L'amore non basta (2013)

di MatsuFla
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


                             
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Ogni anno è caratterizzato da eventi che hanno vasta risonanza in tutto il pianeta, e il 2013 non è stato da meno. Dalla rielezione del presidente americano, Barack Obama, al tifone Haiyan sulle Filippine, dalla rinuncia di Papa Benedetto XVI al titolo di romano pontefice, alla morte di Nelson Mandela.
Ogni anno, però, succedono anche tante cose che invece rimangono nascoste agli occhi di tutti e queste, seppur insignificanti per il resto del mondo, sconvolgono radicalmente l'esistenza di chi le vive sulla propria pelle. 
A volte, per sconvolgere la vita di qualcuno, basta un bacio.


L'attesa per quel bacio era stato ciò che di più straziante avessero mai provato in tutta la vita, gli sguardi che imploravano silenziosamente il contatto tra le loro labbra che sembravano state create apposta per unirsi. Le mani che spingevano, sui fianchi e dietro la testa, tenendosi il più vicino possibile uno all'altro, avanzando alla cieca fino a sbattere contro la porta, premuti insieme finché neanche un filo d'aria riuscisse a passare tra i loro corpi. La stanza si riempì dei rumori bagnati e disperati di chi rinuncia a respirare per qualcosa di più importante, come se fosse solo quel bacio a mantenerli in vita. Si staccarono solo quando giunse il momento di liberarsi dei vestiti, ognuno per se.
«Certo che...» Disse lei, «Cameron è sempre più carino, vero?»
«Uh?» Noel sussultò, sorpreso dalla domanda di Layla. Era seduto amorevolmente accanto a lei sul divano a guardare l'episodio 3x11 di Shameles e rivedere quel bacio tra Mickey e Ian gli aveva riportato alla mente tutti i ricordi e le sensazioni che aveva provato il giorno in cui lo avevano girato, facendolo cadere in uno stato quasi catatonico dal quale era stato risvegliato brutalmente dalla sua ragazza. «Dici?»
«Si, io lo trovo davvero molto bello.»
Nobel non sarebbe potuto essere più d'accordo, anche lui si era ritrovato a pensarlo tante volte. «Con gli occhi da alieno e il suo sorriso storto?» Scherzò, sapendo benissimo quanto quelle sue peculiarità lo rendessero adorabile.
«Non essere geloso.» Layla ridacchiò, ma mancò completamente il punto perché quella di Noel non era affatto gelosia.
«Tra non molto avrà una lunga fila di donne dietro la sua porta.» Cercò di prenderlo in giro un'ultima volta prima di accoccolarsi su di lui e riportare la sua attenzione sull'episodio in tv.
«Lo pensi davvero?» Chiese preoccupato, perché per qualche motivo non gli sembrò qualcosa di cui essere contento.
«Ne sono sicura.»


Stavano scorrendo ancora i titoli di coda quando un lieve ronzio echeggiò nella stanza, Noel rimase sorpreso nello scoprire chi lo stesse chiamando a quell'ora tarda e voltò il cellulare verso Layla che lo guardava incuriosita.
«Hey, bello.» Salutò Noel, portandosi il telefono all'orecchio, «Tutto bene?» Gesticolò alla donna che sarebbe uscito fuori a fumare e lei annuì sorridendo.
«Hey, amico.» Rispose euforico Justin [Chatwin], «Stavo solo pensando che... l'ultima volta che ci siamo visti avevamo detto che saremmo andati a bere insieme molto presto, ma sono passati più di due mesi ormai.(1)»
«Si, lo so.»
«Scusa se ho chiamato a quest'ora. Ho visto l'episodio questa sera e mi è venuta voglia di sentirti. Che stai facendo?»
«Stavo guardando anche io l'episodio. Cavolo, Justin, non posso credere che Jimmy/Steve sia morto davvero. Lo show non sarà più lo stesso senza di te.»
«Ti ringrazio, ma credo che Fiona e Jimmy/Steve abbiano fatto il loro tempo ormai. C'è una nuova coppia leader in città.» La sua voce traboccava di uno strano orgoglio quasi paterno, «Tu e Cam siete straordinari, estremamente convincenti. Davvero un gran bel lavoro, ragazzi.»
«Grazie.»
«A proposito... come sta Cam?»
«Difficile da dire. Non lo vedo dall'ultima volta che siamo stati a Chicago e ormai ci sentiamo pochissimo.»
«È molto impegnato, eh?»
Sicuramente lo era, ma Noel sapeva benissimo che il motivo per cui erano in quella situazione era un altro. «Già.» Disse semplicemente, evitando il discorso.
«Tu come stai?»
«Sto... bene.»
«No, non è vero.»
«Non ti si può nascondere niente, eh?»
«Dai, spunta il rospo.»
«Cam mi ha baciato.»
Fino ad un secondo prima di dirlo non aveva alcuna intenzione di farlo, ma le parole vennero fuori senza che lui potesse fermarle e questo perché, in realtà, voleva farlo già da tempo. Noel desiderava confidarsi con il suo amico che, come al solito, non mancò dal sorprenderlo con le sue reazioni inaspettate.
«L'ha fatto davvero?»
«Non mi sembri affatto sorpreso.»
«Sono sorpreso che ci abbia messo tanto.» Ridacchiò, «Si è deciso finalmente. Era ora!»
«Cosa? Ma che-» Balbettò stordito, «Perché stai ridendo?»
«È divertente!»
«No, non lo è.» Protestò, «È stato un disastro.»
«E tu?»
«Io, cosa?»
«Quando Cam ti ha baciato... tu cosa hai fatto?» E subito continuò, «No, aspetta. Scommetto che sei andato subito sulla difensiva, sfoderando il tuo solito sarcasmo. Poi magari hai tirato fuori qualche stronzata tipo "sei confuso" o "è solo stress", giusto?»
«Io-» Esitò, spiazzato da quel commento decisamente accurato, «Si beh, cosa avrei dovuto fare? Te lo ricordi che ho una ragazza, vero?»
«Si... me lo ricordo.» 
«E allora cosa?» Chiese, cogliendo chiaramente il tono di disapprovazione nella sua voce, «Non ti piace Layla?»
«Oh no, lei mi piace, anche più di te.» Scherzò, «Non è Layla il problema qui.»
«Quindi sarei io il problema?»
«Esattamente. Ti ho visto fare questo giochetto a te stesso per tanto tempo.»
Negli anni in cui avevano vissuto insieme, Justin aveva maturato la convinzione che Noel, contrariamente a ciò che voleva far credere a tutti, non fosse mai stato realmente felice nella sua relazione di lunga data e che mentisse sul suo orientamento sessuale. Malgrado non glielo avesse mai chiesto apertamente, aspettando che fosse lui a parlargliene, era più che sicuro di avere ragione.
«Tu vorresti psicanalizzarmi?»
«Ti conosco troppo bene, Noel.»
«So bene cosa credi di sapere su di me, ma sei in errore su tutta la linea.»
«Ah sì?» Lo sfidò, «Quindi mi sbaglio su di te?»
«Si, dottor Freud.»
«Immagino allora che mi sbagli anche su Cameron, e che non vuol dire nulla se ti bacia o se ti dedica dei non troppo velati tweet d'amore.»
«Quali tweet?»
«Le "labbra come tasti di un pianoforte" del suo tweet non sono le tue?»
«Non so di cosa tu stia parlando.»
«Dai, Noel...» Sospirò esausto, senza riuscire a continuare.
«Mi manchi, sai.» Disse Noel, dopo un piccolo momento di silenzio, con un tono di voce più dolce, ma che subito tornò scherzoso, «Anche se dici un mucchio di stronzate.»
«Mi manchi anche tu. E ti voglio bene anche se sei un piccolo ragazzino spaventato.»
«Ti voglio bene anch'io, stupido.»
Dopo averlo salutato e aver chiuso la chiamata, Noel non aspettò neanche un secondo prima di andare alla ricerca di qualcosa che voleva assolutamente vedere. Dovette risalire fino all'anno prima, ma il tweet era ancora lì, con tanto di #FirstKiss.


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Noel non sapeva bene cosa pensare, ma leggendo quel tweet non riuscì a trattenersi dal sorridere.

~~~*~~~

Quando Liana entrò in casa usando la sua copia della chiave, trovò Cameron steso sul pavimento del salotto con la faccia sotto uno scatolone della pizza.
«Cam!» Strillò, dapprima preoccupata, lo raggiunse e si inginocchiò accanto a lui, «Ma che...» Ancora allarmata, ma per lo più confusa, quando lo vide mettersi a sedere.
«Ho ordinato una pizza consolatoria, sai per... consolarmi.» Fece spallucce, «Non ha funzionato.»
«Bleh!» Disse lei disgustata, arricciando il naso mentre gli staccava della mozzarella secca dalla faccia.
«L'ho mandata giù con un'intera bottiglia di vino rosso italiano, eppure non mi sento come se fossi in villeggiatura in Toscana.» Guardò velocemente il caos che lo circondava e poi tornò a guardare la sua amica, «Mi sento uno schifo.»
«Eh già, chissà perché.» Sbuffò sarcastica, spolverandogli delle briciole dalle spalle. Cam allungò il braccio, recuperò la bottiglia stesa sul pavimento e bevve la scolatura del vino.
«Wow, rallenta ragazzo...!» Gli strappò la bottiglia dalle mani mentre lui la agitava con forza, cercando di far cadere l'ultima goccia appesa al cercine, sulla lingua che gli penzolava fuori dalla bocca. «O domani a lavoro sarai uno straccio.»
«Chi ti dice che ci vado? Potrei anche prendermi una pausa.»
«Che ti prende, si può sapere?»
«Vuoi davvero saperlo?»
Dopo un attimo di esitazione, Liana annuì. Cam si sdraiò nuovamente sul pavimento e cominciò il suo racconto fissando il soffitto, «Allora, da dove comincio... ieri sera sono uscito in cerca di compagnia. C'era questa tipa carina al bar... le ho offerto da bere e abbiamo chiacchierato. Poi siamo andati nel suo appartamento e abbiamo-»
«Okay, Cam, questa parte la puoi saltare. So già come va a finire.»
«No, non lo sai.» Sbuffò contrariato, «Non è successo proprio un bel niente perché il mio pene ha deciso di rovinarmi la vita.» Cam vide gli occhi della sua amica spalancarsi, ma prima che potesse dire qualsiasi cosa, lui continuò, forse in modo più dettagliato del dovuto, «Abbiamo provato di tutto, ma è rimasto moscio come un calzino e non c'è stato verso di svegliarlo.»
«Capisco che sia... spiacevole.» 
«Spiacevole?» Ripeté stizzito, per il modo in cui era stato minimizzato il suo problema.
«Okay, immagino sia seccante, imbarazzante e anche un po' preoccupante, ma può capitare a tutti. Non è la fine del mondo, Cam.»
«Già, ma non è la prima volta che mi succede.» Piagnucolò sconsolato, «Sono mesi che non riesco a ad andare a letto con una ragazza. Non riesco a farmelo drizzare in nessun modo.»
«Non preoccuparti, vedrai che passerà presto. Forse sei solo stanco, stai lavorando così duramente ultimamente. Forse dovresti prenderti davvero una pausa, fare una vacanza, riposarti un po'.» Liana lo guardò scuotere la testa, sconsolato. «Ho trovato!» Esclamò all'improvviso, come se avesse avuto un'idea geniale, «Perché non vieni con me dalla mia terapista?»
«Liana, ti prego...» Si lamentò invece Cam, a cui quella sembrò la cosa più ridicola che avesse mai sentito, «Io avrò i miei problemi, ma questa mi sembra proprio una cretinata.»
«Perché sarebbe una cretinata? A me fa sentire meglio.» Protestò, «E comunque era solo un'idea, non c'è bisogno di essere così villano.» Lo colpì con uno schiaffetto sul petto e Cameron rise. «Stronzo!» Borbottò lei, ma fu felice di avergli strappato almeno un sorriso. «Forse è un problema medico. Ti sei fatto visitare da un dottore?»
«No, non ne ho avuto il tempo.»
«Sei stato davvero troppo impegnato o usi il lavoro come scusa perché te ne vergogni?» Andò avanti imperterrita, nonostante lo sguardo omicida che le rivolse Cam, «Perché mi pare che il tempo di andare per bar a rimorchiare invece lo hai avuto.»
«Si, beh... non è stata una buona idea. Quella ragazza e tutte le altre prima di lei, mi hanno riconosciuto e mi hanno chiesto se fossi realmente gay. Ovviamente ho detto a tutte loro che sono etero!» Fece svettare le sopracciglia fin sopra la fronte, perché almeno quelle riusciva ancora a sollevarle, «Per quanto ci abbia provato, non credo ci fosse modo di convincerle del contrario dopo quello che era successo...» Cercò di nascondere il crepitio nella sua voce quando tornò a parlare per precisare, «Dopo quello che non era successo.»
«Immagino sia dura per te.» Disse Liana, e subito se ne pentì, «Scusa, pessima scelta di parole.» 
Nonostante tutto, Cam sorrise per la gaffe della sua amica e tornò a guardare il soffitto.
«Quindi...» Ricominciò Liana, dopo averci pensato un po', «Questo ha a che fare con il tuo ultimo tweet?(2)»
«Ormai non fanno che chiedermelo tutti, in continuazione.» Annuì, «Forse è per questo che mi vengono in mente certe idee strane.»
«Quali idee? Cos'altro c'è?»
«Niente.»
«Le persone lo dicono quando qualcosa non va. A me non sembra niente.»
«È solo che... ho un sacco di pensieri per la testa.»
«Del Tipo?»
«È complicato.»
«Mettimi alla prova.»
«Ho fatto una cosa molto stupida.» Crollò alla fine, «Questa è la fine.»
«La fine di cosa?»
«Di tutto.»
«Sei troppo melodrammatico.» Liana sbuffò una risata.
«No, invece. Per niente. Se sapessi quello che è successo, non mi daresti del melodrammatico.»
«Allora dimmelo, qualunque cosa tu abbia paura di dirmi adesso.» Gli accarezzò la testa in modo dolce e confortante, «Cos'a hai fatto, Cam?»
«Ho baciato Noel.»
«Lo so, vi ho visti in tv. Un gran bel lavoro!» Disse tranquillamente. Chiaramente non aveva colto appieno il significato di quelle parole perché rimase in attesa come se quello fosse solo un preambolo per la vera notizia.
«No, voglio dire... l'ho baciato per davvero.» Sollevò la testa rossa e la picchiò piano contro il pavimento un paio di volte, «Sono andato a casa sua e l'ho baciato sul suo divano.»
«Hai baciato Noel?»
«Si.»
«Noel Fisher?»
«No, Noel Gallagher!» Sbottò sarcastico, «Gesù, Liana... si, Noel Fisher.»
«Scusa ma... quando? Come?» Chiese confusa la ragazza, continuando a sbattere le palpebre in modo isterico, come se potesse servire a vedere più chiaramente la situazione, «Perché non me l'hai detto?»
«Te lo sto dicendo ora.»
«Aspetta un momento... è per questo che stai lasciando Shameless?»
Il rosso annuì tristemente, «Ho rovinato la nostra amicizia. Ho rovinato tutto.»
«Piantala, Cam, sono sicura che non è così.»
«Noel si comporta normalmente, come se non fosse successo nulla. Lo conosco, so che lo fa soltanto per rendere le cose meno imbarazzanti, ma io non riesco neanche a guardarlo negli occhi.» 
Se fosse rimasto, la storia tra Ian e Mickey si sarebbe evoluta ulteriormente e ci sarebbero stati sicuramente altri baci o qualcosa di più. Cam, purtroppo, era quasi sicuro che rimanendo accanto a Noel in quel modo avrebbe perso nuovamente il controllo. Un solo bacio gli era bastato a sconvolgergli la vita, non poteva permettersi un altro errore e non voleva rischiare che accadesse di nuovo. Perché se un bacio poteva essere solo un bacio senza significato... due baci, invece, diventavano difficili da giustificare. A quel punto avrebbe dovuto ammettere che forse quel bacio rubato era qualcosa di più profondo.
«Non posso più lavorare con lui.»
«Avevo ragione, sei troppo melodrammatico.» Sospirò Liana, accoccolandosi accanto a lui che era come crocifisso sul pavimento, gli posò la testa sul braccio e rimase ad osservarlo per qualche minuto in silenzio. «Perché lo hai fatto?»
«Non lo so.» Sussurrò, senza neanche guardarla. Poi si voltò verso di lei e le parlò con voce molto più decisa, «Smettila!»
«Di fare cosa?»
«So cosa stai pensando. Non è così. Quel bacio non significa niente.»
«Stronzate, i baci significano sempre qualcosa.»
Cam la avvolse con il braccio che lei stava usando come cuscino e la immobilizzò, poi con l'altra mano le prese il viso, le strinse le guance fino a farla sembrare un pesciolino e le schioccò un casto e giocoso bacio a stampo sulle labbra. «Visto?» La sfidò con un sorriso stupido sulla faccia, «Niente!»
Liana protestò con un borbottio incomprensibile finché non riuscì a liberarsi dalla sua presa schiaffeggiandogli la mano, poi lo colpì con un buffetto sul petto e si preparò ad inveire ancora contro di lui, quella volta in modo chiaro e stizzito, ma Cameron fu più veloce.
«Mi ha detto che vuole che io faccia parte della sua vita.»
Quelle parole la spiazzarono e la intenerirono allo stesso tempo, proprio come era successo a Cam nel sentirle pronunciare da Noel.
«E tu cos'hai risposto?» Chiese, accoccolandosi di nuovo sul pavimento accanto all'amico.
«Io... non ho detto niente.»
«Perché?»
«È successo tutto così all'improvviso, non sapevo che fare. Non volevo rispondere senza averci pensato bene.»
«Cam, sei davvero troppo melodrammatico.»
Restarono in silenzio per un po', poi Cameron, insospettito dal suo silenzio, si voltò a guardarla e la trovò assorta nei suoi pensieri, con gli occhi sognanti e le guance un po' arrossate.
«A che pensi?»
«A te e Noel che vi baciate.»
Il rosso piegò il collo in modo scomposto per riuscire a guardarla in viso, sembrando un galletto con lo sguardo sorpreso e interrogativo.
«Ho visto l'episodio, Cam. Se in un bacio finto c'è una tale chimica tra di voi, non oso immaginare in un vero bacio.» Si sventolò la faccia accaldata con entrambe le mani, «Oh cavolo, dev'essere stato un bacio super eccitante.»
«Ti sbagli, non è stato eccitante.» Mentì, più o meno, «È stato un bacio a senso unico, lui se n'è rimasto impalato a fissarmi con la faccia da scemo.»
Di certo non era stato il più romantico dei baci, o il più passionale, né tantomeno il più coinvolgente, anzi, come bacio in sé era stato un totale disastro. Era strano quindi pensare a come, nonostante tutto, per Cam fosse stato comunque un bel bacio.
Iniziò così a fantasticare anche lui su come sarebbe baciare davvero Noel Fisher ed essere ricambiato, magari con un bel po' di lingue, carezze sul viso, mani tra i capelli e tutto il resto.
«Cam...»
«Uh?»
«Ti fisso un appuntamento con un dottore.»
«Okay.»

~~~*~~~

«Non era necessario che mi accompagnassi.»
Cameron e Liana erano seduti nella sala d'aspetto impeccabilmente pulita di uno degli andrologi più rinomati e discreti di Los Angeles. Nonostante le pareti tappezzate da attestati di merito e specializzazioni conseguite a pieni voti dal dottore, Cam non si sentiva per niente tranquillo e passò tutto il tempo ad elaborare una buona scusa per fuggire.
«Non volevo lasciarti solo.»
«Balle, tu volevi solo controllare che non mancassi l'appuntamento.»
«Si beh, anche quello. Scusa se mi preoccupo per la tua salute.»
«Va bene.» Disse rassegnato, «Però mi aspetti qui.»
Prima che lei potesse ribattere, la porta si aprì e un uomo ne uscì piangendo. Cam guardò terrorizzato Liana e si alzò per darsela a gambe, ma un'infermiera dai capelli cotonati e il sorriso gentile si affacciò chiamando il suo nome ed invitandolo ad entrare. Lui esitò, pensando di riuscire ancora a scappare, ma Liana lo prese sotto braccio e lo spinse dentro la stanza. Salutarono il dottore e si accomodarono di fornte alla scrivania.
«Lei è la fidanzata?»
«No, solo un'amica. Sono il suo sostegno morale.»
«Sostegno morale, eh?» Sorrise, «Lei è un ragazzo fortunato.»
«Visto il motivo per cui sono qui, direi proprio di no.»
«Allora, Signor Monaghan, qual é il problema?» Chiese l'uomo, dopo aver ridacchiato sotto i baffi.
«È da un po' che non riesco a... sa.»
Il dottore, con le mani incrociate e le sopracciglia sollevate, dondolò la testa per esortarlo a continuare.
«N-non riesco a...» Guardò Liana che lo incoraggiò a parlare strabuzzando gli occhi ed urtandogli il ginocchio sotto il tavolo. «Non riesco ad avere un'erezione.» Sputò fuori alla fine, sofferente ed imbarazzato.
«Oh!» Disse semplicemente, poi si alzò e invitò il suo paziente a seguirlo dietro al separé, abbassarsi i pantaloni e stendersi sul lettino.


Cameron non sapeva come comportarsi, avrebbe tanto voluto ignorare il fatto che uno sconosciuto stesse giocando con il suo uccello, ma forse, vista la situazione, avrebbe dovuto concentrarsi e fare di tutto per... santo cielo... farselo venire duro.
Dato che ultimamente non era riuscito ad eccitarsi con nessuna delle splendide ragazze con cui aveva provato ad andare a letto, sarebbe stato alquanto strano e forse anche un po' preoccupante, se invece proprio in quel momento avesse avuto un'erezione. Purtroppo o per fortuna non accadde.
«Allora?» Chiese il ragazzo steso sul lettino, gli occhi fissi sul soffitto, incapace di trovare il coraggio per guardare giù.
«Niente.» Rispose sconsolato il dottore, sollevando per l'ennesima volta quel grande uccello senza vita, «Wop... wooop...» Continuava a ripetere ogni volta che lo lasciava cadere inerme sul ventre. «È un vero peccato vista l'attrezzatura notevole di cui è fornito.»
Decisamente il mic drop più triste della storia.
«Provi ancora, per favore. Sa, lei non è esattamente il mio tipo.» Provò a scherzare, malgrado la situazione, e il nonnetto con la testa pelata rise divertito.
«Sto effettuando delle manipolazioni mediche specifiche, il suo pene dovrebbe reagire a prescindere dal suo apprezzamento nei miei confronti.»
Dopo un altro paio di "wop wop" ci rinunciò, «Sono dieci minuti che lo stimolo, ma... calma piatta! Mi sa che il suo pene è andato in pensione anticipata.»
«Com'è possibile?» Si sollevò sui gomiti, mostrando al dottore il panico nei suoi occhi.
«Ha già provato col viagra?»
«No, doc, non ho neanche vent'anni!» Protestò, guadagnandosi uno sguardo scettico dall'uomo più anziano, «Si, ho provato.» Confessò, roteando gli occhi, «È così da mesi ormai.»
«Perché non è venuto prima?» Il tono di rimprovero non troppo velato.
«Qual é il problema?» Chiese Cam, ignorando quella domanda di proposito.
«È in sciopero!» Scherzò, sfilandosi i guanti in lattice, «Allora, i casi sono due: o è stress o uso improprio dell'arnese.»
Cam si mise a sedere, ascoltando preoccupato ciò che diceva il dottore, che sembrava prendere sempre più confidenza con lui.
«Agli uomini succede più spesso di quanto crede. Si perché noi fino a una certa età lo sventoliamo come la corda di un cowboy, così lui si stanca e va in ferie... o nel suo caso in catalessi, in letargo, stasi neurovegetativa, in coma profondo, in un sonno eterno.»
«Basta, grazie. Ho capito.» Sorrise sarcasticamente, trattenendosi dal lanciargli addosso qualsiasi cosa avesse trovato nelle immediate vicinanze. «Può sistemarlo?»
«Possiamo provare a fare un'ecografia dinamica del pene.»
«Cosa sarebbe?»
«Un esame di routine. Si controllano i flussi ematici del pene sia in stato di flaccidità, sia in erezione indotta da un'iniezione nei corpi cavernosi di un vasodilatatore. Così scopriamo se il suo amichetto non si sveglia per un problema idraulico o psicologico.» Uscì da dietro il separé e, prima di tornare alla scrivania, si rivolse all'infermiera, «Signorina, mi prepari 10mm di prostaglandina. Grazie.»
«Qual è la diagnosi, dottore?» Chiese preoccupata Liana quando l'uomo iniziò a scribacchiare qualcosa in silenzio.
«Disfunzione erettile...» Disse lui, poi smise di scrivere i suoi geroglifici incomprensibili e la guardò serio, «Grave.»
«È impotente?»
«Vuoi dirlo un po' più forte? Non sono sicuro che la Regina d'Inghilterra ti abbia sentito chiaramente.» Ringhiò Cam, raggiungendoli una volta che ebbe finito di rivestirsi.
«Dobbiamo aspettare i risultati delle analisi per poterlo dire con certezza, ma francamente, io credo che il problema sia un altro.»
L'andrologo incrociò le mani sotto il mento e guardò il rosso con un sorriso rassicurante, «Signor Monaghan, mi parli della sua vita sentimentale. Mi dica, oltre ad avere un'amica così bella, ha anche una fidanzata?»
«Non al momento. Ma questo cosa c'entra?»
«Vede, Signor Monaghan, nel corso della mia lunga carriera, mi è capitato molte volte di riscontrare una causa scatenante ricorrente in quadri clinici simili al suo. Potrà sembrarle strano, ma spesso si tratta di un blocco psicologico dovuto alla repressione prolungata di un desiderio di intimità circoscritto ad una persona in particolare.» Fece una pausa per permettergli di assimilare il concetto, «Crede che possa essere il suo caso?»
«Beh-» Provò ad intervenire Liana, ma Cam le tolse subito la parola.
«Se fosse davvero così sarebbe un grosso problema per me, perché purtroppo non credo che Angelina Jolie possa essere disposta ad aiutarmi a risolverlo.»
«Capisco.» Ridacchiò, «Beh, se la Signora Jolie, o chiunque altro, non fosse disponibile, io le consiglierei di rivolgersi ad uno psicoterapeuta che l'aiuti a superare il suo blocco.»
«Te l'avevo detto.» Sussurrò a denti stretti Liana, colpendo con una gomitata il suo amico che roteò gli occhi esasperato, allora lo ripeté con più soddisfazione al dottore, «Io glielo l'avevo detto.»
«Dia ascolto alla sua incantevole amica, Signor Monaghan.» Suggerì quel gran adulatore di un andrologo, alzandosi dalla sua sedia imbottita, «Tra cinque minuti saremo pronti per l'ecografia. Proviamo a dare la carica a questo soldatino un po' pigro.» Mimò il gesto con entusiasmo, ma ciò lo fece sembrare solo più inquietante. «Mi raggiunga con calma.»
Tra i due ragazzi rimasti soli alla scrivania calò il silenzio, ma Cam sapeva cosa stava per arrivare.
«Cam... e se fosse Noel?»
«Sapevo che l'avresti detto.» 
«Si, perché lo hai pensato anche tu.»
«Invece no.» Mentì, «Io... accidenti, non avrei dovuto raccontarti di quello stupido bacio.» Borbottò scuotendo la testa, «Non è lui.»
«Come fai ad esserne certo?»
«Lo so e basta, Liana. Non è Noel!»
«Come vuoi... il pene è tuo.»
Cameron abbassò lo sguardo sull'inutile appendice di carne che aveva tra le gambe, sospirò pesantemente e gli disse, «Giuro che ti sto odiando ora come ora.» Poi raggiunse l'infermiera e la grossa siringa già pronta per lui.

~~~*~~~

Per qualcuno, il nuovo anno era iniziato con la coronazione di un grande sogno d'amore. Emma e Jeremy erano finalmente andati a convivere ed insieme a loro c'era anche una nuova arrivata, la piccola Stella(3). Quando furono pronti a ricevere ospiti, organizzarono una cena con alcuni dei loro amici e membri del cast.
Emma aveva preventivamente avvisato Cam della presenza di Noel alla cena e lo aveva informato del fatto che ci sarebbe andato da solo, ma il ragazzo era già al corrente di tutto perché nel pomeriggio aveva ricevuto un messaggio dallo stesso Noel che lo minacciava di non trovare scuse per assentarsi poiché aveva una cosa importante di cui parlargli.
Per questo motivo, Cam era stato nervoso tutta la sera, ma riuscì comunque a godersi il tempo con i suoi amici e a passare tranquillamente la serata nella stessa stanza con Noel.
Dopo l'ennesimo racconto di Steve sui disagi di avere la gamba ingessata durante le riprese(4), Cam uscì fuori a fumare sul terrazzino e Noel lo raggiunse, sfruttando l'occasione per rimanere un po' da soli.
«Non hai smesso di fumare, eh?»
«No.» Rispose il rosso, porgendogli la sigaretta, «E tu?»
Noel la prese, sorridendo colpevole. Sbuffò una nuvola di fumo e la restituì al proprietario. 
«Lo immaginavo. Smetterò quando smetterai anche tu.»
Fumarono in silenzio per un po', finché la sigaretta non bruciò completamente.
«Allora...» Cameron ruppe il silenzio, spegnendo il mozzicone nel posacenere del terrazzino, «Qual è la cosa importante che devi dirmi?»
Cam aveva avuto fin troppo tempo per fantasticare prima di incontrarlo, tra i mille pensieri che gli erano balenati in testa ce n'erano stati anche di buoni, ma per la maggior parte erano stati catastrofici. Poi però, Noel gli sorrise e tutte le preoccupazioni del rosso si sciolsero, perché niente di così bello avrebbe mai potuto preannunciare sventure.
«Ho una grossa notizia da darti.» Disse Noel con entusiasmo, «Morivo dalla voglia di parlartene prima, ma non l'ho fatto perché volevo dirtelo di persona.» Allargò le braccia e ancor di più il suo sorriso, «Sono ufficialmente una tartaruga ninja!»
«Cosa? Come?» Sgranò gli occhi verdi e increduli, «Non avevi detto di averci dovuto rinunciare per via di Shameless?»
«In realtà sono stato davvero fortunato perché la produzione è partita in ritardo così le riprese del film e quelle di Shameless si sono incastrate alla perfezione.»
«Noel, è fantastico!» Il suo istinto fu quello di abbracciarlo, come avrebbe fatto normalmente, ma quella volta, Cam si limitò ad una più distaccata pacca sulla spalla.
«Già, È stata davvero una gran botta di culo.»
«Quindi, sarai Donny o Leo?»
«Mh mh.» Fece di "no" con la testa, «Prova di nuovo.»
Il ragazzo lo guardò perplesso finché non gli si accese la lampadina ed urlò, «Michelangelo?»
«Ho pensato a quello che mi hai detto e, visto che ne ho avuto la possibilità, ho fatto anche il provino per Miky... e-»
«Si, cazzo! Sapevo che eri perfetto per quel ruolo!» Quella volta Cam non riuscì a trattenersi, senza neanche pensarci, lo strinse tra le braccia e lo sollevò da terra mentre il biondo ridacchiava nel suo solito modo melodico. Sembrava regredito ad uno stato infantile, in quel momento era solo il piccolo Cam di sei anni, estraneo ai drammi relazionali degli adulti, ma entusiasta di incontrare la sua tartaruga ninja preferita.
«Dillo! Dillo! Dillo!» Canticchiò, agitando i pugni in un gesto di incoraggiamento. Noel non ebbe bisogno di chiedere e non lo fece aspettare oltre, «Cowabunga!» Urlò, ed entrambi risero come bambini. «Ho visto tutti i film e le vecchie serie, ma poi ho deciso di tenere la mia voce per lo più al naturale, solo un po' più giovanile. Che te ne pare?»
«Sei assolutamente perfetto.» Disse spontaneamente Cam, con gli occhi sognanti, «Per il ruolo...» Aggiunse quando si accorse di essere stato equivoco, «Te l'avevo detto, no?»
«Già... e i ragazzi sono davvero fantastici, Cam. Non avevamo mai fatto nessuna lettura di chimica insieme, ma al test finale eravamo tutti e quattro insieme e per fortuna abbiamo avuto questo... una sorta di legame immediato, un flusso naturale, davvero molto fraterno.» Concluse ridendo, «Abbiamo una bromance.»
Cam si sforzò a continuare a sorridere, nonostante la fitta che lo colpì al petto sentendo quelle parole. Era assolutamente felice per Noel, ma si rese conto che, a quanto pareva, il loro legame immediato e flusso naturale... la loro bromance non era poi così speciale come aveva sempre creduto. Perché Noel riusciva a legare e farsi voler bene da tutti e il suo grande talento di attore faceva il resto.
«Ora mi spetta un mese intero di addestramento con gli stuntmen del 87eleven che sono davvero super cazzuti, cazzuti professionisti. Sono super eccitato, bruh!»
La mente di Cam era persa tra mille pensieri quando la voce di Noel lo riportò sulla Terra e si rese conto di aver perso parte del discorso. «Ovviamente girerete a New York.»
«Si, verso la fine di Marzo. Tu invece sarai in Inghilterra, giusto? Per quel film sui vampiri.»
«Si, a Londra. Le riprese inizieranno verso la fine di Maggio, ma prima sarò anche io a New York per qualche settimana. Parto tra qualche giorno.» Cameron indietreggiò si abbandonò contro il muro, prima con le spalle e poi con la testa. «Sembra che non ci vedremo per un bel po'.»
«Si ma...» Cominciò Noel, aspettando che il rosso si girasse a guardarlo prima di continuare, «Ci sentiremo comunque, no?» Fece un respiro profondo, trattenendolo fino a quando il più giovane non annuì dopo essersi torturato il labbro per un momento, armeggiando con le mani in tasca.
«Non era un contratto di tre film sulle tartarughe ninja?»
«Si.»
«Lascerai Shameless?»
«Non lo so. Cercherò di portare avanti entrambe le cose il più possibile, ma non sono sicuro di che fine possa fare Mickey senza Ian.» Sospirò, «Non hai cambiato idea, giusto?»
Cam fece silenziosamente "no" con la testa, senza voltarsi a guardarlo.
«Stiamo condannando Ian e Mickey ad un finale infelice?» Chiese sconsolato Noel, ricevendo in risposta solo un'alzata di spalle. «Potrebbero sempre fuggire insieme e vivere felici da qualche parte, no?»
«Beh, il loro destino è nelle mani di John [Wells].»
«Merda.» Sussurrò scoraggiato Noel. I due risero e finalmente si guardarono.



(1) Il 27 Novembre 2012 Noel e Justin erano insieme al "Certainty" Premiere and After Party al Lemelle Music Hall, a Beverly Hills, California.
(2) Grazie a Cameron che cancella sempre tutto, ho solo questo.

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(3)

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(4)

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-Perché Kevin era ingessato durante la Stagine 3
(Andate a visitare la pagina Intagram "specificallyshameless" per tante notizie interessanti su Shameless!)

Crediti:
- BoJack Horseman;
- Maschi contro femmine;
- Chiedo scusa se ho dimenticato qualcuno.


Note dell'autrice:
Siccome spesso il sito elimina le foto inserite nella storia e dato che in molti capitoli le immagini sono fondamentali, sotto ogni immagine vi lascio il link così da poterle visualizzare su imgbb.

Vi lascio i link di 2 interviste a Noel del 31 Luglio 2014 da cui sono tratte informazioni per questo e altri capitoli futuri.
-Noel Fisher (Shameless/Teenage Mutant Ninja Turtles) Interview | AfterBuzz TV's Spotlight On
-Noel Fisher (Teenage Mutant Ninja Turtles) Interview | Anatomy of a Movie
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


                             
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Cameron era già steso comodamente al centro del letto a due piazze, quando la ragazza con la lingerie ridotta al minimo indispensabile comparve da dietro la porta e lo raggiunse sculettando. Strisciò sul materasso e poi su di lui che la aiutò a sedergli grembo con le sue grandi mani che quasi si toccavano avvolte alla sua vita troppo stretta. Macinarono duramente uno contro l'altra fin da subito, finché lei non si fermò improvvisamente e Cam, purtroppo, sapeva esattamente il perché.
«Cosa succede a tuo pistolino?»
«N-niente.» Balbettò imbarazzato, ma cercò di fare l'indifferente, «Non gli succede niente.»
«Lo vedo.»
«Va tutto bene...» Affondò le spalle nel cuscino e ricominciò a muovere i fianchi, incoraggiandola a fare lo stesso, «Dagli un minuto.»
La ragazza gli sfilò i boxer quel tanto che bastava a far saltare fuori il suo pistolino, poi scivolò giù sorridendo maliziosamente e lo prese in bocca.
«Ti prego, ti prego, ti prego!» Sussurrò Cam, tirò la testa all'indietro e strizzò le palpebre, cercando di concentrarsi il più possibile sul suo obiettivo, «Diventa duro, ti prego!»
«Temo che pregarlo non servirà a nulla.»
Gli occhi del rosso si spalancarono al suono di quella voce familiare ma decisamente fuori posto. Voltò la testa a rallentatore e con sua grande sorpresa lui era lì.
«Ciao, bruh.» Noel era seduto sul comodino con le gambe penzoloni e lo guardava dall'alto con un gran sorriso sulle labbra.
«Ma che cazzo?!» Saltò mezzo metro dal letto, completamente sotto shock.
«Hey, Cam, qualcuno ha abboccato al tuo vermetto.» Indicò ridendo la ragazza che era rimasta attaccata a succhiarlo come se niente fosse. Cam la allontanò senza troppa grazia e si rimise il vermetto nelle mutande per nasconderlo dal suo inopportuno amico guardone.
«Io sono Jennifer.» Disse lei civettuola, allungando la mano verso Noel, che accennò un baciamano divertito. «Sono ragazza di video "Il culo magico di Jennifer può guarire l'impotenza" che testarossa ha guardato ieri sera per fare sega, ma no è riuscito.» Constatò sconsolata, «Forse mio culo no è così magico.»
«Tranquilla tesoro, non sei tu il problema.» Provò a consolarla il biondo, poi arricciò il naso e, facendo molleggiare il dito verso Cam, sussurrò abbastanza forte da essere sentito, «È lui!»
Entrambi risero del povero ragazzo che invece rimase a guardare impotente, in tutti i sensi, la scenetta davanti ai suoi occhi verdi e increduli.
«Eeeeh, pronto?» Li interruppe, agitando le braccia in aria in modo confusionale, «Che cazzo sta succedendo qui?»
«Non l'hai ancora capito? Questo è un sogno.»
«Un sogno?» Ripeté perplesso.
«Si, genio, cosa pensavi?»
Cameron si guardò intorno e non riconobbe il posto in cui si trovava, poi, guardando la ragazza, si ricordò con chiarezza di lei e di quella stanza tutta bianca nel porno che aveva guardato prima di mettersi a dormire e capì che il suo amico aveva ragione, quell'assurdità non poteva che essere un sogno. Un sogno erotico per l'esattezza. Riflettendoci ancora pochi istanti, si rese anche conto con orrore che Noel non sarebbe dovuto esserci affatto in un sogno del genere, specialmente se in mutande com'era.
«Cosa vorrebbe dire tutto questo?»
«E io che ne so... sono solo il frutto della tua immaginazione. Ma, se dovessi indovinare... direi che il tuo subconscio e la cronologia del tuo computer coincidono.»
«Si, beh... è un incubo se tu rimani qui.»
«Tuo amico vuole unirsi a noi?» Chiese speranzosa Jennifer.
«No!» Negò categorico, «Non vuole assolutamente unirsi a noi.» Si voltò verso il biondo, i modi fintamente gentili, ma lo sguardo estremamente minaccioso, «Anzi, se ne stava giusto andando. Vero, Noel?»
«Non dipende da me. Sei tu che non vuoi che me ne vada.»
«Invece si!»
«Sicuro?»
«Questo è il mio sogno, lo saprò se ti voglio qui o meno.»
«Eppure...» Allargò le braccia, sollevò le sopracciglia e arricciò le labbra, «Sono ancora qui.»
«Voglio-che-tu-te-ne-vada-Noel!» Scandì bene in tono sarcastico.
«Non posso.» Sorrise, «Come faccio ad andarmene se non c'è la porta?»
«Cosa?»
«La porta...» Indicò il punto della stanza dove prima c'era la porta, ma che era sparita lasciando solo un muro spoglio. «L'hai fatta sparire.»
«Non sono stato io.»
«È il tuo sogno, tutto qui è opera tua.»
«Ooooh, ma dai!» Frignò, lasciandosi cadere sul letto, «Dannazione!» Borbottò premendo la faccia nel cuscino. Rimase cadaverico qualche istante, poi si sollevò di scatto, «Va bene, allora sai cosa?» Si rivolse a Noel con una ritrovata aria di sfida, «Ti ignorerò.»
«Non sarebbe una novità.» Disse inespressivo, per niente impressionato, «Non lo stavi già facendo? A malapena rispondi ai miei messaggi.»
Cameron sobbalzò sorpreso, finse che quelle parole non avessero colpito nel segno e sbuffò stizzito dal naso, ma rimase in silenzio, decidendo di non raccogliere quella provocazione perché non aveva intenzione di affrontare l'argomento in un cazzo di sogno erotico.
Rotolò sulla ragazza, intrappolandola tra le sue braccia tese piantate nel materasso, la baciò per qualche minuto e, tenendo il contatto tra le loro labbra, alzò gli occhi per controllare se Noel fosse finalmente scomparso, ma lo trovò ancora lì, appollaiato sul comodino a guardarli un po' disgustato.
«Mi sembra di guardare un documentario sull'accoppiamento delle anguille.»
Per tutta risposta, il rosso si strusciò prepotentemente contro la ragazza che iniziò ad ansimare in modo esagerato, proprio come in ogni porno, credendo di essere d'aiuto con quel suo concerto di eccitanti gridolini orgasmici, ma ottenne l'effetto contrario su Cam che le tappò la bocca con una mano.
«Ancora niente, uh?»
«Sta zitto, Noel!»
Noel finse di chiudere le sue labbra sorridenti con una serratura, poi allargò l'elastico dei boxer e lasciò cadere la chiave immaginaria nei suoi boxer. Nonostante ciò, il silenzio durò ben poco. Il ragazzo sul comò continuò a prenderlo in giro, azzardando anche qualche consiglio su come fare di meglio, e questo rese estremamente difficile per Cam il riuscire ad ignorarlo, ma soprattutto gli rese impossibile di concentrarsi su ciò che stava facendo.
Jennifer sbuffò infastidita e si arrese, roteò gli occhi all'indietro e si abbandonò come un corpo senza vita sul materasso, mentre Cam annaspava ancora sopra di lei.
«Questo è il sogno erotico più triste di tutti i tempi.» Sospirò sconcertato Noel.
«Okay, ora basta.» Ringhiò Cam, ormai al limite. Saltò agilmente giù da Jennifer e dal letto, raggiunse il muro vuoto e ci bussò forte con la mano, urlando, «Portaaaaaaaa!»
Quando sentì che il biondo lo aveva raggiunto alle spalle, si girò di scatto e lo affrontò una volta per tutte, «Perché sei qui, Noel?»
Entrambi i ragazzi tennero la loro posizione, uno di fronte all'altro, lanciandosi occhiate intense.
«Sei tu a volermi qui.»
«È una stronzata... sono tutte stronzate!» La rabbia cresceva nella sua voce, eppure era così calmo, così severo, «Non ho nessuno stupido blocco psicologico, non ho represso nessun dannato desiderio di intimità e non ho una fottutissima cotta per te, Noel.»
«Allora perché mi hai baciato?»
«Sarai contento di sapere che è solo stress, come avevi detto tu. Avevi ragione, me lo ha confermato un dottore.»
«Forse dovresti andare in terapia.»
«Smettetela di dirmi tutti di andare in terapia!» Cam deviò abilmente il tentativo di umorismo di Noel, di cui normalmente avrebbe riso gentilmente, un chiaro segno che non era il momento di scherzare. «Okay, si, ti ho baciato e tu mi hai respinto. Fine della storia. Sei stato molto chiaro sul fatto che è importante restare amici, non rendere le cose strane tra noi... e io l'ho fatto, mi sono allontanato per evitare di fare altri errori di cui so già che mi pentirei.» La voce gli morì in gola pronunciando quelle parole, «Poi però mi hai detto che vuoi che io faccia parte della tua vita... e sto cercando di fare anche quello, come meglio posso, anche se mi fa male, cazzo.» Era più esasperato che altro, «Faccio tutto quello che mi chiedi, cos'altro vuoi da me? Sei sempre nella mia testa, cazzo, nei miei pensieri... ora anche nei miei sogni. Si può sapere perché mi perseguiti?»
Cam non era del tutto sicuro del perché fosse così agitato, le sue emozioni già amplificate dalla situazione surreale dovevano aver causato la sua reazione a spirale fuori controllo. Quindi se ne stava lì, in silenzio, in attesa di una risposta. «Cosa vuoi da me, Noel?»
Nonostante gli stesse gridando contro, Noel mantenne un'espressione dolce e tranquilla, «Il tempo è scaduto.» Sorridendo, posò una mano in mezzo al suo petto nudo e lo spinse con forza fuori dalla porta che magicamente era ricomparsa aperta alle sue spalle, «È ora di svegliarsi.»
«Ma che diavolo?» Cameron sobbalzò come se fosse davvero ricaduto sulla Terra attraverso un portale da un'altra dimensione, ansimando e guardandosi in torno per qualche minuto fino a che non realizzò di essersi solo svegliato da un brutto sogno, al sicuro nel suo letto. «Gli altri fanno ogni sorta di sconcerie nei loro sogni erotici! È tutto qui quello che la mia immaginazione e i miei desideri sanno fare?» Si lamentò con se stesso. Fece sprofondare il viso nel cuscino e sussurrò un ovattato, «Cazzo!»

~~~*~~~

Nonostante fosse in ritardo, Cameron spese altri due minuti per darsi un ultimo sguardo allo specchio. Capelli pettinati e pantaloni scuri andavano bene, ma la camicia floreale non lo convinceva, era una mossa troppo azzardata per un appuntamento, così la cambiò velocemente con una blu scura a tinta unita e si preparò finalmente ad uscire.
Esitò per un momento, chiedendosi perché lo stesse facendo, non voleva aggiungere un'altra persona alla già troppo lunga lista di ragazze con cui aveva fatto cilecca, ma la risposta fu estremamente semplice. L'irruzione di Noel nel suo sogno erotico lo aveva turbato ed era senza dubbio il motivo per cui aveva organizzato quell'appuntamento.
«Chi diavolo è a quest'ora?» Sussurrò tra sé quando qualcuno suonò il campanello. Scese le scale di corsa e aprì la porta d'ingresso mentre allacciava gli ultimi bottoni della camicia.


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«Ciao, bruh.» Noel se ne stava lì con le mani nelle tasche dei suoi jeans stretti, un morbido pullover viola e i suoi occhialetti neri da nerd.
«Ciao.» La testa gli saltò all'interno per la sorpresa, «Che ci fai qui?»
«Stavo facendo due passi ed ero nei paraggi, così ho pensato... se cammino per una mezza dozzina di isolati, sarò a casa di Cameron.»
«Tu non fai mai due passi.» Sorrise sarcastico, poi si fece serio, «Stai bene?»
«Si, sto bene.» Disse, nonostante la sua faccia suggerisse il contrario, «È solo che non potremo vederci per tanto tempo... voglio passare un po' di tempo con te. Tutto qui.»
In parte era vero, ma era chiaro che c'era dell'altro e Cam non se la bevve neanche per un momento.
«Noel, che succede?»
«Posso restare qui stanotte?»
«Si.» Rispose velocemente e se ne pentì ancora più velocemente quando realizzò ciò che stava succedendo. Avrebbe dovuto rispedirlo a casa ed andare al suo appuntamento, ma col cazzo che lo fece. «Vieni. Entra pure.» Disse invece, accogliendolo in casa.
«Scusami, ma non sapevo dove altro andare.»
«Ti va di parlarne?»
«Non proprio.»
Cam lo guardò in silenzio, con le labbra strette tra i denti, pensando a quale fosse la cosa più giusta da dire o da fare.
«Vuoi bere qualcosa?»
«Direi che mi servirebbe.» Annuì sorridendo e seguì il suo amico giù per le scale che portavano alla zona giorno. «Oh Dio, Cam, tu stavi uscendo.» Disse quando finalmente notò il suo outfit elegante, «Scusa, tolgo subito il disturbo.» Risalì due scalini prima che Cam lo afferrasse per un braccio.


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«Noel, vieni qui.» Lo tirò giù e non lo lasciò andare finché non fu sicuro che il biondo non si sarebbe dato alla fuga un'altra volta, «Tranquillo, non stavo uscendo.»
«Allora perché sei così in tiro?»
«Beh, ecco, io...» Balbettò, guardandosi i vestiti, «In realtà, sono appena tornato.»
«Ah sì?»
«S-si... stavo giusto per cambiarmi e mettere qualcosa di più comodo.» Per avvalorare le sue parole, indicò la camicia per metà sbottonata e continuò con i bottoni che ancora non lo erano. Chiese a Noel di aiutarlo con i polsini, che aveva faticosamente abbottonato solo qualche minuto prima.
«Muoio di fame. Tu hai già mangiato?» 
Il biondo fece di no con la testa senza distogliere lo sguardo da ciò che stava facendo, «Ti chiedo scusa per essere piombato qui a quest'ora e per giunta a mani vuote, ma sono uscito di casa di corsa senza portafogli... né telefono... né chiavi.» Liberò facilmente entrambi i polsi e poi, un po' imbarazzato, alzò gli occhi azzurri sul viso sorridente di Cam.
«Non preoccuparti, ordiniamo qualcosa.» 
«No, lascia che prepari io la cena. Permettimi di ripagare la tua ospitalità.»
«Per quanto io muoia dalla voglia di vederti in versione "Martha Stewart", purtroppo in casa ho solo birra e poco altro. Non ho avuto il tempo di fare la spesa.»
«Non è un problema, lascia fare a me. Sono un campione di ricette svuota frigo.»
«Il mio frigo è già vuoto, Noel.»
«Posso dare un'occhiata?» Chiese con una certa spavalderia. Cam fece spallucce e annuì, Noel raggiunse il frigorifero e lo aprì.
«Continuare a fissarlo non farà comparire del cibo. Ci ho già provato.» Ridacchiò, raggiungendolo alle spalle e godendosi lo spettacolo quando lui si chinò a novanta per ispezionare meglio la desolazione che regnava in quel frigo vuoto e freddo. Il pullover si sollevò lasciando scoperta una striscia di schiena chiarissima, più in giù scendeva lo sguardo più il panorama migliorava con il suo sedere tondo e perfetto stretto nei jeans. Cam rimase a guardarlo finché Noel non si spostò per perquisire il resto della cucina alla ricerca di qualsiasi cosa utile a preparare una cena commestibile.
«Posso ordinare la pizza ora?»
«Mmmmh. No, posso farcela.» Chiuse l'ultimo stipo in cui aveva rovistato prima di girarsi a guardare Cam e sorridergli, «Tu va pure a metterti comodo, qui ci penso io.»
Il più giovane lo guardò scettico, ma poi obbedì e salì al piano di sopra a cambiarsi. Prima di indossare vestiti più confortevoli, però, c'era un'altra cosa che Cam doveva fare con una certa urgenza. Si chiuse in bagno, come se essere su un piano differente non fosse abbastanza per non essere sentito da Noel, prese il cellulare e si preparò a fare quella difficile telefonata.
«Hey, babe.» Disse appena la ragazza rispose, già un po' stizzita, «Ascolta, sono mortificato ma... non possiamo vederci questa sera.»
Difficile dire se Cam fu troppo ottimista o troppo ingenuo, forse era solo super eccitato di avere Noel a casa sua, ma non si preparò minimamente all'eventualità che lei pretendesse una spiegazione, così, quando lei giustamente lo fece, fu costretto ad improvvisare. «Mi dispiace dirtelo all'ultimo momento, ma...» Finse di tossire, «Mi è venuto un forte mal di gola. Niente di grave, ma ho molti impegni di lavoro nei prossimi giorni e non posso proprio rischiare che peggiori, che mi vada via la voce o qualcosa del genere.» Qualche colpo di tosse qua e là e una voce sofferente convinsero la ragazza non solo a perdonarlo, ma ad offrirsi di raggiungerlo per prendersi cura di lui. «No, non c'è bisogno che tu venga qui, non preoccuparti. Ora mi faccio una minestra calda e mi metto a letto.» Tagliò corto per non darle la possibilità di dire altro, «Scusa ancora. Buonanotte.»
Infilò velocemente il pigiama e scese in cucina. Noel era concentrato a sistemare qualcosa su una grande teglia sul bancone accanto al lavello e non si accorse di lui, così Cam ne approfittò per spiarlo un po' mentre preparava la cena canticchiando.
L'umore di Noel era decisamente cambiato, come succedeva ogni volta che Cam gli era vicino. Il rosso aveva sempre avuto un effetto calmante su di lui e sembrava che tutto ciò che aveva pesato sui suoi pensieri di recente si fosse semplicemente sciolto come neve al sole, perché il solo stare lì con Cameron era sufficiente a farlo sentire meglio.
«Wow!» Esclamò quando finalmente lo raggiunse e vide ciò che stava preparando, «È pizza quella?»
«Una specie, ma sono sicuro che nessun italiano sarebbe mai d'accordo.» Rise, «La base è pane raffermo bagnato con un po' di latte, olio e sale. Sopra ci andrebbero salsa di pomodoro e mozzarella, ma ho trovato solo ketchup e formaggio spray al cheddar e bacon, quindi...(1)» Mise la teglia in forno e regolò il timer, «Dieci minuti ed è pronta.»
Cam prese due birre dal frigo e lo chiuse con una spallata, rimanendoci appoggiato su un fianco, poi aprì le bottiglie e ne allungò una a Noel che con un saltello sedette sul bancone difronte a lui.
«Sai, quando vivevo con Justin [Chatwin] capitava molto spesso di avere il frigo vuoto. Lui era molto più avanti di me con la sua carriera, ma eravamo comunque due ragazzi al verde per la maggior parte del tempo.» Raccontò il biondo con aria nostalgica, «È durata poco, ma è stato bello. Ci siamo divertiti tanto.(2)»
«Justin parlava molto spesso di te.»
«Ti ho mai detto che è stato grazie a lui che ho avuto la parte di Mickey?»
«Si, ma non mi hai mai raccontato com'è andata.»
«Era Nancy [Marie Pimental] a doversi occupare del casting e una o due notti prima che girassero la prima scena con Mickey ancora non aveva trovato un attore che la convincesse. Allora Justin fece il mio nome e loro mi diedero una possibilità. Registrai un video e mi precipitai ai W.B. Studios a consegnarlo di persona e... ottenni la parte all'ultimo minuto.»
«È incredibile.»
«Già.»
«È ancora più incredibile come, dal piccolo ruolo che era, tu sia riuscito a rendere Mickey uno dei personaggi più amati dello spettacolo.»
«È merito degli scrittori che-»
«Sta zitto, Noel!» Lo raggiunse e, dopo aver posato la birra sul lavello, gli posò una mano sopra ogni ginocchio, ma senza oltrepassarli, non invase con il proprio corpo lo spazio tra le sue gambe, «Si, gli script sono buoni... ma sei stato tu, Noel Fisher, a conquistare il pubblico.» Erano comunque troppo vicini, ma nessuno dei due indietreggiò, «So che non lo vuoi sentire, ma sei troppo bravo per i piccoli ruoli marginali. Sei un attore fantastico e non dovresti essere sottovalutato.» Sbuffò frustrato, «Mi dispiace ma è così. Lo sai che è così.»
«Grazie.» Sorrise imbarazzato il biondo, «In realtà... tutto è dipeso da te. Insomma, se tra di noi non ci fosse...» Agitò il dito tra loro, ma non riuscì a finire la frase, così ci pensò Cam a farlo al posto suo.
«Una forte chimica?»
«Già.» Rise nervosamente, «Probabilmente Mickey sarebbe rimasto a marcire in riformatorio dopo la prima stagione e a nessuno sarebbe più importato di lui.» Noel sospirò e posò una mano su quella di Cameron, «E neanche noi saremmo qui ora.»
I loro occhi si incatenarono ed entrambi smisero perfino di sbattere le palpebre, un silenzio surreale pervase la stanza finché il timer del forno non suonò facendoli sobbalzare, uccidendo il momento. Il rosso si fece da parete, lasciando a Noel lo spazio per scendere dal bancone. Mentre uno apparecchiò la tavola, l'atro recuperò la cena dal forno. Mangiarono direttamente dalla teglia e senza posate, come due barbati, leccandosi le dita e scolandosi un paio di birre tra rutti e risate.
«Ci pensi che Jeremy sarebbe potuto essere Ian?» Ridacchiò Cam.
«Già, e J. Michael [Trautmann] ha fatto il provino per il ruolo di Mickey, quindi...»
«Lip e Iggy... insieme.(3)»
I due si scambiarono uno sguardo titubante, arricciarono in naso e risero. Cam fu distratto dal suo cellulare che iniziò a vibrare e fece il grave errore di prendere un lungo sorso di birra prima di leggere il messaggio.
«Cazzo!» Sputò fuori le parole insieme a tutta la birra che aveva in bocca, come un idrante. La pizza fortunatamente era finita, ma nient'altro fu risparmiato, compresa la faccia di Noel.
«Che succede?» Chiese allarmato, togliendosi gli occhiali per dargli una pulita. La preoccupazione superò il disappunto per quella doccia di birra indesiderata.
«Merda!» Imprecò ancora, alzandosi di scatto dalla sedia, «Torno subito.»
Cam raggiunse la porta, saltando la rampa di scale con due sole falcate, poi sobbalzò come se si fosse ricordato improvvisamente di qualcosa e salì di corsa al piano superiore. Ricomparve dopo pochi secondi avvolto in una coperta, come un bruco in un bozzolo, ed uscì di casa sotto lo sguardo confuso e un po' spaventato di Noel.


Cam attraversò il largo viale fino al ciglio della strada dove era parcheggiato un taxi e, non appena lo ebbe raggiunto, una bella ragazza bionda e molto elegante scese dall'auto.


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«Bastava solo che mi dicessi il civico dell'appartamento. Non occorreva che venissi a prendermi.»
«Che ci fai qui?»
Dapprima lei rimase un po' stranita dall'accoglienza ricevuta, ben lontana da quella che si aspettava e sperava, poi però, sorrise e continuò, «Per il mal di gola c'è bisogno del freddo. Da quando ero bambina, mia madre mi dava sempre del gelato, quindi...» Aprì la busta di carta che aveva in mano e ne uscì una confezione da sei di M&M's vanilla ice cream fun cups con un entusiastico "tadaaaan".
«Grazie, non dovevi.» Disse Cam con un sorriso tremolante, poi continuò appena udibile, «Non... dovevi proprio.»
«Oh babe, voglio prendermi cura di te.» Gli si avvicinò civettuola, aggrappandosi a lui e cercando di infilare una mano sotto la coperta alla ricerca del suo corpo, «Anche per tutta la notte se sarà necessario.»
«Non se ne parla!» Pensò ad alta voce senza accorgersene.
«Come scusa?»
«No, scusa, volevo dire... che non è necessario.» Scivolò via abilmente dalle braccia della ragazza, «Sei stata davvero molto...» Si fermò e ripeté con più enfasi, «Mooolto gentile, ma ora è meglio che tu vada.» Tirò fuori il portafogli da sotto un punto imprecisato della coperta e si affacciò al finestrino del tassista, chiese il costo della corsa, poi gli diede il doppio per pagare anche il ritorno. Aggiunse anche una cospicua mancia per la lunga attesa e si raccomandò con l'uomo di guidare con prudenza. Poi, sotto lo sguardo incredulo della ragazza, Cam le aprì lo sportello come un gentiluomo... un gentiluomo che la invitava ad andarsene.
Il piano di cercare qualcuno da rimorchiare era stato ridicolo fin dall’inizio, un ultimo disperato tentativo di ingannare sé stesso e mantenere una parvenza di normalità. Aveva trovato una ragazza fantastica, disposta a fare per lui molto più di quanto meritasse, eppure non gliene importava nulla. Cam stava cominciando a chiedersi se esistesse davvero qualcuno su tutto il pianeta in grado di persuaderlo dal tornare a casa da Noel.
«Mi stai prendendo in giro?»
«Non puoi restare qui stasera.»
«Perché?»
«Non vorrei contagiarti.»
Lo sguardo scettico e arrabbiato di lei suggerì al rosso che non se l'era bevuta, così aggiunse una tosse spudoratamente finta e sofferente alla sua recita, sperando di convincerla.
«Sai, per essere un attore fai davvero schifo a mentire.»
«Ascolta, posso spiegarti.» Disse con un tono sinceramente dispiaciuto, vedendo delusione e lacrime nei suoi bei occhi, «Un mio amico mi ha chiesto di restare a dormire da me questa notte e io non ho potuto dirgli di no. È sconvolto e-»
«Un amico, certo. Ora è tutto chiaro. Credi che sia stupida?» Continuò senza dargli modo di rispondere, dopotutto, era una domanda retorica, «Beh, un po' stupida devo proprio esserlo, visto che sono corsa qui per te direttamente dall'East Side... e io odio viaggiare in taxi.»
Strinse la confezione di gelato tra le mani e la schiantò rabbiosamente sul petto di Cam, «Spero che alla tua troietta piaccia il gelato.» Ringhiò a denti stretti, «E spero che vi ci strozziate!» Risalì sul taxi, sbattendo lo sportello, e sparì nella notte.


Quando rientrò in casa, Cam si fermò nell'ingresso, sorpreso di trovarsi quattro occhi a fissarlo in silenzio. Noel era seduto dove lo aveva lasciato e sul tavolo, che era stato sparecchiato e ripulito, faceva da centrotavola una gatta tartarugata.
«Allora, che è successo?» Chiese il biondo, preoccupato.
«Buone notizie, troietta, abbiamo il gelato!» Disse con un sorriso stupido, agitandosi la confezione davanti alla faccia, «Ma dobbiamo mangiarlo con moooolta attenzione.»
«Oh, vuoi davvero fare finta di niente?»
«Si.» Tagliò corto, passandogli oltre per raggiungere il frigo, «Vuoi un'altra birra?»
«Va bene.» Noel alzò gli occhi al cielo e fece svolazzare le mani in un gesto di rassegnazione, poi guardò l'altro trafficare in cucina. Cam aprì la confezione di gelato alla vaniglia e M&M's, prese due coppette e le lanciò a Noel che le afferrò al volo una dopo l'altra, poi conservò le altre quattro e prese le due birre.
«Vedo che hai conosciuto Tipper!»


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«In realtà l'avevo già vista affacciarsi un paio di volte dalle scale per spiarci, ora finalmente è scesa a conoscermi.» La accarezzò sulla testolina e lei sembrò apprezzare, «Sai, credo di piacerle.»
«Mi dispiace deluderti, ma sta solo facendo la ruffiana nella speranza che tu le dia del cibo, anche se ha già mangiato.» Prese due cucchiaini e riprese il suo posto accanto a Noel, «E comunque lei non dovrebbe stare sul tavolo.» Si rivolse a lui con un tono di rimprovero, sapendo che quella gentile concessione alla gatta era opera sua, visto che lei con le sue tre zampe non riusciva a salirci da sola. Noel non mostrò il minimo senso di colpa, anzi, quando Tipper iniziò a miagolare insistentemente reclamando un assaggio del gelato, lui la accontentò facendole leccare il coperchio della coppetta.
«È una chiacchierona come te.»
«Probabilmente l'abbiamo adottata per questo. Tipper ha diciotto anni, è una vecchietta ormai, l’abbiamo presa in un gattile, i suoi precedenti padroni la adottarono e la tennero solo per pochi giorni perché parla troppo e l'hanno riportata indietro.»
Intristito dal racconto, Noel accarezzò Tipper e lei iniziò a fare le fusa, poi gli si avvicinò e lo leccò sulle labbra, «Oh, mi ha baciato!» Sbuffò una risata, «È proprio la tua gatta, bruh!» Ridacchiò con un grande sorriso sulla faccia, «Ma lei è molto più carina e non sa di burro d'arachidi.»
Il cuore di Cameron saltò un battito. Da quando erano al punto in cui ci scherzavano su così tranquillamente?
In realtà, Noel lo aveva fatto fin da subito, ma per la prima volta, neanche Cam si sentì a disagio o imbarazzato. Forse con il tempo avrebbero davvero potuto superare la cosa, dopotutto.
«Certo che no, lei si è leccata il culo prima di baciarti.»
«È stato comunque un bacio migliore del nostro.» Scherzò, ridendo ancora di gusto, «Sei solo invidioso perché lei bacia meglio di te.»
«E tu sei un idiota.» Disse Cam, dandogli uno schiaffo sul petto.
«A proposito...» Ricominciò Noel, prendendo un boccone del suo gelato, «Lo sapevi che c'è un tipo di aroma alla vaniglia estratto dalle ghiandole anali del castoro dell'America del nord?»
«Non potevi dirmelo prima che cominciassimo a mangiare?» Fece una smorfia di disgusto, ma continuò a trangugiare il suo dessert.
«Non si usa molto spesso, a quanto pare è difficile spremere quelle piccole ghiandole.» Trattenne un M&M's in bocca, la mostrò a Cam tenendola tra i denti e poi la schiacciò senza pietà.
«Forte.» Sibilò tremolante, trovando la cosa stranamente eccitante, «Ma adesso basta parlare di culi, cambiamo argomento.»
«Allora parliamo della mia pizza, che ne pensi, era buona?»
«Mh, mi aspettavo di meglio.»
«Ma se hai letteralmente pulito la teglia con la lingua.»
«Okay, va bene, era squisito, d'accordo? Era favoloso, tu sei un cuoco stupendo. Sai fare tutto di tutto!» Dovette ammettere, ma senza dargli la soddisfazione di prenderlo totalmente sul serio, «Ma riesci a fare questo?» Cam, sfidando la legge di gravità, alitò sul suo cucchiaino e se lo attaccò al naso, ma purtroppo per lui, Noel lo imitò e riuscì a fare lo stesso.
«D'accordo, ora basta.» Frignò, fintamente stizzito, «Siccome ti diverti ad umiliarmi... adesso tocca a me. C'è una cosa che so che di fare meglio di te.»
«Davvero? Cosa sarebbe?»



(1) Essendo io Italiana confermo che in nessun modo quella può considerarsi una pizza, ma vi assicuro anche che, se fatta bene, non è così male.
(2) 

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-Justin raccomandò Noel per il ruolo di Mickey
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(3)
-Jeremy Allen White

-Jeremy Allen White fece l'audizione e lo screen test per Ian & Lip
(Andate a visitare la pagina Intagram "specificallyshameless" per tante notizie interessanti su Shameless!)

-J. Michael [Trautmann]

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Crediti:
- Young Sheldon;
- Will & Grace;
- Chiedo scusa se ho dimenticato qualcuno.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


                             
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«Cazzo, come riesci a farlo?»
«Ho le dita magiche, ricordi?»
«Dove hai imparato a muoverle in quel modo?»
«Anni di pratica, amico.»
Cameron e Noel stavano giocando ad un qualche videogame da ore ormai, consumando litri di birra e gelato tra una partita e l'altra. Il biondo era seduto sul divano, mentre il rosso era sul pavimento.
«Tu invece, Monaghan, hai i pollici deboli?»
Cam era troppo in svantaggio per potersi concedere il tempo di formulare una risposta sagace, così optò per una più semplice ma altrettanto soddisfacente pernacchia.
«Hai davvero fatto una pernacchia?» Rise, «Sei proprio un bambino.»
«Sta zitto!» Ringhiò, scattando a destra e sinistra, seguendo i movimenti del gioco.
«Piegarti così non ti aiuterà a vincere.»
«Non hai idea di cosa stai dicendo.»
«Dici? Il gioco è tuo, ti sei preparato per settimane e io ti sto facendo il culo nonostante sia la prima volta che ci gioco.»
Non ricevendo alcuna risposta alla sua provocazione, Noel allungò una gamba verso Cam e gli punzecchiò la testa e le spalle con il piede per infastidirlo. Cam dapprima si limitò ad imprecare, poi si voltò e gli mordicchiò la caviglia.
«Ahia!» Piagnucolò, ritraendo alla svelta l'atro ferito, «Che sei, un maledetto castoro dell'America del nord?»
«Non so, leccarmi il culo e vedi se sa di vaniglia!»
Nonostante Noel riuscisse a tenere a malapena gli occhi aperti per le risate, riuscì a vincere comunque la partita. Recuperò la coppetta di gelato dal tavolino e ricominciò a prendersi gioco di Cam, «Se non fossi compassionevole riderei... più o meno così: muahahahaha.» La risata malvagia degna del Dottor Male.
«Hai finito?» E subito aggiunse, «Aspetta, riformulo la frase. Hai finito. Hai quasi trent'anni, Noel, è imbarazzante che ti comporti così.»
Per tutta risposta, l'adulto in questione gli sputò una M&M's in faccia, «Ah! Dritta nell'occhio!» Esclamò orgoglioso prima di scoppiare a ridere, e per qualche strano motivo, quasi sicuramente tutta la birra che avevano bevuto, rise anche Cameron.
«Chi è il bambino adesso?» Gli rinfacciò il più giovane.
«Sempre tu.» Ghignò Noel, ricominciando a molestarlo con il piede.
«Non trovo le parole per dirti quanto sono contento che passi la notte qui.» Bofonchiò sarcasticamente, ma in realtà stava solo fingendo di essere infastidito dal ragazzo che si divertiva a fargli rimbalzare la testa come una palla, «Tanto contento.»
«Allora, che ne dici se rimango qui per qualche giorno?»
Cam diventò subito serio, gli prese il piede tra le mani e lo accompagnò delicatamente fino a toccare il pavimento, poi si alzò e si sedette sul divano accanto a lui, «Tu e Layla avete litigato, vero?»
«Si, però non ho voglia di parlarne adesso.»
«Che succede? Vi state lasciando?»
«No.» Disse subito, ma poi dopo un breve silenzio sussurrò, «Non lo so.» L'allergia e la spensieratezza di qualche momento prima erano sparite velocemente, «Voglio dire... io amo Layla, lo sai.»
«Bene.»
«Sono felice con lei.»
«Grandioso.»
«Molto felice.»
«Okay.»
Noel alzò gli occhi al cielo e sbuffò, «Mi prendo un'altra birra.» Disse, alzandosi dal divano.
«Bevi perché sei molto felice?»
«Esatto.»
Cam lo seguì con lo sguardo finché non raggiunse le scale, un braccio sollevato sullo schienale e la mano che gli reggeva la testa, «Hey, Noel...» Lo chiamò, e lui si voltò a guardarlo, «Puoi rimanere qui tutto il tempo che vuoi.»
«Davvero?»
«Certo.»
«Il frigo è vuoto, ma frugando tra i cuscini del divano sicuramente viene fuori qualcosa e in garage ho delle lattine senza etichetta che sono qui da quando mi sono trasferito in questa casa.»
«Mi sembra perfetto.» Sorrise, «Grazie, Cam.»
«Prendi una birra anche per me. Sono molto felice anch'io.»


«Hai trovato gli spazzolini nuovi nell'ultimo cassetto sotto il lavandino?» Chiese Cam appena Noel uscì dal bagno con addosso qualcosa di più comodo che aveva avuto in prestito per la notte.
«Si, grazie.» Lo raggiunse mentre cercava, come meglio poteva, di rendere il divano confortevole affinché lui potesse dormici comodamente.
«Sei sicuro di non voler prendere il letto?»
«Naah, il divano andrà benissimo.»
«Lo dici solo perché non ci hai mai dormito. Fa schifo.» Guardò il risultato finale e sbuffò sconsolato. «In momenti come questi, mi dispiace aver trasformato la stanza per gli ospiti in una specie di sala musica, ma sai, non ho ospiti molto spesso.» Ci rifletté su e ritrattò, «O meglio, con i miei "ospiti"... il letto lo condivido. Se capisci cosa intendo.» Sorrise maliziosamente e fece rimbalzare le sopracciglia. Si guardò bene, però, dall'ammettere che ultimamente c'era ben poco di cui vantarsi.
«A meno che non si tratti di mia madre, ma succede raramente che venga a trovarmi e in quelle occasioni le cedo il mio letto. Quindi so bene quanto è scomodo il divano.»
Noel si sedette lentamente sul divano come fosse la prima volta che lo provava, agitò il sedere sprofondando in uno dei cuscini blu scuri, poi si stese e si agitò di nuovo. «È perfetto.» Decretò con una smorfia di approvazione alla fine della sua analisi.
«Mh, almeno tu sei abbastanza corto da entrarci da steso.» Scherzò Cam. Il corto si sfilò il cuscino da sotto la testa e glielo lanciò dritto in faccia per cancellargli quel sorrisetto canzonatorio, ma Cam rise più forte e glielo restituì allo stesso modo.
Incuriosita dal trambusto, Tipper si sollevò con le zampe sul divano e si affacciò a controllare.
«Che le è successo?» Chiese Noel, tirandosela in grembo.
«Un anno fa ha avuto un cancro ad una zampa, ci dissero che la soluzione migliore probabilmente sarebbe stata toglierle l’intera gamba sinistra. Eravamo spaventati, non sapevamo cosa sarebbe successo…» Sedette sul tavolino davanti a loro e la gatta si stese beatamente a pancia in su mentre entrambi l'accarezzavano, «Ma lei è forte, in poche settimane ha capito come poter camminare di nuovo. È felice e si muove come ha sempre fatto.»
«È così carina!»
«Già, è tornata alla normalità. Vive con mia madre, ma quando lei è fuori città, la tengo qui con me.»
Si era fatto tardi, così Cam si alzò in piedi e, dopo essersi stiracchiato un po', si rivolse a Noel, «Allora... se qui è tutto apposto...»
«A posto, grazie.»
«Bene... buonanotte.»
«Buonanotte.»
Cam provò a prendere in braccio Tipper, che intanto si era accomodata e addormentata tra le gambe di Noel, ma lui lo fermò.
«No, lasciala qui. Sentirò meno la mancanza della mia Sushi che mi dorme addosso ogni notte.»
Cam si chinò a baciarla e rimase così, con la faccia dannatamente vicina al grembo di Noel, forse più a lungo del dovuto. «Traditrice.» Le sussurrò prima di mettersi dritto.
«Cam...» Lo afferrò per il polso e l'attimo dopo i loro sguardi si incatenarono, «Grazie per avermi ospitato.»
«Oh, m-ma di niente.» Balbettò il rosso, sfuggendo subito al tocco della sua mano per paura che si accorgesse del suo battito accelerato, «Mi fa piacere che sei qui.»
«E a me piace esserci.»
Il silenzio iniziava ad essere imbarazzante quando Cam salvò la situazione, «Facciamo colazione per le dieci domani?»
«Perfetto. Buonanotte.»
«Buonanotte.»
«Lascio la porta aperta, in caso ti serva qualcosa chiamami, okay?»
«Okay. Buonanotte.»
«Buonanotte.»


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Cam era a letto, ancora sveglio e con la luce accesa, quando sentì bussare sullo stipite della porta.
«Dormi?» Chiese Noel, affacciandosi con un'assonnata Tipper tra le braccia.
«Non ancora, stavo facendo un po' di pulizia nella mia casella postale.»
O per meglio dire, controllava di aver finalmente ricevuto l'email con i risultati delle sue analisi. Sperava solo che quel ritardo non fosse un brutto segno per il suo pene.
«Hai bisogno di qualcosa?»
«Il tuo divano è davvero terribile.»
«Te l'avevo detto.» Disse con aria saccente, «Specialmente per due vecchietti come voi.»
Noel strinse gli occhi in preda ad una fintissima ira furibonda ed uscì dalla stanza in modo drammatico, poi da dietro la porta che si era chiuso alle spalle gli urlò, «Chiedici scusa!»
«Scusa.» Rise divertito quando quei due rientrarono sorridenti, o per lo meno, Noel lo era, Tipper li guardava confusa ed infastidita dall'essere sballottolata in giro per casa quando era già da tempo ora di dormire.
«La tua offerta è ancora valida?»
«Certo.» Senza sembrare neanche un po' contrariato, sollevò le coperte e si preparò ad alzarsi.
«Cam, aspetta...» Lo fermò, «Non voglio cacciarti dal tuo letto e costringerti a dormire su un divano bitorzoluto.»
Il ragazzo lo guardò confuso prima di azzardare un'ipotesi, «Vuoi che rimanga qui... con te?»
«Beh, il letto è tuo. Semmai sono io a rimanere qui con te.» Quella volta fu Noel a sorridere maliziosamente e far rimbalzare le sopracciglia, «C'è qualcosa di particolare che i tuoi "ospiti" fanno per guadagnarsi l'onore di dividere il letto con te?»
Cam rise nervosamente, era più che ovvio che si trattasse di uno scherzo, ma a lui stava per saltare il cuore fuori dal petto, «Si, ma non hai la lingerie adatta.»
«Oh, che peccato.»
«Ma sai, credo che per questa volta farò un'eccezione.» Batté con la mano sul materasso e i due furono finalmente autorizzati a salire a bordo. Noel posò delicatamente Tipper sul letto e poi si infilò sotto le coperte, abbastanza distante da non aver nessun contatto con Cam.
«C'è qualcosa che dovrei sapere?» Chiese Noel.
«Tipo cosa?»
«Non lo so... russi, scoreggi, tiri calci, allunghi le mani, parli nel sonno?»
«Credo di no.»
«Credi?»
«Non lo so. Non mi capita quasi mai di dormire con qualcuno. Insomma io-»
«Tu cosa, ci vai a letto e poi le cacci via?» Scherzò Noel, ma il rosso strinse le labbra e roteò gli occhi con aria colpevole. «Cameron Riley Monaghan!» Disse con tono di rimprovero... e anche un po' di stupore.
«Non le caccio... diciamo che vanno via e basta.» Cercò di giustificarsi e, senza dargli la possibilità di approfondire l'argomento, chiuse il discorso, «E a me va bene così, preferisco non avere gente intorno appena sveglio. Sono un po' orso la mattina.»
«Oh, quindi domani non mi sveglierai con una canzoncina del buongiorno e un bacio sulla testa?»
«Sta zitto!» Rise, ma poi tornò serio, «Che mi dici di te?»
«Io dormo come un sasso.»
«Non mi riferivo a quello.» Gli impedì di sfuggire dal discorso ritorcendogli contro le sue stesse parole, «Vuoi davvero fare finta di niente?»
Al contrario di Noel che era un campione nel far finta di niente in ogni situazione, Cam proprio non ci riusciva.
«Noel, non voglio farmi gli affari tuoi, ma visto che sei nel mio letto... mi farò gli affari tuoi.»
«Fa pure.» Si rassegnò.
«Quando te ne vai?»
«Molto divertente.»
«Non stavo scherzando.» Disse serio, «Tu e Layla vi state lasciando?»
«Certo che no.»
«Sei sicuro? Scappare di casa e passare la notte da un amico sa proprio molto di rottura.»
«Noi non ci lasceremo. Io amo Layla.»
Cam sbuffò una risata tutt'altro che divertita, «Continui a ripeterlo.»
«È solo che... quello che c'è tra di noi funziona.» Continuava ad usare un tono convincente, sebbene i suoi occhi mostrassero la vulnerabilità che le sue parole non avevano.
«Si può sapere almeno cos'è successo?» Alzò le sopraccigia e aggiunse, «Cos'hai fatto?»
«Perché già stai dalla sua parte?»
«Perché ti conosco.»
«Ah ah.» Si sforzò davvero di non sorridere stupidamente, ma non riuscì a trattenersi quando vide l'espressione compiaciuta di Cam. «Grazie per il tuo supporto costante.»
«Mi dispiace. Dai, raccontami cos'è successo.»
«E va bene, te lo dico... ma tutto quello che voglio da te e che mi ascolti e che poi mi dica che ho ragione, okay?»
«Okay.»
«Per una serie di sfortunati eventi su cui io non avevo nessun controllo, tra cui un improvviso guasto all'auto, ho saltato un'audizione per una parte che avevo praticamente già in tasca.»
«Cavolo, mi dispiace, chissà che delusione.»
«Esatto. Questo è ciò che direbbe chiunque ed è quello che volevo sentirmi dire. Invece lei mi ha detto: "Però potevi organizzarti meglio".» La imitò, canzonando la sua voce.
«No!» Cam capiva benissimo perché il suo amico fosse infastidito, ma lo trovò anche un po' divertente, per fortuna Noel non ci fece caso, troppo preso dal suo racconto.
«Già, allora non ci ho visto più e le ho urlato contro. E lei mi fa... sta a sentire...» Disse in modo drammatico, quasi a voler preparare Cam per ciò che stava per raccontargli, poi partì un'altra imitazione di Layla con voce sempre più acuta e il suo solito gesto di buttarsi i lunghi capelli dietro la spalla, «"Non mi piace quando fai l'isterico, mi ricordi tanto tua madre".» Noel guardò il rosso con occhi e bocca spalancati, «Capisci cosa mi ha detto?»
«Non saprei... non conosco tua madre.» Rispose, nonostante fosse palesemente una domanda retorica, «È così grave?»
«Si!» Gracchiò, «Cioè, io amo mia madre... ma è davvero isterica a volte e Layla sa che odio quando mi paragona a lei. Lo ha detto di proposito per ferirmi.»
Al rosso scappò un sorriso vedendo quel brontolone posare le spalle sul grosso cuscino grigio della testiera del letto, incrociare le braccia al petto e scuotere la testa.
«Mi ricordi tanto tua madre... chi direbbe mai una cosa del genere?» Borbottò tra sé, ancora stizzito, prima di rivolgersi a Cam, «Allora?»
«Hai ragione.» Disse lui, rispettando il loro accordo.
«Grazie.» Rispose Noel con grande soddisfazione, alzando le braccia al cielo. Poi però Cam parlò di nuovo. «Ora chiamala e fate pace.»
«Cosa? Perché dovrei, non è stata colpa mia.»
«Beh sai, non ha alcuna importanza. Perché tanto le donne hanno sempre ragione.» Rise, «E poi... francamente questo è un litigio davvero stupido. Succede a qualsiasi coppia.» Non sapeva perché stesse cercando di convincerlo a tornare dalla sua ragazza, ma la credeva la cosa giusta da fare e ciò che Noel, in fondo, si aspettasse da lui.
«Hai ragione.» Disse alla fine, dopo aver riflettuto in silenzio per un momento, «Sono fortunato ad avere Layla. È solo che...» Esitò, ma sapeva che a Cameron poteva dire tutto, anche ciò che il suo opprimente senso di colpa gli impediva di ammettere con chiunque altro, «Forse ho bisogno di un po' di spazio.» Poi continuò con la voce implorante, «Cam, ho davvero bisogno di una pausa.»
«Te l'ho detto, puoi rimanere per tutto il tempo che vuoi. Io devo andare a New York, ma tu puoi stare qui e Tipper potrebbe farti compagnia. Ma, Noel...» Fece spallucce e scosse la testa, «Ad un certo punto dovrai tornare a casa tua.»
«Da quando sei così saggio?»
«Già da un po', sei tu che ti ostini a vedermi ancora come un ragazzino.» Si voltò verso il comodino, prese il telefono e glielo lanciò in grembo, «Tieni. Almeno falle sapere che sei qui e che stai bene.»
Noel strinse il telefono tra le mani, si morse il labbro superiore e sospirò pesantemente, in fine prese coraggio e mandò quel maledetto messaggio.
«Hai il cellulare scarico.»
«Il carica batterie è dal tuo lato.» Indicò il comodino nero, «Nel primo cassetto.»
«Rischio di trovarci qualcosa di imbarazzante?»
«Tipo cosa?»
«Riviste sexy.»
«Riviste?» Ripeté divertito, «Certo che no, nonno. Mai sentito parlare di internet?»
«Allora preservativi o sex toy.»
«Puoi stare tranquillo, non troverai niente del genere.»
«E se guardo qui?» Aprì e richiuse il secondo cassetto, non ci guardò nemmeno, non gli interessava, si divertiva solo a stuzzicarlo, «O qui?»
Cam trasalì quando le dita di Noel sfiorarono il terzo cassetto, ricordando che li c'erano delle brochure sulla disfunzione erettile che il dottore gli aveva dato da leggere.
«O-okay, basta così. Me lo prendo da solo.» Si lanciò su di lui e, strisciandogli addosso, si allungò fino al comodino e prese finalmente il caricabatterie. Un attimo dopo, Noel lo agganciò e gli grattò le nocche sulla testa dando inizio così ad una lotta giocosa, il tutto sotto lo sguardo stizzito di Tipper che era stata svegliata da quei due umani fastidiosi che continuavano a dimenarsi e ridere.
Cam finì steso con la schiena sul grembo di Noel che lo teneva bloccato lì, provò ad alzarsi ma il biondo glielo impedì, spingendolo giù con una mano sul suo petto, ancora e ancora, sempre con più convinzione. Fu quello il momento in cui Cameron pensò di non farcela più, era sicuro che il suo petto sarebbe esploso da un momento all'altro, solo per quel piccolo tocco. Il suo cuore batteva dieci volte più velocemente del normale. «Che c'è?» Riuscì a chiedere con un filo di voce.
«Questa sera avevi un appuntamento, vero? Non eri appena tornato, stavi per uscire.» Noel lo lasciò libero di alzarsi e Cam si mise seduto. «Ora però mi sento in colpa per averti rovinato la serata.»
«Fai bene a sentirti in colpa. A quest'ora avrei potuto spassarmela con una biondina arrapante, invece mi ritrovo a letto con te.» Scherzò, ostentando una movimentata vita sessuale che in realtà non aveva, anziché ammettere che quella notte era stato lui stesso a decidere con quale delle due "biondine arrapanti" dividere il letto. «Come credi di rimediare a questo?»
Cam non si aspettava una risposta, ma Noel sembrò pensarci su, «Come potrei rimediare al fatto che tu sia andato in bianco stasera?» Poi disse qualcosa di completamente inaspettato, «Era un maldestro tentativo di chiedermi di fare sesso con te, palle di fuoco?»
«C-cosa?» Balbettò, completamente spiazzato. Cercò di non arrossire, ma era una battaglia persa in partenza. «Ti piacerebbe.» Mentì spudoratamente, «Saresti l'ultima persona al mondo con cui farei sesso.»
«L'ultimo al mondo?» Ripeté Noel in modo drammatico.
«Preferirei infilarlo in un formicaio di formiche carnivore giganti.» Infierì il rosso, quella volta però gli scappò una risata.
«Accidenti, Cam, così ferisci i miei sentimenti.» Disse ridendo anche lui, «Quasi quasi me ne torno sul divano.»
«Chiudi il becco e mettiti a dormire.» Cam lo afferrò dal retro della maglietta quando lui finse di scendere dal letto, tirandolo giù sul materasso. Noel si tolse gli occhiali e li posò sul comodino, poi spense l'abat-jour e si mise comodo a guardarlo mentre metteva a caricare il cellulare.
«Quanto starai via?»
«Quattro settimane, più o meno.»
«Quindi non ci sarai per il mio compleanno?»
«Se è ancora il 13 Marzo, allora no.» Rise, «Ti chiamerò come ogni anno.» Posò il telefono sul comodino e si voltò a guardarlo, «Che c'è?» Chiese, vedendo la bocca di Noel arricciarsi in un'espressione di disappunto e tristezza, «Non siamo mai stati insieme al tuo compleanno.»
«Beh, stavo pensando che quest'anno avremmo potuto passarlo insieme.» Fece una pausa, poi riprese a parlare con lo sguardo assente, come se fosse più una riflessione tra se e se. «Dopo il litigio di ieri, volevo solo starmene tranquillo e non pensare a nulla e, non so perché, l'unico posto dove mi è venuto in mente di venire è stato qui. E sai cosa? Ho avuto esattamente ciò che volevo. Non ridevo tanto da non so quanto tempo, forse dall'ultima volta che siamo stati insieme. Mi diverto così solo quando sono con te.» Sospirò, «Sarebbe bello un compleanno così.»
«Mi dispiace.»
«Non importa.» Scosse la testa, «Devi lavorare.»
«Abbiamo ancora del tempo prima che io parta. Cosa vuoi fare?»
Noel sorrise a quella faccia da cucciolo, «Per ora... solo dormire.» Picchiettò piano con la mano sul cuscino accanto al suo e Cam accolse l'invito di buon grado, si sdraiò dopo aver spento la luce e subito Noel gli tirò le coperte sulle spalle.
«Buonanotte, Cam.»
«Buonanotte, Noel.»
Erano entrambi rivolti verso il centro del letto, faccia a faccia, illuminati solo dalla luce che entrava nella stanza dall'esterno. Rimasero a guardarsi in silenzio, il tempo sembrava essersi fermato, nessuno dei due sapeva per quanto erano rimasti lì a fissarsi tra risatine imbarazzate.
«Davvero sarei l'ultimo al mondo?» Chiese all'improvviso Noel, fottutamente serio, interrompendo quel loro gioco silenzioso.
«Sta zitto, Noel!» Scattò, tremendamente imbarazzato. Si voltò velocemente di schiena per sottrarsi alla sua vista, affinché non si accorgesse di quanto quella domanda lo avessero fatto arrossire, sentiva il viso acceso come una lampadina al punto che neanche la penombra della stanza sarebbe bastata a nasconderlo. 
«Anche dopo, che ne so, la regina Elisabetta?» Rise alle spalle di Cam, in tutti i sensi, «Nulla da togliere alla Regina, ma avrà tipo mille anni e di sicuro porta la dentiera.»
«Ti prego, dormi e basta.» Supplicò esasperato.
Il biondo rise ancora, poi finalmente si girò anche lui di schiena e si rannicchiò leggermente in posizione fetale. Cam provò a chiudere gli occhi e dormire, ci provò davvero, ma l'unica cosa che riuscì a fare fu chiedersi perché Noel gli avesse fatto quella domanda e il perché di quella faccia così seria.
Aveva davvero creduto a quella stornzata?
E perché gli importava così tanto, comunque?
Si voltò nuovamente verso il centro del letto e guardò Noel che pareva addormentato, rimase a fissargli la schiena che ondeggiava in un respiro tranquillo e dopo un po' la tentazione di toccarlo fu troppo forte da ignorare. Allungò piano una mano e gli posò i polpastrelli tra le scapole, delicatamente, uno dopo l'altro. Sobbalzò quando lo sentì muoversi, subito ritirò il braccio e chiuse gli occhi fingendosi addormentato, pregando di non essere stato beccato. Aspettò così finché non tornò ad essere tutto tranquillo e silenzioso, poi spiò appena con un occhio, ma subito li spalancò entrambi quando si ritrovò la faccia di Noel ad un quarto di dollaro dal suo naso.
Altro che dormire come un sasso... il bel addormentato, rotolando nel sonno, aveva oltrepassato il sacro confine nel centro del letto, invadendo prepotentemente la parte di Cam. In un secondo il rosso si pietrificò nella striscia di materasso in cui Noel lo aveva costretto, le palpitazioni gli schizzarono alle stelle e il respiro gli si strozzò in gola, ma poi, dopo il panico iniziale, cominciò a sentirsi sempre più calmo solo guardando il ragazzo dal viso angelico addormentato accanto a lui.
Ovviamente, non solo Cam non riuscì più a dormire, ma a malapena sbatté le palpebre per non perdersi nemmeno un secondo di quello spettacolo.
Trascorse buona parte della nottata a guardare Noel dormire, ma essendo già molto tardi, l'alba non tardò ad arrivare. Cam se ne rese conto quando la stanza si dipinse dei tipici colori caldi delle prime luci del mattino. Più il sole saliva, più dettagli riusciva a vedere del volto di Noel e più le mani prudevano dalla voglia di toccarlo, ma quella volta non lo fece. Decise invece di andare a dormire in soggiorno, ma anche tra i bitorzoli del divano non riuscì pensare a nient'altro che a Noel, così ci rinunciò del tutto. Si alzò e cercò qualcosa da fare per tenere la mente impegnata.

~~~*~~~

Alle 10:00 in punto, Noel fu svegliato dall'assordante e fastidioso suono della sveglia. Erano passate poche ora da quando erano andati a dormire, perciò fu dura per lui accettare l'idea di alzarsi o anche solo di aprire gli occhi. Gli ci vollero un paio di minuti per realizzare che non era a casa sua e un altro paio per ricordare dove si trovasse, era passato tanto tempo dall'ultima volta che non si era svegliato nel suo letto. Si guardò intorno e si ritrovò solo nel letto, spalmato nel centro. Strisciò sul materasso, allungò una mano sul comodino per zittire quell'aggeggio infernale e finalmente mise fine a quel suono martellante.
Scendendo le scale sentì delle voci in lontananza dal piano di sotto, l'insolito dialogo fu chiaro, più o meno, quando arrivò in cucina.
«Miaaao!»
«No, Tipper, quelli non sono per te.»
«Miaaaaaao!»
«Si, beh, mi dispiace, ma non li puoi mangiare, signorina.»
«Miaaaaaaaaao!»
«Smettila di urlare, o sveglierai Noel.»
«Troppo tardi, ci ha già pensato la tua odiosa sveglia.» Li raggiunse lentamente, ciondolando ancora come uno zombi, sbadigliando e strofinandosi sbadatamente gli occhi con le mani, rischiando di far cadere gli occhiali dal naso.
«Hey, buongiorno bella addormentata.»
«Buongiorno. Come mai sei già sveglio e attivo?»
«Sono uscito a fare la spesa questa mattina...» Proprio in quel momento finì di sistemare le ultime cose in frigo, «Perché non si sa mai quando ti si piazza in casa un ospite indesiderato.» Rivolse un ghigno divertito a Noel, che rispose solo con un doppio dito medio.
«Quello è il mio pullover?»
«Si.» Disse abbassando gli occhi sul capo viola che indossava, «Non volevo disturbarti frugando nell'armadio alla ricerca di qualcosa da mettere, ho visto questo in bagno e ho pensato di prenderlo in prestito. Scusa.»
«Va bene, Cam, non è un problema. Vorrà dire che prenderò in prestito una delle tue felpe.» Si avvicinò a Tipper, che era di nuovo sul tavolo, per accarezzarle la testolina, ma lei gli dedicò solo un minuto del suo tempo perché troppo impegnata a cercare di aprire una grossa scatola rosa che aveva tra le zampe.
«Cos'è questo profumino?»
«Tornando mi sono fermato a prendere la colazione. Caffè, donuts e...» Indicò il tavolo dove c'erano le bibite da asporto e i dolci presi d'assalto dalla gatta, poi tirò fuori dal microonde, dove lo aveva nascosto, un cupcake con una candelina bianca e azzurra al centro. Noel era incredulo e confuso, ma sorrise come mai aveva fatto prima.
«Non conosco nessuna canzoncina del buongiorno, ma che ne dici di una di buon compleanno?»
«Ma non è il mio compleanno.»
«Lo so, ma visto che non potremo festeggiarlo insieme... oggi festeggiamo il tuo non compleanno.» Cam accese la candelina e si avvicinò a lui intonando la famosa "Un buon non compleanno" del classico Disney "Alice nel paese delle meraviglie" e Noel lo seguì divertito.
«Un buon non compleanno.»
«A me?»
«A te. Or spegni la candela e rallegrati perché... un buon non compleanno a te!» Quando lo raggiunse al tavolo, ricordando ciò che scherzosamente gli aveva detto la sera prima, lo baciò sulla testa ridacchiando.
«Ma tu non eri un orso di prima mattina?»
«Si, ma oggi è un giorno speciale.»
«Ah si? Come mai?»
«I non compleanni mi mettono di buon umore.»
«Già, perché non sei tu ad essere ad un passo dai 30.»
«Chiudi il becco e spegni la candelina prima che la cera coli sulla crema.»
«Non porterà sfortuna?»
«Certo che no.» Assicurò, «Coraggio!»
Noel soffiò, ma Cam allontanò il cupcake un secondo prima che l'aria raggiungesse la fiamma, «Prima devi esprimere un desiderio, stupido.» Lo rimproverò.
«A quanto pare, è già troppo tardi per desiderare che almeno oggi non mi si chiami stupido, quindi...» Disse sarcastico.
«Non lo devi dire ad alta voce, altrimenti non si avvera...» Rise, «Stupido!»
Quando Cameron gli avvicinò il cupcake all'altezza del viso, Noel alzò lo sguardo su di lui e, tenendo gli occhi fissi nei suoi, spense la piccola fiamma con un soffio secco. «Vuoi dare un morso?»
Il rosso tolse la candela dal cupcake, la leccò e la posò sul tavolo, «Dopo di te.» Disse, avvicinandoglielo alla bocca, ma quando il biondo fu abbastanza vicino, Cam glielo spalmò in faccia.
Mentre la merdina se la rideva a crepapelle, Noel si passò le dita come degli spazza acqua sulle lenti degli occhiali per ripulirle dalla crema e riuscire a fulminarlo con gli occhi. «Ora non potrai più assaggiarlo, stronzo!»
«Ne sei sicuro?» Cam lo afferrò per le spalle e si piegò a leccargli la crema dalla punta del naso, «Mmmmmh, è la cosa più buona che abbia mai assaggiato.» Rise malefico, «Ma sa un po' di vecchio.»
Noel si scrollò la sue mani di dosso e gli dedicò un'altra coppia di medi alzati, ma non poté comunque fare a meno di ridere.
Nonostante le dimensioni ridotte del cupcake, nelle operazioni di pulizia furono coinvolti tutti. Mentre Noel si lavò la faccia nel lavandino e Cam si occupò del pavimento, Tipper aiutò a ripulire il tavolo.
«Oggi sono a tua completa disposizione, caro il mio non festeggiato.» Disse Cam, raggiungendolo, «Cosa vorresti fare?»


Crediti:
- Young Sheldon;
- Will & Grace;
- L'amica (film 1943)
- Chiedo scusa se ho dimenticato qualcuno.


Note dell'autrice:
Vi lascio il link dell'interviste a Cam del 11 Novembre 2014 da cui sono tratte tutte le informazioni su Tipper.
-Support Ur Pet Interview ~ Cameron Monaghan- SupportUrPet.com

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


                             
                                                          https://i.ibb.co/qs8h6vR/L-amore-non-basta.jpg

Come promesso, Cam passò la giornata ad accontentare ogni richiesta di Noel, che fu per lo più continuare ciò che avevano fatto la sera prima, poi finirono a mangiare un frozen yogurt in spiaggia, passeggiare e giocare a rincorrersi fino al tramonto.
«Che hai da guardare?» Chiese il rosso, quando si accorse che Noel si era voltato a guardarlo, dopo qualche minuto di silenzio, seduti ad ammirare il mare.
«Niente.» Rispose lui, ridendo. «Dammi il cellulare.»
«Perché?» 
«Voglio mandarmi le foto che abbiamo fatto oggi.» Sfogliò sorridendo le ultime foto della galleria, rivivendo quella giornata così bella, seppur incredibilmente semplice. Si soffermò su una foto in particolare, una davvero mal riuscita, con il mare calmo e un accenno di tramonto sullo sfondo, e al centro la sagoma nera di un corpo magro e slanciato. Quella sagoma forse era irriconoscibile per chiunque, ma Noel lo avrebbe riconosciuto tra mille... Cameron, in quella posizione buffa e sgraziata come suo solito. «Sai...» Disse prima di guardarlo, passando il pollice sulla piccola mano di quella sagoma scura sullo schermo del cellulare, «Vorrei che non avessi preso le distanze da me.» 
«Mi dispiace.» Sussurrò Cam, tenendo gli occhi bassi, senza neanche provare a negarlo.
«So perché lo hai fatto, ma penso sia una stupidaggine.» Gli accarezzò appena un braccio e il ragazzo lo guardò. «Ascolta, non importa cosa succeda nella tua vita, Cam, ma allontanare tutti quelli che ami è l'ultima cosa che dovresti fare. Io non ho molte persone a cui tengo davvero, e a te ci tengo. Tanto. Sei diventato molto importante per me, e io... spero che continueremo ad essere amici per sempre. Perché a volte sento come se tu mi conoscessi meglio di chiunque altro e non puoi non far parte della mia vita.» Noel era consapevole dell'impatto che quelle sue parole avrebbero avuto su Cam e, prima di lasciargli la possibilità di parlare, volle assicurarsi che il ragazzo non si sentisse obbligato a dirgli altrettanto. «So che te l'ho già detto e non voglio forzarti a dire niente, è solo che-»
«Lo voglio anch'io.» Lo interruppe, con il cuore sull'orlo del collasso, «Anche io voglio che tu faccia parte della mia vita.»
«Si?» Il suo sorriso si allargò, vedendo Cam annuire.
«Mi dispiace di averti allontanato, tu hai provato in tutti i modi a non farmi pesare ciò che ho fatto e a cercare di superarlo, ma io... mi sono chiuso in me stesso.»
«È tutto okay.»
«No invece. È vero, non sono stato presente e... voglio rimediare. Quindi, dimmi cosa posso fare per farmi perdonare.»
«Lo hai già fatto. Mi hai accolto in casa tua ed hai rinunciato ad un appuntamento per rimanere con me e i miei drammi.» Sospirò, giocherellando con la sabbia, «Nonostante tutto, riesci ad essere presente quando ho più bisogno di te.»
La testa di Cam scattò verso di lui e i loro sguardi si incrociarono, per un momento si sentì solo il rumore del mare.
«Anche se sei uno stronzo!» Brontolò Noel, anche se le sue labbra si stavano lentamente trasformando in un sorriso, «Ho ancora della crema infilata nel naso, cazzo.» Scherzò, spingendo scherzosamente la testa di Cam.
«Non fare l'isterico, Noel...» Lo provocò, «Mi ricordi tanto tua madre.»
Noel non si arrabbiò. Ciò che lo aveva fatto infuriare al punto da scappare di casa, in quel momento lo face ridere. Quello era l'effetto che Cam aveva su di lui.
«Brutto miserabile omuncolo, ora hai oltrepassato ogni confine!» Protestò, lanciandogli della sabbia addosso, «Non c'è bisogno di insultarmi così, okay? Me ne vado da solo.»
Cam rise, finché realizzò che quello non era solo uno scherzo, «Aspetta, te ne vai sul serio?»
Il biondo annuì, passando progressivamente da un grosso sorriso ad un'espressione più seria e malinconica, «Avevi ragione tu, non posso nascondermi in eterno, prima o poi dovrò tornare a casa e... se portassi troppo per le lunghe questo stupido litigio, rischierei di renderlo qualcosa di serio.»
«Si, ma... quando?»
«Se per te va bene, rimarrei qui ancora un po' e poi sono pronto a tornare a casa.»
«Certo che va bene.» Disse, anche se non lo pensava veramente.
«Mi dispiace che tua abbia fatto la spesa per me e tutto il resto, ma-»
«No, non preoccuparti, lo capisco. Tu... tu devi tornare a casa tua.» Si accarezzò un braccio e nascose lo sguardo triste, rivolgendolo altrove, «Non immaginavo così presto, ma...» Cercò di nascondere la delusione sforzandosi di sorridere, «Per fortuna ti togli dalle scatole, già non ti sopportavo più.» 
Risero e rimasero a parlare per un po' mentre il cielo si imbruniva davanti ai loro occhi.


Era ormai buio quando Cam parcheggiò la macchina davanti all'appartamento e spense il motore.
Per quanto non volesse, Noel aprì comunque lo sportello, ma rimase seduto. Le sue spalle erano tese e ogni muscolo del suo corpo si era irrigidito. 
Ultimamente, si era accorto che sempre più spesso il solo pensiero di tornare a casa gli faceva venire i crampi allo stomaco. Era stanco, moto stanco. C'erano giorni in cui desiderava non dover tornare da Layla, giorni in cui tutto ciò che voleva era rannicchiarsi in un angolo e compatire se stesso per un po'.
«Stai bene?»
La voce di Cam lo tirò fuori da quella pericolosa spirale di pensieri negativi che, già altre volte, quando rimaneva solo a pensare troppo a lungo, lo aveva trascinato così affondo da farlo sentire male fisicamente. Sull'orlo di una crisi di pianto violento.
«Grazie per avermi accompagnato.» Disse, suonando molto più distrutto di quanto ne convenisse e Cam se ne accorse. Lo faceva sempre. «Grazie di tutto, Cam.»
«Sai dove vivo se hai problemi.» Cam sorrise e Noel lo ricambiò, sentendosi stranamente un po' sollevato. Scese dall'auto e con un respiro profondo, più simile a un sospiro prolungato, si preparò per esplosioni e violini striduli e frustate negli occhi. Si incamminò verso la porta di ingresso e quasi... quasi non corse in macchina per tornare a casa con Cameron. Ma poi la porta si spalancò e improvvisamente desiderò davvero di essersi voltato e aver corso veloce quanto i suoi piedi lo avrebbero permesso. Non ebbe tempo di fare nemmeno un sospiro, però, prima che Layla uscisse e lo raggiungesse, sfogando tutta la sua preoccupazione in un forte abbraccio. La donna agitò una mano da sopra la spalla del suo ragazzo per salutare Cam e anche Noel si voltò, come meglio poteva, verso il rosso che li guardava dal ciglio della strada, sorridendo appena nell'auto buia.
Con Layla appoggiata saldamente al suo fianco, Noel vide la macchina mettersi in moto e allontanarsi, fino a sparire del tutto. Solo allora entrò in casa. Tornò alla sua vita.

~~~*~~~

«Non sono impotente!» Esultò Cam, appena Liana rispose al telefono, «Le analisi sono a posto, quindi è solo stress.»
Chiamare Liana fu la prima cosa che fece il rosso appena ricevette l'e-mail del dottore con il responso negativo delle analisi.
«Stress... o un blocco psicologico causato da uno shock che va sbloccato, ricordi?»
«Liana, per favore, non ricominciare. Ti ho già detto che non voglio andare in terapia. Io odio parlare di me stesso.»
«Beh, sai fingere bene perché non si direbbe.» Una nota di sarcasmo nella sua voce, «Allora, cosa hai intenzione di fare in proposito?»
Dato che la risposta del medico non era stata abbastanza convincente, Cam cedette alla tentazione di fare ciò che non andrebbe mai fatto, ma che è un errore comune per molti. «Ho cercato i sintomi su internet e... ho scoperto di essere morto.» Rise, «Mentre Elvis è ancora vivo!»
«Mai fare l'auto diagnosi su internet. E comunque, io chiedevo se avessi intenzione di fare qualcosa di veramente utile.»
«Mi ubriaco.»
«Ora sì che ragioniamo.»
«Vuoi venire qui ad aiutarmi a finire questa bottiglia di bourbon scaduto?»
«Perché, il bourbon scade?»
«Mi aiuti o no?»
«Ma certo, anche se il bourbon mi fa fare sogni strani.»
«Non possono essere più strani dei miei.» Borbottò più a se stesso, ripensando al folle sogno di qualche giorno prima.
«Dici?» Lo sfidò lei, «Sta' a sentire, una volta ho sognato di essere intrappolata in un sacco a pelo con Barack Obama e di doverci fare sesso per salvarci.»
«Salvarvi da cosa?»
«Era un sacco a pelo Repubblicano.»
«E lo hai fatto?»
«Non potevo mica lasciar morire il Presidente!» Rise, divertita dalle sue stesse parole. «Comunque, la mia terapista dice che questi sogni non vanno presi alla lettera e che molto spesso non c'entrano col sesso.»
«C'erano corpi nudi attorcigliati, unghie che artigliano la schiena e tutto il resto?»
«Assolutamente si.»
«A me sembra proprio sesso.»
«Voglio dire che molti sogni sono metafore. Quasi sempre rappresentano la spia di qualche altro problema.»
«Hai qualche problema con il Presidente Obama?»
«Mh, direi di no. Purtroppo però, se non si capisce l'origine di questi sogni è probabile che diventino più frequenti.»
«P-più frequenti?» Rabbrividì a quel pensiero. Sebbene l'idea di avere sogni erotici tutte le notti poteva sembrare allettante, il fatto di avere un ospite indesiderato ogni volta rendeva Cam molto meno entusiasta.
«Già, se dovrò continuare a sacrificarmi ogni notte per la salvezza del nostro presidente e per il bene del nostro paese, così sia.»
«Oh sì, sei una vera eroina americana.»
«Il tuo sogno, invece?»
«Uh?» Sussultò, preso alla sprovvista.
«Raccontami cosa sogni di tanto folle.»
Cameron si accorse di aver fatto un grave errore e provò a rimediare, «Naaaa, lascia stare. Dopo aver sentito il tuo sogno, il mio non mi sembra più tanto strano.» Sperò di non aver incuriosito troppo l'amica e che lei lasciasse correre senza chiedere altro. Non andò così.
«Già, lo so. Ma voglio sentirlo lo stesso.» Ogni secondo di silenziosa attesa la rendeva sempre più curiosa, «Daiiiii...» Lo pregò con voce stridula, «È un sogno sporcaccione?»
«Più o meno... si.»
«Oh, ti prego, dimmi che hai sognato Michelle. Almeno mi sentirei meno in colpa per essermi fatto suo marito.»
«No, mi dispiace.»
«Allora chi? Avanti Cam, sputa il rospo.»
«So già che me ne pentirò amaramente, ma...»
Si sentì un forte respiro e poi uno scricchiolio, come un digrignare di denti. Il rosso annaspò alla ricerca delle parole, anche se in realtà ne bastava solo una, e quando parlò di nuovo con la voce vacillante, finalmente sputò fuori, «Noel.»
«Oh porca... hai fatto un sogno erotico su Noel?»
«No, io stavo provando a fare sesso con una ragazza bellissima, ma poi è comparso lui e ci ha interrotti.»
«E poi ci sei andato a letto?»
«No, brutta pervertita. Lui non voleva fare sesso, era lì solo per guardare.»
«Tu sogni Noel che ti guarda fare sesso e la pervertita sarei io?»
«Non ne ero per niente contento, anzi, abbiamo anche litigato. Cioè, ero per lo più io che gli urlavo contro, ma-»
«Quindi invece di fare sesso con una bella ragazza hai preferito litigare con Noel perché non voleva venire a letto con te?»
«Non ho detto questo.»
«Awww! È come nel film "The Wedding Date-L'amore ha il suo prezzo".» E prontamente citò la battuta, «È meglio litigare con te che fare l'amore con chiunque altro.» Disse, sciogliendosi in risatine zuccherose, «Questo sai che vuol dire?»
«Certo, vuol dire che non ascolti quello che dico.»
«No, mio caro. Vuol dire che avevo ragione io.» Si interruppe, lasciando che lui tirasse da solo le conclusioni necessarie, ma quando non lo fece, lei concluse al posto suo. «Ommiodio, Cam, ti piace Noel!» Eccitata e spazientita allo stesso tempo, «Ammettilo una volta per tutte!»
«Non avevi detto che i sogni sono metafore e che non vanno presi alla lettera?»
«Stupidaggini! Io non rimarrò mai chiusa in un sacco a pelo con Obama, ma per te è diverso. È certo che il tuo inconscio sta mandandoti un messaggio.»
«L'unica cosa certa qui è che tu sei matta.»
«Questa si chiama "negazione", Cam.»
«Liana, essere in terapia e conoscere qualche nozione di psicologia non ti rende una terapista.»
«Cosa ci andrei a fare dallo psicologo se non apprendessi niente?» Prima che il suo amico rispondesse a quella domanda retorica con qualche battuta sarcastica non richiesta, continuò, «Ascolta, non mi avevi detto che non ti si alza più dal bacio disastroso con Noel?»
Il rosso considerò seriamente di simulare un problema di ricezione, riattaccare la chiamata, spegnere il telefono e smettere di parlarle per sempre. Poi, però, avrebbe dovuto trasferirsi in un altro stato per riuscire ad evitarla. Ma lui amava la California, così si arrese e le rispose riluttante, «Sì.»
«Allora è quello lo shock!» Esultò entusiasta, come se avesse fatto la scoperta del secolo. Ci mancava solo che urlasse un "Eureka!" alla faccia di Archimede.
«Per sbloccarti non devi baciare una qualsiasi, devi baciare lui.»
«Quindi... stai dicendo che, secondo te, per farmi drizzare l'uccello dovrei baciare un'altra volta Noel?»
«Beh, io non l'avrei detto in un modo così volgare... ma si, hai capito bene. Penso che l'unico modo per affrontare questi sentimenti sia condividere un bacio appassionato con Noel.» Subito continuò, «E sai, ho parlato del tuo problema con la mia terapista e-»
«Tu cosa?»
«Tranquillo, ovviamente ho mantenuto l'anonimato. E sai, ne abbiamo parlato per un'ora intera, perciò mi devi il costo di una seduta!» Scherzò, «Ma il punto è che... lei è d'accordo con me.»
«Allora dovresti proprio cambiare terapista. Che razza di professionista direbbe una cosa del genere?»
«D'accordo, non è proprio così. Lei ha detto che dovrebbe parlarne con te e bla bla bla.» Roteò gli occhi e dondolò la testa ad ogni "bla" per enfatizzare il concetto, «L'ultima parte del bacio potrei averla aggiunta io, ma ha perfettamente senso.» Continuò la sua analisi sicura e determinata come un treno senza freni, inarrestabile nella sua corsa, «La tensione sessuale resta sempre viva nell'attesa di un bacio, però una volta che hai dato il bacio... puff, svanisce.»
«Puff?» Ripeté il rosso, con un chiaro tono canzonatorio.
«Si, è come quando sei dal cinese e il profumo è così buono che ti mangeresti tutto, ma poi, dopo il primo boccone non vorresti mai più sentire quel sapore in bocca.» Disse come se fosse ovvio. Quando Cam rimase silenziosamente in attesa, lei continuò a parlare, ma la spiegazione non chiarì le cose, semmai, rese il ragazzo ancora più confuso.
«Quindi, se vuoi lasciar andare Noel, dovrai prima averlo nella tua bocca.» Non le ci volle molto per rendersi conto di quanto suonasse male, «Okay, mi è venuta fuori male... ma hai capito cosa intendo.»
Anche se Liana non poteva vedere la sua faccia, sapeva di averlo un po' scioccato, ma questo non la fermò dallo spingere ancora di più... molto di più.
«E magari potresti anche fare un video, sai, mi piacerebbe tanto vederlo.»
Stranamente però, Cam rimase piuttosto calmo, «È un vero peccato non aver saputo prima tutto questo, oggi avrei avuto parecchie occasioni per saltargli addosso e baciarlo un'altra volta contro la sua volontà.»
«Hai visto Noel oggi?»
«Si, ha dormito qui ieri notte e-»
«Noel ha dormito da te?»
«Si, poi è rimasto e siamo stati insieme fino a poco fa.»
«Cosa avete fatto?» L'eccitazione che cresceva nella sua voce ad ogni domanda.
«Niente di speciale, quello che facciamo sempre. Abbiamo cenato a lume di candela, abbiamo fatto la lotta con i cuscini e la doccia insieme.»
«O mio Dio, Cam, mi stai prendendo in giro?» Chiese con voce stridula, lasciandosi trasportare forse un po' troppo dal fangirl-ismo.
«Siamo usciti per strada sotto la pioggia a cercare Tipper, abbiamo fatto un vaso di creta al tornio in piena notte con della musica romantica in sottofondo e poi mi sono spogliato nudo e gli ho chiesto di ritrarmi come una delle sue ragazze francesi.»
«Okay, mi stai prendendo in giro.» Sbuffò delusa, «Molto divertente.»
«Certo che ti sto prendendo in giro, brutta pervertita!»
«Questa volta me lo sono meritato.»
«Già.»
«Ma almeno era vero che ha dormito da te e che oggi siete stati insieme?»
«Si, quella parte è vera.»
«Ed è... successo qualcosa?»
«Oh si, è successo che ho passato la notte sul divano e non ho chiuso occhio.»
A quel punto, Cameron ritenne che fosse meglio per lui tenere la bocca chiusa.
«Anzi, sai che ti dico? Non ho più nessuna intenzione di vederti stasera, ne ho abbastanza delle tue stupidaggini. Me ne vado a letto presto.»
«Non ci pensare neanche! Devi raccontarmi tutto! Tutto, Cameron!» Lo minacciò, «Giuro, testa di cazzo, che se riattacchi prima di-»
«Buonanotte, Liana.» Disse con tono canzonatorio e chiuse la chiamata.
Che peccato, gli sarebbe mancata tanto la California.


La chiacchierata con Liana gli fece venire un certo appetito, e non di cibo cinese. Dopo tutto quel parlare di sogni erotici, fare sesso con Noel e averlo nella sua bocca, pensò di cambiare un po' i suoi piani per la serata. Dato che aveva passato la notte insonne a fissare, come un dannato stalker, l'amico che gli dormiva accanto, andare a letto presto era una buona idea, ma non sarebbe mai riuscito ad addormentarsi in quello stato di agitazione, così decise di scaricare un po' di tensione.
Rincuorato dalle buone notizie ricevute dal dottore, sperava che le cose sarebbero andate diversamente rispetto a tutte le volte che ci aveva provato negli ultimi mesi. Aprì Youpron e nella barra di ricerca inspiegabilmente inserì: capelli biondi, occhiali, Canadese.
Scelse il video che più lo ispirava tra i tanti proposti dal sito web, si mise comodo e infilò una mano nelle mutande. Non successe nulla per i primi dieci minuti, ma Cam non si diede per vinto e continuò finché, improvvisamente, qualcosa accadde... non ciò che lui sperasse o si aspettasse, ma addirittura qualcosa di meglio.

Dude: (08.27 pm): Hey bruh

Un messaggio a tendina venne giù tintinnando prepotentemente e distraendolo dal suo già arduo compito. Non riusciva a credere come Noel, oltre che nei sogni, continuasse a rovinare i suoi momenti erotici anche nella realtà. Arrossì come se fosse stato colto realmente con le mani nel sacco... metaforicamente parlando. Chiuse subito il video e aprì la chat sorridendo mentre continuavano ad arrivare messaggi.

Dude: (08.27 pm): Che fai?
Dude: (08.27 pm): Dormi o sei impegnato ad infilare il 🍆 in qualche formicaio?
Bruh: (08.28 pm): Non al momento.
Bruh: (08.28 pm): Stavo per andare a dormire
Dude: (08.28 pm): Di già?
Bruh: (08.28 pm): Ho dormito poco la notte scorsa
Dude: (08.28 pm): Davvero?
Bruh: (08.28 pm): Qualcuno ha invaso il mio letto
Dude: (08.28 pm): Sembra una persona davvero orribile
Bruh: (08.28 pm): Non ne hai idea
Dude: (08.28 pm): 🖕🏻
Bruh: (08.29 pm): Ho messo a lavare il pullover
Bruh: (08.29 pm): Te lo farò riavere al più presto
Dude: (08.29 pm): Nah. Tienilo tu (1)
Dude: (08.29 pm): Ti dona
Dude: (08.29 pm): Io mi terrò la tua felpa
Bruh: (08.29 pm): Andata
Dude: (08.30 pm): Stavo riguardando le foto che abbiamo fatto oggi. Sono molto belle
Dude: (08.30 pm): Le più belle sono quelle che ho fatto io ovviamente
Bruh: (08.30 pm): Dici sul serio?
Bruh: (08.30 pm): Tipo questa foto?

https://i.ibb.co/hdPr36g/L-amore-non-basta-2013-Cap-4-foto-1.jpg
Dude: (08.31 pm): È artistica. Un gioco di luci e ombre
Bruh: (08.31 pm): Hai esagerato con le ombre però
Dude: (08.31 pm): È voluto, il modello non era granché
Bruh: (08.31 pm): 🖕🏻🖕🏻
Dude: (08.31 pm): Sai, è talmente bella che potrei metterla come mia foto profilo su FB.
Dude: (08.32 pm): Andrebbe bene per te?
Bruh: (08.32 pm): Mi stai chiedendo il permesso di usare una mia foto per il tuo profilo?
Bruh: (08.32 pm): Non credi che qualcuno potrebbe trovarlo un po' strano?
Dude: (08.32 pm): Chi se ne importa
Dude: (08.32 pm): E poi è troppo scura, penserebbero che sono io
Dude: (08.33 pm): O comunque nessuno capirebbe che sei tu
Bruh: (08.33 pm): Dici?
Bruh: (08.33 pm): Nessuno noterebbe i capelli rossi?
Dude: (08.33 pm): Non si nota così tanto
Bruh: (08.34 pm): Non noterebbero neanche che non sei così alto e macho?
Dude: (08.34 pm): 🖕🏻
Bruh: (08.34 pm): Va bene allora, come ti pare.

Messaggiarono fino a tardi, non scrivendo mai nulla di serio. Gli occhi di Cam minacciarono di chiudersi per il sonno, ma resistette eroicamente finché non si diedero la buonanotte. Anche se quel punto era impensabile per lui riuscire a riprende ciò che aveva lasciato a metà prima dell'interruzione di Noel, ci provò comunque... fallendo miseramente. Diede la colpa alla stanchezza, al troppo bourbon che aveva bevuto e soprattutto a Noel. Si rassegnò e si mise a dormire.

~~~*~~~

Quando si ritrovò per la seconda volta sul letto a due piazze di quella stanza monocromatica, Cameron capì subito di essere nuovamente in uno dei suoi strambi sogni erotici, ne ebbe la conferma quando due splendide ragazze entrarono dalla porta dispettosa che era tornata al suo solito posto. Mentre lo raggiungevano con passo sinuoso, lui si guardò intorno per accertarsi che non ci fossero altre presenze disturbanti nei dintorni. Credeva che si sarebbe sentito sollevato nel vedere il comodino sgombro accanto a lui, invece sentì solo un gran senso di vuoto. Non ebbe molto tempo per pensarci comunque, le ragazze erano già stese al suo fianco, una su ogni lato, entrambe con le loro mani che vagavano libere e impertinenti sul suo corpo. Chiuse gli occhi e le lasciò fare.
«Guarda chi è tornato!» La voce inconfondibile di Noel interruppe il momento, «Hai raddoppiato, Red?» Chiese il biondo, scrollando le spalle con nonchalance, «Sei sicuro di farcela? L'ultima volta non è andata bene neanche con una sola...»
Cam non accolse la provocazione, addolcito dal tempo che avevano passato insieme... nella vita reale, aveva deciso di adottare un approccio diverso, più calmo e positivo. Sperava così di convincere l'Omino del Sonno(2) che la presenza di Noel non era gradita, e che lo avrebbe finalmente spazzato via dal suo sogno con una folata di sabbia dorata.
«Oh, ciao.» Esclamò euforico Noel, notando la brunetta che lo salutava agitando la mano, «Jessica col culo magico, giusto?»
«Jennifer.» Lo corresse, lui giunse le mani in segno di scusa e fece un piccolo inchino, poi si rivolse all'altra ragazza, «E tu sei?»
«Canadese occhialuta prende cazzo di 23cm.» Disse lei, come se fosse la cosa più normale del mondo.
«Emh... bel nome!» Guardò Cam con un sorriso sarcastico e, senza che parlasse, lui capì subito cosa stava pensando. A Noel non era sfuggito il fatto che la ragazza Canadese avesse capelli corti e biondi, occhialetti neri e un aspetto piuttosto mascolino. «Molto... specifico.» Si limitò a dire, ridacchiando.
Cameron, però, lasciò nuovamente correre e rimase estremamente calmo, «Okay, ora che le presentazioni sono state fatte, puoi andartene.»
«Gesù, Cam, devo rispiegarti come funziona ogni volta?»
«Sai cosa, Noel? Resta pure, brutto guardone del cazzo.» Lo insultò scherzosamente, piegò le labbra in una smorfia di disinteresse e si accomodò sul cuscino, «Non mi importa.»
«Bene.» Disse piacevolmente sorpreso il biondo.
«Bene!» Ripeté con più convinzione il rosso.
«Allora, ragazze...» Noel incrociò le gambe sul comodino e si preparò allo spettacolo, «Buona fortuna per questa volta.»
«Già, speriamo buono.» Borbottò in modo sgrammaticato la brunetta.
A nulla servì il grande impegno di Jennifer e della Canadese occhialuta... quello che era... per risvegliare il pistolino di Cam, nonostante la lagerie sexy e le movenze seducenti, lui e Noel ricominciarono presto a punzecchiarsi, fallendo miseramente nel suo tentativo di ignorarlo, di nuovo.
«Quello è il mio pullover?»
Cam si guardò il petto e, stranamente, si accorse solo in quel momento di averlo addosso, viola e morbido come lo aveva indossato fino a prima di andare a letto.
«No, è il mio pullover ora.»
«È un abbigliamento piuttosto insolito per un sogno erotico.»
«È solo perché l'ho tenuto addosso per tutto il giorno.»
«Hai tenuto per tutto il giorno anche quegli slip osceni da nonno?»
«Parli tu che indossi quelle mutande ridicole?» Replicò Cam, indicando i suoi boxer neri con una grande lampada magica stampata sul pacco e circondata dalla scritta dorata "RUB FOR LUCK".
«I boxer fanno respirare le palle ed è anche anche meglio quando sono divertenti.»
«Questo è troppo!» Esplose Jennifer, allontanandosi esasperata dal corpo pallido di Cam che la guardò sorpreso, «Noi no può lavorare così!» Poi si rivolse alla sua collega che già annuiva in segno di approvazione, «Io avevo detto te!»
«È anche peggio di quanto mi hai raccontato.» Ammise sconsolata l'altra ragazza.
«Questo no è sogno erotico, questo è incubo.» Scese dal letto e continuò a protestare, gesticolando indignata e lanciando sguardi omicidi ai due ragazzi, «Pistolino moscio e genio di lampada qui, volere più litigare che scopare.» La brunetta fece un cenno con la testa alla sua amica che lasciò il letto per seguirla verso l'uscita.
«State andando via?» Gli gridò dietro incredulo Cam.
La bionda rispose con un marcato accento canadese quasi incomprensibile, ma che comunque non necessitò di una traduzione per capire che non sarebbero rimaste un minuto di più.
«Dai, tornate qui!» Le pregò il rosso, «Per favore!» Ma le ragazze uscirono senza neanche voltarsi.
«Sei contento ora?» Ringhiò verso Noel, che invece sorrise alzando le spalle. «Cazzo, Noel, devi smetterla di rovinarmi i sogni erotici!»
«Sai, Cam, credo sia il cazzo che non ti si alza a rovinare i tuoi sogni erotici.»
«Si, e di chi è la colpa?»
Il biondo arricciò il naso come se quell'accusa fosse assurda, «Ascolta... questo è il tuo sogno, puoi avere qualsiasi cosa tu voglia. Ti basta solo desiderarlo.»
«Giusto!» Gli sorrise, dato che finalmente si era reso utile suggerendo qualcosa di valido, «Ora io mi concentro...» Mormorò, sprofondando nel cuscino con gli occhi chiusi, «E le farò tornare.»
Aprì gli occhi di colpo quando sentì Noel ridere sguaiatamente e vide con orrore chi era entrato dalla porta. Un ragazzo con addosso solo un piccolo slip di pelle e un'imbracatura pettorale sui grossi muscoli unti d'olio, un fottuto gladiatore sexy.
«Ma che cazzo!» Sussultò sul letto, scioccato.
«E tu chi saresti, Massimo Decimo Meridio?» Scherzò Noel, già gustandosi quello che stava per succedere.
«Sono Mr palledure Mastero del Cazzo d'acciao.»
«Gggiusto...» Trascinò la parola mentre i suoi occhi passavano da Russell porno Crowe a Cam. Si stava divertendo un mondo e non fece assolutamente niente per nasconderlo, «Però, hai dei gusti bizzarri per il porno, eh?»
«Non ho idea di cosa tu stia parlando.» Sbuffò imbronciato, «Non l'ho mai visto in vita mia.»
«Io però di te mi ricordo, cazzo d'oro...» Lo smentì maliziosamente il ragazzo che si impastò il pacco con una mano e si pizzicò un capezzolo con l'altra. Immediatamente Cameorn si teletrasportò giù dal letto e lo raggiunse per sbarazzarsi di lui il più in fretta possibile.
«Sta zitto Mr Massimo palledure Meridio del cazzo!»
«Interrompesti il video proprio sul più bello... perché noi due non riprendiamo da dove abbiamo lasciato?»
«Sparisci!» Urlò per sovrastare il ridacchiare di Noel, afferrò il ragazzone per gli avambracci scivolosi e lo spinse verso la porta. Quando lo voltò e scoprì il grosso buco dei sui slip che gli lasciava scoperte le natiche, Noel rise talmente forte che per poco non cadde dal comodino. Cam pushed him out, pitching and slammed the door loudly, then looked at Noel who, with tears in his eyes, teased him by making the famous "Pollice verso", swinging his thumb for a few seconds and then flipping it over in defeat.
Cameron era provato, ma non volendo dargliela vinta, ci provò ancora. Fece un respiro profondo e aggrottò la fronte per concentrarsi al massimo, poi strinse la maniglia a pomello prima di girarla e aprire la porta.
Quello che vide era anche peggio, se possibile, del gladiatore sadomaso.
«Ciao, bruh!» Un secondo Noel lo salutò entrando, identico a quello che lo guardava dai piedi del letto, ridendo rumorosamente.
«Stai scherzando?» Ringhiò a... uh... Noel I?
«Pensi ancora che sia opera mia?»
«Ti stai divertendo un mondo, no?»
«Beh... si.» Non poté negarlo, «Ma te l'ho già detto, è tutto frutto della tua immaginazione. Io stesso lo sono.» Si avvicinò a Cam e incrociò le braccia al petto con una certa aria di soddisfazione, «E se dovessi provare ad indovinare cosa sta succedendo... direi che tu vuoi disperatamente fare sesso con me.»
La convinzione nella voce di Noel fece abbaiare al rosso una rozza imitazione di quella che avrebbe dovuto essere una risata, «Non essere ridicolo.»
Cam andò a sedersi sul letto, rassegnato e con gli occhi bassi sulle mani che si intrecciavano nervosamente. All'improvviso, un fruscio poco distante attirò la sua attenzione, lì dove Noel II era in piedi davanti a lui. 
Vide prima i boxer neri sul pavimento, ancora aggrovigliati attorno alle caviglie, e poi, mooolto lentamente, fece scorrere lo sguardo su ogni centimetro di quelle gambe spesse fino a che non si ritrovò faccia a faccia, per così dire, con il suo pene, proprio lì, all'altezza del viso, decisamente troppo vicino.
Se è vero che le pupille si dilatano quando si guarda qualcosa verso cui si prova attrazione, beh... negli occhi di Cameron non era rimasta più alcuna traccia di verde.
C'era un'enorme tensione che riempiva la stanza, che diventava sempre più pesante ogni minuto che rimanevano lì in silenzio a guardare quel cazzo penzolante. A Cam venne la pelle d'oca su tutto il corpo quando Noel I gli sedette accanto per riuscire a vedere meglio, affascinato quanto lui da quello spettacolo, e avvicinandosi all'orecchio gli chiese, «Il mio pene ha davvero questo aspetto?»
«Non lo so...» Sussurrò senza distogliere lo sguardo. Sentì un'ondata di calore risalire dal collo fino alle sue guance che si colorarono di rosso, «L'ho visto solo di sfuggita e mai così da vicino.»
In un istante, tutto il sangue affluì in un unico punto e Cam percepì quella sensazione che non provava più da tempo e che tanto gli era mancata. Nonostante l'avesse cercata disperatamente per mesi, maledì il suo corpo per aver deciso di reagire proprio in quel momento e per la velocità con la quale l'eccitazione stava crescendo nei suoi slip bianchi.
«Ti piace?» Ridacchiò Noel II, facendolo saltellare e accennando il movimento dell'elicottero.
«S-smettila!» Balbettò, oltremodo imbarazzato.
«Vuoi toccarlo?»
Cameron lo fissava ipnotizzato, deglutendo a secco. Il nervosismo iniziò ad impadronirsi di lui al pensiero di poterlo anche solo sfiorare. Prese coraggio e allungò timidamente una mano tremante verso quel cazzo assolutamente perfetto, ma subito prima del contatto si bloccò, la chiuse in un pugno e se la tirò al petto.
La sua erezione stava diventando difficile da ignorare, sia nell'aspetto che nella sensazione. Cam cercò di nasconderla accavallando le gambe, ma Noel I guardò in basso e vide quell'evidente rigonfiamento.
«Signore e signori, il ritorno dei morti viventi!» Rise divertito e fece un piccolo applauso.
«Rivestiti, Noel.» Cam si alzò dal letto e si allontanò per riuscire a respirare.
«Cosa? Perché?» Chiese Noel II, confuso e con voce acuta, «Hai finalmente avuto un'erezione. Non era ciò che volevi?»
«Chiudi il becco, non sai di cosa parli.» Rimase di spalle perché non c'era modo di nascondere l'erezione che stava provando a negare in quello slip ridicolmente aderente.
«Senti, conosco la differenza tra le dodici e le sei...e nelle tue mutande è mezzanotte in punto.»
«Ora basta!» Cam si voltò di scatto, «Tirati su quei boxer del cazzo ed esci da qui!» Prese Noel II per il braccio e lo trascinò verso la pota mentre lui saltellava nel tentativo di rivestirsi in modo scomposto, ma prima di riuscirci era già stato sbattuto fuori. Dopodiché il rosso si voltò verso il Noel rimasto e con uno sguardo severo gli intimò di fare altrettanto. «Anche tu, Noel. Fuori!»
Noel stranamente obbedì, raggiunse l'uscio ridacchiando e scuotendo la testa, poi si voltò e rimase a fissare Cam mentre gli chiudeva la porta in faccia.
Una volta rimasto solo, il ragazzo posò le spalle sul legno e scaricò la tensione con un forte sbuffo ad occhi chiusi.
«Ti senti meglio ora?»
«Cazzo!» Cameron sussultò, batté la testa all'indietro prima di riaprire gli occhi e rivolgere un'occhiataccia al biondo che gli era ricomparso magicamente davanti, «Come faccio a liberarmi di te?»
«Non puoi.»
«Inizio a pensare che sia vero.»
«Non sei ancora stanco di questo teatrino?» Chiese, mentre l'altro lo raggiungeva sbuffando, «Stiamo perdendo solo tempo, possiamo passare direttamente alla parte dove facciamo sesso?»
«Te l'ho già detto, sei l'ultima persona con cui-»
«Sta zitto!» Lo spinse con forza, facendolo cadere seduto sul letto, «Andiamo, Cam... ti ho lasciato il tempo di capirlo da solo. Ma tu in realtà lo hai già capito, lo stai solo negando.»
«Io-»
«Tuuuu...» Lo zittì con irruenza. Posando una mano su ogni ginocchio lentigginoso, si piegò verso di lui finché i loro nasi non si sfiorarono, «Mi vuoi scopare.» Poi con un ghigno sulle labbra, aggiunse, «Ed hai una gigantesca cotta per me.»
Lo spinse un'atra volta e Cam crollò sui gomiti, steso sul materasso, «Ammettilo, cazzo.»
Noel allargò le braccia sbuffando una risata, ma quando provò ad avvicinarsi, Cam allungò una gamba e lo fermò posandogli un piede sull'addome.
«Succhiamelo!» Ringhiò senza rendersi pienamente conto di ciò che aveva detto. Ovviamente non intendeva letteralmente, al contrario, stava cercando di respingerlo, ma scelse il modo peggiore di esprimere il concetto.
Noel, invece, la trovò un'interessante scelta di parole, la sua lingua gli scivolò tra le labbra sorridenti. Prese il piede nudo che gli premeva sugli addominale e strofinò la pianta sulla lampada che aveva sui boxer, «Ogni tuo desiderio è un ordine.»



(1) Il pullover:

https://i.ibb.co/xzxqV9T/L-amore-non-basta-2013-Cap-4-foto-2.jpg
(2) L'Omino del Sonno: in lingua originale Sandman o meglio noto come Sandy, è il Guardiano dei Sogni e il più anziano dei Guardiani. Un personaggio del folklore del Nord Europa che porta sogni felici cospargendo con una dorata sabbia magica gli occhi dei bambini mentre stanno dormendo.


Crediti:
- Arrow;
- BoJack Horseman;
- Maschi contro femmine;
- Will & Grace;
- Call Me Kat;
- Youpron;
- Chiedo scusa se ho dimenticato qualcuno.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


                             
                                                          https://i.ibb.co/qs8h6vR/L-amore-non-basta.jpg

Cameron abbassò gli occhi pieni di desiderio mal nascosto e trovò Noel in ginocchio tra le sue gambe che lo accarezzava su e giù per i polpacci, sollevando la pelle d'oca lungo la strada. Il rosso rabbrividì e un piccolo suono disperato gli sfuggì dal fondo alla gola. Noel mormorò in accordo, spinse una mano sotto il pullover e lo sollevò leggermente, lasciando scoperta una stretta fascia di stomaco, abbastanza da avere accesso all'elastico dei boxer, ne tracciò l'orlo seguendo la linea dove il tessuto incontrava la pelle e lasciò che la sua mano indugiasse un attimo di troppo, poi ci agganciò il mignolo e li tirò lentamente giù. 
«N-Noel...» Gemette Cam per la frustrazione, maledicendo la sua stessa ostinazione ad opporsi a Noel, poi scivolò via da lui, strisciando sulla trapunta, ma il biondo lo seguì fino a quando riuscì a raggiungerlo ed intrappolarlo al centro del materasso.
«Noel, per favore.» Il sesso che, suo malgrado, gli gocciolava dalla voce fu abbastanza per accendere la fiamma negli occhi di Noel.
«Per favore, cosa?» Spinse una mano ferma contro il petto di Cam, premendolo più forte contro il letto, «Cam!» Chiamò, dopo aver aspettato una risposta, e Cameron sentì la frustrazione, ma non sapeva come rispondere.
Nella sua testa imprecava malvagiamente, ma l'unica cosa che gli uscì dalla bocca fu un respiro affannoso, «Per favore, non farlo.» Era disperato, irrequieto e dolorosamente eccitato. Tutto ciò che ricevette in cambio fu un piccolo sorriso malizioso prima che Noel gli salisse a cavalcioni sulle cosce, leggero, provocante e fottutamente bello. Cam girò la testa dall'altra parte mentre il calore gli saliva nelle guance, trasformando la sua pelle di una tonalità più scura del solito. Lui poteva essere vanitoso, orgoglioso e un assoluto bastardo a volte, ma quello sguardo di apprezzamento da parte di Noel curiosamente lo imbarazzava da morire. I suoi occhi azzurri vagavano avidi sul corpo, indugiando sulle labbra, sul collo, sul petto, sulle braccia e sul cazzo che gli si stava gonfiando rapidamente sotto lo sguardo del più grande. Noel sorrise mentre Cam arrossì, imbarazzato per la reazione del suo corpo. Si gettò le braccia sugli occhi e strinse forte un labbro tra i denti quando le mani del biondo raggiunsero i bordi del pullover.
«Togliti questo maledetto pullover.»
Ovviamente Cameron non lo avrebbe mai reso così facile, «Fallo da solo.»
Era una battaglia di volontà che Noel sapeva già che avrebbe vinto. La sua mano si spostò più in basso, abbastanza da essere in grado scivolare sotto al pullover, sentendo i muscoli sottostanti. Cam gemette quando iniziò ad accarezzargli l'addome e a seguire il contorno definito dei suoi addominali con le dita, ma non lo fermò. Improvvisamente, Noel strattonò il tessuto viola, sollevandolo verso l'alto fino ad ammucchiarlo sotto le ascelle, lasciandolo a petto scoperto.
«Lo togli adesso?»
«Vaffanculo!» Gli ringhiò contro, un avvertimento a cui Noel non fece caso dato che poteva vedere l'effetto che stava avendo su di lui. Gambe e braccia gli tremavano, e il volto, che finalmente uscì allo scoperto, era rosso come un pomodoro. A merito di Cameron, cercò di sembrare minaccioso, ma sfortunatamente la sua voce era piena di desiderio e l'effetto fu rovinato.
«Mmmmh... più fai il difficile, più me lo fai diventare duro, Monaghan.» Rise, lascivo e predatore.
«Vaffanculo!» Quella volta fu più convincente, ma non bastò ad impensierire Noel che rise allegro e insopportabilmente sexy, e Cam rabbrividì sotto di lui, improvvisamente fin troppo consapevole di quanto fosse duro e bisognoso. Non era sicuro di quanto ancora avrebbe potuto continuare così prima di non avere altra scelta che arrendersi a lui. Era proprio lì, ad un passo dalla misera sconfitta.
Noel si piegò su di lui ed iniziò a baciare la pelle appena esposta, stuzzicandolo con irriverenza, giocò con i suoi capezzoli e lo leccò tra i pettorali finché il ragazzo, completamente soggiogato, tirò fuori le braccia dalle maniche e lasciò che il biondo gli sfilasse il pullover dalle maniche.
Noel si sollevò sulle braccia e spinse il sedere in avanti finché le sue palle non toccarono quelle di Cam, poi staccò una mano dal materasso e se la infilò nei boxer, si afferrò l'erezione e cominciò ad accarezzarsi mentre erano premuti insieme, così che anche Cam sentisse le sue nocche muoversi su e giù per il suo cazzo. Gli strati di tessuto che indossavano li aiutarono quella volta, l'attrito era così delizioso semplicemente perché non riuscivano a sentirsi l'un l'altro, non completamente.
«Merda, Noel, stai giocando sporco.» Gemette Cam sotto quella carezza esasperante. 
«Andiamo, bruh, lo sappiamo entrambi che vuoi molto più di questo.»
«Noel, cosa stai...» Sussurrò, rammaricato dalla perdita del contatto allungò il collo per guardarlo strisciare giù lungo le sue gambe distese.
«Ssshh, lasciami fare. Chiudi gli occhi e rilassati.» Ridacchiò, schiaffeggiandogli delicatamente il fianco, «Ti piacerà, te lo prometto.» Assicurò con un bagliore malizioso negli occhi.
Su quello, Cameron non aveva dubbi. Finalmente si rassegnò e obbedì, chiuse gli occhi e si abbandonò completamente a lui.
Noel leccò una traccia su entrambi i fianchi, seguendo con la lingua la sua V addominale e lasciando una scia di fuoco al suo passaggio, mentre la morbida e appena accennata barba del mento sfiorava la pelle sottostante. Cam gemette e sussultò leggermente, ma quella volta non protestò, tanto che a Noel fu sufficiente appena un piccolo sforzo per tenerlo fermo. Il rosso, per quanto volesse ostentare disapprovazione, neanche per un secondo avrebbe voluto che smettesse.
Dopo aver mordicchiato la carne tenera tutto intorno all'ombelico, Noel lasciò che le sue dita si immergessero negli slip bianchi e, agganciandole dall'elastico, li spinse giù piano. Baciò ogni centimetro di pelle che veniva scoperto, seguendo la pista dell'amore(1) rossiccia fino alla base del suo cazzo già semi duro, ma lì si fermò. Si spostò un po' più giù e separò le gambe di Cameron, tanto quanto pensò che lui potesse sopportare, e fece scivolare le mani su quelle cosce doppie, accarezzando la pelle calda e nuda, scarsamente disseminata di peli, stringendo i muscoli lisci e duri sotto le dita. Cam gemette, gutturale e desideroso, e il suo respiro diventò sempre più irregolare. La sensazione delle mani calde che gli sfregavano il corpo, gli impastavano la carne e spingevano contro i punti giusti, come se Noel sapesse esattamente dove e come toccarlo. Sentì il suo corpo rilassarsi e sciogliersi come cera al sole. Si inarcò al tocco del biondo, ansimando pesantemente mentre soffriva per la sua erezione intrappolata negli slip stretti.
Noel si dedicò per alcuni minuti alle sue cosce, baciando, mordendo e leccando l'interno di entrambe, dalle ginocchia all'inguine, senza ancora avvicinarsi a quel punto pulsante che più richiedeva attenzione. Il cuore del rosso gli batteva all'impazzata nel petto, ma non abbastanza forte da impedirgli di sentire i suoni ansimanti e bagnati con cui Noel lo stava deliziando.
Quasi come se si aspettasse delle proteste da parte del rosso per ciò che stava per fare, Noel fece scivolare le braccia sotto le ginocchia di Cam e le avvolse attorno alle sue cosce come un polpo gigante, bloccandolo così, con le gambe spalancate. Il ragazzo sotto di lui si insospettì e si sollevò a guardare, si sporse in avanti per avere una visuale migliore e vide il sorriso compiaciuto che tirò gli angoli della bocca di Noel che a sua volta lo guardava arrossire imbarazzato, chiaramente determinato a farlo arrossire ancora di più nel prossimo futuro. Il biondo lo prese in giro strofinandogli il cazzo con la punta del naso attraverso il tessuto bianco. Cam sussultò, le mani che si aggrapparono al bordo del letto, ma non riuscì a staccare gli occhi da lui e respirare affannosamente mentre si faceva accarezzare dalle sue dita, i pollici che sfioravano l'inguine appena sotto gli elastici degli slip.
«Cazzo!» Sussurrò Cameron appena sentì la lingua dell'altro sul suo rigonfiamento caldo, poi lo sentì leccare lentamente una traccia bagnata dalla radice alla punta del suo cazzo. Vide lo sguardo affamato di Noel diventare scuro e sentì la sua voce rauca mentre chiedeva, «Ti piace?»
Cam annuì e si lasciò cadere sul materasso con gli occhi chiusi e la bocca allentata, «Cazzo!» Sussurrò un'altra volta, assolutamente incapace di fare altro.
Noel sorrise prima di ricominciare con più convinzione, si leccò le labbra e le allungò attorno a quel gonfio uccello ancora vestito, scivolando su e giù per la sua lunghezza dapprima ad un ritmo lento e gentile. Fece qualcosa di malvagio con la lingua e le cosce di Cam tremano. Noel ridacchiò e lo fece di nuovo, rischiando seriamente di far scoppiare il cuore al rosso che inarcò la schiena, gemendo piano e torcendo le dita nelle lenzuola quando il biondo premette la bocca contro la fessura piangente del suo cazzo.
«Non ti stai bagnando un po' troppo in fretta?» Sorrise, prendendosi gioco di lui. Leccò via un filamento appiccicoso che gli era rimasto attaccato alle labbra, collegandole al punto che aveva baciato poco prima.
«Chiudi il-» Perse il controllo quando Noel iniziò a succhiare il suo cazzo attraverso gli slip, saliva e le prime gocce di sperma inumidirono il tessuto da entrambi i lati, facendolo graffiare grossolanamente contro la pelle sensibile.
Cam si allungò per toccarlo, afferrò la testa bionda tra le mani e lo accarezzò fino a dove riusciva ad arrivare, le guance, le orecchie e il collo, mentre Noel succhiava un più forte, canticchiando dolcemente intorno al suo cazzo che palpitava e implorava il rilascio. Il biondo leccò e succhiò l'umidità che cresceva tra le gambe di Cam, respirando caldamente contro di essa, finché il ragazzo non si ridusse a un pasticcio ansimante e tremante. Cam affondò le dita nei capelli chiari, non tirandoli del tutto, lasciando che Noel muovesse la testa al suo ritmo, libero di invadere il suo spazio e di arrivare ovunque con la sua lingua morbida come la seta che si prendeva cura di lui. Tutto era in qualche modo ovattato anche se il minimo tocco di Noel lo faceva sussultare e contorcersi. Senza rendersene conto, Cam stava sollevando i fianchi con decisione mentre spingeva giù la testa bionda tra le sue gambe bagnate, facendolo leccare, succhiare e mordicchiare, sempre meno delicatamente, guidandolo a suo piacimento. «Sì, così!» Mugolò, trattenendolo contro di sé, «Cazzo, sei incredibile!» La sua lingua lo stava portando molto rapidamente al culmine.
Noel allentò la presa sulle cosce e le sue mani strisciarono fino ad afferrargli il sedere sodo sotto gli slip. Gli occhi di Cam rotearono all'indietro, un brivido gli percorse la schiena quando le dita di Noel gli sfiorarono di il buco che fino a quel momento non era stato ancora toccato, prendendolo in giro, mentre con la bocca da sopra al tessuto alternava larghe leccate a dei piccoli movimenti rotatori intorno ad esso che fecero contrarre le dita di Cam, trasformando le sue carezze in graffi profondi. Allora Noel premette la punta della lingua nel suo ingresso, spingendola a fondo quanto il tessuto esasperato lo permettesse, ancora e ancora, con le mani che stringevano le natiche carnose e squadrate, tenendole divaricate. Cam sapeva che stava piagnucolando ferocemente, sapeva che gemiti e parole sporche stavano uscendo incontrollati dalla sua bocca, spingendo Noel ad andare più veloce e spingere più forte. Allungò una mano e afferrò una manciata di capelli dorati, Noel gemette forte contro di lui e Cam lo sentì dappertutto, sentì il formicolio alle dita dei piedi, strisciare su per le gambe.
La bocca di Noel pulsava, le labbra erano striate di fuoco e il cuoio capelluto bruciava sotto la presa di di Cam, ma lo sentiva rabbrividire e godere ad ogni suo tocco ed andò avanti imperterrito. Allora il rosso tirò con forza le ciocche bionde finché l'altro non tirò indietro la testa, grugnendo controvoglia. Le sue cosce stavano ancora tremando mentre finalmente si conquistò un attimo di tregua sfuggendo dalla lingua meravigliosa e spietata di Noel quando la sensazione divenne troppo intensa.
Bastò poco a Noel per fargli capire quanto anche lui si stesse divertendo a seppellire la faccia tra le sue cosce e, soprattutto, che non aveva nessuna intenzione di smettere. Sorrise maliziosamente e si tuffò a capofitto, affondando il viso fino al mento senza ritegno. Sollevò uno degli elastici laterali degli slip con il naso e, infilandoci dentro la lingua, leccò fin dove riuscì ad arrivare.
Quello fu davvero troppo per Cameron. Alzò la gamba e gli posò il piede sul pettorale, lo spinse via senza troppa convinzione, con le dita arricciate per il piacere. Allo stesso tempo, la mano tra i capelli biondi divenne violenta nel disperato tentativo di allontanarlo da se. Noel, però, con una mossa alla Matrix, portò indietro la spalla facendo scivolare via il piede che gli premeva sul petto e di conseguenza la gamba crollò rovinosamente sul materasso, poi si sbarazzò della mano che gli stava torturando i capelli, afferrando entrambi i polsi e bloccandoli lungo i fianchi del ragazzo sotto di lui. Cam sussultò violentemente e, con un ultimo sforzo disperato, cercò di soffocare il gemito che cercava di farsi strada con gli artigli su per la gola, ma poi lo lasciò finalmente uscire misto ad una risata.
Il biondo prese tra i denti gli slip bianchi, talmente fradici nel centro che lasciavano intravedere il grosso uccello duro che a malapena riuscivano a contenere, e li strattonò forte. Leccò e baciò tutto quello che ne venne fuori, prestando particolare attenzione alla punta che fece capolino da sotto l'elastico che gli stringeva i fianchi, avvolgendola brevemente con le labbra prima di lasciarla andare con un piccolo pop. 
Il cervello di Cam andò in cortocircuito quando Noel gli lasciò andare i polsi arrossati e lo spogliò, trascinando lentamente gli slip lungo le cosce e sorridendo al suo gemito mentre il cazzo pulsante si liberava, dolorante e bagnato.
Iniziò dalla base, leccando la lunghezza di Cam e fermandosi ogni tanto per succhiare la pelle sensibile. Girò di nuovo intorno alla punta con la lingua quando raggiunse la cima e poi la baciò dolcemente. Il rosso quasi ringhiò quando Noel lo succhiò nella sua bocca, infinitamente contento di essersi abbandonato completamente a lui, aprì le gambe in un'esibizione di desiderio.
«Cazzo, Noel, ti voglio!» Mezzo gemito e mezzo singhiozzo mentre si dondolava tra le sue labbra. Sapeva di aver detto qualcosa, ma non aveva idea di cosa fosse, lasciando che le parole scorressero da sole nella foga del momento. Andarono avanti per qualche altro minuto prima che il piacere che stava ricevendo dalla bocca calda e bagnata di Noel fu troppo. «A-aspetta!» Balbettò in modo confuso, ma il biondo lo ignorò e stringendo più forte la mascella lo divorò.
«Sto per... sto per...»
«Si, vieni per me.»
«Nessuno dice cose del genere nella realtà.» Sussurrò, gli occhi ancora chiusi mentre un debole sorriso gli contrasse il viso. Noel rise e basta.
«Basta, per favore.» Implorò Cam, afferrandolo sotto le ascelle e tirandolo su.
«Perché mi hai fermato?»
«Perché non voglio farlo così.»
«Così come?»
«Lo sapevo.» Chiese confuso, ma l'altro non rispose. «Lo sapevo.» Disse Noel quando Cameron distolse lo sguardo e arrossì imbarazzato, poi sbuffò una risata compiaciuta, «Mi vuoi scopare!»
«Sta zitto, Noel!»
«Tu sta zitto! Tu mi vuoi scopare di brutto!» Le sue sopracciglia si inarcarono in modo molto significativo e Cam vacillò.
«Beh, anche se fosse? Non sei qui per questo?»
«Assolutamente si!» Esclamò euforico, «Ma prima devi dirlo.» Scrutò gli occhi verdi di Cam e decise che un po' di provocazione era d'obbligo, «Dillo!»
«E va bene.» Ammise finalmente con fatica, «Si, ti voglio scopare.»
«Non quello... l'altra cosa.»
Cam sapeva benissimo cosa voleva sentirsi dire, «Ti voglio scopare e...» Roteò gli occhi e sbuffò prima di riuscire a dirlo, «Ho una grossa cotta per te.»
Noel rise soddisfatto e vittorioso, l'espressione sul suo viso diceva tutto mentre si chinava su di lui per baciarlo, ma Cam scosse la testa e lo fermò premendogli la mano sulle labbra. 
«Tu non sei reale.»
«Niente di questo lo è.»
Noel si stava già sporgendo ulteriormente per riprendere ciò che era stato costretto ad interrompere, la bocca aperta a pochi millimetri da quella di Cam che però inclinò la testa all'indietro contro il cuscino per allontanarsi dal lui.
«Desidero baciarti più di qualsiasi altra cosa, ma non voglio più baci di scena o baci in sogni erotici.» Ansimò contro la sua bocca, «Voglio un bacio vero, dal vero te.»
«E se non te lo dovesse concedere mai?»
«Non posso fare altro che accettarlo.»
«Ti conviene farlo allora, perché non succederà mai.» Sentenziò rudemente, sollevandosi e tornando seduto sullo stomaco del rosso, «Niente di questo succederà mai nella realtà.» Sospirò e continuò con un tono più dolce, «Lascia che ti baci ora.»
Cam agganciò il pollice e l'indice sotto il mento di Noel e lo abbassò con forza, lo fissò per un momento, poi la sua bocca, facendo scorrere il pollice sul suo labbro inferiore paffuto. «Tanto bello quanto stronzo, cazzo.»
Le labbra di Noel si aprirono e il dito scivolò nella sua bocca, esile e tremanti sulla sua lingua. Cam si sentì andare a fuoco, ma era troppo ipnotizzato da quella meravigliosa visione per distogliere lo sguardo. Emise un leggero suono di piacere e, incoraggiato, Noel succhiò il dito facendoci roteare la lingua intorno finché il ragazzo sotto di lui non ansimò di nuovo.
«Vuoi proprio farmi impazzire, vero?»
Noel annuì, sorridendo intorno al dito e poi lo morse scherzosamente, e Cam allontanò la mano con un grido, ridendo a sua volta.
«È un cazzo di sogno, bruh. Goditelo.»
Il rosso arricciò il naso, riflettendo su quella proposta per un momento, poi sorrise più placante che mai e con un gesto della testa lo invitò ad avvicinarsi. Un piccolo luccichio nei suoi occhi fu l'unica cosa che tradì le sue vere intenzioni. Un secondo prima che le loro labbra si toccassero, Cam spinse Noel sul letto, lo girò a faccia in giù sul materasso e si sedette a cavalcioni su di lui, tenendogli le mani bloccate dietro la schiena. «Vuoi davvero che me lo goda?» Chiese, ringhiando una risata trionfante. Noel emise un suono strangolato, ma annuì sorridente.
Cam gli lasciò andare le mani, che si aggrapparono e strinsero forte il cuscino sotto la sua testa bionda, mentre quelle del rosso scesero giù lungo il corpo fino a cingergli i fianchi. Baciò entrambe le "fossette di Apollo" nella parte inferiore della schiena, perfettamente simmetriche e così dannatamente sexy. Cam gli ricambiò subito il favore spogliandolo anche lui con la bocca, prese i boxer tra i denti e quando mezzo sedere fu nudo, tirò indietro la testa fino a tendere al massimo l'elastico e poi lo lasciò andare sculacciandolo sonoramente con una frustata.
«Che stronzo!» Noel saltò, ed entrambi risero forte. Cam lo fece ancora prima di filarglieli definitivamente e gettarli sul pavimento.
Noel fece un sorrisetto quando girò la testa e vide l'espressione di Cam. Sbirciando da sopra la spalla vide la bocca del ragazzo spalancata e il suo sguardo incrollabile dal suo sedere.
«Mi stai fissando il culo, Rosso?» Chiese, agitando i fianchi, mentre Cam faceva scorrere le mani sulle sue cosce pallide.
«Certo che no.» La sua voce era così bassa e tesa mentre parlava, «Perché dovrei semplicemente guardare quando posso farti questo...» Le mani stavano afferrando le natiche tonde, impastandole, scavando nella carne tenera e spalancandole. «O questo...» Cam fece scorrere le dita su e giù per la fessura di Noel in un ritmo allettante mentre morse delicatamente la parte inferiore di una natica. Noel inarcò la schiena e il collo, sussultò e imprecò leggermente, ma non protestò. Qualunque battuta stesse per rispondere alla testa rossa, gli si scioglie sulla lingua con un sospiro rabbrividito.
Tremando dentro, ma tenendosi fermo, Cam si chinò per premergli la fronte contro il centro della schiena. Aspettò prima di baciare la sua pelle color chiaro di luna ancora, e ancora, e ancora, lungo le aperture del dorso a forma di cuore. Lo sentì ansimare mentre le sue labbra lo toccarono, sentì il suo corpo tremare per un momento prima di prendere il controllo, quando all'improvviso, Noel spinse indietro i fianchi, chiudendo la piccola distanza tra loro, e fu il turno di Cam di emettere un rantolo.
Il rosso ridacchiò senza fiato e, con un leggero morso al lobo dell'orecchio, gli fece voltare la testa per guardarlo, «Voglio sentirti urlare il mio nome.»
«Nessuno dice cose del genere nella realtà.» Lo prese in giro, scimmiottando le sue stesse parole e facendolo ridere.
«Allora è una fortuna che questo sia solo un sogno.»
Beh, a quel punto poteva anche pensare che nulla era mai stato così bello e che un sogno potesse essere di gran lunga meglio di qualsiasi realtà.
Noel sentì l'erezione del ragazzo, provocante e calda, che premeva contro la sua schiena e provò ad allungarsi in dietro a toccarla, ma Cam gli bloccò i polsi sul cuscino accanto alla sua testa e tutto ciò che poté fare fu rotolare i fianchi e assaporare il gemito strozzato che sfuggì al rosso. Cam trascinò la testa del suo cazzo tra le guance di Noel, lasciandolo aderire al suo buco, poi spinse ulteriormente la lunghezza in avanti, lasciandolo scivolare tra le cosce. Lo ripeté ancora un paio di volte prima di entrare finalmente dentro di lui. All'inizio si dondolò con calma, prendendosi il suo tempo, ma poi Noel si strinse forte attorno a lui e quel poco controllo che aveva avuto fino a quel momento scomparve. Lo schiacciò contro il materasso, scattando in avanti veloce e profondo con le punte dei piedi che scavarono con violenza nelle lenzuola. I suoi fianchi non erano più attaccati al suo cervello e iniziarono a martellare il corpo sotto di lui che seguì il suo ritmo con entusiasmo, ansimando a ogni spinta.
Cameron gli sorrise al collo quando finalmente Noel urlò il suo nome, ma quello fu anche la sua fine. Era presto, troppo presto, ma sentì il suo orgasmo crescere alla base della sua spina dorsale. I polpacci, le cosce e i pugni si strinsero e lui aspirò un polmone pieno d'aria quando il suo orgasmo lo colpì così forte che il suo corpo tremò con esso. 
Si svegliò gemendo, accaldato e bagnato, e non ci volle molto prima di rendersi tristemente conto che era da solo nel letto a scoparsi il cuscino su cui era rimasto l'odore di Noel da quando la notte prima ci aveva dormito. Coraggiosamente, Cam continuò a muovere i fianchi, strofinando alla cieca sulle lenzuola che aveva attorcigliate tra le gambe, finché l'orgasmo non passò del tutto. Fece sprofondare il viso nel cuscino e sussurrò un ovattato, «Cazzo!»
Del casino che aveva combinato e della spiacevole sensazione appiccicosa nelle mutande, se ne sarebbe occupato più tardi.


(1) "Pista dell'amore" o "sentiero felice" sono le traduzioni che sono riuscita a trovare per "happy trail", non so se sono termini ufficiali, ma qui si intende quella striscia di peli che va dall'ombelico al pube.


Crediti:
- Youpron;
- Chiedo scusa se ho dimenticato qualcuno.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


                             
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Il capitolo contiene grossi spoiler su "JAMIE MARKS IS DEAD".

Cameron Monaghan: Adam McCormick
Noah Silver: Jamie Marks
Morgan Saylor: Gracie Highsmith


Il 2013 prometteva di essere un anno molto produttivo anche per Cameron. Sebbene lui non avesse mai fatto la lista dei buoni propositi per l'anno nuovo, quella volta si era prefissato l'obiettivo di dedicarsi completamente alla sua carriera, aveva anche informato Brian della sua intenzione di lavorare il più possibile e gli aveva chiesto di riempirgli l'agenda in modo da essere sempre impegnato in qualche progetto. Conoscendo Cam, al suo agente non era sembrato troppo strano ed era stato felice di accontentarlo, dopotutto, quel ragazzino iperattivo era un vero professionista, essendo stato nel settore da quando aveva otto anni.
In realtà Cam stava solo cercando di tenersi talmente occupato da non aver letteralmente il tempo di fermarsi a pensare, perché ogni volta che lo faceva, Noel era tutto ciò che gli veniva in mente.
Così, i primi giorni di Marzo (1), si ritrovò a spasso per le campagne innevate di upstate New York a congelarsi il culo durante le riprese di "Jamie Marks is dead".
Operavano con un budget piuttosto ridotto e numerosi vincoli di tempo. Avevano solo tre o quattro settimane per finire tutte le riprese, quindi era decisamente una corsa contro il tempo, sedici ore al giorno, tutti i giorni, molto spesso fuori al freddo o durante la notte, senza trailers ne stufe.
Quando tornava in camera la sera, Cameron era così esausto che a volte si addormentava vestito.


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Il cast e la troupe alloggiavano in un piccolo Days Inn in una città altrettanto piccola, nel mezzo del maledetto nulla per miglia. Arrivarono due giorni prima dell'inizio delle riprese e per tutta la permanenza furono bloccati insieme in quell'hotel, costretti a passare lì dentro anche il poco tempo libero che avevano. Nevicava quasi tutti i giorni e quando lo faceva più forte nessuno poteva uscire, ma tanto non c'era nessun posto dove andare o niente da fare nelle vicinanze, così, passavano il tempo a giocare a carte e fissarsi. Il che non era così male come poteva sembrare, perché diventarono molto uniti velocemente e ciò aiutò nella realizzazione del film. (2)


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«Basta, non voglio più giocare.» Piagnucolò Morgan [Saylor] lanciando le carte sul pavimento dove stavano giocando.
«Non sai perdere.» Ridacchiò compiaciuto Noah [Silver], mentre Cam cercava di consolarla.
«Sai come si dice... sfortunata nel gioco, fortunata in amore.»
«Magari fosse così.» Sospirò amaramente, abbandonando la moquette per lanciarsi sul letto, «Credo di essere anche più sfortunata di Gracie con i ragazzi.»
«È difficile competere con un fantasma, non è vero?» Gongolò Noah.
«Non lo so...» Lo contraddì Cam, facendo sparire il sorrisetto compiaciuto dalle labbra del suo amico, «Penso che essere in vita sia un grosso vantaggio.»
«Il triangolo amoroso con un fantasma è un po' complicato.» Concluse la ragazza.
Jamie Marks era morto tra l'indifferenza di tutti, esattamente come era vissuto. In vita era stato segretamente innamorato del suo compagno di scuola Adam che invece a malapena sapeva della sua esistenza. Una volta morto, il suo innamorato finalmente si accorse di lui, così decise di rimanere sulla terra sotto forma di fantasma per restargli vicino e godere di quell'amore platonico che era nato tra loro.
Per un sadico scherzo del destino, Jamie si stabilì nell'armadio di Adam che a sua volta si aggrappò a lui per cercare di fuggire dalla sua famiglia e dalla sua vita. 
Nonostante l'incertezza dei suoi sentimenti nei confronti di Jamie, Adam gli era indubbiamente affezionato, ma presto fu costretto ad ammettere che quella loro strana relazione non aveva futuro e che doveva lasciarlo andare nel posto a cui apparteneva.
«Io me ne vado a dormire. Buonanotte ragazzi, a domani.»
Appena Morgan lasciò la stanza, anche Cam posò le sue carte, si alzò in piedi e si stiracchiò le gambe indolenzite.
«Lasci anche tu?»
«Si, mi fumo una sigaretta e mi metto a dormire anche io.»
«Allora vinco io per abbandono.» Rise Noah, raccogliendo le carte sparse dal pavimento.
Cam prese una sigaretta e aprì la finestra prima di accenderla, «Che cazzo di freddo.» Ringhiò, sbuffando fuori la prima nuvola di fumo.
«Non dirlo a me... sono sempre nudo, cazzo. Mi sorprendo di non essermi preso una polmonite.» Noah rimase seduto a guardare le spalle del ragazzo che fumava la sua sigaretta e lasciò che il silenzio regnasse per qualche minuto, poi lo ruppe con un filo di voce, «A proposito di ciò che hai detto prima... non credi che Adam ricambi i sentimenti di Jamie?»
«Jamie è morto, non c'è modo per loro di stare insieme.»
«Si, certo. Ma Adam lo ama comunque, no?»
«Non lo so. In un certo senso, forse. Credo che Adam sia molto confuso.»
«Adam ha respinto Gracie quando gli ha detto di amarlo, ma non ha respinto Jamie.»
«Jamie è un fantasma, okay?» Lo interruppe, cercando di non sembrare troppo rude, «È come una fantasia o un sogno... lui è convinto che questa cosa tra loro possa funzionare, ma non è così.» Inspirò l'ultimo tiro dalla sigaretta e liberò il fumo verso la luna che sparì per qualche secondo dietro la nuvola bianca, «È un amore impossibile, Noel, e come ogni amore impossibile si può solo lascialo andare.» 
«Noah.»
«Cosa?» Chiese distrattamente, voltandosi finalmente a guardarlo.
«Mi hai chiamato Noel.»
«Mi dispiace.» Disse imbarazzato, «È stato solo un lapsus.»
«Chi è Noel?»
«Lui è... un mio amico.» Cam spense la cicca contro il telaio metallico della finestra, poi guardò Noah e gli sorrise dolcemente, «Tu me lo ricordi un po'.»


Cameron si allontanò con una scusa ed andò a cercare un posto tranquillo, uscì sulle scale antincendio dell'edificio e sedette su uno scalino freddo e traballante. Mentre la neve cadeva intorno a lui, si strinse nel suo cappotto e contemplò per qualche minuto lo schermo del cellulare. C'erano tre messaggi. Due erano di Liana, che quasi quotidianamente gli proponeva di organizzare degli appuntamenti con qualche sua amica single, e a cui Cam rispondeva sempre di no. Un altro messaggio era di sua madre, che gli inviava foto di campioni di colore su cui voleva la sua opinione per trasformare la sua vecchia stanza in una stanza per gli ospiti, ora che si era finalmente convinta che lui non sarebbe più tornato a casa. Cameron prese mentalmente nota di dare la priorità a quella risposta, ma non prima di aver riaperto la chat dove l'ultimo messaggio di Noel, ormai vecchio di due giorni, era rimasto ancora senza risposta.

11 Marzo 2013
Dude: (18.22 pm): Come va, amico? Che si dice a NY?

Con il passare dei giorni, Cam si era fatto sentire sempre meno, un po' perché era stato davvero molto impegnato, ma principalmente perché in verità non voleva farlo. Certo, ritrovarsi in un triangolo di amore pseudo gay non proprio corrisposto, per di più con un fantasma, non lo aveva aiutato a tenere la mente lontana dal pasticcio che aveva cercato di lasciarsi alle spalle a LA.
Contemplò per qualche minuto la chat, poi alitò sulle dita intorpidite dal freddo per riuscire a muoverle sulla tastiera e finalmente scrisse un messaggio.

Bruh: (21.28 pm): Il solito
Bruh: (21.29 pm): Sono stanco
Bruh: (21.29 pm): Mi manca LA
Bruh: (21.29 pm): Mi manca il caldo
Dude: (21.29 pm): A me manchi tu

La risposta quasi istantanea gli fece stringere il telefono un po' più forte. Cam cercò di comportarsi come se il messaggio non gli stesse facendo battere forte il cuore e di atteggiarsi a figo.

Bruh: (21.30 pm): Ci scommetto che ti manco

Ma la sceneggiata durò poco.

Bruh: (21.30 pm): Mi dispiace non essere lì con te per il tuo compleanno
Dude: (21.31 pm): Allora te lo ricordi
Bruh: (21.31 pm): Certo che si
Bruh: (21.31 pm): Non potrei mai dimenticarlo
Bruh: (21.31 pm): Buon Compleanno Noel


Due giorni più tardi, dopo aver resistito meno di quanto avrebbe scommesso, Noel compì l'insano gesto. Usò l'immagine di Cam come foto profilo della sua pagina Facebook (3). Ciò che a quel tempo non sapeva, era che quella sagoma scura sarebbe rimasta lì per tanto tempo.
Gli mancava davvero tanto quella testarossa.

~~~*~~~

[Jamie Marks is dead h1.33.41]
Dopo averlo abbracciato forte davanti all'ingresso del mondo degli spiriti, che aveva le sembianze di tunnel buio e spaventoso, Adam sorprese Jamie che già aveva gli occhi lucidi, entrambi li avevano.
«Ho qualcosa per te.»
Jamie amava farsi sussurrare parole all'orecchio da Adam, perché gli dava la sensazione di essere ancora in vita ma, con il passare dei giorni, aveva sentito il bisogno di sentirle sempre più vicine, come se ne dipendesse la sua permanenza sulla Terra, ed era così. Tutto ciò che lo teneva legato alla vita era Adam.
Adam lo aveva capito e aveva assecondato più volte quel suo desiderio, e quella volta, l'ultima, volle donargli la parola più importante di tutte. Lo prese per la collottola e lo attirò a sé fino ad unire le loro fronti, così il freddo fantasma si abbandonò al calore di quel tocco.

«Amore.» Sussurrò Adam e tutto il corpo di Jamie sussultò e tremò, aspirando ed assorbendo quella parola come fosse aria. Il rosso gli accarezzò la guancia e i due si scambiarono un tiepido sorriso.

[...]
Quando il fantasma si avvicinò al vivo, l'inquadratura scese giù, nascondendo agli spettatori quello che stava succedendo, come se, chissà, ci fosse stato un bacio veloce tra i due. Ma probabilmente non è mai accaduto.
Jamie si avvicinò a Adam e gli sussurrò nell'orecchio, «Ricordati di me.» Non c'era più paura in lui perché la cosa più spaventosa che potesse accadere stava già accadendo.
«Sono contento che fossi tu, Adam.» Disse, incamminandosi verso il tunnel.
«Anch'io, Jamie.» Sussurrò il rosso alle sue spalle, mentre lo guardava allontanarsi.
Non sarebbe potuto essere nessun altro se non Adam, perché il legame tra loro era speciale. Era amore.
Adam lo aveva amato al meglio delle sue possibilità, ma poi era stato costretto a lasciarlo andare perché era la cosa giusta da fare.

Trattenendo a fatica le lacrime, Adam lo guardò zoppicare senza voltarsi mai, finché non sparì nel buio.

~~~*~~~


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Dopo aver accompagnato Morgan, Noah decise di accettare l'invito di Cam di andare a casa sua a per il bicchiere della staffa, come se tutto il sakè che avevano bevuto a cena non fosse già abbastanza. Si scolarono un'altra mezza bottiglia di whisky e fumarono un po' d'erba seduti sul divano. Cam collassò sul bracciolo mentre Noah, che riusciva ancora a rimanere dritto, continuò a blaterare ininterrottamente, ma il rosso non ascoltò una sola parola. Appena la fame chimica iniziò a farsi sentire, Cam, stordito e traballante come uno zombi, scese giù in cucina a prendere qualcosa da mangiare. Mentre spalmava la salsa sul pane, ripensò a quando, nel pomeriggio, aveva chiamato Noel e lui lo aveva liquidato subito perché impegnato a fare chissà cosa con i suoi nuovi amici. Ripensò a come lui aveva rifiutato la proposta di una chiamata dopo cena, perché lo aveva già promesso a Layla, e di come gli aveva assicurato di farsi sentire prima di mettersi a dormire ma poi non lo aveva fatto. Non ancora. Ma vista l'ora tarda era certo che non lo avrebbe più fatto. Così, Cam spense il cellulare e lo lanciò sul bancone in preda alla rabbia. Tornò in salotto e riprese posto sul divano, accanto a Noah, posò sul tavolino due piatti con i sandwich che aveva preparato e ne spinse uno verso il suo amico.
«Sai come mi piacciono i sandwich?» Chiese sorpreso.
«Abbiamo vissuto in simbiosi per settimane, Noah. So un sacco di cose su di te.»
«Oh.» Noah diede un cauto morso al panino, «Cose buone?»
«Un sacco di cose buone.» Rispose con un tono seducente.
Cam lo osservò con attenzione, i capelli neri, la pelle chiara, la corporatura minuta e il suo modo di gesticolare... gli ricordò ancora una volta Noel. Chissà perché poi, quei due non si somigliavano poi tanto, ma forse era colpa dell'ossessione che ultimamente Cam aveva sviluppato nei confronti di Noel che gli impediva di smettere di pensarlo.
Noah rimise il sandwich sul piatto e guardò i dolci occhi verdi che lo fissavano. Nonostante il suo desiderio di fare il disinvolto, sentì un sorriso tirargli le labbra. Cam ricambiò il sorriso e si avvicinò di più, quando furono praticamente faccia a faccia, il rosso lo baciò improvvisamente sulle labbra. Così, senza pensarci troppo, anzi, non ci pensò affatto, lo fece e basta. Un bacio a stampo, breve ma deciso. Poi rimase in silenzio a guardarlo e quella volta non si scusò ne andò nel panico.
Dopo pochi secondi fu Noah a sporgersi verso di lui e baciarlo a sua volta. Un bacio un po' più approfondito, con la bocca aperta e una punta di lingua. Perché era così che doveva andare. Quello era il modo giusto in cui un bacio doveva funzionare. Non silenzi imbarazzanti, scuse assurde o stupidi discorsi sullo stress e l'essere confusi.
Anche se, effettivamente, in quel momento confuso lo erano entrambi. Un bel po'.
«Non sapevo fossi gay.»
«Non lo sono.» Disse subito Cam, poi distolse lo sguardo, giusto in tempo per nascondere i suoi occhi verdi che si riempivano di dubbio, «In realtà... non lo so neppure io chi sono ormai.» Fece mentalmente una smorfia al tremito nella sua voce, poi tornò a guardare il suo amico. «E tu?»
«Idem.» Rispose semplice Noah, «Però mi è piaciuto, quindi... potrei esserlo.» Fece spallucce, «C'è solo un modo per scoprirlo.» Il moro rise quando Cam strabuzzò gli occhi, sorpreso. «Sei curioso anche tu, no?»
Non fidandosi più della sua voce, Cam si limitò ad annuire.
«Va bene essere curiosi. Ti posso aiutare io.» Noah sorrise e lo baciò un'altra volta, umido e tenero. Permise alla spinta gentile di Cam di mandarlo all'indietro finché non sentì i cuscini del divano sotto la schiena, poi il corpo del rosso coprì il suo. Era pesante, caldo e così fottutamente buono. Mani tremanti si sbottonarono le camicie a vicenda mentre continuavano a baciarsi piano. Cam imprecò nell'istante in cui sentì la pelle del petto di Noah toccare la sua e quando iniziarono a sfregare l'uno contro l'atro sempre di più. Il rosso si premette contro il corpo sotto di lui e sentì la netta durezza di un'erezione, ma non era la sua. Noah era così duro, così duro. Il moro alzò i fianchi e tirò l'altro contro di se, gemendo nell'orecchio di Cam, «Vuoi toglierti i pantaloni?»
Naturalmente, le cose andarono molto peggio quando Noah con una mano si slacciò il primo bottone dei pantaloni e con l'altra gli prese a coppa il pacco, trovandolo però completamente moscio.
«Hai avuto la tua risposta.» Concluse Noah, deluso e imbarazzato, mentre Cam si tirò indietro per inginocchiarsi.
«Probabilmente sono io a non essere in grado... sai, è la prima volta che faccio una cosa simile con un ragazzo, quindi se ti sembro un po' nervoso e impacciato... è così.»
«Oh no, Noah, non è colpa tua. Mi dispiace.» Si scusò, mortificato, «È solo che... non riesco a concentrarmi.» Cam gli accarezzò il braccio e gli rivolse il suo miglior sguardo da cucciolo, «Ti va di provarci ancora una volta?»
Noah annuì, poi invertì le posizioni e lo fece stendere sulla schiena. Gli sfilò i pantaloni e fece lo stesso con i suoi prima di salire a cavalcioni su di lui, sorridendo per tutto il tempo. «Rilassati e libera la mente.» Sussurrò, posandogli una mano sugli occhi e abbassandogli lentamente le palpebre. 
Erano in acque inesplorate e Noah provò diverse cose per vedere come avrebbe risposto Cam. Ricominciò a baciarlo e macinare i fianchi contro i suoi, senza pantaloni era decisamente molto meglio. Una mano scivolò giù fino a afferrargli il cazzo, poi lo accarezzò e lo strattonò delicatamente.
«È-è bello.» Balbettò Cam, poi si lasciò andare completamente sotto quel tocco gentile e finalmente qualcosa iniziò a muoversi. Una scossa elettrica gli attraversò il corpo, da sotto la mano di Noah risalì per il petto e sfuggì dalle labbra in un gemito, «Mmmnnnoel!»
Passò solo un interminabile momento di silenzio prima che Cam realizzasse cosa fosse successo, aprì gli occhi e vide Noah allontanarsi da lui. «Cazzo!» Sussurrò, prima di tapparsi la bocca con una mano, ma ormai era troppo tardi, quel nome era fuori e l'atmosfera si era gelata all'istante.
«Mi hai chiamato Noel... di nuovo.» Disse Noah, scese dal suo grembo e rimase in ginocchio accanto a lui, «E questa volta non riuscirai a convincermi che hai solo sbagliato nome, Cam. Non me la bevo.»
«Mi dispiace tanto, non so cosa mi sia preso.»
«Non devi scusarti.» Si sforzò di sorridere, ma la delusione era troppa per poterla nascondere.
«Che disastro, sono a letto con un ragazzo fantastico e io non riesco a pensare nient'altro che a Noel... che invece se la spassa con i suoi amici... e la sua Layla.»
«Sei sicuro che sia solo un amico per te?» Noah, ancora seduto sui talloni, lo guardò. 
Emma, Liana ed ora anche Noah, sembrava che tutti giungessero alla stessa conclusione... e lo aveva fatto anche Cameron, per quanto l'avesse disperatamente negato e combattuto, non poteva più mentire a se stesso.
«Vorrei tanto togliermelo dalla testa.» Il rosso affondò la testa indietro nel cuscino e premette le mani sugli occhi, «Dio, ma perché non ci riesco?»
«Alla fine ti passerà.» Cercò di rassicurarlo, accarezzandogli dolcemente la coscia, «Se non ti è ancora passata è perché non hai chiuso quella fase.» Continuò quando Cam lo guardò incuriosito ma perplesso. «Una chiusura, ecco di cosa hai bisogno.»
«Sembra così semplice... ma come si fa a chiudere?»
«Non esiste un modo che sia valido per tutti.» Fece spallucce, «Si tratta di riuscire a dire: "ho chiuso con te."»
«Una chiusura, uh?» Ripeté, sospirando amaramente.
«Già.»
Il rosso sembrò rimestare immerso nei suoi pensieri per un po', poi si mise seduto, ritrovandosi faccia a faccia con Noah, «E cosa mi dici di noi due?»
«Oh, beh, io ho chiuso con te!» Rispose sorridendo Noah.
«Cosa?» Ridacchiò anche Cam, dopo un primo momento di stupore, «Perché?»
«Tu mi piaci, Cam. È inutile nascondere che quello che abbiamo fatto a me è piaciuto tanto. Voglio dire...» Aprì le gambe e gli mostrò quanto ancora fosse eccitato, «Di sicuro continuerò a sperimentare, solo... non con te.» Il moro gli accarezzò una guancia, «Hai avuto la tua occasione e l'hai sprecata.» Poi sorrise e Cam fece lo stesso.
«Mi sembra giusto.»
«Sono contento che fossi tu, Cam.» Sussurrò dolcemente, citando una battuta del loro film.
«Anch'io, Noah.»
«Quindi...» Il moro allungò una mano verso di lui, sperando che l'altro accettasse l'accordo, «Amici?»
«Che ne dici di... amici con benefici?»
«Mi puoi assicurare che non mi sentirei mai più chiamare Noel mentre ho il tuo cazzo in mano?»
Il rosso imprecò rassegnato, consapevole di non poter fare una simile promessa. «È va bene...» Sbuffò, «Solo amici.» Cam gli strinse la mano, ma poi lo attirò in un abbraccio. L'erezione di Noah gli strofinò un'altra volta sulla coscia e con voce imbarazzata gli sentì dire, «Sarà meglio che ci rimettiamo i pantaloni.»
«Già.»
Cameron e Noah rimasero buoni amici per molto tempo, senza che nessuno toccasse mai più il pene dell'altro.


Noah rimase a dormire sul divano quando finalmente l'alcol lo fece crollare. Cam recuperò il cellulare dalla cucina, salì nella sua stanza e si lasciò cadere sul letto.
Un nodo gli strinse lo stomaco quando trovò un messaggio di scuse di Noel, ma ormai aveva preso la sua decisione.
"Ho chiuso con te." Ringhiò contro il telefono, poi lo spense e lo lanciò sul comodino.

~~~*~~~

[Messaggio vocale]
#Hey, Cam. Uh, come va?
Volevo solo sapere come stai. È un po' che non ci sentiamo e... niente, volevo sapere che fai. Io, ecco, speravo di parlare con te. Uh, è ovvio. Ma non ci sei. Credo. Allora... chiamami quando ti pare.
O stasera.
Credo basti, per adesso.#

~~~*~~~


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~~~*~~~

[Messaggio vocale]
#Hey, Cam. Sono di nuovo io. Non ti sento da tipo... un mese, quindi ti chiamo di nuovo per sapere se è tutto okay.
Novità su di me?
Beh... sono sicuro che lo sai già, ma New York è la città più figa del mondo. È l'unico posto dove puoi camminare per strada con l'outfit motion capture e a nessuno importa niente. Ti guardano tipo, "Hey, dei tizi con la faccia piena di puntini. Ma si, è New York!"
E l'outfit, oh amico, è un casino. Il guscio è solo schiuma quindi non pesa davvero nulla, ma mi ci è voluto un po' per abituarmi all'elmetto, perché ci sono questi due grossi e strani cosi... sembra come se fossero delle mandibole che mi fanno sembrare una formica, e specialmente con i nunchaku ho colpito le telecamere diverse volte. Sono dovuto andare dai tecnici molto presto a chiedere quanto costassero, perché probabilmente avrei dovuto sostituire.


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Sai, è frustrante. I nostri stuntmen sono così incredibili... quando li guardi fare quello che fanno, pensi: "le persone possono fare questo?"
Mentre io, è da quando ho iniziato con i miei piccoli nunciaku arancioni da allenamento che continuo a colpirmi alle palle. E succede spesso ancora adesso.
[Rise]


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Sai, credo che Donny fosse il mio preferito perché fin da bambino ho avuto una teoria generale che combattere con un grosso bastone in un parco, è più facile che provare a manovrare i nunchaku in un parco. E avevo assolutamente ragione!
Almeno non ho dovuto imparare ad andare in skate.
Ad ogni modo, richiamami. Sono Noel, comunque. Fisher, ovviamente.#

~~~*~~~

Cam fu contento quando finalmente iniziarono le riprese del suo nuovo film, Vampire Academy.
Nonostante avesse preso lezioni di sceneggiatura, chitarra, batteria e ukulele; il suo lavoro rimaneva l'unica cosa che riusciva a distrarlo abbastanza da smettere di pensare, almeno per un po'. E quale miglior posto dove lavorare se non a 8756 km di distanza, quasi undici ore di volo lontano da casa?
La maggior parte delle riprese, infatti, si svolsero nel Regno Unito, altre poche scene nel Montana statunitense. Cominciarono a girare il 28 maggio a Londra, nei Pinewood Studios in Buckinghamshire per gli interni, mentre gli esterni dell'Accademia furono girati in una vera scuola nel Surrey, la Chaterhouse School, che permise alla produzione di girare sul posto durante le vacanze scolastiche.
Per prepararsi al ruolo di novizio e tutore di Dhampir, Cam, per i tre mesi e mezzo prima delle riprese, si era dovuto sottoporre ad una ferrea dieta ricca di proteine e un rigoroso regime di allenamento in palestra di sei giorni alla settimana composto da kickboxing, lezioni di arti marziali, coreografie di acrobazie ​​e, naturalmente, musica pesante a rotazione negli auricolari.
Il suo personaggio, Mason Ashford, era l'ennesimo adolescente intrappolato nella friend zone. Cam, però, trovò interessante la cotta non corrisposta di Mason per Rose, la protagonista interpretata da Zoey Deutch, perché per la maggior parte delle volte il personaggio del'"abbandonato" tendeva a sembrare un po' troppo egoista e incapace, mentre Mason non dava questa impressione. Lui apprezzava profondamente la sua amicizia con Rose e sembrava volerla proteggere e i suoi sentimenti romantici che ribollono per lei venivano dopo. Questo era qualcosa che Cam rispettava molto, forse perché lui invece non riusciva a farlo.

~~~*~~~

[Messaggio vocale]
#Ciao Cam, di nuovo io. Messaggio vocale numero 17. Te l'ho detto che abbiamo trovato una pizzeria davvero eccezionale? È un Patsy's a tipo tre isolati dal nostro appartamento e ci tuffiamo lì ogni volta che possiamo. I ragazzi ed io stiamo seguendo una dieta a base di pizza, ne mangiamo a chili. 
[Rise]
È davvero buona e vorrei tanto che la assaggiassi anche tu. Vorrei che fossi qui.
[Silenzio]
Ad ogni modo, è un po' strano non averti intorno. Spero che tu stia bene, ovunque ti trovi.#

~~~*~~~

«Ciao, Cameron. Come va?»
«Ciao Brian. Tutto bene, grazie.»
«Come procedono le riprese?»
«Potrei raccontarti di quanto mi diverta lavorare a questo film, di quanto adori il fish and chips o del tempo che fa qui a Londra. Ma preferirei che tu mi dicessi subito ciò che mi preme sapere.» Andò dritto al punto, «Allora, come è andata l'audizione?» 
«Hanno risposto. L'audizione è piaciuta molto e vorrebbero rivederti.» L'agente sentì il ragazzo esultare dall'altra parte del telefono. «Il regista vorrebbe parlarti per discutere un po' del personaggio. E poi probabilmente vorranno fare una chemistry read con l'attore protagonista.»
«Perfetto.»
«Cam...» Sospirò, «Inizieranno a girare il prossimo Ottobre. Sono dieci settimane di riprese a Cape Town, in Sudafrica.»
«Dieci settimane?» Ripeté Cam, «Il prossimo Ottobre?»
«Già...» Si limitò a dire, lasciandogli il tempo di arrivarci da solo. «Dovrai lasciare Shameless.»
La prima volta che Brian annunciò elettrizzato di avergli procurato un'audizione per "The Giver", quasi cadde dalla sedia imbottita quando il suo ingrato assistito dai capelli rossi gli comunicò di non essere interessato al ruolo. Nonostante l'estenuante lavoro di convincimento lungo settimane da parte del suo agente, Cam gli aveva detto chiaramente di non voler partecipare al film quando aveva scoperto che le riprese avrebbero coinciso con quelle di Shameless. Poi, improvvisamente, aveva cambiato idea. Si presentò nel suo ufficio e con la faccia seria gli disse di voler abbandonare la serie di Showtime. Brian notò subito qualcosa di strano nel ragazzo, ma scelse di non fare domande in quel momento.
Cam, durante i momenti di riposo dalle riprese di Vampire Academy, lesse la sceneggiatura e  il libro da cui è basato il film e pensò che fosse davvero incredibile. Quindi lui accettò finalmente di fare l'audizione per il movie con Meryl Streep e Jeff Bridges. Registrò l'audizione e la spedì a Los Angeles.
«Potrei chiamare Wells e-»
«No, va bene. Lo faccio. Lascio Shameless.» Disse Cam, con un tono fermo e risoluto, «Te l'avevo già detto che l'avrei fatto, no?»
«Sei sicuro? Io potrei-»
«Brian.» Lo interruppe ancora, «Mi hai letteralmente pregato di fare quest'audizione, di non lasciarmi scappare questa opportunità più unica che rara. Ora qual è il problema?»
«È vero, è una grossa occasione per te. Ma io...» Fece un altro profondo sospiro, «Voglio solo assicurarmi che non cambierai idea. Che non te ne pentirai. So quanto ci tieni a quello show.» 
«Sono sicuro.»
«Allora, va bene.» Disse, ancora poco convinto, «Ti organizzerò una chiamata Skype con Phillip [Noyce].»

~~~*~~~

[Messaggio vocale]
#Ehi, Rosso, sono di nuovo io. Dove sei, sono preoccupato, spero che tu stia bene, eccetera eccetera... hai capito. Comunque, le cose qui si sono fatte ancora più folli ultimamente.
Sai, credo che accettare questo ruolo sia stato un grosso errore.
[Rise]
Sono sicuro che se avessi risposto, avresti detto qualcosa del tipo: "Questa è la cosa più stupida che abbia mai sentito".
Lo so, neanche io credevo potesse succedere, insomma, cosa c'è di più figo di essere tartaruga ninja?!
Forse hai ragione, ma sai... le cose vanno male sul set, perché i nostri contratti  sono pieni di scappatoie.
Dopo una giornata di riprese di 14 ore a Brooklyn, siamo stati cacciati dallo studio e lasciati in un parcheggio vuoto mentre il resto della troupe è stato portato a casa, perché i membri della troupe avevano contratti straordinari. Se la troupe rimane fuori orario, se invece ci rimaniamo noi quattro, non ci viene pagato nulla.
Così siamo qui da un'ora ormai. Dovresti vederci, le tartarughe ninja, sedute sui nostri zaini in un parcheggio vuoto.
[Rise un po' amaro]
E sai cosa... non riesco a non pensare che se tu fossi stato qui non sarebbe stato tutto così terribile. Avremmo trovato un modo per divertirci in questo stupido parcheggio.
Vorrei davvero che tu fossi qui.
[Silenzio]
Sai, è buffo... perché l'ultima volta che ci siamo visti, tu hai detto che avevi bisogno di me nella tua vita... poi sei scomparso. Questo come credi che mi faccia sentire?
[Sospirò]
Beh, ovunque ti trovi... spero che tu sia felice. Lo spero davvero, Cameron.
[Silenzio]
Inoltre, non ti lascerò più messaggi.
Ciao, Cam.#


Cam era steso sul letto della sua stanzetta d'hotel, si stringeva l'arto dolorante e fissava pensierosamente il soffitto. Lui e Zoey avevano girato una scena d'azione piuttosto veloce, un po' troppo energicamente, finendo per farsi male entrambi. Cam filmò l'intero combattimento in quelle condizioni, poi andò direttamente in ospedale dal set per una radiografia, dove scoprì che la sua mano destra era davvero rotta e dovette indossare un tutore per un po'. Zoey invece se la cavò con una storta alla caviglia.
Perlomeno, la scena uscì talmente bene che la tennero per buona.


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Uno dei pochi aspetti positivi del rompersi una mano è che si hanno a disposizione un interessante numero di antidolorifici. Ma una mente annebbiata spesso porta a prendere pessime decisioni, come quando Cam ascoltò l'ennesimo messaggio vocale del ragazzo per il quale aveva una cotta che minacciava di non chiamarlo mai più se non avesse risposto al telefono. Si sentì perso perché, nonostante avesse avuto la forza di non rispondere, aveva ascoltato tutti i messaggi di Noel, più volte, e ora l'idea di non sentire più neanche la sua voce lo terrorizzava.
Allora fece scorrere impacciatamente i numeri della rubrica con le dita steccate e la D sembra non arrivare mai. Selezionò finalmente il nome, Dude, quel ridicolo nomignolo che lo faceva sempre sorridere, e fu sul punto di chiamarlo... ma poi non lo fece.
Spaventato da quanto pericolosamente vicino era stato dal chiamare Noel, decise piuttosto di smettere di prendere gli antidolorifici.

~~~*~~~

[Messaggio vocale]
#Allora, sono ancora io, l'odioso, sociopatico che ti riempie la segreteria di messaggi deliranti. Questo è il mio diciassettesimo tentativo, Cam, che è legalmente riconosciuto come umiliazione telefonica.
Cazzo, Cam, so che ci sei. Rispondi al telefono!
[Silenzio.]
Se non rispondi... mi arrabbierò tantissimo!#

[Messaggio vocale]
#Mi sto arrabbiando tantissimo, Cam!
[Silenzio.]
Scusa, tutto questo è assurdo. Solo, richiamami, okay?
Mi manchi.#

[Messaggio vocale]
#So che avevo detto che non ti avrei più lasciato messaggi, ma oggi avevo davvero bisogno di parlare con te e ci ho provato un' ultima volta. Sono più di tre mesi che ci provo. Mi arrendo. Questo sarà davvero l'ultimo messaggio, Cam. Stammi bene.#

~~~*~~~

Tornato a Los Angeles, Cam andò a casa di Phillip per la chemistry read con Brenton Thwaites, il ragazzo che aveva ottenuto la parte di Jonas. Tra le varie scene che provarono, ve ne era una in cui i due personaggi avevano un piccolo confronto fisico. La scena prevedeva che Asher, il personaggio di Cam, cadesse per terra dopo essere stato colpito, ma lui, non avendo intenzione di finire sul pavimento di quella stanza, si buttò contro il muro e continuarono a recitare la scena in quel modo.
«Jonas, che stai facendo?» Recitò Cam, «Lasciare la Comunità a quest'ora, è contro le regole.»
«Asher, devo fare una cosa che è giusto che io faccia, anche se contro le regole.»
«Se è una cosa giusta da fare, come può essere contro le regole?»
La cosa giusta da fare...
Poteva qualcosa di giusto, essere contro le regole?
Cam se lo era chiesto tante volte. Aveva allontanato Noel perché la credeva la cosa giusta da fare, perché lo dicevano le regole.
Ma come poteva essere giusto ignorare i propri sentimenti e rinunciare ad una delle persone a cui teneva di più?
Inutile pensarci, ormai era finita, avevano chiuso. Cam conosceva bene Noel e lui sapeva che quella volta avrebbe davvero smesso di rincorrerlo. Era più che comprensibile, probabilmente Cam stesso, orgoglioso com'era, avrebbe smesso di rincorrerlo molto prima.
Arrabbiato e frustrato, perse il controllo del momento e lasciò che i suoi pensieri prendessero il sopravvento. Spinse Brenton un po' troppo forte, anche se da copione sarebbe dovuto essere il contrario, ma il ragazzo lo assecondò e lo spinse a sua volta, «Levati di mezzo!» 
«Fermati, Jonas!» 
Ripeterono la scena un paio di volte e ogni volta si intensificava un po' di più, finché Cam non spinse violentemente Brenton e lui lo respinse indietro talmente forte che lo fece sprofondare nel muro. Così, quando la scena finì, c'era un piccolo buco nel muro della forma del suo busto e Cam se ne tirò fuori pensando che ne avrebbe pagato le conseguenze.
Ma così non fu, perché Cam ottenne comunque la parte.

~~~*~~~

[Casella vocale]
#La segreteria telefonica di... Cameron Monaghan... è piena.
Arrivederci.#



(1) "Jamie Marks is dead" mi ha fatto diventare matta!
Collocare le riprese nella linea temporale mi ha creato davvero grossi problemi.
In varie interviste è stato detto che il film è stato girato in 3/4 settimane tra Gennaio e Febbraio, ma tutti i post IG del cast sono stati postati a Marzo, incluso quello di Liv Tyler che annunciava l'inizio delle riprese il 3 o il 2 Marzo.


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Anche Christopher Barzak nel blog racconta la sua visita sul set verso la metà di Marzo.
-Being on set for Jamie Marks Is Dead
Ma qualcosa ancora non torna, secondo altre interviste invece Cam in quei giorni era già insieme al cast di Vampire Academy, ad allenarsi per i tre mesi prima dell'inizio delle riprese.
Alla fine mi sono arresa e ho dato per buono che sia stato girato tra il 3 e il 27 Marzo circa.
Se qualcuno ne sa di più, vi prego di farmelo sapere.
Ps. Per questo "piccolo mistero" ho dovuto riscrivere SEI INTERI CAPITOLI DUE VOLTE, provocando un grosso ritardo nella tabella di marcia!
(2)

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-Il cast e la troupe hanno soggiornato al Days Inn di Liberty anche nei loro giorni liberi e si sono davvero, davvero annoiati.
(3) La vecchia pagina FB di Noel di cui si parla è ancora lì, ma pare non essere più attiva da un po'.


Crediti:
- Jamie Marks is dead;
- Friends;
- You Me Her;
- La verità è che non gli piaci abbastanza;
- BoJack Horseman;
- Young Sheldon;
- Chiedo scusa se ho dimenticato qualcuno.


Note dell'autrice:
Vi lascio i link delle interviste da cui sono tratte informazioni per questo e altri capitoli futuri.
-Jamie Marks Is Dead - Cast Interview
-Jaimie Marks Is Dead Sundance '14
-Jamie Marks Is Dead: Cast Interview
-Meet The Artists '14: Carter Smith - Sundance Film Festival

-Interview Magazine: Cameron Monaghan’s Community Values

-Why Alan Ritchson HATED Filming Teenage Mutant Ninja Turtles
 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


                             
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Si dice che i vent'anni siano l'età più bella della vita di una persona.
Cameron, che nel mondo dei grandi ci era entrato quando era ancora un bambino, aveva passato tutti quegli anni a sentirsi spesso inadeguato e fuori posto. Troppo maturo per la sua età, ma non abbastanza per essere considerato un adulto.
Ora finalmente non era più un teenager. Cam aveva aspettato tanto questo giorno, ma mai si era aspettato di passare la sua prima notte da ventenne sul pavimento lurido del bagno di una discoteca. Un minuto prima era a scatenarsi sulla pista da ballo, mentre quello dopo era abbracciato al cesso a vomitare.


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-Video di Cam che balla alla sua festa di compleanno. (@CameronMSOURCE)

Aveva perso il conto di quanti coktel aveva bevuto e si reggeva a malapena in piedi quando Liana fu costretta ad accompagnarlo a casa, dovendolo aiutare finanche per salire le scale fino alla sua stanza da letto. Liana lo infilò a fatica nel letto e si stese accanto a lui, esausta.
Improvvisamente, i suoi occhi verdi si spalancarono, gettò via le coperte e corse verso il bagno, gettandosi sul water e dipingendo l'interno della ciotola con qualunque cosa fosse rimasta ancora nel suo stomaco.
«Cam?» La voce di Liana arrivò dalla porta che in qualche modo era riuscito a chiudere. «Stai bene?»
«Si.» 
«Posso entrare?» 
«Si.» Rispose il rosso, ancora aggrappato alla fredda porcellana.
Liana aprì silenziosamente la porta e gli pose una bottiglietta d'acqua mentre si sedeva sul bordo della vasca, «Ne vuoi parlare?»
Cam scosse la testa, si asciugò la bocca e bevve un sorso d'acqua. «Non è niente.» 
«Cam, va tutto bene. Non devi dirmelo se non vuoi, ma non devi mentirmi. Sei come un libro aperto per me.» Sospirò e si avvicinò, allungando la mano per strofinare dei cerchi sulla sua schiena, «Se c'è qualcosa che ti turba, puoi sempre venire da me.» 
«Lo so.» Le sorrise debolmente, «È solo che non penso che tu voglia sapere cosa ho nella testa.» 
«È Noel, giusto?» 
«Già.» Mormorò, non troppo stupito che l'amica lo avesse capito. Chiuse gli occhi e appoggiò la testa contro l'avambraccio, che era sulla parte superiore del water. «Ancora lui.» 
«Sai Cam, credo sia arrivato il momento di affrontare la realtà. Continui a dire che stai bene, ma io credo che lui ti manchi incredibilmente.» 
«Negli ultimi mesi avevo il lavoro per distrarmi, ma appena mi fermo non riesco a non pensarci. Credevo che sarebbe bastato a compensare il dolore per la sua mancanza. Le tante ore spese a lavorare e ad allenarmi, spingendomi sempre al limite, la pressione su me stesso... servivano ad evitare quello che mi spaventa di più...» Fece una pausa per soffocare il tremolio della sua voce, «Il fatto che non lo supererò mai.»
Liana sospirò, «Vorrei poter portare via un po' del tuo dolore, così non dovresti sopportarlo da solo.» 
«Credimi...» Rise amaramente, «Se potessi vedere nella mia testa cambieresti idea.» 
«Comunque, credo che l'unico modo per andare avanti sia dividere questo peso con qualcuno.»
«Liana...» La chiamò dopo un lungo silenzio in cui delle parole spinsero violentemente per uscire dalla sua bocca, «Ora dirò una cosa soltanto... e poi ti chiederò di non tirarla mai più fuori.» 
«D'accordo.» 
«Provo dei sentimenti per Noel.» Ammise finalmente ad alta voce, e sentirlo dalla sua stessa voce lo rese spaventosamente reale. «Anche se non capisco completamente cosa siano, non ho no mai provato nulla di così intenso prima d'ora, quindi... devo fare questa cosa a modo mio.»
Lei accennò un sorriso, sollevata per aver alleggerito almeno un po' l'amico da quel peso, ma allo stesso tempo, demoralizzata per non poter fare altro per aiutarlo. Inoltre, non aveva idea di quale fosse il "suo modo" di affrontare la cosa, ma a dirla tutta, era molto preoccupata.
«Grazie di tutto.» Il rosso si mise lentamente in piedi.
«Nessun problema.» Rispose, alzandosi anche lei, «Posso abbracciarti?»
Cam annuì e Liana si fece avanti per avvolgere le braccia intorno al suo amico, «Vai a letto e chiama se hai bisogno di me. Promesso?» 
«Promesso.» 
«Va bene. Buonanotte.» Gli baciò la guancia e lo lasciò andare.
«Notte, Liana.»
Non appena la porta si chiuse, Cam tornò sul letto e recuperò il cellulare dalla tasca.

Dude: (09.47 pm): Buon compleanno Cam

Le lacrime gli riempirono gli occhi all'istante e non riuscì a fermare le sue dita che danzarono sul display illuminato.
«Cameron, che succede? È tutto okay?» Rispose la voce assonnata.
«Brian...» Singhiozzò, «Voglio tornare a Shameless.» 
«C-cosa?» Sobbalzò nel letto. 
«Ti prego, devi farmi tornare a Shameless.»
«Cameron, sai che ore sono?»
«Ti prego!»
«Te l'ho chiesto più volte se fossi sicuro e tu-» 
«Ti supplico! Lo so che è troppo tardi, ma sono disposto a fare qualsiasi cosa.» 
L'agente sentì chiaramente il ragazzo piangere dall'altra parte del telefono e sospirò.
«Qualsiasi cosa, Brian.» Ripeté disperato.
«Okay, vorrei davvero farti una ramanzina, ma è notta fonda e domani ho una giornata piena, quindi la farò breve.» Rotolò sul fianco e si sollevò su un gomito, sperando di riuscire a parlare chiaramente dopo un risveglio così brusco, «Avevo già preso degli accordi con Wells per farti partecipare alla seconda metà della stagione. Ovviamente non gli ho detto che che sei stato tu a chiedermi di lasciare la serie, ma che  questo film era un'occasione troppo importante e avremmo fatto di tutto per far incastrare gli impegni. Ad ogni modo, lui ha storto un po' il naso, ma è disposto a venirci incontro.» 
«T-tu...» Singhiozzò ancora Cam.
«Ero certo che avresti cambiato idea.» Il suo sorriso compiaciuto poteva sentirsi attraverso il telefono, «Ora, per l'amor del cielo, Cam, lasciami dormire. Ti chiamo domani, okay?»
«Grazie, Brian.»

~~~*~~~

Noel era seduto sul divano della casa di Los Angeles dove abitava con Layla, la sua ragazza storica. La stanza era buia, illuminata solo da una piccola lampada messa accanto al divano. Il ragazzo stava fissando dei fogli sparpagliati sul tavolino di fonte a lui, ovvero il contratto per la nuova stagione di Shameless. La terza era andata benissimo, gli ascolti alle stelle come al solito, Shameless era ancora la serie numero uno di Showtime. I fan erano letteralmente impazziti per Ian e Mickey, e a Noel fu confermato il ruolo da regular anche per la quarta.
Invece, non aveva idea di cosa avesse deciso di fare Cam. Non aveva più visto né sentito il suo partner televisivo per mesi. Cercò più volte qualche notizia in rete, ma non ebbe nessuna risposta concreta. Quando poi chiese di Cam agli altri componenti del cast e scoprì che tutti erano rimasti in contatto e avevano avuto sue notizie, ebbe la conferma che il ragazzo lo stava proprio evitando.

~~~*~~~


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Noel fu contento quando, raggiungendo il punto d'incontro, vide una testa rossa in lontananza. Anche se riusciva a vedergli solo la schiena, si accorse subito di quanto era diventato muscoloso. Le spalle ampie e le cosce che si adattavano perfettamente ai jeans scuri, braccia forti su ogni lato del suo corpo con le mani fissate nelle tasche. Anche il suo culo sembrava essere più rotondo ora, i suoi pantaloni mostravano ogni curva nel posto giusto. Ma niente di tutto ciò, cercò di dire Noel a se stesso, era una ragione sufficiente per causare così tante reazioni corporee che si scatenarono in lui solo guardandolo. Il biondo scosse la testa, cercando di liberarsi del pensiero che lo aveva appena colpito, prima di raggiungerlo e salutarlo.
«Ciao!» Gli disse con un sorriso enorme.
«Ciao.» Cam sembrò sorpreso.
«Come stai? Ti trovo bene.» 
«Io sto... si grazie, sto bene.» 
«Sono contento. Come ti vanno le cose?» 
«Benone.»
Cam era schivo e dava l'impressione di voler tagliare corto.
«Ti ho pensato tanto in questi mesi. Si cioè, ti ho pensato perché mi chiedevo come ti stessero andando le cose.» Continuò Noel nel tentativo di non far terminare la conversazione, «Ho provato a chiamarti, però non mi hai mai risposto.» 
«Si, hai ragione. Sai, scusa... ma ti giuro, sono stato terribilmente indaffarato con il lavoro.» Abbozzò un sorriso abbassando lo sguardo.
«Si, capisco.» Noel non riuscì a nascondere la tristezza che trapelava dai suoi occhi. Cam gli era mancato per tutto il tempo e ora che lo aveva rivisto lo sentiva lontanissimo, come non lo era mai stato. «Sai, sono stato indaffarato anche io. Sono tornato da New York solo due settimane fa ed ora già si ricomincia.»
Improvvisamente, la piccola Emma si materializzò fra loro, urlando di gioia e dispensando abbracci affettuosi. Chiese loro di fare una foto per i suoi social e poi chiamò a raggiungerli anche gli altri membri del cast che iniziavano ad arrivare. Prima la coppia ormai consolidata e felice, Jeremy ed Emma, poi Ethan con il suo occhio nero dovuto ad una caduta in skateboard.


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«Dove hai preso quel gelato?» Notò subito la bambina. 
«Li stanno distribuendo dentro.» 
Tutto il cast fu chiamato ad entrare per l'inizio della table read, la prima della quarta stagione.


Per Noel fu impossibile ritagliarsi un momento da solo con Cam fino al momento dei saluti, anche se non gli era sfuggito che il rosso si era comportato normalmente con tutti meno che con lui, che invece era stato trattato freddamente.
«È stato bello averti rivisto.» Gli disse con un sorriso amaro sul volto, cercando di mettere da parte la delusione che provava. Nonostante tutto lo pensava veramente.
«Devo andare.» Si trattenne qualche secondo in silenzio e poi si voltò, «Ciao, Noel.» 
«Cam!» Lo richiamò Noel e Cam si girò per guardarlo. «Ci vediamo.»
Anche se Ian non era presente nell'episodio, Cameron fu invitato comunque alla table read, ma Cam ci andò perché moriva dalla voglia di vedere Noel, più di tutti gli altri. Così come successe pochi giorni prima, quando sperò di trovarlo al promo photo shoot, e invece scoprì a malincuore che ancora non si erano degnati di far partecipare anche i fratelli Milkovich.
Cam aveva aspettato tanto il momento in cui lo avrebbe rivisto, ma quando se lo trovò davanti successe ciò che lui più temeva, non riusciva più neanche a stargli vicino senza che il cuore gli scoppiasse, così andò nel panico e rimase glaciale.

~~~*~~~

Lavorare a "The Giver" era un'esperienza assolutamente meravigliosa.
Sul set, Cam trovò grande affinità con i suoi colleghi con cui scoprì di condividere una delle sue più grandi passioni: la musica. Era un cast molto musicale e spesso si ritrovavano a portare gli strumenti sul set e dar vita a delle jem tutti insieme che a volte continuavano nella stanza d'albergo di Jeff. Sicuramente quello sarebbe rimasto uno dei ricordi preferiti di Cam.
Altrettanto indimenticabile era lavorare con Meryl Streep nel ruolo di cattivi. Era stato davvero divertente perché, da grande nerd quale era Cam, si era sentito come Darth Vader ed aveva pensato che fosse fantastico essere come quel prodigio malvagio al servizio di Meryl che era come l'imperatore Palpatine.
Fuori dal set, Cam si era goduto il Sud Africa, provando ogni genere di attività extra curriculare. Era già stato lì per girare un paio di film quando era più giovane, ma tornarci da adulto fu tutta un'altra cosa. Aveva cercato di esplorare il più possibile e vedere alcuni dei paesaggi davvero spettacolari, montagne, spiaggia, deserto e dune di sabbia, praticamente tutto quello che poteva immaginare di trovare in una città come Città del Capo. Così, era uscito a fare ATV 4-wheeler e sandboard e... nuove conoscenze, provando avventure il più possibile.
Un giorno incontrò una famiglia che lo invitò a cenare con loro in modo tradizionale, poi le due figlie, che avevano più o meno la sua età, lo invitarono a trascorrere una notte vorticosa insieme ai loro amici per mostrarli il lato nascosto della città che non conosceva. Cam adorava l'atmosfera di Cape Town, gli ricordava Los Angeles, ma più grande... così simile, eppure così diversa.
Lo portarono in spiaggia e su una montagna da cui si godeva di una vista mozzafiato della città dall'alto. Poi si intrufolarono di nascosto in una piscina olimpionica, come nei film, con luci soffuse e ragazze seminude che si offrivano volontarie per avventure di una notte.
Il sogno di ogni giovane uomo, vero?
Forse. Ma non per Cam, almeno non più da quando aveva quel problemuccio che gli impediva di andare a letto con le ragazze, ma anche con i ragazzi. Problema che divenne ancora più preoccupante quando Cam scoprì che toccandosi pensando a Noel invece funzionava sempre.
All'inizio aveva cercato di combatterlo, di ignorarlo, di calmare i bollenti spiriti rimanendo sotto l'acqua fredda per ore, ma nessuno di questi metodi era risultato davvero efficace.
Quando non riuscì più a trattenersi, Cam iniziò a farlo sempre più spesso, a volte fino a perdere la sensibilità, facendo del suo meglio per concentrarsi su letteralmente chiunque non fosse Noel, ma nessuno lo spingeva mai oltre il limite. Così finiva per pensare a Noel, e più pensava a lui, più il suo corpo si scaldava e poteva sentire la sua erezione diventare più solida. Chiudere gli occhi e immaginare il biondo nudo e ansimante tra le sue gambe era sufficiente a farlo venire rapidamente.
Invece di affievolirsi, il desiderio di averlo diventava ogni volta più forte.

~~~*~~~

«Ciao.» Salutò Lip, raggiungendo il cancelletto di metallo di casa Milkovich, accompagnato dal fischio della El.
«Mandy non c'è.» Lo anticipò scocciato Mickey, nella sua nuvoletta di freddo e fumo.
«Bene, perché devo parlare con te.»
Il moro lo guardò sorpreso, «Che cazzo vuoi?»
«Hai notizie di Ian?»
«No.» Rispose come se fosse assurdo anche solo che glielo stesse chiedendo, ma il più sveglio dei Gallagher non ne era convinto. «Beh... è importante.»
«Credi che me ne freghi perché lavoravo con lui?» Mick non ebbe il coraggio di guardarlo, ma poi Lip lo sfidò con il suo solito sorrisetto superbo. «Vuoi che sia più esplicito?»
Colpito e affondato si mise subito sulla difensiva e gli rispose con un'occhiataccia minacciosa alla Milkovich, «Che cazzo vuoi dire?»
«Niente, sono solo... preoccupato.» Disse, cambiando registro e mostrando apprensione sincera, «Tutto qui.»
«Beh, io non l'ho visto.» Continuò a fingersi disinteressato, fece spallucce con la sigaretta in una mano e una bottiglia nell'altra.
«Ci voleva tanto?» Chiese sarcastico, prima di incamminarsi verso casa Gallagher. Ma non appena gli voltò le spalle, la maschera di finta indifferenza di Mickey cadde immediatamente, il tono e l'espressione cambiano radicalmente, «È nei guai forse?»
Lip si voltò a guardarlo, infreddolito, tirò su con il naso e il suo silenzio bastò come risposta.
«Che tipo di guai?» Chiese preoccupato.
«Te lo dico quando lo scopro.»


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Noel trovava incredibile quanto il teppistello di Chicago gli somigliasse per certi aspetti, di quanti dubbi e paure avessero in comune e quanto spesso condividessero lo stesso stato d'animo, nello stesso momento. Come ora, Micky soffriva in silenzio per la mancanza del suo Ian e così era anche per Noel che pativa l'assenza di Cam sul set e nella sua vita. Nonostante non avesse molte scene nella maggior parte degli episodi, era strano per Noel lavorare a Shameless senza di lui, e ancora più strano era non averlo in torno a Chicago. Era passato un altro mese senza avere notizie di Cameron, non lo vedeva dalla table read e il rosso non sarebbe tornato sul set prima di altrettanti giorni ancora.
Il tempo passava lentamente, non importava quanto impegnative fossero le giornate, quando era con lui, il tempo sembrava sempre troppo breve. Non riusciva a concentrarsi sul lavoro, la sua mente era annebbiata dai pensieri strani e non riusciva a smettere di pensare a lui.


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Forse fu quello il motivo che lo spinse a lasciare presto i suoi amici per salire nella sua camera d'albergo e rimanerci tutta la sera chiuso dentro ad annusare la felpa di Cam che era finita accidentalmente nella valigia.
Noel lo giustificò con se stesso come semplice mancanza del suo amico. Certo, mentre affondava il viso nel morbido tessuto e inspirava profondamente, pensò che era una scusa piuttosto fragile. Gli piaceva l'odore, okay, non era niente di strano. Cam aveva sempre l'odore di una combinazione di tabacco, fragole e qualcosa di pulito, come biancheria o sapone. I singoli componenti erano un po' sbiaditi ormai, ma andava bene così, ora era solo un amalgama di profumi, nessuno del tutto identificabile ma tutti distintamente Cameron.
Quella sera, però, sentire il suo odore non gli bastò e andò oltre. Fece scorrere le foto nella galleria del cellulare fino a trovare Cam e, dopo qualche minuto passato a fissarlo, sentì un pizzico nelle mutande... forse una qualche irritazione dovuta al tessuto dei boxer, ma sicuramente niente di correlato al fatto che stesse iniziando a fare pensieri strani su quella foto. Si, sicuramente.
Gli tornò in mente la scena della 4x1 in cui Mickey provò a masturbarsi guardando la foto di Ian, riuscì a capire in quel momento quanta rabbia provasse per essere stato abbandonato da lui. Poi ricordò la scena straziante della 4x3 con la ragazza rossa che "lo scopava" nel bagno dell'Alibi per il disperato bisogno di riempire il vuoto lasciato da Ian, senza mai ammettere quanto però ne sentisse la mancanza.
Stava pensando troppo... pensando troppo a cosa, esattamente, non era sicuro, ma sapeva che era così. Improvvisamente quella stanza d'albergo diventò troppo piccola e Noel si sentì soffocare, così uscì. Dato che la città del vento non si smentiva mai, faceva il solito freddo cane, ma Noel riusciva a malapena a cogliere i sentimenti e i pensieri che stava provando mentre attraversava gli stretti vicoli di Chicago, tra locali di musica blues e ristoranti italiani, fino ad arrivare dove lo portarono i suoi piedi. Un gay bar(2). Non era stato né Justin né sua sorella(1) a portarcelo questa volta, ci era andato da solo... e no, non era neanche la prima volta.
Di nuovo si giustificò con se stesso, era un club come un altro, niente di strano.
Pensò che la sua ragazza sarebbe stata contenta di saperlo in un posto dove non ci fossero altre ragazze ad indurlo in tentazione, ma la verità era che a lui piaceva frequentare i gay bar. Gli piaceva l'atmosfera festosa e il fatto che non ci fossero praticamente mai risse, tutti sembravano felici e liberi di essere se stessi. Noel si sentiva a suo agio nonostante fosse consapevole che molti dei ragazzi con cui parlava sarebbero stati felici di portarselo a letto.
Adorava poter ammettere apertamente di avere molto in comune con i personaggi gay che aveva interpretato. A volte gli capitava di parlare di una misteriosa lady che lo aspettava a casa, ma nessuno ci credeva mai e Noel non poteva biasimarli, visto che a malapena sembrava crederci lui stesso.
Andava via sempre con le tasche piene di biglietti da visita e tovagliolini con numeri di telefono che poi buttava.
Noel non fu sorpreso quando l'alcol, la musica, le chiacchiere con degli sconosciuti e qualche palpatina vagante al sedere, non riuscirono a togliergli Cam dalla testa quella notte. Così, Sulla strada del ritorno, imboccò un vicolo buio e isolato e si abbandonò ad un crollo nervoso. Prese a calci un palo della luce e schiaffeggiò ripetutamente il muro di un vecchio edificio con i palmi delle mani, urlando e imprecando, tirando fuori la frustrazione e la tristezza che lo stavano logorando dall'interno. Quando iniziò ad attirare l'attenzione dei passanti, che correvano via impauriti, Noel riprese il controllo e tornò a passo svelto in albergo.
Il suo tempo a Chicago fu più breve rispetto al resto del cast, dato il ridotto numero di scene, ma tornare a casa non cambiò le cose.

~~~*~~~

A Noel non era mai pesato andare a lavorare, specialmente se si trattava di Shameless, si era sempre divertito. Ma quel giorno lo aspettavano delle ore davvero pesanti. Dopo il trucco, il parrucco e la tappa dalla costumista era pronto per andare sul set. Appena arrivato salutò tutti e subito si accorse che Cam era già lì, pronto con i suoi abiti di scena, se così si poteva definire quel completino da spogliarellista che aveva addosso. Il ragazzo lo salutò facendogli un cenno con la testa, da lontano, senza scomporsi minimamente e lui ricambiò provando una leggera fitta di irritazione.
Appena partirono le riprese Cam iniziò a strusciarsi sulla comparsa attempata che, agli occhi di Noel, sembrava divertirsi un po' troppo, così subito li raggiunse e li divise come da copione. Mentre la scena proseguiva il giovane lo afferrò per la camicia, lo fece sedere sul divanetto e prontamente sedette su di lui aprendo le gambe e strofinandogli addosso l'ingombrante sporgenza che quel dannato tanga attillato lasciava in bella vista. Tutto ciò lo imbarazzò al punto da non riuscire a guardarlo in faccia fino a quando non sentì la sua voce.
«Come sta andando la tua giornata?» Noel si fece forza e proseguì... anche dopo che Cam gli avvolse il boa di piume attorno al collo e si girò di spalle continuando il suo ballo sensuale. Dopo un ultimo movimento lascivo, che coinvolgeva l'intero corpo di Noel sotto di lui, il rosso si alzò. «Mi sono divertito. Cercami se ne vuoi un altro.» Disse facendo concludere così la scena e lasciando Noel senza fiato.


Se stare senza Cam sul set era stata dura per Noel, comportarsi come due estranei ora che finalmente era tornato fu decisamente peggio. Così, alla fine delle riprese, decise di tendergli un'imboscata aspettandolo nella sua roulotte, intenzionato a capire una volta per tutte cosa cazzo fosse successo al suo amico e a chiarire la questione.
Aspettò qualche minuto, poi finalmente sentì aprirsi la porta e nella stanza entrò Cam. Indossava ancora gli abiti di scena, una canotta nera trasparente, un paio di micro pantaloncini scintillanti che gli mettevano in risalto il sedere, gli occhi pesantemente truccati di nero e quel taglio di capelli curiosamente simile al suo.
Era cresciuto ancora, ormai era sul metro e ottanta, Cam aveva sempre avuto un fisico asciutto e tonico, e la sua massa muscolare ogni anno aumentava sempre di più. Ora, allo scoccare dei suoi vent'anni era all'apice della forma fisica. 
Cam sembrò sorpreso di vedere Noel, ma solo per un momento, poi con tutta tranquillità andò a sedersi su una poltroncina messa davanti ad uno specchio illuminato ed iniziò a sistemarsi i capelli.
«D'accordo.» Esordì Noel, «C'è la sto mettendo tutta per essere pazientemente sottomessa, ma questa storia del silenzio ad oltranza... direi che sta per varcare la linea di confine che c'è tra auto affermazione e stronzaggine.» 
«Che ci fai qui?» Disse Cam senza neanche guardarlo.
La fronte di Noel si solcò in quel suo modo inimitabile e profondo. Non riuscì a credere all'audacia di Cam che si comportava come se non avesse idea del perché lui potesse essersi presentato senza un invito quando era stato chiaramente ignorato per mesi dall'unica persona che sembrava aver sempre voluto stargli vicino fino al giorno in cui era improvvisamente sparita.
«Speravo mi dicessi cosa c'è che non va.»
«Non c'è niente che non va. A me sembra che vada tutto benone.»
«A me invece sembra che mi stai evitando.»
Cam continuò a fissare lo specchio.
«Continui ad ignorarmi anche adesso!» Alzò le sopracciglia stizzito.
Il rosso girò leggermente la testa e sbuffò una risatina guardandolo, poi tornò a guardare il suo riflesso.
«Cam, qual è il problema? Parla con me, come abbiamo sempre fatto! Vorrei che tornasse tutto come prima... e non dirmi che va tutto bene perché non è così! Mi manca il mio amico!»
Cam girò la sedia in direzione di Noel e si mise a fissarlo con le braccia conserte, «Potrebbe non piacerti quello che ho da dirti.»
«Non importa, dimmelo comunque!»
Cam rimase a fissarlo per qualche secondo con la testa inclinata e le sopracciglia sollevate, poi poggiò le mani sui braccioli della poltroncina e si spinse per alzarsi. «Okay, come vuoi.» Disse raggiungendo Noel che era in piedi a pochi metri da lui. Il moro era intento a coccolarsi i capelli con la mano sinistra come se cercasse di consolare se stesso in quel momento critico, ma quel gesto che avrebbe dovuto confortarlo gli si rivoltò contro. Cam gli mise una mano sul petto e lo spinse contro al muro mentre con l'altra afferrò il braccio che il ragazzo aveva ancora sollevato e, tenendolo per il polso, glielo bloccò contro la parete sopra la sua testa nera.
«Noi due non siamo amici, forse lo siamo stati in passato, ma ora non lo siamo più.»
Noel accusò il colpo, non riuscendo a cogliere la natura di quelle parole, lo guardò confuso con gli occhi pieni di tristezza quando all'improvviso sentì la mano del ragazzo scendere dal petto giù verso la cintura dei pantaloni. Non ebbe la forza di reagire, così respirò profondamente e lasciò che il rosso gli infilasse la mano sotto la maglietta.
«Perché... io vorrei farti cose che non si fanno tra amici.» Disse risalendogli il petto e sentendo i respiri dell'altro sotto al suo tocco, fino a raggiungere il collo, senza mai smettere di guardarlo negli occhi. Prese il mento di Noel tra le dita e gli spostò leggermente la testa da un lato, poi avvicinò la bocca al suo orecchio e sussurrò, «Non farei altro che baciarti, e sarebbe solo l'inizio. Lo farei anche qui, in questo momento.» 
«Basta con queste stupidaggini, non mi piace questo gioco!» Lo rimproverò e subito cercò di divincolarsi, ma il giovane schiacciò ancora di più il suo corpo contro di lui, era eccitato, Noel riusciva ad avvertirlo chiaramente attraverso i vestiti attillati. Cam si strofinò su di lui un'altra volta prima di passarsi la lingua tra i denti e sfoggiare un sorriso beffardo. Guardò le labbra di Noel, poi abbassò gli occhi a guardare la sua mano che scendeva dal petto fino a posarsi su di un fianco del moro, e di nuovo su lentamente a guardare i suoi occhi blu a distanza ravvicinata.
«Non guardarmi così, non ti bacerò di nuovo, sta tranquillo. Non lo farò più!» Cam continuava a sorridere mentre Noel lo guardava incredulo. «Non ho intenzione di crearti nessun tipo di problema. Non dirò ne farò più cose del genere... non ti infastidirò e ti starò lontano. Non sono il tipo che corre dietro a chi non è interessato né tantomeno il tipo che cerca di rubare il fidanzato a qualcun altro...» Avvicinò una tempia alla mandibola serrata dell'altro e poggiandogli il naso sul collo annusò il suo odore. Noel aveva un buon odore, a Cam era sempre piaciuto. «Se vorrai un bacio da me, dovrai essere tu a venire a chiedermelo.» Disse prima di tornare a fissarlo per qualche secondo. Posò un bacio sulla guancia di Noel, poi lo liberò dalla sua morsa, si diresse verso la porta e uscì.
Noel era sconvolto, le gambe gli tremavano e fu in grado di rimanere in piedi solo perché poggiato al muro. Rimase così, immobile, con la maglietta in disordine. Riuscì solo a pensare, "Chi diavolo era quel ragazzo?"



(1) La lunga storia è raccontata nella fanfic prequel "Godiva's".
(2) Ho preso spunto da questa chat che trovai su internet tanto tempo fa e che mi fece volare in alto con la fantasia!

-https://i.ibb.co/28M9ZFc/Cap-7-foto-7.jpg


Crediti:
- Arrowverse;
- Ratched;
- You Me Her;
- Chiedo scusa se ho dimenticato qualcuno.


Note dell'autrice:
Vi lascio i link di due interviste a Cam da cui sono tratte informazioni per questo e altri capitoli futuri.
-Intervista del 3 Novembre 2016.
-Video dell'intervista del 2 Agosto 2014.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


                             
                                                       https://i.ibb.co/qs8h6vR/L-amore-non-basta.jpg

Era trascorsa circa una settimana dalla "chiacchierata" nel trailer, erano già iniziate le riprese della 4x8, e Noel ancora non riusciva a dimenticare quello che era successo. Tutta quella situazione pareva assurda ai suoi occhi, non capiva proprio cosa fosse successo a quel ragazzo che credeva di conoscere bene e che invece quel giorno aveva visto così diverso. Noel era arrabbiato con lui per il modo in cui si era comportato. Era stato felice del fatto che per un'intera settimana non avesse dovuto lavorare con lui e lo aveva accuratamente evitato anche fuori dal set, aveva perfino rinunciato alla compagnia degli altri membri del cast pur di non rischiare di incontrarlo. E Cam, come aveva promesso, non lo aveva mai cercato e si era tenuto alla larga.
Quel gioco però finì in fretta perché Ian e Mickey ritornarono ad essere una coppia e i due attori furono costretti a girare praticamente tutte le scene insieme... ed erano tutte molto intense. Una in particolare.


Cameron era seduto nel suo camerino, tremava, e non perché indossasse solo un tanga dorato scintillante e una specie di cravattino dello stesso colore, ma perché era tremendamente teso per la scena che avrebbe girato a breve. Finalmente Mickey si sarebbe deciso a baciare Ian davanti ad altre persone... e non un bacio qualsiasi, ma un bacio che, a detta di Wells, avrebbe dovuto infuocare l'intero cazzo di Fairy Tale.
Quel giorno Cam avrebbe baciato Noel, di nuovo. 


Noel girò raggiunse il set sperando che Cam non fosse ancora arrivato, così da avere un po' più di tempo per ricomporsi. Voleva non avere alcuna reazione visibile quando finalmente lo avesse rivisto. Voleva apparire inalterato ed essere pronto a trattarlo come un comune collega di lavoro.
Purtroppo, la fortuna non era dalla sua parte quel giorno. Cameron era seduto sulla sedia pieghevole con sopra il suo nome, con le mani strette goffamente in grembo, il suo corpo stranamente rigido, mordendosi le labbra e fissando dritto il muro. I suoi occhi incontrarono quelli di Noel non appena lo vide entrare nella stanza.
Noel distolse rapidamente lo sguardo e continuò a camminare per posare le sue cose sulla sua sedia, che sfortunatamente era proprio accanto a quella del rosso.
«Ehi.» Sentì dire il moro alle sue spalle, e quando girò la testa per guardarlo, lo vide accennare solo un piccolo gesto di saputo con la sua testa rossa, niente di troppo impegnativo. Noel si voltò di nuovo verso la sua borsa, mormorando un silenzioso, «Ehi.»
Ci fu una pausa imbarazzante, e mentre Noel passava al setaccio il contenuto della sua borsa in cerca di un oggetto inesistente, che era solo una scusa per non guardare Cam, si chiese se non fosse impossibile per loro girare una scena di tale portata.
Quello sarebbe stato il bacio più triste della storia.
Non fu d'aiuto il fatto che ai due attori non fu data nessuna indicazione su come andasse fatto. Gli dissero solo di improvvisare, di farlo ad istinto, a sentimento.
Così fecero... e fu assolutamente fantastico!
Altro che il più triste della storia, quel bacio fu talmente travolgente ed eccitante che divenne poi, a parere di tutti, il più hot della serie e che li consacrò come la coppia più amata di Shameless.



Lo presero lentamente, sentendolo, sentendosi l'un l'altro. Noel mosse le mani sulle guance di Cameron, imitandolo, e le loro labbra si incastrarono perfettamente.
Cam non provò nemmeno a mantenere alcuna distanza, il suo petto fu attirato contro quello di Noel come due magneti, e dal modo in cui il moro si spinse in avanti, non era immune. Si baciarono con tutto il corpo, i loro inguine si sfiorano e l'elettricità crepitò tra loro. 
Noel non avrebbe mai creduto possibile che Cam potesse riversare tale passione in un singolo bacio. Sentì il suo calore invaderlo come mai prima di allora e, per un lungo istante, desiderò di averglielo lasciato fare ogni volta che lo avesse voluto. Si sentì travolto da tutte quelle emozioni. Afferrò il suo volto candido e lentigginoso e lo strinse di più a se, rispondendo a quel bacio così caldo e pieno di disperazione e lasciandosi andare al suo sapore. Noel spinse lentamente la lingua tra le sue labbra e Cameron fece lo stesso. 
Tutto intorno a loro scomparve, le telecamere, la crew, le comparse, tutto il dannato resto del mondo. La terra si aprì sotto i loro piedi, lasciandoli a galleggiare sopra un buco nero, aspettando di essere inghiottiti. Non si accorsero di quante volte fu chiamato lo stop prima che loro riuscissero a sentirlo, ritornando brutalmente alla realtà. Ma ad ogni bacio, ogni volta che il regista chiese loro di farlo, vi caddero dentro sempre più in profondità.
Mentre lo baciava, Noel sentì sciogliersi tutta l'angoscia che aveva accumulato nelle settimane precedenti.
«Questi non contano.» Gli sussurrò Cam in un orecchio, subito dopo l'ultimo bacio. Noel lo guardò confuso, così aggiunse, «Avevo detto che non ti avrei più baciato finché non fossi stato tu a chiedermelo.» Ripeté ridacchiando, «Quindi questi baci non contano.»
«Certo che no.» Noel ricambiò il sorriso e il tono giocoso, «Non contano neanche per me.»
Si guardarono e condivisero una risata sincera, come non facevano da tempo.


Da quel giorno la tensione tra loro sembrò sparire, entrambi avevano ricominciarono a parlare e scambiare qualche battuta sul set, anche se continuavano a non vedersi al di fuori del lavoro. Noel non si sentiva più arrabbiato e Cam aveva abbandonato l'atteggiamento strafottente degli ultimi tempi. Quel bacio sembrava aver segnato una tacita tregua che li stava portando lentamente a riavere il loro vecchio rapporto. Così, Noel, una volta finite le riprese, che sarebbero poi ricominciate a Gennaio dopo la pausa Natalizia, decise di fare un'ulteriore passo in avanti.


«Vengo in pace.» Disse subito quando Cameron aprì la porta di casa sua.
«Non sapevo fossimo in guerra.» Rispose il rosso, sorpreso.
«Beh sai, è da un po' che le cose tra di noi sono... strane. Penso sia ora di darci un taglio.» Spingendolo giocosamente con una spallata, si fece spazio ed entrò in casa. «E poi contro Jeremy non vinco mai a Mario Kart!» Ridacchiò scendendo le scale che portavano alla cucina.
«Ah ecco, allora è questo il vero motivo.» Cam sorrise tiepidamente, rimanendo davanti alla porta ancora aperta. Noel lo notò, ma fece finta di niente.
«Ho portato la birra!» Continuò l'invitato indesiderato, agitando le lattine per aria, poi mollò la busta sul tavolo, sedette sulla sedia rivolta verso di lui e rimase a guardarlo.
«Noel, avrei preferito che chiamassi.»
«Scherzi?» Chiese sarcasticamente, «Mi hai ignorato per mesi, speravo di avere più fortuna di persona.» Sorrise e batté la mano sulla sedia affianco a lui, invitandolo a raggiungerlo. «Com'è andata la tua giornata?»
«Cosa vuoi, Noel?» Cam chiuse finalmente la porta e si mise le mani in tasca in attesa della risposta dell'altro. Va bene aver sancito una tregua, ma averlo a casa sua come se nulla fosse successo, era tutt'altra storia.
A Noel mancò la terra sotto i piedi per un secondo sentendo quel tono così duro. Provò comunque a fingersi tranquillo, ma Cam lo interruppe. «Te l'ho detto, voglio-»
«Non è cambiato nulla, Noel, tutto quello che ti ho detto quella sera lo provo ancora.» Disse con un'espressione dannatamente seria.
«Ancora con questa storia? Gesù, Cam! Ma cosa ti è successo in Africa?» Cercò ancora di tenere il tono della conversazione sullo scherzo, ma senza successo.
«L'Africa non c'entra nulla, Noel, e neanche lo stress. Non è perché voglio sperimentare o fare esperienze nuove e di sicuro non è perché mi faccio trasportare troppo dal mio personaggio. Non è nulla di tutto questo!»
Gli occhi azzurri dell'ormai tornato biondo rimasero inchiodati su Cam ma non riuscì a dire nulla.
«Allora? Non vuoi sapere cosa mi prende?» Lo sfidò il rosso alzando la voce, «Chiedimelo!» 
Noel lo guardò a bocca aperta, scioccato. «Sai che c'è? Credo che venire qui non sia stata una buona idea.» Si avviò verso la porta quando sentì l'altro ribattere. «Si, stavo pensando la stessa cosa.»
Al biondo saltarono i nervi. Nonostante fosse lo spilungone a dovergli delle scuse, Noel aveva comunque deciso di fare il primo passo, lo aveva raggiunto per mettere le cose a posto e ora lui lo stava anche respingendo?
Noel si fermò e fulminò Cam con lo sguardo, «Vuoi che me ne vada?»
«Si.» Rispose stizzito.
«Lo sai quant'è stato difficile per me venire qui?»
«Allora perché l'hai fatto?»
«Sei davvero incredibile.» Ringhiò Noel e riprese la sua corsa verso la porta, borbottando, «Lascia perdere... scusa il disturbo.» Ma poi, assecondando uno scatto di rabbia che gli risalì da sotto i piedi, si fermò di nuovo. «Invece no!» Urlò, facendo sobbalzare Cam. «Sono stufo di questa situazione. Vuoi che te lo chieda chiaramente? Allora ecco, te lo sto chiedendo... cosa diavolo ti prende?»
«Non funziona!» Sbottò Cam, passando dalla sua espressione seria ad una più imbarazzata.
«Cosa non funziona?» Chiese perplesso Noel.
Il rosso si mise le mani tra i capelli portandoli in dietro, rimase così per qualche secondo e poi riprese, «Dopo averti baciato ero tremendamente confuso, non sapevo come affrontare la situazione. Così ho cercato di distrarmi, di sbarazzarmi di quei sentimenti indesiderati. Ho visto delle persone e ho provato a fare sesso con loro.» Sospirò, «Ma non ha funzionato.»
«Vuoi dire che...» Finalmente comprese le parole del ragazzo.
Cam aprì le braccia e scosse la testa con un'espressione rassegnata.
«Aspetta...» Disse dopo averci riflettuto un momento, «Hai detto di aver provato a fare... hai detto persone, non ragazze...» Balbettò, «Quindi, tu sei stato anche con...»
«Si, ma non ha funzionato comunque.»
«Con chi?» Chiese Noel strizzando gli occhi.
«Che importa con chi, il punto è un altro!»
A Noel stranamente importava invece, ma il ragazzo lo distrasse dai suoi pensieri continuando a parlare.
«Non sono gay, Noel. Niente affatto.» Negò Cam, «Perché mi piacciono ancora le ragazze.» Si prese un attimo per pensare e poi si giustificò con ancora più convinzione, «Senza dubbio mi piacciono ancora le ragazze. Non ho mai avuto una cotta per un uomo prima d'ora.»
«Ma io sono un uomo, Cameron!»
«Si, lo so, ma... tu sei speciale. Quello che provo per te è qualcosa di completamente diverso perché quando penso a te... funziona sempre!»
L'imbarazzo provocato dalla confessione del giovane lasciò subito il posto alla confusione che quelle parole scatenarono in Noel, ma era solo l'inizio.
«Dico solo che essere innamorato di un solo uomo non mi rende gay.» Cam sbuffò una risata imbarazzata quando si rese conto di aver finalmente confessato, guardando Noel dritto negli occhi, quello che si teneva dentro da ormai troppo tempo.
Innamorato?
Cam aveva veramente detto di essere innamorato di lui?
Noel fece un respiro profondo, tenendolo per un momento mentre fissava il più giovane. Per qualche motivo non fu più in grado di pensare lucidamente o di muoversi, invece, fissò il rosso pieno di alcuni sentimenti preoccupanti e incomprensibili nel suo intestino.
«Noel, dì qualcosa. Per favore.» 
«Io non... non capisco.» Balbettò, «Io pensavo di avere un amico, una persona con la quale poter parlare di tutto. Non potevo proprio immaginare che tu ti stessi...» 
«Innamorando di te?» Finì la frase per lui, lentamente, mordendosi il labbro nel tentativo di trattenere le lacrime che minacciavano di rigargli le guance, «Ma non l'ho fatto mica apposta.» 
«Non l'avrai fatto a posta, ma questo cambia tutto fra me e te.» Disse un po' troppo bruscamente, strofinandosi il naso a disagio e distogliendo lo sguardo dal ragazzo che gli stava troppo vicino, «Adesso ho capito perché ti sei allontanato.» 
«Ho fatto bene, mi pare, no?» Dedusse dalla sua reazione, decisamente diversa da quella che aveva sperato di ottenere.
«Si, penso che tu abbia fatto bene.» Affondò un altro colpo Noel, «Scusa se in qualche modo ho contribuito anche io a far nascere... questo equivoco.» 
«No, tu non hai fatto niente.» Sbuffò una risata che non riuscì a nascondere la sua delusione, «Sono io il pazzo.» 
Il cuore di Noel si spezzò nel sentire il modo in cui la voce di Cam si incrinò. «Mi dispiace.» Scosse la testa, cercando di liberarsi delle emozioni che stavano inondando la sua mente e decise che era arrivato davvero il momento di andare via, non riuscendo a reggere oltre quella situazione. «Devo andare.»
Cam annuì, gli occhi fissi su di lui, supplicandolo silenziosamente di restare.
«Cam, io...» Si voltò ad un passo dalla porta, «Mi dispiace.»
«L'hai già detto.» Disse, imbronciato. Noel sospirò ed uscì, chiudendosi la porta alle spalle.
«Non è un equivoco.» Disse a se stesso appena rimase solo, mentre una lacrima riuscì a scappare dai suoi occhi arrossati, «Non è un equivoco.»

~~~*~~~

«Tadaaa!» Urlò in modo eccessivamente euforico la ragazza, «Il vassoio dei dolci la attende, signore.» 
«Liana, apprezzo il banchetto di consolazione, ma sto bene.» 
«E quindi vuoi negarmi una serata di scorpacciate senza rimorso?» Sorrise, posando il vassoio sul tavolino davanti al suo amico, «No, grazie.» 
«Dico davvero.» Provò a convincerla Cam, steso sul divano, «Ascolta, quando sei così idiota da prenderti una cotta per il tuo migliore amico e sei ancora più idiota da andarglielo a dire, è una cosa positiva che lui ti faccia capire chiaramente che quella è la cosa più idiota e impensabile che abbia mai sentito in vita sua. Capisci?» 
«Certo, come no.» Disse sarcastica, infilandosi un bignè intero in bocca.
«Sono serio. È meglio saperlo subito.»
«Cam, tu-» Si zittì quando improvvisamente il campanello suonò, «Aspetti qualcuno?»
Il rosso scosse la testa, non gli veniva in mente proprio nessuno che potesse presentarsi a casa sua a quell'ora di notte. Si alzò di scatto dal divano, scese guardingo le scale guardò dallo spioncino. «Mi prendi in giro?» Esclamò aprendo la porta, «Che ci fai tu qui?» 
«Ciao, Bruh. Disturbo?»
«Sì, che cosa vuoi?»
Incuriosita, Liana sia affacciò appena e sgranò gli occhi nel vedere Noel sull'uscio. Elaborò la situazione e in pochi secondi capì cosa avrebbe dovuto fare.
«Ho interrotto qualcosa?» Chiese il biondo, sorpreso di veder scendere una ragazza dal piano di sopra.
«No, stavo giusto andando via.» Disse subito lei, anticipando un'altra risposta scontrosa del suo amico.
«No, rimani.» Protestò Cam.
«Si è fatto tardi.» Liana si avvolse nel suo cappotto pesante e baciò Cam sulla guancia, «Ti chiamo domani, okay?»
Ad entrambi sfuggì lo spasmo di incontrollato fastidio che fece sollevare il sopracciglio di Noel.
«Okay.» Sbuffò rassegnato, «Buonanotte.»
«Buonanotte.» Disse la ragazza, prima a Cam, poi a Noel che ricambiò il saluto e si spostò per permetterle di uscire.
Quando rimasero soli, Noel sostenne lo sguardo truce di Cam in silenzio per un po', poi sfoggiò un sorriso irriverente, «A questo punto dovresti chiedermi se voglio entrare.» 
«Dovrei... perché, vuoi entrare?» 
«A te va?» 
«Non proprio.» 
«E se ti dicessi che ho portato il burro d'arachidi...» Ridacchiò, sollevando una piccola busta del Trader Joe's, «Mi odieresti di meno?»
«È mezzanotte passata, cosa ne dovrei fare?» Si fece beffe di lui, ma per Cam, qualsia si ora del giorno o della notte era un buon momento per il burro d'arachidi. Camminò in casa e lasciò la porta aperta, che era un chiaro invito a seguirlo.
«Chi era quella ragazza?» 
«Le mie relazioni non sono affar tuo.» Ringhiò Cam, guardando Noel posare la busta di carta sul bancone.
«È questo che è?» La voce di Noel vacillò leggermente, «Una relazione?» 
«Sei venuto per dirmi qualcosa?» Chiese aspramente con un'altra domanda, evitando intenzionalmente di rispondergli.
«Si, in effetti, mi stavo giusto chiedendo-» 
«Hai provato con google?» Lo prese in giro il rosso, ma Noel, che aveva in mente di fare anche peggio, sorrise e continuò, «Ce l'hai sempre quel problemino al "pistolino"?»
«Il mio "pistolino" non ti riguarda, chiaro?»
«Oooh no...» Rise, vedendolo imbarazzato e irritato, «Grazie al cielo non mi riguarda!» Noel sfidò seriamente la sorte continuando a canzonare Cam e avvicinandosi a lui mentre il rosso lo guardava come se volesse colpirlo sul naso. «Okay okay, ascolta. Ora sono serio.» Disse, accarezzandogli appena il braccio, «Non ci siamo salutati nel migliore dei modi l'ultima volta. Sono qui perché sembravi davvero scosso ed ero preoccupato. Volevo solo assicurarmi che stessi bene.»
«Sto benissimo, grazie.» Sbuffò, scrollandosi la sua mano di dosso, «Ma starei meglio se te ne andassi.»
Noel roteò gli occhi e le labbra di Cam si alzarono un po'. «Se vuoi parlare di quanto è successo-» 
«Non ne voglio parlare!» 
«Va bene. Forse è meglio aspettare del tempo... finché non abbiamo assimilato la faccenda.» 
«Non c'è più niente da dire, Noel.» 
«Una cosa c'è.» Lo contraddì, poi continuò nonostante il nodo che gli stringeva la gola, «Ti chiedo scusa. Io-» 
«Non devi scusarti. Te l'ho già detto, la colpa è mia. Sono stato un idiota a dirti quelle cose.» 
«Non sei un idiota, Cam. Io credo che tutti e due abbiamo detto cose che non pensiamo.» 
«Io lo penso quello che ho detto. Solo che... non dovevo dirlo.» 
«Dici sul serio?» Chiese Noel con voce tremula, e quando lo vide annuire continuò, «Se in quello che hai detto ci credi davvero... ripetilo di nuovo.» 
«Sono irrimediabilmente innamorato di te, Noel.» Disse senza esitare un solo secondo, poi abbassò lo sguardo e blaterò in modo goffo qualcosa di incomprensibile.
Ed eccole lì, le parole che solo Cameron poteva dire per far vibrare ogni muscolo, osso e nervo nel suo corpo. Noel sentì il cuore battere forte e lo stomaco contrarsi. Gli sembrò di avere la testa completamente vuota, ma si sentì fottutamente vivo, come se fosse fatto di elettricità e fuoco.
Dopo qualche minuto in cui regnò il silenzio, Cam alzò gli occhi verdi e incrociò quelli blu di Noel che, senza neanche accorgersene, gli stava correndo incontro. Il più basso gli afferrò il volto lentigginoso tra le mani e, sollevandosi appena sulle punte, catturò le labbra dell'altro con le sue.
Cam inciampò all'indietro, colpendo il bordo del bancone della cucina in modo spiacevole, ma nemmeno il pulsare del suo coccige riuscì a impedirgli di muovere i fianchi perché Noel era inciampato subito dopo lui cadendogli addosso, con le sue mani che lo stringevano a sé con tutta la sua forza, tenendo gli occhi chiusi e la bocca serrata.
Un attimo prima, stavano discutendo e l'attimo dopo, si era ritrovato lì, schiacciato tra il bancone ed il suo corpo.
Noel riuscì a riprendere il controllo solo dopo pochi secondi, mentre teneva ancora il contatto tra le loro labbra sentì che Cam stava sorridendo nel bacio. Aprì di scatto gli occhi e si allontanò da lui con un balzo. «Merda!» Sussurrò, portandosi entrambe le mani alla bocca e alzando la testa al soffitto, «Merda! Merda! Merda!» Ripeté, sull'orlo di una crisi di nervi. Continuò ad imprecare per qualche minuto finché parve ricordarsi della presenza di Cam davanti a sé. Rimase pietrificato notando che lui era fermo a fissarlo con le braccia conserte e un sorrisetto soddisfatto stampato in faccia.
«Dici che ami la tua ragazza, che sei soddisfatto della tua vita... ma le tue azioni ti tradiscono.» Vedendo lo sguardo perso del biondo su di sé il ragazzo iniziò ad andargli incontro. Non era ancora sicuro di cosa pensare, ma parte di lui si rallegrava poiché sentiva che c'era stato un sostanziale spostamento di potere in suo favore.
Noel stava ancora guardando per terra, notando i piedi di Cameron che riducevano la distanza tra loro ed ogni passo che faceva verso di lui lo faceva sobbalzare. Inspirò profondamente, mettendo insieme tutta la sua freddezza per poter guardare in quegli occhi da cucciolo. «Stai indietro, cazzo! Non è come pensi.» Allungò le braccia davanti a sé ancora visibilmente scosso.
«Perché tutte quelle chiamate?»
«Ero solo preoccupato per te.»
«Perché eri così preoccupato?»
Noel lo guardò e si pettinò i capelli all'indietro, «Non rispondevi.» 
«Si tratta solo di questo?»
«Si.» Piagnucolò, strofinandosi i palmi delle mani sugli occhi.
«Bugiardo!» Cam fissò l'altro uomo, esteriormente fece un leggero sorriso ma interiormente era in preda al panico. Sapeva che stava spingendo troppo e che Noel lo avrebbe odiato per questo, ma non gli importava. «Allora dimmi perché mi hai baciato.» 
Noel aprì la bocca, sbatté le palpebre, cercò di parlare, ma le parole non arrivarono.
Cam continuava ad avanzare, con calma, noncurante del terrore negli occhi di Noel, le pupille gonfie e innegabilmente fisse sulle sue labbra del ragazzo che continuò a parlare. Tutti i pensieri di Cam sullo scusarsi per il suo comportamento e la promessa di non comportarsi più in quel modo, si dissolsero. Non c'era assolutamente nulla nel comportamento di Noel a suggerire che non fosse pienamente d'accordo con tutto ciò che stava accadendo tra di loro.
«Vieni qui, mi baci e pretendi che io faccia finta di niente...»
Quando finalmente lo raggiunse, Noel fece un passo indietro ma poi si fermò, lasciandolo avvicinare. Cam avvolse le sue lunghe braccia attorno alla sua vita, strattonandolo delicatamente verso di sé e assaporando lo sfregamento tra i loro vestiti. Esitò un attimo in attesa di valutare la risposta dell'altro, poi chiuse gli occhi e sorrise, «Lo sapevo.» Erano così vicini che Cam riuscì a sentire l'erezione dell'altro contro la propria gamba. «Tu vuoi esattamente quello che voglio io.» Sollevò una mano e la posò sulla pelle leggermente ruvida della guancia di Noel che girò subito la testa abbastanza da premere le labbra nel palmo di Cam, chiudendo completamente gli occhi quando il pollice gli accarezzò lo zigomo.
«Cosa stiamo facendo?» Mormorò, non del tutto in grado di incontrare gli occhi di Cam, con il suo corpo così vicino e il suo respiro così acuto.
«Penso che tu lo sappia.» Rispose il rosso, appena udibile.
Noel allungò le braccia tremanti dietro la schiena del giovane e si aggrappò alla parte posteriore della sua camicia con entrambe le mani, «Cam, non posso.» Piagnucolò, ma poi gli posò la fronte sul petto e lo strinse ancora di più a sé, «Non posso.»
Cameron annuì ma non si mosse, invece disse, «Allora respingimi.»
La testa bionda scattò indietro e Cam incontrò quegli incredibili occhi azzurri, poi abbassò lo sguardo sulla bocca di Noel, desiderandola più di ogni altra cosa. 
«Noel, ho così tanta voglia di baciarti che non riesco più a resistere.» Confessò Cameron, «Se vuoi che mi fermi lo farò, senza protestare.» Cam resistette eroicamente, serrò i denti combattendo l'impulso di baciarlo, rifiutandosi di chiudere la distanza tra loro e fermandosi proprio prima di cogliere le sue labbra in un bacio. «Ma se ora mi permetterai di baciarti, ti avverto che non sarò più in grado di fermarmi.» Afferrò con dolcezza il viso di Noel tra le mani, solo con i polpastrelli, gli stampò un bacio sulla fronte e poi, respirando dolcemente con il naso, continuò fino ad arrivare alla bocca. Le loro labbra si adattavano perfettamente e le lingue si muovevano insieme lentamente, dolcemente.
Noel non fece resistenza e senza dire una parola schiuse le labbra per lasciarlo entrare.
Per qualche ragione, quella voce nella sua testa che urlava quanto tutto ciò fosse sbagliato fu facilmente soffocata, forse erano i suoi occhi verdi o la sua lingua argentata, ma aveva fatto esattamente quello che si era imposto di non fare mai, cedere a Cameron e qualunque cosa ci fosse tra loro.
Magari Noel non sapeva che cosa stessero facendo, ma di sicuro non voleva che finisse. Gli avvolse le mani sulla parte posteriore della testa, e quando lo sentì ansimare il suo nome tra un bacio e l'altro, strinse possessivo le dita tra i suoi capelli e li tirò appena per farlo abbassare ancora un poco.
Si tirarono indietro per guardarsi l'un l'altro e sorrisero. Il pollice di Cam prese subito il posto della sua bocca, massaggiando le sue labbra di Noel, gonfie e incasinate dal bacio. «Cam...» Provò a dire il biondo, ma Cameron lo baciò rapidamente, temendo le sue parole. Noel si tirò ancora indietro, solo per piegarsi di nuovo per un altro piccolo bacio. «Forse dovresti darmi una ragione per restare.» Sussurrò con un sorriso arrogante sul viso. Cam si fermò e strinse gli occhi su di lui, lo afferrò dal polso e gli strofinò il suo cazzo traditore trasformato finalmente in acciaio nella mano, «Questa ragione è sufficiente per te?»
«Pensavo non ti funzionasse.» Disse, sorpreso.
«Te l'ho detto, con te funziona sempre.»
Si baciarono profondi e disordinati salendo per le due rampe di scale, premuti uno contro l'altro, petto a petto, labbra sulle sue. Cam a tratti lo sollevò da terra afferrandolo da sotto il sedere, mentre Noel lo liberò dalla giacca sfilando un braccio alla volta e lasciandola cadere sui gradini lungo la strada fino alla stanza da letto. Noel fu premuto dolcemente contro la porta mentre si chiudeva, poi accompagnò Cam verso i piedi del letto senza mai separare le loro labbra.
Prima di tutto, Cam si liberò del giaccone che Noel non aveva ancora tolto da quando era arrivato, poi fu il turno del maglione pesante, ma con suo enorme dispiacere, scoprì che lui indossava anche una camicia. Nonostante il freddo dicembrino, Noel aveva scelto davvero il momento meno opportuno per trasformarsi in una matrioska di vestiti.
Cameron si chinò e cominciò a baciargli teneramente il collo e Noel, per alcuni secondi, inspirò appena, sentendo il calore contro la guancia e ascoltando il respiro irregolare che gli fecero scoppiare la pelle d'oca in tutto il corpo. Era impossibile per Noel riuscire a concentrarsi su qualsiasi altra cosa all'infuori di Cam che lo agguantava alla gola. Per un momento temette che gli stesse lasciando un succhiotto ma, invece di terrorizzarlo, quell’idea lo eccitò più del dovuto. L'unica cosa che riuscì a fare fu afferrargli i capelli rossi mentre lui leccava, baciava, succhiava la sua pelle.
Cam gli sfilò lentamente la camicia dai pantaloni, scivolando con le dita sugli addominali, poi fece un passo indietro per guardare i bottoni che scendevano sul petto di Noel. Sbottonando il primo, espose la clavicola e subito cedette al suo bisogno di tornare con le labbra da qualche parte su quel corpo. Premette diversi baci sulla pelle morbida prima di far scorrere il dito lungo il torace liscio e pallido e aprire rapidamente i bottoni rimanenti.
A Noel sembrava essere passata un'eternità da quando era stato toccato in quel modo l'ultima volta e non ricordava che il suo corpo avesse mai reagito così. Labbra e mani di Cam mandarono all’inferno tutto l'autocontrollo di Noel che lo spinse sul letto e fece scorrere lo sguardo sul suo bel corpo sdraiato sulla schiena, che fremeva piacevolmente sorpreso e impaziente, in attesa che il biondo lo raggiungesse. Si sfilò velocemente la camicia e gli si arrampicò sopra, ingabbiandolo con le braccia ai lati della testa. Cam gli rivolse il sorriso più dolce che avesse mai visto, prima di intrecciare le dita dietro al suo collo per tirarlo giù in un altro bacio. Si liberano goffamente dei vestiti rimasti, cercando ancora di mantenere le loro bocche attaccate l'una all'altra.
Stava succedendo tutto così in fretta... rimasero nei soli boxer nel giro di un minuto.
«Ehi, tutto okay?» Chiese preoccupato Cam quando la luce della luna fece brillare gli occhi lucidi di Noel. Il biondo annuì, ma gli occhi gli diventano ancora più acquosi e cercò di nasconderlo chinandosi fino ad affondare il viso nel petto del ragazzo sotto di lui, «È solo che...» 
«Cosa? Che c'è? Ho fatto qualcosa di sbagliato?» 
Noel fece di no con la testa e lo baciò tra i pettorali. Cam gli infilò le dita tra i capelli e li accarezzò dolcemente, «Non dobbiamo farlo per forza, se non ti va.» 
«Non volevo dire questo.» Borbottò contro la pelle pallida di Cam, prima che lui gli stringesse le braccia per forzarlo a mettersi seduto e guardarlo in faccia. «Noel, se non vuoi... non voglio costringerti.»
La faccia di Cameron sembrava così addolorata che Noel avrebbe voluto urlare contro se stesso per aver rovinato il momento così perfetto che stavano condividendo. «Non ho mai detto di non volerlo fare.»
Cam lo trattenne sul suo grembo stringendolo per i fianchi tra le mani e mettendosi seduto unì facilmente le loro fronti. Si guardarono in silenzio, le mani tremanti e disperate che si toccavano dappertutto, i nasi e le guance che si sfioravano e le labbra che si unirono in un bacio a stampo che finì con uno schiocco.
«Lo vorrei anch'io, Cam. Davvero.» Disse velocemente in modo che la sua voce non vacillasse troppo e, dopo aver tirato su con il naso, aggiunse, «Ma ora non ce la faccio.» Noel continuò a singhiozzare anche quando il rosso gli prese il viso tra le mani, «È tanto, Cam. Voglio dire, è tantissimo. Io non ce la faccio.» 
«Sssh.» Cercò di tranquillizzarlo, accarezzandogli le guance con i pollici, «Va tutto bene. Lo capisco.» 
«È colpa mia... io... io forse sono rotto.» Noel scese dal grembo di Cameron e giù dal letto, «Mi dispiace. Mi dispiace tanto. Per tutto.» 
Cam allungò la mano, afferrando il braccio di Noel e tenendolo forte finché non si fermò. «Va bene, basta, aspetta un secondo.» Sospirò pesantemente, riportandolo sul materasso, «Prima di tutto smettila di dire stronzate.» Lo lasciò andare e fece un respiro profondo mentre l'altro rimase a guardarlo, «Tu non sei rotto. E poi... è tutto okay.» Sorrise, «Quello che mi stai dando adesso è molto più appagante del sesso. Sei solare, intelligente, bello, sensibile. Scopare è l'ultimo dei miei-» 
Noel non riuscì a trattenersi, premette contro Cam e lo baciò lungo, deciso, dolce e casto. Nessuna lingua, nessun desiderio ardente di perdere i vestiti, se solo li avessero avuti ancora addosso, si intende. Non era neanche più duro nei suoi boxer. Noel si sentiva semplicemente soddisfatto. «Allora, ora ascoltami bene.» Disse con un tono un po' più sereno, appena liberò Cam dal bacio, «Ho qualcosa da dirti.»
«Okay.» Rispose perplesso il rosso.
«Mi conosci da tre anni. Conosci pregi e difetti.»
Le labbra di Cam reagirono immediatamente a quelle parole aprendosi in un risolino. «Oooh si.» 
Il sorriso di Cam era caldo come la luce del sole e Noel non ne aveva mai abbastanza, ma in quel momento storse il naso alla presa in giro del ragazzo e lo richiamò alla serietà con un finto grugno.
«Cioè...» Riprovò, con un tono serio ma ancora goliardico, «Sì.» 
«Probabilmente mi conosci... meglio di chiunque altro, compresi i miei genitori. Loro non mi hanno visto piangere per "Balla coi lupi", tu si invece.» 
«Dove vuoi arrivare, Noel?» 
«Tu, più di tutti, sai che mi ci vuole un po' per elaborare le cose. Come quando ho traslocato nel mio appartamento nuovo o quando mi sono iscritto in palestra.» Vide Cam annuire e continuò, «E va bene, è così che vanno le cose. Io non sono veloce. Ma ora sono venuto qui per dirti... che questa cosa tra me e te richiederà più tempo di un trasloco o di qualsiasi altra cosa.» 
«Okay.» Rispose semplicemente Cam, alzò le coperte e ci si infilò sotto. Il biondo aggrottò le sopracciglia confuso, ma prima che potesse dire qualcosa, Cam iniziò a picchettare con il dito sul materasso, «Vieni qui.»
Quando Noel non si mosse, l'altro lo afferrò per il mento e lo attirò in un bacio, sorpreso dall'azione del più giovane, gemette contro la sua bocca e poi finalmente si accoccolò vicino a lui che lo avvolse tra le sue braccia da dietro.
«Quanto cazzo mi sei mancato.» Sussurrò Noel quando Cam gli annusò i capelli e lo baciò sulla testa.
«Tu no.» Scherzò il rosso, mentre lo stringeva più forte. Entrambi risero e restarono a godersi il momento in silenzio. Non gli importava neanche più se non avessero fatto altro per il resto della notte.
«Vuoi qualcosa da mangiare?» 
«Sì.» 
«Cosa vuoi?» 
«Non lo so. Dammi un minuto, okay?» 
«Si, scusa. Ogni tanto dimentico che sei un po' lento.» Lo prese in giro ridacchiando e Noel gli pizzicò il braccio per ripicca. «Non c'è problema, Noel, prenditi tutto il tempo di cui hai bisogno.»



Crediti:
- Arrowverse;
- Tutti pazzi per amore;
- Ratched;
- Maschi contro femmine;
- Boku no Omawari-san (My Pretty Policeman);
- Tales of the city;
- Una mamma per amica;
- Chiedo scusa se ho dimenticato qualcuno.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


                             
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Cameron si svegliò nel cuore della notte e si sfregò il sonno dagli occhi. Sentì il familiare odore di Noel Fisher accanto a lui e sorrise a se stesso. Erano rannicchiati nelle lenzuola a dormire intrecciati l'uno nell'altro, le gambe aggrovigliate e le teste una di fronte all'altra sullo stesso cuscino.
«Noel...» Cam appoggiò la testa sul palmo della mano e lo guardò, illuminato dalla luce della luna. Avrebbe potuto continuare a fissarlo per ore sdraiato nudo accanto a lui, profondamente addormentato. Cameron non aveva mai pensato che potesse volere qualcuno quanto voleva Noel.
«Noel... sei sveglio?» Chiese Cam, sussurrando nell'oscurità.
Pensò di baciarlo. Immaginò che andasse bene, visto che stava dormendo, non l'avrebbe mai saputo. Così, lo baciò prima sulla fronte, poi trovò un escamotage per rubargli un bacio in modo più o meno onesto. «Questa volta ti bacerò sulle labbra se non ti svegli...» Aspettò non più di cinque secondi, «Non dire che non ti ho avvertito.» Strisciò più vicino e premette le sue labbra contro quelle di Noel in un modo sorprendentemente morbido. Quando l'altro non reagì, lo fece ancora, poi ancora e ancora. Tanti piccoli baci che schioccavano nel silenzio della notte, fino a quando la voce intrisa di sonno di Noel lo fece sussultare. «Smettila.» Borbottò, rauco ma morbido, «Il suono dei tuoi baci mi ha svegliato.»
Il rosso sgranò gli occhi e trovò Noel a fissarlo. Ciglia chiare intorno a quegli occhi blu, pelle candida, lentiggini e labbra carnose. Si meravigliò di quanto fosse bello Noel.
«Scusa.» Cam spazzò via alcuni ciuffi dorati che gli cadevano sul viso, passò le dita tra i capelli disordinati, rastrellando le unghie corte contro il cuoio capelluto, ritmicamente, lento, gentile. La sua mano scese lungo la parte posteriore del collo, per poi iniziare a strofinargli lentamente la schiena e facendo scoppiare la pelle in pelle d'oca ovunque toccasse. Il respiro di Noel si fece sempre più rapido e una sana sensazione di panico si impossessò di lui. Il cervello sembrava inviargli segnali d’avvertimento ben diversi da quelli che sentiva in mezzo alle gambe. Il cuore gli batteva nel petto come se stesse per avere un infarto e tutto questo solo perché Cam lo stava semplicemente accarezzando e lo esaminava come se fosse un enigma da risolvere.
«Non scusarti. Se hai intenzione di baciarmi, fallo come si deve, non come un bambino delle elementari.»
«Um... allora va bene se provo di nuovo?» Cameron si mosse per primo, baciandolo dolcemente, e Noel si abbandonò completamente ad esso.
«Perché me lo hai chiesto se non avevi intenzione di aspettare la mia risposta prima di baciarmi?» Chiese sorridendo, quando si staccarono.
Cam scrollò le spalle, «Ho solo pensato che mi avresti rifiutato se avessi chiesto prima.»
«Stai diventando più intelligente, Monaghan.»
«Posso continuare?»
«No.»
Alcune cose cambiano gradualmente, i confini si spostano e le linee si confondono, le regole diventano prive di significato e dimenticate, finché un giorno ci si trova in una situazione così diversa, così nuova che non si può fare a meno di chiedersi, come si è mai arrivati fin lì.
Una volta che ci rende conto di quanto si è vicini a oltrepassare il limite, ad abbandonare ogni speranza e ragione e cedere ai propri desideri, basta uno sguardo in più, un secondo senza fiato e cuori che corrono. 
A Noel bastò quel secondo per buttare la ragione dalla finestra e baciare forte Cameron.
Il rosso gemette e aprì le labbra, lasciando che Noel gli spingesse la lingua in bocca e prendesse il controllo del bacio.
Gli sembrò che il mondo intero si fosse ridotto alle dimensioni del letto su cui si trovavano.
«Cazzo!» Sospirò Cam quando Noel lo avvolse tra le braccia e se lo tirò addosso, facendo scivolare il ginocchio tra le gambe del rosso mentre si baciavano di nuovo. Purtroppo per Cam, l'alza bandiera mattutino, anche se il mattino era ancora lontano, era implacabile e non mostrò pietà. Si era svegliato quasi nello stesso stato in cui si era addormentato, duro e stretto nei suoi boxer come un tredicenne. I suoi fianchi si inclinarono da soli, inseguendo l'attrito, premendo la sua erezione contro Noel, finché, resosi conto di essersi lasciato andare un po' troppo, fece una pausa e cercò di allontanarsi dal corpo sexy e caldo sotto di lui.
«Non fermarti.» Sussurrò Noel, una delle sue mani che si chiuse a pugno nella parte posteriore dei capelli rossi, tirandolo fortemente giù per altri baci.
«Sei sicuro?» Chiese, improvvisamente preoccupato di averlo spinto a fare qualcosa per cui non era pronto.
Ma, una volta superato il limite, non importa più chi ha spinto chi.
«Sì.» Si allungò tra di loro e lo accarezzò attraverso la stoffa dei boxer. Cam soffocò un gemito, fu una fottuta tortura per lui riuscire a resistergli ancora. «Credevo che avessi bisogno di tempo per pensare.»
«Sono stufo di pensare.» Borbottò Noel, poi si concesse una tregua dalle sue labbra per sorridere maliziosamente, «Inoltre... è tutta la sera che il tuo pene non fa altro che cercare di attirare la mia attenzione. Vuole per forza uscire da lì.» 
«Noel...» 
«Cam!» Tracciò la lingua lungo la cresta dell'orecchio e ordinò piano, «Non fermarti.»
Cameron fece un sorriso fottutamente grande e, non era sicuro se fosse la paura o il desiderio che lo fece rabbrividire a quelle parole, ma obbedì comunque senza perdere altro tempo. Scelse con cura la posizione che meglio gli permetteva di sfregare i loro cazzi insieme e rotolò delicatamente i fianchi con un ritmo tortuosamente lento. Aiutò che aveva le mani di Noel infilate nella parte posteriore dei boxer che gli stringevano il culo e la sua lingua in bocca.
«Sei così fottutamente sexy, Noel.»
Cam era stata la prima persona a dirgli una cosa del genere e Noel scoprì che gli piaceva sentire quelle parole da lui. Non disse nulla ma fece scorrere le mani lungo la schiena del rosso e cominciò a oscillare anche lui su e giù, inseguendo quel bellissimo attrito tra loro. Respiravano entrambi pesantemente, principalmente per anticipazione di ciò che stava per accadere.
«Dove sono?» Chiese Noel.
«Chi?» Rispose in modo appena udibile, troppo perso in quel sogno divenuto realtà.
«I preservativi, Cam.» Chiarì, ridendo, sorpreso di doverlo specificare, «Dove tieni i preservativi?»
«Non li ho.» Cam non si fermò, continuò a dondolarsi ed accarezzarlo, incapace di connettere le terminazioni nervose nel sistema incasinato del suo cervello che era offline da quando aveva Noel tra le sue gambe.
Noel smise di muoversi di colpo, gli afferrò i bicipiti e lo spinse su bruscamente in modo da poterlo guardare negli occhi. «Mi stai prendendo in giro?» 
«Mai.» Gli assicurò il rosso, con un ghigno imbarazzato sul viso, provò ad avvicinarsi a Noel che però lo spinse di nuovo indietro, shakerandolo un po'.
«Per favore, Cameron Riley Monaghan, dimmi che è solo uno brutto scherzo.» 
Lui non rispose. Invece arricciò le labbra in una smorfia dispiaciuta che fece capire a Noel che no, purtroppo non era uno scherzo.
«Cazzo.» Sbuffò amaramente, affondando la testa ne cuscino e premendosi i palmi delle mani sugli occhi.
«Ti ricordo che ultimamente non ne ho avuto bisogno.» Accusò Cam, guardandolo dall'alto, seduto sul suo grembo con le braccia conserte, «Per colpa tua!»
«Cazzo.» Ripeté Noel drammaticamente, scuotendo la testa.
«Ehi, c'è un 7/11 a tre minuti da qui.» Cam gli prese i polsi e li sollevò, si chinò su di lui e sorrise, «Possiamo comprarli.»
Il tono di Cameron era rassicurante in quel modo leggermente fastidioso, come quello usato con i bambini, e fece incazzare Noel e lo eccitò allo stesso tempo. «Bene, allora cosa aspetti?» Allungò le mani sulle sue cosce del rosso che gli stringevano i fianchi e tamburellò delle piccole pacche di incoraggiamento, «Vestiti e vai a prenderli.»
«Io?»
«Certo, questo è il tuo quartiere. Non sarà certo la prima volta che vai a comprare dei preservativi.»
«No, ma-» Si zittì quando Noel sollevò le sopracciglia in modo intimidatorio. «È inutile che ci provi, stronzetto, da biondo non sei per niente minaccioso. Sembri solo un angioletto imbronciato.» Lo prese in giro, ma poi cedette comunque. Non perché lo avesse effettivamente intimorito, ovviamente no, Noel era dannatamente adorabile con il broncio, ma perché Cam avrebbe fatto qualsiasi cosa... letteralmente qualsiasi cosa... pur di averlo. «Aaah, va bene.» Sbuffò rassegnato. Sceso dal grembo di Noel e dal letto, iniziò a rivestirsi mentre l'altro si mise seduto a guardarlo con un sorrisetto soddisfatto. Almeno finché il rosso non parlò di nuovo. «Devo prendere anche... del lubrificante?» 
«N-non lo so...» Balbettò, preso alla sprovvista, «Direi di sì.» E poi, «Si.» 
«Quale preferisci?»
«Non ne ho idea, Cam. Uno qualsiasi.»
«Qualcosa alla fragola?»
«Si, come ti pare.» Bisbigliò, senza alzare nemmeno lo sguardo, «Le fragole vanno bene.»
«Noel...»
«Cosa?» Chiese con il fiato sospeso, temendo in qualcosa di ancora più imbarazzante del gusto del lubrificante.
«I preservativi...»
«Si?»
«Li devo prendere per me o per te? Si, insomma... siamo completamente diversi lì sotto, abbiamo bisogno di-» 
«Si, lo so.» Lo interruppe, ma poi non aggiunse altro e nella stanza calò il silenzio.
Poteva sembrare una domanda semplice, ma di certo non lo era per loro che non avevano ancora affrontato la questione.
«Sai cosa, li prenderò per entrambi!» Disse Cam per porre fine al disagio e Noel si strinse nelle spalle in risposta.
Il rosso finì di vestirsi, si piegò verso di lui e, piantando entrambe le mani sul materasso, gli beccò un bacio sulle labbra, «Vado e torno. Tu resta qui.» Sorrise ed uscì dalla camera quasi saltellando. Noel si avvolse nella coperta, rimasta raggomitolata in un angolo del letto, e lo seguì giù per le scale. Raccolse la giacca che era rimasta abbandonata su uno scalino e la posò sulle spalle di Cam quando lo raggiunse davanti alla porta d'ingresso dove era intento a mettere le scarpe. Il rosso indossò la giacca e un cappotto pesante, poi si alzò in piedi e fissò i suoi occhi in quelli di Noel.
Il ragazzo più basso si sollevò leggermente sulle punte per avvolgergli una sciarpa intorno al collo, «Che c'è?» Chiese, incoraggiandolo a sputare il rospo.
«Promettimi una cosa.» Non era sicuro da dove venisse quella fiducia, ma andò avanti, «Almeno finché non torno, non cambiare idea, okay? Per favore, non farlo.» Sapeva che quella richiesta lo faceva sembrare disperato, ma non aveva più niente da perdere. Non sopportava l'idea di tornare a casa in dieci minuti e trovarlo a far finta che non fosse successo nulla.
Noel si avvicinò a lui e abbracciandolo lo avvolse nella coperta che li chiuse in un bozzolo. «Prometto.» Sussurrò contro la sua bocca, poi infilò la lingua in un modo che non lasciò dubbi. Lo voleva anche lui.


«Sono tornato!» Fu tutto quello che disse Cam, togliendosi sciarpa e cappotto. Gli occhi girarono come una trottola per tutta la cucina e subito iniziò ad agitarsi non vedendo Noel.
«Sono qui!» La voce inconfondibile del biondo riecheggiò dal piano di sopra.
Letteralmente come un corridore olimpico completamente disperato di arrivare primo, Cameron attraversò la casa fino al letto dove Noel era adagiato in attesa del suo ritorno. 
«Ehi!» Squittì felice e, ancora con il fiatone, sedette accanto a lui per baciarlo. Le sue labbra fredde contro quelle calde di Noel, li fecero sussultare leggermente per il cambio improvviso di temperatura. «Com'è andata?»
Cameron si mise in ginocchio e alzò la mano che stringeva la piccola busta degli acquisti, la posò sul letto e iniziò a tirare fuori il contenuto un pezzo per volta, lasciandoli cadere sul materasso. «Ho comprato delle patatine, del prosciutto e... delle altre patatine.» Sorrise mostrando tutti i denti, «Sono andato nel panico.» 
«Siamo qui per cenare?» Scherzò Noel.
«Non lo so!» Rise in modo nervoso e le guance gli si colorarono di un rosso acceso, «Ma è ciò che fanno nei film. Si suppone sia romantico, no?» Entrambi risero e si avvicinarono per incontrarsi in un piccolo bacio, poi l'espressione di Cam diventò più seria e preoccupata, «Sono un po' spaventato.»
«Non vuoi più farlo?»
«No, no, no. Voglio farlo. Davvero.» Disse subito, senza avere un solo secondo di esitazione, «Sono solo preoccupato perché non so come si fa.» 
«Beh, neanche io lo so.»
La voce così dolce e rassicurante di Noel fece scaldare il cuore di Cam che si chinò su di lui per un altro bacio. Pian piano il rosso ritornò libero dai vestiti, poi salì a cavalcioni su di lui e, senza mai separarsi, si allungò verso la busta a tentoni e ne tirò fuori qualcosa. «Noel...»
«Mh?» Borbottò il biondo contro la sua bocca, ancora senza spezzare il contatto. Purtroppo per lui, però, Cam si tirò indietro e quando vide con orrore ciò che il ragazzo stringeva tra le mani, quasi... quasi... pensò di non volerlo più fare.
«Credo che ci si debba fare una lavanda prima.»


Era notte fonda e Cam e Noel erano in bagno, seduti sul bordo della vasca ad osservare in silenzio il terrificante Easy Wash posato sul lavandino. Noel aveva le cosce strette e le mani che stringevano forte le ginocchia, mentre Cam era apparentemente più tranquillo, con le gambe spalancate e le braccia conserte.


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«Se non si è mai fatta una lavanda, è meglio iniziare con un semplice clistere d'acqua calda.»
«Perché diavolo sai queste cose?»
«Mi è capitato di leggerlo su internet...» Mentì Cam, «Per puro caso.»
«Ah, si?»
«Già, e al 7/11 c'era un'offerta speciale, paghi uno e prendi due.»
«Fantastico.» Borbottò sarcasticamente Noel.
Improvvisamente, Cam si alzò come se una scossa gli avesse colpito il sedere ed uscì dal bagno. Stette via per un paio di minuti e poi tornò accanto a Noel, stringendo tra le mani una moneta. «Testa o croce?»
«Vuoi davvero deciderlo lanciando una moneta?»
«Tu hai un'idea migliore?»
No, non ne aveva. Così rispose rassegnato, «Croce.»
Cam lanciò la moneta che volteggiò più volte in aria prima di ricadere sul palmo della sua mano e subito la capovolse sul dorso dell'altra, nascondendo la faccia vincente. Ma, un attimo prima che Cam scoprisse la moneta, Noel lo fermò. «No!» Sussurrò, stringendogli le mani, «Lo faccio io.»
«Perché, non ti fidi?» Brontolò, «Lanciala tu se preferisci.» 
«No, scemo, io intendevo il clistere.» 
«Vuoi farlo tu?»
«Cam, io vorrei...» Non riuscì a continuare, invece ringhiò, «Cazzo.»
«Cosa, Noel? Dimmi cosa vorresti.»
«Io voglio che tu... mi scopi.» Confessò, sentendosi estremamente vulnerabile in quel momento. «Se vuoi.»
Cameron non rispose, rimase a fissarlo mentre le guance pallide svanirono in un rossore crescente e gli occhi che brillavano sopra il suo sorriso gigante ed euforico. «Tu vuoi questo, eh?» Disse, forzando un tono disinvolto e civettuolo, avvicinandosi a lui, «Tu vuoi che io ti scopi, eh?»
Noel si sforzò di pensare a una risposta spiritosa, ma era troppo agitato, così annuì e rise impotente, spingendosi verso di lui per baciarlo.
Entrambi erano completamente senza fiato quando si separarono, ansimando e fissandosi a vicenda. Noel scoppiò a ridere, e ancora ridendo lo baciò di nuovo, facendo scivolare le braccia attorno al suo collo, le dita tra i suoi capelli, affondandole in cima alla testa dove erano più lunghi. Spinse nel bacio, inclinando la testa di Cam all'indietro prima di staccarsi da lui. Le labbra del ragazzo erano già arrossate e ancora sorridenti, così Noel liberò le sue mani e gli posò la punta degli indici sugli angoli della bocca per cercare di tirarli giù, ma senza successo.
«Okay, stronzo, puoi smetterla con questa faccia compiaciuta adesso?»
Cam fece no con la testa e provò a baciarlo ancora, ma Noel gli mise una mano aperta al centro della faccia e lo spinse un'altra volta indietro. Ridendo, si alzò e si avvicinò al lavandino.
«Possiamo farlo senza lavaggio.» Il rosso lo raggiunse alle spalle e lo abbracciò, Noel roteò tra le sue braccia per guardarlo. «Non è un problema per me.»
«Cameron, sono già abbastanza nervoso... non vorrei rendere tutto ancora più imbarazzante.»
«Okay, come vuoi tu.» Lo baciò e uscì da bagno. Noel spinse la porta fino a chiuderla e si affrettò ad iniziare. La prima cosa che fece appena rimase solo fu pisciare, poi si lavò le mani, aprì l'armadietto sotto al lavandino e tirò fuori un asciugamano pulito. Prese il clistere e iniziò ad ispezionarlo da vicino, rigirandoselo tra le mani e strizzandolo come una tettarella, sentendo l'odore di plastica nuova che ne veniva fuori.
In quel momento, Cam entrò con il lubrificante in una mano e il cellulare nell'altra, «Quindi... strizzi, trattieni e rilasci.» Lesse ad alta voce dalla pagina internet "Come fare un lavaggio anale" alla quale sembrava molto interessato. «Sembra abbastanza semplice.» 
«Cosa?» Chiese Noel, confuso più che altro dal fatto che il rosso fosse rientrato in bagno. Cam posò il cellulare sul lavandino e, seguendo le istruzioni passo per passo, riempì il clistere d'acqua tiepida e attaccò il beccuccio al bulbo. Poi aprì la bottiglietta di lubrificante e lo versò sulla cannula rigida, «È meglio mettercene un bel po'.» Disse sorridente, abbondando con la quantità di gel. «Ora girati e piegati in avanti.»
«Wow wow wow!» Abbaiò, sconvolto, «Okay, Cam, ti ringrazio per l'aiuto, ma ora devi uscire. Da qui in poi faccio da solo.»
«Cosa?» La voce stridula per la sorpresa e il disappunto, «Perché?» 
«Cam, non farò questa cosa davanti a te.»
Cam era così desideroso di prendersi cura di Noel dall'inizio alla fine che non capiva perché lui gli stesse negando di partecipare, visto che il lavaggio era una così piccola cosa rispetto a ciò che sarebbe venuto dopo. Tuttavia, non lo rendeva meno imbarazzante agli occhi di Noel. Il rosso lo prese in giro per essere così imbarazzato, Noel sostenne invece che si trattava di privacy e non di vergogna. «È meglio se tieni la bocca chiusa, Cam.» Rispose alle sue prese in giro prendendo in prestito un po' di minacce alla Milckovich.
«Ma-»
«Meglio se la tieni chiusa. Mi hai capito?» 
Quando il ragazzo annuì, gli indicò la porta con il braccio e l'indice perfettamente dritti e allineati, «Fuori, Cameron!»
«Tieni.» Disse sconsolato, consegnandoli il clistere prima di uscire. Noel sbatté la porta dietro di lui e andò sedersi sulla tavoletta del water, guardò il clistere caldo tra le mani e capì che era giunto il momento, «Cazzo.»
«Tutto okay, Noel?» Chiese preoccupato Cam dopo appena un minuto, rivelando la sua presenza dietro al sottile strato di legno come un maledetto stalker. Non che Noel si aspettasse qualcosa di diverso da lui.
«Ti accovacci, senza fretta, lo inserisci e strizzi il clistere...» Suggerì da dietro la porta, «Poi lo tiri fuori e cerchi di trattenere l'acqua il più a lungo possibile, poi ti siedi sul WC e rilasci.»
«Sta zitto, Cam!»
«Vuoi che entri?»
«Non esiste!» Nonostante le sue parole, Noel seguì le istruzioni di Cam, si spinse il beccuccio lubrificato nella fessura del sedere e girò delicatamente. Il biondo non poté fare a meno del gemito che uscì da lui. In quella fase si sentì inaspettatamente bene, un po' di fastidio, ma bene.
«Allora?» Chiese Cam, dopo qualche minuto di silenzio, «Dovresti aver già finito a quest'ora.»
«Sì, beh, avrei finito se tu non fossi lì.» Protestò stizzito, spuntando mentalmente il promemoria di prendere a calci in culo Cam appena possibile. Giacché che c'era, Noel si diede una pulita generale lì sotto e finalmente uscì dal bagno.
«Ce ne hai messo di tempo, eh?» I suoi occhi verdi lo scrutarono e decisero che un po' di provocazione era d'obbligo, «Fammi vedere se hai fatto un buon lavoro.»
Noel si dimenò quando Cam gli pizzicò il sedere avvolto in un asciugamano legato in vita. «Sai, rosso, fai proprio schifo a creare l'atmosfera.»
Allora Cam, senza perdere altro tempo, gli fece vedere quanto si sbagliasse. Gli mise le braccia attorno ai fianchi e lo sollevò, Noel rise e gli si avvolse come un Koala all'albero. Uniti in un bacio si lasciarono cadere sul letto e il biondo sentì Cam sorridere contro le sue labbra, le mani tremanti e disperate gli scivolarono lungo la schiena, afferrandolo, toccandolo dappertutto. Il modo in cui lo stava toccando era così incredibile che il suo cervello all'improvviso conteneva un solo pensiero, due semplici parole che si ripetevano all'infinito nella sua mente: di più.
«Noel... se superiamo questa linea, il nostro rapporto non potrà mai più tornare come prima.»
Il livello successivo avrebbe inevitabilmente cambiato tutto, non che ciò che avevano fatto fino a quel momento non fosse nulla, ma forse avrebbero potuto superarlo. Anche se era difficile da pensare visto che era bastato un solo innocente bacio a portarli fino a lì.
Fare l'amore però... quello no, non si poteva superare in nessun modo.
«Non potremo più tornare a essere ciò che eravamo.» 
«Lo so.»
«Sai quanto ho aspettato questo momento? Ti voglio da sempre, ma non ho mai potuto averti.» 
«Ora sono qui.»
Noel non si era tirato indietro e Cam ne fu immensamente felice, il sollievo fu così grande che Cam ignorò tutto il resto. Quella era la sola risposta di cui aveva bisogno in quel momento.
Si spostò più indietro, allontanando le gambe di Noel in modo da potersi sistemare tra di loro. Rimase immobile per un po’ ammirando il corpo dell’altro, esplorandolo per la prima volta, vedendo quanto fosse simile eppure così diverso dal suo.
Dal modo in cui Cam lo guardava, Noel poteva sentire il suo desiderio per lui mentre  quello sguardo lento e affamato correva su e giù come se stesse per divorarlo, le pupille così dilatate che gli occhi verdi sembravano quasi neri.
Il suo cazzo era già duro per Cam, Noel sibilò quando il rosso iniziò ad accarezzarlo sopra il tessuto ruvido e gemette quando sciolse il nodo che teneva chiuso l'asciugamano, lasciandolo gloriosamente nudo e indifeso sotto i suoi fari verdi. Cam lo prese tra le sue mani giganti, assaporandone il peso e il calore, guardandolo pulsare debolmente nel suo palmo.
Stava succedendo. La testa di Noel ricadde all'indietro sul cuscino, gli occhi chiusi e il respiro che arrivava in piccoli bocconi laceri. Dannazione, lui stava tremando per l'aspettativa, sembrava che lo stesse aspettando da anni. Aveva in testa un migliaio di scenari, di come Cam lo avrebbe preso, di come lo avrebbe fatto impazzire se solo gli avesse lasciato fare di lui ciò che voleva.
Invece niente. Noel abbassò lo sguardo pieno di desiderio e vide il rosso che fissava il suo cazzo. «Che c'è?»
«Quindi... non hai il prepuzio.»
«Mi hai già visto nudo sul set.»
«Non così da vicino e non con un'erezione.» Replicò Cam, suonando confuso, «Voglio dire, lo sapevo, ma ora sembra davvero diverso.»
Finalmente Cam aveva scoperto che aspetto avesse il pene di Noel. Era la prima volta che ne vedeva uno circonciso, se non in un porno, e non poteva fare a meno di guardarlo.
«Smettila di fissarmi!» Protestò imbarazzato Noel, colpendolo con un calcetto che quasi lo ribaltò giù dal letto.
«Scusa, è più forte di me.» Ammise Cam, sembrando ancora ipnotizzato dalla testa gonfia senza ostacoli di fronte a lui.
«Vuoi guardarlo per tutta la notte o intendi farci qualcosa?» Noel gemette per la frustrazione, ma tutto ciò che ricevette fu un piccolo sorriso ammiccante.



Crediti:
- Talk to me tenderly;
- Sex education;
- My Pretty Policeman;
- Chiedo scusa se ho dimenticato qualcuno.

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