Regalami una favola

di Victoria73
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Avviso ***
Capitolo 10: *** capitolo 8 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 12: *** Avviso ***
Capitolo 13: *** capitolo 10 ***
Capitolo 14: *** capitolo 11 ***
Capitolo 15: *** capitolo 12 ***
Capitolo 16: *** Avviso ***
Capitolo 17: *** capitolo13 ***
Capitolo 18: *** capitolo 14 ***
Capitolo 19: *** capitolo 15 ***
Capitolo 20: *** capitolo 16 ***
Capitolo 21: *** capitolo 17 ***
Capitolo 22: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** prologo ***


Isabella e Edward non si conoscono, ma hanno bisogno l'uno dell'altro potrebbero risollevarsi solo con un accordo speciale. Apena decidono di metterlo in atto, Edward si chiede come farà a vivere ogni giorno con quella donna denza sedurla.

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Capitolo 2
*** capitolo 1 ***


Regalami una favola Ciao a tutti sono tornata con un altra storia spero piacia lo so forse nn sono molto belle ma sapete sono le mie prime storie, spero di migliorare con questa pero sapete nn mi voglio arrendere perche mi piace scrivere e poi mi piaciono questi personaggi che sono di stephenie Meyer e poi mi sono appassionata ai due attori .
Ciao a presto e spero vi piacia.


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Capitolo 1

Edward Cullen era solo a un terzo della relazione quando l'interfono prese a squillare, per la seconda volta in cinque minuti.
Lui si lasciò sfuggire un gemito di irritazione e fece cadere la stilografica sul piano della scrivania.
Di nuovo suo padre.
Nessuno altro sarebbbe mai riuscito ad aggirare i rigidi controlli della signora Davis, il rottweiler umano che curava le sue Pubbliche Relazioni durante la visita agli alberghi della catena Cullen in Australia.
Ed era una vigilanza necessaria, considerato che lui doveva concentrarsi sull'esame dello scarso rendimento della proprietà familiari prima di ritornare a Roma, quella notte stessa.
Era stato molto chiaro .
Niente telefonate.
Tantimeno telefonate di rimprovero da parte di suo padre, per via di certe foto pubblicate il giorno prima in una rivista di gossip.
Suo padre, Carlisle Cullen , non perdeva occasione per esprimergli quel che pensava della fama di dongiovanni e delle sue frequentazioni femminili.

"Puoi trovare di meglio che non modelle o stelline dle cinema" gli diceva.

"Qualcuna che abbia grinta , e intellingenza... una donna che sappia mettere a frutto tutti i tuoi soldi."

Emma e kristen avrebbero anche potuto offendersi.
Dopotutto, era solo un luogo comune che modelle e stelline del cinema fossero senza cervello .
Di sicuro , però, avevano dimostrato di essere molto gelose l'una dell'altra, dal momento che nessuna delle due aveva apprezzato le foto.
In ogni caso, Edward preferiva lasciar perdere l'argomento.
Nonostante le pressioni di suo padre , non cercava una moglie , e non voleva una famiglia, almeno per il presente.

Che diamine aveva solo trentadue anni!
La spia dell'interfono ricominciò a lampeggiare.
Lui soffocò la frustazione e solevò la cornetta.

"Dica a mio padre che lo richiamerò più tardi, quando avrò finito di leggere questa benedetta relazione."

"Mi dispiace, signor Cullen... ma non è suo padre."

Lui ascoltò, sorpreso.
Dov'era finito il tono da generale d'armata in azione di guerra?
Per la prima volta dal momento del suo arrivo, la signora Davis gli sembrò titubante.

"C'è qui una signorina..."

Edward serrò i  denti .
Non aveva tempo da perdere .
Doveva riportare la compagnia dei Cullens Hotels, orgoglio di tutta la famiglia ,all'antico splendore.
Lo doveva al nonno, che da un piccolo albergo a Napoli aveva iniziato a creare quella splendida catena di hotel di lusso sparsi per tutto il pianeta.
E lo doveva a suo padre, che da qualche  mese  si era ritirato nella campagna toscana per combattere la sua difficile battaglia contro un male ritenuto un tempo incurabile.
Una signorina?

"
Le avevo detto: niente telefonate."

" Ma non è al telefono."
La signora Davis tradi un sospiro.

"È qui.. Dice che si tratta di una questione urgente, e che lei di sicura sarà contento di vederla."

Edward si appoggiò all'indietro, contro lo schienale della poltrona girevole.
Tamburellò le dita sulla scrivania.

"Chi è?"

Intanto, si  sforzò di riflettere.
Emma era in  Texas, per girare il suo prossimo film, mentre Kristen si trova in Marocco, per un servizio fotografico di Vogue.
Entrambe avevano giurato di non volerlo rivedere mai più, dopo quella faccenda delle foto, e di conseguenza lui non aveva informate del suo viaggio in australia .

"È Isabella Swan, della prestigiosa Compagnia Swan. C'è una delle Maisons Swan anche poco lontano da qui, all'angolo con la..."

"Conosco le Maisons Swan" tagliò corto lui .

"Che cosa vuole?"

"Dice che ha un affare da proporle , un'occasione unica, che sicuramente lei si pentirà di non aver colto , devo farla entrare?"

Isabella, in piedi vicino alla scrivania dell'ufficio, trattenne il fiato e strinse tra le dita il materiale che aveva raccolto in fratta e furia, prima di precipitarsi li a chiedere un colloquio.
Doveva vedere Cullen.
Il futuro delle Maisons Swan e di tutto il personale dipendeva da lei.

"Le dica di prendere un appuntamento " replicò secca la voce dentro l'interfono.

"Sarò di ritorno fra un paio di settimane , approfitterò della pausa pranzo per lavorare. Può farmi avere un caffè e qualcosa da mangiare?"

La signora Davis prese nota, mentre la voce del principale si dissolveva in una scarica elettrostatica.
Rivolse a Isabella un sorriso partecipe.

"Mi dispiace, cara, di solito non lo interrompo mai, ma pensavo che si sarebbe incuriosito.
Dovrai tornare un'altra volta , credi che ti sarà possibile?"

Isabella scosse la testa e si morse un labbro.
Due settimane erano troppe.
Le rimanevano solo due giorni per risolvere la faccenda .
Quarantotto ore per convincere qualcuno a investire nella Maisons Swan, qualcuno che capisse la situazione e non ne approfitasse.
Qualcuno che fosse l'opposto di Aron Volturi, un avvoltoio che speculava sulle vendite di immobili di pregio per frammentarli e ricavarne appartamenti.
Entro due giorni il tempo dell'offerta pubblica sarebbe scaduto e, a meno che lei non trovasse un cavaliere dalla luvente armatura, Volturi avrebbe avuto partita vinta nell'aggiudicarsi l'acquisto, la famiglia di Isabella avrebbe perso tutto ciò per cui aveva sempre lavorato, e almeno duecento dipendenti fedeli e affezionati sarebbero rimasti senza lavoro.
Ma Volturi non sapeva ancora con chi aveva a che fare.

"
Devo assolutamente vederlo oggi" sospirò Isabella.
Si scostò , e mosse qualche passo sulla moquette color amaranto, cercando una soluzine , mentre la signora Daphne parlava con la caffetteria.
Forse aveva sbagliato qualcosa, pensò Isabella.
Sfogliò rapidamente la cartella di documenti messi insieme in fretta, non appena aveva saputo che Edward Cullen era in visita nel loro emisfero.
Magari , ta quei dati scaricati da Internet c'era la chiave di ciò che serviva...
I fogli si schiusero sopra alla pagina patinata di una rivista.
Sotto al titolo, Playboy a cinque stelle, c'erano due fotografie di Edward , al braccio di due donne diverse.
Donne molto belle, bionde e e giovanissime...
Entrambe lo guaedavano con espressione adorante.
Il titolo gli si accordava alla perfezione, come la camicia di seta candida sotto allo smoking, in una delle due foto.

Edward Cullen era un uomo di stradinaria prestanza fisica.
I suoi occhi verdi la guardavanno dalle foto, contornati da ciglia cosi folte da fare invidia a qualunque donna.
Le labbra, forti e ben disegnate, alludevano a misteriosi segreti , e il mento squadrato lasciava intuire un'innata attitudine al comando.

Anche senza tutte le sue ricchezze, Edward Cullen era uno schianto.
Con le ricchezze...be', di sicuro non gli mancavano le pretendenti.
Buona fortuna a tutte , pensò Isabella , amara.
Non avrebbero avuto vita facile, sposando un Playboy .
La vita di sua madre le aveva insegnato almeno questo...
Ma qualunque fossero i suoi sentimenti , aveva bisogno di lui.
O meglio , dei suoi soldi.
E ne aveva bisogno adesso.
Fece dietrofront.

"Aspetterò" dichiarò in tono deciso.

" Dovrà pure uscire, prima o poi".

La signora Davis fece una piccola smorfia e si guardò intorno.
Non c'era nessuno, oltre a loro .
Si sporse in avanti .

"Io devo uscire per qualche minuto" sussurrò, in tono di cosprazione.

"Da un momento all'altro arriverà il carrello con il pranzo.
Mi auguro che tu non voglia fare niente di sciocco,mia cara."

Isabella senti salire alle labbra un sorriso .
Il primo sorriso assolutamente genuino da quando aveva appreso le condizioni finanziarie della Swan, tre mesi prima .
E il sorriso era tutto merito di Daphne Davis , che molti anni prima era stata segretaria di suo padre.
Lei aveva capito di essere protetta da una buona stella fin da quando l'aveva riconosciuta, seduta li alla scrivania.
Daphne si era immediatamente alzata e l'aveva stretto forte in un abbraccio, come se lei fosse ancora una bambina.

Di sicuro, anche per una segretaria di grande esperienza come lei , lavorare con Edward Cullen non doveva essere una passeggiata.
A giudicare dalla telefonata di poco prima il principale usava modi piuttosto sbrigativi, se non apertamente sgarbati, mentre Daphne era impeccabile, come sempre .
Suo padre l'aveva sempre considerata efficiente e gentile al massimo grado.
Era chiaro che Cullen non la meritava.

"Io?"risposi Isabella , soave.

"Qualcosa di sciocco?  Assolutamente no."

Qualche minuto più tardi Daphne si alzò con un pacco di carte tra le mani, e Isabella capi che il carrello del pranzo era arrivato da un momento all'altro.
Avvertì una scarica di adrenalina , e si rese conto di quanto la segrataria stesse rischiando per lei.

"Daphne , non voglio che tu perda il posto per me..."

La signora Davis alzò le braccia.

" Chi può mai dirlo , cara?"

Le si avvicinò e le strinse una mano sul braccio.

"Magari , alla fine lui mi rigrazierà.
E comunque , vado in pensione la prossima settimana .
Che cosa può fare?
Licenzarmi?
Ho dirottato le chiamate dell'esterno nella sala ctocopie, dove sarò per almeno mezz'ora.
Cosi , nessuno vi potrà interrompere."

Isabella fece appena in tempo a mormorare qualche parola di rigraziamento, prima di vederla sparire.
Trenta secondi più tardi un giovane inserviente sbucò dall'ascensore, soingendo un carrello.
Si avvicinò alla scrivania della signora Davis e si guardò intorno perplesso, non vedendola.
Alla fine, mise a fuoco Isabella.

"L'ordinazione della signora Davis " annunciò , in tono incerto.

"Si, grazie" replicò lei.

" La signora torna subito, lascia pure li."

Lui annui e, apparentemente soddisfatto, tornò verso l'ascensore.
Scomparve, in un brusio sommesso di porte scorrevoli e cavi  che rientravano in funzione.
Isabella riprese rapidamente fiato e si alzò da una poltroncina di attesa.
Ora veniva il bello.












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Capitolo 3
*** capitolo 2 ***


regalami una favola capitolo 2 Ciao sono tornata ringrazi tutte per le recensione che avete lasciato, sono contenta che questa storia piacia spero continuate a seguirla, mi scusa se il capitolo e lungo ma sapete quando mi metto a scrive nn riesco più a fermarmi adesso vi lascio .
a presto ciao.





Capitolo 2


" Chi è lei ?"

Isabella non aveva ancora fatto nemmeno due passi all'interno dell'ufficio.

" E dov'è la signora Davis?"

Per un istante le sembrò di avere i piedi inchiodati al pavimento.
Però doveva proseguire, avvicinarsi, non poteva perorare la sua causa da li.
Stampò un sorriso sulle labbra, ignorò l'agitazione credcente e spinse il carrello verso la scrivania, senza alzare gli occhi.

"Le ho portato il pranzo, signor Cullen."

"Questo lo vedo!" rugggi lui. "Ma come è entrata qui dentro?"

Isabella si concentrò sul carrello .
Sollevò il coperchio d'acciaio di uno dei piatti: pasta e carciofi.
Nell'altro c'erano delle scaloppine.

"Prima la pasta, immagino."

Trasferi il piatto su uno spazio libero della scrivania.
Lui era già alla porta.
L'apri.

"Signora Davis!" prese a gridare, "Signora Davis!"

"Credo che sia in sala fotocopie, e ne avrà per almeno mezz'ora, mi dispiaceva che il suo prenzo, intanto, si raffreddasse..."

Lui si girò finalmente a guardarla.

"Si può sapere chi diavolo è lei?"

Isabella prese fiato e alzo gli occhi.
Per un attimo desiderò di non averlo fatto.
Le immagini della rivista non gli rendevano giustizia.
L'uomo che le stava davanti era un concentrato di energia e di magnetismo maschile all'ennesima potenza.
Senti fremere la pelle sotto la camicetta di seta.
Degluti e raddrizzò il mento con aria di sfida.
Aveva un obiettivo preciso, no?
E, in fondo, lui era solo un uomo .
Un dongiovanni, per di più.... proprio il genere peggiore.
Si sforzò di ricordarlo a se stessa, mentre cercava di trovare le parole giuste.

"Sono Isabella Swan ." Gli sorrise.

"La ringrazio molto per aver trovato il tempo di ricevermi , so che è molto occupato."

Lui spalancò la porta del tutto.

"Io non ho trovato affatto il tempo di riceverla" ruggì.

"Ho detto di farla tornare fra due settimane. O di non farla tornare affatto."

Con  la mano libera, fece un ampio cenno in direzione della porta.

"E adesso, se vuole scusarmi , ho del lavoro urgente da sbrigare."

" Ma non mi ha dato neanche il tempo di esporle la mia proposta:"

"Le è venuto in mente, signorina Swan, che potrei  non essere interessato?"

Lei  non si mosse.

" La sua pasta si raffredda" gli fece notare.

"Brava. Prima lei se ne andrà e prima potrò mangiarla."

"Può starmi a sentire mentre pranza".
" Volevo contnuare a lavorare".
"Non fa bene alla salute."

"Non fa bene alla salute neanche discutere con donne che pensano di fare tutto a modo loro. Se ne vada, prego."

"Non finchè non avrà sentito quel che le offro."

"Devo usare le maniere forti?"

Dell'espressione sembrava che non fosse un semplice bluff.
Isabella rabbrividi.
Se soltanto osava toccarla...

"ho in mente una soluzione che potrebbe dare ai Cullens Hotels quel qualcosa in più di cui hanno bisogno..."

" Si, devo usare le maniere forti."

Edward Cullen si scostò dalla porta e le andò vicino.
Istintivamente Isabella si ritrasse.
Non era preparata alla sua altezza, a tutta quell'Energia maschile...
Però sapeva che le restava poco tempo per attirare la sua attenzione e convincerlo a starla a sentire.
Poi, l'occasione sarebbe andata perduta per sempre.

"... qualcosa in grado di sollevarli dalle loro cinque stelle di mediocrità e ..."

Lui si fermò a due passi da lei, con espressione truce.

"Cinque stelle di cosa?"

Isabella si raddrizzò, e negli occhi color cioccolato  brillò un lampo di determinazione.
Gli angoli della bocca si sollevarono, come se pensasse di aver realizzato un punto a suo favore.
Non si poteva dire che non avesse fegato, pensò Edward.
Aveva neutralizzato chissà come la signora Davis, per introdursi nel suo uffucio e accusare i Cullens Hotels di  mediocrità!
Aveva fegato, o una buona dose di stupidità.
In ogni caso , era ora che se ne andasse.

"Si, di mediocrità, signor Cullen .
Un tempo , le cinque stelle indicavano qualcosa di speciale.
Ma adesso qualcosa di speciale in un albergo non basta.
La gente vuole sentirsi speciale."

"Grazie per la sua acuta osservazione, signorina Swan.
Io, però, farò analizzare la nostra situazione da qualcuno più qualificato di lei, senza offesa..."

"Tutto qui? Se è cosi semplice, perchè mai si è disturbato a venire fino a Sydney?
Avrà una squadra di analisti sempre a disposizione, no?
Oppure non aveva altro da fare, in questi giorni?"

Diavolo.
La signorina Swan era di quelle che sapevano rispondere al fuovo.
E comunque, i Cullens Hotels Vevano davvero un problema.
Che cosa gli costava starla a sentire?
Edward incrociò le braccia e appoggiò il fianco cinistro al bordo della scrivania.

"Le do cinque minuti" disse.
"Prego".

Per qualche istante Isabella sembrò rimanere senza parole.
Lui ne approfittò per osservarla.
Capelli castani.
Più che cstani, erano dello stesso colore dello zucchero caramellato.
Bocca morbida e piena, pelle luminosa, occhi che sapevano esprimere intellingenza, e anche emozione...
Di colpo erano sembrati più grandi, quando avevano incrociato il suo sguardo, chissà perchè...
Ma lei non aveva indietreggiato di un passo .
La cosa gli piaceva.
Spostò lo sguardo sul tailleur azzurro cobalto, che le accarezzava le curve senza rivelarle.
Se si fosse seduta, magari sarebbe stato in grado di valutare se anche le gambe erano all'altezza delle caviglie, splendide e sottili.
Lei rimase in piedi.

"Signor Cullen..."

Lui cercò di riportare l'attenzione su qualcosa che fossero le sue caviglie, o le sue labbra.

"Può chiamarmi Edward."

Per un attimo, vedendola alzare lo sguardo, ebbe paura che obiettasse anche a questo.
Invece, annui.
"Edward" disse con dolcezza, come se volesse fare una prova.
Gli piacque come aveva pronunciato il suo nome .
Aveva una voce calda e melodiosa.
Il tipo di voce che avrebbe fatto piacere  ascoltare anche appena svegli..

"Come altre grandi catene di alberghi australiani, e internazionali, anche i Cullens risentono di  un momento di stagnazione.
Non c'è abbastanza volume turistico per riempire tutti gli hotel.
La torta si è ristretta, se capisce quel che voglio dire.
Ora, il marketing potrà anche avvantaggiare una catena rispetto a un'altra, ma sarà solo un vantaggio temporaneo, che rischia di ribaltaesi in breve tempo."

Lui smise di incrociare le braccia.
La ragazza non diceva cose nuove.
Era lo stesso punto di vista della relazione che si trovava sulla sua scrivania.

"E, ammesso che abbia ragione, lei si sentirebbe di suggerire una soluzione?" le chiese.
Se sembrava scettico, tanto meglio.

Lei strinse una mano contro l'altra.
Aveva le dita lunghe e le unghie chiare.
Niente anelli.

"Ho un'occasione da offrire ai Cullens Hotels, se lei è abbastanza intellingente da coglierne i vantaggi".

"E sarebbe?" domandò Edward.

Isabella prese fiato e arrossi sotto il suo sguardo.
Lui attese.

"I Swan possiedono una catena di alberghi d'èlite nei più bei quartieri di Sydney, Melburne e Brisbane.
La catena è stata fondata da mio padre quasi quarant'anni fa e gran parte del personale è con noi da almeno vent'anni.
Siamo un'impresa familiare che non ha mai rinnegato le sue radici, e che ha sempre  cercato di rappresentare il meglio, di offrire il meglio, e di soddisfare i clienti migliori."

Isabella fece una pausa, prima di continuare.

"Naturalmente , la crisi ha toccato anche noi, ma in misura diversa rispetto ai Cullens .
Io credo che lei dovrebbe chiedersi il perchè."

Lui non voleva chiederselo, voleva saperlo.
Era anche intenzionato a scoprire, dai suoi analisti, come diavolo fosse successo che prorpio la concorrenza, alla fine, a illuminarlo.

"L'ascolto" concesse .
"Mi dica quello che si è chiesta e che si è risposta lei."

"Io so " disse Isabella con enfasi, " che le Maisons Swan offrono ben di più di un posto dove stare. Offrono un'esperienza diversa."
"Noi siamo una delle maggiori catene alberghiere del mondo.  Crede che saremmo arrivati fin qui, se non offrissimo il meglio?"

"Ma  voi non offrite il bello della differenza. offrite solo un dignitoso prodotto a cinque stelle . Guardi la clientela, per esempio..."

"Che cosa c'è che non va, nella  clientela?" protestò lui.
"Mick Jagger ha scelto i Cullens Hotels, durante il suo ultimo tour."

"Esatto" confermò lei.
" Voi avete come clienti le stelle del  rock, i grossi uomini d'affari, e quei turisti in grado di apprezzare le comodità e di poter pagare.
Le Maisons Swan, invece , servono primi ministri e sceicchi arabi, e in generale, tutti coloro che amano il lusso."

Lui si allontanò dalla scrivania e misurò la stanza a grandi passi.
Poi si girò, " E allora , che cosa vuole offrirmi?"

" Solo la possibilità di condividere il settore più  prestigioso del mercato alberghiero in Australia.
La possibilità di imparare dai nostri medoti, e di farne tesoro, per rinsaldare i vostri affari.
Le propongo una partecipazione nelle Maisons Swan."

Era una proposta folle, e di sicuro la relazione che lui tantava di leggere dall'inizio della mattina non prevedeva proprio niente del genere.
Eppure, magari, era proprio quella la strategia adatta a risollevare le sorti dei Cullens Hotels.
Magari  era  lo spunto geniale che mancava nella relazione.
Dopotutto, era ora che qualcuno provasse a guardare al di là delle cose troppo ovvie...

"Che cosa ci guadagnerebbero le Maisons Swan ?
Dubito che lei voglia aiutare la concorrenza solo per buon cuore."

Isabella attraversò la stanza e raggiunse la finestra .
Guardò senza vedere verso il palazzo dell'Opera e le acque del porto che  scintillavano sotto il sole del primo pomeriggio.

"Diciamo che le Maisons Swan  hanno al momento un piccolo problema di liquidità.
Mio padre , prima di morire , ha seguito qualche consiglio sbagliato che l'ha messo nei guai con il Ministero delle Imposte.
Io non  ne aveva idea, fino a sei mesi fa.
E anche dopo , ho faticato a rendermi conto di quanto fosse serio il problema.
Le banche hanno accettato di aiutarci... per un po'"
Isabella scrollò la testa.
"Ne saremmo venuti fuori, se non fosse arrivata l'ultima richiesta di arretrati.
Ora, le banche non vogliono più estendere il credito."

" Quanto dovreste pagare?"

Lei rispose con una cifra che gli fece inarcare di scatto le sopracciglia.

"Ecco. È per questo che gli avvocati della Swan hanno consigliato di vendere tutto .
Se le banche non ci aiutano, chi altri potrebbe mai farlo?
Eppure , la ditta è solida e gli affari vanno bene, glielo posso dimostrare.
C'è solo il problema di quel grosso importo da pagare a breve..."

Sospirò, e gli rivolse uno strano sorriso.
Improvvisamente sembrava stanca e vulnerabile, niente a che vedere con la ragazza intrepida che si era introdotta in quell'ufficio per avanzare la sua proposta.
Lo guardò negli occhi.

"La partecipazine nelle Maisons Swan è sul mercato da due mesi...
Perchè la Cullens non s'è mai fatta avanti?
 Credevo che qualcuno del gruppo se ne sarebbe interessato, avrebbe fatto delle domande."

Edward non sappe che cosa rispondere.
Perchè il direttore amministrativo della sezione australiana dei Cullens Hotels non gli aveva mai accennato al fatto che le Maisons Swan erano in vendita?
E perchè non c'era alcuna traccia della faccenda sulla relazione?
C'era solo un modo per scoprirlo.

"Credo di aver già sascoltato abbastanza " disse Edward .

Stese una  mano verso il telefono, sollevò la cornetta e compose il numero del suo direttore amministrativo.
Lei , in piedi accanto alla finestra, lo guardò e per un attimo sembrò sul punto di dire qualcosa .
La luce alle sue spalle le accendeva scintile di rame tra i capelli .
Sapeva di essere , in quel momento , bellissima?
Aveva scelto apposta di mettersi proprio li?

Probabilmente no, dicise Edward, mentre  aspettava che qualcuno rispondesse, dall'altra parte del filo.
Le mancava la malizia delle donne a cui lui era abituato.
James Tarner rispose al terzo squillo e lui distolse gli occhi da Isabella per fissarli sul muro, deciso a non farsi distrarre.

"James, sai se le Maisons Swan sono in vendita ?" domandò.

Isabella fece un profondo respiro .
Per un attimo aveva temuto che lui chiamasse gli uomini della Sicurezza per farla buttare fuori.
Invece, la partita era ancora aperta.

"E la situazione finaziaria ?"
Lunghissima pausa .
Poi , la voce si alzò di tono.

"E allora, perchè non mi avete informato?"

Il telefono venne riagganciato con foga.
Per un attimo, Edward rimase dov'era, appoggiato alla scrivania.
Poi si raddrizzò di scatto, e infilò la giacca.

" Mi segua, signorina Swan. O dovrei dire Isabella?"
"Isabella va benissimo. Ma dove andiamo?"

"Non l'immagina?
Voglio che mi mostri quella meraviglia a sei stelle di cui va tanto orgogliosa."


Lei indicò con un cenno desolato la scrivania.
"Ma... e il suo pranzo?"

"Lasci perdere " rispose lui, prendendola sottobraccio e guidandola verso la porta.
Girò il viso verso di lei e Isabella avverti il suo profumo .
Un profumo maschile, che sapeva di muschio e foreste ...
Lui le sorrise .
"Prima voglio vedre che cosa mi offre."

Il calore della sua mano sul braccio la fece fremere.
Interdeva l'albergo, si capisce .
Perchè , in una frazione di secondo, le era sembrato di leggere anche dell'altro, in fondo ai suoi occhi?
Certo, non poteva pensare di giocare al dongiovanni con lei, no?
Non era certo il suo tipo...

Da Edward Cullen lei voleva solo un investimento, e i fondi necessari per assicurare un futuro alle Maisons Swan e al suo staff .
E pazienza se lui era un olayboy: al momento non poteva permettersi di guardare troppo per il sottile.
Quando uscirono, Daphne Davis aveva ripreaso il suo posto alla scrivania.
Se era sopresa  o compiaciuta di vederli insieme di certo non lo diede a vedere.

"Starò via per un paio d'ore" la avverti Edward, passandole davanti.
"Per favore, ci faccia trovare un'auto giù all'ingresso."

"Subito , signor Cullen .A proposito, ha chiamato suo padre. Gli ho detto che lei era in riunione."

Edward si arrestò di scatto.
Isabella ritrasse il braccio e si scostò.
Ne approfittò per raccogliere la sua documentazione dalla sedia su cui l'aveva lasciata.

"Ha lasciato un messaggio?"
" Voleva chiederle di non prendere impegni per giovedi sera, a Roma.
I suoi genitori hanno conosciuto una giovane donna che vorrebbero presentarle."

Gli usci dalla gola uno strano suono gutturale.
"Che cosa devo riferire?" insistette Daphne.
"Niente , me ne occuperò più tardi".
Edawrd si girò verso Isabella e le indicò l'ascensore.
Girando appena la testa , lei vide Daphne mostrarle il pollice alzato Grazie, mimo con le labbra.
In ascensore si accorse che Edward la studiava con attenzione.
Cercò di guardare dappertutto trenne che lui, ma anche senza guardarlo la sua vicinanza la inquietava.
Isabella fece del proprio meglio per non dimostrarlo, peccato che non ci fosse proprio modo di ingnorare l'intenso magnetismo che quell'uomo emanava.
Oh, no.
Non era nè il tempo nè l'uomo giusto.
Non Edward Cullen .
Non un playboy.

"Quanti anni ha?" chiese d'un tratto lui.
Lei lo guardò irritata.
La studiava per scoprire i segni dell'età?

"Ha importanza?"
"Ventiquattro? Venticinque?"
Isabella raddrizzò la schiena e alzò il mento.
"Lei quanti ne ha?"
"Trentadue".
"Oh"

Lasua indignazione evaporò.
Dopotutto, le aveva chiesto solo l'età, non era un'informazione riservata.
"Ne ho compiuti ventisei in giugno."
Lui inrcò un sopracciglio.
"E non è sposata nè fidanzata? Come mai?"

Isabella si rese conto di aver involontariamente coperto le mani.
Troppo tardi.
"Potrei avere un ragazzo".
"E ce l'ha? Non mi soprenderei. Lei è una donna dalla bellezza disarmante."

Isabella si sentì avvampare e pregò che l'ascensore arrivasse alla fine della coorsa prima che le sue guance diventassero colr rosso semaforo.
Bellezza disarmante....
Che razza di complimento era?
Di certo non gli avrebbe chiesto spiegazioni.
" Non capisco che cosa abbia a che fare con la vendita delle Maisons Swan " disse invece.

Lui appoggiò la schiena alla parete e alzò gli occhi aö soffito.
" Ha ragione. Questonon è un problema suo."
Per un attimo lei lo guardò confusa.
Poi capi.
"Oh, la telefonata di suo padre crede che dovrei già essere sposato.
Mia madre intervista ogni giovane ereditiera o neolaureata  europea che incontra.
Ormai, per lei è un lavoro a tempo pien."

Isabella ricordò le giovani donne fotografate al suo finco.
Nè ereditiere nè laureate, almeno a prima vista.
Dunque, di che cosa si meraviglia?
I suoi genitori non volevano vederlo preso al'amo da qualche arrmpicatrice sociale.
Normale.
Un piccolo sorriso le sali alle labbre.
"Capisco che possa essere un problema , per un tipo come lei."

Punto sul vivo, lui si avvicinò, intrappolandala contro la parete.
Vide un lampo di allarme rosso brillare per un sttimo in quei meravigliosi occhi dal colore cangiante, tra l'azzurro e il verde.
"Un tipo come  me?"
Ho l'impressione che non sia un complimento, signorina Swan.

Ma mentre aspettava la risposta successe qualcos'altro, in quegli occhi.
Il lampo di allarme venne rapidamente coperto da una vernice di fredda impenetrabilità.

"Mi chiamo Isabella" disse lei sufficienza.
Però, frapponeva tra loro un plico di carte, e la mano che reggeva aveva le nocche bianche.
"Le avevo detto che poteva chiarmarni per nome".

A dispetto di se stesso, Edward guardò affascinato le sue labbra.
C'era qualcosa di straodinariamento sexy nel modo in cui si muovevano per pronunciare il nome Isabella .
C'era qualcosa di straodinariamente sexy in generale, in quelle labbbra .
Punto.
Peccato che gli occhi non inviassero lo stesso messaggio.

"Isabella" ripetè , con le labbra a pochi centimetri dalle sue.
"Non vorrai respingere proprio l'uomo a cui hai chiesto di salvare la tua compagnia, vero?"
Lei sostenne lo sguardo .
"Veramente " rispose, " pensavo di essere io a salvare la sua."

Edward sorrise.
Quello labbra erano cosi vicine che gli sarebbe bastato abbassarsi solo un po' per assaggiarle.
"Non è cosi che io vedo le cose."

L'avevaa fatta innervosire.
Le vide girare gli occhi da una parte e dall'altra, come per cercare una via d'uscita.
"Allora forse non mi ha ascoltato bene" replicò Isabella, guardando il muro."
"Ho ascoltato, invece" ribattè lui con la voce suadente.
"Ho ascoltato, osservato e considerato."

Lei gli lanciò un'occhiata, poi tornò a guardare il muro.
"Considerato che cosa?"

Lui abbassò il viso.
"Ho considerato la possibilità che le tue labbra siano dolci come sembra."
Si abbassò ancora.
Le sue labbra sfiorarono quelle di Isabella... solo un istante, prima che le porte dell'ascensore si schidessero dietro di lui , perchè erano arrivati al piano terra.

"Scusi" disse Isabella con il fiato corto.
Sgusciò via, verso la salvezza , nell'atrio di marmo riccamente decorato.
"Siamo arrivati, credo."
Lui la seguì con lo sguardo, apprezzando il movimento sinuoso dei suoi finchi sotto il tailleur color cobalto.
"Oh, no . Siamo solo all'inizio, bellezza" borbottò tra sè.

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Capitolo 4
*** capitolo 3 ***


capitolo 3 Ciao sono ritornata con un nuovo capitolo, e scusate il ritardo ma lo dovuto riscrivere perche non era scritto bene ,
Poi volevo fare un ringraziamento speciale a AlmaRed che mi ha aiutato con questo capitolo.
Grazie mille, adesso vi lascio buona lettura.

Capitolo 3
Mentre Isabella versava il caffè nelle tazzine ripensava a quello che Edward Cullen aveva fatto in ascensore, lei ne era rimasta scioccata. Erano passate non più di un paio d'ore da quando Edward Cullen, in ascensore le aveva sfiorato le labbra con un bacio, e lei non riusciva a pensare ad altro. Edward si era allontanato per rispondere ad una telefonata, ma sarebbe tornato per finire il suo caffè.
 Lei invece di pensare ad un modo per convincerlo ad investire nelle Maisons Swan, non faceva altro che pensare a quello che sarebbe potuto succedere se le porte dell'ascensore non si fossero aperte.
 Edward si era dimostrato molto colpito dal lusso e dalla raffinatezza della Maisons Swan ed aveva ammirato l'ampiezza e l'arredamento ricercato delle suite, dalla tappezzeria antica ai sontuosi mobili in legno che trasudavano ricchezza e prestigio.
 Era rimasto impassibile anche davanti alle cifre della compagnia, faceva domande pertinenti nei punti che non gli erano chiari ad Isabella, da bravo imprenditore quale era, e pieno di intuizioni. Edward e Isabella pranzarono al Fraser Suites di Sydeney, il ristorante pluripremiato di proprietà della famiglia Swan. Mangiarono gli scampi reali in salsa piccante e a seguire una tenerissima tagliata di manzo con patate fritte.
 Edward era rimasto molto sodisfatto di tutto, Isabella pensò che se lui non fosse stato interessato a investire su Maisons Swan, non avrebbe apprezzato tutto il pranzo e fatto i compimenti allo chef. Isabella era impaziente di concludere l’affare, non era felice al pensiero che le Maisons sarebbero state ridotte a una lunga serie di appartamenti, ma se Edward l’avesse aiutata tutto ciò non sarebbe successo e avrebbe salvato la sua compagnia. Ma il pensiero fisso di Isabella era rivolto a quello che era successo in ascensore. E non riusciva a dimenticarsi di come si fosse sentita piena di vita e di euforia.
Era stato lui a prendere l’iniziativa, ma Isabella non l' aveva neppure fermato, dimenticandosi addirittura il perché fosse li con Edward, e che Edward Cullen fosse un playboy, il degno rappresentante di una delle peggiori categorie maschi.
 La persone nel ristorante chiacchieravano e ridevano a bassa voce, e i camerieri erano cosi discreti che i clienti ne anche li sentivano, era come se il traffico esterno delle auto ne anche esistesse, eppure Isabella sentiva dei brividi addosso.
Forse Isabella stava dando troppa importanza a quello che era successo tra i due, probabilmente Edward aveva già dimenticato l’episodio. Ed era una cosa normale per uno come lui ce non aveva mai voluto impegnarsi con una sola donna.
 Isabella alzò lo sguardo e rimase molto colpita perché Edward Cullen la stava osservando del fondo della sala, dove era andato per rispondere al telefono.
 I loro occhi si incrociarono, e tutto il resto sparì, Isabella senti caldo e freddo, tutto insieme.
 Edward le sorrise e un calore la invase dentro, una sensazione che non aveva mai provato.
 - Mi dispiace -, disse Edward tornandole vicino,
 - Se non avessi risposo mio padre ci sarebbe rimasto male o se gli avessi detto che lo avrei richiamato un’ altra volta, per quanto gli affari sono importanti per me, per noi Cullen la famiglia è più importante -
. - Non c'è problema -, rispose Isabella.
 Continuarono a pranzare cominciando a darsi del tu, come due vecchi amici.
- Io e le mie sorelle, ci vediamo poco ma siamo ancora molto unite -, disse Isabella mentre bevevano il caffè che Edward sembrava molto apprezzare.
 - Sono più grandi di te? -, domandò curioso
. - Si. Alice ha ventidue anni e in questo momento si trova a Milano e lavora per una casa di moda, e studia per migliorare la sua tecnica. Un giorno sogna di aprire una casa di moda tutta sua -, disse Isabella, che conoscendo la sorella era sicura che ce l’avrebbe fatta a realizzare il suo sogno.
 - Poi c’è Rose, che vive a Londra, è sposata con un famoso avvocato ed insegna come maestra in un asilo, ama molto i bambini.
 Mia madre diceva sempre che era molto orgogliosa di noi -, Isabella venne sommersa dal ricordo di sua madre, Renèe era sparita quando lei aveva solo nove anni, distrutta nel corpo e nello spirito dei continui tradimenti del marito.
- Sai la gente pensava che fosse stata molto felice nella sua vita, credeva che non avendo preoccupazioni economiche, tre figlie bellissime e degli alberghi di lusso, non avrebbe voluto niente di più dalla vita, ma si sbagliava perché lei soffriva molto quando vedeva sempre il letto vuoto, sapendo che il marito la tradiva di continuo e che il suo matrimonio doveva sembrare solo una facciata agli occhi della società -
 Nessuno, a parte Isabella, sapeva del dolore della madre, neanche le sue sorelle, lei era troppo bambina, ma aveva avvertito il dolore che portava addosso sua madre ma era troppo piccola per poterla aiutare.
 Si era limitata a giurare a se stessa che un giorno, quando ne fosse stata in grado avrebbe aiutato altre donne nelle stesse condizioni di sua madre, intrappolate in un matrimonio infelice. - Approvo la tua idea -, disse Edward intromettendosi tra i ricordi di Isabella e riportandola alla realtà.
 - Ah, si? -, rispose lei ridendo.
 - Da quanto tempo è mancato? -
 - Mio padre? Da tre anni. Un attacco di cuore - Edward sospirò
, - Mi dispiace deve essere stato traumatico dopo la scomparsa di tua
madre anche la perdita di tuo padre -, disse in modo premuroso.
 - Si, però, era molto stressato perché doveva dirigere una catena di grandi alberghi, la gente da fuori non può capire come è davvero stressante e vede solo quello che vuole vedere -
, Isabella cominciò a guardare fuori dalla finestra, trovando interessante il traffico, i turisti che guardavano le vetrine, gli uomini d'affari che tornavano a casa dopo una giornata in ufficio.
 La gente non sapeva lo stress che si nascondeva dietro la dirigenza dei grandi alberghi, specialmente se a questo stress si aggiungeva anche l'ansia di tenere tranquilla la tua giovane amante di diciannove anni, che si era illusa di diventare la seconda signora Swan. Magari se suo padre si fosse occupato più delle tasse e meno della giovane amante sarebbe ancora vivo, e la compagnia non avrebbe rischiato il crollo.
 - E cosi dopo la morte di tuo padre sei subentrata tu al suo posto nella direzione della compagnia?
 E le tue sorelle perché non ti hanno aiutato?-,
 Isabella si strinse nelle spalle a quella domanda.
 - Alice è molto brava in quello che fa, non era giusto impedirle di realizzare il suo sogno.
 E Rose vive troppo lontano per aiutarmi -, rispose con naturalezza. - Io, amo questo posto e questo lavoro da sempre, fin da quando ero una ragazzina.
Non riuscirei a fare altro -, Edward inarcò le sopracciglia, le piaceva l’amore di Isabella per il suo lavoro.
- Ed è qui che entro in gioco io, immagino.
 Sarebbe doloroso per te perdere tutto -, Isabella si irrigidì.
 - Non sarebbe un dolore solo per me, se le Maisons Swan vanno a fondo, ci saranno più di duecento persone che rimarrebbero senza lavoro -, Isabella si fermò prima di continuare.
 - E poi , c'è una tradizione da mantenere, nessuno altro albergo fornisce ai clienti lo stesso trattamento assicurato dalla Maisons Swan.
 È un marchio che da fiducia e vale la pena di mantenere -, Edward alzò una mano per fermarla.
 - E dici che questo Volturi vincerà la gara ne sei sicura?
 Come fai a saperlo in anticipo?, Isabella strinse le labbra e annuì.
 - L'ho sentito per caso, mentre ero in comune per un appuntamento. Ho sentito due impiegati giovani che parlavano delle offerte arrivate per la gara d'acquisto.
 E alludevano alla vittoria di Volturi - - Ne sei sicura? - - Certo, ero cosi scioccata che sono andata a parlare con uno dei responsabili e alla fine lui ha confermato.
 Sai che so essere piuttosto persuasiva quando voglio -, Edward sollevò l'angolo della bocca e la guardò divertito.
 - Si, ho notato quando sei testarda -, Isabella lo guardò male, si stava prendendo gioco di lei?
 - Hai bisogno che qualcuno entri in gara e offra di più di Volturi - - Si -, confermò lei, - Domani alle cinque, la gara verrà chiusa e se tu non fai un offerta io perderò tutto. Purtroppo, non rimane molto tempo". - E se io presento l'offerta e vinca la gara, avrò il controllo delle Maisons Swan, con i suoi tre alberghi di lusso e tutto ciò che è correlato -
- Più o meno -, disse Isabella mordendosi le labbra aveva paura di perdere tutto, - Pensavo a una percentuale sugli utili -.
 - Cosa vorresti dire, con una percentuale sugli utili?
 Se la mia offerta è la più alta e vinco la gara, mi aggiudico l'acquisto, no? -, domandò lui non capendo.
 - Si... se l'operazione riesce, io potrei mandare avanti le Swan, in modo separato rispetto ai Cullens e offrirti una quota di partecipazione leggermente inferiore -, cercò di spiegarsi Isabella, ma continuava a vedere Edward confuso.
 - Quanto inferiore? - - Pensavo... il quarantanove per cento? -, disse lei titubante. - Scherzi vero? - , la voce di Edward si alzò di un certo numero di ottavi.
 - Tu mi chiedi di sbaragliare tutti gli acquirenti sul mercato, che con quello che offrono avrebbero accesso all'intera proprietà, immagino.. -, Isabella tacque e lui prese il suo silenzio per un si.
 - E cosi io avrei il controllo solo del quarantanove per cento della compagnia?
 Questo non è un affare! -
 - E invece non è uno scherzo! È un vero affare -,gli disse Isabella, - Tu avrai una percentuale sugli utili della compagnia, ed è una buona direzione, credimi.
 Io lavorerò sia per le Maisons Swan sia per i Cullens Hotels, se necessario.
 Nel giro di un anno recupereresti con gli interessi il capitale investito, e sarai in grado di usare le tecniche di lavoro imparate alla Swan anche per i Cullens.
 Sarà un impulso vincente, per la tua catena alberghiera, perciò anche senza controllo totale, l'affare è certamente vantaggioso per te -, Isabella doveva essere convincente. Perché per lei era la sua unica possibilità di tenere in piedi la Renèe House la casa accoglienza che aveva aperto quattro anni prima in una vecchia casa del centro.
 La Renèe House era il suo segreto, nessuno lo sapeva della sua famiglia perché era qualcosa che aveva realizzato in ricordo di sua madre, perché altre donne infelici avessero un posto dove andare in caso di necessità, un posto dove ritrovare la serenità. Isabella aveva acquistato la casa con i propri soldi, e mandava all'ente una parte del suo stipendio.
Se non avesse più il controllo delle Maisons, non saprebbe come mandare avanti la Renèe House.
 Se invece manteneva il cinquantun per cento della proprietà, i fondi sarebbero stati salvi, insieme al suo segreto.
 Se Aron Volturi avesse vinto la gara d'acquisto tutto sarebbe andato perso, compreso il suo segreto.
 Isabella non avrebbe mai permesso che succedesse una cosa del genere.
 Edward scrollò la testa.
 - Non vuoi che io abbia il controllo finanziario, e ne anche tutta la proprietà, in pratica tu mi offri solo una minima quota in un affare che è molto considerevole.
 Nessuno mai potrebbe accettare un accordo così in tuo favore, specialmente un Cullen
 - Edward diete un pugno sul tavolo con molta energia che fece spaventare Isabella.
 - Non accetterò mai un affare se non potrò avere almeno il cinquantuno per cento, e un fattore di principio per me, specialmente se a pagare sono io.
 Però, se credi che le tue capacita manageriali sono formidabili, come dici, farò in modo che i tuoi compensi siano
considerevoli, spero di trovare un accordo -
 - Non trovi altre parole migliori da dire per l'occasione che ti ho offerto?
 Non pensi che se non dovessi pagare il Ministero delle imposte non ti avrei mai cercato? -, disse Isabella tutta agitata.
 - Questo -,disse lui con un sorriso soddisfatto, - Non è un mio problema -.
 - Ma non lo avresti nemmeno saputo se io non fossi venuta da te!
 I tuoi cosi detti finanziari non hanno neanche presso in considerazione le Swan!
 E tu sei veramente interessato all'acquisto, ammettilo! -
 - Si, sei venuta a cercarmi per parlarmene e farmi la tua proposta, ma non ho mai pensato che se io avessi pagato il tuo debito, tu avresti preso il controllo della tua compagnia! _
 - Ma io lo sapevo già da prima, che ti cercasi, credevo che tu avessi il senso degli affari, e capissi il valore di un’operazione di questo genere -
 - Infatti il problema è questo Isabella!
 Mia cara io ho il senso degli affari, ma non gestisco un ente di beneficenza! -
 - Chi ha mai detto che sarebbe beneficenza? -
 - Perché, come la chiameresti tu in modo diverso?
 Cosa ti aspetti da me e perché prima di venire da me non hai chiesto agli altri candidati all'acquisto?
 - Isabella non poteva dirgli il vero motivo.
 Non poteva dire a Edward Cullen la vera ragione, stava facendo di tutto per mantenere il controllo della Maisons Swan.
 - Pensavo che avresti visto un affare molto vantaggioso per te e poi conosci il mondo degli alberghi, e sarebbe stato molto più di un affare, ma forse mi sbagliavo su di te - - Allora possiamo fare così, io alla gara presenterò l'offerta d’acquisto più alta degli altri e di Volturi, e tu mi dai una quota più adeguata, cosi le Swan saranno salve dall'essere distrutte, che ne pensi?
 - Isabella rimase qualche minuto in silenzio per riflette sulla richiesta di Edward, mentre lui si chiedeva a cosa stesse pensando la ragazza.
 Gli occhi di Isabella cambiarono colore, e ad Edward sembrò di poter quasi vedere dentro di essi un convulso turbinio di pensieri.
 Non credeva che lei potesse essere così seria. Isabella si sarebbe dovuta accontentare almeno di poter salvare i suoi preziosi alberghi.
 Edward gli aveva detto chiaro, le sue condizioni e lui sperava che lei avesse capito e accettato.
Non avrebbe mai e poi mai accettato un compromesso del genere lui voleva il cento per cento della proprietà come qualsiasi affare avrebbe fatto.
 Non avrebbe cambiato idea per nessuna ragione.
 - Devo rifletterci su -, disse Isabella alzandosi dal tavolo per congedarlo. Edward la guardò ma non parlò, non c'era bisogno che dicesse qualcosa per fare capire a Isabella quando fosse infuriato.
Isabella Swan gli aveva fatto solo perdere tempo prezioso per niente, nessuna persona finora aveva rifiutato un offerta come quella e non credeva che in futuro nessuna persona lo avrebbe mai fatto.
 Isabella Swan era brava nel suo lavoro, doveva riconoscerlo, aveva avuto un splendida idea per poter salvare le Swan, e in questo momento l'idea dell'offerta era stata la migliore che
gli potesse capitare nell’arco delle ventiquattr'ore che le rimanevano prima di perdere tutto, lei voleva pensarci.
 Non che avesse scelta!
 Isabella non era come i clienti con cui lui trattava di solito, i clienti che aveva scambiavano proprietà e investimenti che valevano molti miliardi di dollari come niente fosse. Persone che sapevano quando cogliere al volo un affare e quando no.
 Isabella Swan non era come tutte quelle donne che frequentava, lei era diversa. Edward guardò il suo corpo snello e avvolto in un tailleur nero, che le facevano un fisico da paura, e la sua rabbia sparì per un sentimento che non conosceva.
 Aveva un corpo stupendo.
 Edward se la immaginò benissimo, e si chiese come poteva essere Isabella Swan a letto, o come sarebbe stato accarezzarla e guardarla mentre perdeva il controllo, o come sarebbe stato guardare quei occhi cioccolato mentre si perdeva in lei.
 Edward pensò che avrebbe fatto qualsiasi cosa per scoprirlo e che sarebbe stato molto interessante.
 Edward non immaginava come poteva lei mettere tanta passione e determinazione, nel portare a termine un affare perfetto e pensò subito che sotto le lenzuola poteva essere una donna molto appassionata, perciò pensò che fosse qualcosa di innato, e che poteva venire solo da dentro.
 Lo avrebbe giurato.
 Isabella Swan poteva apparire fredda e raffinata, ma portava dentro una determinazione innata, che poteva venire fuori in qualsiasi momento anche in condizioni come queste, Edward era rimasto affascinato in almeno un paio d'occasioni.
 Il gioco non era finito, ma si faceva molto interessante, lui era certo che lei nascondesse qualcosa oltre a quello che gli aveva detto, qualcosa che la preoccupava. Isabella trattava Edward come un nemico, però sapeva che aveva bisogno del suo aiuto e denaro, e Edward gli sembrò molto curioso.
 Normalmente molte donne avrebbero fatto qualsiasi cosa per compiangerlo, ma penso che Isabella lo contraddiva apposta, non l'avrebbe mai convita a fare una conoscenza un po' più intima, molto molto più intima.
Edward stava pensando come poteva averla, immaginava il suo corpo conto la sua pelle, immaginava che Isabella lo supplicasse di darle di più e immaginava che dentro doveva avere un fuoco che la rendeva insaziabile.
 E penso che la avrebbe avuta a tutti i costi, e perciò pensò a un modo per soddisfare tutti e due, Isabella guardò Edward come se si aspettasse qualcosa di brutto.
 Edward sorrise, ma non era certo che Isabella accettasse la sua proposta.
 Si soprese anche lui di quello che aveva in mente di fare, -Forse ci sarebbe una soluzione -.
 Isabella era confusa e si tormentava il labbro.
 - Non credo in che modo poi aiutarmi visto che non vuoi scendere sotto una proprietà al cento per cento -, rispose lei acida.
 - Forse potrei accettare le tue condizioni -, disse lui.
 - Ah, si? -, Bella lo guardò non capendo.
 - Potrei anche accettarle -, le confermò, - A una condizione però -.
- E cosa vorresti? -
 - E una cosa semplice, in modo da potere trovare una soluzione entrambi, tu potrai avere il tuo cavaliere che ti aiuterà a salvare la tua compagnia e io potrò avere gli utili di una catena di alberghi di lusso - Isabella si era sentita persa per un attimo, poi cercò di capire il senso di quello che Edward le stava dicendo.
- Che cosa vedi di diverso di quello che ti ho proposto? -
 - È semplice -, disse lui .
 Edward avrebbe pagato la somma che doveva al fisco, e avrebbe accettato il quarantanove per cento degli utili della compagnia di Isabella, nessuno mai aveva pensato a una cosa del genere, Edward ci aveva riflettuto molto bene.
 Perché Edward credeva che il sentimento che stava cominciando a provare per Isabella non era solo atrazine fisica ma poteva anche innamorarsi seriamente di quella donna, se lei glielo avesse permesso.
 - Tu devi solo accettare una condizione - - Sarebbe?
 - Edward guardò quei occhi che lo stavano facendo innamorare, - Sposami e ti aiuterò -.


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Capitolo 5
*** capitolo 4 ***


capitolo 4  Ciao a tutto sono di nuovo qua mi scusi per il ritardo ma ho avuto qualche problema con pc .
Vorrei ringranziare chi sta seguendola mia  storia , e imparticolre un ringraziamento speciale va ad una amica che mi sta aiutanto con la storia (Alma) ti ringrazio molto .
Adesso vi lascio al capitolo spero vi piacia so che non sono molto brava .


Capitolo 4


-Cosa ai detto sposarti stai scherzando, vero e poi perchè diavolo dovrei accettare, secondo te.-
Isabella in quel momento no si era accorta dove si trovase, quando si guardo attorno abbasso la voce .
- Isabella chiese a Edward di finire la discussionenel suo ufficcio.- 
In realtà voleva solo prendere tempo, perchè appena arrivati in ufficio gli avrebbe detto cosa farsene della sua proposta, e non sarebbe stata una conversazione molto lunga.
Edward la segui da vicino, tanto che il profumo che portava le diete alla testa.
Anche Isabella sentiva il profumo di Edward , öe piaceva , ma non era il suo profumo ma Edward Cullen, emanava una forza e un magnatismo tale che il suo uffucio improvisamente era diventato piccolo.
Isabella penso che sarebbe andata bene anche la sala delle conferenze , per quel confronto, perchè non c'era modo di stargli lontano nel suo ufficio, perchè in quel momento Isabella avrebbe voluto trovarsi quanto più lontano da lui, ma prima doveva rispondre a quella assurda proposta che gli aveva fatto Edward.
Isabella appoggio la schiena al muro e incrociò le braccia sperando che non si sentise come batteva il suo cuore.
-La mia offerta di una partecipazione nelle Maisons Swan era seria- dichiaro Isabella con molta calma.
-Gradirei che tu la considerassi come tale-.
Edward la guardò molto divertito e poi mise le mani in tasca.
Isabella con lo sguardo segui i movimenti di Edward e non potè notare il vestito dal taglio perfetto e la camicia con il primo bottone slacciato, ma non fu abbastanza veloce da distogliere lo sguardo, che vide negli occhi di Edward un lampo da predatore che per un attimo gli brillò negli occhi.
-Anch'io sono assolutamente serio, accetta di sposarmi e io salverò le tue proprietà, è molto semplice.-
-No invece! è ridicolo!-
-È non era ridicolo aspettarsi che io accettassi di fare il socio di minoranza?-
Edward allargò la braccia con un gesto molto espressivo.
-Non avrai creduto che accettassi di accontentarti cosi su due piedi , ti sarai pure aspettata che avanzassi qualche predessa, come controparita.-
-Si ma il matrimonio? Devi avere un ego smisurato per pensare che io avrei accettato .-
-Forse avresti preferito che ti chiedesi di diventare la mia amnte?-
Isabella lo guardo inrridita.
Edward sorrrise.
-Be devo ammettere che l'idea ha comunque un certo fascino.-
Edward si soffermo a studiare Isabella con molta attenzione e poi con la mano si massaggio il mento con um espressione molto penseriosa.
-No credo che i miei genitori saranno più che contenti di vedermi finalmente con un anello al dito-.
-Puoi scordartelo, io non saro nè la tua amante nè tua moglie.-
-Credi che se mi sposasi sarebbe cosi terribile.-
Edward si avicino a Isabella finche non fu a un passo di distanza.
-Sei una donna molto bella Isabella, e vedo nei tuoi occhi il fuoco anche se cerchi di nasconderlo, penso che staremo bene insieme.-
-Chiariamo subito alcune cosa per non creare equivoci- disse lei decisa non dargliela vinta .
-Io di ho cercato per una semplice transazione d'affare , non mi importano i tuoi soldi, e neanche il tuo corpo.-
Edward alzo il sopracciglio e la guardo molto attentemente , poi alzo la mano e le accarezzo il viso e disse .
-Ne sei sicura Isabella ?-
-Sicurissima.-
-Non ho mai messo l'amore e il sesso prima di un affare.-
-Forse perchè non te ne è mai capitata l'occasione - la guardo Edward.
Isabella si sposto dal muro e da Edward ricordando cosa fosse succeso in ascensore e si mise dal'altra parte della stanza .
-Perchè dovrei farmi tentare ci sono almeno mille motivi perchè questo matrimonio non potrebbe mai funzionare .-
-Quale per esempio?-
- Non ci conosciamo siamo praticamente due estranei.-
E poi isabella penso che quello che sapeva sul suo conto non gli piaceva, ma questo non lo disse .
Edward  strinse le  spalle  e poi  si appoggio alla scrivania.
- Non e un problema per i miei gemitori, loro si sono conosciuti il giorno del matrimonio, e sono sposati da 50 anni , e credo che puo funzionare se lo vuoi.-
Isabella era sconcertata, disicuro la madre di Edward non aveva scelta che rimanere sposata con il Sig Cullen senior se era in qualche modo simile al figlio.
-Magari loro hanno avuto fortuna, ma io non sono nemmeno il tuo tipo.-
-E quale sarebbe , il mio tipo?-
Isabella ripenso alle riviste che aveva visto e alle foto delle giovani donne che erano state fotografato al suo fianco.
- Cercando di indovinare direi bionde e giovani, con molti sorrisi e poco cervello.-
Edward sposto la testa di lato, e il suo sguardo non era più tanto sicuro.
-E il tuo tipo ? Qual è?- chise lui.
- Non ho un tipo preciso.-
Edward la guardò e penso che aveva sbagliato le conclusioni con lei, in un altro momento lo avrebbe trovato divertente.
- Certe volte il matrimonio puo distrugere la gente , preferisco lo lascio ai romantici , io non voglio soffrire.-
- Tu hai solo paura-
Isabella rispose -no- ma pensava alla sua infanzia e al ricordo di quando soffrise sua madre per la situazione che aveva con il padre e lei non voleva fare la stessa finetutto qua.
Isabella non voleva soffrire nemeno per un uomo come lui che aveva una donna in ogni citta, poi il ricordo della madre le torno in mente quando Rene si illuminava quando il marito le ricordava che la amava e poi tornava nello sconforto quando lui la ignorava per andare dalla sua amante.
Isabella sapeva bene anche perchè da bembina vedeva la madre come si sentiva inutile e disperata e rifiutata dal marito perchè aveva un altra donna , e si sentiva inutile ma Isabella era troppo piccola per fare qualcosa.
Isabella non riusciva a capire perchè Edward voleva sposarla , perchè voleva una copertura per continuare con le sue donne o pure la voleva sposare per avere le Swan e poter controllare anche lei, Isabella sorrise se Edward pensava di poterla controllare si sbagliava di grosso, anche se Isabella avesse accetato di sposarlo.
Poi penso che se non accetava di sposarlo cosa ne sarebbero state delle Swan.
Edward si soffermo a guardarla aveva di nuovo quel aria vulnerabile che aveva avuto la mattina nel suo ufficio, quando i raggi del sole le avevano illuminato i capelli e il viso, Edward penso che in quel momento senprava più bambina e molto fragile  e da esperto negoziatore che era riconobbe lo sguardo che aveva Isabella come se stesse per mancarle la terra sotto i piedi e doveva stringere i tempi per il suo accordo.
- Darò ordine ai miei legali di preparare il contrato e i documenti necessari se dobbiamo presentare l'offerta prima che la gara si chiuda domani.-
- Non ho detto che avrei accettato.-
-Non hai molta scelta .-
-Io no viglio sposarti.-
-Il matrimonio e un contrato non ti chiedo di marmi.-
Isabella si soffermo a guardarlo e disse ,- IO non potrei mai amarti .-
-Non essiste una sola possibilita al mondo , e poi aquesto punto sia impossibile che tu mi piacia ed e inutile continuare questa conversazione.-
Edward la guardo per un attimo e disse - allora le Maison Swan non ti satanno veramente a cuore come dici .- mentre sistemava la giacca.
-Pazienza.-
-E la gara - disse Isabella .
-Sei tu che hai deciso le Swan sarano di Volturi e potra tenersi i tuoi alberghi e farne quello che vuople a me non importa .-
Isabella impallidi e cosi Edwad poteva giocare la sua ultima carta .
- Addio signorina Swan - si incamino verso la porta per andare via.
Isabella lo guardo andare via e penso che il futuro della sua compagnia stava uscendo con lui, e pensava che che lei avrebbe potuto salvere la sua compagnia se avrebbe voluto, penso ai dipendenti che era orgogliosi di lavorare per lei , penso alle sorelle che si fidavano di lei per conture gli affari di famiglia .
Ma un matrimoni?
Poteva semprare una follia.
Poi penso che il matrimonio era solo un contrato aveva detto Edward , teneva la mano sulla maniglia della porta era prondo ad uscire da quel uffucio.
Isabella si guardo in torno e penso come avrebbe potuto guardare i dipendenti e le sue sorelle in faccai pensando che avrebbe potuto salvare le Swan e non lo aveva fatto.
La porta si apri e Edward spari.
-Aspetta!-  grido Isabella e gli corse dietro, Edward era a metta corridoio , si volto.
-Hai qualcosa da dirmi Isabella?-
- Edward ai ancora un minuto - gli chiese Isabella .
Edward la guardò e poi guardò l'orologio gli fece ceno di assenzo e torno indietro Isabella si sposto per farlo entrare poi chiuse la porta dietro .
- Volevi dirmi qualcosa ?- gli chiese Edward.
-Il matrimonio - gli disse Isabella.
- Ammesso che io accetti sarebbe solo un matrimoni
o di nome immaggino.-
- Ammesso che tu accetti- le ripete lui- sarebbe solo un matrimonio di nome- lo disse con quella voce profonda e quel suo acccento italiano.
Isabella nn si era accorta di aver tratenuto il respiro .
Se sarebbe stato solo un matrimonio di nome avrebbero avuto vite separate , stanze separate avrebbe potuto conviverci , magari le cose non sarebbero state come diverse come erano adesso .
Isabella avrebbe potuto occuparsi delle Maisons  Swan  in Australia mantre Edward sarebbe stato per il mondo.
Un matrimonio su quelle basi poteva anche essere possibile si sarebbero visti appena e lei poteva sopportarlo anche uno come Edward.
-E di fatto- gli disse Edward cosi che Isabella torno alla realtà .
- Sarai mia moglie, in tutti i sensi anche in camera da letto.-
Non poteva dire sul serio!
Ma il sorriso di Edward e i suoi occhi parlavano per lui , mio Dio non scherzava!
Isabella chiuse gli occhi e cerco di mettere ordine a quei pensieri , ma le immaggine che riusciva a vedere erano di lei abbracciatta a Edward.
Come aveva  potuto pensare che Edward si accontentase di un matrimonio solo di nome, gli aveva fatto capire che la voleva addiritura come amante!
Isabella penso che Edward avrebbe continuato a vedere altre donne essendo che lei era ingenua e in esperta in fatto di  sesso , e lei si sarebbe sentita umiliata da altre donne.
- Il matrimonio deve essere consumato - gli disse lui.
-Non devono sussistere i termini per eventuale annullamento, capisci.-
Annullamento, disse Isabella cosi torno a gaurdarlo, era ovvio che il sesso avrebbe sangitto il contrato, e anche il destino.
Cosi Isabella non sarebbe potuta fuggire lui la avrebbe intrapolata in un matrimonio che lei non avrebbe voluto.
E Isabella non poteva fare niente era l'unico modo per salvare le Swan.
_ Va bene accetto- gli rispose .
- Accetto di sposarti. -







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Capitolo 6
*** capitolo 5 ***


capitolo 5 Ciao a tutto eccomi con un nuovo capitolo spero piacia e scusate il ritardo.                                                                                                        grazie atutti quelli che stano seguendo questa storia , ungrazie va a due amiche che mi stanno aiutanto con la storia sua nella corezione che nelle idee grazie di cuore.                                                                                                                                                                              Adesso vi lascio alla prossima .
 


Capitolo 5
Isabella dopo aver accettato la proposta di Edward , chiamò le sue sorelle per dargli la notizia del suo matrimonio.
-Sei bellissima!-
Le disse Alice dopo averla ammirata nel suo bellissimo abito che aveva confezionato proprio lei .
-I due chili che hai perso nelle ultime settimane sono stati provvidenziali, il vestito sembra disegnato prorpio su misura.-
-Forse hai avuto una premonizione-  rispose Rose, offrendo loro dello champagne.
-Era ora che un'altra di noi si sposase finalmente!-
prese il bicchiere che era rimasto sul vassoio e lo sollevò in alto.
-A Isabella la sposa più splendida del mondo!-
-A Isabella - rispose Alice, -presto sposa di Edward Cullen.-
Isabella sorrise triste, con il cuore che gli batteva, e si guardò allo specchio a parete della suite, aveva perso peso perchè non stava bene da settimane, fin da quando aveva accettato la farsa di quel matrimonio, invece le sorelle pensavano che fosse troppo eccitata per mangiare , ma si sbagliavano.
Alice aveva creato un abito strepitoso per la sua prossima sfilata.  
Color bianco, copertto  a forma di cuore e la gonna ampia tutta in tulle e di lato delle bellissime rose che partivano da sotto il seno e finivano sullo spacco laterale, e arricchito da pietre preziose bellissime,  inoltre il velo era straodinario, tutto lavorato sui lati e veniva fermato nei capelli di Isabella dal prezioso pettine della madre che aveva indossato anche lei per il suo matrimonio.
- È un vestito bellissimo Alice, grazie.
 Anche voi due seite bellissime.-
Alice  aveva disegnato  e realizzato anche i vestiti delle damigelle, in seta rossa,  che erano perfettamente in tono con il vestito di Isabella.
 Era un vero mistero come aveva realizzato tutto in pochissimo tempo, ma  Isabella era felicissima che le sorelle avrebbero partecipato al suo matrimonio, le erano  rimaste solo loro .
Le sorelle erano eccitate più di lei,  forse perchè non sapevano tutta la storia, loro credevano che era stato il tipico colpo di fulmine.
Isabella non  poteva  deluderle e confessando  tutto.
Nel frattempo Isabella pensò come si potesse sentire  Edward,   se avesse  avuto dei ripensamenti dato che  si erano rivisti soltanto una volta, dopo il primo incontro quando lui era rientrato a Sidney.
In quella occassione avevano parlato solo di affari, e di quanta  autonomia avrebbe avuto le Maison Swan e di come l'indirizzo sarebbe rimasto invariato rispetto alla precedente gestione.
Durante quell'incontro Edward era stato molto gentile, anzi cosi compassato e formale che lei aveva dovuto ripeterselo più volte che quell'uomo sarebbe diventato suo marito nel giro di poche settimane.
Edward da vero uomo d'affari quale  era,  non  perdeva tempo con smancerie perchè per lui era un affare, ed ormai era concluso ed ora avrebbe riservato le sue energie al prossimo affare.
Con Edward per il resto del periodo dei preparativi si sentivano solo via imail o posta prioritaria, anche con l'anello di fidanzamento lo aveva fatto recapitare tramite posta, Edward aveva affrontato tutto le decisioni connesse all'evento in modo straodinariamente  impersonale ed efficiente,la data, il luogo, e gli invitati, non aveva voluto nemmeno aspettare che suo padre si riprendese dalla terapia in modo  che  avrebbe potuto imbarcari ed essere presente al matrimonio in Australia.
In cambio,  aveva promesso di portare Isabella quando prima in Italia per fargli conoscere i futuri suoceri.
Senza genitori e con pochi invitati non era stato difficile organizzare il matrimonio, Isabella non doveva preucuparsi di niente solo di fare arrivare le sue sorelle.
Isabella aveva insistito di trovare sola il suo abito da sposa, altrimenti Edward avrebbe pensato anche a quello perchè non si fidava di lei aveva paura che Isabella si sarebbe presentta alla cerimonia con jeans e all'star, anche sei Edwared avrebbe dovuto essere contento se lei fosse  intezionata a presentarsi.
Isabella bevve un sorso di champagne le sembrò strano, tanto che posò  il bicchiere, non era in vena di festeggiare come non era in vena di partecipare ad un matrimonio, specialmente il suo.
Le sorelle di Isabella erano felicsisime per il matrimonio tanto  che Alice disse .
-Chi avrebbe mai detto che dalla ricerca di un partner per le Maison Swan, sarebbe uscito anche un marito?
E proprio per la ragazza che aveva sempre detto di non volersi sposare mai!
Devi proprio avergli fatto perdere la testa, Isabella per convincerlo a portati all'altare cosi in fretta, deve essere pazzo di te.-
Isabella guardò le sorelle, cosi felici per il matrimonio,  avevano gli occhi scintillanti,  non  se la sentiva di raccontargli la verità, che non  era un vero matrinomio, che era un semplice affare per salvare le Maison Swan.
 Non poteva farlo.
Per Isabella era già abbastanza difficile affrontare la situazione , non avrebbe sopportato che le sue sorelle conoscessero l'umiliazione e la verità su quel matrimonio, si vergognava gia abbastanza.
Nel frattempo qualcuno busso alla porta, Alice guardò  l'orologio e sorrise.
-Prendete il bouquet, ragazze lo spettacolo ha inizio.-
La cerimon io si sarebbe svolta in una piccola cappella adiacente a una delle Maison Swan, i raggi del sole illuminavono le vetrate antiche della chiesa, l'atmosfera era stupenda e surreale.
Isabella si fermò sulla soglia, sarebbe arrivata sola all' altare, perchè no aveva un padre che potesse accompagnarla e consegnarla allo sposo, del resto lei non veniva presa in custodia, piuttosto veniva comperata.
Isabella  trattene il fiato mentre nell'aria suonava la marcia nuziale, ancora qualche istante e avrebbe iniziato ad attraversare quella navata della chiese, per ragiungere il suo sposo all'altare che sarebbe diventato suo marito.
Pazzesco.
Isabella vide Edward all'altare ed ebbe un momento di esitazione.
Edward si giro e in quel momento incrociò gli occhi di Isabella e lei in quel momento si senti mancare il fiato , quegli occhi esprimevano forza, energia, e una straodinaria intesità  e qualcosa che rimescolava tutto dentro di lei.
Ed era tutto reale non stava sognando.
Edward era stupendo nel suo smoking sembrava un attore del cinema, ed era là solo per  lei per sposarla.
Isabella incominciò  a camminare  verso l'altare, e pensò  che anche sua madre Venticinque anni fa si era incamminata verso una nuova vita, colma di amore e di promesse che poi l'aveva delusa.
Ora tocava a lei, ma il suo matrimonio non sarebbe stato di amore e di promesse fatte, non c'era niente di cui poteva rimanere delusa almeno in questo lei era stata più fortunata di sua madre.
Quando Isabella arrivò di fronte a Edward lui gli presse la mano e gli disse .
-Sorridi.-
Isabella si rese conto che aveva attraversato tutta la cappella come un automa, senza guardare  nessuno degli ospiti  e senza sentire nessuno.
Edward gli disse.
-Sei cosi bella da togliere il fiato.-
Isabella non riusciva a credere quello che Edward le aveva detto, i loro occhi si incontrarono  e lei vi lesse una conferma di quello che aveva detto Edward ed per la prima volta quel giorno aveva sentito un calore inaspettato, che le scaldò le vene e le si colorarono le guance.
Isabella era rimasta schioccata, che Edward le facesse quel effetto?
Non lo voleva proprio, come non lo voleva sposare, allora perchè lui la facceva sentire bene anche solo con una semplice occhiata?
Arrivarono anche le sorelle di Isabella .
Un istante più tardi il sarcedote diete inizio alla cerimonia, e lei si senti perduta.
-Io vi dichiaro marito e moglie.-
Il sarcedote pronunciò la formula conclusiva e guardò Edward.
-Ora puo baciare la sposa- disse.
Isabella guardò il sarcedote quasi frastornata e poi guardò Edward, lo vide sorridere .
- Signora Cullen?-
-si.Si -
Edward si chinò a baciare Isabella e quel bacio scatenò strane senzazione in  Isabella, senzazine  che non aveva mai sentito prima d'ora , in qualche modo era la stessa senzazione che aveva sentito in ascensore quando Edward l'aveva baciata, ma nel frattempo per lei era toltamento diverso, era qualcosa di più, era un bacio per sedurla .
Per Isabella era impossibile resistere e rispose al bacio, riconobbe il suo sapore di menta e tabacco, il sapore del desiderio, Edward la voleva e lei si sentiva fremere.
Isabella pensò che per quando era priva di esperienza in materia era certa che da  come lui  la toccasse , e si apropriava delle sue labbra la desiderasse molto.
Isabella pensò che  era cosi che si  baciava e che  le altre  si sentivano cosi,  fra le braccia di Edward, pensò che lo apprezzavano molto cosi lui poteva prendersi quello che voleva.
Isabella nel pensare queste cosi si irrigidi, Edward no vedeva l'ora di poter consumare il loro matrimonio, per poter suggellare quel contratto bizzaro, poi lei non avrebbe più avuto scampo.
Isabella non  avrebbe potuto fare altro, doveva rispettare l'accordo fatto e di essere sua moglie di nome di fatto, come richiesto da lui ma non  era detto che doveva per forza esserci passione anche da parte sua, no il contrato non  lo prevedeva.
Edward la guardò con un espressione interrogativa, no si aspetttava che Isabella non ricambiase il bacio, non gli era mai successo prima con le altre ma c'era sempre una prima volta.
Il ricevimento si svolse  nella sala del Fraser Suites, era stata preparata magnificamente e poi le grandi vetrate dove si poteva vedere tutta Sidney erano stupende, c'era anche una piccola orchestra che suonava musica soave,  I camerieri con la loro uniforme impecabili, giravano tra gli invitati con  gli aperitivi e gli antipasti, il morale dei dipendenti miglirato da quando Isabella aveva annuciato la partecipazione finaziaria degli Cullens Hotels, alcuni dipendenti avevano per fino ringraziato Isabella di persona e gli avevano detto che avevano smesso di guardare gli annuci per trovare un nuovo lavoro, la sicurezza continua dava a tutti di fare progetti.
Ed era per questo che si stavano facendo in quattro perchè il ricevimento per il suo matrimonio fosse perfetto, ma Isabella in quelle circostanze non riusciva nemeno ringraziare con un sorriso.
Una ragazza bionda  con un  vestito verde si pressento a Isabella.
Isabella guardava con attenzione la ragazza ed avvertì un  brivido, non ricordava dove l'avesse vista, del resto era stato Edward a compilare la lista degli invitati, e si era preucupato che ci fossero gionalisti e personalita in grado di fare publicita all'affare Swan-Cullens.
- Non ci conosciamo- disse la ragazza ad Isabella.
- Ma sono venuta apposta per conoscere la donna che è stata capace di mettere finalmente Edward in ginocchio.-
Isabella notò che nella frase che aveva detto la ragazza c'era  molto ostilità, però l'alito della donna la tradì,  perchè sembrava che avesse bevuto troppo.
- Grazie - disse Isabella .
- Sono felice che lei sia qui.-
-Oh Edward è stato un tesoro, ha tanto insistito perchè ci fossi.-
Dopo quella frase a Isabella vene in mente dove l'aveva vista era una delle due donne che era stata fotografata abbraccaiata a Edward, era l'attrice  del cinema, oh lui era stato un tesoro a volerla li anche se si era sposato le abbitudine non erano cambiate.
La ragazza si avvicinò di più a Isabella credento che il suo messaggio non fose arrivato.
- E io non sono mai stata capace di rifutare qualcosa a Edward.-
- Oh accontentarlo è senz'altro la cosa migliore- replicò Isabella con un  sorriso, anche se l'avrebbe pressa a schiaffi.
- Io ci ho provato , ma quel tesoro di Edward proprio non ha voluto sapere ragioni, quando ha insistito perchè lo spassi subito.-
Isabella la guardava con un  sorriso di vittoria sul volto, mentre l'espressione della ragazza era indescrivibile. 
-Che cosa può fare una ragazza, in questo caso?
Mi scusi, ma devo assicurarmi che la cena sia pronta, è stato un vero piacere conoscerla, signorina.-
La ragazza era già andata via.
Edward osservò Isabella e disse - Non hai mangiato niente.-
Isabella guardò il piatto ancora pieno, era tutto perfetto ed elengante, ed il cibo era stato studiato dagli chef con tanta passione, ma in quel momento i sui sensi non reagivano posso la forchetta sul piatto.
-Non ho fame - rispose.
- Sei dimagrita , da quando sono stato qui l'ultima volta.-
Isabella lo guardò arrabbiata , c'era forse da meravigliarsi?  Non era stato un mese facile per lei.
- Non riesco a spiegarmi il perchè.-
Edward la guardò e gli fece capire che il suo sarcasimo non gli era piaciuto, la serata procedeva tranquilla ma nel Frattempo Isabella non si sentiva molto bene si continuava a massaggiare le tempie cercando di allievare il mal di testa.
Edward si preucupoe gli disse.
- Non stai bene?-
Isabella rispose.
- Non è niente.-
- Possiamo chiamare un dottore, se vuoi,  voglio che tu sia in forma , per darmi un erede quanto prima.-
Isabella lo guardò strano e gli disse.
- Che sosa?-
Edward gli rispose.
- Si devi stare attenta alla salute, per darmi un figlio, non voglio che tu dimagrisca ancora.-
- E chi ha detto che voglia darti un figlio ? Solo perchè ho accettato di essere tua moglie anche di fatto non significa che sia disposta a mettere al mondo tanti picccoli Cullen!-
Isabella si alzò di scatto per allontanarsi un momento ma prima che lo potesse fare Edward la fermò per un polso.
- Immaggino che tu abbia letto bene il contratto , prima di firmarlo e risperdirlo, vero?-
Gli invitati che li guardavano pensavano che stavano avendo qualche schermaglia da innamorati, non potevano immagginare cosa stesse  succedeva tra di loro, Edward stringeva di più la mano sul polso di Isabella ma lui non se ne curo.
Isabella pensò che l'avvocato le aveva detto che c'era qualche variazione ma che era tutto apposto, era stata proprio una sciocca a non leggerlo e quardare ogni minima clausola prima di firmare, come se potesse fidare di Edward.
- Non ho mai acconsentito di avere un bambino , non è mai stato parte del piano originale.-
Cercò di sottrarre il polso dalla stretta di Edward ma no ci riusci.
- Perchè credi che abbia insistito per un matrimonio di fatto? In quale altro modo potrò dare un erede alla mia famiglia?-
Edward la guardò e continuò.
- Non avrai pensato che ero solo abbagliato dalle tue grazie, vero?-
- Neanche per un istante - disse Isabella.
- Almeno in questo siamo uguali.-
-Dove vai.-
- È scritto sul contratto che devo informarti ogni volta che vado in bagno?-
Edward la guardo e non rispose.
-No ? Mi sorprende.-
Isabella cercò di allontanarsi ma non ci riuscì in fretta cosi senti suo marito imprecare tra i denti e rovesciare la sedia e andare dalla aprte opposta.
Isabella si era appoggiata al lavandino del bagno delle signore si guardò allo spechio e vide che era uno straccio il suo mal di testa no voleva lasciarla, cercò di di massaggiarsi il collo nel tentativo di schiogliere i muscoli, ma non riusciva a essere  traquilla perchè il malessere che sentiva veniva da dentro.
Il malessere di Isabella era suo marito e non poteva cambiare, doveva recitare la parte della moglietina e quando sarebbe uscita dal quel bagno avrebbe dovuto ballare il primo ballo, il tagliare della  torta e alla fine avrebbe dovuto diverci il letto quella notte.
Incominciò a sentirsi mancare il respiro, sarebbe mai finita quella notte?
Isabella pensò che Edward voleva solo sesso da lei, che lui era un esperto nel campo che forse lei lo avrebbe deluso, a che si sarebbe pentito di averla sposata.
Isabella  usci dal bagno massaggiandosi il collo tutto questo era assurdo lei che aveva sempre detto che non si sarebbe mai sposata,  che non avrebbe mai permesso ad un uomo di farla soffrire, come suo padre avrebbe fatto soffrire sua madre.
E adesso?
Era stata costretta da un uomo a sposarla con un ricatto e che aveva invitato anche la sua amante al matrimonio, ma adesso Isabella non poteva che continuare quella farsa.
 Isabella pensò che Edward Cullen non sapeva cosa gli aveva procurato il suo ricatto.
Gli aveva procurato una vergine.










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Capitolo 7
*** capitolo 6 ***


capitolo 6

Capitolo 6

La prima notte di nozze l'avrebbero passata nella Suit nuziale delle Maison Swan, era una stanza molto lussuosa e molto raffinata, sulla parete c'era un bellissimo camino di marmo bianco, e ai latti della parete due bellissimi specchi ovali con bordo d'oro, poi c'era una vetrata bellissima , con una vista spettacolare, sul tavolo di vetro al centro della stanza, c'era appoggiata una bottiglia di champagne accompagnato da delle fragole e cioccolatini.
E sull' altra parete c'era un enorme letto a baldacchino, con la coperta color oro che richiamava anche le tende,e su ogni cuscino c'era una rosa bianca.
Appoggiata da un lato c'era la camicia da notte di Isabella.
Lei pensò a cosa sarebbe succeso quella notte, prima di di avvicinarsi a prender la camicia da notte ed andare in bagno a fare una doccia e prepararsi, perchè Edward l'avvrebbe raggiunta fra un paio di minuti.
Lui le aveva lasciato del tempo per mettersi a suo agio.
Isabella gliene era stata grata anche se in cuor suo lei sapeva che lui era felice di tardare, per rimanere ancora con la sua amica attrice.
Isabella era nel suo bellissimo bagno con vasca idromassaggio, e la grande doccia , e dall'altra parte c'erano i due laveili gemelli e sul piano i suoi prodotti e quelli di Edward, e pensò, che era questa la convinvenza, dividere lo spazio di un letto , o di un bagno.
Poi guardò gli oggetti di suo marito un rasoio con l'impugnatura d'argento, uno spazzolino, un deodorante e una bottiglia di acqua di colonia, non era molto , ma  a lei le diceva già di più di tutto quello che aveva imparato nell'ultimo mese di lui.
E adesso si trovava unita in un matrimonio, con un uomo che nn conosceva.
Sapeva che era il prorpietario di una famosisima catena di albrghi del mondo,e che nella vita aveva sempre ottenuto qualsiasi cosa, anche esseri umani.
Ma Isabella entro poco tempo lo avrebbe conosciuto fino in fondo, che lo volesse o pure no.
Isabella iniziò a togliersi il vestito e il pettine della madre, stava finendo di struccarsi che un dolore al basso ventre, e la sensazione di bagnato, erano segno del suo ciclo in anticipo di parecchi giorni, ma la tensione delle ultime settimane,aveva mandato in tilt il suo sistema ormonale.
Alla faccia della prima notte di nozze!
Isabella ne sorrise , e pensò che Edward non sarebbe stato felice per la situazione.
Era in piedi sotto la doccia , calda che le scorreva addosso, e si stava rilassando braccia e spalle irrigidite dalla tensione di tutta la giornata , si sentiva in paradiso ancora qualche minuto e sarebbe uscita dalla doccia.
Nel frattempo tenè gli occhi chiusi e lasciò che l'acqua le scivolasse sul volto, alle spalle, sulla schiena.
Dovunque arrivasse l'acqua lei si sentiva viva e rivingorita, dopo il senso di oppressione di tutta la giornata.
Non voleva pensare alla notte che doveva passare con lui , per il momento, si accontendava di stare li sotto l'acqua.
-Prorpio una sirena, come si dice dalle mie parti.-
Quando Isabella senti la voce di Edward si girò di scatto e lo vide appoggiato al lavandino, che si stava slacciando il papioni e lo lasciava scivolare a terra.
-La mia sirena.-
Isabella lo guardò e degluti aveva pensato di aspettare tra le lenzuola con in dosso già la camicia da notte e luci spende .
-Ho finito prorpio adesso- disse.-
-Ora esco, puoi passarmi un asciugamani, per favore?-
-Non preucuparti- rispose Edward mentre sbottonava la camicia di seta e facendola scivolare a terra.
-Ti raggiungo-
Non poteva dire sul serio!
Voleva entrare li con lei?
-Oh, non fa niente , sono già rimasta sotto l'acqua anche troppo.-
Lei cercò di uscire dalla doccia e raggiungere un asciugamano per coprirssi.
Anche se era chiaro che lui avesse già visto tutto quello che c'era da vedere, chissà  da quando tempo era li a guardarla.
-Rimani dove sei.-
Isabella lo guardò, arrabbiata perchè anche se erano sposati aveva diritto alla sua privacy no?
Isabella voleva dirlo ma non parlò, continuò a guardare Edward che stava iniziando a sbottonare la cintura dei pantaloni.
Nel frattempo Isabella guardava i muscoli scolpiti dell'addome e osservò i suoi gesti lenti , e dolci e pensò che lui stava facendo uno spogliarello per lei.
In quel momento Isabella senti un fuoco che lento incominciava a divorala.
Smise di guardarlo quando Edward inizio ad abbassare i pantaloni che finrono sul pavimento cerco di non guardare e alzo gli occhi al cielo.
Poi senti la porta della doccia che si apri, e Isabella pensò che era sbagliatto.
I giochi stavano per in cominciare.




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Ciao a tutti ragazzi eccomi con un nuovo capitolo spero piacia e ringrazio tutti quelli che seguono la storia.
Ringrazio anche due amiche che mi aiutano molto con i capitoli senza di loro nn so come farei ,
Adesso vi lascio buona lettura.


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Capitolo 8
*** capitolo 7 ***


capitolo 7 Ciao a tutti sono tornata e scusate il ritardo ho avuto problemi di salute spero vi piacia il nuovo capitolo e di nn deludervi ciao a presto con il prossimo vi lascio leggere ciao a tutti gli amici che seguano la stori
e un grazie ad una amica che mi sta aiutanto con la storia grazie.


Capitolo 7
Edward entro in doccia e si mise alle spalle di Isabella, cosi dividevano il getto d'acqua tiepida .
Lui la abbraccio per la vita, e Isabella si sforzò di rimanere calma, ma come poteva farcela, con il corpo di lui cosi vicino, il suo cuore inizio a battergli all' impazzata  nel petto rischiava di aver un attacco di panico.
-No- disse.
-Non-.
-Girati - le disse Edward, aveva una voce stranamente piena di desiderio e sensuale, la voce del marito la irritava ma la ipnotizzava, anche.
Edward non aspettò risposta da lei la prese per le spalle e la girò finchè non furono uno di fronte a l'altro, poi con delicatezza schiuse le braccia di Isabella che teneva sul seno , le fece alzare il mento e i loro occhi si incontrarono e lei tremò.
Lei riconobbe quello sguardo che bruciava dentro, era desiderio allo stato puro.
Isabella pensò che anche lei lo desiderava, e fu sopratutto questo che la spaventò.
-Sei mia moglie- le disse Edward, mentre le accarezzava il viso con la mano, per scendere sempre più giù, quel condatto Isabella trattene il fiato.
Edward continuava ad accarezzarla, fino che non si abbasso per baciarla e nello stesso tempo gli carezzava il seno, in quel momento si sentì un gemito fra l'oro, quel bacio e le carezze facero la magia mentre l'acqua scendeva a cascata tra di loro.
Isabella in quel momento erano troppo emozionata, e non riusciva ad metabolizzare, meglio lasciare andare e farsi trasportare dalle emozioni di quel momento, cosi diversi da qualsiasi altra cosa di cui lei avesse esperienza .
Piano Piano il bacio diventò  più profondo, e coinvolgente, che alla fine Isabella rispose con tutta se stessa perchè moriva dalla voglia di accarezzarlo, e sentire scorrere tra le sue ditta quella pelle liscia e morbida che l'avevano ipnotizzata poco prima .
Il desiderio era più delle sue certezze .
Isabella inizio a sfiorare il corpo del marito, voleva toccare i suoi muscoli, accorezzargli le spalle e iniziò  a stringergli i cappelli, sentì Edward che trattene un gemito quando gli sfiorò un capezzolo, nel frattempo Edward le acccarezzò la schiena, e poi iniziò a baciargli il seno.
Isabella restò sconvolta dalla senzazioni inebrianti, si alzò sulle punte per rispondere al bacio che Edward continuava a darle e facendole desiderare di più sempre di più.
Ormai era fuori controllo, alle senzazioni nuove su un terreno toltamente sconosciuto, e non riusciva a opporsi nel delirio dei sensi in cui lui l'aveva trascinata.
Nel frattempo Edward osò di più fece scendere la mano sul ventre per accarezzarlo, e poi prosegui sempre più giu, in quel mometo Isabella si fece prendere dal panico.
-No- disse , allontanandosi in fretta.
Edward invece continuò a baciarla , e continuava ad accarezzarle la schiena, le natiche , e l'interno cosce.
-Per favore , no - disse lei abbassando il viso.
-Io lo voglio , e lo vuoi anche tu- le disse Edward con la voce intrisa di desiderio.
-Non è il giorno giusto-.
Lui si fermo e guardo.
-E il tuo periodo?- le disse Edward .
Lei annui senza guadarlo in viso.
-E un problema?- le chiese lui .
Isabella lo guardò sciocata.
-Si, se vuoi un erede all'impero dei Cullen, direi che questa notte abbiamo scarse probalità di concepire un figlio.-
Edward chiuse l'acqua e guardò Isabella .
-Lo dici come se fosse la cosa più terribile del mondo, avere un bambino-.
Edward apri la doccia usci e prese degli accapatoi uno per lui e uno lo passo a Isabella.
-Qui non si trattta di quel che penso sull'avere figli o no- rispose lei , seguendo il marito in camera da letto.
- Ma tu ti aspetti che io sia una specie di giumenta da ingravidare ! -
Lui si arrabbio a quelle parole.
- Se devi essere mia moglie , tanto vale che ti rendi utile, no?-
- Oh è questo il mio destino allora !
Farmi ingravidare da Edward , autentico stallone italiano! Il che fa di me creatura davvero fortunta.-
Isabella presse un asciugamano per tamponare i cappelli e si nascose il viso, e pensò, ecco perchè tutta quella scena di seduzione perchè doveva essere utile a darle un figlio , per un attimo Isabella pensò che Edward la potesse amare.
 - Quanto durera?-
- Cinque giorni, magari una settimana, è incominciato stasera.-
- E non hai pensato di informarmi quando prendevamo accordi per la data?-
- Tu hai fatto tutto da solo, hai fissato la data, da solo io non ho avuto modo di dire proprio niente, esattamente come non ho avuto modo di dire se volevo , o no un bambino da te .-
Edward la guardò strano, e non rispose.
Lei lo guardò e disse.
-In ogni caso sono in anticipo di parecchi giorni.-
-Che tempismo- sbuffo lui.
Isabella prese a spazzolarsi i cappelli -infatti - rispose .
- Cosi per una volta , non potrai fare tutto a modo tuo.-
-Non mi sembra che ti fosse tanto dispiaciuta, solo pochi istanti fa.-
Poco prima nella doccia era stata presa di sopresa della senzazione che non aveva mai povato prima, e che non avrebbe saputo controllare .
- Immagino che fosse ingenuo da parte mia, pensare che avresti perso un po' più di tempo per prepararmi ai miei doveri di procreatrice-.
-Certe donne non la vedrebbero come un'imposizione.-
- Oh, senza dubbio , qualcuna delle tue invitate di oggi non vedeva l'ora di farmi sapere come, con lei niente ti sia negato.-
- Di che cosa diavolo parli?-
Isabella rise alla domanda del marito .
- Della tua amica , la bruna con il vestito rosso.-
Lui la guardò .
- Hai conosciuto Kristen?-
- Era lei che non vedeva l'ora di conosceremi - le rispose Isabella.
-Di sicuro, lei gradisce immensamente la tua compagnia.-
Edward cammino verso Isabella e le sorrise con le labbra , poi alzò la mano e le carezzo il viso fino al collo.
- I tuoi  occhi mandano fiamme, quando sei in collera, lo sapevi?
Chissà , magari sei gelosa.-
Isabella si allontano da Edward e guardandolo disse.
-Gelosa! figurati.-
Isabella pensò che non le poteva importare niente delle donne che lui poteva frequentare, di sicuro c'è ne sarrebbero state altre come  Kristen, nei mesi che sarrebbero venuti.
Queste donne sarebbero comparse e scomparse come se nn fosse succeso niente e lei come sua madre avrebbe sopportato .
- Hai detto bene all'inizio, ero in collera, con che coraggio hai invitato la tua amica al nostro matrimonio?
Io non voglio sapere che cosa fai e chi vedi, ma pretendo almeno che ti comporti con una certa discrezione!-
-Credi che l'abbia invitata io ?- disse Edward arrabbiatto.
- Kristen è a Sydney per promuovere il suo prossimo film.-
Isabella voleva credergli, ma pensò a sua madre che prima di lei aveva dovuto credere alle bugie dette dal marito, lei non voleva fare lo stesso sbaglio.
- Che tempismo- rispose arrabbiata.
Lui la fissò per un secondo, che sembrò  un'eterntà, e con gli occhi arrabbitti.
- Si, un tempismo perfetto - mentre si dirigeva alla stanza del guardaroba.
-Esco, non spettarmi alzata.-
Isabella si appoggiò alla parete del bagno con il respiro affannato, nella stanza accanto sentiva casetti aprirsi e chiudere e poi senti una porta aprirsi e chiudere Edward se ne sra andato.
Cosi lei si ritrovo sola nel'l mimenso letto , sola la sua prima notte di nozze.
Le importava davero?
Il loro matrimonio non era solo un contratto e un certo numero di alberghi.
Ma invece a lei importava.
Invece loro avevano un legame, per la vita, non avevano avuto tempo di conoscersi l'un l'altro non conoscevano  nulla di loro ne cosa amavano, nè il piatto prefertto, nè che musica ascoltavano nulla.
Ci sarrebbe voluto tempo, e mettersi comodi e parlare, se volevano che il matrimonio fuzionasse, dovevano pur incominciare a farlo, e quella notte avrebbe potuto essere il giusto momento dell' inizio.
Isabella guardò l'orologio e era quasi l'alba e di Edward nessuna traccia ancora, e pensò a dove aveva passato la notte.
E nel frattempo aveva davanti gli occhi Kristen che rideva soddisfatta.
Prima che lei salisse in camera l'aveva vista al bar, molti invitati erano rimasti a ballare dopo che l'orchestra era stata sostituita da una band.
E lei pensò che Edward l'aveva raggiunta proprio là, lei non gli avrebbe rifiutato la sua compagnia, Isabella si immagginò la scena di Kristen e Edward ballare in insieme, ripensò a cosa gli aveva detto.
Lei pensò che aveva preso alla lettera le sue parole, Isabella pensò che in quel momento Edward  stava con Kristen che la stasse baciando che la stesse accarezzando come aveva fatto con lei in doccia prima, si sistemò il cuscino, e si rimise giù e pensò che si stava solo tormentanto innultimente, perchè per lei non aveva senso dove fosse Edward lei doveva pensare ai suoi alberghi da mandare avanti e trovare una nuova direttrice per la casa di accoglienza. perchè  la precedente direttrice era dovuto andare via.
La sua vita con Edward ormai era scritta nero su bianco, se sarebbe stata obbligata a dargli un figlio lo avrebbe fatto, e avrebbe accettato tutto il resto l'importante che lui sarebbe stato discreto, forse avrebbe funzionato e non avrebbe sofferto come sua madre.
Del resto come poteva succedere?
Lei non credeva di non amare Edward, gli avrebbe concesso il suo corpo ma no il suo cuore.
Edward entrò nella stanza e guardò che ancora Isabella dormiva, la stanza era imersa nella penombra senza fare rumore si diresse nel bagno si spogliò e si infilò nella doccia , sforzandosi di non pensare a cosa era successo l' ultima volta che era entrato là dentro.
Era stanco ma avrebbe avuto tempo di dormire sul jet, quindici ore di volo che lo avrebbero portato a Los Angeles e li sarebbe stata mattina e cosi non avrebbe sentito il fuso orario.
Quando usci dalla doccia si asciugò in fretta usci dal bagno nudo e a piedi scalzi  si avvicino al telefono e ordinò la colazione per due: uova strapazzate, succo di arancia, corneti,e caffe nero.
Quando riattaccò per spostarsi nel guardaroba, lei lo guardava, nei suoi occhi c'era diffidenza e rabbia.
-Buongiorno- le disse.
Mentre si spostava ad aprire le tende per fare entrare il sole, poi tirò fuori le valigia e la mise sul letto.
Lei cercava di non guadarlo e di non guardare quel corpo stupendo.
-Buongiorno- rispose lei.
Isabella si copri con il lezuolo e poi gli disse,
-che cosa, che cosa fai?-
Edward andò nel guardaroba e iniziò a prendere tutto il necessario.
-Devo partire per gli stati Uniti: un imprevisto,-
fini di fare la valigia la chiuse e poi guardò lei .
- Non pensavo ti sarebbe dispiaciuto, non avevamo fatto progetti per la luna di mille, no?-
Lei lo fissò e Edward cerco di capire le sue emozioni, sollievo, curiosità, sospetto, tutto combinato con l'imbarazzo per non distogliere lo sguardo, perchè la domanda di dove lui avesse passato la serata era li sospessa.
Isabella gli chiesse solo .
- Quando tempo starai via?-
- Almeno una setttimana - rispose lui.
- Questo dovrebbe darti il tempo neccesario per mettere a punto le nuove strategie di mercato sia per le Swan sia per i Cullens, credi di farcela?-
Isabella tornò combativa e rispose - certo.-
- Bene quando torno , vorrei che tu mi accompagnassi in un altro viaggio , pensavo di dare un'occhio all'isola Island, voglio vedre da vicino le offerte della concorenzza puoi accompagnarmi anche tu.-
- Capisco-  disse lei .
- Farò in modo di accompagnarti, Edward.-
- Si?-
- Non potresti mettere qualcosa addosso?-
Edward si volto e sorrise.
- Il mio corpo non incontra la tua approvazione?-
Lei sorrise e si penti di aver solevato l'argomento.
- No è che porteranno la colazione da un momento all'altro.-
Edward rise dale imbarazzo in cui la moglie .
- Scusa - disse Isabella appena alzata dal letto.
- Hai finito in bagno?-
Senza aspettare risposta da Edward si chiuse dentro il bagno.
Edward rise e penso che lei non voleva ripetere l'esperienza della sera prima.
Edward pensò che Isabella aveva avuto una strana reazione, lei era un controsenso, prima era di fuoco e fiamme , e poi sarcasmo e ribellione, e poi diventava la quinta essenza dell'innocenza, e si comportava come se avesse 10 anni in meno.
Edward ripensò a cosa era succeso nella doccia la sera prima ed lei era stata fuoco liquido tra le sue braccia e seta sotto le mani, avrebbe saputo aspettare il momento giusto per il prossimo incontro, sarebbe valsa la pena.
Isabella usci dal bagno e si direse verso la veranda dove era arrivata la colazione e dove Edward l'aspettava con il giornale in mano le versò una tazza di caffe.
Lei lo guardò e si accorse che non era più nudo e tiro un sospiro di sollievo.
- Come lo prendi?- le chiese Edward.
- Con il latte , senza zucchero.-
Lei rimase dal gesto del marito, da chi li osservava da fuori sempravano una coppia di sposini che facevano colazione, solo l'altro prendeva il caffè.
Isabella pensò che era tutto fuori posto e sbagliatto, invece per Edward stare seduto li a leggere il giornale e fare colazione era normale.
Lei si chiese dove aveva passato la notte?
È perchè partiva cosi all'improvviso, cosa era successo per farlo precipitare negli Stati Uniti?
Pensò che c'entrava Kristen.
Il pensiero la raggelò, ma era stata lei in fondo, lei lo aveva praticamente costretto ad adarsene la notte prima.
Perchè mai adesso lei doveva rimanere ?
Isabella voleva fargli molte domande dove aveva passato la notte con chi ma penso che quello che Edward faceva non le riguardava.
Mentre sorseggiava il suo caffe Isabella penso che ora che Edward partiva, lei avrebbe avuto più tempo di occuparsi della Renèe House, e di trovare una direttrice, che doveva avere fermezza e sensibilità, e trovarla era quasi un impresa disperata.
A Isabella venne in mente la persona giusta Daphane Davis stava per lasciare le Cullens e sarebbe stata perfetta, magari gli avrebbe telefonato più tardi.
- Dovresti mangiare qualcosa- le disse Edward interobendo i sui pensieri, le mise davanti un piatto colmo di salmone affumicato, uova e tost.
- Ieri sera hai praticamente digiunato.-
Lei iniziò ad assaggiare qualcosa perchè non aveva molta fame, pero dopo aver assaggiato ritrovo il suo appetito e fini tutto in poco tempo.
- Bene- rispose Edward.
Edward ripiegò il giornale e lo mise sul tavolo e si alzo in piedi .
- Mi fa piacere vedere che hai di nuovo appetito, a me piacciono le donne con un po di curve.-
Edward raggiunse il letto e presse la valigia che era appoggiata sopra.
Isabella con la tazza di caffe in mano disse - e a me piaciono gli uomini con la bincheria addosso.-
La risata di Edward la sopressa, ed era ancora più sopresa era la soddisfazione, per averlo fatto ridere.
Edward prima di andarsene le posso un bacio sulla guancia, e lei rimase sopressa di questo gesto.
- Sono disposto ad accontentarti ma non a lungo- le disse edward  ridendo.
- conto di farti cambiare idea al più presto, arrivederci, mia bella.-
Isabella rimase seduta ancora un po', dopo che la porta si chiuse alle sue spalle, e si toccò la guancia dove Edward l'aveva baciata e senti anche la sua acqua di colonia nell'aria, e si domandò come dopo tutto quello che era successo aveva potuto condividere un momento di divertimento.
E poi pensò che fra una settimana Edward sarebbe tornato e lei non avrebbe potuto cercare altre scuse.
Il contrato lo prevedeva, il matrimonio doveva essere consumato l'idea che doveva fare l'amore con Edward  all'inizio l'avrebbe innervosita e riempita di terrore, ma ora era cambiato qualcosa e non erano brividi di terrore, ma si sentiva fremere per l'impazienza.




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Capitolo 9
*** Avviso ***


avviso
Avviso
Scusate se nn ho publicato in questo periodo ma volevo solo dirvi che la storia nn e sospesa ho avuto solo problemi di salute e nn ho potuto finire di scrivere il capitolo.
Ma prometto che gia sono a lavoro per finire il capitolo nuovo e spero al piu presto di poter publicare
scusate il ritardo.
Ciao a presto.

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Capitolo 10
*** capitolo 8 ***


capitolo 8
Ciao a tutte amiche di efp son che sono mancata molto ma ho avudo dei problemi personali chiedo scusa per il ritardo che ho fatto per publicare il capitolo spero vi piacia.
Devo ringraziare un amica che mi sta aiutanto con la storia.
Grazie di vero cuore Marta .
Adesso vi lascio al capitolo e scusate per il ritardo e se ci sono errori.


Capitolo 8
Isabella nel pomeriggio doveva andare al Renèe Haus, e quando arrivò sembrava che si fossero aperti i cancelli dell' inferno.
Di solito Isabella non gestiva il rifugio ma fino che nn trovava una direttrice non aveva scelta .
Quando Isabella arriva davanti a una villetta di due piani, trova due auto della polizia, da quando lei aveva acquistato la villetta in quella zona era cambiato tutto,avevao iniziato ad acquistare altre villette ed ora la zone era elegnte e tranquilla e le case, da una parte e dall'altra sempravano dignitose, con i vasi alle finestre di gerani, e le bugavillee che codevano dai balconi.
La gente che abitava in quel guartiere nn vedeva di buon occho la polizia, infatti quando arrivò Isabella in jeans e T-shirt, si preoccupò.
Perchè lei offriva riparo a donne che uscivano da situazioni violenti con famigliari e mariti maneschi e vedicativi, erano stati anche minacciati e quasta volta in una finestra erano stati tirati delle pietre, come avvertimento.
I vicini fino in quel momento erano stati tolleranti ma tenevano per la loro incolumità, e potevano decidere di far chiudere la struttura, Isabella pensò che era ora di cercare uno spazio più grande che nn avesse nessuno attorno e nessuno guardasse con sospetto chi andava e veniva, ora che era riuscita a salvare la Maisons Swan, poteva dedicare piu tempo a quel progetto.
In quel momento nella casa c'erano attualmente 20 ospiti, di vario genere tra bambini e madri, Isabella li trovò in cucina attorno al tavolo della cucina.
- Devo andarmene chercherò un altro posto- disse Angela Weber, mentre il viso era bagnato dalle lacrime e una bimba tra le braccia , semprava molto invecchiatta.
Isabella si mise vicino di lei , le prese una mano tra le sue e gli disse.
-Un altro posto ? E dove?-
Angela scoppio in lacrime e strinse la figlia al petto.
-Non lo so ! ma non voglio tornare con Ben-.
- Certo. Va bene - disse Isabella mentre accarezzava il viso alla bambina.
- Adesso smettila di preoccuparti. Andrò subito a parlare con la polizia e troveremo qualcosa-.
Quando tornò a parlare con la polizia Isabella era angosciata, la polizia accosentì a fare dei turni di guardia per evitare che qualcuno si avvicinasse alla casa, però era neccesario pensare a una soluzione perchè Renee Haus nn poteva trasformarsi in una fortezza.
Doveva essere un posto dove le madri e i figli potevano sentirsi al sicuro e avevano la possibilità di stare in santa pace, perchè gia erano sfuggiti a una prigione.
Isabella penso che doveva essere ottimista, perchè cerano molti tipi di prigione.
Isabella pensò subito a sua madre che aveva avuto una specia di gabbia dorata, ma il pensiero di restare in trappola in un matrimonio sbagliato le tolse persino la voglia di vivere.
Lei pensò che in quel tipo di prigione doveva viverci con Edward Cullen, scosse la testa e mentre guidava ascoltava il suo CD preferito e lo ascoltava a tutto volume per non pensare cosi alle sue paure, aveva bisogno di tutta la sua forza per dare un seguito ai suoi progetti per la Renee Haus.
Isabella si fermò al bar dove doveva incontrare le sue sorelle per un brindesi di saluto, il locava brulicava di turisti che aveva visitato il porto di Sidney, il profumo della piazza si mescolava con il pesce fresco e il caffè espesso.
Le sorelle le avevano tenuto il posto a un tavolino sotto la veranda, dove c'era una leggera brezza di quel tardo pomeriggio di ottobre e portava con se una bella giornata, almeno il suo matrimonio aveva fatto riunire le sorelle li a Sidney, cosa che ormai nn succedeva da molto tempo.
- Cosi, il tuo maritino ti ha lasciata allontanare, almeno per un'ora?- chiese Alice alzandosi per salutarla.
- Più o meno - disse Isabella mentre accetava il bacio da Rose e poi si setete anche lei.
-Per la verità, Edward è dovuto partire per un viaggio di lavoro.
Cosi direi che la luna di miele è tramontata-.
Isabella strinse le spalle , come all'invitabile, pur sapendo che nn avevano fatto progetti per la luna di miele.
- È partito? Per dove?- chiesero le sorelle.
- Per gli Stati Uniti- disse Isabella .
- Un imprevisto mi ha detto .-
-Oh-  risposero Alice e Rose prima di ordinare.
Isabella guardò le sorelle e pensò che forse avevano capito qualcosa, che il matrimonio era una farsa.
Far credere alle sorelle che era stato un colpo di fulmine, no era giusto pensò forse adesso che le Maisone Swan erano salve poteva dire la verità, e lei avrebbe superato l'umiliazione.
- Che cosa c'è ?- disse guardando le sorelle.
Le sorelle la guardarono e dissero .
- Be' probabilmente non è niente, potremmo esserci sbagliate- disse Rose.
-Volete dirmi che cosa si tratta, per favore?-
Si scambiarono di nuovo lo sguardo e poi alice disse .
-C'è qualcosa che non va, tra te e Edward? a noi puoi dirlo , Isabella lo sai.-
Isabella cercò di rispondere con calma sperando che le sorelle nn capisero niente.
- Solo perchè lui è dovuto partire all'improvviso?-
- Ma vi siete sposati ieri!-
-È un'emergenza, è dovuto andare, però per farsi perdonare, la settimana prossima mi porta alle isole Island.-
Isabella guardò le sorelle e visto che nn erano affatto convinte  pensò che nn gli avevano detto tutto .
-Avanti , che cosa c'è che non va?- le chiese .-Ditemelo-.
- Ecco è che ieri sera, dopo il ricevimento, sono scesa nell'atrio per salutare alcuni amici.-
- E?-
- E ho visto be', mi e sembrato di vedere Edward che andava via in taxi.-
-oh.-
Isabella inizio a pensare dove poteva essere andato Edward, dopo che la aveva lasciata, magari era andato nella suit dei Cullens, perchè aveva lasciato cose ed era andato a riprenderle.
Rosi fissò la sorella e disse.
- Edward nn era solo , era con quella sua amica attrice, quella che abbiamo visto anche al ricevimento.-
Isabella penso subito che Edward l'aveva tradita con Kristen la notte di nozze.
Non doveva essere sopresa se lo doveva aspettare , ma la notizia la disorientò e la fece sentire sull'orlo di una crisi di nervi.
- Alla fine verrà qualcuno a prendere le ordinazioni? Ho una sete pazzesca.-
- Isabella - la chiamò Alice strigendole le mani.
- C'è qualcosa che possiamo fare per te?-
Isabella guardò le sorelle preocupate per lei e pensò che n poteva dire la verità perchè era stata lei a volere quasto matrimonio disgraziato, infondo loro nn avevano colpe.
- Non è come pensate- rispose .
- Kristen è una vecchia amica di Edward, e non si sentiva bene, gli ho chiesto io di accompagnarla in albergo, tutto qua.-
- La tua prima notte di nozze?- risposero le sorelle.
- Ho insistito io! Voglio dire, lei è stata cosi carina a venire al matrimonio, con tutti gli impegni che ha, era il minimo che potessimo fare, no?-
- Allora perchè ci hai detto che Edward doveva andare a prendere delle cose nella suite al Cullens.-
- Perchè avevo paura che voi saltaste subito alle conclusioni sbagliate, come infatti  è successo , fra uan settimana Edward  sarà qui e partiremo insieme per una fantastico paradiso tropicale, so già che voi due morirete d'invidia.-
- Allora va tutto bene? Ne sei sicura.- rispose  Alici.
Isabella guardo le sorelle e disse.
- Sono fortunata a avere due sorelle come voi, che si preoccupano per me, va tutto bene , certo e adesso non sciupiamo il nostro tempo in chiacchiere, voi partite domani, no.
chissà quando tempo dovrà passare prima di ritrovarci di nuovo tuttie tre assieme.-
Intanto isabella vide il cameriere avicinarsi .
-Oh , ordinate voi , intanto che io ancora non ho scelto.-
Era trascorasa una settimana già e Isabella si trovava all'eroporto che aspettava di imbarcarsi sul jet privato di Edward , che era appena atterato da Los Angeles, perchè dovevano proseguire il viaggio destinazione le Isole Islande.
Edward era rimasto fuori più del previsto, e nel frattempo Isabella si era tuffata anima e corpo nella strategia dei mercati facendo da tramite tra gli uffici amministrativi e agenzie, per preparare la campagna publicitaria che avrebbe visto le Maison Swan gemelate con i Cullens Hotel.
Isabella era riuscita a cionvincere la sig Daphine Davis a dirigere la Renee Haus, aveva presso le redini e si occupava degli ospiti come se avesse fatto sempre questo nella vita, aveva chiamato girni prima Isabella per annunciarle che Angela Webber si era gtrasferita in un appartamento che gli aveva assegnato il comune e che erano molto felici, per lei era una bellissima notizia, accogliere delle donne spaventate e con i nervi a pezzi e poi vederele andare via a testa alta e con la voglia di ricominciare a vivere e ricominciare da zero, ma nn erano tutte a riuscirci al primo tentativo però sapevano che potevano tornare di nuovo alla Renee Haus per loro era una sicurezza.
Isabella durante il giorno lavorava sui progetti analisi di mercato , e controlava il lavoro svolto , poi la sera esausta si metteva aletto e iniziava a pensare dove fosse Edward in quel momento e con chi ma di più la tormentavano le immaggini della doccia con lui, le sensazioni che aveva provato e le carezze che lui le aveva fatto la consistenza della pelle sotto le dita.
Isabella cercava di dimenticare quei momenti ma il suo corpo si rifiutava di dimenticare, poi era arrivata la e-imal di Edward che gli chiedeva di farsi trovare all'aeroporto, e Isabella si era fatta prendere dal panico perchè lei sapeva cosa sarebbe successo in quel viaggio Edward avrebbe preteso la sua prima notte di nozze.
Isabella si strinse nelle spalle mentre un soffio di vento la fece venire dei brividi ,indossava un abitino color giallo di lino, infatti questo abitino era addatto al clima caldo nn alle temperature di autunnali  di Sydney, lop hostess si avvicinò per offrirgli un tè ma lei rifiutò , e si avviò al cancello di sbarco perchè per quando voleva odiare Edward, in realtà nn vedeva l'ora di vederlo.
Edward la aspettava all'ingresso della sala lui la fissava mentre avanzava , con la giacca del completto aperta e capelli sempre fuori posto , si mordeva il labbro , sembrava una tigre in gabbia  perchè quella sarebbe stata la loro notte di nozze.
Edward in quei giorni aveva pensato molto a lei a come si era lasciata andare e a come aveva abbassato la gaurdia, lui sperava che quella sera lei si sarebbe lasciata andare e si sarebbe mostrata per quello che lei era una donna molto sensuale, gli bastava pensare a questo che lo faceva uscire pazzo.
Isabella come richiamata alzò lo sguardo e incotrò quello di Edward e in quel momento lui la sentì vibrare di attesa, anche lei aveva aspettato questo momento, ne era certo e sarebbe stata largamente ricompensata.
Il volo durò 3 ore e Edward era interessato ai svuluppi del progetto Swan-Cullens, e alle strategie di mercato, chi li avrebbe visti avrebbe pensato che erano un imprenditore che parlava con la sua dipendente, invece erano sposati.
Edward non parlò del suo viaggio negli Stati Uniti, quando lei gli chiese come era andato lui rispose bene.
Eppure Isabella quando lo aveva visto all'aeroporto , gli era sembrato che era diverso ma po' pensò che era colpa del jet lag.
Ormai il volo era giunto al termine infatti l'aereo stava atterrando, Isabella guardo dal finestrino e ammirò il paesaggio era bellissimo le miriedi di isole che punteggiavano il mare, il verde che brillante delle vegetazione all'interno era incorniciata dal bianco della sabbia e tutto intorno si stendeva l'azzurro intenso del mare, una spettacolo.
quando le fasi del atterraggio finirono, Isabella stava seguendo il flusso dei passeggeri ma Edward la bloccò e la guidò verso l'eliporto adiacente alla pista.
- Dove andiamo?- chiesse lei, gridando per farsi sentire da Edward.
- Credevo che fossimo diretti al Cullens qui in città.-
Lui la guardò e disse .
- Non oggi, ho pensato che avessimo tutte e due bisogno di una pausa , sali.-
le disse.
qualche minuto dopo l'elicottero era decollato dall'aeroporto, nonostante  le cuffie il rumore del motore dell'elicottero, impediva qualsiasi conversazione, nell'aria calda di quel cielo dei tropici l'elicottero iniziò a seguire il contorno della costa.
Isabella guardò Edward , che fissava imperturbarbile il paessaggio sotto di loro, e avvertì una fitta di rimpianto,se solo le cose fra loro fossero andate diversamente.
Non aveva senso rimpiangere di non essersi conosciuti prima del matrimonio, si chiedeva come poteva essere la vita con Edward se lui si fosse accontentanto di una sola donna, ma dopo tutto lei se non fosse stata costretta non lo avrebbe sposato, il lieto fine nn era per loro.
Isabella tornò a guardare verso il basso , ormai era impossibile tornare in dietro, sapeva esattamente a cosa andava in contro, quando aveva firmato il contrato, non le restava di far buon viso a cattivo gioco.
Lui le prese le mani e lei lo guardò gli fece segnale di guardare giù un gruppetto di isole alla loro destra, una più grossa e allungata contornata di almeno una decina di altre più piccole,Isabella conosceva abbastanza bene la geografia turistica della australia.
Erano le Family Islands.
-Quella è Dunk Island- urlo per farsi sentire.
- E' lì che andiamo?-
Isabella si sentiva eccitata come uan bambina, era una delle incatevoli isole delle Queensland, famosa per le foreste pluviali.
Edward le fece segno con la testa.
- No andiamo appena più in là.-
Isabella si senti eccitata come una bambina era una delle isole piu belle .
Edward rispose .
- No andiamo un po piu in là.-
Edward indicò un isola piu piccola dove già stavano atterrando.
-Eccola ,è Bedarra.-
Su quest' isola c' è una delle strutture turistiche di lusso, che accoglieva un certo numero di ospiti e li collocava nelle ville che  cerano direttamente sul mare, se Edward voleva dare un occhiata alla concorrenza aveva iniziato dal posto giusto.
Quando scesero dal elicottero si trovarono circondati da una bellissima foresta e da un mare dai colori stupendi, con qualche isola sparsa qua e la .
Alla reception li aspettavano già e si impadronirono dei bagagli e li accomagnarono nel loro alloggio e poi sparirono per lasciarli alla loro privacy.
Isabella si fermò in veranda del pavilion era uno dei due alloggi e guardò l' azzurro inteso del mare,incorniciato dai rami degli calipti, sulla sinistra un masso di granito chiudeva la meravigliosa spiaggia candida.
Anche la villa era bellissima aveva grandi ambienti aperti e i pavimenti erano in legno e lucidi, e il tetto era bellissimo tutto in pietra richiuso da parete di vetro, ma la cosa piu spettacolare era la piscina che era sulla veranda che dava sul mare, rivestita di ceramiche turchese ed era movimentata da piccoli getti d' acqua obliqui, che creavano un effetto cascata.
Sempra di essere in paradiso.
Isabella pensò che era un bel posto per essere sedotti, pensò che doveva ammirare Edward aveva scelto per la moglie un luogo molto romantico.
Isabella lo senti arrivare dietro le spalle e si appoggiò al parapetto della veranda, accando a lei, per gaurdare il panorama.
- Che ne pensi?- gli chiesse.
- E' tutto meraviglioso- le disse lei sincera .
-Le isole, e anche questa villa.-
-Bene- rispose lui con un sorriso.
Mentre la guardava.
-Non mi perdonerei mai di averti deluso con le classiche cinque stelle di mediocrità.-
Isabella scoppiò a ridere , si soprese di sentirsi a proprio agio , e anche di come lui ricordasse le sue parole del suo primo incontro sembrava essere passato un secolo da allora.
- Ti andrebbe una passeggiata sulla spiaggia, prima di cena?- gli chiese Edward.
- Si, certo .-
Isabella si cambio subito il copletto di lino con un top e un paio di shorts, lo raggiunse di nuovo in veranda, percorsero il sentiero fino a raggiungere la spiaggia.
Non incontrarono nessuno, era normale perchè considerando che il Pavilion era il piu isolato dei sedici alloggi dell' intero complesso,era come se l' intera isola fosse  per loro.
Camminarono da un estremità all' altra della spiaggia, davanti un mare stupendo, non si scambiarono molte parole ogni uno era immerso nei proprio pensieri.
Edward non la toccò neanche con un dito, e Isabella si chiedeva il perchè.
Dopo che aveva passato intere nottate insonne a pensare cosa sarebbe successo il loro prossimo incontro, si era preparata mentalmente ad un assalto da parte sua.
Non si aspettava questa attessa.
Quando rientrarono al Pavilion   il sole stava tramondando e l'orrizzonte era bellissimo,c'era un cameriere che li aspettava con una bottiglia di vino ghiaccio e un vassoio di tartine.
Il cameriere li lasciò soli ed Edward stappò il vino, Isabella accettò senza fare domande il bicchiere di vino, in fin dei conti dovevano festeggiare la tregua  tra loro, almeno per adesso.
Fecero tintinare i bicchieri e in uno sfioramento di dite, bastò per fare accelerare i battiti del cuore e accendere il desiderio, e un brivido su tutta la schiena.
-Hai freddo?- le domando Edward.
Isabella rispose -No.-
-Allora hai fame?-
Si!! - Bé.- penso bevendo il vino, - Un po'.-
-Allora, dovresti mangiare.-
Edward le avvicino il vassoio.
Isabella non aveva fame di tartine pensò in quel momento, non con lui vicino che aveva i capelli bronzo arruffati dal vento, e poi la camicia sbottonata sul petto e i pantaloni ancora rimboccati dalla passeggiata, era cosi bello e rilassato.
Li in quella profumata sera dei tropici, con le cime delle palme che ondeggiavano nella brezza e il rumore della piscina.
Lei pensò che solo Edward poteva placare la fame che aveva dentro di sè.
Isabella pensò che la cena avrebbe significato cambiarsi per il ristorante perdere al tre due ho tre ora prima di rimanere di nuovi soli.
Prima di poter finalmente riprendere quello che aveva in sopseso la sera della loro notte di nozze.
Non poteva sopportare una simile tortura.
-Edward.- lo chiamo Isabella con timore.
Incrociò lo sguardo del marito e sperò  di nn sembrare ridicola.
- Ti dispiacerebbe molto baciarmi?-






















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Capitolo 11
*** Capitolo 9 ***


capitolo 9
Ciao a tutte scusate il ritardo ma ho avuto problemi di salute e nn sono riuscita a finirlo prima .
Spero che l'attessa nn sia stata deludente con questo capitolo scusate se ci sarano erori ma lo voluto finire anche se ancora ora nn sto bene
percio scusate in anticippo e spero vi piace.
Grazie a chi sta seguendo la mia storia ora vi lascio al capitolo buona lettura.







Capitolo 9
Com'era normale ai tropici la sera calava subito, e Edward alla luce delle laterne vide gli occhi di Isabella cambiare, erano bellissimi ed esprimevano passione, e speranza e aspettativa per quella sera , e c'era anche un pizzico di timidezza, e un fuoco che bruciava dentro di lei.
Le intenzioni di Edward quando aveva pensato di portare la moglie su quell' Isola erano chiare ma poi quando aveva visto la vulnerabilita che gli aveva letto negli occhi all'aeroporto lo aveva fatto sentire in colpa,cosi Edward penso il Pavilion, cosi lei avrebbe avuto tutto il tempo .
Per tutto il viaggio Edward era stato gentile, garbato non aveva forzato la moglie a fare niente voleva che fosse Isabella a fare il primo passo quando si sarebbe sentita pronta.
Edward si sopresse della richiesta della moglie capi che il momento era arrivato Isabella era inbarazzo e disse.
- Voglio dire se non è un problema.-
Davanti alloro c'era uno spettacolo bellissimo con il tramondo era il momento perfetto.
- Non è mai un problema baciare una bella donna- gli disse Edward mentre gli toglieva il bicchiere dalle mani e lo appogiava sul tavolo .
Poi lentamente gli prendeva il viso con ,le mani e la guardò negli occhi ed erano bellissimi poi gli guardò le labbra che erano appena socchiuse e li trovo invitanti.
Edward si chino a baciarla e Isabella sapeva di vino e miele e la sua bocca rispecchiavano a pieno la sua natura , erano una sfida vivente e subito dopo un concentrato di innocente .
Isabella rispose al bacio con foga copiave quello che faceva lui , possibile che gli altri nn gli avessero insegnato niente,non che gli dispiacesse a lui anzi penso che gli avrebbe insegnato tutto lui.
Isabella alzo le mani per afferrargli la camicia, Edward in quel momento senti i suoi seni premere sul suo torace, ne ricordò la cosistenza e il sapore quando erano sotto la doccia.
Si allontano con il respiro affanato la presse per mano e disse .
-Vieni.-
Per spostarsi nella camera da letto, che era bellissima con quelle pareti di vetro che si vedeva la foresta che li circondava, Edward inizio a spogliare Isabella lentamente, finche lei nn resto nuda davanti di lui che inizio a baciala,aveva lo sguardò che gli vibrava passione e desiderio di lei Edward continuava a baciarla dolcemente che contratava il modo paleso con il fuoco che gli divambava negli occhi, si spogliò pure lui e adaggio delicatamente Isabella su letto , la bacio e le presse le mani e li porto sopra la testa di lei e con l'altra continuava ad accarezzarla dolcemente.
Ovunque lui la toccase ho la baciase le sembro che la pelle andava a fuoco ogni cellula del suo corpo pulsava di nuova vita e il cuore batteva all'impazzata.
Isabella pensò che tutto quanto vi era stato negato e trattenuto nella vita, fino a quel momento,di colpo si gonfio di gioia quando Edward le lascio le mani e lei finalmente era libera di poterlo  accarezzare, la sua pelle era come seta sotto le dita di lei, era calda di passione e lucida di sudore, fremente di vita, in quel  momento Isabella capi che era pronta e gli disse.
-Ti voglio .-
Ed era vero lo voleva subito e con tutta se stessa.
-Anch'io ti voglio- le disse Edward con la voce roca.
Il desiderio fu più forte della paura di deluderlo,e quando lui le scostò le gambe le gli si offrì, quasi con impazienza, Edward non smise di baciala nemmeno quando, si abbassò per entrare in lei.
Non desiderava nient'altro che sentirlo dentro di lei, pensò Isabella solo cosi si sarebbe sentita finalmente felice,un'improvivisa fitta di dolore le strappò un gemito, poi finalmente, lo senti muoversi dentro di sè e si abbandonò alle mille, emozioni e senzazioni che quella nuova esperienza stava risvegliando in lei, il piacere che inizio era per lei magnifico, poi la pelle di Edward lucida di sudore, brillava sotto i raggi della luna entrava dalle vetrate, seguendo l'istindo Isabella si adeguò al ritmo di quella danza inebriante e sconosciuta e sempre più rapida e concitata, finche non ci fu un'esplosione incadescente, che le travolse la mente e il corpo.
Non passo molto che lo segui anche Isabella lo senti pulsare dentro di sè, e poi crollore, esausto, con la fronte sulla spalla.
Quando Isabella apri gli occhi si meraviglio che nella stanza era tutto come prima :la vetrata il pavimento in legno, il letto , eppure qualcosa era combiato dentro di lei era una persona totalmente diversa ora, Edward le carezzo la spalla e si lascio cadere di finco a lei facendola salire sopra di lui.
-Hai fame, adesso.-
-Da morire - le disse lei.
Lui rise e fece per alzarsi quando qualcosa nel letto attiro la sua attenzione anche nella penombra riusci a vedere una macchia rossa.
Le aveva mentito pensò lui.
-Avevi detto che sarebbe durato una settimana- la riprovero Edward.
Lei lo guardò e disse.
-Infatti, ma so che può succedere quando.-
Isabella non trovava le parole giuste come dirgli che era vergine ma nn c'è ne fu bisogno perchè lo vide irrigidirsi e assumere una espessione attonita.
-Vuoi dire.-
Edward alzo gli occhi al cielo.
-Diavolo perchè non me l'hai detto?-
-Tu non me l'hai chiesto- rispose lei sforzandosi di sorridere, per allegerire quella situazione.
Edward la guardò arrabiato.
- In ogni caso, ha qualche importanza, adesso?-
Isabella si sposto di lato e in quel momento voleva solo sparire.
Lui battè la mano sul materasso e poi impreco in italiano, poi guardò la moglie con dolcezza e l'abbraccio.
-Ti ho fatto male?-
-No- disse lei ma vide che lui non gli credete e aggiunse.
-Be' solo un attimo.-
-Avresti dovuto dirmelo, avrei cercato di fare più piano.-
Isabella gli prese la mano e disse.
-Non c'e n'era bisogno ti volevo.-
Edward la guardo e poi gli accarezzo il viso, e la bacio teneramente poi si alzò e la presse in braccio lei gli chiese - doccia?- mentre Edward si allontanava dal letto e la portava con se.
Edward guardo la moglie e rise di quella risata ricca e profonda che la faceva fremere dentro.
- Non ancora, per il momento, pensavo alla piscina.-
Si avvicino alla piscina e si immerse con lei in braccio la lascio galleggiare sull'acqua, Isabella in un  primo momento si irriggidi ma poi si lasci andare, come se fosse naturale per lei trovarsi li, immersa in quel paradiso tropicale.
- Proprio come una sirena- disse guardandola .
- C'è un'affinità speciale, tra te e l'acqua.-
Edward raggiunse sua moglie la bacio con dolcezza le labbra e lei si senti fremere di nuovo, era pronta a ricominciare il gioco e Edward lo capi.
Uscirono dalla piscina e si stesero sul letto di asciugamani, lui ricomincio a baciarle il collo, e poi il seno, avertiva la sua eccitazione crescere, insieme alla propria, scese più giù, le bacio il vendre piatto e andò a cercare con le dita , il punto per la carezza più intima e audace.
- Ti faccio male.-
Lei rispose no, anzi si lascio sfuggire un gemito di piacere quando lui si abbassò con la testa tra le sue gambe, e baciandola in modo che non aveva mai immaginato possibile.
Senti il respiro fermarsi in gola, e il piacere salire lento, poi Edward si sollevò sopra di lei e ancora una volta la riempi di sè poche inesorabile spinte, e l'universo esplose attorno a loro, in una miriade di scintille.
Restarono sdraiati vicini, ad ascoltare i rumori della foresta nella notte tropicale, Isabella si ritrovo a pensare alla sua nuova vita vicino a Edward Cullen, quella notte era diventta sua moglie a tutti gli effetti ed lui era un amante magnifico, anche con una giovanne donna in esperta come lei e pensò che non sarebbe stato dificile dividere il letto con lui.
Il giorno seguente Edward fece portare un  cestino da picnic per il pranzo,e costeggiarono l'isola con una  barca fino ad arrivare a una spiaggia deserta,la sabbia era candida e il cielo azzurro che sempra finto .
Fecero una nuotata ne le acque cristaline, e poi pranzarano a base di sashimi, pollo al coriandolo e champagne, sotto un grande obrellone a spicchi bianchi e blu sul limite della spiaggia , e poi fecero l'amore sotto una palma, e poi sfiniti crollaronoi, abbracciati.
Erano in vacanza a lei non capitava  da secoli e forse nemmeno a lui immerso nel suo lavoro, pero non e stato difficile staccare la spina, chissà perchè, d'un trato la Maisons Swan sembravano a Isabella un ricordo secondario.
Poi Edward si alzo sui gomiti e chiese a Isabella.
- Com'è morta tua madre?-
Lei lo guardò e rispose.
- Non lo so, di preciso.-
Edward la guardò e lei si mise a pancia in giù,  mise le dita nella sabbia.
- Lo so che è strano- disse - ma io avevo solo nove anni e sapevo che non stava bene da tempo. Lei e mio padre non erano felici insieme. Poi una notte, li ho sentiti gridare, molto forte.-
Rimasse in silenzio per un po mentre stava rivivendo la scena.
- Li avevo già sentiti altre volte, certo di solito, la mamma supplicava , e poi mio padre andava in collera e alzava la voce, e allora lei piangeva. Ma quella volta era diverso, io ero terrorizzata.-
Isabella giocava con la sabbia .
- In ogni caso, il giorno dopo lei cercò di farla finita, nessuno mi ha mai detto di precisione i dettagli, forse per proteggermi, venne un'ambulanza, per trasportarla in ospedale e io ero convinta che comunque si sarebbe ripresa, che sarebbe stata di nuovo bene.-
Isabella smisse di giocare con la sabbia e guardò il marito .
- Me l'avevano detto, che sarebbe stata bene, e invece mentivano, mia madre non è mai tornata. Non ho avuto la possibilità di salutarla per un'ultima volta, e nemmeno permesso di parlare di lei.-
Edward la strinse a se e disse.
-Eravate piccole.-
- Si, forse almeno io me la posso ricordare, le gemelle , invece avevano quattro anni e ricordano solo le governanti che abbiamo avuto dopo.-
Isabella sospirò, e assaporo quel abbraccio che gli aveva dato il marito .
Isabella aveva imparato uan lezione dalla madre.
Mai donare il proprio cuore, a nessuno, e ci era riuscita benissimo prima di incontrare Edward.
Piano piano Edward avevafatto  abbassare  la bariera che Isabellasi era costruita  per protegersi, infatti lei aveva smesso di odiarlo, di sicuro lei desiderava il suo corpo e la sua presenza e vicinanza.
Isabella si giro sulla schiena e cerco di pensare a altro.
- Dimmi qualcosa dei tuoi genitori,sono dispiaciuti perchè non sono potuti venire a Sydney per il matrimonio?-
- Si ma non è stato proprio possibile, per le condizioni di mio padre.-
Anche Edward si straio accando a Isabella.
- Ti ho già detto che è stato operato e sottoposto a un primo  ciclo di chemioterapia, sembra che vada tutto bene.-
Si fermo un attimo e poi disse.
- Comunque non vedono l'ora di conoscere chi mi ha fatto mettere la testa apposto, a dicembre festeggerano le nozze d' argendo.-
- Venticinque anni insieme- Edward guardò Isabella che disse.
- Non  riesco a credere che una coppia possa restare cosi a lungo, felicemente, insieme di sicuro deve esserci un buona dose di amore.-
Edward si alzo.
- E chi lo sa.-
Rimase un po in silenzio poi guardò la moglie e disse.
- Credo sia ora di andare.-
Raccolse i pezzi sparsi del cestino.
Durante il viaggio di ritorno nessuno parlo ma Isabella pensava se erano state le sue parole a fargli cambiare umore all'improvviso.
Erano andati a cena e Edward era di nuovo rilassato , presero ostriche,molluschi gratinati e scampi, il tutto annaffiato da un attimo Sauvignon bianco australiano.
Rimasero qualche altro giorno sull'isola domenticandosi del resto dle mondo l'ultima sera cenarono, e subito dopo fecero una passeggiatta al chiaro di luna lungo la spiaggia quando tornarono al Pavilion fecero una doccia pregustando la notte di passione ,  Edward in bagno fini di asciugarsi e Isabella lo aspettava sul letto lui usci dal bagno e si direse nell'armadio e tiro fuori un paio di box aderenti neri di seta e li infillo Isabella lo guardava e pensò che aveva un fondo schiena da paura era cosi sex si senti morire.
- Perchè te li sei messo.- domando la moglie.
Edward si avvicino a Isabella e disse .
- Mi sembra di ricordare che ti piacciono gli uomini  con la biancheria adosso- disse lui .
Isabella lo guardò e disse.
- Credo di avere cambiato idea- e lo attiro adosso di se.
Isabella si sveglio l'ultimo giorno e guardò suo marito che ancora dormiva beato vicino di lei e pensò che non eral' uomo che immagginava ripenso alle notti da favola e giornate perfeti senza litigare , infatti aveva pensato che fra loro poteva anche funzionare , ma poi ripensava che la notte di nozze Edward l'aveva passata con un altra donna, e lei agli occhi del marito era quella che doveva dargli un erede.
Isabella cerco di non piangere perchè lei non amava Edward qualsiasi cosa facese con le altre non la sfiorava e nemenno spezzarle il cuore, quindi doveva accontentarssi di quello che gli aveva fatto scoprire sull'isola, le notti di erotismo che gli aveva fatto conoscere sarebbero rimaste nella sua mente.
Isabella dopo essere tornati dal viaggio dopo due settimane si trovo chiusa in bagno con un test di gravidanza perchè pensava fosse incinta ma il test era negativo, lei pensò pero che si sentiva diversa che nn poteva essere perchè il ciclo non gli arrivava e poi pensò che poteva essere lo stress di tutto quello che era successo negli ultimi tempi.
Isabella pensò chissà come l'avrebbe pressa Edward, sarebbe rimasto deluso e se per caso ci sarebbero stati problemi se non avrebbe potuto avere figli, poteva succedere certe volte.
Butto il bastoncino del test e si guardò allo specchio e pensò che fino a qualche settimana fa a l'idea di dare un figlio a Edward le semprava odiosa, e ora era chiusa in bagno con il fiato sospeso per una linea blu che non appariva.
Isabella era cambiata molto di quando avesse creduto possibile, e pure dallo specchio non sembrava, era stato il marito a cambiarla e non solo da come faceva l'amore, che non aveva perso neanche un briciolo di intesità.
Lavorare con Edward Cullen l'aveva aiutata a conoscerlo meglio perchè era un imprenditore esperto, attento e sicuro di sè, capace di prendere decisioni rapidi, di formulare progetti e di portarli a termine con efficacia e determinazione,la campagna pubblicitaria era partita e stava
 portanto i suoi frutti a entrambi gli alberghi.
 Isabella pensò che la scelta di rivolgersi a lui nel salvare le Maison Swan si era rivelata vincente .
I dipendenti della Cullens lo  consideravano troppo esigente ma lo rispetavano e lei doveva ammetere che in fondo cominciava a rispettarlo anche lei giorno dopo giorno un po di più, anche lui era diverso dove era finito il playboy che Isabella aveva immagginato all'inizio e non capiva dove fosero finite tutte le sue donne lei sperava che lui non aspettava che lei fose incinta per rivederle Isabella si augurava proprio di no , non che fosse preparata.
Pero ora più che mai nn sopportava che Edward dividese il tempo tra lei e le altre donne, e francammente era stata un'illusa a pensare che lo avrebbe potuto sopportarlo.





















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Capitolo 12
*** Avviso ***


Come primo vi auguro buon 2019 . Mi scuso con chi segue la mia storia e chi la fra i preferiti , e mi scuso perché nn sto pubblicando da un Po . Sto avvento problemi in famiglia e di salute, ma vi assicuro che pubblicherò al più presto sto già scrivendo il capitolo perdonatemi ancora ma siate sicure che continuerò la storia scusatemi ancora . A presto

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Capitolo 13
*** capitolo 10 ***


capitolo 10
Ciao a tutte amiche di efp e molto che manco ma ho problemi di salute ho fatto un intervento al seno immaginate cosa vuol dire ma nn voglio dire altro.
O cercato di scrivere questo capitolo giorno dopo giorno da nn pensare cosa stavo pasando infatti nn so se vi piacera se ci sarano errori spero di no ma nn saprei, lo scritto per nn pensare.
Spero vi piace fatemi sapere accetto tutto anche le critiche e grazie per chi segue ancora la mia storia .
iVi auguro Buon Natale e che porti tanta serenita e anche un Buon Anno che sia migliore per tutti .
A presto spero.



Dove eravamo rimasti
Iasabella penso che la scelta di rivolgesi a edward per salvare la Maison Swan si era rivelata vincente
I dipendenti della Cullens lo consideravano troppo esigente ma lo rispettavano e lei doveva ammetere che in fondo cominciava a rispettarlo anche lei giorno dopo giorno un po di più, anche lui era diverso dove era finito il playboy che Isabella aveva immaginato all'inizio e non capiva dove fosero finite tutte le sue donne lei sperava che lui non aspettava che lei  fosse incinta per rivederle Isabella si auguro proprio di no.



 


Capitolo 10

Finalmente arrivo il giorno della partenza per l' Italia dove Edward avrebbe presentato la moglie ai genitori ma non solo per questo ma anche perchè i genitori festeggiavano 25 anni di matimonio, erano una coppia bellissima, e Isabella era in ansia pensando che non sarebbe piaciuta ai suoceri, era in ansia ma il marito la rassicuro che l'avrebbero amata subito ne era sicuro.
Finalmente  arrivarono a Volterra dove la famiglia Cullen aveva una bellissima residenza.
-Che spettacolo!- disse, Carlasle Cullen mentre abbracciava Isabella, poi si rivolse al figlio e disse.
-Non mi avevi detto che avevi una moglie così bella, Edward .-
I genitori erano andatti incontro agli  sposini li avevano accolti nel cortile ombreggiato da ampi pergolati di vite americane, Isabella si sciolse dall'abbraccio del suocero che sembrava la fotocopia del marito, ma era piu maturo , ma era un bel uomo ed aveva una figura agile e scattante, nonostante la sua malattia, e le pesanti disavventure mediche degli ultimi tempi.
-Come hai fatto a guadagnarti il diritto di tenere per te un simile tesoro?- disse Carlasle al figlio .
-Non avuto scelta- rispose Isabella con un sorriso sulle labbra.
-Ha dovuto accettarmi per forza, se voleva guadagnarsi i miei  alberghi, ero compressa nel prezzo.-
Edward la guardò come per amonire la moglie ma il padre scoppio  a ridere.
-Ah, figliolo! ho sempre pensato che avevi un ottimo fiuto per gli affari, e questa ragazza ne è la prova, sospetto che sia una delle poche ragazze al mondo capace di tenerti testa, finalmente , mia cara lascia che te lo dica , mi hai reso molto felice, e tu Esme che ne pensi.-
Esme Cullen era una bellissima donna e indossava un vestitino di lino che le metteva in risalto la sua figura snella e aggraziata , prese le mani di Isabella e la guardava con uno sguardo scintillande.
-Bevenuta nella nostra famiglia, cara.-
Poi la bacio l' abbraccio, come aveva fatto il marito.
-Grazie.-  rispose Isabella in Italiano.
-Oh, scusate!
 Avete fatto un viaggio così lungo e noi vi teniamo qui in piedi, venite diro a Maria di portare subito qualcosa da bere, sei un pò pallida, cara stai bene?-
Dopo aver fatto un lungo viaggio in aereo e poi il traggito in auto per raggiungere la villa dei Cullen a Volterra, Isabella si sentiva uno straccio,
guardo una potroncina di vimine sotto un pergolato e penso che si poteva riposare un pò li fino che le gambe non avessero ritrovato un pò di stabilità, ma a meta  percorso le gambe gli cedettero e le inizio a girare la testa e subito dopo crollo a terra.
Nonostante Isabella si era ripresa, Edward le chiesse di andarsi a straiare che avrebbe chiamato il medico, quando arrivò la stanza aveva smesso di girare, e lei si sentiva un po  meglio.
Il medico la visito e le fece un paio di domande in inglese, e Isabella rispondeva in monosillibe  quando il medico se ne ando,qualcuno chiuse le tende e Isabella  sprofondo in un sonno ristoratorio.
Edward entro in stanza è si sedete sul bordo del letto, e la bacio sulle labbra Isabella  si sveglio a quel contato caldo e morbido che le fece desiderare qualcosa di più apri definitivamente gli occhie e vide il marito che le stringeva le mani.
-Come ti senti?-
-Meglio - disse Isabella sospirando.
-Mi dispiace di aver causato tutto questo disturbo, appena arrivati.-
Edward le sorrise e disse.
-Non è un disturbo.-
-Anzi , i miei genitori non stanno nella pelle per la felicità, la festa di domani sarà una vera celebrazione.-
-Non capisco.-
-Non lo sai?- le disse con dolcezza il marito.
-Mi chiedevo se volessi solo tenermelo segreto, ma il medico è quasi sicuro, stai per avere un bambino, cara nostro  figlio.-
-Sono incinta?-
Isabella mise una mano sul ventre, e disse un bambino dentro di lei cresceva una creatura.
Possibile?
-Il medico dice che probabilmente sei di otto settimane.-
- Ma il test .-
Isabella aveva detto del risultato negativo del mese precedente , e anche se il ciclo nn gli arrivase, i maleseri i dolori degli ultimi mesi l'avevano convinta che anche quel mese loro non avevano centrato l'obietivo, invece era incinta.
Edward la guardo è disse.
-Secondo il medico puo succedere che il risultato del test non sia attendibile.-
Lei corrugò la fronte e disse.
-Ma, otto settimane ? Vul dire.-
-Si, vuol dire che forse nostro figlio è stato concepito durante la nostra vacanza sull'isola, magari addirittura la prima notte.-
Isabella sorrise ricordandola,
-Adesso devi riposare , ma prima volevo dirti grazie , amore.-
Edward si chino su la moglie, le prese il viso tra le mani e le bacio  la fronte, gli occhi,  sul naso, e infine le bacio le labbra mordide, confondento il respiro con il suo.
Isabella si senti sommersa da un ondata di emozioni, aveva ottenuto per sè qualcosa che prima gli semprava impossibile da realizzare una famiglia con Edward.
Lei lo aveva fatto solo per accontentare lui, ora invece gli sembrava la cosa più straodinaria che gli potesse capitare un figlio suo e di Edward, e lei si sentiva felicè di portare  in grembo il frutto dell'amore che provava per  lui.
Nelle ultime settimane il loro rapporto era cambiato, nn era più una forte attrazione fisica , o di sintonia sul lavoro, lei si era accorta che piano piano , incomingiava ad aprezzare la sua compagnia.
E in tutto quel tempo Edward non aveva mai confermato la sua fama di Don giovanni.
In quei due mesi dopo quello che era succeso la prima notte di nozze, Isabella non  aveva mai avuto motivo di dubbitare di lui, e neppure di sospettare che lei non fosse sufficiente come moglie e amante, tutt'altro.
Lei inizio a pensare che l'infelicità di sua madre non doveva essere necessariamente la sua, e nonostante come era iniziato il loro rapporto, lei e Edward avevano davvero una possibilità di far fuonzionare il matrimonio, adesso i suoi baci erano più dolci la guardava quasi commosso, non sembrava la reazione di un uomo soddisfatto perchè la clausola che c'era sul contratto era stata rispettata.
- Hai reso molto felici i miei genitori- gli disse lui.
- E stato il regalo perfetto per il loro anniversario, io stesso non avrei saputo pensare uno migliore.-
Isabella nascose la sua delusione, lui le era grato perchè aveva reso felici  i sui genitori, non perchè  aspettavano un bambino dal loro amore.
- Oh, è stato un piacere- rispose lei con un finto sorriso .
- Dopo tutto, sono qui per questo, no? Ora vorrei riposare, se non ti dispiace.-
Il marito la guardo confuso.
-Certo, scusa.-
La bacio e si alzo.
-Domani è un gran giorno, ci saranno molte persone che desiderano conoscerti, per questo devi dormire e riposare.-
Isabella di certo avrebbe cercato di riposare, se nn avrebbe avuto la mente affollata di pensieri adesso sarebbe diventata madre, c'era un bambino che cresceva dentro di lei, e meritava comunque il meglio che lei poteva offrirgli, e il meglio sarebbe stato una famiglia unita e che lo amasse, mai e poi mai lei avrebbe desiderato che suo figlio, avesse un'infazia come la sua tormentata dai litigi e tensioni dei suoi genitori.
Se solo le cose fossero state  diverse tra lei e Edward, se lui avesse almeno provato un po di affetto sincero, nei confrondi di sua moglie, e non la vedesse come solo incubatrice necessaria.
Erano troppe domande?
La gionata si presento soleggiata e mite fin dall'alba e quando Isabella si alzo i preparativi gia erano da un pezzo in corso, lei si sentiva molto più serena e riposata del giorno prima,anche se continuava a pensare alla sua nuova situazione.
Primo perchè le importava cosi tanto che Edward provase qualcosa per lei?
Fortunatamente non ebbe il tempo di pensare, perchè la festa inizio e sembrava che tutti gli abitanti della regione fossero tutti stati invitati ai festeggiamenti per Carlisle e Esme Cullen.
Sotto il pergolato, in cortile era stata sistemata una lunga fila di tavoli dalla tovaglia candida, carichi di ogni ben di Dio, c'erano antipasti variopinti, grosse zuppiere di pasta e mille tipi di insalate diverse, il succulento aroma dei capretti allo spiedo riempiva l'aria , già traboccante di voci e di risate.
Tutti volevano congraturarsi con Edward e Isabella per il matrimonio e per il bambino, la notizia si era diffusa in un baleno, che addiritura a Isabella sempro di rubare la scena ai suoceri che erano i festeggiati.
Edward rimase tutto il tempo al fianco della moglie , gli teneva un braccio alla vita le presentava amici, familiari e personalità, e si preocupava se era stanca se avesse bisogno di qualcosa, ma l'accoglienza della famiglia di Edward era stata cosi calorosa e simpatica , che non sentiva nemeno la stanchezza  più.
Isabella penso di aver conosciuti tutti e si preparava a tirare il fiato con un bicchiere di limonata nelle mani, dalla folla usci un giovanotto con abbraccio una ragazza .
-Alici- chiamo lei.
-Che ci fai qua?
 Non immaginavo davvero che ci fossi anche tu!-
Sua sorella l'abbraccio e le presento Jasper, un suo " buono amico", poi gli indico con un dito Edwarde il sorriso si allargo.
- Non lo immagginavo neanch'io, fino a ieri sera, è stato il tuo strepitoso marito a chiamarmi e a organizzare tutto, solo per farti una sopresa.-
Isabella gaurdo il marito negli occhi ma lui portava gli occhili da sole .
-Ah, si?-
- Sicuro.
 È pazzo di te, lo sai, no?
 Specialmente adesso, con il bambino in arrivo , a proposito, congratulazione.-
Isabella cerco una conferma dal marito ma lui si nascondeva nei suoi occhiali scuri , senza smentire ne confermare.
Edward aveva fatto un bel gesto fare venire Alice fino li da Milano , un gesto dolce e inaspettato, e le avrebbe fatto piacere scoprire che era stato dettato dall'affetto che lui provava per lei .
Invece anche quella era una farsa che stavano recitanto , peccato che lei incominciase a sentirsi in colpa con tutte quelle persone perchè li stavano ingannando.
Nel tardo pomeriggio Esme Cullen, prese la nuora, con la scusa di mostrarle il giardino mentre ancora c'era luce. la portò via con sè, lontano dalla confusione, percorsero a braccetto i vialli  che portavano al  vigneto, e intando la madre di Edward le indicava la collina degli ulivi, e i confini della proprietà, da una parte  e dall'altra marcati da file di cipressi , alla fine arrivarono su un'ampia terrazza contornata da rose e cespugli di rosmarino, che si affaciava sull'ampia vallata che circodavano la città fortificata di Volterra.
- La nostra famiglia ha vissuto qui per molte generazioni- gli disse Esme sedendosi su una pacchina ed ammirando il paesaggio.
-Abbiamo anche una villa in città , e possiamo  fermarci in uno degli alberghi, ma questa resta sempre la  nostra casa.-
- Capisco benissimo il perchè - le disse Isabella .
 La dolcezza del paesaggio e qualcosa che va  dritta al cuore.
- Qui è davvero bellissimo.-
Esme sorrise e prese la mano della nuora tra le sue.
- Anche tu sei bellissima, mia cara, ti ho portato qui proprio per dirti quando significhi, per noi  avere qui te e Edward, grazie per aver reso la nostra festa speciale, mia cara.-
- Grazie a voi, per l'accoglienza che mi avete riservato, mi dispiace che non abbiate potuto venire a Sidney per il matrimonio.-
Isabella si blocco per cercare le parole giuste.
-È stato tutto cosi in fretta.-
-Lo capisco , cara- le disse Esme .
- Lo sai, Carlisle doveva ancora finire la sua terapia, e per noi non era il momento giusto per affrontare un viaggio , ma ti assicuro che la notizia del matrimonio gli ha dato una nuova energia .-
Esme le sorrise.
- E adesso, anche l'arrivo del bambino, siamo stati davvero molto  molto fortunati, sono sicura che da adesso in poi, la sua ripresa sarà ancora più rapida.-
Isabella vide la suocera asciugarsi una lacrima in fretta.
- I bambini sono una vera benedizione dal cielo.-
Isabella la strisse in un abbraccio, ma non parlo, per non impedire alla suocera di sfogarsi , se voleva farlo lei l'avrebbe ascoltata.
- Avevo quindici anni , quando ho sposato Carlisle- inizio a raccontare Esme.
- Ero cosi nervosa, non  ci eravamo mai visti prima, capisci?
 Ma lui , a vent'anni, era cosi bello e orgoglioso che non ho potuto fare a meno di innamorarmi al primo sguardo.- La guardo con un sorriso.
- Magari , a voi giovani sembra strana, l'idea di un matrimonio combinato.-
Isabella gli sorrise senza dire niente.
- E invece , eccoci qui  da allora sono passati venticinqueanni e noi siamo ancora insieme, tutto quello che volevo era dargli una famiglia felice, piena di bambini e di risate.-
Fece una pausa.
- Putroppo, non è andata cosi, abbiamo tentato per anni di avere figli, sempre senza successo, poi  quando già da molto tempo avevo abbandonato le speranze , sono rimasta incinta. Carlisle era al settimo cielo , ma non fummo fortunati, al sesto mese persi il bambino.-
Esme scrollo la testa e si asciugo le lacrime con un fazzoletto.
- Mi disperai e pensai che non mi sarei mai più ripresa.
 E invece poco dopo , il miracolo si ripetè, io rimasi incinta e Carlisle non volle sentire ragioni.
Mi portò dagli specialisti migliori, volle per me un'assistenza sanitaria continua, ventiquattr'ora su ventiquattro, e in pratica fini per rimanere nove mesi a letto.-
Isabella ascoltava in silenzo.
Lei rise , e poi  scrollò la testa.
- Credo che sarei impazzita, se anch'io non avessi desiderato cosi tanto quel bambino.
 Alla fine  il  parto arrivo, e  Carlisle non mi lasciò mai  neanche per un attimo, ma qualcosa andò storto e io ebbi un inizio di  convulsioni.
Mi trasportarono di corsa in sala operatoria, Edward nacque con un cesario e tutte due rischiamo la vita.
Dopo quella terribile esperienza , i medici mi hanno impedito di avere altri figli.-
- Per questo mia cara , la notizia di un nipotino in arrivo ci rende tanto contenti, per Carlisle è senz'altro la medicina migliore.-
Esme la guardò con affetto.
- Tu gli hai dato una nuova ragione di vivere, capisci? Ecco perchè siamo cosi felici di accoglierti nella nostra famiglia .-
Isabella si comosse quasi.
- Non solo nostro figlio ci ha portato una giovane donna intelligente e piena di fascino, ma questa donna ci darà presto un nipotino!-
Isabella cerco di non farsi vincere , dalla commozione , mise un braccio intorno alle spalle della suocera e la strinse forte a sè.
Ecco perchè Edward aveva detto, la sera prima che un bambino sarebbe stato il regalo perfetto per i suoi .
Lui conosce certamente tutta la storia.
Isabella senti qualcosa dentro di lei forse era orgoglio, o consapevolezza, comprensione ... Come si può rimproverare un uomo così disposto a cammminare sui carboni ardenti per i suoi genitori?
Come nn si poteva non amarlo?
Isabella era sconcertata, da dove gli era uscita quell'idea.
Lei non lo amava!
Isabella pensava che l'amore non c'entrava affatto, non faceva parte del contratto.
E allora perchè  tutto d'un tratto aveva smesso di pensare che Edward era un nemico?
Perchè  adesso non vedeva l'ora di averlo vicino, di sentire le sue mani che le accarezzavano la pelle, e di addormentarsi  abbracciatta a lui?

Che altro poteva essere se non amore?
Isabella si senti bloccare il respiro in gola, questo non doveva succedere, penso si era promessa a se stessa che mai e poi mai avrebbe donato il cuore ad un uomo.
Invece era successo.
Esme si accorse di qualcosa di strano.
- Che cosa c'è cara?
Non ti senti bene?-
Isabella rimase li seduta perchè  pensava  alle parole che non avrebbe mai pensato di dire.
-Io amo Edward.-
Penso con dolcezza.
-Sono inamorata di vostro figlio.-
Esme sorrisse e abbraccio la nuora e disse.
-Non hai  bisogno di dirmelo, cara.
Si legge nei tuoi occhi ogni volta che lo guardi.-
Si alzarono e Esme la presse sotto braccio e disse.
-E adesso torniamo alla feste, prima che tutti pensino che ci siamo perse.-.
I giorni che seguirono in Italia furono stupendi Isabella fu accolta come una figlia ,
Carlisle smbrava stare meglio sotto gli occhi di Esme.
Edward era diventato molto premuroso verso sua moglie, prenoto  per lei una visita con una specialista in città, che gli confermo  la diagnosi del medico e gli assicurò che la gravidanza procedeva bene.
Prima di rientrare a casa Edward porto sua moglie in una trattoria, dove mangiarono della pasta, e iniziarono a parlare di cosa aveva detto il medico, del battessimo e persino di quandi figli avvrebbero voluto in futuro.
Edwaerd aveva sempre immagginato di avere una famiglia numerosa, non voleva che il figlio fosse solo come lo era stato lui, e sua moglie era più  che d'accordo perchè  nn riusciva ad immagginare la sua vita senza le sue sorelle, e suo figlio nn aveva il dirito di crescere solo!
Isabella penso che era stata una single convinta, e ora invece parlava di figli e famiglia come se fosse una cosa naturale per lei tutto questo.
Non si limitarono solo a parlare di famiglia , ma di altri argomenti, come dell'architettura, alla politica di moda, degli alberghi Italiani, e i ristoranti e persino dei mercatini d'antiquariato della zona, semprava che volevano reccuperare il tempo perso che non c 'era stato prima del  matrimonio, finalmente iniziavano a parlarsi.
L'unico argomento tabù per lei era l'amore non intenteva rivelare i suoi sentimenti che aveva scoperto di provare quel pomeriggio parlando con la suocera, anche lei stendeva a credere cosa aveva capito finalmente, figuriamoci se Edward le avrebbe creduto, era stata  lei a dichiarare che non voleva rischiare di innamorarsi, di lui ed Edward era  d'accordo.
Non gli importava del suo amore, lui  voleva solo una famiglia e un erede, nel contratto non c'era nessuna clausola che specificasse altro.
E cosi Isabella nn disse niente a Edward del resto nn sapeva nemeno da dove iniziare per trovare le parole per dirgli cosa provava.
Isabella doveva imparare a convivere con il  sentimento appena scoperto di provare per suo marito.
Edward insiste a fare provare la Ferrari di Carlisle a sua moglie sulle strade della bellissima Toscana, mentre   rientravano a casa, lei che aveva sempre usato la sua Honda Coupe'!
Ogni comando di quell'auto e ogni leva erano diverse da tutti gli altri e richiedevano movimenti, complessi su cuoi bisognava prendere le misure con attenzione,  a pensarci bene lei nell'amore di certo nn si trovava sul sedile del guidatore.
 E nemeno il marito parlava mai d' amore, era soddisfatto di come erano andate le cose aveva ottenuto quello che desiderava nel minor tempo possibile.
Le emozioni non c 'entravano adesso tranne  quando erano sotto le lenzuola, li la passione e le emozioni, regnavano incotrastanti.
E chi aveva bisogno di parlare d'amore in quel momento, se l'amore si faceva ogni notte?
Trascorsero un Natale splendido in Toscana, con loro si aggiunsero  anche le sorelle di Isabella,
 Alice arrivo da Milano con il suo misterioso Jasper.
Arrivo anche sotto insistenza di Edward Rosali per festeggiare con le sue sorelle.
A Esme nn gli sembro vero di avere casa piena di giovani.
Isabella non si era sentita cosi felicè come in quel momento.
Il Natale non era mai stato cosi, a casa Swan, e Isabella non si sarebbe immaginata che il matrimonio si sarebbe rivelato cosi tanto felicè.
La paura di Isabella era che Edward tornase alle sue abbitudini da Play boy, ma d'un tratto le sembrò ridicolo anche se lui non l'amava, di sicuro non avrebbe rovinato tutto per una avventura, anche se lei pensava che lui non l'amava.









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Capitolo 14
*** capitolo 11 ***


capitolo 11 Ciao a tutti  mi scuso per il ritardo ma in questi mesi sto avendo problemi di saluti e problemi personali non so se riusciro a superarli ma no voglio ratristarvi
Sapete si pensa che si riesce a supperare tutto nella vita ma nn e sempre cosi e io nn so come uscirne voi mi fatte compagnia con le vostre storie e oggi ho cercato di scrivere un capitolo spero sia venuto bene .
Ho provato a scrivere questo capitolo per non pensare a cosa sto passando mi scuso se ci sono errori e nn so se sono riuscita a scrivere bene chiedo scusa in anticipo.
Accetto qualsisi critica buona ho cattiva buona lettura.


Dove eravamo rimasti .

Trascorsero un Natale splendido in Toscana, con loro si aggiunsero  anche le sorelle di Isabella,
 Alice arrivo da Milano con il suo misterioso Jasper.
Arrivo anche sotto insistenza di Edward Rosali per festeggiare con le sue sorelle.
A Esme nn gli sembro vero di avere casa piena di giovani.
Isabella non si era sentita cosi felicè come in quel momento.
Il Natale non era mai stato cosi, a casa Swan, e Isabella non si sarebbe immaginata che il matrimonio si sarebbe rivelato cosi tanto felicè.
La paura di Isabella era che Edward tornase alle sue abbitudini da Play boy, ma d'un tratto le sembrò ridicolo anche se lui non l'amava, di sicuro non avrebbe rovinato tutto per una avventura, anche se lei pensava che lui non l'amava.
 





Capitolo 11

Dopo aver trascorso un bellissimo Natale in toscana.
Il rientro a Sydney le sembró più caldo e afoso.
Il sole di quel tardo dicembre fondeva l'asfalto delle strade e  rifletteva  i suoi raggi nelle acque del porto.
Isabella si rimise a lavoro con molto entusiasmo non lo aveva mai  provato prima le Swan andavano a gonfie vele, il personale era soddisfatto e non passava giorno che non c' era il  tutto esaurito.
La fusione aveva fatto bene anche ai Culles e le sinergie in atto tra le due compagnie si traducevano in una nuova proliferazione di idee e innovazione incrociate.
Adesso la preoccupazione di Isabella era il Renée Haus.
Per Natale erano rimasti pochi ospiti, la maggior parte avevano provato una riappacificazione a casa, oppure andavano a passare le feste dai parenti.
Angela Weber e sua figlia erano tornate, dopo che le case del comune erano state distrute da un incendio, non si conoscevano le cause dell'incendio, forse era stato un corto circuito dovuto a qualche luce Natalizia, ma la polizia aveva dei sospetti.
Adesso che Isabella era tornata poteva occuparsi un pó di più speso della casa di accoglienza, avrebbe potuto trovare uno spazio più grande e nuovo come aveva progettato.
Mentre stava leggendo ultimo resoconto di Daphen quando entró a sopresa Edward nel suo ufficio e si chiuse la porta alle sue  spalle a chiave, Isabella in fretta nascose tutti i fogli , mentre Edward si avvicinava e si chino a baciarla.
-Ciao- gli sussurró, lei  con il respiro affrettato come la prima volta e le labbra a pochi centimetri dalle sue.
-Ciao- rispose Edward , senza spostarsi.
-Hai del lavoro da fare?-
Lei sorrise divertita.
-Perché?-
-Hai in mente qualcosa?-
- Oh niente solo un pó di relax.-
Le bació il collo, e poi la gola.
Lei senti subito l'eccitazione crescere, avevano fatto l'amore prima di colazione, eppure lo disiderava ancora, sarebbe mai finita questa vibrante tensione erotica che li divorava?
In un attimo si trovó in piedi, girata verso la scrivania, Edward dietro le sue spalle, in filló le mani sotto la camicetta di seta e le slacció in fretta il reggiseno, le sue carrezze le strapparano un gemito di piacere,
i baci sul collo accesero la passione e la pressione che sentiva contro le sue natiche le fece desiderare qualcosa di più.
Oh si subito.
Isabella si  appoggio  sulla scrivania mentre Edward le alzo la gonna da dietro, lo senti fare un apprezzamento quando vide che lei indossava il regalo che gli aveva fatto a Natale, Edward abbassó in fretta la cerniera dei pantaloni e le accarezzó le natiche, entró in lei con forza , non pensando all'impulso selvaggio di soggiogarla, di farla sua obbedendo solo al suo puro istito animale.
Le spinte si susseguirono, sempre più forti e la passione divampó finché un vulcano di sensazione esplose, dentro di loro in un crescendo sconvolgente e liberatorio, alla fine crollarono entrambi sulla scrivania, con il respiro ansante e i corpi svuotati di qualunque energia.
Isabella avrebbe voluto dirgli come si sentiva.
Avrebbe voluto dirgli che ormai non riusciva a immagginare una vita senza di lui.
Edward si era fatto strada nella sua vita e nel suo cuore, e gli aveva insegnato a fare l'amore ad ascoltare il suo cuore e il suo corpo e le aveva  insegnato a sentire, Isabella aveva bisogno di lui come l'aria che respirava.
Lei lo amava.
Edward si alzó le sistemó i vestiti prima di abbracciarla e baciare di nuovo.
Isabella alzó gli occhi perché voleva guardarlo in quei  bellissimi  occhi  verdi mentre pronunciava quelle parole Ti amo ma all'improvisso si fermo.
E  penso e se lui invece  non avesse voluto il suo amore?
Se non gli fosse importato nulla?
Dopotutto, possedeva il suo corpo, chi diceva che volesse anche il suo amore e il suo cuore?
In quel momento Edward la bació di nuovo con molta dolcezza , si sposto e la guardó con un sorriso.
-Che cosa ne pensi della mia idea di relax!-
Isabella lo guardó.
-Penso che sia un'idea di riprendere spesso.-
Lui gli fece un sorriso.
-Credo di potermi organizzare per accontentarti ma dovremo aspettare fino al mio ritorno, parto questa sera.-
-Parti?-
-Cosi presto?-
Isabella si sciolse dall'abbraccio, e penso.
Non avevano parlato di un prossimo viaggio, e tra due giorni sarebbe stata la vigilia di Capodanno, Isabella voleva fare una sopresa a Edward con una cenetta speciale e il fantastico colpo d'occhio dei fuochi d'artificio sulla baia del porto di Sydney, dalla vetrata del loro nuovo attico nuovo anno nuova vita.
-Ma come mai?-
- Ho alcune questioni da risolvere a Londra, devo andare.-
-Oh- Isabella si giró con la scusa di sistemarsi allo specchio che c'era all'angolo.
Certo lui era il proprietario di una grande catena di alberghi internazionali viaggiare faceva parte del suo lavoro.
- Qualcosa di grave?-
- Niente di cui  preoccuparsi, risolveró la cosa in fretta e poi torneró qui.-
- Ma devi proprio andare adesso?-
-Si.-
Edward si avvicino e la giró, per abbracciarla e  darle un bacio.
- Parto tra due ore. Ero venuto qui solo per salutarti.-
Isabella cerco di scherzare.
- Non dovevi disturbarti , potevi mandare una e-mail.-
Lei già sentiva un gran vuoto dentro.
Lui la guardó.
- Lo fai apposta, vero?-
- Che cosa?-
Disse lei.
-Di fingere che non ti importi, mentre non é cosi.-
- Che cosa vul dire ?-
- Che non  sei affatto contenta di vedermi partire. Perché cerchi di nasconderlo-
- Chi ha detto che non sono contenta?-
Isabella guardo il marito e rise.
- Il tuo relax mi mancherà molto del resto, tra noi c'é giusto del buon sesso.-
Mise una mano sul ventre.
-Il sesso e questo bambino, nient'altro.-
- Questo bambino lo hai detto come fosse un obbligo!-
Isabella lo guardó incredula.
-E non lo é forse?
Io non ho avuto scelta, tu non mi hai dato scelta.-
Le parole le uscirono di bocca con rabbia, come per compensare quelle che non avrebbe potuto dire perché lui stava partento, e la lasciava sola.
-Mi hai imposto un matrimonio che non volevo, e un figlio che desideravi solo tu ora ho soddisfatto tutti i termini del  contratto, quindi non ti devo più niente, di sicuro non ti devo nessuna spiegazione,  su come mi sento.-
Malissimo.
- Perché parli sempre del contratto?
Comunque sia ora siamo sposati , tu stai per avere mio figlio.-
- Ne parlo perché  senza contratto , non ci sarebbe stato nessun matrimonio e nessun bambino viviamo una farsa, non c'é nient'altro  tra noi oltre al contratto.-
- Capisco- rispose Edward, controlando a stendo la rabbia.
-Hai ragione non c'é nient'altro.-
Gli passó vicino giró la serratura della porta e la apri.
-Ti faró sapere quando saro di ritorno  magari questa volta manderó un'e-mail, come hai deto tu.-
E spari.
Oh, che stupida!
Isabella si sedette sulla sedia e pensava a cosa diavolo le era passato per la mente, era stata sul punto di dirgli che lo amava e poi solo un istante dopo lo aveva aggredito, e rifacciandogli persino il loro matrimonio.
Pero lui non aveva negato.
Non c' era niente tra loro solo un contratto.
Edward aveva avuto l'occasione per dirle che non era vero, ma non la fatto.
Lei era solo questo, sesso a disposizione e una macchina per fare figli.
Isabella gli aveva appena dimostrato la propria disponibilità li su quella scrivania .
Perció come poteva pensare che lui la considerase qualcosa di diverso?
E pensare che quasi gli stava dicendo che lo amava!
E sarebbe stato uno sbaglio .
Si asciugó gli occhi e cerco di riprendere a respirare normalmente.
A cosa gli serviva tormentersi ancora?
Sapeva fin dall' inizio che sarebbe andata cosi ora Edward  stava per partire  e lei aveva del lavoro da fare, si sedette e riprese in mano il rapporto che Daphne le aveva lasciato, sforzandosi di non pensare a Edward.

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Capitolo 15
*** capitolo 12 ***


capitolo 12






Ciao grazie a tutti per le parole che mi avette scritto in questo momento sono stata di conforto, infatti ho provato a scrivere un altro capitolo anche se ancora nn riesco a superare cosa mi sta succedento ma grazie a voi ho provato a scrivere spero vi piace e scusate per gli errori,
Spero vi piace questo capitolo e scusate ancora se nn e scritto bene .



 






Capitolo 12

Mentre Edward aspettava nell'attico  delle Calles si versó un bicchiere di Wisch, e guardó l'orologio, lei doveva  arrivata fra poco dovunque guardava sia dentro che fuori  si vedevano i festeggiamenti per la vigilia di Capodanno.
Guardó attraverso la vetrata dell'attico  che si affacciava sulle luci del Notting Hill, e penso che a quest'ora a Sydney era già l'alba, chissa se Isabella sospettava qualcosa perchè negli ultimi tempi era stato attento a non tradirsi e di comportarsi da marito perfetto.
Si porto il bicchiere  di Wisch alle labbra e lo beve tutto d'un fiato il liquore gli ammorbidi la gola e gli riscaldó lo stomaco, a quando sembrava Isabella non la pensava allo stesso modo.
Senti bussare alla porta posso il bicchiere in fretta, apprezzava molto la puntualita nelle persone, specilamente nelle donne che voleva incontrare.
Apri la porta.
-Carissimo Edward!- disse Kristen mentre lo abbracciava, aveva portato con se una bottiglia di Don Pérignon, entro in stanza senza che fosse stata invitata.
-Sono cosi contenta di rivederti!-
-Kristen- rispose lui si accorse subito che aveva bevuto molto champagne, Edward si allontano subito da lei perché stava avvicinando le labbra alle sue con intenzione ben evidente di baciarlo.
Lui la guardó e disse.
- Come hai fatto a trovarmi, questa volta?-
Kristen gli rispose  mentre si avvicinava al mobile bar cercando di aprire la bottiglia.
-Ho spie dappertutto, mio caro.-
-Qualcuno ti ha visto all'aereporto di Heathow, e io sapevo che ti avrei trovato qui. Non é meraviglioso che io e tu ci troviamo qui a Londra insieme per ultimo dell'anno?
Non sei contento di vedermi?-
Mentre cercava  di aprire lo champagne agitó la bottiglia e quando salto il tappo la schiuma usci e lei si guardo in giro e disse.
-I bicchieri! Presto!-
Edward prese un calice dal mobile bar e glielo porse.
-Solo uno?-
Lei lo guardó .
- Non vuoi brindare con me al nuovo anno?-
- Ero cosi contenta quando ho saputo che eri qui, non ne posso piú del mio agente, non vedevo l'ora di sfuggirgli.- disse Kristen.
- No . Io non bevo grazie- rispose Edward.
-Anzi  credo che dovresti proprio andare via  Kristen, aspetto qualcuno che arriverà da un momento all'altro.-
Lei lo guardó con il bicchiere in mano e con gli occhi che gli diventarono due fessure.
-Una donna?-
-Già.-
Una luce brilló negli occhi di kristen.
Come aveva potutto trovarla attraente?
Anche se aveva dei liamenti perfetti ed era molto sex, e il vestito che indossava metteva in evidenza le sue forme, ma nonostante tutto Kristen non reggeva il confrondo con Isabella.
anzi nessuna donna che era stata con lui o aveva avuto possedeva lo spirito e la forza e il carattere che aveva sua moglie, nessuna era alla sua altezza.
Edward respiro, sua moglie gli mancava molto e più di quando poteva immaginare.
-Allora é finita, la tua commedia , io l'avevo capito subito, che non poteva durare.-
-Mia moglie- rispose lui mentre l'accompagnava verso la porta.
- E a casa a Sydney , e aspetta il nostro primo figlio, ora se vuoi scusarmi.-
- Santo cielo, è già incinta?-
Kristen lo guardò.
- Be', congraturazioni! Lasciami fare un brindisi.-
Torno indietro verso il mobile bar , mentre Edward apettava vicino la porta, sperando che si decidese di andare via.
- Te ne vai?- le disse Edward.
Kristen presse un bicchiere di champagni, lo alzò verso di lui per fargli le congraturazioni per il bambino e poi lo beve.
- Okey,  Okey. Me ne vado so capire quando non sono desiderata. -
- Ma prima devo usare il bagno, dov' è  in questo posto, Edward? Ah si di fianco alla camera da letto.-
Edward la guardò sparire in bagno mentre l'aspettava davanti la porta per farla uscire dalla stanza, e dalla sua vita.
Senti bussare di nuovo e  per un momento non sapeva cosa fare si passò una mano tra i capelli nervoso doveva prendere una decisione e in fretta perchè la donna che si trovava dietro la porta poteva anche andarsene, ed era stato difficile farla venire per potergli parlare.
Apri la porta, ma in quel momento senti squillare il telefono in camera, penso che chi era in quel momento doveva lasciare un messaggio perché per lui era importante parlare con quella donna che guardava con aria dubbiosa fuori della sua porta.
Si rese conto che non sentiva piú squillare il telefono.
Lui era impegnato a osservare nei dettagli la donna che aveva davanti.
Era una donna vestita elegantemente , di altezza media e ben proporzionata, capelli grigi e qualche ruga sul viso ovale facevano vedere un'eta non piú giovane.
Edward le prese la mano e capi che era riuscito a trovarla.
In quel  momento Kristen usci dal bagno e guardó la scena.
-Ci conosciamo?-
Guardando la signora con i capelli grigi.
Scrolló la testa.
-No direi proprio di no.-
Lui non ci penso proprio a presentare la donna a Kristen, non vedeva l'ora che lei sparisse da li, prima che la donna cambiase idea e andase via.
Lui si sposto per farla uscire Kristen lo guardó e disse.
- Oh, a proposito. Ho risposto al telefono per te visto che eri occupato.-
-Chi era?-
Chiese Edward arrabbiato.
- Non lo so  ha riattaccato.-
Rispose Kristen pesantemente.
- Forse qualcuno che aveva sbagliato numero.-
Lo guardó mentre andava via e gli disse.
- Mi dispiace dirtelo tesoro, ma i tuoi gusti, in fatto di donne sono nettamente peggiorate.-
Edward rispose.
- Ti sbagli, i miei gusti non sono mai migliorati tanto,- mentre chiudeva la porta.
Isabella era incredula, si era sentita in colpa dopo la discussione che aveva avuto con Edward non si dava pace.
Come aveva fatto a comportarsi in quel modo stupido era ridicolo?
In quei giorni aveva finalmente deciso di chiamare Edward e chiedergli scusa per la discusione che avevano avuto e voleva fargli gli auguri di felice anno nuovo, e gli avrebbe detto che gli mancava molto e che non vedeva l'ora che tornase.
Isabella penso che gli avevano passato la stanza sbagliata ma poi riflette che la donna aveva un accento americano a da li capi che era Kristen era a Londra nella stessa camera del marito.
Isabella aveva chiuso subito e si malediva mentre teneva in mano il telefono che era stato portatore di cattive notizie, si senti svuotare dentro e gli mancava l'aria dentro .
Perché diavolo si comportava cosi?
Ma poi  perché si soprendeva, lo aveva sempre saputo che era un Don giovanni e che una donna come lei non gli bastava.
Penso che lui aveva gia trascorso la notte delle nozze con Kristen, ora erano a Londra insieme a festeggiare il nuovo anno eco perché aveva cosi fretta di partire perché aveva appuntamento con la sua amante, e cosa stavano facendo poco importava.
Isabella si straio sul letto disperata e piangendo, e pensare che c'erano stati momenti in cui pensava che il suo matrimonio, potesse funzionare e potevano  diventare una vera famiglia felice e pensare che stava per dirgli che lo amava.
Credeva che in quelle notti passate cosi intessamente anche lui gli avrebbe detto che l'amava.
Invece si era illussa era stata tutta una farsa perché come tutti i dongiovanni non era capace di amare , e non  l'avrebbe amata mai, doveva andare via non poteva rimanere li in quella falsa.
Non poteva vivere come sua madre penso Isabella, ad aspettare il ritorno del marito, ad aspettare un po di affetto, tra una donna e l'altra non si sentiva abbastanza forte per sopportare tutto questo.
Edward non l'avrebbe mai amata, mise una mano sul ventre giá sporgente, aveva una  responsabilitá verso quel bambino doveva farlo crescere in una famiglia felicé e in un abbiente sicuro e sereno, non poteva fargli passare un'infazia come era successo a lei e le sue sorelle con un padre assente e una madre fragile e infelice.
Si alzó velocemente dal letto per  correre in bagno e chinarsi sul water e vomitare anche l'anima.
Edward provo a chiamare sua moglie ma non rispondeva nessuno ne al telefono e ne al cellulare, e i dipendendi non l'avevano vista ed Edward iniziava a essere in pensiero.
Perché se era lei al telefono quando a risposto Kristen.
Oh merda.
Non voleva nemeno pensarci, ormai i festeggiamenti erano finiti e a Londra gia nevicava, era stata una notte moltó lunga per  convincere quella donna a partire con lui non era stato facile, e fra poco si sarebbero imbarcati per Sydney, e magari sul aereo avrebbe dormito un pó ma non prima di sapere come stava sua moglie.
Non vedeva l'ora di rivederla, e vedere i suoi occhi color cioccolato e pieni di luce e di gioia per la sopresa che gli avrebbe portato.
E prima di imbarcarsi riprovo a chiamare la moglie.













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Capitolo 16
*** Avviso ***


Ciao a tutte ho un problema nn riesco a aggiungere il capitolo nuovo nn posso usare il PC perché nn va e volevo usare il tablet ma nn riesco ad aggiungere il capito chi mi può aiutare

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Capitolo 17
*** capitolo13 ***


capitolo13
Ciao a tutti so che e passato un po da quando ho postato ma nn e stato un anno facile per me con i problemi di
salute che ho ho iniziato a scrivere questo capitolo mentre ero in ospedale per fare pasare i gironi
adesso sono a casa ma nn e facile andare avanti ho sempre controli da fare ma va bene cosi
non voglio annoiarvi con la mai storia.
Dobbiamo superare anche questo periodo di questo virus percio restate a casa e seguite sempre le regole
cosi solo so tornera alla normalita.
adesso vi lascio leggere il capitolo nuovo spero vi piace e scusate se ci sarano errori accetero qualsiasi critica.








Capitolo 13
Isabella  era andata via da Edward e si era rifuggiata alla casa famiglia, la sua camera si trovava
al primo piano e le finestre davano sulla strada, era pulita e piccola e non c'era niente che le ricorda Edward.
Daphne si soprese quando la vide arrivare con la valigia, voleva fargli qualche domanda ma non lo fece
dopo che si accorse che aveva pianto, l' accompagno in camera.
Isabella le fu gratta di non averle  fatto domande, adesso di come stava non era in grado di dare spiegazioni
a nessuno proprio perchè lei stessa non sapeva cosa stava succedendo.
Aveva bisogno di  stare sola e sdraiarsi un po  e pensare a cosa  stava succedendo con suo marito, grazie a Dio non 
aveva detto a Edward della Renèe Haus.
Più in la avrebbe dovuto prendere una decisione per lei e per il bambino , ma per il momento
li si sentiva al sicuro, non aveva voglia di uscire dalla stanza  nemeno per dare una mano ne
per cucinare, o preparare il tavolo ho chiachierare un pò con gli altri ospiti della casa famiglia,
aveva bisogno di restare sola a recuperare un pò di sonno.
Ma senti una risata dal corridoio era Valentina Weber, quando era arrivata l'aveva vista giocare sul
pianerottolo a vestire e svestire la sua collezione di Barbie.
Parlava con loro le sgridava le coccolava e gli dava anche la sua voce era un chiacchierio che non dava fastidio.
Isabella sorrise tra sè avrebbe avuto un bambino, o una bambina?
Si le sarebbe piaciuto avere una bambina, e se fosse stato un maschio?
Suo figlio sarebbe stato come suo padre, alto, forte e bellissimo, e avrebbe conquistato il cuore di molte ragazze,
come aveva fatto suo nonno, avrebbe spezzato il cuore a qualche ragazza come aveva fatto suo padre con lei.
Isabella penso che c'erano troppi cuori spezzati, perchè in quel momento ci doveva essere anche il suo?
Era arrivata l'estate all' improvviso negli ultimi giorni il caldo era insopportabile e la città si era trasformata in un forno,
tutte le persone stavano preparando armi e bagagli per sfuggire dal caldo infernale, della città per trovare un pò di refrigerio vicino le spiagge della costa, e un posto vicino l'acqua.
Le strade erano deserte nessuno si sarebbe mai avventurato in quelle strade infernali.
Daphne propose di passare una giornata in spiaggia con quel caldo, ma Angela rifiutò perchè non stava bene
e Valentina senza sua madre non voleva andare.
Isabella rifiuto perchè ancora non si sentiva di stare in mezzo alla gente si sentiva ancora troppo confusa
da cosa le stava succedendo.
La casa famiglia era cosi sileziosa, si sentiva solo la voce di Valentina che giocava con le
sue Barbie sul pianerottolo, sua madre era andata in stanza a sdraiarsi un pò
sperava riuscise a riposare un pò, invece Isabella era sul divano nella stanza comune, a
leggere un libro aveva le tende tirate e il clima accesso per fare rifrescare la stanza.
Ad un tratto Isabella senti uno strano rumore come di vetri rotti, subito dopo senti Valentina
gridare e uno strano odore di brucciato.
Oh Dio Valentina!
Isabella si  alzo di scatto dal divano e corse verso le scale dove aveva sentito Valentina
gridare nel tentativo di raggiungerla, ma era in possibile chi  aveva gettato qualunque cosa all'interno della
casa aveva già provocato molto fumo e anche delle fiamme che avevano avvolto le scale.
Inizio a suonare l'arme anti-incendio diverse volte.
Angela arrivo di corsa dalla stanza dove era a riposare, provo a raggiungere la figlia ma non poteva perchè le scale
erano piene di fumo,inizio a disperarsi.
-Che cosa succede?-
Chiese Angela a Isabella e nel frattempo si senti  gridare di nuovo Valentina,
Angela alzo lo sguardo verso la figlia.
-Oh Dio mio.-
Angela voleva raggiungere la figlia a tutti i costi provo di nuovo a salire le scale ma era troppo tardi le fiamme le avevano avvolte, Isabella la fermo per un braccio e gli disse.
-Non possiamo salire vai fuori e chiama i vigili del fuoco.-
-Valentina.-
Angela continuava a chiamare la figlia cercando di salire ma Isabella la fermo di nuovo e gli grido.
-Vai a chiamare i vigili!-
E la spinse verso la porta e lei finalmente obbedi.
Valentina inizio a piangere ma Angela non poteva sentirla era gia  fuori, le scale erano infiamme e Isabella non poteva
raggiungerla e nemmeno la piccola poteva scendere , ormai tutte le stanze erano in pericolo.
Isabella cerco di chiamare Valentina ma ormai aveva la gola intrissa di fumo ma lei sperava che la bimba la sentisse.
-Vai nella tua camera, e chiudi la porta, vedrai che fra poco arriverano i vigili del fuoco.-
Nemmeno Isabella lo sperava che arrivassero presto usci di corsa fuori tossendo, alzo gli occhi dove c'era la comera di Valentina ma non vide nessun movimento, e non sentiva nemmeno sirene in arrivo e penso che fine avevano fatto
i vigili del fuoco?
Ma dove erano finiti tutti quando c'era bisogno di aiuto.
Isabella  doveva fare qualcosa in fretta, si direse nel giardino dietro la casa dove
sperava di trovare qualcosa che la potese aiutare, infatti trovo una vecchia scala di legno  era un po danegiata ma le sempro abbastanza solida da sostenere il suo peso.
Con tutta la forza che aveva la solevo e la appoggio al muro della casa sotto le finestre della camera dove si trovava valentina,
cosi lei poteva salire e guardare dentro come era la situazione nella stanza,
sistemo la scala il più stabile possibile.
Isabella si guardò in giro ma non  si sentivano  sirene, cosi prese una decisione che doveva salire,
prese un bel respiro e inizio a salire, mentre saliva guardo verso le finestre e vide che iniziava a uscire del fumo,
da sotto le finestre, non aveva scelta doveva continuare a salire.
Isabella cerco di  non guardare giù che non era cosi alto in fondo, arrivo fino al davanzale della finestra, si
alzo su le mani per poter guardare dentro la stanza attraverso le finestre, fortunatamente c'era una fessura tra le tende che le permise di guardare dentro, e si accorse che da sotto la porta iniziava ad entrare del fumo.
Ti prego signore, fa che Valentina sia al sicuro.
Con gli occhi guardo dentro la stanza e vide una scarpa e una gamba, di Valentina si era nascosta sotto il letto,
era terrorizzata, da cosa stava succedendo dietro la porta.
-Valentina-la chiamo Isabella attraverso la finestra ma la bimba si spaventò sempre di più, nel frattempo
il fuoco iniziava entrare da sotto la porta e da un momento all' altro poteva invadere la stanza.
Isabella sapeva benissimo che non si doveva entrare in un edificio in fiamme,
che solo una piccola corente d'aria avrebbe fatto divampare di più le fiamme ma doveva
fare qualcosa c'era in gioco la vita di una bambina, se ci  fosse stata sua figlia
li dentro avrebbe sperato che qualcuno la salvase.
Finalmente i vicini iniziarono a uscire dalle casa per capire cosa stava succedendo, e iniziarono
a riempire secchi d'acqua nel tentativo di fermare l'incendio prima che arrivase anche nelle loro casa,
ancora non si sentivano le sirene dei soccorsi.
Isabella non poteva aspettare i soccorsi doveva correre qualche rischio si guardò in torno se c'era qualcosa con cui poteva rombere il vetro della finestra ma niente, allora penso alle scarpe alzo una gamba e se ne  tolse una e
inizio a battere il tacco sul vetro fino che si frantumo, entro la mano per arrivare alla chiusura della finestra e
finalmente riusci ad aprire con una spinta verso il pomello, spinse con tutta la forza e riusci ad aprire la finestra,
fu investita da un ondata di fumo.
-Valentina!-
urlo cercando di non soffocare dal troppo fumo.
-Stai giù ora vengo a prenderti.-
Isabella sali sul davanzale con tutte le sue forze e tiro le tende, si strapparono subito lei penso che ci avrebbe voluto di più
di tempo invece cedettero subito, meglio cosi sarebbero servite a coprire le scheggie di vetro che c'erano per terra.
nel frattempo Isabella senti arrivare in lontananza le sirene finalmente, e penso se doveva
aspettare i soccorsi o entrare,  ma vedeva che fumo e  fuoco iniziava ad entrare da sotto la porta doveva fare in fretta,
non c'era tempo di aspettare i soccorsi.
Cosi con un sforzò, Isabella entrò dentro la stanza, anche a rischio della sua stessa vita.
Si aiuto con le braccia che appoggio sul davanzale della finestra e si lascio cadere dentro sopra le
tende che coprivono i vetri della finestra, ma senti qualcosa e capi che si era ferita ad una gamba ma non aveva il tempo
di guardare, anche perchè il fumo gli impediva di vedere.
Inizio a strisciare a testa bassa verso la direzione dove si trovava nascosta Valentina.
Inizio a chiamarla per farla tranquillizzarla, ma non ebbe risposta,
    Isabella batte contro qualcosa era il letto dove era nascosta
la bimba, inizio a tastare sotto, finche non tocco una gamba della bimba e cerco di tirarla verso di sè
 mentre continuava a chiamarla.
-Valentina!-
Ma non ebbe risposta le presse il panico, erano passati solo pochi secondi da quando l'aveva vista
muoversi, non poteva essere morta, la tirò verso di lei con tutta la forza a costo di farle male, nel
frattempo vedeva che da sotto la porta il fuoco si avvicinava sempre di più penso che la bambina era leggera,
cosi la trascinò fuori da sotto il letto e la presse in braccio, la testa si rovescio indietro senza vita.
Isabella  non aveva tempo di controllare dovevano uscire di la guardo da dove era venuta,
tutto ormai era nero dal fumo e cenere, con la bambina in braccio non poteva strisciare a terra,
e doveva trovare la finestra dov' era entrata per salvasi da quell'inferno.
Isabella  doveva uscire da li non solo per lei ho per la bambina che stava
salvando ma anche per il figlio che aveva in grembo,
penso a Edward con un ultimo brandello di lucidità.
Edward mi dispiace tanto.


I




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Capitolo 18
*** capitolo 14 ***


capitolo 14
Ciao a tutte eccomi di nuovo qua scusate il ritardo ma ancora nn sto combattendo per superare cosa mi e successo
ho cercato di finire il capito in questi giorni per distrarmi un po e non pensare spero vi piace e scusate se ci sono
errori e spero vi piace buina lettura.

Dove eravamo rimasti
Isabella penso che doveva uscire da li dentro non solo per lei ho per la bambina che stava salvando ma
anche per il figlio che aveva in grembo,
penso a Edward con un ultimo respiro e un ultimo brandello di lucidita
Edward mi dispiace tanto.


Capitolo 14

Edward sapeva dove trovare sua moglie.
Mentre guidava nel quartiere dove sapeva che Isabella aveva creato la casa famiglia,
 vide del fumo alzarsi proprio dove si trovava la casa.
Per Edward era stato abbastanza frustante non riuscire a parlare con lei da Londra ma scoprire,
una volta a Sydney che sua moglie se n'era andata l'aveva fatto impazzire.
- Perchè era arrivata a tanto perchè lo aveva fatto-
non riusciva a capire si avevano avuto quella brutta litigata prima della sua partenza, ma Isabella non
era il tipo che lasciava il campo per una cosa simile infatti gli era piacciuta subito per il suo
carattere forte e il suo spirito battagliero.
Arrivò in fondo la strada dove si trovava la casa famiglia, non aveva mai detto alla moglie che sapeva
del suo segreto, cosi Edward andava a colpo sicuro, sapeva di trovarla li.
Edward si accorse del fumo nero era vicino e pensava che qualche casa vicino alla Renèe Haus andava a fuoco,
invece era proprio la Reneè Haus che andava in fiamme  e le fiamme  erano alte e uscivano dalle finestre e dalla porta e i mattoni della
facciata lambivano.
Edward penso dove erano i soccorsi?
Avanzo di qualche passo poi presse il cellulare e compose il numero dei soccorsi,
-tre minuti e siamo li-
gli rispose l' operatore con tono calmo.
Edward fermo l'auto e scese velocè, e guardo tutte le persone che c'erano l'intorno Isabella non era tra loro,
si avvicinò a una donna in preda a una crisi di pianto e gridava nervosamente e chiamava la sua
bambina, mentre un' altra la cercava di calmare senza riuscirci,
-abiti qui?- chiese.
Angela lo guardo con occhi pieni di lacrime e il viso in una maschera di terrore alzò un braccio
verso la casa in fiamme e urlo il suo nome
-Valentina-
-Isabella - chiese Edward.
- Dov'è Isabella?-
Con un gesto Angela indico la casa in fiamme.
-No!-
Edward penso che lei non poteva essere ancora li dentro,
la casa era tutta in fiamme e lei non poteva essere la dentro, magari sul retro era diverso.
La porta era aperta senza perdere tempo Edward percorse il corridoio e usci dall' altra parte, vide una scala di
legno appoggiata al muro , e due gambe che sparivano all' interno della casa.
Erano le sue gambe!
Edward la chiamo
-Isabella- non aspetto risposta.
Corse verso la scala e inizio a salire la scala inizio a scricchiolare ma lui non ci fece caso
doveva arrivare dove era sua moglie in alto.
Il fumo usciva a ondate dalla finestra ed era denso e nero
da lontano inizio a sentire le sirene in arrivo ma lui non poteva aspettare il loro arrivo.
Con movimento rapido si alzo sul davanzale per entrare dentro la stanza, dentro era una fornace
le fiamme stavano per fare cedere la porta e se succedeva era la fine,
inizio a chiamare la moglie in quell' inferno ma non ebbe risposta.
Edward si mise subito un fazzoletto sul naso, lei era li doveva trovarla, senti un suono
forse qualcuno che tossiva, poi senti qualcosa che colpiva la sua gamba anzi qualcuno.
Edward si abbassò e tese una mano e trovò una spalla, era un corpo scosso da una tosse convulsa,
era sua moglie cerco di aiutarla ad alzarsi e di farla andare verso la finestra , ma capi che Isabella teneva qualcuno in
braccio nel frattempo la porta crollo e le fiamme entrarono dentro la stanza.
Edward tolse la bambina dalle braccia di sua moglie e se la carico in spalla e con un braccio cerco di
indirizzare Isabella verso la finestra ma non riusciva a trovare la scala, ma con aiuto di suo marito riusci a scendere
la scala ed arrivare fino a terra, e intanto la stanza era avvolta nelle fiamme,
in un attimo fu un' inferno.
-L'inferno era stato vedere sua moglie sparire all'interno della casa.-
-L'inferno era stato chiedersi se l'avrebbe mai più rivista.-
Adesso con Valentina  sulle spalle Edward scalvaco il davanzale e trovo la scala fece in tempo ad uscire ho poteva
 essere investito dalle fiamme e fumo nel frattempo erano arrivati i vigili del fuoco in gran numero, discese gli ultimi gradini fino ad arrivare a terra, qualcuno gli tolse la bambina dalle braccia e la portò verso l'ambulanza.
-E salva ! respira!-
Senti gridare e poi senti dire .
-Sei un eroe, amico- lui scrollo la testa.
Il vero eroe non era lui ma sua moglie se non avesse deciso di entrare e andare a cercare la bambina
sarebbe morta.
Isabella all' improviso si trovo circondata da uomini in divisa che gridavano e cercavano di spegnere le fiamme,
erano i vigili del fuoco, adesso si spiegava tutto.
Chissà perchè aveva pensato che era stato Edward a tirarla fuori da quell' inferno, ma non poteva essere lui.
Edward si trovava a Londra con Kristen, e anche se era a Sydney non poteva sapera dove si trovava lei.
La mente in quel momento le stava facendo brutti scherzi, la salirono in ambulanza e le fecero
indossare la mascherina dell' ossigeno, la mascherina puzzava di plastica ma lei non si
lamento anzi respiro avidamente, mentre i polmoni doloranti iniziavano lentamente a espandersi,
subito le vene in mente un pensiero sposto la mascherina e chiese.
-Valentina!- chiese a un infermiera che in quel momento cercava di toglierli una scheggia di vetro dalla gamba.
- La bambina ? Sta bene la stano portando in ospedale.-
L'infermiera la guardo e disse.
- E in buone mani sta tranquilla.-
Lei si senti solevata appoggio la testa sul cuscino e si rimise la mascherina di ossigeno.
Valentina era viva!
Le importava solo questo e anche se Renèe Haus era distrutta non le importava avrebbe trovato un altro posto
con tanto spazio come aveva progettato, continuo a respirare ma si ricordo di chiedere un altra cosa
 voleva sapere chi l'aveva salvata si sposto di nuovo la mascherina e chiese all'infermiera.
-Chi è il vigile del fuoco che è venuto a prendermi? voglio ringraziarlo.-
-Non era un vigile mia cara- rispose l'infermiera.
si guardò in torno e lo indico con un ceno.
- E quel tipo là, con la camicia che un tempo era bianca ... E uno dei tuoi vicini?-
Isabella si solevo e guardò ma per un momento vide solo uomini in divisa poi si spostarono e lei senti un tuffo al cuore.
Edward!
Era con il viso nero dal fumo e la camicia fatta a bradelli, era impazziente di liberarsi del medico che lo stava visitando
solo che in quel istante come richiamato alzo gli occhi verso ambulanza dove c'era sua moglie e
 si scontro con lo sguardò di sua mogli che gli ando dritto al cuore.
Isabella pensava che il prossimo incontro con il marito sarebbe stato di urla accusse e pieno di amarezza,
invece quello sguardo fece piazza pulita di Londra di Kristen e perfino di essere infelice e di essere fuggita da suo marito,
e di dover essere infelice come lo era sua madre, perchè suo marito le aveva salvato la vita, anzi aveva salvato tre vite la sua quella di Valentina e quella del loro bambino, e si era salvato anche lui.
- No. non è un vicino- rispose Isabella senza abbassare lo sguardo dagli occhi di Edward.
- E' mio marito.-
Finalmente poteva tornare a casa dopo una notte trascorsa in ospedale in  osservazione, ancora si  sentiva l' odore di fuoco
adosso e Isabella non vedeva l' ora di andare a casa e potersi fare un bagno rilassante.
Mentre stavano tornamdo alla Maison Swan, si scambiavano poche  parole ma Isabella non sapeva 
della bellissima  sopressa che l'aspetttava.
In ospedale non avevano parlato e non era il luogo dove potevano chiarire avevano solo valutato di come Isabella si fosse ripressa cosi in fretta.
Edward aveva aiutato sua moglie a trovare un'altra sistemazione provisoria per le persone
della casa famiglia, non avevano battuto ciglio nemeno quando Daphne Davis era passata a prendere
istruzioni e assicurazione cosi loro potevano stare tranquilli.
Isabella penso che prima ho poi dovevano parlare delle questioni che avevano in sospesso, lo sapevano entrambi,
mentre stavano per arrivare alle Maison Swan Edward gli presse la mano di sua maglie tra le sue lei lo guardò sopresa,
per tutta la durata del viaggio si erano a malapena scambiatti qualche parola, e adesso invece gli
stringeva la mano.
- Isabella - la chiamo Edward,
-ho portato con me qualcuno da Londra, questa persona voleva venire a trovarti in ospedale, ma l'ho pregata di attendere in albergo.-
Isabella si irrigidi e chiuse gli occhi.
Oh Dio per favore , fa' che non sia Kristen penso Isabella mah possibile che Edward arrivase a tanto !
- Chi è?- chiese.
L'auto arrivo nel viale dell'albergo.
-Tra poco lo vedrai da sola,
lo so che hai bisogno di rinfrescarti, ma questa persona è molto ansiosa di vederti.-
L'auto si fermo e l'autista scese per aprire lo sportello, Edward scese e porse la mano a sua moglie per aiutarla a scendere
poi mano nella mano percorsero il corridoio dell'albergo dove si trovava un salottino privato, venendo dall'esterno era  inondato di luce Isabella per un momento chiuse gli occhi doveva abbituarsi alla luce, poi si guardo in torno e vide seduta una donna
su uno dei due divani.
La donna si alzo e inizio a camminare verso di lei,nel frattempo Isabella si fermo e la guardò attentamente ed
ebbe mille  ricordi.
Nel frattempo la donna si avvicino e l' abbraccio,
-Isabella - la chiamo con voce comossa e le lacrime agli occhi.
-E' un sogno rivederti di nuovo.-
Lei le guardò il viso alla donna e non era difficile riconoscerla.
-Mamma, sei proprio tu?- chiese Isabella con le lacrime agli occhi.



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Capitolo 19
*** capitolo 15 ***


capitolo 15
Buona sera a tutte le amiche di epf sono tornata so che nn publico da un po ma quest'anno e questi mesi non sono stati belli per me ne nella vita privata che di salute .
Pero ho letto le vostre storie che mi hanno fatto molta compagnia ringrazio molto per il sostegno che mi ha datto Loverrrr anche per la disponibilita grazie di cuore e ringrazio tutti chi segue le mie storie .
Vi lascio al capitolo spero vi piace.






Dove eravamo rimasti
Ebbe un torrente di ricordi.
La donna le si avvicino e l'abbraccio
-Isabella- la chiamo con la voce comossa e le lacrime agli occhi.
-E un sogno rivedertidi nuovo-.
Lei guardo il viso della donna, oh non era difficile riconoscerlo.
-Mamma, sei proprio tu ?-
le chiesse Isabella in un soffio.


Capitolo 15

Finalmente poteva riabbracciare sua madre dopo anni e anni di crederla morta era

un momento molto emozionante e speciale per entrambe, dopo anni di dolore e separazione
Dopo quel lunghissimo abbraccio cosi emozionante si accomodarono sul divano nel frattempo Edward guardava la
scena dal divano vicino il cammino.
- Ma com'è possibile ?-
Chiese Isabella dopo aversi ripresso dalla sopressa e dal emozione di rivedere sua madre viva.
- Ti credevamo morta. dov' eri?-
-Lo so -rispose Renèe mentre stringeva sua figlia ancora nelle sue braccia.
-Ti devo una spiegazione, e tu hai tutte le ragioni per rimproverarmi, ma lasciami dire
prima che quella di lascire voi e stata la decisione più straziante di tutta la mia vita.-
Isabella ripenso a quella sera e divento triste 
-Le gemelle avevano bisogno di te.-
Renèe abbraccio Isabella e inizio a piangere,
-Non ho avuto scelta tesoro, tuo padre non mi ha dato scelta.-
-Mio padre?-
Renèe abbasso lo sguardo e sua figlia capi,
- Lo so che non eravata felici insieme , ma come ha potuto convicerti ad abbandonarci, no capisco.-
-E stata colpa mia.-
rispose la madre .
-Non eravamo felici, tuo padre non mi amava e io non riuscivo più a tollerare i suoi
continui tradimenti.-
-Ed è per questo che sei andata via e ci hai lasciato,- chiese Isabella .
-No c'è di più- rispose sua madre mentre si asciugava le
lacrime che gli rigavano il viso, si fermo un momento per riprendersi e poi inizio a raccontare.
- Io lo amavo , e credevo che anche lui mi amase era quasi una follia!
Cosi ho pensato che il modo per farlo impazzire di gelosia fosse tradirlo.
Ho scelto il più forte e il più aitante dei nostri dipendenti e l'ho sedotto, come avevo
previsto tuo padre ci sorpresse in camera.-
Si fermo per riprendere fiato e bere un bicchiere d'acqua.
Isabella la guardo e gli chiese di continuare il racconto, mentre negli occhi della madre si leggeva
tutto il dolore di quei momenti.
-Scoppiò a ridere rimase li a guardarci divertito, come se fosse la cosa più normale del mondo.
Il mio amante fuggi e io incominciai a inveire contro di lui e  colpirlo con tutta la forza che avevo,
volevo fargli  provase tutto quel dolore che provavo io ogni volta che  lui mi tradiva,
si arrabbio e se ne ando via dalla stanza,  lasciandomi li disperata.
- Cosi  il giorno seguente-
Isabella ricordava i suoni di quella deribile giornata come se fosse accaduto il giorno prima.
Renèe la guardo e continuo a raccontare.
-Decisi che non potevo più continuare cosi mi sentivo ferita, umiliata e terribilmente inutile.
Per uscire da quella vita c'era solo una saluzione-
Abbasso il viso e gli sfuggi un sorriso amaro.
-Non sono riuscita nemmeno a fare quello , mi trovò una cameriera , fu lei a chiamare un ambulanza ,
non so se vostro padre avrebbe chiamato i soccorsi-
-Ci disse che eri morta in ospedale.-
-Mi obbligo di non tornare più  e di non cercarvi più e io ho dovuto accettare.
E stato orribile ma credevo di non essere stata e di non essere una buona madre,
pensavo che sareste state meglio senza di me .-
Isabella parlo
-Ecco perchè non si e mai risposato, perchè non era libero.
ma com'è stato possibile che tutti pensavano che eri morta.-
Renèe abbraccio la figlia e continuo a raccontare.
-I miei genitori non c'erano più, e io non avevo altri parenti, oltre a voi.
Tutti i miei amici erano a Los Angeles, dov'ero cresciuta.
Tuo padre organizzo tutto per spedirmi il più lontano possibile.
Mi fece trasperire in una clinica privata a Londra, dove passai un po di mesi .
Quando usci mi trasferi in un piccolo paesino di londra, e apri una piccola attivita, con la somma che tuo padre mi aveva concesso.-
Renèe sorrise e penso
-Tenendomi inpegnata in quest'attivita non avrei sentito troppo la mancanza delle mie  figlie essendo  che non potevo vederle.
Non vi ho mai dimenticate vi pensavo in ogni momento della giornata ed eravate sempre nei miei pensieri, credimi.-
-Non hai saputo che papa era morto!-
Gli chiese Isabella
- Si l'ho saputo- rispose 
-Mi ha chiamato il suo avvocato per dirmelo .
Ho pensato anche di chiamarvi, ma non ci sono riuscita.
Mi semprava che non era giusto di tornare nelle vostre vite, dopo tutti questi anni e dopo tutto quello che era successo , pensavo che mi odiavate.-
- Odiarti?-
E perchè ci sei mancata molto mamma a tutte tre.-
Le disse Isabella abbraciandola.
- Adesso sei qua sei tornata.-
Renèe bacio la figlia e gli disse,
-Solo perchè tuo marito è un negoziatore straordinariamente abbile,
e comunque, ha impiegato tutta la vigilia di capodanno per convincermi.-
Isabella guardò il marito
-La vigilia di capodanno?-
-Si, certo era la sera in cui ho accettato di incontrarlo a londra.
E quando gli ho ripetuto per la millessima volta che non intedevo affatto mettere sottosopra la vostra
vita tornando a Sydney, lui mi ha detto di te.
Mi ha raccontato di come avessi fondato una casa di accoglienza per offrire assistenza e rifugio alle donne intrappolate in un matrimonio sbagliato, che altrimenti non avrebbero saputo dove andare.
E che l'avevi chiamata Renèe Haus, in mio onore.-
La madre era cosi orgogliosa della figlia che gli brillavano gli occhi.
-Hai idea di cosa abbia voluto dire, per me?
Da quell'istante ho desiderato di riabbraciarti.-
E si abbracciarono  di nuovo.
-E invece appena sono arrivata tu hai rischiato la vita in un incedio proprio alla Renèe Haus.-
Renèe guardo la figlia e gli occhi si riempirono di lacrime al pensiero, che avrebbe potuto perdela.-
-Mi dispiace tanto che sia andata tutto distrutto.-
Isabella guardò la madre,
-Troveremo un'altra sede, credo che anche i vicini ci aiuterano.-
-Vorrei che mi permetti  di dare una mano, se posso, disse Renee.-
-Lo faresti?-
-Te lo devo, tesoro
se non altro , per tutte le volte che non c'ero quando tu e le tue sorelle avevate bisogno di me.
Mi aiuterà a perdonarmi per avervi abbandonato.-
Isabella aveva gli occhi pieni di lacrime per le parole della madre .
-Non devi farti perdonare niente, mamma, ma sarà un piacere averti in squadra.-
Isabella senti squillare il telefono di Edward e vide che rispose e ascoltava in silenzio fino che chiuse la telefonata.
-Chi era?- chiese Isabella al marito
- La polizia , ha arrestato Ben con l'accussa di incedio doloso.
Sembra che abbia confessato anche di aver appicato il fuoco alle case comunali in cui stava Angela.
Rimarrà dietro le sbarre per un pezzo.
L'altra buona notizia e che i medici dell'ospedale hanno dichiarato Valentina fuori pericolo .-
- Cosi finalmente Angela e Valentina possono ritornare a casa loro.-
-E potrano stare finalmente tranqulle ,- concluse Renèe soddisfatta .
- So che devi rifrescarti e riposare un po, bambina mia .
E anche io devo riprendermi dalle emozioni della giornta.-
Si separarono ma si sarebbero rivisti più tardi per cenare insieme.











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Capitolo 20
*** capitolo 16 ***


capitolo 16
Buongiorno a tutte so che sono in ritardo con il capitolo ma non e un periodo facile per me sono giu di morale
anzi in depressione totale .
Sapete si cerca di uscire da tutto quello che succede ma non e facile troppe cose brutte ho vissuto e continuo a passare
ma adesso nn voglio parlare piu di me .
Devo ringraziare di vero cuore per l' aiuto  una persona speciale Loverrrr mi ha dato consigli ed aiuto .
Ringrazio anche chi sta seguendo la mia storia e chi la sta leggendo
Questo capitolo lo diviso in due parti seno era troppo lungo e credo che sarano gli ultimi due capitolo fatemi sapere se dovrei continuare ho la chiudero con questi due capitoli.





Capitolo 16

Edward prese per mano Isabella per salire, nella loro suit all'ultimo piano.
Da dove sua moglie era andata via, la notte di capodanno, dopo aver chiamato suo marito e aver sentito una
voce di donna e lei aveva creduto che suo marito era a Londra per passare il capodanno con la sua amante,
e che era la fine del loro matrimonio.
Su molte cose si era sbagliata Isabella e aveva pensato male di suo marito.
Quando arrivarano nella loro suit, Edward abbraccio sua moglie e si avvicino alle labbra e la baciò,
con tutta la rabbia e l'urgenza e la frustazione che aveva trattenuto dopo aver visto
che sua moglie era andata via.
Quando Edward si  scosto dalle labbra di sua moglie , con il respiro affanato e la voce rauca chiese.
-Perchè sei fuggita?-
Isabella penso che doveva dare molte spiegazioni a suo marito ma non sapeva da dove iniziare.
-Credevo che la sera della vigilia.-
-Eri tu al telefono?-
Suo marito la guardò, mentre Isabella le spiegava perchè era fuggitta.
-Quando ti ho chiamato mi ha risposto una donna, e ho pensato che fosse Kristen, cosi ho pensato.-
Isabella si fece forza per non piangere, e crollare.
-Hai pensato che avessi un'altra.-
le rispose Edward.
-Si.-
E per questo sei fuggita.
-Si ma mi sbagliavo, invece avevi rintracciato mia madre, per questo sei andato a londra?
Per incotrarla?-
-Si- rispose Edward a bassa voce.
-Non potevo dirtelo prima, non era sicuro che fosse lei,
e non sapevo se sarei riuscito a convicerla a tornare.-
-Che cosa ti ha fatto credere che fosse ancora viva.-
Edward guardò la moglie e le accarezzo il viso, lo sguardò di Edward non era più irritatto ma c'era una sconfinata
tenerezza.
-Non ne ero sicuro, all'inizio e stato qualcosa che hai detto sull'isola,
a proposito del fatto che mentre la portavono via eri convita che si sarebbe salvata,
e che non sapevi nemmeno di preciso che cosa fosse successo dopo.
Cosi al ritorno, ho fatto qualche ricerca all'anagrafe, e ho scoperto che non esisteva un certificato di morte,
cosi ho avuto la certezza che le cose erano andate diverse da come ti avevano detto.-
Isabella lo ascoltava in silenzio, poi gli chiese.
-Ma come hai fatto a trovarla?-
-Ho pagato un investigatore privato, e lui ha trovato la prova che tua madre,
aveva lasciato il paese, molti anni fa.
Putroppo non è riuscito ad andare oltre, perchè lei aveva cambiato nome,
per far perdere le sue tracce, cosi ho deciso di andare a fare visita al
notaio di tuo padre.
Con un pò di pazienza l'ho convinto a dirmi tutto.-
-Grazie- rispose la moglie mentre gli occhi le si riempivano di lacrime.
- Non sai che cosa significa per me riavere di nuovo mia madre qui, con me .-
Prima di continuare esito un attimo.
-Ma continuo a non capire perchè l'hai fatto.-
Edward guardò la moglie e rispose,
-Sull'isola il giorno in cui mi hai parlato dei tuoi genitori,
ho intuito per la prima volta quello che devi aver provato , quando
ti ho obbligato a sposarmi.-
Edward le prese il viso tra le mani,
-Ho pensato che forse, scoprendo quello che era realmente successo, ti avrei in qualche modo
risarcita per averti obbligato a sposarmi.-
Isabella guardò, il marito e ripenso a quel giorno e i ricordi le fecero cambiare umore all'improvviso.
Edward aveva già pensato di trovare sua madre, e lei invece aveva pensato al peggio.
-Mi dispiace di aver pensato che eri con Kristen,-
disse triste.
- Non avrei dovuto dubitare di te, ma dopo quello che era successo la nostra prima
notte di nozze.-
-Aspetta,- le rispose Edward.
-La notte della vigilia Kristen è stata nel mio appartamento, ma solo per cinque minuti,
e non l'avevo invitata io poi il telefono si è messo a squillare proprio mentre aprivo la
porta a tua madre , ed  Kristen ha risposto.
Di sicuro , sperava proprio che fossi tu, ma che cosa c'entra la nostra prima
notte di nozze?-
Isabella lo fisso confusa, come se
lui non ne sapesse niente.
-Quella notte, quando andasti via,
 qualcuno ti ha visto salire con Kristen su un taxi.-
- Oh merda- Edward si sposto verso la finestra della stanza.
- E tu pensi che avrei passato la mia prima
notte di nozze con una donna che non
era mia moglie?-
- Be' di certo non l'hai passata con me,-
rispose Isabella andanto verso il letto .
- Non l'ho passata con te perchè tu hai chiarito subito che non mi volevi
vicino quella notte-
- E cosi te ne sei andato via con Kristen ti hanno visto con lei, no?-
- E mi avrano anche visto tornare con un altro taxi da solo, dopo dieci minuti più tardi!-
Rispose nervoso Edward guardando sua moglie.
-No?-
Gli disse Isabella mentre lo guardava e non sapeva se credegli.
- Ma sei partito quel giorno stesso per gli Stati Uniti, come potevo non pensare,
che avessi qualcosa a che fare con Kristen?-
Lui la guardò arrabbiato,
-Ma che cos' è questa fissazione per Kristen?
lei non e niente , per me.-
- Non hai passato quella notte con lei?-
Gli chiese la moglie.
- Ho passato quella notte in ufficio, affogando le mie frustazioni nei grafici di mercato,-
le rispsose irritato Edward.
- Insomma , che tipo di uomo credi sia.-



Continua.







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Capitolo 21
*** capitolo 17 ***


capitolo 17


Buongiorno eccovi il nuovo capitolo penso sia ultimo ma vedro cosa ne pensate voi se continuarla ho no ma penso che cosi posso concluderla so che ci metto molto ma come vi ho detto non sono stati anni facili e nemeno mesi
adesso vi lascio leggere fatemi sapere cosa ne pensate
io amo tutti i vostri racconti li leggo sempre siete tutte bravissime





Capitolo 17

Isabella si sentiva triste e in colpa e stava per avere un mancamento Edward se ne
accorse e in un attimo, le fu accanto per sostenerla e farla sedere sul letto,
- va meglio- gli chiesse il marito prima di continuare a chiarirsi.
- Si - rispose lei.
Edward guardò negli occhi sua moglie,
- Credi davvero che ne sarei stato capace?-
- No! Cioè, e che -
- Che?-
- Che avevi sempre avuto belle donne al tuo fianco, e da me in fondo volevi solo un figlio.
Speravo che tu mi considerassi speciale, ma dal momento che ero già incinta, credevo che.-
Edward le alzo il viso e le accarezzo le labbra,
- Hai pensato che ti avrei messo da parte, come aveva fatto tuo padre con tua madre?
Che ti avrei tradito con chissa chi?
E questo che hai pensato!-
Lei inizio a paingere e abbasso il viso e anui.
Lui l'abbraccio per farla calmare, e la strinse  a se cosi forte che Isabella sentiva il cuore di suo marito battere cosi forte contro il suo.
-Non ti sono bastati questi cinque mesi , per capire come sono fatto?-
Edward le bacio i capelli.
- Si e credo di averti comunque sotto valutato, di molto non avresti nemmeno
dovuto sapere niente della Renè Haus, quando l'hai scoperto.-
- Credi che mi metterei mai in affari con qualcuno
senza aver passato minuziosamente, sotto la lente tutto
quello di cui si occupa?-
Isabella lo guardò e si diete della stupida
dovevo immagginarlo aveva a che fare con un uomo d'affari?
Anzi con il migliore che aveva conosciuto, e credeva che poteva nascondergli
qualsiasi cosa.
Edward la fisso e gli disse
- mi e piaciuto molto , quello che ho scoperto, una donna che
pur avendo tutto, sceglie di usare i suoi soldi per aiutare
chi ne ha bisogno.
Ho scoperto una donna che quando la sua compagnia si trova sull'orlo del disastro,
riusciva a trovare, e a perseguire con tenacia un modo per
salvarla, e addirittura migliorarla.-
La bacio dolcemente e continuo
-Quando pensi che lo capirai?-
- Ti ho sposato, ho dormito al tuo fianco, ho incominciato a pensare che ti amo.-
- No!- grido lei mentre si allontanava da lui.
-Tu non mi ami , non puoi.-
- Perchè?-
- Perchè tu non mi hai sposato per amore!
Mi hai sposato perchè volevi comunque il controllo sulle Maison Swan, e sapevi
che li potevi avere solo cosi sposandomi seno non le
avresti avuto, non esiste altra ragione.-
Edward le fece un sorriso e si avicino di nuovo a lei.
- Be' forse si , una c'è?-
Isabella si sposto e lo fisso
- Quale?- le rispose lei con un filo di voce.
- Mi hai incuriosita, da subito eri cosi bella e battagliera, e al tempo stesso innocente,
ti ho desiderato fin dal primo momento in cui ti ho vista
entrare nel mio ufficio.
Quando hai insistito per mantenere la quota maggioranza delle Swan,
e ho pensato cosa potevo chiederti in cambio, qualcosa che mi avrebbe
compensato subito in pieno.
E il primo pensiero sei stata tu.-
Lui l'abbraccio di nuovo,
- Non ho capito quando grande fosse quella, rinconpensa fino che non siamo
rimasti noi due soli sull' isola.-
Edward mentre continuava a parlare la stringeva sempre più forte.
-Hai idea di come sia eccitante scoprire che tua moglie è vergine?-
Edward inizio a baciarle il collo e le spalle.
Isabella ripresse fiato e inarcò la schiena,
sentiva le mani di Edward sotto la camicia, e poi sui seni.
- Hai idea di come sia eccitante sentirti rispondere a ogni carezza,
con la fierezza e l'ardore di una tigre?
Una donna cosi e tutto quello che un uomo può disiderare nella vita,
come non potevo innamorarmi di te?-
Lei lo strinse ancora più forte nel suo abbraccio e le sempro che il tempo e lo spazio si fose
annullato a torno a loro, Edward mi amava.
Glielo aveva appena confesato, ma a lei semprava impossibile.
Il loro matrimonio era un contratto solo per questioni economiche,
 e lei aveva pensato solo che nelle migliori delle ipotessi, poteva sopravvivere per anni nel reciproco rispetto.
- Ed è per questo - continuo Edward interompendo i pensieri della moglie,
- che non potrei mai tradirti, nè adesso ne mai, voglio che tu lo capisca bene.-
Isabella lo guardò,
- si- rispose con il cuore che le batteva forte.
- L'ho sempre sperato, ma avevo paura di credere che fosse vero.-
- E vero. le disse lui.
- Vuoi ancora sapere perchè me ne sono andata?-
Isabella fisava i meravigliosi occhi verdi di suo marito diventare tristi,
-Forse perchè hai creduto che fossi con Kristen?-
- E ti sei chiesto come mai mi importase?-
Tocco a lei guardarlo con occhi sorridendi.
Lui coriugò la fronte,
- Probabilmente mi hai odiato!
Ti avvevo obbligato a sposarmi e poi ti tradisco, devo ancora chiederti di perdonarmi per
averti trattata male , all'inizio.-
- Non è per questo che sono fuggita.-
- Perchè allora?-
- Perchè mi era successo qualcosa che mi aveva spaventata a morte,
qualcosa che non avevo previsto e che avrei cercato di evitare per
tutta la vita.-
Gli prese le mani , e senti il sangue pulsare rapido nelle vene.
- Mi sono innamorata di te, Edward non volevo , e ho cercato in tutti i
modi di impedirlo, ma tu hai annullato tutte le mie difese.-
Riprese fiato prima di continuare.
- E per questo che sono fuggita, la notte di Capodanno,
ti amo e avevo paura che tu non avresti mai ricambaito il mio amore.
Io non avrei mai potuto sopportarlo.-
Edward la strise nel suo abbraccio caldo, lei senti ogni muscolo distendersi,
finalmente si appartenevano ora e per sempre.
- Bentornata signora Cullen,-
gli rispose lei prima di baciarla, poi continuo,
- Non dovrai sopportare proprio niente del genere , finchè avro fiato- dichiarò.
- Ti amo e ti amerò per sempre, non dimenticarlo mai.-
- Anche io ti amerò per sempre, Edward.-
Lui la bacio con passione, perchè la loro vita adesso
era cambiata per sempre si amavano, e nessuno dei due avrebbe dovuto dubitare.
- E adesso- mormorò lui scostandosi appena , dalla moglie,
- che ne diresti, di quella famosa doccia?-
Lei lo guardò con occhi maliziosi,
- Credevo che non ti saresti mai più deciso a chiedermelo.-

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Capitolo 22
*** Epilogo ***


epilogo
Ciao ragazze so di essere in ritardo con il finale della storia ma come sapete ho problemi personali ma lasciamo perdere
i miei problemi ho scritto il finale spero vi piace come ho deciso di chiudere la storia.
Ringrazio loverrr per il suo aiuto e il suo affetto sei speciale un abbraccio questo capitolo
lo dedico a te.
Vi lascio alla storia fatemi sapere se vi e piaciuto.


Epilogo

Erano passati 3 anni dal matrimonio e dall'avere ritrovato sua madre
con aiuto di suo marito che aveva capito che non era morta,
Edward si era innamorato subito di Isabella cosi testarda e cosi forte
nel salvare a tutti i costi la sua compagnia
le Maisons Swan e unico modo per averla era sposarla con un contratto,
che Isabella accetto all' inizio non pensava di innamorarsi di Edward
ma con il passare dei giorni lo amava ma aveva paura di dirlo a lui perchè
pensava di fare la stessa vita della madre infelice invece non era cosi perchè il
marito l' amava molto e adesso con una figlia sono ancora più felici.
La gravidanza e il parto sono andati bene quando e nata la bambina e
Edward la pressa per la prima volta in braccio si e perso nel viso e neglio occhi
della figlia era bellissima aveva i capelli di lui e il viso e gli occhi della madre e lui
si innamoro della bambina, avevano deciso di unire i nomi delle loro madre
cosi la chiamarono Renesmee era una bimba dolcissima e sbellissima .
Durante questi anni Isabella aveva ricostruito con aiuto del marito e
della madre la casa famiglia, per aiutare le donne in difficolta e che venivano
picchiate e torturate pisicologicamente dai mariti e compagni,
negli anni precedenti Isabella aveva aiutato molte donne abbusatte e maltratate.
Edward era diventato un marito presente ed ogni giorno non mancava
di dire a sua moglie quando era innamorato di lei.
Erano in viaggio per la Toscana per andare a trovare i genitori di Edward perchè non
conoscevano la piccola Renesmee ancora i suoceri non
erano stati presente alla nascita della piccola perchè
Carlisle ancora non poteva viaggiare, con loro c'era anche Renèe
da quando si erano ritrovate non si erano più lasciati stavano recuperando
tutti gli anni persi, in Toscana sarebbero arrivate anche Alice e Rosalie a trascorere
dei bellissimi giorni tutti insieme.
Isabella si mise una mano sul ventre e guardo Edward gli avrebbe datto la notizia
quando sarebbero arrivati dai suoi i suoceri avevano organizzato una bellissima festa
per quando sarebbero stati tutti li a Esme gli piaceva avere la casa
piena di gioventù e allegria.
Alice era ormai una stilista di successo a Milano ed anche in vari paesi aveva
aperto vari negozi sparsi per i paesi aveva trovato l'amore con Jasper Hale era
un avvocato affermato, e per adesso non pensavano al matrimonio volevavo divertirsi
ancora un pò.
Quando Alice aveva saputo che la madre era viva non ci credeva ma poi
Isabelle le aveva raccontato cosa aveva fatto il padre ed era rimasta schioccata
dopo un pò riabbraccio la madre e per lei era un sogno diventato realtà.
Anche Rosalie si sarebbe unita a loro si era trasferita a Los Angeles e li
aveva conosciuto un ragazzo semprava un orso ma era dolcissimo
Emmett Mccarty era proprietario della Mccarty Media Grop, si erano
incontrati in un bar e da quel giorno non si erano più lasciati anche Rosalie aveva
una notizia da dare a tutti.
Anche Rosalie quando aveva saputo che la madre non era morta
non ci credeva ma poi Isabelle gli racconto tutto quello che era successo
ed era incredula ma felicè di riabbracciare la madre dopo tutto quel tempo.
Nel fratempo erano arrivati nella villa cullen dove Esme e Carlisle li aspetavano con ansia
gli andarono incontro per abbracciare il figlio e per conoscere
la nipotina di 2 anni e conobero pure la madre di Isabella.
Esme abbraccio la nipotina e gli disse
- Isabella e stupenda ha i capelli di Edward e il tuo viso e gli occhi avette fatto un caporavolo.-
-Isabella le tue sorelle arriverano domani voi potete andare a riposare
cosi domani sarete riposati per la feste disse Esme.-
Isabella sorrisse a Esme ela ringrazio di tutto e l'abbraccio, era molto
affezionata a Esme.
Salirono in camera cosi si sarebbero riposati dal lungo viaggio che avevano fatto.
Quando si svegliarono era un bellissima giornata si sentva Renesmee che giocava con i nonni, poi c'erano i preparativi per la festa erano arrivate anche le sue sorelle con i compagni
cosi si alzaroni e scesero in giardino a salutare tutti
quando si videro Isabella e le sorelle si abbracciarono ed erano felicè
di passare un po di tempo insieme in questa bellissima villa,
dopo aver chiacchierato e pranzato salirono tutti in camera
a prepararsi per la festa.
Isabella si giro dove si trovava il marito che si stava preparando e gli disse
-Edward potresti aiutarmi con questa lampo lui si avvicino e lei gli
presse le mani e le posso sul ventre e gli disse che aspettava un bimbo -.
Edward rimase a guardare la moglie con gli occhi lucidi
e un sorriso a 32 denti era felicè della notizia.
-Mi hai reso l'uomo più felicè della terra Isabella con questa notizia, e la bacio con passione e con tutto l'amore che provava per lei .-
Non era più il play boy che dicevano adesso era un uomo felicemente sposato
e amava molto la moglie.
Avrebbero dato la notizia alla festa, scesero in giardino dove erano arrivati tutti
gli invitati erano tutti felici,
Rosalie disse che aveva un annunccio da fare
-Allora io e Emmett volevamo dirvi che aspettiamo un bambino e
che presto ci sposeremo-
la madre si alzo e abbraccio comossa era felicè di essere presente
in questi momenti e di non perdersi più niente delle figlie,
tutti si congraturarono con loro per la bellissima notizia .
Edward richiamo l'attenzzione di tutti e disse
-Anche noi dovremo dirvi una bella notizia mentre si perdeva negli occhi della
moglie .-
-Oggi sono l'uomo più felicè del mondo mia moglie mi ha appena
detto che aspetta un bambino e adesso la mia famiglia e al completto ho
una bellissima figlia una moglei stupenda che amo molto
e dei genitori fantastici e dei parenti meravigliosi.-
Tutti si congraturarono con loro,
Edward e Isabella si erano allontanati per stare un po soli mentre si guardavano
negli occhi si dissero
-Ti amo Isabella-
Ti amo Edward-

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