Writegust

di Allen Glassred
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Vestito in pizzo ***
Capitolo 2: *** Bolle di sapone ***
Capitolo 3: *** Macchina da cucire ***
Capitolo 4: *** Segnalibro ***
Capitolo 5: *** Cella ***
Capitolo 6: *** Meditazione ***
Capitolo 7: *** Brodo ***
Capitolo 8: *** Angelo ***
Capitolo 9: *** Lago ***
Capitolo 10: *** Viaggio di beneficenza ***
Capitolo 11: *** Ghiacciolo alla menta ***
Capitolo 12: *** Quadro strano ***
Capitolo 13: *** Alpaca ***
Capitolo 14: *** Sentimenti contrastanti ***
Capitolo 15: *** Smoking ***
Capitolo 16: *** Cupcake ***
Capitolo 17: *** Desiderio ***
Capitolo 18: *** Fermaglio a forma di stella marina ***
Capitolo 19: *** Genitori ***
Capitolo 20: *** Bikini nuovo ***
Capitolo 21: *** Zucchero ***
Capitolo 22: *** Tarocchi ***
Capitolo 23: *** Borraccia ***
Capitolo 24: *** Mondo onirico ***
Capitolo 25: *** Cuffie ***
Capitolo 26: *** Maglia azzurra ***
Capitolo 27: *** Mistero al cimitero ***
Capitolo 28: *** Passeggino ***
Capitolo 29: *** Detersivo ***
Capitolo 30: *** Gioielli ***
Capitolo 31: *** Portapenne ***



Capitolo 1
*** Vestito in pizzo ***


Day 1: Vestito in pizzo
Storia: Bloody Sunset
Personaggi: Azazel e Ruby


 

La giovane dalla chioma corvina si osserva allo specchio: è la prima volta, ma si trova lievemente in imbarazzo. Indossa un abito nero, scollato e ricamato da pizzo che lo rende decisamente più attraente. Ai piedi dei sandali dello stesso colore, con il tacco lievemente alto che slancia la figura già perfetta della mora. “ Sarà, ma non sono convinta… “. Mormora semplicemente la donna, perplessa. Improvvisamente tuttavia, una presa sulle sue spalle la fa sussultare lievemente ma, notando dal riflesso nello specchio di chi si tratti, fa un lieve sorriso.

 

“ Sei davvero bella “. Sussurra solamente colui che da un po' di tempo è suo marito e Principe Infernale. La donna sorride lievemente per poi tornare a guardare il proprio riflesso nello specchio.

 

“ Non so: mi sento in imbarazzo, sembro così… “. Lui la ascolta appena, posandole un bacio sul collo e facendo distrarre anche lei. “ … umana “. Mormora solamente, mentre lui si interrompe qualche istante per poi alzare lo sguardo al riflesso nello specchio.

 

“ Io non vedo un’umana “. Sussurra semplicemente il maggiore dei figli di Lucifero, cingendo la fanciulla dai fianchi per poi andare a posare una mano su quella di lei, che nel frattempo la corvina ha portato al cuore così, senza nemmeno rendersene conto. “ Io vedo una sexy, bellissima principessa infernale che indossa un altrettanto sexy abito in pizzo, che le sta d’incanto e che valorizza il suo corpo “. Mormora solamente il giovane dalla chioma argentata, per poi dare un altro bacio sul collo alla moglie che, a quelle parole, non può fare a meno di arrossire vistosamente.

 

“ Azazel… “. Mormora solamente la fanciulla che un tempo era un’umana, ma che da moltissimo tempo è diventata la compagna del Principe Infernale.

 

“ Suvvia, Ruby… “. La chiama per nome lui, sorridendo o meglio, sogghignando lievemente. “ … sai che non è mia abitudine apprezzare le cose umane, ma quel vestito ti sta d’incanto. Oltre tutto, fa un caldo da morire qui all’inferno, meglio tenere un abbigliamento leggero. No? “. Chiede, riuscendo a far spuntare un nuovo sorriso sul volto pallido della corvina.

 

“ Adulatore. Riesci sempre a convincermi, eh? “. Ridacchia un po', mentre lui continua a cingerla e le posa un nuovo bacio sul collo.

 

“ Modestamente, ormai conosco bene la mia Principessa “. Risponde solamente il figlio di Lucifero: solo a lei mostra questo suo lato dolce e romantico, diverso da quello spietato e cinico che invece tutti gli altri, inclusi i suoi sottoposti e nemici, sono abituati a vedere. Di lì a poco, la donna si volge verso di lui seppur rimanendo avvolta in quell’abbraccio che, come sempre d’altra parte, le da un senso di sicurezza.

 

“ Mio Principe “. Fa solamente la corvina, posando una mano sul suo viso ed accarezzandolo lievemente “ Riusciremo nel nostro intento, te lo prometto: farò il possibile per aiutarti “. Assicura, riferendosi senza dubbio alla questione riguardante Sebastian, la questione che il tramite di Force ha in sospeso con Azazel da moltissimo tempo. Lui la osserva qualche istante: non gli piace parlare di Sebastian con Ruby, preferirebbe farlo solo se strettamente necessario. Senza darle una risposta molla la presa sui suoi fianchi, su cui aveva nuovamente posato le mani solo poco prima, per poi posarle sul viso della moglie e guardandola intensamente.

 

“ Andiamo. Stasera, non voglio pensare ad altro che a te “. Fa semplicemente e, capendo che è meglio così, la donna non insiste ulteriormente e si limita ad annuire.

 

“ Come desideri “. Fa, mentre lui la lascia lentamente per poi, a sorpresa, afferrare la sua mano e stringendola nella propria.

 

“ Allora mia Principessa, permettetemi di accompagnarvi. Questa sarà una serata che difficilmente dimenticherete, o credete che vi abbia donato questo abito in pizzo per nulla? “. Ridacchia lievemente, facendo arrossire vistosamente la mora.

 

“ Oh… ok mio Principe, vi seguo “. Fa, non ricordando nemmeno lontanamente la Ruby che solitamente tutti sono abituati a conoscere ma, almeno per quel giorno, solamente una giovane ragazza innamorata.

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Capitolo 2
*** Bolle di sapone ***


Day 2: Bolle di sapone
Storia: La diciottesima Luna
Personaggi: Haruka, Rosina, Jeanne e Garry


Una bimba dalla chioma bionda corre allegra, stando attenta a non inciampare e cadere così dentro l’acqua del lago. “ Tesoro, attenta a non superare il confine “. La ammonisce dolcemente una donna che, senza dubbio, dev’essere sua madre. La bimba annuisce allegra, mentre rincorre alcune bolle di sapone che ha appena soffiato e lasciato libere di volare in cielo, tra mille colori.

 

“ Si, madre! State tranquilla! “. Assicura la piccola di quattro anni, continuando a correre mentre soffia allegramente altre bolle di sapone, che non appena rilasciare creano una miriade di bellissimi colori che incantano la giovane Principessa.

 

D’altro canto, un bel bimbo di circa sei anni e dalla chioma argentata sta rincorrendo distrattamente alcune bolle di sapone, mentre il padre lo guarda con un lieve sorriso. “ Dovevo farti scoprire prima queste bolle di sapone, eh figliolo? “. Chiede distrattamente l’uomo dalla chioma mogano, mentre il piccolo continua a correre allegro. “ Garry! Attento, non passare il confine “. Lo richiama l’Hunter, senza accorgersi che il figlio ha già varcato il confine senza nemmeno rendersene conto.

 

Entrambi i bimbi si scontrano, finendo a terra. Il sapone della piccola si riversa a terra, provocando così il suo pianto. “ Cattivo! Cattivo! “. Inizia a gridare la piccola, mentre lui la osserva da prima stranito poi in panico: che cosa dovrebbe fare ora? Non lo ha certo fatto apposta, quando ha urtato la più piccola facendola cadere a terra. Solo ora si accorge che il sapone è finito a terra e che, come lui, la piccola dalla chioma bionda stava facendo le bolle di sapone.

 

“ Non l’ho fatto apposta! Mi dispiace, ti sei fatta male? “. Chiede, mentre lei lo guarda tirando su con i naso, ma facendo cenno di no con il capo. “ Ascolta… “. Mormora solamente l’argento, porgendole la mano per aiutarla ad alzarsi. “ Lascia che ti aiuti ad alzarti, ed accetta il mio sapone per le bolle di sapone! Dopo tutto, lo hai rovesciato a causa mia “. Fa semplicemente, mentre la piccola pone la sua manina delicata in quella di lui. Lui, che dopo averla aiutata ad alzarsi da terra e controllando che non si sia fatta male, le porge gentilmente il proprio sapone.

 

“ Ma così, tu rimarrai senza… “. Borbotta semplicemente la bimba, dispiaciuta dal fatto che, se dovesse regalare a lei il proprio sapone, il bambino rimarrà senza nulla.

 

“ Tranquilla, va bene! “. Fa semplicemente lui, ma la bimba scuote il capo per poi porgergli il contenitore.


“ Dividiamolo! “. Sentenzia, mentre lui rimane da prima spiazzato dalla maturità che una bimba di soli quattro anni sta dimostrando, tuttavia annuisce per poi mettere un po' del proprio sapone nel contenitore di lei. La bimba recupera istantaneamente il sorriso, andando ad abbracciare lo sconosciuto ragazzino come se lo conoscesse da sempre. “ Siamo amici? “. Chiede, mentre lui rimane un po' colpito dal gesto inaspettato. Tuttavia sorride dolcemente, per poi annuire.

 

“ Si! Saremo amici e verremo a giocare qui tutti i giorni, con le bolle di sapone! “. Assicura, provocando la gioia di lei che, felice, si stacca da lui per poi saltellare allegra.

 

“ Evviva! Madre, madre! Ho un nuovo amico! “. Fa, mentre Rosina come Haruka osserva la scena, sorridendo lievemente.

 

“ Sono contenta per te, Jeanne “. Fa, riflettendo: seppur Hunter, è di un bambino che si parla. Non c’è nulla di male se la sua bambina fa amicizia con lui. A prendere parola è Haruka Perry, rimasto in disparte fino a quel momento.

 

“ Ma sarà meglio non parlarne con vostro padre, Principessina. Potrebbe arrabbiarsi molto “. Fa, sorridendo lievemente alla bimba e chinandosi, accarezzando il capo sia a lei che al figlio. Ha evidentemente capito che Jeanne è la figlia di Re Kaname e della sua seconda sposa, Rosina. Jeanne annuisce contenta, mentre istintivamente avvolge le braccia attorno al collo dell’uomo.

 

“ Sei davvero gentile! Non sei come gli altri signori cattivi di cui parla sempre papà! “. Fa allegra, mentre di lì a poco anche Rosina si avvicina, colpita da come Haruka stia trattando sua figlia: non gli importa che sia una vampira, ha permesso subito al figlio di frequentarla senza alcun problema.

 

“ Grazie, nobile Haruka: è molto raro trovare degli Hunters così disponibili con noi vampiri “. Sentenzia, rimanendo comunque al di là della linea di confine. Haruka la osserva un momento per poi sorridere lievemente, facendo inevitabilmente arrossire la donna.

 

“ I bambini non hanno colpe dei conflitti che si sono creati in passato tra di noi: ora siamo in pace e voglio che il mio Garry impari a rispettare tutti quanti, tanto gli umani quanto i vampiri. Quindi, grazie anche a voi che permettete a vostra figlia di frequentare il mio “. Quello sguardo manda in confusione Rosina, che inevitabilmente sente le guance bollenti ed arrossisce vistosamente.

 

“ E’ il mio stesso desiderio: una pacifica convivenza tra le nostre razze “. Sussurra, torturandosi l’orlo della manica dell’abito con le dita mentre lui annuisce.

 

“ Allora, a domani “. Fa cordialmente lui, mentre la donna annuisce ed i due bimbi tornano dai rispettivi genitori. Ma una cosa è certa: Rosina non potrà mai e poi mai scordare quello sguardo e, in quel momento, sente il suo cuore accelerare i battiti per qualche, interminabile istante. In quel momento, una bolla di sapone passa accanto ai visi dei due adulti, mentre i bimbi riprendono a giocarvi mentre si incamminano verso le loro case.

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Capitolo 3
*** Macchina da cucire ***


Day 3: Macchina da cucire
Storia: Shaman King
Personaggi: Serena Tao, Anna e Tamao

 
  Questo prompt è un regalo ad un'amica, che ha inserito nella serie canonica la sua pg di cui si legegrà in questa storia.
 
Anna Asakura entra a Villa Tao, dove ormai da anni è considerata come una di famiglia. La padrona di casa la accoglie con un largo sorriso, per poi farle cenno di entrare. “ Ciao, Anna! Che bella sorpresa, accomodati pure “. Fa la fanciulla dalla lunga chioma rosa, raccolta in un’elaborata acconciatura. L’altra donna sorride lievemente, per poi accomodarsi nel grande salotto adiacente assieme all’ormai amica di un’intera vita. “ Siediti, fa come se fossi a casa tua. Posso offrirti un the, qualcosa? “. Chiede la fanciulla: in questi anni è molto cambiata pensa inevitabilmente la donna dalla lunga chioma bionda: da ragazzina timida ed insicura si è tramutata in una donna elegante e riservata, questo è vero, ma anche molto più aperta rispetto a com’era una decina d’anni prima.

“ Grazie, Tamao “. Risponde garbatamente Anna, rivelando che la fanciulla altre non è che Tamao, l’ex apprendista di Yomei, ed accomodandosi sul divano sorridendo lievemente: anche lei in questi anni è molto cambiata, imparando anche a sorridere un pò di più. “ Accetterò volentieri il the, grazie “. Fa, mentre l’altra sorride garbata a sua volta, sedendosi e versando una tazza di the per l’amica e per sé.

“ Sono felice che tu sia venuta “. Ammette la giovane dalla chioma rosa, mentre l’altra sorseggia il proprio the stando attenta a non scottarsi.

“ Certo, in fondo siamo amiche “. Fa semplicemente colei che, inaspettatamente per tutti, è diventata la moglie di Hao Asakura, invece che di Yoh come aveva sempre detto in passato quando ancora era una giovane ragazza desiderosa di diventare Regina degli Shamani. In un certo senso, il suo sogno si è avverato seppur con una persona del tutto diversa ed inaspettata da quella immaginata. “ Dimmi, come procede la gravidanza? “. Chiede poi, mentre Tamao porta una mano sul suo ormai evidente pancione di circa sette mesi.

“ Scalcia continuamente: credo sarà una bimba sana e forte “. Ammette la donna, accarezzandosi amorevolmente il ventre mentre Anna sorride lievemente.

“ Hana non vede l’ora di conoscerla “. Fa semplicemente colei che a tutti gli effetti, è la regina degli stamani. Tamao sorride per poi guardare verso un angolo del salotto in cui è stata posizionata una macchina da cucire. “ Oh, un nuovo regalo di Jun? “. Chiede la bionda, ricordando come, da quando ha scoperto che la cognata è incinta nuovamente, la sorella di Ben abbia iniziato a sommergerla di regali per il nascituro. Tamao annuisce con un lieve sorriso.

“ Oh si: ha saputo che vorrei creare qualcosa di speciale per la bimba, così ha deciso di regalarmi una nuova macchina da cucire dato che la mia si era rotta “. Fa, mentre Anna annuisce tranquilla per poi posare la tazza sul tavolino.

“ Avete già deciso un nome per la nascitura? “. Chiede poi, mentre l’altra parrebbe riflettere per qualche istante mentre porta un dito sotto al mento.

“ A me e Len piacciono nomi diversi, mentre a Men piacerebbe Serena “. Ammette, ricordando come il figlio abbia insistito affinché la sorellina si chiamasse “ Serena “, tra le proteste di Len che invece vorrebbe chiamare la piccola “ Ran “, come la madre.

“ Ci sono! “. Esordisce in fine la moglie di Hao, battendo un pugno sulla mano illuminata da un’idea. “ Potreste chiamarla Serena Ran, così non ci saranno proteste, no? “. Chiede, mentre Tamao annuisce contenta dell’idea.

“ Oh! Hai avuto un’ottima idea, amica mia! “. Fa semplicemente, alzandosi dal divano e dirigendosi verso la postazione di cucito. “ Vorrei che invece, tu mi aiutassi a scegliere cosa cucire per la piccola. Vorrei fosse una cosa che le ricorderà la grande amicizia che si è instaurata tra le nostra famiglie nel corso degli anni e vorrei fossi tu a decidere di cosa si tratterà “. Ammette, mentre l’altra la guarda un pò commossa: è la stessa cosa che fece lei, quando era incinta di Hana: ricevette una macchina da cucire in regalo, così decise di chiedere a Tamao di consigliarle cosa cucire per il nascituro, una cosa che ricordasse il forte legame tra gli Asakura ed i Tao, il legame che si è creato nel corso di parecchi anni.

“ Cert, Tamao: ti aiuterò con piacere “. Fa semplicemente l’Itako, sedendo accanto a lei ed iniziando ad esporle il proprio suggerimento che, con un lieve calcio, la nascitura parrebbe approvare.


 

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Capitolo 4
*** Segnalibro ***


Day 4: Segnalibro
Storia: Bloody Sunset
Personaggi: Rowena

Rowena pone il segnalibro tra le due pagine, le pagine del potente libro degli incantesimi ereditato dalla sua maestra. La stessa maestra che, poco prima di morire le spiegò cos’avrebbe comportato recitare quella particolare formula.

 

La donna dalla lunga chioma rosa guarda la piccola bimba dai lunghi capelli rossi. Posa il segnalibro tra le pagine di quel vecchio libro di incantesimi per poi accarezzare dolcemente il capo della piccola che, incuriosita alza il suo sguardo e lo punta in quello di lei. “ Maestra, davvero questo incantesimo è così pericoloso e letale? “. Chiede semplicemente. La donna rimane in silenzio per qualche, interminabile momento in cui la bambina pensa che non le voglia nemmeno dare una risposta alla sua domanda, i aver osato troppo nel porgergliela quando, di fatto, la più grande le ha già detto di non recitare quella formula mai, per nessuna ragione o il prezzo sarebbe stato molto alto. La donna dalla chioma rosa rimane di spalle mentre tra le braccia stringe quel libro, che in seguito ripone sul tavolo per poi voltarsi verso la sua allieva.

 

“ Si. Mia piccola Rowena, non dovrai mai usare questo incantesimo a meno che non voglia rimetterci la tua stessa vita: è una formula molto antica, il suo prezzo è la stessa vita di chi la recita. E viene usata per… “. Poi il buio delle tenebre ottenebra quel ricordo già abbastanza sfocato di colei che, allora, era solo una piccola apprendista strega.

 

La donna dalla chioma rossa accarezza con un pizzico di nostalgia l’ormai logorato segnalibro, non potendo fare a meno di riflettere: la sua maestra le ha spiegato come lanciare quell’incantesimo che avrebbe il costo della sua vita, il solo che, ora come ora, potrebbe permettere di chiudere le porte del Purgatorio ed impedire così che, oltre ai demoni, anche i Leviatani possano mettere piede sulla Terra e creare scompiglio. Una Terra già provata dalla prima battaglia, quella Terrestre, in cui i Peccati Capitali sono stati sconfitti a prezzo della vita di quasi tutti i loro tramite, quanto potrebbe resistere sotto l’attacco dei così detti “ piragna “ che sarebbero pronti a divorare indistintamente Angeli, Demoni, umani o chiunque si trovassero sotto tiro? La donna sospira pesantemente: lei non è certamente una Santa, ha commesso molti errori ma una cosa la sa di certo: intende rimediare ad essi. Per un solo momento il pensiero di sua figlia Gaby e degli altri suoi figli balena nella sua mente: che ne sarà di loro se lei usa quell’incantesimo? Chi si prenderà cura di loro? Scuote in seguito il capo: sa che Gabriel si è risvegliato e che non abbandonerà mai loro figlia, sicuramente si prenderà cura anche degli altri suoi figli. “ Maestra, che cosa devo fare…? “. Chiede l'allieva di Elluka Glassred, la madre terrena di Lussuria, Fede e Superbia e potente strega. È consapevole che non c’è nessuno nella stanza e che la decisione dipende da lei sola, tuttavia il suo istinto di strega l’ha portata a farsi quella domanda ad alta voce, così senza neppure pensarci. “ Elluka… tu cos’avresti fatto al mio posto? “. Sussurra ora la donna, non aspettandosi ovviamente di ottenere risposta.

 

Una ventata d’aria gelida riscuote la donna dai propri pensieri: Rowena apre gli occhi di scatto, gli occhi che aveva precedentemente chiuso cercando di ottenere la tanto agognata risposta, di far ordine nei suoi pensieri e nelle sue emozioni. In seguito una seconda folata fa volare via il segnalibro posto tra le pagine dell’incantesimo, facendolo rimanere bene aperto su quell’incantesimo. Rowena non può fare a meno di cogliere quel segno. “ Maestra, dunque voi volete che io… “. Basta, pensa poi: non ci sono altre parole. Elluka le ha già dato la risposta che lei cercava, sa cos’è necessario che lei faccia per il bene di coloro a cui tiene. “ Ho capito… “. Sussurra solamente, alzandosi da terra con determinazione per poi dirigersi al tavolo degli incantesimi: la decisione è ormai presa, mentre il segnalibro prende improvvisamente fuoco per conto proprio, come se ormai non fosse più necessario utilizzarlo ed avesse “ assolto “ al suo compito. Un compito che Rowena ha accettato, con tutte le relative conseguenze.

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Capitolo 5
*** Cella ***


Day 5: Cella
Storia: La diciottesima Luna
Personaggi: Tea Rosa Rossa e Megara Landcaster

 

Una giovane dalla lunga chioma bruna osserva un’altra donna, i cui capelli sono un po' più corti dei suoi ma, quasi per ironia della sorte, dello stesso colore di colei che, di lì a poco, decide di prendere parola. “ Tea? “. La chiama, ma da prima non ottiene nessuna risposta. Preoccupata, la donna alza lievemente la voce. “ Tea? State bene? “. Chiede, mentre finalmente l’altra riapre gli occhi, di un intenso azzurro ghiaccio che quasi sfiora l’argento.

 

“ Sono così stanca… “. Sussurra solamente: i polsi le fanno male a causa delle catene, che solo di recente le sono state tolte. “ Sono mesi che siamo chiuse qui dentro, senza notizie dei nostri regni o dei nostri mariti… “. Mormora solamente, mentre l’altra donna si alza a fatica, tenendosi la ferita al fianco: non sanguina più, tuttavia fa ancora molto male. Si siede accanto all’altra e le prende le mani tra le proprie.

 

“ Vedrete che presto ci salveranno, e potremo riabbracciare i nostri amati e tornare ne nostri regni “. Vorrebbe fosse così: sa bene che, in realtà, il suo amato Castiel ha perso la vita nell’ultimo scontro con il clan della Luna Rossa e che, con tutta probabilità, Meridian è caduta sotto il dominio di Sabrie. Non sa che sorte sia toccata invece al re del Clan della Luna Argento, ma certamente non dirà alla sua inaspettata compagna di cella ciò che è successo al suo sposo: detesta mentre, ma se servirà a dare almeno un po' di speranza ad un’altra donna, allora lo farà anche se, dentro di sé, ha la morte più totale e vorrebbe non far altro che piangere. Ma sa di non poterlo fare: ha una compagna di cella che ha bisogno di lei e del suo sostegno, non la può abbandonare dato che, ora, sono inaspettatamente sulla stessa barca. Alle parole della donna tuttavia, l’altra scuote il capo.

 

“ Non lo so, Megara. Non so cosa pensare: se il mio Strauss fosse vivo, non credete che sarebbe venuto a salvarci? Capisco vostro marito, che è appena stato attaccato e deve riprendersi. Ma lui…? “. Chiede: è vero. Il regno di Costaluna è stato attaccato molto prima, lei è prigioniera da molto più tempo di Megara. Se suo marito fosse davvero ancora vivo, pensa, sarebbe senza dubbio venuto a salvarla. “ Non ho più speranza ormai… “. Sussurra la bruna, lasciando andare qualche lacrima. A quella frase tuttavia, Megara Landcaster cerca di cacciare giù le lacrime e di parlare con un tono più normale possibile, senza far trasparire quanto sia rotto dal pianto.

 

“ Non dite così “. Sussurra, mentre una lacrima solitaria le riga il viso. Lacrima che la regina di Meridian asciuga immediatamente, sfoggiando un sorriso molto, molto forzato. “ Sono sicura che i nostri mariti sono andati a chiedere aiuto al Clan della Luna Blu! Vedrete, presto verranno a salvarci e tutto ciò sarà solo un brutto ricordo “. Fa, ben sapendo che, purtroppo, lei per lo meno non vedrà mai più il suo Castiel. Tea alza lo sguardo verso di lei qualche istante, prendendo parola di lì a poco.

 

“ Allora, perché state piangendo? “. Chiede solamente, mentre l’altra donna rimane spiazzata: come ha fatto a capire il suo stato d’animo, se lei lo ha mascherato? “ Megara, sarò pur nata umana ma adesso sono un vampiro a tutti gli effetti: sento dallo scorrere del vostro sangue che c’è qualcosa che non va, ma cercate di nascondermelo “. Mormora solamente la regina di Costaluna, mentre Megara rimane interdetta per qualche istante e scuote il capo.

 

“ E’ stato solo un momento di scoramento, non capiterà più: sono convinta che ci salveranno. Deve essere così “. Sentenzia, mentre Tea sospira pesantemente.

 

“ Vorrei tanto che aveste ragione, credetemi. Spero davvero che sia così, e che presto non avremo una nuova compagna di cella “. Sussurra, riferendosi senza dubbio ad Ivy. Megara recupera un minimo di speranza e scuote il capo, prendendo l’altra tra le braccia e stringendola in un fraterno abbraccio.

 

“ Non accadrà: il clan della Luna Blu ha i poteri pari a quelli di quello della Luna Rossa, sono sicura che riusciranno a sconfiggerli. E ci libereranno quanto prima “. Cerca in primis di convincere sé stessa, mentre Tea decide di fidarsi delle parole dell’altra e fa un lieve cenno affermativo.

 

“ Chissà: forse avete ragione. In fin dei conti, la Luna Blu è il solo clan in grado di contrastare la Luna Rossa. Non ci resta che sperare… “. Mormora, mentre Megara fa un cenno affermativo con il capo, tenendo tra le braccia la compagna di cella e riflettendo: è vero. Non resta loro che sperare, questo è tutto ciò che devono fare se vogliono sopravvivere a quella prigionia.

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Capitolo 6
*** Meditazione ***


Day 6: Meditazione
Storia: Shaman King
Personaggi: Silva, Gold e Kalim

Kalim entra sorpreso nella stanza, notando un giovane seduto a terra nella tipica posizione della meditazione. Accigliato decide di prendere parola. “ Cosa stai facendo? Da quando ti sei dato alla meditazione? “. Chiede accigliato, mentre l’altro non pare volergli dare una risposta e seguita a rimanere in tale posizione, con gli occhi chiusi ed apparentemente molto concentrato. “ Insomma, ma mi vuoi rispondere? “. Chiede, mentre dietro di lui un anziano fa la sua comparsa facendogli cenno di fare silenzio.

 

“ Non fare baccano, o lo distrarrai: a quanto pare, ha deciso di darsi alla meditazione per rilassarsi un po' “. Commenta il capo del consiglio dei Pache, mentre Kalim lo guarda accigliato.

 

“ Ma, Gold: non è possibile, non ce lo vedo proprio Silva a meditare, mi spiace.. “. Mormora, ma l’altro lo trattiene poco prima che entri nuovamente nella sala.

 

“ Suvvia, perché mai non dovrebbe? In fondo siamo tutti stressati per questo torneo, magari è solo il suo modo di allentare la tensione “. Suggerisce l’anziano, tuttavia l’altro consigliere non pare essere troppo convinto: da quando conosce Silva, non lo ha mai sentito dire che la meditazione gli piaccia, cos’è questa novità si chiede?

 

“ Sarà anche come dici tu, Gold: ma io trovo tutto ciò molto, molto strano. Non è da Silva appassionarsi improvvisamente ad una cosa che, fino a ieri, ha sempre ignorato “. Sentenzia. Gold scuote le spalle, facendo poi un cenno a Kalim di seguirlo.

 

“ Andiamo: chiederai spiegazioni a Silva dopo, ora non disturbiamolo “. Sussurra a bassa voce, mentre il consigliere non può far altro che seguire il consiglio del più anziano e seguirlo verso l’altra sala.

 

In quel momento, Silva riapre gli occhi piuttosto confuso: strano, gli era sembrato di sentire le voci di Gold e di Kalim. “ Che strano… “. Borbotta solamente il consigliere, scuotendo il capo. “ Mi son o appisolato in questa strana posizione, e tra la veglia e il sonno devo aver sentito le voci di Kalim e di Gold “. Fa, scuotendo il capo per poi alzarsi: ha riposato abbastanza pensa, non ha certamente tempo da perdere! Deve andare ad aiutare Yoh ed i suoi amici, aiutarli a fermare Hao prima che giunga allo Spirit King, in seguito pensa, sconterà le conseguenze della sua disobbedienza ma ora non può certamente restare con le mani in mano! Esce in gran fretta dalla sede del consiglio, senza sapere che uno stranito Kalim lo sta osservando accigliato.

 

“ Beh, la sua meditazione è durata decisamente poco… “. Borbotta l’uomo, portandosi una mano dietro al capo ed ancora convinto che ci sia qualcosa di strano dietro l’improvviso interesse di Silva per la meditazione.

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Capitolo 7
*** Brodo ***


Day 7: Brodo
Storia: La diciottesima Luna
Personaggi: Jeanne ed Ivy

 

Jeanne Hikari si siede sul letto, preoccupata: da un po' di tempo sua sorella Ivy sta poco bene, man mano che la gravidanza prosegue sembra sempre più stanca e debilitata. La corvina si accorge dello stato d’animo della sorella, così posa una mano su quella della bionda e sorride dolcemente. “ Stai tranquilla: starò presto meglio, vedrai “. Le assicura, mentre l’altra scuote il capo lievemente imbronciata.

 

“ Perchè non mi hai detto che non stavi bene? Sciocca! Potevo occuparmi io di te, invece hai fatto tutto di testa tua! “. Fa, mentre alcune lacrime scendono dai suoi occhi. “ Se fosse successo qualcosa, a te o ai gemelli, come credi avrei potuto vivere io? “. Borbotta, ed è vero: come avrebbe potuto sopravvivere se alla sorella o ai nipotini fosse accaduto qualcosa e lei non avesse potuto farci nulla? Se fosse arrivata troppo tardi e fosse successo loro qualcosa, come avrebbe convissuto con il senso di colpa? Ivy rimane un po' sorpresa dalla reazione di Jeanne, tuttavia la comprende: in fondo anche lei avrebbe fatto la stessa cosa, in situazioni inverse. Sorride lievemente per poi prendere parola.

 

“ Ti prometto che da ora in poi ti dirò tutto e ti permetterò di prenderti cura di me, d’accordo? “. Chiede, mentre l’altra la guarda con ancora quel broncio sul viso, un broncio che tuttavia la rende adorabile. “ Mi dispiace molto, non ti volevo far preoccupare “. Fa solamente, mentre finalmente la sorellastra toglie il broncio.

 

“ Promettimelo “. Chiede improvvisamente, ed Ivy non può far altro se non annuire.

 

“ Te lo prometto “. Assicura, con un lieve sorriso. In seguito tra le due sorelle regna qualche istante di silenzio. Solo accorgendosi che Jeanne ha un vassoio tra le mani Ivy decide di rompere tale silenzio. “ Ma dimmi: cosa mi hai portato? Ho giusto un po' di fame “. Fa, mentre Jeanne osserva il vassoio come se solo ora si fosse ricordata di averlo tra le mani.

 

“ Questo? Ecco… a dire il vero, ho provato a prepararti del brodo “. Ammette la bionda, per poi fare per ritirare il vassoio. “ Ma sicuramente è uscito una schifezza, rischierei di avvelenare te ed i miei nipotini se lo bevi “. Fa, mentre Ivy la guarda accigliata.

 

“ Cos’è questa scarsa fiducia in te stessa? “. Chiede, incrociando le braccia al petto. “ Coraggio: dammi quel brodo e fammelo assaggiare, sciocchina “. Fa e, senza che Jeanne possa protestare la sorella le toglie il vassoio dalle mani stando comunque ben attenta a non rovesciare il brodo.

 

“ A… aspetta, non…! “. Tenta la Principessa, ma non fa in tempo a fare nulla: Ivy afferra il cucchiaio, iniziando lentamente a bere quel brodo. “ Oh cielo… “. Mormora solamente la bionda, mentre l’altra la guarda seriamente.

 

“ Jeanne? “. La chiama, mentre lei inizia a sudare freddo: sicuramente pensa, avrà schifato la sorella con quel brodo! “ Questo brodo… è… “. Jeanne continua a sudare freddo, chiudendo gli occhi.

 

“ Oddio, scusami! Sapevo che era immangiabile, ma ci ho provato! “. Fa semplicemente la Principessa, stringendo gli occhi preoccupata. A quella scena ivy sorride dolcemente per poi concludere.

 

“ Questo brodo è delizioso “. Sussurra, prendendo il cucchiaio e portandolo lentamente verso le labbra dell’altra. “ Assaggia tu stessa “. Fa, mentre la bionda apre gli occhi di scatto per poi assaggiare quel brodo. E ne rimane sorpresa: è davvero molto buono! “ Sei stata bravissima: grazie davvero, non ho mai bevuto un brodo così buono “. Fa semplicemente la corvina, mentre la sorella sospira sollevata.

 

“ Allora, posso preparartelo sempre io? Magari imparerò a fare anche altro… “. Mormora, mentre Ivy la guarda sorpresa: da quando in qua Jeanne si è data alla cucina? “ Insomma: in primo luogo, sarei più tranquilla se cucinassi io per te e per i miei nipotini, in oltre… “. Si tortura l’orlo della gonna con le unghie, arrossendo vistosamente. “ Insomma! Cosa direbbe Garry, se quando saremo sposati scoprirà che la sua sposa non sa cucinare? “. Chiede, mentre Ivy ride lievemente.

 

“ Ah, adesso capisco “. Fa, per poi continuare il discorso. “ Beh, non ho nulla da obiettare: ti assumo come cuoca “. Ride lievemente, continuando poi a bere quel brodo mentre l’altra arrossisce lievemente.

 

“ G… grazie “. Mormora, soddisfatta: non solo potrà cucinare per la sorella ed assicurarsi che nessuno tenti di avvelenare il suo cibo, ma sarà anche una bravissima cuoca entro il suo matrimonio, ne è certa. - Forza, Jeanne! Al lavoro -. Pensa tra sé e sé, determinata ad andare di nuovo in cucina per imparare altre nuove ricette e sperando che, come il brodo escano altrettanto buone!

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Capitolo 8
*** Angelo ***


Day 8: Angelo
Storia: Bloody Sunset
Personaggi: Gadeel e Samuel

 

Il giovane dalla chioma corvina entra nella Chiesa romana: a dire il vero pensa, ha messo piede in questo luogo mille volte eppure, quest’oggi gli pare sia la prima in assoluto. Si guarda intorno qualche istante, in seguito e dopo un profondo respiro si inginocchia: non lo fa come farebbe ogni fedele, in uno dei banchi. Piuttosto preferisce mettersi in ginocchio a terra, a mani giunte e di fronte all’imponente altare. Osserva qualche istante il crocefisso per poi chiudere gli occhi, e a capo basso iniziando a pregare intensamente, come forse non ha mai fatto prima, con una tale intensità da scuotere sia il suo corpo che la sua anima. “ Dio, sono io: Samuel “. Fa, rivelando di essere niente poco di meno che Samuel, il figlio di Gabrielle. “ Ti prego: se stai ascoltando la mia preghiera, ho bisogno di te, ho bisogno del tuo aiuto “. Continua a pregare, tenendo le mani giunte e stringendole forte come se tra di esse tenesse qualcosa di prezioso ed importante, qualcosa che non vuole perdere per nulla al mondo. “ Ti prego: ti scongiuro, fammi incontrare i miei genitori “. Alcune lacrime iniziano a scendere dai suoi occhi: quegli occhi che, non lo può sapere, ha ereditato dalla madre. “ Dio, ti supplico: so che non ho il diritto di chiedertelo, non so come tu veda i Nephilim come me, ma io ho grande rispetto verso di te. Ti supplico, ascolta la mia preghiera… “. Una ventata gelida: Sam crede per un istante che qualcuno sia entrato in Chiesa e che la ventata sia solo dovuta all’apertura della porta. Ma un’altra cosa lo fa dubitare: una carezza. Una carezza proprio sul suo viso e che, ne è più che sicuro, non ha immaginato. Il ragazzo riapre gli occhi di scatto e porta istintivamente una mano sulla guancia che si è sentito sfiorare, mentre dietro di lui qualcuno prende parola.

 

“ Così sei tu: Samuel. Ti ho cercato a lungo, purtroppo senza successo. Ma oggi la tua Grazia si è manifestata, la tua preghiera è giunta alle mie orecchie e così ti ho potuto finalmente raggiungere “. Sam si volge di scatto verso chi gli ha rivolto la parola e non può fare a meno di rimanere immobile e sbigottito: l’unica cosa che riesce a fare è portarsi una mano alla bocca mentre la figura alata di fronte a lui lo guarda intensamente.

 

“ Un… un angelo? O sei… o sei forse Dio? “. Chiede semplicemente il ragazzo, stupefatto ed incapace di qualsivoglia movimento, come se il suo corpo fosse totalmente paralizzato. A quella sua frase l’essere alato sorride lievemente.

 

“ E’ un bel complimento, ma no: sono solo un angelo e sono qui per te “. Samuel sgrana gli occhi sconcertato: sa di essere un Nephilim, ma che addirittura un angelo si sia scomodato per lui lo trova a dir poco incredibile e sorprendente. A meno che...il respiro quasi gli si mozza mentre l’uomo alato gli si avvicina, senza esitazione. “ Sei cresciuto così tanto: l’ultima volta che ho potuto vederti eri solo un neonato “. Sussurra un po' malinconico, per poi accarezzargli il viso. Quel tocco ha il potere di tranquillizzare all’istante Sam, il quale sente il suo corpo rilassarsi istantaneamente così come la sua mente. L’uomo dalla chioma corvina lo guarda dritto negli occhi, forse per la prima volta da quando lo ha stretto tra le braccia, quel lontano giorno in cui venne al mondo. “ Hai gli occhi di tua madre: sembra che l’acqua si rispecchi in essi “. Alcune lacrime scendono istantaneamente dagli occhi del ragazzo, il suo cuore pare quasi impazzire mentre, quasi senza riflettere risponde con una domanda, la prima che li viene in mente ma che, in cuor suo, sa essere quella corretta.

 

“ Ma tu chi sei…? “. Sussurra, anche se in cuor suo sa già la risposta. L’altro lo osserva: da prima esita un po', in seguito tuttavia sorride lievemente ancora una volta.

 

“ Il mio nome è Gadeel. E credo che tu sappia già chi io sia “. A quelle parole e soprattutto, nel sentire quel nome Samuel inizia a singhiozzare di gioia.

 

“ Sei… sei davvero tu? “. Chiede. Gadeel continua a guardarlo, a sua volta commosso come forse mai è stato prima d’ora. In seguito fa un cenno affermativo con il capo.

 

“ Si: sono io. Sono… “. Non termina nemmeno la frase: Samuel gli si fionda tra le braccia continuando a singhiozzare ed ancora inebetito di gioia.

 

“ Papà! Papà, sei tu! Sei davvero tu! “. Fa, mentre finalmente Gadeel annuisce. In seguito e senza più esitare ricambia l’abbraccio, stringendo con forza il ragazzo a sé.

 

“ Si! Sono io, figlio mio. Sono io, e ti giuro: più nessuno oserà dividerci “. Sussurra, ricordando come Sam fu brutalmente diviso da lui e Gabrielle alla sua nascita e di come si ritrovò totalmente impotente di fronte agli eventi. Ha a lungo cercato suo figlio, ed ora che finalmente lo ha trovato non permetterà più a nessuno di separarli. Da parte sua Samuel annuisce, mentre di lì a poco si sente avvolgere da un calore mai provato prima: le ali di suo padre lo stanno avvolgendo, come a volerlo proteggere. Ed è infatti così: Gadeel vuole proteggere il figlio, come sin ora non ha mai potuto fare. Ed in quel momento lo giura a sé stesso: ritroveranno Gabrielle , la libereranno dalla prigionia di Asmodeus e finalmente saranno una famiglia. Come se Samuel avesse percepito i pensieri del padre, annuisce semplicemente: ha probabilmente sentito la vera voce di Gadeel comunicare con lui tramite la loro Grazia, non servono altre parole: se sua madre è prigioniera, sarà allora compito suo e di suo padre salvarla. E forse non saranno soli: forse, l’Arcangelo dalla chioma mogano che ha osservato di nascosto la commovente riunione tra padre e figlio, colui che con il benestare del Padre ha permesso tale riunione, deciderà di dare una mano all’Angelo ed al nipote per poterli finalmente far riunire anche a Gabrielle.

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Capitolo 9
*** Lago ***


Day 9: Lago
Storia: Soledad ( anno 2035 alternativo )
Personaggi: Mirai!Ace e Mirai!Alexis
 

La giovane Alexis giunge finalmente al lago: è una magnifica notte di Luna Rossa, pensa. Una notte perfetta per un bel bagno in quel lago che, non sa perché, le sembra così familiare. Il lago che separa i vampiri dagli umani, proprio com’è negli altri regni: ognuno ha un lago che divide i territori umani da quelli dei vampiri, dei laghi che fungono da confine. Così è anche per Sabrie: il regno del clan della Luna Rossa. Sospira rilassata: finché è da quella parte del confine pensa, non è in pericolo: i vampiri non possono attraversarlo, così come gli umani non possono andare alla sponda opposta o andranno incontro ad atroci conseguenze. “ Pare non ci sia nessuno qui “. Sussurra semplicemente la rosa, guardandosi intorno per assicurarsi non ci sia realmente nessuno nei paraggi. “ Bene, allora posso anche farmi un bel bagno. Fino al confine è possibile “. Fa, riflettendo: finché non passa alla sponda opposta ed alla parte di lago nella giurisdizione del territorio dei Vampiri, può fare il bagno in tutta tranquillità. Slaccia lentamente il corpetto dell’abito e lo fa cadere a terra. “ Non vedo l’ora di rilassarmi un po', sono davvero esausta “. Sussurra semplicemente la ragazza. Fa appena in tempo a slacciarsi l’abito, che qualcuno la afferra da dietro puntandole un pugnale alla gola. Allarmata la ragazza fa finire l’abito a terra, rimanendo così in sottoveste. “ Cosa… chi…? “. Sussurra spaventata, mentre la misteriosa persona sembrerebbe annusarle il collo come volesse percepire il suo odore. Allarmata la giovane dalla chioma rosa prende nuovamente parola. “ Chi sei…? “. Chiede spaventata, mentre il misterioso aggressore posa le proprie zanne sul suo collo: un vampiro, pensa? Un momento: impossibile! Quella parte del lago appartiene agli umani, nessun vampiro può attraversarla.

 

“ So cosa pensi “. Sussurra semplicemente colui che si rivela essere un ragazzo, ferendole lievemente il collo con le zanne. “ Ma questo lago appartiene alla mia famiglia. Tutto ciò che è qui appartiene a noi, e tu sei sul mio territorio “. Sentenzia risoluto, mentre a quella frase lei decide di prendere parola un po' innervosita e, forse, un po' impertinente.

 

“ Questo è il territorio degli esseri umani! La parte dei vampiri è quella opposta! “. Replica, ma a quella frase lui ghigna sadicamente. Stringe lievemente la presa sul ventre di lei, facendo correre la mano sul corpo di lei e giungendo poco più sotto del seno.

 

“ Questo lago appartiene ai Baskerville da ancor prima che tu nascessi, sporca umana che non sei altro “. Commenta solamente con un pizzico d’astio: chi si crede di essere quella donna, per rispondergli in quel modo? “ Quindi… “. La sua mano si sposta sul seno di lei, che presa alla sprovvista non riesce a controbattere o ad opporre resistenza. “ … tutto ciò che è qui appartiene a me. Inclusa tu “. Stringe così forte la presa, da far quasi gridare lei dal dolore: quella forza, non crede di averla mai riscontrata in nessun altro prima d’ora.

 

“ Levami quelle mani di dosso, vampiro! “. Commenta semplicemente la giovane dalla chioma rosa, mentre indispettito lui continua a stringere la presa.

 

“ Ti piace questo lago, vero? “. Chiede ad un certo punto il giovane dalla chioma corvina, la cui figura viene ora illuminata dalla luna rossa che brilla sovrana nel cielo. “ allora, mi dovrai dare qualcosa in cambio se me lo vuoi insudiciare con la tua immonda presenza “. Conclude il discorso, mentre finalmente lei riconosce quella voce.


“ Ace Baskerville?! “. Chiede sconcertata: il principe del clan della luna rossa? Ecco, pensa: ora si spiega come abbia fatto a superare il confine! Certamente, per uno del suo calibro quelle barriere sono solo poco più che giocattoli senza importanza. “ Lasciami! Non intendo darti un bel nulla! “. Si agita la giovane domestica. A quella frase lui sembra innervosirsi maggiormente.

 

“ Ah no? Vuoi dire che mi hai insudiciato il lago e non solo, vuoi continuarlo a fare impunemente? E non solo: vuoi continuare a farlo? Ma non lo sai che si paga per avere le cose? “. chiede stizzito, mentre lei scuote il capo.

 

“ Non darei niente al figlio di colui che assassinò mia madre! Ho accettato di essere la vostra domestica, ma niente altro, e… “. Fa per dire altro, ma lui la spinge leggermente in avanti. Poi, senza pensarci due volte le afferra bruscamente la lunga chioma.

 

“ Non si direbbe proprio che tu sia la bastarda di mio padre: devi aver preso tutti i geni difettosi di quella sgualdrina di tua madre… sorella “. Mormora solamente, mentre lei inizia ad agitarsi nel sentire quella realtà che tanto si è ostinata a cercare di nascondere. “ E visto che ti piace tanto questo lago… “. Senza alcun preavviso, afferra la sorellastra per poi gettarla in acqua, ghignando sadicamente. “ Goditi pure il bagno, bastardella! “. La deride maligno, mentre lei cerca di rimanere a galla: colta di sorpresa infatti, ha quasi dimenticato come nuotare!

 

“ B… brutto bastardo! “. Fa alterata, mentre lui continua a deriderla malignamente. “ Giuro che me la pagherai, Ace Baskerville! Me la pagherai! “. Grida, mentre lui continua a deriderla.

 

“ Buon bagno, bastarda! “. Fa, per poi incamminarsi verso palazzo e lasciandola in acqua, con un solo pensiero: prima o poi la farà pagare a quel maledetto principe arrogante!

 


 

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Capitolo 10
*** Viaggio di beneficenza ***


Day 10: Viaggio di beneficenza
Storia: Saint Seiya
Personaggi: Julian Kedives e Sorrento

 

Sorrento rimane in rispettoso silenzio a pochi passi dietro il suo signore. Dal canto suo invece, Julian Kedives osserva qualche istante il suo fedele compagno di viaggio per poi decidersi a prendere parola. “ Sorrento, sembri essere piuttosto silenzioso: cosa ti turba? “. Chiede, mentre l’altro si riscuote dai suoi pensieri per poi decidere di dare una risposta.

 

“ Sono solo molto contento: ciò che avete deciso di fare, signore, è una cosa davvero molto nobile e bella “. Ammette, mentre il giovane dalla chioma azzurra sorride lievemente mentre inizia a camminare: hanno appena messo piede giù dall’aereo, ma sa già che avranno un sacco di lavoro da fare sin da subito: il suo progetto deve partire quanto prima, per riposare avrà tempo la sera stessa.

 

“ Si: anche io sono molto contento, che questo progetto sia finalmente partito. Ci sono un sacco di bambini che attendono il nostro aiuto ed il sollievo delle note melodiose del tuo flauto, e con essi le loro famiglie. Per questo dopo tutto, abbiamo deciso di intraprendere questo viaggio “. Fa, ed è vero: lui e Sorrento hanno deciso di intraprendere un viaggio di beneficenza e recarsi nelle terre dell’Africa, per offrire aiuto e sollievo a quella povera gente.

 

“ Sarò più che felice di suonare il mio flauto per questa gente, signore “. Fa, riflettendo: è davvero contento di poter offrire anche il suo contributo per migliorare la vita di quelle persone. Il suo signore provvederà ai loro bisogni in termini economici, lui invece solleverà loro il morale e, certamente, questo non è poco.

 

“ Molto bene: dopo aver aiutato tutte le persone coinvolte nella Guerra Santa tra me ed Athena, dopo aver ricostruito tutto ciò che le inondazioni avevano distrutto, era giunto il momento di aiutare altre persone bisognose. Ed ero sicuro che tu saresti nuovamente stato un buon compagno di viaggio. Grazie, Sorrento, per essere rimasto al mio fianco “. Fa semplicemente il giovane dalla chioma azzurra, ricordando come, nelle vesti di Nettuno, abbia dato battaglia all’eterna rivale Athena causando devastazione sulla Terra. Dopo la terribile lotta che ha visto vincitrice la Dea della Giustizia, lui ha deciso di rimediare a tutti i danni causati e, inaspettatamente, uno dei Generali Marini ha deciso di accompagnarlo: Sorrento. Così, dopo aver sistemato tutti i danni causati con le inondazioni i due hanno deciso di proseguire con le loro opere di beneficenza ed umanitarie, di aiutare chi ne ha più bisogno sia economicamente e materialmente, offrendo loro cibo, medicine e luoghi dove vivere, che moralmente facendo udire loro le dolci note di quel flauto che, un tempo, fu quasi letale al Cavaliere di Andromeda.

 

“ Non avrei mai potuto abbandonarvi: che il vostro potere sia sopito o meno, voi rimanete sempre il mio signore, il Dio Nettuno. Vi seguirei ovunque, in oltre la vostra opera è a dir poco nobile: non c’era possibilità che io me ne sottraessi “. Sorride cordialmente il giovane dalla chioma lilla. A quel sorriso così amichevole malgrado i loro ruoli, colui che è comunque il signore dei mari annuisce.

 

“ Andiamo “. Fa semplicemente, dirigendosi verso un edificio dove, allegri malgrado le loro pessime condizioni di vita, diversi bimbi di colore assieme ad alcune donne li stanno attendendo, ansiosi di accogliere i nuovi arrivati che, sanno, renderanno la loro vita migliore.

 

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Capitolo 11
*** Ghiacciolo alla menta ***


Day 11: Ghiacciolo alla menta
Storia: La diciottesima Luna
Personaggi: Jeanne ed Ivy Hikari

 

Jeanne torna dopo alcuni momenti in giardino: è lì che lei ed Ivy si sono incontrate, decidendo quindi di fare una chiacchierata sugli ultimi eventi. In particolar modo, Ivy ha un gran bisogno di confidarsi con qualcuno: infatti, dopo la notte di luna blu si sente parecchio strana, non sa cosa le stia succedendo e pensa che la soluzione più appropriata sia parlarne con la sorella, che sin dal primo momento è sempre stata sua alleata a palazzo e l’ha sempre sostenuta e protetta. Data l’alta temperatura la minore ha portato per sé e per la corvina due ghiaccioli alla menta, gusto che entrambe le sorelle hanno scoperto di amare molto: una cosa che le accomuna. “ Eccomi qua: per fortuna avevamo ancora i ghiaccioli alla menta, ne ho portato uno anche a te “. Sorride dolcemente la bionda, sedendosi accanto ad Ivy che le sorride dolcemente per poi prendere il proprio ghiacciolo.

 

“ Ti ringrazio, Jeanne! Ne avevo davvero bisogno “. Fa la giovane Principessa, dando un morso al ghiacciolo quasi in contemporanea alla sorella, che se lo gusta come fosse la prima volta.

 

“ Ah! Non c’è niente di meglio di un bel ghiacciolo alla menta, per cacciare via tutti i brutti pensieri “. Fa solamente la figlia di Kaname e Rosina, mentre a quella frase Ivy abbassa lievemente lo sguardo.

 

“ A tal proposito… “. Fa solamente, mentre la sorella la guarda subito dopo aver dato un altro morso al proprio gelato. “ Jeanne, posso farti vedere una cosa? “. Chiede, mentre la binda annuisce con ancora il ghiacciolo posato alle labbra. Notando il suo consenso la corvina slaccia i bottoni che tengono il colletto del vestito ben aderente al collo, ed in effetti Jeanne si è chiesta se non avesse caldo, con un vestito tanto accollato. Ma ben presto scopre anche la ragione di tale scelta da parte di Ivy: la figlia di Kaname e Luna abbassa il colletto, mostrando un lieve marchio blu a forma di luna. Non molto grande, certamente, ma abbastanza visibile. Jeanne sgrana gli occhi stupefatta, forse riconoscendo cosa sia quella sorta di tatuaggio. “ Mi sai dire cosa sia questo? “. Chiede, mentre Jeanne deve stare attenta a non soffocare con lo stesso ghiacciolo che sta mangiando.

 

“ Chi te lo ha fatto? “. Chiede semplicemente la Principessa, mentre la sorella le da una risposta di lì a poco.

 

“ E’ stato Vanitas, credo. E credo sia successo la notte di Luna Blu “. Ammette, ed a quella frase Jeanne la guarda sconcertata, mentre Ivy addenta il proprio ghiacciolo prima che si sciolga.

 

“ Quello, sorella mia, è un marchio di possessione che solo un Hikari può fare “. Sentenzia, ed a quella frase è questa volta la maggiore a sgranare gli occhi.

 

“ Un marchio di possessione? Vuoi dire che… “. A quella domanda la bionda non può far altro che annuire, addentando nuovamente il proprio ghiacciolo che oramai, è quasi terminato.

 

“ Si: adesso appartieni a Vanitas, almeno per quanto riguarda il sangue. Lui potrà bere solo il tuo, mentre tu desidererai solo il suo: è un processo automatico, che inizia non appena il marchio viene lasciato “. Spiega brevemente, mentre Ivy arrossisce lievemente e, istintivamente porta una mano sul marchio. A quel punto Jeanne decide di farle un’altra domanda. “ Senti, Ivy… “. Inizia il discorso, mentre lei addenta distrattamente il ghiacciolo seppur mille pensieri scorrano nella sua mente. “ Ma… a che punto siete arrivati tu e Vanitas? “. Chiede così, senza peli sulla lingua ma facendo violentemente avvampare l’altra.

 

“ Come?! Ecco, cioè, noi due non abbiamo… insomma non credo… “. Fa, per poi fare un sospiro profondo e recuperando la calma. “ La verità è che non lo so: mi sono svegliata il giorno dopo, nello stesso letto con lui e mezza svestita. E le coperte erano sporche di sangue, così come noi avevamo i segni dei morsi dell’altro sui nostri corpi, e… “. A quella frase Jeanne sembra – letteralmente – andare a fuoco. Posa lo stecchino del ghiacciolo, mentre sembrerebbe avere un diavolo per capello.

 

“ Eh?! Quel lupo travestito da agnello si è già spinto a tanto?! “. Chiede, immaginando chissà quale scenario e non dando retta alla sorella che, vanamente, tenta di spiegarle che non ricorda cosa sia accaduto tra lei e Vanitas quella notte di Luna Blu. “ Fratello!!! Dobbiamo parlare, ora!!! “. Fa la bionda, su tutte le furie e fiondandosi a cercare il fratello. Ivy rimane interdetta qualche istante, dando l’ultimo morso al proprio ghiacciolo e sospirando pesantemente: prevede grossi guai per Vanitas, considerato quanto Jeanne sia iper protettiva nei suoi confronti!

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Capitolo 12
*** Quadro strano ***


Day 12: Quadro strano
Storia: La diciottesima Luna
Personaggi: Ivy e Vanitas Hikari, Ace ed Alexis Baskerville

 

È da un po' di tempo che Vanitas ed Ivy stanno osservando un quadro: è il quadro parzialmente distrutto di loro nonno, Vanitas Lunettes. Accanto a lui loro nonna, Ivonne. Ma qualcosa ha attirato la loro attenzione: il quadro sembrerebbe essere stato diviso, come se qualcuno avesse di proposito tagliato delle persone che vi erano ritratte. “ Perchè? “. Chiede ad un certo punto Vanitas, riflettendo ad alta voce ed attirando così l’attenzione della sua sposa. “ Se nostro nonno aveva questo ritratto, perché non usarlo per sigillare l’anima della nonna e la sua, insieme? Perché ha voluto un secondo ritratto ed ha sigillato solo la propria? “. Chiede più a sé stesso, non aspettandosi tuttavia la risposta che segue.

 

“ Già, in oltre guarda… “. Fa presente Ivy, facendo notare un punto preciso. “ Sembra quasi che il quadro sia stato tagliato, non hai anche tu quest’impressione? “. Chiede, mentre anche Vanitas porta lo sguardo nello stesso punto, sorpreso.

 

“ E’ vero! Guarda, c’è qualcosa di rosso lì, vicino alla nonna. Ma non capisco cosa sia “. Mormora sconcertato, mentre la sua sposa fa un cenno affermativo con il capo.

 

“ Qualcuno ha tagliato questo quadro. Ed un quadro così, non avrebbe mai potuto essere un buon contenitore per l’anima di nostro nonno. Per questo ne ha voluto un altro, subito dopo la morte della nonna “. Sentenzia Ivy, mentre lui riflette: è vero, quel ragionamento non fa una grinza. Ma un interrogativo rimane sempre in sospeso: come mai il quadro sarà stato diviso? Dove si trova l’altra parte e, soprattutto, chi c’era raffigurato per arrivare addirittura a distruggere parzialmente quel prezioso quadro pur di cancellarlo? La giovane neo regina prende la mano di suo marito, guardandolo intensamente per qualche istante.

 

“ Ne andremo a capo, te lo assicuro “. Fa semplicemente lui, stringendole la mano a sua volta mentre lei annuisce risoluta.

 

“ Si: finalmente, scopriremo il segreto di Vanitas Lunettes e della nonna… “. Sussurra, riflettendo un momento: in tutti quei secoli, mai nessuno ha conosciuto il vero cognome di Ivonne.

 

A Sabrie, regno della Luna Rossa, qualcun altro è impegnato ad osservare il quadro di fronte a sé. I suoi occhi color oceano scrutano silenziosamente ogni centimetro di quella tela e, soprattutto, coloro che vi sono ritratti. “ Come pensavo… “. Mormora, mentre di lì a poco una giovane donna lo raggiunge seppur rimanendo qualche passo dietro di lui.

 

“ Ace… “. Lo chiama, mentre lui distoglie lo sguardo da quello strano quadro per qualche istante, puntandolo in quegli occhi così uguali ai suoi.

 

“ Alexis “. La chiama semplicemente a sua volta, mentre colei che è la Regina di Sabrie si avvicina per poi posargli una mano sul braccio.

 

“ Ancora a guardare quel quadro? “. Chiede. A quella frase lui non fa altro se non un cenno affermativo con il capo: lo ha notato, il quadro è stato diviso come se ci fosse stato qualcun altro, qualcuno che è stato addirittura cancellato per chissà quale ragione.

 

“ Perchè credi che nostro nonno non abbia usato questo quadro per mantenere viva la sua anima? Perché volere un secondo dipinto e nascondere un pezzo della sua anima in Elliot, quando invece qui aveva un quadro in cui poteva mettere sia la sua anima che quella della nonna? “. Chiede enigmatico, mentre lei non può fare a meno di alzare lo sguardo a quel quadro, un ritratto di suo nonno Rin e sua nonna Juri, i precedenti sovrani di Sabrie prima dell’ascesa al trono di loro padre e, in seguito, di Ace. “ Guarda: sembra quasi che quel dipinto sia stato tagliato “. Mormora ad un certo punto il corvino, mentre la regina Alexis non può fare a meno di notare quel dettaglio.

 

“ Hai ragione. Ma non capisco: chi c’era ritratto vicino a nostra nonna? E perché mai l’avranno addirittura tagliato via dal ritratto? “. Chiede più a sé stessa la giovane dalla chioma rosa. Suo marito non pare volerle dare una risposta e, istintivamente, punta ancora lo sguardo su quello strano quadro senza sapere che, nello stesso istante, il suo rivale si sta facendo le sue stesse domande.

 

Nessuno dei quattro può sapere che, un tempo, un giovane Rin ed una giovane Ivonne litigarono per quel quadro, fino ad arrivare a dividerlo letteralmente in due così come, di lì a poco, si sarebbero per sempre divise le loro strade.

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Capitolo 13
*** Alpaca ***


Day 13: Alpaca
Storia: Bloody Sunset
Personaggi: Amara, Amenadiel ed Azrael

 

La giovane Amara osserva colui che, di fatto, è suo fratello maggiore: Amenadiel. Il figlio di Michael ed Anael, che fu dato per morto assieme alla madre moltissimi anni prima salvo poi scoprire che, grazie all’intervento inatteso di Uriel e Gabriel, entrambi erano sopravvissuti e che Dio permise loro di ricongiungersi, rendendo un angelo Anael e rimandandola sulla Terra per poterle così permettere di crescere il bimbo che ora è un giovane uomo. La fanciulla si china e fa per raccogliere il peluche che è finito a terra, ma con cattiveria l’altro lo afferra malamente mentre punta il suo sguardo infuocato in quello della minore. “ Non toccarlo! Questo non è tuo, non ti permettere di insudiciare il solo ricordo che possiedo di mio padre! “. Calca sulla parola mio, sotto lo sguardo severo di un giovane dalla chioma bionda: anche lui figlio di Michael, al momento tuttavia la madre è ignota.

 

“ Amenadiel! “. Lo rimprovera severamente colui che si rivela essere Azrael, l’Angelo della morte. Ma il maggiore scuote il capo mentre colei che, volente o nolente, è sua sorella minore lo osserva con espressione neutra.

 

“ Amenadiel che cosa?! “. Tuona il maggiore, riprendendo la sfuriata. “ Questo è stato un dono di nostro padre, poco prima della mia nascita! E lo ha donato a me! Perché lui ama me, suo figlio! Il figlio avuto dalla donna che ama e che ha sempre amato, non il frutto di… di una squallida avventura! “. A quelle parole Azrael sembra alterarsi maggiormente.

 

“ Ma come ti permetti di…? “. Ma ad interromperlo è la stessa Amara: la ragazza, stanca degli insulti del maggiore e del suo disprezzo decide di prendere in mano la situazione.

 

“ Ora basta! “. Fa su tutte le furie, proseguendo di lì a poco sotto lo sguardo sbigottito di Azrael. “ Credevo che avremmo potuto conoscerci e formare una famiglia: siamo fratelli, condividiamo lo stesso sangue. Quando Anael, tua madre venne a chiedermi di incontrarti, era sua speranza che noi legassimo come sono riuscita a legare con Azrael. Invece vedo che sei solo un bambino capriccioso e viziato, non meriti nemmeno che sprechi il mio tempo con te “. Il suo sguardo brucia, in quel momento sia Amenadiel che Azrael rivedono in lei lo sguardo di loro padre e capiscono quanto, in fondo, la fanciulla gli assomigli. “ Non ci rivedremo mai più, non temere: non intendo perdere tempo con uno come te. Azrael, per te ci sarò sempre ma non chiedermi più di incontrare tuo fratello “. ora è lei a calcare sulla parola tuo, mentre il minore si sente tra due fuochi e non sa come comportarsi. “ Ah, un’ultima cosa… “. Detto questo e come se se ne fosse ricordata solamente ora, Amara estrae dalla borsa un peluche a forma di Alpaca: lo stesso posseduto da Amenadiel ed Azrael. In quel momento il maggiore sente qualcosa spezzarsi in lui, rendendosi improvvisamente conto di quanto sia stato crudele e stupido allo stesso tempo. La fanciulla lancia il peluche ai piedi del fratello per poi proseguire la frase. “ Non ti azzardare più a dire che sono il frutto di un errore: nostro padre amava anche mia madre, che ti piaccia o meno. Anael lo ha sempre saputo, ma a differenza tua sa cosa sia la famiglia e mi ha accettata: ha aiutato lei stessa mia madre a darmi alla luce, assieme a zio Gabriel. Mi ha protetta come un angelo custode, sperava che io, te ed Azrael saremmo potuti crescere insieme ed essere una famiglia. E nostro padre le lasciò questo peluche poco prima di andarsene: non sapeva che fosse incinta, ma le ha voluto lasciare… “. Si blocca: ritiene sia perfettamente inutile parlare, ormai non serve più. “ Addio per sempre, Amenadiel “. Conclude il proprio discorso la bruna, prima di dispiegare le proprie e maestose ali bianche ed alzandosi in volo, mentre alcune lacrime rigano il suo viso. Azrael nel frattempo si china a raccogliere il peluche, guardando severo il fratello maggiore.

 

“ Spero tu sia felice, perché hai appena perso per sempre l’unica sorella che avevi “. Fa, dispiegando a sua volta le proprie ali ora di colore nero. “ Vado a cercarla “. Commenta poi, alzandosi in volo e lasciando solo Amenadiel: suo fratello ha ragione, pensa. È rimasto solo, ha perduto la sorella ed il fratello è adirato con lui. La sua gelosia lo ha portato a ferire le persone che invece avrebbe dovuto proteggere, ora non gli resta che una cosa da fare: cercare di rimediare a questo suo sbaglio prima che sia tardi e, soprattutto, prima che Amara diventi un bersaglio facile per i demoni. In oltre pensa, deve restituirle il peluche. Deve scusarsi con lei per la sua stupidità, dirle quanto sia stato imbecille a dirle quelle parole crudeli e finalmente accoglierla in famiglia, com’è anche desiderio di sua madre Anael. In seguito pensa, dovrà parlare anche con Kelly: anche lei potrebbe diventare un facile obiettivo per i demoni, dev’essere protetta. E mentre lui era impegnato in quella sua assurda crisi di gelosia, potrebbe già essere stata aggredita e, se così fosse, non se lo perdonerebbe. Riflette un momento, poi prende una decisione: dispiega le proprie ali bianche, alzandosi in volo e dirigendosi verso l’abitazione di Amara e Kelly, come se uno strano presentimento lo avesse improvvisamente preso.

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Capitolo 14
*** Sentimenti contrastanti ***


Day 14: Sentimenti contrastanti
Storia: La diciottesima luna
Personaggi: Jeanne Hikari

 

Jeanne Hikari è chiusa nella sua stanza da un po' di tempo, non potendo fare a meno di riflettere su quanto è successo: il suo amato Garry si è sposato, ora è il marito di un’altra donna. Eppure, la notte stessa hanno ballato, loro due da soli, sotto i raggi della Luna Blu: a dispetto della rabbia che lei prova per ciò che è successo, per essere stata illusa ed abbandonata, non è riuscita a resistere e, in fine, ha accettato di ballare con colui che, volente o nolente, è il solo padrone del suo cuore. “ Un cuore che hai distrutto, stupido idiota di un Hunter “. Fa semplicemente la donna, alzandosi dal proprio letto ancora in vestaglia da notte e con i capelli scompigliati. “ Mi hai tradita ed abbandonata, come hai potuto? “. Fa semplicemente, ben sapendo che nessuno le darà una risposta dato che è sola nella camera. Poi le tornano in mente le parole di lui: le ha detto che la ama e che non smetterà mai di farlo, che ha sposato Mina solo per facciata e per il bene delle loro casate, ma che ama solamente lei e nessun’altra. “ Propormi di diventare la tua amante… ma dove hai la testa?! “. Fa, dando un lieve pugno al comò su cui la specchiera è posta: le torna in mente come lei si infuriò, sapendo che Garry avrebbe sposato Mina malgrado, solo la sera prima, avesse detto che l’avrebbe lasciata. Ricordando come, dopo quello sconcertante annuncio le fece una richiesta ancor più assurda: diventare la sua amante. “ Non succederà mai! “. Fa semplicemente lei, riflettendo: anche se è una cacciatrice, Mina non si merita di soffrire a causa sua. Come potrebbe mai accettare di diventare l’amante di Garry? In oltre pensa, lei non è quel tipo di donna! Ma al pensiero di quel ballo sotto la luna blu, gli occhi di lei iniziano ad allagarsi mentre silenziosamente, inizia a piangere. “ Cos’è… cos’è questo sentimento che provo? “. Chiede a sé stessa: improvvisamente qualcos’altro sembrerebbe sovrastare l’odio che prova, anche se lei non sa cosa sia. No: no, non è vero. Lei sa cos’è ma non lo vuole ammettere, perché ne ha paura, perché ha paura di essere ferita di nuovo. “ No. No, non è possibile. Vattene via! Io odio quell’uomo, lo odio con tutta me stessa! “. Fa la bionda, cercando di cacciare quel sentimento che prova, quel sentimento che lentamente sta iniziando a sovrastare l’odio che sente e sta prendendo sempre più piede. “ Non puoi rimanere qui! Tu non devi più esistere, non per qell’uomo… no! “. Inizia a piangere a dirotto, sapendo bene il nome di ciò che sta provando ora: amore. È amore. È innamorata e per questo sta male, perché in cuor suo lei sa: questo amore non ha futuro, non finché lui continua a rimanere sposato ed antepone i suoi doveri da Hunter a lei. “ Ho faticato così tanto per estirparti dal mio cuore. Ora, perché… perché sei tornato? “. Cade in ginocchio, le braccia posate sul comò ed il viso su di esse. “ Perchè i miei stessi sentimenti fanno a pugni tra loro e si burlano di me, si divertono a farmi soffrire così? “. Sussurra, riflettendo: no. No, non ha mai estirpato l’amore che prova per Garry dal suo cuore. Potrà anche averlo sopito, facendolo dormire in un angolo remoto del suo cuore, ma non lo ha tolto da esso e mai riuscirà a farlo. “ Perchè, maledetto Hunter? “. Chiede semplicemente, quasi esausta a causa del pianto furioso in cui è scoppiata poco prima. “ Perchè continuo ad amarti e non riesco a continuare ad odiarti? Perché…? “. Continua il suo sfogo, mentre senza che se ne accorga, qualcuno ha osservato il suo sfogo ma, invece di provare empatia per lei sfoggia un ghigno soddisfatto: bene, pensa. Tanto più quello stupido umano farà soffrire Jeanne, tante più saranno le sue possibilità di riavere la sua promessa sposa, pensa colui che altri non è che Dominique Lunettes Hikari, cugino nonché ex promesso sposo di Jeanne.

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Capitolo 15
*** Smoking ***


Day 15: Smoking
Storia: Ankoku no Namida
Personaggi: Owen e Timmy

 

Owen sistema con orgoglio la cravatta del nipote, osservandolo nel suo elegante smoking da matrimonio: non avrebbe mai creduto di riuscire ad assistervi, ma ora eccolo lì nel giorno più importante del primogenito della sua amata figlia, Simona. “ Stai davvero bene, nipote mio “. Sussurra solamente e, inevitabilmente commosso l’uomo sul quale, incredibilmente, il tempo non pare aver lasciato i suoi segni. Da parte sua Timmy rimane in silenzio qualche istante: osserva il proprio riflesso nello specchio per poi sospirare pesantemente.

 

“ Vorrei solo che la mamma e Yoh fossero qui con me, nonno. Questo giorno sarebbe così perfetto, se loro… “. Si ferma: il nonno gli si è avvicinato e, con decisione lo guarda intensamente.

 

“ Timothy… “. Lo chiama forse per la prima volta con il suo nome completo, mentre il ragazzo punta il proprio sguardo in quello del nonno: incredibilmente pensa, hanno entrambi gli occhi blu ma di sfumature molto diverse: Timmy li ha più sul ghiaccio, Owen più sul blu oceano. “ Tua madre e tuo padre sono qui: anche se purtroppo, con il corpo non possono più essere con te il loro spirito non ti ha abbandonato, così com’è vicino a me, tua nonna ed alle tue sorelle. Non dubitarne mai “. Lo rassicura, eppure il biondo abbassa lo sguardo mentre alcune lacrime rigano il suo viso.

 

“ Non posso fare a meno di sentirmi in colpa, nonno: sai, è stato mio padre… il mio vero padre, a… “. Si blocca, ricordando che in realtà, è stato proprio il suo padre biologico ad uccidere sua madre e colui che ha sempre reputato il suo solo ed unico genitore: Yoh.

 

“ Basta “. Fa semplicemente Owen, scuotendo il capo per poi portare una mano sotto il mento del nipote e facendogli così alzare lo sguardo verso di sé. “ Tu non hai alcuna colpa, smettila di dire queste cose, ok? “. Chiede, ma Timmy non può fare a meno di pensarci e sentirsi, soprattutto, dannatamente colpevole.

 

“ Lo so, nonno. Ma è più forte di me: avrei forse potuto andare con loro, avrei potuto fare di più, invece… “. Owen scuote il capo con enfasi, guardando intensamente il giovane uomo di fronte a lui.

 

“ Yoh e Simona non ti avrebbero mai permesso di affrontare tuo padre: tu avevi solo dodici anni e le tue sorelle erano molto piccole. Il loro compito era proteggerti e lo avrebbero comunque svolto fino alla fine “. Sussurra un po' commosso il corvino, mentre l’altro continua comunque a sentire quel senso di colpa che mai lo ha abbandonato. “ Rallegrati, nipote mio: sei in un meraviglioso smoking da cerimonia e stai per sposare una donna che adori! I tuoi genitori sono qui con te, credimi. Loro sono qui “. Gli posa una mano proprio all’altezza del cuore. “ Vivono nel tuo cuore e credimi: finché il suo ricordo vivrà, finché chi l’ha amato o amata lo porterà nel cuore, allora una persona sarà sempre viva, anche se non la possiamo più vedere “. Le parole di Owen hanno il potere di commuovere Timmy. Improvvisamente abbraccia forte il nonno, anche lui elegantissimo nel suo smoking da cerimonia e commosso a sua volta: il suo nipotino è diventato un giovane uomo e sta per sposarsi! E, ovunque siano, sa che anche Yoh e Simona stanno assistendo al giorno più bello di loro figlio. Già, loro figlio: un figlio è di chi lo cresce, non basta solamente concepirlo e Yoh ha accettato Timmy come suo figlio sin da quando era nel grembo di Simona. Lo ha cresciuto ed amato, quindi il suo solo padre era, è e rimarrà solamente lui. Per sempre.

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Capitolo 16
*** Cupcake ***


Day 16: Cupcake
Storia: La diciottesima Luna
Personaggi: Dante e Vanitas ( e Muur )

 

Il giovane Re di Veritas esce in giardino con un vassoio, colmo di cupcake di ogni tipo e gusti. “ Oh, finalmente! “. Sentenzia semplicemente, mentre si siede al tavolino lì vicino ed osserva il suo sostanzioso “ bottino “. “ Ivy dice che mi fa male mangiarne troppi, ma preferisco un picco glicemico piuttosto che rinunciare a questa meraviglia “. Fa con – letteralmente – gli occhi a cuore e puntati sui dolcetti, indubbiamente i suoi preferiti. “ Ed ora… “. Afferra un cupcake al cioccolato e fa per addentarlo, quando qualcuno alle sue spalle si schiarisce la voce. Per un istante il giovane Re sussulta, non osando voltarsi e credendo sia la moglie. In seguito tuttavia si accorge che è una voce maschile, che di lì a poco lo chiama con aria di rimprovero.

 

“ Maestà! Se mangerete tutti quei cupcake, finirete per sentirvi male “. Fa accigliato l’uomo dalla chioma arancione, che Vanitas riconosce essere semplicemente Dante.

 

“ Dante! Vuoi forse farmi morire? Credevo fossi Ivy! “. Protesta, addentando il proprio dolcetto e mettendo un broncio che lo fa sembrare un bimbo. Dante scuote il capo mentre, con disinvoltura si avvicina ed osserva il vassoio colmo.

 

“ La regina si arrabbierà, quando andrete di nuovo fuori di testa dopo il picco glicemico dato dagli zuccheri in eccesso: sapete che per voi non vanno bene e che non li reggete, che equivalgono a… “. Sbuffa sonoramente il più grande: il suo re non pare volerlo ascoltare, infischiandosene se poi diventerà impossibile gestire la propria euforia e farà sicuramente infuriare la moglie, lo sa ma non gli interessa.

 

“ Sai che mi importa? Come arriverà, mi passerà e così sarà anche per l’arrabbiatura di mia moglie “. Sentenzia, mentre il maggiordomo osserva i dolcetti per qualche istante.

 

“ No, non posso permettervi di ingozzarvi come un ragazzino! Siete un Re, avete un’immagine da mantenere! Cosa penserebbe la servitù nel vedervi correre come un pazzo per il castello sembrando un adolescente umano alle prese con la prima cotta?! “. Tuona l’arancione, afferrando un cupcake mentre, di riflesso, il suo Re lo fulmina con lo sguardo.

 

“ Come ti permetti?! Se vuoi un cupcake, vattelo a prendere in cucina e non seccarmi! “. Sentenzia, afferrando il vassoio mentre il maggiordomo addenta il proprio dolcetto alla fragola, trovando che Nox abbia davvero le mani d’oro: solo lei riesce a cucinare dei cupcake così buoni, lui ci ha provato una volta e quasi ha fatto saltare in aria la cucina! “ Vattene altrove! “. Sentenzia Vanitas, afferrando un cupcake al caffè ed addentandolo, mentre come un bambino mantiene quel broncio. D’altro canto invece, Dante afferra a sua volta il vassoio cercando di far ragionare il suo signore.

 

“ Insomma! Siete forse un bambino? Nemmeno le principessine si comportano così, Santo Cielo! “. Protesta il maggiordomo, cercando di attrarre a sé il vassoio mentre, dall’altra parte Vanitas non molla la presa.

 

“ Non dire eresie e confessa! “. Tuona, per poi proseguire di lì a poco. “ Tu vuoi il vassoio solo per poterti ingozzare tu stesso di cupcakes, dato che Rosina a proibito anche a te di mangiarne troppi e te ne concede uno a settimana! “. Sentenzia, ricordando come la sua matrigna abbia proibito al marito di mangiare troppi dolci, specialmente i cupcakes che sono i suoi preferiti, dopo il suo ultimo e “ tranquillo “ picco glicemico, causato dagli zuccheri in eccesso.

 

“ Io?! Non è assolutamente così! “. Protesta a gran voce il maggiordomo, ricordando invece di come Rosina gli abbia tassativamente vietato i dolci se non uno a settimana, nemmeno fosse un umano e fosse a dieta!

 

“ Mollalo, ora! “. Protesta a sua volta Vanitas, ma il maggiordomo stavolta non pare intenzionato a dargliela vinta.

 

“ Ho detto di no! Ricomponetevi, per amor di Dracula! Cosa direbbe la servitù se vi vedesse così?! “. Fa a sua volta, ma il Re Bambino non pare intenzionato a cedere tanto facilmente.

 

In quel momento Muur passa per puro caso da lì e, probabilmente cercando attenzione dal padrone e dall’altro uomo inizia a miagolare. Tuttavia, la sua entrata improvvisa fa sussultare Dante che, mollando la presa finisce per far volare – letteralmente – Vanitas seduto per terra: i cupcake volano in aria, per poi cadere al suolo sotto lo sguardo sconvolto dell’altro. “ Muur! “. Protesta semplicemente Dante, mentre in seguito posa lo sguardo su Vanitas. “ Oh Cielo! Maestà, vi siete fatto male? “. Chiede, mentre lui guarda i suoi meravigliosi cupcake a terra.

 

“ Zucca… stracciatella… cioccolato e yogurt… brownie… “. Inizia la lista, osservando le prelibatezze spiaccicate al suolo e, quindi, immangiabili. “ Mirtilli e lamponi… mela e noci… “. Continua la lista mentre, distrattamente ed allo stesso tempo attratto dall’odore dolce emanato dai cupcakes a terra, Muur si avvicina ad essi.

 

“ More… Banana e… Muur!! “. Grida, notando che il suo gatto si è seduto ed ha iniziato a mangiarsi tutti quelli che dovevano essere i suoi cupcakes. “ Quello alla banana e cioccolato era il mio preferito! Cattivo gatto! “. Fa, mentre l’animale lo guarda e, dopo aver miagolato come a dare una risposta, continua il suo lauto pasto mentre, d’altra parte, il suo padrone punta lo sguardo furioso su Dante.

 

“ Dan – te! “. Scandisce bene le letere, mentre l’altro deglutisce un paio di volte.

 

“ Oh no! Questa è la mancanza di zuccheri! Lo rende estremamente nervoso! “. Si ricorda solo ora il maggiordomo, maledicendosi: era meglio avere un vampiro euforico che uno furioso che ti rincorre per tutto il palazzo con il vassoio in mano e pronto a colpirti. “ Mia Regina! Aiuto! “. Chiama semplicemente il maggiordomo, sperando di trovare Ivy prima di ricevere il vassoio dritto in faccia per la sua “ bravata “, di cui in fine a godere è stato Muur!

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Capitolo 17
*** Desiderio ***


Day 17: Desiderio
Storia: Soledad 4
Personaggi: Rin e Pia

 

Non è passato molto tempo da quando Elliot è riuscito a liberare sua madre Pia dal carcere di massima sicurezza e, proprio come il figlio anche la donna si è messa al servizio di Rin Baskerville. Infatti il precedente Re di Sabrie è ritornato da poco in vita, proprio grazie ad un’inconsapevole Alexis che, ipnotizzata e sotto il controllo dell’anima di suo nonno, si è recata alla vecchia Sabrie ed ha spezzato il sigillo sul suo corpo, rimuovendo da esso la sua spada e permettendogli così di risvegliarsi. Sia Pia che Elliot desiderano solo una cosa: vendicare Kevin e la sua morte, sanno molto bene di cosa sia capace Rin ma l’hanno risvegliato proprio perché sanno che è il solo ed unico a poter combattere ad armi pari con gli altri Baskerville e sconfiggerli una volta per tutte. Tuttavia madre e figlio non avevano messo in conto una cosa molto importante: la crudeltà e la follia del padre di Allen, Kevin, Risa e Bianca. Una follia ed una crudeltà che, molto presto, potrebbe rivoltarsi contro di loro.

 

Pia è sola nella propria stanza: Elliot è andato a parlare con Anastasia e lei ha preferito rimanere a palazzo, quel palazzo che un tempo apparteneva alla famiglia reale ma che, di fatto, è ora in rovina. Solo il potere del suo signore l’ha mantenuto in piedi in tutti questi secoli, quel potere che impregna le stesse mura e che ne impedisce il crollo. La donna dalla lunga chioma bionda sospira pesantemente mentre si siede di fronte allo specchio, afferrando la spazzola ed iniziando a spazzolare la sua lunghissima chioma: chioma che, a causa della lunga detenzione risulta ancora essere un po' rovinata. Pia sbuffa: non vede l’ora che la sua vendetta sia compiuta e che chi le ha fatto del male paghi, che chi l’ha rinchiusa in quel manicomio facendole patire l’indicibile abbia ciò che si merita una volta per sempre. Con quei pensieri e troppo occupata a cercare di districare un nodo la donna non si accorge di qualcuno che la sta osservando da un pezzo: di solito non si sofferma nemmeno ad osservare chi assoggetta ai suoi voleri, ai patetici insetti che lavorano per lui e che al momento opportuno non esiterà a schiacciare. Solitamente non lo fa, ma con lei è diverso: quella donna è diversa da tutte le altre. Ha dato alla luce il figlio di quella canaglia di Kevin eppure è sopravvissuta, ha resistito alle torture di Heichen Hose e ne è uscita più forte di prima, desiderosa di vendetta tanto quanto lo è lui. Ha carattere, è forte e decisa e questo decisamente è un punto a suo favore. Senza dire nemmeno una parola entra nella stanza, portandosi al fianco della donna ed incrociando le braccia con fare superiore. “ Invece di perdere tempo davanti allo specchio, mi vuoi dire dove diavolo si è cacciato tuo figlio? “. Chiede già abbastanza seccato. A quella domanda Pia sussulta: non si era accorta di non essere più sola nella stanza. In imbarazzo chiude immediatamente la vestaglia, che indossava sopra la veste da notte, per poi prendere parola.

 

“ S… signore “. Sussurra solamente, mentre lo sguardo color oceano di lui la scruta da capo a piedi. “ ecco, credo che Elliot sia andato a parlare con Anastasia: vuole che lei e loro figlio tornino al suo fianco, così… “. Non finisce la frase: quello sguardo la mette parecchio a disagio. d’altro canto Rin non smette di fissarla: è bella pensa, è bella come poche donne lo sono. Ha la bellezza delle Tenebre in sé, bellezza ce si manifesta anche in quell’aspetto da eterna giovane: in quei capelli lucenti, in quello sguardo così simile al suo, in quel corpo che grida alla maternità da qualunque prospettiva lo si guardi- in oltre si è accorto di un’altra cosa: una cosa molto importante che cambia decisamente tutto quanto, che volente o nolente rende Pia speciale anche ai suoi occhi. Senza dire altro si avvicina di un passo, come volesse guardare meglio la donna che, di riflesso fa un passo indietro.

 

“ Ferma! “. Le ordina semplicemente lui, alzando il tono della voce ed afferrandole il polso in una presa così dolorosa che per un solo istante, lei teme voglia spezzarglielo. La donna non oppone più resistenza e deglutisce un paio di volte. Dal canto suo invece, uno dei più spietati Re di Sabrie percepisce un nuovo sentimento, un sentimento che non ha provato per nessuna se non un’altra donna in vita sua, soltanto una. E ciò che sente ha un solo nome: è quello che gli umani chiamano desiderio. Con uno scatto fulmineo afferra la donna per poi metterla spalle al muro, stringendole così forte le spalle da quasi piantare le unghie affilate in esse. Presa alla sprovvista lei non riesce a fare a meno di sussultare senza poter opporre resistenza, spaventandosi un po'.

 

“ Signore, cosa…? “. Mormora solamente, mentre lui pare fissare insistentemente il suo collo, passando poi alla spalla ed alla lieve scollatura della vestaglia. Ma al solo sentire la donna chiamarlo, prendendo quell’atto come una ribellione verso di lui, la afferra violentemente per il collo senza tuttavia stringere la presa eccessivamente.

 

“ Puttana, non osare rispondermi! Tu non sei nemmeno degna di guardarmi! “. Fa semplicemente mentre lei sussulta spaventata: ma che cosa succede? Che avrà mai fatto per farlo alterare in modo simile? Non le pare di avergli rivolto sguardi di sfida o parole che non doveva pronunciare, allora cosa può essere successo per farlo reagire così, si chiede? “ Lo voglio… “. Sussurra poi lui, mentre la luna rossa sorge nel cielo di Sabrie e gli occhi di Rin si tingono del medesimo colore: un rosso incandescente. Pia non capisce dove voglia andare a parare, ma ben presto la risposta la paralizza sul posto. “ Dammi il tuo sangue, Juri… “. Conclude semplicemente la frase lui, mentre lei rimane shoccata: come sarebbe a dire? Perché l’ha chiamata Juri? Forse pensa, tutto ciò è solo dovuto alla sua follia e lui l’ha semplicemente scambiata per la moglie che lui stesso uccise. Non ha tempo di dire null’altro, perché un forte dolore al collo ed una debolezza improvvisa la fanno ammutolire, cadendo quasi a terra in ginocchio mentre sente il sangue defluire a causa di quel morso.

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Capitolo 18
*** Fermaglio a forma di stella marina ***


Day 18: Fermaglio a forma di stella marina
Storia: Bloody Sunset
Personaggi: Crowley e Rowena

 

Crowley e Rowena si trovano in riva al mare: ognuno di loro ha ricordi ben precisi e con due persone differenti. La donna ricorda di come, su quella stessa spiaggia ritrovò il suo amato Gabriel. Crowley invece si ricorda di come si sacrificò, suicidandosi per permettere alle Virtù di liberare Valentina dal controllo di Lucifero ed imprigionare lui nella gabbia, seppur temporaneamente. Ricorda anche di come, sempre su quella sabbia, lui tornò in vita grazie all’incantesimo della figlia Megan, avuta proprio dalla bella strega che ora lo osserva con dolcezza. “ A cosa pensi? “. Chiede, mentre a quella frase lui finalmente sorride: una cosa che ha imparato a fare solo da qualche anno, da quando Dio gli ha dato una nuova possibilità di vivere nuovamente e di redimere i suoi peccati, di rimediare al male commesso. Da quando ha imparato a dar più retta al suo lato umano e meno a quello demoniaco, le cose per lui sono radicalmente cambiate e questo lo ha portato ad avvicinarsi ed innamorarsi proprio di Rowena, anche lei rimasta sola dopo che il Paradiso è stato chiuso a causa della Guerra Celeste.

 

“ Pensavo solamente al passato: a come, ironia della sorte, Dio stesso mi abbia dato una nuova occasione per vivere una nuova vita. Non lo trovi quasi ironico? Io, un Cavaliere Infernale e tramite di Morte, si può dire che sia l’antitesi di Dio, sono stato resuscitato proprio da lui “. Fa, mentre la donna tiene una mano ai capelli mentre una leggera brezza si alza.

 

“ Io credo che tuo fratello ti voglia bene, Crowley “. Fa, mentre scosta alcune ciocche che le sono finite negli occhi. “ La vita e la morte, ovvero tu e Dio, sono gemelli: l’una non esiste senza l’altro, tu sei l’ombra della Creazione e lui è la luce che ti mantiene vivo. Siete troppo legati, e lui è l’Onnipotente: tiene conto di queste cose e concede sempre una nuova occasione a chi la merita “. Sentenzia la donna, mentre a quella frase lui rimane sorpreso.

 

“ E tu credi che io la meriti? “. Chiede, mentre lei annuisce e, allo stesso tempo osserva il tramonto sul mare, un tramonto che rende quasi di un rosso intenso i suoi meravigliosi occhi. Solo ora Crowley nota che la strega sta tenendo una mano ad evitare che i capelli le finiscano negli occhi e, come cercasse qualcosa in particolare si guarda intorno. “ Mmmh… “. Mormora, trovando poi la fonte del proprio interesse e sorridendo lievemente.

 

Quando Rowena ha visto Crowley chinarsi a raccogliere qualcosa, credeva stesse probabilmente raccogliendo qualche conchiglia rara e dalla forma unica, tuttavia non parrebbe esattamente essere così. “ Cosa cerchi? Hai perduto qualcosa? “. Chiede la rossa. “ Aspetta, se mi dici cos’è ti aiuto a cercare “. Fa, mentre lui scuote il capo.

 

“ No, non ho perso nulla: stavo solo cercando una cosa che fosse idonea per fare ciò che intendo “. Sentenzia, mostrando alla donna una bellissima stella marina di un colore arancione. “ Purtroppo, è già morta: ma forse posso evitare di rendere la sua morte vana: dimmi, ti piace il suo colore? “. Chiede, mentre lei lo guarda incuriosita. Fa cenno affermativo con il capo.

 

“ E’ meravigliosa, ma perché me lo chiedi…? “. Chiede solamente mentre, senza dire altro lui usa il suo potere: nel giro di qualche istante la stella marina diviene un fermaglio, che lentamente lui poggia tra i capelli rossi di lei dopo aver scostato la sua mano dal viso della strega ed averle raccolto i capelli in un unico punto. “ Crowley! Ma… “. Rimane a bocca aperta lei, stupefatta. “ E’ stupendo! “. Fa, notando il fermaglio a forma di stella marina tra i suoi capelli.

 

“ Visto? A volte, anche io so essere gentile con una donna: così non ti andranno più i capelli sul viso e potrai osservare il tramonto in tranquillità “. Fa semplicemente il padre terreno di Allen, Krad e Moritz. A quella frase lei non può fare a meno di arrossire vistosamente, tornando poi a guardare il tramonto senza dire nulla. Ma una cosa è sicura: dopo anni ed anni, si sente nuovamente leggera e felice.

 
 

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Capitolo 19
*** Genitori ***


Day 19: Genitori
Storia: Bloody Sunset
Personaggi: Gabriel, Valentina e Serena


Questo prompt è un regalo ad un'amica, che ha inserito nella serie canonica la sua pg di cui si legegrà in questa storia. ALTERNATIVA: Serena figlia di Gabriel.

 

I due giovani osservano la bambina neonata dormire serenamente nella propria culla. La bambina sembra totalmente ignara dei pericoli a cui potrebbe ben presto essere esposta e soprattutto, della sua natura divina. La donna le accarezza amorevolmente il viso mentre lui la abbraccia da dietro con dolcezza. “ Finalmente si è addormentata “. Fa semplicemente il giovane dalla chioma mogano, mentre lei sorride appena.

 

“ Ci voleva il tuo tocco, per farla addormentare. Altrimenti avrebbe pianto a dirotto per lungo tempo “. Fa la giovane, mentre lui la osserva con un lieve ghigno compiaciuto.

 

“ Sarà viziata come la mamma, allora “. Ride un po', ma a quella frase lei mette un lieve broncio che la rende a dir poco adorabile.

 

“ O come il papà “. Precisa, sorridendo immediatamente mentre la bambina continua a dormire serenamente. “ Sarei stata curiosa di vederti, a far disperare papà e Michael a rincorrerti per tutto il paradiso “. Ride un po' mentre lui pare quasi riflettere sulla cosa, portando un dito sotto il mento per poi prendere parola di lì a poco.


“ Ma no! Loro non mi dovevano rincorrere “. Fa, immaginandosi per un attimo il padre che lo rincorre per tutto il Paradiso. “ Quello, già lo faceva Uriel! Michael mi dava semplicemente una tirata di ali “. Precisa, mentre lei non può fare a meno di mettersi a ridere a quelle parole. “ Seriamente… mi piacerebbe che un giorno tutto tornasse com’era prima: tutti noi riuniti, al fianco di papà “. Ammette poi l’Arcangelo dell’acqua, mentre lei gli mette dolcemente una mano sul viso per poi sorridere con dolcezza.

 

“ Succederà: abbi fede, Gabriel “. Fa semplicemente colei che si rivela essere Valentina, guardando poi la bimba nella culla ed in seguito il neo marito.

 

“ Non lo so: se penso che Raphael è finito in coma a causa mia, per permetterci di arrivare sani e salvi sulla Terra… se penso che Uriel e Gabrielle stanno rischiando il taglio delle ali, per averti aiutata a dare alla luce la bambina. E se penso all’odio di Michael per noi, alla sua promessa di vendicarsi su nostra figlia, allora.. mi chiedo se… “. Si blocca, portandosi entrambe le mani al viso. A quelle parole lei sospira lievemente, in seguito prende le mani di lui nelle proprie per poi prendere parola di lì a poco.

 

“ Ti sei pentito? “. Chiede, mentre lui scuote il capo: certo che no. Non è pentito di aver rischiato tutto per Valentina e per la loro bambina, Serena. Lo rifarebbe altre mille volte se si rendesse necessario, senza alcuna esitazione. “ Allora va bene così: noi faremo di tutto per salvare i nostri fratelli, fermeremo Michael e proteggeremo la nostra bambina: te lo prometto “. Promette la figlia di Ettore e Doris, mentre finalmente Gabriel pare tranquillizzarsi un po'.

 

“ Mi fido di te, sicuramente sarà come dici tu “. Fa solamente, per poi guardare la figlia e, in seguito prendendola in braccio: eccola lì, la sua bambina. La sua secondogenita, la figlia sua e del suo grande amore. Quell’amore che, in fine, ha trionfato su tutto e tutti, pesino sulle leggi di Dio stesso. “ Ciao, piccola mia “. Sussurra semplicemente il giovane Arcangelo, il più giovane tra i figli di Dio. Accarezza il viso della piccola per poi guardarla lievemente sorpreso. “ Oh, com’è estesa la tua Grazia: inizi già a farti sentire, eh? “. Chiede, mentre Valentina lo osserva con un lieve sorriso sul viso. Si avvicina di lì a poco, posando il capo sulla spalla di lui.

 

“ Già ti ama: non si è nemmeno messa a piangere quando l’hai presa in braccio, di solito lo fa con tutti quanti. Anche con me “. Fa semplicemente l’incarnazione terrena di Giustizia, mentre a quella frase lui continua a guardare la figlia sentendo quelle sensazioni che mai ha provato, mai per nessun altro, nemmeno per la moglie ha avvertito un amore così smisurato, forte e sconfinato. Ma dopo tutto pensa, è normale: lui e Valentina sono i genitori di quella bambina, di quella creatura tanto indifesa e fragile. L’hanno generata loro, ed ora è loro compito proteggerla da tutto e tutti ed amarla sopra ogni altra cosa.

 

“ Se mi tagliassero le ali oggi, sarei comunque l’uomo più felice della Terra: avrei comunque voi al mio fianco e questo mi basterebbe “. Fa semplicemente lui, mentre lei scuote il capo: sa che non accadrà, che suo Padre non punirà mai un sentimento puro come il loro: l’amore. “ Ma fino ad allora… “. La voce di lui riporta la donna alla realtà, mentre lui osserva la bambina con, se possibile, ancor più amore di prima. “ … sta tranquilla, piccola mia: sei al sicuro. Hai un Angelo che veglia su di te “. Le sussurra solamente e, come avesse sentito la voce di suo padre e soprattutto ciò che le ha detto, la bambina si appoggia a lui afferrando con le manine la sua camicia, come a voler far capire di aver inteso quelle parole.

 

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Capitolo 20
*** Bikini nuovo ***


Day 20: Bikini nuovo
Storia: La diciottesima Luna
Personaggi: Garry e Jeanne Perry Hikari
 

È ormai mezz’ora abbondante che il giovane dalla chioma argento osserva la donna di fronte a lui, nonché sua moglie: lui ha una mano posata sul fianco ed un’aria decisamente scocciata, d’altro canto lei scuote con enfasi il capo. “ Jeanne “. La chiama, mentre lei lo guarda ancora un po' perplessa e rossa in viso. In altre situazioni pensa lui, quell’espressione la renderebbe a dir poco adorabile ma, in quel momento, non fa altro che contrariarlo maggiormente. “ Jeanne, ragiona: siamo al mare, tu indossi un bikini nuovo sotto ai vestiti… e non vuoi toglierli? “. Chiede, mentre lei scuote il capo con enfasi. “ Ma perché? “. brocca il giovane erede di Perry, mentre lei avvampa maggiormente.

 

“ Mi vergogno! “. Protesta la giovane dalla chioma bionda, non volendone sapere di togliere la gonna e la maglietta. “ Insomma… non sono per nulla carina, e se la gente iniziasse a deridermi? E se mi facessero innervosire, e… “. Inizia a parlare a raffica, mentre lui le pone entrambe le mani sulle spalle.


“ Ma che dici, sciocchina che non sei altro? “. Le chiede, mentre lei lo guarda ancora rossa in viso. “ Tu sei una bellissima donna, la più sexy che abbia mai visto. Vuoi dirmi perché hai così poca fiducia in te stessa? “. Chiede, mentre lei lo guarda qualche momento seppur ancora con mille dubbi che aleggiano nella sua testa.


“ Perdonami, è che è la prima volta che vengo al mare e non so come comportarmi… ed ho paura che la gente mi derida per il mio fisico, o per la mia pelle pallida “. Ammette, mentre a quella frase lui scuote il capo.

 

“ Beh? Se lo faranno, dovranno poi fare i conti con me “. Fa, commuovendo la coppia d’anziani li vicina al loro ombrellone, che non possono non ammirare come quel giovane ami la sua compagna.

 

“ Come sono belli! Sembra di vedere noi due qualche decennio fa “. Commenta semplicemente l’uomo, mentre la donna sorride lievemente mentre la sua mente rimembra ricordi lontani e d’altri, bellissimi tempi in cui conobbe e si innamorò di suo marito.

 

“ Sei sicuro? “. La voce di Jeanne sembrerebbe essere un po' più sicura, mentre il marito la rassicura nuovamente.

 

“ Ma certo! Nessuno deve osare prendere in giro la mia amata moglie “. Le fa un occhiolino e, a quella frase, finalmente la donna pare convincersi: lentamente toglie la gonna, in seguito la maglietta mettendo così in mostra il suo bikini bianco, nuovo di zecca. Ed ovviamente non solo quello: anche il suo bellissimo corpo viene immediatamente notato da alcuni ragazzi, mentre lei sorride leggermente un po' più rassicurata.

 

“ Allora, andiamo a fare il bagno! Fa troppo caldo per rimanere qui sotto l’ombrellone “. Fa, mentre lui la osserva qualche istante, quasi incantato dalla bellezza di Jeanne e come se fosse la prima volta che la vede. “ Garry? “. Chiede semplicemente lei, notandolo imbambolato. A quel richiamo lui si riscuote: scuote il capo lievemente, per poi prendere la crema solare.


“ Si, ma prima dobbiamo metterci questa “. Sentenzia, mentre lei lo guarda come se le stesse dicendo di mettersi ad abbaiare o di parlare ad un extraterrestre.

 

“ Quella? Cos’è? Si mangia? “. Chiede, mentre lui ride lievemente a quelle parole.

 

“ Ma no! Serve ad evitare di scottarci, dato che entrambi abbiamo la pelle piuttosto pallida “. Fa, mentre seppur perplessa lei fa cenno di si con il capo.

 

“ D’accordo, allora io la metto a te e tu la metti a me? “. Chiede, mentre lui annuisce semplicemente. Dopo qualche minuto entrambi sono pronti. Jeanne osserva il marito qualche momento, per poi afferrargli la mano e trascinandolo con sé. “ Andiamo! “. Fa semplicemente, correndo verso l’acqua cristallina e perdendo finalmente tutta l’iniziale timidezza. Garry se ne accorge e, felice di questo la segue tranquillo. Inevitabilmente, alcuni ragazzi osservano la sua bella sposa e non risparmiano i loro “ complimenti “ per la sua bellezza, cosa che irrita lievemente il giovane cacciatore. All’ennesimo “ complimento “ da parte dell’altro, il giovane dalla chioma argento lo fulmina letteralmente con lo sguardo, per poi fermarsi poco prima di entrare in acqua. “ Uhm? “. Chiede solamente lei, che non ha dato importanza a quegli umani strambi che le gridavano “ complimenti “ sul suo fisico e cose simili. Senza dire nulla, lui la fa volgere verso di sé per poi cingerla dai fianchi. In seguito posa le labbra su quelle di lei, dandole un bacio a sorpresa e facendo intendere agli altri che quella bellissima donna è solamente sua. Recepito il messaggio i ragazzi decidono di cambiare strada, mentre i due interrompono il bacio di lì a poco.

 

“ Beh, questo bikini nuovo ha attirato davvero tanti umani stupidi, ho dovuto rimetterli al loro posto “. Ride lievemente il giovane Perry, mentre lei arrossisce lievemente, non abituata a certe “ dimostrazioni d’affetto “ in pubblico. Ma, deve ammettere che in fondo non le è dispiaciuto questo lato dell’altro.

 

“ Mi sa che anche io dovrò mettere al loro posto alcune umane stupide “. Fa semplicemente la principessa, notando alcune ragazze guardare il marito o meglio, fissarlo insistentemente. Dopo averle fulminate con lo sguardo, la giovane decide di entrare in acqua.

 

“ Andiamo, amore mio! Ho proprio voglia di fare un bagno con il mio bellissimo marito! “. Grida, in modo che le altre la sentano e lanciando loro uno sguardo trionfante. Lui la segue in acqua, pensando che in fondo, portare Jeanne al mare è stata una buona idea!

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Capitolo 21
*** Zucchero ***


Day 21: Zucchero
Storia: Soledad
Personaggi: Kevin & Bianca Baskerville

 

La giovane dalla chioma azzurro-argento osserva da qualche minuto abbondante colui che, a quanto pare, non si è minimamente accorto di quello sguardo strabiliato puntato su di lui. “ Non ci posso credere… “. Sibila semplicemente, afferrando la terza zolletta di zucchero e mettendola nel the che sta per bere, mentre la donna continua ad osservarlo accigliata. “ Non ci posso credere! “. Continua lui, mentre afferra un’altra zolletta ma, invece di metterla nella tazza questa volta mettendola direttamente in bocca. “ Dove ho sbagliato?! “. Continua ad alterarsi l’uomo dalla chioma argento, rigirando il the con il cucchiaino e facendo così sciogliere le zollette al suo interno. “ Dove diavolo ho sbagliato, dico io?! “. Protesta a voce più alta, mentre la moglie continua a guardarlo strabiliata.

 

“ Ehm… “. Fa per dire, ma lui prosegue la sua sfuriata: afferra la zuccheriera e così, quasi senza pensarci su, afferra un’altra zolletta come fosse una semplice caramella.

 

“ Dove? Ho fatto di tutto, l’ho persino rapito! Possibile che quell’infame riesca sempre a spuntarla?! “. Continua a protestare alterato, sotto lo sguardo della moglie la quale, di lì a poco si avvicina prendendo parola.

 

“ Kevin… “. Lo chiama, ma il marito pare totalmente ignorare le sue parole ed i suoi richiami.

 

“ Dimmi, Bianca: dimmi dove ho sbagliato?! “. Protesta ancora una volta il Re degli Esiliati, addentando la quinta zolletta di zucchero. A quella vista la moglie decide di intervenire: afferra malamente la zuccheriera, togliendola bruscamente dalle mani del marito nonché fratello maggiore e guardandolo decisamente in ira.

 

“ Oh insomma! Vuoi forse che ti venga il diabete? Guarda quanto zucchero stai ingurgitando, per l’amor di Dracula! “. Fa, indicando la zuccheriera ormai quasi vuota e lo zucchero con il the, non viceversa.

 

“ Ma che diabete? Dai qua! “. Fa semplicemente l’argento, cercando di recuperare l’oggetto conteso mentre lei lo posa su un mobile dietro di sé.

 

“ Ho detto di no! Se sei nervoso, trova un altro modo che non faccia male alla salute per sfogarti, non ingozzandoti di zucchero “. Fa la Regina degli Esiliati, guardando il marito con il suo sguardo di ghiaccio. Lui ricambia il suo sguardo altrettanto gelidamente, con il suo unico occhio dello stesso colore del ghiaccio artico.

 

“ Non mi fare innervosire ulteriormente: lo sai che se arriva un calo di zuccheri, divento intrattabile. In oltre, se sono nervoso devo mangiare o uccidere qualcuno, quindi… “. La donna non pare tuttavia intenzionata a cedere: rimane immobile nella sua posizione, posando le mani al mobile e continuando a guardare il marito severamente.

 

“ E se avrai un picco glicemico? Diventerai euforico come un ragazzino, lo sai come reagisci se mangi troppi dolci, figuriamoci lo zucchero a zollette. In oltre rischi il diabete, quindi scordatelo “. Sentenzia perentoria, mentre a quella frase lui sbuffa sonoramente.

 

“ E che dovrei fare? Non posso uccidere perché dici che siamo a corto di servitù, non posso mangiare lo zucchero perché mi viene il diabete, non posso rompere nulla se no strilli come un'aquila, ed io continuo ad essere nervoso per colpa di quel maledetto di nostro fratello… “. Borbotta, mentre a quella frase lei sospira pesantemente.

 

“ Oh insomma, se proprio hai fame e non riesci a resistere, ci sono tante altre cose che puoi mangiare “. Fa semplicemente, scostando i capelli dal collo, forse casualmente o forse no. “ Devi proprio farti venire il diabete? “. Chiede, mentre lui si volta di scatto non potendo fare a meno di notare il movimento della moglie: ha scoperto il collo ma, nello stato di alterazione in cui si trova lui è un errore, almeno: lo è se non volesse essere morsa. Con uno scatto fulmineo infatti, il maggiore dei fratelli Baskerville si sposta nuovamente di fronte alla minore, bloccandole la fuga e mentre, nel giro di un solo istante il suo unico occhio si tinge di una luce cremesi. “ K… Kevin? “. Lo chiama semplicemente lei, notando il suo repentino cambio d’umore. “ Cosa c’è..:? “. Chiede semplicemente, mentre senza pensarci su due volte lui avvicina le zanne al collo di lei, percependo lo scorrere del sangue e non facendo altro che far aumentare la sua sete.

 

“ Ho sete… “. Mormora solamente, mentre lei non fa in tempo a dire o fare nulla: certo non si sarebbe opposta, ma quel morso improvviso, sentire improvvisamente quelle zanne affilate affondare nel suo collo la fa sussultare, percependo un iniziale dolore che, man mano, va sfumando.

 

“ Ok… bevi pure quanto vuoi… “. Sussurra semplicemente l’azzurra, portando una mano tra i capelli di lui e chiudendo gli occhi qualche istante. Ed intanto anche lui non può fare a meno di pensare ad una cosa: forse pensa, il sangue di sua moglie è anche meglio dello zucchero.


 

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Capitolo 22
*** Tarocchi ***


Day 22: Tarocchi
Storia: La diciottesima Luna
Personaggi: Tanjiro Landcaster, Megara e Violet

 

È trascorso un po' di tempo da quando la giovane cacciatrice dalla chioma mogano è uscita a fare una passeggiata: accanto a lei la sorella minore, Violet, la osserva preoccupata. “ Meg… “. La chiama, mentre a quel richiamo l’altra donna non può fare a meno di riscuotersi dai suoi pensieri.

 

“ Uhm? Hai detto qualcosa? “. Chiede semplicemente, mentre a quella frase la mora incrocia le braccia al petto.

 

“ Megara! Ma insomma, dove hai lasciato la tua testa? “. Chiede, mentre lei sospira pesantemente.

 

“ Sono molto preoccupata, in verità “. Ammette, mentre a quella frase la sorella la guarda interessata, invitandola a proseguire. “ Per il nostro futuro: temo che colui che ha assassinato la nostra famiglia possa tornare, e che io non sia in grado di proteggerti, e… “. Una voce alle sue spalle la fa bloccare di scatto, mentre un giovane dal volto parzialmente celato da un cappello le si avvicina.

 

“ Non vedo nulla di male nel vostro futuro, madamigella. Ma per esserne sicuro, dovrei leggerle i tarocchi. Permette? “. Chiede, facendo inevitabilmente arrossire Megara: ma chi sarà mai quell’uomo? Ha un’aria misteriosa e particolare, la inquieta ed incuriosisce allo stesso tempo. Dalla tasca dei pantaloni l’altro estrae un mazzo di tarocchi, mentre la donna lo osserva incuriosita.

 

“ Mi scusi, ma non possiamo davvero fermarci: io e mia sorella dovremmo tornare a casa quanto prima… “. Fa semplicemente la maggiore, mentre Violet rimane inevitabilmente colpita intravedendo gli occhi di quell’uomo: sembrerebbero essere di un azzurro intenso ma, a ben vedere, si possono scorgere dei bagliori viola in essi.

 

“ Ma pare che la signorina sia interessata… “. Fa semplicemente l’uomo misterioso, avvicinandosi a Violet. “ O sbaglio? “. Chiede, facendo arrossire vistosamente l’altra.

 

“ E… ecco io… cioè… veramente… “. Borbotta in imbarazzo, mentre lui le porge i tarocchi di fronte agli occhi così, con naturalezza.

 

“ Scegli una carta. Chiudi gli occhi e prendine una, soltanto una “. Precisa, mentre lei arrossisce maggiormente. In seguito riflette: non ha nulla da perdere a provare, no? Un po' incerta afferra un tarocco, mentre lui le afferra rapidamente la mano e gliela porta proprio contro il petto, impedendo così la vista di quale sia uscita. “ Ecco, molto bene: riesco a vedere il futuro. Non c’è nulla di male, come avevo predetto, e… “. Per pronunciare l’ultima frase, il misterioso ragazzo si china per poter arrivare all’orecchio di Violet, portando il cappello a coprire qualche istante la visuale come se dovesse dirle qualcosa di estremamente segreto.

 

“ Ma non ha visto la carta… “. Sussurra solamente la ragazza, mentre lui nota come sia vistosamente arrossita.

 

“ Non serve: so che il destino ha per te una bellissima sorpresa. Stanotte, al lago che funge da confine, tu troverai il vero amore “. Ghigna, per poi alzarsi nuovamente ed indossando il cappello. Violet rimane confusa mentre lui si gira per andare via.

 

“ A… aspetti! La carta… “. Fa, mentre lui ride lievemente per poi darle le spalle.

 

“ Tienila pure: sarà un promemoria, oltre che un portafortuna. La carta degli amanti è davvero un buon augurio “. Fa semplicemente, strabiliando la ragazza che, quando porta lo sguardo al tarocco nelle sue mani rimane incredula.

 

“ Gli amanti! “. Fa semplicemente, riflettendo: forse deve dar retta a quella sorta di indovino e recarsi al lago, quella notte? Osserva la sorella Megara, che sembrerebbe essere rimasta colpita da quello strano incontro ma, per ora, non proferisce verbo.

 

In un vicolo adiacente, un uomo si china rispettosamente al misterioso giovane che indossa il cappello. “ Nobile Tanjiro, siete sicuro di aver fatto la scelta giusta? “. Chiede, mentre l’altro ghigna: toglie il cappello rivelando così la sua chioma corvina, mentre i suoi occhi si tingono di un’intensa luce viola.

 

“ Oh si: l’esca è stata lanciata, mio caro Omar: ora basterà attendere che il pesciolino abbocchi, poi si potrà dare inizio al banchetto “- Sentenzia, mostrando le zanne affilate e pregustandosi già ciò che accadrà nei prossimi giorni. “ Dopo tutto, io so vedere il futuro: lo hai scordato? “. Chiede, mentre l’altro annuisce rimanendo chinato.

 

“ Non l’ho scordato, mio signore. Non lo potrei mai scordare “. Sentenzia, mentre volge lo sguardo al cielo di Meridian nel quale, tra poco, la luna viola risplenderà sovrana.

 

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Capitolo 23
*** Borraccia ***


Day 23: Borraccia
Storia: La diciottesima Luna
Personaggi: Castiel Landcaster, Megara ed Omar

 

È passato solamente un giorno dall’ultimo, tremendo attacco subito da Castiel Landcaster e dalla sua famiglia. Il giovane Re di Meridian è rimasto ferito durante la lotta ma, nonostante ciò, non appena le ferite si sono rimarginate ha voluto mettersi in piedi ad ogni costo, malgrado le proteste della moglie e del fidato maggiordomo. Non può, pensa il giovane dalla chioma corvina: non può assolutamente permettersi di rimanere a letto, non dopo quanto accaduto. “ Se fosse successo loro qualcosa… non me lo sarei mai perdonato “. Sussurra solamente il giovane erede della Regina Cornelia, mentre con un potente raggio viola distrugge parzialmente la corteccia di un albero. Il giovane osserva attentamente, mentre i suoi occhi da viola ritornano azzurri, tuttavia non pare soddisfatto del risultato. “ Maledizione! “. Impreca, dando un forte pugno alla corteccia e per nulla soddisfatto del risultato ottenuto. “ Non è sufficiente! “. Continua, ripensando a come sia stato messo nel sacco dal suo nemico: è stata questione di un istante. Non solo lo ha aggredito proprio in casa sua, nel suo palazzo, ma ha messo a repentaglio la vita di Megara, dei loro figli e di Omar, il suo fedele maggiordomo compagno di mille avventure. Lui non è riuscito a fare altro che farsi tramortire come un perfetto imbecille e questo lo fa decisamente infuriare: cosa sarebbe accaduto se un colpo letale avesse raggiunto i suoi congiunti? Non se lo sarebbe mai potuto perdonare, non sarebbe riuscito a vivere con questo rimorso sulla coscienza. “ Coraggio, Castiel… “. Si da coraggio da solo, scuotendo violentemente il capo e cercando di non pensare a quelle cose che, sicuramente, continuerebbero a distrarlo e null’altro. “ Devi riuscire ad abbattere quell’albero! “. Si sprona, preparandosi a lanciare un nuovo e potente colpo, malgrado il suo corpo sia decisamente allo stremo: in condizioni normali non ci sarebbero problemi, non è il primo duro allenamento a cui si sottopone, ma è la prima volta che lo fa dopo un violento scontro ed a ferite appena rimarginate. “ Solo un colpo: devo riuscirci in un sol colpo! “. Detto ciò, una potente aura viola circonda la sua spada, mentre si prepara a lanciare il colpo risolutivo. O almeno, questo è il suo intento.

 

Un potente raggio viola fa volare il giovane dalla chioma corvina a qualche metro di distanza, finendo con la schiena contro l’albero e facendogli perdere i sensi. In quel momento una bella donna dalla chioma mogano ed un uomo vestito da maggiordomo stanno passando di lì: l’uomo tiene in mano una borraccia. “ Scommetto che sua maestà Castiel si sta ancora allenando… “. Fa semplicemente Omar, mentre colei che si rivela essere Megara fa cenno affermativo con il capo.

 

“ Si: non ha voluto sentire ragione, malgrado gli abbia detto più volte di rimanere a letto, che le ferite si sono appena rimarginate, non mi ha voluta ascoltare, e… Castiel! “. Grida improvvisamente il nome del marito, mentre Omar osserva nella stessa direzione della sovrana.

 

“ Vostra maestà! “. Grida a sua volta l’uomo, correndo nella direzione in cui lui e la sovrana hanno, letteralmente, visto volare il sovrano. Castiel sbatte violentemente la schiena contro la corteccia di un albero: è successo tutto in un momento. Ha perso il controllo del proprio potere che, una volta scagliato gli si è rivoltato contro finendo così per ferirlo in modo non troppo serio, ma nemmeno trascurabile.

 

“ Castiel! “. Lo chiama a sua volta la moglie, alzando lievemente l’abito per non inciampare e correndo in sua direzione, seguita dal maggiordomo.

 

“ Sto… sto bene! “. Fa semplicemente il giovane Re di Meridian riprendendo lentamente i sensi, ma a quella frase lei scuote il capo mentre, di lì a poco, Omar le passa la borraccia.

 

“ Tenete mia signora, credo che abbia bisogno di bere un po' e di riprendersi… “. Fa semplicemente il domestico, mentre lei annuisce e, una volta presa la borraccia la apre.

 

“ Stupido! Si può sapere dove hai la testa?! Menomale che io ed Omar passavamo da queste parti! “. La donna rimprovera il marito, mentre gli posa la borraccia alle labbra permettendogli così di bere, a piccoli sorsi, l’acqua che contiene. Non appena lo fa il giovane dalla chioma corvina pare subito sentirsi meglio, mentre il suo sguardo si posa inevitabilmente sulla moglie.

 

“ Ah, che cosa farei senza di voi? “. Chiede, mentre Omar si avvicina ai sovrani per poi chinarsi dall’altro lato, al fianco del suo signore.

 

“ Ma perché lo avete fatto? “. Chiede, guardando con preoccupazione colui che è per lui come un fratello. “ Potevate morire, nello stato in cui il vostro corpo si trova, usare il potere della luna viola è… “. Ma Castiel lo interrompe, alzando los guardo dopo che, in precedenza, lo ha abbassato seppur per qualche istante.

 

“ Io devo proteggervi! “. Fa semplicemente il giovane erede di Cornelia e Clovis, mentre senza vergogna lascia che alcune lacrime cadano dai suoi occhi. “ Abbiamo subito un attacco devastante, ed io non ho potuto fare altro che farmi colpire come un cretino! Cosa sarebbe accaduto se tu o i bambini foste stati colpiti? O peggio, cosa sarebbe accaduto se Tanjiro avesse colpito o morso Omar? Siete le persone a cui tengo di più, non riuscire a proteggervi… mi fa incazzare da morire! “. Da un forte pugno all’erba, mentre di riflesso Megara lo abbraccia, stringendolo forte a sé e guardando il maggiordomo.


“ Abbiamo detto che anche tu fai parte della famiglia. Quindi… “. Gli indica con un cenno del capo Castiel e, capendo la richiesta della sovrana, anche il maggiordomo stringe forte il giovane in un abbraccio per poi decidersi a prendere parola.


“ Allora signore, ci alleneremo insieme! E la regina Megara ci porterà altre dieci, venti, cento borracce d’acqua, ma noi non ci fermeremo: diventeremo più forti di quell’uomo e riusciremo a sconfiggerlo, ve lo prometto “. Sentenzia risoluto, mentre Castiel fa un lieve cenno affermativo con il capo. “ Ma fino ad allora, dovrete riposare e permettere al vostro corpo di guarire dalle ferite. Non voglio battermi con voi se siete debole, ok? “. Chiede, sorridendo lievemente. A quella richiesta il corvino non può far altro che arrendersi, annuendo e lasciando che il maggiordomo e la moglie lo riportino a letto: prima guarirà, prima lui ed Omar potranno iniziare i loro allenamenti! E, pensa, diventerà abbastanza forte da proteggere quella che è la sua famiglia.

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Capitolo 24
*** Mondo onirico ***


Day 24: Mondo onirico
Storia: Shaman king
Personaggi: Hana Asakura & Hao Asakura

 

Tutto attorno al bambino pare essere totalmente nero: dove si trova, si chiede? Come ha fatto a finire in quel luogo? “ Ma dove sono…? “. Si chiede, camminando in quella dimensione che, certamente pensa, non può essere quella reale. “ Ma che razza di posto tetro è mai questo? “. Chiede ancora una volta, mentre di lì a poco si accorge di non essere più solo: un uomo. Un uomo sta seduto su una roccia, lo scenario cambia improvvisamente ed ora è come se i due si trovassero in un deserto. Nulla attorno a loro, se non sabbia ed un sole molto caldo.

 

“ Finalmente ci vediamo, Hana Asakura “. L’uomo misterioso gli rivolge la parola, il ragazzino dalla chioma bionda rimane sorpreso: quell’uomo vestito da Pache, la sua lunga chioma mogano… dov’è che l’ha già visto? Chi sarà mai costui?

 

“ Ma tu chi sei…? “. Chiede semplicemente il giovane shamano, mentre a quella frase l’uomo sogghigna lievemente per poi decidere di dargli una risposta.

 

“ Chissà “. Fa enigmatico, mentre lo scenario cambia ancora una volta: Hana non lo può sapere, ma si trovano nel Santuario della Stella dove, da tempo immemore, alberga lo Spirit King. “ Potresti semplicemente trovarti nel mondo onirico, o potrebbe essere la realtà. Sta a te scoprirlo, giovane shamano “. Fa solamente colui che, contro ogni aspettativa è divenuto Shaman King ma, da quel momento, ha fatto perdere le proprie tracce. Lo stesso uomo che, comunque, poco prima di scomparire ha lasciato una parte di sé ad una donna: la sola ed unica che abbia rapito il suo cuore e che, contro ogni previsione, ha in fine ricambiato il suo amore seppur per poco tempo dato che, purtroppo, si sono separati ancor prima della nascita di colui che ora, incuriosito, osserva quell’uomo così simile a suo zio Yoh ma allo stesso tempo molto diverso. Almeno pensa, nello sguardo.

 

“ Si può sapere chi sei? E come mai mi hai condotto qui? “. Chiede semplicemente il biondo, con un tono che all’uomo ricorda inevitabilmente il proprio, quando si divertiva a stuzzicare il fratello e la madre del ragazzino di fronte a lui. “ Perchè non credo di essere giunto in questa dimensione da solo, non è così? “. Chiede perentorio Hana Asakura, incrociando le braccia al petto mentre l’altro gli si avvicina lentamente.

 

“ Infatti non ci sei arrivato da solo, anche perché non avresti potuto fare un passo senza essere cacciato via: questo è un luogo in cui solo lo Shaman King può rimanere “. Gli spiega senza mezzi termini, mentre il ragazzino scuote il capo confuso. “ In quanto alla mia identità, avresti dovuto capirla sin dal principio, quando hai capito dove ti trovi “. Sentenzia, arrivando a pochi millimetri di distanza dal ragazzino che, quasi pietrificato da chissà quale forza, non riesce ad indietreggiare.

 

“ As… aspetta… ma tu sei… lo… Shaman King? “. Chiede e, allo sguardo dell’altro non può fare a meno di capire: ha indovinato! Quell’uomo è niente poco di meno che lo Shaman King! “ Hao Asakura! “. Lo chiama finalmente per nome, shoccato. “ Mio… mio… “. Non finisce la frase: lo shock, al sorpresa e molte altre emozioni quasi contrastanti non gli permettono di formare una frase a senso compiuto. Hao Asakura si china per arrivare alla sua altezza, ponendogli una mano sul viso e guardandolo intensamente.

 

“ Sei cresciuto molto da allora: hai gli occhi di tua madre… “ Mormora solamente, per poi porre una mano tra i suoi capelli. “ Ed anche la sua chioma bionda… ma quell’espressione è la mia, senza dubbio “. Ammette con una punta d’orgoglio, mentre il ragazzino fa per parlare. Tuttavia le parole non sembrerebbero voler uscire dalle sue labbra, che si muovono senza emettere tuttavia alcun suono. “ Ora, vai: non puoi rimanere a lungo in questo luogo, non al momento “. Sentenzia solamente lo Shaman King, ponendo una mano sul capo del bimbo che, confuso, lo osserva come a dirgli di aspettare qualche istante. “ Adesso vai. Svegliati… “. Con quell’ultima parola impressa nella mente, il giovane Hana Asakura si sveglia.

Il ragazzino ansima pesantemente, portandosi poi una mano alla gola e cercando il bicchier d’acqua sul comodino. “ P… padre… “. Sussurra solamente, capendo che colui che ha sognato altri non è che Hao Asakura, suo padre e Shaman King! Il ragazzino riflette: dovrà parlare a sua madre d quanto ha sognato? La risposta gli arriva di lì a poco, mentre uno stranissimo sentimento lo pervade. Di cosa si tratti esattamente, tuttavia, nemmeno a lui è dato saperlo.


 

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Capitolo 25
*** Cuffie ***


Day 25: Cuffie
Storia: Ankoku no namida
Personaggi: Simona & Yoh

 

Simona Knight si avvicina lentamente al gruppo che, incredulo, ha assistito al risveglio di Yoh: infatti il giovane era caduto in un profondo stato d’incoscienza, dopo che lo spirito di Christian Ajibana, suo antenato e potente stregone, lo ha posseduto per lungo tempo. Lo scopo dello stregone sembrerebbe essere stato raggiunto: la bara di ghiaccio che fungeva da sigillo al suo vero corpo è ora sciolta, tuttavia nessuno in quel momento pare accorgersene, nemmeno la giovane Knight. Yoh osserva in direzione della fidanzata: incredibile pensa, malgrado la battaglia la bionda ha raccolto le sue inseparabili cuffie e non le ha mai lasciate, forse temendo che venissero calpestate o andassero distrutte. “ Simona… “. la chiama solamente il bruno: quante cose pensa, quante cose le vorrebbe dire. Vorrebbe scusarsi, dirle che gli dispiace di non averla informata subito del proprio legame con Christian, vorrebbe dirle che è stato uno stupido a lasciarsi possedere in quel modo dall’antenato e che ora, il suo solo desiderio è rimediare agli errori commessi. “ Ecco io, veramente… “. La donna giunge di fronte a lui, entrambi puntano lo sguardo in quello dell’altro mentre, di lì a poco, il giovane dalla chioma mogano si blocca: non sa cosa dire, pensa ora quasi incapace di parlare, di proseguire la propria frase e di farlo con parole a senso compiuto. “ Simona io… “. Balbetta nuovamente, mentre lei afferra le cuffie che, in precedenza, aveva raccolto e tenuto al sicuro.

 

“ Non serve che ti scusi: ora dimmi, stai bene? “. Chiede solamente la donna dalla chioma bionda, mentre lui rimane un po' stranito dalla sua reazione. Tuttavia decide di non farle domande e, come avesse intuito qualcosa, fa un lieve sorriso per poi annuire.

 

“ Beh, tecnicamente mi sento come se un camion mi fosse passato sopra! Però nel complesso, posso dire di star bene “. Fa, portandosi una mano dietro al capo e ridendo lievemente. “ E sono pronto a dare una bella lezione a quel bastardo di Christian! Se penso che si è impossessato del mio corpo per farvi del male, io...” . Tenta ancora di scusarsi, ma non ci riesce. Le parole non escono dalle sue labbra, ancora una volta sembrerebbero bloccate tra di esse. Simona lo osserva qualche momento, notando l’imbarazzo del fidanzato e capendo che il suo intento è di scusarsi.

 

“ Va bene: ti perdono per avermi fatto prendere uno spavento così grande “. Sentenzia, facendo lievemente arrossire lui. “ Ora devi aiutarci a fermare Christian una volta per tutte, prima che possa spezzare il sigillo sul suo corpo originale e rimpossessarsene “. Sentenzia, mentre il fidanzato fa cenno di si con il capo.

 

“ Grazie… “. Sussurra solamente, mentre afferra la spada di luce pronto alla lotta. “ Coraggio! Poniamo fine a questa storia “. Fa, mentre lei rimane ferma qualche momento.

 

“ Aspetta! “. Lo ferma, mentre lui si volge confuso verso di lei. La donna gli arriva a pochi passi di distanza, dato che lui si è in precedenza spostato verso il campo di battaglia. “ Tieni! “. Fa poi la figlia di Owen ed Ilaria, ponendogli le cuffie sul capo e guardando poi altrove, in lieve imbarazzo come fossero ancora due scolaretti alla prima cotta. “ Ecco fatto, ora si che sei Yuh Ajibana al cento per cento. Senza quelle, era come se mancasse una parte di te “. Mormora solamente la donna, mentre lui sorride lievemente per poi scompigliarle lievemente i capelli, approfittando della lieve differenza tra le loro stature.

 

“ Ah, Simona! È davvero bello essere qui, con te “. Ride lievemente, per poi tornare serio e portare lo sguardo al punto in cui, teoricamente, giace la bara in cui il vero corpo di Christian si trova ancora sigillato dall’anno mille. “ Chiuderemo per sempre il cerchio della reincarnazione di Christian Ajibana, così che né tu né i tuoi discendenti dobbiate avere l’onere di sconfiggerlo in futuro “. Sentenzia e, a quella frase lei annuisce. Entrambi non lo sanno, ma forse è già troppo tardi per i loro buoni propositi.

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Capitolo 26
*** Maglia azzurra ***


Day 26: Maglia azzurra
Storia: Curioso come George
Personaggi: Ted & George

 

È pieno inverno, ed anche in campagna si inizia a sentire freddo. Un uomo dal cappello giallo dall’aria stravagante rientra nella propria abitazione, soffiando lievemente sulle proprie mani nel tentativo di scaldarle. “ Accipicchia, come fa freddo! Avrei dovuto portare con me un paio di guanti, sono un vero sbadato “. Fa, ridendo lievemente e guardandosi attorno. “ Ma… dov’è? “. Si chiede, sorpreso: si aspettava che al suo rientro, la sua scimmietta lo avrebbe accolto come soleva fare tutte le volte, ma così non è stato. “ George? “. Chiede, chiamandolo: lo insospettisce quest’assenza. “ George? Dove sei? “. Lo chiama ad alta voce, così che la scimmietta riesce ad udirlo e, con i suoi modi, risponde al richiamo e segnala la propria presenza, nella propria cameretta. Ted sale le scale, confuso: come mai George si trova nella cameretta? Non è solito fare pisolini a quell’ora, pensa. Una volta salite le scale posa la mano sulla maniglia della porta, per poi entrare. “ George? Ma che ci fai a letto a quest’ora? “. Chiede semplicemente, mentre vedendo il “ padre “ entrare nella stanza esulta immediatamente. Vorrebbe raggiungerlo, ma una volta uscito dalle coperte rabbrividisce immediatamente ed inizia a tremare. “ Oh… ora inizio a capire “. Sentenzia solamente l’uomo dal cappello giallo, tenendo nella mano destra una busta ed avvicinandosi lentamente alla scimmietta. “ Hai freddo? “. Chiede e, a quella domanda l’altro non può fare a meno di annuire, cercando di farsi capire con i suoi tipici versi. “ Capisco! Sai, avevo già intuito che sentissi freddo, non è la prima volta che ti rifugi a letto e che ti vedo tremare, per ciò… “. Si siede accanto alla scimmietta, che curioso lo osserva mentre l’uomo posa la busta sul letto. “ … ho deciso di provvedere “. Fa, per poi estrarre una graziosa maglia azzurra dal sacchetto. “ Ecco a te! Credo che l’azzurro sia uno dei tuoi colori preferiti, vero? “. Chiede, mentre a quella vista George non può far altro che esultare felice. Ted sorride a sua volta. “ Coraggio, lascia che ti aiuti ad indossarla “. Fa, infilando la maglietta alla scimmietta che, felice, lo abbraccia in segno di riconoscenza ed affetto. “ Si, George: ti voglio tanto bene anche io “. Fa solamente l’uomo dal cappello giallo, sorridendo con dolcezza a quello che, pur essendo una scimmia, per lui è come un figlio.

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Capitolo 27
*** Mistero al cimitero ***


Day 27: Mistero al cimitero
Storia: La diciottesima Luna
Personaggi: Euphemia Landcaster

 

La giovane Euphemia Landcaster, figlia secondogenita di Castiel e Megara, si aggira solitaria per il cimitero: è notte fonda e non ha avvertito nessuno della sua iniziativa, ma non le importa. Se avesse detto ad Omar o alla madre della sua idea, sicuramente l’avrebbero fermata e, ancora una volta, chiusa tra le quattro mura di palazzo senza permetterle di scoprire la verità su un mistero, un mistero che proprio lei ha portato alla luce: infatti è da un po' di tempo che vede qualcuno aggirarsi sulla tomba di suo padre, re Castiel, ucciso per mano di Ace Baskerville durante lo scontro tra il clan della Luna Rossa e quello della Luna Viola. La Principessa non saprebbe dire chi sia, suo fratello le ha detto di dimenticare l’accaduto ma lei non può: sa bene che c’è qualcosa dietro. In oltre pensa, cosa vorrà quella misteriosa persona? Perché continua ad aggirarsi sulla tomba del defunto Re? “ Scoprirò la verità a qualunque prezzo, anche se mio fratello, mia madre ed Omar non vogliono che indaghi. Non posso lasciar perdere “. Sentenzia la fanciulla dalla chioma rosa, camminando tra le tombe. “ Scoprirò cosa c’è dietro, ad ogni costo “: Fa caparbia la prima Principessa di Meridian, mentre un rumore improvviso la fa sussultare: non è più sola. La ragazza si porta una mano alla bocca, come se pensasse che solamente il suo respiro potrebbe fare il modo di farla scoprire e metterla così nei pasticci. In seguito si accuccia dietro ad una lapide, poco distante dalla tomba di Castiel. - E’ lui… -. Pensa semplicemente la ragazza e, come se avesse sentito i suoi pensieri il misterioso individuo arresta il proprio passo per un solo istante, facendo balzare il cuore in gola alla rosa mentre, nello stesso tempo, lui porta lo sguardo nella sua direzione. Per fortuna non nota la sua presenza e, come previsto, si dirige ad una tomba ben precisa. La fanciulla cerca di calmare il battito del proprio cuore, prima di renderlo udibile all’orecchio dell’altro uomo. Costui invece, dopo aver guardato insistentemente in direzione della lapide dove la donna è nascosta, si dirige verso la tomba di Castiel sulla quale si china. Euphemia riesce a riprendere il controllo di sé stessa, osservando attentamente i movimenti dell’uomo. - Ma chi è…? - Pensa solamente mentre, usando una parte del potere della Luna Viola, lui fa comparire una corona di lillà e la posa alla lapide, sospirando pesantemente. In seguito, dopo alcuni momenti passati forse in preghiera, si alza senza tuttavia andarsene via. Euphemia rimane nascosta, eppure lui parrebbe quasi essersi accorto della sua presenza. Immediatamente punta il proprio sguardo alla lapide dietro la quale la donna è nascosta, per poi proferire poche parole.

 

“ Non serve che ti nascondi, Euphemia Landcaster. Un giorno, io e te ci rivedremo ma, fino ad allora, non hai nulla per cui agitarti “. A quelle parole lei sussulta, rimanendo comunque ben nascosta. “ Non ti voglio far del male, puoi anche uscire da li dietro “. Fa poi l’uomo dalla chioma corvina, il cui tono sembrerebbe essersi fatto quasi più rassicurante. In seguito guarda un istante ed ancora una volta in direzione di Euphemia, per poi andarsene così com’è giunto, protetto dalle tenebre della notte ma lasciando letteralmente pietrificata la fanciulla.

 

“ Occhi… “. Ripensa a quello sguardo, trema senza riuscire a dominarsi. “ Occhi… di color viola… intenso… quell’uomo… quell’uomo è… è… “. Mormora, shoccata: è sicura, quell’uomo aveva sicuramente lo sguardo di chi possiede il potere del clan della Luna Viola. “ Padre! “. Cade nuovamente in ginocchio la donna, le mani posate al terreno ed i lunghi capelli rosa che ricadono sul suo viso. Eppure ne è certa: quell’uomo era proprio Castiel Landcaster! E ciò significa solo una cosa: suo padre si è salvato, ma per qualche oscura ragione non torna a palazzo. Ora la domanda è: dovrà o meno parlare a Megara ed Omar di quanto scoperto? La risposta non tarda ad arrivarle, chiara e netta, nella sua mente.


 

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Capitolo 28
*** Passeggino ***


Day 28: Passeggino
Storia: Bloody Sunset
Personaggi: Valentina, Serena & Castiel


Questo prompt è un regalo ad un'amica, che ha inserito nella serie canonica la sua pg di cui si legegrà in questa storia. ALTERNATIVA: Serena figlia di Castiel.

 

La bimba nel passeggino inizia ad agitarsi, alzando le manine paffute verso un giovane che, da un po', la sta osservando. Il ragazzo sorride lievemente, muovendo lentamente il passeggino per cullarla un po'. “ Shhh… buona amore mio, papà è qui con te “. Sussurra, mentre la bambina pare finalmente quietarsi, ridendo allegra sentendo la voce del padre, quella voce che tanto le piaceva ancora sin da prima di nascere. Dietro di loro, una bella donna dalla chioma mogano sorride a sua volta, avvicinandosi ai due.

 

“ Castiel “. Lo chiama dolcemente, mentre lui non può fare a meno di sorridere.

 

“ Guardala: guarda cos’abbiamo messo al mondo… “. Sussurra solamente, orgoglioso della piccola che lo sta osservando dal passeggino. “ La nostra bambina: come diavolo fanno a considerarla un abominio di cui sbarazzarsi? “. Chiede amareggiato, mentre lei gli posa dolcemente una mano sulla spalla.

 

“ Purtroppo, la nostra parentela non rende più facili le cose. Senza contare che tu sei il tramite di Michael ed io di Justice: tecnicamente, siamo due angeli che hanno peccato, dando la vita ad un Nephilim di cui il Paradiso non conosce i poteri esatti. Per questo la temono “. Spiega brevemente Valentina guardando la piccola Serena, figlia sua e di Castiel, il suo gemello. Nonostante la loro parentela, prima di sapere la verità da Doris ed Ettore i due hanno avuto una notte di passione, dalla quale è appunto nata una figlia. Una figlia odiata in tutto il paradiso, specialmente dagli Arcangeli. Tutti, se non Gabrielle ed Uriel, si sono schierati contro i due ed hanno cercato di uccidere la piccola, solo l’intervento provvidenziale di Metatron ha rovesciato l’esito dello scontro. Così i gemelli Belzenia sono stati costretti a rifugiarsi sulla Terra, dove stanno crescendo loro figlia lontani dal Paradiso anche se, lo sanno, prima o poi dovranno fare i conti con i fratelli e forse, con lo stesso Padre. “ Ma, ehi! “. Fa ad un certo punto la bruna, interrompendo bruscamente i pensieri di Castiel e recuperando l’ottimismo così tipico di lei. “ Vedrai che ce la caveremo, come abbiamo sempre fatto! Dopo tutto, siamo una famiglia! “. Fa la giovane tramite di Justice, mentre il fratello sorride lievemente.

 

“ Tu ne sei convinta? “. Chiede, mentre lei annuisce dolcemente.

 

“ Ma certo. Lo faremo, per la nostra bambina “. Mormora, posando le mani sul passeggino e sorridendo lievemente. “ Coraggio! Non volevamo andare a trovare la mamma? Scommetto che muore dalla voglia di vedere la sua nipotina “. Fa semplicemente, mentre Castiel annuisce un po' più rassicurato dalle parole della gemella.

 

“ Si, andiamo “. Fa semplicemente, mentre la piccola Serena lo guarda dal passeggino e sorridendo ancora una volta, come avesse capito ciò che i genitori hanno appena detto. Castiel osserva per qualche istante la gemella, per poi posare le mani sul passeggino ancora una volta.

 

“ Vuoi portarla tu? “. Chiede solamente lei, mentre lui fa cenno affermativo con il capo.

 

“ Si, mi piace spingere il passeggino… “. Ammette, mentre lei annuisce a sua volta e gli accarezza dolcemente il viso.

 

“ Va bene: andiamo “. Fa solamente, incamminandosi insieme a lui verso la casa dei genitori. Entrambi non sanno ancora cosa li aspetterà in futuro, ma una cosa la sanno per certo: proteggeranno la lor bambina a qualsiasi prezzo e contro tutto e tutti, anche contro Dio stesso. Ancora non lo sanno, ma il Creatore è vicino a loro, molto più di quanto non possano sospettare.


 

 

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Capitolo 29
*** Detersivo ***


Day 29: Detersivo
Storia: Pleine Lune
Personaggi: Malia Hale

 

“ Oh no! Guarda che disastro hai combinato! “. La giovane dalla chioma mogano prende in braccio il fratellino di soli due anni, il quale ha versato su un costoso tappeto il succo d’uva che teneva tra le manine paffute. Il bambino, ignaro del guaio provocato ride allegramente mentre una disperata Malia Hale lo posa sul divano, portandosi entrambe le mani tra i capelli. ! Io non riderei per nulla: questo è il tappeto che mamma e papà hanno appena comprato! “. Fa la fanciulla, mentre il bimbo continua a battere le manine. La ragazza riflette un momento, girando attorno al tappeto come fosse un chissà quale tipo di pericoloso nemico o comunque, una cosa da cui stare ben lontana. “ Pensa, Malia: pensa. Come puoi far tornare pulito il tappeto prima che mamma e papà tornino? “. Chiede a sé stessa, continuando a riflettere. Poi il suo sguardo, come in un’illuminazione si posa esattamente nello scomparto sotto il lavandino dove sa, sono conservati tutti i detersivi. Ed un flashback attraversa la sua mente: sua madre pulisce ogni tipo di macchia dai vestiti, e per farlo utilizza il detersivo. Si, pensa: quella strana polvere, o talvolta liquido, che si versa sulle macchie e le toglie magicamente, pensa con ingenuità la figlia dell’Alpha. “ Ma certo! Utilizzerò acqua e detersivo, vedrai come tornerà lindo e pulito prima del ritorno di mamma e papà! Tu resta seduto lì, mi raccomando! “. Fa, mentre il fratellino la osserva incuriosito e, di certo, non potendo scendere dal divano.

 

Malia osserva con orgoglio il proprio operato: la polvere di detersivo è sparsa su buona parte del tappeto, la canna dell’acqua con cui solitamente il padre è solito annaffiare il giardino è posata al davanzale della finestra e la spugna è nelle mani della fanciulla. “ Bene! Sono sicura che un po' d’acqua e detersivo riusciranno a levare quell’orribile macchia dal tappeto. Forza, mettiamoci al lavoro! “. Fa semplicemente la figlia di Peter e Lidya, correndo fuori ed aprendo il rubinetto a cui la canna è attaccata. Immediatamente l’acqua inizia a riversarsi nel salotto, mentre Malia rimane un po' di tempo in attesa: ci vorrà tanta acqua pensa, per levare via quella macchia violacea e cancellarne tutte le tracce. “ Oh bene, sono sicura che sarà venuta via totalmente, basterà solo strofinare un po' con la spugna ed il gioco è fatto. Sono geniale! “. Si complimenta con sé stessa la giovane futura Alpha, correndo in casa. Non appena apre la porta, il suo grido si spande in buona parte dell’area circostante.

 

Scott e Lidya rientrano a casa, dopo una commissione. “ Chissà cosa staranno facendo Alaarich e Malia? Sono un po' preoccupata “. Ammette la giovane Alpha, mentre lui la cinge per la vita per poi attirarla a sé, baciandole la guancia.

 

“ Tranquilla. Staranno bene senza dubbio, Malia è una ragazza responsabile, ha imparato come si vive da essere umano “. Commenta il neo Alpha. Lidya annuisce, ma quando i due aprono la porta di casa rimangono sconcertati: parte del mobilio è sommerso dalla schiuma e non solo! Malia sta gridando come una disperata e cercando di togliere la schiuma provocata dal detersivo in eccesso, Alaarich? Beh, il bimbo sta bene, se non essendo così bagnato dall’acqua da sembrare essere stato sotto la doccia!

 

“ Mamma! Papà! Aiuto! Non l’ho fatto apposta, il detersivo… mi ha aggredita! “. Grida una disperata Malia, piangendo impaurita. Lidya corre in giardino a chiudere l’acqua, mentre Scott si precipita dalla piccola e la prende in braccio: anche lei è totalmente zuppa d’acqua e sta piangendo.

 

“ Ma che cos’è successo qui? “. Chiede semplicemente il bruno, mentre l’altra continua a piangere disperata e si aggrappa al suo collo, bagnando così i suoi abiti.

 

“ Il detersivo! Mi ha aggredita! Ha iniziato a fare tanta schiuma, mi sono spaventata! Con la mamma non fa così! “. Piange, mentre Lidya rientra e, vedendo la piccola disperata, le si avvicina per poi accarezzarle dolcemente il capo.

 

“ Forse, dovrò insegnarti come si usa il detersivo, tesoro “. Sussurra, mentre la bimba annuisce tirando su con il naso, ancora un po' spaventata. In seguito la coppia Alpha osserva il disastro in salotto.

 

“ Ci mettiamo al lavoro, amore? Credo che il nostro bel tappeto sia fradicio “. Scherza Scott, mentre Lidya annuisce ridendo lievemente.

 

“ Non ho dubbi, non ho il minimo dubbio “. Fa, mentre va a coccolare un po' anche il piccolo Alaarich, che tuttavia non pare spaventarsi minimamente a tutto quel trambusto.

 

 

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Capitolo 30
*** Gioielli ***


Day 30: Gioielli
Storia: La diciottesima Luna
Personaggi: Vanitas & Garry Hikari
 

Per un interminabile istante il giovane dalla chioma argento rimane sorpreso: no, pensa. No, non è un’allucinazione ma pura verità: veramente è lì a palazzo, a prepararsi per un ballo in suo onore, un ballo che annuncerà il suo ufficiale ritorno come membro della famiglia Hikari e figlio legittimo di Kaname. Già: la cosa gli sembra ancora assurda ma è la realtà, lui è il figlio di Juliette Knight e Kaname Hikari, anche se ha ereditato davvero molte doti dal padre, così tante da farlo passare tranquillamente per un purosangue. Non può fare a meno di riflettere: ora sa cosa provò Ivy, quando scoprì di essere una Hikari. Certo pensa, per lui Haruka Perry è e rimarrà sempre suo padre ma, lo ammette, da quando sa la verità qualcosa in lui è cambiato e no, non è solo per il fatto che è stato morso da Jeanne e riportato alla sua vera natura di vampiro. Nemmeno lui sa spiegarsi cosa sia esattamente, a dire il vero. Eppure pensa ancora, nulla lo dovrebbe turbare ora: ha ritrovato la sorella, ha scoperto di avere un figlio ed è riuscito finalmente a sposarsi con Jeanne, dopo il duro scontro con Dominique in cui ha pensato più volte di perdere la vita. Il giovane si schiaffeggia lievemente il viso, guardandosi ancora una volta allo specchio. “ Coraggio Garry, adesso smettila di pensare a vanvera: hai un ballo a cui presenziare, non vorrai fare tardi? “. Chiede, ben sapendo che, chiaramente, nessuno gli darà una risposta. O meglio è ciò che crede lui.

 

“ Anche tu parli da solo? Dev’essere un vizio di famiglia, cacciatore “. Garry Perry o meglio, Garry Hikari riconosce benissimo la voce di colui che è appena entrato nella stanza e rimane piuttosto tranquillo nonostante, lo ammette, non si aspettasse certo una visita da quella persona.

 

“ Salve, maestà. Forse non ricordate che anche io faccio parte della vostra famiglia, e che il mio nome è Garry e non cacciatore? “. Chiede, ridendo lievemente mentre colui che si rivela essere Vanitas riesce persino a sorridere a sua volta.

 

“ Ma a me piace chiamarti cacciatore, ci sono abituato ormai “. Fa semplicemente, notando come il giovane dalla chioma argento abbia messo il mantello ed avvicinandosi con nonchalance.

 

“ Cosa c’è? “. Chiede semplicemente il minore, mentre il maggiore sbuffa lievemente.

 

“ C’è che se porti il mantello così, lo perderai ai primi passi che farai. Si mette così “. Mormora, sistemandogli il mantello e facendo lievemente arrossire l’altro.

 

“ Come? Credevo si mettesse così, mi sono… sbagliato… “. Mormora, mentre Vanitas lo osserva un momento come stesse cercando di capire qualcosa. Posa una mano proprio accanto al cuore del fratello, sorprendendolo.

 

“ Va velocissimo… il tuo sangue. C’è qualcosa che non va, ma non ne vuoi parlare “. Sentenzia, mentre l’argento riflette: sarebbe tentato di confermare i suoi sospetti e porgli quella domanda che lo assilla da quando, quella maledetta notte, Vanitas uccise Haruka e Juliette. Ma preferisce rimanere in silenzio, scuotendo il capo.

 

“ No, figurati: è solo che sono agitato, per il ballo di stasera “. Ammette, ed è pur vero anche questo dopo tutto: non sa come comportarsi ad un ballo e teme di fare una brutta figura. Vanitas lo osserva, capendo chiaramente che sta mentendo ma non insistendo ulteriormente. Improvvisamente afferra qualcosa dalla tasca, ponendolo nella mano dell’altro di malagrazia.

 

“ Ok, allora indossa questo e scendi, che tutti ti aspettano “. Borbotta, mentre da prima Garry rimane stranito per il repentino cambio d’umore dell’altro, poi osserva ciò che gli ha messo tra le mani e ne rimane sorpreso.

 

“ Aspetta! Ma… ma sono due anelli? “. Chiede sorpreso, osservando i due anelli nelle sue mani: uno maschile ed uno femminile, ma hanno lo stesso stemma: quello degli Hikari. Vanitas rimane in silenzio qualche istante, per poi sbuffare.

 

“ Si: uno per te e uno per Jeanne. Sai, non le ho mai dato l’anello di famiglia, l’ho sempre considerata semplicemente la bastarda di mio padre. Ma dopo tutto quello che ha passato e che ha fatto per me e per Ivy, dopo tutto quello che Dominique vi ha fatto… insomma, credo di poter cambiare idea “. Borbotta, mentre Garry lo guarda sorpreso ma, questa volta, molto felice. “ E tu sei mio fratello: devi avere l’anello, specialmente in una serata come questa. Quindi datti una mossa e mettilo, che tutti ti aspettiamo giù in salone! “. Fa, come avesse fatto la cosa più imbarazzante del mondo e dando le spalle all’altro. Garry riflette un momento: indossa l’anello e, poco prima che se ne vada richiama il fratello.

 

“ Vanitas “. Lo chiama solamente, mentre lui si ferma poco prima di uscire dalla stanza, con la mano ancora appoggiata sulla maniglia. “ Dimmi la verità: è vero…? “. Chiede, mentre l’altro continua a dargli le spalle. “ Mio padre e mia madre… Haruka e Juliette Perry, hanno davvero ucciso loro la regina Luna? È davvero per questo che quella notte…? “. Ma il corvino lo interrompe prima che termini, guardando a sua volta il proprio anello, uguale a quello di Garry.

 

“ Non credo sia il momento per parlarne. Forza: va a dare l’anello a Jeanne e scendete, io vi precedo “. Taglia corto, mentre l’argento comprende che non dev’essere pronto a parlarne. Ma una cosa lo fa altrettanto riflettere: se ha dato dei gioielli di famiglia a lui e Jeanne, significa che finalmente li ha accettati come Hikari. Forse pensa, la maledizione del Re Pazzo sta regredendo. Forse pensa, salvare Vanitas non è più solo un’utopia. E forse pensa, la chiave della “ guarigione “ è già a portata di mano. Ma solo il tempo potrà dire se ha ragione o meno.

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Capitolo 31
*** Portapenne ***


Day 31: Portapenne
Storia: La diciottesima Luna
Personaggi: Vincent Hikari & Dottor Mendibil
 
 

Il dottor Mendibil non può fare a meno di camminare nervosamente, su e giù per quello che è il suo studio. Davanti a lui un giovane dalla chioma bionda: non lo sta nemmeno guardando, il suo sguardo è puntato sul portapenne presente sulla scrivania dell’uomo che, sospirando pesantemente, riprende parola. “ Vogliamo continuare ancora per molto, o vi decidete a collaborare? “. Chiede, mentre l’altro traccia il contorno del portapenne con il dito.

 

“ Non capisco cosa diavolo vogliate da me… “. Sussurra solamente, nella mano libera stringe quello che è rimasto del suo peluches, distrutto totalmente dalle sue stesse zanne nei momenti di collera. “ … non tradirò i miei compagni: loro hanno creduto in me come loro leader, so che porteranno avanti la mia opera. Anche se io e Dominique non ci siamo più “. Ghigna colui che un tempo era il Principe Vincent Hikari ma che, allo stato attuale, sembrerebbe essere solamente uno dei tanti detenuti del carcere di massima sicurezza dov’è stato rinchiuso, dopo il colpo di stato ed aver quasi ucciso il fratello.

 

“ Ma non capite che, continuando così, peggiorerete solamente la vostra situazione?! È già abbastanza grave aver usurpato il trono, stuprato la regina e tentato di assassinare il Re, in più vi mettete a proteggere quella marmaglia… “. A quella frase gli occhi di Vincent diventano di un blu incandescente: è una fortuna che i suoi poteri siano inibiti a causa delle pareti, che impediscono ai raggi della Luna Blu di dargli nuova forza ed allo stesso tempo sigillano parzialmente i poteri esistenti, questo a qualunque vampiro, per renderlo docile ed evitare così ribellioni all’interno del carcere/manicomio.


“ E cosa mi farete? “.Chiede semplicemente il biondo, con una lucida follia in quello sguardo assassino che, in quel luogo, non ha potuto far altro che diventare ancor più crudele e folle a causa di ciò che il giovane erede di Kaname e Luna deve aver subito. Il suo sguardo ritorna a posarsi sul portapenne, come fosse il punto focale del suo interesse. “ Cosa mi farete, più di quanto avete fatto? Mi avete rinchiuso, ingabbiato come un cane e legato a delle catene che mi hanno ferito i polsi ed inibito i poteri. Mi avete fatto praticamente tutto quanto era possibile fare, compreso l’elettroshock per cercare di estrarre i miei pensieri dalla mia testa. E poi il folle sono io “. Scoppia a ridere, una risata che di sano certamente non ha nulla.

 

“ Vi risparmiereste tutto ciò, se vi decideste ad essere un po' più collaborativo, dannazione! “. Batte la mano sul tavolino l’occhialuto, mentre Vincent non alza lo sguardo da quel portapenne.

 

“ Voi dite? “. Chiede semplicemente, mentre l’altro annuisce spazientito.

 

“ Si, è esattamente così “. Fa solamente, ma Vincent non sembra nemmeno ascoltarlo. Pur avendo i polsi ammanettati, riesce ad afferrare il portapenne. Da prima Mendibil non riesce a capire il suo fine, mentre il Principe non fa altro che riversare il contenuto dell’oggetto sulla scrivania.

 

“ Mi farete un elettroshock anche se tengo questo portapenne? “. Chiede, mentre quasi esausto da questa discussione senza via d’uscita, l’altro uomo sospira pesantemente per poi tornare a sedersi.

 

“ No, non vi faremo un elettroshock per aver tenuto un portapenne. Ma lo rischiate se non iniziate a collaborare “. A quella frase, Vincent non fa altro che portare lo sguardo dritto in quello del medico, facendolo sussultare e tremare al tempo stesso: deve ammettere che, anche in quella condizione, Vincent Hikari gli da comunque i brividi. Dopo tutto, è pur sempre un membro della famiglia reale, possiede un potere immenso malgrado, in quelle mura, sia quasi totalmente inibito.

 

“ Voi non mi state punendo perché sono pazzo. Oh no, mio caro, sciocco dottor Mendibil. Credete non l’abbia capito? “. Chiede, con ancora quella lucida follia che fa tremare l’altro uomo. “ Voi mi state tenendo ingabbiato e mi torturate, solo perché sono troppo sano di mente per cascare nei vostri tranelli. O per reggere la vostra commedia “. Parole enigmatiche le sue. Parole enigmatiche che, pur tuttavia, hanno il potere di spaventare Mendibil. L’uomo non ha il coraggio di dare una risposta, limitandosi a cercare di recuperare un contegno. Di lì a poco chiama due infermieri, rimanendo seduto sulla propria sedia.

 

“ Dottore, ci avete chiamato? “. Chiede uno di essi, entrando. L’uomo annuisce semplicemente, mentre istintivamente Vincent stringe quel portapenne come fosse un trofeo.

 

“ Si: portate il principe Vincent nella sua cella. Credo abbia bisogno di riflettere seriamente sulla sua situazione e su cosa sia meglio per lui “. Sentenzia, mentre a quella frase lui si alza senza proferire una sola parola. Osserva ancora una volta quel portapenne e, soprattutto, il materiale con cui è fatto. Non è affatto un caso se ha deciso di portarlo con sé e questo, forse, molto presto lo scoprirà anche lo stesso dottore.

 

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