esercizi-2
Raccontate
di una ragazza che a
va fare shopping con la sua migliore amica. Scrivete quattro versioni
diverse
di questa narrazione, ognuna ambientata in paesi, culture, epoche
storiche,
condizioni sociali etc diverse tra di loro. (max. battute)
Nutrimento
dell’anima
-
Napoli, 1944
Anna e Maria
percorsero con passo
svelto e misurato il tragitto lastricato fino alla chiesa.
“Ci
ammazzeranno” piagnucolò
Maria, senza per questo fermarsi.
“Non
lo saprà nessuno”. Anna
prese la mano dell’amica e la strinse per darle forza.
Arrivate alla
chiesa, s’intrufolarono
all’interno tramite un ingresso secondario. Entrambe le
ragazze rabbrividirono
nei loro cappotti e nei cappucci calati sulle teste: era quasi inverno
e il
gelo era nell’aria come la guerra negli animi e nei cuori.
Si avvicinarono
a un uomo alto e
dinoccolato, vestito di scuro.
“Lo
avete trovato?”
Lui le
scrutò e annuì con il
capo. “Mi hanno quasi fermato. Sto correndo un rischio
enorme…”
Anna
respirò forte e si morse un
labbro per non rispondere malamente. Si slacciò un bottone e
infilò la mano
dentro ai vestiti, tirando fuori due sacchettini marroni.
“Ho
farina e caffè” mormorò.
“Voglio
di più.”
Il suono che
uscì dalle labbra di
Maria era angosciante. “Anna, andiamo
via…”
“Non
si può nutrire solo il
corpo, Maria” disse l’amica, intuendo quello che
voleva dire la ragazza.
“Non
possiamo morire di fame!”
“Non
vedo che differenza faccia. Anche
l’anima va nutrita, altrimenti muore tutto”
spiegò Anna. Maria scosse la testa.
“Almeno
facciamo presto.”
Guardando la
faccia sconsolata di
Maria, Anna propose: “Posso avere una manciata di zucchero.
Nient’altro”.
L’uomo
annuì e le passò un
sacchetto marrone in cambio della sua mercanzia; Anna lo nascose nel
cappotto e
poi le ragazze uscirono per tornare a casa.
“Salteremo
il pasto per due
giorni” piagnucolò Maria, entrando nel soggiorno.
“Ma questo ti
rimarrà nel cuore
per tutta la vita” disse Anna, mostrando
l’acquisto: un piccolo libro privo
della copertina. La prima pagina intitolava: “Poesie di
E.A.Poe”.
(1766 battute compreso il titolo)
***
Il
mondo non
gira intorno a te
-
New York, 1984
“Che
palle, mio padre ha detto:
‘Solo cinque vestiti questa volta, Marie’. Che
cazzo vuol dire solo cinque? Io
me ne compro quanti voglio!” Marie si sedette in poltrona,
dando a Philippe, il
commesso, il cappotto e ordinando champagne. “Non posso
venire a una sfilata
esclusiva e poi contare i vestiti che voglio comprare! Non si rende
conto?”
Marie, sempre più sbigottita, si sedette vicino
all’amica Anne, che le sorrise.
Philippe
portò un vassoio con due
flûte e il carnet dove le ragazze avrebbero segnato i capi
della sfilata
autunno/inverno 84/85.
“Oh,
guarda chi c’è, Anne!
Mrs.Brook.” Marie appoggiò il bicchiere.
“Sai che ho sentito che sta
divorziando dal marito? Dicono che lui si sia trovato una ragazza
più giovane!”
Anne
guardò verso la donna
indicata dalla sua migliore amica, che fece un cenno del capo a tutte e
due, e
poi guardò Marie. “Chi te lo ha detto?”
Nel frattempo i
vestiti sfilarono
sulla passerella, ma nessuna delle clienti li osservò.
“L’ho
sentito al circolo. Sembra
che lei sia una di qua. Devo assolutamente scoprire chi è.
Oh, guarda che bella
quella gonna!” Marie, che sapeva concentrarsi su
più fronti, indicò un
indumento.
Quando scrisse
sul carnet il
numero del vestito che stava sfilando, per comprarlo alla fine
dell’incontro,
vide Mrs.Brook scrivere ed esclamò verso Anne: “Ha
segnato anche lei! Vuole il
mio vestito!”
“Ma
no, Marie, vedrai che…”
“No,
no. Sai cosa faccio? Ora
scrivo tutti i vestiti che segna lei.”
“No,
Marie…”
Ma Marie non
l’ascoltò e scrisse
tutti i numeri dei capi che sfilavano quando Mrs.Brook scriveva sul
foglio.
Philippe, a fine
sfilata, venne a
ritirare i carnet, ma quando andò da Mrs.Brook
tornò indietro verso di loro
invece di uscire.
Quando diede il
foglietto piegato
a Anne, Marie la guardò incuriosita.
“Sai, Marie, non
esisti solo tu.
E non è Mr.Brook ad aver trovato
un’amante” spiegò lei, mostrandole il
contenuto del foglietto.
(1938 battute titolo compreso)
*
Zuppa di
cipolle
-
Londra, 1843
“Mary!”
Annie corse incontro
all’amica. “Ce l’hai fatta!”
“Stasera
Mr.Blank si fermerà a
cena e la cuoca preparerà arrosto al forno con patate. Devo
comprare le patate.
Ci toccherà mangiare la zuppa di bucce, a noi della
servitù. Io speravo zuppa
di cipolle…”
Mary parlottava
da sola, mentre
con l’amica passeggiava fra i banchi del mercato.
“Mary,
devo dirti…”
“Lady
Root vuole far colpo su Mr.Blank
perché così corteggerà Miss Prudence:
ha paura che resti zitella.”
“Mary,
ascolta…”
“Secondo
te, se Miss Prudence
sposasse Mr.BlanK, io potrei diventare la sua cameriera personale?
Potrei trasferirmi…”
Mary continuava a parlare e si interruppe solo per chiedere
informazioni al
mercante. “Ma queste patate sono tutte germogliate!”
“Non
troverai patate più buone”
l’assicurò lui. Mary trattò sul prezzo
e mise cinque patate nella rete.
“Mary…
Ma tu vuoi fare la
cameriera per sempre? Non vorresti, un giorno, avere casa tua o
decidere il
menù?”
“Potrei
avere casa mia solo se
sposassi un duca!” scherzò Mary. “Sai
che è impossibile non ha senso neanche
pensarci”.
“C’è
un posto dove non esistono
conti e lord. Dove le persone sono tutte uguali, dove puoi diventare
ciò che
vuoi.”
“Non
esiste un posto così, noi siamo
nate nei sobborghi, Annie. Puoi sperare di sposare un
brav’uomo, ma il resto, sono
solo sogni a occhi aperti.”
“Mary,
io voglio decidere di cosa sarà la mia
zuppa” le disse ancora l’amica, pagando una cipolla
e, consegnandogliela,
continuò: “Non starò qua a farmi dire
come devo vivere. Fra tre giorni parto
per il Nuovo Mondo. Vieni con me, mangeremo zuppa insieme”.
Mary prese la
cipolla e la
guardò. “Le ex colonie?”
“Sì!
Lì tutti hanno gli stessi
diritti, non importa da dove vieni, ma quello che fai!” Mary,
però, continuava
a spostare lo sguardo dalla cipolla ad Annie. “Vieni con
me”.
“E se
va male?”
“E se
va bene?”
Mary
guardò le patate e poi la
cipolla. Poi alzò la testa. “Zuppa di
cipolle!”
Annie
annuì, rise e Mary la
imitò.
(1966 battute compreso il
titolo)
*
La
felicità non è in vendita da Zara
“Entriamo
da Zara!” Anna spinse
la pesante porta a vetri e le due ragazze entrarono in quel mondo di
profumi,
tessuti e magia che molte adolescenti bevono con il latte materno.
“Guarda
com’è bello questo!” Secondo Maria,
l’abito
che le mostrava Anna era poco più di uno scampolo di stoffa:
un tubino,
probabilmente, senza spalline, con un corpetto di pizzo per lo
più trasparente
e una gonnellina stretta arricciata in fondo.
Si diressero al
camerino ed
entrarono insieme.
“Voglio
metterlo per la festa
della scuola. Sai che invidia per quelle stronze della 4E?”
bagolò Anna, mentre
si slacciava il reggiseno.
Maria lo prese
al volo quando lei
glielo lanciò, si alzò dallo sgabello e
aiutò l’amica a indossare l’abito,
tirando poi la zip del vestito dell’amica. “Sembri
una prostituta di lusso…”
disse, osservandola dallo specchio.
“Di
lusso? Allora una escort!”
Anna rise e tirò fuori il cellulare per fotografarsi e
mettere la foto su
Instragam. “Così quello stronzo di Luca si
pentirà di non avermi invitato!”
“È
sempre una prostituta, anche
se la chiami escort.”
Anna
alzò le spalle e guardò lo
schermo del telefono. “Dai andiamo via…”
Si
rivestì e, camminando verso la
cassa, prese al volo un completino intimo senza neanche controllare la
taglia.
“Prendo anche questo!”
Alla cassa Maria
prese un piccolo
libricino con il disegno di un gattino e pagò subito dopo
Anna.
“Hai
preso solo quello, Maria?”
“Sì,
ho comprato qualcosa che
volessi davvero” rispose, sfogliando le pagine ancora bianche
e immaginando già
di riempirle di disegni.
“Io
non sono felice se compro
poche cose.”
“E
cosa ti rende felice?”
Anna rise di una
risata vuota, mostrando
un paio di orecchini che non erano passati dalla cassa.
Maria
spalancò gli occhi e, quando
si voltò, Anna la guardò con invidia.
(1.803 battute compreso il
titolo)
Tengo tantitissmo a
queste 'tracce' perchè mi piace lavorare su traccia e
perché mi dà sempre una mano a spaziare, pensare
a nuove scene, nuovi itinerari e quant'altro.
Questo era il compito per il corso di giallo indetto ha HorrorThings e
ringrazio l'insegnante per aver permesso di pubblicare (a fine corso)
il mio lavoro, anche se ho abbandonato.
Spero vi siano piaciute :-)
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