Anno Domini 2253 - Ciclo dell'Anello: Arco 1

di Mordekai
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 03:45 A.M. ***
Capitolo 2: *** DNA Senziente/Parvaris. ***
Capitolo 3: *** Interlude: 11 ore prima. ***
Capitolo 4: *** Anomalia rilevata. ***



Capitolo 1
*** 03:45 A.M. ***



03:45 a.m. 158 giorni dopo l’esposizione alle radiazioni dei raggi solari.

Stazione Orbitale Arcadis, 315.000 Km dal pianeta-anello Parvaris.

-Frequenze radio. Lente e ad intervalli regolari provenivano dal segnalatore costruito sul pianeta Parvaris, scoperto quasi tre anni fa: il diametro è di 38,226 km, con una durata diurna di 16,5 ore e un anno è costituito da 275 giorni. Presenta quattro continenti che costituisce il 45% di massa, mentre il resto 55% è acqua. L’atmosfera è stabile, nessuna presenza di gas nocivi ma la particolarità è la presenza di grandi nuclei cristallini sotto la superficie, simili al diamante. Tornando alle frequenze, nessuno dei sistemi sulla Terra sono stati in grado di decifrarli e nemmeno l’equipaggio è stato in grado di comprenderne i dati. Si attendono aggiornamenti dal tecnico ████████.
Ufficiale di Bordo Josh Theworh. Data corrente: maggio 2253.
 
Erano passati ormai giorni dal rapporto dell’Ufficiale di Bordo, inviato sul computer centrale della Stazione, con pochi membri rimasti. L’umore dei presenti era cambiato drasticamente dopo l’esposizione dei raggi di un sole nell’orbita del pianeta-anello, alcuni mostravano sintomi di una febbre malarica con conseguente quarantena di due settori della stazione. Il Capitano, Murray Solea, un uomo di mezz’età percorreva senza una meta prefissa i corridoi silenziosi della nave, interrotti solo dal costante ronzio delle luci al neon poste sul soffitto.

‘’Arcadis! Una delle migliori invenzioni della N.A.S.A del 23esimo secolo!’’- disse una voce da uno schermo olografico. Mostrava la creazione e lo sviluppo della prima stazione orbitale (atta anche a colonia) da parte della N.A.S.A, i costi di produzione e il suo lancio nello spazio. Il Capitano ignorò quel blaterare olografico e percorse uno dei settori che conduceva verso una delle cabine di comando: non appena voltò a sinistra, si ritrovò l’unico membro robotico dell’equipaggio.

‘’Zaran? Perché sei qui?’’- chiese il Capitano Murray, avvicinandosi all’unità robotica intenta a maneggiare dei cavi elettrici e muovere con velocità le sue dita su una tastiera.

‘’Salve Capitano. Il giroscopio del Settore D-7 presentava problemi nel ricalibrarsi, dunque mi sono concesso di installare un aggiornamento per evitare ulteriori disagi. Lei, invece, perché qui? Insonnia?’’- rispose Zaran, con un leggero sorriso. I suoi occhi cibernetici osservavano incuriositi l’aspetto malconcio del Capitano, analizzandone i suoi parametri.

‘’Capitano, i suoi livelli di serotonina sono sotto la norma, è sicuro di stare bene? Vuole che chiami il medico di bordo?’’- domandò l’androide, preoccupato. La risposta fu un secco no con il capo e l’attempato uomo riprese il suo cammino, congratulandosi però per l’efficienza del lavoro. Murray si diresse in uno degli uffici riservati solo ad Ufficiali e gradi alti della stazione: al suo interno vi trovò un computer con un supporto AI a pochi metri da esso, un database e diverse mappe astronomiche.

‘’Vessel mostrami lo status della nave, i livelli di ossigeno, di contaminazione e lo stato di quarantena dei settori interessati.’’- disse il Capitano, in attesa che l’AI eseguisse gli ordini.

‘’Integrità strutturale al 89%. Danni da impatto rilevati al terzo motore di manovra, attivato il supporto. Livelli di ossigeno all’81%, esaurimento previsto in due mesi e quattro giorni. Settore 12-C, 4-B e 6-F quarantena quasi completa. Contaminazione ancora presente nei settori 12-D, 18-H e 25-A. Serve altro, Capitano?’’
L’uomo serrò le labbra, in preda ad un tragico pensiero. Metà della struttura era contaminata, l’altra danneggiata e pochi superstiti restavano nella stazione.

‘’Quanto rimane al collasso totale?’’- chiese il Capitano, passandosi una mano sulla fronte asciugandosi il sudore che imperlava la pelle.

‘’12 giorni, 9 ore, 25 minuti e 10 secondi al collasso totale della stazione. Il segnale d’emergenza è ancora attivo ma nessuna risposta dalla Terra. Serve altro, Capitano?’’- domandò nuovamente il computer di bordo.

‘’No, è tutto. Grazie per il servizio dato Vessel, è stato un onore.’’

‘’Anche per me, Capitano.’’

Murray attivò una tastiera, digitò diversi codici e un da un proiettore posto su un tavolo comparve l’ologramma della Terra. Mosse le braccia per ampliare l’immagine, notando che ormai l’Africa si era divisa in due placche: l’Africa del Nord intatta, mentre quella del Sud si spostava verso gli oceani orientali. Si ricordò di avere, in una provetta, dei residui della strana sostanza che stava divorando la nave. Osservò al microscopio analizzatore che la massa nerastra presentava del DNA misto, umano e sintetico, con alte concentrazione di monossido di carbonio, uranio e solfuro di rame.
D’un tratto qualcuno o qualcosa stava forzando la porta del suo ufficio, attivando la procedura di blocco automatico. Gli urti iniziarono ad intensificarsi e diventar violenti, facendo scattare l’allarme e sigillando i corridoi principali.

‘’Vessel, rapporto!’’- ordinò Murray, recuperando un fucile al plasma sotto la sua scrivania e puntandola senza timore alla porta danneggiata. Un liquido viscoso e puzzolente si faceva largo tra le spaccature del metallo, tra le scintille e fumo.

‘’Presenza di dimensioni sconosciute all’esterno del corridoio. Danno struttura esterna dell’ufficio al 69%. Probabilità contaminazione: media.’’

Senza esitare, il Capitano Murray iniziò a far fuoco sulla potenziale minaccia, che rispose scaraventando pezzi di metallo contro il vetro rinforzato della stanza mancando di pochi centimetri l’uomo. Concentrò il fuoco avvicinandosi rischiosamente alla porta. I gemiti acuti della creatura penetrarono nelle sue orecchie come unghie su di una lavagna. Continuò a lacerare e a ridurre in brandelli la creatura, finché non si allontanò con boati e altri rumori angoscianti. Non appena il Capitano Murray posò l’arma sul computer di bordo, udì un segnale audio provenire dalla radio di comando:

‘’Qui Titan-01 a Stazione Arcadis, mi ricevete passo?’’- domandò un soldato con la voce distorta dalla radio di comunicazione.

‘’Qui Capitano Murray dell’Arcadis, identificarsi prego.’’- rispose premendo il pulsante sul microfono.

‘’Generale della Spectre Bennett Miles, codice 1-7-1-0-9. Trasmetto dal pianeta-anello ed uno dei suoi membri dell’equipaggio è qui con me. Ha bisogno subito di un medico, è ferito gravemente. Il suo nome è Josh Theworh, ufficiale di bordo, conferma?’’

‘’Confermo. Tempo stimato d’arrivo generale?’’- chiese il Capitano, sconcertato da quella notizia.

‘’9 ore a partire da adesso. Sono al corrente della vostra situazione precaria, ma non posso fare altro Capitano. Qui Bennett Miles, chiude.’’- terminò la comunicazione, facendo piombare la stanza nel silenzio.

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Capitolo 2
*** DNA Senziente/Parvaris. ***


07:05 a.m. 158 giorni dopo l’esposizione alle radiazioni dei raggi solari.

Stazione Orbitale Arcadis, 315.000 Km dal pianeta-anello Parvaris.

‘’Log-3375 del Capitano Murray. Ricevuta trasmissione dal generale Bennett Miles della Spectre dalla superficie del pianeta- anello. Josh Theworh è stato ritrovato. Le sue condizioni sono attualmente sconosciute. E come se non bastasse all’interno della stazione si aggira una viscida creatura che ha cercato di forzare la porta del mio ufficio. Fine del Log.’’

Mancavano circa quattro ore all’arrivo di Bennett Miles a bordo della sua nave, con importanti informazioni supponeva il Capitano. Sulla mappa del computer centrale teneva d’occhio possibili falle all’interno delle camere o il distaccamento dei Nodi principali della stazione, soprattutto quelli dei rotori. Continue notifiche di errore provenienti da sistemi secondari non lo allarmavano, essendo impostate per ricalibrarsi in automatico.

’Capitano, abbiamo un problema.’’- fu la voce di Vessel a distoglierlo dalle sue mansioni. Il Capitano tolse le varie piantine per trovare immediatamente quella primaria che brillava di rosso.

‘’Rapporto Vessel.’’- rispose l’uomo, intento ad inserire i codici d’accesso e azionare la diagnostica. Comparve un secondo messaggio d’errore che recitava ‘Nucleo dati 44L7 compromesso. Perdita dati: 85%.’

‘’Merda.’’- aggiunse adirato, inserendo i dischi di recupero nell’unità principale per recuperare i file a distanza. Inserendo i comandi di recupero, il Capitano riuscì a recuperare parzialmente codici di sicurezza, informazioni dei vari settori e schede di identificazione ma il resto venne compromesso.

‘’L’entità misteriosa, con alte probabilità, dopo l’attacco all’ufficio si è diretta in uno dei nuclei e ha danneggiato la scheda di memoria. Quella creatura è senziente, signore. Ho analizzato il DNA e risulta, in parte, provenire da cellule umane ed animali così come la struttura ossea e neurale. Ma…’’- Vessel si interruppe, indecisa se rivelare altro o meno. Il Capitano, ormai esasperato, ordinò di rivelare tutto il contenuto dell’analisi e non omettere alcun dettaglio. Sullo schermo comparvero due schede identificative:

-Ingegnere Biotecnico Thomas Bellini, gruppo sanguigno B+, percentuale di DNA rilevato: 34%. Status: Deceduto.

-Tecnico e ripara Celle d’energia Nigel Sanders, gruppo sanguigno A-, percentuale di DNA rilevato: 21%. Status: Deceduto.

‘’Quella bestia ha ucciso due dei miei uomini assorbendone il DNA? Come è possibile?’’- domandò il Capitano, cercando nella memoria di Vessel la documentazione sull’analisi apportata alla creatura trovando finalmente la scheda dati e leggendone i risultati: una minuscola ghiandola presente sul dorso della bestia immagazzinava sangue, materia cerebrale e i sali minerali delle sue vittime. Una spia rossa all’interno del proprio ufficio iniziò a lampeggiare e sul display venne mostrato l’avvicinarsi di una delle scialuppe della stazione, danneggiata sulla chiglia e sul muso e parte del vetro temprato era graffiato da qualcosa che sembravano essere stati artigli. Il Capitano pigiò sul comunicatore e disse:

‘’Qui Capitano Murray, prego identificarsi!’’

Ci fu un fastidioso gracchiare dall’altro lato prima che qualcuno rispondesse:

‘’Stupida radio! Oh merde! Qui Isaac Sartre, codice identificativo: 2779FR. Richiesta di attraccaggio alla Stazione, Capitaine. Ho lo status report pronto e gradirei mostrarglielo con estrema urgenza!’’- replicò l’uomo all’interno della scialuppa e nel medesimo istante il braccio di traino afferrò saldamente la scialuppa, depressurizzandola e consentendo al francese di entrare. I due si salutarono militarmente e l’ingegnere tecnologico asserì sconcertato alla devastazione presente nella stazione orbitale Arcadis:

‘’Mon dieu, che cosa è successo qui? Sono stato via solo pochi giorni!’’
‘’158 giorni, Isaac. Sono passati 158 giorni dall’esposizione e da allora tutto è in malora. Siamo rimasti pochi nella stazione, molti sono morti per un virus che è senziente e capace di assorbire il DNA umano e altri sono fuggiti a bordo delle scialuppe di salvataggio. Tu sei il primo a tornare da Parvaris.’’- rispose Murray, bevendo dalla fiaschetta di liquore che portava nella tasca interna della divisa. Il volto sconcertato del francese Isaac assunse ancor di più una forma grottesca:

‘’Quindi è come se fossi stato via per quasi sei mesi, considerando lo scorrere del tempo sul nostro pianeta?’’- domandò l’ingegnere poggiando il report tra le mani del Capitano e dirigendosi al display principale per osservare quella stella ancora misteriosa. Murray si limitò ad annuire e a leggere il documento redatto dal collega: alti livelli di sodio presenti nelle acque, temperatura che cambia a seconda della posizione sull’anello, onde sismiche causate dall’impattare di meteoriti ma nulla di interessante per quanto riguarda la fauna o la flora o potenziali batteri. Prima che i due potessero confabulare, si udirono delle urla provenire dal corridoio principale e i due afferrarono immediatamente il loro fucili pronti a fronteggiare l’intruso. Giunti nel luogo ove provenivano quei gemiti, i due uomini notarono che uno dei sistemi di difesa TESLA era in funzione e stava paralizzando con scariche continue d’elettricità un ammasso informe di materia nera che più si dimenava, più perdeva brandelli molli.

‘’No…Aiuto…’’- gemette ancora la creatura prima di scappare fulminea nei condotti d’aerazione, deformandone le pareti e lasciandosi residui gelatinosi dietro di sé. Isaac recuperò un campione con il suo analizzatore portatile che lampeggiò di tre colori diversi ovvero rosso, blu e verde.

‘’Dammi un segno positivo, piccolo amico.’’- e in quel momento la luce divenne blu, lampeggiando brevemente. Isaac imprecò e Murray chiese quale fosse il problema.

‘’Ricordi la scala delle tre potenziali minacce? Rosso infiltrazione di agenti estranei alla stazione, verde per contaminazione batteriologica causata da guasti e altro…’’

‘’E il blu per DNA infetto. Quella bestia era uno dei nostri?! Mi stai dicendo questo?’’- chiese sconcertato Murray, avvicinandosi all’analizzatore per avere una conferma maggiore. Lo schermo dell’analizzatore diede resoconto positivo e una voce computerizzata lesse:
 
'’-Bazarov Milomir Danilovich,
-Età: 39.
-Gruppo Sanguigno: AB+
-Professione: Assistente medico biologico.
-Status: Sconosciuto.’’
I due uomini rimasero ulteriormente sconcertati da quella scoperta, ma più per il fatto che il loro collega avesse cercato in tutti i modi di manomettere i sistemi di difesa presenti all’interno della stazione.

‘’Quel figlio di puttana!’’- esclamò il capitano correndo verso il proprio ufficio, dove una volta giuntovi attivò diversi controlli della stazione tra cui il sistema di ventilazione bloccando entrate ed uscite che conducevano alla sala reattori, cabine di controllo e scialuppe. Sigillò i grandi spazi come la mensa, l’infermeria e la seconda sala di comando. Riattivando manualmente Vessel, avviò il sistema O.E.S.R. (Orbital Emergency Status Report) che consentiva solo ai capitani, generali ed ufficiali di bordo di analizzare le condizioni nella quale versava l’intera struttura e potendo azionare i diversi reboot dei potenziali macchinari disattivati o vittime di interruzioni forzate:
 
Sala Raffreddamento Mot. Aus. Status: motori ausiliari disattivi. Reboot richiesto: NO.
Seconda Sala di Comando Status: computer di bordo attivi. Reboot richiesto: NO.
Raffreddamento nucleo 0-J33 Status: funzione interrotta. Reboot richiesto: SÌ.
Sistemi elettrici Settore DB-44 Status: Code Error 7718 Reboot richiesto: SÌ. MANUALE.
Stazione Orbitale Arcadis 993E. Status Condizioni Generali: 58% Autonomia residua: 15 giorni.
 
‘’15 giorni? Ci restano solo due settimane di autonomia prima che questa stazione si riveli la nostra tomba? Capitano, dobbiamo fare immediatamente qualcosa! Dobbiamo contattare i Supervisore dell’A.L.P.H.A. e inviare qualcuno che…’’- ma Isaac venne interrotto dal Capitano che gli indicò nella parte in basso dello schermo che la seconda sala di comando richiedeva una chiave d’accesso livello 3 rilasciata solo a Capitani di Prima Classe o Generali e nella stazione solo una persona, colui che era comparso sullo schermo, la possedeva: Sato Kuraneji, Generale di Prima Categoria. Deceduto.

‘’Oh merde…’’- imprecò tra sé e sé l’ingegnere, sospirando sconfitto e andò a sedersi su una delle sedie dell’ufficio, cercando altre soluzioni tra i documenti presenti nella memoria principale. Dopo pochi secondi, sullo schermo di comando comparve una schermata arancione ed una scritta a lettere cubitali che recitava:
 
Trasmissione in arrivo. ID: 139-88-DF-G2

‘’Che razza di numero d’identificazione è quello? Non è uno dei nostri.’’- disse Isaac, notandolo anche lui sugli altri schermi. Il numero identificativo scomparve: un uomo con indosso una tuta spaziale e casco simile alla testa di una vespa rimase per pochi secondi in silenzio per poi parlare:
‘’Generale della Spectre Bennett Miles, codice 1-7-1-0-9. Salve Capitano Murray, la informo che il suo collega è cosciente, stabile ma ha qualcosa da rivelarle. Riguarda il pianeta-anello. Prego, il Capitano è online.’’

Non appena il generale si allontanò dallo schermo, l’ufficiale di bordo Josh giunse con una benda che gli copriva parte del viso e della testa e con voce rotta dalla fatica salutò militarmente il suo capitano e rivelò che sul pianeta Parvaris qualcosa di pericoloso, sconosciuto brulicava sotto la superficie.

‘’Ufficiale Josh, gli altri nostri uomini? Michael Erran, Igor Fezkisy, Laura Ellsen? Che ne è stato dei trasmettitori?’’- domandò Murray visibilmente stanco e allo stesso tempo contento che il suo terzo in comando fosse vivo ma ridotto ad uno straccio. Quando Josh rivelò la terribile notizia, Murray chiuse gli occhi e abbassò il capo:

‘’Mi dispiace Capitano. Ho fatto il possibile per impedire che le loro tute venissero depressurizzate dalla tempesta, ma quelle creature sono sbucate dal nulla e…’’- Josh non volle proseguire oltre nei dettagli, limitandosi ad un tremolante sospiro affranto. Murray si massaggiò il viso, tentando di rimuovere la stanchezza arretrata prima di
replicare che una di quelle creature era sulla stazione. Quella rivelazione ammutolì l’ufficiale di bordo, e nei suoi occhi era evidente il terrore e il senso di impotenza:

‘’Generale, quando ci vorrà prima di arrivare alla stazione?’’

‘’Quattro ore e trenta minuti, soldato. Ti consiglio di riposare ora, hai subito gravi ferite tra cui una commozione cerebrale ed una frattura al braccio. Del resto ora me ne occupo io. Capitano, le consiglio di trovare l’intruso ed eliminarlo. Riceverà un segnale radio quando la mia nave sarà nella rotta della stazione. Generale Miles, chiudo,’’
E la stanza del Capitano ritornò immersa in un tenue azzurro emanato dagli schermi di bordo, lasciando il capitano in silenzio mentre Isaac farfugliava imprecazioni e preghiere nella sua lingua. Murray, allontanandosi dalla sua postazione, recuperò il suo fucile e disse:

‘’Si va a caccia, Isaac!’’

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Capitolo 3
*** Interlude: 11 ore prima. ***


11 ore prima.
Pianeta Anello Parvaris. Distanza: 315.000 km dalla Stazione Orbitale.
Latitudine: 139° Longitudine: 79°
 
Una tempesta elettromagnetica imperversava sul pianeta-anello, e stranamente le sue pareti di metallo che fungevano da mura non subivano alcuna alterazione. Un uomo con una tuta spaziale bianca e rossa corse verso una base di controllo ancora attiva, trasportando un contenitore di metallo con diverse lettere e numeri. Una volta all’interno della base, l’astronauta udì diversi segnali radio provenienti dal computer di comando, ognuno di essa ad una intermittenza di pochi secondi l’uno dall’altro fin quando una voce, in evidente stato d’agitazione chiamò:

<<Qui Russell Bell, ID 2-0-5-1-C, Isaac mi ricevi, passo?>>

‘’Qui Isaac Sartre, codice identificativo: 2779FR. Come posso aiutarti Russell, passo.’’- replicò l’astronauta posando subito il contenitore e rispondendo alla richiesta di aiuto. Il collega, dall’altro lato della radio sospirò sollevato ma la sua voce era rotta da terrore viscerale.

<<Ascoltami bene Isaac, una tempesta elettromagnetica di 1500mpf sta per abbattersi su Parvaris. Devi sigillare ogni entrata, ogni finestra, ogni maledetto buco che trovi! Ho provato ad avver…e gli altri ma è risultato inutile!>>

‘’Sai dove è finito Josh, Russell? E gli altri? Michael, Igor, Laura?’’- domandò Isaac attendendo una risposta, mentre azionava i comandi di chiusura ermetica della base. Dall’altro lato della trasmissione si udirono prima delle voci d’entità robotica accompagnata da una umana ed infine dei suoni ad intermittenza:

<<Morti. E Josh è scomparso e…aspetta Isaac. Standby 501, Beta-44 e Beta-11 controllo batterie termiche 1 e 7. Schermatura inserita. Powell, disattiva i generatori ausiliari o rischiamo di esplodere qui. Porca puttana, siamo nella merda Isaac.>> ci fu un lungo suono statico che infastidì le orecchie di Isaac ma prima che potesse rispondere sul computer principale comparve un secondo avviso evidenziato in rosso: Tempesta in arrivo. Si prega di sigillare la base. Livello minaccia: 5.

‘’Russell devo interrompere ogni segnale, la tempesta è nelle vicinanze e…Russell? Russell mi ricevi? Russell!?’’- e il segnale si interruppe, facendolo imprecare. Lesto come non mai interruppe qualsiasi afflusso di corrente, rimosse le batterie di ioni e sigillò manualmente le quattro porte presenti nella base. Non appena chiuse l’ultima finestra la tempesta si abbatté sulla minuscola struttura, mandando in tilt la tuta che Isaac indossava ancora; evitando potenziali shock termici se la tolse e si riparò sotto un tavolo di carbonio stringendo a sé il contenitore con i campioni raccolti dall’uomo. Vi furono urla disumane nella burrasca elettromagnetica e il metallo della base iniziò a contorcersi, a piegarsi, a deformarsi. Le orecchie di Isaac fischiarono, i suoi occhi bruciarono e nemmeno l’acqua del thermos alleviò la sua sofferenza. Visioni orrende offuscarono la sua mente, strani simboli che si susseguivano alla velocità della luce, parole in una lingua incomprensibile sostituirono i fischi assordanti nelle sue orecchie.

‘’Le tue urla sono vane in una tempesta.’’- disse Isaac, eppur non era Isaac. Svenne, accasciandosi sugli scalini dell’ufficio perdendo copiosamente saliva e bile dalla bocca.
 
ID: Isaac Sartre. In pericolo. Frequenza cardiaca: 45bpm Avvio defibrillatore: Attivo.
 
Una scarica elettrica pervase il corpo dell’uomo, riportandolo alla vita e consentendogli di rigurgitare definitivamente ciò che il suo stomaco aveva rifiutato di digerire.

‘’Devo…devo avvertire Murray!’’

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Capitolo 4
*** Anomalia rilevata. ***


09:25 a.m. 158 giorni dopo l’esposizione alle radiazioni dei raggi solari.
Stazione Orbitale Arcadis, 315.000 Km dal pianeta-anello Parvaris.

 
‘’Capitano Murray? Si svegli, Capitano!’’- disse una voce distante, ovattata che risultava quasi indecifrabile dal Capitano immerso nel suo stato catatonico. ‘’Si svegli!’’- ripeté la voce più autoritaria questa volta e Murray ricevette un sonoro ceffone per riprendersi. Innanzi a lui vi era un soldato con una divisa completamente nera, fatta eccezione per le spalline ed una striscia di tessuto rossa che cingeva il braccio sinistro. Riconobbe anche l’infermeria, seppur aveva visto giorni migliori, con al suo interno l’ingegnere Isaac ferito alla nuca come Josh che si rallegrarono non appena il loro capitano si risvegliò:

‘’Che…diavolo è successo?’’- chiese il Capitano, evidentemente confuso dalla situazione nella quale riversava. Il soldato dalla divisa nera pigiò un pulsante sul suo casco che, ritirandosi nella tuta, rivelò finalmente un volto solcato da anni di guerre diplomatiche, politiche e non solo.

‘’Generale Bennett Miles, è un piacere vederla Capitano. Piacere si fa per dire, dato che siamo alle prese con un qualcosa di categoria quattro.’’- disse l’uomo estraendo una fiala colma di liquido nero che si muoveva frenetico nella boccetta. Il generale schiacciò il piccolo pulsante posto sulla fiala e il liquido nero si solidificò all’istante.

‘’Sospensione criogenica? Anche noi chiedemmo di ricevere tali fiale, ma quei cinque milioni di Neo-Crediti sono stati usati per creare armi che si rompono subito.’’- disse Isaac indicando la propria arma spaccata sul fusto e priva del proprio caricatore.

‘’Possiamo evitare di discutere di crediti e di come sono stati usati per concentrarci su quella schifosa bestia che infesta la stazione, grazie? Vessel, aggiornamenti.’’- ordinò Murray rialzandosi dal lettino ma la risposta dell’unità artificiale non giunse. Tentò altre due volte prima che il Generale attivò la console che segnalava:
 
Unità Artificiale Assente e/o Danneggiata. Reboot di riparazione richiesto!

 
‘’Cazzo! Come è accaduto?’’- le labbra di Josh tremarono mentre pronunciava quella domanda e si grattava il collo per degli improvvisi rush cutanei.
‘’La creatura melmosa. Dopo averla respinta e impedito di uccidere il capitano, ha generato dei campi elettromagnetici così forti da destabilizzare parzialmente la struttura. Con danni piuttosto seri a tutti i presenti. Per esempio lei, Josh, quel rush cutaneo è un danno da microonde. Lei, Isaac, attualmente il suo sistema nervoso è compromesso e Capitano…’’- Bennett si interruppe prendendolo in disparte e mostrandogli una cartella digitale che mostrava i segni vitali di Murray. L’uomo restò in silenzio scoprendo con orrore la diagnosi:

‘’Mesotelioma…Fantastico, già non bastava il tumore al pancreas…’’- sospirò amareggiato, allontanandosi ed avvicinandosi alla finestra. Un respiro di sorpresa provenne dal Capitano che attirò l’attenzione dei presenti, incuriositi e preoccupati:
‘’Uno dei nostri segnalatori è ancora attivo sul pianeta?’’- domandò Murray ai suoi uomini che negarono la presenza di altri segnalatori presenti sul pianeta, in quanto distrutti dalla tempesta elettromagnetica.

‘’E allora quello che diavolo è?’’

Tutti si avvicinarono per osservare tre distinte luci provenire da un singolo punto sul pianeta-anello e quella luce li investì in pieno, scuotendo l’intera stazione e mandandola in black-out. I generatori d’emergenza entrarono immediatamente in funzione con un ronzio assordante, le luci divennero blu e rosse per segnalare solo porte e aree d’emergenza e sugli schermi comparvero serie di numeri:

‘’5498-8771-1002-7534? Significano qualcosa?

D’un tratto Bennett percepì un segnale radio provenire dal proprio casco ed emise un fischio di sorpresa, il che attirò gli sguardi interrogativi dei presenti.

‘’A quanto sembra la mia unità è ancora sul pianeta-anello. La prima serie appartiene all’Ingegnere di Supporto William Neon. La seconda a Albert McKenner, ricognitore; terza ad Ismaele Pence, informatico di bordo e tecnico della sicurezza; l’ultima appartiene a Elize Brechutte, mitragliere e vice di questa unità.’’- disse e si avvicinò al computer dove, inserendo un cavo posto sulla sua radio portatile, poté avere delle coordinate migliori ed anche una visuale:

‘’Maledizione, perché questa lattina non funziona?! Dannata tecnologia del nuovo millennio.’’

‘’Sono felice anche io di sentirti e vederti Albert.’’- asserì Bennett, con una risata dal suono amaro. Il ricognitore d’un tratto mosse di scatto la testa verso il monitor, per poi allontanarsi lentamente seduto su una sedia meccanica. Tornò con la stessa frenesia esultando:

Generale! Sia ringraziato il cielo è vivo! Sono giorni che cerchiamo di contattarla! Io, Pence e William abbiamo trovato dei rifugi di fortuna presenti sul pianeta, ma una tempesta elettromagnetica ha disabilitato i sistemi principali di comunicazione. Stiamo usando quelli ausiliari per aggiornarci l’un l’altro. Ma il resto del nostro plotone?’’
Bennett restò in silenzio per un breve lasso di tempo prima di scuotere il capo. Albert sgranò gli occhi incredulo per piombare in silenzio e sprofondare nella sedia. Preso dalla rabbia, il ricognitore afferrò una pistola al plasma e sparò due colpi contro un barile di metallo, distruggendolo in diversi pezzi di lamiera arrugginita. Quel comportamento lasciò interdetti Murray, Josh e Isaac che cercarono spiegazioni nel generale. L’uomo, pigiando su alcuni tasti presenti sulla sua tuta avviò un file video datato ‘Elixon B2243’, ove incrociatori da battaglia, cannoni ad impulsi e droni pilotati da remoto, assieme ad artiglieri, fronteggiavano un nemico molto potente. In quello scenario apocalittico era possibile intravedere un grande cristallo circondato da altri più piccoli posto in una grande struttura romboidale. Il calore ed uno dei proiettili sparati da uno dei cannoni destabilizzò l’integrità del costruzione, procurandone l’esplosione dei cristalli che, sospinti dalla loro energia, decimarono entrambe le fazioni. Il video si concluse con un fastidioso statico:

‘’Albert è un ex marine della divisione U-N-D. Dopo l’assedio dell’Elixon, e il frammento di uno dei cristalli presenti al suo interno è rimasto nella sua testa, non è stato più lo stesso. Quella pistola è il suo ‘sfogo’ per quel che gli è successo tempo fa come avete assistito.’’- disse il generale, rattristato per le sorti del proprio collega. Il Capitano Murray si massaggiò la faccia stanca e andò a sedersi su una delle poltrone presenti nella sala, con l’intenzione di riposarsi ancora un po’.
‘’Che ore sono adesso?’’

‘’In base all’orario terrestre…Sono le 22:53.’’
 
1020-400-205
Anomalia rilevata.
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Sistema nervoso compromesso.
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Sistema dei Ricordi: Spegnimento in corso.
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In una camera sterile, ove un elettrocardiogramma in funzione mandò segnali preoccupanti ai medici intenti a sorvegliare un corpo quasi scheletrico, colmo di tubi ed elettrodi che monitoravano i segnali vitali. Quando gli occhi stanchi dell’uomo si aprirono, il battito cardiaco aumentò a tal punto da costringere ai medici di recuperare i sedativi.
‘’Che sta succedendo qui?’’- gracchiò l’uomo ai presenti, nel tentativo di rimuoversi la maschera d’ossigeno posta sul suo volto. Uno dei medici tornò con una siringa piena di liquido trasparente ma l’uomo riuscì a disarmarlo e a ferirlo con la stessa, costringendolo a fuggire per non contaminare gli altri. Un braccialetto sul polso scheletrico recitava un nome ed un grado:
Murray, Jordan. Età: 53 anni.
Capitano dell’Arcadis, Stazione Orbitale sul pianeta-anello Parvaris.
Status della Stazione Orbitale: DATI RISERVATI.
Causa ricovero: DATI RISERVATI.

L’emaciato paziente rimosse rabbioso ogni cavo, tubo o appendice di plastica presente sul suo corpo, e l’elettrocardiogramma diede il segnale piatto quando un paziente muore. Quel segnale arrivò ad una squadra speciale che entrò nella stanza causando panico generale tra i restanti medici, intenti a calmare il capitano. Tre uomini puntarono i loro fucili contro il capitano:

‘’Generale Bennett, il paziente è sveglio ma ostile. Cosa facciam…’’- tentò di dire il capo medico con indosso la tuta protettiva ma il generale lo azzittì poggiandogli la mano sulla bocca e ordinandogli di uscire dalla stanza. Fece lo stesso anche con i suoi uomini, non prima di dire ad uno di loro di portargli due sedie ed un tavolino. Eseguita la richiesta, i due restarono da soli. Bennett si rimosse il casco poggiandolo sul tavolino di vetro per poi sedersi. Per concretizzare le sue intenzioni pacifiche, tolse la sua pistola d’ordinanza e la mise di fianco al casco.

‘’Sono contento di rivederti Murray.’’

‘’Che…che significa tutto questo? Dove sono gli altri membri? Come è possibile che la stazione sia ancora funzionante dopo l’attacco di quella melma schifosa? Come…’’- il Capitano si sentì venir meno e Bennett lo prese dalla spalla per impedirgli di ferirsi inutilmente.

‘’Siediti e parliamo. Sono successe molte cose da quando sei finito in coma tredici anni fa.’’- riprese a parlare il generale; Murray notò le borse viola sotto gli occhi di Bennett, constatando il poco sonno dell’uomo, il primo accenno di capelli bianchi e diversi tagli sulla pelle.

‘’La melma è morta folgorata, ma a causa dell’adrenalina sei rimasto vittima della barriera elettrificata. Lo shock è stato così forte da indurti in un lungo coma. Sei fortunato che sulla nave quell’androide ti ha tenuto in vita in una camera di sospensione fino al nostro arrivo.’’

‘’Ma come? I sistemi di comunicazione erano interrotti a causa della melma senziente.’’- rispose confuso il capitano, massaggiandosi il viso smunto e dalla barba ispida. Bennett pigiò un tasto posto sul suo casco mostrandogli un chip con un numero di serie illeggibile.

‘’Lo ricordi? Questo chip è stato costruito per tutti coloro che hanno intrapreso missioni su pianeti sconosciuti. In caso di morte del portatore o malfunzionamento di suddetto sistema, riceviamo l’allarme sui nostri computer e altri dispositivi usati per la costruzione. Ecco come abbiamo fatto a trovarti.’’

‘’Che ore e che anno è oggi?’’

‘’Sono le 22:53 di sera del 2253. Ironico non trovi?’’



































































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E rieccomi dopo un po' di tempo ad aggiornare questa storia lasciata in sospeso per troppo tempo. Non vi aspettate un piccolo ''plot-twits'' vero?

 

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