Oltre le differenze

di MaryFangirl
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Una decisione importante ***
Capitolo 2: *** 2. Incontro ***
Capitolo 3: *** 3. Un passato oscuro e un barlume di speranza ***
Capitolo 4: *** 4. I palpiti del cuore ***
Capitolo 5: *** 5. Una vasca da bagno molto ingombrante ***
Capitolo 6: *** 6. XYZ alla riscossa! ***
Capitolo 7: *** 7. Quando c'è la curiosità... ***
Capitolo 8: *** 8. City Hunter e la sua banda ***
Capitolo 9: *** 9. Visita medica ***
Capitolo 10: *** 10. Rivelazioni al chiaro di luna ***
Capitolo 11: *** 11. Una notte movimentata ***
Capitolo 12: *** 12. I demoni della notte ***
Capitolo 13: *** 13. City Hunter riprende servizio ***
Capitolo 14: *** 14. Un compleanno pieno di speranza ***
Capitolo 15: *** 15. Sentimenti nascosti ***
Capitolo 16: *** 16. Piccoli tormenti notturni e grandi scoperte ***
Capitolo 17: *** 17. I dubbi di Saeko ***
Capitolo 18: *** 18. Una mattina ben cominciata ***
Capitolo 19: *** 19. Shopping fuori dalla norma ***
Capitolo 20: *** 20. Mistero e gelosia ***
Capitolo 21: *** 21. Dalla speranza all'incubo ***
Capitolo 22: *** 22. Rivelazioni terrificanti ***
Capitolo 23: *** 23. La droga dei demoni per un angelo ***
Capitolo 24: *** 24. Più forte del dolore ***
Capitolo 25: *** 25. L'operazione dell'ultima speranza ***
Capitolo 26: *** 26. Il coraggio di battersi ***
Capitolo 27: *** 27. Sentimenti troppo forti ***
Capitolo 28: *** 28. Segreti svelati ***
Capitolo 29: *** 29. Epilogo - City Hunter, una nuova avventura? ***



Capitolo 1
*** 1. Una decisione importante ***


Questa è una storia tradotta in italiano dal francese. Tutte le info subito qui sotto.
 
Titolo originale: Au-delà de nos différences
 
Salve a tutti :) Rieccomi con un'altra traduzione! Vi presento una fanfiction what if di qualche annetto fa ma molto carina secondo me, con diversi punti che rimangono gli stessi del manga ma altri che cambiano profondamente. Primo: Hideyuki non viene ucciso dall'Union Teope, ma sopravvive allo scontro, rimane il partner di lavoro di Ryo e vive la sua storia romantica con Saeko. Secondo: Ryo e Kaori non si incontrano quando lei è ragazzina, quindi manca tutta la parentesi di Sugar Boy e Ryo conosce Kaori solo tramite i racconti di Hideyuki...ultimo punto, molto importante e fulcro di questa storia, riguarda Kaori, ma non ve lo svelo perché lo scoprirete leggendo. Si parlerà di temi delicati ma senza scadere nel melodramma banale e dozzinale. Spero che questa storia vi piaccia, buona lettura!


 
Era il mese di marzo, quando una bella mattina squillò il telefono in un appartamento all'interno di un palazzo nel quartiere di Shinjuku. Un uomo si alzò dal tavolo della cucina, dove stava facendo colazione leggendo le ultime notizie della giornata, per andare a sollevare la cornetta.
 
“Makimura”
 
“Ciao fratellone, come stai?” chiese una voce femminile dall'altro lato.
 
“Kaori! Che bella sorpresa. Come mai questa telefonata così presto?” domandò lui.
 
Nel frattempo, Ryo, che si era finalmente svegliato dalla sua notte di ubriachezza, brontolò contro l'inopportuno che aveva osato destarlo dal suo sonno. Tuttavia, fu molto sorpreso di sentire il suo amico pronunciare il nome della sorella. In effetti era raro che Kaori chiamasse a casa, soprattutto così presto la mattina. Di solito era sempre Hideyuki a chiamarla per avere sue notizie. L'unica volta in cui Ryo aveva avuto la possibilità di sentirla al telefono, era rimasto molto sorpreso dall'intonazione dolce della sua voce. Si era chiesto che aspetto avesse. Per via del suo amico, sapeva che lei era stata accolta dalla sua famiglia in seguito alla morte del padre biologico in seguito a una colluttazione con il padre di Makimura, e che quindi non era sua sorella naturale. Ma in ogni caso, Hideyuki l'amava come una sorella di sangue. Tuttavia Ryo aveva sempre trovato un po' strano che non volesse presentarla a nessuno, ma sapeva anche che il suo amico era un po' riservato, sebbene possedesse una grande bontà. E, senza il suo sostegno e la sua amicizia, di certo lui non sarebbe diventato l'uomo che era ora.
 
“Cosa? Ma è fantastico. Sono così felice per te. E quando dovrebbe succedere?” chiese Hideyuki all'annuncio della sorella.
 
Ryo si chiese di che diamine potesse trattarsi, notando l'evidente gioia del suo partner.
 
“Come, così in fretta, e a T0kyo?”

Hideyuki aveva appena cambiato espressione ed era in apprensione.
 
“Sai bene che prima devo parlarne con Ryo. Non vivo da solo...”
 
“D'accordo, mi arrangerò a trovare un alloggio, non preoccuparti” ribatté Kaori un po' delusa dall'evidente mancanza di entusiasmo di suo fratello. Allo stesso tempo, effettivamente non voleva imporgli la sua presenza. Ma la notizia che gli aveva appena annunciato le dava così tanta speranza che aveva immaginato di poter stare con loro per quel breve lasso di tempo.
 
“No, non arrabbiarti...aspetta, non preoccuparti, devo solo farlo sapere a Ryo, penso che tu possa venire qui. Sì, davvero, ti terrò aggiornata, sorellina” aggiunse Hideyuki prima di riattaccare, “sono davvero felice per te”
 
“Grazie...anch'io. Ti abbraccio forte”
 
Quando Makimura mise giù, Ryo guardò il suo partner con aria sospettosa. Hideyuki stava borbottando frasi incomprensibili.
 
“Allora, mi è sembrato di capire che fosse tua sorella al telefono?”
 
“Sì, è vero, era lei. A proposito, mi dispiace se ti ha svegliato così presto”
 
“Sì, farai bene ad esserlo, soprattutto perché stavo facendo un sogno sublime circondato da creature divine” spiegò Ryo, assumendo un'espressione da pervertito, riflettendo la tematica di quel sogno. Makimura roteò gli occhi allo sguardo del suo partner mentre Ryo si riprendeva. “Ma mi sembri pensieroso tutto d'un tratto. Sicuro che vada tutto bene?”
 
“Beh...ad essere sincero non lo so davvero...in effetti Kaori mi ha dato un'ottima notizia. Ma c'è anche un grosso inconveniente a proposito” soffiò Makimura, affondando sul divano.
 
“E posso sapere quale? Ti ho sentito dire che dovevi parlarmene?”

“Giusto. Beh, ecco, Kaori deve venire a Tokyo per motivi personali, e vorrebbe rimanere con noi durante il suo soggiorno per evitare costi aggiuntivi. Ma non abbiamo abbastanza spazio per ospitare una terza persona”

“Oh, non devi preoccuparti” disse con la sua aria più seria. “Sono pronto a prestarle la mia stanza e il mio letto. Così potrò stringerla forte e tenerla al caldo durante queste fredde notti” continuò Ryo con un'espressione pervertita e lussuriosa che lo caratterizzava tanto.
 
Makimura alzò gli occhi al cielo per la seconda volta in pochi minuti davanti alla faccia deformata dell'amico. Sapeva benissimo cos'aveva in testa Ryo.
 
“È questo che mi spaventa” sbuffò, mentre Ryo continuava a ridere come uno stupido mentre immaginava le scene che si sarebbero potute verificare. Per inciso, tra lui e Kaori nello stesso letto.
 
“Allora, quando arriva la tua sorellina, Makimura?” chiese Ryo, senza abbandonare la sua faccia da ossesso.
 
“Mai, in queste condizioni!” urlò Hideyuki, che uscì dal soggiorno per dirigersi verso il poligono di tiro nel seminterrato.
 
Aveva bisogno di riflettere sulla situazione che gli si apriva davanti, ma che avrebbe anche potuto rivoluzionare la vita di Kaori. Mentre si esercitava a sparare alcuni proiettili contro i bersagli posti sul muro, si chiedeva se avrebbe potuto impedire a sua sorella, per via di Ryo, di avere finalmente una vita più normale. Non aveva il diritto di rovinare il barlume di speranza che si era appena acceso nel suo cuore dopo la notizia che lei gli aveva dato. Davvero no, essendo l'unico membro della sua famiglia, doveva fare di tutto per renderla felice. Sì ma, accettare che lei rimanesse in quell'appartamento, avrebbe dovuto significare lasciarle spazio e andare a casa di Saeko durante quel periodo. E come avrebbe reagito il suo partner? Conosceva Ryo. Sapeva che sotto la sua facciata di pervertito ossessionato dalle mutandine era un brav'uomo di cui ci si poteva totalmente fidare. E la sua sorellina sarebbe stata certamente al sicuro con lui.
 
L'unico inconveniente era che non aveva mai parlato a nessuno delle condizioni fisiche di sua sorella. Solo Saeko ne era a conoscenza e aveva mantenuto il segreto, su richiesta di Hideyuki. Aveva pensato di domandare alla sua fidanzata di ospitarla, ma poteva essere troppo da gestire per una donna sola. No, non poteva chiederglielo...e poi, così, forse Ryo avrebbe accettato di vedere la vita in modo meno drammatico in merito al proprio destino. E a sua volta Kaori non si sarebbe ritrovata da sola in un appartamento durante quella nuova prova.
 
Altra cosa che ancora lo preoccupava erano le condizioni di accesso a quell'edificio. Solo scale, nessun ascensore...beh, tutto per facilitarle la vita, pensò. Eppure Kaori conosceva le funzionalità del posto in cui suo fratello viveva. Allora perché aveva avanzato la richiesta di vivere a casa sua? Semplicemente, per non affrontare quella nuova sfida da sola. Era una specie di richiesta indiretta di supporto. Lei che conduceva una vita molto indipendente, per la prima volta in vita sua aveva chiesto il sostegno di suo fratello. E non avrebbe dovuto negarglielo. Soprattutto non ora.
 
Sentiva di dover prendere la decisione più difficile della sua vita. Molte vite sarebbero state influenzate a causa di quella decisione, specialmente quelle delle persone che più contavano nella sua vita. Dopo aver sparato un ultimo proiettile sullo stesso bersaglio, mise giù l'arma, sussurrando
 
“È deciso, Kaori, verrai a vivere qui finché vorrai”
 
Tornò in casa per informare il suo partner della decisione che aveva appena preso e anche per far sapere a sua sorella che non avrebbe dovuto più preoccuparsi.

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Capitolo 2
*** 2. Incontro ***


Nel pomeriggio del 26 marzo due uomini, uno con gli occhiali e un impermeabile grigio scuro, l'altro più alto e la cui corporatura trasudava un certo carisma, erano in piedi nell'atrio della stazione. Sembrava che stessero aspettando qualcuno. L'uomo con gli occhiali pareva un po' pensieroso e rimaneva immobile, mentre l'altro voltava la testa dappertutto con grande impazienza.
 
Vedendo Ryo che si agitava come una banderuola, Hideyuki si chiese per l'ennesima volta se avesse fatto bene ad accettare la richiesta di sua sorella. Saeko aveva provato più volte a confortarlo per la decisione che aveva preso, ma non poteva fare a meno di preoccuparsi al rapporto e soprattutto alla convivenza tra quei due. Anche su quel punto Saeko lo aveva rassicurato. Era stata felice di apprendere che Hideyuki sarebbe stato con lei durante il soggiorno di Kaori. Gli aveva chiesto più volte al suo uomo di vivere insieme, e lui aveva sempre rifiutato per motivi di sicurezza, così diceva, quindi lei vedeva in quell'occasione un buon modo per fargli cambiare idea definitivamente. Ovviamente conosceva le condizioni di Kaori e comprendeva le preoccupazioni di Hideyuki, ma sapeva anche che Kaori aveva un carattere forte e che non si sarebbe lasciata calpestare. Inoltre era molto impaziente di conoscere la sorella dell'uomo che occupava il suo cuore. Tuttavia, a causa degli atteggiamenti e del carattere di Ryo, non poteva fare a meno di provare un po' di trepidazione.
 
In quel momento Hideyuki stava ricordando la scena avvenuta tre giorni prima.
 
 
Dopo essere risalito dal poligono, trovò il suo partner accasciato sul divano del soggiorno a sfogliare una delle sue riviste eccitanti di cui non poteva fare a meno.
 
Ryo, devo parlarti. È importante”
 
Al tono grave e teso del suo amico, Ryo sollevò gli occhi dalla sua amata lettura e lo guardò.
 
Ti ascolto, di cosa mi vuoi parlare?”
 
Kaori dovrà venire a vivere qui per un po'. Sfortunatamente non possiamo rimanere qui tutti e tre e non voglio sfrattarti...così ho deciso di trasferirmi da Saeko per questo periodo. E conto su di te affinché ti comporti da uomo civile con mia sorella per tutta la durata della convivenza”
 
Eppure conosci il mio leggendario approccio con le donne!” esclamò Ryo, molto sicuro del proprio fascino.
 
Infatti, lo conosco fin troppo bene...ma Kaori non è come tutte le donne che incontri di sera nei tuoi cabaret, quindi...”
 
Ho capito, farò il bravo” dicendo ciò, Ryo stava sorridendo stupidamente strofinandosi le mani nei suoi pensieri lussuriosi.
 
 
Makimura poteva solo pregare il cielo che la nuova convivenza andasse nel migliore dei modi. Dentro di sé sapeva di non aver raccontato tutto al suo partner e in qualche modo ce l'aveva con se stesso per quella mancanza di coraggio e forse anche di fiducia...
 
Hideyuki era perso nei suoi pensieri quando Ryo lo ridestò.
 
“Allora, dov'è l'affascinante sorellina Makimura sulla quale sei tanto misterioso?” chiese Ryo con un sorriso sciocco sulle labbra, alludendo a ciò che stava pensando.
 
Ryo continuò a girare la testa quando sentì una voce femminile rispondere alla sua domanda.
 
“Beh, eccola qui...”
 
Cercando da dove potesse provenire la voce, scrutò ogni angolo della stazione, ma Ryo non vide nessuno. Fu allora che guardò più in basso, verso il suolo.
 
“Cosa!” gridò, facendo un passo indietro. “Ma...ma, ma, ma...che diavolo è...quella cosa!” balbettò sorpreso.
 
“Questa cosa, deficiente, è una sedia a rotelle” ribatté Kaori in modo piuttosto virulento, il primo contatto con il partner di suo fratello era stato molto sgradevole.
 
Per non soffermarsi sulla mancanza di tatto del suo partner, Hideyuki iniziò a fare le presentazioni come diversione.
 
“Ryo, questa è mia sorella Kaori. Kaori, lui è Ryo. È con lui che condividerai l'appartamento”
 
“Beh, è promettente, inizio a chiedermi se ho fatto la stessa giusta” mormorò Kaori, non avendo affatto apprezzato la reazione del partner del fratello.
 
In realtà era risentita anche con Hideyuki per non aver detto al suo collega delle sue condizioni fisiche. A volte le faceva male che si rifiutasse di rivelare apertamente la sua disabilità. Certo, sapeva che tutto era iniziato con buone intenzioni da parte di suo fratello che cercava costantemente di proteggerla, ma se avesse accettato di parlare del suo stato fisico più liberamente, avrebbe impedito di ottenere il tipo di reazione che aveva avuto Ryo nell'incontrarla. Tuttavia, gli era molto grata per aver accettato di ospitarla per un po'. Certo, era stata molto sorpresa di apprendere che avrebbe dovuto vivere con un perfetto sconosciuto, ma si era detta che se Hideyuki era suo amico, poteva essere solo una brava persona. Ma in quel preciso momento rettificò il suo giudizio, virando verso la direzione opposta. Ritenne Ryo solo un altro idiota di fronte a una persona un po' diversa, incapace di rispettare la dignità altrui. La sua reazione era stata molto dispregiativa, priva di tatto e aveva solo allargato il divario tra la sua condizione e quella delle persone abili che lei cercava in qualche modo di colmare. No, in quel preciso momento si chiese cosa potesse trovare in quel tipo suo fratello per fidarsi così tanto di lui.
 
Quanto a Ryo, non si aspettava proprio un incontro del genere. Adesso capiva perché il suo amico era stato così riservato su sua sorella. Effettivamente non aveva avuto tatto, ma se Hideyuki glielo avesse detto, non avrebbe mai fatto una simile esternazione. Aveva troppo rispetto per il suo più leale amico per comportarsi così. Ma non si sarebbe mai aspettato una simile scoperta. Vedere la sorella di Makimura su una sedia a rotelle lo lasciava senza parole. In quel momento avrebbe voluto tornare indietro nel tempo per evitare quella reazione...lui che di solito poteva vantarsi del proprio autocontrollo nelle situazioni più pericolose, si era lasciato cogliere di sorpresa da Kaori. Aveva affrontate molte situazioni più strampalate, ma il mondo della disabilità era nuovo per lui. Capiva molto bene la reazione di Kaori. Agendo in modo così veemente mostrava che era rimasta ferita.
 
All'improvviso una sorda angoscia si impadronì di Ryo, all'idea di dover vivere con lei per qualche settimana. Ora la prospettiva assumeva tutto un altro aspetto...
 
“Ho parcheggiato la macchina un po' più lontano. Spero che tu non sia troppo stanca?” Hideyuki si rivolse a Kaori.
 
“No, grazie” rispose lei con un gran sorriso mentre suo fratello cominciava a spingere la sedia a rotelle.
 
Durante il tragitto verso casa c'era una certa tensione tra le tre persone in auto. Nessuno osò rompere il silenzio che regnava. Quando arrivarono nel seminterrato dell'edificio, Ryo parcheggiò nel posto riservato. Makimura aiutò sua sorella a trasferirsi tra il sedile posteriore e la sedia a rotelle. Ryo osservò con grande interesse e ammirazione la destrezza di quel corpo così fragile che si muoveva mentre le gambe rimanevano immobili. Si aiutava solo con la forza delle braccia e del busto. Una volta sulla sua sedia, Kaori posizionò correttamente le gambe sui poggiapiedi.
 
“Eccoti nella tua nuova casa, sorellina”
 
“Grazie per l'ospitalità, Hide. E prometto che rimarrò il più discreta possibile durante il mio soggiorno qui”
 
“Non mi preoccupo per questo. Ma temo che i locali ti renderanno la vita più difficile” disse aprendo la porta che conduceva ai piani superiori.
 
Kaori poté dunque vedere che c'erano solo scale, e nessuna rampa d'accesso per persone come lei. Ancora e sempre lo stesso problema in una società ancora in evoluzione.
 
“Bene, penso che avrò bisogno delle tue braccia forti e muscolose, mio caro fratello” disse Kaori ironicamente per sdrammatizzare la situazione.
 
“Beh, devo solo sperare che tu non sia ingrassata troppo” la prese in giro Makimura, facendole l'occhiolino.
 
“Come osi” brontolò lei, imbronciata come una bambina fintamente offesa.
 
Mentre entrambi scoppiavano a ridere, Ryo si sporse verso la sedia di Kaori e, facendo scivolare un braccio sotto le sue ginocchia e un altro dietro la sua schiena, la sollevò tra le sue braccia. A quel contatto Kaori smise di ridere e gli rivolse uno sguardo molto stupito e interrogativo. Nemmeno Makimura si capacitava del gesto del partner. Ma quando Ryo iniziò a salire le scale, Hideyuki sorrise piano. Sapeva che quello era il modo di Ryo di fare ammenda per il suo comporamento verso sua sorella. Grazie a quell'azione e all'atteggiamento di Ryo, Makimura si disse finalmente che forse aveva fatto la scelta giusta.
 
Kaori, tra le braccia di un uomo che aveva appena incontrato, si ritrovò a rivalutare il suo giudizio ancora una volta. In fondo, forse non era poi così rozzo. Le aveva appena mostrato in una certa misura che si pentiva delle parole e del gesto che aveva esibito poco prima nei suoi confronti.
- Decisamente, - si disse, - quest'uomo è pieno di mistero. -
Eppure non riusciva a frenare quella percezione di benessere, di essere al sicuro tra quelle braccia forti. La portava come se fosse leggera come una piena. E la sensazione non le dispiaceva...
 
Davanti all'appartamento, Ryo, tenendo ancora Kaori tra le braccia, aspettò che Makimura aprisse la porta d'ingresso. Quindi rimise Kaori sulla sua sedia.
 
“Grazie per il suo aiuto” gli disse, cercando di non far trasparire nulla della confusione che l'aveva animata per qualche secondo.
 
“Non è niente, dovevo riscattarmi per il mio comportamento”
 
“In questo caso, smettiamola di parlarne e ricominciamo da capo” concluse lei.
 
“Beh, sono sollevato di vedere che tutto si è sistemato” intervenne Hideyuki, “ma non esageravo a preoccuparmi conoscendovi entrambi”
 
Poi, rivolgendosi alla sorella, la guardò affettuosamente:
 
“Sono molto contento che tu sia qui” le disse sedendosi davanti a lei sul divano del soggiorno.
 
“Grazie, Hide. Anch'io sono contenta...”
 
Ryo li guardò entrambi con molta tenerezza. Sapeva che il suo amico teneva profondamente alla sorella, più ancora di quanto esprimesse. Ma, incontrando Kaori, capiva ancora di più perché cercasse costantemente di proteggerla, di migliorarle la vita. Immaginava che la vita di lei non dovesse essere sempre semplice, e che dovesse fare prova di molto coraggio per superare tanti ostacoli, sia materiali che umani, e tutte le prove che la sua esistenza doveva mettere sul suo cammino. Ce l'aveva ancora di più con se stesso per essersi comportato in quel modo con lei, soprattutto per avere reagito come la maggior parte delle persone, quando lui si impegnava a rendere il mondo un posto migliore.
 
Kaori osservò attentamente il nuovo ambiente in cui si trovava, e in cui avrebbe vissuto per diverse settimane. Il soggiorno era abbastanza sobrio, con il divano e il tavolino basso, davanti a un mobile dove c'era un televisore. Dalle prime constatazioni della giovane donna, sembrava che non vi fosse alcuna traccia femminile che vivesse lì. Era un rifugio per uomini, soprattutto per uomini che vivevano all'ombra della loro professione troppo spesso pericolosa. Un rifugio che non veniva nemmeno utilizzato per far riposare la mente e l'anima. No, lei poteva avvertire tumulto e preoccupazione vibrare in quel luogo. In quel momento le sembrò di scoprire un nuovo aspetto della vita di suo fratello. Anche se era consapevole della sua professione e del pericolo che correva quotidianamente, si sentiva felice di penetrare un po' più a fondo nella sua vita, come in qualsiasi famiglia unita da indistruttibili legami affettivi.
 
“Bene, che ne dici di bere qualcosa in tuo onore” suggerì Hideyuki. “Dopotutto è una grande notizia che ti ha portata qui, quindi festeggiamola come si deve”
 
“Uhm, sì, perché no” rispose Kaori sorridendo.
 
“Non vorrei fare il guastafeste, ma potrei sapere di che notizia si tratta?” chiese Ryo.
 
“Certo” disse Kaori con una punta di eccitazione nella voce. “Ma siccome vedo che mio fratello non le ha detto nulla, cominciamo dall'inizio...”
 
Ryo si incuriosì di cosa Kaori volesse dire, e aspettò silenziosamente che iniziasse a raccontare la sua storia.

 

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Capitolo 3
*** 3. Un passato oscuro e un barlume di speranza ***


Mentre Ryo si sistemava sul divano del soggiorno accanto a Makimura per ascoltare la storia della giovane donna, Kaori si posizionò di fronte a loro, sprofondò nel suo passato, specialmente a una parte specifica della sua infanzia, e iniziò la sua storia.
 
“Come ha ben notato”, iniziò un po' ironica, “sono su una sedia a rotelle. Ma non lo sono dalla nascita. È successo quando ero molto piccola, avevo solo cinque anni quando sono stata coinvolta in un incidente stradale. Ricordo quel giorno come se fosse ieri...comunque, qualsiasi sia l'età, si può davvero dimenticare il giorno in cui un'intera vita viene sconvolta?”
 
Senza saperlo, aveva appena toccato un punto sensibile della vita di Ryo. Poteva solo confermare quella mezza domanda. No, in effetti non si poteva dimenticare un evento che aveva sconvolto un'intera esistenza, e Ryo ne aveva subito le conseguenze. Dopo aver confermato dentro di sé le parole di Kaori, si concentrò sul racconto della giovane donna.
 
“Un pomeriggio ero tranquillamente in bicicletta sul marciapiede della strada dove abitavamo. Ricordo ancora la mia gioia quando papà una sera tornò a casa regalandomi quella bici da sogno. Non avevo idea che mi avrebbe causato così tanti problemi. Certo, non rimpiango quel regalo...comunque, fu in quel pomeriggio che un conducente che aveva bevuto troppo mi investì. Non ricordo nient'altro che questa macchina che accelerava molto velocemente, sterzando parecchie volte sulla strada. Ma essendo piccola, non mi resi conto del pericolo immediato...ero troppo piccola...” disse con voce tremante.
 
Con voce piena di emozione Kaori raccontava il dramma che le era accaduto. Nelle sue parole si poteva avvertire il senso di colpa che ancora provava per non aver saputo reagire più rapidamente in quella situazione.
 
“L'impatto fu molto violento e dalle poche foto che ho visto alcuni anni dopo, l'auto aveva avuto un duro schianto. Per quanto riguarda me, purtroppo, il mio midollo spinale fu colpito...”
 
Kaori si fermò come se ci volesse un momento per realizzare appieno il significato delle sue parole. Nonostante gli anni trascorsi dall'incidente, la ferita morale era ancora molto presente nella mente e nel cuore della giovane. Né suo fratello né Ryo vollero interromperla, comprendendo il dolore che ancora subiva attualmente.
 
“Così ho perso l'uso degli arti inferiori”
 
“Capisco lo shock e la tragedia che tutto questo deve aver rappresentato” si espresse Ryo.
 
“Capisce, dice” replicò Kaori con una punta di amarezza. “Non credo lei possa capire. Nessuno può capire cos'ho sentito e come mi sento oggi. Sa cosa si prova a svegliarsi e non sentire affatto le gambe? Anche a cinque anni si capiscono più cose di quanto gli adulti vogliano credere. Sa cosa si prova a dire a se stessi che non si potrà più camminare, né correre...no, non credo...nessuna persona abile può capire o anche solo immaginare. È un trauma molto violento pensare che non ci si potrà più rialzare. Che d'ora in poi l'unico mezzo per spostarsi sarà una sedia a rotelle...”
 
Dopo quelle parole un po' brusche, che però rivelavano ancora di più la ferita di Kaori, si immerse ancora una volta nei suoi pensieri, in particolare nella sua prima infanzia. Ricordò il dolore, l'incomprensione e il senso di ingiustizia che aveva provato quando si era accorta che tutti i giochi a cui si dedicavano i bambini le erano ormai impossibili a causa della sua sedia...niente più corse tra lei e suo fratello per scoprire chi dei due sarebbe arrivato per primo alla porta d'ingresso del loro appartamento. Niente più nascondino, quando si divertiva a far impazzire sua madre. Aveva dovuto imparare altri giochi...ma non erano riusciti a sostituire quelli perduti.
 
Senza rendersene conto, le lacrime iniziarono a scorrere lungo le guance di Kaori. Per chi non la conosceva e la vedeva piangere in quel momento, avrebbe potuto pensare che fossero lacrime di tristezza. Ma al di là della tristezza, c'erano soprattutto lacrime di collera e rabbia. Rabbia per volersi battere nonostante tutto. Rabbia per non voler cedere di fronte allo scherzo del destino. Ma rabbia anche per non aver ancora trovato una risposta alla sua eterna domanda, 'Perché io?'...oh, lo sapeva, quasi vent'anni dopo, che non avrebbe mai trovato la risposta.
 
“Sa cosa significa diventare completamente dipendenti dagli altri da un giorno all'altro? Non poter andare in bagno da soli perché il proprio corpo è devastato, non potersi vestire da sé...quindi sì, ero ancora piccola, e ho imparato nel tempo a non chiedere aiuto con tutte queste piccole cose. Ma gli sguardi, le riflessioni, a volte fanno ancora più male del dolore fisico. Certo, sono felice di essere ancora viva malgrado tutto...”
 
Kaori non cercava necessariamente risposte alle sue domande, ma in un certo senso voleva mettere in discussione il destino che era stato così crudele con lei.
 
“E il conducente,” chiese Ryo, “che gli è successo?”
 
“Oh, è stato molto più fortunato di Kaori” intervenne Hideyuki, lasciando percepire ancora tutto il disgusto di fronte a quell'ingiustizia.
 
“In effetti” continuò Kaori, “ha subito solo lievi lividi e fratture multiple su tutto il corpo. Ma nient'altro”
 
“Inoltre, nostro padre non ha ceduto così facilmente. Ha fatto tutto il possibile per far pagare a quell'uomo il crimine che aveva commesso” aggiunse Hideyuki.
 
Anche lui cadde nei suoi ricordi. Dopo aver sentito un fortissimo stridio di pneumatici e uno shock molto violento, sua madre che era in cucina a preparare la famosa torta al cioccolato che lui e Kaori adoravano, si era sporta dalla finestra per vedere cosa fosse accaduto di sotto. Allora aveva emesso un ululato terrificante, svegliando sia suo marito che Hideyuki. Il padre aveva appena avuto il tempo di prenderla tra le braccia che lei era svenuta urlando il nome di Kaori. Hideyuki ricordò di aver guardato fuori dalla finestra e di aver visto l'auto completamente distrutta. Si era sporto ancora un po' e il suo sguardo era stato catturato dalla piccola bici totalmente piegata dallo shock dell'urto. Allora aveva provato terrore, non vedendo il corpo della sorellina. Aveva scrutato tutta la strada con lo sguardo in preda al panico, e diversi metri più avanti aveva riconosciuto il piccolo corpo inerme di sua sorella, immerso in una pozza di sangue. Si era precipitato come un pazzo in strada, vedendo quello che aveva sperato fosse solo un incubo.
 
I soccorsi erano arrivati molto rapidamente, l'intera famiglia aveva trascorso il resto del giorno e della notte in ospedale, sperando e pregando che Kaori ne uscisse sana e salva. Hideyuki poteva ancora sentire le grida di sua madre mentre per la prima volta suo padre non era riuscito a parlare. Vedeva ancora attraverso il vetro della stanza di Kaori in terapia intensiva il suo corpicino collegato a tutti quei tubi. Poteva ancora sentire i suoni striduli del monitoraggio che segnava il battito regolare del suo cuore.
 
I giorni successivi all'incidente erano stati esattamente uguali. Il tempo sembrava essersi fermato e tutto era parso irreale. Quando avevano saputo che Kaori era in coma e che la conseguenza sarebbe stata la paralisi degli arti inferiori, tutta la famiglia era rimasta sotto shock. Quella sera il padre non era riuscito a mangiare nulla e si era sempre più rinchiuso in un impressionante mutismo. Aveva preso la bici di Kaori, che non aveva più l'aspetto di una bicicletta per bambini, era salito in macchina e se n'era andato. Solo poche ore dopo era tornato a casa coperto di fuliggine e odorando di metallo bruciato. In uno scoppio di profondo dolore, il padre aveva dato fuoco alla bicicletta che era stata la causa della più grande disgrazia della figlia.
 
Pur senza dire niente, Hideyuki sapeva che suo padre si era molto arrabbiato con se stesso per quello che era successo a Kaori, incolpandosi soprattutto per averle dato quell'oggetto letale. Eppure nessuno avrebbe potuto immaginare che si sarebbe verificato un dramma del genere.
 
Kaori tornò nei suoi pensieri, rivedendo quella macchina color blu scuro che correva dritta verso di lei, zigzagando, senza che i suoi riflessi di bambina potessero risparmiarla dalla collisione. Il dopo era un buco nero per lei, si ricordava solo di essersi svegliata in un'enorme stanza bianca con l'odore di disinfettante che faceva venire una forte nausea. Guardandosi intorno, aveva visto solo dispositivi preposti a misurarle la pressione sanguigna, due flebo con qualsiasi tipo di farmaco e antidolorifico molto efficaci. In effetti in quel momento non aveva sentito dolore e si era persino chiesta perché dovesse rimanere sdraiata. Fino a quando non si era accorta che qualcosa in lei non era esattamente la stessa...ma senza riuscire a definire esattamente cosa. E a poco a poco un mal di testa le aveva impedito di avere una riflessione reale su quello che stava succedendo. Inoltre, tutta la sua famiglia si comportava in modo un po' strano con lei. Perché rifiutavano che lei si alzasse?
 
Solo pochi giorni dopo il suo risveglio si era resa conto che una parte del suo corpo era morta nell'incidente. Come se fosse stata portata via da un turbine. Tutto era divenuto chiaro...non sentiva più niente...poteva toccare, provare a muovere le gambe, ma niente, inesorabilmente niente...perché, cosa stava succedendo?
 
Le ci era voluto molto coraggio quando una mattina il chirurgo ortopedico si era presentato a spiegarle il perché le sue gambe non si muovevano più e perché non sentiva nulla.
 
Ricordò il dolore quando aveva compreso che le sue passeggiate erano definitivamente finite. E che niente sarebbe più stato lo stesso. Per quanto i medici e la sua famiglia avessero cercato di minimizzare la situazione, era stato vano. Dall'alto dei suoi cinque anni, aveva capito che la sua vita sarebbe stata diversa.
 
Kaori ripensò al processo, alle giustificazioni che il conducente aveva dato alla sbarra...aveva detto di essere stato appena licenziato, di essere sconvolto, ma che non aveva mai avuto intenzione di provocare danno a qualcuno. Soprattutto a un bambino. Allora Kaori si era sentita troppo ferita e forse troppo giovane per capirlo, ma ora lo aveva perdonato? Non poteva proprio dirlo. Fino a che punto si può accettare di perdonare? Eppure non era il tipo che vedeva il lato negativo della gente, anzi. Era quel tipo di persona che vedeva il buono in ogni essere a tutti i costi. Eppure...
 
Dopo quel momento di silenzio in cui tutti sembravano immersi nei propri ricordi, Kaori riprese il suo racconto.
 
“Fu emessa una sentenza che gli vietava di rimettersi alla guida di un veicolo e dovette pagare una certa somma di denaro ai miei genitori” continuò, tornata in sé. “Oh, ma non pensi che la mia vita sia stata così triste. Pur essendo molto giovane, riuscii a superarla. Non volevo che la mia vita cadesse ancora di più a pezzi. Trovai un'attività in cui potessi esprimermi. La fotografia...grazie a essa ho trovato uno scopo nella mia vita, ed è per questo che vivo...certo non dimentico che devo molto a Hide che si preoccupa molto per me, e ha sempre fatto in modo che non mi mancasse nulla. A volte ha fatto anche un po' troppo, ma insomma, è nella sua natura volermi proteggere a tutti i costi”
 
“Non dire stupidaggini! Volevo solo che tu fossi felice” ribatté suo fratello.
 
“E lo sono, credimi. Nonostante tutto, lo sono...” disse, prendendogli la mano con affetto.
 
Di fronte alla storia della giovane donna così duramente colpita dalla vita, Ryo provò compassione. Ma soprattutto ammirazione per tanta determinazione nel superare tutte quelle prove.
 
“Questo, più o meno, è il mio percorso. Ma veniamo al motivo del mio arrivo qui. Qualche giorno fa ho saputo che un giovane medico che lavorava all'ospedale di Tokyo aveva sviluppato una specie di chip in grado di stimolare i nervi delle parti morte o distrutte. Mi sono subito offerta volontaria per partecipare allo studio e ho saputo che la mia domanda è stata accettata. Quindi dovrei sottopormi all'operazione, per poter far impiantare il chip direttamente nel mio midollo spinale, e con un po' di speranza e molta fortuna, forse riacquistare l'uso delle gambe. Ovviamente non ritroverò mai tutte le facoltà perdute, ma se almeno potrò alzarmi da questa sedia, sono pronta a provare qualsiasi cosa”
 
“Sai che puoi contare su di me” disse Hideyuki, a sua volta molto felice della speranza che quella notizia portava.
 
Kaori aveva concluso la sua storia con l'ultima notizia, che aveva acceso un tale barlume di speranza nei suoi occhi che anche Ryo iniziò a sperare che l'operazione avesse successo per lei. Non capiva perché, ma si sentiva vicino a lei davanti alla lotta con la vita. Una cosa era certa, non aveva mai incontrato una donna come lei. E ciò lo turbava più di quanto volesse ammettere.
 
“Ero così sorpresa e felice quando ho ricevuto quella telefonata che mi annunciava che ero stata accettata. Per me è la speranza di un futuro migliore”
 
Gli occhi di Kaori erano così scintillanti che Ryo non riuscì a trattenere un piccolo sorriso di gioia. Sperava davvero che il futuro tendesse le sue braccia a Kaori.
 
“Ora sai tutto Ryo. Voglio scusarmi ancora per non averti detto delle condizioni di Kaori. Ma ammetto che avevo paura che ti rifiutassi di ospitarla in queste poche settimane”
 
“Avanti, Maki, mi deludi un po', ma posso capire...e visto che le cose sono state dette chiaramente, possiamo finalmente brindare. Una notizia come questa va celebrata come merita”
 
“Grazie” rispose Kaori con un sorriso che fece battere il cuore dello sweeper.
 
Dopo aver riempito i bicchieri, di champagne per gli uomini e di succo d'arancia per Kaori, brindarono augurandosi il successo dell'intervento che Kaori avrebbe subito. Con il sorriso e il cuore pieno di speranza, la giovane donna si bagnò le labbra e bevve un sorso del succo fruttato, tracciando una linea sul passato e segnando così un nuovo inizio nella sua vita.
 
Una volta giunta la sera, era ora che Hideyuki tornasse da Saeko che lo stava aspettando per cena. Ovviamente lei aveva proposto a Hideyuki di invitare sua sorella e Ryo a cenare insieme, ma lui aveva pensato che fosse meglio aspettare un giorno o due prima di fare le presentazioni, in modo che sua sorella prendesse un po' di confidenza nella sua nuova casa. Desiderava anche presentarla a tutta la banda, che moriva dalla voglia di incontrare finalmente la sorellina di Makimura. Hideyuki baciò teneramente sua sorella e le augurò un buon riposo, promettendole di venire presto il giorno successivo in modo che non si sentisse troppo sola. Sulla soglia, pregò Ryo di prendersi cura di lei e di non farle alcuna visita notturna, altrimenti avrebbe dovuto risponderne a lui. Ryo promise che sarebbe stato tranquillissimo, e il suo partner poteva andarsene sereno, avrebbe vegliato su sua sorella come se fosse stata la propria.
 
“Finalmente se n'è andato” sospirò Ryo accasciandosi sul divano. “Pensavo che si sarebbe accampato fuori dalla porta”
 
Kaori ridacchiò a quelle parole, era proprio da Hideyuki. E sì che Ryo non aveva visto tutto, poteva essere ancora più iperprotettivo a volte.
 
“È fatto così. Sempre a preoccuparsi per la minima cosa. Immagino che sia il ruolo dei fratelli maggiori” aggiunse con tenerezza. “In ogni caso, volevo ancora ringraziarla per aver accettato di ospitarmi in casa sua. Può stare sicuro che eviterò il più possibile di disturbarla mentre sarò qui”
 
“Oh, non è niente, non c'è da preoccuparsi...e poi posso farlo per il mio amico Maki. Ma dato che vivremo insieme per un po', suggerisco di rendere le cose un po' più gradevoli, dandoci del tu. Che ne pensi?”
 
“Penso che sia una delle prime frasi sensate che ti sento dire. E sono totalmente d'accordo” approvò Kaori.
 
“Bene, visto che ci siamo chiariti, che ne pensi se iniziassimo a preparare la cena? Sarai affamata?”
 
“Non senti il mio stomaco che grida per la fame” scherzò Kaori.
 
“In questo caso non perdiamo tempo, il richiamo della pancia è importante” rispose con altrettanto umorismo lo sweeper.
 
Kaori rise e su quelle parole si diressero sorridenti in cucina per preparare la loro prima cena in quanto nuovi coinquilini.

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Capitolo 4
*** 4. I palpiti del cuore ***


 
Mentre erano entrambi in cucina a preparare la cena, Kaori lanciò un'occhiata furtiva a Ryo. Non poteva negare che aveva un certo carisma, e ciò la turbava più di quanto la giovane donna avrebbe voluto.
 
Lei, che aveva già fotografato uomini per foto artistiche, non aveva mai avvertito quell'attrazione che provava inesorabilmente nei confronti di Ryo. E ciò che la turbava ancora di più era il fatto che lo conosceva solo da poche ore.
 
Eppure, più l'osservava, più sentiva di voler svelare il mistero che sembrava circondarlo. Il mistero di sapere che tipo di uomo poteva davvero essere. Durante quelle poche ore, aveva cambiato così tante volte il suo giudizio su di lui che non era sicura su cosa fidarsi. Decise allora di non girarci intorno e chiese:
 
“Quindi sei un killer professionista, vero?”
 
Ryo la guardò stupito per quanto appena sentito. Preferì non rispondere e si accontentò di continuare a preparare la cena.
 
“Lo so per via di Hideyuki. Sai, non può nascondermi nulla a lungo. Proprio come so che lavora con te nello stesso campo” continuò Kaori, determinata a non cedere così facilmente.
 
“Capisco, e cosa vuoi sapere? Perché suppongo che tu non abbia fatto questo commento casualmente?”
 
“Vero”, sorrise Kaori, “Mi stavo solo chiedendo cosa possa spingere un uomo come te a fare un lavoro del genere?”
 
“Un uomo come me?” ripeté Ryo, “non capisco dove vuoi arrivare”
 
“Beh, per quanto riguarda Hideyuki, so che è passato dalla polizia a fare lo...come lo chiamate voi, sweeper, o anche il detective. Non sopportava più tutta la corruzione che esisteva all'interno della polizia ma anche che, con il pretesto di dover seguire le leggi e il protocollo, non poteva sempre agire come avrebbe voluto per fermare certi traffici o delinquenti. Ma con te è diverso...non conosco i tuoi motivi. A dirti la verità, Hide non mi ha mai parlato molto di te”
 
“Forse è solo perché non c'è niente da dire” ribatté Ryo.
 
“Su questo non ti credo. Sento che dentro di te nascondi molte cose...cose dolorose” terminò Kaori in un sussurro.
 
Ryo sorrise a quell'osservazione. Era la prima volta che una donna riusciva in così poco tempo a metterlo a nudo così facilmente, e soprattutto a perforare il guscio che aveva impiegato tutta la vita a costruire. Ovviamente non gli piaceva parlare del suo passato. Solo Hideyuki conosceva tutta la storia, così come i suoi amici più cari. Ma non vedeva il motivo di parlarne con Kaori, dato che in poche settimane sarebbe comunque uscita dalla sua vita. Quindi perché spaventare e colpire un cuore così puro da un passato tanto oscuro come il suo.
 
“A giudicare dal tuo silenzio, mi sembra di aver colto nel segno” continuò la giovane, “ti starai chiedendo come faccio a saperlo visto che Hide non mi ha mai detto niente? Sai, in fotografia si impara a vedere oltre la semplice apparenza materiale, a vedere la vera anima delle cose intorno a noi. È così che si riconosce un buon fotografo, si dice. Quello che riesce, con uno scatto, a esporre l'anima di ciò che ha fotografato”
 
“Allora mi dispiace deluderti, ma per quanto mi riguarda, non avrai nulla da esporre in uno scatto. E sappi, senza offesa, che non ho l'abitudine di rivelare la mia vita a persone appena conosciute” rispose Ryo con voce ferma che voleva essere definitiva per farle capire che non avrebbe dovuto sollevare di nuovo l'argomento.
 
Kaori rimase un po' sorpresa dalla reazione di Ryo. Come poteva affermare di non c'era nulla da captare in lui? Non si era assolutamente aspettata che la conversazione sarebbe andata così. Si rese soprattutto conto che la ferita che Ryo stava cercando di nascondere doveva essere più dolorosa e profonda di quanto avesse immaginato.
 
“Perdonami, non volevo infastidirti. Ma...pensavo che...dato che vivremo insieme per un po', sarebbe stato carino conoscerci meglio” si giustificò con voce piena di tristezza.
 
Di fronte a quell'espressione addolorata, Ryo si addolcì e si scusò con calma.
 
“Forse sono stato un po' troppo duro con te, non volevo renderti triste...”
 
“No, no...sono io quella che si intromette sempre in cosa che non mi riguardano. Capisco e dopotutto hai ragione, sono qui solo perché hai accettato di ospitarmi e di vivere con me...quindi devo restare al mio posto...davvero”, continuò, come parlando a se stessa, “credo che non riusciremo mai a stabilire un rapporto senza scontrarci a vicenda”
 
“Penso che tu sia troppo severa con te stessa, e poi guardaci...certo, il nostro incontro era iniziato male, ma eccoci qui a parlare mentre prepariamo la tavola. E per concludere, io sono qui con le mani sui fornelli per preparare la cena” concluse scherzando.
 
“Vero, hai ragione. E penso che tu te la stia cavando molto bene” Kaori rise alle pose caricaturali di Ryo con il coltello in mano, tentando di alleggerire l'atmosfera.
 
“Beh, ecco” disse lui, “ora conosci uno dei miei molti talenti”
 
“Okay, mi accontenterò di questo per cominciare” replicò Kaori, strizzando a Ryo per fargli capire che non stava rinunciando a saperne di più su di lui e sulla sua vita.
 
Una volta pronta la cena, mangiarono in un'atmosfera più allegra e rilassata, al ritmo delle buffonate di Ryo che fecero ridere molto Kaori. Diverse volte, durante la cena, Ryo apprezzò la risata cristallina di Kaori. Era arrivata in quella casa solo da poche ore e c'era già un dolce profumo di relax e gioia.
 
Più tardi, Kaori mostrò a Ryo alcune foto che aveva scattato per ottenere i suoi diplomi. Ryo doveva ammettere che aveva molto talento, e capì meglio il discorso che lei aveva fatto sulla profondità dell'anima delle cose. In effetti in tutte le foto di Kaori non si vedeva semplicemente l'oggetto, ma era come guardarlo con altri occhi. Occhi che potevano vedere oltre la mera apparenza. Capì che quella giovane donna era in grado di avere lo stesso sguardo sugli esseri umani. Si ripromise quindi di stare molto attento a non rivelarsi a quello sguardo penetrante, che aspettava solo che Ryo rivelasse un po' di più il suo cuore.
 
x x x
 
Nell'appartamento di Saeko, era da qualche minuto ormai che la giovane donna osservava il suo uomo muoversi in tutte le direzioni. Aveva l'aria pensierosa di quando doveva riflettere su decisioni importanti da prendere. Solo che non si trattava di lavoro, ma di una persona in particolare, Kaori...Saeko aveva perfettamente intuito i tormenti che sembravano preoccupare così intensamente il suo compagno. Tuttavia, per una volta che era con lei, non voleva rovinare i pochi momenti che erano fin troppo rari per i suoi gusti.
 
“Intendi rimanere a lungo in soggiorno muovendoti come una bestia in gabbia, o sei pronto per sederti a tavola?” chiese sorridendo.
 
Hideyuki la guardò furtivamente senza comprendere, prima di cogliere il suggerimento. Sorrise alla donna della sua vita.
 
“Scusa. Arrivo”
 
Si misero a mangiare ma Hideyuki non riuscì comunque a rilassarsi. Saeko decise quindi di rompere il silenzio un po' troppo pesante. Per una volta che aveva con sé l'uomo della sua vita, non voleva trascorrere una serata così spenta.
 
“Sai, penso che ti preoccupi troppo di Kaori. E poi Ryo non è un mostro, forse solo un po' ossessionato” aggiunse, pensando ad alcuni atteggiamenti dello stallone.
 
“Lo so bene, ma spero che si comporti correttamente con lei. Kaori sa così poco degli uomini...”
 
A quell'osservazione, Saeko roteò gli occhi per lo stupore e rise di cuore. Non aveva mai visto Hideyuki in quello stato. Non appena si trattava della sorellina, diventava ultra protettivo.
 
“Non puoi nemmeno pensare che sia così ingenua” ridacchiò, “forse non ha molta esperienza con gli uomini, ma da qui a non saperne nulla, non ci credo. Ma non sapevo che avessi il complesso del fratello maggiore iperprotettivo”
 
“Cosa vuoi insinuare” fece lui seccato.
 
“Oh proprio niente, caro, ti assicuro” rispose Saeko continuando a ridere.
 
Makimura la guardò contrariato. Non gli piaceva quando le persone mettevano in dubbio la sua voglia di proteggere sua sorella. Doveva però ammettere che forse stava esagerando con Kaori. Certamente conosceva il suo partner e il suo lato da pervertito, ma sapeva anche che poteva fidarsi di lui e che Kaori sarebbe stata al sicuro con lui. E poi si doveva abituare all'idea che sua sorella non fosse più una bambina, ma una giovane donna che conduceva la propria vita.
 
Finita la cena, Saeko sparecchiò la tavola e si avvicinò al suo amato sul divano. Lo guardò per qualche secondo, con gli occhi che mostravano tutto l'amore che provava per lui. Gli accarezzò teneramente la guancia, riuscendo ad estrarlo dai suoi pensieri e dal suo silenzio. Voltò la testa per guardarla e sorrise amorevolmente. Com'era bella, e come l'amava...
 
In quel preciso momento sentì scomparire tutte le piccole preoccupazioni, vedendo quel viso così dolce che lo osservava. Non voleva più ingombrarsi la mente né torturarsi il cervello, desiderò solo godersi la sua bella.
 
Le accarezzò lentamente il viso con le punte delle dita, regalandole allo stesso tempo il sorriso di un uomo che trovava bellissima la propria donna. In quel sorriso e in quello sguardo c'era soprattutto la promessa del piacere imminente. Saeko ricambiò il sorriso e chiuse gli occhi per assaporare appieno la sua dolce carezza. Quando li riaprì, lui aveva avvicinato il viso, pronto a baciarla. Il suo cuore si mise a battere più forte, in attesa della soave tortura, del piacere infinitamente grande che sarebbe nato da quel bacio. E l'attesa non durò a lungo. Sentì le labbra del suo amato posate sulle proprie, in un bacio appassionato e febbrile. Le mani accarezzarono rispettivamente il corpo dell'altro in abili tocchi. Mettendo fine al bacio, Hideyuki guardò Saeko con sguardo pieno di desiderio e amore. Senza dire una sola parola, la sollevò tra le braccia e la portò nella stanza della donna per assaporare ancora più intimamente il benessere che la notte calante offriva loro.

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Capitolo 5
*** 5. Una vasca da bagno molto ingombrante ***


Mentre Kaori chiudeva l'ultimo album di foto con il sorriso di qualcuno appassionato per quello che faceva, Ryo si stiracchiò sbadigliando, allungando i muscoli che cominciavano a sentire gli effetti della stanchezza ed erano rimasti nella stessa posizione da molto tempo.
 
“Penso che si stia facendo tardi”, disse guardando l'orologio.
 
In effetti erano passate le 23; avrebbe anche continuato tutta la notte ad ascoltare la giovane donna parlare della fotografia con quella voce così sommessa che dava l'impressione di essere una carezza costante per le orecchie, ma aggiunse:
 
“Devi essere esausta dopo oggi”
 
“Sì, comincio a sentire gli effetti della stanchezza. Ma prima di andare a letto vorrei rinfrescarmi un po'. Se potessi dirmi dov'è il bagno, sarebbe carino”
 
“Farò di meglio, ti ci porto io”
 
“Oh, non serve” disse Kaori, un po' confusa al pensiero di trovarsi di nuovo tra le sue braccia.
 
“Beh, temo che tu non abbia scelta, a meno che tu non possa salire in cima a queste scale da sola”
 
Kaori, alzando lo sguardo nella direzione che Ryo le stava indicando, constatò i fatti. Ryo, rendendosi conto della gaffe appena commessa, si affrettò ad aggiungere:
 
“Non volevo ferirti, io...uh...non intendevo nel senso...”
 
Notando l'imbarazzo del suo nuovo coinquilino, lei fu rapida a intervenire:
 
“Oh no, non preoccuparti, hai ragione, avrò bisogno di te. In fondo devo cominciare a farmene una ragione visto che rimarrò qui ancora per un po'”
 
Ritornando sorridente e radiosa, lei chiese con aria fintamente pomposa per sdrammatizzare il disagio appena giunto:
 
“Allora, caro signore, sarebbe così gentile da condurmi al suo bagno così da potermi rinfrescare un po'?”
 
“Ma certo, cara signorina” rispose lui sullo stesso tono.
 
La prese di nuovo tra le braccia, come aveva fatto poche ore prima, e salì al piano di sopra dove la posò su un piccolo sgabello che era nel bagno, in attesa di portare su la sedia a rotelle. Una volta fatto ciò, e con gli articoli da toletta accanto a sé, lei aspettò che Ryo uscisse dal bagno per iniziare a ispezionare l'area dopo essersi accomodata sulla sedia. C'erano un lavandino, una doccia che non avrebbe potuto usare date le sue condizioni fisiche e una vasca da bagno. Sfortunatamente per lei, aveva bordi molto alti. E si chiese come, una volta dentro, sarebbe riuscita a uscire. Certo, avrebbe potuto lavarsi nel lavandino, ma voleva rilassarsi con un bel bagno caldo, sentire l'effetto calmante dell'acqua, abbandonarsi a quella delizia.
 
Iniziò a far scorrere l'acqua mentre aggiungeva un po' del bagnoschiuma che aveva portato con sé. Sospettava che due uomini che vivevano insieme non avessero l'abitudine di fare bagni pieni di schiuma, o anche solo di oziare nella vasca. In genere, gli uomini preferivano fare la doccia per perdere meno tempo. Una volta finito, iniziò a spogliarsi. Portò la sedia il più vicino possibile al bordo della vasca e impostò i freni per evitare che si muovesse mentre si spostava. Appese un asciugamano sul bracciolo destro e tirò indietro quello sinistro per poter scivolare fino al bordo della vasca. Una volta dentro, si lasciò andare nell'acqua calda. Pensò allora a quel giorno un po' speciale, ricco di sensazioni di ogni genere, che aveva appena vissuto. L'aver rivisto suo fratello, l'incontro con quello strano Ryo...chi era veramente, l'avrebbe scoperto col tempo, si ripromise. Tranquillamente comoda nell'acqua calda profumata di lavanda, e accompagnata dalla stanchezza della giornata, cadde lentamente in un dolce sonno.
 
x x x
 
Ryo era sul suo letto, le braccia alzate dietro la testa. Ripensava costantemente a Kaori e al loro incontro. Alla volontà di cui lei faceva prova per sormontare il tragico scherzo del destino a causa di un ingiusto incidente, alla sua risata così dolce che illuminava il suo bel viso, a quello sguardo che trafiggeva il cuore...
 
“Ryo, vecchio mio, che ti succede? Perché ti riduci così per una donna?” mormorò tra sé.
 
Il corso dei suoi pensieri fu interrotto dal rumore dell'acqua che proveniva dal bagno. Fu allora che cominciò a immaginare Kaori nuda che si lavava profumandosi tutto il corpo. Aveva sentito quel fragile corpo le cui curve erano state così vicine alle sue braccia e alle sue dita. E si disse che quel corpo doveva essere molto morbido da accarezzare. Sentì il suo migliore amico manifestarsi in tutto il suo splendore.
 
“No, così non va” borbottò tra sé, si guardò l'inguine e aggiunse, “non dimenticare che è la sorella di Makimura, non si tocca, smettila di immaginare certe cose. Avrà un corpo magrolino, per niente morbido”
 
Eppure sapeva bene, in fondo, che non era vero.
 
x x x
 
Dopo il pisolino improvvisato nella vasca da bagno, Kaori si svegliò lentamente con una sensazione di freddo in tutto il corpo. Inizialmente disorientata, si rese presto conto di essere ancora nell'acqua, che aveva perso tutto il suo calore e profumo. Decise di sciacquarsi molto velocemente per poter andare a letto. Non sapeva nemmeno che ora potesse essere e per quanto tempo si fosse appisolata, cullata dal benessere dell'acqua che massaggiava il suo corpo irrigidito dall'essere costantemente nella stessa posizione. Ma quando cercò di reggersi sulle braccia per liberarsi dalla vasca, le sue forze l'avevano completamente abbandonata. Era stata nell'acqua per troppo tempo. Improvvisamente tutti i suoi muscoli si erano completamente rilassati.
 
“Beh, ecco il mio colpo di fortuna”, si disse, “qui, prigioniera in questa maledetta vasca da bagno. Come ne esco?”
 
Per prima cosa, dovette fare uno sforzo sovrumano per afferrare l'asciugamano che aveva lasciato sulla sedia. Non se lo mise addosso subito, prima voleva uscire dalla vasca.
 
“Dai, vecchia mia, mostra che hai un po' di forza nelle braccia”
 
Cercò di nuovo di tirarsi su il più possibile per raggiungere il bordo. Proprio mentre pensava che i suoi sforzi fossero terminati, le forze le mancarono ancora una volta, e ricadde pesantemente nella vasca.
 
“Ahi” gemette, massaggiandosi la parte bassa della schiena che aveva appena subito l'urto, “maledetta vasca da bagno...” si lamentò, “cosa mi è venuto in mente di voler fare il bagno a quest'ora di sera!”
 
Kaori era soprattutto furiosa con se stessa, con la propria impotenza di fronte a una situazione del genere. Era in momenti così grotteschi che malediceva di più la sua condizione fisica. Non c'era niente di più semplice per una persona comune che fare un bel bagno in una vasca, ma per lei, se non c'era l'attrezzatura adatta, diventava subito un percorso a ostacoli, perfino un inferno. In quei momenti si vergognava delle proprie condizioni, e percepiva tutta l'ingiustizia del mondo per dover vivere scene così ridicole.
 
“Arrenditi, ragazza, non ne uscirai mai da sola. La cosa migliore è chiamare Ryo”.
 
Non appena pensato a quella possibilità, arrossì all'istante. Non voleva che lui la vedesse in una situazione del genere, ancora meno in quella tenuta.
 
“Sono pazza a pensarci! Sono entrata da sola in questa vasca e ne uscirò da sola”
 
Kaori sapeva bene che l'unica cosa che le impediva di chiamare Ryo per chiedere aiuto era solo il proprio orgoglio. Per tutta la vita aveva lottato per raggiungere la massima indipendenza, per evitare di dover chiedere continuamente aiuto, non sarebbe stata quella vasca a rovinare tutti i suoi sforzi. Fece un respiro profondo per qualche minuto, per scaricare tutto lo stress, poi, con un altro respiro e concentrandosi con tutte le sue forze, si issò sul bordo della vasca con un ultimo disperato tentativo. Felice di essere finalmente uscita, sospirò e si rilassò, deconcentrandosi per alcuni secondi. Proprio quella mancanza di concentrazione le costò cara, scivolando dal bordo della vasca e mancando la sedia. Cadde all'indietro con tutto il suo peso sulle piastrelle del bagno, lanciando un grido di dolore che fece tremare l'intero edificio.
 
Allertato dal rumore in bagno, Ryo balzò dal letto e corse per controllare cosa stesse succedendo e per sapere se Kaori stesse bene, seguendo il grido che lei aveva emesso.

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Capitolo 6
*** 6. XYZ alla riscossa! ***


“Kaori! Va tutto bene?” urlò Ryo aprendo in fretta la porta del bagno.
 
Ma nel momento in cui lo fece, sentì che dalla sua bocca non sarebbe più uscito alcun suono. Deglutì a fatica quando iniziò a sentire la temperatura corporea salire di una tacca. Il suo battito cardiaco aveva improvvisamente preso un ritmo molto più veloce del solito. In quel preciso momento, come ipnotizzato da ciò che aveva davanti agli occhi. Aveva davanti a sé la più bella visione che avesse mai visto. Kaori era distesa a pancia in giù, lì, nuda, sul pavimento del bagno. Le curve del suo corpo erano così armoniose...la sua pelle sembrava così morbida...sembrava una dea che sorgeva dalle acque per tentare i poveri mortali ad assaggiare il frutto proibito.
 
Le mani e le dita di Ryo non l'avevano tradito quando avevano portato la giovane donna tra le braccia, aveva davvero un corpo magnifico. Fece fatica a distogliere lo sguardo da quella visione così invitante e a tornare in sé. In quel momento gli parve che il corpo di nessuna donna potesse eguagliare quello di Kaori. Per lui la vera bellezza era lì, distesa su quel suolo freddo. Con quella visione da sogno, Ryo ebbe tutte le difficoltà del mondo per controllare il suo migliore 'amico' che non chiedeva altro se non apparire in tutta la sua gloria.
 
La caduta doveva essere stata dura per Kaori, perché era un po' stordita. Non aveva sentito né notato l'arrivo precipitoso di Ryo. Tornando un po' in sé, si mosse leggermente, sospirando per il dolore.
 
“Woah...” gemette, cercando di voltarsi per mettersi seduta.
 
La schiena le faceva sempre più male e le braccia si indebolivano sempre di più. Aveva l'impressione che tutto il suo corpo pesasse una tonnellata. Fu allora che alzò lo sguardo verso la porta, avvertendo una presenza e soprattutto due occhi che la guardavano. Notando Ryo, Kaori spalancò gli occhi e in un istante diventò rossa come un gambero.
 
“AAAAAHHH! ESCI DI QUI IMMEDIATAMENTE SPECIE DI GUARDONE!!!” urlò furiosamente, cercando come meglio poteva di nascondere la sua nudità all'uomo sulla soglia.
 
Se avesse avuto qualcosa a portata di mano subito, gliel'avrebbe scagliato in faccia senza ripensarci. Come osava entrare in bagno mentre lei era completamente nuda? Oh, la vergogna che stava provando in quel momento era inesprimibile. Non si era mai trovata in una situazione così imbarazzante.
 
Da parte sua, Ryo si destò dalla sua contemplazione e rimase sbalordito da una tale potenza vocale proveniente da un corpo così esile.
 
“No...uh...” rise stupidamente, grattandosi la nuca. “Ti assicuro che non ho visto niente...” disse chiudendo frettolosamente la porta.
 
Tuttavia non si allontanò, perché sospettava che Kaori avrebbe avuto bisogno di lui.
 
Con le guance in fiamme per la rabbia ma anche e soprattutto per l'imbarazzo, Kaori afferrò il suo asciugamano e vi si avvolse come meglio poteva. Molto pudica di natura, non non sopportava l'idea che lui l'avesse vista nuda e in una posizione così grottesca. Sdraiata lì per terra dopo essere scivolata stupidamente fuori dalla vasca.
 
Poi, guardando la sua sedia, seppe subito che non avrebbe più avuto la forza di alzarsi per mettercisi sopra. Sospirando per la stanchezza e per il dolore, decise di chiamare Ryo per aiutarla a sedersi.
 
“Uh...ehm...Ryo? Sei lì?” chiese con una vocina, mentre il rossore le saliva di nuovo sulle guance.
 
Aspettò che lui entrasse. Credendo che non l'avesse sentita, sul punto di ripetere la sua richiesta, la porta si aprì sullo sweeper.
 
“Avrei...uhm...bisogno che mi aiutassi a tornare sulla mia sedia, per favore” chiese senza osare guardarlo. Era ancora troppo imbarazzata per la situazione in cui l'aveva trovata per riuscire a farlo.
 
Comprendendo il suo disagio, Ryo non fece altri commenti e si avvicinò a lei, che era ancora sul pavimento. Quando la prese tra le braccia, Kaori non poté trattenere una piccola smorfia di dolore proveniente dalla parte bassa della schiena. Accorgendosene, Ryo non la rimise sulla sedia, ma la riportò direttamente nella sua camera e l'adagiò dolcemente sul letto.
 
“Vestiti mentre riordino il bagno” le disse piano. “Tornerò per farti un massaggio alla schiena con una crema alle erbe per evitare che il dolore aumenti”
 
Prima che potesse sollevare qualsiasi protesta, Ryo era uscito lasciando Kaori delusa dalla situazione. Quando il dolore alla schiena si fece risentire, dovette ammettere che Ryo aveva ragione, un piccolo massaggio non avrebbe potuto farle male. Se avesse fatto nulla per alleviare il dolore, avrebbe rischiato di non riuscire a dormire per tutta la notte.
 
Guardandosi intorno, notò che la borsa contenente le sue cose era stata appoggiata sul letto. Così prese un pigiama che indossò il più velocemente possibile, per paura di vedere Ryo arrivare mentre era ancora nuda.
 
Stendendosi sul letto dopo essersi preparata per la notte, Ryo bussò alla sua porta pochi minuti dopo.
 
“Puoi entrare, Ryo, sono pronta” lo informò Kaori, mentre Ryo aspettava il suo consenso per entrare. Lui avanzò portando la sua sedia. Le chiese dove lasciarla e lei gli indicò il posto vicino al letto. Poi si avvicinò a lei.
 
“Ti fa male la schiena, vero?”

“Sì, un po'” riconobbe Kaori debolmente.
 
“Allora mettiti a pancia in giù così posso applicarti questa crema. Vedrai che dopo ti sentirai meglio”
 
Kaori obbedì alle istruzioni di Ryo, non senza sentirsi un po' imbarazzata, e radunò le sue ultime forze per rotolarsi sullo stomaco. Ryo sollevò leggermente la maglietta del pigiama per iniziare ad applicare la crema. Quando lo fece, Ryo notò le cicatrici che aveva lungo la spina dorsale e nella parte bassa della schiena. Non fece alcun commento né domande sulla loro provenienza. Immaginava che dovessero essere causa dei numerosi interventi chirurgici a cui aveva dovuto sottoporsi da bambina.
 
Iniziò così a massaggiarle la schiena in quel punto, dov'era un po' rossa per l'urto. Per via del dolore causato dalle dita di Ryo che premevano, Kaori non poté fare a meno di gemere.
 
“Scusami se ti ho fatto male”

“No non preoccuparti, va bene” replicò lei con le lacrime agli occhi, mentre Ryo continuava ad applicare delicatamente la crema che cominciava ad emanare un calore rigenerante.
 
Ma nonostante sentisse male, Kaori non poté fare a meno di provare un immenso senso di benessere in tutto il corpo a contatto con le dita di Ryo. Si ritrovò a immaginare quale sensazione avrebbe provato se le avesse accarezzato il resto del corpo con la stessa dolcezza. Arrossì immediatamente, rimproverandosi per tali pensieri, e fu felice di poter nascondere il viso tra le proprie braccia per impedire a Ryo di notare la sua confusione. Che le stava succedendo, era la prima volta che provava un tale piacere nell'essere massaggiata da un uomo. Aveva sempre odiato le sedute di riabilitazione, dovendosi fare 'palpeggiare' da tante mani maschili. Tuttavia, quelle attualmente sulla sua schiena non le causavano alcun disagio. O almeno, non dello stesso tipo...
 
Ryo, d'altra parte, era turbato quanto Kaori. Non si riconosceva più. Lei era nella sua vita solo da qualche ora, ed eccolo lì, lui, a prendersene cura.
 
Nonostante le cicatrici che avvertiva sotto le dita, trovò la sua pelle molto morbida. Fu assalito da un mucchio di pensieri gradualmente più erotici. Con quel tocco e soprattutto con le immagini che gli danzavano in testa, ebbe enormi difficoltà a concentrarsi per evitare che il suo mokkori facesse capolino. Non voleva spaventarla fin dalla prima seria a causa della sua leggendaria virilità.
 
Con rammarico constatò che la crema era stata completamente assorbita dalla pelle di Kaori. Quindi abbassò delicatamente la maglietta.
 
“Ecco, ho finito” disse dolcemente, con una voce roca che tradiva in qualche modo la sua confusione. “Penso che ti farà bene e per stasera ti darà un po' di sollievo”

Incuriosito dalla mancanza di risposta della giovane donna, si avvicinò al viso di Kaori e vide che si era addormentata sorridendo. Mosso dall'innocenza che trasudava nel sonno, le accarezzò teneramente la guancia. Lei reagì leggermente al suo tocco carezzevole ed emise un sospiro compiaciuto e soddisfatto. Era così bella, candidamente addormentata su quel letto. Nessuno in quel momento avrebbe potuto immaginare la vita che aveva dovuto accettare tanti anni prima.
 
“Dormi bene, incantevole angelo” sussurrò prima di andarsene dalla stanza.
 
Tornato nella sua, Ryo faticò a dormire quella notte. Troppe immagini, troppe sensazioni si agitavano nella sua mente per riuscirci. Come aveva sospettato, Kaori aveva un corpo bellissimo, ne aveva avuto la prova per un breve momento quella sera. Era così dolce, così bella...
 
Innervosito con se stesso, non riusciva a capire perché lei gli facesse un tale effetto. Aveva conosciuto molte donne in precedenza e non era mai stato così turbato come con Kaori in poche ore.
 
“Ah, Kaori, sotto quella bellezza angelica, sei davvero un piccolo demone tentatore” sussurrò Ryo, chiedendosi come sarebbe riuscito a non soccombere al suo fascino durante le successive settimane.
 
La stanchezza lo colse gradualmente e si addormentò in un sonno turbato dalle visioni di Kaori.

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Capitolo 7
*** 7. Quando c'è la curiosità... ***


Di mattina presto, Kaori si svegliò con i primi raggi del sole che filtravano attraverso le fessure della tapparella. Inizialmente confusa dall'ambiente sconosciuto, si rese subito conto di non essere a casa, ma nella stanza di suo fratello. Un sorriso le incurvò le labbra quando notò una foto di lei e suo fratello sul comodino. La foto era di circa un anno prima, quando per un esame aveva realizzato la sua prima mostra fotografica sul tema del volo. Suo fratello aveva voluto immortalare quel momento importante con lei. La foto era stata scattata in modo che nessuno avrebbe potuto immaginare che Kaori fosse su una sedia a rotelle.
 
Volendo alzarsi, si girò sulla schiena e, avvertendo un leggero dolore, si ricordò della sua pazzesca caduta del giorno prima. Dio, che imbarazzo aveva provato davanti a Ryo...tuttavia, lui non aveva fatto alcun commento inappropriato, anzi, si era preoccupato per la sua salute, e grazie al suo massaggio aveva trascorso una notte eccellente. Si era sentita così bene durante il massaggio di Ryo, che non si era nemmeno accorta che il sonno l'aveva trascinata dolcemente nel regno dei sogni. Sospirò delusa, avrebbe voluto aver sentito le carezze di Ryo fino alla fine. Perché per lei non c'era dubbio che fossero state carezze e non un semplice massaggio.
 
“Beh, hai intenzione di sognare ad occhi aperti per molto tempo, vecchia mia?”, si rimproverò, “farei meglio ad alzarmi, prima che lui pensi che ozio a letto”
 
Il sonno di quella notte le aveva fatto davvero bene, aveva riacquistato tutte le sue forze. Rimuovendo le lenzuola, scivolò lentamente sulla sedia. Poi si diresse in bagno per rinfrescarsi.
 
Quando il suo sguardo cadde sulla vasca non riuscì a fermare il rossore che le salì alle guance, ricordando che Ryo l'aveva vista nuda. Si ripromise di non indulgere in voglie folli che non erano adatte a lei. Peccato, si sarebbe accontentata del lavandino per sciacquarsi. Una volta finito, tornò nella sua stanza per vestirsi. Indossò una lunga gonna bordeaux e un maglione nero. Si prese il piede destro in una mano e si mise la scarpa, facendo lo stesso con l'altro.
 
Era passato molto tempo dall'ultima volta che aveva avuto problemi a fare quel genere di cose. Eppure non poteva fare a meno di ripensare con rabbia e determinazione agli inizi e a tutte le difficoltà che aveva incontrato nell'imparare anche solo a mettersi un paio di scarpe senza bisogno che qualcuno lo facesse al posto suo. Ma anche semplicemente imparare a vestirsi da sola...
 
Una volta pronta, desiderò preparare la colazione, per rendere le cose più facili a Ryo, ma anche per partecipare più attivamente alla sua nuova vita da coinquilina. Tuttavia, dovette rinunciare rapidamente quando vide la scala di fronte a sé. Sospirando esasperata, si guardò intorno. Non le piaceva essere inattiva, ma lì non aveva davvero scelta. A malincuore, tornò nella sua stanza.
 
Non voleva nemmeno svegliare Ryo, sapeva che a causa sua non aveva dormito molto quella notte.
 
Tuttavia un'idea germogliò nella sua mente, non poté fare a meno di resistere all'impulso di andare ad osservare Ryo segretamente. Appena pensato a quel desiderio, il rossore arrivò a colorarle le guance. Che le stava succedendo? Da quando voleva andare a spiare gli amici di suo fratello che dormivano? Non si riconosceva più, Ryo aveva uno strambo effetto sul suo comportamento. Ma, nonostante le rimostranze, la curiosità fu più forte. Aveva troppa voglia di scoprire quell'uomo per lei così misterioso, ma soprattutto moriva dalla voglia di vederlo dormire. Allontanando la sua timidezza, lasciò la stanza il più silenziosamente possibile e si diresse verso quella di Ryo. Quando aprì la porta, sentì una voce che la chiamava e che la spaventò.
 
“Puoi entrare, Kaori, non dormo più”
 
Come una bambina colta in flagrante, arrossì e si mise a balbettare imbarazzata.
 
“Oh...io...io non...volevo...svegliarti...”
 
Kaori si rimproverò in silenzio della propria stupidità e della propria curiosità che le stava facendo vivere quel momento, vergognandosi. Questa volta l'imbarazzo se l'era andato a cercare. Aveva appena confermato il detto 'La curiosità è un vizio'. Oh cavoli...se Hideyuki l'avesse scoperto, cos'avrebbe pensato della sua sorellina? Lui che ancora la credeva così innocente e così giovane per interessarsi agli uomini. Non osava guardare Ryo negli occhi per paura di trovarvi uno sguardo beffardo o qualcosa di simile.
 
Ryo, nel frattempo, sorrideva davanti alla sua confusione. Di solito fare visite alle donne quando dormivano era più prerogativa sua. La situazione ora si invertiva, e allo sweeper non dispiaceva affatto. Soprattutto quando lo spettacolo era quello che si trovava di fronte, con un angelo imbarazzato. Approfittandone, rincarò la dose per farla arrossire ulteriormente.
 
“Davvero? Allora cosa volevi fare venendo nella mia stanza?” chiese con una voce molto sensuale che avrebbe turbato qualunque donna.
 
Lei si decise allora ad alzare lo sguardo verso il suo interlocutore per rispondere alla domanda. Ma le parole le rimasero bloccate in gola. Non riusciva a credere a quello che vedeva. Ryo era a torso nudo...arrossì ancora di più e iniziò a sentirsi molto accaldata.
 
-Oh mio dio, è a torso nudo! No Kaori, non guardare, non guardare!-, ma per quanto la giovane donna tentasse di farsi la predica, non riusciva a distogliere lo sguardo da lui. Non era mai stata così affascinata dal corpo di un uomo, e mai avrebbe pensato di trovarlo così attraente. Uscendo dal suo torpore, cercò come meglio poteva di riordinare i suoi pensieri, al fine di trovare una scusa per essere entrata nella stanza di Ryo.
 
“Ma...ma...niente, insomma...io...io...uh...” non sapendo cosa dire, e preferendo limitare i danni, si voltò e tornò nella sua stanza, mormorando parole incomprensibili.
 
Ryo, orgoglioso dell'effetto che aveva prodotto nella giovane donna, si alzò ridendo mentre Kaori usciva. Non capiva perché, ma si divertiva a metterla a disagio e a spingerla al limite. Era così prevedibile e innocente allo stesso tempo...eppure, per quanto gli piacesse farla agitare, non aveva alcuna intenzione di schernirla. Aveva troppo rispetto per lei e per suo fratello.
 
Si vestì e andò a raggiungerla nella sua stanza, per proporle la colazione. Quando aprì la porta, la trovò mentre guardava la foto di lei e suo fratello.
 
“Kaori?” chiese dolcemente. “Immagino che tu abbia fame, vuoi fare colazione?”

Lei lo guardò e annuì. Era ancora troppo confusa e turbata dalle proprie reazioni e dalla propria stupidità per poter parlare. Aveva paura che se avesse aperto bocca non sarebbe stata in grado di controllare le sue parole, così come non era stata in grado di placare la curiosità.
 
“Allora” iniziò Ryo, “lasci che la porti tra le mie braccia”, la stuzzicò, strizzandole l'occhio.
 
Riuscì a farla ridere e dimenticare un po' l'imbarazzo che si era creato tra loro per qualche secondo.
 
Avevano appena iniziato la colazione, preparata tra dolci risate, quando sentirono aprirsi la porta d'ingresso.
 
“Deve essere Hide” sussurrò Kaori.
 
“Buongiorno a entrambi” esclamò Hideyuki entrando in cucina, “allora, Kaori, hai passato una notte piacevole?” chiese alla sorella, baciandola sulla fronte.
 
“Sì, grazie”
 
“Ti offro un caffè?” chiese Ryo al partner.
 
“Sì, volentieri, grazie”, rivolgendosi a Kaori, le chiese, “allora, qual è il tuo programma per oggi?”

“Ah, beh...non ho ancora appuntamenti con i medici, quindi non farò niente di particolare”
 
“In questo caso, ne approfitterò per presentarti al resto della banda” dichiarò lui.
 
“Davvero?” chiese Kaori e il suo viso improvvisamente si illuminò di gioia.
 
Da tanto tempo voleva scoprire un po' di più del mondo di suo fratello e soprattutto dei suoi amici. Finalmente avrebbe potuto incontrarli. Dare un volto ai nomi e, soprattutto, forse capire quel legame che li univa tutti. Il legame che aveva reso suo fratello l'uomo che era diventato. E forse, allo stesso tempo, apprendere qualcosa in più su Ryo.
 
Dopo colazione, Kaori chiese al fratello di portarla nella sua stanza per poter finire di prepararsi. Non voleva far fare brutta figura al fratello, non essendo adeguatamente sistemata nel giorno in cui avrebbe finalmente incontrato tutti i suoi amici. Si prese il suo tempo per farsi bella.
 
Intanto, in soggiorno, si svolgeva una discussione seria tra i due uomini.
 
“Spero che tu ti sia comportato correttamente con Kaori?” chiese Hideyuki repentinamente.
 
“Ma che vai a immaginare?” rispose Ryo alla domande dell'amico, per una volta non aveva nulla per cui essere rimproverato.
 
“Ti conosco e so come puoi comportarti con le donne. Ma sappi che Kaori non ha nulla a che fare con quelle donne che puoi incontrare in quei locali notturni”

Colpito dall'osservazione dell'amico, Ryo gli rispose in modo più tagliente.
 
“Non giudicarmi così frettolosamente, Maki...e mi risulta che tua sorella non sembrasse così terrorizzata stamattina, quando sei arrivato”
 
Era vero, Hideyuki doveva ammettere che sua sorella era parsa molto allegra, dato che stava ridendo di gusto con Ryo. Forse aveva davvero giudicato il suo amico troppo in fretta...ma quando si trattava di sua sorella, Makimura aveva la tendenza a perdere un po' la ragione.
 
“Scusa Ryo, non volevo offenderti. Sai, sento costantemente il bisogno di proteggere Kaori. Forse non sembra, ma è molto sensibile e fragile. Vorrei che non soffrisse più. Quindi...”

“Non scusarti, è una reazione normale. Però sai, dovresti capire che Kaori non è più una bambina ma una donna...” rispose Ryo pensieroso.
 
Makimura non ebbe tempo di chiedere a Ryo di approfondire le sue parole che Kaori, pronta, chiamò suo fratello per andare a riprenderla.

 

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Capitolo 8
*** 8. City Hunter e la sua banda ***


Durante tutto il tragitto che li conduceva al locale, Kaori rimase molto silenziosa, assorta nei suoi pensieri. Ryo, alla guida, ogni tanto la guardava dallo specchietto retrovisore. Lo sweeper sospettava un po' quale fosse la ragione di quel silenzio. Era preoccupata per quell'incontro. Nessuno, infatti, sapeva delle sue condizioni e ciò bastava a intimorire la giovane. Tuttavia, Ryo conosceva bene i suoi amici e non si faceva problemi riguardo all'accoglienza di Kaori nell'allegra banda.
 
Arrivando al Cat's Eye, Kaori sentì un'improvvisa apprensione impossessarsi di lei e salire di una tacca. Avrebbe fatto una buona impressione sugli amici di suo fratello? L'avrebbero accettata? Tutte quelle domande le danzavano in testa, quando suo fratello le sorrise per darle fiducia e coraggio. Hideyuki conosceva sua sorella abbastanza bene da sapere che non avrebbe avuto problemi ad integrarsi nella banda. Proprio come conosceva a sufficienza i suoi amici da sapere che non l'avrebbero respinta. Kaori annuì, accettando di entrare. Era finalmente arrivato il momento delle presentazioni.
 
Hideyuki aprì allora la porta del caffè, dalla quale tintinnò un campanello, e interpellò i proprietari.
 
“Buongiorno, gente” disse allegramente.
 
“Ah Hide, che bella sorpresa” esclamò Miki vedendolo entrare.
 
Hideyuki tenne la porta aperta e Kaori fece la sua apparizione. Avvertì subito un'atmosfera calorosa in quel luogo che scopriva per la prima volta. C'era un ampio bancone con alcuni sgabelli alti e tavoli lungo il muro per accogliere i clienti che desideravano rilassarsi maggiormente.
 
“Buongiorno signorina, cosa posso servirle?” chiese Miki nel vedendo una nuova cliente.
 
“Ti presento mia sorella” disse Hideyuki con orgoglio. Poi si rivolse a Kaori: “Kaori, questa è Miki, un'amica”
 
“Oh, ecco finalmente la sorellina di Makimura” disse con un sorriso molto affettuoso che rassicurò subito Kaori.
 
La donna fece il giro del bancone e spontaneamente abbracciò Kaori, che gradualmente iniziò a rilassarsi. Contenta di quel gesto amichevole, Kaori era sicura che avrebbe avuto un'ottima amica, aveva un'aria così dolce e affabile.
 
“Piacere di conoscerti, io sono Miki e gestisco questo locale insieme a mio marito Falcon che non dovrebbe tardare ad arrivare”
 
Nel contempo, un gigante di due metri fece la sua entrata nel locale. Kaori ne rimase alquanto colpita. Non capitava tutti i giorni di incontrare un uomo così imponente. Kaori si avvicinò un po' al fratello per sentirsi più sicura. Miki, notando l'apprensione della giovane donna, sorrise chiamando il marito.
 
“Ah, Umi, tesoro. Guarda chi ci presenta finalmente Hideyuki”

“Piacere di conoscerla, signorina, io sono Falcon” disse lui con voce grossa e burbera, rivolgendosi alla giovane donna.
 
“Io...lo stesso vale per me. Sono Kaori, la sorella di Hideyuki” rispose lei, ancora sconvolta.
 
Ciò che la colpiva di più era immaginare Miki, così bella e delicata, con un uomo come lui. Tuttavia, osservandoli, Kaori dovette ammettere che formavano davvero una bella coppia e sembravano molto felici insieme. Inoltre, nonostante la sua stazza, Falcon sembrava una una persona eccezionale. Li conosceva solo da pochi minuti, ma già si sentiva molto affezionata a quella strana coppia.
 
Miki offrì a Kaori e a suo fratello un caffè di benvenuto e propose di accomodarsi a uno dei tavoli. Dato che c'erano solo delle panche, Kaori si sistemò all'estremità del tavolo. Avrebbe potuto infilarsi in una delle panche, ma preferiva restare sulla sedia per potersi muovere più liberamente.
 
Kaori, che osservava il locale, aveva un sorriso felice sulle labbra. Capiva sempre di più perché suo fratello fosse così legato a quella vita. Nonostante il pericolo della sua professione, aveva trovato in quelle persone il vero senso della vita. Era orgogliosa di suo fratello, di ciò che faceva e delle persone che conosceva.
 
Miki portò i caffè con un grande sorriso. Ma non appena lasciate le due tazze sul tavolo, un tornado biondo entrò nel locale urlando.
 
“MIKI, MIA BELLA, VIENI TRA LE MIE BRACCIA!!!”
 
Aveva giusto varcato la soglia che prese un vassoio in faccia, fermandosi di colpo. Kaori rimase sbalordita dall'ingresso più che teatrale. Apparentemente, era un evento comune poiché nessuno tranne lei sembrava sorpreso.
 
“Non è giusto” biascicò un Mick completamente sdentato e con il naso schiacciato.
 
Fu allora che vide Hideyuki in compagnia di un'affascinante giovane donna. Con un'espressione seria, si rivolse all'amico.
 
“Dimmi, Makimura, Saeko sa che le sei infedele?” chiese con un ghigno beffardo, soddisfatto di coglierlo in fallo.
 
Kaori sorrise all'osservazione, sconcertando un po' l'americano, che guardò Makimura e Kaori senza capire.
 
“Mick, questa è Kaori, mia sorella” disse.
 
“Tua...tua sorella!” ripeté lui incredulo. Non riusciva a credere a ciò che vedeva. Lui, che aveva sempre immaginato la sorella di Hideyuki con la stessa faccia del fratello, era senza parole.
Aveva persino immaginato che si rifiutasse di presentarla proprio a causa della somiglianza. Ma doveva ammettere che si era largamente sbagliato. Era più che incantevole, la sorellina. Con aria seducente e calda, afferrò la mano di Kaori e si presentò.
 
“Incantato, signorina” disse, baciandole la mano. “Sono Mick Angel, per servirla. Chieda, ordini e sarà soddisfatta” continuò, guardandola dritto negli occhi.
 
“Uhm...ehm, Mick, non esagerare, altrimenti dovrò avvertire Kazue” disse Makimura severamente, calmando subito il seduttore. Rise scioccamente mentre Kaori, rossa per la confusione, non sapeva cosa fare, era imbarazzata.
 
Una volta approfondite le presentazioni, Miki non poté fare a meno di chiedere a Kaori dove alloggiava. La giovane informò che Hideyuki le aveva lasciato il suo posto e che ora condivideva l'appartamento con Ryo.
 
“Cosa?!” fece Miki, molto sorpresa, “e come si è comportato con te ieri sera?” chiese, molto sospettosa.
 
La domanda stupì molto Kaori, che non aveva assolutamente idea del perché glielo stesse chiedendo. Ryo era stato gentilissimo come coinquilino. Non c'era stato nessun problema, o...quasi...
 
“Bene, molto bene” rispose Kaori, arrossendo leggermente ai molteplici ricordi che si agitavano nella sua testa.
 
Quell'atteggiamento venne subito notato dal fratello che trovò strana la reazione di Kaori e immaginò che non stesse dicendo tutta la verità. Poi ricordò l'ultima frase che lui e Ryo si erano scambiati prima di uscire. Si promise di chiarire la faccenda il più rapidamente possibile. Perché era ovvio che quei due nascondessero qualcosa.
 
“Ah, è così! Intendi dire che non ha cercato di farti visite notturne?” chiese Miki sempre più stupita.
 
“Beh...” Kaori arrossì ancora di più, ripensando alla propria curiosità, “no, no” balbettò, “perché questa domanda?”
 
Kaori aveva appena posto quella domanda che dalla strada si udì l'alto grido di una donna.
 
“SMETTILA, RAZZA DI PERVERTITO!!”
 
Tutta la banda si voltò per vedere dalla finestra un Ryo che correva dietro a una donna con le braccia tese e il viso deformato. Un enorme corvo attraversò il locale e una libellula si posò sulla spalla di Kaori, incredula, mentre tutti caddero all'indietro. Kaori iniziò a capire meglio lo stupore di Miki, mentre Ryo si prendeva una borsa in faccia. Entrò quindi nel caffè, volando su Miki.
 
“MIKI AMORE MIOOOOO!!”
 
Venne fermato da Falcon e dal suo bazooka. Una raffica di corvi invase di nuovo il locale, Kaori si chiedeva sempre di più in quale folle mondo fosse atterrata. E lei che all'inizio aveva creduto di avere a che fare con persone normali...guardò preoccupata il fratello, quest'ultimo aveva la testa tra le mani nel tentativo di rimanere calmo e non esplodere di fronte alla stupidità del suo partner. Apparentemente non era shockato da quello che stava succedendo, anzi, sembrava piuttosto abituato a quel tipo di scena. Guardando Ryo, Kaori si chiese se fosse lo stesso uomo che aveva risvegliato in lei tante sensazioni il giorno prima e quella mattina, mentre quello che aveva visto pochi secondi prima stava rincorrendo una povera donna con una faccia da pervertito. Non capiva più nulla, mentre per tutti sembrava normalissimo.
 
Kaori fu destata dai suoi pensieri dall'arrivo di un'affascinante donna molto elegante. Quando apparve, il viso di Makimura si illuminò e un sorriso si allargò sulle sue labbra. La giovane donna si avvicinò a lui e lo baciò. Kaori, un po' imbarazzata nell'assistere alla scena, abbassò lo sguardo. Non era abituata a vedere suo fratello così intimo con una donna.
 
“Kaori, lei è Saeko” disse Hideyuki.
 
“Sono felice di conoscerti” disse Saeko alla sorellina del suo amato.
 
Kaori non poté impedirsi di pensare che formavano davvero una bella coppia, ed era felice di vedere suo fratello felice, oltre che di conoscere finalmente la donna che occupava il suo cuore.
 
Con la banda al completo, tutti brindarono alla sorella di Makimura e Kaori fece il suo ingresso ufficiale nella banda di City Hunter. Poche ore dopo, Kazue si unì a loro nel locale e fece a sua volta la conoscenza di Kaori. Mai prima d'ora la giovane donna si era sentita così bene, insieme a tutte quelle persone straordinarie.

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Capitolo 9
*** 9. Visita medica ***


Dopo aver fatto il suo ingresso in quella stramba famiglia e passati alcuni giorni, Kaori aveva il primo appuntamento con il dottor Seto Mitana, neurochirurgo dell'ospedale principale di Tokyo.
 
Appena entrata, Kaori avvertì subito la sensazione di soffocamento e mancanza d'aria, come ogni volta che entrava in un ospedale. Questo non era diverso dagli altri, con pareti completamente bianche e ampi corridoi che non finivano mai. C'erano gli stessi suoni di un mucchio di dispositivi e dei passi delle infermiere che camminavano da una stanza all'altra. Ma soprattutto, c'era quell'odore...odore di disinfettante, che prendeva alla gola e provocava un principio di nausea. Tutta l'agitazione così particolare per quel luogo Kaori la conosceva a memoria, avendovi trascorso buona parte della sua infanzia.
 
Anche dopo tanto tempo, il malessere e il disagio rimanevano. Era impossibile sentirsi a proprio agio in quel posto quando aveva designato l'inizio di un'altra vita. Eppure, oggi quel posto non significava più sofferenza, ma rappresentava una vera speranza per la giovane donna. La speranza di tornare di nuovo, forse, a una vita più normale. Quindi sì, era pronta a trascorrere ancora un po' di tempo in quel luogo. Hideyuki aveva accompagnato sua sorella per il primo appuntamento. Sapeva che era in uno stato emotivo piuttosto elevato. E che l'odore degli ospedali le dava molto fastidio.
 
Mentre aspettava in sala d'attesa, Kaori continuava a torcersi le dita per l'ansia. Hideyuki le prese la mano e le sorrise. Questo calmò un po' Kaori, che ricambiò il sorriso. Era sempre stato presente durante quelle fin troppo numerose visite in ospedale. L'aveva sostenuta dandole coraggio, la forza di andare avanti, senza mai lamentarsi o biasimarla. Per tutto questo, gli era molto grata.
 
Si riscosse dai suoi pensieri quando un'infermiera pronunciò il suo nome. La condusse in una stanza per la visita, Kaori e Hideyuki aspettarono l'arrivo del dottore. La giovane donna cominciò a sentire il proprio cuore battere un po' più velocemente. Sperava di poter essere oggetto di quell'intervento...sperava di farcela...Kaori era piena di trepidazione, ma anche di speranza.
 
Quando il dottore arrivò, Kaori fu colpita dal fatto che fosse giovane. Non poteva essere più anziano di suo fratello. Aveva un viso dai lineamenti perfettamente armoniosi e un sorriso che illuminava i suoi occhi scuri. Le sembrò subito comprensivo e rassicurante. Salutò Kaori e il fratello mentre si presentava e si prese qualche minuto per leggere la cartella clinica della sua nuova paziente.
 
“Vedo che la sua disabilità è dovuta a un incidente stradale nei primi anni d'infanzia. È stato colpito il midollo spinale, che ha provocato la paralisi totale degli arti inferiori. Tuttavia, ha ancora sensibilità nel bacino e nell'apparato genitale, quindi non c'è incontinenza. Penso che il suo caso possa essere adatto per questo tipo di procedura. Tuttavia, signorina Makimura, deve essere consapevole che, sebbene rivoluzionaria, la tecnica potrebbe anche risultare fallimentare. Deve capire che questo rischio esiste. Il chip che andremo ad impiantare sulla colonna consentirà, tramite a delle scariche, di stimolare i suoi muscoli e i nervi motori, per poter ritrovare le sensazioni di tatto negli arti inferiori. Queste stimolazioni potrebbero forse anche permetterle di arrivare a camminare. Ma sappia che, se anche dovesse riuscirci, non sarebbe più come se lo ricorda”
 
“Cosa intende?” chiese Makimura, molto attento alle spiegazioni del dottore.
 
“Mi spiego. La signorina Makimura potrebbe riacquistare la capacità di camminare, ma non è detto che possa farlo in maniera indipendente. Potrebbe dover avere bisogno di stampelle, di un bastone, nel migliore dei casi potrebbe non avere bisogno di alcun sostegno, ma la camminata rimarrà zoppa e squilibrata”
 
“Se ho capito bene, dottore, potrei riuscire a camminare di nuovo, ma zoppicando, è qui?” chiese.
 
“Sì, in questo senso non ritroverà la capacità di camminare uguale a com'era prima dell'incidente. Purtroppo non potremo mai riparare al cento per cento ciò che è stato distrutto”
 
“Anche se dovessi camminare con le stampelle, voglio fare di tutto per alzarmi da questa sedia” disse Kaori con grande determinazione.
 
Di fronte alla risolutezza della giovane donna, il dottore non poté fare a meno di sorridere. Ammirava quelle persone più di ogni altra cosa, si battevano ferocemente a prescindere dalle difficoltà e gli ostacoli che si frapponevano sul loro cammino.
 
“Mi creda”, disse, “faremo tutto il possibile per riuscirci. Ma voglio comunque avvertirla che dopo l'operazione dovrà fare prova di molta pazienza e dovrà fare molti sforzi per una riabilitazione che rischia di essere lunga e dolorosa, senza avere la certezza del successo”

“Sono pronta a tutto, dottore. Sono pronta a subire tutto ciò che serve, a qualsiasi sforzo. Non mi arrenderò mai” esclamò Kaori.
 
“A quale punto si potrà dire che l'intervento e il chip saranno stati un successo?” chiese Makimura.
 
Sua sorella sorrise alla domanda, era un bene, in quel tipo di colloquio, che ritrovasse in lui il poliziotto che era stato e il detective che era, sempre molto pragmatico.
 
“Beh, saremo più o meno sicuri che l'operazione sarà andata a buon fine quando la signorina Makimura comincerà a ritrovare la sensibilità alle gambe, cosa che non ha del tutto a causa della paralisi. Solo allora potremo dire che potrebbe esserci l'evoluzione che speriamo tutti. Ma oggi è impossibile determinare con precisione quando l'intervento potrà dirsi riuscito. Ogni paziente, a seconda della gravità della sua paralisi, reagisce in modo diverso, quindi è molto aleatorio. Ma faremo di tutto perché la signorina Makimura ottenga risultati molto rapidamente” disse guardando la giovane donna.
 
Kaori si sentì arrossire allo sguardo del dottore su di lei. Abbassò rapidamente gli occhi sulle proprie gambe. Dopo un breve silenzio, il dottor Mitana aggiunse:
 
“Passiamo a cose più pratiche. Vedo che vive in città, il che è positivo per gli appuntamenti qui e per la riabilitazione. Ora devo visitarla. Può seguirmi nella stanza accanto?”
 
Kaori conosceva a memoria l'intera procedura, essendo passata per le mani di diversi medici e chirurgi. Pudicamente, si spogliò e si ritrovò in biancheria intima. Mitana la portò al lettino dove la fece stendere. Le prese la gamba e iniziò ad eseguire degli esercizi per vedere la flessibilità delle articolazioni, delle caviglie, del ginocchio e dell'anca, annotando i risultati che osservava. Kaori lo lasciò fare senza dire una parola. Ad ogni modo, non sentiva affatto le mani del dottore sulle gambe, né alcun movimento. Era come se la vita avesse del tutto abbandonato quella parte del suo corpo.
 
Rivide se stessa, a 5 anni, in ospedale, mentre si toccava le gambe e non capiva perché non le sentisse più. Per quanto forte pizzicasse, le colpisse, non c'era dolore, anche se appariva il rossore. Niente...non c'era alcuna sensazione. Aveva provato a spostarle, ma ancora una volta nessuna reazione. Pur concentrandosi con tutte le sue forze per muoverle, non era riuscita a fare un solo movimento...allora aveva iniziato a urlare con tutta la sua voce, e a piangere tutte le lacrime del suo corpo, finché non era arrivata un'infermiera a darle un sedativo per calmarla. Dopo aver scoperto la sua paralisi, la bambina era stata soggetta a un esaurimento nervoso che nulla era riuscito a calmare. Così, era rimasta sotto tranquillanti per diversi giorni.
 
Quando il dottor Mitana ebbe finito di esaminare le gambe della paziente, la aiutò a sedersi al bordo del lettino. Quindi visitò la colonna vertebrale e la schiena di Kaori per vedere se la giovane donna fosse ben dritta e non soffrisse di una deformazione.
 
“Bene, signorina Makimura, può vestirsi” disse il giovane dottore.
 
Kaori obbedì, poi raggiunse il fratello e il dottore dopo essersi vestita.
 
“Come dicevo all'inizio del colloquio, sembra che lei abbia tutti i criteri perché l'intervento funzioni. Quindi non resta che fissare una data”
 
Il cuore di Kaori iniziò improvvisamente a battere più forte mentre attendeva di conoscere la fatidica data in cui, forse, avrebbe trovato una nuova vita.
 
“Oggi è il 28 marzo, cosa ne pensa del 5 aprile, tra una settimana esatta? Dovrebbe venire in clinica la sera prima”

“Mi sembra ottimo” rispose Kaori.
 
“Allora è deciso, glielo scrivo su un foglio così da poter fissare l'appuntamento con l'anestesista senza dover aspettare oltre”
 
Kaori e Hideyuki ringraziarono il dottor Mitana e, prima di lasciare l'ospedale, Kaori prese appuntamento per il giorno successivo con l'anestesista di turno.
 
Sulla strada di casa, Kaori non fu molto eloquente, e Hideyuki immaginava cosa dovesse occupare la mente di sua sorella. L'avrebbe supportata il più possibile. Non l'avrebbe lasciata da sola ad affrontare quel grande cambiamento.
 
x x x
 
Quando entrarono nell'appartamento, trovarono Ryo sdraiato sul divano che sfogliava riviste a luci rosse. Makimura urlò all'amico di metterla via subito per non sconvolgere Kaori. Ma lei aveva la testa completamente altrove per poter notare l'espressione da pervertito di Ryo.
 
Il comportamento della giovane incuriosì alquanto lo sweeper, che mise via le riviste sotto il divano, con disappunto del suo partner.
 
“Cos'ha detto il dottore?” chiese a Makimura.
 
“L'appuntamento è il 5 aprile. A quanto pare c'è alta probabilità di successo” rispose Hideyuki, guardando la sorella.
 
Il silenzio cadde tra loro, ognuno pensava alle possibili conseguenze che l'operazione avrebbe potuto avere. Nessuno voleva rompere quel silenzio, allo stesso tempo gravoso e rassicurante. Ma tutti condividevano lo stesso pensiero: 'Fa' che vada bene', perché Kaori potesse finalmente avere di nuovo una vita più normale. Quando Hideyuki se ne andò per raggiungere Saeko, la serata era già ben avviata e Kaori non aveva ancora detto nulla. Guardando la giovane donna totalmente assorta nei suoi pensieri, Ryo decise finalmente di intervenire.
 
“Qualcosa non va?” le chiese.
 
Lei lo guardò, come se lo vedesse per la prima volta. Con la mente completamente disconnessa, tornò lentamente alla realtà.
 
“No...è solo che...devo abituarmi all'idea di poter forse tornare a camminare...” sussurrò. “Sicuramente ti sembrerà stupido, ma mi ci sono voluti 18 anni per accettare di vivere per tutta la vita su questa sedia, quindi ora tutto questo mi sconvolge un po'...oh, non credere che non sia contenta di quello che sta succedendo, anzi. L'ho aspettato per molto tempo. Ma...solo che, ora che sta succedendo, non so perché, sono preoccupata...”
 
“Posso capire...” sussurrò Ryo, più a se stesso che a Kaori.
 
Ma lei l'aveva sentito. Era sicura che effettivamente lui potesse capirla. Non riusciva a spiegare perché, ma aveva la sensazione che solo lui potesse sapere cosa stava veramente provando in quel momento. Gli era molto grata per averle prestato attenzione. Soprattutto sapeva che, qualsiasi cosa lei avesse detto, anche al punto di shockare, lui non l'avrebbe giudicata. No...solo compresa...
 
“Beh, dai” riprese Ryo più allegramente per rompere la buffa monotonia che si era insediata da qualche minuto, “non è una brutta notizia, anzi, è un nuovo inizio per te. E per festeggiare, ti porto a vedere un bello spettacolo”
 
Kaori non capì cosa Ryo intendesse, ma prima che potesse fare domande, si ritrovò tra le sue braccia, mentre uscivano dall'appartamento.

 

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Capitolo 10
*** 10. Rivelazioni al chiaro di luna ***


 
Fuori dall'appartamento, Ryo salì le scale fino al tetto dell'edificio, tenendo fermamente il corpo di Kaori tra le braccia. La giovane donna si sentiva come trasportata in un altro mondo. Con la testa contro il petto di Ryo, poteva sentire il suo battito cardiaco che era come una dolce melodia nelle sue orecchie. Teneva le braccia intorno al suo collo, che aveva inesorabilmente voglia di accarezzare. Si sentiva così bene in quel momento, avrebbe voluto che il tempo si fermasse. Conosceva Ryo solo da pochi giorni, e già sapeva che non avrebbe avuto il coraggio di tornare indietro e vivere lontano da lui. Pur sapendo che, prima o poi, una volta guarita, sarebbe dovuta tornare alla sua vita. Era la prima volta che provava quel tipo di emozioni. C'era sia preoccupazione che una grande felicità. Tuttavia non si faceva illusioni circa i sentimenti di Ryo, aveva già notato che era un vero donnaiolo. Aveva persino appreso con stupore che il suo soprannome era 'Stallone di Shinjuku'. Ma in quel momento era tra le sue braccia ed era sicura che nulla potesse accaderle.
 
Nemmeno Ryo era totalmente in condizioni normali. Aveva agito d'impulso, perché non sopportava l'idea di vederla così, smarrita nei suoi pensieri. Ma averla così tra le braccia, sentire il suo respiro leggero sul collo, con le mani che gli abbracciavano il collo...faceva uno sforzo sovrumano per non cedere. Ma allo stesso tempo, trovava la situazione intrigante. Gli piaceva tenerla tra le braccia così, in qualche modo, per via del suo handicap, aveva una buona scusa per permettersi quel tipo di avvicinamento. Curiosamente, anche se non si tirava indietro quando si trattava di saltare addosso alle donne, con Kaori si comportava molto bene. Il suo atteggiamento arrivava quasi a deluderlo. Se un giorno qualcuno gli avesse detto che avrebbe fatto il possibile per controllarsi in presenza di una donna, avrebbe riso. Ma quella donna era diversa da tutte le altre. Aveva qualcosa che faceva la differenza...era una donna, un angelo...
 
“Eccoci qui” disse Ryo, arrivando alla sua sorpresa.
 
Kaori voltò la testa e vide l'intera città che si apriva davanti a lei. Al calar della sera, le luci degli edifici e dei pannelli pubblicitari si accendevano uno dopo l'altro, rendendo la scoperta ancora più magica e bella.
 
“È bellissimo” sussurrò Kaori, stupita dalla vista davanti ai suoi occhi, “grazie” disse a Ryo.
 
Lui tuffò lo sguardo nel suo e le rivolse un sorriso che la giovane donna non riuscì a interpretare. C'era così tanto in quello sguardo e così poco allo stesso tempo. Quel semplice sguardo, da solo, caratterizzava il personaggio di Ryo. Qualcuno di segreto, ma su cui poter contare e con cui sentirsi al sicuro.
 
“Vengo spesso qui quando ho una decisione importante da prendere, o quando ho bisogno di trovare un po' di calma. Guardare la città che si distende sotto i nostri occhi è calmante” disse.
 
“È vero, lo penso anch'io. Grazie per questo bel regalo, Ryo” rispose lei con un bel sorriso.
 
“Di niente, sono felice che tu abbia ritrovato il sorriso”
 
Kaori abbassò il capo per non mostrare a Ryo che stava arrossendo. Rimasero ancora qualche minuto senza dire una parola a guardare le luci e il cielo che ora offriva come premio la luce delle stelle.
 
“Ryo? Credo che dovremmo rientrare” disse Kaori con riluttanza, “immagino che sia diventata pesante”

“Ah sì, è vero, ora che me lo fai notare ho le braccia intorpidite e pronte a cedere” disse, fingendo di farla cadere.
 
Kaori urlò per lo spavento e si aggrappò con più forza al collo dello sweeper. La giovane donna non si rese conto di aver avvicinato il viso alle labbra di Ryo. Quelle di lei sfioravano l'angolo di quelle di Ryo. Lui, con gli occhi spalancati, non osò muoversi, e scrutò la reazione di Kaori. Lei, con il cuore che martellava, non sapeva cosa fare. Com'era arrivata a ritrovarsi nella posizione in cui quasi stava baciando Ryo? Lentamente, allontanò il viso da lui, arrossendo per la vergogna.
 
Non osò guardare Ryo, aveva troppo timore della sua reazione. Eppure, se avesse alzato lo sguardo, avrebbe visto che lui la stava guardando con uno strano bagliore negli occhi. Avrebbe voluto continuare quel bacio indiretto, ma percepì il disagio di Kaori e riprese un tono più leggero.
 
“Non preoccuparti, sei leggera come una piuma” rispose.
 
Kaori si limitò a sorridere, ma non disse niente. Era ancora così sconvolta dalla propria stupidità che preferì non parlare. Ryo sorrise e non aggiunse altro. La giovane donna aveva subito abbastanza emozioni per quel giorno, non era il caso di stuzzicarla oltre.
 
Temendo che Kaori prendesse freddo, tornò in casa. Mentre Ryo scendeva i gradini, il cuore di Kaori diventava pesante al pensiero di lasciare le braccia di quell'uomo che la faceva sentire così piena di coraggio. Avrebbe dato tutto in quel momento per non dover abbandonare quel calore così confortante, così protettivo. Nemmeno Ryo era indifferente. Trovava molto piacevole tenere Kaori in braccio. Non gli era mai piaciuto tanto avere una donna tra le braccia. Ed ogni volta che lo faceva, era un vero supplizio, sia fisico che mentale. Non voleva sconvolgere quell'angelo così puro e innocente con gesti o parole sconveniente. A volte si chiedeva se fosse lo stesso uomo in presenza di Kaori...
 
Una volta rientrati, cenarono in silenzio, poi guardarono un film alla tv. Benché fosse uno dei film preferiti di Kaori, non riuscì a concentrarsi su di esso. Kaori continuava a lanciare qualche occhiata al suo vicino. Non riusciva a capire la sensazione che la spingeva ad avvicinarsi inesorabilmente a lui. Aveva soprattutto voglia di svelare il segreto del suo cuore, come lui riusciva facilmente con il suo.
 
Sentendo il suo sguardo su di sé, Ryo si girò verso Kaori.
 
“Che succede?” le chiese.
 
“Niente” rispose frettolosamente prima di cogliere l'occasione di ottenere finalmente le informazioni che aspettava. “Pensavo solo che...tu conosci buona parte della mia vita mentre io non so niente di te”
 
“Alcuni passati non sono così interessanti, tutto qui. E mi sembra che abbiamo già avuto questa conversazione, quindi non vedo il motivo di ritornarci sopra” rispose lui, sapendo benissimo dove lei voleva arrivare.
 
“Comunque” continuò Kaori, senza arrendersi, “mi piacerebbe davvero conoscerti meglio. Non ti chiedo di rivelarmi tutto, ma dimmi solo un po' di più, per esempio...chi sei davvero, da dove vieni, quanti anni hai...insomma, tutte queste cose che servono a conoscere meglio qualcuno”

Ryo sospirò davanti a quell'ondata di domande. Sapeva che di fronte alla determinazione di Kaori, non avrebbe potuto scappare come aveva già fatto. E non sapeva perché, ma quella sera non aveva voglia di fuggire come d'abitudine. No, quella sera voleva confidarsi con lei perché, per un motivo ancora sconosciuto allo sweeper, quella donna lo spingeva a fidarsi.
 
“Beh, per risponderti sinceramente, non lo so”

Gli occhi di Kaori si spalancarono, temendo di fraintendere le parole di Ryo. A dire il vero, si aspettava tutto meno che una risposta come quella.
 
“Come?” riprese.
 
“Ebbene sì, non conosco la mia data di nascita, né la mia età e nemmeno il mio vero nome” concluse sussurrando.
 
Sbalordita e sopraffatta da quanto appena sentito, Kaori, rimasta senza parole, lo pregò con uno sguardo di continuare a confidarsi. Anche se era molto shockata e soprattutto rattristata da quelle prime rivelazioni, voleva saperne di più e sapeva che Ryo era molto lontano dall'averle detto tutto. Quale mistero aveva ancora in serbo dopo quella tremenda scoperta? Nonostante il timore di nuove rivelazioni, Kaori voleva sapere tutto di quell'uomo che l'attirava irrimediabilmente. Voleva condividere più che la stessa casa, voleva essere la sua confidente come lo era lui per lei. Voleva sostenerlo, dargli forza.
 
“Dato che dobbiamo cominciare dall'inizio, cominciamo da questo” riprese Ryo, che curiosamente parlò. “Ho perso i miei genitori in un incidente aereo quando era ancora un bambino. Avvenne in Centro America, e per miracolo mi sono ritrovato a sopravvivere. Sempre se possa considerarsi davvero una fortuna...” mormorò tra sé.
 
Kaori, che aveva sentito molto bene l'ultima frase, pendeva dalle labbra di Ryo, in attesa di trovare una spiegazione. Vedendolo immerso nei suoi ricordi, non osò chiedergli di continuare, non volendogli mettere fretta. Sospettava che, dopo l'annuncio della morte dei genitori, i suoi ricordi non dovessero essere molto allegri.
 
In effetti, Ryo era sprofondato a qualche anno prima, quando aveva dovuto imparare a usare le armi per sopravvivere in quell'inferno che non avrebbe mai conosciuto senza quel terribile incidente che aveva cambiato il corso della sua vita. Tornando in sé, Ryo continuò con la sua storia.
 
“Come dicevo, mi sono ritrovato come unico sopravvissuto. Essendo ancora un bambino, non sarei mai potuto sopravvivere nella giungla senza l'aiuto di qualcuno, e fui accolto da un gruppo di guerriglieri il cui capo si chiamava Kaibara. Terrorizzato da quello che avevo subito, persi l'uso della parola così come i ricordi del mio passato così breve. Non conoscevo il mio nome, lui decise di chiamarmi Ryo e di darmi Saeba come cognome. Oh certo, grazie a lui ebbi da mangiare, dove dormire...ma non mi fece crescere come un padre alleva un figlio in una famiglia normale, anche se affermava di essere mio padre. No...al posto di un giocattolo, mi ritrovai con una pistola in mano, come distrazione mi venne insegnato a mirare e colpire bersagli. E invece di fingere di giocare alla guerra come fanno molti bambini, io non giocai, la vissi, uccidendo altre persone per rimanere in vita”
 
Kaori, che ascoltava in silenzio, non riuscì più a trattenere le lacrime, che caddero di fronte alla testimonianza di tanta sofferenza sopportata. Voleva comunque che Ryo terminasse di dire tutto.
 
“Così entrai in una guerra che non avrebbe mai dovuto essere mia. Una volta cresciuto, lasciai i guerriglieri e mi diressi negli Stati Uniti, dove conobbi Mick. Diventammo soci, ma un giorno desiderai tornare nel mio paese natale. Così rientrai in Giappone. Il resto lo sai già perché è la situazione attuale. Questa è più o meno la mia storia, con il mio passato non molto glorioso” concluse.
 
Ryo, tuttavia, aveva omesso un episodio molto doloroso della sua vita che aveva coinciso con il suo incontro con Falcon dopo essere stato drogato con la polvere degli angeli. Non voleva che lei avesse un'immagine troppo negative dell'uomo che era stato.
 
Kaori era completamente sconvolta dalla sua storia, e poteva percepire il dolore che Ryo cercava di nascondere. Si rese conto che sotto le sue apparenze da uomo forte nascondeva ferite reali. Non sapeva perché, ma sapeva che non le aveva detto tutto, che le stava ancora celando cose molto dolorose. Ma per il momento le bastava; sarebbe riuscita a svelare il suo cuore un giorno. Ascoltando la sua storia, non aveva potuto fare a meno di ritenersi infantile di fronte ai propri capricci. Perché, nonostante la sofferenza che aveva sopportato, aveva sempre ricevuto tanto amore, era stata molto sostenuta. Non capiva bene perché, ma sentiva il dovere di dargli il supporto che meritava, e l'amore che non aveva mai conosciuto.
 
Ryo si sentiva stranamente libero da un peso che l'opprimeva da quando aveva incontrato Kaori. Non sapeva perché, ma le parole erano uscite così facilmente e tranquillamente che era quasi grato a Kaori per averlo spinto a confidarsi. Era molto strano al tempo stesso, lui che solitamente si rifiutava di rivelarsi, lui che si fidava solo di pochissime persone al mondo...eppure, di fronte a Kaori, aveva voglia di essere semplicemente un uomo.
 
Uscendo dal silenzio, Kaori disse, cercando di assumere un atteggiamento più allegro:
 
“Beh, da oggi hai una data di nascita” esclamò, con le lacrime che continuavano a cadere.
 
“Come?” chiese Ryo uscendo dai suoi pensieri, non capendo dove Kaori volesse arrivare.
 
“Sì, se non ti dispiace, da oggi il tuo compleanno sarà il 26 marzo. Che ne dici?” chiese con uno scintillio di gioia negli occhi.
 
Ryo sorrise alla scelta della data. Sapeva che non era stata decisa a caso. Era il giorno in cui si erano incontrati per la prima volta.
 
“Beh, dico che mi sta molto bene. Grazie Kaori” disse con un sorriso molto tenero.
 
Kaori cercò come meglio poté di dissimulare la confusione che il sorriso di Ryo le aveva appena suscitato, e riprese con voce più energica:
 
“In più, fisseremo la tua età a 30 anni” aggiunse, con cuore pieno di affetto.
 
“Come?!” esclamò Ryo scherzosamente, “ma no, io sono un eterno ventenne. Da dove hai tirato fuori i 30 anni?”
 
“È così e basta” replicò Kaori con un'espressione fintamente arrabbiata.
 
Ryo finse di tenere il broncio, per stuzzicare la giovane donna, ma soprattutto per evitare di mostrarle quanto tutto ciò lo rendesse felice. Nessuno aveva mai avuto l'umanità di restituirgli una data di nascita e un'età. Si sentiva davvero rinato in quella dolce serata. Ed era stata Kaori a realizzare il miracolo. Gli aveva dato una nascita, come sapeva letteralmente fare una donna.
 
“Allora, che ne dici di festeggiare il tuo primo compleanno anche se con un po' di ritardo?” riprese Kaori piena di gioia.
 
“Perché no” disse pensierosamente, era da una vita che non festeggiava un compleanno.

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Capitolo 11
*** 11. Una notte movimentata ***


“Sono io” disse Hideyuki, entrando nell'appartamento di Saeko. Si tolse l'impermeabile e dirigendosi verso la sua amata in cucina, la baciò appassionatamente. Amava quei momenti in cui si ritrovavano finalmente in un'intimità riservata solo a loro.
 
“Com'è andata in ospedale?” chiese lei a Hideyuki, che le mise le braccia intorno alla vita.
 
“Abbastanza bene, l'intervento è previsto per il 5 del prossimo mese”

“Immagino la gioia di tua sorella”
 
“Vero, ma stranamente sembrava più preoccupata che altro. Pensavo che avrebbe fatto i salti di gioia come fa di solito dato il suo carattere spumeggiante”

“È normale, tesoro, deve solo abituarsi all'idea. Sai, per lei rappresenta un enorme sconvolgimento nella sua vita. Ma in fondo sono sicura che debba essere felicissima e molto impaziente”
 
Makimura le sorrise. Solo lei sapeva così bene dissipare i suoi dubbi e le sue paure. Aveva sempre le parole giuste per lui. Nonostante il lavoro che svolgeva e le sue responsabilità era sempre così dolce con lui. Spesso si chiedeva come avrebbe fatto a sopravvivere in quel mondo folle senza di lei. Significava così tanto per lui, amore, vita, speranza. Come lui, lei condivideva l'amore per la giustizia e proprio come lui lavorava ogni giorno, in modo sicuramente diverso dal suo, per rendere il mondo un po' migliore. Ai suoi occhi, era una donna straordinaria.
 
“E tu?” le chiese, lasciando piccoli baci lungo il collo della giovane donna e guardandola amorevolmente, “la giornata non è stata troppo faticosa?”

“Oh, un nuovo caso in corso è appena arrivato, e non è di quelli facili” disse con un sospiro.
 
“Cioè?” chiese Makimura davanti all'espressione preoccupata di lei.
 
“Una rete di droga sta dilagando in tutto il paese, ma soprattutto in questa città. A quanto pare è già ben organizzata e purtroppo tende a svilupparsi molto velocemente”

“Capisco, altri pazzi che vogliono deteriorare la vita degli altri” sussurrò Makimura con tono amaro.
 
“Non è tutto, secondo le prime informazioni della polizia, sembrerebbe che questa droga che hanno messo in commercio sia la PCP, la polvere degli angeli” concluse Saeko in un soffio.
 
Sentendo la notizia, Makimura lasciò la donna e la guardò con aria grave. Non poteva credere a quanto appena sentito. Lui che pensava che con la caduta dell'Union Teope, quella droga fosse scomparsa dal paese così come tutta la rete che aveva contribuito all'espansione di quella schifezza. Come aveva fatto un'organizzazione a far riemergere quel veleno in città? E lui che si batteva con tutte le sue forze per sradicare tale possibilità. Ma soprattutto, come proteggere il suo amico e partner che ne era stato vittima e di cui conosceva le ferite.
 
Uscendo dai suoi pensieri, Hideyuki guardò Saeko e aggiunse seriamente.
 
“Per favore Saeko, non parlare a Ryo di questa faccenda. Non voglio che la scopra”

“Lo so, Hide” mormorò lei tristemente, “ma pensi davvero che questa notizia prima o poi non arriverà alle sue orecchie? Se la polizia ne è già a conoscenza, credimi, presto l'informazione raggiungerà il vostro ambiente”

“Certo, ma preferirei che lo scoprisse il più tardi possibile...capisci, per lui...non dice niente, ma...so che ne soffre ancora. Non voglio riaprire nuove ferite, soprattutto non ora che ha più o meno superato una parte del suo passato. Non voglio rivederlo nello stato in cui l'avevo trovato...non voglio che lo sappia neanche Kaori, ha già abbastanza preoccupazioni per il suo imminente intervento, non voglio che si agiti di più. Ma ti prometto una cosa, Saeko, ti aiuterò con tutte le mie forze a distruggere questa rete” chiarì con voce decisa.
 
“Hide...” prima che Saeko potesse dire altro, Hideyuki aveva catturato le sue labbra in un tenero bacio.
 
Saeko aveva ancora così tanto da dirgli su quel caso che sembrava lontano dall'essere solo un giro di droga, e che prometteva ancora molti problemi. Tuttavia, da buona poliziotta qual era, avrebbe fatto di tutto per porre fine al traffico il più rapidamente possibile...era anche molto preoccupata per Ryo e Hideyuki, ma non voleva dissuaderlo, avrebbe rispettato al meglio la sua richiesta.
 
Il flusso dei suoi pensieri fu interrotto dal bacio da Hideyuki, sapeva che in quel preciso momento non avrebbe potuto resistere a lungo al suo amante. Man mano che il bacio diventava più intenso, Saeko pregò il cielo che proteggesse i suoi amici dal nuovo traffico, desiderando che ci fossero meno dolore e angoscia possibile. Hideyuki aveva ragione, era necessario a tutti i costi proteggere tutte le persone a cui tenevano.
 
x x x
 
Quella sera, nell'appartamento di City Hunter, i nuovi coinquilini erano lontani dal sospettare le paure che riempivano i cuore di Saeko e Hideyuki.
 
Dopo aver deciso di festeggiare il compleanno di Ryo, Kaori continuò a implorare lo sweeper di aprire una bottiglia di champagne.
 
“Dai, Ryo, non oserai rifiutare. È il tuo compleanno, tanto vale festeggiare in grande”

“Certo, ma non credo che bere champagne alle undici di sera sia una buona idea. E poi ti ricordo che sei sotto la mia responsabilità, se Hide lo scopre...”

“Oooh! Ryo, non ti comporterai come mio fratello! E poi ti faccio notare che se non glielo dici, non vedo come potrebbe saperlo?!”
 
Determinata a dare a Ryo la festa che meritava, la giovane donna si diresse verso l'angolo bar per cercare una bottiglia. Ryo, vedendo che non avrebbe avuto l'ultima parola, andò ad aiutarla.
 
“Ho l'impressione che la serata sarà molto lunga” sospirò Ryo, sedendosi sul divano, “dimmi Kaori, hai mai bevuto champagne?” chiese Ryo casualmente, ricordandosi che da quando la giovane donna era arrivata aveva rifiutato qualsiasi goccia di alcool.
 
Kaori, imbarazzata dalla domanda, e soprattutto innervosita che lui la trattasse improvvisamente come una bambina, decise di dirgli una bugia piuttosto che dargli ragione. Con aria di sfida, alzò la testa e dichiarò fiduciosa:

“Beh, sì, cosa credi. Allora, vuoi riempire i bicchieri o dobbiamo aspettare fino a domani?”
 
Alzando gli occhi al cielo, Ryo obbedì e brindarono in silenzio per il primo compleanno dello sweeper. Stranamente, lui si sentiva piuttosto contento di quella festicciola. Lui che di solita si ubriacava nei suoi bar con accompagnatrici, era felice di passare la serata con Kaori, anche se la sorvegliò mentre beveva. Aveva la sensazione che la giovane donna lo avesse preso in giro.
 
Fecero tintinnare i bicchieri.
 
“Al tuo compleanno e a tutti quelli che verranno in futuro” disse lei sorridente.
 
“Grazie” si limitò a dire Ryo, anche se era emozionato da quell'attenzione. Si portò il bicchiere alle labbra.
 
Kaori, che osservava il bicchiere il cui colore giallo paglierino screziato di piccole bollicine era piuttosto gradevole alla vista, decise di non tirarsi indietro all'ultimo minuto. Dopotutto, un bicchiere non poteva farle male. Inoltre non voleva ammettere a Ryo di avergli mentito. Che figura avrebbe fatto? Lentamente, intinse il bordo delle labbra nel bicchiere per assaporare piano il nuovo drink. Fu colpita dalle bolle, dovette però ammettere che era abbastanza piacevole. Sentendo lo sguardo di Ryo su di sé, decise di procedere ulteriormente e bevve tutto d'un sorso.
 
Dopo tale impresa, Kaori fu piacevolmente sorpresa dal gusto dello champagne. Lentamente, un calore le invase la gola e presto riscaldò tutto il suo corpo. Piuttosto orgogliosa di se stessa e entusiasta della sua audacia, si versò un secondo bicchiere. Ryo, che la guardava, non poté fare a meno di intervenire.
 
“Credo che non dovresti esagerare, Kaori”

“Oh, che guastafeste, sono i trent'anni che ti fanno questo effetto? Abbiamo pur il diritto di divertirci un po'. Non dimenticare che anch'io voglio festeggiare la data del mio intervento, quindi mi merito un secondo bicchiere”
 
Aveva davvero la risposta a tutto. Ma Ryo sapeva che giocava col fuoco. Soprattutto temeva la rabbia del suo partner se fosse venuto a conoscenza di quella festicciola.
 
Mentre lei continuava, presa da una dolce euforia, a immergere le labbra nel bicchiere, scoppiò improvvisamente in un'inspiegabile risatina. Le bastava posare gli occhi su Ryo per scoppiare a ridere. Osservando il cambiamento nel comportamento della sua coinquilina, lui pensò che fosse meglio porre fine alla festa.
 
“Credo sia ora, per te e per me, di andare a dormire”

“Pffff!” fece lei, “non dirmi che il grande City Hunter va a letto come le galline? E poi non ho sonno! Forza, Stallone, fammi vedere la bestia!” rise Kaori, svuotando il bicchiere in un sorso.
 
Una libellula passò dietro Ryo, incredulo. Lei fece per riprendersi la bottiglia e riempire il bicchiere vuoto, ma Ryo fu più veloce e gliela confiscò.
 
“Penso che tu abbia bevuto abbastanza. Non hai le idee chiare, si vede che non reggi l'alcool”

“Non è affatto vero e ho ancora sete, quindi lasciami la bottiglia!” disse lei ridendo ancora.
 
Infastidita che lui non le permettesse di servirsi di nuovo, lei si avvicinò al tavolo. Ma non prese in considerazione gli effetti dell'alcool. Allungandosi in avanti, sarebbe stata sul punto di cadere se Ryo non l'avesse raggiunta in tempo. Si ritrovò per terra tra le braccia dello sweeper.
 
Con le guancia rosa, sia per l'alcool che per il fatto di essere sdraiata sopra Ryo, disse:
 
“Oh oh oh! A quanto pare il principe azzurro è venuto a salvare la principessa! E sai cosa succede dopo?”

“Beh no” replicò Ryo imbarazzato, anche se non era sicuro di voler conoscere la risposta date le condizioni di Kaori.
 
“Beh, il principe bacia la principessa!” disse Kaori, mettendosi in posa come aspettando un bacio.
 
Ryo, in difficoltà, si mise a ridere nel tentativo di sfuggire alla situazione. Con Kaori un niente poteva slittare arrivando su sentieri scivolosi, che lei fosse sobria o meno.
 
“Sono contento di scoprirlo” disse. Poi, alzandosi, continuò: “dai, è ora di andare a dormire”

“Nooo! Voglio il mio bacio da principessa!” si lagnò Kaori, aggrappandosi al collo di Ryo.
 
Kaori non era più in sé, completamente partita a causa dello champagne. L'effetto dell'alcool cominciava a sopprimere la sua timidezza, ecco perché era così diretta con Ryo. In condizioni normali, non avrebbe mai osato comportarsi così.
 
Ryo sapeva che non ne sarebbe uscito tanto facilmente, dato lo stato della giovane donna. Tuttavia, non poteva certo baciarla solo perché era ubriaca. Doveva trovare un altro modo e rapidamente, perché Kaori iniziava a diventare impaziente nel reclamare il suo bacio.
 
Ryo le prese il viso tra le mani e lentamente si chinò, posando un bacio sulla sua fronte.
 
Stupita dal gesto di Ryo, Kaori rimase ferma per un momento, scoppiando poi di colpo in lacrime, con grande incomprensione di Ryo. In pochi secondi, era passata dalle risate al pianto.
 
“Perché non faccio mai effetto agli uomini?! Non vogliono nemmeno baciarmi!” gridò Kaori.
 
“Ma no, Kaori” rispose Ryo, completamente sconvolto. “Ti assicuro che fai molto effetto, un po' troppo a volte” aggiunse. “E sei molto carina, solo che ora non sai più cosa stai facendo. Ma con una buona notte di sonno, tutto si sistemerà”

“Davvero sono carina?” chiese timidamente Kaori, iniziando a calmarsi.
 
“Mh mh” rispose Ryo, non volendo tradirsi troppo. “Bene, a letto, signorina che non regge l'alcool e ha bevuto per la prima volta”

Vergognandosi un po', lei non protestò e Ryo la portò nella sua stanza. Quando la lasciò sul letto, Kaori lo chiamò di nuovo.
 
“Ryo, non lo dirai a Hide, vero? Non pensavo che lo champagne avrebbe avuto quell'effetto...”

Lo sweeper le sorrise.
 
“No, non preoccuparti, ma non dirmi più bugie” poi aggiunse, più dolcemente, “buonanotte” e lasciò Kaori con un mal di testa crescente.
 
Kaori avrebbe tanto voluto regalargli un primo compleanno indimenticabile, ma a causa della sua stupidità aveva rovinato tutto. Si sentiva davvero infantile. Avrebbe tanto voluto sparire due metri sotto terra per non pensare al modo in cui si era comportata.

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Capitolo 12
*** 12. I demoni della notte ***


Mentre la notte aveva coperto l'intera città con il suo manto scuro, lasciando fluttuare ombre buone e cattive, un'auto si fermò silenziosa, tutte le luci spente, alla sola luce della luna che brillava alta nel cielo con la sua pallida luce. In quel momento conferiva un'atmosfera quasi spaventosa.
 
La scena si svolgeva in un quartiere poco frequentato dalla popolazione di Tokyo, a causa della sua cattiva reputazione ma anche della sua zona periferica. Un uomo scese dalla macchina e accese una sigaretta e la fiamma dell'accendino gli illuminò per qualche secondo la parte bassa del viso. Era visibile la barba presente a causa della mancanza di rasatura. Aspirò una prima volta la sigaretta e poi soffiò il fumo il più delicatamente possibile, come per sfruttare al meglio quel momento di relax. Sembrava totalmente perso nei suoi pensieri, e i suoi occhi erano vaghi... Mentre portava di nuovo la sigaretta alle labbra socchiuse, l'uomo alzò lo sguardo verso l'edificio di fronte a sé. Esalò il fumo un'ultima volta, sempre lentamente, poi spense il resto della sigaretta sul pavimento. Con passo deciso si incamminò con andatura felina verso l'edificio.
 
L'edificio aveva un aspetto pietoso. Non c'erano più vetri alle finestre, le pareti avevano perso la loro vernice ed erano screpolate in più punti. Alcune erbacce cercavano, qua e là, di guadagnare terreno tutt'intorno così come su certi angoli delle mura.
 
L'uomo che avanzava nel profondo di quella notte sembrava avere sui trent'anni, era vestito con un lungo impermeabile dal bavero tirato fino al collo per proteggersi dal vento leggero che soffiava.
 
Entrò nel sotterraneo dell'edificio completamente abbandonato da ogni forma di vita, per la gioia dei piccoli insetti che vi avevano trovato un luogo di villeggiatura. Quando avanzò nei locali bui, si poteva dedurre che non era la prima volta che vi entrava.
 
Dopo pochi minuti si trovò davanti a una porta di metallo. Quando l'aprì, quella emise un cigolio assordante nello strano silenzio che regnava in quei luoghi. Per qualche secondo dovette adattare gli occhi alla nuova luce che avvolgeva il luogo dopo aver conosciuto l'oscurità dei corridoi. L'uomo si trovò faccia a faccia con altre tre persone, una delle quali sembrava essere il capo. Nessuno dei tre uomini presenti ispirava fiducia. Avevano tutti un bagliore malsano, quasi demoniaco nei loro occhi.
 
Nella stanza regnava una nuvola di fumo e un forte odore di tabacco. Su un tavolino c'erano diverse bottiglie di birra vuote, oltre a una bottiglia di whisky già consumata, dei bicchieri erano pieni del liquore ambrato.
 
“Allora, hai trovato la merce che avevamo chiesto?” chiese uno degli uomini con uno sguardo duro al suo interlocutore.
 
Il tono con cui era stata posta la domanda sembrava voler ammettere una risposta negativa.
 
“Penso di avere una persona, ma potrebbe essere un po' complicato”, rispose il nuovo arrivato.
 
“Non ci interessa, che sia complicato o meno, vogliamo che ci porti le persone. Per il resto, sono affari nostri, quindi ci pensiamo noi”, ribatté quello che sembrava essere il capo del gruppetto.
 
“Ma...questa persona mi sembra un po' troppo giovane” cercò di giustificarsi l'uomo.
 
“Tanto meglio” rispose uno dei tre. “Sembra che faccia più effetto. Ho la sensazione che sarà tutto molto interessante da gestire”

“Hai ragione” aggiunse un altro con un sorriso sadico.
 
“Allora il trasferimento avverrà come previsto nella data che ci hai detto” riprese il caso. “Il caso è nelle tue mani, quindi non commettere errori o potresti pentirtene”

“No, certo, sarà fatto senza sbagli e secondo i vostri ordini”
 
I tre uomini risero in vista dei loro affari futuri. Si riempirono di nuovo i bicchieri e cominciarono a brindare. Uno dei tre si voltò verso il giovane e gli offrì di bere qualcosa con loro.
 
“No, preferisco andare, faremo come al solito, vi contatterò io quando sarà il momento...”
 
Su quelle parole il giovane se ne andò, riprendendo la stessa strada che aveva percorso per il suo arrivo. Nella sua testa si agitavano tante cose, ma più di ogni altra cosa, avrebbe compiuto la sua missione, sarebbe arrivato fino in fondo... Non se ne parlava di fallire, né di tornare indietro. In quell'ambiente, lo sapeva, le emozioni erano da evitare perché rischiavano in ogni momento di provocare la perdita della persona in cui si era insinuato il tentennamento.
 
Arrivato alla sua macchina, sospirò un'ultima volta, si voltò a guardare di nuovo l'edificio, luogo di dissolutezza dove la vita di una persona rischiava di cambiare, tra quelle mura. Ma non gli importava, accettava la strada che aveva scelto di intraprendere con cognizione di causa. Poi, aprendo la portiera, si mise al volante. Si allontanò e l'auto svanì nei meandri della notte, silenziosamente come era arrivata.
 
x x x
 
Lontana dai tumulti di certi quartieri e dalla crudeltà di certe persone, una giovane donna addormentata combatteva a sua volta contro i suoi demoni. I suoi sogni l'avevano riportata indietro di diversi anni. Da bambina, stava giocando da sola in strada quando sentì la collisione... Tutti questi i ricordi, li rivide in sogno. Per quanto fingesse di vivere la tragedia con un sorriso, faceva male...
 
Senza rendersene conto, iniziò ad agitarsi nel sonno. No, non voleva più ricordare!! Le sembrava di provare ancora quel dolore fisico, ma soprattutto quello morale che aveva già sofferto quando era molto piccola. Cominciò a emettere piccoli gemiti che, mentre le visioni la coinvolgevano, si trasformarono in urla.
 
Allertato dai rumori provenienti dalla camera accanto, Ryo si svegliò. Lasciò silenziosamente la sua stanza per andare dalla giovane donna. Notò subito che era in preda a terribili incubi, a giudicare dalle urla che stava emettendo. Lentamente, entrò nella stanza e si avvicinò al letto dove era distesa Kaori.
 
Notò che la sua fronte era sudata e che alcune ciocche di capelli vi erano attaccate. Delicatamente, chiamò la giovane donna per non strapparla troppo bruscamente dai suoi sogni. Ma vedendo che questi sembravano troppo potenti, Ryo si chinò su Kaori e la prese per le spalle continuando a chiamarla.
 
Il subconscio della giovane donna ha cercato di rispondere agli appelli di Ryo come fossero un'ancora di salvezza. Ma più voleva uscirne, più i suoi demoni sembravano spingerla nell'abisso.
 
“Ryo...” mormorò, ancora addormentata.
 
“Sì, Kaori, sono io, apri gli occhi, è solo un incubo”
 
Senza brutalità, la scosse leggermente per riportarla in sé. Completamente confusa, Kaori aprì gli occhi che erano annegati dalle sue lacrime. Immediatamente dopo aver visto Ryo, si sentì rassicurata e si gettò tra le sue braccia per trovare il conforto di cui aveva bisogno.
 
Lo sweeper la cullò, accarezzandole la schiena mentre le sussurrava parole rassicuranti. Quei semplici gesti furono di grande aiuto per Kaori.
 
“Grazie...” sussurrò mentre tornava a sentirsi più calma.
 
Ryo non rispose, ma lo sguardo che le rivolse parlava da solo. Kaori fece un piccolo sorriso, ma poco dopo un mal di testa cominciò a martellarle le tempie. Si portò una mano alla testa e fece una smorfia. Ryo, a cui la scena non era sfuggita, sorrise brevemente prima di aggiungere.
 
“Beh, sembra che tu stia pagando il prezzo per il tuo abuso di alcool!”
 
“Non me lo ricordare, mi vergogno già abbastanza...” arrossì Kaori.
 
Ryo rise sommessamente ricordando l'atteggiamento della giovane donna. Poi si alzò e disse:
 
“Torno subito, vado a preparare una delle mie pozioni segrete per sbarazzarmi dei postumi della sbornia”
 
Kaori lo guardò uscire dalla sua stanza, grata per quello che faceva per lei. Ma presto, i ricordi del suo incubo le tornarono in mente. Era passato molto tempo da quando aveva sognato l'incidente. Perché tutti i suoi ricordi erano improvvisamente affiorati?Era il rapido avvicinamento dell'intervento che le faceva quell'effetto? Onestamente, non ne aveva idea. Ma quello che era certo era che era ancora traumatizzata anche se aveva fatto ogni sforzo del mondo per superarla.
 
In cucina, Ryo stava preparando una miscela per lei che, solo dall'aspetto, non faceva venire voglia di berla. Tuttavia, lo sweeper sapeva cosa stava facendo, era abituato a prepararsela quando faceva un po' troppa baldoria nei suoi cabaret.
 
Mentre mescolava tutti gli ingredienti, pensò agli incubi di Kaori. Gli sembrò che provocassero una grande violenza psicologica per mettere la giovane donna in quello stato. Gli era parsa del tutto smarrita nelle profondità dei suoi sogni, nemmeno la sua presenza era riuscita subito a riportarla alla realtà.
 
A Ryo non piaceva sentirsi così impotente. E, pochi minuti prima, non era riuscito a tirare via Kaori dai suoi demoni. Capì dalle parole di Kaori che aveva sognato il suo incidente. Ma cosa poteva fare lui per alleviarla? Lei aveva subito qualcosa per cui nessuna parola, nessun gesto avrebbe mai potuto aiutarla. Non sopportava di vederla soffrire così...
 
Quando la miscela fu pronta, Ryo salì al piano di sopra ed entrò nella stanza di Kaori.
 
“Bevi, ti sentirai meglio dopo” disse tendendole il bicchiere.
 
Kaori guardò con disgusto il contenuto brunastro totalmente opaco il cui odore avrebbe risvegliato un morto. Alzò gli occhi verso Ryo, sembrando domandargli con lo sguardo se fosse davvero il caso di bere quella roba.
 
“È il solo modo per far sparire il mal di testa e le possibili nausee che potrebbero comparire domani mattina” spiegò Ryo.
 
Facendosi coraggio, lei bevve in un sorso l'intruglio che Ryo aveva preparato. Dopo aver svuotato il bicchiere, fece una smorfia, tirando fuori la lingua a dimostrazione del disgusto che provava. Ryo ridacchiò prima di lasciare il bicchiere sul comodino.
 
“Adesso è ora di dormire, vedrai che domani mattina non avvertirai più gli effetti dell'alcool”
“Grazie” rispose Kaori.
 
Nel momento in cui Ryo si apprestava ad uscire, Kaori lo trattenne per il braccio. Ryo notò che lei tremava leggermente. La guardò, in attesa di sapere cosa volesse.
 
“Ryo...puoi restare con me ancora un po'? Dopo l'incubo io...ho paura a riaddormentarmi”
 
Toccato dalle sue parole, lui si risedette sul letto e sorrise, aggiungendo:
 
“Stai tranquilla, rimarrò qui finché ti addormenterai”

Rassicurata, lei chiuse gli occhi e prese dolcemente la mano di Ryo, che strinse nella propria. Sorpreso dal gesto, Ryo la lasciò fare e guardò teneramente la giovane donna cadere tra le braccia di Morfeo.

 

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Capitolo 13
*** 13. City Hunter riprende servizio ***


Al mattino presto, quando il sole già splendeva luminoso, Ryo stava leggendo tranquillamente il giornale, seduto al tavolo della cucina davanti a una tazza di caffè fumante. Nonostante le emozioni del giorno prima, Ryo si sentiva stranamente bene. Quando Kaori gli aveva chiesto di restare un po' più a lungo, aveva vegliato sul suo sonno anche molto tempo dopo che si era addormentata. Lei aveva continuato a tenergli la mano, e quando era tornato a letto aveva emesso un piccolo sospiro di fastidio, perdendo quella presenza rassicurante. Quando avevano fatto colazione insieme, nessuno dei due aveva menzionato gli eventi della notte. Kaori lo aveva solo ringraziato per la sua pazienza e ancora una volta si era scusata per il suo comportamento infantile. Ryo allora aveva riso sommessamente e, guardandola teneramente, le aveva risposto quasi in un sussurro:
 
“Ci sarò sempre se avrai bisogno di me...”
 
Kaori era leggermente arrossita e aveva sorriso senza rispondere allo sweeper. Poi aveva riportato la sua attenzione su ciò che stava mangiando.

Perso nei suoi pensieri, Ryo sorrise mentre continuava a leggere.
 
Hideyuki entrò senza preavviso, rompendo il silenzio che regnava nell'appartamento. Ryo guardò il suo partner che stava rileggendo gli appunti su un piccolo taccuino. Lo sweeper conosceva perfettamente il significato di quel taccuino che il collega teneva tra le mani. Se Hideyuki stava rileggendo i suoi appunti con tanta attenzione, significava che a City Hunter era stato chiesto un nuovo lavoro. E Ryo doveva ammettere che era passato un po' di tempo dall'ultima volta che avevano ricevuto una richiesta.
 
“A vedere la tua faccia, immagino che abbiamo del lavoro?” chiese Ryo.
 
“Sì, esatto. È una giovane donna di nome Shinoka Kawamura che richiede il nostro aiuto”
 
“Cosa! Una giovane donna!” gridò Ryo, con espressione seria. “Oh, spero che sia bella!” esclamò all'improvviso, il viso distorto dalla perversità delle sue idee. “Beh, devo prepararmi, non voglio smentire la mia reputazione di seduttore numero 1 del Giappone!”
 
Il suo partner alzò gli occhi al cielo, sicuramente non sarebbe mai cambiato. Non aveva nemmeno avuto il tempo dove si sarebbe tenuto l'appuntamento e qual era la richiesta che Ryo si era precipitato in bagno.
 
Kaori, che era in soggiorno a pulire la sua macchina fotografica mentre pensava alla notte passata, fu strappata dalle sue fantasticherie quando il tornado Ryo sorvolò sui gradini per accedere al secondo piano. Stupita dal comportamento dello sweeper, raggiunse Hideyuki in cucina per avere un chiarimento.
 
“Mi domando cosa tu possa aver annunciato a Ryo per farlo reagire così” disse Kaori entrando.
 
“Ah, Kaori, volevo dirti che io e Ryo avremo una cliente” dichiarò Hideyuki, baciando teneramente la sorella.
 
Alla notizia, il volto della giovane donna si illuminò.
 
“Finalmente vedrò il mitico duo in azione” esclamò con gioia.
 
“A proposito di questo, vorrei che non interferissi nel nostro lavoro. Capisci, devi concentrarti sul tuo intervento, è la cosa più importante. Non vorrei che ci disturbassi” anche se non voleva ferirla, doveva mostrare una certa autorità.
 
“No, no. Certo, ma non puoi impedirmi di assistere” disse scherzosamente la giovane donna. “Non preoccuparti, mi farò piccina. Non vi accorgerete nemmeno della mia presenza”
 
Hideyuki sapeva benissimo che non poteva far cambiare idea alla sua sorellina. Ad ogni modo, quando aveva preso appuntamento con la loro cliente a casa, aveva sospettato che quella situazione si sarebbe verificata, quindi tanto valeva assumersi la responsabilità della scelta fino in fondo. Pochi minuti dopo, Ryo tornò al piano di sotto, tutto agghindato e pronto ad accogliere la loro nuova cliente.
 
Arrivò l'ora dell'appuntamento e il campanello suonò annunciando l'arrivo della cliente. Quando la nuova arrivata entrò nella stanza, Kaori provò subito un sentimento di gelosia per la femminilità ed eleganza che emanava. In effetti, era molto carina con lunghi capelli neri e occhi scuri che le conferivano una certa aria di mistero.
 
“Buongiorno signorina Kawamura, io sono Hideyuki Makimura e questo è il mio partner, Ryo Saeba. Ha fatto appello ai servizi di City Hunter e siamo pronti ad aiutarla”

“E anche di più, se lo desidera” intervenne Ryo con aria da seduttore.
 
La giovane donna fu inizialmente un po' scombussolata dall'assalto di Ryo, ma Hideyuki la rassicurò rapidamente, senza dimenticare di dare una gomitata al suo partner idiota.
 
“Non faccia troppo caso a lui, a volte ha la tendenza a lasciarsi prendere la mano”

“Quello che il mio partner si è dimenticato di dirle è che la trovo davvero molto bella” aggiunse Ryo, afferrando le mani della giovane donna e tirandola verso il divano.
 
Fu troppo per Kaori che stava cercando di contenersi mantenendo la promessa che aveva fatto a suo fratello rimanendo discreta, ma quando vide una mano vagante di Ryo che voleva atterrare sulla coscia della donna, sentì la rabbia montarle in viso. Fu allora che tirò fuori dal nulla un enorme martello con sopra l'etichetta 'Metti le zampe altrove' e lo usò per spiaccicare la testa di Ryo. Tutti sussultarono per l'accaduto. Ryo si chiese cosa fosse successo. Hideyuki e la donna guardarono con stupore Kaori, che rideva mentre si grattava la nuca per esprimere il suo imbarazzo.
 
Era la prima volta che Hideyuki vedeva sua sorella agire in modo così...lui stesso non riusciva a trovare un termine per quell'incredibile scoperta. Si chiese cos'avesse portato la giovane ad agire in modo così estremo per l'atteggiamento di Ryo.
 
“Mi dispiace, non volevo spaventarla, io sono Kaori Makimura” disse Kaori più gentilmente alla cliente.
 
“Che cavolo significa! Che ti è preso? E cos'è quell'affare?!” chiese Ryo, massaggiandosi la testa.
 
“Una nuova invenzione per calmare i tuoi ardori e comportarti da professionista” replicò Kaori, gli occhi lampeggianti.
 
Hideyuki rimase stupito dalla scoperta della sorella, ma doveva ammettere che aveva avuto effetto. Forse così Ryo sarebbe rimasto tranquillo.
 
“Bene, visto che le presentazioni sono state fatte, forse possiamo iniziare a lavorare seriamente” disse Hideyuki.
 
“L'ascoltiamo” fece Kaori per mettere la cliente a suo agio.
 
“Beh...pensavo che City Hunter fosse un duo” iniziò la donna, un po' confusa da quanto appena successo.
 
“Ah sì, certo” rispose Kaori ridendo, “non faccio parte della squadra, io sono...”
 
“Mia sorella” continuò Makimura, guardandola male. Come aveva temuto, stava interferendo. Ma continuò con disinvoltura, “può parlare senza timori”

“Va bene...” disse la donna. La cliente iniziò a frugare nella sua borsa e ne tirò fuori la foto di una ragazza sui vent'anni. L'appoggiò sul tavolino e iniziò la sua storia.
 
“È mia sorella, Keiko” iniziò, “è da ormai una settimana che è scomparsa senza lasciare tracce. La polizia non ha ancora piste e pensa sempre di più a una fuga. Ma io so che è impossibile. Sono sicura che si tratta di un rapimento ed è per questo che ho chiamato voi”
 
“Capisco, signorina Kawamura” intervenne Hideyuki, “ma cosa le fa credere che sia un rapimento? Non sto mettendo in dubbio i suoi sospetti, ma ho bisogno di comprendere meglio la situazione”

“Me ne rendo conto. La penso così perché siamo molte vicine e...beh, 25 anni non è proprio l'età per una fuga”
 
Ryo, che era rimasto in silenzio durante la spiegazione, non vedeva quel caso molto positivamente. Se la polizia non aveva trovato alcuna pista da una settimana, si sarebbe rivelato molto difficile.
 
Kaori, che aveva ascoltato attentamente la storia di quella sorella sconvolta, si permise di prendere la foto per esaminarla meglio.
 
“Questa foto è recente?” chiese.
 
“Sì, è stata scattata tre giorni prima della sua scomparsa” confermò Shinoka.
 
“Sua sorella aveva delle preoccupazioni, si vede che ha uno sguardo un po' teso e inquieto, per non dire triste” continuò Kaori.
 
Hideyuki, sorpreso dall'intuizione di sua sorella, decise di non intervenire e attendere la risposta della cliente.
 
“Aveva appena subito una rottura sentimentale. Ha conosciuto un giovane medico qualche mese fa, ma la loro relazione è terminata improvvisamente da poco”

“Conosce il nome di quest'uomo” continuò Kaori naturalmente.
 
“Ahimè, non mi è mai stato presentato e per qualche ragione Keiko è sempre stata molto discreta a riguardo. Non ha mai detto il suo nome per intero. So che deve chiamarsi Soichiro. Ma non so altro”

“Sa come si sono conosciuti?” chiese Ryo, ascoltando molto attentamente.
 
“Beh, penso di ricordare che mi disse che successe durante una visita. Keiko doveva sottoporsi a un intervento chirurgico al ginocchio per una rottura del legamento, e quel giorno non c'era il solito dottore ma un sostituto, cioè questo Soichiro” concluse con espressione disprezzante.
 
“Sembra che lei non lo apprezzi molto” commentò Makimura.
 
“Certo che no, quell'uomo ha fatto soffrire mia sorella lasciandola senza motivo!” urlò mentre iniziava a piangere.
 
“Tornando a questo dottore” proseguì Ryo, “da chi era normalmente seguita sua sorella?”

“Dal dottor Fujimaru”
 
“Non resta che chiedergli chi era il sostituto alla visita di sua sorella” disse Kaori, felice di vedere che la faccenda poteva essere risolta rapidamente.
 
“Purtroppo è impossibile” ribatté la giovane donna, “al momento il dottor Fujimaru è negli Stati Uniti dove rimarrà due mesi. E la sua segretaria non c'era quel giorno in cui quel dottore da quattro soldi l'ha sostituito, e lei non sa come si chiamava dal momento che il dottor Fujimaru non le ha dato informazioni”
 
“Capisco perché la polizia abbia tante difficoltà, non ci sono indizi a cui aggrapparsi” concluse Makimura.
 
“Comunque faremo di tutto per trovare sua sorella, può fidarsi di noi” disse Ryo.
 
Shinoka fece un leggero sorriso pieno di tristezza e disillusione, ma volle comunque crederci. Prima di lasciare l'appartamento di City Hunter, si voltò verso Kaori che si sentì immediatamente rapita dal suo sguardo e disse:
 
“Era vivace proprio come lei”

Poi se ne andò, lasciando il caso nelle mani dei due uomini che aveva appena assunto.
 
Pochi minuti dopo, mentre i tre erano in cucina davanti a una tazza di the, Hideyuki guardò sua sorella, che sembrava ancora colpita dalle ultime parole dette dalla cliente.
 
“Beh, non sapevo fossi così brava negli interrogatori. Devo dire che mi hai stupito. Grazie a te la situazione è diventata un po' più chiara”
 
Kaori arrossì imbarazzata per i complimenti.
 
“Vero, sono abbastanza d'accordo, hai mostrato molta finezza, grazie a te si è confidata molto di più di quanto probabilmente avrebbe fatto da sola con noi” aggiunse Ryo.
 
“Grazie” sussurrò Kaori. “Attenzione, magari un giorno il duo City Hunter potrebbe diventare un trio, vista l'importanza che la presenza femminile può avere in alcune indagini” disse ridendo.
 
I due risero di cuore a quell'inondazione di gioia, poi ebbero tutti bisogno di ricomporsi prima di affrontare quella faccenda che per molti versi sembrava molto oscura. Soprattutto a proposito di quel misterioso dottore che aveva, apparentemente, spezzato il cuore di Keiko.
 
Il giorno dopo avrebbe avuto inizio l'indagine, con tutte le ricerche e gli interrogatori da svolgere. I due uomini avrebbero dovuto fare prova di molta pazienza e agilità mentale per trovare alcuni elementi che potessero far luce sulle zone grigie.

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Capitolo 14
*** 14. Un compleanno pieno di speranza ***


Due giorni dopo la richiesta di Shinoka e le ricerche iniziali, Kaori era stesa a letto. Aveva un sorriso sul viso perché quel giorno che si annunciava luminoso, a giudicare dal canto degli uccelli nel cielo, era un po' speciale. Invece di alzarsi come al solito, Kaori si concesse il diritto di oziare tra le lenzuola ancora per un po'. Con le braccia incrociate dietro la testa, la sua mente vagò indietro di vent'anni. Si vide mentre si alzava presto, correre lungo il corridoio della loro casa, e andare a svegliare suo fratello per poter aprire i suoi regali di compleanno.
 
Come sempre, per stuzzicarla, lui aveva finto di dormire profondamente, e di non notare la sua presenza e i suoi numerosi appelli. Kaori aveva iniziato a perdere la pazienza e ad innervosirsi, diventando tutta rossa. Si era arrampicata sul letto come meglio poteva data la sua piccola statura e aveva scosso il fratello. Hideyuki, da parte sua, amava vedere la sua sorellina diventare rossa quando era contrariata e si divertiva a spingerla al limite. Una volta sul letto, lui l'aveva colta di sorpresa e l'aveva tenuta prigioniera tra le braccia per farle il solletico il più possibile. Kaori, che ridendo a crepapelle, non pensava più ai suoi doni in quel preciso momento.
 
Ripensando a quei momenti meravigliosi, non poté fare a meno di ridacchiare a quei tempi allegri tornati alla sua memoria. Una volta terminato il solletico dopo un quarto d'ora, Hideyuki si era alzato ed era andato a prendere il regalo per Kaori. Lei non aveva tenuto molto conto della carta da pacchi che in breve tempo era stata tutta strappata lasciando solo lo stupore della bambina alla scoperta della sua tanto attesa sorpresa. Non era mai stata delusa dai regali di suo fratello che conosceva perfettamente i suoi gusti. Gli era saltata al collo, soffocandolo di baci per esprimere la sua gioia per il regalo che aveva appena ricevuto. Davvero quella si preannunciava sempre una bella giornata...
 
Vent'anni dopo, Kaori non era più una ragazzina che correva lungo il corridoio, ma una giovane donna... Una donna che non era stata risparmiata dalle prove della vita. La morte dei suoi genitori, il suo incidente...Eppure oggi si sentiva bene come non mai. Ricordare quei momenti felici non faceva più così male. Al contrario, poteva ricordarli con un sorriso sul volto. Ciò dimostrava che era maturata e che era pronta a vivere ciò che la vita le avrebbe concesso. Allora ripensò a Ryo, e il cuore le fece male al pensiero che lui probabilmente non aveva ricordi felici dei suoi compleanni. Ma si promise di crearne molti per lui in futuro, giurando di non fare pasticci come al suo primo compleanno. Eppure quello che entrambi avevano celebrato pochi giorni prima sarebbe rimasto un bel ricordo per sempre. Perché Ryo aveva finalmente aperto una piccola porta sul suo cuore...
 
Immersa nei suoi pensieri, all'improvviso sentì aprirsi la porta della camera da letto di Ryo. Pensò tra sé che si era appena alzato e desiderò raggiungerlo. Spinse indietro le lenzuola, si spostò sul bordo del letto e si trasferì sulla sedia. Mise a posto il bracciolo e uscì dalla sua stanza. Ryo, intanto, era appena uscito dal bagno quando vide il sorriso sulle sue labbra che impreziosiva ancora di più il suo dolce viso. Non gli ci volle molto per ricordare che quello era il giorno del suo angelo. Restituendole il sorriso, si chinò e le sussurrò un tenero “Buon compleanno” mentre le posava un delicato bacio sulla fronte. Davanti a così tante attenzioni da parte dell'uomo per il quale il suo cuore batteva, Kaori arrossì, ringraziandolo per aver pensato a lei.
 
Scesero al piano di sotto, ridendo delle buffonate di Ryo, per fare colazione. Voleva preparare tutto per onorare Kaori in quel giorno. Lei non si fece pregare e accettò volentieri di lasciarsi servire. Trovava Ryo così carino quando si comportava come un cavaliere con lei. Anche se conosceva il suo lato lussurioso e perverso, che inseguiva tutte le ragazze con seni prosperosi o che indossavano minigonne. Ma il Ryo che conosceva quando erano solo loro due, ne era certa, era il vero Ryo. E non quello che voleva apparire agli occhi degli altri...

Hideyuki arrivò all'appartamento un'ora dopo per fare gli auguri di compleanno a sua sorella. Kaori era in bagno a prepararsi perché sapeva che loro tre sarebbero andati al Cat's Eye, come facevano ogni mattina.
 
“Non dovrebbe tardare” disse Ryo davanti all'impazienza del suo partner, “allora, che regali farai alla tua cara sorellina?”
 
“Non so se avrà lo stesso effetto di quelli del passato” rispose Hideyuki enigmatico.
 
“Che intendi?”

“Guarda tu stesso” disse porgendo a Ryo una piccola scatola blu.
 
Ryo l'aprì e riconobbe l'anello all'interno. Ne conosceva tutta la storia dato che il suo partner gliel'aveva rivelata in segreto. Ma quello che non riusciva a capire era perché il suo partner avesse deciso di darlo a Kaori oggi.
 
“Quindi sei deciso a dirle tutto? Ma perché oggi?” chiese Ryo.
 
“Ha il diritto di sapere...oggi compie 24 anni, non è più una bambina. Penso che sia il momento. Tanto più che forse le si sta aprendo una nuova vita”
 
“Non hai paura di ferirla dopo tutti questi anni di silenzio?”

“Non lo so, Ryo, ho passato tutta la notte a rifletterci e ho trovato solo questa soluzione. So che sarà abbastanza forte da comprendere e accettare la verità”
 
“Penso che tu sopravvaluti un po' troppo la sua forza. Sembra che superi tutto, ma in fondo è molto fragile. E...non credo abbia molto senso dirle la verità prima dell'intervento” disse Ryo, ricordando gli incubi che la giovane donna stava avendo ultimamente.
 
Era infatti da qualche giorno che veniva rapita dai suoi demoni e Ryo la sentiva quasi ogni notte parlare nel sonno e piangere. Ovviamente non ne aveva parlato col suo partner, perché sentiva che non era compito suo parlare delle ansie di Kaori. Voleva che fosse lei a raccontarlo a suo fratello.
 
“Come puoi dirmi queste cose, la conosci solo da pochi giorni” rispose Hideyuki un po' bruscamente.
 
“Sì hai ragione, non la conosco bene come te, né da così tanto tempo, ma non credo che questo sia il giorno più appropriato per dirle che non è la tua vera sorella e che è stata accolta da tuo padre perché il suo padre biologico era solo un delinquente di prim'ordine! Immagina la delusione e lo shock che potrebbe avere, qualche giorno prima dell'intervento! E tu che dici di volerla proteggere” finì Ryo, sapendo che si stava spingendo al limite.
 
Hideyuki, che si stava trattenendo dallo scagliare un pugno in faccia al suo compagno, non ebbe tempo di rispondergli, perché Kaori reclamava aiuto dalla cima delle scale. Non appena vide suo fratello, il suo viso si illuminò ulteriormente. Il sorriso che gli rivolse spezzò il cuore di Hideyuki. Tutte le certezze su cui aveva riflettuto quella notte stavano cominciando a svanire.
 
“Sei già qui, non ti ho sentito arrivare!” lo chiamò.
 
“Volevo essere tra i primi a farti gli auguri” disse lui salendo le scale per portare sua sorella in soggiorno.
 
“Allora” fece Kaori, “spero tu non abbia dimenticato il mio regalo?” disse con un broncio degno di una ragazzina.
 
“Beh, vi lascio entrambi alla scoperta del regalo” disse Ryo, non volendo essere elemento di disturbo durante la rivelazione di Makimura.
 
“Ma no Ryo, puoi restare” ribatté Hideyuki con voce più dolce, “Kaori ama essere circondata mentre apre i suoi doni”
 
Fece un cenno in direzione di Ryo per fargli capire che doveva restare. Ryo non era entusiasta di assistere a una rivelazione che, lo sapeva, avrebbe causato sofferenza. Ma per non destare sospetti, rimase suo malgrado.

Hideyuki porse la piccola scatola a Kaori che la guardò prima di aprirla. Quando vide l'anello, guardò suo fratello con gli occhi pieni di lacrime per il dono sontuoso.
 
“È bellissimo Hide, non avresti dovuto”

“Sai, questo anello è un po' speciale”

“Davvero? Cos'ha di così speciale?” chiese Kaori incuriosita dal volto misterioso di suo fratello.
 
“Beh, è il simbolo dell'inizio di una nuova vita che spero sarà migliore per te, con la riuscita della tua operazione”

“Grazie Hideyuki, quello che mi dici mi emoziona molto” rispose Kaori con le lacrime agli occhi.
 
“Perché tengo molto a te e voglio solo la tua felicità” disse, baciandola sulla fronte come aveva fatto Ryo in precedenza.
 
Ryo capì che il suo amico non aveva il coraggio di dire a Kaori della sua adozione, e fu sollevato per la giovane donna. Ringraziò Hideyuki con uno sguardo, e lui ricambiò con un leggero sorriso. A vederla così felice, gli si sarebbe spezzato il cuore...anche se Hideyuki poteva dire che Ryo non conosceva abbastanza Kaori, lo sweeper si sentiva comunque molto vicino alla giovane donna, e aveva una curiosa tendenza a volerla proteggere da tutto il mondo crudele che la circondava. Anche se ciò significava doverla proteggere anche da suo fratello... Era così pura, così fragile e così forte allo stesso tempo, eppure aveva già sofferto così tanto, che lui non voleva che soffrisse più. Ringraziò internamente il suo partner per aver fatto la scelta giusta, per lui e per Kaori. Perché a cosa serviva riaprire vecchi segreti così dolorosi...
 
“Beh, immagino che gli altri ci aspetteranno al bar, quindi se sei pronta andiamo” aggiunse Hideyuki.
 
“In marcia” rise Kaori più felice che mai.
 
Ryo sorrise all'entusiasmo di Kaori. Prese la giacca e seguì i due.
 
 
 
“Ah! Eccovi finalmente” esclamò Miki quando Kaori, Hideyuki e Ryo entrarono. “Pensavo che non sareste venuti. A proposito, Kaori, ti auguro un buon compleanno e tutta la felicità che desideri, e soprattutto l'amore” le sussurrò, facendole un occhiolino complice.
 
La donna infatti aveva subito notato che Ryo non la lasciava indifferente. Ma non voleva mettere ulteriormente in imbarazzo la sua nuova amica con domande troppo personali. Avrebbero potuto discuterne in seguito, tanto più che tra loro si era già sviluppato un vero legame.
 
“Grazie Miki, mi rendi felice” rispose Kaori.
 
“Allora festeggiamo!” disse Miki, “offre la casa”

Tutta la banda era presente nel piccolo caffè, mentre rideva alle storielle più stupide che si potessero raccontare in quei momenti di gioia comune. Mentre le risate proseguivano, Kaori chiese un breve istante di silenzio per poter parlare davanti a tutti.
 
“Non sono molto dotata per i discorsi, ma in questo giorno speciale per me vorrei ringraziare in primis mio fratello che mi supporta e mi sostiene da anni, e vorrei anche ringraziare Miki per la festa che ha organizzato in mio onore. Non è da molto che vi conosco, e già mi sento totalmente integrata in questa nuova famiglia. Quindi grazie a tutti per l'accoglienza e la gentilezza nei miei confronti. Per terminare, vorrei ancora una volta ringraziare Ryo per l'ospitalità e per prendersi cura di me”
 
Di fronte all'elogio della giovane donna, Ryo si sentì un po' imbarazzato, mentre tutti facevano fatica a credere che Ryo si comportasse come Kaori diceva. Per distendere il momento un po' teso, Ryo non poté impedirsi di lanciarsi in una battuta delle sue.
 
“Quando vi dico che impazziscono tutte per lo stallone di Shinjuku, ecco la prova grazie a Kaori” disse alzando l'indice in segno di vittoria.
 
Davanti a tanta modestia, tutti caddero all'indietro, e uno stormo di corvi invase il caffè, mentre Kaori cominciava a pentirsi dei complimenti che aveva formulato. Tutti iniziarono a prendere in giro Ryo sui suoi decantati talenti, quando Miki richiese di prendere la parola.
 
“Dato che questo è il giorno adatto alle belle notizie, ci tengo ad annunciarne una anch'io, anche se non voglio rubare la scena a Kaori”
 
Tutti pendevano dalle sue labbra, in attesa dell'informazione gioiosa che voleva annunciare. Solo Falcon non sembrava aspettare. Al contrario, sembrava un po' imbarazzato...
 
“Vado...approfitto della presenza di tutti per annunciarvi che io e Umi avremo un bambino”

Un lungo silenzio seguì la notizia. Tutti i presenti guardarono la particolare coppia con occhi sbarrati che testimoniavano la sorpresa che li aveva colti. Da parte loro, Miki e Falcon erano rossi malgrado l'evidente felicità che si rifletteva sui visi di entrambi.
 
“Allora tocca a me farvi le congratulazioni e augurarvi tutta la felicità del mondo” disse Kaori, contentissima una volta superato lo stupore.
“CONGRATULAZIONI!” ripeté il resto della banda.
 
Miki aveva le lacrime agli occhi per quanta gioia la sommergeva e le altre emozioni che si confondevano.
 
“Allora, vecchio mio, avrai una vera famiglia di cui occuparti” aggiunse Ryo.
 
Falcon divenne ancora più rosso per la confusione e borbottò qualcosa sotto i baffi.
 
“Incredibilmente Testa di polpo ci fa quasi concorrenza con certi risultati” disse Mick con aria molto seria.
 
“Spero per Miki che il vostro bambino non avrà la tua faccia, altrimenti il poveretto comincerà molto male” disse Ryo, provocando l'amico.
 
Migliaia di corvi volarono nel caffè e si schiantarono contro un Falcon rosso come mai era stato. Dopo essere tornato in sé, lanciò i due sweeper dall'altra parte della sala, urlando di pensare ai loro affari.
 
“Non ha senso dell'umorismo” dissero i due pervertiti, rialzandosi a fatica.
 
Tutto il gruppo rise delle facce imbronciate dei due amici.
 
“E se facessimo un brindisi in onore dei futuri genitori?” suggerì Kaori dopo qualche minuto, ridendo.
 
“Buona idea” concordò il fratello.
 
Tutti alzarono i bicchieri e brindarono alla futura felicità degli amici, senza dimenticare di fare lo stesso con Kaori con il medesimo entusiasmo. Kaori, che aveva portato con sé la macchina fotografica, colse l'occasione per catturare alcuni momenti. Ci fu una foto di Mick e Ryo che saltavano sulla povera Miki, poi un'altra in cui i due maniaci ricevevano un vassoio scagliato da un Falcon molto arrabbiato. Ci fu una foto dei futuri genitori, poi delle coppie di Saeko e Hideyuki e Kazue e Mick. Ce ne fu una che immortalava Kaori e suo fratello, che la guardava con tenerezza. Un'ultima ritraeva la banda al completo. Risate e buon umore continuarono ad animare quel luogo speciale per un po'.

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Capitolo 15
*** 15. Sentimenti nascosti ***


I giorni passarono e arrivò la vigilia dell'ingresso di Kaori in clinica. Kaori entrò nell'appartamento, seguita dal fratello. Entrambi avevano il sorriso sulle labbra per il pomeriggio appena trascorso insieme. Hideyuki e Kaori, infatti, avevano passeggiato nel parco di Shinjuku, ripassando i ricordi d'infanzia, e soprattutto facendo progetto per il futuro. Per Kaori, il futuro era soprattutto sinonimo di speranza per il suo intervento, e forse per poter riuscire a camminare di nuovo. Erano rimasti qualche ora semplicemente seduti su una panchina a guardare il cielo, mentre la gente passava. In quella sensazione di pienezza, Hideyuki aveva difficoltà a credere che a parte quella bellezza e calma, tanta violenza e odio potevano celarsi. Era proprio per preservare tale tranquillità che lui, Ryo e tutta la banda lavoravano ogni giorno anche a costo di sporcarsi le mani. 
Guardando la giovane donna che Kaori era diventata, sapeva che non lo stava facendo senza motivo. No, voleva dimostrarle che la vita valeva la pena di essere vissuta.

Dopo la passeggiata, fratello e sorella decisero di correre fino all'ingresso dell'immobile di City Hunter. Ricordava loro inevitabilmente i bei tempi andati, quando da piccoli correvano per arrivare ciascuno per primo in soggiorno per saltare al collo della madre, il tutto tra grandi risate. Ma tutti i ricordi facevano anche capire quanto si fossero mancati l'un l'altra. Soprattutto, Hideyuki si sentiva un po' in colpa per non averla presentata prima ai suoi amici, per aver voluto più di ogni altra cosa tenerla lontana dalla sua vita. Sapeva meglio di chiunque altro che il tempo perso non si recuperava. Ecco perché ora voleva godersi sua sorella il più possibile.

Kaori aveva un pacchetto in mano e si affrettò ad aprirlo. Tirò fuori delle fotografie che aveva sviluppato quella mattina nella camera oscura dell'università. Le guardò velocemente prima di rimetterle nella loro confezione per non lasciare tracce prima di mostrarle. Quel mattino aveva colto l'occasione per salutare tutti i suoi amici del campus che le avevano augurato buona fortuna e coraggio per il suo intervento. Anche Eriko, che aveva lezione, si era precipitata ad abbracciarla, sostenerla ed esprimerle la sua amicizia. Quando l'aveva rivista, le era sembrato fosse passata un'eternità. Nel giro di poco tempo erano successe tante cose nella sua vita, e soprattutto un incontro particolare. All'allusione silenziosa del nome di Ryo, la giovane sentì il cuore sobbalzarle nel petto. Era vero, quell'incontro era uno dei più belli che avesse mai vissuto.

"Preparo del the" dichiarò Hideyuki, togliendosi la giacca e lasciandola sul divano.

"Ryo è uscito oggi" disse Kaori, guardandosi intorno.

"Oh, penso che sia di sotto a sparare. Uno come lui ha bisogno della sua dose di esercizio. Soprattutto con il caso di cui ci stiamo occupando" disse lui con aria più cupa, dirigendosi in cucina.

Kaori lo guardò allontanarsi con un leggero sorriso sulle labbra. Era la prima volta che Hideyuki le parlava di cose più o meno intime a proposito di Ryo. In genere parlava molto poco del suo partner. Nonostante lui avesse già aperto un po' il suo cuore alla giovane donna, lei era sempre alla ricerca di nuove informazioni per conoscerlo. Erra convinta che ci fossero ancora tanti misteri su di lui. Non appena Hideyuki terminò la sua frase, Ryo entrò nell'appartamento.

"Siete già a casa?" chiese lo sweeper.

"Sì, Hide sta preparando il the in cucina" rispose Kaori, il suo volto si illuminò un po' di più.

Senza dire altro, Ryo si sedette accanto a Kaori, con aria preoccupata. Kaori sospettava che la nuova indagine stesse causando qualche problema, dato che ogni volta che pensavano di avere una pista, si rivelavat inesatta. Anche se aveva promesso a Hideyuki di non immischiarsi, a volte voleva saperne un po' di più sui progressi. Ma manteneva la sua promessa, non facendo mai domande. In ogni caso, suo fratello sarebbe stato pronto a ricordarle che non erano affari suoi e che doveva pensare solo al suo intervento.

Ryo notò il pacchetto che aveva tra le mani e aspettò che ne tirasse fuori il contenuto. Vide che erano fotografie. Kaori si voltò verso Ryo con un sorriso.

"Sono le foto del mio compleanno al Cat's Eye" disse porgendogliele.

Mentre Ryo guardava la prima, Hideyuki tornò dalla cucina con tre tazze e una teiera. Aveva sentito il suo partner tornare pochi istanti prima. Servì sua sorella e Ryo prima di prendere posto sul divano. Cominciarono a guardare le prime foto in silenzio prima di scoppiare a ridere su quella di Mick e Ryo incastrati nel muro. Scherzarono su Falcon, rosso come un pomodoro, circondato da tutte le ragazze, sotto lo sguardo tenero di Miki. Molte altre foto suscitarono qualche risata.

Lo sguardo di Kaori si fece amorevole quando si imbatté su quella in cui posava con suo fratello. Negli ultimi anni le foto di loro due non erano state abbondanti, quindi per Kaori era un bene prezioso. Un modo per avere sempre suo fratello al suo fianco.

La successiva sorprese un po' Ryo. Mostrava Kaori piena di gioia, che rideva a crepapelle, e Ryo dietro di lei la guardava in modo indescrivibile. Si stupì di vedersi così, con il tipo di sguardo che rivolgeva alla giovane donna quando pensava che nessuno gli prestasse attenzione. Non poté fare a meno di rimproverarsi mentalmente, dicendosi che doveva stare più attento a non tradirsi...ma tradirsi riguardo a cosa? Non osava ammetterlo.

Vedendo quello scatto, Hideyuki lanciò un'occhiata sospettosa al partner. Ryo, che ovviamente lo aveva avvertito, fece finta di non notarlo. Immaginava che Hideyuki avesse percepito lo stesso sguardo che lo stava turbando nel profondo, anche se la principale interessata sembrava non essersene accorta.

Tuttavia Kaori sentì una certa tensione crescere tra i due. Si chiese perché i due si stessero improvvisamente sfidando con lo sguardo. Ma non voleva rovinare quella giornata iniziata così bene con domande che avrebbero potuto risvegliare e far esplodere quella tensione. Quindi procedette molto velocemente senza soffermarsi sulle altre foto.

Dopo aver guardato l'ultima, Kaori le rimise nella confezione e sospirò.

"Era da tanto che non mi divertivo così tanto durante il mio compleanno. Se ripenso a quel giorno, il mio cuore si gonfia di gioia. Ti ringrazio ancora Hide, per avermi permesso di incontrare tutte queste persone meravigliose"

"Ma sai bene che non devi ringraziarmi di nulla, a me dispiace di averti tenuta lontana così a lungo, quando meritavi di essere felice" rispose il fratello con uno sguardo pieno di amore e tristezza.

"Lo sono, Hide, credimi, oggi più che mai" concluse lei in un sussurro.

Ryo si alzò in quel momento senza dire una parola. Da quando aveva visto quella foto, non era più riuscito a rilassarsi e sembrava completamente altrove. Prese il vassoio con le tazze vuote e andò in cucina.

"Vorrai passare l'ultima serata con tua sorella da solo?" chiese lo sweeper al suo partner prima di uscire dal soggiorno.

Kaori, stupita dalla reazione di Ryo, non sapeva cosa dire. Ovviamente voleva passare la serata con suo fratello, ma non desiderava l'assenza di Ryo. 

Dopo tutto quello che aveva fatto per lei dal suo arrivo, voleva che rimanesse fino in fondo. Così disse, allegramente:

"Penso che potremmo cenare tutti insieme. Perché non chiedi a Saeko di raggiungerci, così possiamo goderci la serata?" chiese Kaori a suo fratello.

"Perché no, l'idea non è male. Glielo chiedo" disse lui.

"Ti va, Ryo?" domandò la giovane donna. 

Ma lo sweeper non era ancora tornato in soggiorno. Kaori provò un po' di tristezza. Cosa poteva essere successo perché i due partner sembrassero così distanti all'improvviso, e soprattutto perché Ryo si chiudesse in se stesso?

Mentre Hideyuki prendeva la cornetta per chiamare la sua fidanzata, Kaori andò in cucina per annunciare a Ryo lo svolgimento della serata. Quando entrò, lo trovò che le dava le spalle mentre lavava le tazze. Poteva facilmente avvertire la tensione emanare dal suo corpo. Vedendolo così, Kaori si rammaricò di non riuscire a sondare il suo cuore, mentre lui poteva leggere così bene il suo.

"Ryo" mormorò Kaori, "con Hideyuki abbiamo pensato di cenare qui insieme a Saeko. Se a te non dispiace..."

"Non mi dispiace" rispose lui semplicemente.

La sua voce era assente, non si era nemmeno preso la briga di voltarsi. Il suo atteggiamento colpì Kaori più di quanto lei avrebbe voluto. Non capiva quel cambio né perché lui fosse così distante con lei.

"Allora preparo la tavola..."

La giovane donna non aveva la forza di controllare ulteriormente l'emozione che traspariva dalla sua voce, la tristezza e la confusione le opprimevano il cuore. Quindi uscì, senza che Ryo si voltasse. Ma aveva capito molto bene e avvertiva l'incomprensione nella voce della ragazze. Decise però di non reagire, anche se in quel momento un groppo di angoscia e tristezza gli attanagliava la gola. Sapeva di non averne il diritto. La sua vita, il suo mondo non glielo permettevano.

Il buon umore che aveva animato Kaori per tutto il pomeriggio svanì velocemente di fronte al muro in cui si era imbattuta a proposito di Ryo. Ma non voleva passare quell'ultima serata all'insegna della tristezza. Il giorno seguente forse sarebbe stato sinonimo di rinascita, quindi voleva preservare la gioia e l'allegria per quella sera.

"Saeko sarà qui tra poco" dichiarò Hideyuki quando Kaori rientrò in soggiorno.

Kaori si costrinse a sembrare il più naturale possibile, non voleva che suo fratello iniziasse a fare domande. Soprattutto non voleva ammettere che Ryo fosse la causa del suo turbamento.

Dopo aver apparecchiato, Ryo ordinò dal menu di un ristorante, non voleva che Kaori cucinasse per tutti. Voleva risparmiarla il più possibile per quell'ultima sera. O almeno ci stava provando, perché sapeva che il suo comportamento nei confronti della ragazza l'aveva resa un po' triste. Cercò di essere più gradevole, dopotutto lei non c'entrava niente con quella faccenda. Mentre Kaori ritrovò il sorriso grazie alle buffonate di Ryo, il campanello suonò annunciando l'arrivo di Saeko.

Sebbene tutti cercassero di apparire allegri e naturali quanto più possibile, durante la cena si poteva benissimo avvertire che ciascun membro seduto al tavolo aveva qualcosa di non detto o che non voleva esporre, o per pudore o per non rovinare l'ultima sera di Kaori prima di entrare in clinica.

Alla fine della cena, Hideyuki e Saeko decisero di congedarsi da Ryo e Kaori. Hideyuki abbracciò calorosamente sua sorella, augurandole di non pensare troppo alla sua operazione, che avrebbe richiesto solo un'ora. Lei fu emozionata dalla sua reazione e promise di non preoccuparsi troppo. Ci avrebbe provato, perché più passavano le ore e più l'ansia montava. Prima di uscire definitivamente, Hideyuki andò da Ryo chiedendogli di occuparsi di Kaori per quella sera. Lo sweeper annuì. Saeko diede un bacio alla ragazza e seguì Kaori fuori. Quando la porta si chiuse, Kaori emise un leggero sospiro. Non si poteva più indietreggiare. Il giorno dopo sarebbe entrata in clinica e poi...poi avrebbe avuto bisogno di tutto il coraggio e la perseveranza di cui era capace per superare una riabilitazione pesante e vincolante.

Dopo qualche minuto, Kaori si diresse in cucina e iniziò a lavare i piatti per occupare un po' la mente ed evitare di pensare al giorno successivo. Ryo la osservò in silenzio, appoggiato alla porta, mentre lei svolgeva quel compito, notando la sua tensione.

"Non devi preoccuparti, sono sicuro che andrà tutto bene"

Lei sobbalzò udendo la sua voce. Non l'aveva sentito arrivare. Lo sweeper si avvicinò al lavandino e iniziò ad asciugare i piatti mentre Kaori lo guardava.

"Vero" sussurrò, "ammetto di avere un po' d'ansia. Ho aspettato tanto un'opportunità del genere, è stupido avere paura"

"No, è naturale" rispose gentilmente Ryo.

Kaori sorrise appena. Stava così bene con lui quando lui accettava di farle un po' di posto nella sua vita.

"Ma tu non hai paura di niente" la semplice osservazione di Kaori era sia una domanda indiretta che un'affermazione.

"Certo che ci sono cose di cui ho paura" rispose enigmaticamente lo sweeper, continuando ad asciugare un piatto.

Kaori non condusse oltre la riflessione, anche se le sarebbe piaciuto sapere cosa spaventava il grande City Hunter. Lui che sembrava sempre così sicuro di sé, così rassicurante quando gli era vicino...di cosa poteva avere veramente paura?

Finirono silenziosamente con il loro compito, anche se la mente di ciascuno era in ebollizione.

Ryo si sistemò, una volta terminate le faccende, sul divano e accese la televisione per guardare le ultime notizie della giornata. Anche se la serata era già avanzata, Kaori era troppo ansiosa per voler andare a letto. Si issò dalla sedia per accomodarsi accanto a Ryo. Non le piaceva stare seduta sulla sua sedia quando erano in soggiorno e negli ultimi tempi si era abituata a sistemarsi sul divano con lui.

Amava la dolce vicinanza che le procuravano quelle serate. Amava stargli vicino, sentire il calore del suo corpo, lasciarsi cullare dal ritmo del suo respiro calmo e rasserenante. Insomma, soltanto essere lì, e quella sera tutto assumeva ancora più importanza. Ogni tanto gli lanciava un'occhiata, avrebbe voluto appoggiare la testa sulla sua spalla, ma quel tipo di familiarità le era proibito. Cercò quindi di concentrarsi sul programma televisivo.
Anche per Ryo quella vicinanza era diventata indispensabile, e anche se doveva fare uno sforzo per non lasciare che i suoi sentimenti prendessero il sopravvento sulla ragione, non volev scambiare il suo posto per nulla al mondo.

A sera inoltrata, la giovane donna espresse il desiderio di farsi una doccia prima di coricarsi. Ryo la portò in bagno e la lasciò occuparsi delle sue cose. Dopo la faccenda della vasca da bagno, che ancora la metteva a disagio quando ci pensava, aveva fatto comprare dal fratello un'asse installata sui bordi della vasca, per potersi sedere e lavare adeguatamente. Sentire i getti della doccia le giovò e sentì subito i muscoli rilassarsi. Rimase lì ancora un po' con l'acqua che cadeva sul viso, bloccandole il respiro, godendosi la dolce sensazione.

Quando terminò, bussò alla stanza di Ryo per augurargli la buona notte.

"Cerca di dormire bene e di non pensare troppo a domani"

"Sì ci proverò, promesso"

Sorrise leggermente e nel momento in cui si apprestò ad andare nella sua stanza, Ryo la chiamò. Prima che la giovane donna capisse cosa stava succedendo, lui si chinò su di lei e le posò un dolce bacio sulla fronte. La tenera attenzione causò enorme felicità nella giovane donna che avrebbe voluto gettarsi tra le sue braccia per attingere da lui tutto il coraggio che sembrava mancarle in quel momento. Dopo un timido "Buonanotte", Kaori tornò nella sua stanza. Una volta sul letto, prese la foto che ritraeva lei e suo fratello.

"Dammi il tuo coraggio" sussurrò accarezzando il viso di Hideyuki.

Si sdraiò sotto le coperte e spense la luce, sperando di addormentarsi il prima possibile. Quella sarebbe stata l'ultima notte in quel letto, in quella stanza. Il giorno dopo sarebbe stata in una stanza dalle pareti chiare, con l'odore di disinfettante, totalmente impersonale, in attesa che arrivasse il suo momento e nella speranza di un nuovo inizio per la sua vita di donna. 

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Capitolo 16
*** 16. Piccoli tormenti notturni e grandi scoperte ***


Dopo che Kaori se ne fu andata, Ryo ne approfittò per fare la doccia a sua volta. Rilassandosi sotto l'acqua, ripensò alla foto e allo sguardo che Makimura gli aveva rivolto. Era stato uno sguardo in parte preoccupato, in parte sorpreso, ma soprattutto molto interrogativo. Doveva riuscire a controllarsi meglio se non voleva destare dubbi. Tuttavia, non era stupido, sapeva che il suo partner iniziava ad avere seri sospetti...e, conoscendolo, non avrebbe apprezzato quel tipo di situazione.

"Kaori, cosa mi stai facendo?" sussurrò tra sé.

Era la prima volta che lo sweeper mostrava le sue emozioni e non gli piaceva affatto. Finita la doccia, andò a letto. Era quasi mezzanotte, ma il sonno non riusciva a vincerlo.

Nel frattempo, Kaori si rigirava nel letto senza riuscire a trovare la posizione giusta per poter finalmente trovare il sonno che le sfuggiva terribilmente. Aveva sentito Ryo uscire dal bagno e andare nella sua stanza. In quel preciso momento avrebbe tanto voluto trovarsi tra le sue braccia protettive, in grado di calmare tutte le sue ansie. Incapace di sopportare oltre, scivolò sulla sedia e si diresse in camera di Ryo.

Lui aveva sentito la sedia di Kaori dirigersi verso di lui e aspettò in silenzio che bussasse alla porta.

"Ryo" sussurrò Kaori, "dormi?"

Lo sweeper sorrise leggermente. Sapeva bene che lei immaginava che lui non dormisse ancora.

"No, che ti succede, Kaori?"

"Beh...è...non riesco ad addormentarmi per via di domani e..." l'imbarazzo e la timidezza della giovane donna si fecero vivi. Come fargli capire? Poi si lanciò e aggiunse, d'un fiato, "vorrei sapere se posso rimanere con te stanotte?"

Kaori era così imbarazzata da quanto appena chiesto che interiormente ringraziò il cielo per il buio nella stanza, così che Ryo non la vedesse arrossire. Ryo invece inizialmente pensò di aver sentito male e il suo cuore perse un battito quando Kaori concluse la domanda. Anche se sapeva di dover rifiutare, anche se la sua ragione gli diceva di dire di no per il suo bene e la sua sanità mentale, si sentì pronunciare le parole fatidiche.

"Sì...se vuoi puoi venire qui"

Ancora turbata dalla propria audacia nei confronti di Ryo, Kaori si avvicinò lentamente al letto dello sweeper, sollevata dal fatto che lui avesse accettato senza prese in giro o pensieri più perversi. Tuttavia, mentre la distanza si restringeva, il battito del suo cuore accelerò. Si chiedeva ancora come avesse osato domandare a Ryo di dormire con lui. Ma ne aveva un gran bisogno. Non voleva passare quella notte da sola a pensare al giorno dopo. Voleva sentirsi confortata, voleva qualcuno che la calmasse, che capisse le sue paure. E quella persona, lo sapeva, poteva essere solo Ryo. Perché? Non avrebbe saputo spiegare il motivo, ma lo sentiva nel profondo. Era la forza di cui aveva bisogno.

Quando fu vicina al suo letto, si issò dalla sedia e si infilò sotto le coperte che Ryo aveva scostato. Lui si allontanò il più possibile dall'altra parte del letto per darle quanto più spazio. Anche lui si chiedeva come avesse potuto accettare una proposta del genere...ecco che una donna gli chiedeva spontaneamente di dormire nel suo letto - anche se la richiesta non aveva nulla di ambiguo - e lui si sentiva tutto strano. Eppure sapeva che la richiesta era stata fatta solo perché Kaori aveva paura. E non c'era niente di più spaventoso dell'oscurità della notte per suscitare ulteriormente quella sensazione.

Una volta sistemata sotto le coperte, lei girò la testa verso l'uomo con cui ora condivideva il letto e mormorò:

"Grazie"
"Prego" rispose lui gentilmente, "spero che tu abbia abbastanza spazio"
"Oh sì, non ti preoccupare, sono io che dovrei chiedertelo dato che mi sono infilata qui"

Ryo sorrise, era così pura e innocente e anche se avesse occupato tutto lo spazio nel letto, non se la sarebbe presa. Rispose semplicemente con voce sommessa:

"Ora riposati, ne hai bisogno"
"Buonanotte" si limitò a dire lei per non aumentare ulteriormente l'imbarazzo.

Kaori si sentì già molto meglio con Ryo e lentamente il sonno giunse. Al respiro regolare emesso dalla piccola Makimura, Ryo concluse che finalmente si era addormentata. Ma per lui, lo sweeper non sembrava di casa. In effetti come trovare riposo quando aveva al suo fianco una donna bella come Kaori. Ma Ryo continuava a ripetersi che era la sorella del suo partner, quindi una sorta di icona intoccabile...malgrado le recriminazioni, però, non poteva impedire quell'attrazione.

Non avrebbe potuto dire per quanto tempo rimase perso nei suoi pensieri. Tuttavia qualcosa lo turbò e dovette interromperli. Da qualche minuto Kaori sembrava sempre più agitata e cominciò a gemere nel sonno. Ryo all'inizio non osò svegliarla pensando che sarebbe passata, ma quando vide che l'attacco peggiorava, decise di intervenire. Sapeva che gli incubi di Kaori erano ricorrenti e che erano una dimostrazione che, malgrado la forza che lei mostrava, la sua anima era ancora ferita. E dimostrava anche che non aveva ancora voltato pagina rispetto alle sue più profonde sofferenze e paure.

"Kaori, Kaori" disse dolcemente, per non spaventarla. "Svegliati, stai avendo un incubo"

Ma, come la volta precedente, non ebbe effetto sulla giovane. Decise allora di scuoterla leggermente per farle riprendere conoscenza. E con un forte urlo lei finalmente si svegliò. All'inizio totalmente persa perché non riusciva a ricordare dove fosse, notò che Ryo la stava guardando con un'espressione preoccupata. Lentamente, gli eventi dell'inizio della notte le tornarono in mente e notò che era nella stanza di Ryo e nel suo letto. Si sentì immediatamente sollevata e si gettò tra le braccia dello sweeper alla ricerca di conforto.

"Va tutto bene, è stato un incubo" sussurrò Ryo teneramente, accarezzandole i capelli.

"Ryo" fece lei rannicchiandosi un po' di più, "ho avuto così tanta paura"

"Sssh, è finita, è stato solo un brutto sogno"

Lentamente la giovane donna iniziò a riprendere fiducia e si sentiva così sicura e protetta che non avrebbe voluto spostarsi per il resto della notte. Tutte le immagini orribili che aveva visto cominciarono a svanire dalla sua mente. Eppure erano sempre le stesse tranne un dettaglio, questa volta aveva sognato di più rispetto all'intervento del giorno successivo. Nel suo incubo, non si addormentava e l'operazione iniziava nonostante le sue urla per avvertire che era sveglia. E ancora, aveva sognato di svegliarsi nel bel mezzo dell'intervento. Era tutto molto assurdo, non era la prima volta che ne subiva uno, quindi perché questa sorda angoscia in fondo al cuore?
Poteva fidarsi del dottor Mitana, sapeva quello che faceva. Ma l'angoscia che non sarebbe andato a buon fine, che alla fine il suo destino sarebbe stato quello di rimanere su quella sedia le schiacciava il cuore. Sarebbe riuscita ad affrontare quella nuova fatalità se si fosse verificata?
La voce di Ryo la strappò dagli ultimi pensieri.

"Sei sudata" disse, "vado a prenderti un bicchiere d'acqua mentre ti cambi"

Si separò dolcemente da Kaori, si alzò dal letto e le porse una sua maglietta. Kaori iniziò a cambiarsi mentre Ryo scese in cucina a prenderle un bicchiere d'acqua. Kaori doveva ammettere che dopo aver sudato così tanto era un po' disidratata.

Si tolse il pigiama e indossò la maglietta di Ryo. Era grande per lei e il colletto tendeva a scivolare su una spalla, scoprendola un po'. Kaori arrossì leggermente, pensando di avere sulla pelle i vestiti di Ryo. La rivelazione improvvisa la fece rabbrividire, era come se il corpo di Ryo accarezzasse il suo...come se stesse facendo l'amore con lei...rapidamente la giovane si diede della stupida per quel tipo di pensiero. Non era il momento di provare quella sensazione, quel desiderio...

In cucina, Ryo si chiedeva cos'avesse potuto spaventare e turbare così tanto il sonno di Kaori. Avrebbe voluto che lei si confidasse per alleviare lo stress, ma non voleva nemmeno costringerla a ricordare il brutto momento. Con il bicchiere pronto, aspettò ancora un po' prima di salire. Immaginava che Kaori avesse bisogno di un po' per cambiarsi e non voleva metterle fretta. Quando giudicò che era il momento giusto, salì con il bicchiere.

"Ecco qua" disse entrando.

"Grazie" sussurrò lei, bevendo avidamente.

"Ti sentirai meglio" vedendo lo sguardo preoccupato della giovane, Ryo si sistemò accanto a lei e cominciò a cullarla, "Non preoccuparti e dormi tranquilla, io sono qui a vegliare su di te"

"Ryo, mi dispiace, da quando sono qui ti ho portato solo disturbo e con i miei incubi ti impedisco di dormire"

"Non dire sciocchezze e torna a dormire per essere in forma domani" replicò Ryo, tenendola tra le braccia.

Come dirle che, da quando era entrata nella sua vita, sentiva di essere tornato in vita. Per lei, per farla stare bene, non era più una fatica alzarsi al mattino, occuparsi delle faccende domestiche o altro. No davvero,da quando c'era lei era un uomo diverso. Forse un po' troppo...ma comunque gli piaceva la sensazione.

Mentre Kaori si rilassava gradualmente, non poteva fare a meno di pensare che amava il dolce calore che si impadroniva del suo corpo. Amava le sue braccia che la cullavano e la calmavano. Si sentiva così al sicuro, aveva l'impressione che nulla le sarebbe mai accaduto. In quel momento quella notte sembrò magica. Desiderò appena che il sole non sorgesse troppo presto per permetterle di assaporare quella tenera tortura che la faceva stare tanto bene, rendendola così felice. Mai in tutta la sua vita aveva amato tanto stare tra le braccia di un uomo.
Improvvisamente, come un'evidenza, tre parole si incisero nella sua mente. Tre parole che ancora non osava formulare bene, anche se poteva vederle chiaramente. Sì, lo sapeva da sempre, fin dal loro primo incontro, da quando due occhi scuri si erano posati su di lei, lo aveva percepito...prima di sprofondare nel sonno che le braccia di Ryo le offrivano, osò pronunciare le tre parole tra sé.

-Io lo amo...io ti amo, Ryo...-

Ryo era lungi dal condividere la stessa serenità di Kaori. Al contrario, doveva fare uno sforzo fisico sovrumano. Non era il momento di spaventarla con una reazione 'mokkoriana'. Tuttavia, doveva ammettere che stringere la giovane in quel modo era piuttosto gradevole e di certo non gli dispiaceva. Mosse leggermente le gambe per trovare una posizione migliore pur tenendo la ragazza tra le braccia quando di colpo qualcosa lo spaventò. Senza volerlo, aveva appena premuto le gambe contro quelle di Kaori. Il cuore iniziò a battergli più forte in quel momento per timore della reazione che avrebbe potuto produrre. Ma niente...nessuna reazione.

Posò quindi lo sguardo sul volto di Kaori appena ricaduta tra le braccia di Morfeo ma non notò alcun movimento a causa del contatto. Volendo rimuovere una gamba, accarezzò quelle di Kaori la cui maglietta usata come pigiama non copriva molto. Ci fu un secondo momento di panico per lo sweeper, che immaginò sicuramente una reazione da parte di Kaori. Ma ancora niente.
Turbato, decise allora di fare un piccolo esperimento e accarezzò dolcemente il braccio della bella addormentata. Lì, lei si mosse tra le sue braccia. Le sfiorò di nuovo una gamba ma ottenne lo stesso risultato precedente, nulla.

Ryo realizzò allora per la prima volta dall'incontro con la giovane la piena portata della malattia e della sua disabilità. Non reagiva perché non sentiva niente, le sue gambe erano come morte. Sebbene fossero visibili all'esterno, all'interno non era rimasto nulla. L'improvvisa consapevolezza lasciò Ryo un po' pensieroso. Mentre lui aveva apprezzato accarezzare la sua pelle, Kaori non aveva sentito nulla. Ora capiva meglio la sua determinazione, la sua lotta e la sua rabbia per la propria condizione. Come accettare quel corpo presente che però non poteva avvertire niente? Nessuna carezza, nessun dolore, nessun soffio, niente...solo due masse morte.

La scoperta rattristò lo sweeper più di quanto si aspettasse. Che strano, lui che credeva di non poter provare compassione o tristezza, quella notte aveva dimostrazione del contrario. In quel momento, decise di combattere con lei e per lei. Perché? Non lo sapeva, o almeno non voleva formulare la ragione, ma il suo cuore già urlava l'incredibile verità. 

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Capitolo 17
*** 17. I dubbi di Saeko ***


Sulla via del ritorno, Saeko e Hideyuki rimasero entrambi in silenzio. Una certa tensione era però palpabile nell'auto che li riportava all'appartamento della poliziotta. Hideyuki era un po' preoccupato per sua sorella. Voleva con tutto il cuore che trascorresse una notte tranquilla prima del grande passo del giorno successivo. Si sentiva anche un po' in colpa per averla lasciata sola con Ryo per quella sera, ma allo stesso tempo, non poteva fare altro che sostenere la giovane donna con il pensiero. Inoltre, probabilmente lei gli avrebbe ricordato che non era più una bambina, e che non aveva bisogno di farle da balia a quel punto. A quel pensiero, abbozzò un leggero sorriso... 

Non avrebbe avuto torto su quel punto, lui aveva sempre avuto la tendenza a vederla come la sorellina che doveva essere protetta contro tutto... 
Perso nei suoi dubbi e preoccupazioni, ripensò a una certa foto che aveva catturato la sua attenzione poche ore prima. Lo sguardo che era stato immortalato in modo permanente non poteva ingannare il suo occhio da detective perspicace. L'unica domanda rimasta per il momento senza risposta era perché uno sguardo del genere? Significava davvero quello che Hideyuki non voleva credere? E se sì, quale decisione prendere? No davvero, non poteva essere ciò che immaginava... Tuttavia, ciò che aveva visto non poteva avere altre possibili ambiguità...

Scosse la testa per liberarsi di tutte quelle domande che lo avrebbero fatto impazzire se non avesse smesso subito di torturare la sua mente. Avrebbe avuto tutto il tempo per sistemare la questione al momento opportuno. Per ora, ciò che contava di più era il benessere di sua sorella e nient'altro... Non era il momento di giocare al fratello maggiore geloso. La cosa principale per le successive settimane era che lei si sentisse bene e fosse pronta ad affrontare quello che l'aspettava in termini di stress oltre che di spirito combattivo per accettare una pesante e lunga riabilitazione...

Mentre guidava, alzò lo sguardo sulla sua amata. Anche lei sembrava assorta nei suoi pensieri. Pensieri che non potevano essere molto piacevoli, a giudicare dal viso teso che mostrava. A pensarci bene, era vero che non aveva detto molto durante la cena, notò improvvisamente Makimura. Ma decise di non interrogarla in macchina, voleva aspettare fino a quando non fosse arrivato a casa loro per sondare il cuore della sua bella. Senza preoccuparsi di nulla, si concentrò completamente sulla strada, la cui circolazione era molto fluida a causa dell'ora tarda.

Pochi minuti dopo, Makimura stava parcheggiando l'auto nel parcheggio sotterraneo del condominio in cui viveva Saeko. La giovane donna non aveva ancora detto una parola e il partner di City Hunter stava iniziando seriamente a preoccuparsi. Fino a quella sera non aveva mai visto Saeko in condizioni simili. Ciò che le passava per la testa doveva essere di grande importanza e serietà.

Entrarono nell'appartamento e Saeko si avvicinò immediatamente al minibar nell'angolo del suo soggiorno. Prese un bicchiere e ci mise dentro alcuni cubetti di ghiaccio prima di versarsi una bevanda color ambra. Era liquore alla prugna, e Makimura fu stupita di vedere che a quell'ora tarda della sera si stava ancora versando da bere. Lei che di solito beveva solo quando si presentava un'occasione importante o nel corso della serata. Ma non beveva mai per ubriacarsi, mentre era quello che cercava in quel momento.

Si avvicinò lentamente a lei, circondandole la vita con le braccia e sussurrandole all'orecchio:

"Qualcosa ti turba, amore, da cercare di affogarlo nell'alcool?"

Lei si voltò e lo guardò. I suoi occhi erano pieni di lacrime. Posò il bicchiere sul tavolo accanto e si aggrappò al collo di Makimura. Nascose il viso nell'incavo della sua spalla e lasciò sfogare tutta la tristezza che la pervadeva.

Makimura non aveva mai visto la donna lasciarsi sopraffare così da tnata disperazione. Aspettò che Saeko si calmasse per qualche istante, prima di ripetere la domanda per conoscere la causa di tanto dolore.

"Riguarda il caso a cui sto lavorando in questo momento" disse, "Sai, te ne avevo parlato, a proposito della Polvere degli angeli"

"Lo so, e non ho ancora nuovo materiale a riguardo" rispose lui.

"Ma...la polizia sì..." sussurrò, come se fosse la notizia peggiore da riferire, "e sembra che non sia più solo un affare di droga, ma..." Saeko faticò a trovare le parole tanto era sconvolta.

Hideyuki le accarezzò la schiena per darle coraggio e la intimò a continuare.

"Ma sembra che la faccenda coinvolga anche dei rapimenti. Abbiamo trovato diversi corpi senza vita di ragazze sui vent'anni, morte in squallidi alberghi, completamente nude e legate a braccia e piedi" disse infine, con un'espressione di disgusto.

Saeko lasciò andare le braccia protettive e confortanti del suo uomo e si avvicinò alla borsa per tirarne fuori una busta marrone contenente delle foto. Hideyuki si accostò a Saeko, che gliele porse senza dire una parola. Hideyuki guardò incuriosito le foto. Quello che vide lo scosse internamente. Dopo aver visto quelle ragazze così giovani, l'istinto protettivo di fratello maggiore riemerse pensando a Kaori.

Sulle foto che Makimura aveva in mano si vedeva sempre la stessa scena, ma con ragazze diverse. Erano tutte su un letto d'albergo, sdraiate sulla schiena, con le braccia legate sopra la testa e attaccate alle sbarre del letto. Anche le gambe, divaricate, erano legate ai lati del letto. Avevano segni orribili sui corpi, riflettendo la violenza fisica che avevano dovuto sopportare durante la notte di tortura. Dopo aver dato un'occhiata, Makimura rimise le foto nella busta.

"Secondo il medico legale, tutte le ragazze erano ancora vergini prima della tortura. Devono essere state violentate più volte durante la stessa notte...ma...non è tutto" Saeko continuò mentre un singhiozzo scuoteva il suo corpo, "sono state anche trovate tracce di droga nel sangue. Era PCP. Sembra che le giovani donne vengano rese più docili da questa droga mentre la loro capacità di dare piacere all'uomo si rafforza durante il rapporto sessuale, soprattutto se si verificano violenze la giovane donna non sente nulla e questo provoca una soddisfazione ancora maggiore nel maschio dominante" dichiarò con un'improvvisa voglia di vomitare.

Hideyuki ascoltò in silenzio la storia. Poteva sentire nel suo tono di voce tutto il disgusto che quella faccenda le ispirava. Come poteva aiutarla in un caso mentre nel suo non riusciva ad avanzare? Soprattutto per il bene di Ryo, voleva mantenerlo segreto. Ma ci sarebbe riuscito? Se c'era una rete di narcotrafficanti che dilagava in città, prima o poi Ryo lo avrebbe saputo dai suoi informatori.

Soprattutto dal momento che City Hunter aveva ripreso operatività con il caso di Keiko. Caso che stava facendo molta fatica a decollare, rifletté Hideyuki. Era come se il corpo della giovane donna fosse misteriosamente scomparso da ogni circolazione. I pochi pazienti che avevano interrogato non avevano in alcun modo fatto luce sull'indagine. Proprio come le ricerche fatte nell'ufficio del dottor Fujimaru. Perché tanto silenzio? Nessuno sembrava conoscere il suo sostituto e nessuno sembrava ricordare nemmeno il nome. C'era da credere che quell'uomo fosse solo un fantasma senza nome e senza volte. Eppure doveva esserci un indizio da qualche parte, ma i due soci non l'avevano ancora trovato. L'indagine che City Hunter aveva intrapreso stava diventando sempre più oscura.

Hideyuki continuò a prodigare tenere carezze a Saeko per calmarla e darle un po' di conforto e sostegno. Nonostante fosse nel settore da anni, quel tipo di indagine lasciava sempre il segno.

"Mi dispiace sottoporti a tutto questo" disse lei guardandolo, "ma vedere tutte quelle ragazze e immaginare gli abusi che hanno dovuto subire...tutto per placare i bisogni bestiali di certi uomini..." non riuscì a terminare la frase per la rabbia che montò e la invase.

Hideyuki non sapeva più come tranquillizzare Saeko, che cominciò a piangere per il disgusto verso la natura di certi uomini. Si chiese se fosse rimasta loro un po' di umanità.
Vedendo che Saeko era allo stremo per via degli eventi, Hideyuki la prese tra le braccia e la portò in camera per farla sdraiare sul letto. Solo il sonno aveva il potere di giovarle. La spogliò e la mise sotto le coperte. Inerte, lei lo lasciò fare senza protestare né reagire. Poco dopo la raggiunse e l'abbracciò, finché lei non si addormentò.

Quella notte, Hideyuki si ripromise di fare tutto il possibile per proteggere quanto poteva le persone che amava, Saeko, la donna della sua vita, Ryo, l'unico uomo e amico di cui si fidava, e ovviamente la sua cara e tenera Kaori, così innocente e pura, senza dimenticare la banda con la quale aveva stretto legami molto forti. Per tutte quelle persone, doveva risolvere la questione al più presto.



Quella notte, Ryo era altrettanto turbato. Ma le ragioni dei suoi guai erano molto diverse da quelle di Saeko e Hideyuki. Mentre Kaori dormiva tranquillamente al suo fianco, lui aveva grande difficoltà ad addormentarsi. Era stata una giornata molto disorientante in più sensi. Sospirando per l'ennesima volta ed esprimendo il fastidio nel non riuscire a dormire, decise di alzarsi, attento a non svegliare la giovane accanto.

Infilando una maglietta lì vicino, uscì dalla stanza silenziosamente, portando con sé la pistola. Andò in cucina e si riempì un bicchiere d'acqua. Osservando il limpido liquido, sorrise leggermente. Lui che frequentava tutti i noti bar di Shinjuku ubriacandosi senza ritegno, iniziava a bere acqua per sperare di trovare il sonno...stava davvero cambiando...la scoperta sorprendente lo spaventò, perché si trattava di una parte di sé di cui non avrebbe mai sospettato. Ingoiando l'acqua in un sorso, rimase qualche secondo ad osservare il bicchiere vuoto, ancora preoccupato.

Come per assicurarsi di essere ancora lo sweeper che conosceva, scese in seminterrato. Armando il cane, mirò al bersaglio di fronte a lui e iniziò a sparare e a disegnare diversi tipi di figure. I proiettili andavano esattamente dove li voleva. E mentre sparava, la sua mente vagava. La scoperta di quella notte gli tornò alla mente e il suo cuore si serrò di nuovo per la giovane donna. Rendendosi conto che il giorno dopo sarebbe stato l'ultimo prima che lei entrasse in clinica, decise di non pensare al lavoro e di dedicarsi solo alla giovane. Perché, curiosamente, anche lui desiderava sfruttare a pieno del suo tempo con Kaori. Una volta eseguito l'intervento, lei sarebbe rimasta indubbiamente in ospedale per molto tempo così come al centro di riabilitazione.

Mentre continuava a sparare senza battere ciglio, immaginò il momento in cui Kaori si sarebbe potuta alzare in piedi dopo tanti anni su quella sedia. Immaginò il momento in cui, per la prima volta, avrebbe sentito una carezza sulle gambe...ma anche se desiderava con tutto il cuore che Kaori tornasse a una vita normale il prima possibile, sapeva che il giorno in cui avrebbe ritrovato l'uso delle gambe, avrebbe significato anche la sua partenza...e stranamente la prospettiva lo toccava più di quanto avrebbe pensato. Ma prima di tutto doveva pensare ai sentimenti di Kaori. Lei aspettava quell'occasione da tanto tempo...si chiese come avrebbe reagito quando l'avesse vista in piedi per la prima volta. Seduta era una cosa, in piedi un'altra...avrebbe voluto, un giorno, poterla guardare dritto negli occhi senza doversi chinare, voleva guardarla da pari a pari, ammirarla in tutta la sua statura...più la sua mente viaggiava, più sentiva una strana sensazione nel cuore.

Alla fine, dopo aver esaurito diverse scatole di munizioni ed essersi sfogato, decise di tornare in camera per vedere se Kaori stesse ancora dormendo tranquillamente. Arrivato davanti ad essa, rimase qualche secondo con la mano sulla maniglia senza osare entrare. Perché all'improvviso aveva paura? Non era tanto una paura, quanto piuttosto una gioia immensa, la gioia di avere Kaori al suo fianco, nel suo letto. Ed era quello che temeva di più...

Stranamente, mentre di solito le uniche donne che aveva nel suo letto erano quelle con cui consumava, con Kaori sentiva cose molto diverse. Non che non provasse desiderio, bruciava letteralmente dentro quando lei era troppo vicina, ma c'erano molte altre cose...cose che gli procuravano sensazioni così dolci che si chiedeva se avesse il permesso di provarle.
 
Sospirando, più per farsi coraggio che per altro, aprì la porta. Immediatamente, un sorriso apparve sulle sue labbra. Lei non si era mossa e lui poteva sentire il suo respiro leggero. Camminando piano verso il letto, si tolse la camicia, infilò la pistola sotto il cuscino per sentirsi più sicuro e sollevò le lenzuola per scivolarvi dentro. Voltandosi di lato, chiuse gli occhi per sforzarsi di non torturare più la mente, e soprattutto di addormentarsi finalmente il più in fretta possibile...

 

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Capitolo 18
*** 18. Una mattina ben cominciata ***


Mentre la natura esterna cominciava lentamente ad emergere dall'oscurità della notte, lasciando il posto all'alba del giorno, per la prima volta fu Ryo a svegliarsi per primo. Nonostante il tormento che la sera precedente gli aveva procurato, e la difficoltà che aveva avuto nel prendere sonno, aveva comunque dormito benissimo. Gli ci vollero alcuni istanti prima che la sua mente, ancora annebbiata dalla notte movimentata che aveva appena trascorso, si svegliasse completamente. Fissando un punto immaginario sul soffitto, sentì un peso contro il petto e girò leggermente la testa. Lo spettacolo più bello si presentava a lui in una mattina così dolce... Osservò con sguardo tenero e protettivo Kaori ancora addormentata che gli era rimasta attaccata durante la notte.

Ora capiva perché aveva avuto così difficoltà a svegliarsi quella mattina. Perché per la prima volta in vita sua aveva dormito come un uomo e non più come un assassino costantemente all'erta. Sì, quella notte gli aveva portato il riposo, la pace interiore, e quello era sia esilarante che così inedito a livello di sensazione... In effetti, non era la prima volta che si svegliava con una giovane donna tra le sue braccia. Ma questa volta non c'era niente di simile. Stamattina non aveva fretta di lasciar andare il calore di quelle lenzuola, la morbidezza di quel corpo stretto contro il suo. Lui, che di solito si affrettava ad alzarsi, a farsi una doccia, e ad andarsene senza lasciare un indirizzo, non aveva alcun problema a tenere tra le braccia quel fragile corpo... Che strana sensazione per lui...

Era come se tutto quello che aveva conosciuto fino ad allora fosse solo un'illusione, una chmera... Aveva sempre visto il corpo di una donna come un mezzo quasi animalesco per spegnere gli impulsi. Certo, non era mai stato offensivo o violento con le donne, le rispettava troppo per questo. Ma non c'erano mai stati veri sentimenti oltre al piacere puramente fisico. Del resto, conosceva veri sentimenti?... Pensava di essere vuoto a riguardo... Anche se con il tempo e l'aiuto di Makimura, aveva riscoperto la compassione, la gioia, l'amicizia... Ma in quel preciso momento, tutto quello che aveva saputo prima era crollato come un castello di carte che il vento avrebbe ridotto a un semplice mucchio deforme...

Oh come desiderava dentro di sé che quella dolce sensazione non lo lasciasse mai. Non importa se fosse un bene o un male, in quel momento, tutto ciò che contava era la gioia di starle così vicino… Come avrebbe voluto che il tempo si fermasse così, permettendogli di godere un po' di quel benessere così a lungo desiderato. Chiuse per un attimo gli occhi lasciandosi cullare dal soffio leggero derivante dal respiro di Kaori.

Guardando di nuovo la giovane addormentata tra le sue braccia, sorrise leggermente. Come poteva un essere puro come Kaori potersi abbandonare tra le braccia di un uomo come lui? Lui, l'uomo che si scontrava con la morte e la violenza in tutto il suo orrore... Non aveva alcun diritto di desiderare di rinchiudere la giovane donna nel suo mondo così oscuro, mentre lei risplendeva di luce. Eppure in quel letto aveva un solo desiderio, ed era quello di essere il più egoista possibile e di non lasciarla andare.

Ma in quel momento, era così felice di averla tra le braccia in quel modo. Sentire il suo respiro costante sul petto come una brezza, gentile come una carezza. Si ritrovò a desiderare di sperimentare molti altri risvegli come quello, con lei contro di lui. Sì, la voleva, ma non solo fisicamente, no. La voleva tutta, corpo e anima. Ma volerla non equivaleva a condannarla?... Rinchiuderla in un mondo ancora più duro di quello che aveva dovuto affrontare a causa del suo handicap?... Inoltre, la sorellina di Makimura era un essere intoccabile per un uomo come lui.

-Tu sogni, amico. Mettici una pietra sopra. È stata e sarà l'unica notte che hai passato con lei.-

Era lì in combutta con le sue decisioni, quando sentì lentamente la ragazza risvegliarsi. Anche Kaori aveva qualche difficoltà a staccarsi dalla dolcezza di quella notte. Un soave calore l'aveva invasa per tutta la notte, donandole un sonno più che riposante... Quando la sua mente fu totalmente sveglia, e si ricordò di essere stata nello stesso letto di Ryo, sentì il battito del suo cuore accelerare. Incollata al suo petto, non osava muoversi per paura di spezzare l'incantesimo di quel momento così magico per lei. Kaori ora conosceva la causa del suo sonno tranquillo. Solo l'uomo per il quale il suo cuore batteva così tanto poteva regalarle tanta dolcezza nel sonno.

Nonostante il tenero risveglio, i pensieri di Kaori andarono rapidamente all'ingresso in ospedale di quella sera. Un'angoscia sordo la afferrò per alcuni secondi. Quella notte era stata solo una brevissima tregua dai suoi pensieri ansiosi. Pensieri che mescolavano paura, speranza, eccitazione... In che stato sarebbe stata al risveglio?... Avrebbe sofferto o non avrebbe sentito alcun dolore? Si redarguì mentalmente, preferendo non pensare a tutto ciò. Aveva ancora una giornata davanti a sé, e non voleva annerirsi la testa e il cuore con ansie che forse non dovevano nemmeno esistere. E poi pensò tra sé che con grande fortuna sarebbe presto tornata a una vita normalissima, la vita che le era stata rubata molti anni prima.

Si mosse leggermente in modo da essere in una posizione migliore tra le braccia di Ryo quando sentì il suo sguardo su di lei. Da quanto tempo la guardava così? Avrebbe voluto saperlo, ma la voce dello sweeper, leggermente rauca, si fece sentire.

"Buongiorno, dormito bene?" chiese Ryo.

"Molto, grazie" rispose lei con un magnifico sorriso che turbò un po' lo sweeper, "ma spero di non averti disturbato troppo questa notte?"

"Sai bene che non mi disturbi mai" replicò Ryo con uno sguardo tenebroso.

Sguardo che emozionò profondamente Kaori, la quale iniziò ad arrossire leggermente. Vedendo che la situazione cominciava a sfuggire a entrambi, ma soprattutto a Ryo che sicuramente non si riconosceva quando era con lei, continuò con disinvoltura.

"Non dimentichiamo che oggi è un grande giorno per te...potrebbe aprirsi una nuova vita. Devi essere in buona forma per stasera e domani, quindi ti preparerò la colazione e mi farai sapere com'è" esclamò Ryo, lasciando con disappunto il calore delle lenzuola e del corpo di Kaori.

Disappunto condiviso dalla giovane donna che avrebbe voluto godersi le braccia dell'uomo verso cui il suo cuore stava correndo per la prima volta. Stava così bene in quel momento, si sentiva così donna. Per la prima volta in tanti anni, aveva quasi dimenticato la sua paralisi, vedendo tutto il suo corpo e non più solo le gambe che si rifiutavano di muoversi... Era per continuare a vivere quella nuova felicità, che lei desiderava più di qualsiasi cosa combattere per trovare una vita da giovane donna normale. Ma oggi, era soprattutto per Ryo che voleva più che mai riconquistare la vita che le era stata rubata per uno sfortunato scherzo del destino. Sì, voleva essere donna per lui... Anche se, come aveva sorprendentemente scoperto, era un donnaiolo. E anche a costo di soffrire a causa sua, lei accettava di correre il rischio... Più di ogni altra cosa, voleva vivere come una donna "normale". Voleva essere guardata come una donna, e non più come una persona sulla sedia a rotelle, con gli sguardi che mescolavano pietà, compassione, persino scherno...

Mentre Ryo era sceso a preparare la colazione, Kaori colse l'occasione per oziare un po' di più nel letto. Si ritrovò a nascondere il viso nel cuscino di Ryo per ritrovare il calore e il profumo dell'uomo che amava. Si ritenne piuttosto stupida e si rimproverò mentalmente per aver reagito come una ragazzina innamorata per la prima volta. Per la prima volta... Sì, era la prima volta che si innamorava di un uomo. Era la prima volta che il suo cuore reagiva così violentemente e così spontaneamente in presenza di un uomo. Ed era la prima volta che voleva compiacere ed essere bella per un uomo. Quindi, pazienza se reagiva come una ragazzina, si redarguì. Perché era tutto così nuovo per lei, era tutto una scoperta e sensazioni incontrollabili. Sì, aveva tutto il diritto di reagire in quel modo, e indulgere in banalità come cercare il calore di Ryo nel suo cuscino...

Chiudendo gli occhi per qualche istante, lasciò volare i suoi pensieri agli eventi della notte precedente, ma anche di quella mattina. Gli sguardi scambiati, i mezzi sorrisi abbozzati... Si comportava così con tutte le donne?... Anche se il pensiero le stringeva il cuore, da qualche parte dentro di lei, una vocina le diceva che non poteva essere vero...

Quando sentì i passi di Ryo avvicinarsi, si raddrizzò il più velocemente possibile tra le lenzuola e si sedette. Non voleva che lo sweeper potesse sorprenderla in una posizione più che imbarazzante...

"Ecco, la colazione della signora è servita" esclamò Ryo, portando un vassoio dal quale si sprigionavano dei profumini dai diversi piatti che costituivano il pasto.

"Vedo che hai fatto le cose in grande" disse Kaori sorpresa, "non potrei mai mangiare tutta questa roba"

"Ah no, devi essere in forze oggi, quindi niente proteste" disse Ryo mettendo il broncio e facendola ridere, "e poi non vorrai far arrabbiare la persona che ha preparato tutto?"

"Beh, allora, vado" disse Kaori prendendo un primo boccone con le bacchette.

La giovane donna sapeva che era inutile lamentarsi, quindi fece onore alle capacità culinarie di Ryo, che mangiò con lei. Con il sorriso sulle labbra, apprezzava sempre di più quella giornata che stava decisamente iniziando sotto i migliori auspici. Era sicura che le avrebbe portato fortuna per il futuro... Ed era piena di speranza per quello che sarebbe successo dopo... con il cuore pieno di gioia e speranza raccolse le forze per la giornata.

Dopo la colazione, Kaori andò in bagno. Guardandosi allo specchio, si chiese se qualcosa sul suo viso indicasse i nuovi tormenti del suo cuore... Ma non stava emergendo nulla di eccezionale. Sorrise al suo riflesso e si portò le mani alle labbra...

"Smettila di sognare e concentrati su domani...cosa puoi sperare di più?" si disse.

Dopo una doccia, si vestì senza perdere altro tempo e si preparò per uscire. Non voleva restare rinchiusa per non pensare troppo, ma voleva anche godersi ancora un po' il suo ultimo giorno di "libertà", prima di ritrovarsi chiusa in una stanza d'ospedale... Questo pensiero le strinse il cuore per qualche secondo. Non doveva vederla come una "reclusione", ma piuttosto come liberazione, come una svolta... L'ospedale non doveva più essere sinonimo di sofferenza e tristezza, ma di gioia e di speranza. Ecco come doveva affrontare quella nuova prova... E sapeva che ancora una volta non sarebbe stata sola, Hideyuki le sarebbe stato vicino insieme a tutti i suoi nuovi amici, Miki, Falcon, Kazue e Mick. Ma la persona che senza dubbio le avrebbe portato più coraggio era proprio Ryo... Ma sarebbe stato presente per lei?... Sì, lo sapeva, lo sentiva... C'era uno strano legame tra loro che li univa. Anche se non riusciva a capire il motivo di quella sensazione, ci credeva.

Una volta pronta, uscì dal bagno, e poi chiese a Ryo se avrebbe acconsentito ad accompagnarla in città per schiarirsi le idee. Ovviamente lui accettò di buon grado, poiché aveva già pensato alla stessa idea prima che lei la proponesse. Tuttavia, Kaori gli fece promettere di stare tranquillo e di non saltare addosso a nessuna giovane ragazza che avesse visto per strada. Non voleva vedere quel lato dello sweeper che suscitava così tanta frustrazione e gelosia in lei. Ryo promise di fare uno sforzo, anche se doveva ammettere che non lo era davvero. O almeno non più...

Prima che i due coinquilini uscissero per trascorrere la giornata in città, Kaori telefonò al fratello per offrirgli di accompagnarli, ma anche per avvertirlo della loro uscita.

Quando Hideyuki sollevò il ricevitore, il suono della sua voce era preoccupato. Questo non sfuggì a Kaori, che all'inizio rimase sorpresa. Tuttavia, preferì non interrogarlo, pensando che potesse avere qualcosa a che fare con il suo ingresso in clinica quella sera. Nonostante la richiesta di Kaori, lui rifiutò l'invito perché aveva alcune cose da regolare. Prima di riagganciare Hideyuki chiese di parlare con Ryo. Quando lo ebbe alla cornetta, raccomandò al suo partner di prendersi cura di Kaori. Promise che ci sarebbe stato per accompagnare sua sorella all'ospedale. Durante il lasso di tempo in cui aveva avuto il partner al telefono, anche Ryo avvertì il suo disagio, ma preferì, proprio come Kaori, non fare domande per il momento. Lo sweeper pensò che avrebbe avuto tutto il tempo per farlo più tardi, e che per oggi non voleva preoccupare la giovane donna.

Una volta messo giù il telefono, Ryo percepì la confusione di Kaori. Non volendo lasciarla in quello stato di preoccupazione, riprese giocosamente.

 "Allora, usciamo?" chiese sorridendo a Kaori.
 "Ti seguo", rispose lei, ridendo di fronte al buon umore dello sweeper.

Ryo ripose la sua arma nella fondina e indossò la giacca sotto lo sguardo discreto di Kaori che sorrise un po'. Lei, che di solito non amava le pistole, pensava che stesse bene su Ryo... Con lui si sentiva decisamente protetta da tutto. Era come se fosse al sicuro da ogni rischio nonostante il mondo pericoloso e spietato in cui lui e suo fratello vivevano, e questo rendeva il suo amore per Ryo e il suo rispetto per suo fratello ancora più forti.

Lo sweeper aprì la porta per far passare Kaori e dopo averla presa in braccio, scese dall'edificio. Mettendola giù sull'ultimo gradino, salì le scale quattro per quattro fino al suo appartamento per recuperare la sedia della giovane donna. Avevano deciso di comune accordo di non prendere l'auto e di sfruttare al meglio quell'ultimo giorno. Riprendendo Kaori tra le braccia, la rimise sulla sedia. Mettendo le gambe sui fermapiedi con le mani, lei fece un cenno a Ryo indicando che era pronta ad andare.

Sorridendo, fianco a fianco, si avviarono per le strade di Shinjuku, diretti al centro di Tokyo. 

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Capitolo 19
*** 19. Shopping fuori dalla norma ***


Mentre Ryo e Kaori si confondevano alla già abbondante popolazione lungo le strade di Tokyo di mattina presto, la coppia fuori dalla norma catturò subito l'attenzione dei passanti. Ryo, come aveva promesso a Kaori, stava facendo dei veri sforzi per non saltare addosso a tutte quelle signorine che erano più che allettanti nei loro abiti che gentilmente annunciavano l'arrivo della primavera. Ma stranamente, le ragazze fare a meno di guardare con aria stranita quel bell'uomo accompagnato da una giovane donna su una sedia a rotelle. Da qualche parte in nei vari sguardi si leggeva stupore, incomprensione... Per la maggior parte di loro, si chiedevano come avesse fatto una donna come Kaori ad essere accompagnata da un uomo del genere e cosa potesse trovarci lui in lei? Perché la sedia a rotelle non era molto attraente o molto femminile...

Nonostante Kaori cercasse di concentrarsi sulla scelta che offrivano negozi di ogni genere, non poteva fare a meno di sentirsi ferita dagli sguardi e dai sorrisi canzonatori che la popolazione le rivolgeva, consapevolmente o meno... Non volendo rovinare una giornata così ben iniziata, cercò di comportarsi come se nulla fosse. Dopotutto, non era la prima volta e certamente non l'ultima che avrebbe dovuto sopportare lo sguardo degli altri... Sebbene negli anni la giovane si fosse indurita, o almeno cercava di persuadersi di ciò, preferendo l'indifferenza, potevano ancora far male... Inoltre, Ryo sembrava non essersi accorto di nulla di tutto ciò, quindi perché preoccuparsi per quel genere di cose?
Sospirò silenziosamente per scacciare il groppo che si era lentamente formato in fondo alla sua gola... cercava di pensare al giorno dopo, alla nuova vita che sarebbe cominciata... Non avrebbe più visto il mondo da un metro d'altezza al massimo, ma con tutta la sua statura... E forse avrebbe continuato a zoppicare leggermente, ma almeno sarebbe stata in piedi per competere con le altre donne... E solo per vendicarsi di quella vita, avrebbe combattuto con tutte le sue forze.

Ma nonostante quello che poteva pensare, Ryo era ben lontano dal non aver notato quei mezzi sorrisi, sguardi obliqui e sussurri inopportuni. Al contrario, ribolliva dentro di fronte a tanta intolleranza e cattiveria. Come non rimanere ferito nel cuore di fronte a tanta stupidità della condizione umana? Aveva visto la crudeltà e in tutto il suo splendore, ma tali atteggiamenti lo ripugnavano ancora di più. Oh certo, nemmeno lui era sempre stato un modello di virtù. E si ricordò del suo incontro e della sua reazione alla giovane donna, arrabbiandosi ancora di più per aver reagito in quel modo. Ma in quel momento sospettava che tutto ciò dovesse ferirla enormemente, anche se lei faceva di tutto per tenere la testa alta e la sua dignità. Sapeva che in quel preciso momento doveva avere molta difficoltà. Ammirava ancora di più tanto coraggio e determinazione. Decisamente, non era per niente come le altre donne che aveva conosciuto prima.

Kaori si fermò poi davanti alle vetrine di una boutique dov'era esposto un completo composto da una bellissima gonna lunga e una camicetta aderente, nei colori del rosso bordeaux e del nero. Dal modo in cui Kaori guardava il completo, Ryo capì subito che non vedeva l'ora di provarlo. Ma sapeva anche che la sua timidezza le avrebbe impedito di farsi avanti passo. Fu allora che anticipò la giovane donna e la spinse nell'ingresso del negozio sotto lo sguardo confuso di Kaori.

"Ma Ryo, cosa fai, non voglio entrare!" gridò Kaori in preda al panico.

"E io voglio vederti nel completo che stai ammirando da un po'" rispose Ryo semplicemente con un tenero sorriso.

Prima ancora che Kaori potesse protestare di nuovo, Ryo aprì la porta ed entrò, spingendo la sedia della giovane che poté solo cedere alla forza dello sweeper.

"Buongiorno signore, come posso aiutarla?" chiese una commessa con un sorriso, non prestando ovviamente attenzione a Kaori.

"Questa ragazza ha notato un completo nella vostra vetrina che vorrebbe provare" continuò Ryo senza stare al gioco di seduzione della commessa.

Lo sguardo della giovane impiegata cadde su Kaori e lo stupore lasciò posto a un'espressione sospettosa, addirittura beffarda.

"Capisco" disse visibilmente imbarazzata e cercando di rimanere seria, "ma dubito che abbiamo cabine adeguate per questo caso" rispose mielosa, irritando incredibilmente Ryo.

Kaori, sentendosi più che umiliata dalla mancanza di tatto della donna, desiderò solo fuggire da quel luogo. Non voleva continuare quella mascherata che non serviva a niente. Tutto ciò non era fatto per lei. Doveva ancora una volta arrendersi all'evidenza.

"Oh, non è grave" sussurrò, abbassando leggermente la testa per non dover guardare la donna che sembrava prendere quella situazione per uno scherzo, "Ryo, vieni, usciamo" continuò.
Ma lo sweeper, che non aveva affatto apprezzato il modo in cui Kaori era stata trattata, decise di non cedere così facilmente e insistette ancora.

"Beh, anche se non avete camerini adeguati, suppongo che abbiate un posto dedicato al personale dove la mia amica potrebbe cambiarsi tranquillamente?"

Non c'era più nulla di amichevole nel tono che Ryo aveva usato. Al contrario, si poteva percepire la rabbia che vi si rifletteva. Non poteva sopportare che si potesse mancare di rispetto a Kaori così tanto. Soprattutto in tali condizioni. Di fronte allo sguardo dell'uomo, la commessa non osò protestare e iniziò a spaventarsi. Lei, che lo aveva trovato molto attraente quando era entrato, aveva appena scoperto un altro lato dello sweeper. Non volendo farlo arrabbiare ulteriormente, andò a chiedere se la stanza poteva essere liberata per far provare il completo a Kaori.

"Ma Ryo, ti assicuro che non ne ho bisogno, preferisco andarmene da qui" protestò Kaori una volta che la commessa si fu allontanata.

"Non esiste che a causa di stupide commesse tu non possa provare qualcosa che ti piace. E poi vorrei vederti con quel completo. Sono sicuro che ti starà benissimo" rispose lui, strizzando l'occhio complice a Kaori.

Kaori non osò, alle parole di Ryo, insistere sul fatto che non si sentiva affatto a suo agio in quel posto. Quando la commessa finalmente le mostrò la strada per andarsi a cambiare, rivolse a Kaori uno sguardo così disapprovante che la giovane donna si sentì quasi in colpa per aver voluto provare quel completo. Vergogna di provocare tanti disagi, vergogna di non poter fare come tutti gli altri... Erano momenti come quelli che odiava di più la sua condizione fisica. Trovarsi alla mercé di qualcuno come quella  commessa era molto umiliante...

La donna tirò giù il completo per Kaori e lasciò che la giovane si arrangiasse per provarlo. Quando Kaori guardò la stanza in cui si trovava, si rese subito conto che non sarebbe stato facile. Come poteva muoversi bene, non essendoci nulla su cui sedersi né maggiore spazio per spogliarsi? Il suo sguardo vagò. 
Aveva sperato di trovare un divano o un sedile più largo rispetto alla sua sedia per spogliarsi e cambiarsi meglio, ma come se fosse stato fatto apposta, non c'era niente di tutto ciò. Si ritrovava intrappolata nel suo stesso desiderio.

"Che bella idea ho avuto oggi a mettermi i pantaloni. Ora sono proprio sistemata" si rimproverò, più seccata che altro, "questo mi servirà di lezione a voler fare shopping..." poi, alzando orgogliosamente la testa, continuò, "forza, vecchia mia, fallo per Ryo"

Cominciò a togliersi il leggero maglioncino che si era messa insieme ai pantaloni, per indossare la camicetta che pochi minuti prima l'aveva tanto stuzzicata. Con la parte superiore indosso, affrontò con apprensione la rimozione dei pantaloni. Non essendo su un letto e quindi non potendo sdraiarsi, l'operazione si rivelò impossibile. Decise di togliere un bracciolo dalla sedia per avere più spazio, ma le era impossibile appoggiarsi troppo a lungo su un braccio. Nonostante tutti i suoi tentativi, non riusciva a togliersi i dannati pantaloni...

Ryo, trovando che la giovane donna ci stesse mettendo un po' troppo, decise di andare a vedere a che punto fosse.

"Kaori? Va tutto bene?" chiese bussando.
"Beh..." balbettò lei.
Kaori poi aprì lentamente la porta. Vedendo che indossava solo la parte superiore del completo, Ryo si sorprese.
"Non vuoi provare la gonna?" le chiese.
"Sì, certo", Kaori era più che imbarazzata e iniziò ad arrossire, "l'unico problema è che non riesco a muovermi bene sulla sedia, quindi provare la gonna...", Kaori chinò la testa per non mostrare a Ryo la vergogna per la sua incapacità di affrontare cose così banali nella vita di qualsiasi giovane donna.

Ryo capì senza ulteriori indugi il prolema osservando Kaori e la stanza in cui si trovavano. Delicatamente e senza volerla turbare, le chiese:

"Vuoi che ti aiuti a mettere la gonna?"

Si sorprese della sua stessa proposta. Come aveva potuto suggerirglielo? Era sicuro che si sarebbe arrabbiata. Lei sicuramente avrebbe interpretato male le sue parole e gli avrebbe dato del pervertito e maniaco...E cosa gli prendeva, a suggerire a una donna di aiutarla a vestirsi, quando lui sognava solo di spogliarle? Decisamente, con Kaori non reagiva affatto come con le altre donne. Eppure quell'atteggiamento nei suoi confronti gli sembrava molto normale...

Kaori guardò Ryo. All'inizio aveva creduto a una delle sue battute, pensando che probabilmente stesse cercando di approfittare della situazione, ma subito si rese conto che Ryo era molto serio riguardo alla sua richiesta, e non la stava affatto prendendo in giro. Ciò toccò molto la giovane donna, e con voce emozionata rispose.

"Sì, apprezzerei un piccolo aiuto"

La sua risposta era stata pronunciata in un sussurro così basso, che Ryo aveva paura di non aver capito bene. Ma poi lei cominciò ad arrossire come una ragazzina colta in fallo. Mai, mai avrebbe immaginato di accettare l'aiuto di un uomo per un tale compito. Di solito così modesta, aveva appena accettato di essere spogliata e vestita da un uomo, anche se detestava quel genere di situazioni più di ogni altra cosa. Ma quell'uomo non era uno di quei dottori che l'auscultavano da tutte le angolazioni. Quell'uomo era Ryo... L'uomo che voleva vedere Kaori con quel completo, quello che aveva rimesso la commessa al suo posto per permetterle di vivere la sua femminilità e la sua vita di giovane donna.

Come in un altro mondo, Kaori iniziò a sbottonarsi i pantaloni in modo da toglierli per provare la gonna. Poi rimise a posto il bracciolo che aveva rimosso pochi minuti prima, e una volta fatto, si appoggiò allo schienaledella sedia e si sollevò con la forza delle braccia, permettendo a Ryo di sfilarle i pantaloni. La situazione era imbarazzante per lei quanto lo era per lui. Kaori sentì le sue braccia tremare sempre di più per l'emozione. Cercò di non pensare alla vicinanza di Ryo e soprattutto al suo respiro leggero nella parte inferiore del suo stomaco. Se solo avesse potuto sentire il tocco delle dita di Ryo sulle sue gambe, ma niente. Con suo grande rammarico, non sentiva assolutamente nulla. Tutta la sensibilità si fermava alla parte alta delle sue cosce... Una sorta di frustrazione si stabilì nel suo cuore... Di solito non si lamentava di non sentire nulla quando altre mani la toccavano. Ma in quel momento, avrebbe voluto conoscere la sensazione... Con grande fortuna forse un giorno, sperava dentro di sé...

Per Ryo le cose non erano diverse. Anche lui era sconvolto dalla situazione. Lei aveva una pelle così morbida e stava mettendo a dura prova la sua libido. Ma doveva controllarsi in tutti i modi. Dopotutto, non era il momento di saltarle addosso, soprattutto perché era stato lui ad avere l'idea. Ma quando le sfiorò la pelle delle gambe, trovò la sensazione così piacevole, che desiderò di poter continuare ancora un po' con l'esplorazione. Ne aveva già avuto un assaggio quella notte quando lei lo aveva raggiunto nel suo letto, ma ora la trovava ancora più desiderabile. Mentre il tessuto metteva a nudo le sue gambe, Ryo sentì il battito del suo cuore accelerare. Anche se le gambe di Kaori sembravano molto magre per l'atrofia dei muscoli, non avevano perso nulla della loro bellezza... E Ryo trovava sempre più difficile apparire il più naturale e serio possibile. . Cominciava lentamente a sentire molto caldo in quello spazio ristretto illuminato da pallide luci al neon.

Dopo averle tolto i pantaloni, la aiutò a mettersi la gonna. Era davvero bella con quel completo. Il  colore bordeaux metteva perfettamente in risalto la sua pelle dorata e il rosso dei suoi capelli. Le stava divinamente. Lo sweeper fu contento di vederla così, di avere insistito perché lo provasse. Anche Kaori, sotto lo sguardo dell'uomo, si sentì molto carina. E in segno di ringraziamento, gli regalò un sorriso meraviglioso...

"C'è qualche problema?" chiese la commessa attraverso la porta, non vedendo più Ryo in negozio e trovando Kaori assai lunga.

"Uh...no, no, va tutto bene" ribatté Kaori rossa come un gambero di fronte a una situazione così inabituale.
Con gli occhi ancora su di lei, Ryo aveva un lieve sorriso. Ma era più che difficile sapere a cosa stesse pensando.

"Sei molto bella" sussurrò infine.

Il complimento fu molto apprezzato da Kaori, dopo le prese in giro appena subite.

"Ryo, penso che sia ora di uscire" riuscì in qualche modo ad articolare nonostante il battito frenetico del suo cuore.

"Hai ragione, altrimenti questa commessa potrebbe accusarci di oltraggio al pudore" ribatté Ryo, ridendo e grattandosi la nuca, felice nel pensare che il calvario sarebbe finalmente terminato.

Di buon umore, Kaori si rivestì e uscì poco dopo Ryo dalla stanza. 

"Prendiamo il completo" disse Ryo, sistemandolo sul registratore di cassa.

La commessa rivolse il suo sguardo a Kaori con un sorrisetto. Quel tipo di atteggiamento innervosì un sacco Ryo che non vedeva l'ora di andarsene. Senza una parola di ringraziamento, i due uscirono.

"Non avresti dovuto comprare tutto questo per me" disse Kaori.

"Ne avevo voglia. Quindi dimentica quelle megere e dimmi dove vuoi continuare la nostra passeggiata"

"Vorrei solo continuare a camminare per le strade senza pormi domande sulla destinazione" disse Kaori un po' sognante. "Pfff...mi prenderai per una di quelle donne ultra sensibili" sussurrò.

"Ti prendo solo per una donna incredibilmente coraggiosa a vivere in una società così poco conciliante nei confronti del diverso" rispose lo sweeper molto seriamente.

La voce profonda di Ryo fece venire i brividi a Kaori. Lui non la trovava futile, ma l'ammirava...stranamente, ciò le diede ancora più forza per sopportare quello che affrontava.

"Allora andiamo avanti senza guardarci alle spalle, seguendo quello che ci è davanti agli occhi, senza pensare al perché o al come" riprese lui con aria misteriosa.

Spingendo la sedia accanto a Ryo, lei si chiese che significato dare alle parole dello sweeper. Cosa intendeva veramente? Forse un giorno avrebbe finalmente scoperto la risposta.

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Capitolo 20
*** 20. Mistero e gelosia ***


Da qualche parte per le strade di Tokyo, un uomo con indosso un impermeabile beige camminava lungo i quartieri meno lussuosi della capitale giapponese. I suoi lineamenti erano segnati da un'evidente mancanza di sonno e aveva un'aria molto seria. Ormai da un'ora vagava senza successo per quelle strade diroccate dove l'immondizia era costellata di cattivi odori.

"Che casino questa storia. Sembra che ci battiamo contro l'uomo invisibile. Niente...nessun indizio" si lamentò il partner di City Hunter.

Hideyuki era perso nei suoi pensieri. Aveva appena interrogato una dozzina di informatori, trovando ovunque la stessa risposta negativa. Come sempre quando si trattava della storia della scomparsa di Keiko. Keiko... Aveva finito per nascondere la faccenda, di fronte a tutto il resto nella sua mente. Tuttavia, come professionista, non doveva trascurare quell'aspetto del suo lavoro, soprattutto perché c'era una vita in gioco e l'età della giovane donna corrispondeva a quella di sua sorella. L'ex ispettore continuava a scervellarsi per trovare un indizio che potesse essere sfuggito a lui e a Ryo... Improvvisamente, come un'evidenza, e a furia di ripensarci, un'idea germogliò nella sua mente.

"E se i due casi fossero collegati tra loro? Questo spiegherebbe perché io e Ryo non troviamo nulla"

La sua mente vagò allora verso Kaori. Pensare che lei oggi stava vivendo la sua ultima giornata prima, e lo sperava davvero, di un nuovo inizio e una nuova vita. Non era nemmeno presente con lei quel giorno, e in qualche modo si biasimava per averla lasciata così in un momento simile... Quando suo padre era morto, si era preso cura di lei, cercando di offrirle la vita più comoda possibil. Sapeva che lei non lo avrebbe incolpato per non essere con lei, ma da qualche parte il suo lato protettivo di fratello maggiore stava subendo un colpo…

Troppo sconvolto dalla notte che era appena passata e dall'angoscia di Saeko, era più determinato che mai a porre fine a quella rete il prima possibile. Anche se doveva abbandonare un po' sua sorella. Tuttavia, quando al mattino aveva avuto Kaori al telefono che gli aveva offerto di trascorrere la giornata insieme, aveva avuto voglia d'accordo. Ma la sua coscienza professionale e il suo gusto per la giustizia erano stati più forti.

Mentre entrava in un vicolo deserto, incrociò un vecchio di nome Shin. Ma nella comunità era meglio conosciuto con il soprannome di Saggio, per via dei suoi consigli sempre assennati e della sua grande saggezza.

"È passato un po' di tempo dall'ultima volta che ti si è visto in giro?" intervenne il Saggio vedendo Makimura.

"È vero e confesso che avrei preferito continuasse così..." Hideyuki concluse la sua frase con una stanchezza che non lasciava dubbi sul suo stato mentale.

L'uomo, seduto su una vecchia cassa contro il muro, osservava attentamente il detective e aspettava la sua domanda. Conosceva Makimura abbastanza bene da sapere che se era in giro per il quartiere non era per piacere, ma per sperare di avere qualche informazione su qualche affare in stallo. In effetti, il Saggio era conosciuto come uno dei migliori informatori del settore e soprattutto era quello a cui si ricorreva come ultima possibilità.

"Dimmi" iniziò Makimura, "tu che sei al corrente di tutto in questa città, hai sentito di questo traffico di giovani donne che vengono drogate per essere sottomesse e offrirle ai clienti per una notte'"

"Mmh...in effetti ne ho sentito parlare. Ma l'unica cosa che posso consigliarti è di stare fuori da questa storia"

"Grazie per la preoccupazione, ma non sono venuto da te per sentire questo" si esasperò un po' per quella risposta, "Voglio solo che tu mi dica quello che sai" il tono che aveva usato era molto veemente e il vecchio capì che non era il caso di contrariarlo.

"Quello che posso dirti è che questa rete è molto ben organizzata e soprattutto non vuole rimanere emarginata stando in mezzo alla mafia" proseguì l'informatore. 

"Puoi essere un po' più chiaro, temo di non seguirti"

"Se preferisci, l'organizzazione è composta da persona che la società qualificherebbe come buoni cittadini"

La rivelazione sorprese molto Makimura. Lui era abituato a certe persone note nel mondo della magia. Non si aspettava affatto quella possibilità. Eppure nella società e nell'ambiente in cui viveva, avrebbe dovuto essere abituato a vederne di tutti i colori. Gli atteggiamenti della natura umana lo disgustavano sempre di più... Decisamente, tutti i principi cadevano. Cosa sarebbe successo a questo mondo dove anche le persone della cosiddetta "buona società" iniziavano a fare traffici sempre più disgustosi? Più il mondo girava, più Hideyuki si sentiva stanco di combattere contro tale ignominia... Ma sapeva anche che il mondo aveva bisogno di persone come loro per ripristinare un po' di giustizia ed equilibrio... Persone come loro in modo che persone innocenti come Kaori potessero vivere in pace e tranquillità...

"Ciò significherebbe che stiamo cercando una persona qualunque" dichiarò, più a se stesso che all'informatore. 

"Avrei voluto renderti le cose più facili, ma ahimè..." disse l'altro.

"No...almeno ora sappiamo cos'aspettarci"

"Ma se posso darti un altro consiglio, anche se oggi non sembri propenso ad ascoltarne, il mio intuito mi direbbe di guardare tra le persone con incarichi più o meno responsabili"

"Cercherò di seguirlo. Non mi resta altro che mettermi al lavoro"

Mentre Hideyuki si girava per andarsene per quella che si preannunciava essere una giornata decisamente intensa, il Saggio lo richiamò.

"Ho sentito che City Hunter è su un caso di scomparsa di una giovane ragazza?"

"Le tue informazioni sono corrette. Perché questa domanda?" fece Hideyuki stupito.

"Ho sentito dire che la ragazza sarebbe caduta nelle mani di questa organizzazione. Se è così, è improbabile che la poveretta vivrà a lungo..."

La rivelazione scosse il socio di City Hunter. La vicenda prendeva, con quella notizia, tutta un'altra dimensione. Era giunto il momento che City Hunter mettesse fine a quella storia e finalmente mettesse le mani sugli uomini nell'ombra. Immediatamente, il volto di Kaori apparve davanti ai suoi occhi. L'angoscia che simili pazzi potessero infliggerle torture del genere gli gelò la schiena. Per lei, ma anche per Keiko che forse era ancora viva, lui e Ryo dovevano fare di tutto.

Non lasciando trasparire la sua preoccupazione, Hideyuki lasciò il vecchio senza dirgli altro che un grazie.

"Auguro buona fortuna a te e al tuo partner..." mormorò il Saggio, guardando l'uomo andarsene e confondersi con la densa popolazione della città.

x x x 

Alla svolta di una stradina, c'era una singolare coppia che passeggiava. Mentre Ryo spingeva la sedia di Kaori per darle un po' di respiro, i due sentirono una voce chiamare lo sweeper.

"RYO! Tesoro!" urlò una giovane donna, agitando la mano per poter essere vista più facilmente tra la folla.

Ryo ebbe a malapena il tempo di capire cosa stava succedendo, quando si ritrovò con una donna tra le braccia, lasciando andare la sedia di Kaori nel contempo. La piccola Makimura, all'inizio sorpresa dal comportamento di quella matta che saltava così familiarmente tra le braccia di Ryo, cedette alla rabbia sia verso di lei che verso Ryo.

"Razza di bugiardo!" sorrise la disturbatrice, schiaffeggiando Ryo sul petto, "avevi promesso di venirmi a trovare presto, ed è passata quasi una settimana dall'ultima volta che ti ho visto" gemette debolmente, stringendosi un po' di più al corpo dello sweeper.

"Yoho, ah ah ah!"

Ryo non poté fare altro che ridere stupidamente mentre si grattava la nuca, non potendo impedire al suo 'amico' di manifestarsi a contatto con il corpo della donna. Fu allora che Kaori si fece notare, infastidita dall'atteggiamento della donna e da quello di Ryo.

"Ehm" disse, "visto che sei in dolce compagnia, penso che rientrerò, in ogni caso ho fatto quello che dovevo fare" concluse con tono più secco.

Sentendo la voce di Kaori, la giovane donna si liberò da Ryo e la osservò attentamente prima di rivolgersi allo sweeper con una grande risata.

"Ma dimmi Ryo", rise, "ora ti dai al sociale e alle opere di beneficenza?"

Quelle parole furono di troppo per Kaori, più che stufa di tutte quelle osservazioni in una sola mattinata. Era più di quanto potesse sopportare. Conosceva la meschinità e la cattiveria del sesso femminile, ma in quel caso le umiliazioni erano troppe in quel giorno che le dava speranza per il futuro. Prima che Ryo potesse reagire, si voltò e se ne andò non senza passare consapevolmente sul piede della cretina, dopo aver lanciato a Ryo un martello con sopra la scritta 'Dongiovanni da due soldi'.

"Ahia! Questa pazza è impazzita con il suo marchingegno! Mi è salita sul piede!"

Ma in quel momento, Ryo, districandosi da sotto il martello, sorpreso che lei avesse tirato fuori quello strambo aggeggio, se ne infischiò se Yoko avesse il piede dolorante o meno. Kaori era stata ferita ancora una volta dalla stupidità della natura umana e lui non poteva sopportarlo. Doveva raggiungerla, non solo per confortarla, ma anche per dissipare ogni malinteso sulla sua relazione che poteva avere con quella ragazza. Non voleva che Kaori si facesse delle idee e interpretasse male quei gesti di familiarità. Interpretazioni che potevano essere giustificate dato lo spettacolo a cui si era concesso. Per questo, si incolpò ancora di più. Le aveva fatto una promessa per quel giorno, ed era tutto andato in frantumi. Si sentì inondare dalla rabbia...era davvero più che stupido!

"Kaori, aspetta!" le urlò, ma era troppo tardi, lei non si voltò, troppo arrabbiata e ferita per dargli attenzione.
Sul punto di inseguirla, fu trattenuto da due braccia. Voltando la testa verso l'importuna che si stringeva sempre di più a lui, lei mormorò con voce dolce:

"Lasciala andare, dopotutto è solo gelosa...con quell'affare, non deve succederle spesso di essere avvicinata dagli uomini" rise beffarda.

Fu troppo per Ryo, che trovò difficile contenere la sua rabbia davanti a parole tanto sprezzanti.

"Lasciami! Faresti meglio a stare zitta ogni tanto per evitare di mostrare che non hai niente in testa!" disse, scuotendo violentemente il braccio per farle mollare la presa. Dopodiché corse verso Kaori, lasciando la donna sbalordita dalla virulenza di tali parole. Non aveva mai visto quell'uomo in simili condizioni, né parlare così con una donna. Furiosa, girò i tacchi e se ne andò, non senza mormorare uno 'Stronzo', marcando così la rabbia e la sorpresa per il comportamento dello sweeper.

Mentre Ryo correva per provare ancora una volta a riparare il pasticcio, ripensò allo sguardo che Kaori gli aveva rivolto poco prima di andarsene. C'era collera, ma era sicuro che ci fosse dell'altro...gli era sembrato di percepire un barlume che non sapeva decifrare.


Kaori stava spingendo la sedia il più velocemente possibile, il più lontano possibile. Aveva bisogno di sfogare il disagio che aveva dentro e soprattutto la rabbia che stava attanagliando il suo cuore... Vedere quella ragazza così in confidenza con Ryo l'aveva colpita molto. Oh certo, era consapevole del comportamento da cascamorto di Ryo, ma inizialmente aveva pensato che fosse solo un gioco per lui, non una realtà... Ma ora aveva appena avuto la prova del contrario. Allora, cos'era davvero quella Yoko agli occhi di Ryo? Quanto erano intimi? No! Kaori si rifiutava di immaginare Ryo con un'altra donna, faceva troppo male. Mentre sentiva che lentamente le lacrime le pungevano gli occhi, si ritrovò più stupida che mai...Così imparava a farsi dei film. Lei che pensava che le persone potessero cambiare, aveva appena commesso un grosso errore. Non si sarebbe mai più fidata di così, la delusione era troppo grande e dolorosa... Ma se faceva così male, non era solo per quella Yoko... Il suo dolore aveva un altro significato...

Se soffriva, era perché lo amava, ma sapeva che quella sedia sarebbe sempre stata l'ostacolo più grande... Dopotutto, non poteva scagliargli addosso la patata bollente. Accettarla come donna significava accettare la sua sedia... E lei sapeva che la società avrebbe sempre guardato stupita, sorpresa, beffarda a un tipo di coppia del genere. Quale uomo sarebbe pronto ad accettare tutta la vita di affrontare situazioni del genere? La scena nel negozio e le altre osservazioni purtroppo erano solo cose comuni. Oh certo, non tutti erano così cattivi... Ma quale poteva essere la cosa più dolorosa, scherno o pietà? Ecco perché riponeva tanta speranza nell'operazione del giorno dopo... Anche se non significava un ritorno alla vita normale al cento per cento... Perché, come le aveva fatto notare il dottor Mitana, ciò che era stato distrutto non avrebbe mai potuto essere completamente riparato. Ma in ogni caso, almeno si sarebbe alzata... Non voleva più quegli sguardi, voleva essere vista come una donna intera e unicamente come tale...

"Perché Ryo? Perché farmi soffrire così? Come rimpiango il giorno in cui ho chiesto a Hide di ospitarmi...avrei dovuto ascoltarlo e cercare di trovare una soluzione diversa, sarebbe stato meglio per tutti..."

Mentre Kaori continuava ad avanzare senza meta, improvvisamente sentì l'urlo di una giovane ragazza. Allertata dal grido angosciato, si incamminò verso la fonte. Alla curva di un piccolo vicolo, fuori dalla vista, Kaori vide una giovane liceale che sembrava essere nelle grinfie di due delinquenti. Uno di loro aveva un coltello, ed evidentemente voleva prendersela con la ragazzina. Ascoltando solo il suo coraggio e la sua sete di giustizia, Kaori si fece avanti.

"Forza, piccola, smettila di urlare o il tuo bel faccino sarà presto a brandelli!" disse quello col coltello.

"Se fossi in te la lascerei in pace!" gridò Kaori.

Volgendo la testa verso la fonte dell'intervento, i due delinquenti, dapprima sorpresi, si lasciarono andare a una risata di scherno.

"Pfff, cosa vuole da noi, ma si è guardata. Pensa forse di impressionarci con la sua ferraglia!"

"E tu ti credi forte e virile, prendendotela con una ragazza indifesa e terrorizzandola con un'arma!" replicò Kaori senza farsi smontare, più arrabbiata che mai.

"Inizia a farci incazzare questa! Ti facciamo vedere noi con chi hai a che fare!"

Lasciando stare la prima vittima, così spaventata da non trovare la forza di fuggire, si avvicinò pericolosamente a Kaori che non si mosse di un centimetro. Li fissò, rafforzando il loro desiderio di farle pagare la sua insolenza.
Sul punto di darle un forte schiaffo, una voce dura si levò all'improvviso.

"Osa toccarla e sei un uomo morto!"

Kaori riconobbe immediatamente la voce di Ryo. I due giovani guardarono lo sweeper armato della sua Python, lo sguardo inequivocabile. Sentendo che la situazione sfuggiva di mano, il capetto dei due decise di calmare le acque.

"Ok, amico! Piano, non volevamo farle del male, quindi metti via la pistola eh!" disse, tremando tutto.

"Andatevene subito, e che non vi veda più aggredire le ragazzine, o non sarò così magnanimo come adesso" riprese Ryo.

Scappando come conigli, promisero che non l'avrebbero più fatto.

Ringraziando interiormente il cielo per l'intervento di Ryo, Kaori era ancora troppo arrabbiata per esprimere la sua gratitudine. Avvicinandosi verso la vittima, Kaori le parlò dolcemente per non spaventarla ulteriormente.

"Va tutto bene...non hai nulla da temere, non torneranno a farti del male..."

Alzando lo sguardo smunto verso Kaori, la ragazzina si gettò tra le sue braccia e pianse sfogando tutta la sua paura, ringraziandola di averla salvata. Una volta accertatasi che poteva tornare a casa e che stava un po' meglio, Kaori la osservò allontanarsi. Volendo rimettersi in strada, Kaori ripartì, ma qualcun altro le trattenne la sedia.

"Lasciami andare!" dichiarò senza più dolcezza.
"Non prima di aver ascoltato quello che ho da dirti" continuò Ryo senza considerare la sua richiesta.
"Non hai niente da dirmi...hai la tua vita, e presto io ne sarò fuori, quindi non c'è problema!"
"Sì, ce n'è uno! Non voglio che tu ti faccia idee sbagliate su quello che è successo con Yoko"
"Ryo, non mi interessa, hai capito! Puoi uscire con chi vuoi, non mi tocca!"
"Allora perché queste lacrime agli occhi?" chiese lui più gentilmente, inginocchiandosi davanti a Kaori per osservare il suo viso.
"Non ci sono lacrime e non ce ne saranno mai!" replicò lei con ferocia.
La sua rabbia toccò Ryo più di quanto si aspettasse. Ma non lasciò perdere.

"Non c'è assolutamente niente tra me e quella ragazza. Lavora solo in un cabaret dove ero solito andare..."

"Prima che io entrassi nella tua vita, vero? Ma non preoccuparti Ryo, potrai riprendere presto le tue abitudini!" lo interruppe.

"Sei più testarda di quanto pensassi! Ma ammetto di essermelo meritato..." soffiò, più per se stesso che per lei, "Kaori, non voglio che vada così tra di noi. Non voglio che una stupida discussione innescata da stupidi malintesi rovini questa giornata. Quindi ancora una volta ti dico che non c'è proprio niente!"

La forza con cui si era giustificato fece capire alla giovane donna che anche lei aveva agito da stupida. Ma doveva ammettere che la gelosia l'aveva accecata più di quanto avrebbe voluto.

Lentamente, un sorriso comparve sulle sue labbra, e Ryo, che si sentiva sempre più stregato dal suo viso angelico, si alzò per non cedere alla tentazione di assaporare quelle dolci labbra.

"Così va meglio, preferisco vederti sorridere che subire i tuoi martelli!" dichiarò infine.

A quell'osservazione, Kaori arrossì imbarazzata per la trovata che era solo la manifestazione della sua rabbia e gelosia.

Il resto della giornata trascorse senza intoppi. A mezzogiorno decisero di comune accordo di mangiare al Cat's Eye. Miki era più che felice di vedere la giovane prima che entrasse in clinica. Vedendo i pacchetti che Ryo aveva tra le mani, si fece prendere dalla curiosità.

"Ah! Siete andati per negozi!" esclamò la barista.
"Sì..." rispose Kaori.
"Posso vedere?"
"Miki!" la rimproverò suo marito con la sua voce roca.
"Oh dai orsacchiotto, sono cose da ragazze!" continuò Miki mentre il gigante diventava rosso pomodoro per l'insolito soprannome.

Le due giovani donne si estasiarono a vedere i vestiti di Kaori. Ryo guardò la giovane donna con una strana luce negli occhi. Falcon, che stava asciugando qualche tazza, si accorse del tumulto del suo amico. Ma non fece commenti. Quando Ryo tornò in sé, si sentì in imbarazzo per essersi arreso a una tale contemplazione.

Dopo un'ultima passeggiata nel parco di Shinjuku, Ryo e Kaori tornarono a casa dello sweeper. La giovane aveva ancora dei preparativi da fare prima di entrare in clinica, dovendo fare la valigia. Sull'ingresso, Kaori guardò il grande edificio di mattoni rossi e arancioni e sentì il suo cuore battere forte. Ecco, era l'ultima volta che entrava con la sua sedia a rotelle...

Poi fece cenno a Ryo per fargli capire che era pronta e la prese tra le braccia e la portò dentro.

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Capitolo 21
*** 21. Dalla speranza all'incubo ***


Quando Ryo aprì la porta del suo appartamento, con ancora Kaori tra le braccia, fu stupito di vedere Hideyuki seduto sul divano, che sembrava aspettarlo con un'espressione seria.

"Oh, Hide!" esclamò Kaori con un sorriso, "sei già qui!"

Lasciando la giovane sul divano accanto al fratello, Ryo uscì per recuperare la sua sedia. Quando tornò su, li trovò entrambi a chiacchierare della giornata di Kaori. Lei gli stava parlando del completo che Ryo le aveva regalato. Sebbene il suo partner non commentò sul suo acquisto dei vestiti di Kaori, ne rimase sorpreso.

"Ah ecco! Guarda!" disse lei mostrandogli il completo.

"Sono sicuro che devi essere molto bella con questo addosso" rispose il fratello affettuosamente.

Lei arrossì leggermente al complimento, ricordando la scena della prova e sentendo il suo cuore battere di nuovo. Poi, girandosi verso Ryo, Hideyuki continuò:

"Grazie per oggi...e per aver fatto questo regalo a Kaori"

"Di niente, vecchio mio" disse lui dirigendosi in cucina.

Hideyuki e Kaori rimasero a lungo a parlare di tutto. Ryo mise poi su il the per ciascuno di loro, e preferendo lasciarli soli per un po' scese nel poligono di tiro.

Rimasto solo, pensò alla giornata ricca di eventi ed emozioni di ogni tipo. Per la prima volta realizzava veramente cosa fosse il mondo della disabilità. Un mondo molto diverso da quello di chiunque... Un mondo dove si doveva combattere il doppio per avere diritto agli stessi benefici di un normodotato. E poi la differenza, quella che si vedeva e che non si poteva nascondere... la differenza che faceva sì che, quando si camminava per strada, loro sembravano appartenere a un altro mondo...

Ma non era solo quello che Ryo aveva scoperto. Aveva conosciuto qualcosa di sorprendente per un uomo come lui. Per la prima volta aveva provato un desiderio molto diverso. Il desiderio di amare veramente una donna...baciarla per assaporare quella sottile e dolce felicità... Più era più vicino a Kaori, e più sentiva la propria resistenza sciogliersi come neve al sole. Sì... Da quando era entrata nella sua vita, era diventata il sole dei suoi giorni... All'idea, il suo cuore sussultò di gioia, stringendosi però dal dolore. Non gli era permesso di pensarci. Perché presto lei avrebbe lasciato di nuovo la sua vita...

Per calmarsi un po' e pensare a qualcosa di diverso da Kaori, iniziò a sparare senza fermarsi. Quando si sentì un po' meglio, risalì in casa, notando che il pomeriggio volgeva al termine. Entrando, trovò di nuovo Hideyuki e Kaori in salotto, così presi dalla loro conversazione da non aver prestato attenzione all'ora.

"Forse dovresti iniziare a preparare le tue cose" disse Ryo.

Osservando l'orologio, Kaori si sorprese ed esclamò:

"Sì, è vero! È ora!"

"Forza, al lavoro!" dichiarò Hideyuki portando sua sorella in camera, "Ryo, puoi prendere la sedia?"

Lo sweeper annuì e lo seguì. Kaori fece in fretta a preparare le sue cose. Prese i suoi articoli da toletta, biancheria intima di ricambio, dei pigiami, la vestaglia, più due completi per ogni evenienza. Mentre preparava la valigia, guardò l'orologio, indicava le 17.07. Era giunto il momento di andare all'ospedale.
Uscendo dall'appartamento, fermò suo fratello che la stava portando.

"Aspetta Hide!"
"Perché, hai dimenticato qualcosa?"
"No...è solo che...è l'ultima volta che attraverseremo i pianerottoli in questo modo...la prossima volta sarò in piedi..."

Suo fratello sorrise all'osservazione. Era vero. E lo sperava per lei. Quando lei gli fece cenno di continuare, scesero nel garage dove salirono sulla macchina di Ryo. Dopo aver installato sua sorella sul sedile posteriore, Hideyuki salì accanto al suo partner e partirono.

Una certa tensione era palpabile nella piccola Mini rossa. Nessuno parlava, perché nessuno sapeva cosa dire. Kaori sentiva la paura e una certa apprensione crescere nel suo cuore mentre si avvicinavano all'ospedale. Tante cose sarebbero cambiate adesso... Ma più che mai sapeva che avrebbe finalmente avuto la vita che aveva sempre aspettato. 
Anche Hideyuki era un po' preoccupato. Soprattutto con il caso che aveva in mente, sperava di poter essere il più presente possibile per sua sorella.

Quando l'auto di Ryo si fermò nel parcheggio dei visitatori dell'ospedale, Kaori sentì il suo cuore battere forte. Anche se aveva deciso che quel posto sarebbe diventato un luogo di speranza, non poteva fare a meno di provare paura davanti all'edificio.

Una volta sistemata sulla sedia, Kaori fissò l'ingresso. Era intrappolata tra il desiderio di entrare e quello di fuggire. Si sentiva completamente persa in quel momento. Cercando sostegno intorno a lei, incontrò poi lo sguardo di Ryo. Quest'ultimo, avendo compreso la sua lotta interiore, le strizzò l'occhio per darle coraggio e farle capire che non aveva nulla da temere. Stranamente, quel semplice sguardo le ridiede forza, sapendo che non avrebbe affrontato da sola quella prova.

Alla reception dell'ospedale, dovette compilare una serie di altri documenti che attestavano il suo ingresso, chiedendo anche informazioni su eventuali farmaci che stava assumendo o a cui era allergica.

"Verrà un'infermiera a mostrarle la sua stanza e le spiegherà come si svolgerà la serata. Per favore, aspetti in sala d'attesa" spiegò la persona alla reception.

Kaori e i due uomini si sedettero, aspettando che qualcuno andasse a chiamarli. Per alleviare lo stress della sua sorellina, Hideyuki le strinse la mano. Questo dolce calore fraterno fece bene alla giovane che lo ringraziò con un sorriso.

Pochi minuti dopo, un'infermiera sulla trentina giunse a prendere Kaori. Dopo aver percorso lunghi corridoi e aver scalato due piani, le presentò la sua stanza.

"È fortunata, è una stanza singola. Il dottore ha chiesto che venisse lasciata da sola. Passerà più tardi in serata"

Quindi uscì, lasciando che la giovane riponesse le sue cose e si adattasse.

"Questa stanza non è poi così male" disse Hideyuki per schiarirle le idee.

"Può andare...per me sono tutte uguali quindi non mi formalizzo più" rispose lei, sentendosi il cuore oppresso.

"Non preoccuparti...passerà tutto in fretta e presto sarà solo un lontano ricordo" continuò lui.

"Sì, hai ragione" concluse lei con un leggero sorriso.

Pochi secondi dopo qualcuno bussò alla porta. La stessa infermiera entrò e iniziò a misurare la pressione sanguigna di Kaori, così come il polso e le offrì degli unguenti decontratturanti.

"La cena sarà servita presto" dichiarò, annotando i vari risultati sul fascicolo sanitario. Poi si rivolse ai due uomini: "Mi dispiace ma le visite stanno per finire. Non preoccupatevi, ci occuperemo di lei"

I due annuirono. Guardando l'infermiera uscire, Hideyuki si avvicinò alla sorella.

"Noi andiamo. Per qualsiasi cosa sentiti libera di chiamare, va bene?"

"Mh" disse Kaori, "capito"

"Coraggio, andrà tutto bene" concluse lui baciandola sulla fronte.

In quel momento lei non poté impedire alle lacrime di salirle agli occhi. Stavano succedendo troppe cose contemporaneamente, si sentiva sopraffatta da una marea di emozioni.

"Coraggio, tesoro" le sussurrò Ryo all'orecchio, lasciandole un bacio sulla guancia.

"Ryo...tu ci sarai...per me?" riuscì a chiedere.

Di fronte al suo stresse e alla sua preoccupazione, lui desiderò soltanto abbracciarla. Ma davanti a Hideyuki, si trattenne. La guardò negli occhi e le sorrise.

"Te lo prometto"

Quella semplice frase ripristinò la calma della giovane donna e la certezza di essere al sicuro, qualunque cosa fosse successa. Con un ultimo sguardo, i due lasciarono la stanza e consegnando il futuro di Kaori nelle mani del destino.

Quando si ritrovarono nel parco dell'ospedale, Hideyuki lo interpellò. 

"Ho una cosa da dirti"

"L'avevo immaginato da quando ti ho visto a casa. E suppongo riguardi il nostro caso?"

"Sì e no" rispose Hideyuki, "diciamo...che sembrerebbe coinvolta in un nuovo caso di cui Saeko si sta occupando al momento"

"Del tipo?"

"Traffico di esseri umani, apparentemente giovani donne. Sembra che siano rapite e poi drogate per essere date ai clienti" Hideyuki omise però intenzionalmente di dire a Ryo che la droga era la PCP, non volendo riaprire vecchie ferite.

"E secondo te Keiko sarebbe stata rapita da questa gente?"

"Secondo il Saggio, le due cose sarebbero collegate. Ma soprattutto i tipi di quest'organizzazione sarebbero persone appartenenti alla società per bene"

"Ho capito il genere" disse Ryo pensieroso. "Da domani mi metterò seriamente al lavoro. Tu dovrai stare con Kaori"

Il suo collega lo ringraziò con un cenno del capo. Con un po' di fortuna, Ryo avrebbe trovato degli indizi per procedere con quella faccenda.

x x x 

Sola nella sua stanza, Kaori stava cercando di rimanere il più calma possibile. Sapeva che presto il dottor Mitana sarebbe venuto a trovarla per spiegarle un po' lo svolgimento del giorno successivo.

Per schiarirsi un po' la mente, accese la piccola radio che si trovava su un armadietto nell'angolo della camera da letto. Una dolce canzone dalle note nostalgiche invase la stanza e il cuore di Kaori... aprendo il cassetto del suo comodino, tirò la foto di lei e di suo fratello che si era premurata di portare con sé.


I close my eyes, only for a moment and the moment's gone. 
All my dreams pass before my eyes in curiosity.
Dust in the wind. 
All they are is dust in the wind. 
 
Same old song
Just a drop of water in an endless sea.  
All we do crumbles to the ground, though we refuse to see. 
Dust in the wind. 
All we are is dust in the wind.

Don't hang on, nothing lasts forever but the earth and sky. 
It slips away and all your money won't another minute buy. 
Dust in the wind.
All we are is dust in the wind.   
Dust in the wind. 
Everything is dust in the wind.  



Curiosamente, quelle parole fecero bene alla giovane donna e l'aiutarono a mettere in prospettiva quel momento stressante. Era nella giusta posizione per sapere che, al mondo, tutto alla fine passava, malgrado il resto, e che il globo avrebbe continuato a girare qualunque cosa fosse successa...

Un po' stanca per la giornata trascorsa, si sdraiò sul letto d'ospedale. Fissando un punto sul soffitto, cercò di immaginare come la sua vita futura dopo l'operazione. Per quanto si sforzasse, non poteva sapere come sarebbe stato. Quale sarebbe stata la sua visione del mondo, lo sguardo della gente, tutto questo per lei restava ancora un punto interrogativo.

Fu interrotta nei suoi pensieri da un tocco alla porta. Entrarono due uomini in camice bianco. Kaori fu sorpresa di vederli, si era aspettata il dottor Mitana. Ma pensò che dovessero essere tirocinanti o infermieri.

"Sapete quando verrà il dottor Mitana?" chiese.

"Molto presto" rispose uno degli uomini con un ghigno malvagio.

Il suo atteggiamento turbò subito Kaori che sospettò immediatamente che quei due non avessero nulla a che fare con il personale medico. Volle afferrare il campanello in cima al letto per chiamare aiuto, ma avendo compreso il desiderio della giovane, uno dei due uomini la fermò. Volle poi urlare, ma subito le fu fatto inalare del cloroformio. Lottando un po', lasciò poi cadere la foto di suo fratello, il cui vetro si frantumò in mille pezzi. Allertata dal rumore che sembrava provenire dalla stanza di Kaori, un'infermiera entrò mentre i due uomini stavano portando la giovane con loro. A sua volta cercò di lanciare un grido, ma fu scaraventata a terra da un violento colpo che la stordì per alcuni minuti.

Per non essere individuati, i due uomini presero a scala antincendio per accedere alla loro auto.

x x x 

Hideyuki e Ryo stavano per rimettersi in marcia, quando furono fermati da un grido acuto proveniente dall'ospedale. Capendo che stava succedendo qualcosa di serio, si precipitarono nel complesso, proprio mentre Ryo vedeva un'auto bianca che sfrecciava via. Sfortunatamente, non ebbe il tempo di prendere il numero completo della targa, ma memorizzò la marca.

Sconvolta, l'infermiera aggredita si presentò alla reception chiedendo di chiamare la polizia. Hideyuki e Ryo le si avvicinarono.

"Cos'è successo?" chiese Hideyuki.

"La...la...signorina...Makimura...due uomini l'hanno portata via!" rispose, totalmente scombussolata.

La notizia risuonò come una campana funebre alle orecchie dei due uomini. Ryo rivide a rallentatore l'auto bianca con Kaori a bordo, avevano osato rapirla. Come un leone uscito dalla gabbia, Hideyuki corse verso la stanza della sorella, seguito da Ryo. Aprendo la porta, una delle prime cose che notarono fu la foto rotte. Il cuore dell'ex detective sprofondò come non mai.

"Dov'è il dottor Mitana?" chiese allora.

"Quale dottor Mitana?" fece un'altra infermiera. "Non c'è nessun dottore con quel nome, mi dispiace"

"Come?" mormorò lui, comprendendo la situazione.

Era tutto collegato, come aveva sottolineato il vecchio Shin. E Kaori era la prossima vittima.

"Ryo, dobbiamo trovarla il prima possibile, è questione di vita o di morte!" gridò Hideyuki, sfogando tutta la sua rabbia.

"Non preoccuparti, faremo di tutto per ritrovarla sana e salva"

Sentirono le sirene dell'auto della polizia risuonare in lontananza. I due incontrarono Saeko arrivare con la sua Porsche.

"Hanno rapito Kaori" disse Makimura, "e sembra che sia la stessa rete che ha commesso gli altri rapimenti"

"Oh mio dio" disse Saeko, "abbiamo trovato il corpo di un'altra ragazza oggi"

"Hai per caso una sua foto?" intervenne Ryo.

"Non qui, ma al commissariato sì"

Hideyuki tirò fuori la foto che Shinoka, la sorella di Keiko, aveva lasciato. La mostrò a Saeko, chiedendo:

"Era questa ragazza?"

"Sì..." rispose Saeko, indietreggiando, "sì, è lei che abbiamo trovato"

"Non c'è un minuto da perdere!" disse Ryo con lo sguardo più duro che mai, "Maki, vai con Saeko e cerca di scoprire il più possibile su questo Mitana. Sei l'unico ad averlo visto con Kaori e forse ha dei precedenti. Questa è la marca con il colore dell'auto che ha portato via Kaori e una parte della targa. Non ho avuto il tempo di vederlo per intero ma le ultime due cifre dovrebbero essere queste" continuò Ryo, porgendo un foglietto alla poliziotta. "Avverto Falcon e Mick e farò un altro giro di informatori"

"Bene" concordò Hideyuki, "il primo che ha informazioni, terrà al corrente l'altro"

"Mh" disse Ryo, poi si voltò ancora una volta prima di uscire, dicendo al suo amico, "ti giuro che la troveremo".


La canzone presente nel capitolo è Dust in the wind - Sarah Brightman.

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Capitolo 22
*** 22. Rivelazioni terrificanti ***


Seduta su una sedia in una stanza semibuia, Kaori emerse lentamente dal suo sonno forzato. Completamente confusa, le ci vollero alcuni minuti per rendersi conto di dove si trovasse. L'aria sapeva di muffa e di umidità, come se quesl posto fosse disabitato da anni. C'era da presumerlo, visto lo stato delle mura avvizzite. Che ora poteva essere? Kaori era del tutto incapace di dirlo. Poi pian piano iniziò a tremare. Riprendendo gradualmente i sensi, si ricordò dei due uomini che inizialmente aveva ritenuto fossero medici, della resistenza che aveva espresso a non farsi rapire e poi di quel buco nero. Portò la sua mano alla sua testa che tamburellava un po'. Fu con stupore che si rese conto che le sue mani non erano legate. Lo trovò molto curioso... Ma molto rapidamente, si rese conto della stupidità del suo stupore. In effetti, qual era il rischio di coloro che l'avevano rapita dal momento che non poteva camminare? 

Sospirando delusa, diede un'occhiata più da vicino alla stanza in cui si trovava. Cercò come poteva di distinguere le forme nella penombra. In un angolo, dall'altra parte, c'era una pila di pneumatici usati. La porta era proprio di fronte a lei a pochi metri di distanza. Essa la richiamava, gonfiando il cuore della giovane donna, ma come fare per sfuggire a questo inferno? Non sapeva nemmeno perché e da chi era stata rapita...

"Hide...ti prego, vieni presto..." sussurrò come per rassicurarsi. Poi, in un altro mormorio, chiamò: "Ryo..."

Non appena ebbe pronunciato il nome dello sweeper, era certa che l'avrebbe trovata presto. Nel profondo del suo cuore, non poteva essere altrimenti... Eppure non voleva restare passiva. Doveva tentare qualcosa a tutti i costi per poter scappare. E pensare che normalmente avrebbe dovuto essere nella sua stanza d'ospedale in silenzio ad aspettare lo svolgersi degli eventi. Attendendo serenamente che un nuovo futuro si aprisse davanti a lei... Che ne sarebbe stato della sua operazione adesso?... Non poteva accettare il fatto che la sua fortuna le fosse appena scivolata tra le dita... Non poteva accettare che tutto questo si sarebbe ridotto a nulla a causa del suo rapimento. No... aveva aspettato troppo a lungo, sperato troppo in un'opportunità come questa per lasciarla scivolare via in questo modo...

x x x 

Ryo camminava per le strade della città, lo sguardo più cupo che mai. Sapeva ora che il suo tempo stava finendo da quando Kaori era caduta in quell'organizzazione malevola. La sua preoccupazione cresceva mentre il sole tramontava nel cielo. Si incolpava di non aver prestato più attenzione a quell'auto, e soprattutto di non aver lavorato più seriamente sul caso Shinoka. Ora la sua sorellina non era più di questo mondo e Kaori correva il grave pericolo di subire la stessa sorte se non fossero arrivati in tempo...

Arrivò al Cat's Eye e aprì la porta con tale energia che non ci volle altro alla coppia di proprietari per sapere che era appena successo qualcosa.

"Ryo! Cosa succede?" chiese Miki sorpresa mentre lui si appoggiava al bancone.

"Kaori...è stata rapita dalla sua stanza d'ospedale"

"Come?!" esclamò la donna. "Ma perché...come?"

"A quanto pare un'organizzazione sta rapendo giovani donne con problemi fisici per costringerle alla prostituzione..." spiegò rapidamente Ryo. "Falcon, ho bisogno che contatti subito tutti i tuoi informatori. Devo sapere il prima possible dov'è Kaori. Ecco tutte le informazioni che ho" disse consegnando un foglio a Miki.

"Bene, vado subito" annuì il gigante. "Miki, puoi chiudere il bar?"

"Mh, vengo con te! Insieme faremo più in fretta" dichiarò lei attaccando il cartello 'Chiuso' alla porta vetrata del caffè.

"Bene" fece Ryo, "contatto Mick"

Quando anche l'americano fu presente, Ryo iniziò il giro dei suoi informatori. La notte aveva ormai lasciato il posto al giorno e si era alzato un po' di vento. Camminava svelto per i vicoli del suo quartiere, fissando l'orizzonte con il suo sguardo da cacciatore. I suoi pensieri erano sulla stessa persona... Kaori... Lei non poteva sopportare tutto questo, mai... Aveva già sofferto abbastanza nella sua vita per conoscere tali orrori... Più Ryo contattava i suoi informatori, meno faceva progressi sulla questione. A poco a poco l'esasperazione cominciò a vincerlo, credendo che il cielo fosse contro di lui. Aveva bisogno di trovare il Saggio al più presto, solo lui aveva la probabilità di avere qualche informazione.

Camminando per le strade una dopo l'altra, trovò finalmente il vecchio seduto nell'ombra, lontano dalla vista. Era impegnato a guardare le stelle, sembrava totalmente perso in quella volta celeste. Ryo gli si avvicinò immediatamente.

"Sapevo che saresti venuto stasera" disse l'uomo senza guardare lo sweeper.

"Se mi dici questo, allora devi avere delle informazioni per me"

"Esatto...povera bambina, eppure avevo detto al tuo partner di agire in fretta...ed ora è morta...beh, ma non è per lei che sei venuto a trovarmi, sbaglio?"

"La sorella di Makimura è stata rapita...devo trovarla al più presto!"

"Sembra che il fulcro di questi furfanti sia nel nord della città, in un quartiere totalmente fuori mano. Lì le ragazze sono tenute prigioniere. Purtroppo non posso dirti di più, la mia vecchia carcassa a volte non riesce a scandagliare gli indizi in questa città..."

"Dai, sei ancora giovane come un neonato, e sei l'anima di questa città" disse Ryo con un lieve sorriso. "Grazie per l'informazione" terminò, facendo per allontanarsi.

"Ryo, ancora una cosa...fai in fretta...la droga che usano per renderle docili è la Polvere degli angeli..."

Questa rivelazione colpì il cuore dello sweeper e i suoi vecchi demoni riemersero all'istante... Ebbe la sensazione di provare di nuovo le ferite fisiche e psicologiche che quella droga infliggeva alla sua vittima. Senza fiato, si sostenne al muro per alcuni secondi per tornare in sé. Aveva la sensazione che un abisso infinito si fosse aperto sotto i suoi piedi... Perché Makimura non gli aveva detto niente?... Era impossibile che non ne fosse consapevole... Una paura indefinibile lo afferrò. I suoi lampi, le immagini di ricordi che aveva seppellito nel profondo della sua memoria riemersero lentamente... Dolori più forti della morte gli schiacciarono le viscere. No, non doveva!  Non doveva accadere, non a un angelo così puro, così innocente...

Senza ulteriori indugi, cominciò a correre come un matto senza rivolgersi al vecchio, che aveva compreso il tormento dell'amico.

x x x 

Più passavano i minuti, più l'angoscia di Kaori cresceva. Le ombre che emergevano da quel luogo si facevano sempre più spaventose. Anche se sapeva che Ryo e suo fratello erano i migliori del settore, come avrebbero fatto a trovarla in un posto come questo, e soprattutto non sapendo chi fosse l'istigatore di questo rapimento... Sentendo le lacrime pungerle gli occhi, si rifiutò tuttavia di abbandonarsi allo scoraggiamento e alla disperazione... Doveva essere forte.

Guardando più insistentemente la porta di fronte a lei, si sentì irrimediabilmente attratta da essa. Un'idea allora germogliò nella sua mente. Doveva provare il tutto per tutto.

Se solo avesse potuto usare le gambe... Ma ora non era il momento di lamentarsi della sua situazione. Prendendo un respiro profondo, scivolò sul fondo della sedia su cui era seduta. Una volta sul terreno freddo e umido, si girò sullo stomaco. Ora era completamente distesa. Alzando la testa, fissò ancora una volta la porta. Con lo sguardo più deciso che mai, iniziò a strisciare verso di essa. Il terreno accidentato feriva sempre di più gli avambracci della giovane donna che si trascinava come meglio poteva.

Aveva solo un'idea in mente in quel momento, uscire da quell'inferno il più velocemente possibile... E il dolore non le importava molto... Mentre avanzava verso la porta, la pelle delle sue braccia sanguinò. Anche le sue gambe iniziarono a sanguinare, benché il tessuto dei pantaloni le fornisse protezione. Mentre quasi arrivava all'obiettivo il segno, sentì dall'altra parte della porta dei passi che si avvicinavano e una voce che parlava. Cercò subito un posto dove nascondersi. Fu allora che il suo sguardo cadde sul mucchio di pneumatici. Con l'energia della rabbia e della disperazione, si trascinò il più rapidamente possibile nel suo nascondiglio improvvisato. Cercando di calmare il suo respiro affannoso dato dallo sforzo, aspettò in all'erta.

Quando la porta si aprì, fece un tale rumore che Kaori poté fare a meno di sobbalzare. La paura e lo sforzo che provava la mettevano in ansia. Il suo cuore batteva così forte che sentiva che alla fine sarebbe uscito dal suo petto. Stringendo le mani sul busto, cercò di trattenere i tremiti che scuotevano tutto il suo corpo.

Poi sentì dei passi echeggiare. Improvvisamente cessarono e un silenzio mortale inondò l'intera stanza.

"Merda! È scappata!" gridò un uomo.

Ancora nascosta dietro gli pneumatici, Kaori aspettò. Qualche secondo dopo, sentì altri passi correre ed entrare.

"Sei stupido o che, non può essere andata via, è paralizzata!"

"Lo so, ma..."

"Cerca nei paraggi e trovala invece di lamentarti! Dev'essere ancora qui, eppure gli avevo detto di legarla, ma come sempre ha fatto come gli pareva!" gemette il secondo uomo, avvicinandosi al nascondiglio di Kaori.

Quando arrivò al mucchio di pneumatici, ci girò intorno e trovò la donna. Un sorriso sadico prese forma sulle sue labbra mentre il suo sguardo ardeva di uno strano bagliore.

"Allora, tesoro, cerchiamo di scappare? Non è molto carino...a posto, è qui!" urlò per avvertire il collega della sua scoperta.

Quando cercò di prenderla e riportarla sulla sedia, Kaori iniziò a battere i pugni con tutta la forza che ancora le era rimasta. L'uomo la rimise sulla sedia e per calmare gli scoppi di rabbia della prigioniera la colpì al volto. Un segno rosso apparve sulla sua guancia mentre un sottile rivolo di sangue scorreva dal suo labbro contuso.

"Una vera furia questa ragazza...sono sicuro che i clienti staranno attenti con te" rise l'uomo, prendendo il mento di Kaori tra le dita.

"Cosa...cosa volete fare con me?" chiese poi incuriosita dalle parole dell'aggressore.

"Solo belle cose, non preoccuparti, cara. Presto raggiungerai il settimo cielo..." dichiarò, prendendo l'iniziativa di legarle le mani dietro la schiena per evitare un altro tentativo di fuga.

Quando le strinse le mani, lei non poté fare a meno di gridare di dolore per quanto le dolevano gli avambracci. Inoltre, le sue mani stavano iniziando a tremare per l'intenso sforzo fisico che aveva subito.

"Ecco cosa succede quando decidi di non stare tranquilla sulla tua sedia" disse l'uomo, stringendo l'ultimo nodo.

"Non capisco perché lo stiate facendo..." sussurrò lei.

"Ma per il denaro, tesoro...e merce di buona qualità come te è piuttosto rara...ma non preoccuparti, presto sarai in paradiso, non ti accorgerai di niente"

"Intendete drogarmi?" chiese lei improvvisamente terrorizzata.

"Che brutta parola in una bocca così sensuale...sarà solo uno zuccherino per te...vedrai che dopo non potrai più farne a meno"

"Sei un pazzo! Lasciami andare!" urlò.

"Di certo sei una che non si arrende...dovevi pensarci due volte prima di voler giocare all'eroina..."

Senza preavviso, Kaori si mise a gridare con tutte le sue forze, chiedendo aiuto, sperando che qualcuno la sentisse.

"Stai zitta!" gridò l'uomo, schiaffeggiandola di nuovo.

"Ehi ehi, cosa succede qui?" chiese la voce di un altro uomo sulla soglia.

Kaori non riuscì a distinguere con precisione i contorni del suo viso, ma la sua voce era stranamente familiare. Eppure le era impossibile associare un nome.

"Urla come una pazza" rispose l'aggressore.

"Andiamo, signorina Makimura, la sapevo più timida di così..." disse l'uomo che si avvicinava lentamente alla sua vittima.

"Come?" fece Kaori senza capire, "come sa il mio nome?"

"Io la conosco molto bene..."

Lei vide allora il volto dell'uomo. Non poteva credere ai propri occhi e lo stupore lasciò presto il posto alla rabbia.

"Lei! Ma perché? Pensavo..."

"Sì, la vita è molto crudele, e ci sono tante delusioni...ma non le insegno niente"

"Cosa facciamo, continua a urlare come una matta e ha già provato a scappare una volta" riprese l'altro uomo.

"Va tutto bene, Hiro, me ne occupo io. Vai a prendere la mia valigetta, partirà per il grande viaggio prima del previsto"

"Perfetto" esclamò l'altro con un sorriso sadico prima di correre a recuperare il necessario sotto lo sguardo terrorizzato di Kaori che capì che il vero incubo era appena iniziato. 

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Capitolo 23
*** 23. La droga dei demoni per un angelo ***


Guardando il volto dell'uomo in cui aveva riposto tanta speranza, Kaori ancora non riusciva a capire le sue motivazioni. Per soldi, aveva affermato il suo aiutante, ma era davvero solo per quello?

"Perché?" chiese di nuovo, "diventando medico, non ha giurato di guarire e salvare le vite, piuttosto che distruggerle?"

"Sono belle parole...ma questo mondo è tutta utopia, tutta illusione...sì, era quello che credevo quando ho voluto diventare medico, ma la natura umana è ben più mostruosa di quanto non sembri e i demoni peggiori sono le donne come te..." rispose lui con un ghigno malvagio.

"Quindi il suo odio verso le donne l'ha portata a fare tutto questo?" fece incredula.

"Pensate di averci in vostro potere con il pretesto della bellezza dalla vostra parte. Ma posso dimostrare che anche noi uomini possiamo avere il predominio"

"È tutto per vendetta? Per vendetta, lei gioca con i sentimenti degli altri, li attira con opportunità straordinarie..."

"E voi?! Non giocat econ i nostri sentimenti illudendoci?! Si torna sempre allo stesso punto...ma è vero, mi dispiace per te, questa sedia sarà la tua ultima compagna..."

"Non è possibile...non riesco a capire perché? Perché tanto odio verso le donne?" sussurrò lei senza riuscire a crederci.

"Visto che sembri così interessata, lascia che ti dica di più...sì, quando ero un giovane medico ero pieno di buoni sentimenti, dedicandomi anima e corpo a migliorare la vita per quelli che erano stati colpiti dal destino...fu così che conobbi una giovane sportiva che, a seguito di una caduta, si era rotta la caviglia. La trattai come meglio potevo, operandola per minimizzare i rischi. Durante il periodo di riabilitazione, lei mi sedusse...mi innamorai di lei, pensando che i suoi sentimenti nei miei confronti fossero sinceri...grande errore...le interessava soolo il profitto! Pochi mesi dopi, notando che la sua carriera era finita, decise di mandarmi al processo, sostenendo che per colpa del mio intervento non poteva più correre come prima. Ovviamente il tribunale fu dalla sua parte e fui radiato dall'ordine dei medici. Anni di studio, di sacrificio per un sogno, tutto infranto da una donna in pochi secondi! E tutto per soldi!" urlò rabbioso, "ma ora tocca a me vendicarmi...tocca a me prendere i soldi che lei mi ha rubato..."

Fu interrotto dal ritorno di Hiro che trasportava una valigetta. La lasciò a terra accanto al suo socio e l'aprì senza indugi. Vedendo l'armamentario all'interno, il cuore di Kaori iniziò a battere più forte. L'angoscia aumentava ad ogni secondo.

"La prego..." sussurrò, "non lo faccia, sono convinta che lei ha ancora la possibilità di ricostruire la sua vita...non tutte le donne sono così..."

"È troppo tardi" dichiarò lui tirando fuori una siringa.

"La prego, dottor Mitana..."

"Il dottor Mitana non esiste...non è mai esistito. Era solo un nome falso per attirarti nella mia rete. Il mio vero nome è Shiro Nakaya"

Prese una piccola fiala e vi infilò l'ago. Kaori fissava terrorizzata la siringa che conteneva una droga destinata a lei. Non sapeva cosa dire per cercare di farlo tornare in sé. Pregò instancabilmente il cielo che qualcuno venisse a salvarla. Ma sembrava sordo ai suoi appelli.

Con la siringa pronta, Shiro fece cenno al suo complice, che sciolse i lacci della giovane donna. Quest'ultima, in un impeto di volontà, cercò di divincolarsi, ma la presa dell'uomo fu più forte. Le legò il braccio destro alla sedia per impedirle di muoversi troppo e le tenne saldamente quello sinistro. Kaori iniziò a piangere ancora pù fort,e ma l'ex medico rimase impassibile alle sue suppliche. Dopo aver picchiettato la siringa per rimuovere le bolle d'aria, allacciò un elastico intorno al braccio della giovane per evidenziare la vena e glielo disinfettò.

"Ecco, mia cara, ora sarai molto docile, pronta ad accettare tutto ciò che vorremo senza restrizioni..."

"Ryo..." iniziò a sussurrare lei, "Ryo, ti prego..."

"Non verrà nessuno, inutile stancarsi per niente..."

Senza perdere altro tempo, inserì l'ago nella vena di Kaori e iniettò la droga. Lei sentì un liquido freddo diffondersi nel suo corpo. Continuò a mormorare i nomi di Ryo e di suo fratello, finché non si sentì lasciarsi andare. In breve Kaori avvertì le proprie membra diventare molli come gomme da masticare. La sua mente era annebbiata e a malapena sentiva le voci intorno a sé. Non riusciva a pensare a niente. Era in un altro mondo, si sentiva viva e si chiedeva se non fosse tutto un sogno. Sogno o realtà? Le era impossibile fare la distinzione.

"Ora sarà più obbediente che mai. Vero, Kaori?" fece Shiro.

La giovane donna annuì, con gli occhi assenti. Non sapeva perché diceva di sì, ma non aveva altra forza se non quella di annuire. I due uomini risero, deliziati di notare l'effetto.

"E ora cosa facciamo?" chiese Hiro.

"Normalmente il bos non dovrebbe tardare, avrà probabilmente un cliente per questa bella ragazza" rispose l'ex medico.

"In effetti non è male" disse Hiro con un ghigno perverso.

"Mmh, ci stai pensando anche tu, vero...in fondo cosa cambia se facciamo un giro prima noi? Sei d'accordo con me, tesoro?" disse accarezzando la guancia di Kaori.

In un sussulto di disgusto, lei allontanò rapidamente la mano ripugnante. Il rifiuto sorprese i due, che non credevano ai loro occhi. Nessuna vittima resisteva dopo aver preso una dose di PCP.

"Incredibile!" esclamò Hiro, "sembra che resista nonostante la droga. Com'è possibile, credevo che fosse infallibile?"

"Ha quanto pare lei ha carattere...a dire il vero l'ho notato subito. Bene, quand'è così, tanto vale usare le maniere forti" disse Shiro misteriosamente, riaprendo la valigetta.

"Intendi darle un'altra dose?" dichiarò il socio, più che stupito, "ma la ucciderai, non reggerà"

"Dimentichi che sono un medico, so quello che faccio. E ci assicureremo che non creerà problemi"

Effettuò le stesse operazioni di pochi minuti prima e iniettò a Kaori una nuova dose. Questa volta, nessuna parte del suo corpo o della sua mente poteva resistere. Mettendo via l'attrezzatura, Shiro si avvicinò alla vittima e la fissò con uno strano luccichio negli occhi.

"Questa volta tocca a noi divertirci..." disse con voce profonda, mentre le risate del suo compare riecheggiavano nell'oscurità del luogo.

x x x 

Giunto in uno dei quartieri periferici a nord della città, Ryo parcheggiò la sua auto lontano da ogni sguardo. Senza fare rumore, iniziò la sua avanzata verso gli immobili. Quel quartiere aveva la particolarità di avere diversi edifici abbandonati a causa della mancanza di fondi di sviluppatori e di imprese.

Il cuore dello sweeper continuava a stringersi ripensando alle parole del Saggio. Doveva arrivare prima che la giovane cadesse nell'inferno.

Con sguardo duro e Python in mano, entrò in uno degli immobili. In realtà non aveva idea di dove fosse Kaori e contava molto su un colpo di fortuna. Chiuse gli occhi per qualche secondo e si concentrò come meglio poteva nel tentativo di percepire qualsiasi suono. Al momento non sentiva niente, ma il suo istinto gli diceva stranamente di insistere in quel posto. Era come se una forza invisibile lo stesse spingendo ad addentrarsi ulteriormente in quell'oscurità un po' troppo calma.

Continuò ad avanzare, senza ignorare alcun angolo. Salendo le scale, sentì odore di alcool e tabacco. Ormai era più che convinto che Kaori fosse prigioniera lì. Non vedeva l'ora che arrivasse il suo partner, o Mick e Falcon, il tempo stringeva, la ragazza doveva essere liberata il prima possibile.

Mentre proseguiva, udì dei passi in lontananza. Non volendo rivelare subito la sua presenza, rimase accucciato nell'ombra. Vide passare una sagoma e nient'altro, ma aspettò di capire dove la persona fosse diretta.

Nel frattempo, Shiro, sotto lo sguardo febbrile del suo socio, iniziò a spogliare la giovane donna. Completamente passiva, lei si lasciò andare senza rendersi conto di cosa le stesse realmente accadendo. Quando le tolse la parte superiore, l'uomo, ammirò per qualche secondo le forme generose della sua vittima. Senza dubbio si sarebbe divertito parecchio. Lentamente sentiva che non sarebbe durato a lungo, la voleva subito.

Stendendola sul pavimento, le aprì i pantaloni e li tolse, notando nel mentre le piaghe che si erano formate sulle sue ginocchia e cosce durante il suo tentativo di fuga. Nonostante la magrezza delle gambe di Kaori dovuta al non funzionamento dei muscoli, aveva un corpo perfetto... Sentendo la sua libido risvegliarsi più che mai, Shiro iniziò ad aprire la fibbia della propria cintura, quando risuonò la voce di uno sconosciuto.

"Vedo che cerchiamo di testare la merce prima del grande capo, Nakaya"

"Dopotutto è grazie a me se avete tante ragazze giovani, che c'è di male a voler provare?" rispose, irritato di essere stato interrotto.

Avvicinandosi alla ragazza, il nuovo arrivato la fissò ammirando quello che il suo sottoposto aveva trovato.

"Non mentivi, è davvero di prima scelta..." sussurrò. "Capisco che la tentazione sia stata grande, ed è vero che questa volta ti sei superato. Ti farò un regalo, puoi finire quello che stavi facendo...ho alcune telefonate da fare per i futuri clienti della signorina" concluse prima di uscire.

Guardando la giovane sul pavimento, completamente assente, con gli occhi vuoti, Shiro si chinò piano, orgoglioso di ciò che stava per fare.

"Ora finalmente staremo tranquilli..."

Si sbottonò i pantaloni e si sdraiò sul corpo esanime della donna. Era solo questione di un secondo e finalmente sarebbe stata sua.

Nel frattempo, Ryo continuava a insinuarsi tra le lugubri mura. Quando vide un uomo che sembrava di guardia. Notando le bottiglie di whisky sparpagliate sul pavimento, si lanciò e lo stese con un destro ben piazzato. Allertato dal rumore del vetro rotto, il capo lasciò la sua stanza.

"Yano, hai di nuovo bevuto come una spugna!"

Ma si fermò di colpo quando vide lo sweeper che lo teneva di mira con la Python, gli occhi più cupi che mai.

"Chi...chi sei?" fece cercando di recuperare un pezzo di vetro come arma di difesa.

"Dov'è lei?" disse Ryo.

"Non so di cosa parli..." balbettò l'altro.

"Non ripeterò la domanda" disse Ryo armando il cane.

"Lei...è nella stanza sul retro"

Mentre Ryo si apprestava a correre, l'uomo gli piantò il pezzo di vetro nel braccio. Così assorto dalla volontà di salvare un angelo dall'inferno, Ryo non si contrasse nemmeno per il dolore. Sbalordì l'aggressore che fece un passo indietro, totalmente incredulo, per l'atteggiamento dello sweeper.

"Ma...chi sei tu?" chiese, tremando tutto.

"Sono la tua morte, colui che ti manderà all'inferno per aver osato organizzare un tale traffico e uccidere tante vite innocenti"

Senza aggiungere altro, Ryo sparò un proiettile diretto al cuore dell'uomo che aveva osato attaccare Kaori. Non dando un'ulteriore occhiata al rifiuto che crollava sul pavimento, si slanciò sul retro e spalancò la porta. Lo spettacolo che la luce del corridoio gli fece scoprire lo lasciò senza fiato. Vide l'uomo sdraiato sul corpo di Kaori che non reagiva.

Interrotto dall'arrivo di Ryo, Shiro si raddrizzò leggermente e urlò a Hiro di fermare l'intruso il prima possibile, ma fu messo fuori gioco rapidamente da Ryo. Avvicinandosi a Shiro, lo prese per il colletto della camicia e lo gettò lontano da Kaori. Guardando la giovane, fu terrorizzato nel vedere le sue pupille dilatate. Non gli ci volle molto per rendersi conto che la responsabile era una sola cosa, la PCP.

Rivolgendosi all'uomo che aveva osato fare tanto, iniziò a urlare.

"Cosa le hai fatto, razza di rifiuto?!"

"Pfff, non vedo perché dovrei risponderti, mi ucciderai in ogni caso" rispose insolente.

L'odio invase lo sweeper. Era vero, aveva solo un desiderio, ucciderlo a fuoco lento, piano, facendogli provare l'agonia. La stessa che il veleno insidioso stava diluendo nel corpo della sua vittima. Ma non aveva tempo da perdere, Kaori doveva essere soccorsa.

"Pagherai per tutte queste ragazze" articolò.

Shiro ghignò, fissando Ryo negli occhi. Era determinato a dimostrare che non temeva niente e nessuno. Non gli importava cosa sarebbe successo, la sua vita era stata distrutta già molto tempo prima.

Ryo non tergiversò oltre e liberò la città dal demone che aveva attaccato povere anime innocenti, solo per vendetta e profitto.

Delicatamente, si avvicinò alla giovane donna e osservò le ferite che aveva sul corpo. Poi le accarezzò dolcemente la guancia per farla reagire, ma non avvertì alcuna reazione. Quando le guardò il braccio sinistro e vide le tracce della siringa, avrebbe voluto urlare all'ingiustizia. Si tolse la giacca e la coprì. Chiamando il suo partner, gli disse che aveva appena trovato sua sorella e si stava dirigendo direttamente dal Doc. Senza ulteriori indugi, la prese tra le braccia e corse alla sua macchina.
 
Guidò poi come un folle per le strade della capitale giapponese per recarsi il più in fretta possibile dal Doc. Durante il tragitto guardò nello specchietto retrovisore per assicurarsi che lei respirasse ancora. Ancora non sapeva quanta droga le fosse stata iniettata, ma a giudicare dalle sue condizioni sospettava non fosse esigua. Lentamente, sentì il senso di colpa insinuarsi in lui. Se solo fosse arrivato prima...

Un lampo gli ricordò che, sull'onda dell'ira, aveva oscurato la posizione in cui aveva trovato Kaori con quell'uomo...non era possibile...non poteva aver sofferto una cosa simile oltre alla droga...non riusciva a credere che quel bastardo fosse riuscito ad abusare di lei.

Con rabbia spinse ancora di più l'acceleratore, non voleva pensarci, faceva troppo male. 

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Capitolo 24
*** 24. Più forte del dolore ***


Arrivato davanti alla clinica del Doc, Ryo uscì come un folle. Aprendo la portiera posteriore della sua macchina, prese dolcemente la ragazza che sembrava ancora inerte. Urlò, chiamando il dottore. Questi lasciò il suo studio e indicò immediatamente la stanza dove lo sweeper portò Kaori. Mentre iniziava i primi esami, chiese a Ryo cos'era successo. Lo sweeper gli riassunse la situazione mentre Doc ascoltava attentamente. Quando vide le ferite di Kaori, si accigliò un po'. Erano più impressionanti che gravi. Ma ciò che lo preoccupava di più era sapere che era stata drogata con la PCP. Conosceva i danni di quella droga, avendo sia salvato sia Ryo che Mick... Ma erano professionisti abituati al dolore fisico e alle situazioni estreme. Non aveva idea di come se la sarebbe cavata una giovane donna...

Chiese a Ryo di uscire quando Kazue arrivò per potersi occupare della paziente. Prima di andarsene, Ryo si voltò ancora una volta per chiarire qualcosa. Una cosa a cui non poteva credere...
 
“Lei...potrebbe...essere stata violentata...”

Kazue si portò la mano alle labbra per reprimere un grido di disgusto e sorpresa. Doc annuì e dichiarò:
 
“Verificheremo” sussurrò, “intanto Kazue curerà la tua ferita al braccio”
 
Lo sweeper se ne andò lasciando il Doc a fare il suo lavoro. Si era completamente dimenticato della propria ferita. Kazue la disinfettò e la fasciò. Per fortuna non era troppo profonda e non aveva danneggiato nulla. Quando ebbe finito, andò con Doc per assisterlo. Poco dopo, mentre lui aspettava in corridoio, Makimura arrivò di corsa.
 
“Dov'è Kaori?!” gridò.
 
“Doc la sta visitando” disse Ryo con voce spenta.
 
“Voglio vederla, devo vederla!”

“Calmati, Maki” disse Ryo tenendolo per le spalle per impedirgli di entrare, “potrai vederla dopo”

“Come sta? Cosa le hanno fatto quei bastardi?! Ryo, dimmelo...”
 
Ryo si sedette dietro di lui e si prese la testa tra le mani, prima di iniziare a parlare.
 
“Quando l'ho trovata, era semi incosciente. Molto probabilmente è stata drogata...so della PCP” disse senza fermarsi.
 
Makimura ricevette la notizia come un pugnale nel cuore. Sua sorella era alle prese con un veleno violento come la PCP. Disperato, si sedette a sua volta, e una lacrima gli colò sulla guancia. Si tolse gli occhiali e l'asciugò stancamente.
 
“È tutta colpa mia...” sussurrò, “avrei dovuto diffidare di quel dottore, l'ho gettata tra le fauci del lupo”
 
“Non hai niente da rimproverarti, nessuno poteva saperlo”

“Avremmo dovuto saperlo!” ribatté Makimura con virulenza, “siamo professionisti! Ora per colpa mia Kaori lotta tra la vita e la morte...”
 
Ryo non sapeva come riferire la notizia che avrebbe potuto essere abusata. Il suo dolore era già abbastanza grande...decise di non dire nulla. Nell'eventualità, se ne sarebbe occupato il Doc.
 
Pochi minuti dopo il resto della banda arrivò, Saeko si gettò subito tra le braccia del suo compagno nel tentativo di infondergli conforto. Un pesante silenzio si stabilì nel corridoio. Tutti aspettavano che il Doc uscisse per sapere di Kaori.
 
Quando la porta finalmente si aprì e l'anziano uscì, Hideyuki si precipitò su di lui.
 
“Come sta Kaori?”

“Per il momento dorme, le prossime 24 ore saranno le più dure. Senza dubbio è stata drogata con la PCP e secondo i risultati degli esami del sangue, non ci sono andati leggeri. Le hanno iniettato una bella dose. Controlleremo soprattutto la frequenza cardiaca per assicurarci che non subisca un arresto a causa della quantità ingerita. Ha diverse ferite lievi sugli avambracci e le gambe, probabilmente ha cercato di strisciare per terra...”

“È stata...?” chiese Ryo, il cuore batteva forte sotto lo sguardo spaventato del partner che non si aspettava una domanda simile.
 
“No...c'è stato un ovvio tentativo ma non è successo nulla, è ancora vergine”
 
“Grazie, mio dio” sussurrò Hideyuki sollevato, “possiamo vederla?”
 
“Mh” acconsentì Doc, annuendo.
 
Hideyuki entrò nella stanza senza indugi. Per fortuna non aveva subito la peggiore umiliazione per una donna.
Intanto Saeko si avvicinò a Ryo.

“Grazie per aver fatto il possibile per Kaori”

“Mh” fece lui, “per quanto riguarda la tua indagine, considerala risolta” continuò.
 
La poliziotta non dovette chiedere ulteriori spiegazioni per capire che lo sweeper aveva messo fine alla rete nel modo che conosceva. In qualche modo si sentiva sollevata. Dopo gli orrori che aveva visto durante l'indagine e le torture subite dalle ragazze, non avrebbe potuto concepire altra conclusione. Anche se non era la più etica.
 
Nella stanza di sua sorella, Hideyuki si avvicinò alla giovane prendendole teneramente la mano e baciandola sulla fronte.
 
“Mi dispiace, Kaori, non ho saputo proteggerti...non sono stato il fratello che ti aspettavi, non ho potuto impedire che accadesse questa tragedia...non ti lascerò mai più che qualcuno ti ferisca, lo giuro...” qualche lacrima cadde sulle lenzuola, “ne uscirai, vedrai...so che sei coraggiosa e forte...”
 
Si sentiva del tutto impotente di fronte alla sfortuna di sua sorella. Non sapeva cosa dire, cosa fare.
 
Qualche minuto dopo, Saeko bussò alla porta. Era già molto tardi e tutti avevano bisogno di riposo. Con molta insistenza, riuscì a convincere il suo compagno a tornare a casa con lei per dormire un po'. Anche gli altri se ne andarono. Solo Ryo rimase, anche lui voleva vederla. Quando fu solo, entrò in camera di Kaori. Vedendola stesa sul letto, provò male al cuore, pur sollevato di sapere che non era stata violentata. Ma sapeva che ora l'attendeva una dura battaglia. Sistemandosi accanto al letto, le prese delicatamente la mano. Nel suo sonno forzato, la giovane si mosse leggermente. Al momento non soffriva troppo, ma Ryo sapeva che gli attacchi di astinenza si sarebbero manifestati molto rapidamente.
 
Un'ora dopo, Kaori iniziò ad agitarsi fortemente, pronunciando parole prive di senso. Lo sweeper chiamò il Doc, che osservò le pupille della ragazza e le sentì il polso. Non poteva darle un trattamento sostitutivo, il suo corpo doveva rigettare da solo quella dipendenza.
 
Ryo rimase al capezzale a vegliare su di lei, tamponandole di tanto in tanto la fronte sudata, sussurrandole parole di conforto e incoraggiamento. Nel delirio, la ragazza iniziò a pronunciare il nome di Ryo, come se lo chiamasse dal profondo delle sue tenebre.
 
“Sono qui, Kaori, ti starò vicino, non devi avere paura, nessuno ti farà più del male...”
 
Ma la donna sembrava non sentire le sue parole. Continuò ad agitarsi, a contorcersi per il dolore. Si svegliò e iniziò a urlare come se la stessero uccidendo. La scena era insostenibile per Ryo, che non sopportava di vederla soffrire così. Incapace di tollerare oltre, si alzò e cercò di nuovo il Doc.
 
“Devi darle qualcosa, sta urlando!” implorò.
 
“Te l'ho già spiegato, Ryo, non posso fare nient'altro, dobbiamo aspettare che la crisi passi...”
 
“Mi rifiuto di rimanere qui a guardarla mentre si torce dal dolore!” gridò, “ti sei preso cura di me, perché non di lei?!”
 
“Sto facendo esattamente la stessa cosa che ho fatto con te, Ryo, lo giuro”

La discussione fu interrotta da un grido di Kaori. I due uomini corsero subito nella stanza. Trovarono Kaori che stringeva le lenzuola del suo letto, muovendosi in tutte le direzioni. A forza di spostarsi, era sul bordo del letto e sarebbe caduta se Ryo non avesse avuto il riflesso di raggiungerla all'ultimo momento. Lei continuò a dibattersi, colpendo con i pugni il torso dello sweeper che in qualche modo cercava di rimetterla a letto.
 
Doc disse:
 
“Tienila ferma finché non torno”

“Va bene, ma fai presto!” rispose Ryo, tenendole le mani per evitare di essere colpito.
 
Pochi secondi dopo, il Doc tornò con delle cinghie. Ryo sbarrò gli occhi. Trovava quel metodo fin troppo radicale.
 
“Tienila ancora un po' mentre le sistemo”
 
“Sei sicuro che sia il metodo più adatto?”

“È il metodo che le impedirà di ferire se stessa o altri. Può sembrare estremo, ma credimi, è quello che serve!” replicò il Doc.
 
Quando la giovane fu legata al letto, il Doc uscì senza aggiungere altro. Ryo rimase al capezzale e cercò di placare Kaori. Passandole una spugna umida sul viso, lei gemette, piangendo. Ryo soffriva come se fosse lui stesso a trovarsi in quel letto.
 
“Ne uscirai, Kaori, lo giuro...so che fa male, ma passerà...credimi, so di cosa parlo. Ho passato le tue stesse sofferenze. Gli stessi dolori che sembrano uccidere lentamente. Sii forte, Kaori, io sono qui...prenderei tutto il tuo dolore se potessi vedere il tuo sorriso piuttosto che le tue lacrime...”
 
Alzandosi, andò davanti alla finestra e guardò lontano. Troppi ricordi invadevano la sua mente. Il volto di Kaibara riemerse. Suo padre, colui a cui doveva gli anni peggiori della sua vita, che l'aveva tradito, drogandolo per farlo diventare una macchina da guerra...colui che lo aveva reso più animale che mai.
 
“Credimi, Kaori, si esce da questa sofferenza...” sussurrò, più a se stesso che alla donna. Un lungo momento di silenzio invase la stanza prima che Ryo riprendesse: “anch'io sono stato drogato, dall'uomo che consideravo mio padre. Il suo unico obiettivo era vincere la guerra con tutti i mezzi, anche agendo con metodi più crudeli della morte...sì, in quel momento la morte sarebbe stata indubbiamente più dolce...” si rivolse alla ragazza, avvicinandosi al letto. “Devi vivere, Kaori, non puoi abbandonarti a questa follia, ti aiuterò come posso, ma combatti fino alla fine!” quasi urlò le ultime parole, come per convincere se stesso.
 
Aprendo debolmente gli occhi, Kaori guardò l'uomo accanto a sé, i suoi lineamenti segnati dalla mancanza di sonno e dalla preoccupazione. Non le era sfuggito il suo discorso nonostante il dolore che la faceva soffocare. Di fronte all'episodio raccontato dall'uomo che amava, si convinse di dover lottare. Per lui...aprendo la bocca, sussurrò debolmente il nome di Ryo. Lui si avvicinò e le accarezzò la fronte, scostandole alcune ciocche di capelli. Ognuno trasse dallo sguardo dell'altro la forza e il coraggio di cui aveva bisogno.
 
x x x
 
Trascorsero diverse settimane in cui le crisi di Kaori si fecero sempre meno frequenti. Lentamente, ricominciò a mangiare e riprese peso. Hideyuki e Ryo andavano a trovarla ogni giorno. Il viso della giovane si illuminava quando Ryo appariva. Lentamente Hideyuki iniziò a comprendere i sentimenti di sua sorella e la preoccupazione prese il sopravvento nel suo cuore. Erano trascorse circa tre settimane dal rapimento, quando per la prima volta Hideyuki poté portare fuori Kaori con l'autorizzazione del Doc.
 
Coprendola, la portò a prendere un po' d'aria. Andando al piccolo parco lì vicino, Hideyuki si sedette su una panchina, con la sorella al suo fianco.
 
“Che gioia finalmente sentire un po' d'aria fresca, vedere la luce del giorno non solo attraverso la finestra!” esclamò lei.
 
“Ti capisco, e sono felice che tu possa finalmente uscire. Inoltre, secondo il Doc, sembra che tu sia fuori pericolo. Il periodo di disintossicazione è terminato”
 
“Ne sono sollevata...ho davvero creduto di morire” una lacrima le scese lungo la guancia, ma continuò. “Devo molto a Ryo, mi ha davvero supportato e incoraggiato...”
 
Stranamente, un'ondata di gelosia si insinuò nel cuore del fratello. Sentiva sua sorella che poco a poco si staccava da lui, e lo trovava difficile da sopportare. Voleva soprattutto proteggerla, aveva sofferto abbastanza per attaccarsi a qualcuno non accessibile. Non volendo soffermarsi sulla questione, le chiese:
 
“Hai già pensato a cosa fare, riprenderai le tue lezioni alla fine di questa storia?”
 
A quella domanda il cuore di Kaori si strinse. Sì, ci pensava da diverse settimane ormai. Come vittima di una truffa, le sue speranze per un'operazione erano svanite per sempre. Le tornarono in mente le parole di Shiro, 'Questa sedia sarà la tua ultima compagna'...
 
Era così, doveva farsene una ragione, non avrebbe mai più assaporato la felicità di stare in piedi. Un gruppo amaro si formò nella sua gola, ma si rifiutò di lasciare cadere le lacrime, ne aveva versate già abbastanza nelle precedenti notti.
 
Ma ciò che la feriva di più era doversi separare da Ryo. Non aveva più pretesti per stargli vicino. E il momento di riprendere la sua vita stava giungendo. Ma poteva ricominciare a vivere come prima? Prima di aver conosciuto Ryo? No, ne era certa, niente sarebbe stato come prima, perché il suo cuore era decisamente cambiato...un solo uomo occupava ora i suoi pensieri e il suo cuore batteva solo per lui.
 
“Penso”, iniziò, “penso di sì, non mi imporrò qui per sempre...non appena il Doc mi darà il permesso di andare a casa, tornerò alla mia vita e lascerò che City Hunter viva la propria...” riuscì a dire senza lasciarsi tradire dal tremito della sua voce.
 
Makimura annuì in segno di approvazione, sollevata dalla sua decisione. Sarebbe stato meglio per tutti, almeno era quello di cui cercava di convincersi.

 

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Capitolo 25
*** 25. L'operazione dell'ultima speranza ***


 
Dopo la breve passeggiata, entrati in clinica, trovarono Ryo che era appena arrivato per fare visita a Kaori. Immediatamente gli occhi della giovane scintillarono di gioia e un sorriso apparve sui suoi dolci lineamenti.
 
“Ho appena saputo che finalmente puoi uscire un po', sono contento per te” disse lo sweeper.
 
“Anch'io, stavo cominciando a diventare nevrastenica chiusa in quella stanza notte e giorno...” disse Kaori con il broncio.
 
“Ancora un po' di pazienza e presto potrai uscire da qui”
 
“Sì...” rispose lei un po' tristemente.
 
Un certo disagio si stabilì tra i tre. C'erano troppi non detti che rendevano la situazione più che febbrile. Furono però interrotti da Doc e Kazue.
 
“Ah, ecco la mia paziente” disse l'uomo sorridendo, “ti aspettavo per la visita”
 
“Va bene, la seguo” disse Kaori spingendo la sedia.
 
Con l'aiuto di suo fratello, fu lasciata sul tavolo per le visite, poi Hideyuki uscì per lasciare il medico fare il suo lavoro. Da tre settimane l'iter era sempre lo stesso, misura della pressione, controllo delle pupille, prelievo di sangue e così via. Quando fu terminato e i risultati esaminati, l'uomo parlò.
 
“Sembra che tutto sia in ordine. Potrai tornare a casa e dimenticare questo incubo”
 
“Sì” disse Kaori senza saltare di gioia.
 
“Cosa c'è, Kaori?” chiese Kazue, sorpresa da quella reazione.
 
“Oh, niente! Grazie di tutto, sono felice di rientrare a casa. Però...”
 
“Però speravi nell'operazione” continuò Doc.
 
“Già...è difficile per me dover mettere una pietra definitiva su quest'idea, ci avevo sperato così tanto...” le lacrime che era riuscita a trattenere iniziarono a scorrere.
 
“Potrei avere una soluzione per te” disse Doc.
 
“Come?” disse Kaori, senza comprendere.
 
“Ho studiato questo tipo di intervento...e penso di poterti aiutare”
 
“Mi sta dicendo che potrebbe operarmi?!” fece Kaori senza osare crederci.
 
“Ascoltami bene” riprese Doc, “posso tentare l'operazione, ma non ho alcuna garanzia che avrà buon esito. Non posso assicurarti che riprenderai a camminare...”
 
“Non importa, sono pronta!” fece lei senza attendere.
 
“Allora sottoporrò l'idea a tuo fratello, e dovrò occuparmi di acquisire questo chip”
 
“Grazie...” sussurrò lei con un'ultima lacrima.
 
“Forza, giovincella, non sono le lacrime che voglio vedere ma un sorriso”
 
Lei si sforzò di mostrarne uno all'uomo che le aveva salvato la vita. Lui chiamò dunque Makimura e gli parlò della possibilità. Dapprima incredulo e scettico, lui guardò la sorella, per chiederle la sua opinione.
 
“Io voglio provare” disse lei.
 
Annuendo, lui accettò la sua decisione. Sapeva che a quel punto non spettava più a lui decidere ma a lei. Era più che naturale che lei volesse aggrapparsi a quell'idea.
Guardando Doc, Hideyuki dichiarò:
 
“In questo caso, non posso fare altro che sperare”
 
“Non preoccuparti” disse Kazue, “andrà tutto bene”
 
“Se è tutto chiaro, contatterò immediatamente una mia conoscenza per ottenere questo chip il prima possibile. E tu, Kaori, nel frattempo cerca di riprendere le forze, ti aspetterà una prova difficile” disse Doc prima di uscire per recarsi nel suo studio.
 
Hideyuki aiutò Kaori a tornare sulla sedia e uscirono insieme. In corridoio Ryo stava ancora aspettando. Aveva incrociato Doc, che gli aveva brevemente spiegato che Kaori sarebbe stata operata.
 
“Sembra che non tutte le speranze siano perdute!” esclamò, guardando Kaori.
 
“Infatti Doc è disposto a operarmi! Non avrei mai immaginato che un uomo come lui potesse farlo...”
 
“Sa più sulla medicina di diversi dottori e chirurghi...è il migliore” rispose Ryo.
 
“È vero...devo a lui il fatto di essere completamente guarita...”
 
Hideyuki appoggiò una mano fraterna sui capelli della giovane. Aveva avuto davvero paura nelle ultime settimane...che lei non ce l'avrebbe fatta e che sarebbe successo il peggio. Ora ogni pericolo era passato, ma per lei si apriva una nuova battaglia.
Le loro riflessioni furono interrotte dall'arrivo di Doc.
 
“Ho buone notizie, Kaori, il chip arriverà tra una settimana...avrò tempo di studiare di più questo metodo così come tu di prepararti”
 
Felicissima, la giovane donna gli sarebbe saltata volentieri al collo se fosse stato possibile. Fu concordato che sarebbe tornata a vivere con Ryo per la settimana rimanente.

In quei pochi giorni sembrava innegabile che tra i due si fosse formato un legame ancora più stretto. Un legame che doveva la sua origine alle nuove rivelazioni di Ryo sul suo passato. Sebbene in quel momento fosse stata nel bel mezzo di una crisi, non le era sfuggito nulla del discorso dello sweeper, e soffriva per lui, per una tale ferita morale. Quindi, sentiva di conoscerlo un po' di più e il suo amore per lui diventava sempre più forte giorno dopo giorno. Non avevano parlato di quella vicenda, ma ognuno poteva misurare le tracce che aveva lasciato nelle loro vite. Ryo si chiedeva ancora spesso come fosse riuscito a parlare così liberamente di un episodio della sua vita che aveva cercato così tante volte di dimenticare. Era come se avesse saputo che la giovane donna non avrebbe mai espresso un giudizio dispregiativo su di lui, come se fosse stato sicuro che lei vedesse oltre l'uomo che era stato. Ed era così... In lui vedeva solo il coraggio, la forza che emanava. Una forza che prendeva come modello per andare avanti a tutti i costi.
 
Contro ogni aspettativa, la settimana trascorse molto velocemente e, come il mese precedente, la giovane si preparò ad andare dal Doc con la certezza questa volta che nulla avrebbe turbato la sua speranza. La notte prima dell'intervento, Kaori ebbe ad addormentarsi. Sdraiata sul letto, fissava il soffitto mentre pregava il cielo perché l'operazione avesse successo... Guardando la sveglia, vide che erano le due passate del mattino. E sebbene si sentisse esausta, non riusciva ad addormentarsi. La paura era nel suo stomaco e, anche se era abituata agli interventi chirurgici, quella assumeva una dimensione completamente nuova nel suo cuore...
 
Volendo un po' di conforto, si sedette sul letto e prese la cornetta del telefono accanto a lei. Aveva bisogno di lui, di sentire ancora una volta la sua voce... Con le sue dita sottili, compose il numero dello sweeper, sperando che non fosse uscito in uno dei suoi cabaret, ora che lei se n'era andata. Due squilli dopo, la voce di Ryo risuonò nelle orecchie di Kaori.
 
“Uh...” balbettò lei, “sono Kaori...”
 
“Kaori? Che succede?” chiese lui.
 
“Io...non riesco a dormire, e volevo solo parlare con te...” anche se lui non poteva vederla, lei sentì il rossore salirle sulle guance.
 
“Sei preoccupata? Tranquilla, Doc farà un buon lavoro, puoi fidarti di lui”
 
Rimasero al telefono fino all'alba, Ryo rassicurò le ansie della giovane donna. Ma parlarono anche del più e del meno. Quando finalmente Kaori affondò tra le braccia di Morfeo, Ryo riattaccò. Anche lui quella notte aveva avuto difficoltà ad addormentarsi...
 
Quando verso le sette Kazue giunse a svegliare la sua paziente, la trovò addormentata con il telefono in mano. Fece un sorrisetto e lo rimise a posto prima di chiamare la giovane donna. Kaori si sforzò di aprire gli occhi, ma alla fine emerse. L'infermiera quindi le misurò la pressione sanguigna e controllò il catetere, una volta fatto tutto annunciò alla giovane donna che era giunto il momento. Doc arrivò per aiutare Kazue a spingere il letto nella sala operatoria e la trasferirono sul tavolo. La grande lampada sopra Kaori la impressionò nonostante non fosse la prima volta che la vedeva. Kazue lasciò la stanza e si preparò. Quando tornò, era vestita con un camice sterile, guanti e una maschera.

Lentamente, iniziò a collegare Kaori ai vari dispositivi, mettendole intorno al braccio il dispositivo che misurava la pressione sanguigna a intervalli regolari, così come i cerotti che indicavano l'attività cardiaca.
 
“Doc è andato a prepararsi” disse, “stai bene, non sei troppo ansiosa?”
 
“Starò meglio al risveglio” rispose Kaori.
 
“Andrà tutto bene, non preoccuparti, sa quello che fa”
 
“Mi fido”
 
Quando il medico tornò, indossava la sua tenuta per operare. Si sporse verso la sua paziente.
 
“Il grande momento è arrivato...respira con calma e andrà tutto bene”
 
Kaori annuì. Doc poi fece un cenno a Kazue per farle sapere che potevano iniziare. Lentamente, l'infermiera iniettò l'anestetico attraverso la flebo di Kaori, che presto sentì la sua testa iniziare a girare la testa sempre più velocemente prima di sprofondare nell'oscurità totale.
 
Hideyuki era arrivato all'alba da Doc e ora era seduto nel corridoio in attesa, sperando che tutto andasse bene. Fu raggiunto pochi minuti dopo da Ryo che ovviamente doveva aver passato una notte insonne. Entrambi rimasero senza dirsi una parola, pazientando... Le ore passavano con una lentezza più che insopportabile. Erano passate quasi quattro ore dall'inizio dell'intervento e il dottore non era ancora apparso. Ryo uscì un paio di volte a fumare una sigaretta cercando di rilassarsi un po', ma niente era di aiuto. Quando finalmente, verso mezzogiorno, la porta si aprì, entrambi i partner si alzarono contemporaneamente, per incontrare Doc. Questi aveva i lineamenti segnati dalla tensione che aveva dovuto affrontare.
 
“Tutto è andato bene” disse. “Non ci sono state complicazioni e il chip è stato impiantato. Kaori si sta svegliando, non potete ancora vederla. Non preoccupatevi, Kazue si sta occupando di lei. Solo il tempo potrà dire se il chip avrà effetto o meno sugli arti inferiori di Kaori”

“Grazie Doc” disse Hideyuki stringendogli la mano, grato per tutto quello che aveva fatto.
 
“Di niente” rispose. “Vado a riposarmi un po', tornerò da Kaori tra un'ora. Andate a riposarvi anche voi, non la vedrete per qualche ora”
 
“Preferisco restare qui” disse suo fratello, “ho bisogno di starle vicino”
 
“Va bene, come vuoi” concluse Doc prima di tornare nel suo studio.
 
Ryo uscì e tornò con qualcosa da mangiare. Consegnò la porzione al suo partner, e si misero a mangiare in un silenzio impressionante. Un'ora dopo, giunse il resto della banda che voleva notizie. Tutti furono sollevati nel sapere che l'operazione era andata per il meglio.
 
Kaori si riprese lentamente. Quando aprì gli occhi, aveva molta sete e si sentiva tutta scombussolata. Kazue le si avvicinò e le spiegò che era andato tutto bene.
 
“Ho sete...” sussurrò.
 
Con delicatezza l'infermiera posò un impacco imbevuto d'acqua sulle sue labbra. Era ancora presto perché Kaori potesse bere. Le chiese se stava bene e se non sentiva dolore. Kaori disse di no. Poi, lentamente, si riaddormentò.
 
Due ore dopo, con il permesso di Doc, Kaori fu ricondotta nella sua stanza. Hideyuki poté finalmente farle visita.
 
“Come stai?” le chiese.
 
“Bene, ma mi sento ancora molto stanca e con la nausea”

“È normale, sei rimasta sotto anestesia per più di quattro ore”

“So che sei stato qui ad aspettare...grazie...”
 
Lui sorrise e la baciò sulla fronte.
 
“Sono felice che sia andato tutto bene”
 
“Anch'io”
 
Quando Kazue entrò, le permise finalmente di bere. Kaori non se lo fece ripetere due volte e bevve più che poté. Ma appena finì, sentì salire la nausea. L'infermiera le passò una bacinella e Kaori sputò fuori il veleno che il suo corpo aveva ingoiato durante l'anestesia. Poco dopo, si sentiva molto meglio. Hideyuki restò ancora con lei, esprimendole la sua gioia.
 
“Ryo non è con te?” chiese lei all'improvviso.
 
Lui si irrigidì immediatamente, colto dalla gelosia. Solo qualche mese prima lei non avrebbe richiesto un altro uomo al suo capezzale, mentre ora attendeva solo che Ryo andasse a trovarla. Come se la sua presenza non le bastasse più.
 
Un po' seccato, andò a cercare il suo partner. Quando lui entrò, Kaori si illuminò e sorrise.
 
“Sono felice che l'operazione sia andata bene”
 
“Anch'io, grazie per la notte scorsa, mi è stata di grande aiuto”
 
“Prego, ma te l'avevo detto, ci sarò sempre”
 
Hideyuki ascoltò la conversazione e si fece diverse domande. Cos'era successo esattamente quella notte...più il tempo passava, più sentiva di dover fare qualcosa prima che la situazione gli sfuggisse di mano. Non voleva vedere sua sorella infelice ed era quello che rischiava di accadere.
 
Quando le visite terminarono nel tardo pomeriggio, Hideyuki afferrò Ryo per un braccio.
 
“A cosa stai giocando con Kaori?” chiese di punto in bianco.
 
“Non so di cosa stai parlando, non gioco proprio a niente” rispose Ryo.
 
“Lascia stare Kaori, non voglio vederla soffrire, hai capito...non voglio che tu la faccia soffrire”
 
“Non ho assolutamente intenzione di farla soffrire”
 
“Kaori non è come le donne che hai l'abitudine di frequentare, quindi non avvicinarti troppo a lei. E poi cos'è questa storia della notte scorsa?”
 
“Aaah, eccoci!” disse Ryo, “ecco che mostri il tuo lato di fratello geloso che non sopporta che lei possa aver bisogno di qualcun altro oltre a te!”
 
Davanti alla verità, Hideyuki si sentì vincere dalla rabbia. Afferrandolo, strinse il pugno, pronto a colpire.
 
“Vai!” fece Ryo, “cosa aspetti? Io credo che ora non sia davvero il momento per queste cose, e per tua informazione, Kaori mi ha chiamato la notte scorsa perché aveva bisogno di parlare ed essere rassicurata. Tutto qui”
 
Ryo se ne andò senza dire altro, lasciando Hideyuki che si sentì patetico per il suo atteggiamento. Era vero, si stava davvero comportando da fratello geloso. Emettendo un sospiro stanco, sentì la stanchezza montare, aveva proprio bisogno di riposare. Con le mani nelle tasche, se ne andò e si diresse a casa di Saeko. Quando entrò, andò all'angolo bar a bere qualcosa. Lui, che beveva di rado, aveva bisogno di un buon sostegno...non aveva il diritto di comportarsi così, doveva pensare a Kaori e sostenerla.

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Capitolo 26
*** 26. Il coraggio di battersi ***


 
Pochi giorni dopo l'intervento, il Doc si sentiva soddisfatto, il chip sembrava essere ben fissato. Seduta sul letto, Kaori non aveva ancora iniziato la riabilitazione, bisognava attendere ancora un po'. Stava leggendo una rivista fotografica quando bussarono alla porta. Si aspettava di vedere Hideyuki o Ryo, ma fu più che sorpresa di trovarsi davanti Shinoka.
 
“Buongiorno Kaori, spero di non disturbarti troppo?”
 
“Certo che no” rispose Kaori con un caldo sorriso, “prego, entra”
 
“Ho saputo che il tuo intervento è andato bene, ne sono felice...”

“È vero...ora non resta che aspettare che il chip faccia effetto”
 
Riponendo i fiori che aveva portato in un vaso, Shinoka continuò.
 
“Tuo fratello mi ha detto cos'è successo...mi dispiace...ma sono anche molto contenta che quel rifiuto abbia avuto ciò che meritava...così posso pensare che la morte di Keiko non sia stata del tutto vana...”

“Mi dispiace davvero per tua sorella, avrei voluto che si fosse salvata...”

“Anche io...” rispose tristemente la donna, “ma la cosa più importante è sapere che quell'uomo non farà del male a nessun altro...”
 
Un silenzio carico di ricordi si stabilì tra loro. Quella storia aveva lasciato il segno nei loro cuori e ciascuna aveva una cicatrice a modo suo. Shinoka aveva perso la persona più cara, Kaori era precipitata in un mondo molto più crudele e violento di quanto potesse sospettare.
 
Rompendo finalmente il silenzio, le giovani rimasero a chiacchierare un po'. Quando Shinoka decise di andarsene, Kaori le chiese:
 
“Cosa farai adesso?”

“Andrò in Francia, mi è stato offerto un posto interessante e penso che ne approfitterò per allontanarmi da tutto questo...”

“Capisco. Abbi cura di te”

“Anche tu, spero che riuscirai ad alzarti...sono felice di averti rivista...a presto, forse”
 
“A presto” rispose Kaori guardandola uscire.
 
Anche se faceva male immaginare il dolore che Keiko aveva dovuto subire, era felice di aver rivisto Shinoka, sperava con tutto il cuore che la sua ferita si sarebbe rimarginata, ma sapeva che solo il tempo avrebbe potuto svolgere quel compito.
 
x x x
 
Dopo il litigio tra i due partner, tra loro era sorta una certa tensione. Ryo sapeva che l'atteggiamento di Hideyuki non era intenzionato a ferire lui ma piuttosto a proteggere sua sorella, ma non poteva accettare il fatto che lo giudicasse così duramente. Lui non voleva affatto ferire Kaori...ma non poteva trattenere l'attrazione che aveva nei suoi confronti. Per la prima volta nella sua vita si rendeva conto di cosa fosse l'amore...
 
Due settimane dopo, mentre Doc e Kazue visitavano Kaori, la giovane donna iniziò ad avere i primi segni di scoraggiamento. Quando Doc le pizzicava le gambe per vedere se Kaori cominciava a sentire qualcosa, lei rispose sempre negativamente. Più i giorni passavano, più temeva che il chip non facesse effetto. Con i nervi a fior di pelle, crollò e si mise a piangere.
 
“Ne ho abbastanza! È inutile, so che non potrò più camminare! Anche voi lo vedete, non ci sono risultati, è finita!”
 
“Kaori” cominciò Kazue, “non vuol dire niente...”

“Kazue ha ragione” aggiunse Doc, “non dimenticare che sono passati 20 anni dall'ultima volta che hai provato sensazione, è normale che non si ripresenti dall'oggi al domani”
 
“Lo so...” pianse Kaori, “ma non ce la faccio più ad aspettare, sono stanca...”
 
Il silenzio si formò nella stanza. Kazue non sapeva cosa dire per consolarla. La sua sofferenza era più che legittima, così come la sua impazienza...ma nessuna parola abbastanza confortante poteva uscire dalla sua bocca.
 
“Vorrei rimanere da sola” dichiarò Kaori.
 
“Va bene” disse Doc, “se hai bisogno di qualcosa, non esitare”
 
Mentre lui e Kazue uscivano, Ryo arrivò. Il medico gli si avvicinò con espressione seria.
 
“Arrivi al momento giusto, Ryo, Kaori non sta molto bene oggi...”
 
“Perché, che succede?”
 
“È giù di morale, e onestamente la capisco...anche io pensavo che gli effetti sarebbero stati molto più rapidi, ma non sembra ci siano miglioramenti e in realtà inizio a chiedermi se non sia stato tutto un fallimento”
 
“Eppure il chip è stato ben impiantato?”

“Sì, ma dipende tutto da come reagisce il corpo...e forse per Kaori i danni erano ancora più importanti...cerca di tirarla un po' su, ne ha bisogno”

“Posso fare molte cose, ma sono davvero io quello che riuscirà a trovare le parole giuste?”
 
“Lascia parlare il tuo cuore”
 
Osservando il Doc allontanarsi, Ryo si domandò se ne sarebbe stato davvero all'altezza. Lasciar parlare il suo cuore? Quello non lo sapeva fare, o almeno non se l'era mai permesso.
 
Dirigendosi nella stanza della ragazza, appoggiò la mano sulla maniglia della porta prima di sentire le parole di Kaori.
 
“Perché non volete muovervi! Ne ho abbastanza, che ci vuole a muoversi!!” urlò Kaori, sbattendo i pugni sulle cosce, senza sentire nulla. “Voglio essere una donna come tutte le altre! Voglio alzarmi in piedi! Non voglio più pietà!”
 
Dalla porta, a Ryo non era sfuggito nulla del suo dolore. Come trovare le parole giuste per rimediare a quell'ingiustizia, non lo sapeva. All'improvviso non sentì più Kaori e si chiese cosa stesse facendo, se stesse piangendo, così tese le orecchie.
 
Lei aveva deciso di provare il tutto per tutto, era più che stanca di stare in quel letto. Giunta al bordo, appoggiò i piedi per terra. Sostenendosi sulle braccia, cercò di alzarsi, ma non appena lasciò il materasso cadde a terra. Sentendo il rumore, Ryo aprì la porta in fretta. Quando la vide sul pavimento, corse da lei.
 
“Kaori!! Tutto bene?”
 
Volle prenderla tra le braccia per rimetterla sul letto, ma lei lo respinse bruscamente.
 
“Non mi serve aiuto!” gridò mentre lacrime di rabbia le rigavano il viso.
 
Strisciando verso il letto, cercò di rialzarsi e di issarsi in piedi. Sarebbe di nuovo caduta se Ryo non l'avesse afferrata.
 
“Kaori, non serve a niente cercare di forzare le cose. Succederà, non angosciarti...”

“Sempre le stesse parole che non significano niente” disse lei amaramente, “avrei preferito morire con quella droga di merda, così sarei stata libera da questa vita che detesto!”
 
Lo schiaffo che lo sweeper diede a Kaori la lasciò senza parole. Guardandolo senza capire, le parve di scorgere un barlume di tristezza in fondo ai suoi occhi.
 
“Non ti permetto di dire queste sciocchezze. Non posso accettare che tu desideri la morte alla vita! Non voglio mai più sentire queste parole dalla tua bocca, hai capito, Kaori...io sono felice che tu sia su questa Terra e continuerò a lottare per darti una vita migliore. Credimi, se avessi il potere di farti camminare, l'avrei usato senza esitazione. Ma sono convinto che non è persa ogni speranza. Hai dimostrato di poter vincere la PCP, quindi dimostra che lotterai per poter camminare! Sono pronto a rimanere giorno e notte con te, se servirà a darti coraggio, sono pronto a darti la mia forza se servirà a renderti più combattiva. Ma non dire mai più che desideri morire”
 
Kaori fu sopraffatta dalle parole di Ryo, e si rese conto di quanto lo avesse ferito, lui che aveva fatto di tutto per salvarle la vita. Lui che aveva vegliato su di lei durante le sue crisi d'astinenza. Lui che era stato lì ad ascoltarla, a confortarla non appena angoscia e paura la sommergevano...come aveva osato dire cose simili all'uomo che aveva visto così tanti orrori in vita sua, e che più di ogni altro conosceva il valore di una vita umana?
 
“Io...” pianse Kaori, “scusami!” esclamò gettandosi tra le sue braccia. “Perdonami, non lo dirò mai più, lo giuro! Scusami...”
 
Ryo le accarezzò teneramente i capelli, cullandola per calmarla. Quando Kaori smise di piangere, lui la rimise a letto.
 
“Sai, ho letto che per stimolare gli arti paralizzati, bisogna massaggiarli costantemente per far circolare il sangue al meglio. Vuoi che lo faccia per te?” rendendosi conto di quello che aveva appena detto, Ryo si affrettò ad aggiungere, “oppure possiamo chiederlo a Kazue!”
 
Kaori sorrise prima di dire:
 
“Sono sorpresa di sapere che leggi qualcosa di diverso dalle tue riviste oscene nascoste sotto il divano!”
 
Lo sweeper rise scioccamente, ma lei continuò: “Sì, voglio provarci...”
 
Con gesti delicati, Ryo iniziò a massaggiarle le gambe. Sperando che, con molta fortuna, non tutto fosse perduto. Non gli piaceva vederla così scoraggiata, non gli era piaciuto sentire quelle parole violente. Ma allo stesso tempo non poteva biasimarla. Era una reazione umana...
 
Diversi giorni dopo quell'incidente, Kaori sembrò riprendere il toro per le corna ed era pronta a combattere. Nessuno dei due aveva parlato di quell'episodio a Hideyuki preferendo dimenticare le parole che erano state dette sulla scia della rabbia... Come le aveva mostrato Ryo, Kaori si massaggiava le gambe ogni giorno, sperando che prima o poi avrebbe provato qualcosa. Una mattina, quando il Doc la visitò, le fece nuovamente il solito test. E quel giorno, contro ogni previsione, Kaori sentì un leggero pizzico. All'esclamazione della giovane donna, il Doc ripeté l'azione e di nuovo lei sentì qualcosa. Era più che innegabile che Kaori stesse iniziando ad avere sensazioni alle gambe. Folle di gioia, chiamò subito il fratello, che arrivò pochi minuti dopo.
 
“Ecco” confermò Doc, “siamo finalmente sicuri che il chip funziona. Le gambe di Kaori inizieranno lentamente a provare sensazioni e impareranno a utilizzare nuovamente i muscoli. Sarà una fase lunga, ma piena di speranza”
 
L'intera banda fece visita alla ragazza per condividere la gioia. Quando Kaori fu vicino a Ryo, colse l'occasione per ringraziarlo.
 
“Ti devo molto, grazie...” sussurrò sorridendo.
 
“La mia migliore ricompensa è questo sorriso” rispose lui e Kaori arrossì, più felice che mai.
 
Il Doc aveva contattato un fisioterapista che conosceva, il quale aveva accettato di occuparsi della riabilitazione di Kaori. Quando le gambe della giovane donna furono sufficientemente "sveglie", fu convenuto che Kaori sarebbe andata in un centro di riabilitazione. Così lasciò la clinica del Doc con qualche rimpianto, ma pronta a combattere un'altra battaglia...
 
Il giorno dopo il suo arrivo al centro, Tatsuya Kurasawa, il fisioterapista, venne a prenderla per la sua prima seduta in piscina. Per cominciare, bisognava ridare tono muscolare alle gambe, per poi imparare a trovare equilibrio stando in piedi. L'acqua avrebbe fornito un ottimo approccio. Con la sedia vicino alla piscina, Kaori si spostò su un piccolo sedile che, guidato a distanza, scese lentamente nell'acqua. Quando la giovane fu immersa, il fisioterapista andò a prenderle le mani, costringendola a poggiare i piedi sul fondo. Anche se un po' preoccupata e insicura, Kaori fu sollevata di scoprire che era retta dall'acqua.
 
“Bene” disse Tatsuya, “cominciamo. Sei pronta, Kaori?”

La giovane fece un cenno col capo. Lui la fece sedere all'angolo della piscina e le legò dei pesi alle caviglie.
 
“Inizieremo rafforzando i muscoli gradualmente” disse posando la mano sul suo polpaccio sinistro, “ora prova a spingere con tutte le tue forze per tendere la gamba”
 
Kaori obbedì, ma riuscì a muovere la gamba molto poco. Ripeté l'operazione più volte, prima di passare alla gamba destra. Finito l'esercizio, Tatsuya le chiese se avesse freddo. Lei disse di no e che era pronta a continuare. La fece rimettere in piedi lentamente e, tenendola, le chiese di cominciare a cercare un equilibrio. A poco a poco il fisioterapista allontanò le mani perché Kaori imparasse a rimanere in piedi da sola. Lei rimase ferma per tre secondi prima di perdere l'equilibrio, ma fu recuperata da Tatsuya. Dopo un'ora lui dichiarò che la sessione era finita e promise a Kaori che avrebbe fatto rapidi progressi.
 
E fu così, perché giorno dopo giorno, lei riusciva a muovere le gambe sempre di più. Rimaneva in piedi nell'acqua molto più a lungo. Tutto ciò rendeva euforica la giovane donna che dava tutta se stessa nelle sedute. Vedendo i progressi della sua paziente, Tatsuya pensò che fosse il momento di ridurre l'acqua della piscina in modo che Kaori si abituasse sempre di più ad avvertire il peso delle gambe. Le sessioni in piscina durarono altre tre settimane, prima che la riabilitazione prendesse un'altra svolta, cioè fuori dall'acqua.
 
Quel giorno Ryo stava assistendo alla seduta di Kaori, che si trovava davanti alle barre parallele. Lei ascoltava le raccomandazioni del fisioterapista, osservata dallo sweeper che la visitava ogni giorno e, con l'aiuto di Tatsuya, si alzò tenendosi alle barre. La sensazione che provò in quel momento, in piedi, fu così forte che le lacrime le pizzicarono gli occhi. Si sentiva così alta! Il mondo intorno a lei sembrava di colpo del tutto diverso. Girando leggermente la testa in direzione di Ryo, lui la incoraggiò con un sorriso, mostrandole orgoglio e gioia. Durante la seduta, Kaori riuscì a compiere quattro passi. Forse non era molto, ma per lei era una reale vittoria.
 
Quando la seduta finì, Ryo suggerì a Kaori di uscire al parco in centro. Spingendo la sedia della ragazza, si fermarono su una panchina all'ombra di un albero. L'estate era bene presente ormai.
 
“Hai visto Ryo” esclamò, “sono riuscita a muovere i primi passi!”
 
“Sì, ho visto, e presto sgambetterai come una gazzella”
 
“E non hai ancora visto niente” rise Kaori, “correrò i 100 metri!”
 
Entrambi risero. Kaori amava quei momenti in cui Ryo era vicino a lei. Come le aveva promesso, era presente, la supportava, si congratulava con lei ad ogni progresso. E ciò permetteva alla giovane donna di impegnarsi ancora di più, di lottare con tutte le sue forze. Continuando a parlare degli sviluppi di Kaori, Ryo dichiarò:
 
“Presto farai girare la testa a tutti gli uomini!”
 
“Ce n'è solo uno a cui vorrei far girare la testa” rispose Kaori senza riflettere. Quando si rese conto che la discussione era scivolata su un argomento delicato, cercò di recuperare. “Beh...non cerco nello specifico...uh...”
 
Notando il suo imbarazzo, Ryo si alzò.
 
“Rientriamo?” propose.
 
“Mh, sì...” sussurrò Kaori.
 
Il suo cuore su strinse. Lui non aveva reagito. Aveva eluso la sua risposta. Significava qualcosa? Non ne era del tutto sicura. Si biasimò per aver detto quella frase. E si rimproverò per non aver pensato prima di aprire la bocca.
 
Una volta nella sua stanza, Kaori si sistemò sul letto. Accanto a lei, Ryo rimase ancora qualche minuto per assicurarsi che avesse tutto ciò di cui aveva bisogno.
 
“Bene...tornerò domani” disse lo sweeper lasciandole un bacio sulla fronte.
 
“Ryo” lo chiamò Kaori, “sarò in grado di farti girare la testa?” domandò di punto in bianco, volendo ottenere una risposta.
 
“Mmh, sarà meglio che la tenga ferma...” fece lui con un sorriso enigmatico, uscendo.
 
Kaori non rimase sorpresa, aveva imparato a conoscerlo. Trovava sempre una scappatoia. Ma in qualche modo, aveva lasciato intuire a Kaori la vera risposta. Sorridendo, si voltò per guardare fuori dalla finestra. Sì...voleva fargli girare la testa, ma soprattutto voleva perdere la propria tra le sue braccia...al pensiero, il suo cuore cominciò a spaventarsi. Prima di arrivare a quel punto, aveva molte strada da fare prima di arrivare ad aprire le porte del cuore dell'uomo...

 

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Capitolo 27
*** 27. Sentimenti troppo forti ***


Con il passare dei mesi, Kaori progredì visibilmente. I pochi passi che era riuscita a compiere alle parallele si trasformarono gradualmente in un andare avanti e indietro. A un certo punto Tatsuya le offrì di provare le stampelle. L'esercizio richiedeva alla donna una certa sicurezza e la paura di cadere era ben presente. Ma sapeva di dover superare i suoi timori se voleva andare avanti. Qualche giorno dopo, quando la giudicò stabile con le stampelle, Tatsuya suggerì a Kaori di andare a passeggiare fuori nel
parco in modo da abituarsi dolcemente agli ostacoli sulle strade di cemento. Camminando lentamente, Kaori superò con successo la nuova fase, nonostante l'apprensione. E la gioia che provò camminando sul suolo del parco, in piedi sulle sue gambe, fu immensa.

Era seduta su una panchina insieme al fisioterapista e l'autunno stava lentamente arrivando. Le foglie degli alberi cominciavano a ingiallire e si levava un vento fresco che annunciava sottilmente l'arrivo di un freddo più intenso. Ora Kaori, del tutto riabilitata, cominciava a guadagnare indipendenza. Sapeva che le stampelle sarebbero sempre state indispensabili, ma poter stare in piedi e camminare come tutti le faceva dimenticare quel piccolo dettaglio pratico. Aveva sempre saputo che, nonostante i progressi della medicina, era impossibile tornare a uno stato precedente rispetto all'incidente.

"Credo che sia il momento che tu inizi a volare con le tue ali" dichiarò Tatsuya un mattino.

"Intende dire che posso rientrare a casa?" fece Kaori con occhi brillanti di gioia.

"Penso di sì. A meno che tu non ti sia innamorata di questo posto e desideri rimanere ancora un po'" rise lui.

"I quattro mesi trascorsi qui hanno sicuramente creato dei ricordi...come posso ringraziarla per tutto quello che ha fatto per me. Senza di lei non ci sarei mai riuscita"

"Kaori, sei una giovane donna molto coraggiosa, non ho mai dubitato della tua capacità di tornare a camminare"

"Ma lei si è preso cura di me, mi ha incoraggiata..."

"Credimi, non ho fatto granché. Gli incoraggiamenti maggiori sono arrivati senza dubbio da tuo fratello e da quell'uomo che veniva ogni giorno"

"Senza di loro sarei stata perduta"

"Ora non ti resta che vivere la tua vita!" disse Tatsuya, alzandosi. "Sei giovane, puoi scegliere il percorso su cui desideri vivere"

"Grazie...grazie di tutto" mormorò lei con occhi pieni di lacrime.

Osservandolo mentre se ne andava, Kaori si sentì stringere il cuore. Era appena stata voltata una nuova pagina della sua vita...su un futuro verso il quale doveva avanzare. Una futuro che ora sarebbe stato scelto da lei.
Afferrando le stampelle, tornò in camera sua e annunciò la buona notizia al fratello. Lui andò a prenderla nel pomeriggio.
La giovane donna stava finendo di fare i bagagli quando lui bussò alla porta. Vederla in piedi gli provocò come sempre una forte emozione e
si chiese se sarebbe mai riuscito a realizzare pienamente il miracolo che era accaduto.

Seduta in auto, la giovane ripensò ai saluti al centro, tutti si erano emozionati vedendola andare via, ma allo stesso tempo erano stafi felici.
Certo, avrebbe continuato ad essere seguita regolarmente, ma la parte più importante era alle sue spalle. Osservando il paesaggio che scorreva, sorrise gioiosamente. Giunti all'edificio di City Hunter, il cuore di Kaori si gonfiò di gioia. Era passato così tanto tempo da quando era stata lì. Chiudendo gli occhi un momento, le tornarono in mente molti ricordi. Tanta felicità, tanto amore...

Scendendo dalla macchina, con l'aiuto del fratello salì le scale. Non si fece trasportare, poteva farcela da sola. Nonostante lo sforzo, fu così felice di poter finalmente salire le scale che la fatica non le dispiacque.
Arrivata alla porta, sospirò. Non era sicura del perché, ma si sentiva strana. Quando aprì ed entrò, fece a malapena un passo che un'orda di applausi e grida
esplosero. Erano tutti presenti e si congratularono con la giovane per aver perseguito la sua lotta. Con le lacrime agli occhi lei ringraziò tutti per quella festicciola improvvisata. Cercando lo sweeper, gli rivolse un sorriso emozionato. Lui la ricambiò discretamente, non era abituato a ostentare i suoi sentimenti e Kaori lo aveva ben capito da tempo.

Sul divano, con un bicchiere di succo d'arancia in mano, tutti si aspettavano un breve discorso. Schiarendosi la gola per non piangere, le dichiarò:

"Ammetto di non essere molto dotata per i discorsi, ma proverò a riassumere quello che sento. Da sette mesi mi avete incoraggiata, mi avete offerto la vostra amicizia, ho scoperto una vita che non immaginavo, delle persone che hanno più rispetto per l'essere umano di quanto il resto della società non ne avrà mai...per tutto quello che mi avete dato, vi ringrazio...e qualsiasi cosa accadrà, avrete sempre tutti un posto speciale nel mio cuore"

Alla fine del monologo, le lacrime scorsero liberamente. Con tenerezza, suo fratello la baciò sulla fronte. Finalmente sua sorella avrebbe potuto gustare la felicità alla quale aveva diritto.
Il buon umore continuò a impregnare quelle mura per qualche ora, poi lasciò posto alla notte calante. Quando tutti se ne furono andati, Kaori era sempre sul divano
e guardava nel vuoto in un punto immaginario. Col bicchiere in mano, Ryo le si avvicinò.

"Posso sapere l'oggetto dei tuoi pensieri?"

"Stavo pensando che non può essere tutto vero. Che dopo tutti questi anni, sicuramente sto ancora sognando ad occhi aperti"

"Ti assicuro che non è un sogno"

"Allora adesso non c'è più niente di proibito, vero? Tutto ciò che era impossibile può diventare realtà?"

"L'hai già dimostrato, no? I sogni possono diventare realtà se ci si crede parecchio, e se si è disposti a dare tutto..."

"Sai..." cominciò lei arrossendo, "c'è una cosa che ho sempre sognato di fare"

Davanti al brusco silenzio di Kaori, Ryo la guardò incuriosito.

"Perché ti blocchi così?"

"Perché c'è il rischio che mi prendi in giro se te lo dico"

"Sai bene che non lo farò"

"Bene, allora mi lancio. Ho sempre sognato di ballare un lento..." Kaori avvampò.

Ryo sorrise. Lasciando il bicchiere sul tavolino, tese la mano alla giovane. Nel frattempo, una musica dolce partiva dalle casse del sistema hifi.

"Mi concede questo ballo?" dichiarò lui, con la mano sempre tesa.

Alzando gli occhi su Ryo, lei non trovò alcuno sguardo ironico, nessun cenno che stesse scherzando, semplicemente lo sguardo di un uomo che desiderava far ballare una donna.

"Beh..." balbettò, "non posso farlo senza stampelle" voltando il capo per nascondere i suoi occhi umidi, disse "sono stata sciocca a dire una cosa del genere"

"In questo caso, sarò io il tuo appoggio" rispose Ryo con tatto.

Un po' tremante, lei prese la mano di Ryo, che la strinse tra le braccia perché non cadesse senza le stampelle, e lentamente iniziarono a ondeggiare al ritmo lento della canzone.

Il cuore di Kaori iniziò a battere più forte...era ancora più meraviglioso di qualunque altra cosa. Ed era diverso rispetto a quando si trovava tra le braccia di Ryo per 'obbligo'. Con il passare dei secondi, Kaori si abbandonò sempre di più a quel calore.
Senza pensarci, appoggiò la testa al petto di Ryo. Lui inconsciamente strinse l'abbraccio. Era come se avesse paura che lei potesse sfuggire... e più di ogni altra cosa, quella sera la voleva contro di sé. Quando la musica finì, nessuno dei due se ne accorse e continuarono a ballare.
Nessuna parola disturbò quel momento magico.

Quando Kaori alzò il capo immergendo il suo sguardo in quello di Ryo, il bagliore che vide nella profondità delle sue pupille rifletteva il proprio. Le sue guance assunsero una tinta rosea per tanta intensità. Come se il tempo scorresse al rallentatore, Ryo abbassò lentamente il viso verso quello di Kaori. Quando le loro labbra si incontrarono,
per entrambi si scatenarono i fuochi d'artificio. Non rendendosi conto di cosa stava facendo, o meglio rendendosene conto fin troppo bene, Ryo sapeva di non poter più contenere i sentimenti che aveva nel profondo del suo cuore.

Lei era entrata nella sua vita come un angelo caduto dal cielo e, dolcemente, gli aveva fatto scoprire un mondo ancora sconosciuto. Sentimenti mai provati prima, che pensava di non essere in grado di provare.
Gradualmente il bacio divenne più appassionato e sensuale. Kaori lo ricambiò come fosse questione di vita o di morte. Senza fiato si separarono, per poi ritrovarsi qualche secondo dopo.

Kaori sentì le proprie gambe tremare, e non era solo perché era rimasta in piedi un po', erano le emozioni ad essere troppo forti.
Quando Ryo mise fine al bacio la guardò negli occhi, prima di accarezzarle teneramente la guancia con la punta delle dita.
Alla sensazione, lei chiuse gli occhi e appoggiò il viso sul suo palmo. Sapeva che quella notte non voleva stare lontana da lui. Lui la baciò leggermente sul naso e lei lo strinse con più forza.

"Non voglio che mi lasci...vorrei restare così per tutta la vita..." sussurrò lei, a malapena udibile.

"Kaori...perché io? Non ho il diritto...tu meriti..."

Prima che finisse la frase, lei portò l'indice sulle sue labbra. 

"No...sei tu quello che voglio, adesso e sempre...c'è molto più amore in te di quanto pensi. E il mio cuore ha scelto te. Non posso farci niente, la vita è così, le cose accadono senza poterle controllare. E io non voglio controllare niente, voglio vivere..."

Prima che lui potesse parlare, lei lo baciò di nuovo. Lui comprese il significato di quel bacio e sebbene la ragione gli dicesse di interromperlo subito, il suo cuore fu più forte. Anche lui voleva vivere...vivere come un uomo...

Prendendola tra le braccia, la portò nella sua stanza. Appoggiandola delicatamente sul letto, le accarezzò le morbide labbra con il pollice mentre la osservava protettivamente. Immergendo la testa nel suo collo, la baciò teneramente, attento a  ogni piccola reazione. Dal suo respiro irregolare, capì che il suo piacere stava aumentando. Con gesti precisi e teneri cominciò a  spogliarla. Kaori si sentì subito presa dalla paura...il suo corpo non le era mai piaciuto e temeva la reazione di Ryo davanti alle sue cicatrici. Percependo il suo disagio, Ryo si chinò verso il suo orecchio, toccando le linee sporgenti dovute alle operazioni con la punta delle dita.

"Hai un corpo magnifico, Kaori...non dubitarne"

Felice di quelle parole, la giovane gli rivolse uno splendido sorriso. Ryo aveva la capacità di rimuovere ogni suo dubbio, ogni sua ostinata paura dicendo poco.
Quando le sue dita le accarezzarono le gambe, lei emise un piccolo grido. Pensando di averle fatto male, lui si raddrizzò subito.

"Che c'è, Kaori?"

"Niente..." rispose lei con le lacrime agli occhi, "solo che...è bello poter finalmente sentire le tue carezze sulle mie gambe. Non l'avrei mai creduto possibile..."

Sorridendo, Ryo tornò sul suo viso, bevendo le lacrime che le rigavano le guance. Era così bella in quel momento...oltre alla bellezza fisica c'era qualcos'altro che brillava in lei. La luce della vita, la luce dell'amore...riprendendo le sue labbra, continuò ad accarezzarla. Voleva più di ogni altra cosa avvicinarla all'amore, mostrarle la bellezza dell'atto fisico. Voleva fare l'amore con la donna che occupava il suo cuore con lentezza e tenerezza. Rassicurata tra le sue braccia, lei iniziò a spogliarlo, scoprendo
la morbidezza e la forza del suo corpo. Con dita sottili lo toccò, facendolo, con suo grande stupore, sospirare di piacere.

Quando lui liberò il suo seno del tessuto di pizzo, ammirò quella bellezza della natura...con amore e delizia assaggiò, offrendo a Kaori sensazioni fino ad ora insospettate. Quando la sentì pronta ad andare oltre, liberò entrambi degli ultimi indumenti. Anche se un po' imbarazzata nel vedere per la prima volta la nudità di un uomo in tutto il suo splendore, Kaori cercò di non mostrare il suo tumulto e si concentrò sulle parole d'amore e sulle carezze dello sweeper.

Lentamente, senza fretta, lui ricevette il dono che Kaori non aveva concesso a nessuno fino ad allora. Facendo intrecciare le loro dita, le baciò la fronte bagnata mentre portava la giovane donna sulle vette del piacere. Il dolore che lei provò non fu nulla in confronto all'intensa felicità che avvertì in tutto il suo essere e nel suo cuore. In un ultimo grido, raggiunsero insieme l'unione totale.

Ansimando, Ryo la baciò sulle labbra, prima di rotolare su un lato e abbracciarla. Istintivamente, lei si accoccolò a lui, felice come non mai. L'amore appena sperimentato era oltre ogni immaginazione. Accarezzando i capelli della ragazza che ora disegnava linee immaginarie sul petto di lui, Ryo lasciò che il suo cuore parlasse in uno slancio d'amore.

"Kaori...io...io..." iniziò un po' goffamente.

Capendo quello che voleva dirle, lei si raddrizzò un po' e lo guardò con un sorriso raggiante.

"Ti amo anch'io" rispose, abbracciandolo.

Felice delle sue parole, sentiva di dover fare a sua volta il grande passo. Stringendola, si avvicinò al suo orecchio e le sussurrò la più bella dichiarazione che un uomo potesse fare a una donna. Piangendo di gioia, Kaori sapeva che il suo destino era ormai unito a quello di quell'uomo e nulla avrebbe potuto spezzare il legame. Nella beatitudine della notte, intrecciati, Kaori si addormentò.
Ryo ne fu incapace e rimase buona parte del tempo ad ammirarla.

Quello che lei gli aveva appena dato era un regalo inaspettato per uno come lui. Si era abbandonata tra le sue braccia senza paura, fidandosi completamente di lui...cosa gli aveva detto? Che voleva vivere...ma era stato lui a sentirsi più vivo che mai. Le parole che per la prima volta aveva pronunciato a Kaori dimostravano che era bello vivere. Più di tutto ora voleva amare la vita in cui era apparso un angelo con le ali un po' ferite, ma più coraggioso di tutto...

Stringendosi alla donna, lei emise il suo nome in un sospiro. Chiudendo gli occhi, si lasciò andare al richiamo della notte e si addormentò, per la prima volta
appagato e sereno. 

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Capitolo 28
*** 28. Segreti svelati ***



Quando i primi raggi del sole inondarono la stanza, Ryo osservava Kaori ancora addormentata, appoggiato su un braccio. Le carezzò il viso gentilmente. Lei mosse dolcemente le labbra, ma non si svegliò. In quel momento sembrava così fragile che Ryo desiderò solo proteggerla ancora di più. Era lo spettacolo più bello che avesse mai visto. Ed era pronto a viverlo ogni mattina. Lui che aveva sempre creduto che nel suo ambiente non ci fose posto per l'amore, si prestò a sognare di vivere il resto della sua vita con Kaori.

Pochi minuti dopo la giovane donna aprì gli occhi. Quando il suo sguardo si posò sul viso di Ryo, i suoi occhi brillarono di felicità. Rannicchiandosi un po' contro di lui, gli prese la mano e fece intrecciare le loro dita, richiudendo gli occhi. Non aveva alcun desiderio di porre fine a quella notte magica né di lasciare il suo amante. Ryo si risdraiò e le baciò una spalla. Ridacchiando per quella carezza, lei lo guardò amorevolmente. Lui rimise a posto una sua ciocca e lei disse con voce ancora arrochita:

"Buongiorno..."

"Dormito bene, angelo mio?"

"Meravigliosamente...pensavo di sognare e devo ammettere che non ho fretta di tornare alla realtà..."

"In questo caso", rispose Ryo, baciandole la punta del naso prima di raggiungere ciascuna palpebra, "sta a noi far durare questo sogno..."

Sotto la risata cristallina di Kaori, lentamente ricaddero nelle delizie del piacere amoroso. Qualche ora dopo, sdraiata sul petto di Ryo, la giovane donna ascoltava il suo battito cardiaco. Ora sapeva di non aver sognato quella notte, di non aver immaginato quei baci, quelle carezze. Era tutto successo per davvero.

"Hai fame?" chiese Ryo.

"Mh, un po'"

Infilandosi i boxer, lui uscì dalla stanza dirigendosi verso la cucina per preparare la colazione. Pensò di colpo che il potere dell'amore avesse un effetto molto strano. Mai aveva fatto una cosa del genere per una donna prima. D'altronde non ne aveva mai avuto voglia, mentre ora era tutto diverso. Amava vedere i suoi occhi brillare, il suo sorriso sulle labbra, il suono della sua voce innamorata. Amava le parole tenere e amorevoli che lei gli sussurrava. Parole che toccavano il suo cuore molto più profondamente di qualunque altra cosa.

Impegnato in cucina, lo sweeper non sentì la porta d'ingresso che veniva aperta dal suo partner. Incuriosito di trovare l'appartamento così tranquillo dopo le 10, Hideyuki andò in cucina e si stupì di trovare Ryo ai fornelli.

"Beh, ora ti metti a cucinare?" disse Hideyuki, facendo sussultare il suo partner.

"Sei...già qui?" fece un po' a disagio.

"Sì, volevo vedere Kaori. Dorme ancora?"

"Uh..." esordì Ryo non sapendo cosa dire.

Poi, rendendosi conto che Ryo era mezzo nudo, Hideyuki si arrabbiò.

"Ma ti sei visto, credi che sia questo il modo di andare in giro con una ragazzina in casa! Pensa a Kaori!"

Sentendo 'ragazzina', Ryo volle rettificare dicendo che si trattava di una donna, ma si astenne dal commentare. Voleva solo trovare una via di fuga.

Nella stanza di Ryo, Kaori ancora oziava tra le lenzuola dall'odore dell'uomo che amava più di tutto. Non avrebbe mai immaginato che potesse essere così intenso, che si potesse amare qualcuno così tanto...eppure lei ne era la prova vivente. Amava Ryo più della sua vita e anche se ora conosceva buona parte del suo passato non ne era spaventata, anzi, voleva rendergli la vita più facile come lui aveva fatto con lei.

Chiedendosi perché ci mettesse tanto, decise di andare a vedere. Si infilò la maglietta dello sweeper e spinse indietro le lenzuola. Guardandosi le gambe, ricordò le sensazioni delle sue carezze. Era stato così dolce, così bello...volendo prendere le stampelle, ricordò con orrore che erano rimaste al piano di sotto. Come poteva fare? Facendosi coraggio, decise di alzarsi e camminare tenendosi al muro.

"Quanto sai essere antiquato, a volte!" rispose Ryo, trovando una buona scusa, "vado a vestirmi" terminò, dirigendosi in soggiorno.

Seguendo Ryo con lo sguardo, Hideyuki notò le stampelle di Kaori contro il divano. Si stupì di vederle lì, sapendo che lei doveva averne bisogno. Guardò di nuovo Ryo, che era tutto arruffato, come se fosse appena uscito dal letto, così come la sua tenuta, e iniziò a realizzare ciò che aveva cercato di nascondere.

Afferrandolo per un braccio, lo guardò torvo.

"Quindi è così..." iniziò con voce piena di rabbia.

"Cosa?" fece Ryo senza capire.

"Sei andato a letto con Kaori, confessa?!" gridò senza trattenersi. "Hai avuto il coraggio! Hai osato fare questo! Come hai potuto?! Kaori non è quel tipo di donna! Non avevi il diritto di metterle le mani addosso!"

"Non sai cosa dici" cercò di rispondere Ryo con calma, nonostante la ferita causata dalle parole del suo partner. "Non ho mai voluto fare del male a Kaori, e non sono 'andato a letto' con lei come diic tu...sì, ho passato la notte con lei, ma è stata una decisione reciproca e di comune accordo, io..."

Ma prima che potesse continuare, Hideyuki gli rifilò un pugno in faccia. Sorpreso, lo sweeper barcollò, portandosi la mano al labbro inferiore che cominciava a sanguinare.

"Ti sei approfittato dell'ingenuità di Kaori, non posso accettarlo. Dovevi controllarti, ma tu e la tua libido depravata non avete limiti!" continuò Hideyuki fuori di sé. "Mi fidavo di te, Ryo!"

Stava per colpirlo di nuovo ma una voce si levò e lo fermò.

"Fermati! Ti prego, non farlo!"

Alzando gli occhi verso la fonte della supplica, vide Kaori in piedi, con addosso la maglietta di Ryo che le arrivava alle ginocchia, mentre si aggrappava alla ringhiera e le lacrime le rigavano le guance.

"Hide, ti prego, non colpirlo...non ha fatto niente di male, lo giuro!"

"Kaori, non aveva alcun diritto! Tu non lo conosci, non sai tutto..."

"Ti sbagli!" lo interruppe seccamente. "So più di quanto tu creda. E ti posso assicurare che non mi ha assolutamente trattata come le donne che frequentava!"

"E come puoi esserne sicura? Kaori, tu non sai niente dell'amore!"

"Lo so, il suo cuore non può mentire! Io lo amo, Hide, e non voglio che lo tratti così. Mi sono sentita donna tra le sue braccia e per niente al mondo mi pento di essermi donata a lui!"

"Kaori, io penso solo al tuo bene!"

"Ma tu sei solo mio fratello e io non sono più una bambina!" urlò lei con rabbia incontrollata, prima che le forze l'abbandonassero.

Ryo corse verso di lei per impedirle di cadere dalle scale. Tra le sue braccia, Kaori era scossa dai singhiozzi. Febbrilmente portò con delicatezza la mano al labbro ferito di Ryo. Lui la rassicurò con un sorriso.

Per lo shock di quello che sarebbe potuto succedere a sua sorella, Hideyuki non sapeva cos'altro dire. Per colpa sua Kaori aveva quasi avuto un incidente se Ryo non fosse stato presente. E ora, vedendoli l'una tra le braccia dell'altro, gli fece capire il legame che sembrava unirli. Ryo guardava Kaori con un'espressione che non gli aveva mai visto prima. Forse aveva davvero giudicato male Ryo? Senza dire una parola, uscì.
Aveva bisogno di schiarirsi le idee. Non si era certo lasciato ingannare in quei mesi, aveva capito benissimo dei sentimenti che lentamente erano emersi tra sua sorella e Ryo. Ma nel profondo, aveva conservato la speranza che, una volta operata, Kaori avrebbe ripreso la sua vita senza preoccuparsi di nient'altro.

Ma perché era così arrabbiato? Solo perché aveva fatto l'amore con Ryo? Avrebbe reagito allo stesso modo se si fosse trattato di un altro uomo? Lentamente le parole del suo partner gli tornarono in mente...le aveva detto che non era andato a letto con lei...quindi era vero...aveva imparato ad amare! Un sorriso triste apparve sulle labbra dell'ex poliziotto. Camminò a lungo per le vie della città per pensare ad altro.

x x x 

Ryo posò Kaori sul divano, lei stava ancora piangendo. Pochi minuti prima aveva il più bello dei sorrisi, mentre ora era inconsolabile. Ryo sapeva che la discussione aveva ferito molto la ragazza, e avrebbe voluto che accadesse diversamente. Anche se Hideyuki aveva detto parole offensive, non poteva biasimarlo del tutto, la sua precedente reputazione giocava contro di lui. Ma con Kaori tutto era diverso.

"Perché ha reagito così? Non capisco...non aveva alcun diritto, io posso vivere la mia vita come ritengo opportuno..."

"Sai, quando ami qualcuno, vuoi che quella persona sia felice. E a volte temiamo che faccia la scelta sbagliata" rispose Ryo accarezzandole i capelli.

"Ma...tu non sei una scelta sbagliata! Anzi, sono felice vicino a te..."

"Maki ha ragione, sai...non sono un santo..."

"Non importa!" rispose lei con veemenza, "so che uomo sei adesso...ed è di lui che mi sono innamorata! Il passato è passato! Voglio volgermi al presente e al futuro!"

"Il futuro..." mormorò lui tra sé.

Kaori non amò l'espressione sui suoi lineamenti.

"Ti sei pentito?" chiese con un groppo di angoscia alla gola.

"Mai" rispose Ryo, "solo che non voglio incatenarti a questo mondo che non ti appartiene"

"L'ho scelto pienamente consapevole...e sono pronta a rifarlo senza esitazione!"

Lui la baciò con passione. Nessuna donna aveva mai fatto un tale sacrificio per lui. Aveva deciso di incatenarsi a quella vita e lui avrebbe fatto di tutto per renderla il più possibile dolce e bella. Nonostante la violenza in cui si muoveva, le avrebbe mostrato il paradiso. Mai più le avrebbe permesso di vedere gli orrori che aveva vissuto. Si sarebbe impegnato per darle la vita che meritava.

Tra le sue braccia Kaori si calmò poco dopo.

x x x 

Quando Saeko rientrò a casa e trovò il suo compagno dall'aria tormentata, gli si avvicinò e chiese incuriosita:

"Dev'essere successo qualcosa per ridurti così?" fece baciandolo amorevolmente.

"Proprio così"

"Ah sì?" continuò lei, allertata dalla sua espressione seria.

"Kaori...Kaori..." era davvero troppo doloroso parlarne, le parole faticavano a uscire dalla sua bocca. Con un profondo respiro, sussurrò frettolosamente: "Kaori e Ryo sono amanti..."

Il silenzio seguì la rivelazione. Saeko avvertiva la tensione di Hideyuki ma con un grande sorriso disse:

"Beh c'era da aspettarselo, no?"

"Come?" chiese Hideyuki incredulo.

"Dai, era più che ovvio che prima o poi sarebbe successo...da quando Kaori è entrata nella vita di Ryo, non ti sei accorto di come agiva? Certo ha continuato a fare l'idiota, ma più per fare buon viso a cattivo gioco...quando guarda Kaori ha un'espressione così serena che non gli avevo mai visto...e poi, sai, Kaori è una donna...una donna intelligente. Credi davvero che si sarebbe concessa a Ryo se non avesse fiducia in lui? Sai per una donna i sentimenti sono molto importanti...e sono sicura che, nonostante il suo passato, anche per Ryo conti qualcosa..."

Vedendolo ancora perso nei suoi pensieri, appoggiò la testa sulla sua spalla e continuò:

"Non rovinare tutto per una storia di gelosia che non ha ragione di esistere...Ryo è il tuo migliore amico e partner, sai che non l'ha fatto per tradirti. E pensa a Kaori. Ti vuole bene e certamente non è contenta...non sprecare la nuova felicità che entrambi meritano"

L'intera giornata fu un vero supplizio per Hideyuki. Trascorse tutta la notte a pensare. Le parole di Saeko erano clamorosamente vere, lo sapeva. Ma perché faceva così male? Perché sapeva che ora non sarebbe stato l'unico uomo nel cuore di Kaori? Sì, era di questo che si trattava.

Al mattino presto, nonostante la notte insonne, la sua mente era più lucida che mai. Sapeva cosa doveva fare. Con passo deciso, andò a chiamare il suo partner per darsi appuntamento insieme a Kaori al Cat's Eye. 

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Capitolo 29
*** 29. Epilogo - City Hunter, una nuova avventura? ***


Sempre arrabbiata, Kaori non aveva ancora perdonato suo fratello per quell'eccesso iperprotettivo. Capiva che lui si preoccupasse per la sua felicità, ma da lì a trattare in quel modo il suo partner e migliore amico, non poteva accettarlo. Ryo le aveva salvato la vita. Grazie a lui, lei aveva evitato il peggio, aveva trovato la forza di combattere contro la PCP, ed era riuscita a camminare.

Quando Ryo annunciò l'appuntamento, la sua prima reazione fu di rifiutare apertamente. Non aveva alcun desiderio di vedere suo fratello perché le facesse di nuovo la predica...eppure sapeva che bisognava affrontare la questione, prima o poi. Lo doveva a Hideyuki e Ryo, non voleva essere la causa di una rottura in un rapporto di amicizia così forte.

Preparandosi, Kaori decise di indossare per la prima volta il completo che Ryo le aveva regalato mesi prima. Lo aveva conservato come il più prezioso dei doni, sperando di poterlo indossare come meritava.

Quando Ryo la vide vestita, un bagliore amorevole si illuminò nei suoi occhi. Avanzando lentamente verso la giovane donna, le prese il mento tra le dita per guardarla.

"Sapevo che questo completo era fatto per te"

Nonostante fossero amanti, Kaori non poté impedirsi di arrossire sotto lo sguardo ardente dello sweeper. E quell'atteggiamento piacque molto a Ryo, più di tutto amava la sua innocenza. La rendeva così bella, così pura, niente a che vedere con le donne che pensavano solo a sedurre per provare a loro stesse di poter piacere.

Un'ora dopo, entrambi erano in arrivo. Ad ora, a parte Hideyuki nessun altro sapeva della loro relazione e Kaori si chiese se Ryo fosse pronto a rivelarlo. Non ebbe molto tempo di farsi domande, perché quando arrivarono davanti al Cat's Eye, dopo aver parcheggiato l'auto, Ryo le mise un braccio intorno alla vita, attento a non intralciare le stampelle. Lei, stupita, lo guardò senza capire.

"Tu..." iniziò sorpresa.

"Sì, sono sicuro. Preferisco che le cose siano chiare..."

"Grazie..." rispose con le lacrime agli occhi. Era convinta che lo sweeper avrebbe avuto molte più difficoltà a fare quel passo davanti a tutti i suoi amici, invece si comportava come se fosse naturale. Per Ryo, infatti, era diventato naturale, sapeva che la sua vita era cambiata quel 26 marzo, quando alla stazione di Shinjuku il suo sguardo si era posato su Kaori. Si ritrovò a pensare a tutti i momenti che avevano vissuto. Poteva solo dire che Kaori era riuscita a distruggere le barriere intorno al cuore in meno tempo rispetto agli anni che aveva impiegato per costruirle. Non c'era dubbio che per lui un angelo era entrato nella sua vita per portargli la serenità che aveva sempre sperato. Da quando si era donato a lei, aveva finalmente compreso il vero significato della parola 'amore'.

La porta del caffè si aprì e Miki si girò verso i nuovi arrivati. Sebbene molto sorpresa di vedere Ryo stringere Kaori in un atteggiamento che non lasciava spazio a dubbi, non fece osservazioni. Anzi, fin dall'inizio era stata convinta che sarebbero finiti insieme. Il suo stupore aumentò quando Ryo le passò davanti salutandola come al solito, ma senza tentare alcun approccio. Falcon in quel momento abbozzò un fugace sorriso.

Hideyuki era già lì e stava aspettando seduto a un tavolino in fondo al locale. Il suo sguardo non poté fare a meno di lanciare saette quando vide la mano di Ryo sul fianco di sua sorella, ma si trattenne. Dovevano parlare.

"Buongiorno Kaori, tutto bene?" chiese.

"Sì, grazie" rispose lei con più freddezza di quanto avrebbe voluto. Dal suo tono Hideyuki capì che era ancora risentita e sarebbe stato difficile farsi perdonare.

"Volevi vederci?" continuò Ryo.

Prima che lui potesse rispondere, Miki giunse al tavolo per prendere le ordinazioni. Ryo prese un caffè, Kaori ordinò la cioccolata. Quando la donna tornò con le bevande, la discussione iniziò sul serio.

"Volevo..." cominciò Hideyuki, "volevo scusarmi con te" disse a Ryo. "Non sono stato gentile, lo so bene, e spero che tu possa perdonare il mio gesto. Devo dire che ho ricevuto la notizia dritta in faccia e mi sono fatto prendere dal panico..."

"Non ce n'era motivo!" esclamò Kaori.

"Non puoi biasimarmi se ti auguro una vita più tenera..."

"Non è questa la questione" rispose lei, "capisco che tu desideri il meglio per me, ma Ryo non è uno qualunque. Se l'ho scelto è stato perché sapevo di volere lui e nessun altro!" disse prendendo la mano dello sweeper per dare più peso alle sue parole.

"L'ho capito bene" mormorò Hideyuki.

"Sai" continuò Kaori più dolcemente, "nessuno ti sostituirà mai nel mio cuore. Hai un posto importante, ma ora voglio imboccare un nuovo cammino. Conosco bene i rischi che correte, ne ho purtroppo pagato il prezzo...ma sono pronta a seguire questa strada insieme a Ryo"

"Da queste parole mi rendo conto che non ho più a che fare con una ragazzina, ma con una giovane donna" sussurrò Hideyuki, più emozionato di quanto avrebbe voluto.

"Era ora che te ne accorgessi" rise piano lei.

"Mi dispiace"

"Non quanto a me" rispose lei, baciando suo fratello con tenerezza.

Hideyuki, girandosi di nuovo verso lo sweeper, lo guardò seriamente.

"La affido a te...ora tocca a te vegliare su di lei...spero che la renderai felice. Ma attenzione, alla minima lacrima che verserà per te, sarò intransigente!"

"Non preoccuparti, non ho alcuna voglia di farla piangere" replicò Ryo dolcemente.

"Socio e amico?" fece Hideyuki, tendendo la mano.

"Amico e socio" lo corresse con un sorriso, stringendogliela.

Così Makimura accettò la nuova relazione tra le due persone a cui teneva di più. Kaori si sentì invasa da una tale gioia che avvertì le lacrime agli occhi. Niente era più bello in quel momento di un'amicizia rinsaldata. Niente poteva andare contro la sua felicità. Aveva con sé i due uomini in cui riponeva la massima giducia.

"Così va meglio!" esclamò Saeko, uscendo dal retro del locale con Mick alle calcagna.

"Saeko, che ci fai qui?" disse Hideyuki incredulo.

"Non mi sarei persa questo grande momento nella vita di City Hunter!"

Tutti risero quando videro la faccia di Hideyuki. Mick si avvicinò a Ryo e gli diede una pacca sulla spalla, dichiarando:

"Eccoti qui, caro mio! Finalmente sei entrato nella cerchia degli uomini impegnati, non puoi più scappare!"

"Ma come!" fece Ryo inorridito, "non è possibile, cosa diranno tutte le signorine che aspettano lo stallone di Shinjuku?!"

"Sai cosa rischia lo stallone di Shinjuku?!" fece Kaori, con un enorme martello che apparve tra le sue mani. 

"Eccola con il suo strumento di tortu-", ma prima che potesse finire la frase, Ryo si ritrovò seppellito sotto il martello.

Un corvo passò per il caffè e tutti sbarrarono gli occhi, completamente sconcertati dallo spettacolo.

"Vedi, non avevi motivo di preoccuparti per Kaori" commentò Saeko ancora sorpresa, "sa perfettamente come frenare gli impulsi di Ryo"

"Mi chiedo come possa avere avuto paura!" rispose Hideyuki ridendo.

Nel pomeriggio fu organizzata una festicciola per celebrare il momento e tutti vennero invitati al bar, compresi Doc e Kazue. Durante tutto il tempo Ryo dovette sopportare le battute di Mick che ne sparava a suo piacimento. Dopo un po', stanca di stare in piedi, Kaori si accomodò su una panchetta. Hideyuki la raggiunse poco dopo. Lei appoggiò spontaneamente la testa sulla sua spalla.

"Grazie" sussurrò lei.

"Per quale ragione?"

"Per esserci sempre stato...per essere stato il miglior fratello che avrei potuto desiderare"

Davanti a quella strana riflessione, Hideyuki guardò la giovane donna con uno sguardo interrogativa. Qualcosa lo disturbava.

"Kaori, cosa...", ma fu interrotto dalla giovane donna che gli posò l'indice sulle labbra.

"Non c'è niente da capire. Volevo solo che lo sapessi"

Ryo, che li aveva ascoltati, comprese le parole di Kaori. Era convinto che Kaori sapesse il segreto di Makimura. Non poteva dire come, ma non c'erano dubbi.

Non volendo disturbarli nel loro momento di intimità, Ryo li raggiunse qualche minuto dopo, sedendosi vicino a Kaori. Guardando amorevolmente l'uomo che gli aveva cambiato la vita, lei gli prese la mano.

"Dimmi, Kaori" iniziò suo fratello, "cosa intendi fare con i tuoi studi? Spero tu voglia continuarli?"

"Beh" fece lei un po' imbarazzata, "io pensavo che..."

Di fronte al suo ovvio turbamento, Makimura si mise in all'erta, convinto che non avrebbe affatto apprezzato quello che Kaori avrebbe detto.

"Stavo pensando che, visto come sono risultata utile sul caso Shinoka, potrei fare parte di City Hunter" dichiarò frettolosamente, pronta a ricevere la sentenza.

"Come?!" urlarono i due uomini.

"Spero che tu stia scherzando!" fece Ryo sconvolto.

"Non esiste, hai capito?!" dichiarò Hideyuki.

"Perché?" fece lei sorpresa, "in ogni buona squadra c'è sempre una donna. Clark Kent e Lois Lane, Jane e Tarzan, serve sempre un tocco femminile. E con voi credo di poter formare un super team! Da oggi ci saranno City Hunter e Kaori!" disse trionfante, stringendo le mani dei due con un enorme sorriso.

I due partner si guardarono sapendo che la partita era persa in partenza. Non potevano fare nulla contro la determinazione di Kaori.

Ma quella era un'altra storia.



Eccoci alla fine ^^ devo dire che a rileggerla tutta sono rimasta un po' stupita perché la prima volta avevo ritenuto questa fanfiction stupenda, ora...meh, la ritengo carina ma non così granché ^^;; un po' mi dispiace, ma ormai avevo iniziato la traduzione quindi era giusto portarla a compimento.

Ringrazio tutti i lettori e chi ha recensito: Stekao, Little Firestar84, Maggiechan_75, Kalandra, Kyoko_09, sfenoide, Kikyo1984, robysaeba, Meddy80, martiperla9620.

Alla prossima su questi schermi! 

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