Writune 2021

di Allen Glassred
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Miagolio ***
Capitolo 2: *** Pallone ***
Capitolo 3: *** Leone ***
Capitolo 4: *** Tazza ***
Capitolo 5: *** Pane ***
Capitolo 6: *** Bosco di notte ***
Capitolo 7: *** Ouija ***
Capitolo 8: *** Canottiera ***
Capitolo 9: *** Vaso ***
Capitolo 10: *** Cellulare vecchio ***
Capitolo 11: *** Festa in maschera ***
Capitolo 12: *** Giappone ***
Capitolo 13: *** Ametista ***
Capitolo 14: *** Orme ***
Capitolo 15: *** Specchio ***
Capitolo 16: *** Luogo abbandonato ***
Capitolo 17: *** Giubbotto rosso ***
Capitolo 18: *** Spesa ***
Capitolo 19: *** Mani ***
Capitolo 20: *** Vestito estivo ***
Capitolo 21: *** Diario segreto ***
Capitolo 22: *** Portale per chissà dove ***
Capitolo 23: *** Sandali ***
Capitolo 24: *** Coriandoli ***
Capitolo 25: *** Avvoltoi ***
Capitolo 26: *** Orchidee ***
Capitolo 27: *** Paese ***
Capitolo 28: *** Portafortuna ***
Capitolo 29: *** Valigetta ***
Capitolo 30: *** Rossetto ***



Capitolo 1
*** Miagolio ***


Day 1: Miagolio
Storia: La diciottesima luna
Personaggi: Serena Hikari, Dante
 
Questo prompt è un regalo ad un'amica, che ha inserito nella serie canonica la sua pg di cui si legegrà in questa storia.
 

Dante si precipita fuori da palazzo: infatti ha sentito una voce chiamarlo e, può giurarci, era la voce della Principessa Serena, la figlia più pestifera dei sovrani. “ Chissà in che guaio si è cacciata stavolta? “. Chiede più a sé stesso, già allarmato e spaventato al pensiero di ciò che la regina, ma soprattutto la Principessa Jeanne gli farebbero se mai fosse successo qualcosa alla ragazzina: infatti lui è il responsabile della sua sicurezza, ma quando la bionda è sfuggita al suo controllo per correre fuori da palazzo non ha potuto far altro che seguirla, ma con la velocità tipica dei vampiri che ella possiede non gli è stato possibile raggiungerla. Solo il suo urlo gli ha indicato la sua esatta posizione, ed ora eccolo lì in allarme ed in panico, guardandosi intorno alla ricerca di quella piccola peste. “ Principessa, dove siete?! “. Chiede allarmato. Una voce gli giunge in risposta di lì a poco.

 

“ Qui, Dante! Sono vicina al gazebo! “. Sollevato nel sentire che comunque Serena sta bene, il maggiordomo la raggiunge a passo veloce. Appena giunto al gazebo tuttavia, qualcosa attira la sua attenzione: un miagolio piuttosto acuto. Rimane stupito: Mur si trova nella propria cuccia, lui non può certo essere.

 

“ Un gatto? “. Chiede più a sé stesso, ma in quel momento una giovane dalla chioma bionda fa finalmente la sua comparsa: il suo abito azzurro è parzialmente fradicio, dev’essersi chinata nella neve. “ Oh cielo! Principessa, cosa dirò al re e alla regina se vi vedranno così?! “. Chiede preoccupato l’arancione. Ma stavolta il rimprovero non pare turbare la giovane erede degli Hikari, nemmeno il pensiero della reazione dei genitori pare turbarla più di tanto e, deve ammettere Dante, ciò lo stupisce non poco.

 

“ Non importa: stavolta è per una buona causa “. Ammette semplicemente la ragazza. Con sorpresa del maggiordomo gli mostra ciò che tiene tra le braccia, facendogli spalancare gli occhi dalla sorpresa: non tanto per ciò che vede quanto per il fatto che, anni prima, ha già vissuto una simile esperienza.

 

“ Un gatto? Ecco dunque, la fonte di tutti quei miagolii “. Fa semplicemente, avvicinandosi. L’animale non pare spaventarsi alla vista dell’uomo, del quale probabilmente percepisce le buone intenzioni.

 

“ Si: mi piacerebbe prendermi cura di lui, l’ho trovato solo ed abbandonato in mezzo alla neve… “. Sussurra la fanciulla. L’uomo la osserva un istante e, inevitabilmente, la figura di qualcun altro si sovrappone a quella di lei per alcuni momenti. Il maggiordomo pare quasi commuoversi mentre fa un cenno affermativo con il capo.

 

“ Ma certo: ci occuperemo insieme di lui, vedrete che Mur sarà felicissimo di ricevere un nuovo amico “. La fanciulla nota tuttavia alcune lacrime scendere dagli occhi dell’uomo e ne rimane sorpresa.

 

“ Dante? Come mai state piangendo? Ho fatto qualcosa di sbagliato? “. Chiede, mentre lui scuote in fine il capo. Asciuga rapidamente gli occhi con la manica della giacca per poi chinarsi, arrivando così all’altezza della bionda e guardandola con dolcezza.

 

“ No: è che, tanti anni fa, ho già vissuto una cosa simile. E mi stupisco di quanto siate simile a colui che all’epoca trovò Mur in mezzo alla neve e decise di prendersene cura, dopo la morte della nostra amata Regina Luna “. Ammette, mentre lei lo lascia proseguire anche se forse, in cuor suo già ha capito di chi l’uomo stia parlando. “ Parlo di vostro padre, principessa: anche lui trovò e curò Mur in una fredda notte invernale, dopo la morte di vostra nonna. Credevo non si sarebbe mai più ripreso da quel duro colpo, ma l’arrivo di un semplice gatto cambiò radicalmente la sua vita. Trovo incredibile quanto voi ed il re siate simili… “. Ammette, mentre lei abbassa lo sguardo.

 

“ Malgrado lui mi odi… “. Sussurra, ricordando con quanta freddezza la tratti suo padre. Ma Dante scuote il capo e le scompiglia lievemente la chioma.

 

“ Il Re non vi odia: lo conosco sin da piccolo, credetemi: non vi odia. Dovete solo dargli un po' di tempo per abituarsi all’idea che anche voi siete sua figlia biologica, quando per anni vi ha creduta figlia di suo fratello e frutto di quell’atto crudele… “. Fa: non è mai stata nascosta la verità a Serena e lei ha compreso pienamente, tuttavia ancora è convinta che suo padre la odi. Ma le parole del maggiordomo le fanno alzare lo sguardo in un moto di speranza. “ Cosa dite? Andiamo a presentargli il nuovo amico di Mur? Sono sicuro che gli farà piacere “. Fa poi, alandosi e porgendo la mano alla ragazzina che, tenendo il gatto con il braccio libero, annuisce per poi prendere la mano dell’uomo ed incamminarsi verso l’entrata di palazzo ed il gatto, curioso, riprende a miagolare.

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Capitolo 2
*** Pallone ***


Day 2: Pallone
Storia: Il patto delle Tenebreb
Personaggi: Newt, Lily, Void e Noshiko Jr

 
Una bimba di circa cinque anni rincorre il pallone in giardino, mentre poco più indietro una bella donna dalla lunga chioma arancione la osserva, appoggiata ad un albero e con un dolce sorriso. “ Noshiko, non allontanarti troppo “. Fa semplicemente la donna, mentre da lì a poco un uomo dalla chioma ramata e, com’è sua caratteristica, un pò scompigliata la raggiunge per poi porle una mano sulla spalla.

“ Oh Lily, lascia che la piccola si diverta un pò: non c’è pericolo, anche se si allontana un pochino dalla nostra vista “. Fa semplicemente il giovane dagli occhi smeraldo, mentre lei sorride dolcemente per poi posare la testa sulla sua spalla.

“ Newt “. Lo chiama, per poi proseguire la frase di lì a poco. “ Lo so, ormai il pericolo è passato. Ma… “. Non finisce la frase: lui la stringe dolcemente a sé per poi baciarle il capo.

“ Tranquilla: lasciamo che i bimbi crescano spensierati e rilassiamoci anche noi, finalmente: ci meritiamo un pò di pace, dopo quella battaglia “. Sussurra, trovando il consenso di colei che è sua moglie da qualche anno. “ Angustias, Drake, Pepa e Gaspare? “. Chiede poi il giovane, mentre lei risponde di lì a poco.

“ I gemelli sono andati al cimitero, a visitare la tomba di mio nonno. Invece Gaspare è da mia nonna Noshiko, aveva voglia di vederla e così l’ho portato da lei. Pepa è ancora nel suo lettino addormentata “. Ammette, pensando ai propri figli e sorridendo lievemente.

Intanto la piccola dalla chioma corvina corre dietro al pallone, che rotola sull’erba mentre lei ride allegramente: sua madre le ha detto di non allontanarsi troppo, ma suo padre l’ha rassicurata dicendole che l’importante era che ritornasse prima del buio, e che se si allontanava troppo doveva dirlo a lui o alla madre. La piccola continua a correre per un pò, fino a quando il pallone non arresta bruscamente il proprio rotolare ai piedi di un giovane vestito di nero. La bimba arriva di lì a poco, mentre il misterioso ragazzo si china per raccogliere la palla che ora tiene tra le mani. “ Signore, mi ridai la mia palla? “. Chiede semplicemente la figlia di Newt e Lily. Il giovane dagli occhi dio ghiaccio e dalla pelle pallida la osserva gelidamente, senza parlare. In seguito mette la palla sottobraccio per poi allungare una mano verso Noshiko. “ Tu chi sei? “. Chiede curiosa la piccola, facendo incerta un passo verso di lui. Il ragazzo ancora non proferisce parola, tuttavia lo fa quando la mano della bimba si posa sulla sua e lui la stringe improvvisamente, attirandola quindi a sè.

“ La figlia di lei: avverto il suo potere scorrere in te, il potere di una Kitsune. Sei la figlia di Lily, vero? “. chiede, ed immediatamente la bimba rabbrividisce: la mano di quell’uomo è fredda ed i suoi occhi le fanno ora paura. Sta per mettersi a piangere, ma lui la guarda come ad esortarla a non farlo o potrebbe avere problemi.

“ Ma tu chi sei? “. Chiede poi la corvina, mentre lui non accenna a mollare la sua mano. Il pallone cade a terra e rotola a qualche metro da loro, d’altra parte a lui non pare interessare.

“ Un momento: tu non sei una Kitsune. Hai un potere diverso da quello di tua madre “, La bambina trema spaventata mentre lui le pone una mano sulla testa per poi ghignare malefico. “ La figlia della mia parte buona… “. Sibila enigmatico. “ … la figlia della mia parte umana “. Conclude poi, mentre lei non pare capire ed alcune lacrime cadono dai suoi occhi. “ Sei anche tu un Nogitsune, vero? “. Chiede, avvertendo il potere latente che, naturalmente, Noshiko non può ancora percepire essendo molto piccola.

“ Voglio la mamma! “. Inizia a piangere la bimba, come qualunque ragazzino della sua età farebbe in quella situazione. Ma il misterioso giovane non accenna a mollare la presa sulla sua mano: improvvisamente dalla sua gelida inizia a sprigionarsi un fumo nero, che intorpidisce gradatamente i sensi della ragazzina fino a farla svenire. Il giovane dalla chioma corvina la prende in braccio, guardando poi il pallone e decidendo di lasciarlo lì, proprio accanto all’albero sotto il quale il libro è stato sigillato: il libro che avrebbe dovuto rimanere sigillato e mantenerlo rinchiuso, ma che invece non è stato abbastanza per trattenere il suo immenso potere ed il suo grande e forte desiderio di vendetta. Sparisce in un fumo nero, lasciando dietro di lui solamente quel pallone ora impregnato di una strana energia negativa.

Poche ore dopo, Lily cade in ginocchio mentre osserva quel pallone: lei e suo marito erano andati a cercare la figlia, preoccupati del suo ritardo. ma tutto ciò che hanno trovato è quella sorta di messaggio, il pallone intriso del potere di un Nogitsune e che, di certo, non può appartenere alla piccola: anche se Noshiko avesse liberato il suo potere latente, questo non sarebbe certamente tanto forte come invece è questo. “ Newt… “. Sibila solamente la giovane Kitsune del tuono, mentre il marito si inginocchia accanto a lei. “ … il libro… è aperto… “. Sussurra, notando la buca accanto all’albero ed il libro in cui, anni prima, ella stessa con l’aiuto di Newt e della nonna, sigillò per sempre l’anima ed il corpo di Void, il primo Nogitsune mai comparso. Newt stringe a sé la moglie, furioso: è stato troppo sciocco, ha abbassato la guardia ed a quanto pare, a farne il prezzo è stata Noshiko. “ L’ha presa! Newt, Void è ancora vivo ed ha preso Noshiko! “. Sentenzia piangendo la donna dalla chioma arancione. Lui la stringe maggiormente a sé, una singola lacrima d’ira scende dai suoi occhi.

“ La ritroveremo. Ti giuro che ti riporterò tua figlia, Lily. Al costo della mia vita “. Sentenzia perentorio, mentre il suo sguardo rimane fisso su quel buco accanto all’albero e mentre nell’area circostante, tutto il prato sembra quasi essere stato bruciato forse a causa del potere di Newt, che è comunque un Kitsune del fuoco seppur, fino ad ora, non abbia mai utilizzato il proprio potere latente. Fino ad ora.

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Capitolo 3
*** Leone ***


Day 3: Leone
Storia: Il figlio di Hades - una nuova guerra sacra
Personaggi: Anne, Ioria, uno Spectre
 

La giovane dalla chioma mogano cade a terra, spaventata: un misterioso individuo dalla nera armatura l’ha infatti aggredita senza troppe remore, le si è poi avvicinato per poi afferrarle malamente i capelli ed iniziando a sghignazzare. “ Lasciami, bastardo! “. Grida infuriata la fanciulla, cercando vanamente di divincolarsi. Notando la sua temerarietà tuttavia, l’altro le stringe la chioma con maggior forza, ottenendo di farla gridare di dolore.

 

“ Taci! “. Tuona colui che si rivela essere uno Spectre, ottenendo solamente di far maggiormente infervorare la donna. “ Ti ho vista uscire dal Gran Tempio! Sei sicuramente legata a quei guerrieri di latta dorata al servizio della Dea Athena, quindi… “. Non finisce la frase, ma la ragazza ne è piuttosto sicura: la vorrà senza dubbio usare come esca o ostaggio, o comunque cose simili e di certo non buone per lei. “ Parla! Chi è il Cavaliere d’Oro a cui sei legata?! “. Tuona l’uomo, strattonandola malamente per i capelli. La donna non pare tuttavia intenzionata a cedere o ad eseguire quegli ordini.

 

“ Io non ho niente da dirti, brutto energumeno che non sei altro! “. Grida alterata la ragazza. A quella frase e stanco di tutto quell’opporre resistenza, lo Spectre la spinge con ira.

 

“ Allora morirai! “. Sentenzia. La ragazza sta per finire a terra, tuttavia improvvisamente si ritrova tra le braccia di qualcuno ammantato di una scintillante armatura. E quando riapre gli occhi e nota di chi si tratta, rimane a dir poco sbigottita.

 

Ioria, Cavaliere d’oro della quinta casa, tiene tra le braccia la fanciulla, che riconoscendolo arrossisce vistosamente. “ Anne, ti senti bene? “. Chiede semplicemente lui, mentre lei rimane rossa in viso e non fa altro che fare un cenno affermativo con il capo.

 

“ S… si! Sto bene… grazie! “. Fa semplicemente la bruna, rivelando di conoscere colui che l’ha difesa e la sta proteggendo. Ioria sta per dire altro, ma la fastidiosa risata dello Spectre lo fa voltare di scatto verso di lui.

 

“ Ma guarda! Il guerriero di latta della Dea Athena si erge ora a difensore di donzelle in difficoltà! Davvero ridicolo! “. Lo irride, ottenendo di infervorare maggiormente il Leone Dorato.

 

“ Tu! Hai ferito una mia amica, come hai osato?! “. Il suo cosmo inizia a spandersi assieme alla sua ira: quell’individuo avrebbe potuto ferire seriamente Anne e, se una cosa simile fosse accaduta non se la sarebbe mai potuta perdonare. “ Preparati a subire l’ira del Leone Dorato! “. Tuona poi il fratello minore di Aiolos, allungando il braccio verso l’avversario mentre, di lì a poco il suo dorato cosmo lo circonda. A quella vista Anne indietreggia di qualche passo, malgrado sappia bene di non essere lei quella a dover tremare: il Leone Dorato ha mostrato le sue zanne al proprio avversario, colpevole di aver fatto del male ad una persona a cui lui tiene. Per tanto, srà solo il Cavaliere di Hades a pagare le conseguenze di tale azione.

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Capitolo 4
*** Tazza ***


Day 4: Tazza
Storia: Bloody Sunset
Personaggi: Valentina e Rowena

Valentina si siede sul divano, incapace persino di reggersi in piedi: le nausee non le danno tregua ed ora le gira anche la testa, ha pochissime forze e, anche se volesse non riuscirebbe ad alzarsi. “ Oh mio Dio… che nausea terribile “. Sussurra solamente la figlia di Dio, tenendo una mano sul ventre mentre, di lì a poco, una donna dalla lunga chioma rossa esce dalla cucina per poi avvicinarsi a lei.

 

“ Cara, ho messo il bollitore sul fuoco: non c’è nulla che una bella tazza di the non possa risolvere, vedrai che ti sentirai subito meglio “. Fa cordialmente la strega. Da parte sua la figlia di Dio si volge verso di lei, sorridendole lievemente.

 

“ Grazie, Rowena: mi spiace darti tutto questo disturbo “. Ammette semplicemente la bruna, mentre la rossa le si siede accanto per poi accarezzarle amorevolmente i capelli.

 

“ Oh tesoro, per così poco? Siamo amiche: tu hai aiutato me, io aiuto te. È il minimo “. Sorride di nuovo, mentre a quella frase Valentina si sente più rassicurata: è bello avere un’altra amica accanto a lei, oltre ovviamente a Theresa. È bello sapere di avere qualcun altro su cui contare e che la comprenda. “ Ti senti un po' meglio? “. Chiede premurosa la strega, mentre Valentina scuote il capo.

 

“ La nausea si è quietata, ma ho ancora questi giramenti di testa assurdi e sono priva di forza “. Sussurra, mentre il fischio del bollitore fa volgere la rossa verso la cucina.

 

“ Oh, il the è pronto: torno subito “. Fa con gentilezza, alzandosi dal divano per poi andare in cucina. Non usa una tazza comune: usa una tazza speciale, la stessa da lei utilizzata quando era incinta di Gaby. Perché forse ha già capito cosa stia succedendo alla sua amica, quindi conosce anche un rimedio efficace ma, perché funzioni, serve che usi quella particolare tazza intrisa di magia e forse, non solo di quella. Di lì a poco la rossa torna in salotto, tra le mani una bella tazza bianca contenente il the fumante. “ Eccoci qui, vedrai che con una bella tazza di the ti rimetterai in sesto “. Fa semplicemente la donna, mentre Valentina annuisce per poi prendere tra le mani la tazza e sorridendo lievemente.

 

“ Grazie, Rowena: non so cosa farei senza di te “. Fa, iniziando a sorseggiare il the mentre, di lì a poco, la strega decide di farle alcune domande.

 

“ Scusa se sono invadente, ma da quant’è che ti senti così? “. Chiede, mentre a quella domanda Valentina riflette un momento per poi abbassare lo sguardo.

 

“ E’ da… da un po'. Da quando Allen mi ha messa sotto incantesimo servendosi del potere di Lust che… “. Non finisce la frase, mentre anche Rowena sorseggia un po' di the dalla propria tazza. “ Ma forse è normale: sai, in quel momento Allen era anche il tramite di Lucifero. Può essere che la Grazia Demoniaca abbia un po' compromesso la mia angelica, che ci voglia un po' prima che… “. Non finisce la frase: è come se una potente fitta le avesse attraversato il ventre. Non sente nausea, i precedenti sintomi sembrerebbero essersi alleviati notevolmente grazie alle premure di Rowena.

 

“ Valentina, che ti succede? “. Chiede preoccupata la strega: immediatamente soccorre l’amica, poggiando sul tavolo la propria tazza ed aiutandola ad appoggiare la schiena al divano. Tuttavia, non appena la tocca la rossa non può fare a meno di sussultare.

 

“ Non capisco: i precedenti sintomi si sono alleviati ma ho sentito quella fitta, e… “. Preoccupata la ragazza guarda l’amica. “ Rowena, che cosa mi sta succedendo? “. Chiede, mentre l’altra donna la guarda preoccupata.

 

“ Posso? “. Chiede e, al consenso della bruna posa le mani sul suo ventre. Ed improvvisamente sussulta: i suoi sospetti hanno trovato conferma, purtroppo o per fortuna ha finalmente capito quale sia la causa dei sintomi di Valentina.

 

“ Cosa c’è? “. Chiede semplicemente la giovane tramite di Giustizia. Vedendo l’amica seria e muta la richiama di lì a poco. “ Rowena? “. Chiede solamente, mentre l’altra donna alza allarmata lo sguardo verso di lei.

 

“ Devo dirti una cosa importante… “. Sussurra. Cos’abbia scoperto tuttavia, non è ancora dato saperlo.

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Capitolo 5
*** Pane ***


Day 5: Pane
Storia: Bloody Sunset
Personaggi: Serena Klyne, Amenadiel
  Questo prompt è un regalo ad un'amica, che ha inserito nella serie canonica la sua pg di cui si legegrà in questa storia.
 

Un urlo improvviso fa spaventare il giovane dalla chioma ramata. Allarmato corre in cucina, ma la scena che gli si presenta davanti lo lascia davvero perplesso: la sua fidanzata sembra in preda ad una crisi isterica, forse a causa della gravidanza gli ormoni hanno giocato un brutto tiro? Questo è ciò che si chiede colui che si rivela essere Amenadiel, figlio di Michael ed Anael. Perplesso osserva la giovane dalla chioma bionda: quartogenita di Raphael e Valentina, Serena Klyne non fa altro che strillare ed imprecare. “ Di nuovo, no! “. Protesta, mentre lui incrocia le braccia contrariato.

 

“ Serena! Si può sapere perché stavi strillando? Vuoi farmi venire un colpo? Credevo si trattasse del bambino! “. La ammonisce il giovane, mentre lei si volta verso di lui: i suoi occhi sono lucidi e questo, pensa l’erede dell’Arcangelo del Fuoco, può solo significare che tra poco assisterà alla crisi di pianto più memorabile della storia.

 

“ Non è per il nostro baby angel… ma… il pane… “. Borbotta semplicemente la Nephilim. Dietro di lei giace una massa informe stesa sul piano di lavoro, semi bruciata e semi cruda. “ Eppure non capisco! Ho seguito la ricetta alla lettera! Ho solo aumentato un po' i gradi di cottura… “. Mormora, continuando a guardare dietro di sé quella sorta di massa informe che doveva essere pane da lei cucinato. Amenadiel si avvicina a sua volta: osserva schifato il risultato, prendendolo in mano e tastandone la consistenza.


“ Oh santo paradiso, è così duro che se lo tiri in testa a qualcuno, rischi di ucciderlo! Da un lato è totalmente bruciato, dall’altro è crudo! Ma dove hai lasciato la tua testa? “. A quella giusta domanda lei abbassa lo sguardo, per poi iniziare a piangere e singhiozzare. “ Oh cavolo… “. Mormora semplicemente il figlio di Michael, arretrando di un passo mentre la futura moglie avanza e comincia a piangere.


“ Sono una pessima cuoca! Se avessi mangiato quel pane, avrei avvelenato nostro figlio! Sono un totale disastro, Amenadiel! “. Inizia a strillare e piangere, mentre per un istante lui non sa che cosa fare per calmarla. Poi porta il suo sguardo su di lei e le si avvicina nuovamente, prendendola tra le braccia.

 

“ Oh si: sei una pasticciona. Una combina guai, non sai cucinare… “. Lei lo guarda tra l’irata ed il disperato, mentre lui ricambia lo sguardo e prosegue prima che possa fargli una sfuriata. “ Ma… “. Le accarezza dolcemente il viso, guardandola intensamente. “ … sei la pasticciona che amo, non ti cambierei con nessun altro al mondo “. Fa, mentre lei si mette in punta dei piedi e, con un lieve sorriso, gli da un amorevole bacio, che lui ricambia mentre con una mano le accarezza il ventre. Si devono staccare solamente per prendere fiato, lei lievemente rossa in viso come fosse la prima volta che si baciano.

 

“ Scusa, saranno gli ormoni… anche se è vero, ci tenevo tanto a cucinare del pane per te “. Fa dispiaciuta la bionda, mentre lui le accarezza il ventre.

 

“ Mmmh… credi abbia subito gli effetti della crisi isterica della mammina? “. Fa, ridendo un po' mentre lei lo guarda fingendosi offesa.


“ Scemo “. Fa, incrociando le braccia al petto. “ Ora, per punizione mi dovrai aiutare a fare dell’altro pane, senza storie. Altrimenti ti terrò il broncio per avermi dato della pasticciona combina guai “. Lo minaccia seriamente: non scherza, pensa il giovane Nephilim. Per una volta, sarà meglio per lui cedere.

 

“ O… ok… va bene, ti aiuterò, ma metti giù il mattarello “. Fa, notando solo ora che la fidanzata impugnava un mattarello pronto all’uso, in caso si fosse rifiutato di aiutarla. Poi riflette: è molto meglio non contraddire mai una donna incinta, specialmente se quella donna è una Nephilim!

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Capitolo 6
*** Bosco di notte ***


Day 6: Bosco di notte
Storia: Sono nel tuo sogno
Personaggi: Kai ed Alice
 
 

È notte fonda a Londra, ed una giovane dalla lunga chioma bionda è appena uscita di casa sola, nel cuore della notte. Non sa nemmeno lei perché, pensa: sa bene che per una come lei, nella sua posizione, uscire a quell’ora è un rischio molto elevato: tanti malintenzionati potrebbero prenderla di mira e, al di là di questo, non è bene che una signorina si allontani da casa ad un’ora troppo tarda. Tuttavia lei non è riuscita a resistere: qualcosa l’ha irrimediabilmente attratta verso il luogo in cui si sta dirigendo: il bosco accanto a villa Williams. “ Se la mamma o Tea lo scoprono, mi uccidono… “. Mormora solamente colei che si rivela essere Alice Williams, la minore delle figlie della Duchessa Rachel. “ Non capisco: cos’è quest’attrazione improvvisa verso questo luogo? “. Si chiede, inoltrandosi in quel bosco che, per la prima volta, anche se è notte fonda non le fa più paura. Le ombre degli alberi riflesse dal bagliore lunare le danno quasi conforto, un senso di protezione come se, nel suo più profondo inconscio, sapesse che in esse si nasconde qualcuno pronto a proteggerla e non a farle del male. Il sibilo del vento le ricorda voci lontane, che nella sua mente prendono confusamente forma in una rapsodia di suoni confusi che, tuttavia, non le provocano emicrania. Poi una voce: una voce sovrasta tutte le altre.

 

“ Vieni da me “. Fa quella voce, una voce che le da sicurezza malgrado sia fredda, una voce che le sembra di conoscere da un’intera vita malgrado, di fatto, non l’abbia mai udita. No, si corregge: no, l’ha già sentita ma, probabilmente, solo nei suoi sogni. Tuttavia ora è sveglia, la voce è altrettanto reale come il bosco in cui si è ora pienamente inoltrata.

 

“ Sto impazzendo, non c’è altra spiegazione… “. Sussurra semplicemente la ragazza, fermandosi un momento e poco distante da un albero al quale, tuttavia, non si avvicina. “ Sarà meglio che me ne torni a casa, prima che la mamma… “. Si ferma: capisce di non essere più sola. Avverte una presenza accanto a lei, non sa spiegarsi come mai ma è così: i suoi sensi le fanno percepire una nuova presenza che, tuttavia, non le mette paura come accadrebbe ad ogni fanciulla normale. Un improvviso odore di fumo le da improvvisamente conferma dei suoi sospetti: un giovane la sta osservando da un po', appoggiato al tronco di un albero lì vicino e fumando una sigaretta come se nulla fosse. Alice sta per gridare ma, come avesse anticipato le sue intenzioni lui prende parola.

 

“ Sarà meglio che non gridi: sveglierai le ombre in questo bosco e credimi, non sono molto simpatiche se vengono disturbate “. Commenta solamente, Alice sussulta: ma certo! È la stessa voce che sente nei suoi sogni, non ha dubbi! Così com’è sicura sia la stessa voce che l’ha invitata a proseguire in quel bosco, fino a giungere in quel luogo specifico. “ D’altronde, tu come reagiresti se qualcuno venisse a svegliarti dal tuo sonno strillando? Non certo bene, immagino “. Conclude, tenendo in mano quella sigaretta e continuando a guardare lei che, perplessa ma non intimorita decide di prendere parola.

 

“ Si può sapere chi sei? Io… mi pare che ci siamo già incontrati, tanto tempo fa… “. Mormora semplicemente la ragazza, confusa ma non così tanto, in fin dei conti. A quella frase lui rimane in silenzio qualche istante, per poi decidere di prendere parola di lì a poco.

 

“ E chi può dirlo? Può darsi di sì, può darsi di no… “. Si avvicina lentamente a lei. “ Tu cosa senti? “. Chiede poi così, a bruciapelo. Lei indietreggia istintivamente, finendo però con la schiena appoggiata all’albero ed arrossendo vistosamente.


“ Io credo… credo che esista qualcosa che ci lega. Credo che sia tu, la voce che sento nei miei sogni. Ma non capisco perché non ti sei mai mostrato fino a questo momento “. Ammette, mentr lui le arriva ad un millimetro di distanza, posando una mano all’albero e prendendo la sigaretta tra due dita.

 

“ E credi io sia un cattivo ragazzo, vero? “. Chiede con un lieve ghigno compiaciuto, leggendo ogni pensiero della fanciulla e facendola avvampare. “ Credi possa farti fare cose molto… molto… cattive? “. Continua, in realtà dietro alla domanda si cela un’affermazione, un’affermazione che non fa altro che far avvampare violentemente la bionda, ricordando solo ora di essere uscita ancora in camicia da notte. E no, non lo ha fatto casualmente: è stato a causa di un sogno, dal quale si è svegliata in una sorta di trance che, senza che lei potesse opporsi l’ha condotta sin lì. “ Potrei farlo… “. Continua lui, mentre lei esce dai propri pensieri e punta lo sguardo in quello di lui: è difficile pensa, determinare il colore dei suoi occhi. È molto difficile, ma sa, ne è certa: non è la prima volta che li vede e no, non sta parlando dei sogni che fa. “ Potrei farti fare tante cose cattive, lo sai? Tipo questa… “. Ancora una volta il giovane dalla chioma mogano lascia la frase in sospeso, limitandosi a posare la sigaretta tra le labbra di lei pur sapendo bene che la giovane non ha mai fumato in vita sua. Alice rimane interdetta qualche istante, quasi trasognata e non accorgendosi di quanto successo. “ Noi due ci rivedremo, molto presto. Ma fino ad allora… “. Una ventata d’aria gelida, lei inizia a tossire a causa della sigaretta, che toglie immediatamente dalla sua bocca mentre avvampa vistosamente.

 

“ Che diavolo… “. Mormora solamente, cadendo in ginocchio qualche istante e riflettendo: chiunque fosse quel ragazzo, ha la sensazione che lo rivedrà molto presto. E stranamente, lei non vede l’ora che accada.

 

Non può ancora saperlo, ma ha appena incontrato il più potente mago delle Tenebre mai comparso: Dark Beauty.

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Capitolo 7
*** Ouija ***


Day 7: Ouija
Storia: Ankoku no namida
Personaggi: Yoh e Simona
 

Il giovane dalla chioma bruna osserva perplesso colei che è sua moglie, per poi portare lo sguardo verso il basso ed osservando l’ultimo acquisto fatto dalla donna. “ Simona… “. Inizia il discorso il giovane discendente del clan Ajibana, portandosi una mano dietro il capo e non sapendo esattamente come proseguire la frase. La donna lo osserva qualche momento mentre, tra le sue braccia, un bimbo con un accenno di capelli biondi osserva entrambi per poi portarsi un ditino in bocca.

 

“ Cosa c’è? “. Chiede semplicemente la giovane strega, un sorriso smagliante stampato in volto. “ Non ti piace? Per me è così bello che è quasi un peccato pestarlo “. Fa semplicemente la fanciulla. Da parte sua il marito continua a guardarla perplesso.

 

“ Ed ora cosa le rispondo? “. Fa in un sussurro, non facendosi udire da lei che invece pare essere molto soddisfatta del proprio acquisto. “ Beh… ecco… “. Alza nuovamente il tono di voce lo stregone, rendendosi così udibile anche da lei. La donna lo osserva un momento mentre perde l’entusiasmo per qualche, interminabile istante.

 

“ Cosa c’è? Non ti piace? “. Chiede semplicemente la figlia di Owen ed Ilaria. “ Yoh? “. Chiede, mentre colui che si rivela essere suo marito Yoh si affretta a rispondere: scuote con energia le mani davanti a sé per poi prendere nuovamente parola.

 

“ Oh no! È davvero bello, solo che… “. Torna a guardare sotto di sé, l’acquisto fatto dalla moglie che d’altro canto inizia a spazientirsi ed incrocia le braccia al petto.

 

“ Ma mi stai prendendo in giro? Se ti piace, perché balbetti?? “. Chiede contrariata la strega. A quella domanda lui deglutisce un paio di volte, cercando di non far trasparire quanto sia perplesso.

 

“ Ma no! Che dici? Mi piace moltissimo, ma… “. Entrambi portano lo sguardo sul tappeto a forma di tavola Ouija, regalo dato a Simona da una persona ancora sconosciuta, almeno a Yoh. “ No è che passando l’aspirapolvere, rischi di richiamare qualche spirito? Sai, se sommiamo il tuo potere alla forma di questo tappeto… “. Borbotta semplicemente la reincarnazione dello spadaccino del Re. A quella frase la donna lo guarda storto, scuotendo poi il capo.

 

“ Ma che sciocchezze vai dicendo? “. Chiede semplicemente la giovane strega, mentre suo marito guarda prima lei poi il tappeto, non troppo convinto che non sarà fonte di guai.

 

“ Se lo dici tu. Ma io, non mi fiderei “. Mormora solamente, mentre lei scuote ancora una volta il capo e gli da il bimbo in braccio. Il piccolo Timmy emette alcuni vagiti e si aggrappa ad una ciocca di capelli di Yoh, che preso alla sprovvista lo tiene stretto a sé per evitare che cada a terra. “ Ed ora che fai? “. Chiede solamente, mentre la moglie gli da le spalle un momento. In seguito si volta verso di lei, sogghignando.

 

“ Prendo l’aspirapolvere: il tappeto dev’essere pulito “. Fa solamente, facendo passare un brivido freddo lungo il corpo del bruno. Non ha detto quelle cose tanto per dire, ha davvero paura che quel malefico tappeto possa portare guai!

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Capitolo 8
*** Canottiera ***


Day 8: Canottiera
Storia: Pleine Lune
Personaggi: Allison e Gerard
 

La giovane Allison entra in camera sua, ancora sconvolta: il suo corpo è pieno di graffi e lividi ma, ammette, per come si erano messe le cose le poteva andare decisamente peggio. Arrabbiata forse con sé stessa la corvina apre quasi con forza la camicetta, gettandola a terra e rimanendo così in canottiera: guarda il suo riflesso nello specchio e scuote il capo. “ Perchè? “. Chiede, pur sapendo che nessuno, ovviamente, le potrà dare una risposta. “ Allison Huber, perché sei così debole? Non sei nemmeno stata in grado di affrontare un maledetto Beta “. Sibila, ricordando alla perfezione cosa sia successo.

 

Era nel bosco da sola a dare la caccia al nuovo Alpha, colui che dopo Peter ha ripreso a seminare morte e terrore nella cittadina tedesca. Improvvisamente tuttavia, è stata immobilizzata da un licantropo probabilmente appartenente al branco di colui al quale stava dando la caccia e questi, senza troppi problemi è riuscito a disarmarla ed immobilizzarla contro un albero. Le ha strappato malamente di dosso la giacca per poi ferirla con i propri artigli, minacciando di morderla e facendola sentire praticamente inutile: sa bene che un Beta non potrebbe trasformarla, tuttavia anche solo il fatto di essere stata immobilizzata e disarmata la fa sentire dannatamente arrabbiata oltre che impaurita. In quei momenti si è davvero sentita perduta, ma improvvisamente gli artigli di qualcuno si sono macchiati di sangue: i suoi occhi scarlatti furono la prima cosa che la fanciulla riuscì a scorgere nella notte, in seguito il suo aggressore cadde a terra. In un istante la ragazza si ritrovò libera ma allo stesso tempo terrorizzata, nuovamente: capì che chi era intervenuto in sua difesa era l’Alpha al quale stanno dando la caccia tutti loro, allora pensa, perché ha addirittura eliminato un proprio sottoposto per proteggerla e non l’ha lasciata semplicemente morire? Non fece comunque in tempo a domandargli nulla: i loro occhi si incontrarono per qualche, interminabile istante ed in seguito l’Alpha scomparve in uno scatto fulmineo, senza permettere alla mora di porre qualsivoglia domanda.

 

Ed ora eccola lì: in canottiera e pantaloni, davanti allo specchio e piena di dubbi: perché l’Alpha sarà intervenuto per proteggerla? Perché, nel momento in cui i loro sguardi si sono incontrati la paura che poteva provare nei suoi confronti si è improvvisamente dissolta? Una strana sensazione si è impadronita di Allison: come fosse nostalgia, come si trovasse di fronte a qualcuno che già conosceva bene ma che, allo stesso tempo, incontrava per la prima volta. Riflette: dovrebbe parlare con sua madre dell’accaduto? Ricorda bene quanto è rimasta turbata nello scoprire che un nuovo Alpha al di fuori di Scott è arrivato in città e sta seminando il panico, come reagirebbe ami se sapesse che anche sua figlia è stata aggredita da quel mostro sanguinario? Forse pensa, la soluzione più saggia sarebbe parlare con suo padre e suo nonno, prima? Il filo dei suoi pensieri viene interrotto da un bussare leggero alla porta e, senza pensare di essere ancora in canottiera la fanciulla da il suo permesso. “ Allison? Tesoro, sono io “. sentenzia la voce familiare di Gerard. La fanciulla si volta verso il nonno per poi sorridere, ricordandosi solo ora di essere ancora in canottiera ed affrettandosi ad indossare la maglia del pigiama. Gerard nota subito i lividi ed i graffi sul corpo della nipote ma, per delicatezza e sapendo che la turberebbe, decide di non fare domande al momento.

 

“ Nonno, ciao! “. Lo saluta calorosamente lei, andando a dargli un abbraccio che lui ricambia.

 

“ Come stai, nipote mia? So che stanotte sei stata a caccia, per quella storia del nuovo Alpha. Hai ottenuto qualche risultato? “. Chiede, mentre lei scuote il capo e si va a sedere sul letto. Il nonno si siede accanto a lei, accarezzandole gentilmente la lunga chioma corvina. “ Non abbatterti, vedrai che riuscirete a trovarlo. Io ed i tuoi genitori ci siamo attivati a nostra volta per potervi dare una mano: insieme lo scoveremo e porremo fine alla sua follia “. La rassicura, mentre nella mente di lei quegli occhi scarlatti tornano a far mostra di sé stessi.

 

“ Ecco, nonno: a questo proposito… “. Sussurra semplicemente Allison, guardando seriamente il patriarca. “ C’è una cosa che dovresti sapere e che ti vorrei domandare, se non ti dispiace… “. Sussurra poi la corvina: avrà deciso di rivelare a Gerard tutto ciò che le è accaduto? Se si, come reagirà l’uomo? Un conto è essere tollerante e pacifista, ma nel sapere dell’aggressione subita dalla nipote, forse anche il nonno di Scott ed Allison potrebbe perdere le staffe.

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Capitolo 9
*** Vaso ***


Day 9: Vaso
Storia: Bloody Sunset
Personaggi: Adam e Raphael
 

Il giovane dalla chioma bionda sta sistemando alcuni fiori in un vaso, riflettendo sugli ultimi eventi: è riuscito a diventare medico ed ora lavora in un’importante ospedale romano. Ha fatto tutto da solo, senza l’aiuto di nessuno e senza nessuno che lo supportasse: purtroppo sua madre è morta alla sua nascita e suo padre, be, lui non sa nemmeno che faccia abbia l’uomo che l’ha generato. Il suo sguardo cade inevitabilmente sulla foto di una giovane donna dalla chioma corvina: senza dubbio deve trattarsi di sua madre, Constance. “ Mamma… “. Sussurra semplicemente il ragazzo, prendendo tra le mani quella foto incorniciata e stringendola forte a sé. “ Mamma, hai visto? Sono riuscito a diventare dottore: adesso, riuscirò a curare tante altre persone con la tua stessa malattia. Salverò la loro e tante altre vite, proprio come avresti desiderato tu… “. Una sensazione improvvisa: la luce fa le bizze un paio di volte, cosa non comune pensa colui che si rivela essere Adam: collega di lavoro di Theresa ed amico suo e di Valentina. “ Ehi, ma cosa sta succedendo? “. Borbotta solamente il biondo, avvicinandosi alla lampadina dell’abat jour poco distante da lui e dandole un paio di colpetti. La luce non pare più fare le bizze e lui ritorna al suo vaso di fiori, ma una ventata gelida lo immobilizza con ancora il vaso tra le mani.

 

“ Adam “. Lo chiama una voce: una voce femminile dietro di lui. Il vaso quasi gli cade dalle mani, lo regge per un soffio. “ Adam “. Lo chiama nuovamente quella voce. Il ragazzo si volge di scatto e, quando nota chi sia ad avergli parlato lo shock è tale da fargli cadere a terra il vaso, che si frantuma in mille pezzi mentre l’acqua presente in esso si riversa a terra.

 

“ Mamma? “. Chiede sconvolto: no. No, non può essere: Constance è morta! Come può trovarsi l di fronte a lui? “ Mamma, ma tu sei morta! Non è possibile! Sto sognando! “. Fa con fare sconvolto il biondo, indietreggiando. La figura misteriosa con le sembianze di sua madre gli si avvicina lentamente, con essa una lieve brezza calda che, ad ogni passo, si spande in tutta la stanza per poi giungere fino ad Adam, che ancora crede di essere ammattito.

 

“ Sei cresciuto davvero tanto, Adam: tua madre è fiera di te e dei risultati che hai raggiunto. Ora è in Paradiso e siede al fianco del Padre, insieme a tutti i buoni di cuore che sono stati ammesso alla Sua presenza dopo la morte “. Quelle parole, non sa nemmeno lui perché ma riescono istantaneamente a dare un senso di calma ad Adam. Smette di indietreggiare, i suoi piedi sono ad un millimetro dal pestare i cocci del vaso, quello stesso vaso che apparteneva proprio alla defunta.

 

“ Mamma! Allora, sei veramente tu? Sei qui per me… “. Fa solamente, mentre sua madre gli sia avvicina per poi accarezzargli dolcemente il viso: il suo tocco è caldo, un calore che trasmette pace anche al giovane dottore che, epr un momento chiude gli occhi mentre istintivamente, fa una domanda. “ Chi sei in realtà…? “. Fa, capendo che quella non può essere realmente Constance e mentre una singola lacrima scende dai suoi occhi ora chiusi, come a volersi godere a pieno quella carezza che tanto gli è mancata.

 

“ Sono un Angelo, mi chiamo Raphael “. Fa semplicemente sua madre, o meglio: colui che a quanto pare ne ha preso le sembianze. Il biondo apre gli occhi di scatto, shoccato.

 

“ Un Angelo? “. Chiede, eppure in cuor suo non è sorpreso più di tanto, come se avesse sempre saputo che prima o poi, quest’incontro sarebbe avvenuto.

 

“ Ho bisogno di prendere possesso della tua mente e del tuo corpo, ho bisogno di te per portare a termine una missione molto importante “. Fa semplicemente quella figura con le sembianze di sua madre, con un lieve sorriso. “ Adam, ho bisogno che tu mi dica si “. Conclude semplicemente, mentre l’altro rimane un po' sbigottito a quell’ultima frase.

 

“ Come? Hai bisogno del mio consenso? “. Chiede stupefatto, mentre sua madre fa cenno di sì con il capo.

 

“ Certo: sono un Angelo dopo tutto, non posso prendere possesso di te senza il tuo permesso, anche se sei il mio tramite perfetto “. Fa semplicemente. Adam non sa nemmeno perché, ma osserva per un momento i cocci del vaso a terra, poi la foto della madre. In fine sospira pesantemente.

 

“ Ti dico si “. Sussurra e, a quella frase, un’intensa luce bianca avvolge tutta la stanza mentre, per la prima volta, Adam diventa il tramite di uno dei sei grandi Arcangeli elementali. Anche se per ora, il motivo della temporanea discesa di Raphael sulla Terra rimane un mistero. Mentre il giovane dalla chioma bionda sviene per qualche istante, la sua mano finisce su alcuni cocci del vaso, ferendolo. Il suo sangue tuttavia, pare ora avere uno strano effetto su quei cocci: li fa illuminare mentre, nel giro di poco tempo, il vaso torna bello ed integro come prima.

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Capitolo 10
*** Cellulare vecchio ***


Day 10: Cellulare vecchio
Storia: La nuova alba di Nemesis
Personaggi: Lacie e l'afgano
 

La giovane dalla chioma bionda osserva sorpresa l’uomo di fronte a lei. “ Un momento… “. Fa semplicemente, ripercorrendo quel ricordo per evitare di sbagliarsi. “ Ma io, l’ho già vista prima d’ora! “. Fa sbigottita, ricordando che quell’uomo è lo stesso che, tempo addietro, le vendette una cosa molto bizzarra.

 

L’afgano di fronte a lei, proprietario di quel negozietto piuttosto modesto in cui, nemmeno lei sa perché è entrata, le porge un oggetto un po' particolare: è un vecchio cellulare. Colei che si rivela essere Lacie lo osserva stranita, mentre lui prende parola di lì a poco. “ Su, coraggio: lo prenda, signorina “. Fa semplicemente l’uomo, mentre lei lo osserva ancora piuttosto incredula.

 

“ Ma io ero entrata solo per curiosità. Non ho… “. Ma lui non le lascia finire la frase, insistendo nel porgerle quel cellulare che, date le fattezze, parrebbe essere piuttosto datato.

 

“ Insisto: lasci che le faccia un regalo. Sa, non entra molta gente qui, men che meno delle belle ragazze come lei. È solo un modo per essere gentile “. Quelle parole hanno un non so che che riesce in men che non si dica a tranquillizzare la ragazza ed a farla fidare: normalmente si sarebbe insospettita di uno sconosciuto che le parla in questo modo, ma quell’uomo non le ispira paura o diffidenza. Seppur un po' esitante prende tra le mani quel vecchio cellulare: in effetti non è male, pensa con un lieve sorriso. Potrebbe sempre considerarlo un “ vecchio reperto “ degli anni in cui i cellulari erano ancora fatti in quel modo. L’afgano sorride cordiale, da dietro il bancone. “ Spero di rivederla presto, signorina “. Fa semplicemente, mentre a quella frase anche lei sorride lievemente.

 

“ La ringrazio, spero anche io di rivederla presto. E… beh, grazie per il regalo “. Fa solamente, uscendo poi dal negozio ancora un po' pensierosa. Improvvisamente, sul vecchio cellulare compare uno strano messaggio.

 

Quel messaggio che l’ha condotta fino alla Torre degli Asinelli, o meglio all’entrata di essa. Seppur sia notte, la fanciulla ha infatti seguito le istruzioni di quel misterioso messaggio, ma ad attenderla c’è solamente quell’uomo, nel quale lei riconosce l’afgano che le ha regalato il cellulare. “ Lei? Ma che significa? “. Chiede sorpresa Lacie, mentre lui decide di darle una risposta solo di lì a poco, facendo un lieve inchino.

 

“ Vi prego, signorina: dovete seguirmi a Nemesis. È importante che voi ed il principe Glen torniate al vostro legittimo posto, prima che sia troppo tardi “. Sentenzia, mentre alla ragazza si gela quasi il sangue nelle vene.

 

“ G… Glen? Ma cosa… cosa c’entra Glen? “. Avvampa come un semaforo, mentre l’afgano decide di parlare e darle quanto meno una spiegazione.

 

“ Dovrà essere la regina a spiegarvi tutti, ora vi prego: molte cose terribili stanno accadendo a Nemesis, le Tenebre sono ormai piombate sul regno per mano del nostro attuale re: la sola speranza di riavere la luce è rappresentata da voi e dal principe Glen, il secondo degli eredi al trono di Nemesis. Quindi, vi prego… “. La ragazza rimane sbigottita mentre, in un solo schiocco di dita l’uomo apre uno squarcio nell’aria. “ Questo è un portale: un portale che si apre solamente qui, alla Torre degli Asinelli. Per questo vi ho dato quel cellulare: per darvi istruzioni su come giungere qui ed a che momento preciso avreste dovuto farlo. Ora, dipende tutto da voi… “. Lo sguardo dell’uomo manda un po' in confusione Lacie: da un lato vorrebbe fuggire, dall’altro tuttavia, sa bene che non sta mentendo. E se è così, se lei e Glen sono davvero la sola speranza per il regno da cui proviene di riavere la luce, allora pensa, non si può sottrarre.

 

“ Ma io non ho nulla per poter portare la luce: sono solo una ragazza ordinaria “. Fa poi la bionda, mentre l’afgano sorride lievemente.

 

“ Oh no, vi sbagliate: voi siete molto, molto più che una ragazza ordinaria. Se verrete con me, potrete scoprire tutto quanto. Anche le vostre origini “. A quella frase lei pare mettere da parte ogni tipo di ripensamento: se vuole far chiarezza sul suo passato pensa, non ha altra scelta che aiutare quell’uomo a salvare il suo regno.

 

“ E sia: vi seguirò. Vi aiuterò a salvare il v ostro regno, ma in cambio voglio sapere tutta la verità sulla mia famiglia. Tutto “. Precisa e, ad un cenno affermativo da parte dell’afgano, la bionda non esita più: varca la soglia di quel portale, mentre l’uomo si appresta a fare altrattanto.

 

“ Bentornata, principessa Lacie… “. Sussurra semplicemente ed in modo impercettibile, prima di varcare la soglia e mentre il portale si chiude dietro di lui, lasciando a terra un altro cellulare vecchio.

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Capitolo 11
*** Festa in maschera ***


Day 11: Festa in maschera
Storia: La leggenda del re dei vampiri
Personaggi: Liuva, Avril, Lucia e Felix
 

La giovane dalla chioma bionda fa un sospiro profondo, riflettendo: non avrebbe mai creduto un giorno, di trovarsi in questa situazione. Non avrebbe mai creduto un giorno, di indossare un abito tanto elegante, di avere i capelli acconciati perfettamente come una principessa, di avere sul viso un trucco che la fa apparire come una meravigliosa bambola. Non avrebbe mai creduto di riuscire a camminare su questi tacchi alti senza inciampare né di partecipare ad un ballo in maschera, ma così è: colei che si rivela essere Avril, figlia del curatore di Costaluna, sta ora per varcare la soglia della sala da ballo ed è tesissima mentre, un po' nervosa, rigira tra le mani guantate la maschera che dovrà indossare. Da un lato è molto felice di essere lì ma, comprensibilmente, dall’altro è un po' turbata e teme di fare figuracce di qualsiasi genere. E se inciampasse mentre entra? E se non sapesse come comportarsi e facesse il contrario di come deve essere? Il filo dei suoi pensieri viene interrotto bruscamente e lei scuote il capo. “ Coraggio, Avril: devi entrare, non puoi certamente rimanere qui sulla soglia per tutta la sera “. Mormora, incoraggiando sé stessa a fare il passo, un passo in apparenza semplice ma che, in verità, le pare il più difficile di tutta la sua vita. Dopo un nuovo ed intenso sospiro finalmente si decide a varcare la soglia, vada come vada pensa, ormai non può più tornare indietro. Indossa la maschera che le copre parzialmente il viso, posando in seguito la mano su quella porta per poi aprirla con un po' più di decisione.

 

Passa un po' di tempo da quando Avril entra nella sala da ballo: inevitabilmente tutti osservano ammirati quella fanciulla misteriosa, che indossa un abito molto simile a quello della Regina al suo primo ballo. Già, Avril non lo può ancora sapere ma il suo abito è molto simile a quelli indossati sia da Tea che da Elizabeth ai loro primi balli in maschera. La fanciulla avanza incerta nel salone, guardandosi intorno: per lei è tutto così nuovo. Non è mai stata in un palazzo prima d’ora, figurarsi addirittura al palazzo reale. I lampadari sfarzosi, le luci quasi abbaglianti, gli addobbi, le persone che danzano, donne e uomini elegantissimi che sembrano quasi fluttuare tanta è la leggerezza con cui muovono i passi di danza. Tra la folla la fanciulla non può fare a meno di notare anche alcuni cacciatori: devono essere senza dubbio membri della Luna Insanguinata, suppone mentre con una mano solleva lievemente la vaporosa gonna dell’abito rosso che indossa. Un rosso molto chiaro e quasi tendente al rosa, che si intona perfettamente alla sua pelle quasi diafana che la fa apparire quasi come una di loro. I suoi occhi chiari continuano a scrutare la grande sala fino a quando, quasi senza che se ne renda conto qualcuno non le arriva davanti, facendo un lieve inchino. “ Benvenuta al ballo in maschera dei Rosa Rossa. Sono felice che tu abbia accettato l’invito “. Quella voce, la riconoscerebbe tra mille. La fanciulla sorride lievemente per poi fare a sua volta un inchino, le mani a sollevare lievemente l’abito come una vera dama, come fosse nata e cresciuta a palazzo.

 

“ Non avrei mai potuto rifiutare l’invito di sua maestà il Principe: per me è un onore partecipare a questo ballo “. Sorride lievemente da sotto la maschera Avril, mentre lui le porge la mano per poi puntare qualche istante il proprio sguardo in quello di lei.

 

“ Permettete un ballo, madame? “. Chiede poi colui che la fanciulla già ha riconosciuto e, forte di questo rimane decisamente rilassata: chissà come avrebbe reagito se fosse stato uno sconosciuto a chiederle un ballo? Probabilmente si sarebbe lasciata prendere dal panico o dalla paura di fare una brutta figura. Ma con lui? Beh: con lui tutto è diverso, lo ha imparato il giorno in cui lo ha conosciuto. Mantenendo un composto e lieve sorriso la fanciulla posa una mano su quella di lui, solo i guanti di entrambi impediscono che le loro mani si sfiorino come invece accade tutti gli altri giorni. Ma stasera tutto è diverso: stasera lui è il Principe di Costaluna, lei una popolana anche se, di fatto, è stata presentata alla famiglia di lui come la sua compagna. Una volta che la bionda ha posato la mano sulla sua, con quella libera lui le cinge la schiena e la attira leggermente a sé, portandola letteralmente in mezzo al salone mentre la musica inizia di lì a poco, suonando un valzer che lei non è mai riuscita ad imparare. “ Sono felice che tu sia qui “. Fa ad un certo punto lui, mentre lei si accorge con sorpresa di riuscire a seguire i suoi passi senza pestargli i piedi, come se avesse da sempre saputo come danzare su questo tipo di melodie, come appartenesse da sempre a quel mondo. Sorride lievemente mentre, di lì a poco dà una risposta.

 

“ Anche io sono felice di essere qui con te “. Sussurra semplicemente, mentre colui che invece si rivela essere Liuva Rosa Rossa annuisce semplicemente e mantenendo quel lieve sorriso che da anni aveva ormai perduto. “ Ehi, dici che a tuo padre piaccio? “. Chiede, ricordando la reazione stranita di Strauss quando gli fu presentata, come compagna di suo figlio. Liuva rimane in silenzio qualche istante, poi punta lo sguardo su suo padre per alcuni momenti. In seguito decide di dare una risposta.

 

“ Io dico di sì: gli ci vuole solo un po' di tempo per abituarsi all’idea che ho una fidanzata. Poi ehi, piaci a mia madre quindi puoi stare sicura “. Ride lievemente, contagiando così anche Avril mentre i piedi della donna la accompagnano in un ballo a dir poco perfetto, facendole muovere quei passi che lei non ricorda di aver mai imparato.

 

“ Grazie, per avermi portata qui: significa molto per me “. Ammette la ragazza mentre, quasi istintivamente lui la attira maggiormente a sé.

 

“ Sei la mia fidanzata, non c’era motivo per il quale non dovessi essere presente “. A quella frase lei non può fare a meno di alzare lo sguardo verso di lui e sorridere lievemente. “ E pensare che, quando ti ho incontrata, piagnucolavi dietro a Yuki “. Ride lievemente il maggiore dei figli di Strauss e Tea, mentre lei finge di imbronciarsi.

 

“ Scemo “. Fa con un lieve sorriso, facendo intendere di non essersela presa. “ Sai che ti amo tanto? “. Chiede la bionda, mentre lui rimane in silenzio qualche momento e finge di pensarci.

 

“ Non so, non è che ne sia tanto convinto. Perché non provi a ripetermi quanto mi ami? “. Chiede e, alzandosi in punta dei piedi la bionda avvicina il viso a quello di lui, le maschere si sfiorano così come le loro labbra.

 

“ Ti amo “. Ripete semplicemente lei, mentre il valzer ha termine interrompendo, per ora, il momento magico tra i due.

 

“ Ti amo anche io “. Fa semplicemente lui, non accorgendosi della cugina Lucia che osserva il momento tra i due e sospira pesantemente.

 

“ Tutti a danzare, io invece senza neppure un fidanzato “. Borbotta semplicemente la figlia di Garsendiss e Bridget, imbronciata. “ Possibile che nessuno voglia ballare con una Principessa? Faccio così paura? “. Chiede più a sé stessa. In quel momento tuttavia, qualcuno arriva alle sue spalle. Fa un inchino rispettoso per poi attirare la sua attenzione.

 

“ Principessa Lucia? “. Chiede solamente, la ragazza dalla chioma arancio si volge di scatto ed inevitabilmente arrossisce lievemente.

 

“ Felix? “. Chiede, riconoscendo il migliore amico di suo cugino Liuva: membro della Luna Insanguinata, ne è diventato ambasciatore in giovane età e per questo ha potuto anche partecipare ad un ballo che, altrimenti, sarebbe stato destinato solamente ai membri onorari come Matilda, Ludwig, Lukas, Emma , Jakob e pochi altri. Mentre la ragazza rimane ancora rossa in viso, lui prosegue la sua frase: da sotto la sua maschera gli occhi di lui incontrano quelli chiari di lei, così opposti ai suoi.

 

“ Mi concedete l’onore di un ballo? “. Chiede solamente il figlio di Salem. Un po' sorpresa la ragazza rimane interdetta, poi annuisce mentre un sorriso spunta immediatamente sul suo viso.

 

“ Certamente, Mylord “. Fa, mentre posa una mano su quella di lui e si lascia condurre in quel nuovo ballo e, allo stesso tempo, anche il suo cuore inizia a battere all’impazzata.

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Capitolo 12
*** Giappone ***


Day 12: Giappone
Storia: Il patto delel Tenebre
Personaggi: Lily, Noshiko, Newt, Yuki ed Akane
 

Asakusa, Tokyo.

 

Lily e sua nonna Noshiko sono arrivate, assieme a Newt, di fronte all’imponente tempio di Sensō-ji. La più anziana osserva i due ragazzi, Lily sembrerebbe essere un po' tesa mentre, istintivamente, il giovane dalla chioma castana le afferra la mano. “ Lily? Tutto bene? “. Chiede, mentre lei fa cenno di sì con il capo.

 

“ Si, sto bene “. Fa solamente, per poi volgere lo sguardo verso sua nonna. “ Nonna, ne sei certa? E’ qui in Giappone che sarebbero i miei genitori? “. Chiede turbata: ha creduto per anni che i suoi genitori fossero morti, in quella notte di molti anni prima e quando lei era ancora una bambina. Invece, da un po' di tempo sua nonna Noshiko avverte il potere di due Kitsune molto potenti proprio nei pressi di Asakusa, precisamente vicino o nel tempio di Sensō-ji. Le due donne hanno quindi deciso di recarsi sul posto, accompagnate da Newt: il ragazzo non ha infatti voluto lasciarle sole ad affrontare quel lungo viaggio, Noshiko è anziana e non era proprio il caso di mandare due donne sole in un viaggio così lungo e faticoso.

 

“ Si: ho avvertito qui il crescere di due poteri molto grandi: potrebbero essere solamente i poteri di Yuki ed Akane, non ne esistono altri di così… “. L’anziana si blocca, portando una manoa ccanto al cuore: non si sente male, solamente sopraffatta al solo pensiero che suo figlio possa davvero essere vivo, che possa insieme alla sua sposa essere tornato proprio dove tutto cominciò, nella città in cui nacque, nella nazione che vide nascere anche il Nogitsune. Possibile pensa l’anziana, che siano davvero tornati in quel luogo per chiudere di persona questa storia? Anche fosse vero, come farebbero a sapere che ora Void è libero? Nessuno si sarebbe mai aspettato che, inavvertitamente, Lily spezzasse il sigillo sul libro che lo teneva imprigionato, allora…? Il filo dei pensieri della donna è interrotto da Newt, che le pone una mano sulla spalla.

 

“ Noshiko, vi sentite bene? “. Chiede, notando il suo gesto. La donna sorride cordiale, per poi prendere parola.

 

“ Si, ti ringrazio figliolo “. Fa e, per un solo istante, in lui le pare quasi di rivedere suo figlio. “ Sai, mi ricordi avvero molto mio figlio: la sua stessa nobiltà d’animo, la sua stessa dolcezza. Sono sicuro che, quando lo ritroveremo, perché lo troveremo molto presto, allora sono sicura che andrete davvero d’accordo, voi due “. Fa semplicemente la corvina, facendo arrossire lievemente il giovane.

 

“ Certamente: troveremo vostro figlio e vostra nuora quanto prima, non abbiate dubbi “. Fa risoluto, mentre a Noshiko sfugge un altro sorriso.

 

Dall’interno del tempio tuttavia, all’insaputa dei tre qualcuno li sta osservando: la donna è vestita con il tradizionale kimono, mentre il marito veste un po' più all’occidentale malgrado le sue origini ed il luogo sacro in cui si trovano. “ Yuki “. Lo chiama solamente, per poi guardarlo mentre, di riflesso, lui ricambia il suo sguardo. “ Guarda: tua madre, nostra figlia e quel ragazzo sono già giunti qui. Presto ci troveranno “. Fa semplicemente, mentre lui scuote le spalle per poi avvicinarsi alla moglie.

 

“ E va bene: significa che scapperemo di nuovo “. Fa lievemente ironico, mentre lei lo guarda decisamente seria.

 

“ Non dire sciocchezze “. Lo rimprovera, mentre lui sbuffa sonoramente per poi rispondere alla sua frase.


“ Stavo scherzando, mamma mia “. Sentenzia semplicemente il corvino, osservando a sua volta il gruppo e, in particolare, la figlia. “ Come pensi reagirà, quando saprà che sono scappato rifiutando la mia missione? Che ho lasciato su di lei l’incombenza di sconfiggere il Nogitsune, perchè sapevo che si sarebbe risvegliato? “. Chiede semplicemente, mentre la moglie lo affianca e gli posa una mano sulla spalla.

 

“ Più che altro, a me preoccupa pensare a come reagirà nello scoprire che, pur essendo vivi, non siamo mai tornati da lei e le abbiamo fatto credere che eravamo morti. Dimmi: credi ce lo perdonerà? “. Chiede semplicemente, mentre lui non distoglie nemmeno per un istante lo sguardo da Lily.

 

“ Non lo so: staremo a vedere, Akane. Staremo a vedere “. Sentenzia con sin troppa calma, dirigendosi poi verso il Butsuden assieme al Sommo Sacerdote, che pare avere molto rispetto sia per lui che per la sua sposa. Forse, anche l’uomo è a conoscenza della loro natura?forse è per questo che ha acconsentito ad ospitarli in quel luogo sacro? Li considera forse delle divinità? Ben presto, ogni domanda avrà una risposta.

 

 

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Capitolo 13
*** Ametista ***


Day 13: Ametista
Storia: Bloody Sunset
Personaggi: Allen ed Halle
 

Il giovane ragazzo di circa diciassette anni si innervosisce ancora una volta: si alza di scatto dalla sedia su cui era seduto per poi dirigersi fuori dalla stanza in cui, solo in precedenza, stava parlando con Halle: colei che gli ha fatto da madre ma che, in verità, non lo è affatto. “ Allen! “. Lo chiama semplicemente la donna, rincorrendolo. “ Allen aspetta, lascia che ti spieghi! “. Fa solamente, ma più alterato di prima lui si volge verso di lei.

 

“ Sparisci! Sei un’assassina! Tu e mio padre… voi avete lasciato morire mia madre, la mia vera madre! E tu hai portato avanti questa menzogna per tutto questo tempo! Ti odio! “. Grida infuriato colui che la bionda sa essere il tramite di uno, o meglio una delle figlie di Lucifero: Lust. Sa già che il capo dei peccati si è insidiato, o meglio insidiata in lui, in Allen: il figlio maggiore di Elluka e Crowley, pensa. Il figlio di una volgare strega e di un Cavaliere dell’Apocalisse, lui sarà destinato ad essere il capo delle incarnazioni demoniache e lei lo sa bene.

 

“ Ti prego! Non puoi sottrarti al tuo destino solo per questo! Ascoltami! “. Fa semplicemente la donna, cercando di seguirlo mentre lui, infuriato, arriva al salone.

 

“ Non mi devi toccare o ti rovino, chiaro?! “. Grida il giovane dalla chioma ametista, alterandosi al solo tocco di lei, d’altro canto la donna continua a tentare un approccio, per potergli parlare e chiarire la situazione.

 

“ Va bene, ora sei un po' arrabbiato con me e lo capisco, ma andiamo! Tutto questo faceva parte di un piano ben preciso, un piano che anche tu ora conosci! Un piano di cui tu ed i tuoi fratelli siete parte, e… “. Lui la guarda: il suo sguardo color oceano pare quasi volerla fulminare o trapassare.

 

“ Tu! Tu sei una vile assassina, esattamente come mio padre! Ti odio! “. Grida, mentre la donna gli si avvicina.

 

“ Non dire questo, ti prego! “. Fa e, quando gli afferra una spalla lui cerca subito di farle lasciare la presa strattonando con ira. Ma tutto succede in un attimo: succede tutto in un lasso di tempo così ravvicinato che lui nemmeno riesce a rendersi conto di cosa succede, ma è come se una forza invisibile l’avesse spinto per poi fargli battere la testa contro lo spigolo del tavolino. Ovviamente sviene, mentre Halle gli si avvicina sconvolta: anche lei ha avuto la netta sensazione che qualcuno avesse spinto il suo pupillo facendogli battere il capo. Tuttavia, ora questo non importa. “ Allen! “. Grida solamente, correndo da lui ed inginocchiandosi, per poi fargli posare il capo sul suo grembo. “ Oh no! Oh no! “. Fa disperata, guardandosi la mano sporca di sangue. “ Allen! Allen, svegliati, ti prego! “. Lo scuote lievemente, ma nulla pare sortire effetto: sembra che la botta abbia fatto un danno ben più serio del previsto.

 

Solo dopo alcune ore il giovane apre gli occhi di scatto: osserva colei che non ha abbandonato un secondo il suo capezzale, ricordando vagamente l’accaduto. Halle si volge di scatto verso di lui, sollevata. “ Ti sei ripreso! Non sai che paura ho avuto, stai bene? “. Chiede, mentre lui si mette seduto nel letto per poi osservarla intensamente.

 

“ Halle? “. Chiede solamente, mentre lei lo osserva confusa: non ha mai avuto un simile tono, cosa gli sta succedendo, si chiede?


“ Si: sono io, cosa.. “. Mormora, ma qualcosa la fa ammutolire di colpo: lo sguardo di lui. Lo sguardo di lui si tinge di ametista mentre osserva la donna di fronte a lui. Le afferra il mento con due dita, costringendola ad alzare lo sguardo in sua direzione.

 

“ Non mi riconosci, con questa bella faccia? “. Chiede, per poi proseguire. “ Quando il mio tramite ha perso i sensi, abbiamo raggiunto un accordo: io gli avrei dato tutto ciò che vuole, in cambio lui mi lascerà usare il suo corpo e porterà a termine la missione. Anche se mi ci è voluto un po' d’impegno per convincerlo “. Quelle parole, quel tono autoritario: lei li riconosce immediatamente, li ha visti e sentiti anche sui e dai precedenti tramite.


“ Lust “. Sussurra solamente, mentre lui annuisce. “ Sai, l’ametista ti dona “. Fa semplicemente la donna, mentre lui sogghigna sadicamente, molto diverso da Allen ma allo stesso tempo così simile a lui.

 

“ Chissà se donerà anche a te? “. Fa, per poi attirarla a sé e sorprendendola decisamente. “ Voglio proprio scoprirlo “. Conclude poi il discorso, posando le labbra su quelle dell’incredula sacerdotessa.



 

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Capitolo 14
*** Orme ***


Day 14: Orme
Storia: Bloody Sunset
Personaggi: Serena, Michael e Castiel
 
  Questo prompt è un regalo ad un'amica, che ha inserito nella serie canonica la sua pg di cui si legegrà in questa storia.
 

“ Camillo! Camillo, dove sei?! “. La voce della ragazzina dodicenne si spande rapidamente in tutto il giardino, mentre corre a cercare la fonte di tanta preoccupazione. “ Dove ti sei nascosto? “. Chiede, seguendo le orme lasciate dal cagnolino che, solo qualche tempo prima, uno dei suoi “ padri “ le ha regalato per il compleanno. Del cagnolino tuttavia non pare esserci traccia e la bionda pare essere disperata. Continua a cercare, seguendo le orme che la neve di Dicembre ha regalato, imbiancando totalmente il paesaggio circostante e senza rendersi conto che due persone la stanno osservando da un po'.

 

“ Te lo avevo detto, che prima o poi avrebbe combinato dei guai “. Fa il giovane dalla chioma rossa, guardando colui che, tempo prima, in un giorno di Settembre ha regalato il cagnolino che tanto desiderava a loro figlia, nonostante lui non fosse esattamente dell’opinione. Il corvino lo osserva a sua volta, per poi decidere di riportare lo sguardo sulla figlia scelta/nipote.

 

“ Suvvia, sei troppo severo con lei: vedrai che questo le insegnerà a prendersi più cura degli animali e delle sue cose “. Fa, notando che le orme a terra si stanno cancellando per via dell’abbondante nevicata.

 

“ Tu sai vero, che non lo troverà? Specialmente, non seguendo delle semplici orme. E comunque, credi davvero che imparerà qualcosa? Io non credo “. Fa semplicemente l’Arcangelo del fuoco, mentre colui che da diverso tempo è il suo fidanzato/sposo continua a ridere.

 

“ Hai davvero poca fiducia in nostra figlia, eh? “. Chiede, per poi riflettere. “ Se Valentina fosse qui, sarebbe fiera di come la stai crescendo. Malgrado la tua freddezza, lei sa che la ami e che quando la rimproveri, lo fai solo per il suo bene “. Fa solamente colui che si rivela essere Castiel. A quella frase l’altro sospira pesantemente: non potrà mai scordare il giorno in cui perse la sua Valentina, restando solo con la figlia da crescere. Non scorderà mai di quando si accorse che, ironia della sorte, Castiel era il padre scelto di sua figlia, rendendolo quindi a sua volta padre della piccola anche se, biologicamente, ne è lo zio.

 

“ Se Valentina fosse qui, non potrebbe credere ai suoi occhi: io e te a crescere la sua bambina, chi lo avrebbe mai detto? “. Fa semplicemente il maggiore dei figli di Dio, mentre lentamente le orme del cagnolino vengono cancellate dalla neve.


“ Oh, io immagino che non crederebbe ai suoi occhi nel vedere me e te, mano nella mano e come una coppia. Questo la lascerebbe sconcertata, ma non credo sia dispiaciuta che in fine, siamo noi a crescerla, no? “. Chiede semplicemente Castiel, notando che la bambina dalla chioma bionda sta tornando ed in braccio tiene un bassotto nero: ha ritrovato Camillo, la sua tenacia è stata premiata a quanto sembra.

 

“ No, non credo che, ovunque lei sia, le dispiaccia che siamo noi a crescere Serena: in fin dei conti, entrambi siamo i suoi padri, giusto? “. Chiede semplicemente Michael, girandosi per rientrare. È Castiel a tenergli la mano, trattenendolo prima che se ne vada.

 

“ Dalle un abbraccio: rimani qui insieme a noi, falle sentire il tuo amore. So che la ami e le vuoi bene, allora perché non glielo mostri? “. Chiede semplicemente. “ Sei suo padre, il suo padre biologico: ha bisogno anche di te “. Conclude semplicemente il corvino, mentre il rosso si volge verso di lui per poi accarezzargli dolcemente il viso.

 

“ Ma ci sei già tu a darle tutto ciò di cui ha bisogno: sei il suo padre scelto, dopo tutto “. Fa, per poi dargli un bacio sulla guancia e liberandosi dalla sua presa, rientrando in casa mentre, di lì a poco, Serena si avvicina tenendo tra le braccia il cagnolino che, incuriosito, guarda Castiel.

 

“ Allora, signorina: hai ritrovato Camillo? “. Chiede, mentre lei abbassa lo sguardo triste.

 

“ Mi spiace: cercherò di essere un po' più attenta la prossima volta, papà “. Fa, mentre Castiel sorride lievemente per poi accarezzarle il capo. In quel momento la bimba guarda il suo secondo padre per poi prendere parola nuovamente. “ Perchè papà non mi vuole bene? Non mi da mai un bacio e non mi accarezza mai… “. Sussurra, per poi coccolare dolcemente il cagnolino. A quella frase Castiel si rattrista lievemente, ma davanti a lei mostra sempre il sorriso così tipico di lui.

 

“ Non ti devi preoccupare: papà ti vuole bene, tesoro. È solo che fa fatica a dimostrarlo, sai… dopo la morte della mamma… “. Fa, mentre lei annuisce.

 

“ Ho capito “. Fa semplicemente, mentre il corvino le da un bacio sulla fronte ed accarezza il capo di Camillo.

 

“ Forza, andiamo: sta nevicando parecchio, rischiamo di ammalarci “. Fa semplicemente, mentre lei annuisce per poi andare in casa, stringendo dolcemente il cagnolino che, a sua volta, le lecca il viso allegramente.

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Capitolo 15
*** Specchio ***


Day 15: Specchio
Storia: La diciottesima luna
Personaggi: Garry Perry Hikari

 

Il giovane dalla chioma argento osserva il suo riflesso nello specchio, sospirando profondamente. “ Sei solo tu, Garry. Sei solo tu: il fiero figlio dei tuoi genitori, un Hunter. Tu sei Garry Perry, e basta “. Fa dei profondi sospiri, cerca di darsi una calmata. “ Sei solo tu “. Ripete quasi più a sé stesso, ma una voce improvvisa, preceduta da una risata crudele, lo fa da prima sussultare mentre, di lì a poco il giovane Perry inizia a guardarsi intorno. “ Chi va là?! “. Grida, ottenendo solamente di sentire più forte tale risata.

 

“ Sei così ingenuo “. Di nuovo, la voce parla seppur, di fatto, il ragazzo sappia perfettamente che nella stanza non c’è nessuno. “ Guarda, sono qui! “. Una ventata gelida, colui che si è rivelato essere Garry si volge di scatto per poi guardare lo specchio: c’è solo il suo riflesso, pensa. Solo il suo riflesso, ma certo: che altro ci dovrebbe ma essere, si chiede? Il ragazzo chiude gli occhi qualche momento, inspirando ed espirando profondamente.


“ Tu non esisti. Tu non esisti, non… oh mio Dio!! “. Grida l’ultima frase, indietreggiando mentre nello specchio vede un riflesso totalmente diverso: è lui stesso ma allo stesso tempo no, non lo è. Ha i suoi stessi capelli, ma lo sguardo è di un blu differente e, soprattutto, malvagio. I suoi biti sono regali, il mantello degli Hikari è posato sulla sua spalla destra.

 

“ Ciao, Garry: ti piace ciò che stai vedendo? “. Ghigna sadicamente la figura, mentre lui scuote il capo.

 

“ No, no! No, io non sono così! “. Grida, ma il suo riflesso lo irride in modo diabolico.

 

“ Invece sì! Questo è quello che sei, questo è ciò che diventerai! Sei un vampiro, un membro del clan della luna blu, esattamente come Ivy e Vanitas! Sei loro fratello, il figlio di re Kaname e di Juliette Knight! “. Continua a ridere, lui cade in ginocchio mentre si porta le mani alle orecchie.

 

“ No! Smettila, smettila! “. Ma l’altro non pare avere idea di lasciarlo stare: probabilmente sta succedendo tutto nella testa del cacciatore, o forse no? Forse non sta succedendo tutto nella sua mente, forse è solo l’altro sé stesso che lotta per uscire, che lotta per emergere e sopraffare la sua parte umana. Forse, il suo lato vampiro, quello che alla sua nascita fu sopito.

 

“ Non puoi negare ciò che sei in realtà! Prima o dopo il tuo potere emergerà, anzi, lo ha già fatto! “. Quelle parole sembrano come pesanti pietre che, man mano che vengono pronunciate colpiscono il capo ed il corpo del ragazzo dalla chioma argento, per poi causargli un dolore atroce: non sa se sia psicologico, se sia tutto nella sua testa o se effettivamente il morso ricevuto in sogno, quella notte di alcuni mesi prima, sia tornato a fargli male. I suoi occhi si tingono di cremesi qualche istante, in seguito da un forte pugno allo specchio in preda ad una forte ira: il vetro si frantuma, alcuni cocci finiscono per piantarsi nella sua mano ed il sangue cola su di essi, tingendoli di scarlatto.

 

“ Io non… non sono così… “. Sibila solamente il giovane, riprendendo a piangere mentre, inconsciamente, attiva il proprio potere e guarisce lentamente tutte le ferite della sua mano. Lo specchio rimane frantumato, il riflesso in esso non è naturalmente più visibile ma le sue parole, quelle rimbombano come una tortura nella mente del giovane che, da poco, ha scoperto che come la sorella, anche lui appartiene al clan Hikari. Anche se non vorrebbe mai accettarlo, purtroppo per lui la dura realtà è solo questa ed è ineludibile. Esausto dalla lunga nottata passata insonne e, con tutta probabilità dal fatto di aver inconsciamente utilizzato il proprio potere, Garry sviene a terra privo di sensi, mentre una parte del suo potere riprende lentamente a scorrere in lui: non manca molto al risveglio definitivo e, quando succederà, per molti potrebbe non essere un bene il ritorno dell’ultimo erede degli Hikari.

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Capitolo 16
*** Luogo abbandonato ***


Day 16: Luogo abbandonato
Storia: La diciottesima luna
Personaggi: Ivy, Vanitas Lunettes

 

La giovane dalla chioma corvina si guarda intorno, dopo essere stata spinta malamente in un edificio piuttosto fatiscente, ma che sente essere impregnato di un forte potere. Tuttavia, appena messo piede in quello che parrebbe essere un antico palazzo fatiscente percepisce il suo potere farsi sempre più debole, tanto da costringerla a portarsi una mano alla gola e cercare di respirare in modo regolare. “ Che… che posto è mai questo? “. Chiede più a sé stessa, non aspettandosi certo che chi l’ha trascinata con la forza in quel luogo le possa o voglia rispondere. Tuttavia si deve ricredere: il suo “ rapitore “, se così si può definire, prende parola di lì a poco.

 

“ Questo è il palazzo dei Lunettes: apparteneva a me, prima di sposarmi con Ivonne “. Fa semplicemente colui che sta “ indossando “ i panni di Vanitas Hikari, ma non lo è, non più: al ballo a Villa Veghner qualcosa è successo, qualcuno si è impossessato del Re bambino e di questo, anche Ivy si è resa conto.


“ L… Lunetets? “. Chiede semplicemente, forse iniziando a capire di chi si tratti.

 

“ Si, il palazzo della mia famiglia: il clan della Luna Blu, unico sovrano di questo regno. Beh, questo prima che sposassi Ivonne e mischiassi il mio potere con il suo, quello del clan della Luna Rossa. Forse è quello che ti indebolisce “. Ghigna malefico, mentre Ivy non ha più dubbi su chi sia stato ad impossessarsi di suo fratello.

 

“ V… Vanitas Lunettes… “. Fa solamente, mentre lui ghigna cinicamente per poi volgersi verso di lei: per un momento ad Ivy ricorda inevitabilmente il suo primo incontro con Vanitas, quando senza pietà sterminò i Perry e in seguito, quando la rapì e cercò in tutti i modi di farla diventare sua moglie, anche contro la sua volontà. Lui la osserva qualche istante, mantenendo quel ghigno crudele per poi prenderle una ciocca dei lunghi capelli tra due dita.

 

“ Le somigli: siete praticamente due gocce d’acqua “. Sussurra semplicemente l’ex sovrano di Veritas, mentre lei lo guarda stranita e senza comprendere a chi si riferisca. Come avesse capito a cosa sta pensando la nipote, lui decide di darle una risposta mentre indica un ritratto dietro di lei. “ A lei “. In quell’istante Ivy si volge di scatto, notando appeso al muro un ritratto molto simile a quello della sua famiglia, ma le persone ritratte sono diverse: un uomo dalla lunga chioma corvina e molto simile, se non uguale a Vanitas, affiancato da una donna che pare la sua gemella più adulta e che tiene per mano una bella bimba dalla chioma bionda. Accanto alla bimba, una piccola dalla chioma argentea.

 

“ La… la nonna? “. Chiede semplicemente, riconoscendo in quel ritratto Ivonne Lunettes, sua nonna. Vanitas osserva attentamente la sua reazione, per poi fare un cenno affermativo con il capo.

 

“ Si: la mia sposa e le mie figlie, tua madre e tua zia Veronica “. Fa semplicemente, mentre la ragazza non può fare a meno di porsi una domanda: perché portarla in quel luogo abbandonato? Perché portarsi dietro quello che può essere un peso, quando semplicemente suo nonno poteva andarsene e cerare il suo vero corpo indisturbato, per poi tornare a reclamare il trono? Domande che la giovane Hikari decide di non porre: ha troppa paura di quella che sarà la risposta. Tuttavia è lui che sembra, ancora una volta, percepire i suoi pensieri e volerle dare una risposta. “ Ivonne morì dopo aver dato alla luce Veronica: non potei fare nulla allora, dovetti rassegnarmi a perderla per sempre. Ma ora posso riaverla al mio fianco “. Fa semplicemente, mentre Ivy rimane agghiacciata da tali parole di cui non comprende il senso.


“ Come? È impossibile: la nonna è morta “. Fa solamente, ma lui la guarda con un ghigno sadico, per poi darle una risposta.

 

“ E perché credi che ti abbia portata qui? “. Chiede semplicemente, mentre un brivido di paura passa nell’intero corpo della neo regina di Veritas. Lui si avvicina a velocità fulminea, stringendola per le spalle quasi fino a farle male. “ Il filatterio con l’anima di Ivonne è qui: è necessario che io lo riprenda, per far si che possa rinascere e tornare da me “. Fa, mentre lei sgrana gli occhi sconcertata.

 

“ Cosa!? Non… “. Fa per finire, ma lui stringe maggiormente la presa sulle sue spalle, tante da affondare lievemente gli artigli in esse e farla lievemente sanguinare.


“ Presto, grazie a te lei tornerà da me… “. Fa semplicemente colui che tutti definivano “ il re pazzo “, e a ragion veduta direbbe ora la nipote. “… Ivonne “. Conclude la frase il corvino, prima di attirare la ragazza a sé per poi stringerla in un abbraccio quasi doloroso, avvertendo in oltre la forte paura che quelle parole hanno suscitato in lei.

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Capitolo 17
*** Giubbotto rosso ***


Day 17: Giubbotto rosso
Storia: Forsaken
Personaggi: Serena, Damian
 
 
  Questo prompt è un regalo ad un'amica, che ha inserito nella serie canonica la sua pg di cui si legegrà in questa storia.
 
E’ trascorso poco tempo da quando la giovane dalla chioma bionda ha ricevuto un’inattesa sfida: uno dei sottoposti del Re dei demoni l’ha infatti sfidata a raggiungerlo, ad una vecchia torre abbandonata, alla mezzanotte di quello stesso giorno. Quando la giovane gliene ha domandato le ragioni tuttavia, lui le ha solamente detto che le doveva dare delle importanti informazioni che riguardano “ la persona che le sta a cuore “, e a quel punto la ragazzina non ha potuto fare a meno di riflettere: dev’essersi senza dubbio riferito a suo padre, il suo vero padre, colui che non ha mai conosciuto e che l’ha abbandonata alla sua nascita. Ha tante domande da fargli, questo è vero, ma si chiede inevitabilmente se stia agendo bene: fidarsi di uno scagnozzo di Rin sarà davvero la soluzione più giusta? In oltre, se ci pensa bene sua madre le ha sempre proibito di cercare informazioni sul suo padre biologico, anzi, ogni volta che lei ne ha parlato o chiesto notizie si è innervosita e le ha ordinato di dimenticarsi di lui quanto prima, che quell’uomo per lei non esisteva e che era uscito dalle loro vite ancor prima che lei nascesse, che il suo solo padre è Andrew e che dovrebbe solo concentrarsi per diventare una brava esorcista. Ma la curiosità e forse, il richiamo del sangue sono addirittura più forti degli ordini materni. “ Perdonami, mamma… “. fa la ragazzina, sistemandosi la lunga chioma bionda e sospirando pesantemente. “ So che ti sto disobbedendo e che per questo ti infurierai, ma io devo sapere la verità. E se quell’uomo può chiarire i miei dubbi, allora… “. Dei passi dietro di lei la fanno sussultare, mentre il nuovo arrivato arriva a pochi passi da lei.

“ Allora devi andare, vero? Devi proprio metterti sempre nei guai, e menomale che ero io il fratello minore da proteggere qui “. Incrocia le braccia al petto il giovane dalla chioma rossa, mentre lei si volge di scatto: per un istante ha davvero creduto che si trattasse di suo padre che l’avesse scoperta, ma in seguito ha capito che non è così. Tuttavia non può fare a meno di chiedersi se non sarebbe stato meglio trovarsi di fronte ad Andrew, piuttosto che a…

“ Damian! “. Fa colei che si rivela essere Serena, facendo cadere a terra la eccetta d’acqua santa che stava mettendo in tasca. Suo fratello minore la osserva con uno sguardo del tutto identico a quello del padre, osservando prima lei poi la boccetta frantumata a terra.

“ Possibile che tu sia così imbranata? Cosa pensi di usare ora, in caso quel demone ti attaccasse? “. Chiede, mentre lei abbassa lo sguardo senza rispondere. Lui si china a raccogliere alcuni cocci, per poi guardarla severamente. “ Ti darò una sola occasione per dirmi perché stavi scappando nel cuore della notte, nonostante gli ordini di mamma e papà di non uscire. E soprattutto, di spiegarmi perché vuoi incontrare un demone “. fa, mentre lei mantiene lo sguardo basso.

“ Io… io devo sapere, Damian “. Ammette, stringendo il ciondolo a forma di piuma che tiene sempre al collo, unico ricordo del suo padre biologico. “ Devo scoprire perché mio padre mi ha abbandonata, chi sia, cosa stia facendo… se mi abbia mai amata. E se questo demone può chiarire questo dubbio, allora io… “. Lui sospira pesantemente, afferrando una cosa dalla sua tasca.

“ Ho capito “. Fa, mettendo una mano in tasca. “ Personalmente, la trovo un’idea stupida e folle. Ma ho anche fiducia in te, quindi ho deciso did arti una mano “. fa, sorprendendola e lanciandole una boccetta d’acqua santa consegnata dal Papa in persona a loro padre ed in seguito a lui. “ Se la rompi ti ammazzo, sappilo “. Fa, mentre lei rimane sorpresa ed incapace di proferire parola. Trova il coraggio di parlare solo di lì a poco, prima che lui se ne vada. “ Damian! “. Lo chiama, mentre lui si ferma dopo aver salito il primo gradino. “ Grazie “. Fa semplicemente, mentre lui sospira pesantemente per poi rispondere.

“ Non so se ho fatto bene, ma ho fiducia in te: ma sta attenta a non farti ammazzare “. Fa semplicemente, prima di salire per tornare in  camera sua. Da parte sua lei sorride lievemente, per poi afferrare il proprio cappotto rosso ed indossandolo: ha una cosa molto importante da fare, una cosa che non può attendere oltre.

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Capitolo 18
*** Spesa ***


Day 18: Spesa
Storia: Bloody Sunset
Personaggi: Serena, Amenadiel e Rowena Jr
 
 
  Questo prompt è un regalo ad un'amica, che ha inserito nella serie canonica la sua pg di cui si legegrà in questa storia.
 
La piccola dalla lunga chioma rossa punta i piedi, tenendo stretto a sé il pacchetto di patatine appena preso da uno scaffale lì accanto: è infatti all’interno di un supermercato, essendo andata a fare la spese assieme ai suoi genitori o meglio, assieme alla madre: più che fare la spesa infatti, suo padre sta girovagando senza una meta per tutto lo stabile, alla ricerca della gazzosa di cui, ha scoperto, non riesce fare a meno: quello strano liquido dolce gli piace, crede che gli umani abbiano avuto un autentica illuminazione quando l’hanno inventata. “ Rowena! Mettlie giù! “. Protesta la donna dalla chioma bionda, ma a quella frase la piccola le fa una linguaccia per poi prendere parola.

“ No! Sono mie e me le tengo! “. Protesta a gran voce, facendo volgere un cliente che stava passando e mettendo in imbarazzo colei che si rivela essere niente poco di meno che Serena Klyne, sua madre e figlia minore di Raphael e Valentina. A quel gesto da parte della piccola la madre fa per afferrare il pacchetto di patatine, stando attenta a non romperle.

“ La volta scorsa te le sei mangiate tutte in un giorno! Non te le comprerò più, è inutile che insisti “. Fa a bassa voce, evitando di dare spettacolo in mezzo al supermercato. Ma a farlo ci pensa la figlia, che si volta così da togliere il sacchetto dalla portata della madre per poi prendere parola con un ghigno che, pensa la disperata Nephilim, è la copia di quello di Michael.

“ Allora, perché mio fratello può mangiarle e io no? “. Chiede imbronciata, mentre la madre sospira esasperata, portandosi una mano al viso.

“ Tuo fratello non si ingozza come fai tu, consumando l’intero pacchetto in un giorno! Ha conservato le sue patatine, solo per questo può… “. Un rumore improvviso fa volgere la donna, mentre una voce sin troppo conosciuta le da conferma dei suoi sospetti. “ Oh no… “. Sospira pesantemente, dirigendosi al reparto delle bibite.

“ Amenadiel! “. La bionda osserva il neo marito, che a quanto pare deve aver aperto una bottiglia di gazzosa non considerando il fatto che non doveva essere scossa, oltre al fatto che avrebbe dovuto essere pagata. Il figlio di Michael ed Anael rimane quasi shoccato, come non si aspettasse una cosa simile: il suo viso, i suoi capelli e parte degli abiti si è bagnato, divenendo ben presto appiccicaticcio. “ Ehm… Amenadiel? “. Chiede semplicemente la fanciulla, mentre la piccola Rowena arriva dietro di lei di lì a poco, tenendo tra le mani le proprie patatine.

“ Tu… “. Sibila solamente il figlio dell’Arcangelo del fuoco, guardando la bottiglia. La donna si spaventa e lo osserva preoccupata.

“ Caro, non ti arrabbiare, suvvia… “. Fa, avvicinandosi mentre avverte la Grazia Angelica del marito aumentare vertiginosamente. Ma nemmeno le sue parole sembrerebbero far effetto su di lui, che infuriato inizia ad imprecare contro le bottiglie di gazzosa.

“ Stupide bottiglie, come avete osato aggredire il figlio dell’Arcangelo Michele?! Chi vi ha mandate, un demone?! “. Chiede, pronto a sfoderare la propria spada ed a “ dare una lezione “ a quelle bottiglie. A quella vista tuttavia, la moglie lo afferra per un braccio per poi guardarlo.

“ Ma no! Non sono stati demoni, suvvia! Forza, andiamo via…”. fa, mentre gli sconcertati clienti e commessi non possono fare a meno di assistere basiti alla scena. In tutto questo, chi ne esce vittoriosa è la piccola Rowena che, soddisfatta, apre il proprio pacchetto di patatine ed inizia a mangiarsele: una cosa è certa, pensa. Fare la spesa con i suoi genitori è una cosa che adora, letteralmente!

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Capitolo 19
*** Mani ***


Day 19: Mani
Storia: Bloody Sunset
Personaggi: Lucifero e Michael
 

Non è trascorso molto tempo da quando, grazie al patto con Valentina, Lucifero è diventato signore incontrastato del Paradiso: con la temporanea scomparsa di Dio infatti, il suo secondogenito è riuscito a prendere il suo trono. Certo, ha dovuto promettere che in cambio non ucciderà i fratelli, le sorelle ed il padre, ma in fondo pensa, che gli importa? Ora lui è re, ora tutti dovranno obbedire a lui se non vorranno conoscere la sua furia. La cosa che gli da maggior soddisfazione tuttavia è un’altra: essere riuscito a piegare il suo gemello, Michael. Non ci è mai riuscito in tutti gli eoni della loro esistenza, ha subito l’umiliazione di essere cacciato via dal Paradiso e chiuso nella gabbia per sua mano, senza mai riuscire a riscattarsi. Ora le cose sono diverse: è riuscito a piegare anche il primogenito di Dio, la sua spada, il comandante dei suoi eserciti. O meglio, quelli che erano gli eserciti di Dio: ora pensa, ora tutto ciò che è in Paradiso gli appartiene. Incluso un certo arcangelo dalla chioma rossa, che tutto sembra tranne che disposto ad accettare il nuovo Re.

 

Michael cammina solitario per i corridoi dell’Etenamenki: tiene la spada sulle spalle, la sua espressione fa trasparire la sua collera: davanti a tutti si mostra freddo e distaccato, seppur tutti sappiano che è contrariato per la nuova situazione. Ma ora pensa, ora può mostrare la sua ira, tanto nessuno lo vedrà mai. Si ferma a metà strada, poco prima di raggiungere la sua stana, per poi dare un forte pugno al muro: alcuni pezzi di Cristallo D’Angelo si piantano nella sua mano, ma non è questo a fargli male, non è questo a mandarlo in collera oltre ogni limite. “ Maledetta sgualdrina: è tutta colpa sua. Ci ha condannati all’eterna vergogna “. Sibila, riferendosi chiaramente a Valentina: non potrà mai perdonare Giustizia, nonostante sappia che ora è divenuta anche il tramite di Morte non potrà mai perdonarle ciò che ha fatto al Paradiso ed a loro tutti: obbligarli a sottostare a Lucifero, non crede esista disonore più grande per un angelo ma, soprattutto, per lui stesso. Un’improvvisa risata fuori luogo dato il momento, fa tuttavia sussultare l’Arcangelo del fuoco. Si volta di scatto per poi trovarsi di fronte a lui: colui che un tempo era l’Arcangelo più bello del Paradiso, colui che vanta il privilegio di possedere la stessa forza del Creatore: suo fratello gemello, Lucifero. I due si guardano qualche istante mentre, di lì a poco, il maggiore prende parola con tono furente. “ Si può sapere cos’hai da ridere, infame traditore? “. Chiede. Il ghigno dell’altro scompare immediatamente dal suo viso mentre prende parola di lì a poco.

 

“ Oh, Mickey, come siamo nervosi: ti serve forse una tiratina d’ali che ti rimetta in riga? “. Chiede ironico il corvino, ovviamente con il solo risultato di far alterare maggiormente l’altro.

 

“ Va all’inferno “. Sibila, proseguendo di lì a poco. “ Ops, aspetta un momento: forse dovrei spedirtici io a calci in culo, esattamente come feci quando papà mi ordinò di cacciarti via da qui! “. Prosegue, facendo tuttavia arrabbiare il minore. Con una velocità disarmante il corvino afferra il maggiore per il collo, facendolo finire contro la parete e facendogli cadere la spada.

 

“ Ascoltami bene, Mickey: adesso sono io che comanda, qui. Potrei essere io quello che ti caccerà a calci nella Gabbia, ne sei consapevole? Quindi, vedi di comportarti di conseguenza se non vuoi altri problemi “. Sibila, mentre da parte sua il rosso non da una risposta ma mantiene quello sguardo freddo, malgrado per un istante sul suo viso si sia dipinta una smorfia di sofferenza data la quasi totale mancanza di ossigeno. “ Che cosa c’è? Sei rimasto senza parole? “. Conclude poi il minore, sfiorando con la mano libera il fianco dell’altro. A quel tocco tuttavia, il primogenito di Dio sussulta ma non reagisce in altri modi. “ Avverto il tuo turbamento “. Continua semplicemente il signore delle Tenebre, ma ancora una volta nessuna reazione da parte di Michael. “ A cosa pensi, fratello? “. Chiede un po' più calmo il nuovo Re, allentando lievemente la presa sul collo del rosso e consentendogli di respirare almeno regolarmente. Il suo tocco sale, dal fianco fino alla spalla del maggiore. Di nuovo: ciò che Lucifero si sarebbe aspettato era una reazione violenta e disgustata da parte dell’altro, ma nulla di ciò avviene. Nemmeno quando la mano libera passa ad accarezzargli il viso Michael sembra reagire, non nel modo che si sarebbe atteso l’ex Arcangelo della luce. Dall’altro lato, Michael si da mentalmente dello stupido: dovrebbe reagire, dovrebbe ribellarsi, ma non lo fa: non si tratta di nessun incanto da parte del minore, no. È lui a desiderare quel tocco, di sentire quelle mani su di sé come non capitava da secoli, come non capitava da prima della caduta di Lucifero e la conseguente prima Guerra Celeste. Si fa schifo per questo: ma come può desiderare che le mani di un traditore lo sfiorino? La risposta in realtà, è più semplice del previsto: quel traditore è il suo gemello, che ha sempre adorato ed idolatrato fino a quando non lo ha pugnalato nel modo più meschino, fino a quando non fu costretto a chiuderlo nella Gabbia su ordine del Padre. Da allora lo ha odiato profondamente, ma è possibile che quell’odio sia una maschera che cela i suoi autentici sentimenti? Non lo sa ma, forse per la prima volta in secoli, una lacrima scende dai suoi occhi.

 

“ Non doveva andare per forza così “. Sibila, credendo di non essere sentito. Ma Lucifero sente benissimo ciò che ha detto il maggiore e, volente o nolente ne rimane sorpreso. Di nuovo infuriato, forse con sé stesso o forse con il destino, Michael riesce a liberarsi dalla presa sul suo collo. “ Io ti amavo, fratello! Ti amavo! Ti adoravo, più di chiunque altro al mondo! Ma tu mi hai tradito, e… “. Si blocca, recuperando il dominio delle sue azioni: ha detto anche troppo, pensa. Ha perduto la calma, la compostezza, la freddezza. È stato impetuoso come il fuoco che domina, ma ora se ne vergogna profondamente: porta una mano alla bocca come volesse evitare di dire altro, mentre da parte sua il corvino lo osserva fingendo di non essere sorpreso.

 

“ Michael… “. Sibila solamente il padre dei sette peccati capitali. Ma l’altro è più rapido: spinge il fratello lontano da sé, per poi scappare letteralmente via e rinchiudendosi probabilmente nelle sue stanze: non crede di essersi mai vergognato tanto in vita sua, pensa. Improvvisamente il ricordo di quelle mani su di sé ritorna a disturbarlo, costringendolo a sedersi sul letto per poi prendersi i capelli tra le mani.

 

“ Dannato… dannato Lucifero… “. Sussurra solamente, arrabbiato con il fratello ma, ancor più, arrabbiato con sé stesso.

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Capitolo 20
*** Vestito estivo ***


Day 20: Vestito estivo
Storia: Bloody Sunset
Personaggi: Dean e Jeanne
 
La giovane dalla chioma bionda è davanti allo specchio da circa un quarto d’ora: osserva il suo riflesso in esso, perplessa. Sta indossando infatti un bel vestito estivo di colore bianco, senza maniche e scollato. Ed è proprio questo il motivo della propria perplessità: non ha mai indossato tali abiti e si sente un pò strana, lo deve ammettere. “ Mmmmh… non so, forse mi dovrei cambiare “. Mormora semplicemente, ma qualcuno alle sue spalle ride lievemente per poi avvicinarsi a lei.

“ E perché mai? Sei splendida: quel vestito ti sta a pennello e sembra fatto apposta per te “. Ammette il giovane dalla chioma castano chiaro, avvicinandosi lentamente alla consorte per poi cingerle dolcemente i fianchi ed osservando il loro riflesso nello specchio. Nell’accorgersi di non essere più sola e capendo chi sia entrato, la reincarnazione di Giovanna D’Arco fa un lieve sorriso.

“ Adulatore “. Fa solamente, mentre suo marito Dean sorride a sua volta, continuando a rimirare il loro riflesso nello specchio.

“ Se ho sposato una meravigliosa Dea è giusto che io la veneri un pò, che dici? “. Ride lievemente, mentre anche sul volto di lei si dipinge un sorriso: suo marito la ama e lei ama lui, alla follia. Nonostante tutto ciò che è accaduto loro sono rimasti insieme, hanno superato tutto quanto e si amano come e più di prima.

“ Sono fortunata “. Ammette lei, ponendo dolcemente una mano su quella del marito, che ora la sta cingendo accarezzandole il ventre con dolcezza. “ Ho un marito meraviglioso, un figlio che amo con tutta l’anima ed una famiglia per la quale darei la mia stessa vita. Dio mi ha ripagata di tutto quanto ciò che ho patito, facendomi incontrare te e la tua famiglia, e dandomi il dono di Sebastian “. Ammette, mentre a quella frase Dean annuisce.

“ Anche io sai, sono fortunato? “. Chiede, notando come la moglie stia divinamente in quell’abito estivo. “ Ho una moglie meravigliosa ed un figlio che amo con tutti me stesso: cosa potevo mai chiedere di più a Dio? “. Chiede, mentre a quelle parole Jeanne non può fare a meno di commuoversi lievemente: dopo quanto accaduto con Azazel e la conseguente gravidanza credeva che, giustamente, Dean l’avrebbe lasciata, ma non è stato così: le è rimasto accanto e l’ha aiutata ad amare il figlio, l’ha aiutata a costruire la propria felicità e la propria famiglia e, ammette, di questo gli sarà eternamente grata. “ Comunque sia: non toglierlo. Questo vestito ti calza a pennello e da il giusto valore al tuo corpo meraviglioso, non preoccuparti: non è troppo appariscente “. fa e, rassicurata da quelle parole lei si guarda nuovamente allo specchio per poi annuire: in effetti pensa, ora conviene con Dean che quel vestito estivo le sta proprio bene. L’imbarazzo scompare mentre annuisce semplicemente, sorridendo lievemente.

“ D’accordo: se lo dici tu, allora ti credo “. fa, prima di volgere il viso verso il suo per poi dargli un dolce bacio. “ Ti amo “. Fa poi la giovane dalla chioma bionda, mentre una volta ricambiato il bacio della moglie, lui sorride lievemente.

“ Ti amo anche io “. Fa, per poi prenderla per mano. “ Vogliamo andare? “. Chiede poi, mentre lei annuisce mentre, insieme, i due escono di casa per la loro passeggiata estiva di fine Giugno.

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Capitolo 21
*** Diario segreto ***


Day 21: Diario segreto
Storia: La diciottesima luna
Personaggi: Jeanne Hikari
 

Caro diario.

Finalmente riesco a scriverti, dopo così tanto tempo. Tante cose sono successe dall’ultima volta, ma una in particolare mi ha profondamente scossa: io ed il mio amato ci siamo lasciati. Si, hai capito bene: purtroppo, io ed il mio Garry ci siamo lasciati in modo non esattamente amichevole, dopo che lui ha scoperto la mia vera identità. Ha saputo che sono una Hikari, che appartengo al clan della luna blu e, senza esitazione, mi ha lasciata dicendo che l’ho ingannato, che l’ho usato e che non l’ho mai amato. Ho cercato di spiegargli che non è così: il mio amore per lui è sempre stato sincero, l’ho amato fin dal primo istante e non mi è mai interessato il fatto che lui sia un Hunter e che appartenga alla famiglia Perry. Io volevo solamente vivere il nostro amore, sarei stata disposta a rinunciare ad ogni cosa e solo per lui. Ma a quanto pare non è stato sufficiente: non appena gli ho confessato la verità, non appena gli ho detto che ero una Hikari si è infuriato, ha iniziato a gridare per poi lasciarmi, intimandomi di non farmi più vedere.

 

Fa male, caro diario: fa davvero male.

 

No: non fanno male gli insulti, fa male il fatto che sia stato lui a rivolgermeli. Mi fa male che pensi che il nostro amore, tutto ciò che c’è stato tra di noi, sia stato falso quando invece, per me era la pura verità: era, è stato il mio primo amore, il primo con cui ho provato queste sensazioni uniche ed indescrivibili. Sono trascorsi ormai due mesi, ma la ferita è ancora aperta e sanguina, non vuole cicatrizzarsi per quanto io ci provi. Brucia, fa male, si infetta di dolore e di paura: sì, caro diario, le novità non sono finite qui.

 

È da un po' di tempo a questa parte che non mi sento particolarmente bene: ho nausea continua e spesso non mi reggo in piedi, sono svenuta e pare che le forze mi siano state prosciugate. Non posso parlarne con nessuno: anche oggi che sono costretta a letto dalla troppa debolezza fisica, ho dovuto accampare scuse su scuse: con mia madre, con gli altri nobili, con chiunque. Chiunque, tranne Dante: il nostro fedele maggiordomo, che non ha esitato un momento ad assistermi e prendersi cura di me, che mi ha aiutata e confortata nei momenti più bui e disperati, quando dopo la fine del mio grande amore sembrava che per me nulla avesse più senso. Ora, mentre ti scrivo mi è accanto e mi guarda con fare paterno, quell’affetto che non ricevetti mai dal mio vero padre ma che, in compenso, riuscì a donarmi lui.

 

“ Lady Jeanne…? “.

 

La sua voce è come un sussurro ma è sufficiente per riportarmi alla realtà. Lo osservo qualche momento: gli ho esposto tutti i miei sintomi e, dopo una breve riflessione, sembra essere giunto ad una conclusione.

 

“ Io credo che voi siate incinta “.

 

Sentenzia. Io lo guardo qualche istante e shoccata, portando istintivamente le mani al ventre: che sia così? Che sia davvero incinta? Che dentro di me stia veramente crescendo il figlio mio e di Garry? Se sì, che conseguenze porterebbe questa gravidanza? Che futuro potrei offrire al mio piccolo, ora che suo padre mi ha abbandonata?

 

Caro diario: ho paura…




 

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Capitolo 22
*** Portale per chissà dove ***


Day 22: Portale per chissà dove
Storia: La nuova alba di Nemesis
Personaggi: Kaito, Tea, Len e l'afgano
 

La giovane dalla chioma bruna osserva qualche istante l’uomo di fronte a lei ed al suo amico Len, perplessa, dietro d loro Kaito. “ Sta… sta dicendo sul serio? “. Chiede sorpresa la ragazza, mentre l’uomo barbuto fa un cenno affermativo con il capo.

 

“ Mai stato più serio: Milady, ascoltatemi. So che potrà sembrare assurdo, ma questo è l’unico modo. Per favore, vogliate seguirmi “. Fa, ma a questo punto è Kaito, che fin’ora è sempre stato in silenzio, a prendere parola.

 

“ Eh no! “. Protesta a gran voce il giovane, parandosi di fronte al fratello minore ed alla sua migliore amica. “ Appari dal nulla nelle nostre vite, ci attiri qui con uno stratagemma, apri un portale per chissà dove ed ora pretendi pure che ti seguiamo così, a cuor leggero? “. Chiede, mentre l’afgano lo osserva qualche momento per poi sospirare pesantemente. “ Devi essere completamente uscito di senno se ti aspetti che acconsentiamo ad una cosa simile “. Sentenzia il giovane dalla chioma blu, mentre l’afgano lo osserva qualche momento.

 

“ Maestà… “. Lo chiama, mentre Kaito lo guarda sorpreso: non è la prima volta che lo chiama maestà, perché? Lui non è un re, lui è un semplice ragazzo come tanti.

 

“ Ma io non sono un re, perché continui a chiamarmi così? Anche prima con Len e Tea lo hai fatto, perché? Cosa c’è dietro? “. Chiede il giovane dalla chioma blu ma, a quella frase, l’altro sospira pesantemente.

 

“ Perchè voi siete il re! Voi e Milady siete il re e la regina di Nemesis, mentre Len ne è il principe. Ma nel mio tempo, il 2222, molte cose sono cambiate e solo voi potreste ripristinare la pace e l’armonia, sconfiggendo il vostro alter ego e salvando così la regina ed il principe “. Sentenzia, mentre Kaito scuote il capo.


“ Ah! Sarei pure io quello da sconfiggere? E ti aspetti che lo faccia? Sei forse impazzito?! “. Chiede, ma a quella frase l’uomo lo osserva severamente.

 

“ Se non lo farete, il mio mondo ed il vostro saranno sprofondati nel caos e nel terrore! Re Kaito non si farà scrupoli a distruggervi tutti, anche voi che siete il suo alter ego! “. Sentenzia innervosito, mentre a quella frase anche Kaito si ritrova ammutolito. “ Voi… voi non conoscete la malvagità del mio re, non conoscete che effetti abbiano le Tenebre sulle persone, non potete capire che effetti producano sul pianeta, sulla natura, su tutto ciò che è vivente: io l’ho visto con i miei occhi, e… “. A quella frase Len gli pone gentilmente una mano sulla spalla, guardandolo intensamente e sorridendo lievemente.

 

“ Vi aiuteremo. Verremo con voi: salteremo in quel portale per chissà dove… “. E guarda il fratello, facendo un cenno affermativo con il capo. “ … e salveremo il vostro regno ed i nostri alter ego “. Sentenzia, mentre anche Tea annuisce.


“ Len ha ragione: non possiamo voltarci dall’altra parte, è nostro dovere andare a Nemesis e porre fine al regno delle Tenebre “. Sussurra, l’unico ad essere un po' perplesso è Kaito. In fine tuttavia annuisce, per poi unirsi al fratello ed all’amica.

 

“ E sia: andiamo “. Fa solamente, mentre l’afgano lo osserva qualche istante per poi saltare in quel portale, seguito a ruota dai ragazzi. Cosa ci sia dall’altra parte, al momento è del tutto ignoto.

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Capitolo 23
*** Sandali ***


Day 23: Sandali
Storia: Il patto delle Tenebre
Personaggi: Lily e Newt
 

La giovane dalla chioma arancione sbuffa sonoramente, posando le mani sul cuscino del divano e reclinando lievemente il capo all’indietro. “ Uffa! Perché non riesco nemmeno ad allacciare un paio di sandali? Non dovrebbe essere poi così difficile, Santo Cielo! “. Protesta, attirando così l’attenzione di un giovane dalla chioma scompigliata e di color mogano. Il ragazzo si avvicina lentamente, portando una mano al fianco per poi osservare colei che è la neo moglie.

 

“ Lily? “. La chiama, mentre lei alza lo sguardo verso di lui per poi prendere parola decisamente contrariata. “ Si può sapere che stai combinando? “. Le chiede, mentre la giovane kitsune sbuffa sonoramente per poi prendere parola di lì a poco.

 

“ Newt “. Lo chiama, mentre il giovane si avvicina ancora per potersi chinare al fianco della donna. “ Ma niente, è che non riesco nemmeno ad allacciarmi uno stupido paio di sandali “. Borbotta poi la ragazza, sospirando pesantemente.

 

“ Beh, credo sia normale… “. Fa ad un certo punto lui, mettendo una mano sulla caviglia della moglie per poi sollevarla, allacciandole così il primo sandalo. “ Sei incinta, mi sembra normale che non riesca a chinarti per allacciare i sandali. Potevi chiedermi di aiutarti “. Fa, mentre lei arrossisce lievemente sia per l suo gesto che per la sua affermazione.


“ Lo so, ma sai bene che detesto chiedere aiuto. Preferisco sempre fare con le mie forze… “. Mormora, mentre lui la osserva un momento. Si alza un momento per poi osservare attentamente la fanciulla, andando ad accarezzarle il ventre.

 

“ Invece, dovresti imparare a chiedere, ogni tanto: non sei Superman, specialmente nel tuo stato hai bisogno di aiuto. Non c’è nulla di male a farsi aiutare “. Fa semplicemente, mentre si china dall’altro lato, sempre al fianco della moglie. Afferra dolcemente il suo piede, nel quale infila delicatamente l’altro sandalo.

 

“ Grazie… “. Fa semplicemente la fanciulla, guardando il marito ed accennando un sorriso. “ Hai davvero la pazienza di Giobbe con me, non so come tu faccia “. Fa, mentre lui chiude anche l’altro sandalo per poi decidere di darle una risposta.

 

“ Perchè… “. Fa, guardandola intensamente per qualche istante. “ Ti amo. Dai piedi… “. Mormora, posando un bacio lieve sulla parte lasciata scoperta dal sandalo del piede, per poi alzarsi e concludere così la propria frase. “ Fino alla testa “. Ridacchia, dando poi un bacio a stampo alla ragazza. La nipote di Noshiko sorride a sua volta, per poi alzarsi dal divano aiutata dal marito.

 

“ Ma non si diceva dalla testa ai piedi? “. Chiede lievemente ironica, mentre lui finge di pensarci, portandosi un dito sotto al mento.

 

“ Tu dici? Io non me lo ricordo proprio “. Fa semplicemente, facendo ridere nuovamente la moglie. “ Coraggio, volpetta mia: andiamo, tua nonna ci starà aspettando “. Conclude, offrendo il braccio alla ragazza che, di lì a poco, vi si aggrappa con espressione dolce.

 

“ Ti amo “. Fa semplicemente, mentre lui sorride lievemente a sua volta per poi darle un bacio a stampo.

 

“ Ti amo anche io “. Fa poi la giovane kitsune, accarezzando il viso del marito per poi incamminarsi verso l’abitazione di sua nonna.

 

 

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Capitolo 24
*** Coriandoli ***


Day 24: Coriandoli
Storia: La leggenda del Re dei vampiri
Personaggi: Elizabeth Rosa Rossa

È già passato diverso tempo da quando la regina Elizabeth è stata fatta prigioniera: chiusa nella torre del proprio palazzo, dal suo stesso marito. Già, pensa: Dracula non ha mai accettato la sua idea pacifista e la sua totale opposizione alla guerra contro gli umani e, soprattutto, contro gli Hunters usando anche il potere dei Damphyr. Cercare di convincerlo a desistere è stato totalmente inutile, se non controproducente anche per sé stessa. Da prima il Re di Costaluna ha cercato di convincere la consorte che fosse la soluzione migliore, che solo uan guerra ed uno sterminio di tutti gli umani e degli Hunters avrebbe garantito la sopravvivenza al loro popolo, ma non riuscendo a farle cambiare opinione ed ottenendo solo un secco rifiuto da parte di lei è in fine passato alle maniere forti: con una scusa assurda l’ha rinchiusa nella torre, lasciandole solo alcuni fogli per poter scrivere le sue memorie. Il solo ed unico conforto in quella che, lei lo sa, sarà la sua eterna prigione a meno che non avvenga un miracolo e qualcun la liberi o, nel peggiore – o migliore – dei casi, suo marito venisse spodestato da loro figlio maggiore e lei venisse così liberata dal nuovo re. Un conforto che le ha lasciato quasi come a prenderla in giro, non certamente per bontà d’animo: lui non è capace di buone azioni o di amare, questo lo sa benissimo la donna dalla lunga chioma azzurro pallido, quasi tendente all’argento. Il senno pare averla abbandonata da un po', i suoi occhi ormai spenti della luce che li contraddistingueva osservano al di fuori della finestra con insistenza, come stesse cercando di scorgere qualcosa in quelle tenebre infinite. “ Il tuo mondo finirà per cadere in pezzi… tanti, minuscoli pezzi… “. Sussurra semplicemente la regina di Costaluna, prendendo tra le mani alcuni fogli ed iniziando lentamente a strapparli. “ Andrà tutto… tutto in pezzi… “. Continua a strappare, foglio dopo foglio su cui probabilmente, aveva scritto parte delle sue memorie e facendone tanti coriandoli. “ Ogni cosa, proprio come questi coriandoli finirà in milel pezzi e sarà ridotta in cenere… “. Sussurra semplicemente l’eterna giovane, prendendo tra le mani quei coriandoli e guardandoli quasi gelidamente. “ Nessun colore… “. Sussurra solamente, una frase enigmatica e della quale, con ogni probabilità solo lei conosce il reale significato. “ Nessun colore “. Sussurra solamente ed ancora una volta, come fosse un mantra ed avvicinandosi poi alla finestra, unico scorcio concessole sul mondo esterno. “ Tutto senza nessun colore… come la mia anima “. Mormora e, solo in seguito lascia cadere quei coriandoli facendoli così volare e disperdere nel cielo di Costaluna, trasportati solo dal vento di quella notte senza stelle: solo una luna argentata illumina il cielo. “ Ah… la luna argento è sorta… “. Sussurra semplicemente la donna, guardando verso la luna dei Rosa Rossa e mentre un bagliore argento sembra quasi attraversarle gli occhi di ghiaccio. “ E’ giunto il tempo che anche io, come questi coriandoli, voli nel cielo di Costaluna e mi congiunga alla Luna d’Argento “. Sentenzia la madre di Strauss, Zero e Bridget. Poi, improvvisamente nessuna ombra impedisce al riflesso lunare di illuminare quella stanza, mentre lo scialle della regina cade a terra, come fosse un semplice coriandolo trasportato dal vento. Lo stesso vento che ancora trasporta con sé le ultime parole della Regina Elizabeth Rosa Rossa.

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Capitolo 25
*** Avvoltoi ***


Day 25: Avvoltoi
Storia: La diciottesima Luna
Personaggi: Dominique e Vincent Hikari

Alcuni avvoltoi stridono nel cielo di Veritas, mentre un giovane dalla lunga chioma corvina li osserva passare sopra la sua testa, nel loro volo alla ricerca, probabilmente, di nuove prede di cui potersi cibare. “ Hai visto? “. Chiede solamente a colui che gli sta di fianco, non distogliendo tuttavia lo sguardo dall’inusuale gruppo di avvoltoi che continua a transitare sopra di loro come fosse un nefasto presagio. “ Guarda: non ci sono mai stati così tanti avvoltoi nel cielo di Veritas, in oltre non ti pare che si comportino in modo strano? “. Chiede semplicemente, mentre l’altro giovane gli si avvicina ulteriormente e ridendo lievemente.

 

“ Beh, si vede che sentono la presenza dei loro simili, quaggiù “. Fa lievemente ironico e lasciandosi andare ad una lieve risata, ma l’altro non pare apprezzare la battuta e lo guarda male, incrociando le braccia al petto.

 

“ Non è divertente, Vincent “. Fa, smorzando all’istante l’ironia dell’altro e proseguendo la frase di lì a poco. “ Gli avvoltoi non sono un buon presagio, nemmeno per noi: l’ultima volta che li vidi, fu il giorno in cui tuo padre uccise mia madre e si impossessò del suo potere “. Sentenzia solamente, mentre colui che si rivela essere Vincent Hikari sospira pesantemente.

 

“ Senti, so che la battaglia finale ti turba e forse ti preoccupa. Ma non dev’essere così “. Fa, avvicinandosi al corvino per poi porgli una mano sulla spalla. “ Guardami “. Suona quasi come un ordine, un ordine al quale l’altro non si può sottrarre in alcun modo. Porta lo sguardo di ghiaccio in quello oceano dell’altro, che riprende parola di lì a poco. “ Noi vinceremo, Domi “. Fa, rivelando così che l’altro ragazzo non è altri che suo cugino Dominique, suo braccio destro e vice capo dei ribelli, a cui comunque essi obbediscono ciecamente sapendo che appartiene alla famiglia reale e soprattutto, conoscendo la sua crudeltà con chi si oppone a lui. “ Io sarò Re, niente e nessuno me lo potrà impedire: sconfiggeremo mio fratello e vendicheremo anche tua madre, te lo prometto “. Fa, mentre l’altro lo osserva qualche istante per poi rispondere a quella frase.

 

“ Ma tu vuoi risvegliare mio zio Kaname: il tuo scopo è mettere lui sul trono, non rimanerci tu. Vuoi riportare in vita l’assassino di mia madre, come…? “. Lo stridere degli avvoltoi, che passano nuovamente sopra le teste dei due come se veramente fossero portatori di sinistri presagi, interrompe per un momento la conversazione. I due cugini volgono lo sguardo verso i volatili, poi il primo a prendere parola è Vincent.

 

“ Ti ho detto che ognuno avrà la sua vendetta: non dubitare di me e pensa solo a continuare a seguirmi e a non deludermi, intesi? “. Chiede, con un tono che non ammette repliche. Il figlio di Antoine e Veronica esita un momento, per poi sospirare pesantemente ed annuire.

 

“ E va bene: mi fiderò di te “. Sentenzia solamente e, prima che il biondo possa rispondere a quella frase, il corvino decide di andarsene da quel luogo.


“ Dove vai? “. Chiede semplicemente Vincent, mentre per un momento Dominique si ferma e gli dà le spalle. Solo di lì a poco riprende parola.

 

“ Anche io ho un conto da regolare, prima della battaglia finale. Sarò di ritorno a breve “. Fa solamente, per poi andarsene senza dar tempo al cugino di ribattere. Anche se ha già capito che questa missione ha a che fare con una sola donna: Mina Veghner.

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Capitolo 26
*** Orchidee ***


Day 26: Orchidee
Storia: Bloody Sunset
Personaggi: Azazel e Ruby
 

La giovane dalla chioma corvina osserva l’uomo di fronte a lei: tiene in mano un’orchidea, stesso fiore di cui lei tiene in mano un intero bouquet. “ Sei tu...”. Sussurra quasi impercettibilmente la fanciulla, mentre lui la osserva seriamente, quasi freddamente con quei suoi occhi color ametista che sembrano quasi voler leggere l’anima della corvina.

 

“ Ruby “. La chiama per nome, semplicemente, ma solo pronunciando il suo nome riesce a mandare in circolo nel corpo della ragazza un’intensa scarica di adrenalina, quasi un fremito che, per un soffio, non le fa cadere a terra tutte le orchidee che invece erano destinate alla madre, la sposa perfetta in quel giorno di Primavera, una Primavera appena sbocciata così come i fiori che la fanciulla tiene tra le mani.

 

“ Tu… sei l’uomo che continuo a sognare… sei… “. Si blocca, mentre lui fa un cenno affermativo con il capo per poi prendere parola di lì a poco.

 

“ Si: sono Azazel, Principe Infernale e primogenito di Lucifero “. Sentenzia solamente, mentre lei rimane sconcertata: come può un demone mettere piede in una chiesa consacrata come se niente fosse? Come leggesse i suoi pensieri è il giovane dalla chioma argento a darle una risposta.

 

“ Come fa un demone a…? “. Fa semplicemente lei, lui d’altra parte le da una risposta di lì a poco.

 

“ Di cosa ti stupisci? È più che naturale che riesca a stare in una chiesa consacrata: sono il figlio di Lucifero e lui è un Arcangelo, fino a prova contraria. Mi ha concepito quando ancora era un essere di luce “. Spiega senza troppe storie, mentre lei sgrana gli occhi: on ha mai letto una cosa simile nella Bibbia!

 

“ Il figlio di Lucifero…? “. Chiede sconcertata, stringendo a sé quelle orchidee per poi interrompersi, come avesse dimenticato le parole da pronunciare.

 

“ Ma certo: cosa credevi, che solo Dio potesse avere dei figli? “. Chiede con una leggera smorfia di disapprovazione il demone dalle ali nere, mentre prosegue il proprio discorso solo di lì a poco. “ Mio padre e mia madre mi concepirono come farebbe un qualsiasi essere umano, e per questo furono banditi dal Paradiso come avessero sputato sul capolavoro perfetto creato da mio nonno, la sua utopia in cui gli Angeli non avrebbero mai dovuto amare ed essere amati. Ecco, questo è l’amato Dio che tanto vi ostinate a pregare: il Dio che ha chiuso mio Padre nella gabbia. Anzi, che ha ordinato al suo figlio maggiore di farlo “. Sentenzia, mentre a quella frase Ruby non può fare a meno di deglutire un po' spaventata.

 

“ Ma perché… perché sei qui? “. Chiede così, quasi senza pensarci. A quella domanda lui non può fare a meno di ridere lievemente, per poi guardarla intensamente ed allungarle la mano.

 

“ Vedo che le orchidee ti piacciono molto “. Fa, mentre lei non riesce a capire il senso di quella frase fino a quando non ne sente il proseguo. “ Se accetterai quest’orchidea blu, la mia grazia demoniaca entrerà in te. A quel punto cadrai in uno stato di morte apparente e, se il tuo corpo sarà abbastanza forte da reggere quel potere, ti risveglierai come demone e mia compagna “. Le spiega, mentre lei guarda per un momento la chiesa attorno a sé: il crocefisso sembrerebbe quasi piangere sangue, per un solo istante. Tuttavia Ruby non intende farci caso, non intende lasciarsi sfuggire quest’occasione di essere finalmente libera da ogni tabù che le è sempre stato imposto, di seguire il suo cuore e l’uomo che, fino ad ora, ha potuto amare solo platonicamente e nei sogni in tutti quegli anni. Da prima un po' incerta ma in seguito più sicura, fa un cenno affermativo con il capo. Allunga la mano libera verso Azazel, i fiori lentamente si tingono di blu mentre la mano della fanciulla tocca quella del demone. Immediatamente i suoi capelli si allungano notevolmente e si liberano dalla crocchia elaborata che le era stata accuratamente fatta per poter essere la damigella d’onore della madre, che oggi celebrerà le sue seconde nozze. Ma lo dovrà fare senza la figlia che, improvvisamente cade tra le braccia di Azazel mentre, di lì a poco, il suo abito rosa diviene nero. Ora starà solo al suo corpo reagire alla grazia demoniaca ricevuta ed assimilarla, senza uccidere permanentemente la fanciulla che, di lì a poco, viene portata via da quella chiesa e potata in un luogo a lei sconosciuto.

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Capitolo 27
*** Paese ***


Day 27: Paese
Storia: La diciottesima Luna
Personaggi: Serena, Jean Jacques, Dominique e Mina
 
 
  Questo prompt è un regalo ad un'amica, che ha inserito nella serie canonica la sua pg di cui si legegrà in questa storia.
 

Serena Hikari cammina per le vie principali del paese, accanto a lei un giovane dalla chioma corvina e dallo sguardo serio. La fanciulla si aggrappa al suo braccio e, essendo più bassa di lui alza lo sguardo per poter cercare di incrociare il suo. “ Oh andiamo, Jean Jacques! Potresti anche farmelo, un sorriso “. Fa la giovane, gonfiando le guance come una bambina malgrado abbia oramai diciassette anni. Il ragazzo non la degna di uno sguardo, continuando a guardarsi intorno.


“ Sorridere? Non avrei mai dovuto lasciarmi convincere da te, ecco la verità: se mio padre sapesse che sono qui con te, mi taglierebbe la testa “. Sibila, ed è vero: se suo padre sapesse che frequenta la figlia di Vanitas, altro che punizione! La ragazza lo osserva ancora una volta, continuando a camminare ed ammirando il paese attorno a sé: le case colorate, le persone, umani e vampiri finalmente insieme e conviventi senza più guerra: la cosa le scalda il cuore all’istante.

 

“ Ma si può sapere chi è tuo padre, per essere così terribile? Non mi hai mai detto la sua identità “. Fa semplicemente la bionda, mentre lui continua a camminare per poi sospirare pesantemente.

 

“ No “. Sentenzia secco e perentorio, mentre lei già sbuffa a sua volta e decisamente contrariata.

 

“ Ma perché?! “. Chiede, mentre esasperato il giovane chiude gli occhi qualche istante per poi darle una risposta.

 

“ Oh insomma! Ti ho detto di no, possibile che tu debba insistere?! Sei una ficcanaso! “. Fa, mentre alcuni paesani si girano in quanto, senza volerlo, il giovane ha alzato la voce. Per un solo istante nel suo sguardo è passata una luce rossa seguita da una blu: il tempo di un istante, ma Serena le ha viste benissimo ed ha capito una cosa.

 

“ Non c’è bisogno di gridare! Comunque ho capito lo stesso: sai, i tuoi occhi hanno parlato per te “. Fa, una volta ripreso il cammino ed entrando in una via dove, per ora, si trovano solamente loro due. Nel sentirle pronunciare quella frase il corvino la afferra per il polso, spingendola contro il muro e bloccandola tra lui ed esso.

 

“ E cos’hai capito? “. Chiede, mentre i loro visi si avvicinano inevitabilmente. Lei lo osserva qualche istante e, in seguito, prende parola quasi in un sussurro.


“ L’identità di tuo padre: il suo nome è… “. Il corvino sgrana gli occhi: pare che la bionda abbia centrato il bersaglio. “ … ho indovinato, vero? È lui? “. Chiede, mentre il giovane dagli occhi di ghiaccio fa un cenno affermativo con il capo.

 

“ Si: se scoprisse che ti frequento, mi farebbe a brandelli. In oltre, avrei preferito non scoprissi chi era, e… “. Ma lei, stanca di quelle parole decide di prendere l’iniziativa: prende il viso di lui tra le mani, costringendolo a guardarla.

 

“ Smetti di chiacchierare e baciami “. Sussurra e, senza dargli tempo di ribattere posa le sue labbra su quelle del corvino che, seppur da prima rimanga sorpreso alla fine decide di ricambiare quel bacio con la stessa intensità, scordandosi che si trovano in una via di paese e che chiunque potrebbe vederli.

 

Nel frattempo tuttavia, qualcuno potrebbe aver scoperto che il figlio ribelle è uscito di nascosto da palazzo e si è diretto verso il paese, accompagnato da una giovane e bionda accompagnatrice: la figlia del suo odiato cugino. Una donna si avvicina alla finestra da cui l’eterno giovane osserva verso il paese, guardando prima la strada poi lui. “ Non dovresti arrabbiarti: in fondo, la battaglia è finita da un pezzo e Vincent è stato imprigionato con i sigilli magici. Non credi che proprio i nostri figli, potrebbero rappresentare la generazione della speranza e dell’unione? “. Chiede la corvina, ma colui che a quanto pare è suo marito scuote il capo per poi allontanarsi dalla finestra.

 

“ No, Mina “. La chiama per nome, rivelando che la donna non è altre che Mina Veghner, la figlia di Pierre e Joe. “ Il fatto che ora la guerra sia finita, non cambia il fatto che mio cugino mi abbia quasi ucciso e che suo padre abbia assassinato mia madre: non posso permettere che Jean Jacques frequenti sua figlia e se ne vada in giro per il paese mano nella mano con lei “. Sentenzia, mentre lei sospira pesantemente.

 

“ Dominique “. Lo chiama, rivelando così che il suo misterioso marito non è altri che il cugino di Vanitas, Ivy, Vincent e Jeanne: uno dei pochi a detenere anche il potere della Luna Rossa, ereditato dalla madre. “ Non finirà bene, se continuerai a comportarti così con nostro figlio: finirà per odiarti e farà comunque di testa sua, è questo che vuoi? “. Chiede, mentre suo marito non pare volerle dare una risposta: forse pensa, andrà anche lui in paese e risolverà questa situazione all’istante. O forse pensa, dovrebbe dar retta alla moglie? Cosa decida, non è ancora dato saperlo.

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Capitolo 28
*** Portafortuna ***


Day 28: Portafortuna
Storia: La diciottesima Luna
Personaggi: Serena, Ivy e Jeanne
 
 
  Questo prompt è un regalo ad un'amica, che ha inserito nella serie canonica la sua pg di cui si legegrà in questa storia.
 
La giovane dalla chioma corvina prende tra le proprie le mani della sua bimba, un’ultima volta: lo sa. Sa bene che non c’è altra possibilità, sa bene di doversi separare da lei se la vuole salvare. Accanto a lei, un’altra donna dalla chioma bionda le pone una mano sulla spalla per poterla confortare. “ Ivy… “. La chiama, mentre la donna lascia sfuggire dai propri occhi alcune lacrime che, involontariamente, finiscono per bagnare il viso della bambina che, curiosa, si volta verso le due donne e le osserva.

“ Devo farlo, Jeanne: anche se non vorrei, devo lasciarla: è per il suo bene “. Sentenzia, mentre la donna che si è rivelata essere Jeanne la guarda intensamente.

“ Ma è la tua bambina: pensaci bene “. Sussurra solamente, ma la giovane Regina scuote il capo per poi riprendere parola di lì a poco.

“ Vanitas non la accetterà mai: crede sia figlia di Vincent e non da ascolto a nessuno. Non vuole nemmeno provare a confrontare i suoi poteri con quelli della piccola tramite il sangue, per poter capire se sia realmente frutto di… “. Si blocca: ricorda benissimo ciò che le successe.

Suo fratello minore Vincent, a capo dei ribelli, irruppe a palazzo insieme ai suoi accoliti e mise in atto un vero e proprio colpo di stato. Approfittando del fatto che Vanitas, Dante, Jeanne e Garry fossero impegnati a trattenere i ribelli lui ne approfittò: trovò la sorella e, dopo averla morsa ed indebolita abusò di lei. Fu in seguito neutralizzato grazie all’aiuto inatteso di altri nobili, ma in seguito a quello stupro terribile ci furono delle conseguenze: Ivy scoprì di essere incinta ma non era possibile stabilire la paternità della creatura. E questo, Vanitas non lo prese per nulla bene. Alla nascita della bimba e notando l’impressionante somiglianza con il fratello rifiutò di dare il suo sangue per poterlo confrontare con quello della piccola Serena, nome scelto dalla madre per la neonata che già da ora, parrebbe avere un destino segnato. In seguito ed in una notte di luna Blu, il re bambino cercò di assassinare la piccola in fasce e solo l’intervento di Dante, il fedele maggiordomo della famiglia Hikari, la piccola potè salvarsi.

Ma quel’atto portò la regina ad una drastica decisione: per salvare la figlia, il solo modo sarebbe stato abbandonarla ed affidarla a qualcun altro. E chi pensa, meglio di Garry e Jeanne potrebbero occuparsi della nipotina? La minore sospira pesantemente mentre Ivy le da un anello con una pietra blu: l’anello degli Hikari. “ Ivy, cosa…? “. Sussurra semplicemente Jeanne, mentre la sorella la guarda intensamente per poi prendere parola.

“ Questo sarà il suo portafortuna: fai che non se ne separi mai. In quell’anello è intrisa parte del potere degli Hikari, grazie ad esso sarà al sicuro. Almeno per un pò “. Sentenzia la regina, mentre la giovane Principessa non può far altro che annuire. In seguito scoppia in lacrime per poi abbracciare forte la sorella.

“ Ti prego, sta attenta: finché non spezzerai la maledizione del Re Pazzo, sii prudente! Devi tornare qui dalla tua bambina, devi ritornare da me e da Garry: ti aspetteremo “. Sussurra, mentre Ivy annuisce.

“ Te lo prometto “. Mormora, eppure sa che non sarà una cosa facile: dovrà spezzare la maledizione di suo nonno e liberare Vanitas, ma di una cosa è certa: ce la metterà tutta per riuscire nella sua impresa e ritornare dalla sua bimba e dalle persone che la amano. Ma, fino ad allora, ci sarà quel portafortuna a proteggerla al suo posto, con il potere della Luna Blu insito in esso.

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Capitolo 29
*** Valigetta ***


Day 29: Valigetta
Storia: Il patto delle Tenebre
Personaggi: Newt, Yamazaki e Lily
 

La giovane dalla chioma argento e l’anziano uomo si ritrovano finalmente l’uno di fronte all’altra, dietro la più giovane un ragazzo dalla scompigliata chioma bruna li osserva entrambi: non avrebbe mai permesso che la sua migliore amica andasse da sola a quell’incontro con chi, anni prima, fu il braccio destro del Nogitsune e da lui ottenne una longeva vita. A farsi avanti è proprio la ragazza, che fa un passo verso l’uomo. “ Signor Yamazaki “. Lo chiama, rivelando l’identità del misterioso anziano mentre, di lì a poco anche lui prende parola.

 

“ Lily, sono contento che in fine tu abbia accettato il mio invito “. Sentenzia: incontrarsi lì, in quel luogo neutrale per entrambi è stata la scelta migliore per entrambi, pensa: così la ragazza potrà sentirsi meno minacciata dalla sua presenza. Infatti pensa, il fatto che ora si sia redento non cancella i peccati ed i crimini commessi in passato su ordine di Void. Con sé l’uomo porta una valigetta alla quale, inevitabilmente lei porta lo sguardo.

 

“ Aveva detto di dovermi dare qualcosa: la sola arma in grado di distruggere Void una volta per tutte. Mi ha sorpresa molto, sentire il fedele servitore del Nogitsune parlare in quel modo. Ma ho anche sentito che era sincero, quindi eccomi qua “. Fa, per poi voltarsi e fare un cenno verso l’altro ragazzo che, a differenza sua è rimasto un po' diffidente. “ Lui invece è Newt, il mio migliore amico: spero non le dispiaccia se l’ho portato con me, ma… “. Yamazaki alza la mano per interrompere il discorso della fanciulla, per poi sorridere lievemente.

 

“ Non ti preoccupare, comprendo i tuoi dubbi “. Fa, per poi prendere la valigetta in entrambe le mani. “ So bene che i miei peccati sono imperdonabili, ma voglio anche che tu sappia che sto cercando di fare il possibile per rimediare. E voglio iniziare proprio da questo “. Senza esitazione posa la valigetta sul tavolo, dando le spalle ai due amici. Newt si avvicina diffidente a Lily, mentre lei rimane in attesa del proseguo di quel discorso. Lo scatto della serratura fa presagire l’apertura della valigetta, che una volta aperta mostra finalmente il proprio contenuto. Il signor Yamazaki si sposta dal campo visivo dei due, mettendosi al fianco del tavolo e spiegandosi, anche se forse Lily ha già intuito a chi appartenesse quella spada.

 

“ Ma quella spada… è quella di… “. Mormora sconcertata, mentre Newt la guarda senza comprendere come mai sia in questo stato di agitazione. Da parte sua lei continua a rimanere sorpresa, mentre l’altro uomo prende parola e finalmente le da una spiegazione.

 

“ Si, hai indovinato: questa è la spada di Yuki, tuo padre. La spada del tuono, la sola arma mortale in grado di uccidere Void “. Spiega, mentre Lily si avvicina. Istintivamente posa una mano sull’elsa dell’arma, avvertendo immediatamente scorrere in lei una strana forza.

 

“ Come mai ce la sta consegnando? “. Chiede ad un certo punto Newt. A quella frase Yamazaki lo guarda un momento, sospirando pesantemente per poi decidere di dargli una risposta.

 

“ Ve l’ho detto: è mia intenzione redimere le mie colpe ed espiarle fino in fondo. Non posso dirvi di più, ma lo devo ad Akane e Yuki: i tuoi genitori “. Spiega semplicemente, mentre Lily rimane a dir poco sorpresa. Prende tra le mani quella spada e la osserva qualche istante, alcune lacrime a rigarle il viso.

 

“ La spada… di mio padre… “. Sussurra, mentre l’anziano fa un cenno affermativo con il capo.

 

“ Yuki la usò per cercare di fermare il Nogitsune: anche se aveva rifiutato la sua missione, quando tua madre Akane scoprì di essere incinta, tuo padre decise di fare tutto quanto era in suo potere per proteggervi. Ma non riuscì ad imprigionare Void, purtroppo. E la spada come vedi, si incrinò “. Fa, mentre Lily nota una crepa nella lama: è vero pensa, prima non se n’era accorta ma ora sì, lo vede chiaramente: la lama della spada è incrinata. “ Solo il tuo potere potrà ridare la forza originaria a questa spada e rigenerarla da tutte le crepe: ma per farlo, ti dovrai allenare molto “. Fa, mentre la rossa riflette un istante. In seguito posa la spada nella valigetta per paura di romperla, intuendo che comunque quella non è una comune valigetta ma che è protetta da qualche potente magia ed intrisa di qualche potere misterioso. In seguito guarda l’anziano, annuendo determinata.

 

“ Mi dica cosa devo fare per rispedire quel demone travestito da volpe da dov’è venuto “. Fa risoluta mentre, per un momento, Yamazaki rivede in lei lo sguardo di Noshiko e di Yuki. Annuisce anch’egli determinato: aiuterà la ragazza quanto più possibile in questo scontro e, lo sa, anche Newt avrà un ruolo cruciale in tutto ciò.

 

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Capitolo 30
*** Rossetto ***


Day 30: Rossetto
Storia: La diciottesima Luna
Personaggi: Serena, Fukiko e Jean Jacques
 
 
  Questo prompt è un regalo ad un'amica, che ha inserito nella serie canonica la sua pg di cui si legegrà in questa storia.
 

Le due fanciulle si trovano di fronte ad un grande specchio: la più grande rimane dietro alla minore, cingendole le spalle con le mani. “ Lady Fukiko? “. Chiede sorpresa la ragazzina: quella vampira nobile l’ha invitata a seguirla, dopo che si sono incontrate al ballo degli Hikari: la vera domanda è come mai una signorina nobile abbia avvicinato la più odiata da tutti quanti? In oltre pensa colei che si rivela essere Serena, le pare di averla già vista da qualche parte ma, tuttavia, non ricorda dove.

 

“ Sono felice che tu abbia accettato il mio invito, mia cara Serena “. Fa solamente, con quella malia nello sguardo che, per qualche momento alla ragazzina ricorda un’altra persona. Una persona che ha visto solo di sfuggita, certamente, ma il suo ghigno le è rimasto bene impresso: si tratta del padre di Jean Jacques, che sa essere l’attuale capo dei ribelli dopo la caduta di Vincent Hikari seppur, ormai da anni, questi non stiano più cercando di spodestare re Vanitas dal suo trono. Già, Dominique Lunetets Hikari: a dire il vero quel vampiro la inquieta e non poco, non capisce proprio come faccia ad essere il padre del giovane per il quale, invece, ha scoperto di provare più di una semplice amicizia e che pare totalmente diverso da lui. Sono i gesti della giovane dalla chioma bionda a destarla dai suoi pensieri: la fanciulla osserva qualche istante un rossetto rosso presente sulla specchiera e, senza esitare allunga le mani con le unghie be curate e smaltate di rosso, afferrandolo e togliendo il tappo da esso. Serena Hikari la osserva perplessa mentre, di lì a poco l’altra prende parola. “ Ora chiudi gli occhi e porgimi le labbra “. Fa semplicemente, facendola volgere verso di sé così, improvvisamente. Da prima Serena si spaventa: ma che intenzioni avrà mai quella donna, si chiede? E come mai ha uno sguardo tanto familiare? “ Coraggio: che aspetti? “. Chiede mentre, perplessa e confusa l’altra bionda decide di obbedire. “ Questo rossetto metterà senza dubbio in risalto le tue bellissime labbra, mia cara… “ A quel punto Fukiko afferra il rossetto tra le mani, per poi stenderne un velo sulle labbra dell’altra. In seguito lo sistema lievemente con un dito, in un modo molto delicato tanto da risultare quasi impercettibile.

 

“ Ma che cosa… “. Fa semplicemente Serena, una volta che le sue labbra non sono più sfiorate dalle dita dell’altra, che di riflesso si morde lievemente il labbro inferiore per poi ritornare a farla volgere verso lo specchio.

 

“ Guarda: tra qualche anno, sarai una splendida donna. Molti uomini faranno la fila solamente per avere un tuo sguardo, ti corteggeranno e ti faranno sentire unica e speciale “. Fa, mentre lei la guarda con la coda dell’occhio. “ Avrai tutti i ragazzi che vorrai ai tuoi piedi, anche i purosangue: chiunque riconoscerà la tua innata bellezza “. Continua a sussurrarle all’orecchio, mentre l’altra rabbrividisce lievemente ed ancora una volta.

 

“ Lady Fukiko, cosa volete dire? “. Chiede, mentre l’altra giovane prende finalmente parola dopo alcuni, interminabili istanti di silenzio.

 

“ Ti sto dicendo che tra qualche anno, potrai avere tutti i ragazzi che vuoi. Quindi… “. Stringe la presa sulle sue spalle, così forte che, per un momento quasi le fa male. La presa le fa fare una lieve smorfia di dolore mentre Fukiko riprende parola di lì a poco. “ Per ciò, ti consiglio di lasciare in pace mio fratello Jean Jacques “. Suona come una minaccia più che un consiglio, una promessa che, se non seguirà quelle sue parole, per lei la situazione potrebbe mettersi molto male. In oltre, sgrana gli occhi sconcertata.

 

“ Fratello?! “. Chiede: non sapeva che Dominique e Mina avessero anche un’altra figlia e che quella figlia fosse proprio Lady Fukiko. A quella domanda l’altra sogghigna lievemente per poi ridere leggermente.

 

“ Si: io e Jean abbiamo lo stesso padre “. Sentenzia, rivelando di non essere figlia di Mina ma di un’altra donna. “ Ma le nostre madri sono molto diverse: io sono figlia della prima moglie di Dominique Lunettes “. Conclude, mentre l’altra quasi cade a terra sentendo le gambe cedere.

 

“ Jeanne Hikari? Lei… è… “. Non fa in tempo a finire la frase: Fukiko sta per interromperla e riprendere parola, ma la porta della sala si apre improvvisamente mentre un giovane dalla chioma corvina fa la sua comparsa.

 

“ Fukiko “. La chiama semplicemente, mentre a quella voce, nel sentir pronunciare il suo nome la figlia di Dominique e Jeanne si volge di scatto verso chi è entrato.

 

“ Fratello! “. Fa solamente, mentre colui che si rivela essere Jean Jacques Lunettes Hikari si avvicina, osservando le due ragazze.

 

“ Si può sapere che stai combinando? Tutti ti stanno cercando, nel salone da ballo: sei scomparsa all’improvviso “. Mormora, notando inevitabilmente il rossetto sulle labbra dell’altra. La sorella si spiccia a dare una spiegazione, ovviamente non del tutto veritiera.

 

“ Beh… volevo solamente conoscere meglio la nostra cuginetta, che c’è di male? “. Fa, stringendo le spalle dell’altra in un implicito messaggio, come a dirle di reggere il gioco o saranno guai. “ Vero, tesoro? “. Fa, baciandole la guancia e lasciando su di essa una lieve traccia di rossetto. Da parte sua Serena fa un cenno affermativo con il capo ma, solo osservandola attentamente, lui capisce che è una menzogna. E riflette: sarà meglio che in seguito parli con la sorellastra, prima che si creino situazioni sgradevoli. Poi riporta lo sguardo sull’altra bionda: deve dire che con quel rossetto sta davvero bene.

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