Eternamente ora

di Maggiechan_75
(/viewuser.php?uid=1163592)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Riflesso ***
Capitolo 2: *** Paure ***
Capitolo 3: *** Il Puzzle ***
Capitolo 4: *** A Night Under The Stars ***
Capitolo 5: *** Dream ***
Capitolo 6: *** Silence ***
Capitolo 7: *** Il Sorriso Dentro il Pianto ***
Capitolo 8: *** Always ***



Capitolo 1
*** Riflesso ***


Quella che vi sto per presentare è una storia molto particolare.

Tutto è iniziato il 6/2/2021 quando la mia cara amica Laura, ha deciso di pubblicare una storia “semplice” (così me l’aveva presentata) intitolata “La mia versione dei ricordi”.
E semplice lo sembrava davvero, almeno nei primi capitoli.
Poi BOOOM la storia semplice mi ha coinvolto moltissimo.
Mi hanno coinvolto i pensieri di Ryo ma più di tutti mi ha coinvolto quello che leggevo oltre le righe.

Leggevo i pensieri rabbiosi di Ryo che si chiedeva il perché Kaori lo aveva lasciato.
Mentre ascoltavo la “sua” versione dei ricordi, io mi facevo un sacco di domande.
Perchè Kaori ha reagito così? Perchè ha fatto questo? Perchè lo ha lasciato?
Mentre leggevo le risposte arrivavano. E le risposte arrivavano proprio da lei. Da Kaori!

Ecco questa storia è nata così.

Avrebbe dovuto solamente essere La “sua semplice” versione dei ricordi, ma più scrivevo più mi sono resa conto che questa storia, raccontava molto di più.

Questa storia è molto particolare e delicata.
Questa storia, racconta della trasformazione di un rapporto tra un uomo e una donna.
Questa storia racconta di quanto un uomo possa amare una donna.
Questa storia racconta di quanto una donna possa amare un uomo.
Questa storia racconta anche di un amore diverso. Quello tra madre e figlia. Quello tra figlia e madre.
Questa storia mette a risalto i rapporti tra tutti loro.

Questa storia narra come l’amore non basta solo riceverlo ma deve essere interpretato tra le righe, anche quando un gesto sembra indicare esattamente il contrario.

Una piccola, ma importante nota.

All’interno di questa storia si affronta una tematica delicata. Una tematica presente “Nella mia versione dei ricordi” (di Laluhska85)
Una tematica che io ho cercato di raccontarvi e di presentarvi nel modo più delicato e dolce possibile.

Voglio infine ringraziare Laura, in primis per avermi fatto vibrare con la sua storia, ma soprattutto per l’aiuto e le dritte che mi ha dato per questa mia interpretazione.
La ringrazio per avermi sopportato e supportato per tutto questo tempo <3

 

Eternamente ora

La mia versione dei ricordi”

 

Capitolo 1 - Riflesso
 

3 luglio 2003


Osservo la mia immagine riflessa allo specchio.

E’ così simile alla tua, più di quanto immaginassi. Ora capisco perché ogni volta che lei mi guarda ha quello sguardo così malinconico.

Assomiglio così tanto alla persona che lei ha tanto amato, ma ha perso.

L’ho capito fino in fondo solo ora che sono qui a New York.

Osservo la mia immagine riflessa rivolgendo lo sguardo all’immagine di Milagros allo specchio. Lei è dietro di me.
Domani è il suo compleanno.
Lo stesso giorno di suo zio, mio fratello Hideyuki.

Le sorrido.

Osservo i suoi lineamenti. Sono completamente diversi dai miei e da quelli di suo padre.

Non ci assomiglia affatto, eppure la consideriamo nostra figlia.

L’abbiamo salvata dall’uragano che aveva colpito Tegucigalpa e che l’ha resa orfana.
Quel terribile giorno, il tifone distrusse tutto. Proprio tutto!

Distrusse la casa che amavo, quella in cui l’uomo che amo aveva deciso di abitare, per amore nei miei confronti.

Per me aveva lasciato Shinjuku.
Per me aveva lasciato City Hunter.
Per me aveva lasciato i suoi amici e tutto quello che lo aveva fatto sempre sentire a casa. Al sicuro!
Per me aveva lasciato tutto. Per seguirmi là dove io avevo deciso di vivere

Ero così attaccata a quel paese!
In quel luogo credevo di aver ritrovato la mia serenità.
In quel luogo credevo di aver ritrovato la mia voglia di vivere.
In quel luogo credevo di riuscire a vivere senza di lui. Senza Ryo!
Solo là credevo di poterlo fare.
Lontano da tutto quello che mi legava al passato.
Da te, da Hideyuki e soprattutto da lui. Da Ryo

Eppure l’uomo che amo ha deciso di seguirmi.

Quel gesto, mi ha fatto capire quanto teneva a me, ma sopratutto mi ha fatto capire che stavo solo fuggendo.
Fuggivo da lui, ma soprattutto stavo fuggendo da te!

Milagros, miracolo, un miracolo lo fu davvero.
Era così piccola e pallida, respirava a fatica.
Mi avvicinai a lei come in trance. Aveva la pelle sporca ed era mal nutrita.
Era incosciente eppure i suoi occhi lacrimavano.
Era così piccola avrà avuto 2 o 3 anni.

Rimasi colpita dalla reazione di lui appena la vide!
Rimasi colpita da come la sua espressione cambiò appena si voltò verso di me.
Non dimenticherò mai i suoi occhi supplichevoli.

Lei era così simile a lui e non mi riferisco allo stesso colore dei capelli.
Loro due sono rimasti orfani più o meno alla stessa età. In due tragedie!
Sapevo cosa significasse per lui, sapevo quanto era importante per lui prendersi cura di quella bambina. Ma questo non bastava.

Ricordo che distolsi lo sguardo.
Non riuscivo nemmeno a parlare in quel momento.
Sussurrai un “no” tremante, ma probabilmente lui non lo aveva sentito.
O chissà, forse aveva finto di non sentirlo.

Le sue parole mi colpirono moltissimo le ricordo ancora oggi come se fosse quel momento:

Avevo più o meno la sua età quando Kaibara mi trovò. Ero senza una identità senza un nome, non sapevo nemmeno quando fossi nato.
Lui in qualche modo mi ha amato come un figlio.
Quella sera, quando mi hai regalato il giorno del mio compleanno, per la prima volta mi sono reso conto di quanto quel giorno fosse importante per me. Il giorno in cui io ho iniziato a vivere!
Vorrei fare la stessa cosa anche io con questa piccolina. Voglio regalarle un’identità.”

Lo conoscevo bene il suo passato, ma era la prima volta che lo sentivo dal diretto interessato.
Si stava confidando con me.
Quel gesto valse così tanto che quel “si” lo pronunciai senza accorgermene.

Il suo sorriso non lo dimenticherò mai.

Piccola da oggi ti chiamerai Milagros e il tuo compleanno sarà il 4 luglio.”

Non avrei mai immaginato che un giorno Ryo, soprattutto con un passato come il suo. Riuscisse ad accettare l’idea di diventare padre.

Non avrei mai immaginato che io un giorno invece avrei avuto il terrore di diventare madre.

Non avrei mai pensato che avrei addirittura finito per odiare quella figura, tanto che per molti anni non riuscivo nemmeno a pronunciarne la parola.
Ne pensando a me, ne pensando a te.

- Eres hermosa -
(sei bellissima)

- Gracias Mama! -

Sentirle pronunciare quella parola ha sempre lo stesso effetto, mi fa venire la pelle d’oca. Dopo tutti questi anni ancora non ne sono abituata e faccio fatica ad accettarla.

Osservo i cambiamenti del mio viso.

E’ invecchiato non sono più la sua “sugar boy”, quella ragazzina che lo aveva colpito così tanto. La ragazzina che credeva di proteggere per una promessa fatta a mio fratello.

Ora il mio viso assomiglia al tuo. Non avrei mai pensato che la mia voglia di cambiare mi avesse portato a questo.

Abbasso lo sguardo in cerca della tua foto. Quella che ho visto per la prima volta solo qualche minuto fa.

Non avrei mai immaginato che quel bisogno di cambiare e di trasformarmi, mi avrebbe portato a diventare esattamente come te.
Sapevo di avere lo stesso tuo colore di capelli, Sayuri me lo aveva detto, ma che scegliessi lo stesso tuo taglio questo no!

Sei così bella, così dolce, non me lo aspettavo!
Ed io essendo tua figlia solo ora mi rendo conto quanto anche io lo sia!

Lascio che Milagros mi spazzoli i capelli, le piace così tanto.
Le piace prendersi cura di me che spesso mi domando chi sia la madre e chi sia la figlia.
E’ così cambiata da quando l’ho vista per la prima volta

La voce minuta di Hidejuki mi distrae dai ricordi. E’ leggermente preoccupata.

- Migo dove sei? -
Guardo Milagros sorpresa, mentre il piccolo passa nel corridoio senza entrare.

L’attico di Sayuri è bellissimo e sfarzoso. Ha un sacco di camere, non avrei mai pensato che ci potessero essere appartamenti così spaziosi e pieni di stanze.

Osservo Milagros mentre cerca non farsi vedere da Hiki dietro la porta della camera.

I bambini lo sanno! Non devono nascondersi in queste stanze mentre giocano. Hideyuki ha solo 4 anni, ma è un bambino educato e tranquillo.
Se gli si dice che in quelle stanze non si può entrare, che sono off limits, lui segue la regolina.

Milagros invece a quanto pare no!

- Migo dove sei sono stanco non ho più voglia di giocare mi arrendo! -

Attraverso lo specchio guardo la signorina con finto broncio.
Questo tipo di scherzi glieli fa spesso. Lei è così diversa dal fratellino.

- Lo sai che non mi piace quando lo prendi in giro così! E’ piccolino è vero ma tu sei il suo esempio. Ti ammira!
Dai vai da lui.
Su March! -

Noto che ci rimane male e mi affretto a farle l’occhiolino.

Lei sorride.

E’ sulla porta della camera.
Si gira e, attraverso lo specchio, mi guarda negli occhi.

- Sbrigati! La zia ci sta aspettando. -

Esce chiudendo dietro di sé la porta.

Ora, solo in questo momento, posso finalmente calare la maschera e mostrare allo specchio il mio vero stato d’animo.
Il mio sorriso si spegne.

Rivolgo lo nuovamente sguardo verso la tua foto.

Mi hai partorito nonostante fossi figlia di lui.
Fossi figlia di colui che non ha avuto nessun rispetto per niente e per nessuno.
Nemmeno per la donna che diceva di amare.
Sono figlia di colui che mi ha rapito e strappato da te.
Sono figlia di un uomo che non conosco, ma che ha completamente condizionato la mia vita e il mio rapporto con te.

Guardo la foto e poi ritorno a guardare me stessa riflessa allo specchio.

Non solo il mio viso è cambiato nel tempo ma anche il mio corpo.
Un corpo che ho odiato per molto tempo, arrivando a rifiutarlo.

Rifiutando il mio corpo, le mie origini, ho finito per lasciare lui, l’unico uomo che io abbia mai amato. L’unico che avesse potuto salvarmi.

Non ho avuto fiducia in lui, non lo ritenevo pronto per quello che mi sarebbe successo nell’anno successivo.

Come poteva accettare quello che io stessa rifiutavo?

L’ho odiato per un anno intero il mio corpo tanto che ho cercato di nasconderlo in tutti i modi.

Lo nascondevo con un fondotinta di una tonalità più scura della mia carnagione.
Lo nascondevo dietro ad un vestito appariscente. Perché l’occhio si potesse fermare al pezzo di stoffa e non venisse a cercare quello che c’era dietro e sopratutto dentro.
Lo nascondevo perché era cambiato moltissimo.
Lo nascondevo perché non riuscivo ad accettarlo.
Non riuscivo ad accettare quello che stava avvenendo dentro di me.

Lo specchio riflette il mio corpo. Lo riflette mentre mi tolgo l’asciugamano umido. Lo riflette in tutta la sua nudità.

Una lacrima, la prima di molte altre inizia a rigarmi il viso. Le lascio scendere, una ad una. Sono sassolini che salgono dal mio cuore per poter uscire definitivamente da esso e dal mio corpo.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Paure ***


Questa sera voglio indossare l’abito che è così importante per me e per lui.
Quello che abbiamo perso durante l’uragano.
Quello che Ryo ha voluto far ricreare da Eriko.

Lo ha fatto perché sapeva che per me era così importante.

Lui che non sa nemmeno abbinare un vestito alle calze.
Lui che di moda non capisce nulla.
Lui per me ha passato ore ed ore a ricercare quel blu, dello stesso colore dell’oceano, quello del mio vestito preferito.

L’originale me lo regalò cinque anni fa, il giorno dopo che mi chiese di sposarlo.
Al ricordo arrossisco per l’emozione chissà se te ne sei accorta.

Mi aveva invitato al mio ristorante preferito, quello Libanese.
Era tutto perfetto, là a Tegucigalpa.

Quella sera mi ha fatto sentire così bella, così desiderata, così speciale.
Quella sera mi ha corteggiato come se fossimo due persone normali. Un uomo e una donna come tanti altri.
Quella sera, una bellissima donna stava cantando Without You suoi occhi non la calcolarono.

Quella canzone ha accompagnato i nostri momenti più importanti. Il nostro primo bacio, la nostra prima volta. Era presente anche quel giorno, quando gli dissi addio.

Era così cambiato, le altre donne non lo interessavano più. Da quando si era dichiarato e mi aveva baciato per la prima volta esistevo solo io. Era così cambiato.

Per me!
Lo aveva fatto per me!

Ed io?

Anche io credevo di averlo fatto.

Ero cambiata sì, ma lo avevo fatto solo nella “scorza”.

Avevo cambiato radicalmente il mio aspetto, ma dentro probabilmente ero rimasta la sua “sugar boy”. La ragazzina cocciuta che credeva di riuscire a cambiare il mondo, pensando che fosse il mondo a doversi adattare a lei.

Quella sera mi aveva preso la mano, i suoi occhi leggermente inumiditi per l’emozione, tremarono davanti alla luce della candela.

Quella sera mi chiese ciò che ogni donna sogna da tutta una vita.

Mi vuoi sposare?”

Quel gesto, quella domanda significava tanto per lui quanto per me.
Quel gesto mi ha fatto sentire una donna, una donna come tante altre.
Quella che in quegli anni stavo cercando.

E lui lo sapeva. Sapeva quanto per me significasse vivere una vita normale.
Quanto era importante per me.
Quello che non aveva capito era il fatto che ancora io non me la sentivo.

Il mio cuore voleva dire “sì”.
Ma dalla mia bocca uscì una risposta dettata dalla paura, dal terrore di essere una famiglia.

no, io non voglio

Quella sera avevo capito che non ero dopo tutto maturata come credevo.

Avevo ancora paura.
Paura di soffrire.

In tre anni non ero cambiata per nulla.
Mi vergognai e scappai da lui.
Mi rifugiai nell’auto blindata che ci aveva accompagnato.
Stavo scappando!
Avevo chiuso le porte al mondo, compreso lui!

Quella sera lui era pronto a diventare padre ed essere una famiglia.
Era pronto a stravolgere nuovamente la sua vita!
Ma io non lo ero.

Non me la sentivo ancora!
Non me la sentivo nemmeno sei anni prima.

Quella notte fu lui a dirmi no!
Quella notte non voleva ascoltarmi.
Quella notte così difficile e delicata, non voleva starmi vicino.
Quella notte mi sono sentita per la prima volta rifiutata da lui.

Quella notte lui non aveva capito!
Non aveva capito quanto disperatamente avessi bisogno di parlare.
Non aveva capito quanto era importante che io mi confidassi con lui.
No! Non lo aveva capito.

Quella notte non avevamo capito!
Quella notte nessuno dei due ha rispettato l’altro!
Nessuno dei due ha ascoltato l’altro.
Io non avevo ascoltato i suoi silenzi e lui non aveva ascoltato le mie parole.
Quella notte mi sono sentita così ferita.
Qualcosa si era spezzato.
Quella terribile notte mi sono resa conto che non ero pronta a diventare madre.

Quella terribile notte avevo paura di rimanere sola, completamente sola come lo era diventata Eriko.

Quel giorno ero con lei quando aveva sepolto suo marito.
Quel giorno ero con lei quando aveva sepolto il padre di suo figlio.
Quel giorno Ryo mi è stato così vicino, mi aveva così aiutato con Eriko.

Proprio vedendolo interagire con il piccolo Aki è iniziata a crescere in me quella sensazione di paura.

Avevo paura di essere lasciata sola, magari con un figlio.
Avevo paura di doverlo crescere da sola quel figlio.
Quel giorno avevo pianto così tanto che il mascara mi era colato su tutto il viso.
Quel giorno ero così sconvolta che non mi sono mai curata di asciugarmi quel viso.
Quel giorno ero così distrutta che non riuscivo a guardarlo in viso.

Mi osservo mentre un sorriso amaro si riflette allo specchio.

Quella sera avevo così bisogno di lui.
Così tanto da non rendermi conto di quanto lui fosse vicino a me!
Quella sera mi ha portato a casa, ma io non volevo, Eriko aveva bisogno di me!
Quella sera mi ha asciugato il viso con i suoi baci, ma io quasi non me ne rendevo conto.
Quella sera avevo così tanta paura di un confronto con lui, che ho finito per non farmi ascoltare.

Mi osservo mentre mi sto mettendo il mascara waterproof.

Nelle settimane successive mi sono sentita così sola!

Sola! Quando ho scoperto di essere incinta!
Sola! Quando ho realizzato che io non lo volevo un figlio da lui, ne’ da nessun altro
Sola! Quando per qualche secondo mi era balenata l’idea porre fine alla sua esistenza, tanta era la mia paura.
Sola! Quando mi sono chiesta perché tu mi avessi voluto abbandonare.
Sola! Quando nei miei pensieri mi sono sentita privata della mia libertà.
Sola! Quando mi sono resa conto di non essere incinta.
Sola! Quando mi ero resa conto di non esserlo ma allo stesso tempo di esserlo!

Ho passato settimane a sentirmi prigioniera all’interno di una famiglia che ancora non esisteva.

Abbasso lo sguardo verso la tua immagine mentre altri sassolini salgono dal mio cuore.
Il mio volto però non si riga di nero, nel tempo almeno quello l’ho imparato.

In quel periodo non volevo essere come te.
Non volevo che un figlio fosse la mia prigione.
Non volevo che mio figlio diventasse quello che io credevo di essere stata per te.
Chissà come ti sei sentita quando quell’uomo mi ha portato via da te.

Sarà stata una sofferenza o una liberazione?
Mia sorella si ricorda vagamente dell’uomo che ti ha trattato male.
Si ricorda quante lacrime soffocate versavi sul cuscino ogni sera per colpa sua.
Sayuri era così piccola eppure si ricorda tutto.

Si ricorda addirittura che, prima di me, credevi di essere incinta, ma non lo eri.
Si ricorda che avevi un pancione, ma dentro non c’era né un fratellino né una sorellina.
Si ricorda le urla disperate quando ti eri chiusa in camera da letto.

Sola! Eri sola quando hai partorito il niente. Tu eri sola!

Mi tocco il ventre istintivamente, alzando gli occhi al cielo.
Sorrido amaramente salutando il mio nulla.

Le lacrime scendono ed io come quel giorno di sette anni fa non le voglio fermare.

Ti ho capito fino in fondo solo quando nel mio grembo è entrata la vita.
Ho capito fino in fondo cosa hai provato quando Hideyuki è nato.
Ho capito il grande amore che avevi nei miei confronti solo quando anche io sono diventata mamma.

È nato il 31 marzo. Proprio il giorno, l’unico giorno in cui non avrei mai voluto che accadesse!

Non volevo che fosse lo stesso giorno della morte di mio fratello.
Non volevo che fosse lo stesso giorno in cui mi hai partorito.
Non lo volevo, ma quel giorno si e’ trasformato finalmente in un giorno di festa
Per lui, per Ryo e anche per me.

Ho passato nove mesi di paura, le sensazioni provate erano esattamente uguali a quelle che avevo provato sei anni prima.
Quando dentro di me c’era il nulla.
La ginecologa mi aveva assicurato che Hideyuki era dentro di me, anche gli strumenti lo rilevavano, lo sentivo il suo battito era forte, era vero!
Quel battito faceva emozionare tutti! Ryo per primo.
Ogni volta si commuoveva per quel miracolo.

Milagros era sempre lì con noi, in braccio a lui.
Ci guardava perplessa “Hermanito?” (fratellino).
La reazione di lui era sempre la stessa: rispondeva con un sorrisone abbracciandola
“sì Milagros. Sì!”

Quella scena mi commuoveva, ma ogni volta, in silenzio, mi chiedevo se davvero fosse “sì!”

Ricordo con tenerezza quando la notte, dopo ogni ecografia lui mi accoglieva tra le sue braccia.
Capiva il mio bisogno di piangere e di lasciare sfogare le mie paure silenziose.

Sapeva che avrei potuto rassicurarmi solo nel momento in cui avrei avuto nostro figlio tra le braccia.

Mi alzo e vado in bagno per lavarmi il viso pieno di salsedine amara, con l’acqua fresca.

Sento bussare la porta e da dietro di essa la sua voce:

- Kaori, tutto bene? -

È così cambiato, non invade più i miei spazi.
Lo sento attendere da dietro la porta, rimanere ed aspettare.
Lo fa da poco tempo, ma per me significa molto.

- Si, arrivo subito -

Gli dico mentre mi risiedo sulla scrivania che Sayuri ha adibito al Make-up.
Gli è bastato guardarmi attraverso lo specchio per capire che avevo appena pianto.
Si avvicina a me e mi dà un bacio sulla guancia.

- Eres hermosa -
(sei bellissima)

Non aggiunge altro, mi conosce così bene!
Sa che se lo facesse, ricomincerei a far scendere le lacrime.

Non mi chiede nulla, perché sa cosa mi passa per la testa.
E lo noto per il modo in cui ti sta osservando.

Voglio farmi bella per lui questa sera, se lo merita.

Mi sistemo il mascara waterproof.
Mi metto il nostro rossetto preferito: quello rosato, perché non mi trucco più per nascondermi da lui.

Lo faccio per fargli vedere che bella donna sono diventata.
Che bella donna hai messo al mondo!

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Il Puzzle ***


E’ la prima volta che parlo con te. Così! Come se io te fossimo faccia a faccia.
Avrei voluto farlo da cosi tanto tempo, ma non ne ho mai avuto il coraggio.
Mi è ancora così difficile accettarti.

Solo in questi giorni ho avuto la forza d’animo per farlo.
Ho avuto la forza di guardarti, anche se solo attraverso una foto, e di accettare non solo te ma anche la nostra somiglianza.
Solo ora riesco a comunicare con te.

Vorrei raccontarti così tanto, forse troppo.
Vorrei raccontarti di me, e di cosa provo.
Vorrei farti conoscere l’amore!
Quello che tu non hai mai conosciuto!
Quello che mi sta dimostrando lui in questo momento.

Chissà se riesci a sentire con quanta dolcezza mi sta prendendo per mano.
Mi sta accompagnando da loro, dalla nostra famiglia!

Chissà se riesci a percepire il mio stato d’animo.
Lui ci riesce perfettamente. Ha capito quanto ancora mi sento a disagio in loro presenza.

Forse riesci a percepire meglio i sentimenti di Sayuri.
Forse riesci a percepire la sua emozione nell’avermi qui con lei.
Forse riesci a percepire più lei che me.

Lei ti è stata accanto fino in fondo.
Lei ti ha amato moltissimo e da te ha imparato l’importanza di avere una famiglia.
L’ama così tanto la sua famiglia che passa la maggior parte del suo tempo libero con Jason, suo marito e Sharon sua figlia.

Questa sera ha voluto riproporci uno dei loro tanti momenti insieme.
Chissà se era così che passavate i vostri momenti liberi. Solo tu e lei!
Chissà quanto Sayuri amava questi momenti, basta vedere come si guardano ora Jason, Sharon e Sayuri per capire quanto tutti e tre li amano questi momenti!
Chissà cosa si prova. Un brivido mi scorre lungo la schiena mentre ripenso al mio rapporto con loro. Ryo, Hideyuki, Milagros.

Con mia sorpresa al mio arrivo li ritrovo tutti, adulti compresi, seduti per terra attorno ad un Kotatsu. Sopra di esso tanti pezzettini di puzzle sparpagliati.

- Mamma sei arrivata finalmente -

Lui è il piccolo Hiki, tuo nipote. Guarda che dolce quello sguardo da sotto gli occhiali.

Ogni volta che lo vedo penso a Hideyuki.
Quello che per molti anni ho creduto fosse il mio vero fratello!
Sono due gocce d’acqua. Si assomigliano tantissimo.
E’ così strano visto che non hanno nessuna parentela sanguigna.

La stessa somiglianza la vede anche Ryo.

Per lui non era solo un socio, ma anche colui che lo ha salvato dalla sua solitudine.
Lui lo salvò dalla sua solitudine.
Ryo invece salvò me e Hideyuki dalla nostra di solitudine.
Eravamo l'uno la salvezza dell'altro.
Se non lo fosse stato io sarei rientrata nella mia di solitudine e lui nella sua.
Grazie al profondo legame che ci teneva uniti, io e Ryo siamo riusciti a salvarci dal rischio di ricadere nella nostra solitudine.

Non deve essere facile per lui, come per me, vederlo tutti i giorni nel volto di nostro figlio.
Non deve essere facile eppure lui ha accettato tutto questo e ha trovato la forza per accettarlo e stargli accanto.
Lui c’è riuscito…. Per me è ancora così difficile.

Ha capito quanto sia difficile per me, ma nonostante tutto non me lo fa pesare.
In questi ultimi anni ho usato il lavoro come una scusa per stare lontano da loro.
Solo qui a New York, osservando il diverso rapporto che Sayuri ha instaurato con Sharon, mi sono resa conto di quanto io stia sbagliando.

Ho così tanta paura di occuparmi di loro... di non esserne all’altezza.
Ho così paura di deluderli come tu hai fatto con me.

Tremo lievemente, ma questo non sfugge all’uomo che amo.

Vorrei che riuscissi a sentire il calore che mi sta trasmettendo con il suo abbraccio.
Quanto vorrei che riuscissi a percepire la mia reazione.
E’ così difficile descriverle a parole che mi piacerebbe proprio che la percepissi attraverso la mia pelle.

Ci avviciniamo al tavolo e ci sediamo.

Come è sua abitudine, Ryo si avvicina dietro di me lasciando che la mia schiena si possa appoggiare al suo petto.
Cerco la posizione più adatta affinché le mie gambe rimangano coperte, il mio pensiero corre a quel giorno in cui quelli del MS-13 mi aggredirono.
Scuoto la testa per mandare via i brutti pensieri.

Da qualche tempo ho deciso che devo stare più’ vicino alla mia famiglia.
Ne ho parlato anche con il presidente della mia compagnia. Anche lui ha una famiglia. Sapeva che prima o poi gli avrei potuto fare una richiesta del genere. Quel giorno mi ha sorriso capendo subito le mie esigenze.
Ha deciso di affiancarmi a Sally. Lei è giovane, una ragazza che vuole fare carriera. Ama viaggiare e non ha una famiglia dalla quale deve tornare.
Sarà lei ad assentarsi spesso da casa mentre io mi occuperò del lavoro nella sede di Tokyo così da poter tornare a casa ogni sera.
Viaggerò ancora, adoro quella parte del mio lavoro, ma lo farò solo nel caso in qui ci siano questioni particolarmente delicate e di difficile gestione.

Ma ora sono in vacanza, devo imparare a non pensare al lavoro in questi momenti.
Voglio godermi questa serata, voglio godermi il piacere di stare con la mia famiglia.
Ho perso così tanti anni a scappare da essa che ora me ne vergogno.
Voglio imparare a farlo, voglio imparare a stare con loro.
Ho perso troppo tempo lontano da tutti loro.

Ho lasciato che Ryo si occupasse di tutto, anche di ciò di cui avrei dovuto occuparmi io.
Mi ha così stupito.

Quando l’ho conosciuto faceva fatica malapena a prendersi cura di se stesso che non avrei mai creduto che un giorno riuscisse a prendersi cura di qualcun altro.

Guardo distrattamente i ragazzi giocare.
Sono così felici di essere qui tutti insieme.
Li osservo come se fosse la prima volta che li guardo. Sono così diversi.

Sharon deve essere abituata a giocare, sistema i pezzi in un ordine apparentemente logico.

Hideyuki non ci gioca spesso, ma pazientemente osserva sua cugina e ascolta i suoi consigli.

Sorrido nel vedere Milagros spazientirsi tentando di assemblare a casaccio i tasselli in base alla forma.
In questo mi assomiglia moltissimo.

Non sono giochi adatti a noi che abbiamo poca concentrazione, precisione e pazienza.
Ci annoiano e ci mettono a disagio.

Ryo invece osserva attentamente Sharon annuendo ad ogni sua mossa. Lui conosce bene il puzzle perché con la piccola Angel ci giocavano spesso.

Quest’anno Mia ha compiuto 8 anni, ormai è una signorina. Proprio come Milagros.

Il ricordo di Mia mi riporta al giorno in cui è nata. A quella sera in cui io e lui ci siamo rivisti dopo che io lo avevo lasciato. Erano passati diciotto mesi da quel giorno.

Sai bene quali potessero essere stati i miei pensieri quella sera.
Dopo quella esperienza, vedere un neonato mi aveva reso ancora più vulnerabile.

Sai bene quanto mi era difficile entrare in quel reparto. Sono maledettamente tutti così uguali.
Ogni volta che metto piede dentro in uno di quelli, il primo pensiero non è il ricordo della nascita di Hideyuki, ma di lui della nascita del mio “nulla”.

Ero così invidiosa della felicità di Mick e Kazue. In quel momento, loro potevano abbracciare Mia.

Potevano sentire il suo urlo.
Nove mesi prima anche io ne ho sentito uno.
Era il mio urlo disperato.
Era il mio urlo di dolore.

Fino all’ultimo ci avevo così sperato, avevo così desiderato che medici si fossero sbagliati.
Avrei tanto voluto sentire l’urlo di nostro figlio.
Le mie braccia si sono sentite così vuote.
Io mi sono sentita così sola.
Ho provato una rabbia verso di te molto forte.
Quel giorno ti ho odiata così tanto mamma!

Dopo sette mesi di terapia credevo di averlo accettato.
Credevo di essere riuscita a perdonarti.
Credevo di essere riuscita a perdonarmi.
Mi rendo conto che non ci riuscirò mai.

Il mio corpo ha voluto punirmi perché ho avuto paura di seguire la natura di ogni donna.

Ho avuto paura di prendermi la responsabilità di allevare un bambino.
Avevo così disperatamente paura di diventare madre che credevo che non lo sarei mai diventata.

Quanto vorrei che lo sentissi questo calore protettivo.
Quanto vorrei che anche tu provassi il calore che l’uomo che amo mi sta trasmettendo.
Quanto vorrei che anche tu avessi avuto un uomo che avesse fatto da padre alle tue figlie.

Se non fosse stato per lui, probabilmente non avrei mai avuto il coraggio di diventare madre.

Avevamo già Milagros credevo potesse bastarci.

A me sicuramente sarebbe bastato, a lui no! Lui lo voleva così tanto un figlio che lo si poteva perfino respirare il suo desiderio.
Silenziosamente mi lanciava segnali ogni giorno, ogni ora, ogni minuto.

I miei pensieri vengono distratti dalla sua voce.

- Stai bene? -

Amare è anche questo, capire i silenzi.
Amare è stare accanto anche se la persona che ami è distante.
Come lo sono io con lui in questo momento.

Penso a lui, ma sto parlando con te, mamma!

Penso che lui lo abbia capito!

Sapendo quanto sia difficile per me questo momento sta cercando di starmi accanto come può.

Oh quanto vorrei che lo sentissi il calore che mi trasmette questo abbraccio.

Ogni giorno mi riempe di attenzioni, ma sta bene attento a non soffocarmi.
Amo come ha imparato a rispettare i miei spazi.

Tutto questo mi fa commuovere

- nuestras montañas - mormoro in spagnolo rendendomi conto che il puzzle che hanno appena finito di comporre i bambini raffigura le nostre montagne.

Lo spagnolo è diventata la nostra lingua. Quella che usiamo nei momenti più intimi.

- Te ne sei accorta. Mi amor -

Sta vibrando, è emozionato quanto me nel ricordare cosa c’è lassù.
Là sulle nostre montagne.
I miei pensieri vanno alla nostra baita, un luogo dimenticato da tutti, tranne che da noi.
Solo là riusciamo ad essere noi stessi, ad essere solo Ryo e Kaori.

Solo in quei luoghi si sente talmente al sicuro da togliersi la fodera della pistola e a lasciarla nel vano portaoggetti della nostra macchina. E là rimane per tutto il tempo! Per ore, per giorni.

Anche io mi sento al sicuro, talmente tanto che solo tra quelle montagne riesco a vedermi ma soprattutto a sentirmi parte di una coppia e di una famiglia.
Solo là tra quelle montagne riuscivo ad immaginarmi mamma ancora prima di diventarlo.
Solo là tra quelle montagne, quando siamo solo io e lui, e lontano dai piccoli.
Là riesco a sentirmi più mamma e famiglia di quando sono a casa in loro compagnia.

Avevamo così paura di portare fuori da quelle montagne il nostro amore che lo nascondevamo dietro alle nostre paure e ai nostri timori.

Solo là tra le nostre montagne, ho avuto il coraggio di renderlo felice.
Solo là ho avuto il coraggio di dirgli di sì.
S
olo là ho avuto il coraggio di realizzare il suo desiderio. Quello di diventare padre.

Solo ora noto che Hiki si è addormentato. Ha un espressione così tenera. Forse è il caso di ...

- E’ ora di mettere a letto i bimbi -

Sussurro a Ryo facendogli notare che il piccolo si è addormentato.

- Aspettami pure in camera, io lo porto a letto -

Mi risponde come è sua abitudine.

- Stasera vorrei farlo io -

Gli sorrido dolcemente mentre lascio che me lo adagi delicatamente tra le mie braccia.
Lo sento emozionarsi da questo mio gesto inaspettato.
Le sue labbra si avvicinano alle mie le sfiorano, mormorano “grazie” e poi si lasciano andare ad un tenero bacio delicato.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** A Night Under The Stars ***


Mi dirigo verso la camera dei bambini, a fianco a me Milagros.
Mi sorride e mi prende sotto braccio.
Lo fa con una delicatezza ed una attenzione tale che mi intenerisce.
Se appoggiasse troppo il suo peso rischierebbe di farmi perdere l’equilibrio.
Mi commuove questa sua attenzione che riserva a me e al fratello per non svegliarlo.
Deve essere un’abitudine che hanno loro tre da sempre.

Le sorrido malinconicamente pensando a quanto mi sono persa fino ad ora.

Chissà tu mamma quante volte mi avrai pensato.
Quante volte avresti voluto accompagnarmi a letto.
Quante volte lo avresti voluto fare con Sayuri ma non avevi la forza per farlo.
O peggio avevi timore di farlo per paura che quell’uomo potesse essere geloso di me e Sayuri.

La camera è in penombra, è illuminata solamente da una lampada di sale che con la sua luce ambrata crea un’atmosfera ovattata, rassicurante e calda.

Adagio delicatamente il piccolo sul suo letto e gli rimbocco le coperte.
Hiki reagisce sorridendo nel sonno. E’ così dolce quando dorme, più di quando è sveglio.

- Buenas noches pequeña -
(buona notte piccolino)

Lo saluto con un bacio sulla fronte.

Mi avvicino al letto vuoto di Milagros attendendo pazientemente che lei finisca di prepararsi per infilarsi sotto le coperte.

Mi emoziono nello scoprire che manca un minuto al suo compleanno.

- Buenas noches mamá! -

Si avvicina per darmi un bacio sulla guancia.
Le sorrido e con lo sguardo le faccio notare la sveglia accanto al comodino nel momento in cui sta per scoccare la mezzanotte.

- Feliz cumpleaños Princesa! -

E’ la voce di Ryo che mi anticipa.
Sentire pronunciare quelle parole mi emoziona moltissimo.
Ammetto che per una volta avrei voluto anticiparlo.
Almeno per una volta avrei voluto farle gli auguri per prima.
Ma non ne sono gelosa, questa sera no!

Di Milagros in realtà non lo sono mai stata.
Ma di lei, della piccola Angel, lo sono stata così tanto.
Che non l’avrei mai creduto possibile!
Era solo una bambina ma lei rappresentava ciò che io credevo di non essere mai in grado di dargli.
Con me Ryo non avrebbe mai potuto diventare padre!

Un brivido scorre sul mio corpo.
Lo sento avvicinarsi a me.
Ora che che i bambini sono a letto tutte le sue attenzioni possono rivolgersi verso di me.

Spero che tu lo possa sentire tutto l’amore che mi vuole trasmettere.
Tutto l’amore che tu purtroppo non hai mai potuto ricevere.

Mi porge la sua mano e mi invita a seguirlo in camera nostra.

Abbiamo imparato da molto tempo a portare fuori dalle nostre montagne il nostro amore.
Abbiamo imparato ad esprimerlo nei momenti in cui possiamo stare solamente io e lui.
Quando tutto dormono.
Quando finalmente possiamo amarci.

Vorrei farti provare cosa significa anche questo tipo di amore quello solo mio e suo.
Quanto vorrei che lo potessi percepire anche solo in una piccola parte.

La nostra camera emana un leggera fragranza legnosa e speziata.
Proviene da una Yankee Candle, la mia preferita e lui lo sa bene.

Adoro “A night Under The Stars” mi ricorda le notti nel nostro nido d’amore.
Là tra le nostre montagne.

Mi sento così in pace nello stesso modo in cui lo eravamo quando eravamo seduti sulle sponde del nostro lago.

Le sue acque sono talmente calme che sembrano quasi immobili.
Riflettono le montagne e addirittura le stelle e la Luna.
La’ in quei luoghi ha imparato ad amarmi.
La’ in quei luoghi ho imparato ad amarmi.
Là tra le nostre montagne ho sentito per la prima volta il suo amore profondo nei miei confronti.

Lo sento tutto il suo amore!
Lo sento puro, libero da ogni paura e incertezza.
Lo sento forte che batte attraverso il suo petto
Lo sento ogni notte addormentandomi tra le sue braccia.
Lo sento anche più forte quando sono spesso lontana da loro.
Lo sento quando sono impegnata al lavoro, migliaia di chilometri di distanza.
Ma soprattutto lo sento nelle lunghe notti afose di quei luoghi.

Lo sento delicato, quando mi sussurra “te amo” sull’orecchio, quando crede stia ancora dormendo.
Lo sento sicuro, quando mi dice “te amo” quando mi guarda dritto negli occhi.
Lo sento passionale, un solo suo bacio riesce a farmi perdere la concezione del tempo e dello spazio.
Lo sento primitivo tra le coperte quando il suo corpo mi desidera.

Chiudendo la porta possiamo finalmente lasciarci andare.
Possiamo amarci.
Vorrei che li sentissi tutti i segnali che io e lui ci stiamo trasmettendo.
Vorrei che sentissi quanto calore emana il suo corpo.
Lo sento invadermi in tutto il corpo e arrivare dritto al mio cuore.
Mi emoziona così tanto che mi commuove.

Sento i nostri corpi vibrare.
Sento la delicatezza di ogni suo bacio.
Sento il suo desiderio passionale che, diversamente da quello primitivo, attende i miei segnali.
Amo quando rispetta i miei tempi!
Quando succede io non riesco a resistere a quel richiamo, e ogni volta, rispondo assecondando i desideri del mio corpo.
Mi emoziono ogni volta come se fosse la nostra prima volta.
Ma come in un puzzle, ogni volta si aggiunge un’emozione in più che lo rende unico e arricchisce i nostri sentimenti.

Dimmi mamma hai mai provato tutto questo?!
Sei mai riuscita a provarlo almeno una volta!?

Una lacrima scende lungo il mio viso a questo pensiero.

Mamma!

Spero davvero che tu abbia potuto provarlo almeno una volta!
Spero che ci possa essere stato qualcuno che ti abbia amato almeno per un minuto così, come Ryo ama me e te lo abbia dimostrato!

Sento il mio corpo reagire al primo di una lunga serie di baci che questa notte riceverò da lui.
Dall’uomo che amo.

Lo ricordo come se fosse ieri il nostro primo bacio, quando per la prima volta le nostre labbra si unirono tremanti.

Quel bacio lo avevo sognato molte volte negli anni precedenti e nelle mie fantasie lo avevo immaginato più carnale e primitivo.

Il suo primo bacio fu sorprendentemente delicato e dolce.
Riuscivo perfettamente a distinguere il mio tremolio dal suo.

- Eres hermosa
(sei bellissima)

Hai preso i lineamenti dolci di tua madre! -

Il mio volto si riga di lacrime!
Questa sera non si fermano ed io non le voglio fermare!

Come avrei voluto mamma che tu avessi potuto avere a fianco a te un uomo così.
Un uomo che ti amasse mamma!

Mentre mi abbandono tra le sue carezze e i suoi abbracci, ti penso e sento crescere in me una sofferenza infinita a pensare alla tua solitudine.

Non riesco nemmeno ad immaginare una vita senza l’amore!
Non riesco ad immaginare una vita senza poterla condividere con qualcuno.
Con la persona che si ama.

Non riesco nemmeno ad immaginare come ci si possa sentire ad essere soli.
Completamente soli!

Io sola davvero sola non lo sono mai stata.
Ho vissuto la mia vita prima con mio fratello Hideyuki e poi con Ryo.
Ma lui no!

Ryo ha provato su pelle cosa significa essere completamente soli mamma!
E’ diventato orfano quando era piccolino.
Ha vissuto la sua vita con un uomo. 
Un soldato che nonostante tutto ha avuto pietà di quel bambino disperso nella foresta.
Lo ha accolto e lo ha cresciuto come meglio poteva nei campi di battaglia.
Gli ha insegnato quello che meglio lui stesso sapeva fare. Sopravvivere.
Dormire con un occhio aperto ed uno chiuso e con il dito sempre appoggiato sul grilletto.
Quell’uomo non poteva fare altro mamma. Anche quello è amore?!

Rabbrividisco e il mio sorriso di spegne per qualche secondo.
In quei luoghi non c’era amore.
Non ce ne era il tempo, tutte le forze e le attenzioni erano indirizzate alla sopravvivenza.
In quei luoghi di guerriglia, sin da bambino ha imparato che l’unica persona di cui si poteva fidare era solo e soltanto se stesso!

Io tutto questo mamma lo posso solo immaginare.
Ma Tu mamma? Credo che tu hai provato questa sensazione con quell’uomo.
Dovevi difenderti e … difenderci da lui!

Oh mamma!

Solo Ryo lo può capire!
Solo lui ti può capire fino in fondo mamma!

Altri sassolini salgono dal mio cuore ed escono senza che me ne accorga dai miei occhi.

Vedo la sua mano avvicinarsi al tuo ritratto lo appoggia delicatamente sulla scrivania in modo da coprire la tua figura

Capisco il motivo di questo gesto.
Voglio quindi darti la buona notte mamma!
Voglio rispettare il suo desiderio.
E’ giusto così e credo che tu lo sappia più di me.

Grazie di essere stata con me fino ad ora.
Grazie per avermi ascoltato mamma

Grazie.
 

***************************************************************************

Vedo, attraverso lo specchio, la mia nudità.
Questo mi mette lievemente a disagio e tu lo sai bene Ryo.
Sai che ho rifiutato per molti anni il mio corpo eppure con tutto te stesso stai cercando di amarlo.
E lo fai anche per me.

In questi anni sei riuscito a cambiare il mio rapporto con esso.

Lo hai trattato come se fosse il tuo tesoro più prezioso.
Lo hai trattato con cura e delicatezza più di quanto facessi io.
Lo hai amato molto più di quanto lo abbia amato io.

Mi guardo allo specchio abituandomi a questa visione.
Mi osservo con attenzione come non avevo mai fatto prima.

Lo faccio senza pudore e finalmente nel mio viso compare un sorriso.
Mi guardo e non mi vergogno del mio corpo.
Mi guardo apprezzandone i lineamenti.
Gli stessi che tu in questo momento stai baciando con tanta passione che mi fa sussultare.

Mi volto verso di te.
Ti prendo la mano ti sorrido sentendomi finalmente libera di amarmi.
Ti bacio delicatamente sul petto proprio al centro del tuo cuore per poi posare l’orecchio per ascoltarlo.

Entrambi i nostri corpi ora reagiscono al contatto a pelle.
Sento crescere in me il desiderio di unirmi a te.
Percepisco che tale sensazione è anche dentro di te.

Adoro questi momenti in cui le tue mani, non hanno fretta, sebbene il tuo corpo risponda chiaramente ai segnali del richiamo primordiale.

Abbiamo tutta la notte da dedicare ai nostri sentimenti.

Mi guardi al chiaro della candela ed io te lo concedo.
Ci sono voluti anni perché ciò accadesse ma tu pazientemente hai atteso capendo che avevo bisogno di tempo.

Tempo per dimenticare.
Tempo per perdonare.

Gracias!

Ti guardo accettando il tuo corpo e accogliendolo senza nessuna paura.

E’ l’alba quando mi addormento tra le tue braccia con il sorriso tra le labbra e il cuore più leggero.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Dream ***


Questo abbraccio è così caldo, così diverso da quello di Ryo e così…

- Scusami! -

I miei pensieri vengono interrotti da una voce femminile.
Il timbro è molto simile al mio, ma allo stesso tempo è così diverso.

- Scusami! -

La voce trema.
Sono seduta sulle rive di quel lago dalle acque immobili, credevo di essere sola.
Sento una presenza dietro di me, in piedi.
Mi spaventa.
Ho capito chi sei!

Là tra quelle montagne, dove io sono solo Kaori.
Là dove mi sento in pace con me stessa.
Là mi sembra quasi di essere in paradiso.
Ecco forse perché proprio là, nei miei sogni, riesco a ritrovarti… mamma!

- Scusami! -

Mi dici mormorando e lo ripeti come se fossi un disco rotto.
Come se non riuscissi a dire altro.

Vorrei voltarmi, ma sono pietrificata dalla paura.
Dal senso di colpa per tutto il rancore provato nei tuoi confronti in tutti questi anni.

- Scusami! -

me lo ripeti con un tono di commozione, di rabbia e di rassegnazione.

Ti siedi dietro di me, appoggi la tua schiena alla mia.
Siamo sedute in modo tale che se una di noi volesse girarsi per vedere l’altra non lo potrebbe fare.
O meglio lo potrebbe fare solo se ci girassimo contemporaneamente.
Solo se entrambe lo volessimo.

- Scusami per non essere stata la mamma che avresti voluto!
Scusami per non essere riuscita a lottare per te.
Scusami! -

Sono tutte parole che avrei sempre voluto sentirti pronunciare, non sai da quanto tempo l’ho desiderato!

Conoscevo i tuoi sentimenti, attraverso i racconti di mia sorella Sayuri.
Quella che hai visto crescere fino a diventare donna!
Ma è la prima volta che li ascolto attraverso le tue labbra.

Il mio corpo si irrigidisce e la tua ferita nel mio cuore reagisce.
Faccio fatica ad accettare il fatto che tu per tutti questi anni, anche se mi hai tanto cercato, non sia riuscita a trovarmi.
Non riesco a perdonarti mamma!

Perchè non mi hai trovato mamma perché?!
Mi sono sentita abbandonata mamma!

Sento la tua voce pronunciare una frase.
Una verità che nel mio cuore è sempre presente, ma là era rimasta fino ad ora.

- Scusami!
Non avrei mai voluto farti soffrire così.
Scusami!-

Ti giri.

Tu lo fai.
Ti giri verso di me.

Ma io rimango immobile ad osservare il lago.

Mi abbracci.

Lo fai con un tale intensità che mi sento soffocare.
Vorrei chiederti di lasciarmi ma non riesco a muovere un muscolo, nemmeno quelli che mi servono per parlare.

E’ caldo questo abbraccio, ma è così diverso da quello in cui mi avvolge spesso Ryo!
E’ questo l’abbraccio amorevole che una mamma ha per i figli?
E’ questo quello che dovrei sentire abbracciando a Milagros e Hideyuki?

Mi rendo conto che ancora oggi non sono ancora in grado di amare in questo modo i miei figli.
Li temo ancora molto!
Ma ricevere questo abbraccio mi da la speranza che anche io un giorno potrei provare qualcosa di così profondo per loro.
Come vorrei riuscire ad abbracciare così!
Come fai tu!
Come fa Ryo!
Perchè lui ci riesce ed io no?!

Ohh! Se solo non ne avessi così paura… se solo...

Altre lacrime escono dal mio corpo e mi rigano il volto.

Sopra di noi una bellissima aurora boreale si forma tra le stelle.
Si rispecchia sul lago, facendomi sentire leggera, così leggera che il mio corpo si alza.

Il tuo abbraccio non riesce a trattenermi.
Apri le braccia lasciandomi libera di andare.
Mi sento così leggera, così libera.

Il tuo abbraccio mi imprigionava Mamma!

Un brivido mi scorre lungo la schiena.

Sto fluttuando a qualche metro di altezza dal centro del lago quando capisco il perché tu non riesci a raggiungermi.

E’ il tuo cuore appesantito, da tanti sassolini che devono essere pesanti come macigni.
E’ il tuo corpo che non ti fa alzare da terra.

Mi rendo conto che sono le tue braccia che si sono aperte per permettermi di arrivare fino a qui.
Sono le tue braccia che mi hanno lasciata andare!

Sei tu che mi hai voluto rendere libera di percorrere una strada che speravi migliore di quella che tu mi potevi offrire!

Vorrei dirti una parola che mi esce proprio dal cuore.

G…”

Non ne ho il tempo.
Il mio corpo cade e la mia anima con esso. Si tuffano nel lago.

In quell’istante, quando vengo sommersa dalle sue acque, mi sveglio di soprassalto.
Non riesco più a sentire la tua presenza.
Ho paura di averti lasciata là sulle sponde di quel lago.

Mamma….

Sento il mio cuore battere velocissimo e la tua cicatrice pulsare, ma non è come le altre volte.
La fitta provocata da quella ferita mi scuote, ma per la prima volta sento uscire sensazioni positive.
La sento calda e viva.

- Stai bene? -

Tu non ci sei mamma, ma c’è lui.
Dopo avermi lasciata sola così a lungo adesso è sempre presente nei momenti difficili

Il suo tono è così teso e preoccupato per causa mia, proprio come quel giorno in cui ho rischiato di morire.

Sono passati sette anni.

Non mi sono mai pentita di aver preso quell’aereo per andare in Honduras.
Ho lavorato così tanto per quel progetto, quando il presidente della mia azienda mi ha chiesto di partire non ci volevo credere.

Qualcuno stava credendo ciecamente nelle mie capacità!
Qualcuno si fidava di me al 100%!

Ora anche Ryo lo fa, ma prima di lasciarlo credevo che non lo facesse, ma mi andava bene così.

Lo amavo così tanto da accettare il fatto che non riuscisse a fidarsi completamente di me.
Avrei fatto di tutto per lui.

Lui che aveva sofferto così tanto.
Lui che non aveva nessuno se non me.
Lui che aveva bisogno di qualcuno che si prendesse cura di lui.

Mi rendeva felice anche solo preparargli la cena.
Mi rendeva felice fare qualsiasi cosa per lui, anche se lui non lo apprezzava!
O almeno era quello che credevo...

Chissà com’era la tua vita con quell’uomo mamma!
Lo amavi così tanto mamma?!
Tanto da sacrificarti per lui?
Da amarlo anche se ti trattava male?

Rabbrividisco al solo pensiero.

Lo avrei fatto anche io?!
Avrei amato Ryo anche se non avessi sentito in lui nessun amore nei miei confronti?
Lo avrei fatto?

Io non lo so. Io non lo so davvero!
Io lo amo così tanto che forse ….

Di una cosa sono sicura però mamma, e su questo non riesco proprio a capirti!

Me ne sarei andata se lui avesse alzato le mani su di me, o peggio sui miei figli!
Se non mi fossi sentita rispettata io me ne sarei andata!
Se mi fossi sentita prigioniera io me ne sarei andata!
E… l’ho fatto mamma!
Io L’ho fatto!

Ma io non sono te vero mamma?
E Ryo non è quell’uomo, quello che io non riesco a chiamare padre.

Quell’uomo ti ha mai amato mamma?!
Lo ha mai fatto?!
Me lo sono sempre chiesta mamma!
Come hai fatto ad amare un uomo che non ti ha mai amato mamma come hai potuto?!

Ryo invece mi ama così tanto.
E mi amava anche quando l’ho lasciato!
All’epoca non lo avevo capito.
Non avevo capito che anche lui stava combattendo i suoi fantasmi del passato per riuscire ad amarmi!

Credevo non mi capisse che fossi un peso per lui!
Credevo non si fidasse di me!

Ho provato molto rancore quando ho capito che aveva manomesso la pistola di mio fratello.
Per molti anni mi sono spesso domandata perché non avesse voluto insegnarmi a sparare.
Per molti anni mi sono spesso domandata perché non si fidassi di me, perché non mi avesse mai permesso di coprirgli le spalle.

Solo ora ho capito che quella era una delle sue tante dimostrazioni di affetto e amore nei miei confronti.
Mi stava proteggendo mamma!
Mi stava proteggendo dal dolore di dover sparare e magari ammazzare qualcuno!
Mi stava proteggendo da quella sofferenza che forse io ancora adesso non sono pronta a provare!

Ma io lo amo mamma lo amo e per lui sono pronta ad uccidere!
Per salvarlo ucciderei chiunque volesse fargli del male!
E lui lo sa!
Lo ha sempre saputo, per questo ha cercato per anni di salvarmi!

A quei ricordi il mio cuore vibra lasciando che il mio corpo esprima il ricordo di quella rabbia che provavo nei suoi confronti.

Non riesco ancora a percepirti mamma, forse è meglio così.
I ricordi mi hanno riportato alla mente i rancori e i timori che avevo nei suoi riguardi.
Questo aspetto dell’amore non voglio ricordartelo.
Chissà quanto ne hai avuto tu nei confronti di quell’uomo.

Percepisco una vibrazione diversa provenire da lui.

Lo sento reagire a tutto questo.
Si sente respinto e il suo abbraccio nei miei confronti si sta sciogliendo.
Si allontana per cercare di capire cosa possa aver provocato questo conflitto dentro di me.

Silenziosamente si dirige verso il bagno , sento l’acqua della doccia aprirsi.

Come è difficile interpretare l’amore!
Come non avevo capito lui, non avevo capito te mamma!
Non avevo capito perché mi avessi lasciato andare.

Non lo avevo capito nove anni fa quando ancora ti odiavo per avermi abbandonata!
Non lo avevo capito otto anni fa quando ho pianto abbracciando il mio “nulla”.

Otto anni fa ho capito cosa hai provato in quella camera.
Sola!
Quando urlante stavo partorendo il mio “nulla”.
Quattro anni fa ho rivissuto tutto quanto, ma tra le braccia avevo Hideyuki e in quell’istante ho capito cosa avevi provato per me.

Ci sono voluti quasi cinque anni per capire quanto tu mi abbia amato, mamma!.

Cerco di reagire ai ricordi e alle emozioni che mi stanno trascinando via da quel periodo.
Cerco con lo sguardo la tua foto, ma è ancora nascosta.
Mi alzo e tremante la sistemo in modo che io possa rivedere il tuo volto.

Solo ora mi rendo conto mamma quanto io e te in realtà siamo diverse.
Io sola, davvero sola non mi sono mai sentita mamma!

Anche in quei due anni cinque mesi e tre giorni in cui eravamo distanti, nonostante tutto, sapevo che lui mi stava pensando.
Nel bene e nel male lo stava facendo.
Era tormentato quanto lo ero io!
Forse ancora di più perché non conosceva la mia sofferenza.

Quella sofferenza che avrei tanto voluto raccontargli nove anni fa!

- Perchè mi hai detto “no” Ryo perché!? -

mormoro a bassa voce non accorgendomi che lui è dietro di me ancora con i capelli bagnati.
Ha solo un asciugamano che gli avvolge il bacino.

- Perchè avevo paura! -

Tremo nel sentire queste parole.
Lo avevo sempre sospettato ma sentirmelo dire mi provoca fortissime emozioni.

- Avevo paura di cosa volessi chiedermi! Scusami per non averti ascoltata -

Sono così stanca di piangere!
Spero che queste lacrime che in questi giorni continuano ad uscire siano le ultime.

Provo ad accennare un sorriso ma è ancora troppo presto.
Ci sono ancora dei sassolini che non sono usciti.

Mi volto verso di lui sapendo che voltandomi troverò i suoi occhi.
Lui è sempre lì che mi aspetta.

Lo ha sempre fatto!
Lo amo così tanto mamma!

Ci abbracciamo mentre ancora in casa c’è silenzio.
E’ ancora presto.
Stanno ancora dormendo tutti.
Possiamo concederci ancora qualche ora per noi.

Solo io e lui.

Solo Ryo e Kaori.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Silence ***


E’ così silenziosa la casa a quest’ora del mattino!
Stanno ancora tutti dormendo perfino lui si è riaddormentato.

E’ tutto così silenzioso.

Mi alzo cercando di fare il meno rumore possibile.
Non voglio svegliarlo.
Voglio godermi questi momenti solamente in compagnia dei miei pensieri più intimi.
In silenzio!

Solo così riesco ad ascoltare il mio respiro e il battito del mio cuore.
Forse tra questi silenzi potrò riuscire nuovamente a percepire la tua presenza, mamma!
Amo questi momenti solamente da quando ho fatto pace con me stessa!

Negli anni passati questi silenzi mi hanno fatto molto soffrire!

Erano pesanti troppo pesanti!
Erano silenziosi troppo silenziosi!

Dentro i miei silenzi mi sono sentita così sola!
Sola, perché nessuno li ha mai interrotti quei silenzi!
Nessuno mi è venuto a cercare!

Non lo ha fatto Hideyuki.
Ha assunto il ruolo di padre troppo giovane.
Aveva paura!

Ero solo una ragazzina quando ci siamo ritrovati soli io e lui.
Quando sono cresciuta, non era pronto ad accettare la mia voglia di indipendenza.
Per proteggermi ha racchiuso nel suo cuore tutte le sue preoccupazioni.
Ha cercato di nascondere tutto questo con un sorriso forzato, ma i suoi occhi avevano sempre un velo di tristezza.
Solo ora mi rendo conto che lo ha fatto per proteggermi.
Mi amava come un fratello, ma il risultato è che mi ha lasciato sola!
Sola nei miei silenzi!

Non lo hanno fatto nemmeno quelli che credevo amici.
Io ci sono stata per Eriko quando ha perso suo marito.
Io le sono stata accanto!
Io ci sono stata per Miki quando è venuta a confidarmi i suoi pensieri più intimi.
Io l’ho ascoltata!
Io ci sono stata per Mick quando era sotto l’effetto della polvere degli angeli.
Io ho creduto in lui! Anche quando mi stava stringendo il collo!

Io per tutti loro ci sono sempre stata!
E fino a quando ho fatto parte del duo City Hunter loro ci sono stati anche per me.
E’ bastato che io lo lasciassi, che lasciassi City Hunter per scatenare il silenzio tra noi?!
Loro sono rimasti per lui, per Ryo!
Nessuno invece è venuto a cercare me!
Nessuno ha pensato che anche io potessi soffrire?
Mi hanno lasciato sola nei miei silenzi!

Un anno!
Ci è voluto un anno perché qualcuno si degnasse di cercarmi.
In un anno sono cambiata così tanto che lei, Miki, non era pronta alla nuova Kaori!
Ero cambiata e lei, tutti loro, non erano pronti per questo cambiamento!

Non lo era soprattutto Ryo.
Non avrebbe avuto la forza di accettare il fatto che non fossi più una donna da proteggere!
Perchè nella vita solo quello aveva imparato a fare. Proteggere le persone!
E’ cresciuto nei campi di battaglia dove la sopravvivenza era necessaria, non solo per se stesso ma anche per i compagni.
Era l’unica cosa che gli aveva insegnato colui che lo aveva cresciuto come un figlio.
Al tempo credeva che, solo se fosse riuscito a proteggermi, avrebbe potuto amarmi.
Ma non era così, lui aveva paura! Paura di perdermi.
Alla fine, è accaduto quello che temeva di più!
L’ho abbandonato, l’ho lasciato solo nei suoi silenzi!
Ma lui... solo, non riusciva più a stare.

Aveva troppi ricordi dolorosi ancora presenti nella sua memoria.
Non ce l’ha fatta!
Nemmeno l’amore è riuscito a vincere la sua paura più grande.
Rimanere solo! Questa sensazione lo ha accompagnato per molto tempo. Troppo!
Era rimasto solo fino a quando non ha incontrato mio fratello. Fino a quando non ha incontrato me!
Con me ed Hideyuki ha capito e soprattutto imparato cosa significasse non essere più… solo!

La sera però in quell’appartamento lui era solo!
E “solo” lui mamma non voleva più rimanere.
Usciva tutte le notti e le passava a bere nei locali e ad intrufolarsi sotto le lenzuola della sconosciuta di turno.

Sono stata così gelosa di lui quando eravamo solo colleghi nel lavoro.
Quando credevo non si accorgesse di me.

Sono stata doppiamente gelosa quando ho scoperto che aveva ripreso questa abitudine dopo che lo avevo lasciato. In quei due anni cinque mesi e tre giorni!

Non mi ero resa conto della sua paura di rimanere solo!

Poi è arrivata Genny.
Lei era diversa. Diversa da tutte le altre donne che erano senza nome!
Lei era “Genny” era quella che credevo avesse preso il mio posto!
Mi sono resa conto che non era così solamente dopo averla vista!
Lei non poteva essere me.
Lei non parlava la nostra lingua.
Lei rappresentava ciò di cui Ryo in quel momento aveva bisogno!
Lui non aveva bisogno di una donna con cui confrontarsi.
Lui aveva bisogno di una donna che non mettesse a repentaglio i suoi segreti.
Una donna che non indagasse dentro il suo cuore.
Lui aveva paura mamma!
Lui aveva paura di amare davvero!
Lui aveva paura di me!

Ma come poteva, mamma!
Come poteva amare me se non riusciva ad amare se stesso?
Come potevo pretendere che in quei due anni cinque mesi e tre giorni riuscisse a sentire i miei silenzi?
Come potevo sperare che riuscisse a capirmi se io stessa non riuscivo a farlo?

Una notte ho deciso di parlare e di spezzare il mio silenzio, stavo lanciando un grido d’aiuto!
Ma lui mi ha fermato ancora prima che io iniziassi.
Quella notte, quella difficile notte, mi sono sentita sola, tanto sola!
Quella notte lui non mi ha voluta ascoltare.
Come pensi che abbia potuto sentirmi mamma?!

Forse tu lo sai anche fin troppo bene!
Quante grida di aiuto silenziose ci sono state segretamente nascoste dentro di te?!
Quella notte mi sono sentita rifiutata e non capita!
Lui mi abbracciava e mi asciugava gli occhi con amore.
Ma non aveva capito che non era quello di cui avevo bisogno.
Non aveva capito che anche io quella notte ero spaventata.
Lo ero più di quanto lui stesso potesse immaginare.
Lui lo aveva intuito, ma mi ha detto “no”!
Perchè!?
Perchè mi ha lasciato nella mia paura perché!?

Anche se mi amava, mi ha lasciato soffrire in silenzio!
Come ha fatto Hideyuki …. e come hai fatto tu mamma!

I tuoi silenzi sono quelli peggiori mamma!
Quando ho scoperto la tua esistenza era troppo tardi mamma, tu avevi già lasciato questa terra!
Come hai potuto!?

Mamma! Sayuri mi ha trovato dopo un anno di ricerche.
Un solo anno… Mamma e tu?!
Volevi davvero cercarmi mamma?!
Me lo continuo a domandare, da quel giorno, da quando ho scoperto di avere una sorella!

Hai lasciato che quel silenzio di sofferenze mi accompagnasse per tutta la vita!

Per tutta la vita mi sono sentita sola!
Mi sono sentita sola da sempre senza saperne il vero motivo!

Quanti anni ho passato a soffrire per quei pesanti, pesantissimi silenzi.
Quanto ho pianto per essi.
E quanto spesso piango ancora a causa loro.

Non li ho mai sopportati quei silenzi.
Quei silenzi mi facevano sentire sola.

A Kyoto mi sono sentita sola come mai mi era successo nella mia vita.

Kyoto, il luogo dove avevo scelto di vivere in quei due anni cinque mesi e tre giorni di separazione da lui.
Dall’uomo che amavo e che amo con tutto il cuore ogni giorno di più.

A Kyoto c’era tanto silenzio, troppo!
Quella città era piena del mio silenzio.
Quel silenzio che io stessa non volevo ascoltare.

Era piena del silenzio del mio nulla.
Il mio nulla che speravo, invece, con tutto il cuore di ascoltare!
Ma ne avevo paura, lo temevo e lo odiavo allo stesso tempo.
Mi sentivo così vuota come mai non lo ero stato fino a quel momento.

A Kyoto là nei miei silenzi c’era Satoru!
Satoru in silenzio ascoltava e in silenzio capiva!

Spesso mi sono domandata perché lui mi capisse così tanto bene.
Perchè lui mi stesse ascoltando e voi no!

Satoru mi ha accolto quando ero disperata.
Mi ha offerto la sua casa e una spalla su cui piangere.
Satoru mi ha offerto quello che io per tanto tempo credevo di cercare.
Avevo solamente bisogno di qualcuno che mi ascoltasse!

A Kyoto ho imparato un nuovo modo di amare e voler bene.
A Kyoto ho capito perché Satoru lo faceva e voi no!
A Kyoto ho capito perchè solo con Satoru mi sono permessa di dar voce ai miei silenzi!

Satoru non era Hideyuki, non era il mio fratellone.
Non era colui che mi ha cresciuta con tanti sacrifici.

Satoru non era Ryo: l’uomo che aveva passato la sua vita imprigionato nei suoi silenzi.
Non era l’uomo che amavo.
Non era l’uomo che temevo di far soffrire per paura che si allontanasse da me.

Satoru non era te.
Non era la donna con la quale non ho mai potuto avere un confronto.
La donna che temevo più di tutte.
Non era te, mamma!

Satoru non era tutti voi.
Lui era uno sconosciuto per me.
Eppure io ho preferito confidarmi con lui piuttosto che con voi.

A lui potevo permettermi di aprire il mio cuore.
Potevo farlo perché con lui potevo commettere qualche errore.

Se avessi confessato ad Hideyuki i miei timori lo avrei fatto soffrire.
Se avessi confessato a Ryo le mie paure lo avrei solo allontanato da me.
Se avessi confessato i miei silenzi a te avrei vomitato tutta la rabbia che avevo nei tuoi confronti.
Se lo avessi fatto in quel periodo sarebbe uscito il peggio di me.

Ero così arrabbiata con Hideyuki perché mi aveva lasciata sola.
Ero così arrabbiata perchè non mi aveva mai confessato di non essere il mio vero fratello.
Ero così arrabbiata con Ryo.
Ero così arrabbiata della sua paura di amarmi da non accorgermi che ero io quella che aveva paura di farlo!
Ero così arrabbiata con te.
Ti ritenevo responsabile di tutto ciò che mi stava accadendo.

Era ed è tuttora colpa tua mamma se ho paura di essere io stessa una mamma!
Era colpa tua se avevo paura dei miei sentimenti verso Ryo!
Era colpa tua se sono fuggita da lui!
Si mamma all’epoca ero certa che la colpa fosse tutta di chi mi aveva abbandonata.

Se avessi parlato a voi sarebbe uscito questo e solo questo!

Con Satoru però è stato diverso.

Sarà stato perché è un avvocato.
Forse è per questo che è così abile ad ascoltare.
Sarà stato perché lui tra tutti era quello meno coinvolto.
Con lui mi sentivo più libera di farlo.

Ho lasciato che il mio cuore si aprisse a lui.
Ho lasciato che i miei silenzi arrivassero fino a lui.
Ho lasciato che lui ascoltasse.
Ascoltasse il mio cuore.
Ho lasciato uscire ciò che dentro non riusciva più a stare.

Lui era un uomo che non aveva un passato difficile alle spalle.
Lui era semplice, con una vita semplice.
Ed io non avevo paura di sconvolgere questo tipo di uomo.
Un avvocato che si occupa di diritti umani, per giunta!
No, non avevo paura di farlo soffrire!

L’ho fatto per più di un anno.
Fino a quando mi sono resa conto che si stava innamorando di me.

E’ bastato un bacio per rompere quel dialogo tra noi due.
Quei momenti in cui esprimevo il mio dolore anche rimanendo in silenzio.
Ricordo quel momento come fosse ieri.
L’amore nei miei confronti glielo leggevo negli occhi.
Il disagio che ho provato.
Il disagio che ho visto nei suoi occhi quando l’ho respinto.
E successivamente il silenzio che è iniziato tra di noi!
Non è servita nemmeno una pianta che, con tanto affetto, lui mi aveva regalato per chiedermi scusa.
Non è bastata per farmi riconquistare la fiducia in lui.
Non riuscivo più a stargli accanto e come con Ryo, sono fuggita da lui.
Mi sono trasferita perché non riuscivo più ad accettare quel silenzio di imbarazzo che si era creato tra di noi.

Ho avuto paura!
Ho avuto paura di un bacio.
Ho avuto paura di un semplice gesto d’amore
Ho avuto paura dell’amore!

Ho avuto paura!
Mi sono resa conto che stavo fuggendo dall’amore!
Stavo fuggendo da quel sentimento da cui invece speravo con tutto il cuore invece di essere salvata!
Ma l’uomo che stavo aspettando non era lui.
Ne ho avuto la certezza quando Satoru ha appoggiato le sue labbra sulle mie.

Ero così convinta che Satoru potesse aiutarmi a dimenticare Ryo che, per un secondo ci ho creduto disperatamente.
Credevo fosse lui l’uomo perfetto per me.
Invece lui mi ha solo aiutato a capire quanto amassi Ryo.

Fu in quel momento, quando iniziai a smettere di confidarmi con lui, che ho capito che i silenzi che tanto odiavo non erano dovuti a voi.
Dipendevano da me! Solo e soltanto da me!

Così ho imparato a convivere con i miei silenzi.
Cambiandoli e trasformandomi

In silenzio ho iniziato a cambiare.
In silenzio ho imparato a credere in me.
In silenzio ho imparato ad essere indipendente.
In silenzio ho imparato a vivere da sola.
In silenzio sono cresciuta e sono diventata la donna che sono ora.
In silenzio ho imparato a capirmi e ad ascoltarmi.

Sì mamma!
Il silenzio, può diventare un modo per dialogare.
In silenzio io e te stiamo parlando.

A Kyoto ho trasformato il silenzio solitario in un silenzio amico.
Un silenzio che ricerco quando ho bisogno di ritrovare me stessa.

Un silenzio che cerco ogni volta che voglio parlare con te.

A Kyoto ero pronta a dire addio per sempre a Ryo perché temevo che lui invece non accettasse il mio cambiamento.

Improvvisamente sento il mio cuore battere e la tua ferita vibrare.

Ero pronta a dire addio ...

le parole ancora rimbombano nella mia mente..

- Mamma!? -

mormoro sussurrando e rompendo il silenzio.

Possibile che tu mamma !
Possibile che tu fossi pronta a dirmi addio?!
Possibile che inconsciamente non volessi trovarmi sperando che io vivessi una vita migliore di quella che tu mi avresti potuto offrire?!
Possibile che tu fossi stata pronta per “dirmi addio”?!
Possibile che tu avessi paura che io ti rifiutassi?!

- Avevi paura mamma?! -

La ferita reagisce, una fitta mi costringe a portare la mano al petto.

- Mamma!? -

Hai passato un’intera vita a cercarmi, ma la tua paura ti ha impedito di trovarmi?!

Come Ryo eri sola!
Sola quanto lui!

Come Ryo avevi paura!
Forse avevi più paura di lui!

Accanto a te c’era Sayuri, ma l’amavi troppo per confidarti con lei!
Se solo mamma…
Se solo ….

- Stai bene? -

I miei pensieri vengono distratti dalla sua voce.
Da colui che è cambiato così tanto per me.
Ha combattuto i suoi fantasmi.
Ha affrontato le sue paure, anche quelle più intime.
E’ cambiato e, prima di me, ha capito che non ci poteva riuscire da solo.
Lo ha capito con Hana.
L’ha incontrata quando ormai i suoi silenzi erano troppo assordanti per rimanere silenziosi.
Con lei si è confidato, proprio come io ho fatto con Satoru.

- Sì -

mormoro rendendomi finalmente conto che questo “sì” è sincero.
Ora l’ho capito anche io!

- Sì. Sto bene. -

Sento il mio cuore alleggerirsi dei miei sassolini, mentre le lacrime scendono.

Si avvicina in silenzio e mi abbraccia.
Mi sta trasmettendo tutto il suo calore, tutto il suo amore!
E lo fa in silenzio!

Adoro questi momenti di silenzio mamma!
Adoro quando i silenzi si trasformano in un dialogo silenzioso!
Quello che abbiamo io e te!
Quello che ora riusciamo ad avere anche io e lui!

In questi istanti apro il mio cuore e lascio che tutte queste sensazioni entrino dentro di me.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Il Sorriso Dentro il Pianto ***


La casa è ancora avvolta nel silenzio quando usciamo dalla nostra camera.
Attraversiamo il corridoio mano nella mano.
In silenzio!
La giornata, a nostro malgrado, deve iniziare.

Siamo sulla soglia della cucina quando iniziamo a sentire i primi movimenti.

Provengono dalla camera dei bambini.

Il silenzio si è spezzato!

Sorrido riconoscendo i passi “silenziosi” di Milagros.
E’ così “aggraziata” e “delicata” che sveglierebbe anche un orso in letargo.
E’ come un uragano!
Come quello che l’ha graziata!

Sorrido pensando all’accoppiata Milagros e Mia.
L’uragano e il terremoto!
Le due insieme fanno un vero disastro.
E’ per questo che spesso Ryo e Kazue decidono di incontrarsi fuori casa.
Vogliono evitare di dover riordinare per un intera settimana.

Oh mamma come vorrei.
Come vorrei poterle vedere ora giocare!
Ho cercato ogni scusa immaginabile per non dover stare sola con loro!
Per non doverle accompagnare a giocare, proprio per evitare il disagio!
Il disagio provocato dallo scompiglio che avrebbero causato attorno a loro.
Il disagio di dare spiegazioni al parco agli adulti!
Il disagio di dover alzare la voce con loro!

Si perché mamma io non sono mai riuscita a rimproverare i miei figli!
Non l’ho mai fatto.
Ho sempre lasciato questo compito al vero genitore.
A Ryo!

Ora me ne vergogno rendendomi conto che non l’ho fatto per paura!
Per paura di un confronto!
Per paura di scoprire di non esserne capace!
Per paura di essere derisa da loro. Dai bambini!
Non lo avrei mai potuto accettare!

Ora invece sorrido.

C’è un corridoio che ci separa.

Mi meraviglio!
Per la prima volta, con tutto questo fracasso…
Per la prima volta riesco a sentirli…
Per la prima volta sento i passi “silenziosi” di Hideyuki!

L’ho sempre saputo!
Ryo me lo ha sempre detto che sono diversi.
Sono come il giorno e la notte!

Ma per la prima volta mamma..
Per la prima volta lo percepisco e lo avverto anche io.

Ascolto i miei figli come se li conoscessi per la prima volta!

Sorrido!

Mi giro sorridendo verso Ryo che mi sorride a sua volta.

Vederlo sorridere mi emoziona come il primo giorno.
Quando ho visto per la prima volta quel suo sorriso.
Non è quello che forzato che rivolge quando vuole stuzzicare il suo interlocutore.
Non è quello sicuro che usa quando impugna la sua magnum e la punta contro il bersaglio.
Non è quello che rivolge a me, quando vuole esprimere il suo amore nei miei confronti!

Quello che in questo momento è immortalato nel suo viso ha una dolcezza diversa, un amore diverso.
E’ quel sorriso che per la prima volta ha rivolto a Mia.
E’ quel sorriso che ogni giorno, da quando Milagros è entrata a far parte della nostra vita, rivolge a lei e a Hideyuki.
E’ il sorriso che un padre rivolge al proprio figlio!

I nostri occhi per la prima volta sembrano parlare la stessa lingua.
Anche i miei occhi stanno sorridendo e solo ora mamma me ne rendo conto!
Sto sorridendo anche io!
Lo faccio per la prima volta!
Sto sorridendo per la prima volta.
Sto sorridendo con la stessa dolcezza che Ryo ha in questo momento!
Sto sorridendo pensando a loro!
Ai miei figli!

Mi emoziono.
Sento per la prima volta di far parte di questa famiglia.

Famiglia!

Faccio ancora tanta fatica a pronunciare questa parole.
Ho avuto così paura di sentirmi parte di una famiglia!
Ho avuto così tanta paura che mi facessero soffrire come tu hai fatto soffrire me, che inconsciamente li ho allontanati.

A loro ho riservato l’unico silenzio che non sono riuscita a trasformare.

La paura!
La paura di essere una famiglia.
La paura e la rabbia nei tuoi confronti mamma.
La paura di essere abbandonata anche da loro.
Da coloro che io amo così tanto.

Ci sono ancora molti silenzi tra di noi:

I silenzi non detti nelle telefonate.
Parole rimaste imprigionate nelle mie labbra: “ti voglio bene”, “mi manchi”, “non vedo l’ora di vederti.”

I silenzi non detti prima di partire per i viaggi.
Quelle parole che i miei figli avrebbero voluto sentirmi dire:
“Vi voglio bene mi mancherete.”

Loro.
Sì loro me lo dicevano, ma io rispondevo … io rispondevo solamente...
Rispondevo con un brevissimo “anche io”.

Mamma non è la stessa cosa vero?
Non è la stessa cosa!
Non è la stessa cosa di “ti voglio bene”!
Le emozioni che si percepiscono quando qualcuno te lo dice sono così diverse.
Diverse perché provengono dal cuore!

Ed io i miei “vi voglio bene”, “vi amo”, li ho tenuti spesso gelosamente nascosti spesso dentro di me.
Riuscivo a dire quelle parole solo in occasioni speciali.
Ai loro compleanni, le uniche volte in cui sembrava che mi ricordassi di avere dei figli.

In quelle occasioni cercavo di essere sempre presente.
Sì, perché ai compleanni non si dovrebbe mai stare da soli.
Non si dovrebbe mai provare quello che io ho provato quel giorno, quando ho perso Hideyuki.
Quel triste giorno, non avevo perso solo un fratello.
Era l’unico che credevo mi volesse bene.
Era il mio unico punto di riferimento.

Sono sicura che loro lo riescano a percepire questo silenzio.
Sono sicura che hanno percepito quanto io sia distante da loro.
Nonostante Ryo cerchi di compensare tutto questo, sento che i miei figli lo percepiscano.
Eppure...

Loro non li hanno mai giudicati questi miei silenzi.
Loro non mi hanno mai chiesto perché viaggio tanto spesso.
Loro non mi hanno mai chiesto niente.
Ogni volta che torno a casa mi accolgono a braccia aperte.
 

Questo mi fa sentire ancora peggio!
Loro lo hanno capito prima di me.
Loro sono così piccoli eppure… loro … loro lo hanno capito mentre io no!
Loro si sono resi conto delle mie paure e le rispettano!
Loro si sono resi conto quanto sia così semplice amare!
Loro mi aspettano...
Aspettano che io sia pronta!

Un brivido mi scorre lungo la schiena!

“Buenos dias mamà!
Buoenos dias papà!”

Dicono in coro con un sorrisone che mi fa commuovere.
Il loro sorriso è così gioioso, così vivo!

“Buenos dias mis amores”

Sorrido aprendo le braccia.
Le apro per la prima volta.
Con le braccia aperte mi sento molto più libera!
Più leggera!

Sorrido!
Sorrido nuovamente ricambiando la dolcezza!
Sono felice?!
Mamma è questa la felicità!?

I loro occhi sono stupiti.
E’ la prima volta che mi rivolgo così a loro.

La prima ad essere stupita sono io.
Continuo a sorridere!

Sento le lacrime formarsi negli angoli più nascosti degli occhi!
No! Non voglio piangere davanti a loro!
Non voglio che si preoccupino di me!

I due bambini mi corrono incontro e mi abbracciano!
Anche Ryo lo fa!
Per la prima volta siamo tutti e 4 uniti in un unico abbraccio!
Per la prima volta mi sento completamente travolgere da quel calore!
Da quell’emozione da cui ho sempre cercato di proteggermi!
Quel calore di cui avevo paura!

- te queremos mamá -
(ti amiamo mamma)

Mi dicono in coro.

Sento reagire il mio corpo a quelle parole.
Le stesse che mi dicono ogni mattina.
Le stesse che ho rifiutato di ascoltare ogni mattina.

Per la prima volta sento di avere il trovato il coraggio per provare ad amarli!
Voglio credere alle sue parole.
Voglio credere a quello che mi ha sempre detto dal primo giorno in cui Milagros è entrata a far parte della nostra vita!
Sei una madre migliore di quanto tu stessa pensi di essere!
Gracias! Grazie per essere la loro mamma.
Gracias! Grazie per aver accettato di sposare uno sbandato come me!
Gracias! Grazie per avermi reso padre.”

Sento i loro corpi reagire, li sento vibrare, tutti, compreso quello di Ryo!

Rimaniamo qualche secondo così in silenzio!
Lasciamo che le nostre emozioni parlino per noi!Lor
o lo fanno liberamente senza paura!

Io invece non ci riesco!
Non ci riesco ancora completamente!
Cerco di reagire trattenendole!
Mamma!
E’ così forte!
Non sono sicura di farcela questa volta!

Hideyuki è talmente euforico che mi dà un bacio sulla guancia poi si stacca dall’abbraccio e inizia a ballare intonando la canzone di “Feliz compleanos”.
Milagros mi stringe più forte, ma poi viene coinvolta da Hideyuki.
Scioglie l’abbraccio e poi inizia a ballare con lui.

Mentre i bambini stanno ballando attorno a noi!
Noi rimaniamo lì immobili nel nostro abbraccio!
Ryo mi stringe forte!

Ha capito!
Ha capito che sto provando delle forti emozione!
Ha capito che ho bisogno di lui!
Del suo amore!

Non posso credere che sia lo stesso uomo che avevo conosciuto!
Non posso credere che sia lo stesso uomo che ho dovuto lasciare perché non mi capiva!
Non mi capiva nemmeno quando gli parlavo chiaramente!

Mamma!
Come fa ad essere cambiato così tanto!
Ha trasformato il suo punto debole in un punto di forza!
Ora ha il coraggio di amarmi!
Ma soprattutto ha il coraggio di dimostrarmelo!

“Gracias!”

Gli sussurro all’orecchio con voce tremante.

Il mio cuore inizia a battere, lo fa in modo forte. In modo deciso.
Il cuore crea delle vibrazioni che si propagano.
Si propagano in tutto il corpo!
Il corpo reagisce e vibra!
Vibra come il suono che si propaga nell’universo!

Anche il suo lo fa, ma lo sta facendo con una nota diversa.
Le emozioni però che le hanno provocate sono le stesse!
Stiamo vibrando d’amore!

- Seguimi -

Mi sussurra mentre scioglie l’abbraccio e mi porge la mano in modo che io possa prenderla.

Lo vorrei fare!
Ma il mio corpo non risponde ai miei comandi.
Non reagisce!

Sento scendere lacrime!
Le sento scendere sul mio viso come un fiume in piena!
Sono incontrollabili!
Non lo vorrei fare ci sono ancora i bambini che…

Improvvisamente mi sento prendere in braccio!
E’ Ryo che ha capito che non voglio che i bambini vedano!

- La mamma oggi è proprio una birichina -

Dice sorridendo cercando di distrarli.

- non si è ancora lavata il viso la porto in bagno io -

Usciamo.

Sento il suo corpo vibrare… E’ teso!
Non ama raccontare loro frottole!
E’ preoccupato per me!

Attraversiamo il corridoio incrociando Sayuri!
Mente… mente anche a lei!
Ancora una volta ha capito che non sono pronta nemmeno per lei!
Non ora mamma!
Non ce la faccio a rivelare i miei sentimenti nemmeno a lei!
A lei che forse più di tutti mi potrebbe capire!
Ryo lo ha capito e ha rispettato i miei pensieri!

Il mio corpo reagisce lasciando liberare tutte quelle emozioni che ho sempre cercato di nascondere.

Mi rendo conto che solo lui riesce a controllare il mio corpo.
Riesce a gestirlo meglio di quanto non sia in grado di farlo io!
Lo tratta con delicatezza e dolcezza!
Lo sta amando.
Ci sta amando!

Si dirige verso il bagno.
Solo oggi mi rendo conto con quanto rispetto lo sta trattando!
Non lo stringe per bloccarlo.
Sta lasciando che il corpo continui a vibrare!

- non ti preoccupare sono qui!
Te amo -

Te amo il cuore reagisce e con esso anche il mio corpo.

Vibro!
Vibro d’amore.
Vibro rendendomi conto per la prima volta di aver fatto entrare il loro amore dentro di me.
Vibro rendendomi conto quanto avevo bisogno di sentirmelo dire.
Vibro rendendomi conto di quanto amore ha nei miei confronti.
Vibro mentre gli rispondo

- amor -

Vibro mentre le mie labbra, il mio corpo fanno uscire i miei sentimenti.
Quelli veri, quelli che tenevo racchiusi dentro di me.

Vibro mamma!
Vibro come non avevo mai fatto in vita mia!

Lascio che lui si prenda completamente cura di me!
Lo lascio fare perché mi fido di lui!
Non è necessario guardarci negli occhi!
La nostra intesa ha raggiunto un livello tale che non è più necessario farlo!

Lo senti anche tu vero mamma?
Lo senti come con quanta dolcezza e amore lo fa vero?
Tutto questo mi commuove.
Solo ora mi sento libera.
Libera di sprigionare tutto… ma proprio tutto quello che è nascosto nel mio cuore!

Lo lascio parlare!
Lo lascio gridare!
Lo lascio liberare da tutte le emozioni.
Quelle di cui avevo paura.
Quelle che temevo.
Quelle più intense.
Quelle che mi fanno sentire viva.
Quelle che mi caratterizzano.

Lascio uscire finalmente tutto il mio essere!
Voglio FINALMENTE permettere a me stessa di conoscermi!
Voglio FINALMENTE farmi conoscere da coloro che amo più di me stessa!

Mi lascio spogliare, mentre l’acqua della doccia si scalda.
Mi lascio prendere nuovamente in braccio.
Mi lascio completamente guidare dalle sue intenzioni.

Mi sto fidando mamma!
Solo con lui riesco a farlo completamente!

E’ come il vaso di Pandora vero mamma?

E’ bastata che io scostassi per un secondo il coperchio che tutto, ma proprio tutto, uscisse.

Per quanto tempo sono scappata dall’amore mamma per quanto!?

Sono scappata dall’amore che una figlia prova per sua madre.
Sono scappata dall’amore che una madre prova per i propri figli.
Sono scappata dall’amore che una donna prova per un uomo.
Sono scappata dall’amore che un uomo prova per una donna.

Lo sento l’amore, anche il tuo mamma, lo sento proprio in questo momento.

Tu sei qui con noi non è vero mamma?
Non vuoi lasciarmi sola.
Non mi vuoi lasciare sola in un momento così delicato e importante per me.

Credevo che non lo conoscessi l’amore, sai mamma?
Credevo di dovertelo insegnare io a te.
Lo credevo davvero, fino a pochi secondi fa.
Lo credevo con tutto il cuore!

Sento il mio viso bagnato bagnarsi anche dalle mie lacrime.
Sento il corpo scaldarsi e lo sento vibrare.
Sento il suo abbraccio e sento la tua presenza mamma!

Vi sento vibrare insieme a me.
Stiamo tutti vibrando con la stessa nota!

Sento il calore sprigionarsi avvolgere il mio cuore e allo stesso tempo arrivare sino al cuore di Ryo e in un certo senso al tuo.
Sento quel filo che ci tiene unite.
Lo sento diramarsi.
Raggiunge Sayuri e i tuoi nipoti, Hideyuki, Milagros e Sharon.

Scusami!
Perdonami di non averti capito.
Scusami!
Perdonami per non aver accettato la decisione che tu hai scelto per me.
Scusami!
Perdonami per non aver compreso il grande amore che provavi per me.
Scusami!
Perdonami per non aver avuto il coraggio di aprire gli occhi.
Scusami!
Perdonami per non aver avuto la forza di guardare oltre.
Scusami!
Perdonami per non averti cercato quando ancora lo potevo fare.

L’acqua scorre portandosi via tutte le mie paure.
L’acqua scorre portandosi via tutto il mio orgoglio.
L’acqua scorre e per la prima volta sento il mio corpo scaldarsi!
L’acqua scorre lo fa rumorosamente.
L’acqua copre il mio urlo disperato.
Quello che per troppi anni è rimasto intrappolato nelle mie corde vocali!
Urlo e aggrappandomi disperata a lui!
Urlo sentendomi finalmente libera!
Libera di vivere!
Libera di amare!
Libera di essere felice!

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Always ***


Ci prendiamo tutto il tempo necessario per riprenderci da questa esperienza prima di tornare dalla nostra famiglia.

Ho voglia di stare con loro. 
Per la prima volta sento davvero il desiderio di farlo. 

Mamma! 

Ho sempre avuto paura di affrontare i miei figli. 
Ho sempre avuto paura di scoprire cosa potessero realmente pensare di me.
Come … come possono amarmi? 
Come possono amare la persona che li ha rifiutati per così tanto tempo?!

Ho sbagliato, mamma, e solo ora me ne rendo conto.
Ho chiuso il mio cuore. 
Ho negato l’amore che io provo per loro. 
Eppure stamattina i miei figli mi hanno dimostrato quanto mi amino nonostante io li abbia sempre tenuti lontano da me.
Anche se Ryo ha compensato tutto questo con il suo amore, non è la stessa cosa.
Stanno crescendo senza la presenza di una mamma.
Mamma! 
Da quando Sayuri mi ha raccontato la tua storia io ti ho sempre criticata. 

La paura ci ha bloccate. 
La paura ti ha fatto sbagliare. 
La paura mi ha fatto sbagliare.
Ma ora basta! 
Voglio cambiare. Lo voglio fare per loro!

Voglio finalmente dimostrare loro che sono sempre nei miei pensieri e nel mio cuore. 
Tutti e tre.

Tre… 

Alzo gli occhi al cielo rendendomi conto quanto per me lui, il “mio nulla” sia sempre nei miei pensieri.
Lui esiste, come esistono Hideyuki e Milagros.
Lui… il mio nulla. È figlio mio quanto loro. 
Fa parte di me quanto loro. 
Quanto Milagros e Hideyuki.
Sorrido alzando gli occhi al cielo, finalmente sorrido pensando a lui.

È un sorriso amaro pensando al passato.
È un sorriso pieno di speranze pensando al futuro.

Con lui ho provato la sensazione di abbracciare il vuoto!
E da quel giorno il mio cuore si è chiuso.
È rimasto chiuso fino a questa mattina.

Ma questa mattina ho provato cosa significa essere amata.
È una sensazione che non posso non donare a loro.
Li amo troppo per non farglielo provare.
Sono stanca di avere paura!
Sono stanca di scappare! 

Da quando mi hanno abbracciato questa mattina. 
Da quando ho sentito il loro amore non riesco più a farne a meno.
Non vedo l’ora di poter provare di nuovo quella sensazione.
Non voglio più che le mie braccia rimangano vuote! 

Milagros cresce troppo in fretta, per quanto tempo la potrò ancora chiamare “bambina”?!
È stata Sayuri a farmelo notare quando mi ha proposto di portarla allo spettacolo del Re Leone a Broadway. 
Ha esordito con “ormai è grande, regaliamole un compleanno diverso dalla solita festicciola.” 
Quest’anno non ha scartato nessun regalo.
Quest’anno non ha fatto nessuna richiesta particolare.
Il suo abbraccio e il suo sorriso sono la testimonianza di quanto questo compleanno sia il più bello della sua vita. 
Sorrido pensando a quando torneremo a casa. 
Chissà come reagirà Mia quando Milagros glielo racconterà. 
Anche Mia adora il “Re Leone”: era il film che lei e Ryo guardavano piu’ spesso quando erano insieme.

Ecco mamma sono questi i momenti che mi sono persa e non voglio più perdere, ora l’ho capito!
Non voglio più perdere la felicità e il sorriso dell’infanzia nei volti dei miei figli. 
La felicità “bambina” che si accontenta. 
Che gioisce delle cose “semplici”.

Milagros però, si sente già grande!
La osservo mentre stiamo entrando in ascensore. 
Lo specchio riflette le sue emozioni. 
Gli occhi le brillano: per la prima volta si sente grande. 
Per la prima volta è attenta al suo aspetto, sta diventando una donnina.

È la prima volta che ha scelto lei cosa indossare.
È la prima volta che si è fatta pettinare senza fare storie. 
Mi ha chiesto addirittura di farle la treccia. 
Ho chiesto a Sayuri di aiutarmi perché io le trecce non le avevo mai fatte, né a me stessa né a mia figlia.

Non lo sapevo mamma, non lo sapevo cosa mi stavo perdendo!

L’ho capito ieri sera quando mia figlia mi ha pettinato con tanta dolcezza.
Sono anche i piccoli gesti come questo che possono trasmettere i nostri sentimenti.
La delicatezza che usava, il sorriso che, attraverso lo specchio, ci scambiavamo, le piccole confidenze che ci rivelavamo.
Io non mi aspettavo che si aprisse in questo modo con me...come se si fidasse di me...come se volesse condividere con me i suoi sentimenti, le sue emozioni, i suoi innocenti segreti...

Credo proprio che questo diventerà un nostro momento di quotidianità.

La guardo come fiera si sta specchiando e sistemando il grazioso vestitino a fiori che ha scelto ieri pomeriggio quando siamo andate con Sayuri e Sharon a fare shopping.
Osservarla come si guardava attorno e commentava con la cugina la moda newyorkese mi ha leggermente scioccata. 
Eriko ancora adesso dopo tanti anni mi rimprovera spesso per come mi vesto.

A me non è mai interessato al dire il vero. 

Al ricordo di intesa tra Sayuri e Sharon in quel negozio, tuttavia, il mio sorriso si spegne per qualche secondo. 

Ora che ho scoperto quanto mi sono mancati e quanto sono belli questi momenti tra madre e figlia, un po’ mi rammarica non averne mai avuti.

Il sorriso si riaccende pensando allo scambio di ruoli. 
Sarà Milagros a suggerirmi cosa comprare, il che pensandoci potrebbe essere un ottimo compromesso.
Quest’immagine di noi due mi scalda il cuore.

L’ascensore è troppo veloce nel percorrere il suo tragitto. 
Siamo già al piano terra.

Avrei voluto avere più tempo per poterla guardare ancora. 
Cresce così in fretta che ora, per la prima volta, ho paura di perdermi le sue tappe più importanti. 
Voglio esserci mamma!

Per la prima volta sento davvero il desiderio di esserci.

Ora finalmente capisco fino in fondo anche quell’espressione che Ryo ha quando li guarda.

Anche lui ha paura di perdersi questi momenti!
 

Il concierge, appena ci vede, ferma un taxi nel quale entrano i bambini assieme a Sayuri e Jason. 

Dietro al loro taxi se n’è fermato un altro. 
È per noi. 
Per me e per Ryo. 


Salgo con il cuore finalmente leggero. 
Salgo con l’emozione per questo nostro primo incontro.
Non avrei mai immaginato di provare queste sensazioni, dopo tutto ti sto venendo a trovare al Green Wood Cemetery di Brooklyn.
Salgo con il sorriso tra le labbra.

Grazie mamma, per essermi stata vicino e avermi fatto capire quanto io e te siamo legate e quanto continueremo ad esserlo eternamente. 

L’ho capito solo ora.
Ho capito solo ora quanto tu mi ami.
Grazie.

Il taxi si ferma davanti ad una delle entrate di questo meraviglioso luogo dove Sayuri ha scelto di custodire il tuo corpo.
Mi ha raccontato quanto amavi i luoghi verdi.
Quanto amavi stare all’aria aperta.
Quanto ti sentivi libera.

In pace però lei non ti ha mai visto. 

I tuoi occhi sono sempre stati tristi e malinconici.
Spesso Sayuri ti ha sentita mormorare il mio nome.
Spesso Sayuri ti ha vista sfogliare un vecchio album.
Sempre lo stesso… l’unico in cui c’erano le mie foto!

Il cuore reagisce a quell’emozione.
Non ci sono più sassolini che lo scuotono. 
Il cuore ora si sta riempiendo del calore e di quell’amore che io ho sempre rifiutato di sentire.
Del tuo amore nei miei confronti.
Grazie, mamma!

Il cielo inizia a colorarsi dei nostri colori preferiti, il sole sta tramontando.
Sayuri mi ha raccontato quanto adoravi questo momento.
Quanto quei colori ti scaldavano, come scaldano il mio di cuore.
Proprio per questo ha scelto una collina ad ovest per te.

Mi sento prendere la mano con dolcezza e amore. 
Anche la sua trema lievemente.
Sai mamma, anche lui è orfano.
Ha perso i suoi genitori quando era piccolo, troppo piccolo per ricordare.
Come me mamma!
Eravamo troppo piccoli per ricordarci di voi.

Quando due giorni fa ti ho visto in quella foto per me eri un’estranea.
Anche se siamo quasi due gocce d’acqua.
Io ora ho una tua fotografia. Ma lui?!
Come vorrei che anche lui avesse almeno una foto!
Solo ora ho capito quanto sia importante averti vista.
Ora se penso a te, il ricordo del tuo volto si forma nella mia mente.
Ora sei più reale e più vicina a me di quanto fossi prima.

Ora, finalmente libera da tutti i miei sassolini, riesco ad ascoltare le sue emozioni.
Le emozioni di un figlio orfano e cresciuto senza nessuno accanto. 
O meglio, con un uomo, che non era il suo vero padre.
Ryo lo amava come un padre, ma Shin Kaibara si è rivelato un uomo egoista che pensava solo a sé stesso. 
Sono passati parecchi anni ormai e ancora mi domando se lui, Kaibara, lo avesse mai amato!
Secondo Ryo lo ha fatto fino all’ultimo secondo, quando ha sacrificato la sua vita per quella di Ryo.
Chi lo sa mamma… di certo non è cresciuto circondato dall’affetto di un padre o di una madre. 

La senti anche tu vero, mamma?  
La senti anche tu la sua vibrazione?
La vibrazione di chi ha dovuto imparare a cavarsela nella vita. Da solo!
La vibrazione di uomo che ha scoperto solo in età adulta il significato di “essere amato”! 
La senti quella sensazione di sincero affetto che ha nei tuoi confronti?
Sembra che anche il suo cuore abbia trovato un po’ di pace. 
Batte reagendo al mio.

Il mio cuore è più leggero, mi fa sentire bene tanto da farmi apparire un sorriso nel volto.

Scommetto che stai comunicando anche con lui.
Scommetto che un po’ lo senti come tuo figlio.
Scommetto che il tuo amore di mamma riesce a volergli bene come ad un figlio.
Proprio come io e Ryo vogliamo bene a Milagros.

Grazie mamma!
Grazie per essere in parte anche la sua mamma!

Ci avviciniamo all’entrata, ma prima di varcare il cancello mi guardo attorno in cerca del negozio di fiori di cui Sayuri mi aveva accennato. È proprio là dove me lo aveva descritto.

L’occhio è attratto dalle stupende Dalie in vetrina. 
Mi sono ripromessa di portarti i fiori che vogliono dire grazie.
Temevo di non riuscire mai a trovare le parole per pronunciarlo quel “Grazie” che sento da molto tempo nel cuore, ma che ho sempre avuto paura di dirti.

Ci è voluto molto tempo, mamma, per capirlo. 
Se sono qui è solo grazie a te e al coraggio di avermi voluta nonostante tutto.
Grazie mamma! 
Grazie per avermi donato la vita.

In Giappone, credevo fosse solo questo il motivo per cui volevo ringraziarti. 
Quanto mi sbagliavo, mamma! Ho molti più motivi per farlo.

Le Dalie hanno delle sfumature stupende che ricordano il tramonto. E lo sembrano davvero un tramonto.
Le loro punte hanno un colore caldo, un arancione vivo come il centro del fiore.
Il colore dei petali hanno diverse sfumature, tra il rosa e l’arancio, che rendono il fiore ancora più particolare e meraviglioso.
Sono davvero stupende!
Sembrano rappresentare il sentimento che, in questo momento, io provo per te.
Mamma!

- A ella le gustarán, ya verás! –
(le piaceranno vedrai!)

Ryo mi guarda sorridendo mentre sceglie un garofano bianco.

Gli sorrido, dolcemente capendo che questa volta non lo ha scelto per me.
Mamma! Ryo vuole donarti il mio fiore preferito, l’unico che probabilmente conosce.

Con questi pensieri prendo tra le mie braccia il mazzo di Dalie.
Ho il sorriso tra le labbra, mamma, mentre cammino lungo i viali di ciottolato del cimitero, mi rendo conto che lo sto facendo.
Sorrido.
Sorrido alla vita. 
Sorrido perché non mi sento più sola. 

Ryo è qui a fianco a me. 
Non mi ha lasciato sola nemmeno ora.
E’ vero, avrebbe dovuto essere solo mio e tuo questo momento.
Mi conosce così bene che ha capito che, se non mi fosse accanto, non riuscirei ad essere così serena.
Sono felice che non lo abbia fatto.
Sono felice che non mi abbia lasciata da sola. 
Sono felice che voglia farne parte.
Anche questo è amare.
Anche questo è famiglia.
 

Ci siamo! 
Siamo di fronte alla tua tomba.

Ho fatto un volo di 5.424,34 km credendo che solo qui avrei potuto salutarti.
Ero davvero convinta di poterti parlare solo qui dove riposa il tuo corpo.
Quanto mi sbagliavo mamma!
Grazie per avermi fatto capire che non è così!
Tu sei qui, nel mio cuore, come sei nel cuore di Sayuri e di chi ti considera parte della famiglia. 
Grazie per avermelo fatto capire prima. 
Prima che io mi ritrovassi qui, davanti ad una fredda tomba di marmo.

Ti cerco e ti ritrovo ritratta sulla foto che Sayuri ha scelto per te....
Oh, mamma, sei ancora più bella qui!
Sei così giovane.
Il cuore mi batte fortissimo.
Sayuri questo non me l’aveva detto.
Lacrime, altre lacrime scendono, rigano tutto il mio viso.

Nella foto ci siamo tutte e tre. 
Tremo nel notare il fagottino che tieni tra le braccia.
Sayuri è accanto a noi.
Mamma, hai un sorriso meraviglioso qui!
Come ho potuto…
Mamma come ho potuto credere anche solo per un secondo che tu non mi volessi bene?!

Sto per prendere il vaso dei fiori per potergli cambiare l’acqua, ma Ryo mi anticipa.
Silenziosamente allunga le mani sorridendo.

Ha capito quanto è importante per me rimanere qui a parlare con te, mamma.
Come se fino ad ora non lo avessimo fatto!
Gli sorrido mentre lo vedo fare una selezione dei fiori da tenere e quelli da buttare.
Lo fa con una delicatezza tale che non avrei mai creduto
Ultimamente sta passando troppo tempo in compagnia di Haruo, l’uomo della primavera, il fidanzato di Hana.
Chissà cosa avranno da raccontarsi, ma da quando Ryo frequenta lui e Hana è cambiato. 
Molto cambiato!
E’ molto più attento nel cercare di capire ogni mio gesto. 
Hana gli ha insegnato che dietro a tutto si nascondono le verità dell’animo umano.
Lei, che è una parrucchiera, lo ha sperimentato per anni, attraverso gli sguardi dei suoi clienti.
Ormai riesce a capire che tipo di taglio vogliono solo dal passo che hanno quando entrano nel suo salone.
Haruo ha un animo sensibile, lui capisce le persone attraverso i fiori.
Sono una coppia perfetta. 

Lo seguo con gli occhi mentre ritorna qui con noi mamma.  

Riporto lo sguardo verso la tua foto. 
Spero che Sayuri ne abbia conservato un’altra copia. 
La vorrei avere per poterla portare a casa nostra e conservarla.
La vorrei posizionare ben in vista accanto alla foto di noi quattro il giorno in cui Milagros ha visto per la prima volta Hideyuki.
Quanto felici eravamo quel giorno mamma!
Il tutto è durato il tempo di una foto, un istante di felicità perchè subito dopo Hideyuki ha iniziato a strillare e Milagros ha iniziato ad esserne gelosa.

Ti voglio accanto a noi e un giorno dire orgogliosa ai nostri figli:  “è vostra nonna”.

Mi inchino per poter sistemare le Dalie nel vaso.
Le mie mani tremano.
Sono emozionata e allo stesso tempo felice.

- Il garofano lo mettiamo al centro -

Lo sento proporre mentre me lo porge perché io possa inserirlo nella composizione che ho creato.

Ryo con questo gesto mi ha sorpreso.
Ti ha regalato un pezzo di me.
Proprio come questo pezzo di puzzle che tengo tra le mani.
Un microscopico pezzo di puzzle che insieme a molti altri pezzi può creare qualcosa di meraviglioso.
E noi mamma nella vita non siamo forse come un puzzle?
Un singolo pezzo è solo uno come tanti altri.
E’ insignificante!
Ma man mano che il puzzle si compone con tanti pezzettini diventa unico per quell’immagine e allo stesso indispensabile.

Grazie mamma! Grazie per avermi fatto capire che essere una famiglia è come essere una parte del puzzle.

Scusami mamma!
Scusami per aver tolto un “pezzo” dal tuo puzzle!

Non riuscivo ad amarti e questo mi ha impedito di far parte del tuo cuore.
Voglio restituirtelo simbolicamente con questo pezzettino.
Voglio di nuovo far parte del tuo puzzle mamma!
Ti voglio bene!

Mi sento avvolgere dall’abbraccio caloroso di Ryo che ha intuito quanto sia emozionata in questo momento.

Alzo gli occhi sorridendo. 
Alzo gli occhi!

Il sole è esattamente a metà del suo percorso. Abbiamo ancora un po’ di tempo per mirare il tramonto in silenzio. Quel silenzio che ci fa stare in pace con noi stessi.

Il sole ha lo stesso colore del fuoco. Lo stesso fuoco che ora è presente anche nel mio cuore.
Lo sento battere, lo sento reagire.
Ora vi sento tutti!
Sento il vostro abbraccio.
Rispondo al vostro abbraccio.
Rispondo regalandovi il mio amore.

Rimaniamo con te mamma fino a quando l’ultimo spicchio di sole scompare all’orizzonte.

- Grazie mamma! Grazie per essere rimasta con me fino a questo momento - 

Te lo dico con il sorriso in viso, consapevole che finalmente è giunto il momento anche per te di liberarti dai tuoi sassolini.
Chiudo gli occhi mentre sento le calde labbra di Ryo sulla guancia.
Cerco nella mia mente il lago a me tanto caro. 
Lo ritrovo e insieme ad esso ci sei tu. 
Sulla riva.
Che mi aspetti.

Siamo in piedi una di fronte all’altra e ci guardiamo negli occhi. 
Finalmente lo facciamo! 
Hai un viso così sereno, così felice. 
Hai le braccia aperte e mi sorridi. 
Anche tu lo fai!

Mi avvicino a te e mentre il mio corpo, quello che Ryo sta abbracciando sta di nuovo vibrando.
Ma  lo lascio fare, c’è Ryo con lui.  
Voglio avere il tempo per abbracciarti e finalmente lasciarti andare!

- Grazie, mamma! – 

Ti sussurro.

Arretro di un passo mentre ti vedo alzare e, levitando, andare al centro del lago. 
Nello stesso punto dove mi trovavo io nel sogno di questa notte.
Ti volti verso di me e muovi le labbra, non sento cosa dici, ma attraverso il labiale lo capisco perfettamente.

Mi stai dicendo “Grazie”, mamma. 

Osservo la tua anima salire fino a scomparire nel cielo.

Mamma....

 

*********************************************************************************************

Eccoci arrivati all’ultimo capitolo di questa storia molto particolare.
Una storia che, apparentemente ha messo in secondo piano il rapporto di Ryo e Kaori, ma che nella realtà è sempre in primo piano.
Kaori con il cuore in mano racconta alla madre quello che sua madre non ha mai potuto conoscere.

Vi ringraziamo per essere arrivati fino a qui!

Grazie a chi ci ha messo messo “mi piace”. 
Grazie anche a chi ha avuto il coraggio di commentare ogni singolo capitolo! 
Grazie a chi da dietro le quinte mi ha dato delle dritte per rendere questa storia più completa possibile.
Grazie a tutte voi!

Ora lasciate ringraziare me stessa.

Grazie Daniela,... grazie per aver avuto il coraggio di pubblicare una storia così particolare.
Grazie Daniela… grazie per avermi dato la conferma di essere cambiata e aver capito che stai scrivendo per te stessa in primo luogo.
Grazie Daniela… grazie per essere uscita dal tunnel “Fantasma del passato” Grazie di cuore. Grazie per aver ritrovato la voglia e il desiderio di scrivere di nuovo.

Grazie grazie Grazie!!

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3976209