Io e te insieme contro il mondo...sempre!

di LadyHeather83
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


NdA: prima di iniziare la lettura leggete questa nota…il presente scritto è solo la mia interpretazione al capitolo ROCKETEAR della quarta stagione, non ci sono spoiler diretti, ma attraverso le parole di Chat Noir e Lady Bug potreste intuire qualcosa.

Per chi invece se l’è guardato non temete che non ci sono spoiler, ovvero quanto narrato di seguito non accadrà, stando a quanto rivelato fino ad ora, ovvio…

Ringrazio in primis la mia carissima amica summerlover che mi supporta e sopporta! Grazie per le bellissime idee che mi ha dato. Lo sai già che ti adoro *_*

*

Io e te insieme contro il mondo…sempre!

*

Capitolo 1

*

“Va tutto bene, chaton?” Glielo chiese perché aveva notato la sua espressione affranta e non la solita vittoriosa che le riservava quando sconfiggevano un nemico.

Chat Noir chiuse un pugno cercando di reprimere la rabbia che saliva sempre di più.

“NO! Non va affatto bene!” Ringhiò allungando il bastone fino al tetto più vicino per poi correre più veloce della luce senza darle tante spiegazioni.

La voglia di invocare il suo potere speciale ed usarlo era molto forte, ma con un brandello di lucidità pensò che non forse non era una buona idea, innocenti non potevano pagarne le conseguenze per causa sua.

Che poi la sua rabbia e il suo risentimento erano del tutto legittimi.

Era stato tradito da una persona di cui si fidava oltre che amava con tutto sé stesso, e mentre la celebre frase “io e te insieme contro il mondo” continuava a ritornargli alla mente e più questo lo faceva imbestialire.

“CHAT NOIR!! Aspetta!” Lady Bug era partita subito dopo di lui in una corsa sfrenata, pronta a capire il motivo della sua rabbia non immaginando che il problema in quel preciso momento fosse proprio lei.

Chat Noir arrestò la sua corsa sopra una terrazza abbandonata, che ironia del destino, era la stessa sulla quale le aveva confessato apertamente i suoi sentimenti.

Ansimando, Lady Bug si avvicinò a lui prendendogli la spalla facendolo girare verso di lei.

Chaton…non fare così. Se c’è qualcosa che ti turba a me puoi dirmelo, sono tua amica.” La coccinella non immaginava che quell’ultima parola gli avrebbe annebbiato la mente dall’ira ancora di più.

Con un colpo secco e deciso della mano, Chat Noir si tolse di dosso quella della compagna senza scusarsi.

“Ma si può sapere che hai?” Berciò massaggiandosi il polso dolorante.

“Sai…hai una bella faccia tosta a chiedermelo!”

Lady Bug rimase interdetta “Spiegamelo, perché non riesco a capire che problemi ci sono.”

“Davvero non lo sai?” Chat Noir si avvicinò al suo volto con fare altezzoso e lei negò con il capo quasi spaventata, non lo aveva mai visto così furente, forse una volta, ma in quell’occasione era vestito di bianco e con un’espressione glaciale, sadica.

“…a me sta bene se vuoi distribuire i miraculous a chiunque ti stia simpatico e non me ne frega niente se non mi consulti prima, sei la guardiana e hai tutto il diritto di scegliere i portatori, ma non mentirmi. Odio i bugiardi, e tu lo sei.”

“Ma che stai…”

“…non ho finito! Da quando è comparsa Volpe Rossa sembra che di me non ti importi più di tanto. Mi lasci sempre in disparte e non mi coinvolgi più come prima nei vostri piani. Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è che Volpe Rossa e Carapace conoscono le loro rispettive identità. Hai sempre detto che le nostre identità devono rimanere segrete per il bene nostro e di chi amiamo.”

“Fammi spiegare, era un’emergenza e non ho avuto occasione di dare il miraculous a loro separatamente…poi ho ordinato categoricamente a Volpe Rossa che doveva dire a Carapace che non sarebbe più stata la portatrice della volpe.”

Ahahahah!” E tu ci hai creduto?” Le rise istericamente in faccia.

“Si, mi fido di lei!” Rispose convinta.

“Beh! Non dovresti farlo…Nino sa che Alya è ancora Volpe Rossa...”

“Questo è impossibile!”

“Tra due persone che si amano non ci sono segreti, ricordatelo bene!”

“Sono sicura che c’è un malinteso.” Tentò di giustificarsi cercando una spiegazione logica gesticolando nervosamente con le mani.

Se quello che Chat Noir le stava confessando fosse vero, questo significherebbe che Alya le ha mentito venendo meno al loro patto.

“Nessun malinteso, me lo ha detto Nino!”

“Nino?? Tu conosci Nino??” Strabuzzò gli occhi.

Lady Bug non sapeva più cosa dire “I-io…io…”

“Mi dispiace Lady Bug, ma se non hai più fiducia in me, non mi resta che rinunciare al mio Miraculous.” Una decisione drastica e giusta secondo il suo punto di vista, se Lady Bug non poneva più fiducia in lui era inutile andare avanti con quella farsa.

Non poteva ancora farsi trattare come un fantoccio da usare all’occorrenza, o da scagliare senza pietà tra le fauci fameliche degli akumizzati.

“NOOO! Non farlo! Io…io…troverò una soluzione!”

“L’avevi la soluzione…ma tu hai preferito tradire la mia di fiducia, e hai preferito persone di poco conto, a me!” Era arrabbiato e in quelle parole si percepiva tutto il suo risentimento, non poteva sapere che Alya fosse in realtà la sua migliore amica.

“…tu…tu sei talmente piena di sé che nemmeno ti accorgi di lasciare da parte le persone che veramente tengono a te e che non ti tradirebbero mai. Io e te contro il mondo? E io che ci credevo veramente…stupido…” Digrignò a denti stretti accumulando ancora più rabbia che sarebbe scoppiata appena avrebbe raggiunto il coperchio ben sigillato da anni e anni di rospi mandati giù a forza.

“Sei arrabbiato e lo capisco…”

“ARRABBIATO?? ARRABBIATO?? Credimi è a dir poco, sono furibondo! Non meritavo di essere usato come uno straccio vecchio…”

“Nessuno ti ha usato…”

“…TACI! È quello che hai fatto.”

Seguì un momento di silenzio dove entrambi non sapevano che cosa dire o fare.
Lady Bug stava ripensando alle parole di Chat Noir e di quanto era stata stupida a fidarsi della sua migliore amica, ma forse non era stato quello il suo sbaglio, Chat Noir aveva ragione, tra due persone che si amano non ci sono segreti.

Non ci devono essere.

“Lo sai come ci si sente a non avere amici per sedici anni? Quando non si ha un minimo rapporto con il proprio padre troppo impegnato a lavorare piuttosto di dedicare dieci minuti a pranzare o cenare con suo figlio? Ho perso mia madre un anno fa, l’unica in grado di supportarmi e che mi stava vicino. Tu non sai come ci si sente quando stai posando per un servizio fotografico e devi mostrare un sorriso finto all’obiettivo quando invece dentro di te stai solo urlando e vorresti correre via mandando a fanculo il mondo intero. Quando vedi i tuoi amici divertirsi ed invece tu devi dedicarti allo sport e ad altre attività sperando in un’approvazione o un complimento da parte di tuo padre sapendo già che non arriverà mai. Essere rinchiusi tutto il giorno in una stanza cercando di non impazzire. NO! Tu non lo sai perché vivi la tua splendida vita fatta di rose e fiori, ma devi capire che non è così, la vita è una MERDA! E non puoi pretendere di avere tutti ai tuoi piedi. IO SONO STUFO! E soprattutto non merito di essere trattato così da te! Ti credevo diversa, ma invece ti sei rivelata solo un’opportunista. Ora potrai dare il Miraculous della distruzione a qualche altra persona che sicuramente lo merita più di me.”

Chat Noir mise mano al suo anello nel tentativo di toglierselo.

Non gliene fregava niente se giunti a quel punto avrebbe scoperto la sua identità, l’intenzione del gattone era quella di rinunciare per sempre al suo Miraculous, a malincuore, e con la consapevolezza che non sarebbe più stato in grado di evadere da una realtà che lo opprimeva come il colletto di una camicia stroppo stretta, ma avrebbe dovuto sorridere e nascondere come meglio poteva il suo disagio.

Voleva solo andarsene di lì mettendo fine a quella buffonata.

*

Messo da parte

*

Tradito…

*

Umiliato…

*

Deriso…

*

Si era convinto che Lady Bug non avesse più bisogno di lui e non le avrebbe dato la soddisfazione di piangersi addosso sperando che un giorno si ricordasse che anche lui era un supereroe.

“CHAT NOIR! NOOOO” Gli urlò alzando una mano.

*

Silenzio.

*

Vuoto.

*

Afasia.

*

Un’ akuma che entra indisturbata ed in punta di piedi iniettando il suo veleno soggiogando la mente di Chat Noir.

E il tutto sotto gli occhi di Lady Bug incapace di qualsiasi azione.

Le gambe improvvisamente divennero di gelatina e il suo cuore accelerò i battiti.

Non poteva credere che stesse accadendo di nuovo, eppure era convinta che la fine del mondo sarebbe stata causata dalla scoperta delle loro identità.

Ora era tutto più chiaro e anche quell’ultimo tassello del puzzle era andato ad incastrarsi perfettamente con gli altri.

Ed improvvisamente anche la frase che più l’aveva turbata, d’un tratto assumeva significato.

“Il nostro amore ha fatto questo, milady”.

Non era perché lei si era innamorata di Chat Noir, lo era sempre stata scoprendo dalle parole fuoriuscite dalla sua bocca, con grande rammarico, che dietro quel costume nero si nascondeva in realtà Adrien.

E l’averlo messo da parte lo aveva fatto scoppiare di rabbia.

Un ingrediente fondamentale per la ricetta di Papillon, che non aveva perso tempo per raggiungere il suo scopo.

*

“Chat Blanc…lo sai chi sono, non ho bisogno di presentazioni…ti dono il potere illimitato della distruzione e di vendicarti di colei che ami e che ti ha voltato le spalle…in cambio chiedo il tuo miraculous ed il suo.”

*

Terrore

*

E la consapevolezza di essere stata l’artefice principale della sua rabbia.

Lady Bug non sapeva che fare, era impietrita e senza la possibilità di muoversi, d’un tratto le sue gambe erano diventate dure e pesanti, come il peso che le era caduto sul cuore.

“Lo devi combattere, Chat Noir! Tu sei più forte di lui.” Disse con le lacrime agli occhi.

*

Immobile.

*

Sguardo perso.

*

Bocca spalancata.

*

Chat Noir cercava in tutti i modi di resistergli e scacciare via quei brutti pensieri ma il suo stato d’animo non era d’aiuto.

Il peso da portare era troppo grande e la collera che si trascinava dietro da anni troppo forte per essere combattuta in pochi secondi.

Lady Bug lo guardava contorcersi dal dolore e dalla voglia di resistergli.

Lui era un super eroe e non poteva permettere alle proprie emozioni si sopraffarlo.

“VATTENE VIA!!!!” Gli urlò con tutto il fiato che aveva in corpo.

“COMBATTILO CHAT NOIR!” Aveva continuato a dargli man forte, a fargli capire che aveva fiducia in lui e che il risentimento che aveva per lei era solo frutto di un malinteso.

Poi Chat Noir la guardò con sguardo affranto lasciandosi cadere in ginocchio “Mi dispiace, milady.”

“NOOOO! ADRIEN!”

Quel nome fece sussultare Papillon che si stava chiedendo se si trattasse veramente di suo figlio.

Lady Bug si avvicinò a lui fregandosene se una volta completato la trasformazione l’avesse investita con un cataclisma.

Non le importava.

“Sono io Adrien…guardami!” Lady Bug gli alzò il volto e l’incontro con i suoi occhi glaciali la fece rabbrividire. “…sono Marinette!” Soffiò sperando che questo potesse cambiare qualcosa.

“Ma-Marinette!” Era riuscito a balbettare mentre lei si toglieva gli orecchini e le mostrava il suo vero volto.

*

Affranto…

*

Dispiaciuto…

*

Distrutto…

*

“Torna in te, Adrien…possiamo chiarirci…io…io ti amo!”

Sul volto di Chat Blanc si materializzò un ghigno sadico “Ce ne hai messo di tempo per dichiararti!”

“Ti-ti posso spiegare!” Disse indietreggiando “…ma ti prego, combatti l’akuma!”

“NO! Papillon mi dato questo potere e ora sono io il più forte!”

Vedendo che ormai l’anima di Chat Noir era corrotta, Marinette prese in mano la situazione e con grande coraggio prese anche una decisione.

“Ti darò il mio miraculous Papillon! Ma togli l’akuma ad Adrien!”

“NO! Non farlo Papillon! Ti porterò il suo miraculous e il mio.”

La proposta era molto allettante, entrambi lo erano a dire il vero, ma Papillon, ovvero Gabriel, non poteva permettere di usare suo figlio per i suoi scopi.

“Farò come dici…ma niente scherzi idioti, ok? Siamo d’accordo?”

*

Continua

*

NdA: eccomi ancora qua, grazie mille a tutti per essere arrivati fino qui, non sarà una nuova long, ma ho dovuto suddividere questa storia in tre capitoli perché non diventasse troppo un mattone, e l’aggiornamento arriverà di lunedì.

Come sempre aspetto le vostre impressioni in merito.

A presto, Erika

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


un sentito ringraziamento a Evil Daughter per aver dato forma al mio PEGANOIR


Io e te insieme contro il mondo…sempre!

*

Capitolo 2

*

Chat Noir vide l’akuma insediatasi dentro il suo campanello che teneva al collo lasciarlo andare per poi diventare bianca e dissolversi nel nulla.

Marinette corse verso di lui sorreggendolo.

Era debole e si sentiva stranamente stanco, nessun miraculous ladybug era stato usato e di conseguenza la sua forza non era stata riportata alla normalità.

Marinette perché sei qui?”

La corvina deglutì nervosamente, doveva dirglielo, nuovamente, perché le vittime di Papillon non ricordano nulla.

“Perché…” Ci fu un attimo di esitazione era sicura che, se a causa della sua incoscienza dovuta ai sentimenti profondi che provava per Adrien, come per lo stesso Chat Noir, non lo avesse rivelato a Papillon, allora in quel momento avrebbe dovuto trovare una scusa più che plausibile “…sono…Lady Bug!” Soffiò guardandolo negli occhi.

Un alito di vento li investì entrambi facendo ondeggiare i loro capelli.

Chat Noir non poteva credere alle sue orecchie.

“…e avevo tolto gli orecchini per dimostrartelo, ma così facendo ho rivelato stupidamente la mia identità a Papillon e anche…la tua…ho fatto il terribile sbaglio di chiamarti per nome nel tentativo di farti rompere la connessione con lui.” Deglutì un po' di saliva e volse lo sguardo da un’altra parte.

Il partner la stava guardando con uno sguardo perso, rammaricato e anche deluso.

Aveva perso fiducia in Lady Bug a causa delle cose che gli teneva nascosto e l’essere messo continuamente da parte di certo non giocava a suo favore.

Marinette del canto suo, non poteva sopportare quello sguardo sfiduciato che le stava trafiggendo l’anima, una coltellata al cuore sarebbe risultata molto meno dolorosa.

Un brivido le percorse la spina dorsale facendola sussultare.

Era chiaro che le credesse, ma quegli smeraldi lucidi e inespressivi chiedevano solo una prova.

Se riponeva anche solo un briciolo di fiducia in lui, Marinette si sarebbe trasformata dimostrandogli quanto conti per lei.

Una cosa è dirlo, un altro è provarlo con i fatti e lui aveva l’assoluta urgenza di vederlo con i propri occhi.

Chat Noir intravide una luce rossa avvolgere la sua figura che una volta dissolta lasciò il posto alla sua milady.

Poi ritornò come prima vergognandosi per come lo aveva trattato senza rendersene conto.

Lei era così: impulsiva ed istintiva, non aveva modo di pensare che alcune sue azioni avrebbero causato tanto dolore al suo partner, a colui che nonostante tutto le era sempre rimasto accanto riponendo in lei estrema fiducia.

Ma a tutto c’è un limite e non bisogna continuare a gettare benzina sul fuoco, prima o poi l’incendio sarebbe divampato senza essere in grado di frenare la sua fuga.

A volte invece, bisognerebbe fermarsi a pensare e riflettere per non alimentare inutili incomprensioni.

Con le ultime forze rimaste riuscì a guardarla e a sorriderle un debole “Mi spiace”.

“No, a me dispiace. Avevi ragione…”

“Capisco perché lo hai fatto…del resto Alya è la tua migliore amica.” Lo disse con grande distacco e quasi con una punta di gelosia.

“Questo non giustifica niente. Ho rischiato di perderti!” Lo abbracciò stringendolo forte a sé mentre calde lacrime scendevano lungo le sue gote cremisi.

Chat Noir però non ricambiò il suo gesto, ma rimase immobile e statico, come se quella dimostrazione d’affetto non lo toccasse minimamente.

“Mi hai salvato…come sempre.” Con il pollice le asciugò il volto perché non sopportava vederla piangere anche se in quel momento avrebbe solo voluta allontanarla e di conseguenza andarsene, ma era troppo debole e l’unica cosa da fare al momento era quella di restarsene in disparte.

Marinette si ritrasse poco dopo capendo di aver sbagliato ad abbracciarlo, ma in quel istante ne aveva assoluta urgenza e doveva dimostrare di tenere a lui, che non era mai stato uno straccio vecchio, come lui stesso si era definito, ma un partner, un amico e anche qualcosa di più.

“E’ strano che Papillon mi abbia ascoltato…”

Chat Noir aveva notato di essere ancora trasformato, e giunti a quel punto non aveva più senso, ormai era stato scoperto.

“Ritrasformami.” Sussurrò ritornando nelle sue vesti civili liberando Plagg che cadde nelle mani di Marinette un po' confuso e vorticante.

“Ragazzi che avventura!” Sospirò riprendendosi dopo aver ingurgitato una fetta di formaggio, poi si rivolse seccato verso il suo portatore “Che non ti salti mai più in mente di farti akumizzare.”

“Pensi che ne sia stato felice?”

“E io che ne so…sei un super eroe, avresti dovuto combatterlo!” Berciò acido facendolo sentire ancora più in colpa di quanto non lo fosse già, e ben consapevole che avrebbe potuto causare un vero e proprio disastro.

“Smettila, Plagg…non abbiamo bisogno anche della tua paternale.” Intervenne Marinette a calmare gli animi tirando fuori quel lato determinato e deciso che Adrien amava così tanto “…abbiamo altro a cui pensare.”

“Ora Papillon conosce le nostre vere identità…siamo in pericolo!” Ipotizzò Adrien.

Marinette scosse il capo “…non è tutto. Ho fatto un patto con lui, i nostri miraculous in cambio della tua deakumizzazione.” Si morse un labbro e abbassò lo sguardo.

“Perché lo avresti fatto?” Chiese sfarfallando le ciglia bionde.

Ovvio che non lo avesse sentito, ovvio che non lo avesse ricordato.

Quando si è akumizzati non si è consapevoli delle proprie azioni e si dimentica tutto quello che è stato detto e fatto.

Marinette?” La invitò a continuare mentre lei stringeva un pugno.

Dirglielo o non dirglielo? Questo era il vero problema.

Lui era innamorato di Lady Bug e non di lei, già la delusione per aver scoperto chi c’era dietro la maschera rossa a pois neri doveva essere enorme, non poteva di certo dirgli anche che il suo cuore batteva per lui dal primo momento che lo aveva visto.

Marinette deglutì il nulla “Perché sei un mio amico e…tengo a te.”

“Sicura che sia solo per questo?”

Si morse di nuovo il labbro inferiore “Si…si…solo per questo.” Lo disse in tono poco convincente, ma Adrien preferì non continuare ad insistere, al momento i suoi pensieri erano occupati da un altro problema e da una strana sensazione che non lo abbandonava.

E se il motivo della sua deakumizzazione improvvisa fosse dovuta al fatto che suo padre era Papillon? Non riusciva a darsi una spiegazione migliore, per quanto severo ed ingiusto fosse a volte Gabriel, aveva l’assoluta certezza che tenesse a lui, e l’aver scoperto di aver akumatizzato suo figlio per sbaglio, questo forse ha dato un pretesto per far credere a Lady Bug di aver momentaneamente vinto.

Ma non poteva dirglielo a Marinette, doveva tenere questa cosa per sé il più a lungo gli fosse possibile, si sarebbe attenuto al suo piano e le avrebbe espresso i suoi dubbi in merito appena ne avrebbe avuto la certezza.

*

“Oggi potrebbe essere la nostra ultima occasione per sconfiggere definitivamente Papillon e privarlo dei suoi miraculous.” Convenne Adrien.

“Già, dobbiamo pensare ad un piano efficace e…hai detto privarlo?”

Adrien annuì con il capo intuendo cosa stava pensando Marinette in quel momento.

“Pensi anche quello che penso io?”

“Avremo bisogno di Volpe Rossa e Carapace. E mandare una squadra a proteggere i miei genitori e tuo padre. Papillon non è uno sprovveduto e fiuterà l’imbroglio ad un miglio di distanza, sono sicura che creerà dei sentimostri per minacciarci e costringerci a consegnargli i nostri miraculous senza cercare di imbrogliarlo.”

“E quando meno se lo aspetta, apparirai tu come Pegabug e gli prenderai i suoi di miraculous.”

“No!”

Adrien la guardò interrogativo, era sicuro fosse quello il piano.

“TU!” Gli puntò il dito contro il petto “Tu ti trasformerai in PegaNoir e gli ruberai le sue spille. L’elemento sorpresa è fondamentale! E io mi fido ciecamente di te” Ammiccò.

*

Stupore

*

Fiducia

*

Speranza

*

“S-sei sicura, milady?” Balbettò incredulo.

“Io e te insieme contro il mondo” Gli tese il braccio che lui successivamente incrociò.

“Sempre!”

*

*

“Non sarà pericoloso, Gabriel?” Gli chiese Nathalie ancora allettata, l’uso improprio del miraculous del pavone l’aveva debilitata parecchio, ma il medico che l’aveva in cura aveva dato buone speranze di guarigione, contrariamente a quelle che aveva dato ad Emilie, e non si spiegava perché entrambe le donne erano state colpite da quella sindrome rara e dimenticata.

“Starò attento!” Disse con fermezza mentre si sistemava la cravatta davanti lo specchio e accarezzava successivamente le spille della farfalla e del pavone.

“Sicuramente i ragazzi penseranno ad un piano, potrebbero raggirati. Sono furbi, scaltri…”

“Ho già pensato a creare un sentimostro che terrà occupato i genitori di Marinette, in caso volessero farmi qualche scherzo…” Non gli piaceva l’idea, minacciare persone care a suo figlio gli faceva rivoltare lo stomaco, ma perché ora tutto assumeva un’altra sfumatura? Già…si era reso conto di averlo preso a calci nel sedere per mesi e in più ora sicuramente lo avrebbe affrontato, Marinette o Lady bug che dir si voglia, non gli avrebbe ceduto i loro miraculous con facilità, era pur sempre la guardiana dannazione.

Per quanto l’amore palese che provava per Adrien le annebbiasse la mente il ruolo che ricopriva era troppo importante per farsi sopraffare dai suoi sentimenti.

Ma l’amore si sa, fa fare cose stupide e insensate.

Gabriel non poteva credere che sarebbe stato così facile.

Troppo facile.

Doveva stare attento e non fare un passo falso.

*

Papillombre aspettava ben nascosto nel luogo accordato per l’appuntamento.

Un vicolo appartato e lontano dal centro di Parigi.

Guardava a destra e sinistra, in alto e in basso.

*

Guardingo.

*

Sospettoso.

*

Proprio come si sarebbe aspettato da lui.

Si aspettava di vedere Lady Bug e Chat Noir comparire dal nulla, ed invece da un angolo vide loro camminare vicini.

Adrien e Marinette.

Una morsa gli strinse il cuore e chiuse gli occhi ricordando il motivo per cui lo stava facendo.

Avrebbe potuto evitare quell’incontro e parlare civilmente a suo figlio riguardo il suo losco piano senza coinvolgere direttamente la sua partner, ma ormai era in ballo e doveva ballare.

Forse aveva preso una decisone troppo avventata, ma Marinette gli aveva servito quell’occasione su di un piatto d’argento senza che nessuno si facesse male.

Però, doveva procurarsi una garanzia, non poteva risultare sprovveduto, anche perché sapeva che quei due ragazzi erano scaltri e furbi, soprattutto suo figlio.

Marinette e Adrien avanzavano verso il loro aguzzino, si lanciarono di tanto in tanto qualche occhiata complice cercando di sembrare il più naturale possibile, del resto stavano consegnando i loro miraculous ad un nemico a cui cercavano disperatamente di sottrarre da mesi.

Avevano perso, lui aveva vinto.

L’amore vince sempre.

Questa frase Papillombre se la ricordava bene.

E ricordava bene quando aveva pronunciato la frase “Sarà il vostro amore a distruggervi”.

*

Lady Bug e Chat Noir controllavano la situazione da sopra un tetto, coperti dalla mimetizzazione, il loro nuovo potere speciale.

“Devi prepararti Chat Noir, i nostri cloni sono quasi arrivati, e presto scoprirà l’inganno.”

In quel momento lo yo-yo di Lady Bug vibrò, erano gli altri quattro super eroi chiamati a rapporto che gli comunicava la situazione.

“Sono Viperion…alla pasticceria dei Dupain-Cheng c’è un sentimostro che spaventa i coniugi. Io e Ryuko proveremo a combatterlo e a proteggere i genitori di Marinette.”

“State attenti, mi raccomando!”

Tutto come previsto, la chiamata che arrivò più tardi fu quella della squadra di King Monkey e Vesperia.

“A casa Agreste c’è solo la signora Nathalie a letto e nessun sentimostro. Del padre di Adrien nemmeno l’ombra.”

“Grazie mille, occhi aperti ragazzi! E non muovetevi da lì, Papillombre potrebbe colpire appena il signor Agreste rientra a casa.”

“Vuoi che proviamo a fare un giro per vedere se è nei paraggi?”

“No, rimanete lì…”

“Ok!” Un click interruppe la conversazione che venne udita anche da Chat Noir.

Suo padre non lasciava mai la magione e sapeva che quel giorno non aveva appuntamenti importanti o che richiedevano la sua presenza fisica, ed il fatto che Nathalie fosse in casa ne era la prova.

Anche se non era del tutto in forma non lasciava mai suo padre da solo.

Chat Noir strizzò gli occhi perché il suo sospetto era più che fondato, c’era sempre stato lui dietro a tutto questo, ma il motivo gli era sconosciuto.

Bastardo.

Perché fare del male a delle persone innocenti?

Un momento…chi possiede sia il miraculous della coccinella che quello del gatto nero ha la possibilità di manipolare la realtà.

E se lo scopo di suo padre fosse quello di riportare in vita sua madre?

“Tieni, Chat Noir!” Lady Bug gli porse il miraculous del cavallo che prese ancora più convinto.

Non solo ora era determinato a prendere entrambi i miraculous, ma li avrebbe distrutti.

PlaggKaalki…unitevi!” Chat Noir venne avvolto da una luce marrone dal riflesso verde e Marinette rimase impietrita davanti al suo nuovo mise.

La tuta aderente era rimasta dello stesso colore, nero come la pece con delle bande beige all’altezza gomiti e ginocchia, il campanellino sparito e al suo posto una vertiginosa scollatura che arrivava fin quasi all’ombelico mettendo in risalto gli addominali e i pettorali potendo lasciare ben poco spazio all’immaginazione, aveva mantenuto il suo bastone e la cintura lungo la vita che ora non era più di cuoio, ma simile ad una corda, i suoi capelli biondi si erano allungati venendo racchiusi in un codino basso e la frangia scompigliata, per non dimenticare il colpo di classe dato dagli occhiali da sole.

A Lady Bug schizzarono gli occhi fuori dalle orbite, se questo era il risultato Max poteva ritenersi escluso dalla squadra.

“La miseria!” Soffiò incredula.

“Uhm...son figo!” Mormorò osservandosi sul lucido del suo bastone.

“Non è il momento di fare gli spacconi, abbiamo una missione” Lady Bug cercò di mantenere un certo rigore, anche se non le era facile e di questo Chat Noir se ne accorse.

“Sai insettina, secondo me non mi hai raccontato tutta la verità…” Esordì sornione vedendo che il suo volto divenne improvvisamente cremisi.

“C-cioè?” Balbettò, e per un attimo aveva dimenticato i loro dissapori.

“…te lo spiegherò a tempo debito.” Ammiccò facendola arrossire ancora di più.

Per intenderci, se al mondo fosse esistito un colore più forte del rosso, quello sarebbe stato la tinta del viso di Lady Bug.

“Chat Noir…” Doveva chiederglielo “…sei ancora in collera con me?”

Mmm…credo che Pega Noir sia più adatto…che dici?”

“S-si” Biascicò “…ma non hai risposto alla mia domanda.”

“Abbiamo molto di cui parlare, ma pensiamo ad ultimare la missione, ok?”

Però una risposta gliela doveva, anche se non approfondita.

Milady, non sono in collera con te.”

*

Continua

*

Nda:

1-      ho ipotizzato che quando si viene akumatizzati e poi liberati ci si senta deboli, se notate in ogni puntata la vittima di Papillon cade a terra e sembra essere stanca, poi il tutto viene ripristinato con il potere speciale di Lady Bug

2-      Viperion, Ryuko, Vesperia e King Monkey non sanno che Adrien e Marinette sono Lady Bug e Chat Noi, ma pensano che siano stati usati dai supereroi come diversivi.



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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Io e te insieme contro il mondo…sempre!

*

Capitolo 3

*

Basta una frazione di secondo e tutto attorno a te cambia.

Una mossa al posto di un’altra per ribaltare le sorti del destino.

Papillombre sorrideva malignamente mentre vedeva Marinette e Adrien togliersi i loro miraculous per metterli nella sua mano guantata.

L’avrebbe fatta franca e Adrien avrebbe avuto indietro sua madre.

Lui avrebbe avuto indietro la sua amata Emilie.

Una famiglia felice finalmente, già si vedeva seduto sul giardino di casa attorno ad una tovaglia a scacchi bianca e rossa mentre consumavano il pranzo preso da un cestino in vimini, quanto piaceva ad Adrien sedersi sull’erba fresca con la famiglia sorridente.

Quanto piaceva a Gabriel la sua famiglia felice e il sorriso della moglie così simile a quello di suo figlio.

Ma fu proprio quando questi gli sfiorò la mano che sparirono davanti i suoi occhi e apparve lui da un portale: Pega Noir.

“Cataclisma!” Aveva invocato facendo strabuzzare gli occhi a Lady Bug, oltre a quelli di Papillombre s’intende.

Non era questo il piano.

Non era questo che era stato accordato.

Aveva appena fatto di testa sua, ma perché? Perché voler distruggere quei miraculous? Oppure voleva uccidere il loro acerrimo nemico? No, Adrien non era un assassino e per quanto lo odiasse non avrebbe mai causato la sua fine.

Lo scopo era quelli di prendere quelle spille che mancavano da troppo tempo nella Miracle Box e assicurare quel criminale alla giustizia.

Ok, una cosa sarebbe stata fatta…solo che la Miracle Box sarebbe stata privata ancora una volta di due spille rendendola incompleta e lei una guardiana non all’altezza del compito assegnatole.

Allungò la mano e Papillombre la ritrasse per non rischiare di toccarlo.

Inerme e indifeso si lasciò andare al suo destino.

Non poteva combattere contro suo figlio, non avrebbe avuto scampo contro quegli occhi così simili a quelli di Emilie.

Era finita, e l’aveva persa per sempre.

Forse se non fosse stato così avido di potere e ottuso, avrebbe potuto parlare con suo figlio e metterlo al corrente del suo piano tralasciando l’effetto sorpresa di scoprirlo in quella maniera.

Si sarebbe arrabbiato…

O si se si sarebbe arrabbiato, ma ormai era tardi per tornare indietro.

Pega Noir strappò via quelle due spille che teneva appuntate al petto in maniera ordinata e impeccabile una sopra altra.

Papillombre cadde all’indietro come se fosse stato colpito dalla scarica di un fulmine.

In pratica era come se lo fosse stato.

*

Pega Noir vide in pochi secondi tutte le sue ipotesi diventare realtà.

Mentre nella sua mano destra vibravano sia il miraculous del pavone che quello della farfalla per il colpo subito, le ginocchia divennero di gelatina e si lasciò cadere sulla strada.

Non poteva essere…aveva sperato fino all’ultimo di sbagliarsi.

Lady Bug se ne stava attonita con la bocca spalancata, coperta malamente dalla sua mano guantata.

Volpe Rossa e Carapace erano rimasti nella medesima posizione in attesa che Lady Bug impartisse loro qualche ordine.

Fu solo quando lo yo-yo della coccinella iniziò a vibrare che si destò un attimo dallo shock subito.

“Il sentimostro è sparito…e visto che ti sto chiamando credo che il piano abbia funzionato, no?” Era Viperion.

“S-si certo! A-abbiamo vi-vinto!” Balbettò tremando con voce poco convinta.

“Stai bene’” Chiese Ryuko messa in viva voce.

“Tornate a ca-casa ragazzi! Vi-vi chiamo io più tardi!” Chiuse la telefonata senza dare ulteriori spiegazioni.

Volpe Rossa mise una mano sulla spalla di Lady Bug “Chiamo io King Monkey e Vesperia, se vuoi.”

“G-grazie! Poi potete andare, ragazzi! E…mi raccomando, non dite niente, tenete questa cosa per voi.” Se i suoi amici avessero raccontato la verità prima che Adrien avesse potuto chiarirsi con suo padre, o se Alya lo avesse scritto nel Lady Blog sarebbe stato un disastro.

“Vorrei restare, Adrien è un mio amico…” S’impose Carapace.

“No, ci penso io!” Esclamò categorica la coccinella.

“Andiamo, Carapace!” Volpe Rossa lo portò via con lei.

*

Lady Bug balzò dal cornicione e dopo aver toccato terra si precipitò da Pega Noir prossimo alla de trasformazione.

Inginocchiato a terra, sguardo perso nel vuoto e nella sua mano i miraculous danneggiati che emettevano scintille.

Dalla parte opposta, scaraventato lungo un palazzo abbandonato, Gabriel se ne stava privo di sensi seduto con la schiena attaccata ai mattoni.

Lady Bug gli mise una mano sulla spalla e lui la guardò con uno sguardo affranto prima di riportare la testa nella medesima posizione di prima.

“Scusa!” Le disse riferendosi ai miraculous danneggiati porgendoglieli.

“Il lucky charm sistemerà tutto…” Non serviva che glielo dicesse, questa cosa lo sapeva già sé, se non ricordava male era capitato in passato con il miraculous dell’ape.

“…sapevi che era tuo padre, vero?” Gli chiese rimanendo in piedi accanto a lui che non accennava a spostarsi o cambiare posizione.

“Non ha nemmeno provato a combattermi.” Gli occhi iniziarono ad inumidirsi e la voce era rotta dal pianto.

“Sapeva che eri tu. Lui si aspettava di trovare me, sarebbe stato più facile agire. Invece così…è rimasto immobile a subire.”

“Perché? Perché lo ha fatto?”

“Questo non lo so, Adrien! Non ti posso dire che cosa lo ha spinto a comportarsi così e quale fosse il suo scopo. Però glielo puoi chiedere…si sta svegliando.”

E in quell’attimo Pega Noir sciolse la trasformazione.

“Io vado a sistemare questi miraculous, resto nei paraggi se hai bisogno, ok?”

“No, è una cosa tra me e lui, tu puoi andare.” Adrien si alzò con i pugni lungo i fianchi e le lacrime agli occhi.

Li asciugò con la manica della camicia di fretta.

“S-sei sicuro?”

Adrien annuì e a Lady Bug non restò altro che obbedire al suo ordine.

*

Lady Bug lanciò lo yo-yo nel tetto vicino e quando Adrien la vide sparire si avvicinò a suo padre.

Camminava con andatura lenta e pesante cercando di prendere tempo per trovare le parole giuste da pronunciare.

Una volta al suo cospetto si accorse di una cosa molto strana.

Gabriel continuava a tenersi la testa e a guardarsi attorno.

“Papà!” Lo richiamò con aria austera, avrebbe voluto afferrarlo per la collottola della camicia e sbatterlo addosso a quel muro di mattoni prendendolo a pugni finchè il sangue non gli fosse fuoriuscito dal naso e dalla bocca, ma si accorse di una cosa strana, non prevista.

Lo stilista era in stato confusionale e continuava a ripetere “Che ci faccio io qui?” Probabilmente si era accorto che non era un posto abituale per lui.

“Come? Non ti ricordi?” Gli porse la mano per aiutarlo ad alzarsi, ma si contorse dal dolore perché la testa gli faceva male, dannatamente male.

“D-dovrei?”

“Senti, non ho tempo da perdere con queste recite.” Disse in tono autorevole rivolgendosi al padre come non aveva mai osato farlo prima, Adrien era convinto di andare avanti e avrebbe scoperto la verità ad ogni costo.

“Recite? Ma di che recite parli, figliolo?”

“Se è uno scherzo, non mi incanti!”

“Adrien, sei sicuro di stare bene?” Gli domandò nuovamente “…la mia testa! Ma per caso mi sono ubriacato dopo il funerale di tua madre e sei venuto a cercarmi?” La sensazione di smarrimento e confusione era quella, senza però la nausea.

“Fu-funerale?” Adrien strabuzzò gli occhi intuendo che Gabriel avesse perso la memoria e l’ultima cosa che ricordava era il funerale di sua madre di mesi fa.

“Papà…” Sospirò più amorevolmente “…andiamo a casa!” Chiamò il gorilla informandolo della loro posizione.

*

Una volta in macchina e seduti sul sedile posteriore Adrien chiese a suo padre qual era l’ultima cosa che ricordava.

Lo stilista ci aveva pensato un attimo e poi rispose la stessa cosa che gli aveva comunicato qualche minuto prima, ossia il funerale dell’amata Emilie.

Era stato quasi un anno fa.

Che stesse fingendo solo per sottarsi alla sua punizione?

No, dalla sua espressione confusa non si direbbe, in una sorta di strano scherzo del destino sembrava che gli avvenimenti dei mesi precedenti fossero stati completamente cancellati, eppure non gli sembrava che Gabriel avesse preso una botta così forte da provocargli quell’amnesia.

Forse era stato lui con il cataclisma a toccarlo in punti cruciali, eppure era stato attento, si era concentrato unicamente sulle spille appuntate al petto.

Adrien si portò le mani dentro i capelli dalla disperazione, suo padre era Papillon o Papillombre e non poteva dirgli nulla.

Non sapeva se stava fingendo o meno, ma quello di cui era certo è che avrebbe ingoiato ancora una volta il rospo finchè non ne avrebbe saputo di più.

*

Era in collera con lui e non poteva nemmeno riversagli la sua rabbia contro.

Gabriel non sapeva nemmeno perché Nathalie era allettata e ne fu meravigliato quando la vide sotto le coperte con la stessa espressione che aveva Emilie quando aveva accusato i primi malori.

Adrien si era adoperato anche per farlo visitare da uno specialista nel più breve tempo possibile e questi arrivò come un fulmine a Villa Agreste.

“Non so dirle se l’amnesia di suo padre sia momentanea oppure no, solo il tempo ce lo dirà, il nostro cervello è assai complicato ed è una materia molto vasta, purtroppo non posso fare niente per lui. Stategli vicino e cercate di non dargli troppe informazioni tutte in una volta, siate comprensivi con lui. E’ tutto chiaro? Ah! Se dovesse avere difficoltà nel dormire vi prescrivo questi tranquillanti, venti gocce dovrebbero bastare.” Il medico staccò una ricetta bianca che venne subito data al gorilla che si sarebbe recato nella farmacia più vicina.

Adrien accompagnò infine suo padre a letto dopo avergli dato un analgesico per l’emicrania e qualche goccia di tranquillante per farlo dormire un po'.

*

Aveva chiamato Marinette informandola della situazione e lei, o meglio Tikki, le aveva risposto che probabilmente lo shock per aver distrutto i miraculous mentre Papillombre era ancora trasformato ha causato una perdita di connessione neurale danneggiando irreparabilmente quella parte di cervello che controlla i ricordi.

E con l’occasione le aveva chiesto di incontrarsi, avevano tanto di cui parlare e lui non poteva trattenere quelle emozioni ancora a lungo.

Unico lato positivo era che non poteva venir akumizzato da nessuno, a meno che Marinette non decidesse di diventare lei stessa il nuovo Papillon.

*

Nathalie, dopo la notizia dell’amnesia di Gabriel, si era alzata dal letto, vestita come meglio poteva ed era andata in giardino nel luogo in cui si trovava la statua di Emilie, era sicura che ci avrebbe trovato Adrien.

“Ti voleva molto bene, sai?” Gli disse toccandogli la spalla.

“Tu lo sapevi vero?” Non le rivolse nessun sguardo.

Nathalie deglutì un po' di saliva “Si!”

“Perché?”

“Vieni con me!” Gli ordinò di seguirlo e lui lo fece senza chiedere ulteriori spiegazioni, sapeva che suo padre aveva molti scheletri nell’armadio e alcuni di questi ora stavano per venire alla luce.

Entrarono in casa e di diressero nello studio di Gabriel, e Adrien fu molto sorpreso nell’apprendere che il quadro di sua madre era in realtà uno strumento che gli avrebbe permesso di scendere ancora più in profondità sotto casa sua.

“Dove siamo?” Le chiese guardandosi attorno e venendo colpito da un caldo torrido quasi afoso.

Non poteva credere che sotto le viscere della sua magione esistesse un mini mondo fatto di edere arrampicanti, farfalle e acqua, acqua pulita che scorreva come un fiume.

E poi la vide.

Un feretro di cristallo con al suo interno il corpo senza vita di sua madre.

“Non posso crederci…” Sussurrò lasciandosi cadere sulle ginocchia.

Adrien iniziò a piangere e finalmente a liberarsi di un peso sullo stomaco che lo opprimeva.

Nathalie rimase sempre con lo stesso rigore rigido e all’apparenza impassibile, ma l’unica cosa che voleva fare era abbracciare quel ragazzo ed infondere il lui quel calore di madre che gli era mancato per così tanto tempo e ingiustamente.

Lo fece.

Al diavolo le congetture, quel ragazzo aveva solo bisogno di sentirsi amato.

“Lo ha fatto per lei, Adrien. Perché tu potessi riavere tua madre.” Gli confesso mentre lo teneva stretto in quell’abbraccio.

“Questo non giustifica le sue azioni.” Rispose con la voce rotta dal pianto “…doveva dirmelo e basta!”

“Che cosa sarebbe cambiato?”

“Lo avrei sicuramente fatto ragionare. Ha rischiato grosso. Ma alla fine gli è andata bene, non toccherà a lui vivere con il rimorso di aver fatto del male alle persone.”

“Credi che la cosa sia permanente?”

“Non lo sappiamo…”

“Allora dobbiamo fare una cosa!” Lo guardò dritto negli occhi, anche lei stava piangendo.

Per quanto seguisse il suo capo in ogni luogo e ne assecondava le azioni, non era mai stata d’accordo con il suo operato ritenendolo pericoloso per la sua salute e quella dei parigini, ma un uomo innamorato e disperato farebbe qualsiasi cosa per la sua famiglia.

Adrien capì subito le sue intenzioni e accettò di seppellire il corpo di sua madre dove credeva fosse sempre stato, poi di nascosto avrebbe fatto sistemare quell’angolo della casa rendendola più simile ad una serra e non un luogo dove custodire un feretro.

Emilie non c’era più e per quanto il piano di riportarla in vita con i miraculous di Lady Bug e Chat Noir lo allettasse, sapeva che non era giusto e ormai Adrien si era rassegnato a non vederla camminare più per quei corridoi e sorriderle.

*

Si erano dati appuntamento al pontile come Marinette e Adrien, niente Lady Bug e Chat Noir, niente miraculous, solo due persone, ragazzi, che avevano bisogno di parlare.

Adrien avrebbe potuto chiamare Nino, ma non era con lui che doveva chiarirsi, anche perché sentiva che Marinette non gli aveva confessato tutta la verità.

Marinette era arrivata per prima e la vide seduta su quella panchina di legno mentre ammirava il fiume al tramonto che scorreva sotto il ponte, teneva i capelli sciolti fino le spalle.

Non stava giocherellando con il telefono come si sarebbe aspettato da una qualsiasi adolescente, ma era lì ferma immobile che l’attendeva.

Soffiò dalla bocca e prendendo coraggio, perché il cuore gli stava battendo all’impazzata, si avvicinò a lei, le mise una mano sulla spalla facendola sussultare.

“Ah! Sei tu!” Sospirò si sollievo.

“Scusa il ritardo!” Si sedette accanto a lei.

“Non scusarti, sono io in anticipo” Gli sorrise e Adrien notò il fiume impresso nei suoi bellissimi occhi, come aveva fatto a non notare prima che erano gli stessi della sua milady?

*

Sciocco

*

Stupido

*

Cretino

*

Rimasero in silenzio qualche minuto aspettando che uno dei due iniziasse a parlare per prima.

Marinette continuava a mordersi le labbra e a stringere i pugni sulle ginocchia.

Adrien teneva lo sguardo basso ticchettando i talloni a terra in maniera nervosa, si grattò più volte il collo e frizionò le mani sudaticce sui jeans all’altezza delle cosce.

“Adrien”

Marinette

Pronunciarono insieme guardandosi negli occhi quando finalmente il coraggio gli diede modo di aprire le loro bocche.

Peccato che fu proprio nello stesso istante ed entrambi presero quella situazione in maniera divertente, eppure erano due super eroi abituati a combattere insieme, fianco a fianco.

Eppure erano due adolescenti, amici e compagni di classe, non dovrebbe essere difficile per loro mettere insieme due parole in croce.

“Prima tu!” Lo invitò Marinette, ne aveva la precedenza visto che era stato lui ad invitarla ad uscire.

“Facciamo un giro, ti va?” Le porse la mano che lei accettò senza ribadire nulla.

Iniziarono a camminare lungo il ponte di legno sotto gli sguardi teneri degli altri innamorati che si stavano scattando dei selfie magari mentre si scambiavano un bacio o un abbraccio più forte.

“Come stai?” Gli chiese di getto la prima cosa ovvia da dire.

“Domanda di riserva?” Le sorrise di circostanza e forzatamente per non farle pesare il fatto che stava male, male da fare schifo.

“Scusami, non volevo…”

“Lo so…scusami è colpa mia, forse è troppo presto per parlarne!” Adrien le voltò le spalle pronto per andarsene e lasciarla lì da sola, ma Marinette lo prese per il polso “E’ l’ora giusta per farlo. Non andartene, ti prego.” Lo supplicò, anche lei aveva tante cose da dirgli e non lo avrebbe fatto andare via finchè non avesse saputo tutto.

Adrien aveva tutto il diritto di sapere, ed era anche giunto il momento di rivelargli i suoi veri sentimenti.

Le avrebbe riso in faccia? Probabile, ma almeno così sarebbe potuta andare avanti.

“Non voltarmi le spalle…” Continuò lei allentando la presa al polso.

Adrien indurì lo sguardo “Tu lo hai fatto!”

Un colpo al cuore, ma aveva ragione.

Marinette deglutì il nulla e seguì qualche attimo di silenzio prima che potesse pronunciare anche solo una sillaba.

“Non l’ho fatto apposta…e credimi se ti dico che darei qualsiasi cosa per poter tornare indietro.”

“Hai il miraculous del coniglio, lo puoi fare tranquillamente.” Fece spallucce inacidendo il tutto.

“Non dire così, sai che non possiamo usarli per scopi personali.”

“Si, scusami” Il suo animo buono e gentile gli suggerì che porgere delle scuse era la cosa migliore da fare visto che quella frase era scontata e totalmente fuori luogo.

“Non devi, hai tutte le ragioni del mondo ad essere in collera con me. Non sono stata una buona partner e soprattutto una buona amica per te. Ho tradito la tua fiducia e mi merito tutto il tuo risentimento e capisco bene se non vorrai parlarmi mai più. Tu…tu sei l’unico che in ogni battaglia mi hai sempre supportata non pretendendo niente in cambio, l’unico ostacolo a dividerci erano le nostre identità.”

“Ecco su questo potremo scriverci un libro…” Disse in tono sarcastico e si pentì subito dopo notando i suoi occhi lucidi che risplendevano al sole.

“Ti avevo già spiegato che non potevamo sapere chi fosse l’altro perché avremo dovuto restituire i nostri miraculous.”

“Volpe Rossa e Carapace? Come la mettiamo?” Adrien si stava scaldando, aveva bisogno di risposte e subito.

“E’…è stato un errore…avevo fretta e…”

“Però hanno continuato a tenerli e ad essere i portatori…e sono quasi sicuro che Alya sapesse già che tu eri Lady Bug, altrimenti il tuo comportamento non avrebbe avuto senso.”

“Hai ragione…l’ho detto ad Alya in un attimo di debolezza…stavo impazzendo Adrien e dovevo trovare un modo per non farlo. Non potevo uscire con le mie amiche, ero costretta a mentire tutto il giorno a loro, ai miei genitori, a tutti! Sulle mie spalle gravava un compito molto più grande di me, non ho scelto di essere io la Guardiana, ma ora lo sono, e o rinuncio perdendo per sempre la mia memoria, oppure rimango come sono. Stavo scoppiando e sono riuscita a liberarmi di questo peso solo con Alya.”

“Avresti potuto farlo con me…ero lì quando avevi bisogno, nessuno ti avrebbe supportato meglio di me.”

“Non potevo parlarne con te, con Chat Noir, lo capisci vero?”

“Solo perché tu non sei innamorata di me, altrimenti lo avresti fatto.”

“Si invece!” Gli urlò lasciandolo basito.

“Co-co-cosa? Ho sentito bene?” Biascicò sfarfallando gli occhi.

Marinette annuì mentre le lacrime iniziarono a scendere copiose.

“Perché non me lo hai mai detto?” L’abbracciò forte.

“Perché tu eri innamorato di Kagami e dopo è successo tutto questo.”

Adrien si sentì un verme solo per averglielo fatto credere, non poteva dirgli che usciva si con Kagami, ma in realtà era innamorato di Lady Bug, per chi lo avrebbe preso?

“Con Kagami non è mai andata, uscivamo solo insieme, ma non abbiamo mai avuto quell’alchimia che invece sento di avere con te.”

“Tu sei innamorato di Lady Bug, non di me.” I loro volti erano talmente vicini che le loro labbra potevano sfiorarsi mentre parlavano.

Marinette…tu sei Lady Bug, o lo hai già dimenticato?”

Adrien avvicinò di più la sua bocca a quella di Marinette, aveva voglia di baciarla, aveva aspettato troppo a lungo.

Si inumidì con la lingua le labbra perché gli si erano seccate di colpo, chiuse gli occhi per imprimere meglio quel momento idilliaco, quando improvvisamente sentì freddo.

Marinette si era allontanata.

Adrien rimase perplesso, credeva che anche lei lo volesse, ma si vede che aveva interpretato male i segnali che le stava lanciando.

“Scusami…io…io…sono stato uno stupido…e ho rovin…” Non fece tempo a parlare che le labbra di Marinette catturarono le sue in un tenero e morbido bacio.

“Non hai rovinato proprio un bel niente…sono stata io che…” Adrien non le fece terminare la frase che avvicinò le prese la testa delicatamente accompagnandola addosso alla sua, scontrandosi per un ennesimo bacio.

Marinette si scostò e cercò di mandare via Adrien premendo le mani contro il suo petto.

“Ti ho fatto soffrire Adrien, lo riconosco, ma voglio rimediare ai miei errori…se tu me lo permetterai…” Si specchiò nei suoi bellissimi occhi verdi attendendo una risposta con il cuore che batteva all’impazzata.

Lo sguardo di Adrien si era indurito e fatto serio.

“Si, è vero mi hai deluso e devo essere del tutto sincero non lo avrei creduto, ma…so anche che non lo hai fatto apposta, capisco bene la situazione che stavi vivendo e so che non dev’essere stato facile vivere con tutto quel peso sulle spalle però…lo porteremo insieme Milady…non so come andrà a finire perché mi ci vorrà del tempo per lasciarmi alle spalle il dolore che mi hai causato, ma quello di cui sono sicuro sono i sentimenti che provo per te. Non voglio dire bugie dicendo che sarà tutto rose e fiori, ma cercherò di fare il mio meglio per darti quello di cui hai bisogno…ti chiedo solo una cosa…non mentirmi mai più.” Le prese le mani intrecciandole alle sue.

Marinette non distolse lo sguardo per nemmeno un secondo “Non lo farò, chaton, te lo prometto.”

“Allora…ci proviamo?” Chiese ammorbidendo i tratti del volto sorridendole.

“Ci proviamo!” Asserì appoggiando la testa corvina sul suo petto muscoloso chiudendosi in un abbraccio.

“Oh! Ma che bella coppia abbiamo qui!” Esordì Andrè arrivato con il suo carretto pronto per allietare la serata di qualche innamorato preparando uno dei suoi gelati.

“…tenete, questo è per voi ragazzi.” Gli porse il cono con i gusti scelti per quei giovani ragazzi che presero insieme non rendendosi conto di aver unito le loro mani mentre con quella rimasta libera si gustavano un delizioso gelato al tramonto.

*

FINE

*

Nda: Ciao a tutti e grazie per essere arrivati fino a qui, vi avevo detto che sarebbe stata di pochissimi capitoli.

Spero vi sia piaciuta, anche se non credo che nella serie vedremo mai una cosa del genere, comunque questa era la mia idea e di come mi sarebbe piaciuta che si fosse evoluta quella situazione. E per chi si sta chiedendo cosa ne sarà di Gabriel ora che non ha più i suoi ricordi, presto pubblicherò uno spin off.

Fatemi sapere le vostre impressioni in merito 😊

*

Come sempre ringrazio chi ha seguito la storia e commentata, in particolare la mia carissima amica summerlover che ringrazio nuovamente per le idee e la revisione dei capitoli.

Grazie davvero di cuore amica mia.

*

Grazie ancora a tutti coloro che hanno commentato e che continuano a inserire tra le PREFERITE, SEGUITE e RICORDATE questa breve storia.

Alla prossima.

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