The Messenger

di Kinneas
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** LA PRIMA APPARIZIONE: GIORNO ZERO. ***
Capitolo 2: *** PRIMO GIORNO ***
Capitolo 3: *** SECONDO GIORNO ***
Capitolo 4: *** TERZO GIORNO: PRIMA PARTE ***
Capitolo 5: *** TERZO GIORNO:SECONDA PARTE ***
Capitolo 6: *** QUARTO GIORNO ***
Capitolo 7: *** QUARTA NOTTE ***
Capitolo 8: *** QUINTO GIORNO ***
Capitolo 9: *** SESTO GIORNO ***
Capitolo 10: *** SESTA NOTTE ***
Capitolo 11: *** SETTIMA NOTTE ***
Capitolo 12: *** OTTAVO GIORNO ***
Capitolo 13: *** ULTIMO GIORNO ***



Capitolo 1
*** LA PRIMA APPARIZIONE: GIORNO ZERO. ***


"Pensavo fossimo riusciti a distruggerla!"
"..Non preoccuparti... Non serve più combattere.. Cerca solo qualcuno a cui trasferire i suoi poteri..."
"Ma...!"
"...Li raccoglierò io.."

"N-non posso a-ancora morire...!!!"


Dieci anni sono passati dalla sconfitta di Artemisia, e il Garden di Balamb è in festa per un giorno molto particolare...

"E così si sposano anche loro! Mi sembra quasi impossibile..", bisbigliò Zell ad Irvine.
Il biondo ragazzo, in completo grigio scuro, scarpe eleganti e farfallino, era seduto su una delle prime panche della chiesa, in cui si sarebbe svolta la cerimonia.
L'altro, capelli corti ma non troppo e pizzetto che aveva cominciato a tenere da qualche anno prima, anche lui elegante nel suo completo e cravatta neri, rispose:
"Hai ragione... Mi sembra ieri che quei due... Così diversi, non perdevano mai l'occasione per punzecchiarsi!"

"Vero vero!! E pensa che, invece, alla fine era come sospettavamo: il classico modo per nascondere i veri sentimenti!"  bisbigliò.

"Chi l'avrebbe mai detto che..."

"Finitela!!" disse una irriconoscibile Selphie, dando una gomitata ad Irvine.
Quei due, da quando si erano sposati, erano cambiati totalmente.
A parte Irvine che, forse, aveva messo la testa a posto, era Selphie la vera rivelazione: si era fatta crescere i capelli fino alla vita,e un bel giorno era andata dalla parrucchiera e tornata a casa con mille mèches bionde e un taglio scalato lungo che le stava da Dio. Inoltre si era stancata del colorito facciale che non c'era mai, per cui da quel momento aveva cominciato a lampadarsi.
Le piaceva vestirsi alla moda ed essere sempre perfetta.
Insomma, Selphie era davvero cambiata, era diventata furba e sveglia, tanto da tenere testa perfino a quel dongiovanni di Irvine, che finalmente vide in lei quella che aveva sempre voluto vedere.
Quel giorno poi,era particolarmente bella. Trucco perfetto, indossava un abitino a spalline violetto, tacchi alti e una stola color champagne.
"Parlerete dopo!! Adesso sta per iniziare la marcia nuziale, perciò...Shhhhttt!!",li zittì.

La chiesa era quasi piena.
Sull'altare lo sposo e i suoi testimoni.
Uno era Squall,e l'altro Raijin, tutti e due giacca-cravattati di nero e camicia rigorosamente bianca, con tanto di fiore all'occhiello.
Vicino a loro le testimoni della sposa, Shu e Fujin. La prima in un abito accollato lungo fino ai piedi, color panna, e la seconda, forse per la prima volta in vita sua, non indossava i pantaloni. Aveva addosso un vestito azzurro pallido corto, un paio di sandali con il tacco e, soloper l'occasione, si era tolta quella benda orrenda dall'occhio, che tanto non le era mai servita a niente, visto che ci vedeva benissimo.

Seifer, lo sposo, sì che era sempre il solito: faccia di cera ,occhio azzurro, capello corto ben sistemato, bocca tirata, mani dietro la schiena.
Il completo, poi, era il massimo: era grigio perla, con la giacca fino a metà coscia, cravattone sempre dello stesso colore, con tanto di diamantino. Probabilmente l'essere così tirato e distaccato era solo un bel mascherone, visto che, di lì a un'ora, sarebbe scoppiato a piangere per la tensione accumulata.
Quando cominciò la marcia nuziale, la sposa entrò con il paggetto e la damigella.
La damigella era la figlia di Squall e Rinoa: era nata al tramonto, una sera di tre anni prima, e i genitori decisero di chiamarla Giulia. Anche se, della madre di Rinoa non aveva un bel niente; infatti diviso era uguale a Squall, i capelli erano lisci e neri come quelli di Rinoa, e gli occhi erano di un verde acqua chiarissimo, grandi e vispi.
Quel giorno aveva addosso un vestitino corto e rosa, con dei fiorellini bianchi.

Il paggetto, invece, con un vestitino scuro e la cravatta, manco a farlo apposta era Spike, il figlioletto di Irvine e Selphie, di quattro anni.
Di solito, i maschietti tendono ad assomigliare alla madre...
E invece, il piccoletto era proprio l'eccezione che conferma la regola!!
Era la fotocopia spiccicata precisa identica di Irvine: la faccia era uguale, in tutti i lineamenti, compresi naso, forma della bocca, zigomi e fronte.
Gli occhi erano di un blu elettrico, come i suoi.
I capelli erano l'unico particolare che lo distinguevano da suo padre, ma comunque non erano neanche del colore di quelli di Selphie, visto che erano dorati.
Quando lo partorì, il fatto che fosse la copia in miniatura di Irvine non era così evidente, ma andando avanti col tempo Selphie ebbe qualche dubbio sulla sua maternità...!

"Naturalmente scherzo...",diceva," però è così strano che non abbia preso proprio niente da me... Se non l'avessi partorito io, direi proprio che Irvine è riuscito a tradirmi!!"

La sposa, invece, era l'unica che in dieci anni non era cambiata di una virgola.
Non che a ventotto anni ne dimostrasse ancora diciotto: era quando ne aveva diciotto che ne dimostrava ventotto, per cui...
I capelli erano sempre dello stesso colore e sempre lunghi, il viso non era affatto cambiato...
Per non parlare del carattere!!
Comunque l'abito da sposa era bellissimo, e le stava proprio bene.
Di forma semplice, il caldo estivo previsto l'aveva spinta a farne fare uno a spalline sottili, scollatura dritta sotto le clavicole.
Il corpetto era leggermente ricamato, e la gonna era ampia e lunga, con un pezzetto di strascico.
Il resto era tutto di raso, eccetto il velo, lungo fino ai piedi, sistemato sull'acconciatura a boccoli morbidi.
Senza guanti, teneva in mano un bouquet di roselline bianche e mughetto.
La cerimonia fu lunga e anche noiosa e, sommata al gran caldo estivo venne fuori un cocktail micidiale: due o tre invitati svennero nel bel mezzo delle promesse coniugali, ma, a parte questo, non ci furono interruzioni.
Perfino Rinoa, nel suo vestito nero di seta e di organza, scollato e a spalline, aveva più volte dato segni di cedimento.
Seguì il lancio del riso e un rinfresco prima del ristorante.

"Bleah.. Mi viene da vomitare...", aveva detto Rinoa molte volte, vedendosi davanti tutto quel bendidio e provando ribrezzo al solo pensiero di mangiarsi qualcosa.
Infatti non toccò quasi cibo.
Giulia e Spike si divertivano a fare scherzi agli invitati, tipo lanciare del cibo addosso, oppure tirare i vestiti delle signore,ma vennero comunque coccolati da tutti, sposi compresi.
Gli sposi, per la tensione accumulata, ebbero delle reazioni differenti.

Seifer scoppiò a piangere, mentre Quistis, più freddina di carattere, si lasciò andare a modo suo: afferrò arrogantemente il microfono del cantante del complesso, interrompendo le danze, e si mise a cantare a squarciagola "Fuel!"dei Metallica, i re dell'heavy metal.

I bambini furono spupazzati da tutti.. tranne che dai genitori.
Spike e Giulia erano svegli, ma fin troppo attivi..
Sembrava che si stessero ispirando al film di Junior di "Piccola peste" e, peggio, a "Piccola peste torna a far danni" dove c'è anche quella bambina bionda che poi diventa sua sorella.
Se Spike si poteva definire terremoto, Giulia lo era ancora dipiù!
Squall, ogni tanto, doveva intervenire, prenderla in braccio e allontanarla dal povero Spike che, orgoglioso degli insegnamenti del padre
("Spike, ricorda: una donna ha sempre ragione"),
non si azzardava ad azzuffarsi con lei.
Comunque anche lui si divertiva a provocarla, per cui Irvine, gli si avvicinava ogni tanto, lo prendeva per un orecchio e gli diceva:
"Non si trattano così le bambine, Spike!!",poi lo prendeva in braccio e lo faceva mangiare a forza.
Nè lui nè Giulia erano bravi a tavola...

Finalmente, il lancio del bouquet fu utile: cadde in mano a Shu,o meglio Shu, circondata da altre donne fameliche, pur di prenderlo diede una gomitata a quella alla sua destra, una gomitata a quella alla sua sinistra e saltò in testa a quelle davanti, gareggiando con Fujin,sulla quale però ebbe la meglio.
Fujin la guardò male fino alla fine della giornata, invece Shu riuscì finalmente a strappare a Nida una promessa di matrimonio.
Era ora...

"Dai, Fujin...",bisbigliò Shu,"Al mio matrimonio ti andrà meglio, così potrai impalmare Raijin..."

La sera scese sul Garden, quando, finito il ricevimento, tutti tornarono lì o da dove erano venuti. Il Colonnello Caraway e Laguna si erano contesi le attenzioni della nipotina, finché Squall e Rinoa non lì spedirono l'uno sulla macchina che lo avrebbe riportato a Deling City, l'altro su quella presidenziale di Esthar e li salutarono con un gesto della mano, mentre quelli si sbracciavano a salutare la nipotina divertita.
Gli sposi non persero tempo: si cambiarono, presero le valigie gà fatte e partirono per il viaggio di nozze all'istante.

"Si sono sposati anche loro, eh...",disse Edea a Cid.

"Eh, sì! Manca solo Zell, ma mi sa che mancherà poco anche per lui.. E poi si sono sistemati tutti..."

"Già...Ma Selphie e Irvine li hanno battuti tutti quanti! A ventitre anni avevano già la fede al dito..."

"E avevano anche già in braccio Spike.. Selphie era già incinta di tre mesi quando si è sposata..!!"

"Eh, vabbè, come sei all'antica! E poi, comunque, avevano già deciso disposarsi...!!"

"Poco dopo di loro anche Squall e Rinoa..."

Selphie si era già messa a letto, quando Irvine le disse:

"Uff...Finalmente Spike ha deciso di andare nel mondo dei sogni..."

"Alleluia! Ha fatto il diavolo per tutto il giorno, se non si addormentava gli lanciavo una bella Morfeo..."

"E perchè non l'hai fatto??"

"Perchè vorrei che nostro figlio dormisse spontaneamente..."

"Sì, Selphie, però chissà perchè tocca sempre a me raccontargli la fiaba per farlo addormentare...",disse ironico, sbuffando.
Irvine si sdraiò vicino a lei,poi disse: "Chissà come saranno i figli di Seifer e Quistis..."

"Oddio, non ci voglio neanche pensare... Sicuramente prenderanno i loro peggiori difetti: saranno studiosi al massimo e vendicativi!"

"No,non parlavo del carattere...Ma dell'aspetto..."

"Ah...Boh, non lo so..", rispose lei con la voce assonnata, abbracciandolo e appoggiando la testa sul suo torace.

"Lui biondo con gli occhi azzurri ... Lei bionda con gli occhi azzurri... Di conseguenza saranno anche loro biondi con gli occhiazzurri..!"

"Boh...Yawn...Non c'ho mai capito niente di genetica... in scienza ..Yawn .. della natura ho sempre avuto...il sei...per miseri..cor..dia..."
"Selphie..?"Irvine sorrise, accorgendosi che anche lei era nel mondo dei sogni, ormai...
Rinoa abbracciò Squall da dietro, mentre lui stava mettendo a letto Giulia.
"Ehi...così la svegli..."

"Allora andiamo di là...devo dirti una cosa..."
"Ho fatto il test proprio adesso..."
"E..E allora...??"

"Allora...Positivo!!!"A Squall vennero subito le lacrime agli occhi, così abbracciò più forte che poteva Rinoa, che lo avrebbe reso padre un'altra volta.

Tornarono nella stanza della bambina, anche solo per guardarla dormire...
Infatti, dormiva beata ,tra i suoi peluche.
Perla seconda volta stavano provando la gioia di diventare genitori...

Improvvisamente, lo sguardo di Rinoa si posò sulla mano della figlia.

"Cos'è..?"  chiese Rinoa, indicando la mano sinistra di Giulia, con in palmo rivolto verso l'alto.

"Dei segni...",disse Squall, osservandoli.

Erano di un colore viola scuro...
Degli scarabocchi, a prima vista.
Rinoa sollevò piano la sua mano, cercando di toglierli con le dita.

"Niente...Non vengono via...Mi sa che è pennarello..."

"Eh sì...Guarda...ne ha un altro di qua, sulla destra...Si è disegnata qualcosa sulla mano...Sembra.."

"Una chiave."
"Eh, che fantasia i bambini... Va bè, dai, lasciamola stare...se no si sveglia ... Glieli togliamo domattina.." Concluse Squall uscendo con Rinoa dalla sua stanza dopo aver baciato sulla fronte la bambina,
La mattina dopo, si alzarono molto presto.
La loro intenzione era di dare la buona notizia a tutti, perchè semplicemente non potevano aspettare!
Si vestirono e passarono dalla camera di Giulia.
Ma a Squall, nel guardare il suo lettino, venne un colpo...
Non c'era...
Giulia non c'era!!
La cercarono per tutto l'appartamento, senza riuscire a trovarla.
Nulla...
Era stranissimo che fosse uscita, perchè la porta d'ingresso era ancorachiusa a chiave...
Nessuna finestra aperta...
Nessuna cosa fuori posto...
Giulia era come svanita nel nulla.
Avvertirono tutti gli altri dell'accaduto: Irvine e Selphie, e Zell, Cid edEdea.
Insieme a loro la cercarono nell'edificio e nel giardino...

D'un tratto, fuori, una luce bianca li accecò, mentre il sole stavasorgendo.
E, davanti ai loro occhi, apparve qualcosa...

Un misterioso individuo, su un cavallo bianco alato, era sospeso in aria.

Toccata terra, scese da cavallo e si avvicinò.

Indossava una camicia larga bianca, un paio di pantaloni neri e stivali sopra ilginocchio neri.

Al cinturone di pelle aveva uno spadino.

Sulle spalle un lungo mantello nero annodato sul davanti; in testa un cappello a tesa larga, sempre nero ma piumato di rosso, gli copriva mezzo volto.

I lunghi capelli castani erano raccolti in una coda liscia.

Si avvicinò.

I ragazzi, già provati per quello che era successo, rimasero ammutoliti davanti a lui.

Squall coprì Rinoa con un braccio, ma il misterioso cavaliere non fu assolutamente ostile.

Senza dire una parola, porse a Squall una pergamena arrotolata.

Ritrasse la mano guantata di nero e sorrise. Poi si voltò, sempre senza aprire bocca, rimontò a cavallo e lo lanciò al galoppo, alzandosi velocemente in cielo e scomparendo tra le nuvole.

Squall osservò la pergamena e notò che era sigillata da un marchio rosso, con una scritta illeggibile e indecifrabile.

Guardò in faccia Rinoa e gli amici...

Si decise ad aprirla, e tremante, lesse ad alta voce il contenuto:


"Fatti forza, che all'inizio sei.
Abbi fede, che la salverai.
Ora nel Continente di Centra vai,
nel luogo in cui nessuno troverai...
Ottant'anni fa il Pianto Lunare morte portò,
e quella terra non scampò."

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Capitolo 2
*** PRIMO GIORNO ***


Squall portò Rinoa nell'ufficio del preside Cid,e vennero raggiunti da Zell, Irvine e Selphie subito dopo.
Erano tutti sconvolti...
Più di tutti lo era Rinoa, naturalmente, che, pallida in viso e con lo sguardo fisso, venne obbligata da Squall a bere qualcosa.
Edea le si sedette vicino, dicendole qualche parola di conforto...
Giulia era scomparsa durante la notte...
Quasi sicuramente era stata rapita.
Ma da chi e per quale motivo era proprio un mistero.
Oltretutto colui che l'aveva portata via aveva fatto proprio le cose per bene: aveva agito silenziosamente, all'improvviso e in modo molto furbo.
L'appartamento non era stato minimamente toccato, tutto era ancora al proprio posto...E poi,se non c'erano finestre aperte e la porta d'ingresso era ancora chiusa a chiave, come diavolo aveva fatto? Da dove era uscito?

Il rapitore, o i rapitori non avevano fatto avere loro notizie... Non so... Per il riscatto...
Tutto questo era molto strano...

E poi, quell'apparizione!!
Squall rilesse almeno un centinaio di volte la pergamena che gli aveva dato quel misterioso individuo vestito di nero.
Ancora non riusciva ad accettare il fatto che gli avessero portato via sua figlia senza che lui avesse potuto intervenire...
E non se ne era neanche accorto...
Di una cosa però era certo.
Ruppe il silenzio generale pronunciando queste parole:<>
Si alzò, mostrandola agli amici.

"...Perchè quello che c'è scritto è apposta per noi:* Abbi fede,che la troverai* Si riferisce sicuramente a Giulia.."

"Ma Squall...come spieghi l'intervento del tizio a cavallo? Ti fidi davvero di lui? Non sappiamo nemmeno chi è..." intervenne Zell.

Squall scosse la testa: "E' vero...Non so chi è quell'individuo...Non ne ho la più pallida idea.Non so fino a che punto io possa fidarmi di lui. Fatto sta, però, che mia figlia è stata rapita, e io la devo assolutamente trovare e salvare...Per cui..." disse, alzandosi e dirigendosi verso la finestra,
"non mi interessa per quale motivo sia intervenuto quel cavaliere.. Non so se è dalla nostra parte o meno... Però non ho altri indizi da cui partire per cercare Giulia..."

"Anche questo è vero" disse Irvine.
Squall si coprì gli occhi con una mano, mormorando: "Ragazzi...Non ho altra scelta...Non saprei da dove partire, se non da questo messaggio. Lei è sparita così...senza lasciare traccia...In casa non c'è niente di strano, niente di niente...Non capisco neanche come il rapitore sia potuto entrare ed uscire, visto che la porta d'ingresso era chiusa a chiave...Non..non riesco a trovare una spiegazione..."

"Magia nera." disse Rinoa.

Tutti si voltarono verso di lei, guardando il suo viso serio e preoccupato.

"Magia nera"  ripeté.

"Dici...che dietro il suo rapimento ci sia della magia...nera?" le chiese Selphie.

"E' la spiegazione che ho trovato io...Mia figlia è mezza strega, ma non riesce ad attraversare porte e finestre!! Qualcuno deve aver usato una magia nera di livello molto alto..."

Poi, visibilmente sull'orlo di una crisi di nervi, disse, con un filo di voce: "Dove l'avranno portata...?"

"Lo scopriremo..."le disse Cid.

Rinoa spiegò i suoi pensieri: "Quello che mi preoccupa...è che di solito io riesco a sentirla...Ma ora...non sento la sua presenza da nessuna parte"

"Non starai pensando che...!"la interruppe Edea.

Lei voltò di scatto la testa verso la donna, esclamando:
"NO!! Non voglio neanche pensarlo! Io credo che sia viva da qualche parte!! Deve essere viva!!"
La ragazza scoppiò a piangere.
Squall le si avvicinò e l'abbracciò lievemente, rassicurandola:

"Rinoa...non ti preoccupare, dai...La troviamo..."

Lei lo guardò, asciugandosi gli occhi, dai quali però continuavano a scendere imperterriti i lacrimoni, e gli chiese: "E come intendi agire..?"

Squall si sforzò di sorriderle, facendole credere che almeno lui fosse abbastanza tranquillo.
"Nell'unico modo possibile. Ci fidiamo di questa pergamena", disse, indicandola, e continuò: "Non mi fido per niente del cavaliere di stamattina. Però sono convinto che questo enigma ci porterà da Giulia..."

"Dobbiamo crederlo...",gli disse Irvine.
Squall annuì, rispondendogli:
"Sì, Irvine.. E' l'unica speranza che abbiamo di trovarla... Perciò non abbattiamoci..."
I ragazzi si guardarono in viso e furono tutti d'accordo.
Alla fine,era vero...
Quella era l'unica via che potevano prendere...
Poteva essere anche una trappola, in fondo non sapevano se il messaggero fosse al servizio dei rapitori di Giulia...
Però...
Loro dovevano trovarla. Ed erano pronti anche ad andare incontro ad una possibile trappola.

Squall rilesse un'altra volta il contenuto della pergamena: "Il Continente di Centra...nel luogo in cui c'è stato il Pianto Lunare..."

Guardò i suoi amici, affermando: "Credo proprio che si tratti del Cratere di Centra.. O comunque l'area del cratere..."

"Eh, sì, sembra anche a me l'unico posto che corrisponde alla descrizione...",concordò Zell.

"Bene.." disse Selphie, "Se hai bisogno d'aiuto.. Io ed Irvine siamo con te!"

"Puoi contare anche su di me, naturalmente!!" disse Zell.

"Grazie, ragazzi..." disse loro.

Rinoa lo guardò in viso, prima di dirgli: "Anch'io voglio venire..."
Squall la guardò negli occhi,  e poi le mise le mani sulle spalle, scuotendo la testa.
"Perchè no?" gli chiese: "E' anche mia figlia e anch'io voglio cercarla.."

"E' meglio che tu stia qui..."

Rinoa si arrabbiò: "No..!Non mi puoi chiedere di restare tranquilla al Garden,mentre voi rischiate la vita! Anch'io sono preoccupata per lei!!"

Squall scosse di nuovo il capo: "Tu aspetti un bambino..."

"COSA!" esclamarono gli altri.

"Si ...",disse lei, "E' vero. E' vero, ragazzi, oggi avremmo dovuto darvi la bella notizia.. Ma improvvisamente abbiamo anche realizzato che Giulia è stata rapita e non me la sento di gioire o  di festeggiare..."

"Certo .. Ti capiamo" le dissero gli amici.

"Questo è un momento particolarmente doloroso...Faremo festa quando tutto sarà risolto.. quando ci sarà anche Giulia a festeggiare...E accadrà molto presto..." disse loro Squall.

Molto presto...
Speriamo che tutto finisca veramente al più presto...

Rinoa insistette ancora per poter venire, ma Squall non volle sentire ragioni.
Non sapevano a cosa stessero andando incontro. E lei, nelle sue condizioni, non poteva permettersi di trovarsi in situazioni pericolose.
Irvine consigliò a Selphie di rimanere con lei...
Così la ragazza accompagnò l'amica nel salotto di casa sua, trovando Spike sveglio...
Cercando le parole più delicate per dirglielo, gli dovette spiegare che non avrebbe potuto giocare con Giulia quel giorno, perchè...



I tre amici partirono velocemente con il Lagunarock a tutto gas,e nel pomeriggio raggiunsero l'area indicata come possibile meta, dopo aver interpretato l'enigma sulla pergamena.
Sorvolarono attentamente la zona, atterrando, una volta avvistato il cratere.
Sotto i loro piedi un tipo di terra brulla e poco fertile...
Infatti, non c'era neanche più l'ombra di un villaggio in quel continente. Però,si vedevano ancora le rovine degli insediamenti che c'erano stati finché il Pianto Lunare non distrusse tutto ottant'anni prima.
Attorno non c'erano campi, ma solo distese sconfinate di quella terra, la cui struttura era stata modificata dalla discesa dei mostri, e su cui non cresceva nemmeno più l'erba.
Il colore della terra era interrotto solo qua e là da piccoli boschi, che tappezzavano la zona deserta...
E lì, poco più avanti, c'era la penisola su cui si trovava il piccolo cratere...
Ormai, non si vedeva nemmeno più, perchè la concavità era stata riempita dall'acqua, formando così dei laghi d'aqua dolce.
Dal Lagunarock raggiunsero questa zona, arrivando alle rive dei laghi, in poco meno di un'ora.

"Ecco...lo sapevo!!",disse Zell, "Qui non c'è un bel niente!!",gridò poi, voltandosi verso gli altri due.

Irvine era anche lui un po' nervoso, però meno impulsivo dell'amico, al quale disse:
"Dai, calmati Zell, siamo appena arrivati, diamo un'occhiata..."

Fecero così, infatti.
Irvine si tolse il cappotto e gli stivali, e si mise a cercare sott'acqua qualcosa che potesse essere utile...
Anche gli altri due lo seguirono nelle ricerche.
Le acque erano basse, ma stagnanti. Infatti nessuno dei tre riusciva a vedere granché, così, dopo pochi minuti, risalirono definitivamente in superficie.

"Avevi ragione, Zell.. Qui non c'è niente..."disse Irvine, nuotando per rimanere a galla.

Però, in quel momento, il vento mutò direzione.
Divenne anche più gelido e potente.
Si sentì un forte odore di pietre ammuffite, nell'aria...
E l'acqua cominciò ad agitarsi..
"Usciamo dal lago, presto!!" gridò Zell, tornando velocemente a riva, seguito dagli altri.
Non appena toccarono terra, dall'acqua emerse qualcosa...

Zell strinse i pugni, coperti dagli Ehrgeiz.
Irvine afferrò da terra l'Exeter e lo caricò a proiettili vibranti.
Squall si mise in fretta il cinturone e sguainò la Lion Heart.

Dall'acqua venne fuori una loro vecchia conoscenza.


Andro.


Non persero nemmeno tempo a parlare, pur essendo stupiti.
Erano molto concentrati ,anche perchè il mostro lanciò subito il suo primo incantesimo, ma ai ragazzi, questa volta, non fece nessun effetto: avevano tutte le loro abilità intatte, perciò nessun attacco status faceva loro paura.
"Hai voglia a lanciare sempre Zombie, Zombie, Zombie... Tanto non ci fai niente...",mormorò Zell, che lo stese con un pugno.
Andro lo graffiò con le sue unghiacce lunghe e forti, lo ferì un pochino, ma il mostro ebbe appena il tempo di richiamare un Double Hagger che Irvine,con i colpi vibranti, e Squall con una Lionhartata, lo uccisero definitivamente.
La maschera si era spezzata, come quella volta nel Castello di Artemisia...

Ma avevano fatto meno fatica a batterlo...

Zell si avvicinò al suo cadavere sanguinante di verde.
E notò un pezzo di pietra...che il mostro stringeva con le unghie...

"E' marmo...marmo bianco..." disse Irvine, toccandolo e guardandolo bene.
C'era un'incisione, su un lato...

"E-4"

"E...4 ... Cosa vuol dire...?" domandò.

"Ecco un altro mistero...",gli disse Zell.

Squall si guardò ancora attorno, prima di dire:

"Ragazzi.. portiamolo al Garden.."

"Andiamo via?"

"Sì...credo che qui non abbiamo più niente da fare.."



Salirono sul Lagunarock tutti bagnati fradici.
Non essendoci nè la vasca nè la doccia, sull'astronave, l'unico modo per non beccarsi un accidente fu quello di mettersi tutti in mutande, e di mettere i loro vestiti ad asciugare sui bocchettoni di riscaldamento.
Dopo poche ore erano già asciutti, così poterono rivestirsi.
Atterrarono al Garden che era già sera tarda..
Ma non ci fu tempo per salutare Rinoa, Selphie e Spike, che erano venuti ad accoglierli.
Perchè come quella mattina, il messaggero apparve di nuovo davanti ai loro occhi, sul suo cavallo alato.
Ancora una volta porse a Squall una pergamena, e se ne andò così veloce com'era venuto.

Squall spezzò in fretta il sigillo rosso, la srotolò e lesse a voce alta:


"Profondo...Profondo...Profondo...
Tra una montagna e una foresta innevata,
molta terra è stata solcata.
Se dal Garden ad Esthar vorresti andare,
a piedi non puoi, dovresti volare.
Tu scendi piano, fino in fondo al cratere,
ma tieniti saldo, non devi cadere..!"

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Capitolo 3
*** SECONDO GIORNO ***


"Come...rapita??" esclamarono il colonnello Caraway e Laguna, all'unisono, prima che svenissero entrambi.
Durante il giorno erano stati informati dell'accaduto da Rinoa, e appena avevano potuto sfuggire a riunioni e convocazioni varie, si erano fiondati al Garden.

Dopo che Squall era tornato, Rinoa si era addormentata. Decise di lanciarsi addosso una Morfeo; sentiva che se non avesse dormito, e se quindi non si fosse tranquillizzata, avrebbe sicuramente compiuto qualche gesto disperato.
Squall,per prima cosa, lesse molte volte la seconda pergamena recapitata dal messaggero quella notte stessa. E tutti i ragazzi cominciarono a pensare alla nuova destinazione.
Mostrarono inoltre quello che avevano trovato nel pomeriggio...

Il tutto era veramente un mistero.

Almeno avevano la prova che ci fosse veramente un legame tra i messaggi e il rapimento di Giulia.
Quindi, erano sulla strada giusta...
Squall guardò i suoi amici di sempre, in quel momento tutti riuniti attorno ad un tavolo.
Erano veramente stanchi, dopo quella giornata...
Gli occhi erano pesanti, si vedeva. Perfino Selphie, che non aveva partecipato alle ricerche, aveva un viso stanco; inoltre teneva in braccio Spike, che si era addormentato sulla sua spalla.
Squall consigliò a tutti di andare a riposare.
In fondo era solo lui a non sentire la stanchezza...ma questo non era un problema.

Tornò nel suo appartamento.
Rinoa era distesa sul letto, dormiva beatamente.
Aveva dovuto ricorrere ad una Morfeo, pur di dormire...Era una donna forte..ma il dolore che aveva provato quel giorno era stato veramente troppo, anche per lei.
Squall andò in bagno, si spogliò e si mise sotto la doccia.
Aveva i brividi lungo tutta la schiena.
Fino a pochi minuti prima stava morendo di caldo,come in una normale nottata estiva, eppure gli era venuto freddo.

Rimase sotto l'acqua bollente per quasi mezz'ora.
Gli occhi chiusi riproducevano delle immagini,parole,fatti...
Vedeva formarsi davanti ad uno sfondo nero delle parole,come se qualcuno le stesse scrivendo in quel momento...
Il flusso della coscienza cominciò a scorrere...

Quelle che vedeva erano le parole scritte nel messaggio.
I fatti e le immagini riguardavano quel giorno.
Il letto vuoto di Giulia, la corsa per cercarla...
Il messaggero.. nero ...
Con un cappello piumato di rosso...
La pergamena: "Abbi fede,che la salverai..."
Il sigillo, che ferma entrambe le pergamene...
Lo stesso tipo di sigillo...Con impressi dei segni incomprensibili...
Segni, sì...affondati nella ceralacca... densa... indurita... rossa...
Quei dannati simboli!!
Li aveva già visti da qualche parte...
Da qualche parte li aveva pur visti..ne era sicuro...
E poi cosa ci faceva lì, Andro?
Lì, nel Continente di Centra...
Sicuramente qualche esemplare della sua specie,e magari anche di qualche altra,si era perso nell'epoca di Squall durante la compressione temporale...
Eh sì...
Ecco una possibile spiegazione...
Sperava solo che non ci fosse qualche altra vecchia conoscenza dell'epoca di Artemisia...


E Giulia...
Stava bene?
Squall non lo dava a vedere, ma se lo ripeteva in continuazione.
L'unica cosa che lo rassicurava era il fatto che il messaggero portasse loro nuovi indizi per poterla cercare.
Glieli mandava...
Perciò qualcuno voleva aiutarlo a trovarla e a salvarla...
Si sarebbe preoccupato a morte se non ne avesse ricevuti più...

L'animo di Squall era proprio in fermento.
Non riusciva a spostare la mente su qualche cosa di tranquillo, ma francamente direi che aveva tutte le ragioni per essere tutt'altro che calmo e rilassato.
Rimase immobile sotto il forte getto di acqua calda, con gli occhi socchiusi e senza muovere un muscolo, lasciando che le gocce gli scendessero sul viso e sul collo.
Ogni tanto si ripigliava e tornava anche con la testa nel suo box-doccia e quindi, meccanicamente, prendeva docciaschiuma e shampoo.
Quando uscì dalla doccia,il bagno era completamente annebbiato dal vapore.
I mobili si erano inumiditi,su di essi scorreva tranquillamente l'acqua che,piano piano,scendeva a gocce e bagnava il pavimento.
Prese l'asciugamano appeso e si asciugò.
Poi si mise solo gli slip.
Aveva di nuovo caldo...
La doccia bollente gli aveva fatto sparire i brividi di tensione, così era riuscito a calmarsi un pochino.
Si accorse del vapore acqueo sullo specchio, che gli impediva di guardarsi. Così lo eliminò con l'asciugamano.
Non si asciugò nemmeno i capelli.
Si era fatto una doccia quasi bollente in piena estate,e gli erano venute le scalmane,adesso.
Spalancò la finestra e diede un'occhiata fuori, respirando profondamente e appoggiandosi con i gomiti sul davanzale, assaporando una piacevole brezza...


Di sonno non ne aveva ancora.
Si sdraiò lentamente sul letto, per non disturbare Rinoa,e rimase sveglio per tutta la notte.
Alternò i suoi pensieri di padre preoccupato all'osservare Rinoa dormire.
Il suo sonno, prima tranquillo, verso mattina si fece agitato. Si muoveva tutta, mormorando di tanto in tanto qualche parola incomprensibile...Dopo pochi minuti aveva già la fronte imperlata di sudore, e i suoi capelli neri, lunghi fino alle spalle, erano bagnati.
Probabilmente stava avendo un incubo, e Squall non sapeva se svegliarla oppure no: lasciarla dormire per farla riposare, oppure... svegliarla? Svegliarla...per farla tornare ad una realtà che era forse peggiore dell'incubo?
No...meglio lasciarla stare...
Fortunatamente il suo sonno agitato finì in breve tempo,e Rinoa tornò a dormire beatamente.



Selphie, alzatasi molto presto, decise di avvisare Squall e Rinoa di una cosa molto importante.
Bussò alla loro porta.
"Squall? Rinoa?.. Sono Selphie.."
Squall guardò l'ora: le 7:20.
Il ragazzo, pur non avendo dormito neanche un minuto, era sveglio e scattante.
E si accorse che addosso aveva solo gli slip, così si mise in fretta il pigiama e andò ad aprire.

"Buone notizie." gli disse.

"Dimmi." rispose secco, con un sorriso tirato.

"Nida è certo di aver risolto il secondo enigma. Ha capito di che luogo si tratta."

"Ebbene?"

"Un cratere, vicino a Trabia..."

"E' sicuro?"

"E' più che sicuro...Vestiti dai, e andiamo da lui."

Tornato in camera, Squall vide che Rinoa era ancora sotto l'effetto della Morfeo..
Decise di non svegliarla...
Non ancora...

Corsero da Nida, nell'ufficio del preside. Là trovarono anche Zell e Irvine.
"Certo che si tratta di quel cratere...Il Garden del messaggio è sicuramente quello di Trabia, e poi... Vi ricordate di quando il nostro Garden era mobile?.. Ero io a pilotarlo, in quel periodo.. Mi ricordo benissimo di aver notato quella voragine.."

"Ma...non capisco perchè il messaggio dica che non si può andare da Trabia ad Esthar a piedi..." 
intervenne Irvine.

"Eh no che non si può! Il cratere è talmente profondo che non si può sperare di attraversarlo..."

Squall si fidò di Nida e decise di partire immediatamente. Si unirono a lui Zell, Irvine e Selphie.
Rinoa dormiva ancora, quando il Lagunarock decollò...
Con lei c'erano suo padre, Laguna ed Edea.

Nida li guidò fin lì, indicando loro la voragine. Rimase ad aspettarli sul Lagunarock.
"E' vero...adesso me la ricordo..." disse Selphie, continuando: "Non so come ho potuto dimenticarmi del Cratere di Trabia..."
Irvine disse, scuotendo la testa: "Di nuovo i Guardian Forces..."

L'ambiente era proprio quello descritto nella pergamena.
Neve, foreste, Garden di Trabia, ormai del tutto ricostruito e funzionante...
E dietro le montagne, chilometri e chilometri di neve...e poi montagne...e poi la steppa infinita della Pianura di Mordred... Ci avevano anche trovato un tesoro.. sì.. E quelle maledette pietre bugiarde!!...E poi, dopo un'altra catena montuosa c'era Esthar...
Era impressionante come i G.F. potessero influire così tanto sulla loro memoria... Addirittura si erano dimenticati di cose abbastanza importanti...


 

"Brrr...",esclamò Selphie, sistemandosi la sciarpa.

"Fa veramente freddo..." mormorò Zell.

"Non sono più abituata al freddo delle montagne...E pensare che ho vissuto in questa zona per anni e anni..." disse Selphie.

"Ragazzi...avviciniamoci al cratere..." disse Squall.

I quattro amici fecero come Squall aveva detto.
Potevano lamentarsi e parlare quanto volevano, ma di sicuro non avevano tempo da perdere.

La voragine aveva una forma irregolare, a tratti rocciosa e a tratti franava.
Tutti e quattro guardarono giù.
"Cribbio...Non si vede il fondo..." rabbrividì Irvine.

"Già.. non possiamo sperare di scendere a piedi..." concordò Zell.

"Ma noi dobbiamo arrivare proprio fino in fondo..."disse Squall.

"Ma!! Squall!! Come diavolo facciamo?? E' impossibile!!" esclamò Zell.

"Non me ne frega niente...Io devo seguire alla lettera le indicazioni del messaggero..."

"Bah...secondo me quello ci sta solo prendendo in giro..." si irritò il biondino, bofonchiando.

"Ehm...Squall..Io avrei una proposta...potremmo utilizzare la magia Levita.."

"Bravissima, Selphie!!!"esclamò Irvine.

"Perfetto, Selphie, ottima idea..." disse Squall.

"Oh Gesù..." mormorò Zell.

"Però la durata dell'effetto è di pochi minuti...E' piuttosto pericoloso, se finisce mentre siamo per aria ci spiaccichiamo..."

"Vero. Quindi io direi di dividerci i compiti. Due esplorano il fondo del cratere, e due stanno su, pronti per qualsiasi evenienza..."

"Buona idea. Sono d'accordo." disse Selphie.

"Sì ma...I movimenti saranno molto limitati...Come la mettiamo, se incontriamo ancora un mostro??" chiese preoccupato Zell.

"Lo si combatte!!" esclamò Irvine.

Zell mostrò i denti. "Ma va'???..Sto solo dicendo che io, per esempio,non sarei di nessun aiuto.. Non ho armi a lungo raggio, tiro di boxe, io! E siccome non sono Monkey D. Rufy, non posso mica allungarmi..."

"Hai ragione, Zell...Non importa, dai. Basteremo solo io e Irvine.."

Selphie lanciò una Levita su Squall e poco dopo anche su Irvine.
Subito, i due ragazzi volarono verso il fondo.
Dopo parecchi metri in profondità, riuscirono finalmente ad intravedere la fine.
Era praticamente buio pesto, lì in fondo.
Cercarono di adattare gli occhi al buio, e poi si guardarono attorno.

Dall'alto, Zell e Selphie guardavano costantemente giù, verso di loro, aspettando di vederli risalire.


Come il giorno precedente, il vento mutò di colpo. Da un momento all'altro non fu più il caratteristico vento gelido invernale...
Si trasformò in una lieve brezza primaverile...
Piacevole...

"Oddio, Zell.. Guarda..." mormorò Selphie all'amico, con gli occhi sbarrati, indicando davanti a sè.

Petali di rosa...
Migliaia di petali di rosa nera svolazzavano verso di loro, trasportati dal vento, accarezzati dalla brezza, così insolita per un ambiente perennemente al gelo..
Troppo insolita...

"Ma no...non è possibile!!" esclamò Zell.

Un'altra stranezza, oltre ai petali di rosa...
Zell aveva sentito un forte odore di muffa.
Lo stesso schifoso odore di muffa che aveva sentito il giorno prima al Cratere di Centra...

Sentirono una presenza negativa, sopra le loro teste.
Guardarono di scatto verso l'alto...
Sospesa in aria,a pochi metri da loro, c'era Dolmen che, con una velocità impressionante, si fiondò in fondo al cratere.
Irvine e Squall si trovarono bloccati da lei improvvisamente, completamente schiacciati dalla corazza del gigantesco mostro.
Ma i due,per niente intimoriti, combatterono contro di lei, anche se al buio, con tutte le loro forze.
Zell e Selphie erano intenti ad attaccare le giovani Dolmen, che scendevano dal cielo a decine.
Piano piano,Squall e Irvine riuscirono a risalire il cratere, fino ad arrivare quasi in superficie.
Con la luce fu più facile prevedere le sue mosse e sconfiggerla.
Dopo pochi minuti Dolmen era già morta, e cadde fino alla fine dell'abisso.

"Ce l'abbiamo fatta!!"esclamò Irvine.

"Oh cazzo, ci siamo dimenticati dell'incisione!! Vado a vedere se c'è..." disse Squall, prima di volare velocemente a recuperarla.

Tastò il cadavere del mostro, finché non sentì al tatto qualcosa simile ad un pezzo di pietra.
"Trovato!" pensò, risalendo la voragine e mostrando il quadrato di marmo bianco ai suoi amici.

Proprio in quella, però, l'effetto della Levita su di lui svanì.
I ragazzi in pochi millesimi di secondo realizzarono il pericolo che stava correndo il loro amico...
Ma solo Irvine ebbe la prontezza di riflessi per afferrarlo, e fece appena in tempo ad aggrapparsi alle rocce, prima che l'effetto della magia finisse anche su di lui.
"Grazie, amico..." disse Squall, evidentemente consapevole di essere stato ad un passo dalla morte.
Ai margini del cratere, i quattro amici ripresero fiato...
Successivamente esaminarono la lastra di marmo.
L'incisione, stavolta, era:

"R-2"

"Mah...sembra la battaglia navale..." commentò Zell, sempre molto scettico.
I ragazzi salirono sul Lagunarock che, lanciato a tutta velocità da Nida, tornò al Garden in serata.

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Capitolo 4
*** TERZO GIORNO: PRIMA PARTE ***


Si svegliò di soprassalto.
Aveva fatto l'ennesimo incubo...
Vedeva Giulia a terra, davanti a lei...
In una dimensione contorta e buia. Cercava di raggiungerla, ma non ci riusciva.
Squall le correva a fianco, ma ad un tratto non era più con lei...
Poi lo vide, con un cappio attorno al collo.
Appeso. Appeso ad un filo...
Inoltre, aveva le mani e i piedi legati...

L'effetto della Morfeo era svanito del tutto, dopo quasi quattordici ore.
Rinoa si sentiva la testa così pesante, ma così pesante, che cominciò a farle male.
Le martellava da morire.

"Squall?"  aveva mormorato appena sveglia, ma aveva capito subito che non si trovava in casa.

"Già...la seconda pergamena.. Deve essere partito senza nemmeno svegliarmi."

Si fece forza e si alzò un pochino, rimanendo seduta sul letto.
Si passò una mano sulla fronte...
L'emicrania non accennava a diminuire, anzi, le sembrò di avere anche un po' di febbre.
Cercò di non farci caso e guardò l'ora: già le quattro del pomeriggio, e lei era ancora lì a letto, con le mani in mano, mentre tutti gli altri si stavano facendo in quattro per cercare la bambina.
Soprattutto Squall, logicamente.
Giulia era lontana da casa già da tre giorni...


Alzandosi, Rinoa si sentì un peso sulla testa. Un peso che sembrava volesse spingerla giù, giù, giù...
Attirarla verso il centro della terra.
Si strinse nella vestaglia e camminò ciondolante per la stanza.
Sul comò c'erano le due pergamene che il messaggero aveva portato loro.
Inutile leggerle di nuovo, tanto quello che c'era scritto lo sapeva a memoria,ormai,e più di quel tanto non dicevano.
Nient'altro se non l'indicazione di alcuni obiettivi, di alcuni luoghi in cui avrebbero trovato degli indizi.
Ma informazioni sulla salute di Giulia non ce n'erano.
Aprì la porta-finestra e andò sul balcone. Il sole era ancora alto nel cielo, come in una perfetta giornata d'estate. Il caldo non le permise di stare fuori molto ,così rientrò quasi subito, abbassando quasi completamente le tapparelle.
Attraverso le fessure, riusciva ancora a vedere il mare. Quel mare che le piaceva così tanto...
Ma ora,nella situazione in cui si trovava, le dava la nausea.
Tutto la nauseava, in quel momento...
Perfino il suo bagnoschiuma preferito, quello al cioccolato bianco, per cui andava letteralmente pazza.
Infatti, avendo deciso di farsi un bagno, non usò il suo solito bagnoschiuma, ma uno semplicemente neutro.
Si spogliò e si immerse nell'acqua tiepida, da cui spuntavano solamente le sue ginocchia e la testa, tra miliardi e miliardi di bolle di schiuma.
Ecco...
Dopo un bagno rilassante stava già meglio, anche il mal di testa era diminuito.
Uscì dall'acqua e si avvolse in un grande asciugamano.
I capelli, il viso e tutto il corpo le gocciolava ancora quando una luce bianca la sorprese.
Quella luce bianca...
Non appena riuscì a riaprire gli occhi, notò che la porta del bagno era aperta,annunciando il prossimo ingresso del messaggero.
L'individuo, come al solito, si avvicinò calmo e con passo leggero al destinatario della pergamena, questa volta Rinoa.
Le porse il ruvido foglio ingiallito e sigillato e le sorrise.
Come era venuto se ne andò, voltandole le spalle e camminando verso la porta.
Rinoa, sempre avvolta nell'asciugamano, lo seguì,e lo vide uscire sul balcone,raggiungendo il suo fedele cavallo bianco alato.
Dopo averla salutata con un gesto della mano, montò a cavallo e salì in cielo velocemente.
Le aveva portato il nuovo, terzo enigma...
Allora voleva dire che in quello stesso momento Squall aveva risolto il secondo!!
"Perfetto...",pensò la giovane.
Lesse immediatamente il contenuto della pergamena, dopo aver spezzato il sigillo di ceralacca.

"Un'ombra leggera sull'acqua compare,
tanti misteri ti vuole svelare.
Una pietra nel lago, se vuoi,puoi lanciare
Ma lui sta arrivando: non indugiare!!"



Arrotolò di nuovo la pergamena e si decise.
"Ci vado."
Aveva capito chiaramente di che posto si trattasse...
Si asciugò in fretta i capelli e si vestì comoda.
Chiuse la porta a chiave e scese le scale, incontrando nell'atrio Edea.

"Rinoa...Stai bene, cara?"

"Sì, grazie.. Mi sento un pochino meglio..."

"Bene, sono contenta...Squall era così preoccupato..."

"E...Dov'è adesso?"

"Ha risolto il secondo enigma ed è andato a Trabia.."

"Capisco...E chi è andato con lui?"

"Tutti. Selphie, Irvine e Zell."

"Tutti quanti??"  esclamò, facendo la finta sorpresa.

"Che fortuna!!!" pensò.

"Sì, sono andati tutti.E' da mezzogiorno che sono via.."

"Perfetto...Non torneranno molto presto...Ho tutto il tempo di andarci."

"Tutti eh?" ripeté Rinoa.

"Sì...Tutti...Ma..." disse Edea, "Non credere di poter sgattaiolare via indisturbata!"

"Come??"

"E' inutile che cerchi di fregarmi, ti ho beccata, sai?"

"Ma...Edea..."

"Vuoi andare da sola a risolvere l'enigma! Guarda che anche se non sono più una strega, qualche potere ce l'ho ancora..!"

Nono poteva mentirle...

"Sì, è vero.." mormorò allora.

"Non se ne parla! Squall ha ordinato chiaramente a tutti di non farti uscire da garden!"

"Edea, ascoltami..."

"Rinoa, guarda che è per il tuo bene..."

"Lo so."

Gli occhi neri della ragazza fissarono quelli verdi della donna davanti a lei.
Un tempo, quegli stessi occhi erano gialli...
Gialli da indemoniata. Da una persona posseduta da una strega malvagia.
Ma adesso erano tornati ad essere buoni e comprensivi e Rinoa sapeva di poter parlare con lei chiaramente...

"Dimmi, Edea. Cosa faresti se ad essere rapito fosse stato tuo figlio?"

"Io non ho figli..."

"Non hai figli tuoi, è vero. Ma hai fatto da madre a moltissimi bambini orfani, a cui hai voluto anche un bene dell'anima. Quindi, poni il caso che uno di loro venisse rapito..."
Edea abbassò la testa.

"Dimmi." continuò Rinoa, "Cosa faresti? Saresti capace di startene ferma immobile, mentre tutti attorno a te si danno da fare con tutte le loro forze?"

"Credo di no.."

"Lo sapevo che mi avresti capito." le disse, sorridendo.

"Sì, però...Squall ti vuole solo proteggere! Non vuole che tu corra pericoli. Rinoa, lui lo fa perchè ti vuole bene!!"

"Lo so che mi ama. Lo so. Capisco la sua decisione, ma non può tenermi fuori da questa faccenda... Io sono la madre di Giulia, non può pretendere che io me ne stia buona ad aspettare. E' vero, non sono nelle condizione adatte per combattere al 100%.Sono incinta, però.. Io sono una strega. Sono forte abbastanza per difendermi e ho il coraggio di farlo. Non riesco a stare a guardare!!Capisci, Edea? Rivoglio qui mia figlia al più presto. E' in pericolo, e ogni minuto è prezioso per lei!!Squall non tornerà prima di questa sera, dovremmo aspettare delle ore, prima di partire per la nuova destinazione. Mentre io tra un'ora posso già essere sul posto. Non possiamo permetterci di perdere tempo..."

"Hai ragione anche tu..."

"Ti prego, Edea. Lascia che io vada..."

"Sì...Ma non da sola.. Verrò con te..."

La ragazza le sorrise.

"Allora grazie..."

Edea ricambiò il sorriso e le chiese: "Qual è la destinazione?"
"Lago Obel."


Presero di nascosto il Lagunarock di Laguna, il quale stava chiacchierando con Cid e Caraway nell'ufficio del preside.
Stranamente, nessuno dei tre si accorse del *furto*.

Le due donne viaggiarono per poco più di un'ora, e raggiunsero le vicinanze del lago nel tardo pomeriggio.
A piedi arrivarono alla riva meridionale, quella rivolta verso Timber, mentre il sole cominciava a tingersi di colori più scuri.

"Eccoci arrivate." esclamò Rinoa.

La ragazza lanciò un sasso, che fece molteplici salti nel lago.
Sulla superficie comparve l'ombra...
Per guardarla meglio e parlare con lei,come diceva di fare il messaggio, Edea e Rinoa si accucciarono sull'erba, inclinandosi in avanti.

L'ombra, per la prima volta, parlò in rima: "Tutti i tempi e il color argento saranno uniti in un solo momento; simboli e lettere le chiavi saranno, e un altro di voi via porteranno."

"E questi sarebbero i *misteri che ci vuole svelare?" A me non ha svelato un bel niente..."  esclamò Edea, i cui capelli cominciarono a ondeggiare al vento impazzito, improvvisamente.

Rinoa si fece di botto pensierosa, e si guardò attorno.

"Edea? Non senti anche tu uno strano odore??"

Edea annusò l'aria.

"Sì...E' il classico odore che c'è nelle prigioni...Odore di vecchio...Di qualcosa di muffo..."

"Già..."

Le due donne impallidirono, non appena videro che l'ombra umana sulla superficie del lago era scomparsa.
Al suo posto c'era una gigantesca ombra mostruosa...
Era l'ombra, riflessa nel lago, del mostro dietro di loro.

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Capitolo 5
*** TERZO GIORNO:SECONDA PARTE ***


L'enorme mostro rosso sangue le fissava con il suo minuscolo occhio scintillante.
La sua corazza arrugginita sembrava non lo facesse neanche respirare, tanto era spessa.
Nella mano destra teneva ben saldo il suo spadone d'acciaio, puntato dritto verso le due donne.
Rinoa lo riconobbe: era Ultra Might.

Ecco il perchè dell'odore di muffo!
Odore di prigione, aveva detto Edea...

Nel castello di Artemisia quel boss si trovava proprio nelle prigioni,nei sotterranei della fortezza.
E, insieme al suo corpo, si era portato dietro anche l'odore del luogo in cui era stato segregato per secoli...o forse anche millenni.

"Ultra Might..." mormorò Rinoa, scavando nella sua memoria.

"Hai già avuto a che fare con lui?" le chiese Edea.

"Sì, la sua specie si trova nell'epoca di Artemisia...Ne abbiamo battuto uno durante la compressione temporale...So come sconfiggerlo!.."

La ragazza non ebbe il tempo di spiegare alla donna la strategia d'attacco, perchè il mostro si scagliò contro di loro subito.
Le due si spostarono velocemente dalla sua presa d'attacco e, aiutate dal fatto che fosse lento e appesantito dalla corazza, schivarono il suo primo colpo.
Rinoa non perse tempo: gli lanciò addosso immediatamente una Antima, ricordandosi del suo punto debole.
Infatti il mostro, pur essendo molto resistente agli attacchi fisici, era molto sensibile alle magie, soprattutto a quella.
Ragion per cui aveva trovato pane per i suoi denti: sul suo cammino si erano parate davanti due persone, che di incantesimi se ne intendevano parecchio.
Una ex strega, ma praticante la magia ancora molto bene e una strega a tutti gli effetti.

Edea imitò la ragazza, invocando anche lei una Antima dopo l'altra.
Dopo averlo indebolito, però, il colosso scaraventò via la sua enorme spada, che colpì di striscio Edea.
La donna era ferita ad una spalla, ma non si diede per vinta: decise di usare la sua tecnica speciale.
Sortilegio...
Mentre Rinoa lo teneva occupato, Edea, alle spalle del mostro, formava a poco a poco delle affilate stalattiti di ghiaccio, che lanciò prontamente verso la schiena del mostro.
Dopodiché, si lasciò cadere per terra, cercando di tamponare la ferita profonda, da cui usciva imperterrito il sangue.
Rinoa, però, comprese che la battaglia non era ancora finita: Ultra Might era stato indebolito, trafitto al torace dal ghiaccio, ma non era ancora morto.
Per di più doveva finirlo da sola, non poteva più contare su Edea, ferita gravemente.
Allora usò la sua tecnica speciale "Ali di fata"...
Sospesa in aria, gli volò attorno, schivando i colpi degli arti del mostro che, piegato in due, cercava disperatamente di difendersi.
Ma le magie lanciate a raffica da Rinoa non gli lasciarono scampo: in breve tempo lo sconfisse, lasciandolo a terra disteso, morto.

"Edea!!" esclamò la ragazza, appena si riprese dallo status alterato.
Le si avvicinò velocemente ed invocò subito un'Energiga, la quale aiutò Edea a rimettersi in piedi.

L'avevano scampata bella...

"Stai bene?" le chiese.

 

"Io.. sì. Sono un po' ammaccata ma viva...E tu, cara?

"Sì, sì, sto benissimo, Edea..."

Si avvicinarono al cadavere del mostro, trovandogli addosso un quadrato di marmo bianco con un'incisione:

"I-8"

"Missione compiuta! Portiamolo al Garden!!" esclamò Rinoa.
La ragazza si incamminò verso il Lagunarock del suocero, sorreggendo Edea, la quale si sentiva ancora piuttosto debole.

Lo spazioso salotto era costellato di giocattoli.
Spike sembrava aver creato un mondo tutto suo...
Si stava annoiando, fino ad un paio d'ore prima.
Edea e Rinoa non le aveva trovate da nessuna parte, e così lui era rimasto con Laguna, Cid e Caraway. Quei tre non si erano neanche accorti dell'assenza improvvisa di Edea e Rinoa, e tra una partita a carte e un goccetto di whisky, avevano parlato tristemente di Giulia e della sua scomparsa.
Per ingannare il tempo e non lasciarsi andare alla disperazione, i tre compari si erano messi a giocare a poker.
Quale bambino, pur buono e tranquillo che sia, se ne starebbe con tre signori di mezza età, ascoltando i loro discorsi -a suo parere-noiosi?
Figuriamoci, già Spike era esuberante di suo.
Dopo un'oretta si era stancato del tutto ed era tornato a casa sua, al terzo piano dell'edificio.
A lui, certi discorsi sembravano inutili...
Giulia stava sicuramente bene.
Ne era sicuro.
La sua piccola amica se la sarebbe cavata...
Quindi, perchè preoccuparsi tanto?
Vista dagli occhi di un bambino, quella situazione non era poi così grave.
Ma in fondo, Spike non era ancora consapevole di cosa fosse la morte, e non aveva ancora un concetto ben chiaro di pericolo.
Non poteva capire che Giulia si trovava in grossi guai, e che questo significasse pericolo.
Pericolo serio.


Il bambino, però, dopo un paio d'ore di gioco intenso, aveva cominciato a stancarsi...
Anche a lui mancava Giulia, nel suo piccolo.
Che gusto c'era a giocare da soli?
Il divertimento era sicuramente dimezzato...
Come risultato, Spike si addormentò profondamente accoccolato sul divano, in mezzo a tutti i suoi giochi, aiutato anche dal fatto che si era fatta sera e stava cominciando a fare buio.
Non si accorse nemmeno della luce accecante che invase la stanza, poco dopo essersi addormentato.
E neanche si svegliò nel sentire la fresca brezza serale proveniente dall'esterno, che entrava dalla porta-finestra spalancata.
Sembrò svegliarsi, ma in effetti rimase in dormiveglia, quando sentì una carezza sulla guancia.
"Mmh...mamma..." mormorò nel sonno, rivoltandosi sul divano.
Il messaggero, dal sotto del cappello, sorrise.


Pochi minuti dopo, il Lagunarock atterrò al Garden.
Squall, Zell, Irvine, Selphie e Nida scesero soddisfatti dalla scaletta e si avviarono verso l'entrata principale.
Raggiunsero l'atrio.

"Dov'è Rinoa? Sta ancora dormendo" chiese Squall,non vedendola insieme a Cid, suo padre e Caraway.

I tre si guardarono in faccia.

 

"Sarà con Edea..." ipotizzò Cid, andando a controllare nel suo appartamento con tutti gli altri al seguito.

"No...Non ci sono.." disse.

"Allora saranno nel nostro, no Irvine? Saranno là con Spike..." disse Selphie, dirigendosi verso la porta d'ingresso.


Rimase con gli occhi spalancati e la bocca aperta per qualche secondo.
Poi tuonò: "SPIKEEE!!!"
Praticamente il salotto era diventato un parco giochi a tutti gli effetti.
Irvine prima calmò Selphie, che non disse nulla -se non qualche sillaba- ma mostrava circa dodici centimetri di denti, e poi cercò Spike per la stanza.
Lo trovò addormentato sul divano.
Con l'intenzione di svegliarlo e di fargli una bella ramanzina, da bravo papà di polso, gli si sedette accanto.
Ma tutti i suoi propositi vennero messi momentaneamente da parte quando vide che in mano teneva una pergamena.
Quel tipo di pergamena...

"Squall. Vieni qui.." disse solo all'amico, al quale poi la porse.

Squall ruppe in fretta il sigillo e lesse a voce alta:

"Alle tue spalle il ghiaccio e il villaggio
Dove le mani dimostran coraggio,
Alla tua destra un boschetto innevato:
Mano alle armi, lo scontro è cominciato!"



"Eccoci al terzo indizio..." mormorò Squall, arrotolando il foglio.

"Al quarto, per l'esattezza!" esclamò Rinoa, entrando nel salotto con Edea.

In mano teneva un quadratino di marmo bianco...

"Rinoa! Dove l'hai trovato?" le chiese Zell.

"Nelle vicinanze di Timber ... Al Lago Obel." disse.

"Lago...Obel?"domandò Selphie.

"Sì. Lago Obel." ripeté Edea,annuendo.

"E cosa ci facevate lì?" chiese Caraway.

"No..." disse Squall, avvicinandosi a lei, "Non mi dire che il messaggero ha portato il terzo indizio mentre noi non c'eravamo...e tu hai pensato bene di andare a risolverlo?"

"Certo." disse tranquilla.

"Ma...Rinoa!!!!"

"Senti. Non mi dire che avrei dovuto rimanere qui buona buonina ad aspettare che tornaste. Non me lo dire!! Intanto, GRAZIE a me e ad Edea, abbiamo guadagnato tempo..."

"Ok, grazie, abbiamo guadagnato tempo..!!Ma hai corso un grande pericolo! E se ti fosse capitato qualcosa??"

"Squall, ne abbiamo già parlato.. Anche tu... e tutti gli altri. Voi state rischiando molto.. Perchè io non dovrei? Non sono capace di stare a guardare. Quindi...il discorso è chiuso."

"Rinoa...Io non voglio che ti capiti qualcosa.."

"E ti ringrazio. Lo so che mi vuoi proteggere.. Ma devi anche capire che non puoi tenermi sotto una campana di vetro. Ricordati che qui, fra tutti,la più forte sono io. Quindi.. Sono capacissima di difendermi. Non chiedermi più di soffrire in silenzio da sola...Se dobbiamo soffrire e combattere contro questo dolore, allora...combattiamolo insieme!!"

Squall sospirò.
Alla fine aveva capito che tenerla sotto chiave era stata causa di grande sofferenza, per lei...
Anche se non totalmente convinto di fare la cosa giusta, disse alla moglie che l'aveva avuta vinta.

"Che facciamo, Squall? Partiamo subito?" chiese Irvine.

"La meta è sicuramente l'Isola di Winter, vicino al villaggio degli Shumi." spiegò Laguna.

"D'accordo, papà...Però io proporrei di partire domani mattina presto. Siamo tutti stanchi...Meglio riposare un po'..."

Furono d'accordo tutti, così si diedero la buona notte e tornarono nei loro appartamenti.
In sostanza, solo Squall e Rinoa riuscirono a riposare...

Zell passò due ore al telefono con la sua ragazza, per spigarle il motivo per cui non aveva dato segni di vita per tre giorni di fila.
La conversazione finì con lei che gli chiuse il telefono in faccia, dopo la frase:
"Potevi almeno chiamarmi!!! EGOISTA!!"
Così Zell, pensando a come riappacificarsi con lei,non riuscì a chiudere occhio tutta notte.
Come Irvine e Selphie, del resto.
I due, dopo aver sgridato Spike per aver messo a soqquadro il salotto, lo aiutarono a mettere in ordine, altrimenti da solo ci avrebbe messo delle ore.
Risultato: una volta finito, il bimbo si addormentò in mezzo al letto dei genitori, con le braccia attorno al collo di Selphie e le gambe sullo stomaco di Irvine.
In quella stanza riuscì a dormire solo lui.

Fatto sta che alle 4 di mattina, orario fissato per la partenza, c'erano solo Squall e Rinoa.
Decisero di non disturbare nessuno dei loro amici, già coinvolti abbastanza in una faccenda che non li riguardava in prima persona,e partirono per l'estremo nord da soli.

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Capitolo 6
*** QUARTO GIORNO ***


Squall e Rinoa salirono sul Lagunarock e si avviarono verso nord.
La gelida isola di WInter era molto lontana.
Soli sull'astronave, i due ragazzi, stretti in un abbraccio e seduti su uno dei sedili ai comandi, parlavano.

"Rinoa...come stai?" le chiese Squall.

Lei lo guardò negli occhi, con un'aria interrogativa.
Il giovane sorrise, dicendo: "Mi hai detto che aspetti il nostro secondo figlio pochi giorni fa...e io non ti ho ancora chiesto se stai bene.."

Rinoa ricambiò il sorriso di Squall e rispose: "Sto bene, tesoro.. grazie... Ci sono dei momenti in cui mi sento mancare, ho dei cali di pressione, ma non è niente...Mi riprendo subito quando penso che Giulia ha bisogno d'aiuto..."

La ragazza abbassò lo sguardo, triste e malinconico, e si fece silenziosa.
Squall allora le fece un buffetto sulla guancia e le disse: "Non preoccuparti...non serve a niente abbattersi.."

"Lo so.." disse lei, annuendo "Però vorrei tanto che la nostra bambina tornasse a casa...Senza di lei.." sospirò...

"Non siamo gli stessi.. Vero?" continuò Squall.

"Vero." concordò la ragazza.

Per la mezz'ora dopo, pur restando abbracciati, i due giovani non si dissero una parola.
Nelle loro menti i pensieri negativi si susseguivano senza sosta, senza lasciare un minimo di spazio a quelli positivi. Erano troppo impegnati nei loro pensieri per parlarsi.
Finché Rinoa, sciogliendosi delicatamente dall'abbraccio del marito, si alzò in piedi e si diresse verso una delle vetrate laterali della sala comandi.

"Cosa c'è?" le chiese Squall, alzandosi anche lui e seguendola.

Rinoa scosse il capo, mormorando: "Niente...sono solo nervosa."

"Stai tranquilla...Rinoa.." le disse, accarezzandole la guancia.

"Non ce la faccio.. Ho una rabbia...Ho una gran rabbia dentro!"

"E allora buttala fuori. Sfogati con me!"

Lei voltò di scatto la testa nella sua direzione, poi disse:
"Vorrei sfogare la mia rabbia su qualcun altro.. Su quel bastardo che ha rapito nostra figlia, fregandosene del fatto che fosse una bambina di soli tre anni... Perchè non ha lasciato tracce, altrimenti l'avrei già trovato...e allora gli avrei chiesto il motivo per cui l'ha fatto...E l'avrei spedito all'altro mondo..."

".. Senza pietà..?"

".. Senza .. pietà..." 
disse lei dura, con lo sguardo fisso verso il basso, sul pannello dei comandi.

Squall continuava a guardarla.
Guardava il suo viso, così buio e arrabbiato, con le sopracciglia aggrottate e gli occhi inespressivi.. E la bocca stretta in un ghigno perfido...E le guance arrossate dall'ira..
Dov'era finita la sua Rinoa?
Dov'era finita quella ragazza fresca e gioviale che, con la sua immensa voglia di vivere, lo aveva salvato dalla morte interiore e gli aveva mostrato le bellezze della vita?
Si era innamorato sul serio di lei, della sua personalità che la rendeva unica.
Del suo carattere particolare, che si manifestava sul suo volto con dolcezza infinita.
Si vedeva nei suoi occhi scuri ma limpidi, sulla sua bocca ridente e nel suo sorriso aperto.
Ma in quel momento quell'immagine di Rinoa non c'era per niente.
La vedeva diversa..
La sentiva diversa...!
Per la prima volta da quando aveva saputo che era una strega, c'era qualcosa che lo turbava, in lei.
Aveva sempre provato disprezzo per le streghe. Perchè la maggior parte di loro non aveva scrupoli: le streghe si facevano scudo con la loro magia infinitamente potente e la usavano per portare morte e distruzione.

Ma lei era diversa...
E per lei non avrebbe mai provato dei sentimenti negativi, mai e poi mai.
Anzi, pur di seguirla sempre e per sempre, avrebbe scelto di essere il suo Cavaliere, se solo lei avesse deciso di usare i suoi poteri per avere il mondo nelle sue mani.
Invece Rinoa aveva continuato ad essere la stessa ragazza dolce che, con forza, aveva dato una scossa alla sua vita morta, fin da quella sera, sulla pista da ballo del Garden.

Possibile che la rabbia per la scomparsa di Giulia era riuscita a trasformarla in un'altra persona?
In una persona, di cui aveva paura...

"N-non...parli sul serio, vero...Rinoa?" le chiese, tremante, sperando che una sua risposta negativa lo rassicurasse.

Lei spalancò gli occhi per un istante, poi si guardò brevemente attorno e lo guardò, come se si fosse ripresa da uno stato di trance.
Disse: "Non lo so...Non so se quello che ho detto l'ho detto perchè ne sono convinta...Non lo so, davvero. Sono sicura, però, che in questo momento non c'è ombra di pietà in me...So che non è giusto uccidere...Ma se trovassi il rapitore di Giulia non mi controllerei..."

"No...Non è così, Rinoa! Tu non sei una persona spietata...!"

"Lo credi davvero?.."


Squall si fermò un attimo. Poi esclamò: "Sì...Non saresti mai capace di uccidere un essere umano..."

"E chi te lo dice..?" disse, fissandolo.

Squall, chiudendo gli occhi, mormorò: "E' il mio cuore...ne è sicuro..."

Rinoa strinse i pugni e, irrigidita, sibilò: "Non dimenticarti chi sono, Squall..Sono una strega."

La giovane fece appena in tempo a finire la frase che subito si coprì la bocca con le mani.
Il viso di Squall era quello di un uomo profondamente turbato dalle sue parole...
Quelle parole...
Perchè diamine le aveva dette?
Le aveva pronunciate di getto, senza pensare veramente che essere una strega potesse portarla ovunque...
Lei non pensava veramente di poter stringere il mondo a sè...
Non l'aveva mai neanche pensato...

Squall, senza staccarle gli occhi di dosso, indietreggiò.
"S-scusami.." balbettò lei.
Corse verso di lui e gli si gettò addosso.

"Non volevo dirlo... Non dicevo sul serio, Squall!.. Credimi... sono solo disperata... Ho solo paura che a Giulia possa accadere qualcosa che non avrei mai il coraggio di sapere.. Ti prego, perdonami..."
Squall si intenerì nel sentire le lacrime calde di Rinoa bagnargli la maglia,e raggiungergli il petto.
Le sentì sulla pelle...
Erano lacrime vere.
Rinoa non sarebbe mai cambiata, sarebbe sempre stata la ragazza infinitamente dolce e profonda che gli aveva cambiato la vita.
Era una strega, sì..E allora?
Era anche un essere umano, e come tale, poteva capitare anche a lei di lasciarsi trasportare dai sentimenti.

 

"Non dire più queste cose..." le disse, abbracciandola.

"Perdonami, Squall...!" mormorò, alzando la testa e guardandolo negli occhi, "Affrontiamo insieme questo ostacolo...Stammi vicino, ti prego..."

"Lo sai che ti amo...Rinoa.."

"Non mi abbandonerai...vero?"

Squall le diede un bacio e poi mormorò: "Mai."

Raggiunsero i ghiacci dell'estremo nord verso mezzogiorno.
Il villaggio degli Shumi era coperto dalla cupola pesante e maestosa come sempre.
Non era cambiato...
L'unico elemento nuovo nel paesaggio era un'apertura della montagna, proprio tra il villaggio e il boschetto dei chocobo.
A Squall e Rinoa bastò uno sguardo per capirsi: quello era sicuramente il posto in cui avrebbero trovato quello che stavano cercando.
Attraversarono lentamente l'ingresso, percorrendo lo stretto passaggio e raggiungendo la fine.
La montagna erosa aveva formato un'ampia grotta, e il ghiaccio l'aveva riempita di stalattiti e stalagmiti ovunque.
L'acqua, filtrante da numerose fessure, scendeva a gocce, andando a formare qua e là dei piccoli rigagnoli.
"Che bello..." mormorò Rinoa, rapita dallo spettacolo di luci e colori della grotta.
Assaggiò un po' d'acqua, che si era raccolta in un piccolo laghetto...
Non aveva mai visto un'acqua pura e limpida come quella.

Squall si guardò attorno e poi si avvicinò a Rinoa, dicendole: "Sta' attenta...sento il solito odore di muffo...Arriva.."
La giovane, sentendo anche lei quell'odore sempre più forte,si preparò.
Spalancò gli occhi quando vide che un grosso cristallo di ghiaccio era apparso proprio alle spalle di Squall.

Krysta...

Lanciò di scatto una Firaga, che il mostro non riuscì a schivare.
Squall cercò di colpirlo con la Lion Heart,ma il mostro non subì alcun danno.
"Lascia fare a me. Krysta soffre il caldo..!!" disse Rinoa.

Non fu difficile.
Rinoa attaccava con Firaga e Flare,e Squall la difendeva dai suoi attacchi.
Ricordandosi della mossa finale del boss,i due riuscirono a mettersi al riparo non appena capirono che Krysta era sul punto di morire.
Quando la magia Ultima terminò, delle bellezze della grotta non era rimasto granché.
"Che peccato..." pensò Rinoa. Doveva già ritenersi fortunata del fatto che non le fosse crollato tutto sulla testa.
I due ragazzi si avvicinarono al cadavere del mostro e trovarono il solito quadrato di marmo bianco.
Stavolta l'incisione era:


"3-T"


"E' stato facile..." disse Squall a Rinoa, quando uscirono dalla grotta.

"Sì...visto che me la cavo bene?"

"Siamo una coppia vincente..!!!" rise Squall, salendo sul Lagunarock.
Ogni volta che trovava un indizio, il cuore gli si riempiva di speranza.

Quando Cid corse nel suo ufficio, essendo stato avvertito della presenza di una strana luce al suo interno, il messaggero se n'era già andato via.
Vide solo le finestre aperte, con le tendine che svolazzavano al vento caldo estivo.
Però, la pergamena era lì sulla scrivania, che aspettava di essere letta...

"La città con l'Arco ad ovest
Le montagne aguzze ad est.
Di fronte a te, la tomba di un re che nome non ha...
Combatti il tuo nemico, non avere pietà!"


"Preside!" esclamò Zell, entrando nell'ufficio.

Cid mostrò la pergamena al ragazzo.

"Che facciamo?" gli domandò, una volta che l'ebbe letta, dirigendosi verso la porta.

"Fermo lì. Dove credi di andare?.. Aspettiamo il ritorno di Squall e Rinoa...La Grande Pianura di Galbadia non è posto da affrontare da soli.."

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Capitolo 7
*** QUARTA NOTTE ***


"Guarda..." bisbigliò Selphie ad Irvine, "Squall si è addormentato..."
Sorrise, il giovane pistolero. D'altronde, era tutto il giorno che viaggiava, il suo amico...

Quando lui e Rinoa erano tornati al garden quella sera, avevano deciso di rimettersi in viaggio all'istante, e loro due e Zell avevano pensato di unirsi alla missione.

Infatti erano partiti tutti e cinque alla volta della Grande Pianura di Galbadia con il Lagunarock, su cui Squall,dopo dieci minuti di volo, si era addormentato di sasso.

Era troppo stanco...Dopo giorni che non dormiva, la stanchezza si era fatta sentire anche per lui...

In quattro ore erano quasi arrivati.

Raggiunsero che era già notte fonda Deling City, le cui luci delle strade, case e monumenti, risplendevano al pallido chiarore della luna.

Sorvolarono la città. L'arco di trionfo era semplicemente stupendo.

Alzando lo sguardo al cielo lo si vedeva libero da nuvole, pieno di stelle.

Parcheggiato il Lagunarock, i ragazzi si aggirarono per la pianura.

"Uffa..." mormorò Squall sbadigliando.

"E' quasi un'ora che girovaghiamo...Non c'è un bel niente qui..."

"Ma la pergamena parla chiaro..." disse Zell.

"Accidenti! Cosa facciamo? Siamo qui da tanto, eppure non è apparso ancora nessuno..." disse Rinoa.

"Senti, Squall..Non è che abbiamo sbagliato posto?" chiese Irvine.

"Non lo so...Come faccio a saperlo? Non ci ho neanche pensato... Me l'avete detto voi di venire qui."

"Veramente è stato Cid..." precisò Zell.

"Allora siamo a posto..." disse Selphie.

"Rileggiamola, che è meglio..." propose Squall, prendendola dalla tasca della giacca.

"Dunque... *La città con l'arco ad ovest* ...Ok... *Le montagne aguzze ad est*.. E fin qui ci siamo..."Di fronte a te,la tomba di un re che nome non ha"..."

"E' la Tomba del Re senza nome, ovvio...E da qui, noi la vediamo...!" disse Selphie.

Seguì qualche minuto di silenzio.

Poi...

"E se...il posto fosse proprio il tempio?" disse Zell.

"Può essere, sai?" concordò Irvine.

"Giusto! In fondo, gli enigmi si chiamano così proprio perchè non è facile risolverli..." esclamò Selphie.

Tutti si voltarono a guardarla, con un'espressione tra lo sbigottito e l'incredulo.

A volte se ne veniva fuori con di quelle cose...

Raggiunsero il tempio con il Lagunarock in mezz'oretta.

Scesero ed entrarono.

Erano più di dieci anni che non ci mettevano piede, eppure il tempio non era cambiato per niente: le solite pareti ammuffite, coperte di muschio in alcune parti e umidità ovunque. L'acqua stagnante scendeva, a poco a poco, raccolta in piccoli rigagnoli, lungo i corridoi, in alcuni tratti in pendenza.

L'odore era inconfondibilmente quello di marcio e di muffo di dieci anni prima, tutto esattamente come l'avevano lasciato l'ultima volta.

C'era solo una piccola differenza...

Era la prima volta che ci entravano di notte.

E di notte, si sa, perfino l'ambiente più rassicurante può cominciare a far paura...

Oltretutto, nel silenzio tombale, si alzò un ruggito forte proveniente dal tempio...Un mostro potente si trovava lì, dunque...

"Addentriamoci e cerchiamolo. Si troverà in una delle stanze del tempio...Andiamo!!" disse Squall.

Era buio pesto dentro la grotta. Rinoa invocò una Fire per far luce e i cinque amici cominciarono quindi ad incamminarsi.

Al primo verso stridulo dei pipistrelli, Selphie si avvinghiò ad Irvine, stringendogli il braccio.

Quel posto faceva venire i brividi...Soprattutto a lei, che odiava il buio e i film dell'orrore!

Fortunatamente il contatto con Irvine riuscì a tranquillizzarla almeno un po'.

"Tenete duro, ragazzi, siamo quasi arrivati alla prima stanza..." disse Squall.

"Sei sicuro di non esserti perso?" domandò Irvine.

"Certo che sono sicuro. A parte che già io sono una bussola umana, ma poi non è così difficile! Il trucco per arrivare alle stanze ad est, nord ed ovest è quello di andare sempre a destra..." spiegò Squall.

"Scusa, ma...Ti ricordo che il sottoscritto è peggio di Ryoga Ibiki in quanto ad orientamento..." borbottò Irvine.

Squall rise. "Non ti preoccupare!! Ecco, ti faccio vedere la cartina...Menomale che l'ho portata per sicurezza...Ecco, noi siamo qui, dove c'è l'indicatore di posizione. Voltando ancora a destra alla prossima, arriviamo alla stanza ad est..."

"Ok..."

Infatti raggiunsero la stanza. Vuota,stavolta...

Dieci anni prima avevano incontrato Seclet, lì.

I G.F. Brothers erano dalla loro parte da un bel pezzo, ormai.

Il piedistallo al centro della stanza era ancora alzato. Probabilmente il re senza nome, sepolto al centro del tempio, aveva riposto i sigilli per non essere più disturbato...

Abbassarono il piedistallo e raggiunsero velocemente anche la stanza a nord, innestando il meccanismo dei mulini.

Infine, si diressero verso la stanza ad ovest, dove fecero defluire l'acqua del lago,su cui era costruito il tempio.

"Andiamo al sepolcro?" chiese Rinoa.

"Subito." rispose Squall.

Aiutandosi con la cartina, i ragazzi raggiunsero il sepolcro situato sopra il lago, oltrepassando il ponte di legno.

Aprirono le pesanti porte della costruzione ed entrarono.

Un fortissimo odore di odore di muffa invase le loro narici.

Ad aspettarli, furente, c'era Catoplepas.

"E ti pareva..." commentò Zell.

"Forza, diamoci dentro!!" esclamò Rinoa, correndo verso di lui.

I cinque amici lottarono tutti insieme. Selphie e Zell difendevano e curavano, Rinoa, Squall e Irvine attaccavano il mostro che, forte della sua stazza, era difficile da scalfire.

Con gli artigli graffiò sia Irvine che Squall,ma il pronto intervento di Selphie e Zell limitò i danni.

La lotta non fu breve.

Il colpo di grazia fu sferrato da Rinoa, che gli lanciò addosso una Quake, ponendo fine ai suoi attacchi.

"E' finita?" disse Selphie, ansimante. Il gruppo lo fissò.

Il mostro non era ancora stramazzato al suolo...No,non era ancora finita!!

Rinoa spalancò gli occhi.

"Fuori..." mormorò.

"Cosa, Rinoa?" chiese Squall.

"Tutti fuori!!!" esclamò.

Catoplepas invocò una Meteor.

I ragazzi erano appena usciti dalla stanza quando i meteoriti colpirono il piccolo sepolcro, sfondando il tetto e radendolo al suolo.

Anche il ponte di legno venne distrutto e i ragazzi, che erano sopra nel tentativo di allontanarsi, caddero tutti nel lago.

"Lo sapevo..." sbuffò Squall, una volta emerso.

"E il quadrato di marmo?" domandò Selphie.

"Bravo chi lo trova..." concluse Irvine.

Edea aspettava il ritorno dei suoi ragazzi, seduta sulla poltrona del salotto, nel suo appartamento.

Attorno a lei, il silenzio totale delle 4 di mattina, prima dell'alba.

Cid si era coricato ore prima e, beato lui, era riuscito ad addormentarsi.

Invece lei li aspettava con l'ansia di una madre.

Guardò, da lontano, la sua immagine riflessa sullo specchio della parete di fronte.

Lei, quarant'anni, seduta sulla poltrona in camicia da notte, non si vedeva per niente di quasi mezza età.

Anzi, il suo corpo si era mantenuto molto bene, e anche il suo viso era ancora bello, liscio e giovane.

Era come se per lei gli ultimi dieci anni non fossero passati...

Da lontano e a luci fioche, però, non si vedevano quei pochi capelli grigi che le facevano dimostrare la sua età.

Fra i suoi capelli neri come l'ebano, sciolti sulle spalle, quei capelli grigi, che si potevano contare sulle dita di una mano, spiccavano. Se non fosse stato per quelli...

Erano pochissimi..ma c'erano.

Sospirò.

"Io non ho figli...* aveva detto a Rinoa prima di andare al Lago Obel.

*No..Ma tu hai fatto da madre a molti bambini...* le aveva risposto la ragazza.

Era vero.. Saranno stati più di un centinaio i bambini del suo orfanotrofio.. Tra questi, ce n'erano sei a cui si era legata più di tutti gli altri. E quei sei adesso erano cresciuti.

Erano diventati tre uomini e tre donne.

Per loro si era preoccupata, aveva riso e pianto, per loro si era disperata...come avrebbe fatto una madre.

Ed il risultato delle sue preoccupazioni era quella manciata di capelli grigi.

Sorrise amaramente.

Da cinque giorni ormai Giulia era stata rapita.

Squall e Rinoa non facevano altro che correre in giro per il mondo a cercare indizi, anche se minimi. Si rassicuravano a vicenda, non avevano altra scelta...

Anche lei era preoccupata da morire per la bambina...

Come aveva detto Rinoa il primo giorno, dietro il suo rapimento c'era la magia nera, l'aveva intuito anche lei.E questa cosa non le piaceva per niente.

Maledetto rapitore...

Era impossibile che tutti si accanissero contro di loro.Avevano avuto tutti una vita difficile, avevano dovuto battere Artemisia e ancora...non ci sarebbe stata una ulteriore tregua.

Perchè?

Perchè stava succedendo a loro..?

Fece scivolare la testa all'indietro, fissando il soffitto. Poi, voltando il capo a sinistra, allungò un braccio verso la cassettiera e afferrò due cornici.

Una conteneva una foto del matrimonio di Irvine e Selphie, l'altra di quello di Squall e Rinoa.

Com'erano belli tutti...

Selphie, così giovane da sembrare ancora una ragazzina...Nel suo vestito bianco e i capelli raccolti...

E Irvine!!In completo nero, e con un'espressione così felice, mai vista sul suo viso!

Rinoa, come sempre aperta e gioviale, fa un tutt'uno con il bianco...

La pelle chiara di Squall, invece, spicca nel contrasto con il nero.

Improvvisamente le vennero in mente Seifer e Quistis...

Le foto del loro matrimonio non erano ancora pronte ovviamente, ma presto si sarebbero unite a quelle degli altri.

Seifer e Quistis...

Due giorni dopo sarebbero tornati dal viaggio di nozze...E lei non li aveva volutamente avvisati del rapimento di Giulia, naturalmente avevano tutto il diritto di godere i loro momenti unici.

Ma, tornando, si sarebbero accorti di quanto la situazione al garden fosse mutata in una sola settimana...

"E vissero tutti felici e contenti..."

Magari anche per loro valesse questa frase finale, tipica delle fiabe!

E invece no...

Per raggiungere la felicità, i suoi ragazzi avrebbero dovuto sempre lottare.

Improvvisamente la stanza si illuminò a giorno.

La finestra si spalancò, le tende si aprirono...

E dal cavallo bianco sospeso in aria scese il messaggero.

Entrò nella stanza, camminando placido verso Edea.

La donna balzò in piedi e gli andò incontro.

Il messaggero le porse la pergamena sigillata, e lei la prese leggera.

Sfiorò la sua mano...

Al contatto che ebbe con il cavaliere, Edea sentì un brivido freddo lungo la schiena.

Ebbe un déjà-vu.

Dove...dove ho già sentito questa disperazione..?

Dove ho già sentito un animo così turbato...?

Quando il sorridente messaggero scomparve,la donna si riprese e,spezzando il sigillo,ne lesse il contenuto:

"Senz'acqua la terra, sole cocente
Non una guerra, pace apparente.
Guarda sempre la sabbia e senz'acqua non stare:
Lui è sotto terra
E all'improvviso ti afferra!"

I cinque amici tornarono al Lagunarock incazzati neri.

"Due ore e mezza...Due ore e mezza per trovarlo.." sibilò Zell.

"E almeno lo avessimo trovato intero! No, invece!!! No!! Rotto sotto le macerie!!" si lamentò Selphie.

Squall non sembrava preoccupato : "Si può sempre aggiustare...Spezzato così non si riesce a capire l'incisione, ma non è frantumato. Sono sicuro che Shu farà un ottimo lavoro di ricostruzione..."

Stavano per salire, quando...

"Squall..." mormorò Rinoa, aggrappandosi alla giacca del marito.

"Mi sento mancare..." disse cedendo sulle gambe.

"Rinoa...?!" disse Squall, sorreggendola.

Lei aveva perso i sensi.

Non gli rispose.

"Rinoa!!!"

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Capitolo 8
*** QUINTO GIORNO ***


Rinoa si svegliò alle prime luci del mattino, che filtravano tra le tende della camera.
L'orologio segnava le sette.
Quando aprì completamente gli occhi, si guardò attorno e riconobbe l'ambiente: era nella sua stanza, nel suo letto.
Cercò di alzarsi sul busto ,ma appena lo fece, sentì girare tutto attorno a sè..Fece una smorfia, sentendo il fastidio provocato dai capogiri e dall'emicrania, che, per l'ennesima volta in cinque giorni, le martellava forte il cervello.
Sentì una voce amorevole vicino: "Non sforzarti..."
Si voltò.
Era Squall che, seduto sulla poltroncina a pochi centimetri da lei, le teneva la mano.
"Squall..!" gli sorrise, rimettendosi sdraiata, e poi gli chiese: "Cos'è successo?"

"E' successo che avevo ragione io..." disse, accarezzandole la testa.
Alla sua espressione stupita, il giovane continuò: "Sei svenuta all'uscita della Tomba del Re senza nome...Ti avevo detto di startene tranquilla a casa..."

Squall aspettò che Rinoa dicesse qualcosa, e invece lei, abbassato lo sguardo, rimase zitta.
Cosa doveva dirgli? Che aveva ragione?
Certo che aveva ragione, lo sapeva benissimo, eppure era difficile dirglielo.
Soprattutto perchè lei non si era affatto pentita di aver partecipato alle ricerche, nonostante le sue condizioni.
Era vero che...lei era incinta, anche se di poche settimane...
E di certo aveva chiesto troppo al suo fisico.. questo non poteva negarlo..
Squall riprese: "Comunque non preoccuparti. La dott.ssa Kadowaki ti ha visitato e ha detto che è tutto ok..."

Rinoa si illuminò: "Menomale!"

Squall, annuendo, disse: "Menomale sì.. La prossima volta ascolta tuo marito..."

"Spiritoso..."disse lei, prendendolo in giro.

Squall aggrottò le sopracciglia: "Non faccio lo spiritoso!! Dico sul serio.. Se ti fosse capitato qualcosa, io..."

"SE...mi fosse capitato qualcosa...Ma non mi è successo niente..." lo interruppe.

"Stavolta no, ti è andata bene. Ma se continui così..." disse lui, serio.

Rinoa capì le sue intenzioni.

"Ehi, Squall!" esclamò, "Non penserai di lasciarmi qui, vero?"

"Perchè, speri che dopo quello che ti è successo stanotte sia così deficiente da lasciar perdere? Non se ne parla, stavolta. Non credevo che sarebbe stato pericoloso fino a questo punto, per questo ti ho permesso di partecipare alle ricerche.. Ammetto che il tuo aiuto è importante, ma non voglio certo che nostro figlio ci rimetta!!"

"E non pensi all'altra nostra figlia?"

"Certo che ci penso! Ma ce la posso fare anche da solo! Anzi, non sono solo.."

"Ma io voglio stare con te ovunque vada"
 esclamò Rinoa.

Squall le afferrò il viso tra le mani e, guardandola negli occhi, mormorò: "Non voglio più sentirmi come mi sono sentito stanotte... Quando sei crollata tu, ho sentito che mi stava crollando addosso anche il mondo..."

Squall non era mai stato più serio di così.

"Squall..." mormorò la ragazza, "..scusami..."

"Ti prego, Rinoa...sono più tranquillo, sapendoti qui..."


Rinoa sbuffò...
Qualcosa dentro di lei le diceva di insistere, di andare con lui, di seguirlo...
Ma poi, ripensando alle sue parole,e guardando quei suoi occhi supplichevoli, non seppe dirgli di no...
Accettò, anche se a malincuore, di restare al Garden.

"Dove state andando?" gli chiese.

"Al deserto Kayukbahr..." rispose.

Rinoa disse tristemente: "Allora, come minimo, tornerete domani mattina.."

"Eh, sì...viaggio lungo, stavolta..."

"State attenti..." gli disse, allungando le braccia verso di lui.

Squall, sorridendo, le si avvicinò e l'abbracciò lievemente, dicendole all'orecchio: "Vedi di non farmi scherzi, stavolta..! Anche se arriva il messaggero, non ti muovere! Al mio ritorno voglio trovarti qui dove ti ho lasciata."

"Agli ordini!!" rise Rinoa.



Il gruppetto partì velocemente verso sud, mentre Rinoa, assonnata, non ci mise molto a riaddormentarsi.
Dopo circa nove ore di viaggio, i ragazzi giunsero al deserto dei Kyactus a metà pomeriggio. Cominciarono a guardarsi attorno: solo cactus,dune e una distesa infinita di sabbia.

"Che caldoo..." disse Zell in soffiato, con la lingua a penzoloni.

"Già...si muore..." concordò Squall.

"Non lasciamoci andare, ragazzi! Stiamo attenti...Puff...Il mostro ci può attaccare da un momento all'altro...Pant...Irvine,per favore, dammi un sorso d'acqua..." disse Selphie.
Il ragazzo le passò la borraccia. "Tieni.." disse.
Dopo qualche sorso, Selphie lo ringraziò.


Rinoa dormiva già da un po', quando Edea la raggiunse.
La donna si sedette sulla poltrona e si mise a leggere un libro...
Sentì che il sonno della giovane era agitato. Infatti si girava e rigirava in continuazione, e fu sul punto di svegliarla.. Ma finalmente si tranquillizzò.
Supina, teneva le braccia sopra le lenzuola, coi palmi delle mani rivolti verso l'alto.
Ad Edea cadde l'occhio proprio su di essi...

"Cos'è...questo..?" mormorò, avvicinandosi al letto.

Le guardò i palmi delle mani.
Sul destro, c'era uno scarabocchio viola, che aveva la forma di una chiave.
Sul sinistro, invece, un segno come marchiato a fuoco. Una stella a cinque punte cerchiata:
il simbolo del male.
Edea trasalì.
"Che.. diavolo ...?"
Sfiorò entrambi i palmi con le dita, ma tutti e due i simboli sparirono al suo contatto.
Rinoa si svegliò di soprassalto, col fiatone.
"Che .. c'è?" chiese.
Edea, allontanatosi di qualche passo mormorò: "N-niente, niente..."

La donna scese le scale, appena uscita dall'appartamento di Rinoa e Squall.
Era chiaro cosa fossero i simboli sulle mani della ragazza...Ma non si spiegava il loro significato...
Venne avvicinata da Shu.

"Edea ... ho completato la ricostruzione del marmo...L'incisione è,all'80%, "M-5"..."

"Grazie, Shu.. Ottimo lavoro..." disse.

"Accidenti...sempre queste lettere come se stesse giocando a battaglia navale...Ne sappiamo quanto prima...!" pensò.

Stava già calando la sera...
Il pendolo del corridoio est suonò le 20.
Rinoa, dopo che Edea se n'era andata, chiuse la porta a chiave dietro di sè e l'appoggiò sulla scarpiera.
Tornò a dormire.

 


"A...aspettate un attimo!!" gridò Irvine a Selphie e a Squall, avanti di lui di una decina di metri.

"Zell è scomparso!!" esclamò.

"Cosa??" dissero i due.

Irvine li raggiunse e spiegò: "Pochi istanti fa...era dietro di me. Stavamo parlando...tre secondi dopo mi sono voltato...E lui non c'era più!!"

Squall si guardò attorno preoccupato: Zell era sempre stato un birbante, ma non fino a quel punto...
Cercando di dare una spiegazione a quello che stava succedendo, sentì odore di muffa...

Irvine non credeva ai suoi occhi.
Una mano scheletrica di zombie, grossa come un essere umano, usciva dalla sabbia...
Non fece in tempo ad avvisare Squall, che venne afferrato con forza.
In pochi istanti non solo uscì la mano per intero, ma emerse anche l'altra, che teneva ben saldo Zell, il quale tossiva per la sabbia ingoiata.
Quando, infine, emerse anche la testa e il busto, i quattro capirono che si trattava di Galganthur.

"Squall!! Zell!!!" strillò Selphie.

"Tenete duro, ragazzi!!! Arriviamo!!" esclamò Irvine.
I due liberi cominciarono ad attaccare la testa e il busto di Galganthur.
Purtroppo, dopo pochi minuti, il mostro pensò bene di farsi scudo con le mani...E di certo, Squall e Zell non potevano rimanere coinvolti!
Irvine,con un lampo di genio, lanciò un Med dell'eroe su entrambi, così Selphie poté invocare sul mostro una Sancta dopo l'altra e Irvine sparò decine di colpi vibranti.
Ebbero la meglio sul mostro che, ferito gravemente soprattutto al busto, stramazzò al suolo morto.

"Questo non aveva colpi finali, vero?" chiese Zell.

"No..credo proprio di no..." rispose Selphie.

L'incisione trovata era:

"I-9"

Soddisfatti, i quattro amici tirarono un sospiro di sollievo.

"Torniamo al Lagunarock, prima che ci congeliamo..."

In effetti, con la sera, la temperatura era scesa di parecchi gradi.




Rinoa spalancò gli occhi.
A pochi centimetri da lei c'era il messaggero, illuminato da una luce bianca bellissima.
Le era sparito tutto, emicrania e capogiri...
Che fosse stato...lui...?
Prese la pergamena sigillata e la lesse:

"Foglie a destra, luce zero
Rami a sinistra, un incubo vero.
Un posto più oscuro non potevi aspettarti,
Alza la guardia, ma non fermarti.
Lui ti insegue, può analizzarti,
E, volando, può colpirti!"


Sospirò.

Quando il messaggero si voltò per andarsene, Rinoa lo trattenne per il mantello.
"Aspetta..." gli disse. "...Chi sei...tu?"
Lui, voltando appena il capo, tacque.
Rinoa lo supplicò: "Ti prego...chi sei? Perchè fai tutto questo per noi?"
Il messaggero, ancora con il capo leggermente voltato verso di lei, rispose: "Io...io sono un angelo..."
Appena finì la frase, due ali bianche si materializzarono sulla sua schiena, coperta dai lunghi capelli castani.

Aveva parlato...
Il messaggero aveva parlato!!
Era la prima volta che sentiva la sua voce...

Era...strana...
Se l'era immaginata diversa..
Che strana voce aveva per essere...

Rinoa mormorò: "Ma tu...non sei un..."

Il messaggero si voltò di scatto ed esclamò: "Attenta!!!"
Una nube viola apparve in mezzo alla stanza...
E poi, una miriade di raggi di luce andarono a compattarsi, formando una figura umana.
Il messaggero, estraendo lo spadino dalla fodera, andò incontro alla luce, che, strano ma vero, aveva un non so che di tremendamente oscuro...
Ma lei lo respinse, costringendolo a scomparire...

La figura, prima fatta di luce, si materializzò.
Rinoa rimase interdetta.
Aveva paura...!!
Voleva scappare, voleva urlare...
Ma allo stesso tempo c'era qualcosa che la faceva rimanere lì, immobile...
Era come se..ne fosse attratta...
Come se la luce la stesse tirando per le braccia!!

Mormorò: "D'argento..."
La ragazza veniva pian piano trascinata dalla luce...
"Sono.. d'argento...Come sono.. belli..."



Squall e gli altri tornarono al Garden la mattina dopo, all'alba delle cinque.
Nell'atrio incontrarono Edea, che chiese loro: "Tutto bene?"
"Sì, grazie." rispose Squall,  "Abbiamo anche la sesta incisione...E il messaggero si è fatto vivo?"
"Da me no..."

 

"Come..no? Dobbiamo sbrigarci...!"


"Forse è andato da Rinoa, ma lei non mi ha fatto sapere niente... L'ho lasciata ieri sera che dormiva in piedi, probabilmente non s'è neanche accorta..."

Squall salì le scale in fretta e abbassò la maniglia della porta.
Chiusa.
Prese le sue chiavi e aprì.
Camminò per il corridoio, raggiungendo la camera da letto.
Si preparò un gran sorriso per Rinoa, ma...
Non era lì...
Il letto aveva le lenzuola risvoltate, e su di esso c'era la pergamena già srotolata.
La lesse velocemente.


"Rinoa?" disse, cercandola per l'appartamento.
Nel salotto non la trovò.
Neanche in bagno.
I balconi erano deserti...
"Sarà in giardino a prendere una boccata d'aria..." pensò, tornando verso l'ingresso.

Sudò freddo.
Si ricordò che la porta d'ingresso era chiusa a chiave, quando era tornato.
Forse dalle finestre...!

...No, chiuse anche quelle..!
Aprì le porte dei locali con forza; sperando di trovarsela nascosta in qualche armadio, aprì le antine di ogni mobile, guardò sotto il letto, sotto i tavoli e dietro le tende...

Come Giulia...
No!!
Non poteva essere vero!!!

Correndo come un pazzo per l'appartamento, gridò a gran voce: "Rinoa!!!"
Sull'orlo di una crisi, urlò:  "DOVE SEI,RINOA!!!!!"

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Capitolo 9
*** SESTO GIORNO ***


Lo raggiunsero nel suo appartamento, all'ultimo piano, e non appena entrarono lo videro per terra, con il viso rivolto verso il basso, coperto dai capelli.
Lo fecero alzare e lo invitarono a sedersi sul divano in salotto.
La sua espressione...E il suo sguardo così vuoto...
Tipici del vecchio Squall.
Però, nemmeno quando era soprannominato "lupo solitario" aveva mai avuto un'espressione così agghiacciante sul viso...
Qualcosa non andava...

"Dov'è Rinoa?" gli chiese Edea.

Squall alzò lentamente il capo e disse:  "Non lo so..."

Zell avanzò di qualche passo verso di lui e mormorò:  "Cos'è successo?"

"Non è successo niente...Zell.."
"Squall...spiegaci!!" esclamò Irvine, notando lo stato di trance dell'amico.
Lui si mise le mani nei capelli ed urlò:  "Lei non c'è!!!"
I ragazzi rimasero come pietrificati dalle sue parole.
No...Anche Rinoa...?
Ci pensò Squall a confermare:  "...Era tutto chiuso...E lei.. è sparita."

Non sapeva come spiegare una cosa del genere.
Praticamente non aveva visto niente, neanche una misera traccia di quello che era successo!
Uno straccio di particolare, che avrebbe potuto far nascere delle ipotesi, non c'era.
Ed era questa la cosa più irritante...
Per la seconda volta in neanche una settimana era successo, e, come Giulia, anche Rinoa era sparita, rapita da chissà chi e per chissà quale motivo...
Denaro?
Posizione?
Potere?
Chi lo sapeva...Almeno qualcuno si fosse degnato di rivendicare il fatto e pretendere qualsiasi cosa come riscatto!!
Avrebbe dato tutto quello che aveva pur di riavere Rinoa e Giulia indietro...
Ma perchè diavolo nessuno si faceva vivo???
E poi...Squall pensava anche alla vita dentro Rinoa...
Se gli fosse capitato qualcosa...
Se Rinoa avesse perso il bambino, lui...!

Si arrabbiò con il messaggero, che non aveva fatto altro che portare dei fogli ingialliti con degli scritti, che portavano ad incisioni inutili.
Cosa se ne faceva di quei pezzi di marmo?
Erano antichi, sembravano risalenti a migliaia di anni prima. Avrebbe potuto venderli bene a qualche archeologo, tanto...non servivano ad un bel niente.
Era stato tutto un semplice gioco del cazzo.
Avevano risolto sei "enigmi", se così li si poteva chiamare, senza ancora trovare una possibile via da seguire per ritrovarle.
Squall era stufo, ormai...
Ma non poteva negare che il punto era sempre quello: come venirne a capo? Si era ficcato senza volerlo in una situazione che non aveva fine...
Aveva dovuto per forza affidarsi al messaggero, che a quanto pare si divertiva a prenderlo in giro...
Oltretutto, dopo la figlia, gli avevano anche portato via la moglie...
E questa era la cosa che lo faceva cadere nello sconforto più nero...
Era rimasto solo...Solo contro un nemico di cui non si sapeva nè il nome nè le intenzioni...
Dannazione...
Più ci pensava e più la rabbia saliva.
Più cercava di trovare spiegazioni, e più l'ansia aumentava...
Più si sforzava di convincersi che Rinoa e Giulia stavano bene, e più aveva paura...
Paura che non ci fosse più nulla da fare...

Aah!!
Basta, per la miseria!
C'è troppo casino!
Tutte queste voci che non smettono di parlare un momento di me,Rinoa e Giulia...
Edea continua a ripetere che non sente Rinoa da nessuna parte...
E io...sento troppo rumore...
Mi dà un fastidio...!
Mi entra nelle orecchie, raggiunge il cervello e passa ai nervi tesi, che mi pulsano alle tempie...
Voglio stare da solo...

Squall si alzò di scatto e cacciò fuori tutti dall'appartamento, richiudendo la porta dietro di sè.
Si appoggiò con la schiena alla porta e si lasciò scivolare a terra, coprendosi gli occhi, che si stavano riempiendo di lacrime, con le mani.
Non ce la faceva davvero più...
Edea aveva detto che non sentiva le loro presenze...
Ma lui non voleva crederci...
Perchè, altrimenti, il messaggero avrebbe continuato a mandare messaggi?
Forse...si stava davvero divertendo alle sue spalle...
E allora...
Allora lui si stava illudendo???


Nel pomeriggio Seifer e Quistis tornarono dal viaggio di nozze.
Cid andò a riceverli per primo e Edea, che lo raggiunse dopo pochi minuti,se li ritrovò davanti sorridenti e abbronzati.
Si sforzò di sorridere, mentre andava loro incontro...
Mentre anche gli altri erano venuti a salutarli, la donna chiese al marito:

"Non gliel'hai ancora detto, vero..?"

Cid scosse il capo.
Edea sospirò.

"Tocca proprio a me farlo..?...Ho capito..."
Prese coraggio e li invitò a seguirla nell'ufficio.



Per ore non aveva voluto vedere nessuno, e la sua tensione non era diminuita.
Non riuscì a trattenere un conato di vomito.
Corse in bagno.
Rimessosi in piedi, stava peggio di prima.
Tirò l'acqua e si sciacquò il viso e le mani.
Ancora con delle goccioline d'acqua sul viso, si specchiò.

Eccoti qui, Squall Leonhart.
Eccoti qui, povero sfigato di sempre.
Sei sull'orlo della disperazione totale...



Si asciugò il viso e si incamminò lentamente verso la camera, sdraiandosi supino sul letto.


Non ce la faccio più...
Adesso sono arrivato al limite.
Non è giusto...
Non posso non sapere nulla di mia moglie e di mia figlia...
Non possono essere sparite nel nulla così...
Io ho il diritto di sapere...Di salvarle...!
E invece...non ne so nulla...


Non ce la faccio più...

-E come potresti...?-

Il mio cuore non può sopportare oltre...

-Povero Squall..Sei sempre il bersaglio di qualcuno, non hai mai pace...-

Mai...

-Appena ricevi una bella notizia, eccoti la disgrazia dietro l'angolo...Vero?-

Vero...

-Non puoi resistere più di così...-

No, non posso...

-Sei stanco...Troppo stanco...-

Sono stufo marcio...

-Tua moglie non c'è più...-

Rinoa è morta...

-Tua figlia è caduta vittima di Ade...-

Giulia è morta...

-E anche tuo figlio non ancora nato...-


"Ma chi..?" mormorò Squall, aprendo gli occhi e guardandosi attorno.
"Cosa...?!" esclamò.
Squall era circondato da luci bianche dalla voce femminile.
Erano due.. spiriti?
Improvvisamente si materializzarono, e divennero due donne, una alla sua destra e una alla sua sinistra.
Quella di destra era vestita di blu e viola, l'altra indossava un lungo vestito rosso. Entrambe avevano la pelle bianca e i capelli d'argento, raccolti con un diadema del colore del vestito.
"Chi siete.. voi?" mormorò.

-Noi siamo coloro che dicono la verità..-

"La verità..?"

-Leggiamo dentro di te e ti facciamo ammettere quello che pensi,nel profondo della tua anima...-

Squall non era granché consapevole di quello che gli stava succedendo.
Era debole, indifeso e tanto, tanto confuso. E le due donne se ne stavano approfittando.

-Squall...tu sei triste...- gli sussurrarono all'orecchio.

Triste...

-E ti senti in colpa...per quello che è successo...-

Per quello che è successo...

-Potevi evitare che questo avvenisse, se solo
avessi ascoltato la voce di Rinoa...-

................

-Se solo avessi ascoltato tua moglie...-

Già.. Se solo l'avessi portata con me! Non le sarebbe successo niente...

-...Non hai più scopi qui,ora...-

Non ho più scopi.. Non ho più niente qui...

-Cosa ci fai, qui?-

...Cosa ci faccio, qui?

-Il tuo posto è con tua moglie e con i tuoi figli...-

Sì...con loro.

-Ma loro non sono più in questo mondo...-

No...non lo sono, no...

Presero Squall per le braccia e lo trascinarono giù dal letto, invitandolo verso il balcone della camera.

-La senti, Squall...? Lei ti chiama...-

Mi chiama...?...Rinoa...

-Lei ti vuole con sè... E a te non importa di lasciare questo mondo, vero?-

Vero...

-Non disperare...Adesso noi ti aiuteremo a raggiungere le persone che ami...-

Mi aiuterete...

-Ecco...Stai per raggiungerle...-

Squall era in piedi sul bordo del balcone.
Non era più in lui...
Pensava solo a Rinoa e a Giulia...
Vedeva solo loro davanti a sè...
E le due donne stavano per spingerlo giù...

-Buon viaggio...- dissero, avvicinando le loro mani alla sua schiena.
Improvvisamente, una venne stritolata, l'altra decapitata, per poi sparire in una nube di fumo viola.


"Squall!!" strillò Quistis, mentre il proprietario dell'Hyperion lo tirava giù dal balcone e lo trascinava in camera.

"Sei impazzito, amico?" gli disse, schiaffeggiandolo per farlo rinsavire.

Lo fecero distendere e gli fecero bere un po' d'acqua.
Si riprese.

"Seifer?" disse, aprendo gli occhi di scatto.

"Menomale, pensavamo di non arrivare in tempo!" disse lui, voltandosi verso la moglie.

Anche Squall voltò il capo, riconoscendola: "Quistis..." mormorò.

"Ci hai fatto prendere un colpo, sai?!"  esclamò lei.

"Scusatemi amici...non riuscivo a liberarmi da quegli spiriti..."

"Ma quali spiriti?.. Quelle erano streghe." disse Seifer.

"Streghe...?"

"Già. Edea ci stava parlando nell'ufficio di Cid, quando ha avvertito delle presenze negative all'ultimo piano. Abbiamo capito subito che erano qui per te..." spiegò Quistis.

"Ma tu sei tutto scemo!!Come puoi farti ammazzare da quelle" esclamò Seifer.

Il ragazzo si ritrovò una gomitata nello stomaco.

"Squall...Edea ci ha detto tutto...Ci dispiace tanto..." disse la ragazza.

"Grazie..."

"Ma non devi disperarti!! Ci siamo qui noi a darti una mano!" intervenne Selphie, entrando con Zell, Irvine ed Edea.

"Tutto bene, Squall?"

"Sì, Irvine...grazie.."

Edea si avvicinò e si sedette ai piedi del letto, dicendo: "Capiamo quanto possa essere doloroso....Ma qualcosa mi dice che siamo quasi alla fine,Squall..."

Il giovane scosse il capo.

"Madre...hai detto che non senti le presenze di Rinoa e Giulia..."

"No...Ma credo che siano ancora vive... Altrimenti perchè avrebbero cercato di ucciderti?"


Zell annuì:  "Sono d'accordo. Tu potresti liberarle, e per "loro" questo sarebbe un ostacolo al "loro" progetto, evidentemente..."

"Chissà poi quale progetto..."si chiese Quistis.

"Non dobbiamo abbatterci proprio adesso..."

"Già..."

"Qual è la prossima destinazione?" chiese Selphie.

Squall alzò il capo:  "...Ci fidiamo ancora del messaggero?"

Edea intervenne: "Non abbiamo una vasta gamma di scelta.."

"Effettivamente..." disse Squall.

"E comunque, a me ispira fiducia!" esclamò Selphie.

"A te tutto ispira fiducia..." disse Zell.

"Comunque..." interruppe Irvine, "La pergamena parla di una foresta..."

"Generico..." giudicò Seifer.

"E' vero, non è preciso, stavolta... Comunque, ragionandoci sopra, ho pensato che l'unica foresta dove non c'è mai luce, nemmeno di giorno, è quella nel continente di Esthar."  disse Irvine.

"Il Bosco Grandidieri?" chiese Edea.

"E' vero! Potrebbe essere quello!" concordò Zell.

"Bene...Allora andiamo!" disse Squall.

"Ehi,  dove credi di andare tu?" lo fermò Seifer.

"Non mi sembri molto a posto, in questo momento, perciò tu te ne stai qui buono..."

"Ma..."

"Ci andiamo io e Seifer..!" propose Quistis.

"Non voi, ragazzi...siete appena tornati.." disse Edea.

"Ma non abbiamo fatto niente finora. E poi, qualcuno di affidabile deve rimanere qui con
Squall...Sicuramente tenteranno ancora di farlo secco, e se fa come oggi..."


"Ok, ok!...Sto qui!" borbottò Squall.

"Però...volete andare solo voi? Portatevi qualcun altro, per sicurezza..."

"E chi? Se non ricordo male, Irvine è uno zero in "senso dell'orientamento"..."

"Vero." dissero in coro.

"Oh, ma ce l'avete tutti con me?" bofonchiò.

"Mi offro volontario!!" esclamò Zell.

"...Di male in peggio..." bisbigliò Irvine.

"Ti ho sentito, traditore!!"

"Allora vengo io!" disse Selphie.

Quistis soffocò una risata. "Selphie, sei sicura? Mi sembrava che tu avessi il terrore dei ragni..."

"Ah, no!!! Allora non vengo..."

I ragazzi si guardarono per qualche minuto.
Poi Seifer prese parola: "Non vi preoccupate, state qui con Squall, che è quello che ha più bisogno di aiuto.. Andiamo solo noi.. Ce la caveremo!!" esclamò Seifer.

"Ok. Spiegateci cosa dobbiamo fare..."disse Quistis.

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Capitolo 10
*** SESTA NOTTE ***


Seifer e Quistis, essendo la prima volta che avevano a che fare con questa faccenda, vennero ammoniti sul fatto che avrebbero sicuramente incontrato un nemico, se il Bosco Grandidieri fosse stato il posto giusto.
Quando Cid venne a sapere che sarebbero andati soli, e per giunta di notte, in quel posto raccapricciante, si oppose: "Portatevi almeno qualche SeeD..." disse,  ma Seifer era fermamente convinto che non ce ne sarebbe stato bisogno, così Cid si arrese..
I due novelli sposi partirono con il Lagunarock in serata.
Intanto Edea avvisò sia Caraway che Laguna di quanto era successo a Rinoa. Caraway, alla notizia, ebbe un malore, sebbene Edea avesse usato più delicatezza possibile per dirglielo. Il presidente, così, dovette restare a Deling City, a letto e controllato. Laguna invece, preoccupato anche per Squall, appena riattaccato il telefono, salì sul suo Lagunarock e si precipitò al Garden.

"Forse era meglio venire con qualche SeeD..." farfugliò Seifer, tra sé e sé.

"Come?" chiese Quistis, guardando il giovane marito.

"Ah, niente niente!! Ah ah!!"  finse lui.

"Ti ho sentito, comunque." concluse la giovane.

"...Ehm! Andiamo!!" esclamò Seifer, cercando di cacciare via la tremarella.

In effetti, non aveva tutti i torti, quel posto non era dei più rassicuranti. Innanzitutto non si vedeva niente già fuori dalla foresta: nel cielo non c'era neanche una stella, erano tutte coperte da un fitto strato di nubi scure...E la luna...Neanche la luna era visibile.
Inoltre, e questo era il peggio, dei rumori inquietanti provenivano dal bosco.
Per concludere il simpatico quadretto, poi, cominciò a piovere.

"Accidenti!! Ci conviene entrare!" esclamò Seifer.

"Sì...Speriamo che non sia un temporale, però..." disse Quistis, correndo verso i primi alberi secolari.
Come non detto.
Ci fu un lampo, seguito poi dal primo tuono pochi istanti dopo.

"Maledizione...siamo proprio sfigati.." disse, strizzandosi leggermente i capelli umidi.

"Già, ma non abbiamo altra scelta, tesoro..." disse lui, abbracciandola.

"E' vero... Speriamo almeno che duri poco.."



Zell accolse Laguna che, appena atterrato al Garden era corso nell'appartamento del figlio.

"Com'è successo?" chiese.

Zell sospirò. "Magari lo sapessimo..."

"E Squall come sta?"

"...Sta sicuramente meglio di ieri...C'è mancato poco che si suicidasse..."

Laguna sgranò gli occhi. "N-non ti preoccupare, adesso ti prego... Vieni. E' di là."

Appena lo vide pallido e trasandato com'era, corse al suo capezzale.
Squall disse: "Sto bene, papà."

"Squall...mi dispiace.."

Lui annuì. "Non so come sia potuto succedere..."

"Non ti preoccupare di niente.. Stai tranquillo..."  lo rassicurò.


Irvine stava facendo quattro passi nel corridoio principale. Non aveva per niente sonno.
Aveva visto Selphie addormentarsi sul divano, stringendo Spike in un abbraccio materno. Forse aveva paura che potesse succedere anche a lei quello che era capitato a Rinoa e a Giulia...
Il ragazzo, sveglio più che mai, era deciso ad occupare il suo tempo pensando ad un possibile collegamento tra il messaggero e quello che era capitato a Rinoa e a Giulia. Però era davvero difficile trovarlo. Tutto era veramente un mistero, forse neanche uno strizzacervelli ci avrebbe capito qualcosa.
Guardò l'ascensore, che era fermo ai sotterranei..

"Chi è sceso lì?"  si chiese.

Dopo che Norg era stato ucciso, Edea e Cid ci avevano fatto costruire una biblioteca particolare, a cui solo pochi avevano la possibilità di accedere. Lui era uno di quei pochi che potevano visitare quella biblioteca fatta esclusivamente di libri proibiti, di magia nera e vecchissimi volumi sull'arte dell'invocazione...
Salì sull'ascensore, digitò il codice segreto e scese nei sotterranei. Quando arrivò, trovò Edea circondata da decine e decine di tomi ingialliti, dalle pagine spesse e dalle copertine in cuoio.

"Ah, Irvine.. sei tu..!" disse, alzando appena il capo.

"Ciao Madre.." la salutò, avvicinandosi velocemente e dando un'occhiata ai volumi aperti: libri di magia.

"Non riesci a dormire?" gli chiese.

"No...Neanche tu, vedo.."

Edea sorrise. "Come potrei? Con quello che ho in mente, è impossibile..."

"Posso chiederti cosa stai cercando?"

"Non sto cercando più niente... Ho già trovato tutto!! Forse ci aiuterà a chiarire qualcosa... Vieni qui, ora ti spiego."

Irvine prese una sedia e si sedette vicino ad Edea.

La donna cominciò: "Ho notato dei simboli, sui palmi delle mani di Rinoa, prima che sparisse..."

"Simboli...?"

Edea annuì. "Anche l'ombra del lago Obel aveva accennato qualcosa... Ma me ne sono ricordata solo adesso..."

"Cosa aveva accennato?" le chiese.

"..Al rapimento di qualcuno di noi.."

"...Rinoa..."

"Esatto.. Sul palmo destro ho visto una chiave, mentre sul sinistro una stella rovesciata cerchiata..."

"Il ... Male?"

"Sì. Ma non ne sapevo molto, non mi ricordavo nient'altro.. Così ho voluto cercare sui miei vecchi libri di magia... E ho trovato quello che volevo... Leggi.."

Irvine lesse quello che Edea gli aveva indicato, sul libro che teneva in mano: 

"CHIAVE DI HILDA: descritta dal grande profeta Hyne come la chiave in grado di aprire porte spazio-temporali tra i mondi. Di forma allungata, ha come caratteristica principale una lettera greca incisa."

"Quella sulla mano di Rinoa era la Alfa.. Me la ricordo bene..."

Irvine rilesse un'altra volta il paragrafo relativo alla chiave: non era un mago, e non ci stava capendo un granché.

"Leggi qui, adesso.." disse Edea, prendendo un altro libro e porgendolo al ragazzo. Gli indicò il trafiletto.

"STELLA A CINQUE PUNTE ROVESCIATA E CERCHIATA: simbolo indiscusso del Male e della magia nera di livello massimo. Con questo simbolo, si marchiano coloro che hanno la capacità di utilizzo di magie come Ultima, Flare, Meteor, Ade, Antima, Maelstrom e Apocalypse."

Finito di leggere, Irvine guardò Edea.

"Non ci ho capito molto..." ammise, "Nel senso...Cioè.. cosa c'entra con Rinoa?"

Edea, invece, mormorò: "Non possiamo esserne sicuri.. Ma forse ho un sospetto..."  cominciò, poi continuò farfugliando: "Non è che Rinoa...?"

Si interruppe.

"Madre.. cosa vuoi dire?"

"No...Non è possibile...Non è lei..."



Quistis e Seifer, dopo essersi inoltrati nel bosco, avevano incontrato Trythos.
Non senza difficoltà erano riusciti ad affrontarlo e ad infliggergli colpi pesanti.
Infatti, il mostro era debole agli attacchi di elemento fuoco, e Ifrid era stato richiamato più volte, anche se la pioggia aveva un po' indebolito le sue Fiamme Infernali.
Purtroppo il problema era stato proprio il temporale...
L'elettricità dei fulmini che cadevano sul bosco ricaricava pian piano il boss e i due ragazzi avevano dovuto farsi in quattro per batterlo il più velocemente possibile.
Nonappena lo sconfissero, recuperarono l'incisione e cercarono di uscire dalla foresta, ma il Lagunarock era troppo lontano.
Fortunatamente, si trovavano nelle vicinanze del Santuario dei Chocobo, dove inspiegabilmente c'era sempre il bel tempo, luce e tranquillità.
Corsero lì, ci arrivarono fradici, ma tutti interi.
Ebbero il tempo per leggere l'incisione:

"I-6"

Aspettarono che il temporale finisse.
Erano già quasi le quattro del mattino.



Il messaggero, nel frattempo, sorprese puntuale Edea ed Irvine in biblioteca.
I due, istintivamente, lo avevano guardato quasi in cagnesco: forse era presente nel momento in cui Rinoa veniva rapita...
Non disse una parola, abbassò solo la testa e consegnò come sempre la pergamena, andando via subito.
Irvine aprì il foglio.
Questa volta, prima dell'enigma, c'erano scritte due parole...
"Non ho saputo difenderla. Perdonatemi."
I due si guardarono: dovevano credergli?
Comunque, Irvine non perse tempo, e lesse subito il nuovo enigma.



"In mezzo all'oceano, attorno c'è il Nulla.
Per lei, questo posto, era come una culla.
All'ultimo livello, Ultima più non c'è,
Al suo posto c'è lui, e aspetta te!"


"Ultima Weapon...?" mormorò Irvine, "..Allora la nuova meta è L'isola di ricerca sottomarina!!"

Corse ad avvisare Squall e gli altri all'ultimo piano, ma non li trovò come credeva di trovarli.
Il ragazzo rimase a bocca aperta, non ci poteva credere.
Con il buio della notte, risplendevano ancora di più...

Stavolta erano in quattro.
Quattro streghe dai capelli argentati stavano combattendo contro Zell e Squall.
Laguna era a terra.
Irvine si unì al combattimento e in breve tempo riuscirono ad ucciderle tutte, vedendole poi scomparire in granelli di luce viola.
Squall aiutò il padre a rialzarsi. Laguna disse: <>
Risero.
Zell, poi, domandò: "...Nuova?"

"Sì, fresca di stampa..!!"

"E bravi Quistis e Seifer!!"  esclamò Squall.

"Partiamo subito?"

"No, aspettiamo che tornino gli sposini..." disse Squall.

I quattro si divisero. Laguna, Zell e Irvine tornarono nelle loro stanze.


Quando si svegliò, era già mattina.
Alzò un po' la testa e fece scorrere i suoi occhi chiari per tutta la stanza...
Era incredibile..
Aveva solo sognato quel castello di pietre ammuffite, oppure... era tutto vero??
Si strofinò gli occhi, e poi li riaprì.
No, non si stava sbagliando...
Era proprio nella sua stanza.
Si alzò.


Squall entrò in bagno e si tolse di dosso il pigiama, buttandolo svogliatamente in lavatrice.
Poi, si intravide nello specchio...
Che mostro. Aveva due occhiaie da paura.
E poi, erano giorni che non si faceva la barba.
Si toccò mento e mascelle: eh sì, si era proprio dimenticato di radersi, ormai era cresciuta un po'. Era ora di farla.
Prese il rasoio elettrico, inserì la spina nella presa e lo accese.

"Papi..."
Gli parve di sentire, nel rumore fatto dal rasoio.
Sbuffò. Era proprio rimbambito, prima si stava facendo ammazzare da due streghe, e adesso sentiva pure le voci.

"Papi..."
Sentì di nuovo.
Gli mancavano ancora le basette da sistemare, ma lui spense tutto e si mise ad ascoltare.
Silenzio totale.

Scosse il capo e sbuffò.
Stava quasi per riaccendere il rasoio, quando sentì ancora:
"Papi..."
Ebbe un tuffo al cuore..
Corse fuori dal bagno e andò nel corridoio, avendo come destinazione la camera di Giulia.
E invece, arrivato nella stanza sua e di Rinoa, non credette ai suoi occhi.
Giulia era lì, vicino al letto.
Quando si accorse di lui, lo guardò negli occhi, e gli sorrise.

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Capitolo 11
*** SETTIMA NOTTE ***


"Papi.. non mangi il gelato??"

A queste parole, Squall si riprese. Si era imbambolato a guardare la sua bambina, mentre mangiava avidamente il suo gelato, seduti su una panchina al porto di Balamb.
Le sorrise: "Certo, tesoro..."  disse, accarezzandole il suo capo bruno.
Sembravano le tre di un pomeriggio come tutti gli altri...già, sembrava un giorno normale, se non fosse stato che qualche ora prima sua figlia era tornata, dopo essere stata rapita.
Tornata a casa...!!
Non ci poteva credere. La sua piccola dolcissima Giulia era di nuovo a casa. Poteva di nuovo stringerla a sé, coccolarla, sentirla vicino. Quando se l'era ritrovata davanti non ci aveva creduto: non era riuscito a capire se la bambina che vedeva davanti a sé fosse veramente sua figlia o solo il risultato della sua tremenda voglia di rivederla. Gli era sembrato talmente impossibile che se n'era rimasto immobile come uno stoccafisso per qualche secondo, finché lei non l'aveva fatto tornare alla realtà. Sorridendo, lo aveva chiamato: "Papi..."
Squall si era smosso, non era riuscito a trattenere le lacrime di gioia, che scendevano velocissime dagli occhi, e le era corso incontro, prendendola in braccio e stringendola forte.
Senza dire una parola. E cosa avrebbe dovuto dire, in fondo?? I suoi gesti si spiegavano da soli...
Quando Edea si fece viva per informarlo del ritorno di Seifer e Quistis dal Bosco Grandidieri, e l'aveva visto in compagnia di Giulia, c'era mancato poco che svenisse. Poi però, riprendendosi, abbracciò entrambi e corse ad avvisare gli altri piangendo.
Dopo aver brevemente festeggiato, decisero di riunirsi per organizzare la missione all'Isola di ricerca sottomarina.
Squall decise invece di non partecipare alla riunione, preferendo stare con sua figlia.
Non le staccò gli occhi di dosso neanche un momento...
Troppa era la paura che gliela portassero via di nuovo, troppo era il timore che le streghe argentate si rifacessero vive per lei...
Non senza l'amarezza nel cuore per l'assenza di Rinoa, Squall aveva deciso di portare la bimba a Balamb, la cittadina che sprizzava tranquillità e pace da tutti i pori.

"Sei tornata, piccola mia..." aveva mormorato, una volta in macchina verso Balamb.
La bimba annuì, ridendo, abbracciando quel suo papà così premuroso.
Una volta a Balamb, i due avevano girato un pochino il paese, mano nella mano, gustandosi un fresco gelato, piacevole in una calda giornata d'estate.
Per un attimo aveva perfino immaginato che l'altra mano di Giulia fosse stata stretta da Rinoa... Come facevano sempre.
Loro tre, che presto sarebbero stati quattro, in giro per la città, sempre tenendosi per mano. Sempre uniti, sempre insieme.
E per un attimo, seduti sulla panchina, aveva avuto paura che Rinoa non avrebbe fatto più ritorno. O che sarebbe tornata, ma la loro gioia di diventare genitori per la seconda volta fosse svanita nel nulla.
Poi Giulia l'aveva richiamato un'altra volta: "Papà, ti si sta sciogliendo il gelato..."
Tornò sulla terra e la guardò. Sua figlia aveva veramente la forza di fargli tornare il sorriso...
Finirono il gelato e poi decisero di andare un po' in riva al mare.
La spiaggia era piena di gente, in costume, che si godeva quel poco di sole che ancora non era coperto dalle nuvole: infatti si stava avvicinando un temporale estivo.
Camminando sulla riva, Giulia gli chiese: "Papà..la mamma non è qui?"
Squall scosse il capo.
La bimba lo guardò in viso, dal basso, senza riuscire a vedere che dai suoi occhi era sfuggita una lacrima.

"Le è successo quello che è successo a me, allora.. vero?"

"Sì...Giulia.."

La piccola attese un po', prima di dire: "..Sai, papà..? Forse la mamma era nello stesso luogo in cui io..."

Non finì la frase.
Un lampo fece sussultare i bagnanti e un tuono in lontananza li fece mormorare.
Squall si era fermato e si era inginocchiato davanti alla figlia. Ora erano faccia a faccia.

"Giulia...Dici davvero?" le chiese.

La bimba annuì, mormorando: "Ma non sono sicura.."

Squall le chiese di raccontargli quello che si ricordava di quei sei giorni passati lontano da casa. La bambina disse che si ricordava ben poco. Per la maggior parte del tempo era sotto l'influsso di Morfeo, perciò non aveva fatto altro che dormire in quella stanza di un castello, ammuffito e vecchio, ma accogliente. O almeno così era il luogo in cui era stata rinchiusa.
Fuori dalla finestra poteva vedere solo pietre e Gargoyles...

"Non mi hanno trattato male..." disse, "Soprattutto la signora incappucciata è stata gentile, con me..."

"Signora incappucciata?" ripeté Squall.

Lei annuì. "Mi ha fatto visita qualche volta. Poi, l'ultima volta che ero sveglia mi ha detto che potevo andare a casa dal papà..."

Squall corrugò la fronte.

Signora...incappucciata...

"Continua, tesoro.." la invitò.

"Io le ho chiesto perchè solo dal papà, e lei mi ha risposto che la mamma era lì..."

Un lampo squarciò il cielo e un tuono lo seguì, seguito a sua volta dalle prime gocce di pioggia.
La spiaggia si svuotò in fretta.

"Questo te l'ha detto ieri?" le domandò.

"Credo...credo di sì.."

Squall le chiese se ci fosse dell'altro, ma Giulia rispose negativamente.
Allora, una volta resosi conto che stava cominciando a piovere forte, la prese in braccio e tornarono in fretta alla macchina, parcheggiata fortunatamente nelle vicinanze.

Riunitosi agli amici, Squall apprese che sarebbero partiti subito. Non sapeva se partecipare anche lui oppure no, ma Laguna disse che avrebbe tenuto d'occhio lui Giulia. In fondo l'avevano lasciata andare, era poco probabile che la volessero indietro. Squall sarebbe stato più utile in battaglia che a casa...
Effettivamente l'Isola di ricerca sottomarina era molto pericolosa, e non se la sentiva di mandare i suoi amici soli contro il pericoloso nemico, che sicuramente li attendeva.
Allora partirono tutti: Squall, Zell, Irvine, Selphie, Seifer e Quistis.
Pur avendo lanciato il Lagunarock a tutta velocità, raggiunsero l'isola alle due di notte. Momento ideale per addentrarsi nel laboratorio...
Non persero tempo. Il luogo in cui avevano battuto Bahamut e Ultima Weapon era rimasto intatto, dall'ultima volta che l'avevano visto, i piani erano rimasti sbloccati, per cui scesero all'ultimo livello in fretta.
Era tutto troppo tranquillo...
I sei amici prepararono le armi con cautela, sapendo che la discesa del percorso a spirale sarebbe stata dura.
E infatti così fu.
Un gruppo di Triarchigos li attaccò da dietro e un altro dal davanti, costringendoli a dividersi per fronteggiarli. Quando la prima battaglia, non particolarmente dura, finì, il sentiero era pieno di cadaveri e di sangue, del quale si sporcarono nel proseguire verso la discesa.
Anche i Grendell e i Galkimasela non si fecero attendere. Fortunatamente erano tutti abbastanza forti da non finire fulminati nè da subire attacchi status, ma il vero guaio non era ancora cominciato.
Quando ad attaccare furono i Behemoth, il gruppo ebbe qualche difficoltà, anche perchè i colossi erano resistenti e duri da battere, e poi talvolta attaccavano con una Meteor.
Sti stronzi...
L'apice del pericolo si toccò quando raggiunsero l'area presidiata dai RubRumDragon. Dannatamente forti, come sempre. Anche dopo anni di allenamento e di esperienza sul campo, se c'era la possibilità di fuggire da una battaglia contro di loro,lo si faceva all'istante.
Avendo affrontato diverse battaglie, arrivarono alla zona dei Thytan mezzi morti. Quelli che erano in condizioni decenti attaccavano con Thundaga e Quetzal, gli altri cercavano di curare e di curarsi più che potevano.
Raggiunto il fondo, fecero di tutto per rimettersi in forze il più velocemente possibile, visto che l'odore di muffa aumentava di intensità in fretta, annunciando l'approssimarsi dell'arrivo del nemico.
Infatti, dopo pochi istanti, si alzò un vento fortissimo, che soffiava ad intervalli regolari.
Cercando di togliersi i lunghi capelli dal viso, Quistis guardò in alto, e vide che l'artefice di tutto era Tiamath, il quale restava sospeso in aria sbattendo violentemente le ali e provocando gli spostamenti d'aria.
Si prepararono alla battaglia che stava per cominciare. Il forte boss alato si diresse verso di loro in picchiata, e fece subito capire che, a distanza di anni, la sua specie non si era per niente arrugginita.
Purtroppo dovettero ammettere che era la verità. Tiamath era forte come sempre, per non dire di più: i suoi attacchi fisici erano veloci e potenti, per non parlare del cataclisma provocato dal Dark Flare, che poteva infliggere la bellezza di 8000 e più HP a ciascuno di loro.
L'ultima volta l'avevano battuto contando anche sui Med dell'eroe. Stavolta, invece, dopo tutte le battaglie sostenute li avevano finiti, per cui l'unico modo per limitare, almeno, i danni era quello di ripararsi all'inizio del conto alla rovescia.
Per questo ci misero molto a batterlo, pur essendo in sei.
Dopo essersi ripreso un attimo, Squall si avvicinò al cadavere del mostro e trovò subito il quadrato di marmo, che spiccava sul pavimento scuro.



Edea e Cid avevano tenuto compagnia a Laguna per tutta la sera, dopo aver avvisato Caraway del ritorno della nipote. Purtroppo, come sempre, non si sarebbe potuto muovere, per i suoi impegni, fino all'indomani.
Edea aveva ipotizzato che, forse, il rapitore aveva come obiettivo Rinoa e non Giulia.

"E poi ho visto dei simboli sulle mani di Rinoa..." disse.

"Quali simboli?" le chiese Laguna.

"La chiave di Hilda e la stella a cinque punte rovesciata e cerchiata..."

"Rovesciata .. e cerchiata..."  ripeté lui perplesso.

"Cosa c'è?" gli chiese Cid.

"Ho sentito nominare questi simboli da Squall..."

Marito e moglie si guardarono in faccia, stupiti.

Laguna continuò: "Li ha visti sulle mani di Giulia la sera prima che scomparisse..."

Edea sussultò, controllando le mani della bimba, che dormiva beata nel letto dei genitori, con Spike.
Sospirò sollevata: non li aveva più...

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Laguna, solo da due ore, uscì sul balcone, passando per la porta finestra della camera del figlio.
Dopo il temporale, che nel pomeriggio aveva rinfrescato momentaneamente l'aria, il caldo era tornato più afoso che mai...Ed Edea, che soffriva di pressione bassa, aveva espresso il desiderio di andare a distendersi in camera sua, accompagnata da Cid.
Stava albeggiando. E il mare, che si vedeva in lontananza oltre le foreste della Pianura di Arkland, si stava tingendo di colori scintillanti.
All'improvviso, nel cielo, una piccola luce si era accesa e si avvicinava velocemente al presidente di Esthar, affacciato ad uno dei balconi dell'ultimo piano del Garden. Lo vide.
Il cavallo bianco alato, di cui tanto gli avevano parlato, cavalcava nel cielo e su di esso una figura vestita di nero, dapprima offuscata e poi sempre più chiara, si avvicinava.
Era il messaggero.
Arrivato al balcone, scese da cavallo e si avvicinò a Laguna, porgendogli la pergamena.
Laguna lo guardò. Era minuto e di statura media, diverso da come se l'era immaginato...
Non era il classico cavaliere con l'armatura, robusto e alto.
Le linee del viso, che si vedeva dalla punta del naso in giù, erano angeliche, dolci e fini e la bocca gli mostrava un sorriso aperto e cordiale. Quel cavaliere era troppo dolce per essere un nemico...No, non era ostile. Era sempre accorso in loro aiuto, mettendoli sulla via giusta al momento giusto.
Nel voltargli le spalle per andarsene, il messaggero mostrò la sua indecisione. Faceva un passo verso il cavallo e si voltava subito indietro, verso l'uomo di mezza età che lo fissava incuriosito, tenendo tra le mani la pergamena sigillata di rosso.
Il messaggero era stato più volte sul punto di aprire bocca, ma sembrava che avesse paura di farlo. Poi, all'improvviso, scosse il capo come per scacciare la paura e disse, guardandolo: 

"..Stai attento.."

Laguna spalancò gli occhi.
Aveva sentito.
Era la sua voce...

Quando il messaggero si voltò di nuovo e camminò verso il cavallo, Laguna lasciò cadere la pergamena e lo inseguì. L'afferrò per il polso e lo fece voltare.
Lui tenne la testa bassa, per cercare di non farsi vedere in viso, ma Laguna gli tolse il cappello piumato di rosso, scoprendo il suo capo castano.
Gli sollevò il mento con l'indice, costringendolo ad alzare il suo bel viso verso il suo...
Ebbe un tuffo al cuore...
Soprattutto quando aprì i suoi stupendi occhi azzurri, grandi e limpidi, che tanto gli erano mancati. Non trovò parole per esprimere il suo stato d'animo.
Boccheggiò, cercando di parlare, ma non ci riuscì.
Allora l'abbracciò forte, senza però sentire il suo cuore battere: la morte era già sopraggiunta per quel giovane angelo, dolce e indimenticabile.



Squall lesse l'incisione:


"A-1"


Sbuffò. Non ne poteva davvero più di battere boss su boss. Voleva venire a capo di quella faccenda, ne aveva piene le scatole di andare in giro per il mondo con l'angoscia nel cuore.
Rinoa...
Voleva indietro la sua Rinoa...
La faccenda era più complicata del previsto. I rapitori di Giulia l'avevano lasciata libera...
Era un bene, ovviamente, ma perchè l'avevano rapita, allora?
C'era qualcosa che non quadrava...
"Torniamo al Garden." disse, recuperando il marmo e incamminandosi verso il sentiero tranquillamente, sapendo che nessun mostro li avrebbe attaccati.



Il messaggero se n'era andato da poco. Aveva dovuto andarsene...
Ancora Laguna trovava impossibile aver scoperto la sua identità...
Ma, pensandoci bene, era stato stupendo sapere che l'angelo della sua vita aveva continuato a vegliare su di loro, anche dopo la morte.
Laguna pianse un po', anche dopo la sua partenza obbligata.
Forse non avrebbe fatto più ritorno...
Si asciugò le lacrime e, entrando di nuovo in camera, si preparò a leggere la pergamena.
Non fece neanche in tempo a spezzare il sigillo di ceralacca: bussarono alla porta.
Appoggiò la pergamena sul comodino e andò ad aprire.

"Buongiorno signor Presidente! La vogliono al telefono." disse il centralinista.

"Vado subito.. Per favore, puoi stare qui tu a badare a Spike e a mia nipote?" gli chiese.

Quello annuì.

Laguna si diresse alla reception e alzò la cornetta. Era Kiros.

"Cosa???!!"  esclamò, evidentemente agitato.

"Arrivo subito!!! Tenete duro!!!"
Chiuse il telefono e corse fuori, dirigendosi al suo Lagunarock.
Le centraliniste, vedendolo allontanarsi di fretta, esclamarono: "Dove va, presidente!!??"
Lui non rispose.
Era talmente di fretta che se ne andò senza nemmeno riordinare il suo bagaglio.


Squall tornò in mattinata dalla missione.
"Papà?" disse, entrando nel suo appartamento.
Lui non c'era. C'erano solo Giulia e Spike, che dormivano ancora pacifici.
"Accidenti, gli avevo detto di non allontanarsi!!!", pensò.
Notò la pergamena ancora sigillata sul comodino.
La aprì di getto e rimase sconcertato, leggendo le parole:

"Di tutti gli enigmi, il più facile è questo.
E' anche l'ultimo, del resto...
Sbrigati, Squall, fa' presto:
Nella città che ha Laguna al governo,
La strega è tornata e sta scoppiando l'inferno!"


"...Papà...??"

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Capitolo 12
*** OTTAVO GIORNO ***


Alle tre del pomeriggio il Lagunarock si trovava già nei pressi di Esthar.
Appollaiati sulle montagne, Squall e gli altri studiavano la situazione.

"E adesso cosa facciamo?" chiese Seifer.

"Bella domanda..." disse Selphie, scuotendo il capo.

"Adele è stata proprio furba... Zitta zitta, quatta quatta, quella maledetta ha calcolato nei minimi dettagli la sua ricomparsa...E al momento giusto è tornata al potere senza che nessuno potesse fare niente per ostacolarla..." intervenne Irvine.

"Hai ragione..." concordò Seifer.

"Oltretutto..." cominciò Quistis, "Non ha lasciato punti scoperti in città: ci sono posti di blocco ovunque, non si può né entrare né uscire..."

"Uffa...Come se non bastasse, al telegiornale hanno detto che il presidente è stato catturato in mattinata... Chissà dov'è adesso, povero Laguna..." disse Zell, scuotendo il capo biondo.

"Che situazione..." si inserì di nuovo Seifer, "Peggio di così non poteva andare...Ma da qualche parte dovremo pur entrare!! Non possiamo lasciare che Adele faccia quello che vuole!!"

"Certo che no." disse Squall, che fino a quel momento se n'era stato zitto e pensieroso, in disparte. "Cid ha voluto a tutti i costi inviare parte dell'esercito SeeD in nostro aiuto, ma secondo me non serviranno granché... Anzi, non faranno altro che sollevare un gran polverone..."

"Beh, però i soldati di Esthar sono di nuovo agli ordini di Adele... Noi da soli non riusciremmo mai a toglierli di mezzo tutti.."

"No. Ma se togliamo di mezzo direttamente Adele il problema non di pone. Capisco cosa vuole dire Squall..." disse Seifer.

"Infatti. Ma il problema è come arrivare ad Adele senza doverci scontrare con l'esercito di Esthar.. Alla fine che colpa hanno i soldati? Fino a ieri erano agli ordini di mio padre..." disse Squall.

Già...
Suo padre.
Doveva immaginarsi che IL NEMICO avrebbe colpito anche lui..
Ormai aveva preso di mira tutta la sua famiglia..
Squall cominciava a credere che si trattasse di un complotto contro di lui.


Irvine prese la cartina e la aprì. Disse: "I SeeD arriveranno con le navi qui... sulla costa orientale. Sbarcheranno e attraverseranno il Lago Salato a piedi, giungendo ad Esthar City per sera, se tutto va liscio..."

"Abbiamo ancora circa sei ore prima che arrivino. Bisogna trovare assolutamente un modo per entrare in città!" esclamò Selphie.

"Infatti... Quando arrivano loro scoppierà il casino.." disse Squall, allontanandosi da loro per guardare meglio la città dall'alto.
"Ragazzi, spremiamo le meningi e..."

Squall sentì un forte cerchio alla testa.
Sentiva tutte le membra contorcersi, dilatarsi e contrarsi. I suoi sensi, poi, stavano scomparendo... vedeva bianco, non sentiva alcun sapore in bocca né alcun odore. Era come isolato dal mondo, non sentiva neanche più il vento premere sul suo corpo. Nelle orecchie aveva un ronzio fastidioso, assordante e continuo che, come una goccia cinese, gli stava facendo venire i nervi.
Confuso e spaventato si accasciò a terra, sotto gli occhi sbalorditi dei suoi amici. Non sentì neppure che lo stavano chiamando a gran voce.


"Squall.." si sentì chiamare, dopo qualche secondo. O almeno così gli parve.

"Chi è...?" domandò, senza ottenere risposta. Si sforzò di aprire gli occhi e, una volta riuscito, si guardò attorno.

Fino a prima di perdere i sensi c'era Esthar davanti a lui. In quel momento, invece, si trovava in un prato verde, nei pressi di un villaggio. Winhill...


"Squall.." sentì di nuovo, alle sue spalle.

Si voltò. Ellione lo salutò con un gesto della mano e gli andò incontro. Non appena gli fu vicino, mormorò: "Entrando ad Esthar dall'alto non farai che peggiorare la situazione... Migliaia di soldati hanno l'ordine di spararvi a vista..."

"Sei stata tu, quindi? Come quando mi portavi nel passato di mio padre?" le chiese.

Ellione annuì. "Scusami se ti ho spaventato... Ma era l'unico modo che avevo per avvisarti... Purtroppo sono anch'io ad Esthar, e non posso muovermi.."

"Sei con Adele?"

"No. Il dottor Odine mi ha nascosto nel laboratorio... Non preoccuparti per me, ma per tuo padre, Squall."

"Dov'è?" le chiese.

"E' al palazzo presidenziale con Kiros e Ward...e con Adele..."

"Oddio... devo sbrigarmi... Ellione, come faccio ad entrare in città?"

Lei sorrise. "Ti ho chiamato per spiegartelo... Devi sapere che c'è un sistema che nemmeno Adele conosce. Dal Tear's Point parte un passaggio sotterraneo che porta direttamente al palazzo presidenziale..."

"Davvero?"

"Sì.. Ma devi sbrigarti... Non c'è un secondo da perdere..."

"Grazie, sorellina..."

Gli sorrise. "Ora ti faccio tornare..."

"Aspetta!! Ti prego, Ellione, sai qualcosa di Rinoa?"

Lei abbassò la testa. "Non so niente, Squall. E poi, se mi concentro troppo, rischio che Adele scopra dove sono..."

Squall annuì. "Capisco... Allora dovrò aspettare di avere sconfitto quella maledetta.."

Ellione sorrise. "Non abbassare la guardia contro di lei, ti raccomando.. Anche se stavolta non ha streghe con cui farsi scudo, è pur sempre la solita Adele..."

Squall la ringraziò, tornando nei pressi di Esthar dopo qualche secondo. Riaprì gli occhi, ritrovandosi tutti i suoi amici in cerchio attorno a lui. Si alzò e disse loro del suo incontro con Ellione, spiegando che dovevano fiondarsi al Tear's Point, il luogo in cui, dieci anni prima, si era fermata la Lunatic Pandora.
Non appena ci arrivarono, Squall guardò l'ora: erano già le quattro.
Percorsero più in fretta che potevano la strada fino alle statue, raffiguranti dee pagane. Squall alzò lo sguardo, posandolo su di esse: in alcuni punti era ancora ben chiaro l'effetto che aveva avuto la pressione della Lunatic Pandora...

"Ti ha detto dov'è l'entrata?" gli chiese Zell.

Squall scosse il capo. "No..ma dubito che sia in bella vista. Anche perchè nessuno sa della sua esistenza.. Cerchiamo qui attorno.."

I ragazzi si misero alla ricerca del passaggio che li avrebbe condotti fino al Palazzo Presidenziale e, dopo una mezz'ora, Selphie ebbe un lampo di genio.

"Ehi!!" esclamò, "In questo punto abbiamo trovato una botola, dieci anni fa...E dentro c'era un grosso anello..."

"Sì... L'Anello di Salem..." specificò Quistis, "Che ci è servito per invocare Kharonte..."

"Esatto...Ma vi siete mai chiesti perchè lo abbiamo trovato qui?? E soprattutto perchè fosse così grosso??"

Dopo qualche istante di silenzio, in cui i ragazzi assunsero un'espressione confusa, Selphie arrivò al dunque: "Magari c'entra qualcosa!!"

Un anello... Vicino a delle statue di figure femminili...
Selphie poteva anche avere ragione. Ma le mani delle dee avevano tutte le dita unite, per cui non si sarebbe potuto incastrare l'anello.
I ragazzi girarono attorno alle statue per un bel po'. Finché non notarono che una di loro aveva una mano nascosta... dietro un'altra statua.
Zell, che aveva in Junction Kharonte, si infilò nello spazio che c'era tra di esse ed infilò l'anello all'anulare, l'unico su cui andava bene.
Un tremolìo del terreno fece capire loro di aver fatto centro: a poco a poco le statue, messe a cerchio, fecero un giro su loro stesse in senso orario, scoprendo, al centro, l'ingresso del passaggio.
Recuperato l'anello, i ragazzi percorsero la buia galleria che si era aperta davanti a loro.
Monotona... Era tutta fatta di pietra, e aveva l'aria di avere secoli di vita.
Quanti anni prima era stata fondata Esthar? Boh... In effetti non se l'erano mai chiesto. Non sapevano neppure da dove fosse comparsa Adele, quando salì al potere... Quanti anni aveva quella strega? Poteva essere la loro nonna, guardando l'aspetto, ma molto probabilmente non aveva età...Forse era eterna..
Mah. Con questi pensieri in testa, aggiunti alla preoccupazione per Laguna, Kiros e Ward, i ragazzi raggiunsero la fine del cunicolo che erano già le sette e mezza.

"Dannazione!!" esclamò Seifer, "Abbiamo meno di due ore prima che arrivino i SeeD.."

"Già...dobbiamo sbrigarci..."

Alla fine del corridoio c'era una statua come quelle del Tear's Point. Non ci volle molto a capire che, per sbloccare l'uscita, bisognava un'altra volta utilizzare l'anello.
Si aprì un varco, mostrando, al di là, i sotterranei del palazzo.

"Muoviamoci... E stiamo attenti..."

Percorsero silenziosamente i primi tre piani della residenza presidenziale...
Finché, nel corridoio al quarto piano, non trovarono Kiros e Ward distesi a terra.
Li soccorsero.. Fortunatamente stavano bene entrambi, avevano solo qualche ammaccatura...
"Tuo padre è all'ultimo piano...", mormorò Kiros, vedendo Squall allontanarsi di fretta,
"Sta' attento!!"
Squall si diresse di corsa verso le scale. Non si soffermò a guardare giù dalle ampie finestre...
Se l'avesse fatto, avrebbe visto il risultato della violenza di Adele su Esthar: sulle strade, ormai colme di soldati, erano stati uccisi centinaia e centinaia di cittadini innocenti.
I ragazzi prepararono le loro armi, una volta nei pressi della terrazza. Nascondendosi dietro un muretto e senza fare rumore, spiarono cosa stava succedendo.


Adele era in piedi, di spalle, immobile e ammirava la città, di nuovo nelle sue mani.
Come aveva fatto quella maledetta a tornare in vita? L'avevano battuta, dieci anni fa...
Eccome se l'avevano battuta.. Ci avevano messo ore per spedirla all'altro mondo, e ancora si ricordavano la soddisfazione per averla vista svanire in mille granelli di luce..
Quella infinita massa di capelli rossi le incorniciava ancora il viso biancastro, truccato fin troppo di nero. Le ricadeva sulle spalle, muscolose, che le conferivano quell'aspetto così mascolino.. Le scendeva lungo la schiena e arrivava fino ai piedi, raccolta con dei fermagli rossi. Ancora la solita strega malvagia...
Laguna giaceva a terra, anche lui immobile. Ma non era morto, almeno di questo Squall era sicuro, perchè era la sua la voce che sentiva, pur non riuscendo a vedere la sua bocca muoversi.

"Che tu sia.. maledetta..."  mormorò.

"Grazie..." disse lei, "Ma non c'è bisogno che tu me lo dica.. Lo sono già..."

"..Non azzardarti..."

"A fare cosa?", lo interruppe, "Non sei nella condizione per darmi degli ordini... Anzi.. Ti conviene tacere, se non vuoi finire male..."

Laguna ghignò. "Piuttosto che vivere da codardo, preferisco morire a testa alta..."

Adele si mise le mani ai fianchi. "Non è mia intenzione vendicarmi per quello che mi hai fatto ventisette anni fa...Ma se insisti... Posso anche fare questo sforzo... Non nego che mi darebbe grande soddisfazione confinarti sulla luna per qualche decennio..."

I due tacquero per qualche secondo, poi Adele continuò: "Sai? E' la seconda volta che è una strega a liberarmi..."

"Cosa...?"

Adele gli si avvicinò di qualche passo.

"Dieci anni fa è stata tua nuora a togliere il sigillo del Cimitero Lunare... E stavolta è stata tua nipote a farmi tornare indietro... Certo che la tua famiglia è molto gentile, nei miei confronti..."

"Giulia??", si disse Squall.

C'era qualcosa che non quadrava... Ma non era stata rinchiusa in un castello?

"E come ha fatto...a liberarti?" le chiese Laguna.

Lei scosse il capo. "Non credere che abbia fatto tutto da sola, no...Assolutamente...E' merito SUO se sono ancora in vita...!"

"...Suo...??"

"Credevo di essere morta... E invece...Puff! Eccomi di nuovo in circolazione... Non te l'aspettavi, vero?... Ma adesso basta parlare... Ho deciso che tu morirai...Adesso."

Squall vide che la strega si avvicinò ancora a Laguna, ancora fermo a terra. Stava per invocare una Meteor. Aggiunse:
"Chissà cosa dirà tuo figlio quando saprà che sei sepolto sotto le macerie di questo palazzo!!"


Squall non ci pensò due volte prima di agire. Diede un'occhiata ai suoi amici, che erano già pronti, estrasse dalla fodera la Lion Heart e si diresse verso Adele, alla quale, accorgendosi di lui, venne un colpo.

"Tu...??" esclamò, colpita in pieno dal Gunblade.

"Come hai fatto ad entrare?" gli chiese, rialzandosi in piedi, ancora in perfetta forma. Il colpo l'aveva ferita sì, ma ad un braccio, e lievemente.

"Cosa ti importa?...Quello che conta è che sono arrivato in tempo..." le disse, accertandosi che suo padre fosse ancora tutto intero.

"Allontanati, papà..." mormorò, "Prima che tu rimanga coinvolto dalla mia furia..."

Squall non ci vedeva più dalla rabbia...Non solo Adele aveva riconquistato slealmente Esthar, ma aveva anche cercato di uccidere Laguna, e questo lui non poteva perdonarglielo.
La situazione era davvero giunta al limite della sopportazione:
Adele era davvero stata liberata da Giulia..?
E se era vero, come aveva fatto??

"Adesso ti faccio vedere io..." sibilò la strega.
Squall ghignò. "Sarai tu a soccombere..."


Diedero inizio alla battaglia. Stavolta non aveva Rinoa incollata a sé, perciò i sei ragazzi poterono accanirsi contro di lei senza nessun timore.
Certo, non aveva nessuna protezione, ma le Flare, le Meteor e le Ultima che lanciò furono potenti come quelle di dieci anni prima...
Attaccando insieme, il gruppo riuscì a ferirla gravemente, ma lei non voleva ancora mollare...
Evocò una decina di streghe.
Poterono riconoscerle: erano lo stesso tipo di streghe che avevano cercato di uccidere Squall.
Combatterono contro di loro tutti insieme, lasciando Squall solo nella lotta contro Adele, che lo colpì subito con una Flare.
Squall, però, pur essendo ferito, riuscì ad abbattere su di lei la potenza del suo Cuore di Pietra... Già con i primi colpi del Renzokuken la trafisse in diversi punti, ma il colpo di grazia le fu proprio dato dal Cuore di Pietra...
Gli schizzi del suo sangue violaceo volarono ovunque.

Purtroppo, prima di esalare l'ultimo respiro, invocò aiuto in una lingua a loro sconosciuta.
Il cielo, ormai tinteggiato del rosso di un tramonto estivo, si colorò di nero per qualche istante. Direttamente dalle nuvole, scese un esercito di streghe che, in pochi istanti, precipitò sulla città.
Esthar era interdetta: attaccare le straghe oppure no?
I SeeD arrivarono dal Lago Salato proprio in quel momento e cercarono di contrastarle, unendo le loro forze a quelle dell'esercito esthariano, che aveva capito di essere ormai libero da Adele.
La strega rossa era ormai morente, per la seconda volta. Si piegò sul cornicione della terrazza, guardando la fine delle streghe da lei evocate. Era stato tutto inutile...
I SeeD stavano vincendo ancora una volta, su di lei e sulla sua magia... Una lacrima di rabbia le rigò il viso. La sua agonia fu lunga e, purtroppo, sempre colma di odio.
Cacciò un urlo di rabbia e di disperazione, in cui echeggiò un tocco di malvagio, prima ci accasciarsi a terra, senza nemmeno più una goccia di sangue in corpo.
Svanì, come aveva fatto dieci anni prima. In una miriade di granelli splendenti si sbriciolò nell'aria... Lasciò cadere un quadrato di marmo bianco, con sopra inciso due segni:



"S-7"



I ragazzi si guardarono, esausti: ce l'avevano fatta anche stavolta.
La lotta contro le streghe era stata dura: non si contarono i morti durante la battaglia, uniti a quelli uccisi da Adele, il cui secondo regno era durato un solo giorno.
Laguna, Kiros e Ward erano già in piedi e, dopo un breve discorso, seguirono i ragazzi al Garden.

Tutti riuniti in biblioteca, i ragazzi si trovarono a discutere attorno al tavolo, sul quale erano stati appoggiati, in ordine di apparizione, tutti i quadrati di marmo incisi.

"Maledizione!!" esclamò Zell, "Come sarebbe a dire che questo è l'ultimo?? Non abbiamo scoperto niente!!"

"Calma, Zell.. Vediamo di ragionare con calma... Ci sarà una soluzione..." gli disse Quistis.

"Speriamo..." mormorò Squall.

Laguna fino a quel momento se n'era stato in disparte, con in braccio la sua adorata nipotina. Non aveva aperto bocca se non per ringraziare il figlio e per parlare alla sua popolazione e tranquillizzarla sul fatto che Adele non sarebbe più tornata.
Non aveva ancora toccato l'argomento "Messaggero"...

Prese coraggio e disse: "Squall..Tu ti fidi del messaggero..?"

Il giovane si voltò verso di lui, con un'espressione interrogativa in viso.


"Perchè mi fai questa domanda?" gli chiese.

"Perchè voglio sapere cosa pensi di quella persona che ho incontrato faccia a faccia ieri sera..."

Squall gli si avvicinò: "Tu gli hai parlato, papà?? Cosa ti ha detto??"

Laguna sorrise. "Non mi ha detto proprio niente... Ma non importa... Era il suo aspetto a parlare.."

"Cosa stai dicendo?? Spiegati meglio!!"

"Tu rispondi prima alla mia domanda... Ti fidi di lui?"

Squall esitò nel parlare. Ma Laguna, dopo qualche istante, lo sollecitò: "

..Allora? Sì o no?"

Squall sbuffò. "Sì che mi fido. Devo fidarmi, ho dovuto credere in lui fino ad ora. L'ho fatto fin dal primo momento in cui l'ho incontrato, quando mi ha consegnato il primo enigma...Non so perchè, ma sentivo di dovermi sempre e comunque fidare..."

"E hai fatto bene..." lo interruppe Laguna.

E senza lasciare che Squall continuasse il discorso, mormorò: "Era tua madre."

I ragazzi sussultarono, rimasero a bocca aperta.

Squall, sopraffatto dalla sorpresa, balbettò: "...C-come...m-mia.."

"Era Raine, Squall. O meglio, era la sua anima..."

"Non ci posso credere..." mormorò, sedendosi poco più in là.

Laguna sorrise: "Non credevo neanch'io ai miei occhi, quando me la sono trovata davanti... Ma... non trovi sia stupendo, Squall? Lei ha aiutato la tua famiglia, anche se lontana.."

"Certo che è stupendo, papà...E' meraviglioso..."

Ancora si ricordava di tutte le parole che gli aveva detto dietro, nei vari momenti di sconforto...
E poi... invece, era stata proprio Raine, la donna che lo aveva generato e che non aveva mai visto, ad aiutarlo.
Sorrise, prima di dire: "Incredibile..."

Edea prese parola: "Allora non può averci ingannato..! Se ci ha dato questi indizi, vuol dire che a qualcosa porteranno di sicuro!!"

"Giusto!!" dissero gli altri.
Edea annuì. "Allora forza! Cerchiamo in questi libri qualcosa che possa condurre a quello che cerchiamo!!"


Tutti si misero a consultare i vecchi libri della biblioteca, quasi impazzendo al pensiero di quanti fossero: come minimo un migliaio.
E non si accorsero nemmeno di quello che stavano facendo i bambini, lasciati a giocare nella stanza, mentre loro si scervellavano immersi nelle montagne di tomi ingialliti.

"Sai che io so già contare??" disse Spike a Giulia.

"Noo, non ci credooo..."

"E invece è la verità..!!! Da uno a dieci..."

"E come hai fatto??" chiese lei, con i suoi occhioni verde acqua spalancati.

"Me l'ha insegnato il mio papà..." disse lui orgoglioso, avvicinandosi al tavolo e salendo su una sedia. "Guarda..."

Spike aveva indirizzato la sua attenzione ai quadrati di marmo, su cui apparivano dei numeri, e si mise all'opera.
Finché, dopo qualche minuto...

"Papà...Guarda!!" esclamò, richiamando l'attenzione di un Irvine che stava dormendo in piedi.

"Cosa c'è..?"  gli chiese, tornando dal mondo dei sogni.

"Hai visto?? Sono bravo a contare..."

"Sì...bravissimo, Spike!!"

Spike fece il broncio. "Ma come, papi! Vieni qui a vedere, dai!!"

Irvine sospirò. Appoggiò per terra i libri che stava sorreggendo e si diresse verso il tavolo a cui Spike e Giulia erano appoggiati.

"Vediamo com'è bravo il mio piccolo campione!!" esclamò, scompigliandogli i capelli del colore del grano.

Guardò le tessere di marmo sul tavolo e disse: "Eh sì, sei stato proprio bravo, Sp..."
Si bloccò.

"Cos'hai, papi?" gli chiese Spike, guardandolo in faccia.

Irvine era diventato bianco come un lenzuolo e tutto il suo corpo tremava leggermente.
Tornato in sé, chiamò tutti i suoi amici, che, sentito il suo tono di voce, si precipitarono lì, dov'era lui con i bambini.
Spike aveva inconsciamente ricomposto il "puzzle" di marmo.
E leggendolo in fila, compariva la tanto agognata soluzione:


1-A
2-R
3-T
4-E
5-M
6-I
7-S
8-I
9-A

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Capitolo 13
*** ULTIMO GIORNO ***


"Pensavo fossimo riusciti a distruggerla!!"
"Non preoccuparti, non serve più combattere... Cerca solo qualcuno a cui trasferire i suoi poteri..."
"Ma..."
"Li raccoglierò io..."

Squall scosse il capo, nel ripensare a cos'era successo dieci anni prima. Ne era sicuro, non aveva avuto le allucinazioni: dopo essersi divisi durante la compressione temporale, lui si era ritrovato all'orfanotrofio di Edea... Già, Edea... Era stata proprio la Madre ad accogliere i poteri di Artemisia, prima che lei scomparisse. L'aveva visto con i suoi occhi, quel tremendo trasferimento...
E allora perchè?
Perchè invece Artemisia era ancora viva, pronta a minacciarli? Perchè doveva sempre essere lei a ridere per ultima?
Era come un incubo... Solo che era reale, purtroppo.

"Squall?" lo richiamò Laguna.

Il giovane si guardò attorno, vedendo tutti i suoi amici intenti ad ascoltare Edea, seduti attorno ad un tavolo poco più in là. Dopo aver letto sul marmo il nome di quella maledetta strega, c'era stato il panico generale.

"Cosa c'è?" rispose lui, guardando il padre.

"Avete già deciso, tu e Rinoa, che nome metterete al bambino?"

Squall sbuffò: "Ma ti pare il momento di fare certe domande?"

Laguna sorrise:  "Era per spezzare la tensione..."

Squall scosse il capo, rispondendo: "A dire la verità, non ci abbiamo pensato molto, non ne abbiamo avuto il tempo... Se è un maschio non lo sappiamo ancora, se è una femmina invece, siamo d'accordo su uno..."

"Capisco... Beh, ne riparleremo... Adesso invece vieni, Edea ha una proposta da fare...

Vieni, dai.."  lo invitò con calma, il più dolcemente possibile.
Laguna lo stava trattando con i guanti, probabilmente già dalla sua espressione doveva aver capito che sarebbe bastato poco per farlo definitivamente scoppiare. Si alzò mogiamente e raggiunse gli altri, sedendosi anche lui e mettendosi ad ascoltare ciò che Edea aveva da dire.

"Ragazzi... sapete tutti che sulle mani di Rinoa ho visto dei simboli.. Ebbene, uno era la stella del Male, l'altro era la Chiave di Hilda..."

"Sì Edea, ce l'ha detto Irvine..." confermò Quistis.

La donna annuì, aggiungendo:  "Ora, stando a quello che dicono i miei libri, sono le streghe ad avere le capacità che contraddistinguono questi simboli..."

"Cosa intendi dire, Madre?"  chiese Zell.

"La stella indica la magia nera di livello alto...Magie come Ultima o Meteor, ma anche altre, come Maelstrom e Apocalypse..."

"Ma... Rinoa non può invocare Maelstrom! E nemmeno Apocalypse..." disse Selphie.

"Lei no...Ma qualcun'altra sì...e mi riferisco ad una strega in particolare..."

"Artemisia, certo..." mormorò Quistis.

"E nessun'altra. Oltretutto, la prova è data dal fatto che, sulla Chiave di Hilda, comparsa sul palmo destro di Rinoa, c'era incisa la lettera greca Alfa... A, iniziale di Artemisia..."

Dopo un borbottio generale, Edea continuò:  "E aspettate di sentire il resto... Sapete qual è il significato della Chiave di Hilda...?"

Vedendo che nessuno sapeva cosa rispondere, Edea si rivolse ad Irvine:
"Irvine..? Vuoi spiegarlo tu?"

Il ragazzo, mettendosi una mano sulla fronte, rispose:  "Apre porte spazio-temporali.. Ora è tutto chiaro.."

"Cosa??"  esclamarono tutti.

"Non ci posso credere!! Quella bastarda pensa ancora a comprimere il tempo!!" disse Zell.

"Può essere... In fondo, *il lupo perde il pelo, ma non il vizio...*... e lei non fa eccezione..." disse Laguna.

"Maledizione! Siamo in un bel guaio...E adesso cosa si fa?" chiese Seifer.

"La precediamo." sentenziò Edea.

Squall capì quello che voleva fare la Madre, così disse:
"Giusto. Anche nel nostro tempo c'è una strega marchiata con gli stessi simboli di Rinoa... Giulia!!"

"Hai ragione!! Se apriamo una porta nel tempo, come aveva fatto Artemisia, possiamo andare noi da lei, prima che proceda con la compressione temporale!!" esclamò Quistis.

"E' un'idea... ma può funzionare?" domandò Selphie.

"Può..!" esclamò Edea, aggiungendo: "In questo libro ho trovato il procedimento da seguire... Ma si tratta di magia nera, bisogna stare attenti, è roba che scotta..."

Squall si alzò in piedi, dichiarando la sua posizione: "Non m'importa... Quello che voglio adesso è salvare Rinoa, riportarla qui, sana e salva... E voglio vedere nascere nostro figlio e crescerlo in tutta tranquillità... Voglio strapparla dalle grinfie di quella strega maledetta, non m'interessa quanto possa essere rischioso... Sono pronto a tutto..."

"E noi siamo pronti con te.." disse Seifer.

Squall li vide tutti, i suoi amici, con un'espressione di conforto sul viso. Erano lì, tutti, con lui e per lui, erano stati in ansia come lui per quasi dieci giorni, in cui la sofferenza aveva regnato sovrana.
Li ringraziò, pur sapendo che un semplice "grazie" non bastava. No che non bastava...Ma erano suoi amici.

Si diressero insieme sulla terrazza del Garden. La prima cosa da fare era disegnare per terra una grande stella a cinque punte, cerchiata, e scrivere, su tutte e cinque le punte, delle espressioni in una lingua sconosciuta, perfino ad Edea. Giulia, la "chiave", si mise al centro di essa e, con la sua vocina emozionata, pronunciò una formula magica:

"Attraverso il tempo fammi viaggiare,
ti prego, Chronos, fammi passare.
Costruisci una porta, in questo istante
che sia per me una colonna portante,
affinché io possa indietro tornare
e, se mi è consentito, la storia cambiare."

Il cielo notturno si accese di una luce argentea e, quando questa scomparve, a pochi metri da loro c'era la porta, uguale a quelle comparse per il mondo dieci anni prima.
Edea prese parola:

"Ragazzi miei... Non abbiate timore di perdervi... L'aura di Rinoa è talmente forte che la sento di già... Vedrete, vi attirerà a lei, nell'epoca in cui si trova..."

Squall annuì: "Madre, abbi cura di Giulia.. E quando avremo finito, e avremo con noi Rinoa sana e salva, sarà lei a guidarci da voi..."
Laguna fermò il figlio, trattenendolo per un braccio.

Gli disse:  "Squall, fa' che gli sforzi di tua madre non siano stati vani... Tornate sani e salvi, vi prego..."

Squall scosse il capo: "Non posso sapere quello che riserverà per me il destino... L'unica cosa che posso prometterti è che farò del mio meglio..."

Abbracciò ancora la figlioletta prima di attraversare quella porta, vicino alla quale Edea avrebbe aspettato fiduciosa il loro ritorno.

Non ci misero molto a svegliarsi e a vedere davanti a loro l'imponente castello di pietra, dimora di Artemisia. Percorsero le catene che tenevano il castello sospeso in aria, e raggiunsero l'entrata. A differenza della prima volta che ci avevano messo piede, non persero tutte le loro abilità. Sulle scale, non c'era Andro ad aspettarli famelico, né trovarono Trythos in cantina, né Tiamath svolazzava sulla torre dell'orologio... Molto probabilmente, se avessero cercato, non avrebbero trovato nemmeno Galganthur, Dolmen, Ultra Might, Krysta e Catoplepas.
Aggiunsero un altro tassello al puzzle: gli enigmi erano serviti a questo. Avevano già battuto i rinati servitori di Artemisia, le cui locazioni erano indicate sulle pergamene... Inoltre, capirono anche il perchè sentivano quello schifoso odore di muffa, ogniqualvolta li incontravano: i loro corpi erano rimasti impregnati dell'odore del castello, fatto di pietre umide e, quindi, muffe da secoli.

"Rinoa...sei dietro quella porta, ne sono sicuro...", pensò Squall, soffermatosi davanti alla sala di Artemisia. "..Io ti salverò, stanne certa, Rinoa...!"
Si voltò verso i suoi amici, per dare loro il via. La battaglia sarebbe stata dura, ma lui avrebbe potuto contare sul loro appoggio. Erano pronti ad affrontare il suo nemico, tutti insieme. Era questo che avevano voluto fin dal primo giorno in cui l'avevano incontrato, in fondo. Si erano battuti per fargli capire che la solidarietà era una della basi dell'amicizia che li legava. E Squall aveva sbattuto molte volte la testa contro il muro, prima di capire che non poteva fare a meno di loro, lui che aveva sempre pensato di poter vivere da solo. Erano pronti anche a rischiare le loro vite, sì, a rischiare tutto per il loro amico, che a sua volta si era sempre fatto in quattro per aiutarli...
Eh sì. Il suo nemico era anche il loro.
Squall aveva in sè una forza nuova, gli brillavano gli occhi dalla voglia che aveva di farla finita una volta per tutte...
Era giunto il momento.

Si diresse deciso verso l'imponente portone della sala e lo spinse. Si aprì molto lentamente, mostrando ciò che c'era al di là: Artemisia si era ripresa il suo tempo, il suo castello e ora sedeva nuovamente sul suo trono, posto in alto sulle gradinate dell'arena.
Sorrideva malignamente, la maledetta. Sul suo viso, dalla pelle bianca come quella di un morto, c'era un'espressione superba. La pelle, in alcuni punti, aveva qualche sfumatura argentea, come d'argento erano i suoi lisci capelli, lunghi fino alla vita.
Quei suoi capelli argentati...Si muovevano come serpi e distraevano il nemico, durante la lotta...
E come potevano non farlo?
Erano così belli...
Lo aveva pensato anche Rinoa, prima di essere portata via da Artemisia stessa.

Quando Artemisia si alzò, aprì le braccia, deformando l'ampia scollatura che le scendeva fino all'ombelico, e che conteneva a malapena i suoi seni. Era perfettamente come se la ricordavano: non era cambiata di una virgola, in quel suo vestito scarlatto, lungo fino ai piedi e aperto sulla schiena, per permettere alle ali dalle piume nere di muoversi libere.

"Eccovi...Seed. Vi aspettavo..." disse.

"Non avevi fretta di comprimere il tempo?" le chiese Irvine.

Lei sorrise:  "E perchè avrei dovuto? Ho qui con me colei che mi aiuterà a farlo, in qualsiasi momento..."

"Dov'è Rinoa?" le domandò Squall.

La strega tanto bella quanto perfida rispose: "E' proprio qui... nell'arena.." incrociò le braccia e continuò  "Vai pure da lei..."
Squall scese in fretta i gradini e la raggiunse. La vide, distesa supina e con gli occhi chiusi. Solo quando la toccò capì che era dura come il marmo.

"Cosa le hai fatto!?!" gridò alla strega.

Lei scese con un battito d'ali verso di loro. Toccò terra e rispose:
"Mai sentito parlare di maledizione?"

Anche gli altri avevano raggiunto Squall, e rimasero scioccati dalle sue parole.

"Potrebbe riprendersi... se tornasse nel vostro tempo... Ma non dimenticate che io ve lo impedirò... Voi morirete qui, mentre lei vivrà al mio servizio per l'eternità..."

Squall strinse i pugni, sentendo la rabbia che saliva sempre più...

"Perchè l'hai fatto?"  le chiese Seifer.

Artemisia lo guardò. "Se ti rispondo è solo per la nostra antica alleanza... Vedi, mi serve un'altra strega per impossessarmi del tempo. Giulia era troppo piccola e inesperta... Così l'ho rispedita da voi, dopo averla fatta tornare indietro nel tempo e aver catturato Adele..." disse sospirando: "Peccato che come strega, quel mostro di donna non valga niente..."

"E' stata... lei a far tornare Adele nel nostro tempo?"

"Sì... Ma inconsciamente. Mi è bastato farla tornare indietro di vent'anni prima del vostro tempo, e trasportare l'Adele di quel tempo nel vostro..."

"Come hai potuto farle fare una cosa del genere?" sibilò Squall.

Artemisia rivolse i suoi bei occhi verso di lui:  "Mi devi ringraziare per non averla uccisa, caro Squall..."

Accecato dalla rabbia, Squall sbraitò: "Ringraziarti? Hai rapito mia moglie e mia figlia e ti dovrei ringraziare per non averla uccisa? .. Non dovevi neanche toccarla!!!"

Artemisia mormorò: "Ecco perchè ti volevo togliere di mezzo prima... Adesso mi tocca farlo di persona... Ma comunque avrò la soddisfazione di vederti morire qui, davanti a me..."
E, prima di voltarsi esclamò: "Tutti morirete!!!"

Squall sguainò la Lion Heart e disse: "L'unica a morire... sarai tu, te l'assicuro!!"

Artemisia lo fissò, con aria di sfida, e mormorò: "Vediamo come ti comporti con colui che ritieni più forte, stavolta... Dieci anni fa non hai avuto il coraggio di eliminarlo..."

E, gridando a gran voce lo invocò: "Griever!! Vieni a me!!"

Ecco che apparve ancora, dal nulla, obbediente alla strega più malvagia che fosse mai esistita. Mentre Irvine e Seifer mettevano al riparo Rinoa, Squall si preparò ai suoi colpi.
La cosa più irritante era vedere Artemisia soddisfatta, con quella sua espressione vittoriosa sul viso: sapeva che Squall era legato a Griever indissolubilmente, e nemmeno Squall avrebbe mai pensato di riuscire a fare quello che avrebbe poi fatto. Non aveva mai avuto il coraggio, mai. Mai! Uccidere Griever sarebbe stato come distruggere l'unione tra Laguna e Raine, cioè lui stesso. Uccidere Griever era come suicidarsi.
Non poteva però negare di non avere altra scelta, quella volta c'era di mezzo la sua famiglia. Non si trattava di lui solo, ma doveva salvare Rinoa, Giulia e l'altro figlio che Rinoa portava dentro di sé...
Era arrivato allo stremo delle forze, doveva agire subito! Chiuse gli occhi e sguainò la Lion Heart, che aveva riposto, scagliandosi contro il leone alato, che lo aveva sempre accompagnato, anche nei momenti più duri. Gridando di rabbia mischiata a dolore, tra le lacrime che gli rigavano il viso, rovesciò su di lui tutta la potenza del Cuore di Pietra. E, inevitabilmente, in pochi istanti lo vide crollare a terra, agonizzante, e lo vide morire, e lo vide svanire a poco a poco, questa volta per sempre. L'unico posto in cui sarebbe vissuto da quel momento in avanti era il suo cuore...
La rabbia di Squall, dopo averlo ucciso, era aumentata, voleva vedere Artemisia morta.
Non poteva neanche più accettare l'idea che stessero respirando la stessa aria.
Tutti insieme le si scagliarono addosso, attaccandola. Sfogarono su di lei tutta la loro rabbia, non avrebbero più lasciato che lei giocasse con le loro vite, mai più.
Unirono le loro forze, sorreggendosi a vicenda e proteggendosi come meglio potevano dal Giudizio Infernale e dall'Apocalypse.
Zell duellò con lei, Seifer le fece piovere addosso la sua Girandola di fuoco, Irvine la impallinò di Colpi vibranti e Squall la finì, con la sua invincibile ed intramontabile Lion Heart.
Sì, perché le stava dimostrando che anche senza Griever il suo cuore rimaneva sempre quello di un leone.
Artemisia svanì, in milioni di comete brillanti.
Recuperarono Rinoa, prima che l'atmosfera si fosse rarefatta.

"Squall, muoviamoci!!" esclamò Zell, "Raggiungiamo il portale prima che ci perdiamo!!"
Squall, però, non si mosse.

"Squall!!"  lo richiamò Irvine.

"Voi andate..." disse lui, "Portate con voi Rinoa e aspettate il mio ritorno...Io..."

"Adesso la pianti!!! Vieni con noi, subito!!"  gridò Seifer, per scuoterlo.

Squall sorrise: "C'è ancora una cosa che devo fare... Abbiate fiducia in me..." disse, prima di scomparire.

Squall si ritrovò all'orfanotrofio. Era tutto come l'altra volta... Si vide da piccolo, correre, con dietro Edea, mentre lo richiamava...
Poi lei.
Artemisia apparve dal nulla, avvolta in una luce viola avanzava verso di loro.
Edea le si parò davanti.

"Madre!! No!!" esclamò Squall.

"Non ti preoccupare.. non devi più combattere... Cerca solo qualcuno a cui trasferire i suoi poteri..."

Squall però non commise lo stesso errore di dieci anni prima, non guardò immobile il trasferimento di poteri...Era venuto lì per impedirglielo!! Fermò Edea per un braccio e le disse:

"La storia non deve ripetersi... Non posso permetterlo..."

Artemisia camminava a fatica, non voleva arrendersi. Balbettò: "T-ti...uccide..rò.., Squall..N-non morirò...da sola..."

Squall chiuse gli occhi. Poi, avanzando verso di lei, sollevò la Lion Heart, tenendola con entrambe le mani, ed esclamò:  "Non sarai sola... Muori con i tuoi poteri!!!"

La decapitò, nel bel mezzo del cortile dell'orfanotrofio di Edea, in cui aveva passato parte della sua infanzia. Vide il suo corpo e la sua testa scomparire nel terreno, liquefarsi completamente finché di lei non rimase traccia.
Terrorizzata da quell'orribile scena, Edea mormorò: "E'...finita?"
Squall sorrise: "Credo proprio di sì... Vivi in pace, stavolta...Madre..."

L'ambiente attorno a lui scomparve e si trovò nuovamente solo. Chiamò Rinoa e i suoi amici, sicuramente non l'avevano abbandonato, era solo questione di tempo, poi li avrebbe trovati...
Cercò di concentrarsi... Sentiva la voce di Rinoa, prima debole e poi sempre più vicina...
Lo chiamava...
Sentì una fresca brezza scompigliargli i capelli e dalle sue narici sentiva salire un profumo di fiordalisi e margherite...
Aprì gli occhi, e vide davanti a sè il viso della donna che amava, sorridente e rigato dalle lacrime.
Dopo averla abbracciata forte si guardò attorno e riconobbe il campo di fiori vicino all'orfanotrofio.
"Ero sicura che ti avrei trovato qui..." mormorò Rinoa.

"Mi hai aspettato..."

"Ero certa che saresti tornato..."

"Sono tornato..."

"E' finita...Squall? E' finita davvero, stavolta?"

Squall le prese il viso tra le mani e, dopo averle dato un bacio, confermò:  "Stavolta è davvero finita...!!"
La strinse forte di nuovo, e poi si riunì anche a tutti gli altri, che gli vennero incontro, in quel magnifico prato di fiori, luogo di incontri da sempre. Lì avevano giocato insieme, da piccoli...
Lì aveva sigillato il patto con Rinoa, patto che era vivo ancora in quel momento...

Quattro mesi dopo, finalmente l'album di nozze di Quistis e Seifer era pronto, e anche la foto del loro matrimonio si aggiunse a quelle degli altri, sul comò nel salotto di Edea e Cid.
Quando lo mostrarono, Squall e Rinoa non c'erano, erano andati dal ginecologo.
(A dire il vero nemmeno Zell era al Garden: riappacificatosi con la sua ragazza, era uscito con lei!)

La neve cadeva a fiocchi anche su Balamb, in quel tardo dicembre;
Giulia la vedeva scendere, fuori dalla finestra della sala d'attesa, mentre aspettava che i suoi genitori uscissero dall'ambulatorio.
Squall, uscito, si mise il cappotto, sorridendo, e lo mise anche a Giulia, dicendole all'orecchio che presto avrebbe avuto una sorellina.
Uscì, dando il braccio alla moglie, per evitare che scivolasse sul sottile strato di ghiaccio che si era formato sugli scalini esterni, durante la notte.
Passeggiarono per la via principale, infilandosi in un caffè, e, sedutisi ad un tavolo, ordinarono qualcosa di caldo. Rinoa, sorseggiando il suo tè, chiese a Squall:

"Chissà... chissà se nostra figlia prenderà da te e avrà gli occhi di tua madre..."

Squall bevve il caffè e sorrise. Prese la mano di Rinoa, che lo guardò con occhi carichi d'amore, e le rispose:

"Non lo so... Ma la cosa sicura è che avrà il suo nome."

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