Un viaggio lontano da casa

di Baida
(/viewuser.php?uid=1195003)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La mattinata prima di sparire ***
Capitolo 2: *** Ayame ***
Capitolo 3: *** Bini da sola ***
Capitolo 4: *** Ceria tutta sola ***
Capitolo 5: *** Ayame scopre che ci sono gli unicorni ***



Capitolo 1
*** La mattinata prima di sparire ***


Angolo autrice :
Ciao a tutti, ringrazio chi vorrà seguire questa fanfiction e mi farebbe tanto piacere se qualcuno mi dicesse cosa ne pensa : )


In mattinata mi svegliai quando Bini mi chiamò. Erano solo le 7 del mattino, io volevo ancora dormire, chissà cosa voleva. Lasciai squillare il teleono per un po', poi con mio enorme sforzo presi il telefono e risposi assonnata "Che c'é?" "Ti va di uscire oggi? Andiamo a prendere un gelato con Ceria, allora va bene?" chiese "Va bene lasciami preparare e vengo" risposi cercando di trattenere uno sbadiglio "Ok, vengo sotto casa tua tra un'oretta" "Meglio un'ora e mezza, mi hai appena svegliata" "Ok a dopo dormigliona" "Sì a dopo".
Andai subito a farmi una doccia per svegliarmi, poi mi vestii e scesi a fare colazione, presi un pezzo di torta al cioccolato che mia madre aveva preparato il giorno prima e un bicchiere di latte freddo che riempii di cioccolato, finito andai a preparare la borsa e i soldi.
Avvisai i miei genitori che si erano innervositi per essere stati svegliati la mattina presto.
Quano scesi vidi Bini con un vestito corto attillato e pieno di brillantini. Perché non potevo avere anch'io le sue forme, lei poteva permettersi di vestirsi come voleva mentre su di me quel vestito sarebbe stato troppo grande sul davanti.
Ci incontrammo con Ceria davanti al gelataio.
Era bello rivederci tutte insieme, erano passate circa due settimane dall'ultima volta però a me erano parse 2 anni.
Come al solito Bini prese un gelato al melone e cocco, io al cioccolato e stracciatella, mentre Ceria lo prese alla vaniglia e nutella.
Andammo a fare una passeggiata vicino al mare, non c'era nessuno per strada probabilmente tutti erano andati in vacana in un posto meno noioso di questo, mentre altri avevano troppo caldo per uscire, se non fosse stato per il gelato probabilmente mi sarei sciolta.
Andammo in spiaggia ma non potevamo farci il bagno perché nessuna di noi aveva il costume.
La parete di rocce sulla spiaggia aveva qualcosa di strano che non avevo mai visto, era come ricoperta da mille scintillii argentati e dorati.
"Guardate le rocce" dissi sbalordita "Si, è strano" disse Bini " è pieno di luci" continuò Ceria "Andiamo a vedere" dissi incuriosita "Va bene" mi risposero in coro.
Andammo con cautela a veder e d'improvviso un vento forte ci travolse, cercai di prendere la mano di Bini e Ceria, ma non ci riuscii. 
Ero molto spaventata quando mi ritrovai in un posto innevato.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Ayame ***


Non c'era nessuno intorno a me ed ero spaventata. D'improvviso sentii un ragazzo parlarmi "Ehi tu che ci fai qui!". Aveva uno sguardo gelido dietro cui stavano due occhi verde-azzurro chiari, la neve intanto cadeva sui suoi capelli castano-rossi. Non sapevo cosa rispondere "Allora?" chiese lui spazientito "Non lo so, io ero al mare con le mie amiche ma ora sono qui sola" risposi tremando "Si ho notato che sei qui, ma dovresti andartene" "Ma non saprei dove, sono così lontana da casa" la mia voce tremò di sconforto, il suo sguardo si addolcii lievemente "Ok seguimi, io abito qua vicino, potrai dormire da me stanotte, ma domani mattina dovrai andartene" "Ok, grazie...comunque mi chiamo Ayame" " Sono contento di saperlo" disse con tono seccato. Poco dopo arrivammo davanti ad una casetta di legno a due piani molto bella. Il ragazzo mi fece entrare dentro e accese subito un fuoco in un caminetto. Andò in un'altra stanza ed io rimasi in piedi non sapendo cosa fare, tornò quasi subito con un pigiama un po' grande per me "Tieni, vai a cambiarti in quella stanza" presi il pigiama senza dire niente e andai a cambiarmi. Tornai nella stanza del camino "Grazie" dissi, lui non rispose, "Ti faccio vedere dove dormirai", mi portò in una stanza al piano di sopra, sembrava non essere mai stata usata "Ok ora puoi andare a dormire" "Grazie di tutto" dissi e andai a dormire. Quella notte feci sogni molto confusi e mi svegliai spesso di soprassalto.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Bini da sola ***


Mi ritrovai su una stradina di città, mi alzai subito in piedi, la strada era innevata, un ragazzo mi venne incontro, mi fissò per un po', notai che aveva gli occhi eterocromi uno verde e l'altro azzurro, una leggera brezza gli scompigliò i capelli biondi. "Ciao" dissi per togliere l'imbarazzo che si era creato tra noi "Ciao, io sono Delio, sbaglio o sei spuntata dal nulla" "Sì, un attimo fa ero al mare e ora sono qui" mi guardò incuriosito "Dici sul serio?" chiese, "Sì ero con le mie amiche, stavamo camminando tranquille, poi delle rocce hanno brillato, siamo andate a vedere e un vento forte mi ha fatta catapultare qui, non so nemmeno dove siano le altre" "Quindi non sai dove stare per la notte?" "No purtroppo no" risposi "Se vuoi per stanotte puoi venire a casa mia, domani ti aiuto a cercare le tue amiche" mi propose , "Grazie mille" risposi sena esitare. Ci incamminammo verso casa sua che fortunatamente non era tanto distante, era una casa di mattoni a due piani. Entrammo e sentii una voce femminile "Ehi dove sei stato tutto questo tempo! E chi è questa qui!?!"

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Ceria tutta sola ***


Mi ritrovai all'improvviso nei pressi di un grande lago ghiacciato, c'era molto silenzio e nemmeno un soffio di vento rompeva l'aspetto di questo posto che sembrava intrappolato nel tempo. Mi girai cercando di scorgere qualcuno, non trovavo le mie amiche, all'improvviso sentii le lacrime rigarmi il viso e non riuscii a fermare i singhiozzi che mi procuravano se possibile ancora più tristezza e angoscia. "Ehi dove siete?" gridai rompendo il silenzio aspettandomi che sbucassero da non so dove per farmi uno scherzo, "Uscite dai!" mi alzai e gridai più forte "Aiuto! Aiuto! C'è qualcuno?!?" mi voltai a destra e sinistra cercando di scorgere qualsiasi movimento. All'improvviso vidi una figura avvicinarsi piano, mi avvicinai cautamente, era un ragazzo che sembrava fuori luogo in quel paesaggio innevato, aveva i capelli neri e gli occhi blu e indossava vestiti scuri come a voler imporre la propria presenza in quel posto. "Ehi, perchè urli tanto?" mi domandò "Dove mi trovo? Che è successo? Poco fa ero con le mie amiche al mare! Che ci faccio in mezzo alla neve?", "Una domanda per volta, inizia col dirmi chi sei" "I-io mi chiamo Ceria, tu invece chi sei?" risposi asciugandomi il viso con le mani "Il mio nome non è importante al momento" disse sorridendo gentilmente "Vieni o ti congelerai qua fuori Ceria, poi parleremo meglio di tutto" e s'incamminò in mezzo alla neve, lo seguii cercando di stare al passo. Piano piano iniziai a vedere una grande casa, la più grande che avessi mai visto e lo seguii all'interno, mi sentii stupida, poteva essere chiunque ma era l'unico in quel momento che mi potesse dare una mano.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Ayame scopre che ci sono gli unicorni ***


Angolo autrice :
Ciao a tutti, ringrazio chi leggerà questa fanfiction e mi farebbe tanto piacere se qualcuno mi dicesse cosa ne pensa







Mi svegliai di soprassalto come in seguito ad un incubo, all'inizio non capii dove mi trovavo, mi ci vollero un po' di secondi per rendermi conto che non ero a casa, non ero sul mio letto e tutt'un tratto quello che poteva essere un sogno mi si palesava in tutta la sua realtà.
Ero a casa di uno sconosciuto e avevo accettato tranquillamente di seguirlo in casa sua, ma quanto posso essere stupida, ma anche lui aveva accolto una completa sconosciuta quindi eravamo in due ad essere stupidi almeno.
Mi rimisi subito i miei vestiti del giorno prima, erano un po' umidi ma meglio di restare in pigiama tutto il tempo, considerando che quel ragazzo probabilmente mi avrebbe messo alla porta quella sera stessa.
Scesi al piano di sotto con la borsa e il cellulare ormai scarico e inutilizzabile.
Non c'era nessuno ma sentii dei rumori provenire da fuori, soprattutto sentii un nitrito, quindi aveva un cavallo, uscii con cautela e stringendomi in un abbraccio per cercare in qualche modo di contrastare il freddo.
Guardando attentamente notai che non era un cavallo quello che aveva nitrito, era un unicorno, un vero unicorno, un unicorno in carne ed ossa, certo non dovevo restare troppo sorpresa, dopotutto ero stata catapultata lontano da casa da delle rocce brillanti, ma comunque c'era un unicorno davanti a me.
"Allora cos'hai da fissare" mi disse fissandomi dritta negli occhi "Qu-Quello è un unicorno" "Si e allora?" "Non ne ho mai visto uno" "Ma da dove vieni tu?" mi disse ridendo per poi continuare serio "Ti serve una giacca o qualcosa che ti tenga più al caldo o stai bene così?" "Direi una giacca, chi starebbe bene con questo freddo?" "Non lo so, non hai mai visto un unicorno, cosa ne so, potresti essere abituata al freddo e visto che ti sei teletrasportata a tuo dire potresti essere una strega" lo guardai dubbiosa sembrava mi prendesse in giro, ma era così serio.
Entrò in casa e lo seguii con lo sguardo finché potei, non pensavo volesse essere seguito, tornò poco dopo con un giaccone, me lo misi subito "Grazie mille" dissi, lui alzò gli occhi al cielo "Allora andiamo" lo seguii, aveva attaccato una specie di carro all'unicorno, cercai di salire ma scivolai per via della neve, caddi per terra, per fortuna la neve sotto di me aveva attutito l'atterraggio, lui si mise vicino a me e mi porse la mano per aiutarmi senza dire nulla.
"Grazie" dissi cercando di togliermi la neve di dosso "Dai ti aiuto a salire" disse porgendomi un'altra volta la mano, accettai con un sorriso, lui si mise alla guida del carro "Andiamo in città, li troveremo qualcuno che ci possa essere utile, a te per tornare a casa e a me per tornare a stare in pace senza nessuno" disse prima di partire.
Mi resi che ancora non sapevo il suo nome.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3989377