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Lista capitoli: Capitolo 1: *** Capitolo uno - La paladina del coraggio *** Capitolo 2: *** Capitolo due - Non sono una guerriera *** Capitolo 3: *** Capitolo tre - La prima missione *** Capitolo 4: *** Capitolo quattro - Il mistero della principessa di Alckemia *** Capitolo 5: *** Capitolo cinque - Ricordi perduti, l'abbandono e visioni future *** Capitolo 6: *** Capitolo sei - Mente confusa *** Capitolo 7: *** Capitolo sette - Sei una di noi *** Capitolo 8: *** Capitolo otto - Il ballo di gala e una nuova guerriera *** Capitolo 9: *** Capitolo nove - Sette giorni per non morire *** Capitolo 10: *** Capitolo dieci - Faccia a faccia con il nemico *** Capitolo 11: *** Capitolo undici - Un nuovo potere e... la squadra si completa (?) *** Capitolo 12: *** Capitolo dodici - Ventiquattr'ore alla fine *** Capitolo 13: *** Capitolo tredici - Unite contro il male *** Capitolo 14: *** Capitolo quattordici - La misteriosa guerriera rossa *** Capitolo 15: *** Capitolo quindici - I piccoli segreti di Andromeda e la furia di Sailor Z *** Capitolo 16: *** Capitolo sedici - Vicini alla collisione *** Capitolo 17: *** Capitolo diciassette - Un nuovo inizio? *** Capitolo 18: *** Capitolo diciotto - Le sorelle androidi *** Capitolo 19: *** Capitolo diciannove - Il ritorno della "piccola luna" e il misterioso messaggio *** Capitolo 20: *** Capitolo venti - L'arrivo delle Sailor Operator *** Capitolo 21: *** Capitolo ventuno - Indecisioni, litigi e confessioni *** Capitolo 22: *** Capitolo ventidue - Sulla torre di Tokyo *** Capitolo 23: *** Capitolo ventitré - Alla ricerca delle gemme incatenate *** Capitolo 24: *** Capitolo ventiquattro - Forti sentimenti *** Capitolo 25: *** Capitolo venticinque - Sorelle in azione! *** Capitolo 26: *** Capitolo ventisei - La fortuna e la lealtà *** Capitolo 27: *** Capitolo ventisette - Chibiusa e Haiyuki, missione cupido *** Capitolo 28: *** Capitolo ventotto - Cambiamenti ed addestramenti speciali *** Capitolo 29: *** Capitolo ventinove - La Mugen Academy *** Capitolo 30: *** Capitolo trenta - Missione: salviamo l'ambiente! *** Capitolo 31: *** Capitolo trentuno - La nemesi di Victoria *** Capitolo 32: *** Capitolo trentadue - La demone della natura *** Capitolo 33: *** Capitolo trentatré - Vulnus Amoris *** Capitolo 34: *** Capitolo trentaquattro - Minacce eliminate! *** Capitolo 35: *** Capitolo trentacinque - Un nuovo amore per Vicky *** Capitolo 36: *** Capitolo trentasei - Ragazza incompresa *** Capitolo 37: *** Capitolo trentasette - La Teoria del Caos e l'Effetto Farfalla *** Capitolo 38: *** Capitolo trentotto - Strane scoperte e terribili litigi *** Capitolo 39: *** Capitolo trentanove - Mahori e Death Eye *** Capitolo 40: *** Capitolo quaranta - La prigione dei demoni *** Capitolo 41: *** Capitolo quarantuno - Trasformazione: Sailor Rubia Multipler! *** Capitolo 42: *** Capitolo quarantadue - Una battaglia tra lacrime amare *** Capitolo 43: *** Capitolo quarantatré - Frammenti di metallo *** Capitolo 44: *** Capitolo quarantaquattro - Momenti di pace *** Capitolo 45: *** Capitolo quarantacinque - Un'altra possibilità? *** Capitolo 46: *** Capitolo quarantasei - Una milionaria ficcanaso in città! *** Capitolo 47: *** Capitolo quarantasette - Gelosia e rimpianti *** Capitolo 48: *** Capitolo quarantotto - Il segreto del professore *** Capitolo 49: *** Capitolo quarantanove - La predizione *** Capitolo 50: *** Capitolo cinquanta - Back to the past! I ricordi perduti di Gwen *** Capitolo 51: *** Capitolo cinquantuno - Drastiche decisioni *** Capitolo 52: *** Capitolo cinquantadue - Il terribile colpo *** Capitolo 53: *** Capitolo cinquantatré - Il volto di Madness *** Capitolo 54: *** Capitolo cinquantaquattro - Risveglio *** Capitolo 55: *** Capitolo cinquantacinque - La minaccia dell'altra galassia *** Capitolo 56: *** Capitolo cinquantasei - Le ambasciatrici del diamante bianco ***
Capitolo 1 *** Capitolo uno - La paladina del coraggio ***
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Act. 1 | "The Other Galaxy"
Fragile Guerriera
✦
Capitolo uno
• La paladina del coraggio •
«Di nuovo in ritardo, Lisa.»
La mia professoressa mi guarda in cagnesco, una punizione, questa
volta, non me la toglierà nessuno. Tengo lo sguardo abbassato
con l'aria imbarazzata e, come al solito, i miei compagni ridono alle
mie spalle. Ogni giorno, sempre la stessa scena.
«Vuoi fare i compiti extra o lavare i pavimenti?» domanda ironicamente una delle mie compagne.
Non
oso neanche rispondere, almeno per non peggiorare la situazione. Rei ed
Ami sono le uniche ragazze che non parlano anzi, si sentono a disagio
nel vedermi avvilita. Per tanto tempo, sono stata sempre da sola. Usagi
e le altre vogliono approcciare con me e, come sempre, non faccio mai
un passo avanti e resto sempre in disparte. I miei compagni di scuola
m'ignorano completamente; è come se non fossi lì con loro
o meglio, come un fantasma.
Mentre mangio una mela verde, vedo Rei venirmi incontro e sedersi accanto a me.
«Lisa, perché te ne stai qui?» mi chiede confortante.
«Nessuno mi vuole.» mormoro con lo sguardo basso, giocherellando con una ciocca dei miei capelli bruni e lucenti.
«L'unica cosa su cui posso contare è la solitudine.»
«Ci
siamo io e le altre ragazze, non è il caso di dire
così.» mi sorride dolcemente. Non posso non ricambiare
quel dolce gesto amichevole, l'unica persona che ha il coraggio di
sorridere davanti a me.
«Sei davvero buona, Rei.» la guardo con un sorriso, il più forzato di sempre.
«A me piace tanto aiutare le persone come te,Li.E poi, smettila di compiangerti.» appoggia poi una mano sulla mia spalla.
«Beh... è solo che...»
«Non
voglio più vederti così avvilita. Me lo prometti,
Li?» allunga il mignolo dell'altra mano come segno di promessa.
«Te lo prometto.» sorrido, incrociando infine il mio mignolo col suo.
▼
Corro
in bagno e chiudo la porta, andando poi davanti allo specchio. I miei
occhi azzurro chiaro sono lucidi, come due grandi zaffiri. Se
c'è una cosa che odiavo di me stessa è il colore dei miei
capelli: castano scuro.Bellissimi? Non proprio.
Lo
direbbe mai un ragazzo? Sarei mai parsa bella anche a lui, priva di
difetti e degna di essere presa tra le braccia, consolata e amata?
Certo,
il mio carattere è sempre stato infantile - colleziono ancora i
peluche dei manga più famosi -, ma so ragionare come un'adulta.
Mi sistemo frettolosamente i capelli prima di uscire, cambiarmi le
scarpe e poter finalmente tornare a casa.
Arrivata
nella mia stanza - dopo aver visto le vetrine con aria sognante, come
sempre -, apro la porta del bagno e mi faccio una doccia veloce, poi
vado in camera mia a studiare per il prossimo esame. Di colpo, trovo un
braccialetto con due piccole biglie rosse e una azzurra al centro,
proprio accanto al mio diario.
Non
appena le sfioro con le dita, cominciano a fluttuare davanti a me e ad
illuminarsi sprigionando una luce abbagliante. Appare l'immagine di una
galassia viola e azzurra, poi una strana scritta in corsivo. L'istinto
mi dice che è una trappola, ma nulla mi vieta di leggerla ad
alta voce.
«Potere di Andromeda, vieni a me.»
Non appena finisco di pronunciarla, la luce diventa sempre più forte e comincio a sollevarmi da terra.
I
miei capelli bruni e lunghi diventano azzurri, raccolti in una coda
alta e liscia; il fermaglio è ricoperto di brillantini argentati
e due perle rosso chiaro. La mia uniforme scolastica cambia
completamente forma diventando azzurra, blu e bianca. I bordi della
gonna d'argento, le maniche di un azzurro chiaro brillantinato e
trasparente. Appare poi un fiocco d'argento splendente e al centro, si
attacca la biglia azzurra. Le mie ballerine rosa diventano delle scarpe
col tacco blu scuro legate insieme ad un nastro bianco e sulla mia
fronte si disegna una tiara d'oro.
Finalmente, ritorno coi piedi a terra con quello strano vestito addosso e quel colore di capelli assurdo; mi sento una personanuova.
«Che cosa è successo?» domando intontita, e una strana voce mi risponde.
«Sei diventata Sailor Y, la paladina del coraggio della galassia Andromeda.»
Mi
guardo davanti lo specchio affascinata, sfiorando con i polpastrelli il
tessuto morbido della gonna e del fiocco argentato. Sono diventata
davvero una guerriera?
«Perché proprio io?»
«Sei una ragazza particolare, dentro di te si nasconde una coraggiosa guerriera.»
Distolgo lo sguardo.
«Non è vero.»
Lo
specchio riflette una ragazza dal carattere fragile, una fifona che ha
paura di tutto ciò che vedeva intorno a sé. Come
può quella voce dire il contrario?
«Devi sololiberartida te stessa.»
«N-no... aspetta!»
Non sento più la voce, probabilmente è sparita. Mi sono
trasformata improvvisamente in una supereroina. Una scoraggiata come me
non può esserlo, i malvagi rideranno sicuramente di me. No, non
può essere vero, questo accade nei manga e nei cartoni
animati... com'è possibile?
Capitolo 2 *** Capitolo due - Non sono una guerriera ***
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Capitolo due
• Non sono una guerriera •
Non riesco
proprio a capire il motivo di questa trasformazione improvvisa.
Perché hanno scelto me come nuova guerriera Sailor? Non sono mai
stata una tipa coraggiosa e mai lo sarò, La voce, però,
ha detto il contrario. Cosa significa tutto questo?
«Deve esserci un errore» cerco di dire alla voce immaginaria «non posso essere io.»
Nessuno risponde.
«Insomma,
guardami! Sono una pappamolla, me la faccio sempre sotto dalla paura.
Non posso diventare una guerriera Sailor, non sono in grado.»
A quanto
pare, sto parlando al vento. Non posso accettare questo strano dono:
quel braccialetto con le perle violazzurre e rosse, la più
grande è attaccata al mio fiocco e sulla testa ho quelle rosse.
Perché io e non un'altra ragazza?Dio... quante domande.
«Qualcuno può rispondermi?»
Nessuno
risponde. Mi siedo a capo del mio letto e nascondo il viso tra le mani,
disperata. Non riesco a credere ai miei occhi: sono colei che non
dovrei essere.
Lisa Hiddako
è diventata Sailor Y, la combattente dell'altra galassia che
veste alla marinara, la paladina del coraggio. Assurdo.
▼
Mi alzo con
la solita aura depressa, mi affretto a vestirmi e fare colazione, per
poi uscire di corsa. Durante la corsa, incontro Rei che, incrociando il
mio sguardo, sorride dolcemente. Non ricambio, abbasso semplicemente lo
sguardo eosservo le mattonelle del marciapiede.
Rialzo lo
sguardo e, vedendomi giù di morale, si avvicina e allunga il suo
braccio, appoggiando una mano sulla mia spalla in segno d'affetto.
«Qualcosa non va, Li?»
Non posso dirle la verità, sicuramente non mi capirà.
«Niente,
Rei. È tutto a posto.» disegno un sorrisetto con due occhi
lucidi, poi mi allontano da lei, dandole maleducatamente le spalle. Di
colpo, vedo le due grandi perle del mio braccialetto illuminarsi. Non
so cosa significhi questo strano bagliore, che sia qualcosa di
importante? Qualunque cosa sia, lo ignoro.
«Aspetta, Lisa!»
Mi giro e Rei mi viene incontro, avvicinandosi nuovamente alla mia spalla.
«Vedo un bagliore provenire da te, che cos'è?»
Nascondo frettolosamente il polso destro dietro la schiena, intanto il bagliore si sta facendo sempre più intenso.
«Niente.»
«Li, mi stai nascondendo qualcosa?»
«No, non nasconderei nulla a nessuno.»
«Allora dimmi da dove viene quella luce.»
Sembra sul
punto di farmi parlare con le maniere forti, la curiosità di Rei
è indescrivibile e l'unica cosa da fare è vuotare il
sacco. M'inginocchio davanti a lei piangendo nascondendo il viso, poi
metto in mostra il mio braccialetto luminoso e a giudicare dal modo in
cui mi sta fissando, è rimasta di stucco. Si abbassa lentamente
verso di me e mi toglie le mani dal mio viso, non posso fare altro che
guardarla col trucco colato.
«Tu sei la seconda guerriera della galassia Andromeda?»
Inutile dire
che ha capito chi sono nella mia seconda forma. Facco un cenno con la
testa, mordendomi il labbro presa dal panico e dalla paura.
«C-come fai a saperlo?» le chiedo serrando un pugno spaventata e tesa al tempo stesso.
«Io sono una Sailor di questo pianeta, sono Sailor Mars.»
Ho
già sentito parlare delle guerriere Sailor di questa galassia,
soprattutto della fantastica Sailor Venus - che non era con loro, tra
l'altro. Cinque guerriere pronte a difendere la Terra, a sacrificare le
loro vite per il bene dell'universo e dell'umanità. Sonodavvero diventata una di loro?
«Non
dovrei avere questo braccialetto legato al polso» mormoro con
aria pessimista «ma quella voce ha detto che devo farlo.»
«Qualevoce,scusa?»
Mi guarda dubbiosa chinando il capo di lato.
«Non sapevo chi fosse, ma mi disse che potevo essere una di voi.»
«Lo sei.»
«No, non lo sono.»
La fisso con occhi pieni di lacrime.
«Non sono una guerriera, Rei.»
Mi guarda
con occhi nuovi. Credeva non avessi detto una frase del genere, non
sono una pessimista anzi, vedo il mondo come un grande campo di
battaglia. Per qualche strana ragione si chiede perché, in quel
momento, ho detto quella frase così triste e senza speranze.
Quasi non ci ha creduto.
«Non
dire così, Lisa» sorride «sei una ragazza coraggiosa
e adorabile. Se ti hanno scelta come guerriera Sailor, ci sarà
un motivo.»
«È proprio quello che non riesco a capire.»
La ragazza
mi aiuta a rialzarmi da terra e, non appena mi volto dall'altra parte,
vedo Usagi da lontano. Sta chiacchierando con Makoto e Ami, ridacchiano
e scherzano tra loro. Anche loro sono guerriere Sailor?
«Hey, Rei!»
Ami la saluta agitando il braccio a pochi metri da noi, e lei ricambia con un piccolo movimento della testa.
Entrambe ci
vengono incontro e ci salutano con un dolce sorriso, come vere amiche.
Poi, Usagi mi guarda un po' preoccupata, notando la mia espressione
priva di allegria.
«Perché hai quel muso lungo, Lisa?» mi chiede.
«È una lunga storia.» mormoro con un piccolo sorriso, quasi invisibile.
«Che
ne dite se ne parliamo durante il cammino? Mancano venti minuti al
suono della campanella.» propone Ami, così tutte la
seguono sorridenti e senza pensieri nella testa.Tranne me.
*
La luna blu splendeva in cielo, in fase calante, quasi stava scomparendo dall'occhio umano.
Era stata una principessa a ritrovare quello che sembrava il frammento
di un diamante. Sailor Infinity era stata sconfitta da una regina
potente e malvagia, nonché la custode della nemesi del Cristallo
Infinito - il diamante possente. La ragazza con il vestito lungo e
nero, dalla lunga coda azzurra e la corona d'argento, si era abbassata
per raccoglierlo.
Era nei petali di una rosa bianca che,
magicamente, è diventata di cristallo. Puro e luminoso, proprio
come il palazzo dietro la principessa.
"Sailor Infinity è stata sconfitta?" pensò la principessa credendo fosse un illusione.
«Come stanno le rose stasera?»
chiese il principe di quel pianeta, proprio dietro la sua amata. La
principessa trasalì e nascose il frammento del diamante dentro
il suo vestito.
«Molto bene» rispose lei.
«Perché non torniamo nella nostra
camera da letto?» la sua voce profonda si trasformò in un
dolce sussurro e lei non poté dire di no.
Il frammento luminoso scese lungo la lunga
gomma fino a cadere a terra. Aveva appena analizzato il DNA della
futura regina di un pianeta sconosciuto e ha dato vita alla seconda
guerriera della Galassia Andromeda.
«Potere
supremo di Alckemia, entra dentro il cristallo e dona il leggendario
potere del Cristallo Infinito a quella giovane principessa. Trasformala
in Sailor Y, la guerriera del coraggio e della salvezza.»
Capitolo 3 *** Capitolo tre - La prima missione ***
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Capitolo tre
• Prima missione •
Le amiche di Usagi sono anche le mie compagne di
classe, perfino le più intelligenti della scuola; eccetto
proprio quest'ultima. Lei è la più testarda di tutte, ma
adoro il suo ottimismo. Anche se va un po' male a scuola, oppure ha
avuto una giornata pesante, l'ottimismo non le manca di certo. Rei
è la più bella e l'ho sempre invidiata. I suoi lunghi e
morbidi capelli lasciano tutte le ragazze di stucco, occhi ipnotici e
sorriso smagliante. È un vero peccato che non sia più
fidanzata con Mamoru, o così mi disse qualche settimana fa.
«Dopo la scuola, cosa avete intenzione di fare?» domanda Makoto, la castana del gruppo.
«Dipende quanti compiti ci assegneranno i professori.»
«Per quello non è un problema» interviene Usagi «possiamo sempre rimandarli a dopo.»
«Che pigrona!» reagisce Rei.
Il mio braccialetto, intanto, continua a
illuminarsi. Solo Rei si è accorta del suo bagliore, le altre
probabilmente credono sia la luce del sole proveniente dalle finestre.
Infine, si rendono conto che la luce è azzurra e che proviene
proprio da me.
«Lisa, perché il tuo braccialetto si è illuminato?» chiede curiosa Usagi.
«Non lo so, se devo essere sincera.»
«Deve pur significare qualcosa» aggiunge Ami «ad esempio, un pericolo.»
«O potrebbe essere qualcosa di urgente.»
All'improvviso, non appena sfioro una delle perle
luminose senza volerlo, appare una strana sfera azzurra fluttuante.
Quello riflesso è il parco della città attaccato da due
mostri inferociti, bambini che vengono catturati e risucchiati nei loro
corpi.
«Allora è un pericolo!» esclama di colpo la testolina buffa, facendomi quasi perdere l'equilibrio.
«Raggiungiamo il parco e alla svelta.» conclude Makoto.
Rei mi afferra per un braccio e mi trascina con
loro, superiamo le scale e la porta d'ingresso della scuola per poi
raggiungere il cancello ancora aperto.
Ed io cosa centro?
Il parco, fortunatamente, non è tanto
distante dalla scuola: bisogna solo svoltare a sinistra e andare sempre
dritto. Un brusco vento ci blocca davanti ad un albero abbattuto,
intanto una bambina scappa terrorizzata dai due mostri, essi ridono
maleficamente.
«Forza, ragazze, è ora di entrare in azione!»
Usagi pronuncia la sua frase di battaglia, poi si trasforma. Lei è la famosa Sailor Moon,la paladina della giustizia che veste alla marinara-
la conoscevo anche prima di diventare una di loro. Il suo vestito
è blu e rosso, un paio di guanti lunghi e bianchi e stivali col
tacco medio. Ha due fermagli rosso oro sui suoi lunghi codini e un paio
di orecchini pendenti a forma di mezzaluna. Lo stesso anche le altre
quattro ragazze.
Rei è Sailor Mars, ha un vestito alla
marinara rosso. Al posto degli stivali, ha un paio di scarpe col tacco
rosse. Ami, invece, è Sailor Mercury; il suo vestito è
simile al mio, con l'unica differenza che ha solo il colore azzurro.
Non ha nient'altro di particolare, a parte la tiara più sottile
rispetto alle altre. Makoto impersona Sailor Jupiter, la sua misa
è di un verde militare e vedo che anche lei porta un codino,
perfino simile al mio, ma il suo è più alto e corto.
Rimango immobile a guardare quell'orrore di
mostro, i bambini che scappano e quelli che vengono risucchiati
orribilmente nelle loro pance. Vorrei far qualcosa, ma non ci riesco.
Mi sento... così inerme.
«Lisa, trasformati!» mi ordina Sailor Moon.
«Ho troppa paura, non ci riesco.»
«Ti copriremo le spalle ma, per favore, trasformati! Abbiamo bisogno anche del tuo aiuto!»
Mi sembra inutile tirarsi indietro, finirei per
pegiorare le cose. Faccio un cenno con la testa e pronuncio la mia
frase di battaglia, trasformandomi in Sailor Y, la paladina della
giustizia dell'altra galassia, nonché nemesi di Sailor Jupiter.
«Coraggio, fermiamo quei mostri!»
Non ho la forza di camminare e combattere con
loro. Vedere quei mostri mi fanno salire un'ansia terribile, come
camminare in una vecchia casa abbandonata con una candela quasi
consumata. Faccio lentamente un paio di passi in avanti senza sapere
neanche dove andare, ho troppa paura di affrontare quei mostri, anche
se le ragazze mi proteggeranno. Non so neanche la ragione.
«Sailor Mars, tocca a te!» esclama
Sailor Moon, e la guerriera di Marte lancia una pergamena al mostro
che, in un attimo, s'indebolisce.
Sailor Moon evoca il suo Moon Stick
e disegna un cerchio nell'aria, sconfiggendo il mostro una volta per
tutte. L'altro, intanto, ha già catturato un'altra bambina.
Sailor Jupiter, improvvisamente, mi guarda rammarica. Le mie gambe
tremano come mai prima d'ora, così come le dita delle mie mani.
«Sailor Y, va tutto bene?»
«S-sì, alla grande.»
«Non avere paura, è soltanto un ammasso di fumo.»
Di colpo, due grida a me familiari attirano la
nostra attenzione: Sailor Moon e Sailor Mars sono tra i tentacoli di
quel mostro, la presa sembra essere molto stretta.
«Devi assolutamente usare i tuoi poteri!» interviene Sailor Mercury.
«Non so da dove cominciare!»
In un attimo, vengo immersa dal panico e dalla paura.
«So che hai un potere chiamatoSfera Galatticao qualcosa di simile.»
«E come funziona?»
«Non lo so, dovresti saperlo tu.»
«Ma sono diventata una guerriera Sailor da quasi un giorno!»
Di colpo anche Sailor Jupiter e Sailor Mercury
vengono catturate dal mostro, stringendole forte fino ad ostruire le
loro vie aeree, impedendo loro di respirare. L'ultimo tentacolo libero
dovrebbe essere destinato a me, a quanto pare. Si avvicina in picchiata
verso di me, ma riesco a schivarlo con una capriola. Devo cercare di
non farmi prendere facendo salti e capriole, ma non funziona: il
tentacolo mi afferra per le caviglie trascinandomi per aria accanto al
suo grande occhio.
«Arrendetevi, guerriere Sailor... la regina è tornata...»
Il sangue comincia ad affluirmi in testa facendomi perdere lentamente i
sensi e un po' la vista, mi sembra di cadere in un precipizio.
«Mamma... aiutami...» mormoro imprecando sentendo la testa appensantirsi.
Socchiudo appena gli occhi e la perla blu attaccata al mio fiocco
s'illuminano di colpo creando una fiamma blu scuro circondata da stelle.
«Guardate, ragazze!» esclama Sailor Moon attirando l'attenzione delle altre guerriere.
«LaStarlight Flame?»
«Credevo fosse una leggenda!» aggiunge Sailor Mars.
La fiamma, intanto, sprigiona una forza devastante
che disintegra il mostro senza lasciare alcuna traccia, lasciandomi
cadere sull'erba di guancia. La mia testa è così pesante
che non riesco a rialzarmi, rimango a terra con gli occhi leggermente
chiusi lasciandomi avvolgere dal dolore dell'impatto con la terra.
*
Mi risveglio distesa su una panchina e vedo le ragazze attorno a me preoccupate.
«Si è svegliata.» mormora Rei.
«Cosa...? Dove mi trovo?» scuoto lentamente la testa sotto shock e confusa.
«Siamo al parco.»
Mi rialzo gemendo dal dolore guardandomi intorno:
il parco è stato completamente raso al suolo, gli alberi
abbattuti e la fontana centrale ormai a pezzi.
«E il mostro?»
«Tranquilla, se n'è andato grazie a te!» sorride Usagi.
«Davvero l'ho sconfitto io?»
«Sì, è stata la tua leggendariaStarlight Flamea sconfiggerlo.»
«La...cosa?»
«Te lo spiegheremo dopo.»
Le guardo con aria dubbiosa.Mi stanno nascondendo qualcosa?
«Coraggio, torniamo a scuola.»
conclude Rei porgendomi la sua mano, l'afferro e cammino accanto a lei
zoppicando leggermente. Mi chiedo ancora come abbia fatto a creare una
mossa così strana e allo stesso tempo così potente: una
mossa leggendaria, da me?Impossibile.
Capitolo 4 *** Capitolo quattro - Il mistero della principessa di Alckemia ***
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Capitolo quattro
• Il mistero della principessa di Alckemia •
Intanto, nella Cupola Oscura...
Non era
una ragazza normale. Quella ragazza dai lunghi capelli castani e gli
occhi color zaffiro, lo zainetto floreale e l'anima di un angelo
intrappolata dentro di lei. Queen Black ne percepiva la forza, pur non
essendo ancora riuscita a identificare la sua vera identità. La
sua misteriosa identità da principessa.
«Quella
Sailor Y è davvero forte», commenta osservando la sua
sfera di cristallo nero «nasconde un potere leggendario, ed
è la prima gemma sacra rinata sulla Terra.»
Osservò
poi lo spiazzo nella piazza cittadina, scorrendo due dita sulla sfera,
che proiettò immediatamente una scena di festa: lo "Shubun no
hi" (Equinozio d'autunno), la festa dove viene contemplata la Luna. Il
luogo era insopportabilmente rumoroso e affollato.
Trovarsi
in mezzo a una immensa distesa di umani era soffocante per la regina
del cristallo nero, e l'aveva provato nella sua stessa pelle. Secondo
lei, e tanti altri, non erano che un insieme di ignari, minuscoli
esseri viventi arretrati, poco sviluppati, che difettavano delle
più basilari conoscenze.
Tuttavia,
la principale qualità del popolo terrestre era il suo
spropositato numero: sette miliardi. Queen Black aveva visto altri
luoghi su quel pianeta e in tutti aveva trovato persone, a parte
rarissime eccezioni.
Ah, il
popolo terrestre. Un popolo così... anomalo, così decise
di definirlo. Ma sul pianeta c'era qualcuno forte almeno quanto lei: la
nuova regina del Silver Millennium, meglio nota come Usagi Tsukino.
Com'era
possibile che, colei che veniva definita la leggendaria guerriera
dell'amore e della giustizia, risiedesse in un mondo simile?
«Quindi sarebbe lei la fantomatica Princess Serenity, mia regina?»
«Esatto,
mia cara Black, è lei» le rispose una voce
demoniaca «ed è l'antitesi della principessa Dahlia,
anch'essa residente in quell'insulso pianeta.»
Aveva già sentito quel nome, ma solo sentirlo la fece innervosire.
«La principessa di Alckemia è rinata?!»
«Con
essa, anche le altre nove principesse cadute durante la Prima Guerra
Cosmica», aggiunse la voce «ma non sono riuscita ad
identificarle.»
Non era
possibile! Eppure credeva che la regina dei demoni le avesse sconfitte
una volta per tutte. Una forte energia come quella di Devil Queen
Dynamite avrebbe dovuto plasmare tutto ciò che circondava quella
galassia, sottomettendo ogni essere minore al proprio comando,
distruggendo ogni forma di vita. Quel pianeta, Alckemia, sarebbe dovuto
diventare "il pianeta della macerie", ma così non fu.
«Lasciate
a me il compito di eliminare quella guastafeste» ghignò
Black e l'aura demoniaca che la circondava svanì.
Dunque,
quell'energia positiva se ne stava in disparte. Ma cosa avrebbe fatto
quando lei e gli altri avessero attaccato? Per scoprirlo, Queen Black
si accese di energia, pronunciando sottovoce un rito malefico e oscuro
che creò una nebbia attorno al volto leggiadro della piccola
guerriera dello zaffiro. Il volto di Black si accese di
malvagità non appena scoprì il suo punto debole: i suoi
ricordi.
«Ti troverò, Sailor Y, e ti annienterò!»
Pianeta Terra, Tokyo - Ore 19:30, Casa Hiddako
Come sono riuscita a creare quella strana fiamma, laStarlight Flame? Un
potere leggendario, hanno detto loro. Mi sembra tutto così
assurdo, come un sogno o solo una proiezione della mia testa. Mi sento
a pezzi.
Rei ha
insistito per accompagnarmi a casa, mi ha vista stremata ed io non ho
potuto rifiutare. D'altro canto, è stata la prima ragazza che mi
è venuta incontro la prima volta che mi sono trasferita a Tokyo.
Noi due, entrambestrane per gli altri ragazzi, ma con un potere speciale.
«Va tutto bene, Li?» mi domanda lei incrociando il mio sguardo. «Sembri sconvolta.»
«Sto
bene, non è necessario che ti preoccupi per me, davvero»
rispondo con un sorriso. No, non sto affatto bene, invece.
La testa
continua a girarmi, come se tutto intorno a me si stia muovendo ad una
velocità indescrivibile. Tutto comincia a sfocarsi; case,
alberi, statue...ogni cosa. Poi, una strana figura appare all'improvviso davanti
a me: ha i capelli azzurro chiaro raccolti in una grande coda di
cavallo e un vestito nero incantevole, una collana d'argento dove si
vede un piccolo zaffiro a forma di goccia sul suo petto.
La osservo
meglio: ha un tatuaggio a forma di stella sul polso destro, esattamente
dove ce l'ho io. Mi somiglia tantissimo. Che sia la voce di colei
che mi ha dato il potere di Andromeda? Non credo, quella voce sembrava
più dolce, quasi come la mia.Forse sono io. Tutto questo non è normale.
«Non essere triste, piccola Lisa.»
«Chi sei?» chiedo intimorita mettendo la mano davanti ai miei occhi riparandomi dalla luce abbagliante davanti a me.
«Non ha importanza.»
L'immagine comincia lentamente a sbiadire.
«Il
coraggio è nell'anima di ogni guerriera, Lisa. Tu sei nata per
combattere, ed è il momento di realizzare il tuo destino.»
«Quale destino? Di cosa parli?»
«Libera la principessa guerriera che è in te»conclude e, in un attimo, svanisce nel nulla e la testa smette di girare. Ora mi sento meglio.
«Allora,
ci vediamo domani Lisa» si congeda Rei allontanandosi dalla
strada e due corvi le vanno incontro amichevoli. Come fa ad essere
così in pace con la natura e con se stessa?
La saluto da lontano ed entro in casa, poi comincio a farmi mille domande su quella strana visione. Chi era quella ragazza?
*
Mi alzo e mi
vesto di fretta, esco di casa senza svegliare i miei genitori e corro
verso la biblioteca della scuola. Apro la porta con l'affanno che mi
sfracella al suolo e sento le ragazze parlare di quei mostri che ieri
ci avevano attaccate. Nessuna di loro sa come siano arrivati sulla
Terra, cercano risposte attraverso strani gadget. Io, invece, penso
ancora a quella strana ragazza dal vestito nero.
«Hey,
Lisa, alzati da terra» sorride Usagi allungandomi una mano,
l'afferro e mi rialzo da terra con le gambe stanche e doloranti. Non
dovevo correre così veloce. «A cosa stai pensando?»
La testolina buffa mi guarda un po' strana, come se avessi qualcosa che non va.
«Niente.»
«Ti vedo un po' stravolta, sei sicura di stare bene?»
Arrivata a questo punto, è meglio vuotare il sacco.
«Stavo pensando a quella ragazza dal vestito nero.»
«Quale ragazza?» domandano Makoto e Usagi in coro.
«Ho
visto una ragazza coi capelli azzurri, un vestito nero e una corona
argentata. Se non ricordo male, era inciso uno strano simbolo: un
cerchio con una saetta in mezzo e l'aureola in alto.»
Mi guardano con aria interessata, come se avessi visto un UFO volare nei paraggi.
«Non
saprei dirti chi sia», risponde Ami «sa come l'hai
descritta, sembra una ragazza come tutte le altre.»
«Il
vestito era lungo e luccicante» aggiungo e poi mostro il mio
tatuaggio sul polso «e aveva il mio stesso tatuaggio.»
«AAAAAAHHHH!»grida Usagi.
«Siamo
in biblioteca, razza di deficiente!» sbotta Rei. Realizzo che,
questa reazione, avviene quando si ha un'illuminazione. Io e Usagi
siamo identiche da questo punto di vista.
«Ho capito, deve trattarsi della principessa del pianeta Alckemia.»
«È
di questa galassia, vero?» domando curiosa e intimorita al tempo
stesso. Luna, la gatta ambasciatrice del regno della Luna, decide di
rispondere al posto di Usagi.
«Lei
viene dalla galassia Andromeda, dove esiste un satellite simile alla
nostra Luna. Gira intorno ad un pianeta chiamato IG-45, per gli umani,
non ancora identificato.»
Rimango
colpita. Luna conosce davvero la galassia di Andromeda? E come è
riuscita ad avere così tante informazioni? Saranno domande a cui
non troverò una risposta.
«Il suo nome è Dahlia Sapphire ed è la principessa del regno di Alckemia.»
«So
che è sparita dopo essere stata inghiottita da un buco nero
millenni fa, poco prima della distruzione del Silver Millennium»
aggiunge Makoto.
«Solitamente, dove porta un buco nero?» domanda Ami con aria curiosa.
«Non ne ho la più pallida idea, davvero» sospira Luna.
Capisco che
quella strana ragazza che era apparsa davanti a me era proprio Dahlia,
la misteriosa principessa di Alckemia. Vorrei sapere più di lei
perciò, mi affiderò a Luna. D'altronde, conosce tutto di
Dahlia e le sue origini. Sarà la chiave per accedere ai miei ricordi perduti.
La gatta fa per andarsene in compagnia delle altre ragazze, ma io la
blocco attirando la sua attenzione. «Luna, aspetta!»
Si volta
verso di me, io mi avvicino e m'inginocchio davanti a lei fissandola
negli occhi. «Voglio sapere di più su Dahlia!»
«Perché sei così interessata a lei?» mi domanda un po' incredula.
«È
apparsa davanti a me qualche ora fa, voglio sapere chi è e
perché si è mostrata ai miei occhi.»
Luna fa un cenno con la testa e improvvisamente sale sulla mia spalla sinistra strappandomi un ansito.
«Prima di tutto, portami davanti ad uno specchio.»
Mi guardo
intorno e così decisi di andare nel bagno delle ragazze.
Sulla parete c'erano alcuni specchi. Luna chiuse gli occhi e poi vidi
il simbolo sulla sua fronte - una mezza luna gialla - illuminarsi.
Apparve una
galassia a spirale violacea, rosa e bianca. Dall'aspetto sembra
familiare, è molto simile alla Via Lattea - vedo spesso la foto
scattata dalle sonde spaziali sul mio libro di astronomia. Credo di
conoscerla, ma il nome mi sfugge. Vicina alla nostra galassia,
così simile e così misteriosa.
«Quella che vedi è la galassia Andromeda ed è proprio da qui che vieni, Sailor Y.»
Queste sono
le mie origini? Non sono nata sulla Terra, ma anni luce da qui. Ed
è proprio lì. Casa mia, il mio regno, la mia vera
identità. Resto ferma ad osservare mentre osservo due immagini
sbiadite. Lei, giovane, capelli azzurri raccolti, un vestito
meraviglioso e solo una ragazza. Una giovane donna accanto ad un
misterioso principe dagli occhi d'argento. In questo momento realizzo
che è stato proprio il destino a scegliere di portarmi su questo
strano mondo, rinata come Lisa Hiddako. Il mio futuro, il futuro di
Andromeda, dipende da me?
«Quindi, difendo questa galassia?» chiedo. «È da qui che viene la principessa Dahlia?»
«Sì e quel puntino azzurro vicino alla sfera arancione è Alckemia.»
Osservo attentamente quell'immagine con gli occhi spalancati.
«Libera la principessa guerriera che è in te... sei destinata a combattere...»
Ha ragione Dahlia:
non devo essere triste. Devo liberare la guerriera in me e combattere
in nome di Andromeda, ma strani ricordi, d'un tratto, percorrono la mia
mente come impulsi elettrici che non smettono di perseguitarti.
Ho ancora strani ricordi sulla mia nascita e sulla mia vera famiglia.
So di essere stata adottata, ma voglio saperne di più. Forse...
la principessa Dahlia sono proprio io.
Capitolo 5 *** Capitolo cinque - Ricordi perduti, l'abbandono e visioni future ***
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Capitolo cinque
• Ricordi perduti, l'abbandono e visioni future •
Chiudo gli
occhi e mi concentro sull'immagine riflessa sullo specchio. Quella che
vedo come casa mia, il luogo della mia felicità e che
improvvisamente mi fu tolta. Demoni, angeli, gemme sacre... i Sette
Emendamenti di Andromeda... la testa mi pulsa... che mi sta succedendo?
«Mai infrangere la regola più importante, Dahlia, ricordatelo.»
«Se sono morte è solo colpa tua! Non avresti dovuto usare lo zaffiro per sconfiggere quelle creature!»
«Cornelius... no... AIUTO!»
Ansimo di
colpo tornando nella vita reale, mi tasto il petto realizzando che sono
ancora viva e che era solo un'allucinazione. Fortunatamente.
«Lisa, sei sicura di voler sapere tutto su Dahlia?»
«Sicurissima!»
Nello
specchio appare qualcuno a me caro. Non è mio padre, non
è mia madre, neanche mio fratello Zaphire. Nessuno: era il mio
unico amore. All'improvviso, un flash attraversa i miei occhi. Comincio
a vedere strane immagini, sentire suoni e rumori incredibilmente
fastidiosi.
Osservo Dahlia seduta sul meravigliosoCrysalium(il
Sole di Andromeda) e luminoso della galassia Andromeda, la riconosco
dal suo bagliore simile a quello dell'aurora. Indossa un lungo vestito
blu notte e un manto di seta azzurro che copre parte delle sue braccia,
la corona d'argento sulla testa e una rosa bianca tra le mani a pochi
centimetri dalle sue labbra. Un principe dai capelli e gli occhi d'argento che la guarda con occhi sognanti, e viceversa. Sono
innamorati e lo capisco dai loro sguardi incrociati e ardenti d'amore,
è una bellissima coppia. A vederli, mi scende una lacrima.
L'amore è l'unico sentimento che non sono mai riuscita a sentire
nel mio cuore, non mi sono mai innamorata di qualcuno.
Sono una
ragazza davvero testarda. Non ho mai attaccato la corda con i miei
compagni di classe, sono sempre stata seduta nell'angolo più
buio della classe. Rei e Makoto sono le uniche amiche che ho, poi si
sono aggiunte Usagi e Ami. Mi vogliono davvero un gran bene.
«Qualcosa non va, Lisa?»
Luna mi vede piangere, esalo un respiro profondo e rispondo con un dolce sorriso. «È tutto apposto.»
Poi, le
racconto della mia strana visione. Luna mi spiega che l'uomo che guarda
Dahlia si chiama Cornelius ed è il principe di Exaverie, il
pianeta più grande di Andromeda.
«Lui era innamorato di lei», aggiunge «ma qualcosa li ha costretti a separarsi l'uno dall'altro.»
«Glielo avevano imposto, vero?»
«No, Queen Black rapì la regina Sapphire di Alckemia, nonché madre di Dahlia.»
«Se
Dahlia si fosse rifiutata di dargli il braccialetto dalle perle
lucenti, dove custodiva lo zaffiro, avrebbe trasformato la regina
Sapphire in un mostro. Lei non lo ha fatto e poi...» si blocca.
«E poi...?» la incoraggio.
«Lei
fu catturata da altri due demoni al servizio della regina dei demoni e
la regina Sapphire venne liberata, ma la principessa scomparì
non appena uno dei mostri sfiorò le perle del
braccialetto.»
«Secondo il Terzo Emendamento di Andromeda, "La legge degli opposti", ai demoni è proibito il contatto con le gemme sacre. Esso fu la prima causa della scomparsa di Dahlia.»
«Dove sarà finita?» domandai sorpresa e allo stesso tempo preoccupata.
«Non so dirtelo» rispose scuotendo la testa.
«L'unica
cosa che so è che se l'energia negativa va a contatto con le due
perle del tuo braccialetto, colei che lo indossa scompare perdendo poi
la memoria. Da quanto ne so, il terzo Emendamento è stato
infranto più volte durante la Prima Guerra Cosmica e in quella
guerra eravamo coinvolti anche noi. Noi sconfitti, voi ancora
vive.»
«Con quale logica, poi?»
«I
Sette Emendamenti di Andromeda sono leggi estremamente pericolose per
le guerriere Sailor, sia per noi protettrici della Luna che per voi
protettrici della galassia, mia cara Lisa», dice un po' in ansia
«e se non imparerai ad usarlo come si deve, farai la stessa fine
di Dahlia. Il suo potere è collegato all'energia possente della
galassia da cui proviene.»
Rimango
paralizzata. Ho paura di scomparire e non rivedere più la mia
famiglia, le mie amiche, paura di non vivere più una vita
normale, paura di non ricordare il mio passato.
«Luna, io... ho paura...»
«Lo so
che è rischioso, ma la principessa Lunaris ha scelto te e con
quel braccialetto sul polso salverai il suo regno e tutto
l'universo.»
Mi guarda dritta negli occhi.
«È un compito delle guerriere Sailor e tu ora sei una di loro.»
Un brivido
mi percorre la schiena. La paura dentro di me sale minuto per minuto,
ricordo il giorno in cui ho rischiato la vita per colpa di una
distrazione. Una stupida distrazione che avrei potuto evitare. In quel
momento avevo visto qualcosa che un mortale non avrebbe potuto capire.
Ed io non voglio più rivedere quell'immagine.
«Luna, io...»
Non ho il
coraggio di dirglielo: mollare tutto e tornare a vivere una vita
normale. Non posso affrontare un nemico senza sapere chi sia o
perlomeno, finché non trovo il coraggio di accettare il mio
destino da guerriera.
«Cosa?»
Mordendomi il labbro, lo dico tutto d'un fiato. «Ho deciso di abbandonare la squadra.»
Luna non mi crede ma poi, guardandomi con gli occhi lucidi e la paura dentro di me, cambia idea.
«Ho troppa paura di affrontare Queen Black, non sono in grado di prendermi una responsabilità tanto grande.»
«Lisa...»
«No,
Luna» la mia voce s'incrina in un attimo «non
cambierò idea, ho deciso di abbandonarvi e non accetterò
questa pericolosa missione, non sono pronta.»
Mi allontano
dallo specchio davanti a me ed esco dal bagno della biblioteca
scolastica nascondendo il viso pieno di lacrime tra le mani. Da questo momento, sarò solo e soltanto Lisa.
Sapevo che
accettare questo braccialetto era una scelta sbagliata, ma sono stata
costretta a farlo. Non posso continuare a combattere contro mostri e
altre minacce, ho paura di qualsiasi cosa. Raggiungo il cortile e
respirando l'aria fresca e profumata di autunno finalmente alle porte,
passeggio tra i ciliegi spogli attorno a me. Per tutto il giorno mi
sono sentita inquieta. Durante la ricreazione, mentre schiacciavo un
pisolino sotto un albero, ho avuto un incubo, ma svegliandomi non sono
riuscita a ricordare cosa mi avesse disturbata. Mi sono sentita tesa.
Durante le lezioni ho ricordato quando mi sono sentita in quel modo: molti anni addietro, durante quella lunga guerra.
... Demoni.Affamati di potere e vendetta.
Porto le mani sul petto e mi concentro sulla sensazione di pericolo che
lo zaffiro mi trasmette. Il calore della gemma sul mio polso si fa
più intenso ed io comincio a vedere tutto.
Quattro.
Disperazione.
Desiderio di rivalsa.
Il coraggio, la lealtà e la saggezza... tre poteri destinati a cambiare il destino dell'universo.
"La Teoria del Cambiamento"... la caduta definitiva degli angeli.
Desiderio di conquista...
Vogliono
tutti la stessa cosa... impossessarsi delle gemme... il Cristallo
Galattico di Andromeda... distruggere la galassia e porre fine alle
Sailor Andromeda per sempre.
Ma c'è qualcosa di differente questa volta: angoscia.
Desiderio di rivalsa...qualcosa ha portato i nemici a venire sulla Terra per riscattarsi, per uscire dalla disperazione che li sta divorando.
Quattro. Sono in quattro.Non di eguale potere, ma questa sembra perlopiù una supposizione. Ma ce ne sarà...una,una che la disperazione ha consumato più dei suoi compagni, la rovina della mia esistenza.
Rimango ferma, gli occhi fissi sulla scalinata davanti a me che porta
all'ingresso della scuola. Ora che so cosa accadrà in futuro e
cosa mi aspetterà, non mi sento affatto tranquilla. La prossima
sarà una guerra dolorosa. La pace ora è finita.
Faccio un passo avanti per scendere le scale, poi una strana voce attirò la mia attenzione.
«Perché hai deciso di lasciare le tue amiche?»
Mi giro e
vedo un ragazzo biondo al lato della porta di classe, un orecchino
d'argento sul lobo destro e due occhi chiari. Detesto ammettere che
è attraente, ma non posso lasciarmi trascinare dalla bellezza di
quel ragazzo. Ho disperatamente bisogno di un cuscino su cui piangere.
«Tu chi sei?» domando tremante.
«Non ha importanza.»
«Come fai a sapere che...»
«Ho
sentito tutto» sorride. «Ti sto osservando da un po' e noto
che il trauma che hai subito è tornato nella tua testa.»
«Di quale trauma stai parlando?»
Quel tizio inizia a farmi paura. «Non capisco...»
«Possibile
che sei così tonta?» ridacchia. «Dahlia non è
sparita, è proprio qui davanti a me.»
Mi guardo attorno intontita.
«Io... non vedo niente.»
«Non ci arrivi, zucca vuota? La principessa di Alckemia sei tu!»
Senza un
motivo apparente, scoppio a ridere e il ragazzo mi guarda malissimo.
Come può una ragazza cocciuta come me essere la reincarnazione
di una principessa? Faccio fatica a credere al fatto che sono nata in
un'altra galassia, che ho parlato con una mezzaluna spelacchiata, che
ho creduto fossi una guerriera coraggiosa... ma cosa mi passa per la
testa? Adesso mi servirebbe uno psicologo.
«La mia non era una battuta.»
«Lo
so, ma non posso essere io... insomma, guardami» e lui mi scruta
da capo a piedi. «Non sono quella che voi credete.»
«Questo è quello che pensi tu.»
Si avvicina
e mi fissa. Il mio cuore comincia a prendere la rincorsa, sento il mio
viso diventare bollente e le mie mani sudano. Cos'è questa
strana sensazione? Perché lo sto guardando con occhi innamorati?Ma chi sei?
«Dahlia, so che non ricordi nulla, ma io e te eravamo innamorati.»
«C-cosa...?»
Rimango sorpresa dal suo comportamento. Che sia lui, Cornelius? Quella domanda sembra essere scontata, ma non riesco a darmi una risposta.
«Non capisco... Dahlia dovrebbe essere dall'altra parte dell'universo.»
«Il buco nero che ti risucchiò deve averti portata qui sulla Terra.»
La mia testa
comincia a pulsare, un'ondata di ricordi mi travolge come una tempesta
in piena estate. Non riesco a trovare la mia vera identità: sono
una principessa o una semplice studentessa liceale che veste alla
marinara? L'amante di un principe coraggioso e potente o una ragazza
solitaria? La guerriera più coraggiosa o una che se la fa
addosso dalla paura? Comincio a perdere la testa, nel vero senso della
parola.
Il tipo
continua a fissarmi. Non riesco a capire più niente. La mia
mente è completamente invasa dai ricordi su Alckemia, mescolati
con quelli sulla Terra. La mia prima trasformazione... quei mostri
al parco... il sorriso di Usagi... il buco nero... tutte quelle
immagini trasmesse dallo specchio. Finora sono sempre stata una
studentessa liceale; niente poteri, niente problemi, niente pensieri.
Solo lo studio e la compagnia delle mie amiche. Intanto le ho
abbandonate. Mi sento il cuore pesante, avvolta da un grande senso di
colpa.
«Cerca di ricordare, ti prego.»
Ricordo solo
la gita in campagna con i miei genitori. Eravamo felici, senza alcun
pensiero in testa. All'improvviso, ricordo il giorno in cui Dahlia
è stata risucchiata da quel vortice.
«Dahlia... DAHLIA!»
«Ormai
è troppo tardi, stupido angelo, la tua principessa verrà
esiliata dall'altra parte dell'universo!»
Le grida di
Cornelius e le lacrime di una bambina mi tormentano in questo momento.
Come fa questo sconosciuto a conoscere tutto di loro e di me? Che
sia un guerriero segreto mandato da Princess Lunaris per proteggermi?
No, è impossibile.
«Io... io... non ricordo...»
Scoppio in
lacrime. Il ragazzo mi consola stringendomi a sé. Un rimbombo
improvviso mi invade la testa... questo calore... lo riconosco. Solo
una persona riesce ad avvolgermi in un calore piacevole e cacciare via
tutti i miei pensieri negativi nella mia testa, Quell'abbraccio
amorevole e ammaliante. Cornelius, sei proprio tu?
«Amore mio...» mormoro dolcemente.
«Dahlia,
finalmente ricordi» sibila stringendomi sempre più forte.
Alcuni ricordi del mio passato sono ancora sbiaditi anzi, sono immagini
in bianco e nero che si ripetono nella mia mente. Muto e insonoro, come
un film d'epoca. Ben visibili ma ancora confusi. Lui mi afferra il
mento e cerca di darmi un bacio, ma lo respingo di scatto allontanando
il mio volto dal suo. Rimane immobile a guardarmi sbalordito.
«Scusa, ma non posso.»
«Perché, Dahlia?»
«Sono
ancora confusa» confesso «mi dispiace, ma non sono
ancora pronta ad accoglierti nuovamente tra le mie braccia» e mi
allontano da lui con occhi lucidi. La giornata non potrebbe andare
peggio di così.
*
Una grande
nuvola nera copre il cielo, emana strani fulmini di cui ignoro
completamente la presenza. Lentamente, la città viene attaccata
da numerose presenze malvagie. Il braccialetto brilla ma lo ignoro.
Ormai non sono più Sailor Y, la guerriera dell'altra galassia.
Mi sono appenaarresa. Ho abbandonato le mie amiche, la mia vera famiglia, Cornelius. Ora sono una ragazza distrutta.
Anche se
durante il cammino cambio aspetto, non oso guardare in alto. Sailor Y
non mi ha ancora abbandonata, sono stata io a farlo. Uno strano
individuo, poi, attira la mia attenzione ostacolando il mio cammino.
Sembra una donna incappucciata, quegli occhi scuri che sporgono dal
mantello come le tenebre che l'avvolgono incutono terrore.
«Finalmente c'incontriamo, Lisa» attacca briga con una voce demoniaca «o dovrei dire Sailor Y.»
«Queen Black», ringhio «è strano trovarti in giro per strada.»
«Ho sentito che hai abbandonato le guerriere Sailor e a quanto pare... sei da sola.»
Nel palmo
della sua mano si forma una strana sfera di energia dall'aspetto tetro,
indietreggio spaventata senza far caso ai tuoni rimbombanti attorno a
noi.
«N-non sono sola» mento e lei comincia a ridere prendendosi gioco di me.
«Per
favore, non farmi ridere» ghigna «sei da sola, fattene una
ragione. Quel che è stato è stato, hai rinunciato alla
tua amata galassia e a Princess Lunaris.»
Abbasso lo sguardo. La sfera di energia intanto s'ingrandisce sempre di più.
«Questa è la tua fine, piccola gemma.»
Lancia la
sfera contro di me ed io la schivo con un salto mortale. Atterrata coi
piedi per terra, comincio a correre senza una meta, saltando da un
muretto all'altro come una gazzella. La strega è proprio dietro
di me. Lancia numerose volte quelle strane sfere viola ed io le schivo
di continuo.
«Muahahah,inutile
sfuggire alle mie sfere oscure, Sailor Y» ruggisce
trionfante «mi prenderò il tuo zaffiro e porrò
fine alle Sailor Andromeda una volta per tutte!»
Fingo di non
sentire e continuo a correre e saltare da una parte all'altra
finché, all'improvviso, non mi trovo in un vicolo cieco.
C'è solo un muro. No... è davvero giunta la fine?
▼ ▼ ▼
Dal diario di Lisa, 12 aprile 19..
Caro diario,
le giornate stanno trascorrendo molto velocemente, da quando la strega incappucciata è stata allontanata.
Mi sento
più sicura di me stessa, ora che ci sono Usagi e le altre
accanto a me. Non ho più paura di usare i miei poteri da Sailor
Y. Mi sento invincibile. L'essere una principessa, però, non mi fa sentire ancora speciale. Ci sono tante cose che non mi tornano.
Ricordo
Cornelius, il suo bacio, il nostro addio... ma non ricordo come sono
finita qui in Giappone. Nemmeno Luna riesce ad aiutarmi, essendo
l'ambasciatrice della principessa Serenity. Tra l'altro, avevo sentito
parlare di lei, ma non conosco il suo aspetto.
E Sailor X? Chi mai potrebbe essere? Mi
avevano accennato qualcosa al riguardo, ma non so neanche chi sia. Una
mia parente, no di certo. Una mia amica, neanche. Sarò
all'oscuro della sua identità, questo è poco ma sicuro.
Ciò che mi turba, caro diario, è l'essere guerriera. Non
sono una tipa coraggiosa e non lo sarò mai, e i cattivi
continueranno a ridere di me. Ma sono certa che, prima o poi, troverò la volontà di
continuare ed essere tre persone: Lisa, Sailor Y e Dahlia, la sovrana
di Alckemia e della galassia Andromeda.
Ho
previsto un grande pericolo. Ho paura che la collisione con la Via
Lattea sia molto vicina, e che presto tutto questo finirà. Ed io
non voglio che la mia amata casa, la Terra, venga distrutta a causa di
una collisione. E poi, non so neanche se sopravviverò. Usagi, Makoto, Rei e Ami... che fine faranno?
Non oso pensarci. Ho ancora paura del futuro, ma ora che ho scoperto l'arrivo della collisione, ne ho ancora di più.
Capitolo 7 *** Capitolo sette - Sei una di noi ***
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Capitolo sette
• Sei una di noi •
Sono in trappola. La sfera di energia che
galleggia sul palmo della mano di quella strega incappucciata si fa
sempre più grande, così come la paura verso di lei. Non
riesco ad usare i miei poteri, sono debole, la mia vista poco a poco
s'indebolisce. Vedo tutto scuro, forse la mia morte èdavvero vicina.
«Non devo morire... non devo morire... non adesso...»
Ho paura.
«Se proprio vuoi uccidermi, allora
fallo» dico senza pensare. «Io invece so cosa
accadrà se vinci, e porrai fine alla mia esistenza.»
Il mio petto manca un battito, la strega sorride malvagiamente.
"Non dimenticare, mia dolce Lady Sapphire: la
guerra contro i demoni ci ha devastate, ma avrai ancora un mondo da
proteggere e onorare. Un giorno ci sveglieremo con il Crysalium che
brillerà di luce intensa e piacevole, torneremo a vivere i
nostri giorni e ad amare chi abbiamo amato. Vedremo crescere la nostra
galassia, i nostri futuri figli e generazioni. La forza di chi ci ha
sconfitte tornerà tra le nostre vite, devi proteggere il tuo
potere, il pianeta azzurro cristallo e la Via Lattea. Sarà la
tua missione secondaria.
Quando la Terra sarà in pace, mia cara
Dahlia, potrai tornare sulla tua amata Alckemia e vivere la tua nuova
vita da regina."
«Addio, Sailor Y», dice la strega prima di sferrare il suo
colpo finale «è stato un piacere conoscerti.»
Stringo gli occhi abbassando lo sguardo, mi considero già una particella cosmica che naviga nello spazio senza una meta.Morta.
Di colpo, un fulmine attira la mia attenzione. IlSupreme Thunderdi
Sailor Jupiter, mi coglie alla sprovvista e, istintivamente, appoggio
la schiena contro il muro terrorizzata e la guerriera di Giove mi viene
davanti proteggendomi. Ma che sta succedendo?
«Essere incappucciato, libera subito Sailor
Y!» esclama Sailor Moon. Arrivano anche le altre due guerriere,
tutte unite per salvarmi.
«Vi stavo aspettando, guerriere Sailor, ho giusto qualcosa anche per voi» dice lei con tono minaccioso.
«Non fatelo, ragazze!» grido.
Sailor Mars prende una delle sue pergamene e le
lancia contro di lui, ma senza alcun successo. Tremo dalla paura. Non
riusciranno mai a sconfiggere quella strega, è immortale. Sailor
Mars e Sailor Moon unendo i loro poteri, lanciano un fascio di luce
colpendo in pieno il nemico, esso reagisce con un mugugno. Sailor
Mercury gli offusca la visuale lanciando le sue bolle di nebbia, Sailor
Jupiter - la mia nemesi - mi sta vicina.
«Devi combattere, Sailor Y, è per questo che sei rinata» mormora lei.
Scuoto freneticamente la testa, la bocca umida di
sofferenza. «Non arrenderti, principessa. Non puoi abbassarti in
questo modo, devi combattere con la testa, con tutto il tuo
potere!»
Infine, è il turno di Sailor Moon con il
suo cristallo d'argento, la misteriosa strega reagisce gridando dal
dolore e all'improvviso, svanisce tra la luce abbagliante del suoMoon Healing Escalation. Sono libera, finalmente.
Mi butto in ginocchio anche se non ho fatto nulla di che. Le ragazze mi
vengono incontro e mi aiutano a rialzarmi da terra, tutte sorridono
dolcemente. Diamine, mi sento una stupida. Ma se le ho abbandonate, per
quale motivo mi stanno sorridendo?
«Perdonatemi» sibilo tristemente.
«Non devi scusarti, Sailor Y, non ci hai davvero abbandonate» risponde Sailor Jupiter.
Osservo il suo sorriso e tutti quelli delle mie amiche e, improvvisamente, mi commuovo.
«Sei una di noi, Lisa» aggiunge Sailor Moon.
Mi passo una mano tra il codino, poi continuo a guardarle con occhi lucidi.
«Vi voglio bene, ragazze» corro verso di loro e le abbraccio piangendo e singhiozzando come una bambina.
Un improvviso bagliore accecante mi circonda, il
mio aspetto cambia. Il vestito da Sailor Y si converte in un abito nero
brillante, una corona d'argento sulla testa e i capelli raccolti in un
grande e lungo codino azzurro chiaro. Sono...sono proprio io?
Le ragazze spalancano gli occhi dallo stupore nel
guardarmi cambiare aspetto. Questo significa che Dahlia sono davvero
io? Sono rinata come Lisa Hiddako, ma la mia vera identità
è questa: sono la gloriosa Lady Dahlia Sapphire.
«È proprio la principessa di Alckemia!» dice Sailor Mars sorpresa.
«Questa è la mia vera me?» domando toccando la corona d'argento con i polpastrelli delle mie dita.
«A quanto pare sì, Vostra
Magnificenza» risponde Sailor Mercury inchinandosi davanti a me,
lo stesso anche tutte le altre. Perché mi sento avvampare? Anche
Sailor Moon è in ginocchio davanti a me, la situazione è
davvero strana.
«A proposito Lisa... ehm, Dahlia»,
interviene Sailor Mars «qualcuno di tua conoscenza vuole farti un
saluto.»
Dietro di lei c'è Cornelius, il mio amato
principe, con il suo bellissimo abito argentato e un'aura chiara che lo
circonda, è ancora più attraente di come me lo ricordavo.
Gli corro incontro con le lacrime agli occhi e lo abbraccio forte, lui
ricambia avvinghiandomi dolcemente i fianchi. I miei ricordi sono
ancora sbiaditi ma poco a poco, comincio a metterli a fuoco.
«Va tutto bene, mia dolce Dahlia» mormora stringendomi forte ed io mi lascio avvolgere dal suo calore.
Ora posso dire che Dahlia, Cornelius, Sailor Y e Lisa sono le persone più importanti della mia esistenza.
Capitolo 8 *** Capitolo otto - Il ballo di gala e una nuova guerriera ***
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Capitolo otto
• Il ballo di gala e una nuova guerriera •
Tokyo, Casa Tsukino - Una settimana dopo
«Ma cosa combini, Usagi?»
Dopo
la sconfitta della strega incappucciata, la città splende di un
azzurro chiaro. Si è appena fatta sera e le ragazze hanno deciso
di trascorrere il resto della serata alWhite Whale House, una
grande villa esclusiva per persone eleganti alla moda, dove questa sera
si tiene un piccolo ballo di gala aperto anche agli studenti di tutte
le età. Ho deciso di aiutare Usagi con il guardaroba ma, a
quanto pare, sembra indecisa. Più che altro...disordinata.Lancia i vestiti da una parte all'altra mettendo sottosopra i cassetti e gli armadi.
«Usagi!»grido attirando la sua attenzione.
«Non lo trovo, Lisa, aiutami!»
«Cosa non trovi?»
«Il vestito blu con le perle bianche.»
Fruga nel cassettone, scombinandolo tutto. Non posso crederci, Usagi è davvero lenta nel scegliersi un vestito! Perché mi lamento, se io sono dieci volte più lenta di un bradipo?
«Mettine uno a caso!»
Si gira e mi guarda serrando gli occhi.
«Si dia il caso cheio- sottolinea puntandosi il dito contro se stessa - odio essere sciatta e scombinata, quindi mi serve un vestitoalla moda.»
«Sembri Rei» alzo lo sguardo sul soffitto.
«Hey, anch'io sono una patita di vestiti e creme per il viso!»
«Peccato
che esageri, l'ultima volta ti sei messa il fondotinta dopo la crema e
ti si è indurito sulla faccia.»
Usagi arrossisce dalla vergogna.
«È acqua passata, adesso sono una ragazza matura» annuncia lisciandosi i capelli.
Sospiro
incrociando le braccia, non appena Usagi si volta e continua a frugare
nel suo guardaroba sul punto di distruggerlo. Sono così felice
di aver trovato delle amiche, cosa che prima non avevo. Lentamente, la
mia timidezza sta svanendo. Devo solo ringraziare Usagi, Ami, Rei e
Makoto; anche se, in realtà, non mi sento affatto diversa.
Dovrei essere felice, ora che la memoria mi è tornata. Ora ho
ben tre identità: Lisa, Sailor Y e Princess Dahlia.
«Sbrigati, non abbiamo tutta la sera!»
Alla
fine, Usagi decise di indossare un vestito rosa, corto dai bordi
dorati, indossando alla fine una tiara d'oro con piccoli rubini
incastonati. Se devo essere sincera, sembra la coroncina che indossano
le bambine di sette anni, fingendosi principesse di un regno
immaginario.
Rimpiango quei tempi e mi piacerebbe tanto poter tornare bambina, quando inseguivo le farfalle sui distesi prati fioriti.
«Ho finito!» annuncia volteggiando come una ballerina classica. «Come sto, Lisa?» domanda, poi.
«Sì, stai benissimo. Andiamo, siamo in ritardo!»
Afferro
il suo poso e la trascino fuori di casa raggiungendo poi le altre
ragazze durante il cammino, Rei e Ami camminano assieme parlando dei
loro accompagnatori - e delle loro possibili reazioni di quando le
vedranno, entrando nel salone, vestite come principesse di un'altra
galassia.
E Sora? Oh, cielo. Non ci ho neanche pensato!
Dopo
averlo conosciuto, alla fine di quella piccola battaglia, abbiamo
iniziato a frequentarci. Andiamo d'amore e d'accordo anche se, in certi
momenti, sembra dimenticarsi di me.
«Era ora, ragazze!» esclama Rei notando Usagi a pochi metri da lei.
«Usagi,
ma dov'eri finita?» chiede Ami continuando a guardare la strada
davanti a lei, camminando lungo il marciapiede con una piccolapochette tra le mani.
«Ero indecisa sul vestito, poi ho chiamato Lisa e mi ha aiutata.»
Più o meno,borbotto tra me e me con le guance arrossate.Sì, sto pensando a Sora.Non
ci siamo neanche dichiarati, eppure ci siamo scambiati già un
bacio. Mi piace tantissimo e onestamente non credo di piacergli. Non lo so, mi sento confusa.
«Qualcosa
non va, Lisa?» chiede Usagi,notando il mio sguardo rivolto verso
la luna piena che stranamente, è di un colore blu intenso.
«N-no... niente, va tutto bene.»
«Un momento, perché la luna è blu?»
«Non
lo so e non voglio saperlo, piuttosto andiamo alla festa»
commenta Rei lisciandosi una ciocca di capelli, camminando poi a passo
veloce. Tra l'altro, porta i tacchi alti.Come accidenti fa a camminare così bene con il tacco dodici?
«È proprio bello il tuo vestito, Rei» Usagi guarda con aria sognante il suo vestito di raso nero e rosso.Inquietantema molto alla moda.
«Lo so, grazie tesoro» risponde la mora «anche il tuo vestito rosa è bellissimo.»
«So
riconoscere un bel vestito anche lontano un miglio» Usagi solleva
il pugno in aria, poi di colpo si sgonfia come un palloncino
«voglio dire... non sono alla tua altezza, Rei» giocherella
con le dita imbarazzata, mentre Rei la fulmina con lo sguardo.
Pensare
che io, raramente, rimango soddisfatta di un acquisto, soprattutto se
si tratta di abiti da sera all'ultimo grido. Odio il mio vestito bianco
e nero, tra l'altro non ho neanche un seno abbondante.
«Fermi tutti!» la mora si ferma all'istante, così come tutte le altre. «Manca una persona!»
«Parli
di Minako?» domanda Ami e la mora fa un cenno con la testa. Non
so chi sia, ma deve essere una persona molto importante per Rei.
«Ti sei dimenticata che è partita per gli Stati Uniti e
che tornerà solo tra qualche settimana?»
«Oh,
giusto! Che idiota che sono, me lo sono proprio dimenticata!» si
picchia la fronte, dopodiché riprende il cammino e le altre
ragazze la seguono.
Il
mio braccialetto s'illumina ancora e non so se è colpa della
luna blu. Non vedo pericoli, il che è strano. Per quale motivo
sta brillando? Me ne infischio e continuo a camminare verso una villa
gigantesca, circondata da un grande cancello dorato. Qui sta succedendo
qualcosa e non mi riferisco solo alla villa incantevole davanti a me,
sento puzza di imbroglio.
La
sala della villa, appena entrati, ti accoglie con un bagliore
accecante. Serro gli occhi per qualche istante, abituandomi poi alla
luce. I pavimenti luccicano, le finestre sono splendenti e senza alcun
tipo di macchia, per non parlare degli abiti delle ragazze: decisamenteraffinati.
In lontananza, vedo una mandria di ragazzi e ragazze attorno qualcuno.
Usagi spalanca gli occhi osservando lo strano colore dei capelli della
ragazza in mezzo al gruppo: rosso ramato. Non sembrano neanche rossi,
più castani - ora che li vedo bene. I suoi occhi sono di un
viola molto scuro, magnetici e brillanti. Non capisco come una ragazza
possa attrarre un grande gruppo di studenti e la invidio molto per
questo.
Indossa
un bellissimo abito lungo dorato con le spalline sottili e
brillantinate, inutile dire che è l'abito più elegante di
tutti quelli presenti in sala.
«Lei è una studentessa universitaria?» domanda Makoto.
«No,
ha quattordici anni ed è una ripetente; a quanto pare, si
è iscritta qui per riuscire a passare gli esami finali»
risponde Ami.
«Ripetente?»
«Che caprona, farsi bocciare ad un passo dagli esami!» commenta Usagi.
«Senti
chi parla, l'erede di Albert Einstein» ribatte Rei con tono
ironico e l'espressione della testolina buffa cambia nuovamente.
«Almeno io non sono stata mai bocciata» sibila la coniglietta tra i denti.
«Qualcuna
di voi la conosce?» chiedo con aria curiosa e tutte scuotono la
testa. Evidentemente è una nuova arrivata anche se, nonostante
abbia quasi quindici anni, dimostra di averne molti di più.
Tutto ciò mi sembra assurdo.
Mi avvicino alla mandria attorno alla nuova ragazza ma,
inaspettatamente, si divide in due piccoli gruppi isolando la ragazza.
La osservo e noto una cicatrice sulla tempia nascosta tra i suoi lunghi
capelli, la cosa m'inquieta. La saluto educatamente e lei ricambia con
un sorriso. Non ha l'aria antipatica anzi, inizia già a piacermi.
«Ciao» attacco briga «il mio nome è Lisa Hiddako, molto piacere!»
«Piacere
di conoscerti, io sono Lucrezia Masahiko» mi allunga la mano ed
io gliela stringo volentieri con un sorriso, senza dire altro se non un
"piacere".
«Come mai hai questo nome?» le chiedo.
«Sono
di origini italiane, mia madre è italiana e mio padre è
di qui. Lavora in una fabbrica di fuochi d'artificio qui in
Giappone.»
«Deve essere un bel lavoro.»
«Peggio,
è pericoloso» continua «bisogna sempre stare attenti
alla polvere da sparo, qualsiasi errore e ti ritrovi in ospedale.»
Il suo tono mi terrorizza, tant'è che mi sento addirittura svenire dalla paura.
«Va tutto bene... ehm,Lilia?»
«Il mio nome è Lisa» la correggo con un sorriso imbarazzante.
«Ti vedo pallida, sei sicura di stare bene?»
Mi guardo attorno e vedo le altre ragazze assieme ai loro fidanzati, amici e cugini.Beate loro.Tra l'altro, Sora mi ha dato buca, un fidanzato peggiore di lui non esiste! Un momento, ma non siamo fidanzati noi due!
«Lisa?»
Vedo Lucrezia un po' irritata.
«Ehm... scusami, stavo pensando ad altro.»
«Fammi indovinare: al tuo ragazzo.»
Abbassò lo sguardo con le guance rosse dalla vergogna.
«Non ce l'ho unragazzo»confesso
mordicchiandomi poi il labbro, alleviando la tensione che poco a poco
si sta impossessando di me. Soffro perfino d'asma e non mi sono neanche
portata l'inalatore appresso, la serata non potrebbe andare peggio di
così.
«Peccato, perché sei una bella ragazza» dice facendomi rimanere di sasso. Cioè...davvero?Sono una bella ragazza? E non è la prima persona che me lo dice.
«D-davvero?»
«Non sono una bugiarda, Lisa. E poi, questo vestito è davvero meraviglioso.»
Scuoto lentamente la testa.
«No, è più bello il tuo, credimi.»
Mentre
tutto prima filava liscio, un rimbombo attira l'attenzione di tutti i
presenti in sala. Vedo Lucrezia sparire, così come tutte le
altre persone.
«Che sta succedendo?» domanda Usagi.
«Non vorrei sbagliarmi, ma credo stia arrivando un temporale» rispondo guardando il cielo diventare nero.
«Quello
lo chiami "temporale"? Cavolo, è una tempesta!» esclama
Makoto coprendosi il volto con un braccio. Il vento si fa più
forte, fino a distruggere la cupola di vetro sopra di noi, e la prima
cosa che mi viene in mente è proprio Lucrezia.
"Ma dov'è finita?"
Un
fulmine gigantesco emanato dalla nube nera, tenta di ucciderci. Poi,
vedo qualcosa bloccare l'impatto: uno scudo, più precisamente
una cupola digitale (a giudicare dal colore verde e i numeri sparsi).
Davanti a noi, c'è una ragazza dai capelli viola e il vestito
Sailor dai fiocchi dorati, la gonna verdognola e uno scettro con un
orologio incastonato. Chi sarà mai quella guerriera? Fatto sta
che riesce a deviare i fulmini e a neutralizzare la nuvola nera, per
poi sparire nel nulla saltando verso l'alto.
Continuiamo
ad osservare quella strana nuvola, come se fosse una delle sette
meraviglie del mondo. Ha l'aria cupa e minacciosa, i fulmini sono di un
colore rosa fluorescente, quasi accecante. Ho la netta impressione che
ci sia qualcuno dietro tutto questo, e non parlo solo della nuvola
nera. Quella guerriera dallo scettro di cristallo viola è
riuscita a deviare i fulmini e proteggerci, era come una supereroina.
Quei capelli violacei e la gonna verdognola, per non parlare della luce
che emanava... sembrava una dea.
Scaccio
dalla mia testa quella visione, dubito sia Sailor Pluto - anche se un
po' le somiglia, tranne per il volto e la forma dei fiocchi del suo
vestito. Per di più, i suoi fiocchi sono dorati, mentre i miei
sembrano più argentati, il che è assurdo. Che sia una Sailor Andromeda?
«Usagi, va tutto bene?»
Rei
si avvicina alla sua amica con fare preoccupato stringendole la mano,
mentre Makoto sventola un pezzo di carta trovato a terra su Usagi. Lei
immediatamente si sveglia spalancando gli occhi, il sudore sulla fronte
e le pupille dilatate.
«Oh, mio Dio! Che incubo!»
«Non era unincubo,Usagi.»
Makoto
continua a sventolare, mentre Usagi cercava in qualche modo di
riprendere un attimo di coscienza, cercando di dimenticarsi della
nuvola nera di qualche minuto prima.
«Lisa, stai bene?»
Vedo
Lucrezia corrermi incontro persa nella disperazione, col trucco sciolto
e il vestito coperto di fango sul basso e sulle scarpe.
«I tuoi capelli sono...»
«Lo so, sono un disastro! Sono inciampata con i tacchi e sono caduta su una pozzanghera di fango.»
Sogghigno.
«Si vede.»
«State tutte bene, vero?»
Mi giro e vedo ancora Usagi sdraiata sul pavimento del salone con una crisi isterica.
«A parte Usagi... sì, stiamo tutte bene.»
Lucrezia
mi scruta un paio di volte poi mi tasto il corpo con le dita e, solo
adesso, mi rendo conto di essermi bagnata completamente.
«Anche tu sei ridotta male.»
«Non so neanche come abbia fatto a infradiciarmi» ridacchiai.
«Quello
che importa è che tu stia bene» appoggia le sue mani sulle
mie spalle facendomi un sorriso, mi sono fatta una nuova amica e sono
davvero felice di questo. Ciò, però, non cancella dalla
mia testa la guerriera Sailor che ci ha protette.
Non
può essere una guerriera qualunque, visto il suo abito e il
luccichio dei suoi fiocchi, deve essere per forza una Sailor Andromeda.
Forse è proprio Sailor X.
*
Usciamo
dalla villa barcollando come ubriache, Rei e Makoto sorreggono la
povera Usagi portandola per le spalle. Lei è l'unica ridotta
peggio di noi, per non parlare del suo vestito completamente rovinato
dal vento. La cupola che faceva da soffitto su quel salone è
distrutta e i pezzi di vetro si sono perfino ammucchiati sul pavimento
di cristallo, al punto di confondersi col pavimento stesso.
L'unica cosa che vorrei fare èdimenticarequesta serata e non pensare ad altro, se non a quella misteriosa guerriera che, poco prima, ci ha soccorse.
«Cielo,
Usagi, stai dritta o mi verrà il latte alle ginocchia» si
lamenta Makoto barcollando sull'asfalto bagnato.
«Voglio la mammaaaa!»gridò la biondina in preda al terrore, come se quella nuvola fosse proprio su di lei.
«L'avrai, ma prima dovrai camminare per un paio di chilometri.»
Usagi si agita.
«Ahhh, non voglio camminare! Portatemi voi, per favore, non mi sento più i piedini...»
«Smettila
di lamentarti e cammina», replica Rei colma di rabbia
«è già un sacrificio se ti teniamo per le
braccia.»
«Mammaaaaa!»impreca piangendo dalla disperazione.
Strappo
un dolce sorriso. Infondo, Usagi non ha colpe, ad eccezione del
lamentarsi con le sue amiche. Anche a me, spesso, succede e a volte
finisco all'ospedale incosciente. Lucrezia se ne è già
andata ma se fosse stato per lei, avrei aiutato la sua nuova amica a
tornare a casa. Non so cosa mi stia nascondendo, ma mi piacerebbe tanto
saperlo.
Capitolo 9 *** Capitolo nove - Sette giorni per non morire ***
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Capitolo nove
• Sette giorni per non morire •
Qualche ora prima...
Era
stata lei a far apparire quella strana nuvola: la strega incappucciata
- in quel momento diventata una dama d'onore. La misteriosa donna si
era allontanata dalla sala da ballo di quella villa lussuosa. Il bello
di quel momento? Vedere la gente scappare, gridare, piangere dalla
paura. Adorava vedere gli umani nel panico, ma quella guerriera... la
custode dell'ametista. I suoi occhi la percorrevano da capo a piedi,
fermandosi sul suo Temporum. Ce n'era un'altra? Sailor Y non era
l'unica guerriera di Andromeda risvegliatasi dopo migliaia di anni?
In
quei momenti, la donna si sentì sconfitta. Aveva una missione
importante da portare a termine e doveva farlo assolutamente: eliminare
le Sailor Andromeda. Nascosta dietro il tendaggio del balcone,
provò a scrutare il salone gremito di gente spaventata e in
preda al terrore, in cerca di Sailor X. La nuvola aveva scagliato un
forte vento che devastò l'intera sala da ballo. Prima che gli
invitati smettessero di gridare, lei e le altre ragazze erano fuggite
dal posto, con lei anche la guerriera dalla fuku verdognola e dorata.
Qualche
invitato si stava ancora chiedendo perché tutti se n'erano
andati o dove fossero finiti quei graziosi tavolini pieni di cibo e
bevande gassate, ma tutto sommato nessuno si era accorto del disastro
appena scampato. Nel giro di qualche minuto i camerieri avevano offerto
dell'acqua a tutti gli ospiti, che si erano ripresi e coloro che erano
rimasti ricominciarono a parlare tra loro e danzare.
La strega trasalì e si allontanò dal posto.
«Prima o poi scoprirò chi sei, guerriera del tempo!»
Tokyo, Casa Hiddako - ore 00.40
Mi
sveglio di soprassalto dopo aver sognato qualcosa che non avrei dovuto
sognare, mi massaggio la testa e sospiro. È la stessa cosa che
ho scritto sul mio diario qualche tempo fa, dopo aver visto un
documentario sulle galassie e le nebulose nell'universo. Il cuore mi
batte talmente forte che non riesco più a controllarlo, e fa
tanto male.
Terremoti, tsunami, incendi a non finire.
Tutto il mondo è in pericolo, così come i suoi abitanti e
tutta la galassia partendo proprio dal Sistema Solare. Due galassie
molto vicine, pronte a fondersi in un'unica e sola fascia di stelle e
polveri cosmiche.
Distruzione, sofferenza, paura... addii.
Nessuno si salverà, neanche gli animali. Tutto verrà distrutto da una forza devastante.
Una collisione.
La Via Lattea e Andromeda si fonderanno, e la fine di entrambe le
galassie sono vicine. Daranno vita ad un nuovo inizio e miliardi di
anni di storia saranno persi per sempre. Usagi, Makoto, Rei, Ami...Sora...spariranno per sempre ed io con loro. Ho tantapaura.
*
È già ora di alzarsi. Come al solito, mi alzo e mi
preparo per andare a scuola; un'altra noiosa giornata in mezzo ai
libri. Afferro la mia cartella e scendo dalle scale a tutta
velocità, per poi uscire e correre verso scuola. Ignoro tutto e
tutti ripensando a quel dannatissimo sogno.
Cosa significa? E se fosse un sogno premonitore? E se il mondo dovesse davvero scomparire?
Non
voglio immaginarmelo, di sicuro sarà qualcosa di orribile; non
vedrò mai più il mio amato Giappone, mamma e papà,
le mie migliori amiche e il ragazzo di cui mi sono innamorata. Credevo
di far rinascere quel regno in cui io e Cornelius avevamo coronato il
nostro sogno d'amore... "Maledizione, Lisa, smettila di credere ai sogni!"
«Ciao, Lisa!»
Una
voce pronuncia il mio nome ed io mi giro verso la fine del corridoio:
è Lucrezia, mi viene incontro con un sorriso. Si è
già dimenticata di quello che era successo ieri?
«Hey,
Lucrezia!» saluto col sudore sulla fronte. Cielo, sto ancora
pensando al mio sogno e a quella nuvola nera che ci aveva attaccate.
«Il tuo viso è completamente bianco, ti senti bene?»
Annuisco.
«Anzi, ora che ti vedo meglio, hai delle bruttissime occhiaie. Hai dormito stanotte, vero?»
«Ahhh,
non fare la detective della situazione!» mi scuoto i capelli come
una pazza scompigliandoli completamente, «Uffa, è
già un miracolo se sono riuscita ad alzarmi e venire a
scuola!»
«Va bene, ma non piangere dicendo che nessuno ti ha voluta aiutare» sbuffa e se ne va senza aggiungere altro.Bell'amica, wow.
Mi
giro dall'altra parte senza guardare avanti precipitandomi in classe,
vedo il mio braccialetto illuminarsi e, girandomi verso Lucrezia, vedo
la perla viola della sua collana brillare e la cosa mi puzza.
Improvvisamente, scappa dalle sue amiche senza dire niente e, con un
gesto fulmineo, nasconde la sua perla bianca in un pugno. Le due
ragazze davanti a lei la guardano intontite. Non c'è alcun
dubbio: è la prima guerriera della galassia Andromeda:Sailor X. Altrimenti, lo splendore della perla sulla sua collana non si spiegherebbe.
«Lucrezia!»
la chiamo a gran voce. Si volta per un istante e poi continua a
correre, la seguo fino al cortile e d'un tratto si volta.
«Lisa, posso spiegare...»
«Tranquilla», rispondo mostrandole il braccialetto sul mio polso «anch'io sono una guerriera Sailor.»
«Vediamo
se ho indovinato: tu saresti Sailor Y, la guerriera dello
zaffiro?» domanda spalancando gli occhi ed io annuisco. Mi
avvicino lentamente verso di lei ed osservo la sua perla bianca
lasciare un bagliore accecante, addirittura peggiore di quello del mio
braccialetto. Lucrezia arrossisce.
«Che
sta succedendo, Lisa?» chiede intimorita dal mio sguardo.
«Perché le nostre perle stanno brillando?»
Alzo la testa e osservo le nuvole in cielo.
«C'è
qualcuno al servizio dei demoni», dico senza battere le palpebre
«credo sia colei che porterà le due galassie alla
collisione.»
Qualcosa
non mi convince, e non è solo la nuvola nera di ieri sera. La
collisione, adesso, fa parte della nostra nuova missione.
Incredibile, sta accadendo davvero.
«Di cosa stai parlando? Non capisco.»
«Parlo della regina del diamante nero, nonché acerrimanemicadi Queen Serenity e Princess Lunaris.»
Lucrezia mi osserva confusa.
«Credo di non averti seguita.»
«Sei stata tu a deviare i fulmini di quella nube nera, vero?»
Inizia a sudare.
«Ehm... certo.»
«Come hai creato la rete digitale che hai usato come scudo per proteggerci?»
Si morde il labbro spaventata.
«Lisa, mi stai facendo paura.»
«Rispondi
alla mia domanda, Lucrezia!» serro gli occhi penetrandola di
più con lo sguardo. Lucrezia, per quanto più anziana di
me di un anno, si lascia intimorire facilmente. Distoglie lo sguardo
per un istante, dopodiché torna a guardarmi dritta negli occhi.
«Con il mio spotere dello Scettro Divino di Hærium.»
Smetto
di fissarla e guardò in basso. Hærium è il primo
pianeta del Sistema galattico di Andromeda numero cinque, distante
dodicimila anni luce da Alckemia. C'è qualcosa che accomuna i
due pianeti, macosa? Mi sforzo per ricordare
altro, ma la mia memoria è invasa da buchi neri e spazi vuoti.
Ricordo a malapena l'aspetto di Cornelius e del regno di Alckemia,
figuriamoci altro.
«Hærium non è il pianeta dove custodiscono il Cristallo Infinito?» le domando con aria curiosa.
«Uhm... sì, ma...»
Chino leggermente il capo di lato.
«È nelle mani della principessa Odile, vero?»
Non
sa cosa rispondere, evidentemente non lo sa neanche lei. E poi, come
accidenti so dell'esistenza di Princess Odile? Che la memoria mi stia
tornando improvvisamente, in un battito di ciglia? Indietreggio di
qualche passo, distogliendo lo sguardo da lei. Mi sembra ovvio: sto
cominciando a diventarepazza.
«Lisa...»
Il
braccialetto e la collana continuano a lasciare una scia di luce
immensa e fastidiosa, non riesco a guardare davanti a me. «Quanto
manca alla collisione delle due galassie?» chiede con le dita
tremolanti e il fiato in gola.
«Meno di sette giorni.» rispondo abbassando lo sguardo afflitta.
«E ora che facciamo?»
«Chiamiamo Usagi e le altre, non possiamo affrontare questa missione da sole.»
Spalanca leggermente gli occhi.
«E poi non riguarda solo lanostragalassia, ma anche questa.»
Annuisce e mi segue dritta verso il corridoio della scuola, dove Usagi, Ami e Makoto stanno chiacchierando tra di loro.
▼
«Ragazze, è terribile!»
Lucrezia raggiunge le ragazze col fiato corto, dopo aver salito le scale con i tacchi alti.
«Cosa succede?» chiede Makoto.
«Tra meno di una settimana, la Via Lattea e la galassia Andromeda si fonderanno.»
«In che senso?» ripete Usagi.
«Si
chiama "collisione"» le risponde Ami «e se non la fermiamo,
il nostro pianeta e tutti gli esseri viventi spariranno per
sempre.»
Usagi
scoppia di nuovo in una crisi epilettica, peggiore di quella di ieri
sera. Makoto riesce a prenderla prima che potesse cadere a terra, e
sventola un quaderno davanti al suo viso - probabilmente il suo, preso
dalla sua cartella poggiata tra le sue gambe.
«Accidenti,
Usagi» arriva improvvisamente Rei, furiosa come non mai
«è mai possibile che svieni ogni volta che parliamo di
una...» alza lo sguardo e puntandolo verso la finestra, osserva
la nube nera ingrandirsi sempre di più circondando tutta la
città «... ca-catastrofe?!»
«Di nuovo quella nuvola nera!» sibila Ami serrando gli occhi.
«Raggiungiamo
il parco, prima che il fumo di quella nuvola annebbi la
città» e detto ciò cominciamo a correre.
Makoto
è costretta a trasportare Usagi sulle spalle, svenuta dalla
notizia sconcertante della collisione ormai vicina. Usciamo dalla
scuola e intanto, Luna e Artemis - gli ambasciatori del Regno della
Luna, ci raggiungono comunicandoci la notizia.
«Lisa
ha già previsto tutto» risponde Lucrezia «l'unica
cosa da fare è impedire che le galassie si scontrino.»
«E quanto manca alla collisione delle due galassie?» chiede la gatta viola.
«Sei giorni, sedici ore, due minuti e quaranta secondi.»
I
due ambasciatori non riescono a capire bene il nocciolo della
questione, se tutto questo è un piano per impossessarsi del cristallo d'argento, oppure la fine del mondo èdavvero vicina. Se l'ho sognato, dovrebbe non accadere; in teoria. Ma non devo mai pensare pessimista.
Capitolo 10 *** Capitolo dieci - Faccia a faccia con il nemico ***
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Capitolo dieci
• Faccia a faccia con il nemico •
Rei prende in braccio Usagi con difficoltà
e ci segue insieme alle altre ragazze. Lucrezia ed io siamo davanti a
loro, tutte dirette verso l'origine della nuvola oscura che sta
coprendo la città. Improvvisamente una raffica di vento ci
colpisce in pieno viso, siamo costrette a riparare gli occhi con un
braccio e proseguire. Davanti a noi, a un passo dal fiume, un grande
cristallo nero illumina la zona, e un raggio luminoso penetra nei
nuvoloni in cielo creando una gigantesca nube tossica di colore grigio,
che poi diventa nera.
«È opera della regina del diamante nero» rispondo.
«Beh... chi non muore, si rivede» commenta Makoto osservando bene il cristallo davanti ai nostri occhi.
«Non credo sia una sua reincarnazione»
interviene Ami «quel cristallo sembra essere indistruttibile e
secondo me, sta cercando il Cristallo Infinito.»
«Come fai ad esserne sicura?» chiede Rei.
«Mi sembra evidente che quel diamante sia tutt'altro che minaccioso e distruttivo.»
«Forse è il caso di entrare e
scoprirlo» dico allungando il braccio che tiene il braccialetto
legato al polso, le due perle aprono un passaggio e tutte noi entriamo.
«Diamoci una mossa a sconfiggere questa
tizia. Per colpa di Usagi, mi sta venendo il mal di schiena!» si
lamenta Rei col sudore nella fronte.
*
All'interno del cristallo nero regna un silenzio tombale. Oltre alla nebbia sotto ai nostri piedi, non c'è altro.
«Che scherzo è questo?» domanda Lucrezia stringendo un pugno.
«Coraggio, Lucrezia, andrà tutto bene.»
«Non dovrei neanche trovarmi qui! Accidenti, ma chi me l'ha fatto fare?»
La osservo piangere. È come un
déjà-vú, come se quella ragazza fossi io. Mi sono
comportata esattamente come lei in questo momento, rinnegando il mio
destino. Ho ancora paura di affrontare missioni pericolose come questa,
ma non ho altra scelta se non quella di rischiare la vita in nome di
Alckemia.
Oh, Cornelius. Se solo fossi qui con me, adesso non avrei paura.
«È la stessa cosa che mi sono detta
anch'io, ma dobbiamo accettarlo. Siamo le reincarnazioni delle Sailor
Andromeda, combattiamo in nome della nostra amata galassia, e non
possiamo lasciare che la regina del diamante nero acceleri il
tempo.»
Le altre ragazze sussultano - tranne Usagi,
adagiata sulle spalle di Rei priva di coscienza. Quel che è
peggio è che sta russando.Oh, mamma.
«Mi stai dicendo che questa...reginaè
in grado di controllare il tempo, stringerlo e allargarlo a suo
piacimento?» domanda Ami completamente shoccata. Rispondo facendo
il cenno del sì con la testa, abbassando poi lo sguardo.
«A proposito, dov'è?»
Improvvisamente, un lampo di luce viene dritto
verso di noi. Io e Lucrezia riusciamo a deviarlo, mentre le altre
ragazze vengono colpite in pieno. Le loro forse s'indeboliscono e, con
poco fiato nei polmoni, cadono a terra in ginocchio con gli occhi
socchiusi. Rei riesce ancora a tenere Usagi sulle spalle, nonostante
quella luce l'abbia indebolita.
Io e Lucrezia alziamo la testa e cerchiamo di
mettere a fuoco quella che sembra la sagoma di una donna, abbastanza
alta dagli occhi chiarissimi. Il suo abito è a dir poco
spaventoso: un reggiseno viola e nero con alcune punte sulle bretelle,
una gonna dello stesso colore, con punte leggermente più piccole
sulla cintura e un paio di scarpe viola lucide. Non ha i capelli
lunghi, sono di un magenta scintillante e porta un frammento del
diamante sul collo. Non può essere proprio lei, la regina del
Diamante Nero. Forse è una sua scagnozza. A giudicare da come
sta guardando il vuoto, sembra non abbia la forza per vedermi meglio.
«Vi stavamoaspettando, Sailor Andromeda.»
La scagnozza guarda davanti, il suo sguardo non è neanche
diretto a me. I suoi occhi sono molto chiari, così come le sue
pupille. Qualcosa mi dice che èdavvero cieca.
Finalmente posso vederla meglio. Alzo lo sguardo e noto una seconda
sagoma più grande, dalla corona argentata ed un grande diamante
incastonato al centro. È proprio colei che io penso?
«Finalmente le Sailor Andromeda e vedo che c'è anche Sailor Moon e la sua ciurma.»
«Ma dove siamo finite, su una nave pirata?» commenta Rei. «E poi chi diavolo sta parlando?»
Vedo due occhi viola, lucenti e macabri. Non riesco a vederla bene, la nebbia me lo impedisce.
«Sono la regina del Diamante Nero: Queen
Black» e immediatamente, si mostra. Ha una coda alta dello stesso
colore dei suoi occhi, uno scettro con una grande sfera nera
dov'è racchiuso il vero e proprio diamante. Porta un abito di
raso porpora, lungo e molto elegante. Il suo sguardo è
raggelante, così come il suo scettro puntato verso di noi.
Sferra una scia di energia potente da farci cadere di sedere tutte
quante, e poi riusciamo a pronunciare la formula magica. Lo stesso
anche le altre ragazze. Lucrezia ed io la pronunciamo in coro.
«Potere di Andromeda, vieni a me!»
Ci alziamo leggermente da terra e i colori della nostra pelle assumono
un colorito surreale: un blu intenso coperto da tante stelle bianche.
Mentre mi trasformo, vedo Lucrezia cambiare totalmente forma. I suoi
capelli diventano viola, la sua tuta è bianca con una gonna
verdognola e i fiocchi dorati, le scarpe dello stesso colore della
gonna e i nastri di medesime dorati. Non appena la trasformazione
finisce, uno scettro appare davanti a lei. Anch'esso è dorato,
con un cuore d'argento e in mezzo il Cristallo Infinito.
È trasparente e lucido, emana una scia di
luce a spettro - ogni tanto, cambia colore assumendo un potere
particolare. Dopo la trasformazione delle altre Sailor, torniamo a
terra e osserviamo Queen Black applaudire con un sorriso malefico in
volto.
«Complimenti per questo bellissimo
spettacolo», dice mettendo in risalto la sua voce leggermente
profonda e maniacale «ed ora che ho scoperto le vostre vere
identità, mi basterà poco per sottrarvi i poteri.»
Serro gli occhi e mostro parte dei miei denti, ringhiando sottovoce.Che presuntuosa!
«È un vero peccato che Sailor Z non
sia qui» dice guardandosi le unghie laccate di un viola acceso,
«avrei potuto sottrarre il Cristallo Infinito completo.»
Le altre Sailor spalancano gli occhi sorprese.
«Che cosa?C'è una terza Sailor Andromeda?»domandano in coro. Lucrezia si gira verso di loro e abbassa lo sguardo.
«È scomparsa da più di
cinquecento anni, esattamente dopo la distruzione del Cristallo
Infinito. Tutte e tre possediamo un frammento, ma il potere di essi
è diverso, a seconda del pianeta in cui viene ritrovato.»
«Se non me la portate qui, dire pure addio ai vostri poteri.»
Indietreggiamo di qualche passo, mentre il diamante sulla corona di Queen Black comincia ad illuminarsi. Che ha intenzione di fare?
La sua grande corona emana un forte bagliore e subito appaiono due
grandi mani. Indietreggiamo di un passo, ma entrambe sono puntate su me
e Sailor Moon.
«Consegnatemi i vostri poteri, guerriere
Sailor» ci ordina Queen Black «o userò le cattive
maniere.»
«Non ti consegneremo un bel niente!»
esclama Sailor Moon tenendo stretta il cristallo d'argento - ed io il
frammento del Cristallo Infinito.
«Fate con comodo, intanto prenderò quelli delle vostre compagne.»
Le mani si allungano e rubano il cristallo posto
al centro del fiocco dei loro vestiti, facendo sparire immediatamente
il loro potere e la loro coscienza. Sailor Mars sviene immediatamente,
Sailor Mercury rimane a terra senza un briciolo di energia, Sailor
Jupiter non da nessun segno di vita, Sailor X perde il suo scettro e si
accascia al suolo. Siamo rimaste solo io e Sailor Moon, entrambe ci
scambiamo un'occhiata proteggendo il cristallo che ci dona potere.
Queen Black ride maleficamente.
«Siete cosìpatetiche»dice «pensavate davvero di sconfiggermi con quei vostrimiserabilipoteri?»
Ringhio osservando il suo volto sorridente e pieno di vittoria.
«Non cantare vittoria troppo presto» risponde Sailor Moon «non hai ancora i nostri poteri.»
«E mi basterà poco per averli.»
Schiocca le dita e le mani ci afferrano per il
fiocco tenendoci strette in un forte pugno, non respiro, sento la
necessità di chiudere gli occhi e dormire. Le mie gambe mi
stanno abbandonando, la vista si offusca.
«Sailor Y, fai qualcosa!» esclama Sailor Moon.
«Non... posso...»
La stretta è così forte da farci
cadere a terra senza i nostri poteri, stanche e quasi assonnate. Sento
di nuovo la risata malefica di Queen Black e il rumore di alcune
catene. Dopodiché, chiudo gli occhi e vedo nero.
▼
«Mamma... mamma!»
Sento la voce di Haiyuki. Da lontano, vedo il bagliore dei suoi occhi e affianco a lei Cornelius.
«Dahlia, dove sei?»
Cerco di metterli a fuoco con lo sguardo, ma qualcosa m'impedisce di inquadrarli per bene; mi stanno cercando.
«Papà, voglio la mamma!» grida Haiyuki in procinto di piangere senza sosta.
«La troveremo, vedrai.»
«Ma il mondo finirà tra meno di quindici minuti.»
Sussulto.
«La troveremo, piccola mia» dice
lui tenendo stretta sua figlia tra le braccia «non la lasceremo
morire.»
Capitolo 11 *** Capitolo undici - Un nuovo potere e... la squadra si completa (?) ***
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Capitolo undici
• Un nuovo potere e... la squadra si completa (?) •
Mi sveglio
di soprassalto. Usagi ed io ci guardiamo, incatenate al cristallo nero
con due catene dall'aspetto inquietante. Non appena una di noi si
muove, una scossa invade entrambi i nostri corpi indebolendoci sempre
di più. Lei cerca di fare un passo avanti, ma non appena muove
il braccio sinistro, la scossa ci colpisce nuovamente. Grido, e
così fa anche lei. Nessuno riesce a sentirci, dal momento che ci
troviamo dall'altra parte del grande diamante nero.
«Usagi, non ti muovere!» dico con voce alta circondata dalle forti scosse provocante dal cristallo.
Ci
accasciamo a terra col fiato corto. Usagi cerca di respirare, ma fa
fatica. Io invece riesco a pensare, ma non tanto a parlare.
«Stai bene?»
Apre leggermente gli occhi e mi guarda.
«Sì, sto benissimo...» geme.
«Dobbiamo uscire da qui o moriremo.»
«Come... come facciamo? Le catene sembrano indistruttibili!»
Le osservo e
noto che si stanno spezzando poco alla volta. Potrei approfittarne
cercando di tirare di più la catena, ma so che se mi muovo
provoco la scossa.
«Maledizione!» sibilo.
«Cosa succede?» chiede Usagi.
«Non
possiamo neanche trasformarci nuovamente in guerriere Sailor, Queen
Black ha i nostri cristalli e quello di Sailor X.»
«E lei dov'è?»
Abbassò lo sguardo.
«Non ne ho la più pallida idea.»
«Credo che anche lei sia stata presa in ostaggio da Queen Black e le le abbia sottratto una delle tre metà delCristallo Infinito.»
«Ci ha sottratto anche le nostre gemme, la fonte dei nostri poteri.»
Usagi china la testa di lato confusa ed io le spiego tutto.
⭐️
Cinquecento
anni fa, Queen Black voleva ad ogni costo il Cristallo d'Argento e il
Cristallo Infinito, le due fonti di potere più grandi
dell'universo. Sailor Infinity, nonché la custode suprema del
leggendario Cristallo Infinito, morì in battaglia per
proteggere la fonte dei suoi poteri e le tre principesse guardiane del
suo piccolo pianeta: Dahlia, Maêko e Odile.
Dopo la
morte di Sailor Infinity e di Princess Lunaris - figlia della sovrana
di Gåleavėy, ottavo pianeta del Sistema Lunare II - il Cristallo
venne diviso in tre frammenti, che furono ritrovati nei pianeti delle
tre principesse guardiane: Alckemia, Hælium, e Thûsheda.
I tre frammenti diedero vita alle prime tre Sailor Andromeda, la seconda forma delle principesse guardiane della galassia.
Sailor X: tenace, attraente, sapiente.È
la custode dell'ametista, gemma della sapienza e del futuro. Non si
arrende davanti alle difficoltà e porta sempre a termine le sue
missioni.
Sailor Y: fragile, timida e impacciata.È
la custode dello zaffiro, gemma della forza. Nonostante la paura, tende
ad affrontare i nemici senza mostrare le sue paure.
Sailor Z: estroversa, sorridente e astuta.Custodisce
il quarzo rosa, la gemma dell'amore e della felicità. Se
c'è una cosa che teme è l'odio, e tende sempre ad
abbatterlo. Un dettaglio particolare è che, essendo non vedente,
riesce comunque a gestire i suoi movimenti.
Dopo
cento anni furono eliminate da un potente sovrano, nonché regina
del pericoloso Diamante Nero. Io e Lucrezia siamo le loro
reincarnazioni: Dahlia e Odile. Non sappiamo ancora chi sia Sailor Z,
né tantomeno dove sia finita, ma so che è da qualche
parte sulla Terra. Forse, non qui in Giappone.
⭐
«Lisa, non credevo che fosti la reincarnazione di Princess Dahlia!» esclama Usagi.
«Ed io so che tu sei quella di Neo Queen Serenity.»
Mi guarda,
ma un leggero movimento delle sue dita ci distrugge con una terza
scossa, questa volta meno intensa. Tengo lo sguardo basso è
l'unica cosa che posso fare è piangere e così faccio. I
miei singhiozzi riecheggiano nella stanza, all'apparenzainfinita.
«Perché è capitato a me?» bisbiglio sottovoce. Usagi riesce a sentirmi e a rispondermi.
«Non dire così, Lisa.»
«Vi state sbagliando, tutti quanti! Non dovrei neanche essere qui, non sono in grado di custodire tale potere!»
«È la tua testa che dice così, ma il tuo cuore dice il contrario.»
La guardo con le lacrime agli occhi.
«Tu seiforte,non devi aver paura del futuro.»
Cerco di
smettere di piangere, ma improvvisamente le catene si spezzano e
cadiamo a pancia in giù, libere dalla prigionia di quei ferri
arrugginiti. Subito dopo, qualcuno appare davanti a noi. Deve essere la
scagnozza di Queen Black.
«Lisa? Usagi?»
Cerchiamo di rialzarci difendendoci dalla minaccia che è davanti a noi, ma lei viene in pace e ci guarda con un sorriso.
«Tu chi sei, veramente?» chiedo con diffidenza fulminandola con gli occhi.
«Il mio nome è Anne Marie, sono qui per aiutarvi» risponde.
«Riesci a vederci?» domanda Usagi, e lei scuote lentamente la testa.
«Riesco, però, a captare i suoni dei vostri respiri; sono...irregolari.»
«Perché vuoi aiutarci?»
«Perché io ho l'ultimo frammento del Cristallo Infinito.»
Ci mostra un
anello d'oro con un quarzo rosa incastonato e un paio di rubini rossi,
sarà sicuramente la fonte dei suoi poteri. Alzo lo sguardo e la
osservo meglio. Ha i capelli rosa, ma sono sicura che non siano
naturali. Lei è la terza Sailor Algebric,
una delle gemme pilastro di Andromeda. Il frammento imprigionato nel
suo anello s'illumina, facendo apparire due grandi cristalli. Entrambi
sono trasparenti a forma di galassia a spirale. Spalanco gli occhi.
«E questo cos'è?» chiede Usagi stupita.
Anne Marie non lo vede, ma lo percepisce. Un potere più forte dei nostri, collegati alle galassie che ci ha cullate.
«Il potere galattico della Via Lattea e di Andromeda, vi basterà pronunciare "potere galattico, vieni a me" e vi trasformerete in Sailor Galaxy.»
«E tu?»
«Farò la mia parte e vi aiuterò nella vostra missione» sorride.
«Ma Queen Black potrebbe...»
«Di
lei me ne occupo io. Tendete le vostre braccia e aprite entrambe le
mani, pensate a recuperare i vostri poteri» e appoggia
delicatamente i due cristalli sui palmi delle nostre mani. Non appena
rialziamo lo sguardo, Anne Marie sparisce nell'ombra. Usagi mi guarda
un po' confusa, come se non sapesse cosa fare. Faccio un cenno con la
testa e, insieme, alziamo i nostri cristalli pronunciando la formula
magica.
«Potere galattico della Via Lattea, vieni a me!»
«Potere galattico di Andromeda, vieni a me!»
Le nostre tute sono uguali, la forma della gonna cambia. I colori di
Usagi sono il viola e l'oro, mentre i miei sono il blu e l'argento. I
cristalli si posizionano sui nostri fiocchi, dando vita aSailor Galaxy MooneSailor Galaxy Y. Per Sailor Moon, questa è la sesta trasformazione.
«È incredibile!» esclamo meravigliata, osservando il mio nuovo vestito.
«Coraggio,
raggiungiamo le altre e fermiamo la collisione» dice Sailor Moon
prendendomi per mano e trascinandomi verso l'uscita della prigione.
Usagi è proprio davanti a me, corre veloce verso l'uscita ma qualcosa c'impedisce il passaggio: un grande buco nero.
Le altre Sailor sono dall'altra parte, tutte in coma dopo che Queen
Black ha rubato i loro poteri. La regina non è in grado di
usarli, ma li fonde in un grande e immenso potere, unito a quello del
diamante nero.
«Come oltrepassiamo quel buco?» chiedo, ma a rispondermi è proprio Queen Black.
«Consegnandomi i vostri talismani galattici» minaccia puntando il suo luminoso scettro davanti ai nostri nasi.
Ci allontaniamo e, unendo le nostre mani, creiamo laStarlight Flame.
«Stelle e fuoco, unitevi!»gridiamo
in coro alzando poi lo sguardo in alto. La fiamma prende un colorito
diverso, circondata poi da numerose stelle e polvere cosmica.
«Stage Out!»esclamiamo
lanciando la fiamma contro Queen Black, ma riesce a deviarla e
rilanciarla contro di noi. Con un salto, prendiamo il volo e la
schiviamo. I miei occhi sono colmi di rabbia osservando Lucrezia
imprigionata nel Cristallo Nero.
«Inutile
che cerchiate di fare le eroine. Ho scoperto la vostra vera
identità, e questo per me è un vantaggio.»
"Dove diavolo è Anne Marie?"dico tra me e me guardandomi intorno. Aveva detto che avrebbe pensato lei a Queen Black, ma non c'è traccia.
«Non
ve lo ripeterò una terza volta: consegnatemi i vostri talismani
galattici, o per le vostre amiche sarà la fine.»
Indietreggiamo
lentamente, mentre le mani si avvicinano lentamente verso di noi,
cercando di non farci rubare il cristallo sui nostri fiocchi. E proprio
in quel momento, un fascio di luce le distrugge assorbendo poi il
potere del diamante nero in un piccolo rubino.
«Ma che cosa...?»
«Sailor
Z! È proprio lei!» esclamò indicandola con gli
occhi, osservando poi Usagi sorpresa dal suo arrivo. La sua gonna
è magenta con i bordi argentati, il fiocco sempre argentato e i
capelli lunghi colorati di un rosa antico intenso.È Anne Marie.
«Dov'è la mia scagnozza?» domanda Queen Black.
«L'ho
imprigionata in questo rubino, come farò presto con te, Queen
Black!» risponde Sailor Z con un sorriso malefico. Di colpo, la
nemica scoppia a ridere.
«Come fai a imprigionarmi, se non vedi assolutamente nulla?»
«Ho imparato ad orientarmi con i suoni e gli odori, cosa che tu non riuscirai mai a fare.»
Il volto di Queen Black diventa rosso dalla rabbia, stringe forte lo scettro in un pugno e lo punta verso Sailor Z.
«Povera
illusa!» esclama lanciando un secondo raggio d'azione luminoso
che Sailor Z riesce a schivare saltando in aria, inarcando la
schiena e facendo un salto mortale. Atterra delicatamente sul pavimento
senza farsi male, io e Usagi restiamo a bocca aperta.È... straordinario!
«Com'è possibile? Come...?»
«Te l'ho detto: sono in grado di orientarmi con l'olfatto e l'udito, e con la forza di gravità - un pregio delle Sailor Andromeda.»
Gli occhi
violacei di Lucrezia si aprono e Sailor Z captando il rumore del
Cristallo che si infrange, lancia la sua tiara contro di esso
frantumandolo completamente. Lucrezia riesce ad uscire e recuperare il
suo frammento che dallo scettro scuro della regina, torna verso di lei.
Poi, si trasforma e ci raggiunge.
«Le Sailor Algebric al completo? Wow, è strabiliante!» esclama Sailor Moon entusiasta.
«Ci
serve il tuo aiuto, Sailor Moon» dice Sailor Z, chiudendo
leggermente le palpebre «senza il cristallo d'argento, non
possiamo fermare Queen Black e liberare le altre Sailor.»
«Cosa dovrei fare?»
«Usa il tuo Moon Stick e distruggi i cristalli, a distrarre il nemico ci penserò io» sorride poi.
«Ma sei davvero sicura di...?» cerca di dire Sailor X, ma la sua compagna alza un dito.
«Fidatevi
di me, ragazze» dice pugnalandosi leggermente il petto con un
pugno «se non c'impossessiamo dell'Avantitempo prima che scocchi
la mezzanotte, sarà la fine.»
Capitolo 12 *** Capitolo dodici - Ventiquattr'ore alla fine ***
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Capitolo dodici
• Ventiquattr'ore alla fine •
Usagi ed io seguiamo le indicazioni di Sailor Z
avvicinandoci poi al trono di Queen Black, indietreggio di qualche
passo cercando di non farmi notare dalle altre Sailor osservando poi la
mano della regina tenere l'Avantitempo. Ha l'aspetto di un semplice
orologio da taschino, ma al posto dei numeri romani sono incisi i
simboli dei nove pianeti del Sistema Solare. Il suo pollice era puntato
verso il centro del quadrante e, soltanto adesso, noto che
quell'orologio non ha il vetro.Non è possibile!
«Cosa ti prende, Sailor Y?» mi coglie
di sorpresa la regina catturando così l'attenzione delle altre
guerriere «Te la stai facendo addosso dalla paura?»
Dipinge un ghigno malizioso spostando leggermente la lancetta corta dell'Avantitempo.
«Quell'orologio non ti appartiene, Queen
Black» dice Sailor Z serrando leggermente le palpebre. Nonostante
sia cieca, riesce a capire dove si trova. Non smetterò mai di
dire che è una guerriera straordinaria, cosa chemaiio sarò.
«Non puoi dirmi cosa non è mio, Sailor Z, tuttoin questa galassia è mio, compresa la Terra!»
«Tu non puoi impossessarti della Terra e dei suoi abitanti!» esclama Sailor Moon trovando un briciolo di coraggio.Beata lei.
«Se non vi togliete dai piedi, farò
in modo che la collisione avvenga adesso» ringhia minacciosa
impugnando l'orologio. Il suo sguardo è agghiacciante, proprio
come il resto della sua immagine. Mi accorgo soltanto ora che
Queen Black è truccata - rossetto, ombretto, eyeliner,
mascara... non le manca niente.
«Se vuoi impossessarti della Terra e della
nostra galassia, dovrai passare sul mio corpo» dice Sailor Moon
impugnando il suo scettro galattico. Ce l'ho anch'io tra le mani e mi chiedo come ci sia finito. Punto di nuovo lo sguardo su Queen Black e noto che il tempo sta andando avanti lentamente.Sta dimezzando il tempo della collisione!
«Ragazze», grido cercando di farmi sentire «Queen Black sta manomettendo ilcontinuumspazio-temporale, dovete fermarla!»
Non mi stanno ascoltando. Continuano a sferrare
numerosi attacchi contro di lei, a schivare quelli del nemico e... il
tempo si sta riducendo. Cosa devo fare?
"Non sono una guerriera."
Le dita della regina stanno girando frettolosamente le lancette. Sto tornando indietro o sto andando avanti?
"Vi state sbagliando, non sono io!"
Sento il mio corpo cedere. Cosa mi sta succedendo?
"Non sono degna di essere una di voi."
*
Mi sveglio di soprassalto e mi trovo
improvvisamente nella mia camera da letto. Al mio fianco c'è una
gatta color ambra con un cuore sulla fronte. Una cosa è certa;
non è Luna. Allora,chi è? Caccio uno strillo e spavento la gattina, che balza sul letto e si gira verso di me.
«Cielo, ma cosa ti prende?» sbotta contro di me infuriata.
«Ma tu chi sei?»
«Chi sono non ha importanza, Lisa»
risponde come se fosse una supereroina «è la missione che
lo è.»
Sbarro gli occhi. Come diamine fa a sapere della mia... cioè, dellanostramissione?
Non mi faccio tante domande e mi alzo dal letto, poi la micia torna da
me con un talismano galattico che mi ha dato Anne Marie tra i denti.
«Dimentichi qualcosa, tesoro» dice,
appoggiandolo poi davanti ai miei piedi ancora nudi. Mi abbasso e lo
prendo con entrambe le mani, osservando poi la finestra. Il cielo
è una sfumatura di rosa e viola, seguite da tante nuvole nere
come la pece. Non è affatto un buon segno.
«Queen Black ha dimezzato il tempo»
dice poi la gattina saltando sulla mia scrivania vuota. Ho paura a
chiedergli quanto manca alla collisione, ma devo sapere se Usagi e le
altre ragazze sono ancora qui sulla Terra.
«Di quanto l'ha ridotto?» domando con
un filo di voce. La gatta abbassa leggermente lo sguardo, spaventata e
preoccupata.
«Mancano ventiquattro ore alla collisione, ed è meglio che ti dia una mossa. Sia voi Sailor Andromeda, sia le Sailor della Via Lattea.»
«Ma io non posso...»
«Il futuro dipende da te, piccola Lisa.»
Alzo lo sguardo e stringo il talismano galattico
tra le mani. Se il destino degli esseri viventi dipende da me, allora
dovrò darmi da fare. Non lascerò che Queen Black
distrugga il mio amato pianeta e la mia seconda casa: la Terra.
Il futuro dipende da me.
Penne magiche, poteri strani, due galassie in collisione... ma che razza di vita è questa?
Non so più cosa fare, neanche a cosa pensare. L'essere una
guerriera dell'altra galassia mi sta portando un sacco di guai,
imprevisti ericordi. Ricordi
di cui non sapevo neanche l'esistenza, nascosti da qualche parte nella
mia memoria. Sento la voce del mio pianeta, dei suoi abitanti, di
Cornelius e di una bambina. Oh, dove siete? Almeno, fatevi sentire! Una scia di luce azzurra mi mostra i loro occhi, i loro sorrisi... vorrei tanto potervi riabbracciare.
«Ricordi Haiyuki, vero?» mi chiede la gatta dal pelo color ambra e il cuore sulla fronte.
«No» la mia voce è così
fioca che quasi non me la sento. Stringo forte tra le mani il talismano
galattico e una lacrima mi riga il volto.
Perché sono qui?
«Non devi essere pessimista, Lisa» mi dice la gattina
«se Princess Lunaris ha scelto te come pioniera delle Sailor
Andromeda, ci sarà una ragione.»
«No, non c'è unaragione»abbasso
lo sguardo arresa. Non sono in grado di possedere un potere così
forte, più che altro il mio zaffiro è negli artigli di
Queen Black. Solo io e Usagi possiamo recuperare le penne e le gemme
delle altre guerriere. Sailor Z ha promesso di aiutarci, ma ora che il
tempo è andato avanti non ho la più pallida idea di dove
sia. Inspiro e alzo la testa osservando la sfumatura rosea del cielo,
con le lacrime agli occhi. Il futuro dipende da me.
«Sei pronta, Sailor Y?» mi domanda la
gattina volgendomi uno sguardo orgoglioso, rispondo annuendo e facendo
un cenno con la testa sorridendo trionfante.
Il futuro dipende da me.
*
Corro immediatamente verso l'uscita della mia
stanza, scendendo frettolosamente le scale, poi perlustro la casa. I
miei genitori non ci sono, neanche Cleila, la mia sorellina. Le mie
mani iniziano a sudare ed io istintivamente le serro trasformandoli in
due pugni.
Il labbro superiore mi trema, così come le
mie gambe. Mi sento come se le forze mi volessero abbandonare, poi il
mio sguardo cade sul mio polso destro. Non ho più il mio
braccialetto dalle perle luminose, quindi non so se il pericolo
è dietro l'angolo. Il mio istinto guerriero dice che il pericolo
è proprioqui. La gattina mi segue e si arrampica sul tavolo da pranzo, guardando il talismano tra le mie mani.
«Cosa stai facendo? Non ti trasformi?»
Abbasso lentamente gli occhi osservando una ferita
ancora fresca sulla caviglia, probabilmente me la sono procurata
cercando di liberarmi dalle catene, dopo che Queen Black si è
impossessata dei poteri di tutte noi Sailor.
«Senti, micia... non lo so.Non lo so,va bene?» la mia voce si è incrinata di colpo, al punto di non riuscire più a controllarla.
«Lisa, so che questa è una missione pericolosa - e che, di sicuro, i tuoi poteri si saranno indeboliti -, madevifarlo.»
«Devo?E perchédovrei?»
«Perchéil futuro dipende da te!»
«Oh, basta adesso con questa storiella: "Il futuro dipende da te, Lisa!"...
senti, vai da Anne Marie e lascia che sia lei ad affrontare Queen
Black, perché io non sono pronta» lascio la sala da pranzo
ed esco di casa alzando poi lo sguardo.
Il cielo adesso si sta dipingendo di un nero
corvino oscurando le stelle che, poco alla volta, appaiono nel cielo.
È tutto buio, strade comprese. I lampioni sono spenti, come se
ci fosse stato un blackout improvviso. Per non parlare del vento che
diventa sempre più forte.
Ventiquattr'ore alla collisione.Ventiquattr'ore alla fine.
Capitolo 13 *** Capitolo tredici - Unite contro il male ***
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Capitolo tredici
• Unite contro il male •
«Lisa! Lisa!»
Una voce stridula attira la mia attenzione e
subito mi giro verso una sagoma scura, con due codini lunghi fino alle
caviglie e un vestito corto blu mare. È Usagi.
«Ho saputo quello che ha fatto Queen
Black» dice non appena arriva a pochi centimetri da me «e
adesso siamo a corto di idee.»
«Più che altro siamo a corto dirinforzi»rispondo a malincuore.
«E Sailor Z non è con noi?» chiede lei, poi.
«Questo non lo so.»
«Lisa, perché quella faccia?»
Se n'è accorta soltanto adesso? Certo che è davvero sbadata!
Mi lascio sfuggire una dolce risatina che cattura subito l'attenzione della testolina buffa - che soprannome!
«Niente, è solo che tutto questo è davvero strano.»
«Ti capisco, anch'io all'inizio non capivo
più niente e poi... beh, insomma, ci si fa l'abitudine» e
ridacchia dolcemente contagiando anche me.
Un rimbombo poi frantuma quell'allegra atmosfera
che Usagi ha appena creato, ed entrambe ci giriamo verso un gigantesco
cristallo nero. All'inizio, era più piccolo. Com'è
possibile che sia diventato così grande, e in così poco
tempo? Ah, dimenticavo che la reginaprendo-ciò-che-voglioè andata avanti nel tempo. Padre Tempo non ne sarebbe per niente entusiasta, diceva sempre mia nonna.
«Che facciamo, ora?» domanda Usagi.
«È il caso di tornare lì e distruggere l'Avantitempo, prima che sia troppo tardi.»
Una folata di vento ci colpisce improvvisamente.
Usagi ed io ci copriamo il volto col braccio, mentre una voce maniacale
riecheggia in tutta la città. Sento la malvagia risata, che mi
ricorda quella di Death Panthom.
«Piangi
pure, Sailor Y. Non appena giungerà il momento della collisione,
la nuova galassia avrà il mio nome, e tutti i pianeti saranno
sotto il mio controllo!»
«QUESTO LO VEDREMO!» grido con tutto il fiato nei polmoni.
«Ho tanta paura! Aiutoooo!»risponde prendendosi gioco di me, poi ride«Finché le penne magiche e le gemme delle vostre amiche sono nelle mie mani, sono invincibile.»
«Certo» borbotta Usagi, ma la voce riesce a capire il suo commento e si altera.
«Non ci credi, codini bitorzoluti, eh?»
Poi, anche Usagi si altera - un po' di più rispetto alla voce proveniente dal nulla.
«Co...codinibitorzoluti?Ma come ti permetti, brutto maiale dal cervello di formica?!»
«Oh, madre» borbotto tra me e me roteando gli occhi.
«Inchinatevi davanti a me, comuni mortali»continua la voce«farò di voi cibo per pappagalli!»
Usagi cerca di trattenersi dalle risate.
«Oh, lo faremo» rispondo ironicamente.
La voce poi sparisce, così come la folata
di vento. Stendo il braccio lungo il busto e stringo ancora il
talismano. Non so cosa fare. Il potere che ho tra le mani è
davvero enorme.
«Quindi, andiamo?»
Tiro su col naso trattenendomi un altro piagnisteo da infantile.
«Sì,andiamo.»
Il cristallo, ormai gigantesco, è appena
entrato nella seconda fase: il Sole comincia a perdere calore, il che
rafforza sempre di più il potere di Queen Black. Usagi ed io lo
osserviamo da lontano, nonostante sia a chilometri di distanza da noi.
Ci scambiamo uno sguardo d'intesa e ci avviamo verso il centro della
città, guardando le grandi radici distruggere le strade e parte
dei palazzi. La gente, ormai, non sa più dove nascondersi - si
sa, non ci si puònascondere da nessuna parte, dal momento che la collisione non lascerà vivo nessuno.
«Raggiungiamo il cristallo prima che assorba l'energia del Sole e del Crysalium.»
Usagi inarca un sopracciglio.
«Crisa-cosa?»
«È ilnostroSole, molto più grande del vostro - e anche pieno di energia.»
«Deve essere molto importante per voi.»
Annuisco.
«Le nostre amiche sono state imprigionate
nei cristalli liquidi, dentro il gigantesco diamante nero. Per
liberarle, bisogna andare lì.»
«Eh,grazie»risponde indignata incrociando le braccia.
«Hai ancora il talismano galattico con te,
vero?» le chiedo osservando il fiocco privo del cristallo
d'argento - ora nelle mani del male.
Usagi tira fuori dalla sua tracolla il talismano,
ora colorato di un blu splendente, mentre il mio brilla di un rosa
intenso. I colori delle nostre galassie.
«Ragazze, aspettatemi!»
Una gattina ci viene incontro con gli occhi luminosi e il cuore di un rosso acceso.Ma è la stessa gatta di prima!
«Ancora tu?»
«Lo so che ti sto seguendo, ma Luna mi ha raccomandato di starvi dietro.»
Ora che ci penso, Luna non è con noi. Non
so che fine abbia fatto, ma evidentemente anche lei è stata
imprigionata nel grande diamante nero. Usagi, dimenticandosi
sbadatamente della missione, prende in braccio la gattina con un
sorriso.
«Ciao, micina, come ti chiami?» poi le
gratta lentamente la testa, poi inizia a farle qualche grattino sotto
le gambe. La gatta comincia ad innervosirsi.
«Ma ti pare il momento di farmi i grattini?
Il tempo stringe!» grida facendo sobbalzare la bionda dai lunghi
codini. La lascia subito andare mettendosi una mano sul cuore, poi la
gattina afferra il suo talismano galattico e glielo porge.
«Prendilo» dice e lei obbedisce.
Ci scruta per un paio di minuti, poi si gira
guardando il cielo dipinto di un nero corvino. Non si vede niente,
è solo il bagliore dei mostri talismani sono in grado di
aiutarci.
«Diteluminume
i vostri talismani vi faranno apparire una bolla di vetro
scintillante» dice, poi. Insieme, pronunciamo la parola e una
bolla di vetro dei nostri colori appare davanti ai nostri occhi,
illuminandoci la strada.
«Seguitela, vi porterà davanti al
Cristallo Nero» disse la gattina, sparendo poi dai nostri occhi.
Usagi sembra avere una crisi di panico - di nuovo -, ma riesco a
stringerla da dietro e sventolare davanti ai suoi occhi la mia mano.
«Calmati... calmati...»
Di colpo si stacca da me.
«Sono calma!» esclama prendendo fiato.
«Seguiamo quella maledetta bolla luminosa, mancano ventiquattro ore alla fine del mondo.»
«È per questo che sono nel panico più totale.»
«Cerca di calmarti, Usagi. Ogni volta, finisci con lo svenire o avere strane crisi epilettiche!»
Usagi abbassa lo sguardo, mordendosi poi il labbro con imbarazzo.
«O-okay, andiamo» risponde scuotendo
la testa correndo al mio fianco verso il cristallo nero situato al
centro di Tokyo, con noi c'è anche la gattina color ambra. Tutto
è serrato, compreso l'ingresso, ma la luce emanata dal talismano
ci permette di entrare aprendo un varco di luce cosmica.
«Attraversatelo, vi condurrà
esattamente dov'eravate» dice la gatta. Annuisco e afferrò
la mano di Usagi trascinandola dentro il varco. Infatti, ci ritroviamo
davanti al trono di Queen Black e davanti a noi le Sailor imprigionate.
Sailor Mars, Jupiter e Mercury. La nemica non è ancora riuscita
a impossessarsi della penna magica arancione - quella di Sailor Venus,
che forse mai riuscirà ad avere.
«Manca Sailor X!» esclama Usagi notando uno dei cinque cristalli liquidi vuoti.
«L'abbiamo già liberata e si è ripresa la sua gemma, ma non vedo Sailor Z.»
Usagi sospira.
«Credo ci abbia dato buca.»
«Ha dato la sua parola, non può averlo fatto.»
Unpoofimprovviso ci distrae, voltiamo entrambe lo sguardo verso Queen Black, in tutto il suo splendore.
«Bene, bene, due mortali dentro il mio cristallo nero.»
Usagi tira fuori dalla tasca del suo vestitino il talismano galattico, poi lo tiro fuori anch'io. È una follia. Ma se questo è il mio destino...
«Non siamo semplici mortali.» dice
Usagi, facendo illuminare il suo talismano e ad alzarlo in aria
pronunciando la sua formula.
«Potere galattico della Via Lattea, vieni a me!»
Si alza leggermente in aria e il suo vestito comincia a prendere forma,
le ali spuntano dalla sua schiena e la tiara cambia colore diventando
d'argento. Poi, lo faccio io.
«Potere galattico di Andromeda, vieni a me!»
Ci stringiamo le mani per un istante.
«Sono una paladina della giustizia, una combattente che veste
alla marinara: sono Sailor Moon e sono venuta qui per punirti in nome
della luna!»
«Sono la paladina del coraggio, la custode
dello zaffiro: il mio nome è Sailor Y e sono qui per punirti in
nome di Andromeda e di Alckemia!»
Queen Black sbadiglia.
«Bla, bla, bla... sempre la solita minaccia. Superata, ormai, non credete?»
La fulminiamo con lo sguardo osservando le unghie laccate di nero di Queen, inquietanti e a dir poco orrende.
«E tu, Sailor Y, dovresti essere la paladina del coraggio?»
«Certo che sì.»
«Non farmi ridere, ti ho vista con quella gattina e non vedevi l'ora di lasciare la squadra.»
Rimango basita.Cosa...?
«Beh, se vuoi, ti accontento subito, tesoro mio.»
Una sfera di luce oscura emanata dal suo scettro
sta per colpirmi. Sussulto e mi metto le mani davanti al volto, quando
un forte gemito attira la mia attenzione.
«KYAAAH!»
Queen Black viene ferita alla mano da una carta bianca con un cuore
nero, e subito mi girai verso sinistra. Sailor Moon incrocia gli occhi
di Tuxedo Mask, e accanto a lui c'è qualcuno. È
completamente bianco, con una maschera nera e due occhi argento
scintillanti. Chi sarà mai codesta meraviglia?
«Non dovresti minacciare una povera fanciulla indifesa, sai?» dice.
«E tu chi diavolo sei?» domanda Queen Black stringendo il polso sanguinante tra le dita.
«Sono Prince C, il cavaliere mascherato della galassia Andromeda.»
Sento Queen Black borbottare tra sé:«Non è possibile, un altro ficcanaso!»
Entrambi ci vengono incontro e Sailor Moon salta
addosso a Tuxedo Mask con gli occhi a forma di cuore. Detesto dirlo: la
invidio.
«Evviva, sei venuto ad aiutarci!» esclama con i decibel al massimo.
«Calma, guerriera della Luna» dice
Prince C con un sorriso «stiamo facendo il nostro dovere da
cavalieri.» poi mi fa l'occhiolino. Improvvisamente, avvampo.
«Grazie, Prince C» risponde Sailor
Moon con un sorriso stringendo la rosa rossa di Tuxedo Mask - legata
alla rosa blu di medesimo. Il principe mascherato ricambia il suo
sorriso, e all'improvviso le mie guance arrossiscono. Sta sorridendo
anche a me.
Alla faccia di quel pallone gonfiato di Sora!
«Per le paladine della giustizia, qualsiasi cosa» risponde
lui facendomi poi l'occhiolino - di nuovo - senza farsi vedere da
Sailor Moon.
I suoi occhi argentati splendono dietro la tiara luminosa della guerriera della luna. Mi sta fissando.Cavolo, se è carino.Sailor Moon si gira verso di me e mi guarda chinando poi la testa dubbiosa.
«Sailor Y?»
Chi sei veramente, Prince C?
«SAILOR Y, SMETTILA DI FARE LA BAMBOLINA!» grida improvvisamente facendomi tornare nellavita reale.Ma che vado a pensare? Sono improvvisamente diventata la nemesi di Usagi?
«Oh... scusa» abbasso lo sguardo
imbarazzata, lo stomaco attorcigliato dalla paura e le dita tremanti.
Ma che mi sta succedendo?
«Non perdete tempo e cercate l'Avantitempo,
mentre io e Prince C distraiamo Queen Black» interviene, poi,
Tuxedo Mask.
«Sarà fatto, capo!» risponde
Sailor Moon facendo il saluto militare, rimando poi imbambolata davanti
agli occhi del principe mascherato.
"E poi, sarei io la bambolina?"dico tra me e me alzando lo sguardo, cercando di non assistere a quella scenaimpietosa.
Tornando in sé, la guerriera della luna mi
viene incontro impugnando il suo scettro lunare, mentre io la osservo
con la gemma tra le mani. Non so se evocare lo scettro galattico o no,
potrei portare una marea di problemi. So di essere pessimista,
lamentosa e tutto il resto, ma... non riesco a capire chi sono davvero.
Vedo il suo scettro lunare splendere davanti ai
miei occhi, a qualche metro di distanza. Usagi è in gamba,
mentre io sono una frana.
«Coraggio, fai apparire il tuo scettro» dice Sailor Moon imperativa.
«Non so come usarlo, come devo fare?»
«Sailor Y» interviene Luna «devi chiamarlo con la tua gemma.»
«Stringila in un pugno e pronuncia la
frase» aggiunge la gattina color ambra. Mi vedo costretta a farlo
o Sailor Moon verrà uccisa. Seguo le indicazioni e non appena
stringo la gemma, chiudo gli occhi.
«Potere dello zaffiro, trasmetti i tuoi poteri su di me ed evoca lo scettro di Alckemia!»
Apro gli occhi e davanti a me si materializza uno scettro azzurro e
argentato, con una grande perla bluastra scintillante. È propriolo zaffiro?
Si adagia magicamente sul palmo della mia mano e
lo stringo dolcemente osservandolo meravigliata. Non posso crederci,
è proprio lo scettro di Alckemia, la mia amata casa.Se solo Cornelius fosse qui... Alzo lo sguardo e non appena trovo la fiducia in me stessa, raggiungo la guerriera della luna.
«Sailor Moon, aspetta!»
Si volta con occhi lucidi, osservando il mio scettro.
«Wow, che meraviglia!» esclama con gli occhi a forma di stella.
«Non perdiamo tempo; liberiamo le tue compagne, distruggiamo l'Avantitempo e fermiamo la collisione.»
«Non ce la faremo mai da sole!»
«Non siamo sole, ricordatelo» dico, e mi meraviglio di me stessa «siamo io, te, Tuxedo Mask e Prince C.»
Sailor Moon annuisce prendendo la mia mano.
ATTENZIONE:voglio precisare che il personaggio che apparirà da questo capitolo in poinon mi appartiene, l'ideatrice del personaggio mi ha concesso (anzi, chiesto) di utilizzarlo nella mia storia. La
galassia "Ghelio" non esiste; è una mia creazione, così
come le sue guerriere. Evitate commenti inutili, minacce e offese,
grazie.
Capitolo quattordici
• La misteriosa guerriera rossa •
Queen Black sembra così decisa ad ucciderci
e farla finita una volta per tutte, manomettere il tempo e distruggere
le galassie e tutti i loro abitanti. Non posso permettere che accada,
ora che riesco a ricordare ogni cosa del mio passato. Anche se sono una
reincarnazione, tutto ciò che è meraviglioso - e
impossibile, all'inizio - non sparirà, ora che sono diventata
Sailor Galaxy Y.
«Non volete proprio arrendervi, vero?»
ghigna la regina. Spalanco gli occhi facendo brillare la mia gemma, per
poi puntare lo scettro verso l'Avantitempo che il nemico tiene stretto
tra le mani.
«Tuxedo Mask, Prince C, Sailor Moon:
ADESSO!» richiamo con il bagliore dello scettro, subito i tre si
alzano sferrando il loro potere più grande: Sailor Moon ha
già evocato il suo scettro lunare, ma dubito che
funzionerà contro di lei. Non appena lanciano i loro poteri,
Queen Black pronuncia una parola incomprensibile che le permette di
proteggersi contro attacchi deboli e potenti, tutti e tre rimangono di
stucco osservando la nube nera formarsi sotto di lei.
«Oh, Sailor Y» sorride trionfante
«pensavi davvero di sconfiggermi con i poteri di questi tre
rammolliti?»
«Non siamo rammolliti, casomai lo sarai tu,
cervello pacato!» esclama Sailor Moon in preda alla rabbia.
Tuxedo Mask le va incontro dandole una pacca sulla spalla.
«Calmati, guerriera della Luna, è inutile sclerare davanti ad un nemico.»
«Ha detto che sono una rammollita!» piagnucola.
«Adesso basta, Sailor Moon!» esclamo
infuriata facendola tacere. La guerriera sobbalza e torna ad avere
un'espressione neutra, quella giusta per continuare a combattere.
«Care Sailor Andromeda,
è inutile che cerchiate di fermarmi. Ho in pugno il potere di
Sapphire e Amethyste e come puoi ben vedere, i tuoi poteri sono
nulli contro di me.»
Serro gli occhi a fessure osservando la sua
corona: ci sono due frammenti dello zaffiro e dell'ametista supremo, le
gemme delle regine dei nostri pianeti che furono distrutte assieme
alle guerriere mille anni fa.
«Finiamola una volta per tutte» mormora la guerriera di Ghelio impugnando lo scettro contro di me.«Black Chataclysm!»
Il raggio oscuro viene verso di me ma,
improvvisamente, un secondo raggio riesce a deviarlo e sferrarlo verso
il soffitto. Mi volto e vedo Sailor X e Sailor Z dietro di me. Non
potrei essere più felice.
«Ancora voi? Credevo di avervi imprigionate!» ringhia Queen Black.
«L'hai fatto, ma siamo riuscite a liberarci» ghigna Sailor Z puntando lo sguardo verso il nemico.
«Com'è possibile? Tu sei cieca... come hai...?»
«Non ha importanza come mi sia liberata, ti strapperemo dalle mani l'Avantitempo e lo distruggeremo.»
«Avvicinati e muoverò le
lancette!» esclama minacciosa spaventando tutti noi. «Non
volete vedere i vostri pianeti trasformarsi in particelle cosmiche,
vero?»
Sailor X alza la testa facendo brillare l'ametista
incastonato nella sua tiara, facendo poi apparire un simbolo a forma di
stella a sette punte con un fulmine in mezzo: il simbolo di
Hælium.
Allunga le braccia verso l'alto impugnando il suo
lungo scettro, la gemma incastrata tra l'argento comincia a splendere,
così come la sua tiara. Apre gli occhi e pronuncia«Digital Chaos!»sferrando un potente raggio verde chiaro. Queen Black riesce a deviarlo e scagliarlo contro di noi.
«Sixty-nine Circle!»grido disegnando con lo scettro il numero, creando uno scudo blu gigantesco che devia il fulmine scuro lanciato dal nemico.
«Posizionatevi ai lati del trono» dico imperativa alle guerriere.
«E tu cosa farai?» chiede Sailor Moon in preda al panico.
«La ucciderò con ilRaggio Gamma.»
Sailor X sussulta, poi usa il suo grande scettro per abbassare le mie braccia e far sparire il cerchio protettivo.
«Non puoi farlo», ribatte «è un potere che non puoi dominare da sola.»
Ignoro le loro parole e mi avvicino al trono di
Queen Black che stranamente, emette strani fulmini scuri. Impugno lo
scettro cercando di concentrarmi al massimo, provando a far illuminare
la mia gemma.
«Ho scritto il tuo nome sulla mia personale Lista della Morte, mia cara Sailor Y» ruggisce la regina «farai la stessa fine di tua madre: la regina Sapphire.»
Il diamante nero splende davanti ai miei occhi.
«Daemoniacal Bible!»esclama facendo apparire un gigantesco libro dalla copertina scura che cerca di attirarmi al suo interno.
«Bloody Poison!»
Un raggio rosso viola riesce a colpire il raggio
oscuro di Queen Black disintegrando inoltre metà del diamante
nero incastonato nel suo scettro, facendo scomparire il grande libro.
Il nemico sussulta dal terrore guardandosi intorno.
Spaventate, anche noi ci guardiamo alle spalle e
una sagoma dai lunghi codini, gli occhi rossi e un tridente scuro fa la
sua apparizione. Tutte noi ci chiediamo chi sia e da dove provenga, ma
io credo di conoscerla. Dall'aspetto sembra essere Sailor Moon, ma lei
è proprio accanto a me. Ha gli occhi rossi e il suo sorriso
mette in risalto quattro lunghi canini, appuntiti e piuttosto sporchi.
Che sia una creatura sovrannaturale? Com'è possibile che il
presunto clone di Usagi sia qui? Che provenga da un universo parallelo?
«Un momento, ma quella guerriera sembra me!» esclama Sailor Moon.
«Sono Sailor Vampire, vengo dalla luna
rossa» dice leccandosi poi un canino «non sono qui per
uccidervi, ma per aiutarvi.»
«Mmh... non mi fido, Sailor Y» mormora la guerriera della luna vicino al mio orecchio.
«Sailor Vampire» richiamo la sua attenzione, mi risponde con un dolce sorriso «sei un'assassina?»
«Beh, ho ucciso i miei genitori, ma non mi permetterei mai di uccidere voi. Infondo, siamo colleghe.»
Sailor Moon sembra svenire, ma riesco a farle distogliere lo sguardo e pensare ad altro.
«Pensa a Tuxedo Mask, non a lei. Fai finta che non esista.»
Gli occhi di Sailor Moon brillano di un rosa
scintillante, e subito viene catapultata nel mondo dei sogni - e degli
amori non corrisposti.
«Ahhh, Tuxedo Mask...»
Faccio roteare gli occhi.Oh, cavolo.Certo
che, anche come guerriera Sailor, il suo carattere da sognatrice non
svanisce. Mi volto verso Sailor Vampire che, stranamente, aveva
inclinato il capo da un lato.
«Cosa le prende?»
«Le stava per venire una specie di crisi, ma sono riuscita a prendere in mano il tutto.»
Inarca leggermente le labbra.
«Quindi, vieni da un universo parallelo?»
Annuisce.
«E sei qui per aiutarci a fermare la collisione?»
Tira fuori da non so dove uno specchio dorato dal
vetro verde chiaro, ma non è lo specchio di Sailor Plus - il suo
è circondato da diamanti, smeraldi e piccoli rubini, il bordo
d'argento e un simbolo a forma di stella a cinque punte.
«Ho lo specchio di Sailor Neptune, con questo possiamo evocare il suo potere.»
«E come fai ad averlo?»
Si mordicchia il labbro.
«Diciamo che... uhm, l'ho preso in prestito.»
Indietreggio di un passo osservando i suoi canini allungarsi lentamente.
«E a cosa dovrebbe servirti?»
«Per fermare la collisione, sono necessari anche i talismani delle guardiane del Sistema Solare esterno.»
La guardo con aria confusa. Quindi le Sailor
Senshi della Via Lattea non sono cinque, ma molte di più? So che
anche le Sailor Andromeda sono numerose - non so neanche se esistono le
loro reincarnazioni.
«La spada di Uranus e lo scettro di Pluto
sono gli unici talismani che ci rimangono» poi distoglie lo
sguardo aggrottando leggermente la fronte «ma due guerriere mi
hanno preceduta.»
«E chi sarebbero?»
«Sailor Cyan e Sailor Violet della galassia Ghelio.»
Ricordo che Ghelio e
Andromeda erano già entrate in collisione tempo fa, che la
nostra galassia aveva risucchiato l'altra devastandola completamente.
Come possono esistere le Sailor Ghelio, se la loro galassia è
stata distrutta?
«Vogliono rivendicare la loro galassia e si sono schierate contro
il bene» dice, poi «finché hanno gli altri due
talismani tra le mani, non potremo impedire la collisione.»
«Ma tu... come lo sai?» chiedo intontita.
«Ho visto il futuro con un mio speciale
potere» spiega «per questo sono qui: voglio aiutarvi a
salvare le vostre galassie.»
Sailor X e Sailor Z mi vengono dietro diffidenti.
Hanno appena visto Sailor Vampire, il suo scettro e quegli occhi rossi
che per loro appaiono come fosserominacciosi.
«Come possiamo fidarci di te?» chiede Sailor X.
«Preferite vedere i vostri pianeti trasformarsi in stelle, polveri e chissà cos'altro?»
Immediatamente, le altre due ragazze decidono di
darle una possibilità. Sailor Vampire, Sailor X e Z allungano le
loro mani, appoggiandone una sopra l'altra.
«Allora sei con noi, Sailor Vampire?»
domanda Sailor Z accertandosi che la promessa fatta dalla guerriera
vampira sia sincera.
«Per la Via Lattea... eAndromeda!»e
infine, tutte e tre alzano le loro mani in cielo e impugnano i loro
scettri, pronte ad abbattere Queen Black e le altre minacce.
▼
La regina sembra essere determinata a
distruggerci, a quanto pare. Il suo diamante è leggermente
frantumato, ma dubito che i poteri siano potenti come quelli precedenti.
«Ho una sorpresa per voi, Sailor Andromeda» annuncia con tono maniacale «ho incontrato le vostre amiche e ho pensato di organizzare un incontro.»
«Cosa vai a blaterare?» risponde Sailor Z. «Non avverto nessuna presenza malvagia, a parte te.»
La regina oscura comincia a ridere tra sé.
«Credevate davvero di sconfiggermi con uno stupido raggio luminoso?»
Sussulti improvvisi mi fanno capire che dietro
quel grande trono ci sono due presenze malvagie, il mio zaffiro lo ha
percepito. Che siano proprio le Sailor Ghelio di cui parlava Sailor
Vampire?
«Ho pensato ad una lotta Sailor contro Sailor.»
Lo sapevo, sono proprio loro!
«Avanti, Cyan and Violet, sono tutte vostre.»
Con uno schiocco di dita, due ombre fanno il loro
ingresso mostrandosi poi ai nostri occhi. A destra del trono,
c'è un guerriera dalla gonna sfumata di un turchese scuro, lo
scettro di mercurio e i capelli bianchi. Lei èSailor Cyan, principessa del pianeta Blues della galassia Ghelio.
Alla sinistra, c'è una seconda guerriera: ha la gonna di un
viola scuro sfumato, un piccolo scettro di arsenico e i capelli quasi
tendenti al nero. Lei
èSailor Violet, principessa scomparsa
da più di diecimila anni - figlia della luna viola, satellite
del pianeta Blues della galassia Ghelio.
«Da quanti anni aspettavate di rivendicare la vostra galassia? Direi ben undicimila!»
Gli occhi delle guerriere sono bianchi,
esattamente come li aveva Sailor Z prima di liberarsi dall'ipnosi del
diamante oscuro. Anche loro devono essere reincarnazioni, altrimenti
non si spiegherebbe.
«Andate, mie principesse, e distruggetele.»
Sailor Cyan punta verso Sailor X scagliandole un
calcio che riesce a schivare con facilità, mentre Sailor Violet
punta verso di me impugnando lo scettro contro la mia gemma al centro
del fiocco del mio vestito.
«Il loro punto debole è la gemma,
Sailor Violet. Disintegrala e non sbagliare!» la voce maniacale
di Queen Black. Gli occhi bianchi della guerriera s'illuminano di colpo.
«Sì, mia padrona» mormora lei facendo risplendere lo scettro.
«Rainbow Chataclisma!»scaglia poi contro di me.
«Fraction!»lo
devio con un movimento fulmineo delle mie dita. Sailor Violet sembra
essere insicura bei suoi movimenti, finché un ghigno malvagio
non le dipinge il volto.
«Watercolor!»un
raggio azzurro e blu mi viene incontro, cerco di deviarlo di nuovo ma
mi batte sul tempo e finisco a pancia all'aria colpendo proprio la
gemma.
«Sailor Y!»
Il mio vestito va e viene, la gemma emana
scintille elettriche azzurrine. Non è affatto un buon segno,
Sailor Vampire mi viene incontro osservando la gemma frantumata al
centro.
«Se continuerà a combattere, la gemma si distruggerà» interviene Sailor Z.
«Tornerà nella sua forma umana?» chiede la guerriera vampira.
«No, sparirà per sempre.»
«Allora, combatterò io al suo posto.»
«Prince C, Tuxedo Mask, tenetela lontana da
qui. Non deve combattere finché la gemma non si sarà
ristabilita» i principi mascherati annuiscono al suo ordine.
Tuxedo Mask mi allontana dalle altre ragazze, ed io seminconscia le
osservo combattere con coraggio ed orgoglio.
«Bloody Waterfall!»lancia Sailor Vampire puntando il suo scettro rosso contro Sailor Violet.
«Cerchio di Giotto!»si
difende il nemico. Queen Black comincia a ridere osservando le Sailor
Senshi combattere e stancarsi minuto dopo minuto, tra una mossa e
l'altra. Sailor Cyan combatte contro Sailor X e Sailor Moon, mentre
Sailor Violet contro Sailor Z e Sailor Vampire.
Tutto ciò è spaventoso.
«Va tutto bene, Sailor Y?» mi chiede Prince C prendendomi per una mano.
«Abbastanza...ugh... tranne il fatto che la mia gemma ha una terribile crepa.»
«Non devi aver paura, le tue compagne stanno lottando per salvarti la pelle.»
«Ma se scomparirò, cosa succederà?»
«Non rivedrai mai più il tuo principe, la tua casa...tua figlia.»
Mia figlia?Dahlia aveva
una figlia? Luna non me ne aveva parlato, o forse mi hanno tenuta
all'oscuro di tutto. Ora capisco chi era quella bambina che chiamava a
gran voce il mio nome: la piccola Lady Sapphire.
«Ho una figlia?»
«Si chiama Haiyuki, ma la famiglia di Alckemia l'ha battezzata comeSmall Lady Princess Sapphire.»
«Ed è qui, non è così?»
Alzo lo sguardo verso di lui incrociando i suoi occhi argentati.Cavolo, se è attraente.
«Questo non lo so» risponde
malinconico, come se gli mancasse «quando Dahlia fu risucchiata
da quel buco nero, Haiyuki e Cornelius fuggirono dalla loro galassia,
rifugiandosi su un pianeta di Ghelio. Il principe morì dopo
cento anni, e Haiyuki rimase una bambina dopo essere stata stregata dal
cuore di ossidiana puro.»
«La stessa che ha incontrato Maêko, prima di diventare cieca?»
«Lei fu maledetta per l'eternità
dalla regina del diamante oscuro, la principessina no. Sarebbe
cresciuta dopo diecimila anni, o se avrebbe trovato il vero
amore.»
«Vero amore?»
«Vedi... lei s'innamorò della piccola
custode di quella gemma demoniaca: Darknya, ma lei inizialmente era
contraria ai suoi sentimenti. Per spezzare la maledizione, bastava
fondere entrambi i cuori, ma Haiyuki non ci riuscì.»
Quelle parole furono come un colpo al petto. Era
come se fosse accaduto solo qualche momento fa, come se mia figlia
fosse sparita da poco.
Prince C ricorda tutto ciò che le è
accaduto, e questo mi ferisce. Proviamo entrambi la stessa sensazione,
un dolore che non smette di torturarci. Si schiarisce improvvisamente
la gola e respira profondamente trattenendosi le lacrime.
«Ti va se ne parliamo in un altro momento?»
Annuisco e torno a guardare il combattimento, ormai diventato più crudo.
*
Sailor Z si muove con un'abilità
incredibile, nonostante sia cieca. Osservo Sailor Cyan e Sailor X
scontrarsi con i propri scettri, come fossero due spade: una con il Garnet Rod,
l'altra con lo scettro di Hælium. Poi, vedo Sailor Vampire
disegnare un arco con il suo scettro rosso facendo apparire una cupola
rosea.
«Sta usando la Spada Spaziale contro di noi!» esclama la guerriera vampira a Sailor Z.
«Come la raggiriamo?» chiede la guerriera rosa.
Sailor Vampire tira fuori dal suo enorme fiocco
rosso una pietra blu e nera spettrale, grande e luminoso come il
cristallo d'argento di Sailor Moon.
«Useremo la gemma antigravità.»
«Sai come usarla, vero?»
«Sailor Barian mi ha insegnato come usarla, non devi aver paura.»
Sailor Z muove lentamente la mano verso la gemma e
la tasta con le dita, sentendo la sensazione liscia e dura della
pietra. È la prima volta che la osservo toccare qualcosa con
naturalezza - tra l'altro, conosco neanche la sua vera identità,
ma poco di lei.
«Gemma antigravità»Sailor Vampire la lancia oltre la cupola rosea, che svanisce all'istante, illuminandosi lentamente,«azione!»
La gemma emana una luce azzurra potentissima, le
guerriere sul campo si ritrovano a mezz'aria, l'energia al limite e gli
scettri impugnati nella mano non dominante.
«Sailor Z, ci sei?» domanda Sailor Vampire.
«Un momento... non riesco a captare la tua voce...»
«Sono alla tua sinistra» e la guerriera rosa si volta.
Si ritrovano faccia a faccia, gli occhi puntati
una contro l'altra. Incrociano le loro mani libere, per poi puntare lo
scettro contro Sailor Violet, disorientata.
«Raggio Gamma!»
«Bloody Poison!»
Entrambi i loro scettri rilasciano due raggi colorati che, dopo qualche minuto, si uniscono.
«Azione!»
Il potente mix riesce a disarmare Sailor Violet e toglierle dalle mani la Spada Spaziale, ilRaggio Gammadistrugge la sua gemma colorata e perde i sensi.
«Che mi sono persa, Sailor Y?»
Mi giro e vedo la gattina color ambra di qualche ora fa.
Capitolo 15 *** Capitolo quindici - I piccoli segreti di Andromeda e la furia di Sailor Z ***
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Capitolo quindici
• I piccoli segreti di Andromeda e la furia di Sailor Z •
Sono sull'orlo del precipizio. La gemma le ha
permesso di spiccare il volo e attaccare dall'alto, ma senza successo.
Le vedo andare da una parte all'altra dandosi una spinta contro le
punte di cristallo. Intanto, la gattina color ambra è qui
davanti a me.
«Sei sicura di saper riparare la gemma, vero?» le chiedo un po' dubbiosa.
«Solo il diamante puro può farlo ed io sono la sua custode.»
Prince C spalanca i suoi occhi d'argento.
«Significa che tu sei Princess Lunaris?» domanda lui e la gattina annuisce con un sorriso.
«E perché sei qui?»
«Per riunire le Sailor Andromeda e portare la pace nella nostra galassia.»
Mi sento così strana, ora che ho visto una principessa trasformata in un gattino color ambra.
«Ora stai ferma» mi ordina facendo
illuminare la stella sulla sua fronte. La mia gemma splende
improvvisamente emanando piccole scintille bianche.«Diamond Shine!»
Le scintille si uniscono e la crepa in mezzo alla gemma sbiadisce.
«Come fai a...? Sei un gatto!» esclamo.
«IlCristallo Infinitomi donava l'aspetto di una vera principessa, ora vivo in questo corpo. Sono la sua reincarnazione, in verità.»
«Tornerai umana, vero?»
«Temo proprio di no» risponde
abbassando lo sguardo, la stella sulla fronte che s'illumina poco a
poco. «A meno che voiSailor Algebricpossiate aiutarmi a ricomporre il cristallo.»
«E come dovremmo fare?»
Lunaris osserva la mia gemma in mezzo al fiocco, poi la tiara. È chiaro che ha qualcosa a che fare con il mio zaffiro.
«Le vostre tiare portano il frammento del
mio cristallo, bisogna riunire i tre pezzi davanti al mio diamante, in
modo che possa ricostruirlo.»
«Si può fare?» chiedo intontita.
«Ma certo» sorride dolcemente
«e... sì, lo so, può sembrare strano e tutto il
resto, ma Andromeda è appoggiata alla fisica e alla matematica,
ad eccezione diquesto.»
«Matematica?»
«Sì, potrebbe sembrare noioso - ti do
ragione, per carità -, ma tutto ruota alle leggi della
natura» spiega. «Ogni guerriera ha una sua caratteristica
legata a questo, ma solo la gemma che custodisce può sfidarle o
renderle surreali, quasi impossibili e perfino spettacolari.»
Le sue parole mi confondono. Ci sono alcuni poteri
che sfidano qualsiasi legge fisica e matematica esistente, eppure sono
una ragazza portata allo studiare materie pesanti come queste. Non solo
le Sailor Andromeda sono
agganciate a leggi matematiche, fisiche e chimiche, ma sono anche in
grado di sfidarle con facilità utilizzando poteri leggendari
come lagemma antigravità e laStarlight Flame. Tutto questo è assurdo.
«La gemma è riparata, puoi tornare sul campo di battaglia.»
Trasalisco. Prince C mi sorride dandomi una leggera pacca sulla spalla cercando di infondermi coraggio.
«Non so se...»
«Sei o non sei la paladina del coraggio,
Sailor Y?» chiede lui sarcastico. «Ricordati che Princess
Lunaris ha scelto te come pioniera della guerriere di Andromeda, quindi
non deluderla.»
Il mio sguardo si appoggia a quello della gattina,
che mi sorride e arriccia leggermente il naso. Alzo la testa e respiro
profondamente.
Non la deluderò, Prince C. Stanne certo!
Raggiunte le mie compagne, mi sollevo a mezz'aria e trovo il modo per
avvicinarmi a Sailor Vampire. La gemma antigravità è
ancora sopra di lei, luminosa più che mai. Sailor Violet
è accasciata a terra priva di coscienza, la gemma al centro del
suo fiocco è completamente danneggiata - peccato che Sailor
Vampire abbia sbagliato bersaglio, dal momento che il punto debole
delle Sailor Ghelio è la gemma attaccata alla cintura d'oro. Il che significa che presto tornerà all'azione, per riprendersi la Spada Spaziale di Uranus.
«Finalmente sei qui» sorride la guerriera vampira.
«Sapevi chi era veramente quel gatto, vero?»
«Ovviamente» strizza un occhio «e so anche che hai il frammento del Cristallo Infinito nella tiara.»
Mi viene un tic nervoso. Perché hanno voluto tenermi all'oscuro di tutto?
«Credevo fosse nella nostra gemma.»
«Quella è la fonte dei tuoi poteri, Sailor Y, cosa che le guerriere Sailor della Via Lattea non possiedono.»
Sonosbalordita,davvero.
«Adesso basta, mi sono stufata di volteggiare come una farfalla!» grida Sailor Cyan impugnando il Garnet Rod di Sailor Pluto contro di noi.«Thunder Magenta!»
Dalla sfera esce un fulmine rosa che arriva verso di noi.
«Raggio frazionario!»lo devio.
«Spegni quella maledetta gemma, stupida vampira!» sbraita la guerriera turchese scuro.
«Ed è perché mi hai chiamata
"stupida" che non lo farò» risponde la guerriera vampira
mettendo in bella mostra i suoi canini appuntiti. Mi giro e vedo Sailor
Moon in preda al panico, a mezz'aria con lo sguardo assente.
«Sailor Moon, non restartene lì imbambolata.»
«Co... co... com'è morta Sailor Violet...?»
«Non pensare a lei, pensa alla sua compagna!»
La guerriera della luna scuote freneticamente la testa scacciando quei pensieri, tornando poi se stessa.
«Meglio tardi che mai, Usagi!» sbotta Sailor Vampire chiamandola per nome.
«Non era necessario fare il mio nome!» reagisce.
«Adesso, vorresti fare il mio? Bene, ti accontento; il mio nome è Crystal!»
«Oh, ma che bel nome!» risponde Sailor Moon con tono sarcastico facendo roteare gli occhi.
«Fate la finita, tutte e due!» le
sgrido mentre un secondo fulmine rosa ci viene addosso e a deviarlo,
è proprio la gattina color ambra.
Sailor Z e Sailor X ci vengono incontro, gli
scettri in pugno e gli occhi fiammeggianti. La guerriera rosa prende in
braccio la gattina, mentre Sailor X si scaglia contro Sailor Cyan a
colpi di scettro.
«Cosa ci fai qui, Lunaris?» chiede Sailor Z un po' preoccupata.
«Va tutto bene» risponde la gatta «ho ancora il diamante, posso combattere.»
«Non hai la forma umana, sei svantaggiata» intervengo.
«So che non posso evocare lapiuma della fenice d'argento,ma ho ancora i poteri, cosa che Queen Black non è riuscita a togliermi.»
«Vuol dire che ilCristallo Infinitoserviva a qualcos'altro?»
«Mia cara Sailor Y, quel cristallo ha un potere troppo forte e perfino ingestibile. Non sai cosa combina.»
Lunaris riesce a liberarsi dalla presa di Sailor Z
atterrando proprio davanti ai suoi piedi. La sua stella emana scintille
bianche e azzurre, Sailor Cyan punta lo scettro verso di lei, proprio
sulla sua stella luminosa.
«Cyan Hurricane!»
Un gigantesco uragano le va incontro, ma Lunaris
non riesce a fermarlo in tempo. Viene catturata dal ciclone e buttata
dall'altro lato del campo, la schiena contro il pavimento.
«NOOO!»
Intercettando con le orecchie il rumore della
caduta - l'impatto con il pavimento di cristallo nero -, Sailor Z corre
verso di lei e l'abbraccia dolcemente con le lacrime agli occhi. La
stella di Lunaris perde energia spegnendosi lentamente. A quanto pare,
Sailor Cyan e Queen Black hanno scoperto il punto debole delle Sailor Andromeda.
Sailor Z adagia la povera gattina a terra, ormai in fin di vita, e alza
lo sguardo verso Queen Black. Il prisma Nero ha ucciso quella gattina
innocente, tra l'altro nessuno sa chi sia davvero. Aveva pronunciato un
nome: Lunaris. Che sia proprio quello il nome di quella poverina?
In un batterdocchio, i suoi occhi cominciano a splendere di un rosa intenso. Che abbia riacquistato la vista? Ne dubito.
Caccia un fortissimo urlo, i suoi capelli
fluttuano nel vento alzandosi vorticosamente verso l'alto. Il suo
vestito comincia a cambiare forma, la gonna si allunga, diventando di
un rosa cipria luminoso, la sua muta da guerriera Sailor viene
sostituita da un bellissimo abito lungo di raso, la corona di rose e il
quarzo rosa incastrato al centro della rosa grande. Poi, i suoi occhi
tornarono color latte.
«A-avete visto?» domanda Sailor Moon terrorizzata. «È... è unafuria.»
«No» risponde Sailor X «lei è Maêko, la principessa di Thûsheda.»
Thûsheda. Un pianeta non molto distante dal Crysalium, tra Alckemia e IG-45, piccolo e completamente rosa.
Vedo improvvisamente Maêko strapparsi la gonna del vestito
e legarsela attorno alla testa, i suoi occhi emanavano fiamme
incandescenti.
«Wow, non me lo aspettavo» commentò Queen Black. Si
liscia i capelli con le unghie osservando le pupille di Maêko che
la fulminano.
«Tu, maledetta infame» dice con la
voce quasi demoniaca, rivolgendosi a Sailor Cyan «hai ucciso
Lunaris e fosse l'ultima cosa che faccia, questa te la farò
pagare!»
Queen Black ridacchia.
«Non le fai paura, sciocca. Finché
l'Avantitempo è tra le mie mani, non puoi uccidere nessuna delle
due. Posso manipolare il tempo e portare avanti la collisione quando
voglio.»
Maêko ringhia e subito fa un balzo preparando una delle sue mosse. «Theorema!»esclama lanciando una
scia di numeri e lettere dall'aspetto minaccioso, Sailor Cyan la
protegge con un colpo del suo scettro facendo poi un salto mortale
all'indietro. Queen Black ne approfitta per sferrarle una sfera di luce
oscura, che Maêko riesce a schivare.
«Sei un mostro!» esclama la principessa.
«Ilmostro,qui, sei tu. Davvero, sei inquietante» risponde la regina, facendo alterare sempre di più Maêko.
«Equazione!»il
fascio di luce è blu, piena di lettere e numeri elevati al
quadrato. Queen Black riesce a deviarlo con un colpo del suo scettro,
che frantuma di poco il diamante nero.
«Non di nuovo!»
Maêko sembra determinata. Dal modo in cui
sta osservando la regina è indescrivibile, sembra essere
posseduta da un demone. Nonostante sia cieca, riesce a captare la sua
presenza. Lo capisco quando lei muove leggermente le orecchie, o le sue
narici si dilatano leggermente. È una ragazza davvero
straordinaria. «Caaaaspita,anch'io vorrei avere una mossa del genere» commenta Sailor Moon con gli occhi a forma di cuore.
«Stai sulla difensiva, anziché
guardare con la bocca aperta!» risponde Sailor Vampire dando un
pugno sulla testa di Sailor Moon.
«Ahia!»esclama massaggiandosi la cute.
«Che ti serva di lezione,stupida!»
«Che maleee!» si lamenta poi. Cerco di non ridere, ma di stare attenta alle mosse di Maêko e di Queen Black.
Lo scettro della principessa rosa si illumina, trasformando le sue
pupille di un rosa estremamente pallido. La luce diventa sempre
più forte, fino ad impedirmi di vedere ciò che sta
accadendo. L'unica cosa che riesco a vedere è il movimento delle
sue mani e delle sue gambe.
«Scettro di Thûsheda» lo fa roteare velocemente almeno cento volte «ti chiedo di evocare il cannocchiale di Galileo!»
Sailor Vampire mi guarda confusa, così come Sailor Moon.
«Ha detto proprio "cannocchiale di Galileo"?» domanda la guerriera vampira.
«Thûsheda è il pianeta delle
stelle, per questo il cannocchiale che definiscono anche supremo lo
usano come arma di difesa» risponde Sailor X.
Maêko lo punta verso Sailor Cyan - che
indietreggia di due passi spaventata. È incredibile come
Maêko riesca ad orientarsi nonostante la sua cecità, non
è da tutti i giorni ma so che è la sua gemma ad aiutarla,
altrimenti non si spiegherebbe. Con un occhio, individua il suo
bersaglio con il cannocchiale e lo punta contro il nemico.
«Interstellar Five!»
La lente del cannocchiale emana poveri cosmiche
scure e piccole stelle dall'aspetto minaccioso, che colpiscono in pieno
Sailor Cyan sulla cintura distruggendo la sua gemma. La guerriera
turchese scuro sparisce emettendo un grido muto, lasciando cadere il Garnet Rod sotto una piccola massa di polvere bianca. Mi giro verso Sailor Moon e la vedo con la bocca spalancata.
«Non ci voglio credere...»
«Oh, credici,
invece» risponde Sailor Vampire dandole una pacca sulla spalla,
incrociando poi le braccia «e credo proprio che Sailor Violet
farà la sua stessa fine.»
Maêko si volta improvvisamente verso i cristalli liquidi, dove le
guerriere della Via Lattea sono imprigionate. Fa la stessa azione di
prima individuando il suo obiettivo con il cannocchiale, per poi
puntarlo contro il cristallo centrale, dov'è imprigionata Sailor
Jupiter.
«Crysalium Thunder!»
Dalla lente gigante esce un fulmine bianco e rosa
che distrugge il cristallo liquido liberando la guerriera di Giove.
Infine, libera le altre due guerriere con lo stesso potere
avvicinandosi a loro con la gemma in testa che, lentamente, s'illumina.
«Che cosa? No, non è possibile!»
Maêko, con la gattina tra le braccia, si avvicina a Sailor
Mercury allungando poi la sua mano libera verso di lei - precisamente,
sulla testa.
«Tectumque!»
La gemma emana una scintilla che illumina anche i
corpi delle altre due guerriere, facendole ristabilire e riprendere
coscienza. Si alzano lentamente grattandosi la testa confuse, mentre
Maêko sorride.
«Non ricordo più niente...» aggiunge Sailor Mercury.
«Tranquille, ragazze» prende la parola
Maêko fissando il cristallo liquido ormai distrutto «vi ho
liberate per sconfiggere Queen Black una volta per tutte.»
Sailor Mars spalanca gli occhi.
«AAAAH,siamo instraultramegaritardo!»esclama.
«Quanto manca, esattamente?» chiede Sailor Mercury con la voce leggermente roca.
«Undici ore.»
E mentre parlano, Queen Black fa girare le lancette due volte. Da undici, diventano nove.
Capitolo 16 *** Capitolo sedici - Vicini alla collisione ***
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Capitolo sedici
• Vicini alla collisione •
È un imbroglio, lo so. Queen Black ha tutte
le carte in regola, sarà difficile sottrarle l'Avantitempo. Ora
che le Sailor Senshi della Via Lattea sono libere, possiamo unire i
nostri poteri per fermare la collisione.
«Non manca niente», dice Sailor Vampire «tutti gli amuleti sono qui.»
«E Sailor Venus?» chiede Sailor Moon.
La guerriera vampira abbassa la testa.
«Beh, veramente lei...»
Una luce arancione e gialla si para davanti ai
nostri occhi, due occhi grandi e azzurri, capelli lunghi e biondi, una
catena rossa come cintura; finalmente vedo la nemesi di Sailor Z: la
guerriera dell'amore Sailor Venus.
«Oh, finalmente sei arrivata!» esclama Sailor Vampire.
«Credevi fosse facile viaggiare con l'aereo?
Non sono di certo come te che hai la velocità
sovrannaturale» risponde incrociando le braccia. La vampira
ridacchia mettendosi una mano dietro la nuca grattandosela nervosamente.
«Beh, su questo non hai torto.»
«Non potevo restarmene in disparte, dal momento che c'è in gioco il destino della nostra galassia.»
«Un momento» interviene Sailor X «manca un altro amuleto.»
«Vi bastano quelli che avete, per entrambe le galassie» interviene Maêko «voi avete il Moon Sticke ilCristallo D'Argento,noi abbiamo ilcannocchiale di Galileo e ilCristallo Infinito. Siamo pari.»
«Tu credi?» domanda Sailor Moon.
«Sono necessari soltanto questi, più i nostri poteri. Possiamo farcela!»
Ci voltiamo verso Queen Black e vedo che Sailor
Violet ha ripreso coscienza, è tornata all'attacco rivendicando
anche la sua compagna. Da quel che vedo, sembra essere diventata
più forte di prima.
Gli amuleti delle Sailor Outer li abbiamo noi
però, conoscendo bene le Sailor Ghelio, anche loro dispongono di
un potere in più - spesso definitoimbattibile o leggendario.Avrà di sicuro ilpennello di Van Gogh, un potere raro eunico, oltre che incredibile.
«Vi arrendete, guerriere?» domanda Queen Black sarcastica.
«Non abbiamo paura di quel diamante, ormai è quasi distrutto» rispondo.
«Visto che ho fatto fuori la vostra cara Sailor Infinity per la seconda volta, le vostre gemme sonovulnerabili.»
Spalanco gli occhi. Ha detto proprio "Sailor Infinity"?
«Vuol dire che Lunaris è...»
«Esatto, Sailor Y» ghigna lei.
«Princess Lunaris è anche una guerriera, stupida e
infantile, che non ha saputo proteggere le sue amiche.»
Maêko si piazza proprio davanti a me, come se volesse proteggermi da un probabile attacco dal diamante nero.
«Sailor Infinity non è stupida, ha lo stesso coraggio di Sailor Y e credetemi, regina, l'ha dimostrato.»
«Lei...coraggiosa,come la guerriera azzurra e blu, goffa?» comincia a ridere prendendosi gioco di me.Maledetta infame!Gli occhi di Maêko si trasformano in fiamme bianche possenti.
«Come osi prenderla in giro?» ringhia.
«Sto dicendo la verità, Sailor Z, dovresti conoscermi bene dal momento che ci siamo scontrate mille anni fa.»
«Come posso ricordarlo, se sono una reincarnazione?»
«Oh, mia cara Sailor Z, allora non sai
proprio nulla» sorride trionfante Queen Black facendo infuriare
nuovamente Maêko. Cerco di afferrarla per il braccio e farla
ragionare, ma sembra tutto inutile. Non è in sé, ne sono
sicura. Maêko riesce a liberarsi dalla mia presa e puntare il
cannocchiale verso la regina, pronta a sferrarle una mossa pericolosa.
Dal sorriso malvagio che ha appena disegnato sul suo volto, non
promette nulla di buono.
«Astro-circulum!»
Dal cannocchiale esce una serie di cerchi di
polvere cosmica, a proteggere Queen Black è proprio Sailor
Violet facendosi colpire in pieno sulla gemma attaccata alla sua
cintura d'oro frantumandola, per poi scomparire. Tutte le guerriere
attorno a me spalancano gli occhi e sussultano sorprese, soprattutto
Maêko. Queen Black tira un sospiro di sollievo abbracciando il
suo scettro metà distrutto.
«Credevo di rimanerci secca.»
«È quello che meriti, non sei degna del potere di Andromeda!»
«Presuntuosa!Raggio oscuro!»
Maêko riesce a schivare il raggio con un salto, per poi sferrare nuovamente l'Astro-Circulum.
Queen Black lo schiva teletrasportandosi proprio
dietro di lei, ma riesce a intercettarla. Si gira di scatto verso di
lei, captando la luce del diamante nero.
«Sixty-Nine Circle!»
Lo devia tracciando velocemente un numero con il
cannocchiale fungendo da scudo, Maêko sorride maligna, per poi
fare un cenno a Sailor X. La guerriera dai capelli viola annuisce
facendo brillare la gemma del suo scettro.
«Raggio Gamma!»
Queen Black sparisce e riappare nuovamente seduta sul suo trono.
«Sei sleale!» esclama Sailor Moon.
«Mai quanto voi, guerriere nullafacenti.»
Maêko ringhia nuovamente cercando di
impugnare il cannocchiale contro di lei, per sferrarle una maledizione
mortale. Si rende conto, poi, che le Sailor Andromeda non possono
permettersi tale potere. Non fa parte della fisica, dell'astronomia e
della matematica: è purafantasia.
«Sailor Moon, Sailor Y» ci richiama
Sailor Mercury «usate i vostri cristalli, potete creare un raggio
dalla velocità supersonica che potrebbe sconfiggere il
nemico!»
«E come?» chiedo intontita.
«IlCristallo D'Argentoe ilCristallo Infinitosono la nostra ultima via d'uscita.»
Io e Sailor Moon ci scambiamo un'occhiata confuse,
poi osserviamo il centro dei nostri fiocchi. Ma io ho solo un frammento
del cristallo, come posso ricomporlo se non ho gli altri due pezzi?
Improvvisamente una lacrima scende lungo la guancia, mi limito a sorridere e ad abbracciare Maêko singhiozzando.
«Come farei senza di voi, amiche mie?»
Dopo inutili scene drammatiche, Sailor Moon alza in cielo il suoCristallo D'Argento,mentre
io, Maêko e Sailor X - non appena alza lo sguardo in cielo, la
sua tiara comincia a brillare, e la sua muta da Sailor diventa un
vestito lungo di colore viola: è diventata Princess Odile,
futura regina di Hælium. Lo stesso anche Sailor Moon, diventando
così Princess Serenity, futura regina del Silver Millennium.
È incredibile... ci siamo trasformate in principesse, future
eredi delle gemme di Andromeda. Adesso, anch'io ho un vestito lungo,
nero e azzurro; sono Princess Dahlia.
Mi sembra di sognare.
«Sei pronta, Princess Serenity?» grido facendo apparire una sfera di energia sopra di me.
«Sì, Princess Dahlia, sono
pronta» risponde chiudendo gli occhi lentamente. Li riapro e vedo
la regina oscura giocherellare con l'Avantitempo, facendolo roteare con
un dito.
Ora sei spacciata, Queen Black.
«A noi la prima mossa» mormora Serenity, per poi prendermi per mano.
«Finalmente, vi siete decise a consegnarmi la fonte dei vostri poteri.»
Queen Black crede che le cederemo i nostri poteri, ma si sbaglia di grosso.
«Adesso!» grido, impugnando il cristallo contro la regina.
«Potere del Cristallo D'Argento, entra in azione!» «Potere del Cristallo Infinito, diffondi la tua essenza!»
Due raggi di luce abbaglianti si lanciano contro Queen Black ma, inaspettatamente, non la sconfiggiamo.Anzi, l'abbiamo avvantaggiata.Tutte
le altre guerriere si mettono in posizione proteggendo le loro fonti di
potere, mentre Queen Black sprofonda in una risata malvagia fragorosa.
«Grazie mille,guerriere Sailor» dice «mi avete dato l'energia necessaria per impadronirmi della luce del Sole e delCrysalium.»
Sailor Vampire mi guarda confusa.
«Sono le nostre stelle, la fonte di calore e di luce che ci permettono di sopravvivere» spiego.
«Bah, iodetestoil sole» borbotta lei sottovoce.
«Se c'è una cosa che non sopporto
sono le ficcanaso» ringhia Queen Black puntando lo scettro contro
Sailor Vampire «dimmi un po':perchései venuta qui? Per spiarmi?»
«Per salvare la Via Lattea dalla distruzione» le risponde subito.
«È tempo perso, cara, perché
la collisione tra le due galassie sarà davvero devastante: si
autodistruggeranno fino a diventare polvere cosmica e detriti
spaziali.»
La guerriera vampira stringe il suo scettro tra le mani osservando la regina oscura con gli occhi a fessure."Se le due galassie si distruggeranno, sparirà anche lei",dice a gran voce. La regina non l'ascolta e fa girare nuovamente le lancette.
«Non puoi farlo!» grida poi.
«I vostri poteri non valgononiente,Sailor
Andromeda» risponde con voce demoniaca «quello che voglio
è distruggere voi e le vostre galassie.»
Maêko sembra sul punto di andarle incontro e
ucciderla con le sue stesse mani, ma sa che è tutto inutile.
Queen Black sembra determinata a distruggere le nostre galassie,
mettendo a rischio se stessa.
Maêko potrebbe rubare il talismano della regina e distruggerlo?
So che è un'idea stupida, e me ne rendo
conto. Maêko è cieca e non può sapere dov'è
precisamente l'Avantitempo, a meno che qualcuno non glielo dicesse. Non
posso affidare a lei un compito del genere.
Osservo con la coda dell'occhio Sailor X e le nostre alleate, finalmente pronte per ilgrande colpo.
La tiara della guerriera dalla sailor fuku
verdognola e la gemma sulla corona di Maêko s'illuminano fino a
formare un piccolo cristallo bianco, così come la mia piccola
corona argento e azzurra. I frammenti delCristallo Infinito si
riuniscono, per poi incastrarsi nel mio scettro galattico. Lo stesso
anche Princess Serenity. Non riesco a descrivere questa sensazione;
è come se avessi un motore dentro il corpo e numerose scariche
elettriche che lo aiutano a funzionare.
«I poteri del Sole e delCrysaliumsi sono risvegliati» dice Maêko meravigliata dal bagliore giallo e viola che esce da entrambi i cristalli.
«Tocca a noi, ragazze» annuncia Sailor
Vampire richiamando tutte le presenti, ma Queen Black continua ad
accelerare il tempo.
«No...» bisbiglio.
«Cosa succede, Dahlia?» domanda Maêko sentendo la mia voce - ovvio, lei è proprio alla mia sinistra.
«Manca solo un'ora alla collisione!»grido con tutta la forza che ho ai polmoni mettendo nel panico tutto quanti - soprattutto Sailor Moon.
«Non... ci... provare...nemmeno!»sibilaSailor Mars minacciandola e mimando un pugno contro la guancia della guerriera della luna. Queen Black gioca davverosporco.
Maêko l'aggira guardandosi attorno captando il rumore delle lancette che si muovono.
«Non ti permetterò di mandare avanti
le lancette un'altra volta!» esclama, poi, lanciandosi contro il
nemico. Questa volta, impugna lo scettro di Hælium.
«Galactic Starlight!»
La punta di quarzo emana una potente energia di
stelle e particelle cosmiche, che Queen Black riesce a deviare. Solo
ora noto che ha un paio di grandi ferite sul viso; deve essere stata
proprio Maêko a procurargliele.
«Proteggerò anche Sailor Vampire, non lascerò che tu la uccida!» ringhia.
«Sei ancora posseduta dal demonio,huh?Questo è unmale,lo
sai?» ghigna maliziosa. Il suo diamante nero non può
più emanare poteri, ma può ancora usare la sua gemma.
Basta poco per neutralizzarla, ma ora la situazione ègravissima: manca un'ora alla collisione e di sicuro passerà in fretta.
▼
«Principessa» attiro la sua attenzione tenendo stretto lo scettro tra le mani «a questo punto, tocca anoifermare la collisione.»
«Soltanto noi due?» chiede.
«Sì, ma serve l'aiuto di tutti gli altri, nessuno escluso.»
Manca davvero poco. Le nostre famiglie, le nostre
città natali, milioni di anni di storia... tutto andrà
perduto. Siamo ancora lì, e Queen Black ha ancora in mano
l'Avantitempo.
Non resisto alla tentazione di versare lacrime,
sapendo di non vivere la vita adulta e di realizzare i miei sogni; un
lavoro fantastico, un matrimonio da favola, una famiglia da amare e...
Sora.Non potrò mai più rivederlo.
Lunaris, hai scelto la persona sbagliata nel momento sbagliato.
«Non importa se vedo tutto nero,
prenderò quel maledetto talismano e lo
distruggerò!» sento la voce di Maêko, ma non trovo
la forza di rialzare gli occhi sommersi dalle lacrime.
«Mi avrai anche maledetta rubandomi la vista, ma non riuscirai a rubarti anche la mia forza!»
«Sailor Z, non farlo!» esclama Tuxedo Mask.
«Sono anni che aspetto di vendicarmi e lo farò adesso.»
«Tu non capisci; se muove le lancette, la nostra galassia verrà spazzata via assieme alla vostra.»
«Ora basta, sono stanca di te, principessina. Sarai la prima a morire!» ringhia Queen Black.
La regina è talmente nervosa che sferra un
potente attacco oscuro contro Maêko, ma non posso permettere che
venga colpita, così alzo lentamente lo sguardo e, con uno
scatto, la spingo via e faccio in tempo a creare una cupola di
cristallo.
«Crysalium Glass!»
Maêko mi osserva stupita.
«Sailor Y... cioè, Dahlia?»
«Non puoi farlo, Maêko»
ribadisco ciò che ha detto Tuxedo Mask «se sbagli,
peggiorerai la situazione.»
Improvvisamente, un paio di lacrime si formano
agli angoli dei suoi occhi. Le sue iridi bianche mi commuovono, e
comprendo appieno il dolore che sta provando. Non solo vuole
rivendicare la scomparsa della regina Rose, ma anche riacquistare la
vista che la regina oscura le ha rubato.
«Non riesco a vivere in questo modo, Lisa,
non puoi capire» la sua voce s'incrina pericolosamente facendomi
sobbalzare «non puoi sapere come ci si sente a non vedere i
colori, e il nero mi fa tanta paura.»
«No, non fare così, per favore...»
«N-non riesco avederti...Lisa.»
Mi sta chiamando per nome, cosa che prima non
aveva fatto. Poi, inaspettatamente, la sua mano sfiora le mie dita
trasmettendomi calore. Non riesco a trattenere le lacrime.
«Anne Marie, io...»
«Lo so che non puoi fare miracoli, ma non
sai quanto mi mancano i colori: il verde, il giallo, il rosa, l'azzurro
del cielo e il bianco candido delle nuvole.»
La stringo forte tra le mie braccia, mentre la cupola sbiadisce lentamente sopra di noi.
«Un giorno, potrai rivedere questo mondo con i tuoi stessi occhi» sorrido «te lo prometto.»
«So che stai piangendo, riesco a sentire la tua aura.»
«No, è una tua impressione.»
Invece ha ragione; sto piangendo per un'amica in
difficoltà e non è la prima volta. Anche se stavo sempre
in disparte, quando vedevo una persona in difficoltà; ma adesso
so cosa significa aiutare qualcuno, è stata quella misteriosa
voce ad insegnarmelo. Aiuto Maêko a rialzarsi da terra, poi mi
giro verso le Inner della Via Lattea che aspettano un ordine da
qualcuno.
«Sailor Jupiter, Sailor Mercury, Sailor Mars
e Sailor Venus» attiro la loro attenzione «raggirate il
nemico e cercate di distrarlo, mentre una di noi ruberà
l'Avantitempo!»
«Così non ce la faremo mai a sconfiggerla, il tempo stringe!» commenta Sailor Venus.
«Meglio che vi sbrighiate, allora.»
Sailor Mercury si mette in posizione proprio davanti al nemico, mentre tutti gli altri indietreggiano di un passo.
«Queen Black» la richiama a gran voce
«guarda qui!» esclama poi offuscando la vista della regina
oscura con le sueBolle di Nebbia.Queen Black ora non vede nulla, se non un cumulo di vapore acqueo.
«Sono sopra di te, regina!» alza la
voce Sailor Jupiter dall'alto richiamando la sua attenzione. La regina
alza lo sguardo e cerca di colpirla con il suo diamante, ma fallisce.
«Sono qui, diamante scuro!» canticchia
Sailor Venus facendo infuriare sempre di più il nemico. Ognuna
di loro gira attorno a lei sia da terra sia in volo, distraendola e
confondendola al tempo stesso. Mi lascio sfuggire una risata.
«Non mi hai ancora presa, regina dello
schifo!» la deride Sailor Mars comportandosi proprio come Usagi.
So che lo desiderava fare da tempo e, detesto ammetterlo, le riesce
piuttosto bene.
«Consegnami il Cristallo Infinito, Sailor Z,adesso!»grida
infastidita dalla presenza delle Inner Senshi della Via Lattea. La
guerriera del quarzo rosa le grida contro dicendole che se lo
può benissimo scordare, perché non glielo permetterebbe.
Pertanto, usò nuovamente il suo cannocchiale di Galileo
lanciandole un potenteAstro-Circulum e cerca di attaccarla proteggendo me e il Cristallo Infinito, ma non ci riesce, perché Queen Black è riuscita a schivarlo - di poco.
Il suo vestito lungo si strappa fino a scoprirle metà delle gambe rivelando una cicatrice luminosa pulsante.
«Quella cicatrice... la riconosco!» esclama Sailor Jupiter.
«Che cos'è?» chiede Sailor X curiosa.
«È la maledizione della Regina Topaxia, una ex guerriera Sailor della vostra galassia.»
La regina sussulta imbarazzata, ma non nasconde la cicatrice.Mi chiedo chi sia la Regina Topaxia.
«I tuoi poteri sono inutili, così
come la tua gemma» dice la regina «distruggerò te e
le tue compagne!»
Così la regina la colpisce con uno dei suoi
attacchi oscuri, ma viene nuovamente spinta - stavolta da Sailor X, che
viene sbattuta contro una delle colonne di cristallo. L'impatto con
esso è stato talmente potente che, di colpo, la guerriera perde
conoscenza per qualche istante.
«Odile!»esclama
Maêko facendo un paio di passi avanti verso di lei.
Fortunatamente, la gemma non è frantumata. Deve averla protetta
con le sue mani. La regina sembra soddisfatta, perché è
riuscita a liberarsi di una di noi.
«Siete spacciate, Sailor, diteciao ciaoai
vostri pianeti!» si appresta a muovere le lancette per l'ultima
volta ma, non appena la sfiora con l'indice, una guerriera dal vestito
rosso riesce a sottrarglielo prima del tempo.
«Che cosa?No...ancora tu?!»
«Mai sottovalutare una guerriera vampira,
Queen Black» ghigna trionfante impugnando l'Avantitempo davanti a
noi. Serenity lancia un gridolino di gioia, ed io sorrido. Devo averla
sottovalutata, è una guerriera davveroin gamba.
«Guerriere, ora tocca a voi!»
Si mette davanti a noi tenendo stretto il talismano del tempo tra le mani.
«Principessa Serenity, tu dovrai guidare le
tue compagne ed evocare tutti i loro poteri. Il Cristallo d'Argento
potrà raccoglierli e fonderli assieme al tuo.» poi, si
gira verso di me.
«Principessa Dahlia, tu dovrai tenere
sott'occhio il Cristallo Infinito. Le tue compagne dovranno alzare i
loro scettri e unirlo ad esso.»
«E gli altri tre talismani?» chiede Serenity confusa.
«Saremo io, Tuxedo Mask e Prince C ad
evocare il loro potere. So che non siamo i protettori, ma è
l'unico modo per salvare le nostre galassie.»
«Di la verità: i talismani te li hanno consegnatiloroin persona o li hai rubati?» domanda Prince C un po' sospettoso. In effetti, me lo sono chiesta anch'io.
«Me li hanno dati loro di spontanea volontà, ho mentito quando ho detto che li avevo rubati.»
«Ah-ha!Lo sapevo che stavi mentendo!» esclama la principessa Serenity.Oh, Usagi... non cambierai mai!
«Quindi, anche i vampiri sono capaci di
mentire» commenta il principe bianco accennando un sorriso
malizioso. La guerriera vampira caccia leggermente la lingua
ridacchiando divertita. Chissà se, dopo la missione, sarà
nuovamente in nostra compagnia.
«Sailor X, stai bene?» Tuxedo Mask
è proprio davanti a lei, poi la guerriera apre gli occhi e si
massaggia la tempia.
«Sì, sto bene.»
«Raggiungiamo le altre, ormai siamo vicini alla collisione.»
Intanto, la Terra sta continuando a modificarsi e,
poco a poco, si sta facendo notte, proprio come se stesse arrivando
un'Eclissi, nonostante non sia stata annunciata. Infatti la Luna,
lentamente, copre il Sole, e più questa "cammina" per coprirlo,
più il cielo si oscura.
«Non perdiamo tempo e finiamola una volta
per tutte!» grida Maeko alzando in cielo il suo cannocchiale, che
subito ritorna ad essere il suo scettro.Siamo pronte.
«Potere di Giove!»
«Potere di Mercurio!»
Due raggi colorati s'infilano dentro ilCristallo D'Argentofacendo splendere di un celeste chiaro.
«Potere di Venere!»
«Potere di Marte!»
Un arancione scuro penetra nel cristallo e, questa
volta, splende di un giallo luminoso. Sailor Vampire fa un cenno ai due
cavalieri che, subito dopo, puntano i talismani verso ilCristallo D'Argento.
«Potere di Urano, ti evoco!»e di colpo, un raggio blu scuro si unisce al diamante quasi aperto del tutto.
«Potere di Nettuno, ti evoco!»una scia d'acqua e luce azzurrina circonda il cristallo per poi infilarsi dentro di sé.
«Energia di Plutone e della Luna Rossa, unitevi!»Sailor
Vampire unisce anche il suo potere della Luna Rossa, per poi chiamare
un raggio argentato e rosso fluorescente uniti che, infine, si uniscono
al cristallo sulle mani della principessa della Luna.È il nostro turno.
«Potere di Thûsheda!» Maêko avvicina la punta di quarzo verso il Cristallo Infinito, che splende al suo contatto.
«Potere di Hælium!»
Ora, sta a noi principesse evocare il nostro
potere. Cosa aveva detto quella misteriosa voce, la prima volta in cui
mi sono trasformata in guerriera Sailor?
"Sei destinata è combattere, ed è arrivato il momento che realizzi il tuo destino."
Ora so cosa fare.
«Potere galattico di Andromeda, diffondi la tua energia!»
Così si unisce anche Princess Serenity.
«Potere galattico della Via Lattea, mostrami il tuo potere!»
Finalmente, tutti i poteri dei pianeti protettori
delle nostre galassie si sono riuniti. Io e la principessa Serenity ci
scambiamo un'occhiata, come per dire "è ora".
«Sprigiona la tua potenza e ferma la collisione!»gridiamo in coro.
I cristalli riescono a sprigionare un fascio di
luce talmente potente che stende completamente Queen Black. I raggi
galattici la colpiscono in pieno e la regina viene sconfitta
definitivamente. Lancia un ultimo grido, la gemma viene frantumata
definitivamente e il suo corpo si sgretola lentamente. Sailor
Vampire getta l'Avantitempo a terra e, con il tacco del suo stivale, lo
distrugge.
«Ecco, così nessun'altro potrà
"rubare" l'incarico di Sailor Pluto!» ghigna osservando i
frammenti del talismano oscuro sparire nel nulla. Abbasso le mani con
l'affanno e, di colpo, tutto comincia a muoversi attorno a me.
Non so cosa sia questa strana... questa...
Le mie gambe mi stanno abbandonando, non mi reggo più in piedi.
«Sailor Y!»
Sento un gruppo di persone fare il mio nome da
guerriera Sailor, ma a stento riesco a sentirlo. Ora sento un rumore
continuo, credo che questa sia... la mia fine.
Capitolo 17 *** Capitolo diciassette - Un nuovo inizio? ***
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Capitolo diciassette
• Un nuovo inizio? •
Una settimana dopo...
«Lisa, apri gli occhi, ti prego.»
Apro lentamente gli occhi e mi trovo circondata da muri bianchi e
cerulei, un lenzuolo bianco che mi copre completamente e uno strano
marchingegno infilato nelle narici. Solo dopo qualche minuto realizzo
che sono stata a letto troppo a lungo, dopo la sconfitta della regina
oscura. Mi sento nuovamente la testa pesante.
«Dove... dove mi trovo?»
«Sei all'ospedale» sorride Rei appoggiando un biglietto di
pronta guarigione sulle mie gambe coperte dalle lenzuola. Il sonno
continua a sfuggirmi, la stanchezza è troppa per poterla domare
dormendo. Se c'è una cosa che detesto è l'insonnia - di
cui purtroppo ne soffro.
«Hai "dormito" per una settimana intera» aggiunge Makoto.
«Una settimana?!» esclamo alzandomi di colpo dal cuscino,
ma un improvviso giramento di testa mi fa tornare alla posizione
iniziale.
«Non agitarti, tesoro» mi dice Lucrezia prendendomi la mano
destra stringendola tra le sue «non ne hai motivo.»
«D-davvero?»
Sorride dolcemente paralizzandomi completamente. Per tutto il tempo,
non ha mai sorriso per davvero; sapevo che non era una ragazza piena di
allegria, eppure non ci siamo frequentate spesso. Lo ammetto: Lucrezia
è una ragazza piena di sorprese. Fino ad oggi, sono cresciuta
imparando ad essere indipendente, senza avere mai bisogno di nessuno,
soprattutto di un genitore. A volte, però, continuo a sentire la
mancanza della miavera madre.
Vorrei poterla avere al mio fianco e forse per questo tengo nascoste
anche segreti di cui avrei potuto parlare con Rei o con qualcun'altra.
Avevo una gran voglia di parlare con lei, di dirletante cose.
«Ho fatto un sogno strano, sapete?» dico. «Una regina oscura voleva uccidermi.»
«Oh, cara, non lo hai affatto sognato.»
Questa voce...Princess Lunaris! Sono
davvero felice di vederla ancora in vita e vedo che, con lei,
c'è anche Anne Marie. Rei e Ami l'hanno accompagnata tenendola
per entrambe le braccia, gradino per gradino fino alla mia camera.
Tiene un bastone bianco impugnato nella mano sinistra, la dominante.
Non sapevo fosse mancina, e la gattina me lo ha rivelato proprio in
questo momento. Anne Marie è la ragazza più coraggiosa
che abbia mai conosciuto, indubbiamente lo è più di me.
L'ho vista piangere, l'ho vista combattere, sono riuscita perfino a
sentire le sue emozioni; così forti, così contagiose.
L'ammiro e la invidio allo stesso tempo.
«Credevo fossi morta» dico abbassando leggermente lo
sguardo trovandomi a fissare incessantemente il lenzuolo bianco.
«Il diamante è una gemma pura e immortale, ed è difficile che muoia con un semplice raggio oscuro.»
«Ma se sei immortale, allora, come ha fatto Queen Black a sconfiggerti in passato?»
La gattina scambia un'occhiata con Lucrezia, poi torna a guardarmi.
«Ha distrutto ilCristallo Infinito facendo
scomparire la mia forma umana, il diamante mi ha salvata trasformandomi
in un gatto e sono rimasta su Alckemia a vegliare sulla tomba di tua
madre: la regina Sapphire.»
«La regina oscura ha ucciso tutte le regine del sistema Ypsilon e
credimi, mia piccola Lisa, ci sono voluti millenni per risvegliare le
Sailor Andromeda» aggiunge poi Lucrezia.
Guardo la gattina dritta nei suoi occhi giallo acceso osservando infine il mio braccialetto.
«Ho fatto il minimo indispensabile, principessa. Adesso, ho
addirittura creato problemi che non sono ancora finiti. Mi sono
ripromessa che questa volta avrei cercato di essere determinante, che
avrei dato una mano quando contava, inveceho fallito.»
Avrei voluto dire 'mi dispiace', per non aver fatto di più.
Spero con tutta me stessa che nessuno se la prenda male, perché
altrimenti non riuscirei a vederlo con i miei stessi occhi. Sono
stata davvero una sciocca pensare di uccidere colei che ha distrutto ilPalazzo di Zaffiro e per aver maledetto Anne Marie.
«Al contrario, sei stata proprio tu a sconfiggere Queen Black! Con l'aiuto di Usagi, ovviamente.»
«A proposito, dov'è finita Usagi?»
Rei arrossisce nervosamente stringendo i denti con rabbia e vergogna.
«Ecco, lei è in infermeria con Mamoru, pare sia svenuta
dopo averlo baciato appassionatamente, come non ha mai fatto
prima.»
«Quella ragazza è davvero incorreggibile» commento
trattenendo una dolce risata. Infondo, anch'io ho rischiato lo
svenimento quando ho abbracciato per la prima volta Sora. Da quel
giorno, abbiamo continuato a guardarci da lontano. Di sicuro, non
è attratto da me.
«Ragazze» esclama Minako osservando qualcuno dalla
finestra, o così mi sembra «pare che qualcuno di
nostra conoscenza stia per fare il suo ingresso» poi, mi guarda
con aria maliziosa. Improvvisamente mi nascondo sotto le lenzuola.
«Oh, no! Non pensarci neanche, Lisa.» replica Rei sfilandomi via il tessuto dalla testa.
«Non voglio vederlo, è... troppo imbarazzante!»
«Ormai tutta la scuola sa che il ragazzo dagli occhi d'argento
è innamorato di te, Hiddako.» sorride Anne Marie guardando
i piedi del letto.
Non credo minimamente alle sue parole. Se Sora fosse davvero innamorato
di me, si sarebbe dichiarato senza pensarci neanche due volte, ma non
l'ha fatto. Poi, lo vedo entrare nella stanza con un completo da
scolaresca davvero carino.Ahhhh, ma cosa vado a pensare?!
«Sora?»
«Non potevo non venire.»
«E-ecco... se è per la festa dell'altro giorno, io...»
«Lascia perdere, sono stato uno stupido» segue una piccola
pausa mentre si avvicina al mio lettino. «Credevo di non
rivederti più, Lisa.»
Mi lascio avvolgere dalle sue braccia e nel mentre, strappo un sorriso.
Sono davvero felice di essere la reincarnazione di una guerriera
Sailor, mi ha permesso di stringere nuove amicizie e di trovare il vero
amore.
Non so di preciso dove e come quel braccialetto sia finito nella mia
stanza, quel giorno, ma quello che la voce misteriosa mi disse è
stato un segno del destino, ed io non vedo l'ora di continuare
quest'emozionante avventura con Usagi e tutte le mie amiche.
Capitolo 18 *** Capitolo diciotto - Le sorelle androidi ***
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Piccola nota dell'autrice:
Da
qui, inizierà la seconda parte della serie: "Verbo Cordis"
(tradotto come "Il messaggio del cuore"). I POV si alterneranno man
mano che andremo avanti con la storia, spero non vi crei tanta
confusione. In precedenza, avevamo solo un punto di vista, da qui in
poi ce ne saranno di più (inclusa la narrazione in terza
persona). Questa è una mia scelta narrativa pertanto, evitate
commenti inutili od offese. Detto ciò, buona lettura!
✦
Act. 2 | "Verbo Cordis"
Cybernetical Love
✦
"Svegliatevi, mie creature. Oggi inizierà la vostra nuova vita!"
▼▼
Capitolo diciotto
• Le sorelle androidi •
Victoria's POV
Siamo osservate.Gli
sguardi degli studenti sono completamente assenti, come se avessero
paura di me e mia sorella. Beh, in verità, è proprio
questo l'effetto che facciamo agli esseri umani:paura. Nessuno,
però, conosce la nostra vera natura. Victoria e Jackie Kamesuke
sono due androidi che si confondono tra gli esseri umani; per gli
amici, io sono semplicemente Vicky. Non sono solita a portare una gonna
lunga ma, a quanto pare, questo istituto ha delle regole rigide e
piuttostosevere. L'unica cosa
che adoro di me stessa è il ciuffo blu cobalto, il mio colore
preferito, unito ad una chioma di capelli biondo dorato. I miei occhi
hanno sempre suscitato invidia alle ragazze, per questo i loro sguardi
sono avvolti dalla gelosia e dall'invidia. Lo percepisco osservandole
con le pupille artificiali, analizzando le loro emozioni.
Jackie
è mia sorella, è stata costruita un anno dopo di me. I
suoi capelli bruno chiaro arrivano fino alle spalle coprendole la nuca.
Una grande ciocca di capelli è colorata di verde, il suo colore
fortunato. La sua più grande passione è la lettura e la
scrittura, aspira a diventare una scrittrice di sceneggiature e
biografie di celebrità locali. Dopo tante disavventure, torniamo
a frequentare la scuola di Tokyo. Siamo ancora al terzo anno,
nonostante i quindici anni appena compiuti. In realtà, Jackie ne
ha quattordici.
Entrambe siamo nate da un progetto che nostro padre teneva chiuso in una cassaforte: il"Sailor Mecha-Senshi Project".Al posto delle vene abbiamo fili colorati, scintille elettriche e... una pietra - precisamente unagemma preziosa.
Ogni volta che guardo il palmo della mia mano, scendo con lo sguardo
osservando il polso. Non so cosa significhi questa pietra colorata
incastrata tra i nostri circuiti, e nostro padre non ha mai voluto
dircelo.
«Permesso, fate largo!»
Balziamo
entrambe di lato e vediamo una ragazza dai codini assurdi correre per
il corridoio, la gonna che sventola frettolosamente e la cartella
aperta.
«Dannazione,
Usagi, arrivi in ritardo anche il primo giorno del nostro ultimo anno
di scuola?» la rimprovera una ragazza dai capelli ramati, alta e
molto carina, devo ammettere.
«Prova tu a regolare la sveglia alle sette del mattino!» sbraita la biondina.
«Qualunqueidiotasaprebbe farlo» ribatte.
«Va
bene, Lucrezia, adesso basta» interviene una fanciulla dai
capelli blu e gli occhi celesti mettendosi in mezzo alle due litiganti
«la campanella non è ancora suonata, il che significa che
è arrivata puntuale.»
«Visto? Hai il cervello di una gallina!» l'afferra per il colletto della divisa scuotendola frettolosamente.«Stupida, stupida, stupida!»
«Usagi,
datti una calmata!» esclama la ragazza castana con il
braccialetto dalle perle rosse e blu. Le osservo da lontano
appoggiandomi al muro, voltando poi lo sguardo di tanto in tanto.
«Non ti sei ancora ripresa dalla sconfitta di Queen Black?»
«Sono calma, Lisa, calmissima! Davvero...»
«Un'altra
crisi epilettica?» sbuffa la ragazza dal codino castano e gli
orecchini a forma di rose rosa. Credo di averla già vista.
«Okay,
adesso respira, Usagi» la rimprovera la ragazza dai capelli
lunghi e neri - o quello che sembra effettivamente nero.Oh, Madre, non riesco più a distinguere i colori!
«Andiamo
in classe, o il professore ci metterà in castigo» dice,
infine, la ragazza dai capelli bruni. Mi volto dall'altra parte e vedo
altre due ragazze: una bionda e una dai capelli violacei, una con gli
occhi blu e l'altra con gli occhi color latte. Pare che quest'ultima
sia cieca, sta cercando di trovare la strada verso la sua classe con un
bastone, mentre l'altra l'accompagna camminando a braccetto accanto a
lei.
«Manca poco, Anne Marie, ancora un ultimo sforzo.»
Improvvisamente,
il mio sguardo cade su una ragazza con la giacca azzurra. Un paio di
studenti sembrano darle il tormento, l'espressione della giovane
studentessa non sembra affatto carina.
«Vi ho già detto che non m'interessa, andate via!»
La
riconoscerei tra mille: quei capelli nero corvino lunghi fino a
metà schiena, una maglietta scollata bianca e nera, un paio di
jeans scuro e scarpe da ginnastica alla moda. Ricordo che non si
vestiva in quel modo, dal momento che aveva sempre ripudiato l'idea di
assomigliare ad un maschio. Svolta verso un arco e l'istinto mi dice di
seguirla. È proprio davanti a me con quegli occhi verdi acqua, i
più belli di sempre. Il mio cuore ad ingranaggi sta impazzendo
e, onestamente, non saprei neanche cosa significhi. Papà ha
regalato a me e a mia sorella la capacità di provare sentimenti
ed emozioni, proprio come un essere umano ma, a dir la verità,
non so come funzionano. Chiudo la porta dietro di me, rimanendo sole
nella stanza grigia;io e lei.
«Gwendaline Yoshiro», dico a gran voce «non ci vediamo da tre mesi.»
Si gira verso di me sussultando spaventata, poi mi fulmina con lo sguardo.
«Victoria Kamesuke, non sei affatto cambiata.»
Che bugiarda,e
il sudore sulla sua fronte dice tutto. È chiaro che ha ancora
paura di me e della mia forza da androide e lei effettivamente non sa
che sono un robot. Mi avvicino lentamente verso di lei, fino a
sfiorarle il naso. Sento i miei circuiti surriscaldarsi di colpo, come
se si sforzassero troppo.
«È... è bello rivederti» mormora.
«Anche per me.»
«C'è anche Jackie con te, non è vero?»
La sua voce
è tremolante. So benissimo di non trovarmi in una situazione
gradevole, ma sono ben cinque anni che non ho più rivisto quella
bambina - ora una ragazza bella e invidiata dagli altri. Mi viene
voglia di farle del male, ma una strana scossa ai fili elettrici che mi
compongono m'impedisce di farlo.
«Vicky, sei qui?» la voce di Jackie che rimbomba per il corridoio mi coglie alla sprovvista.
«Ci
vediamo dopo le lezioni» e mi allontano da lei con i circuiti
impazziti. Non sono mai stata così tesa finora, neanche durante
gli allenamenti a scacchi. Non so cosa sia questa stranasensazionee non intendo saperlo.
*
Jackie's POV
Il cuore
meccanico mi sta facendo impazzire, non fa altro che saltare e fermarsi
ogni due secondi. Sarà perché Vicky non è accanto
a me? Nostro padre ci ha raccomandato di stare sempre vicine, ma sembra
proprio che i circuiti di Vicky vogliano funzionare da soli. L'unica
cosa che nostro padre ci ha regalato sono i sentimenti e le emozioni,
essenziali per l'essere umano - o così credono tutti. Non
riuscirò mai a capire quel tipo di essere vivente, d'altronde
non dovrebbe essere così complicato.Per Dio, sono un robot!
«Jackie?»
Mi giro e
vedo una ragazza bassa dai capelli corti, un mix tra il biondo scuro e
il rosso chiaro. È molto bassa, i colori della sua divisa sono
invertiti - rossa la gonna e il colletto blu come il fiocco sul petto.
Siamo amiche da quest'estate e sono così contenta di aver fatto
amicizia con una ragazza piuttosto colta, perfino più
intelligente di me.
«Oh, ciao, Elvira» sorrido come sempre.
«Vicky non è con te?»
In effetti, me lo chiedo anch'io. Vorrei proprio sapere dove sia andata.
«La sto cercando in tutto il corridoio, non può essere di certo uscita dall'edificio.»
«Posso aiutarti, se vuoi.»
«È
molto carino da parte tua, ma preferisco farlo da sola. Sai, mia
sorella odia essere spiata dagli sconosciuti.»
Elvira mi guarda storto, poi sospira. La conversazione si sta facendo piuttosto tesa.
«Certo che Vicky è una tipa davverostrana.»
«Già,
hai ragione» ridacchio imbarazzata cercando di alleviare la
tensione «ehm... ecco, allora io... vado a cercarla.»
Mi allontano di qualche passo avvicinandomi di più al muro sporco del corridoio.
«Ci vediamo in classe, allora.»
Elvira
sembra avere l'aria di una ragazza che non è mai nel dettaglio,
eppure ha sempre sospettato degli altri - una volta, si è finta
la dea dell'amore per aiutare una ragazza a dichiararsi. Quando ci
mette del suo, sa come rendere felice qualcuno, soprattutto me. Da
quando l'ho conosciuta, ho visto un lato positivo dell'essere umano,
cosa che mai avrei pensato di vedere. Ci sono tante cose che vorrei
tanto scoprire su questiHomo Sapiens. Io
e Vicky fingiamo di esserlo ma, in verità, siamo solo la
metà di loro. Tante persone ritengono che i robot, un giorno, li
sostituiranno, ma so per certo che il mondo conviverà con noi
androidi e saprà apprezzarli come noi apprezziamo loro.
Oh, Vicky, ma dove ti sei cacciata?
Improvvisamente
avverto una scossa sismica molto debole. Poi, diventa sempre più
forte fino a farmi perdere l'equilibrio. Mi ritrovo con le ginocchia e
le mani sul pavimento con la testa alta, e subito un'altra scossa
più forte della precedente. Non riesco a classificarlo nella
scala Richter, ma una cosa non la metto in dubbio: è più
di 3,0. Tokyo ha sopportato di peggio, perciò questa scossa
sismica è come un leggero pizzicotto sulla guancia.
«Evacuate l'edificio! Evacuate l'edificio!»
Vedo una mandria di studenti correre verso le uscite di sicurezza
più vicine, accompagnati dagli insegnanti e da altre persone. Mi
alzo da terra e trovo l'equilibrio tra le gambe poi, a mia sorpresa,
incrocio lo sguardo di Victoria. È appena uscita dal bagno delle
ragazze in compagnia di un'altra ragazza che, a giudicare da quegli
occhi verde acqua, credo di aver già visto.
«Vicky!» esclamo a gran voce richiamando la sua attenzione. Si gira di scatto verso di me e mi viene incontro.
«Ma dove accidenti eri finita? Mi stavo preoccupando!» la sgrido.
«Perché dovresti essere preoccupata? Ero in bagno a rinfrescarmi» risponde con sguardo cupo.
«Gli androidi non possono entrare in contatto con l'acqua, ricordi?»
La fulmino
con gli occhi, letteralmente. So bene che Victoria, almeno per qualche
minuto, devo lasciarla sola, ma non posso disobbedire agli ordini di
nostro padre; né tantomeno lei.
«Smettila di raccontare bugie» la rimprovero incrociando le braccia. Mi sento una perfetta idiota.
«Hai ragione, scusa.»
«Cosa ci facevi in bagno con quella ragazza?»
«"Quella ragazza"? Non dirmi che non la conosci!»
Sbianco. Non ricordo quasi niente di "quella ragazza" eppure, quel colore degli occhi, è così familiare.
«No,
credo di no» ammetto terrorizzata dal suo sguardo minaccioso.
Sembra che non conoscerla non le faccia per niente piacere anzi, peggio.
«È Gwendaline Yoshiro, figlia del capo dell'azienda più importante di Tokyo!»
Ecco, ora mi
sento davvero una stupida. L'ho vista per la prima volta ai tempi delle
scuole elementari, quando andavo in giro con un braccio solo. Mi ero
messa una protesi momentanea per non dare troppo nell'occhio, dal
momento che ero un androide in fase sperimentale - lo era anche
Victoria.
Era proprio
tra le strade di quella città che vidi quegli occhi verde acqua
brillare sotto i raggi del sole, accanto a suo padre: un uomo in
smoking ben curato, capigliatura folta e un paio di sopracciglia
enormi. Doveva essere un importante uomo d'affari, a giudicare dal suo
portamento e da cosa indossava sua figlia; vestiti attillati e
all'ultima moda. Forse era una ragazzina viziata. Non ho mai avuto il
coraggio di conoscerla, semplicemente perché avevo paura che
scoprisse la mia vera natura. Infondo, era solo una bambina, non potevo
neanche avvicinarmi agli esseri umani, in quel periodo.
«Jackie? Ti sei incantata all'improvviso?»
Sbatto frettolosamente le palpebre e torno in me.
«Scusami, ero in soprappensiero.»
«È
meglio se usciamo di qui; ho paura che arriverà un'altra scossa,
forse anche più forte di quella precedente.»
Mi prende
per mano e mi trascina verso l'uscita di sicurezza più vicina,
scendiamo velocemente le scale e il sempei non sembra affatto contento.
«Kamesuke!» grida contro Victoria.
«Sono desolata,professore,avrei
dovuto seguire il gruppo fin dall'inizio» lo dice come se avesse
decifrato un codice alieno. «A nome mio e di mia sorella, le
chiedo scusa» poi si china.
Sono davvero sorpresa da questo suo comportamento, non è da lei
essere così cortese. Tra l'altro, i suoi movimenti sembrano
così autentici. Che nostro padre le abbia aggiornato ilsoftware dell'educazione?
«Va bene, siete perdonate» risponde l'insegnante con un sorriso.
«La ringrazio infinitamente» chiude la conversazione con un altro inchino.
Non appena il sensei si allontana, la fulmino con lo sguardo.
«Che c'è, sei invidiosa del mio nuovo software?» ghigna maliziosa.
Allora
è vero! Me l'ha tenuto nascosto fino ad ora! È tutto
inutile, la furbizia di Victoria è incancellabile da qualsiasi
circuito.
«Perché non me lo hai detto?»
«Gliel'ho
chiesto a mio padre e non ha rifiutato, ha installato e aggiornato il
mio software. Adesso posso parlare in cinese, in inglese e in
spagnolo» ghigna.
Che rabbia!Adesso si vanterà di se stessa con tutta la scuola! Detesto quando fa così.
«Studenti, insegnanti... le lezioni oggi saranno sospese»
comunica il preside «l'ala est dell'edificio pare sia
danneggiata, finché gli esperti non saranno certi che il
terremoto non aumenti di magnitudine, la scuola sarà
chiusa.»
«EVVIVA!» un grido di gioia ci perfora un timpano. È la voce dellasoprannominatatestolina buffa:Usagi Tsukino.
«Perché
esulti? Volevo offrirmi volontaria per l'interrogazione di
storia!» esclama la tipa dagli orecchini viola.
«Almeno, possiamo riposarci e non pensare a niente» replica la ragazza dai lunghi capelli neri.
Tutta
la scuola si dirige verso la sala di cambio, per poi uscire coi sorrisi
stampati in volto. Io e Vicky abbiamo pensato di trascorrere la
mattinata al parco, forse guardare la fontana e sdraiarsi sull'erba ci
aiuterà a non pensare.
Capitolo 19 *** Capitolo diciannove - Il ritorno della "piccola luna" e il misterioso messaggio ***
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Capitolo diciannove
• Il ritorno della "piccola luna" e il misterioso messaggio •
Jackie's POV
È strano
vivere senza ossigeno, e agli esseri viventi è proprio
indispensabile? Un cyborg non lo capirà mai. Infatti, la gente
trascorre molto tempo fuori casa a respirare aria pulita e
incontaminata.
Anziché fare
ciò, io e Victoria ci limitiamo ad osservare i movimenti degli
esseri umani. Un'anziana signora che dà da mangiare ai piccioni,
coppie di giovani che si tengono per mano, il vento che sfiora i petali
dei fiori e gli scoiattoli che corrono sui rami degli alberi.
"Guarda avanti, proprio dietro quell'albero."
Il mio occhio bionico
avverte una presenza proprio davanti a me, precisamente dietro un
albero dal tronco robusto. Mi avvicino lentamente fino a sfiorare la
corteccia scura con le dita, poi qualcosa mi dice di tornare indietro e
lasciar perdere.
«Jackie?»
La voce di Victoria
mi coglie alla sprovvista, mi giro verso di lei e la osservo. Ha la
solita aura da ragazza stramba, a quanto pare.
«Cosa stai facendo?»
«Avverto una strana presenza sui rami di quest'albero, forse è qualcosa di importante.»
Di colpo, scoppia a ridere.
«Vedo che papà non ha aggiornato il tuo software del sesto senso.»
«Smettila!»
esclamo imbarazzata facendo rimbombare le foglie sopra di me. Mi viene
voglia di scappare e non fare più ritorno.
«Jackie, che cosa sta succedendo?»
Lo sento, sta per succederequalcosa.Improvvisamente,
una strana presenza atterra proprio sopra di noi, atterrando verso le
nostre schiene. Ci ritroviamo entrambe a terra con il collo scorto e,
non appena trovo la forza per alzare la testa e guardare colei che
è caduta sopra di me, vedo una bambina dai capelli rosa.
«Ops, devo aver sbagliato destinazione.» ridacchia dolcemente.
«Vi ho fatto male?» aggiunge, poi, guardandoci preoccupata e desolata al tempo stesso.
«Tu ci chiedi se ci hai fatto male?!» risponde Victoria infuriata come non mai.
«Non arrabbiarti troppo o si surriscalda la scheda madre» replico.
La ragazzina si alza immediatamente e ci aiuta a tornare in piedi chiedendoci mille volte scusa.Non c'è neanche bisogno di ripeterlo, acciderbolina!
«Mi presento: il mio nome è Usagi Tsukino, ma tutti mi chiamano Chibiusa.»
«E cosa ti ha
spinta a piombare dal cielo e, quasi, romperci un braccio?»
chiede Victoria ancora arrabbiata, le braccia incrociate e gli occhi
serrati a due fessure. Sembra un detective in cerca della pura
verità.
«Sono mortificata, davvero, in verità dovevo incontrare una ragazza.»
Mi sento confusa.
«Chi?»
«Tutti la chiamano "testolina buffa" o "codini bitorzoluti".»
Cerco di non ridere, ma gli sforzi sembrano inutili. Scoppio in una risata fragorosa, Victoria e Chibiusa mi guardano allibite.
«Questa sì che è davvero buona! "Codini bitorzoluti", che soprannome ridicolo!»
«HEY!»l'urlo
della bambina mi fa perdere l'equilibrio e cadere nuovamente col sedere
a terra, ed oggi è già la seconda volta.
«Ahia!»
grugnisco facendo finta di essere in preda al dolore. So di non sentire
nulla, ma lo schianto è stato addirittura più forte del
precedente.
«Non è il momento di ridere!»
«Mi
dispiace» rispondo asciugandomi le lacrime di olio con la manica
della mia uniforme. Noi androidi piangiamo, ma non lacrime d'acqua amara
- da momento che non ne siamo forniti (e che non possiamo toccare).
«Ma tu... hai la manica sporca!»
Mi si rizzano i capelli, spero solo che non dica "olio" o qualsiasi altro derivato.
«Sbaglio o quello sembra olio?» Ecco, e ora come glielo spiego?
«Ehm... ti sbagli, è il mascara.»
«Capisco, scusa, mi era sembrato olio per auto.»
«Sei un genio, Jackie»mi
complimento sarcastica. Chibiusa ci guarda con aria curiosa,
squadrandoci da capo a piedi. Poi, improvvisamente, mi sento a disagio.
Cosa ci fa qui una ragazzina? Ammesso che abbiadavveroundici anni o più, o forse mi sto sbagliando. Non capirò mai gli esseri umani.
«Voi chi siete?» ci domanda, poi, dopo averci "studiate" perbene.
«Io sono
Jacqueline Kamesuke, per gli amici Jackie», le rispondo con un
dolce sorriso «mentre lei è Victoria, mia sorella.»
«Voi conoscete una certa Usagi Tsukino?»
Victoria fa spallucce ignorando la sua domanda.
«È bionda, due codini lunghi...»
«Se ti riferisci allatestolina buffadi
cui parlavi prima», ghigna mia sorella «lei è sempre
in compagnia di Gwen, la sua nem... ehm, compagna di banco.»
«Dove posso trovarla?»
Nessuna di noi ha la
più pallida idea di dove si trovi e se è veramente in
compagnia di Gwen e poi, Perché quella bambina - o ragazzina -
la sta cercando?
La osservo. Ha la
testa di un gatto viola sotto il braccio, un'uniforme simile alla
nostra, una chiave del tempo e due codini grandi... un momento, "chiave
del tempo"? A quanto pare, anche Victoria sembra essersene accorta. Si
avvicina di scatto alla ragazzina, facendola sobbalzare dalla paura.
«Chi ti ha dato quella chiave?» le chiede, infine.
«Ecco... l-la chiave è di...»
«Non dirmi che l'hai rubata a Sailor Crysalium.»
«Non so nemmeno
chi sia e per la cronaca... no, l'ho rubata a Sailor Pluto»
confessa, finalmente. Victoria incrocia le braccia diffidente serrando
gli occhi a due fessure. Qui si mette male.
Victoria's POV
«Non ti
credo.» mormoro a denti stretti. Di colpo, vedo una sua mano
infilarsi nella tasca della gonna estraendo un paralizzante elettrico.
Me la punta contro col fare minaccioso, le mani tremanti e il sudore
sulla fronte. Alzo le mani in segno di resa.
«E va bene, ti credo» dico «adesso, però, metti giù quell'affare.»
«Non ci penso
nemmeno» risponde con tono arrogante, e con un briciolo di
terrore. Il mio occhio bionico segna un pericolo in vista, ma
preferisco aspettare e vedere cosa combina.Infondo, a me piace il pericolo.
«Voglio soltanto sapere perché sei qui.»
«Impara a non immischiarti in cose che non ti riguardano!» esclama.
Non m'importa se è armata di paralizzante, glielo strapperò dalle mani.
«Ti ho detto di metterlo giù» ruggisco.
«Altrimenti?» controbatte la ragazzina.
«Lo farò con la forza.»
«No.»
«Vuoi rischiare la vita per una stupida domanda?»
«Quello che voglio è trovare Usagi per...c-cosa stai facendo?»
Mi avvicino nuovamente alla ragazzina fregandomene dell'arma che mi sta puntando contro.
«Meglio che parli,orecchie di koala,altrimenti sono guai.»
La ragazzina, presa
dal terrore, preme il pulsante accendendo il dispositivo che,
velocemente, riesco ad evitare difendendomi con il braccio. Contro un
androide, un semplice raggio d'energia - per giunta quello di un
semplice paralizzante, non fa né caldo né freddo anzi, i
kilowatt che rilascia ci rinforzano. Sembra che la ragazzina se ne sia
resa conto.
«Come hai fatto a...?»
«Non sono
affari tuoi» rispondo con calma nascondendo con la mano il
piccolo buco sulla manica e, dopo aver posato su sguardo su due sagome,
mi abbasso verso di lei.
«A proposito di odango-chan... è laggiù» sussurro, poi.
La bambina si volta
verso due ragazze: una bionda e una corvina che ridono e scherzano su
un manga d'azione. L'altra ragazza deve essere Gwen, la sua nemesi,
eppurequalcosadi lei mi sfugge.Ma cosa?
Madre, aiutami a ricordare!
«E quella ragazzina chi è?»
Come ha fatto con
noi, Chibiusa si presenta facendo un inchino davanti alle due ragazze.
Osservo l'espressione sorpresa di Usagi, come se avesse visto un
fantasma.
«Vengo dal futuro», spiega «per essere addestrata come guerriera Sailor.»
Gwen fa per ritirarsi dalla conversazione.
«Oh, ehm... se sono cose vostre, me ne vado...»
Usagi la blocca per un istante afferrandole il braccio con forza.
«Ci sei anche tu in questa storia.»
Rimango basita.
«Mi stai
dicendo che anche la tua amica è una guerriera Sailor?» le
chiede Chibiusa chinando la testa di lato.
«Ti
spiegherò tutto più tardi, ora...» mormora Gwen
osservando me e Jackie con le guance arrossate «... non è
possibile.»
«Perché no?»
«Perché
l'ho deciso io» abbassa poi lo sguardo dirigendosi con Usagi e la
ragazzina dai codini rosa dall'altra parte, dandoci le spalle. Gwen mi
nasconde qualcosa, ne sono certa. Altrimenti, perché non ha
voluto dire niente davanti a noi?Che sia davvero una guerriera Sailor come ha detto quella ragazzina?
Jackie's POV
La giornata è
quasi finita, fortunatamente. Controllo il braccio sinistro, più
precisamente in mezzo ai circuiti blu e viola - quelle che, per gli
esseri viventi, sono le vene.
La batteria è
quasi scarica, mi tocca teletrasportarmi fino a casa, ma non posso
farmi scoprire. Io e Victoria abbiamo imparato da poco ad utilizzare il
teletrasporto con la nostra gemma, tra l'altro non sappiamo con
precisione a cosa serve. Camminando verso casa, noto l'espressione
persa di Victoria. Di sicuro starà pensando a quella ragazzina,
o a Gwen.Oh, quella ragazza.
Ultimamente, è
davanti ai nostri occhi e Vicky non fa altro che guardarla.
Onestamente, non so cosa aspettarmi da una ragazza come lei; per come
si comporta, sembra avere occhi solo per Kai e Usagi.
È vero, Gwen
è fidanzata con il senpai Kai Howakawa, ma Vicky ancora non lo
sa - ed è meglio che non lo sappia, finché non si saranno
calmate le acque tra loro.
«Sono convinta che Gwen abbia un segreto» mormora Vicky con lo sguardo perso nel vuoto.
«Quale segreto dovrebbe nasconderti?»
«Quella spilletta sulla testa, quella pietra colorata... è simile a quella che abbiamo noi.»
Sobbalzo. Deve averla notata mentre andava incontro alla ragazzina, la stessa di Usagi. Non dubito che sia una sua nemesi.
«Non può essere di certo una guerriera Sailor, visto il suo atteggiamento e poi, se anche lo fosse?»
Il suo sguardo diventa cupo.
«Non lo so.»
Adesso, anche lei si sta comportando in modo strano.
▼
Dopo esserci
collegate ai fili elettrici attorno a noi, riposiamo tranquillamente.
Non appena sento l'energia elettrica scorrere nei miei circuiti,
qualcosa inizia a proiettare dentro la mia testa.
Una donna
di spalle, due codini corti neri e blu, un vestito nero dalla gonna
corta, le calze a righe bianche e nere, due occhi grandi e una
maschera. Non so chi sia, ma ho paura che sia una minaccia.
«Distruggerò il nucleo di questo pianeta.»
La sua voce è robotica, come se fosse anche lei un cyborg - o qualcos'altro di simile.
«Affronterete lo Scettro del Pi Greco, la vostra vita ha i giorni contati.»
Ma chi è lei?
«M'impadronirò del Sole e del Crysalium, e ne distruggerò il nucleo vitale!»segue
poi una risata malvagia che, anziché far paura, ti ammutolisce.
Sembra la risata di un personaggio televisivo degli anni sessanta. Chi
è quella donna? E perché vuole distruggere il nucleo del
pianeta Terra? Forse la conosco. Che sia colei che penso che sia?
«Jackie, svegliati.»
Apro di scatto gli
occhi e vedo ancora i fili attaccati ai polsi e alle caviglie. Davanti
a me c'è mio padre, uno scienziato dagli occhiali tondi e una
protesi al braccio - meccanico, quasi autonomo.
«P-padre?»
Faccio per alzarmi, ma subito mi blocca.
«Resta qui», si affretta a dire «devo aggiornare il tuo sistema operativo.»
«Non ho problemi, sto bene.»
«Victoria ha
già la versione nuova, ora tocca a te» mormora
«oggi salterai le lezioni, m'inventerò una scusa»
poi sorride.
Non ho scelta, devo restare nel laboratorio di papà.Chi era quella donna che ho sognato?
Victoria's POV
Le lezioni sono
volate via come il vento, finalmente posso tornare a casa e godermi un
film dell'orrore in pace. Durante il cambio delle scarpe, vedo Usagi e
Gwen chiacchierare fitto fitto confessandosi qualcosa. Deve essere
importante, voglio sapere cosa le sta dicendo.
Mi avvicino lentamente verso di loro origliando senza farmi scoprire dai passanti, tenendo un libro aperto in mano.Oh, Madre, ora mi sento ridicola!
«... quindi, hai fatto anche tu lo stesso sogno?» chiede Gwen a Usagi.
«Non so se anche le altre ragazze hanno sognato quella donna, è chiaro che si tratta di un messaggio.»
«Più che un messaggio, a me sembra unaminaccia.»
Ora che ci penso,
anch'io ho sognato una donna di spalle che minacciava di morte le
creature della Via Lattea e di Andromeda. Che siano coinvolte in questa
storia?
«Le tue
coetanee lo sanno?» Usagi le fa questa strana domanda. Quindi,
Gwen non è affatto una ragazza comune, ma una nemesi? Proprio
come lo sono anche Lisa, Lucrezia e Anne Marie?
«Non lo so, è meglio che ci ritroviamo tutte insieme e parlarne.»
«Elvira?»
Sussulto e non appena
si girano verso di me, mi nascondo dietro il libro che tengo tra le
mani. Sbircio per un istante e, non appena si scambiano un'occhiata,
torno ad origliare.
«Anche lei.»
Elvira Sowashi?La
ragazza più bassa e intelligente della scuola è coinvolta
in quella strana discussione? Ed io non ne sapevo niente! Ora capisco
perché Yoshiro non ha voluto rispondere alla domanda di
Chibiusa. Perché ce lo sta tenendo nascosto? Mi sembra evidente
che non sa che siamo due guerriere Sailor nate dalMecha-Senshi Project.Quando
era bambina, non sapeva neanche dell'esistenza dei androidi, mi ha
sempre vista come un essere umano comune e non ha neanche sospettato
della mia forza sovrumana. Credeva fosse una cosa facile, peccato che
sollevare con facilità un'incudine sia tutt'altro che una
banalità.
Ora ho capito cos'è davvero quella spilla.
«Raduna Minako
e le altre, ci vediamo al parco tra due ore» e detto questo, Gwen
sparisce senza dare nell'occhio, mentre Usagi cammina verso la
direzione opposta, più precisamente verso gli spogliatoi
femminili. Decido di seguire Gwen e chiarire perbene la questione, non
mi resta altro che comportarmi allavecchiamaniera.Ora ci troviamo dietro i cespugli, dove nessuno può sapere e vedere.
«Quindi non sei una ragazza normale, eh?»
La corvina sussulta spaventata osservando i miei occhi brillare di luce azzurra, a contatto con il calore del Sole.
«Che cosa ci fai qui?» mi domanda con la solita aura da perfettina.
«Non fare la tonta, so benissimo che possiedi qualcosa dispeciale.»
Sta sudando, devo averci preso. Ghigno malefica osservando la sua pelle sbiancarsi poco a poco.
«Non so di cosa stai parlando» ribatte acida.
«Non dire
frottole», ringhio afferrandola per un braccio «confessa:
sei una guerriera Sailor o una regina oscura?»
«Anche tu l'hai sognata?»
«Sì, e anche mia sorella.»
Sembra scioccata, a giudicare dalle pupille dilatate dei suoi occhi. Adesso siamo coinvolte anche noi in questa faccenda.
«La tua spilla», indico con la testa «è una gemma preziosa, non è vero?»
«Sì, ma...»
«Sei una spia del cuore di ossidiana, allora?»
«Ti sbagli, non sono colei che credi.»
Vorrei tanto poterla
inchiodare a tronco di un albero, ma non posso. Ho promesso di non
usare la violenza e non lo farò. Improvvisamente la sua spilla
s'illumina, così come il polso dove è incastrato il mio
zircone. Ci fissiamo per qualche secondo osservando anche il bagliore
delle nostre gemme.
«Vicky...»
attira la mia attenzione, non appena mi volto dall'altra parte
«... chi sei veramente?» mormora, poi.
«È importante?»
«Per me lo è», esita per qualche altro secondo «tu... sei un alieno o un essere umano?»
Mi allontano senza voltarmi sorridendo sotto i baffi.
«Ti dò
solo un piccolo indizio», rispondo alzando di poco la voce
«non sono né l'uno né l'altro.»
Una leggera folata di
vento ci colpisce, facendo svolazzare i nostri capelli. È sempre
la stessa storia: io e lei a due metri di distanza, le gemme che
s'illuminano davanti ai nostri occhi. Dopo ben tre anni, ci siamo
ritrovate nel cortile della scuola, lo stesso luogo dove ci siamo
incontrate per la prima volta a sei anni.
«Ti piacciono le margherite?»
«Sì.»
«E quella coroncina?»
«L'ho fatta per la mamma, domani è la sua festa.»
Ricordo la signora Yoshiro; era un angelo - metaforicamente parlando,
forse l'unica in grado di capire i miei sentimenti. Chissà che
fine ha fatto quella donna.
«Scusa,
principessa», mi congedo guardando la sua espressione sorpresa
con la coda dell'occhio, sorridendo nuovamente sotto i baffi.
Perché dovrei essere arrabbiata con lei? Non ho motivo.Oh, Madre, mi sento una perfetta idiota.
«Starei qui a
parlare con te per un'ora intera, ma ora ho da fare» e mi
allontano dirigendomi verso la collina, dove Jackie mi sta aspettando.
Jackie's POV
Mi guardo intorno e
non vedo nessun altro, oltre Victoria. Le nostre gemme continuano ad
illuminarsi, e a giudicare dal bagliore che emanano, non è
affatto qualcosa di positivo. Gli alberi offuscano il resto del
panorama attorno a noi, ed è meglio così. Nessuno deve
scoprire la nostra seconda identità.
«Non perdiamo
altro tempo, Jackie.» mormora lei ed io rispondo con un semplice
annuito. Alziamo la mano insieme facendo risplendere la gemma sopra i
nostri occhi.
«Potere dello smeraldo, trasformami!»
«Potere dello zircone, trasformami!»
Lo pronunciamo in coro alzandoci leggermente da terra, l'uniforme
scolastica cambia forma diventando più corta e di un verde
chiaro. La gonna ha il bordo d'oro, così come il fiocco dietro
la medesima e sul petto, facendo apparire quella che dovrebbe essere la
gemma incastonata nel mio polso sinistro.
I miei capelli, a
contatto con le mie dita, risplendono diventando verdi - e la mia
ciocca colorata diventa d'oro. Alla fine, un paio di guanti coprono le
mie mani e una tiara appare magicamente sulla mia fronte, infine i miei
piedi si adagiano dolcemente sull'erba.
Victoria ha il mio
stesso vestito, ma il suo è blu cobalto con i fiocchi d'argento.
I suoi capelli sono su un blu cobalto chiaro, la ciocca colorata
è diventata di un argento molto chiaro. Siamo simili, a quanto
pare.
«Raggiungiamo il centro della città, è da lì che provieniva il terremoto di ieri mattina.»
Spicchiamo il volo
osservando la città dall'alto, ed è così strano
vederla in quel modo. Si vedono solo i tetti, le punte dei pini e le
teste della gente. Una luce viola, poi, attira la nostra attenzione.
Victoria mi fa segno di fermarmi ed osservare nuovamente quel bagliore.
«Il parco è proprio sotto ai nostri piedi», dice «dobbiamo scendere con cautela.»
«Sei sicura che
sia quello il posto?» le chiedo diffidente, guardandomi intorno.
Ho l'impressione che qualcuno ci stia seguendo,ma chi?
«Non ne sono
davvero convinta, ma è meglio indagare» risponde scendendo
pian piano sul ramo robusto della quercia, così faccio anch'io
atterrando, però, dalla parte opposta. Sotto di noi c'è
quel bagliore viola che abbiamo visto prima, ma non sembra essere
minaccioso, o così credo. Sailor Minus decide di avvicinarsi
alla luce proteggendosi con l'aura protettiva della sua gemma.
«Il nemico
è stato qui», dice risollevandosi nuovamente da terra
«ma di lui non c'è traccia.»
«Secondo te, dove potrebbe essere?» le chiedo.
Piccola pausa.
«Non ne ho la più pallida idea.»
Un fruscio improvviso
attira la mia attenzione; che sia un gufo o una civetta? Da come i rami
tremano, l'essere vivente che è appena passato non può
essere affatto un volatile.
«V-Vicky...» scendo dal ramo con il volto bianco(che dico, gli androidi non si sbiancano dalla paura!), ma non sembra affatto filarmi di striscio.
«Victoria!» esclamo, infine.
«Che c'è?»
Il fruscio torna a
farsi sentire, sussultiamo alzando la testa verso la quercia. Ci
alziamo nuovamente in volo scoprendo una strana presenza in mezzo ai
cespugli.
«Era un animale quello laggiù, vero?» mormora appena, anche lei è un po' spaventata.
«Caspita, se è veloce» commento.
«Seguiamolo,
potrebbe portarci da qualche parte» poi scatta verso quello
strano animale. È stata davvero una pessima idea.
«Un animale...
portare due robot chissà dove?» inarco un sopracciglio
«Quale androide dal software difettoso abboccherebbe ad una
stupidaggine del genere?»
«Cosa ne sappiamo? Potrebbe essere anche un essere umano!»
«Come fa una scimmia evoluta a correre così veloce? Èinnaturale!»
Osservandola bene con
l'occhio bionico, mi rendo conto che quello non è un animale, ma
un essere umano - non uno qualunque, a giudicare dalla pelle bianca
come il latte.
Sailor Minus rallenta fermando anche me. Mi ritrovo contro di lei, lo sguardo sotto di me e la paura nei circuiti.Ma chi me l'ha fatto fare?
«Dannazione, l'ho persa» grugnisce.
«Non è un essere umano, Vicky» la stringo poi tremando «deve essere un suo alter ego.»
«E quali sarebbero?»
«Non so... licantropi, demoni, angeli,vampiri.»
Sussulto di colpo cercando di ricordare perbene il suo aspetto; indossa anche una sailor fuku
nera dai fiocchi rosso chiaro. Che quell'essere umano, in
realtà, sia una creatura paranormale, una guerriera dalle
sembianze umane? Esiste davvero una guerriera simile?
«Dove siamo, a proposito?»
Scandisco con l'occhio bionico il posto, tornando con la mia solita espressione neutra.
«Il laboratorio
chimico di Tokyo, il più grande del Giappone» rispondo
staccandomi dalla sua schiena, mettendomi poi al suo fianco.
«Quellacreaturadeve avere a che fare con quella storia del sogno.»
«Quale sogno? Non ti seguo.»
Mi racconta di aver
sognato una donna - probabilmente, una regina - di spalle che
minacciava di distruggere il Sistema Solare e Ypsilon Andromeda
disintegrando il nucleo vitale delle nostre stelle: il Sole e ilCrysalium.
«Ora che ci penso... anch'io ho sognato una scena simile.»
«Anche tu?»
Annuisco, poi torna ad osservare le canne di fumo del laboratorio sotto di noi.
«Non siamo state le uniche a fare un sogno premonitore.»
«Ma noi, poi,
come siamo riuscite a sognare?» domando intontita. Tra l'altro,
è la prima volta che immagino una scena nella mia mente mentre
dormo, eppure è solito agli esseri viventi.
«Papà ci
ha permesso di fare anche questo installando un microchip nel nostro
sistema operativo, è in grado di proiettare immagini anche
quando siamo disattivate.»
"Oh... wow" è
tutto quello che riesco a dire. Senza dire altro, ci precipitiamo verso
una delle finestre rotte del laboratorio, trovando un'immensa distesa
di computer rotti e altri accesi sulla classica schermata fatal error.
«Caspita, gli umani non hanno un minimo rispetto per la tecnologia» commenta Vicky osservando i computer disgustata.
Cammino lentamente
verso l'arcata della porta, trovando un corridoio poco illuminato che
conduce a tre porte automatiche; o quel che sembrano essere. Un
rimbombo improvviso mi fa sobbalzare, proviene proprio dalla porta
centrale.
«Mi avete stancato, guerriere, consegnateci la fonte dei vostri poteri!»e
via ad un altro rimbombo, questa volta più forte. Victoria
è proprio dietro di me sentendo il frastuono proveniente dalla
fine del corridoio leggermente chiaro. Mi sembra chiaro che laveraminaccia sia qui, in questo edificio.
Victoria's POV
Non devo aver paura di quei rumori. Papà mi ha insegnato ad
essere più forte, leale e strategica; e non ho intenzione di
deluderlo.
«Che facciamo, adesso?»
«Mi sembra ovvio», rispondo «abbattiamo quella porta.» indico poi la porta al centro.
«E voi chi
diavolo siete?!» la tipa dalla treccia rossastra, impugnando il
suo bastone di cristallo nero. Non ci resta che presentarci alla solita
maniera da guerriere Sailor.
«Sono la paladina della buona sorte, sono la custode dello smeraldo. Il mio nome è Sailor Plus.»
«Sono la paladina della lealtà, sono la custode dello zircone. Il mio nome è Sailor Minus.»
Le gemelle ci osservano con poco entusiasmo, una sbadiglia annoiata e l'altra cerca di trattenersi una risata.
«Adesso abbiamo anche le guerriere Sailor di metallo?»
Mi volto verso le altre Sailor che, immediatamente, cambiano espressione. A quanto pare, hanno scoperto la nostra vera natura.
«È vero, siamo androidi, ma almeno abbiamo un cuore» sorrido maliziosa.
«Beh, non ci resta altro che distruggere anche voi due e impadronirci dei vostri poteri.»
Senza pensarci due
volte, alzo la mano e lascio che la mia gemma risplenda davanti alle
altre Sailor. Mi osservano tutti, inclusi i due cavalieri: Tuxedo Mask
e Prince C, e quest'ultimo è il più sorpreso.
«Ah, la magia
della tecnologia», esclama Sailor Moon con gli occhi a
cuore «voi sì che siete avanti, ragazze!»
«Grazie per il complimento, guerriera della luna» sorride Sailor Plus tenendo tra le mani il suo Specchio Atomico.
Da quello che so, è in grado di trasformare e invertire le
particelle atomiche di un qualsiasi oggetto cambiandone la forma,
oppure eliminare elettroni e protoni di un qualsiasi altro atomo.
Insomma, è un'arma di distruzione di massa.
«Vuoi che le deformi?» mi sorride accattivante impugnando lo specchio davanti a me.
«Non
adesso», le rispondo con calma e con voce bassa «e
poi, quel potere è troppo pericoloso.»
«Avete intenzione di continuare il dibattito?» domanda una delle gemelle, la tipa dalla treccia verde mimetico.
«Oh, giusto,
quasi dimenticavo», faccio schioccare due dita facendo apparire
una sfera trasparente, una piccola luce blu intrappolata al suo interno
e piccole scaglie di fulmini «questa io la chiamoGemma Inferni,ed è molto potente.»
«E quindi?»
«Meglio se vi ritirate.»
«Giammai»,
esclama la tipa dai capelli rossastri afferrando di scatto una pistola
d'acqua gigante. D'altro canto, che accidenti ci fanno gli scienziati
con un'arma del genere? Non lo sapremo mai.
Si scaglia contro di
me, finendo in ginocchio sul mio corpo metallico e l'arma - se
così devo chiamarla -, la punta sul mio fiocco precisamente,
sulla mia gemma.
«Gli androidi
temono l'acqua, vero?» ghigna malvagia. «Credo proprio che
la tua carriera da Sailor finisca qui, ammasso di bulloni.»
LaGemma Inferniè sulla mia testa e, a quanto pare, il nemico non se n'è accorto. Forse, posso salvarmi.
«Beh, è stato facile.» ghigna la tipa avvicinando ancora la pistola contro la mia gemma.
«Che aspetti, Red? Uccidila!»
Ora ho capito chi
sono: sono Red e Green Shadow, le gemelle Ombra. Le incontrai un
millennio fa, prima che fossimo adottate da uno scienziato. Non sono
morte durante l'esplosione del nostro pianeta? Ciò è
strano. Non appena penso che sia troppo tardi, qualcosa interviene in
mio aiuto.
«Dividum!»
Una specie di boomerang sfreccia contro la pistola in mano a Red
Shadow, finendo in fondo alla stanza, e il bastone di Green Shadow cade
a terra spezzandosi in due.
Mi volto verso le due
sagome e noto una gemma colorata al centro del loro fiocco, e subito mi
rendo conto di chi c'è dietro quella strana nebbia: due
guerriere dall'aspetto minaccioso. Una è molto bassa di statura,
un vestito rosso dai bordi dorati e tre fiocchi, uno al centro, uno
dietro la schiena e l'ultimo sulla testa.
L'altra ha un paio di
codini lunghi e rosso chiaro, un completo verde acqua dai bordi
d'argento e il fiocco dello stesso colore dei bordi, fatta eccezione
per la gemma. La sua è circondata da una cornice argentata.
Quei volti non mi sono nuovi, soprattutto quello della ragazza con i codini da bambina.
«Non è possibile, ce ne sono altre due!» esclama Green Shadow.
«E voi chi siete, adesso?» domanda Red Shadow scocciata. Come sempre, le due misteriose ragazze si presentano.
«Sono
la paladina della buona volontà e del rispetto, sono la custode
del rubino. Il mio nome è Sailor Multipler!»
Deve essere la nemesi di Sailor Mercury, con l'unica differenza che hanno altezza e atteggiamento diversi.
«Sono la paladina della saggezza, sono la custode dell'acquamarina. Il mio nome è Sailor Divide!»
Red Shadow sorride maliziosa alzando le mani in segno di resa, come se si fosse arresa.
«Veniamo in pace, Sailor», dice poi «siamo qui per un accordo.»
«Che genere di accordo?»
Sailor Divide
è l'opposto della sua nemesi eppure, non riesco a metterla a
fuoco perbene. Quegli occhi e quei lineamenti mi sono familiari, a meno
che non sia una sosia.
«Consegnateci le vostre gemme e ilCristallo d'argentoleggendario.»
«Possibile che
siate così stupide?» commenta Sailor Plus incrociando le
braccia. «Come potete minacciare esseri umani per avere
l'immortalità?»
«Cosa intendi dire?» domanda la guerriera della luna un po' confusa.
«IlCristallo d'argentoe ilCristallo galattico di Andromeda-
creato da tutte le nostre gemme unite dal diamante -, sono in grado di
creare un elisir di lunga vita molto potente», spiego
«l'eterna giovinezza, il potere supremo del Creatore,
l'immortalità dell'anima e del corpo.»
Mi sembra di raccontare una storia dell'orrore attorno al fuoco.
«Anch'io voglio diventare immortale!»
«Tutti lo vorrebbero, ma non possiamo lasciare che il male ottenga ciò che vuole con la forza.»
«Voi Sailor Andromeda sarete anche intelligenti, ma non siete astute quanto noi.»
«Ma mai quanto me!» esclamo rialzandomi da terra prendendo tra le mani laGemma Inferniche ho creato. Ora posso scagliarla contro di loro.
«Non ne hai avute abbastanza, rottame metallico?»
«Per te sarò un rottame, ma per gli altri sono unaMecha-Sailor.»
Una forte energia si sprigiona sulle mie mani e sul resto dei miei circuiti, creando così una forza mai vista. Mi sentoinvincibile.
«Gemma Inferni!»
Lancio la sfera
luminosa contro una di loro, mettendola fuori gioco; o quasi. Viene
scaraventata contro il muro creando una falla profonda. Una cosa
è certa: le avrà fatto il solletico, da momento che si
riprende dopo qualche minuto. Wow, sono davvero in gamba!
Jackie's POV
Mi tengo pronta per
il prossimo attacco. Sicuramente, una delle gemelle scaglierà un
fulmine contro di noi. Improvvisamente, Green Shadow alza il suo
bastone richiamando un'aura oscura che avvolge se stessa e due nostre
coetanee - non la vedo, tra l'altro.
«Ho una sorpresa per voi, piccole gemme», ghigna malvagia «a meno che non vogliate arrendervi.»
«Non pensarci neanche» si affretta a rispondere la guerriera della saggezza.
«Ora che vi
guardo bene... le vostre gemme sono molto potenti», non so
perché ma deglutisco «piene di energia, un'energia vitalepazzesca.»
È proprio grazie alCrysaliumche
le nostre gemme risplendono, lo zircone e l'acquamarina sono le uniche
che possono risplendere anche con l'energia del Sole: ecco
perché i loro poteri sono così forti. Le gemelle Ombra
non lo sanno e non devono saperlo.
«Sareste un ottimo bersaglio per la nostra regina.»
«Allora siete le sue scagnozze?»
«Indovinato,
Sailor Divide», sussulta poi la guerriera sorpresa «lei
cerca anche l'immortalità e ci ha promesso di darci un goccio di
quell'elisir se troviamo le Sailor Andromeda, prendiamo le loro gemme e
l'aiutiamo nel suo piano diabolico» spiega Red Shadow.
«Non le
avrai!» esclama lei tirando fuori il suo scettro. È molto
simile a quello di Sailor Moon, con l'unica differenza che la luna
è all'opposto - nella fase calante, esattamente il periodo in
cui la regina Aquamarine l'ha data alla luce.
«È inutile che ti scagli contro di noi» replica Green Shadow.
«Sei troppo lenta per distruggere i nostri bastoni e, come puoi ben vedere, sono in grado di ricomporsi.»
Non è possibile!
«Dí le tue ultime parole, guerriera dell'altra
galassia» Red Shadow punta l'arma contro Sailor Divide poi,
mentre apre la bocca, qualcosa fa scomparire il bastone che aveva tra
le mani.
Davanti a lei appare una guerriera dalla sailor fuku
nera, i fiocchi rossi, due occhi grandi e rosso chiaro e un sorriso
spaventoso. Un momento: è la stessa ragazza che abbiamo
inseguito poco fa!
«Sailor Vampire?!»esclamano le altre Sailor in coro.
«Esatto, sono tornata!» risponde ingrandendo il suo sorriso mostrando i suoi canini appuntiti.
«Restituiscimi subito il bastone!» urla Red Shadow.
«Lo vuoi? Vieni
a prenderlo!» e fugge a velocità supersonica seminando il
nemico. La gemella ringhia e cerca di inseguirla, ma si vede che la sua
velocità è imparagonabile a quella di Sailor Vampire. Mi
domando da dove provenga quella strana creatura.
Green Shadow si guarda attorno spaesata, prima di sparire da una nebbia
scura e tossica. Le altre guerriere si riparano dalla nube tossendo e
starnutendo, e d'un tratto la sua sagoma svanisce assieme alla nebbia
oscura.
«Se l'è svignata» mormora Sailor Divide.
«Proprio adesso che volevo usare il mio
scettro» aggiunge Sailor Multipler sarcastica «beh,
è meglio se andiamo a cercarla, di sicuro sarà qui
dentro.»
Sailor Plus e Sailor Multipler si precipitano
fuori dalla stanza, perlustrando gli angoli nascosti dell'edificio.
Loro e le altre guerriere Sailor sono dietro di loro poi, man mano che
arrivano al corridoio, si dividono in coppie o in un trio. A quanto
pare, mi tocca andare in giro con una ragazza dai codini rossi e la
misa verde acqua chiaro. Finiamo dritte al centro del corridoio,
più precisamente davanti una porta automatica che, al bagliore
della mia gemma, si apre. Infine, entriamo e la porta rimane aperta per
qualche strana ragione.
La stanza è davvero grande, c'è una
vastità di lampade a infrarossi, celle d'ibernazione e numerosi
macchinari agli occhi della gente comune sconosciuti. Non mi aspettavo
di ritrovarmi con la guerriera della saggezza qui, in mezzo a gadget
vari e colori neon.
Non ho mai capito a cosa servono quegli strani
marchingegni, eppure gli scienziati li sfruttano a proprio vantaggio.
Se devo dire la verità, anch'io provengo da un laboratorio,
più precisamente da una capsula fredda e ricoperta di metallo
prezioso - io e mia sorella siamo state progettate per combattere e
integrarci con gli esseri viventi. A cosa servo, se non riesco a capire
gli esseri umani? A cosa servo, se i miei microchip non funzionano a
dovere?
Sailor Divide è proprio davanti a me, con
le guance leggermente arrossate e la paura negli occhi. Per essere una
guerriera aggressiva, un briciolo divulnerabilitàce l'ha.
«Qualcosa non va, Sailor Minus?»
Mi fermo di scatto. Sarà la sua voce a irrigidirmi in questo modo? Probabile.
«Tranquilla, sto bene» le rispondo con voce calda.
Madre, cosa ci faccio qui? Perché sono con lei?
Non sto affatto bene e non è solo per la sua presenza. Abbasso
lentamente lo sguardo, mentre lei cerca di allungare il braccio per
prendermi la mano, ma subito se lo porta al petto. Non dovrei essere
qui, né tantomeno essere unaMecha Sailor. Anzi, sarei dovuta rimanere nella mia cella d'ibernazione.
«Credo che debba lasciare la squadra» la frase mi sfugge involontariamente.
La guerriera della saggezza mi guarda stranita,
improvvisamente si avvicinò al mio viso, le labbra a pochi
centimetri dalle mie. Che voglia...?No, impossibile.
«Cosa stai dicendo?» la sua voce era fioca, inudibile.
Non so cosa fare, rimango paralizzata, la schiena
contro il muro e il respiro tiepido di Sailor Divide contro la mia
pelle artificiale. Mi sento...strana.Come cavolo riesco a sentire l'aria sulla mia corazza metallica? Tutto ciò è assurdo.
«Nonpuoilasciare
la nostra squadra!» grida improvvisamente facendo scivolare una
lava lamp verde a terra e d'un tratto, il mio cuore meccanico comincia
a palpitare. Cosa mi sta succedendo?
«Cielo, ti stai comportando come... come lei!» indica poi Sailor Y, che alza gli occhi al cielo.
«Non posso crederci, sei più arrogante di prima» ringhio sottovoce.
«Sei indispensabile per noi e le Sailor Andromeda quindi, non azzardarti a mollare.»
La mia pazienza ha un limite, Sailor Divide, ricordatelo.
«A cosa servo, eh? Me lo spieghi?» incrocio le braccia,
fulminandola poi con gli occhi. Non c'è dubbio che il suo
carattere scontroso è identico a quello di Rei, ma non è
certamente comparabile a lei. Voglio dire, la corvina sa come far
arrabbiare qualcuno, soprattutto un androide come me e mia sorella.
«Sei forte e tenace, una guerriera come te ha delle grandi potenzialità.»
«Questo non significa che debba essere obbligata a combattere in nome di questa galassia.»
«Neanche dell'altra?»
Mi astengo dal rispondere alla sua domanda, anche
perché non ha senso farlo. Perché mai dovrei ascoltare le
parole di un essere umano, per giunta una guerriera che non sa fare il
suo dovere, se non comandare a bacchetta un robot?
«Bene», si volta verso la porta «allora nasconditi e non fare nient'altro.»
Il mio occhio bionico comincia a darmi fastidio.No, non di nuovo.
«Tua sorella è senza dubbio cento volte meglio di te, pattume metallico.»
Sento i circuiti andare fuori controllo, entrambi
i miei occhi diventano di un rosso chiaro e spaventoso - lo vedo dal
riflesso davanti a me.
«Come ti permetti di chiamarmi
così?» ringhio afferrando una delle celle subatomiche
accanto a me scagliandola violentemente contro di lei. Riesce a
schivarla e a rialzarsi velocemente, Sailor Moon e Sailor Mars
spalancano gli occhi dopo aver assistito alla scena.
«Come diamine...?»
«Questo non ènormale.»
Sono fuori di me, la guerriera della saggezza sta
davvero esagerando. Ha intenzione di spedirmi di nuovo in una cella
d'ibernazione? Ne sono più che sicura (è l'unico spazio che può raffreddare i miei circuiti, permettendomi di tornare calma e tranquilla).
«Ne vuoi ancora?»
«D'accordo, hai vinto», distoglie lo sguardo «puoi andartene.»
Adesso, sembra dispiaciuta. Sorrido maliziosamente sotto i baffi
osservando il suo corpo diventare sempre più fragile. Una
guerriera che, all'inizio, si è dimostrata onnipotente, trema
davanti ad una sua compagna di squadra. Chi l'avrebbe mai detto?
«No, non lo farò», rispondo poi «d'altronde, come faresti a combattere senza di me?»
«Ugh, che parole orribili», commenta «e poi non mi piaci anzi, mi fai schifo.»
«Grazie per il complimento» sorrido maliziosa prendendola in giro.
«Smettetela, ragazze, non è il
momento di litigare!» interviene Sailor Jupiter prendendo Sailor
Divide per entrambe le mani, allontanandola dalla mia vista.
«Abbiamo una missione, non possiamo fallire» aggiunge, poi
«Sì, ma come facciamo con le gemelle Ombra, la nebbia oscura e la regina - ammesso che siadavverolei - che ci ha minacciate di morte?» chiede Sailor Moon.
«Non est id in nobis»rispondo con un sorriso trionfante mettendo in mostra la mia "superiorità".
«Adesso parli anche latino?!» ringhia Sailor Plus invidiosa come non mai, a quanto pare.
«Ehm... non ho capito neanche una sillaba» commenta la guerriera della luna un po' confusa.
«Mia cara, è un modo di dire,
significa "ciò non dipende da noi"»
spiego «soprattutto da te, Sailor Moon.»
«Smettila di fare il Virgilio della
situazione e aiutaci», interviene Sailor Multipler irritata
«non siamo qui per fare lezioni di filosofia.»
Che ho fatto di male, questa volta? Ho solo detto qualche parola.
«Sit venia verbo (letteralmente "mi sia scusato il dire")» dico chinandomi ma, non appena poso lo sguardo su tutte le presenti, vedo mia sorella picchiarsi la fronte indignata.
Beh, mi sembra evidente che qualcosa di male lo abbia fatto:una pessima reputazione.A questo punto, non mi resta altro che cucirmi la bocca e tenermi le parole dentro.
Madre adorata, che figuraccia.
Jackie's POV
Le ombre della notte hanno appena avvolto la città, i lampioni e
le luci interne degli edifici vengono accese mentre l'oscurità
conquista le strade e le campagne. Girandomi verso le vetrate, osservo
la luna e le stelle brillare in cielo, senza scacciare quella strana
nebbia oscura.
Red Shadow è lì fuori che insegue
quella strana guerriera dagli occhi rossi ad una velocità
indescrivibile, come se quella specie di bastone magico fosse
così prezioso per lei. Sollevo poi lo sguardo verso la luna,
osservando la sua Perfezione. E dire che nella nostra galassia, un
astro del genere non esiste.
«Sailor Plus?»
La voce cantilena di Sailor Multipler mi coglie alla sprovvista e, magicamente, torno concentrata nella missione.
«Perdonami, avevo la testa da un'altra parte.»
«Non hai mai visto la luna?»
Scuoto lentamente la testa. Evidentemente non sa
nulla di me e Victoria ma, se glielo dicessi, se la prenderebbe male?
Non so se Vicky se lo è mai chiesto, prima di confessare
qualcosa. Probabilmente no, dal momento che parla senza pensarci due
volte.
«Quando vieni ibernata per dicimila anni, è ovvio che ti perdi un sacco di avvenimenti.»
«Ibernata?»
Immagino che sia un essere umano; come tutte le altre guerriere, del resto.
«Vedi, io e Victoria siamo...»
«Diverse? Oh, beh, non lo metto in dubbio», mi precede «tutti siamo diversi.»
«Non è questo il punto», cerco
di dire con calma senza piangere «io e mia sorella siamo
androidi.»
«Ovvero?»
Non sa cos'è un androide?! Ma dove vive?
«Robot con sembianze umane», lo dico
tutto d'un fiato sentendo i miei circuiti perdere
controllo «ora hai capito perché io e Victoria non
andiamo mai in bagno ed evitiamo l'acqua?»
Non sembra affatto sconvolta anzi, è
felice. Mi guarda con un sorriso, fregandosi delle mie parole. Non
è arrabbiata, il che è strano, ma sono davvero contenta
di essere comunque alla pari con loro.
«Ho un'amica robot e non lo sapevo» il
tono è un mix tra incredulità e terrore, i suoi occhi
emanano stelle.
«Hai paura di me, non è vero?»
lo dico a bassa voce, quasi inudibile. La guerriera della buona
volontà mi viene incontro appoggiando una mano sulla mia spalla,
con un dolce sorriso stampato in volto.
«Perché dovrei? Anzi, sono davvero felice che tu abbia detto la verità.»
«A proposito, dove sono andate le altre?» chiedo intontita.
Un cadere improvviso ci spaventa e, non appena
sbirciamo dalla lava lamp gialla nella stanza, notiamo Sailor Moon
gemere dal dolore, col sedere a terra e con due lacrime agli angoli
degli occhi.
«Stai attenta, razza di sbadata!» la rimprovera Sailor Mars.
«Non l'ho fatto apposta» piagnucola la guerriera della luna.
Dietro di loro, ci sono Sailor Jupiter e le Inner
Senshi della squadra di Sailor Moon con la solita espressione, senza un
briciolo di gioia; sono molto concentrate nella missione e non osano
pensare ad altro. Caspita, le invidio.
«Cielo, bisogna essere così idioti
per scivolare su un pavimento fatto di cemento» commenta Sailor
Divide acida. Quell'atteggiamento antipatico mi ricorda molto quello di
Gwen.
«Anche per non esservi accorte della mia presenza.»
Quella voce... Green Shadow!
«Che bello vedervi, guerriere Sailor», dice sarcastica «anche se per poco tempo.»
«Cosa intendi dire?» chiedo.
«Mi dispiace eliminarvi così presto,
avrei voluto vedervi a terra prive di forze e senza bagliore da
sprigionare dai vostri stupidissimi scettri.»
Casomai, iltuosarà stupidissimo!
Il suo sguardo punta verso Sailor Divide e Sailor Minus, esattamente
come qualche minuto prima. Questa volta, ha davvero intenzione di
strappare dal loro fiocco le loro gemme. Osservando il suo bastone e il
diamante nero che penzola sulla superficie del legno scuro, mi fa
capire che ha tutt'altro in mente.
«Voi e le vostre gemme verrete con me»
ghigna malvagia Green Shadow avvolgendo le due guerriere da una nebbia
scura a forma di catena, dall'aspetto minaccioso «ho grandi
progetti per voi.»
Entrambe scompaiono assieme alla scagnozza, lasciando nell'aria scintille chiare e piccole nubi di fumo nere.
«Non posso crederci!»esclama
Sailor Y osservando la scia di fumo nero. Sailor Minus e Sailor Divide
sono scomparse in una nebbia tenebrosa, e non promette affatto nulla di
buono.
Capitolo 22 *** Capitolo ventidue - Sulla torre di Tokyo ***
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Capitolo ventidue
• Sulla torre di Tokyo •
Jackie's POV
Green Shadow ha preso in ostaggio due nostre compagne, per giunta le custodi
delle gemme sacre. Questa non ci voleva. Di sicuro sono qui dentro, ma
in un'altra stanza - probabilmente sigillata.
«Stupido diamante nero!» esclamo stringendo i pugni. Vorrei essere al posto di Sailor Divide, almeno sarei rimasta con mia sorella.
«Gridare non
servirà a nulla, tesoro» risponde Sailor Jupiter
«l'unica cosa che dobbiamo fare è cercarle.»
«E dove? Il laboratorio è troppo grande!»
Mi viene voglia di piangere, ma riesco a trattenermi.
«Le troveremo,
vedrai» mormora stringendomi dolcemente in un abbraccio. Non so
perché, ma adesso mi sento meglio. Sailor Multipler osserva
concentrata il piccolo monitor di Sailor Mercury captando una strana
presenza fuori dall'edificio. Spiega, poi, che l'altra gemella si trova
sulla torre di Tokyo.
«Come ci arriviamo? È troppo lontano.»
«Conosco un
modo per arrivarci in meno di cinque secondi», interviene la
piccola guerriera «non sarà una passeggiata quindi, ho
bisogno anche del vostro aiuto.»
«Cosa dovremmo fare?»
«Mettetevi in cerchio e chiudete gli occhi, non dovete aprirli per nessun motivo o verrete catapultate altrove.»
Tutte annuiscono, me
compresa. Non sarà un tranello, ne sono certa, perché mi
fido ciecamente di lei. Uniamo le nostre mani formando un cerchio
tenendo gli sguardi verso il basso, le palpebre chiuse e le gemme
incastonate nelle nostre tiare splendere - sia le nostre, sia quelle
dell'altro team.
«Tilemetaforá!»
Una forte energia ci
circonda, sollevandoci da terra. Cerco di alleviare la tensione e di
resistere alla tentazione di aprire gli occhi, immagino il varco che mi
porta dall'altra parte. Non appena sento il gelido vento sui miei
capelli, spalanco immediatamente le palpebre e d'un tratto mi trovo
sulla cima della torre di Tokyo.Com'è possibile?
«Bene, ragazze,
dividiamoci e andiamo a cercare Red Shadow» annuncia Sailor Moon;
dopo essere sparita dall'altro lato della torre, ad osservare la cima
siamo solo io e Sailor Multipler. Non posso crederci, quella maledetta
guerriera rossa mi ha trascinata fuori dal laboratorio, mentre mia
sorella e Sailor Divide sono rinchiuse lì dentro.Oh, Madre, che rabbia!Se non fosse stato per quella stupida ragazza ombra, a quest'ora sarei qui con Sailor Minus.
«Ora spiegami perché siamo davanti alla torre di Tokyo.»
«Non lo hai
ancora capito?» sorride. «Red Shadow è qui e vuole
usare l'energia dei fulmini per diventare più potente.»
«Ed io cosa dovrei fare?»
«Aspetta e vedrai.»
Tutte le guerriere si
riuniscono ed io con loro. Sembra proprio che abbiano un piano in
mente, ma non hanno notato che dietro di noi c'è Red Shadow che
lucida il suo cristallo nero con un sorriso malefico, ignorante della
nostra presenza. Spero vivamente che il nemico non si accorga di noi.
«Formiamo
quattro coppie», annuncia Sailor Moon «voi, ragazze,
andrete in coppia con la vostra nemesi mentre tu, Sailor Mars, andrai
in coppia con Sailor Plus.»
Beh, poteva capitarmi di peggio.
«Umpf,non durerete a lungo, guerriere Sailor» sogghigna Red Shadow trionfante. Mannaggia! Ma perché non sto zitta?
«Fossi in te,
ci ripenserei» risponde Sailor Moon mettendo alla luce tutto il
coraggio che finora non avevo mai visto. Mi devo ricredere: sa come
affrontare una situazione, ma non a stare attenta dove mette i piedi.
«Mi avete
stancato», ringhia la strega «prenderò la
vostra energia vitale e tutte le vostre gemme!»
Agitando il suo
scettro, forma un cerchio dove escono quattro spettri oscuri. I suoi
occhi splendono a contatto con la luce del Cristallo Nero.Oh, no.
«Shadow Monsters, tocca a voi!»
I quattro fantasmi di
nebbia oscura si separano puntando su una delle quattro coppie di
guerriere: il più piccolo affronta Sailor Jupiter e Sailor Y, il
più cicciottello si scaglia contro Sailor Venus e Sailor Z, il
fantasmino deformato attacca Sailor Mercury e Sailor Multipler. Tutte e
tre riescono a neutralizzarli unendo i loro poteri più grandi,
rinforzandoli subito dopo. A me e Sailor Mars è capitato il
più spaventoso.
«Dobbiamo
proprio sconfiggere il peggiore?» chiedo scocciata. Sailor Mars
sbuffa, come se la situazione fosse ridicola.
«Ho visto di peggio.»
Si mette davanti al
fantasma di nebbia preparando il suo attacco di fuoco. La dimensione di
quel getto infuocato è così grande che riesce a spazzare
lo spettro in un solo colpo, ed èstupefacente. Mi piacerebbe avere il potere di controllare il fuoco.
«Wow, mai visto un fuoco così possente!» esclamo meravigliata.
«Sono un genio», si sventola i capelli con un sorriso «modestamente.»
Di colpo scoppia a
ridere, tenendo le mani sui fianchi. A quanto pare, anche lei ha un
lato stupido. Ad un certo punto, sospiro frustata. Madre, ma perché la guerriera della luna mi ha messa in coppia con lei?
«Tu, piccolo
rottame», gli occhi rosso fuoco di Red Shadow puntano verso di
me «credi di poter salvare tua sorella così
facilmente?»
«Quello che voglio è rivendicare il nome di Mechanitron e posso farlo anche senza mia sorella.»
«Povera illusa», mormora, poi punta lo scettro contro di me. «Pila Mortem!»
Un bagliore viola mi
viene incontro e lo schivo deviandolo con il braccio. Lo sento bruciare
come una sostanza corrosiva. Fortunatamente, la mia corazza resiste a
qualsiasi cosa - non all'acqua, purtroppo.
«Sagitta Venenum!»
Mi coglie alla
sprovvista e una freccia violacea mi colpisce la spalla sinistra
strappando la manica del mio vestito. Doveva essere una freccia
velenosa, peccato che non faccia effetto su un corpo robot.
«Hai qualcosa da dire prima di morire?» chiede vittoriosa.
«Una cosa te la dico», pausa ad effetto «quella freccia velenosa è inutile.»
Spalanca gli occhi
lanciando una forte energia magnetica che mi sfracella al suolo,
tenendomi incollata al pavimento metallico della torre.
«Questo è inutile?» segue una risata malefica.
Riesco a liberare le braccia e ad appoggiare le mani sul pavimento mettendomi seduta con le gambe leggermente aperte.Ecco, ora mi sento in imbarazzo.
«Allora, piccolo smeraldo, vuoi arrenderti consegnandomi la tua gemma o vuoi affrontare il tuo destino?»
Riesco a trovare
l'equilibrio e a rialzarmi, punto gli occhi verso la strega che in
questo momento, mi sta guardando con un sorriso agghiacciante. Non mi
fa paura. Ho affrontato nemici peggiori di lei, non mi farò
intimorire da un cristallo demoniaco.
«No, non mi arrenderò mai!»
Di colpo sento la mia
guancia sinistra surriscaldarsi facendo apparire un fulmine verde
fluorescente e altre strane voglie, il bordo della mia gonna diventa
oro vero e il tessuto di essa diventa leggermente trasparente. Sui miei
guanti, appaiono due grandi bracciali d'oro con piccoli smeraldi
incastonati.Cosa mi sta succedendo?
«Non posso crederci... lei è...»
«Sailor Mecha Plus!»esclamano
in coro le presenti. Questa forma è sempre stata dentro di me?
Rimango affascinata dalla mia nuova trasformazione osservando i bordi
dei miei fiocchi diventare giallo neon. Bene, adesso sono pronta.
«Credevo che
vostra madre avesse eliminato quel vostro aspetto» dice Red
Shadow mettendo entrambe le mani sui fianchi e accavallando una gamba,
fluttuando a mezz'aria.
«Non so come
conosci la regina Esmeralda e non m'interessa, ma sappi solo che il mio
potere è diventato più forte.»
La nemica sogghigna maliziosa.
«Voglio proprio vedere anzi, perché non affronti la tua amica del cuore?»
Dietro di lei vedo
Sailor Vampire con le braccia legate da una nebbia scura, la stessa che
ha usato Green Shadow per prendere in ostaggio mia sorella e Sailor
Divide. Non so se questo nuovo potere è in grado di distruggerle.
«Ora è
il tuo turno, bambina» fa schioccare le dita e la guerriera
vampira si para davanti a me. Come diamine ha fatto Red Shadow a
catturarla, nonostante sia più veloce di un'auto da corsa? Deve
aver usato uno dei suoi trucchi, ne sono certa.
«Non voglio...
farti... del male...» sussurra appena. I suoi occhi sono
leggermente aperti, riesco ad intravedere un quarto dei suoi occhi
grandi e rossi.
«Ti ha rubato tutta l'energia vitale?»
«Sono queste catene a... a... farlo... me ne ha lanciata una e sono... caduta.»
Ora che la vedo
meglio, ha un graffio sulla faccia ed è ancora fresco. Vederla
così inerme mi irrita tanto, se solo ripenso a mia sorella e a
Sailor Divide, mi viene voglia di... di...argh, non lo so.
Non posso affrontarla, è una nostra coetanea. Mi limiterò a tirare fuori la miaGemma Infernie
scagliarla contro Red Shadow, ma so già che sarà inutile.
La scagnozza della principessa pazzoide è troppo furba per una
novellina come me e dire che, all'inizio, credevo sarebbe stata una
passeggiata sconfiggerla. Ma il nostro vero obiettivo è un'altra
persona: una donna che ha rovinato la nostra vita lasciando un ricordo
indelebile nella nostra testa, ma non verrò umiliata una seconda
volta.
«Non dire
altro, fingi di aver paura» le ordino mentre unisco le mie mani
davanti ai miei occhi. Li chiudo lentamente lasciando che il vento alzi
i miei capelli in aria.
Una luce verde
fluorescente risplende, mentre mi sollevo a mezz'aria molto lentamente.
Sento la forza dello smeraldo entrare nella mia corazza metallica, come
una forte scarica elettrica.
«Sailor Plus, non farlo!» grida Sailor Z.
«Non sei ancora in grado di usare quel potere!» aggiunge Sailor Venus.
«E tu come lo sai?» dico con voce bassa rivolgendomi alla guerriera dell'amore.
«Quello che so è che se scagli quella sfera contro Red Shadow, morirai» risponde.
Apro gli occhi e vedo
il bagliore accecante della mia sfera di luce gemmata unita dal resto
dei miei poteri. Se può farlo mia sorella, posso farlo anch'io.
«Non potete dirmi cosa devo fare!» esclamo con la rabbia negli occhi, puntando la sfera verso il nemico.
«Così distruggerai la torre e parte della città!» risponde Sailor Moon.
«Sei impazzita, per caso? Vuoi morire senza una ragione?» domanda Sailor Y a gran voce.
Spalanco gli occhi e lascio che il mio occhio bionico inquadri l'obiettivo: Red Shadow.Bersaglio agganciato. Preparazione Gemma Inferni, 75%.
«Lo faccio per
mia sorella», dico incrociando le braccia davanti ai miei occhi,
dita in verticale e sfera al centro di esse «non per il bene
della vostra stupida città.»
Preparazione Gemma Inferni, 100%. Gemma Inferni pronta al lancio.
«Non farlo!»gridano tutte in coro.
Il bersaglio è
stato individuato, i miei capelli sono ancora sollevati in aria, il
vento che m'investe violentemente e i fulmini della mia sfera verde che
poco alla volta aumentano di potenza. Beh, è vero. In effetti,
è la prima volta che scaglio unaGemma Infernicontro un nemico, ma non m'importa se morirò. Per mia sorella, rischierei la vita. Non sono più la "sorellina", non sono più la piccola della famiglia.Il mio nome è Sailor Plus e sono la custode dello smeraldo, gemma della buona sorte.
«Gemma Inferni,azione!»
Non appena sciolgo la
croce, la sfera sfreccia a tutta velocità verso Red Shadow ma
improvvisamente, sento l'energia abbandonarmi. Non riesco a vedere la
luce della mia sfera di energia, la mia corazza sta diventando
pesante...morirò davvero?
Sovraccarico di energia! Allarme! Sovraccarico di energia!
Mi lascio andare
mentre la massa del mio corpo diventa pesante, fino a cadere molto
lentamente verso terra, sentendo un rumore continuo insieme all'allarme
del mio sistema operativo. Quindi... è così che "muore"
un androide?
Le voci delle altre
ragazze stanno facendo il mio nome. Detesto doverlo ammettere: Sailor Z
aveva ragione, non avrei dovuto sferrare quellaGemma Inferni. Non sono in grado di gestire un potere così forte.
L'impatto contro il
cemento è indolore, ma sento qualche bullone sganciarsi e
abbandonare la mia corazza metallica. Mi sento improvvisamente strana,
come se la morte fosse proprio dietro l'angolo.
«Ti voglio bene, mia piccola Emerald... sorellina... ti voglio bene...»
Mahori, sorella mia, dove sei?
⭐ ⭐ Intermezzo⭐ ⭐
C'era
stato un periodo in cui Mahori aveva visto qualcosa di magico in quel
pianeta verde acqua e celeste: Oblivion. Era ossessionata dalla sua
forma leggermente schiacciata - come la Terra -, l'anello di detriti
spaziali e polvere cosmica rosea che lo circondava, quel bagliore che
emanava... per lei eraperfetto.
Da
anni, la regina Esmeralda e il re Zyrco cercavano di attirare
l'attenzione della loro figlia maggiore, almeno per chiederle il motivo
per cui ogni sera saliva sul tetto del castello - spesso con un
telescopio sotto il braccio. La figlia minore, Dhromia, non conosceva
quel pianeta finché sua madre non gliene parlò, quella
sera a cena, dopo che Mahori era uscita per l'ennesima volta correndo
verso il tetto.
«Mamma,
papà...» la sua voce era dolce e cantilena, proprio come
quello di una bambina «credete che Mahori sia pazza?»
La regina sorrise.
«È solo una ragazza curiosa, le piace tantissimo vedere i pianeti del Sistema Ypsilon Andromeda.»
«Mi ha confessato», aggiunse suo padre «che è rimasta incantata dai colori del pianeta Oblivion.»
«E che pianeta è?»
I
suoi genitori gliene parlavano come se fosse la cosa più
affascinante di tutta la galassia, la principessa rimase stupita.
«Oblivion, letteralmente, significa "dimenticare" infatti, quel pianeta prima era disabitato» spiegarono «ora viene chiamato "il pianeta degli angeli" perché è stato consacrato da Dio milioni di anni fa.»
«E noi?»
«Non
siamo di certo un pianeta importante ma quello che conta davvero,
figlia mia, è che tutto questo non venga distrutto.»
La
principessa adorava il giardino del palazzo reale, così verdi e
ricchi di vegetazione. C'erano piccoli animali robot che lei stessa
aveva imparato a costruire in compagnia del padre, palme di cocco ad
ologramma,cyber-scimmiee tanti piccoli fiori colorati. Avrebbe voluto vederequelpianeta, solo una volta, per capire la ragione per cui sua sorella ne era così tanto ossessionata.
«Madre,
padre» cerco di tirare fuori le parole, eppure sapeva che fare
una domanda del genere era assurdo, anche perché doveva sapere
già la risposta «chi regna in quel pianeta?»
«Non ti ho mai parlato di Queen Aquamarine e sua figlia?» chiese il re allibito.
Quel nome...
avrebbe voluto così tanto portare il nome di Lady ed essere
fiera del posto in cui viveva, ma per gli altri era semplicemente
Princess Dhromia. Scosse la testa rispondendo alla domanda di suo padre.
«La regina di Oblivion ha usato il potere delCalice della Saggezzaper
far nascere sua figlia Riûka, poi dopo qualche anno il talismano
sparì; quello che importava alla regina non era quel calice, ma
avere un'erede.»
Le venne improvvisamente un dubbio.
«Non sarà che Mahori sia... ecco, attratta da quella principessa?»
La regina scoppiò in una dolce risatina mentre il re, come terrorizzato, sobbalzò.
«Tesoro,
ha solo dieci anni ed è molto piccola per capire l'amore. Tu e
tua sorella siete state create già adulte, ma i vostri microchip
hanno la sua stessa età. Siete troppoingenueper capire un sentimento del genere.»
«E poi, se così fosse, non possiamo permettere che s'innamori della piccola Lady di quel pianeta;è troppo pericoloso»aggiunse il re.
Pericoloso?Perché?
Che fosse legato alle loro gemme, ai loro talismani? Dhromia voleva
saperne di più. Avrebbe fatto di tutto pur di proteggere sua
sorella, e intendeva mantenere la sua parola.
«In che senso, padre?»
«Princess
Lunaris ci ha raccomandato di non avvicinare le gemme e i talismani
della piccola Lady Aquamarine e di tua sorella» spiegò
«perché i loro poteri sono così forti al punto di
scatenare una forza mai vista prima.»
«Vedi, Dhromia... è quella che tutti chiamano la Teoria del Cambiamento»,intervenne
la regina Esmeralda «è un potere molto forte che, se
unendo due gemme sacre, può devastare un'intera galassia.»
«Gli angeli sacri non
saranno mai destinati ad amarsi, semplicemente perché le gemme
sono una l'opposto dell'altra, sebbene siano gemme benedette dalle
divinità.»
«Se le cose stanno così, allora, cosa c'entra l'amore con i talismani?»
«Oh, centra eccome» il suo tono divenne glaciale «se, ad esempio, laSpada della Lealtàe loScettro Acquamarinasi
uniscono, si sfiorano, o se soltanto si toccano le due gemme, per la
galassia sarà la fine, così anche per le custodi dei
talismani.»
Dhromia aveva paura per sua sorella; se davvero era attratta dalla piccola Riûka, allora, eradavveroin pericolo. Evidentemente, un bacio non avrebbe scatenato l'apocalisse, ma non poteva lasciare che lo zircone di Mahoritoccasse la gemma o lo scettro di Riûka - o viceversa.
«Vado
da lei» disse, infine congedandosi con un piccolo inchino davanti
ai genitori. Corse immediatamente sul tetto del castello in cerca di
sua sorella, ma non la trovò. Si voltò alla sua sinistra
con uno scatto fulmineo e la vide seduta sul muretto di marmo del
terrazzo, il telescopio accanto a lei e l'aria sconsolata. Le
dispiaceva vederla cosi avvilita.
«Mahori?»
La
sua voce la spaventò e, subito, osservò da lontano la sua
sorellina. Sembrava preoccupata, ma per cosa? La principessa non se lo
chiese.
«Stai bene?» chinò il capo di lato.
«Sì», rispose sicura «perché me lo chiedi?»
«Sono mesi che non fai altro che guardare il cielo, sei sempre lontana da mamma, papà...e da me.»
Mahori sorrise.
«Vuoi guardare ilCrysaliumcon
me, quindi?» chiese, poi, e Dhromia accettò. In
verità, voleva andarsene e lasciar perdere, ma non ci riusciva.
Si erano ritrovate dopo cinque anni, poco prima della Prima Guerra
Cosmica. Furono costrette ad allontanarsi dal loro pianeta e rifugiarsi
altrove, il re da una parte e la regina dall'altra. Il telescopio era
proprio davanti agli occhi della principessina e sua sorella era
così felice di essere accanto a lei in quel momento. Con
l'occhio destro, la piccola Dhromia sbirciò l'immagine della
stella viola e rossa: una luce abbagliante e affascinante, un mix tra i
colori del tramonto e dell'alba; rimase incantata da quella bellezza.
Senza
farsi notare da Mahori, cambiò le coordinate facendo girare la
manovella affianco alla lente e puntò il telescopio verso
Oblivion. Con l'aiuto dell'occhio bionico, riuscì ad osservare
attentamente la principessa angelo Riûka - la specialità
del telescopio di sua sorella era anche quello di vedere all'interno di
un qualsiasi pianeta. Aveva un braccialetto di perle blu cobalto
agganciato al polso destro, lo stesso che avevano anche Princess
Camille e Maêko.
Erano
i braccialetti dell'amicizia che Mahori aveva fatto con le sue mani,
quando aveva compiuto sette anni. Aveva imparato a sfruttare l'occhio
bionico per il fai da te, riuscendo a trovare il punto di forza (o un
punto preciso) di un qualunque oggetto. Dhromia le invidiava da morire.
Voleva anche lei quel braccialetto, ma sua sorella non glielo aveva mai dato. Le stava antipatica? La odiava?No, non poteva essere.
«Sei
davvero crudele, Mahori» sibilò tra i denti, allontanarsi
dal telescopio addolorata. La sorella sogghignò.
«Perché dici così?»
«Hai regalato un braccialetto dell'amicizia a tutte le tue amiche... tranne a me.»
Le andò incontro accarezzandole la ciocca di capelli dorata, luminosa e leggiadra proprio come il suo ciuffo argentato.
«Non ne hai bisogno, sei mia sorella.»
Dhromia
sporse leggermente il labbro all'infuori, come se fosse in procinto di
fare qualche dolce capriccio. Mahori sapeva che era tipico di sua
sorella, e che prima o poi si sarebbe resa conto che davvero non aveva
bisogno di uno stupido braccialetto dell'amicizia.Erano già amiche,da quando erano state assemblate - e avrebbero affrontato qualsiasi cosa pur di non separarsi.
«Siamo
state lontane troppo tempo, Mahori» mormorò «e
adesso ti ritrovo con un telescopio, intenta a guardare una principessa
sconosciuta.»
La principessa dal vestito blu cobalto rimase immobile a fissare l'occhio rosso bionico di sua sorella, come se avesse paura.
«Tu sei attratta da lei, non è così?»
Non osò parlare, si limitò a distogliere lo sguardo e mordersi il labbro inferiore con paura e angoscia.Forse era proprio così.
«Mi prometti che non lo dirai a nessuno, neanche a mamma e papà?»
La
principessina annuì. Avrebbe mantenuto la sua promessa anche se,
in verità, avrebbe dovuto fare la scelta giusta: rivelare il suo
segreto ai genitori e lasciare che sua sorella venisse rinchiusa nel
castello. Non poteva anzi,non voleva.Non avrebbe potuto sopportarlo.
«Te lo prometto.»
Mahori si lasciò abbracciare e, senza farsi vedere, strappò un sorriso.
Capitolo 23 *** Capitolo ventitré - Alla ricerca delle gemme incatenate ***
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Capitolo ventitré
• Alla ricerca delle gemme incatenate •
Jackie's POV
«Sailor Plus, svegliati, ti prego!»
La voce di Sailor Moon riesce a liberarmi da
quell'improvviso stato di incoscienza... o così inizialmente mi
era sembrato.
«Mmh...»
Apro gli occhi e vedo tutte le Sailor Senshi
riunite davanti a me, preoccupate. Anche Sailor Mars era in pensiero
per me? Stento a crederci.
«Grazie al Cielo, stai bene!» esclama Sailor Multipler saltandomi addosso con gioia, stringendomi forte il girovita.
«Cos'è successo?»
«Hai scagliato laGemma Infernicontro
Red Shadow ed è sparita, Sailor Vampire è libera grazie a
te» risponde Sailor Y, affiancata proprio dalla guerriera vampira.
«Credevamo di averti persa per sempre» aggiunge, poi.
«Se prima ci avesse pensato due volte, a
quest'ora sarebbe...» replica Sailor Mars, ma Sailor Z decide di
interromperla subito.
«Ha liberato una nostra compagna, dovremmo esserle grata.»
«No», m'intrometto «ha ragione, dovevo pensarci due volte prima di usare laGemma Inferni.»
«Sei riuscita a domarla prima di lanciarla
contro il nemico», fa la sua apparsa Lunaris, una gatta color
ambra con una stella bianca sulla fronte «è un
progresso!»
Osservo tutte le ragazze attorno a me, spaventata e sorpresa allo stesso tempo.
«Il gatto ha appena parlato?» chiedo intontita.
«A volte, la realtà si ribalta e
tutto diventa surreale» risponde Luna, una gatta viola con una
luna dorata sulla fronte.Sto sognando o... è tutto vero?
«Come in questo caso» borbotto tra me e me.
Sailor Y mi tende le mani ed io le afferro,
aiutandomi a rialzarmi da terra. L'effetto magnete è svanito non
appena sono precipitata, peccato per la mia povera corazza.
«Non appena riusciremo a sconfiggere le gemelle Ombra, potrai tornare a casa.»
«L'importante è che riusciamo a trovare mia sorella.»
Il sorriso di Sailor Moon è contagioso,
così dolce e pieno di comprendonio. Non mi stupisce il fatto che
sia una principessa, se è per questo lo sono anch'io, ma non
sono ancora in grado di capire i sentimenti altrui.
In fin dei conti, sono soltanto un ammasso di bulloni e metallo.
«Sarei dovuta morire, ma... non so cosa sia successo.»
Lunaris mi viene incontro, mi metto in ginocchio
davanti a lei per ascoltarla meglio. I suoi occhi sono di un azzurro
chiaro lucente, niente a che vedere con quelli del senpai Toma. Wow.
«È stata la gemma, ti ha salvata.» risponde con un sorriso.
«Non solo ti dona un potere speciale, allora.»
«Anche Sailor Y ha rischiato la vita per impedire una catastrofe, e la sua gemma l'ha riportata in vita.»
Il mio sguardo punta verso di lei, e solo adesso
noto che il suo sorriso è identico a quello di Sailor Moon.
Anche lei è una principessa, forse la più bella di tutto
il Sistema Ypsilon Andromeda. Non sono pienamente convinta di essere
una di loro.
«Non solo, ha salvato anche una sua compagna.»
Sailor Vampire mi viene incontro, mettendosi alla
mia sinistra. Ho sempre creduto che fosse testarda, che
faceva di tutto per apparire minacciosa. Invece, è una guerriera
davvero straordinaria, l'ammiro tanto.
Ma quei canini fanno davvero paura.
«Davvero non mi avresti fatto del male?» le chiedo, non appena tutte le altre ragazze sono distratte.
«Come potrei? Sei un androide e anche la mia
salvatrice» si avvicina al mio viso, gli occhi più rossi
del solito «te ne sarò eternamente grata.»
Mi sorride. Non so come, ma inarco le labbra ricambiandolo, sono certa che una ragazza come me saprà come farlo.
«Ora che Red Shadow è fuori gioco, bisogna andare a cercare le altre Sailor.»
«Saranno ancora lì?» chiede la guerriera della luna rivolgendosi a Sailor Mercury.
«Suppongo di sì» risponde poco convinta.
«Allora non perdiamo tempo e andiamo a
salvarle!» esclama Sailor Y precipitandosi davanti all'asta
gigante della torre.
«Dimentichi una cosa, zaffiro»,
interviene Sailor X «le Sailor della Via Lattea non possono
teletrasportarsi.»
Per un istante perde l'equilibrio, poi si ristabilizza e si gira verso di noi con aria imbarazzata.
«Già, che sciocca!»
«A meno che non lo facciamo noi» aggiunge Sailor Multipler.
«E come?» domanda la guerriera di Giove.
«Dovresti saperlo, Sailor Jupiter, le coppie che abbiamo formato prima ci torneranno utili per tornare indietro.»
Oh, no, non di nuovo.
«Non voglio tornare in coppia con Sailor Mars» dico gelida.
«Strano, eppure prima sembravate così affiatate.» sorride maliziosa la guerriera rossa.
«Ma se proprio non vuoi fare coppia con
Sailor Mars, allora, puoi benissimo restare qui.» conclude
prendendo le mani di Sailor Mercury, pronunciando la stessa parola che
ci ha permesso di arrivare fin qui, e svaniscono nel nulla.
«A-aspettate, ho cambiato idea!»
«Ti sei decisa, guerriera androide?» fa Sailor Y.
«Va bene, farò coppia con lei» mormoro.
«Non te ne pentirai» conclude prima di
fare la stessa mossa di Sailor Multipler, dopo aver preso le mani della
sua nemesi e averla portata con sé verso la destinazione.
No. Non posso comportarmi in questo modo, è sbagliato.
Vado incontro alla guerriera di Marte con un
sorriso, tendendole una mano con aria amichevole, la vedo subito
ricambiare il mio sorriso e di questo sono davvero contenta.
«Allora, vogliamo andare?» le chiedo
con un briciolo di divertimento, strappandole un sorriso ancora
più grande. Annuisce e afferra la mia mano, improvvisamente
trema.
«Non dirmi che hai paura di un androide» sorrido maliziosamente.
«Chi, io?» scuote freneticamente la
testa. «No, assolutamente... cioè, stavo pensando al
teletrasporto.»
«Ricorda la prima regola: mai aprire gli
occhi finché non si giunge alla destinazione.» strizzo un
occhio, prendendole anche l'altra mano.
«Tilemetaforá!»
«Aspetta, non sono ancora...»
Un vortice di energia ci avvolge e ci conduce in
un tunnel buio e anche se gli occhi sono chiusi, riesco a vedere una
scia di luce azzurra. Non appena riapro gli occhi, vedo un cumulo di
macerie. Quella è la cella subatomica che ha distrutto Vicky?Siamo nel posto giusto.
«Posso aprire gli occhi, adesso?»
«Sì.»
Li apre lentamente e si guarda intorno.
«Siamo nel posto giusto, vero?» chiede.
«A quanto pare sì.»
Non so come, ma abbasso lo sguardo.
«Sailor Mars... scusa per come mi sono comportata prima», sussurro «è stato un gesto terribile.»
«Non importa, ho capito la ragione.»
La guardo con occhi diversi, sta parlando proprio come Sailor Moon. Che storia è mai questa?
«Raggiungiamo le altre, così
troveremo tua sorella» conclude uscendo dalla stanza distrutta ed
io la seguo. Riusciamo ad incrociare le altre ragazze al centro del
corridoio, ci ritroviamo proprio sotto un lampadario rotto dalla luce
fioca.
Sailor Mercury e Sailor Multipler si procurano il
necessario per orientarsi nel grande laboratorio abbandonato - due
occhiali che riflettono la mappa dell'intero edificio, una specie di
computer olografico.
«Le stanze sono numerose», attacca la guerriera del sapere «sarà difficile trovarle.»
«Dividiamoci, ognuno per la sua
strada» spiega la guerriera rossa «se riuscite a
trovarle, usate i vostri trasmettitori.»
Le ragazze annuiscono e, dopo aver scelto da che
parte andare, si dividono. Sono rimasta qui nel corridoio, deciso di
camminare fino alla fine del sentiero fatto di cemento armato, crepe
non tanto profonde, polvere e macchie nere.
L'aria inizia a reclamare per entrare dentro le
narici, strani spasmi percorrono il mio ventre fino alla gola. Non so
cosa sia, non m'importa se è un odore sgradevole, ho una
missione da svolgere e non devo distrarmi.
Tutto il corridoio è pieno di tubature,
pozze d'acqua ingiallite, pezzi di vetro e metallo lasciati lì
senza uno scopo. Fisso il cemento sotto le mie scarpe col tacco, mentre
l'acqua dei tubi rotti scroscia nelle mie orecchie, attutita dal suono
impazzito del mio stesso battito cardiaco, l'unica parte ancora
funzionante di me.
Cemento armato, tutto grigio, che rende questo luogo triste e deprimente. Non voglio pensarci.
Tua sorella è in compagnia del suo vecchio amore e tu stai a fissare il pavimento? Svegliati, Jackie!
Se c'è una cosa che mi preoccupa è
la presenza di Sailor Divide in quella stanza, ovunque sia, con mia
sorella. L'acquamarina e lo zircone insieme...quasi vicini.Non sono in grado di tremare: il terrore delcambiamentomi tiene stretta nella sua morsa.
Osservo il nulla, l'acqua che scorre e... il
nulla. Inizio a correre senza una ragione tra sensazioni amplificate,
timori che diventano improvvisamente realtà. Finisco
sull'incombenza dell'enormità di tutto quello che potrebbe
capitare ed io sto semplicemente qui, ferma a non far niente. Immobile
e senza reazioni, mentre quelle due...no, non deve succedere!
«La Teoria del Cambiamento... i
Sette Emendamenti di Andromeda... se le gemme si toccano, per la
galassia sarà la fine...»
Resisti, Vicky, sto arrivando.
▼
Victoria's POV
«Bene, mie care Sailor, finché le vostre amiche non ci
consegneranno il Cristallo Infinito e d'Argento, vi terrò in
ostaggio in questa stanza.» dice Green Shadow incrociando le
braccia.
«Resterete qui ammanettate l'una con l'altra
e per assicurarmi che non creiate problemi, le manette saranno a prova
di fulmini e altremagiesimili» aggiunge poi.
La fulmino con lo sguardo. Potrei sferrarle un
raggio laser, ma non mi è concesso anche se, tempo fa, avevo
fatto molta pratica.Dove sei, Sailor Plus?
Mi giro verso destra e vedo Sailor Divide priva di
energia, gli occhi socchiusi e l'affanno. Quelle catene le hanno rubato
l'energia vitale e, fortunatamente, non ha effetto sui robot. Posso
considerarmi salva, per il momento.
Green Shadow ci da le spalle e una luce grigiastra le si para davanti. Cosa sta facendo?
«Ci sei riuscita?»
Quella voce stridula mi è familiare, mi ricorda la principessa del pianeta Kyoliar, detto anche "il pianeta dei bugiardi".
«Sì, principessa, abbiamo le prime
due gemme sacre. Ci manca lo zaffiro e le altre quattro gemme, poi
potremmo evocare ilCristallo Galattico di Andromeda.»
«Chi è la custode di quella gemma?»
«La principessa di Alckemia o, per meglio dire, Sailor Y.»
«Sei una stupida, era proprio accanto a loro due. Te la sei fatta sfuggire!»
«Perdonatemi, Vostra Malvagità, rimedierò subito al mio errore.»
«Ti
conviene trovarla e portare la gemma qui, assieme al Cristallo
d'argento leggendario e il Cristallo Infinito, o per te e la tua
gemella saranno guai.»
«Certo.»
Green ci osserva con la coda dell'occhio, un sorriso malefico e il suo scettro tra le dita.
«Fate le brave, piccole gemme» e svanisce tra la nebbia oscura.
Sailor Divide comincia ad aprire gli occhi
sentendosi spaesata. Detesto doverlo ammettere: è carina ed
è esattamente uguale alla bambina che vidi tanto tempo fa.
Com'è cresciuta e com'è diventata bella.
«Dove sono?» i suoi occhi puntano sulle manette. «E perché sono ammanettata al tuo polso?»
«Vorrei saperlo anch'io», rispondo con
tono gelido «sappi anche che queste manette sono a prova di
fulmini e altri poteri.»
Serra gli occhi a due fessure, mostrando il suo
odio nei miei confronti. Mi sembra chiaro, io e lei siamo troppo
diverse. Non mi conosce, non del tutto.
«Scommetto che è opera tua.»
Lo dice con semplicità, come se fosse una
regola ovvia, una legge non-scritta dell'universo. Mi ritrovo di nuovo
a sorridere.
«Secondo te sarei cosìstupidada ammanettarmi con una ragazza che non sopporto?»
Appoggio il gomito sul mio ginocchio alzato e la
fisso, osservo il movimento roteante della testa che ciondola
leggermente da un lato. Per un istante lascia che la frangia dei suoi
capelli le copra gli occhi, poi se la scosta e tossicchia muovendo lo
sguardo verso lo spiazzo davanti a me.
«Sei fuori di testa» mi sfugge
una smorfia, ma mio malgrado mi chiedo se davvero sembro così
agli occhi degli altri.
«Niente, dimentica quello che ho detto.»
È la prima volta che la osservo così da vicino senza una fila di teste, capelli e cappucci a dividerci.
«Guardami.»
Nessuna risposta.
«Ti ho detto:guardami!»esclamo
spaventandola sempre di più. Solleva lo sguardo e i suoi
occhi diventano sorprendentemente grandi, verde acqua brillante. Ha una
cornea arrossata, come se avesse stropicciato la palpebra troppo a
lungo.
Non avrei mai pensato di vederla così vulnerabile,innocente.Non
è più la Sailor Divide di qualche ora fa. Potrai trarne
vantaggio però, osservando la sua espressione, mi sento
improvvisamente in colpa.
«Perché sei così scontrosa?» mormora con voce quasi inudibile.
«Sono stata progettata in questa maniera, fattene una ragione» rispondo arrogante.
«Progettata?Che vuoi dire?»
Cavolo, avrei dovuto usare un sinonimo.
«Per dire che ho sempre avuto quest'atteggiamento, fin da bambina.»
Si mette con le ginocchia in gola e torna a
fissarmi. Il suo sguardo sembra avere qualcosa di strano, come un'aura
magica che t'incanta.
«Sai, mi ricordi molto una persona... anzi, una ragazza con la mente di un maschio ma con il fisico di una donna.»
Prova a dire il mio nome allora, o hai paura?
«Sono giorni che non fa altro che gridarmi
contro» si mette con le ginocchia in gola, tenendo il polso
ammanettato disteso, in modo che non possa perdere l'equilibrio.
È vero, ma c'è una ragione se lo sto facendo. In
verità, non sono consapevole delle mie azioni, soprattutto
quando cerco di nascondere il mio lato debole.
«Hai provato a parlarle?» mormoro.
Segue una piccola pausa piuttosto imbarazzante.Oh, Madre, perché ho fatto quella domanda?
«Non ci riesco», risponde sincera
«sembra difficile approcciare con lei, è come se emanasse
un'aura negativa che ti respinge.»
«Significa che non ci vuoi provare», continuo «e poi, come fai a saperlo se non hai fattoil grande passo?»
«Devo farlo io?»
«Provaci e vedrai che la situazione si ribalterà.»
Perché sto parlando in terza persona? Mi sembra ovvio, lei non sa chi sono davvero. E se glielo dicessi?No, non posso farlo, è meglio non rischiare.
Muovo il braccio sinistro e sento l'avambraccio
pulsare, mi ritiro leggermente di lato stringendo gli occhi e senza
muovere l'altro braccio. Devo essermi ferita dopo che Green Shadow mi
ha sbattuta contro una delle celle subatomiche, probabilmente qualche
grande pezzo di vetro deve avermi graffiata.
«Sailor Minus, stai bene?»
Si sta preoccupando per me?
«Sì, sto... sto bene.»
«Girati, fammi vedere il braccio»
Cos'ha, un terzo occhio?La
situazione si sta facendo davvero assurda, non solo imbarazzante.
Obbedisco e tolgo la mano dalla ferita, mostrando un taglio profondo e
ancora fresco. La guerriera della saggezza lo osserva per un'istante,
poi mi viene incontro facendo apparire un fazzoletto verde acqua dalla
sua gemma.
«Ora non muoverti.» sussurra
avvolgendolo delicatamente con la sua mano libera sulla ferita,
riuscendo poi a chiuderlo con una spilla di metallo. Non si è
neanche accorta che non perdo sangue, ma un derivato del petrolio.Beh, meglio così.
«Sai una cosa, Sailor Minus?» mormora,
poi, lasciando andare le estremità della spilla di ferro
«Non credevo fossi una guerriera cosìsensibile.»
La guardo con occhi nuovi. Non mi aspettavo un
commento del genere, per giunta da una mia compagna di squadra. Mai
avrei pensato di sentirmi a mio agio con una di loro, e con Sailor
Divide per giunta. Sarò anche un cyborg, ma so capire le
emozioni degli esseri umani. Siamo unici, quasi veri,niente a che vedere con quelli finti nei film e negli anime.
«Non sono realmente così, credimi.»
«E allora perché ti comporti diversamente?»
Se te lo dicessi, non mi crederesti.
«Meglio non parlarne.»
Ora mi sento a disagio, non solo per il clima che
si è appena creato - direi abbastanza teso anzi, peggio. Il
problema, rifletto, può non riguardare solo la sua presenza; o
forse sì.
Infondo, tutto ciò ha un senso: sia io sia
mia sorella siamo capaci di preoccuparci enormemente per le altre
persone quando sono in pericolo o in difficoltà. Forse è
per questo che mi sento spaesata,deconcentrata;essere in compagnia di una gemma che, da tre millenni, non ho mai potuto vedere da vicino.
D'altronde, sono sempre stata una persona che non
si crogiola in conflitti interiori, che ama prendere decisioni rapide,
anche dolorose se necessario, pur di arrivare a una soluzione. Non ero
mai venuta a conoscenza dei Sette Emendamenti, finché i nostri
genitori, e Princess Lunaris in persona, non me lo dissero. Per anni,
ho sperato di avvicinarmi alla gemma della saggezza, una delle tre
Gemme Sacre, e mai ne ho avuto il coraggio.
«Devi saperlo, piccola Mahori... una Minus e una Divide non sono destinate ad incrociarsi...»
Questa volta mi avvicinerò pericolosamente
al Quinto Emendamento di Andromeda, "La Teoria del Cambiamento", come
mi raccontarono mamma e papà. Qualcosa, però, mi
sfugge... sento uno strano formicolio - come direbbe un essere umano -,
all'interno dei miei circuiti.
«Sorellina!»
Dhromia mi aveva avvertita, aveva previsto tutto.
«Ti prego, non innamorarti, ti faresti solo del male.»
«Come ci liberiamo da queste manette?»
chiede Sailor Divide improvvisamente agitando il polso ammanettato,
cacciando via i miei pensieri.
«È inutile agitarsi, non abbiamo la chiave e sono a prova di gemme splendenti e altri poteri.»
«Se solo Sailor Multipler fosse qui...»
«Come?»
«Il suoRaggio Betapuò neutralizzare la catena, ma io non posso farlo con il mio.»
Lei deve avere ilRaggio Delta,uno dei più deboli, diventato meno pericoloso dopo l'attacco della regina dei demoni.
«Tu non puoi fare niente, non è così?»
Scuoto lentamente la testa.
«Non sono di certo una maga professionista.»
«Su questo non ho dubbi.»
Mi sta prendendo in giro?
«Vuoi liberarti delle manette o no?» alzo il tono della voce facendola indietreggiare di qualche passo.
Il mio sguardo è tagliente, osservo la guerriera della saggezza distogliere lo sguardo spaventata.
«Basta, non voglio restare con te un minuto
di più!» grida tirando il braccio incatenato, cerco di
resistere tenendo il braccio retto e le dita serrate in un pugno.Fa sul serio? Cielo, che imbranata!
Agita troppo il braccio facendomi perdere
l'equilibrio e d'un tratto mi ritrovo sopra di lei, le punte del naso e
le labbra a qualche millimetro di distanza. Riesco a sentire il suo
calore sulla mia corazza metallica, così piacevole e
maledettamente accogliente. Le sue mani cominciano a sfiorare la mia
pelle artificiale, anch'esse sono calde, un po' meno rispetto al resto.
«Sei... sei fredda» mormora appena,
gli occhi socchiusi e il respiro irregolare. Sento i miei ingranaggi
reagire, l'elettricità del mio corpo impazzire e il calore del
suo corpo avvolgermi. Che cos'è questa strana sensazione?
Perché mi sento così rilassata?
Capitolo 24 *** Capitolo ventiquattro - Forti sentimenti ***
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Capitolo ventiquattro
• Forti sentimenti •
Victoria's POV
Sei goffa, proprio come la guerriera della luna.
E tu che ti nascondevi dietro un dito. Sei davvero brava a raccontare menzogne e ad illudere le persone. Anche un androide.
«Non pensavo fossi cosìgelida» sussurra con voce fioca, il respiro quasi regolare e le labbra tremanti.
Una finestra dietro di noi si spalanca
improvvisamente e un alito di vento gelido ci raggiunge facendo
ondeggiare i nostri capelli; la sento rabbrividire sotto di me, come se
avesse paura di me. Non riesco neanche a descrivere questa strana
emozione, è un miscuglio tra l'amore e l'incredulità,
qualcosa di simile.
Certo che Sailor Divide è proprio una testa
dura, proprio come Sailor Moon. Anche se è qui solo da qualche
ora, mi sono già fatta un'idea su di lei. La verità
è che la sua testardaggine ha fatto breccia nel mio cuore di
ghiaccio, e così in fretta per giunta.
Devo aver esagerato poco prima, quando le ho lanciato quello strano aggeggio addosso.
«Sei proprio uguale alla tua nemesi» mormoro avvicinandomi a lei molto lentamente.
«Almeno sono intelligente e
coraggiosa» sbuffa lei voltandosi di lato offesa, il labbro
inferiore leggermente sporgente - infantile maaffascinante.
Il desiderio per la guerriera della saggezza
aumenta ogni giorno di più, fino a rendermi quasi impossibile
starle vicina senza poterla sfiorare. Ora che sono incatenata al suo
polso, non posso più fare a meno di lei.
«Davvero?» sorrido maliziosa fregandomene dei suoi segreti.
«Lo sai che ho lo stesso carattere di Sailor Moon e poidetestoessere
in squadra con lei, è davvero stupido vederla scivolare sul
pavimento» poi si gira verso di me incrociando il mio sguardo.
I suoi occhi sembrano confusi, le sue labbra
appena aperte in una smorfia di stupore. Sicuramente non ha capito
quello che voglio fare, è totalmente inconsapevole di quello che
sta per accadere. La conosco come le mie tasche: il suo sguardo ha la
capacità di ingannarti, di farti sentire bella e desiderata da
tutti.No, non l'ha capito.
«E tu sai che giocare alla cattiva ragazza...» le nostre labbra sono quasi vicine «... èmolto pericoloso?»
Sta arrossendo, e non prova neanche ad andarsene.
Mi sta fissando con quei grandi occhi verde acqua brillanti, i capelli
rosso fluo baciati dal vento e il sudore sulla pelle. Mi sembra
evidente che abbiapaura di me, ma perché dovrebbe averne? Siamo nella stessa squadra, tra l'altro.
«Sailor Minus, ecco, io...»
Non trova neanche le parole per parlare. Cerco di
non farmi sfuggire un sorriso e continuo a fissarla, accarezzarla e di
colpo... i miei occhi cadono sulle sue labbra. Sono così piccole
e candide.
Se devo dir la verità non ho mai baciato
nessuno, né un ragazzo né una ragazza, semplicemente
perché sono indecisa tra l'uomo e la donna. Forse, se baciassi
Sailor Divide, me ne pentirei per tutta la vita.
Non lo so, Madre. Cosa devo fare?
«Beh, ecco... non sono pronta per... lo sai, no?»
«Pronta per cosa?»
«A combattere il nemico... voglio dire, ho
scoperto di essere Sailor Divide solo qualche settimana fa, sono ancora
inesperta.»
Non voglio ascoltare quelle parole. So benissimo
che se le mi dovesse capitare di ascoltarle, avrei di nuovo ceduto al
fascino della sua gentilezza e del suo sorriso. Mi sento così
strana, come se una strana voglia mi forzasse a fare qualcosa di cui mi
potrei pentire.
Sailor Divide potrebbe non esserne felice e questo
lo so benissimo. Probabilmente ha numerosi ragazzi dietro, ma nulla mi
vieta di poter sfiorare quelle labbra e quelle curve larghe e
provocanti.
«Sailor Minus...?» china leggermente il capo di lato.Maledizione, mi sta provocando!
«Non sei inesperta e ti ho vista prima,
quando mi hai salvata da Red Shadow. Sei esattamente come Sailor Moon,
forse anche di più.»
Sorride imbarazzata.
«Lascia che ti protegga, principessa»
appoggio la fronte sulla sua spalla «perché se tu
dovessi morire, non sopravvivrei.»
Sussulta ed io la torno a fissare con il solito
sguardo neutro. Sul viso della guerriera c'è un misto tra
frustrazione e sorpresa. Non se lo aspettava, certo, ma non posso
tenermi un peso cosìgrande nel cuore.
«Ci proteggeremo a vicenda, Sailor Divide, ti do la mia parola.»
Le sto sfiorando un fianco, sento i miei circuiti andare fuori controllo, quasi come se il mio sistema avesse un virus letale.Che strana sensazione.
«Saremo solo io, te e la mia spada.»
mormoro sulle sue labbra, appoggiando la mano libera sul suo petto,
dove la sua gemma splende, per poi scontrare le mie labbra contro le
sue.Non me ne pentirò, Madre, ho scegliere chi amare.
Ed io ho scelto Sailor Divide, la guerriera della
saggezza, la custode dell'acquamarina. Il nostro amore andrà
contro le leggi matematiche, ma non importa se una Minus e una Divide
non possono stare insieme. Per me, èdiverso.
Per un'istante ci separiamo e ci guardiamo dritte negli occhi, poi lei
chiude gli occhi e sospira silenziosamente. Gli bacio
delicatamente la bocca una seconda volta, quasi solo sfiorandola.
«Adesso ti ho in pugno, ormai non puoi più scappare.»
Da come i suoi polpastrelli accarezzano la mia
pelle artificiale, sembra più che pronta ad abbandonarsi ad un
momento di totale e favoloso oblio per entrambe.
Immergersi nel bacio che esaltava ogni senso per lei sembra semplice, naturale, come se per noi fosse una cosanormale. Le
sue gambe sono rigide, così come il resto del suo corpo, e sono
convinta che non riuscirà più a fare a meno di
un'esperienza del genere. Mi lascio accarezzare il braccio ferito dal
suo guanto bianco, un miscuglio di nuove emozioni che diventa un
tutt'uno con le sensazioni che le attraversavano il corpo, con la
desiderata tensione che mi freme l'animo.
L'avvolgo dolcemente per la schiena con un
braccio, l'altro disteso accanto a noi - il polso legato al suo e le
dita che si sfiorano delicatamente. Cerca di dimenarsi con l'altro
braccio e le gambe, tentando di liberarsi, ma non glielo
permetterò.Non adesso.
«Non ci provare nemmeno,acquamarina»,stringo
di più la mano che ci tiene unite, prigioniere l'una contro
l'altra, incrociando poi le dita «non mi lascerò sfuggire
quest'occasione.»
Percorro le sue curve attentamente, centimetro per centimetro, sempre un po' più su e un po' più...
«Non devono sfiorarsi...»
Non devo... no!
«Ah!»
Mi viene voglia di scioglierle i capelli.
«Smettila, ti prego» ignoro i suoi
piagnistei percorrendo lentamente le gambe con la punta del naso,
arrivando infine all'interno coscia baciandone un lato. La
sento gemere a bocca chiusa, la cosa mi piace. Seguo la scia del
suo corpo arrivando proprio davanti alla sua gemma.
L'acquamarina, la gemma della saggezza.Cielo, quanto siamo distanti.
«A-aspetta...» non la lascio finire e
chino la testa per baciarla e leccarle le labbra tenendo la mano sulla
sua gemma luminosa.
«Tutti la chiamano la "Teoria del Cambiamento".»
Destinate a non innamorarsi.
«Due gemme consacrate da Dio che possono cambiare il presente e il futuro.»
Totalmente l'opposto.
«Ti prego, non innamorati di lei, ti faresti solo del male.»
Eravamo troppo distanti, ma adesso siamo vicine,unite.
«Sono anni che ti sto aspettando», mormoro andando sempre più in fondo, sempre più vicina allameta. Segue
un altro gemito, stringe i denti mentre si scontra contro il mio bacino
appoggiando il suo braccio libero sulla mia spalla.
«Lasciati andare» sussurro dolcemente e questa volta non si oppone.
▼
È successo davvero? Sono proprio su di lei,
l'ho baciata e non è accaduto nulla. Questo significa che il
Quinto Emendamento era un imbroglio?No, è impossibile,gli emendamenti non sono falsi.
«S-sei pesante...»
«Peso cinquanta chili e mezzo.»
«Vorrai dire cinquanta tonnellate» vedo
che fa fatica a respirare. Decido di spostarmi alla sua destra e senza
volerlo, le mani incatenate si scontrano contro la mia spalla. Sailor
Divide geme dal dolore e mi guarda male.
«Ma di cosa sei fatta, di metalli pesanti?»
«Ho le ossa robuste, per di più sono anche a dieta.»
Che stupidaggine.
«Non è vero.»
«Vuoi stare zitta per qualche minuto?»
Improvvisamente avverto una strana presenza anzi,
più di una. Le aure sono intense, per non parlare del rumore
dell'elettricità che scorre dentro piccoli fili. Non so a chi
appartenga questa strana aura, non voglio neanche saperlo. Si stanno
avvicinando, minuto dopo minuto.
Vedo Sailor Divide avvicinarsi nuovamente al mio
addome, questa volta con la testa leggermente chinata verso il basso.
Non devo scontrare il mio petto con il suo, ne va della nostra galassia.
«Non devono sfiorarsi...»
Sto arrivando al punto di non resistere e toccarla finché non mi
stanco, se potessi la priverei della sua sailor fuku ma non posso
farlo. Devo resistere.
Quelle due misteriose presenze hanno fatto la sua apparsa davanti al
tavolo gigante di cemento davanti a noi, riconosco le scarpe azzurre
con il nastro bianco, le ballerine verdi e gli stivali rossi della
guerriera della luna. Grazie a Dio sono loro, almeno spero.
«Secondo il mio radar, devono trovarsi
proprio qui» dice una. Non riesco a riconoscere quella voce, il
microchip dei suoni, dopo lo schianto contro quella dannatissima cella
subatomica, deve essersi danneggiato durante l'impatto. Sento, ma con
fatica.
«Tu credi?» chiede un'altra.
«Qui non c'è niente, Sailor Plus.»
Jackie è qui?Non deve vedermi abbracciata a Sailor Divide, non farei bella figura.
Cerco di mettermi seduta sul pavimento sporco
della stanza, ma non riesco a staccarmi da quella ragazza. Piego
lentamente le gambe e le sue braccia stringono i miei fianchi. A quanto
pare, non vuole proprio staccarsi dalla mia corazza.Oh, Madre, e ora che faccio?
«Perché non guardiamo dietro questo
tavolo?» riconosco la voce di Sailor Moon. Allora, il microchip
non è del tutto danneggiato.
«Sei impazzita? Non ci vado lì dietro, potrebbero esserci scarafaggi, ragni, pantegane...ugh!»soltanto una come Sailor Y si ritirerebbe dal cercare dietro qualche mobile, soprattutto abbandonato e impolverato.
«Pantegane? Ma per favore!»
«Sono topi giganti, denti affilati e sporchi, puzzolenti.» piagnucola.
«Lo so come sono, ma così ti metti in ridicolo!»
«Vedi qualche pantegana in giro?» il
tono irritato della voce di Jackie è spaventoso, deve aver preso
questo particolare proprio da me. A volte mi stupisce.
«No, ma...»
«Allora vai lì dietro!»
Sbuffa.
«Pff,e va bene - caspita, sei tale e quale a tua sorella.»
Mi guardo intorno e non vedo altro che luci fioche
e giallastre, macchie di petrolio e alcune che sembrano acqua colorata.
La sento avvicinarsi sempre di più, mentre la guerriera della
saggezza avvicina il suo busto al mio scontrando le sue gambe contro le
mie.
«Finiscila di strusciarti su di me» mormoro cercando di non farmi sentire dalle intruse dentro la stanza.
«Chi c'è qui dentro?» chiede con voce molto bassa.
«Sono le nostre compagne, non dobbiamo farci trovare insieme o ci guarderanno male.»
«Perché dovrebbero?»
Il tempo stringe, sento il rumore dei tacchi farsi sempre più intenso.
«Togliti di dosso!» sibilo e dopo
qualche istante, si sposta di lato sedendosi con le ginocchia in gola.
Finalmente mi sono tolta un peso, anche se avrei voluto rimanere con
lei ancora un po'. Un paio di tacchi azzurri appaiono sotto i nostri
occhi, non potrei essere più felice.
«Le ho trovate!» esclama attirando
l'attenzione delle altre due guerriere. Come immaginavo, sono Sailor
Moon e Sailor Plus - deve aver capito come funziona il radar, cosa che
non era mai riuscita a fare finora.
«Per fortuna, state bene» non so perché, ma la voce di Sailor Moon mi rassicura.
«Piuttosto, cerchiamo di liberarle da quelle manette.»
«E come? Non posso usare il mioScettro Lunareper una stupidaggine del genere!»
«Cielo, quanto sei scontrosa!»
Rimango zitta, almeno per evitare litigi di
qualsiasi genere. Non appena Sailor Y fa un passo avanti, un tonfo ci
fa sobbalzare. Le tre guerriere voltano il loro sguardo verso la porta
e sussultano, qualcuno deve averci rinchiuse dentro. È
sicuramente opera delle gemelle Ombra. Nessuna di loro osa avvicinarsi
alla porta di ferro e rame arrugginita, né tantomeno a noi
prigioniere.
«Alzatevi, voi due», ci ordina la guerriera azzurra «dobbiamo andare via da qui.»
Mi tende la mano ed io l'afferro rialzandomi da
terra, così anche la guerriera della saggezza. Siamo ancora
costrette a tenere i polsi ammanettati, almeno finché non
troviamo un modo per spezzare la catena. Noto la finestra spalancata e
stranamente non sento freddo; certo, mi mancano solo due dei cinque
sensi - l'olfatto e il gusto, gli altri tre sono regolati dai miei
circuiti.
È davvero ingiusto non godersi appieno il
proprio corpo, eppure riesco a vedere i colori, ascoltare i suoni e
toccare qualunque cosa. Non sono una ragazza completa e mai lo
sarò, finché vivrò in questa corazza.
«Sbrighiamoci, qui fa freddo» si lamenta la guerriera della luna.
«Anziché lamentarti, cerca di aprire la porta!» replica Sailor Y scocciata.
«Come faccio? Non si apre!» cerca di tirare la maniglia d'emergenza della porta, ma non si muove di un millimetro.
«Deve essere chiusa da fuori» dico.
«Genio!Adesso ti diamo anche la medaglia!» replica Sailor Divide sarcastica.
«Non mi serve, grazie» rispondo con il suo stesso tono.
«Smettetela di litigare, così non
concluderete nulla.» interviene Sailor Plus. Ora che la guardo
meglio, la sua forma è diversa; come ha fatto a trasformarsi inSailor Mecha? Credevo le fosse stata eliminata.
Non posso avvicinarmi a lei più di tanto, la manetta me lo impedisce. Se solo non fossi incatenata a...a quella stupida acquamarina! È colpa sua se siamo incastrate l'una con l'altra.
«A questo punto, non c'è un altro modo per aprire la porta; dovrò usare la gemma.»
«Sailor Y, è troppo rischioso!» esclama Sailor Moon.
«Una stupida catena di nebbia non potrà resistere al mioRaggio Gamma.»
Poteva liberarci prima, ma non ci ha pensato. Mi
sembra inutile chiederglielo. Mentre la sua gemma s'illumina, un
secondo tonfo ci spaventa.
«Cos'è stato, un topo?»
«Sei sempre la solita fifona, zaffiro» risponde Sailor Plus facendo roteare gli occhi.
«Forse sì, forse no.»
Quella voce...è ancora viva?
«Green Shadow» sibila Sailor Divide.
«Proprio io» ghigna «vi ho teso una trappola e ci siete cascate come boccaloni.»
Chissà dov'è finita la sua gemella.
«Finalmente le tre gemme sacre e il Cristallo d'argento
leggendario sono davanti a me, e se non volete che una di voi perda
tragicamente la vita...» punta verso Sailor Plus, catturandola
con le catene di nebbia «... consegnatemi le vostre gemme o per
lei sarà la fine.»
Sailor Plus stringe i denti e gli occhi cercando
di resistere al dolore delle catene che, poco a poco, diventano
insopportabili. Lo percepisco, è come se mi succedesse la stessa
cosa.
«Non fatelo, ragazze» grida «non lasciate che abbia la meglio!»
Ci fissiamo a vicenda, non sappiamo cosa fare, se
arrenderci e consegnare i nostri poteri o lasciare che Green Shadow
uccida una nostra compagna; per giunta mia sorella.
Cosa devo fare, adesso? Madre, aiutami tu.
«Non aspetterò ancora per molto, guerriere Sailor» dice poi «vi conviene darvi una mossa.»
Stringo forte i pugni, rendendomi conto del guaio
che io e Sailor Divide abbiamo causato. Avremmo dovuto distruggere
quelle catene fin dall'inizio, prima che ci imprigionassero in questa
stanza sporca e polverosa. Se solo avessi dato ascolto alle parole di
nostro padre...
«Quando il tuo occhio bionico avverte un pericolo, affrontalo senza aver paura di sbagliare.»
Capitolo 25 *** Capitolo venticinque - Sorelle in azione! ***
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ATTENZIONE: da qui i POV delle sorelle androidi si alternano, dal momento che entrambe saranno protagoniste di questo capitolo.
Se riscontrate difficoltà nella lettura, scrivetemelo in modo
che possa trovare soluzioni alternative. Detto questo, buona lettura! :)
Capitolo venticinque
• Sorelle in azione! •
Jackie's POV
La sua guancia destra
comincia a disegnare una saetta blu chiara, il suo ciuffo argentato
diventa più luminoso e morbido di prima. Il tessuto della sua
gonna diventa leggermente trasparente, i bordi di un argento chiaro e
abbagliante e due grandi bracciali d'oro. Ora siamo uguali: siamo dueSailor Mecha.
«Incredibile» mormora Sailor Y.
«Non posso
crederci, anche lei si è trasformata!» esclama Green
Shadow. Dietro di lei c'è Red Shadow, la sua gemella. Credevo
l'avessi uccisa, invece è riuscita a sopravvivere alla miaGemma Inferni. Mi sembra ovvio: non sono capace di gestire la sua potenza e, probabilmente, non le ha provocato dolore.
«Perché
Red Shadow è ancora viva?» non so per quale ragione, ma
Vicky glielo chiede cambiando totalmente discorso. La gemella rossa si
mostra con una ferita sul viso e sul braccio sinistro, ancora fresche e
che perdono sangue poco alla volta.
«Ero ad un passo dalla morte, invece» risponde con voce bassa «ma sono riuscita a salvarmi.»
Lo sapevo, dannazione.
«Ora consegnatemi le gemme sacre o per questa robottina sarà la fine.»
Le catene stringono
sempre di più i miei polsi e le mie caviglie, non posso fare
altro se non stringere i denti e gli occhi. Non deve farlo, Vicky non
deve consegnargliela. Se lo smeraldo riesce ad illuminarsi è
solo grazie a lei e alla sua gemma, non può sacrificarsi per me.
Non deve commettere il mio stesso errore in passato.
«Se vuole la tua spada, prima dovrà vedersela con me.»
Non farlo, Vicky, ti prego.
Victoria's POV
Mi guardo intorno senza sapere la risposta alla sua domanda: devo consegnare la mia gemma o lasciare che Jackie muoia?
In precedenza mi ha salvato la vita, perdendo la coscienza ogni volta che cercava di far nascere unaGemma Inferni.Se
l'aiutassi, forse imparerebbe a gestirla. Tendo un orecchio e sento la
porta scricchiolare, di colpo si spalanca cadendo a terra. Vedo Sailor
Multipler e le altre Sailor Senshi in compagnia della guerriera
vampira; finalmente sono riuscite a trovarci.
«Ancora voi?» ringhia Red Shadow.
«Libera subito Sailor Plus o te la vedrai con noi!» esclama la guerriera rossa impugnando lo Scettro della Molteplicità - se colpita, il danno raddoppia.
«Tu?
Così bassa e così ingenua?» risponde Green Shadow
trattenendosi una risata. «Non mi fai paura, dolcezza, e poi come
può una come te sconfiggerci?»
«Mi stai sfidando,mh?»mugola
maliziosa. Conosco Sailor Multipler; anche se è piccola di
statura, è in grado di infliggere dolore anche più della
norma. Bisogna essere così coraggiosi per sfidare un rubino.
Punta lo scettro
contro le catene che tengono imprigionata la guerriera verde e dorata,
centrando il punto debole con l'aiuto del suo computer ad ologramma.
«Intermissum!»
Una luce potente
rosea riesce a spezzare le catene di nebbia oscura, liberando Sailor
Plus e disintegrando la catena delle manette che tenevano prigioniere
me e Sailor Divide.
«No!»
L'attiro verso di me
facendo un cenno con la mano sinistra, mi viene incontro e mi osserva.
I suoi occhi dicono tutto: non vuole affrontare le sue streghe.
«Se uniamo le
nostre gemme con i poteri delle Sailor Senshi della Via Lattea, le
sconfiggeremo?» chiede a voce bassa.
«Basterà
il potere delle gemme sacre e della Luna» rispondo afferrando le
sue spalle, avvicinandola poi a me «serve soprattutto la tuaGemma Inferni.»
Deglutisce.
«Non sono in grado di gestirla... i miei circuiti non sopporterebbero una forza così grande.»
«Ti guiderò io.»
Distoglie lo sguardo.
«Sei con me,
sorellina?» le prendo il mento e la costringo a guardarmi, alla
fine accetta. Spero riesca a controllare le sue paure o non ci
riuscirà mai.
Jackie's POV
Dentro di me si nasconde un demone che controlla le mie paure, mi sono sempre nascosta dietro due dita.Semplicemente paura.
Adesso dovrò sfruttare quest'occasione per imparare a gestire i
miei poteri, poiché sono passati millenni da quando siamo state
ibernate. Ora che i bracciali d'oro sono sui miei polsi, posso
affrontare il nemico senza problemi.
«Sailor Moon,
Sailor Y» Vicky richiama l'attenzione delle due guerriere
«serve il vostro aiuto: impugnate i vostri scettri e fate
riaffiorare l'energia dei vostri poteri.»
«Come dobbiamo fare?» domanda la guerriera azzurra e blu.
«Incrociateli,
dopodiché sprigionate il vostro potere più forte,
perché solo così ci libereremo delle gemelle Ombra.»
Le due guerriere
sì scambiano un'occhiata rapida, prima di prendere il loro
scettro tra le mani e annuire convinte. Sono pronte anche loro.
«Ora, Jackie, concentrati» mira le gemme dei suoi bracciali verso il nemico «chiudi gli occhi.»
Obbedisco e in un attimo un fumo verde chiaro circonda i miei pensieri.
«Tieni i pugni stretti e mira al nemico, disegna una croce e fingi di manipolare una ruota.»
Si disegna come un cerchio, in contemporanea anche in croce che si ribalta di venticinque gradi. Una circonferenza, due rette secanti incrociate: l'origine darà forma ad un nuovo cerchio.
Sento l'energia scorrere dentro di me.
«Ora girala ancora.»
Davanti a me si forma una sfera, diverse parti del cerchio di formano creando un solido.
Il Secondo Emendamento di Andromeda... "Il principio Infernum Gemmae"
Tutte le
gemme sono in grado di crearla; il punto alfa, o l'origine della
circonferenza, non deve andare oltre il cento percento o la sfera
gemmata si disintegrerà - e con essa anche la gemma stessa.
«Non perdere di vista il punto alfa,
concentra la tua energia su tutta la sfera» dice «non
lasciare che i pensieri negativi influenzino il tuo subconscio.»
Concentro la mia
energia al centro del cerchio, senza staccarmi da un unico grande
pensiero: sconfiggere definitivamente le due streghe gemelle. L'energia
sale sempre di più e questa volta riesco a gestirla. Mi sento
onnipotente.
«Sailor Moon, Sailor Y, tocca a voi!»
La guerriera della
luna si prepara, richiamando il potere del suo scettro del cuore di
luna, mentre Sailor Y focalizza i suoi pensieri sul bagliore dello
scettro di Alckemia.
«Moon Spiral Heart Attack!»
«Gravitation Wave!»
Adesso tocca a noi, sono pronta a scagliare la mia sfera
gemmata. Prendo fiato lentamente recuperando indispensabili
energie.
«Gemma Inferni!»lo
pronunciamo in coro sciogliendo la croce disegnata dalle nostre
braccia. I quattro poteri si fondono dirigendosi verso le due gemelle
che, all'impatto con la fusione dei nostri poteri, vengono disintegrate.
Le uniche cose che
riusciamo a sentire sono le loro grida, così potenti e
assordanti che riescono a distruggere tutte le celle subatomiche, le
finestre e le lava lamp attorno a noi. Sailor Y riesce a creare una
cupola di cristallo - laCrysalium Glass - per proteggerci dai pezzi di vetro che, lentamente, si disperdono per tutta la stanza.
Nella stanza entra un
poco di luce filtrata dalle nuvole segnando la fine della nostra
missione. Le gemelle sono state sconfitte, le nostre gemme sono salve,
ma la principessa oscura sarà pronta a giocare un'altra carta.
Ne sono certa.
Sento le mie gambe cedere, ma riesco a tenermi in equilibrio.Non sono svenuta, ce l'ho fatta.
«Ce l'abbiamo fatta!» esclama Sailor Moon colma di gioia.
«Bravissima,
Sailor Plus!» mi viene incontro Sailor Multipler stringendomi
forte i fianchi da dietro, la felicità che sprizza fuori dal suo
viso. Vicky mi guarda con un sorriso orgoglioso, dopo che la formaMecha Sailorsvanisce improvvisamente. I miei occhi si riempiono di speranza, ma allo stesso tempo di paura.
La paura che si sente
e percepisce quando si compie un'azione, e temi di averla fatta male o
di non esserci proprio riuscita. La guerriera della luna - è
vero che all'inizio aveva un po' paura e sono stata in grado di
percepirla - è anche molto fiduciosa e coraggiosa, niente a che
vedere con me.
«Ce l'ho fatta davvero?»
Il mio tono di voce
è così basso che non sono riuscita a sentirlo, mi
stupisco di me stessa. Alzo lo sguardo e lo sguardo di Vicky incrocia
il mio, si avvicina lentamente verso di me accennandomi un sorriso.
«Sì, sorellina», mi sussurra abbracciandomi con dolcezza «ce l'hai fatta.»
Mi lascio travolgere dal suo abbraccio, le lacrime agli occhi e un grande sorriso sulle labbra. Se i miei genitori mi avessero vista combattere, sarebbero stati orgogliosi di me.
⭐️⭐️Centro della Terra - durante la battaglia ⭐️⭐️
Madness osservava quello specchio
ormai da ore, attendendo l'arrivo delle gemelle Ombra con tutte le
gemme delle Sailor Andromeda e il Cristallo d'argento leggendario. Quelle
due maghe avevano fallito, lo sapeva fin dall'inizio. Scontrarsi con
due squadre di guerriere Sailor non era stata affatto una buona idea,
ma pur di evocare il Cristallo Galattico di Andromeda si sarebbe sacrificata lei stessa.
«Quelle maledette guerriere me la pagheranno!» ringhiò.
«Vostra Maestà, loScettro del Pi Grecoè quasi al completo delle sue energie.»
«Magnifico», ghignò maligna «con
la fonte dei poteri di Yulian, il pianeta delle costanti algebriche,
potrò ribaltare le leggi matematiche e fare di questo pianeta
una poltiglia.»
«Signora... ehm, non voleva disintegrare anche il Sole e ilCrysalium?»
«Anche quello, ma la precedenza va alla Terra» sorrise volgendo uno sguardo demoniaco alla sua serva - o quella che sembrava essere «finché
ci saranno quelle ficcanaso a salvare quegli stupidi terrestri, non
potrò mettere in atto il mio piano diabolico.»
«Che sarebbe?»
«Eliminare tutte le forme di vita sulla Terra, catturarne l'essenza vitale, strappare le dieci gemme che compongono ilCristallo Galattico di Andromedadalle custodi, distruggerle, squartarle...»
Dietro la serva, apparve una strega dai capelli corti sfumati di rosa e rosso.
«Lasciate che ci pensi io, Vostra Oscurità» disse.
«Io,
Poison Lily, seconda maga oscura, protetta dal veleno del serpente, mi
occuperò delle guerriere Sailor e farò in modo che di
loro non rimanga neanche l'ombra.»
Madness era diffidente.
«Giurami che non fallirai e che porterai a termine il tuo compito.»
«Può contare su di me, principessa.»
Fu
così che la maga ricevette l'ok della sua sovrana, poi
svanì in una nebbia oscura e macabra. Madness si girò per
vedere lo specchio del futuro, ma già sapeva che qualcosa
sarebbe andato storto.
"Non devi fallire, Poison Lily. Non lasciarti sconfiggere da un gruppo di ragazzine."
Capitolo 26 *** Capitolo ventisei - La fortuna e la lealtà ***
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Capitolo ventisei
• La fortuna e la lealtà •
Il giorno dopo...
Victoria's POV
Sono davvero contenta
di essermi tolta un'enorme peso. Finalmente, posso riposarmi e godermi
il paesaggio di questa grande città. È straordinario come
l'uomo, nel corso dei millenni, si sia evoluto costruendo tutto
ciò che mi circonda: case, strade, automobili, grattacieli di
un'altezza esuberante.
Tra guerre religiose
e rivoluzioni varie, è riuscito a creare meravigliose opere e
invenzioni, cosa che un androide difficilmente saprebbe fare. Io ne
sono la prova.
Sono stata costruita
da un semplice essere umano, eppure non riesco ad integrarmi a questo
ambiente. Sarà che sono diversa? Impossibile, chiunque ne
sarebbe in grado. Tutte queste meraviglie, gli alberi di ciliegio, le
farfalle variopinte, l'acqua della fontana che scende lentamente... non
riuscirò mai a godermele al massimo.
Ho dei limiti. Non
posso toccare l'acqua e neanche avvicinarmi agli animali selvatici,
alcuni insetti e a tutte le fonti magnetiche. Sono estranea a questo
pianeta, non riuscirò mai a godermi la bellezza che la Terra ha
da offrire.
Il parco centrale
è davvero grande, ci sono tanti alberi e bambini che giocano
allegri. Davanti a loro, c'è una dolce coppia di fidanzati che
si coccolano e si scambiano un bacio. Come ci si sente ad essere
abbracciati e coccolati? Tra androidi è completamente diverso,
come se cercassi di stringere una trave di metallo con la sola forza
delle braccia lasciandoti insoddisfatta.
Ho davvero bisogno di un abbraccio.
Improvvisamente, il
mio sguardo punta su una ragazza distesa sull'erba, all'ombra di una
quercia. Ha i capelli castani e un vestito rosso, la gonna a pois
bianchi e un paio di ballerine rosse. Devo averla già vista da
qualche parte.
«Ciao»,
mi saluta con un sorriso alzandosi da terra, mettendosi poi seduta con
le ginocchia in alto. Ora che la osservo meglio, ha un coda alta e i
capelli le arrivano fino a metà schiena. Come fa un essere umano
a tenere dei capelli così lunghi? Non ci penso e ricambio il suo
saluto.
«Stai guardando le nuvole, vero?»
Oh, Madre, che domanda assurda. Certo che le sta guardando!
«Sì»,
risponde stendendo la gamba destra «qui si sta davvero bene,
c'è una brezza davvero piacevole.»
Quel sorriso mi è familiare.
«Non riesco a
sentirla...» mormoro tra me e me. Certo che è davvero
orribile non sentire la brezza che ti colpisce la pelle, donandoti
calore o freschezza. La ragazza mi guarda compiaciuta, poi si alza
completamente dal prato, mettendosi in piedi.
«"Non riesci"? E perché?»
Ecco, e ora come glielo spiego?
«Non
capiresti» rispondo con tono gelido, distogliendo di poco lo
sguardo. Non posso farmi vedere vulnerabile, devo mostrarmi superiore.
«Provaci,
almeno», sorride nuovamente. Improvvisamente, i miei ingranaggi
fanno un balzo facendomi perdere la concentrazione. Deve essere il suo
sorriso, non c'è che dire. è così divino,
ammiccante. Come si fa a non notarlo?
«Il fatto è che ho la pelle molto robusta.»
Da come mi sta
guardando, deve essere confusa. Scrolla le spalle e poi mi viene
incontro. Ha l'aria molto amichevole, non oserebbe neanche aggredire un
roditore. Per qualche strana ragione, sbatte due dita contro il mio
braccio, facendo rimbombare nell'aria il rumore del metallo.
«Non sei una
mortale.» deduce e dio annuisco nascondendo gli occhi dietro la
mia frangia. Non mi sento più le gambe.
«Hai paura di me, adesso, vero? Scapperai come farebbe un qualunque essere umano?»
Invece non si tira
indietro anzi, si avvicina sempre di più sfiorando il mio petto.
È una sensazione bizzarra, e anche lei lo è. Non è
per niente facile ingannarla, ha già scoperto chi sono. Dovrei
preoccuparmi, ma decido di non pensarci.
«Perché dovrei?» mormora. «E poi, ho visto di peggio.»
In effetti ci sono creature peggiori dei robot non lo nego.
«Davvero?»
«Certo»,
distoglie lo sguardo per un'istante, esitando, poi torna a guardarmi
«ma dimmi un po', come ci si sente ad essere rinchiusi in un
corpo metallico?»
Non sarà facile spiegarlo, perché neanch'io non ho mai capito la mia vera funzione.
«Beh... ci sono
tante cose che non posso fare, ad esempio godermi appieno la natura, e
la situazione di prima ne era la prova.»
Per qualche strana
ragione si gira verso qualcosa alla mia sinistra, nasconde un sorriso e
mi abbraccia trasmettendomi calore e sicurezza. Non riesco a
descriverlo, è come sentire il ghiaccio che ti si scioglie sul
corpo provocandoti un brivido lungo la spina dorsale. Il mio cuore
saltella come se volesse uscire dal mio corpo.
«Tranquilla» sussurra dolcemente facendomi arrossire.Oh, Madre, non mi sono mai sentita così in imbarazzo in tutta la mia vita.
«Cosa c'è,robottina?»
Che le dico, adesso?Ho completamente perso le parole.
Coraggio, Vicky,sei forte!Dimostrati superiore davanti agli altri, sei o non sei una paladina che veste alla marinara?
«N-niente...» riesco a dire, la voce fioca, la testa bassa e il corpo rigido «... non me lo aspettavo.»
Non devo guardarla o
finirò con l'impazzire del tutto. Mi alza il mento con due dita
esitando ancora un'istante, per poi sfiorare le mie labbra. Riesco a
sentire il suo respiro regolare e tiepido, come la brezza primaverile.
Ora che la osservo
meglio, i suoi occhi sono di un rosso acceso. Per quanto ne sappia, gli
esseri umani non hanno l'iride rossa - salvo casi eccezionali. Sono
davvero meravigliosi, oltre che spaventosi.
«È una mia impressione o i tuoi occhi sono rossi?»
«Non sempre lo sono» risponde con un sorriso.
«E quale sarebbe il colore naturale?»
«Marroncino
chiaro» dice allontanandosi da me solo di qualche centimetro,
continuando a tenere le sue braccia attorno ai miei fianchi. Una cosa
è certa.
«Non sei un essere umano, vero?»
Scuote lentamente la testa.
«Fammi indovinare: sei un lupo mannaro?»
Ma i lupi mannari non
hanno gli occhi giallo fluorescente, un olfatto ben sviluppato e la
paura del fuoco? Devo essere completamenteimpazzita.
La castana scuote nuovamente la testa facendo schioccare leggermente la lingua tra i denti.
«Sono una vampira» risponde, poi «una creatura notturna succhiasangue, veloce e molto fredda di cuore.»
Non solo "di cuore", suppongo.
Osservo la sua spilla
rossa attaccata sulla spallina destra del suo vestito, identica a
quella di Usagi e Gwendaline. Che sia anche lei una...no, non credo.Cosa vado a pensare?
«Non sono soltanto una comune vampira,
come voi dite» fa il segno delle virgolette pronunciando quelle
due parole «provengo da un mondo parallelo, mi hanno mandata qui
per aiutarvi nella vostra missione.»
«Quindi, anche
tu saresti...» una guerriera Sailor, come lo sono Usagi e le sue
amiche, io e mia sorella, Lisa, Lucrezia e Anne Marie? La ragazza
annuisce sfiorando nuovamente le mie labbra con le sue.
«Credo di averti già vista, o forse mi sto sbagliando.»
«Forse ti vengo in mente: prova a strizzare il cervello» dice ironicamente. Se solo avessi un vero cervello, e non una scheda madre, lo farei.
«Devo avere
qualche vuoto di memoria», stringo gli occhi passandomi una mano
tra i capelli «sarò anche un androide, ma anch'io ho
difetti.»
Non appena apro le
palpebre, la vedo ridere sotto i baffi. Detesto ammetterlo, è
davvero carina quando sorride. Per me è sempre stato difficile
sorridere di fronte agli esseri umani, eppure mi hanno sempre
considerata una di loro.
L'unica cosa che non
capirò mai è quel loro vizio di fare troppe domande e
indagare su fatti che, per il loro bene, è meglio non
approfondire.
«Può
capitare» il suo tono ora è basso. Improvvisamente, il
rumore di un campanellino attira la sua attenzione e, osservando per
qualche secondo il suo orologio, si stacca dal mio addome e
indietreggia.
«Scusami, ma adesso ho da fare», dice «ci vediamo in giro.»
Poi si allontana, lei
va da una parte ed io dall'altra, ignorandoci a vicenda. È
passata un'abbondante mezz'ora e il cuore mi batte ancora forte. Che
cosa vorrà dire?
Jackie's POV
«Come ti trovi con questa nuova CPU?»
Appoggio sulle mie
ginocchia la mia rivista sulle nebulose e sui corpi celesti più
strani. Mio padre sembra così orgoglioso del suo lavoro, ed io
che osservo la sua chioma nera e i suoi occhiali tondi senza rispondere
alla sua domanda. Ha l'aspetto di un mago prodigio, forse lo è
davvero.
«Molto bene,
papà» rispondo educatamente sbattendo un paio di volte le
palpebre «finalmente riesco a coordinare i miei movimenti.»
«Sono contento per te, Jackie» sorride.
«Quando pensi
che tornerà tua sorella?» chiede improvvisamente facendomi
sobbalzare. Avevo la testa tra le nuvole, come al solito.
«Non lo
so», mi limito a rispondere «ha detto che sarebbe andata a
fare una passeggiata per schiarirsi le idee.»
«Ricordatevi
che i robot possono guardare la natura, ma non toccarla» si
congeda guardandomi dalla coda dell'occhio «ma io farò in
modo che possiate farlo.»
È la frase
più bella che abbia mai detto, a mio parere. Toccare l'acqua e i
fiori è il mio desiderio più grande, il poter vedere la
natura da vicino. Vicky sarà felice di sapere una notizia del
genere.
«Spero torni presto», aggiunge «non vedo l'ora di dirle la bella notizia.»
«Meglio che non
venga a saperlo» interviene papà «o almeno,
finché non sarò riuscito a creare uno strato di pelle
artificiale impermeabile - giusto come prova.»
«Va bene, non
glielo dirò» dico infine lasciando che mio padre aprisse
le porte del suo piccolo laboratorio. Sono davvero felice di avere un
padre così generoso.
Finisco di leggere la
rivista e non appena leggo finisco di leggere le prime due righe, la
porta d'ingresso si apre improvvisamente e vedo Vicky entrare in casa
dalla porta scorrevole.
«Sono a casa!» esclama togliendosi le scarpe.
«Com'è
andata la passeggiata?» le chiedo appoggiando la rivista sul
tavolino di vetro davanti alla poltrona su cui sono sdraiata, le gambe
sporgenti e leggermente incrociate. «Ti sei schiarita un po'
le idee?»
«Abbastanza»,
la sua risposta non è affatto convincente «ho visto
qualche scoiattolo e un piccolo volatile, nient'altro.»
«Sicura? Ti vedo rossa in volto.»
Sobbalza e
indietreggia di qualche passo. Deve aver visto qualcosa che non avrebbe
dovuto vedere, o forse si è innamorata di qualcuno. Potrebbe
essere un uomo o una donna - moltochiaramente l'ultima.
«Faceva caldo.»
Tutte scuse, Vicky.
«Va bene, lo ammetto: credo di essermi presa una cotta per qualcuno... o meglio,qualcuna.»
Mi alzo dalla poltrona per andarle incontro.
«E chi sarebbe questa nuova ragazza?»
Segue una lunga pausa.
«Non conosco il suo nome, ma credo averla già incontrata prima.»
Spero vivamente che
non sia una vipera come Gwendaline Yoshiro. Tra l'altro, oggi non si
è fatta vedere né a scuola né in giro per le
strade della città. Ora che mi sta parlando di quella presunta
ragazza, la mia curiosità sale sempre di più.
«Quindi, ti sei innamorata?»
«Forse.»
Non è una
sorpresa sentire una risposta simile. Vicky non è mai stata una
persona troppo tattile, se non quando si era trattato di farsi
apprezzare per quella che era, nascondendo la sua vera scelta amorosa,
dalle persone da cui, per anni, ha cercato di farsi amare.
«So già che mi respingerà» distoglie lo sguardo, gli occhi nascosti dalla frangia dei suoi capelli.
«Lo sai che per
te ci sarò sempre», mormoro prendendole una
mano «il compito di una sorella è quella di sostenere
la sua famiglia.»
Si scopre l'occhio
destro e noto che una lacrima scura le sta scendendo lungo la guancia.
Da quando è stata respinta da Gwen non è più stata
la stessa anzi, è diventata sempre più violenta verso di
lei e gli altri. Sapevo che, un giorno, innamorarsi di una come lei le avrebbe fatto male.
Voleva andare contro
i Sette Emendamenti fondendo il suo zircone con l'acquamarina, e non si
sarebbe mai aspettata un rifiuto da parte sua. So che è ancora
innamorata di Gwen, che i suoi sentimenti verso di lei non sono svaniti
- e probabilmente mai spariranno.
«Avevi ragione,
quando mi dicesti che innamorarmi di qualcuno mi avrebbe fatto
male» la sua voce si è incrinata improvvisamente.
«So che hai
paura di essere respinta nuovamente, e ti capisco»
rispondo «ma da una parte devi essere consapevole della tua
scelta; se davvero sei convinta di amare una donna e non un uomo.»
Vicky deglutisce.
«Lo sono.»
Non è sicura invece, visto che non fa altro che crogiolarsi tra le lacrime. Altro dolore, altri sogni distrutti.
Vederla ridotta in
quello stato mi fa piangere il cuore, perché odio sentire il
cuore di una mia cara infrangersi davanti a me. La ferita nel suo
grande cuore meccanico è profonda e riempire quella falla che si
porta dietro ormai da dieci mesi - dallo scorso San Valentino fino ad
ora - non sarà affatto facile.
«Sappi che sono qui, qualunque cosa succeda.»
L'abbraccio da dietro
stringendo forte le sue mani, intravedo lo zircone incastrato nel suo
polso che emana una luce fioca. Quello che voglio è vederla
sorridere e vivere felice, come nostro padre vuole.
«Anche
se non siete esseri viventi avrete la possibilità, un giorno, di
godervi appieno tutto ciò che vi circonda. Sarà la vostra
ricompensa dopo l'attesa.»
Ed è anche la mia promessa anzi,la nostra promessa.
"La malattia del tuo cuore non guarirà più, soprattutto se la causa è il tuo primo amore."
▼▼
Capitolo ventisette
• Chibiusa e Haiyuki, missione cupido •
Haiyuki's POV
Questa città è davvero grande. Non avevo idea che i
terrestri avessero costruito palazzi così alti, parchi grandi e
ricchi di fiori, scuole a quattro piani e tanti negozi di dolci.
Credo che mi troverò bene in questo
pianeta, non sarà facile però respirare aria pulita.
Tokyo è una città parecchio inquinata, ci sono molte
fabbriche e automobili di qualsiasi dimensione. Milioni di anni di
storia, numerose invenzioni e idee, rivoluzioni e guerre che hanno
portato a grandi cambiamenti; ecco come gli esseri umani si sono
evoluti.
Passeggiare in una città così grande
non è una novità per me, il regno dove sono stata
cresciuta non è paragonabile a questo. Tra l'altro, sono stata
mandata qui sulla Terra per proteggerla, come tutti gli altri pianeti e
il Sole, e con essa anche tutta la galassia. Non me la immaginavo
affatto così.
«Che bello, ho il nuovo numero di Tori Meca!»
Davanti a me vedo una bambina dai codini rosa in
compagnia di un ragazzo dai capelli neri e uno smoking elegante -
all'apparenza, sembra avere vent'anni. Devo ammetterlo, è davvero attraente.
«Mi raccomando, non dire nulla ad Usagi o se la prenderà con me.»
Questo nome non mi è nuovo.
«Non preoccupati, Mamo, terrò la
bocca chiusa» sorride mostrando un bagliore lucente e accecante.
Non c'è alcun dubbio: è colei che sto cercando.
«Vuoi che ti accompagni a casa?»
«Tranquillo, conosco la strada di
casa» risponde tutta contenta tenendo stretta il suo nuovo manga
tra le braccia «non mi perderò questa volta,
promesso!»
I due ragazzi si separano ed io comincio a seguire
quella bambina. Ha un portamento a dir poco stupefacente, ora è
distratta dalla copertina del nuovo manga horror che ha appena comprato
e non guarda avanti, facendo cadere di tanto in tanto uno strano
pallone a forma di testa di gatto viola.
Sta girando verso un vicolo tra la gioielleria e
la pasticceria, attraverso la strada guardando a destra e a sinistra,
raggiungendo l'entrata del negozio dorato dai gioielli luccicanti e
costosi.
La bambina dai capelli rosa va ancora avanti verso quel vicolo, ma non
ha ancora notato che quello è un vicolo cieco. Non so se mi
convenga avvertirla, ma è meglio farlo prima che vada a sbattere
contro il muro.
«Attenta!» grido improvvisamente facendola spaventare. Il manga le scivola dalle dita e subito
dopo si gira per guardarmi. La sua espressione è un miscuglio
tra stupore e paura. Adesso che la guardo meglio... siamo molto simili, come due sorelle.
La bambina davanti a me stringe forte il suo
pallone a forma di testa di gatto, spaventata e scioccata, senza
preoccuparsi del manga caduto ai suoi piedi.
«Chi sei?» chiede.
«Mi chiamo Haiyuki Dahlia Hiddako, vengo
dalla galassia di Andromeda per essere addestrata come guerriera Sailor
e portare la pace sulla Terra.»
Lei spalanca gli occhi.
«Che coincidenza, anch'io sono una
guerriera!» esclama entusiasta. «Quindi, anche tu sei una
Sailor Andromeda?»
«Sì» rispondo con un dolce
sorriso «custodisco il cuore di zaffiro, il simbolo della purezza
angelica.»
«Ma allora sei tu la Small Lady Sapphire di cui mi parlava Usagi.»
«Lei mi conosce?»
Deve essere stata Lunaris, ne sono sicura. Quella
gattina mi conosce troppo bene, così come conosce il resto
dell'universo.
«Non so per quale ragione, probabilmente
glielo ha detto Luna... ma, toglimi una curiosità: come hai
fatto ad arrivare qui?»
«Sono in grado di creare varchi temporali, mi permettono di teletrasportarmi anche da una galassia all'altra.»
Mi meraviglio di me stessa.
«Wow! Posso farlo anch'io?» i suoi
occhi a forma di cuore mi hanno presa alla sprovvista. Non so se le
guerriere della Via Lattea sono in grado di farlo, ma quello che so
è che possono teletrasportarsi da un pianeta all'altro -
esattamente come noi guerriere di Andromeda.
«Non saprei rispondere a questa domanda, sinceramente» ridacchio imbarazzata.
«E tu?»
Abbassa improvvisamente la testa.
«Veramente, io... non ho ancora un potere, voglio dire, non ce l'ho più.»
Nelle tasche del mio vestito brilla una luce
violacea, tiro fuori una pietra preziosa a forma di cuore. È
chiaro che questo bagliore è un segno: ho trovato la custode
giusta. Quella bambina sarà in grado di gestire un potere che
non fa parte di lei? Ne dubito.
Da come si muove e parla, sembra una bambina
infantile e sbadata, ma potrebbe avere delle grandi potenzialità
per essere una custode di una gemma Purity.
Se Theira mi ha affidato il compito di cercare la seconda guerriera
della luna, una dal cuore puro, piccola e innocente, c'è un
motivo. Sono più che sicura che riuscirà a custodire una Purity Gem.
«Possibile che sei così tonta?»
«Perché, tu sei intelligente?»
Sobbalzo di colpo, sentendo le grida di due
ragazze. Afferro la mano di Chibiusa e cammino verso l'inizio del
vicolo, sbirciando dall'angolo dell'edificio. Deve trattarsi di una
lite tra sorelle o amiche.
«Molto più di te.»
«Ma per favore!»
Una ragazza dai capelli lunghi e neri sta bisticciando con un'altra ragazza, probabilmente una sua vecchia fiamma. Nah, ma che dico? Non credo sia così. Cerco di osservarle meglio analizzando ogni centimetro della loro persona.
La ragazza bionda dal ciuffo blu ha il corpo agile
di un uomo, due gambe lunghe e due grandi occhi blu cobalto - uno
nascosto dai suoi capelli. Assomiglia vagamente a Neo Queen Zyrconia,
la regina di Mechanitron. Che sia lei nel passato?
«Ti vanti del fatto che sei una ragazza prodigio, poi osi gridarmi in faccia in questo modo?»
«Vogliamo parlare di te, invece? Sei fidanzata con il tuo senpai solo per essere alla pari con le tue compagne.»
«Non è vero!»
La ragazza corvina ha due grandi occhi verde
acqua, una spilla attaccata al centro del fiocco della sua uniforme e
due orecchini dello stesso colore dei suoi occhi. Mi ricorda molto la
nuova regina di Oblivion. Non credo sia lei nel passato. Dalla sua
espressione, sembra odiare quell'altra ragazza più di ogni cosa.
Tra l'altro, Neo Queen Aquamarine non si permetterebbe mai di odiare qualcuno.
«Perché non lo ammetti?»
«Semplice: perché non è così.»
Lo sguardo della ragazza dal ciuffo blu diventa
gelido, la sua espressione si contrae in una smorfia disgustata e
amareggiata nei confronti della ragazza corvina.
«A volte sei davvero stronza. E tu saresti una principessa, come il tuo "dolce amorevole cagnolino" ti chiama?»
«Non offenderlo!»
«Non l'ho di certo offeso, ho solo detto la verità.»
Si allontana lentamente girandosi di spalle. La
corvina cerca di fulminarla con gli occhi, ma qualcosa glielo
impedisce. Anziché ribellarsi, un paio di lacrime le rigano il
viso.
«Vai all'inferno, Vicky!»
e detto ciò comincia a correre dalla parte opposta della strada.
Non so da quanto tempo litigano e non m'interessa più di tanto,
ma il compito di un angelo è garantire la pace reciproca tra gli umani.
Chibiusa mi guarda stranita.
«Le vedi spesso litigare così?» le chiedo.
«In realtà, è la prima volta che le vedo
così arrabbiate», risponde con calma «sono state
Lisa ed Elvira a raccontarmelo.»
«Che cosa?»
«Il motivo della loro lite», continua
«è dal giorno di San Valentino che va avanti questa
storia, da quando Gwen ha respinto Vicky.»
Mi sento confusa.
«Mi spiego meglio: la ragazza corvina si
chiama Gwendaline Yoshiro ed è figlia di un imprenditore
miliardario, mentre la ragazza bionda dal ciuffo blu è Victoria
Kamesuke, una ragazza prodigio figlia di uno scienziato.»
«Cosa sai di questa storia?»
«Non molto, se devo dire la verità.
So solo che Vicky ha avuto il coraggio di dichiararsi ad una ragazza e
non ad un senpai o ad un suo compagno di classe, ma Gwen l'ha presa in
giro rifiutando la sua proposta d'amore.»
Che cattiveria, mi dico in testa. Ma se, secondo Theira, sono le guerriere destinate a cambiare il mondo, allora devo cercare di fare qualcosa. Ma che cosa?
«Da quel giorno, si gridano in faccia e
sputano volgarità di ogni genere. Vicky è diventata
più violenta, mentre Gwen ha cominciato a comportarsi da ragazza
perfettina.»
«Non c'è un modo per riappacificarle?»
Scuote lentamente la testa.
«Perché non le aiutiamo?»
l'idea mi viene spontanea - e mi meraviglio da sola. Non avevo mai
avuto un'idea del genere ma infondo, perché no?
«Scordatelo! Non lo farò mai e poi, è già stato difficile con Usagi e Mamo.»
«Ti prego, non posso farcela da sola.»
Sospira rassegnata ed decide di accettare la mia
offerta, poi la prendo per mano e seguiamo Vicky senza farci notare.
Non mi piace affatto l'odio e voglio che quelle due ragazze ritrovino
l'amore perduto. Se davvero sono loro le prescelte, allora devo
sbrigarmi.
▼
Victoria's POV
Per qualche strana ragione cammino sulle strade della città,
senza una meta precisa. L'ultima volta che ho incontrato Gwen è
stato qualche settimana fa, prima delle vacanze di Natale. Come
immaginavo, ora che l'ho rivista, abbiamo litigato.
Ormai non so più cosa dirle, ho esaurito le
parole a furia di gridarle in faccia. Perché mai dovrei allearmi
con lei? È una ragazza arrogante e presuntuosa, niente a che
vedere con quella ragazzina che avevo conosciuto in passato. Non
è più la Gwen gentile, socievole e solare di prima. Ora
capisco questo suo atteggiamento che, inizialmente, avevo definito
strano; e anche perché mi ha respinta il giorno di San Valentino.
«C'è una cosa che vorrei dirti.»
Teneva tra le mani altri biglietti a forma di cuore, forse tutti dallo stesso destinatario.
«Che cosa?»
«Ecco... volevo solo dirti che...» mi si bloccarono i circuiti per qualche secondo «...mi piaci.»
Lo dissi tutto d'un fiato, ma
ciò che mi scandalizzò in quel momento era la sua
espressione: un miscuglio tra crudeltà e malizia. Era come se la
mia dichiarazione fosse una presa in giro, ma non era affatto
così. Ero davvero innamorata di lei, da quando la vidi dondolare
sull'altalena all'inizio delle scuole medie.
«Hai davvero avuto il coraggio di dichiararti a me e non ad un altro ragazzo?»
Annuii.
«Sei patetica.»
Devo smetterla di pensarci, devo dimenticarla.
È fidanzata con il senpai Kai Kowanawa e nulla le farà
cambiare idea. Improvvisamente sbatto contro qualcosa, o qualcuno - lo
sento grugnire dal dolore.
«Mi scusi, non...»
Alzo lo sguardo e i miei occhi incrociano quelli
rossi di una ragazza; è la stessa che incontrai qualche giorno
fa al parco. Ecco che il cuore meccanico comincia ad accelerare i
battiti, è la stessa sensazione di quella volta, molto
più forte e dolorante.
«Oh, sei tu Vicky.»
Spalanco gli occhi.
«Come fai a sapere il mio nome?»
«Sei famosa in ambito scientifico, come tua sorella lo è in campo musicale.»
«Qualcuno ti ha detto di me?»
«Non proprio, gli altri ragazzi parlano
molto di te e di lei», sorride dolcemente «a proposito, mi
chiamo Regiela e abito vicino alla scuola.»
Nella mia stessa strada, per farla a breve.
«Piacere di conoscerti.»
Perché mi sento a disagio davanti un essere umano? No, non è umana... Madre, mi sento così tonta.
«Immagino che tu stia tornando a casa.»
Annuisco tenendo lo sguardo basso.
«Vuoi che ti faccia compagnia?»
Reagisci, Vicky, forza! Smettila di pensare a Gwen! Mi tiro uno schiaffo e finalmente riesco a tornare me stessa.
«Volentieri» rispondo con un piccolo
gemito massaggiandomi la guancia bruciante. Mi sta guardando allibita,
come se la mia reazione fosse stata inaspettata. Devo imparare a tenere
le mani dentro le tasche, o finirò sempre nei guai.
Ci avviamo lungo la strada, percorrendo l'altra
metà del tragitto. Regiela sembra così socievole, niente
a che vedere con l'essere umano in generale.
«Cammini sempre da sola?» mi chiede subito dopo.
«No», mi affretto a rispondere
«spesso percorro questa strada con mia sorella, quando torniamo a
casa da scuola o quando abbiamo finito le attività del club di
meccanica quantistica.»
«Tutti i giorni?»
«Non proprio.»
Sorrido, il che mi preoccupa. Perché mai
dovrei sorridere? A quest'ora, sarei dovuta essere in una cella
d'ibernazione a piangere gocce di olio fino a tarda notte.
Improvvisamente volge lo sguardo verso qualcuno e
lei mi afferra la mano sorridendo maliziosamente sotto i baffi. Mi
chiedo chi ci sia dietro di noi, non oso girare il collo per guardare.
Non sento il tepore della sua mano, come se la circolazione del suo
sangue si fosse fermata da anni. Di sicuro, i vampiri non possono
essere paragonati agli zombie; sono due creature ben diverse.
«Sei una ragazza perbene, sai?» mi sfugge senza un motivo, come se fossi ad un passo dalla dichiarazione.
«Ti piaccio, forse?»
Arrossisco.
«Beh... in un certo senso...»
«Puoi anche negarlo, non mi offenderò.»
Offenderei me stessa, invece. È vero, mi
piace, ma non riesco ad ammetterlo. Avevo giurato di non avere una
relazione ed essere una semplice ragazza robot ma, per colpa di un
malfunzionamento ai miei circuiti, non riesco a controllare le mie
mosse e le mie parole. A volte agisco senza pensare, divento volgare
senza volerlo e finisco con l'essere coinvolta in numerose risse. Tutto
questo da quando mio padre ha cambiato il mio cuore meccanico, dopo che
Gwen ha ferito i miei sentimenti.
«Okay, forse un pochino.»
Cavolo.
«Non devi aver paura di ammetterlo.»
Ho paura che succeda un'altra volta, non voglio.
Sono sensibile fino ad un certo punto, ma questa ragazza riesce ad
allontanare magicamente il mio istinto violento e prepotente.
«Abiti qui, vero?»
Ci fermiamo davanti ad una casa dalle porte metalliche e le finestre sbarrate: è proprio casa mia.
«Sì.»
«Io abito laggiù, dopo quella casa
gialla» m'indica una casetta dal tetto rosso proprio a due passi
dalla mia «se vuoi venire a farmi compagnia, non esitare a
chiedere.»
«Lo farò senz'altro» sorrido
aprendo il cancello con il display ad impronta digitale guardandola
allontanarsi. Altro che "un pochino", adesso mi piace davvero.
Haiyuki's POV
La vedo superare due piccole colonne di cemento che separano la casa di
Vicky dalla strada. Da come guardava quella ragazza, sembrava essere
parecchio interessata. Argh, così non va bene!
«Posso sapere perché abbiamo seguito Vicky?» mi chiede Chibiusa scocciata.
«Devo capire se lei è la prescelta che diceva Theira.»
«Mettendoti ad osservare qualcuno da
lontano?» la sua espressione diventa cupa «mia cara
extraterrestre, questo si chiama "stalking" ed è un reato.»
«Non se lo fai per il bene di entrambe le
galassie» strizzo un occhio «e poi non sono un'aliena, sono
un angelo!»
Chibiusa si picchia improvvisamente la fronte.
«Perché siamo vicine a voi? Mi chiedo il perché!»
«Non hai visto ancora niente, Small Lady», sorrido maligna «ed è anche per questo che questa Purity Gem entra in azione.»
Tiro fuori dalla tasca sinistra della mia uniforme
scolastica una pietra preziosa a forma di cuore dai bordi dorati,
violacea e verdognola: il cuore di ametista.
«Quindi dovrei entrare in possesso di... questo?»
«I suoi poteri sono immensi, Chibiusa, sei
in grado di dominare parte dei poteri angelici e demoniaci per fare del
bene» spiego «la gemma può essere custodita solo da
chi ha un cuore puro, e il tuo lo è.»
«Come faccio a gestire un potere così grande? È già stato difficile con il mio vecchio Prisma di Luna ed ora che l'ho perso, non so più come combattere.»
Le prendo una mano e mi avvicino al suo viso colmo di lacrime, con l'altra mano le alzo di poco il mento.
«Ti addestrerò io», mormoro «e non sarò sola.»
Chibiusa china leggermente il capo di lato confusa, come per dire«in che senso?».
«Le gemme sacre ti seguiranno e ti
guideranno in ogni ostacolo, in modo che tu possa gestire al meglio il
potere del cuore ibrido.»
Sta sorridendo, è un buon segno.
«Allora, sei una dei nostri?»
Mi guarda per qualche secondo, poi il suo sorriso diventa più grande e mi abbraccia deglutendo e singhiozzando.
«Sì», riesce a dire «sono una di voi.»
▼
Lasciamo la stradina passando davanti alla scuola, incamminandoci verso una seconda strada.
«Dove abiti, Chibiusa?»
«In fondo alla strada, in una casa gialla e rosa.»
«Sei figlia unica o hai una sorella?»
Sobbalza improvvisamente.
«In verità Usagi sarebbe mia madre, ma non riesco a considerarla tale dal momento che ha solo quindici anni.»
«Se è per questo, neanch'io considero Lisa mia madre.»
Mi guarda sorpresa.
«Come sarebbe a dire?»
Ho una voglia matta di abbracciare un orsacchiotto di peluche. Come
glielo spiego? Conosco già il futuro e non posso assolutamente
rivelare nulla, altrimenti la mia gemma futura si spegnerà ed io
tornerò nel trentesimo secolo.
«Per il tuo stesso motivo, ovviamente.»
Peccato che invece, non lo sia. Questa è la
mia grande occasione per poterla rivedere. Dopo la Seconda Guerra
Cosmica, ho avuto tanta paura. La tragica scomparsa delle gemme ha
portato tutto alla rovina, inclusa me stessa.
«Quindi, tu sei un angelo?»
«Sì.»
«Ma non hai le ali.»
«I mortali non possono vederle, ma io le mostro solo a chi ha un cuore puro.»
«Ovvero?»
«È il concetto di "angelo custode",
Chibiusa» spiego «un cuore gemmato può scegliere il
suo custode e la sua voce, a condizione che abbiano entrambi il cuore
di un angelo.»
«Per questo il cuore di ametista ha scelto me come nuova guardiana?»
«Esattamente.»
Esita per un istante, poi alza lo sguardo e
intravede casa sua. Chibiusa mi saluta con un forte abbraccio ed entra
in casa in compagnia di una ragazza dai chignon buffi. Non c'è
che dire: sono simili, così come lo siamo io e mia madre.Dio, quanto mi manca.
Come al solito, papà non ha acceso le luci
a led, eppure le ha costruite e montate per risparmiare sulla bolletta.
Mi sfugge un sorriso. A volte, nostro padre ha la stessa
mentalità di nostra madre. Ne sento così tanto la
mancanza, eppure papà non vuole trasformare il suo corpo in una
corazza di metallo, come lui stesso si era promesso di fare qualche
anno fa.
«Sei tu, Vicky?»
Parlando del diavolo, papà si mostra con il suo camice da laboratorio bianco e una sfera di vetro in mano.
«Sì, papà.»
«Com'è andata la giornata?»
Il mio cuore fa un salto pazzesco. Gli devo dire
che mi sono dimenticata di potare le rose o che mi sono innamorata di
una vampira? In entrambi i casi, non reagirebbe bene. Mi limito a dire
semplicemente «sì, è andata abbastanza bene».
«Sai che hai dimenticato di potare le rose in giardino?»
Dannazione, mi ha scoperta.
«Lo so, scusami, ma...»
«Tranquilla, ci ha già pensato tua
sorella» risponde facendomi tirare un sospiro di sollievo
«ma la prossima settimana toccherà a te.»
«Non me ne dimenticherò, padre» sorrido.
Papà appoggia la sfera di vetro sul
tavolino, poi mi viene incontro appoggiando una mano sulla mia spalla,
facendomi sobbalzare.
«A proposito di tua sorella, mi ha detto tutto.»
«Riguardo a cosa?»
«Di te e la figlia di Mr. Yoshiro.»
Starà parlando di Gwen, ne sono sicura.
«Ti riferisci a lei?» cerco di dire. «Beh, sappi che è acqua passata.»
«No, ho realizzato una cosa: credo che voi due non siate pronte per provare emozioni forti come l'amore.»
«Veramente, padre, io...» glielo devo dire? Lo faccio o non lo faccio?
«Non spaventarti, non toglierò il cuore meccanico a nessuna delle due» si affretta a dire «voglio solo perfezionarlo.»
«Che vuoi dire con "perfezionarlo"?»
«Sperimenterò un siero e un motore a
ellisse su un piccolo robot e se tutto andrà bene, lo
monterò nel vostro cuore.»
«E quale sarebbe?»
«Vieni, te lo mostro.»
Dietro le scale che portano al piano di sopra,
è nascosto un seminterrato dove papà ha costruito una
sala giochi - che lui ha chiamato "sala virtuale" - e il suo
laboratorio. Nonostante i suoi impegni, ha deciso di dedicare un po'
del suo tempo a sua figlia. Lo ammetto, non è da lui.
Mi guardo attorno e vedo il mio clone e quello di nostra madre - come
se tenesse in casa la sua salma. Detesto dire che è inquietante
vedere una persona conservare il cadavere di un suo caro eppure,
inizialmente, voleva farla resuscitare sotto un'altra veste. Da quando
ci ha abbandonate, papà non è più lo stesso.
Il dolce squittio dei criceti, il furetto che arriccia il naso e il
coniglio che rosicchia la carota mi ricordano molto la vita passata,
quando tutto era fatto di circuiti ed ingranaggi. Confesso che mi manca
vivere su Mechanitron anche se, a dir la verità, la vita sulla
Terra non è poi così orribile.
«Ho pensato di chiamarlo Cordis Lacrimae» dice «però, se devo essere onesto... non voglio sperimentarlo su di voi.»
«Poco fa hai detto che non siamo pronte per...»
Papà mi guarda improvvisamente con un dolce
sorriso, dimenticandosi di quello che ha detto poco prima in cucina.
È incredibile come riesca a non pensare in negativo, deve aver
imparato dalla mamma. Mi mordo leggermente il labbro imbarazzata.
«Scusa» faccio un passo indietro
tenendo le mani giunte e le dita leggermente incrociate verso l'alto,
muovendole di tanto in tanto.
«Sai una cosa?» comincia a dire
aggiungendo un paio di gocce acide nel siero che sta preparando.
«Ogni volta che vedo te e Jackie penso sempre al vostro
futuro.»
«E come te lo sei immaginato?» la domanda mi esce spontanea.
«Sull'altare con l'uomo dei vostri sogni,
una famiglia...» arrossisco di colpo «... peccato che non
possiate essere come tutti gli altri, avreste potuto fare molto.»
In realtà, non c'è un uomo nel mio cuore ma una donna anzi, una ragazza.
«Il mio intento è quello di rendere te e tua sorella
più "umane", che possiate toccare l'acqua senza danneggiare i
vostri circuiti, ma non posso fare miracoli», il contagocce gli
scivola dalle dita «la natura non lo permette.»
«Non importa, papà», mormoro «mi basta essere al tuo fianco.»
Lo abbraccio dolcemente facendo scendere due
lacrime nere dagli angoli dei miei occhi. Mi rattrista vederlo
così sconsolato, eppure è riuscito a creare due androidi
capaci di mostrare sentimenti e non è una cosa da poco.
«Devo dirti un'altra cosa e questo dovrai
dirlo anche a Jackie» l'abbraccio si scioglie e mi guarda con
sguardo fiero.
«Che cosa?»
«Dopo le vacanze invernali, studierete alla Mugen Academy.»
Sbarro gli occhi. Che cosa?
«Mi stai dicendo che frequenteremo una scuola prestigiosa? Io e Jackie?»
«Esatto», sorride «ho trovato un
piccolo impiego nell'istituto, sarò accompagnato da un mio
coetaneo che lavora lì.»
«Ma così... all'improvviso? Che ne sarà di Usagi e tutte le altre?»
«Puoi sempre rivederle fuori dalla scuola e
poi il preside vi ha affidato due tutori: pensa, hanno la vostra
età.»
Tutto ciò è assurdo. Dopo le
vacanze, io e mia sorella studieremo in una scuola lussuosa come
quella. Ne avevo sentito parlare di quell'accademia, ma mai mai avrei
pensato di essere una studentessa, di poter sfoggiare una divisa di
alta classe. Mi sembra di sognare.
«Lo so che è tutto improvviso, ma il
famoso professor Tamaro Uhicha mi ha concesso questa grande
opportunità e non voglio sprecarla.»
Devi accettarlo, Vicky, per la gioia di tuo padre.
«Va bene, glielo dirò anche a Jackie.» mi limito a rispondere e mi congedo. Non posso ancora crederci.
«Papà» attiro la sua attenzione
e, per un istante, mi blocco «a proposito della divisa... vorrei
non dover indossare la gonna.»
*
Come ha potuto papà sperperare l'eredità della mamma
pagando le divise di un'accademia prestigiosa. Come? Dovrei cogliere la
cosa come un'opportunità imperdibile? Potrei, ma non è
facile allontanarsi da chi si vuole bene. Una cosa è certa: io e
Gwen non ci rivedremo più. Una bella liberazione, penso.
Appoggio le dita sul lettore di impronte digitali
e apro la porta della stanza, vedo Jackie leggere le teorie della
gravitazione universale di Newton. Accidenti, se è concentrata.
«Oh, scusa, non ti ho vista» sobbalza di colpo.
Chiudo la porta alle mie spalle tenendo le braccia incrociate dietro la schiena.
«Credevo fossi papà.»
«Ecco, a proposito di nostro padre...» come glielo dico?
«Ti ha rimproverata?»
«No, no, assolutamente no», sto sudando freddo, eppure i robot non sudano «mi ha detto che...»
Mi blocco un'altra volta. Jackie sembra essere
curiosa, ma ho paura di dirglielo. So che nella nostra vecchia scuola,
lei ed Elvira sono sempre insieme e mai si sono divise. Se penso al suo
volto pieno di lacrime scure, mi viene voglia di spaccare uno specchio
e portarmi dietro vent'anni di sfortuna.
«Che cosa ha detto papà?» insiste. «Non tenermi sulle spine.»
«Ha detto che dopo le vacanze invernali, ci trasferiremo.»
Per un attimo rimane paralizzata.
«Cambiamo casa?»
«No, cambieremo scuola: dalla metà di questo mese studieremo alla Mugen Academy.»
Il libro le cade dalle mani, il suono rimbomba per
tutta la stanza e il suo sguardo rimane fisso sulla porta dietro di me.
Sapevo che avrebbe reagito così. L'idea di separarsi da Elvira
l'ha distrutta completamente, ma non abbiamo altra scelta. Se nostro
padre è contento della sua scelta, lo dobbiamo essere anche noi.
Dopotutto, è una scuola che offre tante opportunità.
«Vuoi dire che continueremo a studiare in
una scuola di prestigio?» mormora sottovoce. «Senza le
nostre amiche?»
Sembra sul punto di piangere e la comprendo. Neanch'io voglio separarmi da Usagi e le altre ragazze, soprattutto Anne Marie.
«Lo so che è improvviso, ma papà pretende il meglio per noi, e dobbiamo renderlo felice.»
«Promettimi che dimenticherai il passato e
penserai solo al presente» dice incrociando le dita delle sue
mani con le mie «scordati Gwendaline e volta pagina.»
Voltare pagina sarà facile, ma dimenticare la mia vecchia fiamma sarà difficile.
«Lo farò» sorrido osservando i
suoi occhi lucidi e puri, il verde delle sue iridi sono più
chiare del solito. Sono certa che la mia memoria cancellerà quel
dannato ricordo. Mentre mi avvio verso il bagno, la spia della
ricetrasmittente lampeggia, sia la mia sia quella di Jackie. Rispondo
alla chiamata e l'ologramma che appare davanti a me non è altro
che l'immagine di Haiyuki.
«La luna futura è rinata, raggiungetemi al parco a mezzanotte.»
Haiyuki's POV
Finalmente, ho condotto Chibiusa e Usagi al parco. Sono
sicura che la Small Lady sia in grado di gestire un potere grande e
possente di una Purity Gem, tra l'altro ha combattuto diverse volte.
Questa per me, invece, è la prima volta; l'unico difetto
è che combatterò contro dei pupazzi di paglia.
«Siamo qui, Haiyuki» la voce di qualcuno mi coglie alla sprovvista «come ci hai chiesto.»
Mi volto verso le due guerriere nella penombra,
misteriose e spaventose allo stesso tempo: vedo che una di loro non
è una gemma sacra, ma quello che conta è che sia qui a
fornirmi consigli e aiuti.
«E loro chi sono?» mi domanda Chibiusa un po' terrorizzata.
«Giusto, me ne stavo quasi dimenticando» rispondo «venite avanti, la Small Lady ha chiesto di voi.»
Le ragazze obbediscono e si espongono sotto la luce dei lampioni: due guerriere dallo sguardo gelido e dal corpo slanciato. Una
è la custode dello zircone, la gemma della lealtà, una
guerriera attraente ed enigmatica, la prima regina di Mechanitron:
Sailor Minus.
L'altra è la
custode dello smeraldo, la gemma della buona sorte, una guerriera
paragonabile ad Afrodite, la seconda regina del pianeta futuristico:
Sailor Plus.
È così strano rivederle nei panni
delle Sailor Andromeda, ma sono così felice di averle ritrovate.
Conoscono già la mia identità e questo mi rincuora.
«Le altre ragazze arriveranno presto»
mi comunica Sailor Plus «ci hanno contattate tramite la
ricetrasmittente ad ologramma.»
«Non sono in due, allora?»
Chibiusa spalanca gli occhi, come per dire "ma quante ce ne sono?". Dopo qualche minuto, appaiono altre due ragazze: una guerriera azzurra e una verde acqua.
«Scusateci», attacca briga
la guerriera azzurra, la custode dello zaffiro. Lei è una delle
gemme più forti della nostra galassia, simbolo di coraggio. Lei
è Sailor Y, conosciuta anche come Dahlia, la principessa di
Alckemia. Inizialmente non credevo fosse mia madre nei panni di una guerriera Sailor, eppure siamo simili. Troppo simili.
«Allora, chi è la nostra allieva?» chiede con un sorriso l'altra guerriera. Lei è la custode dell'acquamarina, gemma della saggezza, la gemma patrona degli angeli: Sailor Divide.
Non me la ricordavo così misteriosa, tra l'altro non ha i codini o meglio, questa volta non ha con sé il Dividum Extremis - i fermagli dei suoi codini che sprigionano una forza quasi innaturale e che sfida le leggi gravitazionali in modo estremo.
«Lei è Sailor Chibi Moon, d'ora in poi noi la chiameremo Sailor Chibi Amethiste Moon» rispondo.
«Non è un po' troppo lungo come nome?»
«Chiudi il becco, per una volta» replica Sailor Y.
«Ora, Chibiusa, quello che dovrai fare è dire "Amethiste Heart Power", così potrai trasformarti.»
Lei annuisce e tenendo in mano la spilla a forma di cuore viola, pronuncia la frase.
«Amethiste Heart Power, Make Up!»
Man mano che la luce la nasconde, la sua misa da guerriera Sailor
diventa di un viola chiaro e i bordi della gonna di un rosso fuoco. I
suoi capelli restano dello stesso colore, con l'unica differenza che
porta una serie di meshes viola brillanti, tendenti all'argento chiaro.
Ora è Sailor Chibi Amethiste Moon, combattente della luna, custode del cuore di ametista, simbolo della purezza ibrida.
«Wow, che meraviglia!» esclama
piroettando su se stessa. Rimango basita. Quella ragazzina terrestre
è davvero incorreggibile. Tra l'altro, sono stata costretta a
cederle un potere davvero grande - se fosse stato per me, non l'avrei
mai fatto.
«Smettila di piroettare come una stupida!»
Adesso sta esagerando.
«Scusa, ma questo completo da guerriera Sailor è meraviglioso!»
«Devi essere addestrata come tale? Allora fai quello che ti diciamo!»
Sailor Minus è ancora appoggiata al tronco
della quercia, intenta a guardare la Small Lady alle prese con il
potere del cuore di ametista. So già che questo addestramento
sarà molto lungo.
«E che cavolo, Chibiusa, ti stai comportando peggio di tua madre!»
«Uffa, quante storie!»
«Mi serve qualcuna di voi che possa aiutarla conl'eclipsim» annuncio con un sorriso, guardando una per una.
«Offro volontaria lei!» esclama subito
la guerriera della saggezza dando una pacca sulla spalla di Sailor
Minus che per poco, non perde l'equilibrio.
«Un momento, perché devo farlo io?»
«Perché odio il tuo ciuffo
d'argento» sbuffa ironicamente, come se stesse cercando di
provocarla in qualche modo. Si fa avanti sibilando tra i denti una
parola volgare e la guerriera verde acqua comincia a ridacchiare tra
sé e sé.
«Tienila stretta e non lasciarla per nessun motivo» le ordino e lei annuisce.
«Questo non faceva parte del programma.»
«Per l'amor di Dio, stai zitta!»
Sailor Plus è sul punto di innervosirsi, ma dovrà
sopportarla ancora per un'altra ora o almeno, finché Chibiusa
non imparerà a gestire il Raggio Zeta.
«Il "programma" l'ho deciso io»
ribatto «io e Sailor Y dobbiamo assisterla, voi gemme sacre ci
servite per aiutarla a creare la Purity Starlight.»
«La purrrity cosa?!» domanda incredula la bambina.
«Quello è il passo successivo,
Chibiusa. Ti basterà restare tra le braccia di Sailor Minus e
ascoltare le sue parole.»
«Era meglio se restavo a casa» bisbiglia.
«Come?» chiedo fingendo di non aver capito.
«Nulla.»
Chibiusa si concentra al massimo puntando entrambi gli indici delle sue mani verso la bambola impagliata con terrore.
«Ora pronuncia "eclipsim".»
«H-ha detto eclipsim?»
rivolge la domanda a Sailor Minus ma pronunciando la parola, le sue
dita sparano un raggio viola e rosa così potente da far
scomparire completamente il pupazzo di paglia. Sailor Moon rimane
scioccata da un colpo simile e rimane ferma a guardare la polvere sotto
il palo dove prima c'era la bambola impagliata.
«Ma... stiamo scherzando?» domanda Sailor Moon disgustata e sorpresa allo stesso tempo.
«No, nient'affatto» risponde subito Sailor Y.
«Chibiusa non riuscirà mai a gestire un potere così distruttivo.»
«Ma sentitela!» reagisce la bambina facendo poi una pernacchia contro Sailor Moon.
Sailor Minus decide di lasciare Chibiusa e di
dimenarsi da quella scena ridicola ed imbarazzante, lo stesso anche
Sailor Divide. Ho sempre odiato i litigi tra madre e figlia, eppure
anch'io litigo spesso con Lisa. Vorrei sorridere, ma non ci riesco. Le
loro voci stridule sono davvero fastidiose.
Sailor Plus cerca di dividerle e continuare
l'addestramento ma non appena mi volto per chiamare le altre due
ragazze, non le vedo. Sono già sparite in mezzo alla foschia.
Victoria's POV
La inchiodo sotto di me, le gemme a pochi
centimetri di distanza. Mi sto avvicinando pericolosamente ai limiti,
cosa che non è da me - in casi del tutto eccezionali.
«Quindi, odi il mio ciuffo d'argento?» sogghigno maliziosa.
«Come odio la tua voce focosa e le tue gambe lunghe e magre» sussurra.
"Oh, adesso sei invidiosa di me?"sorrido
maligna osservando le sue labbra socchiuse. Dopo tutti quei commenti
stupidi, ha avuto il coraggio di provocarmi davanti alle altre ragazze
e anche adesso.
«Per quanto ancora hai intenzione di farmi innervosire?»
È proprio tra la quercia e il mio corpo,
calda e morbida, come quella volta con le manette - perfino più
di prima. Questa ragazza mi farà uscire pazza. Madre, cosa dovrei fare con lei? Finirò di sicuro in galera, dopo quello che sto per fare.
«E tu perché ti ostini a fare la
saputella del momento?» ansima e non appena incrocio il suo
sguardo, la rabbia svanisce. È davvero difficile essere
arrabbiati con una come lei: una guerriera dall'aspetto sexy e
provocante, i capelli rossi e la misa verde acqua.
"Perché sei tu?"
penso avvicinandomi alle sue labbra accarezzando i suoi capelli. Mi
sento attratta da lei, eppure qualcosa m'impedisce di toccarla e
assaporarla in tutti i sensi. Che sia il batticuore di questo
pomeriggio?
La vedo mordersi il labbro e socchiudere leggermente gli occhi, come arresa. Lo vuoi, eh?
«Shh-»mormora e l'accontento lasciandomi accarezzare la schiena con dolcezza, fino a baciarla lentamente.
A quanto pare le piaccio (finalmente)
ma uno strano dolore al cuore mi perseguita improvvisamente. Un'altra
ragazza ha fatto breccia dentro di me, come un'arpionata. D'altronde,
Sailor Divide non conosce la mia vera identità, come io non
conosco la sua.
Sto giocando con il fuoco, non posso continuare a negare i miei veri
sentimenti. Mi sono innamorata di Regiela, questa è la
verità. Uno dei tanti messaggi del mio cuore.
Smetto di baciarla e mi allontano con il solito sguardo cupo e
spaventoso lasciandola con la schiena attaccata alla corteccia della
quercia.
«Mi lasci così?» sussurra col respiro leggermente spezzato.
«Vorrei poter continuare, ma ho mille pensieri nella testa.»
Non oso girarmi per guardarla in faccia, mi limito solo a camminare in avanti e sorridere sotto i baffi.
«Sai come si dice?» domando retoricamente. «Quod me nutrit me destruxit(ciò che mi nutre mi distrugge)»
Capitolo 29 *** Capitolo ventinove - La Mugen Academy ***
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Capitolo ventinove
• La Mugen Academy •
Victoria's POV
Sono notti e notti che
faccio lo stesso sogno, sono ormai due mesi che la vedo nel mio mondo:
quella piccola principessa dai capelli rossi e il vestito verde acqua.
Indosso ancora quel vestito blu cobalto osservando il cielo stellato
seduta sul muretto del balcone del castello con il mio amato
telescopio. In quest'istante vedo una piccola stella muoversi nel
cielo, una piccola luce verde per la precisione.
Distolgo lo sguardo dal telescopio e una sagoma chiara si para davanti a me.
«Stai sempre ad osservare quel pianeta, Mahori?»
Ora che la guardo
meglio... è un angelo. Non riesco a vederla bene in viso, ma
preferisco non saperlo. Potrebbe essere colei che penso.
«Chi sei?»
chiedo a bassa voce, mentre la sua immagine si mostra davanti ai miei
occhi: una bellissima ragazza dal volto leggiadro e gli occhi grandi.
«Quella bambina che osservavi da lontano.»
Si avvicina e mi tocca
la guancia, fino a sfiorare le mie labbra; improvvisamente, tutto che
c'è intorno a noi svanisce, lei compresa.
«Svegliatevi, ragazze.»
Le vacanze invernali sono giunte al termine, la
voce di papà e la luce che si accende hanno interrotto il mio
sogno. Maledizione, stavo per baciare un angelo - tra l'altro, non
ricordo nulla di quella ragazza, neanche la ragione per cui la
osservavo con un telescopio.
«Papà, ma sono le sei del mattino.» mormora Jackie osservando l'orologio a forma di stella davanti a lei.
«Vi siete dimenticate che oggi è il vostro primo giorno nella nuova scuola?»
Diamine, me ne ero completamente dimenticata! Mi picchio la fronte sconcertata, ricordando ogni parola di mio padre.
«È vero», ridacchia mia sorella «come ho fatto a dimenticarmene?»
«Le vostre uniformi sono già
pronte» dice papà tutto orgoglioso «siccome il mio
nuovo lavoro inizia oggi, ho pensato di accompagnarvi.»
Il suo sorriso dice più di mille parole, ma non riesco a smettere di pensare al suo grande sacrificio - se così si dovrebbe chiamare.
Jackie decide di uscire dalla sua cella di ibernazione e indossare la
sua nuova uniforme; a giudicare dalla sua espressione, sembra essere
molto felice. Dovrei esserlo anch'io, ma è davvero difficile.
«Qualcosa non va, tesoro?» ecco, se n'è accorto.
«Perché hai usato l'eredità di nostra madre per mandarci in quella scuola?»
Abbassa lo sguardo di poco.
«Era quello che voleva» risponde, poi
«desiderava vedervi all'apice della vostra carriera da
studentessa, essere ragazze prodigio destinate ad aprire nuovi
orizzonti alle future generazioni.»
«Quindi l'hai fatto solo per la mamma?»
«Non solo, anche per vedervi felici»
mi prende una mano e mi guarda dritto negli occhi, scostando con
l'altra mano il mio ciuffo blu. Adoro il suo sguardo, riesce a darmi
conforto anche in momenti imbarazzanti come questi.
«Allora, mia piccola Zyrconia, sei pronta?»
Spalanco di poco gli occhi. Mi ha appena chiamata
Zyrconia? Da quando ho un altro nome? Ho troppe domande nella testa, ma
solo poche di esse avranno una risposta.
«Sì, padre» mi limito a
rispondere fingendo di non aver capito tre quarti della sua domanda,
per poi alzarmi e tenere tra le mani la mia nuova uniforme verde e
rossa.
Niente più gonna, da adesso in poi.
*
Vestirmi in camera con Jackie mi ha sempre messa in imbarazzo, adesso
ci sono abituata e lascio sempre che mia sorella ripari ogni mio errore
- anche il più banale, come il ciuffo spettinato.
«Sei un disastro.»
Lo dice ridendo, mentre mi sistema i polsi della
giacca e la mia nuova cravatta verde. Detesto dire che, con questa
nuova uniforme, mi sento una ragazza diversa. Anche Jackie mi osserva,
stupita e orgogliosa al tempo stesso, proprio come papà.
Probabilmente non si aspettava di vedermi con i vestiti classici di un
ragazzo, ma non avevo alcuna intenzione di indossare la gonna. Non l'ho
mai sopportata, tuttavia dovevo metterla per non apparire indiscreta -
anche se, a dirla tutta, mi sono sempre sentita in ridicolo.
«Sei così diversa senza la gonna» mormora.
«Dici davvero?» sogghigno.
«Ti ho sempre vista con il solito vestito alla marinara blu e rosso con la gonna lunga e...»
«Lo so che sarà dura abituarsi alla
nuova scuola e all'uniforme rossa e verde, ma se papà vuole il
meglio per noi, non possiamo deluderlo.»
Mi sorride dolcemente scostandosi il suo ciuffo verde dietro l'orecchio.
«Hai ragione.»
Usciamo dalla stanza insieme raggiungendo nostro
padre in salotto. Ci sta guardando con un grande sorriso, mentre la
luce del sole mattutino ci bacia il viso.
«Siete meravigliose» dice «questi colori vi donano molto.»
"Non a me, però" penso rimpiangendo la mia vecchia uniforme scolastica con la gonna lunga e leggermente malridotta.
«Ci accompagnerai davvero laggiù?» domanda Jackie con le idee un po' confuse.
«Certamente, tesoro» risponde con un
sorriso a trentadue denti «siccome devo iniziare il mio nuovo
lavoro, ho pensato di farvi conoscere anche i vostri tutori.»
"Chissà chi saranno."
«Sono due persone davvero speciali, ho avuto
l'occasione di conoscerle prima di voi e credetemi, sono molto
affidabili.»
Se lo dice lui, ci credo.
«Andiamo, si è già fatto tardi.» conclude
aprendo la porta d'ingresso davanti a noi, uscendo tenendo la mano di
Jackie. Da quando papà ha trovato questo impiego sembra essere
rinato, dimenticando ogni episodio triste che ha vissuto finora. Sono
così contenta per lui.
Saliamo in macchina tutti insieme, per poi
avviarci fino al centro della città. È un'immensa area
metropolitana, piene di grattacieli e altri palazzi con gli striscioni
a led, con le scritte scorrevoli e perfino le porte automatiche in ogni
angolo della zona. Non ho mai visto un posto così grande,
così ricco. Forse è proprio qui che papà ha
iniziato ad intraprendere la sua carriera da scienziato.
«La Mugen Academy è proprio
laggiù» indica «è uno dei grattacieli
più alti di Tokyo.»
Ci avviciniamo e lo vedo: ha una struttura davvero
affascinante, si possono vedere perfino gli ascensori salire e
scendere, la fontana davanti all'ingresso. Credo proprio che ci
troveremo bene qui.
La macchina si ferma e papà mi osserva dallo specchio retrovisore.
«Sono sicuro che ti piacerà questa scuola» sorride «ora scendete.»
"Prendiamolo come un incoraggiamento"
penso scendendo dal veicolo. Il grattacielo è davvero alto, mi
chiedo se c'è qualche persona di mia conoscenza che frequenta
questa scuola. Non mi faccio troppe domande e cammino affianco a mio
padre, un po' timida. Sicuramente non avrò un accoglienza
gradevole, visto il mio strano comportamento.
Ad accoglierci è un signore con il camice
bianco e gli occhiali tondi dalla montatura chiara, probabilmente il
nuovo collega di papà. I suoi capelli sono sfumati tra il nero e
il castano, ha un portamento pavoneggiante, ma non troppo.
«Professor Kamesuke, è un onore incontrarla!» stringe la mano di papà con gioia.
«Il piacere è mio» risponde lui.
«Abbiamo due nuovi studenti, vero?»
«Certo, glieli presento» la prima a
presentarsi è proprio mia sorella «lei è la
più piccola e si chiama Jacqueline, ha quattordici anni.»
«Posso chiamarti Jackie, vero?» le chiede con un sorriso spaventoso a trentadue denti. Rabbrividisco.
«Certo, professore» si limita a
sorridere, senza preoccuparsi del terrore che quel tizio suscita in
lei. Lo percepisco e lei riesce a nasconderlo davvero bene. Che invidia.
«E tu, giovanotto?»
Mi nascondo dietro la schiena di papà
timida e terrorizzata al tempo stesso, non gli stringerò la mano
neanche se cascasse il mondo.
«No, professore... in realtà...» cerca di dire, ma il tizio lo interrompe.
«Come ti chiami?»
Devo presentarmi o sembrerò scortese.
«Vic...» lo dico con foce fioca, ma il signore non mi lascia finire di parlare.
«Vic? È il diminutivo di Victor, vero?»
"Mi ha davvero scambiata per un maschio?"
«Finalmente, un ragazzo! Sa, professor
Kamesuke, l'accademia è colma di ragazze e sono certo che il
caro Victor troverà la sua anima gemella» mi guarda poi
con un sorriso malizioso. Arrossisco di colpo, imbarazzata con il cuore
palpitante. Quanto vorrei scomparire.
«Ecco, veramente...» cerca di dire papà ma nuovamente viene interrotto.
«I documenti sono tutti pronti, non le resta
che firmarli e i nuovi studenti potranno entrare... anzi» ci
guarda «entrate adesso, la mia assistente sarà onorata di
ricevervi.»
Il tizio e nostro padre si allontanano, la porta
d'ingresso della scuola si para davanti a noi. L'ansia sta percorrendo
ogni parte dei miei circuiti facendoli quasi impazzire. Oltre ad essere
diventata improvvisamente un ragazzo, l'idea di frequentare una scuola
così prestigiosa mi mette a disagio. Io e mia sorella siamo
sempre state abituate alle solite ramanzine del professore di
ginnastica, quando eravamo in ritardo, ci rifiutavamo di andare in
piscina o a correre nei prati umidi.
So già che mi mancheranno quelle sgridate.
«Allora, entriamo?»
Jackie mi osserva con un dolce sorriso poi, non appena fissa le mie iridi leggermente umide, il suo sorriso si ribalta.
«Cos'è quella faccia? Hai paura di entrare in un palazzo alto sessanta piani?»
«Chi, io? No, no.»
«So come ti senti ma, secondo me, il
professor Uhicha è davvero gentile e non dobbiamo sottovalutarlo
già dal primo giorno.»
Ha ragione. Mi sono lasciata prendere dal terrore
che mi sono dimenticata delle mie stesse parole, eppure ho una memoria
di ferro. Mannaggia!
«Andiamo» mi prende per mano e ci
avviciniamo alla porta scorrevole che immediatamente si apre. Anche
dentro l'edificio c'è una fontana che, più che essere una
semplice fontana da giardino, sembra una cascata. Non c'è altro,
tranne qualche panchina, due cabine degli ascensori e numerose porte.
«Oh, i fratelli Kamesuke!»
Ad accoglierci, stavolta, è una giovane donna dai capelli rossi e gli occhi chiarissimi. Mi ricorda... no, non devo pensare a lei proprio adesso.
«Piacere di conoscervi» attacca briga stringendo la mano di Jackie.
«Il piacere è nostro, miss...»
«Aki Momura, piacere.»
Okay, è carina. Lo ammetto.
«Vostro padre mi ha parlato tanto di voi, siete due studenti
modello e prodigio della scienza» dice scrutandoci da capo a
piedi «siamo davvero felici di avervi qui.»
Mi sono dimenticata che siamo famose soprattutto
in ambito scientifico, ma nessuno sa che noi siamo due androidi frutto
di un progetto concluso da millenni. O almeno credo.
«A proposito, vi ha già detto che avrete un tutore?»
«Sì» rispondo «ne siamo a conoscenza.»
«Allora è giusto che ve li
presenti» poi, girando il capo verso destra e facendo un cenno,
due ragazzi fanno la loro apparizione. La ragazza ha dei lunghi capelli
verdognoli e la stessa uniforme di Jackie, il ragazzo è biondo
con la giacca un po' più grande della mia.
Ora che li guardo meglio... sono simili a noi. Anzi, uguali.
«Victor, Jacqueline, loro sono Haruka Tenoh e Michiru
Kaioh» dice la signorina «vi accompagneranno per tutto il
semestre.»
Haruka ha la mia stessa espressione cupa, non posso crederci.
«È un onore conoscerti, Jackie»
dice Michiru stringendo la mano di mia sorella. Io e Haruka ci
limitiamo ad osservarci meravigliati, senza avvicinarci.
«Sei... come me» mormoro e lui
sorride. All'improvviso mi sento sollevata, ricambio il suo dolce
sorriso e gli vado incontro. La signorina dai capelli rossi se ne
è andata dopo averci fatto un breve discorso, Jackie e la sua
nuova tutor hanno già stretto amicizia (beate loro). Non sono sicura di conoscere quella ragazza, ma devo averla già vista da qualche parte.
«Quindi, tu saresti Victor?»
«No, hai preso un granchio, il mio nome è...»
«Haruka-san, ma cosa ci fai qui?»
Regiela fa la sua apparsa davanti a noi e immediatamente arrossisco. Ma che sta succedendo?
«Piuttosto, tu che ci fai qui?»
«Ero di passaggio e quindi ho pensato di
venire qui davanti alla fontana» ora mi sta guardando. «Ci
sei anche tu?»
«Lo conosci?» domanda sorpreso lui.
«L'ho incontrato qualche settimana fa, prima di Natale.»
Rimango pietrificata. Io e Regiela frequenteremo la stessa scuola? Incredibile, mi dico, anche se qualcosa mi turba. Non saprei neanche dire che cosa.
«Puoi fargli compagnia, intanto che vado dal professor Uhicha?»
Regiela annuisce e il ragazzo si allontana per
qualche minuto. Siamo rimaste solo noi, la guardo felice e nervosa allo
stesso tempo. Ti stavo aspettando.
«Stai benissimo con questa uniforme.»
«Grazie» mi limito a risponderle, mentre si avvicina pian piano alle mie labbra.
«È da una settimana che ti osservo,
sai?» sussurra. «Non ho avuto ancora l'occasione di poterti
baciare.»
«N-non è necessario...
davvero...» mi bacia all'istante senza neanche esitare. I battiti
del mio cuore accelerano, sento il calore riscaldare la mia corazza e
la mia pelle artificiale come se fosse un fuoco ardente. Poi si stacca
e si lecca le labbra.
«Ci vediamo presto, robottina» mormora
allontanandosi lentamente facendo volteggiare la gonna verde a quadri
della sua uniforme. Mi tocco le labbra con due dita, le guance
arrossate e il cuore ancora palpitante anzi, dolorante. Cos'è
questa strana sensazione?
«Miss, le aiuole dell'ala sinistra sono state avvelenate!»
Le grida di due ragazze attirano l'attenzione della signorina di poco prima, che corre verso l'uscita secondaria del palazzo.
«Che sta succedendo?» Haruka mi viene incontro.
«Non lo so, andiamo a vedere» e
insieme raggiungiamo la porta scorrevole sinistra che porta ad un
piccolo cortile colmo di piante e fiori, ora diventato una specie di
cimitero. Quelle che erano cespugli di rose e bacche, si sono
trasformati in gradazioni di grigio e nero dall'odore nauseabondo.
Fortunatamente non percepisco quell'odore, ma si nota dagli sguardi
schifati degli altri studenti.
«È chiaro che qualcuno le ha
avvelenate e uccise con l'acido muriatico» dice la miss tenendo
in mano una tanica di una sostanza altamente corrosiva, e un'altra
studentessa una piccola bottiglia di veleno letale.
«Chi può aver fatto una cattiveria simile?»
Ad interrompere il melodramma è una ragazza dai capelli verdi e rosa scuro dall'aspetto punk e gotico.
«Non preoccupatevi, ragazzi, troveremo l'assassino dei fiori!»
«Ricominciamo con la storia della Lady Sherlock?» interviene Michiru con la mano sulla fronte.
«Non più, mia cara violinista, e
sappi anche che è il mio compito» si atteggia
«dopotutto, sono la manager del club di giardinaggio.»
«Dovresti già conoscere il colpevole, no?» domanda Jackie.
«Cosa vuoi che ne sappia, novellina?»
Improvvisamente si ammutolisce.
«Tu non mi conosci, carina» continua «e visto che non mi sono presentata ancora, io sono Azura Mitzuya.»
«Grazie per l'informazione» risponde mia sorella sarcastica.
«Cos'hai sotto la manica della
giacca?» mi chiede uno degli studenti presenti osservandomi quasi
incredulo. Sobbalzo e con la coda dell'occhio, osservo un raggio di
luce blu fuoriuscire dalla manica. Gli altri studenti mi stanno
fissando con aria sospetta, come se il colpevole fossi io.
«Ci stai nascondendo qualcosa, Vic?» domanda Haruka un po' irritato.
«Scusatemi, devo andare in bagno.»
Mi allontano e rientro nel palazzo senza spiegare
altro, tenendo il poso girato verso di me. Spero che nessuno si sia
accorto del bagliore del mio zircone, potrei finire nei guai se gli
esseri umani scoprissero la mia vera identità. Abbasso di poco
la manica della giacca rossa, osservando la mia gemma lampeggiare.
Il bagliore è abbastanza forte da catturare l'attenzione anche di un asino mezzo cieco. Non posso trasformarmi qui, non adesso.
«Questo
è il notiziario delle undici e mezza. In primo piano, una
notizia shock: i meteorologi hanno dichiarato che, dal primo al secondo
martedì di gennaio, una pioggia acida fortissima colpirà
la città, le piante e le coltivazioni di tutto il territorio
nazionale.
Gli
scienziati hanno disposto alcune serre per proteggere la vegetazione
dalle gocce di pioggia altamente nocive in arrivo; chiunque avesse una
piccola pianta o un albero di almeno quattro metri, può
lasciarlo in custodia ai professor Lakeshi, Kamesuke e Uhicha. Ed ora,
parliamo di sport...»
La notizia mi colpisce al petto come una
pugnalata. Non è mai successa una catastrofe simile, sono sicura
che c'è qualcuno in mezzo a tutto questo. Ho il sospetto che si
tratti della terza maga oscura mandata da Madness per incastrarci,
altrimenti non si spiegherebbe.
Chi mai oserebbe uccidere dei fiori belli e
profumati come quelli? Confesso che, per un brevissimo istante, mi sono
sentita debole. Se non fermeremo quella misteriosa minaccia, tutte le
piante moriranno e all'uomo rimarranno solo pochi istanti di vita. Non
posso permettere che accada.
«La
notizia si è sparsa per tutto il territorio nazionale, la
fortissima pioggia acida prevista dai meteorologi da più di due
giorni sarà devastante. Tutta la vegetazione e i parchi
nazionali saranno in pericolo, soprattutto i cittadini. Invitiamo tutte
le persone in ascolto a non uscire dalle proprie case, finché
non migliorerà. Parliamo ora di cinema, dove il famoso
attore...»
Chibiusa rimane di stucco, il suo sguardo dice
più di mille parole. Sono sicura che dietro a questo fenomeno ci
sia qualcuno, ma non uno qualsiasi.
«È il caso di avvertire le ragazze» dico «tu vai da Usagi, io andrò da Lisa.»
La bambina annuisce e si allontana camminando
dalla parte opposta, mentre io proseguo dritto uscendo dal cortile
anteriore. La mia gemma sta lampeggiando e non promette nulla di buono;
è chiaro che si tratta di un pericolo ben peggiore del
precedente.
Ho sempre combattuto contro demoni e mostri di
nebbia, mai avrei pensato di farlo con un ammasso di nuvole. Alzo lo
sguardo verso il cielo che lentamente si sta oscurando. Non posso
perdere tempo, devo subito andare ad avvisare tutte le guerriere del
pericolo in arrivo.
*
Il vento si sta alzando, l'intensità di esso è molto
forte. Mi copro gli occhi con il braccio cercando di focalizzare
l'attenzione sull'edificio davanti a me: sono nel posto giusto.
Mi precipito all'ingresso senza dare nell'occhio chiamando sottovoce il nome di Lisa, ma di lei non c'è traccia.
«Lisa!» alzo la voce.
«Cos'è questo chiasso?»
Alzo lo sguardo e la vedo affacciata alla finestra della sua stanza.
«Dobbiamo radunare tutte le ragazze, il pianeta è in pericolo!»
«Non mi muovo da qui» risponde «fa molto freddo e non ho voglia di congelarmi le chiappe.»
«Datti una mossa e basta!» alzo di
più la voce e subito si avvia verso la porta con un cappotto di
pelliccia addosso.
«Non esageriamo» commenta Lunaris.
«Non è colpa mia se ci sono cinque gradi sotto zero» sbotta Lisa.
«Le altre ragazze sono alla sala giochi,
raduniamoci tutte lì» detto ciò le afferro la mano
e la conduco fino alla sala giochi, più precisamente davanti al
vecchio videogioco di Sailor V. Ah, quel gioco. È stato il campo di addestramento delle guerriere Sailor qualche anno prima, dal Dark Kingdom alla battaglia finale - e dire che noi ci siamo allenate con ologrammi e lastre di metallo.
«Finalmente sei arrivata, Lisa!»
esclama Elvira Sowashi, una ragazza dai capelli rossastri e gli occhi
arancioni. Ella è la più bassa del gruppo, ma anche la
più misteriosa delle Sailor Andromeda. Il suo nome di battaglia
è Sailor Multipler ed è la custode del rubino, la gemma
della buona volontà e del rispetto.
«Sei in ritardo, come al solito.»
La ragazza dai capelli neri corvino è
Gwendaline Yoshiro, per gli amici semplicemente Gwen. All'apparenza
può sembrare antipatica e presuntuosa, ma sotto sotto ha un
cuore puro e un sorriso meraviglioso. Sul campo di battaglia è
Sailor Divide ed è la custode della terza gemma sacra:
l'acquamarina, gemma della saggezza.
«Cos'hai addosso, un orso polare?»
Lucrezia Masahiko è la ragazza buffa del
gruppo, si diverte molto a fare scherzi e ironizzare su ogni cosa.
Nonostante il suo carattere burlone, è sempre stata sola. Lei
è Sailor X, la custode dell'ametista, gemma del futuro.
«No, è una pelliccia» risponde Lisa arrossendo.
«Toglitela o morirai dal caldo qui dentro.»
La ragazza sorridente castana con il ciuffo verde
chiaro che le risponde è Jacqueline Kamesuke o, per gli altri,
Jackie. Lei non è un essere umano, ma un cyborg nato da un
progetto creato due millenni fa. Sul campo di battaglia è Sailor
Plus, la custode dello smeraldo, gemma della buona sorte.
Davanti a lei c'è sua sorella, il suo
esatto contrario; lei si chiama Victoria ed ha le stesse
caratteristiche di un maschio e di una femmina, una ragazza prepotente
ma anche un po' impacciata. Combatte affianco a noi con il nome di
Sailor Minus, la custode dello zircone, gemma della lealtà.
«Non girarti in quel modo, Anne Marie, o ti
verrà il torcicollo» lei è Minako Aino, meglio nota
come Sailor Venus. Assiste ad una ragazza cieca, nonché sua
nemesi: Anne Marie Le Blanc. Inizialmente era bionda, ma sua madre
glieli ha tinti di viola in memoria di una sua congiunta. Lei è
conosciuta anche come Sailor Z, la custode del quarzo rosa, gemma
dell'amore.
«Haiyuki, finalmente sei qui!» mi accoglie Chibiusa con un abbraccio.
«Ora che ci siamo tutte, è il caso di
andare nel nostro laboratorio» interviene Luna, la gatta
ambasciatrice del Silver Millennium, il regno della luna. Veniamo
trasportare in una grande stanza piena di computer e monitor giganti,
come quelli di una navicella spaziale. Questo grande complesso di radar
e altri arnesi mi ricordano molto la vecchia sala virtuale di
Mechanitron, dove tutti i sovrani demoniaci si riunivano.
«Abbiamo scoperto il colpevole di queste
catastrofi naturali», inizia Artemis «è la terza
maga oscura al servizio di Princess Madness.»
"Lo sapevo!" penso tra me e me.
«Il suo nome è Poison Lily, in
passato nota come Lady Lily, la figlia dei fiori e della natura»
spiega Lunaris «è stata maledetta dai demoni durante la
Prima Guerra Cosmica e la maledizione da quel giorno, non è
più svanita.»
Questo significa che anche Madness è un demone?
«Che effetto ha una maledizione demoniaca?» domanda Usagi.
«I poteri del maledetto si ribaltano
diventando l'esatto opposto: oscuri, tenebrosi, talvolta anche
mortali» risponde la gattina color ambra «solo il potere
delle gemme sacre può contrastarlo, a meno che la maledizione
non sia stata prodotta dal cuore di ossidiana o dall'ossidiana
stessa.»
«Cosa sarebbe?» Makoto sembra confusa.
«La quinta essenza della purezza demoniaca,
una gemma proibita, secondo le leggi di Andromeda» aggiunge
Artemis «l'abbiamo scoperta dopo la caduta del regno della luna,
do e capimmo che dietro a quelle catastrofi c'era un demone e non uno
qualunque.»
«Haiyuki, ne sai qualcosa?» domanda Lisa e subito il mio viso si sbianca.
«No», mi affretto a rispondere. «L'unico demone che conosco è Queen Black.»
In verità, i miei ricordi sono sbiaditi; la
scena è ben visibile, ma non i personaggi che mi circondano. So
solo che uno di loro è una minaccia per il nostro futuro.
«Sorellona, qualcosa non va?»
Vicky sobbalza di colpo e si copre le labbra con due dita.
«Niente, ero nei miei pensieri.»
Il suo sguardo mi dice qualcosa: è
innamorata di una ragazza e non riesce ad ammetterlo; oppure qualcosa
la turba. Mi sembra evidente che nessuna di loro ricordi il loro
passato, soprattutto Vicky. Il suo passato è stato uno dei
più terribili di sempre, ma anche uno dei più raccontati.
⭐️⭐️ ⭐️⭐️
Due pianeti fuori gioco, una principessa da proteggere. La Prima Guerra
Cosmica aveva portato con sé un sacco di disgrazie, tra cui la
morte delle guardiane della galassia.
Sailor X e Sailor Multipler erano
cadute in battaglia mentre cercavano di proteggere Riûka,
l'ultima principessa angelo. Mahori sapeva che la sua gemma era molto
pericolosa, anche se era stata liberata da un'eterna maledizione
demoniaca.
Era innamorata di quella fanciulla dai capelli rossi, ma non poteva continuare a fingere di odiarla; doveva proteggerla.
"Anche se il nostro forte legame va contro il Quinto Emendamento, nulla mi vieta di proteggere una mia coetanea."
La sua gonna volteggiava lentamente passo dopo passo, i tacchi delle
sue scarpe riecheggiavano nel corridoio del grande palazzo bianco e
verde acqua, la spada impugnata alla mano, l'occhio bionico coperto dal
suo ciuffo d'argento. Era quella la sua vera identità: una
guardiana chiamata a proteggere la sua principessa.
Il re e la regina di Oblivion erano
stati appena uccisi, la principessa era tra le mani di un feroce demone
dal volto sbiadito. Mahori non riusciva a riconoscerlo, ma sapeva che
era controllata da una gemma oscura e malvagia.
«Aiuto!»
Fu solo quel grido, perché il demone le aveva già tappato la bocca.
«Ormai nessuno potrà salvarti.»
«Tranne me» una guerriera
dai colori blu cobalto e argento si parò davanti al nemico
«l'ultima delle gemme sacre, la paladina della lealtà! Il
mio nome è Sailor Minus.»
«Ma guarda... una nuova gemma
sacra» ribatté il demone «chi avrebbe mai detto che
lo zircone, un giorno, sarebbe diventato importante per questa insulsa
galassia?» e cominciò a ridere.
«Lascia andare la principessa!»
«Altrimenti cosa mi fai?»
la minacciò avvicinando le sue unghie lunghe e rosse verso la
corona di Riûka. «Chiami la mamma e mi fai uccidere?»
La guardiana serrò gli occhi.
«Buh uh uh! Sto morendo dalla
paura» si preparò a lanciare una maledizione mortale -
come un "Avada Kedavra", se vogliamo fare paragoni. Fu proprio in quel
momento che la sua spada reagì al colpo e scagliò la
maledizione contro la principessa che morì proprio sul colpo.
Mahori rimase shoccata.
«Muhahah! Non sei neanche capace di muovere una spada sottile come quella?»
La gemma non ascoltava le parole del nemico, continuava a fissare il corpo della sua amata sparire lentamente.
«Sei inutile» e dopo
quelle parole, la guardiana fu maledetta e poi uccisa da un fulmine
scagliato contro la sua gemma. Mahori aveva visto ogni cosa: la tragica
morte di sua madre, suo padre che si era tolto la vita qualche giorno
dopo, la maledizione della sua amata che l'aveva portata alla morte e
sua sorella diventare polvere cosmica.
Era stata disprezzata dai demoni dopo
che suo padre aveva deciso di sposare una ex gemma sacra, aveva
già previsto la sua morte: una morte brutale, quasi meritata.
L'unica cosa che non aveva previsto però, era il volto di una
fanciulla dai capelli castani e gli occhi rossi. Mahori osservò
il suo lungo vestito bianco e candido come una nuvola: le stava
tendendo una mano.
«Vieni con me, piccola gemma», sussurrò «da oggi in poi non soffrirai mai più.»
Il suo cuore le diceva di seguirla
verso la felicità e lei accettò afferrandole la mano,
lasciandosi poi trascinare verso le stelle.
⭐️⭐️ ⭐️⭐️
Mi rendo conto che la guerriera dagli occhi rossi e il vestito nero sia
stata un punto di riferimento per Vicky, in passato. Mai avrei creduto
che anche lei sarebbe tornata in vita, nonostante provenga da un
universo parallelo. Vedo che si sta sforzando di ricordare, ma con
fatica.
«Quello che bisogna fare è trovare il
quartier generale delle maghe oscure» continua Lunaris
«l'unica cosa di cui sono certa è che si trova al centro
della Terra.»
«Se non la fermeremo, all'uomo rimarranno
solo quattro anni di vita» aggiunge Luna «non possiamo
permettere che accada.»
Tutte annuiscono.
«Andrò io a cercare la loro
base» Vicky s'inserisce nella conversazione coi puntini stretti
«se è vero che la minaccia è un demone, allora lo
troverò e lo distruggerò!»
«Non se ne parla» risponde Jackie
afferrandole il polso «per favore... non fare cose di cui
potresti pentirti.»
«È l'unico modo per trovare i miei
ricordi perduti, non ho altra scelta» abbassa lo sguardo prima
che sua sorella le lasciasse il polso, poi si allontana
teletrasportandosi da un'altra parte. Ora sono preoccupata per lei.
Capitolo 31 *** Capitolo trentuno - La nemesi di Victoria ***
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Capitolo trentuno
• La nemesi di Victoria •
Victoria's POV
«Vieni con me, piccola gemma... da oggi in poi non soffrirai mai più.»
Di chi era quella voce melodiosa? Chi era quella principessa dell'abito
bianco e il braccialetto d'oro? Non so come, ma quella voce mi ricorda
tanto quella di Regiela. E se fosse lei? No, impossibile.
Raggiungo il
grattacielo della Mugen Academy osservando una strana cupola dietro il
grattacielo: deve essere la serra che custodirà le piante dei
cittadini prima dell'arrivo della pioggia acida. Mi avvicino meglio per
osservarla, ma qualcosa non mi convince e il bagliore della mia gemma
dice tutto.
Non so come abbia
fatto a scoprire quella strana cupola dipinta di nero ma quello che so
è che, dietro a tutto questo, c'è colei che mi ha
rovinato l'esistenza.
«Cosa ci fai qui, Vic?»
Mi giro verso destra
e vedo l'immagine affascinante di Haruka e immediatamente, il mio cuore
comincia a saltare dalla paura e arrossisco.
«Ecco... ho
dimenticato di prendere la mia cartella, ho dei libri da portare a casa
per mio padre e quindi, avevo pensato di tornare qui e...»
«Sei tutto rosso, cosa ti è successo?» ghigna. «Hai trovato una fidanzata?»
Avvampo.
«Non sono un tipo da smancerie ebaci-baci»rido tra me e me. Non appena mi volto dalla parte opposta, me lo ritrovo davanti e ansimo.
«Cosa c'è? Hai paura di me?»
«Io? Paura di te? Ma per favore!» sbuffo.
Comincio a sentire la
mia corazza riscaldarsi, come se fosse vicina al fuoco ardente quasi
sul punto di fondere il metallo di cui sono composta.
«Se vuoi dimostrarmi che non hai paura, allora dovrai buttarti in quella fontana.»
Deglutisco osservando
un grande giaciglio d'acqua con quattro getti. Devo accettare la sfida
o farmi prendere in giro? Non muovo un muscolo, tengo semplicemente lo
sguardo fisso sulle mie scarpe leggermente sporche di polvere. Sento
l'occhio bionico pizzicare, i fili blu attorno alla mia gemma
formicolare fastidiosamente. Sento che qualcosa non quadra. Ma cosa?
«Beh, qual'è il problema?» sorride malizioso Haruka.
«Non so nuotare e poi potrei ammalarmi.»
Scuse peggiori di questa non esistono, mi vergogno di me stessa.
«Qualcosa mi
dice che non sei un essere umano» mi scruta da capo a piedi
scoprendo anche la mia gemma luminosa sotto la manica della mia
camicia. Doveva succedere, prima o poi.
«D'accordo, lo
confesso» dico tutto d'un fiato «non sono né un
umano né un alieno: sono un androide che veste i panni di una
guerriera di Andromeda, l'ultima delle gemme sacre.»
Haruka mi guarda storto, come se le mie parole fossero ricoperte di fango. Non mi crederà, ne sono convinta.
«E non sono un maschio» aggiungo.
«Se sei davvero una ragazza, allora, dimostralo» si affretta a rispondere. Significa che dovrei...
«MA SEI PAZZO!?» sbotto. «Non mi tolgo i vestiti davanti a te!»
«Non intendevo
questo», sorride malizioso «voglio che ti trasformi davanti
ai miei occhi» sogghigna, infine. Mi vedo costretta a farlo.
Pronuncio la formula
e alzo il braccio, la gemma si scopre davanti ai suoi occhi e una luce
blu chiara mi circonda. Vedo il mio ciuffo d'argento fluttuare
nell'aria come se non ci fosse gravità, il mio occhio bionico
diventare di un rosso fluorescente, la mia uniforme trasformarsi in una
tuta bianca, la gonna blu cobalto e i fiocchi argentati, un paio di
stivali corti con un tacco né alto né basso e la tiara
d'argento chiaro.
Haruka mi guarda
stupito osservando la mia trasformazione da cima a fondo. Sembra
meravigliato, più che altro. So di essere con gli occhi chiusi
in questo momento, ma mi sto immaginando la sua reazione. Non appena li
riapro, vedo una ragazza con la fuku da guerriera blu con il fiocco
giallo. Non può essere di certo una specie di riflesso.
«Sono sempre io», dice «questa è la mia vera identità.»
Haruka è una
donna? La guardo spaventata e sorpresa al tempo stesso, mentre la luce
attorno a noi sbiadisce. Sobbalzo non appena torno cosciente: è
già davanti a me, gli occhi lucidi e una mano intrecciata alla
mia.
«Ti stavo
cercando» sussurra dolcemente toccando con i polpastrelli delle
dita le mie labbra, per poi sfiorarmi la punta del naso. Poi spalanco
le palpebre sorpresa: la mia gemma continua a splendere sotto i miei
occhi mentrei suoi occhi fissano i miei. Le gemme sulle nostre tiare brillano all'unisono.
«P-perché mi stai...»
«Non esiste un perché», mormora «l'unica cosa che so è che tu sei la mia nemesi.»
Rimango pietrificata
dalle sue parole, mentre la sua mano mi accarezza la gemma che, al suo tocco, s'illumina sempre di più. È
così morbida e seducente, la sua forma è simile alla mia.
Com'è possibile?
«Quindi... tu sei una ragazza?»
Annuisce.
«Abbiamo anche gli stessi occhi» sussurro piano.
«Non solo», sorride lei sfiorando la mia gemma con due dita «anche la fonte dei nostri poteri.»
La guardo confusa.
«Non conosci le
origini dello zircone?» mi chiede ed io scuoto lentamente la
testa. Haruka prende fiato e comincia a raccontare.
«Il pianeta che
mi protegge ha custodito lo zircone supremo per secoli, finché
qualcuno non lo rubò e lo maledisse
«La pietra
apparteneva al re Zyrco, tuo padre, ed io avevo l'incarico di
custodirla fino alla fine della guerra - oltre a proteggere il Sistema
Solare dalla distruzione; i demoni mi avevano preceduta e alla fine non
riuscii a proteggere né il vostro pianeta né il
mio»
«Voi siete
sempre stati al nostro fianco, ma la guerra vi ha uccisi tutti; non ho
avuto l'occasione di conoscere le future regine di Mechanitron, ma
adesso ho conosciuto te.»
Non avrei mai pensato
che la mia gemma provenisse da Urano, l'ottavo pianeta del Sistema
Solare. Significa che io e lei siamo imparentate? No, è
impossibile, altrimenti non mi avrebbe mai fissata in quel modo anzi,
non mi avrebbe mai cercata.
«Caspita, non pensavo avessi una nemesi così... beh, carina.»
Haruka ridacchia facendomi arrossire. Che vergogna!
«Non c'è bisogno di arrossire, ciuffo blu.»
Mi ha dato un soprannome simile a quello di Usagi, ora si che mi sento davvero in imbarazzo.
«Eh?» inarco un sopracciglio.
«Scusa, non ho resistito.»
«Non scusarti
anzi», sorrido «a dir la verità, è da diecimila anni che non venivo soprannominata così.»
«Ti piace davvero?»
«La mia è un'acconciatura futuristica, anche mia sorella ne ha uno simile.»
«Va bene se ti chiamo sempre così?»
«No, altrimenti finirò per odiarlo» e scoppio a ridere senza motivo.
«Piuttosto, meglio controllare la serra; ho paura che si nasconda qualcuno.»
«Ti riferisci a Poison Lily?»
«Sì... un momento, la conosci?»
Lo sapevo, ora mi tocca dirle chi è.
«È una
delle quattro maghe al servizio della principessa oscura proveniente
dal centro della Terra», spiego «credo sia lei l'artefice
di quella catastrofe nel giardino della scuola.»
«E quella tanica di veleno?»
«Di sicuro è uno stratagemma per incastrare qualcuno.»
Esita per un istante.
«Che voglia tenderci una trappola?»
«Forse.»
Lei sorride e mi
tende la mano facendo il cenno di seguirla, annuisco e ne sfioro il
palmo, per poi farmi trascinare fino all'ingresso della serra.
*
La porta è
grande, con manici di pietra e il vetro cristallino avvolto dall'edera.
Assomiglia alla porta del Paradiso Terrestre che vidi da bambina,
quando visitai per la prima volta Oblivion - in passato soprannominato
"il pianeta dimenticato". Uso la gemma per aprire il portone senza far
rumore ed entriamo, le piante ci avvolgono in un'area davvero
piacevole. Per gli esseri umani, è il posto ideale per
rilassarsi.
«Hai paura?» mormora lei con un briciolo di malizia.
«No, sono solo stupita da queste piante.»
«Scommetto che
nel vostro pianeta, le palme e i fiori sono di plastica, quelle che
vendono nei negozi per regali di Natale» ridacchia divertita.
«Brutta figlia di una...» ringhio tra i denti irritata, ma lei mi coglie di sorpresa.
«Come, scusa?»
«Niente.»
Intorno a noi c'è una calma quasi innaturale, solo una leggera brezza. Sembra tutto fin troppo tranquillo.
«Sagitta Venenum!»
Uno strano suono
attira la mia attenzione e, percependo strane presenze, riesco a creare
una barriera che distrugge una serie di frecce violacee. In effetti,
sembrava strano questo silenzio.
«Appena in tempo» mormoro.
«Che cos'erano quelle?»
«Frecce
velenose», mi affretto a rispondere «solo chi ha una gemma
di colore scuro può lanciarle.»
«Tu puoi farlo?»
«No, perché sono una gemma sacra.»
Nonostante l'ondata
di frecce, continuiamo a camminare. L'unica cosa che mi coglie
pienamente alla sprovvista è una freccia più grande, che
mi colpisce violentemente sulla coscia sinistra squartando una piccola
parte della mia pelle artificiale, caccio un grido e perdo di poco
l'equilibrio. Haruka spalanca gli occhi osservando la mia ferita.
«Oh cielo, stai bene?»
«Sì», gemo «non è niente.»
Una terza raffica di frecce velenose si avvicinano, proteggo Haruka e me stessa con ilSixty-Nine Cyrcle disintegrando
le frecce poco per volta. Il dolore alla gamba mi fa perdere le mie
ultime forze facendomi cadere col sedere su un aiuola di margherite e
rose bianche.
Lei mi viene incontro
e improvvisamente mi ritrovo faccia a faccia con la mia nemesi, in
un'area buia della serra. La gamba mi sanguina e mi fa un male
terribile, e Haruka se n'è accorta. Cerco di non stringere gli
occhi e a non pensare al dolore, finirei col peggiorare le cose.
«Ma stai sanguinando!» esclama.
«Che
novità», rispondo sarcastica «è normale che
sanguino dopo essere stata colpita da una freccia viola dalle
dimensioni di un elefante.»
«Aspetta, ti aiuto.»
«No!» esclamo facendola sobbalzare. «Voglio dire, c'è la posso fare anche da sola.»
Non mi ascolta e si avvicina alla ferita osservandola con attenzione sfiorando lentamente lo squarcio della mia pelle finta.
«Sei convinta
che questo sia davvero sangue?» mormora accarezzando la mia gamba
senza volerlo. «Perché non è rosso, ma
grigio.»
«Non è
sangue vero e proprio, è un liquido simile al petrolio; un
derivato per l'esattezza... perché bevo sempre due fiale di
petrolio puro due volte al giorno.»
«Tu bevi petrolio?»
«Logico, sono
un androide e non mi è permesso bere o toccare
l'acqua», dico senza esitare «come hai detto anche tu, non
sono un essere umano.»
Haruka rimane stupita
e nonostante ciò continua ad accarezzare la mia gamba ferita.
Non so come sia possibile, ma il mio corpo sta reagendo. Mi sto facendo
toccare dalla mia nemesi e non sembra essere una cosa così
piacevole anzi, da un lato mi disgusta.
Non riesco a spiegane
il motivo, mi succede anche quando papà mi controlla i circuiti
interni dalle braccia. Dall'altro lato... be', mi fa andare in estasi.
«E smettila di toccarmi!» esclamo con le guance rosse come due pomodori maturi.
«Scusa» si affretta a dire alzando entrambe le mani in segno di resa.
«Entrambe abbiamo una compagna quindi, non lasciamoci trasportare dalla lussuria, okay?»
Ma che dico? Non ho una fidanzata! O meglio, non ancora.
«Wow, sei davvero fedele alla tua ragazza.»
«E tu, invece?
Flirti con ogni ragazza che passa - inclusa me» sorriso
maliziosa, poi mi rendo conto che la sto provocando. Mi tappo
immediatamente la bocca arrossendo sempre di più e la sento
ridere sotto i baffi.
«Ma che cavolo ridi?»
«Sei una ragazza davvero strana, mi ricordi la testolina buffa.»
Ah, Usagi. Credo stia parlando di lei.
«Non sono poi cosi buffa, cioè... non lo sono per niente.»
Ma che accidenti sto dicendo? E perché mi sento in imbarazzo? Oh, Madre, non sto capendo più nulla.
*
Il mio occhio bionico
capta un segnale di pericolo, come se una strana forza oscura fosse qui
nei paraggi. Non vedo altro se non un albero dalle dimensioni abnormi,
probabilmente presente nella serra da più tempo. La figlia del
vento sale su un ramo robusto ed io la seguo, ma un passaggio stretto
tra due rami più spessi del precedente m'impediscono di passare.
Con un braccio teso e uno piegato, rimango incastrata tra i rami.
«Certo che
bisogna essere davvero idioti per incastrarsi in un albero così
piccolo» ridacchia prendendomi in giro.
«Se mi stai
dando della grassa, io ti...» sento un ramo spezzarsi e subito mi
blocco «lascia perdere, aiutami e basta!»
Mi afferra il braccio
destro tirando con forza cercando di liberarmi da quella specie di
trappola per ladri, ma non mi muovo di un millimetro. Haruka tira un
po' più forte scollegando un piccolo circuito. Gemo dal dolore.
«Mi stai facendo male!»
«Voi robot soffrite il dolore?»
«Certo, non siamo mica dei transformers!»
Mi tira di più
il braccio e a furia di tirarlo, riesco a liberarmi dai rami e ad
uscire dall'albero, per poi cadere goffamente su di lei, le labbra a
tre centimetri di distanza.
«Centro
perfetto» sussurra al mio orecchio facendomi avvampare. Mi alzo
da lei e noto la gonna strappata di lato, ma non ci faccio perennemente
caso.
Haruka afferra
qualcosa da terra - solo ora noto che è il tessuto della mia
gonna leggermente sporco di olio lubrificante per motori (cioé
il mio sangue), e lo avvolge sulla ferita ancora fresca. Il suo tocco
mi fa rabbrividire, è una sensazione orribile e meravigliosa
allo stesso tempo.
«Ahia... ma che diamine stai facendo?»
«Ti sto bendando la ferita prima che ti venga qualcosa di poco gradevole da vedere.»
«Non prendo infezioni batteriche come voi umani.»
«Lo faccio lo stesso, che ti piaccia o no.»
Che idiozia.
«Fai come ti
pare» rispondo, infine, lasciandomi curare la ferita con il
metodo più preistorico di sempre. Rimango seduta sull'aiuola
fiorita e di colpo, mi prende in braccio. Non dico niente, preferisco
stare zitta e farmi mettere sulle spalle.
«Visto che non puoi sforzare troppo la gamba, ti porto io.»
«Non sono troppo pesante?»
«Scherzi? Sei molto più leggera di Michiru.»
«Era un complimento o un'offesa?»
«Entrambe le cose.»
In parole povere, ha
detto che la sua fidanzata Michiru - credo sia lei - è
più grassa di me. Non c'è da meravigliarsi, sono un
androide fatto di metallo forzato, mercurio e alluminio che si nutre di
cibo virtuale. Come fa a correre nonostante il peso sulle spalle? Si
vede che è la figlia del vento, come io sono la figlia della
meccanica e della missilistica.
«Hai davvero un cuore d'oro» dico sarcastica.
«Grazie» risponde maliziosamente. Sa essere stronza, quando vuole - un po' come me, a volte; lo ammetto.
«Finalmente vi
vedo in faccia» una voce soave attira la nostra attenzione
«Sailor Uranus e Sailor Minus.»
Davanti a noi appare
una donna dai capelli azzurro chiarissimo raccolti in una coda alta e
lunga, l'uniforme della nostra scuola e uno sguardo agghiacciante. Ma
lei non era la ragazza di poco fa?
«Azura?» chiede Haruka.
«Sbagliato»,
sorride la misteriosa ragazza malvagia facendosi avvolgere da una nube
tossica oscura «sono la terza maga oscura al servizio della
incantevole Princess Madness: Poison Lily!»
Segue una risata
malefica talmente inquietante che ci tiene incollate al terreno umido
della serra. Provo a non abbassare la guardia e cerco di prevedere le
sue future mosse, nella speranza di raggirarla.
Capitolo 32 *** Capitolo trentadue - La demone della natura ***
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Capitolo trentadue
• La demone della natura •
Victoria's POV
«Due nemesi», attacca bottone la maga
oscura facendo scoccare la lingua «per giunta, le più
simili e potenti.»
Mi guarda per qualche minuto. «E tu, mia cara Zyrconia, non sei cambiata affatto.»
«Neanche tu, vedo» le rispondo con sguardo minaccioso.
«Ma guardati», sogghigna lei «stai gocciolando.»
Haruka arrossisce di colpo facendo poi due passi indietro rossa dalla vergogna.
«Non in quel senso, idiota!» sbotto
realizzando che la sua mente è decisamente perversa. La
fasciatura sulla mia coscia è ben visibile, così come
quel poco sangue scuro che scende dalla mia ferita ancora fresca e
dolorante.
«Ora mi tocca eliminarvi con il mio magico
scettro ma, siccome mi sento generosa, ho deciso di farlo nella maniera
più delicata.»
Non riesco a capire le sue intenzioni.
«Vivifica!»una
pianta davanti a lei prende vita trasformandosi in un essere mostruoso
e inquietante. È un raro esemplare di pianta carnivora dal muso
bluastro e i pallini azzurri, verbosa e viscida. La pianta ruggisce
come se fosse un leone, provo a difendere me e Haruka con il Circulum
Deae, ma fallisco anzi, lo rendo più forte di prima.
«Pessima idea» piagnucolo e noi
scappiamo in preda al panico. Mi sembra di essere in un cartone animato
firmato Warner Bros degli anni sessanta.
«Correte quanto volete, la mia pianta carnivora è più veloce delle vostre misere gambe.»
«Grazie al piffero, fa i passi più lunghi della gamba stessa» commenta Haruka borbottando.
«La vuoi smettere?» sbotto nuovamente e distraendomi
scivolo sul fango della serra, mentre la pianta carnivora mi raggiunge.
Non appena allunga una specie di tentacolo verde, qualcosa riesce a
fermarlo.
«World Shaking!»
L'attacco non sembra aver fatto effetto,
perché la pianta carnivora reagisce con un forte ruggito. Mi
rialzo in volo e torno coi piedi per terra, poi continuano a correre.
Cerca di avvolgerci con le sue grandi radici, ma riusciamo a schivare
le sue mosse saltando poco alla volta.
«Siete molto agili», commenta la strega «ma riuscirete ad evitare i suoi denti?»
Con uno schiocco delle dita, la pianta avvicina il
suo grande muso verso di noi cercando di addentarci in qualche modo, ma
fallisce.
«Deep Submerge!»
«Obstructionum!»
Due incantesimi colpiscono in pieno volto la
pianta carnivora facendola cadere di schiena sul terreno della serra.
Alzo lo sguardo e vedo Sailor Neptune e Sailor Plus con lei. Come ci
hanno trovato? Sulla spalla della guerriera dai capelli verdognoli vedo
una gatta dal pelo color ambra e gli occhi azzurro chiaro, quasi
trasparente. Ha una stella circoscritta in un cuore, il simbolo degli
angeli divini.
«Sailor Minus, prendila!» la gatta
salta lanciandomi una spada dal manico d'argento e due zirconi
incastonati, la lama dorata e affilatissima. La osservo per un istante
capendo che si tratta della Spada della Lealtà, uno dei tre
amuleti angelici donati da Dio in passato, poco prima della Prima
Guerra Cosmica.
Sento l'energia scorrere dentro di me, come se il mio potere fosse aumentato a vista d'occhio. Bene:a noi due, pianta carnivora.
Concentro la mia energia sulla lama dorata,
individuando il punto debole del nemico sfruttando l'occhio bionico: la
parte inferiore dello stelo, poco sopra le radici - come se fosse la
sua parte bassa. La punta della lama dorata comincia a scintillare,
stringo forte il manico d'argento e punto la spada sul punto debole
della pianta carnivora davanti a me e Haruka.
«Sonic Wave!»
Dalla scintilla esce un gigantesco insieme di
linee che, poco alla volta, si uniscono formando una grande onda neon
che colpisce in pieno il nemico, disintegrando il suo cuore e il resto
del suo corpo. Il ruggito della pianta carnivora s'indebolisce man mano
che il suo corpo scompare, tornando al suo stato originale: un tulipano
blu dall'aspetto innocuo.
«Era solo uno stupido fiore?!» commenta Haruka irritata e sorpresa al tempo stesso.
«I fiori non sono stupidi, guerriera del
vento, sono l'essenza della natura» ribatté Poison Lily
con tono malvagio e gelido. «E poi, credevate davvero che sarebbe
stata solo quella pianta a distruggervi? Ce ne sono altre due...»
Mentre parla, due tentacoli giganti ci catturano e c'imprigionano dentro una cupola nerazzurra.
«...proprio dietro di voi!»
Ha previsto l'arrivo di quelle schifose piante
carnivore. I tentacoli ci stringono forte facendoci perdere l'ossigeno
nei polmoni, l'energia che viene assorbita dalle loro radici. Ho ancora
la spada in pugno, sono ancora in tempo per liberarmi.
«Siete spacciate, piccole nemesi» dice
Poison Lily con un tono sempre più gelido «e tu, guerriera
della lealtà, sarai la prima a morire.»
"Come sarebbe a dire?" mi chiedo.
«Ma prima, devo riprendermi qualcosa che mi
appartiene.»
È chiaro che si riferisce alla mia gemma.
Possibile che il bersaglio numero uno dei nemici siano proprio le gemme
sacre? E perché proprio io? Dannazione!
«Non credo proprio», rispondo. «Spatium!»
La maga viene allontanata con la sola forza della
gravità facendo diminuire di poco il suo peso. La vedo fluttuare
a mezz'aria e fa fatica a raggiungermi. Questo incantesimo può
essere davvero utile. Chi l'avrebbe mai detto?
Haruka scoppia in una risata fragorosa. «Ben ti sta, stupida maga oscura!»
«Non ti conviene provocarla, Haru, peggiorerai solo le cose.»
Poison Lily sembra essere infuriata, da una parte
la capisco - farsi prendere in giro da una guerriera Sailor è
davvero irritante, soprattutto se si tratta di Sailor Uranus.
Tengo la spada impugnata alla mano destra cercando di individuare lo stesso punto di prima, questa volta usando un'alternativa.
«Exalepsia!»
Un raggio azzurrognolo colpisce in pieno la pianta
carnivora facendola sparire immersa in una luce chiara e abbagliante.
Non appena mi libero, la seconda pianta cerca di catturarmi con un
tentacolo libero, ma senza successo.
«Catturala! Uccidila! Rubale la gemma!»
La pianta carnivora sembra essere diventata
più veloce a muovere i tentacoli. Non appena riesco a
soffermarmi sul suo punto debole, pronuncio di nuovo l'incantesimo per
far scomparire l'altra pianta carnivora e liberare Haruka.
Riesco a salvarla in tempo facendola cadere tra le mie braccia, per poi adagiarla sul cespuglio di crisantemi.
«Lo sai che porta sfortuna sdraiarsi sui crisantemi?» sbotta lei nervosa.
«Perché? Sono molto belli» rispondo ironica.
«È il fiore dei morti!»
Sorrido maliziosa appoggiando il manico della spada sulla mia spada tenendolo in pugno dietro di me.
«Lo sapevo già, ma questi sono del tuo stesso colore di capelli» ridacchio poi.
«Vai a quel paese» mormora.
Le altre
due guerriere ci vengono incontro, Haruka da un bacio a stampo alla sua
ragazza mentre io abbraccio forte mia sorella.
«Come ci avete trovate?» chiedo curiosa.
«Abbiamo sentito dei rumori provenire da
qui, così abbiamo voluto indagare» risponde Jackie
«poi abbiamo visto voi due alle prese di un boss dei videogame nella vita reale.»
Ci avranno viste mentre correvamo come pazze inseguirete dalla pianta indemoniata. Che figuraccia!
«Oh... no!» Poison Lily ci osserva e
con un altro schiocco delle dita, c'intrappola nella serra. «Non
penserete davvero di scappare da qui, abbiamo appena cominciato.»
«Ed ora che ho in pugno anche la seconda
gemma di Mechanitron, non vi lascerò combattere un'altra volta
contro le mie creature.»
Quattro rami flessibili e spessi ci bloccano le
gambe e le braccia impedendo noi di muoverle. Non riesco a guardarla in
faccia, la stretta di questi strani tentacoli è fortissima al
punto da farmi perdere le forze. Mi sento svenire... la spada mi
scivola dalle dita cadendo nel fango sotto di me... la mia gamba
ferita... fa male.
«Ora non siete più coraggiose,
eh?» ghigna divertita la maga, impugnando lo scettro scuro contro
di me.
«So esattamente l'incantesimo giusto per ucciderti,
insulso pezzo di metallo.»
Haiyuki's POV
Avverto una strana presenza tra questi fiori, come
se fossero posseduti in qualche maniera. Cerco di non deconcentrarmi e
osservare i movimenti della ragazza dai capelli neri. La mia spilla a
forma di cuore continua a brillare, così come quella di
Chibiusa. Non possiamo distrarci adesso, dobbiamo salvare il futuro di
Andromeda.
«Ribadisco il concetto di qualche giorno fa: sei una stalker.»
«Vuoi stare zitta? Sto cercando di... aspetta, sta parlando con qualcuno.»
Improvvisamente Chibiusa cambia atteggiamento e tende l'orecchio verso le due ragazze: Gwen e... Makoto? Ma cosa ci fa con lei?
Ci avviciniamo a loro senza farci vedere e
ascoltiamo l'intera conversazione. Makoto ha ancora addosso la sua
uniforme scolastica, mentre Gwen ha un elegante abito turchese. Che sia
tornata da una festa galante? Ne dubito.
«Cosa c'è? Ti vedo depressa.»
«Non è niente» si asciuga le lacrime con i palmi delle sue mani. Makoto le porge un fazzoletto.
«Hai litigato con Kai, vero?»
«No, con Victoria», risponde subito «e stavolta è stata colpa mia.»
«Vi siete insultate di nuovo?» il tono di Makoto è un miscuglio tra stupore e rabbia.
«Questa volta sono stata io ad attaccare
briga, ma non avevo intenzione di offenderla... volevo solo chiarire le
cose tra noi.»
«E lei come ti ha risposto?»
«Ha cercato di aggredirmi.»
Bugie. Tutte menzogne! La sua faccia dice tutto.
Tsè! E lei sarebbe la guerriera della saggezza? Credo proprio
che Lunaris abbia sbagliato persona, una come Gwen non meriterebbe
affatto una gemma sacra. Che rabbia!
«Gwen, non dire queste cose perché
Vicky non oserebbe mai fare del male a qualcuno» ribatte Makoto
con tono tranquillo e pacato «soffre per causa tua e sua sorella
è davvero arrabbiata con te.»
«Non c'è un modo per rimediare a questa situazione?»
«Devi essere tu a porre rimedio alla vostra rivalità.»
Ricordo che, nella nostra galassia - più
precisamente ad Oblivion, l'acquamarina aveva dato alla luce due
talismani: il Calice della Saggezza e il Ciondolo Butterfly.
Quest'ultimo era stato creato per la principessa Riûka per vedere
il suo grande amore quante volte voleva.
Ciò era accaduto prima che lo zircone
venisse consacrato da Dio, cioè che diventasse una gemma sacra
vera e propria. Prima che iniziasse la guerra tra gli angeli e i
demoni. Non potevano vedersi poiché lo zircone era una gemma
demoniaca e secondo il Terzo Emendamento, "La legge degli opposti", era
proibito l'amore tra gemme sacre e gemme demoniache. Ai tempi era
diverso, gli Emendamenti non erano soltanto leggi severe e ben studiate.
Fu proprio in quel giorno che nacque la Teoria del
Cambiamento, quando fu infranto il Terzo Emendamento. Mahori e
Riûka si amavano e, nonostante la profezia dell'Effetto Farfalla,
avevano unito le loro gemme distruggendo Oblivion e cambiando il
destino dell'intero universo.
Quella fu la vera causa della morte dei genitori
di Riûka ma, miracolosamente, le due amanti sopravvissero. La
regina dei diamanti Linda, la madre di Lunaris, decise di cambiare gli
Emendamenti di Andromeda, scrivendo un nuovo "divieto".
«Emendamento
numero Cinque - "La Teoria del Cambiamento": una forza altamente
distruttiva che porta alla distruzione di un pianeta o di una galassia.
Tale potenza è creata dalla fusione tra due poteri contrasti tra
loro che cambia le sorti del corpo celeste distrutto o dell'intero
universo. Per evitare tale catastrofe, è assolutamente proibito
il contatto fisico tra le gemme sacre, né i loro
talismani.»
La nuova legge era riferita soprattutto allo
zircone e all'acquamarina anche perché poi, un giorno, si
sarebbero riunite. L'unica cosa che non mi spiego è la ragione
per cui Gwen e Vicky sono nemiche giurate. Che sia colpa della
dichiarazione d'amore a Gwen da parte di quest'ultima? Credo che non lo
saprò mai.
«Makoto», sussurra la ragazza corvina «potresti... insomma, aiutarmi?»
La ragazza castana scoppia in una risata fragorosa.
«Non posso o meglio, non dovrei farlo, dal
momento che Luna mi ha raccomandato di non immischiarmi in queste
faccende. Devi cavartela da sola perché sei stata tu a far
scoppiare questa piccola guerra tra voi due.»
Gwen la guarda sconcertata, senza ribattere alla
risposta di Makoto. D'altronde, non avrebbe senso sclerare per un
argomento così complesso come il litigio tra due angeli. Ma
Makoto ha ragione: lei è una guerriera come noi - una gemma
sacra, anche la più importante.
«Come dovrei fare?»
«Chiaritevi e se qualcosa va storto, chiama
aiuto» risponde sorridendo «puoi rivolgerti ad Usagi, lei
sa come risolvere situazioni del genere.»
«Dici davvero?»
«La conosco molto bene e quando si tratta di
amore o amicizia, lei è la numero uno» strizza l'occhio.
La scena viene improvvisamente oscurata dal bagliore delle nostre
gemme, avvertendo un grande pericolo nelle vicinanze.
«Che sta succedendo, Haiyuki?» chiede Chibiusa in preda al panico.
«Una minaccia ha preso in ostaggio quattro nostre compagne.»
L'espressione sorpresa di Gwen dice più di
mille parole: deve essere coinvolta anche Vicky. Le due ragazze si
allontanano correndo verso destra, il bagliore diventa sempre
più accecante.
«Meglio andare, Chibiusa» dico infine
andando nella stessa direzione delle due ragazze, ritrovandoci davanti
al grande palazzo della Mugen Academy. Per quale ragione ci troviamo
qui?
«Ho capito», esclamo di colpo
«la minaccia deve provenire dalla serra che il Professor Uhicha
ha costruito in vista della pioggia acida.»
«Pioggia acida? Ma che stai farfugliando?»
«Non hai sentito le ultime notizie?» e
le racconto di ciò che ho sentito qualche ora fa alla radio,
rivolto a questo strano fenomeno in arrivo. Chibiusa volge lo sguardo
verso l'aiuola appassita e capisce la situazione, mi prende la mano e
ci dirigiamo verso la serra dietro Makoto e Gwen.
«So esattamente l'incantesimo giusto per ucciderti, insulso pezzo di metallo.»
«Bel soprannome» commenta Haruka con una risata.
«Chiudi il becco!» sbotto con le guance rosse dalla
vergogna. Poison Lily disegna un piccolo cerchio con l'indice facendo
apparire petali di rosa violacei, ma un fulmine riesce ad impedire il
suo incantesimo. La maga oscura ritrae la sua mano massaggiandosi le
dita, io e Haruka ci voltiamo verso due strane figure. «Non permetteremo che una strega cattiva come te sfrutti le piante e i fiori per scopo malvagi!»dice una. «Combattiamo per la libertà è per l'amore, siamo le combattenti vestite alla marinara»dice l'altra«noi siamo Sailor Jupiter e Sailor Divide!»
"Proprio al momento giusto" dico tra me e me. «E siamo qui per punirti in nome della Via Lattea e di Andromeda!»concludono in coro. Poison Lily sembra essere annoiata. Non la biasimo, dopotutto è la solita solfa.
«Abbiamo altre gemme da rubare, adesso» ghigna «molto bene.»
Facendo schioccare le dita, le piante carnivore che ci tenevano
prigioniere corrono dietro alle due guerriere che, con salti mortali e
altre acrobazie, schivano i tentacoli. Le due ragazze si arrampicano
fino alla cima dell'albero.
Mi giro e guardo i mostri avvicinarsi. A questo punto devo intervenire. «Haporríptus!»le
piante fanno un balzo indietro ribaltandosi col didietro in aria. Mi
sfugge un sorriso. Non ricordavo che questo potere sfruttasse la famosa
legge di Murphy, dove la fetta biscottata cade sempre sul lato
imburrato. Il principio è lo stesso.
Poi anche Haruka comincia a ridere.
«Potresti rifarlo?» domanda mentre le piante indemoniate si
rimettono in piedi. Annuisco e pronuncio nuovamente la formula e la
situazione si ripete. Entrambe scoppiamo a ridere.
«Ti prego, un'altra volta» e la scena si ripete per la
terza volta. Non riesco a trattenermi le risate, la risata di Haruka
è tremendamente contagiosa. «Che spasso!»
«Adesso basta», sclera Poison Lily.«Sagitta Venenum!»
La sua mossa uccide le piante carnivore quasi fuori combattimento per
via delle numerose cadute di faccia nel fango, poi ci fulmina con lo
sguardo.
«Quindi vi divertite davanti agli errori altrui, eh?» ghigna maliziosa ed io mi ritrovo a guardare male Haruka.
«Non guardarmi così, non centro niente!» sbotta.
«Sei stata tu a dirmi di continuare, genio» rispondo senza
aggrottare la fronte. Improvvisamente Poison Lily saette a forma di
canne di bambù e noi spicchiamo il volo non appena sfiorano le
nostre gambe. «Meno male che erano di bambù e non di
metallo» replica la figlia del vento.Non dire parolacce... non dire parolacce... sei un angelo... concentrati! CONCENTRATI!
«Razza di idiota» mormoro e scuoto leggermente il capo. Ecco, mai una volta che riesco a trattenermi.
«Lasciate a me, ragazze!»
Haiyuki interviene cercando di far
splendere il suo cuore di zaffiro ma, improvvisamente, una scia di
edera ci tiene incollate al terreno. Sailor Jupiter e le altre
stringono i denti non appena l'edera tocca la loro pelle. Realizzo che
è edera velenosa.
«Ora vediamo come ve la cavate imprigionate nella stessa natura che avete distrutto!»
Bene, siamo prigioniere della natura. Non potrebbe andare peggio di così.
Haiyuki's POV
Siamo spacciate, letteralmente. Questa dannata edera ci ha inchiodate
alla corteccia dell'albero, la quercia davanti a noi sembra avere un
desiderio irrefrenabile di vendetta. Ho paura.
«Sapete, le mie amate amiche hanno una gran voglia di sterminarvi, dal momento che voi sterminate loro.»
«Siete voi esseri umani la causa della deforestazione, siete voi
che avete fatto ammalare questo pianeta» ci minaccia «per
questo ho deciso di punirvi: maledirò le vostre gemme e i vostri
amatissimi pianeti.»
Poison Lily, affiancata da due asticelli alti due metri e mezzo, unisce
le sue mani e pronuncia una parola, ma prima che il bagliore si
diffonda, il mio cuore di zaffiro comincia a lanciare un raggio
d'azione bianco uccidendo uno dei due asticelli. In contemporanea,
anche un fascio di luce giallo e rosa che uccide una delle due primule
gialle indemoniate sotto i piedi della maga.
«Che cosa...?»
Dietro di me, vedo Sailor Moon in compagnia di Chibi Moon. Giusto in tempo! «Maledire una persona è uno dei peccati più gravi dell'anima dell'uomo»attacca la più piccola. «Noi siamo le guerriere vestite alla marinara», aggiunge l'altra«Sailor Moon... e Chibi Moon.»
Ricominciamo. «Siamo qui per punirti in nome della luna!»concludono in coro.
«Altre guastafeste, eh? Pensateci voi, piante!»
pronunciando un altro "Vivifica", due rose rosse prendono vita
trasformandosi in un derivato del tirannosauro. Cioè... davvero?
«Fatevi da parte, ragazze» dice Chibi Moon con tono eroico.
«Al mostro ci penso io.»Un piccolo scettro viola e argento
a forma di stella, fa roteare la bacchetta e con tutta la sua energia,
pronuncia il suo secondo nuovo attacco.
«Amethist Star Attack!»
Punta lo scettro contro il nemico ma l'attacco non sembra funzionare,
la stella dello scettro s'illumina ma non dà nessun segno di
vita.
«Cosa?»
Chibi Moon sclera.
«Ma stiamo scherzando?!»
Le sue grida agitano il suo scettro di ametista che, di colpo, fa
partire un potente raggio d'azione formato da cuori azzurri e strisce
viola. Chibi Moon sorride trionfante, mentre la pianta malvagia viene
colpita in pieno volto scomparendo totalmente Invece, ha fatto sparire
solo una sua foglia- il suo braccio, per la precisione.
«Posso essere la prima a dire "sei una schiappa"?» dice Sailor Moon con un sorriso da ebete.
«No, grazie» risponde Chibi Moon.
«Stupide galline, me la pagherete!» Poison Lily sembra
essere uscita fuori di senno, porta in vita due cespugli di crisantemi
per inseguire le sue piccole guerriere della luna. Le testoline buffe
corrono dalla parte opposta inseguiti da cespugli con la rabbia.
«Il crisantemo è l'ideale per il vostro funerale, non
credete anche voi?» ridacchia appena osservando le due ragazze
correre. Il grande asticello, invece, cerca di catturare la guerriera
androide, ma una strana interferenza glielo impedisce. «Venenum Sanguine!»
Un forte raggio di sangue colpisce un ramo dell'asticello
vaporizzandolo completamente, la pianta lancia un ruggito così
potente che il suo ramo ricresce a vista d'occhio, ma perde i sensi.
Mi volto verso i cespugli di rose rosse ora appassite e vedo qualcuno. Quel codino castano non mi è nuovo.
«Non è possibile, un'altra guerriera Sailor!»
Vedo Vicky sorridere con gioia. L'ombra si posta sotto la luce fioca
della luna sopra la cupola, quella ragazza dai lunghi codini castani
devo averla già incontrata. Ma dove?
«Non torcerle un capello o te la vedrai con me», dice
«la paladina della giustizia e dell'amore protetta dalla luce
della luna rossa, vestita alla marinara: Sailor Vampire!»
«Mi hai rubato la battuta! Ladra!» sbotta Sailor Moon, ma
nessuno l'ha ascoltata. A quanto pare abbiamo una compagna di squadra
vampira. Ora capisco perché le rose vicino a lei sono morte.
«Lo zircone non ti appartiene, né tantomeno le altre gemme.»
«Non sei tu a dirmi cosa fare», risponde la strega
«finché sono protetta dal veleno del serpente e dalla
natura, non potrai fare nulla per quelle povere anime intrappolate
nell'edera velenosa.»
Ride malvagiamente. La seconda pianta asticello si avvicina alla
guerriera robot con aria minacciosa, intenta a rubarle la gemma. Non
posso fare altro che guardare.
▼▼▼
Victoria's POV
Non mi fa paura, non ha nemmeno gli occhi. Stupida piantina indemoniata.
«Ti conviene arrenderti e consegnarmi la gemma sacra, Sailor
Minus» ripete la strega rivolgendosi a me «altrimenti le
tue care compagne verranno inghiottite dalla mie edera velenosa.»
Devo trovare una strategia, devo riuscire a liberare le loro gambe dai
muschi e dai licheni unite con l'edera velenosa. Mi focalizzo sul
terreno morbido e sparo un raggio laser con il mio occhio bionico, in
un attimo tutte sono libere.
«Come? Ma che cosa?»
«Mai minacciare un androide di livello mille, maghetta oscura» sorridono maliziosa impugnando la mia spada.
«Questa è la Sailor Minus che mi piace!» esclama Haruka.
Non ho altra scelta se usare metà della mia barra di energia per
il mio grande potere anche se, sicuramente, sarà inutile. Vale
la pena provarci.
Disegno due linee con due dita, poi incrocio le braccia davanti ai miei
occhi. Mi concentro sul punto d'incontro tra le due rette, il
punto Alfa - e faccio apparire una sfera di energia blu elettrica. «Gemma Inferni!»scaglio contro l'asticello ma invece che gemere dal dolore, ruggisce aumentando il suo potere. Non è possibile!
«È inutile dire sono totalmente invulnerabili alle vostre
stupide magie» sorride trionfante la strega. Capisco che quegli
asticelli sono immuni alle mie mosse e di scatto, spicco il volo e mi
allontano. Con me, anche la guerriera della saggezza.
«Non potete scappare, piccole gemme» ghigna
«pterodattilo oscuro, insegui quelle guerriere e portami la fonte
dei loro poteri!»
L'animale di vapore acqueo ci sta inseguendo, ogni tanto ci spara
addosso delle piccole nuvole esplosive. Cerchiamo di mantenere
l'equilibrio durante il volo, ma una di quelle bombe poi mi colpisce
ferendomi il braccio destro.
«Dobbiamo seminarlo, cercherò di volare più
veloce» dico con voce roca afferrando la mano di Sailor Divide.
Comincio ad aumentare la mia velocità e non appena mi accerto
che il dinosauro di nuvole non è dietro di noi, rallento e mi
apposto dietro i cespugli di violette.
Mi strappo di poco la gonna e avvolgo la ferita al braccio con il
tessuto blu, ignoro completamente la presenza di Sailor Divide. Siamo
di nuovo sole, mi sembra di vivere un déjà-vú.
«Va tutto bene?» mi chiede.
«Sì, non è nulla di grave» rispondo senza un
briciolo di espressione «mi passerà subito.»
Poi accenno un sorriso.
«Lo ammetto, sei più bella di prima con quelle piccole ferite sul viso.»
«Davvero?» sogghigno. «Sappi solo una cosa, mia cara acquamarina: le ferite non ti rendono attraente.»
Improvvisamente me la trovo davanti, gli occhi puntati sulla mia gemma
luminosa e le mani sulle mie ginocchia. Che devo fare, adesso? Non
posso lasciarmi andare un'altra volta, non di nuovo.
«Nel tuo caso invece sì» mormora ed io rimango pietrificata da quello sguardo focoso.
Il mio cuore palpita dall'eccitazione e dalla paura. Ora sarà difficile controllare i miei sentimenti.
La guardo per un po'. Il mio occhio bionico capta un segnale strano, un
mix tra aiuto e pericolo. Mi sembra evidente che quegli occhi verde
acqua sono di una persona che conosco bene, ma non dovrei fare mosse
azzardate di cui poi potrei pentirmi.
Lei non conosce me ed io non conosco lei, ma sento che tra di noi c'è qualcosa che puzza di putrido.
«Senti, per quello che è successo l'altra volta», mormora «vorrei poter... insomma,continuare.»
Allunga il suo braccio sinistro per toccarmi la gamba ferita, mi
ritrovo ad osservare il braccialetto con quattro pietre preziose verdi
acqua incastonate nell'argento. Ora è tutto chiaro!
Perché non me ne sono accorta prima?
«Ti aspetti che mi lasci andare come se nulla fosse?» dico
con tono freddo facendola allontanare di un paio di passi.
«Perché? Non capisco.»
«Perché so chi sei e non voglio che la mia ferita cominci
a farmi male», rispondo «e se ho questa ferita è
solo per colpa tua, Yoshiro.»
La ragazza fa altri due passi indietro sconvolta coprendo il suo braccialetto con l'altra mano.
«Tu non ti rendi nemmeno conto di quante volte mi mettono la
mascherina in volto, devo sopportare tutto questo per colpa di uno
stupido difetto al mio cuore meccanico!» alzo la voce.
«Davvero?» domanda lei a bassa voce, lo sguardo basso e gli occhi lucidi.
«Ti sembra una fandonia, come quelle che dici sempre per sfuggire alla verità?»
«Non intendevo dire così...»
«Allora perché ti ostini a comportarti come una schifosa ragazza di strada? Sei maleducata, senza cuore!»
Sto esagerando, è vero, ma sono mesi che cerco di dirle tutto
questo in faccia. Mi sento un po' in colpa, ma è quello che
merita.
«C'è una cosa che vorrei dirti.» «Che cosa?» «Ecco... volevo solo dirti che... mi piaci.» «Hai davvero avuto il coraggio di dichiararti a me e non ad un altro ragazzo?» «Mh-mh.» «Sei patetica.»
Le piccole due guerriere Purity, Haiyuki e Chibiusa, ci vengono
incontro curiose. Sto sfogando tutta la mia rabbia e il mio dolore
contro di lei e non dovrei, ma non posso trattenerlo dentro di me
ancora per molto.
«Subisco interventi ogni giorno, non riesco mai ad uscire e
godermi le bellezze di questo pianeta ed è colpa di una stupida
ferita sul cuore», la mia voce s'incrina improvvisamente
«ti sei presa gioco dei miei sentimenti; ho messo tutta me stessa
per dirti quello che provavo per te e... e ti odio per questo.»
Non sembro neanche io, lo ammetto, e le lacrime che mi scendono dal
viso sono assolutamente vere. Il dolore è ancora dentro di me e
sembra non voler andare via. Mi porto una mano al petto sentendomi
male, i battiti del cuore rallentano di colpo. Mi butto in ginocchio
sul fango con lo sguardo in basso, l'asma che mi uccide i polmoni e il
dolore di un sentimento non ricambiato.
Haruka mi viene incontro appoggiando una mano sulla mia spalla, un
dolce sorriso e tutto il suo cuore; d'un tratto guarda male Gwen. Non
avrei mai pensato di odiare l'amore.
«Vicky, io... non credevo fossi...»
«Vattene, non voglio vederti» mormorai con difficoltà.
«Davvero...»
«Ho detto vattene!» grido tirando fuori tutto l'odio nei
suoi confronti piegandomi di più in avanti con l'affanno e un
dolore terribile al petto. Gwen, abbassando lo sguardo, si strappa la
gemma dal fiocco lasciandosi avvolgere da un bagliore verde e azzurro,
lancia la sua spilla verso Haiyuki che va a posarsi tra le sue mani.
«E tu saresti la guerriera angelo a capo delle gemme
sacre?» domanda Michiru venendoci incontro, lo specchio tra le
mani e lo sguardo di ghiaccio.
«Dovresti vergognarti», aggiunge poi Haruka «una
guerriera saggia come te non dovrebbe comportarsi da egoista anzi,
dovrebbe essere la ragazza più gentile e amorevole di
tutte.»
Gwen abbassa lo sguardo.
«Tu sei il lato freddo e bipolare di Sailor Moon, giusto?»
chiede la figlia del vento e Gwen annuisce. «Allora meriteresti
una bella lavata di capo.»
«Ecco, non sono esattamente...»
«Ah, no? E questo cos'è?» sbotta alzandosi da terra
indicando me con un cenno di testa. Gwen non risponde, si limita a far
scendere le lacrime dagli occhi.
«Inutile che piangi, ormai il danno l'hai fatto» replica la
figlia del vento «le hai lasciato una ferita che non si
cicatrizzerà con un semplice "scusami".»
«Io non volevo...»
«"Non volevi", cosa?» alza la voce. «Victoria non
è solo il mio lato più timido, ma anche il mio lato
più vulnerabile e sensibile!»
Le altre ragazze spalancano gli occhi.
«Te ne sei approfittata e l'hai trasformata in una specie di
autolesionista depressa» continua. «Perciò, per il
suo bene, ti conviene stare alla larga dalla sua vita.»
«Altrimenti saremo costrette a passare alle maniere forti» aggiunge Michiru.
Sento l'affanno dentro di me farsi più forte, più
insopportabile. Sento le forze abbandonarmi, sento un'enorme peso
dentro di me. Cosa mi sta succedendo?
«Se davvero non sono la guerriera della saggezza come ha detto
lei, non merito questo potere; riprendetevelo» dice guardando le
mani di Sailor Haiyu Y tenere la sua spilla e la corvina sparisce dalla
nostra vista in lacrime. Non rimangerò mai più queste
parole.
*
Il cuore ha smesso di farmi male, fortunatamente. Mi faccio aiutare da
Haruka e Makoto sentendo, improvvisamente, una fitta allo stomaco.
È vero che non ne ho uno, ma il dolore assomiglia ad un pulsare
continuo al petto, come forti martellate.
«Ti senti bene?» Haruka mi sorride.
«Adesso sì» ricambio il suo sorriso e mi lascio prendere la mano.
«Ora tocca a noi affrontare la minaccia» dice poi
rivolgendosi a tutte le altre. «Haiyuki, serve anche il tuo
aiuto.»
«Certo!» risponde imitando il saluto militare. Mi sfugge
una risata.
Il mio sguardo punta su Sailor Vampire. Quegli occhi e
quella lunga coda mi ricorda vagamente qualcuno o meglio, colei di cui
il mio cuore si è invaghito. Tra l'altro, ricordo il pomeriggio
in cui ci siamo incontrate al parco e da quel momento, i miei
sentimenti per lei cominciarono a crescere. E non solo quello.
Qualcosa dentro di me non va bene, mi allontano dalle altre ragazze
senza farmi notare. Perché tutto va storto? Perché il mio
cuore batte ancora forte?
Tutto questo era accaduto prima della nostra
rinascita, prima che il nostro vecchio amore rovinasse ogni cosa
meravigliosa della nostra galassia. Staremmo potute tornare ad essere
quelle che eravamo, ma lei ha bruciato le carte. Non m'importa
più niente di lei, del passato e della sua seconda
identità: voglio dimenticarla.
Mentre cammino, le mie dita sfiorano la testa; vorrei poter usare il potere cancella-memoria,
ma non ci riesco. Troppo dolore, troppa sofferenza. Non posso
continuare a vivere in questo modo, potrei addirittura uccidermi.
Trovo in lontananza una piccola capanna di legno,
entro dentro senza pensarci due volte chiudendo la porta dietro di me
appoggiandomici con la schiena. La capanna è buia, ci sono solo
attrezzi da giardino, diserbanti e annaffiatoi. Esalo un respiro
profondo prima di far scendere le lacrime dagli occhi. Perché
piango? Il nostro vecchio legame non esiste più.
«Victoria...»
La sua voce... il modo in cui sta sussurrando il mio nome...Madre, quanto ti detesto!
«Lo so che sei li dentro... per favore, esci da lì e parliamone.»
Mi porto una mano alla bocca e non dico nulla.
La porta che ci divide non riuscirà a fare
da scudo alle sue parole, sento il suo respiro irregolare dall'altra
parte. Rimango appoggiata sul legno sporco della porta, gli occhi
lucidi di lacrime e il cuore ancora dolorante. E poi, come diamine ha
fatto a trovarmi?
«Ti prego, dimmi qualcosa.»
Non rispondo.
«Lo so che ti ho ferita e mi odio per
questo», ammette «ma perché non vuoi darmi un'altra
possibilità?»
La sento piangere, come se le sue parole fossero
state accoltellate dalla paura e dal terrore. La paura di perdere colei
che, inizialmente, credeva fosse più che un'amica. Ha sbagliato,
ma ho sbagliato anch'io. Non mi sarei mai dovuta innamorare di lei,
né prima né ora.
«Mi manchi tanto...» la sua voce
incrinata mi sconvolge totalmente. Lascio scivolare la schiena sul
legno e mi ritrovo seduta con le ginocchia in gola a piangere come una
lattante. Sono state quelle maledette parole a rendermi vulnerabile:
"sei patetica".
È come un'eco, si ripete fino a svanire
completamente e non farsi più risentire. Decido di rialzarmi
asciugandomi le lacrime e espirando ed inspirando profondamente, apro
di poco la porta e mi sporgo leggermente.
«Dammi una prova certa che le tue siano
parole sincere», mormoro «perché faccio fatica a
crederti.»
Anche senza la sua spilla è ugualmente
graziosa, ma non riesco a smettere di piangere pensando a ciò
che mi ha fatto. Se sono depressa è solo per colpa sua.
«Le lacrime bastano?»
«No.»
«Neanche il fatto che ti ho seguita fino a qui?»
"Forse."
Non rispondo.
«Cielo, Vicky, possibile che sei così tonta?»
Mi viene un tic nervoso. La odio quando mi dice queste parole.
«Ha parlato il genio della settimana» rispondo leggermente irritata.
«Okay, smettiamola un attimo» alza le mani in segno di resa «voglio solo chiederti scusa per...»
«Non basta, Gwen» la interrompono
«queste scuse non sono sufficienti per avere il mio perdono,
né tantomeno quelle che dirai dopo.»
Per qualche strana ragione sono uscita dalla
casetta di legno, la porta chiusa dietro di me e il suo viso a pochi
centimetri dal mio. Sento il suo respiro, è più
irregolare di prima. Perché mi sento avvolta da un senso di
colpa così grande?
I suoi occhi sono lucidi, come vedere un angelo
con le ali insanguinate strappategliele in una battaglia sanguinosa.
Non sembra lei, questa sua espressione addolorata mi stupisce.
Mi ritrovo ad accarezzarle il viso senza una
ragione. Ora il suo sguardo sembra proiettare rancore. Se è
davvero pentita di ciò che ha fatto, allora, perché non
lo ammette? Non è una ragazza sincera, ecco perché.
Gli angeli non possono mentire e se lo fai, vedrai solo la Fiamma dell'Inferno.
«Ammetti che sei in colpa e che, in
realtà, non mi odi» sorriso maliziosa, poi Gwen mi
respinge come fa di solito: una spinta ed io che sbatto contro la prima
cosa che ho dietro le spalle.
«Perché non te ne vai a quel paese?» sbotta ed io scoppio a ridere.
«Quante volte mi avrai mandata
laggiù?» le chiedo con tono ironico e lei subito si ferma
girandosi verso di me. «Cinque volte, direi.»
«Scema» conclude allontanandosi da me. Mi sfugge un dolce sorriso.
Sei donna fuori, ma ancora bambina dentro.
Faccio poi il suo nome e la ragazza si volta verso di me. «Riprenditi la gemma.»
Haiyuki's POV
Mi guardo intorno. L'edera velenosa è ancora sotto ai miei
piedi, fortunatamente la gomma sotto i miei stivali impedisce al veleno
di uccidermi. Poison Lily è ancora lì, i due grandi
asticelli anche. Come diamine la sconfiggeremo?
«Sono così carine queste piante,
dovrebbero andare al circo e stupire tutti gli esseri umani» dice
la maga oscura vantandosi di se stessa e dei suoi stupidi asticelli
indemoniati.
«Dovrebbero andare allo zoo, invece, altro che al circo» ribatte Haruka sottovoce.
«Ti ho sentita, Uranus.»
«Ops» si tappa la bocca imbarazzata.
Michiru scuote lentamente la testa per dire "sei proprio un idiota", e non posso darle torto.
«Sarai tu a finire in uno zoo», la
minaccia disegnando due piccoli cerchi con due dita. «Dark Evil
Beast, azione!»
Un raggio d'azione oscuro si dirige verso Haruka,
che schiva di colpo facendo trasformare una seconda nuvola in uno
pterodattilo di vapore acqueo. Ora sono due!
«Mi hai mancata, schiappa!» le fa la linguaccia ridendo.
«Mi dispiace deluderti, ma non era diretto a te» sorride malvagia la strega. «Pterodattili, attaccate!»
La nuvola nera a forma di uccello preistorico le
vola incontro per azzannarla, ma la figlia del vento riesce a saltare e
ad evitare il suo micidiale morso. La scena si ripete altre due volte,
Poison Lily sembra irritata al vederla saltare per ben tre volte di
fila.
«Stupida guerriera di Urano, io ti polverizzo!»
La strega uccide gli asticelli con le frecce
velenose, fa scomparire i pterodattili di nuvole e i suoi occhi
diventano rosso fuoco, adesso sarà lei a combattere contro di
noi. Finalmente posso usare il mio cuore di zaffiro senza essere
interrotta da stupide piante ingigantite e con problemi intestinali, a
quanto pare (da come ruggivano, probabilmente avevano qualche problema
allo stomaco).
«Exalepsia!» la Spada della
Lealtà di Vicky lancia un potente attacco contro Poison Lily, ma
riesce a schivarlo e, al posto suo, sparisce un albero di mele succose.
Non appena vedo il raggio d'azione, mi giro verso le due ragazze e
lancio l'acquamarina a Gwen e, subito dopo, ritorna con il suo vestito
verde acqua e d'argento.
"Sailor Minus e Sailor Divide sono tornate giusto in tempo!"penso tra me e me.
«Nooooo, perché proprio l'albero di mele?» piagnucola Sailor Moon.
«Mamma te lo ricomprerà,
Odango» risponde Sailor Vampire giocosa prendendola un po' in
giro, e la biondina lo aveva già capito.
Il vestito della strega diventa più lungo,
la gonna oscilla incessantemente circondando le sue gambe bianche e
ossute, le sue labbra erano sporche di un liquido verdastro. Adesso mi
fa paura.
«Okay, indietreggiamo piano piano...»
«Ferma dove sei» Vicky blocca la sua
nemesi afferrandole il braccio e stringendoglielo senza farle male
«vuoi mollare proprio adesso?»
«Perché?»
«Perché ora il gioco si fa
interessante» dopo un sorrisetto malvagio, grida il mio nome e
quello di Chibiusa. Che abbia un piano in mente?
«Usate il vostro scettro e cercate di
indebolirla, io e Haruka uniremo i nostri poteri con quelli di tutte le
altre.»
«Sei sicura che funzionerà?» domanda la guerriera della luna un po' diffidente.
«Questa è solo la prima fase, Sailor Moon, il bello deve ancora venire!»
È davanti a noi, io e Chibi Moon dobbiamo
entrare in azione e distrarla, ma non sarà facile. La sua forza
ha superato i duemila, ormai è incontrollabile.
«Vieni subito qui!» afferro il polso di Chibiusa, ha indietreggiato di tre passi esatti.
«Ho paura» piagnucola.
"Buon cielo, sei proprio identica a tua madre!"
«Anch'io ho paura, ma non possiamo tirarci indietro» dico.
«Sagitta Venenum!»non ci da il tempo di preparare la nostra mossa che lancia una scia di freccia viola.
«Sixty-Nine Cyrcle!»proteggo
Chibi Moon disegnando uno scudo, le frecce vengono disintegrate al
primo colpo. Non appena il nemico viene distratto dalla luce violacea
di Chibiusa, colgo l'occasione per teletrasportarmi dietro la strega.
«Dov'è andata quella piccola sguattera azzurra?»
Mi avvicino di soppiatto dietro le sue spalle e le
sferro un forte calcio nella nuca, improvvisamente sparisce gemendo dal
dolore.
«Haiyu Y, è dietro di te!»
Mi guardo alle spalle ma non vedo altro che alberi, finché una freccia viola non mi colpisce alla gamba.
«Eclipsim!»
Lo scettro di Chibi Moon lancia un forte attacco
contro Poison Lily, la colpisce in pieno e cade a terra perdendo solo
un decimo delle sue forze. Haruka e Vicky si preparano a lanciare la
loro mossa più potente, lo stesso anche Michiru e Jackie.
Non appena le quattro sfere di energia si uniscono, qualcosa le blocca e le distrugge: Poison Lily ha usato un fortissimoDeviantumcontro di loro. Ridacchia malvagia alzandosi da terra.
«Quattro sfere di energia non sono in grado
di sconfiggermi», ghigna sotto i baffi «ma le mie frecce
uccideranno tutte voi!»
Dopo aver gridato un secondoSagitta Venenum,le ragazze riescono ad evitare la scia violacea di frecce velenose. Vicky e Haruka si preparano ad attaccare.
«Sei pronta?»
«Sì.»
La strega sembra essere tornata al massimo delle sue energie ma tuttavia, ilWorld Shakinge ilSonic Wavedelle
due guerriere Sailor riescono a indebolirla. Non basta, serve di
più. Makoto e Gwen si alleano per unire i loro poteri: ilDividum Extremise ilSupreme Thunder. Una combinata eccellente, mi dico.
Non appena l'attacco di Sailor Divide si prepara,
i suoi capelli si sciolgono e cadono lungo la schiena, per poi alzarsi
in cielo come la guerriera stessa. Il vento la travolge, le sue sfere
gemmate s'illuminano, i fulmini si fondono con la gemma e colpiscono la
strega. Entrambi i loro poteri riescono ad indebolirla e farla cadere
in ginocchio senza fiato. È l'occasione giusta per eliminarla
definitivamente.
«Sailor Moon, Sailor Y, ora!»
Usagi e Lisa - quest'ultima è apparsa insieme a
Sailor Vampire, ma è rimasta nascosta dietro il cespuglio
perché aveva paura della strega - alzano il loro talismano
galattico e, pronunciando la loro formula magica, si trasformano nelle
Sailor Galaxy vestendo i colori della propria galassia.
La via Lattea è colorata di viola e blu
scuro, mentre Andromeda si colora di un azzurro chiaro. Entrambe alzano
il proprioGalactic Stickevocando il potere della loro stella suprema (per la Via Lattea è il Sole, per Andromeda è il Crysalium).
«Potere Supremo del Sole, donami la tua energia e diffondi il tuo grande potere!»
«Potere Supremo del Crysalium, unisci il potere di tutte le stelle e donami la tua forza!»
I due scettri si sfiorano, il potere diventa
più forte, la luce sempre più accecante. La forza delle
due galassie è immensa, quasi indescrivibile. Non ricordavo
avesse una forza così maestosa.
«Galactic Starlight!»
Le due guerriere evocano un potentissimo raggio
d'azione unito da un secondo potere: quello dei loro pianeti protettori
(nel caso di Usagi, il satellite del pianeta Terra).
I due poteri combinati riescono a penetrare nel
corpo di Poison Lily trasformandolo poi in una bomba pronta a far
saltare in aria l'intera serra. Vicky la osserva e non perde tempo ad
avvertirci del pericolo.
«Correte, sta per esplodere!»
Tutte noi ci avviamo verso la porta della serra,
la buttiamo giù senza pensarci due volte, continuiamo a correre
e una gigantesca esplosione distrugge la serra dietro di noi. La forza
di quel potere è immensa, ci ritroviamo tutte a terra a pancia
in giù e una forte raffica di vento che ci investe.
La serra è saltata in aria assieme a tutte
le piante al suo interno, la pioggia acida è diventata solo un
falso allarme, i vestiti di Usagi e Lisa tornano normali e gli scettri
svaniscono insieme al talismano galattico. Ora è tutto finito; o
quasi.
«State bene, ragazze?»
Siamo tutte sporche di fango e leggermente ferite,
ma quello che conta è che siamo ancora vive. Poco per volta, le
ragazze si rialzano e osservano quello che resta della serra: un
cratere.
«Avrei dovuto portarmi un paio di occhiali
da sole e uno stereo, sarebbe stato più figo» commenta
Haruka con un sorriso stupido.
"Figo? Che parola è mai questa?"
«Tu guardi troppi film d'azione, bella» risponde Vicky.
«Non posso neanche immaginare? Uffa!»
«Avrai un'altra occasione per farlo» sorride Michiru abbracciandola con amore.
Vicky le osserva con invidia, realizzo che
è ancora scossa dal rifiuto di Gwen. Ricordo che, in passato,
Mahori e Riûka avevano unito le loro gemme nonostante fosse
proibito il contatto fisico tra una gemma sacra e una gemma demoniaca.
Ma quello è solo un ricordo sbiadito, ora che sono rinate sotto
un'altra luce quel sentimento sembra non esistere più. Sono
più che sicura che il loro odio reciproco svanirà, forse
resteranno solo amiche. Non ne sono convinta, ma basta sperare.
Se Theira ha affermato che Sailor Divide e Sailor
Minus sono destinate a cambiare le sorti dell'universo, allora
dovrò fare in modo che smettano di odiarsi.
Gli angeli non devono odiare né i mortali né gli immortali, né la natura né il loro Creatore.
Gli angeli non devono mai rinnegare la loro natura, la loro fede, il loro amore, i loro pensieri e le proprie parole.
Se ci sarà Chibiusa al mio fianco, mi basteranno poche semplici mosse per porre fine alla loro piccola guerra.
Victoria's POV
Le invidio da morire. Se ripenso a quel pomeriggio con Regiela, il
cuore comincia a battere così forte al punto di non controllare
più i battiti. Jackie mi stringe dolcemente la mano con un
sorriso, io ricambio con poca gioia. Lei sa la ragione della mia
infelicità anzi, ormai lo sanno tutti.
Il mio sguardo incrocia di nuovo quello di Sailor
Vampire, lei mi sorride dolcemente ed io arrossisco. Perché
dovrei mostrarmi così sensibile agli occhi degli altri?
Somiglia così tanto a lei, quanto mi
piacerebbe sapere chi è veramente. Si allontana di qualche passo
senza farsi notare dalle altre ragazze, finché...
«Aspetta!» non esclamo attirando la
sua attenzione, mi osserva nuovamente con un sorriso. «Chi sei
davvero?»
«Se te lo dicessi ora non sarebbe una
sorpresa, mia piccola androide» e detto ciò si arrampica
sugli alberi davanti a noi e svanisce. Anch'io vorrei sapere chi si
nasconde dietro Sailor Vampire, ma ho paura che non sia davvero una
nostra alleata.
⭐️⭐ Centro della Terra, due ore dopo la battaglia ⭐️⭐️
«Anche lei ha fallito», strinse due pugni la principessa
oscura «quelle guerriere Sailor sono davvero forti.»
«Vostra Malvagità, siamo quasi al completo delle energie.»
Presa dalla rabbia gettò il suo bastone di ciliegio a terra facendo spaventare il suo servitore.
«Ahhh, non m'interessa! Le gemme sacre si sono riunite e adesso è tornata in vita la prima Sailor Purity.»
«Non è ancora detta l'ultima parola.»
La principessa girò il collo
curiosa verso la sua serva che, non appena si espose sotto le fioche
luci delle candele, sorrise malvagia.
«Cosa ci fai qui, Death Eye?»
«Lasciate che sia io ad
eliminare quelle guastafeste» disse «visto che la natura ha
fallito, sarà una loro creazione ad avere la meglio.»
Madness sorrise. Un androide demoniaco
come nemico era davvero una trovata geniale, così decise di
soddisfare la sua richiesta e le donò il potente Scettro
Cartesiano.
«Questo potere ti
permetterà di disegnare in cielo qualsiasi linea: secanti,
tangenti... quelle che vorrai»spiegò la principessa
oscura«ma sappi una cosa: non sei l'unica androide sulla
terra.»
Il suo specchio demoniaco proiettava
le immagini di due ragazze: una bionda e una castana, entrambe avevano
un ciuffo colorato che le rappresentava come guerriere di Andromeda.
Erano Dhromia e Mahori reincarnate in due ragazze mortali, ma dentro
erano fatte di metallo. Due androidi nate da un esperimento durato
più di mille anni. Death Eye era furibonda.
«Credevo di essere l'unica!» sbottò.
«Non lo sei, purtroppo, ma ti darò il permesso di ucciderle prima di tutte le altre guastafeste.»
«Me ne occuperò io, mia
principessa» disse il robot con gli occhi che brillavano di
vendetta «getterò la Terra nel buio totale ed
annienterò le Sailor Andromeda.»
«Le prime a morire saranno proprio le due sorelle robot.»
Tutte e due, la strega e la
principessa, risero malvagiamente, mentre lo specchio demoniaco
circondava la coppia di sorelle di tenebre.
Capitolo 35 *** Capitolo trentacinque - Un nuovo amore per Vicky ***
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Capitolo trentacinque
• Un nuovo amore per Vicky •
Tre giorni dopo...
Victoria's POV
Afferro la mia cartella e mi allontano dall'edificio. Non
voglio vedere nessuno, né mia sorella né la mia presunta
cugina Haruka. Ne ho piene le scatole delle persone, ho bisogno di
stare sola per un bel po'. So già che mio padre si
arrabbierà, ma poco m'importa.
«Vicky, non resti con noi?» Haruka mi coglie di sorpresa
con un sorriso, accanto a lei ci sono Michiru e mia sorella. Jackie non
ha perso tempo da quando è arrivata qui, eppure non è una
tipa tanto socievole. Ha già due amiche e non ha fatto il nome
di Elvira da quando è entrata in questa accademia prestigiosa.
«Ho gli allenamenti, non posso fare tardi» rispondo senza
mostrare un sorriso; fredda e un po' irritata. So che avevano in mente
un pomeriggio tutte insieme, ci saremmo conosciute meglio - ora che
Haruka e Michiru hanno saputo la nostra vera natura e cosa abbiamo
davvero in comune.
«Sei sicura, sorellona?»
«Sicurissima» rispondo senza pensare «e non tempestarmi di domande come fai di solito.»
Lascio l'edificio con la solita espressione cupa, la borsa sulle spalle
e nessuno attorno a me. Non ho alcuna intenzione di guardare le ragazze
che mi gridano dietro con gli ormoni fuori controllo, ho solo bisogno
di sfogare la mia rabbia contro qualcosa. La palestra della scuola
è sempre vuota, eppure in questo periodo ci sono moltissimi
tornei.
Entro negli spogliatoi, mi cambio velocemente, afferro al volo una
palla e palleggio per qualche minuto. Ho scoperto la vera
identità di Sailor Divide e se solo ripenso a quelle finte
lacrime e a quel braccialetto, la rabbia e la tristezza crescono sempre
di più dentro di me.
Lancio la palla contro il muro un paio di volte lasciando che sfiorasse
pericolosamente la rete, e vado avanti per almeno dieci minuti per poi
passare ai canestri, mancandoli più di tre volte.
«Sei tutta sola?»
Questa voce così sensuale e cantilena... la riconosco. Ogni
volta che la sento, il mio cuore salta e tutto dentro di me si blocca.
Oh, Madre, è Regiela! Divento paonazza e lascio cadere il
pallone a terra senza una ragione, cerco di non farmi vedere tenendo le
due estremità dell'asciugamano sulle mie spalle.
«Purtroppo sì» rispondo con un filo di ironia -
anche se non c'è nulla di divertente «ma ci sono abituata,
ormai.»
«Mi dispiace vederti da sola nella palestra della scuola, eppure
qui c'è sempre qualcuno.»Mi sfugge un sorriso.
«Adesso ci sono io.»
La ragazza ricambia il mio sorriso, vederla curvare quelle labbra mi
rende felice. Non è la prima volta che mi capita, ma la
sensazione che sto provando in questo momento è indescrivibile.
Mi giro e incrocio il suoi occhi marrone chiaro, molto più
luminosi del solito. Si vede una leggera sfumatura di rosso che
comincia a inquietarmi, anche se non dovrei avere paura di una ragazza
affascinante come lei.
Lei è una vampira, io sono un androide. Lei beve sangue, io bevo petrolio. La sua pelle è molto chiara, la mia è leggermente scura - e finta. Lei ama il rosso, io amo il blu. Siamo molto diverse, ma vedo la Perfezione tra noi.
«Spero non ti dispiaccia, Vicky.»
«No, per niente» rispondo con indifferenza «puoi stare qui quanto vuoi.»
Regiela sorride dolcemente senza aver notato il mio volto inespressivo.
«Non voglio che tu stia da sola in una palestra desolata come
questa» dice, poi. Abbasso di poco lo sguardo verso il pavimento
e arrossisco leggermente, è davvero venuta qui per me?
«E un'altra cosa...» abbassa leggermente la voce, «una cosa che volevo dirti da tempo.»
«Quale sarebbe?» chiedo togliendomi l'asciugamano dal collo, passandomelo delicatamente sul viso.
«Io ti amo» quelle parole rimbombano nella mia testa come
un'esplosione atomica. Stringo tra le mani il mio asciugamano facendolo
poi cadere accidentalmente sul pavimento della palestra, le guance
rosse e il cuore palpitante.
«Cos'hai detto?» faccio finta di non capire.
«Ho detto che ti amo, Victoria» pronuncia così bene
il mio nome, «ti ho amata dal primo momento che ti ho vista, sia
come studentessa che come guerriera Sailor.»
La mia espressione rimane neutrale, senza un segno di felicità o
tristezza. Recentemente ho litigato con Gwen, e non è andata
affatto bene. Ho scoperto di essere nella sua stessa squadra e
ciò non mi rallegra affatto. Ritrovarmi faccia a faccia con chi
mi ha ferita nel cuore non è stato affatto un momento memorabile
anzi, lo è dal lato negativo.
Non credo di riuscire ad accettare i sentimenti di un'altra ragazza, ma lei mi piace tanto.
«Perché?»
«"Perché", cosa?»
«Perché mi ami?» circondo il mio grembo con le
braccia distogliendo lo sguardo. «E perché ti sei
dichiarata proprio adesso?»
«Mmh... perché hai anche rotto con Gwen» risponde.
«Solo perché ho rotto con lei - anzi, non proprio - non
significa che tu abbia il diritto di uscire con me» ribatto con
tono gelido.
"Ma che accidenti stai facendo, discarica di ferro arrugginito? La tua nuova fiamma si sta dichiarando e tu fai la frigida?"
Sarò una ragazza dal cuore di ghiaccio, ma ho imparato molto
sull'amore, soprattutto quello non corrisposto. Tuttavia, anch'io la
amo; ed è proprio di questo che ho paura: l'essere respinta per
la seconda volta.
«Non ce l'ho con te, è solo che... non so se sono pronta ad amare di nuovo.»
«Sei davvero una ragazza strana», sogghigna «ma capisco come ti sei sentita.»
La guardo con gli occhi lucidi. Se solo ripenso alle parole di prima,
finirei per piangere sulla sua spalla per l'eternità, ma devo
cercare di trattenermi. Non posso continuare ad essere un peso per gli
altri, soprattutto in certi momenti. Me lo disse papà prima di
ritrasferisci a Tokyo, quando io e Jackie eravamo ancora ragazzine.
«So che probabilmente ti odi, ma non dovresti. Sei una grande
persona» dice. «Sei stata così coraggioso e forte
durante quella battaglia, ti ho osservata con invidia e stupore... sei
anche molto dolce e gentile, sei così forte! Ad ogni ragazza
piacerebbe essere la tua ragazza, anche me!»
"Mi hai vista combattere? Allora... sei tu Sailor Vampire?"
Sorrido.
«Anche tu, eh? Davvero?»
Regiela sospira, arrossisce e distoglie lo sguardo. «Certo che
sì, baka.»
Essere chiamata "stupida" mi mancava,
soprattutto quando me lo diceva mia sorella e, ogni tanto, nostro padre
ridendo e scherzando. Mi sfugge una risata.
«Non sto scherzando, i miei sentimenti per te sono veri»
continua «sei la ragazza più forte e coraggiosa che abbia
mai incontrato, non penso di potermi mai abbinare a te ma tu sei anche
così gentile e generosa - più gentile di quanto io possa
mai essere. So per certo che ti seguirò ovunque tu vada.»
Queste parole mi commuovono. Tutto d'un tratto, il mio sguardo cade sui
suoi occhi marroncino chiaro, quasi tendenti al rosso. Ricambia i miei
sentimenti, mi ama... non potrei essere più felice di
così.
«Anch'io» dico velocemente senza neanche pensarci due
volte. Avvicinandosi di qualche passo verso di me, lei mi offre la
mano. Gliela prendo e la sollevo gentilmente baciandola con amore e
guardandola negli occhi, sto captando una sensazione strana, come "le
farfalle nello stomaco" che descrivono gli umani.
Sono davvero felice, ricambia il mio amore.
«Quindi, accetteresti di essere la mia ragazza?» mi domanda
intrecciando le dita con le mie, facendo saltare il mio cuore dalla
gioia.
«Accetterò ad una condizione», dico «devi promettermi che sarai fedele.»
Si mette in punta di piedi avvicinandosi alle mie labbra e sfiorandole con lussuria.
«Lo sarò, questa è una promessa» e mi bacia a stampo. Wow, questo proprio non me lo aspettavo.
«Allora?»
«Sì», sorrido con gli occhi lucidi «accetto.»
Mi lascio baciare appassionatamente mentre una lacrima scura mi riga il
viso, il cuore sembra voler uscire dalla mia corazza, mi sento in
paradiso. Le sue labbra sono forti e morbide, il suo profumo mi fa
sballare. Decido di ignorarlo e mi concentro su quanto mi senta felice
in questo momento, felice di poterla baciare e mostrare i miei
sentimenti.
Lei sorride e ridacchia lanciando lentamente le braccia attorno alle
mie spalle, avvicinandosi sempre di più a me. Finalmente posso
dire che ho trovato l'amore della mia vita, colei con cui
condividerò il resto dei miei giorni, l'altra metà di me.
«Non soffrirai con me, non ti pentirai di aver accettato il mio
amore» mormora prima di baciarmi per la seconda volta.
«Ne sono sicura» e via un altro bacio.
«Visto che hai finito gli allenamenti, ti va di vedere casa mia?»
Se non ricordo male, abita a qualche passo da casa mia, all'inizio del
vicolo; la sua è una casetta come tutte le altre, con la
differenza della porta nera e un arredamento dall'aspetto tetro. Ora
che ci penso, non l'ho mai vista da dentro.
«Molto volentieri» sorrido dolcemente facendomi prendere
per mano e, con la borsa sulle spalle, usciamo dalla palestra e
camminiamo fino a casa sua. Non appena apre la porta, la casa si tinge
di rosso e di nero, i due colori della morte. Per un vampiro è
tipico essere circondato da colori macabri, da un buio pesto e strane
decorazioni.
Non mi incute affatto paura anzi, ne sono impressionata. Chissà
come fa a vivere senza i suoi genitori al suo fianco; ora che ci penso
li ha uccisi per sopravvivere, mi chiedo se si fosse mai pentita di
averlo fatto. Mi fa cenno di sedermi ed io obbedisco.
Sicuramente, una ragazza come lei odierà tutto ciò che
è colorato di rosa - e anch'io odio a morte quel colore,
nonostante sia una donna. Fortuna che non indosso biancheria intima
rosa o verde chiaro come mia sorella.
«Ti va un succo di frutta alla mela?» arriva con un
bicchiere di vetro sottile con una strana miscela giallastra, quella
che dovrebbe essere succo di mela. Me lo porge dolcemente ed io lo
prendo con entrambe le mani.
«Non avresti dovuto disturbarti, Regiela...»
«Non mi disturbi affatto, specie se sei tu a farlo» sorride
facendomi arrossire. Sembra così felice di aver ospitato una
ragazza non umana, considerata attraente dalle altre ragazze.
Mi porto il bicchiere alle labbra facendo finta di bere, pur sapendo
che non posso entrare in contatto con un liquido che non sia petrolio.
Forse Regiela se ne sarà accorta. Improvvisamente mi salta
addosso facendomi scivolare il bicchiere dalla mano, sobbalzo e sento
le gambe tremare.
«Mi è scivolato il succo di frutta» sussurro.
«Non preoccuparti, ci pulisco più tardi» risponde a
bassa voce prima di baciarmi e accarezzarmi una gamba. Non posso fare
altro che assecondarla, chiudo gli occhi inebriandomi del suo respiro
frenetico e gustandomi i suoi baci lenti e piacevoli.
Ho ancora leggere fitte al cuore, ma non m'importa. Per la prima volta
mi sento davvero felice con una ragazza. Sento il suo profumo, la
guardo, mi guarda, mi bacia, mi abbraccia, e accostando le sue labbra
accanto al mio orecchio mi sussurra qualcosa che nessuno mi ha mai
detto.
«Të dua, Vicky...»
Mi ama.
Haiyuki's POV
«Ma come? Te ne vai già?»
Chibiusa sembra voler versare lacrime, ma non ho altra scelta se
lasciare la Terra e tornare nell'Alckemia del futuro; casa mia. Certo,
non sono riuscita a far fare pace alle ragazze destinate a cambiare il
mondo, ma almeno ho conosciuto una ragazza carina e simpatica come lei.
Non per altro, è la mia nemesi.
«Eh, sì», rispondo con tristezza «il mio pianeta mi sta aspettando.»
«E la nostra missione?» "Me sono completamente dimenticata!"
«Oh... giusto, che idiota che sono» ridacchio nervosamente,
poi tiro fuori dalle tasche due ciondoli a forma di farfalla,
«dobbiamo trovare il modo di farle tornare amiche.»
«Solo amiche?»
Annuisco.
«Dopo quello che successo tra loro - la cicatrice di Vicky, le
innumerevoli volte che si sono insultate, una relazione d'amore non
potrà mai nascere ma possiamo fare in modo che smettano di
odiarsi.»
«E come pensi di fare?»
Mi volto improvvisamente verso una ragazza dai capelli rossastri e gli
occhi arancioni, molto bassa, affiancata da Lisa e Makoto. Lei è
la migliore amica di Jackie, la ragazza androide del gruppo: Elvira
Sowashi. Lei farà proprio al caso mio.
«Se non saranno i nostri cuori gemmati a riappacificarle, allora,
useremo la nostra arma vincente», sorrido maliziosa rimettendo i
ciondoli nelle tasche «ed io so chi potrà aiutarci.»
"La gabbia in cui vivo è indistruttibile, ma troverò la chiave per liberarmi da questa prigionia eterna."
▼▼
Capitolo trentasei
• Ragazza incompresa •
Elvira's POV
«Ti prego, scusami, non volevo offendere i tuoi amici!»
È la terza volta che succede: vengo fraintesa da un ragazzino
due anni più piccolo di me. Questa sono io: Elvira Sowashi, la
ragazza più bassa e temuta della scuola. Ho quattordici anni e
frequento la seconda media, sono nella stessa classe di Usagi Tsukino,
nonché una delle mie più care amiche. Cerco di osservare
ogni sfumatura di una persona per approcciare con loro, ma non sempre
funziona anzi, vengo trattata al contrario di ciò che mi aspetto.
Dolcemente? Simpaticamente? No, piagnucolando o con voce roca. Raramente mi è capitato di litigare usando parole volgari.
«Non intendevo dire questo, io...»
«Scusami, scusami, ti chiedo umilmente scusa.»
«Ahh, vattene via!» grido scocciata allontanandomi dal
ragazzino con il fumo che esce dalla mia testa. Come si fa ad essere
così cocciuti? Ha quasi tredici anni e piange come un bambino di
tre anni? Ridicolo.
Mi cambio le scarpe e cammino per il corridoio con aria un po'
nostalgica. Mi manca già Jackie, la mia migliore amica.
Passavamo sempre la giornata a ridere e guardare i ragazzi più
grandi passare davanti a noi fantasticando.
Perché Jackie ha cambiato scuola? Perché sento la sua
mancanza? E pensare che finora non sono riuscita a rendermi conto della
stima che provo per lei, eppure ci conosciamo da quasi due anni.
«Su con il morale, Elvira», mi sorride dolcemente Lisa «puoi sempre rivederla dopo la scuola.»
«A meno che suo padre non voglia spegnerla per farle qualche strano aggiornamento.»
«Un androide deve essere sempre al massimo delle sue efficienze.» "Ma io voglio vederla!"grida il mio cuore. "Pensa a studiare, invece di pensare a lei!"replica
la mia coscienza.Lisa afferra la sua cartella e lascia la scuola in
compagnia di Lucrezia e Makoto, mentre io rimango a fissare il mio
armadietto arrugginito. Ho molto sonno e non mi reggo più in
piedi, ho una carenza di vitamine incredibile, non mangio da giorni
anzi, da quando Jackie non è più al mio fianco.
«Avete sentito? Pare che Yoshiro e Kowanawa si siano lasciati.»
Le mie orecchie rantolano aiuto, forse ho sentito male. Quelli sono i
cognomi di Gwendaline e Kai, la coppia "perfetta" e la migliore
dell'anno.Tsè, sai che roba!
«Non ci credo!»
«Era una coppia così perfetta!»
«Significa che abbiamo una possibilità?»
«Sapevo che Gwen non era la ragazza giusta, quei due erano fin troppo perfetti.»
Io, invece, conosco la ragione. La corvina è ancora scossa dalle
parole di Vicky, non mi dispiace affatto vederla avvilita anzi, se lo
meritava da tanto tempo.
"Ecco, così impara a fare la perfettina di 'sta cippa!"
«Io ho sentito dire che è nata una nuova coppia alla Mugen Academy!»
«Davvero?»
«Conoscete Victor, il ragazzo prodigio e figlio del professor
Kamesuke? Pare abbia trovato la sua anima gemella!» i loro occhi
diventano a cuoricino. Chi è Victor? Lo conosco? Non credo, ma
quel cognome mi risulta essere molto familiare.
«Oh, davvero?» chiede una del gruppo un po' delusa. «Speravo di poterlo incontrare e abbracciarlo.»
«Non ci sperare, e poi c'è sempre Haruka.» «Ahhhh, lui!» di
nuovo gli occhi a forma di cuore. Maledizione, come fanno le ragazze a
sbavare davanti ai ragazzi? Non me lo spiegherò mai e poi, a me
non interessano anzi, non li sopporto.
«Vi siete rese conto che lui e Victor si somigliano molto? Che siano fratelli?»
«Impossibile, hanno cognomi diversi.»
Io so cosa sono davvero: due nemesi uguali ma diverse, come Ami e me.
Io sono il suo esatto contrario: irascibile, decisa e grintosa - la
voglia di fare i compiti non mi manca di certo, ma detesto concentrarmi
e studio in una maniera idiota: leggo e basta.
«A proposito, questo pomeriggio Victor si allenerà per le
gare nazionali di pallavolo» esclama una ragazza mora del gruppo
- sono in due «chi vuole portargli qualcosa?»
«Io gli porterò i biscotti!» dice una.
«Io un asciugamano di seta!» dice un'altra.
«A me basta la presenza» conclude la bionda del gruppo. Io,
invece, ho deciso di andare a trovare Jackie ma, indubbiamente,
andrà a fare compagnia a sua sorella insieme a Regiela. Le
invidio.
Nonostante il brutto rifiuto di Gwen, ha deciso comunque di amare
qualcun'altra e ha fatto la scelta giusta. Conosco Regiela e mi fido
ciecamente di lei, anche perché non è colei che tutti
pensano; è una vera amica.
*
Da quando Jackie e sua sorella sono diventate studentesse di quella
scuola, le ragazze non fanno altro che ammirarle, Vicky in primis.
Com'è possibile che l'hanno scambiata per un maschio? Oh, beh,
con quella divisa dai colori spenti, una divisa simile a quella di un
uomo d'affari (yuppie, per la precisione), chi mai non abboccherebbe ad
un inganno simile? Confesso che non l'ho mai vista in queste vesti.
Le giovani ragazze la chiamano a gran voce e lei sorride incrociando i
loro sguardi, fa l'occhiolino ammiccante e alcune di loro vanno in
estasi. Ora capisco perché lei e Haruka sono esattamente uguali:
tutti le vanno dietro, basta un semplice sguardo per farle impazzire e
solo una carezza per farle bagnare. Ecco perché detesto gli
uomini!
«Senti, quel ragazzo non è tuo, chiaro?»
«Bada a come parli, ragazzina, io sono la sua fidanzata ergo, non voglio che vi avvicinate a lui. Chiaro?»
Non ho mai visto Regiela così gelosa, si vede che è
pazzamente innamorata di Vicky e non lo nega. Noto che ha una grande
difficoltà a gestire quella mandria di ragazze dagli ormoni
impazziti, così faccio avanti e grido da dietro alla folla.
«Lo spettacolo è finito, ARIA!»
«Altrimenti?» ribatte una di loro. «SPARITE O VI MANDO TRA LE FAUCI DEGLI ORSI POLARI A SUON DI CALCI NEL DIDIETRO!»ringhio
con voce spaventosa facendo spaventare le ragazze che, di colpo, si
allontanano gridando e piagnucolando. «Questa ragazza è
pazza!!!»
Sorrido maliziosa mentre le piccole leccapiedi scappano spaventate
dalla mia voce paurosa. So essere pazza quando voglio, sopratutto
quando le ragazze si esaltano troppo per un ragazzo affascinante anzi,
una donna bella, gentile e onesta.
«Ti devo un favore, Elvira» mi sorride dolcemente Regiela tenendo il manico della porta con entrambe le mani.
«Scusami se mi sono intromessa» mi affretto a dire.
«Non devi scusarti anzi, sei capitata al momento giusto»
una voce sensuale attira la mia attenzione ed io, curiosa, mi metto in
punta di piedi osservando il suo profilo.
Dietro le spalle di Regiela c'è una ragazza alta dal fisico
slanciato, capelli biondi e un ciuffo blu cobalto che le copre un
occhio: è proprio Victoria. Com'è cambiata, ora sembra
una ragazza molto matura. Nonostante sia passato solo un mese da quando
ha lasciato la nostra vecchia scuola, sembra aver dimenticato
pienamente la sua vecchia fiamma. Dovrebbe essere una cosa positiva, ma
non lo è: sento che qualcosa non va.
«Davvero, non volevo...»
«Smettila di scusarti», sorride lei «e poi, quelle
ragazze urlavano così forte che mi hanno fatto venire il mal di
testa.»
Era sarcasmo o parlava sul serio? Non è facile capire il senso dell'umorismo di un robot di ultima generazione.
«Non hai tutti i torti: se fossi stata al tuo posto, le avrei mandate a quel paese fin dall'inizio.»
«Lo farei, se non fosse così difficile» sogghigna
«va contro i miei principi e poi, non voglio che nessuno ci
rimanga male o si offenda, perché non mi piace vedere una
persona triste.»
«Sei davvero buona» sibilo sottovoce osservando le loro
mani intrecciate; hanno tante cose in comune, fanno parte della stessa
scuola e il loro caratteri coincidono perfettamente.
«Ti va se facciamo la strada insieme, oggi?» sussurra al suo orecchio.
«Va bene» risponde lei con una voce più profonda del
solito. Incredibile come quelle due ragazze siano cambiate, da quando
sono insieme. Vicky, ogni tanto, dorme a casa sua per farle compagnia e
suo padre non è affatto contrario anzi, è contento di
vedere sua figlia felice dopo tanto tempo. Ma sento che qualcosa non va.
In verità, le cose dovevano andare diversamente, ma una
cicatrice sul cuore ha squilibrato tutto. Certo, è colpa di
quella stupida di Yoshiro!
A volte mi chiedo perché sia la leader della squadra esterna di
Andromeda - di cui faccio parte, per giunta - e perché non le
abbia dato un pugno sul naso quando ha preso in giro i sentimenti di
una ragazza androide simpatica e attraente come Victoria. Maledizione,
avrei voluto essere lì per farlo, almeno si sarebbe rimangiata
tutto!
«Va tutto bene, Elvy?» Elvy... il diminutivo che ha
creato Jackie per me e che nessuno ha il diritto di pronunciare. Se lo
dice sua sorella, non mi dispiacerà affatto sentirlo.
«Sì, certo» indietreggio di qualche passo «forse è meglio che vada.»
«Mia sorella è a casa, se vuoi andare a trovarla, sei
libera di farlo» sorride Vicky capendo che la persona che mi
manca di più è sua sorella. Quella ragazza ha un cuore
d'oro; Regiela ha fatto la scelta giusta scegliendola come partner, e
viceversa. Sono davvero una bella coppia.
▼
Lisa's POV
«Avanti, Lisa, sbrigati a vestirti!»
Sono passati quarantacinque minuti precisi, Sora non sembra aver voglia
di aspettare oltre. Per la prima volta nella mia vita, mi sto mettendo
il mascara e il rossetto rosso per apparire più "adulta". Ora
che mi guardo meglio allo specchio, sembro una ventenne pronta a
rimorchiare anziani o chissà chi.
«Un momento solo, pasticcino, mi manca davvero poco.»
Da quando io e Sora siamo fidanzati, la mia vita ha preso una strana
piega; parole sdolcinate, baci e abbracci, luoghi proibiti, frasi con
doppi sensi... è questa la vita di coppia?
Tuttavia, non è poi così male. Mi basta la presenza di un
ragazzo dagli occhi d'argento per essere felice: il mio adorato
principe bianco mascherato.
«Ma quanto ci metti?»
Torno nella realtà ed esco frettolosamente dal bagno,
afferrò il cappotto ed esco di casa. Non sono esattamente come
Sora si aspettava - un vestito attillato, scarpe col tacco alto,
gioielli ovunque, un trucco da ragazza di strada... no, sono
semplicemente me stessa.
«Finalmente ce l'hai fatta», sorride «credevo non uscissi più.»
«Ora sono qui, come puoi vedere» ridacchio nervosa
«ma non mi sono vestita come una donna ricca sfondata...
cioè, non come una vera signora.»
«A me piaci così come sei, piccolo zaffiro» di colpo
il mio cuore si scioglie. È una sensazione così
piacevole, non mi sarei mai immaginata un bellissimo appuntamento con
il mio principe azzurro (che azzurro non è, ahah!), peccato sia un'uscita in quattro tra due coppie di nemesi. Che trovata geniale!
«Siamo pronti, Mamoru-san?»
«Siamo nati pronti, vero, Usako?»
Il coniglio della luna si presenta con un classico abito da cocktail
nero e bianco, accoppiato con lo smoking elegante del suo fidanzato.
Sembra imbarazzata. In effetti, neanche lei pensava di partecipare ad
un'uscita in quattro. Che cosa si sono messi in testa quei due?
"So già che questo appuntamento in quattro sarà uno schifo."
Capitolo 37 *** Capitolo trentasette - La Teoria del Caos e l'Effetto Farfalla ***
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Sono tornata dalle vacanze (e anche per aggiornare questa storia!) <3 Spero di non avervi fatto aspettare tanto, in tal caso mi farò perdonare. - Gloria
Capitolo trentasette
• La Teoria del Caos e l'Effetto Farfalla •
Victoria's POV
Ho fatto girare la chiavetta più di tre volte, ma il carillon
non vuole suonare. Ho bisogno di sentire la sua melodia almeno una
volta a settimana, o quando sono arrabbiata o triste. In verità,
dovrei smettere di piangere per la perdita di mia madre, perché
lei non lo vorrebbe. Sono già passati millenni, lei non è
tornata in vita come me, Jackie e nostro padre.
Mia madre è stata uccisa, mio padre si è tolto la vita
dopo l'assassinio di quest'ultima, mia sorella è caduta in
guerra ed io non mi ero concentrata abbastanza. D'altronde, lei stessa
mi ha costruita, ma non è la ragione per cui il mio cuore e il
resto di me sono pieni di difetti e malfunzionamenti: non pensava che
una gemma come lo zircone mi avrebbe donato un potere grande e
difficile da controllare, ma nonostante tutto, sono riuscita a rendermi
conto che non tutto va liscio come l'olio. Devo smetterla di soffrire
per qualcosa che è accaduto solo mille anni fa, ora sono rinata
come Victoria Kamesuke, la ragazza androide nata da un esperimento
scientifico importante: ilSailor Mecha-Senshi Project- anche se il mio vero nome, in teoria, è composto di soli numeri.
«Non vieni a cena, tesoro?» la voce di papà mi rilassa sempre, proprio come quella della mamma.
«Scusa, ma non ho fame» rispondo un po' triste tenendo tra le mani il carillon.
«Non riesci a fare a meno di quel prezioso regalo, vero?»
sorride entrando nella mia stanza, avvicinandosi lentamente alle mie
spalle. «Avevi pochi mesi quando tua madre lo ha costruito, lo
aveva pensato per farti smettere di piangere.»
Accenno un sorriso.
«Eri proprio una piagnucolona, facevi cadere ogni cosa dalle mani
e piangevi pur di riaverlo indietro» ridacchia appena, «ma
ora sei diversa, sei molto più fredda e quasi insensibile.»
«Lo so, ma non è colpa sua se sono diventata quello che
sono», ammetto «è colpa della cicatrice e di tutti
quei dolori che ogni giorno sono costretta a sopportare»
«Non ho mai visto la natura nella sua piena purezza, non ho
ammirato un paesaggio da lontano... le uniche cose che vedo tutti i
giorni sono la scuola e il tuo laboratorio» la mia voce s'incrina
di colpo.
«Vorrei poterti far uscire più spesso, ma ricorda che sei
nata robot e hai dei limiti e delle regole da rispettare - vale anche
per tua sorella, ovviamente. Purtroppo non diventerai mai un umana a
tutti gli effetti, ma farò in modo che tu possa avere quello che
loro hanno e che tu ancora non hai.»
Mi sfugge un sorriso, abbraccio forte mio padre con le lacrime agli
angoli degli occhi. So che potrò sempre contare su di lui.
«Allora, se non hai davvero fame, ti lascio sola» si libera
dal mio abbraccio e lascia la mia stanza chiudendo la porta scorrevole.
Il mio cuore, nonostante sia ferito, sa che posso contare anche su
un'altra persona: la mia adorata Regiela.
*
Elvira's POV
«Come sarebbe a dire "non posso venire"?» sbraito. «Me lo avevi promesso!»
«Mi dispiace, Elvy, ma devo andare da mio padre per farmi
sistemare le mie protesi», risponde Jackie a malincuore
dall'altro capo del telefono «lo so che avevamo un programma un
pomeriggio tra amiche con Rei e Minako, ma non posso muovermi di casa
finché non starò bene.»
«Capisco.»
«Non essere arrabbiata, ti prometto che troveremo un altro giorno e questa volta saremo solo noi due.»
«Va bene», sorrido «allora... vai pure da tuo padre.»
«Scusami ancora» conclude la chiamata ed io mi ritrovo con un suono continuo che entra ed esce dalle mie orecchie.Perché proprio oggi? Uffa!
Getto il telefono a terra con gli occhi lucidi, ma mi rendo conto di
essere una perfetta idiota. Lei è un robot, ha tanti problemi.
Perché devo mettermi sempre in mezzo?
Improvvisamente, un bussare attira la mia attenzione. Il rumore non
viene dalla porta della mia cameretta, ma dalla finestra. Afferro la
mazza da hockey e la impugno mentre apro la finestra. Una ragazzina dai
capelli rosa e dall'acconciatura strana si mostra ai miei occhi, lascio
cadere la mazza di legno sul tappeto.
«Chibiusa!» esclamo sorpresa.
«Ciao» saluta con un sorriso.
«Ehm, ci sono anch'io» aggiunge mentre la bambina dai
capelli turchese si mostra ai miei occhi, «scusa se ti abbiamo
spaventata.»
«Tranquilla, testolina pompon, non
mi spavento così facilmente» rispondo «uso sempre
quella mazza per picchiare i bulli che mi perseguitano o chi mi prende
in giro per l'altezza.»
«Wow, che grinta» commenta Chibiusa osservandola meravigliata.
«Sputate il rospo: perché siete qui e non a casa vostra?»
A farsi avanti è proprio Haiyuki, la piccola Lady Sapphire
nonché Neo Princess Dahlia. La bambina mette le mani nelle sue
tasche e mostra due ciondoli a forma di farfalla, un'ala è fatta
di cristallo trasparente, come se fosse vetro.
«Che cosa sono?» chiedo curiosa.
«Questi sono i ciondoli Butterfly» risponde lei «una
profezia narra che il suo potere è collegato alla Teoria del
Caos.»
«Perdonate la mia ignoranza in materia, ma che cosa sarebbe questa... ehm, Teoria del Caos?» chiedo ignorantemente.
«Secondo quanto dice internet, è lo studio dei sistemi fisici dinamici che esibiscono una sensibilità esponenziale rispetto alle condizioni iniziali» spiega Chibiusa.
«Detto in parole povere?»
«Non è altro che la principale conseguenza dell'effetto
farfalla cioè,» continua leggendo il suo tablet rosa
«dellepiccole
variazioni nelle condizioni iniziali che producono grandi variazioni
nel comportamento a lungo termine di un sistema.»
Inarco un sopracciglio e la ragazza dai capelli blu sospira scocciata -
non prendetemi in giro, non sono mai stata brava in matematica, eppure
sono una Sailor Andromeda. «Ogni singola azione dell'individuo può nuocere il futuro negativamente.»
«E come possono due ciondoli come questi essere paragonati a questa Teoria?»
Le due ragazzine si guardano per un po' realizzando che nemmeno loro
conoscono l'origine dei due talismani, soprattutto io. A quanto ho
capito, i due ciondoli sono in grado di squilibrare gli avvenimenti
all'interno di un pianeta o una galassia attraverso la teoria del caos,
ma tutto questo a cosa è collegato? Se Vicky e Gwen sono davvero
le guerriere prescelte a cambiare il corso degli eventi, allora, i
ciondoli saranno i due talismani - preceduti dalle gemme - che
porteranno al tanto atteso cambiamento.
«Che sia legato al Quinto Emendamento di Andromeda?» chiede Chibiusa.
«Potrebbe essere», rispondo «ma non dobbiamo trarre
conclusioni affrettate, non sappiamo esattamente a cosa sono collegati
i talismani con le gemme di Gwen e Victoria.»
«L'unica cosa da fare è darglieli e vedere che cosa
succede» aggiunge Haiyuki «anzi, osservarli. Come puoi
vedere, un'ala della farfalla è di cristallo: secondo la Teoria,
chi la indossa sarà in grado di gestire e limitare i suoi poteri
più grandi - il cristallo si colora a seconda della
personalità dell'individuo.»
«Quindi non valgono i primi quattro Emendamenti?»
«Dipende, se le personalità corrispondono alle gemme
sacre, proibite, demoniache o alle fusioni, in questo caso valgono solo
il Terzo, il Quarto e il Quinto Emendamento - poichè la regola
stabilisce che ad indossare il ciondolo Butterfly deve essere una
persona che custodisce un forte sentimento d'amore nel cuore, profondo
o semplicemente una cotta e che sia riferito al passato o al
presente.»
Ora che ci penso bene, Vicky e Gwen sono legate da un amore passato,
anche se quest'ultima ha rovinato la speranza di poter arrivare al
Cambiamento ma, come disse Dio,"un sentimento forte come l'amore può contrastare qualsiasi tipo di peccato". Anche se quel sentimento è nascosto da una corazza di ghiaccio, so per certo che non svanirà.
«Ho solo un'altra domanda: come faccio a dare uno di quei ciondoli a Vicky?»
«Conosci sua sorella, no? E poi, lei ti stima tantissimo»
risponde Chibiusa «perché non provarci?»
Allunga la sua mano e mi lascia un ciondolo tra le mani, io mi avvicino
e osservo il colore luminoso del talismano e l'oro brillante che lo
circonda.
«A Gwendaline ci penseranno Usagi e Lisa, dal momento che fanno parte del club di manga» aggiunge Haiyuki.
«Hey hey hey, un momento», la interrompo «Gwen legge i manga?»
«Solo glishojo, quelli
noiosi e ripetitivi» risponde la bambina zaffiro «ma non
pensare ai suoi hobby, pensa alla tua piccola missione.»
Faccio un piccolo cenno con la testa e osservo nuovamente il ciondolo. Spero solo che tutto vada bene.
Victoria's POV
Dolci parole entrano nella mia testa:të dua. Sento
il piacevole tepore del sole su di me, mi rilassa tantissimo. Non ho
mai provato una sensazione così bella, non sapevo come ci si
sentisse a dormire in una coperta calda e non nel solito letto di
metallo in verticale e senza un lenzuolo addosso.
Ho preferito non dormire a casa mia, perciò ho deciso di venire
a casa di Regiela. Mi mancavano le sue coccole - non riesco a farne a
meno, ogni volta che le sue dita mi sfiorano riescono a scacciare i
miei incubi.
«Sei già sveglia?»
A risvegliarmi, stavolta, non è il solito rumore di un computer, ma la sua bellissima voce.
«Sì», mormoro «in verità, proprio ora mi sono svegliata.»
«È la prima volta che dormi in un letto morbido?»
Annuisco. «Confesso che si sta davvero bene qui sotto il piumone.»
Regiela sorride e si mette sopra di me sfiorandomi il naso. Ho una
ragazza che mi ama tanto, sono riuscita a trasmettere le mie emozioni,
ora lei è su di me. Non posso chiedere di meglio.
«Adesso come si sta?»
«Meglio di prima» rispondo con tono divertito circondandole
il collo con le braccia, per poi lasciarmi baciare lentamente.
«Non potrò dormire con te per molto, vista la mia...ehm. situazione.»
«Puoi venire da me quando vorrai, la porta di casa mia
sarà sempre aperta per te» sorride dolcemente appoggiando
la testa su di me. Non mi sono mai sentita così amata,
così felice; non avrei mai pensato di regalare un sorriso ad una
ragazza come lei, nonostante la mia vera natura.
Con lei al mio fianco dimentico ogni mio pensiero negativo. Mi basta
incrociare il suo sguardo e il mio cuore va in estasi, mi basta un suo
abbraccio per sentire il suo calore, mi basta un suo bacio per sentirmi
amata. Ogni cosa che mi trasmette, riesco a viverla. Lei mi completa.
«Come fai a vivere da sola, senza nessuno che ti aiuta?» le chiedo senza un motivo.
«Me lo chiedo anch'io», risponde sussurrando «ormai sono abituata a vivere nella solitudine.»
«Non hai mai ospitato nessuno, a parte me?»
«Sei l'unica ragazza che ho voluto accogliere nella mia casetta,
la tua compagnia non mi dispiace affatto anzi, vorrei che restassi qui
a lungo.»
«Finché non guarirò, non potrò farlo»
dico con tono un po' triste «ma ci saranno altre occasioni per
stare insieme sotto il piumone.»
Intanto, lei si diverte a stuzzicare con le dita il mio piercing
d'argento sull'ombelico - soltanto mio padre sa cosa sia in
realtà.
«Ti dona questo gioiello, sai?» sussurra baciandomi la pancia con amore.
«Davvero? Credevo non ti piacessero accessori del genere»
rispondo «e poi, se non erro, a te piacciono di più gli
orecchini.»
«Già, e anche tu ne porti uno» ridacchia toccando il
mio orecchio sinistro con le stesse dita che hanno sfiorato il mio
piercing, «indossi solo questo?»
«Sì, perché non mi piace agghindarmi tanto -
cioè indossare tanti gioielli, altrimenti finisco col
trasformarmi in un albero di Natale» sorrido immaginando la
scena, mettendomi poi le mani dietro la nuca «anche perché
odio gli oggetti luccicanti, preferisco le pietre scure come lo
zircone.»
«Allora è vero che la gemma che porti sotto il polso
è di colore scuro», dice sfiorando di poco il piercing con
le labbra «mi sono sempre chiesta chi fosse quella guerriera
angelo dal ciuffo d'argento e il vestito blu cobalto.»
«Adesso lo sai, bimba» mi sfugge una risata e le sue labbra
arrivano a toccare dolcemente le mie. Fa tante domande, ma adoro stare
in sua compagnia. Mi sento proprio a mio agio.
«Ora io dovrei essere sopra di te» mormoro.
«Perché non lo fai, allora?»
Sorrido ribaltando dolcemente le posizioni, lascio che il piumone mi
copra parte delle cosce e riscaldi le mie gambe. Osservo il suo corpo
mezzo nudo esposto ai miei occhi, un leggero brivido mi percorre la
schiena, devo essermi ancora eccitata.Dannazione!
«È soddisfatta, mia signora?» sorrido maliziosa
avvicinandomi alle sue labbra rosee, il cuore che palpita di gioia e
una sensazione strana tra le gambe. «O preferirebbe
qualcos'altro?»
«Preferirei la compagnia di un'androide perverso e terribilmente
attraente» sussurra dolcemente cinghiando i miei fianchi con
lussuria e desiderio, le coppe dei nostri reggiseni che si sfiorano
amorevolmente. È questo che voglio: sentirmi amata e, ogni
tanto, lasciarmi andare.
«Il suo desiderio sarà esaudito, mia regina» e la bacio cadendo nel secondo cerchio dell'Inferno.
*
Mi rivesto e scendo le scale, noto la cucina in disordine e ripulisco
tutto. Fare le pulizie non fa parte della mia routine, ma odio vedere
la sporcizia intorno a me. Lascio da parte i piatti e penso a
spolverare le credenze, ho paura ad aprire il rubinetto.
«Lascia che ti aiuti» sento di colpo la sua voce armoniosa,
mentre si avvicina alla mia schiena e afferra il polverino assieme alla
mia mano. Si alza mettendosi in punta di piedi arrivando in cima ad uno
scaffale pieno di piatti e tazze di porcellana pregiate nere e bianche,
una teiera e due piatti piccoli.
«Perché non hai lavato i piatti invece di spolverare?» domanda sarcastica.
«Non posso toccare l'acqua o rischierò la morte»
rispondo senza pensare «anche solo una goccia innocua può
essere fatale per me.»
«Nemmeno nelle zone biologiche cioè, del tuo vero corpo?»
«No, nemmeno quelle.»
«Allora ci penserò io ai piatti, e poi» mi toglie il
poverino dalle mani, «sei mia ospite, non dovresti assolutamente
fare le pulizie.»
«Ma volevo...» mi tappa la bocca con l'indice avvicinandosi di qualche centimetro.
«Ti ringrazio per la tua gentilezza, ma l'ospite è sacro
per me quindi, guarda la TV o leggi qualcosa, al resto ci penso
io» mi dà un bacio sulla guancia e si allontana con il
polverino tra le mani, lo appoggia sul tavolo e comincia a lavare i
piatti. Volevo rendermi utile ma, se davvero sono sacra, allora
dovrò aspettarla sul divano.
Guardo il soffitto pensierosa. Ripenso a quelle parole, quelle sillabe
che ho sputato in faccia alla guerriera della saggezza. Forse sono
stata un po' troppo cattiva con lei, ma era arrivato il momento che lo
capisse una volta per tutte: sono una ragazza piena di difetti al
corpo, nelle mie vene non scorre sangue, ho anche parti del corpo vere
ma circondate dal metallo e collegate a piccoli cavi elettrici. Non so
perché, ma mi sento in colpa.
«Siete voi le
guerriere destinate a cambiare le sorti dell'universo, cambierete il
corso della storia e degli eventi, il vostro legame sarà la
chiave verso la libertà.»
Capitolo 38 *** Capitolo trentotto - Strane scoperte e terribili litigi ***
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Capitolo trentotto
• Strane scoperte e terribili litigi •
Lisa's POV
Che
imbarazzo! Certo che i ragazzi sono davvero cocciuti. Usagi la pensa
allo stesso modo; dopo quell'uscita in quattro è rimasta
sconvolta dalle tante stupidate che Sora e Mamoru hanno tirato fuori
dalle loro bocche. Volgari e sporcaccioni!
Mi trovo a
casa sua stesa sul tappeto, la gatta Luna che ci osserva con un piccolo
sorriso, i peluche che mi cadono addosso ed io, stupida, che li
abbraccio e li stringo forte.
«Ricordami
di non uscire più in quattro, semmai ne organizziamo una di sole
donne» attacca briga Usagi lanciando un cuscino verso l'armadio.
«È
un miracolo che siamo qui tutte intere e non con le lacrime agli occhi
dopo le loro battute squallide sui mammut.»
«Hanno bevuto, tra l'altro» rispondo «e poi il tuo ragazzo è astemio, o sbaglio?»
«Suppongo di sì» dice «in verità, non gliel'ho mai chiesto.»
«Mi sembrava un ragazzo troppo maturo per comportarsi in quella maniera, per questo ti ho fatto questa domanda.»
«Non
ci contare; sa essere dolce e premuroso (anzi, fin troppo), ma alle
feste scatenate diventa una specie di Disco Stu!»
Mi lascio sfuggire una risatina.
«Non oso immaginarlo.»
Mentre
lancio in aria un coniglietto di peluche rosa, il cielo si oscura
improvvisamente; l'intera casa viene avvolta dal buio. Io e Usagi ci
avviciniamo alla finestra osservando le altre luci scomparire; case,
locali notturni, lampioni, la luce del Sole, perfino la Tokyo Tower.
Ora l'intera città è circondata da buio e tenebre.
«Che sta succedendo?» domanda Usagi.
«Non lo so, ma è il caso di avvertire tutti.»
Mentre
scendo le scale, osservo il termometro appeso alla parete: segna meno
cinque gradi, tutta la città è coperta di ghiaccio
fragile, sicuramente tra meno di ventiquattro ore il buio e il vento
gelido che ci avvolge darà inizio ad una nuova era glaciale -
fortunatamente siamo ancora in inverno!
Uso
l'orologio ad ologramma per inviare un messaggio alle mie compagne
sperando che il segnale sia ottimo, visto il buio pesto ora calato su
tutto il Giappone.
«Riuscite a sentirmi? Se si, raggiungete me ed Usagi a casa sua, temo che questo fenomeno sia opera del nemico!»
Intanto, nella piazza principale...
Fulmini e tuoni assordanti, ecco come Death Eye apparì nella
piazza centrale della città. La sua tuta rosa e nera aderente al
corpo non passava inosservata, così come i suoi occhi: un occhio
biologico e uno ipnotico, uno degli occhi artificiali più
pericolosi di sempre. Nata da un computer infetto di virus letali,
Death Eye era uno dei demoni più temuti dell'universo. Aveva
sempre visto qualcosa di incredibile negli esseri umani, ma si
considerava superiore a loro.
"Ah, terrestri, creature prive di significato e dignità, siete così ingenui."
Nessuno
conosceva l'esistenza dei cyborg e degli androidi, finché
qualcuno non ne aveva creati due. Due liceali, per l'esattezza. La
strega fece apparire una sfera rosa neon insieme al volto scuro di
Princess Madness, la sua padrona.
«Sei già atterrata sulla Terra?»chiese.
«Sì,
mia signora, ho già oscurato l'intera città e tra meno di
ventiquattro ore tutto il pianeta sarà avvolto dal gelo e dalle
tenebre.»
«Eccellente, mia cara»ghignò malvagia«ora trova le due sorelle androidi e distruggile anzi, giacché ci sei, strappa anche le loro gemme.»
«Lo farò, Mad-sama.»
«Brava la mia bambina»sorrise e il suo volto scomparve assieme alla sfera neon. Era facile manipolare un androide di livello mille e uno, un livello più alto rispetto alle sorelle Kamesuke.
Death Eye
aveva una chance in più per vincere e aiutare la sua principessa
oscura nella sua missione: distruggere il nucleo del pianeta Terra
usando il potere dell'eclissi solare e lunare, portando il pianeta in
una nuova era glaciale. Lo scettro del Pi Greco avrebbe ridotto o aumentato il diametro del pianeta, lo avrebbe trasformato completamente.
La strega
robot sapeva chi si nascondeva dietro la maschera di Madness; non solo
l'amava, ma ne aveva paura. Si chiese perché la regina dei
demoni avesse affidato un compito così pericoloso ad una gemma.
Sì. Madness era una gemma, ma nessuno sapeva chi fosse in
realtà, neanche lei.
Alzò
gli occhi e vide un'ombra; un ragazzo alto dagli occhi blu cobalto. La
strega robot rimase affascinata e si alzò in volo per osservarlo
da lontano; era uno studente della vecchia Mugen Academy, un tempo
scomparsa. Esisteva ancora? Com'era possibile?
Si
avvicinò di poco e notò qualcosa di strano: mentre lui
tirava fuori il cellulare dalle tasche della sua giacca rossa scura,
qualcosa sotto la manica uscì allo scoperto. Era scuro, forse
era un braccialetto, un tatuaggio... non lo sapeva di preciso.
Osservò
la rubrica del suo cellulare e vide un nome circondato da due cuori
rossi, probabilmente la sua fidanzata. Non disse niente, rimase sospesa
per aria ad osservare i suoi movimenti.
«Cucciola, sei ancora a casa?»
La sua voce
non era profonda, era dolce, armoniosa e sensuale. Death Eye si rese
conto che non stava tenendo d'occhio un ragazzo sui diciassette anni,
come inizialmente credeva, ma una ragazza al secondo anno di liceo.
Quella voce era inconfondibile, la stessa di una persona che già
conosceva e che, quindici anni prima, era tornata in vita.
Continuò a tenerla d'occhio ancora per qualche minuto sperando
di ricavare qualche informazione utile per la sua missione.
«Sì, ma cos'è successo? Perché è tutto buio?»
«Sto
indagando con mia sorella e le altre ragazze, spero sia solo un
blackout e non un piano diabolico di qualche nemico.»
«Un altro nemico?»
«Non ne siamo ancora sicure.»
Death Eye
ridacchiò di gusto pensando all'ingenuità di quella
ragazza, ma non poteva trarre conclusioni affrettate. Conosceva bene
Mahori e sapeva che la sua furia era una delle più potenti,
senza contare quella della piccola Camille - la principessa custode del
rubino rinata con il nome di Elvira Sowashi.
«Ce la fai a raggiungermi?»
«Sì, tra qualche minuto sarò lì da te.»
«Ti aspetto, amore mio.»
«Va bene, a dopo»e riattaccò.
Death Eye era circondata da tante domande: chi era la ragazza dell'altro capo del telefono? Era davvero la sua fidanzata? Era realmente lesbica? Non c'era da stupirsi, poiché sapeva già che una delle sorelle androidi era omosessuale.
Gli occhi
della ragazza erano più luminosi del solito, uno era rosso.
Death Eye non aveva più dubbi: quella ragazza era la sua preda.
Non appena
la ragazza robot sotto di lei scoprì il suo occhio bionico
scostandosi il ciuffo colorato di blu dietro l'orecchio, la strega
apparì davanti ai suoi occhi. Vicky non la riconobbe, eppure
sembrava di aver già visto quegli occhi; l'esatto opposto dei
suoi, molto pericolosi per gli esseri viventi di ogni genere,
così magnetici. Il tipico sguardo da demone, in poche parole.
«Non ci vediamo da tanto tempo, Mahori.»
Death Eye
l'aveva già riconosciuta; era proprio colei che conosceva il
passato della ex principessa oscura Mahori, la gemma demoniaca
più forte e tenace di Andromeda di cui tutti avevano timore.
Vicky non alzò lo sguardo, rimase ferma a fissare le gambe
lunghe e ossute della demone - non era affatto un bello spettacolo,
avrebbe voluto distogliere gli occhi e guardare altrove.
«Mi riconosci? Eravamo alleate» continuò la demone robot.
«Noi due?» sogghignò Vicky. «Credo che tu mi abbia confusa con un'altra ragazza.»
«Invece
no, perché so che il tuo occhio sinistro è bionico»
ribatté sorridendo malvagia «hai solo tre punti deboli di
cui uno... è dove meno te lo aspetti.»
«Come ti vengono in mente queste assurdità? Non sono colei che stai cercando!»
Non appena
la ragazza robot alzò improvvisamente gli occhi, mentre il
ciuffo le coprì metà del suo occhio bionico, Death Eye
era proprio davanti a lei a qualche centimetro di distanza.
«Riconoscerei
quel tatuaggio tra mille» sussurra alzandole la manica destra,
dove Vicky teneva nascosto un vecchio tatuaggio demoniaco - ora senza
alcun valore: tre lettere che componevano la parola "lussuria", una
delle tanti ragioni per cui Mahori, in passato, era anche odiata dagli
angeli della galassia.
Erano
sette demoni, ognuno di loro aveva uno dei sette peccati capitali
incisi sulla loro pelle; quello che gli angeli avevano deciso di
chiamare "Il Dono di Lucifero", proprio perché egli stesso aveva
regalato ai suoi fedeli il potere di dominare e vivere peccando. Mahori
aveva sempre ripudiato quel dono, ma nessuno poteva toglierglielo.
«Una sola parola per farti odiare.»
«Chi...
chi sei?» mormorò la giovane robot mentre la strega si
avvicinava alle sue labbra sfiorandole di poco. Avrebbe voluto
baciarla, ma non le era permesso.
«Colei
che ti ha insegnato ad odiare il mondo» concluse sparendo in una
scia di nebbia oscura. Vicky era ancora ignara dei suoi ricordi, eppure
le sembrava di aver già visto una donna dal cuore di ferro e la
tuta aderente. Che fosse il nemico di cui aveva parlato Lisa qualche
momento prima?
La ragazza robot ricordava solo un nome: Death Eye. Forse era proprio lei.
*
Elvira's POV
La cosa mi
ha lasciata di stucco; Lisa crede davvero che la causa di questo buio
pesto sia opera di un nemico. Guardo la finestra e noto che il sole
è coperto dalla luna, ma attorno a quest'ultima brilla una luce
rosa neon. È evidente che qualcosa l'ha costretta a muoversi e a
bloccare la sua rotazione attorno alla Terra, ciò non è
sicuro. Il ghiaccio, intanto, si è già formato sulle
strade, resta poco tempo e tutto verrà coperto di cristallo di
ghiaccio e un vento gelido.
Riesco a
raggiungere la casa di Usagi e con me arrivano anche le altre ragazze,
Vicky e Regiela sono le ultime del gruppo ad arrivare. Ci ritroviamo in
salotto e discutiamo della probabile minaccia, dopo un po' ci
raggiungono anche le piccole Chibiusa e Haiyuki.
«Sono
certa che il nemico è alla ricerca delle gemme» intuisce
Minako «esattamente come Poison Lily qualche settimana fa.»
«Comunque
sia, dobbiamo stare in allerta» aggiungo «il nemico
potrebbe farsi vivo da un momento all'altro e puntare soprattutto alle
sorelle robot, dal momento che il loro potere è abbastanza forte
da sconfiggerlo.»
«Come farebbero due diciassettenni androidi a sconfiggere un altro androide?» domanda Rei dubbiosa.
«Diciassettenni?» interviene Lunaris facendo la sua entrata in scena improvvisa con sua cugina: la gatta Luna.
«Loro appaiono come due adolescenti, ma in realtà hanno milleduecento anni.»Tutte le ragazze spalancano gli occhi scioccate.
«Milleduecento???»
«Più di me e Haiyuki!» commenta Chibiusa sconvolta.
«Volete sapere anche la vera età di nostro padre?» sorride maliziosa Jackie.
«No, no, grazie» rispondo subito «non c'interessa.»
«Un
momento» interviene Ami nella conversazione - non è da lei
immischiarsi in ciò ma, dopotutto, riguarda tutte noi
«questo significa che nessuno di noi ha l'età che pensiamo
di avere?»
«Vi
dico solo questo, ragazze» aggiunge Lucrezia «dovremmo
avere diciotto anni, ma ne abbiamo quattordici; qualcuno ha manomesso
il tempo.»
Tutte la osservano confuse e lei, sistemando il cuscino sotto di lei, spiega.
«L'Avantitempo
che avevamo distrutto qualche mese fa, durante lo scontro con Queen
Black, non era l'unico talismano rimasto in mano ai demoni»
sospira, poi «ne esiste un altro, probabilmente lo ha in mano
Madness, di questo non ne sono sicura ma quello di cui sono davvero
certa, è che noi adesso siamo prigioniere del continuum
spazio-temporale»
«Questo spiega anche la ragione per cui i vostri Crystal Power sono scomparsi improvvisamente, così come i nostri Super Galaxy Power.»
«Significa che nessuno ce li ha rubati, vero?» chiede Chibiusa curiosa.
«Esatto.»
«Ma se
siamo tornati indietro nel tempo, allora perché non sono tornati
in vita anche i nostri vecchi nemici?»
«L'Avantitempo
non permette di far resuscitare i defunti» risponde subito Anne
Marie «neanche cancellare le maledizioni, può solo
ripristinare ciò che prima era stato distrutto.»
«Quindi, se ho capito bene, la Mugen Academy non dovrebbe esistere?» domanda Makoto.
«Giusto»
risponde Lucrezia un po' rammarica «e so anche che, adesso,
quella scuola è gestita da qualcun altro. Nessuno ricorda i
Death Busters, le Witches Five non sono mai esistite, neanche Mistress
9.»
«Aspettate...» interviene Usagi «come fate a sapere chi erano i Death Busters?»
«Vi
hanno viste da lontano, ragazze» risponde Luna «all'inizio
io e Artemis pensavamo fossero nemici, invece abbiamo scoperto che
provengono da una galassia lontana dalla nostra, quasi ad un passo
dalla collisione.»
Le ragazze non dicono altro, si limitano a sorridere. Okay, la situazione si sta facendo piuttosto imbarazzante.
«Il
nostro nemico ora è Death Eye, un demone androide nato da un
computer distrutto da virus letali» continua Ami osservando il
suo piccolo monitor «è l'ultima strega oscura al servizio
di Madness, il suo aspetto umano è quello di Korinne Gahaski,
una studentessa della Mugen Academy»
«Ha
precedenti penali tra cui furto con scasso, violazione di domicilio e
resistenza al pubblico ufficiale; è la ragazza più temuta
del quartiere, oltre che la più curiosa e perversa.»
«Io
l'ho vista» sussurra Vicky attirando l'attenzione di tutte. Che
orecchie acute, ed io che ho sentito solo la metà di quello che
ha detto.
«Vuoi dire che sei entrata in contatto con un demone?» chiede Lucrezia sorpresa.
«Non
è stato un contatto fisico, l'ho solo guardata negli
occhi» si limita a rispondere con aria gelida. Haruka sembra
scossa, come se la gelosia di Regiela si fosse reincarnata in lei.
«Non ti ha fatto nient'altro?» chiede lei.
«Mi ha
chiamata con il mio nome demoniaco... per la verità è il
mio nome da principessa, non so neanche come facesse a saperlo.»
«Nient'altro?» insiste Haruka.
«Sa che ho inciso sulla pelle uno dei sette peccati capitali, conosce la mia identità da guerriera e...»
Haruka si
alza e le va vicino un po' scocciata sapendo che Vicky stava
nascondendo qualcosa, ma lei non è intimorita anzi, quel suo
comportamento la sta facendo innervosire. «Vai a fondo: cos'altro
è successo?»
Vicky sembra
scossa, probabilmente sta pensando a quello strano incontro con la
strega androide, ma trova il coraggio di parlare.
«Mi ha
sfiorato le labbra, ma non c'è stato altro. Se n'è andata
dopo avermi rivelato chi fosse, ma qualcosa mi era sfuggito»
racconta «mi ha detto è che un tempo eravamo alleate, solo
che... non ricordo il motivo.»
È
seduta con le ginocchia in gola, gli occhi lucidi e un'aria
malinconica. Sicuramente non ricorda le sue origini, neanche il motivo
per cui è rinata. Io, invece, lo ricordo eccome.
Osservo il
polso sinistro, lo giro lentamente adocchiando un'incisione: ira. La
ragione per cui sono l'esatto opposto di Sailor Mercury è
proprio questo tatuaggio, il Dono che mi fu recapitato alla nascita e
che gli angeli non potevano portarmi via. Avrei vissuto per sempre con
la rabbia sotto i baffi. Vicky è la lussuria, Lucrezia la
superbia. Non pensavo che un tatuaggio fosse un regalo del diavolo in
persona.
«Due
creature demoniache, che avevano il dono della gola e dell'accidia, non
sono tornate in vita» racconta Anne Marie «anche Elvira in
passato, era un demone, ma è riuscita ad avere la benedizione di
Lunaris»
«Nel
mio caso, io sono vittima di un sortilegio da parte di Queen Black, una
delle ambasciatrici dell'ossidiana. Non potevano curarmi, ma potevo
vivere senza gli occhi per duecento anni, poi avrei riacquistato la
vista»
«L'unica magia in grado di cancellare ogni maledizione, qualunque essa sia, è l'Incantesimo dei Dieci Colori.»
«Un'altra teoria? Uffa!» commenta Lisa scocciata.
«So
che ogni nostro potere è appoggiato da una teoria, ma non siamo
state noi a deciderlo» commenta Jackie «dopo il patto con
la Trinità, abbiamo giurato fedeltà eterna per vivere ben
duemila anni senza invecchiare»
«In
confronto a voi tutte - riferendosi alla squadra di Usagi - che potete
vivere per mille anni senza l'aiuto di Dio, ma con il potere del tanto
nominato Cristallo d'Argento Leggendario, noi siamo appoggiate da un
dio cui abbiamo promesso onestà e fedeltà per cancellare
l'omertà dall'universo.»
«I demoni possono vivere in eterno solo grazie al Dono di Lucifero» aggiunge Haiyuki «e soltanto chi gliel'ha donato può strapparglielo; se sparisce il tatuaggio sparisce anche il corpo del demone.»
Le ragazze
sono rimaste di stucco. A quanto pare, non avevano la minima idea di
come fosse complicato vivere con maledizioni e tante regole da seguire.
È vero che siamo più forti di loro, ma abbiamo limiti ed
emendamenti molto rigidi.
«Quindi, voi quattro vivrete con un peccato nonostante la vostra conversione?» domanda Usagi.
«Esatto»,
risponde Lucrezia «ma se abbiamo giurato fedeltà alla
Trinità Divina, quando commettiamo un peccato, dobbiamo sempre
ripulirci la coscienza facendo lavori domestici o aiutare
persone.»
Osservo le
mani di Regiela e Vicky unirsi, poi il mio sguardo cade sulla ragazza
corvina. Sembra essere gelosa della loro relazione, ma non può
fare altro se non guardarle coccolarsi o fare altro. L'unica cosa che
non ho mai sopportato di lei è il suo carattere strano anzi,
bipolare, ed ora capisco il motivo per cui prende strane pillole.
«Se lo zircone non era una gemma sacra, allora, tra le due sorelle cos'è successo esattamente?»
Le due cugine gatto saltano insieme sul tavolino davanti alla stanza e cominciano a raccontare.
-**-
Lo smeraldo e lo zircone, in passato, erano rivali. Col passare degli
anni, la Prima Guerra Cosmica aveva portato distruzione su Sepharia -
il pianeta della felicità - e Mechanitron grazie al potere di
quelle due gemme: il verde degli angeli e il blu cobalto dei demoni. Le
gemme erano custodite da due guardiane della Via Lattea, il loro potere
era così devastante da aver attirato l'attenzione dei nemici.
Fu
l'incontro tra il principe Zyrco e la principessa Esmeralda a porre
fine a quel piccolo conflitto tra i due pianeti, che dopo cinque anni,
i due poteri dominarono sul pianeta futuristico. Il nuovo sovrano
teneva sigillati i piani di progetto del Mecha-Senshi Project:due
androidi di livello mille devastanti che, per i demoni, erano diventati
l'arma invincibile per poter avere la meglio nella guerra che si stava
combattendo. I due nuovi sovrani del pianeta futuristico decisero di
creare la prima guerriera robot: Mahori (nome intero: MAH-ORI-666-1).
Sua sorella venne costruita un anno dopo.
I demoni volevano avere la meglio sugli angeli e tenere il potere tutto
per loro. Mechanitron era appoggiata dalla Trinità Demoniaca,
egli aveva promesso il potere eterno in cambio della morte e della
distruzione degli angeli e gli abitanti, entusiasti, stipularono un
patto col diavolo in cambio della loro anima.
La
principessa, dopo la sua nascita e non appena fu coinvolta in
ciò, non accettò. Si rese conto che il potere supremo
della gemma non doveva essere usato per scopi malvagi, ma nessuno le
diede retta. Fuggì dal suo pianeta in cerca della gemma
atterrando così su un pianeta gassoso blu, molto freddo e
semi-deserto: Urano.
Sapeva
che era una pessima idea, ma non aveva intenzione di vedere delle vite
distrutte solo per avere l'immortalità, la fama o il sesso senza
fine. Anche se la Trinità Demoniaca le aveva donato la lussuria,
Mahori non era affatto felice. Dopotutto, non aveva mai avuto una vera
famiglia. Era proprio quello che le mancava: una famiglia completa. Lei
aveva solo un padre, ma non una madre o una sorella - perché la
guerra gliele aveva appena portate via.
Dopo
essersi scontrata con la guardiana della gemma, riuscì a rubarla
e a fuggire ma venne subito fermata. Ci fu un altro scontro, la
principessa non combatteva con una spada ma con le sue stesse braccia.
La guardiana capì che non era un essere umano, ma una macchina
da guerra sfruttata dal diavolo. Ella si rese conto che era venuta fin
lì per una ragione, e la principessa lo confessò.
«Io
non voglio la guerra, non voglio che nessuna vita cada nelle mani del
demonio... voglio solo che tutti vadano d'accordo e che vivano felici
nelle loro case.»
Mahori era fin troppo buona, espiò la sua colpa restituendo la
gemma rubata alla sua guardiana e promise di ritornare nei panni di una
guerriera per riprenderla e portare la pace tra i pianeti del sistema
Ypsilon Andromeda. La guardiana sorrise e accettò con una
stretta di mano. Erano così simili e un giorno, si sarebbero
rincontrate mantenendo la loro promessa.
La
guerra era devastante, Mahori non poteva combattere a fianco suo padre
ed era costretta a guardarlo combattere da lontano con uno strano senso
di colpa, come se la guerra fosse nata per causa sua. Ed era stato
così, fin quando non vide lei: la principessa angelo futura
erede di Oblivion, Riûka.
Una
visione divina, solenne e splendente agli occhi della demone, ma sapeva
che andarle incontro le avrebbe costato la vita. Da allora,
cominciò ad osservarla e ad ammirarla nella speranza di poterla
conoscere, un giorno.
-**-
Riesco a leggere gli occhi di Vicky, non ricordava affatto il momento e
la ragione per cui era innamorata della principessa angelo, ora rinata
come una ragazza vanitosa e bipolare. Per colpa sua, la ferita nel suo
cuore le ha creato solo disagi. Stupida corvina.
«Che storia noiosa.»
"Ecco, parlando del diavolo."
«Se proprio ti annoi, vattene!» ringhia nervosa Vicky.
«Ti ho interpellata, forse?» ribatte l'altra.
«No,
ma non sopporto le tue lamentele» alza la voce alzandosi poi da
terra «non fai altro che dire "non mi va bene quello e
quell'altro"»
Seguono una
serie di altre parole, Usagi e Haruka cercano di separare le due
ragazze, ma ciò sembra inutile. Il loro linguaggio diventa
ancora più forte, fino a tirar fuori insulti tremendamente
volgari.
«Troia» grugnisce Vicky e a giudicare dalla sua espressione, sembra abbia intenzione di alzarle le mani.
«Vallo
a dire a tua madre, non a me» non appena pronuncia la parola
"madre", la ragazza robot si accanisce contro di lei aggredendola con
violenza, quasi strangolandola con le mani. Alla fine, Usagi e Haruka
riescono a separarle. Non avrei mai pensato che Vicky sarebbe arrivata
al punto di usare la violenza con Gwen, soprattutto quando viene
interpellata sua madre senza una ragione.
Si ritrova
ad abbracciare la sua nemesi con le lacrime agli occhi e la corvina,
con la rabbia in volto, lascia la stanza. Lo stesso anche Vicky,
scavalcando la finestra e sparendo nel buio e nel gelo. Regiela la
segue cercando di catturare la sua attenzione.
«Per poco Vicky non la uccideva» sussurra Usagi «non l'ho mai vista così furiosa.»
Nessun'altra osa commentare la scena, ma si concentrano su come aggirare il nemico.
*
La stanza è avvolta da un silenzio tombale. Vicky e Gwen hanno
litigato di nuovo, questa volta c'è stata la violenza. Nessuno
ha osato nominarle, hanno preferito immergersi nel silenzio più
assoluto. Tiro fuori dalle mie tasche il ciondolo Butterfly che avrei
dovuto dare a Vicky, ma ora mi rendo conto che quelle due ragazze
ormai, hanno eliminato ogni goccia d'amore del passato. Sarebbe inutile
provare a riappacificarsi, vista la scena di prima.
«Che cos'è quel ciondolo?»
Sobbalzo non
appena Jackie si avvicina e osserva la mia tasca sinistra, cerco di
nascondere il talismano ma questa scelta non mi convince. Meglio dirle
tutto.
«È
un regalo per Vicky», rispondo mentendo «un ciondolo
portafortuna che ho comprato da una veggente.»
«Ne hai uno anche per me, vero?» sorride e si colpo mi blocco. Cosa le dico?
«Ho speso tutta la paghetta settimanale, pensavo di aver risparmiato un po'»oppure«per te avevo in mente qualcosa di meglio»- il che potrebbe essere fraintendibile, ora che ci penso.
«Non mi hai proprio pensata?»
«Certo che si, ma...»
«"Ma"
cosa?» alza di poco la voce guardandomi negli occhi
«preferisci la compagnia di mia sorella che la mia?»
«Non la conosco bene e poi, mi hanno detto che lei è destinata a cambiare l'universo...»
«Ma
che cavolo stai dicendo?» inarca un sopracciglio. «Quindi,
vorresti farmi credere che lei è il "messia" che dovrebbe
portare alcambiamento?»
«Non
solo lei, però...» alza subito l'indice ammutolendomi
davanti alle altre. Non è possibile, sto litigando con la mia
migliore amica.
«Non aggiungere altro» la sua voce s'incrina e senza dire altro scompare dalla vista di tutte le presenti.
«Non posso crederci!» ringhio gettando un cuscino trovato per caso contro una libreria.
«E voi
due», mi alzo puntando gli occhi contro le bambine
«riprendetevi questo arnese, consegnateglielo voi visto che la
conoscete bene!» infine mi allontano dalla stanza ed esco dalla
casa. Perché non mi ha creduta? Per quale motivo si è
offesa? Perché deve essere tutto così difficile?
Non le ho dato abbastanza attenzioni da quando ha cambiato scuola. Siamo state troppo lontane.Jackie... perdonami.
Capitolo 39 *** Capitolo trentanove - Mahori e Death Eye ***
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Capitolo trentanove
• Mahori e Death Eye •
Victoria's POV
«Non ti sembra di aver esagerato?»
Regiela mi
coccola dolcemente, la mia testa sulle sue cosce e le sue mani tra i
miei capelli. Detesto ammetterlo, ma mi sento in colpa per averla
aggredita così violentemente. L'unica cosa che fa uscire la
belva in me, è nominare mia madre invano. Lei è stata
uccisa e non è rinata, deve essere stata una delle punizioni del
demonio per essere passata dalla parte del bene. Lo merito.
«Può chiamarmi "troia" quanto le pare, ma non deve mai nominare mia madre. Mai!»
«Capisco che ti sia sentita male, ma non avresti dovuto essere così aggressiva - anzi, potevi esserlo di più.»
«Come?»
«Niente, parlavo tra me e me.»
Piccola pausa.
«Ti senti meglio, robottina?» mi chiede.
«Adesso sì» sorrido «anzi, sono state le tue coccole a risollevarmi.»
«Ti
piace farti fare i grattini come i gatti, vero?» domanda con un
sorrisetto malizioso. Che avrà in mente, adesso? Per giunta, io
sono con la mia divisa blu scuro. Chissà perché lei non
è trasformata... ma che dico, forse non è davvero Sailor
Vampire.Oh, Madre, quanto vorrei sapere chi è quella ragazza.
«Da te
sì, mi piace tantissimo» rispondo con voce bassa
«vorrei che lo facessi più spesso.»
«Trattarti come un gattino o come una "bambina dispettosa"?»
Mi sollevo
di poco per avvicinarmi alle sue labbra. Sento il suo profumo: ciliegia
e vaniglia mischiato con l'essenza alla fragola.Mmh, che buono!
«Entrambe le cose» e la bacio a stampo lasciandomi avvolgere dal suo profumo dolce e inebriante.
«Cosa stai annusando?»
"L'ha già capito? Cavolo!"
«Il tuo profumo», rispondo subito «ti dispiace se te lo chiedo in prestito, qualche volta?»
«Nient'affatto,
puoi prenderlo quando vuoi» sorride e mi stringe forte contro di
sé. Mi sento felice, la mia rabbia è completamente
svanita. Mi bacia, mi assapora... mi sorride. Non posso desiderare di
meglio.
A rovinare
l'atmosfera è un fruscio improvviso, le foglie dei cespugli
tremano e si muovono bruscamente. Mi sollevo da terra e mi guardo
intorno. Percepisco una strana aura, quasi identica alla mia,
però malvagia.
«Che succede, amore?» domanda lei un po' spaventata.
«Raggiungi le altre, io resto qui.»
«Non ti lascio da sola.»
«Tu
vai e basta!» Regiela obbedisce allontanandosi dal posto correndo
tra i fiori rosa e gialli - non appena il suo profumo li circonda,
appassiscono.
Sento la
presenza di un demone, di sicuro è uno dei tanti che è
tornato in vita per vendicarsi. O forse è Death Eye.
«Ciao, Mahori.»
Mi giro di
soppiatto e la trovo in piedi sul ramo di un albero, gli occhi
più chiari di sempre e la luce della luna che le fa da
riflettore.
«Non mi chiamo Mahori» ribatto con tono gelido.
«Sì,
cara mia, questo è il tuo nome da principessa e da
androide» fa un salto e me la ritrovo di fronte. «Anche se
il tuo vero nome è fatto da numeri e lettere, tra quel miscuglio
c'è proprio quello.»
«E quindi?»
«Quindi non dire sciocchezze» ghigna malvagia.
«Non
ricordo niente della mia vita passata, tranne il fatto che ho perso mia
madre... e la mia dignità» volgo lo sguardo verso sinistra
osservando la città buia e gelida. So già che dopo questa
battaglia non combatterò più accanto a mia sorella e a
Sailor Vampire.
«Tua
madre è stata uccisa dai demoni dopo aver alzato la sua gemma
per proteggere te e tuo padre» dice lei «la dignità,
invece, te la sei giocata.»
«Come sarebbe a dire?»
«Sei
passata dalla parte degli angeli nonostante il tuo prezioso Dono, hai
rinunciato alla vita eterna solo per vedere una miserabile principessa
angelo e adesso... ti sei concessa ad una sconosciuta - era risaputo,
visto il potere che ti ha concesso Lucifero in persona.»
Scoppio a ridere.
«E poi sarei io a dire sciocchezze?» sogghigno. «Perché la pensi così?»
«Perché quella gemma che ti protegge e che custodisci... ehm, cioè, la regina angelo ti ha fatto il lavaggio il cervello!» alza la voce.
«Sono fiera di essere diventata un angelo e non tornerò mai più con voi demoni.»
Fa due passi avanti accorciando le distanze tra noi. Ha intenzione di combattere o rubare la mia gemma? Non devo cedere.
«Allora
consegnami quella gemma, un angelo non ha il diritto di custodire una
forza così grande come quella dello zircone.»
Si avvicina
per bloccarmi le braccia con una mano, con l'altra per afferrare la mia
gemma dal fiocco e strapparmela di dosso. Non appena le sue dita la
sfiorano, una strana energia percorre il mio corpo. Una forte scossa
elettrica mi pervade, sento la mia corazza formicolare e pizzicare di
dolore. Death Eye non riesce a staccare la gemma dal centro del fiocco
della mia sailor fuku, alla fine mi lascia a terra con l'affanno, con
me anche lei.
«Non è possibile, hai ancora la barriera!» ringhia nervosa.
«Quale barriera?» sussurro cercando di recuperare il respiro e rialzarmi.
«Ah,
non ricordi nulla?» sibila frustata. «Allora te lo
dirò: ogni gemma ha una barriera in grado di proteggere la vita
degli altri e se stessa dalle aure malvagie o eventuali minacce, si
può eliminare solo se è il custode stesso a
deciderlo.»
«Non ne sapevo niente...»
«Ora lo sai, adesso toglila!»
«No.»
«Dovresti fidarti di me, dal momento che eravamo amiche.»
Mi rimetto in piedi e la guardo con rabbia e disgusto. Come può una come lei essere una mia amica? Impossibile.
«Non mi fido più di nessuno, specialmente di te» sibilo.
«Oh, come mai?» sorride maliziosa. «Credevo avessi superato la paura del demonio.»
«Tu mi avevi sempre definita una fallita, che non avrei mai potuto sfidare Lucifero, ma ti sbagliavi»
«Quando
sono diventata una gemma sacra, l'ho fatto; mi sono resa conto che voi
demoni eravate solo alla ricerca dell'elisir di lunga vita, nonostante
abbiate giurato fedeltà al demonio. Non è
così?»
Death Eye si avvicina, questa volta mi dimeno e le do le spalle.
«Sei
rimasta la solita ingenua che crede ancora nel Giudizio
Universale?» mormora appena avvicinandosi al mio orecchio. Se sta
cercando di sedurmi, ha già perso le speranze.
«Che cosa vuoi da me?» glielo chiedo nuovamente usando questa volta, una voce più gelida e senza espressione.
«Riportare
tutto alle origini, quando io e te eravamo alleate per combattere
contro gli angeli» risponde avvicinandosi di più
«ricordi il giorno in cui mi confessasti la tua cotta per
Riûka?»
Spalanco gli
occhi. Come fa a sapere che ero innamorata proprio di quell'angelo? Non
l'avevo mai detto a nessuno, neanche a mia sorella - a dir la
verità, lo scoprì da sola - possibile che mi abbia spiata?
«È
acqua passata», dico cercando di non mostrare il mio viso
paonazzo «quella principessa non esiste più ed ora ho
un'altra e credimi, è la cosa più bella che mi sia mai
capitata nella vita.»
«Chi, la succhiasangue?»
domanda ridendo. Come si permette di prendere in giro la mia ragazza? A
quanto pare, è rimasta la solita stronza che rideva alle spalle
degli altri e si considerava superiore, quando in realtà non lo
era affatto.
«La
demone più sexy e potente di Andromeda innamorata di una
creatura dai canini appuntiti e gli occhi rossi? Chi l'avrebbe mai
detto?» continua a ridere. «Il Dono di Lucifero ha fatto
breccia anche nei cuori dei vampiri, eh?»
«Ho solo rivelato i miei sentimenti, non ho sfruttato il potere del tatuaggio per averla tutta per me - ammesso che sia vera questa cosa» rispondo subito «non sono una ragazza che gioca slealmente.»
«Oh,
è vero, ora sei la guerriera della lealtà» mi
prende in giro «quando prima eri il contrario.»
«Stai zitta!» ringhio.
«Ammettilo, ti piace essere provocata.»
«Vai via.»
«Visto
che non riesco a convincerti con le buone, allora, dovrò usare
le cattive» il suo occhio sinistro brilla di un rosa intenso che
mi acceca all'istante. Non riesco più a ragionare... che mi sta
succedendo?
«Lady Mahori Zyrconia, ora sarai la mia schiava.»
La tua schiava...
«Tu d'ora in poi ubbidirai solo ai miei ordini.»
Solo ai tuoi ordini...
«Mi aiuterai a catturare le gemme delle guerriere per riportare il male nell'universo.»
Riporterò il male nell'universo...
«Ora strappa la tua gemma dal fiocco e appoggiala sulla mia mano.»
Ora strapperò la mia... no! Non devo farlo!
«Spatium!»grido allontanandola di qualche centimetro, la osservo mentre il suo occhio ipnotico si spegne.
«Ti ho solo lasciata in vantaggio, angioletto», mormoro «la mia vera forza è un'altra.»
La osservo
mentre tira fuori da non so dove uno scettro dalla forma stana, disegna
due iperbole davanti a sé pronunciando un rito satanico. Lo
riconosco, è l'incantesimo che ti attrae in un cerchio maledetto
tenendoti prigioniera finché non avrei ceduto la mia anima al
demonio. Devo fuggire.
«Non puoi scappare, principessa!» esclama unSatanas Circulume
di colpo mi trovo in una bolla di cristallo impenetrabile. Non posso
fare altro che arrendermi e lasciare che Death Eye abbia la meglio.
«Ora sei mia» conclude aprendo un portale e in un attimo, la collina e il paesaggio davanti a me scompaiono.
_**_
Non era mai sola quando suo padre, il principe Zyrco, l'addestrava per
combattere in guerra. C'era lei: la maestra demone, futura regina di un
pianeta sconosciuto del sistema Ypsilon Andromeda II. I suoi poteri
erano enormi, spesso anche pericolosi. Mahori sapeva bene cosa stava
succedendo su Andromeda e aveva paura, ma si era ripromessa di tornare
su quel pianeta che custodiva la sua gemma.
La
principessa era in grado di combattere anche senza di essa, ma con
fatica; era la ragione per cui suo padre aveva deciso di affidare sua
figlia ad una donna di mestiere. Death Eye era esperta di magia nera e
riti satanici, utili per aumentare il potere di un demone o evocare il
demonio.
Ogni
volta che la principessa sbagliava, gli esercizi diventavano sempre
più difficili - talvolta anche pesantissimi. Mahori voleva
finirla, ma non poteva; aveva giurato fedeltà al diavolo in
persona ed era costretta a combattere in nome di Satana.
«Abbatti la marionetta, coraggio.»
Era
intrappolata tra due massi e le sue braccia erano bloccate: doveva
usare un incantesimo ma non se lo ricordava, così
pronunciò quello sbagliato e la marionetta volò in aria.
«Ti piace così tanto far volare le bambole, eh?» sorrise Death Eye.
«Non ricordavo l'incantesimo per farla esplodere», rispose la principessa dispiaciuta «scusa.»
«Un androide di livello mille che soffre di Alzheimer? Mai visto prima d'ora» ridacchiò l'altra.
«Smettila
di prendermi per il culo!» reagì Mahori. La sua maestra
fece sparire i grandi massi che la tenevano intrappolata e si
avvicinò.
«Sorridi, per una volta che sei andata bene negli allenamenti.»
«Quindi,
ho sempre fatto schifo?» la guardo freddamente, gli occhi
trasformati in cubetti di ghiaccio duri e il suo cuore che batteva a
mille. Era da tempo che non faceva a botte con qualcuno, e quella
poteva essere l'occasione giusta per alzare le mani.
«No,
bellezza, non l'ho mai detto» sorrise Death Eye mentre la sua
mano percorreva la schiena scoperta della principessa. La stava
seducendo, sapeva che presto avrebbe ceduto e le avrebbe donato la sua
gemma come "simbolo del nostro eterno amore" - che poi "amore" non era.
«Per
me sei una ragazza tosta, fredda, insensibile...» soffiò
sul suo orecchio «... e sexy da morire.»
«Smettila con questi giochi da pervertiti, non attacca con me» ribatté la principessa scocciata.
«A te piace, no?»
«Sì, è vero, ma mi disgusta solo la tua presenza.»
«Credevo mi amassi» sorrise maliziosa mordendosi appena il labbro inferiore.
«Non
amo nessuno, specialmente gli uomini» risponde irritata «mi
fanno tutti schifo, dal primo all'ultimo.»
«Ti
senti sfruttata per via del tuo Dono?» domandò la sua
maestra ironica, Mahori sapeva che era un altro dei suoi trucchi per
sedurla. Era facile ingannare colei che aveva il dono della lussuria,
ma sedurla non sembrava affatto facile.
«No, ho solo ammesso di essere lesbica.»
«Allora questa è una grande occasione per cominciare a sedurre una come me, non credi?»
Le
stava accarezzando la guancia con un dito. Per Mahori, farsi toccare in
quel modo la faceva arrabbiare, ma allo stesso tempo le piaceva.
«Va' al diavolo!» si alzò e si allontanò di qualche passo.
«Sarai anche bella da far impallidire le altre demoni, ma resterai sempre una fallita!»
Capitolo 40 *** Capitolo quaranta - La prigione dei demoni ***
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Capitolo quaranta
• La prigione dei demoni •
Lisa's POV
Osservo
Jackie mentre si allontana dalla porta di casa, le sue mani sono
diventate due pugni. È davvero gelosa di sua sorella? Infondo,
la capisco: Vicky è amata e odiata da tutti, soprattutto la
prima cosa.
«Jackie, aspetta!»
La raggiungo e lei si gira per guardarmi, la sua espressione è un miscuglio tra tristezza e invidia.
«Che cosa vuoi?» domanda con un tono gelido, quasi come se quella voce non fosse sua.
«Perché te la sei presa?»
«Vuoi sempre sapere tutto di tutti, eh? Non hai già sentito abbastanza?»
«Non voglio che tu fraintenda la cosa...»
M'interrompe
avvicinandosi e afferrandomi le spalle con forza. Sembra che voglia
farmi del male, ma so che non ha il coraggio di usare la violenza - se
fosse stata sua sorella, lo avrebbe fatto senza pensarci due volte.
«Devi lasciarmi in pace!» grida.
«Almeno dimmi il perché!» ribatto ad alta voce.
«Perché io la amo!»
Non appena
si rende conto di ciò che ha detto, mi lascia le spalle e
indietreggia di qualche passo con le guance rosse dalla vergogna. Anche
lei è omosessuale? Ed io che avevo pensato fosse innamorata di quel
Kai, visto il modo in cui lo guarda e gli parla quando stanno insieme.
Rimango pietrificata, osservo la sua mano sfiorare le labbra e gli
occhi quasi spalancati.
«Tu... cosa?» domando fingendo di non aver capito.
«Sono
innamorata di Elvira, va bene?» confessa. «Amo il modo in
cui mi sorride, il suo aspetto da ragazza infantile ma irascibile, le
sue dita che mi asciugano le lacrime e... la sua voce cantilena e
sottile»
«L'ho sempre tenuto nascosto perché avevo paura che mi avrebbe respinta, o che fosse eterosessuale.»
I suoi occhi
riassumono tutto quello che ha detto: ha paura di amare qualcuno.
Sapevo fin dall'inizio che entrambe coltivavano un forte sentimento
d'amore, ma in passato non era mai emerso. Aveva paura di non essere
amata, aveva paura di perdere tutto quello che aveva... aveva paura che
la sua amata, prima o poi, sarebbe scomparsa. L'amore tra angeli e
demoni è sempre esistito, ma ha sempre portato a disagi e
tragedie alla William Shakespeare, senza mai diffondere la pace nella
nostra galassia. L'amore proibito era una delle ragioni per cui
scoppiò quella guerra.
«Ora che hai saputo tutto, vattene» dice, infine.
«Non
me ne vado finché non vi chiedete scusa» rispondo
incrociando le braccia «siete compagne di squadra e non voglio
che litighiate l'una con l'altra!»
«Non
ci riuscirai mai» aggiunge con tono triste «alcune di noi
sono demoni, c'è sempre stato un conflitto tra il bene e il male
e la cosa non si può cambiare.»
«Lo so, ma...»
«Hai visto Gwen e mia sorella? Sembrano cane e gatto!»
«Loro sono un caso a parte.»
«Cosa vorresti dire?» inarca un sopracciglio dubbiosa ed io mi blocco.
«Beh... ecco...»
«Lasciamo perdere, meglio non parlarne.»
Segue una lunga pausa, poi un rumore attira la nostra attenzione. Ci guardiamo intorno ma non si vedono altro che case e alberi.
«Cos'è stato?» domanda lei un po' spaventata.
«Stiamo in allerta, potrebbe esserci lo zampino di Death Eye.»
Parlando del
diavolo, la strega appare davanti a noi. Non ci siamo nemmeno
trasformate; se lo facciamo, scoprirà la nostra vera
identità. Tra le sue mani ha una spada dalla lama dorata, il
manico blu e d'argento. Non è possibile! È la spada di
Sailor Minus!
«Buonasera» ghigna maliziosa con la spada dietro la sua schiena.
«Tu...?»
Jackie sembra riconoscere quella donna, a me qualcosa sfugge. L'ho
conosciuta anch'io, ma non eravamo alleate anzi, eravamo nemiche
mortali.
«Esatto, "io"» ridacchia «avete paura di me, angioletti?»
«Per
niente» risponde Jackie ringhiando sottovoce.
«Perché hai in mano la Spada della Lealtà?»
«Ah, questa? È un regalo della vostra amica, anzi... la mia futura donna.»
«Mahori non regalerebbe mai il suo talismano ad una donna come te, né tantomeno ti amerebbe!»
«L'ha
fatto invece, perché siamo amiche molto intime.»
Ora che ci
penso, Vicky e Regiela non si sono fatte più vedere dopo la lite
con Gwen. E poi, da quando questa strega è amica intima di
Vicky? Qualcosa mi dice che l'ha rapita e che la tiene prigioniera da
qualche parte anzi, in qualche bolla di cristallo. I demoni sfruttano il potere delSatanas Circulumper
rubare l'energia vitale dei mortali e dei loro nemici per diventare
più forti, ho l'impressione che voglia fare lo stesso con lei.
«Dov'è Sailor Minus?»
«Oh,
Mahori? Lei è prigioniera nella Camera Oscura» risponde la
strega robot. «Ah, giusto, voi non sapete dov'è!»
poi ride.
Mi metto in
guardia nella speranza che scompaia, devo trasformarmi e liberare
Vicky, ma ho paura che una di noi - o entrambe - venga portata via.
«Vedo
che abbiamo la seconda gemma sacra» sibila puntando gli occhi
verso di me, «me ne sono accorta solo adesso, sai?»
Non devo distrarmi.
«Dahlia,
quanto tempo!» sorride malvagia. «Chi avrebbe mai pensato
che quel buco nero ti avrebbe riportata su questo lurido pianeta?»
"Non è lurido, è un paradiso!"
«Il
tuo braccialetto è ancora in buono stato, nonostante siano
passati due millenni dalla Prima Guerra Cosmica.»
Non ne conoscevo l'esistenza, finché Luna non me lo ha consegnato in nome della regina del diamante Lunaris.
«Visto
che il mio compito è anche disfarmi di voi,
v'imprigionerò ancor prima che vi trasformiate» annuncia
solennemente impugnando uno scettro dalla forma strana, con i bordi
dorati e il manico scuro. È lo Scettro Cartesiano di Sailor Pi!
Come ha fatto ad impossessarsene?Jackie indietreggia di qualche passo
cercando un modo per fuggire e avvertire le ragazze del pericolo, ma
Death Eye riesce a raggirarla creando un muro di fuoco. Jackie lo
scavalca con un salto mortale e riesce a teletrasportarsi lontano. Sono
rimasta da sola, non posso neanche trasformarmi. Ho paura.
«Satanas Circulum!»lo scettro disegna due iperbole e una bolla di cristallo mi circonda e m'intrappola. Non posso fare niente, sono spacciata.
«Anche la seconda gemma sacra è mia» sorride trionfante aprendo un varco, di colpo tutto sparisce.
Elvira's POV
«Ragazze, siamo nei guai!»
Jackie spalanca la porta della casa diOdangocon la paura e la rabbia negli occhi. Deve essere successo qualcosa di terribile.
«Death Eye si è fatta viva?» domanda Lucrezia.
«Sì
e ha rapito anche Lisa», risponde lei coprendosi il viso bianco
di paura «ho il timore che la prossima vittima sia Gwen... o
io.»
«È in cerca delle gemme sacre?»
«È
sempre stato il suo obiettivo» improvvisamente Jackie punta gli
occhi su Gwen, «ora dobbiamo proteggere l'ultima delle tre gemme
sacre, altrimenti per noi guerriere è finita.»
«Cosa intendete dire?» chiede Usagi.
«Noi
Sailor Andromeda dipendiamo anche dalle tre gemme sacre, perché
in esse è racchiuso il grande potere della Trinità
Divina»
«Le
custodi delle gemme sono i tre angeli pionieri della nostra galassia,
le uniche in grado di fermare quella generazione demoniaca sconfitta in
passato e che, poco alla volta, sta rinascendo.»
Ami e Rei
stringono forte la ragazza corvina, lei sembra essere parecchio
confusa. Infine, ci alziamo tutte in piedi per trasformarci e cercare
il luogo in cui Vicky e Lisa sono state imprigionate.
*
Cerchiamo in lungo e in largo, ma non c'è traccia di Death Eye.
Quella maledetta strega... eppure questo nome devo averlo sentito da
qualche parte, ma dove?
«Vedo qualcosa» esclama Sailor Venus «è una specie di buco nero.»
«È
un portale bidimensionale, deve portare in qualche mondo
parallelo» risponde Sailor Divide «l'ho visto spesso nei
documentari, sono rari ma anche pericolosi.»
«Che cosa facciamo?»
«Bisogna attraversarlo.»
«Ma sei impazzita, per caso?!» reagisce Sailor Z impaurita. «E se ci succedesse qualcosa?»
«Volete
salvare le vostre compagne di squadra?» domanda retoricamente.
«Se si, seguitemi, altrimenti potete tornare da dove siete
venute.»
Sailor Plus fa un passo avanti.
«Io non lascio mia sorella nelle mani di quella... quellacosa!»
«Quellacosa che tu chiami è un demone!»
«Io so
come sono fatti, conosco i loro punti deboli» replica sincera
«e poi, se non ricordi, Vicky era una di loro prima essere colei
che è adesso.
»Sailor
Divide volta gli occhi dall'altra parte con rammarico, poi sorride e le
prende la mano. È la prima volta che la vedo sorridere, non
è da lei comportarsi come una vera alleata. Non so
perché, ma ho una voglia di immortalare questo momento con una
foto.
«Me lo
ricordo», dice «ed io voglio rimediare ai miei errori
aiutando te e tutte voi, dopotutto siamo compagne di squadra.»
Sailor Plus
rimane pietrificata per qualche istante, dopodiché si lascia
trascinare nel portale scuro dalla sua compagna, con lei anche le altre
ragazze. L'ultima a scavalcare l'entrata sono io.
Mi ritrovo
in una stanza buia con alcune colonne di marmo bianco ben visibili e
completamente distrutte, il pavimento di vetro trasparente - sotto i
miei piedi c'è un'enorme abisso, solo a guardarlo mi vengono le
vertigini.
Non
c'è luce, posso solo immaginare un mondo infinito senza entrate
e senza uscite. Ne approfitto per far apparire i miei occhiali a raggi
X, osservo tutto quello che c'è intorno a me. Per giunta, non
c'è traccia delle altre ragazze, se non una strana sagoma
circondata da una potente luce.
«Sailor Multipler!»
Sobbalzo e afferro qualcosa con violenza, poi realizzo che erano le braccia di Sailor Plus.
«Ah, sei tu... mi hai fatta spaventare» rispondo ridacchiando.
«Sto
usando lo Specchio Atomico per orientarmi qui, togliti pure quegli
occhiali» sorride ed io obbedisco. Non appena mi giro, noto che
la sagoma di prima si è fatta ancora più grande. Quelle
curve non mi sono nuove, ricordo di aver già visto un corpo
così slanciato e atletico, ma riconoscerei quel grande bracciale
neon rosa tra mille... non è un essere umano.
«Vedo
che siete riuscite ad entrare nella Camera Oscura, angioletti»
attacca briga con una voce inquietante. Questa è la Camera
Oscura? La prigione dei demoni? Che storia è mai questa?
«Vedo, inoltre, che c'è anche la squadra della "leggendaria" Sailor Moon» ride maliziosa.
«Strega o chiunque tu sia, vieni avanti e mostrati!» esclamo.
«Ti
accontento subito, nana», la luce si avvicina e scompare poco
alla volta facendo apparire una ragazza dai colori rosa e viola.
«Sei
soddisfatta?»
Ora ricordo: lei è Death Eye, un androide
costruito per combattere contro gli angeli minori e supremi, protetta
dalla rete informatica. Ci battemmo cinquecento anni prima della Prima
Guerra Cosmica, quando la nostra galassia viveva nella pace e
nell'amore.
«Death Eye»sibila Jackie tra i denti.
«Sailor Plus, o dovrei dire Dhromia.»
«Come osi mostrare la tua faccia in un pianeta bello come questo?»
«Me lo
ha detto la tua amica, testa di nocciolina... oh, scusa, sei solo un
ammasso di schede video e circuiti malandati!»
«Come te» ribatte lei freddamente.
«Un momento», interviene Sailor Moon «anche lei è un androide?»
«Sì,
ma è diversa da me e Vicky» risponde la guerriera della
buona sorte, «noi siamo composte sia da parti meccaniche di primo
livello - io e mia sorella ne abbiamo solo tre, Death Eye ha solo il
cranio fatto di alluminio e acciaio inox, ma il resto è tutto
metallo cristallizzato.»
«Io
sono nata da un computer infetto da virus letali che lo hanno
distrutto, fui io ad addestrare le figlie del principe Zyrco ma, dopo
essersi sposato con quella principessa Esmeralda, mi ha impedito di
tornare con voi reali»
«Mi
sentivo parte della famiglia ma, sappi solo una cosa: non m'importa
più della tua insulsa famigliola anzi, la voglio
disintegrare!»
«Dovrai passare sul mio corpo!»
«Con
piacere» ghigna malvagia saltando verso il cielo, il braccio
sinistro che gira e fa apparire un cerchio rosa neon.
«Techno Attack!»
Tanti cerchi
luminosi ci attaccano, schivo la scia spiccando il volo e atterrando
sulla cima di una colonna di pietra distrutta. Jackie riesce a deviarlo
con il suo scudo digitale. Da quando ha ripreso a combattere, ora
è diventata più sicura di sé. Sono felice per lei.
Lo scontro
continua a suon di raggi elettrici, calci e pugni, finché Sailor
Plus non viene afferrata per il collo dalle gambe dell'avversario e
ribaltata con la testa in giù. Il suo collo si piega
mostruosamente e la sua testa sbatte violentemente contro il pavimento
di vetro distruggendolo, la strega riesce a tenere bloccati i suoi arti
inferiori e superiori, avvicina la sua mano alla sua gemma con un
sorriso agghiacciante.
«Non
puoi competere con un androide di livello mille e uno», sibila
«arrenditi, la tua gemma sarà mia!»
La mano di Death Eye si avvicina sempre di più, intenta a
strappare la gemma di Sailor Plus dal fiocco - dopo la botta sulla
testa, Jackie è diventata incosciente. Non posso restare ferma a
guardare la mia migliore amica imprigionata tra le gambe di quella
strega.
Salto dalla
colonna di marmo distrutta e atterro addosso al nemico liberando Jackie
dalla sua presa, ho fatto qualcosa di utile questa volta.
«Tu... maledetta ragazzina!» ringhia.
«Come
osi chiamarmi "ragazzina"?!» rispondo con voce demoniaca, i miei
occhi ora sono diventati molto chiari. «Solo perché sono
la più bassa del gruppo?»
«No, perché sei
una ragazzina» sogghigna e con una mossa fulminea, riesce a
liberarsi e a puntare la spada di Sailor Minus contro una colonna.
Evidentemente, voleva puntare me, Uranus e Sailor Moon. Sicuramente non
conosce le formule per attivare il potere della Spada della
Lealtà - anche se le conoscesse, non ci riuscirebbe comunque.
«Ora distruggerò anche voi e mi prenderò... ops, ho sbagliato obiettivo» ora la punta della spada è rivolta verso noi tre «... e mi prenderò la fonte dei vostri poteri!» continua. Ha confuso una colonna di marmo con noi tre, sono letteralmente senza parole.
«Che gag del cavolo» commenta Uranus.
«Non era una gag, razza di imbecille!» ribatte Death Eye.
«Secondo
me, l'hai fatto apposta a minacciarci di spalle» ridacchia la
guerriera del vento.
«Bene, allora ucciderò prima te»
prosegue facendo brillare l'occhio ipnotico, un sorriso inquietante e
una forte aura demoniaca intorno a lei. Uranus non sembra affatto
intimorita.
«Non
ci fai paura» Sailor Moon le fa la linguaccia e la strega sorride
maliziosa. Death Eye stringe un pugno e finge un ruggito di leone, una
sagoma scura a forma di animale appare davanti agli occhi della
guerriera della luna.
«WAAAHHHHH!»
Improvvisamente Sailor Moon si ritrova in braccio alla guerriera del
vento con la paura negli occhi, il viso sbiancato e le gambe tremolanti.
«Ti
è piaciuto il Re Leone?» ghigna divertita la strega
facendo scomparire la sagoma, realizzando poi che Sailor Moon è
una fifona. «Allora è vero che sei ancora una bambina, e
tu...» i suoi occhi puntano sulla figlia del vento.
«... "che gag del cavolo"!» la deride osservando una scena alla Scooby-Doo a dir poco ridicola.
«Scendi subito» sibila Uranus e Sailor Moon obbedisce e scende dalle sue braccia irritata.
«Idiota - uffa, ma perché non è durato di più?» ammette a voce bassa.
«Avete finito le vostre commedie da dilettanti? Vorrei passare all'azione!» si lamenta Sailor Mars.
«Lo
faremo solo se la smetti di lamentarti, testa vuota» risponde
Sailor Divide dandole un leggero pugno sulla sua testa, la guerriera
della passione geme leggermente dal dolore.
«Non era necessario il pugno in testa...ahia!»
«Non dobbiamo distrarci, ragazze!» esclamo un po' nervosa.
«Basta,
mi sto annoiando!» la strega androide scaglia scintille di vetro
neon contro di noi, riusciamo a proteggerci con i nostri scudi e
contrattaccare, ma lei sembra essere immune ai nostri poteri. Passo
all'azione evocando il mio Scettro della Molteplicità, pronuncio una qualsiasi formula ma l'attacco ritorna contro di me; lo scettro improvvisamente viene colpito e disintegrato.
«È tutto qui quello che sai fare, piccolo nano da giardino?»
La rabbia
comincia a possedermi. Mi precipito verso di lei velocemente, ma riesce
a respingermi con un movimento fulmineo del braccio, mi colpisce dritto
sul viso e vengo scagliata contro una colonna di marmo. Gemo stringendo
i denti, per poi cadere a terra a pancia in giù. Non mi sento
più le gambe.
«Anche se sei un demone, la tua forza è pari a quella di un bradipo in coma vigile.»
Non rispondo, mi limito a sentire il dolore al petto e al resto del mio corpo. Che male!
«Mi aspettavo di più da una come te, sai?»
«Chiudi... quella... boccaccia!» sibilo.
«Dovresti
portare rispetto ad una tua coetanea, Camille» continua
«una vera principessa demoniaca dovrebbe essere coraggiosa e
forte, mentre tu sei solo una minuscola formica.»
Ringhio.
«Hai
sempre cercato di andare incontro agli altri ragazzi, nessuno di loro
ti parla o ti guarda per via del tuo Dono - l'ira. Non ti sei mai resa
conto che il tuo sguardo è la prima cosa che ti rende
sgradevole?»
"Non è vero..."
«Sei
così bassa che tutti ti prendono in giro, non sei paragonabile
alle altre ragazze; inoltre, hai perso la tua amica del cuore con una
stupida collana a forma di farfalla.» "No..."
«Del resto, sei come Mahori: una fallita.»
Tutto questo
è vero ma, anche se ho litigato con Jackie, nulla mi vieta di
fare pace e tornare indietro... ma non riesco a muovermi, le forze mi
stanno abbandonando.
«Non mollare, Sailor Multipler!»
«Princess... Lunaris...»
«Non
farti intimorire da quelle parole, tu sei meglio di tutte le persone di
questo mondo! So che puoi farcela, sei forte!»
Io non sono
una fallita, non sono una ragazza sgradevole: io sono Sailor Multipler,
la custode del rubino. Non posso arrendermi, non adesso!
«Io... io sono forte...» mormoro mentre mi rialzo da terra e i miei occhi si trasformano in fiamme rosse. «... io vincerò!»
Il mio corpo
si surriscalda, sento una forte energia scorrere nelle mie vene. Il mio
vestito sta cambiando aspetto, la mia tiara risplende di un rosso
rubino accecante, la mia gemma s'illumina e cambia forma. L'energia
trasmessa da Lunaris mi sta trasformando velocemente, sento il mio
potere diventare più forte.
«Ora grida "Rubia Excelsia"»
dice ed io obbedisco. In un batter d'occhio, un bastone neon rosso
appare davanti a me. Lo afferro con delicatezza e lascio che il suo
potere si diffonda in me, divento un tutt'uno con questo immenso potere
tenendo gli occhi chiusi. Non appena li riapro, tutto torna normale.
«Elvira, sei davvero tu?»
Osservo il
mio riflesso sul pavimento di vetro sotto di me: il mio fiocco è
diventato nero con i bordi dorati, la gonna con un motivo a saetta nero
glitter, la gemma più grande e a forma di luna calante. Sono
davvero io?
«Il
suo potere è diventato più grande, ora è diventata
Sailor Rubia Multipler» spiega la gatta color ambra alle altre
guerriere «la protettrice del rubino, il simbolo del rispetto e
della buona volontà.»
Mi sento un fuoco dentro, sento che posso fare qualsiasi cosa.
«Ora a noi due, strega!»
«Giochi sporco, nana» ribatte Death Eye «ora ti mostrerò il mio vero potere!»
Non appena
scioglie i suoi pugni, due scie di energia blu e azzurre penetrano nei
palmi delle sue mani, i suoi occhi diventano più luminosi. Poi
serra le mani in due pugni stretti e l'energia svanisce. Il potere
della strega robot si è fatto più forte, qualcosa mi dice
che sta usando uno stratagemma sleale per avere la meglio su di noi.
«A che gioco stai giocando, rottame di ferro?»
«Mia
cara Camille» risponde tutta fiera «il potere che ho tra
questi due pugni è l'energia vitale delle gemme che ho
rubato»
«Il
mio Daemonium è in grado di assorbire le forze vitali di tutti
gli esseri viventi trasformandole in pura energia negativa, ed io sono
riuscita ad impossessarmi di due gemme sacre!»
Spalanco gli
occhi. Le gemme che ha catturato... non saranno mica quelle di Sailor
Minus e Sailor Y? Realizzo che sono nascoste da qualche parte nella
Camera Oscura, ma dove potrei cominciare a cercare?
«Libera subito mia sorella!» esclama Jackie.
«Lo
farei, se Mahori non fosse così cocciuta» sorride malvagia
«anzi, visto che devo eliminare anche l'altra squadra, posso
mostrarvi quello che vi succede nella bolla di cristallo
satanica.»
Con uno
schiocco di dita, la luce bianca dietro di lei sbiadisce e vedo due
ragazze imprigionate al suo interno. Death Eye ride malvagiamente
impugnando la Spada della Lealtà e osservando le nostre
espressioni impaurite. Lisa... Vicky... cosa vi ha fatto?
*
La guerriera della lealtà è imprigionata in una bolla di
cristallo, i polsi e le caviglie legate a catene blu neon. Sailor Y
è diventata una sua sottomessa, ma anch'essa è
imprigionata in una seconda bolla - più piccola rispetto
all'altra, Death Eye è riuscita a prendere il controllo di
entrambe. Com'è possibile?
«Avvicinati
solo di qualche passo o per le vostre compagne sarà la
fine!» ci minaccia avvicinando una mano alla grande sfera di
cristallo posizionando le dita ad artigli di gatto, muovendole poi
lentamente facendo uscire scariche elettriche dolorose. Il volto della
prigioniera dice tutto.
«Stai
sfruttando il potere sacro dello zircone e dello zaffiro solo per scopi
malvagi? Come puoi fare una cosa così crudele?»
«Ora
queste gemme sono mie, anche se sono ancora dentro le vostre
amichette» sorride trionfante «presto avrò anche le
vostre e il piano di conquista dell'universo sarà
ultimato.»
«Allora
è questo il vostro piano? Portare la Terra ad una nuova era
glaciale e alla distruzione usando il potere del Cristallo Galattico di
Andromeda?»
«Il
nucleo del pianeta diventerà un ghiacciolo tra meno di
ventiquattro ore, per il vostro insulso mondo è finita.»
Le due
guerriere imprigionate nelle bolle di cristallo sembrano non respirare,
sono completamente immobili, come cadaveri. Bisogna liberarle da quella
specie di gabbia infernale o la loro energia si azzererà.
«Ora
che ho tra le mani il potere delle gemme sacre potrò trasformare
voi guerriere Sailor in poltiglia» sorride malvagia «anzi,
nella pappa per Cerbero!»
«Non mi dire che Lucifero ha ancora quella bestiaccia in casa» commento.
«Non è una "bestiaccia", ma un ottimo cane da compagnia - e anche di guardia!»
«Che leccapiedi» mormoro e la strega pare aver sentito il mio ennesimo commento.
«Te la
do io la "leccapiedi"» fa un passo avanti e incrocia le braccia
davanti al suo viso. Che abbia intenzione di scagliarmi contro unaGemma Inferni?Non
credo proprio, dal momento che tra demoni non ha effetto. I suoi
capelli volteggiano nell'aria, sembra voglia usare uno dei suoi
attacchi speciali.
«Daemon Sphera!»
Il simbolo di Satana appare davanti a noi, Death Eye lo scaglia contro di me. Mi difendo con ilSixty-Nine Cyrcle,
ma non sembra avere effetto. L'attacco lo distrugge e la mia gemma, di
colpo, assorbe la sfera di luce. Com'è possibile? Che sia un
potere nascosto della mia nuova uniforme da guerriera sailor?
«Non l'ha uccisa?»
«Certo
che no», sorrido trionfante «ora il mio rubino può
assorbire tutti i poteri legati al Daemonium per potenziare il
mio.»
La strega rimane a bocca aperta.
«Sei finita, Death Eye!»
«Questo
è tutto da vedere» afferra uno scettro, disegna due
iperbole destra e sinistra, una bolla di cristallo appare davanti ai
suoi occhi e...
«Astro-Circulum!»
Una scia di
stelle e particelle cosmiche distrugge la bolla prima che iniziasse a
gonfiarsi e catturarmi. Sailor Z ha tirato fuori il suo magico
cannocchiale e l'ha puntato contro di lei. Come ha fatto a capire
dov'era?
«Come hai fatto a... ma tu sei cieca!»
«Sai,
mia cara strega robotica, mi chiedono tutti la stessa cosa» risponde
lei «non mi conosci abbastanza: io ho sviluppato un sesto senso
ed esso mi permette di combattere come tutte le altre.»
«Davvero
incredibile, ma non hai visto ancora la parte migliore» sorride
malvagia e comincia ad assorbire nuovamente l'energia delle due
prigioniere. Come faremo a sconfiggerla, se tiene sotto chiave due
gemme sacre?
Sailor Z si
prepara ad attaccare nuovamente, la strega schiva i suoi attacchi e
contrattacca ferendola alla gamba sinistra. La gatta Lunaris salta
dalle braccia di Sailor Plus e le va incontro allarmata, con lei anche
Sailor Venus.
«Povera
piccola bambina, si è fatta la bua!» esclama prendendola
in giro, ridendo poi con gusto. Non posso continuare a sentire le sue
insulse provocazioni! Mi avvicino alle altre ragazze in cerca di una
soluzione - mi servirebbe l'appoggio di Ami, è esattamente
quello che mi serve. Attiro l'attenzione della mia nemesi con una
piccola scusa e lei mi viene incontro, mi avvicino al suo orecchio
cercando di non farmi vedere dalle altre ragazze.
«Cerca
di distrarla, usa le tue bolle di nebbia per offuscarle la vista»
sussurro «non appena sarà il momento, io userò il
bastone neon per distruggerla.»
«Sei sicura che funzionerà?» risponde lei in sottovoce.
«Mai
perdere la speranza, Ami, ricordatelo sempre» le faccio
un'occhiolino e non appena lei sorride, mi giro verso la strega.
Nascondo le mani dietro la schiena e muovo velocemente due dita dando
il segnale a Sailor Mercury.
«Bubble Spray!»la
guerriera di Mercurio distrae la strega con una fitta nebbia, la sua
vista sembra diventare più debole rispetto a prima. Possiamo
ancora farcela.
«Maledetta cervellona...Crystal Infernus!»una
scia di cristalli neri, rosa e arancioni si sparpagliano per l'intera
stanza senza beccare nessuno. Una scia di sangue improvvisa frantuma i
piccoli cristalli, con essa anche una sfera d'acqua gigante. Due
ragazze appaiono in mezzo alla nebbia di Sailor Mercury, come in un
film d'azione.
«Se devi sfogarti con qualcuno, sfogati con noi!»esclama una.
«Non ti lasceremo rubare il potere di una gemma sacra!»esclama l'altra. Death Eye è furibonda.
«Ce ne sono altre?!»
«Noi siamo guerriere dell'amore e della giustizia: Sailor Vampire e Sailor Neptune!»
«Siamo qui per punirti in nome della Via Lattea e di Andromeda!»
"Alla buonora!"
Ci avrei scommesso che fossero loro, ma cavolo se sono felice di rivederle. Pensavo ci avessero abbandonate.
«Wow, che figurino» commenta Uranus osservando la sua divisa verde acqua scura della sua (probabile) partner.
«Ti
sembra questo il momento di fare gli occhi dolci alla tua fidanzata,
razza di pervertita?!» reagisce Sailor Mars arrabbiata fino al
collo.
«Ragazze, è ora che usiate le Armi Galattiche»
interviene la gatta color ambra tra le braccia della guerriera della
buona sorte - «lanciate in aria questi piccoli diamanti e gridate
"Galaxy Gun", usatela per indebolire l'avversario in modo che possiate liberare le ragazze imprigionate nelleSatanas Circulum.»
«Aspettate...
Regiela, che cos'hai in mano?» chiede Sailor Moon un po'
impaurita osservando la mano sinistra della guerriera vampira
leggermente insanguinata.
«Il cuore di un cervo, perché?»
Non appena
osserva con attenzione una specie di cuscinetto rosso pulsante, la
guerriera della luna perde i sensi e si accascia sulla spalla di Sailor
Mars scivolando poi a terra come un sacco di patate.
«Un'altra volta?! Non è possibile! Ma porco gatto!» si lamenta lei. «Ti sembra questo il momento di mangiare, Regiela?»
«Ah, perché? Mi è venuta fame proprio adesso» risponde lei con un'espressione maliziosa.
«Questa è fuori di melone» commenta Sailor Divide sottovoce.
«Voi due» Death Eye minaccia le nuove arrivate «la pagherete per esservi intromesse!»
Le ragazze
si preparano a contrattaccare, la strega androide fa splendere il suo
bracciale neon rosa, pronta a lanciare un nuovo attacco.
«Crystal Infernus!»
Le due
ragazze schivano il colpo con un salto e la scia colpisce le due bolle
di cristallo, che si distruggono e le due guerriere prigioniere vengono
liberate.
«No... no! Che cosa avete fatto?»
Sailor
Vampire e Sailor Moon accorrono verso le due ragazze e le soccorrono,
entrambe le prigioniere hanno perso coscienza, ma sono sicura che si
riprenderanno presto. Non appena la guerriera vampira sfiora le labbra
di Sailor Minus, ella apre leggermente gli occhi e accenna un lieve
sorriso.
«S-sei tu... Regiela?»
Lei non risponde, l'abbraccia e le passa una mano sui suoi capelli blu chiaro.
«Ora
sei al sicuro, mia adorata Victoria» mormora appena cambiando poi
totalmente discorso, poi l'abbraccio si scioglie e si guardano dritte
negli occhi. Sembra che Vicky abbia capito la vera identità
della guerriera vampira, lei le sorride e le accarezza la guancia con
dolcezza. Devo ammettere che vederle insieme mi rincuora davvero tanto
- vorrei essere anch'io al posto di una di loro, in questo momento.
Seguono una
serie di attacchi, calci e pugni, ma Death Eye rimane sempre in piedi e
in perfetta forma. La gonna della mia divisa è leggermente
strappata, alcune di noi sono ferite e lei non ha neanche un graffio. I
miei occhi emettono ancora fiamme rosse possenti, la mia rabbia ancora
non si è placata.
«Per
quanto ancora volete combattere in questo modo? Mi sto davvero
annoiando, sapete?» commenta lei lisciandosi i capelli con le
mani. «Non ho mai partecipato ad un combattimento così
noioso in tutta la mia vita.»
"Ora lo vedrai, stupido concentrato di cavi e circuiti!"
Capitolo 42 *** Capitolo quarantadue - Una battaglia tra lacrime amare ***
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Capitolo quarantadue
• Una battaglia tra lacrime amare •
Elvira's POV
Non appena Lunaris lancia un segnale di luce, Sailor Vampire e Sailor Neptune lanciano in aria i due diamanti.
«Galaxy Gun!»
Pronunciando la formula magica, i diamanti nelle
mani delle due guerriere si trasformano in armi da fuoco: due fucili
verdi e rossi pronti a sparare. Assumendo una posa a dir poco fiera,
Sailor Minus e Sailor Uranus sembrano impazzire.
«Oh... mio... Dio!» esclama la prima
con gli occhi a cuoricino e gli ormoni a palla mentre osserva la
guerriera vampira con la gonna e i suoi lunghi capelli castani al vento.
«Ma guarda, ti esce il sangue dal
naso» commenta Uranus con un sorriso malizioso «ora capisco
perché quel tatuaggio è un dono.»
«Smettila di prendermi in giro!»
ribatté lei, poi osserva la sua compagna. «Però
anche tu non scherzi.»
La figlia del vento si ripulisce con il suo guanto
bianco. «Sono allergica alla "modalità badass", anche se
l'adopero spesso.»
«Sei strana.»
«Come te.»
Le guerriere cominciano a premere il grilletto
delle due armi galattiche cercando di uccidere la strega, ma sembra non
funzionare. Non appena i proiettili finiscono, Death Eye scoppia in una
risata fragorosa.
«Pensavate davvero di uccidermi con delle armi da fuoco?!» ride. «Siete patetiche.»
La strega si alza in volo e riesce a raggirare le due ragazze, le afferra per il collo con le braccia e osserva tutte noi.
«Consegnatemi subito i vostri poteri,
altrimenti le vostre compagne moriranno folgorate» ghigna facendo
apparire piccole cariche elettriche dalle sue dita. Sailor Vampire e
Sailor Neptune deglutiscono. Che cosa dovrei fare, adesso?
Lisa's POV
Apro gli occhi e osservo il volto di Usagi splendere sotto un fioco
raggio di luce, realizzo di essere in paradiso quando qualcosa scuote
la mia testa.
«Sveglia! Sveglia! SVEGLIA!»
Caccio un urlo e mi metto a sedere sul pavimento di vetro, la mano sulla fronte e la vista leggermente appannata.
«Per l'amore della pace, Jupiter! Mi hai fatto prendere uno spavento!»
«Pensavo fossi andata in coma.»
«Per poco non ci andavo, ma grazie a voi sono ancora cosciente» rispondo sarcasticamente.
«Comunque, cosa mi è successo?»
«Death Eye ti ha imprigionata in una bolla
di cristallo che assorbe l'energia vitale, ehm... come si
chiamava...?» Usagi si blocca, poi Makoto riesce ad intervenire.
«Satanas Circulum»aggiunge.
«Giusto, ilSatanas Circulum(lo dice come è scritto, se ne frega della pronuncia latina) ma ora sei libera, devi solo riprendere le forze.»
«Non mi sembri molto in forma, sai?»
sorrido maliziosa osservando il suo viso pallido.«Ho avuto una
crisi epilettica improvvisa, non preoccuparti, succede quando mi capita
qualcosa di nuovo, inquietante o strano.»
«Per forza, ha visto Regiela mangiare un cuore vivo, per giunta un cervo!» ride Makoto.
«Che cos'ha visto?!» domando allibita.
«Nulla, meglio non parlarne o di questo
passo diventerà pazza» ridacchia la guerriera di Giove
deridendo la sua leader.
«Makoto» piagnucola Usagi «fattelo dire: sei una brutta persona.»
Victoria's POV
Non so se è un'allucinazione, ma vedo la mia ragazza tra le
braccia di Death Eye con la paura negli occhi e nel cuore; con lei,
c'è anche Michiru.
Il mio corpo non si è ancora ristabilito, a
stento le mie gambe riescono a reggermi in piedi. Quella maledetta
bolla di cristallo mi ha distrutta completamente.
«Allora, mie care nemesi» si riferisce
a me e Haruka, probabilmente «vi piacerebbe osservare un film
horror in tre dimensioni?»
«Dove sarebbe l'orrore in questo...» commento sottovoce.
«Lo vuoi capire che le nostre fidanzate sono
state prese in ostaggio da un mucchio di fili elettrici attorcigliati e
fuori da ogni misura?!»
«Lo vedo che... aspetta un minuto, come fai a sapere che io e Regiela siamo fidanzate?»
La figlia del vento si ammutolisce.
«Sai com'è, Vicky, le voci che girano» ridacchia un po' imbarazzata.
«Hai fatto la spia!?» le chiedo nervosa.
«No, me l'ha detto tua sorella.»
"Miseriaccia, Jackie, mai una volta che tieni la bocca chiusa!"
«Perché te la prendi tanto?»
sorride un po' maliziosa avvicinandosi al mio orecchio. «Sai che
nessun altro, a parte te, è riuscito a conquistare
Regiela?»
«Mi sembra ovvio: non sopporta il genere maschile.»
«Solo per quello?» ridacchia.
«Per tutte le gemme maledette, la smetti con queste domande sconce?» alzo la voce.
«Continuate pure, ragazze» interviene la strega cyborg «sapete, a me piace il gossip.»
"Ma che razza di..."contieni la tua rabbia, contieni la tua rabbia!
«Però, che bella stronza»
commenta Haruka sottovoce. Ciò riesce ad attirare l'attenzione
della strega, che le scaglia un raggio d'azione piccolo ma letale, la
difendo deviandolo con un movimento fulmineo del braccio e il colpo
ritorna contro di lei. La strega viene colpita, ella dilata le braccia
e cade a terra di schiena; le due ragazze vengono liberate e tornano
con noi.
«Questo non faceva parte del piano...» geme toccandosi una coscia dal dolore.
«In realtà, avevo in mente un altro
tipo di piano, Death Eye» rispondo imitandola un po' stupidamente
«quello di eliminarti e riportare la Terra al suo stato
originale.»
«Mi spiace deluderti, robottina» si
alza in piedi con una gamba ferita «ormai il pianeta è
diventato un cumulo di ghiaccio, scioglierlo tutto sarà quasi
impossibile.»
Tutte le ragazze si voltano verso destra
osservando l'intera città immersa nella neve e nel ghiaccio,
sembra non voglia smettere. Il solo pensiero di vedere parte della mia
vita cadere nel freddo inverno eterno mi fa arrabbiare, per non parlare
di chi ho di fronte in questo momento. La mia testa è sul punto di impazzire, vedo
doppio. Devo fermarla prima che tutti vengano sommersi dalla neve e il
tempo stringe. Presa dalla rabbia, spicco il volo verso di lei mettendo
in mostra tutto l'odio nei suoi confronti, ma qualcosa mi blocca
improvvisamente. La sua tuta aderente nera sprigiona un campo di forza
impenetrabile, vengo respinta pericolosamente e finisco a terra a
pancia in su.
Non ho più forze, sento la mia anima abbandonarmi.
«Guardati, sei proprio una perdente»
ridacchia la strega «ti fai battere da un semplice campo di forza
magnetico?»
Non rispondo.
«Credevo riuscissi a penetrarlo nonostante la tua forza pari a quella di un cane in punto di morte.»
«Sei un mostro!» ringhio sottovoce.
«Sorellona, ti prego, reagisci!»
Non ci riesco, l'impatto con il vetro è
stato troppo forte. Riesco a malapena a sentire le loro voci... mi stanno
incoraggiando.
«Ne hai avute abbastanza, rottame di ferro?
Perché non rinunci a salvare le tue compagne e lasci che ti
distrugga una volta per tutte?»
«Sarei disposta a tutto per sacrificare la
mia vita, ma non ti lascerò vincere» riesco a trovare la
forza di mettermi a sedere, Death Eye rimane sorpresa.
«Non voglio perdere di nuovo chi amo,
perché ho già perso mia madre e, a quanto pare, non
sembra essere abbastanza per me» sussurrai. «Non ho scelto io di essere un
demone, sono riuscita a cambiare ma la vita mi ha riservato un
gigantesco asso di picche, portando via chi in passato mi ha
amato.»
«Wow, è un discorso davvero
commovente, Mahori» interviene nuovamente Death Eye - come al
solito «e pensare che prendevi in mano qualsiasi cosa, anche la
più sporca.»
«Io me la facevo solo con le donne, ma
quello era prima che sacrificassi la mia vita per un angelo!»
grido ammettendolo - e mi piange il cuore a dire certe cose, adesso.
«Allora perché l'hai fatto?»
questa domanda mi ammutolisce improvvisamente. «Sapevi che
avresti sofferto, no?» continua, poi.
«Io non posso prevedere il futuro, Death
Eye, né tantomeno quello che avverrà tra qualche minuto,
perché non sono la guerriera del tempo e nemmeno un androide da
poteri sovrannaturali»
«All'inizio non pensavo che l'amore mi
avrebbe portato a soffrire e piangere in silenzio nascondendo il mio
dolore; evidentemente, mi sbagliavo»
«Non appena l'ho cominciato a sperimentare,
non sapevo a cosa sarei andata incontro, perché non conoscevo la
Legge degli Opposti e ho preferito correre il rischio solo per vedere
quella principessa dagli occhi verde acqua e i capelli rossi.»
Osservo il volto di Sailor Divide in lacrime, ma
quell'espressione non mi rincuora affatto. Da quando mi ha respinta, il
lato gelido di me ha pervaso il mio subconscio trasformandomi
completamente, e se il mio cuore è ferito è soltanto
colpa sua. Non m'importa quante volte lo ripeterò, voglio solo
ammettere a me stessa che ciò non è stato solo un mio
errore. Anzi, non mi sarei mai dovuta innamorare e mia
sorella aveva già capito dove sarei andata a finire: in un
abisso senza fondo.
«Oh, sorellona» anche Jackie sembra essere stata colpita da queste parole.
«Le tue lacrime sono credibili, ma non
abbastanza per avere pietà nei tuoi confronti» commenta la
strega incrociando le braccia «se solo fossi stata più
attenta, a quest'ora non soffriresti e continueresti la tua vita da
sguattera lesbica.»
"Mi sta prendendo in giro di nuovo?"
«Non sono una sguattera!» ribatto a voce alta.
«Prima eri tu a ferire i sentimenti degli
uomini con cui passavi il tempo, ora tutto quello che hai fatto ti si
è rivoltato contro.»
«Questo non è vero... ho sempre
odiato gli uomini...» sento i battiti del mio cuore rallentare,
non riesco a reggermi in piedi.
«Hai rischiato la vita per un fottuto angelo, quando avresti potuto ucciderlo e bere il suo sangue.»
«Io... non posso... bere liquidi... lo...
sai?» mi porto una mano sul petto stringendo forte la parte
sinistra, mentre le sue parole continuano a tormentarmi. Mi manca il
respiro, sto per svenire.
«Almeno ti saresti tolta un'enorme peso, non
credi?» ghigna. «Sei così cocciuta che non riesci a
distinguere il sentimento dal sesso puro, ecco perché Lucifero
ti ha donato il potere della lussuria.»
"Ma dopo millenni, finalmente l'ho capito"penso distogliendo lo sguardo. Mi sento male.
«Ammettilo: sei una fallita in tutto e per tutto!»
Rialzati, Victoria! Non mostrarti inferiore ad un demone! Ricorda le parole della Trinità Divina.
"Nessuno può sentirsi
superiore a qualcuno, a prescindere da cosa abbia fatto, perché
noi siamo umani e siamo nati per vivere, amare e sorridere."
"Io perdono ogni peccato, perdono tutti, anche chi non lo meriterebbe, perché la pietà vince l'immoralità."
"Chi ha
sofferto per amore, un giorno, incontrerà qualcuno che le
aprirà il suo cuore e non potrà più fare a meno di
lei."
Io non sono una fallita. Sono la futura regina del pianeta futuristico
di Andromeda, la custode di una gemma sacra, potente e molto
importante. Io sono Sailor Minus, la guerriera della lealtà, e
non devo assolutamente far vincere un demone dal cuore di pietra.
Sento di colpo una sensazione di energia forte, il
cuore smette di farmi male e comincia a battere normalmente. Mi rialzo
da terra tenendo gli occhi chiusi, sento la guancia destra bruciare e
pizzicare, la mia fuku sta cambiando forma. La divinità mi sta
aiutando.
«Non può essere!»
I miei occhi si trasformano in fiamme possenti, la
gonna della mia sailor fuku diventa leggermente trasparente e un po'
più lunga, qualsiasi parte del mio corpo ha cominciato a
pulsare. Mi sto trasformando di nuovo.
«Avete visto? È diventata Sailor Mecha Minus!»
Non ho più paura di loro, ormai. Li conosco
perfettamente e so come raggirarli. I demoni non sono la mia più
grande paura, ma la mia più grande delusione.
«Finalmente ti sei decisa, Lady
Zyrconia» ghigna lei facendo risplendere il neon sul suo corpo,
la sua energia è aumentata.
«Fatevi da parte, ragazze» dico «è meglio se combatta io contro Death Eye.»
«Non farlo, Vicky, potrebbe ucciderti» interviene Regiela afferrandomi per un braccio.
«So quello che faccio, cucciola»
rispondo sorridendo «ho ancora un conto in sospeso con lei ed
è meglio che lo concluda al più presto.»
Non appena concluso il mio discorso, faccio
schioccare le dita e magicamente la Spada della Lealtà, che
prima era nelle mani del nemico, ritorna tra le mie."Ora a noi due!"
Capitolo 43 *** Capitolo quarantatré - Frammenti di metallo ***
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Capitolo quarantatré
• Frammenti di metallo •
Victoria's POV
Impugno la
spada con tenacia osservando la strega ridacchiare tra lei e lei. Non
ho assolutamente intenzione di farmi battere da un androide di livello
mille e uno, non un'altra volta. Ho imparato a combattere anche grazie
al suo aiuto. Sento, però, che qualcosa non va. Strane voci
percorrono la mia mente, sto ripercorrendo quei momenti.
«L'amore
a volte, può portarti ad una scelta che non potrai più
cambiare. Se davvero vuoi diventare una di noi, Mahori, dovrai giurare
fedeltà alla Trinità Divina e rinunciare a
Lucifero.»
«Tuo padre ha dovuto scegliere per non morire, poiché l'amore tra angeli e demoni è proibito.»
«Per quanto ancora hai intenzione di rivederla?»
«Finché non le avrò rivelato i miei sentimenti.»
«Se lo farai, il tuo mondo e il suo verranno spazzati via!»
«La "Teoria del Cambiamento" è una forza altamente distruttiva, non bisogna mai unire due gemme sacre.»
«Ma io voglio unirmi a lei fino alla fine dei miei giorni... voglio essere un tutt'uno con la sua anima.»
«Perché non accetti il fatto che il vostro è un amore impossibile?»
«Io faccio solo quello che dice il mio cuore.»
«Resterai con me per sempre, vero, Mahori?»
«Sì, questa è una promessa.»
«Non voglio morire, sorellona, non voglio!»
«I vostri genitori sono già diventati parte dell'universo, ora mancate solo voi due!»
«Dhromia, non andare, ti prego! Ti uccideranno!»
«Adesso scegli: o la tua vita o quella della tua fidanzatina!»
«Vieni con me, piccola gemma, da oggi in poi non soffrirai mai più.»
Perché
continuo sempre a pensare al mio passato? Ogni volta finisco col
versare lacrime e deprimermi, ma non posso abbassare la guardia proprio
adesso.
«Quando hai finito di farti le seghe mentali, chiamami» mi deride.
«E tu, quando hai finito di prendermi per il culo, sai cosa fare» la imito nervosamente.
«Certo,
Mahori, so esattamente cosa fare con te» ghigna impugnando lo
scettro contro di me lanciando infine un raggio d'azione potente.
Riesco a schivarlo, ma esso ritorna colpendomi dietro la schiena e
facendomi perdere l'equilibrio. Cado a pancia in giù ansimando
dal dolore, sento nuovamente l'energia abbandonarmi.
«Non
pensavo non sapessi prevedere le mosse» sorride «e per un
androide è facile come bere un bicchiere d'acqua.»
«Questo paragone non ha senso...» gemo.
«Per i
robot come noi no, ma per gli esseri umani sì» risponde
mentre mi rialzo da terra puntando lo sguardo verso di lei. La odio e
vorrei poterla strangolare con le mie stesse mani, peccato che siamo
entrambe due androidi.
Non appena
riesco ad osservare i suoi bracciali neon illuminarsi, mi precipito
verso di lei spiccando il volo, con me anche lei. Ci ritroviamo faccia
a faccia e cominciamo a sferrarci attacchi su attacchi senza concludere
nulla, i nostri poteri hanno la stessa energia, non sarà facile
sconfiggerla.
«Sembri
in forma, principessa» ghigna lei, io non rispondo e continuo a
combattere. Non appena faccio apparire due grandi bracciali d'oro sui
miei polsi, Death Eye disegna due iperbole con il suo scettro.
«Questo è sleale!» esclamo.
«Detto dalla guerriera della lealtà non è una novità, sai?»
"Brutta sgualdrina!"
Disegno due
linee con le dita facendo apparire una grande croce, dove al centro si
forma una sfera di energia blu chiara. Non devo perdere la
concentrazione.«Attenzione: sovraccarico di energia! Sovraccarico di energia!»
No... non adesso!
«Sei troppo debole per uccidermi con unaGemma Inferni,stupida»
sorride malvagia «a meno che non te ne fai prestare un po' dalle
tue compagne ma... nessuna è in grado di farlo, lo sai?»
Stringo forte gli occhi mentre un dolore pervade il mio cuore e il resto del mio corpo, sto per perdere l'equilibrio.
«Sovraccarico di energia... sovraccarico di energia...»
Devi farcela, non puoi mollare proprio adesso!
Alzo gli
occhi e mi concentro al massimo, quando una luce improvvisa rinforza la
mia sfera di energia. Osservo un ciondolo a forma di farfalla
appoggiato sulla mia gemma, stranamente apparso dal nulla. Non appena
mi guardo dietro le spalle, noto che anche Sailor Divide ce l'ha.
Sta
brillando e mi sta trasmettendo la sua forza vitale, esattamente come
in passato: "The Butterfly Effect". Punto nuovamente gli occhi sulla mia
sfera blu sorridendo felice, so che posso farcela.
«No... non è possibile!»
«Invece
lo è, mia cara demone» ghigno «hai perso», e
detto ciò le scaglio contro la sfera di energia gigante
colpendola in pieno. Death Eye cade di schiena sbattendo violentemente
la testa contro il pavimento di cristallo, mi ritrovo a fissare la
colonna di marmo senza una ragione. Le palpebre dei miei occhi sbattono
ripetutamente, mi sento mancare.
«Tocca a noi!» esclama Sailor Y ma io la fermo alzando una mano.
«Non è ancora debole, non potete ancora intervenire» dico.
«Come
hai fatto a diventare così forte?» geme la strega cercando
di rialzarsi da terra. Mi avvicino con le fiamme possenti negli occhi e
la rabbia nel sangue, la vedo cadere nuovamente e noto che i
suoi polsini neon rosa s'illuminano lentamente, sembrano quasi sul
punto di spegnersi.
«Mi ci
sono voluti millenni per sviluppare una forza così grande, e
altri per capire che tu volevi solo il mio dono» ringhio la parte
finale facendola deglutire dalla paura. A quanto pare, le ho letto nel
pensiero.
«N-non so di cosa parli...»
«Volevi
solo vendicarti di me, dal momento che Lucifero mi ha donato la
capacità di controllare la lussuria, cosa che a te non ha voluto
dare in quanto "demone minore", ma la questione ti ha turbata molto e
hai cercato di conquistare la mia fiducia e uccidermi in modo che il
dono passasse a te, vero?» l'afferro per i capelli facendo in
modo che il suo sguardo incrociasse il mio, voglio che osservi la
rabbia che percorre ogni centimetro di me.
«Ti
sei sbagliata, ammasso di ferro, la fallita qui sei tu!» la
lascio andare facendola cadere in ginocchio, la sua energia pian piano
svanisce. Posso dire di essermi vendicata.
«Non
avresti dovuto interferire, Death Eye» interviene Sailor
Multipler «né tantomeno allearti con Madness per
vendicarti di Vicky.»
«Dovevi
pensarci due volte prima di farlo» conclude facendo apparire un
bastone neon rosso fluorescente, lo fa roteare velocemente mentre un
grande cerchio rosso si disegna tra gli estremi del bastone.
«Isomorfis!»grida
forte sferrando numerosi cerchi rossi e piccoli numeri che circondano
la strega e la indeboliscono, per poi formare un tornado e colpirla. I
suoi braccialetti vengono distrutti, così come metà del
suo braccio sinistro. Non appena cade a terra, piccole scariche
elettriche la circondano.
Lisa's POV
«Sailor Moon, Sailor Y, è tutta vostra» conclude
Vicky mentre le fiamme dei suoi occhi diventano sempre meno possenti.
Guardo Usagi e le faccio un cenno con il capo mentre il Talismano
Galattico appare davanti a me, così anche quello di Sailor Moon.
Risponde con un semplice annuito e afferra il gioiello, lo alza
stringendolo in un pugno in contemporanea con me e pronuncia la sua
formula magica.
«Milky Way Galactic Power, Make Up!»
«Andromeda Galactic Power, Make Up!»
Le nostre
uniformi cambiano forma e colori splendendo di un azzurro chiaro,
blu e viola. Dopodiché, le gemme al centro del nostro fiocco
fanno apparire il supremo Galactic Stick ed evochiamo il suo potere.
«Potere Supremo del Sole, donami la tua energia e diffondi il tuo grande potere!»
«Potere Supremo del Crysalium, unisci il potere di tutte le stelle e donami la tua forza!»
I due
scettri si toccano amorevolmente, il potere cresce più
velocemente, la luce sempre più abbagliante e forte. La forza
delle due galassie si mescolano in una forza incredibilmente divina,
l'unione di entrambe le energie della Via Lattea e di Andromeda che
danno vita ad un potere che va oltre i limiti.
«Galactic Starlight!»
La punta dei
nostri scettri lanciano un potente getto d'azione che colpisce in pieno
il nemico e, dopo un potente urlo da parte sua, viene immediatamente
disintegrato e trasformato in cenere. Su di noi splendono piccole
scintille rosee mentre la polvere cade a terra lentamente.
Death Eye
è stata ufficialmente sconfitta, ma il merito di tutto
ciò va soprattutto a Vicky. Nonostante la sua poca energia,
è riuscita comunque a dimostrare le sue potenzialità e
per una futura regina è una cosa davvero essenziale. So che
Victoria sarà una regina fantastica, data la sua maturità.
«Ce l'hai fatta, piccola androide!» Haruka le salta addosso con gioia.
«Cos'è questo entusiasmo? Non ho fatto nulla di eccezionale» risponde lei ridacchiando.
«Non
importa, fatti abbracciare!» dice e lei ricambia subito con un
tenero sorriso, lo stesso anche Regiela dopo qualche minuto andandole
incontro.
«Come
dico sempre: tutto è bene quel che finisce bene!» aggiunge
Sailor Moon facendo l'occhiolino con un sorriso ammiccante.
"Potrei dire lo stesso anch'io"penso
tra me e me. Ma sono contenta che tutto sia finito e che Vicky sia
riuscita a compiere la sua vendetta nei confronti dei demoni, ma la
guerra non è ancora finita. Ne manca solo uno e in questo
momento si trova al centro della Terra.
Qualche attimo prima...
«Quella Sailor Minus è davvero forte» sorrise
maliziosa Madness, la principessa oscura «chi l'avrebbe mai
detto?»
«Mia signora, ora che Death Eye è morta, non ha intenzione di riprendersi lo Scettro Cartesiano?»
La
principessa si girò verso il suo servitore e lo guardò
male, egli deglutì e indietreggiò di qualche passo
impaurito.
«Vuoi andarci tu?»
«No,
no, grazie, ho troppa paura di quelle ragazze... cioè, di Sailor
Minus... ehm, nulla...» borbottò Kirito, il suo servitore
imbranato.
«A
questo punto tocca a me affrontarle» disse osservando lo specchio
con malignità «e la guerriera della lealtà
sarà la mia prima vittima.»
Rise malvagiamente mentre lo specchio proiettava l'immagine della guerriera dello zircone tra le braccia della sua guardiana.
Capitolo 44 *** Capitolo quarantaquattro - Momenti di pace ***
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Capitolo quarantaquattro
• Momenti di pace •
Una settimana dopo...
Elvira's POV
Sempre la solita storia: fraintesa da una ragazzina, ed io che volevo
finalmente fare amicizia con una studentessa più giovane.
Perché hanno tutti paura di me? Non me lo spiegherò mai.
«Non uso la violenza senza una ragione precisa - a meno che non ne abbia voglia» rispondo.
«Quindi, non mi farai del male?» alza lo sguardo con gli occhi lucidi.
«Perché dovrei? Sei adorabile e non
ho alcun motivo per farlo» le patto dolcemente la testa alzandomi
di qualche centimetro con le punte dei piedi sorridendo, e mi allontano
tenendo la cartella tra le braccia.
Mi avvicino al mio piccolo armadietto ai confini
del mondo, lo apro e noto che qualcosa cade vicino ai miei piedi. Mi
chino a raccoglierla e la osservo con stupore: è una lettera
chiusa in una busta, con un piccolo sigillo a forma di cuore e un
gattino disegnato dietro la medesima busta. Non ho mai avuto un
ammiratore segreto, né tantomeno un'amica di penna.
Chi è stato a metterla dentro il mio armadietto, nonostante fosse stato chiuso con un lucchetto a combinazione?
Tutto ciò è strano, ma la
curiosità ha preso possesso di me e comincio subito ad aprirla.
Dalla calligrafia, noto che è stata scritta da una ragazza
più grande, una senpai per la precisione, forse non di questa
scuola. La riconosco semplicemente perché nessun senpai di
questo istituto scrive così bene. Nessuno sarebbe capace di
disegnare linee cosi sottili e scrivere un corsivo così
perfetto, nemmeno io. Mi guardo intorno e dopo essermi assicurata che non ci fosse nessuno a guardare, comincio a leggerla.
«Da quando me ne sono andata, ho cominciato a sentire la tua mancanza. Incontriamoci al parco dopo la scuola, vorrei tanto stare in tua compagnia. PS: eri proprio carina nei panni di Sailor Rubia Multipler!»
Se c'è una persona che conosce la mia vera
identità è Jacqueline, la ragazza androide ora
studentessa della prestigiosa Mugen Academy, un tempo scomparsa.
Sorrido e metto in tasca la lettera, mi cambio le scarpe ed esco
correndo verso il parco. Se è davvero la calligrafia di Jackie,
non posso assolutamente tardare.
Ora che la tempesta di neve si è placata,
intorno a me vedo solo una Tokyo innevata, tanti bambini che giocano
con la neve e se la lanciano addosso con il sorriso sulle labbra.
Rivedere una scena così allegra mi mette nostalgia; ormai non
sono più una bambina e il solo pensiero degli esami finali mi fa
girare la testa. I bambini non pensano mai a niente: vedono la bellezza
in ogni cosa, la loro fantasia non ha limiti, la loro allegria è
incredibilmente contagiosa. Mi piacerebbe poter tornare piccola anche
solo per un giorno.
«Ciao, Elvy!»
A spaventarmi è proprio lei, la ragazza dal
ciuffo verde. Non posso fare altro che sorridere e abbracciarla, e
così decido di fare.
«Sapevo che eri tu» mormoro «ho riconosciuto la tua calligrafia.»
«Non era poi così difficile da
capire, stupidina» si siede accanto a me su una panchina di legno
a qualche passo da un piccolo melo «ho sempre avuto il talento
del disegno, le mie linee sono così perfette che potrei fare
l'artista - mi ha detto il professore di scrittura.»
«Avete anche voi il corso di scrittura?»
«Si, ma è diverso da come lo facevo
prima» racconta «utilizziamo penne diverse, soprattutto la
vecchia piuma; ci esercitiamo su lettere cinesi, coreane e
giapponesi.»
«Deve essere molto difficile...» dico mentre un brivido mi percorre la schiena. Che metodologia del cavolo, a questo punto avrebbero potuto davvero disegnare anche delle linee rette!
«Già, però non ho grandi difficoltà visto il mio "talento", come sostiene Hurimura-sensei.»
«Vedo... ma tua sorella non è con te?»
Jackie sospira.
«Purtroppo è costretta a restare in
casa», spiega poi triste «nostro padre ha chiesto perfino
l'aiuto del suo collega per correggere il difetto al suo cuore.»
Poi prende fiato.
«Ciò che aveva detto quella volta, nella serra dove Poison
Lily ci stava attaccando, era la verità: ogni giorno viene
smontata e rimontata e non è solo Gwen la causa del suo difetto,
ma anche un grave errore nella sua progettazione.»
"... povera Vicky."
«Il suo cuore dovrebbe avere più di
ottocento ingranaggi, invece ne ha solo la metà... e poi ha una
saetta incisa sul metallo.»
Non mi aspettavo di sentire certe cose. Credevo che la ferita nel cuore fosse solo una metafora, invece ce l'ha per davvero.
«Mi starai vicina, vero?»
La osservo per qualche secondo finché non
appoggio la mia testa sulle sue ginocchia, lei ricambia accarezzandomi
delicatamente la testa. Mi sembra di tornare bambina - esattamente il
discorso di qualche minuto fa -, quando mia madre cercava in tutti i
modi di farmi addormentare. Le sue carezze mi trasmettono amore e
sicurezza, l'esatta descrizione di un abbraccio materno. Non mi sono
mai sentita così bene prima d'ora.
«Puoi sempre contare su di me, Jackie, lo sai» rispondo con voce fioca «siamo amiche, giusto?»
«Ecco... a proposito di questo...»
Sento le sue ginocchia irrigidirsi.
«Vuoi chiudere con me, vero?» mi affretto a dire.
«Certo che no, ti adoro troppo!»
reagisce esclamando. «È solo che... beh, provo qualcosa di
più grande nei tuoi confronti rispetto a prima»
«Voglio dire, non più come amica ma come compagna di vita.»
Arrossisco, dopo segue una lunga pausa.
«È una dichiarazione d'amore questa, non è così?» le chiedo.
«Può darsi» risponde con un filo di voce «non ne sono tanto convinta.»
"Era troppo bello per essere vero!"
«Ultimamente un ragazzo mi sta dietro,
precisamente un senpai» continua «ha due anni più di
me e proprio oggi mi ha accompagnata fuori dalla scuola, mi ha
sorriso... forse gli interesso.»
Di colpo arrossisce. Non so perché, ma mi sento gelosa.
«Non ha ancora afferrato il manico, eh?»
«Che intendi dire?»
«Nel senso che non si è ancora dichiarato?»
«È uscito da una relazione
complicata, non credo proprio che si dichiarerà subito»
ridacchia «e poi, a me non interessano gli uomini.»
«Preferisci la compagnia di una
ragazza?» la domanda mi esce spontanea, nella speranza che la
risposta sia affermativa.
«Se sei tu, certo che sì»
risponde con un sorriso ed io, presa dalla felicità, mi alzo e
mi siedo sulle sue ginocchia.
«Che stai facendo?» mi chiede ridacchiando.
«Prima che... beh, mi avvicini un po' di
più, dimmi la verità» le sfioro la punta del naso
«io ti piaccio?»
"Oddio, perché l'ho detto?"
«Tu, invece?» ribatte sorridendo
maliziosa. Il mio cuore batte così forte che ho perso la voglia
di parlare, e adesso come potrei risponderle?
«Oh, sì, mi piaci da impazzire!»oppure«sì, ma sono ancora indecisa tra l'uomo e la donna.»Ma che dico? L'ultima risposta, poi, non ha alcun senso!
«Allora?»
Deglutisco, non trovo la forza di dichiararmi.
Jackie mi è sempre piaciuta, da quando l'ho conosciuta - al
primo anno delle scuole medie -, ma ho paura che non ricambi i miei
sentimenti. Sono sempre stata vista come una ragazza
irascibile e violenta, menefreghista e insensibile. Come può
Jackie apprezzare questo mio carattere? Sono l'esatto opposto di Ami
Mizuno, dannazione!
Riesco ad aprire leggermente la bocca e rispondo
con un fioco «sì...» e lei, con un dolce sorriso, mi
stampa un bacio sulle labbra.
«Meglio che vada, prima che mio padre mi
rimproveri» sorride e si alza dalla panchina «ci vediamo
presto, è stato bello poterti vedere.»
"Anche per me"avrei voluto dire, ma ormai è già lontana.
Rimango seduta con le ginocchia in gola sulla
panchina, prendo dalla mia cartella lo scettro che Death Eye aveva tra
le mani. Gli estremi sono coperti di un bordo dorato, l'asta coperta di
piccole pietre arancioni e colorato di un rosso chiaro.
Non so perché sia finito tra le sue
grinfie, ma quello che so è che tra i nemici si nasconde una di
noi: una donna rinata come una principessa oscura e maniacale, futura
regina dei demoni, custode della quarta gemma demoniaca. Il nome di
quella principessa mi sfugge - non quello di Princess Madness, ovviamente -, ma
so che è impresso da qualche parte nella mia testa.
Victoria's POV
Finalmente il ghiaccio si è sciolto, della
tempesta glaciale è rimasta solo la neve. Sono contenta di aver
sconfitto Death Eye nonostante le mie difficoltà, sono riuscita
a riscattare la mia dignità persa per colpa di una relazione
proibita. Di essa non è rimasta più niente, se non una
bolla di lussuria - ora nascosta nel profondo della mia anima e che mai
tornerà a galla.
Guardando la città, mi rendo conto del
destino che noi Sailor Andromeda correremo assieme alle nostre nemesi.
È sempre la solita storia: paura, dolori, attimi di
felicità, il passato che riaffiora, ricordi che sembrano lame
affilate, le ferite che non si rimarginano... è come se tutti
fossero contro di noi, umani compresi.
Per quanto sia difficile affrontare una situazione
complicata, come una vendetta, o delicata, come un amore perduto, sento
ancora che qualcosa manca. Forse una madre, una donna che ti adora e
che sia fiera dei tuoi traguardi. Io ho solo un padre, ma non riesco a
vedere un uomo sia come un padre premuroso che come una madre generosa.
Non ne uscirò mai, so che continuerò a soffrire per
questo.
«Stai bene, Vicky?»
Ad attirare la mia attenzione è la dolce voce di Regiela, mi volto verso di lei e le accenno un sorriso.
«Si, sto bene» rispondo girandomi
nuovamente verso la finestra osservando la città innevata. Dal
riflesso del vetro, la vedo avvicinarsi alla mia sinistra e ad
abbracciare il mio braccio. Dopo la battaglia con Death Eye, non ci
siamo più né viste né parlate al telefono.
Ho sentito molto la sua mancanza e in questo
momento, sono davvero felice di poterla vedere e abbracciare. Lo so, il
mio animo è fin troppo buono e talvolta esagero con le parole
sdolcinate - proprio ora sento nella mia bocca un retrogusto amaro,
terribilmente fastidioso.
«Ho avuto paura» mormora.
«Per cosa?»
«E me lo chiedi pure?» sogghigna.
«Pensavo che quella strega robot ti avrebbe uccisa, eri
così fragile mentre combattevi che, ad un certo punto, avrei
voluto sacrificare me stessa per aiutarti.»
«Non era il caso di correre un rischio
così grande» rispondo ridacchiando «e poi Death Eye
era solo una mezza calzetta, proprio come un tempo, ed è stato
facile sconfiggerla.»
Istintivamente ricambio l'abbraccio accarezzandole
la testa con amore, guardando quelle poche persone in giro per la
città e i bambini correre per fare battaglie con le palle di
neve.
«Peccato che questo attimo di pace non
durerà molto» aggiungo «o perlomeno, finché
non avremo scoperto dove si trova Madness.»
«Non sarà una passeggiata, vero?»
«Per niente» mi affretto a rispondere
«l'unico indizio che abbiamo è lo Scettro Cartesiano, che
ora è nelle mani di Elvira, e spero che riusciremo a sapere
qualcosa di più su di lei.»
Regiela si avvicina di più a me e il suo abbraccio si stringe lentamente, io ricambio e mi lascio andare.
«L'unica cosa che voglio è vederti
sorridere, non soffrire mai più per quella stupida storia
d'amore che hai vissuto» sussurra lei «hai messo in
disparte quei sentimenti; l'hai detto tu stessa, no?»
«Vero, e così deve essere»
rispondo «ora nutro un forte sentimento per te, nulla
potrà mai farmi cambiare idea.»
Le stampo un bacio sulla guancia e sorrido felice.
Mi sento così bene tra le sue braccia, mi sento amata. Non trovo
altre parole per descrivere questa sensazione.
*
Lisa's POV
«... e alla fine, la strega meccanica è stata disintegrata.»
Sora mi tiene stretta tra le sue braccia, sotto il
piumone del suo piccolo letto. Siamo così vicini, adesso, non mi
sembra vero. Questa è stata la serata migliore della mia vita e
sono riuscita a diventare una donna vera e propria, grazie a lui. Dopo
la battaglia, un po' di riposo mi ci voleva proprio.
«Sono contento che tu e Usagi siate riuscite
a sconfiggere quattro streghe senza l'aiuto mio e di Mamoru-san»
sorride «ogni giorno, diventate sempre più
coraggiose.»
«È merito anche delle mie compagne di
squadra, mi aiutano quando sono in difficoltà - specialmente in
occasioni come quella.»
Mi attira di più a sé.
«E cosa ne pensi di me?» sorride malizioso ed io arrossisco.
«Tu mi hai trasformata in una donna matura e
coraggiosa, prima non ero così» rispondo con un dolce
sorriso «avevo paura di ogni cosa, non riuscivo ad affrontare
anche le situazioni più banali... ma ora, se so cosa vuol dire
"forza di volontà" è anche grazie a te.»
Mi stampa un bacio sulla guancia e mi tiene la
mano con amore. So di essere destinata ad un futuro migliore, ma sento
che qualcosa non va nel verso giusto. Vicky ha sconfitto Death Eye, ma Princess Madness è ancora viva.
«Adesso, chi sarà la prossima minaccia da affrontare?» chiede.
«È una principessa oscura e conosciamo solo il suo nome, ma non le sue origini»
«Elvira e le altre ragazze si stanno
documentando, forse dallo Scettro Cartesiano potremmo capire a chi
apparteneva e come sia finito nelle mani di quella donna.»
«Intendi la strega androide?»
Annuisco.
«Io e Mamoru-san non potremo fare altro ma
sappi che, quando avrai bisogno di aiuto, arriverò da te come un
fulmine.»
Sorrido e mi addormento tra le sue braccia lasciandomi coccolare dolcemente.
Avevo un gran bisogno di uscire un po' di casa, almeno per prendere una
boccata d'aria fresca. Ormai manca un mese alla festa della primavera e
alla fioritura dei ciliegi, sarà l'occasione giusta per regalare
a Regiela un piccolo anello per simboleggiare il mio amore per lei.
Tuttavia, non mi sento affatto allegra. Sento che qualcosa mi manca,
non solo la presenza di una donna nella mia vita, ma una figura
materna. Per anni, ho vissuto con mio padre senza mai sapere la
verità sul mio passato e su cosa nasconde il mio corpo da
androide. Non capirò mai il senso di tutto questo, soprattutto
il perché qualcuno abbia voluto farmi soffrire fino a farmi del
male da sola. In me non scorre sangue, ma una scia di elettroni e
protoni mischiati tra loro.
«Vicky?»
Ad attirare subito la mia attenzione è una sagoma a me
familiare. Non appena si espone sotto la luce del lampione, la
inquadro: è proprio Gwen.
«Come mai sei qui tutta sola?»
La osservo attentamente mentre si avvicina alla ringhiera che divide il
sentiero di pietra con la fontana. Indossa il solito vestito di seta
verde acqua, ha una treccia laterale e le sue mani sono dietro la
schiena. La luce della luna la rende più bella, detesto doverlo
ammettere. Ora non so più come iniziare il discorso.
«Non sono affari tuoi» rispondo acida.
«Potresti rispondere educatamente, anche se sono la rovina della tua vita?» ribatte irritata.
«Con te è quasi impossibile anzi, visto che sei qui,
vorrei parlarti di noi anche se non avevo la minima intenzione di
farlo.»
«Di cosa, esattamente?»
«Di noi in generale» le do le spalle. Non la
guarderò più per il resto della serata o finirò
con l'impazzire.
«Volevo solo smettere di litigare con te, perché sembriamo
due bambine di sette anni che hanno perso il loro peluche preferito,
tutto qui.»
«Ma...»
«Se la cosa non ti sta bene, parla ora o taci per sempre.»
Sembra non trovare le parole per rispondere alla mia richiesta, eppure
ha sempre qualcosa da dire. Non appena il vento si alza, apre di poco
le labbra e parla.
«A me sta bene, soprattutto perché odio litigare con chi
ho di fronte, in particolare con te» dice «non sono mai
stata così anzi, ho sempre adorato le persone»
«Sono cambiata dal giorno in cui i miei genitori hanno
divorziato, dopo aver ufficializzato il tutto non ho mai più
avuto notizie da mia madre e mio padre... la odia così tanto che
vorrebbe sgozzarla con un coltello da macellaio»
«Sono sempre stata sola, non ho mai avuto amici ed io vorrei dare a noi due un'altra possibilità.»
«Ti perdono solo perché è il mio mestiere, non per
la tua pietà» rispondo freddamente «il mio cuore ha
già sofferto abbastanza, ci manca solo che io e te finiamo col
diventare cane e gatto.»
«Io...» si blocca di colpo.
«Tu cosa?»
Non devo guardarla in faccia o sarò costretta ad abbracciarla,
ed io non ho alcuna intenzione di farlo. La odio sin dal momento in cui
mi sono dichiarata e non voglio tornare indietro per poi soffrire
nuovamente.
«Non sapevo la ragione per cui piangevi ogni giorno nello
sgabuzzino, pensavo avessi litigato con qualcuno o che ti eri lasciata
con una tua presunta fidanzata.»
«Secondo te, mi sarei trovata una donna due minuti dopo il tuo rifiuto? Mi stai prendendo in giro?!»
"Ora mi sto arrabbiando sul serio."
«I-io... io...»
«Io, io, asino mio! Sono stufa delle tue moine! Sono stanca di
versare lacrime e di sopportare tutto questo dolore per causa
tua!» grido.
«Vicky...»
«Non sei degna di chiamarmi per nome, capito?» mi giro e la
guardo dritta negli occhi fregandomene delle sue lacrime. «Non
dovresti nemmeno rivolgermi la parola dopo quello che mi hai fatto
passare!»
«Ma in amore si perdona tutto... è questo che cercavo di dirti, Vicky, volevo solo...»
«Non chiamarmi per nome, ho detto!» ringhio.
«È vero che in amore si perdona tutto, ma io non riesco a
perdonare una persona che ha rifiutato i sentimenti di qualcuno
ferendola nel cuore.»
Distoglie lo sguardo con le lacrime agli occhi.
«Almeno possiamo essere amiche?»
Mi sfugge una risata amara.
«Io e te amiche? Non se ne parla.»
«Neanche questo?»
«Mi conosci, Gwen, sono una ragazza dal cuore di ghiaccio e
l'anima gelida» rispondo «anche se sono un angelo, una
parte di me è ancora influenzata dal Daemonium»
«Se hai intenzione di perseguitarmi faresti meglio a ripensarci, visto il caratterino della mia ragazza.»
Gwen sembra non sopportare l'idea che non tornerà con me, ancor
più il fatto che abbia una fidanzata dolce e premurosa come
Regiela.
«Che cos'ha lei di così speciale? Perché la ami?» sussurra piano.
«Vuoi saperlo davvero?» le chiedo un po' spossata e lei
annuisce. «Perché lei è l'unica donna che comprende
il mio dolore, l'unica che è riuscita ad aprire il mio cuore e
ogni volta che sto al suo fianco, mi sento felice e amata»
«Il calore del suo corpo mi trasmette amore e affetto, proprio
come quello di una madre, ed è anche questa la ragione per cui
non riesco a fare a meno di lei... sono stata sola troppo a lungo e ho
quasi dimenticato una sensazione simile, ora so che posso contare su di
lei.»
"Dio santissimo, la tenerezza ha un sapore terribile!"
L'espressione di Gwen cambia di colpo, si rende conto di aver sbagliato
qualcosa. Non conosceva il mio passato, nemmeno una delle tre ragioni
per cui soffrivo così tanto - soprattutto la più triste.
Si sente improvvisamente in colpa, ma le sue lacrime non bastano a far
sciogliere il mio cuore. Aveva avuto un'occasione ma l'ha sprecata.
«Credevo che... non centrasse nulla la perdita di tua madre, ma ora che me lo hai detto mi sento una stronza.»
«Brava, vedo che hai capito» rispondo indietreggiando di qualche passo e allontanandomi da lei.
«Possiamo almeno trovare un accordo, nel senso di resettare tutto e ricominciare?»
Piccola pausa.
«Ci penserò, ma non ti garantisco nulla» le dico
allontanandomi lentamente «io e te saremo solo compagne di
squadra, non ci sarà un rapporto di amicizia, né
tantomeno un rapporto più intimo»
«Siccome mi fai pena ti darò un'altra possibilità,
ma sappi che il nostro sarà solo un rapporto di lavoro»
detto ciò mi allontano sparendo tra la foschia ignorando
completamente la sua sagoma.
L'ho dovuto fare per questione di principio, ma se fosse stato per me,
l'avrei lasciata andare. Se c'è una cosa che odio sono i
piagnistei e lei è la prima che detesto, soprattutto quando
cerca di attirare l'attenzione di ragazzi ingenui, femmine comprese.
Sono costretta a collaborare con lei, dal momento che siamo entrambe
due gemme sacre, ma non ho alcuna intenzione di farmi ingannare da una
come lei.
Torno a casa con un grande senso di vuoto, come se avessi eliminato una
parte importante di me. L'unica cosa che può riempirlo è
il suono del mio carillon, quel dolce suono e la scatola che si apre e
proietta l'immagine di due ragazze innamorate. Non appena giro e tolgo
la chiavetta, la melodia inizia. La sento benissimo, è la
ninnananna che cantava sempre mia madre. Ogni volta che giro la
chiavetta del mio carillon, mi sento felice. So che mi sta guardando da
lontano e che mi sta sorridendo, nella speranza di poter un giorno
rinascere e abbracciarmi.
Mi scende una lacrima, ho paura di quello che sta per accadere.Mamma... dove sei? Mi manchi tanto.
*
Centro della Terra - 21 febbraio, ore 4:32
«KIRITO-SAN!»
La principessa oscura esclama con forza il nome del suo
servitore spaventandolo a morte, lui si precipita verso una sala dai
colori accesi e l'aria bollente. Si sentì morire di caldo, ma
non poteva fare altro che sentire il discorso della sua padrona. «Mad-sama, cosa comanda?» chiese il ragazzo inchinandosi davanti ai suoi occhi. «Osserva il nucleo del pianeta Terra, caro»
ghignò la principessa «ben presto la sua energia
entrerà dentro il mio meraviglioso scettro, prenderò il
controllo di questa galassia cominciando proprio da qui» «Sarà l'inizio di una lunghissima era
glaciale, l'unica cosa che bisogna fare è aspettare l'eclissi
solare, in modo che l'intero pianeta cada nell'oscurità
totale.»
«Mad-sama...» «Che vuoi?» Kirito saltò dalla paura non appena i suoi occhi arancione chiaro incrociarono i suoi. «È proprio necessario... aspettare?» deglutì di colpo. «Vorrei poter passare subito all'azione, ma bisogna
aspettare il momento giusto per fare in modo che il piano funzioni, lo
sai?» ghigna maliziosa facendo rabbrividire il suo servitore. «S-sì... mia signora» rispose lui. «Ben presto questo pianeta sarà distrutto
assieme ai suoi abitanti e, questa volta, non ci saranno quelle otto
guastafeste a fermarmi!»
Tokyo, Sala Giochi - Ore 5:20
Elvira's POV
«Elvi-chan!»
Usagi e Ami mi vengono incontro improvvisamente mentre cammino sconsolata per la città in cerca di uno svago.
«Abbiamo scoperto a chi appartiene lo Scettro Cartesiano! Sappiamo da dove proviene!»
«Davvero?» domando incredula.
«Luna e Artemis lo hanno analizzato; raduna le tre ragazze
davanti alla sala giochi, ci vediamo lì» attacca briga Ami
prima di correre dalla parte opposta. Faccio come dice e raggiungo il
portone della sala giochi in venti minuti. È chiuso. Nessuno si
è fatto vivo, poi qualcuno mi dà una spinta facendomi
scontrare contro la porta. Di colpo, mi ritrovo nel laboratorio segreto
delle guerriere Sailor della Via Lattea. Mi guardo le mani e mi tasto
il volto e non sento quel leggero dolore che viene dopo essersi
scontrate contro qualcosa. Wow, ingegnoso.
«Perdonami se ti ho dato una spinta», Usagi appare di
sorpresa «ma è un metodo alternativo per accedere nel
nostro laboratorio.»
«La prossima volta, avverti!» esclamo. Non appena alzo lo
sguardo, vedo Lisa, Vicky e Gwen riunite davanti ad un grande monitor.
Deve essere una specie di computer interspaziale, come quello di una
navicella spaziale ad alta tecnologia parcheggiata su Rotharie - la si
utilizza solo per viaggiare verso altri pianeti, galassie o, un tempo,
per la guerra.
Ora che ne rivedo uno, mi fa uno strano effetto; sembra tutto così strano.
«Lo scettro che ha usato Death Eye per imprigionare le due gemme
apparteneva ad una guerriera Andromeda caduta in guerra più di
diecimila anni fa» spiega Luna «non sappiamo il suo
aspetto, ma quello che abbiamo scoperto è che è
imparentata con la regina di Rotharie e il re di Hesmeraldia, il satellite di Mechanitron ora distrutto.»
«Secondo le nostre ricerche, il nome della guerriera è Sailor Pi, la quarta Sailor Algebric
rinata in Giappone con le sembianze di una giovane adulta in
carriera» aggiunge Artemis «ma non ne siamo certi.»
«Non siete riusciti a scoprire il suo nome?» chiede Lisa e i due gatti ambasciatori scuotono il capo con rammarico.
«Abbiamo solo scoperto che lo Scettro Cartesiano
è caduto tra le mani di una principessa oscura» aggiunge
Usagi «purtroppo non si sa la ragione, ma l'unico modo per
scoprirlo è andare verso il centro della Terra e indagare.»
«Come pensate di raggiungere il nucleo del pianeta? Da qui,
saranno più di mille e mila chilometri. È
impossibile!» reclama Lisa un po' diffidente.
«Sbaglio o voi gemme potete teletrasportarvi?» sorride maliziosa Luna fissando le tre gemme sacre. Tutte deglutiscono.
«È facile a dirsi che a farsi...» borbotta Gwen.
«Noi però non possiamo venire con voi, ragazze»
aggiunge Vicky «anche se siamo gemme sacre, il nostro compito
è anche proteggere gli abitanti di questo pianeta»
«Elvira, affideremo a te questa missione» sorride «so che possiamo contare su di te.»
Arrossisco. Il sorriso di Vicky è davvero bellissimo, oltre che incredibilmente contagioso.
«Grazie per la fiducia, Victoria» rispondo con un inchino «non ti deluderò.»
«Fai del tuo meglio» si avvicina a me e allunga la mano per
accarezzarmi appena il viso, poi mi stringe in un forte abbraccio.
Questo gesto mi trasmette sicurezza, per un demone dovrebbe essere
disgustoso ma nel caso di Vicky è ben diverso. Lei era una di noi.
L'abbraccio si scioglie e subito dopo io, Jackie ed Ami ci mettiamo in
cerchio chiudendo gli occhi lentamente. Mi batte forte il cuore,
l'ansia mi percorre le vene.
«Non aprite gli occhi per nessun motivo o potreste venire catapultate in qualche altra zona» raccomanda Vicky.
«O dall'altra parte dell'universo, in qualche casetta misteriosa o nelle fauci di un lupo» ghigna Gwen maliziosa.
«Quanto sei stronza!» ribatto. Intanto, le ragazze si sono
già messe in cerchio, esattamente come qualche mese prima sulla
torre di Tokyo. Ci stringiamo le mani e chiudiamo gli occhi, poi
pronuncio la formula magica. Una sensazione di vuoto mi circonda, mi
sto teletrasportando verso il centro della Terra! Ora sento caldo,
è come se fossi dentro un vulcano in eruzione. Qualcosa mi dice
che siamo vicini al nucleo del pianeta Terra ma, non appena sento i
miei piedi appoggiarsi al suolo, apro gli occhi e sento che quella
sensazione di calore che c'era prima è svanita.
Mi guardo intorno e la mia attenzione cade su una sfera gigante di
fuoco blu. Quello è il nucleo della Terra? Non me lo ricordavo
così.
Nei libri di scienze è descritto come "una
palla di fuoco dalle dimensioni di milleduecento palloni da calcio, che
raggiunge più di mille gradi e al suo interno nasconde il magma
che esce dai vulcani."
Non ha l'aspetto di una vera e propria palla infuocata e non è
neanche tanto calda. Faccio apparire i miei occhiali a raggi X e
analizzo la sfera; la temperatura raggiunge a malapena i duecento gradi
Celsius. Qualcosa mi dice che qualcuno ha messo sottosopra il ciclo
vitale del pianeta, ma chi potrebbe essere stato?
Mi giro verso Jackie e faccio finta di niente, cammino al suo fianco
alla ricerca del cibo segreto di Princess Madness. Sono sicura che
è stata lei a scombinare l'equilibrio del pianeta.
Lisa's POV
«Spero se la cavino bene» dice Luna «noi
controlleremo il radar ogni giorno e se qualcosa dovesse andare storto,
vi avvertiremo.»
«O se hanno avvistato Madness» aggiungo «... gliela
farò pagare per quello che ha fatto alla Terra!»
«Ora che le sue servitrici sono fuori combattimento sarà
facile sconfiggerla, non è così?» chiede Usagi.
«Nient'affatto» risponde Gwen «Madness ha ancora un talismano tra le sue mani: lo scettro del Pi Greco»
«Secondo le pergamene del Tempio Galattico,
quel talismano è in grado di squilibrare l'andamento di un
pianeta, dalla rotazione al suo diametro, potrebbe perfino inclinare di
più l'asse del meridiano di Greenwich cambiando il clima di ogni
continente. Quell'aggeggio è troppo pericoloso!»
«Allora perché non andate anche voi a cercare Madness e la sconfiggete una volta per tutte?»
«Non possiamo» interviene Vicky «come già ho
detto, noi angeli abbiamo il compito di proteggere anche gli abitanti
della Terra, perché è qui che siamo rinate e non
permetteremo che inizi un'altra guerra intergalattica. Siamo cadute in
battaglia già una volta, ma questa volta sarà tutto
diverso!»
«Allora, vi darò una mano.»
«Stanne fuori!» esclama poi fredda facendola sobbalzare
dalla paura. «Questo non è un compito per le guerriere
Sailor della Via Lattea, voi siete troppo deboli per sconfiggere un
nemico come Madness e dobbiamo essere noi Sailor Andromeda ad
eliminarla e riportare il pianeta al suo stato originale.» "Non so perché, ma ho una strana sensazione di déjà-vù"dico tra me e me.
«Vi prego, ragazze, vogliamo combattere al vostro fianco!
Infondo, siete le nostre nemesi» insiste. Usagi è sul
punto di piangere, ma Vicky mostra un'espressione ancora più
gelida di prima.
«Nemesi o no, state alla larga da noi! Soprattutto voi del
Sistema Solare esterno! Ne ho piene le scatole di sentirmi dire che
sono il lato oscuro di una vostra guardiana! Per una volta, vorrei
essere ignara di ciò che mi circonda.»
«Vicky, aspetta!»
Si è già allontanata. Mi rendo conto che la missione che
dovremo affrontare non sarà per niente facile, e che avremo
sicuramente bisogno di aiuto, ma detesto dare ragione a Vicky: è
un nostro compito. Mi piange il cuore, ma non ho altra scelta che
seguire la squadra. Non so perché, ma ho la sensazione che Vicky
sarà proprio la prima a vedere la tenebrosa luce che
segnerà l'inizio della Seconda Guerra Cosmica.
Capitolo 46 *** Capitolo quarantasei - Una milionaria ficcanaso in città! ***
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✦
Act. 2 | "Verbo Cordis"
Amor Cordium
✦
"Gelosia e sofferenza non portano felicità, ma solo rancore."
▼▼
Capitolo quarantasei
• Una milionaria ficcanaso in città! •
Gwen's POV
Anche oggi la giornata è cominciata
malissimo: le grida di mio padre che mi svegliano di soppiatto, le
orribili occhiaie sul viso, la bilancia che indica un numero al di
là delle mie aspettative, il rumore dell'allarme della macchina
lussuosa nera parcheggiata davanti casa e Mister Muscolo ad
assisterci. Sì, ho una guardia del corpo. Mio padre farebbe di
tutto pur di mettermi in ridicolo anche se, secondo lui, averne una
è un grande privilegio.Ma quale privilegio?
«Sbrigati, Gwendaline!» grida papà facendo svegliare quasi tutto il vicinato.
«Scendo subito!»
Afferro subito la cartella, mi sistemo il fiocco
della mia divisa e prendo il cappotto. Salgo velocemente sulla
limousine nera blindata e l'autista non esita a far partire il veicolo.
Vedo la casa allontanarsi sempre di più, tanti alberi che la
nascondono. È così triste dover tornare a scuola.
«L'avevo sempre detto che dovevi frequentare
un istituto professionale privato, ma no! Per seguire la figlia di uno
svergognato e per esserti fidanzata con uno spilorcio squattrinato,
studi in una scuola indecente!»
"Non trova parole migliori, a quanto pare"commento tra me e me.
«È una delle scuole pubbliche più diligenti di Tokyo e poi te l'avevo già detto: io e Kai ci siamo lasciati!» sbotto.
«Sapevo che dovevo farti conoscere Janvier; lui sì che è un tipo tosto!»
Janvier Demont, un venticinquenne di origini
francesi e dalla erre moscia, un bel ragazzo ma troppo grande per me. E
poi, io ho sempre odiato l'erre moscia. La trovo fastidiosa! Come
diamine fanno Elvira e Lisa ad esserne attratte?
«Ma per favore, papà!» esclamo
nervosa prendendo le mie pillole dal cruscotto davanti a noi. «A
parte questo, è proprio necessario accompagnarmi a scuola con la
limousine?»
«La famiglia Yoshiro merita rispetto,
Gwendaline, lo sai» risponde lui «da quando quella
mangiasoldi di tua madre se n'è andata, ora ho le carte in
regola per comprare la Mugen Academy.»
"Quindi, è a quello che sta cercando di puntare!"
«Sai che lo gestisce il professor Leonard Kamesuke?» gli
dico ghignando maliziosamente, papà mi guarda con uno sguardo
assassino.
«Quello scienziato pazzo non
resisterà di certo ai soldi, tesoro, vedrai che lo
convincerò con le buone» risponde fiero di sé
«sia lui che il professor Uichiha dovranno accettare, se vogliono
campare!» poi ride.
Non ho mai visto papà così legato ai
soldi, eppure all'inizio amava tanto la sua famiglia al punto che
avrebbe sacrificato se stesso per regalarci il meglio. Ora che mamma si
è trasferita, dopo il divorzio, non posso più
riabbracciarla. Papà mi ha impedito di vederla. Ogni volta, una
lacrima mi scende.
«Fatti valere tesoro, ricorda che nessuno è come te» mi rassicura - sì, come no - mio padre «sei una ragazza ricca, hai tutto ciò che ti serve per passare gli esami finali.»
"Di certo non sono una simoniaca come te"dico
tra me e me con un'espressione neutra. Mister Muscolo mi apre la
portiera della limousine e mi aiuta a scendere prendendomi in braccio,
mi adagia sul marciapiede asciutto della scuola e mi abbraccia.
«Se serve qualcosa, miss Yoshiro, non esiti
a farmi un fischio!» sorride e mi fa l'occhiolino. Ammetto che
Mister Muscolo è simpatico ma con quel fisico da wrestler
professionista, fa davvero paura. Sorrido timidamente e cammino verso
la porta d'ingresso della scuola, migliaia di occhi e bisbigli cadono
su di me.
«È tornata Yoshiro.» «Non guardarla in faccia, potrebbe spezzarti l'osso del collo.»
«L'hai vista? Oggi è truccata!»
«La sua divisa è più bella del solito.»
«Non avvicinarti a lei, Toshiko, ha una guardia del corpo.»
«Suo padre è uno degli uomini più ricchi di tutto il Giappone!»
«Chissà se ha amici...»
«Sai
che è bipolare? Prende sempre farmaci per lo stress e per la
depressione, è una ragazza così strana.» «Fossi in te, non ci proverei con lei.»
«Dopo quello che è successo tra lei e Kamesuke, dubito che si dichiarerà presto a qualcuno.»
«Già, e poi chi si fidanzerebbe con una squilibrata come Yoshiro?»
«Sicuramente qualcuno a cui interessano i suoi soldi.»
Mi sento a disagio. Ogni volta che varco la soglia
della porta d'ingresso principale, nessuno osa avvicinarsi o rivolgermi
la parola. Ricordo che la prima a farlo è stata proprio Vicky,
ma non avevo considerato i suoi sentimenti. Se non fosse stato per la
mia bipolarità, a quest'ora io e lei avremmo fatto coppia fissa.
Adesso è innamorata di una vampira e la cosa non mi va per
niente giù, perché proprio lei? Maledizione!
Senza volerlo sbatto un pugno contro il muro
facendo sobbalzare le ragazze davanti a me, senza accorgermene ho
lasciato un leggero buco su esso.
«Sembra di pessimo umore oggi» sussurra una ragazza alla sua compagna.
«No, tranquille, non sono nervosa»
sorrido appena «anzi, per farmi perdonare vi offro cento yen,
così potrete comprare la merenda al distributore
automatico» allargo il mio sorriso tirando fuori due monete da
cinquanta yen per entrambe, poi mi allontano.
Non voglio che la gente faccia brutta parola sul
mio conto, dopotutto non sono stata io a scegliere di vivere una vita
facile e senza difficoltà. Avrei preferito essere una ragazza
normale come tutte le altre, non bipolare, con tante amiche e un
bellissimo fidanzato. Anzi...fidanzata.
Ho scoperto da poco di amare le donne, di certo
nessuno nella mia famiglia se lo sarebbe mai aspettato. Nemmeno mio
padre. Lui se n'è altamente infischiato, ed è una delle
ragioni per cui non riesco a volergli bene.
Mi giro e noto alcune ragazze radunate davanti alla finestra che
proietta la strada davanti ai cancelli della scuola, dove una coppia
mano nella mano sta passando.
«Guardate, c'è Victor con la sua ragazza!»
Quel nome attira subito la mia attenzione. Cerco di affacciarmi, ma la
folla me lo impedisce. L'unica cosa che riesco a vedere è un
ciuffo blu cobalto. L'ho già visto da qualche parte, ma... dove?
«Non sono una coppia perfetta?»
«Già, li invidio da morire!»
«Quella
ragazza non ha mai avuto interesse per gli uomini, come mai ha deciso
di cambiare sponda così all'improvviso?» «Chi lo sa.» «Sarà stato il fascino di quel ragazzo a farla innamorare... ahh! Come vorrei essere al suo posto!»
In realtà, colui che le ragazze chiamano
Victor è una donna: quella principessa che, prima della guerra,
avevo visto entrare sul mio pianeta e che implorava mia madre per
aiutarla a convertirsi. Non avrei mai pensato di innamorarmi di un
demone, ma adesso sembra tutto così assurdo.
Senza farmi notare, esco dalla struttura
percorrendo l'uscita di sicurezza, scavalco le ringhiere delle scale e
raggiungo il cortile. Le vedo ancora: si stanno allontanando sempre di
più. Corro per raggiungerle e mi nascondo dietro il muretto, poi
le osservo. Si stanno tenendo la mano, la succhiasangue le sta dando un
bacio sulla guancia e la robottina sorride.
Non riesco a smettere di guardarle, in un
battibaleno mi sento gelosa. Perché dovrei esserlo? Infondo l'ho
respinta e poi, non avrei neanche il coraggio di ammetterlo.
«Ho ancora freddo» dice Regiela coprendosi le spalle con la giacca rossa di Vicky.
«Non ho altro da darti, se non la mia
camicia» risponde lei sorridendo «anche se non soffro il
freddo, non posso di certo camminare mezza nuda per strada.»
«Scusa, hai ragione» ridacchia l'altra «però non mi dispiacerebbe.»
«Magari in estate, quando farà
più caldo» le fa l'occhiolino e le stringe la mano. Mi
nascondo dietro i pali per osservarle da vicino, cerco di non fare
rumore. Mi ritrovo improvvisamente davanti al palazzo della Mugen
Academy, la scuola che frequentano entrambe.
Mi viene la stramba idea di infiltrarmi al suo
interno e osservare i loro movimenti. Santo cielo, mi sto trasformando
in una specie di 007. Prendo il mio fermaglio a forma di cuore e lo
stringo tra le mani mormorando "Change me, Aquamarine!", ora indosso la divisa scolastica giusta e posso entrare nella struttura senza passare inosservata.
*
Il tempo passa e le due ragazze escono dalla classe. Probabilmente
è l'ora della ricreazione - dopo un'ora di lezione è
davvero strano - e ne approfitto per teletrasportarmi all'interno della
struttura. È molto grande, le scale sono elettriche e gli
ascensori non mancano.
L'intero grattacielo ha in mano la scuola materna,
elementari, medie e superiori. Perfino una piccola università:
"facoltà medico-scientifica".Accidenti, le ho perse di vista!
Mi guardo intorno e le vedo davanti ad una porta,
davanti a loro ci sono due sagome. Non riesco ad identificarle, sono
troppo lontane. Mi nascondo dietro una piccola palma e origlio.
Victoria's POV
«Abbiamo deciso di invitarvi nel nostro appartamento a mangiare con noi, dopotutto siamo anche compagne di squadra.»
Non sapevo che Haruka e Michiru vivessero insieme.
Non per altro, sono una coppia. Ogni volta che guardo negli occhi della
mia nemesi, mi sembra di guardare in uno specchio. Siamo così
simili.
«Spero non abbiate qualcos'altro in programma» aggiunge Michiru.
«Assolutamente no» rispondo «ho già chiesto il permesso a mio padre, lui ha acconsentito.»
«Hai quasi sedici anni e dipendi ancora da
tuo padre?» domanda Haruka incredula, come se la questione per
lei fosse una notizia scioccante. C'è una lunga storia dietro e
vorrei non raccontarla una terza volta, finirei per piangere e non
smettere più.
«Lo sai che non sono un essere umano e poi,
se proprio vuoi saperlo, sono in balia di alcuni suoi
esperimenti» dico distogliendo lo sguardo «sta cercando in
tutti i modi di guarire il mio problema al cuore e altri miei difetti,
poiché soffro di attacchi improvvisi e ogni volta ho dei dolori
insopportabili.»
«È colpa della cicatrice, vero?»
Gli occhi di Michiru sembrano esprimere rancore,
come se stesse soffrendo anche lei. A questo punto, mi vedo costretta a
rivelarle la verità.
«Non è solo quello; sono stata
progettata per la guerra e non per la pace, mio padre ha voluto
regalarmi un cuore e far capire ai sovrani degli inferi e del paradiso
che la guerra non porta mai ad un lieto fine, e che nessuno può
ritenersi soddisfatto se uno sconfigge l'altro»
«Credeva di aver risolto ogni cosa e
invece... non aveva tenuto conto dei numerosi difetti che aveva e se ne
accorse solo dopo dieci anni, quando mia madre fu uccisa da un
demone.»
Tutte e tre mi guardano con tristezza. Ho paura
che non crederanno a questa storia, purtroppo è la verità
nuda e cruda. Non ero nata per sostituire un essere umano, ma per
distruggere un'intera generazione.
«Ora avete capito la ragione per cui non mi vedete mai in giro, a parte qui a scuola?»
«Certo e capisco il tuo stato d'animo»
risponde Michiru. «Ora che sei rinata, hai un'intera vita davanti
e puoi costruirla al meglio iniziando proprio dai tuoi amici.»
Sorrido, poi Haruka si volta verso la piccola
palma situata vicino ad una panchina. Non so perché, ma ho
l'impressione che qualcuno mi stia guardando.
«Hey!»esclama
ad alta voce facendo sobbalzare il tizio dietro la pianta. Fa un balzo
indietro e cade di schiena a terra. Ora che lo guardo meglio, è
una ragazza.Gwen?!
«Con quale coraggio vieni qui a dar fastidio a mia cugina?»
Haruka la fulmina con lo sguardo mentre si rialza. Cosa ci fa lei qui?
Gwen's POV
La osservo stupita, il cuore che batte e le dita tremanti. Indossa la
sua divisa rossa e verde scuro, il ciuffo spettinato e il ciondolo a
forma di farfalla d'oro sopra la sua cravatta. Avvicino le mie dita al
mio ciondolo e lo stringo a malincuore, non dovrei neanche toccarlo per
l'esattezza, ma il batticuore è così forte che è
difficile controllarlo.
«Che cosa ci fai qui?» domanda Michiru
con sguardo gelido tenendo la mano della sua ragazza, la vampira quella
di Vicky. Non trovo le parole per risponderle, i suoi occhi sono di un
blu scuro spaventoso e freddo.
«Volevo... beh, io...» cerco di dire, poi la sento ridere.
«Cosa c'è, il gatto ti ha mangiato la
lingua, corvina?» mi deride. «O sei ancora gelosa di Vicky
e Regiela?» sorride maligna.
"Sì, sono gelosa della loro relazione amorosa e non ho intenzione di ammetterlo."
«È troppo tardi, Gwen» aggiunge la ragazza vampira,
«avresti dovuto pensarci due volte prima di respingerla e ferire
i suoi sentimenti.»
"Ma non è mai troppo tardi per rimediare"ribatto nella mia testa.
«Vicky non ha bisogno di te» aggiunge poi Haruka
«quindi vattene, non ficcare il naso nella sua nuova relazione
con Regiela o te la farò pagare.»
Mi sta minacciando, chiaramente per proteggere
Vicky. Lo sguardo della ragazza robot è indescrivibile, sembra
essere frustata dalle parole forti della sua nemesi anzi, ferita.
Rivolgo lo sguardo verso Vicky, lei mi guarda male.
«Non ti ama, invece, è lei che ti sta manipolando per scopi malvagi!» esclamo contro di lei.
«Oh, davvero?» cinghia i fianchi della
sua compagna in una maniera così lussuriosa che mi viene voglia
di spaccarle la faccia. Lo sta facendo apposta, lo so. Vicky non si
comporterebbe mai così, cosa le è successo? Che Regiela
le abbia fatto il lavaggio del cervello?
«Stai a vedere» e la bacia con foga davanti ai miei occhi.
Rimango pietrificata. Le labbra della vampira
accarezzano dolcemente quelle della sua compagna, mentre le sfiora le
anche fino a raggiungere le natiche. Non trovo le parole per descrivere
ciò che sto guardando, e lei... glielo lascia fare.
Perché? Il bacio si scioglie, lei mi guarda con aria maligna
stringendo la sua ragazza e leccandosi le labbra.
«Secondo te, sarei capace di baciare una ragazza in questo modo, se fosse davvero così?»
«Ehm... ecco...»
«Voi siete solo compagne di squadra,
giusto?» domanda poi la vampira. «Non dovresti essere
gelosa di me e lei, poi tu l'hai respinta in passato e ti aspetti
che torni con te come se nulla fosse successo?»
Vicky mi piace ancora, anche se l'ho ferita ma
finora non mi sono mai resa conto dei sentimenti che provavo per lei.
Con Kai le cose erano diverse.
«Andiamocene, ragazze» conclude Haruka
afferrando la mano di Vicky e Michiru allontanandosi da me. Lei non ha
osato parlare, ha lasciato che due ragazze parlassero al suo posto. Non
me lo sarei mai aspettata da lei. Da quando è diventata una
studentessa di un prestigioso istituto come la Mugen Academy, la sua
mentalità è cambiata tantissimo. Non solo si mostra molto
matura, ma anche diffidente da qualunque cosa la circondi, come se
qualcuno le avesse fatto davvero il lavaggio del cervello. Mi allontano di qualche passo, per poi uscire con il cuore in gola.
Capitolo 47 *** Capitolo quarantasette - Gelosia e rimpianti ***
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Capitolo quarantasette
• Gelosia e rimpianti •
Gwen's POV
Il suono della campana annuncia la fine della giornata. Mi
affretto a rientrare e cercare la classe dove Vicky ora studia e
impara, ma mi ritrovo in un corridoio vuoto. Non c'è anima viva,
solo due porte rotte e scheggiate. Improvvisamente, i gemiti di una
donna attirano la mia attenzione. Provengono da una di quelle porte:
probabilmente, l'aula abbandonata della scuola dove le giovani coppie
si ritrovano per pomiciare o recitare riti sacri strani. La porta
è socchiusa e nessun altro, oltre me, è qui. Sento gemiti
e mugugni, vedo la stanza sottosopra.
Improvvisamente vedo due ragazzi strusciarsi l'uno contro l'altra, lui
è senza maglietta e lei è senza gonna. Non c'è da
meravigliarsi tanto, è una semplice coppia... no, ma sono Vicky
e Regiela! Sono davvero loro?
Le osservo senza farmi vedere, mentre il mio cuore si sgretola pezzo
per pezzo. Le piace... le piace davvero. Ne è pazzamente
innamorata, si vede da come le sta stringendo il seno; è una
stretta così sensuale e piena di lussuria. Non l'ho mai vista
così. La sua compagna le infila la mano nei suoi pantaloni e la
bacia con passione. Sembra essere una tipa insaziabile, così
pazza di un corpo metallico che sembra aver perso la testa.
Quanto vorrei essere al posto di Regiela, adesso.
Mi lascerei coccolare da quelle mani e dal tiepido tepore del suo
corpo, guarderei all'infinito quel bellissimo ciuffo blu cobalto e quei
suoi occhi color oceano, la bacerei fino alla fine dei miei giorni, mi
lascerei violare più e più volte...oh, Dio.
La mia fantasia sbiadisce e le rivedo nuovamente a terra nelle stesse
posizioni di prima, intente a spogliarsi completamente. Mi viene da
piangere. Ha deciso di concedersi a un vampiro, un fottutissimo
vampiro! Quanto la odio!
Mi allontano con le lacrime agli occhi sentendo da lontano i loro
gemiti forti e maledettamente autentici, con il dolore che invade il
mio cuore. «Ah... ancora...»
Mi tappo le orecchie arrabbiata e ferita al tempo stesso; non avrei mai
pensato di vederle insieme, quasi unite letteralmente, nude e...
innamorate. Che rabbia!
Mentre corro, mi scontro contro qualcosa o meglio, qualcuno. Mi
massaggio il ginocchio leggermente sbucciato e noto due occhi
arancioni, uguali a quelli di Elvira. Che sia una sua parente? La
ragazza si rialza e mi guarda malissimo scuotendo con le mani i suoi
capelli violacei.
«Guarda dove vai la prossima volta, testa di carbone» dice
antipaticamente allontanandosi. Mi ha appena chiamata "testa di
carbone"? Ha avuto perfino il coraggio di guardarmi con aria cupa. Che
faccia tosta!
«Ah, ecco dov'eri, Gwen» Makoto appare davanti alla
finestra «sbrigati a tornare a scuola, non puoi stare qui!»
Cerco di asciugarmi le lacrime con i palmi delle mie mani, ma sembra impossibile.
«Io... io volevo ancora...»
«Vuoi che ci scoprano? Muoviti, usa il teletrasporto e andiamocene.»
Non ho altra scelta. Pronuncio la parola magica e ci ritroviamo davanti
al cortile della nostra scuola, l'aria fresca che mi colpisce il viso e
asciuga le mie lacrime piene di dolore. Vicky ora è felice,
adesso sono io a non esserlo. E il cuore mi fa così male.
«Che cosa c'è, fiorellino?» domanda Makoto - detesto ammetterlo, adoro questo soprannome.
«Niente» rispondo sorridendo appena «sono solo stanca.»
«Hai gli occhi gonfi, qualcosa mi dice che hai litigato con
Kai» si affretta a dire. «Ecco lo sapevo, gli uomini sono
tutti uguali, si divertono a far soffrire una ragazza innocente.»
«Non è per lui che soffro», ribatto «è per Vicky.»
«Ormai non puoi fare niente, ama un'altra.»
«Lo so e la cosa non mi va giù... ma che dico, sono
così gelosa che non faccio altro che seguirle ovunque
vanno!»
«Non dovresti.»
«Avrei potuto anche fare a botte con Regiela, lo sai?»
«Ricorda la regola importante degli angeli, Gwen» interviene Lisa «mai istigare qualcuno alla violenza.» "Lo sapevo già."
«Sì, certo.»
Il mio cuore è a pezzi. Ho visto e sentito cose che non avrei
mai dovuto né vedere né ascoltare, soprattutto vedere
colei che amavo tra le grinfie di una donna che non sono io. Infondo,
lo merito. Sono una stupida.
Usagi's POV
Sento improvvisamente bussare alla porta. Chibiusa si affretta a
raggiungere il pomello della porta d'ingresso ed io curiosa, sbircio
dall'angolo della stanza.
«Gwen?»
La osservo. È pallida, i suoi capelli sono spettinati e i suoi
vestiti completamente sporchi di fango. Ho l'impressione che sia
fuggita di casa o che sia depressa per quello che è successo
stamattina.
«Posso... posso dormire da voi, stanotte? Vi prego!» singhiozza.
«Cosa ti è successo?» le chiede Chibiusa. «Come mai sei così sporca?»
Gwen singhiozza un paio di volte prima di rispondere alla sua domanda.
«Sono scappata di casa...» sussurra «non riesco a
sopportare la mia vita, e so che mi odierete per quello che sto per
dirvi...»
«Perché dovremmo?» la interrompo sorridendo.
«Perché tutti mi odiano, non c'è bisogno nemmeno di
chiederlo» si affretta a rispondere «non riesco a capire
cosa e dove sbaglio.»
La faccio entrare e Chibiusa le offre un pigiama caldo e un asciugamano
da doccia di spugna, Gwen si precipita in bagno e apre l'acqua calda
della vasca da bagno. Non voglio sapere la ragione per cui è
venuta a bussare a casa mia, né tantomeno come sia arrivata fin
qui.
«Qui c'è qualcosa che puzza» mormora la piccola
Chibiusa «e non mi riferisco soltanto al fetore delle tue
ascelle, Usagi.»
«Come osi? Io non sono una puzzola!» sbraito.
«Certo» sorride maliziosa «se ti sentisse Mamoru,
adesso saresti single!» ridacchia poi salendo le scale fino in
camera. Che ragazza impertinente! Già non la sopporto più!
Faccio due passi avanti fino ad arrivare alla ringhiera delle scale,
quando la porta del bagno si apre. Gwen si fa vedere dalla fessura
della porta, l'asciugamano avvolto intorno al corpo e i capelli bagnati.
«Scusa, testolina buffa, prometto che non entrerò mai
più in casa tua» dice «ma volevo solo l'appoggio
della mia amica... cioè, nemesi. Mi capisci, vero?»
Senza domandarle altro, entro nella stanza da bagno e l'aiuto a
lavarsi. Gwen sembra essersi calmata, ma sembra che la situazione
attorno a lei si sia aggravata. Tuttavia, non posso aiutarla, a meno
che non si tratti di una sua compagna di squadra. Ho l'impressione che
centri la nuova relazione tra Vicky e Regiela, una fitta di gelosia
enorme.
Non riesco a darle torto; in fondo dei conti, anch'io provai gelosia
nei confronti di Mamoru, quando in realtà non stava davvero
approcciando con Michiru, quella volta. Mi sentivo così vuota,
come se una metà di me non esistesse.
«Posso farti una domanda?» attacca briga la ragazza corvina.
«Dimmi tutto» rispondo passando la spugna sulla sua schiena.
«Una ragazza può essere innamorata di due o più uomini?»
«Esistono persone bigame, cioè che vivono con due mogli o
due mariti, ma la scelta migliore è averne solo uno: colui che
pensi di amare davvero», rispondo «devi lasciare che sia il
tuo cuore a scegliere, non farti prendere dalla gelosia e farti
accettare per come sei.»
«Ma quale uomo sano di mente amerebbe una donna bipolare, che
ingurgita pillole anti stress e dipende troppo dai soldi?»
«Non devi guardare solo il tuo lato negativo» sorrido
passando la spugna sotto le braccia «tutti abbiamo una
qualità che ci rende unici, diversi dagli altri, speciali.»
Gwen mi afferra un polso e lascia cadere la spugna sulle sue gambe.
«Ed io quale potrei avere?»
Non so come risponderle. Ho sempre visto il suo lato oscuro, mai una volta che abbia mostrato il suo vero "io".
«Sono convinta che tu abbia un talento speciale, qualcosa che
nessuno ha» dico «ad esempio, la bontà: so che, a
volte, regali cinquecento yen ai bambini e ai nostri compagni di
scuola...»
«Si, è vero, ma lo faccio solo per reprimere le mie colpe.»
«Che colpe avresti?»
«Tante di cui non sono riuscita a rimediare» si affretta a
dire «e credo che finirò all'inferno per questo.»
Sembra sia sul punto di piangere. Mi avvicino per consolarla, lei mi
stringe di più i polsi cerca di starmi il più vicino
possibile. Non ho mai visto questo suo atteggiamento.
«Testolina buffa... cioè, Usagi» mormora «mi
aiuteresti a crescere e a trasformarmi in una vera ragazza - che non
dipenda dal denaro e che sia amichevole con chiunque le stia
intorno?»
Non ci penso neanche due volte e deciso di accettare la sua richiesta.
*
Mi sveglio tra le braccia di qualcuno e questa volta, non è la
piccola Chibiusa. Mi giro e noto una ragazza dai capelli neri corvini
con un pigiama rosa con coniglietti e piccoli fiori: Gwendaline. Non mi
faccio troppe domande e scendo dal letto.
Per qualche strana ragione l'ho accolta nella mia casa, ma la testa
continua a ripetermi di mandarla via. Non lo farò. Ho promesso
che l'avrei aiutata a maturare, eliminare la sua bipolarità e
diventare un vero angelo - poiché tutt'ora non sembra mostralo.
Tutto sommato, non è una ragazza cattiva. Ha sempre aiutato chi
era in difficoltà, non si è mai tirata indietro. Non so
se odiarla o stimarla; si è sempre mostrata indifferente a
tutto, tranne a chi soffriva.
Gwen non sembra affatto una ragazza dipendente dal denaro di suo padre
anzi, non le importa assolutamente. Ed è per questo che non
riesco ad odiarla. Mi allontano dal letto e scendo fino a raggiungere
la cucina.
«Buongiorno Usagi... aspetta, perché ti sei svegliata così presto di domenica?»
Mia madre non mi crederà, lo sento.
«Non avevo più sonno» rispondo.
«Con tutti i pisolini pomeridiani che fai, mi sembra ovvio che tu
non abbia più sonno» ridacchia dolcemente. «La tua
amica non si è ancora svegliata?»
«Ecco, a proposito di...»
«Non l'ho vista sul divano, può darsi se ne sia già andata» aggiunge papà.
«Che peccato, avevo preparato la colazione anche per lei.»
«È ancora qui» intervengo attirando la loro
attenzione, come se fosse una notizia sconvolgente «ma dorme sul
mio letto.»
«Che tesoro! Ha usato la tecnica del sonnambulo per venire da te, che ragazza dolce!»
Ugh, mi sta venendo la nausea!
«Non vi dispiace se resta con noi ancora per qualche giorno?» chiede Chibiusa sorseggiando un succo di limone.
«Perché?» chiede mamma.
«Sembra avere l'aria depressa, come se il mondo fosse contro di
lei, e a me dispiace vederla in questo stato» confessa «so
che può sembrare una ragazza antipatica, ma non è davvero
così.»
«Perché no?»
Papà sembra provare un briciolo di simpatia nei confronti di Gwen, è già un progresso. Sorrido.
«Vai a svegliarla, dille che la colazione è pronta e che la stiamo aspettando!»
Obbedisco e lascio la cucina, salgo lentamente le scale senza far caso
allo sguardo sospetto di Luna e mi avvicino al pomello della porta. Non
appena lo giro e apro lentamente la porta, noto che Gwen è
già andata via.
Gwen's POV
Un fascio di luce modifica il mio abbigliamento: dal pigiama ad un
vestito arancione da spiaggia. Dopo aver raggiunto una casa dal tetto
rosso, uso la gemma per trasformarmi nuovamente. Quale "miglior" modo
di iniziare il fine settimana? Vestendomi da cosplayer ninja per
sbirciare con un binocolo la casa di Miss Succhiasangue. Okay, ora mi
sento ridicola. Le vedo: stanno entrando nella camera da letto dalle
pareti scure. Ora Regiela le sta sfiorando i fianchi, l'altra sorride. «Mi è un po' mancato dormire qui, sai?» «Perché non resti qui tutto il fine settimana? Così avremo tutto il tempo per noi.»
Le tocca le labbra con due dita. «Non credo che mio padre sia d'accordo, lui è un po'...» di colpo la zittisce avvicinandosi al suo orecchio. «Ho già avvertito tua sorella, puoi stare tranquilla» mormora la vampira «se vuoi, ti posso prestare una mia camicia da notte.»
«Piuttosto rimango nuda» ribatte con tono ironico. «Scommetto che staresti un incanto con una di quelle addosso» dice «ma ti preferisco nei panni di un uomo, così sembri più bella.»
Vicky arrossisce di colpo, a me sale la rabbia. «Davvero?»
Annuisce. «E poi, la divisa della scuola ti rende ancora più affascinante» aggiunge «si vede che tu e Haruka siete due nemesi.» «Lei è più donna di me, io sono ancora una ragazzina» ridacchia tra sé. «Non lo sei ancora, perché ti manca una cosa» sorride maliziosa «ma a quello ci penseremo dopo.»
Si avvicina al suo collo passando lentamente la lingua. Cos'ha
intenzione di fare quel piccolo parassita? Morderla? Non credo. Dentro
il corpo di Vicky non scorre il sangue, è impossibile che stia
mirando a questo. «La tua pelle ha lo stesso sapore del sangue» sussurra sensualmente mentre i suoi occhi si colorano di rosso «non ti dispiace se ti lecco solo un po' il collo?»
Dille di no! Dille di no!
«Fai pure.»
Lo sapevo, porco gatto!
«Sicura? Lo sai che il collo è un tuo punto debole?» ghigna la vampira divertita. «Si, è vero, ma il mio
corpo è fatto solo di parti meccaniche perciò non sento
assolutamente niente.» «E il dolore è una di quelle?»
Annuisce. «Quindi se ti do uno schiaffo, non reagisci?» «Esatto.»
La vampira sorride. «Allora, dovrò farci l'abitudine» si avvicina al suo orecchio e lo lecca lentamente, per poi arrivare al collo aprendo le labbra.Non farlo... non farlo... non farlo... L'ha fatto. Stupido essere succhiasangue! «Ahh!»
Le sta stringendo le natiche e intento lecca e succhia il suo collo,
come se la stesse mordendo davvero. Le piace. Ma come diamine
può piacerle un insetto come lei, con due canini a punta e
assetata di sangue? Come può un robot gemere in quel modo? Solo
un umano può farlo. Realizzo che le sue reazioni più
sensibili vengono
proprio da lì in mezzo, dove non batte il sole. Ah, ora capisco
come
fa a gemere ogni volta che Miss Succhiasangue gliel'accarezza. «Non ti stanchi mai, vero?» «Mai di te» sussurra leccandole la clavicola con passione. Non posso continuare a guardare questo spettacolo impietoso!
Improvvisamente una voce mi fa sobbalzare, perdo l'equilibrio per
qualche secondo e poi riesco a rimanere in piedi sul ramo dell'albero.
Dopo qualche minuto scendo e vedo Usagi vicino al tronco dell'albero. Cosa diamine ci fa qui?
«Che cosa ci fai qui?»
L'avevo chiesto prima io!
«Mi alleno nella parte della guerriera ninja» sorrido nervosa.
«Bugiarda, stavi spiando Vicky e Regiela con il binocolo!»
«L'avevi fatto anche tu, o sbaglio?» sbraito.
«Forse un po' di tempo fa, ma non ricordo esattamente quando... comunque, meglio che tu vada via da lì prima che Regiela-chan ti veda e ti faccia a pezzetti.»
Tsè, è arrivata la cosplayer di Rocky Balboa.
«Non fare quella faccia, perché Regiela sarebbe capace di
stendere anche un lottatore di sumo a suon di schiaffi» ride poi.
«Stai bluffando» rispondo.
«Invece no, posso testimoniarlo» ribatte sorridendo
maliziosa «non si scherza con lei, è un osso duro!»
«Okay, okay, la smetto.»
Rabbrividisco di colpo. Cielo, perché dovrei aver paura di una zanzara col codino bruno?
«Avevi detto che volevi cambiare e diventare una ragazza poco
odiata dagli altri» continua lei «ma se continuerai a
comportarti in questo modo, non ce la farai mai.»
Alzo lo sguardo verso quella finestra. Ancora sento piccoli gemiti e
mugugni, il suono delle tende che si chiudono e ancora gemiti.
«Hai ragione» sussurro «sto sbagliando tutto.»
«Torna a casa, tuo padre sarà in pensiero per te» mi dice ed io distolgo subito lo sguardo.
«Mio padre pensa solo ai soldi, pensi davvero che sia preoccupato per me?»
Distoglie lo sguardo.
«Non aggiungere altro» continuo «me ne andrò
subito e non disturberò più la tua famiglia, tanto per
voi sono solo un peso!»
«Aspetta!»
Non mi giro neanche per guardarla, mi dirigo verso casa entrando dal
retro senza restare sospetta. Sono stanca di vivere in un incubo!
Centro della Terra, ore 11:25
«Povera ragazza dal cuore infranto» ghignò Madness
osservando lo specchio oscuro «oltre ad aver perso l'amore, ha
perso la sua amata famiglia.» «Credo che dovremmo tenerla d'occhio per un po', mia
signora, non sappiamo ancora se in lei si nasconde un angelo o
no.» «Esatto, Kirito-san» sorrise lei guardandosi
alle spalle «scommetto che quella ragazza nasconde un grande
potere ed io devo impossessarmene.» «E se non fosse lei, signora?» «C'è sempre il nostro secondo
bersaglio...» Madness mosse lentamente le dita delle mani
cambiando l'immagine riflessa nello specchio, proiettando una ragazza
bionda con un ciuffo blu cobalto, due occhi grandi e magnetici e
l'aspetto di un adolescente sedicenne. «U-un uomo?» «Ti sbagli, è una donna» ribatté
la principessa oscura «anche lei ha il cuore infranto, ma vedo
con piacere che ha trovato un'altra compagna di vita.» Non appena lo specchio rifletté la figura di Crystal, la principessa della luna rossa, Kirito rabbrividì. «Proviene da un mondo parallelo; la luna rossa
appartiene al Sistema Solare della Via Lattea II, nonché una
galassia del secondo universo.» «Brrrr, quella ragazza bruna fa davvero paura.» «Hai paura dei vampiri?» «Cos... va-va-vampiri?!» sbiancò di colpo. «Hai notato che ha la carnagione bianca cadaverica,
gli occhi che diventano gialli o rossi, i canini che spuntano dalla
bocca, i fiori appassiti intorno a lei e la sua casa avvolta nel
buio?» «Ugh...» «E poi, quale persona sana di mente berrebbe sangue e
avrebbe una cantina con una bara mortuaria?» sorride e Kirito
indietreggiò terrorizzato coprendosi il collo con le mani. «S-spero di non affrontarla... i-il mio cuore non reggerebbe.» «Tranquillo, non dovrai affrontare nessuna di loro perché sarò io a farlo.»
Capitolo 48 *** Capitolo quarantotto - Il segreto del professore ***
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Capitolo quarantotto
• Il segreto del professore •
Casa Kamesuke - ore 14:10
Il signor
Kamesuke era seduto sulla poltrona di casa pensieroso. Sua figlia
Victoria non si era ancora fatta viva, non era neanche nella sua cella
d'ibernazione. Si preoccupò secondo dopo secondo. Sapeva che sua
figlia aveva tanti difetti al suo piccolo motore - il cuore - e che,
per lunghi anni, non era ancora riuscito ad aggiustare. Una saetta.
Aveva una saetta incisa sul metallo che componeva il suo cuore.
Ogni giorno
era una vera e propria catastrofe: solo fili su fili. Infondo, era
costretto a tenerla chiusa in casa per non peggiorare il suo stato, ma
forse stava commettendo un errore.
Sua figlia
non era felice. Aveva perso il sorriso da quando Esmeralda aveva
sacrificato la vita per le sue bambine androidi, quelle creature che
aveva creato con tanto amore. L'uomo era disposto a tutto pur di
proteggerle, ma se c'era una cosa che non poteva fare era rischiare la
sua stessa vita.
La sua gemma
era spenta, non era completamente rinato. Il signor Kamesuke avrebbe
voluto fare di più, ma non poteva. Tra l'altro, le sue figlie
non conoscevano la sua vera identità. Se solo avessero saputo...
«Sono a casa!»
Si alzò in piedi nella speranza di vedere Vicky, invece era Jackie.
«Dov'è tua sorella?»
«Resterà a dormire a casa di Regiela, mi ha telefonata poco fa.»
Il signor
Kamesuke non seppe cosa rispondere. Vicky era ancora a casa della sua
ragazza, all'inizio pensò fosse colpa sua. Forse non le dava
troppe attenzioni? Forse non si sentiva a suo agio con lui? Quante domande!
«Papà,
lo so che sei preoccupato per lei, ma cerca di capire che Vicky ora
è più felice ed è tutto merito di Regiela.»
«Lo pensi davvero?»
Jackie sorrise.
«Perché non glielo chiedi tu stesso?»
Il padre
osservò la sua polsiera, più di preciso la sua gemma ancora
spenta. Se solo le loro figlie avessero saputo fin dall'inizio chi fosse
davvero, non si sarebbero comportate in quella maniera. Anzi, sarebbe
riuscito ad attirare la loro attenzione. Però non poteva; aveva giurato a
sua moglie di tenere segreta la sua vera natura, ma il solo pensiero di
veder morire le sue figlie per mano di una principessa demoniaca lo
faceva arrabbiare e spaventare al tempo stesso.
«Da quanti anni non sorrideva in quel modo? Forse un centinaio.»
«Molti
di più, Jackie» rispose lui «sono passati più
di diecimila anni dalla vostra morte e in quel periodo, la Terra era
ancora "giovane".»
«Sai
che non è stata colpa nostra far esplodere Andromeda! E poi,
prima dell'esplosione, erano rimaste in vita soltanto tre principesse:
Maêko, Odile e Darknya!»
«Tutte
le altre sono morte per mano dei demoni, me compresa! Mio padre, King
Zyrco, si è suicidato dopo la morte della mamma, l'unica che mi
è stata vicino è Vicky... cioè, Mahori.»
Il signor
Kamesuke, o meglio dire Leonard, non aveva compreso i sentimenti delle
sue figlie, nonostante avesse progettato lui il loro cuore applicando
il chip dei sentimenti. Nessun cyborg o androide sarebbe stato capace
di provare emozioni forti, o almeno così credeva.
Victoria era
l'unica che non reggeva sentimenti forti ed incomprensibili, spesso
perdeva coscienza o si spegneva senza una ragione. I dottori non
riuscivano a spiegare il motivo di tale patologia, ma suo padre
sì.
"Se solo sapeste, piccole mie..."
Mugen Academy, due giorni dopo - Ore 7:25
Il fine settimana era già volto al termine. Come al solito,
Vicky aspettava la sua ragazza per andare a scuola. Si sentiva davvero
felice, non solo per il tempo trascorso con la sua amata Regiela.
Sentiva la sua vita più leggera, allegra e piena di speranze.
Stare in sua compagnia l'aiutava anche a dimenticare i suoi problemi.
Camminarono
per quindici minuti contati fino al grande grattacielo al centro di
Tokyo che ospitava la famosa Mugen Academy, l'istituto un tempo
distrutto.
Tornare a
scuola era sempre straziante, ma non per Vicky. Era così felice
di trascorrere il tempo con la sua fidanzata e sua cugina Haruka, era
l'unico posto dove poteva sentirsi se stessa e non una cavia da
laboratorio.
«Hey, ciuffo blu!» a coglierla di sorpresa fu proprio sua cugina.
«Tenoh, qual buon vento ti porta qui?» ridacchiò scherzosa.
«Sei
divertente come sempre» rispose ridendo con lei. Da quando si
erano rincontrate, la loro affinità cresceva sempre di
più.
«Come sta la mia androide preferita?»
«Io sto bene, e tu?»
«Come puoi vedere, sto alla grande» sorrise Vicky.
«Si
vede che sei al settimo cielo... aspetta» si avvicinò di
qualche passo «che cos'è quel segno grigiastro sul
collo?»
"Oh, madre, mi sono completamente dimenticata di nascondere il succhiotto! E ora che m'invento?"pensò la ragazza robot.
«N-nulla, è solo una puntura di zanzara» sorrise poi nervosa.
«Non
mi freghi, sei un androide e in te non scorre sangue, ma un miscuglio
di protoni ed elettroni» ribatté Haruka sorridendo
maliziosamente ed ironicamente allo stesso tempo. «Ci hai
provato.»
«Lo sai che non sono brava a mentire?»
«Si nota, dal momento che a voi angeli è proibito.»
"Non nei panni da ragazza umana, però"aggiunse Vicky nella sua testa.
«Sputa il rospo.»
«Ecco,
io e Regiela abbiamo...» le sussurrò all'orecchio senza
apparire troppo volgare davanti agli altri, il volto di Haruka
cambiò improvvisamente.
«Oh,
oh! Ora si spiega tutto!» le scompigliò i capelli.
«Piccola perversa, ti piace essere tratta in quel modo, eh?»
«Se si tratta della mia ragazza, sì» si morse il labbro arrossendo.
Dopo un po'
di tempo, le cugine si separarono - ognuna in classi diverse - e una
strana aura negativa attirò l'attenzione della ragazza robot.
Vicky si
avvicinò alla porta del bagno delle ragazze, notò una
ragazza dai capelli violacei pronunciare un incantesimo verso lo
specchio del bagno. Esso proiettò il riflesso di una donna, ma
la robottina non la riconobbe subito.
«Hai trovato le tre gemme sacre?»
«Non ancora, mia signora, ma so che una di esse si trova in questo istituto.»
«Dimmi, mia cara: chi è la custode?»
«Non conosco ancora il suo nome, ma so che la figlia dello scienziato Leonard Kamesuke,
per ora non ne sono completamente certa.»
«Trova le prove che lo dimostrano.
Se riesce a teletrasportarsi o trasformarsi con un solo schiocco di dita, catturarla subito.»
«Lo farò, Queen Dynamite.»
«Le altre gemme sono ancora imprigionate?»
"Elvira e Lisa sono state catturate?!"
«Sì, ma sono anche in cerca del Cristallo d'Argento leggendario. Dicono
abbia un potere smisurato e grazie a quello, la Crystal Tokyo del
trentesimo secolo risplende di un bagliore azzurro e la pace regna in
tutta la galassia.»
«Hai
intenzione di sfruttare un altro potere, oltre a quello del Cristallo
Galattico di Andromeda? Brava la mia pazza!»
"Pazza? Questo aggettivo mi suona familiare."
«Non a caso mi chiamo Madness!»
"La principessa demoniaca è qui?! Com'è possibile?"
«Un
giorno erediterai il potere supremo dell'ossidiana, la quinta essenza
del potere demoniaco, ma dovrai eliminare la squadra di Sailor Moon e i
nostri più acerrimi nemici.»
Lo specchio
proiettò l'immagine di una statua che raffigurava quattro
angeli: l'angelo della Saggezza, del Coraggio e della Lealtà,
più una misteriosa sagoma di un arcangelo con le mani al cielo.
Quelle sagome erano così note, ma come poteva riconoscerle? Tra
l'altro, la statua era avvolta dalle tenebre.
«Quella
che vedi è solo una raffigurazione, ma voglio che trovi tutte e
tre gli angeli e strappi la loro gemma.»
«Perché dovrei? Non posso ucciderle direttamente?»chiese Madness.
«Risparmia loro la vita, ma non la dignità»rispose la regina«in loro è racchiuso il potere della Trinità Divina, non dobbiamo lasciarcelo sfuggire!»
«Ma è dannoso per noi demoni!»
«Tu
sei protetta da una corazza demoniaca immune a tale potere, con
un'unica eccezione: non devi essere esorcizzata da una di loro.»
Poteva
essere una qualsiasi persona. Vicky rimase senza parole. Si
allontanò dal bagno delle ragazze e camminò lentamente
lungo il corridoio.
Queen Dynamite. La donna che le ha rovinato la vita, colei che aveva ucciso sua madre, la persona che le aveva rubato ogni cosa.
Il petto le faceva male, sentì un forte bisogno di uccidere
qualcuno. Non doveva farlo, avrebbe peggiorato le cose. Di colpo cadde
a terra priva di coscienza. Il dolore era insopportabile; era
un'emozione così forte, incontrollabile. Non aveva mai provato
tale rabbia nei confronti di qualcuno.
«Un ragazzo è svenuto! Chiamate qualcuno!»
Alcune ragazze corsero lungo il corridoio in cerca di aiuto, altre
presero il cellulare e composero il numero dei soccorsi. Non c'era
verso di svegliare Vicky. L'impatto con quella donna l'aveva
letteralmente distrutta: la stessa persona che aveva portato via la
regina Esmeralda.
«Non chiamate nessuno!» una voce fermò l'intero corridoio.
«Lasciate
che ci pensi io» continuò «il ragazzo non ha nulla
di preoccupante, non è necessario chiamare né gli
insegnanti né il pronto soccorso.»
Leonard
prese in braccio sua figlia e l'allontanò dai curiosi che si
erano fermati ad assistere al "terribile" disastro, il braccio della
ragazza pendeva lentamente dalla presa di suo padre. Lui la
osservò per qualche minuto rendendosi conto di aver sbagliato
qualcosa: Vicky non era la guerriera più forte del gruppo, era
la più fragile.
Da una
parte, il suo corpo non poteva reggere il potere grande di una gemma
sacra, mentre dall'altra, Leonard non aveva preso in considerazione
l'idea di limitare i sentimenti degli androidi. Per colpa di
ciò, Vicky sveniva ogni volta che un'emozione prendeva controllo
di sé.
"È colpa mia"pensò raggiungendo l'infermeria.
*
Vicky si svegliò con la testa pesante. Era in una stanza bianca e verdognola, somigliante ad una camera d'ospedale.
«Papà?»
Si
meravigliò nel vederlo. Sapeva che non usciva mai dal
laboratorio dove in quel momento lavorava in compagnia del Professor
Uichiha - suo grande amico, nonostante abbia avuto un passato
indescrivibile.
«Stai meglio, tesoro?» le chiese.
«Più o meno...ahi!»
«Non
muoverti» la tenne ferma con le mani abbracciandola senza volerlo
«anzi, riesci almeno a girare il collo?»
La ragazza
obbedì e riuscì a vedere il volto sorridente di suo
padre. Vedeva qualcosa di straordinario in lui, come se fosse la
reincarnazione di un eroe, anzi un principe.
«Sono contento che non ti sia successo niente» disse lui.
«Anch'io» rispose lei.
«Immagino ti abbia traumatizzata qualcosa.»
«No, tutt'altro» sussurrò «ho visto l'immagine di Queen Dynamite proiettata in uno specchio.»
Leonard ebbe
un improvviso colpo di memoria: lo stesso nome della moglie del
demonio, colei che aveva portato il caos in tutta la galassia. Non
disse nulla, preferì tenere la bocca chiusa e lasciare che fosse
la sua gemma a decidere se entrare in azione o no.
«Papà, non preoccuparti per me, io sto bene...»
«Io mi
preoccupo eccome! E se succedesse qualcosa di terribile ai tuoi
circuiti? E se qualcuno ti strappasse il cuore? E se...» si
bloccò di colpo.
«Cosa?» lo motivò sua figlia. L'uomo sospirò.
«Ho
già perso mia moglie, non voglio perdere anche te» disse
con voce incrinata, «tu e Jackie siete la cosa più
importante della mia vita, le mie piccole principesse.»
Vicky non
riusciva ad essere fredda con suo padre, d'altro canto contava sempre
su di lui. Ma suo padre non sapeva che una parte di lei era ancora
sotto l'influenza del suo tatuaggio - "lussuria", uno dei sette peccati
capitali -, e sua figlia glielo teneva nascosto per paura di scomparire.
«Se il marchio di Lucifero sarà eliminato, così sarà anche il corpo del malcapitato.»
Capitolo 49 *** Capitolo quarantanove - La predizione ***
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Capitolo quarantanove
• La predizione •
Gwen's POV
La giornata è stata
un vero disastro. Anche oggi ho preso uno zero nel compito di
geometria, sicuramente mio padre si arrabbierà a morte - anche
se non gli è mai importato di me. Il mio furetto sarà
l'unico a farmi compagnia in questo momento drammatico. Ma che dico?
Sono gelosa di loro! Si, di loro!La coppia cyber-vampiro!È proprio così che l'ho rinominata.
Prendo la verifica e la metto nella
mia cartella, corro fino all'ingresso e mi cambio le scarpe. Ogni volta
è sempre la solita storia: entro, sbatto un pugno contro
qualcosa, studio, pranzo, ozio totale e ritorno a casa. «Non ti dispiace se ti mordo un po'?»
Stringo un pugno. «Fai pure, tanto non sento dolore.»
Che rabbia!
«Gwendaline Yoshiro?»
Mi giro verso quella voce e vedo una
ragazza dai capelli viola e gli occhi tendenti al giallo oro. Non
l'ho mai vista, a giudicare dalla sua uniforme, è una
studentessa della Mugen Academy. Ha l'aria di una ragazza seria, matura
- cosa che io non sarò mai.
«Sono io.»
«Piacere, sono Cassidy Sonokawa» si avvicina «frequento il secondo anno di liceo alla Mugen Academy.»
«Io sono in terza media.»
«Sei la figlia del famoso imprenditore Toba Yoshiro, giusto?»
«Certo.»
In lei si dipinge un sorriso
malizioso, ma faccio finta di non notarlo. Avverto una strana aura
negativa, la mia spilla s'illumina improvvisamente e ciò non
promette nulla di buono.
«Vorrei farti qualche domanda.»
Cerco di nascondere la spilla, ma
sembra tutto inutile: la ragazza l'ha già notata e non sta
neanche tentando di distogliere lo sguardo dal bagliore della mia
gemma. Non mi fido di lei.
«Purtroppo, non ho tempo per
rispondere alle tue domande» accenno un sorriso «se vuoi,
ti lascio il numero dell'azienda di mio padre, puoi trovarmi
lì.»
«Non serve, grazie lo stesso.»
La vedo arrossire leggermente, si
allontana e fa finta di non avermi mai vista. Scommetto che quella
ragazza nasconde un segreto, il mio istinto di angelo guerriero
continua a ripeterlo. Non posso di certo andarle incontro e chiederle
la storia della sua vita, sarebbe ridicolo.
Quel nome l'avevo già
sentito: Luna e Artemis avevano accennato qualcosa al riguardo, ma non
ricordo esattamente cosa. Ho l'impressione che, dietro a tutto questo,
si nasconda una forza più grande di quella di Madness e di
sicuro non sarà facile distruggerla. Mi chiedo se la stessa
Madness ne sia a conoscenza.
*
Ho deciso che trascorrerò un'altra notte a casa di Usagi,
poiché ho paura di quello che sta succedendo in casa mia: mio
padre che corteggia un'altra cameriera, soldi buttati in macchine di
lusso e vestiti firmati da più di cinquecentomila yen.
Mi trovo davanti casa sua, busso
alla porta e ad accogliermi è la signora Ikuko, nonché
sua madre. Con un sorriso mi fa accomodare, mi tolgo le scarpe e
raggiungo la cucina. Dopo un'abbondante cena, Usagi mi presta
nuovamente il suo pigiama e questa volta dormiamo insieme nello stesso
letto. Non so come, ma mi sento a mio agio con lei.
«Usagi» attiro la sua attenzione «pensi che stia rovinando tutto?»
«In che senso?»
«Parlo in generale.»
«Perché mi chiedi una cosa del genere?»
«Ho l'impressione di aver sbagliato qualcosa.»
-***-
Vedo il mio pianeta distruggersi, proprio come il mio cuore in questo
momento. Il mio destino era stato scritto ed ora non si
realizzerà mai più. Vicky appartiene ad un'altra, non
più a me - anche se, a dirla tutta, non lo era neanche prima. Se ripenso a quella ragazza, la sua
mano che la viola in una maniera incredibilmente lussuriosa e focosa, i
gemiti di lei... Dio, fa terribilmente male! Il mio vestito volteggia
nello spazio assieme al resto di me, mentre un bagliore azzurrino mi
circonda. Mahori è morta per salvarmi, eppure quel coraggio e
quelle parole mi ricordano proprio Vicky. Si somigliano così
tanto, ma so che la sua identità da guerriera è Sailor
Minus, la paladina della lealtà. Ora che ci penso... è
giusto che rimanga con la ragazza vampira, non rientra in lei tradire
chi ama. Mi sento molto male, il cuore mi
scoppia. Sento che esploderò da un momento all'altro, la sagoma
di quella principessa demoniaca dallo sguardo magnetico sbiadisce
davanti ai miei occhi. voglio solo morire.
«Non piangere, piccolo angelo.» Questa voce...
«Cassiopea?!» L'amica immaginaria di quando avevo
cinque anni è davanti a me con suoi capelli lunghi e biondi, un
vestito corto che ricorda la toga degli antichi romani e un bellissimo
sorriso.
«Mahori ti ha vista morire e riconoscendo il suo errore si è lasciata uccidere.» Spalanco gli occhi.
«Una guerriera leale non tradisce né chi ama né chi ha amato» comincia a dissolversi nel cosmo.
«Cosa significa? Cassiopea, aspetta!» Lei si volta verso di me e mi sorride tornando come prima. Le sue parole, comunque, non mi danno conforto.«Vuol dire che lei si è fatta uccidere per amore? Esattamente come il re Zyrco e la regina Esmeralda?»
«Conosci il detto
"Finché morte non ci separi"? Ha un significato: se uno di loro
muore, i sentimenti d'amore si cancellano, perché chi rimane
ancora in vita può trovare il sostituto del suo amore
perduto»
«Ma se muoiono entrambi, il sentimento rimane e diventa indelebile» lentamente inizia a svanire -
«tu e Mahori siete ancora travolte dall'amore nonostante le
vostre vicissitudini, ma ricorda una cosa: i sentimenti possono
cambiare.»
«No, non possono!»
«Non si possono cambiare le leggi dell'amore, Riûka, perché così Dio lo ha voluto.»
«Deve esserci un modo per rimettere a posto le cose! Non può andare a finire così!»
«Mia cara, io sono solo una pleiade, non posso risolvere i problemi di tutti» si siede su una stella, le gambe che si adagiano dolcemente sui suoi raggi.
«Avrò una speranza?» chiedo, ma il volto della pleiade cambia.
«Temo proprio di no» dice con tono triste «ma
arriverà il giorno in cui tornerai a sorridere come una volta,
perché ci sarà qualcun'altra disposta ad accettarti come
sei e ad amarti in eterno - colei sarà una stella, quella
più luminosa di tutte.» La sua immagine svanisce lentamente, mi
sveglio di soprassalto e mi ritrovo senza la coperta addosso, il
pigiama leggermente rialzato e un forte dolore alla testa.
Perché questo sogno? Cosa voleva dirmi Cassiopea? Non riesco a
capire.
Mi volto verso Usagi e la vedo dormire profondamente. Mi sdraio nuovamente cercando di riaddormentarmi, ma mi riesce difficile. «Di cosa hai paura, eh?»
Adesso conosco la risposta: «nulla mi spaventa, ma l'unica cosa di cui ho davvero paura è del cambiamento.»
Capitolo 50 *** Capitolo cinquanta - Back to the past! I ricordi perduti di Gwen ***
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Note dell'autrice.
Carissimi
lettori, perdonatemi per questo gigantesco ritardo! Non sono morta, ho
solo un po' trascurato gli aggiornamenti della storia. So di aver detto
che avrei ripreso la stesura a gennaio, ma voglio almeno chiudere
questo arco narrativo prima di lasciarla in pausa e terminare l'ultima
parte della storia.
A proposito di storie... a gennaio ne pubblicherò
un'altra, e non sarà una fanfiction di Sailor Moon. Chi legge le
mie storie anche sul sito arancione, avrà già intuito
quale sarà. Vi dico solo che sarà piena di zucchero e
demenzialità a livelli esponenziali, perciò vi chiedo di
non prenderla troppo seriamente (xD)
Okay, vi ho trattenuto troppo. Vi lascio con la lettura di questo capitolo... chilometrico.
Buona lettura, gattini!
Capitolo cinquanta
• Back to the past! I ricordi perduti di Gwen •
Centro della Terra - ore 19,30
«Kirito-san, mi aspetto
che il piano vada a buon fine» annunciò Madness
«quindi, vai in superficie e indaga su chi porta le gemme sacre. Voglio che le elimini prima che raggiungano il nucleo di questo pianeta.» «Ne abbiamo già identificata una, mia signora: è quel ragazzo prodigio della Mugen Academy.» «La seconda gemma è qui
nei paraggi, insieme ad un'altra piccola gemma demoniaca»
aggiunse la principessa «dobbiamo solo individuare l'ultima:
l'acquamarina, la gemma della saggezza.» Kirito s'inchinò al cospetto della sua padrona. «Farò in modo di trovarla, Mad-sama.» «Cerca di non fartela sfuggire, ne va del nostro piano malvagio.»
Casa Kamesuke, laboratorio - ore 19:40
«Il portale per il centro della terra è tra il parco e
l'entrata principale della scuola» spiegò Jackie digitando
strani codici sulla tastiera virtuale davanti a lei, «secondo
quanto riportato, quel portale è stato generato da una
gemma.»
«Non sappiamo ancora quale sia» aggiunse Vicky «ma ho
il presentimento che si tratti di una gemma demoniaca.»
Usagi e le sue compagne osservarono con curiosità il grande
monitor del laboratorio, mentre le due ragazze androidi premevano un
tasto dopo l'altro in cerca di altri indizi. Il signor Kamesuke era
vicino a loro, lo sguardo basso e l'aura cupa.
«Cosa ti fa pensare che si tratti di una gemma demoniaca e non
sacra?» chiese Ami osservando il pallino rosso in mezzo alla
mappa proiettata sullo schermo.
«Il portale è grande quanto un monolocale, abbastanza
grande da far passare un intero esercito di soldati» rispose la
guerriera della lealtà «le gemme sacre ne aprono uno
più piccolo, pari ad una camera d'albergo, e mi sembra ovvio che
ci siano enormi differenze tra una gemma e l'altra.»
«Ad esempio?» domandò Minako.
«Le gemme sacre hanno il potere di diffondere speranza, gioia e
allegria» rispose il signor Kamesuke aprendo gli occhi «ma
solo tre di loro hanno l'immenso potere della Trinità
Divina.»
Si appostò vicino alla figlia più grande.
«Le gemme demoniache sono tutte uguali: diffondono paura,
angoscia e cancellano la speranza nel cuore degli uomini oscurandolo
completamente, e soltanto due di loro hanno racchiuso il potere
distruttivo di Lucifero.»
Le ragazze erano così interessate che fecero tutte un passo in
avanti, nell'attesa che il signor Kamesuke rivelasse le due fonti di
potere demoniaco più grandi di sempre.
«Lo volete sapere davvero?» ghignò Lucrezia.
«Perché, voi lo sapete?» Usagi rimase sorpresa nel
sentire che tutte le ragazze conoscevano quella storia. Era normale: in
fin dei conti, erano tutte custodi di gemme preziose.
«Certo che lo sappiamo, siamo gemme!» rispose Vicky pattando la testa di Odango-chan - come veniva spesso soprannominata. "Perché l'adoro quando mi fa i grattini sulla testa?"pensò lei passandosi una mano tra i suoi lunghi codini.
«Deve essere una faccenda molto complicata» intervenne
Regiela «da una parte si spiega la ragione per cui siete entrati
in guerra con loro.»
«La ragione è un'altra, in realtà, ma ci sei andata vicina.»
«E quale sarebbe?»
Improvvisamente, Leonard ricordò ogni cosa: terremoti, castelli
distrutti, tutto ciò che gli era più caro svanire nel
nulla... ebbe un mancamento. Cadde sul pavimento della stanza.
«Papà!»
Le sue figlie gli andarono incontro, lui aprì lentamente gli occhi e le guardò con un sorriso.
«Sto bene, non preoccupatevi.»
Vicky si rivolse a tutte le altre ragazze.
«Voi andate avanti, vi raggiungeremo tra qualche minuto.»
Usagi annuì e tutte la seguirono uscendo dal grande laboratorio
blu e bianco dirigendosi poi verso l'uscita sul retro, dove ad
attenderle c'era un piccolo teletrasporto. Una alla volta, scavalcarono
il varco raggiungendo velocemente l'incrocio tra la scuola superiore e
il parco, l'esatto punto dove si trovava il portale per il Centro della
Terra. Ami, sommersa da tanti dubbi, controllò il suo piccolo
computer mentre le altre si prepararono per la trasformazione.
«Il portale è a trecento metri, vicino alla grande quercia» disse la guerriera della sapienza.
«Siete sicure che sia quello il posto?» domandò Rei.
«Dovete fidarvi delle sorelle Kamesuke» rispose Haiyuki
«loro conoscono bene questa zona, e poi siamo vicino alla vecchia
area Infinity.»
«Ho così tante domande nella testa...» borbottò Minako.
«Avrai presto una risposta a tutto» intervenne Lucrezia
«se sta succedendo tutto questo, c'è una ragione, ma
dobbiamo ancora scoprirla.»
«Un momento: dove sono Regiela, Michiru e Haruka?»
Tutte si guardarono intorno.
«Non erano dietro di noi?»
«Credo siano rimaste con Vicky e Jackie» intuì Makoto «sicuramente ci raggiungeranno con loro.»
«Andiamo, ragazze! C'è in gioco la vita di tutti gli esseri viventi!»
*
Gwen's POV
Corro senza una meta. Ho preferito allontanarmi dal gruppo per poter
scavalcare il portale da sola, ma adesso mi sento terribilmente sola. Se ripenso a quelle parole, io...
«Non sei degna di chiamarmi per nome, capito?»
«Io e te amiche? Non se ne parla.»
È vero che mi ha dato un'altra possibilità, ma non sono
riuscita a diventare sua amica. A volte penso che l'amore porti solo
disgrazie, come una scheggia di vetro. Ora non so dove andare, ho perso
la strada.
«Ciao, principessa, ti sei smarrita?»
Ad accogliermi davanti alla seconda entrata del parco, è un
ragazzo dai capelli blu e neri, gli occhi dorati è un sorriso
diabolico. Dall'aspetto sembra un nemico, forse uno scagnozzo della
principessa oscura.
«Tu chi sei?»
«Non ha importanza chi sia» sorride «piuttosto,
vorrei chiederti dove hai preso quella spilla che luccica, mi
piacerebbe regalarla alla mia fidanzata.» "Se scopre i miei poteri, sarà la fine!"
«Al negozio di gioielli nel distretto cinque» mento «vicino alla Mugen Academy.»
«Conosci quella scuola?» mi chiede incredulo ed io annuisco.
«Beh, si... ero una loro studentessa, ma per problemi
economici... ehm, ho cambiato scuola e ora frequento la scuola media
pubblica.»
«Quel genere di struttura, a prima vista, è un vero
schifo! E dire che questa è una scuola per eccellenza!»
commenta ed io cerco di mantenere uno sguardo neutrale, senza
insospettirlo troppo. Mi chiedo chi sia la sua "fidanzata".
«Anche la mia ragazza è un'allieva di quel prestigioso
istituto, una delle migliori - dopo il figlio prodigio del Professor
Kamesuke.»
Conosce il padre di Vicky? Ora sì che ho paura.
«Lo conosci?»
«Tutti lo conoscono, testa di anguria» ghigna
«è lo scienziato più famoso di tutto il Giappone,
l'inventore del Robo-Puppy Project, l'animale domestico robot in miniatura!»
«E allora?»
«"Allora"?! Certo che non hai proprio occhio nel progresso, eh?»
L'unica cosa che so è che anche l'inventore del Mecha-Senshi Project,
un progetto di distruzione creato per annientare i nemici nella Prima
Guerra Cosmica. Possibile che il Professor Leonard Kamesuke
sia...? No, è impossibile.Un uomo tenero e maturo come lui non può aver ideato un progetto pericoloso come quello.
Improvvisamente gli occhi del ragazzo splendono di un bagliore dorato,
mi osserva da capo a piedi e punta entrambe le sue pupille sulla mia
spilla.
«Vedo del buono in te, come se la tua anima fosse stata beatificata.» "Non è possibile, mi ha scoperta!"
«Dammi la tua gemma!»
La sua mano si trasforma in un lungo braccio meccanico pronto a
strappare la mia gemma dall'uniforme, spicco un salto e riesco ad
evitarlo. Non appena mi sollevo in aria, pronuncio la mia frase e mi
trasformo in meno di cinque minuti.
«Sono
la paladina della saggezza, la custode dell'acquamarina: il mio nome
è Sailor Divide e ti punirò in nome di Andromeda!»
«Finalmente ti ho trovata, gemma sacra! Non mi sfuggirai!»
Il suo braccio di metallo è difficile da evitare, la
velocità con cui la muove è indescrivibile. Tra salti
mortali, attacchi devianti e scudi protettivi, il nemico sembra essere
diventato più forte di prima. Che sia un altro servitore della
principessa Madness?
I suoi occhi proiettano malvagità pura e a quanto pare, è
sotto l'influenza di una maledizione demoniaca. Non sarà facile
liberarlo.
Non appena grida «raggio oscuro», una grande forza mi viene incontro, ma un improvvisoWorld Shakingmi protegge. Mi giro e non vedo nessuno. Chi è stato a lanciare quello strano attacco?
«Maledetta! Come hai fatto?» "Uranus?!"
Il nemico si guarda intorno nella speranza di trovare la fonte di quello strano potere ma, di colpo, mi fissa.
«Ci rivedremo presto, Sailor Divide, stanne certa!» poi
svanisce nel nulla. Sono più che certa che sia stata proprio
Sailor Uranus a lanciare quella sfera di energia contro quello
stregone, altrimenti non si spiega.
Non mi faccio troppe domande e torno indietro, verso la grande quercia
dove si erano riunite tutte le altre ragazze. Il portale è
proprio lì, in mezzo al grande viale che divide l'area Infinity
dall'area residenziale. È molto grande, emana una luce
grigiastra che incute paura. E se lo oltrepassassi? Rischierei di
cadere in uno strano limbo?
«Cosa ci fai qui? Non sei entrata nel portale?»
Infatti, parlando del diavolo... le vedo arrivare alla mia destra: Sailor Neptune e Sailor Uranus.
«Non ancora» rispondo.
«Sembra che tu abbia visto un fantasma! Coraggio, entra con
noi» sorride Neptune oltrepassando il portale con la sua
compagna. Chiudo istintivamente gli occhi, prendo una piccola rincorsa
ed entro nel portale trovandomi dietro di loro.
«Certo che Sailor Divide è davvero cocciuta, non ha nemmeno usato il suoDividum Extremisper sconfiggere quel mago oscuro.»
Due guerriere erano sedute su un grande ramo della quercia, a due passi
dal portale grigio. Il buio le oscurava del tutto, ad eccezione dei
loro occhi. Essi brillavano leggermente, così come le loro
spille.
«Lo può usare solo in caso di emergenza, è per questa ragione che si chiama così.»
«Era una battuta, vero?»
«No»sorrise la guerriera androide«è solo che... si vede anche da lontano che Sailor Divide è la nemesi di Sailor Moon.»
«Tu conoscevi la guerriera della luna prima di rinascere come Sailor Minus?»
«Non di persona, ovviamente, ma ho assistito alle sue eroiche
imprese in incognito... e smettila di ciondolare, rischi di
cadere!»
«Tranquilla, io ho l'agilità di un felino.»
«Ma davvero?»
«Te l'ho dimostrato ieri sera sotto le coperte»sorrise maliziosa la guerriera vampira.
«Stupida, non intendevo in quel senso.»
Ridacchiò.
«Piuttosto, Uranus e Neptune sono andate con loro?»
«Adesso hanno scavalcato il portale con la piccola guerriera
della saggezza, prima sono state con noi per un po' e si sono
allontanate all'improvviso.»
«Come te e tua sorella facevate spesso» ghignò lei.
«Ora non più.»
La guerriera vampira sfiorò la mano della sua compagna
sorridendo dolcemente. Quel suo piccolo gesto aveva lasciato la
guerriera della lealtà senza parole, il modo in cui gliela
sfiorava le trasmise amore e tenerezza.
«Vicky»mormorò poi la ragazza«sei proprio sicura di voler affrontare un nemico del genere?»
«Si, sono sicura.»
«Io... ho un po' paura.»
«Perché? Non è un nemico come quelli che abbiamo affrontato e sconfitto prima.»
«Quel demone aveva una mano meccanica, scommetto che con quella
riuscirebbe anche a distruggere una trave di cinque tonnellate.»
«Impossibile, nulla può distruggerla.»
«Non andare, Vicky, ti prego.»
«Andrà tutto bene.»
Le strinse poi la mano.
«Ti fidi di me?»
La guerriera vampira non ebbe altra scelta che accettare la sua
richiesta, così scesero dal ramo e oltrepassarono insieme il
portale mano nella mano, arrivando così nel tunnel che le
avrebbe condotte nel nascondiglio segreto di Princess Madness.
*
Gwen's POV
Un tunnel buio e cupo, il calore che mi brucia la pelle e il sudore
sulla fronte: è chiaro che mi trovo sotto la superficie
terrestre, a qualche chilometro dal nucleo del pianeta. Il portale mi
ha condotta qui, devo percorrere l'intero tunnel.
Mi aspetterà qualcosa di terribile, me lo sento. Quando ho visto
la mano di quel tizio trasformarsi in metallo, ho avuto come un
mancamento. Sicuramente, anche la principessa demoniaca ne ha una e la
userà contro di noi. Dovrò prepararmi psicologicamente a
questa battaglia. Sarà dura, ma devo farcela, per il bene di
tutto il mondo.
Nonostante sia ad un passo dal nucleo, sento ancora freddo. Ormai, il
ghiaccio ha coperto tutto il suolo terrestre. Il freddo, lentamente, si
sta diffondendo sotto di esso. L'era glaciale è appena iniziata.
Sento le mie gambe tremare, le dita delle mie mani sempre più
calde. Inizio a sudare. Mi sto avvicinando sempre di più al
nucleo della Terra, non è un sogno. Il nascondiglio del nemico
è proprio qui, sotto la superficie terrestre, nel mezzo del
pianeta, in una sfera di fuoco calda mille volte più del magma
di un vulcano. La gemma continua a brillare, non è un buon segno.
Sto camminando da sola in un tunnel buio e caldo, l'unica cosa che
riesco a vedere sono le pareti bluastre della galleria e i miei stivali
verde acqua. Mi guardo intorno: non c'è nessuno, a parte me;
posso stare tranquilla.
Il calore si fa più intenso, trasudo acqua da tutte le parti, mi
sento stanca, i miei occhi sono sul punto di chiudersi. Sento che sto
per svenire. «Coraggio, si prepari!»
Devo resistere... «La cerimonia sta per iniziare... non siete ancora pronta?»
--**--
«Si, mia balia, un po' di pazienza!»
Una ragazza dai capelli rossi
si stava preparando per il giorno dell'incoronazione della regina
Acquamarine, nonché l'angelo capostipite della galassia di
Andromeda. Lei era la sua erede: Riûka, la piccola principessa
angelo che in quel giorno, stava per diventarlo ufficialmente. Aveva
quindici anni e non aveva ancora trovato l'amore, ma sperava di
trovarlo, un giorno.
«Sbrigatevi, principessa! Sta per iniziare!»
La principessa afferrò al volo il suo piccolo orsetto bianco di
peluche, la sua spilla ed uscì dalla sua stanza. Seguì la
sua badante fino alla sala del trono, dove ad attenderla c'erano i suoi
genitori: Lady Acquamarine e Lord Diamond. Dalla loro espressione, non sembravano contenti. Riûka deglutì - accidenti, se ricordo quel giorno! Fortunatamente non era in ritardo anzi, in anticipo di venti minuti, un enorme progresso.
«Ti aspettavamo con ansia, piccola Aquamarine»
iniziò sua madre «siamo molto felici che oggi riceverai la
corona di principessa e la benedizione di Dio.» «Ricorda che, un giorno,
prenderai il posto di tua madre» aggiunse suo padre
«quindi, vorremmo che seguissi ogni istante della cerimonia, in
modo che tu possa imparare la posizione da mantenere sul trono e nel
momento in cui terrai in mano i gioielli reali.» «Non c'è un'alternativa? Ad esempio... un libro?» «Libri?»
L'espressione dei genitori cambiò completamente, la piccola Riûka nascose il viso dalla vergogna.
«Non esistono libri sull'argomento!» esclamò il re facendo sobbalzare la principessa. «Ma sugli altri pianeti ce ne sono tantissimi, soprattutto film, video, ologrammi...» «Uh! Parli di Mechanitron, il pianeta abitato da giocattoli di metallo senza un briciolo di cuore?»
L'espressione di suo padre era come disgustato, come se fosse una
specie di mostro omicida. Riûka non conosceva il mondo dei
demoni, ma sapeva che era quel luogo in cui un angelo non doveva
assolutamente entrare.
«Non nominare mai più quel nome disgustoso! Bleah!»
Sì, per il re e la regina di Oblivion quel pianeta era
disgustoso. Dopo quella conversazione imbarazzante, la cerimonia
iniziò. La principessa seguì passo dopo passo i movimenti
di sua madre, dall'inizio alla fine. Li ripeté nel momento in
cui le appoggiarono la tiara d'argento sulla testa. Passarono due ore, la principessa
decise di inaugurare la sua tiara con un piccolo bagno caldo nelle
terme reali, situate dall'altra parte dei giardini del castello.
Uscì dalla porta sul retro incamminandosi verso l'arcata di rose
bianche. Il giardino era enorme: due grandi
fontane, tanti fiori e un grande gazebo, spesso utilizzato per i balli
di primavera nella corte reale. Riûka aveva sempre adorato quel
genere di festa, il suo più grande desiderio era di poter
ballare con l'uomo dei suoi sogni, ma nessuno sembrava catturare la sua
attenzione. Tuttavia, la sua testa era perversa da mille domande, tra
cui una riferita proprio a questo.
«Sei sola?»
Quella voce così sensuale e provocante... non era certo di un angelo, forse di un demone.
«Chi va là?» «Non mi riconosci?» «No... e non voglio nemmeno
guardarti in faccia» indietreggiò di qualche passo, poi
qualcosa - o meglio, qualcuno - uscì dai cespugli di rose
bianche: una donna dal vestito blu cobalto e gli occhi di colore
diverso, un vero piacere per la vista. Riûka rimase abbagliata da
cotanta bellezza, imparagonabile a quella di Raven - la sua migliore
amica segreta. «Almeno... puoi dirmi chi sei?» domandò lei sussurrando. «Non posso rivelarti il mio
nome, poiché siamo di fede diversa, ma nulla mi vieta di
vederti» rispose sorridendo «o meglio...
conquistarti.» «Ma sei una donna!» «L'amore non ha genere, puoi essere libera di scegliere chi amare anche a prescindere dal sesso, e poi... mi piaci.»
Mentre parlava, la misteriosa principessa staccò una rosa dal
cespuglio e la dipinse di rosso con uno strano potere. Riûka la
osservò a lungo, poi realizzò di avere di fronte una
gemma demoniaca. Non doveva avere timore, dopotutto ella non aveva
cattive intenzioni.
«Purtroppo non posso stare qui a lungo, ma prometto che
tornerò presto a trovarti» si avvicinò «ti
dono questa rosa rossa come pegno, non dovrai dire a nessuno che ci
siamo viste, nemmeno alla tua migliore amica. Angeli e demoni non sono destinati a stare insieme, ma nulla c'impedisce di infrangere la regola.» «Non posso... vedi, la galassia
è un passo dalla guerra e non voglio che i nostri regni si
scontrino l'una contro l'altra» disse Riûka «se
continuassimo a frequentarci mentre le nostre famiglie sono in guerra,
avrei un peso così grande nel cuore.» «Sei così buona e saggia, sai?»
Riûka arrossì.
«Ed è per questo che mi piaci tanto.»
Sembrava che tutto intorno a
loro fosse sparito, che fossero solo loro e le stelle. Le loro mani
stavano per toccarsi, finché una scarica elettrica non le
allontanò.
--**--
«Sailor Divide! Svegliati!»
Apro gli occhi e mi rendo conto di aver rivisto quello che non avrei
dovuto vedere, non appena incrocio lo sguardo di Usagi, i battiti del
cuore rallentano un po' alla volta.
«Cos'è successo?» mormoro.
«Alzati, non possiamo perdere tempo!»
Mi afferra la mano e mi aiuta a rialzare, per poi correre fino alla
fine del tunnel stringendo forte la mia mano. Questa galleria sembra
non avere fine, sono minuti che continuò a correre e le forze
lentamente mi stanno abbandonando. Non posso mollare proprio adesso!
Riesco a vedere una luce arancione abbagliante, probabilmente l'ingresso verso il centro della Terra. Sto sudando freddo.
Chiudo gli occhi e lascio che il bagliore mi accechi completamente, ma
non appena li riapro, mi ritrovo davanti a una specie di grande
ingresso coperto di un vetro resistente al calore, colorato di
arancione e giallo. Al centro c'è un grande topazio a forma di
odalisca, come quelle antiche egiziane, strani simboli demoniaci e il
pavimento che dipinge un simbolo assai misterioso - e a me molto familiare.
«Ora ci siamo tutte» dice Sailor Moon «ma in quale stanza si troverà la principessa?»
Ora che ci
penso, ci sono tre porte davanti a noi: una è gialla, una
è arancione e l'altra è blu chiaro. Devo aver già
vissuto una situazione del genere: quella in cui non sai quale strada
scegliere e, di solito, ti ritrovi in un vicolo cieco dalla quale non
si può più uscire. La porta gialla, sulla sinistra,
potrebbe portare ad un burrone. La porta arancione, sulla destra,
potrebbe condurre verso un labirinto infinito - di solito. La scelta
più conveniente è la porta blu, al centro tra le altre
sue porte, dove è sicuro che ci troveremo davanti il nemico.
«Opteremo
per la porta gialla» dice Sailor Moon «è chiaro che
si nasconde proprio lì il nemico.»
Ghigna
maliziosa, come se fosse una specie di genio. Sta sbagliando tutto: la
porta sinistra porta solo ad un vicolo cieco, dove l'unica scelta
è la morte.
«No, è meglio la porta arancione» interviene Sailor Mars «almeno evitiamo le trappole.»
Si crede che
siamo in una piramide egizia o in qualche strana grotta in stile
Indiana Jones, oppure in una specie di trappola mortale spaziale. Se
vuole evitare di camminare in tondo, non deve scegliere quella porta.
«La
porta blu è la migliore» intervengo poco dopo
«è l'unica con il pomello a forma di cuore, si distingue
facilmente dalle altre due.»
«Questa situazione fa troppo cliché» borbotta Sailor Venus.
«È
vero, forse è la scelta migliore» aggiunge Sailor Moon
sorridendo, per poi sfiorare il pomello della porta blu. Essa si apre
con uno scatto improvviso, davanti a noi ci troviamo un passaggio
ricoperto di vetro illuminato di un arancione molto acceso.È la strada giusta, siamo vicine al nucleo terrestre.
C'incamminiamo
attraversando la galleria, il calore diventa sempre più forte ed
insopportabile. Non appena raggiungiamo la fine, la porta a cinque
metri da noi si chiude all'improvviso.
«Vi stavo aspettando, guerriere Sailor»ad accoglierci è una voce maniacale. «Finalmente c'incontriamo.»
«Chi sei?» domanda la guerriera della luna.
«Il tuo peggior incubo.»
«Battuta copiata»sussurra una seconda voce dallo stesso timbro della precedente.
«Non è copiata, babbeo!»
«A questo punto, era meglio la voce da fantasma: uuuuhhh!»
«Deficiente! Rimbambito! Devi sempre rovinare tutto!»
Tutte
rimangono intontite. C'è una seconda voce? Probabilmente, quella
del tizio dai capelli blu e bianchi che mi aveva attaccata prima.
«E va bene, mi metterò in mostra.»
Davanti a
noi, un piccolo tornado blu fa apparire una donna da due lunghe code
laterali azzurro scuro, un vestito molto elegante e scollato, il
sorriso malvagio e uno strano simbolo sulla fronte. È proprio la
principessa demoniaca Madness?
«Io
sono Princess Madness, nata dalla fusione tra l'ossidiana e il topazio,
futura erede del Regno Infernale nonché il bellissimo paradiso
dei demoni.»
«Sai
che roba» dice Sailor Moon tra sé. Sento quel piccolo
maghetto ridacchiare alle spalle della principessa oscura. Gli faccio
così tanto ridere, a quanto pare. Idiota.
Usagi's POV
Ma dove ha la testa quel mago oscuro? Sembra aver perso completamente il cervello.
«Razza di imbecille, quante volte ti ho detto di non ridere?»
Immediatamente,
lo sguardo demoniaco di Madness punta verso di me. La sua mano sinistra
crea una sfera di luce arancione che, a prima vista, sembra devastante.
«Non
avresti dovuto parlare, angelo delle mie viscere» ringhia
malvagia «te ne pentirai di avermi insultata!»
«Ho solo detto la mia opinione.»
«Risparmia
la voce per le tue ultime preghiere al Signore» sorride
concentrando la sua forza verso la sfera di luce che, adesso, è
diventata ancora più grande. Sicuramente, non potrei morire
più stupidamente di così.
«Bloody Poison!»
«Gemma Inferni!»
Due attacchi
uniti che disintegrano il raggio che, di lì a poco, mi avrebbe
dato alla morte. Mi giro verso destra e vedo due ragazze. Ho una strana
sensazione di déjà-vù: quella posa mi ricorda
qualcosa anzi, qualcuno.
«Se vuoi prendertela con una principessa indifesa, prenditela con noi!»
«Le paladine della giustizia vestite alla marinara: Sailor Minus e Sailor Vampire!»
Madness grugnisce.
«Alla buonora! Mancavate solo voi all'appello!» esclama Sailor Divide un po' irritata.
«Avevamo altro da fare... e poi, a te cosa importa?»
«Oh,
importa eccome! Per il semplice motivo che fai coppia con una creatura
dai canini appuntiti e non con tua sorella, o con qualche altra
guerriera!»
«Non sei tu la leader del gruppo e poi, fatti gli affari tuoi! Mi accoppio con chi voglio!»
Le altre
ragazze rimangono pietrificate assistendo ad un litigio stupido e
venuto dal nulla, Madness inarca un sopracciglio ed io mi picchio la
fronte. Ci mancavano i litigi!
«Stupido androide!»
«Brutto essere di carne e ossa!»
«Ora basta!»
Riesco a
fermarle ma anziché rimediare, peggioro solo le cose. Sailor
Divide le dà le spalle arrabbiata e indignata, so che è
la gelosia a renderla così maleducata e scontrosa.
«Avete
finito il vostro teatrino? Ho altro a cui pensare» di colpo, il
braccio sinistro di Madness si trasforma in metallo e punta al petto di
Sailor Plus. Che abbia intenzione di strapparle il cuore o qualche
altra sua parte del corpo? La piccola androide deglutisce.
Improvvisamente,
mentre la regina si avvicina alla ragazza robot con la sua mano
meccanica, un boomerang blu elettrico riesce a togliere dalle mani di
Madness lo scettro cartesiano facendolo cadere dall'altra parte della
stanza e danneggiando di poco il braccio di metallo. Ella geme dal
dolore.
«Mia signora!»
Le sorelle
robot si guardano alle spalle e notano una strana ombra: sembra portare
un mantello e una spada dalla lama rossa, gli occhi chiari e una forte
aura. Non è né Tuxedo Mask né Prince C.
Capitolo 52 *** Capitolo cinquantadue - Il terribile colpo ***
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Capitolo cinquantadue
• Il terribile colpo •
«Nessuno deve fare del male alle mie figlie!» Tutte noi ci giriamo verso la misteriosa sagoma. Chi sarà mai quel tizio?
La sagoma si sposta sotto la luce e si rivela: ha un mantello blu e
nero, un abito nero e bianco e due occhi blu chiaro. Chi è
quell'uomo? Ha un aspetto così nobile.
«Papà?!»
L'uomo sorride.
«Non ditemi che è il signor...?»
«Esatto, odango-chan, sono io» sorride
lui - quella pronuncia giapponese è assolutamente divina
«ma il mio vero nome è King Zyrco.»
"Il sovrano del pianeta futuristico?"
«Vedo che non sei cambiato affatto,
Zyrco» ghigna Madness «del resto, avevo previsto il tuo
ritorno. Anche senza la tua amata Esmeralda, sei sempre il solito
buffone che si finge un guerriero della giustizia.»
«Io non so chi sei e nemmeno come conosci il
nome di mia moglie, ma non lascerò che i cuori delle mie
creature cadano nelle tue mani!»
«Le tue creature? Certo!» ride lei.
«Ricordi che le avevi costruite per la guerra? In verità,
era quello il loro scopo ma dopo aver incontrato un angelo, ti sei
convertito tradendo la nostra dinastia!»
«Mi sono solo reso conto che il vostro era
un regno sporco e corrotto, non avrei lasciato le mie figlie in mano a
dei demoni lussuriosi e vanitosi!»
«Oh... ma sapevi che una di loro si è
schierata dalla nostra parte?» sorride guardando la guerriera
della fortuna, suo padre la fissa un po' deluso. La piccola androide
non sa come reagire, s'inginocchia e rimane immobile.Come fa Madness a conoscere tutto questo?
«Jackie...perché?»
Sailor Plus si morde il labbro con le guance rosse dalla vergogna.
«Non sono riuscita ad accettare la vostra
morte, papà, ed è stato quando ti sei tolto la vita
che... che...» si blocca con le lacrime agli occhi.
«Cosa?»
«Lucifero mi aveva promesso una vita
migliore, se mi fossi schierata dalla parte dei demoni» spiega
«in cambio ho dovuto regalargli parte di me, cosa che
inizialmente non dovevo dare io, ma mia sorella.»
Si portò le braccia intorno al grembo.
«Se c'è una cosa che ancora non ricordi è che noi
due, io e Vicky, siamo state create anche peramareevivere nel peccato.»
Le sue lacrime dicono più di mille parole
ed io lo percepisco; il dolore quando qualcuno perde chi ama ed
è costretto a rinunciare a se stesso per rivendicare la sua
morte. Così avevo fatto anch'io.
«Beh, è stato bello conoscervi,
peccato che ora debba farvi fuori» sorride malvagia e, senza
farsi vedere dalle altre ragazze, lancia un forte e devastante raggio
d'azione. Immediatamente, le ragazze lo schivano.
L'attacco di Madness non era previsto. Per giunta, era unito da un secondo piccolo raggio d'azione rosa fluorescente.
«Piaciuta la sorpresa, eh?» ghigna la principessa. «Se volete, possiamo rifarlo.»
«Non è necessario, grazie!» esclama Sailor Divide in preda alla rabbia.
«Come sei simpatica» risponde Madness
sarcasticamente «sembri un elefante in equilibrio sulla sua
proboscide.»
«Mi stai dando della grassa?»
«No, ti ho solo paragonata ad un animale da
circo» sorride e ride immaginando la scena. Sailor Divide si
accanisce su di lei con un potentePunch Marine- credo si chiami così - ma la principessa oscura riesce a neutralizzare il suo attacco e a scaraventarla a terra.
«Bel tentativo, ma non funziona con
me» gli occhi di Madness diventano fiamme roventi
«dì pure "addio" a quel bel faccino!»
Prima che ella sferrasse il suo attacco finale,
che avrebbe ucciso definitivamente Sailor Divide, qualcosa la blocca:
una rosa bianca e una rossa. Sono proprio loro?
«Una principessa non dovrebbe essere crudele con la sua coetanea...»dice uno.
«... ma aiutarla a raggiungere i suoi obiettivi!»aggiunge l'altro. Li vedo comparire accanto a King Zyrco: i due principi cavalieri mascherati che tanto amiamo.
«Prince C!»
«Tuxedo Mask!»
«Ovviamente non potevo intervenire senza di loro, non vi pare?» sorride Zyrco.
«Wow, tu sì che sei il miglior padre del mondo!» esclamo con gli occhi a forma di cuore.
«Okay, ora basta cuori e cuoricini!»
interviene Sailor Mars rovinando il mio piccolo sogno ad occhi aperti:
tre nobili cavalieri accanto ad una dolce e amorevole principessa.Ah, se King Zyrco fosse davvero mio padre...
«Sailor Moon?» Che invidia...
«Svegliati, per l'amor del cielo!»
Segue uno schiaffo sulla guancia.
«Ahia!»
«Tu fai troppi sogni erotici, lo sai?»
«Mica l'ho immaginato nudo! Quell'uomo ha più di trent'anni!»
«Come no» sorride maliziosa.
"Giuro che non è così! Uffa!"
--**--
Gwen's POV
Madness sembra più agguerrita che mai. Ora i suoi occhi stanno
puntando verso una delle sorelle androidi, la più vulnerabile.
So già che questo non prometterà nulla di buono. La
principessa oscura sembra essere pronta a tutto pur di porre fine alla
dinastia degli angeli e prevalere sull'intero universo, però so
che dentro di lei si nasconde un'anima pura - e demoniaca, ma non
malvagia. Il nome mi sfugge.
«Sai una cosa, piccola robot?» dice
Madness fissando Vicky con due occhi di ghiaccio. «Non dovresti
essere qui, dopo quel pattume che ti ha innescato tuo padre.»
«Tu cosa ne sai?» ribatte stando sulla difensiva.
«Un uccellino mi ha detto che seiimperfetta»risponde lei «eppure custodisci una delle gemme più potenti della galassia.»
Sailor Minus serrò gli occhi tenendo la spada all'altezza dei suoi occhi.
«Fossi in te, mollerei la squadra
perché dopotutto sei solo una bambola di metallo» ghigna
poi «non meriti di essere una guerriera, specialmente una gemma
sacra.»
Lo scettro punta verso di lei, il topazio al
centro s'illumina di una luce nera e gialla, il sorriso della
principessa diventa sempre più grande e terrificante.
«Circulum Deae!»
La guerriera della lealtà riesce a
schivarlo con un salto mortale e contrattaccare con un raggio d'azione,
fallendo miseramente. Madness ha già trasformato le sue braccia
in puro metallo pesante, sembra più che pronta ad eliminarla.
Non ditemi che... no! Scappa, Vicky!
La mano metallica della principessa oscura riesce
a penetrare la corazza di Vicky afferrando il suo cuore, glielo strappa
via con un solo movimento e i suoi occhi, poco alla volta, si spengono.
«Game over»ringhia
con voce demoniaca e il metallo dello scettro si scontra contro la
corazza della guerriera blu cobalto, che cade a terra con gli occhi
chiusi e la sailor fuku distrutta quasi del tutto. Le vado incontro
alzandole di poco la testa: è ferita, al posto del sangue rosso
perde uno strano liquido nero.
Fortunatamente la gemma è ancora attaccata
al centro della sua fuku, ma non resisterà per molto. Pende
leggermente dal centro del fiocco d'argento, la gonna malandata e la
pancia del tutto scoperta - ora che ci faccio caso, ha un piercing
sull'ombelico. Arrossisco.Ora posso finalmente dire che è sexy in tutti i sensi.
«Quindi sarebbe questo il cuore di un
androide?» ghigna il nemico osservando il cuore meccanico di
Vicky tra le sue mani. «Non sapevo avesse anche un
tatuaggio.»
«Quello non è un tatuaggio, ma una
ferita» interviene il suo scagnozzo «e a giudicare dalla
forma, deve essere stato un amore non corrisposto.»
Non riesco più a sentire queste parole.Basta con questa storia! Me ne sono pentita!
«Quella piccola bambola di ferro era vulnerabile solo per questo, un sentimento non ricambiato?»
«Gli angeli dipendono anche dai sentimenti, mia padrona, non solo dalla fonte dei loro poteri.»
«Dovrò annotarlo» ghigna maligna.
Guardo Madness e il suo servo ridere a crepapelle
mentre io tengo il suo cadavere tra le mie braccia, sporco di una
strana sostanza nera e privo di sensi.
«Vicky...»
Nessun segno di vita.
«Rispondimi, ti prego...»
I miei occhi sono pieni di lacrime. Lei non si
muove di un millimetro, i suoi occhi sono chiusi e il suo petto emana
solo scintille elettriche. È morta.No... non può essere...
«NOOOOOOOOOO!»
Tiro fuori dalla mia bocca tutto il dolore e la tristezza che ho tenuto
nel mio cuore finora, le lacrime che scendono come cascate e una luce
verde chiara che ci avvolge. La mia sailor fuku si macchia di olio nero,il suo sangue.Non posso fare altro che piangere e crogiolarmi nella disperazione.
«Guardate», esclama Sailor Moon «le sono spuntate le ali!»
Le mie labbra tremano, sento il mio corpo
riscaldarsi ad una velocità incredibile; potrei svenire da un
momento all'altro.
«È proprio lei: l'angelo leggendario
di Andromeda, la gemma consacrata da Dio» dice Sailor Jupiter.
Sento l'energia scorrere nelle mie vene, la pura essenza
dell'acquamarina mi circonda con un'aura potentissima.
Alzo lo sguardo sulla principessa oscura e il mio volto si dipinge di vendetta, così come quello di Sailor Vampire.
Capitolo 53 *** Capitolo cinquantatré - Il volto di Madness ***
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Capitolo cinquantatré
• Il volto di Madness •
Il sangue ribolle dentro di me, una forte scossa
di energia è pronta ad evadere dal mio corpo. Alzo la mano
evocando il grande potere imprigionato in me, pronta più che mai
ad abbattere Madness una volta per tutte. Lo stesso anche Sailor Y.
«Wisdom Crisis...»
«Courage Crisis...»
Sopra le nostre teste appare un talismano che
rappresenta la nostra categoria: un calice e una specie di rosario
religioso - al posto della croce, ha una grande sfera di zaffiro.
«Make Up!»
Mi guardo alle spalle e vedo che la sailor fuku
leggermente strappata di Sailor Y si trasforma; sotto la gonna
compaiono due cerchi di merletto, le maniche diventano di un pizzo
leggiadro trasparente e una corona appare sulla sua testa sostituendo
la tiara.
Il fiocco si trasforma diventando leggermente
più grande e la gemma diventa a forma di cuore, un po'
più grande rispetto a prima, e un bordo argentato lo circonda
amorevolmente. Dalla sua schiena, escono un paio di piccole ali
argentate.
Mi guardo davanti allo specchio dietro le spalle
della principessa oscura: la mia sailor fuku è del tutto
argentata, i bordi della gonna verde acqua sfumato, la gemma a forma di
cuore circondata da piccole piume e il bordo d'argento. I miei capelli
baciati dalla luce della luna risplendono di un argento chiaro e quasi
accecante, i miei occhi sono più chiari di prima.Sono... sono davvero io?
«Non posso crederci... sono rinati!»
«Esatto, Madness» dico «siamo rinati dopo millenni, dopo che voi demoni ci avete sconfitti!»
Sailor Y mi viene incontro, le sue ali risplendono di un azzurro puro, così come quelle della piccola Haiyu Y.
«Noi siamo le gemme sacre, combattiamo in
nome della nostra galassia e dell'intero universo: noi siamo le Angel
Sailor!»
«La pagherai per aver ucciso una nostra
compagna, e cara amica» aggiunge Sailor Y «il potere degli
angeli ti distruggerà!»
Madness scoppia a ridere.
«Pensate davvero di sconfiggermi con tre
sole gemme?» sorride. «Sapete bene che una di voi è
morta quindi, non mi pare il caso di combattere, non credete?»
«E poi tu, guerriera dai canini a
punta» il suo scettro punta verso Sailor Vampire, rossa dalla
rabbia «saresti una gemma sacra?»
«Non sono una gemma, ma voglio vendicare la morte della mia ragazza!»
«Ohhh, piccolo cuore spezzato, lo sai che vendicare qualcuno non ha mai portato bene?»
"Stronza!"dico tra me e me.
Dopo quelle parole, Sailor Vampire si accende di
un rosso chiaro; accecata dalla rabbia, si scaglia contro il nemico ma
viene respinta con un movimento fulmineo delle braccia meccaniche della
principessa oscura. La guerriera vampira non demorde, si lancia
nuovamente verso di lei, il braccio meccanico di Madness la ferisce
ferocemente sulla spalla e cade a terra.
«Sailor Vampire!» grida Sailor Plus.
«Ahahah, è stato più facile del previsto» ride di gusto.
«Sei un mostro! Come hai potuto ferirla in quel modo?» intervengo - contro la mia volontà.
«Stava per uccidermi, quindi è stata legittima difesa» risponde.
«"Legittima difesa"... dice lei» borbotta la guerriera vampira.
«Tu non sai neanche con chi hai a che fare» sogghigno.
«Ah, si? E chi saresti?»
«Io sono colei che ti darà un bel calcio nel sedere in nome degli angeli!»
«Saranno le tue ultime parole, Sailor
Divide, perché ti farò fuori in un colpo solo!» ci
minaccia, «Mi prenderò le vostre gemme e risalirò
al Cristallo Galattico di Andromeda, dopodiché
distruggerò questa sfera di aria e fango.»
Mentre la principessa stava per sferrare suo
attacco più forte per uccidere me e la mia rivale, qualcosa lo
impedisce. È unaGemma Inferniblu chiaro.
«Jackie, sei stata tu?» chiedo facendo finta di non sapere chi sia la vera mittente di quella sfera di energia.
«No, perché dovrei difendere una come te? E poi, la miaGemma Inferniè verde.»
Mi giro e vedo King Zyrco affianco sua figlia, lei
ha la mano leggermente tesa, il suo occhio bionico splende di un rosso
fluorescente. È ancora tra noi?
«Quella stupida robot è ancora
viva?» ringhia Madness gemendo dal dolore. Il suo attacco le ha
ferito il braccio destro, quello col quale lancia le sue sfere di luce
oscura. Osservo la sua gemma splendere, così come quella di
Sailor Vampire. Che sia una specie di contatto? Non voglio saperlo.
«Regiela, il tuo cristallo rosso!»
Madness e il suo scagnozzo osservano tutto con la rabbia negli occhi.
«T-te la farò pagare...»
mormora Vicky con voce roca «per... per aver fatto... del male...
alla mia Regiela...»
«Oh, Vicky-chan.»
Le gemme si spengono, con esse anche la povera
Vicky. Non mi aspettavo di vedere questo tipo di legame, così
forte e indistruttibile. È chiaro: non posso paragonarmi alla
ragazza vampira, ma nulla mi vieta di riconquistare la fiducia della
robottina.
«L'ha vendicata nonostante la sua situazione?» dice Sailor Mars incredula.
«Ma i robot non possono vivere senza il loro
cuore... com'è possibile che lei abbia lanciato una sfera di
luce contro il nemico?» domanda Sailor Mercury curiosa.
«È un legame» spiega King
Zyrco. «Le gemme possono comunicare tra loro, donare energia e
forza vitale alla loro partner, a condizione che le custodi abbiano un
forte rapporto di amicizia.»
«Nel caso di Vicky e Regiela è...?»
«Amore» dice sorridendo «ed
è il legame più forte di tutti, quello che può
anche cancellare la morte, a patto che i sentimenti si celino nei loro
cuori; come in questo caso.»
Regiela sorride dolcemente osservando gli occhi
chiusi della sua amata. Il loro si che è vero amore, non quello
che io e lei abbiamo vissuto in passato.
▼
La Terra è ancora congelata; Madness ha già dato inizio
ad una nuova era glaciale, e ormai è troppo tardi per rimediare.
Ho fallito con Vicky, ho fallito con la mia missione... non c'è
da stupirsi, in fin dei conti. Lo sono sempre stata.
Ora che guardo bene gli occhi di quella creatura
demoniaca... deve essere una persona che ha visto il male, il vero
male. Forse non riesce ad accettarlo, o semplicemente cerca di
vendicare qualcuno. Lo so, il suo cuore lo grida forte.
"Una sua cara amica. Quasi amante. Uccisa da un demone."
Quella sagoma non mi è nuova.
Raven...?
La testa mi scoppia. Vengo pervasa da un'ondata di
ricordi mischiati tra loro, uno più bello dell'altro. Una
principessa demoniaca a fianco di una piccola dea dai capelli rossi,
l'amava più di qualsiasi cosa. Ne era follemente innamorata fin
da quando era nata, ma il suo amore era non corrisposto.
Quella piccola dea era destinata a sposare il
principe più giovane del regno dei diamanti: Diamantheon,
conosciuto come "il luogo sacro", dove vi era sorto un santuario. Era
proprio lì che gli angeli si riunivano per purificarsi e
pregare, in attesa che i loro poteri diventassero più forti.
Da poco era stata costruita la grande statua che
raffigurava i tre angeli pionieri: l'angelo del coraggio, della
saggezza e della lealtà. I tre grandi pilastri che portavano
all'immenso potere della Trinità Divina, le tre gemme sacre.
Nessuno conosceva il terzo angelo: la donna dai
capelli blu e il ciuffo d'argento, il corpo perfettamente slanciato, un
occhio rosso e uno blu cobalto, una corazza che nasconde un segreto. Un
robot angelo.
"Chi l'avrebbe mai detto?"
È tutto più chiaro, ora so chi si nasconde dietro Princess Madness.
--**--
Usagi's POV
Gli occhi di Sailor Divide sono fissi su quelli di Madness: due grandi
occhi dorati, come quello di tutti gli altri demoni - come Sailor
Multipler. Sembra conoscere quella principessa, come se esistesse una
specie di legame spezzato da più di diecimila anni.La ragione era sempre la guerra.
«So che dentro di lei si nasconde
qualcuno» dice Sailor Divide «vedo il dolore e l'amore
nella sua testa, è offuscato da una presenza malvagia.»
«Cosa significa?» chiedo curiosa.
«Ho l'impressione che Madness... beh, sia solo un illusione» risponde «anzi, sia un'altra persona.»
«Ne sei sicura?»
Annuisce più che convinta.
«Non possiamo saperlo con certezza»
interviene Sailor Mercury con tono serio «anche se è in
possesso di un talismano somigliante a quello della principessa Raven,
non è detto che sia davvero lei.»
«Oppure potrebbe essere un illusione creata dal nostrovero nemico»aggiunge Sailor X.
Vero nemico?Quindi Madness non è il nostro nemico?
«Non dobbiamo trarre conclusioni affrettate,
perché non sappiamo se ci sta tenendo una trappola o meno»
ribatte Sailor Venus.
Mentre loro discutono, vedo Madness stringere i
denti. Qualcosa non va in lei, il suo corpo sembra cedere. I suoi
occhi... mi trasmettono paura e dolore, le stesse emozioni di quando ha
visto il mondo crollarle addosso.
Era stato proprio quel giorno: il primo incontro tra Mahori e
Riûka. Raven aspettava la sua migliore amica per parlare di
uomini e tante altre cose, ma l'unica cosa che vide era quella rosa
blu. Blu come il cielo che, in quel momento, stava osservando con le
guance arrossate la dolce Riûka, quel colore buio e tetro che le
ricordava il giorno della morte della principessa Camille - il suo
mentore.
Raven aveva sempre provato invidia per
Mahori, la demone più attraente e potente di tutte, la preferita
di Lucifero. Anzi, la odiava.Il suo odio crescette a dismisura da
quando Riûka teneva tra le mani quella rosa blu e, ogni tanto, la
univa con una rossa, la sua preferita.
Era triste. Soffriva. Il suo cuore si
era spezzato. Forse l'amava davvero. Non si era dichiarata, voleva
aspettare il momento giusto per convertirsi e vivere felice con lei -
cosa che non sarebbe mai riuscita a fare.
Quella ragazza dai capelli verdognoli
lo ricordava bene: era la ragione per cui se ne stava sempre in
disparte e guardava la nuova Mahori con disprezzo. Ma anche lei aveva
il cuore ferito, non era affianco a Riûka: era un'altra ragazza,
forse dieci volte più matura di lei. Non lo sapeva per certo, ma
quello che la rincuorò fu il vedere la sua ex rivale baciare una
ragazza che non era la nuova Riûka. Tuttavia, il cuore della
ragazza era ancora infranto.
Si rifugiava sempre nel bagno delle
ragazze, e piangeva. Lo specchio davanti a sé le parlava sempre,
come una vera amica. Un giorno, però, lo specchio si
rivelò una specie di porta infernale dove vi era raffigurata una
donna sbiadita avvolta nelle tenebre e nelle fiamme.
«Ciao, Raven, mia cara»udì una voce«ti trovo in splendida forma.»
«Tu chi sei?»
«Il mio nome è Lilith, la sovrana degli inferi, ma tutti mi conoscono come Queen Dynamite»sorrise la sagoma«ti ricordi di me?»
La ragazza scosse la testa.
«Vedo dolore nel tuo cuore, stai ancora soffrendo per un amore non corrisposto?»sogghignò.
«Pff, quello sciocco angioletto! Oltre ad essere saggia e leale, è anche una grandissima...»sentì di colpo la ragazza tossicchiare.
«Solo a sentire l'aggettivo "leale" mi viene il mal di stomaco! Potrei anche vomitare in questo momento!»gridò poi mostrando un lato che non aveva mai visto in se stessa.
«Mmh... vendetta»sorrise maligna Queen Dynamite«il tuo cuore desidera vendetta.»
La povera ragazza fissò lo specchio con sorpresa.
«Che
ne dici se risveglio il tuo lato oscuro? Sarai una nuova persona, colei
che è nata da una nemesi... la mia nuova erede.»
I suoi occhi diventarono rossi, sul
viso della vittima apparve un marchio demoniaco: una spirale con i
raggi ondulati e due lettere cinesi.
«D'ora in poi, non avrai più rimorsi...»
«Nessun rimorso...»
«Lascia che io guarisca la ferita nel tuo cuore, ti condurrò sulla via del male...»
«Il mio cuore... sulla via del male...»
«Ucciderai tutti coloro che vogliono ostacolarti, avrai l'arma che manderà fuori gioco la tua rivale...»
«La mia rivale...»
«Sarai la demone più affascinante di tutto il regno infernale...»
«La demone più affascinante...»
«Ora,
vai e conduci questo pianeta verso una nuova era glaciale! Distruggi
questa città, i suoi abitanti, le sue meraviglie!»
«Una nuova era glaciale...» ridacchiò malvagia.
«Sarai
conosciuta come Princess Madness, la fusione tra l'ossidiana e il
topazio, la futura erede del Regno Infernale!»
«Io sono Princess Madness...»
La ragazza si trasformò in una
donna dalla pelle d'alabastro, un vestito lungo blu chiaro dalla gonna
leggermene trasparente, due bracciali uniti con tanti piccoli topazi,
due lunghe code e una maschera nera sul viso.
«... la tua nuova servitrice!»
Il riflesso di Queen Dynamite rise di gusto. Aveva risvegliato un nuovo demone: il demone perfetto.
«Ora che ho steso la mia più acerrima
nemica... non mi dispiacerà uccidere anche sua sorella!»
punta entrambi le braccia meccaniche verso Jackie. Non so come, ma in
lei vedo odio e disgusto. Penserebbe anche di eliminare la principessa
di cui era innamorata un tempo? O forse non esiste un legame tra loro.
«Madness! Ti prego, non ucciderla!»
«Stai zitta o ucciderò anche la sua
fidanzata dai canini a punta!» ruggisce irosa puntando un braccio
verso la guerriera vampira. «Non esisterà nessun lieto
fine, nemmeno per questo sudicio pianeta!»
Il suo respiro è irregolare, i suoi occhi sembrano volersi chiudere, sta sudando freddo. Cosa le starà succedendo?
Gwen's POV
La vedo soffrire, come se qualcosa volesse uscire letteralmente dal suo
cuore. Forse la mia ipotesi era giusta: dentro il corpo di quella
principessa oscura si nasconde una ragazza. Madness non è altro
che una corazza demoniaca creata da una forza ancora più grande
di quella di Sailor Multipler e Sailor X, un miscuglio tra vendetta e
ossessione.
La vedo portarsi le mani sulla testa gemendo dal dolore; sta soffrendo. Non riesco a stare in disparte,devo aiutarla.
«Non fidarti di lei!» grida Sailor Y. «È una trappola!»
Non demorderò, troverò la vera anima
di questo essere umano, anche se ci dovessi mettere un eternità.
Il mio cuore batte fortissimo, l'energia diventa sempre più
intensa. È come se milioni di stelle mi avessero regalato la
loro energia, ora so quello che devo fare.
È proprio lei: la mia migliore amica scomparsa da diecimila anni, la miaveraragione di vita... la principessa di Yulian, il pianeta delle costanti algebriche.
«Raven», mormoro, «lo so che sei tu.»
Madness stringe gli occhi mentre una sensazione di
dolore la tortura. Immagino sia un segno, quel segno che mi fa capire
che quella principessa oscura, in verità, è una
principessa guerriera imprigionata in una corazza demoniaca.
«Perché ti sei coalizzata con la
regina dei demoni? Non eri felice di essere diventata una di
noi?» dico con le lacrime agli occhi. «Dopotutto era un tuo
desiderio, perché non ti sentivi apprezzata dagli altri
demoni.»
«Fandonie!» esclama stringendo di più le dita attorno alle tempie della sua testa.
«Tu non volevi diventare una macchina da
guerra, ma una donatrice di amore e speranza, per questo ti hanno
concesso l'onore di custodire il topazio.»
La demone riesce ad alzare gli occhi e guardarmi dritto negli occhi.
Queste parole lasciano tutte le altre ragazze di stucco e senza
volerlo, tendo la mano verso Madness. Ella stringe gli occhi e suda
freddo, come se qualcosa o qualcuno la torturasse, libera una tempia e
allunga lentamente la mano verso di me.
I suoi occhi sono lucidi, un
paio di enormi
lacrime percorrono le sue guance rosee. Riconosco quello sguardo: la
sofferenza di un demone in cerca di affetto e comprensione.È proprio lei.
«Sacro
potere del Calice della Saggezza, diffondi la tua luce e il tuo
potere»recito,
poi«elimina la fonte di
energia oscura che si annida nel suo corpo, indebolisci la maledizione
e libera la sua anima!»
La tiara splende, i miei occhi emanano un forte bagliore che libera il
potere leggendario della Trinità Divina: l'Angelicum.
«Che
il potere degli angeli ti esorcizzi!»
Stringo forte la sua mano e la gemma al centro del mio fiocco d'argento
splende creando un campo magnetico che, in meno di tre minuti,
c'imprigiona.
«Amor Cordium!»
Chiudo di colpo gli occhi. Il campo di energia si estende, la
principessa viene catturata dalla forza del Calice della Saggezza. Il
suo corpo si sgretola liberando una scia di luce arancione, le grida di
dolore cessano dopo qualche minuto.
Il corpo della principessa
oscura si sgretola,
dentro di lei c'è una ragazza con una tuta da guerriera
Sailor.
Dal suo viso leggermente sbiadito, appare uno strano simbolo che,
lentamente, si sgretola. La vedo aprire gli occhi: anche lei
è
una creatura demoniaca dalla parte del bene, riconosco quegli occhi
arancio chiaro; gli stessi di Sailor Multipler. È la vera
custode del topazio, la gemma della solidarietà e della
fiducia:
Sailor Pi, l'ultima delle Sailor Algebric. Non avrei mai pensato di
vedere una di noi dentro una corazza demoniaca come quella di Madness.
«Era davvero la
quarta Sailor Algebric?»
«Chi se lo
aspettava?»
Non appena riapro le palpebre,
mi ritrovo faccia a
faccia con un nuovo demone diviso dalla bontà e
dall'accidia:
Sailor Pi. Mi sta sorridendo. È questa la mia ricompensa: un
semplice e innocuo sorriso, seguito poi da un bacio. È
proprio
la piccola principessa demoniaca che prima di Mahori, mi era stata
accanto. Sapevo che dentro di me mancava qualcosa.
«Riûka...»
mormora lei.
La sailor fuku di Sailor Pi
svanisce e torna ad
avere le sue sembianze originali: capelli lunghi e verdognoli con un
fiocco arancione legato alla cintura nera della sua uniforme
scolastica: quella della Mugen Academy. Non appena la luce attorno a
lei svanisce, cade a terra priva di sensi. Un momento... è la
stessa ragazza che vidi tre giorni fa!
«Presto, lancia il suo gioiello!»
Lunaris afferra con la bocca un orologio da taschino dall'aspetto
antico, lo lancia verso la ragazza e si avvicina. Ella si risveglia non
appena l'orologio comincia a brillare davanti a lei.
«E questo
cos'è?»
«Il tuo nuovo
potere», risponde la
gattina, «la gemma che custodisci è racchiusa in
questo
orologio da taschino; tu sei la custode del topazio, la guerriera di
Yulian, il pianeta delle costanti algebriche.»
«Io sono...una guerriera?»
«Ora trasformati
gridando: "Andromeda
Topax Power" tenendo l'orologio tra le mani.»
La ragazza si rialza e fa
esattamente ciò che ha detto la gatta Lunaris, con mille
domande.
«Andromeda Topax Power,
Make Up!»
L'orologio splende di un arancione chiaro, la gemma si stacca dal
quadrante e si posa al centro del suo addome. Numerose fiamme e scie di
luce la circondano creando uno spettacolo meraviglioso, e subito appare
la sua divisa: arancione dal fiocco dorato, la tiara sottile e un
bellissimo topazio incastonato al centro. I suoi capelli splendono di
un giallo arancione fluorescente, un perfetto mix tra l'oro e il colore
delle fiamme.
Le sue scarpe sono tacchi
semplici di otto
centimetri, di fronte a lei appare lo Scettro Cartesiano che lei stessa
afferra con entrambe le mani. Non appena la luce si dissolve, i suoi
piedi si appoggiano al suolo.
«Finalmente posso
dire che siamo completo!» esclamo.
«A... al
completo?» chiede lei. La sua voce è cantilena,
leggermente roca.
«Esatto, tu sei stata
l'ultima a rinascere
su questo mondo» interviene Lunaris «d'ora in
avanti, farai
parte delle Sailor Andromeda.»
«Sailor
Andromeda?»
«Il tuo nome
è Sailor Pi, la custode
del topazio, nonché la quarta membra delle Sailor
Algebric» risponde sorridendo «eri stata incantata
da un
marchio demoniaco che ti ha resa una principessa oscura, privandoti di
rinascere come guerriera Sailor sulla Terra.»
«Ora che ci penso,
ricordo di aver visto
qualcuno», dice Sailor Pi, «più che
altro... era
un'ombra.»
«Ricordi qualche
scena della tua vita passata?»
A quella domanda, Sailor Pi si
pietrifica. Forse ricorda qualcosa, ma non sa neanche lei cosa. Io,
invece, lo ricordo eccome.
«No,
nulla», risponde, «la mia
mente è ancora avvolta dalla nebbia, credo che non
sarà
facile ricordare quello che mi è successo in
passato.»
"Sicuramente
ricorderà."
Sailor Moon si avvicina alla
guerriera arancione con un sorriso, ella indietreggia di un passo un
po' spaventata.
«Non avere paura,
siamo tutte amiche» la rassicura la guerriera della luna.
«Dopo... dopo tutto
quello che ho cercato di fare...?»
«Eri sotto la
maledizione di un demone, ora
che sei di nuovo te stessa non dovrai più avere timore di
niente
e di nessuno» interviene Sailor Y «come me, del
resto.»
Sailor Pi sorride con gusto.
«Qual'è il
tuo nome?»
«Cassidy... Sonokawa,
frequento il primo
anno di liceo alla Mugen Academy», risponde, «sono
la
nipote di un sacerdote.»
«Quindi anche tu sei
una sarcedotessa?» domanda Sailor Mars con gli occhi a forma
di stella.
«Non ancora, ma
aspiro ad esserlo un giorno.»
«Beh, benvenuta nel
gruppo!» Sailor
Moon l'abbraccia forte e lei ricambia. Sono felice che il team sia
finalmente unito.
In quell'istante, lo scagnozzo
di Madness era
privo di poteri. Era rimasto shockato dalla trasformazione della sua
padrona, non avrebbe mai immaginato che quella ragazza dai capelli
verdognoli fosse una guerriera Sailor non ancora rinata.
Queen Dynamite l'aveva
avvertito, ma ormai era
troppo tardi. La sua vita stava per giungere al termine,
così
come il diabolico piano della sua sovrana.
«Non è ancora finita,
guerriere Sailor!»
Una voce maschile attira la nostra attenzione: lo scagnozzo della
principessa oscura è ancora vivo.
«Ho ancora il cuore
di Mahori tra le mani!»
Mi giro verso Regiela, sta
fissando lo scagnozzo
con in mano il cuore meccanico di Vicky coperto di sangue nero (non so
cosa sia in realtà, ma lo chiamerò
così). I suoi
occhi sono rossi come la rabbia intrappolata dentro di lei, dopo aver
assistito alla morte della sua amata.
«Restituiscimi quel
cuore!» grida nervosamente.
«Lo vuoi? Vieni a
prenderlo!» ghigna
correndo attorno al nucleo, Sailor Vampire lo insegue ringhiando come
un leone affamato rincorre la sua preda.
Le osserviamo rincorrersi per
tutta la stanza,
finché lo scagnozzo non decide di far uscire la sua mano
meccanica per distruggere la sfera di luce al centro della stanza.
«Ha
distrutto il nucleo!»
«Muhahahah! Vi
aspettavate il lieto fine,
eh? Con questo cuore tra le mani, posso finalmente reincarnarmi nel
corpo di un androide!»
Prima che potesse fuggire,
Sailor Vampire gli salta addosso con gli occhi spalancati e
completamente rossi.
«Tu... non ti
prenderai il corpo della mia bellissima Vicky-chan!»
«Oppure mi
prenderò il tuo»,
sorride trasformando la mano in una lancia appuntita tentando di
puntare il cuore della vampira.
«Moritura»mormora
e le gambe dello scagnozzo iniziano a cedere, la vampira ne approfitta
per sottrargli il cuore di Vicky dalle mani e sgattaiolare lontano da
lui. Bene, è il momento di sconfiggere i nemici una volta
per
tutte.
Esclamo a gran voce i nomi di Sailor Moon e Sailor Y, le due guerriere
galattiche si preparano per lanciare il colpo di grazia.
«Stelle dell'universo,
vi chiedo di donare la vostra energia al mio Scettro
Galattico!»
«Forza del Crysalium e
del Sole...»
«Forza Suprema della
Luna...»
I loro scettri si alzano in cielo.
«... sconfiggete il male!»
Ora tocca a noi.
«Potere
del Topazio!»
«Potere
dello Smeraldo!»
Le ragazze si tengono per mano.
«Potere
dell'Ametista!»
«Potere
del Quarzo Rosa!»
«Potere
del Rubino!»
Haiyuki e Chibiusa alzano i
loro cuori gemmati con
l'aiuto di Tuxedo Mask e Prince C, i loro futuri papà. Il
cristallo rosso di Sailor Vampire splende insieme allo zircone di
Sailor Minus, assieme alla collana a forma di farfalla. Sento l'energia
dentro di me, sono pronta a unire le mie forze con tutte le altre
ragazze.
«Potere
dello Zaffiro!»
Sailor Y riunisce tutti i
poteri delle gemme
creando un'unica sfera di energia. Sailor Moon si fa aiutare dalle sue
compagne di squadra, le loro spille e la loro tiara s'illumina a
contatto con il Cristallo D'argento leggendario tra le mani della
guerriera della luna.
«Potere
del Prisma di Luna!»
«Potere
dell'Acquamarina!»
Il nucleo del pianeta risplende
di un azzurro chiaro, tutti i poteri si riuniscono in una grande sfera
colorata.
«Azione!»
La grande sfera di energia distrugge la stanza e ripristina il cielo
sulla Terra, la neve scompare così come il ghiaccio che
ricopriva i grattacieli. Di colpo ci ritroviamo al parco, l'esatto
posto in cui siamo entrati nel centro della Terra. Gli occhi della
guerriera arancione ora puntano sulla guerriera robot tra le braccia di
suo padre.
«Lei
è...?»
«Si»,
rispondo fredda, «è la guerriera che hai
ucciso.»
Sailor Pi avanza di due passi
osservando la gemma della defunta pendere sul suo fiocco argentato
ridotto a brandelli.
«Io... l'ho
uccisa...?» mormora poi
con le lacrime agli occhi. Sailor Pi si avvicina al suo corpo
distrutto, la osserva per un po' e l'abbraccia tenendola stretta a
sé come se fosse una bambina addormentata.
«È colpa
mia... io... non sapevo cosa stavo facendo...»
«Non è
morta, ha solo bisogno del suo
cuore» dice King Zyrco alzando il mento della guerriera
arancione
con due dita, con un dolce sorriso, «è l'unica
cosa che le
serve per tornare a vivere.»
«Signor...
cioè,
maestà», interviene Sailor Mercury, «per
quanto
tempo dovrà restare in quelle condizioni?»
«Due mesi, non di
meno», risponde
subito, «è un'impresa davvero ardua rimettere il
suo cuore
esattamente com'era prima, non vi garantisco nulla... anche
perché l'operazione potrebbe fallire.»
Tutte sussultano.
«No, non potete dire
così!»
esclama Sailor Pi. «Sire, voi dovete risvegliarla! Senza di
lei,
la squadra non potrà andare avanti!»
«Capisco come vi
sentite, ma voi non
conoscete la loro vera natura» abbassa lo sguardo,
«non
credete che sia una passeggiata, soprattutto nel suo caso.»
Sailor Uranus osserva il corpo
della sua cuginetta
adagiato dolcemente sul petto del padre, gli occhi chiusi e la gemma
spenta. È triste vederla in quello stato, lo sguardo delle
sue
compagne dice più di mille parole.
«Papà»,
Jackie si avvicina a
suo padre, il cuore di sua sorella tra le mani, «sappi che la
sua
vita è nelle tue mani, non deludermi.»
«Quando mai vi ho
deluse, ragazze?»
sorride dolcemente. «Vi ho sempre protette da qualsiasi cosa,
vi
ho amato proprio come vostra madre avrebbe voluto. Se lei non
è
potuta rinascere, è solo per causa mia.»
«Hai fatto quello che
potevi, papà,
è inutile piangerci sopra», l'espressione di
Jackie cambia
totalmente. «Hai fatto un giuramento alla mamma promettendole
di
prenderti cura di noi e di proteggerci, soprattutto mia
sorella.»
Poi sorrise. «Non
trascurare il presente ripensando alle nostre vite passate,
papà!»
Il braccio della povera Vicky
pende e ondeggia
molto lentamente grazie ai piccoli movimenti del corpo di King Zyrco.
Jackie sembra sul punto di piangere e implorare pietà, ma lo
sguardo dell'uomo sembra gelido.
«Lo farò,
Jackie, te lo
prometto», risponde sorridendo, «non
permetterò mai
più un'azione del genere su di voi, nessuno oserà
più strapparvi di dosso ciò che vi
appartiene»
«Endymion,
Cornelius», si rivolge ai
due principi, «d'ora in poi vi affiderò il compito
di
proteggere queste ragazze. Vi regalerò un nuovo potere,
sarà utile per affiancare anche le vostre partner, ma
soprattutto per salvare le vite dei terrestri.»
I due cavalieri s'inchinano
davanti a lui, egli sorride facendo apparire due piccoli zirconi.
«Questo piccolo
zircone è il simbolo
della mia fedeltà», spiega «custoditelo,
vi
aiuterà a proteggere le persone che amate.»
King Zyrco si allontana da noi
con sua figlia tra le braccia, ma improvvisamente...
«Regiela»
dice facendo sobbalzare la nominata «devo
ringraziarti.»
«Per cosa,
maestà?» chiede lei incredula.
«Per aver regalato il
sorriso a mia figlia
anzi, una vita migliore» gira appena il collo e le sorride
«non la vedevo così felice da più di
diecimila
anni»
«Quindi, mia cara
Regiela-chan, sarai tu a prenderti cura di lei in futuro; e se un
giorno vorreste sposarvi...»
Di colpo la ragazza vampira
tossisce imbarazzata.
«Non le sembra un po'
presto, signor...?»
«"Se un giorno",
intendo... quando avrete
una certa età, e vorreste sposarvi, sappiate che vi
darò
la mia benedizione»
«Questa è
una promessa e intendo
mantenerla, perché quello che desidero di più al
mondo
è la felicità di mia figlia.»
Sailor Vampire sorride e tende
il cuore di metallo
della povera Vicky a suo padre, lui lo afferra dolcemente e lo tiene
stretto assieme al corpo di sua figlia.
Il re si allontana mentre il
suo vestito cambia aspetto, tornando ad essere un camice dal
laboratorio grigiastro.
«Era proprio suo
padre!» esclama Sailor Multipler.
«Chi avrebbe mai
immaginato che un sovrano
di Andromeda si sarebbe risvegliato su questo pianeta?»
sorride
Sailor Venus osservando l'uomo svanire nella nebbia.
★·.·´¯`·.·★
★·.·´¯`·.·★
Tokyo, Casa Tsukino - due
mesi dopo...
Usagi's
POV
«Svegliati, sono le
otto passate!»
Ecco, di nuovo la sveglia in ritardo. Mi alzo in fretta e furia e
indosso la mia uniforme scolastica, le scarpe e mi sistemo per bene i
capelli.
«Usagi, sbrigati o le
tue amiche se ne andranno senza di te!»
Amiche?
Chi è venuta a prendermi davanti alla porta di casa? Scendo
frettolosamente le scale ed apro la porta: vedo Lisa e Cassidy
aspettarmi con il sorriso sulle labbra.
«Ciao,
Usagi!» mi saluta Lisa.
«Come te la passi,odango?»aggiunge
Cassidy.
«Perché mi
avete aspettata fuori casa?» chiedo.
«Abbiamo pensato di
venire a farti
compagnia, dal momento che le altre ragazze sono già passate
di
qua», sorride Lisa, «anche per accompagnare
Cassidy.»
Usciamo dal cancello di casa e
continuiamo a parlare.
«Quanto è
distante la Mugen Academy da casa tua?» chiedo.
«Beh, vivo in
periferia quindi... sarà il quadruplo della strada che fate
voi a piedi», ridacchia.
«Che cosa?»esclamiamo io e Lisa sorprese.
«In
verità, non ci ho mai fatto
caso» sorride guardando in alto, continuando a camminare di
fianco a noi. Cassidy è una ragazza davvero matura, sembra
così strano che fosse rinata malvagia. Ora che Lunaris le ha
cancellato la memoria, non ci pensa più e continua la sua
solita
routine come se non fosse successo nulla. È così
difficile capire chi si nasconde dietro una maschera oscura, ed io l'ho
capito.
Ho sempre affrontato nemici
alieni, quelle persone
che credevo fossero dalla nostra parte... nemici imprevedibili,
psicopatici, in cerca di vendetta o di un potere più grande.
Non
avrei mai pensato di sconfiggere creature paranormali come i demoni.
«Hey,
ragazze, ci sono anch'io!»
Una voce a me familiare cattura la mia attenzione, mi volto e osservo
una ragazza dai capelli biondi con un ciuffo blu cobalto: è
proprio Vicky!
La vedo correre verso di noi
con il sorriso
più bello di sempre, la gioia negli occhi e altre cose che
preferirei non dire. Anziché abbracciare Cassidy, abbraccia
me e
Lisa.
«Hey, robottina! Ti
vedo molto in forma!» ridacchia la ragazza dai capelli
violacei avvicinandosi a lei.
«Già, non
sono mai stata così meglio!»
«Meglio se ci
sbrighiamo o faremo tardi», strizza l'occhio Cassidy con fare
scherzoso.
Davanti a noi, che camminano
nel senso opposto, ci
sono altre tre ragazze. Ci avviciniamo lentamente e noto che una di
loro sta correndo verso di noi: Regiela.
«Vicky-chan?»
«Regiela!»
Vanno incontro una dall'altra,
per poi
abbracciarsi forte con una lacrima all'angolo degli occhi. Sono passati
due mesi ma, conoscendo Regiela-chan, sembra essere passata
un'eternità. Sorrido osservandole felici, proprio come mi
ero
immaginata.
L'avevo intuito: dopo la sua
'tragica morte',
credevamo fosse davvero finita per lei, che dopo la sua 'morte' le
Sailor Andromeda fossero rimaste in sette. Si sbagliavano ed io l'avevo
già capito. Suo padre, il signor Kamesuke -
nonché King
Zyrco, re di Mechanitron, il pianeta futuristico - dopo la battaglia,
era molto ottimista. Dopotutto, è stato lui a creare i
prototipi
di Jackie e Vicky.
«Credevo te ne fossi
andata per sempre» dice Regiela piangendo sulla giacca rossa
della piccola robot.
«Senza di te, non
vado da nessuna
parte» risponde lei mentre una lacrima scura le scorre lungo
la
guancia. La battaglia è finita, ma non la guerra.
È
appena iniziata.
Tuttavia, le ragazze continuano a vivere la loro vita normalmente, come
se non fosse successo nulla. Per me è un po' dura, ma mi sto
impegnando a fondo per diventare una guerriera coraggiosa e forte. Sono
così contenta di vedere una coppia di amanti di nuovo
riunita.
Sono riuscita ad aiutare la squadra di Andromeda a sconfiggere un altro
nemico, non potrei essere più orgogliosa di me stessa.
*
La
sala oscura del grande Infernus
Palace era silenziosa. Dopo la sconfitta di Madness e la rinascita
dell'ultima guerriera di Andromeda, i demoni si erano annidati dentro i
loro piccoli specchi. La regina dei demoni, Queen Dynamite, era dentro
quella grande stanza: un trono enorme con i braccioli a forma di drago,
due grandi finestre e un gigantesco specchio dai bordi dorati. Lei era
proprio lì davanti.
«Specchio
malvagio, che racchiudi la grande forza demoniaca, fai apparire il
volto del mio amato signore!»
Dal
grande specchio uscì una sagoma maschile dagli occhi rosso
sangue.
«Mi
hai chiamato, amore mio?»
«Princess
Madness è stata
sconfitta e Sailor Pi si è unita a quel branco di
pecore!»
dice ad alta voce. «Ora sono a corto di idee e non so come
fare
per fermare quelle ragazze e impedire che il tempo torni
normale!»
«Mi
sembra chiaro, mio signore
Re degli Inferi» ghigna una piccola demone uscita dal suo
specchio «sua moglie ha scelto la vittima sbagliata e siccome
siamo solo in cinque a servirla, dobbiamo cercare sei vittime a cui
infliggere il Daemonium.»
«Di
questo passo, l'Avantitempo in nostra custodia potrà
splendere e ripristinare il nostro vecchio mondo!»
«Era
esattamente quello che volevo dire, brutta ficcanaso!»
ringhiò la regina sottovoce.
«Sei
vittime, uh? E avete già un'idea di chi saranno?»
Nessuno
rispose.
«Lilith,
ti ricordo che hai
anche un'altra missione da compiere: giungere alla Teoria del
Cambiamento», disse il riflesso, «la forza
devastante in
grado di distruggere due o più pianeti in un colpo solo! Il
potere perfetto per vendicarci dei nostri soldati demoni morti nella
Prima Guerra Cosmica.»
«E
poi... esiliati nel mondo
degli specchi, abbiamo due prigionieri - abbandonati dal loro stesso
destino, che aspettano di essere evocati ma, con la tua ossidiana, puoi
rubare un po' della loro forza vitale per arrivare alle due gemme che
porteranno al grande cambiamento.»
Queen
Dynamite vide due sagome sotto
gli occhi del grande Signore Infernale: un ragazzo con un corno
appuntito sulla testa e una ragazza con gli odango. Non sapeva chi
fossero, ma se suo marito glielo avesse consentito, non avrebbe esitato
e li avrebbe già portati dall'altra parte.
«Non
te li lascerò
uccidere, ma potrai spremerli come uva» sorrise il re
«quando il piano sarà ultimato, la Terra e
Andromeda
assaggeranno la vendetta dei demoni!»
«Uh-hahaha,
bene! A questo punto dovrei... hmm... Lapis!»
Ad
arrivare fu una guerriera Sailor
dalla fuku dai colori scuri: viola e nero, esattamente come i suoi
capelli, gli occhi rossi e i canini sporgenti. Aveva una lima in mano.
«Eri
ancora a limarti le unghie?!» la regina era livida.
«Mi...
mi scusi, Vostra Bestialità, io... non sapevo cosa fare e
allora...»
«Ricordi
il nostro patto, vero?»
Lei si
ammutolì.
«Se
non farai quello che ti
dirò, la tua amata amica resterà imprigionata
nello
specchio per sempre, e tu con lei!»
Deglutì.
«Okay,
okay... cosa devo fare?»
«Recati
al livello uno della Infernum Reliquem, cerca una goccia di ossidiana e
portala qui.»
La
ragazza obbedì e corse fino alla porta.
"Ben
presto, le guerriere Sailor rimpiangeranno di essere tornate in vita!"
"La morte ha due facce, o soffri o cominci a volare. Io ho scelto di morire libera."
▼▼
Capitolo cinquantacinque
• La minaccia dell'altra galassia •
Una
figura misteriosa apparve nel vetro dello specchio dorato: una ragazza
dai capelli corti e un simbolo demoniaco tatuato sulla spalla sinistra,
ben in evidenza - una stella divisa a metà e una mezza luna. Due
grandi occhi dorati brillarono davanti al vetro scuro dello specchio,
fissando colei che la stava guardando con paura.
«Riesci
a sentirmi? ... chi sei? Non... non riesco a vederti. Ma so che sei
lì. Sì... puoi decisamente sentirmi. Hai paura di me,
vero?
Credo
che dovrei presentarmi, o qualcosa del genere. Um, il mio nome
è... ah, che stupidaggine! Ovviamente lo conosci già,
scusa. Comunque, suppongo che tu sia la persona giusta per fermare
tutto questo, lo avresti fatto fin da adesso. Voglio dire, so che non
sembri... come dire, cattiva, o qualcos'altro... perché mi hai
già aiutata molto.
Dovrei
ringraziarti per questo, per tutto quello che hai fatto. Sei davvero
un'amica per me. Quindi... grazie, grazie mille. Penso... più di qualche altra cosa... davvero, non voglio farlo per niente.»
L'immagine iniziò a sbiadire.
«Tutti
sono morti. Forse lo sapevi già. Sicuramente sì. Ma non
dovrebbe essere così, giusto? Beh... ci sono tante cose che non
capisco.
Non
so se sia possibile per me capirle, ma so che questa non è la
mia unica storia. Lo vedo adesso, molto chiaramente. E penso che tutti
quanti abbiano avuto un esperienza di questo tipo, come un
déjà-vù.
È il mio cuore di ossidiana, vero?
Potrei sbagliarmi totalmente su questo, ma penso davvero che tu sia in grado di fare qualcosa, di tornare indietro... o dovunque vuoi andare... per tornare indietro e dire a loro cosa succederà.»
▼▼
Cassidy's POV
Sono passati tre mesi dalla mia rinascita. Dopo quel giorno,
non ho più ricordato nulla. Lunaris mi ha cancellato la memoria,
ora non ho più rimorsi. Tokyo è una città davvero
grande, con tanti negozi e grattacieli alti più di settanta
piani. Sembra la mia amata Chicago, il giorno in cui l'ho lasciata per
inseguire la mia vera passione: la cartomanzia. Si, ho l'ossessione per
i tarocchi e talismani portafortuna - infatti, la mia cameretta ne
è piena.
«Ciao, mia nemesi!»
A salutarmi è Rei Hino, una ragazza dai capelli lunghi e quasi neri, nonché la mia nuova amica (anzi...nemesi).Sono
felice di aver trovato nuove amiche dopo la mia rinascita come Sailor
Pi, la guerriera della solidarietà. «Oh... ciao,
Rei!» ricambio il saluto.
«Ti vedo triste, sei sola? Posso accompagnarti a scuola?»
«Se non ti crea problemi, fai pure», sorrido.
«Quindi, anche tu sei una studentessa della Mugen Academy?»
chiede curiosa osservando la mia uniforme verde con il fiocco giallo.
«Già», rispondo un po' rammarica. «Ancora mi
chiedo perché sia in questo istituto, eppure la mia famiglia non
è così tanto ricca da permettersi spese così
grandi.»
"Probabilmente, non ricorda che era sotto l'incantesimo di Queen Dynamite."
«Chi è questa Dynamite?»
Rei rimane pietrificata. «Tu leggi nella mente delle persone?»
«Ho questo dono fin da bambina, nessuno riusciva a capire come
facessi a percepire i pensieri di qualcuno, nemmeno i dottori.»
"C'è da preoccuparsi..."
«Non mordo mica, sai?» sorrido scherzosa. «E poi non
sono così stupida da spifferare in giro i pensieri degli
altri.»
Rei si rasserena.
«Lo spero», ridacchia nervosamente ed io le cammino
affianco camminando verso la strada che porta al grande grattacielo: un
palazzo di oltre settanta piani con ogni genere di scuola - scuola
dell'infanzia, elementari, medie, superiori e specializzazioni varie
per accedere a gradi più alti nel mondo del lavoro. Io sono ad
un passo dagli esami di ammissione per la seconda superiore, non sto
più nella pelle!
«Allora, io devo andare più avanti, ci salutiamo qui.»
«In bocca al lupo per il test d'inglese!» sorride Rei.
«Grazie... ah, anche per te!»
«Come?»
«Tu non hai i test di ammissione al liceo?»
«No, nella mia scuola il passaggio è automatico!»
ridacchia. Ora che ho scoperto in quale 'dramma' mi sto trovando, non
so come reagire. Ricambiare la sua risatina o piangere dalla
disperazione? Questo è il problema.
«Capisco», mormoro.
«A presto, Cass! Buona fortuna!» "Sperando che arrivi..."dico nella
mia testa prima di allontanarmi per il quartiere del mercato del pesce,
la zona dove a pochi chilometri è situata la Mugen Academy. Ho
una strana sensazione, la sensazione di essere osservata da qualcuno;
una strana presenza all'interno di quel grattacielo a me poco nota.
Forse l'ho già vista da qualche parte.
Non è cambiato nulla dall'ultimo scontro, assolutamente
nulla. La fontana al centro dell'ingresso del grattacielo è
rimasta la stessa, lo stesso anche il resto dell'edificio. Ci sono
tanti ragazzi in giro per la struttura, sia bambini che adolescenti e
giovani adulti. Esalo un respiro profondo e attraverso la sala
d'ingresso senza avvicinarmi troppo ai ragazzi - non riesco ad
avvicinarmi a loro, mi è difficile approcciare.
«Sonokawa?»
Sussulto di colpo e mi giro dove la voce ha fatto il mio nome. Vedo una
donna dai capelli rossi chiaro raccolti in due piccoli chignon
laterali, due occhi turchese e un aspetto elegante. Non l'ho mai vista
da queste parti, deve essere una nuova allieva. Non so né il
come né il perché, ma ne sono incredibilmente attratta.
«Scusa, ti ho spaventata?»
«No, figurati», sorrido timidamente sentendomi come imbarazzata. «A proposito, come sai il mio cognome?»
«L'ho letto sulla targhetta che pende sulla tua cartella.»
«Si nota così tanto?»
«A quanto pare sì.»
Ora sì che mi sento in imbarazzo.
«Mi chiamo Coco Takane, frequento il terzo anno di scuola superiore. Piacere di conoscerti.»
Allunga la sua mano verso di me ed io gliela stringo con il sudore che
scende lentamente dalla mia fronte. Sto tremando di fronte ad una
donna, una situazione più imbarazzante di questa non esiste.
«C-Cassidy... sai già il mio cognome... primo anno di scuola superiore.»
«Quindi, tu sei una tra tanti studenti che oggi affronteranno il
primo esame di ammissione per il secondo anno?» sorride.
Inglese. Materia peggiore di questa non c'è.
«Già...» ridacchio nervosamente grattandomi la nuca.
«Coco! È quasi ora dell'esame di calligrafia!»
Un'altra voce attira la mia attenzione, questa volta è una
ragazza dai capelli bianchi e corti con le extension azzurre, seguita
da un'altra ragazza dal codino biondo.
«Un attimo e sono da voi!» poi si rivolge verso di me.
«Allora in bocca al lupo per il test, sono sicura che lo
passerai.»
Sorridendo, si allontana a passo svelto verso le sue probabili compagne di classe. Ora che riesco a vederle bene, hanno gli stessi lineamenti. Che siano imparentate? Ne dubito.
Rei's POV
La forma della fiamma possente davanti a me non promette nulla di
buono. So che nella tanto nominata Mugen Academy si nasconde un nuovo
nemico, e questa volta non si tratta dei Death Busters. «Fuoco,
che prevedi il futuro di questo bellissimo pianeta, ora dimmi: quale
luce oscura si nasconde in città?»
Chiudo gli occhi e congiungo le mani nella speranza di sentire una
risposta. Non appena li riapro, vedo una grande luce nera, seguita da
un paio di minuscole luci verdastre e azzurro chiaro.
"La guerra è appena iniziata..." "Risvegliati, creatura discendente dal magnificente Signore degli Inferi!" "Ben presto scopriremo la strada che porterà al cambiamento..." "Temetemi, o mortali, temete la forza della grande Sailor Cry..."
Il fuoco si spegne improvvisamente. Chi ha parlato? Qual'è il
nome di quella guerriera Sailor appena citata? Cos'è il
"cambiamento"? Devo saperne di più.
Mi precipito verso la casa di Gwen - o quella che sembra essere
più di una semplice casa di quartiere, dal momento che vive nel
lusso e nelle comodità più belle di sempre. Busso alla
porta e mi ritrovo davanti un uomo muscoloso con un paio di occhiali da
sole, come se fosse una specie di infiltrato dei servizi segreti.
Deduco si tratti della sua guardia del corpo.
«Generalità, prego.»
«In generale sto così e così.» Battuta copiata, anche questa.La guardia non accenna nemmeno un sorriso. Antipatico.
«Nome e cognome.»
«Rei Hino, sono un'amica della signorina Yoshiro.»
«In questo momento, Miss Gwendaline è alla sua lezione di filosofia, non può ricevere nessuno.» Gwendaline studia filosofia?! Ecco perché tira fuori perle di saggezza più strabilianti di quelle di Schopenhauer e Freud messi insieme!
«Qualcosa non va, Billy?»
Sbircio da quel poco di spazio che il tizio mi permette di vedere, noto
Gwen con un abito di sera bianco che fa invidia a tutti i stilisti
giapponesi, i capelli rialzati in due adorabili codini e un portamento
signorile. Non l'ho mai vista così.
«È una tua amica?» chiede l'uomo indicandomi.
«Lo sai che indicare è maleducazione, mister?»
Non ci credo, mi ha bruciata sul tempo!
«Oh... chiedo scusa, Miss Gwendaline.»
«Scuse accettate, ora vai pure a rilassarti.»
L'uomo obbedisce e Gwen si avvicina alla porta squadrandomi da capo a piedi, come se non mi conoscesse. «Come mai qui, Rei?»
Tossicchio leggermente e preso fiato, inizio a raccontare la mia visione.
«Non so chi si nasconda in quel grattacielo, ma voglio scoprire di chi si tratta.»
Gwen esita per un istante. «Credo centri qualcosa sul mondo degli angeli e dei demoni, forse ho qualche informazione a riguardo... ma non credo sia la soluzione al problema.»
«Non riesci a riconoscere un demone dalla sua aura?»
«Se la sua aura è percepibile, allora si tratta di un
demone minore», spiega. «Quello è il grado più basso
della categoria demoniaca.»
«Tu come fai a sapere queste cose?»
«Perché io ero un angelo che combatteva contro di loro ed
è morto in nome di Andromeda e di tutti i suoi abitanti. L'unica cosa che non ricordo è il luogo dove sono stata uccisa, chi mi abbia rubato la vita e soprattutto...colei che ha cercato di proteggermi.»
«Era una donna?» chiedo curiosa.
«Portava una gonna, quindi... deduco sia una ragazza.»
Piccola pausa. Gwen volge lo sguardo verso un quadro alla sua sinistra:
una riproduzione panoramica dell'isola di Capri, una delle isole
italiane più belle del mondo. Quel ritratto di paesaggio
varrà una fortuna.
«Però mi piacerebbe scoprirlo» dice con un velo di rossore sulle guance, «forse quella guardiana era legata a me... o forse no.»
Le mie domande diventano sempre di più, tutte si focalizzano
sulle vere origini delle guerriere dell'altra galassia, ma io non sono
la persona che potrebbe rispondere a questo genere di dubbio. Non sono
una loro compagna di squadra, ma solo una comune persona a loro
importante. Dopotutto, sono solo un ostacolo per la loro missione.
*
Infernum Reliquem | Level 1 - Area dei Nuovi Demoni
Nella sala degli specchi regnò un silenzio tombale, nessuno era
davanti allo specchio dorato ad evocare il grande Signore Infernale.
Nemmeno sua moglie. Ella era seduta sul suo trono ad
escogitare un nuovo piano per invadere la Via Lattea ed Andromeda, per
poi distruggerli ma, in realtà, aveva tutt'altro in mente. «Non tirarmi i capelli, mi fai male!» piagnucolò una delle piccole demoni. «Ma a me piace farti piangere, sai?» ridacchiò un'altra maliziosa. «Ora basta, voi due!» intervenne una terza che
dal colore dei capelli, rosso e bianco, sembrava essere una delle tante
servitrici del diavolo. «Non vi vergognate a tirarvi i
capelli?» «Scusaci!» risposero in coro le ragazze. «Dovremmo andare da un'altra parte, la signora sta
cercando di concentrarsi» continuò una delle due litiganti
«siamo solo d'intralcio.» «Uh uh uh, vedo che avete capito» sorrise la demone. Queen Dynamite teneva gli occhi chiusi e, nel mentre
pensava, vedeva strane visioni. Una piccola sagoma a lei familiare:
l'ombra di una bambina di appena dieci anni dai codini ricci e gli
occhi color zaffiro, gli stessi di Neo Queen Sapphire.
Ah, Sapphire... se solo Dynamite l'avesse uccisa, si sarebbe
ufficialmente vendicata della morte di sua figlia in passato. Infondo,
perché lamentarsi? Ne aveva già uccise due, le bastava.
Di colpo lo specchio dorato s'illuminò di un rosso fluorescente
e la regina si rizzò in piedi in fretta e furia, correndo poi
verso gli occhi rossi del Sommo Demone appena apparso sul vetro scuro. «Lilith!» «Perdonami, tesoro, non riesco ad escogitare un piano per devastare le due galassie.» disse lei rammarica. «Infatti sono qui per aiutarti», sorrise il
volto nello specchio. «Ho trovato un nuovo metodo per infliggere
il Daemonium ai mortali.» Queen Dynamite sorrise malvagia mostrando i suoi canini appuntiti. «Dimmi tutto.» «I pilastri di lava attorno a noi contengono parte
del potere che serve per impossessarci del corpo di un essere vivente
qualunque, soprattutto quello degli umani, giusto?» «Le gocce di ossidiana ci torneranno utili per
diffondere l'aura malvagia intorno ai nove pianeti del Sistema Solare
di questa ripugnante galassia... oh, non dimentichiamo la Luna.» «Cosa c'entra questo con il piano di distruggere i pianeti degli angeli su Andromeda?» «Ti sei dimenticata che sulla Terra e sulla Luna sono
rinati altri angeli?» il Signore Infernale cominciò ad
alterarsi. «Altri angeli? Oh! Che tempismo perfetto, posso sperimentare le gocce di ossidiana per...» «Non così in fretta, diavoletta mia!» lo
specchio lancio una forte raffica di vento che indebolì la
regina in un colpo. «Prima di sperimentare quelle gocce, dobbiamo
scegliere chi tra le nostre cinque servitrici è disposta a
disfarci di coloro che ci hanno traditi» continuò lui, poi
«a cominciare da quella ragazzina che avevi trasformato in
Princess Madness!» Lo specchio proiettò l'immagine di Cassidy Sonokawa,
la ragazza dai capelli verdognoli e gli occhi dorati; la prima demone
che aveva osato avvicinarsi ad un angelo e a tradire la sua stirpe.
Queen Dynamite si rese conto che non aveva scelto la ragazza giusta a
cui infliggere un alto livello di Daemonium in lei, ma ormai era troppo
tardi per rimediare. «Oh, Madness... come ti ho combinata!»
mormorò la regina tra sé. Mentre si riempiva di insulti e
rimorsi, la piccola Lapis apparì dietro di lei con una
piccolissima sfera di luce scura tra le mani. «Maestà, vi ho portato la goccia che...»
si bloccò di scatto appena vide gli occhi rossi del maestoso
Signore Infernale. «Lapis!» sorrise e la ragazza
indietreggiò di qualche passo spaventata da tanta magnificenza.
Non aveva mai visto il volto del Sommo Demone, aveva paura e non
riusciva ad ammetterlo a se stessa, nonostante fosse la figlia
legittima di un ex principe demoniaco. «Oh... V-Vostra Infernalità..» «Chi ti ha dato il permesso di entrare nella sala
proibita per prendere quella goccia di ossidiana?» chiede lui
arrabbiato. «Sua moglie... non so nemmeno cosa vuole farci...» «Giusto, avevo intenzione di prendere possesso di
qualche corpo terrestre» intervenne la regina, «ma è
meglio cambiare programma...» Una piccola demone dal lungo codino e un vestito simile a
quello di una strega - con l'unica differenza che, al posto del top, ha
un reggiseno molto appariscente - avanzo di qualche passo mettendosi
davanti allo specchio dorato, inchinandosi davanti. «Nostro Signore Infernale, lasciate che io, Devil
Blood, Livello 1 dell'Infernum Reliquem, di grado quindici, prenda
quella goccia di ossidiana per ingrandire il mio potere del sangue di
lupo.» Il re esitò per un istante. «È una pessima idea! Lo escludo categoricamente!» esclamò la regina. «Va bene, Devil Blood!» sorrise lo specchio
dorato. «Lascerò a te il compito di uccidere quella
traditrice, potrai usufruire della goccia di ossidiana che ha in mano
Lapi, e ti farà anche compagnia.» «Chi, io? Oh, no no no! I-io non posso...» «Ricorda, ragazzina, che abbiamo un patto»,
ribadì la regina. «Se non obbedirai ai nostri ordini,
tornerai nel mondo degli specchi e farai compagnia alla tua amichetta
dalle polpette nere!» La ragazza si voltò verso lo specchio dai bordi
neri, dove erano imprigionate due sagome sedute con le ginocchia in
gola, sofferenti. La regina stava usando la sua gemma oscura per
catturare la loro essenza vitale. «Non fatele del male, vi prego!» esclamò la ragazza disperata. «Allora ti conviene fare quello che ti diremo,
altrimenti...» ghignò il re mentre i suoi occhi
s'ingigantirono fino a spaventare la povera vittima. «Okay, okay... lo farò» sussurrò lei rassegnata. «Segui Devil Blood e fai in modo che le guerriere
Sailor perdano contro di lei» continuò il sovrano
«se dovesse esserci un secondo ostacolo, dovrai abbatterlo con le
tue stesse forze, chiaro?» «Sì, mio Signore» mormorò la
ragazza passando la goccia di ossidiana tra le mani di Devil Blood, che
sorrise dalla gioia. Lapis aveva paura di quello che stava per
accadere, poiché sapeva che le guerriere del Sistema Solare e di
Andromeda erano mille volte più forti di tutti i demoni in
quella stanza. - "Devil Blood... mi spiace dirlo, ma il tuo destino è già scritto."
★·.·´¯`·.·★ ★·.·´¯`·.·★
La città era avvolta nel buio, le due demoni approdarono davanti
alla fontana illuminata del parco cittadino. Tutti i grattacieli erano
illuminati, le sale giochi e le discoteche erano piene di giovani e
adulti in crisi di mezza età. La Mugen Academy non era tanto
distante, era il posto adatto per passare inosservate. «Ricorda, Lapi-chan...» disse Devil Blood,
«quando sei su questo pianeta sarai conosciuta solo come Lavinia,
il tuo cognome resterà in incognito.» «E tu?» «Io ho sempre desiderato farmi chiamare Jennifer.» «Oh, ma davvero?» sorrise maliziosa Lapis. «Ahh! Che ne sai tu di nomi! E poi, è anche il nome della mia attrice preferita: Jennifer Aniston!» gli occhi di Devil Blood si trasformarono in due grandi cuori. «Tsè! Meglio le Spice Girls.» «Certo che non capisci proprio niente di celebrità.» Lapis la ignorò ed assieme alla piccola demone,
camminò fino al primo hotel sulla strada. Da quella sera
diventarono due normali studentesse di liceo della prestigiosa Mugen
Academy, un tempo distrutta.
Capitolo 56 *** Capitolo cinquantasei - Le ambasciatrici del diamante bianco ***
pgsa
Note
dell'autrice
Buongiorno/sera
a chi ancora segue questa storia! Approfitto di questo angolo per
potervi spiegare il motivo per cui ho abbandonato la piattaforma per
più di un anno. Primo, ma non meno importante, è
a causa di questa fanfiction. Avendo avuto disguide varie ho perso
l'ispirazione e la voglia di proseguire, ma non mi andava di eliminarla
perché "Pretty Guardian Sailor Andromeda" è stato
un trampolino di lancio sia qui che su Wattpad, che mi ha permesso di
farmi conoscere e scatenare una fantasia che avevo in mente dal 2015.
Il
secondo motivo perché ho finalmente pubblicato un romanzo vero!
Potete trovarlo QUI se siete interessati a
leggerlo e recensirlo. Mi fareste un grande regalo. Cercherò
di far resuscitare questo mio profilo in un modo o nell'altro, magari
pubblicando alcune one-shot incompiute o frammenti della serie che non
ho mai proseguito (sempre a causa di quella faida). Fatta questa
premessa, vi auguro una buona lettura e anche se corto, spero possa
piacervi!
With love, la vostra Gloria Lovely.
***
Capitolo
cinquantasei
• Le ambasciatrici del
diamante bianco •
Cassidy's
POV
La
scuola ha un aspetto piuttosto strano. Gli studenti sono tutti
febbricitanti all'idea di partecipare alla festa di primavera,
nonostante il calendario preveda un'altra lunga settimana di scuola.
Non so la ragione per cui il preside abbia organizzato una festa
così esclusiva, ma devo saperne di più.
Avvicinandomi
alla grande fontana, incrocio lo sguardo con quello del professor
Kamesuke, nonché il padre delle sorelle cyborg.
«Oh,
professore!»
«Buongiorno,
Sonokawa-san. Stavi guardando il manifesto della festa di
primavera?»
«Sì...
ma non nota qualcosa di strano?»
«No,
e poi ad organizzare questa festa sono state Lavinia e Jennifer
Onisura, le leader del club di cucina.»
Non
ho mai sentito questi nomi, eppure la mia memoria ricorda bene i nomi
di alcuni studenti della scuola. Probabilmente sono due nuove
studentesse di cui non ho mai sentito parlare finora, i nomi
m'incuriosiscono. Sarà meglio conoscerle. «Ah,
un'ultima cosa, Sonokawa-san.
Ricorda che oltre a mantenere l'incognito hai il compito di ispezionare
la scuola. Non sappiamo chi ora gestisce questo grande grattacielo e
l'Area Infinity, né tantomeno come sia stato riportato alla
luce.»
Annuisco
e il professor Kamesuke mi sorride dolcemente.
Mi allontano di qualche passo osservando il manifesto: sono raffigurate
due ragazze, una dai capelli rossastri dalla lunga coda alta e l'altra
con i capelli neri e blu.
FESTA
DI PRIMAVERA "FIORI DELL'AMORE"
Apertura dal primo lunedì di aprile, per tutto il mese!
Festival gestito dalle sorelle Lavinia e Jennifer Onisura, leader del
club di cucina della prodigiosa Mugen Academy.
CERCASI
ORGANIZZATRICE
Sono
in cerca di un'organizzatrice? Mi sembra il momento giusto per andare
ad indagare su questo strano festival. Mi dirigo verso l'ala destra del
grattacielo, l'area dei club delle scuole superiori dello stesso
istituto, in cerca del club di cucina. Devo trovare un diversivo;
magari fingo di essere un'abile cuoca, ma ciò mi costringe
ad usare la gemma, dal momento che non so cucinare. Vorrà
dire che dirò una bugia. Mi avvicino alle due ragazze e mi
blocco di colpo non appena si girano verso di me.
«Tu
sei Cassidy Sonokawa, il prodigio della prima superiore?»
domanda la rossa.
«Sì,
sono io.»
«Io
sono Jennifer, la leader del club di cucina» allunga la mano
per stringermela, ma io indietreggio. «Lei è
Lavinia, l'altra leader.»
Alza
gli occhi al cielo. «Come
no.»
«Ho
letto sul manifesto che cercate un'organizzatrice, potrei unirmi a
voi?»
"Mi hai detto di essere naturale ed è
quello che sto facendo!"
"Ricorda che stiamo cercando la guerriera del
topazio, non fate cazzate!"
Non
è possibile: mi stanno cercando. Come fanno a sapere della
guerriera custode del topazio?
«Allora...
fatemi sapere quando inizierà il festival» dico
indietreggiando imbarazzata, facendo finta di non aver mai sentito i
loro pensieri.
Loro mi salutano ma, osservando i loro occhi, inciampo su una
mattonella e cado di sedere a terra. L'orologio da taschino scivola
dalla mia cartella e il topazio al suo interno brilla, le due ragazze
mi fissano.Oh,
oh.
«Ti abbiamo trovata! Consegnaci
la tua gemma, piccola traditrice!» esclama una di loro,
lanciando una sfera di energia contro di me.
La schivo rotolando a sinistra e recuperando l'orologio, mentre gli
studenti scappano via dal corridoio principale. «Chi diavolo
siete?» domando in preda al panico.
Il
mio sguardo punta verso di loro che con un incantesimo si trasformano
in due demoni. La prima indossa un abito viola e nero piuttosto
elegante, corto con le maniche a palloncino, i capelli lunghi e sciolti
e due occhi dorati. La seconda ha i capelli rossi e neri raccolti in
una coda molto alta, un collare e due bracciali d'oro, un reggiseno
nero, una gonna rossa e le calze a rete. I suoi occhi dorati proiettano
due lupi mannari.
«Io
sono Devil Blood, demone di livello 1 della Infernum Reliquem, protetta
dal sangue del lupo mannaro!»
«Io
sono Devil Lapis, demone ascendente scorpione, protetta dallo specchio
dorato!»
Demoni?Infernum Reliquem?Non
posso credere che quello strano luogo oscuro si sia risvegliato.
«E
ora, piccola mortale, consegnaci quell'orologio!» esclama
Devil Blood puntando la sua frusta contro di me.
Mi
rialzo e impugno l'orologio davanti a me.
«Potere
del topazio di Andromeda, trasformami!»
La pietra preziosa si stacca dall'orologio e si trasforma in una grande
gemma a forma di stella attaccandosi, poi, al centro del mio petto.
Un'aura luminosa mi circonda e mi ritrovo con un completo alla marinara
arancione e dorato, un paio di scarpe décolleté e
una tiara splendente. Ora a noi due! Ehm,
volevo dire... a noi tre!
«Sei
uscita allo scoperto, Sailor Pi!»
«Preparati
a subire la feroce vendetta del Regno Infernale!»
Si
scagliano contro di me, evito i colpi con numerose acrobazie - fatte da
un'imbranata come me, sembrerebbe un fenomeno paranormale. La scuola
entra nel caos totale, vicino a me non c'è nessuno. Sono
sola. Devil Blood caccia una risata malvagia inquietante, per poi
preparare un'altra sfera di energia pronta per uccidermi. Lapis, la
demone dai capelli nero vitreo, mi lancia una serie di frecce e di
colpo mi trovo a terra con le braccia e le gambe aperte, come l'Uomo
Vitruniano di Leonardo Da Vinci. Mi sento ridicola.
«Un'umiliazione
degna di nome! Ahahah!»
"Come lo sarà anche per le tue amiche!"
No...
non vorrà sterminare la mia squadra!
«Burning
Mandala!»
Le
due demoni vengono scaraventate sul pavimento e le frecce scompaiono.
Mi rialzo e dietro di me vedo una guerriera dalla divisa rossa, i
tacchi alti e i capelli lunghi.
«Chi
è stato?» ringhia Devil Blood osservando la sua
gonna strappata.
«La
paladina della passione: Sailor Mars!»
«Maledetta,
me la pagherai!» Lancia una terza sfera di energia contro di
me, la evito e mi ritrovo dietro alla guerriera del fuoco. Io e Sailor
Mars continuiamo a contrattaccare, ma i nostri poteri non sembrano
avere effetto su di loro. Qualcosa non va, o forse sono io che non sono
abbastanza forte per affrontarla?
All'improvviso,
una freccia velenosa colpisce in pieno la guerriera rossa ferendola
gravemente. Le vado incontro. «Sailor Mars!»
«Sto
bene... continua a combattere...»
Non
mi sento al sicuro, non ho la forza per combattere un demone. Sento che
mi manca qualcosa, qualcosa di incredibilmente piacevole. Prima che
Devil Blood compia il suo gesto finale, una scia di luce la blocca e
ferisce la piccola demone. Mi volto verso l'albero piantato vicino alle
aiuole della scuola, dove vi sono arrampicate tre guerriere avvolte
dall'ombra. Devil Blood si osserva la mano sanguinante, caccia un grido
minaccioso e mi fissa con due occhi di fuoco.
«Non
azzardarti a sfiorarla con un dito!» Una voce femminile la
minaccia di colpo, le tre sagome appaiono davanti ai miei occhi e si
mostrano: tre guerriere dalla sailor fuku azzurro chiaro, ognuna con
una sfumatura diversa - dal tipo di divisa, sembra essere un mix tra
Eternal e Super Galaxy.
«E
voi chi siete?» domanda la demone gemendo dal dolore. Tutte e
tre si presentano con la loro entrata ad effetto.
«Noi
siamo le ambasciatrici della Gemma Suprema, le future stelle di
Andromeda!»
Le
osservo meravigliata: sono rispettivamente... «Sailor
Polynomia!», «Sailor Trynomia!» e
«Sailor Bynomia!»
«Il
Diamond Trio ti punirà in nome del diamante
bianco!»
Non riesco a smettere di guardarle, il
loro bagliore accecante mi lascia senza parole. Non ho mai sentito
parlare di queste tre guerriere, per il semplice fatto che non si
facevano mai vedere - come la custode del diamante, del resto.
«Pff! Ci mancavano le
paladine della giustizia benedette dalla principessa
diamante!» commenta Devil Blood disgustata.
«Voi... voi siete?»
«Siamo le guerriere
diamante, angeli protettori fedeli della principessa Lunaris»
sorride Sailor Polynomia,
la guerriera dai capelli ricci, corti e rossi.
Quella
Lunaris? Con loro ci sono anche le altre guerriere, sia
della nostra galassia sia della Via Lattea. Possiamo considerarci salve.
Appena Devil Blood esclama imperativa,
le ragazze si mettono in guardia per prevenire qualche sua mossa. «Lapis!
Lanciami addosso la goccia di ossidiana!»
«Ma sei pazza? Non puoi usarla su te
stessa!»
«Tu fallo e basta!»
Senza aggiungere altro, Devil Lapis
tira fuori dal suo vestito nero attillato una piccola sfera di luce
nera, prende la mira e la lancia verso Devil Blood. Non appena la
centra in pieno, una scia di nebbia e luce nera la circonda subendo
come una mutazione genetica. Il suo corpo diventa grande e peloso, una
coda lunga le si forma dietro il sedere e le sue mani diventano artigli
affilati come rasoi. Non appena la sua trasformazione si completa, apre
gli occhi mostrando un bagliore dorato intenso. Quella piccola sfera di
luce l'ha resa più forte di prima.
«State indietro,
ragazze!» attacca subito Sailor Bynomia. «Se vi
morde, verrete uccise!»
«Che cos'era quella cosa che
le ha lanciato addosso?» domanda Sailor Mercury.
«Si chiama "goccia di
ossidiana"» spiega Lunaris apparendo da dietro le tre
ambasciatrici, «è una fonte di energia che
contiene ilDaemonium,la
forza vitale demoniaca.»
«Allora lasciate che siano i
tre angeli a sconfiggerla!» propone Sailor Mars spaventata
mentre mi stringe forte tremolante di paura.
Mentre una delle tre ambasciatrici
guerriere osserva Devil Blood, ora nelle vesti di un vero lupo mannaro,
i suoi occhi brillano di un bagliore chiaro.
La guerriera dai capelli blu scuro si
avvicina alla sua compagna dai capelli azzurri. «Trynomia.»
«I frammenti del diamante
bianco sono dentro di lei. Bisogna disintegrare ilDaemoniumche
si annida dentro di lei e ora che la goccia di ossidiana lo ha
assorbito del tutto, sarà facile prenderlo.»
"Frammenti?
Di cosa sta parlando?"
Sailor Y sta pensando proprio la
stessa cosa che anch'io sto pensando in questo momento.
«Sailor Pi, Sailor
Mars!» Sailor Trynomia attira la nostra attenzione.
«Ci servirà il vostro aiuto per liberare il
frammento.»
«Se ci spiegheresti come, ci
farei un'enorme favore...» borbotta Sailor Mars ancora
spaventata.
«E smettila di stringere! Mi
fai male!» sbotto dalla rabbia e lei obbedisce alzandosi da
terra e ammorbidendo la presa, ma senza lasciarmi. Improvvisamente,
Sailor Bynomia e Polynomia creano una piccola sfera di luce a forma di
diamante dalla luce pura. Che sia un'altra goccia di ossidiana?
«Questa è la pura
goccia di diamante, vi fornirà la forza necessaria per
affrontare Devil Blood e recuperare il frammento del possente diamante
bianco» inizia una.
«Avrete a disposizione il
potere Galaxy finché il demone non morirà, vi
basta solo unire le mani l'una con l'altra e far riaffiorare il vostro
vero potere» continua l'altra.
«In che senso?»
domanda Sailor Mars.
«Voi siete due nemesi,
quindi dovete unire le vostre forze» soggiunge la terza,
«e usare l'immenso potere che si annidi dentro di voi
sfruttando la goccia pura del diamante.»
Un immenso potere... forse
è proprio questa l'energia di cui mi riferivo: quella forza
nascosta che solo la goccia del diamante può far riaffiorare.Il Galactic Power. Io e Sailor Mars,
osservando Devil Blood ghignare trionfante, uniamo le mani e chiudiamo
gli occhi. Un calore intenso e una luce abbagliante ci circonda
maestosamente, mentre il demone si para gli occhi con i suoi artigli.
«Che razza di scherzo
è questo?» ringhia con una voce demoniaca.
Le ragazze osservano me e Sailor Mars
unire le nostre energie, mentre Sailor Polynomia e Sailor Trynomia si
mettono dietro di noi. Non appena l'energia si accumula nel nostro
petto, le due guerriere lanciano le loro gocce di diamante contro di
noi.
«Galactic
Power, Make
Up!»
Lo gridiamo a squarciagola aprendo
entrambe gli occhi, lasciando che i nostri sguardi s'incrociassero. Di
colpo, le nostre divise sailor si trasformano diventando brillantinate,
come se qualcuno ci avesse appiccicato il glitter. Le maniche diventano
trasparenti, i capelli diventano una sfumatura rossa, arancione e
gialla, come quella del fuoco. La gonna si allunga leggermente,
colorandosi di una sfumatura dorata e un fiocco lungo e colorato. La
trasformazione si conclude con un bellissimo mantello trasparente
dipinto di un bianco lucente. Il
Galactic Power è riaffiorato proprio grazie
alle gocce di diamante? Eppure io, essendo un demone, dovrei esserne
allergica.
«È
incredibile!» esclama la guerriera della passione con gli
occhi a forma di stella.
«Che spettacolo
raccapricciante!» esclama Devil Blood togliendosi le zampe
dagli occhi. «Ma ora lo renderò più
divertente.»
Si scaglia contro di noi con i suoi
artigli, noi li schiviamo con un movimento fulmineo del nostro corpo.
«Vi farò nuotare
nel vostro stesso sangue, fosse l'ultima cosa che faccio!»
ringhia.
«Sembri troppo debole contro
due guerriere Sailor» la provoco. La
lupacchiotta si avvicina a me cercando di strapparmi la gemma, ma viene
respinta da un campo di forza magnetico. Entrambe gemiamo dal dolore.
«Ha la barriera, brutta
traditrice!»
«Oh, non te lo
aspettavi?» sorrido per poi darle una forte tallonata sul
muso colpendola in pieno, precipita a terra con il sangue sui denti.
Adesso mi sento Chuck Norris!
Il Trio Diamante attira la mia
attenzione e quella di Sailor Mars, che ancora cerca di attaccare
l'altra demone. Mentre il nemico è a terra, ne approfittiamo
per trovare una strategia per sconfiggerlo.
«La divisa è
bellissima, ma ora come facciamo a recuperare il frammento?»
«L'unico modo è
usare laGalaxy
Arm,cioè
"l'immenso potere" di cui vi parlavo» risponde Sailor
Polynomia. «Vi basta evocare ilGalactic
Snake,l'arco di fuoco
velenoso. Con questo sarete in grado di disintegrare il Daemonium dentro di
lei, purificarla e recuperare il frammento del diamante.»
«Ma così la
uccidiamo!» esclama Sailor Mars. «Volete davvero
farla fuori con una freccia velenosa?»
Tutte e tre la guardano male, come se
le avessero offese. So che il Trio Diamante non ucciderebbe mai un
essere vivente, che sia buono o cattivo, ma deve esserci un fondo di
verità su questo.
«Non potete farlo! Anche se
è cattiva, non merita di morire!» grida Sailor
Moon con due lacrime agli angoli degli occhi.
«Sappiamo quel che diciamo,
Serenity, non sei autorizzata a intrometterti!» reagisce
Sailor Bynomia infastidita.
«Vi impedirò di
ucciderla!»
«Non ti conviene farti
sotto, principessa, noi siamo immortali e anche abbastanza forti per
sconfiggerti... ma gli angeli non possono ricorrere alla violenza
benché non sia davvero necessario.» Di colpo,
Sailor Moon indietreggia preoccupata.
«Adesso, ragazze, alzate le
mani e gridate"Galactic
Snake, Appear!"»
Entrambe seguiamo le loro indicazioni,
sopra le nostre teste appare un arco dorato con una freccia infuocata
viola. Lo afferro dolcemente e lo osservo con stupore, il mio cuore
batte fortissimo. Se dovessi ucciderla davvero, non me lo potrei
perdonare.
«Siete sicure che
funzionerà?» chiede Sailor Venus. Le tre guerriere
non dicono nulla e ci fanno il segno di lanciarla, io e Sailor Mars
uniamo i due archi creandone uno gigante con due frecce viola
infuocate. Mentre Devil Blood si rialza con il sangue in bocca, miriamo
dritto al suo petto per poi lasciare la presa.
«Sagitta
Infuocati!»
Le frecce si trasformano in serpenti,
mordono il petto del nemico facendolo urlare dal dolore. Il lupo
mannaro scompare e diventa una semplice ragazza dai capelli rossi e
neri, cade a terra mentre due piccole luci escono dal suo corpo: un
frammento del diamante e una stella rossa. Mi volto e vedo Devil Lapis
scomparire. Mi chiedo chi sia quel demone.
«Quello
è...?»
«Uno è il
frammento, ma l'altra luce che cos'è?»
Lunaris sorride. «Sapevo che
alle guerriere Sailor della Via Lattea mancava qualcosa.»
«Cosa intendi
dire?» domanda Luna curiosa.
«Quello è loStar Power...ma
come, non lo conosci?»
Luna cerca di riflettere, ma senza
riuscirci.
«Io ho visto la battaglia
contro Queen Nehellenia, l'avete sconfitta conl'Eternal Power,giusto?
So che quell'evoluzione è data dalla riunione di tutti i
poteri delle guerriere Sailor.»
«Oh, si... giusto!»
«Anche noi possiamo farlo.
Bisogna riunire ben undici frammenti per ricostruire il diamante bianco
e più ilCristallo
Infinitoper risvegliare il
suo potere, dopodiché potrò tornare al mio stato
originale.»
«Capisco, ma tutto questo
cosa c'entra con il riunire i poteri?»
«Soltanto il diamante
potrà farlo; le dieci gemme dovranno fondersi con il
diamante per creare il potereSuper Galaxy,quel
potere servirà per realizzarel'Incantesimo dei Dieci Colorie
riportare la luce su Andromeda.»
Dieci colori, dieci gemme. La
realizzazione di tale potere potrebbe essere fonte di distruzione, ed
è forse per questo che il vero nemico lo cerca per arrivare
alcambiamento? Forse
sarà l'inizio di una lunga guerra.