Promesse

di kaggy8
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Attenzione: la mia storia si colloca dopo un punto particolare del manga, precisamente dopo gli avvenimenti descritti nei capitoli 278-283 pertanto ci saranno dei riferimenti a cose accadute in quei capitoli e che possono risultare spoiler per chi non è arrivato a quel punto del manga. Conterrà  inoltre vaghi riferimenti a personaggi o situazioni accadute nei capitoli successivi. Vi lascio alla lettura!


CAPITOLO 1
 
Kyoko Mogami si chiedeva spesso cosa la vita avesse in serbo per lei e che genere di prove le avrebbe sottoposto ogni singolo giorno. Le sfide non la spaventavano affatto anzi, erano il motore che la spingeva e la spronava a dare il massimo per ottenere quello che voleva e che l’aiutava a formare la sua vera identità; erano le competizioni più complesse e difficili che spesso la elettrizzavano. Era raro che qualcosa la abbattesse, le rendesse difficile andare avanti o che la riempisse di dubbi, paure e agitazioni fino a bloccarla. C’erano dei giorni tuttavia, in cui questo capitava e quasi sempre accadeva con avvenimenti legati a due persone in particolare: Shoutarou Fuwa e Ren Tsuruga. Erano loro, anche se per motivi e con sentimenti completamente opposti, che spesso la destabilizzavano; ed era proprio così che si sentiva Kyoko in quel momento: destabilizzata!
Seduta nei sedili posteriori della macchina guidata dal suo manager ed accanto a Ren Tsuruga, guardava quest’ultimo allibita e con sentimenti che passavano alternativamente dalla rabbia, allo stupore fino alla rassegnazione. Kyoko a volte faticava a capire perché quel ragazzo si arrabbiasse tanto per delle simili sciocchezze e nonostante lui le avesse appena riferito cosa avesse portato a quella sua aura negativa, proprio non riusciva a lasciare correre. Sicuramente non voleva deluderlo e si sentiva spesso in colpa o con il timore di aver fatto qualcosa di male, ma aveva anche imparato col tempo a riconoscere quel lato un po’ più oscuro ed a volte infantile di Ren.
Riprese lucidità e cacciò via quei soliti fantasmini che avevano l’abitudine di saltar fuori nei suoi momenti più difficili; dopo un lungo ed imbarazzante silenzio, riuscì di nuovo a parlare:

“Potresti… ripetere… per cortesia, Tsuruga-san?”
Lui riprese a guardarla, all’apparenza impassibile e, con quel tono arrogante e tagliente che in più di un’occasione Kyoko aveva avuto modo di sentire, le rispose lentamente.
“Mi sembrava di essere stato abbastanza chiaro ma proverò ad essere ancora più esplicito… quel tuo collega di riprese, Hiromune Koga, si chiama così vero? Si è preso un po’ troppe confidenze nei tuoi confronti, non ti pare? Non importa se eravate in un momento di pausa, ti ha appoggiato più di una volta e con tutta tranquillità una mano sulla spalla prima e sul fianco dopo, come se foste grandi ed intimi amici. Eravate troppo in confidenza, non devi abbassare la guardia così tanto, mi sembrava di averti già avvertito. Lui sa benissimo di essersi preso delle confidenze non necessarie ed il fatto che si sia comportato in quel modo non appena mi ha visto passare, come se aspettasse una mia reazione, è ancora più inaccettabile. Non c’è bisogno di ricordarti che devi essere assolutamente professionale mentre lavori, vero?”
“Tsuruga-san ma ti ho già spiegato che non è un comportamento che tiene di solito ed anche io gli ho fatto presente che mi ha messo in imbarazzo quando mi ha afferrato il fianco; lui semplicemente si è messo a ridere e se ne è andato, era un suo modo di scherzare presumo.”

Kyoko stava cercando di mantenere la calma e di placare il più possibile la rabbia di Ren, ma tutti i suoi sforzi purtroppo non stavano dando i risultati sperati.
“AH!” esclamò all’improvviso “Aspetta un attimo, hai detto che anche lui ti ha visto agli studi? Allora si spiega tutto…”
“Cosa vuoi dire?” chiese sorpreso Ren
“Beh ecco…” provò a spiegare Kyoko leggermente imbarazzata “penso fosse solo una provocazione nei tuoi confronti. Non so come dirtelo, ma vedi tu… Ecco non gli stai molto simpatico, diciamo così… Probabilmente voleva provocarti, tutto qui! Non ha nessun interesse particolare per me”
“E perché mai per fare un dispetto a me, avrebbe allungato più del necessario le sue mani su di te?”
“Perché… insomma…” cercò di giustificarsi la ragazza “sa che tu sei una persona che ammiro e rispetto molto e sa anche che siamo in buoni rapporti, probabilmente ha pensato di darti fastidio comportandosi così… e vedendo la tua reazione purtroppo ci è riusc...”

Le parole le morirono in gola; lo sguardo freddo di Ren colpì ancora di più Kyoko che non sapeva ormai cosa fare per rassicurarlo. Non capiva per quale motivo reagisse così, specie dopo quanto accaduto quel fatidico giorno in ascensore ed essersi fatti delle promesse ben precise poco dopo. La cosa la rattristava molto. Perché era così duro e freddo con lei?
All’improvviso la risposta fece capolino nella sua mente come un fulmine a ciel sereno e si diede mentalmente della stupida per non esserci arrivata subito. Aveva dimenticato un aspetto poco piacevole ma fondamentale del carattere di Ren, la sua gelosia. Comprendeva bene quel sentimento, lo aveva provato tante volte quando la sua vita girava intorno a quella di Shoutarou e recentemente ne aveva provata anche di più forte e prepotente proprio nei confronti di Ren. Sapeva bene che fosse un sentimento difficile da gestire e controllare, ma non riusciva comunque a capire fino in fondo perché lui fosse ancora così freddo dopo quello che era successo tra loro; non comprendeva cosa lo preoccupasse così tanto. Prima ancora che potesse dar voce ai suoi pensieri però, delle parole raggiunsero le sue orecchie... parole che la ferirono parecchio.

“A quanto pare mi sono sbagliato, siete piuttosto in confidenza se sa così tante cose di te e della tua semplice ammirazione nei miei confronti; probabilmente il fatto che si sia preso quelle confidenze non ti ha neanche più di tanto infastidito, anzi può darsi che ti abbia fatto addirittura piacere”

Quelle poche e taglienti frasi pronunciate da Ren, unite alla sua falsa indifferenza con la quale distolse lo sguardo da lei e si mise a fissare un punto imprecisato fuori dal finestrino, ebbero l’unico effetto di ferirla più di quanto immaginasse. Kyoko provò a trattenersi, non voleva peggiorare la situazione ma nonostante i suoi tentativi, quella parte furiosa che a volte la contraddistingueva, venne a galla senza pietà. Si trovò così a esternare senza riflettere i pensieri che le erano passati per la testa poco prima e che, a mente lucida, avrebbe sicuramente espresso in maniera meno aggressiva e diretta.

“Si può sapere perché diavolo sei così dannatamente geloso?” riuscì alla fine ad articolare a denti stretti.
Bastò questa semplice domanda affinché Ren tornasse a guardarla; il suo volto non riusciva più ad esprimere rabbia ma solo sorpresa ed imbarazzo e non riuscì a fare altro che ascoltare senza possibilità di intervento, lo sfogo che partì subito dopo dalle labbra della ragazza.
“È vero, a volte mi sono trovata in momenti imbarazzanti a causa della mia poca esperienza in questo genere di situazioni. Hai dannatamente ragione a dirmi di stare attenta, ma tu sai perfettamente che non farei mai niente che pregiudicasse il mio lavoro e la mia volontà di diventare attrice! Tu più di tutti dovresti sapere quanta determinazione ho e quanto impegno metto in quello che faccio! Quindi, spiegami, per quale motivo sei così geloso? Lo sai che non sono più una sciocca ragazzina con la testa tra le nuvole e che si fa abbindolare dal primo ragazzo che incontra! Tu sai… sai che ferite ha subito il mio cuore…”
ogni frase usciva dalla bocca di Kyoko con maggior enfasi e vigore, come se la sua vita dipendesse da quello che stava cercando di trasmettere al ragazzo di fronte a lei, che a sua volta la stava guardando con gli occhi sempre più spalancati
“…e soprattutto pensavo avessi capito i miei sentimenti, o almeno così credevo. Pensavo avessi compreso che per quanto mi sia sforzata per seppellire in fondo al mio cuore quello che realmente provo, ho finito per cedere ancora una volta ad un sentimento come l’amore nonostante in passato non mi abbia portato altro che guai! E così ho accettato il fatto di essermi innamorata di nuovo e… DI essermi innamorata PROPRIO di te! Perché sei così stupido Tsuruga-san? È impossibile che tu non l’abbia capito!”
 
La frenata improvvisa dell’auto fece riprendere consapevolezza a Kyoko di dove si trovasse, del fatto che non fossero soli e soprattutto di quello che aveva appena ammesso a voce alta. Il loro manager aveva cercato, inutilmente, di isolarsi in quell’abitacolo e lasciare che quei due risolvessero i loro problemi da soli. Come aveva già detto in passato a Ren, non aveva nessuna intenzione di intromettersi nelle loro discussioni; tuttavia non aveva potuto fare a meno di rimanere sconvolto dopo la dichiarazione di Kyoko, finendo così per inchiodare all’improvviso e fermare l’auto a lato strada. L’espressione sconvolta dipinta sulla faccia di Yashiro non fece altro che far sprofondare ancora di più nell’imbarazzo la povera Kyoko che, istintivamente, si coprì la faccia con le mani e lanciò un grido disperato.
“AHHHHHHHHHHHHH!!!! Chiedo scusa, mi dispiace… Tsuruga-san non essere arrabbiato per favore, non volevo aggredirti, non volevo rinfacciarti niente, non volevo darti dello stupido… non mi sono neanche resa conto che non fossimo soli. Mi dispiace, mi dispiace, sono desolata”

Ren, rimasto completamente scioccato fino ad un secondo prima, non poté non sorridere nel vedere la sua Kyoko così imbarazzata e nel pallone più totale. Era circondata da un alone strano, come se lo spirito le fosse uscito dal corpo e cercasse di prendere il sopravvento. Completamente rossa in faccia, con le mani a coprire bocca ed occhi, come se potessero nasconderla da tutto e tutti. Era sicuro che se ci fosse stata una buca a disposizione, Kyoko ci si sarebbe lanciata dentro e seppellita con l’intento di non uscirne mai più. Sicuramente era dispiaciuto del fatto che lei si sentisse così turbata, ma lui d’altro canto era al settimo cielo; il suo cuore stava esplodendo di gioia e non poteva ancora credere a quello che Kyoko si era fatta sfuggire così d’impeto.
Istintivamente Ren allungò una mano e le sfiorò il viso; questo semplice gesto fece ammutolire Kyoko che si sentì spostare lentamente e delicatamente le mani che le nascondevano il volto. Il suo viso diventò ancora più rosso di quanto non fosse prima, nel momento esatto in cui i suoi occhi incontrarono quelli di Ren a pochi centimetri da lei. Il ragazzo si avvicino ancora di più e le diede un delicato bacio sulla guancia. Il cuore di Kyoko si fermò per un istante per poi ricominciare a battere all’impazzata a seguito di quel contatto ravvicinato. 
“Mi dispiace Mogami-san, sono stato crudele… come al solito non riesco a trattenermi quando si tratta di te e finisco involontariamente per ferirti; tuttavia questa volta sono molto combattuto perché una parte di me prova tristezza per averti ferito ancora, ma un’altra parte è felice di averlo fatto dato quello che mi hai appena detto. Questo non fa che rendermi ancora più egoista, immagino.”
Il tono di voce di Ren era molto dolce e tranquillizzò Kyoko all’istante, nonostante l’imbarazzo nell’aria fosse ancora palpabile. Kyoko si trovò a fissare gli occhi del ragazzo ed il suo splendido sorriso, il suo vero sorriso, quello che le riscaldava l’anima. Istintivamente sorrise a sua volta ed il cuore di Ren si riempì ancora di più di gioia.

Cercando di riprendere il controllo del suo corpo e della situazione, Ren chiamò a sé tutte le sue doti recitative, si diede un minimo di contegno e lasciate le mani della ragazza, si rivolse al suo manager come se nulla fosse accaduto.
“Yashiro-san, per favore avrei una richiesta da farti; so che stavi riaccompagnando Mogami-san a casa ma ti devo chiedere un cambio di destinazione. Per favore portaci a casa mia, avrei bisogno di scusarmi come si deve con Mogami-san ma vorrei che fossimo soli, capisci vero?”
Yashiro sempre più sconvolto per l’evolversi della situazione, si ricompose e senza imbarazzo alcuno rispose alla richiesta appena fattagli “Certamente Ren, nessun problema”; si trovò però a pregare mentalmente affinché la povera Kyoko trovasse la forza necessaria per affrontare la situazione in cui si era involontariamente cacciata. Prima di ripartire guardò velocemente i due ragazzi e gli basto vedere il viso emozionato di Ren e quello imbarazzato di Kyoko per tranquillizzarsi definitivamente. Non visto, fece un sorriso sincero prima di rimettere in moto e dirigersi come richiesto verso l’abitazione del ragazzo.

“Non ti dispiace Mogami-san se facciamo una deviazione a casa mia, vero?”
Kyoko non riuscì a rispondere, troppo imbarazzata e scioccata allo stesso tempo per il risvolto che la situazione aveva assunto. Non riuscì però ad opporsi alla richiesta di Ren, trovandosi così a fare un cenno di assenso con il capo; l’unica cosa sensata a cui riuscì a pensare fu, che quella lunga giornata era comunque ben lontana dal concludersi.





NOTE AUTRICE:
Ciao a tutti! Questa è la prima storia che pubblico su questo sito e sono molto emozionata! Adoro leggere e mi piace scrivere anche se non l'ho mai fatto molto se non parecchi anni fa! La mia ultima storia soddisfacente risale comunque a circa due anni fa ed ho ripreso solo ora questa mia passione mai sviluppata abbastanza, quindi siate clementi :) Accetto volentieri consigli e critiche costruttive e ringrazio in anticipo chiunque leggerà la mia storia! 
Grazie a tutti!

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


CAPITOLO 2
 
Inginocchiata di fronte al tavolo del salotto dell’immensa casa di Ren, Kyoko era ancora in pieno stato confusionale. Continuava a chiedersi come avesse fatto a cacciarsi in una simile situazione e come si sarebbe dovuta comportare ora. Nella sua testa si stavano creando un milione di scenari, uno più inverosimile dell’altro, ma tutti a loro modo spaventosi o “pericolosi”. Istintivamente appoggiò i gomiti sul tavolo e si mise le mani nei capelli; mordendosi un labbro si maledisse mentalmente per non aver mantenuto il controllo sui suoi sentimenti. Era sollevata di essere riuscita finalmente a placare la rabbia di Ren, ma era in totale imbarazzo per le parole pronunciate poco prima e per il modo in cui lo aveva fatto. Che reazione avrebbe dovuto aspettarsi ora da quell’uomo così imprevedibile? Perché voleva scusarsi ancora, ma soprattutto come voleva farlo? Cosa le avrebbe detto ora che erano effettivamente soli?

Queste erano solo alcune delle domande che affollavano la sua mente e alle quale non sapeva darsi una risposta soddisfacente. La sua parte razionale le suggeriva di mantenere la calma, avevano già parlato della loro relazione qualche tempo prima, quando Ren istintivamente le aveva chiesto se poteva considerarsi il suo ragazzo; tuttavia la sua parte più spontanea e romantica percepiva che le parole pronunciate in quella maledetta macchina avrebbero potuto rimescolare nuovamente le carte in tavola. La testa le scoppiava e a tutti questi pensieri si aggiungeva il fatto che anche Yashiro avesse assistito alla sua confessione. Anche se il manager aveva dimostrato tatto ed una grandissima professionalità, Kyoko aveva intuito che quel risvolto inatteso, in qualche modo non solo lo divertiva ma addirittura lo rendeva felice. Nella sua mente era ancora impresso il sorriso complice che Yashiro le aveva fatto appena scesa dalla macchina e che, unito alle parole di incoraggiamento pronunciate prima salutarla, l’avevano messa definitivamente al tappeto. Si era sentita nuovamente esposta, smascherata anche da lui, esattamente come quando i suoi sentimenti erano stati scoperti e portati alla luce dal presidente Lory durante l’interpretazione dei fratelli Hell.

Un lungo sospiro uscì dalle labbra di Kyoko “come mi devo comportare ora?” si chiese aumentando sempre più la presa sui suoi poveri capelli. “L’ho anche chiamato stupido… come ho potuto? Come farò a guardarlo ancora in faccia?” continuò sottovoce.
“Effettivamente per quello dovresti scusarti… sei stata poco carina a chiamare così un tuo senpai non trovi, Mogami-san?”

Kyoko sollevò la testa di scatto e si rese conto che Ren la stava fissando da dietro il divano. Completamente assorta nei suoi pensieri, non si era minimamente resa conto che il ragazzo l’avesse raggiunta in salotto e si fosse fermato a guardarla in silenzio. I suoi gomiti scivolarono dal tavolo come se fossero fatti di burro e nonostante riuscì ad aggrapparsi appena in tempo, non poté evitare di sbattere leggermente la testa su di esso. Si ritirò su di scatto massaggiandosi la fronte, completamente rossa in viso per l’imbarazzo; tuttavia nel momento in cui incrociò lo sguardo di Ren, biascicò qualcosa di incomprensibile e si mise a fissare un punto imprecisato del pavimento.

“Mi… mi dispiace Tsuruga-san…” riuscì alla fine a dire con tono sommesso “sono davvero desolata per la mia insolenza…”
“Pff… Pffheh” una specie di sbuffo soffocato uscì dalla bocca di Ren portando Kyoko a rialzare lo sguardo su di lui; vide il ragazzo coprirsi subito la bocca con la mano, ma nonostante i suoi sforzi Ren scoppio definitivamente in una sonora risata. La scena buffissima a cui aveva appena assistito unito allo sguardo imbronciato dipinto sulla faccia di Kyoko, gli diedero il colpo di grazia.
“Ahahahahah, Ahahahahah… perdonami Mogami-san… stavo solo scherzando, non sentirti mortificata!” riuscì ad articolare Ren tra una risata e l’altra.

Kyoko, ghiacciata sul posto e con la bocca spalancata, si rese conto che il ragazzo la stava solamente prendendo in giro. “Tsu.. Tsu.. Tsuruga-san, non è per niente carino ridere in questa maniera!” replicò lei incrociando le braccia al petto “Non è giusto! Io… mi sono sentita sprofondare dalla vergogna mentre tu ti stavi solo prendendo gioco di me” buttò fuori tutto d’un fiato la povera ragazza, che ormai non sapeva più cosa aspettarsi. Dovette riconoscere però, che quella risata improvvisa era servita ad alleggerire la tensione che inevitabilmente alleggiava ancora tra loro da quando erano scesi dalla macchina. Era riuscita per un attimo a cacciare via tutti i suoi pensieri e senza accorgersene scoppiò anche lei in una risata liberatoria.
Ren, tranquillizzato nel sentire le risa della ragazza, le si avvicinò piano ed inginocchiatosi di fronte a lei, sfiorò delicatamente la sua fronte sulla quale si poteva ancora intravedere un piccolo segno rosso.

“Davvero, perdonami stavo solo giocando non volevo prenderti in giro.” “Ti fa male?” le chiese gentilmente dopo un piccolo momento di silenzio. Kyoko si irrigidì per un istante ma nel sentire il suo tocco gentile prese coraggio e gli sfiorò la mano, fermando quelle piacevoli carezze “Sto bene grazie, non è niente...”
Il silenzio era calato nuovamente nella stanza, i due ragazzi immobili si fissavano senza sapere bene cosa dire o fare. Ad entrambi sembrava di essere nuovamente in quell’ascensore, accovacciati sul pavimento, con la mano di Kyoko chiusa su quella di Ren, in un mondo tutto loro. Fu proprio Ren però ad interrompere quel momento così intimo, non era sua intenzione allontanarsi da Kyoko ma aveva un peso nel cuore e doveva liberarsene. Provava molta vergogna verso sé stesso per aver lasciato che la sua gelosia prendesse nuovamente il sopravvento e sentiva di doversi davvero scusare con quella ragazza. A malincuore lasciò andare la sua mano, si alzò lentamente e senza ripensamenti cominciò a parlare.

“Sono davvero dispiaciuto Mogami-san… dico sul serio, non volevo ferirti nuovamente con le mie parole… non volevo deluderti ancora, non era mia intenzione riaprire ferite passate o rievocare ricordi dolorosi. Non ho saputo controllare la mia gelosia, sono pessimo… perdo completamente il controllo quando si tratta di te e perdo senza ritegno la battaglia interiore che porto avanti ogni giorno della mia vita.”

Kyoko poteva leggere negli occhi di Ren tutta la disperazione e la tristezza che stava provando in quel momento. Non voleva che lui si sentisse così, non era giusto; desiderava solo avere il coraggio di alzarsi e abbracciarlo ma non riuscì proprio a trovare la forza di farlo, persa in quello sguardo pieno di dolore. Sentiva dentro di sé, che lui aveva ancora qualcosa da dirle e decise che non avrebbe mai sprecato uno dei rari momenti in cui lui le apriva volontariamente il suo cuore.
Il ragazzo strinse con forza i pugni e continuò “c’è questo lato del mio carattere che odio profondamente, non voglio più ferirti ma so che probabilmente ricapiterà ed il solo pensiero mi fa ribollire il sangue dalla rabbia”. “Rabbia,” ripeté con ancora più forza “gelosia, desiderio di possesso… odio questi aspetti di me e detesto che sia proprio tu a vederli e provarli sulla tua pelle… sono spregevole ed anche egoista perché so che una ragazza splendida come te, finirà comunque per perdonarmi e…”

Ren non riuscì a terminare la frase e si lasciò cadere stanco sul divano; i gomiti poggiati sulle ginocchia, la testa tra le mani e chiuse gli occhi sperando di poter ritrovare un momento di pace. Kyoko non aveva proferito parola, aveva continuato ad ascoltarlo senza lasciar trasparire nessun tipo di emozione e Ren faticava a comprendere quello che la ragazza stesse pensando di lui; il non sapere lo dilaniava dentro. Improvvisamente però, un caldo abbraccio lo avvolse e lo trascinò fuori dall’oscurità in un attimo. Ren istintivamente ricambiò l’abbraccio della ragazza e senza rifletterci troppo la strinse a sé sempre più forte, abbandonandosi completamente.
Kyoko si era mossa senza neanche rendersene conto, senza che ordinasse davvero al suo corpo di farlo; si era alzata d’istinto non appena aveva visto Ren crollare sul divano e con foga si era precipitata ad abbracciare il ragazzo, come se da quel contatto dipendesse la sua salvezza. Appena le braccia di Ren la circondarono con forza, capì di aver fatto la cosa giusta, capì che lei era quello di cui lui aveva bisogno in quel momento. Inginocchiata tra le sue gambe, lo strinse a sé ancora più forte e cominciò ad accarezzarlo dolcemente.

“Tsuruga-san va tutto bene stai tranquillo; io sto bene… l’oscurità di cui parli forse non posso capirla fino in fondo perché è qualcosa che è profondamente radicato dentro di te, qualcosa che al momento non sei pronto a lasciare che venga allo scoperto, ma ti assicuro che in parte la comprendo. Anche io ho provato le tue stesse sensazioni, anche io mi sono lasciata dominare e guidare da sentimenti negativi, come odio e vendetta… e l’ho fatto per ragioni sicuramente giuste ed importanti ma probabilmente meno profonde delle tue.”
Kyoko sciolse delicatamente l’abbraccio per poter guardare senza paura quell’uomo che sembrava avere un estremo bisogno di qualcuno che lo capisse; gli si avvicinò ancora di più e gli prese delicatamente il viso tra le mani.
“Non sono delusa da te, Tsuruga-san… non posso negare di essere rimasta ferita dalle tue parole di prima, sono proprio le cose che mi hai detto che mi hanno fatto scattare e riversare su di te tutta la frustrazione che stavo provando in quel momento. Come vedi e come già sai da molto tempo, non sono perfetta. Ho ancora dell’oscurità e dei sentimenti negativi in me che fatico a controllare… e credo di doverti anche io delle scuse e non solo per averti chiamato stupido” affermò senza vergona Kyoko.

Ren strinse le mani della ragazza, le spostò delicatamente dal suo viso e se le avvicinò alle labbra imprimendo un piccolo bacio su di esse “perché mai ti dovresti scusare con me?” sussurrò il ragazzo, continuando a lasciare piccoli baci sulle mani di Kyoko, facendola arrossire vistosamente.
“Perché penso di aver finalmente compreso il motivo della tua rabbia” Ren alzò di scatto il viso, fissandola confuso “non fraintendermi so che è nato tutto dalla gelosia, a quello ci ero già arrivata… quello che intendevo dire è che ho capito che c’è qualcosa di più profondo dietro alla tua reazione. Entrambi abbiamo degli obiettivi e delle sfide da affrontare e non possiamo permetterci di buttarci con anima e corpo in qualcosa che ci possa distrarre da essi però… vedi…” Kyoko era davvero imbarazzata, non sapeva come esprimersi al meglio senza apparire ai suoi occhi come una semplice ragazzina con una cotta adolescenziale.
“però?” la spronò Ren
“però… nonostante il nostro chiarimento nel tuo camerino e l’accordo di non pretendere grandi cambiamenti nella nostra relazione… anche se ufficialmente non abbiamo ancora iniziato ad uscire insieme… A prescindere da tutto questo… di fatto nel mio cuore tu HAI il diritto di considerarti il mio ragazzo. È come se inconsciamente io ti considerassi già così e stessimo prendendo solo del tempo per risolvere i nostri problemi personali”
Kyoko vide gli occhi di Ren spalancarsi per la sorpresa, ritornando a vivere di luce propria e questo le diede il coraggio di andare avanti nonostante l’imbarazzo crescente per le confessioni che gli stava facendo. Sentiva però di non potersi fermare perché il cuore di Ren era ancora in subbuglio.
“…e penso che per te sia lo stesso… quindi vedere un altro uomo prendersi delle confidenze nei miei confronti come è successo questo pomeriggio… beh è normale che ti abbia portato ad avere quelle reazioni. Io stessa mi sono sentita molto a disagio, probabilmente per lo stesso motivo, ma l’ho realizzato solo ora. Per questo mi devo scurare con te. Tu sei stato molto diretto e mi hai confessato i tuoi sentimenti a cuore aperto, io probabilmente per imbarazzo e paura non sono riuscita a farlo così chiaramente; ma il mio cuore, per quanto provi a nasconderlo, sa cosa prova per te e mai avrei pensato di poter essere ricambiata. Non so come potrò aiutarti a vincere le tue battaglie ma farò ogni cosa in mio potere per farlo e soprattutto ti starò sempre accanto perché sono davvero innamorata di te”
Ren non resistette oltre e tornò a stringere forte a sé quella ragazza che aveva fatto breccia nel suo cuore e sembrava capirlo più ogni altra persona al mondo.
“Perché?” non riuscì a trattenersi dal chiederle il ragazzo, continuando tuttavia a stringerla tra le sue braccia “Come fai ad amare una persona come me? Con tutti i difetti e le battaglie interiori che sto combattendo e che mi hanno portato a ferirti anche più di una volta? Non hai paura di quello che non conosci di me? Non ti spaventa tutto questo?”

Il ragazzo sentì Kyoko irrigidirsi di colpo tra le sue braccia e sorpreso da quella reazione, allentò leggermente la presa; la vide subito liberarsi dal suo abbraccio e fissarlo impassibile dritto negli occhi. Ren all’improvviso si sentì inquieto, temeva di aver parlato troppo, di aver detto qualcosa di sbagliato; aveva paura di averla agitata portandola a chiudersi di nuovo nei suoi confronti. Non riuscì più a sostenere il suo sguardo e si trovò a fissare le sue mani e ad aspettare di sentire parole che lo avrebbero intristito nuovamente. Kyoko si alzò da terra e lentamente andò a sedersi sul divano accanto a lui.

“Tsuruga-san” lo chiamò decisa la ragazza “Tsuruga-san…” ripeté subito dopo non avendo ottenuto nessuna risposta. “Per favore… Guardami!” il tono deciso ma allo stesso tempo dolce usato da Kyoko, convinsero Ren ad esaudire la sua richiesta. Il ragazzo si rese conto di non poter evitare di obbedire a quel richiamo così serio ma che sembrava anche così disperato. Tornò a fissare i suoi occhi ambrati e vi lesse amore e dolcezza, si stava nuovamente perdendo in essi quando la voce di Kyoko lo riportò alla realtà.

“Hai ragione… sicuramente ci sono cose, tante cose, che non conosco di te e che ancora non sei pronto a rivelarmi; probabilmente non sarei in grado neanche io di comprenderle al momento. A pensarci bene, non so neanche quale sia il tuo nome” Ren sgranò gli occhi e la guardò preoccupato “Non essere così sorpreso… sei stato tu a dirmi che Tsuruga Ren è un nome d’arte e non intendevo dire che ho bisogno di conoscere il tuo vero nome. Sto solo cercando di rispondere nel modo più sincero possibile alle tue preoccupazioni…” Kyoko si fermò un attimo, come se stesse cercando le parole più adatte per non agitarlo inutilmente, come se volesse proteggerlo da sé stesso. “Non mi importa cosa ancora non so di te” riprese infine dopo un interminabile minuto di silenzio nel quale Ren si sentì morire “l’unica cosa importante è quello che ho imparato a conoscere di te, quello che tu volontariamente o meno mi hai mostrato. Conosco il tuo lato dolce, incoraggiante e protettivo, come allo stesso tempo conosco il tuo saper essere freddo come il ghiaccio e distaccato quando qualcosa o qualcuno ti deludono. Ho imparato a conoscere l’amore profondo che hai per il tuo lavoro, la passione che ci metti e che hanno portato anche me ad innamorarmi della recitazione e a sperare di poter plasmare una nuova Kyoko. Conosco però anche la tua parte possessiva e gelosa. So che in te c’è un lato più oscuro e nascosto che ti porta a combattere continuamente per tenerlo a bada. So che puoi essere geloso e provare rabbia ma allo stesso tempo so che sai amare profondamente e che parte di questo amore è indirizzato a me. Io e te non siamo poi così diversi, molti dei sentimenti negativi che provi e di cui vorresti sbarazzarti, smuovono spesso la mia anima e ci combatto quotidianamente.”

Ren vide le guance di Kyoko colorarsi leggermente di rosso, come se avesse ricordato qualcosa di imbarazzante

“Desiderio di possesso… quanto ne ho provato nei tuoi confronti non ne hai idea; durante la nostra interpretazione dei fratelli Hell è stato uno dei sentimenti che più ha toccato e mosso il mio cuore… nonostante le difficoltà iniziali nel costruire il ruolo che mi era stato attribuito, via via che recitavamo, mi veniva quasi spontaneo interpretare Setsu. Capivo perfettamente come mostrare i sentimenti che lei provava verso suo fratello, perché quel desiderio di possesso, quella sensazione di appartenenza l’una all’altro era già radicata nel mio cuore verso di te. Era ben nascosta in me e ho fatto l’impossibile per non farla venire a galla più del necessario. Per professionalità, per amore della recitazione, per poterti aiutare in un momento che per te è stato particolarmente difficile. Mai avrei pensato di poter esprimere questo mio desiderio di possesso nella vita reale verso di te, Tsuruga-san e perciò mi ci sono attaccata e ci ho combattuto allo stesso tempo nel ruolo di Setsu”

Ad ogni parola pronunciata da Kyoko, il sentimento di smarrimento provato da Ren poco prima, si affievoliva ed il suo cuore riprendeva a battere; quella ragazza era davvero il suo porta fortuna, la persona capace di curare il suo cuore e non l’avrebbe lasciata andare per nulla al mondo.

“Mi chiedi come ho fatto ad innamorarmi di te? Mi sono innamorata di te perché ti conosco Tsuruga-san. Non voglio sembrare arrogante ma penso di essere una delle poche persone a conoscere parte del tuo vero carattere. Posso distinguere il tuo vero sorriso da quello di circostanza che usi solitamente, capisco quando qualcosa di turba e quando qualcosa ti rende felice, comprendo quando l’oscurità che temi tanto rischia di prendere il sopravvento. Io ti amo perché mi hai mostrato parte di te, con i tuoi pregi ed i tuoi difetti. Mi sono innamorata del vero Ren Tsuruga e non della facciata che hai costruito per tutto il resto del mondo” concluse Kyoko.
Ren si accorse che la ragazza era leggermente arrossita nel pronunciare le ultime frasi; quanto le era costato dirgli quelle cose? Non poté che sciogliersi di fronte a lei e regalarle uno dei suoi sorrisi più veri. Istintivamente poggiò la fronte contro la sua; quel contatto ravvicinato fece arrossire ancora di più la povera Kyoko, ma lui non le diede via di fuga. Le prese delicatamente il viso tra le mani e si avvicinò ancora di più puntando alle sue labbra. Bramava da sempre quelle labbra morbide ma non aveva mai avuto il coraggio di reclamarle come Ren per paura di ferirla o perderla. Solo in un’occasione aveva ceduto, ma lo aveva fatto impersonificando un’altra persona. Ora però, desiderava quelle labbra come Ren Tsuruga e sapeva di non potersi più trattenere a lungo. Non voleva tuttavia che passasse solo come un suo capriccio, voleva che anche Kyoko desiderasse quel bacio. A pochissimi millimetri da lei si fermò e sulle sue labbra sussurrò dolcemente:
“Desidero con tutto il cuore baciarti Mogami-san” a quelle parole la vide diventare davvero rossa, sembrava che dovesse iniziare a fumare da un momento all’altro e mentalmente sorrise per la sua innocenza “ma non voglio rubarti questo bacio, vorrei che anche tu lo desiderassi, vorrei che fosse speciale per entrambi… se non vuoi o non ti senti pronta capirò e userò tutte le mie forze per allontanarmi da te…”
Kyoko completamente frastornata non sapeva cosa rispondere, nella sua testa era completamente impazzita, non riusciva più a mantenere il controllo mentale sui suoi pensieri. Sapeva di non essere in grado di rispondere a voce ad una simile richiesta ma non aveva neanche idea di come comportarsi. Era la prima volta che si trovava seriamente in una situazione del genere. Il viso di Ren era appiccicato al suo, sentiva il respiro del ragazzo sulle sue labbra, percepiva il suo tocco gentile sulla sua guancia e si trovò a desiderare con tutta sé stessa quel bacio. Non riuscì a pensare più a nulla e seguì l’istinto; chiuse gli occhi e annullò la distanza tra di loro, posando un dolce e casto bacio sulle labbra di Ren per poi ritrarsi di scatto. Il ragazzo non resistette oltre, la tirò a sé e la baciò con tutta la sua anima. Cercò di essere il più delicato possibile, iniziando a regalarli piccoli baci ripetuti, ma la passione che lo travolgeva era enorme e si trovò a baciare con foga crescente quelle labbra che da tempo immemore lo avevano chiamato. Con delicatezza portò la ragazza a schiudere leggermente la bocca in modo da poter approfondire quel bacio tanto agognato e senza più indugi unì la sua lingua a quella della ragazza che tanto amava.
Si staccò da lei solo per riprendere fiato senza tuttavia lasciarle ancora il viso, non voleva che lei si allontanasse da lui, non ancora. Le guance di Kyoko erano di un rosso spropositato ed imbarazzata la ragazza abbassò momentaneamente lo sguardo. Ren sorrise e le diede un piccolo bacio sulla fronte.
“Grazie Mogami-san… Per tutto quello che mi hai detto, grazie davvero. Ti amo con tutto il cuore e ti chiedo già scusa da ora perché alcuni lati del mio carattere sono davvero difficili da tenere a bada... dovrai avere pazienza con me e soprattutto con la mia gelosia”

Kyoko, ancora un po' frastornata da quel bacio appassionato appena scambiato con quel ragazzo che milioni di donne desideravano, cercò di ricomporsi e con voce tremante, ma senza esitazione rispose:
“Anche tu dovrai essere paziente con me Tsuruga-san… Gelosia…” fece una breve pausa prima di continuare “conosco molto bene questo sentimento, è quello che detesto di più perché quando cresce nella mia anima, mi fa perdere completamente la testa, mi fa fare o pensare cose stupide e…” Kyoko non poté finire la frase perché Ren le mise deciso un dito sulle labbra.
“Shhh… Ti prego Mogami-san, non parlarmi di quello che provi o hai provato per Fuwa. Non in questo momento per favore” lo sguardo di Ren era quasi supplichevole; Kyoko spostò delicatamente il dito del ragazzo dalle sue labbra e riprese con fermezza quello che stava dicendo.
“non stavo parlando di… di lui, Tsuruga san… parlavo della profonda gelosia che ho provato nei tuoi confronti!”
Per l’ennesima volta quella sera, Ren fu  colto di sorpresa e si trovò a fissare basito la ragazza.
“Quando vestivo i panni di Setsu ad esempio, non sono riuscita a tenere del tutto a bada la mia gelosia verso quella… quella molesta ragazza criceto, come ti piaceva tanto chiamarla” Kyoko gli lanciò uno sguardo di rimprovero e bastò quello affinché Ren capisse immediatamente che la ragazza doveva aver provato una gelosia davvero profonda verso quella donna “ho lasciato che i miei sentimenti venissero a galla ed anche se sono riuscita fortunatamente ad imprimerli al meglio nel personaggio che stavo interpretando, non sono assolutamente fiera di essermi dimostrata così debole… per non parlare poi del momento in cui…” Kyoko si bloccò di colpo e arrossì vistosamente; Ren non riuscì a comprendere quella reazione finché lei non trovò il coraggio di continuare il discorso, incespicando però di tanto in tanto “…insomma del momento… di quando noi, cioè no io… ooooooohhhhh di quando TI HO DOVUTO LASCIARE IL SEGNO DI UN BACIO!” urlò imbarazzata.

Ren perse per un momento la sua compostezza e nel ricordare quei momenti si agitò subito; cercò di restare il più tranquillo possibile e per spezzare l’imbarazzo si trovò a porre una domanda stupida alla ragazza.
“Ma perché avresti provato gelosia in quel momento? Voglio dire era un momento intimo di Cain e Setsu stavano consolidando il loro rapporto; so di essere stato io il primo a perdere il controllo e ad uscire dal personaggio, ma la situazione era un po’ diversa in quel particolare momento…”
 Con la voce insicura, Kyoko gli rispose chiarendogli ogni dubbio “Ho provato una profonda gelosia nell’attimo in cui hai detto di volermi insegnare come si lasciasse il segno di un bacio”. Ren capì all’istante e per un attimo si sentì sciocco nell’aver chiesto una cosa così ovvia “ho pensato che tu, come Tsuruga-san avessi fatto la stessa cosa su altre donne e quando me lo hai ricordato nei panni di Cain, ti ho bloccato istintivamente… era una cosa che Setsu avrebbe fatto e perciò mi sono convinta che fosse per quel motivo che avessi agito così, ma sapevo nel mio cuore che era una bugia e che fossi io, come Kyoko, a non accettare la cosa. Ho provato gelosia anche per quel bacio che tu e Kana-san vi siete scambiati ed ho continuato a provarne fino a che non mi hai spiegato cosa fosse realmente successo con lei. Per non parlare di Morizumi-san, per la quale ho provato non solo gelosia ma anche rabbia perché ero convinta che tu fossi innamorato di lei… e lei non rispettava questo amore avendo una cotta per un altro”.

Kyoko tornò ad alzare lo sguardo su di lui “Come vedi la gelosia è un sentimento che conosco e comprendo molto bene”
Ren era ormai completamente rapito e sconvolto da tutto quello che la ragazza aveva avuto il coraggio di confidargli. L’aveva portata lì per potersi scusare sinceramente con lei, sentendosi in difetto e sbagliato, ma ancora una volta era stata lei ad aiutare lui. L’aveva risollevato ed era riuscita a toccargli l’anima con le sue parole così dannatamente schiette ma anche vere e dolci. Sollevò nuovamente la mano e riprese a sfiorarle il viso con dolcezza, come se lei fosse il più prezioso dei tesori.
“Sono davvero lusingato Mogami-san e ti confesso che sono anche dannatamente felice in questo momento.” dopo una breve pausa Ren continuò “Le tue parole mi hanno portato a pensare ad una cosa che ho fatto nei panni di Cain… Ricordi cosa ti ho detto quella notte? Ovviamente Cain ha pronunciato quelle parole ma era Ren ad essere emerso dall’oscurità e solo esclusivamente grazie a te. Quelle parole venivano dal mio cuore, era il mio cuore a parlare. Hai capito a cosa mi riferisco, vero? Ricordi ancora cosa ti ho detto Mogami-san?”
Kyoko arrossì e annui imbarazzata, la mano di Ren continuava ad accarezzarle la guancia ed il viso del ragazzo si fece nuovamente e pericolosamente vicino al suo.
“Ti ho detto: - non uscirò più fuori di me, comportandomi in un modo che ti deluda come è accaduto stanotte; fino a quando durerà questa mia vita, la vivrò come il me stesso che ti appartiene fintantoché ci sari tu a prenderti cura di me e a guardarmi per sempre* – il mio era un giuramento vero ma quella notte non ho potuto dimostrarti quanto serio fosse…”
Ren lentamente spostò la mano dal viso alla spalla della ragazza, per poi scendere delicatamente con un dito sulla sua clavicola “posso farlo oggi Mogami-san? Posso imprimere su di te questa mia promessa?”

Kyoko perse nuovamente il controllo di sé, la sua testa cominciò davvero a fumare questa volta ed iniziò a balbettare come se non ci fosse un domani. Si erano già scambiati un bacio ed anche molto passionale per le sue corde ma questo, questo era troppo. Era una cosa troppo intima per lei, non pensava di riuscire minimamente a mantenere il controllo a quel tipo di richiesta. Con i fratelli Hell, Kyoko sapeva di avere la scusa di star recitando e per questo si era obbligata a mantenere il controllo sulle sue emozioni, ma qui come avrebbe fatto? Era Ren che glielo stava chiedendo e lo stava facendo a casa sua, sul suo divano dopo confessioni importanti da parte di entrambi. Non era la stessa cosa, sapeva di non poter resistere a tanto. Nel pallone più totale, percepì Ren carezzarle dolcemente il viso e con la voce più dolce del mondo, lo sentì sussurrargli all’orecchio

“Stai tranquilla Mogami-san, non voglio farti nulla che tu non voglia… non è mia intenzione insegnarti niente, voglio solo dimostrarti il mio amore e che tu sappia che quello che ho detto è la verità. Vorrei imprimere la mia promessa su di te, affinché tu capisca che sono serio verso di te e che il mio cuore ed io siamo solo tuoi.”
La ragazza per l’ennesima volta quella sera, non riuscì più a pensare lucidamente ma si fidava di Tsuruga-san, era consapevole del fatto che lui l’avrebbe sempre rispettata; più di una volta le aveva detto che sapeva quanto lei fosse pura e che non l’avrebbe mai presa in giro su una cosa così importante. Tremante ma consapevole del permesso che stava per concedere al ragazzo, afferrò la sua mano e delicatamente la riportò nel punto in cui lui l’aveva sfiorata prima, poco sopra il suo cuore. Ren la fissò dritta negli occhi come se fosse ancora in cerca di una sua conferma e lì, vide imbarazzo ma tranquillità. Prendendo coraggio appoggiò la mano sulla spalla della ragazza, strinse il tessuto del vestito tra le sue mani e delicatamente ma con decisione abbassò leggermente la spallina lasciando scoperta inizialmente solo la spalla; abbassò ancora di più il tessuto per scoprire anche la clavicola e una piccola porzione di pelle sopra il suo cuore, facendo però molta attenzione ed un notevole sforzo per non scoprire più del necessario. Sfiorò delicatamente la parte scoperta e sentì Kyoko rabbrividire a quel contatto. Senza più indugi, poggiò le labbra sulla parte interessata e cominciò a succhiare la pelle morbida della ragazza, proprio come lei aveva fatto con lui ormai parecchio tempo prima. Kyoko non si era mai sentita così, imbarazzata, insicura ma anche amata e desiderata; erano sensazioni assolutamente nuove per lei. Il contatto delle labbra di Ren sulla sua pelle, la fece rabbrividire e impazzire allo stesso tempo. Ren continuò a succhiare nello stesso punto ancora e ancora, con forza e passione. Senza rendersene conto un piccolo gemito le scappò dalle labbra. Si tappò subito la bocca, imbarazzatissima e consapevole del fatto che sicuramente il ragazzo l’aveva sentita. Ren si staccò delicatamente da lei e appoggiandosi nuovamente contro la sua fronte, rimise il vestito al suo posto, coprendo immediatamente il segno lasciato sul corpo della ragazza per non imbarazzarla più di quanto già non fosse.

“La mia promessa è incisa su di te ora, il mio cuore è tuo e lo sarà per sempre” disse sottovoce il ragazzo.
I due si fissarono ancora dolcemente quando, all’improvviso, un guizzo negli occhi di Ren fece allarmare la ragazza. Il ragazzo si allontanò leggermente, portandosi una mano sotto il mento completamente immerso nei suoi pensieri. Sembrava stesse cercando di capire o ricordare qualcosa e sembrava davvero confuso.
“Tsuruga-san, tutto bene?” chiese titubante Kyoko
“Eh? Sì sì certo va tutto benissimo… mi stavo solo domando una cosa Mogami-san e non riesco a trovare una risposta… Vedi, poco fa hai detto che non sei stata più gelosa di me e Kana-san dopo che io ti ho spiegato la situazione. Il fatto è che sono più che sicuro di non averlo fatto. L’unica volta che ne abbiamo parlato mi hai detto di sapere un segreto su di lei e di non poter dirmi niente di più. Non ti ho mai parlato di Kana-san né tantomeno detto qualcosa che potesse placare la tua gelosia. C’è forse qualcosa che non so Mogami-san?”
Kyoko impallidì di colpo; presa dall’enfasi delle sue confessioni non si era accorta di aver fatto un simile errore ed ora non sapeva come uscirne. Si sentì spalle al muro, cercò velocemente una scusa che potesse soddisfare il ragazzo ma non le venne in mente assolutamente niente e Ren continuava ad incalzarla. Alla fine si riconobbe sconfitta e si preparò mentalmente a quello che doveva fare.
“In realtà… tu mi hai spiegato tutto Tsuruga-san, su di te e Kana-san, solo che non ne sei consapevole ecco…” confessò alla fine Kyoko abbassando la testa e non trovando più il coraggio di guardalo negli occhi.
“No, questo è impossibile; sono assolutamente sicuro di non averti detto niente. L’unica persona con cui mi sono confidato è stata…” Ren si bloccò all’istante realizzando tutto in una frazione di secondo. Guardò Kyoko che, ancora con la testa bassa e l’aura di un condannato a morte, aveva alzato una mano come per dichiararsi colpevole. Il ragazzo vide che Kyoko era imbarazzatissima e le sentì dire parole che proprio non si sarebbe mai aspettato di ascoltare in vita sua.
“Sì, è come pensi… Pollo-chan… sono io Tsuruga-san” confessò Kyoko abbassando sempre di più il tono della voce. La ragazza rimase immobile, pronta ed in attesa della sfuriata del ragazzo.
“Eh?!? Ch… CHE COOOOOOSAAAAAAAAAA?!?!?!?!”
L’urlo di Ren fu sentito probabilmente da tutto il palazzo, ma la reazione del ragazzo non fu quella che Kyoko si era aspettata. Ren più che arrabbiato era tremendamente in imbarazzo; dopo aver ripercorso mentalmente ed in pochissimi secondi tutte le discussioni avute con lei a sua insaputa, si sentì sprofondare dalla vergogna. Con una mano sulla bocca, ancora tremante per l’agitazione ed un alone nero che lo circondava, il ragazzo si avvicinò a Kyoko
“Così eri tu eh? E non hai mai pensato di dirmi niente, non è vero?!?! Penso che meriti proprio una bella punizione ora!” le disse Ren con la voce incrinata e lo sguardo allucinato.
“No, no, ti prego… non sapevo come dirtelo, devi credermi…” Kyoko iniziò a parlare a raffica “mi avevi confidato così tante cose che non sapevo come gestire la situazione. Sapevo che non era corretto carpire quelle confidenze così a tradimento ma la mia intenzione è sempre stata quella di aiutarti. No, forse al nostro primo incontro no, ma davvero…” Kyoko non poté finire la frase perché si trovò le labbra di Ren incollate con prepotenza alle sue. Dopo averla colta di sorpresa e baciata a tradimento, il ragazzo si sentì soddisfatto. Si staccò da lei e vide che la ragazza lo stava guardando completamente sconvolta. Alzandosi dal divano e con un fare da finto offeso, giustificò quel bacio a tradimento con una semplice frase
“Ben ti sta! Hai ricevuto la tua punizione!”
Vedendola ancora più in ansia ed agitata di prima però, non riuscì più a tenerle il broncio e le sorrise dolcemente. Kyoko, ancora sconvolta da tutto quello che era successo, si trovò a pensare realmente che non sarebbe sopravvissuta a quella giornata!



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*citazione dal capitolo 196 del manga


Ed eccomi qui con il secondo capitolo! Spero vi piaccia e ringrazio di cuore tutti coloro che vorranno leggerlo!
Alla prossima!!! :)

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


CAPITOLO 3
Ricoperta di bolle di sapone e con solo la testa e le ginocchia che affioravano dall’acqua, Kyoko era ancora immersa nella vasca da bagno, totalmente assorta nei suoi pensieri. Frastornata dalla piega che quella giornata aveva preso, ripensava a quanto accaduto. La sua mente, piena di ricordi, si era soffermata in quel momento sulla reazione che Ren aveva avuto alla scoperta del fatto che Bo fosse proprio lei. Il ragazzo, dopo un primo momento di grande imbarazzo e confusione, si era dimostrato davvero molto maturo. Ovviamente l’aveva ‘punita’ a modo suo e non aveva mancato di sottoporla ad un terzo grado molto accurato per testare e comprendere ogni singola cosa, ma alla fine di tutto aveva accettato la situazione, arrivando persino a ringraziarla per l’aiuto che inconsapevolmente gli aveva dato senza pretendere o rinfacciargli mai nulla. Kyoko era rimasta a bocca aperta, come sempre Ren l’aveva sorpresa, temeva che si sarebbe davvero arrabbiato o si potesse sentire preso in giro ma niente di tutto questo era accaduto e lei, lo ammirava per la sua maturità. Era ancora avvolta e cullata dall’acqua calda, senza la minima intenzione di uscire da quel rifugio così confortevole, quando si rese conto che stava facendo un bagno a casa di Ren; razionalmente ne era consapevole ma era come se ne avesse preso coscienza solo in quel momento e questo la fece arrossire all’improvviso. Non era la prima volta che si lavava a casa del ragazzo ma ora la situazione era diversa; dopo tutto quello che era successo tra loro quella sera, il fatto di lavarsi tranquillamente in quella casa le metteva un po' di ansia, come se fosse qualcosa di più intimo e personale, inconsapevole del fatto che come sempre, stesse trasformando la situazione in una cosa più grande di quello che effettivamente era. Data l’ora tarda che si era fatta, Ren le aveva gentilmente proposto di fermarsi da lui per la notte e lei aveva accettato senza esitazione considerata la stanchezza e le emozioni che quella giornata le avevano portato, ma ora si sentiva in tremendo imbarazzo. Kyoko sentiva ancora le labbra morbide di Ren poggiate sulle sue, ricordava l’incursione della lingua del ragazzo nella sua bocca in un bacio adulto che lei mai aveva dato a qualcuno prima ma che aveva comunque cercato di ricambiare nel miglior modo possibile. Amava Ren, ormai era inutile negarlo a sé stessa o al diretto interessato, avrebbe fatto di tutto per lui ma non era ancora psicologicamente del tutto pronta a quel contatto ravvicinato e da quello che ne poteva conseguire; tuttavia era sicura che avrebbe conservato quel ricordo nel suo cuore come uno dei momenti più beli della sua vita. Cuore… senza che potesse fermarla, la sua mente tornò ad un altro dei momenti che più l’avevano destabilizzata e senza volerlo abbassò lo sguardo su quel segno scuro inciso sulla sua pelle. Lo sfiorò appena e subito, prepotentemente, il ricordo di Ren che succhiava con forza la sua pelle con sempre più desiderio, si fece strada nella sua testa facendole ribollire il sangue nelle vene con un misto di imbarazzo ed eccitazione. Sprofondò nell’acqua, immergendosi completamente e quando riemerse le sue guance erano ancora di un rosso acceso. Nonostante l’imbarazzo crescente, non poté negare a sé stessa di aver davvero desiderato, per un momento, tutto di quel ragazzo e sorrise imbarazzata. Si sentiva però scossa perché Ren sembrava tranquillo, per nulla agitato, mentre lei nonostante fosse all’apparenza calma, dentro aveva un insieme di emozioni fortissime che le avevano fatto battere all’impazzata il cuore e che ancora continuavano a farlo. Com’era possibile che Ren fosse così calmo? In quel momento invidiava davvero quella caratteristica del ragazzo. Era ancora immersa nei suoi pensieri e ricordi, quando sentì bussare delicatamente alla porta.

*********

Quello che Kyoko non poteva assolutamente sapere era che Ren era in uno stato di agitazione tale da rendergli impossibile ragionare con lucidità. Il ragazzo era tornato a sedersi in salotto, agitato come non mai e allo stesso tempo al settimo cielo. Continuava a fissare quel divano, cercando di imprimere dentro la sua memoria ogni singolo momento vissuto con Kyoko quella sera. Le parole che la ragazza le aveva detto si erano incise nel suo cuore e lo avevano davvero risollevato. Quei baci che si erano scambiati, quella pelle candida a cui lei gli aveva dato accesso, tutto risuonava nella sua testa ed ancora si chiedeva come fosse possibile che una ragazza come lei fosse riuscita a comprenderlo così tanto e avesse potuto innamorarsi di lui. Lo shock di aver scoperto che Kyoko l’avesse anche incoraggiato, supportato e consigliato nei panni di quel pollo impertinente senza pretendere nulla, lo avevano davvero destabilizzato. Kyoko era arrivata persino a dirgli di confessarsi alla ragazza che amava quando era convinta che lui fosse innamorato di Morizumi dimostrando ancora una volta quanto avesse messo la sua felicità davanti alla propria. Era davvero unica e speciale e Ren era terrorizzato dal fatto di poterla ferire nuovamente o peggio ancora, perderla. Un lungo sospiro uscì dalla sua bocca ed il ragazzo si chiese mentalmente come si sarebbe dovuto comportare una volta che Kyoko fosse uscita dal bagno. Si rese poi conto che era ormai passato parecchio tempo da quando la ragazza si era chiusa dentro e iniziava a preoccuparsi; senza che lo ordinasse davvero, il suo corpo si mosse e in un momento si trovò a bussare alla porta del bagno per accertarsi che la ragazza stesse bene.

**********

“Mogami-san?”

Il bussare improvviso e la voce di Ren scossero Kyoko dai suoi pensieri, in una frazione di secondo cercò di scacciare ogni possibile ricordo pericoloso e cercò di darsi un minimo di contegno, non riuscendo però a controllare del tutto la sua voce che uscì più imbarazzata del previsto.

“Sì, Tsuruga-san? C’è… qualche problema?” chiese Kyoko incapace di fermare il tremolio della sua voce.
“Oh, no tranquilla… mi chiedevo solo se stessi bene; è da parecchio tempo che sei chiusa dentro e…”
“Oh mi dispiace immensamente Tsuruga-san, hai bisogno del bagno? Esco subito, perdonami se ci ho messo tanto! Dammi giusto cinque minuti per asciugarmi” rispose Kyoko in estrema agitazione per il possibile fastidio che stava causando e, alzandosi immediatamente, uscì dalla vasca.

Ren al sentire quelle parole unite al movimento dell’acqua, realizzò all’istante che Kyoko fosse dietro quella porta completamente nuda e si sentì tremendamente agitato “No, no, non preoccuparti non ho bisogno del bagno… ecco io… ero, ero solo preoccupato. Fai con calma! Scusa se ti ho disturbato” disse tutto d’un fiato Ren, poi appoggiò la fronte contro la porta del bagno, delicatamente, cercando di non far rumore e chiuse gli occhi. Espirava ed inspirava lentamente, ad occhi chiusi, cercando di calmare il battito del suo cuore ed i suoi istinti. Si stava domandando se fosse stata davvero una buona idea quella di proporre a Kyoko di fermarsi per la notte, voleva davvero solo prendersi cura di lei ed evitarle altre fatiche dopo una giornata impegnativa, non aveva secondi fini in mente, ma doveva ammettere che la cosa cominciava a rivelarsi molto difficile. Dopo il loro chiarimento avevano cenato tranquillamente insieme ed avevano chiacchierato come se nulla fosse. Aveva visto la ragazza cucinare, sparecchiare e sistemare tutto con tranquillità; sapeva come muoversi e dove trovare le cose senza dover chiedere. Certo, non era la prima volta che Kyoko usava la sua cucina, quindi era normale che sapesse come muoversi, ma lui aveva percepito che la ragazza era assolutamente a suo agio, come se fosse a casa propria e questo lo aveva riempito di gioia; gli sembrava davvero come se fossero una semplice coppia di innamorati che viveva insieme. Istintivamente le aveva chiesto di fermarsi lì quella sera, precisando subito che le avrebbe preparato la stanza degli ospiti ed alla risposta affermativa di lei, era rimasto positivamente sorpreso; era palese che fosse stanca ma non immaginava una sua risposta così decisa ed immediata. Il rumore dell’asciugacapelli riscosse Ren dai suoi pensieri; rendendosi conto di essere ancora appoggiato alla porta e temendo di passare per un maniaco spione, si allontanò di botto e si diresse verso la sua camera da letto. Dopo neanche cinque minuti sentì la porta del bagno aprirsi e percepì i passi di Kyoko dirigersi verso il salotto, probabilmente la ragazza si aspettava di trovarlo lì. Poco dopo infatti si sentì chiamare:

“Tsuruga-san? Tsuruga-san, dove sei? Il bagno è libero”
“Ah, hai finito Mogami-san?” rispose ad alta voce, fingendosi sorpreso “sono nella mia stanza, arrivo!” Ren si alzò dal letto e si diresse verso il salotto “non ti avevo sentito uscire dal bagno, scu…” le parole gli morirono in gola alla vista di Kyoko. La ragazza ovviamente non aveva portato nessun cambio con sé, non prevedendo di dormire fuori, pertanto Ren si era gentilmente offerto di prestarle una sua maglia per la notte; data la differenza tra le loro due corporature e la temperatura non fredda era sicuro che una sua maglia fosse più che sufficiente, ma era comunque impreparato a quella vista. Kyoko dal canto suo, era un po' imbarazzata dalla situazione; indossava solo le calze ed una maglia di Ren, che per quanto grande e lunga le arrivava comunque sopra al ginocchio. Sentì lo sguardo del ragazzo addosso, come se stesse scrutando ogni centimetro del suo corpo e vide che la stava guardando con una strana espressione. Non riusciva a decifrare del tutto i sentimenti che i suoi occhi trasmettevano, ma quello sguardo fisso e maturo su di lei, la fece arrossire violentemente ed istintivamente tirò il fondo della maglia cercando di coprirsi il più possibile, ma con scarsi risultati.

“Va tutto bene, Tsuruga-san? C’è qualche problema?” riuscì alla fine ad articolare la ragazza “Gr... Grazie infinite per la tua ospitalità e per avermi gentilmente prestato una tua maglietta. Sarà mia cura lavartela e restituirtela il…” Kyoko non riuscì a finire la frase, bloccata da quello sguardo magnetico. Ren lentamente le si avvicinò e Kyoko, senza sapere perché si ritrovò ad indietreggiare come per allontanarsi da lui. Non poté andare molto lontano però, perché si trovò spalle al muro ed un secondo dopo le braccia di Ren si appoggiarono alla parete, imprigionandola lì. Ren le sfiorò i capelli e, come spinto da una forza invisibile, si chinò su di lei ed iniziò a baciarle il collo. Kyoko rabbrividì a quel contatto e cominciò a sudare freddo non sapendo cosa fare. Sentì il ragazzo posarle piccoli baci sul collo per poi scendere piano verso la spalla; con una grande sforzo e con l’ultimo briciolo di razionalità rimastole prima di cedere ai suoi istinti, bloccò con una mano la sua discesa.
“Tsuruga-san?”
Ren come svegliatosi da un incantesimo, riprese lucidità e si allontanò di scatto da lei. Si coprì di colpo la bocca con la mano e la fissò imbarazzato; vide che Kyoko aveva il fiato corto ed era arrossita ma non sembrava impaurita e questo lo tranquillizzò un minimo. Vide che la ragazza continuava a fissarlo, ancora bloccata al muro in attesa di una qualche sua spiegazione. C’era ben poco da spiegare ed era convinto che
anche Kyoko ne fosse consapevole, perciò le si avvicinò piano e chinandosi le diede un leggero bacio sulla guancia.

“Penso che andrò a fare una doccia e sarà meglio che me la faccia ghiacciata” disse sospirando e lentamente si allontanò da lei. Vide Kyoko fissarlo smarrita per poi diventare completamente paonazza appena capì il senso della frase appena pronunciata dal ragazzo.
“Buonanotte Mogami-san” le disse alla fine Ren e con un’ultima carezza si congedò da lei e si diresse verso il bagno.

Kyoko ancora frastornata ed incapace di muoversi, cadde sulle ginocchia e solo dopo aver sentito la porta del bagno chiudersi, riuscì a riprendere a respirare e a sussurrare “Notte Tsuruga-san”

**********

Il mattino era arrivato senza ulteriori problemi e difficoltà ed entrambi avevano fatto colazione come se nulla fosse successo. Ren era impegnato al telefono e Kyoko ne aveva approfittato per iniziare a sistemare le ultime cose prima di andare al lavoro.

“Mogami-san, ho appena finito di parlare con Yashiro, passa a prenderci a breve per andare agli studi. Non preoccuparti, non c’è bisogno che tu pulisca, preparati pure con calma.”
“Oh tranquillo non è un problema, ho quasi finito e sono praticamente pronta! Tsuruga-san sei stato davvero gentile ad ospitarmi questa notte e questo è il minimo che io possa fare! Se hai finito, prendo anche la tua ciotola” Kyoko si allungò e prese l’ultima ciotola rimasta ancora da lavare per poi dirigersi al lavandino, notando però che Ren sembrava turbato e combattuto per qualcosa.
“Sono io che dovrei ringraziarti per tutto quello che hai fatto per me…Kyoko” disse infine Ren.

Un rumore sordo arrivò alle orecchie del ragazzo e si rese conto che Kyoko aveva fatto cadere la ciotola che aveva tra le mani e che ora giaceva rotta sul pavimento.

“AHHHHHH Mi.. mi.. dispiace, sono mortificata… sono davvero maldestra, mi è scivolata dalle mani, raccolgo subito… sono desolata” la ragazza era come impazzita, continuava a balbettare e a scusarsi, mentre inginocchiata sul pavimento si era lanciata a raccogliere i cocci rotti. Raccolse gli ultimi pezzi con fretta e foga, non prestando molta attenzione a quello che stava facendo, finendo così per tagliarsi un dito.
“Ahi!” Kyoko fece cadere nuovamente gli ultimi pezzi raccolti, maledicendosi mentalmente per la sua stupidità, quando all’improvviso si senti afferrare la mano.
“Ti sei tagliata? Fammi vedere!” Ren le aveva preso la mano e fissava il suo dito sanguinante preoccupato “per fortuna non è nulla di grave, è solo un taglietto. Mi spiace… è colpa mia”
“No, non è assolutamente vero… mi sono distratta, non è colpa tua Tsur” non riuscì però a pronunciare il suo nome, come se fosse un peso enorme pronunciare quella singola parola.
“Lo vedi che è colpa mia?” continuò il ragazzo; Kyoko alzo di scatto la testa verso di lui e lo vide sorridere. Era però un sorriso dolce e triste allo stesso tempo “Perdonami, non volevo metterti in imbarazzo o mandarti in confusione…” continuò il ragazzo “ho sempre desiderato poterti chiamare per nome almeno una volta e… e dopo quello che è successo ieri ho pensato di provare ma non immaginavo una reazione del genere. Perdonami… In realtà avrei dovuto prevederlo, sono successe già tante cose tra di noi, probabilmente è troppo. Davvero scusami, ti sei anche ferita…”

Quelle parole gentili e quel sorriso triste agitarono ancora di più la ragazza, le spiaceva che Ren si sentisse così perché non era assolutamente colpa sua, era lei ad avere un problema.

“No, sono io che dovrei scusarmi in realtà… mi hai preso alla sprovvista ecco tutto… Non è assolutamente colpa tua R... Re…” kyoko provò con tutto il cuore a dire quella semplice parola, voleva davvero chiamarlo per nome e rassicurarlo ma per quanti sforzi facesse, non ci riusciva; si sentiva troppo in imbarazzo. “AHHHHHHHHHHHH non ci riesco, scusami Tsuruga-san” iniziò a piagnucolare Kyoko sentendosi davvero in colpa.

Ren si sentì sciogliere davanti a quella dolce ragazza e delicatamente le mise un dito sulle labbra “Non preoccuparti, non ti ho chiamato per nome perché volevo che anche tu ti sentissi obbligata a farlo, ho seguito solo il mio istinto ed il mio cuore. Capisco però che sia un altro cambiamento importante e non voglio forzarti. Entrambi abbiamo degli obiettivi e la nostra relazione è cambiata già parecchio, non voglio metterti pressione o essere un impedimento o un problema, specie con il lavoro. Non voglio che tu impazzisca ogni volta che mi vedi, quindi stai tranquilla. Mi basta poterti stare accanto, sai cosa provo per te e sapere che anche tu provi lo stesso e che di fatto nel nostro cuore ci consideriamo fidanzati, è già tantissimo.” Kyoko arrossì a quelle parole ma si sentì comunque in colpa, abbassò lo sguardo e mormorò sottovoce un’ultima scusa.

“Oh stai ancora sanguinando, perdonami” disse Ren all’improvviso
“N... non ti preoccupare, vado a pulirmi subito” la ragazza però non fece neanche in tempo a pensare di alzarsi che vide Ren portare la sua mano verso le labbra e succhiargli il sangue dal dito. Kyoko si sentì avvampare per la milionesima volta da quando aveva messo piede in quella casa. Anche questa volta Ren aveva seguito l’istinto e se ne rese conto solo dopo, una volta allontanato il dito dalla bocca e vedendo l’imbarazzo di Kyoko.
“Gomen… temo di essere un caso disperato” Ren si alzò e accarezzandogli dolcemente la testa l’aiutò a rimettersi in piedi “vai a pulirti la ferita come si deve e a metterti un cerotto; trovi tutto nel mobiletto in bagno. Finisco di sistemare io qui, stai tranquilla… …Mogami-san
Kyoko si sentì rincuorata, la gentilezza di Ren era infinita; era sempre più consapevole del fatto che quel ragazzo avrebbe fatto di tutto per rispettarla e per non forzarla in niente, anche a costo di lottare contro sé stesso ed i suoi istinti; inoltre capiva sempre di più quanto dolore dovesse provare Ren nei momenti in cui non riusciva a controllarsi e involontariamente la feriva. Kyoko si sentiva quasi come se si stesse approfittando di lui, ma allo stesso tempo gli era infinitamente grata.
“Grazie di cuore, Tsuruga-san”.

Un quarto d’ora dopo Yashiro passò a prenderli e nel vederli arrivare così tranquilli e sorridenti non resistette alla tentazione di divertirsi un pochino con quei due giovani, forse non più inconsapevoli, innamorati.

“Buongiorno Ren, Kyoko-chan”
“Oh buongiorno Yashiro-san, grazie per essere venuto a prenderci e mi scuso per il cambio di programma che le abbiamo comunicato solo ieri sera tardi. Ero particolarmente stanca e si era fatto molto tardi così Tsuruga-san si è gentilmente offerto di ospitarmi” si giustificò Kyoko in tutta fretta, prodigandosi in un grande inchino.
“Oh tranquilla nessun problema Kyoko-chan, anzi per me è stato sicuramente più comodo passare a prendere entrambi nello stesso luogo. Comunque Ren…” Yashiro abbassò di colpo la voce ed in tono canzonatorio provocò un po' il ragazzo “spero che ti sia comportato adeguatamente la notte scorsa ed abbia mantenuto la situazione appropriata Ah Ah Ah.” Kyoko si impietrì e nella sua mente tornarono prepotentemente moltissime immagini compromettenti, mentre Ren con il sorriso più falso e splendente che si fosse mai visto dipinto sul suo volto, si avvicinò e gelò il manager sul posto:
“Yashiro-san non capisco proprio a cosa tu stia alludendo e forse sarebbe meglio muoverci o faremo tardi, non trovi?” con un brivido che gli percorse la schiena, il manager riuscì a trovare il coraggio di rispondere solamente
“Ah, sì certamente… Scusami Ren”

Il tragitto verso gli studi fu tranquillo, delle tre persone chiuse in quell’auto quella più agitata e confusa era Yashiro. Il manager era sicuro di trovare Ren e Kyoko riappacificati dopo la discussione della sera precedente ma non si aspettava una simile confidenza e tranquillità tra quei due. Come era possibile un simile cambiamento in una sola notte? Da quello che sapeva ed aveva intuito la sera prima, entrambi i ragazzi erano già consapevoli dei sentimenti che provavano l’uno per l’altra eppure, nonostante ciò, la loro relazione era rimasta molto professionale non solo in presenza di terzi ma anche in sua presenza. L’ulteriore confessione di Kyoko della sera prima e relativa riappacificazione non avrebbe dovuto quindi creare un clima così rilassato tra quei due davanti a lui. Il manager si continuava ad arrovellare il cervello per capire cosa potesse essere successo di così eclatante la notte prima quando, improvvisamente, un terribile presentimento lo colpì. Possibile che Ren avesse davvero fatto qualcosa a Kyoko? Yashiro li stava solo provocando poco prima, non pensava che qualcosa potesse essere davvero successo tra loro. Possibile che quel ragazzo non avesse resistito alla tentazione e avesse ceduto alla sua libido e i suoi desideri? Tutti questi pensieri affollavano la mente del manager che senza volerlo si trovava a spiare continuamente dallo specchietto retrovisore i due passeggeri che conversavano e si sorridevano tranquilli, ignari della sua frustrazione. Yashiro non ebbe più dubbi sul fatto che qualcosa di importante fosse accaduto tra quei due ma si convinse che Ren fosse riuscito a tenere tutte le mani al loro posto, non poteva essere altrimenti. Moriva però dalla voglia di sapere cosa fosse successo, ma per quel giorno non avrebbe chiesto ulteriori spiegazioni, ci teneva alla sua vita!

“Eccoci, siamo arrivati. Ren ho delle commissioni da fare per il tuo prossimo appuntamento, vi spiace se vi lascio all’ingresso senza entrare nel parcheggio sotterraneo?”
“Nessun problema, grazie mille Yashiro-san ci vediamo più tardi allora. Vieni Mogami-san”

La macchina ripartì e Ren si diresse verso l’ingresso seguito da Kyoko, quando vide che la ragazza si era fermata e lo stava fissando; sembrava preoccupata.

“Mogami-san, tutto bene? C’è qualcosa che non va?”
“N... No ecco, vorrei chiederti una cosa, ma mi sento un po’ in imbarazzo e temo che all’interno sia ancora peggio. Non vorrei che qualcuno sentisse e fraintendesse ecco…” Kyoko sembrava davvero agitata ed il ragazzo iniziò a preoccuparsi.
“Mogami-san, se hai qualcosa da dirmi possiamo trovare tranquillamente un angolo appartato all’interno della LME stai tranquilla.”
“No, non posso lasciartelo fare! Non puoi perdere altro tempo con me, devi andare a lavorare. È tutto a posto, non preoccuparti!” disse la ragazza, agitando le mani e realmente preoccupata di un suo possibile ritardo.
“Mogami-san, ho ancora del tempo a disposizione tranquilla. Andiamo”
Kyoko cedette e seguì Ren verso l’interno degli studi; nessuno dei due si accorse però, che una donna poco lontano aveva assistito a tutta la scena e si apprestava a seguirli nuovamente.

Seduta sul divanetto di fianco a Ren, Kyoko si continuava a guardare intorno sospettosa, in cerca di orecchie indiscrete che potessero ascoltare la loro conversazione. Il ragazzo la osservava sempre più confuso e alla fine la richiamò all’ordine, convinto che altrimenti Kyoko non le avrebbe detto niente.

“Mogami-san, siamo soli stai tranquilla! Cosa devi dirmi di così riservato?” la incoraggiò Ren
“Eh? Ah sì, hai ragione scusa Tsuruga-san! Il fatto è che sono davvero contenta di aver chiarito con te ieri e ti sono grata della tua ospitalità e gentilezza perciò vorrei davvero sdebitarmi, se possibile. Ho una pausa piuttosto lunga dopo il lavoro di stamattina e... beh avevo pensato di poter preparare qualcosa per pranzo e magari mangiare insieme nel tuo camerino. Sarei più tranquilla e mi assicurerei anche del fatto che tu faccia un pasto decente! Senza Yashiro-san non so quanto tu riesca a prenderti realmente cura di te… Quindi volevo chiederti se avessi tempo per pranzare insieme o se avessi tutta la giornata piena.”
“Quindi vuoi pranzare con me solo per sdebitarti?” chiese un po' deluso Ren
“NO!” il ragazzo strabuzzo gli occhi “No, ecco in realtà avrei davvero voglia di pranzare insieme ma non vorrei sembrare invadente… ho pensato quindi anche ad un motivo diverso dalla sola mia voglia di trascorrere tempo insieme…” ammise imbarazzata Kyoko “ma quello che ti ho detto prima è vero! Tengo davvero alla tua salute”
Ren sorrise dolcemente “Pranzerò volentieri insieme a te Mogami-san, dovrei avere tempo per una pausa, anche se mi offende il fatto che nessuno pensi che io sia autosufficiente!” Ren mise su un finto broncio, che fece sorridere la ragazza, poi però continuò serio “Come mai non me lo hai semplicemente chiesto una volta scesi dalla macchina e mentre ci dirigevamo agli studi?”
“Beh tu sei il famoso Tsuruga Ren!” Il ragazzo la guardò senza capire “Avevo timore che qualcuno ci sentisse e potesse fraintendere e non mi riferisco solo ad eventuali scoop giornalistici ma anche a persone all’interno della LME, senza considerare che c’è ancora la questione della tua frequentazione con Kana-san in ballo.”
Ren sospirò “E’ anche a questo che mi riferivo stamattina Mogami-san; devi stare tranquilla ed essere te stessa quando siamo insieme, come hai sempre fatto. Siamo alla LME, qui il presidente sa sempre tutto! Stai tranquilla che niente di strano potrebbe uscire senza il suo consenso. Per quanto riguarda il personale o le celebrità che girano all’agenzia, sanno perfettamente che il nostro è sempre stato un rapporto come dire… particolare, quindi non penso che si sorprendano per un tuo invito a pranzo.”
“Eh?!?! In che senso ‘rapporto particolare’, scusa?”
“Beh” Ren accavallò le gambe e si mise una mano sotto il mento “per prima cosa non ti sei mai fatta intimidire dalla mia fama e mi hai sempre spiattellato tutto in faccia” Kyoko arrossì e abbassò lo sguardo sentendosi colpevole “mi hai sempre rimproverato per quello che mangiassi o se saltassi qualche pasto, sgridandomi anche sul set tra una ripresa e l’altra, non badando a chi ci fosse con noi. Mi hai fatto da manager per un periodo, abbiamo già pranzato insieme e più di una volta è capitato che avessimo una conversazione personale e adesso abbiamo addirittura Yashiro-san che segue entrambi. Non è strano vederci arrivare insieme o essere più in confidenza e molte delle persone che sono qui, questo lo sanno. Ti è capitato più di una volta che qualcuno ti dicesse che invidiava la tua sfacciataggine o libertà nei miei confronti, giusto?” Kyoko tornò a guardarlo e dovette riconoscere che quello che Ren gli aveva detto, era assolutamente vero. Annuì piano confermando silenziosamente ogni singola parola.
“Non voglio davvero che la nostra relazione cambi più di tanto, Mogami-san. Mi piace il nostro rapporto e sapendo tutto quello che so ora” sottolineò le ultime parole per essere sicuro che la ragazza capisse a cosa si riferisse “non pretendo molto di più quando siamo in pubblico, sono tranquillo lo sai. Tuttavia…” Ren allungò una mano e le sfiorò i capelli “mi riservo il diritto di mostrarti un po' più di attenzioni nella sfera privata”. Kyoko arrossì nuovamente e agitata si guardò intorno per l’ennesima volta per vedere se qualcuno avesse notato quel contatto più personale. Ren sorrise e si scusò “Perdonami, Mogami-san, a quanto pare sembra che dovrò iniziare ad usare più autocontrollo di prima nei momenti in cui siamo soli, specie in pubblico. Mi impegnerò in questo e sei autorizzata a sgridarmi quanto ti pare in caso dovessi esagerare” concluse Ren facendole l’occhiolino. Kyoko si tranquillizzò e regalo un sorriso colmo d’amore e gratitudine al ragazzo.
“Ora devo proprio andare Mogami-san, ci vediamo più tardi allora. Per una volta, aspetterò con gioia il momento del pranzo!” I due ragazzi si salutarono e ognuno si diresse velocemente al proprio lavoro.

Nascosta alla loro vista, la donna che li aveva seguiti dalla strada tirò fuori il cellulare e fece una chiamata

“Sono io. È proprio come ci è stato riferito… Sì ne sono sicura, conosco bene quel ragazzo, può raggirare e provare a nascondere i suoi sentimenti agli altri ma non può farlo con me o con te, lo sai bene. Contatto Lory affinché ci aiuti ad organizzare la cosa… Eh? Kyoko? Capisco bene perché ti abbia colpito così tanto, fin dal primo momento che l’ho incontrata, ho capito che era quella giusta. Spero solo che tutto vada come previsto e che la cosa non ci si ritorca contro ma ho piena fiducia, in entrambi… Perfetto, a più tardi allora caro, ti aggiorno.” La donna chiuse la conversazione e subito compose un altro numero “Lory, sono io. Confermiamo la cosa, abbiamo bisogno del tuo aiuto. Ti chiedo scusa già da ora per possibili problemi… Certo, ti raggiungo subito”.
Con ancora il telefono stretto tra le mani, la donna si diresse verso l’ufficio del presidente, non riuscendo tuttavia a nascondere un grosso sorriso.

*********

“Pronto, Yashiro-san? Scusa il presidente mi ha fissato un incontro all’ultimo minuto, proprio alla fine della giornata. Non ha avuto modo di contattarti prima, mi spiace. Mi ha detto che sarà una cosa breve e non ho potuto dirgli di no. Non ci metterò molto, ti dispiace aspettarmi nel parcheggio? Grazie!”.

Ren chiuse la chiamata, si rimise il telefono in tasca e si diresse svogliatamente verso la sala riunioni indicatagli dal presidente. Si sentiva leggermente inquieto, quando il presidente lo convocava così all’improvviso senza dargli molte spiegazioni, c’era sempre qualcosa sotto. In più non lo aveva voluto vedere nel suo ufficio e la cosa lo turbava moltissimo. Sospirò, sperando che per una volta il suo sesto senso si sbagliasse ma aveva davvero un brutto presentimento e non riusciva a capire come mai. Arrivato a destinazione, bussò e senza attendere risposta entrò nella stanza.

“Eccomi boss, sono parecchio stanco, vorrei fare una cosa veloce se possibile. Boss?” si guardò intorno ma non vide nessuno “Boss?” ripeté nuovamente senza ottenere risposta; la cosa gli piaceva sempre meno. Improvvisamente sentì bussare alla porta e incerto invitò l’ospite ad entrare.
“Con permesso” Ren riconobbe all’istante il proprietario di quella voce e come si aspettava vide entrare Kyoko nella stanza “chiedo scusa per il ritardo, ho avuto… Eh? Tsuruga-san? Come mai sei qui?”
“Ho un appuntamento con il presidente, immagino che abbia convocato anche te a questo punto” rispose a voce bassa il ragazzo.
“Sì esatto, sai come mai? È successo qualcosa? Non è ancora…” Kyoko fu interrotta dal rumore della porta che si apriva, voltandosi vide entrare il presidente seguito da una donna con un grosso cappello a coprirle quasi del tutto il viso e che camminava il più possibile dietro a Lory, quasi come se si stesse nascondendo.

“Ah bene, siete arrivati entrambi. Mi dispiace avervi convocato così all’ultimo ma è una questione urgente. Qualcuno ha bisogno di parlarvi; prima di cominciare però avrei una cosa da dirvi.” Lory si sedette al tavolo e pregò i due ragazzi di fare altrettanto. Appoggiò i gomiti sul piano e incrociò le mani davanti al viso. “Ren… ti chiedo di capire fin da ora che tutto quello che sta per succedere non è per farti soffrire ma per il tuo bene. Personalmente forse avrei scelto un metodo diverso, ma non dipende solo da me” Ren si rabbuiò di colpo, iniziando a prevedere guai grossi senza realmente capirne il motivo. “Mogami-san” riprese cupo il presidente “sento di dovermi scusare anche con te, ma sappi che tutti noi abbiamo completa fiducia nelle tue capacità”. Kyoko non riusciva proprio a capire cosa stesse succedendo ed istintivamente non poté non voltarsi a guardare la donna misteriosa che ora volgeva ad entrambi le spalle, come in attesa di un segnale. “Bene, dopo queste dovute premesse, lascio la parola alla mia ospite, una persona che comunque entrambi già conoscete.”

La donna, rimasta fino a quel momento in disparte, si avvicinò al tavolo e con un movimento fluido si levò il cappello; una folta chioma ondulata le si riversò sulle spalle e con un sorriso smagliante, saluto entrambi.

“SARAH? Sara, sei proprio tu? Che ci fai qui? E cos’è tutto questo mistero? Sono confusa…”
“Ciao Kyoko! Ti trovo bene, grazie ancora per quel giorno al parco divertimenti.” Disse sinceramente la donna, poi all’improvviso si fece seria e si voltò a guardare Ren.
“Ciao Ren, è da molto che non ci vediamo, anche se dal tuo sguardo non sembri molto felice di vedermi”
Kyoko si voltò verso il ragazzo e quello che vide la turbò; Ren aveva uno sguardo duro e spaventato allo stesso tempo e fissava Sarah con occhi quasi sbarrati, ma fu la voce con la quale rispose, la cosa che più la colpì.
“No, sono felice di vederti, lo sono sempre lo sai… ma non pensavo di vederti qui oggi…” disse con voce tagliente “sapevo che qualche giorno fa fossi in città e non ne capivo il perché, ma non ho avuto modo di parlarne con il boss; temo tuttavia di aver sbagliato e sottovalutato la cosa” concluse freddo.
“Oh quindi sapevi che fossi in Giappone! Ah già, la foto… Immagino che Kyoko abbia mandato a te le foto che ci siamo fatte quel giorno, sbaglio Kyoko?” Sarah si rivolse nuovamente alla ragazza, che arrossita vistosamente, non poté fare a meno di annuire.
“Lasciala stare per favore e dimmi invece cosa ci fai qui. E soprattutto cosa significa tutto questo.”
“Non pensi sia giunto il momento di far un po' di luce nel tuo cuore, mio caro? Sei innamorato di questa ragazza vero?” Ren e Kyoko sbiancarono all’istante “Non pensi sia giusto aprirti con lei e rivelarle qualcosa in più su di te e sul tuo passato? Non pensi abbia il diritto di conoscere almeno il tuo vero nome? Non…”

“NO!” un colpo secco sul tavolo fece sobbalzare Kyoko che vide il ragazzo livido di rabbia e spaventato come non mai “Non puoi farmi questo, non puoi! Non puoi piombare qui all’improvviso e sconvolgermi così, non ne hai il diritto neanche se sei mia…” Ren si tappò la bocca e si morse la lingua “Mi spiace, non so bene dove vogliate arrivare ma non starò qui un minuto di più” sibilò Ren velenoso. Il ragazzo si alzò di scatto e si diresse verso la porta spalancandola come una furia, ma non poté andare da nessuna parte perché la sua fuga fu bloccata da una persona, un uomo che non doveva trovarsi assolutamente lì: Kuu Hizuri.

“Dove pensi di andare, Ren?” chiese Kuu bloccandogli il passaggio.

Il ragazzo indietreggiò di colpo, si sentiva in trappola e si maledisse per non aver seguito il suo sesto senso.

“MERDA! Si può sapere che intenzioni avete? Perché siete entrambi qui?” Ren stava cercando di controllarsi, ma invano. Non voleva agire così, non voleva tirare fuori quella parte davanti a Kyoko ma si sentiva come un condannato sul patibolo, aveva paura… Paura di quello che quei due, anzi tre pazzi volevano fare; paura di perdere tutto e questo lo stava mandando fuori di testa. Si voltò ed incrociò gli occhi di Kyoko che lo guardava smarrita ed incapace di proferir parola. La ragazza non capiva cosa stesse succedendo, come Ren conoscesse Sarah e come mai fosse così spaventato alla vista di Kuu. Avrebbe dovuto conoscerlo appena, eppure tutto faceva capire che le cose non erano esattamente così.

“Ren… è così che ti fai chiamare ora giusto?” continuò Sarah “Non puoi scappare per sempre, devi affrontare questa cosa. Ti osserviamo da tempo, direttamente o indirettamente tramite gli occhi di Lory. Non è un comportamento leale, lo ammetto ma non potevamo resistere tanto tempo lontani da te, lasciandoti solo e allo sbaraglio. Lo sai anche tu questo…”
“SILENZIO, non voglio ascoltare… non qui, non davanti a lei… per favore…” Ren quasi supplicava. Kuu fece un lungo sospiro e poi prese la parola.
“Ren, è proprio perché si tratta di lei che siamo qui. Non lo capisci? Tu la ami e lei ama te e non solo perché sei il famoso Ren Tsuruga questo lo avrai capito anche tu, sei un uomo intelligente. Ha già dimostrato di essere degna di fiducia, perché allora sei così spaventato? Non ti stiamo chiedendo di raccontargli ogni cosa, ma non credi che meriti di sapere qualcosa in più? Ne ha diritto Ren… E la cosa più importante è che servirà a te, sei felice con lei, perché temi di poterlo essere ancora di più? Non siamo qui per farti del male, lo sai che sei tutto per noi e ti vogliamo bene. Lo sai vero Ku…”

NON DIRLO!!! Non pronunciare quel nome, non te lo permetto…” Ren ormai ringhiava, i pugni serrati, lo sguardo furioso “MI VOLETE BENE? DAVVERO? PERCHE’ DIAVOLO MI STATE FACENDO QUESTO ALLORA? PERCHE’? Mi sembra solo un comportamento egoista, non capisco e non voglio capire. Voglio solo andarmene da qui! SUBITO!”

Ren spostò di peso Kuu e si diresse nuovamente verso la porta, quando qualcuno lo afferrò per un braccio. Ren si girò completamente livido di rabbia e si accorse che a bloccarlo era stata Kyoko.

“Mogami-san lasciami!” disse a denti stretti, cercando di controllare la rabbia.
Kyoko si era mossa per istinto, non poteva permettere di far andare via Ren con quello stato d’animo. “Tsuruga-san ti prego aspetta, non puoi andare via ora… Io… davvero non capisco cosa stia succedendo ma so che non posso lasciarti andare via così. Prova a calmarti ti prego, se vuoi andare via di qui va bene ma permettimi di aiutarti…” Quelle parole lo turbarono ancora di più. Il suo lato oscuro, la parte di Kuon che cercava di sopprimere stava uscendo prepotentemente allo scoperto ed il fatto che lei lo stessa vedendo così, gli fece perdere completamente la ragione.

“Ho detto di LASCIARMI” e con uno strattone violento si liberò della sua presa. Non si rese conto però della forza utilizzata ed il colpo fu così forte da far perdere l’equilibrio alla ragazza e farla cadere per terra. Ren sbiancò, impietrito biascicò qualcosa, lanciò un ultimo sguardo a Kyoko che ancora lo fissava da terra e poi indietreggiando, uscì dalla stanza. L’ultima cosa che Kyoko vide fu lo sguardo vuoto, freddo e smarrito dipinto negli occhi di Ren, quello sguardo che aveva già visto durante le riprese dei fratelli Hell.

“Kyoko?” Sarah le si avvicinò e l’aiutò a rialzarsi “Kyoko? Stai bene?”
“Eh?” chiese smarrita la ragazza
“Ti ho chiesto se stai bene” le rispose gentilmente Sarah
“Non lo so” riuscì solo a dire “penso… penso di no… non capisco cosa stia succedendo, non capisco perché vi siate comportati così. Non so quali siano i vostri rapporti o le vostre intenzioni, ma non avevate il diritto di ferirlo in quella maniera” continuò di getto Kyoko, ogni parola le usciva sempre con più foga e la rabbia sopita fino ad allora prese il sopravvento “PERCHE’? Perché lo avete trattato così? Vi ha chiesto di smetterla, vi ha supplicato eppure siete andati avanti a provocarlo. Con che diritto gli fate questo? Era spaventato, era arrabbiato ma non vi è importato niente! Non posso assolutamente accettare questo vostro comportamento! Con quale diritto osate dire di volergli bene? Non so in che rapporti siate e non mi interessa, so solo che lo avete spinto nuovamente nel baratro e nell’oscurità che lui teme e contro cui sta cercando di combattere ed io non ho potuto fare niente per aiutarlo. I suoi occhi… dicevano tutto… È TUTTA COLPA VOSTRA!” concluse urlando la ragazza.

“Tu… tu hai già visto quello sguardo prima?” gli chiese Kuu stupito e gli bastò guardare Kyoko negli occhi per averne la certezza. “E non sei spaventata?” gli chiese serio. Kyoko si irrigidì di colpo ma poi con sguardo fiero rispose senza indugio
“No! Lo sono stata in passato, ma solo perché mi ha spiazzato e mi sono trovata davanti una persona che non riconoscevo. Ho visto quell’oscurità che aveva inghiottito anche me una volta e non sapevo come aiutarlo. Io non ho paura di lui… ho paura di non poterlo aiutare, soprattutto ora”

Kuu le si avvicinò e le prese le mani “Lo sapevo, sapevo che eri quella giusta” Kyoko lo guardò confusa ma ancora arrabbiata ed istintivamente ritrasse le mani; vide che anche Sara si era avvicinata e aveva preso a braccetto l’uomo.
“Ti prego” iniziò Sara “ti prego, aiutalo… solo tu puoi farlo ora. Lui si starà odiando in questo momento e probabilmente odierà anche noi… so che quello che abbiamo fatto può sembrare crudele ma lo abbiamo davvero fatto per lui… per voi… è stato brutale lo ammetto, ma era necessario. Lory era contrario ad una cosa così drastica, voleva andarci più cauto ma noi sapevamo che solo questo lo avrebbe potuto smuovere… ti prego aiutalo, solo tu puoi farlo ora” Kyoko guardò confusa Sara, la donna sembrava davvero distrutta.
“Kyoko” Kuu le riprese le mani e questa volta la ragazza non riuscì a sottrarsi alla sua presa “ti prego anche io dal profondo del cuore. Aiutalo! Salva… …il nostro ragazzo” Kyoko sgranò gli occhi ancora più confusa di prima, ma in un attimo decise. Avrebbe salvato Ren a tutti i costi. Tirò fuori il cellulare e più in fretta che poté compose un numero.

“Yashiro-san, sono Kyoko. Tsuruga-san è già lì con te? Cosa? Ti... Ti ha chiamato? Yashiro-san devo chiederti un favore: quando arriverà Tsuruga-san trattienilo, non andate via prima del mio arrivo. Due minuti e sono lì, sto scendendo! Yashiro-san, lui sarà distrutto e arrabbiato e probabilmente se la prenderà con te, ma ti prego trattienilo, arrivo subito!” Kyoko chiuse la chiamata e scappò di corsa dalla stanza.

“Siete soddisfatti?” chiese Lory alla coppia una volta che Kyoko fu uscita.
“Abbiamo fatto quello che doveva essere fatto, il resto spetta a loro” concluse Kuu.

Kyoko correva per le scale come una disperata, cercando di fare il prima possibile; temeva che Yashiro non riuscisse a trattenere Ren per molto, quel testone sarebbe stato capace di mettersi al volante e mollare il manager sul posto. Finalmente vide l’ingresso del parcheggio e correndo a più non posso vi si fiondò dentro. Le sue aspettative non erano sbagliate, Yashiro stava cercando di trattenere a forza Ren dal salire in macchina ma il ragazzo stava ormai perdendo la pazienza e Kyoko temeva che potesse colpire il povero manager da un momento all’altro.

“TSU.. TSURUGA-SAN!” gridò Kyoko ansimando per la corsa fatta; vide Ren bloccarsi all’istante e guardarla scioccato “Tsuruga-san fermati” continuò Kyoko avvicinandosi lentamente.
“Fermati lì, non ti avvicinare… non ho voglia di parlare o dare spiegazioni a nessuno. Ho bisogno di stare da solo”
“Non posso lasciarti solo Tsuruga-san, non nello stato in cui ti trovi” Kyoko continuò imperterrita ad avvicinarsi.
“STAMMI LONTANO, non ti voglio tra i piedi, non ho bisogno della pietà di nessuno. Vattene!” sputò rabbioso Ren.

Kyoko si immobilizzò sul posto, pietrificata da quelle parole. Yashiro era sbiancato per la situazione creatasi e che non riusciva a comprendere. Che diavolo era successo con il presidente da sconvolgere così Ren? “Yashiro-san, se non vuoi accompagnarmi a casa allora togliti di mezzo per favore, tornerò da solo” disse tagliente Ren. Il manager incapace di ribattere lo lascio andare e lentamente si spostò lasciando libero il passaggio verso la macchina. Il ragazzo stava avvicinandosi alla vettura quando qualcosa lo colpì sulla testa e delle parole pronunciate da Kyoko lo gelarono sul posto.

“TI HO DETTO DI FERMARTI, REN!” urlò a squarciagola Kyoko dopo avergli lanciato contro il suo portamonete.
 Il ragazzo si voltò a guardarla completamente scioccato “Come… come mi hai chiamato?” balbettò incerto.
“Ti ho chiamato Ren, è questo il tuo nome o sbaglio?” continuò Kyoko, livida di rabbia con le mani sui fianchi ed uno sguardo che non presagiva nulla di buono, era come se la sua aura fosse diventata nera tutta di colpo. “Come osi parlarmi così? Chi ti credi di essere eh? Io non provo nessuna pietà. Sono solo preoccupata per te, stupido imbecille! Chi credi che io sia? Conosco quello sguardo e so cosa comporta, non voglio né spiegazioni, né scuse… non pretendo nulla di tutto questo, voglio solo aiutarti e starti vicino e non sarai certo tu ad impedirmelo, sono stata chiara?” Kyoko allungò la mano verso di lui “E adesso gentilmente riportami il mio portamonete per favore, dalla rabbia mi è scivolato di mano e temo di averti colpito per sbaglio” Ren, completamente sconvolto non poté far altro che obbedire, si chinò a raccogliere l’oggetto e come un automa si avvicinò a Kyoko e glielo appoggiò in mano.

La mandibola di Yashiro toccò terra, ancora sconvolto dal coraggio di Kyoko e dall’ubbidienza di Ren; si trovò a pensare che, questa volta, quello che doveva pregare per uscire vivo dalla situazione fosse proprio quel ragazzo problematico.

“Allora, Ren… vogliamo andare ora?” continuò Kyoko impassibile. Il ragazzo non resistette, prese la sua mano e la tirò a sé, stringendola in un abbraccio disperato.
Yashiro tornò lucido in un istante e d’istinto corse verso di loro, li coprì con il suo corpo ed allargando le braccia si mise in posizione di protezione. “Non qui, mi dispiace. Avete già dato abbastanza spettacolo e rischiato di attirare fin troppo l’attenzione. Salite in macchina, subito!” A malincuore e con un notevole sforzo, il manager strappo Kyoko dalle braccia di Ren e fece salire entrambi sulla vettura, poi velocemente mise in moto e uscì dal parcheggio sperando con tutto il cuore che nessun spettatore indesiderato avesse assistito a quanto appena accaduto in quel maledetto parcheggio.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


CAPITOLO 4

Parcheggiato davanti a casa di Kyoko e nel silenzio più assoluto, Yashiro continuava a fissare lo specchietto retrovisore nel quale vedeva riflessa l’immagine di Ren. Il ragazzo era ancora visibilmente turbato e arrabbiato ma soprattutto sembrava davvero ferito. Fortunatamente l’ira incontrollata che aveva mostrato nel parcheggio solo poco tempo prima, pareva ora sotto controllo ma al manager era assolutamente chiaro che la situazione fosse ben lontana dall’essersi risolta e che probabilmente questa volta non sarebbe neanche stato molto facile far tornare tutto nella norma. Usciti dal parcheggio, il manager si era diretto verso l’abitazione del ragazzo quando improvvisamente Kyoko gli aveva chiesto di fare una deviazione e di andare invece a casa sua. A quella richiesta Ren si era rabbuiato ancora più di quanto già non fosse e così la ragazza aveva subito aggiunto, come per rassicurarlo, che voleva solo passare a casa per recuperare dei vestiti di ricambio e soprattutto per avvisare personalmente i proprietari del fatto che avrebbe passato nuovamente la notte fuori. I ragazzi stavano quindi aspettando che Kyoko tornasse in macchina ma quell’attesa si stava facendo davvero difficile da sostenere e Yashiro percepiva crescere sempre più il turbamento di Ren. Il manager continuava a fissare il riflesso del ragazzo nello specchietto e più lo guardava, più si sentiva in dovere di dire o fare qualcosa. Non era assolutamente in grado di risollevarlo o tranquillizzarlo, non aveva la minima idea di cosa fosse successo ed era conscio del fatto che solo una persona in quel momento avesse il potere di aiutarlo e non era di certo lui; nonostante tutto questo, era comunque consapevole di essere un uomo adulto ed oltre che suo manager si considerava anche suo amico.

“Ren” trovò infine il coraggio di dire Yashiro continuando tuttavia a guardare solamente il riflesso del ragazzo. Vide Ren ruotare leggermente la testa verso di lui, come un automa, con ancora la mano sotto il mento e lo sguardo cupo “Per il momento, non ho intenzione di farti domande in merito a quanto successo, lascia però che ti dica solo una cosa. Non so cosa stia succedendo ma… …fidati di Kyoko. Lei sola può aiutarti ora e ricordati che non sei più solo, che la cosa ti piaccia o no; io sono il tuo manager ma mi considero anche tuo amico e proprio per questo capisco di non poterti aiutare al momento, perché non sono la persona giusta. Ed è in qualità di amico, che ti ripeto di fidarti di lei e…” Yashiro si girò finalmente a guardarlo negli occhi “…di cercare di non ferirla se possibile.”

Il manager vide un guizzo passare negli occhi del ragazzo e subito dopo il suo sguardo divenne ancora più duro “Non guardarmi in quel modo, sai che ho ragione. Ho già visto quello sguardo e, sarò sincero, in qualche modo mi spaventa; per questo ti sto dicendo di cercare di non farti trascinare dalle tue emozioni e di non ferirla ma, al contrario, di abbandonarti a lei”.
Ren continuò a guardare con occhi freddi il suo manager tuttavia, dopo un breve momento, fece un impercettibile cenno di assenso prima di distogliere definitivamente lo sguardo e tornare a fissare fuori dal finestrino; i due ragazzi rimasero immobili per un tempo che sembrò loro interminabile. Il silenzio, calato nuovamente nella vettura, accompagnava i loro pensieri e fu interrotto solamente dal rumore della portiera che si apriva e che li avvisava del fatto che Kyoko fosse tornata da loro.

**********

Nuovamente seduta sul divano di Ren, Kyoko fissava la schiena del ragazzo in attesa di una qualsiasi reazione da parte sua. Una volta rientrati a casa, Ren le aveva biascicato qualcosa per farla accomodare e da quel momento era rimasto in piedi, in silenzio, mostrandole solo le spalle, come se temesse di guardarla in viso. Kyoko aveva provato più volte a chiamarlo ma senza successo dato che non aveva avuto nessuna risposta; dopo vari tentativi, si era accasciata sul divano e si era messa a pensare a cosa fare per smuovere il ragazzo. Con un profondo sospiro, buttò fuori tutta l’ansia accumulata e facendosi coraggio riprese a parlare:
“Tsuruga-san, potresti gentilmente voltarti? Vorrei poterti parlare guardandoti in faccia…”

Quelle semplici parole arrivano dritte al cervello di Ren e scossero il ragazzo a tal punto, che inconsapevolmente, si trovò finalmente a risponderle.

“Vedo che sei tornata alle formalità… sono di nuovo solo ‘Tsuruga-san’ dopotutto…” ogni parola usciva dalle labbra di Ren con dolore e rassegnazione, era come se quanto detto da Kyoko poco prima, gli avesse inferto l’ennesima ferita “beh… non ti biasimo, non sono stato e non sono tutt’ora un bello spettacolo… presumo di averti profondamente deluso” concluse il ragazzo, coprendosi il volto con una mano.

“Vorrei che la smettessi di parlare di delusione Ren, perché la cosa mi infastidisce parecchio” il ragazzo si voltò di scatto e si trovò a fissare gli occhi ambrati di Kyoko. “Finalmente mi guardi in faccia” Ren sgranò gli occhi “Mi spiace” continuò Kyoko “temo che le mie parole di poco fa ti abbiano ferito, non era mia intenzione; stavo cercando solo un modo per farti reagire e l’unica soluzione che mi è venuta in mente è stata quella di chiamarti per cognome, non ho pensato al fatto che potessi ferirti. Ora dimmi, hai intenzione di stare in silenzio a fissare il vuoto per tutta la sera o parliamo di quanto è successo?”

Ren strinse i pugni e fece un gesto stizzito con la bocca, si sentì nuovamente in gabbia e la rabbia lo assalì ancora una volta. Gli venne l’istinto di aggredire verbalmente Kyoko, di allontanarla, di dirle di non impicciarsi e di andarsene a casa e lasciarlo stare. Come al solito voleva nascondere a tutti, specialmente a lei, le sue debolezze e fragilità ma sapeva quanto quella ragazza potesse essere risoluta e quindi l’unico modo per riuscire, forse, a farla desistere sarebbe stato quello di aggredirla e spaventarla. ‘Cerca di non ferirla se possibile’ le parole di Yashiro gli rimbombarono nella testa come un fulmine a ciel sereno e in una frazione di secondo si diede mentalmente dello stupido per quello a cui aveva pensato. No, non poteva ferirla di proposito, lui stesso non lo avrebbe sopportato. Rassegnato il ragazzo sospirò ed ancora con i pugni serrati a più non posso rispose con un filo di voce:

“Cosa vorresti sapere? Devo avvisarti però… …che non garantisco di poter o volere rispondere a tutto…”
“Temo di non essermi spiegata bene. Non sono qui per farti un interrogatorio o strapparti chissà quali confidenze.” Kyoko vide sul volto di Ren confusione e sorpresa “Certo, sarei ipocrita a dire che non mi piacerebbe sapere cosa sia successo oggi, cosa ti abbia spaventato così tanto e la tua relazione con Sara e Hizuri, ma non è per quello che sono qui. Quello che mi interessa in questo momento è solamente sapere come stai e cosa posso fare per aiutarti.”

Ren era immobilizzato dallo stupore, completamente sconvolto; non poteva credere a quello che aveva appena sentito. Era sicuro che Kyoko si aspettasse una spiegazione per il suo comportamento e che quanto pronunciato nel parcheggio fossero parole dette solo dalla situazione ed invece era stata sincera; ancora una volta era riuscita a sorprenderlo. Non sapeva più cosa fare o dire, non sapeva più cosa aspettarsi… Incapace di ragionare con lucidità si trovò ad accasciarsi a terra, cadendo sulle ginocchia e coprendosi il volto con le mani.
“Come fai? Come fai ogni volta a spiazzarmi così?” Ren ancora con le mani sul viso cercava di trovare una spiegazione logica alle parole della ragazza, ma senza successo “Come riesci a dirmi quello che ho bisogno di sentire? Non so cosa fare ora, non so come comportarmi. Sento di potermi fidare di te, di potere togliermi qualche peso dal cuore ma… … ma temo di perderti… Kyoko… tu non hai idea di chi sia io e di quanta oscurità ci sia nel mio cuore… non sai di quali colpe mi sia macchiato…”

Kyoko raggiunse il ragazzo e delicatamente gli spostò le mani dal viso, si inginocchiò di fronte a lui e lo fissò dritto negli occhi. La ragazza posò le mani sul volto di Ren e con un gesto deciso gli diede un leggero colpo sulle guance. Il ragazzo sgranò gli occhi e la guardò perplesso. Subito dopo averlo colpito però, Kyoko lo spiazzò ulteriormente in quanto cominciò ad accarezzarlo dolcemente.
“Non dimenticarti chi sei, Ren. Sei il grande Ren Tsuruga ed hai un obiettivo ben preciso da raggiungere per poter ripartire con la tua vita. Non perdere questa battaglia, ti prego… Non farti sopraffare, non puoi! Io sono qui, sarò sempre al tuo fianco, ricordalo. Te l’ho già detto, non importa cosa ancora non so di te… Io… ti amo e non ho intenzione di scappare… Posso capire che tu non sia ancora pronto ad aprirti con me e ti assicuro che non comprendo ancora le motivazioni che hanno portato Sara, Hizuri e il presidente a comportarsi in quella maniera, ma non intendo abbandonarti per nessun motivo. Quindi ti prego, non allontanarmi…”

Ren non resistette oltre e strinse nuovamente Kyoko tra le sue braccia per poi catturare le sue labbra. Kyoko si irrigidì per la sorpresa, ma non si scansò né tantomeno lo allontanò da lei, al contrario ricambiò quel bacio disperato cercando di trasmettere con esso, tutto l’amore che provava per il ragazzo.

“Grazie” sussurrò Ren alla ragazza non appena riuscì a staccarsi da lei; lentamente si alzò in piedi e la aiutò a fare altrettanto. Senza dire una parola la fece sedere nuovamente sul divano; lui rimase in piedi ma la guardò dritta negli occhi e ricominciò a parlare
“La donna che abbiamo visto oggi pomeriggio… quella che continui a chiamare Sarah… Ti sei fatta un’idea di che rapporto possa avere con me?”

 Kyoko si trovò spiazzata dalla domanda, ma soprattutto da come lui gliela aveva posta.
“Perché esiti nel pronunciare il suo nome?” chiese davvero sorpresa Kyoko “Mi si è presentata ufficialmente come Sarah Smith e il sig. Hirotaka Date che era insieme a lei, non l’ha contraddetta né tanto meno mi è sembrato sorpreso. Mi stai forse dicendo che ‘Sara’ non è il suo vero nome?”
Lo sguardo di Ren bastò a far capire a Kyoko che aveva indovinato; la ragazza sospirò e si mise una mano sulla testa grattandosi nervosamente i capelli “Ma perché siete tutti così misteriosi? Comunque per rispondere alla tua domanda… non sono sicura e temo di prendere un abbaglio pazzesco, ma ecco… sì penso di avere una mezza idea del tipo di legame che vi unisca. Confesso che non ci avevo capito assolutamente niente durante il vostro colloquio, ma una frase pronunciata poco dopo che te ne sei andato, mi è rimasta particolarmente impressa nella mente e non ho potuto fare a meno di continuare a pensarci…”

“Sarah…” riprese Ren “Il suo vero nome è Juliena e lei ecco… è mia madre…” Ren distolse lo sguardo dalla ragazza, come se si vergognasse di quello che aveva appena ammesso. “mi pare di capire che per te non sia una grande sorpresa ma ti assicuro che per me è davvero difficile parlarne… le mie origini sono qualcosa che tengo ben sepolte dentro di me perché mi riportano inevitabilmente alla mente quel passato e quell’oscurità che tento di nascondere a tutti e contro cui lotto.” Kyoko rimase in silenzio, con lo sguardo fisso sul ragazzo davanti a lei che nuovamente non trovava la forza di guardarla.
“Grazie” riuscì a dire infine la ragazza; Ren la guardò stupito, non capendo il perché di quel ringraziamento improvviso “grazie per esserti aperto ed avermi confidato una cosa così importante. A questo punto penso proprio di non sbagliare a pensare che… ecco che Kuu Hizuri… beh sì che lui sia tuo padre, giusto?”
Il ragazzo annuì piano e sfinito si sedette sul divano accanto a lei. Inspirò ed espirò profondamente più volte e stravolto si afferrò la testa tra le mani. Kyoko allungò una mano verso di lui e gentilmente gli accarezzò la testa, quando all’improvviso un ricordo le attraversò la mente. Si bloccò di colpo e inconsciamente iniziò ad agitarsi, apparentemente senza un valido motivo. Ren notò il cambiamento nella ragazza ed istintivamente le si avvicinò preoccupato. Kyoko sembrava persa nei suoi pensieri e completamente in balia di chissà quali giochi mentali.

“Kyoko?” provò a chiamarla il ragazzo “Kyoko?” ripeté nuovamente senza ottenere nessuna risposta. La ragazza non prestava attenzione neanche al fatto che lui la stesse chiamando per nome. Le afferrò con decisione un braccio, costringendola a guardarlo; come risvegliatasi Kyoko lo fissò sorpresa. “Stai bene? Quello che ti ho detto ti ha turbato?” chiese seriamente preoccupato Ren.
“Ah no, ecco… ho solo realizzato una cosa che mi ha reso estremamente felice ma allo stesso tempo mi fa sentire in un tremendo imbarazzo”
“Uh? A cosa ti riferisci?” domandò incuriosito il ragazzo.
“Beh ecco…” Kyoko distolse lo sguardo “ho realizzato di aver appena scoperto il tuo vero nome.” Ren si irrigidì all’istante e per un momento non capì come fosse possibile. Certo Kyoko poteva ormai sapere il suo cognome sapendo chi fosse suo padre, ma il suo primo nome era tutta un’altra storia.

“Il… mio vero no… nome intendi?”
“Sì esatto! Il tuo vero nome dovrebbe essere K…” Kyoko si blocco di colpo tappandosi la bocca con la mano libera, mentre il ragazzo la guardò perplesso “Posso dirlo?” chiese la ragazza “Posso davvero pronunciare il tuo nome?”
“Come? Perché me lo chiedi?” domandò sempre più confuso Ren.
“Oggi ti sei arrabbiato moltissimo quando tuo padre ha provato a chiamarti per nome ed ho avuto la sensazione che il problema non derivasse solo dal fatto che io fossi lì e potessi scoprirlo. Mi è parso quasi come se tu avessi paura o timore a sentire pronunciare quel nome davanti ad altre persone; perciò ti sto chiedendo se posso davvero provare a chiamarti con il tuo vero nome, non voglio ferirti ancora” concluse Kyoko

Ren si trovò nuovamente spiazzato; com’era possibile che lei riuscisse a leggerlo così bene? Avvicinò al volto la mano della ragazza (che ancora non le aveva lasciato andare) e se la poggiò delicatamente sulla guancia.
“Sì, fallo” disse il ragazzo serio come non mai; Kyoko vide che nei suoi occhi c’era timore ma anche risolutezza, perciò prendendo coraggio assecondò la sua richiesta.
“Kuon… il tuo nome è Kuon Hizuri” disse guardandolo negli occhi; si accorse che a quelle parole, un brivido aveva scosso Ren.
“Non avrei mai pensato di sentire quel nome pronunciato dalle tue labbra… la cosa mi agita parecchio… hai ragione, io detesto ancora questo nome ma non ho potuto fare a meno di chiederti di pronunciarlo. Ora saresti così gentile da spiegarmi perché ti mette in imbarazzo conoscerlo?”

Kyoko arrossì di botto, allontanò la mano dal viso di Ren e si coprì gli occhi. “perché questo mi fa pensare al fatto che io ti ho impersonificato e mi sento morire dall’imbarazzo. Quando tuo padre mi ha detto di recitare nel ruolo di suo figlio Kuon, mi sono calata anima e corpo in quel ruolo ed ora mi rendo conto che mi stavo immedesimando in te! Ci siamo anche incontrati mentre recitavo, chissà cosa hai pensato quando hai capito che stavo cercando di imitare te. Non mi stupisce che tu fossi sconvolto… mi sento morire dall’imbarazzo. Che figura tremenda devo aver fatto quella volta e chissà come sei stato male tu.”

Ren non poté non sciogliersi davanti a quelle parole e per la prima volta quella sera, sorrise. Portò due dita sotto il mento della ragazza e delicatamente le sollevò il viso, poi spostandole le mani dal volto, la costrinse a guardarlo.
“Sei stata assolutamente perfetta in quel ruolo Kyoko; sono rimasto scioccato è vero, ma per la tua recitazione così realistica, mi hai portato indietro negli anni. Sei stata meravigliosa” La ragazza gli regalò un sorriso sincero; finalmente sentì un po' la tensione della serata scivolare via dal suo corpo e le sembrò che anche Ren iniziasse a tranquillizzarsi almeno in parte. Proprio per questo motivo, trovò il coraggio di continuare a parlare e di affermare senza nessuna esitazione quello a cui stava pensando.

“Ren!” il ragazzo la guardò “E’ così che continuerò a chiamarti per il momento” lui inclinò leggermente la testa di lato, interrogandola solo con lo sguardo, non capendo bene a cosa si riferisse. “Quello che intendo dire è che anche nella vita privata, continuerò a chiamarti Ren. Non fraintendermi, sono davvero contenta di conoscere il tuo vero nome e, già che ci siamo, ti confesso che prima di oggi mi sono interrogata più volte su quale potesse essere. Saperlo mi fa sentire più vicino a te… è come se avessi fatto mia un’ulteriore parte del tuo cuore. Tuttavia tu non sei ancora pronto a sentirti chiamare così e a me non importa veramente quale nome io debba usare, la sola cosa importante è che io possa continuare a chiamarti e a starti vicino. Ovviamente posso sempre sbagliare, ma questa è l’impressione che ho avuto”.

Il ragazzo si alzò lentamente dal divano e si mise a camminare nervosamente per la stanza.
“E’ davvero sconcertante il fatto che tu riesca a leggermi così bene; penso di aver sottovalutato o non compreso fino in fondo quanto tu sia stata ferita in passato e quale oscurità sia scaturita quella volta, dopo l’incidente con Fuwa intendo”. Ren si rabbuiò di colpo, strinse i pugni e abbassò lentamente il capo.
“Scusami…” ricominciò con voce sommessa “pensare a Fuwa e al dolore che ti ha inferto mi ha fatto ricordare di non essermi ancora scusato con te, per tutto quello che è successo questa sera e soprattutto…” il ragazzo si bloccò, incapace d’andare oltre, come se soffrisse all’idea di pronunciare altro “…e soprattutto per averti ferita, con le mie parole ma anche con le mie azioni. Ti sei fatta male per colpa mia…”

Kyoko lo guardò confusa, non riusciva realmente a capire a cosa si riferisse, ma prima che potesse esprimere le sue perplessità, Ren l’anticipò.
“Oggi… Quando eravamo agli studi, ero completamente fuori di me dalla rabbia e non sono riuscito a controllarmi; quando mi hai bloccato il braccio per fermarmi ho provato a tenere a bada le mie emozioni ma non ci sono riuscito e così ho finito per strattonarti con forza e farti cadere; come se tutto ciò non bastasse, ti ho detto delle cose orribili nel parcheggio… Mi dispiace davvero…” Ren si voltò nuovamente verso di lei e con lo sguardo più ferito che gli avesse mai visto dipinto in volto continuò a parlare “ci sto provando, dico davvero, mi sto impegnando al massimo per combattere contro questi sentimenti negativi. Solitamente riesco a tenere tutto sotto controllo e a mantenere sempre la facciata di Tsuruga Ren; anche nelle situazioni più rischiose, riesco a mostrarmi calmo e pacato, ma quando si tratta di te o di faccende strettamente legate al mio passato perdo del tutto il controllo… a pensarci bene con te è stato così fin dall’inizio, non so come mai, ma sei riuscita a leggermi dentro e capire i miei sorrisi di circostanza fin da subito… In momenti come quelli di oggi, quella parte che voglio tenere sepolta, il lato più oscuro di Koun, quello che sto cercando di dimenticare e cambiare, prende il sopravvento… mi dispiace…” concluse il ragazzo stringendo i pugni così forte da farsi diventare le nocche completamente bianche e provocarsi dolore. Kyoko si alzò a sua volta e gli prese i pugni tra le mani, costringendolo a mollare la presa.

“Ren, non c’è bisogno che tu sia così duro con te stesso, io sto bene. Fisicamente non mi hai fatto male, se questo ti preoccupa… ho solo perso l’equilibrio… per quanto riguarda le tue parole, ovviamente al momento mi hanno ferito un po’, ma ho compreso bene il tuo stato d’animo ed ho capito che erano cose dette d’impeto e tue paure. Non devi preoccuparti così tanto per me, non sono più così fragile… Continui a parlare di oscurità, di cose tremende che hai fatto di cui non sono al corrente, di malvagità... le ragioni che hanno portato a tanto dolore e oscurità non le conosco ma… sono cose passate… Tuo padre oggi mi ha fatto una domanda quando mi sono lasciata sfuggire che il tuo sguardo non prometteva niente di buono” Ren la fissò con gli occhi sbarrati.

“Il mio sguardo? Che intendi dire?” balbettò il ragazzo
“Parlo dei tuoi occhi… forse non te ne rendi conto, ma quando sei in un certo stato d’animo, i tuoi occhi cambiano completamente… diventano come vuoti, freddi, spenti e a volte quasi folli.” Un momento di panico attraversò Ren, davvero aveva mostrato quel suo lato a Kyoko? “Tuo padre” continuò la ragazza “mi ha chiesto se avessi già visto quello sguardo prima d’ora e se ne fossi spaventata. Ho dovuto rifletterci un momento prima di rispondere, ma non ho avuto nemmeno un attimo di esitazione una volta trovata la risposta. Ripeto a te quello che ho detto a lui oggi: ‘No! Lo sono stata in passato, ma solo perché mi ha spiazzato e mi sono trovata davanti una persona che non riconoscevo. Ho visto quell’oscurità che aveva inghiottito anche me una volta e non sapevo come aiutarlo. Io non ho paura di lui… ho paura di non poterlo aiutare, soprattutto ora’. Capisci Ren? Non importa quanta oscurità attanagli ancora il tuo cuore, non importa quanto lunga sarà la tua battaglia, io ti starò accanto e non ti permetterò di uscirne sconfitto”.

Il ragazzo, completamente attonito, guardava Kyoko senza riuscire a proferir parola. Come era possibile tutto questo? Come faceva a parlare così? Da un lato Ren si sentiva più tranquillo, felice di quelle parole e speranzoso che ogni cosa fatta in passato non avesse ripercussioni sul loro rapporto; dall’altro lato però, temeva che una volta saputa tutta la verità, lei ne sarebbe stata sconvolta e che lo avrebbe di sicuro allontanato.
“Parli così” disse infine il ragazzo “solo perché non sai di quali colpe mi sia macchiato; sono convinto che tua sia sincera e pensi davvero quello che hai appena affermato e, credimi, sono immensamente felice per le tue parole ma… …temo che non sia così semplice, sono responsabile di colpe atroci…”

Il silenzio calò nuovamente nella stanza, i due ragazzi erano fermi immobili uno di fronte all’altra e nessuno dei due sembrava avere l’intenzione di muoversi o dire qualcosa. Kyoko era decisamente combattuta, voleva confidare una cosa al ragazzo ma temeva di mandarlo ancora di più in depressone; si rendeva però conto che Ren non avrebbe potuto capire fino in fondo la veridicità delle sue affermazioni e perciò decise di rischiare e di dargli una prova di quanto lei fosse sincera. Si fece coraggio, emise un lungo sospiro e con decisione afferrò la mano del ragazzo.

“Ren, vieni… siediti per favore” il ragazzo la guardava confuso. Il dilemma interiore della ragazza non era passato inosservato ai suoi occhi e lui si era convinto sempre di più di aver fatto centro con le parole appena pronunciate; ma quando lei lo aveva afferrato per mano si era trovato spiazzato. Trascinato dalla ragazza, si trovò nuovamente seduto su quel divano che da un paio di giorni era diventato uno dei luoghi prediletti per le confessioni intime di quei due ragazzi.

“Perdonami” iniziò la ragazza “devo dirti una cosa ma temo di provocarti nuovamente del dolore… credimi la mia intenzione è tutto all’infuori di ferirti, ma sento che è giunto il momento di confessarti questa cosa, proprio per farti capire che quello che ho detto è la verità.” Ren guardava Kyoko sempre più confuso, non capiva dove la ragazza volesse arrivare e iniziava ad agitarsi. “Poco fa, ti ho detto che avevo già visto il tuo sguardo vuoto prima di oggi. La prima volta che lo vidi così nitido fu durante la missione dei fratelli Hell, quando ci trovammo coinvolti in quella rissa per strada; durante quel ruolo, più volte mi sono resa conto che non stavi recitando normalmente, che qualcosa di oscuro stava muovendo il tuo cuore; era come se davanti a me non ci fosse né Tsuruga Ren né Cain ma una terza persona che non conoscevo ed è questo che inizialmente mi ha spaventata; trovarmi di fronte una persona sconosciuta e non sapere cosa fare per aiutati. Ti ho già detto che all’inizio avevo anche contattato il presidente per capire se potesse consigliarmi, senza però avere molte risposte. Uno dei momenti in cui ti sei smarrito di più è stato durante una delle riprese, quando c’è stato quell’incidente con Murasame” Ren si irrigidì di colpo ripensando a quei momenti ma non poté fare a meno di continuare ad ascoltare la ragazza.

“Dopo quell’incidente, se ricordi, il regista è venuto nella nostra stanza per parlare dell’accaduto. Quando è arrivato tu stavi facendo il bagno, per questo nell’attesa si è fermato a parlare con me. Durante la nostra conversazione, il regista mi ha spiegato cosa fosse successo e cosa secondo lui avesse dato il via alla rabbia di Cain. Ha detto che Murasame aveva usato le parole ‘mezzosangue’ e ‘assassino a sangue freddo’ e che aveva anche affermato di aver capito quale fosse il tuo punto debole. Il regista mi ha chiesto se davvero tu volessi interpretare il ruolo in quel modo; lui aveva percepito come se tu avessi aggiunto un complesso di inferiorità al tuo personaggio legato alla questione razziale. È rimasto particolarmente sorpreso quando gli ho fatto capire che non mi avevi confidato come volessi interpretare il ruolo e del fatto che io non ti avessi chiesto niente in merito all’incidente, ma l’ho rassicurato dicendogli che era assolutamente normale e in linea con la reazione che avrebbe avuto Setsu. Tuttavia, nell’esatto momento in cui è finita quella conversazione e dopo aver ascoltato anche le spiegazioni che tu gli hai dato, mi sono resa conto di una cosa… il tasto dolente di Cain non era sicuramente legato ad un complesso razziale e quindi non era legato alla parola mezzosangue. Io ero, anzi, sono sicura che il punto debole menzionato non fosse neanche legato al personaggio di Cain ma che le parole che davvero ti hanno turbato quella volta siano state…” Kyoko si interruppe un momento “…tu sei veramente un assassino a sangue freddo” concluse infine.

Ren sbiancò completamente, incapace di articolare una frase di senso compiuto. Si sentiva nuovamente messo a nudo e in balia di quella ragazza. Istintivamente si alzò e fece per andarsene, voleva andare a chiudersi in camera sua e schiarirsi le idee, non riusciva più a reggere il peso e quella pressione, ma Kyoko lo fermò per un braccio e tirandolo all’improvviso lo fece risedere di colpo sul divano e gli prese il viso tra le mani

“Guardami” il ragazzo fissò gli occhi nei suoi “ci ho pensato molto nei giorni successivi e mi sono trovata a pensare che dentro di te si celasse veramente un’oscurità spaventosa che si nutre dei tuoi sentimenti negativi e contro cui porti avanti una lotta quotidiana. Inoltre se davvero avevo indovinato il tuo punto debole e la tua oscurità fosse legata ad esso, mi sono trovata a chiedermi più volte se…” anche questa volta Kyoko si fermò un momento “perdonami ma devo dirlo… …se qualcuno fosse realmente morto a causa tua.”

Ren ormai era l’ombra di sé stesso; gli occhi spalancati e velati di lacrime la guardavano smarriti. Improvvisamente spalancò la bocca come per dire qualcosa, ma le parole gli morirono in gola; portò le mani alla testa per poi coprirsi subito gli occhi.
“No… no… NO!” urlò poi tutto d’un fiato. Kyoko gli afferrò i polsi e lo chiamò a gran voce
“REN! Ren calmati, sono io… Perdonami ti prego, non era assolutamente mia intenzione portarti ancora alla mente ricordi dolorosi” Kyoko sentì l’estremo bisogno di abbracciare il ragazzo ed istintivamente si sedette a cavalcioni sulle sue gambe per poi buttare le braccia intorno al suo collo e stringerlo forte a sé. Il ragazzo parve irrigidirsi al contatto, come se non si aspettasse una simile vicinanza, ma poi si rilassò leggermente. Kyoko si avvicinò al suo orecchio e dolcemente gli sussurrò:
“Sono qui Ren, perdonami davvero per quello che ti ho detto ma l’ho fatto solo per farti capire che le mie parole sono sincere. Non importa quello che è successo in passato, io non ti lascerò solo e ti aiuterò a vincere la tua battaglia. Probabilmente riesco a comprenderti così bene perché anche io sono stata divorata dall’oscurità e capisco cosa si provi. Ti prego permettimi di aiutarti, non allontanarmi… fidati di me. Non importa cosa sia successo… il passato è passato e tu stai già facendo di tutto per fare ammenda, lo so… Non voglio chiederti niente ora, non voglio spiegazioni se è questo che ti spaventa, sono qui solo per te”.

Fu come se il ragazzo riemerse dalle tenebre, il suo corpo riuscì nuovamente a rispondere ai comandi e finalmente si mosse. Avvolse in un abbraccio disperato la ragazza e continuò a stringerla senza sosta. Rimasero così per diversi minuti, in completo silenzio e stretti l’uno all’altra.

“E’… è così… è proprio come pensi…” riuscì infine a dire il ragazzo “Ogni volta mi sorprendi, mi sento completamente esposto davanti a te… è tremendamente difficile per me ammetterlo, ma la tua intuizione purtroppo è giusta… la mia colpa è gravissima e non so se basterà questa vita per imparare a conviverci… perdonami… non posso e non voglio dirti di più per ora, non ce la faccio, non sono ancora pronto perché non ho ancora vinto la mia battaglia. Scusami… dovrei farti ribrezzo, non merito il tuo affetto ma non riesco e non voglio lasciarti andare. Tu sei mia!” concluse Ren aumentando la presa su di lei.

Rimasero abbracciati ancora per qualche minuto, persi nei loro pensieri ed emozioni poi molto lentamente Ren sciolse la presa e si allontanò leggermente da lei, per fissarla dritta negli occhi. Kyoko vide una strana espressione dipinta sul suo volto e non riuscì a decifrarla del tutto. Ren sembrava triste e combattuto allo stesso tempo. Esitante la fece alzare dalle sue gambe e ancora più insicuro si alzò; la prese per mano e senza dire una parola si incamminò verso la sua stanza trascinandosi dietro la ragazza. Una volta arrivati, il ragazzo lasciò la sua mano e si diresse a prendere un oggetto per poi riavvicinarsi e mostrarle esitante quello che aveva in mano; Kyoko la riconobbe all’istante, era la pietra di Corn che lei gli aveva momentaneamente affidato.

“Non posso dirti altro in merito alla mia oscurità ma penso sia giunto il momento di rivelarti una cosa. Sono terrorizzato all’idea di farlo perché temo davvero di ferirti e di perderti, non voglio assolutamente che questo accada ma è giunto il momento che tu sappia la verità, te lo meriti. Sei stata sincera con me ed è giusto che io faccia altrettanto.” Ren fece una breve pausa, poi emettendo un profondo respiro continuò “immagino tu abbia riconosciuto subito cosa ho in mano, giusto?” Kyoko annuì confusa “è giunto il momento che tu sappia chi ti ha regalato questa pietra”
“Eh?!?! So benissimo chi me l’ha regalata, è stato Corn e lo sai anche tu.”
“No, non è vero.” Kyoko sgranò gli occhi sempre più confusa “O meglio, la pietra te l’ha data il ragazzo che tu chiami Corn ma quello che voglio farti capire è chi sia realmente quel ragazzo… Mi spiace darti questa delusione ma… …Corn non è una fata, è una persona e ti è più vicina di quanto immagini…”

La ragazza non riusciva davvero a capire cosa stesse cercando di dirle Ren, ma la cosa non le piaceva; il discorso stava iniziando a prendere una piega strana e lei iniziava ad agitarsi ed avere una brutta sensazione.

“Corn… …il suo nome non ti ricorda niente?” Kyoko fecce un impercettibile cenno di diniego, ma la sua mente era già volata inconsapevolmente all’ultimo incontro avuto con la sua fata a Guam e al fatto che lui avesse la fisionomia e la voce di Ren. Una terribile consapevolezza si fece strada in lei, ma subito la ragazza la ignorò rifiutando con forza quel pensiero.
“Kyoko, qual è il mio nome?”
“Eh? Ren” rispose subito la ragazza
“No, il mio vero nome…” precisò il ragazzo abbassando il tono della voce e guardandola serio.
“K… Kuon” ripose con un filo di voce la ragazza; la terribile sensazione provata poco prima, l’aveva attanagliata nuovamente e questa volta non sembrava avere intenzione di abbandonarla.
“E’ questo… questo è il vero nome di Corn… tu eri solo una bambina all’epoca e pronunciasti male il suo nome, trasformando Kuon in Corn…” Kyoko era sconvolta, lo fissava senza realmente guardarlo “Come presumo tu abbia ormai capito, io… sono Corn. Sono stato io a regalarti questa pietra parecchi anni fa…”

“Questo… questo non è possibile… Stai mentendo… Se è uno dei tuoi soliti scherzi, sappi che non è divertente.” La ragazza non riusciva a pensare con lucidità e non riusciva ad accettare quanto le era appena stato rivelato.
“Non è una bugia, mi dispiace… Non ti ho riconosciuta subito al nostro primo incontro perché eri così diversa e non intendo solo fisicamente. Eri ossessionata dalla tua idea di vendetta e la mia prima impressione su di te non fu delle migliori proprio a causa delle tue motivazioni per entrare in questo mondo, lo sai bene. Quando perdesti questa però” Ren sollevò la pietra “e ci incontrammo agli studi, tu eri disperata e continuavi a chiamare Corn e a scusarti con lui. Ti riconobbi in quell’istante… pian piano mi accorsi che alla fine non eri cambiata poi molto, sempre gentile, sempre disponibile, dando il massimo in tutto quello che fai; allo stesso tempo eri cresciuta e maturata ma eri stata anche contaminata dall’odio e dalla vendetta. Con il passare del tempo ho finito per innamorarmi di te, di quella bambina piagnucolona ma adorabile che avevo incontrato tanti anni prima a Kyoto e che non aveva la minima idea di chi io fossi in realtà”.

Nella grande stanza di Ren regnava il silenzio, Kyoko non era ancora riuscita a proferire una sola parola e guardava il pavimento sconvolta; le sue spalle ed il suo intero corpo tremavano e la cosa fece preoccupare Ren che istintivamente si avvicinò a lei e le prese un braccio.

“NON MI TOCCARE” urlò Kyoko furibonda, liberando il braccio dalla presa del ragazzo. Ren la fissò sbalordito “Quindi vuoi farmi credere che Corn sei tu? Che mi hai mentito per tutto questo tempo? NO, NON È POSSIBILE! Il tuo aspetto, la tua voce, il tuo nome, quello che mi hai appena raccontato… devono essere solo coincidenze, non c’è altra spiegazione. Corn è una splendida fata che mi ha aiutato in molteplici occasioni, tu e lui non siete la stessa persona… NON POSSO ACCETTARLO!” concluse urlando la ragazza.

“Perché?” chiese tagliente il ragazzo. Kyoko alzò per la prima volta lo sguardo su di lui e vide che Ren era triste ma allo stesso tempo arrabbiato. La ragazza si chiedeva perché mai dovesse essere lui quello arrabbiato in una situazione simile “Perché non puoi accettarlo?” ripeté nuovamente Ren.

“Perché? E me lo domandi anche? Perché mi hai preso in giro! Ti sei preso gioco di me in tutto questo tempo! Chissà quanto ti sei divertito vedendomi esaltare come una bambina quando ti parlavo di lui e del regno delle fate! Mi fidavo di te e mi fidavo di Corn e poi scopro che siete la stessa persona! Non lo accetto! E quando ci siamo incontrati a Guam allora? Perché non mi hai detto la verità lì se davvero ti spiaceva mentirmi, considerato che avevo anche tirato in ballo la vostra somiglianza! Ti sei divertito a farmi impazzire in quell’occasione? E tutte le cose che mi hai sempre raccontato oppure quando mi hai consolato nei panni di Ren? Bugie, erano tutte solo BUGIE! Mi hai preso solo in giro… SEI SPREGEVOLE!” urlò la ragazza, poi come colta da un momento di lucidità si bloccò di colpo e si tappò la bocca. Non riuscì però a trattenersi e grosse lacrime solcarono il suo viso trafiggendo Ren al cuore.

“Quello che hai detto… …non è vero e sono sicuro che anche tu in fondo al tuo cuore lo sappia. Non ho mai avuto l’intenzione di prenderti in giro, ma non era di certo una cosa semplice da confessare. Prova a metterti per un momento nei miei panni, come avrei potuto dirti una cosa del genere? Non mi avresti neanche creduto probabilmente e soprattutto non volevo…”

“E infatti non ti credo…” Ren spalancò gli occhi “o meglio non credo al fatto che quello che ti ho appena detto non sia vero. Non mi fido…” singhiozzò Kyoko. Il ragazzo si sentì ferito da quelle parole e senza rendersene conto le rispose alzando notevolmente il tono della voce.

“Perché non mi credi? Perché non ti fidi? Hai idea di quanto sia stato difficile per me mantenere questo silenzio fino ad ora, non poterti dire la verità senza doverti dare un sacco di spiegazioni? Come pensi che potessi dirti che eravamo la stessa persona senza rivelarti qualcosa su di me o sul mio passato e sulle mie colpe? Nei tuoi ricordi Corn era un ragazzino biondo, con gli occhi verdi ed estremamente gentile, lo consideravi una fata e così lo hai rivisto anche da adulto! Come pensi che potessi dirti qualcosa senza ferirti? Hai idea di quanto io mi sia sentito dilaniato, in colpa e spregevole per questo? Hai idea di quanto mi sia sentito patetico perché sono arrivato a provare anche della gelosia verso me stesso? Nei panni di Ren provavo gelosia per il tuo approcciarti in maniera assolutamente normale con Corn, cosa che con me ti risultava difficile fare, ed il tuo idolatrarlo… nei panni di Corn ho provato gelosia verso Ren per la tua devozione e ammirazione verso il tuo senpai. Non puoi neanche immaginare di come mi si sia spezzato il cuore quando ti ho visto completamente sconvolta per le parole che ti ha detto quello stupido Reino e per la tua paura che Corn fosse morto! Ogni cosa che ho fatto, l’ho fatta sempre pensando a te! Sicuramente ho sbagliato a non dirti niente ma non ti ho mai presa in giro, sei sempre stata nel mio cuore e ti ho sempre amato! Perché? Perché sei disposta ad accettarmi con tutta la mia oscurità, ad accettare il fatto che io sia un MALEDETTO ASSASSINO MA NON PUOI ACCETTARE IL FATTO CHE IO SIA CORN? Cosa c’è di così tanto diverso dal fatto che tu mi abbia nascosto di essere Bo? Non lo hai fatto anche tu per paura di ferirmi, per paura di perdermi o deludermi? Non me lo hai tenuto nascosto perché la cosa era andata talmente in là da non sapere come confessarmi tutto? COSA C’E’ DI COSI’ DIVERSO NEL MIO CASO? Mi dispiace ma non lo capisco e sono io che NON LO ACCETTO!”

Ren si sedette sul letto privo di forze, sconvolto ed ormai convinto di aver allontanato definitivamente da lui la ragazza. Sapeva che confessarle tutto era pericoloso ma non si pentiva di averlo fatto, era la cosa giusta da fare alla fine. Kyoko dal canto suo era rimasta impietrita dallo sfogo di Ren. Si rese conto che il ragazzo non aveva tutti i torti e che, fino a quel momento, non aveva mai fatto nulla volontariamente per ferirla. Ragionando con un minimo di lucidità comprese perfettamente il comportamento di Ren e si diede della stupida per la reazione che aveva avuto nei confronti del ragazzo anche se doveva ammettere che non era una cosa così semplice da accettare ed era convinta che la sua reazione, per quanto eccessiva, fosse abbastanza comprensibile. Ripresasi dallo shock e a mente più lucida, Kyoko si asciugò le lacrime e si avvicinò al ragazzo, si inginocchiò davanti a lui e delicatamente gli sfiorò i capelli. Ren non aspettandosi quel contatto, si ritrasse di scatto e la guardò confuso. Kyoko rimase per un momento con la mano sospesa, vicino al volto del ragazzo, poi decisa riprese a sfiorargli i capelli.

“Sei davvero tu? Siete veramente la stessa persona?” Ren annuì “Allora… dimostramelo!” disse decisa Kyoko; il ragazzo le regalò uno sguardo interrogativo, come a chiederle una spiegazione alla sua richiesta “Ho capito che siete la stessa persona, ma… vorrei vederlo con i miei occhi. Puoi farlo?”
Ren emise un lungo sospiro “Non sono sicuro di aver compreso bene quello che mi stai chiedendo… comunque se ti riferisci al mio aspetto fisico, non ho grandi prove da offrirti… non indosso una parrucca perché è troppo pericoloso, è un’alternativa che utilizzo solo in rare occasioni e, come puoi ben immaginare, non ho modo di tingermi i capelli ora… posso fare solo una cosa in questo momento.” Il ragazzo prese un piccolo contenitore e del liquido da uno dei cassetti del comodino e senza esitazione si levò le lenti a contatto; ogni gesto era minuziosamente osservato dalla ragazza che trattenne il fiato fino a quando Ren non si tolse entrambe le lenti e la guardò. Due magnifici occhi verdi la fissavano, due occhi speranzosi e spaventati allo stesso tempo. Kyoko fu rapita da quello sguardo; erano sicuramente occhi che conosceva ma che in qualche modo vedeva per la prima volta sul volto del loro vero proprietario. Istintivamente si lanciò su Ren e lo abbracciò con foga, sentendosi veramente un’idiota.

“Scusami… Scusami Ren, ho esagerato… è solo che ho avuto paura, mi sono sentita tradita, tutte le mie certezze crollate e così le mie insicurezze sono venute a galla. Cerca di capirmi, mi hai detto una cosa sconvolgente non potevi aspettarti che la accettassi in silenzio, dovevo capire… ma mi rendo conto che ti ho aggredito più del dovuto… mi dispiace, mi sento così stupida” la mano del ragazzo si posò sulla sua testa e le regalò dolci carezze.

“Allora sarebbe più corretto dire che siamo entrambi degli idioti, non trovi?” rispose il ragazzo, per poi aggiungere più serio che mai “Ti vado davvero bene? Sono un ragazzo complicato, ho un sacco di difetti nonostante quello che la gente pensi, ho un passato oscuro che non ho ancora il coraggio di raccontarti nei dettagli e con il mio brutto carattere potrei involontariamente farti soffrire.” Kyoko rimase in silenzio stretta ancora nel suo abbraccio, pensando a come rispondergli; poi un’idea le passò per la testa, era una cosa un po' audace da parte sua ma le sembrò la risposta migliore da dargli per rassicurarlo. Sciolse l’abbraccio, indietreggiò di qualche passo e fissandolo dritto negli occhi, portò una mano sulla sua camicetta. Lentamente e sotto lo sguardo sconvolto di Ren, Kyoko si slacciò il primo bottone; il ragazzo arrossì vistosamente ma fu incapace di distogliere lo sguardo. La ragazza aprì leggermente la sua camicetta e la spostò con decisione scoprendo il succhiotto che Ren gli aveva fatto il giorno prima.

“Ren, la persona che amo mi ha lasciato questo segno come simbolo di un’importante promessa che mi ha fatto. So che farà di tutto per mantenerla pertanto fino a quando durerà la sua vita, so che la vivrà come la persona che mi appartiene fintantoché io mi prenderò cura di lui e lo guarderò per sempre. Io credo fermamente in questa promessa… Ren, Kuon, Corn, non mi interessa quale nome scegli di usare, tu sei l’uomo che amo con i tuoi pregi ed i tuoi difetti. Ogni nome con cui ti sei fatto o ti fai chiamare, racchiude una parte di te… Non sei solo Ren, solo Kuon o solo Corn, sei tutti loro e io ti accetto per quello che sei. Tu mi hai fatto una promessa, ora lascia che te ne faccia una anche io. Non importa cosa accadrà, cosa sia successo nel tuo passato o quante difficoltà ci saranno sulla nostra strada, io continuerò a stare al tuo fianco, ad essere dalla tua parte e a fare di tutto affinché la persona che amo sia felice”.

Le parole pronunciate da Kyoko ebbero un effetto curativo sull’animo di Ren, sembrava come se la discussione alla LME, l’incontro con i suoi genitori, i confronti e le discussioni avute quella sera, fossero del tutto scomparsi. Il ragazzo annullò la distanza tra di loro, la strinse nuovamente a sé e poi, senza darle possibilità di dire altro, prese il suo viso tra le mani e si chinò su di esso in un bacio di cui entrambi avevano disperatamente bisogno. Si baciarono ancora e ancora, fino a quando non mancò loro l’aria. Ren abbracciò nuovamente la ragazza e avvicinandosi al suo orecchio, quasi impercettibilmente, le sussurrò:
“Rimani con me stanotte”
“Non c’è bisogno che tu me lo chieda, era già in programma… pensavo fosse chiaro” rispose agitata la ragazza.

Ren diede un leggero bacio sul collo di Kyoko e lentamente iniziò a farla arretrare fino a che le sue gambe non urtarono il grande letto del ragazzo. Ren con un gesto rapido ma delicato allo stesso tempo, fece perdere l’equilibrio alla ragazza che si trovò sdraiata sul materasso. Il ragazzo si chinò su di lei, poggiando un ginocchio sul letto e le sue braccia accanto al viso di Kyoko. “Ho paura di non essermi spiegato bene… Rimani con me stanotte” ripeté il ragazzo “in questa casa, in questa stanza, in questo letto. Rimani con me”.

Kyoko avvampò di colpo, aveva appena capito cosa intendesse il ragazzo; Ren le stava chiedendo di dormire insieme nello stesso letto e probabilmente avrebbe desiderato fare anche altro. Subito le tornò in mente lo sguardo maturo che il ragazzo le aveva riservato la sera prima e di come l’avesse bloccata al muro mandandola in estasi solo con qualche bacio. Sapeva che non avrebbe resistito molto se avesse seguito anche solo in piccola parte il suo desiderio e assecondato il ragazzo. Si sentì sciogliere come burro fuso e la sua testa cominciò a fumare. Cosa doveva fare? Non era per niente tranquilla in situazioni simili, non sapeva come comportarsi. Come avrebbe dovuto rispondere a una richiesta simile? C’era una risposta giusta da dare? Si sentiva in tremendo imbarazzo. Ren si appoggiò su di lei, piano, facendo attenzione a non gravarle troppo con il suo peso. “Stai tranquilla; penso di sapere quali siano i pensieri che ti stiano passando per la testa in questo momento, ma non ti preoccupare non intendo fare niente che non voglia anche tu e soprattutto non desidero che ti senta obbligata a concedermi nulla. L’unica cosa che vorrei è solo sentirti vicino, quindi ti prego rimani con me”
Kyoko con le guance ancora arrossate per l’imbarazzo decise di seguire il suo cuore e, abbracciandolo, rispose semplicemente “Va bene”.

Il ragazzo si sollevò leggermente dal corpo della ragazza per guardarla in viso e le regalo un sorriso sincero; poi lentamente si avvicinò a lei, dandole così modo di poterlo respingere. Non trovando nessun ostacolo però, unì nuovamente le sue labbra a quelle di Kyoko. I due innamorati continuarono a baciarsi, con passione crescente, fino a quando Ren non riuscì a trovare la forza per staccarsi da lei e appoggiare la fronte a quella della ragazza, cercando di far calmare i battiti del suo cuore ed i suoi istinti. I loro sguardi si incrociarono nuovamente per un momento interminabile.

“I tuoi occhi…” cominciò a dire Kyoko
“Cosa?” fece Ren confuso; poi, improvvisamente, si ricordò di essere senza lenti a contatto. “Ah scusa… Ti danno fastidio? Aspetta, mi rimetto le lenti” disse il ragazzo e fece per alzarsi ma senza riuscirci, perché fu trattenuto da Kyoko.
“Stavo per dire che sono meravigliosi… Non serve che tu rimetta le lenti a contatto; mi ha spiazzato vederli così da vicino perché ancora non ci sono abituata, dopo tutto è la prima volta che li associo al tuo volto. Ora capisco perché non hai mai messo le lenti a contatto di BJ davanti a me!” la ragazza sorrise “Amo i tuoi occhi, di qualunque colore essi siano e lasciami dire che in questo momento trovo che tu sia meraviglioso.” aggiunse la ragazza leggermente imbarazzata, per poi alzare una mano e sfiorargli la testa. “Sei qui davanti a me con questi tuoi splendidi capelli scuri, quelli che mostri come ‘Ren’ e che sono abituata a vedere e con questi meravigliosi occhi verdi che caratterizzano invece ‘Kuon o Corn’, ossia la tua parte che tendi a nascondere; in pratica mi stai mostrando tutti i tuoi lati, non potrei chiedere di più”.

Ren si gettò nuovamente sulle labbra della ragazza, la amava alla follia! Come faceva ogni volta a dire la cosa giusta per tranquillizzarlo? Il ragazzo continuò a baciarla con passione, dalle sue labbra si spostò famelico al suo collo e, senza riuscire a fermarle, anche le sue mani iniziarono ad esplorare quel corpo tanto bramato ed istintivamente una finì per fermarsi sul seno della ragazza. Ren sentì Kyoko irrigidirsi e di colpo tornò lucido, si fermò all’istante allontanando la mano dalla zona incriminata e si tirò su rimanendo a cavalcioni su di lei. La vide completamente rossa in faccia, con il fiato corto e si trovò a pensare che non era mai stata così bella. Si portò una mano sulla bocca ed imbarazzato mormorò una frase di scuse. Si stava maledicendo per non essere riuscito a resistere alla tentazione di toccarla. All’improvviso la ragazza gli prese una mano e la rimise sul suo seno. Ren, completamente spiazzato, guardava la ragazza cercando disperatamente di capire se avesse interpretato correttamente il suo invito silenzioso a proseguire quello che stava facendo. Per tutta risposta Kyoko, con mano tremante ma decisa, indirizzò le dita del ragazzo verso i bottoni della sua camicetta.

“Non tentarmi ti prego” riuscì a dire infine Ren, cercando disperatamente di mantenere un minimo di lucidità “non darmi questo permesso perché temo davvero di non riuscire più a fermarmi”.
Kyoko divenne ancora più rossa capendo all’istante a cosa il ragazzo alludesse, tuttavia riuscì ad articolare un’unica frase che tolse ogni freno inibitore a Ren.
“Lo hai detto tu stesso prima… sono tua ormai, perciò non ho paura… io ti amo Ren” concluse la ragazza, anche lei sorpresa da quello che era stata in grado di confessargli.

Il ragazzo non resistette oltre e lentamente inizio a slacciare la camicetta di Kyoko, fino a quando anche l’ultimo bottone cedette e lui poté sfilare quell’indumento ormai superfluo. Quello che vide lo lasciò senza fiato; Kyoko era sdraiata sotto di lui con il reggiseno in bella vista e lì, poggiato sul seno della ragazza, faceva capolino la sua collana.
“Quello è il... è il mio pendente?” chiese realmente sorpreso
“Oh… sì.” Rispose imbarazzata Kyoko “mi avevi detto di tenerlo al sicuro per te e da allora me ne sto prendendo davvero cura. Solitamente lo conservo a casa, mi piacerebbe portamelo sempre dietro ma, per prima cosa è un oggetto veramente costoso ed importante per te e temo possa succedergli qualcosa” disse veramente preoccupata Kyoko “ma soprattutto è un accessorio troppo caratteristico della figura di Tsuruga Ren; lo hai sempre indossato e perciò ho il terrore che qualcuno possa notarlo anche se lo nascondo sotto i vestiti. A volte però, nei momenti di difficoltà o particolarmente importanti, capita che lo indossi, come amuleto protettivo. Ma non preoccuparti, sono sempre molto attenta in quei casi!” Kyoko fece una breve pausa prima di continuare “quando mi avete accompagnato a casa questa sera, ne ho approfittato e l’ho indossato. Mai come oggi ho sentito la necessità, il bisogno e la voglia di metterlo al collo. Mi fa sentire più vicina a te e soprattutto mi sembra di averti sempre accanto” concluse arrossendo ancora di più la ragazza.

Ren sorrise dolcemente, accarezzò il suo pendente per un istante e poi, con delicatezza, fece sollevare la ragazza di quel tanto sufficiente a sfilarglielo “Ti spiace se te lo levo per un po'? Mi piacerebbe prendere il suo posto accanto a te, dato che sono qui” e senza aspettare una risposta, il ragazzo si chinò nuovamente su di lei e ricominciò a baciarla. Si spostò delicatamente dal suo viso e cominciò a lasciare una scia di teneri baci sul suo collo per poi risalire ed iniziare a torturarle l’orecchio.

Nel preciso momento in cui aveva dato a Ren il permesso di toglierle la camicia, la ragazza era ben conscia di quello che probabilmente sarebbe successo ma la cosa non la spaventava; tuttavia si sentiva tremendamente imbarazzata anche perché non era pratica, mentre probabilmente il ragazzo aveva già avuto simili esperienze. Kyoko si rabbuiò per un istante; si sentiva inadatta ed era una cosa che non sopportava. Quando Ren iniziò a baciarle e leccarle l’orecchio percepì anche che una mano del ragazzo le stava accarezzando l’addome per poi fermarsi nuovamente sul suo seno. Una sensazione di piacere la avvolse completamente e si trovò ad emettere dei piccoli gemiti di piacere. Come già successo il giorno prima, Kyoko si tappò immediatamente la bocca per poi coprirsi il viso ed istintivamente si ritrasse.

“Non coprirti, voglio guardarti, sei così bella” le disse Ren spostandole il le mani dal viso “c’è qualcosa che non va? Ho fatto qualcosa che ti ha dato fastidio?” le chiese teneramente il ragazzo.
“No… No scusami è solo che… mi sento tremendamente inadeguata in questo momento. Non sono né bella, né provocante come lo può essere ad esempio Kana-san. Non sono pratica in queste situazioni mentre tu… tu sicuramente sì e non vorrei deluderti” confessò la ragazza imbarazzata più che mai, rossa fino alle orecchie “non hai idea di quanto vorrei guardare ogni centimetro della tua pelle, di quanto abbia voglia di toccarti, provo una sensazione di desiderio pazzesco in questo momento, ma sono tremendamente imbarazzata ed agitata e non so come comportarmi” disse tutto d’un fiato Kyoko e non potendo coprirsi il viso dato che le sue mani erano ancora bloccate in quelle del ragazzo, chiuse gli occhi.
Ren tirò su delicatamente la ragazza e la fece sedere davanti a lui, poi le sussurrò all’orecchio “Kyoko, guardami”; la ragazza come tranquillizzata dalla sua voce, aprì titubante gli occhi; si vergognava di quello che aveva appena detto e si domandava cosa stesse pensando il ragazzo. Ren, come se le avesse letto nel pensiero, le prese nuovamente le mani e le portò sulla maglietta che stava indossando, gliela fece afferrare e, guidandola, iniziò lentamente a sollevarla insieme a lei per poi alzare le braccia e permettere così alla ragazza di finire di levargliela in autonomia. Kyoko si trovò con la maglietta del ragazzo in mano, gli occhi fissi ad osservare nuovamente il suo petto nudo, come in una sorta di déjà-vu.

“Se vuoi osservare ogni parte di me, guardami; se senti il desiderio di toccarmi…” disse levando la sua maglietta dalle mani della ragazza per poi poggiare quest’ultime sul suo petto “fallo e toccami nel modo in cui più ti soddisfa. Io sono tuo ed il mio cuore ti appartiene”.
Kyoko spalancò gli occhi e spinta da un desiderio irrefrenabile iniziò a muovere delicatamente una mano sul petto del ragazzo, accarezzandolo ed esplorandolo completamente. “Posso davvero farlo? Mi è veramente concesso toccarti ed averti tutto per me?” continuava a ripetere la ragazza “anche se non sono nulla di speciale e sicuramente sono poco femminile, po…”

Ren la zittì con un bacio “Sei perfetta così come sei e sappi che, anche se ammetterlo mi imbarazza notevolmente, penso di essere agitato tanto se non più di te in questo momento”.
Fu Kyoko questa volta a non resistere oltre, buttò le braccia al collo del ragazzo ed iniziò a baciarlo. Sentiva il sangue ribollirle nelle vene, il suo corpo era completamente scosso dal desiderio e come il giorno prima si rese conto che ogni parte di lei desiderava quel ragazzo. Decise di abbandonarsi all’istinto e al cuore e di lasciarsi andare. Sapeva che in caso di necessità Ren l’avrebbe guidata e soprattutto mai forzata. Si sentì stringere forte e subito dopo percepì che il ragazzo l’aveva sollevata e portata a sedersi a cavalcioni sopra di lui. Kyoko infilò una mano nei folti capelli di Ren e con l’altra si aggrappò alla sua schiena. Si staccò da lui solo per riprendere fiato e come spinta da una forza invisibile, iniziò a baciare, mordicchiare e succhiare il collo del ragazzo. Lo sentì emettere un leggero gemito, come se lui non si aspettasse un attacco simile da parte sua, ma capì che il suo comportamento aveva fatto perdere anche l’ultimo briciolo di autocontrollo al ragazzo. Una mano di Ren percorse la sua schiena e si fermò sul gancio che chiudeva il suo reggiseno e un attimo dopo sentì quest’ultimo allentarsi. In una frazione di secondo si trovò spogliata anche di quell’indumento; per un attimo pensò che per il ragazzo fosse stato fin troppo facile toglierlo e percepì la gelosia attanagliarle l’anima; scacciò in fretta quel sentimento, non voleva rovinarsi il momento; inoltre l’idea che in quell’istante fosse lei la ragazza che stava abbracciando e baciando quel ragazzo tanto desiderato dalle donne, la riempiva di orgoglio. Il suo seno premeva contro il petto di Ren, la sensazione della loro pelle a contatto l’una con l’altra, fece correre un brivido lungo la schiena di Kyoko, ma fu un’altra cosa che la spiazzò nuovamente. In quella posizione, a cavalcioni sopra di lui, Kyoko percepiva chiaramente l’eccitazione di Ren sotto di lei e per un attimo fu colta dal panico e dall’imbarazzo. Quella sensazione tuttavia durò poco e la ragazza si trovò a sorridere al pensiero di essere stata proprio lei ad aver provocato una reazione simile. Senza più pensare a nulla si abbandonò completamente a lui.

In breve tempo il resto degli indumenti fu sparso tra il letto ed il pavimento, le orecchie della ragazza percepivano solo i loro gemiti ed i loro respiri mentre tutto il suo corpo sentiva i battiti frenetici dei loro cuori sempre più forti. Ogni centimetro dei loro corpi veniva esplorato con foga, passione e amore, con gesti e carezze dolci ma passionali allo stesso tempo. Kyoko si sentiva completamente frastornata travolta da un turbinio di emozioni e quando Ren entrò in lei, il mondo si fermò per un momento. Senza rendersene conto una lacrima le scese sulla guancia, subito asciugata da una carezza gentile del ragazzo.
“Scusami… ti faccio male, vuoi che mi fermi?” le chiese ansimante il ragazzo, con voce profonda e piena di desiderio che ebbe solo l’effetto di eccitarla ancora di più. Kyoko si morse un labbro per cercare di non pensare al dolore e scosse decisa la testa.
“No, va tutto bene! Non fermarti ti prego” Ren la strinse a sé con amore e baciandola dolcemente ricomincio a muoversi dentro di lei. Il dolore iniziale, il piacere, l’imbarazzo… tutte le sensazioni che l’avvolgevano si fusero insieme e l’anima ed il cuore della ragazza si riempirono di gioia.

**********

Il giorno era nuovamente giunto, ma quella mattina Ren non aveva avuto bisogno del suono della sveglia per destarsi. Ancora a letto, osservava la ragazza che dormiva tranquilla, beatamente distesa accanto a lui e con le gambe intrecciate alle sue. Ren era al settimo cielo, si sentiva l’uomo più fortunato del mondo ad avere l’amore di Kyoko, ma allo stesso tempo si chiedeva se meritava davvero di essere felice; era ancora fermo sulle sue decisioni e sul suo obiettivo ma per la prima volta, dopo tanto tempo sentiva di poter assaporare un minimo di felicità insieme a quella ragazza che l’aveva accettato nonostante la sua oscurità. Non sapeva se potesse permettersi quel lusso, non sapeva se fosse la cosa giusta da fare ma non avrebbe rinunciato a lei per nulla al mondo e nel suo cuore sentiva come se Rick appoggiasse questa sua scelta. Allungò una mano e accarezzò delicatamente i capelli della ragazza; Kyoko si mosse leggermente ed ancora mezza addormentata iniziò a stiracchiarsi. Lentamente aprì gli occhi e la prima cosa che vide fu il volto sorridente di Ren; per poco non le venne un infarto, come poteva essere così perfetto e luminoso di prima mattina?

“Buongiorno” le sussurrò dolcemente Ren prima di posarle un delicato bacio sulla fronte.
“B… Buongiorno” rispose la ragazza, arrossendo. I ricordi della notte precedente riempirono prepotentemente la testa di Kyoko gettandola in un tremendo imbarazzo; istintivamente tirò su il lenzuolo e si coprì fino agli occhi, completamente rossa in viso. Si dimenticò però che Ren era disteso accanto a lei completamente nudo e quindi nascondersi sotto le lenzuola non era stata una grande idea, se il suo obiettivo era quello di rilassarsi. Kyoko emise un piccolo gridolino e saltò su, seduta sul letto con il lenzuolo in mano a coprirsi il seno. Ren sorrise dolcemente per quella reazione, immaginava che la ragazza si sentisse imbarazzata e per non agitarla ulteriormente, decise di non soffermarsi sulla scena esilarante a cui aveva appena assistito. La ragazza sospirò, poi con decisione guardò il ragazzo e si lasciò andare ad un commento disperato “Come diavolo riuscirò a concentrarmi al lavoro oggi? È impossibile, la mia testa sarà sicuramente altrove!” ammise sempre più imbarazzata.
“Eh? Stai forse dicendo che sarai distratta per colpa mia?” le rispose il ragazzo trattenendo una risata.
“Pfff…. Anche se mi scoccia, mi tocca ammettere che non è proprio tutta colpa tua” arrossì la ragazza “comunque stavo solo chiedendo un consiglio al mio senpai su come affrontare questa giornata senza impazzire” concluse la ragazza.

Ren non riuscì più a trattenersi e scoppiò in una risata, poi appoggiò una mano sulla testa di Kyoko e dolcemente le rispose “Non devi fare nulla di particolare in realtà, comportati come al solito. So che avevamo concordato di non cambiare più di tanto la nostra relazione e riconosco che invece le cose siano cambiate ed anche parecchio da quella volta, ma la cosa importante alla fine siamo noi. I nostri obiettivi, la nostra determinazione, il nostro impegno non sono cambiati, anzi sono gli stessi e adesso abbiamo ancora più motivi per impegnarci. Quindi stai tranquilla e comportati normalmente. E ricorda…” Il ragazzo le si avvicinò e mise su un’espressione da finto rimprovero “che il tuo senpai si arrabbierà molto se viene a sapere che non sei stata professionale o ti sei distratta al lavoro e tu sai quanto possa essere terribile un suo rimprovero, vero?” Kyoko, nonostante fosse consapevole che Ren scherzasse, si irrigidì di colpo e quella reazione fece ridere nuovamente il ragazzo che aggiunse in fretta “tuttavia, in via del tutto eccezionale e solo per oggi, ti concederò di avere un po' la testa tra le nuvole, anche se solo nelle tue pause!”. Un cuscino gli arrivò dritto in faccia e prima che potesse contrattaccare Kyoko lo sorprese “Mi stai sfidando, per caso? Sarò super professionale non temere! Temo che la cosa che mi risulterà più difficile da fare sia tenere a bada la mia gelosia; con tutte le ragazze che ti sbavano dietro e le belle attrici con cui lavori, dovrò fare il doppio dello sforzo ora…” Ren l’abbracciò “Questo dovrei dirlo io… con quel Koga che ti ronza sempre intorno sul set”.

Ren sciolse l’abbraccio e controvoglia si alzò dal letto e iniziò a raccogliere i vestiti della sera prima sparsi in giro per la stanza. Kyoko arrossì di botto nel vedere alla luce del giorno il corpo nudo del ragazzo; mentre vagava tranquillamente per la stanza, Ren la guardò e riprese a parlarle in tono provocatorio.
“Tra poco arriverà Yashiro, pensi di alzarti o vuoi rimanere sotto le lenzuola ancora per molto? O forse…” aggiunse con tono malizioso il ragazzo “mi stai aspettando per fare il bagno insieme?” Kyoko arrossì nuovamente ma poi il suo orgoglio fremette e decise di rispondergli a tono “Dopo quello che ho scoperto ieri, inizio a capire un po’ come tu faccia a dire certe cose senza imbarazzo! Comunque…” aggiunse la ragazza, accantonato definitivamente l’imbarazzo e decisa a non essere da meno “mi piacerebbe molto lavarci insieme, ma purtroppo non c’è tempo al momento, chissà forse un’altra volta” concluse Kyoko mostrando un’espressione sicura e decisa alla Setsu. Al ragazzo caddero di mano i vestiti appena raccolti e la fissò sbalordito, Kyoko sorrise e senza più pudore si alzò dal letto e si diresse nuda verso la porta, decisa ad andare in bagno.

“Kyoko” la ragazza si voltò “volevo chiedere a Yashiro di fare colazione con noi se non ti dispiace, vorrei… …vorrei in qualche modo scusarmi anche con lui per il mio comportamento di ieri” concluse serio Ren.
“Nessun problema, preparo la colazione anche per lui allora. A questo proposito… so che abbiamo detto di comportarci normalmente davanti agli altri, ma ti dispiace se in pubblico iniziassi a chiamarti Ren-san? Pensi sia un grosso problema o che possa attirare più attenzioni su di noi? È che mi sembrerebbe davvero strano, dopo tutto quello che è successo, tornare a chiamarti semplicemente Tsuruga-san” il ragazzo la fissò per un momento “solo se io posso chiamati Kyoko-chan” disse infine sorridendo; la ragazza spalancò gli occhi, quello era il nome con cui era solita sentirsi chiamare da Corn, ma senza pensarci troppo annuì. “Comunque” continuò Ren “davanti a Yashiro puoi anche omettere l’onorifico se ti è più comodo… dopo tutto lui ci conosce, ci capisce e supporta più di quanto immaginiamo.” concluse il ragazzo.

Una mezzora dopo il citofono dell’appartamento di Ren squillò, avvisando i due ragazzi che il loro manager era arrivato. Ren si stava dirigendo in salotto pronto a fare colazione quando Kyoko lo fermò.

“Non ti stai dimenticando qualcosa?” il ragazzo la guardò confuso, non capendo realmente a cosa la ragazza si riferisse; Kyoko alzò una mano e con l’indice si indicò gli occhi “Hai ancora gli occhi del colore ‘sbagliato’, Ren” disse la ragazza regalandole un enorme sorriso. Ren rimase scioccato, come aveva fatto a dimenticarsi di un particolare così importante? Questo non faceva atro che sottolineare quanto si trovasse a suo agio con lei.
“Hai dannatamente ragione, accogli tu Yashiro per favore” e velocemente si diresse in bagno.

**********

Yashiro era inginocchiato davanti al tavolino del salotto di Ren e osservava con estrema attenzione il comportamento dei due ragazzi. Dopo quanto era successo la sera prima, non sapeva davvero cosa aspettarsi ma si era un minimo tranquillizzato nel ricevere l’invito di Ren per fare colazione insieme. Almeno era sicuro che Kyoko fosse riuscito a calmare e rasserenare il ragazzo. Doveva essere successo qualcosa di veramente grave per ridurlo in quello stato, ma era assolutamente sicuro che l’unica persona che avrebbe potuto aiutarlo fosse Kyoko ed anche questa volta, ci aveva visto giusto. Era però rimasto completamente spiazzato dalla situazione di assoluta normalità che i due ragazzi stavano mostrando. I loro discorsi, il loro modo di rivolgersi a lui, le reazioni in alcuni momenti volutamente più formali, i loro sguardi… tutto faceva pensare che si fossero avvicinati moltissimo e che cercassero di non mostrarlo più di tanto, forse per non imbarazzarlo. Avrebbero sicuramente ingannato chiunque ma non lui, dopotutto li conosceva abbastanza bene e forse proprio perché si trattava di lui avevano abbassato un po' la guardia lasciando trasparire più del dovuto. Questo però lo rese felice perché significava che si fidavano di lui! Nonostante tutto, la sensazione che qualcosa di grosso tra loro fosse accaduta, rimaneva fissa dentro di lui. Improvvisamente il dubbio sorto il giorno precedente tornò prepotentemente nella sua mente; più cercava di allontanarlo, più il sospetto che tra i due ragazzi fosse successo qualcosa di intimo lo assaliva. Decise di fare un altro piccolo scherzo ai due ragazzi, solo per provocarli un po’, in fondo era sicuro che non potesse essere successo nulla di così sconvolgente. Come se nulla fosse, appoggiò i gomiti sul tavolo e portò le mani sotto il mento, poi in tutta tranquillità e con un sorriso raggiante in volto, disse a voce più alta del dovuto:

“Siete davvero rilassati questa mattina, mi fa piacere! Penso di aver visto giusto alla fine… A quanto pare sembra proprio che Ren non abbia resistito alla tentazione e abbia ceduto alla sua libido la notte scorsa.”

I due ragazzi per poco non morirono sul colpo; Kyoko sputò tutto quello che aveva in bocca mentre Ren si strozzò ed iniziò a tossire violentemente. Yashiro sbiancò completamente, che diavolo di reazione era quella? Era troppo esagerata per riguardare solo lo scambio di qualche innocente bacio, forse aveva sottovalutato quanto potesse essere realmente successo tra loro. Kyoko si alzò di scatto, viola in faccia per l’imbarazzo e rispose balbettando a più non posso “Non… non capisco a cosa tu ti riferisca Yashiro-san… Si è fatto tardi, vado a prepararmi per uscire, voi finite con calma, sistemerò dopo”; la ragazza fece un mezzo inchino e scappò in bagno.

Il manager sorrise per la sua reazione innocente ma all’improvviso dei brividi percorsero tutto il suo intero corpo. Lentamente si girò in direzione di Ren e si pietrificò sul posto. Il ragazzo era circondato da un alone nero ed aveva gli occhi chiusi; stringeva con talmente tanta forza la bacchetta che aveva in mano da finire per spezzarla in due. Yashiro iniziava seriamente a spaventarsi, forse aveva esagerato ma gli era sembrata davvero un’occasione servita su un piatto d’argento, non aveva resistito e soprattutto non pensava di scatenare una reazione simile! In quel momento però, temeva seriamente per la sua vita.
“R… Ren, stavo solo… stavo solo scherzando, non c’è bisogno di arrabbiarsi tanto” disse infine con le mani protese in avanti a mo’ di scudo.
“Sarebbe meglio, anche per il tuo bene” mise particolare enfasi su queste ultime parole “evitare certi scherzi. Potresti essere frainteso, non trovi?”
“Sì, sì certo hai ragione, lo terrò a mente. Grazie dell’avvertimento eh eh eh… Beh è meglio non perdere altro tempo, che dici?”
Il ragazzo annui, si alzò pronto ad andare a chiamare Kyoko, quando all’improvviso si sentì afferrare per un braccio.
“Aspetta Ren, lascia che ti dica ancora una cosa… sono davvero contento per te, anzi per voi” disse serio. Ren guardò il suo manager dritto negli occhi, cercando di capire se si stesse prendendo ancora gioco di lui, ma per quanto si sforzasse non vi trovava la minima traccia di scherno; Yashiro era sincero. “Scusami ancora per quello che ho detto poco fa, mi rendo conto di essere stato forse un po' troppo indiscreto con il mio umorismo, anche se davvero stavo solo giocando. Cercate solo di stare attenti, lo show business è un mondo difficile, proteggila finché non sarà sicuro per entrambi venire allo scoperto e ricorda che potrete sempre contare su di me”. Yashiro lasciò il braccio del ragazzo; Ren si rilassò e fece un grosso sospiro, poi chinò leggermente la testa in segno di rispetto “grazie a te Yashiro-san per il tuo sostegno e soprattutto per le tue parole di ieri sera, mi sono state davvero di grande aiuto. Grazie.” Si voltò e mentre si avviava verso il bagno aggiunse “Evita però di prenderci troppo in giro se ti è possibile, conviene anche a te”.

Dopo qualche minuto i tre erano pronti per affrontare una nuova giornata, il manager dopo essersi nuovamente scusato anche con Kyoko, li precedette in macchina lasciando modo ai due ragazzi di raggiungerlo con calma. Ren pronto per uscire, si voltò verso la ragazza e la vide ferma, intenta a fissarlo:

“Tutto bene Kyoko?”
“Sì, stavo solo pensando a quanto io sia fortunata a poterti stare accanto. Il presidente Lory sarà veramente soddisfatto, il primo membro della Love Me! ha ceduto definitivamente all’amore, devo ammettere la mia sconfitta.” Il ragazzo la guardò particolarmente stupito.
“Ehi Ren? Posso tenerti per mano almeno fino all’ascensore?” Ren strabuzzò gli occhi per la sorpresa, poi sorrise ed allungò una mano verso di lei dicendole semplicemente “Andiamo”. Kyoko lo raggiunse e si aggrappò a quella mano tesa verso di lei.

 Uscirono finalmente di casa e mentre aspettavano l’ascensore, la ragazza si avvicinò a Ren e a bassa voce disse:
“Avrei un’altra richiesta… Se possibile, mi piacerebbe rivederti con il tuo vero aspetto in modo da poterti osservare consapevolmente e guardarti ed interagire con te come Ren invece che come Corn. Me lo permetterai prima o poi, o sono troppo sfacciata?”
Ren si irrigidì nuovamente e la guardò completamente sbalordito, in quel momento l’ascensore si aprì ed il ragazzo trascinò Kyoko al suo interno per poi sorprenderla con un bacio.
“Certamente” disse subito dopo, afferrandole una mano “riuscirò a mostrarti tutto di me. Ti racconterò tutto quanto, dammi solo del tempo e vedrai che non avrò più segreti, te lo prometto. In cambio però, mi aspetto che tu mantenga la tua di promessa perché aprirmi così con un’altra persona sarà la cosa più difficile da fare”.
La ragazza sorrise, portò le loro mani intrecciati alla bocca e diede un leggero bacio su quella de ragazzo. “Stai tranquillo, sarò sempre al tuo fianco”.

Rimasero con le mani intrecciate ancora solo per pochi secondi, ma anche quando si lasciarono, erano tranquilli e sereni perché sapevano che il loro destino era ormai unito. Non avevano idea di cosa il futuro gli avrebbe riservato, di come sarebbe stata la loro strada o di quanti ostacoli avrebbero dovuto superare, ma finché sarebbero stati insieme, avrebbero affrontato ogni cosa. Si erano scambiati delle promesse ben precise ed avrebbero fatto di tutto per rispettarle, assolutamente convinti che ce l’avrebbero fatta. Uscirono dall’ascensore completamente rinati, pieni di determinazione e consapevoli che qualunque cosa sarebbe successa da lì in avanti, l’avrebbero affrontata insieme. Videro in lontananza Yashiro che li aspettava sorridente e si resero conto anche che, nonostante tutto, non erano soli; più persone già li stavano supportando e con questa consapevolezza nel cuore, salirono in macchina carichi e pronti per affrontare una nuova giornata.








Ed eccomi nuovamente qui!!! Questo capitolo è stato duro da creare perchè ho avuto in primis pochissimo tempo per scrivere ed in secondo luogo per la lunghezza e l'importanza stessa di questo capitolo. Alla fine però ce l'ho fatta! Premetto che dopo questo, dovrebbe esserci solo un epilogo quindi la storia è praticamente alla fine. Bando alla ciance, vi ringrazio per aver letto nonostante sia un capitolo mastodontico, scusate! Come sempre ringrazio in anticipo tutti coloro avranno la pazienza di leggerlo!

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Capitolo 5
*** Epilogo ***


Ed eccomi qua con l'epilogo, più difficile da scrivere di quanto immaginassi!!! Che dire mi spiace un po' mettere la parola fine a questa storia ma sono molto soddisfatta! Spero vi piaccia anche questo piccolo capitolo conclusivo e grazie ancora per aver letto!!!



EPILOGO

Seduto in una delle tante stanze della casa del presidente Lory, Ren guardava con preoccupazione e riluttanza l’immagine riflessa nello specchio davanti a lui. La signorina Jelly Woods stava dando gli ultimi ritocchi al suo lavoro ma quello che Ren già vedeva, come sempre lo destabilizzava. Tornare nei panni di Kuon era sempre difficile per lui; era pienamente consapevole di non essere ancora pronto ad accettarsi ed era anche per questo che si era costruito una nuova identità, nascondendo la parentela con suo padre Kuu a tutti quanti. Doveva ancora dimostrare al mondo intero e a sé stesso in primis, di potercela fare con le sue sole forze; era ancora convinto di questo e si impegnava sempre al massimo per raggiungere i suoi obietti. Era però anche consapevole che al momento aveva un’alleata in più, una ragazza che lo aveva accettato e che aveva promesso di stare sempre al suo fianco, la donna che ora era in quella stanza con lui, in silenzio e che fissava ogni singola mossa di Jelly. Il ragazzo era davvero grato di aver al suo fianco Kyoko; la ragazza ancora una volta si era dimostrata il suo sostegno più grande e la sua mente non poté che tornare a pensare alla conversazione che avevano avuto soltanto il giorno prima.
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Ren era seduto sul suo letto, completamente assorto nei suoi pensieri. Sentiva in lontananza dei rumori, suoni provenienti dalla cucina e che significavano che Kyoko era intenta a preparare la cena. In quelle due settimane, la ragazza aveva rafforzato il controllo sui suoi pasti e quindi non era raro, quando gli impegni di entrambi lo permettevano e per la gioia di Yashiro, che si offrisse di fermarsi da lui per preparare la cena in modo da assicurarsi che mangiasse in maniera decente almeno una volta al giorno. In quel momento però, qualsiasi suono gli arrivava ovattato, era completamente assorbito dai suoi pensieri e fissava senza sosta la pietra blu che aveva in mano da almeno venti minuti.

“Ren?”

La voce di Kyoko lo raggiunse con prepotenza e si trovò a sollevare lo sguardo verso l’origine di quel suono, rendendosi conto che la ragazza lo aveva raggiunto in stanza.

“Va tutto bene? C’è qualcosa che ti fa stare in pensiero?” chiese seriamente preoccupata Kyoko.
“Eh? No, no… scusami; sono particolarmente stanco, tutto qui…” rispose lui con poca convinzione.
“Ren…” Kyoko assunse un tono di rimprovero “non mentirmi, ti prego. Sei isolato nella tua stanza a fissare la pietra di Corn da una vita. Cosa c’è che non va? Non voglio forzarti ma sai che con me puoi confidarti.”

Il ragazzo sospirò forte e mentalmente sorrise; nonostante tutto quello che era successo, Kyoko continuava a riferirsi a quell’oggetto con ‘la pietra di Corn’ e questo lo rassicurava; era come se le cose fossero cambiate e rimaste le stesse allo stesso tempo. Appoggiò una mano sul letto ed invitò Kyoko a sedersi accanto a lui; la ragazza obbedì senza ribattere, lasciandogli il tempo necessario affinché si convincesse a confidarsi con lei.

“Hai ragione scusa… Oggi ho sentito il boss, il presidente Lory intendo…” incominciò Ren “mi ha detto che i miei genitori devono tornare in America e che dovrebbero partire tra due o tre giorni al massimo. Non so perché ma questa cosa mi ha destabilizzato moltissimo.”
“Beh, è normale no?” disse per nulla sorpresa Kyoko, guadagnandosi in risposta uno sguardo interrogativo da parte del ragazzo “Non hai avuto più contatti con loro dalla litigata di quella sera e sono passate due settimane da allora. È normale che ti senta agitato all’idea che se ne vadano senza aver chiarito con loro, non trovi?”
Ren la guardò sorpreso e dopo aver riflettuto un momento riprese a parlare “Sì hai perfettamente ragione. È tutto il giorno che ci penso e per quanto abbia chiaro cosa debba fare, non riesco a trovare il coraggio di affrontarli. Sono patetico, vero?” concluse sospirando il ragazzo.

Kyoko gli afferrò una mano con gentilezza “Ehi, va tutto bene. È normale essere agitati all’idea di chiarirsi dopo una discussione, specie se è avvenuta con delle persone che ci stanno a cuore. Io sono al tuo fianco e ti sosterrò sempre! Se sei d’accordo potrei venire con te… dopotutto penso di dovermi davvero scusare con i tuoi genitori, non sono stata molto gentile con loro quando sei uscito dalla stanza quella sera” ammise Kyoko grattandosi la testa imbarazzata.

Ren sorrise, non si era mai soffermato molto a pensare a cosa potesse essere successo quella sera tra Kyoko e i suoi genitori e non aveva mai chiesto spiegazioni serie alla ragazza perché aveva intuito che fosse un tasto dolente; tuttavia conosceva Kyoko e per questo immaginava che la ragazza lo avesse difeso a spada tratta e che potesse essere arrivata anche al punto di accusarli senza farsi nessuna remora. Ren l’abbracciò e a bassa voce ma con tono deciso le sussurrò “Hai ragione Kyoko. Devo chiarirmi con loro, non posso lasciarli andare via così… ho intenzione però di fare le cose per bene e parlargli quindi come loro figlio e questo vuol dire…” Ren si bloccò un momento “…vuol dire che dovrò tornare ad essere Kuon per una sera; mi sosterrai Kyoko?”

“Sempre” rispose la ragazza senza esitazione alcuna, stringendolo forte a sé.

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 “Ok, ho finito! Sei perfetto, come sempre!!!”

La voce allegra di Jelly risvegliò Ren dai suoi pensieri. Il ragazzo guardò nuovamente la sua immagine allo specchio e regalò un sorriso di ringraziamento alla truccatrice senza tuttavia muoversi di un millimetro, come se fosse immobilizzato sul posto.

“Ren? Qualcosa non ti convince?” chiese Jelly senza però ottenere risposta; la donna si volse perciò a guardare Kyoko nella speranza che lei potesse aiutarla. Jelly era rimasta piacevolmente sorpresa quando Ren si era presentato da lei per la trasformazione in Kuon con Kyoko al suo seguito; si era sentita davvero felice perché finalmente quel ragazzo aveva trovato qualcuno con cui condividere tutto il peso che portava sulle
spalle.

Kyoko dal canto suo era rimasta a bocca aperta fino a quel momento, intenta a fissare ogni singolo movimento di Jelly, incantata dal suo lavoro e dalla ‘trasformazione’ di Ren in Kuon. Non si aspettava di poterlo rivedere con quell’aspetto così presto e si rese conto che, anche se forse solo inconsciamente, Ren aveva realizzato quel desiderio confessatogli solo qualche settimana prima. In qualsiasi modo la si metteva, quel ragazzo era di una bellezza straordinaria ed ora che lo guardava con consapevolezza nei panni di Kuon, con quei splendidi capelli dorati e gli occhi verdi come smeraldi, il suo cuore perse un battito. Cosa stava provando Ren in quel momento? Che sentimenti contrastanti lo stavano muovendo? Non avendolo perso di vista neanche per un secondo, si era subito accorta che qualcosa lo stesse bloccando, che Jelly non sapeva come smuoverlo e che le stava chiedendo silenziosamente di aiutarla. Deglutì più volte, si fece coraggio e si avvicinò senza più indugi a Ren.

“Sei pronto?” disse Kyoko poggiandogli una mano sulla spalla; Ren la guardò tramite lo specchio, come se ancora non avesse il coraggio di guardarla direttamente negli occhi e annuì piano.
“Allora conviene andare. Sicuramente ci staranno già aspettando, non lo pensi anche tu Kuon?” concluse Kyoko. La naturalezza con cui lei pronunciò quel nome, ebbero l’effetto di rivitalizzare il ragazzo; un brivido di adrenalina gli corse lungo la schiena, si voltò finalmente a guardarla in viso e con sicurezza si alzò.

“Grazie Jelly, più tardi avrò ancora bisogno del tuo aiuto temo; scusa se ti faccio fare gli straordinari”
“COSAAAA??? Vorresti rifarti la tinta già oggi? Dovresti aver più cura dei tuoi capelli lo sai? Per un paio di giorni non hai impegni lavorativi, allora perché non ti tiene la parrucca per una volta??? Vuoi sul serio diventare calvo prima del tempo?” lo rimproverò la truccatrice.
“Vedremo, ci penserò su” rispose il ragazzo e, afferrata la mano di Kyoko, si diresse verso il salotto dove lo attendevano il presidente ed i suoi genitori.

*******

Kuu Hizuri era più agitato che mai; camminava avanti ed indietro nel salotto del presidente arrovellandosi il cervello; quel ragazzo era in ritardo, cosa mai successa. Lory lo guardava ridacchiando sotto i baffi, gli sembrava di avere un déjà-vu.

“E’ in ritardo, è strano… non ci avrà ripensato spero…” disse infine Kuu completamente in ansia.
“Stai tranquillo Kuu” le rispose sua moglie, hanno chiesto loro questo incontro, vedrei che arriveranno. Non sei d’accordo anche tu, Lory?”
Il presidente annuì “Non c’è bisogno di agitarsi, mi sono scordato di dirvi che i ragazzi sono già qui. Probabilmente sono nervosi e stanno prendendo un po' di tempo per gestire tutto al meglio. A breve arriveranno vedrai…”

Il presidente, come chiesto esplicitamente da Ren, non aveva accennato che il ragazzo si sarebbe presentato a loro come Kuon quella sera e per questo sapeva bene che probabilmente il motivo di quel ritardo era imputato a quello. Non aveva potuto rifiutare la richiesta di Ren, era nella sua natura vedere lo sviluppo delle relazioni e delle reazioni umane e quindi era in trepidante attesa dell’arrivo dei ragazzi; probabilmente era proprio lui la persona più agitata al momento in quella casa. Ancora immerso nelle sue fantasie, sentì bussare alla porta del salotto.

“Cosa ti dicevo, Kuu? Avanti! Entrate pure”
“Finalmente sei arrivato, non è da te essere in ritardo Re…” Kuu non riuscì a terminare la frase; alla vista del figlio la voce gli era morta in gola, si girò di scatto a guardare la moglie e vide che anche lei era completamente sconvolta e fissava il figlio con occhi lucidi. No, non stava sognando… anche lei stava vedendo quello che vedeva lui. La tensione era alle stelle; nessuno dei tre diretti interessati riusciva a spiccicare parola o a muovere un solo muscolo. Il silenzio regnava assoluto nella stanza, Lory si era fatto leggermente in disparte per lasciare il giusto spazio a quella famiglia complicata.

A spezzare la tensione ci pensò Kyoko che, con la mano ancora intrecciata a quella di Ren, improvvisamente prese la parola.

Papà!” disse a voce più alta del dovuto, ottenendo subito l’effetto desiderato. Tre paia d’occhi si girarono verso di lei e la fissarono sbalorditi. “Papà…” continuò Kyoko “è così che ti sei fatto chiamare la prima volta che ci siamo visti; anche se per brevissimo tempo ho interpretato il ruolo di tuo figlio ed ho amato davvero farlo anche perché ho sentito il tuo orgoglio ed il tuo amore di padre. Sia tu che il mio senpai…” continuò Kyoko, omettendo di proposito di pronunciare il nome ‘Ren Tsuruga’ “…avete entrambi lodato la mia performance e solo ora capisco quanto valore e quanto veritiere fossero le parole di entrambi.”

Kyoko girò di scatto lo sguardo, spostando l’attenzione sulla donna davanti a lei “Sarah… quando ci siamo incontrate al parco a tema, ad un certo punto hai parlato di relazioni e di affetti con voce malinconica e penso di aver capito il perché ormai. Io… Io mi sono davvero arrabbiata con voi quella sera, non capivo il vostro comportamento e le vostre azioni… per me eravate solo due persone che avevano ferito di proposito qualcuno che amo e non potevo tollerarlo; tuttavia, a mente lucida ho capito che in fondo non avevate cattive intenzioni e che il vostro obiettivo fosse davvero quello di aiutarlo, di aiutarci… Penso ancora che siate stati un po' troppo rudi ma sono consapevole di dovermi scusare anche io con voi per le parole dure che vi ho rivolto.”

Kyoko inspirò profondamente e riprese a parlare “Papà, Sarah… ...anzi, Juliena-san” la donna spalancò gli occhi per lo stupore “siamo qui per lui.” disse Kyoko indicando con la testa Ren “Lui ha deciso spontaneamente di presentarsi qui davanti a voi così come lo vedete, di presentarsi come vostro figlio, siatene orgogliosi!” La ragazza infine, si rivolse gentilmente a Ren “Vai Kuon, i tuoi genitori ti stanno aspettando; io sono qui al tuo fianco, non temere” e con un grande sorriso lasciò la mano del ragazzo.

Ren non fece neanche in tempo a muovere un passo che due braccia lo strinsero forte, abbassò lo sguardo e vide sua madre che lo stringeva a più non posso e che tra le lacrime continuava a ripetere sempre le stesse parole.
“Lo siamo sempre stati, siamo sempre stati orgogliosi di te Kuon!” il ragazzo sconvolto non riuscì a fare altro che ricambiare l’abbraccio prima di sentirsi stritolare anche da un altro paio di braccia, quelle di suo padre.
“Il mio ragazzo… Lo sai che ti amiamo e che non volevamo ferirti? Lo sai vero, Kuon?” Ren, ormai in balia dei suoi sentimenti, rispose in un sussurro impercettibile e rimase lì, tra le braccia dei suoi genitori con un peso in meno nel cuore.

Kyoko con le mani incrociate dietro la schiena ed un sorriso enorme dipinto sul viso, osservava al colmo della gioia la scena che aveva davanti. Dopo qualche momento che sembrò interminabile, l’abbraccio di famiglia si sciolse; Ren si voltò verso di lei e allungò la mano invitandola a raggiungerli. Kyoko timidamente obbedì e si trovò a sua volta e senza possibilità di opporsi, stretta nella morsa di Juliena.

“Grazie… Grazie di cuore Kyoko…” riuscì solo a dire la donna. Kuu le si avvicinò e delicatamente la prese dalle braccia di sua moglie
“Dopo il nostro primo incontro, quando tornai a casa, confidai a Juliena che in Giappone avevo trovato un altro figlio, oltre al nostro amato Kuon.” disse appoggiandole le mani sulle sue spalle “Ora posso affermare con sicurezza di aver trovato veramente una figlia, una persona in gamba e capace di stare al fianco del nostro ragazzo. Non potrò mai ringraziarti abbastanza per questo. Kyoko, Kuon, la strada davanti a voi può sembrarvi ancora in salita al momento ma se starete uno accanto all’altra supererete ogni cosa, vedrete! Lo sappiamo per esperienza… e non dimenticate che potrete contare sempre su di noi e sul boss! Vi prego, prometteteci che vi supporterete sempre, solo così potremo tornare a casa tranquilli.”

I due ragazzi, si presero nuovamente per mano “Certamente, è una promessa papà… Vedrete che sarete fieri di noi!” risposero senza esitazione. Il loro amore e quello delle persone a loro vicine sarebbero stati più forti di qualsiasi ostacolo, di questo ne erano assolutamente certi. Ren e Kyoko si guardarono e si sorrisero, erano sicuri che sarebbero stati felici insieme e che avrebbero fatto di tutto per proteggere quella felicità e con la gioia nel cuore si abbracciarono, consapevoli che non si sarebbero mai lasciati.

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