Noi, per la prima volta

di Dakota Blood
(/viewuser.php?uid=159886)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Che strazio! ***
Capitolo 2: *** Ci si rivede di nuovo ***
Capitolo 3: *** Domani è un altro giorno ***
Capitolo 4: *** Il vero me? ***
Capitolo 5: *** Dubbi ***



Capitolo 1
*** Che strazio! ***


-Mike Stan, togli le scarpe dal letto! Quante volte te lo devo dire?!-
Alzo gli occhi al cielo. Non sopporto mia madre, cerca sempre di farmi perdere tempo prezioso e soprattutto la pazienza.
-Mamma, odio quando fai l’antipatica-
Le faccio un gestaccio e mi osserva con due occhi sbarrati. È sicuramente furiosa, adesso.
-Allora cerca di capirmi anziché farmi innervosire-
 
Da quando mio padre l’ha lasciata tre mesi fa per una donna molto più giovane di lei, è diventata insopportabile. Assolutamente in crisi.
Ho diciotto anni e mi tratta come se fossi un bambino di  tredici che deve imparare le buone maniere, ma insomma! Ormai sono un adulto e poi non faccio nulla di male se metto i piedi sul suo prezioso letto, che sottolineo è mio, visto che lei dorme sempre sul divano da non so quanto tempo.
 
-Mike, domani verrà a cena la mia amica Debra Clarsont, con sua figlia, Sarah Smith. Ti chiedo di non comportarti  come tuo solito da menefreghista e irresponsabile. Ti prego, fallo per me-
 
Mi sta supplicando e mi vien voglia di scappare. Di andare dai miei amici con cui ho una band ‘da garage’, niente di serio o importante ma mi fa stare bene. La musica mi scorre nelle vene, solo che mia madre pensa sia solo un vizio.
Io e gli ‘White Raven’ suoniamo perlopiù sotto casa, ma l’anno scorso abbiamo avuto la fortuna di essere ospiti di un mini show. Peccato che ci abbiano seguiti solo in 300 sui social, specialmente su Instagram, dove invece la maggior parte dei profili vola in alto.
 
Di nuovo Sarah Smith! Non la sopporto… è orribile, magra come un chiodo, le si vedono perfino le costole e poi ha i capelli strani, verdi! Ma soprattutto non li lava mai!
 
-Mamma, non posso far finta di essere fuggito a Des Moines almeno per una volta?!-
-Non scherzare signorino! Vivi a Bangor, non te lo dimenticare mai-
 
Mi punta un dito contro, sembra una  detestabile professoressa di matematica, cavoli.
Rido e mi nascondo tra i cuscini.
 
-Sono serissima. La figlia di Debra è strana, ok, ma ha un’intelligenza elevata, legge i romanzi di cui tu non sai nemmeno l’esistenza e non è di certo volgare come quelle fan che ti stanno dietro-
 
Rido per non piangere. Ma quali ragazze in delirio?! Quali fan impazzite e volgari se a malapena sanno il mio nome a memoria in 20 gatti.
È incredibile come mia madre dica stupidaggini a nastro e non se ne renda nemmeno conto.
 
-Ok, ok, ma non mi costringere a parlarle in privato o a mostrarmi dolce ed elegante. Sai che dopotutto devo essere il classico bad boy di sempre, no?- ridacchio e lei scuote la testa.
 
-Sei il solito, Mike. Non ti sto chiedendo la luna dopotutto. Ti sto solo dicendo di essere carino, di comportarti bene una volta per tutte. È così difficile?!-
 
-Credimi, lo è-
 
Esce dalla sua stanza, sbattendo la porta. In teoria dovrei essere io quello nervoso o incazzato, non di certo lei.
Mi aspetta una serata terribile domani, perciò credo proprio che anziché uscire stasera, mi metterò a chattare con gli altri della band fino a che il sonno non prenderà il sopravvento.
 
Sarah Smith, sappi che sarai il mio bersaglio, ora e sempre.
 
Sollevo un sopracciglio e mi guardo allo specchio: sì, sono un perfetto e fottutissimo bad boy!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Ci si rivede di nuovo ***


-Come ricorderai, Debra, mio figlio ha la passione per la musica, solo che la cosa gli è sfuggita un po’ di mano ehm ecco… dovrebbe tornare a momenti!-
 
Debra sta sorridendo impacciata, mentre da dietro la porta della cucina vedo sia lei che mia madre con il volto paonazzo dalla rabbia. È letteralmente in collera con me. Mi sono nascosto giusto per prepararmi psicologicamente a questa triste commedia degli equivoci, ma uscirò presto allo scoperto, proprio quando se lo aspettano meno.
 
-I giovani sono interessati solo alla musica ormai, soprattutto a quella Trap, non farci caso Lucinda, è sicuramente un momento, gli passerà-
 
Ride e mi fa incazzare. Sarah ridacchia, con il suo ciuffo viscido, oleoso premuto sulla fronte e incollato come se da decenni non vedesse un parrucchiere e l’acqua. Bleah, mi fa ribrezzo-
 
-Il problema è che lui ha una band dal nome particolare, quasi malvagio secondo me, e fanno della musica rock piuttosto assordante. Non si tratta di Trap o di un momento passeggero purtroppo-
 
-Ah, mia figlia ascolta solo musica classica e indie, ma mai rock duro e grossolano-
 
Non ce la faccio, devo fuggire di qua!
Ma ecco che proprio quando faccio dietro front sbatto il dito del piede contro lo stipite della porta, sussultando e vedendo le stelle… sul serio. Sarah apre la porta e mi vede, inizia a ridacchiare come un’ossessa e io non trovo le parole per ribattere davanti a tutta questa stupidità.
 
-Che facevi?-
-Sono a casa mia, no? Posso anche stare al buio tre ore di seguito-
-Non hai paura del buio? Sai quante storie conosco riguardo le leggende metropolitane sui fantasmi e le case infestate?-
 
Ma che diamine dice?
 
-La mia casa è una villa normalissima che forse sogni di avere ma rimarrà solo nella tua immaginazione infatti-
 
-Sei sempre stato cattivo con me-
 
-No, sono cattivo con tutte, ma con te mi impegno alla grande, ciuffo oleoso-
 
-Vado a dirlo a mamma-
 
Non ci credo! Sembra di aver a che fare con una bambina viziata di otto anni tutta merletti e pizzi.
 
-Sarah, state parlando di noi per caso di nascosto?-
 
Debra si avvicina a sua figlia e mi osserva come volesse schiacciarmi. Tiro il petto in fuori, sentendomi un adulto.
 
-Stavamo chiacchierando pacificamente-
 
Mia madre arriva di corsa, sembra un’atleta.
 
-Non ci credo! Mio figlio che parla gentilmente con Sarah, è un vero miracolo, non c’è dubbio-
 
Ora dovrei abbracciare Sarah e magari stringerla forte. Non mi spetta, non voglio! Preferirei vomitare per ore in un cesso della mia ex scuola che tra l’altro ho sempre frequentato con scarsissimi voti.
 
Sarah si avvicina e a braccia aperte e con un sorriso da scema, aspetta che le vada incontro.
 
-Ehm… io-
 
Improvvisamente il cellulare mi squilla, salvandomi dall'abisso di tenebra in cui stavo precipitando!
 
Guardo il nome sul display azzurro:
 
Leila.
 
La mia ex, lei che non ho mai dimenticato, mi sta telefonando in questo esatto momento.
 
Arrossisco e deglutendo provo a defilarmi, mentre tutte e tre mi stanno addosso, cercando di carpire notizie. Che stress!
 
Non posso far finta di nulla, non con Leila.
 
È stato il mio unico vero amore, lei che seguiva la mia band e ci invogliava tutti a suonare e scrivere canzoni nuove, pezzi sempre più intraprendenti e lunghi.
 
Rispondo all'istante, chiudendomi in camera mia. Chiudo la porta, accostandomi al letto di noce.
 
-Pronto?-
 
-Mike, scusa ma avrei bisogno di vederti, di parlarti. Dovremmo proprio incontrarci uno di questi giorni se sei d’accordo-
 
-Ehm, Leila, come stai? Sì comunque, ok-
 
-Sto bene. Devo parlarti di una cosa importante-
 
-Va bene, anche io non sto affatto male comunque-
 
-Sono contenta-
 
-Ora devo chiudere Leila, abbiamo una cena di famiglia… diciamo così. Ricordi Sarah Smith?-
 
Ridacchia sonoramente.
 
-Se la ricordo?!-
 
Stavolta ridacchio io.
 
 
-Mike! Vieni subito a cena, la tavola è imbandita e Sarah si annoia a morte. Perché non le canti qualcosa?-
 
-Ehm Leila, devo lasciarti…-
 
-Capisco-
 
Si sente che ha bisogno di parlare con qualcuno, soprattutto con il sottoscritto.
 
-Mamma, arrivo!-
 
-Ok Mike, ti aspetto domani, va bene?-
 
-Perfetto, ciao-
 
Fredda, non come la desiderio io.
 
Con il cuore a mille fingo un sorriso enorme, mentre corro e prendo posto in tavola.
 
-Allora, Mike, quando uscirete assieme tu e Sarah?-
 
Il sorriso mi si spegne all'improvviso.
 
Io non uscirò mai con quella strega orrenda, è chiaro?!
 
 
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Domani è un altro giorno ***


 
Il sole mi picchia in testa, apro gli occhi e mi fa male un braccio, ma non solo, anche la gamba destra e i fianchi.
 
-Mi sento letteralmente a pezzi-
 
-Finalmente ti sei svegliato, ma quanto dormi, si può sapere, eh?!
 
No, è un incubo e presto mi sveglierò, non c’è alcun dubbio. Solo che c’è una ragazza accanto al mio letto, che mi fissa in modo strano.
 
È Sarah.
 
Arretro, nascondendomi completamente con le coperte.
 
-E’ inutile che tu lo faccia, stanotte ti ho visto benissimo… senza boxer-
 
Sgrano gli occhi. Ditemi che è un pessimo scherzo vi prego. Se mi vedessero i miei amici, oppure… No! Leila!
 
-Che diamine vuoi da me?! Esci subito-
 
-Prima mi fai bere e mi inviti in camera tua, mandando via le nostre madri, e poi mi giudichi male, come se ti stessi addosso di continuo?-
 
Non ci sto capendo niente.
 
-Dovresti pensare piuttosto a farti una bella doccia, anzi no, un bagno lungo una vita. Non ti rendi conto che puzzi?-
 
Non credo che abbia minimamente capito una sola parola, perché si avvicina pericolosamente a me, si siede addirittura in un angolino sul letto, che ovviamente era candido come la neve.
 
-Vuoi farmi credere che io e te? Sì insomma, che siamo stati insieme stanotte?!-       
 
-E’ inutile che provi a far finta di nulla, tanto lo dirò alla mamma e lei ti denuncerà sai?-
 
Sto sudando, è come se improvvisamente mi fosse salita la febbre molto alta.
 
-Den… denunciarmi?? Per una cosa che non ho fatto?-
 
-Sì invece, è come se mi avessi violentata e non la passerai liscia-
 
Mi alzo, per fortuna ma maglietta è a portata di mano, la infilo velocemente e guardo i miei boxer neri che fortunatamente ho indosso. Non vorrei credere ad una sola parola di ciò che ha detto Sarah, ma ho comunque paura.
 
Voglio scoprire la verità, solo che non so come.
 
‘ è come se mi avessi violentata e non la passerai liscia’
 
La frase rimbomba nel mio cervello, come un mantra. Picchia in testa in modo più insistente di un martello o del sole di prima.
 
 
Proprio ora che io e Leila ci stavamo riavvicinando!
 
-Tu, piccola infame, l’hai fatto apposta!-
 
Mi alzo e le vado incontro.
 
Stavolta è lei ad aver paura di me. Piccola bugiarda spocchiosa.
 
-Io non ho fatto niente-
 
All'improvviso abbassa lo sguardo sui suoi piedi, e arrossisce evidentemente colpevole e stronza fino al midollo.
 
-Confessa e dì la verità, altrimenti…-
 
Mi dirigo verso il bagno e apro il rubinetto dell’acqua gelida.
 
-Sai già cosa ti spetta-
 
Sorrido malvagiamente sollevandomi la maglia.
 
Lei deglutisce e diventa tutta rossa.
 
Allora è vero: le piaccio!
 
Rido e mi tocco il petto, sussultando.
 
 
-Ok, lo ammetto. Non abbiamo fatto sesso stanotte. Lo ammetto, dai. Volevo che il mio sogno diventasse realtà finalmente-
 
-Magari in un’altra vita, ok?!-
 
Rido e chiudo l’acqua.
 
-Non l’avresti fatto sul serio-
 
-Oh sì invece, Smith-
 
-Mamma dice che sei arrogante e presuntuoso… io non le credevo-
 
-La mamma ha sempre ragione, credici invece-
 
 
 
Inizia a piangere e scappa via.
 
Ridacchio, sapendo di essere un vero stronzo, finalmente libero.
 
 
 
 
 
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Il vero me? ***


Sono fuori casa, finalmente. Posso scrollarmi di dosso il pensiero di quella stupida ragazzina che non fa altro che leggere storie d’amore e poi fantasticare su di me, come se io fossi di sua proprietà.
 
La madre dovrebbe insegnarle che non si vive di soli romanzi, che la vita va vissuta per davvero e soprattutto dovrebbe consigliarle un bravo psichiatra!
 
Arriva Daniel, il chitarrista della nostra band, di cui il, il cantante, sono il membro fondatore.
 
Dovremmo scrivere nuovi testi e comporre nuove melodie rock, invece non facciamo altro che guardare le foto di Amy Lee e sbavare.
 
Non che i video siano male, anzi… quando vedo Amy è un po’ come se stessi sognando ad occhi aperti, una magia bellissima.  Solo Leila può eguagliarla,  con il suo fascino misterioso.
 
Una ragazza che mi ha rubato il cuore due anni fa, ma che io ho lasciato perdere perché sono un cretino, un vero idiota. Come ho potuto allontanarmi da una persona così buona e affascinante?!
 
-Che cavolo, Mike!-
 
Daniel mi guarda e si siede vicino a me. Siamo nel bar il più lontano possibile dal centro della città, per non avere problemi di incontrare qualcuno di intralcio, come ad esempio, una fra tante: Sarah.
 
-Hey amico, è da tanto che aspetto- gli dico, mostrandomi spavaldo, quando in realtà ho paura che quella stramba di Sarah Smith, la stalker, colei che vuole rovinarmi la reputazione e la vita, sia qui vicino.
 
Mi dà una pacca sulla spalla, colpendo abbastanza forte. Tipico di Daniel, essere burbero e menefreghista. Lui non conosce Sarah, e lo invidio per questo.
 
Molto meglio pensare alla band, a Leila e ai nostri progetti futuri e sogni.
 
Sarò anche un bad boy ma quando penso a Leila gli occhi mi diventano luccicanti, pieni di vita.
 
Non ho mai amato nessuna come lei, è speciale ed unica.
 
-Sei sempre pensieroso in questi giorni Mike, che ti prende?-
 
-Niente, che dovrei avere?-
 
Sorrido in modo strafottente, ma in realtà nascondo quel velo di malinconia che è insito in me. 
 
Avrò pure un carattere di merda, eppure so essere dolce a differenza di Daniel e Jason, il bassista, mentre forse Jack è il più timido e riservato fra noi, come tutti i batteristi del mondo, e non è un cliché.
 
-Non è che ti sei innamorato di una delle poche ragazze che ci seguono sul profilo Instagram della band?-
 
Ride e non capisco perché debba ridermi in faccia come uno stupido.
 
Siamo sempre stati molto uniti negli ultimi quattro anni, ovvero da quando abbiamo fondato la band con scarsi risultati.
 
Eravamo due ragazzini immaturi ma con una passione sfrenata per i Nirvana e i Pink Floyd.
 
Amici per la pelle, che condividevano quasi tutto, tranne la ragazza ovviamente.
 
Leila è sempre stata mia.
 
E da quando non la sento più, da quando l’ho lasciata commettendo lo sbaglio più stupido della mia vita, non mi riconosco più.
 
Sono esaurito, stressato, e in più ieri Sarah Smith mi ha fatto venire quasi un infarto e tutto per colpa di mia madre e di Debra.
 
Dov’è finito il vero me?
 
Se avessi davanti uno specchio molto probabilmente non mi riconoscerei affatto.
 
-Non penso a nessuna ragazza!-
 
-Calma, non volevo che ti alterassi!-
 
Mi accendo una Marlboro e chiudo gli occhi assaporando per un attimo il paradiso, anche se fa male. So che fumare fa male, ma è l’unico vizio che ho, ovviamente oltre a quello di incasinarmi la vita.
 
I miei amici, i miei tre stupidi ‘fratelli, mi sono sempre stati vicini, anche quando stetti una settimana in coma per colpa di un incidente piuttosto serio, soprattutto perché accanto a me c’era seduta proprio… Leila.
 
 
-Sto pensando a Leila, sinceramente-
 
-Ma lei è out ormai-
 
-Come parli?!-
 
Ridacchia spazientito e si gratta il gomito.
 
-Smettila-
 
-Ok ma tu smettila con Leila-
 
-In silenzio, spengo la cicca nel posacenere e me ne vado.
 
-Vai via?-
 
Mi viene quasi incontro, ma vedendo il mio volto serio, si ferma.
 
-Ti è sempre piaciuta, non è vero?-
 
-Leila dici? Beh, è una bella ragazza e poi ha un gran bel cu…-
 
Vorrei far finta di nulla, ma sento che potrei tirargli un pugno dritto nel naso, solo che non voglio sporcarmi le mani.
 
Un amico di merda, ecco cosa ho.
 
-Non voglio più sentire una sola parola su Leila, ok?-
 
-Hey, ma che ti prende amico? Non si può nemmeno più scherzare adesso?!-
 
Già, che mi prende?
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Dubbi ***


 
Mi fanno schifo,
e tendo a chiudere gli occhi
su quelle risposte non dette.
Mi fanno ribrezzo le tue false promesse,
i baci allo zenzero e
le paure distanti dal cielo.
 
-No cribbio, non è la canzone giusta!-
Mollo la penna sul tavolo imprecando e sbuffando.
Mia madre è uscita da un’ora con Debra e Sarah, ed io non riesco a scrivere qualcosa di decente, di leggibile.
Leila mi ha chiamato di nuovo, stavolta dicendomi in lacrime che il suo cagnolino Flix è morto e per questo è giù di morale.
Io amo gli animali ma credo stia esagerando, anche se so quanto era importante per lei Flix.
Potrei cogliere l’attimo e regalargliene uno così da farla sorridere e riconquistarla.
Non riesco a smettere di pensare a noi, a me e lei insieme. Ma puntualmente si mette in mezzo Sarah, che detesto.
Sì ma allora perché mi diverte prenderla in giro e si spazio distogliendomi dal mio mondo, quello in cui ho sempre vissuto, il solo che voglio conoscere?
Dovrei stare con Leila, sfondare con la mia band fino ad arrivare a raggiungere il successo planetario. Sì ok sono impazzito forse, ma voglio per davvero conquistare il mondo e il cuore della ragazza che sento mi appartiene da tutta la vita.
Gli altri della band non capiscono quanto me l’importanza del successo, perché loro non sognano in grande, non vivono con l’anima la musica che compongono.
Se riuscissi ad essere polistrumentista o almeno a suonare un altro strumento oltre alla chitarra elettrica, farei tutto da solo, e sarei in alto, in vetta alle classifiche di tutto l’universo.
Perché ‘capelli verdi’ non vuole capire che non mi innamorerò mai di lei?
Il mio cuore appartiene già da sempre a Leila, e sarà così in eterno.
 
 
-Per oggi può bastare- penso a voce alta, da solo, nella mia stanza.
Fa caldo, ma se apro la finestra Sarah Smith potrebbe apparire da un momento all’altro, come un fantasma… come se con quegli occhi dolci fosse piovuta dal cielo?
 
Ma che sto dicendo? Sto assolutamente farneticando.
 
Olezzo di rose mi deve aver fatto un incantesimo, beh certo il fisico da strega non le manca penso ridacchiando e nel mentre sento la voce di Leila, quella voce inconfondibile , non nella mia testa, ma nella stanza. Lei è in cucina?! In casa mia? Adesso!!!
 
-Mike, ti stavo chiamando sul cellulare ma non rispondevi, così mi sono precipitata qua di corsa, spaventata-
 
Non è bella come la ricordavo… è strana, sembra più magra e sciupata. Ma che le succede?!
 
-Leila, non ti stavo mica riconoscendo, sei… cambiata tantissimo!-
 
-Lo so, ma anche tu sei diverso-
 
Leila mi conosce bene, e sa quando qualcosa non va in me, è come se fossimo connessi sempre, a qualunque costo e a qualunque distanza.
 
Mi sorride.
 
-Beh comunque, volevi parlarmi no? Eccoci finalmente-
 
Si avvicina e mi dà un bacio sulle labbra, dolcemente dischiuse. Sembra abbia un sapore fruttato, la prendo per i fianchi e assaggio di nuovo quella bocca che mi fa dimenticare qualunque cosa, davvero qualunque…
 
La porta si apre, e non so per quale motivo, mi stacco prontamente da Leila, a corto di fiato.
 
Tu?!-
 
-Chi è questa ragazza, Mike?- chiede Leila, giustamente.
 
-Ero passata solo per chiederti se ti andava di uscire con me uno di questi giorni-
 
Sarah Smith che mi chiede di uscire ? Mi sto per sentire male dall'imbarazzo che provo.
 
Ma che ca…? Non è possibile!
 
Vorrei davvero essere il più lontano possibile da qui, essere catapultato improvvisamente nel Medioevo o trasferirmi a Des Moines, che adoro!
 
 
-Mike! Chi è questa tipa??-
 
Leila è furiosa e rossa in volto.
 
Ed io l’unica cosa che riesco a fare è sudare e mettermi le mani tra i capelli in silenzio.
 
 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3982915