: << Ma come? Tra qualche minuto ha inizio l’importantissimo Festival di Konoha e da lei ci si aspetta un discorso >>
Tsuande: << Oddio, il festival >> e si precipitò fuori dalla stanza, poi si affacciò un attimo dalla porta: << Comunque qualunque cosa fosse, permesso accordato >> e poi sparì di nuovo.
Kakashi: << Per fortuna non sono diventato hokage >> e i ragazzi risero di gusto.
Sakura: << Naruto, guarda cosa ho qua? Certo è un po’ rovinato con la pioggia ma..
Naruto: << Non ci credo! Il biglietto omaggio del signor Teuchi! >>
Sakura: << Pronti ad andare? >>
Naruto: << Super pronto! >>
Sakura si diresse verso la porta spedita ma il biondo la chiamò
Sakura: << Che c’è? >> disse girandosi
Naruto: << Forse dovresti liberarmi da questi lacci? >>
Sakura: << Ah, già , i lacci, scusa, ahahaha >>
E anche Naruto e Kakashi risero della situazione.


Pochi minuti dopo al Festival di Konoha:

Naruto e Sakura camminavano tra le bancarelle del festival, Sakura era entusiasta e colpita, c’era un mix di culture di Paesi diversi, tutto così bello e già sfavillante la mattina, doveva contenere il suo entusiasmo, perché il ragazzo accanto a lei era ancora più entusiasta e per ogni bancarella aveva un commento, e dire che due giorni prima stava cercando di.. ma per fortuna lo avevano evitato, e per come stava Naruto quel giorno sembravano passati anni.
Ad un certo punto arrivò irruento Iruka che abbracciò da dietro Naruto che cercava di liberarsi da quella presa: << Maestro Iruka, la prego c’è gente! >>
Iruka: << Che bello vederti! Ho saputo che eri in ospedale, temevo non venissi più. ,a che ti è successo? Neanche lo scontro con Pain ti ha mandato in ospedale >>
Naruto non sapeva che dire, certo non poteva dire la verità ma intervenne Sakura in suo soccorso: << È caduto rovinosamente dalle scale di casa mia e ammetto che un’altra persona ci sarebbe rimasta secca >>
Iruka: << Ma guarda! Diventare eroe della Foglia battendo Pain e cadere dalle scale..ahahahahahahahah >>
Naruto fece una faccia offesa e sussurrò: << Non c’è niente da ridere e non lo dica così ad alta voce! >>
Iruka guardò con affetto il suo ex-alievo e pensava che nonostante lui avesse quasi subito creduto in Naruto, beh, non pensava sarebbe diventato così forte e così essenziale.
Iruka: << Ho saputo che hai avuto una missione di grado S e che per un bel po’ di tempo non ci vedremo >>
Naruto: << Già, non vedo l’ora..non di non vederla, insomma.. di fare la missione >>
Iruka: << Ahah, si lo avevo capito. Bene, allora, stai attento e se non ci rivedremo più prima della tua partenza ti saluto >>
Si abbracciarono forte e stavolta fu Iruka a dire: << Anche meno. >> e si misero a ridere.

Quando Iruka si allontanò Sakura disse: << Che bello, ti vuole bene come un fratello maggiore, per te è così, vero? >>
Naruto osservava Iruka e si limito ad annuire, poi sussurrò piano senza essere sentito: << Come un padre >>

La mattinata stava passando e tra risate, mangiate, incontri di amici, Sakura e Naruto erano molto contenti e non si stancavano di farsi compagnia l’un l’altro, anche perché si sarebbero rivesti all’inizio della guerra e non sapevano quando e se avrebbero riso come stavano facendo in quel momento.
Poi un bambino si allontano dalla propria madre e corse verso Naruto gridando: << È Naruto, è il mio eroe! >>
Arrivava all’altezza della pancia del ragazzo e lo abbracciò forte, Naruto rimase tra lo stupito e il contento e carezzò dolcemente la testolina del bambino, poi si mise alla stessa altezza del piccolo e gli chiese: << Qual è il tuo sogno? >>
Il bambino rispose: << Diventare come te, proteggere chi voglio bene >>
Sakura fu stupita sia dalla domanda che dalla risposta matura del bambino, poi vide Naruto che disse: << Allora per prima cosa sentiamo quanto sei forte, tira un pugno sul palmo della mia mano con forza! >>
Naruto: << Wow! Sei sulla strada giusta, spero di diventare hokage prima che ti diventi più forte di me >>
Sakura osservava come il suo più caro amico incoraggiava quel bambino, come lo faceva ridere, come  lo aveva accolto. In quel momento aveva una conferma, non era solo lei che aveva bisogno di Naruto, non erano solo i suoi amici, ma era tutto il villaggio della Foglia, in pochi anni era diventato essenziale per tutti, ma forse in fondo lo era sempre stato.

FINE
Ringraziamenti
Ringrazio innanzitutto chi ha letto e recensito con commenti positivi la storia. Ringrazio poi anche tutti i lettori che son passati, anche se non hanno lasciato il loro segno, spero che non sia dispiaciuta la lettura. Soprattutto tutto ringrazio tutti per la pazienza, poiché ammetto che spesso ho fatto aspettare troppo. GRAZIE!

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