Forever Us

di Schmetterlinge
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Mi insegni a ...? ***
Capitolo 2: *** Brother ***
Capitolo 3: *** Loving you is a losing game ***
Capitolo 4: *** Sakè ***
Capitolo 5: *** Water ***
Capitolo 6: *** Me lo fai un sorriso? ***
Capitolo 7: *** Pazzo ***
Capitolo 8: *** Gli opposti si attraggono? ***
Capitolo 9: *** Troppo corto ***
Capitolo 10: *** Succo di Lampone ***
Capitolo 11: *** Make you happy ***
Capitolo 12: *** Tutto ***
Capitolo 13: *** Nanetta ***
Capitolo 14: *** Illusion ***



Capitolo 1
*** Mi insegni a ...? ***


“Scusami?”

 

Gajeel la fissava supplice.

 

“Non posso credere che tu non l’abbia mai fatto.”

 

“Hai intenzione di prendermi in giro per l’eternità?”

 

“Non potrei mai, è solo che …”

 

La turchese sorrise dolce, le braccia conserte e un’espressione intenerita in volto.

 

“D’accordo, conta pure su di me.”

 

“Davvero?”

 

“Ovvio.”

 

L’iron maker sgranò gli occhi, piacevolmente sorpreso.

 

“Faresti lo stesso per me, no?”

 

“Ne dubiti?”

 

Juvia gli si affiancò, accompagnandolo allo porta, quando si trovò a trattenere un gemito nel scorgere Natsu sulla soglia, pallido e profondamente impensierito.

 

“Ehi …”

 

“Salamandra?”

 

“Ho bisogno di aiuto.”

 

Juvia lo osservò seria, un sopracciglio inarcato, quando finalmente comprese.

 

“Anche tu…?”

 

Natsu non rispose, facendo spallucce quando Gajeel iniziò a punzecchiarlo.

 

“Non potevi chiedere a Erza?”

 

“Hai presente?

 

“Perchè?”

 

“Non credo sia il caso.”

 

Juvia si mise tra di loro, rossa in volto.

 

“Non è il momento di litigare, intesi?”

 

Quei due erano irrecuperabili e quando prendevano il via diventava un’impresa ardua fermarli.

 

“Per me va bene Natsu, non preoccuparti.”

 

Il ragazzo la ringraziò con lo sguardo, arrossendo visibilmente.

 

“Non abbiamo molto tempo ma qualcosa faremo.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

//

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Juvia, hai un minuto?”

 

Arrestò il passo, pietrificandosi sul posto; quel ragazzo aveva un tempismo impeccabile.

 

“Dimmi pure.”

 

“La missione di questo pomeriggio.”

 

“Ecco …”

 

“Te ne sei dimenticata?”

 

La squadrò scettico; non era da lei, decisamente no.

 

“Ho avuto un imprevisto, avrei dovuto parlartene prima ma è stato inaspettato, improvviso.

 

“Come …?”

 

“Verrà Erza al mio posto, andrà bene.”

 

Qualcosa non andava; Juvia lo stava scaricando per un impegno improvviso? Che fosse giunta la fine del mondo?

 

“Allora ci vediamo questa sera?”

 

Sembrò esitare.

 

“Farò il possibile ma non prometto nulla.”

 

Non solo l’aveva bidonato per qualcosa a cui non era riuscito a dare un nome ma non sembrava nemmeno smaniosa di volerlo rivedere.

 

“Sicura vada tutto bene?”

 

Lei lo osservò sorpresa.

 

“Si, perchè?”

 

Avrebbe voluto parlarle apertamente ma non trovò il coraggio.

 

“Nulla, non preoccuparti.”

 

“…"

 

“Allora a più tardi.”

 

La osservò allontanarsi quando una voce sensuale ne richiamò l’attenzione.

 

“Strano, non è da Juvia darti buca.”

 

“Erza?”

 

Titania lo scrutò maliziosa.

 

“Scommetto che muori dalla voglia di scoprire cosa nasconde.”

 

“Ti sbagli.”

 

“A giudicare dalla tua espressione, non credo.”

 

Gray non rispose, colto nel segno.

 

“Ho chiesto al Master di sostituirti con Laxus.”

 

“Cosa …?”

 

Gli lasciò una pacca sulla spalla, superandolo, l’aria chi la sa lunga.

 

“Non ringraziarmi.”

 

Gray abbassò il mento, scuotendo il volto.

 

“Sei incredibile, Erza.”

 

“Lo so.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

//

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Gray dovette soffocare un rantolo nel vedere Lucy e Levy davanti alla camera di Juvia; erano poggiate alla superficie legnosa, due occhioni fuori dalle orbite e le guance rosse.

 

“Ma cosa …?”

 

“Gray?!”

 

Pareva avessero visto un fantasma.

 

“Che state facendo?”

 

Levy era paonazza dalle lacrime, un fazzoletto tra i denti, e Lucy non faceva eccezione.

 

“Ecco …”

 

Le osservò serio quando delle voci familiari ne richiamarono l’attenzione, mozzandogli il fiato.

 

“Ma queste sono …?”

 

“Già.”

 

Si avvicinò, pallido in volto.

 

 

 

 

Cosa ci facevano Natsu e Gajeel nella camera di Juvia?”

 

 

 

 

Dovette trattenersi dal capitolare a terra non appena li sentì ridacchiare.

 

 

 

“Natsu, mi stai stritolando.”

 

“Adesso?”

 

“Meglio, anche se mi stai facendo il solletico.”

 

“Ah si?”

 

“Non farmi ridere, dai.”

 

“Bacino contro bacino, eh?”

 

“Gajeel, la tua presa deve essere più ferrea.”

 

“Come …?”

 

“Prendimi per il fianco. Natsu anche tu, per favore.”

 

 

 

 

 

 

Levy portò una mano alla bocca, sul punto di svenire.

 

“Non è possibile.”

 

“Ci sarà una spiegazione.”

 

Lucy era arrossita violentemente mente Gray aveva stretto i pugni; come poteva Juvia …

 

“Butto giù la porta.”

 

“Non è la soluzione migliore.”

 

“Ma …”

 

“E’ da diversi giorni che si incontrano, tutti i pomeriggi fino a sera.”

 

Silenzio.

 

“Comunque è chiusa a chiave.”

 

 

 

 

Pure

 

 

 

 

Gray si impose di non ridere, sconvolto.

 

 

 

 

 

Quindi non volevano essere disturbati.

 

 

 

 

 

“Io me ne vado.”

 

“Ma …?”

 

“Aspetta Gray!”

 

Lucy e Levy si scrutarono a lungo nel vedere il proprio compagno di Gilda allontanarsi sempre più, le spalle ingobbite e l’aria impensierita.

 

“Non voglio saperne nulla.”

 

“Non andare!”

 

“E’ meglio così.”

 

Juvia poteva fare quello che voleva ed era libera di farlo con chi più desiderava.

 

 

 

 

E allora perché si sentiva bruciare al solo pensiero di saperla con altri?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

//

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Sei incredibile, Juvia.”

 

Sorrise, il mento di Natsu contro la fronte.

 

“Non ho fatto nulla di speciale.”

 

“Invece si..”

 

“Non esagerate.”

 

“E’ la verità.”

 

“Mi raccomando, bacini allineati e schiena eretta.”

 

Sentì l’Iron Maker afferrarla per il fianco.

 

“Stretta ferrea e contare il tempo.”

 

“Già.”

 

“Ragazzi …”

 

Natsu le aveva stretto la mano, fissandola scettico.

 

“C’è qualche problema?”

 

“Credo siano qua fuori.”

 

Come aveva fatto a non accorgersene prima? Avrebbe dovuto essere più accorto, dopotutto sia lui che Gajeel potevano contare su un udito al di fuori dal comune.

 

“Non può essere, ne sei sicuro?”

 

“Sicuro.”

 

Schiuse le labbra quando vide la porta spalancarsi brutalmente, mostrando un Gray sconvolto, seguito da Lucy e Levy.

 

“E’ una settimana che andate avanti così.”

 

“Ragazzi …”

 

“C’è qualcosa che dovremmo sapere?”

 

Juvia era ancora tra le braccia di Natsu, Gajeel dietro di lei.

 

“Non è come sembra.”

 

“E come dovrebbe essere?”

 

Lucy aveva gonfiato le guance, sembrava una bambina a cui avevano appena rubato le caramelle.

 

“Non avreste dovuto scoprirlo in questo modo.”

 

“Scoprire …”

 

Levy dovette poggiarsi al muro lì vicino quando Gajeel sollevò le mani in segno di resa.

 

“Non sappiamo ballare.”

 

Silenzio. 

 

 

 

 

Finalmente l’aveva detto

 

 

 

 

 

“Domani ci sarà il Gala di Magnolia e non volevamo sfigurare.”

 

Natsu aveva portato la mano dietro la nuca, imbarazzato.

 

“Juvia è piuttosto brava e abbiamo pensato potesse esserci d’aiuto.”

 

“Quindi, in questi giorni …”

 

“Già.”

 

La Water Maker rise, scuotendo il volto.

 

“Li ho segregati in camera mia, la situazione era piuttosto disperata.”

 

“Juvia!”

 

“E’ la verità.”

 

“Non c’è bisogno di infierire.”

 

Abbassò il mento nel sentirsi spintonare affettuosamente da Natsu.

 

“Ad ogni modo, credo che Lucy e Levy rimarranno sorprese.”

 

Si rivolse a Gray, senza parole.

 

“Mi dispiace essere scomparsa, effettivamente non è da me.”

 

“Juvia …”

 

“Avrei dovuto essere più accorta.”

 

Lucy e Levy scoppiarono a ridere, travolgendola con tutto il proprio peso.

 

“Siete unici, davvero.”

 

“Vogliamo vedere i progressi.”

 

Natsu sbiancò.

 

“Adesso?”

 

“Proprio ora.”

 

Juvia sorrise nell’osservare i ragazzi guidare le proprie compagne con una delicatezza ed una maestria che nessuno avrebbe mai attribuito loro.

 

“Sei stata brava …”

 

“Dici?”

 

“Credo tu abbia appena compiuto un miracolo.”

 

Gray le si mise accanto, spalla contro spalla.

 

“Mi spiace aver dubitato di te, non avrei dovuto.”

 

“Geloso?”

 

“…”

 

Si sentì avvampare tanto da dover volgere lo sguardo altrove.

 

“Vuoi ballare?”

 

“Sul serio?”

 

Lei lo fissò a lungo, quasi a volersi assicurare di aver inteso bene.

 

“Sei sicuro?”

 

La afferrò per la vita, stringendola a sé, tanto da mozzarle il fiato.

 

“Pronta?”

 

Gray rise nel sentirsi cozzare da Natsu e Gajeel, malandrini, intenti a divertirsi come poche volte, quando avverti’ il cuore esplodergli in petto non appena lei gli rispose.

 

“Sempre.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 








 

 

Perché non dare vita ad una raccolta di Drabble su Fairy Tail?

Ed ecco qua “Forever us”!

Che questa nuova avventura abbia inizio! ^.^

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Brother ***


I’ve got you brother 

 

 

 

Gray fissò l’amico in ginocchio, le spalle ingobbite e il mento a terra; lo sterno si alzava e si abbassava con moto regolare, come in una danza, mentre la schiena tremava e le lacrime scendevano copiose una dopo l’altra.

 

“Sei …”

 

Piangeva Natsu, mostrandosi vulnerabile come non lo era mai stato quando alzò gli occhi, infuriato.

 

“Sei un idiota.”

 

Nonostante si fosse sforzato di darsi un contegno sapeva essere inguardabile - patetico - ma poco importava.

 

“Quante volte ti ho detto …”

 

Gray, artefice inconsapevole di tanto struggimento, si sentì morire nel vederlo così devastato, così afflitto.

 

“Natsu …”

 

“Vivi, dannazione!”

 

 

 

 

You’re my brother and I love you 

 

That’s the truth

 

 

 

 

Fu un urlo acuto, stridulo, a cui seguì un silenzio tombale.

 

“Devi vivere!”

 

“…”

 

Natsu l’aveva afferrato per il colletto della maglia, le guance rosse e paonazze, il mento rivolto verso il basso, quando si decise a specchiarsi negli occhi dell’amico.

 

“Smettila di ritenerti sacrificabile, smettila dannazione!”

 

“Ma ..”

 

“Perché non lo sei!”

 

Chiuse gli occhi nel ricordare quanto fosse andato vicino nel perderlo; se fosse arrivato poco più tardi …

 

“Noi …”

 

Piangeva, Natsu.

 

“Noi siamo amici, vero?”

 

Gray si sentì male di fronte a quello sguardo tanto dolce, così disarmante, che nulla aveva a che vedere col combattente di qualche istante fa.

 

“Ti ho fatto del male, ti ho quasi ucciso Natsu.”

 

Sentì le lacrime scendere copiose.

 

“Come posso esserti amico, come posso …?”

 

“Non sono diverso da te, Gray!”

 

Aveva urlato il rossiccio, lasciandolo senza parole.

 

 

 

 

I’ve got you brother 

 

 

“Natsu …”

 

“Perciò smettila.”

 

 

 

I’ve got you brother 

 

 

 

 

“Sei la mia famiglia.”

 

Natsu si nascose contro la sua spalla - stanco - quando percepì qualcosa circondargli le spalle.

 

“Mi dispiace.”

 

“…”

 

Gray si era sempre sforzato di mostrarsi forte e indistruttibile, freddo e distaccato, nella speranza di farsi meno male, non rendendosi conto di quanto fosse sbagliato.

 

Con Natsu, invece, aveva imparato ad aprirsi e a lasciarsi andare e avrebbe fatto di tutto per saperlo al sicuro.

 

“Mi dispiace, Natsu.”

 

“…”

 

Perché quel ragazzo fumantino, tanto dolce e casinista quanto caparbio e tenace, non era solo il suo migliore amico.

 

Era suo fratello.

 

 

 

 

 

 

 

If I was dying on my knees

You would be the one to rescue me

 

And if you were drowned at sea

I'd give you my lungs so you could breathe

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Gray sollevò il mento, iniziando a sentirsi meno non appena scorse Natsu poco distante, altrettanto malconcio ma sempre sorridente.

 

Si scrutarono per interminabili secondi quando il moro si decise a raggiungerlo; fece un passo, poi un altro e un altro ancora, pregando di farcela.

 

“…”

 

Si abbracciò il fianco e - quando fu abbastanza sicuro di essergli andato vicino - chiuse gli occhi, venendo meno.

 

“Gray!”

 

“…”

 

Natsu lo afferrò in uno scatto fulmineo, scivolando a terra.

 

 

 

 

 

I’ve got you brother 

 

 

 

“Va tutto bene.”

 

“…”

 

Gray sorrise prima di perdere conoscenza, godendosi quella stretta così confortevole.

 

“Ti ho preso.”

 

 

 

 

I’ve got you brother 

 

 

Natsu lo scrutò serio.

 

“Sono qui.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

If I was dying on my knees

You would be the one to rescue me

 

And if you were drowned at sea

I'd give you my lungs so you could breathe

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Natsu tossì contro il terriccio duro e sporco, incapace di muoversi; digrignò i denti nel tentativo di sopportare il dolore, martellante come poche volte, mentre pregava di uscirne vivo.

 

 

 

Che fosse arrivata la fine?

 

 

 

Scosse la testa, toccandosi il collo - ora così spoglio - quando un bagliore lo accecò tanto da indurlo a coprirsi il volto con le mani.

 

 

 

 

Che si fosse spinto troppo oltre?

 

 

 

“Cosa …”

 

Dovette trattenere un gemito nel vedere Gray poco distante, deciso a fargli da scudo come da bambini.

 

“Cosa ci fai tu qui?”

 

“Senti chi parla.”

 

Non erano questi gli accordi, Gray non avrebbe dovuto essere lì, avrebbe …

 

“Tieni.”

 

“…”

 

Sgranò gli occhi non appena sentì qualcosa di soffice e morbido carezzargli il collo; non poteva essere, era certo di averla …

 

“Quella sciarpa è importante per te.”

 

Non rispose, scrutandolo con occhi lucidi e un magone in gola.

 

“Vedi di non perderla di nuovo, intesi?”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I’ve got you brother

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Non credo sia una buona idea, Natsu.”

 

“Non se ne accorgerà neanche.”

 

Gray scosse la testa, profondamente impensierito.

 

“Stiamo parlando della sua torta preferita.”

 

“Ti preoccupi troppo.”

 

“Convinto tu.”

 

Se Erza se ne fosse accorta sarebbe stata la fine ma Natsu pareva non rendersene conto.

 

“Voglio solo assaggiarla, che ci sarà di male?”

 

“Cosa hai detto che vorresti fare?”

 

In quell’istante Gray si sentì morire e - a giudicare dalla faccia che fece l’amico - anche Natsu.

 

“Oh cavolo.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I’ve got you brother

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Non poteva essere vero.

 

Non poteva averlo perso.

 

Dopotutto era di Natsu che stavamo parlando.

 

“Non …”

 

Abbassò il mento, incapace di reprimere la rabbia, mentre sentiva la disperazione scorrergli in corpo; non avrebbe mai accettato l’idea di vivere una vita senza di lui.

 

Non ne sarebbe stato in grado, lui come Lucy, Happy e chiunque altro della Gilda e il solo pensiero lo faceva tremare.

 

Dovette poggiarsi alla parete accanto quando una voce ne richiamò l’attenzione, mozzandogli il respiro.

 

“Ehi!”

 

“…”

 

L’oggetto principe delle sue preoccupazioni - non molto distante - lo squadrò sofferente, smanioso di tornare a casa.

 

“Tutto bene?” 

 

“…”

 

Quel ragazzo era incredibile, disarmante come pochi; nonostante lo conoscesse da anni riusciva ancora a stupirlo.

 

“Perché mi fissi in quel modo?”

 

“Sei un idiota.”

 

“Scusami?”

 

Nonostante volesse prenderlo a schiaffi per averlo spaventato, gli andò incontro come se nulla fosse, circondandogli le spalle fino a trascinarlo a terra, come quando erano piccoli.

 

“Bentornato.”

 

Sorrise, gli occhi lucidi e una morsa allo stomaco.

 

“Bentornato a casa.”

 

 

 

 

 

 

 

 

I got you brother

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ma quanto me gusta questa Brotp?

Litigano, si scontrano, si riappacificano come se nulla fosse e sono sempre pronti a sostenersi l’un l’altro. Li adoro!

La canzone Brother di Kodaline credo calzi alla perfezione con questi due testoni (e casinisti) dal cuore tenero.

Nella speranza che vi sia piaciuta, alla prossima! ^.^

Schmetterlinge

 

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Capitolo 3
*** Loving you is a losing game ***


 

Loving you is a losing game

 

 

 

 

Prese un respiro profondo quando scorse due grandi occhi blu rientrare nel suo campo visivo.

 

“Wendy …”

 

“Come ti senti?”

 

Juvia sorrise, l’incarnato pallido e il volto stanco.

 

“Ora meglio, grazie a te.”

 

La dragon slayer non rispose.

 

 

 

 

 

Era un miracolo che fosse ancora viva

 

 

 

 

“Bene…”

 

In realtà non andava bene per niente; nonostante Juvia facesse di tutto per mostrarsi forte non era ancora fuori pericolo e la cosa non poteva non impensierirla.

 

“Ehi...”

 

Lucy aveva appena fatto il proprio ingresso, le braccia conserte e un’espressione seria in volto tanto che l’amica la osservò scettica.

 

“Rivale in amore.”

 

“Come andiamo oggi?”

 

“…”

 

Si mise a sedere, seppur con non poca fatica.

 

“Ragazze …”

 

Lo disse tutto d’un fiato.

 

“Sto morendo?”

 

Ricorse ad una schiettezza tale da gelare gli animi - già di per sé inquieti -  dei presenti tanto che Lucy dovette soffocare un rantolo.

 

“Ma che ti salta in mente?”

 

“Allora perché continuate a guardarmi come se dovessi morire da un momento all’altro?”

 

Wendy abbassò lo sguardo, un sorriso amaro sulle labbra.

 

“Si vede che hai ancora la febbre.”

 

“Quindi non sto morendo?”

 

“No, Juvia.”

 

 

 

Quella voce 

 

 

 

 

 

Natsu era entrato senza preavviso, poggiandosi alla finestra lì vicino, le braccia conserte e un’espressione indecifrabile in volto.

 

“Dovremo sopportarti ancora a lungo.”

 

Sorrise la water maker, scuotendo il viso; quel ragazzo riusciva a farla ridere anche nei momenti più impensabili.

 

“Cerca di riposare.”

 

Schiuse le labbra, ringraziandolo con lo sguardo, per poi osservarlo scomparire oltre il portone dell’infermeria; quel gesto che ai più sarebbe parso così normale suscitò in Juvia un’indefinibile malinconia.

 

“Natsu-san …”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A broken heart is all that's left

I'm still fixing all the cracks

Lost a couple of pieces when

I carried it, carried it, carried it home

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Natsu camminò con passo deciso, dirigendosi al salone della Gilda dove prese posto su una delle tante panche, serio in volto.

 

Per quanto si sforzasse del contrario proprio non riusciva a togliersi dalla mente l’immagine di Juvia febbricitante e agonizzante sotto l’acqua battente; strinse i pugni nel rivedere quei momenti mentre avvertiva la rabbia scorrergli in corpo.

 

“Natsu …”

 

Happy lo scrutò preoccupato ma il ragazzo parve non accorgersene.

 

“Questa volta ha esagerato.”

 

“Ma era …”

 

“Non mi interessa, Happy.”

 

Trattenne il fiato nel ricordare gli occhi vitrei di Juvia fissarlo impassibile, le labbra pallide e smorte; l’aveva guardato triste per poi lasciarsi andare - stremata - e capitolare a terra.

 

“Natsu …”

 

“…”

 

Non era così che aveva immaginato quella rimpatriata, sarebbe dovuta andare diversamente; per fortuna l’aveva presa prima che potesse sfracellarsi al suolo.

 

 

 

 

 

 

 

“Se ne è andato.”

 

“Juvia …”

 

“Mi dispiace…”

 

“Lo ritroverò, te lo prometto.”

 

Natsu la fissò intensamente, regalandole uno dei suoi disarmanti sorrisi.

 

“Lo riporterò da te.”

 

 

 


 

 

 

 

Quell’idiota l’aveva lasciata sola - di nuovo - senza una spiegazione o uno straccio di lettera.

 

 

 

Niente di niente

 

 

 

 

 

Inutile dire che la delusione fu grande non appena scoprì essere una farsa architettata da Erza; voleva un gran bene sia a Titania sia a quello scapestrato del suo migliore amico ma proprio non riusciva a far finta di nulla.

 

 

 

Juvia non se lo meritava

 

 

 

 

Nel mentre tutto era tornato alla normalità e la vita alla Gilda aveva ripreso a scorrere serena, almeno fino a una settimana prima, quando per poco non avevano perso quella dolce pazza psicopatica.

 

 

 

 

 

 

A broken heart is all that's left

I'm still fixing all the cracks

Lost a couple of pieces when

I carried it, carried it, carried it home

 

 

 

 

 

 

Iniziò a tamburellare le dita sulla superficie legnosa quando scorse l’oggetto dei suoi pensieri fare il proprio ingresso in compagnia di Titania e Gajeel; si squadrarono per interminabili secondi fin quando il rossiccio si decise ad andargli incontro, piantandogli un pugno sotto il mento.

 

“Natsu!”

 

“Non metterti in mezzo, Erza!”

 

Gajeel guardò la scena impietrito.

 

“Almeno sei andato a farle visita?”

 

Gray serrò le labbra, livido in volto.

 

“Ci stavo andando ora.”

 

“Ah giusto…”

 

Il dragon slayer scosse il volto, sarcastico.

 

“Dimenticavo che hai sempre bisogno di una badante.”

 

Voleva provocarlo, ardeva dalla voglia di togliergli quell’aria apatica dal volto e se offenderlo era la soluzione al problema non avrebbe esitato ad andarci pesante.

 

“Adesso basta!”

 

“Stanne fuori, Erza!”

 

Titania sgranò gli occhi: Natsu non le aveva mai parlato in quel modo.

 

“Non mi interessa se faceva tutto parte di un piano, potevi comunque lasciarle uno scritto, qualunque cosa.”

 

“Come hai fatto tu con Lucy?”

 

“L’hai abbandonata, Gray.”

 

Trattenne il fiato, irrigidendosi.

 

“Hai idea di quanto sia rimasta sotto la pioggia ad aspettare che tornassi?”

 

“Natsu …”

 

“L’abbiamo trovata per miracolo, se non fosse stato per Wendy …”

 

Si interruppe bruscamente, sbiancando le nocche.

 

“E adesso …”

 

Iniziò a ridere, quasi fosse in preda al delirio.

 

“Ancora adesso, nonostante sia agonizzante in un misero lettino, non trovi il coraggio di andare a farle visita e parlarle apertamente?”

 

Lo afferrò per il colletto della maglia, fulminandolo con lo sguardo.

 

“Mi pento di aver impedito a Gajeel di spaccarti la faccia quel giorno.”

 

Lasciò la presa, squadrandolo con aria di sfida, quando si sentì scaraventare a terra; Gray aveva iniziato a infervorarsi.

 

“Sei sempre stato particolarmente protettivo verso Juvia.”

 

“Si chiama stima, considerazione, Gray!”

 

“Ne sei sicuro?”

 

 

 

 

 

A broken heart is all that's left

I'm still fixing all the cracks

 

 

 

 

 

“Adesso fai anche il geloso? Non mi sembra che te ne sia mai importato un granché.”

 

“Natsu!”

 

Erza aveva alzato la voce mentre Gajeel era rimasto in disparte, serio in volto.

 

“Vuoi sapere come stanno le cose?”

 

Gray non disse nulla, serrando le labbra.

 

“Tengo a Juvia, se è questo che ti interessa.”

 

Silenzio.

 

“E’ mia amica, fa parte della famiglia e non sopporto l’idea di vederla stare male, specie se per un idiota come te.”

 

Natsu gli si avvicinò, squadrandolo da capo a piedi.

 

“Quante volte l’hai respinta?”

 

“Cosa …?”

 

“Quante volte l’hai ignorata?”

 

“Potrei dire lo stesso di te e Lucy.”

 

Non l’avesse mai fatto; ancor prima di rendersene conto Gray si sentì scaraventare a terra, un pugno in pieno volto.

 

“Non ti azzardare a nominare Lucy, è un paragone che non regge.”

 

“…”

 

“E comunque non la meriti, Gray.”

 

 

 

Loving you is a losing game

 

 

 

 

Quelle parole fecero male, così male che l’ice maker dovette poggiarsi al tavolino accanto.

 

“Nessuno ti obbliga ad amarla, solo …”

 

Seguì un silenzio singolare.

 

“Solo non prenderla in giro.”

 

“Ragazzi …”

 

Juvia era poco distante, sorretta da Lucy e Wendy, pallida e febbricitante; a giudicare dalla sua espressione doveva aver sentito tutto.

 

“Vi prego …”

 

Fu un balbettio sommesso.

 

“Vi prego, non litigate.”

 

Respirò a fatica - stanca - quando sentì le forze abbandonarla, capitolando contro il pavimento in legno.

 

“Juvia!”

 

Quelli che seguirono furono attimi di terrore.

 

“Wendy!”

 

“Chiamate Polyushka!”

 

Natsu non fece nulla, limitandosi a squadrare Gray che nel frattempo era rimasto immobile, troppo pietrificato per fare qualcosa.

 

“Quella ragazza potrebbe essere la cosa migliore che ti sia mai capitata.”

 

Silenzio.

 

“Peccato solo tu sia così ottuso da non riuscire a capirlo.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I'm afraid of all I am

My mind feels like a foreign land

Silence ringing inside my head

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Come sta?”

 

Gajeel aveva abbassato lo sguardo mentre Natsu lo fissava come a volergli estorcere una confessione.

 

“Non bene.”

 

“Resto io con lei.”

 

Wendy rivolse loro un’occhiata fugace prima di scomparire oltre il portone dell’infermeria.

 

“Dov’è Gray?”

 

“…”

 

Lucy scosse la testa quando osservò Natsu allontanarsi, sentendosi mancare; doveva parlargli, aveva bisogno di parlargli.

 

Lo rincorse fino ad afferrarlo per le spalle, costringendolo a specchiarsi nelle sue iridi scure.

 

 

 

 

Loving you is a losing game

 

 

 

“Ehi …”

 

“Lucy …”

 

Sorrise, abbassando il volto.

 

“Mi dispiace.”

 

“Natsu …”

 

“Non avrei dovuto andarmene, non avrei dovuto lasciarti in quel modo, con quello scritto…”

 

“No …”

 

“Pensavo fosse la cosa migliore.”

 

“Va bene così.”

 

Lucy trattenne il fiato, fiondandosi tra le sue braccia e scoppiando in un pianto rovinoso.

 

 

 

 

Non solo per lei ma anche per Juvia

 

 

 

“Devo …”

 

Soffocò un rantolo non appena sentì Natsu baciarle la fronte ampia, mandandola in estasi.

 

“Devo parlare con Gray.”

 

“Vuoi che venga con te?”

 

Avrebbe voluto averla accanto ma sapeva di dover affrontare l’amico da solo.

 

“Meglio che ci parli io.”

 

“Non scannatevi, d’accordo?”

 

“Promesso.”

 

Non seppe spiegarsi il motivo ma sentì il sorriso morirle sulle labbra non appena lo vide svoltare l’angolo.

 

“Natsu …”

 

 

 

 

 

 

 

 

Please, carry me, carry me, carry me home

I've spent all of the love I saved

We were always a losing game

I got addicted to a losing game

 

 

All I know, all I know

Loving you is a losing game

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Gray si prese il volto tra le mani, non potendo fare a meno di rimurginare sulle parole del suo migliore amico quando scorse l’oggetto delle sue preoccupazioni venirgli incontro.

 

“…”

 

“Come mi hai trovato?”

 

Natsu gli si avvicinò, poggiandosi al corrimano lì vicino, un sorriso sarcastico.

 

“Ti conosco.”

 

“…”

 

“Mi dispiace per prima.”

 

L’ice maker scosse la testa, rivolgendogli un’occhiata fugace.

 

“Spiace anche a me.”

 

Non era mai stato bravo a parole.

 

“Non avrei dovuto coinvolgere Lucy.”

 

“Va bene così, davvero.”

 

 

 

 

Perché era sempre tanto difficile ammettere le proprie debolezze e i propri errori?

 

 

 

 

“Non sei l’unico ad aver perso qualcosa.”

 

Il rossiccio serrò le labbra, conscio di avere gli occhi dell’amico tutti per sé.

 

“Non è respingendo chi ti ama che risolverai il problema.”

 

“Natsu …”

 

“Non potrai andare avanti così in eterno.”

 

“Le persone che mi stanno accanto, muoiono Natsu.”

 

“Ti sbagli.”

 

Il moro lo squadrò scettico.

 

“Io, Lucy, Erza e tutti gli altri siamo ancora qui.”

 

Seguì un silenzio singolare.

 

“Juvia è ancora qui.”

 

“…”

 

Gray strinse i pugni, sbiancando le nocche.

 

“Merita di meglio.”

 

“Su questo hai ragione.”

 

Quelle parole furono taglienti quanto la lama di un coltello, un pugno nello stomaco.

 

“Ma lei ti ama.

 

“…”

 

 

 

 

 

All I know, all I know

Loving you is a losing game

 

 

 

 

 

 

 

“Non lo ripeterò ancora.”

 

Natsu incastonò lo sguardo nelle iridi dell’amico.

 

“Juvia ti sta aspettando, idiota.”

 

Silenzio.

 

“Perciò vedi di sbrigarti.”

 

Lo fissò a lungo, come a volersi assicurare che avesse realmente compreso, quando si decise a dargli le spalle.

 

“Ci vediamo dentro.”

 

Gray lo osservò allontanarsi, le spalle curve e le mani in tasca, pensando a quanto fosse cambiato, a quanto fosse cresciuto e maturato.

 

 

 

 

 

 

 

 Mentre lui sentiva di essere rimasto indietro

 

 

 

 

 

 

 

 

 

All I know, all I know

Loving you is a losing game

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Erza abbassò il mento di fronte allo sguardo sofferente della water maker; la fronte imperniata di sudore, le labbra tremule e sottili, l’incarnato pallido.

 

“Juvia …”

 

Wendy le era seduta di fronte, gli occhi apparentemente vitrei, al pari di Lucy; se solo fosse stata più capace, se solo …

 

“Non devi rimproverarti nulla.”

 

Titania era sempre stata oltre.

 

“Erza ...”

 

Sorrisero quando Natsu fece il proprio ingresso, poggiandosi alla parete lì vicino.

 

“Come sta?”

 

“Non ha ancora ripreso conoscenza.”

 

Lucy lo scrutò preoccupata, quasi a volergli estorcere una confessione che non avrebbe mai ottenuto.

 

“Gray?”

 

“…”

 

Natsu non rispose, abbassando il mento non appena scorse l’ice maker affiancarglisi.

 

“Sei in ritardo.”

 

“…”

 

Decise di non infierire oltre, dopotutto ci era già andato parecchio pesante, perciò si limitò a mettergli una mano sulla spalla - invitandolo a raggiungere le ragazze - quando si specchiò nelle iridi di Lucy.

 

 

 

 

Juvia 

Lucy

 

 

 

 

Lui, che si era spesso preoccupato per Juvia ma non aveva mai saputo aprirsi con Lucy.

 

E Gray, che aveva in più di un’occasione difeso Lucy e ferito Juvia.

 

 

 

 

Due amici invidiabili.

 

Due compagni disastrosi.

 

 

 

 

Abbassò il mento, soffermandosi prima sul volto della water maker e poi su quello della maga degli spiriti stellari, il viso contratto in una smorfia, gli occhi lucidi e la spalle curve.

 

“Andrà bene.”

 

Gray parve intuire i pensieri dell’amico.

 

“Ora siamo insieme.”

 

 

 

 

 

 

All I know, all I know

Loving you is a losing game

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** Sakè ***


 

 

“Ne sei sicuro?”

 

“Assolutamente si.”

 

Natsu e Gajeel si squadrano seri in volto in compagnia di Gray e Laxus quando delle urla ne richiamarono l’attenzione.

 

“La sala è allagata!”

 

Happy li raggiunse in compagnia di Lily, due occhioni spaventati.

 

“Allagata?!”

 

Strano, la Gilda era stata appena rimessa a nuovo.

 

“Andiamo a dare un’occhiata.”

 

“Dopo di te.”

 

Inutile dire che, quando varcarono la soglia, per poco non si sentirono male, tanto che Gray e Natsu dovettero poggiarsi alla parete accanto per non capitolare a terra.

 

“Non di nuovo, ti prego.”

 

Juvia stava letteralmente piangendo con in mano un paio di bottiglie di sakè, lo sguardo rivolto al soffitto, le gote rosse e il visino corrucciato, persa in uno dei suoi monologhi sul mal d’amore.

 

“Ma cosa …?”

 

“Complimenti Gray, l’hai fatta piangere di nuovo.”

 

“Ma io non ho fatto proprio nulla!”

 

Gajeel fece per parlare quando sbiancò alla vista di una Levy altrettanto esaltata in costume da bagno.

 

 

 

Stava provando a farsi una nuotata

 

 

 

“Levy …”

 

Non ci volle molto per rendersi conto che, poco distanti, Erza, Lucy e Wendy erano intente a bisticciare per un cavaliere dai lineamenti angelici e dal fisico prestante, tanto bello quanto immaginario.

 

 

 

 

Immaginario

 

 

 

“Avevate detto di aver nascosto tutte le bottiglie di sakè!”

 

Natsu e Gajeel portarono una mano alla nuca.

 

 

 

Evidentemente non erano stati poi così bravi

 

 

“E ora?”

 

“C’è solo una cosa da fare.”

 

Laxus era sempre stato il più saggio, il più responsabile e di certo avrebbe trovato la soluzione migliore.

 

 

 

Forse 

 

 

Scappiamo.”

 

 

 

Appunto 

 

 

 

“Ottima idea.”

 

Peccato solo che Lucy si fosse già avvinghiata a Natsu, per non parlare della sorte che toccò agli altri.

 

“Lucy!”

 

“Vieni qui, fiammiferino!”

 

 

Fiammiferino

 

 

 

Iniziò a correre, pensando a quanto quella ragazza riuscisse ad essere tanto dolce quanto terrificante.

 

“Voglio le coccole!”

 

“No, Lucy!”

 

“Fatti acciuffare!”

 

“Lucy!”

 

Gray osservò la scena allibito, bianco in volto, quando smise di respirare nel sentirsi travolgere da Juvia, in preda a un pianto rovinoso.

 

“Juvia, stai allagando l’intera Gilda!”

 

“Gray-sama non mi vuole bene!”

 

“Non è vero!”

 

“E invece si!”

 

“E invece no!”

 

Stava delirando, esattamente come la biondina, e lui non aveva la più pallida idea di come calmarla.

 

“Juvia, ascoltami …”

 

Urlò dalla disperazione non appena sentì l’amica tramutarsi in acqua e travolgerlo con tutto il proprio peso.

 

“Juvia!”

 

Di certo non stava andando meglio a Gajeel, non molto distante ed intento ad acchiappare Levy.

 

“Giochiamo a nascondino!”

 

“Levy, vieni subito qui!”

 

“No!”

 

“Levy!”

 

Sorrise non appena la afferrò per la vita, caricandosela in spalla, quando capitolò a terra dopo aver ricevuto una padellata in pieno volto da Erza.

 

“Chi vuole sfidarmi?”

 

“Erza!”

 

Laxus avrebbe tanto voluto avvicinarsi ma un’ondata della Ameonna glielo impedì.

 

“Juvia!”

 

“Grazie, tesoro!”

 

“Di nulla, amica!”

 

Erza le sorrise, un bicchiere di sakè tra le mani, le gote rosse e gli occhi lucidi mentre scoppiava in uno sghignazzo pronunciato.

 

“Dobbiamo trovare Wendy!”

 

I ragazzi si cercarono con lo sguardo, decisi a porre fine a quel delirio, quando scorsero la piccola dragon slayer aggrapparsi alle spalle di Gray e Natsu, la risata stridula.

 

“Facciamo una cavalcata!”

 

 

Una cavalcata

 

 

“Wendy!”

 

“Voglio fare una cavalcata!”

 

 

Wendy che propone una cavalcata

 

 

 

Gajeel dovette poggiarsi alla parete accanto, per non parlare della faccia che fecero gli altri.

 

 

 

Aiuto

 

 

 

“Wendy non è giusto, Gray-sama è mio!”

 

“E Natsu mio, invece!”

 

“Solo per questa volta, Lucy!”

 

“No!”

 

“Gray-sama è mio!”

 

Altra ondata, altre urla e risate isteriche.

 

 

 

Il tutto mentre la Gilda veniva allagata e fatta a pezzi

 

 

 

Fu un pomeriggio lungo.

 

Molto lungo.

 

Così lungo da fare notte fonda.

 

 

 

 

 

Che fatica

 

 

 

 

 

 

 

 

 

//

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Ma che è successo?”

 

Un nuovo sole era sorto su Magnolia dando inizio alla giornata.

 

“Che disastro …”

 

Erza e Juvia si squadrarono perplesse in compagnia di Lucy e Levy quando scorsero i ragazzi accasciati sulle panche della hall, stremati.

 

“Ma cosa …?”

 

Wendy le raggiunse subito dopo.

 

“Ragazzi?”

 

Natsu si voltò appena, seguito da un Gray altrettanto malconcio.

 

“Niente sakè per almeno un anno.”

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Capitolo 5
*** Water ***


Erza dovette soffocare un rantolo, al pari di Gray e Natsu, mentre Lucy rimase immobile, troppo pietrificata per fare qualcosa.

 

Macerie e desolazione regnavano sovrane mentre una ragazza dal fisico scolpito e dai lineamenti signorili si ergeva in tutta la sua forza.

 

 

 

 

Il mostro era tornato

 

 

 

Lo sguardo fermo e determinato.

 

 

Le labbra morbide e carnose.

 

 

 

“Juvia …”

 

Fu un sussurro quello di Gray, quando Erza pronunciò una verità incontrastata.

 

 

 

Che Gajeel sapeva già

 

 

Questo è Juvia.”

 

Natsu e Lucy restarono in attesa.

 

“E’ la dominatrice dei mari, l’acqua fatta persona.”

 

Chiuse gli occhi, Erza.

 

 

 

Abbastanza forte da farti annegare.

 

Delicata quanto basta per purificarti.

 

E profonda a sufficienza da salvarti.

 

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Capitolo 6
*** Me lo fai un sorriso? ***


Un colpo.

 

Un altro.

 

 

E un altro ancora.

 

 

 

Juvia si mise a sedere, pantaloncini corti e una canotta della stessa tonalità, la folta chioma lungo le spalle esili, l’incarnato roseo e l’espressione di chi non sa cosa aspettarsi.

 

 

Chi mai poteva essere?

 

 

 

Era notte fonda e oscurità e silenzio regnavano sovrani, accompagnati dalla tiepida brezza estiva di fine giugno.

 

“…”

 

Si carezzò le labbra con fare incerto, inarcando un sopracciglio, quando decise di avviarsi all’ingresso, accostandosi allo stipite; Gray non era decisamente il tipo, Lucy non le aveva dato motivo di impensierirsi mentre Erza non era mai stata particolarmente incline alle confessioni.

 

“Juvia …”

 

 

Quella voce 

 

 

 

Arrestò il respiro, afferrando la maniglia e spalancando la porta.

 

“…”

 

“Cosa…?”

 

Gajeel era malamente poggiato al muro, una bottiglia di Dio solo sapeva cosa tra le mani, gli occhi lucidi e l’incarnato pallido.

 

“Cosa hai fatto?”

 

“Ameonna…”

 

Juvia gli andò incontro prima che potesse sfracellarsi al suolo, cingendogli la vita, quando si sentì trascinare verso il basso, capitolando rovinosamente contro il pavimento in legno.

 

“Fantastico…”

 

Gajeel le era crollato addosso privo di sensi; se non si fosse data una mossa avrebbe anche potuto morire soffocata da tutto quel peso.

 

“D’accordo.”

 

Prese un respiro profondo, carezzandogli la nuca con sguardo assorto.

 

“Ci penso io.”

 

 

 

 

 

 

 

//

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Un leggero fruscio catturò la sua attenzione, inducendola a volgere lo sguardo al letto lì vicino; Gajeel la fissava incerto, due occhiaie profonde e l’aria di chi doveva aver scordato tutto.

 

“Juvia…”

 

“Come ti senti?”

 

“Dove sono?”

 

Lei gli sorrise.

 

“In camera mia, più precisamente nel mio letto.”

 

Quella frase parve sconvolgerlo, inducendola a trattenersi dal scoppiare a ridergli in faccia.

 

“Non ricordi proprio nulla?”

 

La squadrò perplesso per poi sgranare gli occhi non appena scorse la bottiglia vuota sul comodino.

 

“…”

 

“Emicrania?”

 

“Un po’.”

 

Gli si avvicinò.

 

“Mi dici che è successo?”

 

“Che ore sono?”

 

“E’ quasi l’alba.”

 

Gajeel si mise a sedere, coprendosi il volto con le mani, quando Juvia gliele avvolse tra le proprie, costringendolo a guardarla.

 

“Hai paura, non è vero?”

 

Lui abbassò il mento.

 

“Mi ci vedi a fare il padre?”

 

“Gajeel …”

 

“Faccio fatica a prendermi cura di me stesso, figuriamoci …”

 

“E ubriacarsi era la soluzione al problema?”

 

“Juvia …”

 

La ragazza si sporse in avanti, carezzandogli la spalla.

 

“Ami Levy?”

 

“Cosa …?”

 

“Rispondimi.”

 

 

 

Era una domanda semplice

 

 

 

 

La osservò intensamente, quasi a volersi assicurare di aver capito bene.

 

“La ami?”

 

“Ovvio, che domande.”

 

“E il bambino che verrà?”

 

“Certo, ma …”

 

Juvia sorrise, prendendogli la mano.

 

“E allora non devi preoccuparti.”

 

“Ameonna…”

 

“Non sei solo, Gajeel.”

 

Quel sorriso, quegli occhi dolci, le fossette ai lati delle labbra, le stesse di quando era bambina.

 

“Io ci sono.”

 

“Ho paura …”

 

“E’ normale, non c’è nulla di sbagliato.”

 

“Juvia…”

 

“Adesso me lo fai un sorriso?”

 

La stessa frase di quando erano piccoli.

 

 

 Quante volte glielo aveva chiesto 

 

 

 

 

Gli angoli delle labbra si curvarono all’insù, provocandole un leggero rossore sulle gote.

 

“Così va meglio, grazie.”

 

“Rompiscatole.”

 

“Lo sapevi già.”

 

Juvia fece per alzarsi quando si sentì afferrare per il polso.

 

“Resti a farmi compagnia?”

 

“…”

 

Quel gigante sapeva essere di una dolcezza disarmante.

 

“Non vado da nessuna parte, Gajeel.”

 

Si osservarono per interminabili secondi quando gli si sdraiò accanto, lasciandosi avvolgere in un caldo abbraccio.

 

“Cerca di riposare.”

 

“Adesso mi dai anche ordini?”

 

“Problemi?”

 

Rise Gajeel, stringendola a sé, lo sguardo rivolto al soffitto, pensando a quanto fosse fortunato ad averla come amica.

 

“Ameonna?”

 

Ma Juvia era già sprofondata in un sonno profondo, le labbra schiuse, il respiro corto e regolare, i pugni semi aperti, troppo stanca per replicare oltre.

 

“…”

 

 

Me lo fai un sorriso?

 

 

 

La fissò intensamente solo per lasciarle un bacio sulla tempia, un sorriso radioso in volto, di quelli che le piacevano tanto, e un flebile sussurro.

 

“Grazie.”

 

 

 

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Capitolo 7
*** Pazzo ***


Lucy fissò il quaderno riposto sulla scrivania con sguardo perso, le lacrime agli occhi, l’incarnato pallido e sciupato, quando dovette trattenere un gemito nel scorgere Natsu spalancare la porta e raggiungerla con passo spedito.

 

“Dov’eri?

 

 

 

Nessuna riposta

 

 

 

 

“E’ da ore che ti stiamo cercando.”

 

“Avevo bisogno di restare sola.”

 

Quella frase lo colpì dritto al cuore, una pugnalata nello stomaco.

 

“Lucy, che succede?”

 

Si avvicinò, prendendole il volto tra le mani.

 

“Lucy …”

 

“Sono stanca.”

 

La fissò serio, restando in attesa.

 

“Sono tanto stanca …”

 

Quella frase parve allarmarlo.

 

“Vuoi che vada a chiamare …?

 

“No.”

 

Si alzò, dandogli le spalle e accostandosi alla finestra lì vicino.

 

“Ti seguirei in capo al mondo se potessi ma …”

 

Smise di respirare.

 

“Fa troppo male.”

 

“Cosa, Lucy?”

 

Serrò i pugni, deciso a farla confessare.

 

“Cosa fa troppo male?”

 

“Tu.”

 

 

 

Proprio tu

 

 

 

La peggior cosa che potesse sentirsi dire.

 

“Come …?”

 

“Lascia stare.”

 

Si asciugò le guance, superandolo, quando si sentì afferrare per la vita; Natsu la teneva stretta, bacino contro bacino, togliendole il fiato.

 

“Lasciami, ti prego.”

 

“No.”

 

“Cosa vuoi da me, Natsu?”

 

Lucy lo prese per le spalle, aggrappandosi al suo collo marmoreo, così pericolosamente vicino alle labbra di lui.

 

“Non avrei dovuto lasciarti sola, mi dispiace.”

 

“E’ un po’ tardi per le scuse, non credi?”

 

Fece per liberarsi ma lui glielo impedì, incastonando la mano sotto l’attaccatura dei capelli, mischiando i respiri.

 

“Non sono mai stato bravo a parole …”

 

“E a gesti?”

 

La fissò serio.

 

“Sono un disastro su tutta la linea ma …”

 

Lucy chiuse gli occhi non appena vide la mano di lui carezzarle la testolina folta, scendendo lungo le linee sinuose del suo volto fino a far combaciare le fronti.

 

“Non potrei mai perderti, non lo sopporterei.”

 

“…”

 

Quella confessione così inattesa -  e a lungo desiderata - sembrò placare il suo animo inquieto, inducendola ad abbassare lo sguardo.

 

“Natsu …”

 

“Sei la parte migliore di me.”

 

“…”

 

“E mi dispiace non essere in grado di dimostrartelo.”

 

In quel momento sentì il cuore esploderle in petto, sicura di poter venire meno da un momento all’altro.

 

“Perciò, ti prego …”

 

Restò in attesa.

 

“Non sparire più.”

 

“Stesso per te.”

 

Risero, quando Natsu la osservò intensamente, facendola arrossire.

 

“Che fai?”

 

“Nulla, ti guardo.”

 

“Mi stai imbarazzando.”

 

“Davvero?”

 

“Sfacciato.”

 

Fece per allontanarsi ma lui la tenne stretta, coprendole gli occhi con la mano.

 

“Cosa …”

 

Avrebbe voluto ribattere ma smise di respirare non appena percepì le labbra di Natsu sulle proprie, morbide e carnose, invitanti e dolci; lo sentì premere, carezzandole la bocca quasi a volerla divorare, per poi staccarsi ansimante, fronte contro fronte.

 

“Sei …”

 

Pazzo?”

 

“Già.”

 

Sorrise Natsu, compiacendosi di quanto fosse adorabile con quel visino imbronciato.

 

 

 

Di te

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 





















 

E niente, oggi va così, devo ancora elaborare che da lunedì saremo nuovamente zona rossa … 

Avevo voglia di buttare giù qualcosa, perciò una Gajeel/Juvia (come brotp) ed una Nalu mi ci volevano proprio ^.^

Ringrazio già chiunque si sia già soffermato su questa raccolta - che non vuole essere nulla di pretenzioso -  e coloro che decideranno di farlo in futuro!

Nella speranza che i capitoli vi siano piaciuti, a presto!

Schmetterlinge ^.^

 

 




 

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Capitolo 8
*** Gli opposti si attraggono? ***


“Pronta?”

 

Juvia sgranò gli occhi, un leggero rossore sulle gote; da quando si era unita a Fairy Tail non aveva mai fatto coppia con lui, quella era decisamente la prima volta.

 

“Dopo di te.”

 

Non sapeva spiegarsi il motivo ma si sentiva stranamente impacciata, come mai nella sua vita e la cosa la turbava alquanto; forse era solo questione di abitudine.

 

“Sei pensierosa?”

 

“…”

 

“Non preoccuparti, andrà bene.”

 

Sorrise lanciando uno sguardo fuggevole a Gray, poco distante, le braccia conserte e l’aria preoccupata; non le aveva tolto gli occhi di dosso da quando aveva fatto il proprio ingresso e sembrava intenzionato a non voler demordere.

 

“Fate i bravi.”

 

Lucy le regalò uno dei suoi caldi abbracci, non potendo fare a meno di riscoprirsi gelosa; sapeva che Juvia non aveva occhi che per Gray ma, ciò nonostante, sentì una morsa attanagliarle il cuore.

 

“Torneremo prima di quanto immaginiate.”

 

“Ci conto.”

 

Quella missione non avrebbe dovuto prospettarsi pericolosa o impegnativa, o almeno così sperava, perciò confidava di rientrare con largo anticipo.

 

“Andiamo?”

 

“Eccomi.”

 

La giovane turchina smise di respirare non appena vide la mano di Natsu carezzarle il braccio, quasi a volerne richiamare l’attenzione; quel ragazzo era solare e vivace, non si perdeva mai d’animo e aveva la capacità di risollevare il morale anche nei momenti più bui.

 

“Ci vediamo, ghiacciolo. Noi andiamo a divertirci.”

 

Fu una provocazione bella e buona e parve funzionare a giudicare dalla faccia che fece Gray.

 

“Natsu-san …”

 

Dovette fare uno sforzo immane per non scoppiare in uno sghignazzo indelicato, il tutto sotto lo sguardo di una Juvia altrettanto divertita.

 

“So che quello faccio, non temere.”

 

“Mai avuto dubbi.”

 

Risero di gusto, spalla contro spalla, uno accanto all’altra, pronti a vivere una nuova ed esilarante avventura.

 

 

O almeno così speravano

 

 

 

 

 

 

 

 

//

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’acqua era gelida, tagliente come tanti piccoli spilli, e lui sapeva che se non avesse fatto qualcosa - qualunque cosa - sarebbe venuto meno; si sentiva in trappola, come mai nella sua vita, furiosamente vulnerabile e sul punto di soccombere da un momento all’altro.

 

 

 

Più si sforzava di riemergere e più sprofondava negli abissi

 

 

 

Strinse i pugni nel chiudere gli occhi in un disperato tentativo di resilienza, quando avvertì una carezza all’altezza delle gote, tanto dolce quanto malinconica.

 

 

 

Molto diversa da quella Lucy ma altrettanto ipnotica 

 

 

 

Quelle dita affusolate non potevano che appartenere ad una ragazza, una soltanto, e lui non avrebbe potuto esserne più felice.

 

“Sono qui, Natsu-san.”

 

Sentì l’aria attraversargli i polmoni, il tutto sotto lo sguardo di una Juvia spaventata ed impaurita, pericolosamente vicina al suo volto, una mano attorno alla vita.

 

“Come ti senti?”

 

“…”

 

Natsu si guardò attorno, schiudendo le labbra; stavano galleggiando, sospesi in una piacevolissima bolla d’aria.

 

“Ora meglio …”

 

“Bene.”

 

Era pallida e visibilmente provata.

 

“Che dici, la finiamo una volta per tutte?”

 

Sorrise la dominatrice dei mari.

 

“Dopo di te.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

//

 

 

 

 

 

 

 

 

Schiuse le labbra, lasciandosi avvolgere da un piacevole tepore, lo stesso di quando era piccola, quando un pensiero le balenò per la mente, mozzandole il fiato.

 

“Juvia …”

 

Non rispose, non subito almeno, incontrando i grandi occhioni scuri di Natsu; la fissava preoccupato.

 

“Cosa …?”

 

Non appena si rese conto di essere tra le sue braccia soffocò un rantolo, arrossendo furiosamente.

 

“Per quanto sono stata …?”

 

“Non molto, non preoccuparti.”

 

Ricordava solo una fitta all’altezza dello stomaco poi più nulla; doveva aver perso i sensi ancor prima di rendersene conto.

 

“Hai freddo?”

 

Natsu la stava riscaldando con una naturalezza ed un’ingenuità disarmanti, complice l’ausilio di una temperatura corporea decisamente al di fuori del comune.

 

“Adesso mi sento meglio, ti ringrazio.”

 

Inclinò il capo, non potendo fare a meno di sorridere; era dolce, dolce come un bambino.

 

“Grazie.”

 

“E di cosa?”

 

“Per avermi difesa con Gray, poco tempo addietro.”

 

Non continuò, sentendosi morire; ricordava bene quella litigata, la stessa in cui Nastu aveva accusato l’amico di bistrattarla senza troppe remore.

 

“E’ un’idiota.”

 

“…”

 

“Odio dirlo ma ha bisogno di tempo, ha paura.”

 

Probabilmente aveva ragione ma lei iniziava ad essere stanca.

 

“Non è facile.”

 

“Lo so.”

 

Fece per alzarsi quando Natsu aumentò la stretta, obbligandola a terra.

 

“Non pensarci nemmeno, non sei ancora in condizioni.”

 

“Ma …”

 

“Niente ma.”

 

Era sempre stato premuroso nei suoi confronti e la cosa non poteva che farle piacere; amava Gray ma sapere di poter contare anche su Natsu la riempiva di gioia.

 

 

 

Anche se non lo avrebbe mai ammesso

 

 

 

“Tra poco saranno asciutti.”

 

Lo scrutò interrogativa.

 

“Cosa?”

 

“I tuoi vestiti.”

 

“I miei …?

 

Dovette soffocare un urlo non appena si rese conto di essere in pantaloncini ed intimo con Natsu a torso nudo.

 

“O mamma …”

 

Arrossì vistosamente solo per capitolare tra le braccia dell’amico più in fiamme che mai.

 

“Juvia?!”

 

 

 

 

 

 

 

//

 

 

 

 

 

 

 

 

Camminavano uno accanto all’altra, spalla contro spalla.

 

“Finalmente a casa.”

 

“Ci siamo quasi.”

 

“Già.”

 

“Pensavo fosse più semplice.”

 

Rise la water maker.

 

“Anche io.”

 

Si guardarono malandrini per poi arrestare il passo di fronte al portone della Gilda; per quanto fremessero d’impazienza nel rivedere i propri amici, qualcosa impediva loro di varcare quella soglia.

 

“Sono stato bene.”

 

Lei lo scrutò intensamente; non credeva l’avrebbe mai ammesso ma le parole le uscirono spontanee, così vere.

 

“Anche io.”

 

Non avrebbe potuto essere più sincera.

 

“Dicono che gli opposti si attraggono.”

 

 

 

Acqua e Fuoco

 

 

 

Natsu le si avvicinò, occhi negli occhi, lo sguardo furbo, restando in silenzio; non che avesse mai avuto dubbi ma mai come in quell’occasione riscoprì una formidabile alleata, un’amica preziosa.

 

“Così sembra.”

 

“Quindi?”

 

Juvia prese un respiro profondo, intuendo i pensiero dell’amico; opposti quanto a elementi ma uguali a livello caratteriale.

 

“Mi stai dicendo che formiamo una bella coppia?”

 

“Forse.”

 

Natsu le sorrise malandrino, scoppiando a ridere e lei con lui.

 

“Andrai da Lucy?”

 

“E tu da Gray?”

 

Abbassarono il mento nel scorgere l’ice maker alla finestra, livido in volto, Lucy poco più dietro intenta a soffocare uno sghignazzo, consapevole.

 

“Conta pure su di me.”

 

“Se hai bisogno, sono qui.”

 

La turchina trattenne il fiato, anche se solo per un momento, quando fece combaciare il pugno contro quello dell’amico, un gesto che di parole ne valeva mille.

 

“Ci vediamo dentro?”

 

Gli andò incontro, sollevandosi in punta di piedi nel lasciargli un bacio sulla guancia, rapido e dolce.

 

 

 

Proprio come lei

 

 

“Dopo di te.”

 

“Ci sarebbe un lavoretto …”

 

“Un altro?”

 

“Già.”

 

Varcarono la porta con passo spedito, fianco a fianco, il sorriso di chi la sa lunga, assaporando l’immagine di un Gray tanto sconvolto quanto risentito.

 

 

 

Che goduria stuzzicarlo


















 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 9
*** Troppo corto ***


“Ti dolora?”

 

Vedere quella cicatrice faceva male ma sapere di esserne stato l’artefice - seppur indirettamente - faceva ancora più male.

 

“No.”

 

Non era mai stata brava a mentire, non quanto lui almeno.

 

“Sicura?”

 

Un flebile sospiro, un’occhiata che di parole ne valeva mille e un sorriso appena pronunciato.

 

“Sicura.”

 

Gray la squadrò da capo a piedi, soffermandosi sul grazioso vestitino che Juvia si era ritrovata a indossare per l’occasione.

 

 

 

Svolazzante e poco sopra il ginocchio.

 

Sbracciato e a collo alto.

 

Talmente bello da renderla ammaliante.

 

 

“Non dici nulla?”

 

“…”

 

 

 

 

La schiena seminuda, le spalle ampie, il profilo aggraziato, la vita esile e sottile, le gambe snelle e 

longeve.

 

 

 

 

“Ti dona.”

 

Dio solo sapeva cosa avrebbe voluto farle ma qualcosa lo trattenne dal lasciarsi andare.

 

“Potresti essere più galante, sta benissimo.”

 

Erza e Lucy avevano fatto il proprio ingresso, una più incantevole dell’altra, entrambe appositamente agghindate per l’occasione.

 

“Dovete proprio andare?”

 

“Siamo state invitate, sarebbe pura scortesia non presentarsi.”

 

Un evento in grande in stile organizzato per le ragazze più talentuose di Magnolia.

 

“Che ti prende?”

 

Natsu e Gajeel avevano salutato il moro con una pacca sulla spalla.

 

“E’ una festa, di cosa hai paura?”

 

“Finitela voi due.”

 

Gray si grattò il capo, volgendo lo sguardo altrove.

 

“Levy?”

 

“Vi aspetta di là.”

 

“Arriviamo subito.”

 

Gray tornò a posare lo sguardo su colei che si ostinava a voler chiamare amica quando un sentimento a lui sconosciuto prese il sopravvento.

 

“Sicura di voler andare?”

 

La turchina sgranò gli occhi, fissandolo interrogativa.

 

“Ovvio, perché?”

 

“Il nostro Gray non sarà geloso?”

 

Erza sapeva essere dolcemente insopportabile quando ci si metteva.

 

“Il vestito …”

 

La Water Maker gli si avvicinò, invitandolo a continuare.

 

“Qualcosa non va?”

 

“E’ un po’ corto.”

 

 

 

 

In realtà era perfetto, tutto fuorché corto e piuttosto pudico se confrontato con quelli di Erza e Lucy.

 

 

 

 

Juvia abbassò lo sguardo, facendo spallucce.

 

“E’ davvero così corto?”

 

Lucy aveva già iniziato a scuotere la testa quando dovette trattenere un gemito di fronte alla proposta dell’amica.

 

“Se Natsu mi dirà che è troppo corto allora non verrò.”

 

Sorrise la dominatrice dei mari nel notare gli sguardi dei presenti, specialmente quello di Gray.

 

“Le ragazze sarebbero di parte, così come Gajeel.”

 

Si passò una mano sulle labbra, rimanendo in attesa.

 

“Allora Natsu, che ne dici?”

 

Gray invece iniziò a gongolare; dopotutto si stava parlando del suo migliore amico.

 

 

 

 

 Non l’avrebbe mai tradito

 

 

“…”

 

“E’ troppo corto?”

 

Il rossiccio le si avvicinò, serio come non lo era mai stato.

 

 

 

Occhi negli occhi

 

 

 

 

“Per nulla, stai d’incanto.”

 

Sorrise la turchina, sinceramente divertita di fronte alla faccia che fece Gray.

 

“Grazie Natsu, allora a dopo.”

 

Nessuno parlò più, almeno fin quando le ragazze non furono scomparse oltre la porta.

 

 

 

 Gray pareva avesse visto un fantasma

 

 

 

“Ma tu da che parte stai?”

 

Natsu lo superò con finta indifferenza, accanto ad un Gajeel altrettanto consapevole e complice.

 

“Dalla sua, ovvio.”

 

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Capitolo 10
*** Succo di Lampone ***


“Un pomeriggio in compagnia a bere thé e pasticcini?”

 

Juvia mostrò un visino corrucciato, le labbra piegate in una smorfia e gli occhi dolci.

 

“Per chi mi hai preso, Ameonna?”

 

“Lascia perdere i pasticcini e soffermati sulla possibilità di trascorrere del tempo assieme.”

 

Erano notti che non riusciva a prendere sonno e sempre per lo stesso incubo ricorrente.

 

“Hai avuto ancora …?”

 

“…”

 

Quel silenzio non fu che una conferma, per non parlare di quando la osservò incrociare le braccia quasi a volersi difendere.

 

“Non vado da nessuna parte Juvia, tanto meno gli altri.”

 

“…”

 

“E tu vedi di fare lo stesso, intesi?”

 

Aveva una paura tremenda di perdere tutto da un momento all’altro, di rimanere sola.

 

 

 

Aveva il terrore che qualcuno potesse portarle via Gajeel, Gray e tutti i ragazzi della Gilda

 

 

 

“Ci saranno anche Natsu e gli altri?”

 

 

 

La sua famiglia

 

 

 

“Già.”.

 

Gajeel le si avvicinò scompigliandole la frangia, un sorriso dolce in volto.

 

 

 

Come avrebbe potuto dirle di no?

 

 

 

“Stare assieme non ci farà del male, al contrario.”

 

Juvia lo squadrò quasi a voler essere certa di aver inteso bene.

 

“Davvero?”

 

“Come faccio a dirti di no?”

 

Rise la turchina, fissandolo maliziosa.

 

“Ho davvero questo potere su di te?”

 

Non si sarebbe aspettata di vederlo arrossire.

 

“Non approfittarne, Ameonna.”

 

Avrebbe voluto continuare ma Juvia glielo impedì non appena gli saltò al collo circondandogli le spalle, un rapido bacio sulla guancia.

 

“A dopo.”

 

Fu solo quando la vide svoltare l’angolo che si portò una mano alla gota, riscoprendosi più imbarazzato di quanto immaginasse; non l’avrebbe mai ammesso, tanto meno in sua presenza, ma le voleva un gran bene e avrebbe fatto di tutto per saperla felice e al sicuro.

 

“Donne.”

 

 

 

 

 

 

 

 

//

 

 

 

 

 

 

 

“Eccole.”

 

“Di che si tratta?”

 

“Succo di lampone.”

 

Erza e Levy osservarono le bottiglie tra le braccia della turchina.

 

“Polyushka mi ha detto di aver fatto del succo di lampone.”

 

Lucy gliene sfilò una dalle mani, carezzando il vetro opaco.

 

“Ricordo ancora l’ultima volta che abbiamo avuto il piacere di assaggiarlo, era delizioso.”

 

“Non ho mai capito come le riuscisse così buono.”

 

Gray e Natsu stavano conversando del più e del meno - era un miracolo che non avessero fatto ancora a botte - mentre Gajeel si era disteso a pancia in su, carezzando i sottili fili d’erba in compagnia di una Wendy più loquace del consueto.

 

Era bello vederli tutti assieme, liberi da ansie e pensieri, i volti sorridenti, i lineamenti distesi e la spensieratezza a fare da padrona.

 

“Che meraviglia.”

 

Avevano organizzato un picnic in riva al lago, il vento tra i capelli, il dolce fruscio delle onde che si infrangono a riva, il sole alto nel cielo e dolci a volontà.

 

“Dovremmo farlo più spesso.”

 

“Questa tranquillità non durerà a lungo, meglio approfittarne.”

 

Gajeel si specchiò negli occhi della turchina, ringraziandola con la sguardo.

 

“Pentito di essere venuto?”

 

“Come potrei?”

 

“Sopravviverai ai pasticcini e al thé?”

 

L’iron maker rise, scuotendo la testa quando lanciò un’occhiata al bicchiere che teneva tra la mani.

 

“Non sapevo che Poluska fosse così brava.”

 

“Già.”

 

“Ne vuoi un po’?”

 

Juvia gli sorrise.

 

“Magari più tardi.”

 

Passarono il pomeriggio a chiacchierare e a ridere come non facevano da tanto e quando si decise a dare un po’ di refrigerio alla sua gola arsa dovette trattenere un gemito indiscreto.

 

“Ma …”

 

Erza e Lucy le si avvicinarono.

 

“I ragazzi hanno prosciugato le bevande.”

 

“Ma erano più di tre bottiglie.”

 

Levy si passò una mano sul volto con fare sconsolato.

 

“I soliti ingordi.”

 

La Water Maker sbuffò divertita, scuotendo la testa.

 

“Almeno siete riuscite a berne un po’?”

 

“Quasi nulla.”

 

Fece per girarsi, decisa a fare a quegli scapestrati una ramanzina coi fiocchi, quando dovette trattenersi nel scorgere i ragazzi, compreso quel gigante del suo migliore amico, riversi al suolo con un’aria da ebeti.

 

“Ma cosa …?”

 

“Ecco cosa accade a fare gli ingordi!”

 

Inutile dire che fu un’impresa ardua riportarli alla Gilda ma con molta pazienza le ragazze riuscirono nel loro intento.

 

“Non posso ancora crederci.”

 

“Chiunque sarebbe fuori fase con quella quantità di lampone nelle vene.”

 

Lucy si appoggiò al muro lì vicino.

 

“Tre bambini.”

 

“Incredibili.”

 

Juvia nel frattempo si era avvicinata a Wendy, carezzandole la testolina folta; stavano attendendo notizie da Polyushka al di fuori dell’infermeria quando vide l’oggetto dei suoi pensieri venirle  incontro.

 

“Come stanno?”

 

La maga sorrise divertita.

 

 

 

Era strano vederla tanto allegra

 

 

 

“Saranno fuori gioco per almeno un paio di giorni ma sopravviveranno.”

 

Lucy inarcò un sopracciglio.

 

“Così tanto tempo?”

 

“Per del lampone?”

 

“Juvia …”

 

La turchina rimase in attesa, accanto ad una Erza altrettanto scettica.

 

“Potresti dirmi che aspetto avevano le bottiglie che hai preso?”

 

“Vetro opaco scuro, niente etichetta.”

 

“Confermo, prima anta a destra.”

 

Lucy lasciò correre lo sguardo su Poluska non capendo quale fosse il problema.

 

“E vi erano altre bottiglie dello stesso genere?”

 

“Non molte e poco più in fondo, perché?"

 

Polyushka iniziò a ridere, non sapendo da dove cominciare.

 

“Avrei dovuto essere più precisa, mi dispiace.”

 

“Per del succo di lampone?”

 

“No Juvia, non succo di lampone.”

 

L’Ameonna la fissò stranita, non capendo.

 

“Vino.”

 

Non passò molto prima che le ragazze - dopo un momento di sconcerto iniziale - si ritrovarono a terra piegate in due dalle risate.

 

“Vino di uva passera.”

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Capitolo 11
*** Make you happy ***


“Devi proprio andare?”

 

Gray la fissò senza dire nulla, penetrandola con lo sguardo; non l’avrebbe mai ammesso ma quella dolce ragazzina dai grandi occhi blu le sarebbe mancata.

 

 

 

 

E tanto anche

 

 

 

 

“Scusami, era una domanda stupida.”

 

“…”

 

La water maker gli diede le spalle, osservando con apparente apatia un punto indefinito oltre la finestra; era una missione come tante altre, o almeno così sperava, ma la paura che potesse accadergli qualcosa sembrava non volerla abbandonare.

 

“Juvia …”

 

Nessuna risposta, solo un’occhiata fugace.

 

“Tornerò, te lo prometto.”

 

“…”

 

Era strano pensare a Gray come ad una persona tanto esplicita; non era una novità che avesse un debole per la turchina ma era risaputo quanto fosse troppo orgoglioso per ammetterlo.

 

E invece, col tempo, aveva finito col trasformarsi, tanto da arrivare ad esternare le proprie emozioni con una disinvoltura a tratti disarmante.

 

“Farò di tutto per tornare da te.”

 

“…”

 

Juvia sorrise, le guance più purpuree del consueto e gli occhi dolci, mentre Gray le carezzava la testolina folta con fare rassicurante.

 

“Lascio la Gilda in buone mani.”

 

“Contaci.”

 

Gli strinse la mano nella propria, il respiro incalzante, quando percepì la fronte di lui accostarsi alla sua.

 

“Così rendi tutto più difficile.”

 

Una risatina isterica.

 

“Sai che sono un masochista.”

 

“Probabile.”

 

Rimasero a parlarsi con lo sguardo per un tempo infinito quando decisero di porre fine, seppur riluttanti, a quel momento così intimo.

 

“Fate i bravi.”

 

“Ne dubiti?”

 

Il tempo di voltarsi e si era già ritrovata tra le braccia di Erza e Lucy; Natsu e Wendy, invece, le si erano accostati silenziosi, lo sguardo furbo e vispo.

 

“Ci vediamo presto.”

 

“Ci conto.”

 

Abbassò il mento nel sentirsi spintonare con fare affettuoso prima da Natsu e poi da Erza, quando si accostò allo stipite del portone d’ingresso, il capo reclinato di lato.

 

“Tutto bene, Juvia?”

 

Un sospiro appena accennato; non sapeva spiegarsi il motivo ma aveva un brutto presentimento e, per quanto si sforzasse del contrario, faticava a sorridere.

 

“Non saprei, Cana.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

//

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Tutto bene Gray?”

 

Natsu lo osservò attento, quasi volesse leggergli dentro.

 

“Credo di si.”

 

“Si tratta di Juvia?”

 

Effettivamente non ci voleva un genio per capirlo.

 

“Andrà bene, se è questo che ti preoccupa.”

 

Sapevano entrambi che quella missione avrebbe dato loro parecchie grane ma erano insieme e nulla avrebbe potuto ostacolarli.

 

Nonostante tutte le disavventure affrontate, erano ancora lì perciò …

 

“Deve andare bene.”

 

“Il Dragon Slayer lo fissò furbo, un sorrisetto strafottente.

 

“Qualche promessa da mantenere?”

 

Silenzio.

 

“Hai origliato?”

 

“Può darsi.”

 

Altro silenzio.

 

“Sei un impiccione.”

 

“Tengo a Juvia, è diverso.”

 

Si scrutarono per interminabili secondi per poi abbandonarsi ad una risata sguaiata quando l’ice maker abbe la capacità di spiazzarlo come poche volte.

 

“Non voglio essere felice, Natsu.”

 

Sorrise, specchiandosi negli occhi dell’amico.

 

“Voglio solo che Juvia lo sia.”

 

Altro silenzio.

 

“Il resto non conta.”

 

Probabilmente stava arrivando la fine del mondo, era l’unica spiegazione plausibile, o almeno questi dovevano essere i pensieri di Natsu a giudicare dalla sua espressione.

 

“Caspita ….”

 

Nel frattempo Gray era già arrossito.

 

“Sei cambiato, fai quasi paura.”

 

“Smettila.”

 

Quell’espressione non lasciava presagire nulla di buono.

 

“Natsu …”

 

“Potrei anche ricattarti.”

 

Silenzio.

 

“Non oseresti.”

 

“Ne sei sicuro?”

 

 

 

 

Quanto mai si era confidato

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Capitolo 12
*** Tutto ***


“Ma come diavolo ci siamo finiti qui dentro?”

 

“Basta lamentarsi.”

 

Tutto aveva avuto inizio nell’istante in cui era franato il terreno ed erano precipitati nel vuoto.

 

“Nulla di rotto?”

 

 

 

Era un miracolo che fossero ancora tutti interi.

 

 

 

“Così sembra.”

 

Wendy sbuffò con fare sconsolato, seguita da una Lucy ed da una Erza decisamente più spazientite, mentre Natsu e Gray parevano volersi ingegnare per evadere da quello che aveva tutta l’aria di essere un tunnel sotterraneo.

 

 

 

 

 

Piuttosto stretto

 

 

 

 

“Possiamo solo gattonare.”

 

“Fantastico.”

 

“Forza, iniziamo a muoverci.”

 

Inutile dire che volò qualche gomitata, ed anche qualche pugno, nel disperato tentativo di mettersi in cammino.

 

 

 

 

Metaforicamente parlando 

 

 

 

 

“Erza …”

 

La rossa si fermò di scatto, pietrificandosi sul posto.

 

“Qualcosa non va Natsu?”

 

“Si vede tutto.”

 

Silenzio.

 

“Come scusa?”

 

“Ti si vede tutto sotto la gonna.”

 

 

 

Dato che stavano gattonando uno dietro all’altro 

 

non era poi così improbabile

 

 

 

“Ti sembra il momento, Natsu?”

 

 

 

 

Possibile che in una situazione simile avesse notato solo quello?

 

 

 

 

Lucy l’aveva ripreso duramente, mentre l’amico persisteva nel mostrare un visino a metà tra il corrucciato e l’imbarazzato.

 

“Dovresti prendere esempio da Gray.”

 

“E perchè mai?”

 

“Non farebbe mai caso a certi dettagli.

 

 

 

 

Lui

 

 

 

 

Lucy aveva scosso la testa sconsolata per poi voltarsi verso l’ice maker quando dovette trattenere un rantolo.

 

“Ma cosa …?”

 

Il ragazzo sembrava sul punto di venir meno tanto era paonazzo.

 

“Ehi, ti senti bene?”

 

“…”

 

Gray portò una mano alla bocca, facendole segno di proseguire e di non preoccuparsi oltre. 

 

 

 

 

 

Ed anche con una certa insistenza.

 

Insolito per lui

 

 

 

 

“Lucy, per favore, continua a gattonare e non fermarti.

 

“Ma …”

 

“Prima ne usciamo e meglio è.”

 

 

 

 

Perchè la verità era che 

 

se Natsu vedeva tutto di Erza

 

 

 

 

Prese un respiro profondo quando si ritrovò a nascondere il volto contro la spalla, pensando alla faccia che avrebbe fatto Juvia.

 

 

 

 

Lui vedeva tutto di Lucy

 

 

 

 

 

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Capitolo 13
*** Nanetta ***


“Non voglio andare a scuola.”

 

Levy inarcò un sopracciglio con fare contrariato, rivolgendo un’occhiata fuggevole a Gajeel mentre si inginocchiava accanto a Laurie.

 

“Tesoro, è forse successo qualcosa?”

 

“…”

 

“A noi puoi dirlo.”

 

“…”

 

Gray e Natsu stavano sparecchiando quando si poggiarono allo stipite della porta, in silenzio e seriosi in volto; Laurie amava la scuola ma erano ormai diversi giorni che persisteva nel mostrarsi restia ad andarci.

 

“Non aver paura, piccola.”

 

“…”

 

Lucy dovette frenare Gajeel con lo sguardo, imponendogli di restare calmo; quando si infervorava diventava un’impresa ardua quietarlo.

 

“Bruce …”

 

“Il tuo compagno di classe?”

 

Juvia nel mentre si era fatta seria in volto.

 

“Ha iniziato a spintonarmi e …”

 

“E …?”

 

“E a tirarmi i capelli.”

 

Laurie prese a singhiozzare, il bel visino imbronciato e le labbrucce più rosee del consueto.

 

“Si diverte a prendermi in giro.”

 

 

 

 

 

Silenzio

 

 

 

 

 

“Continua a chiamarmi nanetta.”

 

Per un po’ nessuno parlò più, almeno fin quando Levy si decise a schiarirsi la voce, abbassando il capo.

 

“Tesoro …”

 

Gajeel nel frattempo aveva frantumato una malcapitata lattina di birra.

 

“Da quanto va avanti?”

 

“Un paio di settimane…”

 

I bambini sapevano essere creature tanto incantevoli quanto perfide.

 

 

 

 

 

Amara verità

 

 

 

 

“Che piccolo b-…! ”

 

“Natsu!”

 

Lucy aveva alzato la voce, facendogli cenno di non infierire.

 

“Dovrebbe dargli una lezione.”

 

Gray aveva incrociato le braccia, spalla a spalla con il rossiccio.

 

“Natsu ha ragione.”

 

“Basta ragazzi, Laurie non picchierà nessuno.”

 

La voce della turchese era dolce e soave.

 

“Ma, Levy!”

 

Gajeel l’aveva fulminata con lo sguardo.

 

“Allora parlerò io con quel moccioso.”

 

“Gajeel, no.”

 

Laurie fissò la madre con occhi impauriti, restando in attesa.

 

“Tesoro, ascoltami bene.”

 

Un sussurro appena accennato.

 

“E’ importante che tu ti difenda ma questo non significa dover fare a botte, intesi?”

 

“Ma papà …”

 

“Papà è il solito esagerato.”

 

La piccola la fissò interrogativa.

 

“E lo zio Natsu e lo zio Gray?”

 

In quel momento la tentazione a strozzarli fu molta.

 

“Anche loro hanno agito d’impulso ma solo perché ti vogliono un bene dell’anima.”

 

Lucy e Juvia erano rimaste in disparte, un sorriso appena accennato, lo sguardo dolce e rassicurante.

 

“La mamma ha ragione, tesoro.”

 

“Zia Lucy ...”

 

Laurie si asciugò le guance paffutelle, mostrando una simpatica finestrella tra i denti.

 

“D’accordo.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

//

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Non posso crederci!”

 

Levy aveva alzato la voce mentre Gajeel la fissava interrogativo.

 

“Vuoi dirmi che succede?”

 

Natsu e Lucy avevano smesso di respirare, accanto a Gray ed Erza.

 

“Sei stato tu a suggerirglielo?”

 

“Suggerirle cosa?”

 

“Ragazzi, non urlate!”

 

Lucy si era messa in mezzo, chiedendo spiegazioni con il semplice dono dello sguardo, mentre Laurie faceva il proprio ingresso con un’aria palesemente compiaciuta.

 

“Amore…”

 

“…”

 

La piccola li fissò con i suoi bellissimi occhioni blu notte.

 

“Hai per caso dato un pugno a Bruce?”

 

“No, mamma.”

 

Un sorrisone soddisfatto e un sospiro di sollievo.

 

“Gliene ho dati due, uno in faccia e l’altro tra le gambe.”

 

Silenzio.

 

 

 

 

 

Inutile riportare le espressioni dei presenti, specialmente quelle di Levy e delle ragazze.

 

 

 

 

 

“Natsu, questa volta hai esagerato!”

 

“E’ stata una tua idea, Gray? Gajeel?”

 

L’iron maker nel mentre aveva iniziato a gongolare, ignorando le occhiatacce del gamberetto.

 

“Gli zii non c’entrano, neanche papà.”

 

 

 

 

 

Silenzio

 

 

 

 

 

“Zia Juvia mi ha detto che potevo farlo, dopotutto è legittima difesa.”

 

La water maker e la piccola si squadrarono complici, ignorando le facce basite delle ragazze, per non parlare di quelle di Gray e Natsu.

 

“Credo proprio che Bruce starà lontano dalla nanetta per un po’.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 







 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 14
*** Illusion ***


Gray se ne stava solo seduto su una panca della hall, lo sguardo rivolto verso il basso e le spalle curve, immerso in chissà quali pensieri.

 

“Tutto bene?”

 

Quella voce, impossibile non riconoscerla.

 

 

 

Ferma quanto dolce

 

 

 

La verità era che, da quando aveva assaporato la possibilità di vivere insieme ai suoi affetti più cari, sembrava non voler accettare un ritorno alla realtà.

 

“Non molto.”

 

“…”

 

Nonostante fosse stato vittima di un’illusione, nonostante quel mondo in cui aveva rivisto Ur e suo padre non fosse stato che una trappola, proprio faticava a tornare alla vita di sempre.

 

 

 

Suo padre non c’era più.

 

Ur non c’era più.

 

 

 

E nessuno avrebbe potuto riportarli indietro.

 

 

 

Da lui

 

 

“Ti va di parlarne?”

 

Juvia gli si avvicinò, restando in attesa; nonostante bramasse dalla voglia di carpirne i pensieri, voleva fosse lui a fare il primo passo e ad aprirsi.

 

 

 

 

Non l’avrebbe mai costretto contro la sua volontà

 

 

 

“Mi mancano.”

 

La ragazza non rispose, non subito almeno, quando sentì la fronte di lui premere contro il proprio sterno.

 

“Mi mancano.”

 

“Lo so…”

 

Juvia abbassò il mento, inspirando quel profumo di colonia che era solito mandarla in estasi.

 

 

 

I capelli morbidi e setosi, color della pece.

 

 

 

Le spalle ampie e i muscoli scolpiti.

 

La pelle liscia e levigata.

 

 

 

Non puoi riaverli, Gray.”

 

Sentì le mani di lui stringerle la vita.

 

“Non dovresti tormentarti così.”

 

“…”

 

 

 

Fosse stato facile

 

 

 

 

“Tu, invece, dovresti starmi alla larga, sai?”

 

Nessuna risposta.

 

“Non funzionerà, Gray.”

 

Incastonò le dita dietro l’attaccatura dei capelli solo per costringerlo a guardarla negli occhi.

 

“Non provare ad allontanarmi.”

 

Sorrise di fronte a quegli occhi tanto arrossati.

 

“Non mi perderai, d’accordo?”

 

“Non fare promesse che non puoi mantenere.”

 

Silenzio.

 

“Quando ti ci metti sai essere testardo, sai?”

 

“Me l’hanno già detto.”

 

“Ah si?”

 

Si scrutarono per interminabili secondi, occhi negli occhi, quando Gray la prese per la guancia, catturandole le labbra in un bacio tanto rapido quanto profondo.

 

 

 

 Disperato

 

 

 

“Non mi perderai, Gray.”

 

“…”

 

“Io sono qui.”

 

Un flebile sussurro.

 

“Sono qui con te, adesso.”

 

“…”

 

Juvia gli si accostò, imponendosi di non perdere il controllo.

 

 

 

 

Quel ragazzo aveva la capacità di renderla vulnerabile come mai nella sua vita

 

 

 

 

“Sai …”

 

Lei lo squadrò curiosa, invitandolo a continuare.

 

“Le nostre controparti di Edolas hanno avuto un maschietto.”

 

Silenzio.

 

“Si chiama Greige.”

 

Altro silenzio.

 

 

 

Un silenzio che parve preoccuparlo più del dovuto 

 

 

 

“Juvia, tutto bene?”

 

“…”

 

Gray dovette soffocare un rantolo nel vederla rossa e paonazza; che si fosse spinto un po’ oltre?

 

 

 

Eppure quel bambino …

 

 

 

 

“Ha i tuoi occhi.”

 

“…”

 

“E il tuo sorriso.”

 

Abbassò il mento nel ricordarne il volto dolce e paffutello, quando vide le dita di lei intrecciarsi alle proprie.

 

“Speravo avesse preso da te, Gray.”

 

“No …”

 

Le sfiorò la fronte con le labbra, un brivido lungo la schiena.

 

E’ perfetto.”

 

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