Spring Day

di Julsss_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** 2. ***
Capitolo 3: *** 3. ***



Capitolo 1
*** 1. ***


Spring Day

Parte 1/3







 
1.

Le labbra di Jungkook erano più morbide di quanto avesse mai immaginato. Fresche e umide come la dolce rugiada del mattino. Poteva ancora sentirle aderire alle sue, il sapore amaro che avevano. Del sorso di birra preso dalla bottiglia di Joon.
Taehyung lo baciò, e non perché l’avesse programmato. Non era stato qualcosa di deciso, di previsto. Semplicemente, lo baciò perché in quel momento gli era sembrato giusto, l’unica cosa da fare quando gli occhi di Kookie incontrarono i suoi dopo essersi allontanati dagli altri e aver guardato insieme l’orizzonte del mare e il sole lentamente calare.

Fu un attimo. L’attimo che sognava da tutta una vita; o almeno da quando le loro strade avevano deciso di scontrarsi. E non aveva potuto fare a meno di innamorarsi di lui, della sua determinazione, del suo coraggio, della sua impazienza, del suo essere sempre un po’ bambino e della sua voglia di vederlo sorridere. Per cui non era stato così difficile cadere in quella trappola e non uscirne più. Ci aveva provato a dimenticarsi di lui, davvero, tante di quelle volte che alla fine decise di abbandonarsi a quel sentimento, anche se sapeva che ne sarebbe uscito scottato.
Adesso, però, era quel momento. Il momento di scappare e lasciarlo andare.
Il vento gli entrava negli occhi come cocci di vetro taglienti, e la spiaggia sembrava non avere una fine. Corse più veloce che potè prima che qualcuno potesse fermarlo e vederlo ridotto in quello stato.
Kookie l’avrebbe odiato e niente sarebbe stato più lo stesso.
 

***



Quando tornò a casa Taehyung si addormentò di botto. La lunga corsa sulla spiaggia e tutta l’adrenalina, che aveva avuto in corpo sino a quel momento lo portarono ad uno stato di estrema stanchezza. Così, non appena entrò nella sua stanza, crollò sul letto e il cellulare che continuava a vibrare fu completamente ignorato.
Il mattino seguente si svegliò sobbalzando. La sveglia stava suonando a tutto volume, segno che era ora di alzarsi. Quando la spense, notò tutte le notifiche che si era perso durante il suo lungo sonno: una quarantina di messaggi e almeno dieci chiamate perse dai suoi amici. Quella volta aveva proprio esagerato, ignorando tutti in quel modo, ma decise di non leggerli comunque. Non voleva sapere cosa avevano scritto.
Una volta entrato a scuola, gli venne uno strano fastidio allo stomaco. L’ansia lo stava quasi corrodendo da dentro pensando alle possibili variabili che potevano pararglisi davanti. Evitare Jungkook era la sua missione principale; per il resto invece avrebbe improvvisato o elaborato qualcosa di semplice, non troppo complesso da poter funzionare comunque come scusa. Ma non ebbe neanche il tempo di farlo perché un “Ma che fine avevi fatto?” gli giunse in modo prepotente alle orecchie.
Quell’omone di Namjoon l’aveva placcato davanti agli armadietti della scuola. Il ragazzo dai capelli rosa era un po’ stizzito, e Tae poteva capirne anche la ragione, dopotutto ne aveva il diritto con quello che aveva fatto. Lasciare la festa - se una scappata in spiaggia con una cassa di birra si poteva chiamare festa - in occasione della patente di Joonie, così di punto in bianco, non era stata una grande mossa, lo sapeva, perciò adesso era arrivato il momento di trovare una scusa al più presto se non voleva mettersi nei guai anche con lui e i suoi amici.

“Ho ricevuto una chiamata e sono dovuto scappare.”
La cosa più ovvia da dire e anche la più stupida.
“Una chiamata” ripeté l’altro, poco convinto.
Taehyung annuì.
“Strano. Jungkook non ha saputo rispondere quando gli abbiamo chiesto perché te n’eri andato.”
Ecco. Stupida. Avrebbe dovuto concordare una cazzo di versione col diretto interessato ma, data l’impossibilità, quella rimase la scelta più stupidamente ovvia.
“Ti abbiamo anche scritto dei messaggi” insistette l’altro, “li hai letti?”
E no, non li aveva letti.
“No, Joon.”
Taehyung prese il cellulare e finalmente li controllò.
“Eravamo tutti preoccupati.”

Jin:
Taeeeeee - 19.44
Dove sei finito? - 19.44

Namjoon:
Ti stiamo cercando - 19.45

Qua ci sono ancora due bottiglie di birra da finire - 19.45

Hoseok:

QUELLE LE HA LASCIATE A ME - 19.46
Ve l’ho già detto - 19.46

Jin:
Oh al massimo le ha lasciate a me - 19.47

Hoseok:
SHHHH TU CHE VUOI - 19.47
Te ne sei già scolate TRE - 19.47

Namjoon:
Non esagerare - 19.48

Che poi ti devo riportare a casa sulle spalle - 19.48

Jin:
Quello lo pretendo già - 19.50

PATENTATO - 19.50

Hoseok:
Dovrebbe riportarti in macchina - 19.51

Non sulle spalle - 19.51

Jin:
Io salgo solo sulle Ferrari - 19.52

Hoseok:
AH - 19.53

Jin:
Joonie, hai una Ferrari? - 19.53

Namjoon:
No - 19.54

Jin:
Allora spalle - 19.54

Jimin:
O.o - 20.13

Che è successo a Tae? - 20.13

Yoongi:
se n è andato - 20.13

Jin:
Jiminahhhhh non sai che ti stai perdendo - 20.14

Jimin:
Ora come ora siete voi quelli ad aver perso qualcuno - 20.14

Hoseok:
OOOHHHHHH JIMINAHHHH - 20.15

QUANDO ARRIVI? - 20.15

Jimin:
Non arrivo - 20.15

Sto ancora male - 20.15

Jin:
Hai appena spezzato il cuore a Joonie :( - 20.16

Namjoon:
Sto benissimo - 20.16

Jin:
Siete senza cuore - 20.16

Yoongi:
io te l ho detto d indossare 1 sciarpa ieri sera - 20.17

ora t tieni il mal d gola - 20.17

Jimin:
Il mal di gola me lo stai peggiorando scrivendo così - 20.18

Yoongi:
cecità is the way - 20.18

Jimin:
-.-” - 20.19

Ritrovatemi l’amico - 20.19

Namjoon:
Ti conserviamo le due birre che ha lasciato - 20.20

Hoseok:
QUELLE SONO MIEEEEEE - 20.21

Dalla conversazione, i suoi amici potevano sembrare degli idioti - e lo erano anche - ma, sì, si preoccupavano per lui come aveva detto Namjoon e lui per loro. Forse avrebbe dovuto scusarsi, però cosa poteva dire oltre un semplice mi dispiace? La verità? Neanche per sogno. Taehyung allora sospirò, cavandosela con un semplice “Dai, Joon, andiamo in classe. Più tardi ti spiego.”
Namjoon sembrò arrendersi aiutato anche dal suono della campanella. Detto questo, filarono ognuno nella propria classe.


 

La sua testa non ne voleva proprio sapere di seguire la lezione. Matematica soprattutto. A chi diavolo poteva mai fregare se il coefficiente angolare dell’asse y era zero o qualsiasi altro numero del cazzo. A Tae - neanche a dirlo - non interessava, anzi guardava addirittura fuori dalla finestra nella speranza che un fulmine lo colpisse in pieno, sebbene ci fosse un sole così rovente in quel giorno di primavera. E non appena suonò la campanella per l’ora di pranzo fu il primo ad alzarsi e a sgusciare fuori dall’aula col suo bento e la polaroid nascosta nella cartella. Questo suo gesto non passò inosservato agli occhi di Yoongi e Hoseok che erano in classe con lui. Taehyung però fu talmente veloce a far perdere le sue tracce che i due abbandonarono subito l’idea di tenergli compagnia. In realtà fu Yoongi a non volerci provare nemmeno, e non per la sua natura pigra…

Quando raggiunse il giardino non c’era nessuno. Taehyung allora ne approfittò per sedersi su una delle panchine lì vicino e mangiare i suoi noodles con kimchi in silenzio, solo un leggero chiacchiericcio di studenti nei corridoi di sottofondo.

Gli piaceva osservare l’aiuola del cortile. In un certo qual modo lo rilassava guardare tutti quei colori così saturi. Lo stupiva e voleva vederne sempre di più per fotografarli e catalogarli nel suo quaderno dei fiori.
Quando terminò il pranzo, la sua attenzione fu catturata da un fiore ancora socchiuso. Non gli aveva mai dato particolare importanza prima d’ora - o almeno da quando frequentava quel posto - così volle avvicinarsi per studiarlo. Toccò con estrema delicatezza le sue foglie e notò con ingenuo stupore che al tatto erano, diciamo, insolite. Sfogliò velocemente le pagine del suo libro digitale alla ricerca di risposte che poi trovò poco dopo: il fiore che aveva davanti agli occhi era il Nasturzio.

Il Nasturzio ha le foglie impermeabili, questa è la sua particolarità ed ecco perché gli parvero così strane. Ciononostante volle fare un esperimento con un goccio d’acqua preso dalla sua bottiglietta: rovesciò il contenuto trasparente su una delle foglie del fiore rosso e le goccioline si riversarono direttamente sul terreno dopo aver toccato velocemente la superficie verde. Incredulo, Taehyung non potè fare a meno di pensare di voler essere come quel fiore: impermeabile, con le preoccupazioni e gli sbagli che gli scivolavano addosso. Pensò allora che quel Nasturzio si meritava un posto nel suo quaderno dei fiori. Prese la polaroid e scattò una foto istantanea. Dopo averla riposta sulle pagine bianche, iniziò a sfogliarle come faceva di solito dopo una nuova scoperta. Incappò nell’istantanea che aveva scattato Jungkook il giorno prima in spiaggia, e un sorriso malinconico gli comparve in viso ricordandogli perfettamente quel momento. Così, ad occhi aperti, pensò a Jungkook che gli chiedeva di farsi una foto buffa con lui, di prendere le conchiglie e di portarle alla bocca come se volessero addentarle. Il primo tentativo fallì perché una folata di vento mosse tutti i capelli ondulati di Kookie sul viso di Tae, uscendo lui col volto coperto dai capelli dell’amico e Jungkook con un’espressione di risata simile a un coniglietto per via dei suoi incisivi in bella vista. Era stupida, ma per lui era perfetta, tanto da arrivare quasi alle mani pur di impossessarsene. Alla fine, Kook cedette e si accaparrò quella del tentativo ben riuscito.

Tae era così bloccato nei ricordi che sussultò quando sentì il nome Jungkook arrivargli da dietro le spalle. In fretta e furia, il bruno rimise le sue cose all’interno della cartella e cercò velocemente una via di fuga perché non voleva assolutamente farsi vedere da lui. Doveva evitarlo ad ogni costo, non poteva farsi vedere ridotto in quello stato, ma soprattutto non avrebbe avuto il coraggio di guardarlo di nuovo negli occhi dopo quello che gli aveva fatto.
Si nascose furtivamente dietro la vegetazione, proprio come uno di quei soldati in uno dei suoi sparatutto preferiti. Anni e anni di esperienza videoludica erano finalmente serviti a qualcosa. E li stava mettendo in pratica proprio col suo più fedele compagno di giochi, roba da non crederci!
La visuale non era delle migliori con tutte quelle foglie alte che gli si pararono davanti, ma riuscì comunque a scorgere Kook che veniva bloccato da una ragazza, forse per una dichiarazione d’amore (cazzo, l’ennesima, pensò) perché il ragazzo era alquanto imbarazzato per la situazione.
Kookie era trasandato quel giorno: aveva i capelli lunghi disordinati, la camicia leggermente aperta e la cravatta sfatta. Se l’avesse visto un professore ridotto in quel modo di sicuro gli avrebbe fatto una lavata di capo, invece, pensò Tae, per lui era il paradiso sceso in Terra.
Smise di fantasticare ad occhi aperti - aveva già perso troppo tempo - e indietreggiò sempre di più, aiutato anche dal fatto che la ragazza si stava innervosendo per via del rifiuto e non voleva lasciar proseguire Kookie. Per questo ebbe il via libera e se la diede a gambe, come meglio sapeva fare.

 

Quando il suono della campanella segnò la fine delle lezioni, Taehyung diede un grande respiro di sollievo. Non ne poteva più della storia e di altre scemenze varie come la geometria, né tanto meno degli sguardi incuriositi di Yoongi e Hoseok ad ogni suo movimento o variazione di espressione. Era insopportabile, voleva andarsene al più presto da lì, ma prima di farlo controllò che avesse tutto in ordine nella sua cartella. La polaroid c’era, il quaderno dei fiori pure, il contenuto all’interno… beh... ecco cosa mancava: la foto con Kookie. Sfogliò le pagine due, tre volte prima di andare nel panico e un “Cazzo!” gli uscì dalla bocca noncurante di chi avesse intorno. E non ebbe neanche il tempo di pentirsene che Yoongi gli si piazzò davanti col suo sorrisetto del cavolo. Che diavolo aveva da sorridere?
“Taehyung-ah, che hai?”
L’amico prese una delle sedie davanti a lui e ci si sedette in modo scomposto e appoggiandosi con le braccia sullo schienale.
“Niente.”
Tae era visibilmente seccato, tanto da non guardarlo neanche negli occhi. Perché quel tipo non poteva farsi semplicemente gli affari suoi e andarsene a casa come una persona normale?
“È tutto il giorno che ti vediamo strano. C’è qualcosa che non va?”
Hoseok intervenne con un tono più pacato e allo stesso tempo preoccupato.
“Ho perso un’istantanea di un fiore e sono nervoso, tutto qui.”
Mentire anche a loro due non lo faceva stare bene, ma non aveva alternative. Questa cosa tra lui e JK era troppo grande da gestire e non si sentiva ancora pronto per parlarne con nessuno.
“Dai, Taehyung, puoi sempre rifare una stupida foto!”
La superficialità di Yoongi a volte lo spiazzava, e questa era una di quelle volte. Preferì non rispondergli per evitare di peggiorare le cose o essere sgarbato con lui.
“Yoongi-yah! Ma che dici?”
Hoseok riprese l’amico dandogli un colpetto poco virile sul braccio.
“Che ho detto di male? Di fiori ce ne sono a miliardi, che sarà mai?”
Stupido. Stupido. Stupido.
“Magari ci tiene a quella foto, no?”
Oh, qualcuno con un cervello finalmente! Hoseok sapeva sempre cosa dire, il che fu di conforto in un momento come quello. Ma comunque Taehyung non aveva tempo da perdere, doveva sbrigarsi, doveva trovarla prima che potesse farlo qualcun’altro, così si congedò.
“Sentite, andate pure avanti, io ho bisogno di altro tempo.”
A quelle parole, Hoseok si fece avanti gentilmente.
“Vuoi una mano, Tae?”
Taehyung gli rivolse un lieve sorriso.
“Tranquillo… ci vediamo.”
Li salutò, ma solo Hoseok gli rispose, Yoongi si limitò a vederlo sparire dall’aula.
Dopo essersi liberato dei suoi amici, Taehyung corse verso il cortile senza quasi fiato in corpo. Cercò velocemente tra i cespugli, l’erba alta e tra tutti i fiori dell’aiuola, ma niente. La foto non c’era e lui non sapeva come fare. Si portò entrambe le mani al volto, cercando di trattenere un urlo. Era disperato, e per il nervoso diede un calcio all’albero lì vicino noncurante del dolore che si era provocato. Quella foto, per lui, era troppo importante.

Lo sapeva anche Jungkook, che osservò la scena da lontano senza mai sorridere.

































 

Anaseyo!

È la prima volta che scrivo nel fandom dei BTS e spero di esserne all'altezza.
Questa è una OS divisa in due parti e suddivisa in piccoli capitoli (per facilitarvi la lettura) che io e la mia beta
Momoko89 stiamo scrivendo insieme. È in corso, ma la stesura è abbastanza rapida quindi riusciremo ad essere regolari nelle pubblicazioni (o almeno ci proviamo). Posteremo un capitolo ogni mercoledì e fateci sapere cosa ne pensate!
Un ringraziamento speciale a Lucia per l'ulteriore betaggio e i preziosi consigli <3

Borahae



Julss&Momoko

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Capitolo 2
*** 2. ***


Spring Day

Parte 2/3
 











2.

Quella settimana era il suo turno di pulizie insieme a Yoongi. Erano le cinque del pomeriggio e avevano appena finito la lezione di educazione fisica. Sentiva ancora la maglietta aderire alla schiena per via del sudore. Decise di andare negli spogliatoi e cambiarsi almeno quella, così da rendersi un minimo presentabile. Non che dovesse avere le sembianze di un principe per lavare i pavimenti, ma una maglietta pulita e il deodorante lo facevano sentire un po’ più comodo e fresco - o per lo meno, faceva finta di esserlo.
Era passata già una settimana dalla fatidica sera, ma per Taehyung era come se fosse stato ieri. Qualsiasi cosa facesse, la mente era ancora sulla spiaggia, gli occhi di Jungkook illuminati dai colori del tramonto - possibile che esistesse veramente una sfumatura castana del genere? - la sua pelle vivida sul contrasto dei capelli neri, le labbra rosse e umide per via della birra.

Forse se non si fossero allontanati dal gruppo, a quest’ora le cose sarebbero le stesse. Nessun dramma, nessuna preoccupazione di perdere la persona a cui teneva di più da quando? Un anno, due? Taehyung era venuto a patti con i sentimenti che provava per Jungkook molto tempo fa. Lo amava, ok. Era un dato di fatto. Un po’ come si sa che il sole sorgerà al mattino, o che la luna sarà lì, in quel preciso punto del cielo a quell’ora, quel giorno, di quel mese. Era un fattore unico ben definito, come l’ordine del cosmo, l’equilibrio tra i pianeti. 

Lo amava, punto. 

Il problema era che Jungkook non era gay. Perciò si mise il cuore in pace tanto quanto venne a patti con i suoi sentimenti. O per lo meno, ci provava. Non appena realizzò il vero significato del suo affetto per Jungkook, Taehyung capì che liberarsene non sarebbe stato facile. Ancora adesso, non sapeva nemmeno se il termine liberarsene fosse quello corretto. Forse dimenticarlo? Impossibile, avrebbe dovuto smettere di essergli amico, e a quel punto avrebbe anche dovuto giustificarsi e no, non era nei suoi piani. Superarlo? Possibile. In fondo, il termine superare implicava andare oltre i suoi sentimenti, lasciarli lì, dietro di sé. Abbandonarli, ma con coscienza, e senza ripercussioni emotive. Quindi sì, forse superare l’amore che provava per Jungkook era la definizione giusta al suo obiettivo. Il problema era raggiungerlo, quell’obiettivo. Facile a dirsi, difficile a farsi… soprattutto quando il pensiero di lui è ciò che mi spinge ad alzarmi dal letto la mattina, e il suo sorriso è motivo del mio… 

Era stato proprio quel sorriso a spingerlo a rispondere “Sì” quando Jungkook gli chiese di accompagnarlo a raccogliere qualche conchiglia, quel pomeriggio. A quanto pareva, il ragazzo aveva la tendenza a collezionare conchiglie particolari. Una cosa che “Dai, solo i bambini lo fanno” gli fece notare Taehyung, “Hai qualcosa contro i bambini?” gli chiese Jungkook, “Solo se si avvicinano a me” e a quel punto Jungkook sorrise e diamine, Taehyung si pentì di non essere stato abbastanza rapido per immortalare l’attimo. Si spinsero un po’ più in là, allontanandosi dal gruppo. Era maggio, e sebbene la giornata fosse calda, non c’era molta gente in spiaggia. Forse perché era un giorno feriale, forse perché quella spiaggia non era molto ambita dai frequentatori di mare. Tra tutti i bei posti che la costa offriva, Namjoon scelse proprio quello meno popolare. Chissà perché, poi. Taehyung non chiese, e nemmeno gli altri. La cosa positiva dell’essere meno ambito era che c’era una varietà di conchiglie considerevole. Infatti, Jungkook si fermava ad ogni passo che faceva, ed era quasi snervante a dire il vero, ma il bruno avrebbe fatto di tutto pur di vederlo sorridere. Più le conchiglie che trovava erano particolari, più lui si stupiva, spalancava gli occhi e sorrideva, e a quel punto Taehyung non poteva fare altro lasciarsi coinvolgere. E non gli interessava se la sabbia gli entrava nelle scarpe o se sarebbe tornato a casa fradicio - come quella volta in cui un’onda li travolse in pieno - semplicemente voleva stare con lui, non importava come. Avrebbe scalato anche l’Everest se solo gliel’avesse chiesto, ma per fortuna si limitava alla semplice ricerca di conchiglie. 

Il ricordo lo assopì quasi del tutto, talmente tanto che non si accorse che l’acqua del secchio era diventata sporca e andava cambiata. Yoongi stette in silenzio, studiando ogni movimento e sguardo dell’amico stralunato. Gli sembrava completamente assente, come se quel posto e ciò che stava facendo non gli appartenessero. Però, in un certo senso, la cosa lo divertiva e decise di fermarsi e appoggiarsi col mento sul manico di scopa, ad osservarlo. Voleva vedere dove sarebbe andato a parare in quello stato di trance, se avesse dovuto svegliarlo e condurlo alla triste realtà o se avesse piuttosto dovuto preoccuparsi di dover pulire di nuovo i pavimenti da cima a fondo. 

In tutto questo Taehyung era ancora fermo nei suoi pensieri a quando, per prendere una conchiglia incastrata nella sabbia, Kookie si bagnò un po’ il viso. Tutto ciò suscitò ilarità nel ragazzo dai capelli scuri, tanto che lo stesso Tae ne fu totalmente investito. Stavano ridendo di gusto, almeno fin quando Taehyung “Taehyung-ah?” non decise di accarezzarlo sulla guancia bagnata per asciugargliela. Fu un gesto tanto dolce quanto inaspettato per Jungkook, che smise di ridere all’istante. Il volto di Tae “Taehyung-ah, ci sei?” ora era serio e si faceva sempre più vicino, continuando ad accarezzarlo delicatamente, finché non portò la sua mano al mento di Jk e accompagnò la bocca dell’amico verso le sue labbra. Si incontrarono delicatamente senza alcuna pressione. Ma tutto finì in un attimo perché Taehyung “Taehyung-ah!” tornò alla realtà accorgendosi di aver pestato un piede a Yoongi.
“Scusa, Yoongi-yah, ero sovrappensiero”.
L’amico lo guardò con un mezzo sorrisetto.
“Ma non mi dire…”
Taehyung non rispose, intento com’era a prendere il secchio con l’acqua sporca. Yoongi cambiò totalmente espressione e ora sembrava alquanto infastidito da questo suo nuovo modo di fare. Non si era mai comportato così con lui, e per questo motivo decise di capire che diavolo stesse succedendo in quella testa.

“Qualcosa che ti preoccupa?”
“Perché lo chiedi?” domandò Taehyung.
“Ti stai comportando in modo strano da un po’”.
Taehyung fece una smorfia indifferente.
“Anche gli altri lo hanno notato, sono abbastanza preoccupati” notò Yoongi, passando lo straccio.
“Nulla che non sappiate già” spiegò il bruno, “Studio, esami… la solita roba.”
“La solita roba” ripetè il compagno, fermando un attimo le pulizie.
Taehyung annuì.
“Ok” pronunciò, riprendendo a pulire, “Quindi… come bacia Jungkook?”
Taehyung per poco non scivolò sul pavimento appena lavato. Meno male che aveva sempre avuto la fama di possedere degli ottimi riflessi.
“Come scusa?”
“Jungkook. Bacia bene?” chiese di nuovo l’altro, scandendo bene le parole.
“Non so cosa intendi.”
“Mh” mugugnò l’altro, perplesso, “Eppure sembravate proprio voi due sulla spiaggia, l’altra sera...”

“Avrai visto male.”
“...al tramonto...”
“Yoon…”
“...sei inciampato e caduto sulle sue labbra?”
Taehyung sospirò, esasperato.
“Io non giudico nessuno” disse l’altro, alzando le mani in segno di arresa, “Può capitare di perdere l’equilibrio.”
“Ok, ho capito” si arrese il bruno, “Lo sa qualcun altro?”
Ora Yoongi sembrava offeso, “Secondo te vado a raccontare in giro le vostre cose?”
Sono un coglione, pensò tra sé e sé Taehyung. La paranoia gli stava dando alla testa e non era una cosa positiva. Doveva darsi una calmata o a fine mese si sarebbe ritrovato senza amici.
“Scusa. Non sto dormendo molto bene ultimamente” spiegò Taehyung, continuando a passare lo straccio.
Yoongi si fermò ad osservare l’amico palesemente provato.
“Non hai una bella cera, in effetti” confermò.
“Grazie dell’ovvietà.”
“Però c’è una nota positiva” rivelò poi, attirando l’attenzione del bruno, “Io so, al contrario degli altri. Puoi parlarne con me.”
Taehyung sembrò rifletterci su un attimo, poi si lasciò andare ad un’espressione delusa, “Non c’è molto da dire, Yoon. Ho fatto una cazzata.”
“Hai preso tu l’iniziativa?”
Taehyung annuì, “L’ho fatto senza ragionare.”
“E Kook che ha detto?”
“Non lo so, sono scappato.”
“Sì ok, questo l’ho visto” notò Yoongi, “Ma ci avrai parlato in questi giorni, no?”
“Lo sto evitando.”
“Ottima soluzione” notò Yoongi, “I problemi della vita si risolvono così.”
“Hai intenzione di aiutarmi col sarcasmo?”
“Non so a te, però a me aiuta.”
“E questo che vuol dire?”
“Niente, lascia perdere” chiuse Yoongi, concentrandosi di nuovo sul pavimento. E Taehyung lo lasciò fare. Rimase accigliato dalla reazione strana del compagno, ma lo lasciò fare comunque.
“Non puoi evitarlo per sempre, lo sai?” riprese poi l’altro.
“Lo so.”
“Dovrete parlarne prima o poi. Anche perché, sai… Jungkook non è gay…”
Taehyung sospirò. Oggi Yoongi comunicava solo ad ovvietà. Era il suo giorno fortunato.
“...o per lo meno, l’ultima volta che ho controllato, non lo era.”
“La sessualità si controlla?” chiese Taehyung.
“Il flirt serve a quello.”
E il bruno non sapeva perché, però quell’osservazione lo fece ridere.
“Tu non sei normale” commentò Taehyung, risciacquando il moccio nel secchio.
Yoongi approfittò di quel cambio repentino di umore per interrompere le pulizie e avvicinarsi a lui.
“È un’ottima strategia, funziona.”
“Sì, come no…”
“Vuoi una prova?”
“Sto bene così, ma grazie dell’offerta” disse il bruno, con un cenno noncurante, ma evidentemente l’altro non aveva recepito perché ora stava di fronte a lui, a pochi centimetri di distanza. Gli era vicino abbastanza da avere gli occhi dentro ai suoi, neri come non li aveva mai visti. Con la mano libera, Yoongi spostò una ciocca dei suoi capelli, così da eliminare qualsiasi ostacolo. Con le dita tratteggiò i lineamenti della sua mandibola, fino a posare il pollice sul mento e cavolo, quello era troppo.
“Perché fai così?” chiese Taehyung, ricreando di nuovo la distanza tra di loro.
Yoongi inspirò, risvegliato bruscamente dall’attimo.
“Seriamente mi stai chiedendo perché?”
Taehyung si leccò le labbra, concentrato su qualcosa da dire, ma i pensieri gli stavano ronzando in testa ad una velocità inumana e la sensazione che il flirt di Yoongi non fosse una stupida dimostrazione di certo non lo aiutava a trovare le parole. Per sua fortuna - chiamiamola fortuna - non ce ne fu bisogno, perché Yoongi riprese la sua attività di pulizia come se nulla fosse successo.
“Fammi sapere che decidi.”
“Mh?” chiese sincero Taehyung.
“Se deciderai di parlare con Kook” specificò Yoongi, “Fammi sapere.”
“Ok.”
Ripresero a fare le pulizie, ognuno perso nei propri pensieri. 

 

***


La conversazione con Yoongi quel pomeriggio l’aveva un po’ sconvolto e per questo stava avendo difficoltà ad addormentarsi. Si girava e rigirava nel letto anche per via del caldo anomalo di quella notte, ma i pensieri e le preoccupazioni non facevano altro che aggravare la situazione.
“Jungkook non è gay” gli rimbombava nella testa a ritmo frenetico tanto che dovette prendere gli auricolari e ascoltare un po’ di musica per calmare quella voce fastidiosa. Non che Yoongi l’avesse, una voce fastidiosa, anzi, in giro si diceva che era anche abbastanza sexy, ma a lui proprio non andava giù. 
La cosa, però, continuò a peggiorare nel momento in cui il cellulare prese a vibrare - diamine, avrebbe dovuto spegnerlo prima. Lo prese, lo sbloccò e quasi non gli venne un infarto: Jungkook gli aveva scritto. E com’era possibile una cosa del genere dopo quello che aveva fatto? Come poteva Kookie voler parlare ancora con lui? Si fece mille domande sul perché l’avesse cercato, ma se non avesse letto il suo contenuto non avrebbe mai potuto saperlo. Allora cliccò sull’applicazione e lesse il messaggio, venendo a patti col fatto che poi JK lo sarebbe venuto a sapere.

Jungkook:
Ho trovato questa oggi - 00.03

Non ho idea di come si chiami - 00.03
Quello bravo a trovare i nomi sei tu - 00.03

Ed era vero, era quasi un mago in questo. Aveva trovato persino i nomi più impossibili e strani, ma adesso non gli importava di fargli un favore, piuttosto... perché l’aveva contattato? Perché, forse, aveva bisogno di dare un cazzo di nome di una stupida conchiglia del cazzo? Taehyung se ne convinse talmente tanto che spense il cellulare e si voltò dall’altra parte con una canzone fin troppo deprimente nelle orecchie.

Il giorno seguente si svegliò di buon mattino con la musica che ancora gli risuonava nelle orecchie e un dolore poco sopportabile. Non era stata una delle sue più grandi decisioni -  dormire con gli auricolari - sembrava gli avessero trapanato un orecchio, ma, in un certo senso, il dolore riuscì a distrarlo un po’ dai suoi continui pensieri… almeno fin quando non arrivò a scuola.
Appena varcò la soglia del cancello, vide, poco più distanti, i suoi migliori amici chiacchierare animatamente tra loro. La nota dolente (o catastrofica) fu che JK era lì che sorrideva in mezzo agli altri come se nulla fosse, come se lì l’unico che ne stesse risentendo fosse solo lui e nessun altro. Taehyung si sentì fuori posto e di troppo. Al momento quella felicità non gli apparteneva, così si mimetizzò tra gli altri studenti fuori l’edificio e riuscì comunque a raggiungere l’entrata senza essere visto.
Ormai trascorreva quei giorni nella più completa apatia; seguiva e non seguiva le lezioni, studiava poco, non chiamava nemmeno più Jimin per farsi dare un mano in matematica o Namjoon per qualche lezione extra di inglese. Né usciva la sera coi ragazzi. Niente di niente. Neanche i fiori o la fotografia riuscivano a dargli conforto. Era un vivere le giornate senza uno scopo preciso, come in quel momento per i corridoi. Camminava senza vedere dove andasse, con la testa abbassata e gli occhi fissi sul pavimento. Avrebbe dovuto aspettarselo quando si schiantò contro qualcuno. E quel qualcuno, appena alzò lo sguardo, era proprio JK che lo stava guardando sorpreso. Taehyung si sorprese a sua volta, ma prima che potesse fare un ragionamento di senso compiuto, si accorse che Kook non era solo, con lui c’era Joon che subito prese la parola.
“Taehyung-ah!”
“E-ehi.”
“È da un po’ che non ci vediamo.”
“Sì, sai tra studio e varie cose...”
“Sì, Yoongi me l’ha detto.”
Oh… In quel momento desiderò che quello lì non avesse aperto bocca.
“Ah, sono un argomento interessante?”
Lo sguardo di Tae virò istintivamente su quello di JK che, sì, lo stava guardando, ma buttò subito gli occhi da un’altra parte. Taehyung cambiò espressione, si accigliò e le parole di Namjoon gli arrivarono come un suono sordo.
“...che ne dici?”
“Come, scusa?”
“Che ne dici di prenderci qualcosa dopo la scuola?”
Taehyung non ne aveva assolutamente voglia. Forse, però, avrebbe dovuto provarci, anche per non destare troppi sospetti sulla mancanza di interazione tra lui e Jungkook. Ma non ne era pienamente convinto; solo l’idea di dover passare del tempo con JK e non parlargli come aveva sempre fatto lo feriva, e non poco. E poi aveva persino ignorato i suoi messaggi quella notte... Per fortuna ci pensò la campanella a fargli prendere una decisione veloce. 
“Okay, vi aggiorno.”
“Sì, ci scriviamo sul gruppo.”
Lui e Namjoon si salutarono, mentre JK rimase a guardare.

Alla fine delle lezioni, Taehyung aveva già preso la sua decisione: non sarebbe uscito coi ragazzi. L’incontro che aveva avuto con JK ad ora di pranzo gli aveva già anticipato come sarebbe andata se si fosse presentato all’appuntamento, e in tutta onestà non gli andava né di vederlo, né di sopportare il casino che facevano sempre gli altri quando si trovavano tutti insieme da qualche parte.
All’improvviso il cellulare prese a vibrare. Lo prese dalla tasca dei pantaloni mentre si avviava verso casa. Erano arrivati un paio di messaggi sul loro gruppo e Tae immaginò facilmente cosa potesse aspettarsi.

Namjoon:
Io e JK vi aspettiamo fuori al cancello - 16.10

Jin:
Ma sto ancora lavorandooo!!! - 16. 12

Jungkook:
Prendi la mia ordinazione già che ci sei - 16.12
Un hamburger con patatine - 16.12

Hoseok:
Io una sprite e riso saltato al kimchi, grazie :3 - 16.13

Namjoon:
Per me jjajangmyeon - 16.13
Mi raccomando una porzione abbondante - 16.13

Yoongi:
io nn lo so poi t lo dico - 16.13

Jimin:
Sto arrivando… per me il solito ^_^ - 16.13
@yoongi ancora? - 16.13

Jin:
@jungkook da quando li mangi?!?!?! NON LAVORO IN UN FAST FOOD!!!! - 16.15

Jimin:
È vero… da quando? @jungkook - 16.15

Jungkook:
Volevo cambiare. Allora lo puoi fare? - 16.15

Jin:
NO!!!! - 16.17

Jungkook:
:( - 16.17
Vabbè il solito allora - 16.17

Jin:
@taehyung tu invece? - 16.18

Yoongi:
io e hobi stiamo venendo al cancello - 16.18

Namjoon:
Okay ma Tae? - 16.18

Yoongi:
nn l abbiamo visto dp ed fisica - 16.18

Jimin:
@yoongi mi ignori? .-. - 16.18
@taehyung dove sei? i miss you :( <(3 - 16.18

Hoseok:
ORA SAI ANCHE L’INGLESEEEE - 16.19

Jin:
ORA SAI ANCHE L’INGLESEEEE - 16.19

Hoseok:
@jin WAAAAAA - 16.19

Yoongi:
sì - 16.20

Jimin:
Idioti .-. - 16.20

Taehyung mise in standby la conversazione per pensare. Era ovvio che i ragazzi lo stessero cercando; dopotutto aveva detto loro che li avrebbe aggiornati, per cui a quel punto non poteva fare finta di niente. Si sarebbe congedato con una scusa anche quella volta, anche se tutto quello lo faceva stare un po’ male.

Namjoon:
Aveva detto che veniva - 16.20
@taehyung vieni? qui sono arrivati tutti - 16.25

Jimin:
TAEHYUNG-AAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHH - 16.25

Hoseok:
Sta scrivendooo!! - 16.25

Taehyung:
Ho avuto un imprevisto ragazzi - 16.25
Scusatemi - 16.25

Namjoon:
:( - 16.25

Yoongi:
;) - 16.26

Jimin:
:'( :'( :'( :'( :'( :'( :'( :'( :'( :'( - 16.26

Hoseok:
:( :( :( :( :( :( :( :( :( - 16.26

Gli dispiaceva dare buca ai ragazzi, ma ancora non se la sentiva di affrontare Jungkook. Quindi una volta tornato a casa cercò di distrarsi, facendo merenda e iniziando a studiare seriamente per gli esami imminenti. E ci riuscì, per più di due ore consecutive, finché il cellulare non prese di nuovo a squillare e la concentrazione si perse in due nanosecondi. Sperò con tutto il cuore che non fosse Jungkook con una delle sue stupide foto delle conchiglie, perché quella volta avrebbe bloccato seriamente il suo contatto. Però evidentemente qualcuno aveva ascoltato le sue preghiere perché era Jimin. Anche a lui mancava, gli mancava la sua compagnia, il suo saperlo capire con poco. E giocare ai videogiochi, soprattutto quelli.
Sbloccò il cellulare e aprì la sua chat privata.  

Jimin:
Perché ci stai evitando? - 18.09

E come rispondere a questo? Era difficile non rispondere con una stronzata, ma volle provarci comunque.

Taehyung:
Non lo sto facendo - 18.12

Mentire a Jimin era praticamente impossibile, lo sapeva. Lo conosceva come le sue tasche e non l’avrebbe fatta franca. E infatti quando poco dopo arrivò la risposta non ne fu proprio meravigliato.

Jimin:
A chi vuoi prendere in giro? Non ti fai mai vedere! - 18-17
Sei strano ultimamente - 18.17
Anche Jungkook lo è - 18.17
Cosa mi state nascondendo? - 18.17

A quanto sembrava, nemmeno Jungkook era bravo a nascondere il suo stato d’animo. Forse l’amico di cui era innamorato stava attraversando un momento difficile simile al suo, o, per colpa sua, stava facendo di tutto per tenerlo segreto e non metterlo in difficoltà. Sorrise nel pensare che Kookie a modo suo lo stava proteggendo. Dopotutto aveva cercato di riprendere il loro rapporto quella notte stessa, ma lui per paura lo aveva rifiutato.  
Il cellulare si illuminò di nuovo interrompendo i suoi pensieri. Jimin, quando ci si metteva sapeva come romperle, le palle.

Jimin:
L'ho corrotto con del soju - 18.22
Lo sai che parte dopo 3 bicchierini - 18.22
Se la stava quasi cantando - 18.22 

Ha saputo tenere il controllo delle sue facoltà mentali -.- però mi ha detto che gli hai fatto qualcosa, non me l’ha voluto dire - 18.22
Lo odio - 18.22

Il cuore iniziò a battere all'impazzata. Jungkook l'aveva rovinato e ora sarebbe stato costretto a parlare con lui del bacio e tutta la situazione imbarazzante che si era creata intorno a loro due.

Jimin:
LO SO CHE STAI LEGGENDO - 18.23
VIGLIACCO!!! - 18.23

Cazzo… Adesso sì che era fregato.

Jimin:
N - 18.23
O - 18.23
N - 18.23
I - 18.23
G - 18.23
N - 18.23
O - 18.23
R - 18.23
A - 18.23
R - 18.23
M - 18.23
I - 18.23
T - 18.23
A - 18.23
E - 18.23
H - 18.23
Y - 18.23
U - 18.23
N - 18.23
G - 18.23
A - 18.23
H - 18.24
! - 18.24
! - 18.24
! - 18.24
! - 18.24
! - 18.24
! - 18.24

 

A quel punto Taehyung cedette, non avendo più speranze di vittoria. Sapeva che se non lo avesse fatto Jimin si sarebbe presentato a casa sua. Per cui valeva la pena farlo in modo da darsi anche più tempo per preparare un discorso di senso compiuto.

Taehyung:
Domani a casa mia dopo la scuola - 18.26

Jimin:
I migliori porno iniziano così :] - 18.26

Taehyung:
… - 18.26

 

Jimin:
Ahahahahah - 18.26
Okay :3 - 18.26
Porto un po’ di soju per rendere più piacevole la conversazione - 18.36
Prima Namjoon ha rotto un bicchiere al locale, Jin si è preso la colpa e il suo superiore gli ha fatto una lavata di capo mai vista…  - 18.36
Ora siamo a casa sua - 18.36

Siccome l’argomento si era spostato sulle cazzate dei Namjin, Tae spense il cellulare per tornare a studiare in santa pace senza altre distrazioni. L’avrebbe riacceso poco prima di andare a letto per controllare tutte le notifiche. E così fece.
Dopo essersi lavato i denti, spalancò la finestra del piccolo terrazzo dove affacciava la sua camera e si appoggiò al muretto per godersi un po’ della leggera brezza che c’era quella notte. Neanche a farlo a posta, non appena riaccese il cellulare, fu inondato dalle notifiche della chat coi ragazzi. Ma la sua attenzione virò su una in particolare e volle seriamente sprofondare perché Jungkook gli aveva riscritto. Fu colto da un brivido lungo la schiena, per niente piacevole. Era una sensazione di paura. Questa volta però non presentò nessun allegato al messaggio, la cosa allora lo tranquillizzò, anche se non del tutto. Cosa poteva mai volere ancora? Cliccò sulla chat ed ebbe l’ennesimo un tuffo al cuore. 

Jungkook:
Ho qualcosa che ti appartiene - 23.59
Quando posso dartela? - 00.04
Pensavo saresti venuto oggi - 00.10

Quei messaggi per poco non gli fecero scivolare il telefono al piano di sotto. Di cosa diavolo stava parlando? Che cosa poteva avere lui che gli appartenesse? Non riusciva proprio a pensare a qualcosa, aveva la mente annebbiata. E poi cos’era che lo spingeva a parlargli ancora? Banalmente, in lui, si accese un barlume di speranza… Possibile che accettasse i suoi sentimenti? No… Non poteva essere. Yoongi gli aveva detto che non era gay. Tutti sapevano che non lo era, non poteva essere altrimenti. E allora perché? Perché non lo odiava e basta, mettendo fine alle sue sofferenze? Quel flusso di pensieri fu interrotto da una nuova serie di messaggi che arrivarono uno dopo l’altro.

Jungkook: 

Lo so che stai leggendo… - 00.15
Ti prego parlami - 00.15

Ti prego parlami… ti prego parlami… ti prego parlami… Il respiro di Taehyung si bloccò per un attimo. Quelle tre semplici parole lo stavano devastando più di qualsiasi altra cosa gli avesse detto finora, in tutto questo tempo. Non avevano mai avuto un litigio e non erano mai stati così lontani l’uno dall’altro. Era la prima volta che affrontavano una cosa simile, e quando lesse quelle parole si rese conto di quello che aveva veramente causato coi suoi sentimenti.  Stava facendo soffrire Jungkook e quello non se lo sarebbe perdonato, mai. Si sentì uno schifo più di quanto non si sentisse già.
Ti prego parlami… ti prego parlami… ti prego parlami… E si lasciò scivolare con le spalle contro il muro. Chiuse gli occhi e pensò di essere stanco,  stanco di quella situazione di stallo, stanco di non parlargli, né di vedere il suo sorriso ancora una volta. E infine decise che l’avrebbe fatto, gli avrebbe parlato una volta per tutte.
Glielo doveva.

Taehyung:
Domenica - 00.25
Al solito posto - 00.25


Jungkook:
Domenica allora - 00.25
Al solito posto - 00.25

Un sorriso comparve sul suo volto. 

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Capitolo 3
*** 3. ***


Spring Day

Parte 3/3










3.

“Ho baciato Jungkook.”
Le parole gli uscirono di bocca con naturalezza, come se avesse appena chiesto da bere o stesse rispondendo alla domanda ‘come ti chiami?’. Senza il pensiero di conseguenze o ripercussioni. Il problema era che ora sarebbero rimaste lì, appese sul soffitto di camera sua, proprio dove teneva lo sguardo mentre il soju si faceva strada nelle sue vene. Quante bottiglie aveva bevuto? Due, tre? E non erano nemmeno le nove di sera. Alla vista della bottiglia in mano, annotò mentalmente di buttare le prove entro domani pomeriggio, prima che i genitori tornassero dal weekend.
“Mh?”
Un mugugno arrivò dal pavimento dove Jimin era coricato. Delicato, sincero, come se Taehyung avesse appena parlato in una lingua straniera e il biondo gli avesse chiesto di ripetere con cortesia.
“Ho baciato Jungkook” Taehyung ripeté, e stavolta le parole caddero dal soffitto, pressando l’aria, pesando sulla sua pelle, togliendo il respiro.
Jimin aprì gli occhi e si girò verso di lui, “In che senso l’hai baciato?”
E quella che domanda era?
“Ci sono molti sensi?”
“Una marea!” controbatté Jimin, “Ci sono i baci materni, paterni, i baci affettuosi dei nonni e degli zii. Ci sono i baci di congratulazioni, di saluto…”
“Solo gli italiani salutano col bacio” lo interruppe Taehyung.
“E i francesi.”
“Gli europei sono strani.”
“Molto strani.”
“Comunque, non capisco dove vuoi arrivare” notò il bruno.
“Voglio dire che la tua affermazione è abbastanza vaga. Pure io ho baciato Jungkook una volta.”
A quella rivelazione, Taehyung si irrigidì sul posto, “Hai baciato Jungkook?”
Jimin annuì, “Sulla guancia, per scommessa.”
“... Ah.”
“Quindi, mi dovresti esporre il contesto” richiese Jimin, “E se possibile in maniera semplice e lineare perché il soju mi sta dando alla testa e sto avendo difficoltà a capire anche il coreano.”
“Eravamo in spiaggia, alla festa di Namjoon...”
“Mh.”
“...stavamo cercando delle conchiglie…”
“...ok?”
“...e l’ho baciato.”
Jimin lo osservò di nuovo, stavolta cercando di captare qualcosa di più attraverso i lineamenti rigidi del suo viso perché Taehyung non stava aiutando. Non stava aiutando per nulla a farsi capire. E quando si comportava in maniera così criptica, era solo uno il motivo: pensava di aver fatto una cazzata.
“L’hai baciato tipo, non so… Con affetto fratern-”
“Era un bacio umido, Jimin-ah.”
Jimin si capovolse con uno scatto, ora pancia a terra, gli occhi fissi su Taehyung.
“Tae, Jungkook non è gay.”
E cazzo, perché tutti tendevano a ricordarglielo ogni volta?
“Ne sono al corrente.”
“Perciò sai anche che non puoi baciarlo.”
“Ho capito, non c’è bisogno che me lo diciate in continuazione” sbottò Taehyung, stavolta infastidito dalle parole dell’amico.
Jimin ora lo osservò con curiosità, “Diciate? Tae, ok che abbiamo bevuto, ma qua ci sono solo io.”
Taehyung alzò gli occhi al soffitto, “Non intendo in questo momento. Yoongi ci ha visti mentre ci baciavamo. O meglio… ha visto me baciare Jungkook.”
“Oh.”
“Già.”
“E che ti ha detto?”
“Che ho fatto una cazzata. Non esplicitamente, ma il senso era quello.”
Jimin fece una smorfia, “Non posso dargli torto.”
“Sì ma… Il momento era perfetto, Jimie. Capisci? La luce del tramonto gli illuminava perfettamente il viso e…”
“L’hai baciato perché il tramonto gli illuminava il viso?”
Taehyung sospirò di nuovo, stavolta abbassando la testa sulle ginocchia e l’ho baciato perché lo amo voleva dirgli, ma solo l’idea di dare voce a quel sentimento era troppo per lui, perciò se la cavò con un semplice, “L’ho baciato perché mi piace” prima che un singhiozzo strozzato lo potesse sorprendere. Alzò di nuovo la testa nel tentativo di capire che diamine stesse succedendo al suo corpo, e fu allora che si sentì le guance umide. Cazzo…
“Ehi, Taetae” pronunciò Jimin, gattonando verso il ragazzo. Si sedette davanti a lui, ora con le dita tra i suoi capelli, “Non c’è bisogno.”
“Non so che fare, Min-ah” riuscì a dire in un attimo di controllo della voce, “H-ho rovinato t-tutto.”
Jimin prese il suo viso tra le mani nel tentativo di spazzare via le lacrime, “Adesso capisco perché eravate così strani, tu e Kookie.”
Taehyung venne sorpreso da un altro singhiozzo.
“È tutto ok” lo confortò Jimin.
Taehyung spostò lo sguardo, arreso “Non lo è…”
“Sì, ehi” lo richiamò il biondo, così che avesse di nuovo la sua attenzione, “Parlagli, vedrai che risolverete.”
Taehyung sospirò tra un misto di timore e nervosismo.
“Nemmeno lui se la sta passando bene” notò Jimin, “L’ho osservato nelle ultime settimane. Credo che tu gli manchi.”
“Ti ha detto qualcosa?” chiese il bruno, con un moto di speranza.
Jimin scosse la testa, “Solo quello che ti ho detto. Ma è meno vivace del solito, e sta sempre a disegnare.”
Improvvisamente Taehyung sentì un dolore acuto invadergli il petto. Se Jungkook dimostrava malumore era solo colpa sua.
“Non volevo che finisse così…” si giustificò mentre la vista si offuscava di nuovo.
“Ha solo bisogno del suo amico” lo rincuorò il biondo, accarezzandogli il braccio.
Taehyung annuì, arreso all’idea che, per Jungkook, sarebbe potuto essere solo quello.

***

La mattina dopo Jimin si svegliò di buon’ora. Si era imposto di rimanere con Taehyung tutta la notte dato che “Sei uno straccio, e non mi posso permettere di perdere il premio come miglior amico dell'anno”, “Non esiste un premio simile” gli aveva risposto Taehyung, ma lui lo ignorò e si infilò sotto le lenzuola con lui, abbracciandolo da dietro. Fu così che andarono a dormire prima del dovuto, rilassati dall’alcol che scorreva loro in corpo. Inutile dire che al risveglio si ritrovarono in una posizione completamente diversa e, per i gusti di Taehyung, anche scomoda, ma vedere una faccia amica lo confortò.
“Ti faccio la colazione” prese l’iniziativa Jimin, alzandosi dal letto.
“Non c’è bisogno” mugugnò l’altro, con la voce ancora assonnata.
“Chi l’ha detto?”
“Non ho fame.”
“Io sì, perciò farò la colazione per me, e per te.”
Taehyung si girò dall’altra parte, sospirando all’ostinazione dell’altro di prima mattina.
“Ehi” lo riprese Jimin, scuotendolo per la spalla, “Alzati e vai a farti la doccia.”
“Perché?” si lamentò Taehyung.
“Ci dev’essere per forza un perché per avere cura di sé stessi?”
“Ho già cura di me stesso.”
Jimin emise un verso a mo’ di scherno e lo obbligò a girarsi, al che il bruno non poté fare altrimenti.
“Sei una scocciatura.”
“Ti voglio bene anch'io” rispose, uscendo fuori dalla stanza.
Ormai in piedi, Taehyung decise di seguire il suggerimento di Jimin e buttarsi sotto la doccia. Ed effettivamente, forse non era stata una cattiva idea. Sotto il getto dell’acqua calda, il pensiero di aver perso completamente Jungkook sembrava scivolare sulla sua pelle e  scomparire. Si insaponò, riflettendo su un modo per iniziare la conversazione con lui, quel pomeriggio… Come se iniziarla fosse il problema, pensò. La verità è che non aveva proprio idea di cosa dirgli. ‘Parlagli’ dicevano, ‘ha solo bisogno del suo amico’... Ok, ma cosa si faceva in queste occasioni? Come si rimediava ad un errore così grande come un bacio non corrisposto alla persona a cui più teneva? C’era un manuale di istruzioni? Una prassi da seguire per scusarsi e pregarlo di rimanere amici? Forse era proprio questo che doveva fare: pregare. Peccato che non si era mai piaciuto in ginocchio davanti a qualcuno. E considerando la personalità di Jungkook, forse nemmeno sarebbe servito. Forse la verità, pensò, godendosi il calore dell’acqua, è che devo solo essere sincero… In fondo, se voleva recuperare un minimo la relazione con lui, la sincerità era l’unica cosa che l’avrebbe permesso. Quindi, alla fine, optò per quello: esporgli i suoi sentimenti, specificando che non si sarebbe aspettato nulla da lui e che lo avrebbe rispettato in ogni sua parte, come amico. Chiuse l’acqua e fece un grosso respiro, raccogliendo dentro di sé tutto il coraggio che aveva in corpo e prepararsi al momento.
Dopo essersi asciugato e vestito, uscì dal bagno e notò che Jimin gli aveva portato la colazione in camera. A quella visione, un leggero sorriso comparve sulle sue labbra.
“Grazie, mamma.”
“Figurati, figlio degenere” rispose il biondo.
“Degenere?”
“Non mi apprezzi abbastanza.”
“Ti ho lasciato la coperta stanotte, direi che già questo indica apprezzamento.”
“Quello è il minimo” rispose l’altro, sedendosi a gambe incrociate sul letto, in attesa che l’altro lo raggiungesse per fare colazione. Per sua fortuna, Jimin non dovette insistere molto. Passarono una mezz’oretta tranquilla, chiacchierando e addentando biscotti. Alla presenza dell’amico, Taehyung si rilassò. Jimin gli faceva questo effetto: avrebbero potuto passare il tempo a fare qualsiasi cosa e a parlare degli argomenti più futili del mondo, e dentro di sé avrebbe ritrovato l’equilibrio necessario per affrontare l’universo intero. Jimin è il mio rifugio, pensò mentre il biondo si preparava per tornare finalmente a casa.
“Ti conviene studiare storia per la verifica di martedì” consigliò Jimin, mettendosi i calzini.
“Come fai a sapere che ho la verifica?”
“Sai com’è, tendo a parlare con Hoseok e Yoongi ogni tanto.”
“...giusto” disse, sentendosi un po’ stupido a quella domanda, “Non so se ho molta voglia…”
“Perché? Che avresti di meglio da fare?”
“Devo incontrare Kook più tardi.”
Jimin si prese qualche secondo per osservarlo, “Ah, sì?”
Taehyung annuì, evitando di dire altro.
“A che ora vi incontrate?”
“Non lo so…”
Jimin spalancò gli occhi.
“...perché non lo sai?”
“Non gliel’ho scritto…”
A Jimin scappò una risata, “Sei un idiota. Studia storia e contattalo. Noi due ci sentiamo più tardi.”
Jimin chiuse la porta della sua camera, lasciando un Taehyung annoiato. Ora doveva fare come promesso: studiare almeno un paragrafo e non pensare a Jungkook finché non si sarebbero incontrati quel pomeriggio. Mandò prima un messaggio a Yoongi per aggiornarlo della situazione.

Taehyung:
Oggi parlo con Kook - 14.43

Yoongi:
oh - 14.45
cm t senti - 14.46

Taehyung:
Domanda di riserva? - 14.46

Yoongi:
ottimo inizio - 14.46

Taehyung:
.___. - 14.46

Yoongi:
fai quello k devi - 14.47
buttati - 14.47
cm se dovessi gettarti in un burrone x salvare una donzella - 14.47

Taehyung:
Chi sarebbe la donzella in questo contesto? - 14.47

Yoongi:
ovviamente io - 14.49

Taehyung:
Ti ci vedo bene in abito lungo e rosa - 14.49

Yoongi:
...e i fronzoli - 14.49

Taehyung:
Non ti risparmi nulla eh - 14.49

Yoongi:
mai - 14.49
:* :* - 14.49
ah tae.. - 14.49

Taehyung:
Mh? - 14.50

Yoongi:
se dovesse andare male, ricordati d me ;) - 14.50

Taehyung rilesse il messaggio almeno cinque volte, pensando a che diavolo rispondere. Ovviamente, non servì a nulla. Decise di spegnere lo schermo del cellulare ed ignorare la chat. Aveva in corpo già abbastanza emozioni, non gliene servivano altre. Prese in mano la matita nel tentativo di iniziare finalmente a studiare, ma farlo si rivelò più difficile del previsto. Non erano neanche le tre e aveva un vuoto allo stomaco - e aveva pure mangiato. Ma a quello si aggiunse anche l’ansia e non sapeva se sarebbe riuscito a gestirla per le prossime ore.
All’improvviso, mentre sottolineava dei punti importanti sul libro di storia, sentì dei passi provenire dal corridoio. In un primo momento pensò fosse Jimin che aveva dimenticato qualcosa, ma al suo “Jimin-ah, che ti sei dimenticato?” non rispose nessuno. Un po’ impaurito dalla strana situazione, provò ad insistere con un “Dai, Min-ah, non ho voglia di scherzare”, cercando di mantenere la calma, però neanche questa volta vi fu una reazione. Poteva essere uno scherzo di cattivo gusto da parte dell’amico, però riflettendoci bene non era da Jimin fare cose del genere. Proprio mentre pensava a cosa fare, quei passi si fermarono davanti alla sua porta. Un brivido risalì lungo la schiena di Taehyung, che era ancora seduto alla scrivania, incapace di muoversi. Trattenne il respiro più che poté per non fare rumore; però, ad un tratto, vide spuntare qualcosa da sotto la porta.
D’istinto, si avvicinò ed ebbe un tuffo al cuore: era un’illustrazione disegnata e colorata a mano, su un piccolo foglio un po’ doppio e ruvido al tatto. Non era la prima volta che riceveva un disegno acquerellato, e c’era una sola persona che conosceva che avrebbe potuto fare una cosa simile: Jungkook.
Inizialmente Taehyung corrugò la fronte chiedendosi che diavolo ci facesse a casa sua, ma poi arrivò alla conclusione che Jungkook volle presentarsi da lui prima dell’appuntamento perché, beh… Non si erano dati un orario. Del resto Kook era sempre stato una persona precisa, a differenza sua. Perciò venne da sé che Jimin doveva averlo incontrato proprio sulla ciglio della porta mentre stava per andare via.
“Taehyungie?”
Nonostante l’amico lo stesse chiamando, Taehyung si isolò completamente nel suo mondo osservando quel disegno. Tra il ghiaccio e la neve, raffigurati in modo delicato e soffice, c’erano un enorme orso polare dal candido manto bianco, con una sciarpa e cappello rossi. Era seduto accanto ad un ragazzino che gli stava appoggiato sul fianco, abbracciandolo. Sembrava dormisse sereno vicino all'orso.  
Tae allora si lasciò sfuggire un sorriso e capì. Capì quello che gli stava dicendo velatamente Jungkook tramite il suo disegno, e fu come liberarsi da un macigno: Kookie non lo odiava, e questo gli dava una qualche speranza, ma nonostante quella sottospecie di rassicurazione non potè non trattenere qualche lacrima. Non sapeva se fosse felicità o rassegnazione. Non sapeva nemmeno lui cosa stesse provando in quel momento, ma per fortuna ci pensò Jungkook a riportarlo alla realtà con l’ennesimo “Taehyungie, ti piace?”
Il bruno sobbalzò e il suo cuore prese a battergli un po’ troppo velocemente. Detestava quando si sentiva così, quando uno stupido organo si prendeva gioco di lui, perciò cercò di dissimulare quel disagio facendo sentire la sua voce con un “S-sì, molto!”, mentre si asciugava le lacrime che gli stavano rigando ancora il volto.
Si sentiva patetico, piangeva e aveva paura di aprire una cavolo di porta. Perché, quello, sarebbe stato l’inizio della fine o sarebbe rimasto tutto com’era, e non sapeva quale delle due fosse meglio arrivato a quel punto. Ma guardando ancora una volta il piccolo Jk avvinghiato all’orso si fece ben presto coraggio, e così, a passi incerti, si diresse verso la porta della sua camera. Diede un’ultima asciugata agli occhi e inspirò forte: ce la posso fare disse a sé stesso, e infine aprì.
Kookie gli comparve davanti col suo inconfondibile giubbino giallo, la maglietta bianca e quel bellissimo sorriso che tanto gli era mancato. Questa volta i capelli erano ben pettinati e lisci, scuri come la pece. I suoi occhi lo stavano fissando sorpresi e per un attimo Taehyung si sentì le gambe tremare.
D’istinto distolse subito lo sguardo dal ragazzo per poi portarlo di nuovo sul disegno. Questo, inaspettatamente, lo calmò all’istante, trovando anche la forza di esordire con un “Però sono un po’ grasso” indicando il se stesso orso sul foglietto acquerellato.
Jungkook inclinò il capo, accigliandosi.
“Sei un orso, è normale...” gli disse l’altro accorciando le distanze tra loro, “Se avessi voluto farti bello ti avrei disegnato così come sei.”
Taehyung si sentì il volto andare letteralmente in fiamme dopo quella strana affermazione, e nascose la sua agitazione scostandosi e invitando JK ad entrare nella sua stanza.  
Jungkook si fece strada e si diede uno sguardo attorno per mitigare quel leggero imbarazzo che aveva involontariamente generato.
“Stavi studiando?”
“Sì, ehm… tentavo.”
“Allora ti lascio fa-...”
“No, no” si affrettò a dire l’altro, sistemando i libri, “tanto non ne avevo voglia”.
Jungkook si lasciò sfuggire un sorriso, “Tu e lo studio non andate proprio d’accordo”.
“Questa non è una novità”.
Calò un silenzio imbarazzante, e Taehyung si diede mentalmente dello stupido per non aver dato un minimo di input per continuare quella futile conversazione.
“Io lo faccio di notte” aggiunse poi Jungkook, “C’è più silenzio, meno distrazioni.”
“Come Yoongi” notò Taehyung. E cavolo, quella da dove gli era uscita?
Infatti, Jungkook sembrò un po’ sorpreso da quell’osservazione, “Sì, ogni tanto ci facciamo compagnia.”
“Nel senso che non ti lascia in pace, vuoi dire.”
Kook sorrise, “È una continua distrazione, mi manda messaggi ad ogni ora.”
“Dovresti bloccarlo.”
“Una volta l’ho fatto.”
“Ah, sì?”
“Mi ha scritto su Facebook con un account anonimo, chiedendomi prestazioni sessuali.”
Taehyung sorrise, “E tu che gli hai detto?”
“Gli ho risposto ‘ok’ e gli ho chiesto un appuntamento.”
“E lui?”
“...mi ha risposto che aveva sbagliato chat.”
Taehyung non potè fare a meno di ridere, e Jungkook si unì a lui. In un attimo, tutti i drammi di quelle settimane evaporarono come rugiada al sole del mattino. L’animo di Taehyung si risollevò.
“Mi è mancato.”
“Cosa?” chiese il bruno.
“Questo” specificò Jungkook, facendo un cenno con la mano che coprisse la distanza tra di loro, “Noi.”
Taehyung deglutì. Abbassò lo sguardo in cerca di una risposta che potesse giustificarlo di tutte quelle assenze o tutti quei messaggi ignorati in chat per settimane, ma non ce ne fu bisogno perché l’amico lo anticipò con un “Perché fai quella faccia?”
“Che faccia?”
“Quella.”
“Non sto facendo nessuna faccia.”
“La stai facendo.”
“Non mi vedo, non posso dirti che faccia sto facendo.”
Allora Jk tirò fuori uno dei suoi talenti innati, l’imitazione, e fece un copia perfetta della sua espressione contorta. Tae si lasciò sfuggire una risata.
“Non ho fatto così.”
“L’hai fatto.”
“Sei pessimo.”
“Non quanto te.”
I loro sguardi si incrociarono, forse si persero per un attimo in un gioco d’intesa che li aveva sempre legati.
Taehyung si morse il labbro inferiore imbarazzato, non sapendo cosa dire. Voleva rompere quel nuovo silenzio, ma al pensiero di ciò che sarebbe dovuto venire dopo iniziò a massaggiarsi convulsamente il collo.
Doveva farlo adesso, dichiararsi ora e non perdere altro tempo. Si convinse, prima che Jk potesse aggiungere altro, e cominciò a parlare.
“Scusa per quello che ho fatto...” disse avvicinandosi ancora di più a Jungkook, “...e per come mi sono comportato.”
Taehyung abbassò il capo sulla spalla di Kookie, senza pensare minimamente a quello che stava facendo. Gli venne naturale e quando se ne rese conto, l'altro gli rispose con un dolce e semplice “Sshh, non voglio sentire niente adesso.”
Ciò attirò l’attenzione di Tae che si schiodò lentamente dal suo corpo. Erano dannatamente vicini, occhi negli occhi, il cuore che batteva all’impazzata, ma poi Jungkook si voltò verso la porta con le guance un po’ arrossate “Dai, vestiti, ti aspetto di sotto.”
Taehyung allora si scostò da lui annuendo. Ripose il disegno di Kookie sulla mensolina accanto al letto e iniziò a vestirsi.


***


Quel pomeriggio non era molto caldo. La pioggia del giorno prima aveva mitigato un po’ l’aria afosa di quella settimana infernale e il venticello fresco gli faceva venire leggermente i brividi.
Da quando avevano lasciato casa sua non si erano detti, poi, molto; Jk aveva ricevuto una chiamata da Namjoon - impegnandolo per tutto il tragitto - e Taehyung si era limitato ad ascoltare quello che si dicevano i suoi due amici senza mai intromettersi. Aveva abbondantemente riflettuto su quello che avrebbe dovuto dirgli e su come esporlo senza troppi giri di parole o offenderlo, mancandogli di rispetto. Non era assolutamente facile, ma una volta arrivati in spiaggia trovò la sua zona di comfort.
Jk staccò la chiamata appena misero piede sulla sabbia. L’odore di sale li travolse, così come la brezza leggera gli accarezzava i capelli mentre cercavano un punto non troppo distante dalla riva per sedersi ed osservare il mare.
“Non è bello?”
La domanda di Jk arrivò lontana a Tae, che aveva la mente occupata solo da un ipotetico discorso che avrebbe potuto fare per scusarsi dei trascorsi delle ultime settimane - ovviamente, se stavolta Jungkook glielo avesse lasciato fare. Ancora non gli era molto chiaro il motivo per il quale lo avesse interrotto, poco prima a casa sua, ma conoscendolo doveva aver avuto le sue ragioni.
“Cosa?”
“Il mare” rispose Kook, tenendo lo sguardo fisso sulla vastità blu.
“Mh” mugugnò l’altro, in segno di conferma.
Rimasero un po’ in silenzio a godersi il rumore delle onde sulla riva, mentre i loro pensieri si ritiravano insieme ad esse in un circolo vizioso senza fine.
D’un tratto Jungkook smise di guardare l’orizzonte e si sedette sulla sabbia, incrociando le gambe e raccogliendo qualcosa da una delle tasche dei pantaloni. Tae notò quel gesto e si chiese cosa potesse essere, ma non mosse neanche un muscolo, almeno fin quando Kookie non lo invitò a fare lo stesso con un “Vieni a sederti.”
Il suo sguardo rivolto verso di lui ora era serio, e Taehyung si irrigidì sul posto. Ecco, è arrivato il momento, pensò e si sedette poi accanto a lui leggermente agitato.
“Questa…” disse mostrando la polaroid tra le mani, “...l’ho trovata nel cortile della scuola. Ero venuto per parlarti, ma quella ragazza mi ha fermato prima che potessi raggiungerti”.
Mentre Kookie parlava, la mente di Taehyung viaggiava all’interno di quel ricordo e pensò a come si sentisse quel giorno quando scoprì di aver perso una delle cose che considerava più importanti (almeno sino a quel momento). E sapere che non fosse andata veramente perduta lo fece stare meglio, assumendo un’espressione buffa che fece sorridere Jungkook.
“L’hai trovata tu” disse Taehyung.
“Certo che l’ho trovata io, chi avrebbe dovuto dopo che sei scappato?”
Quelle parole invece furono come una pugnalata al petto e lo strano sorriso che aveva stampato in volto sparì all’istante.
“Mi dispiace” fu tutto quello che riuscì a dire.
Jungkook gli mise una mano sulla spalla, capendo di aver esagerato col tono delle sue parole.
“Non ti devi dispiacere. L’ho capito, avevi bisogno dei tuoi spazi e ti ho lasciato fare, anche quando non hai voluto dare un nome a quella conchiglia che, tra parentesi, mi aspetto un rapporto completo entro stasera.”
Taehyung alzò lo sguardo verso Kookie abbozzando un nuovo sorriso, un po’ più spento del precedente sebbene l’altro aveva dato per scontato che quella stessa sera si sarebbero parlati ancora. Questo, in un certo senso, lo rincuorò però aveva addosso una strana sensazione. Come se tutti quei gesti gentili da parte di Jungkook fossero solo una scusa per alleggerire un eventuale rifiuto dei suoi sentimenti. Non volle pensarci e lo lasciò proseguire annuendo alla sua richiesta.
Jungkook sorrise e continuò.
“Dicevo… Però quando ti abbiamo invitato ad uscire e non sei più venuto… Beh, lì mi sono incazzato…”
Tae sentì una fitta allo stomaco e spalancò gli occhi impulsivamente. L’amico notò il suo cambio di espressione e volle subito chiarire.
“...sul momento. Non ce la facevo ad essere arrabbiato con te perché ti capivo. Mi dava solo fastidio che per colpa mia ti stessi privando di tutti gli altri. Non parlavi con nessuno. Hai evitato tutti e questo non mi è piaciuto. Ti sei isolato. Tu fai sempre così, Taehyungie.”
Quelle parole, invece, non gli fecero male quanto avrebbero dovuto perché ne aveva già preso coscienza. Sapeva cosa aveva fatto e come aveva agito, perciò sentirselo dire non fece altro che avvalorare la sua tesi di idiota patentato.
“Kookie…”
“No, fammi finire” lo interruppe l’altro risoluto, “Jimin mi ha dato i tormenti, e gli ho dovuto mentire, ma nonostante questo non mi ha creduto quando gli ho detto che non sapevo nulla.”
“Sì, infatti non ci ha creduto” s’intromise di nuovo Taehyung.
“Siamo due pessimi bugiardi” asserì Jungkook con un lieve sorriso, guardandolo.
Il bruno rise a sua volta mentre creava cerchi imprecisi sulla sabbia.
“Tu però…” riprese Jungkook attirando l’attenzione dell'altro “...mi avevi nascosto questa cosa molto bene.”
Al cosa Kookie aveva sporto la polaroid per restituirgliela ma Taehyung era troppo paralizzato sul posto per fare qualcosa. Giurò di non aver sentito il cuore battere per pochissimi istanti non appena l’amico aveva pronunciato quelle parole.
Quindi adesso Jk stava per aprire definitivamente l’argomento; era cristallino che avrebbe dovuto farsi avanti, e al solo pensiero cominciò ad andare nel panico. Il suo volto era il chiaro riflesso del suo stato d’animo e Kook non perse tempo ad accorgersene che se ne uscì con un infelice “Ehi, smettila di fare quella faccia” come se poi fosse stato facile reagire in modo normale a tutto quello che gli stava dicendo.
“Non faccio nessuna faccia” replicò agitato.
“Ma se sembri un condannato a morte!”
Effettivamente non aveva tutti i torti. Si sentiva esattamente così, come se tutta la sua vita dipendesse da quel pomeriggio primaverile di maggio. E inevitabilmente dovette coprirsi gli occhi “No, dai…” perché il suo corpo gli stava giocando un brutto scherzo “Taehyung-ah!”, non poteva crollare  “Non-” anche davanti a lui, non poteva permetterselo “Non iniziare a piangere” ne sarebbe andata di mezzo la sincerità di Kookie “Vieni qua” nei suoi confronti, ma non seppe frenare le sue sensazioni e le prime gocce iniziarono a scivolargli dagli occhi.
“Ehi” lo richiamò l’altro dolcemente, “Guardami”.
Jungkook poggiò le sue mani sulle guance di Taehyung per poterlo guardare dritto negli occhi, ora rossi. Il suo tocco era così delicato che lui avrebbe potuto perdersi in quella carezza e non trovare mai più la strada di casa.
Tutta quella situazione era assurda; in un certo senso Kook lo aveva costretto a ricambiare il suo sguardo ed non era per niente leale. Come poteva agire in questo modo così sconsiderato quando l’altro era a un passo dal baratro per lui? Sleale era la parola giusta per descriverlo. Jungkook era sleale.
“Io sono qui”.
Taehyung rabbrividì quando con le mani lo portò ancora più vicino a sé. Sleale...sleale...sleale.
“L’ho visto quando mi hai aperto la porta… Avevi gli occhi rossi, ma la risposta è no.”
Che cosa voleva dire con questo? Taehyung non capiva a cosa si riferisse l’altro e la sua espressione interrogativa spinse Kookie a dare un’ulteriore spiegazione.
“Lo so che hai pensato che ti odiassi… E no, non lo potrei mai fare…”
Taehyung si morse le labbra.
“...e quello che hai fatto…” continuò a dire mentre gli spostava una ciocca di capelli dagli occhi mossa dal vento “Non mi ha dato fastidio.”
Cosa? Come?
“No?!”
“Sì, credimi. Al massimo posso dire che mi ha sorpreso. Ma fastidio…” fece una breve pausa, durante la quale sembrò riflettere, “...fastidio no.”
Taehyung si sarebbe aspettato di tutto, ma non quella risposta. Come faceva a non averlo infastidito quando l’orientamento sessuale di Jungkook era completamente l’opposto?
“Posso…” iniziò Tae, schiarendosi la gola, “...posso chiederti perché?”
Con l’indice, Jungkook iniziò delle leggere carezze sul dorso della sua mano, “Nulla mi infastidisce quando si tratta di te.”
E cavolo, ora non si sentiva più la gola. Non sapeva come, riuscì a pronunciare un lieve, “Nulla?”
Jungkook scosse la testa, “Lo so che dovrebbe, però… Non so, Hyungie, con te è diverso. È strano.” aggiunse, dopo una breve pausa “Non è strano?”
Taehyung non sapeva che dire. Jungkook si stava affidando a lui per dare un senso al loro legame, e non aveva idea di come cavolo aiutarlo. D’istinto, gli venne da sciogliere il contatto, allontanarsi leggermente da Jungkook.
“Dipende da cosa intendi tu per strano.”
Jk spostò lo sguardo verso il mare mentre con una mano si fregava la nuca.
“Scusa” disse Tae, “Ma penso di aver bisogno di un aiutino qui.”
L’altro allora sospirò, forse nella speranza che l’aria di mare lo aiutasse a mettere in ordine i pensieri.
“È come se…” iniziò, portandosi timidamente la mano tra i capelli, “Ok, mi sono sempre piaciute le ragazze, è un dato di fatto. Non mi sono mai messo in dubbio su questo. Però… cavolo, Tae, quando si tratta di te, nulla ha più importanza. Chi se ne frega se sei maschio o femmina. Tu sei tu!” fece una pausa, ma il bruno sapeva che non aveva finito, “Il tuo valore, per me, va oltre questi aspetti materiali.”
Quelle parole lasciarono Taehyung spiazzato. Non aveva idea di come continuare la conversazione. E come mai avrebbe potuto farlo, dopo quello che Jungkook gli aveva detto? Ma soprattutto, come cavolo avrebbe dovuto prenderla? Cosa era, una mezza dichiarazione? Un ‘sì ti voglio ma non troppo’? Un ‘sì vorrei ma non possiamo’?
“E quale sarebbe il mio valore?” azzardò l’altro.
A Jungkook sfuggì un sorriso, “Ti piace mettermi in difficoltà.”
“Per nulla. Sto solo cercando di capire.”
“Ho la sensazione che per te potrei fare un’eccezione.”
Taehyung deglutì, “...ma?”
“...ma ci tengo troppo a quello che abbiamo per buttarlo in aria per via di una semplice sperimentazione.”
Taehyung annuì.
“Quindi mi stai friendzonando.”
Jk gli riservò un’espressione pentita, “Tae…”
“Vorrei solo mettere le cose in chiaro. Per il bene dell’amicizia che non vuoi rovinare.”
“Non prenderla così.”
“Non la sto prendendo in alcun modo.”
“Ti stai innervosendo.”
“Non…” Tae si fermò prima che potesse sfuggirgli qualcosa di cui avrebbe dovuto pentirsi. Passare dal pianto per la paura di perderlo alla rabbia non era da lui. E infatti, per quanto si sforzasse, in quel momento non riusciva a riconoscersi. Ma, diamine, dopo tutte quelle notti a tormentarsi per aver fatto torto simile al suo amico - etero -, stava venendo a sapere che, forse, così tanto etero il suo amico non era. E ok, forse ci stava che Jungkook cominciasse a dubitare della propria sessualità. Nelle ultime settimane Taehyung era talmente focalizzato su se stesso che non aveva minimamente ipotizzato che il gesto potesse iniziare delle domande anche nell’altro. Però era successo, e questo indicava un’evoluzione nel loro rapporto, giusto? Giusto.
...o forse no, perché Jk gli stava esplicitamente dicendo che una possibilità ci sarebbe potuta essere, se non avesse significato minare la loro amicizia. E l’idea che Jungkook non volesse nemmeno fare un tentativo lo faceva innervosire più di ogni altra cosa, perché qualsiasi scenario Taehyung immaginasse di loro due insieme era un’onda di ispirazione. Cavolo, avrebbe potuto riempire un album di foto solo di loro due, e sarebbe stato il suo capolavoro.
Appoggiò le mani sulle ginocchia e prese un grosso respiro nel tentativo di rilassarsi.
“Sei sicuro?”
“Mh?” chiese Jk.
“Hai detto che il valore che ho per te va oltre il mio sesso. Sei sicuro?”
“Io… Credo di sì.”
“Credi?”
Jk annuì.
“Non mi basta.”
“Tae…”
“Dimostramelo.”
Jungkook sembrò perdere un respiro.
“Come…?”
“Come vuoi tu, non mi interessa. Ma ho bisogno di sapere che sei sicuro.”
Jungkook deglutì e abbassò lo sguardo, chiaramente in difficoltà dall’impasse che Taehyung aveva creato.
“Kook…” lo incitò allora l’altro, riducendo considerevolmente le distanze. E per un attimo Taehyung si sentì proiettato nel passato, a quel giorno, quando gli occhi di Jungkook erano diventati il suo universo sotto la luce fioca del tramonto. Solo che stavolta lo sguardo di Jk era dentro il suo, e cercava la stessa cosa.
Taehyung era più lucido rispetto al giorno della festa di Namjoon. Sicuramente non aveva alcol in corpo, perciò non si sorprese molto dei piccoli dettagli che stava cogliendo dal bacio in quel momento. Per esempio, il modo timido in cui Jungkook si era avvicinato a lui, come gli accarezzò le labbra prima di incastrarle tra le sue, e poggiò una mano sul suo collo per accompagnare il movimento. Si rese conto che le sue labbra erano leggermente secche per via della brezza marina, e che sicuramente non sapevano sempre e solo di birra. In un certo qual modo, gli piacque di più il sapore che avevano ora perché era suo, di Jungkook, senza nulla di estraneo, anomalo. Era lui, solo lui. Perciò quando Jk approfondì il bacio, Taehyung gli lasciò libero accesso, mentre con la mano gli accarezzava la nuca. Si lasciò trasportare, stringendo Jk a sé, spingendosi un po’ di più verso di lui, e fu proprio in quel momento che l’altro ruppe il contatto, scostandolo con entrambe le mani sulle sue spalle. Taehyung giurò di aver sentito pronunciare il suo nome in mezzo ai loro respiri.
“Non possiamo.”
“Perché no?”
Jungkook si alzò con uno scatto, scuotendo la testa.
“Questo…” pronunciò agitato, portandosi le mani dietro la nuca, “questo non va bene.”
“Kook…”
Taehyung lo imitò sollevandosi sui suoi piedi alla stessa altezza dell'altro. C’era qualcosa ora, nello sguardo sviante di Jk, che lo preoccupò, perciò Tae provò a raggiungerlo ma l’altro si allontanò.
“Kookie, calmati.”
“Non me la sento.”
E quella che cavolo di giustificazione era?
“Che cazzo vuol dire che non te la senti?”
“Ora dici anche le parolacce.”
“Non cambiare discorso, Kook” lo riprese l’altro, agitando le braccia, “Come potevi pensare di dirmi quelle cose, baciarmi in quel modo e scampartela dicendomi che non te la senti?”
Jungkook, di spalle, alzò lo sguardo verso il cielo.
“Ti prego parlami” lo implorò Taehyung avvicinandosi a lui lentamente e prendendogli dolcemente il polso. Jk sussultò al contatto, ma non si allontanò.
“Io muoio per te, Kook… da quando ci siamo conosciuti…”
“Ti prego non dirlo, T-”
“Ti amo.”
Jungkook si allontanò da lui, forse in cerca di aria perché anche se era di schiena Taehyung notò perfettamente la perdita di respiro nell’altro. Era tutto talmente surreale, per lui, che ogni capacità di interpretazione era come assopita, perciò non riusciva proprio a spiegarsi quel comportamento, e nemmeno prevedere ciò che sarebbe arrivato dopo. Stava vivendo tutto attimo per attimo, secondo per secondo, come una delle tante stupide conchiglie di Jungkook trascinate sulla riva dalle onde.
Taehyung non poteva dire quanto passò prima che Jk si voltasse e rivolgesse di nuovo lo sguardo.
“Sai che non posso ricambiare.”
“No, non lo so.”
“Tae.”
“Dì piuttosto che non vuoi farlo. Lo apprezzerei di più” disse, aspro. Incurante di qualsiasi cosa sarebbe venuta dopo.
“Non è quello.”
“E cos’è allora?” esclamò l’altro, “Spiegami, Kook. Seriamente, non riesco a capire perché non vuoi almeno darci una possibilità.”
“Io…”
“Non ti fidi di me?”
Lo sguardo di Jk si fece improvvisamente dolce, “Certo che mi fido...”
“Allora?”
“...ma non me la sento, Tae. Se ci penso è…” Jk virò lo sguardo verso il mare, e Tae giurò di vedergli gli occhi lucidi, “...è troppo per me.”
Taehyung non rispose. Stavano girando intorno alla questione senza mai affrontarla, e non perché lui non volesse. Il problema era Jungkook. Era evidente che non riuscisse ad essere completamente sincero con lui - e forse con sé stesso - in quel momento, perciò continuare ad insistere sarebbe stato inutile. Taehyung prese di nuovo posto sulla sabbia e si portò i capelli all’indietro, mentre osservava il mare in cerca della prossima mossa da fare, ma l’unica cosa che gli passava per la testa era la conversazione che avevano appena avuto, e non sembrava avere un finale.
“Non odiarmi.”
Le parole arrivarono improvvise e lontane alle orecchie di Tae, incapace di proferire qualsiasi cosa.
“Tete?”
“Non ti odio” pronunciò poi, “Non saprei nemmeno come fare.”
Sentì la presenza di Jungkook avvicinarsi e sedersi accanto a lui. Il suo profumo di pulito si mischiò a quello di sale mentre appoggiava la testa alla spalla del bruno. Era vero, non lo odiava, ma averlo così vicino la sentì quasi una violazione. Perciò prese di nuovo le distanze, alzandosi e facendo qualche passo avanti.
“Tae…” la voce di Jk sembrò quasi una supplica.
“Dammi tempo.”
“Quanto?”
“Non lo so.”
Jungkook annuì. Non perché fosse d’accordo. Fu piuttosto un gesto automatico, perché l’espressione che aveva in quel momento indicava tutto tranne che consapevolezza di quello che stava succedendo.
“Scu-.”
“Faresti meglio ad andare” suggerì Taehyung, cercando un modo per dare un taglio a quel pomeriggio.
“E tu..?”
“Prenderò l’autobus dopo. Non mi va di tornare a casa ora.”
Jungkook tirò su col naso e annuì arreso. Si allontanò senza dire nulla, lasciando Taehyung sulla spiaggia.
Il bruno si lasciò cadere sulla sabbia ed infilò una mano in tasca. Tirò fuori la foto che Jk gli aveva consegnato un attimo fa, ignaro di averla ancora.
Sospirò, mentre il mondo davanti a sé si offuscava lentamente.





 
Anaseyo!
Ed eccoci qui all'ultimo capitolo di questa prima parte della storia.
Spero abbiate seguito con interesse e che vi sia entrata nel cuore, nonostante questo 'finale' amaro.
Noi stesse, io e
Momoko89 (Unconventional Love), ci siamo affezionate tantissimo ai personaggi, tanto che come avevo già anticipato nel primo capitolo siamo andate oltre e abbiamo deciso di continuare con una LONG che si intitolerà THE TRUTH UNTOLD (che inserirò nella serie di Spring Day).
E' ancora in fase di scrittura quindi al momento non verrà pubblicata, ma ci piacerebbe sapere chi l'aspetta con ansia!
Sarà completamente diversa perciò aspettatevi l'impossibile! XD
Inoltre è intervenuta anche la nostra beta,
Antologie qui su efp, che ci sta dando una mano preziosa con la stesura dei capitoli. Penso saranno un bel po', per cui altre due mani pensanti ci servono per far filare tutto liscio.
Vedremo come va!
In ogni caso, chi vuole essere avvisato non esiti a farmelo sapere con un messaggio o una recensione, sarei felicissima <3
Ora non mi resta che salutarvi.
Alla prossima!

Borahae <3



Julss Momoko & Astrologie

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