Requiem aeternam di LostRequiem (/viewuser.php?uid=1023098)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Silenzio ***
Capitolo 2: *** Cappio ***
Capitolo 3: *** Superbia ***
Capitolo 4: *** Padre ***
Capitolo 5: *** Cicatrici ***
Capitolo 6: *** Dio ***
Capitolo 7: *** Rosario ***
Capitolo 8: *** Amore ***
Capitolo 9: *** Nuovo Mondo ***
Capitolo 1 *** Silenzio ***
"Rèquiem aetèrnam,
dona eis, Domine..." *
Silenzio
Pioggia. Neve.
Non te le ricordavi così assordanti.
Conti i fiocchi bagnati che ti baciano il volto, non ti dai pace.
La luce è troppo intensa.
Il viola ferisce gli occhi.
Sono così belle…
Il bambino urla e piange, ha forse anche lui paura come te, adesso?
La pioggia scroscia sul cemento ma non fa rumore. La neve non fa rumore quando cade, è morbida. Amara, sulle labbra.
I passi che fa verso di te sono sordi.
Le parole non hanno voce.
Fanno così paura…
La pioggia neve ti inzuppa i capelli. Sono pesanti ora.
Le mani di Watari ti coprono la testa.
Sono così belle, quelle vetrate.
Eppure le temi più di allora.
Moriró…
È per questo che glielo domandi.
Sapevi già che avrebbe risposto così.
Pioggia.
L’ennesima, sporca, menzogna.
Dio non esiste…
Avevi ragione.
Sono proprio belle, quelle vetrate.
Una Chiesa…
Non tu.
Ginocchia contro il marmo.
Pregano tutti. Non tu.
Un… funerale…
Avevi ragione.
Fanno proprio paura.
“Le senti, le campane,
Light?”
“Senti quanto fanno rumore?”
Silenzio
* "L'eterno riposo,
dona loro, o Signore..."
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Capitolo 2 *** Cappio ***
Mors tua
vita mea *
C
a
p o
pi
Buio.
Si è fatto buio, tutto d’un tratto. Colpa del brutto tempo, forse.
Le parole muoiono in gola.
Colpa del freddo, forse.
Non ti interessa, che i tuoi occhi stanchi abbiano smesso di gridare. Il buio li accoglierà a sé, lì troveranno riposo.
Non ti interessa, che tu non conosca la meta. Presto tornerà la luce, e all’ombra del suo calore ritroverai la strada, grazie a lui.
Il tuo Angelo, è lì
Ti sta guardando
Kira
Niente ha più senso, ormai.
Solo il tuo cuore spez zato che pompa nero, mentre il collo fresco si porge in avanti, all’agognata fine.
È puro, niveo… innocente e bianco come la morte.
Buio
È uguale alla neve…
Lei ti seppellisce con sé, ma non avverti il peso gravoso dei fiocchi, solo... una voce che ti chiama lontana
E che ti trascina penosa verso di sé…
Light
Kira
La conosci bene, vero…?
Non ricordi.
Non ti interessa
Io
Light
Vuoi raggiungerla perché...
È così calda che faresti di tutto,
per una briciola di lei
Light
Mi chiamo
Sono io
Light
Ti manca da impazzire.
Io
Non è il tuo Angelo, che ti chiama, lui è ormai lontano.
O forse lontana sei tu
mentre sali già morta le scale del tuo patibolo
Sono Kira
Light
Io sono
Kira…
Niente ha più senso, ormai.
“C’è una cosa che devo fare…”
Se non quel cappio stretto che grida al vuoto la tua sconfitta.
Buio
* "la tua morte (è) la mia vita"
Da Wikipedia:
"Tale espressione si usa quando all'interno di una competizione o nel tentativo di raggiungere un traguardo ci può essere un solo vincitore: il detto indica cioè che il fallimento di uno costituisca requisito indispensabile per il successo di un altro.
Viene comunemente usata per descrivere efficacemente un comportamento connotato da caratteri opportunistici."
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Capitolo 3 *** Superbia ***
Habent insidias
hominis blanditiae mali *
Superbia
È il prezzo della tua superbia.
Dopotutto, davvero hai creduto alle sue parole?
Davvero hai pensato di essere speciale?
Ti amo
Ma tu non amavi lui.
Amavi la sua bellezza,
che faceva risaltare la tua
Amavi il suo fascino,
che attirava le invidie di tutte su di te
Il suo acume,
che riempiva il tuo ego di attenzioni
Ed il potere
Volevi che fosse tuo.
Che tutti ti guardassero come lui non aveva mai fatto.
Che tutti ti adorassero come la dea che ti aveva promesso di diventare.
Sei l'unica per me
Ed ora, nel freddo gelido della tua prigione di vetro, la tua dignità di donna va a pezzi.
E il burattino che sei sempre stata si lascia usare, per l'ultima volta.
Ti amo
E il burattino che non ti sei mai accorta di essere si lascia bruciare, insieme all'ultimo briciolo del tuo orgoglio di latta.
Adesso ricordi che cos'altro devi fare, non è vero?
Mentre il tuo corpo diventa cenere
e tutto quello che avevi muore,
Le fiamme inghiottiscono ogni cosa.
Dimmi che ce la farai
"..."
"Sì..."
Che bello che sarebbe stato.
Essere una dea.
*potremmo tradurlo col nostro proverbio "Quando il diavolo ti accarezza va cercando l'anima"
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Capitolo 4 *** Padre ***
Note
Da leggere, se vi va, con “Death image” come sottofondo.
Omnia munda
mundis *
Padre
Un padre darebbe la vita, per un figlio.
E la morte è proprio ciò che volentieri sperimenteresti tu, tutte le volte che Ryuzaki associa il nome di Light (un ragazzo così perfetto, la luce della tua vita) a quel mostro assassino di Kira.
Eppure, ormai il dubbio ha divorato anche te.
Kira ha contatti con la polizia
Light è intelligente
Kira è un genio
Light è troppo onesto per
Kira è
Light sarebbe un ottimo
Light è solo un ragazzo.
Il ragazzo che hai cresciuto al meglio delle tue forze nonostante il lavoro ti abbia sempre strappato dalle sue braccia più del dovuto.
Eppure, sai di non avergli mai fatto mancare niente.
Sai che ti rispetta
Sai che ti ama
Sai che mai nella vita tuo figlio potrebbe uccidere.
E sai anche che se Light fosse davvero Kira
avresti fallito sotto ogni aspetto
Ti accorgi di odiare tuo figlio te stesso quando ti ritrovi a sperare di marcire in gattabuia con lui per il resto della tua esistenza, piuttosto che vivere nell’incertezza.
Aspetti la voce di Ryuzaki come un condannato a morte che con occhi arresi osserva i suoi carnefici preparare la crudele macchina che lo ucciderà.
Senti il freddo martellarti le ossa ormai visibili delle costole, mentre boccheggi nel vano tentativo di recuperare un po’ d’aria, il volto scavato fino agli zigomi.
Hai l’aspetto invecchiato di una vita, rispetto alla tua età.
Non sei più il sovrintendente
Non sei più un membro della task force
Attendi, e ti ritrovi con la consapevolezza che continui a respirare solo per quella voce, per la sua sentenza, dopodiché potrai poggiare il collo e lasciarti trafiggere dalla lama gelida della scure che si è abbattuta da tempo sulla tua famiglia.
Sei solo un padre.
"Figlio mio…"
Vorresti sotterrarti quando scopri che Light non è non può essere Kira.
La felicità non riesce ad uguagliare i sensi di colpa per lo spavento che gli hai fatto prendere, puntandogli addosso un’arma.
O forse, non riesci a sentirti sollevato al pensiero che saresti arrivato davvero a fare quello che Ryuzaki ti ha ordinato, se Light...
"Adesso so…"
Un padre ucciderebbe, per un figlio.
Tu non ci sei riuscito.
(È solo un ragazzo, Mihael Keehl… avrà sì e no l’età di…)
Sei così… stanco.
Adesso sono solo le macchine a mantenerti in vita.
I bip rimbombano vuoti nella stanza.
Il tuo pensiero va a Sachiko.
Che cosa hai fatto per meritarti una donna così in gamba? Come potrai mai rimediare all’ennesima volta in cui le spezzerai il cuore?
Sayu… come hai potuto permettere che le facessero tutto quel male?
Come hai potuto lasciare in vita il ragazzo che l’ha rapita?
Come faranno Matsuda e gli altri senza di te?
Elle…
Chissà se anche lui ha sofferto così, quando…
Apri gli occhi.
E tutto il dolore muore.
Perché finalmente, davanti a te, hai la prova che tuo figlio non è un assassino.
Perché nonostante il tuo fallimento come poliziotto
Nonostante il tuo fallimento come padre
Davanti a te non hai che tuo figlio Light che ti stringe la mano
E che mentre ti spegni per sempre ti rammenta il giorno in cui ti rivolse il suo primo sorriso, felice, tra le forti braccia del suo papà.
Eccola lì
La luce della tua vita
"Che non sei Kira…"
Un padre è morto, per suo figlio.
Un padre che l’ha guardato negli occhi fino alla fine
Non leggendovi altro che il proprio amore.
Eppure chissà
cos’avrebbe provato, quel padre
se avesse saputo la verità.
“Tu non sai…
quanto ne sono felice…”
* “Tutto è puro, per l’anima di chi è puro”
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Capitolo 5 *** Cicatrici ***
“Pulvis et umbra
sumus.” *
Orazio, “Odi” (IV, 7)
C i c a t r i c i
Guardati
Puzzi di fumo.
L’odore aspro di quella merda che ti ostini a tirar su ti disgusta più del solito, ma non puoi farne a meno neanche adesso.
Ti lasci avvelenare, lentamente.
È così piacevole che quasi dimentichi che quella merda prima o poi ti ucciderà.
Guardi fuori dal finestrino con occhi indifferenti, come se niente ti toccasse, sei fatto così dopotutto.
Forse è per questo che ti ha scelto. Chiunque altro l’avrebbe mandato a fanculo.
Guarda come ti sei ridotto
Un cane fedele e drogato di nicotina che farebbe di tutto per il padrone.
Patetico.
E uno
Un alone scuro si è formato sul vetro. La puzza è così forte, chissà se la sentono anche loro.
Impossibile.
E due
Una macchia accesa si espande sul vetro incrinato, mentre di peso ti accasci contro la tua auto.
È rossa.
E tre
È tutto rosso.
Guardati
Non ti è mai importato un cazzo di diventare il numero uno. Né allora, né adesso.
Ricordi cicatrici: tagli, lividi, graffi, bruciature… tutto ciò che ti rimane della tua infanzia, la più turbolenta tra quella di tutti i bambini che conoscevi.
Eppure guardati adesso
Non te ne è mai importato un cazzo, di tutte quelle stronzate sul vincere, sull’essere il migliore, di cui lui non smette di parlare per un fottuto attimo.
Eppure sei qui a dare la vita,
per quel numero uno
“Perdonami…”
Ed anche adesso che non hai più sangue in corpo, solo fori di proiettili ovunque, il tuo ultimo pensiero va al suo viso.
Per quanto schifo potrai mai ingerire
Per quante cicatrici potrai mai procurarti
Lui ne avrà sempre più di te.
“Non pensavo ti avrebbero ucciso...”
Il freddo dell’asfalto contro il viso è l’ultima carezza che ti rivolge il mondo, mentre ogni organo interno collassa, ed il respiro annaspa verso l’oblio.
La sigaretta ancora tra le labbra,
la tieni stretta coi denti anche mentre soffochi nel tuo stesso sangue
Non puoi farne a meno nemmeno soprattutto adesso…
Quella merda ti ucciderà, prima o poi.
Sai che ti ucciderà.
“Ch.. si rib..la al
….de Kir…”
“No.. ..rita altr.. ch.. la m..rte”
Bas...tardi…
Guardati, esangue a terra per aver rincorso l’ideale di un pazzo
Chissà se vi rivedrete, all’Inferno.
* “Noi siamo polvere ed ombra”
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Capitolo 6 *** Dio ***
Dio
Cupio
Dissolvi *
Quand’è che Dio ti ha abbandonato?
Quand’è che le sue mani, grandi più di quelle del Male che tanto osteggi, hanno smesso di stringere le tue?
Eliminato eliminato eliminato eliminato eliminato eliminato eliminato
eliminato eliminato eliminato eliminato eliminato eliminato eliminato
eliminato eliminato eliminato eliminato eliminato eliminato eliminato
eliminato eliminato eliminato Eliminato.
Non ricordi più neanche un nome, non è così?
Eliminato eliminato eliminato eliminato eliminato eliminato eliminato
eliminato eliminato eliminato eliminato eliminato eliminato eliminato
eliminato eliminato eliminato
Eliminato.
Vorresti sapere quando, il momento esatto, preciso.
Ore, minuti, secondi.
Secondi, minuti, ore.
Lenti veloci lenti veloci lenti veloci vorresti passassero in maniera più regolare metodica sistematica vorresti seguissero il tuo ritmo
il tuo respiro il tuo pensiero
il suo sguardo
in Eterno vorresti
Né troppo lento, né troppo veloce,
Perfetto
Unico, solo, Perfetto
Divino
Eppure hai fatto tutto ciò che c’era da fare.
Eppure, è da quando avevi sei anni che Lo vedi. Il Bene.
Hai gli occhi.
Sei invincibile.
Il mondo è da sempre diviso in due: buoni e cattivi,
spettava a te solo essere Il Suo braccio
Giusto e sbagliato,
la Sua voce avrebbe spazzato via il Nero e come Terra Santa baciato di Luce i Giusti meritevoli di Salvezza
Forza e debolezza,
tu eri il Suo Messia, il Profeta che difendendo i più fragili avrebbe sollevato per Lui le montagne dell’arduo compito di Salvatore del Mondo
Male e Bene,
come Lui voleva, come ti aveva chiesto, l’uno andava spazzato via
Andava distrutto
Affinché l’altro potesse prosperare
Ordine e Caos,
Ti ritrovi perduto, perché per la prima volta è il Caos alle redini del tuo Mondo assetato di scopi illusori, vagheggiante un ideale che potesse dare un Senso
Un Senso a questa vita che come un fiore Nero contorto su se stesso si fonde con le radici
E penetra
E le nutre
E muore
E le ama
E sfiorisce
E semina
E
E le osserva senza far niente
Perché non può disintossicarle dal veleno che le ammorba
Sorridi.
Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio
Dio Dio Dio Dio Lui ti ha Scelto Dio Dio Dio Dio
Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio
Il 7 giugno 1985 Dio ti ha Scelto
Il 7 giugno 1985 ti ha benedetto
Il 7 giugno 1985 ti ha reso Redentore
Il 7 giugno 1985 hai conosciuto la Vita.
Chiudi gli occhi, ascoltalo.
Le senti le loro urla, adesso? Perché sono così forti?
Perché Dio...
Ti ricordi i loro nomi, vero?
Almeno uno, te lo ricordi?
E coloro che furono visti danzare vennero giudicati pazzi da quelli che non potevano sentire la musica**, poiché nessuno
Nessuno avrebbe capito
(nemmeno tua madre, lei era dalla loro parte!
e nemmeno i reticenti, che non muovevano un dito per le vittime!
e nemmeno gli svogliati, gli inoperosi, gli indolenti, il mondo sarebbe caduto in rovina in mano loro!)
Ma il fuoco li avrebbe bruciati, corrosi fino alle viscere! E la cenere dei loro scheletri putrefatti avrebbe fatto da suolo ai Beati!
Quanto sarebbe stato grande il Suo regno!
Quanto sarebbe stato giusto!
Ma Dio è morto
No, Light Yagami non è mai stato il tuo Dio
Dio è morto
Chi laverà via il sangue adesso?
Dove sei dove sei dove sei dimmi dove sei Dio
Eliminato eliminato dove eliminato dove sei Dio Dio Dio Dio tu non sei Dio sei Dio dove sei Eliminato Sei Feccia Feccia Feccia
Feccia
Feccia
Feccia
Feccia
Feccia
Feccia
Cosa mi hai fatto fare
Dio dove sei
Aiutami Dio
Tu
Tu
Non
Ho sbagliato ho sbagliato ho sbagliato ho sbagliato ho sbagliato ho sbagliato Perdonami
Sei solo un uomo
Perdonami
Sei spazzatura
Feccia
Dio
Ti prego
Feccia
Sei solo un uomo
Perdonami
“Dove sei…?”
“Dove sei, Dio…?”
“Quand’è che mi hai abbandonato…?”
Chi laverà via il sangue, adesso?
Note
*Tratto da una frase biblica espressa da Paolo di Tarso nella Lettera ai Filippesi:
“Coarctor autem e duobus: desiderium habens dissolvi, et esse cum Christo, multo magis melius:
permanere autem in carne, necessarium propter vos.”
Ovvero:
“Sono messo alle strette infatti tra queste due cose: da una parte il desiderio di essere sciolto dal corpo per essere con Cristo, il che sarebbe assai meglio;
d'altra parte, è più necessario per voi che io rimanga nella carne.”
Questo è il link di Wikipedia per chi fosse interessato: https://it.wikipedia.org/wiki/Cupio_dissolvi
Ho scelto questa espressione perché credo riassuma benissimo, anche se in un contesto ovviamente del tutto diverso, i pensieri del personaggio in questione: il desiderio di essere dissolto all’interno del suo Dio fasullo (non leggo una religione in senso stretto nella fede di Mikami, ma un forte credo irremovibile in ciò che lui pensa essere l’Ordine del mondo, la sua incapacità di accettare l’idea che tutto non sia in funzione del suo concetto di Giustizia; per questo motivo accetta tranquillamente un umano, che incarna perfettamente quella Giustizia, come Dio), la volontà di rimanere nella carne fin quando il suo compito di Profeta non sarà assolto.
Amo molto Mikami come personaggio perché credo sia costruito benissimo, l’ho analizzato tantissimo per scrivere il capitolo prendendo come punto di riferimento sia il manga che l’anime, ma l’interpretazione la lascio a voi ;)
** “E coloro che furono visti danzare vennero giudicati pazzi da quelli che non potevano sentire la musica”
Questa è una citazione di Friedrich Nietzsche! |
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Capitolo 7 *** Rosario ***
“Abyssus abyssum invocat.”*
Rosario
Campane.
Ti ricordano quelle di una Chiesa.
Chiudi gli occhi: il Rosario è una lastra di ghiaccio tra le dita, i polpastrelli perdono colore da quanto forte lo stringi.
Se adesso chiedessi perdono, Dio ti grazierebbe?
Preghi.
Se Matt fosse con te ti riderebbe in faccia.
Ma è morto.
Preghi, come un dannato in cerca del Paradiso.
Se adesso urlassi che ti dispiace, Dio ti perdonerebbe?
Le tue mani grondano di sangue, anche se non è fisicamente visibile. Cola a fiotti dai palmi, eppure non c’è niente.
Ti è stato concesso più di quanto avessi mai sperato, eppure hai paura.
Ti chiedi se è così che devono essersi sentite le tue vittime, quando hanno chiuso gli occhi e il proiettile ha bruciato loro il cervello più in fretta di quanto tu ci abbia messo a scordarti di averlo fatto.
Non provi pena per loro.
Se adesso ti confessassi, Lui ti assolverebbe dai tuoi peccati?
Non hai provato nulla, quando li hai uccisi. Questo fa di te un mostro?
Preghi, ma non è il Paradiso che mendichi.
Non hai simili pretese: l’anima che ti trascini di peso addosso è così lurida e corrotta che ci sputeresti sopra.
Non sai nemmeno tu perché preghi, in realtà, o il motivo per cui porti un fottuto Rosario al collo da anni senza essertelo mai tolto neanche per lavarti.
È perché sei religioso, rispondi a quelli che te lo chiedono.
La cicatrice ti brucia il viso: se sei fortunato sarà l’ultima volta.
Se fossi un vero Fedele, e avessi anche solo una volta sporcato della tua presenza le ipocrite navate di una Chiesa,
Dio ti noterebbe, adesso?
Campane.
Da piccolo ci eri stato, in Chiesa.
Non ricordavi.
Stai per morire.
Sfili il Rosario dal collo per la prima volta: le dita fredde lo lasciano cadere.
Non fai in tempo a sentirne il tintinnio.
Non ricordavi.
Al Paradiso,
Preferirai sempre le fiamme dell’Inferno.
E se adesso Dio ti perdonasse,
tu perdoneresti te stesso?
*"L'Abisso invoca l'abisso" -Salmo 42
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Capitolo 8 *** Amore ***
“Semper Fidelis”*
Amore
Stai attento,
Dio sta guardando
Rosso.
Così rosso che ti abbaglia.
Tienimi forte per mano,
la notte è buia
e la strada è nera
Cammini.
Il suo sguardo è su di te (è sempre su di te)
Le sue mani ti stringono la gola
mentre sorridi
E stringono
E stringono
E stringono
Faresti di tutto per continuare a soffocare
Anche se sono sola e lontana,
sa sempre dove trovarmi
I bambini corrono. Loro hanno tempo
Non quello alla tua destra, lui ha solo un mese
L’uomo che attraversa la strada è sfortunato
Vivrà il doppio della donna che lo accompagna
Le ragazze che ti stanno scattando una foto sembrano bambole di porcellana
Moriranno tra un’ora
Il corpo steso a terra non respira
ha una falce nel petto
I loro nomi sono scritte al neon,
lancette che scoccano
Non hanno più tempo
Non hai più tempo
Non possono scappare
Ti tiene stretta (non ti lascerà mai)
non puoi scappargli
Viene per insegnarmi tutto ciò che sa
Dio sta guardando, la regina lo adora
si piega al suo volere
Ed ad ogni suo cenno
lei taglia una testa
(La regina lo adora)
Ma la falce è pesante
(ed è sporca di sangue)
Anche se non dovessi più ricordare,
mi insegnerà ancora
e ancora
Urla (da dove provengono?)
Calli sulle dita (perché?)
Non vedi i loro nomi (dovresti?)
Hai… sonno
Fa male (che cosa?)
Ti manca
(Sei inutile)
Ma cosa farò
una volta che avrò imparato ogni cosa?
(Sei inutile)
Rosso.
Così rosso che...
La regina è spietata
Ma la falce è pesante
E la trascina con sé
* “fedele per sempre”
Note
Le parole formattate a destra sono una mia traduzione italiana adattata al testo (quindi non precisa al 100%) della canzone “Misa no uta” (“La canzone di Misa”) che appare nell’episodio 25 dell’anime, durante la scena inedita con lei protagonista che precede la morte di L.
Tale scena si ricollega palesemente a quella finale dell’anime, dove vediamo Misa in piedi sul grattacielo della Task force poco prima del suo suicidio: entrambe le volte guarda verso il sole.
Ho voluto richiamare quel tramonto attraverso i colori finali, sia per simboleggiare tale momento ma anche come metafora della sua morte, mentre il rosso iniziale fa riferimento a quando Misa aveva ancora gli occhi dello Shinigami e vedeva costantemente la durata vitale delle persone che la circondavano sulle loro teste.
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Capitolo 9 *** Nuovo Mondo ***
“…et lux perpètua lùceat eis”. *
Nuovo Mondo
Luce.
È forte.
Ti sembra di oscillare su filo spinato.
L’hai sempre fatto, dopotutto, e le spine ti hanno trafitto e inchiodato la carne, sacrificando il tuo sangue come vino versato.
Il mondo aveva sete, e tu l’hai dissetato (fino all’ultima goccia)
La terra aveva fame, e tu l’hai nutrita (fino all’ultima briciola)
Il cielo ti ha implorato,
e tu l’hai Ascoltato
Nessun altro poteva farlo
Nessun altro avrebbe appagato la sua supplica.
Né Paradiso, né Inferno
Solo il Nulla
Senti il gelo della falce sul collo
Perché fa così male?
Incompreso.
Se potessi utilizzare una sola parola per descriverti, sarebbe quella.
Nebbia davanti agli occhi, l’unico in grado di diradarla… ucciso.
Incompreso.
Ti hanno dato del Pazzo Salvatore
Ma chi altri ne avrebbe avuto il coraggio?
Hanno gridato Assassino Martire
Chi altri si sarebbe macchiato per il Bene?
Malvagio Giustizia
Chi altri avrebbe depurato il Mondo dal morbo umano?
Chi mai avrebbe potuto lavarne via le scorie?
Mostro.
Sì, se questo fa di te un Dio.
Giustizia…
Forse eri tu ad avere sete.
Hai succhiato sangue come fosse ambrosia
ma la gola è rimasta arida
e ancora brucia come se mai avesse bevuto
Hai fatto la cosa giusta?
Le guerre sono cessate.
Hai salvato milioni di vittime
Il Mondo era in agonia, si contorceva sulle sue stesse viscere come un serpente morente e il vermiglio della sua linfa grondava a fiotti dalle radici, come pioggia rossa
Nessuno faceva niente
Nessuno ne ascoltava le grida, nessuno si opponeva
e chi porgeva la mano, come tuo padre , veniva trascinato e inghiottito dal parassita
Le leggi non avevano voce
Le punizioni inique torcevano il collo per denaro
E gli innocenti morivano
Ma quando lui ti ha detto addio, ed hai guardato verso il cielo,
la pioggia era finalmente pulita
E allora perché fa così male?
Cenere.
È tutto cenere
E inchiostro
Il filo ne è pregno. Cederà?
E allora perché lui non ti guarda?
Tiene gli occhi bassi
“Segui bene gli insegnamenti di Dio,
Vorresti che ti vedesse
Vorresti che ti dicesse che hai fatto bene
Vorresti che si fermasse
Vorresti che ti aiutasse
Vorresti che spiegasse loro perché l’hai fatto
in tal modo il mare sarà generoso di frutti
Vorresti che il Sole non fosse così accecante
Vorresti non vederlo così
Vorresti dirgli che
Vorresti
Vorresti che si fermasse
Vorresti che ti guardasse negli occhi
O solo prendere il suo posto
e non giungerà la burrasca”.
Ma è troppo lontano ormai
è troppo tardi ormai
Come può, un dio…
...morire?
Nel tuo nuovo regno di ossa e carcasse, la terra è sterile.
Lo specchio è frantumato, e i cocci ardenti ne corrodono il riflesso:
La carne va a fuoco
Il mare si prosciuga sotto di te
E i pezzi marci con cui hai costruito il trono si sgretolano
Resta solo il tuo petto squarciato,
era lui ad aver fame
Così tanta, che ancora non è sazio.
Come può, l’unica cosa che ha dato senso alla tua vita,
ucciderti?
Luce. O Buio?
Vuoto.
Vorresti solo urlare.
Ma non ne hai la forza.
Perché il filo si è spazzato,
e sei così stanco
che già ti manca la vita
“E adesso le senti, le campane,
Light?”
Che buffo: il Sole ti brucia gli occhi, eppure l’unica cosa che vedi
è solo pioggia rossa.
“Senti quanto fanno rumore?”
Silenzio
“Requiescant in pace.
Amen”
* “...e splenda ad essi la Luce perpetua".
Note dell’autrice
Non posso credere di essere finalmente riuscita a finire questa raccolta, che bello xD
L’ordine che ho dato ai capitoli non segue uno schema cronologico o di preferenza preciso, ho voluto mischiare le loro storie in modo da rendere più d’impatto le vicende dei personaggi. L’unica eccezione vale per il primo e l’ultimo capitolo, che appositamente ho scelto di assegnare ad Elle e Light: le scritte in latino che aprono le loro due sezioni fanno entrambe parte del testo liturgico dell’Eterno Riposo (da cui, appunto, anche il titolo della raccolta), e sono collegati tra loro per rappresentare il legame che loro hanno nell’opera.
Siccome non ne abbiamo mai abbastanza di Simbolismo quando c’è di mezzo Death Note, i capitoli sono 9 perché nel Cristianesimo 9 è simbolo di miracolo, Trinità e sacrificio, inoltre Cristo spirò alla nona ora, e come è abbastanza palese tutti i personaggi di questa fic muoiono xD
Volevo inoltre ringraziare tutte le mie fantastiche recensitrici che sono rimaste nonostante gli infiniti tempi di aggiornamento e che mi hanno fatto un enorme piacere con le loro belle parole e riflessioni! <3
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