Carissime ragazze

di elyblu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** In un incubo ***
Capitolo 2: *** Una seconda possibilità ***
Capitolo 3: *** Un bel prepotente ***
Capitolo 4: *** Ma cherie la poupee & Co. ***
Capitolo 5: *** Confidenze di una domenica di agosto ***
Capitolo 6: *** La resa dei conti ***
Capitolo 7: *** Non c'è rosa senza spine ***
Capitolo 8: *** Giornate no ***
Capitolo 9: *** Punti di vista ***
Capitolo 10: *** Una lunghissima nottata ***
Capitolo 11: *** Dopo la tempesta ***
Capitolo 12: *** I misteri della famiglia Misonoo ***
Capitolo 13: *** L'importanza dei chiarimenti ***
Capitolo 14: *** La partenza ***
Capitolo 15: *** Volare insieme Rossetto confetto ***
Capitolo 16: *** Nuove dimensioni ***
Capitolo 17: *** Da una fine parte sempre un inizio ***
Capitolo 18: *** Una ragazza per amico ***
Capitolo 19: *** La crisi prima di un nuovo capitolo ***
Capitolo 20: *** Ultimo dell'anno...pestifero ***
Capitolo 21: *** Namachoco ***
Capitolo 22: *** Tempo di esami ***
Capitolo 23: *** Fukiko e le public relations ***
Capitolo 24: *** Il ritorno di Takehiko Festa di laurea ***
Capitolo 25: *** Un'indimenticabile domenica estiva ***
Capitolo 26: *** Essere se stessi ***
Capitolo 27: *** Associazioni di idee ***
Capitolo 28: *** Tempo di scelte ***
Capitolo 29: *** Il frangipane della discordia ***
Capitolo 30: *** L'aquilone ***
Capitolo 31: *** Il passato di Bambola Saint Just ***
Capitolo 32: *** Anni verdi ***
Capitolo 33: *** La sorellina ***
Capitolo 34: *** Why not? ***
Capitolo 35: *** Cambiamenti in corso ***
Capitolo 36: *** Il matrimonio ***
Capitolo 37: *** Contrasti e dilemmi ***
Capitolo 38: *** La voragine della cattiveria amorale ***
Capitolo 39: *** Nanako e Rei nel baratro ***
Capitolo 40: *** La scelta di Nanako ***
Capitolo 41: *** Voglia di rivincita ***
Capitolo 42: *** La dottoressa Stranamore La principessa dei Cupidi ***
Capitolo 43: *** Hina Matsuri ***
Capitolo 44: *** Confessare questo amore Gridare al mondo di saper amare ***
Capitolo 45: *** Doppio e drammatico coming out ***
Capitolo 46: *** Ex sorella ***
Capitolo 47: *** La decisione di Kaoru ***
Capitolo 48: *** Europa arriviamo!!!!! ***
Capitolo 49: *** Rivoluzione parigina ***
Capitolo 50: *** Riconciliazione ***
Capitolo 51: *** L'onda cullante dell'amore ***
Capitolo 52: *** Seguire l'onda..... ***
Capitolo 53: *** Lavoro e famiglia ***
Capitolo 54: *** Chi parte, chi resta, chi se ne va ***
Capitolo 55: *** La fine di un sogno ***
Capitolo 56: *** Nostalgia dei sogni ***
Capitolo 57: *** Un nuovo reale sogno ***
Capitolo 58: *** Tempo di svolte ***
Capitolo 59: *** Fiori d'arancio Un giusto e dovuto riconoscimento ***
Capitolo 60: *** Takehiko in arresto? ***
Capitolo 61: *** La coscienza di Lady Miya ***
Capitolo 62: *** Tempo italiano ***
Capitolo 63: *** Traguardi argentati ***
Capitolo 64: *** Nei rioni dei ricordi Che sarà...sarà ***
Capitolo 65: *** Nei rioni dei ricordi Mai rimandare ***
Capitolo 66: *** Nei rioni dei ricordi Infinito Hanami ***
Capitolo 67: *** Epilogo un viaggio magico ***



Capitolo 1
*** In un incubo ***


Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Riyoko Ikeda; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

In questo primo capitolo ho rielaborato delle scene che nell’anime sono successive alla morte di Saint Just.
 
Nanako sta camminando nel parco della scuola, vuole stare da sola, non è nello spirito di parlare e scherzare con le amiche e le compagne di scuola, ha un infinito vuoto nel cuore, è priva di forze e triste, non vede prospettive e non ha più alcun interesse, si sente prigioniera in un circolo di desolazione da cui è impossibile uscire. All’improvviso sotto l’olmo, il famoso olmo dove era cominciata la sua amicizia con Lei, scorge una figura, e la riconosce…non può credere ai suoi occhi, è Lei, la sua amica Saint Just, la sua amata e adorata amica, colei che le ha fatto conoscere l’emozione dell’innamoramento e quindi l’amore, è sotto l’olmo, come le piace sempre fare, a fumare una sigaretta…quindi è viva, sta bene…Nanako corre precipitosamente ad abbracciare la sua amica chiamandola a gran voce piena di entusiasmo, come risvegliata di soprassalto da un brutto sogno; la sua amica, mentre aspira la sua sigaretta, si gira verso di lei e la guarda sorridendole con un’espressione di affetto e di amicizia, stanno per abbracciarsi come quella meravigliosa sera sulla terrazza panoramica del quartiere dove si erano date appuntamento. Nanako ancora può abbracciarla e può finalmente dare inizio a una bella amicizia, fatta di confidenze, risate, interessi e tempo libero condiviso, con nuove scoperte e nel loro caso anche di nuove emozioni, perché Nanako ama la sua amica in modo diverso da come ama le altre, e chissà da un’amicizia…
La raggiunge e finalmente si abbracciano come quella sera; Nanako non vorrebbe mai interrompere quell’abbraccio, vorrebbe durasse in eterno, all’infinito, perdersi in quell’affetto speciale, in quell’amicizia che finalmente sta prendendo una piega regolare e sente l’affetto per la sua Saint Just pienamente corrisposto, si sente stringere dalle braccia della sua amica…poi un colpo secco forte sordo molto irritante e di nuovo il vuoto, non sente più le braccia della sua amica; subito dopo un colpo forte rimbomba nel suo cuore come un tonfo. All’improvviso nota che l’amica adorata non è più davanti a lei ad abbracciarla affettuosamente come stava facendo un attimo prima; si gira e l’amica in meno di un secondo non indossa più il solito abito maschile giacca e pantaloni neri e camicia bianca, ma una tenuta da cestista; Saint Just sta rincorrendo un pallone da palla a canestro, sport in cui eccelle, e scappa facendo rimbalzare il pallone…ecco cos’era quel rumore sordo e fastidioso, irritante.
Nanako la rincorre disperata, piangendo, Saint Just non può lasciarla così, ma Saint Just dopo uno sguardo fugace scappa via, corre più veloce del vento, più veloce della luce, e nonostante Nanako stia correndo a perdifiato alla fine la perde di vista e si ritrova più vuota e disperata che mai…
Nanako adesso si trova a teatro, la sua amatissima Saint Just sta recitando splendidamente come al solito; sta recitando un classico della tragedia greca, indossa un drappo, interpreta un personaggio importante, tutti acclamano quella bravissima attrice in erba, che lei è orgogliosa di avere come amica. Nanako applaude esuberante in piedi, vorrebbe gridare la sua gioia, il suo orgoglio e il suo amore, persa nell’immagine della sua bellissima amica, dai lunghi e mossi capelli chiari, gli occhi di quel particolare colore cangiante che a seconda della luce vira da una tonalità quasi azzurra fino al viola; all’improvviso Saint Just sparisce, è un attimo, una frazione di secondo, nessuno se ne accorge, era lì che declamava la parte assegnata e ora non c’è più…al suo posto c’è un uccello che vola sempre più lontano nel cielo … lo scenario del fondale del teatro è ora sostituito dal cielo… Nanako avverte di nuovo un vuoto e una delusione indescrivibili. Non vedrà più il suo amore…
Nanako sta contemplando piena di malinconia e tristezza il tramonto sul mare, quel tramonto che si aspettava di vedere quella domenica pomeriggio con la sua Saint Just - il cielo rosso infuocato che tinge il mare - avverte ancora quel senso di vuoto; da lontano vede di spalle Saint Just, vestita di bianco, eterea, spirituale, che si gira lentamente verso di lei e le fa un bel sorriso, di addio ma anche di conferma di tutto l’affetto che la sera prima del loro incontro mancato le aveva dichiarato di avere verso di lei; Nanako si sente precipitare dentro una voragine di tristezza, di dolore spirituale per non aver sperimentato niente di quell’amicizia e di quell’amore, per essere tutto finito prima di cominciare.
Nanako sta chiamando dal telefono di casa sua Saint Just, mentre dagli occhi le scendono fiumane di lacrime; sa che non le risponderà mai nessuno dall’altro capo del filo, ma non riesce a rassegnarsi, e insiste a far squillare il cordless di Saint Just centinaia e migliaia di volte, perché un minimo barlume di speranza rimane acceso nel suo cuore. Alla fine si rassegna e si accascia per il dolore disperata, sente che non riuscirà a tollerare un dolore così immenso, troppo più grande di lei.
A quel punto Nanako si ritrova di nuovo in maniera alternata in ciascuna delle situazioni descritte finora, ora sotto l’olmo con Saint Just che l’abbraccia e all’improvviso si dilegua, ora in riva al mare a ricevere l’ultimo saluto della sua amica, ora a teatro e così via ininterrottamente.
Di tanto in tanto si alternano a queste ricorrenti immagini oniriche delle scene raffiguranti il suo caro fratello spirituale, il prof. Takehiko Henmi, il suo confidente, il fratello maggiore che avrebbe desiderato tanto avere e con cui aveva instaurato un feeling speciale in terza media durante le lezioni preparatorie agli esami di ammissione al liceo; non lo aveva mai visto prima di allora, ma le sembrava di conoscerlo da sempre ed aveva subito avuto nei suoi confronti una grande simpatia e anche un istintivo affetto. A Nanako appare a tratti anche la sua compagna di classe nonché carissima amica Kaoru, detta principe Kaoru, che l’ha sempre soccorsa e sostenuta nei momenti di difficoltà, specie durante quel bullismo messo in atto dalle compagne di scuola invidiose della sua ammissione alla Sorority; Kaoru è una ragazza molto buona d’animo, una fatina protettrice. Le immagini sono strane, sfumate; ciò che è più stravagante in quelle immagini è il fatto che il caro fratello e Kaoru appaiono a momenti tristi soprattutto Kaoru, a momenti allegri, a momenti da soli a momenti insieme, nonostante non si conoscano affatto (questo è quanto a conoscenza di Nanako).
A un certo punto c’è una nuova immagine; Nanako sente un dolore spirituale straziante, si trova in una chiesa, in fila con le compagne di scuola, la sua compagna di banco Mariko subito davanti a lei, sono tutte in divisa scolastica, tutte afflitte e piangenti, ognuna tiene una rosa bianca in mano, via via una ragazza per volta abbandona la fila; le ragazze non sembrano però in fila per prendere l’eucaristia dal prete durante una messa, non c’è infatti il raccoglimento che in genere segue tale fase della messa, ma tornano a sedersi sulle panche tristi e rassegnate senza la rosa.
Quando anche Mariko abbandona la fila, Nanako ha una visione traumatizzante davanti a sé : la salma esposta della sua Saint Just dentro una bara scoperchiata, immersa nelle rose bianche, vestita col solito completo maschile camicia bianca e pantaloni neri, i riccioli biondi a incorniciarle il viso sereno e bellissimo, di una bellezza eccezionale, le labbra tinte da un rossetto rosa. Nanako sente uscire delle vere e proprie cascate di lacrime dagli occhi, le sembra che gli occhi le escano dal viso tanto copiose sono le sue lacrime, si sente mancare, sta per gridare dal dispiacere, desidera scappare da quella situazione, e proprio in quel momento apre finalmente gli occhi e torna nella realtà.
Si sente molto frastornata, non capisce dove è, non ricorda nulla, sente battere velocemente il suo cuore, per la prima volta sperimenta la tachicardia, da una parte è sollevata per la fine di quei terribili incubi, dall’altra ha come un oscuro presentimento, si sente inquieta e avverte un senso di disperazione, la vista è annebbiata e piano piano scorge sempre più nettamente le figure e gli oggetti intorno a lei.
La sua inquietudine aumenta appena capisce di essere sì in un letto, ma non nel suo letto di casa, circondata dai suoi mobili, dai suoi pupazzi e naturalmente dai suoi libri; è in una stanza spoglia ma molto grande quasi un corridoio, con lampade a neon sul soffitto, un tavolino piccolo e scialbo accanto a lei, intorno qualche sedia messa a caso e a lato altri letti dove dormono signore sconosciute. Avverte poi un pungiglione nel braccio sinistro, e scorge con terrore un ago collegato a un flacone fissato a una specie di gruccia. Non capisce più niente, finché lentamente riesce a ricordare quello che le è successo.
La sera prima aveva visto Saint Just in quel giardino di quartiere con una vista spettacolare sulla città; era stato stupendo; Saint Just sembrava diversa, non aveva più l’aria triste e malinconica che la contraddistingueva, lo sguardo verso un punto metafisico che solo lei poteva scorgere, caratteristiche che le erano valse il soprannome di Saint Just, l’angelo della morte come il rivoluzionario francese. Ieri sera Saint Just aveva un’espressione serena, soddisfatta, sorridente, uguale a tutte le sue coetanee; se prima per la sua aria austera sembrava più grande della sua età, ora dimostrava la sua età ed era ancora più bella e affascinante. Saint Just si era confidata, aperta, le aveva raccontato cose molto intime sul suo rapporto con la sorella Fukiko alias Lady Miya, ma soprattutto le aveva detto che le voleva molto bene. Come era stato splendido il loro abbraccio seguito a quelle confidenze; Nanako avrebbe voluto non finisse mai. Avevano quindi fissato un appuntamento per le 14:45 di oggi in una piccola stazione secondaria dove ferma il treno cittadino; da lì Saint Just le aveva promesso di portarla a vedere un tramonto spettacolare in una località lì vicino.
Saint Just non si era presentata, Nanako l’aveva attesa per oltre quattro ore finché non aveva ripreso il treno per tornare a casa; all’uscita dalla stazione vicino a casa sua si era presentata Tomoko, la sua migliore amica, che piangeva e le diceva di seguirla in ospedale dove Saint Just la stava aspettando. Durante il tragitto in taxi Tomoko piangeva continuamente, lasciandole presagire che era accaduto qualcosa di grave che lei Nanako non osava chiedere. Giunte all’ospedale, un nosocomio fatiscente abbastanza vicino alla stazione in cui doveva incontrarsi con Saint Just (un tempo affermato ospedale ora noto per essere adibito sostanzialmente a presidio di primo soccorso), Nanako era stata accompagnata lungo il corridoio del pronto soccorso da Tomoko; vicino alla sala d’aspetto a un certo punto aveva come perso la vista e in un attimo era sprofondata nel nulla.
“Allora sono stata portata in infermeria anzi devo essere in una camerata d’ospedale e mi stanno facendo un’infusione perché mi riprenda (n.d.r. Nanako ancora non conosce il termine tecnico ‘flebo’)…che mi è successo? dov’è Tomoko? ma soprattutto dov’è e cosa è successo alla mia Saint Just?”
Questi pensieri assillano Nanako, che ha una crisi di rabbia e comincia a gridare “Levatemi questo spillo dal braccio, portatemi via, devo andare da Saint Just, voglio andare via, voglio andare dalla mia amica, ha bisogno di me, devo farle la minestra, Tomoko, Tomoko mi hai abbandonata”, le lacrime che scendono a fiotti, la preoccupazione, la disperazione, il senso di soffocamento, non è stata vicina alla sua Saint Just che ora penserà di essere stata abbandonata da lei nel momento più difficile, si ricrederà su di lei e non le vorrà più bene.
Alcune delle signore intorno a lei - in tutto sono circa una quindicina come nelle camerate ospedaliere fino a inizio anni ‘90 - tirano una specie di cordoncino appeso vicino al loro letto per richiamare il personale sanitario, e le dicono di calmarsi “Signorina siamo malate, si calmi, stavamo dormendo, si calmi, le abbiamo chiamato l’infermiera però ora ci faccia dormire”. Alcune sono gentili e capiscono la situazione, altre, specie quelle più anziane, in genere concentrate solo su stesse e intolleranti, sono stizzose “che screanzata, signorina, dove crede di essere? la smetta siamo malate … becera … queste giovani di oggi non hanno rispetto…”.
Nanako non sta a sentire nessuno e continua a invocare “Saint Just, portatemi da Saint Just, Tomoko dove sei?”
Sopraggiunge un’infermiera : “signorina Misonoo si è svegliata, si calmi, siamo all’ospedale, le abbiamo fatto una flebo perché è svenuta appena arrivata al pronto soccorso, ci sono fuori la sua amica fedelissima che non l’ha mai abbandonata e ora è arrivato anche suo padre”.
Nanako continua a gridare “Dov’è Saint Just, che le avete fatto? Che le è successo?”
“Signorina, si calmi, chi è Saint Just?”
“La mia amica, la mia amica ricoverata da voi, Saint Just”.
“Si calmi, mi dica il nome della sua amica, ma qua non abbiamo ricoverati pazienti francesi”.
“Ha ragione : Rei Asaka è il vero nome, dove l’avete portata? dov’è? che le è successo? dov’è? mi porti da lei” Nanako soffoca con le sue domande incalzanti l’infermiera che cerca di calmarla, mentre le signore della camerata continuano ad avere reazioni opposte, chi la guarda preoccupata con tenerezza, chi continua a lamentarsi della sua maleducazione e del loro sonno interrotto.
“Non conosco la paziente” risponde l’infermiera “non so dirle nulla, ora le levo la flebo e l’accompagno da suo padre e dalla sua amica”.
Nanako continua a ripetere “devo andare da lei, devo andare da lei…”.
All’uscita dalla stanza Nanako ancora stordita per il mancamento e il braccio dolorante per la flebo corre da suo padre e dalla sua amica, sentendosi un minimo protetta, abbraccia suo padre e quindi la sua Tomoko, a cui piangendo chiede di Saint Just.
“Saint Just è stata sottoposta a una serie di accertamenti, analisi del sangue, radiografie, poi una si chiama toc o tac non ricordo, ah sì tac, e l’altra ha un nome strano che ha a che fare con i suoni della calamita, suoni magnetici mi pare sia il termine”.
“Risonanza magnetica” precisa il prof. Misonoo.
“Ma ora dov’è? dove si trova?”
“Questo è un presidio di primo soccorso, ti ricoverano solo se hai problemi poco gravi, appendicite, qualche costola incrinata, un ginocchio rotto, ma per i casi più gravi ti portano via” risponde Tomoko.
“Dov’è Saint Just?” grida Nanako
“Bambina parla piano siamo in un ospedale” le dice con dolcezza il padre, preoccupato e anche contrito per la figlia, che a soli 16 anni si trova a dover affrontare una situazione così complicata. “Allora dov’è Saint Just?”
“L’hanno portata all’ospedale vicino al quartiere dei grattacieli, c’è un ottimo centro traumatologico e la sottoporranno alle operazioni del caso, a quest’ora è già sotto i ferri”, Tomoko risponde pacata.
Nanako è disperata “quindi ha avuto un incidente; come è successo? Basta, io devo andare da lei, ora pensa che l’ho abbandonata, che non le voglio bene quanto me ne vuole lei, e se poi le succede qualcosa? E se poi non la vedo più?”
“Calmati Nanako, Saint Just non ha ripreso conoscenza, perché è arrivata priva di sensi e quindi le hanno dato delle medicine perché non si risvegliasse prima dell’operazione, non può aver nulla contro di te; comunque a chi era presente, i fratelli e principe Kaoru, ho detto che eri svenuta, ora dobbiamo solo pregare che si salvi”, Tomoko cerca di calmarla.
“No, non posso perderla ora, che cos’ha? che le è successo?”
Tomoko e il prof. Misonoo continuano a risponderle che non conoscono lo stato clinico dell’amica. “Perché non sapete nulla? Portatemi all’ospedale vicino al quartiere dei grattacieli, devo andare da lei, devo starle vicino”.
“Nanako andiamo a casa, ora non puoi fare nulla per lei, ci sono già i suoi fratelli, la sua famiglia, negli ospedali in questi casi possono stare vicino solo i parenti stretti, poi domani ti informerai da loro”, interviene il padre.
Nanako si sente soffocare e sopraffare di nuovo, incompresa e impotente “vi prego portatemi da lei, vi supplico, io le sono stata vicina, io ho raccolto le sue confidenze più intime”.
“Nanako non si può”.
“Ti supplico papà”, le lacrime a fiotti, come nel sogno sente delle cascate uscirle dagli occhi, che trattiene con una mano perché li sente uscire dal viso da quanto sono abbondanti le lacrime. Corre alla reception, mentre il padre cerca invano di trattenerla
“La signorina Rei Asaka cos’ha di grave? perché non l’avete trattenuta qui? rischia la vita? dov’è?” L’infermiera alla reception è burbera “Signorina si calmi, non posso darle queste informazioni”.
“Ma sono una sua carissima amica, ero venuta apposta ma sono svenuta”.
“Basta, si calmi non insista”.
“Insisto perché devo andare dalla mia amica e sapere cosa le è successo”.
“Signore insegni l’educazione a sua figlia”.
“Nanako andiamo via”.
“No, nessuno mi capisce, devo andare da lei, papà la amo, portami da lei, ti supplico”.
“Nanako sei stanca, sei svenuta, hai avuto una flebo”.
“No, ti prego”, piange e si accascia perché la disperazione le toglie le forze.
A quel punto interviene Tomoko “Nanako io ti voglio bene, ma devo andare a dormire, sono le 1:15 del mattino, non mi reggo in piedi per lo stress, e domattina devo andare a scuola”.
“Scusa Tomoko, papà accompagniamo a casa Tomoko e poi portami all’ospedale, non ti chiedo mai nulla, né soldi, né un vestito, né corsi per coltivare hobbies, nella vita non fo altro che studiare, ti prego papà almeno questo, è l’unica cosa, l’unico regalo che ti chiedo…”.
Nanako fa pena, il prof. Misonoo non riesce a dirle di no, quella figlia non gli ha mai chiesto nulla, sempre fra le prime della classe, poche uscite con le amiche nei periodi lontani dalle verifiche scolastiche, buona e generosa, alle prese col primo amore, non si sente di dire di no, e così avverte al telefono pubblico dell’ospedale la moglie che non torneranno subito a casa.
Accompagnata Tomoko a casa, Nanako e il padre si recano all’ospedale vicino al quartiere dei grattacieli, una struttura avveniristica, gigantesca; appena arrivati, il prof. Misonoo che comincia a cedere per la stanchezza, si avvicina alla portineria, spiega la situazione, e dopo aver continuato a chiedere indicazioni via via a medici, infermieri e specializzandi in qua e là Nanako arriva all’ala di chirurgia giusta e sente un grande tonfo al cuore; vede straziati dalla preoccupazione Fukiko, la sorella di Saint Just, che non riconosce più da come è stravolta, non più fiera e altezzosa, ma abbattuta, pallida quasi verde per la preoccupazione con gli occhi rossi di pianto; vede Takashi, il fratello, che piange sommessamente, non più quel ragazzo allegro e gioviale che tutti sono abituati a vedere; e infine vede principe Kaoru, anche lei con gli occhi rossi quasi piegata in due sulla panca.
Appena arrivati, il prof. Misonoo si siede su una panca in disparte e comincia a dormolocchiare, mentre Nanako corre da Kaoru e si abbracciano piangendo a dirotto per lo sfogo quasi liberatorio, quasi avessero bisogno l’una dell’altra.
“Cos’è successo a Saint Just? dimmi la verità” incalza Nanako.
“Ha riportato diverse fratture, 8 o 9 costole rotte e altre 4 incrinate, si è fatta molto male alle spalle, si è rotta un braccio, lieve trauma cranio-facciale, emorragia interna all’addome e ai polmoni, ferite lacero contuse alle gambe…” Kaoru piange.
Nanako singhiozza ad alta voce finché un medico passante dal corridoio l’aggredisce in malo modo “Faccia piano siamo in un ospedale, non a casa sua, un minimo di contegno”…che empatia…c’è modo e modo di dire le cose, è giusto invitare al silenzio, ma vista la gravità e delicatezza della situazione poteva usare altri sistemi. Fra le signore all’interno della camerata, l’infermiera alla reception dell’altro ospedale, in più questo medico, la povera Nanako oltre al danno subisce per la terza volta anche la beffa di essere maltrattata. In certi posti - pensa - ci vorrebbe un po’ di sensibilità, specie da parte di chi svolge determinate professioni.
Si fa coraggio e chiede balbettando “Si salverà?”
“I medici sono abbastanza ottimisti, nessuna lesione appare letale né tale da determinare danni permanenti, tuttavia per scongiurare questi pericoli si deve intervenire immediatamente, anche un minuto può cambiare la situazione; ciò che preoccupa di più i medici è l’emorragia interna al torace; ho anche sentito di straforo che Rei ha avuto due enormi fortune : quando è caduta sul treno ha battuto le spalle e quando è precipitata definitivamente in terra dopo il rimbalzo dal treno è caduta a faccia in giù battendo sul torace; se avesse battuto su altre parti del corpo le conseguenze sarebbero state irreparabili, altro non so”.
Nella concitazione Nanako non ha ancora saputo come è avvenuto l’incidente, con la sua crisi non ha dato modo a Tomoko di spiegarle niente, ma non fa in tempo a chiedere perché all’improvviso si sente chiamare da Fukiko “Nanako…Grazie per essere venuta, la tua presenza qui è molto importante…ti porgo questi fiori…te li aveva comprati mia sorella prima del vostro appuntamento, lei mi dice spesso che ti vuole bene, voleva darti un pensierino al momento del vostro incontro …un fattorino l’ha vista al momento dell’incidente, è quello che ha chiamato l’ambulanza – una folata di vento ha fatto volare via i fiori che Rei ti aveva comprato, Rei per riacchiapparli si è sporta troppo dal parapetto della passerella sopra la ferrovia dove stava camminando ed è caduta, ma i fiori li ha recuperati, li stringeva ancora in mano quando è arrivata l’ambulanza” Fukiko comincia a piangere e torna dal fratello.
Nanako guarda i fiori color panna, ormai ammaccati e appassiti, legati da un fiocco nero, quasi triste presagio, li stringe a sé, teme siano l’ultimo contatto con la sua Saint Just. I fiori a lei destinati cadono sempre. Nanako pensa alla volta in cui soccorse Rei sotto l’olmo; quando la riaccompagnò a casa sempre su un ponte sopra la ferrovia la trattenne mentre stava per gettarsi dal ponte perché non si sentiva amata da Fukiko; nel salvare Rei dal suicidio a Nanako scivolarono nel vuoto dalla tasca interna della giacca i fiori rosa appena regalati da Rei. Questa volta invece i fiori erano stati trascinati via dal vento, ma erano stati recuperati, Nanako li aveva avuti, ma … li aveva avuti perché nessuno aveva trattenuto Rei che per recuperarli era caduta dal parapetto del ponte sulla ferrovia…..
Non resta che sperare e pregare che Rei si salvi, che torni alla vita di sempre, Nanako non può pensare che quell’amicizia finisca prima di prendere il volo. Nanako scorge suo padre che dorme come un ghiro accasciato su una panca della sala d’aspetto, lì per lì le fa rabbia, dorme mentre tutti sono angosciati e disperati per una giovane ragazza di 17 anni che ha appena avuto un terribile incidente stradale, poi capisce il sacrificio che ha fatto per lei, nel cuore della notte invece di tornare a casa a dormire, con una giornata di lavoro che lo aspetta all’indomani l’ha portata lì in ospedale, per farla contenta…è un bravo padre, le vuole davvero bene, ed è disposto a tutto pur di vederla contenta “ti voglio bene papà e sono contenta tu sia qui con me” pensa Nanako mentre lo guarda piangendo.
Doveva essere una domenica bellissima, indimenticabile, per la gioia si era svegliata la mattina alle 6, si era messa uno dei suoi vestiti preferiti, si era truccata sfumandosi due colori diversi di ombretto sulle palpebre come aveva imparato sua madre da un’amica estetista, aveva scelto con cura i colori che meglio risaltassero i suoi occhioni azzurri, un arancio che progressivamente si perdeva in un color prugna, aveva poi applicato il rimmel sulle ciglia ormai colato sulle gote (doveva sembrare un panda), messo un rossetto rosa antico e del fard color pesca sulle gote … forse troppo … Tomoko, che aveva incontrato prima dell’appuntamento con Rei, le aveva detto che sembrava un pagliaccio … e adesso si sente davvero un pagliaccio, una maschera pitturata che nasconde malinconia e tristezza, questo sono in realtà i pagliacci.
Per la prima volta Nanako si sofferma a pensare quanto è ingiusta la vita, come la vita cambia da un attimo all’altro, dalla gioia si passa istantaneamente al dolore, la vita si accanisce a volte con le persone che più meritano pace e serenità, proprio ora che Saint Just si era riconciliata con la sorella Fukiko e cominciava a conoscere la felicità aveva avuto un incidente terribile, ma soprattutto Nanako pensa che ora ci siamo e fra un attimo … nel riflettere su questo fosco pensiero, sulla caducità dell’essere umano sempre appeso a un filo come un funambolo, Nanako alla fine si assopisce, cerca di riprendersi, non vuole addormentarsi, ma le forze l’abbandonano e cade fra le braccia di Morfeo, l’intervento chirurgico sarà ancora lungo….

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Capitolo 2
*** Una seconda possibilità ***


UNA SECONDA POSSIBILITA
Nanako si sveglia e guarda l’orologio; sono le 5:23 del mattino; questa volta è lucida, non ha fatto né sogni né incubi, e si ricorda perfettamente dove è e cosa è successo. Davanti a lei suo padre che dorme ancora di un profondo sonno meritato e comunque scomodo perché accasciato su una panca dell’ospedale, a fianco a lei la fatina Kaoru anche lei assopita, e più in là Fukiko/Lady Miya stravolta che dorme abbracciata al fratello Takashi ancora sveglio con le lacrime che come una fontana continuano a uscirgli dal viso.
L’intervento non è ancora finito. Ogni componente di quella sala sta vivendo il suo dramma personale.
Kaoru non riesce a pensare che la sua carissima amica possa morire o non tornare quella di prima; quella sua compagna di scuola le aveva sempre fatto molta tenerezza fin dal primo giorno in cui l’aveva notata, aveva capito che c’era dentro di lei una situazione complicata in cui non avrebbe mai voluto trovarsi, conoscendola aveva capito che aveva un grandissimo bisogno di amore; le era morta la madre a soli 14 anni e l’aveva pure vista suicidarsi; il padre l’aveva sempre ignorata e pensava di essere a posto con la sua coscienza pagandole vitto, alloggio, utenze e retta di una scuola privata esclusiva, ma era sempre assente, come se non ci fosse; la sorella Fukiko, da Rei adorata all’ennesima potenza, si divertiva a maltrattarla e prenderla in giro anche mettendo a rischio la sua salute ritenendola il disonore della famiglia, la figlia illegittima del padre; l’unico che la seguiva era il fratello Takashi, che però tendeva a pensare più ai suoi impegni con amici, università e hobbies vari, piuttosto che alla famiglia, e di questo non se ne poteva fargli una colpa più di tanto, perché si tratta di un errore sfortunatamente ricorrente fra i ventenni.
Kaoru a volte – pensa fra sé ora che è sveglia – ha provato rabbia per Rei, che rifiutata da Fukiko quasi rifiutava a sua volta l’affetto delle altre persone non si sa se come rivalsa trasversale o se perché convinta di non meritarlo; Kaoru aveva faticato molto per conquistare la sua fiducia, ma Rei ancora era piuttosto introversa e solitaria pur manifestandole affetto e interesse; Kaoru aveva capito che Rei era una ragazza molto buona d’animo e meritava amore e attenzioni come tutti anzi più di altri vista la situazione familiare; alla fine erano diventate l’una l’amica preferita dell’altra. Forse ora Rei stava cambiando, la mattina precedente le aveva telefonato con tono allegro, stava riassettando la camera, sembrava avere progetti per il futuro…non può finire così – pensa Kaoru – la sua amica Rei non merita di vedere stroncata la sua vita proprio ora, ha solo 17 anni, una vita intera e soprattutto un’infinità di progetti davanti a sé, la scuola, la palla a canestro – o come Rei si diverte a chiamarla ‘palla a spicchi’ - , la musica, le amiche.
Soprattutto, Kaoru ha bisogno come non mai della sua amica preferita; alla visita oncologica di controllo il medico le ha detto che deve fare una serie di analisi di routine essendo trascorso ca. un anno dall’intervento chirurgico di tumore al seno, l’ha rassicurata, le ha spiegato che si tratta di prassi, ma Kaoru teme sempre le nascondano la verità, che sia riapparso il male magari con delle metastasi; ha provato a origliare le conversazioni dei suoi genitori, ma non ha colto nulla. Ha molta paura, si sente fragile, pronta a sparire da un momento all’altro, e solo la sua amica le può dare la forza di affrontare tutto questo; Rei non può andarsene proprio ora. Il loro legame è talmente stretto da essere telepatico.
Kaoru ora ricorda un particolare inquietante : mentre si allenava verso le 15 le era apparsa nitida all’improvviso così dal nulla l’immagine della sua amica come se si stesse allenando con lei, ma non era lì … e quel laccio sfilato della scarpa…non si sarà mica trattato di un addio? Non significherà mica che il loro rapporto è finito lì? … o forse è solo la richiesta della sua presenza? Una richiesta di aiuto?…mille domande affliggono principe Kaoru.
Takashi piange, si sente in colpa, superficiale, immaturo e infantile per i suoi 23 anni. Preso dai suoi studi alla facoltà di Economia, nel poco tempo libero si dedica agli amici, soprattutto al suo migliore amico Takehiko Henmi per il quale sente un grandissimo affetto, alla meccanica, si diverte a smontare e rimontare i pezzi della sua auto come un bambino fino a doverla poi portare dal meccanico perché senza volerlo finisce per romperla - , a volte si diverte persino a recitare la parte del latin lover fingendo interesse e scimmiottando corteggiamenti nei confronti delle ragazze per darsi un tono col suo gruppo di amici, ultimamente era stato preso dai problemi familiari della sua nuova amica Mariko Shinobu, compagna di scuola delle sue sorelle, e per stare dietro a tutte le cose elencate finora non aveva seguito nel modo giusto la sorella Rei, la sorella sfortunata. “Se invece di cercare sempre Takehiko o preoccuparmi del divorzio dei genitori di Mariko, fossi andato più spesso da mia sorella….la famiglia prima di tutto…” pensa fra sé “se avessi giocato meno a fare il meccanico, se avessi perso meno tempo a fare complimenti alle ragazze che tanto non mi sono mai interessate …portai Mariko a fare una girata in macchina il giorno che la vidi mentre cercava di gettarsi dal ponte, ma non ho mai portato mia sorella a giro in macchina, non l’ho mai spronata a confidarsi con me…sempre a cercare Takehiko e ora anche Mariko, ma Mariko ha la sua mamma, le sue amiche, Takehiko ha anche lui molti amici, è comunque seguito se pur a distanza da nonni e zii, ma Rei non ha nessuno, ha solo me, mio padre e mia sorella Fukiko l’hanno sempre snobbata e io l’ho trascurata, sono il classico ventenne che mette sul piedistallo amici, studio, hobbies – cosa sì giusta – ma sono anche il classico ventenne che, specialmente quando non è studente fuori sede, trascura la famiglia per far vedere al suo gruppo che ormai è grande….e ora se lei non ci fosse più….”.
Chi sta però peggio di tutti è Fukiko, si sente morire dentro, dilaniare e divorare dai sensi di colpa, si sente molto cattiva, si è svegliata e ha ricominciato a piangere “tante ragazze vorrebbero una sorella, e io, che ce l’ho, l’ho sempre maltrattata per il mio stupido orgoglio… che colpa ha se è una figlia illegittima? È mia sorella, non ha colpe, quante cattiverie, umiliazioni e dispetti le ho fatto, anche alla mia festa di compleanno l’ho umiliata e maledetta davanti a tutti, l’ho fatta piangere tante volte, è quasi morta per colpa mia quando si ammalò per avermi aspettata a maggio sotto la pioggia tutta la sera, se non l’avesse soccorsa Nanako le sarebbe venuta una polmonite…quanto sono stata cattiva…eppure lei mi voleva bene lo stesso… voleva essere amata da me…e ora che me ne sono resa conto, che mi sono chiarita con lei, che potevo costruirci un rapporto, ora la sto perdendo, se le succedesse qualcosa, non potrei vivere con questi sensi di colpa, con questa perdita, morirei dal dolore, quante occasioni buttate, se a Rei succede qualcosa, non reggerò al dolore, morirò di crepacuore già lo sento……”.
Tutti questi pensieri vengono all’improvviso interrotti da una voce austera e metallica, è un chirurgo sulla cinquantina che si leva la mascherina. Sono ormai quasi le 6, la corsia è ben illuminata, a luglio il sole è già sorto. Tutti si risvegliano di soprassalto, vorrebbero non essere lì, l’uno vorrebbe delegare l’altro a parlare col medico, non avendo il coraggio di affrontare la realtà, temono cosa sta per dire, vorrebbero che quell’attesa non finisse mai perché temono troppo il futuro, ma non si scappa dalla realtà.
Takashi, pur tremando per il timore, il più grande d’età, capisce che è arrivato il momento di essere più responsabile e prende lui la parola, è l’occasione per cominciare ad essere un po’ più maturo. “Ci dica dottore, sono il fratello maggiore, sono pronto”, ma non lo è….
“Dove sono i vostri genitori?”
“Nostra madre è morta, e nostro padre ieri sera ha preso il primo aereo da Londra dove lavora come capo industrie, dovrebbe arrivare entro il primo pomeriggio”.
“Quanti anni ha?”
“Ventitre”.
“Bene, è maggiorenne. Allora, senza perdere tempo, è stato un intervento molto complicato, c’erano moltissime ferite e anche emorragie interne da sanare, ma la signorina Asaka l’ha superato brillantemente!”
A quel punto i quattro ragazzi iniziano a strillare di gioia, “Grande” “Menomale, che bello” “Mitica” “Grande Saint Just” “Posso vederla? posso parlarci?” “Rei è un mito, è indistruttibile”, quelle strilla svegliano anche il prof. Misonoo, che capisce che è andato tutto bene e si rasserena subito.
“Ragazzi calmatevi, siamo in un ospedale, e dovete stare bene a sentirmi. Dobbiamo adesso ricoverarla in terapia intensiva, aspettare 24 ore per dichiararla definitivamente fuori pericolo, ancora non potete parlarci, è sotto anestesia, e non deve stressarsi. Grazie a Dio la caduta, per quanto rovinosa, è avvenuta in modo tale che non ci sono conseguenze permanenti, anche se ovviamente la signorina dovrà stare per un periodo a riposo ed effettuare della fisioterapia, quindi organizzatevi per delle lezioni private per non farle perdere l’anno scolastico. Appena arriva vostro padre ci devo parlare immediatamente”.
I ragazzi sono entusiasti, si abbracciano, persino Kaoru abbraccia Lady Miya, pur non avendola mai sopportata. Nanako questa volta piange di gioia, è troppo felice, si è sciolta la tensione, non vede l’ora di poter riparlare con Saint Just e magari portarle lei dei fiori, un gran fascio di fiori.
Nanako corre ad abbracciare suo padre, la sua presenza discreta e silenziosa è stata per lei molto importante “hai sentito papà, Saint Just è salva, potrò ancora stare con lei, grazie papà per avermi accompagnata, per essere stato qui, grazie”. Il prof. Misonoo deve andare a lavorare, fiero di quello che ha fatto per la figlia, ma soprattutto fiero di quella figlia così buona, altruista, sempre presente per tutti. Lascia la figlia con gli amici all’ospedale, il lavoro lo chiama, Nanako tornerà coi mezzi pubblici perché è giorno e non corre i pericoli notturni.
Ormai oggi sarebbero potuti restare in ospedale solo i fratelli e il padre di Saint Just, le amiche avrebbero potuto visitarla solo dal giorno dopo; tuttavia, anche se non stanno più nella pelle e hanno il desiderio infinito di vedere subito la loro amica, Nanako e Kaoru, tornano a casa, sono troppo stanche per andare a scuola, lo stress e la tensione sono ancora ai massimi livelli, meritano un po’ di sonno, ma sono felicissime, piangono di gioia, dimenticano l’incubo della notte appena trascorsa, un futuro radioso le aspetta, così pensano…almeno Nanako…Kaoru però pensa anche che sono in serbo per lei responsi oscuri, che deve fare i conti di nuovo con la sua malattia….Kaoru è piena di pensieri, spera la sua amica si rimetta quanto prima perché ha bisogno di lei e senza il suo sostegno non ce la può fare nel caso il male si sia riaffacciato.
 
“Signorina Asaka…signorina…mi sente?…mi vede?”.
Rei alias Saint Just si sente chiamare, apre lentamente gli occhi, si sente molto pesante, molto stanca, intontita, peggio di quando prendeva i tranquillanti e i sonniferi, ha un gran mal di testa, e sente tutte le ossa molto doloranti, specialmente il torace e il braccio sinistro, oltre a queste voci adulte, sente un singhiozzo meccanico che le ricorda i monitor degli ospedali, quelli visti nelle sequenze dei film sugli ospedali, a mano a mano la vista si disappanna, è in un letto di ospedale, altre pazienti accanto a lei, e davanti un paio di medici (un uomo e una donna) dall’espressione preoccupata e un’infermiera con uno sguardo dolce e cordiale. Risponde a stento con una voce molto fioca “sì, dove sono, che mi è successo?”, quanta fatica per pronunciare quelle parole, le sembra di non avere più fiato, ogni parola è una fitta dolorosissima al torace.
I medici le spiegano che ha avuto un brutto incidente, le descrivono la dinamica; adesso Rei ricorda tutto…era così felice e spensierata, neanche 24 ore prima si stava recando all’appuntamento con Nanako, le aveva comprato dei fiori color panna, e ordinato un cesto di rose rosse a Fukiko, e poi a due passi dal luogo dell’appuntamento, i fiori erano volati via e lei era caduta dal parapetto del ponte sulla ferrovia per recuperarli, poi il rimbalzo sul tetto del treno che passava in quel momento con un indescrivibile e sordo dolore alle spalle, l’immagine di sua madre, che aveva sognato anche due notti prima, un pensiero per Kaoru e il buio totale. I suoi pensieri sono risvegliati da un tono alterato quasi maleducato del medico uomo, il capo della equipe che l’ha operata “ma come le è saltato in mente di sporgersi a quel modo? Se i fiori erano volati via, pazienza. Si rende conto che ha rischiato di morire? Lo sa che il suo intervento chirurgico è durato quasi dieci ore? Si rende conto che se al momento del rimbalzo sul treno o della caduta vicino al binario avesse assunto una posizione diversa sarebbe morta o non sarebbe stata più la stessa? Io non so in base a quale miracolo lei è ancora qui viva e senza danni permanenti, lei dovrebbe pregare tutti i giorni per esserle state salvate vita e salute. Si prepari psicologicamente, perché dopo l’aspetterà comunque una faticosa fisioterapia”.
Non facciamo commenti sulla rozzezza del chirurgo. Del resto già un’altra volta Rei prese una parte assurda da un medico, l’oncologo di riferimento di Kaoru; gli chiese solo se la sua migliore amica rischiava la vita e ricevette un urlaccio di tutta risposta.
Rei è sconvolta. Si vede un braccio e una gamba ingessati e l’altra gamba steccata, i polmoni li sente chiusi, sta per mettersi a piangere per la sua condizione, per le cose che le ha detto il medico, si chiede cosa possa significare “non sarebbe stata più la stessa”… ma poi riflette … è viva, non teme la fisioterapia, le basta essere viva, le è già scivolata la partaccia del medico, non vuole pensare alle gravi conseguenze che potevano aspettarla nel caso fosse caduta diversamente, forse è la nuova prova del destino che deve stare qua in questo mondo, perché probabilmente ci sono persone che le vogliono bene e che hanno bisogno di lei, sente la gioia, nonostante i dolori, nonostante tutto, Rei è ora più protesa che mai verso il futuro. D’ora in poi avrà cura di sé, della sua salute, aveva appena interrotto farmaci, alcol e tabacco, ora deve stare attenta a non fare più acrobazie, visto che comunque le era sempre piaciuto lanciarsi dai balconi bassi.
Non vede l’ora di vedere la sua amatissima sorella Fukiko, il fratello Takashi, la sua amica del cuore Kaoru, e lei…Nanako, quella sua nuova amica speciale, a cui vuole molto bene, un affetto speciale, diverso da quello che sente per Kaoru, a cui pure è molto legata…non ha ancora realizzato che forse si sta innamorando…
 
Il giorno dopo a turni di brevissima durata tutti vanno a trovare Rei. La prima è Fukiko, che insieme al padre e al fratello il giorno prima l’aveva vista pochi secondi da sedata.
Vorrebbero abbracciarsi, ma con un braccio ingessato, le flebo all’altro braccio e un provvisorio drenaggio al torace, possono solo stringersi la mano. Rei è colpita dallo sguardo diverso della sorella, ha l’aspetto più da adolescente quale in realtà è, si vede che ha pianto molto, la sclera degli occhi è completamente rossa e sembra durare fatica a tenere gli occhi aperti. Fukiko ha uno sguardo dolce ma anche molto triste; lei sempre così fiera, che guarda dritto negli occhi le persone in modo quasi inquisitorio, ora ha gli occhi abbassati, sembra non avere il coraggio di alzare lo sguardo, quasi si vergogni. Sì, sua sorella le vuole bene davvero, Rei ha sempre saputo che sua sorella non è come vuole apparire, che in fondo è buona e capace di grandi amori, del resto quando due giorni prima le comprò il cesto di rose rosse fece anche scrivere un biglietto di accompagnamento in cui la ringraziava per averla sempre amata, perché Rei sa leggere nel cuore delle persone, discreta e silenziosa, vede e intuisce molte cose. Per la prima volta realizza i sentimenti che prova per la sorella, un grandissimo amore e un’altrettanto grandissima stima, il suo modello da imitare, il suo mito, forte e coraggiosa, che nulla può scalfire, nemmeno il tradimento delle compagne della Sorority e lo scioglimento della Sorority stessa.
A fatica Fukiko parla a tratti, la voce tremante dal pianto, gli occhi bassi “Perdonami sorellina, perdonami per la mia cattiveria, io ti ho sempre voluto bene, ma mi conosci sono orgogliosa, ho i miei pregiudizi, le mie etichette sociali, e volevo fratelli che avessero in comune con me tutti e due i genitori, sono stata cattiva, ti ho bollato come sorella illegittima; ti ho sempre voluto molto bene, ma volevo negarlo per il mio orgoglio, per farmi grande…e ora non ho il coraggio di guardarti negli occhi, tu che mi hai amato nonostante tutto…ti prometto che ora cambierà tutto…diamoci un’altra possibilità…ricominciamo…torna a stare con noi…non ti voglio sola…mi hai sempre fatto pena per la tua solitudine, ma io…se non ce l’avessi fatta, sarei morta di crepacuore…cambierò non voglio più essere altezzosa e sentirmi superiore…mi hai regalato anche quel cesto meraviglioso di rose rosse…mi dispiace”, comincia a piangere a dirotto.
Rei ha poco fiato, le stringe la mano, le dice “ti ho sempre amato e so che anche tu mi hai sempre molto amato, non pensiamo al passato, guardami, non ti voglio vedere così”; le sorelle si guardano, piangono, si stringono la mano, Rei ha poche forze, ma Fukiko stringe la sua mano anche per lei “ti starò sempre vicina…” ripete Fukiko.
Rei a un certo punto però si accorge che non ha con sé il braccialetto “dov’è il mio bracciale?”
“Non ti preoccupare, l’hanno dato a me, ma è fuori moda, buttiamolo da una parte, non hai bisogno di un bracciale per risplendere”.
Piangono, sono commosse, è l’inizio di un nuovo rapporto, un rapporto speciale e unico come solo fra sorelle può esserci, piano piano si conosceranno meglio, impareranno a frequentarsi, a stare insieme, un nuovo inizio.
L’infermiera intima a Fukiko di andarsene, è giusto entri anche Takashi, tutti devono stare poco tempo perché Rei non si stanchi ancora debilitata dai farmaci e dal lungo intervento. Ci sarà tempo per stare insieme, ne hanno già sprecato troppo, ora dovranno godere del tempo insieme in ogni singolo attimo.
Mentre Takashi entra in stanza, all’ospedale arrivano Kaoru e Nanako, Kaoru ha portato di regalo a Rei una collanina con un ciondolo a forma di gnomo porta fortuna, gliene regalò uno uguale sua madre quando l’anno prima si era operata al seno, sua madre le disse che ogni volta che avesse avuto paura doveva stringere nella mano lo gnomo. Così Kaoru ha deciso di regalarne uno simile alla sua amica, un modo per essere unite più che mai e sentirsi protette.
Nanako ha invece un bellissimo fascio di fiori variopinti, è molto emozionata, non vede l’ora di vedere la sua amata.
Mentre si avvicinano alla stanza di Rei, pronte ad aspettare il loro turno, sentono una specie di urlìo proveniente proprio dalla stanza di Rei. Riconoscono la voce di Takashi. Se Fukiko è stata molto premurosa con la sorella, Takashi entra irruento nella stanza e comincia quasi a sbraitare incurante delle pazienti in stanza con Rei malate e operate come lei.
“Ma cosa ti salta per la testa? Ma sei sciroccata? Sei normale? Dico…pensi prima di agire, hai il cervello? Lo sai che il cervello si usa o credi sia un organo infilato nel corpo umano giusto tanto per riempirlo? Ma lo sai che ti poteva succedere? Ma hai il senso del pericolo? Ti credi Wonder Woman? Prima il fumo, poi quelle maledette pillole, poi bevi alcool, poi non mangi quasi per nulla, poi marini la scuola, ora ti sporgi per degli stupidi fiori e guarda come ti riduci, e poteva andare molto peggio, ma dove stai con la testa? OOOOhhhh? Rispondi…OOOhhh”.
Rei piange, solo ora realizza, solo ora capisce davvero anche le parole del chirurgo; l’ottimismo del giorno prima, quell’ottimismo insorto nonostante il rimprovero del chirurgo le è andato via, il giorno prima era felice di essere viva e non aveva riflettuto di conseguenza sulle parole del chirurgo, era poi molto stordita dall’operazione non era in grado di pensare, ma ora capisce davvero la sciocchezza che ha fatto, di aver rischiato la vita, la salute, che a quest’ora potevano esserci i preparativi del suo funerale, o che poteva avere danni permanenti tali che la sua vita non avrebbe più potuto essere la stessa.
Concentrata com’era il giorno prima sulla sua salvezza, non aveva riflettuto minimamente né su cosa e quanto aveva rischiato né su quanto aveva sofferto chi la amava. Piange di nuovo, ma non di gioia come quando è entrata Fukiko, ma per la disgrazia che poteva accadere, per i sensi di colpa, per le numerose cose belle che stava per perdere, non può replicare nulla, perché Takashi ha ragione….capisce quanto sta a cuore il suo benessere a tante persone e che proprio perché la amano sono state in pena. È triste perché sono state male per lei molte persone…è triste perché ora che si sentiva felice o almeno contenta stava per perdere tutto irreparabilmente per una sciocchezza, perché comunque l’aspetta un periodo impegnativo con la fisioterapia facendo così un bel passo indietro; dovrebbe essere felice perché è successo un miracolo, ma teme il futuro perché se è già stata aiutata dalla sorte così tanto già ora, il futuro dipende solo da lei, la fortuna non può aiutarti una seconda volta; Rei realizza che non può permettersi altri passi falsi, altri periodi di crisi, è piena di incertezze…Takashi continua a sbraitare “OOOHHH allora rispondi?!??! Non lo fare mai più, hai capito? Metti a posto il cervello, spero che durante l’operazione te l’abbiano almeno un po’ riaggiustato. Hai capito?…OOOHH parlo con te”, da come urla Kaoru e Nanako fuori della stanza sentono tutto e arriva in camerata un’infermiera.
“Esca subito, è questo il modo di parlare con la paziente? E poi ci sono anche le altre ricoverate…rispetto!!!!”
“Ha ragione, mi scusi, mi scusi, ma io …”.
“Se ne vada” gli intima l’infermiera col braccio teso verso la porta e Takashi esce.
 
La vista di Kaoru e Nanako insieme, delle sue carissime amiche, dei suoi angeli protettori,  risolleva Rei. A dispetto dell’operazione, delle flebo, dei farmaci per endovena, dei graffi sul viso, Rei ha sempre un bellissimo viso; pur essendo caduta a faccia in giù ha battuto prima sul torace e sul viso se l’è cavata con delle escoriazioni e un leggero trauma cranico praticamente risolto. Ha sempre i suoi splendidi capelli biondi mossi raccolti dalle infermiere in una treccia perché le diano meno noia a letto. Le amiche entusiaste sono intorno a lei, ridono, sono così emozionate che lì per lì non sanno cosa dirsi.
Nanako è molto elegante, doppio ombretto sfumato sulla palpebra caramello e verde bosco sopra i grandi occhi azzurri, labbra tinte di rosa antico, le porge un fascio di magnifici fiori di tutti i colori, margherite, girasoli, rose rosa e rosse, iris, giunchiglie…è un’immagine meravigliosa, sublime, da quegli occhi traspare un grande amore; in mezzo a quei fiori sembra una ninfa dei boschi; Nanako ama i colori, indossa sempre vestiti semplici ma nello stesso tempo dai colori sgargianti, quei fiori così colorati rispecchiano la sua indole. Voleva essere Rei ad averle portato dei fiori, ma siccome non c’era riuscita, glieli ha portati Nanako…
Nanako a un certo punto si lascia sfuggire delle lacrime, e cinge delicatamente con le sue braccia le spalle doloranti di Saint Just, che questa volta è costretta dai medici ad assumere molti farmaci; la flebo è infatti piena di antidolorifici soprattutto per i dolori alle spalle e al torace.
Quel lieve abbraccio di Nanako la rincuora e la riscalda, specialmente dopo la partaccia del fratello. Le vuole molto bene, ricambia completamente il suo affetto. Nanako ha in comune con Rei il fatto che entrambe manifestano anche fisicamente il loro affetto, comportamento non comune nei giapponesi. Nanako è “coccolona”, piace molto a Rei per questo. Rei non sa se invece la propria fisicità nel manifestare l’affetto alle persone è davvero tipica del proprio carattere o se è una reazione all’eccessiva solitudine patita.
Molto affetto si legge anche negli occhi di Kaoru che le mette al collo la collana col ciondolo portafortuna. Kaoru è meno “fisica” rispetto a Nanako, ma nei suoi occhi si legge tutto, è un libro aperto, e anche se, come tipico dei giapponesi, non ha tendenza ad abbracciare o toccare, ogni suo gesto è ugualmente carico di affetto e premura.
Come farebbe senza le sue fedelissime amiche? Si rende conto però di quanto le ha fatte stare in pena, loro, le compagne di scuola, la famiglia, poteva perdere loro e le esperienze meravigliose che le attendono.
“Ho rovinato il nostro incontro Nanako, ma io volevo portarti quei fiori e invece sei stata tu a portarli a me”.
“Non hai rovinato niente Saint Just, sei stata solo molto sfortunata. Fukiko mi ha dato i fiori che mi avevi comprato, li ho avuti lo stesso, e non sai che regalo prezioso sono per me”.
“Davvero li hai avuti?”
“Certo. Lo sai che quando alla televisione hanno parlato del tuo incidente hanno accusato la gestione stradale di aver costruito un parapetto troppo basso? Non è la prima volta che da lì cadono delle persone”.
“Hanno parlato di me alla televisione?”
“Sì – interviene Kaoru - l’incidente è stato comunque brutto ed è stata l’occasione per l’ennesima denuncia sulla cattiva gestione dell’urbanistica cittadina, non possono costruire parapetti così bassi, se un passante si sporge un minimo cade, specie se in quel momento passa un treno come nel tuo caso. Forse se non fosse passato il treno non avresti perso l’equilibrio, ma col passaggio del convoglio si è creato un grande vortice di velocità, come una forza centripeta che ti ha attratto e fatto precipitare, rimbalzare sul tetto del treno facendoti volare come un uccello addirittura sopra l’altezza del parapetto e quindi cadere accanto ai binari”.
“Signorina Orihara hai confermato la tua predilezione per le materie scientifiche con questa breve lezioncina di fisica”, commenta ironica Rei.
Le ragazze ridono, la tensione è smorzata, Rei anche ai tempi dell’ossessione per Fukiko aveva dei momenti in cui voleva fare la spiritosa, rari momenti di allegria e spensieratezza.
Rei continua a scherzare “allora se sono andata in televisione sono famosa?” 
“Sì, sei un personaggio”, ridono ancora; Rei ride a dispetto del dolore che comunque un po’avverte alle costole e al torace, non essendo abbastanza forti gli analgesici per annullarlo del tutto.
“Prima di cadere a terra sono rimbalzata sul margine del tetto del treno di passaggio; ma se invece fossi caduta al centro del tetto, sarei rimasta direttamente lì, chissà dove sarei finita  e quando si sarebbero accorti di me”.
“Già”, le ragazze un po’ si incupiscono…
“Ora che me lo ricordate, è vero, dopo essere caduta di spalle sul tetto del treno, sono rimbalzata in alto, mi sembrava di avere nel viso il sole e ho rivisto mia madre…poi il precipizio”, Rei realizza sempre di più il grande pericolo scampato. Meno male le sue amiche sono con lei, ha ragione Takashi, è stata sconsiderata a sporgersi a quel modo, quanto ha rischiato…di nuovo i sensi di colpa e il senso di terrore e di vuoto, che stava per perdere tutto “scusatemi, tutto questo disturbo e angoscia per me”.
“Se ti riferisci alla scenata di tuo fratello, è stato senz’altro uno sfogo, non sai quanto piangeva l’altra sera mentre ti operavano” interviene Kaoru
“E’ vero” aggiunge Nanako.
“Ha dovuto sfogare la tensione, era ossessionato dal tuo stato di salute, è il tuo fratello maggiore, non può mostrarsi debole davanti a te, e ha reagito così perché altrimenti avrebbe ceduto e avrebbe pianto, ma non ti devi sentire in colpa, è stata una disgrazia”, spiega Kaoru che col suo solito ottimismo prosegue “tutto è bene quel che finisce bene, rimettiti il prima possibile, dobbiamo allenarci, almeno alle partite finali invernali di palla a spicchi devi essere presente…e poi adesso sei anche tu protetta dalla gnomo portafortuna”. Rei stringe lo gnomo nella sua mano, stringere è una parola grossa, è talmente debole e dolorante che lo preme appena, ma si sente già rasserenata.
“E’ vero, senza di te la squadra non può andare avanti, inoltre abbiamo un appuntamento in sospeso…” prosegue Nanako.
Rei è felice, commossa, determinata ora più che mai a reagire. Dalla morte di sua madre aveva conosciuto soltanto tristezza, senso di abbandono, vuoto e un’infinita solitudine, non si sentiva amata, ma rifiutata, un peso e una vergogna, trovava un po’ di conforto solo in Kaoru che si era comportata come una vera sorella.
Arriva l’infermiera, è tempo di congedarsi per le sue amiche sennò si stanca troppo. Avrebbe voluto durasse in eterno quella visita, ma effettivamente ora era davvero stanca.
“Ci saranno tante occasioni Rei, vedrai, recupereremo” sorride Kaoru.
“E’ vero Saint Just e poi devi riposare anche perché al passo di domani arriveranno anche alcune tue compagne di scuola, quindi rimettiti in forza”.
Rei è felice “tornate presto mi raccomando”.
“Certo. Non ti libererai mai di noi; siamo o no i tuoi angeli custodi?” ride principe Kaoru; è davvero una principessa da quanto è buona, la principessa della bontà, ed è una principessa anche Nanako, bella ed elegante.
Rei rimane sola e malinconica. Anche se ha mal di testa, pensa…Adesso ha recuperato il rapporto con la sorella, ha vinto la soggezione nei suoi confronti e nello stesso tempo capito di essere sempre stata amata da lei, ha ripreso il basket, iniziato una nuova amicizia con Nanako, una ragazza che però ultimamente le aveva fatto una strana impressione; si sofferma su questo particolare, all’inizio le voleva bene come a una persona fidata con cui senti può nascere un legame di amicizia, si era sempre più affezionata, fu solo infastidita quando le disse quel “ti amo” al parco il giorno in cui insieme marinarono la scuola, infastidita perché in quel periodo era a completa ed esclusiva disposizione della sorella da cui non si sentiva amata, senza l’amore della sorella non voleva l’amore di nessun altro, quasi fosse una sua colpa non essere amata dalla sorella e quasi tale mancanza di amore significasse non meritare l’amore di nessuno. Le ultime volte però, specie dopo aver cominciato a chiarire la sua posizione rispetto alla sorella, aveva visto Nanako diversamente, le voleva bene sì ma con un affetto diverso rispetto a quello provato per Kaoru o per le amiche che aveva avuto prima di entrare al Seiran, non capiva la ragione visto che anche Kaoru aveva fatto moltissimo per lei. Prima di telefonare a Nanako o vederla sentiva il cuore battere, o delle farfalle nello stomaco, o comunque un misto di entusiasmo e ansia, una sensazione difficile da descrivere, strana e piacevole allo stesso tempo, non le era mai successo con nessuna persona. Ora però scaccia subito questo pensiero perché non è il momento, è troppo scossa per l’incidente, i pericoli scampati, i rimproveri del chirurgo e del fratello, e la prospettiva di una lunga e impegnativa fisioterapia perché si è rotta diverse ossa.
Un altro pensiero sorge nella sua mente profonda e riflessiva; Rei pensa che se è scampata a un così terribile incidente, se non ha riportato danni permanenti, un motivo ci deve essere, nulla succede per caso. Sia in un sogno avuto prima dell’incidente sia mentre cadeva verso i binari ha visto sua madre, sua madre che l’ha cresciuta con molto amore, che l’ha desiderata più di ogni cosa; dopo che le era stata strappata Fukiko sua madre volle un’altra figlia per supplire a quell’assenza straziante, a quel furto profondamente crudele e ingiusto inflitto dalla cattiveria ancora solida nella prima metà degli anni ‘70, nessuna figlia poteva essere stata desiderata da una madre più di lei; sua madre le è apparsa per farle capire che la protegge, anche se non c’è più fisicamente, comunque c’è in un’altra dimensione, non la vede, ma c’è.
“Se ero destinata a morire – pensa Rei – non avrei visto mia madre, l’avrei rivista direttamente una volta morta; invece lei mi è apparsa per dirmi che mi protegge, che ancora devo stare qua, badare all’altra sua figlia, mia sorella Fukiko, che non devo preoccuparmi, è lei che proteggendomi ha fatto in modo che fossi ancora qui, è lei che mi ha messo dietro dopo la sua morte i miei angeli custodi Kaoru e Nanako, perché il mio primo e più grande angelo custode è proprio mia madre … ho solo 17 anni, tutta la vita davanti, un’infinità di occasioni e ho rischiato di non avere più a disposizione neanche un istante; ho buttato via tre anni, rovinando la mia salute con pillole chimiche, alcool, tabacco e una scarsa alimentazione, ho rischiato di morire anche con questo incidente, ma d’ora in poi cambierà tutto, con la scuola, le amicizie, lo sport, voglio vivere a pieno più che mai la mia vita e non perdere più occasioni perché ogni lasciato è perso, devo farlo come atto di amore verso le mie amiche, verso i miei fratelli ma anche verso di me e devo essere grata a mia madre, devo farla essere fiera di me”. Questo pensa la dolce Rei pronta a recuperare il prima possibile e a sfruttare al massimo la sua seconda possibilità. Stringe come può lo gnomo ciondolo della collanina regalata da Kaoru, si sente protetta e più serena, è come se Kaoru fosse sempre con lei; non sa ancora o comunque non ricorda di essere apparsa a Kaoru nel momento dell’incidente…           
Contempla poi i fiori di Nanako, chiederà a un’infermiera di metterli in un vaso.
Mentre pensa queste cose la dolce Rei si rasserena, vede le altre pazienti della camerata alcune assopite altre particolarmente sofferenti o preoccupate, alcune forse non potranno recuperare, hanno avuto interventi per gravi malattie inguaribili giusto per avere qualche mese di vita in più (così sente dire in qua e là durante le visite dei medici), le guarda e sorride a quelle di cui incrocia lo sguardo, un sorriso in un momento di sconforto non basta ma aiuta…e la dolce Rei lo sa….
 

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Capitolo 3
*** Un bel prepotente ***


Rei durante la sua degenza in ospedale riceve visite da amiche, compagne di scuola, fratelli, solo da una persona a distanza di una settimana dall’incidente non ha ricevute visite : il padre. Eppure il padre appena saputo dell’incidente si era precipitato in Giappone da Londra col primo aereo e a distanza di 24 ore dall’incidente era già all’ospedale. Chiaramente Takashi e Fukiko durante le visite ai passi giornalieri avevano informato la sorella di questa circostanza, perché sapesse che il padre era presente, che la sua famiglia intera era con lei. Ma…ancora dopo una settimana non si è fatto vedere…
Il dr./ing. Mushanokoji Ichinomiya ha due lauree, una in economia e commercio e l’altra in ingegneria gestionale. Appartiene a una famiglia estremamente benestante, che navigava nell’oro nel vero senso della parola, aveva frequentato collegi esclusivi, le migliori università del paese con perfezionamenti all’estero e aveva incrementato e sviluppato le industrie di famiglia specializzate in meccanica ed elettronica, ha molto fiuto per gli affari, grande spirito imprenditoriale, e le ricchezze di famiglia già immense le ha praticamente triplicate con lo sviluppo dell’import-export.
Si era sposato tardi, 40 anni nel 1963 era considerata un’età un po’ avanzata per sposarsi; due anni prima aveva conosciuto la sua futura moglie, Hikari, una ragazza di 24 anni, laureata in chimica, dipendente di una azienda farmaceutica.
La moglie amava molto il suo lavoro e non voleva lasciarlo, ma il dr. Ichinomiya le disse che lui era così ricco che non c’era bisogno lavorasse, poteva stare a casa servita e riverita dai loro numerosi collaboratori domestici, coltivare hobbies e tutt’al più dedicarsi alla beneficenza. La signora però non intendeva rinunciare alla sua indipendenza economica e al suo lavoro, pertanto, raggiunsero un compromesso : avrebbe lavorato part-time. Nel 1968 era nato Takashi, il primo figlio, e verso il 1972 i coniugi decisero di avere un secondo figlio, quando ….
Il dr. Ichinomiya pensava molto per sé, aveva concesso con ritrosia alla moglie di continuare a lavorare part-time, doveva avere tutto sotto controllo, si doveva fare tutto come diceva lui perché era lui che pagava e metteva a disposizione i mezzi di sostentamento; pensava poi di pulirsi la coscienza regalando un viaggio o un gioiello; lui poteva andare fuori città e soprattutto all’estero per lavoro quanto voleva, dimenticandosi di moglie e figlio, però la moglie doveva stare a casa ad aspettarlo e rinunciare ai suoi sogni. Prima diceva alla moglie che voleva coprirla di soldi e regali - cosa che faceva - , però poi con la stessa scusa non voleva lavorasse, non voleva avesse un’autonomia, pretendeva le andasse per forza bene tutto ciò che lui faceva. “Con tutti i soldi e il benessere materiale che ti metto a disposizione, almeno fai come dico io…se vuoi continuare a vivere in questo benessere, non ti lamentare se vado spesso fuori per lavoro…dai, poi quando torno ti porto una collana di diamanti che ti accecherà da come sarà brillante”, e così via. Era convinto di poter comprare e sottomettere le persone, come le cose, con la sua ricchezza, il suo potere economico e il prestigio sociale.
Il dr./ing. Hichinomiya trascurava la moglie anche nei rari momenti in cui non lavorava, perché non poteva certo rinunciare a giocare a golf, a tennis, a frequentare il circolo degli intellettuali, e si divertiva - in totale spregio dell’amore e della dedizione della moglie e anche del figlio - a corteggiare e fare il cascamorto con ragazze molto giovani, persino davanti alla moglie; “cosa vuoi cara? le ventenni sono le ventenni…”.
La moglie, Hikari, pur sentendosi spesso sola e incompresa, era, però, perdutamente innamorata, e anche se non era contenta della sua situazione, amava così tanto quel marito maturo di 14 anni più grande di lei, che gli perdonava tutto, lo amava nonostante tutto. Non riusciva a vivere senza di lui, era un amore sconfinato. Inoltre, tutta quella ricchezza e quegli agi, che le consentivano di non stressarsi per il lavoro e coltivare tutti gli interessi che voleva, in fondo non le dispiacevano.
Intorno al 1970 gli Ichinomiya avevano assunto fra i collaboratori domestici la signorina Keiko Asaka, giovane diciannovenne, che finite le scuole elementari era andata subito a lavorare prima in una sartoria, poi in una fabbrica di abiti, infine era giunta a lavorare presso la tenuta degli Ichinomiya. Visti i suoi precedenti lavori, era una bravissima sarta e sistemava e preparava spesso bei vestiti per la signora Ichinomiya, oltre a rassettare la casa e cucinare con il resto dell’entourage.
Era una ragazza molto bella e affascinante oltre che molto più giovane della moglie; nel 1970, infatti, Hikari aveva 33 anni, era sì sempre giovanissima, ma per il dr. Ichinomiya le donne non erano mai abbastanza giovani; del resto ripeteva sempre alla moglie “le ventenni sono le ventenni”.
Keiko era una ragazza molto seria e morigerata, ma era letteralmente assillata dal suo datore di lavoro. All’inizio ne era infastidita e pensava di licenziarsi, poi però iniziò a pensare che il dr. Ichinomiya fosse interessato a lei come un padre spirituale; era sempre premuroso con lei, sapeva che aveva una situazione familiare difficile, con problemi finanziari notevoli, e le dava cospicue mance per aiutare la famiglia di origine. Cominciò a volergli bene come a un padre; il padre di Keiko era infatti morto in un incidente sul lavoro quando lei aveva solo 1 anno e le era sempre mancata una figura paterna di riferimento. Cresciuta senza padre, con la madre che con difficoltà sbarcava il lunario a causa di problemi respiratori congeniti e di debiti pregressi contratti dal padre, Keiko inviava alla madre buona parte del suo stipendio.
Il dr./ing. Ichinomiya inoltre sollecitava i suoi interessi culturali, regalandole libri, dischi di musica classica, raccolte di poesia, perché sapeva quanto Keiko amava la cultura e quanto le sarebbe piaciuto proseguire gli studi. Poco dopo Keiko si innamorò suo malgrado del suo datore di lavoro; pur avendo 30 anni più di lei, il suo datore di lavoro era ancora affascinante, era il suo principe azzurro, ma era un amore che voleva tenere nascosto essendo rivolto a un uomo sposato con prole.
Il dr. Ichinomiya se ne accorse, e nel suo egoismo, nel suo considerare le persone oggetti da sfruttare a suo piacimento con la scusa che poi li aiutava e sostentava economicamente, le fece credere che avrebbe lasciato la moglie per lei e iniziò una relazione sentimentale clandestina, giocando coi sentimenti della ragazza. Voleva avere una ragazza bellissima e super giovane a sua disposizione per evadere dalla routine coniugale e ammortizzare il suo massacrante lavoro.
Quando Keiko si accorse di essere incinta, il dr. Ichinomiya le inventò che non poteva lasciare la moglie perché soffriva in maniera grave di nervi…Keiko aveva capito di essere stata ingenua…Ma il dr. Ichinomiya era terrorizzato dallo scandalo, un figlio clandestino con una collaboratrice domestica, un uomo prestigioso e altolocato come lui…non poteva abbassarsi…fece leva sulla bontà d’animo e purezza di sentimenti di Keiko, e soprattutto – azione particolarmente meschina - sulla sua solitudine, perché Keiko aveva la madre lontana e malata, il padre praticamente mai conosciuto perché morto molto presto, figlia unica; la convinse, perciò, a dare in adozione a sua moglie il figlio in arrivo, le spiegò che restando a lavorare come collaboratrice domestica l’avrebbe visto crescere, sarebbe stata la tata di riferimento; le spiegò che oltre che per i problemi di nervi della moglie, un uomo come lui con uno scandalo del genere avrebbe potuto vedere gravemente compromessa la sua carriera economica, poteva cadere in disgrazia, e poi c’era l’altro figlio, il suo in arrivo, doveva dare loro il massimo a livello economico, se cadeva in disgrazia : poveri bambini, chissà che fine avrebbero fatto… che bugiardo e opportunista……
Dal canto suo la moglie Hikari, pur furibonda per il tradimento del marito, ne era comunque molto innamorata; purtroppo, sapeva che non era la prima volta che la tradiva ma per amore aveva sempre fatto finta di non vedere; ciononostante non riusciva a smettere di amarlo, anzi lo amava al punto di pensare di essere stata lei la causa del tradimento perché magari a volte l’aveva accusato di trascurarla o perché aveva proseguito pur se part-time a lavorare. In fondo avevano già deciso di avere il secondo figlio e quindi avrebbe accolto il figlio di Mushanokoji e Keiko; i figli sono di chi li cresce non di chi li fa, sarebbe stato perciò suo.
Keiko con grandissimo dolore acconsentì a dare in adozione il figlio in arrivo. Dette in adozione la figlia Fukiko una decina di giorni dopo la sua nascita, fu un dolore devastante, straziante, anche se vedeva crescere sua figlia tutti i giorni ed era la sua tata, non era come averla con sé, sentirsi chiamare e riconoscere come madre, aveva subìto una delle peggiori perdite. Visto il suo grande amore per Mushanokoji e l’accondiscendenza a ogni sua richiesta, gli chiese però lei un’unica cosa, lo supplicò piangendo di darle la possibilità di avere un altro figlio, un figlio che crescesse da sola, tutto suo, per colmare la mancanza incommensurabile di Fukiko, la figlia che sarebbe spettata a lei. Keiko del resto aveva sempre desiderato dei figli specie con l’uomo che amava.
Il dr./ing. Ichinomiya acconsentì e poco dopo un anno la nascita di Fukiko nacque Rei che come promesso fu lasciata alla madre biologica. Poiché questa figlia non era destinata alla sua famiglia ufficiale, il dr. Ichinomiya si era sempre limitato a dare a Keiko un assegno mensile per mantenerla dignitosamente e a informarsi sullo stato di salute della fanciulla, ma non era mai andato a trovarla, ogni tanto la spiava da lontano giusto per vedere di persona come stava e che aspetto avesse. Apparentemente sembrava che la nascita di Rei fosse stato un semplice favore fatto a Keiko che non lo riguardasse, come se i suoi veri figli fossero solo Takashi e Fukiko, quelli ufficialmente suoi e della moglie.
Aveva poi molto candidamente raccontato di Rei a Hikari, essenzialmente per chiarire le cose nel caso fosse morto ai fini della successione, senza scusarsi, senza aggiungere nulla, come se il tradimento dal marito verso la moglie fosse la cosa più normale del mondo.
In realtà Mushanokoji amava molto anche Rei, ma si sentiva talmente in colpa e talmente brutto dentro che non aveva il coraggio di affrontarla. Se l’avesse frequentata, si sarebbe scontrato col mostro che era stato, e un uomo d’affari spregiudicato come lui non poteva cedere ai sentimenti e avere delle debolezze.
Dopo la morte di Keiko e il trasferimento di Rei a casa Ichinomiya, si mostrava sempre imbranato e imbarazzato con Rei, che ora sapeva di essere sua figlia. Sapeva di essere profondamente in colpa, ma anziché rimediare e cercare di stabilire un rapporto con lei come con gli altri figli, preferiva nascondersi dietro il lavoro e dichiararsi sempre di fretta e in premura per il lavoro ogni volta che Rei appariva davanti a lui.
Quando Rei chiese di andare a vivere da sola, non si pose alcuna domanda e ben volentieri acconsentì all’assurda richiesta di una bambina di 14 anni che chiedeva di andare a vivere da sola in appartamento; per Mushanokoji contava soltanto evitare di vivere tutti i giorni attraverso la visione di Rei i suoi nascosti grandi sensi di colpa; sapeva in fondo di essere responsabile del suicidio della madre di Rei, Keiko, che lui aveva trattato come capriccio e trastullo per quasi vent’anni dal 1970 al 1988 quando Keiko si suicidò; sapeva di avere impagabili debiti verso quella bambina. La richiesta di Rei pertanto fu una grande occasione offerta su un piatto d’argento e ancora una volta si liberò dal confronto con la dura realtà, con il suo animo povero anzi arido pensando di rimediare tutto coi soldi : un appartamento grazioso e ben arredato, affitto e bollette puntualmente pagati, soldi pronti per cibo, vestiario e imprevisti, pagamento della retta per studiare nel prestigioso educandato Seiran Gauken dove studiava anche l’altra figlia Fukiko a cui chiedeva via via notizie di Rei.
Mai una telefonata diretta alla piccola Rei, mai una visita, mai un regalo, mai un gesto di attenzione o di affetto.
Non è poi stato tanto migliore verso Takashi e Fukiko; poco dopo Keiko, sempre nel 1988 – anno bisesto anno funesto – morì anche Hikari, stroncata a soli 51 anni nel giro di 4 mesi da un tumore ai polmoni. Mushanokoji abitava già a Londra per lavoro, ma non pensò minimamente di tornare in Giappone per seguire i figli rimasti giovanissimi orfani di madre (Takashi 20 anni e Fukiko 15 anni), rimase nella City a seguire gli affari della sua principale società holding; tanto anche a Takashi e Fukiko pagava tutto, metteva molti soldi a disposizione, istruzione di alto livello e a differenza di Rei avevano pure collaboratori domestici… “cosa vogliono di più i miei figli?” pensava il dr. Ichinomiya “più di così non si può…”.
Il grande uomo d’affari spavaldo e senza scrupoli, protagonista del jet set, ormai stabilito a Londra, senza pensare alle esigenze dei figli oltretutto orfani di madre, credeva di essere a posto telefonando tutti i giorni a quelli ufficialmente della moglie, ovvero Fukiko – il suo occhio destro – e Takashi, e chiedendo notizie su Rei.
Per il resto c’erano i soldi …I soldi…come se i soldi facessero la felicità…
Da vigliacco ed egoista qual è, Mushanokoji ormai sessantottenne, pur angustiato profondamente per la salute di Rei e divorato dai suoi sensi di colpa, a una settimana dall’incidente non è ancora andato a trovarla. Ha parlato coi medici, si è già accordato per mandare la figlia una volta dimessa prima in un centro di fisioterapia e quindi per farla tornare ad abitare a casa sua seguita da ottimi fisioterapisti a domicilio e insegnanti privati per non perdere l’anno scolastico.
I medici lo hanno informato che Rei, a parte le ferite postume da incidente, deve fare una decisa cura ricostituente; le analisi del sangue non sono buone, è carente di ferro, di vitamine, si vede che aveva un’alimentazione povera e scarsa; inoltre, così giovanissima ha già fatto uso regolare di tabacco, alcolici e pillole di tutti i tipi compresi psicofarmaci, con la conseguenza che tende a rispondere più lentamente alla terapia farmacologica somministrata dopo l’incidente.
Ogni giorno il vecchio si ripromette di andare a trovare quella figlia troppo trascurata, e poi la sua codardia lo porta a rimandare.
Oggi però lo aspetta un duro confronto con la realtà, perché i conti con la realtà prima o poi si fanno sempre.
 
Finalmente il vecchio si è deciso ad andare a trovare Rei, si è fatto coraggio e ha vinto ogni ritrosia. Un super top manager come lui deve pur assumersi le sue responsabilità anche quelle più scomode. In fondo ha sempre amato anche quella figlia nascosta e deve dirglielo, deve finalmente chiudere i conti col passato, lo deve anche a Keiko che pur a modo suo lui aveva amato così come – sempre a modo suo - aveva amato Hikari…ma…giunto nel reparto di chirurgia viene richiamato dal primario. “Dr. Ichinomiya, venga…c’è l’assistente sociale, che vuole parlarle”.
“Assistente sociale?”
“Sì, esatto”
“E per quale ragione? Cosa vuole?”
“Venga e ci parli”.
Mushanokoji si sta avvicinando nervoso alla stanza e pensa “chi è quella perdi tempo? sono un uomo d’affari a livello internazionale, sono il numero 1, l’imprenditore più stimato e invidiato, devo andare da mia figlia incidentata e un’assistente sociale mi fa perdere il mio prezioso tempo, ora la liquido io …”.
Il primario che lo accompagna apre cortesemente la porta dove l’assistente sociale lo aspetta. Appena ne incrocia lo sguardo scatta un’immediata reciproca antipatia a pelle.
“Buongiorno dr. Ichinomiya”, tono deciso e indolente quello dell’assistente sociale. Chinano entrambi la testa come gesto dovuto.
“Posso sapere a cosa devo questa convocazione? Perché sa ho un’agenda molto ricca di impegni, e desideravo andare a trovare mia figlia prima di tornare al lavoro”.
“Ah…quindi oggi andava a trovare sua figlia? Era l’ora dopo una settimana”.
“Nessuno le ha chiesto dei commenti, mi dica velocemente cosa vuole e vediamo di perdere poco tempo, perché io - sa – non so lei – ma io non posso permettermi di perdere neppure un minuto”.
La dottoressa lo guarda con sfida e gli risponde “ha ragione, veniamo al dunque, e mi ascolti bene”.
“Cambi tono dottoressa, io non prendo ordini da nessuno, sono io quello che comanda nelle mie numerose aziende, sono io a comandare e a essere il capo, e siccome il capo sono io decido io”. “Be’, io non sono uno dei suoi dipendenti o per meglio dire sottoposti, e siccome oggi qui nel mio lavoro il capo sono io, decido io e adesso mi ascolti bene”.
“Ma guarda un po’ … allora cosa vuole?” risponde con tono aggressivo il vecchio.
“Dr. Ichinomiya” interviene il primario presente al colloquio “come le dissi Sua figlia Rei presentava al momento dell’incidente un quadro clinico non adatto alla sua età per ragioni indipendenti dall’incidente; è sotto peso, una ragazzina di 17 anni, alta 1m e 76 cm, che non pesa neanche 50 kg., pochi globuli bianchi, carenza di ferro e vitamina D, ves e creatinina un po’ troppo alte, altri valori ematici non proprio a norma che è ora inutile spiegarle non essendo lei del mestiere, fegato ingrossato un po’ sofferente, ma tanto le darò la cartella clinica. Parlando con Rei, ci ha chiarito che fino a poco tempo fa ha fumato qualche volta pure fino a un pacchetto di sigarette al giorno, anche se dice che ora ha smesso, ci ha poi confessato di aver preso fino a neanche un mese fa sonniferi, tranquillanti, antidepressivi, analgesici, emopoietici e chi più ne ha più ne metta, di aver assunto diverse volte alcol qualche volta anche un paio di bicchieri al giorno… inoltre, ci ha confessato che non le piace mangiare, che mangia giusto qualcosina alla mensa del semiconvitto per stare in piedi, il minimo indispensabile, e ultimamente quello che le porta a volte una sua amica di scuola una certa Nanako Misonoo ma mangia più per far piacere all’amica che a se stessa perché ha ripetuto che non le piace mangiare….ne sa nulla dottore?”
Mushanokoji è sconvolto “io non ne so nulla, ma come è possibile ??? io …. Io non so….”.
“Dr. Ichinomiya se sua figlia ha tenuto questi comportamenti sbagliati è perché non è seguita, è abbandonata a se stessa; come medici ospedalieri pubblici ufficiali siamo costretti a segnalare ogni caso che può configurare un abbandono di minori al Tribunale per i Minorenni e quindi agli assistenti sociali”.
“Che cosa avete fatto????” il dr. Ichinomiya si sta infuriando.
A questo punto interviene di nuovo l’assistente sociale : “ho parlato già con gli insegnanti di sua figlia, dicono che è una ragazzina molto vispa, è studiosa, ma ha un po’ troppo frequentemente mal di testa, ha il vizio di marinare la scuola di tanto in tanto persino nei giorni delle verifiche, tanto che a volte devono fare delle sessioni di verifiche a parte per lei; ha quasi la media del 7 ma con le sue capacità potrebbe avere voti più alti specie in matematica, materia per la quale sarebbe portata, ha voti eccellenti solo a musica e francese, però potrebbe averli anche nelle altre discipline; inoltre, è sempre triste, si veste a lutto, con completi neri, spesso si isola, insomma sembra una ragazzina davvero molto malinconica in cerca di un affetto che non osa chiedere”.
Per tutto il tempo Mushanokoji ha lo sguardo sul pavimento e balbetta “ma sono ragazzi, i ragazzi sono strani…”.
“Dr. Ichinomiya per quale motivo Rei non vive insieme agli altri Suoi figli?”
“E’ stata lei a voler vivere da sola, quando sua madre buon’anima si suicidò 3 anni fa, l’avevo presa a vivere con me e gli altri due miei figli, con me …ehm…io da anni lavoro a Londra, sa sono un top manager, capo di una catena di industrie, sono il numero 1”.
“Dr. Ichinomiya non mi interessa il suo curriculum professionale, le ho fatto un’altra domanda”.
“Sì ho capito…dicevo … Rei ha chiesto di vivere da sola e allora le ho preso in affitto un graziosissimo appartamento alla Maison d’Etoile, pago affitto, bollette, retta scolastica al prestigioso Seiran Gauken del cui consiglio direttivo faccio parte, economicamente non le manca nulla, le passo un bell’assegno per comprarsi vestiti, mangiare”.
“Dr. Ichinomiya!” il tono dell’assistente sociale è decisamente iroso e alterato.
“Ehi che toni sono questi? Poi con uno come me!”
“Lei manda a vivere da sola in appartamento una bambina di 14 anni tra l’altro appena rimasta orfana della madre???? Quando si va ancora a scuola non si può andare a vivere da soli, si è troppo piccoli, a quell’età devi essere seguito costantemente, nei compiti, nelle amicizie, nella salute, all’università puoi andare a stare da solo, a scuola no, ma poi Rei all’epoca era ancora alle scuole medie, ma dico io…”.
“Senta l’ha detto lei che Rei è vispa”.
“Rei è poco più di una bambina” l’assistente sociale grida quasi “se proprio non voleva stare con voi poteva metterla a convitto, il Seiran ha anche il convitto per le educande fuori sede, vengono da tutto il Giappone a studiare lì; visto che Lei ha tanti soldi poteva pagarle la retta del convitto anziché la retta del semiconvitto, in collegio sarebbe comunque stata seguita e non si sarebbe sentita sola. Ma si rende conto ha mandato a vivere da sola una bambina di 14 anni ? E comunque anche il collegio rappresenta la soluzione giusta se si studia lontano da casa, ma non quando la propria casa, la propria famiglia è nella città dove si studia. Se Lei ci teneva a Sua figlia doveva convincerla a restare a casa con gli altri figli; col suo comportamento freddo e distaccato non ha facilitato nemmeno i rapporti fra fratelli. I professori mi hanno detto di aver intravisto a volte Sua figlia Fukiko prendere in giro Rei oppure vedevano le sorelle parlare insieme e dopo Rei piangeva, si rende conto cosa deve aver sofferto quella povera ragazzina? Le muore la madre a soli 14 anni, addirittura assiste al suo suicidio – trauma ancora peggiore - , non si vede accettata dalla sorella che la prende in giro e si diverte a farla piangere, vive sola come un cane in un appartamento, quando a quell’età non sai cucinare, non sai gestire un appartamento e non hai neanche tempo di fare tutte queste cose perché Rei frequenta il liceo e ha molti compiti, non ha certo tempo di star dietro a una casa, si ammala e sta sola, si rompe qualcosa in casa e non sa come fare…abbiamo fatto un sopralluogo nell’appartamento : lo sa che in cucina è rotto l’impianto elettrico e da una parte c’è una torcia? Lo sa che la caldaia funziona male e Sua figlia fa spesso doccia e shampoo freddi? E lo sa perché? Perché non regola mai la pressione della caldaia, perché nessuno le ha insegnato queste cose e così rischia di ammalarsi. Lo sa che la casa è piena di specchi probabilmente perché, vedendo la sua immagine riflessa più volte, Rei si sente meno sola? …e tutte quelle pillole che ha assunto fino a poco tempo fa? Quegli analgesici che è costretta a prendere perché praticamente convive col mal di testa? E i tranquillanti e antidepressivi sempre a portata di mano perché è una ragazza tristissima che non ha nessuno con cui confidarsi e parlare e si sente rifiutata e abbandonata dalle persone che dovrebbero seguirla e averla a cuore di più? L’alcool? Il fumo? Lo sa che un mix del genere a quest’età può significare che Sua figlia prima dei 30 anni si può trovare con la salute inesorabilmente compromessa? Ma non le importa nulla della salute di sua figlia? Non le importa nulla del suo stato d’animo, dei suoi dispiaceri? ma roba da matti…ma certo il grande Mushanokoji Ichinomiya, capo delle migliori industrie elettroniche e meccaniche giapponesi, membro o addirittura presidente delle associazioni nazionali di categoria, si lava la coscienza coi soldi…”.
“Io non le permetto…” balbetta Mushanokoji guardando il pavimento quasi piegato in due dalla vergogna, la verità fa troppo male e lui ne ha combinate grosse…
“Lei ha umiliato Sua moglie Hikari tradendola alla luce del sole, ha sedotto, illuso e umiliato la sig.na Keiko Asaka spingendola al suicidio, Lei si è sempre disinteressato della Sua figlia naturale Rei, ha fatto adottare Fukiko da Sua moglie facendo leva sul grande amore di Sua moglie che se lo lasci dire Lei non meritava”.
“Come fa a sapere dell’adozione di Fukiko?”
“Dottore noi degli enti pubblici sappiamo tutto…la clinica dove è nata Fukiko non ha certo falsificato i dati. Piuttosto, ha considerato l’altra sua figlia Rei come un trastullo da regalare alla sua amante, non ha pensato che è Sua figlia come gli altri”.
“Ma io le voglio bene”.
“Ma non glielo dimostra affatto, anzi l’ha umiliata e trascurata; morta Keiko Asaka, ha considerato Rei un peso che poteva oscurare la sua immagine di top manager perfetto e ha accondisceso alla richiesta di Rei di vivere sola non per viziarla ma perché a Lei faceva comodo per il Suo orgoglio ed egoismo, e non ha capito che quello di Rei non era un capriccio ma una richiesta dettata dal fatto che quella povera bambina non si sentiva voluta, il padre la ignorava, la moglie del padre si sentiva a disagio, la sorella era ambigua…Rei si aspettava di sentirsi dire di rimanere a casa, di essere amata, e invece vedendo soddisfatta la sua richiesta ha avuto la conferma di non essere desiderata, allora piange, mangia poco, si veste a lutto, non cura la sua salute, si lascia andare, si imbottisce di pillole per riuscire a studiare e andare avanti : tutto questo perché crede di contare poco. Inoltre, tende a isolarsi perché vedendosi rifiutata dalla famiglia non pensa di meritare l’amore di nessuno. I professori mi hanno detto che ha trovato dei veri angeli custodi nelle compagne Kaoru Orihara e Nanako Misonoo, ma la famiglia dov’era? Deve essere la famiglia il primo angelo custode…né Lei è mai intervenuto con Fukiko”.
“Io non sapevo nulla dei dispetti di Fukiko”,
“Ma per favore, è nella direzione della scuola e vuol farmi credere che non lo sapeva? io ho rimproverato anche i professori che non richiamavano Fukiko per questi dispetti, loro dicono che non volevano intromettersi in questioni familiari, ma la verità è che Fukiko è la figlia del super top manager Ichinomiya direttore nonché finanziatore dell’educandato e quindi è viziata anche dai professori, e se Fukiko ha maltrattato la sorella alla fine è colpa Sua dr. Ichinomiya perché vedendo il padre freddo e scostante con la sorella si è sentita autorizzata a pensare che quella sorella non contasse nulla e andasse trattata di conseguenza”.
A questo punto Mushanokoji ha un attacco isterico “adesso basta, con queste accuse assurde e campate per aria” gli occhi fuori dalle orbite iniettati di sangue, la voce cambiata, grida di pancia, la voce esce in falsetto, non si riconosce la sua voce “mi ha rotto le scatole, Rei è voluta andare a stare da sola e le ho dato un tetto in un bel quartiere e un bell’appartamento, se lo tiene male non è colpa mia, se quella sciocca vuole rovinarsi la salute con pillole e alcool non è certo colpa mia”. 
Viene interrotto bruscamente dall’assistente sociale “Sciocca? Sua figlia è trascurata e soffre le pene dell’inferno per l’abbandono subìto e lei ha il coraggio di chiamarla sciocca? Secondo lei è una sciocca una ragazza che suona violino, pianoforte e flauto traverso, che capisce sempre le cose alla prima e che è ammirata dalle compagne di scuola? Lo capisce che se non rende a scuola come potrebbe è per colpa Sua e di come l’ha trattata? Lo capisce che le pillole, l’alcool e il fumo le servono a stordire il suo dolore o forse peggio ancora a finire di distruggersi perché magari vede nel suo annientamento anche l’annientamento del suo dolore? Ma come fa a non avere un minimo di comprensione verso sua figlia e di autocritica?”
“Ma andiamo, ormai lo sanno tutti che fumo e alcool specie da ragazzini fanno male, e lo sanno tutti che si deve mangiare. Rei deve volersi bene e avere cura della sua salute come una ragazza matura della sua età, e poi la gente nel mondo muore di fame e stenti mentre lei ha tutto, se non mangia che le posso fare a quella piccola scriteriata”.
Lo incalza l’assistente sociale “continua a prendere in giro sua figlia con appellativi dispregiativi ecco perchè a Fukiko è venuto spontaneo fare i dispetti alla sorella. Ma possibile che Lei si rifiuta di capire pur di non assumersi le sue responsabilità? Possibile che scarica le sue colpe su chi ne è vittima pur di continuare a fare i suoi comodi e non riconoscere di aver sbagliato?”
“Io ho fatto il mio e ho la coscienza a posto, Rei ha bisogno di istruzione e ce l’ha, pure in un ottimo educandato, Rei ha bisogno di cibo e i soldi per mangiare ce li ha, Rei ha bisogno di vestiti e ce li ha, ha tutto quello di cui ha bisogno, istruzione, cibo, casa, utenze domestiche”.
“e ha bisogno anche del Vostro amore…….” aggiunge con aria rassegnata l’assistente sociale. 
Mushanokoji continua a urlare “senta dottoressa ma Lei lo sai chi sono io?”.
Si mette a urlare anche la dottoressa “certo che lo so, Lei è un bel prepotente, maschilista, egoista e patologicamente amorale”.
“Come osaaaa? Sopra di me non c’è nessuno, io sono il numero 1 in tutti i campi industriali a livello nazionale e internazionale”.
“Si calmi dottore” interviene il primario.
“Lei stia zitto che con le sue denunce assurde ha già fatto abbastanza danni, pensi a fare il medico invece che l’impiccione; quanto a Lei dottoressa si prepari perché la fo licenziare e non troverà più lavoro, si pentirà amaramente di essersi messa contro di me, perché chi si mette contro di me rimpiange di essere nato, smette di vivere, se lo ricordi bene”.
“Adesso il tribunale per i Minorenni e noi dei servizi sociali vigileremo perché Rei sia seguita come si deve e Lei sarà controllato puntualmente” prosegue l’assistente sociale.
“Vada a fare una girata” risponde Mushanokoji, che si alza di scatto e va via sbattendo la porta.
L’assistente è sconvolta “che uomo di niente; è pure rozzo e volgare. Ma come ha fatto a fare innamorare ben due donne oltretutto molto più giovani di lui e che sono arrivate a perdere la vita per lui?”
Il dr. Ichinomiya quando viene rimproverato reagisce offendendo e sbattendo la porta; queste reazioni avvengono soprattutto quando lui è perfettamente consapevole di essere in torto. Lui è il numero 1, nessuno deve permettersi di riprenderlo e criticarlo, il capo è lui e comanda lui, non accetta di essere contraddetto, nessuno deve azzardarsi; se gli fanno notare le sue colpe, anziché essere per una volta umile, risponde urlando e offendendo; poiché non ha ragioni per difendersi, allora con delle offese pensa di zittire e colpevolizzare chi gli fa notare i suoi errori; si tratta di un suo gioco psicologico perverso; urlando e offendendo pensa di rigirare le carte a suo favore facendo apparire nel torto chi lo riprende. Non riesce a convivere coi sensi di colpa e li scaccia con queste violenze psicologiche.
Fuori della porta trova Takashi e Fukiko, chiamati a rapporto anche loro dai servizi sociali in attesa del loro turno; hanno sentito tutto l’urlio e immaginano già cosa li attende; hanno l’aria sconvolta, e la faccia fissa verso il pavimento, si vergognano del padre, sanno che l’assistente sociale ha ragione. I tre non si dicono nulla, anche perché hanno tutti gli occhi in basso.
 
Fukiko e Takashi hanno l’aria dimessa quando entrano nella stanza dove si trovano il primario e l’assistente sociale. L’assistente sociale con loro è più morbida; sa che sono ragazzi e che se hanno sbagliato, ciò è da ricondurre essenzialmente alle colpe del padre.
Fukiko si mostra molto matura e assume la parola subito; diversamente dal padre non si nasconde dietro un dito, sa che i suoi errori sono ben conosciuti dall’assistente sociale. Si scusa, è pentita, dichiara di volere molto bene alla sorella, di essere stata insensibile ed egoista, vuole ricostruire un rapporto; pur essendo una ragazza molto orgogliosa e anche presuntuosa, dopo l’incidente di Rei sembra essere diventata più umile, la voce è triste e a momenti sembra stia per mettersi a piangere. Confessa di vergognarsi per come si è comportata, ma che cambierà tutto.
Takashi si impegna a seguire più assiduamente la sorella, visto che Rei perderà le lezioni a scuola per la fisioterapia; si impegna anche a studiare con lei matematica e in generale a fare il fratello maggiore; confessa di aver avuto la tendenza a trascurare la sorella perché come tutti i ventenni che vivono ancora in famiglia voleva dimostrare agli amici, specie a quelli studenti fuori sede, che era grande anche lui e che ormai aveva la sua vita totalmente autonoma; non si era reso conto che proprio comportandosi così si era dimostrato infantile e immaturo oltre che egocentrico; non aveva pensato che essere grandi non significa stare il più possibile lontano da genitori e fratelli, ma significa essere responsabili e soccorrere le persone in difficoltà a cominciare dai familiari.
L’assistente sociale ha una buona impressione dei fratelli e con le raccomandazioni del caso li congeda; sa che non hanno alcuna colpa; degli errori da ragazzi si fanno tutti…l’importante è rendersene conto quando si è ancora in tempo.
 
E la dolce Rei cosa sta facendo? Stamani l’hanno portata in una cameretta singola a pagamento sempre dentro l’ospedale. Proprio ieri è terminata l’osservazione in terapia intensiva; la famiglia l’ha messa in una camera singola, perché stia più tranquilla, riposi meglio e studi con serenità appena le compagne di scuola le porteranno le lezioni perse. È passata una sola settimana dall’incidente e ha ancora molti dolori specialmente al torace, alle spalle e al braccio sinistro. I farmaci la stordiscono molto e dorme parecchio, quando si sveglia sente dei fastidi sordi finchè gli analgesici hanno effetto, ma appena la flebo di analgesici si esaurisce inizia a sentire di nuovo i dolori. I suoi stati d’animo sono altalenanti. Ora è ottimista, vede la sopravvivenza all’incidente come un segno del destino, ricorda la sua felicità a fatica conquistata prima dell’incidente, deve reagire e continuare ad andare avanti, è forte dell’amore di sua sorella, di suo fratello, delle sue amiche, sa che la vita ti può sorridere. Ora è preoccupata e timorosa; proprio ora che la sua vita si stava regolarizzando, deve affrontare una dura fisioterapia, studiare da sola senza andare a scuola, non intraprendere una vita sociale e interrompere la palla a canestro. È vero che si tratta di una situazione provvisoria, però non durerà poco, sarà faticosa e stressante; gli antidolorifici non possono esserle somministrati 24 ore al giorno anche perché le intossicherebbero troppo l’organismo; inoltre, dicono i medici, deve comunque avvertire la sensibilità, anche per rendersi conto dal grado di dolore come sta andando la convalescenza. In questo momento, per esempio, ha molti dolori a volte talmente forti da toglierle il fiato e farle venire le lacrime agli occhi.
A volte pensa a quello che poteva accaderle se la caduta fosse avvenuta diversamente e si demoralizza, si spaventa, si sente completamente in balia del caso.
Da quando è nella camera singola si sente sola; nella camerata pur essendoci confusione si vedeva circondata da persone, sentiva tante storie, alcune anche senza rimedio, che la facevano sentire fortunata. Nella camera singola è più portata a pensare e a concentrarsi su se stessa; visto il contesto, non è proprio un bene.
È assalita dai suoi ricordi e riflette troppo sulla sua situazione, come chiunque al suo posto. Ha paura di essere abbandonata di nuovo, anche perché i suoi fratelli dopo aver trascorso con lei l’intera mattinata sono stati chiamati dall’assistente sociale. Al ritorno dal colloquio erano cupi, scossi, con lei gentili e anche scherzosi, ma lei leggeva preoccupazione nei loro occhi. Verso le 17 se ne sono andati per impegni di studio, si avvicinano le verifiche finali prima della pausa estiva e purtroppo devono rientrare a casa.
Forse l’assistente sociale li ha rimproverati? Avrebbero ricominciato a considerarla un peso e ad abbandonarla? E perché suo padre non è ancora venuto a trovarla?
Preme lo gnomo della collanina regalata da Kaoru; le viene in mente il monile che indossava sempre prima dell’incidente : il bracciale di Fukiko che si è staccato durante l’incidente ed è stato ripreso dalla sorella; un cambiamento nella sua vita. Lo gnomo di Kaoru la rassicura, spera venga il giorno dopo a trovarla, è la sua amica speciale. Pensa anche a Nanako, alle emozioni che le dà, e su cui ora non ha lo spirito per riflettere. È tempo di verifiche finali al Seiran prima delle vacanze estive e purtroppo sono tutte ultra impegnate con i compiti a casa.
Pensa che quando starà meglio, inizierà a fare i compiti per la scuola che la distrarranno e la terranno impegnata e magari riceverà più visite, almeno lo spera, ha sofferto troppo la solitudine, ha un immenso bisogno di amore e compagnia, è terrorizzata dall’idea di ritrovarsi sola di nuovo specialmente quando guarirà. E chi non lo sarebbe al suo posto?
 
Nel frattempo il vecchio, che si era degnato quella mattina di decidere di andare a trovare la figlia, preso dall’acceso litigio con l’assistente sociale e le offese al suo orgoglio, è tornato al suo lavoro, dimenticandosi della figlia; ancora una volta lui viene prima di tutto; ogni scusa è ottima per non assumersi le sue responsabilità. Mushanokoji sa benissimo che in fondo l’assistente sociale ha perfettamente ragione, è stravolto, non vede l’ora di tornare a Londra. Tuttavia, verso le 18 si ricorda dei suoi buoni propositi… non può accampare la scusa del termine dell’orario di visita perché con la camera a pagamento può andare a trovare Rei quando vuole.
Ora è troppo agitato e nervoso per andare a parlarci, e forse è meglio lasciar perdere, magari lo odia…forse è meglio rimandare…ci penseranno i fratelli…ma…ecco che gli torna in mente l’assistente sociale; la verità fa davvero male, è stato davvero un essere spregevole, forse un bel rimprovero era quello che ci voleva.
In fondo vuole bene a quella figlia e ha anche sempre provato una certa compassione per lei. Questa compassione era dettata dai suoi sensi di colpa con cui si rifiutava di fare i conti perché troppo orgoglioso e preso dalla sua carriera di super top manager. Ecco da chi Fukiko ha ereditato l’orgoglio. Non a caso con Fukiko ha sempre avuto un rapporto speciale, si intende con Fukiko molto più che con Takashi.
Alla luce dei rimproveri dell’assistente sociale decide però di assumersi le sue responsabilità, lo deve a Keiko arrivata a togliersi la vita per lui.
Chiama il suo chauffeur e gli chiede di riportarlo in ospedale. Si ferma davanti alla porta della camera di Rei, ha paura, trema….alla fine si fa coraggio, apre lentamente la porta, Rei si gira verso di lui, e lui si sente osservato da lei, non riesce a guardarla nel viso, sta a testa bassa, fissa il pavimento e non dice nulla.
Rei apre bocca per prima, è molto stupita dalla visita del padre, non se l’aspettava “buonasera dr. Ichinomiya”; questa frase è una pugnalata al cuore per il vecchio; era stato così freddo con la figlia che lei non lo riconosceva come padre; dopo un attimo di pausa prende coraggio e risponde “dammi del tu, chiamami papà” ora alza lentamente lo sguardo, si sente troppo in colpa e si vergogna infinitamente.
Rei lo sta fissando, non c’è rancore nel suo sguardo, ha lo sguardo buono come la madre, accenna un sorriso, forse è l’inizio di un nuovo rapporto.

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Capitolo 4
*** Ma cherie la poupee & Co. ***


Finalmente è arrivata : lei, l’unica, inimitabile, sempiterna in altre parole la mitica Cherie Poupée!
 
Il vecchio è molto imbarazzato nei confronti della figlia. Prova a intavolarci una conversazione, non sa cosa dirle, come porsi, sa quanto è stato vigliacco e pessimo con lei.
Rei è altrettanto sconcertata. Lo ha sempre visto da lontano e di sfuggita fino all’età di 14 anni. In quel brevissimo periodo che soggiornò da lui dopo la morte della madre ricorda era sempre molto imbranato con lei, evasivo, ogni scusa era giusta per scappare appena la vedeva, un’urgente telefonata di lavoro, un appuntamento di lavoro, parenti da visitare con la moglie, cene di lavoro. Al contrario quando suo padre incontrava gli altri figli – guarda caso – era sempre libero; lo sentiva parlare correntemente, specie con la sorella.
Rei non sa cosa dirgli, si aspetta sia lui a dirle qualcosa, non le sembra di provare niente di particolare per lui. È suo padre, ma non è mai stato presente; è una figura che ha sempre saputo esistere ma alla fine un perfetto sconosciuto. Lo guarda, è curiosa di vedere cosa nasconde nel suo sguardo, se magari può esserci qualche guizzo di affetto, un pentimento, un interesse. Lo guarda anche per capire cosa prova davvero lei, se indifferenza, rancore, affetto perché nonostante tutto è suo padre, il padre di Fukiko, l’amatissima sorella, soprattutto è l’uomo che sua madre ha amato fino al punto di suicidarsi; la madre di Rei si suicidò per lui, per non essere stata la sua sposa, lo amò più della propria vita, fino ad abbandonare le sue figlie, persino lei che era stata fortemente voluta.
Il vecchio comincia a fare delle domande. “Allora come stai? Ho saputo che mangi poco, devi mangiare di più, sennò dopo sei troppo magra e debole, ti ammali facilmente e non rendi come dovresti a scuola”.
Rei annuisce, il torace è dolorante, parla a fatica “mangerò di più, ci tengo alla mia salute”, risponde.
Inizia una serie a raffica di gaffe da parte del vecchio. “Vedi Rei oltre a mangiare, devi andare a scuola regolarmente, non devi né fumare né bere alcolici, devi smettere di prendere le pillole, sei una ragazza intelligente, spigliata, non capisco perché ti sprechi così e butti via la tua vita. Poi sei graziosa, perché vesti a lutto? Devi frequentare di più tua sorella Fukiko, ha lo stesso buon gusto per i vestiti di mia moglie, saprà darti ottimi consigli”. Rei è delusa, non una parola di conforto, non una parola di incoraggiamento, non una parola sulla sua salute, ma solo ramanzine sì in teoria anche meritate, ma non era questo il momento, visto anche come sta male fisicamente e visto che ha rischiato la vita. Inoltre, che c’entrano i vestiti?
Dal canto suo il vecchio siccome non sa che dirle, è capace solo di dare consigli a caso, persino sui vestiti, argomento assolutamente fuori luogo così come di pessimo gusto è il riferimento al buon gusto di Fukiko per l’abbigliamento ereditato dalla madre adottiva. Non avrebbe dovuto fare confronti fra sorelle mostrando come migliore quella delle due che ha allevato; ha poi descritto la propria moglie come madre di Fukiko, come colei che ha trasmesso il buon gusto per la moda a Fukiko, senza pensare che la vera madre di Fukiko non è sua moglie ma la madre di Rei.
“Sai adesso ti farò avere un bel po’ di soldi da quest’incidente; il parapetto del ponte sopra la ferrovia da cui sei caduta era troppo basso, altre persone prima di te hanno perso l’equilibrio e sono cadute, le autorità non lo hanno costruito a norma. Metterò tutto in mano a un mio amico legale e faremo vedere noi chi siamo agli uffici competenti, così imparano e una volta per tutte sistemeranno a regola d’arte questi ponti sulle ferrovie impedendo nuovi incidenti in futuro!” Questa volta Rei lo guarda veramente delusa; soldi, soldi, soldi. Rei desidera solo affetto e un rapporto umano, non le interessano i soldi. Le stanno salendo le lacrime agli occhi, le manca sua madre.
Il vecchio si sente imbarazzato, non sa più che dire.
A fatica prende la parola Rei. “Puoi dire a Fukiko di portarmi ma cherie la poupee?”
“Cosa? Chi è questa moi petit ta pouchette?”
Rei prova a scandire “Ma cherie la poupee”.
Il vecchio, che si vanta di conoscere inglese, francese, tedesco come il giapponese e di avere anche buone basi di cinese – almeno così dice… - insiste a chiedere “Chi è?”
Rei candidamente risponde “è la mia amata bambola, tengo molto a lei, mi fa compagnia, mi trasmette molta serenità e tranquillità d’animo, poi è bellissima, rischiara anche le giornate più buie e tristi”.
E qui arriva la gaffe più pietosa “ma cara hai 17 anni, sei grande per giocare con le bambole, che richiesta ridicola, non essere infantile, dopo questo incidente specialmente devi mostrarti matura e responsabile e pensare solo alla tua salute e alla scuola”.
“Io non gioco con le bambole ormai da anni; ma cherie la poupee però non è una bambola come le altre, ha un infinito valore affettivo, me la regalò Fukiko 3 anni fa quando mi trasferii alla maison d’etoile, mi disse che proprio attraverso ma cherie la poupee mi sarebbe stata sempre accanto e che quando sentivo la sua mancanza potevo parlare con ma cherie la poupee come se avessi parlato con lei, è stata un sostegno morale in tante occasioni, lei per me è importante”.
“Ma Rei che sciocchezze, basta con le bambole, ora puoi parlare con tua sorella di persona quante volte vuoi senza bisogno di sostituirla con un bambolotto, codesta petì puscè o come si chiama donala a una scuola materna o chiudila in soffitta, fanne ciò che vuoi ma liberatene perché sei grande e hai cose ben più importanti a cui pensare”.
Rei sta davvero per cominciare a piangere. Il vecchio se ne accorge, e da ottuso qual è rincara la dose “Figlia mia, devi studiare il più possibile, prendere ottimi voti dappertutto, fare una sfolgorante carriera, prendi esempio da Fukiko, hai la fortuna di avere una sorella formidabile; fuori dalla scuola dedicati all’arte, alla musica, alla moda, ai gioielli, e fra qualche anno inizia a pensare a un fidanzato, basta bambole, l’infanzia è finita, devi crescere. E basta coi capricci per il mangiare. Sai cosa faccio ti ordino un bel piatto di anko mochi (n.d.r. dolce giapponese con marmellata di fagioli rossi azuki) che ti dà forza e sostanza, altro che petì puscè”.
Fukiko, Fukiko, Fukiko, persino a Takashi, il figlio maggiore, porta sempre di esempio la sorella Fukiko, ma un conto è portarla di esempio a Takashi che ha visto crescere da sempre, un conto a Rei, quella figlia mai conosciuta davvero e solo vista qualche volta da lontano e di sfuggita, che aveva molto sofferto e che era stata ingiustamente abbandonata. Mushanokoji Ichinomiya, due lauree, grande uomo di affari, affermatissimo imprenditore internazionale, su tutto il resto è veramente un ebete, un cervello ristretto e banale; lui è la conferma che l’essere umano è settoriale, può essere molto bravo in dei campi e il nulla in altri, a dispetto di titoli di studio e carriera.
Inoltre – altra gaffe – raccomanda a Rei di dedicarsi alla musica; se avesse avuto un po’ di attenzione e riguardo verso l’assistente sociale non avrebbe mai fatto tale raccomandazione; l’assistente aveva detto che Rei era bravissima  a musica, sapeva suonare ben 3 strumenti.
Se avesse avuto poi un minimo di umanità e comprensione, avrebbe capito che Rei non era capricciosa col cibo, ma non mangiava per il dolore spirituale patito continuamente per essere abbandonata a se stessa, per il rifiuto subito dagli altri. Così come avrebbe capito che per colpa sua Rei aveva lasciato troppo presto spensieratezza e svago, ed era cresciuta troppo alla svelta, senza una guida. Non capisce nemmeno che un oggetto può avere un importante valore se ci ha accompagnato in momenti particolari della nostra vita. O forse il vecchio sa tutte queste cose, ma siccome tale pensiero porterebbe a galla al massimo i suoi sensi di colpa, si inventa altre scuse.
Entra l’infermiera che si mette a ridere appena il vecchio le chiede di portare alla figlia l’anko mochi; “dottore sua figlia deve mangiare solo liquidi tiepidi, ancora non può mangiare nulla di solido, tanto meno un piatto appiccicoso come l’anko mochi, rischierebbe di soffocarsi. Posso giusto portarle un brodino”.
Il vecchio in fondo sa di essere stato pessimo. Si congeda con imbarazzo “Ciao piccola, ci vediamo presto, tanto con la camera a pagamento posso vederti quando voglio”. Ancora, soldi, soldi, soldi…
Rei fa un cenno col capo, alla fine sente di volergli bene perché è suo padre e legge il suo stato d’animo pieno di imbarazzo, sa che a modo suo le vuole bene, ma capisce anche che con lui sarà difficile se non addirittura impossibile instaurare un vero rapporto padre/figlia.
Rimasta sola, piange, le manca molto sua madre, le sue coccole, il suo affetto, le sue premure, era stata lei a trasmetterle la fisicità negli affetti attraverso abbracci, baci e carezze, stile molto più europeo che giapponese, sua madre la capiva; piange perché ripensa a quando vedeva di nascosto sua madre addolorata per suo padre, a quando si era ammalata di depressione, al suo suicidio, piange perché vede imbarazzo intorno a sé, i suoi fratelli sono imbarazzati, non riescono a celare i sensi di colpa, persino Fukiko col suo orgoglio appare sempre contrita; la sua cherie poupee le darebbe molta forza, è come un totem protettivo, la vuole con sé, a volte quando la prendeva in braccio si sentiva quasi osservata da lei, mentre la stringeva al suo cuore avvertiva sempre un braccio o una manona di cherie poupee appoggiata su una sua costola o su una spalla, e si sentiva protetta; sa perfettamente che è una semplice bambola, un soprammobile, ma il valore affettivo è talmente grande che le sembra di essere corrisposta nel suo affetto, quasi gli oggetti, le cose, quando particolarmente amati e curati, avvertano la cura dei proprietari e ricambino in qualche modo l’amore ricevuto come in una sorta di ilozoismo, come se le cose avessero un’anima; forse più semplicemente si tratta di una sorta di suggestione psicologica personale per sentirsi meno sola.
Rei all’inizio dell’anno scolastico aveva poi conosciuto Nanako che – guarda caso – era molto simile di viso alla sua cherie poupee, e le aveva dato un grandissimo affetto; una piacevole e sorprendente coincidenza questa somiglianza, quasi una personificazione della sua cherie poupee.
Non aveva mai messo un nome alla sua bambola. È semplicemente la sua cherie poupee.
Preme lo gnomo della collanina regalata da Kaoru, l’indomani chiederà ai suoi fratelli o alle sue amiche più care di portargliela, ha bisogno della sua cherie poupee. Tanto immagina – giustamente – che suo padre non direbbe mai ai suoi fratelli di portarle sa cherie la poupee.
Con questo senso di nostalgia e malinconia, Rei si addormenta, fa tenerezza, ne ha passate troppe in 17 anni, eppure non ha mai perso la sua bontà e dolcezza. Merita un futuro più sereno.
 
L’indomani la prima cosa che Rei chiede a Fukiko appena arriva è di portarle la sua cherie poupee. Fukiko non si mostra molto comprensiva sulla bambola. È affettuosa con la sorella, usa toni molto gentili ma le spiega “Rei lascia perdere la bambola, la rivedrai quando sarai dimessa e la porterai a casa con noi, ora non te la porto, è un po’ polverosa, te devi stare in un ambiente assolutamente pulito e lindo, asettico, poi ormai le bambole non sono più adatte a noi, tutt’al più sono oggetti da collezione. Oltretutto, che bisogno hai della bambola? Te la regalai perché tu avessi l’impressione di avermi sempre con te, ma ora saremo sempre insieme, non hai bisogno di sostituirmi con una bambola, ora io sono qui con te, non ti lascerò più, cherie poupee non serve più. Nei prossimi giorni potrai piano piano cominciare a rimetterti in pari con le lezioni degli ultimi giorni che hai perso a scuola. Per fortuna poi inizia la pausa estiva e quindi rimarrai meno indietro col programma. Farai una fisioterapia ottima, ti riprenderai prima del tempo, ci siamo potuti permettere il miglior centro di fisioterapia e i migliori fisioterapisti della città, proprio perché tu torni presto in sesto. Fra esercizi, visite, la nostra presenza, e i compiti non avresti tempo per la bambola. E poi te lo ripeto : ora hai me di cui tra l’altro non ti libererai facilmente”; quest’ultima frase è detta con molto affetto. Rei capisce che la sorella è davvero pentita e tiene a lei.
Interviene anche Takashi “Io non avrei mai il coraggio di portartela, mi fa paura, io e Takehiko l’abbiamo soprannominata la bestia, perché ci trasmette un senso di inquietudine”.
I fratelli ridono tutti e tre, si sta instaurando un bel rapporto. Rei è meno malinconica. Effettivamente con la camera singola i fratelli trascorrono anche solo a turno diverse ore tutti i giorni con lei, ha conferme del loro calore. Ma Rei non demorderà nella sua richiesta.
Pensa molto anche alle sue amiche, spera possano tornare quanto prima a visitarla.
 
Il giorno dopo, Rei è momentaneamente sola, sta guardando fuori dalla finestra.
Sente bussare….è la sua grande amica Kaoru. Rei è felice; Kaoru è la sua sorella spirituale. Kaoru si siede accanto a lei, è diversa, però, ha un’aria cupa, non ha l’aria serena, allegra e spensierata di sempre.
Con uno sguardo si capiscono reciprocamente, sono amiche dalle scuole medie, c’è un’intesa speciale fra loro.
Kaoru - con tutto il rispetto - è contenta di essere venuta in un momento in cui non ci sono i fratelli di Rei così le può parlare molto più liberamente. La settimana precedente, quando Rei era in camerata, Kaoru poteva passare pochissimo tempo con lei, farle poco più di un saluto, oggi invece può trascorrerci più tempo insieme.
“Sono venuta appena mi sono liberata dalle verifiche; finalmente da oggi siamo in vacanza fino a tutto agosto. È stato un periodo molto impegnativo, fra le verifiche finali e le partite di basket, ma non smetto mai di pensarti e ora potrò stare più tempo con te. Come stai?”
“Un po’ meglio, ma ho tanti dolori ancora, ogni giorno possono somministrarmi le flebo con gli analgesici solo per alcune ore, e quando finiscono le flebo mi sento tanto dolorante, debole”. “Vedrai che quando ti sarai rimessa, ci divertiremo moltissimo con gli allenamenti e le partite. Devi fare veloce, perché senza di te la squadra non decolla. Inoltre, mancano a tutte i tuoi mini concerti. Senza Saint Just l’educandato Seiran non è più lo stesso!!”
Rei è felice di questa visita “Ieri è venuto mio padre…”, dice pensierosa.
“Ah ho già capito…” è il commento di Kaoru.
Rei parla poco perché ha ancora difficoltà respiratorie, ma riassume in maniera esaustiva il loro pietoso incontro. Kaoru cerca come può di rincuorarla “Gli adulti a volte commettono gravi errori e non vogliono riconoscerlo per orgoglio, per paura, per vergogna, chi lo sa. Lui sicuramente ti vuole bene, ma deve imparare a mostrartelo, sempre se sa come si fa, e vista l’età se non ha imparato finora, dubito che ancora sia in tempo a impararlo. Però devi pensare che ora la tua famiglia ti è vicina, hai tutta la vita davanti, un’infinità di progetti, che bello, beata te…”.
“Anche te hai un’infinità di progetti; ci realizzeremo insieme” risponde Rei.
Dice a un tratto Kaoru “Lo sai che il giorno dell’incidente mi sei apparsa mentre cercavo di fare un canestro? Sembrava tu fossi lì davanti a me”.
“Effettivamente mentre cadevo dal parapetto oltre a mia madre ho pensato anche a te; che cosa buffa; siamo proprio telepatiche! Sono felice di questa cosa”.
“Mi manchi Rei”.
“Perché scusa? Sei qui con me, guarirò, farò la fisioterapia, starai ancora con me; stammi vicina come puoi perché non sarà facile”, Rei vede Kaoru con le lacrime agli occhi, non l’ha mai vista così, è cupa, sembra logorarsi, è piuttosto pallida, nonostante sia una sportiva, forse è stanca per i compiti e lo sport… Alla fine Kaoru parla.
“Devo fare degli esami di controllo perché è passato un anno dal mio intervento di tumore al seno…poi ho spesso delle fitte dolorose al seno…non capisco, perché stavo benissimo…all’improvviso ho queste fitte… Io … Io…non capisco…Ma io…” Rei la guarda stupita, l’ha sempre vista forte, risoluta e ottimista, non capisce, o per meglio dire preferisce non capire “Io ho paura” Kaoru finisce la frase e comincia a piangere.
Rei tocca la sua mano; anche se Kaoru non ha un’affettività fisica, immagina che in questo caso le farà piacere. La guarda, vuole infonderle coraggio, capisce quanto ha rischiato di buttare via la sua vita con pillole, tabacco e alcool, senza rendersi conto che la salute è il bene più prezioso che abbiamo, e che per nessuna persona al mondo dobbiamo sprecarla.
“Non lasciarmi” le dice Rei, “abbiamo il nostro gnomo” cerca di ironizzare “voglio farmi riportare ma cherie la poupee, lei è un totem protettivo, lo sarà anche per te”.
“Io non voglio morire, non voglio soffrire, non è giusto” piange Kaoru, Rei la ascolta, le tocca le mani, sa che un gesto d’affetto vale più di mille parole e frasi fatte.
TOC TOC, si sente bussare, Kaoru si asciuga di corsa il viso e dice “avanti”. La porta si apre … SORPRESA … è Nanako, la versione reale di cherie poupee!!!!!
 
Kaoru avrebbe voluto proseguire i suoi discorsi, ma li interrompe perché Nanako non è a conoscenza della sua malattia, solo Rei conosce la sua malattia e solo con Rei può parlarne. In teoria Kaoru potrebbe essere seccata dall’arrivo di Nanako, ma al contrario è contenta di vederla perché Nanako le è molto simpatica, sente una grande sintonia con lei e anche un forte istinto di protezione. Ha capito che è una ragazza estremamente sincera e genuina, trasparente, buona d’animo e particolarmente altruista, che si è unita a lei per soccorrere Rei nei momenti di difficoltà, che non si è tirata indietro di fronte alle chiusure a riccio, ai mutismi e alle reazioni a volte aggressive di Rei, che è capace di grande amore e disponibilità verso gli altri, una persona meravigliosa. Proprio per questo Kaoru si è sempre dispiaciuta e ha cercato di aiutare e stare vicino a Nanako quando alla Sorority era vittima dei dispetti ora di Fukiko-Lady Miya ora delle altre componenti della Sorority come Lady Monnalisa e Lady Borgia, quando Aya Misaki le faceva i dispetti per vendicarsi del fatto che era stata ammessa alla Sorority a scapito suo, quando si accorse che Nanako soffriva per non essere corrisposta nel suo amore da Rei all’epoca concentrata solo sulla sorella Fukiko. Kaoru conosce però grazie a Rei un altro particolare : Nanako è la sorella di Takehiko, il suo ex fidanzato da lei lasciato a causa del tumore al seno.
Chissà se troverà mai la forza di confidare anche a lei il suo tormento.
 
Nanako è felice di vedere la sua amatissima Rei anzi Saint Just – le piace chiamarla Saint Just - in condizioni di salute sempre migliori. Nonostante l’alimentazione carente e le analisi del sangue con diversi valori sballati, Saint Just dimostra di essere forte fisicamente e dopo poco più di una settimana si sta riprendendo. Quando la vede, Nanako si perde nei suoi occhi viola, nella sua voce, vorrebbe abbracciarla all’infinito per darle conforto e amore, ma non può perché Saint Just è dolorante, ha un braccio ingessato, è ancora impedimentata; quando pensa che una caduta diversa poteva farla morire, quando ripensa a quegli incubi terribili durante il suo svenimento il giorno dell’incidente si sente mancare; non riesce a immaginare la sua vita senza la sua Saint Just.
Aveva sperimentato di persona quello che le disse una sera dopo l’incidente alla festa di Lady Miya; sì era proprio vero : non poteva vivere senza la sua Saint Just, sarebbe morta senza di lei, sarebbe morta se a Rei fosse successo qualcosa. Ancora sta in ansia a ripensare a quelle ore di attesa prima dell’esito dell’operazione.
Fortunatamente Tomoko le era stata vicina anche dopo l’incidente per aiutarla a riprendersi. Anche se Rei stava migliorando, Nanako doveva riprendersi dal tremendo choc. Soltanto il giorno prima per distrarla Tomoko l’aveva portata in piscina, al fast food e al cinema.
Nanako desidera fare le stesse cose anche con Saint Just, ma la strada è ancora lunga perché c’è una importante fisioterapia nel mezzo da effettuare. Ma come sarebbe stato bello dopo diventare tutte amicone, un unico gruppo, Nanako, Tomoko, Mariko, Kaoru e Saint Just ….
Per Saint Just però c’è un affetto speciale.
Nanako si autoesamina : Tomoko è l’amica sorella, quella con cui sono affiatate, si sono conosciute in prima elementare, con cui è cresciuta insieme, formandosi a vicenda il carattere, passioni in comune come la cucina e le torte, non riesce a immaginare la sua vita senza di lei; Mariko è un’altra grande amica, conosciuta in prima liceo, molto affettuosa, capace di amare molto le persone e di stare dalla loro parte costi quel che costi; Kaoru – detta principe Kaoru – è una ragazza fantastica, generosa, sportiva, solidale, estremamente buona d’animo; a loro tre vuole bene nella stessa maniera, un grande amore amicale, per Tomoko più sororale; ha altre amiche ma con loro il rapporto è meno approfondito; da una parte nel suo liceo ci sono diverse rivalità e competizioni, quindi è difficile farsi un numero elevato di amiche; inoltre, c’è sempre una marea di compiti da fare a casa, non c’è tempo per coltivare hobbies o avere una vita sociale regolare e questo è un altro ostacolo nell’incrementare il numero di amicizie per lei e le altre educande del Seiran; alla fine le sue amiche per causa di forza maggiore sono essenzialmente le sue compagne di scuola.
Con Saint Just però non sente solo affetto. Il suo cuore batte quando la vede, sente tanti campanellini intorno a lei fin dalla prima volta in cui l’ha vista, come un colpo di fulmine, quella ragazza così eterea, soprannaturale; ha delle emozioni indescrivibili, felicità e nello stesso tempo sconcerto, allegria, esaltazione e paura del vuoto, di una perdita, di non essere corrisposta, entusiasmo e farfalle allo stomaco, quasi un senso di nausea. Sì, ne è innamorata, è inutile negarlo, la ama, la ama da morire; tuttavia, si ricorda di come Saint Just reagì quasi con fastidio quando glielo disse, si infastidì fino ad allontanarsi. Non glielo dirà più, ma non può reprimere i suoi sentimenti, la amerà per sempre, quell’amore è così grande che la riempie di gioia; quell’amore è così grande che per lei è sufficiente che la sua amata Rei le sia solo semplicemente amica, che le rivolga la parola o abbia un gesto di affetto.
Saint Just le aveva detto che le voleva bene, cosa poteva volere di più dalla vita? Vuole assolutamente riabbracciarla, ma non è il momento per i postumi dell’incidente. Nanako però non vede l’ora di poterla abbracciare di nuovo e spera avvenga quanto prima; a volte se lo immagina…come sarebbe bello poter fermare il tempo, immortalare gli attimi speciali, quell’abbraccio la sera prima dell’incidente al parco che si affaccia sul panorama della città fu magico, il momento più emozionante della sua vita, un abbraccio pieno di amore….quanta paura finisse tutto con l’incidente…quanta gioia nel sapere che potrà accadere di nuovo, non ora, ora c’è da pensare al recupero, alla fisioterapia, ma poi ci sarà un nuovo abbraccio, perché dopo la tempesta torna sempre il sereno.
Comunque fossero andate le cose, avrebbe avuto l’amicizia di Saint Just, l’amicizia c’era ed era assicurata, ora più che mai le sarebbe stata vicina. Ama a tal punto la sua Saint Just che le basta starle vicina, godere della sua presenza e della sua bellezza, essere ricambiata con affetto, confidenze, amicizia, per essere felice. Se poi l’amore sarà corrisposto tanto meglio, sarebbe una gioia talmente grande che non riesce a immaginarla e che forse non potrebbe essere contenuta nel suo cuore che pure è grande.
Ha imparato a vivere giorno per giorno, perché tutto può cambiare in un attimo. Intanto, ora che non c’è più il vincolo di orario del passo ospedaliero, può parlarle di più e godere di più di lei quando va a trovarla.
Le piace farsi bella per lei, oggi si è messa un vestito arancione sgargiante, delle scarpe viola, dei fermagli a forma di fiori turchesi in testa e come trucco soltanto un lucidalabbra e un po’ di rimmel. Sua madre le ha fatto notare che quei colori cozzano male, ma Nanako porta così bene i colori che anche gli abbinamenti più stravaganti su di lei sono brillanti e di buon gusto.
Non sa che la sua adorata Saint Just sta iniziando a ricambiarla con “la stessa moneta”…perché ancora non l’ha realizzato neppure Saint Just….
 
Le ragazze chiacchierano, ridono e scherzano; Rei in realtà ancora parla poco per i dolori al torace, racconta che il giorno prima dell’incidente aveva comprato una bella torta cremosa, perché aveva deciso di ricominciare a mangiare con regolarità, e innanzitutto di addolcirsi con una torta, e in futuro avrebbe voluto condividere una torta con le sue amiche.
“Possiamo farne una insieme Saint Just quando ti rimetti, sai che facciamo? Organizziamo un bel pranzetto fra amiche, cuciniamo insieme e facciamo un bel dolce farcito multistrato con creme” propone Nanako. Tutte ridono. Rei a questo punto formula la fatidica richiesta a Nanako. E chi meglio della cherie poupee in carne e ossa può esaudire il suo desiderio?
“Nanako tu che sei la sosia di ma cherie la poupee potresti portarmela? Ti do le chiavi della mia casa, avrei piacere se me la portassi tu, lei per me è importante, te sei sensibile, mi capisci”.
Nanako non riesce a credere alle sue orecchie, una richiesta così importante è stata fatta proprio a lei, che onore, che gioia!!!!
“Certo che te la riporto!” esclama piena di entusiasmo “dammi subito le chiavi e te la porto, non vedo l’ora, senza ta cherie la poupee non riesco a immaginarti, lo so che valore affettivo hanno gli oggetti” e subito Nanako pensa ai mozziconi di sigarette di Saint Just che ha conservato con scrupolo quasi religioso, che contempla, che ogni tanto prova a fumare, è come se poggiando le labbra dove le ha poggiate la sua Saint Just la baciasse; ora più che mai sono importanti quei mozziconi visto che non può abbracciarla. Portarle la cherie poupee è come se l’abbracciasse, tante sono le volte che Saint Just ha coccolato e preso in braccio la sua cherie poupee; questo non può dirglielo, è il suo piccolo segreto!
Interviene Kaoru “è vero ti assomiglia, avete la stessa bocca, occhi, sguardo simili; ecco cosa avevi di familiare!”, ride, un attimo di distrazione seguito da malinconia. Kaoru capisce tutto, capisce l’animo umano, intuì subito già mesi fa che Nanako era innamoratissima di Rei, e ora intuisce che nella sua amica Rei qualcosa sta cambiando, non sembra più prigioniera della sorella, ma soprattutto vede che Rei guarda Nanako con un brillio negli occhi, e lei sa di che si tratta….un anno fa lo provava anche lei…
“Almeno lei diventerà felice, vivrà l’amore comunque vada…io invece … chissà che mi aspetta…chissà se fra un anno sarò ancora qui o chissà cosa starò facendo, dove sarò…la vita cambia all’improvviso, è come una montagna russa, un attimo sei alle stelle e un attimo dopo alle stalle…” che pensieri tristi per una diciassettenne…non adatti a lei.
“Ciao ragazze, io vado” è pallida, triste.
“Che cos’hai principe Kaoru? Sono inopportuna?”, chiede Nanako.
“No, sono sempre molto felice quando ti vedo, ma ho da fare, nei prossimi giorni devo fare molte cose”.
“Perché non le racconti anche a lei le cose che hai da fare?” dice con un filo di voce Rei.
Kaoru pensa “Nanako è brava, potrei parlare e confidarmi anche con lei, ma ora no”, risponde quindi “ma non devo fare nulla di che, solo cose noiose…”, si salutano…Kaoru va a un appuntamento a cui non può sottrarsi…vedendo Nanako e Rei ricorda se stessa e Takehiko solo un anno prima…nostalgia nostalgia nostalgia…ora c’è il tumore…lo spettro…
Saint Just e Nanako le due ragazze più o meno inconsapevolmente innamorate rimangono insieme, Nanako ha tante cose da dirle…la sua Saint Just non le basta mai.
 
Nanako già il giorno dopo va a casa di Saint Just per prelevare la bambola. Deve essere già passata nei giorni precedenti Lady Miya, perché quando entra trova l’armadio socchiuso, per curiosità dà un’occhiata, è curiosa di vedere se oltre a pantaloni e giacche nere Saint Just ha anche vestiti diversi; vede che i vestiti a cominciare da pigiami e camicie da notte non ci sono più, così come in bagno manca lo spazzolino da denti e la spazzola a conferma che è già passata Lady Miya. Trova solo in un cassettone qualche vestitino molto piccolo ripiegato con cura da una parte, un cappello altrettanto minuto, chissà…
La casa è perfettamente in ordine, linda, pulita, in cucina deve essere stato ripristinato l’impianto elettrico perché finalmente si accende la luce.
Le viene in mente che Saint Just ha raccontato che aveva fatto per la prima volta una spesa degna di questo nome prima dell’incidente. Nanako ama cucinare e si divertirebbe ad accompagnare la madre a fare la spesa se non fosse che a causa dei troppi compiti non ha tempo di andare al mercato; logicamente nel poco tempo libero si vede con le sue amiche.
Il frigorifero è svuotato, la torta deve averla presa e mangiata la famiglia di Saint Just come tutto il resto.
Quella casa è comunque spoglia, non c’è un tocco di personalità, non c’è una foto, un soprammobile particolare, gira per quella casa sperando di trovare qualche ricordo, qualche traccia di Rei per conoscerla meglio, per scoprire qualcos’altro di lei, dei suoi gusti, interessi, per farle magari una sorpresa; Nanako è curiosa nel senso buono del termine, le piace approfondire le situazioni, cercare di penetrare a fondo nella mente delle persone, non lo fa per invadenza.
L’unico tocco di personalità sono i numerosi specchi e la cherie poupee che sta seduta compostamente su un tavolinetto. La prende in braccio, sarà alta fra i 50 e i 60 cm, è abbastanza paffuta e ha manone morbide, i capelli pettinati in bei boccoli, un viso sereno, occhi verde smeraldo brillanti e delle belle labbra colorate, sembra quasi una bambina vera; ha un particolare che non aveva le altre volte che l’aveva vista : una collana di perle intorno al collo.
Mentre la solleva e la prende in braccio capisce senza un motivo particolare perché Saint Just le è così affezionata, razionalmente non sa spiegarlo eppure lo sente col cuore. Sicuramente Saint Just le vuole così bene da curare che si mantenga in ottimo stato, anche agghindandola come con quella collana di perle. Non è poi per niente polverosa, anzi il vestito è anche profumato come se fosse stato lavato di recente e i capelli sono belli lucidi.
Nanako riconosce che un po’ assomiglia davvero alla bambola e mentre fissa la bambola si sente quasi riosservata da lei, ora che la guarda meglio sembra quasi le sorrida; la bambola è costruita così bene da essere espressiva non la classica bambola con lo sguardo fisso e vitreo.
Nanako nella sua bontà d’animo ha un momento di tristezza e sconforto mentre guarda la bambola e comincia a piangere. Piange perché pensa a quanto la dolce Saint Just deve aver sofferto la solitudine in quell’appartamento….a 14 anni perde la madre addirittura assistendo al suicidio… “ma come può” pensa Nanako “una madre suicidarsi sapendo che lascia da sola una figlia di appena 14 anni? ma poi come può suicidarsi davanti alla figlia stessa?”, a Nanako sembra un gesto abominevole “se non hai figli fai pure ciò che vuoi, ma se hai figli non puoi abbandonarli oltretutto per un uomo spregevole che tratta le donne come oggetti e passatempi…”; Nanako ancora non sa che la depressione è una malattia come le altre, che può portare alla morte come le altre, non lo sa perché è troppo giovane per saperlo e perché all’epoca c’era ancora il pregiudizio secondo cui la depressione fosse più uno stato d’animo che una malattia.
Pensa ancora Nanako che Saint Just si ritrovò in una famiglia che si sentiva sempre in imbarazzo con lei, la sorella da lei tanto adorata e venerata si divertiva a maltrattarla e umiliarla come fosse una colpa essere una figlia naturale, il padre la ignorava e credeva di lavarsi la coscienza coi soldi, “cosa avrà provato la sera quando tornava a casa e non trovava nessuno? Senza una famiglia che tenesse a lei, poverina, quanto avrà sofferto, per forza poi prendeva delle pillole, senza le pillole sarebbe direttamente morta dal dispiacere; era così sola da riversare tutto l’affetto su una bambola trattata non come soprammobile ma con ancora più amore rispetto a quello riservato a un animale domestico; l’unica compagnia una bambola, una semplice bambola, così sola da affezionarsi e voler bene a una bambola”; a questo punto capisce che quei vestitini e il cappellino ripiegati in un cassetto del comodino sono il corredo della bambola; Rei vuole così bene alla bambola da cambiarle il vestito; sente il suo cuore stringersi. Ripensa poi al giorno dell’incidente; finalmente Rei era contenta, si sentiva serena, e invece ora l’avrebbe aspettata una lunga fisioterapia, questa volta i suoi fratelli le sarebbero stati vicini nel modo giusto però…da oltre 3 anni non aveva mai un momento di tregua.
Piange Nanako, pensa a quanto ha sofferto Saint Just, quanto è stata divorata dalla solitudine, non riesce a vederla soffrire, non è giusto. La ama più che mai, non la lascerà mai, non deve mai più sentirsi sola, anche se ci sono i fratelli, deve esserci anche lei ovviamente con Kaoru, la proteggerà sempre perché non soffra più, non riuscirebbe a vederla versare neanche una sola lacrima, se vedesse ancora soffrire la sua Saint Just, lei ne soffrirebbe ancora di più. Amore è empatia, soffrire e piangere se la tua amata soffre e piange; questo è amore…
Prende il treno cittadino con la bambola infilata in un sacco perché non si sgualcisca il vestito e arriva all’ospedale.
Entra nella stanza di Rei, c’è anche Fukiko che la saluta festosa come se nulla fosse. Fukiko sembra davvero cambiata, è più semplice, alla mano “Ciao Nanako, che bello vederti, sei sempre la benvenuta!”
“Ciao Fukiko!” non sa cosa dirle, l’altra volta le aveva proibito di avvicinarsi a sua sorella e ora quasi l’abbraccia. Fukiko non si riconosce quasi; da quando è avvenuto l’incidente è sempre in t-shirt e pantaloni sportivi, al posto dei boccoli, si è lasciata i suoi capelli al naturale, cioè un liscio morbido, al posto dell’espressione austera ha un’espressione finalmente normale, prima anziché 18 anni ne dimostrava anche 25, ora dimostra la sua età.
“Immagino vogliate stare un po’ fra di voi, ne approfitto per andare a fare due passi e poi torno”. “Puoi stare Fukiko” risponde Nanako.
“Davvero, preferisco fare due passi”.
Che sorpresa, Lady Miya era sempre così egocentrica e ora invece vuole lasciare alla sorella un proprio spazio con le sue amiche; a volte certi eventi cambiano radicalmente le persone e le rendono anche più umili. Nanako non pensa solo all’incidente di Saint Just ma anche alla abolizione della Sorority.
La vista di Fukiko ha allontanato la malinconia di Nanako, l’ha rassicurata sul fatto che ora Saint Just è seguita dalla sua famiglia e soprattutto dall’amata sorella.
Guarda con amore e dolcezza la sua Saint Just, tira fuori dal sacco la bambola; Saint Just è entusiasta nel vederla, col braccio che non è ingessato la tira dolcemente a sé e appoggia la propria gota su quella della bambola come aveva fatto altre volte.
“Grazie Nanako, non sai quanto è importante per me questa bambola”; Nanako si commuove, non dovrebbe, ma le escono le lacrime dagli occhi, deve dare coraggio e ottimismo alla sua amica, piangendo sa di non aiutarla.
“Nanako non essere triste per me, io piano piano mi riprenderò, questa volta mia sorella mi è vicina, ho capito che devo tenere alla mia vita e alla mia salute; sei una persona meravigliosa, mi hai molto aiutato nei momenti difficili nonostante facessi di tutto per allontanarti chiusa come ero nel mio dolore; senza te e Kaoru non sarei uscita dal mio labirinto; è grazie a voi se non sono più sola e soprattutto ho imparato che non si può vivere senza amiche”.
“Le amiche servono a questo Saint Just, qualsiasi difficoltà non può essere superata da sole, ci vuole sempre il sostegno delle proprie amiche”, risponde Nanako.
Saint Just riprende il discorso sulla sua cherie poupee “Sei stata la persona più adatta per portarmi questa bambola hai capito l’importanza di questa mia richiesta perché sei sensibile e comprendi l’animo delle persone; questa è una delle ragioni perché ti voglio molto bene e voglio tu faccia parte della mia vita. Questa bambola ci collega, sarà pure una coincidenza ma è veramente la tua sosia, la bambola mi ha dato tanto conforto nella mia solitudine e alla fine sei arrivata tu, forse quel conforto trasmesso dalla bambola aveva una ragione trascendente, era il segnale che stava per arrivare una persona che avrebbe determinato la mia rinascita, una persona guarda caso uguale identica a questa bambola, le cose a volte forse non succedono per caso”.
“Saint Just io sono felicissima di avere la tua amicizia, anch’io ti sono legata” Nanako sta per ricominciare a piangere e sa che non deve, prova allora a fare una battuta “voglio bene anche a ta cherie la poupee, poi se vuoi cambiarle l’abito, posso tornare a casa e portarti il corredo”; Nanako non ce la fa e piange, non riuscirà a dimenticare facilmente le sofferenze patite dalla sua amica, le fa un’infinita tenerezza che la commuove, e non riesce a smettere di piangere.
A quel punto Saint Just cerca di smorzare la situazione “Tante persone perdono anni della loro vita a cercare il proprio sosia e invece tu senza nessuna fatica l’hai conosciuta grazie a me perché la tua sosia l’ho trovata io!”, provano a ridere, si guardano con amore, vorrebbero abbracciarsi ma non possono, Nanako cinge giusto con molta leggerezza le spalle di Saint Just, le appoggia una gota sulla fronte, in quel modo sente di poter proteggerla da ogni sofferenza; Saint Just con l’unico braccio libero tiene a sé la bambola, è debole, ma riesce a sollevare un braccio della bambola e lo dirige verso quello di Nanako e comincia a fare delle carezzine con la manona della sua cherie poupee sul braccio di Nanako; ancora una volta la bambola le unisce, cherie poupee è tenuta in braccio da Saint Just e accarezza il braccio di Nanako che a sua volta si appoggia dolcemente alla sua amatissima Saint Just. Nanako vorrebbe rendere eterno questo momento…… Saint Just vorrebbe rendere eterno questo momento………….

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Capitolo 5
*** Confidenze di una domenica di agosto ***


Siamo ormai entrati nel pieno di agosto. La fine del primo trimestre scolastico è stata davvero turbolenta con l’incidente di Rei o Saint Just che dir si voglia.
Tutti sono stati coinvolti, è stato un momento di grande paura, terrore, sconforto, speranza, ma anche rinascita, perché qualcuno è cambiato (o almeno si spera), qualcuno ha riflettuto, qualcuno sogna…
E chi dopo questo incidente spera e sogna in un incontro con una persona speciale a cui non ha mai smesso di pensare e di cui sente molto la mancanza è Takehiko, fratello spirituale e non solo di Nanako, grande amico dai tempi delle medie di Takashi, brillante studente di Lettere Antiche che studia tutto il giorno per essere ammesso a un progetto di studio semestrale in Germania; ama così tanto le materie letterarie moderne e antiche da essere curioso di conoscere anche la letteratura europea dalle origini a oggi e magari farne una professione!
È il confidente di Takashi, il suo amico preferito, il suo modello; grazie a lui Takashi, costretto contro la sua volontà dal padre a fare il liceo, cominciò a studiare volentieri il giapponese antico, la letteratura e la filosofia; non che gli piacessero, ma studiati con il suo amico Takehiko rappresentavano un bel momento di condivisione e aggregazione.
Takashi è andato a trovare Takehiko e stanno scambiando quattro chiacchiere.
“E’ un periodo difficile per me, sono triste e pieno di sensi di colpa, non mi va più neanche di accudire la mia auto o di fare girate in auto, non ho voglia di uscire, non ho più sentito nemmeno la mia nuova amica Mariko Shinobu, ho troppi sensi di colpa, divertirmi mentre la nostra Rei sta all’ospedale, fra flebo, farmaci di ogni genere e specie, a riposo sul letto, coi dolori e prossima a trasferirsi in un centro di fisioterapia…non mi sembra il caso”.
Takehiko lo rincuora “quella caduta è stata una grossa sfortuna, ma che colpa avete voi altri? Mi hai anche detto che il vostro legale sta trattando con l’assicurazione del comune un risarcimento perché la passerella non era a norma di legge, e già altre persone sono cadute da lì, anche rimettendoci la vita, questo incidente sarebbe successo comunque”.
“Non è vero” incalza Takashi “se Rei avesse abitato con noi, se l’avessimo convinta a restare a vivere da noi, come era nostro dovere, le cose sarebbero andate diversamente. A volte basta una modifica anche minima nella propria vita e tutto va per il verso giusto, non riesco a vederla in quel letto, mio padre e Fukiko poi si rivoltano ancora più di me per i sensi di colpa”.
“Pensa solo che è viva e potrà tornare come prima, non pensare mai alle conseguenze irreversibili che potevano derivare dall’incidente”.
“Non me lo dire nemmeno, se le fosse successo qualcosa di irreparabile non ce lo saremmo mai perdonato, non ci saremmo più guardati allo specchio, stiamo già a pezzi così”.
“Tu almeno sei sempre andato via via a trovarla, hai portato anche me da lei, le hai fatto capire che le volevi bene”.
“Sì ma non abbastanza, ero troppo preso dall’automobile, dagli studi di Economia, dai miei amici, io sognavo di andare a vivere da solo all’università anche a costo di trovarmi un lavoro e impiegare più tempo a laurearmi, ero quasi geloso di Rei perché a lei a 14 anni fu permesso di andare a vivere da sola e a me nemmeno a 20…lo ritenevo ingiusto, invece era sì una disparità di trattamento fra me e lei, ma in peggio, perché mio padre la mandò a vivere da sola per non avere davanti a sé le sue colpe, e lei è stata abbandonata a se stessa, non puoi vivere da sola a quell’età … ma poi snobbata come è stata lei. Ha fatto bene l’assistente sociale a rimproverare mio padre”.
“Ricordati sempre che tu non l’hai snobbata, sei stato diverso da tua sorella e tuo padre, sei stato vittima delle scelte di tuo padre. Purtroppo gli amici si scelgono, ma i parenti no e io non sono certo stato più fortunato, io lo so che significa essere ignorati dal proprio padre, lui mi ha passato l’assegno di mantenimento fino alla maggiore età, ma non mi ha mai fatto né una telefonata né tanto meno una visita, quindi capisco la situazione. Statele vicino più che mai, ha bisogno del vostro affetto”.
“Tu non fare i nostri stessi sbagli”.
“Io sono sempre in contatto con Nanako, ho un bel rapporto con lei, ma sua madre mi ha detto di non dirle della nostra parentela”.
“Ma che Nanako, babbaleo, mi riferisco a Kaoru, datti da fare, cercala, state nella stessa città e conosci il suo indirizzo, non devi andare a cercarla chissà dove, cosa aspetti a chiamarla o ad aspettarla sotto casa o sotto la scuola?”.
“In realtà quelle volte che sono venuto con te a trovare tua sorella speravo sempre di incontrarla, ma non c’era mai, evidentemente è destino che non possa stare con lei, il destino deve aver deciso così”.
“Ma come parli? Destino? Il destino siamo noi! Il destino è l’uomo! La fortuna gioca al massimo per un 30% ma il resto è guidato interamente da noi. Se la ami come dici di amarla devi darti da fare, sei tu il tuo destino! Potrei capire se Kaoru si fosse trasferita chissà dove e non sapessi dove cercarla, ma ce l’hai qua a portata di mano cosa vuoi di più, che il destino - come tu lo chiami - la accompagni da te? O forse hai talmente paura di un ulteriore rifiuto che non la cerchi perché non reagiresti a un abbandono definitivo?”
“Hai detto bene ora, non potrei sopportare un suo rifiuto definitivo, che mi cacciasse definitivamente e per sempre dalla sua vita, mi ammalerei, non riuscirei più a studiare, dovrei rinunciare al mio sogno di studiare la letteratura antica e moderna europea, e vagherei ramingo in solitudine per il resto della mia vita, perché non amerò mai nessuna ragazza come lei”.
“Se ti comporti così, però, resterai sempre tormentato dal dubbio, pensa a me, a mia sorella Fukiko e a mio padre, ai nostri sensi di colpa, se Rei fosse morta (e non oso neanche immaginarlo) saremmo caduti in un vortice senza fine di rimpianti e rimorsi; anche tu se non cerchi Kaoru resterai sempre preda dei rimpianti, ma se la cerchi non avrai rimpianti, starai a posto con la coscienza e magari invece di andare ramingo come pensi tu ti ricostruirai la tua vita con consapevolezza : ricordati meglio 100 rimorsi di un solo rimpianto”.
“Allora aiutami, fammi venire a trovare tua sorella quando c’è anche lei”.
“Vedi senza il tuo amico Takashi non puoi vivere? Se non ci fossi io saresti perso nel nulla. Non ti preoccupare, pensa a tutto il tuo amico Takashi! Ora io e Rei ti confezioniamo un appuntamento con Kaoru degno di Cupido!”
“Grazie Takashi, se non avessi te…”
“Beh, in qualche modo devo ricambiare tutte le volte che al liceo mi rispiegavi e mi risentivi quell’orrore di giapponese antico che non so come faccia a piacerti tanto!”
“Davvero con te ho trovato un fratello”.
“Ora vado, Rei oggi non mi ha ancora visto, corro all’ospedale, sono gli ultimi giorni e poi finalmente comincerà la fisioterapia! Ciao, ciao! Ah ti avverto però per quando verrai a trovarla : Rei si è fatta portare in ospedale cherie poupee!”
Takehiko ride e si rasserena “No, la bestia, aiuto!”
Le persone a volte inconsapevolmente sono superficiali e ironizzano su cose che al contrario hanno un enorme valore affettivo, ma Takehiko e Takashi, soprattutto il primo, non hanno avuto una infanzia e adolescenza propriamente serene e quindi concediamo delle battute.
Takashi esce entusiasta della sua missione, ha un po’ di malinconia dentro di sé, chiacchiera chiacchiera, ma tutti i consigli che elargisce agli altri non sa applicarli per sé, dice a tutti di agire e tentare fino alla fine, ma lui per sé non agisce mai fino in fondo…resta sempre sulla soglia. Desidera la felicità del suo amico, perché gli vuole bene, gli vuole davvero bene anche se non gliel’ha mai detto….
 
Tutti i giorni Nanako va a trovare Saint Just all’ospedale; ora è in vacanza fino alla prima settimana di settembre, le verifiche del primo trimestre sono andate splendidamente, e ha tutto il tempo a disposizione per la sua amata.
A volte va da sola, a volte con principe Kaoru con cui sono molto affiatate, a volte porta con sé Mariko e Tomoko. Tomoko aveva già conosciuto Saint Just durante la raccolta firme per l’abolizione della Sorority e avevano legato in quell’occasione, mentre Mariko la conosceva praticamente solo di vista.
Mariko ha una grande ammirazione per lei, come tutte le ragazze dell’educandato; Saint Just è un’ottima musicista, fa teatro, gioca assai bene a palla a canestro, è bellissima, di una bellezza particolare, ieratica, sembra venire da un sfera metafisica. Tuttavia, quelle sostanzialmente due volte in cui Mariko aveva avuto a che fare con Saint Just si erano un po’ scontrate. La prima volta fu quando osservava Kaoru allenarsi; Saint Just la sorprese e la portò di forza da Kaoru per presentargliela come ammiratrice; voleva solo scherzare, essere spiritosa, ma Mariko le rispose male, probabilmente per timidezza, perché era da poco consapevole di essere innamorata di principe Kaoru ed era ancora sorpresa e intimorita da questo nuovo sentimento. La seconda volta, quando Mariko andò con Nanako a trovare Kaoru dopo l’incidente alla partita di palla a canestro, fu Saint Just a essere poco cortese con lei; quando Saint Just vide Mariko e Nanako fuori della stanza di Kaoru insinuò che stessero origliando, ma Mariko le rispose a tono, la prese quasi di peso e la spostò per entrare nella stanza di Kaoru.
Ora Saint Just e Mariko stanno simpatizzando e scherzano sui loro primi approcci.
Tomoko e Mariko sono soprattutto delle fans di cherie poupee, non hanno mai visto una bambola bella così; Nanako ha portato alcuni vestiti di ricambio in ospedale e proprio Mariko e Tomoko hanno deciso insieme il vestito da mettere a cherie poupee per l’estate, un vestito di tulle color lilla con stampati dei fiori color corallo.
“Ragazze stiamo tornando bambine, ma questa bambola è troppo bella, ha uno sguardo magnetico, sembra voglia partecipare alle nostre conversazioni ed essere una di noi, le manca solo la parola” ride Tomoko.
“Adesso la prendo in braccio io, mi piace quando appoggia il suo viso sul mio collo” prosegue Mariko, e ridono a crepapelle.
“Ma cherie la poupee è unica, ma io preferisco la versione umana” aggiunge ironica Saint Just guardando Nanako.
Nanako guarda sempre a sua volta con infinito amore Saint Just, non le stacca gli occhi di dosso, a volte le porta dei fiori che sa piacerle moltissimo oppure dei budini preparati da lei, perché sa che Saint Just ancora mangia poco, giusto cose poco solide. È sempre sul punto di ridirle che la ama, anzi questa volta vorrebbe dirle che la ama da morire, ma ha paura della sua reazione, di allontanarla da sé.
Si avvicina il Ferragosto e ormai più o meno tutte le amiche sono partite per la villeggiatura, Mariko è nella sua casa al mare, Tomoko è partita coi genitori per una vacanza di 10 giorni in Russia per poi terminare le ferie estive nella sua casa in campagna, e Nanako lotta coi genitori per restare ad agosto in città per stare con la sua amica Saint Just. A casa Orihara nemmeno quest’anno saranno programmate le vacanze; prima si dovrà vedere come procedono le analisi di controllo che Kaoru sta facendo e poi si vedrà in base agli esiti.
Ultimamente Kaoru è sempre pallida e pensierosa, ride quando ridono le altre ragazze ma sembra rida più per convenienza, per non destare sospetti e non sembrare asociale. Quel pomeriggio della domenica 11 agosto sembra particolarmente assente; nella stanza di Saint Just sono solo in tre, Nanako, Kaoru e Saint Just. Nanako non sa che l’aspettano delle importanti scoperte.
“Martedì comincio la fisioterapia” dice Saint Just “vado in un centro alla periferia della città, sarò impegnata diverse ore al giorno, poi dovrò guardare le lezioni perse l’ultima settimana di scuola e che mi porterà Fukiko, nella sfortuna almeno questa convalescenza è caduta durante le vacanze estive, ma non mi sento ancora bene, sono piena di dolori”.
“Vedrai che guarirai presto, è stato un incidente senza conseguenze permanenti, con impegno, costanza e tenacia recupererai, nell’autunno potrai tornare a scuola e sarà stato solo un brutto sogno da gettare nel dimenticatoio”, incoraggia Kaoru.
“Sarà così anche per te” risponde Saint Just.
“Non lo so”.
“Di che parlate, cosa devi fare principe Kaoru?” Nanako è molto sensibile e anche intuitiva, si ricorda che Kaoru ha perso un anno scolastico per motivi di salute e ha un presentimento; se si fosse trattato di un incidente come per Saint Just, l’episodio sarebbe stato archiviato, ma se ancora dopo oltre un anno deve fare i conti con i suoi problemi di salute, probabilmente si è trattato di una malattia…
Entra in stanza Fukiko che mostra entusiasta lo shopping di quel sabato pomeriggio, dei vestiti che arricchiscono il suo guardaroba.
“Be, io vado, ci vediamo e ci teniamo aggiornate”, Kaoru saluta.
“Aspettami principe Kaoru facciamo la strada insieme, di agosto le strade sono vuote”, dice Nanako.
Nanako e Kaoru salutano Fukiko e Saint Just, Nanako si sente sciogliere il cuore tutte le volte che deve lasciare la sua amata, ma è l’ora di tornare a casa, tanto è tornata Fukiko…
Sulla strada del ritorno Kaoru è cupa, taciturna, lei che è sempre gioviale e allegra, chiacchierona, “che hai fatto principe Kaoru, non dirmi che sei solo stanca, perché non ti credo, non sei tu da diversi giorni a questa parte, sei sempre seria, parli poco e nulla, sei assente, atona, perché non parli? A volte confidarsi e aprirsi con una persona può servire, anche per un confronto e uno scambio di vedute”.
A Kaoru scappa una lacrima sul viso; stanno attraversando un parco vicino a un tempio buddista rinomato in città, “non è tutto oro quello che luccica Nanako”.
“Che ti è successo?”
“Come sai l’anno scorso ho perso l’anno scolastico per motivi di salute, il mio però non è stato un caso come quello di Rei, se io avessi avuto un incidente a quest’ora sarei tranquilla, mi sarei abbondantemente ripresa e avrei archiviato la vicenda”.
Nanako si impaurisce, comincia ad avere la conferma che Kaoru ha avuto una malattia “Che cos’è che ti tormenta? Cosa hai avuto?”
“Avrai notato che il mio busto è particolarmente magro”.
“Ho solo notato che tu sei molto snella come tutte le atlete”; Kaoru si ferma vicino a un albero, tira la sua t-shirt dal lembo posteriore e chiede a Nanako di guardarla bene; Nanako è sbigottita, non riesce a intravedere la forma dei seni, la t-shirt è perfettamente aderente al busto che risulta piatto.
“Principe Kaoru come fai ad appiattirti il seno così?” Nanako ha un pessimo presentimento, indugia e spera di sbagliarsi “Lo fai per la palla a canestro?”
“L’anno scorso mi hanno diagnosticato un tumore maligno a un seno, data la mia giovanissima età hanno proceduto con una mastectomia bilaterale”.
“Cioè?” Nanako è spaventata, sa che i tumori sono malattie molto gravi, soltanto la parola è inquietante, in più guardando Kaoru immagina cosa possa significare la parola mastectomia anche se non l’ha mai sentita dire…la risposta agghiacciante è quella che si aspetta…
“Asportazione di entrambi i seni”.
Nanako piange, un incidente senza conseguenze permanenti una volta fatta la fisioterapia, come dice Kaoru, si archivia, ma una malattia importante come un tumore no, temi sempre possa tornare – questo pensa Nanako - ; inoltre, quella malattia aveva alterato l’aspetto di Kaoru togliendole i seni. “E’ per questo che hai perso l’anno scolastico?”
“Esatto. Me lo diagnosticarono intorno a luglio, fui operata d’urgenza, cominciò tutto con dei dolori a un seno; se ciò non bastasse mi tolsero i linfonodi ad entrambe le ascelle, e dopo dovetti affrontare una serie di cure massacranti, che mi impedirono di studiare con profitto. Io a settembre tornai a scuola, studiavo, ma poi dovevo assentarmi spesso per le terapie e quando mi mettevo sui libri o provavo a rimettermi in pari con le lezioni mi sentivo male e facevo poco, non immagini che inferno ho passato Nanako” prosegue Kaoru che inizia a piangere “facevo la telecobaltoterapia, mi mettevano dentro un marchingegno detto ‘bomba al cobalto’, un nome terrificante che … è proprio il caso di dire ‘basta la parola’; e poi ho fatto anche la chemioterapia. Avevo dolori lancinanti, non riuscivo a mangiare, svenivo, ero in classe con Rei, lei ti può dire quante volte i miei genitori o i miei nonni sono venuti a prendermi a scuola e quante assenze facevo; mi presentavo agli esami, ma nonostante fossi sempre andata bene a scuola, in quello stato rendevo pochissimo e una volta mi sentii così male che non li terminai neppure. I professori dissero che avevo accumulato troppe lacune col programma e sarebbe stato meglio se avessi ripetuto l’anno scolastico perché altrimenti avrei comunque perso il secondo anno con maggiori lacune quelle sì non recuperabili”.
Nanako piange.
Kaoru smette di piangere e prosegue “Rei è stata un’amica preziosa, mi è stata molto vicina, quando mi sentivo male veniva sempre a trovarmi a casa, mi telefonava, è stata fondamentale, era discreta, presente senza essere invadente, senza di lei non ce l’avrei mai fatta, ha un cuore grande e spero che ora lo mostri di più”.
“Ma ora sei guarita principe Kaoru, sei anche un’ottima giocatrice di palla a canestro, di nuovo la prima della classe nello studio, di che ti preoccupi?”, Nanako piange, vuole rincuorarla, ma capisce che è facile parlare quando non si è direttamente coinvolti, Dio solo sa che cosa può aver passato Kaoru oltretutto così giovane.
“Devo fare gli esami di routine, però in contemporanea mi sono tornati i dolori ai seni, ho tanta paura, ho paura che il male si sia riaffacciato, ho gli stessi sintomi dell’anno scorso, ho paura di non esserci più fra un anno o due, di riaffrontare quell’incubo, e Rei siccome è in fisioterapia non sarà con me, domani ho la visita di controllo con gli esiti degli esami e non ho il coraggio, non ci voglio andare”, si accascia su una panchina, piange di nuovo, questa volta come una fontana. Nanako sa che una parola è poca e due sono troppe, l’abbraccia, “Nanako ho paura che lui sia tornato, i sintomi sono quelli, lui è tornato magari con delle metastasi”.
“Che sono le metestesi?” chiede Nanako.
“Si dice metastasi; significa che il male si diffonde in varie parti del corpo. Io alla visita non ci voglio andare, non voglio ripercorrere quell’inferno, io voglio vivere, andare a scuola, studiare, giocare a basket, avere delle amiche, se lui è tornato non farò mai più nulla…ho già perso un anno di scuola, ho lasciato anche il mio fidanzato”, piange.
Nanako la tira a sé, “non devi pensare al peggio, aspetta, può darsi siano dolori fisiologici, non fasciarti la testa prima di essertela rotta, sei forte, giovane, fai molto sport e questo ti aiuta, lo dici sempre anche tu che lo sport fortifica tantissimo, non piangere principe Kaoru sei la nostra forza, il nostro mito, come avrebbe fatto Rei senza di te? Se ti fa piacere domani sera dopo la visita ti chiamo”.
“Grazie Nanako, sei buona, che fortuna ha avuto Rei a incontrarti, dovrebbe davvero fidanzarsi con te”; Nanako arrossisce, Kaoru si ricompone “Via, lo so che ti sei innamorata, sareste perfette insieme, siete dolcissime, buone d’animo, romantiche, sognatrici, io tifo per voi, e voglio sperare che Rei non sia così sciocca da lasciarti scappare”.
“Kaoru, quando le dissi che la amavo mi snobbò”.
“Ma ora le cose sono cambiate, l’ho visto come ti guarda…”, Nanako è felice, ma si sente in colpa verso Kaoru che tra l’altro ha lasciato il suo ragazzo per il tumore; Kaoru le dice “Sei speciale come Takehiko Henmi tuo fratello, infatti per questo mi ero fidanzata con lui”.
Nanako ha un colpo al cuore “Io sono figlia unica”.
“Figlia unica? Oddio che figura grezza ho appena fatto, perdonami….”.
Nanako è sconvolta, ma allora è vero quello che malignavano a scuola : suo padre lasciò oltre alla moglie anche un figlio e quel figlio sarebbe proprio Takehiko Henmi : il suo caro fratello spirituale. Non riesce a crederci, non è possibile questa coincidenza. Perché suo padre ha lasciato il figlio? Come si può abbandonare un figlio? Ma poi un ragazzo buono d’animo come Takehiko? Takehiko allora è davvero suo fratello? Come fece ad avere in terza media questa intuizione? È sconvolta….non riesce neanche a spronare Kaoru, queste domeniche estive sono sconcertanti, l’incidente di Rei, ora la malattia di Kaoru, la scoperta che il suo “caro fratello” è davvero suo fratello, abbandonato da suo padre e che oltretutto è l’ex fidanzato di Kaoru, non riesce più a parlare…Nanako ha un ulteriore colpo al cuore : nel sogno, la notte dell’incidente di Rei, le erano apparsi a tratti, ora da soli ora insieme Kaoru e suo fratello, cos’è questa chiaroveggenza? È molto impressionata… allora esiste il sesto senso? Esiste il collegamento con una dimensione metafisica che comunque ci ricollega a quella razionale? Che scoperta destabilizzante…
Le ragazze smorzano i toni provando a parlare d’altro e tornano a casa.
D’impatto Nanako vorrebbe chiedere spiegazioni a suo padre, si ricorda dell’ex marito dell’amica estetista di sua madre, quello che dopo la separazione la lasciò con 3 figli, mai una visita, mai un versamento per il loro mantenimento, un mostro; suo padre è un mostro anche lui?
E Rei/Saint Just…la sua amata Rei/Saint Just …e se fosse una impressione di Kaoru che lei piace a Rei, se ora lei Nanako si illudesse e facesse un nuovo passo falso???
È tormentata poi da quel sogno la notte dell’incidente di Rei, sognava anche Takehiko e Kaoru, Kaoru triste, una premonizione… Takehiko non solo è suo fratello ma anche l’ex di Kaoru…e perché Takehiko non aveva trattenuto a sé Kaoru???? Lei con la sua Saint Just non si comporterebbe mai così, se anche Saint Just le chiedesse di lasciarla lei le imporrebbe la sua presenza, la ama troppo e morirebbe di dispiacere senza di lei….Troppe emozioni in una serata…troppi enigmi……ma Nanako non si dà per vinta, arriverà a scoprire tutte le verità, perché lei vuole arrivare in fondo alle cose e vuole capire.
 
Nel frattempo Takashi architetta il suo piano, Fukiko non deve sapere nulla perché rimugina ancora sulla sua cotta dei 12 anni per Take…che cosa assurda! Aveva solo 12 anni, lo vide per una sola settimana e ci rimugina ancora dopo 6 anni…che tipo…e tutte quelle cattiverie a Nanako, la piazzata cafona alla povera sorella Rei umiliandola davanti a tutti al proprio compleanno…tutto per una cotta da dodicenne; che bizzosa è Fukiko! Sarà cambiata dopo l’incidente di Rei – si chiede Takashi - ? Chi lo sa? Speriamo! Takehiko è con lui per definire i dettagli del piano e insieme chiamano a casa Nanako..la loro pedina!
Sono le 21:30 passate, Nanako è ancora sotto choc per tutte le notizie del giorno quando sua madre la chiama “Nanako c’è il fratello di Rei Asaka al telefono”.
Nanako sobbalza, non sarà mica successo qualcosa a Saint Just? Qualche problema ai polmoni, ha paura.
“Pronto?”
“Ciao Nanako sono qua con il tuo caro fratello, l’esimio professor Henmi”; Takashi ride, sullo sfondo Takehiko sbuffa “dai non fare come al solito lo scemo”.
“Insomma Nanako ascoltami bene, abbiamo già parlato con Rei e anche lei è d’accordo, abbiamo deciso di darti un importantissimo incarico nella missione Kaoru in qualità di sosia ufficiale di cherie poupee” Takashi sghignazza di nuovo; “basta” interviene Takehiko. In pratica Nanako deve convincere Kaoru ad andare con lei a trovare Rei in un determinato giorno e ora, Takehiko sarebbe stato presente sulla soglia dell’ospedale e avrebbe bloccato Kaoru. L’appuntamento doveva avvenire all’ingresso dell’ospedale e non nella stanza di Rei per evitare eventuali gelosie di Fukiko, non si sa mai. Fukiko è ancora su di giri per la abolizione della Sorority e giustamente sotto stress per la sorella all’ospedale.
“Avrai già capito che Kaoru è l’ex del tuo esimio professore e siccome il tuo esimio professore è molto bravo con la letteratura, la filosofia, la storia…” “smettila Taka”, interviene Takehiko; “eh no Take, tu sei bravo nei tuoi studi ma siccome sei una frana in altre questioni ci dobbiamo pensare noi a te!!!” Takehiko prende di scatto il telefono, mentre Takashi continua a sghignazzare sullo sfondo e a dire fra sé e sé “sono un genio”.
Takehiko ha una voce molto sincera e triste. “Nanako è molto importante, ti prego, ho davvero bisogno del vostro aiuto, un giorno poi ti spiegherò” non c’era bisogno le spiegasse, Nanako sa già tutto e gli vuol bene più che mai ora che ha saputo che è davvero suo fratello. Non ha mai pace Nanako. Gli avrebbe fatto sapere l’orario della visita di Kaoru…in realtà dipendeva tutto da come sarebbe andata la visita oncologica del giorno dopo…ma non era il caso di parlarne né a Takehiko già fin troppo in pena né tanto meno a Takashi.

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Capitolo 6
*** La resa dei conti ***


Lunedì 12 agosto 1991
Kaoru non vuole andare alla visita. Suo padre ha qualche giorno di ferie, mentre sua madre ha chiesto permesso al lavoro, vogliono entrambi giustamente, come loro dovere, essere presenti alla visita oncologica di controllo della figlia; i fratellini di Kaoru, Goro di 11 anni e Ninsei di 5, verranno accompagnati dai nonni, sono sempre stati tenuti all’oscuro della malattia di Kaoru per proteggerli.
“Andate voi io non ci vengo”.
“Principessa devi essere presente anche te, se il dottore vuole visitarti ancora o farti altre domande” le dice il padre; entrambi i genitori cercano di mostrarsi sereni, ma è difficile, specialmente sua madre non dorme da una settimana ed è visibilmente dimagrita rispetto all’anno prima.
“Io non lo voglio più vedere, tanto poi mi riferite voi” in realtà Kaoru sa già che andrà, ma vorrebbe sentirsi dire che non importa, per illudersi che la visita è di poco conto.
“Ma non vedi come stai bene, sei stata eccezionale sia a scuola sia a palla a canestro, è normale che dopo un intervento come il tuo ci si debba periodicamente controllare, ma il paziente deve essere sempre presente alle visite, non si possono fare le visite per procura, poi una ragazza coraggiosa come te, che è sempre così brava e premurosa con le amiche, cos’ha da temere? Sei o no una principessa forte e coraggiosa?”, le argomentazioni di suo padre sono indiscutibili. Sua madre si vede è in pena; è difficile nascondere certi stati d’animo.
Kaoru si alza ed esce coi genitori; i fratellini giubilano perché vanno dai nonni sempre molto più permissivi dei genitori, inconsapevoli di quello che ha passato e sta passando la sorella.
Kaoru vorrebbe non arrivare mai all’ospedale, e invece in poco tempo si ritrova davanti quell’edificio imponente tipo grattacielo rettangolare, ogni volta che lo vede le sale un misto di ansia e tristezza, le stanno salendo le lacrime agli occhi e la nausea, vorrebbe essere dalla sua amica Rei a sostenerla per i postumi dell’incidente, vorrebbe rivivere qualche partita di basket, le manca il suo fidanzato, teme di venire ricoverata in quel casermone bianco e questa volta di non uscirne più, i doloretti ai seni…le metastasi…cosa l’aspetta…le sue amiche hanno un’infinità di progetti, la scuola, lo sport, il tempo libero, forse sta nascendo un nuovo amore fra Rei e Nanako, e lei vivrà tutte queste cose? Ci sarà quando Rei finirà la fisioterapia? Ci sarà quando Rei e Nanako, come spera, si metteranno insieme? E Mariko, la sua fan numero 1?
Il dottore chiama dalla sua stanza di visita “Orihara”. È l’ora della verità….
“Che dire signori Orihara, le analisi di Vostra figlia sono assolutamente perfette”, queste parole sconcertano piacevolmente la famiglia Orihara, il medico sembra a sua volta sbigottito.
“Perfette?” si intromette Kaoru.
“Assolutamente sì, dalle analisi del sangue, ai valori richiesti per indagini tumorali, la tac, la risonanza magnetica, le ecografie, le mammografie, tutto più che perfetto.
“E i dolori al seno?” insiste la sig.ra Orihara.
“Si tratta di assestamenti post intervento, dopo un anno i tessuti si stanno riformando, rimodellando, si tratta anche di una zona che è stata bombardata dai raggi al cobalto e quindi sotto stress possono tornare dei dolori, tanto più che questa signorina fa sport a livello agonistico sforzando molto le braccia, ma è tutto assolutamente fisiologico…ad ogni modo vista l’invasività delle terapie e l’importanza della malattia dovrà fare un secondo controllo più approfondito da un mio collega ex compagno di università noto oncologo che lavora in equipe con un’oncologa di fama nazionale e oltre, specializzata proprio in tumori della mammella. Entrambi lavorano all’istituto oncologico nazionale, questo è l’indirizzo, vengono da tutto il Giappone a farsi curare da loro; il centro ha mezzi diagnostici ad alta risoluzione, biopsie inattaccabili. Ripeto le analisi sono più che perfette, anche troppo”.
“Che vuol dire troppo?” incalza la madre di Kaoru.
“Così, per dire” sembra quasi imbarazzato il medico “fissate un appuntamento, organizzatevi perché so avete altri figli e dovrete chiedere permessi al lavoro, magari ci va solo uno di voi”.
“Non si preoccupi, vuol dire salteremo anche quest’anno le vacanze e andiamo al centro oncologico, Goro e Ninsei vanno dai miei” prosegue la madre di Kaoru.
La famiglia esce sollevata dalla visita, ma fino a un certo punto; perché se va tutto bene va fatto un altro controllo in un centro nazionale? Forse il dottore ha tenuto nascosto qualcosa perché era presente la paziente? I genitori leggono i referti, tutto negativo, i valori del sangue sono nei range esatti…comunque un secondo parere non guasta mai.
Kaoru riceve puntualmente la telefonata di Nanako in serata, che esulta a sapere che la visita è andata benissimo, devono assolutamente festeggiare con Rei e l’avrebbero fatto presso il centro di fisioterapia dove Rei si sarebbe trasferita l’indomani. Kaoru non sa che le stanno tendendo un “tranello”.
Kaoru non si sente sicura, ha uno strano presentimento; perché quella visita al centro nazionale oncologico? Che bisogno c’è? Le stanno nascondendo qualcosa?
La sera di soppiatto origlia le conversazioni dei genitori ma sul più bello “Kaoru spiona Kaoru spiona!!!!”, è Ninsei.
“Zitto scemo!”
“Mamma quella spiona di Kaoru ha detto che sono scemo”.
“Che cos’è questo baccano?”
“Non è vero passavo di qui per caso”.
“Kaoru sei bugiarda ti ho vista con l’orecchio appoggiato alla porta” la canzona Ninsei.
Kaoru scappa a piangere in camera sua, ha il terrore di quella visita supplementare, se sta bene non ce n’è ragione, sta cominciando a pensare che lui sia tornato, magari si sta già diffondendo, ha paura, è terrorizzata e piange.
Arriva la madre “principessa perché piangi, hai sentito, è andato tutto bene”.
“Allora perché devo andare da quei due?”
“E’ normale chiedere un secondo parere, le analisi sono perfette, ma il dottore prima di dichiararti del tutto guarita anche per la sua responsabilità vuole avere una convalida, è la prassi”.
“Mamma perché proprio io?”, sua madre non sa che rispondere, sua figlia - una bambina perfetta, fin dalla prima elementare la prima in assoluto della classe, buona d’animo e generosa come assai poche, nella squadra nazionale di basket dalle elementari e che tra l’altro le assomiglia moltissimo d’aspetto - ha dovuto sopportare una croce troppo grande per la sua età e in fondo ha paura anche lei; sua madre non sa rispondere perché è una domanda che si pone anche lei.
 
Venerdì 16 Agosto 1991
Siamo a metà mattina del 16 agosto, il lunedì seguente (sempre di lunedì tanto per cominciare in allegria la settimana) Kaoru sarebbe partita coi genitori per il centro oncologico; Kaoru sta camminando con Nanako verso la clinica fisioterapica dove è ricoverata Rei, vogliono vedere come si è sistemata, come è la camera, farsi raccontare quali esercizi svolge, come va la respirazione ecc. soprattutto Kaoru è curiosa sul funzionamento del corpo umano, sulle patologie e relative guarigioni, da quando venne operata di tumore.
Takehiko è già appostato all’ingresso della clinica fisioterapica; Rei sa dell’appuntamento a sorpresa ed è curiosa, vorrebbe essere lì, tiene le dita incrociate e spera che la sua amica non faccia l’errore di escludere ancora una volta il fidanzato dalla sua vita; Fukiko è con Rei; Rei pensa a quale potrebbe essere la reazione della sorella se sapesse dell’incontro programmato a sorpresa per Kaoru con Takehiko; “chissà se le è passata …” si chiede.
Takashi è con Takehiko perché è curioso pure lui, ma sta più in là…
Nel frattempo Kaoru si sfoga con Nanako “Principe Kaoru vedrai che è solo un secondo parere, le analisi sono perfette”, Nanako spera che vada bene l’incontro con il suo caro fratello, deve poi affrontare l’argomento con suo padre su Takehiko; perché le hanno tenuto nascosta l’esistenza di suo fratello e perché suo fratello è stato abbandonato da suo padre? Deve capire e sapere, ma prima c’è Kaoru, la migliore amica del suo amore Saint Just nonché ex ragazza del suo caro fratello…
“Nanako se lui è tornato questa volta per me è finita, sentii per caso una conversazione fra il mio ex e il mio oncologo l’anno scorso, l’oncologo fu chiaro, una recidiva per me sarebbe letale”.
“Basta principe Kaoru mi fai paura” Nanako ha già le lacrime agli occhi.
“Nanako fammi una promessa”.
“Ma promesse di che principe Kaoru?”
“Promettimi che seguirai sempre Rei, non lasciarla sola, è una ragazza molto intelligente, estremamente sensibile, potrebbe farsi del male, lei ha avuto un’enorme fortuna a trovare te … io la conosco, secondo me ti sta corrispondendo, ma non se ne rende conto perché sta ancora male per l’incidente, poi fino a poco fa era ostaggio della sorella, ma tu stalle dietro, proteggila, ha sofferto molto, non è stata fortunata, ha bisogno di amore e dolcezza”.
“Io la amo moltissimo, ma credo che ora la situazione si sia stabilizzata, con Fukiko sembra andare d’accordo, Fukiko mi sembra cambiata”.
“Ma … non lo so” chiosa Kaoru.
“Perché dici così Kaoru? Fukiko è sempre così gentile”.
“Ma…sicuramente con la sorella è cambiata, alla fine dopo tutte le sue cattiverie e angherie si è resa conto dei suoi gravi errori con la sorella, ma ho paura che con le persone diverse dalla sorella sostanzialmente rimanga uguale; ricordati Nanako che alla nostra età ormai il carattere è quello, e da Fukiko ne ho viste combinate un po’ troppe e anche troppo brutte; Takashi è un bravissimo ragazzo, così come è buona e brava Rei, ma Fukiko non riesce a convincermi”.
“Tutti meritiamo una seconda possibilità”.
“Sarà ma dipende, stai attenta Nanako a Fukiko, non permettere a nessuno di violare il tuo amore per Rei…”.
A un certo punto si sente chiamare “Kaoru”, è il caro fratello…
Kaoru sbianca “E tu cosa vuoi dalla mia vita?”
“Kaoru voglio farne parte, non puoi escludermi, voglio stare con te, non amerò mai nessun’altra ragazza al mondo al di fuori di te. Perché non vuoi condividere la tua vita con me? Perché con le tue amiche sì e con me no?”
“Impiccioni che non siete altro” Kaoru si rivolge a Nanako e a Takashi che ha intravisto con la coda dell’occhio dietro un albero “perché non vi fate gli affari vostri?”
“Ma principe Kaoru perché vuoi escludere Takehiko dalla tua vita? Potrebbe darti molto sostegno morale in questo momento, ora che hai le analisi di controllo, dici a me di stare dietro a Rei e di lottare per il mio amore per Rei e poi tu abbandoni Takehiko”.
“E’ diverso” Kaoru parla con Nanako e si sente afferrare alle spalle da Takehiko.
“Kaoru non lasciarmi un’altra volta, noi ci amiamo”.
“Lasciami, trovati una ragazza non mutilata e sana, non voglio la tua pietà, se ti dico di stare fuori dalla mia vita stanne fuori”, Kaoru scappa piangendo.
Takehiko è sconvolto. Intervengono Nanako e Takashi “Take rincorrila, cosa stai fermo?”
“Non mi vuole, mi rifiuta”.
“Ma possibile che sei sempre il solito carciofo? Agisci” strilla Takashi.
Dopo questo strillo Takehiko corre dietro a Kaoru “Kaoru aspettami”.
“Vattene, fatti gli affari tuoi”, la gente per strada guarda stralunata Takehiko e Kaoru che corrono a perdifiato e strillano a squarciagola lei “Vattene” e lui “Ti amo, non mi lasciare, sei ingiusta con me”.
Alla fine lei si ferma “bene, hai fatto il tuo spettacolo, sarai contento! Se una persona ti chiede di lasciarla in pace rispettala, io voglio stare da sola, non ho i seni, probabilmente non posso neppure avere figli, forse lui è tornato, allora perché mi assilli e soprattutto perché sei così masochista?”
“Ma che me ne importa del seno? A me mi importa solo di te. Che mi importa poi dei figli che tra l’altro siamo giovanissimi e chi ci pensa alla nostra età? Magari quando saremo in età da averne può darsi non li vorremo neppure! Io voglio stare con te, voglio te, anche nella malattia, insieme siamo una forza, nulla ha più senso per me se tu non ci sei, nemmeno il progetto di studio semestrale in Germania”.
“Ora dici così perché hai 23 anni e sei invasato dall’amore, poi voglio vedere in un secondo momento nel bel mezzo della malattia e dei problemi se sei ancora così poetico; io non ti voglio, lasciami, non voglio tu mi veda nella malattia, lasciamo solo bei ricordi, non infanghiamo il bello che c’è stato con il dramma della mia malattia che rovina tutto, lo capisci che è proprio perché ti amo e ti amerò per sempre che faccio questa scelta? Non voglio che tu ti rovini la vita in mezzo a ospedali, terapie, finiresti per odiarmi e sentirti costretto, sacrificato, e io non voglio, io sì ti amerei fino alla fine, ma tu no, vedresti alla fine la mia morte come una liberazione, non aspetteresti altro, perderesti l’amore per me, così invece mi amerai per sempre; è stato bello, bellissimo, ma finiamola qui” la voce è ferma, impassibile, gli occhi pieni di lacrime.
Takehiko è impalato “la mia vita è rovinata se tu non ci sei, io amo tutto di te, anche mentre sei malata; se lui dovesse tornare e io non ci fossi non me lo perdonerei mai, io sto male a non venire ai tuoi controlli, a non parlare coi dottori, a non partecipare alle tue terapie; come potrei odiarti? il mio amore è infinito”.
“Allora se è infinito, rispetta la mia volontà; se mi ami davvero come dici, rispetta la mia volontà; se mi ami davvero difendi e conserva il bello che c’è stato, e ora levati di torno”.
Takehiko non ha più forza, la vede allontanarsi e vorrebbe solo sprofondare….
 
Spuntano Takashi e Nanako da dietro una statua, lo vedono piangere, non sanno cosa dirgli, gli stanno vicino e questo serve anche se non risolve. Nanako comincia ad essere arrabbiata con Kaoru, deve dirgliene due….ora però deve andare da Saint Just e commentare con lei…purchè Fukiko/Lady Miya non sia ancora in stanza con la sorella, altrimenti non si può parlare liberamente…
 
“Nanako sei fantastica, sei arrivata da tuo fratello al momento giusto, arrivi sempre nel momento giusto, sei un angelo custode. Io non capisco perché Kaoru escluda così Takehiko dalla sua vita” commenta Saint Just, delusa da come è andato a finire l’incontro a sorpresa organizzato con tanto zelo dal fratello Takashi.
Nanako è triste per il fratello, si sfoga con la sua amata “non riesco a vederlo così”.
“E’ strano” dice Saint Just “Kaoru e tu mi avete insieme fatto capire che da soli non ce la possiamo fare, che quando si ha un grande problema, personale, familiare o di salute senza le persone che ci vogliono bene non lo si può affrontare, te e Kaoru siete state fondamentali, senza di voi non avrei mai raggiunto la serenità d’animo, mi chiedo sempre dove sarei e come avrei fatto senza di voi; Kaoru comportandosi così con tuo fratello si contraddice, magari le telefono”.
“Anche tu sai che Takehiko è davvero mio fratello? Le è scappato detto involontariamente a Kaoru che credeva lo sapessi” interviene Nanako.
“Povera ma jolie poupee l’hai saputo così per caso, i genitori sono reticenti sulla loro vita, anche mia madre mi raccontava poco e niente, si suicidò davanti a me, però il resto l’ho ricostruito mettendo insieme quelle pochissime cose che mi raccontava di tanto in tanto, quelle altre cose che involontariamente le sentivo dire alla nonna o a qualche vicina di casa mentre la intravedevo piangere; quando tornavo a casa gli ultimi tempi in cui era viva la vedevo distesa sul letto mentre piangeva; il resto l’ho intuito o dedotto, ma credi chissà quante cose non so. Comunque una cosa voglio dirtela : tuo padre non è una brutta persona, sono sicura vuole bene a Takehiko e tiene a lui, gli ha sempre versato puntualmente l’assegno di mantenimento fino al raggiungimento della maggiore età, Takashi una volta mi ha detto che c’è una storia assai complicata a monte, tuo padre fu piantato dalla madre di tuo fratello per un tipo bizzarro, altro non so, forse ho chiacchierato anche troppo…ma non posso vederti triste, ti voglio troppo bene e poi ora devi stare serena più che mai perché sono molto duri gli esercizi che mi fanno fare e mi servi energica, propositiva, senza di te non rendo come dovrei”.
Saint Just e Nanako prendono sempre più confidenza, si divertono molto in presenza di Tomoko, Mariko e delle altre compagne di classe di Saint Just, ma stanno bene anche quando sono loro due sole; fra di loro possono confidarsi e dirsi cose che non direbbero in presenza delle altre, cose sulle loro famiglie, il passato burrascoso di Saint Just, i loro sentimenti, stati d’animo, si sta creando un’intimità sempre maggiore.
Proprio Saint Just ha tranquillizzato Nanako su suo padre, le ha dato degli input sul fatto che suo padre è una brava persona, fu lui ad essere lasciato dalla madre di Takehiko, ha sempre versato il mantenimento fino al compimento dei 20 anni al figlio; sarà un caso che sia stata Saint Just a dirglielo?
“Saint Just grazie per queste cose che mi hai detto, sei sempre così buona con me”.
“Nanako non dimenticare mai cosa mi promettesti quella volta che marinammo la scuola; non cambiare mai” e come quella volta Saint Just le accarezza il viso. Nanako vorrebbe baciarla, ma non può, la ama, si perde nei suoi occhi viola, avvicina il suo viso a quello di Saint Just, vuole almeno guardarla fissa negli occhi.
“Saint Just era destino ci incontrassimo? Ho tanta confusione in testa in questo periodo”.
Saint Just in quella domanda sul destino intravede quasi un principio di una nuova dichiarazione d’amore; quella domanda la mette in confusione più che mai e oltrepassa quindi l’argomento “A chi lo dici Nanako, respiro ancora male, sono sconvolta dall’incidente che ho avuto, da quello che ho rischiato, sapessi come sono difficili gli esercizi, eppure erano movimenti che facevo senza accorgermene prima dell’incidente e ora per me sono così stancanti e dolorosi, temo di non tornare come prima, sono stata sconsiderata a sporgermi”.
“Ci sono io Saint Just, non escludermi, non farmi quello che Kaoru fa a Takehiko”.
“Io non ti escluderò mai, ma piuttosto per quei due facciamo qualcosa, io sono impedimentata ma tu stacci più dietro”.
Arriva Lady Miya, fine delle confidenze….
 
Frattanto Takehiko e Takashi stanno organizzando la prossima mossa per la missione Kaoru; Takehiko non vuole arrendersi. “Ho trovato – sbotta Takashi – sono un genio! Blitz all’istituto oncologico, fatti dire da Nanako dove è l’istituto e noi anzi tu compari all’ingresso della stanza della visita”.
“Ma Nanako non sa l’orario della visita”.
“Qual è il problema? Faccio una chiamata al centro oncologico fingendomi il padre di Kaoru, dico che ho perso il foglietto dove ho annotato l’orario e il nome del medico e me lo faccio ridire”. “Fantastico, complimenti” commenta Takehiko.
“Vedi, sono un genio! Cosa faresti senza di me?” sghignazza Takashi.
Partiranno anche loro lunedì sera in modo da svolgere il blitz la mattina seguente.
 
Kaoru poi si è calmata, ha capito che le sue amiche hanno architettato l’agguato di Takehiko a fin di bene, e non può non salutare la sua amicona Rei prima di partire per l’istituto oncologico. Nanako è già andata via dal centro di fisioterapia prima del suo arrivo; Kaoru la chiamerà in serata per finire il discorso interrotto dall’esibizione di Takehiko.
Rei ha il torace dolorante, fa esercizi per la respirazione, sta ricominciando a camminare, ma muscoli e ossa risentono ancora dell’incidente, può fare solo piccoli passi, avendo una gamba ingessata e una steccata; mangia poco.
“Non capisco il tuo comportamento, Kaoru, proprio tu che mi hai insegnato la forza e l’importanza dell’amore delle persone intorno a noi, che mi hai fatto capire che mi sarei rovinata se avessi continuato ad arrovellarmi nei miei problemi, senza aprirmi, senza confrontarmi, hai visto anche tu in quale abisso stavo cadendo, perché allora tu non fai quello che agli altri dici di fare? così facendo rinneghi te stessa”.
“E’ diverso Rei, tu sei sana, stai bene, io ho sopra di me una spada di Damocle, se lui ritorna sono spacciata, il medico fu molto chiaro, non avrei una seconda possibilità, perché devo far vivere un’esperienza traumatica alla persona che amo? Perché fargli vivere il calvario della mia malattia, farmi vedere mentre il mio organismo si atrofizza, degenera, magari divento anche cattiva per la malattia, alla fine Take ricorderebbe soltanto la malattia e tutti gli annessi e connessi, il nostro amore si volatizzerebbe in un vortice di dolore, in un incubo che terminerebbe con la mia morte aspettata a gloria, non voglio questo, devo proteggere questo grande amore e soprattutto Takehiko, ora più che mai, Rei. Sento che lui è tornato”.
“Se è vero amore la malattia non potrà scalfirlo; amore e amicizia rimangono proprio nei momenti difficili, vedi che continui a contraddirti, io sono stata pessima durante il mio periodo nero, volevo stare sola, prendevo pillole, a volte bevevo alcolici, fumavo regolarmente, anch’io stavo perdendo la salute, e senza te e Nanako non so dove sarei a quest’ora; non fare l’errore che stavo facendo io, l’amore e l’amicizia fanno miracoli, sublimano tutto, neanche un tumore maligno può annientare l’amore e l’amicizia, non c’è niente di più bello che aiutare le persone che ami, e poi non è detto che lui sia tornato, non essere disfattista”.
“Che poetessa sei diventata!” prova a scherzare Kaoru “io devo fare quello che mi sento di fare, amo troppo Takehiko per vederlo sconfitto dalla mia malattia, ma ho bisogno del tuo affetto Rei, senza di te non posso farcela”.
“Io ci sono sempre anche se ora sono ammaccata, e poi ricordi? C’è uno gnomo portafortuna che ci unisce, vedi lo porto sempre al collo”.
“Anch’io porterò il mio gnomo al centro oncologico, sarà come avere la mia migliore amica accanto”, si guardano complici “non farti sfuggire Nanako”.
“Come? Siamo già amiche”.
“Appunto siete amiche, ma instaura con lei il rapporto che meglio vi rappresenta”.
“Che dici?”
“Non fare finta di non capire, lo vedo che c’è del tenero”.
Rei è perplessa, sente qualcosa di particolare per Nanako, ma con i postumi dell’incidente e tanti pensieri sul suo futuro non ha tempo e modo di riflettere sui suoi sentimenti, non sa che pensare, davvero è amore? Kaoru intanto prosegue “Nanako quando viene a trovarti è sempre bella, truccata, elegante, venerdì poi era particolarmente sexy, di’ la verità!”
“Non lo so, sono così confusa, che significa sexy?”
Kaoru ride e se ne va, cercando di pensare ad altro, mentre Rei la guarda con malinconia e dolcezza, quella dolcezza di sguardo che solo Rei ha.
 
A proposito di Nanako, Kaoru dopo cena chiama Nanako perché non l’ha incontrata da Rei e ci tiene a finirle il discorso che le stava facendo prima dell’agguato di Takehiko.
“Kaoru mica ce l’hai ancora con me? Noi abbiamo agito a fin di bene, perché sei una brava ragazza, meriti di essere felice, tu e mio fratello vi amate e non è giusto non viviate la vostra storia”.
“Nanako non ce l’ho con voi, conosco le vostre buone intenzioni, ora non parliamo di me, parliamo di te e di Rei, sai quanto ci tengo a lei e quanto tengo anche a te, te lo ripeto stai dietro a lei e fai attenzione a Fukiko, proprio ora che Rei sta diventando consapevole e indipendente dalla sorella, che si sta aprendo alla vita e all’amicizia, va seguita; dalle il tuo amore, falle vedere che la ami, tu che ne hai l’opportunità. Hai però un difetto Nanako e te lo devi togliere in tutti i modi”.
“Dimmi…che ho fatto?”
“Appena vedi che una persona a te cara sta male cominci a piangere in sua presenza; è bello tu sia così empatica, ma in un momento di tristezza e sofferenza una persona ha bisogno di essere rassicurata, di ottimismo, se ti metti a piangere dai alla persona in difficoltà la conferma che la situazione è davvero brutta oppure le fai capire che ti fa pena il che è lo stesso. Impara a controllare le tue emozioni in questi casi, non farti vedere abbattuta, specialmente da Rei”.
“Hai ragione principe Kaoru, perdonami se ti ho fatta innervosire per questo, non era mia intenzione”.
“Non hai nulla da farti perdonare, sei una persona meravigliosa, sei come tuo fratello, sei solo molto sensibile, anche questa è una caratteristica che hai in comune con Rei, siete proprio fatte l’una per l’altra; è solo una raccomandazione che ti faccio a fin di bene, perché mi sei simpatica e ti considero un’amica”.
“Anche tu principe Kaoru sei un’amica preziosa per tutte noi”….
Nanako vorrebbe raccontarle di averla sognata insieme a suo fratello, ma ora non è veramente il momento.
 
Martedì 20 agosto 1991
L’istituto oncologico dove deve andare Kaoru è un gigantesco edificio a forma di disco volante, architettura avveniristica, non sembra neppure un ospedale, sembra più un ministero importante o la sede di un’organizzazione internazionale; quando entri dentro, però, senti un’atmosfera tetra, pesante, tutto è terribilmente bianco, un bianco allucinante, tipico degli ospedali, medici e infermieri molto seri.
Kaoru ha voglia di piangere, altri esami l’aspettano, stringe lo gnomo al collo, quello gnomo che sua madre le regalò l’anno prima, e che ora lei a sua volta ha regalato a Rei, le fa sentire vicina Rei, deve fare l’ingresso, poi verrà ricoverata in hospital day per analisi di routine e fra 3 giorni avrà gli esiti. Nella sala d’aspetto vede da lontano una figura familiare… “non sarà per caso ancora Takehiko? Ti prego no”, pensa.
E invece è lui, Takehiko Henmi che si alza appena la vede “Buongiorno” (ovviamente dietro la sala d’aspetto Takashi tiene la situazione sotto controllo).
 “Takehiko che bello vederti, che piacere” gli fanno festa i genitori di Kaoru, che hanno sempre disapprovato la decisione della figlia di lasciarlo, ma Kaoru, quando prende una decisione, è impossibile smuoverla.
“Chi ti ha detto che ero qui e perché sei venuto? Allora non capisci. Sarai anche laureando, sarai anche in partenza per un periodo di studi in Germania per studiare la letteratura europea, ma sei veramente testone in tutto il resto”.
“Kaoru” prova a intervenire la madre.
“Mamma lascia fare a me”.
“Io voglio esserci”.
“Chi credi di essere?”
“Il ragazzo che ti ama”.
“Hai violato la mia riservatezza e la mia volontà, questo per te è amore? Imporre te stesso a chi ami per te è amore?”
“Potrei dire la stessa cosa di te, che non capisci che amore è stare vicini in salute e in malattia”. “Ora reciti anche la formuletta del matrimonio, se mi ami come dici vai via”.
“Non puoi trattarmi così”.
“E’ vero” sbuca Takashi “fai tante belle chiacchiere con mia sorella Rei che non si deve stare soli e dobbiamo farci aiutare nelle difficoltà e tu fai molto peggio, almeno Rei ora che l'ha capito si lascia aiutare e si riavvicina alle persone, tu invece predichi bene e razzoli male”.
“Tu da dove sorti fuori e cosa vuoi? Non ti intromettere, sei sempre il solito intrigante pettegolo, il fedelissimo segugio del tuo amico, pronto a immischiarti in affari che non ti riguardano, cosa c’entri tu fra noi? Spione!”
Takehiko lancia un’occhiata a Takashi per fargli capire di stare al suo posto e prosegue “io non me ne vo, io entro con te dai dottori”.
“Vattene” scandisce Kaoru con voce alterata.
Intervengono degli infermieri che si rivolgono adirati a Takashi e soprattutto a Takehiko “Ragazzi come vi permettete di turbare una paziente, questo è un istituto oncologico, o forse non sapete cosa sono i tumori? Non siamo al mercato. O andate via o chiamiamo la sorveglianza”.
Takehiko esce demoralizzato e deluso ancora una volta e se la rifà con l’amico.
“Complimenti genio, col tuo piano hai peggiorato più che mai la situazione, ora sì che mi rifiuta e mi odia, e io che ti do anche retta”.
“Almeno io agisco, propongo delle idee, magari sbaglio ma mi do da fare come posso”.
“E infatti guarda che risultato, manca poco chiamano pure la sorveglianza”.
“Take abbiamo fallito perché quella è più testarda e piccosa di un mulo, Kaoru ha queste impennate di saccenza, devi riconoscerlo, ma bisogna continuare ad agire, inventiamo un’altra strategia, non possiamo abbandonare proprio ora la missione Kaoru, l’immobilismo che segui tu è sempre perdente, non puoi aspettare sempre che le cose ti piovano dal cielo. Forse lo so perché tu non hai mai avuto un rapporto con tuo padre dopo la separazione dei tuoi genitori”.
“Che c'entra ora mio padre?”
“Probabilmente tuo padre ha un carattere simile al tuo, arrendevole, che si abbatte subito, si rassegna e si dà per vinto prima di lottare o semplicemente provare; quando è stato lasciato da tua madre e si è visto escludere dalla vostra vita, deve aver dato per scontato che non sarebbe servito a nulla lottare per te, per mantenere almeno un rapporto con te, e si è rassegnato alla tua perdita....”.
Takehiko non ci aveva mai pensato…gli amici servono anche a questo, a farti da specchio e a farti vedere quello che tu non sei in grado di vedere…
“Poi non capisco” prosegue Takashi “mi hai detto che per poter essere ammesso a quel programma semestrale di studio e ricerca in Germania ti vuoi far fare una lettera di presentazione proprio da tuo padre, perché vuoi affrontarlo. Quando me lo hai detto, sono stato felicissimo. Ho pensato ‘finalmente Takehiko affronta le situazioni di petto, vuole chiarirsi, sta diventando aggressivo contro la sorte’”.
“E quindi? Voglio vedere la reazione di mio padre, voglio vedere se mi vuole bene, se sa spiegarmi perché è sparito così, io devo sapere o almeno rendermi conto”.
“E questo ti fa onore, perché un’altra persona al tuo posto avrebbe evitato per non ricevere un’altra grande delusione dal genitore sparito. Ma se sei diventato all’improvviso così risoluto proprio con tuo padre, perché con Kaoru hai delle remore? Dovresti temere più le reazioni di un genitore rispetto a quelle di una ex fidanzata che ti ha allontanato in fondo a fin di bene”.
“E’ diverso, perché io amo talmente tanto Kaoru che non potrei mai accettare un rifiuto definitivo da lei, anche adesso sono a pezzi, non sono in grado di guidare l’auto neanche per un chilometro, non so come fare a terminare le mie relazioni per l’ammissione al programma di studi europeo. Mio padre mi ha fatto molto soffrire, ma ormai sono tristemente abituato al suo abbandono, ho bisogno essenzialmente di sapere e capire, una sua eventuale indifferenza mi farebbe indubbiamente soffrire, ma visti i precedenti sono pronto a tutto, poi ho ritrovato mia sorella Nanako che mi vuol bene e che è una bellissima persona, per me che sono stato figlio unico è stata un grande arricchimento; ma Kaoru non potrei pensare di averla persa per sempre, preferisco rimanere col dubbio”.
“Ma quale dubbio e dubbio? Proprio perché la ami così tanto devi sapere tutto fino in fondo e devi lottare; i genitori non si scelgono, gli amici e i fidanzati sì e dobbiamo lottare per le nostre scelte, dobbiamo lottare per le persone e i progetti che amiamo. Take fai un grande passo avanti con tuo padre, perché io al tuo posto non credo avrei avuto il coraggio di affrontarlo, e un passo simile proprio da parte tua mi aveva fatto pensare a una tua crescita personale; poi però ritorni il solito proprio con Kaoru e mi cascano le braccia”.
“Ma io non posso andare avanti con la certezza che lei davvero mi esclude e non mi vuole”.
“E invece devi insistere e lottare fino allo stremo e sapere tutta la verità, perché comunque devi volere bene anche a te stesso, e se resti col dubbio – te l’ho già detto e devo sempre ripetertelo – non andrai mai avanti, non ti ricostruirai mai una vita, perché ti crogiolerai nel dubbio e nell’illusione di averla ancora, e aspetterai un segnale dal cielo che ti aiuti, un segnale che non arriverà mai perché come ti ho già detto siamo noi a dover agire. Levati ogni dubbio, magari avrai un enorme dispiacere se le cose non andranno come dici tu, ma dopo potrai finalmente girare capitolo, rinascere e percorrere la tua strada, non abbandonare proprio ora questa importante missione, e poi non c’è due senza tre!”
Takehiko non ha la forza di guidare tanto è demoralizzato, lascia che guidi Takashi, ma riflette attentamente sulle parole dell’amico, le cose ripetute più e più volte alla fine servono, non deve arrendersi, Kaoru merita ancora più di suo padre di essere cercata da lui, non deve aspettare sempre un segnale dal cielo come fatto finora, forse suo padre era così come lui? Ha ragione Takashi? Forse sta facendo gli stessi errori di suo padre? Se è così, lui non deve essere come suo padre, si è visto cosa succede a essere come suo padre…deve cambiare e seguire i consigli di Takashi…
“Hai ragione Taka, non mi arrenderò”.
“Ho sempre ragione!” risponde Takashi “cosa faresti senza di me?”
“Non lo so, ma meno male ci sei! Se non ci fossi bisognerebbe inventarti”; effettivamente dopo il disastro con Kaoru, ci vuole un amico accanto…
In quel momento Takehiko pensa la stessa cosa che ha detto Nanako a Rei “non puoi superare nessuna difficoltà senza i tuoi amici”, sono fratelli spirituali Nanako e Takehiko, e sono molto simili…..
 
I due oncologi sono molto austeri, esaminano le analisi di Kaoru e confermano che sono veramente ottime, hanno facce perplesse, come se per loro non fosse normale avere delle analisi così perfette a distanza di un anno da un tumore maligno che aveva richiesto una mastectomia e linfadenectomia ascellare bilaterali in paziente sedicenne.
Kaoru ricomincia il tour delle analisi, prelievi, ecografie, mammografie, tac, raggi, RM, e biopsia.... l’analisi che teme di più. Vede in fila alle analisi con lei persone tristi, preoccupate, sono tutti pazienti che hanno avuto a che fare con tumori, è un centro oncologico di fama nazionale, la maggior parte dei pazienti sono molto gravi, altrimenti non si sarebbero spostati fin lì.
Al momento delle analisi radiografiche, tac e RM le chiedono di togliersi la collana con lo gnomo protettivo.
“Ma è in vetroresina non dà noia per il contrasto”.
“Se ti dico di togliertelo, te lo devi togliere, te lo rimetti dopo” risponde il tecnico delle analisi senza troppi complimenti.
Nei tre giorni seguenti Kaoru rimane nella città coi suoi genitori che per cercare di distrarla la portano a musei, mostre, a vedere vetrine di negozi, visitare dintorni, anche se lei non riesce a pensare ad altro che a ‘lui’ e al fatto che per ‘lui’ ha dovuto lasciare Takehiko…..
 
Giovedì 22 Agosto 1991
L’oncologo del centro nazionale tumori ha esaminato e controesaminato tutte le analisi di Kaoru Orihara, si è confrontato a lungo con la collega specializzata in senologia, non c’è alcun dubbio. Le analisi sono perfette, non c’è un valore sballato o incerto. In particolare le biopsie di quest’anno e dell’anno scorso sono lampanti… hanno studiato e confrontato i referti, compresi quelli dell’anno prima inviati dal collega curante di Kaoru, hanno approfondito la letteratura medica, rivisto le analisi, sia quelle dell’anno prima che quelle di quest’anno…
“E’ stato imperdonabile, cos’hanno combinato i colleghi? Non vedi come si legge male la tac dell’anno scorso? È chiaro che la macchina non doveva essere funzionante quel giorno, avrebbero dovuto rifare la tac punto e daccapo, e poi quella biopsia esaminata così superficialmente”; la dottoressa è scandalizzata “ma che razza di medico è il tuo amico? Ha liquidato in fretta e furia un caso che andavo studiato approfonditamente; tra l’altro un caso noto in letteratura medica proprio perché un esame superficiale delle analisi in genere trae in inganno sulle conclusioni. Il classico falso positivo. È un collega, ma avrei voglia di denunciarlo, dovrà assumersi le sue responsabilità”.
Il dottore, amico dell’oncologo di fiducia di Kaoru, è deluso, amareggiato, la sera stessa dopo cena da casa telefona al suo amico, compagno di università, laureato brillantemente con lui, non capisce cosa sia potuto succedere.
“Pronto?”
“Cretino! Ma sei impazzito?”
“Oh, perché mi aggredisci così?”
“Ma cosa avete fatto a quella povera ragazzina che mi hai mandato? Ti rendi conto?”
“Che è successo? Le analisi erano buone, il percorso che abbiamo fatto è quell” non finisce di parlare.
“Sono sì buone le analisi, non ha mai avuto il cancro! Il nodulo al seno era di tipo benigno, ma come avete fatto a non accorgervene? La tac praticamente era illeggibile, come non averla fatta, ma non ve ne accorgete quando un macchinario va riparato o sostituito, perché non le hai rifatto la tac? La biopsia sembra tu non l’abbia neanche studiata, l’hai liquidata subito, quando aveva delle implicazioni molto complesse. Questo è un caso famoso in letteratura medica come falso positivo. Se studiavate meglio le analisi avreste visto che la paziente aveva un tipico nodulo benigno; una volta asportato, il discorso finiva lì”.
Il dottore di fiducia di Kaoru (fiducia molto mal riposta) sta per svenire, l’ha fatta grossa davvero.
“Le avete fatto patire le pene dell’inferno, operazione, cobaltoterapia, chemio, mastectomia bilaterale, linfadenectomia bilaterale ascellare, e meno male non le avete aggiunto la terapia ormonale di 5 anni, ha pure perso un anno di scuola, senza contare il trauma psichico. Ma ti rendi conto del macello che hai fatto? Ora dimmi perché? Perché hai tirato via? Con quella povera bambina avete giocato all’allegro chirurgo”.
“E’ colpa dei due specializzandi a cui delegai la paziente, non hanno capito nulla i dementi, li farò espellere dalla scuola di specializzazione, non avrei dovuto fidar”
“Demente tu, non certo loro! Sei pessimo! Dai la colpa agli specializzandi che hanno fatto solo quello che tu gli hai detto di fare, sei che tu devi vigilare, seguire, istruire gli specializzandi, gli specializzandi sono specializzandi, sono tuoi allievi che devi supervisionare, non sono colleghi a cui delegare i casi, se non avevi tempo, dovevi affidare la paziente a un altro collega, e te la rifai invece con gli specializzandi; loro hanno solo avuto la sfortuna di avere un mentore come te, sei tu da licenziare”.
“Hai ragione, ma avevo una marea di pazienti, non ce la facevo a star dietro a tutto, tra l’altro in quel periodo i miei genitori avevano entrambi problemi di salute, io sono figlio unico, poi sono separato con 3 figli di età diversa da seguire”.
“Non hai giustificazioni, dovevi dirottare la paziente su un collega se non avevi tempo di seguirla, ora con quella ragazzina ti assumerai le tue responsabilità, non so ancora come dirlo alla famiglia”. Il medico di fiducia di Kaoru si mette le mani nei capelli…delega oggi, delega domani, alla fine è stato fatto un danno, e che danno…
 
Venerdì 23 agosto 1991
I tre giorni volano e siamo pronti per il verdetto finale. Kaoru vorrebbe stare in qualsiasi altra parte del mondo, ma non lì, le tremano le gambe, a stento cammina, si appoggia alla sua amata mamma. Non ha mangiato nulla a colazione, avrebbe rimesso tutto.
È arrivato il fatidico giorno della consegna degli esiti degli esami. Con sollievo di Kaoru, i dottori sono in ritardo di un’ora abbondante, e quindi per distrarsi decide di fare due passi da sola, chiede ai genitori di aspettarla, “Principessa mi raccomando sii puntuale”.
“Certo obbedisco sempre”, vuole andare al parco davanti all’istituto, ma poi le viene in mente un pensiero perverso, sono circa le 12:30, è l’ora del passo ospedaliero, ha una curiosità morbosa, vuole vedere un reparto specifico di oncologia, il reparto dei malati più gravi, quelli a termine. Martedì quando arrivò le cascò l’occhio sull’indicazione all’ingresso della struttura, vuole sapere cosa l’aspetta, è inutile tergiversare, vuole essere preparata, sente che ‘lui’ c’è, ‘lui’ è lì con lei, e non le darà scampo come ha previsto il suo oncologo, ha paura, ma sente come una calamita dentro di sé verso quel reparto, rientra in ospedale, sa che sta facendo una pazzia, non si devono sapere certe cose, è bene vivere nell’ignoranza fino alla fine, ma lei è coraggiosa, lei è principe Kaoru, ammirata dalle sue compagne di scuola, quella che ti costringe a guardare in faccia la realtà, che ti dice le cose nel viso, pane al pane, vino al vino, entra, le gambe vanno spedite, si sente un robot, è come se una forza esterna la spingesse verso quel reparto, e alla fine cammina cammina è lì davanti a lei “REPARTO CURE PALLIATIVE”.
Ancora la porta è chiusa, ci sono altre persone in attesa di entrare, tristi, abbattute, alcuni si asciugano il viso di continuo. Kaoru finge di stare pensando ad affari suoi, e invece ha l’orecchio tesissimo, cerca di carpire le chiacchiere che si scambiano quelle persone in attesa di entrare, non dovrebbe, ma non resiste “un giorno è svenuto all’improvviso, si pensava fosse un calo di zuccheri, stress per esami universitari, invece ……………, ormai siamo in fondo…..” “sembrava una normale sciatica visto il suo lavoro di infermiera sempre in movimento, poi si è progressivamente immobilizzata, ………………”, “ha smesso di digerire ………………… 4 mesi di vita”.
Kaoru cerca una sedia dove mettersi a sedere, perché le gambe non la sostengono, vuol tornare indietro, ma ormai vuole entrare, vuole vedere finchè non sente quello che non vuole sentire “tre anni fa mia sorella ha avuto un tumore al seno che sembrava guarito e poi si è ripresentato con metastasi, non sappiamo come dirlo alle bambine che la mamma non tornerà più a casa, ha solo 35 anni”. Kaoru vede già lei al suo posto. Almeno quella signora ha vissuto fino a 35 anni, lei ne ha meno della metà….
La porta si apre, entra e comincia a sbirciare nelle varie stanze, vede persone molto sofferenti, alterate d’aspetto, molto magre, sente piangere, sente familiari arrabbiati perché il personale è in ritardo con la somministrazione di morfina, sente lamenti, alla fine si sofferma sulla paziente del tumore al seno, perché con la coda dell’occhio ha seguito la sorella che stava andando a visitarla. La fissa impalata dalla porta socchiusa, trema, le fa una pena infinita, ma sa che è ciò che l’aspetta. Fra un anno anche lei sarà in un reparto malati terminali, sottoposta a morfina e altri farmaci che la stordiranno, non andrà più a scuola, non studierà più la fisica che le piace tanto, non vedrà più Rei, non la vedrà fidanzarsi con Nanako, non potrà più proteggere lei e Nanako così sensibili, dolci e generose, facili prede di persone approfittatrici e opportuniste, e i suoi fratellini pestiferi? ha fatto bene a mandare via Takehiko, l’avrebbe odiata e sarebbe stato traumatizzato a vita. Takehiko ha subito la morte prematura della madre, uccisa da un infarto quando lui aveva 16 anni, ha subito la separazione dei genitori, l’assenza del padre, no non merita anche questo, amore è proteggere la persona che ami da tutto ciò che può turbarla anche a costo di rinunciare a lei e di affrontare da solo le prove più difficoltose.
Si sente mancare, finchè non si sente sorreggere da delle braccia amiche “non trovi il parente che sei venuta a trovare? Che cos’hai? Ti senti male?”
“Mi sono persa” risponde a fatica Kaoru.
“Dove devi andare?” è una dottoressa dall’aria simpatica e amichevole.
“Avevo una visita alle 12:15, ma c’era un grande ritardo e ho deciso di fare due passi”, le lacrime le scendono dagli occhi.
“Vieni” le dice la dottoressa “andiamocene da questo posto, non è adatto a te, guarda dove sei finita, potevi andare al parco se proprio volevi fare due passi, gli ospedali non sono posti interessanti per passeggiare, guarda come sei ridotta, sei distrutta, sembri un fantasma, ti compro della cioccolata al bar così ti tira su, al latte o fondente?”
Kaoru piange e si appoggia a quella dottoressa amica, vuole andare via, ha fatto una pazzia a voler entrare in quel reparto, chissà cosa ha creduto di fare, ormai non è più nemmeno in grado di parlare…
La dottoressa la prende a braccetto e le compra una tavoletta da 100 grammi; non sapendo i suoi gusti l’ha comprata al latte perché in genere le ragazze preferiscono la cioccolata al latte infatti ha indovinato senza volerlo i gusti di Kaoru; sorride a quella ragazzina alta, snella, con un viso buono e gli occhi dolci, sa che c’è poco da dirle, poco da rincuorarla, se è lì per una visita vuol dire che ha già visto e soprattutto vissuto un’esperienza che un’adolescente non dovrebbe mai fare per nessun motivo al mondo; la dottoressa sa che un sorriso e un gesto d’affetto funzionano più di mille parole.
“Come mi sarebbe piaciuto aiutare così le persone” pensa all’improvviso Kaoru “chissà che lavoro avrei fatto da grande, mi sarebbe piaciuto continuare a essere un punto di riferimento per gli altri, anche facendo un lavoro simile a questo…aiutare gli altri nei momenti più difficili come ho sempre fatto…Rei…Nanako…Mariko…il basket…ora non potrò più fare nulla”, non riesce a mangiare la cioccolata, eppure è al latte, la sua preferita, ma ora rifiuta il cibo.
Nel frattempo i genitori entrano alla visita da soli perché Kaoru non è arrivata, sono preoccupati “non avremmo dovuto mandarla da sola, magari è scappata….” “non dire sciocchezze Kaoru è razionale e sensata, ora ritorna” “speriamo, ho paura sia andata chissà dove” risponde la madre.
Si siedono davanti ai dottori con l’aria imbarazzata. I genitori di Kaoru si preoccupano, non sanno cosa pensare a vedere quelle facce appese. I medici cominciano a parlare senza la paziente. Provano a indorare la pillola spiegando subito che Kaoru gode di ottima salute e non deve temere nulla per il suo futuro. I genitori di Kaoru sono entusiasti e si crucciano che la figlia non sia lì con loro a sentire quella notizia stupenda, Kaoru ha le stesse possibilità di vivere in ottima salute di una persona che non ha mai avuto un tumore maligno, e qui viene la cattiva notizia…il neo in una notizia così fantastica…Kaoru ha le stesse possibilità di vivere in ottima salute di una persona che non ha mai avuto un tumore maligno perché non ha mai avuto un tumore maligno.
“Come??? Che significa non ha mai avuto il cancro?” dicono all’unisono i genitori della paziente. Gli oncologi cercano di non criticare più di tanto il collega, provano a dire “è un caso molto difficile, le analisi erano a doppio senso, è facile sbagliare in questi casi, il collega ha pensato di essere scrupoloso…”
Il padre di Kaoru si infuria “scrupoloso? Ma voi lo sapete cosa abbiamo passato tutti in quest’anno, soprattutto nostra figlia? Come si può con tanta leggerezza dire a una persona che ha un cancro, sottoporla a cure massacranti, fare vivere una famiglia col patema d’animo, per nulla, perché poi è stato solo uno sbaglio? Ma vi rendete conto?”
“Povera principessa” piange la madre di Kaoru “ha perso un anno di scuola, ha lasciato il suo ragazzo, è sempre preoccupata, per nulla…”
“Oncologo da strapazzo, ma io lo rovino, peggio di averla portata da un veterinario”.
“Calmati pensa che quest’incubo è finito, l’unica cosa che conta è che la piccola sta bene, se avesse avuto davvero il cancro sarebbe stato peggio”.
Kaoru arriva con la dottoressa davanti alla porta d’ingresso, i suoi genitori non ci sono e capisce sono già dentro, ha messo nella tasca della giacca la tavoletta di cioccolato al latte perché ora non le va, indugia davanti alla porta, la dottoressa le dice “se vuoi ti accompagno dentro”, per l’appunto in quel momento si sentono delle frasi provenire dalla stanza dei medici che possono essere fraintese. Riconosce la voce di suo padre molto adirata “e ora come glielo diciamo? La nostra principessa non meritava un simile trattamento, proprio lei”; “non lo so, però calmati così non si risolve nulla, dobbiamo proteggerla” quest’ultima è la voce di sua madre che piange.
Con quelle frasi a doppio senso e il pianto della madre anche la dottoressa assume una faccia perplessa e triste.
Kaoru non vuole sentire altro, ha già fatto le sue deduzioni, ‘lui’ è tornato, ‘lui’ la sta mangiando e nel giro di due anni, forse prima, sarà in un reparto di cure palliative anche lei, lei così razionale, composta, precisa, per la prima volta in vita sua ha uno scatto d’ira, comincia a strillare a squarciagola “NOOOOOOOOOO, vado via, non voglio morire, mondo orrendo” e scappa verso l’uscita del centro molto velocemente; lei che è una cestista è abituata a correre come un razzo, la dottoressa cerca di riacchiapparla ma non ha abbastanza fiato, tutti la guardano sconvolti; i genitori di Kaoru riconoscono le urla della figlia, escono insieme agli oncologi dalla stanza di ricevimento. Corrono nella direzione delle sue urla.
Kaoru continua a strillare “SCAPPO. PERCHE’? PERCHE’? IO VOGLIO STARE QUA, IO NON VOGLIO MORIRE, VOGLIO STARE QUA” alla fine una guardia all’ingresso la blocca.
“Mi lasci, non voglio morire, non voglio, voglio stare qua, voglio vivere, mi lasci”.
“Si calmi”.
“Lasciami brutto ceffo, lasciami”.
“Principessa” le dice la madre che nel frattempo è riuscita a raggiungerla.
“Mamma non voglio morire, non voglio essere come quelle pazienti del reparto malati terminali, voglio vivere, lasciatemi vivere, non voglio soffrire”.
 “Principessa facci parlare”.
“Non voglio morire”; Kaoru parla sopra la madre, tenuta ferma dalla guardia e dalla madre “Lasciami andare piuttosto che fare la fine di quelle pazienti mi ammazzo ora, lasciami”.
“Se ti calmi”.
“No lasciami” strilla, non c’è verso di calmarla.
Interviene la senologa con voce decisa “Kaoru tu vivrai, non hai nessun tumore”.
“Non è vero, vi ho sentiti, lo so che ‘lui’ è tornato”.
“Lui non c’è, non so che hai capito”.
“Siete arrabbiati e piangete” dice ai genitori “è per via di ‘lui’”.
“No, Kaoru” parla la senologa, l’unica sopra la cui voce Kaoru non parla “i tuoi genitori sono giustamente arrabbiati perché tu sei stata vittima di una diagnosi sbagliata”.
Kaoru è confusa, non capisce.
La senologa prosegue “Tu non sei mai stata malata di cancro, stai benissimo, ecco perché le tue analisi sono perfette”.
“I dolori?”
“Sono i muscoli e i tessuti che si stanno riadattando dopo un intervento molto invasivo avuto in giovanissima età, poi sei una sportiva, anche per questo motivo avverti di più i dolori”.
“Allora io vivrò?”
“Certo”.
“Ma se non ho mai avuto il cancro…io non capisco niente…che vuol dire diagnosi sbagliata?”
Si avvicina la dottoressa che le ha comprato la cioccolata, le è venuta dietro anche lei, è giovane avrà poco più di 30 anni, le mette le braccia intorno alle spalle, ha già capito, ora parla lei “vuol dire che tu l’anno scorso hai avuto un nodulo benigno, è stato scambiato per nodulo maligno ovvero per un cancro e sei stata curata per una malattia che non avevi, e ora l’abbiamo scoperto, quindi tu stai bene, lui non c’è mai stato”.
“Ma perché tutte quelle cure, non ho più i seni, non ho più linfonodi alle ascelle, perché se sto bene?”
Prosegue la dottoressa giovane “gli adulti a volte sbagliano e siccome sono grandi d’età fanno errori grandi”.
Kaoru è confusa, non capisce, è viva, sta bene, dovrebbe essere al settimo cielo, sente dentro di sé una grande felicità, ma nello stesso tempo è turbata, si appoggia di nuovo alla dottoressa che ormai considera la sua protettrice, non capisce……
Sabato 7 Luglio 1990 i primi sintomi del nodulo alle giostre. Inizio dell’incubo
Venerdì 23 Agosto 1991 diagnosi sbagliata. Fine dell’incubo
 

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Capitolo 7
*** Non c'è rosa senza spine ***


Kaoru non sa che pensare, non realizza, è sconvolta, ha molta tensione, e piange a dirotto “voglio andare a casa, non voglio più stare in questo posto orrendo, non voglio più vedere né medici né ospedali, mamma portami a casa…”. I genitori devono finire di parlare coi medici, farsi dare le analisi e le cartelle cliniche sulla cui base chiederanno giustamente delle spiegazioni all’(ex) oncologo di riferimento di Kaoru. Kaoru rimane con la dottoressa incontrata al reparto cure palliative; la dottoressa appoggia una mano su una delle sue, resta seduta con lei su una panchina all’ingresso dell’istituto, non le dice nulla, le sta vicino, basta quello…
 
Tornata a casa, Kaoru deve stare con se stessa per qualche giorno, non ha voglia di parlare con nessuno e di vedere nessuno, una esperienza del genere va metabolizzata, perché te la porti dietro per sempre e devi imparare a conviverci e ad andare avanti; non avrebbe mai pensato che gli adulti potessero sbagliare, specialmente dei medici, che aveva visto sempre come degli eroi, coloro che salvano la vita alle persone. I fratellini giocano, alla loro età sono spensierati e vedono tutto rosa.
Ha bisogno di parlare con la sua amica del cuore Rei; la chiama al telefono alla casa di cura dove sta facendo fisioterapia e piangendo le racconta ogni cosa.
Rei si dimostra speciale ancora una volta e sorprende Kaoru; nonostante tutto ciò che ha passato dai 14 ai 17 anni e nonostante il brutto incidente che la sta costringendo a una lunga e noiosa riabilitazione, infonde coraggio e forza all’amica con schiettezza senza paternalismi, senza buonismi, senza patetiche frasi fatte. È fatta così la dolce Rei. Sembra distaccata, persa in un mondo tutto suo, ma in realtà si affeziona davvero alle persone, è loro fedele e profondamente riconoscente, e non dimentica mai; non ti lascia solo e ti sta accanto dicendo poche parole ma giuste.
“Prenditi il tuo tempo, sei sempre stata la nostra roccia, lo scudo delle ragazze bullizzate, un sostegno morale e affettivo nei momenti peggiori, Kaoru c’è sempre; adesso devi pensare anche a te stessa, perché dai tanto agli altri, ma devi dare anche a te stessa; la tua fiducia è stata tradita dall’oncologo, che tra l’altro lasciatelo dire era anche antipatico e nevrastenico, una volta gli chiesi tue notizie e mi rispose con un urlo così isterico che quasi crollò il soffitto dell’ospedale; ti ha fatto passare un calvario per niente, proprio a te che sei così buona, però…sei sempre con noi, sarai sempre con noi, per noi è una grande gioia e lo deve essere anche per te, per realizzare i tuoi sogni; ora siamo noi che penseremo a te, e passato questo periodo organizzeremo tante cose, ce lo meritiamo tutte e due, è una cosa che ci accomuna,…e poi abbiamo i nostri gnomi protettori” con una risata sdrammatizza.
“Se è per questo c’è anche cherie poupee!” prova a ironizzare pure Kaoru.
“Lei c’è sempre nella versione soprammobile e ora anche umana!!!” Rei fa un’altra risata.
“Ti piace vero?” chiede brutalmente Kaoru, vuole distrarsi con un po’ di frivolezze.
“Che curiosona principe Kaoru” Rei ride e si incupisce “Sapessi com’è dura la fisioterapia; sosteniamoci Kaoru, io ci sono per te, ma anche tu devi esserci per me, voglio recuperare, non voglio tornare come nel passato, poi mi sento confusa…”, vorrebbe confidarsi su Nanako, visto che proprio Kaoru ha tirato in ballo l’argomento, ma non è il momento giusto; le ragazze provano a parlare d’altro, due chiacchiere con una vecchia amica servono sempre.
Rei sta male per la sua amica, da una parte è troppo felice che stia bene, dall’altra pensa che proprio Kaoru che dà tutta se stessa agli altri, non meritava di essere trattata così superficialmente oltretutto da degli adulti, proprio Kaoru che dà lezioni di salute e sana alimentazione a tutti, dr. Kaoru, così la chiama a volte, tanta è la padronanza e la premura che Kaoru ha su questi argomenti.
 
Mentre Kaoru sta chiusa nella sua stanza ad ascoltare musica a go go con le cuffie attaccate allo walkman, Takehiko rivela al suo amico Takashi la sua prossima mossa per quella che ormai è ufficialmente la missione Kaoru. “Taka faccio un blitz a casa sua, non c’è due senza tre, come hai detto anche tu, vado verso le otto e mezzo stasera, così all’ora di cena sono abbastanza sicuro di trovarla a meno non sia fuori con delle amiche”.
“Bravo amico, così ti voglio, se vuoi ti accompagno e ti aspetto in macchina”.
“Questa volta voglio vedermela da solo”.
“Come vuoi”. Takashi sa che l’incontro non ha un esito positivo scontato, e quindi si prepara ad appostarsi vicino a casa di Kaoru, in modo che se dovesse andar male farà da spalla all’amico.
 
Takehiko suona il campanello della casa della sua amata; quanti ricordi, quante risate quando andava a prenderla o la riaccompagnava.
Apre la signora Orihara che lo accoglie festosa “Take meno male sei venuto”.
Lo accolgono giubilanti Goro e Ninsei “che mito Take” “sei sparito, perché non porti un po’ fuori Kaoru che in questi giorni è più insopportabile del solito?”
“Con molto piacere”, risponde Takehiko.
Dopo i soliti convenevoli Takehiko si fa spiegare gli esiti della visita.
Kaoru ha la musica a palla nelle orecchie e lì per lì non si accorge di nulla, poi avverte alla fine le urla dei fratelli e scende dal piano di sopra per vedere che succede.
“Che cos’è questo baccano?…Ancora tu, ma si può sapere che caspita vuoi?”
“Kaoru adesso smettila” interviene la madre “Take non merita di essere trattato così, hai la grande fortuna di avere un ragazzo meraviglioso innamorato di te, che vuol starti vicino e ora tra l’altro non hai più motivo di allontanarlo”.
“Mamma perché racconti i fatti miei ?”
“Cosa c’è di male, principessa, perché fai così?”
Kaoru è arrabbiata, deve sfogarsi ma finora non l’ha fatto perché sa che non è giusto rifarsela con gli altri, ma quando si trova Takehiko davanti, vede concretamente le inutili rinunce che ha fatto, un anno della sua vita buttato via con terapie e interventi senza senso che teme possano in futuro avere ripercussioni sulla sua salute, un anno scolastico perso – proprio lei che tiene tantissimo alla scuola - , mancati progressi nella palla a canestro – sua grande passione - , la rinuncia a un grande amore verso il quale ora si sente inadeguata, sa che gli uomini in generale sono superficiali, guardano sempre al seno e al lato B delle donne, pretendono che le donne siano sempre super perfette e super attraenti, loro però non si guardano mai allo specchio e non si accorgono di quanto spesso siano dei veri e propri mostriciattoli, Takehiko non è così, ma teme che a lungo andare possa farsi influenzare dai suoi amici, lei non ha più il seno, per le terapie affrontate dovrà continuare a controllarsi e forse non potrà avere figli, è sfiduciata, ha bisogno di sfogarsi ed ecco l’occasione su un piatto d’argento, verso la persona che la ama, la cerca, ma che lei ormai si è incaponita di non poter avere. Takehiko è la persona che merita meno di tutte di essere maltrattato da Kaoru, ma spesso e volentieri sono proprio le persone a cui teniamo di più quelle su cui sfoghiamo la nostra rabbia e che trattiamo peggio. Kaoru poi pensa che se lo tratta davvero male, lui alla fine si risentirà e si allontanerà da lei; in tal modo, non avendo più speranze, Kaoru si metterà in pace che il suo Takehiko, che sa amerà per sempre, andrà avanti per la sua strada senza essere coinvolto da lei. Per Kaoru amore è allontanare da te la persona che ami se pensi che non la renderai felice come vorresti, se necessario anche in malo modo.
“Vattene, sei un molestatore, lasciami in pace, io non voglio storie d’amore con nessuno tanto meno con te”.
“Take portala via, guarda quanto è odiosa” “Take salvaci” gridano ridacchiando i fratellini.
“Voi due marmocchi sparite subito”.
“Kaoru” interviene il fratello più grande Goro “ma se non hai il tumore perché non ti rifidanzi con lui?”
“E tu cosa sai del tumore?”
“Che cos’è un tumore?” chiede Ninsei il fratello più piccolo.
Goro vuol bene alla sorella, la ammira molto “L’altro giorno ti ho sentita piangere, volevo venire a consolarti, ma ho visto che c’era già la mamma con te e ho sentito che il dottore che ti segue non ha capito nulla e ti ha detto che avevi una malattia grave che si chiama tumore e che in realtà non avevi”.
“Impiccione, spione, vai in camera tua, ma in questa casa la privacy non esiste? Cosa racconti i fatti miei davanti ad altri?”
“Lui non è altri, lui è Take, e magari se ti rimetti con lui diventi anche più simpatica”.
“Dopo facciamo i conti … quanto a te” dice Kaoru rivolgendosi di nuovo a Takehiko “Guarda che macello hai combinato con il tuo ennesimo blitz”.
“Ma perché mi rifiuti? Non aveva senso e non era giusto prima, non ha senso e non è giusto ora, noi due siamo fatti per stare insieme”.
“Non è vero, io sono mutilata”.
“Come fai a dire che sei mutilata? Anche senza seno puoi fare tutto ciò che vuoi”.
“Io non ti posso piacere, e forse per le cure inutili a cui mi hanno sottoposta non potrò neanche avere dei figli”.
“Basta Kaoru, chi se ne importa dei figli, siamo anche troppo giovani per averne, e perché questi complessi stupidi per il seno?”
“Ora non te ne importa, ma magari fra qualche anno sì”.
“A me mi importerà sempre e solo di te, mi interessa solo stare con te, la mia vita senza di te è vuota e senza prospettiva, mi importa di noi due e basta, sei bellissima, io non sono come quegli uomini deficienti che guardano il seno, io guardo la persona e te sei stupenda d’aspetto e d’anima, non hai nulla da invidiare alle altre ragazze, perché sei bellissima in tutti i campi, e per me in particolare sei la ragazza più bella che ci sia”.
“VATTENE, sparisci, vai in Germania, vai a fare i tuoi studi di letteratura, e magari prenditi come fidanzata una tedesca bionda, con gli occhi azzurri e giunonica”.
“Io non amerò mai nessun’altra ragazza come te, sarò celibe a vita se tu non mi vuoi”.
“Bene, allora meglio solo che male accompagnato, SPARISCI, lasciatemi tutti stare, non vi sopporto” Kaoru scappa su per le scale e si chiude in camera ascoltando a tutto volume musica rock con le cuffie.
“Non so che succede alla nostra principessa, ma cerca di capirla, hanno commesso degli errori davvero gravi con lei, ha solo 17 anni, ma tu insisti Take, lei ha bisogno di te e del tuo amore”; le parole della madre di Kaoru non rincuorano certo Takehiko che ormai sente che ha perso definitivamente la sua battaglia : missione Kaoru fallita. Non capisce il rifiuto di Kaoru proprio ora. Non si regge in piedi quando esce dalla casa di Kaoru, avrebbe fatto meglio a chiedere a Takashi di aspettarlo, ma….i veri amici nel momento del bisogno non mancano mai, ed ecco spuntare dietro l’angolo Takashi.
“E tu che ci fai qui?”
“Dopo aver parlato con te oggi pomeriggio, ho saputo tutto da Rei, sai anche lei e Nanako sono partecipi della missione Kaoru e quindi ci teniamo reciprocamente aggiornati per il buon esito, ho saputo della diagnosi sbagliata, e conoscendo Kaoru non ero sicuro che sarebbe andato bene l’incontro, quindi ho preferito venire”.
Takehiko abbraccia l’amico, ormai ha perso il suo amore, non è stato fortunato, la madre è morta quando aveva 16 anni, il padre dopo la separazione dalla madre non si è mai fatto vedere, l’amore della sua vita l’ha rifiutato. Takashi lo accoglie nel suo abbraccio, Takashi pensa fra sé e sé che al posto di Kaoru non lo allontanerebbe mai, non reagirebbe mai come Kaoru, ma lui personalmente più di questo abbraccio fraterno non può avere; pensa che chi ha il pane non ha i denti e chi ha i denti non ha il pane.
 
Sconvolta e delusa Kaoru si è un po’ calmata, e ha voglia di vedere le sue amiche più care, capire e confrontarsi con loro, ma soprattutto vuole dimenticare. Sa che i suoi genitori sono andati dal suo ormai ex oncologo di riferimento, e che suo padre gli ha quasi messo le mani addosso, sa anche che ora stanno cercando un legale per farle avere il giusto risarcimento per aver sofferto per nulla.
È stata un’estate molto intensa per Nanako, Rei e Kaoru. Si ritrovano a parlare insieme, Kaoru intanto vuole parlarne solo con loro, vuole bene anche a Mariko, a Tomoko e alle sue compagne di basket, però con Nanako e Rei è ancora più amica, e di questa esperienza per ora si sente di parlarne solo con loro per la sintonia che si è stabilita, perché sono le uniche a sapere della sua disavventura, specialmente Rei l’ha vista stare male e ora Rei sta affrontando una faticosa fisioterapia che la costringerà al centro di riabilitazione almeno fino ad autunno inoltrato rinviando il suo ritorno a scuola.
Ha molto a cuore la salute di Rei, prima assumeva farmaci a sproposito, beveva alcool e fumava per stordire i suoi dispiaceri familiari, rischiando di rovinarsi, poi c’è stato quell’incidente che poteva avere conseguenze irrimediabili, ma che comunque la sta costringendo a esercizi fisioterapici estenuanti per recuperare i movimenti e per il quale si ritrova con un braccio e una gamba ingessati, l’altra gamba steccata e respira poco bene.
Sia lei sia Nanako sono state vittime in maniera diversa delle angherie della capricciosa ed egocentrica Fukiko, detta Lady Miya, ma soprannominata da Kaoru fra sé e sé Lady Simpatia, si stanno innamorando ma restano immobili, Kaoru sente di doverle aiutare perché vuole fare provare loro quel sentimento meraviglioso che è l’amore che ha conosciuto anche lei e che ha dovuto interrompere per gli errori altrui.
Kaoru in altre parole adesso è stordita, è molto gioiosa perché il tumore (ora non ha più paura a pronunciare la parola) non c’è mai stato, ma è anche molto arrabbiata, ha sofferto moltissimo, terapie molto pesanti che l’hanno minata nel fisico, terrore psichico, vedeva la morte e le sofferenze connesse sempre incombenti su di lei, ha fatto delle rinunce; senza i linfonodi ascellari teme ancora di avere qualche problema di salute, e fa in modo che il suo sguardo non cada mai sul suo torace perché altrimenti ricorda tutto il suo incubo, che spera prima o poi di dimenticare.
È sconvolta anche per Takehiko, si è fissata di non essere adatta a lui, di averlo perso. Per tutto quello che le è successo e per la mancanza che sente di Takehiko, sta pensando come compensazione di dedicare la sua vita più che mai a chi è in difficoltà.
Si sfoga ancora con le amiche, esterna le sue perplessità, le sue delusioni, pur sottolineando di essere felice per la fine del suo incubo.
“Principe Kaoru, quello che ti hanno fatto è imperdonabile, hanno rovinato un anno di vita a te e alla tua famiglia, ma pensa che ora stai bene, che vivrai e potrai fare tutto quello che vorrai e più ti piace”, Nanako l’abbraccia, è entusiasta.
Rei ora sta recuperando le forze, e col braccio libero la stringe a lungo a sé “hai visto, starai con noi per sempre, e faremo tante cose insieme”.
Rei si conferma la ragazza particolarmente matura che si è dimostrata al telefono “non è che diventando adulti si smette di sbagliare; gli sbagli si fanno sempre, anzi come ti ha detto giustamente la dottoressa del centro oncologico più si cresce, peggiori sono le conseguenze dei nostri errori, perché abbiamo maggiori responsabilità, dobbiamo prendere decisioni importanti e se sbagliamo, anche in buona fede, ci sono dei danni. Tu Kaoru hai dei genitori meravigliosi, sono sempre stati presenti, ti hanno cresciuta con amore e anche per te Nanako è stato così, vi siete illuse che gli adulti siano perfetti, ma io e i miei fratelli sappiamo bene che non è così, perché purtroppo abbiamo visto in prima persona le conseguenze degli sbagli degli adulti; guardate nostro padre cosa ha combinato con sua moglie e mia madre, crede di agire al meglio, invece è un padre totalmente assente, ci dà molti soldi e crede coi soldi di essere a posto, ormai non può più capire che contano i sentimenti e la presenza fisica, con me fa sempre gaffe, crede di fare il simpatico e l’affettuoso e invece dice sempre frasi inopportune, è persino sorvegliato dal tribunale per i minorenni e dagli assistenti sociali anche se ora è in procinto di ripartire per Londra. Dal suo comportamento è derivata la depressione di mia madre e il conseguente suicidio, i maltrattamenti di mia sorella e tutti i miei problemi che alla fine ho superato solo grazie a voi.
Così la diagnosi sbagliata di un medico logicamente ha conseguenze diverse e più gravi di un compito in classe sbagliato. Gli adulti poi credono di poter fare più cose insieme, ma credo sia difficile fare tutto in modo perfetto, mio padre sul lavoro è impeccabile, ha fatto una carriera strepitosa, ma come vi ho detto è stato un disastro in famiglia, il dottore di Kaoru invece per essere un figlio e un padre presente ha trascurato il lavoro con conseguenze che potevano essere più gravi, perché tu sei viva e in buona salute, ma immagina un caso speculare al tuo; se una persona è malata e viene scambiata per sana?”
Nanako è estasiata dalla saggezza di Saint Just, è davvero una bellissima persona. Saint Just è riconoscente con Kaoru che l’ha sempre aiutata, dice le parole giuste al momento giusto, non porta rancore verso il pessimo padre o la sorella; Nanako la ama e vorrebbe urlarlo al mondo intero, ma teme di perderla, la vede poi sofferente per la fisioterapia e pensa che ora Saint Just ha cose ben più importanti in testa.
Mentre guarda con occhio divertito Nanako adorante Saint Just, Kaoru commenta di essere stata fortunata a incontrare la dottoressa che le fece compagnia e la sostenne al centro oncologico nazionale, e dice alle amiche che vorrebbe fare altrettanto per gli altri.
Di nuovo l’oracolo di Saint Just “Kaoru non ti rendi conto che tu per noi hai sempre fatto quello che ha fatto per te quella dottoressa, ti è stato reso quello che hai dato, ci hai sempre sostenuto nelle difficoltà e sei sempre stata presente al momento giusto, nel mio caso anche con consigli salutisti dottor Kaoru!”, quella battuta ironica suona come un presagio, del resto Rei a presa di giro si era rivolta a Kaoru a quel modo tutte le volte che lei la rimproverava per lo stile di vita sbagliato.
“E’ vero Kaoru, hai anche molta proprietà di linguaggio quando parli di malattie e medicine, ti vedrei così bene a fare il medico” interviene Nanako.
Kaoru è confusa, non ha mai pensato al suo futuro, tutt’al più vedeva nel suo futuro una brillante carriera da cestista, anche se oggettivamente a scuola ha sempre avuto una predilezione per le discipline scientifiche.
Rei ha saputo da Takashi del blitz di Takehiko, e facendo finta di non sapere niente per delicatezza introduce l’argomento alla lontana “Almeno adesso potresti riavvicinarti a Takehiko”.
“L’altra sera ha fatto un blitz a casa mia, l’ho trattato malissimo e l’ho cacciato”, Kaoru racconta i dettagli dell’incontro, le scende una lacrima.
“Perché?” chiedono insieme Nanako e Rei.
“Non sono più la stessa dopo quello che mi è successo, è vero adesso vivrò, riprenderò in mano i miei progetti, ma qualcosa si è spezzato, voglio il meglio per Takehiko, ho paura che possa stufarsi di me, non ho i seni, forse le terapie inutili a cui sono stata sottoposta potrebbero avere delle ripercussioni in futuro sulla mia salute”.
“Ma principe Kaoru che dici se stai benissimo?” chiede Nanako.
“Ho preso tante radiazioni al cobalto, infusioni di chemio; se fossi stata davvero malata sarebbero state utili per guarire e sarebbe andato bene così, ma gli oncologi del centro nazionale hanno detto che effettuare tutte quelle terapie senza averne bisogno non fa certo bene all’organismo, comunque per altri 5 anni dovrò effettuare dei controlli annuali anche se solo per scrupolo, certo lo stato d’animo con cui li farò sarà di tutt’altro genere, sono molto confusa…”.
“Basta dottor Kaoru” interrompe Saint Just più per rifiuto di pensare a nuovi pericoli per la sua amica che per cambiare argomento“per oggi la lezione di patologia umana è finita, ora si deve pensare soltanto all’anno scolastico imminente, alla ripresa degli allenamenti e delle amicizie. Non rinunciare al tuo amore, l’amore è emozione pura, è totalizzante, se è corrisposto è una delle cose più belle del mondo, ora che non hai più l’incubo della malattia, apriti alla vita, non fare lo sbaglio che ho fatto io, non ti sei chiusa quando avevi la minaccia della malattia e lo fai ora?”.
“Io amo troppo la vita ragazze, ho tanti progetti, ma non smetterò mai di proteggere chi amo, e  per amore si deve anche saper rinunciare; quando non sei sicuro che chi ami si troverà bene con te e potrebbe stancarsi di te è meglio lasciar perdere”.
“Dottor Kaoru per la prima volta insicura, voglio il vecchio dottor Kaoru, questa versione titubante non mi va!” esclama Rei.
“E’ vero dottor Kaoru” senza accorgersene anche Nanako la sta chiamando così “mio fratello è una persona stupenda, è dolcissimo, è buono d’animo, lui poteva odiarmi per il fatto che mio padre con lui è sparito e invece con me è sempre disponibile, presente e affettuoso; sono sicura che lui ti amerà per sempre, su lui ci scommetterei la testa”.
“E’ il migliore amico di mio fratello” aggiunge Rei “non permettere che un medico negligente ti faccia perdere un’occasione del genere; te l’ho già detto : non essere disfattista”.
Kaoru comincia a sentirsi a disagio “E voi invece, l’amore???” ride, ha tirato la sua frecciatina, ma è anche malinconica!
Rei deve ricominciare la fisioterapia e deve congedarsi, le amiche la salutano, Nanako promette di portarle il giorno dopo la panna cotta variegata al cioccolato e che verrà con Mariko e Tomoko “Torna anche tu domani dottor Kaoru, c’è Mariko chissà come sarà felice di vederti!”.
“Ragazze vedrò se posso, ma domani devo andare con la mamma a parlare con gli insegnanti di letteratura e matematica, sto pensando di mettermi sotto con lo studio per recuperare l’anno scolastico perso anche se questo vuol dire sacrificare il basket”.
“Grande dottor Kaoru, così mi piaci, così torniamo in classe insieme” fa eco Saint Just.
Nanako è un po’ triste se non avrà più in classe Kaoru, ma è felice per lei e spera che poi voglia recuperare con suo fratello, piano piano, magari mettendoci anche lei uno zampino e facendole avere di nuovo fiducia negli altri.
Nanako sta in pena per Takehiko, non riesce nemmeno a pensare cosa proverebbe se Saint Just non la volesse più all’improvviso e la escludesse; no, lei non rinuncerà mai alla sua Saint Just, sente che morirebbe se Saint Just non la volesse più, la ama troppo, vorrebbe confidarsi con qualcuno, ma con chi? Con Kaoru che è triste per Takehiko non è il caso, con Takehiko che è triste per Kaoru non è il caso, con Tomoko? Con Mariko? Non lo sa, ha paura di sentirsi dire quello che non vuole sentirsi dire….ma il suo amore è così grande che non riesce più a stare zitta e muta. Nanako è molto espansiva e deve comunicare.
Eppure se sapesse che Saint Just è attratta da lei….ritroverebbe tutto il coraggio…anche Saint Just vorrebbe confidarsi con il dr. Kaoru, vede finalmente Fukiko come una sorella, avverte un’attrazione crescente verso Nanako, ha paura di capire cosa le sta succedendo, anche lei teme le reazioni di Nanako, e poi c’è questa lunga fisioterapia che la sta oggettivamente demoralizzando….
Quante complicazioni ha l’amore, quanto è più semplice e diretta l’amicizia!!!!

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Capitolo 8
*** Giornate no ***


Kaoru continua a ricevere delusioni dal mondo degli adulti..…
 
Sono appena terminate le vacanze estive e si torna a scuola, le ragazze sono tutte entusiaste di ricominciare le lezioni.
Nanako è nostalgica; da una parte è felice, rivede regolarmente le amiche, ha trascorso l’estate in città riuscendo a convincere i genitori a lasciarla a casa per seguire la sua amica Saint Just che sta meglio, è finita la sospensione di Mariko che sfoggia lo smalto sul pollice e l’indice, ma ci sono novità che la crucciano : Tomoko si è comprata il motorino, quindi non potranno più andare a scuola insieme, qualche volta si farà dare un passaggio, ma non sarà come andare insieme a scuola prima col treno metropolitano poi con l’autobus, chiacchierare e scherzare lungo il tragitto all’entrata e all’uscita da scuola; inoltre, Mariko ha cambiato casa e prende mezzi pubblici diversi per venire a scuola, e anche Saint Just quando rientrerà a scuola andrà a stare coi fratelli e a sua volta non prenderà più il bus di Nanako. In altre parole, Nanako per la prima volta dovrà andare e tornare da scuola da sola : che tristezza!
Inoltre, Kaoru non si è rimessa con suo fratello, e sta studiando per fare due anni in uno, quindi poi non saranno più in classe insieme; non solo, ma proprio perché Kaoru è molto impegnata con lo studio potrà starci poco insieme nel tempo libero. Ha poi saputo che proprio Takehiko è il figlio del primo matrimonio di suo padre e non ha ancora avuto il coraggio di chiedere spiegazioni a suo padre sul perché abbia compiuto il gesto così deplorevole di non aver seguito nella crescita Takehiko dopo la separazione dalla prima moglie; le sembra assurdo che una persona brava e buona come suo padre abbia fatto una cosa del genere; la sua amata Saint Just le ha dato la speranza che suo padre sia stato vittima degli eventi, ma Nanako deve assolutamente sapere; Takehiko le ha raccontato nella loro corrispondenza epistolare che sta per partire per ca. un semestre in Germania a studiare la letteratura europea proprio ora che si erano conosciuti, le fa pena per come è stato trattato da suo padre e per come lo sta trattando Kaoru, è un ragazzo molto buono d’animo e non viene mai ricompensato. Infine, c’è il suo amore, la dolcissima ed enigmatica Saint Just, che ha avuto un brutto incidente ed è demoralizzata perché non può tornare a scuola, deve studiare da sola con le difficoltà del caso, è stressata dalla fisioterapia; Nanako la ama sempre di più, ma non riesce a dirglielo.
“Ciao Kaoru vieni con me, Mariko e Tomoko dopo le lezioni a trovare Saint Just al centro di fisioterapia? Ieri era molto triste perché non tornerà a scuola prima della fine dell’anno, ha addirittura detto che non marinerà più le lezioni!”
“Non posso, alle cinque devo accompagnare la mamma da un avvocato per la causa di risarcimento contro il mio ex oncologo; i miei avevano già deciso altri nomi consigliati da amici, ma poi hanno deciso di andare a sentire anche questo che non mi piace per nulla, lo sai chi è?”
“No, non lo so” risponde Nanako.
“E’ l’avv. Fujiwara”.
“Ma chi? il padre di Misa della 2^ C, quella ragazza snob che era nella Sorority?”
“Sì, proprio lui, è stato quell’altro simpatico del padre di Rei a dire a mia madre di andare da lui; quando andammo a scuola per farmi dare il programma per fare due anni in uno, c’erano anche dei membri del consiglio direttivo fra cui il sig. Ichinomiya; ovviamente il consiglio direttivo per via delle mie assenze scolastiche conosce la mia storia clinica; il padre di Rei ha insistito tanto perché mia madre andasse a sentire anche questo Fujiwara, dice che sono amici da quando erano ragazzi, si frequentano sempre, Fukiko e Misa sono molto amiche e soprattutto è grintosissimo, aggressivo, lotta per realizzare i suoi scopi a tutti i costi e sta seguendo anche la pratica di risarcimento di Rei per la caduta dalla passerella”.
“Se il padre di Lady Miya e Saint Just vi ha detto di andare da lui sicuramente sarà in gamba, con tutti i suoi difetti il sig. Ichinomiya è un grande imprenditore, realizzato al massimo nel suo settore, sa quanto sei importante per Saint Just, gli ha affidato Saint Just stessa, secondo me tua madre ha fatto bene a seguire il suo consiglio”.
“E’ la stessa cosa che ha detto mia madre quando le ho fatto i discorsi che ho fatto ora a te. Sarà ma ho un brutto presentimento, sua figlia Misa non mi piace, guarda caso è amica di Lady Simpatia o come la chiamate voi altre Lady Miya, è amico del padre di Rei che a livello umano è odioso, in più Takashi raccontava che questo avvocato nel foro della nostra città è soprannominato il genio del male, questo soprannome mi fa preoccupare…”.
“Non andare prevenuta Kaoru, mi sembri sfiduciata”.
“Ti racconterò poi”.
Nel frattempo intorno a Kaoru si sente il solito coro cinguettante “Oh principe Kaoru” “Guardate c’è principe Kaoru” “Principe Kaoru salutaci Saint Just” “Ciao ciao principe Kaoru”. Kaoru ha un moto di rabbia verso queste ragazze che stupisce Nanako “Vedo che le galline tornano a starnazzare, ‘principe Kaoru di qui’ ‘principe Kaoru di qua’, non voglio più sentirmi chiamare a questo modo, principe è un sostantivo maschile, quindi smettete una volta per tutte di chiamarmi principe Kaoru e ora tornate nel pollaio a ripassare la grammatica, galline”. Nanako non aveva mai visto Kaoru arrabbiarsi per questo motivo, invece oggi si è praticamente infuriata. Capisce che ha un disagio interiore e vuole aiutarla. Nanako si sente coinvolta su più fronti, Saint Just, Kaoru, il caro fratello, e ora che è ricominciata la scuola non sa come riuscire a risolvere ogni situazione e teme di trascurare qualcuno o qualcosa.
 
Verso le cinque la signora Orihara e Kaoru arrivano puntualmente allo studio Fujiwara.
Kaoru non sa che sta per fare l’esperienza più grottesca della sua vita.
Lo studio è carico di oggetti, soprammobili, le pareti sono completamente coperte di quadri, Kaoru vede tanto sfoggio di opulenza, quasi esibizionismo, non si meraviglia che l’avvocato sia tanto amico del padre di Rei e di Lady Simpatia, per ora vede confermati i suoi sospetti.
Arriva il suo turno. Si affaccia una segretaria che dice a lei e alla madre di entrare.
L’avv. Fujiwara sembra molto cordiale e alla mano, non ha l’aspetto di un genio del male. Ha un atteggiamento particolarmente gentile, perché Kaoru è molto amica di Rei Asaka Ichinomiya, inoltre sa da sua figlia che lei è la famosa “principe Kaoru” adorata dalle educande del Seiran. L’avvocato chiama in stanza una collaboratrice, l’avv.ssa Chiba, per assisterlo sulla posizione di Kaoru.
Appena entra l’avvocatessa Chiba, l’avv. Fujiwara si mostra all’improvviso antipaticissimo, quasi un personaggio bipolare.
“Noriko, ha chiamato la cliente che ti ho affidato per farla diventare tutrice della sorella invalida, è furiosa con te perché hanno nominato come tutore una terza persona estranea alla famiglia, dimmi subito che cosa hai combinato”.
“Sono state depositate denunce a carico della cliente per presunti maltrattamenti alla sorella e ad altri parenti, e il giudice tutelare nel dubbio ha dovuto nominare una terza persona in attesa di avere gli esiti dell’istruttoria; tra l’altro la cliente mi ha aggredito con urli e offese molto volgari”.
“Che significa tutto questo? Con grinta e polso questi giudici si possono costringere a fare tutto ciò che vogliamo noi”.
“Non quando c’è della documentazione che ci contraddice e noi non abbiamo prove materiali a nostro favore”.
“Non mi interessa, la cliente mi ha pagato un cospicuo acconto e quindi si deve vincere quando ci sono in ballo tutti questi soldi; inoltre sono ancora infuriato per quella clausola che non hai messo nell’istanza”.
“Nella sua istanza non mi ha detto di metterla così come non me lo disse in casi simili”.
“Non è vero, adesso mi infurio; ora basta, ti affido la pratica che mi ha mandato il mio amico Ichinomiya e vediamo di non fare altri danni”.
La signora Orihara e Kaoru si guardano scandalizzate, non è professionale parlare di pratiche di clienti come tali coperte da segreto professionale davanti ad altri clienti, ma è ancora più scandaloso trattare a pesci in faccia un collaboratore quando si danno ogni giorno disposizioni diverse a parità di casi e oltretutto gli si affida una causa apparentemente persa con un cliente con segni di squilibrio mentale; un collaboratore pluriennale, come sembra essere l’avv. Chiba, dovrebbe essere sempre più attendibile di un cliente squilibrato e cattivo.
Ma il grottesco è solo cominciato.
L’avvocato assume nuovamente toni garbati e si rivolge a Kaoru. “Mi ha detto il padre di Rei che sei bravissima a scuola, a palla a canestro, e che sei stata dietro a Rei, meno male c’eri tu, Rei – o come la chiamate a scuola Saint Just - oggettivamente è una ragazza un po’ sballata, fumo, alcool, pillole, diversa da Fukiko, due sorelle completamente differenti, e poi vestita male, si veste da uomo e pure sempre a lutto, mia figlia non capisce come la trovino tanto affascinante a parte il fatto che suona bene gli strumenti…”.
Kaoru si innervosisce, che ne sa quello lì di Rei? delle situazioni drammatiche che ha vissuto? delle cattiverie delinquenziali di Fukiko/Lady Simpatia? Risponde stizzita “Rei ha sofferto moltissimo, è stata trascurata dalla sua famiglia dopo la morte della madre, totalmente abbandonata a se stessa, è stata fin troppo brava, non si possono giudicare le situazioni se non sappiamo cosa c’è a monte, poi è brava a scuola e non si veste affatto male, è più che dignitosa”. La signora Orihara dà una gomitata alla figlia.
Si intromette l’avv.ssa Chiba “è vero ha perso la madre da bambina e avrebbe dovuto essere seguita, ricevere amore, e quanto ai vestiti a quell’età sei bella anche se indossi un sacco”.
“Tu cosa ti intrometti” sbotta Fujiwara “fai la corruttrice di minori? Tu invece Kaoru sei proprio una bella spepera, mi piacciono le ragazze spepere” e si mette a ridere. Kaoru è molto infastidita dall’arroganza e saccenza dell’avv. Fujiwara, dalle sue battute stupide, sì : è proprio l’amico di Mushanokoji Ichinomiya, non c’è dubbio, chi si assomiglia si piglia.
Ma il bello sta per arrivare “A proposito voglio sentire a che punto siamo con la pratica di Rei Asaka”, chiama col telefono un numero interno e mette il viva voce; Kaoru, si guarda perplessa con la madre, che comincia a pensare che quella figlia saggia e matura ha indovinato anche questa volta; per ora chiacchiere chiacchiere … ma la gente non ha tempo da perdere, e poi quel raccontare i fatti degli altri clienti…mah…
“Kimiko a che punto siamo con la pratica Asaka Ichinomiya?”
“Sarebbe?”
L’avv. Fujiwara fa una faccia perplessa, imbarazzata…“Come? La figlia del mio amico, quella che è andata anche in televisione per essere caduta dal ponte sopra la ferrovia”.
“Avvocato Lei mi dà mille pratiche da seguire, come fo a ricordarmi tutto al volo?” – è ovvio che l’avvocatessa Kimiko Tanabe non sa di essere in viva voce davanti ad altri clienti.
Kaoru rivede lo spettro del suo ex oncologo che aveva molti pazienti e per non rinunciare a nessuno di loro o tirava via o delegava specializzandi inesperti e a loro volta oberati di lavoro; sente una persecuzione contro di lei, possibile che finisce sempre nelle mani sbagliate? Anche sua madre scuote la testa.
 “Allora hai capito chi è? a che punto siamo?”
L’avv.ssa Tanabe sempre inconsapevole del viva voce risponde “Ho capito a chi si riferisce : la rintronata che si impasticcava ed è caduta dal ponte per raccogliere i fiori per l’amica; proprio domani ho fissato alle 15:30 da lei al centro di fisioterapia per farmi raccontare per filo e per segno i fatti, perché l’assicurazione del comune dà tutta la colpa a lei che si è sporta troppo, ed effettivamente ci si deve lavorare parecchio perché quella si è praticamente buttata di sotto per raccogliere i fiori, ma poi dei fiori per un’amica, che c’entrano i fiori a un’amica? caso mai se li doveva far portare lei da un ragazzo; per me è rintronata anche sentimentalmente”.
“Ok, basta, ne parliamo dopo”.
Kaoru avrebbe voluto avere davanti quest’avvocatessa e darle un bello schiaffo, si sta sempre più risentendo.
L’avv. Fujiwara lì per lì è scombussolato per la figura meschina appena fatta, poi si ricompone e con aplomb dice “Beh, riconoscerete che non è normale che una ragazza porti i fiori a un’altra, sembra un comportamento da ragazza omosentimentale”.
“Perché? È un bel gesto invece e non c’è nulla di strano se due ragazze si innamorano” interviene l’avv.ssa Chiba.
“Oggi fai la corruttrice di minori e ti permetti pure di contraddirmi; del resto non mi meraviglio di ciò che hai appena detto, in più di dieci anni che sei qui non ci hai mai presentato un fidanzato o marito” ghigna l’avv. Fujiwara facendo poi una risata grassa.
Kaoru sente la sua fronte calda, come se le stesse salendo il sangue alla testa, vorrebbe schiaffeggiare anche l’avvocato.
L’avv. Fujiwara finalmente affronta la pratica di Kaoru. La signora Orihara (che sta già pensando di sentire un altro legale) spiega le cartelle cliniche all’avvocato e i danni causati a Kaoru anche a livello di vita scolastica e sociale; quando riferisce che Kaoru ha lasciato il suo ragazzo, iniziano battute stupide anche per la povera Kaoru “Coooosaaaaa? A 16 anni avevi già il ragazzo? Le mie figlie hanno il divieto assoluto di avere il ragazzo fino al compimento dei 20 anni! Non devono neanche pronunciare la parola”.
“Io e il mio ragazzo non facevamo nulla di male, parlavamo di letteratura, filosofia, facevamo passeggiate e andavamo al luna park”.
“Ah ah ah i ragazzi sono buffi! Si fidanzano avanti dì e poi vanno come i bambini al luna park! Ovviamente ti avrà lasciato lui, chi glielo faceva fare di stare con una ragazza che poteva morire da un momento all’altro”.
La signora Orihara e Kaoru sono sconvolte dalla brutalità. “L’ho lasciato io, perché il mio ragazzo era molto buono, e non volevo sprecasse la sua vita per me”.
“La tua generosità ti fa onore, ma tanto ti avrebbe lasciata comunque lui e infatti Noriko metti nell’atto che l’ha lasciata lui”.
“Perché avvocato? Il mio ex ragazzo è una persona fantastica”.
“Non possiamo scrivere una circostanza falsa” aggiunge l’avv.ssa Chiba.
“Noriko il capo sono io e comando io, non cominciare come al solito a mettere i puntini sulle i, il codice deontologico è anacronistico, si mette che è stato il ragazzo a lasciarla così si prendono più soldi, a proposito di soldi questo è il mio preventivo e vista la complessità della causa e il valore elevato dobbiamo stipulare un patto ulteriore con cui io prendo il 30% del risarcimento”.
Kaoru e sua madre notano la collaboratrice che sbarra gli occhi e in contemporanea sbarrano gli occhi anche loro.
“Questo è il mandato da firmare per andare in tribunale”.
“Avvocato non si può andare subito in tribunale, per legge va fatto prima il tentativo di conciliazione” puntualizza la collaboratrice.
“Basta Noriko, si va subito in causa, lei signora Orihara firmi”.
“Devo pensarci” risponde la sig.ra Orihara rimasta basita dalla cafonaggine, ipocrisia, e avidità del legale e già decisa a rivolgersi a un altro studio.
“Perché? Cosa c’è da pensare? Si fa subito la causa”.
“E’ un mio diritto pensarci con calma e anche la parcella è troppo alta, specialmente quel patto ulteriore, poi non vedo perché andare subito in causa se per legge si deve prima tentare una conciliazione”.
“Ma che dà retta alla mia collaboratrice? Lei è fissata con gli accordi, ma per ottenere qualcosa si deve subito spaventare facendo la causa; gli avvocati fanno le cause non gli accordi. Il compenso poi è conforme alla legge”.
La signora Orihara e Kaoru si scambiano uno sguardo con la collaboratrice che ha una faccia molto perplessa, eloquente, che dice tutto.
L’avv. Fujiwara se ne accorge e comincia lo show “Basta Noriko, esci da questa stanza e non parlarmi per il resto della giornata, mi hai già stufato per oggi, anzi ho un’idea di gran lunga migliore, prendi la tua roba e vattene subito da questo studio, in più di dieci anni che sei qui hai sempre voluto fare le cose a modo tuo, ma il capo sono io, io fo le cause, non le conciliazioni”.
“Lo impone la legge”.
“Stai zitta, per seguire sempre regole assurde mi boicotti, ma oggi grazie al cielo è finita e lei signora Orihara firmi subito il mandato”.
“Io non firmo nulla e vado in un altro studio”; la sig.ra Orihara e Kaoru guardano sprezzanti l’avv. Fujiwara.
“Andatevene tutte e tre subito, anche lei signora Orihara mi ha fatto perdere il mio prezioso tempo per niente, ma crede io sia qui a divertirmi?”
Kaoru si sente bollire la testa, le vene alle tempie le stanno pulsando nel vedere sua madre trattata così e interviene arrabbiata “Non parli così a mia madre. Ma come tratta le persone? Come tratta anche i suoi collaboratori onesti?”
“Forza andatevene, anche tu ragazzina impertinente, ecco perchè Rei è strana, perché ha amiche come te”.
“Rei non è strana, ha la sfortuna di avere come padre il Suo amico, che è come Lei”.
“Basta Kaoru andiamo via” la madre tira a sé la figlia.
“Ora glielo dico chi sei al mio amico Ichinomiya e voglio vedere se ti fa ancora frequentare Rei”. “Lascia in pace questa ragazza, ma non ti vergogni? Persino con le minorenni sei violento” interviene la collaboratrice appena licenziata.
“Tu vattene ora, inetta, incompetente e depravata, il resto fattelo portare dalle tue colleghe anzi ex colleghe, ti sei pure permessa di darmi del tu; andatevene tutte e tre perditempo”.
“Lasci stare mia figlia e si vergogni ad approfittare delle sventure di una ragazzina. Vieni principessa scappiamo”.
Kaoru aveva avuto un presentimento più che giusto, da maga. Ancora una volta, quella ragazza molto giovane grazie alla sua maturità decisamente superiore all’età aveva già capito a cosa stava andando incontro.
Logicamente i suoi genitori si sarebbero rivolti a un altro studio, uno di quelli suggeriti da amici di famiglia, brave persone.
È però molto avvilita dal contesto in generale. Il suo ex oncologo, con tutti gli errori gravissimi fatti, era stato comunque in buona fede, e si era sentito molto a disagio coi suoi genitori senza replicare nulla ai loro rimproveri. L’avv. Fujiwara, giustamente a questo punto soprannominato nel foro della città “genio del male”, era stato spregevole. A dispetto della privacy raccontava apertamente le pratiche dello studio ad altri clienti, maltrattava in una maniera arrogante e dispotica davanti ai clienti i collaboratori, colpevoli – come aveva notato Kaoru – di essere onesti e seguire le regole, voleva mangiare sulle sfortune dei clienti con parcelle e patti di pagamento indecenti, quasi forzando i clienti a firmare. Kaoru si ripete fra sé e sé pensando al padre di Rei “chi si assomiglia, si piglia, ecco perché sono così tanto amici”.
Eppure Kaoru che è una ragazza forte e coraggiosa, di nuovo si trova ad asciugarsi gli occhi in ascensore; sua madre è ancora turbata.
Kaoru non piange per la cattiveria dell’avv. Fujiwara; un essere simile non merita neppure una lacrima. Piange per la sua situazione; lei che è sempre stata disponibile e generosa con tutti, lei che si fa in quattro per gli altri con gran piacere, lei che ama mettersi al servizio degli altri, è stata per la seconda volta tradita e quel che è peggio da degli adulti.
La prima volta è stata sottoposta a cure e interventi massacranti … per nulla; la seconda volta ha rischiato non solo di essere nuovamente trascurata ma anche di essere oggetto di grosse speculazioni, e se ciò non bastasse sia lei sia la sua amica Rei sono state sbeffeggiate, è stata minacciata di essere allontanata dalla sua amica Rei e le è stato sbattuto brutalmente in faccia che Takehiko l’avrebbe lasciata comunque anche se lei non lo avesse lasciato.
Sa che il dr. Ichinomiya e l’avv. Fujiwara sono due brutte persone e non si deve dar peso a quello che dicono, ma in fondo in fondo è rosa da un tarlo…e se davvero le avessero proibito di frequentare ancora la sua adorata amica Rei? Avrebbe perso anche una carissima amica, la sua amica preferita, e questa era una ulteriore grande ingiustizia…e la sua rinuncia a Takehiko? Avrebbe potuto fare a meno di lasciarlo perché tanto lui l’avrebbe lasciata comunque? Allora aveva fatto bene a lasciarlo col senno di allora? Il sacrificio era servito giusto per non sentirsi dire “ti lascio” da lui? 
La madre di Kaoru giustamente intende fare una denuncia all’associazione professionale di appartenenza dell’avv. Fujiwara e all’uscita dall’ascensore chiede all’avv.ssa Chiba di lasciarle i suoi dati; con una testimone la denuncia sarà ancora più efficace e proficua.
Kaoru scopre che l’avvocatessa ha all’incirca l’età di sua madre; la madre di Kaoru, infatti, è molto giovane, si è sposata poco più che ventenne, ha avuto Kaoru poco dopo, e ha circa 40 anni.
Kaoru non trattiene le lacrime e in macchina si sfoga con sua madre “Lo vedi, se mi davi ascolto ci saremmo risparmiate questa orribile esperienza, non ti basta quello che mi è già successo? Ti avevo detto che era il genio del male!”
“Principessa, hai ragione, ma io l’ho fatto in buona fede, hai visto anche tu quanto si era raccomandato il dr. Ichinomiya”.
“ E tu ti fidi di un padre degenere come il dr. Ichinomiya? Come se non ti avessi mai raccontato la storia della mia amica Rei! Ora non me la faranno più nemmeno frequentare”.
“Principessa, Rei ti vuole molto bene, è una ragazza assai intelligente, non darà certo retta a loro”.
“Mi mancava solo questa”.
Giunta a casa, Kaoru per distrarsi si butta a capofitto nello studio e dopo cena decide di telefonare a Rei, deve spiegarle cosa è successo, metterla in guardia e sapere in quali mani è capitata per la sua assistenza legale.
“Mi dispiace ma non posso passargliela, oggi la fisioterapia è stata particolarmente impegnativa, la paziente dorme di già e i medici non vogliono sia disturbata”.
“La prego è importantissimo, la svegli, sono la sua migliore amica, devo parlarle con la massima urgenza”.
“Non insista, la paziente dorme, ci sono delle regole”.
“La prego, è della massima importanza”.
“Ora basta, vada a letto anche lei”, la reception riattacca la linea.
Dietro la porta di camera sua Kaoru sente delle voci lamentose in falsetto “La prego, mi passi Rei Asaka, ue, ue, ue”, capisce che sono i fratelli e apre la porta.
“Siete voi”.
“La prego - ue ue - mi passi Rei Asaka”.
“Sparite spioni, voi non capite nulla”.
“Ma quando dimettono Rei? Almeno ci aiuta a sopportarti”.
“Andatevene subito”, Kaoru sbatte la porta e scende al piano terra per dire ai genitori che il giorno dopo sarebbe tornata direttamente nel tardo pomeriggio perché all’uscita da scuola doveva andare da Rei.
“Assolutamente no, io e tuo padre siamo al lavoro e devi badare a Goro e Ninsei, Goro deve ripassare con te matematica, ha diverse lacune e l’insegnante ha detto che lo interroga proprio dopo domani”.
“Ma è importantissimo, è fondamentale che io le parli”.
“Basta Kaoru”.
Kaoru si rinchiude in lacrime in camera, vede persa la sua amicizia con Rei, no…non può perderla…
L’indomani a scuola a pranzo si sfoga piangendo con Nanako, Mariko e Tomoko, racconta tutto anche a Mariko e Tomoko, sono delle bravissime ragazze, è giusto sappiano anche loro.
“Che persone orrende ci sono nel mondo, ma quella Misa Fujiwara si vede che è odiosa, tale padre tale figlia” commenta Tomoko.
“Sono disperata, devo stare a casa a studiare matematica con Goro che non ha voglia, e non posso andare da Rei”.
Interviene Mariko “Principe Kaoru” (le uniche a cui Kaoru permette di essere ancora chiamata così sono Nanako, Tomoko e Mariko) “posso studiare io matematica con tuo fratello, non ci sono problemi”.
“Mariko non è giusto, hai già tanti compiti per conto tuo”.
“Principe Kaoru sei sempre stata tanto buona con me, mi hai aiutato e soccorsa in tante situazioni diverse e io sarei onorata se potessi contraccambiarti”.
“Non è giusto”.
“Kaoru fatti aiutare ogni tanto, aiuti sempre te gli altri, ogni tanto accetta anche tu una mano, è per una giusta causa” insiste Nanako, angustiata per la sua Rei, che deve essere assolutamente protetta anche nella sua amicizia con Kaoru.
“Kaoru ti porto Mariko a casa alle 14:45 in punto, veniamo in motorino per far prima, e a quel punto scesa Mariko, monti tu a tua volta sul mio motorino e corriamo al centro di fisioterapia”. Kaoru è convinta, tornerà presto a casa, Mariko andrà via e finirà tutto bene. Meno male che Tomoko ha il motorino….
Durante il tragitto il traffico scorre veloce, tanto che Kaoru arriva al centro di fisioterapia poco dopo le 15, quindi in largo anticipo rispetto all’avv.ssa Tanabe. Kaoru si scapicolla subito per le scale, ma trova la stanza di Rei chiusa con una voce femminile proveniente dall’interno. “Forse ci sarà una visita medica in corso”, pensa fra sé e sé.
Inavvertitamente sente la conversazione.
“Chicca invece di guardare quella bambola guarda me, ti sto parlando…”.
“Io non mi chiamo Chicca, mi chiamo Rei Asaka”.
“Va bene Rei, allora vuoi rispiegarmi bene come è andato l’incidente nei dettagli almeno poi concordiamo una versione decente da dare al comune e farti avere dei soldi?”
Kaoru riconosce la voce dell’avv.ssa Tanabe, che a quanto pare ha anticipato il suo appuntamento, e comincia a sentire la sua testa calda, le rimbomba quell’aggettivo pronunciato dall’avv.ssa Tanabe “…rintronata…”.
Nel frattempo l’avv.ssa Tanabe prosegue “Se ti chiamo Saint Just mi degni del tuo sguardo? …. Allora? …. Oh tesoro, basta guardare la bambola, hai 17 anni, lo capisci che si configura un concorso di colpa se diciamo le cose come me le hai raccontate?”
Senza pensarci, in maniera esclusivamente impulsiva Kaoru entra di scatto spalancando la porta con rabbia, sente di nuovo le vene delle tempie pulsare “Basta lo dico io, la smetta di importunare la mia amica, lei è una ragazza onesta e sincera”.
“E tu chi sei razza di cafona? Certo sei quella spepera di ieri sera, Kaoru Orihara, altro che principe Kaoru, in realtà mi sembri un pessimo esempio”.
“Kaoru che bello vederti, mi stavo annoiando” interviene entusiasta Rei.
Kaoru però continua a parlare all’avvocatessa “Io e Rei siamo l’una la migliore amica dell’altra, non ci separerà nessuno, e dovete lasciarla in pace, ieri Lei e l’avv. Fujiwara non avete fatto altro che prendere in giro me e lei con battute stupide, l’ho sentita quando le ha dato della rintronata perché l’avv. Fujiwara aveva messo il viva voce”.
“Kaoru resta con me” prosegue Rei, che tiene in braccio la sua inseparabile cherie poupee sempre adornata dalla collana di perle.
“Ascoltami bambola, non capisco di cosa blateri, quindi fammi fare il mio lavoro e tu vai a fare il tuo, cioè vai a studiare, stai tranquilla che non ti rubo né la tua amica né la sua bambola, e porta rispetto agli adulti”.
“Non mi chiamare bambola, voi adulti non siete affatto migliori di noi ragazzi, tanto meno tu e l’avv. Fujiwara che non avete alcuna empatia con le persone”.
“Siamo passati a dare del tu! Ora chiamo la sorveglianza e ti fo allontanare, maleducata di prim’ordine e meno male vai alle scuole private”.
“Lasci stare la mia amica” interviene Rei.
In quel mentre arriva Fukiko alias Lady Miya “Che cos’è questo frastuono? Orihara credi di essere al mercato per caso? Ieri sei stata impertinente con l’avv. Fujiwara e ora vieni a dare spettacolo qui al centro di fisioterapia dove mia sorella sta facendo la riabilitazione”.
“Io non do spettacolo, io vengo a salvare tua sorella da uno studio di avvoltoi che ha detto battute cattive e sciocche su me e su di lei, hanno chiamato tua sorella rintronata, l’hanno presa in giro perché portava i fiori a Nanako”.
Lady Miya si sbigottisce, lì per lì sembra rimanerci male, ma poi si ricompone e prosegue col suo solito aplomb imperturbabile “Orihara lo studio Fujiwara è  molto prestigioso e il titolare è uno dei più cari amici di nostro padre, quindi non ti immischiare, che so badare perfettamente a mia sorella”.
“E infatti l’hai dimostrato in passato con tutti i tuoi dispetti e le volte che l’hai fatta piangere, e ora l’affidi all’avv. Fujiwara, che è un uomo disgustoso, violento con le donne, avido e omofobo, ma io non rinuncerò mai all’amicizia di tua sorella, non ci separerete mai”.
“Basta Orihara rivangare il passato che è appunto passato, nessuno vuole impedirti di essere amica di mia sorella, solo che ora deve parlare con l’avv.ssa Tanabe”.
“Fukiko io ho già detto tutto all’avv.ssa Tanabe, ora fammi stare con la mia amica”, Rei ha la voce  rotta dal pianto, vuole molto bene a Kaoru e non vuole vederla trattata così, proprio Kaoru che l’ha sempre così tanto protetta; ha inoltre un’antipatia istintiva verso l’avv.ssa Tanabe ora più che mai che ha saputo di essere stata presa in giro da lei.
“Rei non cominciare, la tua versione non va bene” risponde Fukiko.
“Finalmente una ragazza sensata, io devo lavorare e ritornare in studio perché ho molte pratiche, quindi finite qui le vostre liti. Tu Rei piuttosto : hai sentito tua sorella?”
“Orihara, è per il bene di mia sorella che deve concordare una versione dei fatti specifica con l’avv. Tanabe, puoi tornare tranquillamente a trovarla in qualsiasi altro momento, anche domani”, Fukiko si rivolge a Kaoru.
“Ho già capito, me ne vado, devi sempre farla franca tu Lady Simpatia” dice con rabbia Kaoru.
“E tu dici sempre che le nostre compagne di scuola sono galline starnazzanti quando per ora chi starnazza sei proprio tu, Principessa Coccodè”.
Kaoru guarda con le lacrime agli occhi Lady Miya e se ne va.
“Kaoru resta, non darle retta, resta con me” implora Rei, che sta recuperando la voce e ha il cuore a pezzi per questa situazione incresciosa, ma Kaoru se ne è già andata. Rei sta per mettersi a piangere e decide che deve farsi intendere da Lady Miya.
 
Tornata a casa, Kaoru è attesa da un’amara sorpresa, la madre è rientrata prima dal lavoro e ha beccato Mariko a fare ripetizioni di matematica a Goro.
“Kaoru cos’hai combinato? ti avevo detto di stare a casa con i tuoi fratelli, e invece hai detto una bugia, hai sfruttato una tua amica per prenderci in giro”.
“Kaoru sei bugiarda” sghignazza Ninsei, mentre Goro interviene “Mamma non rimproverarla, è stato bellissimo studiare con Mariko, è una ragazza di una bellezza eccezionale, simpaticissima, adorabile, mi sono innamorato e con lei capisco tutto alla perfezione” .
“Voi due non vi intromettete, allora Kaoru non credi di doverci delle spiegazioni?”
“Volevo salvare la mia amicizia con Rei, volevo salvarla dalle grinfie di quella strega di avvocatessa che le stava dando il tormento e che mi ha anche trattato male e offeso, e poi sono stata offesa e derisa anche da quell’antipaticissima di Lady Miya”.
“Non ti dovevi intromettere, l’avv. Fujiwara è un loro amico di famiglia, lascia fare a loro. Non avresti mai perso l’amicizia di Rei che ti vuole molto bene, te lo dissi anche ieri, non avevi bisogno di andare da Rei a fare piazzate, mi sembra di vederti, lo so come sei quando cominci, tu dovevi stare qua coi tuoi fratelli e ubbidire”.
“No mamma, oggi ho scoperto l’amore” si intromette di nuovo Goro “voglio fidanzarmi con Mariko”.
“Tu stai zitto e lasciami parlare con tua sorella, e non parlare di fidanzamenti che sei piccolo e Mariko ha 5 anni più di te”.
“Ma mamma, Kaoru poteva stare con Take che ha 6 anni più di lei e io non posso stare con Mariko che ha 5 anni più di me? Perché Kaoru sì e io no?”
“Goro basta altrimenti scattano le punizioni, vai subito in camera tua”, la signora Orihara è molto nervosa.
“Ma perché non capite? Ma non hai sentito le cattiverie che allo studio Fujiwara hanno detto su me e Rei? Eppure c’eri anche tu mamma”.
“Dovevi essere superiore a quella gente. Ma poi, come hai potuto pensare che Rei si facesse abbindolare dai loro pettegolezzi? L’amicizia con Rei ti rimane anche se si fa assistere dallo studio Fujiwara. Deve essere suo padre a sceglierle l’avvocato non tu”.
“Ma io volevo aiutare la mia amica. Comodo per la sorella : prima le fa i dispetti, poi si pente e crede di rimediare tutto azzerando il passato e offendendomi. Lo sai che quando le ho raccontato delle cattiverie che hanno detto sulla sorella, non ha replicato nulla e ha voluto lasciarla lo stesso con quegli avvocati?”
“Hanno già scelto Kaoru, come noi adesso abbiamo deciso di dare l’incarico a un altro ufficio legale. Ti ripeto che la scelta del suo avvocato spetta solo al padre, tu devi starle accanto come amica”.
“Quando vi faccio comodo devo intervenire, quando non vi faccio comodo devo farmi gli affari miei, questo si chiama opportunismo”.
“Oggi il tuo compito era stare qui, senza intrometterti negli affari legali della famiglia Ichinomiya”. Kaoru vede la madre arrabbiata, ripensa alle partacce appena prese dall’avv. Tanabe, dall’avv. Fujiwara e da Lady Simpatia “è tutta colpa tua, perché non mi hai dato retta; avevi già i nomi di altri avvocati, se mi avessi dato retta questo pandemonio non sarebbe successo”, Kaoru sta iniziando a piangere.
“Kaoru io e papà abbiamo voluto un altro parere da una persona che mi avevano detto molto competente e alla luce dell’esperienza avuta coi medici io e tuo padre abbiamo reputato giusto sentire più pareri. E poi noi siamo i tuoi genitori, siamo noi che diciamo cosa fare e non tu, tu devi pensare alla scuola e allo sport, punto e basta, ora chiudiamola qui e non fare mai più quello che hai fatto oggi”.
“Certo : ora sono inutile, non servo più a nessuno, e allora sono diventata un’impicciona, una spepera, una cafona, una coccodè da allontanare con la sorveglianza, allora sarebbe stato meglio se avessi avuto davvero il cancro e fossi morta, così non vi avrei più infastidito”.
La sig.ra Orihara ha uno scatto d’ira nel sentire la figlia dire una simile terrificante frase; se Kaoru fosse morta lei sicuramente si sarebbe ammalata gravemente a sua volta dal dispiacere, la figlia non si rende conto della gravità di ciò che ha appena detto; tuttavia, la sig.ra Orihara, sconvolta dalla frase senza senso della figlia, compie un gesto molto forte, dà uno schiaffo che rigira dalla parte opposta il viso della figlia. Goro resta impressionato, Ninsei che è troppo piccolo per capire comincia a cantilenare ridendo “Kaoru le ha prese, Kaoru le ha prese…”.
La signora Orihara dice “ti rendi conto di quanto è grave quello che hai appena detto? Proprio tu lo dici? Ma te ne rendi conto? Lo sai cosa hai detto? Lo sai o no?”
Dagli occhi di Kaoru piovono le lacrime, Kaoru si rifugia in camera sua in silenzio. Sono quasi le 17, Kaoru prende il suo zaino di scuola, controlla non ci sia nessuno nel corridoio del piano di sopra dove è la sua camera, e di soppiatto infila la porta sul retro della cucina al piano terra e se ne va, non sa dove, ma deve andare via, è distrutta….

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Capitolo 9
*** Punti di vista ***


Mentre Kaoru bisticcia con la madre per poi scappare di nascosto chissà dove, Rei si scontra a sua volta con l’avv.ssa Tanabe e Fukiko. I polmoni stanno migliorando, può usare un tono di voce più alto, perché all’inizio dopo l’incidente parlava con poco più di un bisbiglio, e sta anche recuperando le forze. Tuttavia, deve ancora fare molti esercizi, al braccio, alle gambe, la fisioterapia è estenuante e demoralizzante, poi l’aspettano i compiti di scuola, che deve guardare da sé senza le spiegazioni dei professori; già è difficile studiare senza seguire le spiegazioni dei professori, se poi si è anche stanchi e provati fisicamente la fatica è quadrupla.
Cerca di essere ottimista e forte, ma è normale sia avvilita, le manca la scuola, le mancano gli strumenti che adora tanto suonare, le mancano le amiche, le manca anche la palla a canestro. Le visite delle sue amiche sono un raggio di sole in quei giorni tetri trascorsi dall’incidente, le aspetta a gloria, perché la rallegrano e rendono molto più sopportabili le sue giornate insieme alla presenza della amata sorella e anche del fratello.
A proposito di amiche Rei considera come una sorella anche Kaoru, non si dimenticherà mai di tutto ciò che ha fatto per lei, senza Kaoru e Nanako non sarebbe mai risorta dal baratro di tristezza in cui era caduta. È, perciò, arrabbiatissima per come Kaoru è stata trattata da quell’avvocatessa smorfiosa di cui tra l’altro ha saputo da Kaoru essere stata oggetto di scherno, ed è molto delusa anche da Fukiko.
Rimasta sola con Fukiko e l’avv.ssa Tanabe Rei insorge “Perché avete trattato così Kaoru? Kaoru è la mia più cara amica insieme a Nanako, è una persona eccezionale, di una bontà d’animo inesauribile, ha fatto tanto per me, mi ha tanto aiutata nei momenti difficili dopo la morte di mia madre, quando ero sola, perché l’avete allontanata?”
“Rei tu e Kaoru rimarrete per sempre grandi amiche, mi hai sentito quando le ho detto che può venire quando vuole anche domani stesso, anche tutti i giorni, ma ora devi parlare con l’avvocatessa qui presente, le autorità amministrative non vogliono darti nessun risarcimento appigliandosi al fatto che ti sei sporta troppo, e quindi dovete concordare una versione dei fatti plausibile che smentisca il Comune”.
“Io ho già detto tutto, passò il treno nel momento in cui mi caddero i fiori, come mi spiegò Kaoru sono stata attratta dalla forza centripeta del treno in movimento, senza il treno probabilmente non mi sarebbe successo nulla, è stata sfortuna”.
“Rei” interviene l’avvocatessa “per le autorità amministrative ogni scusa è valida per non risarcirti”.
Rei a sentire quella voce si innervosisce “Tu stai zitta, hai maltrattato la mia amica, tanto hai detto che sono rintronata quindi puoi fare a meno della mia collaborazione, io non parlo con chi mi prende in giro”.
“Ma siete tutte così indisponenti e maleducate? Date del tu…io non ho parole, vado via, ho molte scadenze allo studio che mi aspettano, arrivederci Fukiko, porta a tuo padre i saluti dell’avv. Fujiwara”.
“Mi scusi avvocatessa, mia sorella è solo triste per l’incidente e la riabilitazione, presenterò i saluti”.
Uscita l’avvocatessa, Rei senza accorgersene sente a un certo punto scenderle le lacrime sul viso “Fukiko credevo che fra noi si fosse ormai instaurato un buon rapporto, perché mi hai trattata così? Che differenza fra te e Kaoru…Kaoru è venuta subito a difendermi e proteggermi da quegli avvocati che mi hanno presa in giro, si è battuta senza timore contro quell’arpia di avvocatessa che mi derideva…tu invece sei rimasta impassibile, non hai detto nulla sulle battute su di me, sul fatto che mi hanno chiamata rintronata e derisa per i fiori presi a Nanako…”
“Rei lascia che ti spieghi, hai frainteso”.
Rei deve finire il suo discorso e le parla sopra “ma perché Fukiko per te le apparenze e le convenzioni sociali sono sempre così importanti e devono sempre prevalere su tutto? Perché non mi hai difesa? Sei stata arrogante con Kaoru e gentile con quell’avvocatessa solo perché è adulta e lavora dall’amico di nostro padre? Lo sai io quanto ti avrei difesa a situazioni invertite? Allora mi prendi in giro anche tu?”, non trattiene le lacrime, è troppo delusa, ha nostalgia delle sue amiche; un’altra persona che è sicura si sarebbe battuta per lei è Nanako, ci scommetterebbe a occhi chiusi la testa. Vorrebbe parlare ancora, ma il fiato comincia a venire meno. Da quella sorella tanto amata non si sente corrisposta, le manca sua madre e abbraccia la sua cherie poupee…
“Rei non devi pensare per nessuna ragione al mondo le cose che mi hai appena detto. Pensi mi faccia piacere che dicano quelle sciocchezze su di te? Sono rimasta molto male quando Kaoru me lo ha raccontato. Ma cosa devo fare? Papà è molto amico dell’avv. Fujiwara, gli affida ogni controversia legale e non spende nulla proprio per la loro amicizia; se questo non basta l’avv. Fujiwara è molto potente e gli procura ottimi agganci e conoscenze per espandere sempre più le sue aziende; se litighiamo con loro, papà perde grandi occasioni e soprattutto rischia di perdere dei clienti che il Fujiwara dirotterebbe su altri imprenditori; un impero economico come il suo te lo crei anche sulle conoscenze e le pubbliche relazioni; un domani le conoscenze di nostro padre potrebbero tornare comode anche a noi per il nostro lavoro.
Considera poi che mentre con altri clienti lo studio Fujiwara tira via e pretende parcelle molto esose, noi invece proprio perché siamo vecchi amici abbiamo il massimo dell’accuratezza e precisione e come ti ho già detto non tiriamo fuori uno yen. Non puoi essere assistita da avvocati migliori e loro vogliono farti avere tutto ciò che ti spetta fino all’ultimo centesimo anche di più. A livello umano non piacciono nemmeno a me, lui è una bruttissima persona, la figlia della 2^C un pallone gonfiato supponente e snob, e soprattutto il Fujiwara tratta in una maniera vergognosa i collaboratori, senza alcun rispetto, mentre nostro padre ha grande considerazione dei suoi dipendenti e collaboratori sia sul piano economico sia umano, non si sognerebbe mai di trattarli come li tratta quel brutto uomo, ma ci sono circostanze che vanno rispettate perché lo decide nostro padre, che ci fa avere tutto”.
Rei a questo punto ha smesso di piangere, è arrabbiata e risponde “Che mi importa dei soldi, io voglio solo l’affetto, l’amicizia e la stima da parte di brave persone, voglio essere libera di esprimermi, dire sempre la verità anche se questa verità può tornarmi contro, non riesco a fingere, a essere ipocrita, voglio essere me stessa”.
“Rei crescere significa anche mettersi i paraocchi in certe situazioni, non puoi fare sempre ciò che vuoi specie se appartieni all’alta società come noi”.
“Avrei preferito essere una borghese qualunque”.
“Ma che dici, vuoi mettere tutti i nostri privilegi?”
“Io non la penso come te Fukiko. Io voglio essere me stessa. E ti devo dire un’altra cosa : non voglio tu tratti mai più con sufficienza le mie amiche specie se si tratta di Kaoru e di Nanako, io a loro voglio un bene infinito, e non devi mancare mai più a loro di rispetto. Lo sai quanto sta soffrendo Kaoru? Hai idea delle rinunce che ha fatto e delle angosce che ha vissuto per un madornale errore medico?”
“Infatti, mi dispiace moltissimo, davvero, ma con me è sempre indisponente”.
“Perché non la sai prendere, l’hai subito aggredita senza pensare a tutto quello che ha fatto per me e senza pensare nemmeno a quello che sta vivendo. Lo sai che l’anno scorso ha rinunciato anche al suo fidanzato e lo sai chi è il suo ex fidanzato? Takehiko Henmi. Te lo voglio dire perché ora basta Fukiko con le tue fissazioni assurde. Per una cotta infantile presa a 12 anni, hai fatto terribili dispetti a Nanako, hai fatto quella scenata contro di me al tuo compleanno rovinando la serata a tutti, ti incaponisci con le cose e le persone, deve essere tutto tuo per forza, e se non lo puoi avere tu non devono averlo neanche gli altri. Non si può avere tutto e impuntarsi su tutto, non si può rimuginare persino su cose vissute da bambini. Takehiko è il migliore amico di Takashi e l’ex ragazzo di Kaoru, punto e basta, e noi tifiamo tutti perché Kaoru e Takehiko tornino insieme, ti auguro di trovare un nuovo amore, te lo auguro di cuore, ma vivi la tua vita e lascia gli altri vivere la loro, non puoi avere sempre tutto tu e imporre sempre il tuo volere agli altri, l’hai anche appena detto che non si può fare sempre ciò che vogliamo quando si cresce, allora comincia tu a dare l’esempio”, Rei sta litigando con la sua amatissima sorella, si sente incompresa, rifiuta queste convenzioni sociali.
Fukiko è spiacevolmente sorpresa per la storia di Takehiko e Kaoru; Takashi, conoscendola, gliela aveva sempre tenuta nascosta, e ora Rei gliel’aveva sbattuta davanti; Rei ora la sta affrontando alla pari, come quando si schierò con Kaoru per l’abolizione della Sorority, e l’aiuta a guardare dentro se stessa per quella che è davvero; Fukiko teme quello che può farle vedere la sorella sulla propria anima e il proprio vero modo di essere; è molto dispiaciuta ma è anche costretta ad ammettere che se vuole essere coerente deve adattarsi alle circostanze anche lei e lo ammette a quella sorella che forse potrebbe farla cambiare “Va bene Rei, cercherò di essere meno egocentrica” (che sacrificio ammetterlo) “Però Rei anche tu devi imparare a essere più duttile, facciamolo insieme. Io tutto quello che ho fatto oggi l’ho fatto solo per te, perché ti diano il risarcimento che meriti e non si approfittino di te. Sfrutta le nostre conoscenze e possibilità, lo sai quanti vorrebbero essere al nostro posto?”
“Io non riesco a essere gentile e remissiva con chi mi prende in giro, anche prima che arrivasse Kaoru quell’avvocatessa aveva un modo di fare arrogante quasi canzonatorio, e Kaoru è subito entrata di scatto nella mia stanza. Tu invece non hai fatto nulla…se dicono che sono fuori di testa chi se ne importa”.
“Non sei fuori di testa, anzi hai una bellissima mente sorellina, ma devi imparare anche tu come me a essere più duttile, io per certi aspetti, tu per altri. Ora purtroppo devo andare a casa, ho molti compiti, come sai quest’anno devo diplomarmi, torno domani, ma per oggi non rimaniamo così”, a Fukiko dispiace, proprio ora che il rapporto sta recuperando ha bisticciato con Rei; dà una carezza sul viso a Rei, si vede che anche Fukiko è triste a sua volta.
Rei lì per lì si calma per rassenerare la sorella, le vuole un gran bene, e anche lei non vuole si lascino in crisi, ma appena si ritrova sola in stanza, ricomincia a piangere, non vuole perdere le sue amiche, rifiuta quell’ipocrisia, rifiuta di dover essere gentile con persone che la sbeffeggiano alle spalle per i favori che possono farle, le dispiace che la sorella adorata non sia come lei, Fukiko tanto impetuosa e imperativa quando vuole qualcosa, è remissiva ai cliché sociali per opportunismo.
Pur amando infinitamente la sorella, si sente caratterialmente molto più vicina a Kaoru e a Nanako, con loro, pur non essendo sorelle, può esprimersi più liberamente, e si sente più capita per le maggiori affinità, o forse deve ancora conoscersi con Fukiko, un rapporto fra sorelle non si improvvisa… suo padre è quello che è… Takashi è buono ma ancora non si sente di aprirsi del tutto con lui, non sa se prima dell’incidente Takashi andava a trovarla per affetto o per stare in pace con la propria coscienza … le manca troppo la madre, vorrebbe averla accanto, avere un suo gesto d’affetto, un complimento, confidarsi …Solo chi ha perso la madre da piccolo sa cosa si prova…
Rei è stata derisa per le debolezze dovute a un periodo difficile da degli adulti che non sanno nulla di lei, che giudicano senza sapere, credendo di sapere tutto solo perché sono adulti, e che invece sono solo stupidi e limitati… è stata derisa perché ha preso dei fiori a una ragazza…ma se anche si innamorasse di Nanako cosa ci sarebbe di strano? Perché una ragazza deve per forza innamorarsi di un ragazzo e viceversa? Dove è scritto? Lei non fa del male a nessuno… si sente sola e stringe la sua cherie poupee, il suo totem protettivo, col suo sguardo sereno la rassicura, sembra quasi volerle bene; Rei le prende una manona e la tiene nella sua, la fissa in quegli occhioni cangianti ora azzurri ora verde smeraldo, la accarezza, l’hanno presa in giro anche per cherie poupee, non capiscono quanto un oggetto può essere importante e dare forza in certi momenti.
Cherie poupee la bambola con l’anima, e guarda caso la sua Nanako è la sosia di cherie poupee, strana coincidenza…sente un sentimento particolare per Nanako, è amore? Non lo sa, è confusa, non sa con chi confidarsi, teme di sbagliare, forse Nanako ora non l’ama più.
Rei ora che è impedimentata per i postumi dell’incidente ha un momento di smarrimento, la fisioterapia…i compiti da fare da sola con lo spettro di rischiare di ripetere l’anno scolastico….
Vorrebbe smettere di piangere, ma i suoi occhi si sono trasformati in due fiumi e non li frena; mentre si soffia il naso, si sente salutare alle spalle “Si può?” è Takashi…appunto…
“Ciao fratellone” prova a ricomporsi.
“Ehi? Che c’è?”
“Nulla, un po’ di raffreddore”.
“Raffreddore? A metà settembre, con questo caldo e in un ambiente tiepido?”
Rei continua a non controllare le lacrime “mi manca la mia mamma”.
“Keiko era una persona brava e buona, come anche la mia mamma, le persone migliori troppo spesso se ne vanno prima delle altre”.
Takashi avverte sempre un grande senso di disagio quando è vicino a Rei, si sente molto in colpa, non regge quasi lo sguardo della sorella tanto sono profondi i suoi sensi di colpa, lui è il fratello maggiore, ha 23 anni, cinque più di Fukiko e 6 più di Rei, con la madre morta e il padre sempre a Londra, avrebbe dovuto fare il fratello maggiore, supervisionare le sorelle, e invece pensava sempre per sé, l’università, gli amici a cominciare da Takehiko, la meccanica, aveva paura di sembrare un ragazzino a mostrarsi impegnato in affari di famiglia, già non aveva realizzato il suo sogno di andare a vivere da solo all’università e di staccarsi dalla famiglia con una vita autonoma, se poi si fosse messo a fare il baby sitter alle sorelle sarebbe sembrato ancora di più ‘un famiglia dipendente’, un bambinone, e poi in mezzo a due sorelle : che effeminatezza…lui voleva godersi come poteva i suoi anni più belli, aveva già sofferto per la perdita prematura della madre e l’assenza sistematica del padre, ora basta.
Fukiko poi è l’occhio destro del padre, ha il piglio comandino, si deve fare tutto come vuole lei, ha ragione solo lei e lui non ha voglia di discutere, tra l’altro il vecchio stesso gliela porta sempre d’esempio : “guarda com’è brava Fukiko, tua sorella è più piccola di te e più saggia, più sveglia, più decisa ecc ecc.”. Questa predilezione del padre per la sorella lo porta a esserne quasi succube inconsciamente nonostante sia il fratello maggiore; non osa contraddirla, a suo tempo non la rimproverava per come era pessima con Rei. Takashi non ebbe il coraggio di dirle nulla nemmeno quando in occasione del suo compleanno Fukiko fu cattivissima, volgare e cafona con la povera Rei e poi con gli altri ospiti; e nella stessa occasione non stette per nulla vicino alla povera Rei, fu Rei a cercarlo per chiedergli spiegazioni, perché lui come al solito voleva fare il suo e lasciare a se stessa la famiglia, a cominciare dalle sorelle.
Quanto a Rei, Takashi la vede persa in un suo mondo fantastico, fino all’incidente non aveva voglia di provare a entrarci, aveva già i suoi di impegni, le voleva bene, ma a 20 anni se vuoi essere davvero grande devi avere una tua vita indipendente dalla famiglia.
In altre parole Takashi finora era stato un ottimo amico nella sua combriccola, un fratello per Takehiko, un angelo custode per Mariko la sua nuova amica, ma non era stato altrettanto bravo non tanto con la famiglia in sé e per sé quanto con la dolce Rei; con Rei era stato davvero immaturo e superficiale.
Se ne era reso conto in occasione dell’incidente; quanto stava male da allora. Takashi pensa al suo Takehiko così buono e disponibile con la sorella Nanako, probabilmente Takashi al suo posto preso dal rancore verso il padre l’avrebbe snobbata, “che persona fantastica è Takehiko” pensa sempre Takashi “se fossi stato come lui”, ultimamente pensa quasi di non meritarlo…
Ora ha davanti Rei, Rei piange, capisce che c’è stato uno scontro con Fukiko, che Rei ha nostalgia della mamma, ha la sua occasione per far capire a Rei che le vuole bene ed è pentito, va già a trovarla tutti i giorni, ma sa che non basta.
Rei piange compostamente, solo le lacrime che escono dagli occhi, non un singhiozzo, non un gemito.
“Allora perché non racconti quello che è successo, due chiacchiere fanno comodo! Anch’io ho delle giornate in cui me ne capitano di tutte, però poi ne parlo, mi confronto e alla fine vedo che non vale la pena prendersela”.
Rei racconta in sintesi quello che è successo, l’avvocatessa antipatica, l’irruzione in suo soccorso di Kaoru, le prese di giro da parte dello studio Fujiwara nei suoi confronti, i maltrattamenti a Kaoru da parte dell’avvocatessa, lo scontro fra Kaoru e Fukiko, ma soprattutto la delusione per il comportamento di Fukiko, e le giustificazioni da Fukiko addotte…la convenienza sociale e professionale… “Se Fukiko fosse stata al mio posto, io l’avrei difesa a spada tratta, mi sarei scontrata con quell’avvocatessa, non permetterei mai a nessuno di prenderla in giro o di definirla una squinternata, non sai quanto mi ha ferita, Kaoru invece è così diversa, così verace e sincera, come Nanako …io lo so che Fukiko mi ama molto, però io ho un modo di amare diverso, io non voglio condizionamenti e opportunismi sociali né per me né per le persone a cui voglio bene, poi per me il rispetto è la prima cosa, non me ne importa nulla anzi rifiuto vantaggi e arricchimenti se tanto per averli devo lasciare che vengano presi in giro i miei affetti, gliel’ho detto e abbiamo discusso, io non sono adatta a vivere nell’alta società”.
Takashi si sente ancora più in colpa; quella ragazzina di 17 anni aveva saputo tenere testa a Fukiko, per Rei sorella maggiore, e aveva saputo risponderle per le rime, prima segue Kaoru contro Fukiko per abolire la Sorority poi si mette a tu per tu con Fukiko per difendere i propri valori. Lui, invece, che ha cinque anni più di Fukiko è sempre stato un remissivo cagnolino con lei forse per compiacere indirettamente il padre, non l’aveva affrontata nemmeno quando era cattiva con Rei e lì sì che sarebbe dovuto intervenire, si vergogna di se stesso e nello stesso tempo ha una grande ammirazione per la sorellina Rei.
Cerca di smorzare i toni e sdrammatizzare “sorellina a te e a Kaoru devo fare i miei complimenti, nessuno osa contraddire Fukiko, la grande Lady Miya, voi invece le avete saputo tenere testa, siete coraggiose, andate avanti così e arriverete dove volete…”
Takashi sta cominciando ad avere dei complessi di inferiorità e si demoralizza “siete in gamba, capisco che Takehiko si sia innamorato di Kaoru, capisco che tu sia tanto amica di Kaoru, siete ragazze sincere, oneste, non fate le accomodanti o le ipocrite, con voi si è sicuri di conoscere la verità, e sapete dimostrare l’amore per le persone a cui tenete, sono più grande di voi e ho tutto da imparare…” Takashi si incupisce e rattrista.
Rei che si sente rincuorata nota il fratello avvilirsi, perché Rei comprende al volo lo stato d’animo delle persone “Ora sono io a chiederti che c’è”.
Takashi ha un moto impulsivo e spontaneo, gli viene naturale confidarsi con quella sorella sempre conosciuta superficialmente, perché vede che è una persona con cui può avere un confronto sereno e alla pari, sente anche il bisogno di chiedere finalmente scusa alla sorella e lo fa prendendola larga “io non sono bravo come voi, io sono accondiscendente per comodità, per pigrizia, per complessi di inferiorità…nostro padre se l’è sempre detta molto più con Fukiko che con me, io e lui siamo molto diversi, non sopportavo i tradimenti verso mia madre, la sua assenza sistematica, ho sempre pensato sarei stato molto diverso da lui, ma nello stesso tempo lo ammiravo per i suoi successi lavorativi, e soffrivo perché vedevo aveva più dialogo con Fukiko. Il primo grosso scontro fu dopo le medie, volevo fare le scuole tecniche industriali perché ho sempre avuto la passione per la meccanica, ma mi impose per forza il liceo che a me non piaceva, mi sono annoiato per 3 anni, non me ne importava nulla di quei programmi, se non ci fosse stato Takehiko non so come avrei fatto, con lui era tutto bello e divertente anche il giapponese antico e la filosofia, dove avevano fallito con me gli insegnanti di ripetizione lui aveva avuto successo. All’università sognavo di andare a vivere con dei miei coetanei, volevo fare ingegneria meccanica al nord, non ci fu verso di farmi andare via di casa, ‘la famiglia deve stare unita, hai l’università nella tua città, quindi rimani in famiglia e non farmi buttare soldi’; gli dissi che sarei andato a lavorare, ma mi rispose che dovevo pensare solo a studiare; mi scontrai facendogli notare che lui però in famiglia non c’era mai, successe il finimondo…come invidiavo Takehiko che viveva con dei coetanei in appartamento”.
“Però” interviene Rei “ti sei iscritto a economia; ingegneria potevi farla anche qui, almeno avresti fatto i tuoi studi preferiti”.
“Mi sentii in colpa per la lite con nostro padre, lo avevo fatto infuriare e allora mi iscrissi a economia per portare avanti meglio le aziende di famiglia, volevo fosse fiero di me come di Fukiko, in fondo qualcuno doveva portare avanti le nostre aziende”. Rei lo segue attenta con gli occhi quasi sbarrati mentre prosegue “l’anno dopo si liberò un posto nell’appartamento dove stava Takehiko, volevo andarci a stare io, mi sarei trovato un lavoro e pazienza se mi laureavo dopo, volevo avere una vita indipendente dalla famiglia, e poi l’idea di convivere con ragazzi della mia età fra cui Takehiko mi entusiasmava”.
Rei nota che al fratello scappa un sorriso e gli si illuminano gli occhi “perché non ci sei andato?”
“Cara sorellina se l’anno prima era successo il finimondo quando avevo detto che volevo andare a studiare lontano da casa, quell’anno in cui dissi che avevo già praticamente preso accordi col proprietario per trasferirmi nell’appartamento dove stavano Take e i suoi coinquilini, successe l’apocalisse; papà mi disse che io mi sarei potuto laureare puntualmente e invece sarei stato fuori corso per un capriccio, per giocare a fare lo studente fuori sede, ero stupido, non capivo nulla, ero ingrato, Fukiko era molto più brava di me pur avendo 5 anni di meno, dovevo vergognarmi. A quel punto gli rinfacciai però che te ti aveva mandata a vivere da sola già a 14 anni e io volevo essere al tuo pari e che anzi io ne avevo diritto più di te perché avevo 6 anni di più; lui si infuriò più che mai e mi disse che dovevo farmi gli affari miei e non permettermi mai più di commentare le decisioni dei genitori, ci litigai, lui come fa sempre anche in quell’occasione si mise a urlare frasi senza senso per darsi giustificazioni che non aveva, ero nella sua stanza, dalla rabbia prima tirò due pugni sulla scrivania mentre mi urlava che non ero normale, poi afferrò il primo oggetto che gli capitò sotto tiro, un telefono, e lo scagliò contro la parete davanti a lui, si staccò la spina dalla parete mentre lo lanciava, subito si mise fra noi mia madre per calmarlo…”
“Nostro padre lancia gli oggetti?” Rei è sconvolta e commenta “come si può avere una reazione del genere? Tirare pugni sul tavolo, lanciare oggetti contro un figlio e dirgli che non è normale solo perché vuole essere indipendente e mantenersi agli studi da solo, perché vuole crescere e diventare autonomo vivendo con gli amici; nostro padre avrebbe dovuto essere fiero di te che non volevi approfittare dei tuoi agi, perché?”
“Nostro padre è così, chi non la pensa come lui non è normale, gli urla contro e lo insulta… dovetti rinunciare, piansi di nascosto, mi confidai con Takehiko, non avrei vissuto con lui e gli altri, lo desideravo così tanto, ormai il posto in quell’appartamento era perso, quando pensai in un secondo momento di cercarmi comunque un lavoretto e andare via di casa in quel momento fu diagnosticato a mia madre un male incurabile, mia madre mi fece promettere che non avrei più fatto arrabbiare papà e sarei rimasto in famiglia con Fukiko…anche a me manca molto mia madre, lei mi capiva, se avevo un problema ne parlavo con lei perché con papà era inutile, lui era tutto per Fukiko…manca molto anche a me mia madre…”
“Hai rinunciato a dei sogni per compiacere nostro padre, ora sei contento?”
“Ho fatto una facoltà universitaria che non era quella che volevo io, economia non mi entusiasma, non ho realizzato il sogno di vivere con i miei coetanei, il rapporto con papà ora è discreto, ma non certo come quello che Fukiko ha con lui”.
“Anche a me mi dice sempre di prenderla ad esempio…”. Adesso è Takashi quello triste e Rei che è molto spontanea gli dice “appena ti laureerai avrai un lavoro, potrai quindi andare a vivere con ragazzi della tua età…magari anche con Takehiko quando torna dalla Germania o con altri tuoi amici”.
“Mi dispiace lasciare Fukiko da sola…l’ho promesso alla mamma”.
“Anche mia madre subito prima di suicidarsi si raccomandò che seguissi Fukiko. Siamo stati nominati i suoi angeli custodi!” Rei prova a scherzare, ma Takashi è ancora a disagio.
“Sai Rei, alla fine sono molto legato a voi sorelle anche se non lo fo vedere, se io sono stato poco presente e non sono mai intervenuto fra te e Fukiko è perché volevo dimostrare ai miei coetanei studenti fuori sede che ero grande come loro, che mi ero comunque staccato dalla famiglia, che avevo la mia indipendenza e invece ho fatto solo danni, ho dato un colpo al cerchio e un colpo alla campana e così non ho realizzato i miei obiettivi per far contento mio padre e la mia famiglia ma nello stesso tempo non mi sono comportato come avrei dovuto con te e Fukiko, pensavo che rimanendo a vivere a casa mia avevo già fatto il mio e invece non è così; Kaoru sì che è in gamba, lei merita veramente uno come Takehiko, non io…”.
Rei è impressionata, ha sempre visto suo fratello ridanciano, vivace, con la battuta pronta, ora invece è abbattuto, non avrebbe mai pensato covasse in sé tanta malinconia, nota anche un affetto speciale da parte sua verso Takehiko, così come lei sente un affetto speciale per Nanako, un affetto speciale perché sono due persone speciali, non a caso sono fratelli anche se non biologici; vorrebbe capire la ragione del suo sentimento di predilezione per Nanako, non ha nessuno con cui parlarne. Kaoru è triste perché è convinta sia finita con Takehiko e anche per le sue vicissitudini ospedaliere :  non le sembra delicato parlarne con lei.
Si riconcentra sul fratello “quello che ti è successo, è la conferma che se si rinuncia ai propri sogni, si rinuncia anche a noi stessi e non si è felici, perché non ci si realizza”.
“Belle parole Rei, ma per certi versi ha ragione Fukiko, nella vita non puoi fare sempre ciò che vuoi, ti devi adattare, fare delle scelte, perché perseguire un obiettivo significa rinunciare ad altro, e devi bilanciare anche scegliendo la strada che magari ti fa meno contento, non ci sei solo tu ci sono anche gli altri a cominciare dalla famiglia, ed entrare in crisi con la famiglia è brutto, devi scegliere e quando scegli spesso non puoi tornare indietro”.
Rei riflette, lei ama le sue amiche, i suoi fratelli, ma non si è mai posta il problema di rinunciare a un suo sogno o aspirazione per il loro amore, ha solo 17 anni, a quell’età vedi ancora tutto possibile e conciliabile con tutto; soprattutto Rei scopre che lo stesso discorso se fatto in un modo può sembrare sbagliato e incomprensibile, se fatto in un altro lo si capisce (anche se questo non significa approvare). Da come parlava Fukiko, sembrava che i compromessi servissero a ottenere vantaggi e grandi opportunità sociali, una carriera, potere, invece Takashi ne parla come di un modo per salvaguardare soprattutto gli affetti e non deludere chi si ama di più.
Adesso Rei inizia a capire quanto è difficile scegliere.
Takashi per delicatezza, per non far sorgere sensi di colpa, tiene nascosto a Rei di aver rinunciato al semestre di studi che voleva fare in Germania con Takehiko; era riuscito a trovare la stessa occasione anche per la facoltà di economia, sarebbe partito per la Germania con lui, sarebbe stato stupendo, lui e Takehiko, loro due insieme e lontani da tutti in Germania per una esperienza diversa che li avrebbe fatti crescere e maturare moltissimo! Dopo l’incidente di Rei, però, aveva riflettuto sulle sue mancanze e sulle conseguenze delle sue assenze con Fukiko e Rei; vista la situazione molto complessa che si era creata con la morte nel cuore vi aveva rinunciato. Lo comunicò a Fukiko, che vivendo con lui sapeva del suo progetto; tuttavia, Fukiko si era limitata a dirgli “hai fatto la scelta giusta, fai bene a stare almeno tu qua, la famiglia non si abbandona mai, con papà a Londra io e Rei abbiamo bisogno di un riferimento”, per Fukiko quindi era stato tutto ovvio e scontato, ma Takashi ha capito che Rei è diversa, Rei si sentirebbe in colpa e gli direbbe all’infinito di andare; almeno questa volta vuole proteggerla, Rei e Fukiko sono davvero molto diverse…
Per tirare su il morale Takashi racconta a Rei “senti, ho parlato con papà, gli ho detto di non rendere al proprietario l’appartamento alla maison d’etoile, qualche volta posso andare io coi miei amici o te con le tue amiche, come un rifugio isolato, in cui quando ci va possiamo andare a distrarci, studiare in pace, essere persone come tutti, non i soliti figli di papà ricconi, e lui stranamente mi ha risposto ok!!!”
“E Fukiko?”
“Ha risposto che a lei non importa e vuole stare nella nostra mega villa”.
“Lo sai che hai avuto una bella idea?”
“Io ho sempre ottime idee, sono geniale!”
“A proposito di amiche, ho paura di aver perso l’amicizia di Kaoru, che lei non mi voglia più”.
“Non dirlo neanche per scherzo, voi sarete anzi voi dovete essere amiche per sempre…Kaoru è intelligente, lo sa come è Fukiko, non ti preoccupare, non a caso Kaoru è amata dal mio amico”.
Rei nota questo grande attaccamento di Takashi per Takehiko, visto che sono in vena di confidenze deve chiederglielo. “Sei davvero molto legato a Takehiko…è come un fratello per te, come Kaoru è una sorella per me, ma a te si illuminano gli occhi ogni volta che lo nomini”; come è cambiata Rei, non è più quella ragazza persa nei suoi pensieri e taciturna…
“Per me Take è più di un fratello, dalle medie siamo inseparabili”.
“Perché hai i complessi verso Kaoru? Anche tu meriti l’affetto di Takehiko, fai sempre il paragone con Kaoru, per tre volte hai fatto il paragone, ma che c’entra? Kaoru era la ragazza, tu sei il migliore amico mica il ragazzo, anche tu secondo me saresti un bravo fidanzato per Mariko”.
A sentire il nome Mariko, Takashi si sente di nuovo invadere dai sensi di colpa verso la sorella Rei; con Mariko, alla fine un’illustre sconosciuta che era stata tra l’altro molto maleducata al festival dell’università, era stato un amico meraviglioso, sempre premuroso, presente, era riuscito a farsi ben volere nonostante il rifiuto iniziale verso di lui da parte della ragazza, l’aveva presa in simpatia perché aveva subito capito che avevano in comune il problema di un padre molto deludente e assente, da lì il feeling e il desiderio di legarci. Perché non aveva mai portato Rei a fare una girata in auto? Perché non aveva cercato di stare vicino e capire anche sua sorella Rei? Questi erano stati i suoi soliti complessi assurdi che lo avevano portato a comportarsi nel modo sbagliato con chi non lo meritava. Mariko non c’entra nulla, ma il senso di colpa di Takashi è così forte che dopo l’incidente di Rei non ha più voluto cercare Mariko.
“Mariko è solo un’amica, a cui voglio molto bene, ho avuto una simpatia immediata perché anche lei ha sofferto per un padre assente e diciamo così : ‘particolare’, tutto qui! Ora è quasi due mesi non la sento, lei mi ha cercato, ma io ora non ho tempo, la rivedrò appena potrò”.
“Credevo ti piacesse”.
“Sì mi piace, ma come amica, se ne fossi stato innamorato in questi due mesi qualche volta l’avrei vista non credi?”…e ora non sapeva neanche se gli interessava ancora la sua amicizia…
Rei con molta naturalezza, nella sua spontaneità spiazzante gli dice “non ti piacerà mica Kaoru?”
“Ma stai scherzando? Certo che no! Ma che dici? Via parliamo d’altro”.
Rei recupera il suo spirito spigliato e bonariamente dispettoso “allora sei innamorato di Takehiko”, lo dice in modo sorridente e serio nello stesso tempo, senza malizia, con ovvietà, come se fosse la cosa più normale del mondo, perché per lei lo è, e perché in una società normale lo è.
Ancora una volta Takashi è sconvolto dalla sorellina Rei, Rei è semplicemente vera, senza maschere, una persona a cuore aperto, così fuori dagli schemi, da pregiudizi e standard, che trova normale tutto ciò che è spontaneo e ne parla con altrettanta normalità e spontaneità, ma è anche una ragazza dolce e sensibile, andava solo conosciuta.
“Che importa se ne sono o meno innamorato, tanto lui ama profondamente Kaoru, fu un colpo di fulmine a casa tua anzi ora nostra, non ti ricordi? Insieme sono splendidi e dobbiamo adoperarci perché tornino insieme prima della partenza di Takehiko”.
“Ti capisco, anch’io se mi innamorassi di una persona che ama un’altra, la lascerei stare, è questione di rispetto, non puoi forzare i sentimenti e la natura delle persone, e non puoi sabotare un amore fra due persone, è un’azione cattiva ed egoista, costruiresti la tua felicità sull’infelicità altrui”.
“Perché insisti? Parliamo d’altro, io non sono mai stato innamorato in vita mia, ho altri interessi”.
“Allora perché non me l’hai detto subito? Hai appena detto che non importa se sei innamorato del tuo amico perché tanto non può corrisponderti, la prima risposta è quella che conta”.
“Ma che siamo a scuola? Ho giusto voluto fare un discorso in generale”.
“Certo, come no…è chiaro che ti piace…questo Takehiko fa strage di cuori, tu, Fukiko, Kaoru, deve essere una bella persona, non stento a crederlo perché la sorella Nanako è davvero speciale, tengo molto a lei”.
Takashi si mette a ridere nervosamente “adesso basta, ti ho detto che non sono mai stato innamorato”.
“Invece sì e stai anche ridendo”.
“Perché dici cose ridicole?”
“Ridi...ridi…”
“Nooooo, smettila sennò ti sequestro la bestia”.
“Non chiamare così ma cherie la poupee” e tendendo l’unico braccio libero allunga verso di lui la bambola.
Takashi fa finta di scappare spaventato, ridono, con Fukiko Takashi non aveva mai scherzato così né si sarebbe mai permesso, Fukiko non accetta scherzi perché si deve essere sempre seri. Takashi voleva che Rei si confidasse con lui e alla fine era stato lui a confidarsi con quella ragazzina che ne aveva viste e vissute troppe per la sua età e che al momento lui non riusciva a perdonarsi di aver trascurato; la vita ti può sorprendere quando meno te lo aspetti; non aveva più sua madre con cui parlare, ma poteva almeno provare a parlare con la sorella Rei, essere se stesso con lei; Rei ha sei anni meno di lui e sembra molto più matura.
Takashi capisce che Rei non è affatto una ragazza misteriosa e ribelle, è solo una ragazza che ha un grandissimo bisogno di amore e di considerazione e che si era chiusa in se stessa sentendosi rifiutata, ma ora che si è aperta alla vita non solo è un’adolescente come le altre, ma si dimostra acuta, intelligente, assai sensibile e piena di rispetto verso i sentimenti altrui, diversamente da Fukiko che quando vuole qualcosa è disposta a qualsiasi gesto anche cattivo pur di raggiungere i suoi scopi, in questo assomigliando al padre; si spera che l’abolizione della Sorority e l’incidente di Rei l’abbiano cambiata….
Takashi chiede alla direzione di poter rimanere a cena con Rei in quanto fratello, esce un attimo per portarle qualcosa di commestibile da mangiare, in modo da evitare i soliti pasti sciapi degli ospedali; torna con del cibo calorico; ora Rei può mangiare come prima, tempura, patate fritte, paste al cioccolato; verso le 22 Takashi saluta la sorella, ma prima danno insieme un’occhiata al telegiornale e ….. Rei è spaventata, Takashi sbalordito, devono agire….
 

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Capitolo 10
*** Una lunghissima nottata ***


Mi sono ispirata alla puntata dell’anime in cui Kaoru girovaga per una notte intera.
 
Che combina Kaoru? Ha semplicemente bisogno di stare per conto suo e pensare, riflettere. Dovrebbe essere un periodo bellissimo per lei, ha saputo che non è mai stata malata, di essere perfettamente sana, ha già guardato i programmi per recuperare l’anno scolastico perso, ma è infinitamente delusa, delusa dal medico che le ha rovinato un anno di vita con cicatrici che si porterà dietro tutta la vita a ricordarle quel periodo nero, delusa da un paio di avvocati senza scrupoli e insensibili, delusa dalla madre che non ha capito nulla e l’ha pure percossa; è poi scossa dal litigio brutto avuto con Lady Simpatia – le sta antipatica, le sta antipatica e le sta antipatica anzi antipaticissima – , non è sopportata dai fratelli, teme di aver perso l’amicizia della sua migliore amica Rei, comincia a pentirsi di aver allontanato Takehiko, si sente inutile, sola e abbandonata.
Le serve passeggiare per aprirsi la mente e pensare pensare pensare pensare, non ha la testa per studiare, se domani la interrogano inventerà di non essersi sentita bene, è sempre stata la più brava, una volta può anche giustificarsi.
Mentre cammina a vuoto si imbatte in un cinema e nota sulla locandina che sta per cominciare un film di argomento sportivo proprio come piace a lei; la protagonista è una ragazza che, pur appartenendo a una famiglia priva di mezzi finanziari, è così brava a ginnastica artistica da ottenere delle borse di studio grazie alle quali sarà ammessa nelle migliori squadre agonistiche e arriverà quindi a partecipare alle olimpiadi.
Kaoru è assalita dalla nostalgia, lei e Takehiko amavano andare al cinema, avevano anche gusti in comune e si trovavano subito d’accordo sulla scelta del film; erano così appassionati di film che a volte finito un film in una sala entravano a guardarne un altro in un’altra sala. Per distrarsi decide di entrare a vedere il film, la cui trama sembra fatta su misura per lei e si mette in fila per fare il biglietto; dopo tutte quelle delusioni, quelle giornate terribili, ieri lo studio legale, oggi i mega litigi al centro di riabilitazione di Rei e poi a casa, ci vuole un bel film, si sente pervadere da una dolce malinconia, un sentimento triste ma piacevole al tempo stesso, e pensa che le risolleverà lo spirito vedere questo film!
Mentre è in fila sente le persone intorno a lei parlare - chi è in compagnia logicamente parla con chi ha accanto – e riconosce una voce familiare. Si gira un attimo per curiosità, magari è una conoscente, può salutarla e fare due chiacchiere per distrarsi. Appena però vede da chi proviene la voce le cascano le braccia; per Kaoru non sembra esserci pace, sembra ci sia una congiura astrale contro di lei : dietro di lei c’è l’avv.ssa Tanabe! A pensarci bene senza volerlo è capitata a due passi dallo studio Fujiwara, probabilmente l’avv.ssa Tanabe avrà scelto un cinema vicino al suo posto di lavoro (“dove sono tutte queste sue scadenze di lavoro se alle 19 va al cinema?” si chiede Kaoru… “mah, gli adulti vogliono farsi più grandi di quello che già sono…”).
L’avv. Tanabe si scambia sorrisi e stringe la mano a quello che probabilmente è suo marito, e dietro a lei c’è una sua amica coetanea che ha accanto un giovanotto fra i 20 e i 25 anni coetaneo di Takehiko, probabilmente fratello minore dell’amica dell’avvocatessa; ridono e scherzano tutti e quattro fra loro, l’avv.ssa Tanabe si scambia sguardi d’amore col marito che le ricordano quelli che lei si scambiava con Take, anche loro due stanno mano nella mano come lei con Take l’anno prima, e mentre si parlano si chiamano “amore” come lei con Take; Kaoru ha voglia di andarsene, sia perché non ha voglia di rischiare di incrociare lo sguardo dell’avvocatessa e magari ricominciare a discuterci, sia perché guardando l’avvocatessa e suo marito rivede lei e Take l’anno prima, una bellissima storia d’amore che non tornerà più; non è giusto, meglio andarsene, occhio non vede cuore non sente…che pessima idea è stata quella di andare al cinema.
Mentre esce dalla fila vede con la coda dell’occhio che l’amica dell’avvocatessa si bacia sulle labbra col giovanotto coetaneo di Take; Kaoru pensa subito “allora non è un parente, è il fidanzato”; ha un inspiegabile moto di rivolta improvviso, Kaoru sempre così razionale, posata, equilibrata, che perde le staffe solo per le giuste cause, sempre dalla parte dei deboli, reagisce male, nemmeno ne capisce la ragione, ma le succede. Kaoru sta subendo troppe ingiustizie, nessuno la capisce, e ora sta assistendo a questa scena che non riesce a capire perché le dà così sui nervi; sta sempre al suo posto e non si immischia mai nella vita degli altri a meno che non debba aiutare persone in difficoltà, ma adesso è come fosse guidata da una forza esterna alla quale non può opporsi.
“Ehi, svergognàti? Non ci si scambiano queste effusioni in pubblico. Che esempio date a noi ragazzi?”
“E tu impertinente guardona che vuoi?” risponde adirata l’amica dell’avvocatessa.
“Io non sono affatto guardona siete voi che vi esibite costringendoci ad assistere ai vostri comportamenti immorali”.
“Ma guarda chi c’è! Ma sei il mio tormento Kaoru Orihara, in poche ore ti vedo una seconda volta, ma non hai meglio da fare che disturbare le persone?” interviene l’avv.ssa Tanabe.
“Ah è lei quella spepera di cui mi hai parlato, hai ragione è maleducatissima”.
“Maleducati siete voi, non ci si bacia in pubblico e poi tu in particolare non ti vergogni alla tua età a stare con un ragazzino che avrà al massimo 25 anni?”
“Fatti gli affari tuoi saccente dalla mentalità ristretta”.
“Orihara allontanati già sei stata deplorevole oggi al centro di fisioterapia dalla tua amica impedendomi di lavorare, ora smetti di offendere la MIA amica, facci vedere il film in santa pace e vai a sfogare i tuoi malumori su altri, noi alla tua età eravamo molto più educate pur frequentando la scuola pubblica”.
“Me ne vado molto volentieri, lontano il più possibile dalle vostre smancerie che fanno venire il diabete solo a vederle da lontano”.
A questo punto si rivolge a Kaoru il marito dell’avv.ssa Tanabe “Ragazzina tu sei acida perché non hai nessuno con cui scambiarti quelle che chiami smancerie e se continui a essere così indisponente stai sicura che non le scambierai mai con nessuno”; mentre parla il marito, l’avv.ssa Tanabe guarda con sorriso a presa di giro Kaoru e subito dopo i membri del quartetto cominciano a dire “Bravo” “Risposta giusta” “Zittiscila” “Queste spepere di oggi, e vedessi com’è spepera anche l’amica che è ricoverata al centro di fisioterapia, dimmi con chi vai e ti dirò chi sei”.
Kaoru ha di nuovo le lacrime agli occhi, risponde con un tono non più agguerrito ma dimesso “Cattivi, voi non sapete e non capite nulla” e se ne va velocemente, mentre il quartetto fa una risatina dietro a lei e il giovanotto under 25 ripete con una vocina a presa di giro “Cattivi, voi non sapete e non capite nulla”.
Kaoru non sa cosa le è preso; questa volta ha cominciato e provocato lei e si è cercata lo scontro. È vero, in Giappone i fidanzati possono camminare mano nella mano, possono chiamarsi in modo affettuoso “amore” o “tesoro”, ma finisce tutto qui, non si esibiscono in altre effusioni in pubblico come in Occidente. Tuttavia, siccome non è un reato atteggiarsi all’occidentale, Kaoru sa perfettamente che non doveva intromettersi e che con la sua piazzata si è comportata male senza motivo; il marito dell’avvocatessa sarà stato particolarmente antipatico, però questa situazione lei se l’è veramente cercata. Perché questa reazione?
Kaoru si ricorda che la madre di Take lasciò il marito perché si era perdutamente innamorata e quindi messa insieme a un giovanotto di ca. 15 anni più giovane…vedendo la coppia formata dall’amica dell’avv.ssa Tanabe e dal suo fidanzato di una quindicina d’anni più giovane, le è parso di vedere la madre di Take con il secondo compagno e quindi poi ha immaginato Take con una donna di una quindicina d’anni più grande.
Ha molta nostalgia di Take, si divertivano moltissimo insieme, avevano una marea di interessi in comune, ricorda le chiacchieratone anche su argomenti importanti come la filosofia, le piaceva che lui le raccontasse dei suoi studi di letteratura, che le raccontasse della letteratura europea, le sembrava di tornare bambina e ascoltare le favole, c’era una grande sintonia nonostante i 6 anni di differenza, inoltre Take era un ragazzo molto buono d’animo, aveva sofferto da bambino : la separazione dei genitori, il padre assente, il compagno stupido della madre che poi per fortuna si era tolto dai 3 passi, e la morte improvvisa della madre. Pur avendo fatto gli studi nella sua città Takehiko aveva fatto la vita dello studente fuori sede dal liceo in poi; alle superiori dopo la morte della madre si era trasferito nel collegio della scuola da lui frequentata e poi all’università aveva abitato prima con altri studenti e quindi da solo in un mini appartamento sempre in un residence per universitari; era anche educato e rispettoso, mai un litigio o una parola fuori posto, lui non le avrebbe mai fatto l’imitazione a cantilena come quell’altro giovanotto accompagnato con l’amica dell’avv.ssa Tanabe.
Quelle coppie le avevano ricordato la sua felicità con Take, momenti stupendi e divertenti morti per sempre per un errore medico, lei poi aveva anche maltrattato Take….forse aveva sbagliato ad allontanarlo? Se ci fosse stato Take sarebbe stato tutto più semplice? Lui sapeva rasserenarla, anche all’intervento chirurgico l’anno prima andò tranquilla grazie a lui…Forse se ci fosse stato lui, non se la sarebbe presa altrettanto per quello che le era successo; se glielo avesse detto lui che Rei non l’avrebbe mai allontanata, a lui avrebbe creduto più che a sua madre e si sarebbe risparmiata quelle liti al centro di riabilitazione.
Poi nuovi pensieri, pensieri che hanno scatenato la sua reazione al cinema “e se Take, come sua madre fosse attratto dalle relazioni dove la donna è molto più grande dell’uomo, e ora stesse con una donna molto più grande di lui?”, lei vuole la sua felicità, ma le monta anche l’invidia nell’aver visto quella coppia vicino al cinema perché le è parso di vedere Take con una donna più grande…forse Take l’avrebbe poi lasciata perché le avrebbe preferito una bella quarantenne realizzata professionalmente?
Pensa a Nanako e Rei : associazione di idee inopportuna. Ha capito che le due ragazze sono innamorate l’una dell’altra e vuole aiutarle ad aprirsi - soprattutto Rei - e a mettersi insieme. Però pensa anche che Nanako ha lottato tantissimo per la sua Rei. Rei rifiutava l’aiuto delle persone, “stava sulle sue”, parlava pochissimo del suo tormento ed era ossessionata dalla sorella Lady Simpatia, a volte era stata anche davvero sgarbata con la povera Nanako, come quando la snobbò dopo che lei le aveva dichiarato il suo amore. Ciononostante Nanako non si era data per vinta, aveva continuato a seguirla, a dimostrarle il suo affetto, a darle sostegno morale, a cucinare per lei, a parlarci, giorno dopo giorno, day by day, finchè alla fine era nata una bellissima amicizia; Rei si era definitivamente chiarita con la sorella e aperta alla vita, e ora deve solo trovare la consapevolezza del suo amore per Nanako da realizzare.
Kaoru pensa che Take è stato molto diverso dalla sorella Nanako. Quando lei gli rivelò della mastectomia bilaterale e che aveva deciso di lasciarlo, Take - sì - insistette, ma non quanto Nanako con Rei, provò a cercarla solo un paio di altre volte e se lei lo zittiva, lui restava immobile come una statua. Forse Take ha provato un po’ a insistere per una questione di coscienza, ma poi non è stato tenace come Nanako perché in fondo non se la sentiva di accompagnarsi davvero a lei; Kaoru non riesce a non pensare all’avv. Fujiwara … “tanto ti avrebbe lasciata comunque lui”; lui l’aveva ricercata un anno dopo, è vero, con quei 3 blitz, ma sembrava che tutto questo fervore fosse nato perché bene o male l’incidente di Rei era stato un momento di grande riflessione per tutti, e secondo Kaoru c’era lo zampino di Takashi, che, sicuramente in colpa verso la sorella, doveva aver spronato l’amico a riconquistarla per non stare un domani male come lui…guarda caso almeno nei primi 2 blitz Kaoru aveva visto l’onnipresente Takashi…
Nanako quindi si era data da fare al massimo per Rei spontaneamente e senza consigli altrui, Take era stato alla fine remissivo; ma era una questione di rispetto nei confronti della sua scelta, era una questione di carattere dovuta ai traumi infantili e all’abbandono del padre e quindi al timore di un rifiuto definitivo, oppure in fondo in fondo aveva ragione l’avv. Fujiwara “tanto ti avrebbe lasciata comunque lui”?
E il periodo di studi in Germania? Take è molto affascinato da quel paese e a volte aveva fantasticato con lei su un eventuale periodo che avrebbero trascorso insieme in Germania, se lui vi fosse rimasto a lungo; in quel caso avevano progettato che lei lo avrebbe raggiunto dopo il liceo per iscriversi lì all’università e alla squadra di basket, ma sarebbe successo davvero? Oppure lontano dagli occhi lontano dal cuore?
Kaoru non è più sicura nemmeno dei sentimenti di Takehiko nei suoi confronti, troppa differenza fra come si è comportato lui e come si è comportata Nanako con Rei.
Piange, vuole le sue amiche a cominciare da Rei, che ha il terrore di aver perso, che le sia stata messa contro da Lady Arpia (all’improvviso le viene di chiamarla così), ha le altre amiche, è vero, Mariko la adora, Nanako anche, per non parlare di tutte le altre compagne di squadra e scuola, ma Rei è proprio la sua amica del cuore.
Non è più sicura di nulla, né dell’amore di Take né dell’amicizia di Rei, le persone a cui tiene di più insieme alla sua famiglia, da cui ormai si sente a mala pena tollerata e da cui comunque non è capita.
Kaoru si chiede anche perché gli adulti sono così ottusi e aridi, ma anche profondamente superficiali. Come si può sbagliare una diagnosi come è successo a lei con tutte le conseguenze annesse e connesse? E quella chemioterapia e quei raggi al cobalto somministrati per nulla? È proprio sicura di essere libera da ripercussioni future sulla sua salute? Cosa ha combinato quell’oncologo, perché ha tirato via proprio con lei, cosa voleva dimostrare dicendo che segue molti pazienti se “troppo e bene non sta insieme”? Le nostre bravate non devono ricadere sugli altri.
E come si fa a speculare sulle sventure altrui come gli avv.ti Fujiwara e Tanabe senza minimamente pensare ai sentimenti e alle situazioni personali?
Come si fa ad abbandonare un figlio, come ha fatto il prof. Misonoo con Take? Stanno nella stessa città, mai una visita, mai una telefonata…
E quel burino del dr. Ichinomiya dove lo vogliamo mettere? Se Rei ha avuto tutti i problemi che ha avuto è ovviamente solo colpa sua, del suo modo di trattare le donne peggio di zerbini…
E le battute e le prese di giro degli adulti rivolte anche a ragazzini come lei e Rei persino su questioni gravi?
E sua madre che non ha chiesto un secondo parere quando avrebbe dovuto ovvero in occasione dei suoi problemi di salute, ma l’ha chiesto quando non avrebbe dovuto ovvero per le questioni legali, e poi dopo tutto si permette anche di darle uno schiaffo?
E la spocchiosità che hanno sempre gli adulti rispetto a chi ha fatto meno carriera? Pensa a quella conoscente dei suoi genitori che da una parte è molto simpatica con i colleghi arrivati al suo livello professionale, dall’altra tratta con disprezzo i colleghi che non hanno raggiunto il suo stesso livello evitando ogni minimo eloquio con loro; oltretutto è stata aiutata dalla propria famiglia nella carriera quindi perché si dà tutte quelle arie?
Pensa a sua madre, col diploma di scuola superiore, ha fatto una buona carriera di responsabilità nella pubblica amministrazione, si è sposata poco più che ventenne e ha avuto tre figli; è una donna molto realizzata che deve essere davvero fiera di sé. Pensa a coetanei di sua madre, come l’avv.ssa Chiba, cacciata dallo studio Fujiwara; sono coetanei di sua madre con titoli di studio superiori alla laurea che non si potevano certo dire realizzati nel lavoro anzi…
E di lei che ne sarebbe stato??? Ora ha 17 anni, ha tanti magnifici progetti da realizzare, delle amicizie belle da coltivare, dove lei e le sue amiche sono tutte uguali. Ma quando passeranno gli anni, quando avranno 30/40 anni che ne sarà di loro? Si vorranno sempre bene oppure ci saranno anche fra loro rivalità e sensi di superiorità?
Lei è la prima della classe. Ma se dovesse scegliere degli studi sbagliati all’università e dovesse poi ritrovarsi una fallita nel lavoro, magari scansata da altri per questo motivo?
E se si realizzasse nel lavoro e le venisse naturale anche a lei gonfiarsi e pavoneggiarsi?
E anche lei da adulta tirerà via le sue mansioni e si approfitterà degli altri? E anche lei perderà empatia e farà battute fuori luogo??
“Che ne sarà di me? Chi sto diventando? Sono anch’io destinata a essere così…così… così e basta?” si chiede Kaoru.
Nota una cartoleria che sta chiudendo ed entra dentro, senza un motivo.
“Ciao volevo una bomboletta spray nera”.
“Ehi signorina che modi sono questi? Non ti hanno insegnato a dare del lei?”
“Siamo alle soglie del 2000 presto ci daremo tutti del tu”.
“Primo : siamo ancora nel 1991; secondo : agli adulti si dà del lei; terzo : nel MIO negozio si darà sempre del lei anche nel 2000 e persino nel 3000”.
“Va bene, mi scusi, allora mi dia una bomboletta spray nera”.
“Che ci devi fare?”
“Mi serve per un lavoro a scuola, sono una studentessa del liceo artistico”; risposta pronta!
Uscita dalla cartoleria Kaoru deve sfogarsi un’ultima volta; vede delle strade vuote, saracinesche abbassate, cammina cammina deve essere finita in una zona di periferia. Sui cassonetti dell’immondizia, su alcune saracinesche e su alcuni muri già imbrattati comincia a scrivere anche lei varie frasi fra cui “perché compariamo in questo mondo se poi dobbiamo solo arrabbiarci?”, “la vita è una continua delusione”, “crescere dovrebbe significare miglioramento e non peggioramento”, “età adulta età ingrata”, “l’uomo : un essere regressivo”, “dove trovare il nostro esempio, la nostra guida?”, “l’amore è eterno finché dura”, “la vita : un’infinita incertezza”, “la vita : un continuo allontanarsi e cercarsi a seconda delle proprie comodità”, “un nuovo giorno un nuovo sbaglio”, e così via frasi di tenore simile.
Alla fine si siede su una panchina quando ha esaurito la bomboletta. Non sa che pensare, non sa che ne sarà di lei e delle sue amiche, lei così attaccata alla vita, lei che ha mille progetti, ora è nello sconforto, non è da lei scrivere quelle frasi, non si riconosce….
 
Nel frattempo anche la dolce Rei è in crisi e soprattutto in ansia. Al telegiornale delle 22 il giornalista mostra una foto recente di Kaoru e ne annuncia la scomparsa. I genitori sono disperati, sono in grande apprensione per lei, chiunque l’abbia vista o sentita deve immediatamente avvertire la polizia o la redazione del telegiornale.
Rei è disperata, ha un attacco di tachicardia, e inizia a piangere “Nooo, cosa hanno fatto alla mia amica? È tutta colpa dell’oncologo, degli avvocati, di Fukiko, Kaoru è una persona fantastica, è stata il mio angelo custode, non meritava questi maltrattamenti e ora si sente delusa da tutti, magari anche da me, le avevo detto di rimanere ma l’hanno mandata via, penserà che anch’io non la voglio più, e io per questo maledetto incidente non posso uscire a cercarla, lei che ha fatto tanto per me, e io non posso aiutare lei, non è giusto, Kaoru non se lo merita, perché?”, piange, meno male c’è Takashi con lei che preoccupato cerca di calmarla.
“Rei sta calma, Kaoru non può avercela con te”.
“Sì invece, Fukiko me l’ha messa contro, e anche quell’avvocatessa, non mi piace il nostro ambiente, e io non posso far nulla”.
“Calmati, vedrai che sta bene, vorrà stare un po’ sola, è una ragazza intelligente, non è il tipo che va a cercare guai”.
“Takashi, la sera la città è pericolosissima, una volta sono stata aggredita da due loschi individui che mi hanno derubato del borsellino, per un miracolo me la sono cavata con un furto e qualche botta, ma poteva andare molto peggio, la gente là fuori è pericolosa … Kaoru, se le succede qualcosa…”
“Calmati, ora vado da Take e andiamo a cercarla”.
“Io sono inutile”.
“Tu hai avuto un incidente, pensa a tutto Takashi, vedrai te la riportiamo sana e salva”.
“Ti prego, aiutatela … Kaoru…”.
A Takashi fa pena la sorella, ma ora c’è una ragazza da salvare “Se vuoi renderti utile, chiama intanto Take e digli di tenersi pronto che arrivo”.
Rei ricompone la voce e chiama Takehiko, sperando sia a casa e non fuori con amici (ai tempi non c’era il cellulare). Per fortuna Takehiko è a casa e fra un singhiozzo e l’altro Rei gli racconta tutto, la lite al centro di fisioterapia, le delusioni anche il giorno prima allo studio Fujiwara, la sparizione. Rei piange disperata “Take trovala, devi rimetterti con lei, imponiti, sii tenace come Nanako, tua sorella alla fine mi ha conquistata ed è con Kaoru la mia migliore amica; anche tu se sarai tenace riconquisterai Kaoru, ma ora trovala, trovala”.
Dopo la telefonata Rei si sente molto debole, inutile, sola, è arrabbiata; perché proprio a Kaoru? Presa dalla rabbia, alza di nuovo la cornetta e chiama la sorella “Hai visto che è successo? Kaoru è sparita, è anche colpa tua”.
“Rei mi dispiace molto per Orihara, ma io che c’entro?”
“Possibile che pensi sempre e solo a te stessa? Ma non ti rendi conto di come l’avete trattata? Poverina, si sente esclusa, rifiutata, lei che è un angelo custode per tutti. Se solo le è successo qualcosa, ti riterrò fra i responsabili”.
“Rei oggi hai voglia di bisticciare, ma non puoi rifartela con me di ogni cosa, vedrai che la trovano, è un osso duro, non le succederà nulla”.
“Lo spero anche per te e la tua coscienza” e riattacca con rabbia.
Fukiko è scossa dal carattere della sorella, non ritiene giuste le accuse mossele.
Dal canto suo Rei ormai non teme più la sorella, la adora, ma è costretta a riconoscere i limiti del suo carattere e vuole aiutarla a cambiare in meglio anche a costo di litigarci, perché sa che un domani Fukiko potrebbe contorcersi per i sensi di colpa quando ormai è troppo tardi come sarebbe successo se il suo incidente avesse avuto esiti infausti.
Ripensa a Kaoru, a quanto si è impegnata per avere la sua amicizia, per confortarla, per farle capire che lei non era sbagliata ma erano sbagliati gli altri, le ha fatto amare la palla a canestro, ha condiviso con lei partite e poesie, l’ha assistita quando è stata malata, le è stata vicina anche quando la trattava male; come avrebbe fatto senza Kaoru e Nanako? Dove sarebbe ora senza di loro? Anche loro sono sue sorelle, le sorelle che si è scelta.
Piange, non può ricambiare quello che per lei ha fatto Kaoru, vorrebbe essere per strada a cercarla, ad accoglierla fra le sue braccia, dichiararle la sua amicizia, un’amicizia che non si spengerà mai, si dispera al pensiero le succeda qualcosa, la sua vita senza Kaoru avrebbe un vuoto incolmabile. Prende la sua cherie poupee, compagna immancabile e fedelissima dei suoi momenti di tristezza, e piange…vuole parlare e … con cherie poupee in braccio chiama Nanako, ha bisogno di conforto immediato, Nanako può aiutarla…le vuole molto bene.
Al telefono risponde la madre di Nanako e Rei/Saint Just si scusa subito per l’ora della telefonata, ma spiega che è un’emergenza. Per Nanako è sempre una festa ricevere una telefonata di Saint Just, un’emozione, una conferma della loro amicizia che spera duri in eterno.
Arriva entusiasta al telefono, contenta di sentire la voce deliziosa di Saint Just “Saint Just tu non mi disturbi mai, per me è sempre bello ricevere una tua chiamata e parlare con te, non sono ancora venuta questa settimana a trovarti perché ci danno molto da studiare e in più sono venuti a trovarci i miei zii, ma ti penso sempre, è come tu fossi sempre con me…perché piangi che ti è successo?”, Nanako non vuole sentire piangere Saint Just, le viene da piangere anche a lei, le ha fatto pena molte volte, le dispiace vederla stressata dalla riabilitazione, ma ricorda la raccomandazione di Kaoru : non deve mai piangere davanti a una persona avvilita, non è questo il modo di confortare una persona; a fatica ricaccia indietro le lacrime, deve essere presente al meglio per Saint Just.
Saint Just racconta tutto anche a lei, si sfoga della sua impotenza, della sua inutilità “Nanako io sono debitrice verso te e Kaoru, e da questo centro di fisioterapia non posso neppure aiutarvi, sono stufa, voglio essere dimessa, ho bisogno delle mie amiche e voi di me, non voglio che Kaoru pensi che la voglio allontanare, io voglio essere sua amica per sempre”.
Nanako è preoccupatissima, prima l’incidente di Saint Just, ora Kaoru che è sparita, e se le fosse successo qualcosa con tutta la brutta gente che gira la sera? E suo fratello? Il suo dolce e caro fratello come starà in pena a quest’ora per lei… “Saint Just, non pensiamo il peggio, vedrai che Takashi e Takehiko riusciranno a trovarla, perlustreranno la città, dove sarà mai andata? non ha nemmeno soldi, magari sta già tornando a casa”, Nanako pronuncia queste frasi di circostanza, ma lei stessa è molto impaurita, non ce la farebbe a sostenere un altro grande stress soprattutto se con conseguenze irreparabili, le trema la voce, si ricompone, vorrebbe essere con Saint Just, vederla, magari insieme si incoraggerebbero a vicenda, vorrebbe stringerla in un abbraccio come piace a entrambe per trasmettersi ottimismo l’una con l’altra, è triste per Takehiko, già sa quanto sta soffrendo per Kaoru, in più immagina come starà in pena per lei, conosce bene questi stati d’animo, li ha provati quando Saint Just ha avuto l’incidente, non rivivrebbe mai quei momenti, ricorda con terrore quella domenica di fine luglio.
C’è un attimo di telepatia…“Nanako vorrei fossi qui con me, mi sento sola senza la scuola, senza le mie compagne, senza di voi, sì ricevo visite, ma la sera poi sono sola, affaticata dalla riabilitazione, stanca per i numerosi compiti da fare da sola, presto verranno a farmi lezioni private ma non è la stessa cosa, oggi ho bisticciato ben 2 volte con Fukiko che ha il carattere che conosci anche te, lei mi ama molto e anch’io amo molto lei, ma lo sai a volte com’è, anche lei ha trattato male Kaoru. Tutto il giorno ho con me solo ma cherie la poupee…e ora questa cosa di Kaoru, non voglio pensi che io mi sono allontanata da lei, non voglio le succeda qualcosa”.
“Non pensarlo Saint Just, Kaoru tornerà sana e salva, col nostro pensiero positivo possiamo aiutarla”.
“Sai che quando ebbi l’incidente, alla stessa ora, Kaoru mi raccontò di avermi vista davanti a sé mentre si allenava a basket? Ha detto fu un secondo, ma mi vide nitidamente, come se stessi giocando con lei…è stato un momento di quarta dimensione, un sesto senso, non lo so, noi siamo in sintonia, vorrei che anche lei mi apparisse, forse non mi appare perché …”
“Basta Saint Just, non dirlo più, tu sei apparsa a Kaoru perché hai rischiato la vita, la tua anima è un attimo volata via dal tuo corpo perché forse avevi paura di non sopravvivere e volevi darle per sicurezza un ultimo saluto, ma se Kaoru non ti appare è proprio perché sta bene”, Nanako è sorpresa, meravigliata, non le era mai capitato le raccontassero un’esperienza del genere, Saint Just ormai le confida proprio tutto e ne è infinitamente felice, persino un’esperienza importante come quella…capisce anche quanto è eccezionale l’amicizia fra Kaoru e Saint Just, l’esempio dell’amicizia pura, perfetta, che va al di là della vita materiale e terrena di tutti i giorni, non aveva mai pensato che un legame andasse oltre ciò che percepiamo direttamente, vorrebbe essere lì con lei, vorrebbe avere anche lei un rapporto con Saint Just in quarta dimensione, con il sesto senso, la ama infinitamente, non vede l’ora di andare a trovarla, si stanno consolando a vicenda…improvvisamente le torna in mente il sogno in cui Kaoru e Takehiko le apparirono insieme nella notte dell’incidente di Saint Just…effettivamente anche lei ha avuto esperienze di quarta dimensione, sesto senso; voleva parlarne con qualcuno e adesso ne ha l’occasione.
“Lo sai? Sei la prima a cui lo dico - la notte del tuo incidente mi sono apparsi in sogno Kaoru e Takehiko, a momenti da soli e a momenti insieme, a volte apparivano tristi, ma io solo diversi giorni dopo ho saputo che erano stati fidanzati, e sono rimasta molto sconcertata, avevo paura a parlarne”.
“Per quale motivo? Anzi è un’esperienza bellissima, significa che siamo così amiche di Kaoru da vivere con lei esperienze extrasensoriali, da percepire reciprocamente i nostri stati d’animo e quello che ci succede, che siamo in contatto anche senza usare mezzi materiali, è la conferma di quanto è forte e speciale la nostra amicizia”.
“Però, se lo raccontiamo potrebbero non crederci”.
“Non ci credono le persone superficiali, ma chi ha particolare empatia e sensibilità ci crederà sicuramente. E poi chi se ne importa di ciò che pensano gli altri, l’importante è vivere con passione la nostra amicizia. Io vorrei sfruttare queste caratteristiche speciali della nostra amicizia per farle capire adesso che sarò sua amica per sempre, niente e nessuno impedirà mai la nostra amicizia, anche con te Nanako voglio tu faccia parte della mia vita per sempre”.
Nanako nell’angoscia per Kaoru è però felice per quelle bellissime parole di Saint Just “anch’io Saint Just voglio che si rimanga tutte amiche per sempre, io, tu, principe Kaoru, Mariko e Tomoko e lo rimarremo, Kaoru lo sa che le vuoi bene, ti stai angustiando inutilmente”.
“Io ho sbagliato con voi Nanako, ma credi non ero in me, ero molto addolorata per la mia situazione familiare, avevo una ossessione patologica nei confronti di mia sorella, e a volte sono stata brusca, maleducata, ma io vi ho sempre voluto molto bene”.
“Saint Just di cosa ti scusi? Lo sappiamo tutte che hai dovuto affrontare una situazione troppo difficile per la tua età, la perdita della madre, un padre assente, una sorella che non ti accettava pur volendoti bene, perché fai questi discorsi?”
“Non dovete mai dubitare del mio affetto. Scusami, ma non riesco a dormire, sono troppo in ansia per Kaoru”.
“Chissà come sta mio fratello…poverino…ancora non ho affrontato l’argomento con la mia famiglia, mio padre mi deve delle spiegazioni, non mi ha mai parlato di lui, perché non è mai andato a trovarlo? Perché non ha coltivato il rapporto con lui? Anch’io come vedi non ho una situazione familiare semplice”.
“Vedrai che troverai una spiegazione, ti ho già detto che la madre di Takehiko lasciò vostro padre per il classico tipo che è meglio perdere che trovare. Chissà cosa è successo. Tuo fratello però ha sofferto moltissimo per l’assenza di vostro padre, è un ragazzo sensibile e vulnerabile, che teme molto il rifiuto, ne è terrorizzato a causa del trauma infantile dell’allontanamento del padre. Quando Kaoru lo ha allontanato non è riuscito a ribellarsi e non ha saputo imporsi come hai fatto tu con me a causa dei suoi trascorsi personali; questo aumenta ancora di più la sua sofferenza; stagli vicino, mio fratello ora è con lui, sai mio fratello lo adora. Tu e Takehiko non siete fratelli biologici eppure come dice anche Kaoru siete simili, capisco che mio fratello lo adora perché anch’io adoro te”.
Nanako è emozionata più che mai, vorrebbe illudersi che Saint Just la sta iniziando a corrispondere con il suo stesso sentimento come pensa del resto anche Kaoru, ma non vuole; è però entusiasta delle dichiarazioni di affetto che sta ricevendo, le scaldano il cuore e sono importanti per stemperare la sua paura, la sua paura per Kaoru e la sua paura di conoscere la verità sulla sua famiglia; è poi al settimo cielo perché lei e Saint Just si sono scambiate confidenze sulle loro esperienze extrasensoriali, entrambe hanno contatti telepatici e trascendenti con le persone che amano : che emozione!
Le ragazze vorrebbero far durare in eterno quella telefonata, a loro sembra che ogni cosa sia risolvibile se stanno insieme, se parlano, con la loro amicizia sentono che tutto andrà per il verso giusto, si sentono invincibili, si rassicurano a vicenda, cercano di trovare una spiegazione razionale, alla fine si distraggono parlando di argomenti leggeri, le compagne di scuola, la musica, le letture preferite, fanno progetti per quando Saint Just verrà dimessa, usciranno insieme e faranno tante cose, passeggiate, concerti, ballare, rivedere insieme il mare.
Tutto questo romanticismo è però rotto dalle lamentele di sottofondo dei genitori di Nanako che come al solito non capiscono le situazioni “è più di un’ora che sono al telefono. Non si sta tutto questo tempo al telefono, cosa avranno mai da dirsi e poi a quest’ora…ora le vado a staccare la spina così vedo se va a letto…”.
“Nanako quando entreremo nella prossima estate andremo a vedere quel tramonto in riva al mare che ti avevo promesso di farti vedere, in quel luogo speciale; da quando è morta mia madre non ci sono più stata, non so descrivertelo perché non ci sono parole adatte, se non l’hai visto non te lo puoi immaginare, va al di là di ogni parola, i colori e le sfumature della luce sono unici”.
“Perché aspettare l’estate? Possiamo andare anche d’inverno, il mare d’inverno è affascinante”.
“La prima volta in quel posto devi andarci d’estate, è troppo particolare la rifrazione della luce, gli elementi chimici sono sottoposti a dei processi fotoelettromagnetici che si verificano solo in questa stagione, poi potremo tornarci anche in altri momenti, ma la prima volta deve essere d’estate”.
“Sai più o meno quando ti dimetteranno?”
“Non prima dell’autunno inoltrato…proseguirò la fisioterapia a casa, a scuola tornerò – spero – a novembre”.
“Ti aspettiamo tutte con affetto, non vediamo l’ora di rivederti e che tu ci suoni qualche bel pezzo, a cominciare da quello al pianoforte che suonasti il primo giorno di scuola e che hai fatto amare a tutte noi” …
Sì : devono obbligatoriamente vedere quel tramonto meraviglioso che si erano ripromesse di vedere in quella triste domenica di luglio e sarà ancora più bello perché loro saranno più forti che mai.
 
E Takehiko? È disperato, subito dopo aver parlato con Rei, scappa verso il suo motorino, non vuole aspettare Takashi, deve intervenire subito, ma … come al solito il motorino non parte. “Maledizione” esclama “vecchio rottame, e maledizione anche a me che non ti ho ancora cambiato dopo tutto questo tempo”. Per fortuna, arriva l’immancabile Takashi che conoscendo fin troppo bene il motorino di Takehiko si immaginava già la scena.
“Take me lo immaginavo. È una vita che ti dico di rottamare quella sottospecie di catorcio”.
“Taka meno male sei arrivato, ho paura sia successo qualcosa di grave a Kaoru, devo trovarla, per favore prestami l’auto”.
“E cosa è venuto a fare allora il tuo amico Takashi? Devi ammetterlo ancora una volta : se non ci fossi…”
“…dovresti essere inventato…ora non ho tempo per le frasi fatte, devo scappare”.
“Vai e torna almeno questa volta vincitore, io ti aspetto a casa tanto ho una copia delle tue chiavi, ah e controlla la benzina, non fare come quella volta che ti prestai l’auto e poi dovetti mandare il nostro autista a portarti una tanica di benzina perché eri rimasto a secco ed eri lontano dai distributori…”
“Hai fatto bene ad avermelo ricordato, ho questo vizio…ora scappo, a dopo”.
Takehiko guida preoccupatissimo…è stato rifiutato in modo netto e categorico per tre volte, non riesce a rassegnarsi al fatto che Kaoru non lo voglia più…era per questo motivo che l’anno prima non l’aveva assillata quando lei gli rivelò di non voler stare più con lui; fosse stato per lui, avrebbe imposto la sua presenza a Kaoru, la voleva per sempre con sé, nulla aveva senso senza la sua bella, brava e buona Kaoru; purtroppo dopo aver provato a insistere più volte si era bloccato e rassegnato per il terrore di un rifiuto e di un’esclusione definitivi, era rimasto per sempre traumatizzato dal rifiuto del padre e non poteva pensare a un ulteriore e definitivo rifiuto da parte della sua ragazza, l’unica che avesse e soprattutto che avrebbe mai amato; senza Kaoru sarebbe rimasto sentimentalmente libero a vita.
Preferisce rimanere col dubbio o forse la speranza o meglio l’illusione di avere ancora un’ultima possibilità con lei; non reggerebbe psicologicamente a quell’ultimo no di Kaoru; inoltre, non gli è mai piaciuto forzare le persone. Del resto i tre blitz fatti ad agosto erano stati un disastro…aveva deciso di rassegnarsi…non avrebbe avuto la forza di partire per la Germania dopo un eventuale quarto rifiuto perché sentiva si sarebbe ammalato di depressione, prima il padre, poi Kaoru che continuava a escluderlo persino dopo aver saputo che era perfettamente sana, alla fine anche la sua carriera lavorativa sarebbe stata compromessa e di conseguenza ne avrebbe negativamente risentito la sua passione per la letteratura e il suo futuro in generale.
A momenti però si sente in colpa per non aver tentato fino al no eterno. Altre volte pensa che lei non lo ami più; se lo avesse amato davvero, almeno il terzo blitz, fatto quando lei aveva già saputo di essere sana, avrebbe avuto un esito positivo. E poi se fosse stata coerente avrebbe dovuto escludere anche le sue amiche…
Troppi dubbi lo attanagliano e immobilizzano più che mai.
Ma ora Kaoru può essere in pericolo e lui corre con la macchina di Takashi per andarle incontro, questa volta vanno accantonate tutte le paure e i timori, si tratta dell’incolumità di Kaoru. Non ha il tumore, non può allora rischiare la vita per un incidente. Takehiko ha saputo da Rei a grandi linee dei contrasti che aveva avuto allo studio legale e al centro di fisioterapia, vuole parlarci.
Gira intorno alla zona di residenza di Kaoru, intorno alla scuola, intorno al centro di fisioterapia tante volte avesse voluto provare (inutilmente) a convincere la reception a farla andare da Rei, intorno all’ospedale dove era stata “curata” l’anno prima, al luna park dove andavano a divertirsi nel tempo libero, ma di lei neppure l’ombra, alla fine l’ultimo tentativo decide di farlo nel luogo dove lei un anno prima gli aveva rivelato di non avere più il seno e di aver deciso di lasciarlo.
Ricorda ancora quella sera di poco più di un anno prima. Erano andati insieme a una manifestazione folcloristica in città, Kaoru era molto seria e avvilita. Al ritorno decisero di passeggiare lungo un torrente pieno di lucciole; fu lì che Kaoru gli fece le sue drammatiche rivelazioni, si scostò la parte superiore del kimono per mostrargli la T-shirt sotto il kimono perfettamente aderente al busto e lo lasciò nonostante lui l’avesse supplicata di rimanere insieme.
Se la trova, non le permetterà di scappare, è troppo pericoloso girare a quest’ora da sola per la città. E se lei non lo volesse nemmeno questa volta? La rapisce??? Come fa???
Magari questa volta il sentiero lungo il torrente gli avrebbe portato fortuna, l’avrebbe rivista e sarebbero tornati insieme.
Niente da fare, Kaoru non è nemmeno lì. Ci sono le lucciole come l’anno scorso, ma non c’è la luce dei suoi occhi, la sua principessa.
In realtà Kaoru nel suo girovagare a vuoto aveva pensato in un primo momento di passare lungo il torrente con le lucciole, ma poi aveva scartato l’idea; rivedere quei luoghi l’avrebbe riempita definitivamente di tristezza, avrebbe ripensato a quel periodo drammatico della sua vita che sapeva non avrebbe mai dimenticato, ma il cui ricordo poteva piano piano sfumare se avesse smesso di pensarci, scacciandone il pensiero ogni volta si fosse riaffacciato per qualsiasi motivo; doveva quindi evitare quel luogo che per lei significava soltanto un senso di morte incombente, la fine della vita e l’inizio della morte con il terrore del vuoto che ne sarebbe seguito successivamente…
Takehiko è triste, sono ca. tre ore che gira a vuoto per la città e torna per l’ennesima volta sconfitto a casa, dove per fortuna lo aspetta il suo fedelissimo amico Takashi, senza il suo sostegno morale non sa come farebbe.
Takehiko si sfoga con Takashi, si sente un debole, perennemente in errore, forse avrebbe dovuto insistere di più l’anno prima? Ma se poi Kaoru lo avesse rifiutato ugualmente? L’ha rifiutato quest’anno che ha saputo di essere sana, a maggior ragione lo avrebbe rifiutato l’anno precedente. Takehiko teme per l’incolumità di Kaoru, si sente responsabile, non sa come potrà partire per la Germania, è roso da un’infinità di dubbi, quei dubbi che Takashi lo aveva sempre spronato a togliersi e che ormai sa che gli rimarranno. Takashi dal canto suo non sa cosa dirgli, soffre a vederlo così, gli sta vicino, è già tanto e per non farlo sentire solo rimane a dormire da lui.
 
Ci sono quindi 3 situazioni in corso.
Takehiko che si addormenta nella massima tristezza col suo amico Takashi che sul divano nel soggiorno veglia a distanza su di lui.
Nanako e Saint Just chiacchierano al telefono per la bellezza di 2 ore e 13 minuti finchè stremate dal sonno e dalla preoccupazione per l’amica vanno a letto, agitate ma confortate al tempo stesso l’una dall’altra.
Kaoru ha capito che il suo girovagare a vuoto non è servito a nulla, purtroppo non può gestire il futuro e quello in generale che succederà, ci sono un’infinità di variabili incontrollabili. L’unica cosa che può fare è continuare la sua vita di tutti i giorni, dando il meglio di sé e agendo secondo coscienza. Si ripromette di non fare nessuno degli errori madornali che ha visto fare, che lavorerà sempre con massimo scrupolo, avrà sempre rispetto di tutte le persone, del loro lavoro e dei loro sentimenti, questo è tutto ciò che può garantire; sa che farà sicuramente degli errori perché nessuno è perfetto, ma in ogni caso avrà una certezza, una stella polare : la sua coscienza pronta a ricordarle di non trattare mai nessuno nel modo in cui lei non vorrebbe mai essere trattata.
Per il resto la sua ottica è totalmente cambiata, si è rassegnata all’indeterminismo assoluto … “che sarà … sarà”.

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Capitolo 11
*** Dopo la tempesta ***


La mattina dopo Nanako, che ha dormito stremata, si sveglia agitata. Deve telefonare al suo dolce e caro fratello, chissà come sta, chissà se avrà trovato principe Kaoru e si sarà chiarito con lei, deve parlargli, sostenerlo nel caso non sia riuscito a riavvicinarsi a Kaoru, e magari è arrivato anche il momento di rivelargli la loro effettiva parentela. È un ragazzo infinitamente buono. Perché suo padre non l’ha seguito nella crescita? Anche Mariko ha i genitori separati, però vede ugualmente suo padre…ora basta : se i suoi genitori continuano a escluderla, affronterà lei l’argomento, ha ben 16 anni, non possono continuare a trattarla come un’infante, adesso la stanno facendo arrabbiare. Esige delle spiegazioni soprattutto per il suo caro fratello. Un ragazzo tanto buono ma anche tanto sfortunato. Perché tutto questo accanimento della sorte contro di lui? Pensa Nanako. Nanako vuole anche affrontare l’argomento con Kaoru; perché non vuole tornare insieme a suo fratello se è vero che lo ama? Ora che sa di stare bene perché continua ad allontanarlo da sé?
Prima ancora che a Take decide di telefonare a casa Orihara, si fa coraggio, ha paura della risposta, ma … con grandissima gioia e soprattutto con immediato sollievo d’animo scopre che Kaoru è tornata spontaneamente a casa intorno alle 3 del mattino.
Scende le scale facendo salti di gioia, vuole andare subito a trovarla e poi dopo la scuola portarla da Saint Just, sarà una magnifica sorpresa, una giornata gloriosa!
“Che bello! Kaoru sta benissimo, è tornata a casa stanotte intorno alle 3, com’era contenta la madre quando mi ha risposto, oggi entro un’ora dopo a scuola perché devo assolutamente andare prima da lei a trovarla”.
“Nanako, va bene seguire le amiche, ma ieri sera sei andata a letto all’una per chiacchierare con la tua amica che sta facendo la riabilitazione, oggi entri un’ora dopo per andare a trovare l’altra amica che ieri sera era sparita…ricordati che lo studio e la scuola sono la tua priorità” echeggiano i genitori.
“Certo che me lo ricordo, infatti anche le interrogazioni finora affrontate sono andate bene, non potete certo lamentarvi, ma devo pur partecipare alla vita delle mie amiche, accertarmi che stiano bene”.
“Ma prima vengono i tuoi doveri; il benessere delle tue amiche deve essere controllato e garantito prima di tutto dalle loro famiglie. Tra l’altro, se fossi scappata tu a quel modo ieri, al tuo rientro in nottata ti avrei dato un bel ceffone; far stare in ansia a quel modo la propria famiglia correndo tutti i rischi che comporta girovagare la notte non è giusto, dovete essere mature” dice la madre di Nanako.
“E un altro ceffone glielo avrei dato io” aggiunge subito il padre.
“Possibile che non capite mai voi genitori? Ci considerate eterni bambini da plasmare a vostra immagine e somiglianza, non ascoltate le nostre vere esigenze, i nostri sentimenti, i nostri problemi, ci escludete dagli affari di famiglia, ci nascondete tutto perché contate solo voi, mai una volta che vogliate iniziare a coinvolgerci o sentire il nostro parere, ma dalle scuole superiori in poi siamo grandi e abbiamo il nostro ruolo anche noi, dite che dobbiamo essere mature e poi ci trattate da eterne neonate da schiaffeggiare se non la pensiamo come voi o se vi facciamo notare che ci avete delusi; voi potete dirci qualsiasi cosa e noi no; voi ci raccontate quello che vi fa comodo e noi però dobbiamo dirvi tutto”.
“Senti che lingua stamani, vai pure dalla tua amica, ma che sia la prima e ultima volta che entri un’ora dopo a scuola per un’amica” risponde la madre.
“Ciao ciao ciao”, Nanako scappa, non ha detto a caso le frasi pronunciate, erano delle frecciate ai suoi genitori, che spera abbiano mosso la loro coscienza.
Ora pensa solo a Kaoru, spera non sia stata presa a schiaffi come sarebbe successo a lei. Deve accertarsi stia bene.
Kaoru appare serena, sua madre è felicissima, le ha fatto la torta farcita con la crema pasticcera e le amarene sciroppate come piace a lei, ma ha un velo malinconico negli occhi; le racconta la sua nottata, compreso l’incontro al cinema con le due coppie, le descrive le sue riflessioni. “Ho fatto un colpo di testa Nanako, ma dovevo stare sola con me stessa a riflettere, non avevo la testa né per studiare, né per avere gente intorno, volevo isolarmi, capire cosa mi è successo e cosa mi sta succedendo. Non archivierò mai del tutto l’anno appena passato in cui mi sono sentita ogni giorno minacciata dalla morte, quelle cure massacranti, la bomba al cobalto, la chemio e tutto questo per nulla. Non ci voglio mai pensare ma faranno sempre parte di me, evito di guardarmi il busto quando sono davanti allo specchio o quando mi vesto per rimuovere quei ricordi, però deve rassegnarmi al fatto che dovrò imparare a conviverci. Poi quello studio legale di iene, che ha detto tutte quelle cattiverie su me e soprattutto sulla nostra amica Rei, la minaccia di perdere Rei, la lite con quella Lady Arpia che proprio mi rovina la giornata soltanto se la vedo da lontano – qui Nanako comincia a ridere - , lo schiaffo di mia madre, proprio io che non ho mai bisticciato con nessuno, nel giro di 24 ore mi sono crollate altre certezze, come se già non bastasse la delusione dai medici”.
Nanako per prima cosa la rassicura su Saint Just e vede subito il viso di Kaoru rallegrarsi “non sai quanto Rei ha pianto per te, ha paura quanto te che perdiate la vostra amicizia e le ha cantate anche a quella che tu chiami Lady Arpia fino a bisticciarci. La vostra è un’amicizia troppo bella e troppo forte per finire, c’è un legame che va al di là della vita quotidiana, del mondo materiale, Saint Just mi ha raccontato dell’incontro subliminale che hai avuto con lei mentre cadeva dal ponte, voi sarete sempre unite, mi sono così emozionata, non pensare mai che Saint Just cessi di essere tua amica, voi ormai siete in simbiosi, e Saint Just vuole assolutamente incontrarti, facciamole una sorpresa, andiamo da lei dopo le lezioni pomeridiane”.
“Grazie Nanako, sono stata molto fortunata a incontrarti, anche tu per me sei preziosa”.
“Kaoru c’è un’altra persona che è stata molto male e che ti ha cercato stanotte, ma visto quello che mi hai detto ho capito non vi siete incrociati”.
Kaoru si incupisce.
“Mio fratello ti ama moltissimo, me lo dice sempre anche Saint Just; Saint Just sa i particolari dal fratello Takashi, io e Saint Just non capiamo perché non vuoi starci di nuovo insieme, ma mica crederai a quelle sciocchezze che dice quell’azzeccagarbugli di avvocato amico del padre di Saint Just? Mio fratello ha sofferto così tanto da bambino e da adolescente, e comunque ho deciso di affrontare l’argomento con i miei, devono spiegarmi perché mio fratello è stato abbandonato da mio padre, devo capire, ma tornando a noi, Takehiko ha già sofferto troppo di suo, sta per partire per la Germania, come fa a pensare al suo futuro e al suo lavoro senza di te? Sapendo che lo rifiuti? Hai qualcosa contro di lui in particolare? Ti ha fatto qualcosa ed è essenzialmente per questo che l’hai lasciato e non vuoi tornarci insieme?”
“No Nanako, tuo fratello è un ragazzo meraviglioso e io lo amo e lo amerò per sempre”.
“E allora perché non ci torni insieme? Perché lo fai piangere? Lui non ti vuole forzare perché ti ama e non vuole imporsi contro la tua volontà, ma anche perché non ha la forza di sostenere un tuo rifiuto definitivo tanto ti ama, siete fatti l’uno per l’altra, nessuno di noi riesce a capire”.
“Nanako quando ami davvero una persona devi rinunciare a lei se sai di non poterla rendere felice come merita. Quando mi dissero che ero malata e che per 5 anni dovevo stare in allerta perché una ricaduta sarebbe stata letale, ho deciso di lasciare tuo fratello; non sarebbe stato giusto traumatizzarlo con la mia malattia, la mia morte, poi proprio lui che ne ha già passate abbastanza ed è giovanissimo, gli avrei rovinato ulteriormente la giovinezza. È vero, ora so di non aver avuto niente e di essere libera da ogni malattia, ma devo continuare a controllarmi a causa di quelle cure terribili fatte per nulla, i dottori hanno detto che non mi ha sicuramente fatto bene ricevere quei farmaci chemioterapici e quelle radiazioni al cobalto senza che ce ne fosse bisogno, ho comunque un fondo di timore; proprio per queste terapie mi hanno detto che forse non potrò avere figli, sono senza seni, e poi sono cambiata io, ho perso fiducia nelle persone, a cominciare dagli adulti, sono più portata al litigio, ho le mie colpe anch’io nei litigi che ho avuto, ieri notte ho persino imbrattato dei cassonetti e dei muri con una bomboletta spray, forse ora Takehiko troverebbe un’altra me che non gli piacerebbe, e io per Takehiko voglio il massimo”.
Nanako non riconosce la sua principe Kaoru, dov’è quella ragazza piena di ottimismo e vitalità? Come ha potuto una massa di cialtroni ridurla in quello stato? Ecco cosa combinano gli adulti quando sbagliano e quali ripercussioni gravissime hanno i loro comportamenti sulle persone. Saint Just ha ragione sugli sbagli degli adulti.
Nanako pensa a Takehiko, a Saint Just, a Mariko, ora anche a Kaoru. Nanako diventa irruenta, è arrabbiata “Kaoru almeno tu non permettere a dei cialtroni, a delle persone insensibili ed egoiste di rovinarti la vita, ma non ti basta vedere quello che è successo a tutte le persone che conosciamo? Tra l’altro queste delusioni non ti sono arrivate dalla tua famiglia, e il fatto tu abbia una bella famiglia è già una ricchezza inesauribile. Per dei cialtroni vuoi rinunciare alla tua felicità e diventare malinconica proprio tu che sei così solare ed esuberante? Non glielo devi permettere, devi ribellarti perché vali moltissimo e meriti moltissimo.”
“Sì, però, ci vorrà del tempo”.
“No, devi farlo subito, ti hanno già fatto perdere fin troppo tempo. Basta! Sii superiore anzi dimostra apertamente quanto sei superiore a loro. Altrimenti significa che con Saint Just predicavi bene e razzolavi male; è normale tu abbia un momento di sconforto per tutto quello che ti è successo e i tuoi incontri sbagliati, ma devi ribellarti”.
“Anche Takashi ha usato la stessa espressione riferita a Rei”.
“Vedi : anche altri la pensano come me. E poi sei sanissima, non pensare agli esiti dei controlli che ti fanno giusto per scrupolo, se fai così, non ti godrai più la vita; pensi poi ai figli quando abbiamo un’età in cui siamo lontane dall’averne, e per Takehiko conti tu e basta; l’assenza del seno non cambia nulla, sei ugualmente una bellissima ragazza contemplata con ammirazione da tutte, sei alta, slanciata, hai un fisico invidiabile, ma lo sai quante ragazze vorrebbero avere il fisico da top model che hai tu? Basta Kaoru, riprendi in mano la tua vita, devi esserne padrona solo tu, altrimenti l’avrai data vinta a chi ha sbagliato con te : è questo che vuoi?”
“Io non voglio darla vinta a nessuno, voglio solo il massimo per Takehiko, amare una persona significa rinunciare a lei se sai che non puoi darle tutto quello che vuoi abbia”.
“Amare una persona significa rinunciarci quando sai che non puoi darle tutto quello che questa persona vuole avere e non quando non puoi darle tutto quello che vuoi tu, perché solo Takehiko ha diritto di decidere cosa vuole per se stesso e non tu per lui, lui sa decidere da sé, e lui vuole te”.
“E se cambia come fanno tanti crescendo e avesse altre pretese anche superficiali, magari perché si fa trascinare dai suoi amici? Lo sai come sono gli uomini, loro sono molto più superficiali e immaturi delle donne”.
“Con i se e i ma non farai mai nulla, Take è diverso, non sarà mai un superficiale, non si lascerà mai condizionare. Kaoru io davvero non ti riconosco”.
C’è un attimo di silenzio. Kaoru riprende la parola “Rei è molto fortunata ad averti trovata. Invece di criticarmi, dichiarale di nuovo il tuo amore, vedrai che questa volta sarà entusiasta e magari troverà il coraggio di dichiararti lei il suo, perché voi vi amate, io conosco Rei, ho visto il suo sguardo, lei ti ama davvero; tu non ti dai mai per vinta, tu insisti costi quel che costi, dai te stessa per le persone che ami, tuo fratello ha 7 anni più di te, ma è molto più vulnerabile, non ha insistito con me come te con Rei o come la chiami anche tu Saint Just, sicuramente non ha insistito per non essere traumatizzato da un rifiuto definitivo da parte mia come sembri pensare tu o per non volermi forzare o per tutte due le cose insieme e perché tanto aveva già deciso….”.
Nanako riceve un colpo al cuore, come se fosse stata rimproverata lei stessa, voleva difendere il suo dolce caro fratello e invece ha forse insinuato lei dei dubbi a principe Kaoru, voleva aiutare suo fratello e aveva peggiorato la situazione, non se lo sarebbe mai perdonato e soprattutto non tollera che si metta in dubbio la bontà d’animo e la sincerità dei sentimenti del fratello “Kaoru non dubitare mai del suo amore, mai, con Saint Just è stato diverso, era abbandonata a se stessa, in balia di Lady Miya e delle sue cattiverie, ti prego non dubitare mai su di lui, lui ti ama davvero”
“Ora vai a scuola sennò perdi anche la seconda ora, io arrivo dopo pranzo per le lezioni pomeridiane e poi andiamo da Rei”. Si salutano amichevolmente.
Lungo la strada Nanako pensa che presa dalla foga di difendere il fratello a cui vuole moltissimo bene non aveva avuto modo di soffermarsi e prendere posizione sulle osservazioni di Kaoru a proposito del suo amore per Saint Just. Ogni occasione per Kaoru era giusta per sollecitarla a dichiararsi di nuovo. Nanako riflette e capisce che alla fine non si sta comportando in maniera tanto diversa da Kaoru o da Takehiko nel senso che ha paura a esporsi per non avere un’altra delusione e per non perdere definitivamente Saint Just. È convinta che Saint Just la veda solo come un’amica, e se le dichiara il suo amore nuovamente Saint Just potrebbe allontanarla non essendo in grado di corrisponderla nello stesso modo; lei è molto felice anche ricevendo una semplice amicizia, se si dichiarasse però potrebbe perdere anche l’amicizia e ritrovarsi col nulla e proverebbe un grandissimo dolore per questo motivo; è terrorizzata solo all’idea di perdere quell’amicizia. “preferisco fermarmi qui. Alla fine meglio un uovo oggi che una gallina domani, anche se sarebbe stato fantastico fidanzarmi con Saint Just, se devo perderla insistendo coi miei sentimenti…no, non posso, la amo troppo, preferisco un amore in silenzio al nulla eterno, ora capisco cosa vuole dire Kaoru e capisco perché Take non si è sentito di insistere più di tanto quando l’anno scorso Kaoru l’ha allontanato, del resto lo sta continuando ad allontanare nonostante i suoi nuovi tentativi. Ma perché il mio caro fratello e io siamo così sfortunati nelle relazioni sentimentali? Devo parlarne con lui…ah e devo parlargli anche del sogno, con Kaoru ormai me ne sono dimenticata ma ne dovrò parlare anche a lei …. potrebbe aprire gli occhi a entrambi”, pensa fra sé Nanako, mentre scende dal bus.
 
All’uscita da scuola Nanako e Kaoru vanno da Rei alias Saint Just. Ovviamente Nanako durante l’intervallo del pranzo a scuola aveva già lasciato un messaggio per Saint Just presso il centro di riabilitazione con cui le riferiva che Kaoru era stata ritrovata e sarebbe passata a trovarla, almeno la sua Saint Just si sarebbe rasserenata.
Bussano alla stanza di Saint Just. Per la “gioia” di Kaoru si sentono rispondere di entrare da Fukiko/Lady Miya.
“Che bellissima sorpresa … Kaoru come stai ?”, Saint Just è entusiasta e con il braccio teso fa cenno a Kaoru di andare da lei e di lasciarsi abbracciare per una volta. Saint Just è la solita coccolona, ma anche Kaoru abbraccia volentieri la sua amica, si chiede come ha potuto dubitare di perdere la sua amicizia.
“Come stai Orihara?” si intromette Fukiko, il tono è gentile, forse per compiacere Saint Just o forse perché vuole davvero riappacificarsi; nonostante Kaoru non abbia mai nascosto a Lady Miya l’antipatia che prova nei suoi confronti, Lady Miya al contrario ha una grandissima stima di Kaoru; Kaoru è talmente felice di riabbracciare la sua amica Rei, che fa finta di nulla e risponde a Lady Miya altrettanto gentilmente “bene, grazie, ora sono di nuovo serena”.
“Mi fa davvero piacere, siamo stati tutti molto preoccupati, ma tutto è bene quel che finisce bene, allora vi lascio sole immagino vorrete chiacchierare dal momento che ieri non è stato possibile”. In realtà Lady Miya è sempre discreta nei confronti delle amicizie della sorella; ogni volta che Saint Just riceve visite da amiche e/o compagne di scuola Lady Miya le lascia sole, questo è un merito che le va riconosciuto e che è indice di un cambiamento non indifferente che sta avvenendo nel suo carattere; forse se il giorno prima Kaoru ci avesse riflettuto invece di lasciarsi prendere dalla rabbia, la crisi si sarebbe ridimensionata.
Dal canto suo Nanako a sua volta pensa che forse è meglio se anche lei lascia sole Kaoru e Saint Just vista la loro amicizia speciale e visto che devono chiarirsi. Mentre comincia ad accomiatarsi con la scusa dei molti compiti da fare per il giorno dopo, Saint Just e Kaoru all’unisono la interrompono.
“Rimani con noi ma cherie la poupee” le dice con molta dolcezza Saint Just.
“E’ vero perché te ne vai? Sei sempre così presente nella nostra vita, sei una di noi” fa eco Kaoru.
“E poi vuoi mettere la versione umana di ma cherie la poupee?”, ride di gusto Saint Just.
“Com’è felice Saint Just con le sue amiche” pensa Nanako “com’è cambiata, nonostante la fisioterapia che la destabilizza, continua a percorrere la sua nuova strada di apertura verso gli altri e di serenità, si vede che è diversa, ed è ancora più bella…sì Saint Just è diversa anche esteticamente, con una sana alimentazione, l’abbandono di cattive abitudini come pillole, tabacco e alcool, un sonno regolare, ma soprattutto col raggiungimento della pace interiore non è più cerea, ma ha un colorito sano, un viso un po’ più rotondo, con le gote più piene, uno sguardo vivo rivolto al mondo che la circonda, non più uno sguardo perso in un punto trascendente ultraterreno già proteso verso l’al di là e quindi verso la morte, con una tuta colorata e non più uno smoking nero, e con quegli occhi che trasmettono serenità è più bella e affascinante, che creatura divina…”
Mentre medita sulla bellezza di Saint Just, Kaoru la richiama, a Kaoru non sfugge nulla, Kaoru sa perché c’è passata anche lei, Kaoru sa perché è una ragazza particolarmente sveglia “che ti è successo Nanako, sembri incantata! Va bene che sei la sosia di una bambola, ma sei appunto la sosia di una bambola, non una bambola” ride, una risata grassa quasi sguaiata ma bonaria e ride anche Saint Just.
“Tu sei la versione umana di cherie poupee non un’altra versione bambolesca, e quindi ti devi comportare come un essere umano, non come una bambola” prosegue Kaoru.
A questo punto ride anche Nanako, è felice perché Kaoru ha riacquistato la sua allegria, in meno di 24 ore sta ritornando la solita, Saint Just ride come non l’ha mai vista, “com’è bellissima Saint Just…” continua a pensare Nanako incurante dello sfondone grammaticale che ha appena pensato, proprio lei che è bravissima proprio in grammatica e sintassi; si avvicina alle sue amiche, si perde negli occhi viola di Saint Just, sembrano un mare iodato al tramonto, vorrebbe tuffarcisi e rimanerci per sempre, la ama troppo e soffre perché non può dirglielo, ma va bene così…
Kaoru sta dimenticando la brutta avventura del giorno prima, le sembra essere stato tutto un incubo ed è felice delle sue amicizie.
Saint Just a sua volta è serena perché sa che il suo affetto per Kaoru non sarà mai messo in dubbio così come il suo affetto per Nanako.
Saint Just ha accanto a sé le sue migliori amiche, i suoi angeli custodi, coloro che sono artefici della sua rinascita, si sente infinitamente fortunata, eppure mentre Kaoru racconta della lite con la madre ha un moto di malinconia, un attimo di tristezza che però nello stesso tempo è contenta di condividere con loro “beata te che hai preso uno schiaffo da tua madre, io dalla mia non li posso più prendere….”.
Cala il silenzio, Kaoru si sente un po’ in colpa per i suoi sfoghi perché in fondo la sua situazione non è neppure lontanamente paragonabile a quella di Saint Just, essendo sempre stata profondamente amata dalla sua famiglia, la principessa di casa, quella bambina perfetta che ogni madre sogna di avere. Nanako ripensa un attimo a quella prima volta in cui entrò a casa di Saint Just, quella casa buia e piena di specchi, come unica compagnia cherie poupee, deve cacciare le lacrime indietro.
Saint Just vuole che le sue amiche siano altrettanto serene e cerca di smorzare la situazione. Non voleva rattristare nessuno al contrario voleva sdrammatizzare, avendo visto Kaoru ancora un po’ abbattuta. Racconta che il giorno dopo conoscerà intanto l’insegnante che le farà lezioni private di letteratura, storia e filosofia, mentre Takashi le fa già delle lezioni di matematica. Anche Kaoru dovrà prendere lezioni private per poter recuperare l’anno scolastico perso.
“Nella sfortuna ho avuto la fortuna che l’incidente è avvenuto prima delle vacanze estive e quindi più di un mese di convalescenza è coinciso con le vacanze, però sto perdendo lezioni, sono indietro e quest’estate non ho potuto fare la maggior parte dei compiti assegnati, la fisioterapia è così faticosa che quando apro i libri è tardi, sono stanca e ho mal di testa, non lo so come andrà la scuola quando tornerò…”.
“Dai Rei dobbiamo dare il massimo, così l’anno prossimo se io riesco a fare due anni in uno e tu a superare il secondo anno saremo di nuovo in classe insieme. Nanako mi dispiace lasciare te e Mariko, ma devo essere sincera : uno dei motivi perché voglio fare due anni in uno è anche perché nella mia vecchia classe mi trovavo molto meglio, eravamo affiatate, ci volevamo bene, la classe dove sto con te e Mariko è oggettivamente disunita, troppe rivalità e gelosie”.
“Noi saremo sempre amiche anche quando non saremo più in classe insieme anzi anche quando non saremo più a scuola insieme, amiche per sempre e ci impegneremo sempre in questa direzione” esclama Saint Just!
Le amiche parlano e scherzano ancora un po’ finchè non arriva il momento per tutte dello studio.
Nanako sulla strada del ritorno pensa a tutto quello che è successo in quei due giorni : i litigi e le delusioni di Kaoru, la sua sparizione, l’angoscia per lei, la bellissima chiacchierata con la sua adorata Saint Just in cui si erano confidate e rassicurate a vicenda, una telefonata che le aveva legate ancora di più, la felicità per il ritorno di Kaoru, ma anche l’angoscia per il suo amato fratello, l’ombra che ormai per quella bella coppia non ci sia più nulla da fare e il fortissimo desiderio di fare un ultimo tentativo “caro fratello” pensa fra sé e sé “perché io e te siamo così sfortunati in amore? Perché non riusciamo a conquistare le persone che amiamo? O forse non abbiamo abbastanza coraggio, siamo stati così feriti dalle nostre delusioni che ci rassegniamo a quello che succede, come se fossimo burattini nelle mani del caso, e non troviamo il coraggio di intervenire a cambiare il corso della vita, non ci ricordiamo che alla fine ogni avvenimento anche il più insignificante è determinato da noi, dalle nostre azioni ed omissioni? Che dobbiamo fare caro fratello? Siamo degli inguaribili imbranati?” almeno Nanako si può consolare con l’amicizia di Saint Just, pensa che le conviene non dichiararsi più a Saint Just per mantenere almeno l’amicizia, ma il povero Take non ha nulla, neppure l’amicizia di Kaoru. Prima che parta per Berlino bisogna fare un ultimo tentativo.
 
E a proposito di amiche….anche Mariko e Tomoko sono molto importanti per Nanako, ma lo stanno diventando anche per Kaoru e Saint Just.
Mariko in particolare tiene molto a Kaoru essendone innamorata e non è certo rimasta indifferente alle sue ultime vicissitudini. È furiosa, come hanno potuto prendersi gioco della sua principe Kaoru e arrivare a farla piangere? Proprio Kaoru che è così buona d’animo e al servizio degli altri ? Ma poi Lady Miya perché l’ha chiamata principessa coccodè a presa di giro? Ha il sangue al cervello, deve farsi intendere assolutamente.
La mattina seguente prima dell’inizio delle lezioni si affaccia alla classe 2^ C dove studia Misa Fujiwara, già componente della Sorority, figlia dell’avv. Fujiwara; naturalmente Misa era fra quelle che votò per la sua espulsione dalla Sorority quando ferì col trincetto Aya Misaki e dopo quell’episodio le ha levato per sempre il saluto guardandola ogni volta con altezzosità.
Appena la vede entrare in classe la blocca subito “Fermati bel faccino dobbiamo fare due chiacchiere”.
“E tu cosa vuoi da me, io e te non abbiamo nulla a che spartire”.
“Ah di questo puoi starne ben certa, ma proprio per questo motivo voglio assicurarmi di non dovere più avere a che fare con te nuovamente. Come si sono permessi tuo padre e la sua collaboratrice di insultare e deridere principe Kaoru e di cercare di speculare su di lei?”
“Come ti permetti tu di criticare mio padre che è una bravissima persona e che lavora con passione, mica come il tuo che è un volgare scrittore pornografico”.
“Mio padre sarà anche uno scrittore pornografico, ma è una persona onesta, che non fa mai battute sugli altri e non critica mai nessuno, e soprattutto rispetta le persone, cosa che il tuo non fa”.
“Tuo padre fa bene a stare zitto visto il lavoro osceno che svolge, lui non è nessuno per criticare, così come tu non sei nessuno con un padre del genere, stai zitta e lasciami in pace”.
Mariko vorrebbe picchiarla ma visti i suoi precedenti a cominciare dalla sospensione per 2 mesi che poteva essere seguita da un’espulsione sa di non poter nemmeno sfiorarla con un dito, ma la rabbia incalza e alza la voce furibonda “stai zitta tu e ascoltami bene bel faccino, se solo tuo padre o la sua collaboratrice si azzardano un’altra volta a insultare o deridere principe Kaoru o Saint Just giuro che vengo a romperti il tuo bel faccino”.
“Fallo pure cara così finalmente vieni espulsa dalla scuola e non ti vediamo più”.
“Il piacere sarà reciproco figlia di uno spregevole azzeccagarbugli; lui e quella sua collaboratrice di pari livello”.
“Cosa succede?” è l’insegnante di giapponese antico della 2^C “chi ti credi di essere per venire nella mia classe a importunare una mia allieva oltretutto fra le migliori, rifallo un’altra volta e lo dico al mio collega di giapponese antico della tua classe così vediamo se ti fai sospendere di nuovo”.
“Il padre della Sua allieva e una sua dipendente hanno preso in giro delle nostre compagne di scuola, hanno fatto battute cattive e imperdonabili, cercando di speculare sulle loro sfortune”.
“Non mi interessa, io non sono nessuno per giudicare, tanto meno tu che sei un ragazzina di prima liceo, ora basta, vai nella tua classe, non sono argomenti da affrontare a scuola e non fare perdere altro tempo né a me né alla mia classe”.
Misa guarda con grande soddisfazione Mariko, ha un perfetto sorriso di rivalsa stampato sulle labbra. Mariko gira i tacchi continuando a guardare Misa e le fa una super linguaccia come sa fare solo lei. Scappa nella sua classe, voleva vendicarsi come poteva.
La sera a casa telefona a Saint Just al centro di riabilitazione “Saint Just scusami lo so che tu non c’entri nulla, ma io te lo devo dire : tua sorella non deve più prendere in giro principe Kaoru, non deve più cacciarla o chiamarla principessa coccodè, mi sono spiegata?”
“Fukiko ieri non voleva urtare Kaoru, si sono fraintese”; in realtà Saint Just è dalla parte di Kaoru, ma le dispiace criticare la sorella e cerca di non prendere posizione, lei vuole molto bene a Fukiko, e quando ne combina una delle sue Saint Just si sente in colpa, soffre davvero a sentirla criticare, ha promesso a sua madre che avrebbe per sempre vegliato su di lei e vuole cercare di intervenire ogni volta che la vede sbagliare, per il suo bene, anche a costo di litigarci, anche e soprattutto perché vuole che sua sorella sia amata da tutti come da lei.
“Tua sorella deve essere sempre gentile e non un giorno sì e un giorno no a seconda di come si sveglia o le fa comodo. Se la fa piangere un’altra volta, dovrà affrontare una riabilitazione anche lei”.
Saint Just ride bonariamente “sei davvero molto affezionata a Kaoru, la sua fan numero uno”.
“Tutte le vogliamo bene e vogliamo solo vederla felice; io poi ora so cosa ha passato e non è giusto debba ancora soffrire per colpa degli altri, con lei si deve essere più delicati che con altri”.
“Non ti preoccupare veglierò anch’io su Kaoru, glielo devo per tutto quello che ha sempre fatto per me, e se qualcuno la farà dispiacere non mancherò di redarguire il colpevole chiunque sia”.
Mariko sa che Saint Just è diversa dalla sorella, si fida di lei, il fatto che sia amica di Nanako rappresenta una garanzia per Mariko, e sospetta che Saint Just abbia rimproverato Fukiko.
Già che c’è però le fa un’altra domanda che avrebbe voluto farle altre volte “Saint Just, ma tuo fratello Takashi è arrabbiato con me? Gli ho fatto qualcosa?”
Per Saint Just è un pessimo presentimento, ha come un tuffo al cuore “che io sappia no, perché me lo chiedi?”
“Ci sentivamo spesso, anzi – sono sincera – dei due era più lui a chiamare me, io gli voglio bene come amico, grazie a lui ho visto che i maschi non sono tutti uguali, a un tratto è sparito, quando lo chiamo è evasivo e mi saluta subito”.
Saint Just, pur senza averne motivo, si sente in colpa e prova a rimediare cercando di autoconvincersi “è molto impegnato con lo studio all’università, poi il suo migliore amico Takehiko sta per partire per la Germania e vuole goderselo fino all’ultimo, ah, poi sai mi fa ripetizioni di matematica per tutte le mie assenze scolastiche, evidentemente non ha tempo neppure per una telefonata, vedrai però che quando Takehiko andrà in Germania e io sarò più in pari con le lezioni, ricomincerà a sentirti come prima, io comunque glielo dico, non ti preoccupare”.
“Saint Just, dì la verità, lui si è offeso perché per me è solo un amico, però non si deve offendere se non sono innamorata di lui, per me anche l’amicizia è molto importante, ci tengo davvero a essere sua amica, gli voglio bene lo stesso, e visto quanto ha fatto per me non voglio stia male per me”.
Saint Just è triste, sa che non è per quello che Takashi non sente più Mariko, sa che Takashi non è innamorato di Mariko, ma ricordando la chiacchieratona avuta con lui un paio di giorni prima, le viene in mente che forse Takashi trascura le sue amicizie per seguire lei “non preoccuparti Mariko, a mio fratello non interessa avere la fidanzata, anche per lui tu sei solo un’amica, vedrai che ti chiamerà presto”.
“Grazie Saint Just, in tutto questo non ti ho chiesto ancora come stai e quanto torni fra noi”.
Saint Just prova a distrarsi chiacchierando al telefono un po’ con Mariko, ma un’ombra incombe su di lei, un’ombra su cui riflette terminata la conversazione. È vero che Takashi non è innamorato di Mariko, però le è comunque affezionato; teme che il fratello si senta in colpa per avere trascurato lei Saint Just mentre consolava Mariko.
Saint Just ama moltissimo i suoi fratelli e non vuole rinuncino a nulla per lei. Già tutti i giorni mettono da parte un po’ dei loro impegni e delle loro amicizie per stare con lei, ma non devono per nessun motivo abbandonare i loro affetti. Non ha nessun motivo per essere afflitta, è stata ingiustamente abbandonata a se stessa, è piacere ma anche dovere dei suoi parenti starle accanto e sostenerla. Eppure Saint Just è così discreta che non vuole togliere spazio a nessuno, teme che Takashi faccia ricadere il peso degli errori fatti con lei su Mariko che non c’entra nulla – come dire “sono stato a sostenere te e ho trascurato mia sorella, ora nel vederti rivedo i miei errori e non posso più esserti amico”, no, non deve succedere, domani gli parla e vuol farsi intendere, come c’è riuscita con Fukiko deve riuscirci anche con Takashi.
E ancora non sa che Takashi ha rinunciato alla Germania essenzialmente per lei ….

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Capitolo 12
*** I misteri della famiglia Misonoo ***


Anche per questo capitolo come nel capitolo 10 ho adattato delle scene dell’anime.
 
Takehiko sta finendo i preparativi burocratici per la sua partenza in Germania, ma si è voluto levare una soddisfazione. Gli servono delle lettere di presentazione per la facoltà di Lettere e Lingue di Berlino dove si recherà a studiare la letteratura europea, e una di queste lettere ha voluto farsela preparare dal padre che sa essere professore universitario anche se non nella sua facoltà. Sa che un docente universitario non può rifiutarsi di redigere una lettera di presentazione per uno studente che va all’estero, e allora Takehiko ha colto la palla al balzo per guardarlo negli occhi dopo 13 anni e vedere cosa ha da dirgli a sua discolpa, vuol vedere se suo padre ha altrettanto coraggio di guardare negli occhi il figlio e dargli delle spiegazioni, ma in fondo anche perché gli manca molto suo padre e vorrebbe rivederlo dopo tanti anni.
Takashi è fiero di lui per questo gesto, come gli aveva già detto in occasione del blitz per Kaoru al centro oncologico. Takehiko, però, è molto demoralizzato; si immagina che Nanako sarà corsa da Kaoru a dirgli che anche lui l’ha cercata la notte in cui era sparita; ciononostante Kaoru non si è fatta sentire. Ripensa a tutte le partacce che lei gli ha fatto durante i tre blitz andati uno peggio dell’altro. Niente da fare : la missione Kaoru è definitivamente fallita e sente che andrà male anche l’incontro col padre.
“Mi voglio umiliare e non capisco perché. Ha ragione Kaoru : sono un masochista. Sono stato rifiutato da mio padre, è logico che sono stato rifiutato anche dalla mia ex ragazza”.
“Eh no, Take, una volta tanto che hai preso un’iniziativa coraggiosa, un’iniziativa veramente da eroe che il 90% delle persone non avrebbe mai avuto il coraggio di prendere, non puoi tirarti indietro. Devi assolutamente andare da tuo padre a chiedergli la lettera di presentazione e a farti dare delle spiegazioni. Tuo padre non ha nessuna giustificazione. Dico io : vivete nella stessa città, come ha potuto, anzi come ha osato non farti mai una visita, venirti a trovare, portarti a un cinema, e neppure telefonarti? Sono sempre stato senza parole sul suo comportamento, si è lavato la coscienza con un assegno di mantenimento fino al compimento dei tuoi 20 anni e finita lì, questi padri credono di risolvere sempre tutto coi soldi, che pessima categoria noi uomini, sai che ti dico : ha ragione Mariko ad avercela con noi, mi rimase molto simpatica al festival dell’università proprio perché disse delle cose su noi uomini che in gran parte ho sempre pensato anch’io”.
“Evidentemente è destino che io sia sfortunato nelle questioni familiari. Domattina ho l’appuntamento; quando mi farà entrare nella sua stanza vorrei dirgli ‘allora?’, ma lasciamo perdere, tanto con tutte le partacce di Kaoru uno smacco in più non mi cambierà nulla, ormai sono vaccinato”.
“Dai Take vai spavaldo, fagli vedere che sei un bravissimo ragazzo e non hai bisogno di lui”.
 
La mattina dopo Takehiko si presenta puntuale all’appuntamento. Il prof. Misonoo sa che il figlio gli ha chiesto la lettera di presentazione, si sente profondamente in colpa sia verso di lui sia verso Nanako perché ha negato a entrambi la possibilità di avere rispettivamente una sorella e un fratello; il destino per caso li ha fatti ritrovare, ma Nanako ancora non sa nulla (o meglio il prof. Misonoo crede non sappia nulla) e per timore del disprezzo della figlia il prof. Misonoo non è ancora riuscito a dirle nulla, nonostante i solleciti continui della moglie.
Forse il figlio gli ha chiesto la lettera per dirgli finalmente tutto quello che pensa di lui e che effettivamente il prof. Misonoo si merita veramente dal punto di vista del figlio. O forse il figlio vuole semplicemente rivederlo.
Sono trascorsi 13 anni dalla separazione dalla moglie e dall’ultima chiacchierata col figlio. Dopo in realtà, a insaputa del figlio, lo ha sempre visto da lontano quando usciva da scuola o dall’università – l’ultima volta due mesi fa. Adesso sta per rivederlo da vicino. Quante occasioni sprecate, quante chiacchierate e uscite insieme perse, quante cose potevano fare insieme, potevano essere felici, ma …. Ha deciso : dovrà dirgli tutto, compresi i suoi errori, e Nanako dovrà esserne partecipe.
Lo vede entrare nella stanza, finalmente da vicino dopo 13 anni, i lineamenti del viso sono gli stessi di quando aveva 10 anni anche se ovviamente ora ha l’aspetto da ragazzo ventenne; a vederlo da vicino nota che è anche alto come lui.
Si aspetta dal figlio uno sguardo di odio, rancore, amarezza e invece riceve uno sguardo sereno, normale; probabilmente da bambino dolcissimo qual era, adesso continua a essere un ragazzo buono d’animo.
Takehiko dal canto suo guarda diritto negli occhi il padre; è sempre uguale a 13 anni prima a parte i capelli grigi e qualche ruga in più. I suoi buoni propositi di guardarlo con spavalderia o di presentarsi con qualche frase a effetto sono subito caduti. Vede nel padre un uomo triste, malinconico, pieno di sensi di colpa, forse c’è qualcosa che lui non sa, le cose non sono sempre come sembrano. È evidente che anche suo padre ha sofferto moltissimo per questa separazione forzata.
 
Padre e figlio parlano formalmente della lettera di presentazione, del progetto di studi semestrale che Takehiko deve svolgere a Berlino, le materie che studierà, i relativi approfondimenti, l’eventuale proroga di altri tre mesi se i 6 mesi iniziali dovessero dimostrarsi insufficienti per gli obiettivi che lui si è prefissato. Sembra un normale colloquio professionale.
Entrambi hanno molta malinconia, entrambi vorrebbero rompere il ghiaccio, Takehiko per conoscere la verità, il prof. Misonoo per spiegare.
Padre e figlio hanno purtroppo lo stesso difetto : la vulnerabilità, il timore delle reazioni delle persone che amano e proprio per questa ragione non hanno il coraggio di parlare di sé. Eppure si è offerta loro l’occasione. Takehiko è stato intraprendente e ha fatto il primo passo : è andato dal padre per la lettera di presentazione; visto il grande atto di coraggio di Takehiko, a questo punto spetta al prof. Misonoo fare il secondo passo e dare delle spiegazioni; è tra l’altro il suo dovere di padre.
Ma il prof. Misonoo è prigioniero dei suoi fantasmi e ha paura di vedere e sentire l’odio del figlio e questa paura lo trattiene dal parlare con lui e rivelargli tutto il suo infinito amore; per paura di vedersi rovesciare l’odio stanno venendo meno i suoi buoni propositi di parlare con Takehiko e Nanako e sta buttando via un’occasione, così come Takehiko l’anno scorso per paura di un no definitivo di Kaoru non ha lottato quanto doveva per lei e se ultimamente ha fatto i tre blitz è stato solo ed esclusivamente grazie al suo amico Takashi. Purtroppo il prof. Misonoo non ha un amico come Takashi ed è di conseguenza rimasto sempre inerte, forse con un amico come Takashi pronto a rimproverarlo e spronarlo magari avrebbe recuperato almeno in parte il rapporto col figlio. Tale padre tale figlio.
 
Deluso da se stesso per non aver affrontato di petto l’argomento, ma anche dal padre che alla fine l’ha trattato come uno studente qualunque, Takehiko si alza con il cuore in lacrime, pensa che a causa del rifiuto del padre e di Kaoru non ci sia più posto per lui in Giappone e di adoperarsi una volta in Germania per restarci a vivere per sempre, tanto nessuno lo vuole in Giappone…quell’incontro gli è solo servito a vedere tristezza e vergogna negli occhi del padre, che almeno un briciolo di coscienza ha dimostrato di averla…non è stato proprio uno spreco.
Mentre esce dalla stanza si sente richiamare. “Aspetti l’accompagno per un tratto” – che coraggio per il prof. Misonoo e che sorpresa per Takehiko.
Durante la passeggiata padre e figlio continuano a chiacchierare del più e del meno, più che altro del progetto di studi di Takehiko. Tutti e due stanno ancora sprecando la loro occasione, i minuti passano, Takehiko sta per arrivare alla stazione del treno metropolitano perché il suo motorino ormai è morto per sempre.
Tale padre tale figlio.
Il prof. Misonoo ha visto che il figlio è il solito ragazzo molto buono d’animo, non c’è nessun astio in lui, è molto tranquillo; perché allora il prof. Misonoo tergiversa? Il gene del timore, della titubanza, di preferire rimanere col dubbio piuttosto che avere una delusione e un’assenza definitive prevale su tutto.
Takehiko ha già capito che il padre non ha il coraggio, ha capito finalmente da chi ha ereditato la sua titubanza e capisce quanto è fortunato ad avere un amico come Takashi che gli ha tolto i dubbi almeno con Kaoru.
Capisce il sacrificio che deve essere stato per suo padre stare senza di lui, dal suo sguardo comprende che ha sofferto molto senza di lui, intuisce che suo padre vorrebbe parlargli ma non ci riesce, vorrebbe essere adesso lui che l’ha cercato per primo a rompere il ghiaccio, ma la sua natura prevale e decide di fermarsi invece di scoprire una realtà deludente o di veder soffrire suo padre nel raccontargli come stanno le cose; in fondo gli è bastato quello che ha visto; adesso sa pure che non ha mai smesso di amare suo padre. Sta per arrivare il suo treno; non sempre le cose vanno come vogliamo, bisogna anche accontentarsi.
Eppure quel treno sblocca la situazione. Il prof. Misonoo nel vedere il figlio incamminarsi verso il convoglio rivive il trauma della sua perdita ed in quel momento si sblocca e grida a squarciagola “Take aspetta prendi il prossimo treno”.
Takehiko è sconvolto : non è possibile, suo padre si è sbloccato, è troppo felice, quanti anni erano che non sentiva più la voce di suo padre pronunciare il suo nome ‘Take’. È così felice che d’istinto risponde “Grazie papà”…e quanto tempo era che lui non pronunciava più la parola ‘papà’.
“Take io ti devo delle spiegazioni. Io so che ti senti sempre con tua sorella Nanako e ti ringrazio infinitamente per non averle mai detto nulla ma anche perché sei un suo punto di riferimento, è la conferma che sei rimasto quel bambino buono e generoso che ho cresciuto fino a 10 anni. Ma ora è bene che anche lei sappia e soprattutto che Tu sappia come sono andate davvero le cose, devi sapere tutto, io ti ho sempre amato moltissimo e non immagini quanto ho sofferto per la tua mancanza. Ti aspetto domani pomeriggio alle 17 a casa mia, ci saranno anche mia moglie e Nanako, non mancare ti prego, è l’unica cosa che ti chiedo, devi farlo soprattutto per te stesso”.
Takehiko è sotto sopra; allora serve prendere delle iniziative! Se con Kaoru ha avuto il no definitivo – almeno crede - , con suo padre non solo sta per levarsi ogni dubbio, ma ha anche appena saputo che lo ha sempre amato, che entrambi sono state vittime delle circostanze, e che suo padre è stato vittima anche del suo carattere, quello stesso carattere di cui è vittima anche lui e che ora sa da chi ha ereditato. Non ha parole, non vede l’ora di parlarne con Takashi (che in realtà gli aveva sempre un po’ messo il tarlo di un’analogia di carattere fra lui e il padre) e ancora una volta dalla felicità riesce a dire soltanto “grazie papà…verrò sicuramente”. Prende l’indirizzo del padre : domani finalmente saprà.
 
Nel frattempo Nanako si sfoga con Saint Just. È avvilita per suo fratello, vorrebbe fare qualcosa per lui, qualsiasi cosa pur di vederlo felice e invece non può fare nulla. Possibile che sia inesorabilmente fallita la missione Kaoru? Deve assolutamente parlarci a quattr’occhi anche a costo di sembrare intrigante e sfacciata, deve incitarlo a non darsi per vinto e vuole anche dirgli che in realtà sono davvero fratelli, non vuole più aspettare. “Volevo chiamarlo per sapere se potevo fare un salto domani pomeriggio a trovarlo ma per l’appunto mio padre mi ha detto che domani alle 17 devo essere assolutamente a casa perché c’è una riunione importantissima a cui devo partecipare o volente o nolente. Gli ho chiesto di rimandare questa fantomatica riunione, ma mi ha detto che non è possibile. Fosse l’ultima cosa che faccio a questo punto dopo domani gli telefono e se non posso andare a trovarlo meglio di niente gli dico il mio parere via filo”.
Saint Just ammira molto lo zelo che ha Nanako verso il fratello e ammira molto anche Takehiko, che poteva essere ultra geloso della sorella, portarle rancore perché involontariamente gli aveva portato via il padre, eppure era sempre stato premuroso e affettuoso con Nanako senza rivelarle nulla, prendendo a cuore la sua situazione, era proprio il ragazzo giusto per Kaoru “hai ragione, dobbiamo aiutare Kaoru e Takehiko a tornare insieme, una volta tanto che - grazie all’aiuto di mio fratello - Takehiko si era smosso, Kaoru si tira indietro. Io non capisco la sua ritrosia, lei merita le cose più belle e sembra che non le voglia, sembra voglia martoriarsi, specialmente ora che è stata dichiarata perfettamente sana non ha più nessun motivo di allontanare Takehiko”.
Nanako è anche nervosa per suo padre : “non capisco perché mio padre vuole che partecipi a tutti i costi a questa barbosa riunione di famiglia, prima lui e mia madre mi nascondono una verità essenziale come l’esistenza di Take, e poi vogliono che rimandi tutto per questa riunione, ma una volta parlato con mio fratello, parlerò anche con loro e dirò loro tutto il mio parere”.
Saint Just un po’ si rattrista e le dice “meglio essere costretti a partecipare a barbose riunioni di famiglia piuttosto che venire sistematicamente ignorati, se vogliono tu sia presente vuole dire che ci tengono a te e ti ritengono abbastanza matura per prenderne parte, non arrabbiarti, da Take ci vai dopo domani”.
Nanako si sente in colpa, ha parlato troppo presa dall’impeto senza pensare alla situazione familiare particolare di Saint Just “hai ragione, perdonami Saint Just se ti ho urtato, ma sono troppo presa da questa situazione”.
“Non ti devi scusare, non urti mai nessuno Nanako, sei solo una persona particolarmente sensibile”.
“Saint Just potremmo dividerci i compiti : tu sproni Kaoru a tornare con mio fratello, la fai ragionare, e io incito mio fratello a fare almeno un altro tentativo, solo tu puoi far ragionare Kaoru”.
Saint Just si fa seria, poi sorride bonariamente a Nanako e parla con dolcezza “Nanako, come hai giustamente intuito, io conosco benissimo Kaoru, e so che quando ha deciso una cosa niente e nessuno la smuove, anzi se provi a farle cambiare idea, lei si impunta più che mai; deve arrivare a nuove conclusioni spontaneamente da sola, senza condizionamenti esterni, o meglio deve credere che non ci sia nulla dall’esterno che la stia condizionando, lei tiene molto alla sua autosufficienza, è una che preferisce sbagliare con la sua testa piuttosto che fare bene con la testa degli altri, ci tiene a farcela sempre da sola”.
Nanako va in confusione, lei che non concepisce un’amicizia senza solidarietà e collaborazione reciproche, non comprende l’atteggiamento di Kaoru “Saint Just spiegami meglio : Kaoru dà sempre il massimo per gli altri, è la nostra colonna portante; perché non vuole farsi aiutare a sua volta, perché vuole dare senza ricevere, lei che è così buona d’animo? Gli amici servono anche per evitare errori, per capire dove stiamo sbagliando e intraprendere la strada giusta. Che significa il discorso che hai appena fatto? Se è così, quella ragazza si contraddice”.
“Il suo motto è quello della professoressa di giapponese antico che abbiamo avuto entrambe in prima liceo ‘meglio prendere 4 con la propria testa che 8 con la testa degli altri’”.
Nanako va ancora più in confusione “Ma Saint Just che c’entra? La scuola è un altro discorso. Qua non si tratta di apprendere delle nozioni, qua si tratta di confrontarci sulla vita di tutti i giorni, in cui oltre a noi sono coinvolte varie persone con i loro sentimenti e la loro sensibilità, e dove prendere una scelta anziché un’altra può determinare un futuro totalmente opposto; non si può rischiare di mandare a rotoli un rapporto”.
Saint Just prosegue serafica : “io la penso come te, però non siamo tutti uguali e Kaoru è una che vuole farcela da sola in ogni situazione; non è orgogliosa né puntigliosa, ma tiene molto alla sua crescita personale, ritiene che per capire davvero le cose non devi farti guidare da nessuno, perché solo capendole da sola ne penetri l’essenza e ti convinci che è quella la strada giusta da intraprendere; lei teme che seguendo pari pari i suggerimenti altrui non ci rendiamo conto davvero se abbiamo fatto o meno la scelta giusta, in altre parole non impariamo nulla e un domani saremo imbranati in situazioni analoghe se non avremo una guida; quindi non vuole aiuti esterni perché vuole una consapevolezza autonoma e completa e soprattutto vuole crescere anche a costo di compiere sbagli di cui si pentirà per tutta la vita”.
“Ma è assurdo Saint Just”.
“Lo so che è assurdo, ma lei è così, è il suo unico ma anche grande difetto, e  non sai quanto mi dispiace vederla buttare via il suo rapporto con Takehiko, perché non è facile trovare una persona come lui; se lo lascia, rischia veramente di non trovare mai più un fidanzato simile e di pentirsi quando ormai è troppo tardi; i blitz di Takehiko potevano essere stati un’ottima trovata, ma non sono serviti nemmeno dopo che Kaoru ha scoperto di stare bene…”.
Nanako comincia a provare rabbia per Kaoru, la trova cocciuta e orgogliosa, ma si sta risentendo con lei anche per come si è atteggiata con suo fratello, perché non vuole che suo fratello soffra e nemmeno Kaoru deve farlo stare male, guai a chi tocca Takehiko “inciterò mio fratello, gli dirò di provare ancora una volta, di giocarsi la sua ultima carta, non riesco a stare con le mani in mano”. Nanako è molto concitata, vuole molto bene a suo fratello, la voce stessa è agitata “Saint Just dammi una mano, per favore, occupati di Kaoru, sei l’unica a cui può dare retta, fammi questo favore, anche se per te è inutile, fallo per me, trova il modo”.
“Nanako sei una persona speciale, sei come tuo fratello”.
Che bellissimo complimento Nanako ha appena ricevuto, come un raggio di luce che rischiara la tormenta interiore che ha in questo periodo.
“Capisco perché Kaoru si sia innamorata di tuo fratello, siete persone buone d’animo, delle anime pure, e tu diversamente da Takehiko, che è un ragazzo vulnerabile, sei anche coraggiosa, forte, non ti dai per vinta e lotti fino allo stremo per le persone a cui vuoi bene; è per questo che tengo molto a te e voglio condividere la mia vita di tutti i giorni con te, so di poter contare su di te, che sei il mio scoglio”.
Nanako non riesce a replicare a quei complimenti tanto è felice, sta per mettersi a piangere per la commozione; cosa ha fatto per meritare di innamorarsi di una persona dolce, affascinante e infinitamente buona come Saint Just e per avere come fratello un bravissimo ragazzo come Takehiko? Le comincia una specie di tachicardia, sente quasi uscire il cuore dal torace per la felicità. Le viene in mente Kaoru : forse Saint Just la sta corrispondendo? No : sarebbe troppo bello per essere vero, non deve illudersi, ora deve pensare a Takehiko “Saint Just anche tu sei uno scoglio per me e Kaoru : aiutami anzi aiutala”.
“Come dirti di no ma cherie la poupee? proverò a prendere il discorso alla larga senza nominare tuo fratello, qualcosa provo a inventarmi, lo devo a Kaoru, a Takehiko che è il migliore amico di mio fratello, e anche a te, che non ti arrendi mai per il bene degli altri, mi piaci per questo”, l’abbraccia, che emozione enorme per entrambe, ora che ha recuperato le forze, anche se l’altro braccio è ancora ingessato Saint Just può stringere la sua amica comunque col braccio sano al suo cuore, senza mettere di mezzo la sua cherie poupee come l’altra volta; anche Nanako a sua volta la stringe; Nanako la ama da morire, pensa a come è bello ed emozionante abbracciare ed essere abbracciati dalla persona che si ama, comprende quanto sta male suo fratello e anche quanto deve stare male Kaoru, vorrebbe gridare a Saint Just che la ama, ma non può, non è il momento, però l’abbraccia e la tiene stretta al suo cuore, è troppo bello abbracciare chi ami.
Saint Just a sua volta comincia a capire cosa deve essere il sentimento che lega Takehiko a Kaoru, non riesce a immaginare le sue giornate senza Nanako che la va a trovare quasi tutti i giorni, e che quando non va a trovarla comunque le telefona, adora abbracciare questa versione umana della sua cherie poupee, ogni volta che sta con lei vorrebbe fermare il tempo, le vuole molto bene, non sa se è amore, ha molta confusione, sicuramente è un sentimento speciale, profondo, forse ha ragione Kaoru quando la punzecchia? Non lo sa, ma proprio da questo dubbio potrà partire per provare a convincere Kaoru a tornare con Takehiko, prendendola larga, senza nominare Takehiko, chissà…Nanako è troppo speciale…è arrivata al momento giusto per tutti, per Takehiko, per Kaoru, per Mariko e anche per sé Saint Just, soprattutto per sé… come si farebbe senza Nanako??? “Ti voglio molto bene Nanako” le dice dal profondo del cuore Saint Just.
“Anch’io Saint Just ti voglio molto bene” risponde Nanako. Si stanno avvicinando sempre di più.
 
Alle 17 in punto Takehiko suona il campanello di casa Misonoo. Gli apre la seconda moglie di suo padre, che lo accoglie con grande gentilezza e gli impone affettuosamente di darle del tu. Si accomoda in salotto e arriva subito suo padre. Takehiko è molto curioso, deve sapere…
“Sono molto contento tu sia venuto, figliolo, adesso chiamo anche Nanako che è di sopra; a lei ho solo detto che deve essere presente per un’importante riunione di famiglia, sarà entusiasta quando ti vedrà”.
Nanako quando scende ha l’aria quasi seccata, di chi viene giusto per fare un favore agli altri, ma che ben preferirebbe essere altrove, ma quando vede davanti a sé suo fratello è troppo felice “Take non ci posso credere!”
“Ciao Nanako!”, Take sente una soddisfazione interiore, non riesce a dire altro.
Nanako si siede sul divano accanto alla madre. Suo padre è su una poltrona alla sua sinistra, e sul divano dirimpetto al centro è seduto Takehiko.
Il prof. Misonoo si fa serio “Nanako, io e tua madre non ti abbiamo mai detto nulla per non urtare la tua sensibilità e per timore tu fraintendessi, ma io durante il mio primo matrimonio ebbi un figlio che credimi amo e adoro tanto quanto amo e adoro te, a cui penso ogni singolo istante della mia vita e non immagini neanche lontanamente quanto ho sofferto per la sua assenza negli ultimi 13 anni. Tu non ci crederai ma questo tuo fratello è proprio qui accanto a noi, è lui, il tuo famoso caro fratello”.
“Papà anch’io ti ho nascosto anzi vi ho nascosto una cosa : intorno a ferragosto ho saputo per caso anch’io dalla mia amica Kaoru che Take era mio fratello, parlavamo del più e del meno, lei mi stava facendo degli elogi su Take – e qui Nanako guarda il fratello sperando di fare effetto su di lui – e mi ha detto per farmi un complimento che sono simile a lui, che si vede siamo comunque fratelli, pensava lo sapessi già. Volevo sempre dirvelo, ma temevo di sentirmi dire che non tenevate a Take”.
Il prof. Misonoo si sente in colpa più che mai “Nanako se lo sapevi dovevi parlarcene subito, ci chiarivamo, io a Take ho sempre tenuto infinitamente, non pensare mai che lo abbia abbandonato di proposito”.
Interviene con pacatezza la madre di Nanako “è vero Nanako, tuo padre adora tuo fratello, non sai quante volte ho partecipato alla sua disperazione senza poter consolarlo”.
“Per fugare ogni dubbio è giusto che tu Take ma anche tu Nanako sappiate perché sono stato assente. Dopo un’ernia al disco, Take, ti ricorderai che tua madre cominciò a farsi seguire con sedute individuali da un giovane fisioterapista di una quindicina di anni più giovane di lei e di conseguenza di una ventina d’anni più giovane di me”.
Interviene triste Take “sì, mi ricordo, quel fisioterapista che indossava anche nelle occasioni importanti solo tute ginniche sgargianti e che si vantava di avere braccia e torace completamente ricoperti da tatuaggi coloratissimi”.
“Devi ammettere però figliolo che era un bel ragazzo, affascinante, mia moglie cioè tua madre in poche parole perse la testa, probabilmente anche perché il nostro rapporto era già in crisi, e così mi lasciò per intraprendere una convivenza con lui, Take se ne ricorda”.
“Purtroppo. Venne a vivere con noi, la mamma continuava a essere amabile con me, ma era anche totalmente succube di lui”.
“I primi tempi dopo la separazione venivo a prenderti nei giorni stabiliti, ma 2/3 volte su 5 il fisioterapista mi aspettava sulla soglia dicendomi che eri malato, o eri a una festa, insomma ogni volta una scusa assurda, discutevamo, ma per non rischiare di farti assistere a scene penose e anche per non dare spettacolo coi vicini di casa alla fine me ne andavo, sbagliando perché avrei dovuto insistere all’infinito, era un mio diritto, ma ero fatto così….”.
A questo punto Nanako e Takehiko pensano la stessa cosa : sì, Takehiko ha proprio lo stesso carattere del padre, non lotta non per arrendevolezza o debolezza di carattere ma per salvaguardare gli interessi delle persone a cui tiene di più fino a sacrificarsi e perdere occasioni fondamentali…. “Perché l’ex fidanzato di mia madre non voleva ti vedessi?”
“Evidentemente perché immaginava mi avresti raccontato come si comportava con tua madre, che magari avrei potuto aprire gli occhi a tua madre alleandomi coi suoi parenti, aveva trovato la gallina dalle uova d’oro e non voleva perderla”.
Il prof. Misonoo prosegue il suo racconto “A un certo punto non riuscii più a vederti; contemporaneamente seppi dai miei ex suoceri con cui sono sempre rimasto in contatto che ormai tua madre era un giocattolo nelle mani del fisioterapista, che le chiedeva continuamente soldi e la comandava a bacchetta e lei pur di non perdere il suo amore faceva tutto ciò che chiedeva lui – alla fine se ne erano accorti pure loro; non era giusto mi venisse tolto mio figlio con scuse improponibili ogni volta, oltretutto dettate da un giovinastro aspirante mantenuto bugiardo e calcolatore, che esempio avrebbe potuto essere per te? E quindi feci causa a tua madre per avere l’affidamento esclusivo e farti venire a vivere con me, la mia attuale moglie e Nanako, ovviamente tua madre avrebbe potuto vederti ogni volta che voleva”.
Take e Nanako trasalgono; “chi l’avrebbe mai detto?” pensa Nanako, mentre Take sembra avere gli occhi fuori dalle orbite.
“Il collegio di giudici sostenne non c’erano prove di quello che dicevo, credettero al fisioterapista che testimoniò il falso contro di me dicendo che ero io a non farmi mai vedere e sentire, i tuoi nonni e zii ovviamente non potevano venire a testimoniare contro tua madre pur essendo dalla mia parte, i miei parenti e amici avevano potuto solo riferire quello che io raccontavo loro e quindi non furono considerati dai giudici, col senno di poi avrei dovuto farmi accompagnare da uno di loro ogni volta che venivo a cercarti, ma non volevo distrarli dai loro impegni…in sostanza però il collegio fece capire che comunque un minore deve vivere obbligatoriamente con la madre, persi la causa e tua madre mi intimò di non avvicinarmi più né a lei né a te, aveva paura ti portassi via con la forza, così le aveva fatto credere il compagno…”.
“Fu un periodo davvero terribile per tuo padre” interviene la madre di Nanako.
Nanako piange silenziosamente, non poteva immaginare che suo padre avesse subito un’ingiustizia così profonda e lei che aveva pure dubitato di lui...Take è pallido come un cadavere.
“Erano ormai trascorsi quasi cinque anni dalla separazione da tua madre, quando seppi che fu lasciata dal fisioterapista con diversi e anche ingenti debiti da pagare. Chiesi un incontro a tua madre per ricominciare a vederti regolarmente, ma lei mi supplicò piangendo di rimanere nell’ombra, mi disse che era molto pentita di come mi aveva trattato, ma di lasciarti fuori da questa storia, tu ormai eri cresciuto senza di me e, siccome in quel periodo non andavi d’accordo con lei per la storia del fisioterapista, era terrorizzata all’idea che ritrovandomi ti saresti voluto staccare definitivamente da lei, che avresti capito tutto e l’avresti odiata per quello che mi aveva fatto quando era succube di quel farabutto. Aveva perso il grande amore della sua vita – così continuava a definire quel mascalzone – e non poteva pensare di perdere anche te. Era così a pezzi che con la morte nel cuore rinunciai.
Dopo circa un anno morì d’infarto; ti avrei preso a vivere con me, ma pensai che ormai mi odiassi e non volevo rischiare di infangare la memoria di tua madre, a 16 anni saresti stato troppo giovane per capire e poi eri molto legato a lei. Non sai quanto ho sofferto figliolo. Non è mai passato un secondo senza che io ti abbia pensato. I tuoi nonni e zii mi hanno sempre informato su tutto. So che sei un ragazzo fantastico, che hai svolto gli studi con eccellenti risultati; è stata una grande soddisfazione sapere che anche tu come me hai scelto la facoltà di Lettere. Sono sempre venuto con regolarità a osservarti da lontano mentre uscivi da scuola o dall’università per vedere come crescevi e accertarmi che stessi bene; ero molto dispiaciuto per non poterti avvicinare. Se non ci fosse stata mia moglie Mayumi e mia figlia Nanako sarei morto dal dolore. Il dolore non si supera mai da soli”. “E’ vero Takehiko. Ho conosciuto tuo padre perché mangiava a volte nella trattoria dove lavoravo; era sempre disperato, sono andata tante volte ad ascoltarlo, era impossibile consolarlo”.
Nanako non smette di piangere; da una parte è felice perché ha avuto la conferma che suo padre è una bravissima persona, non riusciva a immaginarlo così indifferente e arido di sentimenti da abbandonare a se stesso un figlio, dall’altra pensa a quanto hanno sofferto tutti inutilmente in questa storia e pensa anche che innamorarsi della persona sbagliata può essere deleterio; come non fare il riferimento a Rei, innamorata fino a poco tempo fa della sorella Fukiko, che l’avrebbe rovinata se lei e Kaoru non fossero intervenute al momento giusto?
Takehiko è sconvolto. Ha le lacrime agli occhi, occhi che rivolgono molto amore al padre.
“Figliolo sei stato coraggioso a cercarmi. Al tuo posto io non avrei voluto più saperne di mio padre. Ero convinto mi odiassi. Avevo un vuoto incolmabile in me. Sono molto fiero di te. Dopo averti ritrovato non potevo non dirti tutto. È stato come un segno”.
“Mi dispiace papà” è l’unica cosa che sa dire Takehiko.
Finalmente i misteri della famiglia Misonoo si sono dipanati. È come se la matassa si sia sbrogliata grazie a una forza superiore, che ha voluto dare una seconda possibilità a delle brave persone. Se sei buono d’animo e agisci con le migliori intenzioni, può esserti data l’opportunità per rimediare ad errori commessi in buona fede.
Forse non era un caso che Takehiko avesse conosciuto Nanako, che chissà perché gli aveva chiesto di intraprendere una corrispondenza senza sapere nulla di lui.
Takehiko che indubbiamente aveva un carattere simile al padre, aveva deciso prima di partire per la Germania di rivederlo e aveva conosciuto la tanto agognata verità - in fondo Takehiko aveva sempre sperato che le cose fossero andate così.
Restare sulla soglia, non agire non significa sempre indifferenza e individualismo; al contrario, a volte rinunci a una persona proprio perché la ami e vuoi rispettare la sua volontà e sensibilità. Non si deve mai giudicare senza prima conoscere cosa c’è a monte di una situazione. Questa è un’importantissima lezione che Nanako ha appena imparato.
Avrebbe voluto fosse stata presente Kaoru. Adesso non è più risentita con lei. Ha capito perché vuole allontanare Take. A proposito sarebbe riuscita Saint Just a riavvicinarla a Take? Nanako deve comunque fare la sua parte.
Mentre pensa fra sé e sé, suo padre e suo fratello continuano a parlare. “Non pretendo il tuo perdono Take e neanche la tua comprensione, ti chiedo soltanto di credermi quando ti dico che ho sempre agito con le migliori intenzioni diretto dall’amore infinito verso di te”.
Takehiko a questo punto fa una confidenza al padre, alla presenza anche della moglie e di Nanako, forse lo fa apposta, perché sa che Nanako è molto amica di Kaoru e spera che lo dica a Kaoru, forse ha dei tarli che lo rodono…”Papà io ti credo, ti capisco e ti perdono, perché non sono molto diverso da te. Sono voluto venire a vederti, perché la figura di un genitore è molto importante, perché non ho mai smesso di volerti bene, però ho trovato solo per te questo coraggio. Anch’io ho la tendenza a non lottare per me, per le cose che amo e a cui tengo di più, perché antepongo sempre le scelte degli altri, i sentimenti degli altri; per quanto possa esserne affranto mi freno perché temo di urtare altre persone e anche perché temo soprattutto un rifiuto definitivo. Come mi dice il mio vecchio amico Takashi - sai è il fratello di Saint Just l’amica di Nanako - , voglio restare con l’illusione di avere ancora una minima possibilità e non agendo alla fine perdo veramente tutto”.
“No, Take, devi cambiare, guarda a cosa porta questo atteggiamento. Sei giovane, a 23 anni puoi ancora dare una svolta alla tua vita. Rischi di perderti delle cose meravigliose. Questo coraggio avuto con me devi averlo anche in altre occasioni. Segui quello che ti dice il tuo vecchio amico. Avessi avuto io un amico così a guidarmi”.
I quattro parlano del più e del meno.
Take racconta di quando a 12 anni andò a sbirciare Nanako che stava giocando col fango in una giornata di pioggia.
“Ero curioso di vedere com’era la figlia della signora con cui tu papà ti eri accompagnato, com’era la tua nuova casa, e soprattutto speravo di rivedere te papà. Poi tu Nanako mi vedesti e io scappai”.
“Ora che lo racconti ho un flash di memoria. Ecco chi era quel bambino che mi guardava di nascosto! Volevo conoscerti, ma scappasti via!”
“Tanto poi il destino ci ha riunito!”
Ridono tutti. Nanako pensa che il primo contatto con suo fratello è avvenuto in un giorno di pioggia…sempre nei giorni di pioggia accadono gli eventi più importanti della sua vita.
A un certo punto Mayumi e Nanako lasciano Takehiko col padre, i due hanno molto da chiacchierare. Nanako rimasta sola con la madre non può non farle una domanda “Mamma, perdonami se te lo chiedo, ma visto che è il pomeriggio delle rivelazioni…non mi hai mai parlato del tuo primo marito, il mio padre biologico”.
Nanako spera di chiarire questo tassello, quest’anello mancante, vuole chiudere il cerchio; viene però freddata dalla madre che in modo molto laconico risponde “Nanako non ti sei persa niente a non averlo mai conosciuto, credimi, mi abbandonò prima ancora della tua nascita, lascia stare, chiudiamo qui l’argomento e non riapriamolo più, ora vai a terminare i compiti che io devo iniziare a preparare la cena, vai cara che ti preparo uno dei tuoi piatti preferiti”.
Nanako non replica niente, è molto delusa, però capisce, involontariamente ha riaperto una ferita, nella vita non puoi sapere sempre tutto, oggi ha appreso un’importantissima verità – il rapporto fra suo padre e suo fratello - , ma un’altra le rimarrà sempre preclusa…non puoi sapere tutto….
 
Nanako dopo un po’ viene richiamata perché suo fratello sta andando via; prega i suoi genitori di mandarla a fare un tratto di strada con lui fino alla stazione. Vuole adoperarsi per la felicità di suo fratello, deve assolutamente parlarci.
“Take sei veramente un bell’esempio per me. Sono felice che tu e nostro padre vi siate ravvicinati. Ora però che hai preso consapevolezza delle conseguenze del vostro carattere, non ti arrendere con Kaoru, giocati tutte le tue carte prima di partire, lei ti ama, parla sempre con amore e ammirazione di te, si è incaponita di non poterti dare il massimo e non ti vuole perché ha paura di non renderti felice, sapessi come è triste per averti maltrattato, ma credimi lei ti ama” si sente interrompere da Takehiko.
“Nanako io amo infinitamente Kaoru, non riesco a immaginare di amare un’altra ragazza, e so che senza di lei resterò sentimentalmente libero per il resto dei miei giorni. Non pensare mai che io non mi sia adoperato più di tanto per farle cambiare idea perché non la corrispondessi a pieno o perché non volevo fronteggiare la sua malattia che per fortuna poi non c’era. Se hai letto fra le righe ciò che ho detto a nostro padre, io l’anno scorso non insistetti più di tanto quando mi lasciò perché la vidi molto risoluta nella sua decisione, quando lei ha detto una cosa è quella e non cambia più idea, non la smuove nessuno, temetti che insistendo mi avrebbe aggredito e rifiutato più che mai, che la nostra relazione sarebbe finita peggio, perché mi sentivo in dovere di rispettare la scelta della persona che più amavo al mondo anche a costo della mia infelicità”.
Nanako è commossa “Take io non ho mai dubitato di te…”.
Takehiko prosegue “però, come abbiamo detto oggi io e papà, questo atteggiamento è troppo remissivo, stiamo male noi, restiamo col dubbio, col rimpianto, senza certezze, e diamo anche l’impressione di non amare abbastanza le persone a noi care”.
“E allora datti da fare! Metti in pratica quello che dici, ti ho appena detto che lei ti ama. Sai, te lo devo proprio dire : la notte dell’incidente di Saint Just ho sognato te e Kaoru, a momenti apparivate singolarmente a momenti insieme, eppure ancora non sapevo nulla della vostra storia. Ciò significa che la vostra storia è così importante e forte che è intuita anche da chi non la conosce, e ciò significa ancora di più che voi due vi amate ancora e che la vostra storia non è ancora finita”.
Takehiko lì per lì si spiazza e poi prosegue malinconico “Evidentemente ho la conferma di quanto sei speciale ed empatica se conosci anche ciò che non ti viene rivelato. A Kaoru, però, ho fatto ben tre blitz di cui l’ultimo quando lei sapeva già di non aver mai avuto il cancro. Mi ha sempre cacciato in malo modo, ti avrei fatto vedere con quale decisione, e anche ora, non negare Nanako, lo so che sicuramente le hai detto che l’ho cercata la sera in cui è sparita, ma lei nulla, non si è fatta sentire…A questo punto io non posso forzarla oltre; forse dovevo battere il ferro finchè era caldo, l’anno scorso insistere fino allo sfinimento da subito, ora è troppo tardi. Magari in tutto questo tempo può darsi abbia riflettuto e pensato che io non abbia tenuto abbastanza a lei, forse quella di escludermi era una decisione a caldo dettata dal trauma della malattia su cui poi aveva cambiato idea quando ormai ci eravamo lasciati, conoscendo il mio carattere si immagina di sicuro che ultimamente sono stato spronato da Takashi a riprovarci con lei. Viste come sono andate ultimamente le cose e visto il probabile ritardo dei miei interventi, direi che ormai è finita, e senz’altro ho cercato di rimediare a eventuali mie colpe troppo tardi, almeno con papà mi sono chiarito”. Il ragionamento di Takehiko all’apparenza non fa una grinza; effettivamente lui si è dato ultimamente da fare per Kaoru. Kaoru almeno dopo aver scoperto di essere sempre stata sana avrebbe potuto rimettersi con lui.
Nanako si sfoga con suo fratello “Non è giusto, l’amore è un sentimento bellissimo, che ti arricchisce, ti dà euforia, dov’è tutta la sua bellezza se poi devi soffrire? Non è giusto soffrire per amore, non è giusto, io non voglio mai trovarmi in una situazione simile. Guarda come è deleterio quando ti fa soffrire, penso alla madre di Rei che si è suicidata lasciando una figlia di 14 anni in balia di se stessa e di una famiglia inadeguata, alla madre di Fukiko e Takashi che per le delusioni dal marito alla fine si è ammalata di un male incurabile, alla madre di Mariko e al suo stress per la separazione che ha avuto ripercussioni anche su Mariko stessa, penso a tua madre che si è rovinata per un farabutto, penso a te, a Kaoru, e anche alla mia Saint Just che per amore di Fukiko stava perdendo la salute, non è giusto”.
Takehiko con rassegnazione le risponde “Nanako non possiamo scegliere di chi innamorarci. L’amore e l’amicizia ti capitano all’improvviso, sono questioni di pelle, non dipendono da ragionamenti e scelte razionali, puoi avere fortuna come sfortuna, ma soprattutto in buona fede puoi fare degli sbagli, vivere è anche questo, è andata così, tu però sorellina ti dai molto da fare, sei una che insiste, lotta, tu non avrai mai dubbi né tanto meno rimpianti, io ti auguro molta fortuna con Rei o come lo chiamate a scuola Saint Just, mi auguro che lei non si lasci sfuggire una come te”.
“Take come sai quando le rivelai il mio amore mi allontanò per un periodo, temo che se mi dichiaro di nuovo questa volta la perderò per sempre, allora preferisco non dirle nulla, almeno ho l’amicizia, sai siamo sempre più amiche, sempre più in confidenza, non posso perderla, ne morirei, la amo troppo, allora lascio tutto così, non voglio soffrire per amore”.
“Ma Nanako allora proprio te non hai capito tutto quello che con papà abbiamo detto oggi e ti metti proprio ora a fare dei passi indietro, tu che hai la fortuna di avere un carattere diverso dal nostro; sei stata piena di iniziative e solerte, non ti ferma niente e nessuno, e ti incagli ora? Non ti riconosco. Almeno tu non avere dubbi e rimpianti”.
“Io non voglio perdere Saint Just, non voglio soffrire per amore”.
“Stai già soffrendo e hai già sofferto per amore anche tu, ricordo quando mi confidavi nelle tue lettere che lei non ti corrispondeva, non ti cercava, ormai le sofferenze per amore le conosci tuo malgrado. Se lei ti vuole molto bene come dici, non ti escluderà, sa che persona eccezionale sei, e poi se ti sei già dichiarata una volta, probabilmente immagina che la ami ancora, se questa cosa le dava fastidio, non ti avrebbe più ravvicinata”.
A proposito di Saint Just : chissà se riuscirà a far tornare Kaoru sui suoi passi – pensa Nanako - . Arrivano alla stazione. È stato un pomeriggio pieno di emozioni, di chiarimenti, di confidenze, di rassegnazioni.
“Visto che mi chiami sempre Take io potrei chiamarti Nana”.
“No non ti provare. Ormai devi chiamarmi sempre Nanako”.
Takehiko ride, dopo il colloquio col padre sembra aver ritrovato un po’ di serenità, se lo merita, almeno partirà per la Germania più allegro.
Nanako ora deve tornare a casa, dopo cena chiamerà Tomoko, le deve raccontare tutto!

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Capitolo 13
*** L'importanza dei chiarimenti ***


Ho di nuovo rielaborato degli episodi dell’anime.
 
Saint Just ha appena finito di ripassare i logaritmi con Takashi, ha fretta di recuperare il programma perché in classe sua stanno già studiando la trigonometria, vuole affrontare l’argomento Mariko col fratello, ma entra in stanza il padre dei ragazzi con l’altra sorella Fukiko.
Fukiko, ora che è ricominciata la scuola, ha di nuovo assunto il suo vecchio look, vestiti molto classici, l’immancabile gonna longuette nera coi fiori rossi che indossa quasi tutti i giorni (in realtà ne ha tre uguali perché le piace così tanto il modello che indosserebbe sempre e solo quello), i bei capelli lisci di nuovo raccolti in boccoli stile dama dell’ ‘800 spostati all’indietro da un cerchietto. Ha cominciato a truccarsi, giusto un po’ di rimmel sulle ciglia e un lucidalabbra rosa, non di più perché i professori non devono accorgersene.
“Com’è bella mia sorella” – pensa Rei – “ho la sorella più bella del mondo!”
Il dr. Ichinomiya sta per rientrare a Londra, prenderà l’aereo il giorno dopo all’alba e quindi viene ora a salutare Rei, perché alle 20 terminano le visite al centro di riabilitazione. Non può più trattenersi in Giappone, gli affari lo chiamano, è già un miracolo se è rimasto in Giappone un paio di mesi abbondanti. Ha capito di aver sbagliato molto con Rei tanto da aver dovuto ammettere - rigorosamente con se stesso - di essersi meritato i rimproveri dell’assistente sociale; non ha perciò proceduto contro di lei come tanto minacciato.
Rei dal canto suo ha accettato il carattere di suo padre, le persone da una certa età in poi devi accettarle come sono, con i loro pregi – e il dr. Ichinomiya ne ha davvero pochi, rinvenibili giusto con la lente di ingrandimento - e difetti. Non riesce a non volergli bene, nonostante tutto, nonostante sua madre si sia suicidata per lui e sia sempre stata trattata come un semplice passatempo, peggio di un oggetto, nonostante abbia sempre messo da parte lei Rei perché la vergogna di se stesso e quell’orgoglio poi trasmesso a Fukiko prevaleva sul dovere di costruire un rapporto con Rei e di darle affetto e protezione, nonostante il suo atteggiamento abbia quasi compromesso inesorabilmente il rapporto fra lei e sua sorella Fukiko, e nonostante anche le battute infelici e grossolane che fa ogni volta si incontrano. Una volta è infastidito da petì puscè (come chiama lui cherie poupee), una volta la riprende perché non ha studiato abbastanza (non capendo quanto è difficile studiare con una fisioterapia massacrante come la sua), una volta le dice che deve mangiare di più e meglio, poi non deve leggere o ascoltare musica fino a tardi, insomma ad ogni visita la mini predica non manca mai insieme al paragone con Fukiko.
Però gli vuole bene, almeno ora si preoccupa per lei, per la prima volta da quando è morta la sua adorata mamma Rei si sente benvoluta, sente di avere una famiglia e non è più oppressa da quella spaventosa solitudine che per 3 anni l’aveva inghiottita in una spirale senza fondo fino quasi a soffocarla, fino al punto di telefonare al centralino per sapere l’ora esatta pur di sentire una voce.
Nella sera del congedo il vecchio sembra particolarmente affabile, finchè non entra nell’argomento “maison d’etoile”. “Ho già parlato con il proprietario della maison d’etoile, ho prorogato il contratto per altri 3 anni, cosa ci troviate a giocare a fare gli studenti fuori sede non lo so, a casa vostra siete serviti e riveriti, una bella villa con mega giardino, e servitù compreso autista. Vero Fukiko?”
“Papà contenti loro contenti tutti, per fortuna ce lo possiamo permettere” sorride Fukiko.
Si intromette Takashi “serve ogni tanto per avere dello spazio solo per sé o al massimo qualche amico, studiare in pace, tutto il nostro lusso mi mette a disagio e anche in imbarazzo a volte”.
Rei si intromette a sua volta “io con la mia mamma vivevo in un appartamento semplice, io e lei, facevamo tutto noi, per me tornare alla maison d’etoile è come tornare a una vita simile ai miei primi 14 anni, anzi prima dell’incidente avevo cominciato a riassettare e a prendermi cura di questa casa, voglio tornarci con quello stato d’animo come per festeggiare una nuova vita e arredarla in modo carino e colorato!”
“Sorellina ci vengo anch’io e dobbiamo arredarla come piace a entrambi visto che ci alterneremo”.
“E’ facile giocare a fare le persone qualsiasi quando abbiamo una montagna di soldi, avrei voluto vedervi se non aveste avuto tutti questi mezzi. Comunque Takashi stai facendo un passo avanti, volevi andare in Germania col tuo gemello siamese Takehiko Henmi e invece sei cresciuto decidendo di restare qua a prenderti cura delle tue sorelle. Ti concedo questo piccolo premio”.
Il vecchio voleva fare un complimento a Takashi e invece ha dato il via a una piccola e comprensibile crisi.
Takashi, sapendo com’è sensibile Rei, non voleva venisse a conoscenza di questo particolare.
Rei ha un colpo al cuore; per lei i suoi parenti stanno facendo rinunce e rivoluzioni nella loro vita. È tristissima all’improvviso, sa quanto Takashi è legato a Takehiko, immagina quanto ci tenesse a quel periodo di studi in Germania, non vede più Mariko, non va più in Germania, Fukiko viene tutti i giorni a trovarla per poi recuperare i compiti studiando poi fino a tarda ora anche oltre mezzanotte; dal canto suo Rei non ha potuto partecipare come avrebbe voluto e dovuto all’impresa per far riavvicinare Kaoru e Takehiko, è stanca, ha i dolori post fisioterapia, le sembra di non progredire mai, deve prendere lezioni private mentre le mancano tanto le amiche di scuola, si sente arrabbiata e delusa, vorrebbe gridare e lanciare degli oggetti per terra per sfogarsi, all’improvviso si sente in gabbia e le sembra di ingabbiare anche altri. Capisce Kaoru, entrambe non vogliono essere motivo di rinuncia e sacrifici per le persone che amano, la capisce perfettamente, non riesce a dire nulla, spera solo che suo padre si congedi alla svelta in modo da dire il suo parere a suo fratello perché deve dirgli a tutti i costi il suo parere e starà male finchè non glielo dice.
Finalmente quando il vecchio si congeda e saluta, Rei irrompe nei confronti del fratello “Non ho capito due cose sui logaritmi rimani giusto dieci minuti”, senza mezzi termini, senza complimenti, tono perentorio.
Takashi capisce che il motivo è un altro “Ora il passo delle visite finisce, c’è poco tempo, te li spiego domani”.
“No, perché le amiche di classe mia mi hanno detto che sono già un bel pezzo avanti nel pieno della trigonometria e che la professoressa sta andando super veloce, sono troppo indietro”.
“Rimani da lei ci vediamo dopo”, il vecchio naturalmente non ha capito.
Takashi fa il finto tonto “Allora cos’è che non hai capito, mi pare gli esercizi ti fossero riusciti”.
Rei aspetta di essere sicura che siano abbastanza lontani padre e sorella, e quindi comincia con tono alterato “Perché non sei andato in Germania?”
“Abbassa la voce, ci sentono”.
“Non me ne importa. Mariko è triste e si sente in colpa senza motivo; perché la snobbi e perché ora non vai col tuo amico in Germania, perché rinunci a tutto per me?”
“Intanto abbassa la voce sennò tutti sanno i fatti nostri, poi ti ho già detto che Mariko è solo un’amica che frequenterò quando avrò più tempo, non me lo ridire ogni giorno, e in Germania non ci vo più perché è giusto così, ho capito che la famiglia, Fukiko e tu siete più importanti di tutto”.
Rei è arrabbiata e risentita, in questo è simile a Kaoru “la famiglia deve essere un nido da cui spiccare il volo per crescere, non una gabbia che ti tiene intrappolato precludendoti opportunità di miglioramento, tu ci tenevi ad andare con Takehiko in Germania, era molto importante per te, non dovevi rinunciare per colpa mia”.
“Fammi spiegare” – Takashi pensa a quanto è diversa Rei da Fukiko; Fukiko rimase indifferente alla sua decisione di non terminare gli studi in Germania come del resto rimase indifferente il loro padre.
Rei invece sembra disperata e prosegue “non c’è nulla da spiegare, io vi sono grata, ma non sai quanto mi dispiace che abbiate dovuto sconvolgere le vostre vite per il mio incidente, papà è stato due mesi qua, Fukiko rinuncia ai suoi hobbies, tu avevi questa grande occasione, sarebbe stato bellissimo per te, col tuo amico inseparabile, lo so quanto gli vuoi bene, ora non lo vedrai per un sacco di tempo, e ne soffrirai”.
Ora si innervosisce Takashi “Vuoi abbassare o no la voce? Ti rendi conto di quello che hai detto? Potrebbero pensare che sono innamorato del mio amico, che figure mi fai fare?”
Rei assume una voce composta “Io non voglio perdiate le vostre abitudini, le vostre occasioni, né tanto meno i vostri affetti per colpa mia”.
“Non è vero. Che colpa hai se hai avuto un incidente? Se io mi fossi comportato da fratello maggiore tu e Fukiko non avreste mai avuto attriti, piano piano avreste legato, tu non avresti avuto tutti i problemi che hai avuto, te ne sei già dimenticata di quando non mangiavi, prendevi tutte quelle pillole assurde, convivevi col mal di testa, bevevi alcolici, fumavi, marinavi la scuola che ora ti manca tanto, piangevi sempre, eri bullizzata dalla nostra cara Fukiko, te ne ricordi o no?”
Rei resta sbigottita, non vuole mai più pensare a quel periodo orrendo della sua vita, spera che non pensandoci prima o poi se ne dimenticherà, ma ora le è rimesso brutalmente davanti e rivive l’incubo.
Intanto Takashi prosegue “Allora te ne ricordi o no? Ora mi fai arrabbiare. Se io e il vecchio ci fossimo stati, tutto questo non sarebbe successo, saresti stata serena tu, sarebbe stata serena Fukiko, e magari non avresti avuto neanche quest’incidente. Il nostro vecchio ormai è irrecuperabile, ma io non voglio essere un indifferente che fa solo il suo, io voglio fare la mia parte, se siamo una famiglia dobbiamo aiutarci nelle difficoltà. Tu e Fukiko siete la cosa più importante per me, più di tutti e tutto. In Germania ci andrò un’altra volta, la Germania è lì, ma voi avete bisogno di me adesso, ci dobbiamo reciprocamente aiutare gli uni con gli altri; la famiglia non deve essere una gabbia, ma neanche un luogo dove rifugiarsi solo quando fa comodo, dobbiamo stare uniti nel bene e nel male, i sogni non si perseguono a scapito degli altri, sto già male all’idea di non vedere il mio amico per almeno 6 mesi, e ho sempre paura che decida di rimanere in Germania, ma se in questi 3 anni avessi frequentato meno lui e avessi seguito di più voi, saremmo stati molto più felici e a quest’ora sarei stato anch’io in partenza per la Germania”.
Rei capisce che sono tutti vittime delle circostanze, che ancora una volta la colpa di tutto è del dr. Ichinomiya e che proprio il dr. Ichinomiya alla fine è quello che l’ha fatta franca a scapito dei figli. Quello che è successo a lei e a Kaoru è la conferma che gli sbagli degli adulti hanno conseguenze deleterie proprio e prima di tutto sulle loro vittime scombussolandone in maniera indelebile le vite.
Le dispiace che suo fratello si prenda colpe che non ha e si voglia punire senza motivo; lui ha sofferto tanto quanto loro e cerca di aiutarlo come può “hai ragione quando dici che la famiglia viene prima di tutto e che dobbiamo stare uniti, però non è giusto tu ti colpevolizzi e ti punisca perché nessuno di noi è colpevole, poi tu sei sempre venuto a trovarmi. Se non vai in Germania, almeno chiama Mariko, poverina, è convinta tu sia adirato con lei, lei che c’entra in questa storia? Non puoi fare l’amicone con una persona e poi a un tratto sparire, la fai sentire in colpa senza che abbia fatto nulla, perché te la rifai con lei? Riallaccia l’amicizia. Quando abitavo con mia madre avevo un carissimo amico maschio, insieme ci divertivamo molto. Non precluderti nuove amicizie e occasioni di svago, non lo meriti né tu né le persone che ti stanno intorno. Se ti neghi queste possibilità, staremo male tutti”.
“Anche tu hai ragione. È vero, non mi sono comportato bene con Mariko. Ti prometto che la chiamo”.
“Non farlo per me, fallo per te”.
“Va bene”.
È finito l’orario delle visite. Si sono chiariti. Rei è molto più simile a Kaoru che a Fukiko…e ora dopo questo pomeriggio sa ancora meglio come deve procedere con Kaoru…
 
Rei/Saint Just vuole sentirsi utile. Si sente ancora più sprint perché le hanno tolto la steccatura a una gamba e sta ricamminando anche se con le stampelle, le hanno anche detto che stanno per toglierle il gesso al braccio, piano piano tornerà ad avere movimenti liberi. Anche se è in fisioterapia deve agire, essere presente, aiutare chi ama. Vuole che Kaoru si riavvicini a Takehiko, lo sa che si amano, e sono una coppia perfetta. Fu un colpo di fulmine proprio a casa sua, non deve succedere che il loro amore vada a rotoli per colpe che non hanno. Vuole ricambiare la sua amica per l’aiuto che le ha dato, ma sa che non deve essere diretta sennò otterrà l’effetto contrario!
Le chiede di andarla a trovare dopo la scuola perché ha voglia di vederla e appena arriva comincia ad attuare il suo piano. In realtà quello che ha in mente in fondo in fondo non serve solo a riavvicinare Takehiko e Kaoru ma serve anche a lei stessa; Saint Just – si è detto molte volte – non sta passando un periodo felice, ma ha confusione sentimentale. Fino a poco prima dell’incidente era convinta di essere super innamorata della sorella Fukiko per la quale ha ancora un’infinita ammirazione, ma ora che ha recuperato il rapporto con lei e sa di essere da lei amata, la vede diversamente, non è più un’ossessione, è la sua amatissima e stimatissima sorella, per lei è fondamentale avere un ottimo rapporto con lei ma capisce di non esserne innamorata.
Poi ci sono le sue amiche a cui vuole molto bene, per prime le sue Kaoru e Nanako, i suoi angeli custodi; perché allora vede Nanako in una luce diversa rispetto a Kaoru? Perché quando vede Nanako vorrebbe sempre abbracciarla e coccolarla come la sua cherie poupee? Forse ha questo istinto perché Nanako ha in comune con lei l’istinto di abbracciare le persone e cercare il contatto fisico diversamente dalla maggior parte dei giapponesi, Kaoru compresa? No, è una spiegazione troppo razionale. Perché è la sosia della sua adorata cherie poupee? No, le piace fare i complimenti a cherie poupee perché si sente protetta da lei, perché è un totem, Nanako non c’entra niente, è un essere umano, non un “oracolo”. Non lo sa perché! Sa solo che quando la vede si sente euforica, ottimista, vorrebbe gettarle le braccia al collo ed essere riabbracciata da lei, fermare il tempo, sente la sua mancanza se non la sente per un giorno, sta male quando ripensa al modo brusco in cui l’ha trattata all’inizio della loro amicizia, la vede bellissima nei suoi grandi occhi grigio-azzurri, e vorrebbe tanto andare a vedere con lei quel tramonto sul mare, lei sarebbe la compagnia ideale…è amore? Con chi può confidarsi? Può sembrare mancanza di tatto parlarne con Kaoru, ma non se è per una giusta causa!
Quando arriva Kaoru, Saint Just si finge più afflitta di quello che è ed è anche assai più loquace del solito “sono in crisi in questo periodo. La fisioterapia è dura, anche se mi hanno liberato una gamba dalla steccatura comunque l’altra deve stare ingessata ancora qualche mese, è molto difficile camminare con le stampelle con una gamba indolenzita che deve riprendere la piena mobilità e chissà come sarà quando mi libereranno l’altra gamba, sono molto stanca quando mi metto a fare i compiti anche con delle lezioni private, i miei fratelli si stanno sacrificando troppo per me, Takashi non vuole più uscire con Mariko e ha persino rinunciato ad andare in Germania con Takehiko, tutto per causa mia. Mariko è proprio una tua grandissima ammiratrice, mi ha telefonato minacciando di far fare la fisioterapia a mia sorella se ti aggredisce di nuovo e Nanako mi ha raccontato che Mariko ha minacciato anche la figlia dell’avv. Fujiwara. È una così brava ragazza, spero che almeno con lei Takashi ricominci  a uscire, mi dispiace molto non vada più in Germania per colpa mia”.
“Che colpa hai? È stata una sfortuna. Tuo fratello è stato bravo a restare con te e Fukiko, sarebbe stato superficiale se vi avesse lasciate sole in un momento come questo”.
Saint Just sta raggiungendo il suo scopo, il dottor Kaoru sta già iniziando a contraddirsi “se me lo avesse detto lo avrei pregato di partire ugualmente, ci teneva così tanto, avrebbe fatto l’esperienza di vivere con amici che desiderava, col suo amico inseparabile, dovevo insistere, anche cacciandolo in malo modo”.
“Per quale motivo? Quando siamo malati o incidentati dobbiamo tenere intorno a noi le persone care, che ci vogliono bene, non dobbiamo allontanarle altrimenti soffriamo di più noi che in fondo ne sentiamo la mancanza e loro che si sentono esclusi in un momento in cui possono dimostrarci al massimo il loro affetto”.
“Credevo la pensassi diversamente, credevo fossi d’accordo con me nel proteggere chi amiamo da quei nostri problemi che possono traumatizzarli o impedire loro di realizzare i loro sogni e desideri”.
Kaoru insiste “essere amici e parenti significa affrontare insieme ogni situazione positiva e negativa, non possiamo prendere parte solo ai momenti divertenti e piacevoli e fare sempre i nostri interessi; tanto i problemi prima o poi capitano a tutti, e se non stiamo vicini a chi è in difficoltà ci ritroveremo a nostra volta soli quando saremo noi in difficoltà, cadendo in una solitudine disarmante; la collaborazione e la solidarietà vanno sempre promosse e non dobbiamo allontanare chi amiamo se abbiamo problemi, ti ho sempre detto che senza chi ci vuol bene non si risolvono le situazioni”.
Saint Just ha quasi voglia di ridere per come si sta contraddicendo la razionale Kaoru, dice una cosa e poi fa l’opposto, ha trovato il suo punto debole!
“Mi delude la tua risposta” finge Saint Just “da come ti comportasti l’anno scorso credevo la pensassi come me, vedi su questo siamo diverse”.
Kaoru rimane interdetta, lei che vuole avere sempre l’ultima parola, forse è stata colpita.
Saint Just incalza a questo punto, “io comunque sono arrabbiata con Takashi, gli ho intimato di uscire con Mariko, non capisco perché se la rifaccia con lei dei sensi di colpa che ha con me. Voi che potete uscire con gli amici, fatelo. Io vorrei tanto vedere con la mia Nanako quel tramonto sulla spiaggia, chissà quando potrò farlo, amo molto stare con lei, vorrei fermare il tempo ogni volta che la vedo, mi dispiace per come l’ho trattata a volte in passato”.
Kaoru sembra ritornare in sé “non eri in te, stavi passando un periodo molto difficile, compromesso anche dagli analgesici, dai tranquillanti”.
Peccato è subito interrotta da Saint Just “le voglio chiedere scusa, mi sento male tutte le volte che ripenso a come la trattai, devo chiarire”.
“Non ne hai bisogno, capisce da sé, è intelligente”.
“No, io voglio chiarire tutto, voglio ripartire con lei nel miglior modo, da zero, le voglio molto bene, lo voglio anche a voi, ma lei…”
“Te l’ho sempre detto che ne sei innamorata”.
Ora si interdice Saint Just, non sa che dire “non lo so, ma a maggior ragione se scoprissi che la amo non la voglio trattare male, la voglio sempre con me, per me è molto importante averla accanto a me in questo periodo…sì forse hai ragione…forse mi sto innamorando…forse è per questo che la voglio con me in questa fisioterapia antipatica e lunga…sì hai ragione, nei momenti difficili si devono avere accanto le persone che amiamo”; Saint Just prova a compiacere l’ego di Kaoru, e nello stesso tempo si sente più libera a confessare la confusione che ha nella testa, perché in fondo sta iniziando a realizzare di essere innamorata, ma non sa come porsi….
“Se ne sei innamorata chiedile scusa, anche se per me non ce n’è bisogno, goditi il tuo rapporto con lei e tienila vicina a te in questo periodo, ne sarete felici entrambe”.
“Non credo lo farò perché dianzi ho detto che però non voglio compromettere coi miei problemi la vita delle persone a me care”.
Kaoru si spazientisce, forse perché sta riflettendo e capendo da sola di non aver agito nel modo giusto con il suo ex ragazzo “basta Rei, ti ho sempre detto che i problemi non si affrontano da soli ma con le persone care, siano amici, parenti, fidanzati, perché da soli non ce la facciamo, poi se ti piace Nanako diglielo, ti ho sempre detto che si vede che vi piacete, io non capisco perché ti fai tutti questi problemi assurdi”.
Rei è contenta di sé, la sua amica si è innervosita, vuol dire che ha capito di aver sbagliato, magari si chiarirà con Takehiko prima della partenza per la Germania, ha persino detto che i problemi si affrontano anche coi fidanzati e per essere sicura di aver raggiunto l’obiettivo gira il coltello nella piaga “Affrontare i problemi con persone care, amici, parenti e anche fidanzati? Quindi se scopro che ne sono innamorata, anche con Nanako?”
“Sì anche con fidanzati, fidanzate, Nanako e compagnia bella, ora scusami mi è venuto in mente che ho da fare una montagna di compiti per domani”.
Saint Just è troppo spontanea, le sfugge una mezza risata “Vai a studiare, vai”.
Kaoru le risponde male mentre se ne va “Altro che Saint Just il fiore, Saint Just la pettegola” e se ne va, mentre Saint Just ride contenta, ha capito che ce l’ha fatta!
Poco dopo Saint Just si incupisce però…è innamorata o no? Che deve fare? Passa l’entusiasmo.
 
Kaoru piange per strada, ha sbagliato con Takehiko, si è pentita di averlo allontanato l’anno prima e di averlo trattato male ingiustamente quando lui l’ha ricercata, pensa di averlo perso per sempre, ma almeno gli vuol chiedere scusa, vuole chiarirsi, si vergogna però a chiamarlo, ha paura che ora sia lui a maltrattarla, e pensa di meritarselo anche; decide però di telefonargli, se lui la tratta male, avrà la punizione che merita…ha trovato la scusa per chiamarlo…le è venuto in mente che a ferragosto involontariamente rivelò a Nanako il rapporto di parentela fra quest’ultima e Takehiko, pensando che Nanako ne fosse già a conoscenza; gli può chiedere scusa in ritardo di questa cosa, ecco trovato il pretesto!
Si fa coraggio e lo chiama a casa, quando sente dire “pronto” dall’altro capo del filo comincia subito a parlare a ruota libera alla velocità della luce, a perdifiato “Ciao Take scusami se ti disturbo, volevo scusarmi perché senza volerlo un mese fa ho rivelato a Nanako che eravate fratelli, credevo l’avesse sempre saputo, volevo farle un complimento dicendole che con lei mi trovavo bene come con te, io non volevo, scusa, ora ti saluto”.
Take è felicissimo di quella telefonata “Ferma Kaoru, da come parli veloce non ti seguo, non ti preoccupare, con Nanako e anche con mio padre mi sono chiarito, te l’ha detto Nanako? Io e mio padre abbiamo recuperato il rapporto, vorrei raccontartelo, perché non ci vediamo?”
“No, non mi sembra il caso”, Kaoru vorrebbe dire sì, ma dice di no, non sa neanche lei perché.
“Sono in partenza per la Germania, almeno mi chiarisco anche con te, che ti costa? ti rubo una mezz’oretta, vengo in un locale vicino a casa tua, almeno questo concedimelo, poi non ti do più noia”.
“Va bene, te lo concedo”.
Fissano per il giorno dopo. Il giorno dopo è sabato; Kaoru pensa “almeno ho tutto il finesettimana per smaltire la delusione”.
Puntuale si presenta all’appuntamento; Take è già arrivato, si salutano come due vecchi amici, Take ordina un gelato al cioccolato fondente per ammortizzare eventuali nuove delusioni, Kaoru una cheese cake alle ciliegie.
“Le ciliegie sono sempre state la tua passione”.
“Invece la tua è sempre il cioccolato fondente, cioccolata e letteratura sono i grandi amori di Takehiko Henmi!”
“Veramente il mio grande amore sei e sarai sempre tu!”.
Kaoru si rattrista, si sente in colpa e vorrebbe dirgli la stessa cosa, perché il sentimento di Takehiko è da lei al 100% ricambiato; anche Takehiko a sua volta è stato e sarà sempre il grande amore di Kaoru. Cerca di smorzare i toni e gli chiede del suo programma di letteratura, di cui Takehiko parla con grande entusiasmo; si vede che ha scelto la facoltà di Lettere per passione, gli brillano gli occhi, entra nei dettagli, Kaoru nel guardarlo pensa che tutti dovrebbero seguire le proprie passioni, seguire una passione ti riempie di allegria, non senti il sacrificio nello studio e nel lavoro, perché lo studio e il lavoro diventano puro divertimento e soprattutto seguire una passione ti darà grande soddisfazione perché renderai al meglio.
Lo guarda sognante e Takehiko se ne accorge “E tu Kaoru? Stiamo parlando solo di me. Raccontami di te, ho saputo che stai studiando per recuperare l’anno scolastico perso, complimenti, sei molto in gamba, ce la farai sicuramente”.
“Grazie Take, io ce la sto mettendo tutta, studio notte e giorno, ho dovuto fare una scelta e accantonare di nuovo la palla a canestro; non posso allenarmi ¾ volte a settimana con questi impegni di studio gravosi; credimi non è stato facile, perché io adoro la palla a canestro, sono nelle nazionali dalla scuola elementare, ho già perso un anno di allenamento, ora ne perderò un altro, ma mi pesa troppo essere rimasta indietro di un anno a scuola per colpa di un medico arruffone, e, siccome non potevo fare le due cose insieme, la vita mi ha posto di fronte a un bivio a soli 17 anni”.
“La vita da un certo punto in poi è una scelta continua, non puoi avere tutto, avresti comunque dovuto fare una scelta una volta diplomata, poi nulla ti impedisce di recuperare l’anno prossimo se è la palla a canestro il tuo sogno, sei molto giovane”.
“Ma Take lo sai anche tu com’è lo sport, se resti troppo fuori dagli allenamenti poi non recuperi più”.
“Sei così intelligente e preparata che nulla ti impedirà di realizzare i tuoi sogni se farai quello che ti piace davvero, se il tuo sogno è il basket l’anno prossimo recupererai, anche perché poi ti dedicherai a questo; come può darsi che farai una scelta diversa; a volte ci succedono determinati eventi proprio perché siamo predestinati a un determinato percorso. Sai, non te l’ho mai detto, ma ho sempre pensato che ti vedrei molto bene a fare il medico”.
Kaoru è sorpresa “non è possibile, anche Rei e Nanako me l’hanno detto, Rei a volte mi chiama ‘dottor Kaoru’”.
“Vedi, siamo in tre, un motivo ci sarà! Sei buona, generosa, premurosa, molto portata per le scienze, saresti perfetta…”.
“Chissà, forse, sarebbe bello…come sai mi interessano molto anche la fisica e la matematica, ora però devo prima recuperare quest’anno scolastico”.
“Vedremo cosa è in serbo per noi, cosa ci aspetta, nulla avviene per caso, a volte crediamo di scegliere ma in realtà quelle che ci illudiamo essere nostre scelte sono disposizioni trascendenti utili a mantenere il cosmo in equilibrio e in armonia”.
Kaoru è affascinata da questi discorsi, sono molto complessi e ricchi di significato, ci ragionerebbe ore e giorni, le mancano le chiacchieratone impegnate con Takehiko “L’escatologia del prof. Henmi mi mancava!”
“Anche tu mi manchi Kaoru, mi manca tutto di te. Non puoi immaginare quanto ho sofferto a non stare con te l’anno scorso, a non vederti e non frequentarti tutto questo tempo. Io l’anno scorso non ho insistito per non forzarti, per rispetto della tua scelta, per paura che ti fosse sgradita l’imposizione della mia presenza, avrei voluto costringerti ad avermi con te, ma ho avuto anche paura di un tuo rifiuto categorico e definitivo, allora mi sono illuso di aspettarti, io sono così, sono come mio padre…”, Takehiko racconta a Kaoru tutto l’incontro avuto col padre a casa di Nanako, quello che ha scoperto sulla relazione fra i suoi genitori, lo strazio di suo padre nel non poter stare con lui per una promessa fatta a sua madre, le cose non sono sempre come sembrano, non sempre stare in disparte significa indifferenza anzi a volte amare una persona ti porta a stare lontano da lei, e gli errori più grandi si tendono a fare con chi amiamo di più.
“Mi dispiace Kaoru” alla fine dice Takehiko.
“Dispiace a me, Take, tu non c’entri nulla; non volevo trattarti male, volevo solo il meglio per te, ho provato a farti disamorare con maniere forti per il tuo bene, per il tuo sogno, ma l’hai detto tu ora, gli errori più grandi si fanno con chi amiamo di più, non lo so se col senno di poi rifarei le stesse scelte”.
“Siamo sempre in tempo a tornare indietro. Rimettiamoci insieme”.
“Ma se ora parti per la Germania e io resto qua per la scuola?”
“Sarà il male di un rapporto a distanza per qualche mese, ma poi entro giugno/luglio torno”.
“Take, e se poi vuoi restare in Germania per sempre?”
“Non voglio restarci ad abitare, è un’esperienza di studio…ti ricordi quando si fantasticava che nel caso mi fossi voluto trasferire mi avresti raggiunto dopo il diploma? Avresti fatto l’università e la palla a canestro in Germania, ti avrei sbrigato io le pratiche; in Europa all’interno dello stesso appartamento vivono insieme fra loro anche studenti e studentesse, ci saremmo trasferiti nello stesso appartamento con altri studenti fuori sede come noi, ovviamente tu in stanza con delle ragazze e io con dei ragazzi”.
Kaoru ride “certo Take, quest’ultimo particolare non importava me lo dicessi, ti conosco e so che la pensi come me. Che bei sogni avevamo”.
“Che bei sogni abbiamo e tutti da condividere, siamo giovanissimi, abbiamo una vita intera davanti, perché dobbiamo abbandonare i nostri sogni Kaoru? Chi rinuncia ai propri sogni muore e noi abbiamo tutte le carte in regola per realizzarli e realizzarli insieme, perché insieme sarà ancora più bello. Ti ricordi che ti dissi l’anno scorso alle giostre? Quando ti chiesi qual era il tuo sogno?”
“Ti risposi che dovevo pensarci, che probabilmente era diventare una stella della palla a canestro, ma che sarei stata troppo impegnata a realizzare il tuo sogno per realizzare il mio, e tu mi rimproverasti perché mi dicesti che i miei sogni erano importanti quanto i tuoi e che io dovevo perseguirli senza rinunciarci per niente e nessuno, che ci saremmo impegnati al massimo per realizzare i nostri sogni sostenendoci a vicenda”.
“Esatto Kaoru, dobbiamo perseguire il nostro sogno aiutando nel contempo la persona che amiamo a realizzare il proprio, senza togliere mai nulla ai nostri obiettivi; io non voglio accanto a me una persona sottomessa che rinuncia alle proprie aspirazioni per seguire le mie; quello è maschilismo, egoismo, io non voglio una geisha che mi prepara il pranzo e mi stira le camicie perché i servizi in casa voglio e soprattutto devo farli anche io, io voglio semplicemente una ragazza, e questa ragazza deve essere felice e fiera di sé perché ha raggiunto gli scopi che si è prefissata, maschio e femmina devono essere sempre alla pari”.
“Sei un ragazzo fantastico; ho sbagliato con te, temo di sbagliare ancora, anche perché sono cambiata dopo aver saputo degli errori medici subiti, ti ho aggredito, ti ho fatto piangere, ho litigato con persone adulte, ho imbrattato con una vernice nera saracinesche, cassonetti e palazzi la sera che sono sparita, io non sono così, mi vergogno di me, devo capire chi sono, chi sono diventata, temo tu trovi un’altra Kaoru che non ti piacerà”.
“E’ normale il tuo comportamento, hai subito grosse e imperdonabili ingiustizie, hai visto la morte davanti quando in realtà stavi benissimo, hai fatto delle rinunce notevoli per nulla, sei stata sbeffeggiata da un azzeccagarbugli soprannominato il genio del male e dalla sua collaboratrice, ti hanno esasperata, sono gli altri che devono vergognarsi, tu sei stata una vittima che ha avuto reazioni normali, sei una persona speciale, non potrei mai innamorarmi di un’altra ragazza”.
Kaoru non riesce a essere ottimista, è troppo provata da tutto quello che le è successo, in poco più di un mese ha avuto molti - troppi - stress emotivi, è una ragazza buona e comprensiva con gli altri, ma molto severa ed esigente con se stessa, forse perché ha sempre primeggiato negli studi e nello sport e perché è sempre stata più matura della sua età, deve per forza capire chi è, ha paura di deludere ancora se stessa, di avere reazioni che non sono da lei e di rovinare i rapporti intorno a lei, soprattutto non vuole far soffrire Take.
“Take anche per me è impossibile pensare di innamorarmi di un ragazzo diverso da te, ma dopo tutti questi episodi, è meglio se io mi fermo un attimo, per via della scuola non posso seguirti in Germania e tu devi essere libero di fare le tue esperienze, di rimanerci quanto vuoi anche per sempre, l’hai appena detto anche tu che chi rinuncia ai propri sogni muore”.
La interrompe Take “appunto, il mio sogno principale sei tu, io non posso essere felice senza di te, io ti aspetto anche all’infinito”.
Kaoru comincia a congedarsi, si alza “Per ora restiamo amici”.
“Ma come facciamo a restare amici se ci amiamo?”
“Per ora è meglio così, vai in Germania e poi vediamo come vanno le cose per te, non devi perdere le occasioni che ti si profilano per colpa mia, meriti il massimo”.
“Ma come Kaoru ti ho appena detto che per me esisti solo tu, senza di te non avrò mai il massimo”.
“Scriviamoci, fammi sapere il tuo recapito tramite Rei, ti voglio molto bene Take, in bocca al lupo”.
“Cocciuta, si deve fare sempre come vuoi tu, pretendi di sapere cosa è meglio per gli altri, ma non puoi decidere tu per gli altri”.
“Incredibile! Mi ha fatto un discorso simile anche tua sorella”.
“Chissà come mai!”
Kaoru incurante delle persone ai tavoli abbraccia Take, Take la riabbraccia, tutti e due hanno gli occhi lucidi.
“Ti prego Kaoru rimettiamoci insieme, non facciamo altri sbagli”.
“Fammi sapere il tuo recapito” dice Kaoru e scappa, lasciando impalato Takehiko che le grida “Ricordati che io ci sarò sempre e che non mi fidanzerò mai con nessun’altra ragazza”.
“Buon viaggio Take”.
Si sarebbero entrambi voluti rimettere insieme, ma Kaoru vuole aspettare, non vuole intralciare i sogni di Take che è prossimo alla partenza. Intanto sono tornati amici, è già un inizio, è già qualcosa, di più non se la sente proprio, deve proteggere quell’amore presente fra loro, non vuole rovinarlo, vuole capire prima chi è e cosa deve fare veramente … vedremo che succederà durante l’assenza di Take e al suo ritorno.
Take è pieno di malinconia, chiama Takashi… “il fatto siate tornati amici è già un bel passo avanti; ne parliamo dopo, quando vengo a dormire da te stasera. Piuttosto, come farai senza di me in Germania?”
Effettivamente come faremmo senza i nostri amici di vecchia data????

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Capitolo 14
*** La partenza ***


Nell’anime si citano poeti inglesi e francesi, Takehiko va in Germania, però ai giapponesi piace molto anche la nostra cultura e quindi ho messo un CREDIT italiano per “L’infinito” di Giacomo Leopardi.
 
È imminente il giorno della partenza di Takehiko. Il padre vuole accompagnarlo lui personalmente all’aeroporto; naturalmente in auto verranno anche Nanako e la madre. Saranno diverse le persone che lo saluteranno all’aeroporto. A casa andranno a prenderlo il padre, con la moglie e la sorella Nanako, con loro ci sarà anche Takashi; per la prima volta dopo quasi 11 anni Takashi e Takehiko si separeranno, in classe insieme alle medie e al liceo, all’università pur in facoltà diverse hanno continuato a essere inseparabili; il giorno della partenza Takashi andrà a casa da lui prima degli altri.
Takehiko è malinconico, da una parte è entusiasta di partire, non vede l’ora di arrivare a Berlino, studiare e approfondire la letteratura europea, ha tanti interessi, è curioso di conoscere tutti quei movimenti letterari, dal romanticismo, il naturalismo, il verismo, poemi epici scandinavi e mediterranei, lingue vive e morte, che emozione solo al pensiero! Avrebbe voluto essersi rimesso con Kaoru prima di partire, ma deve accontentarsi per ora dell’amicizia; che nostalgia! Spera che la letteratura smorzi le sue pene d’amore, per ora deve godersi questa esperienza da sogno che lo aspetta.
All’aeroporto ci sarà un vero e proprio comitato di saluto, verranno a salutarlo anche Tomoko (ex alunna al corso di preparazione al liceo in terza media insieme a Nanako), Mariko grande amica di Nanako e Tomoko, tre compagni di università, due vecchi compagni di appartamento, altri ¾ amici di lunga data, un paio di cugini, una zia, insomma ci sarà una marea di gente, sono tutti dispiaciuti all’idea di non vederlo per diversi mesi tanto è ben voluto.
Se non fosse stata incidentata sarebbe venuta senz’altro anche Rei.
Chi invece non verrà per scelta sarà … Kaoru….
Nanako e Saint Just il giorno prima si adirano per questa ragione.
“Dottor Kaoru perché non vai? Dovresti essere fra i primi ad andarlo a salutare! Vi siete anche chiariti, siete tornati amici” esclama Saint Just, che ha dovuto elaborare una complessa strategia per farla riavvicinare spontaneamente a lui.
“Appunto per questo, non voglio andarci, piangerei tutto il tempo, rovinerei l’atmosfera di gioia e orgoglio che c’è intorno a lui”.
“Basta, dottor Kaoru, devi andarci e fine del discorso. Perché vuoi stare in disparte? Dov’è quella Kaoru esuberante e giocosa che ha contribuito alla mia rinascita? Perché ti punisci? Così fai del male a te stessa e a Takehiko”.
Nanako pensa al fratello “principe Kaoru, per Takehiko sei la cosa più importante, devi andare assolutamente, fallo partire felice, sarai felice anche tu. L’ho detto a lui e lo dico anche a te : la notte dell’incidente di Saint Just, quando ancora non sapevo del vostro pregresso fidanzamento, vi ho sognati inspiegabilmente, a momenti apparivate insieme”.
“Non ci credo, me lo dici apposta!”
“Dottor Kaoru” si intromette Saint Just « sbaglio o proprio tu mi hai vista nel momento in cui cadevo dal ponte sulla ferrovia? O solo tu devi avere esperienze extrasensoriali?”
“E’ vero dottor Kaoru, io non ti prenderei mai in giro su una cosa così importante”.
“Scusami Nanako, sarà stato un caso di empatia in un momento in cui tutti eravamo uniti dall’angoscia per Rei, vista anche la nostra amicizia i sogni ti hanno svelato qualcosa di noi. Del resto sei particolarmente empatica, lo dicono tutti; hai voluto stabilire un legame speciale con Takehiko senza sapere che era tuo fratello”.
“Non cambiare argomento Kaoru e promettici che andrai a salutare Takehiko” si impone Saint Just.
“Non ce la fo a vederlo partire, ho paura non torni più in Giappone, che finisca tutto in maniera inesorabile, non posso, non chiedetemelo più, e smettete di fare le pettegole, voglio stare da sola”. Kaoru si alza di scatto e se ne va.
Nanako e Saint Just non possono vederla così, non se lo meritano né lei né Takehiko.
“E’ assurdo come per paura di soffrire più di quanto stai già soffrendo perdi delle occasioni; non agisci per non perdere definitivamente una persona, e poi proprio questa mancanza di azione determina la perdita definitiva” dice Nanako, e pensa alla sua Saint Just, si sente stringere il cuore all’idea di perderla e non osa immaginare come debbano sentirsi Kaoru e soprattutto il suo caro e amato fratello.
“Saint Just che possiamo fare? fatti venire in mente qualche altra idea, sei stata grandissima a farla riavvicinare a mio fratello, grazie a te sono di nuovo amici, che possiamo fare per mandarla all’aeroporto?”
“Non lo so, bambolina, è già tanto se sono riuscita a farle fare la telefonata da cui poi è seguito l’appuntamento, è un miracolo che lei abbia concesso a Takehiko l’appuntamento; però con una scusa posso farla venire domani qui da me al momento della partenza di Takehiko e cercare qualche frase a effetto per farla andare, magari chiedo al nostro autista che stia qui sotto al centro di fisioterapia in modo da portarcela, ma non ti assicuro nulla”.
Nanako abbraccia la sua Saint Just “ti prego Saint Just datti da fare, fallo anche per mio fratello”.
“Mi dispiace non essere con voi all’aeroporto, mi sto perdendo tante cose”.
“Le recupereremo Saint Just, pensa che oggi ti levano anche il gesso al braccio”.
“Non vedo l’ora, così potrò abbracciarti come meriti”, Nanako va in visibilio, la guarda, legge l’amore, partito Takehiko seguirà il suo consiglio e si dichiarerà, non può più stare zitta, gliel’ha già detto una volta, può dirglielo una seconda, cos’ha da perdere? Rischiare di piangere come Kaoru?
Si sarebbero coordinate con Tomoko, Mariko e Takashi partecipi tutti dell’ultimo atto della missione Kaoru; fino alla fine non si sarebbero dati per vinti.
 
Il giorno della partenza Nanako si avvicina a suo fratello che sta facendo l’inventario per controllare di aver preso tutto. “Take lo so che non è il caso di parlarti di queste cose, vista la situazione, però è un momento così bello per te, stai per realizzare un grande sogno che ti aprirà altrettanto grandi prospettive di carriera; però, anch’io voglio realizzare un piccolo grande sogno, riuscire a dichiararmi a Saint Just, la amo così tanto, poi adesso è ancora più bella del solito con uno stile di vita sano, quando la guardo negli occhi mi ci perdo, mi sembra di entrare in una voragine senza fondo, in uno stato di sospensione”.
“E il naufragar ti è dolce in questo mare”.
“Come?”
“È una bellissima opera di un poeta italiano, Giacomo Leopardi, dal titolo “L’infinito” che termina nel modo seguente ‘così tra quest’immensità s’annega il pensier mio : e il naufragar m’è dolce in questo mare’, studierò anche autori italiani in questo progetto sperimentale, sapessi quant’è bella la letteratura europea”.
“Non è possibile, quest’autore descrive perfettamente il mio stato d’animo, aspetta mi segno questo finale. Quando la guardo entro in un’altra dimensione, il mio amore esce dal mio cuore tanto è grande”.
“Ti capisco sorellina, sapessi quanto conforta la letteratura”.
Nanako non vuole che il fratello si rattristi e cambia argomento “Take anch’io sono sempre stata fortemente attratta dalla letteratura, mi sa che farò Lettere pure io dopo il Liceo, vizio di famiglia!”
Arriva Takashi, non è gioviale come le altre volte, ha gli occhi arrossati come se avesse pianto da poco, non si sente pronto a lasciare il suo amico dopo 11 anni, sa che doveva partire con lui, si sente stringere il cuore, Nanako li lascia soli “Dai Taka vieni la prossima volta, i mesi passano veloci, vedrai che tornerò prima del previsto”.
“Ragazzi andiamo, c’è da fare il check in”, interviene il prof. Misonoo. È arrivato il momento.
 
Nel frattempo Saint Just con la complicità dei fratelli ha chiesto ai medici e infermieri di posticipare la fisioterapia in un orario successivo alla partenza di Takehiko, e ha dovuto assillare Kaoru per venire a farle compagnia al centro di fisioterapia, le ha detto che è triste per non essere andata a fare il super mega saluto a Takehiko, che ha una giornata no, che Fukiko ha da fare con delle amiche, e non vuole stare sola.
“Rei lo so che lo fai per me, non fare altre recite, una volta ci casco, una seconda volta no”.
“Te lo chiedo come amica, vieni, sai non ho più il gesso al braccio, ma ho ancora dolori di movimento, fallo per me”.
“Non riesco a dirti di no” risponde Kaoru, alla propria amichetta del cuore non si deve mai dire ‘no’.
Kaoru arriva con la classica faccia appesa, si vede che è triste.
Saint Just la prende di petto “tanto lo so che avresti rimuginato tutto il pomeriggio per non essere andata all’aeroporto, almeno ci facciamo compagnia. Chissà magari quando saremo universitarie andremo anche noi a fare un periodo di studio all’estero, deve essere molto interessante, dottor Kaoru! Fra meno di un’ora Takehiko partirà, so che ci sarebbe stato un bel comitato di accoglienza, manco solo io, ho perso anche questa, se solo non avessi avuto l’incidente, perché non vai al posto mio? Sei ancora in tempo”.
“Non ha senso che io sia lì”.
“Dottor Kaoru tu devi stare lì più degli altri, perché non ha senso? Sei in tempo”.
“Ma dopo tutto quel tourbillon mi sentirei a disagio, lo inquieterei, avrebbe meno entusiasmo”.
“Ma lo capisci che è proprio se non vai che partirà più triste? Così facendo alla fine lo allontanerai davvero, come stavo facendo io con te e Nanako. Allora perché mi criticavi? Non sei tanto diversa da come ero io, almeno io non giudicavo i comportamenti degli altri, non essere disfattista”.
“Non sono più in tempo”.
“C’è il nostro autista qui sotto, io e i miei fratelli gli abbiamo detto di stare di vedetta e aspettarti”.
“Rei…tu per me?”
“Vai, se aspetti ancora non fai in tempo davvero”.
E sorpresa delle sorprese entra nella stanza Lady Miya “Kaoru vai, ha ragione Rei, sei disfattista, non buttare le occasioni, a volte basta una parola, un incontro fugace ed eviti errori irrimediabili di cui ti puoi pentire per sempre”.
Kaoru è sconvolta, Lady Miya così gentile e disponibile, allora forse non è proprio Lady Arpia… “Vai, non farci fallire la missione Kaoru” le dice in malo modo Saint Just per spronarla.
“Missione cosa? Missione Kaoru?”
“Vai” le dicono insieme Lady Miya e Saint Just.
Kaoru scende di corsa e raggiunge l’autista “corra all’aeroporto la prego”.
Mentre Kaoru corre all’aeroporto, col cuore in gola, pentita di quello che ha fatto, preoccupata di non riuscire ad arrivare in tempo, tutti stanno salutando Takehiko che ha appena fatto il check in.
“Grande Take” “Mi raccomando porta alto il nome della nostra università” “Take for president”; alcuni cantano a bassa voce “perché è un bravo ragazzo”, tutti gli sorridono, si complimentano, qualcuno gli dà una pacca sulla spalla, Mariko l’ha già salutato perché è addetta ad aspettare Kaoru all’ingresso dell’aeroporto per accompagnarla subito da lui nel caso arrivi. Nanako è commossa, ora che ha trovato suo fratello se ne deve subito separare, Takashi via via si ricaccia indietro le lacrime, “Dai Taka, non è da te essere così, guarda che quando torno ti voglio brillante come eri fino a ieri”, ma Taka che fa sempre lo spiritoso questa volta non parla.
Nel frattempo Kaoru ha un colpo di sfortuna; c’è un corteo di manifestanti contro l’aumento delle tasse che fa andare molto a rilento il traffico con deviazioni a giropesca, interdizioni in delle strade, semafori provvisori così lunghi che gli autisti spengono il motore in attesa del verde.
Comincia a piangere, pensa che le sta bene, il cuore comincia a batterle molto forte, cosa ha combinato?
Finalmente arriva all’aeroporto, appena scende dall’auto si sente afferrare al braccio con forza fino a sentire male; pensa “Aiuto ora che succede?”. Si gira : è Mariko.
“Forza principe Kaoru tu che corri sempre datti una mossa, ormai non ci speravamo più”, corrono verso il gate per Berlino.
Takehiko saluta un’ultima volta tutti, sorride a tutti, in Giappone non usano abbracci tanto meno baci, ma Takehiko dà comunque uno sguardo pieno di affetto e riconoscenza a tutti, dà una pacca sulla spalla giusto a Takashi perché vede gli scende una lacrima.
“Ciao papà e grazie di tutto”.
“Fatti onore figliolo”.
“Scrivi regolarmente, mi raccomando” dice Mayumi, la madre di Nanako.
“Grazie Mayumi” risponde Takehiko che poi rivolgendosi a Nanako dice scherzoso “Ciao Nana”.
“Spiritoso, mi raccomando anch’io, fatti sentire, voglio almeno una lettera ogni 15 giorni” risponde Nanako.
No, Kaoru non è venuta, Takehiko supera quindi il varco e fa un ultimo saluto ai suoi amici finchè non si gira con gli altri passeggeri, i rumori sono già ovattati.
Tutti sono immalinconiti.
Arrivano di corsa Mariko e Kaoru “Nooo” dice Kaoru.
Takashi si sveglia e afferra adesso lui Kaoru gridando a squarciagola “Take”, a quel punto è un coro di urli megafonici, Takashi svetta su tutti, Kaoru, Nanako, Tomoko, Mariko, gli amici e i cugini di Take urlano il più possibile “Take” perché hanno capito di che si tratta, ma ormai Take non li sente più; in compenso li sentono bene i sorveglianti che cominciano ad avvicinarsi con facce cupe.
Takashi vuole fare un ultimo colpo di testa e prende per il braccio Kaoru piangente, corrono verso il gate che vogliono varcare forzatamente.
“Ehi pazzi dove andate?”
“E’ una questione di vita o di morte, TAKE” strilla Takashi “Dovete fare un’eccezione”.
“Vi prego devo salutare il mio ragazzo, TAKE” urla anche Kaoru fra centinaia di lacrime.
“Ma credete che questo sia il set di una telenovela? Dove pensate di essere?”
Takashi corre in avanti stringendo il braccio di Kaoru al seguito, ma le guardie lo fermano. A turno Takashi e Kaoru strillano “VI PREGO, TAKE” “DEVO SALUTARE IL MIO RAGAZZO FATE UN’ECCEZIONE TORNIAMO SUBITO INDIETRO”.
“Ve lo diamo noi il saluto ragazzini : adesso vi beccate una bella denuncia per resistenza a pubblico ufficiale”.
“TAKE” “TAKE” urlano a turno Takashi e Kaoru mentre di peso vengono portati via dalle guardie, a Kaoru importa poco della denuncia, piange come una vita tagliata, singhiozza ad alta voce, ha intravisto di spalle il suo ragazzo camminare verso l’aereo fino a salirci sopra. L’ha perso, è tutta colpa sua, ha buttato via la sua occasione, aveva ragione Nanako, aveva ragione Saint Just, lei così schietta, così verace, così puramente buona d’animo, la classica anima semplice, pronta a reagire e a dare il massimo proprio nelle difficoltà, si è fatta mettere i piedi in testa da degli adulti cialtroni; lei scevra da pregiudizi, lei di mentalità aperta, ha seguito dei cliché; hanno ragione Take e Nanako, decide lei per tutti, non dà mai retta a nessuno, si deve fare come dice lei e basta, anche se questo per lei significa grandi sofferenze, ha perso delle occasioni come le hanno detto Lady Miya e Saint Just, ha perso il suo Take, perché non si possono fare due volte le cose?
Intanto i giovani sono tutti nello stanzone della polizia aeroportuale, i genitori di Nanako sono all’aeroporto e possono prelevare subito Nanako, garantendo anche per Mariko e Tomoko, ma le rispettive famiglie dovranno pagare una sanzione consistente per schiamazzi all’aeroporto; stessa sanzione anche per i cugini e gli altri amici di Takehiko che in quanto maggiorenni non devono essere prelevati da terze persone.
In auto Mayumi commenta “Ma cosa vi ha preso ragazzi? Oramai era andata così, non potete urlare come barrocciai”, i genitori di Nanako sono arrabbiati e fanno la predica a Nanako, Mariko e Tomoko per tutto il viaggio di ritorno. I genitori non capiscono mai nulla, pensa Nanako, sembra che si dimentichino di essere stati giovani anzi sembra che non lo siano mai stati…
Takashi e Kaoru sono decisamente nei guai perché si sono comportati peggio degli altri e quindi non possono andarsene con gli altri.
Arriva il padre di Kaoru che si vede subito è arrabbiato.
Arriva anche Lady Miya contattata al centro di fisioterapia con intimazione di intervenire d’urgenza perché il fratello era stato fermato all’aeroporto; Lady Miya è minorenne, ma visto che il padre è all’estero è stata ugualmente contattata, e a causa della minore età è dovuta arrivare con uno degli zii per prelevare Takashi; Takashi è maggiorenne, ma l’ha combinata davvero grossa e non può andare via subito da solo.
Sia il padre di Takashi (e chi lo sente ora il dr. Ichinomiya? Fukiko e Takashi non hanno il coraggio di dirglielo) sia la famiglia di Kaoru dovranno pagare una sanzione decisamente più alta degli altri fermati.
“E solo perché siamo buoni non vi denunciamo per resistenza a pubblico ufficiale e tentata interruzione di pubblico servizio, ma siete comunque segnalati, se lo farete un’altra volta sarete comunque considerati recidivi”.
“Sei un demente” strilla lo zio dei fratelli Ichinomiya “Hai 23 anni e ti comporti come un bambino di 10 anni, sei infantile”.
Takashi piange non tanto per quello che è successo, non tanto per il fallimento della missione Kaoru, piange perché non sa come farà senza il suo amico per i mesi a venire, 6 mesi sono un’eternità e se diventano 9 mesi? E se poi rimane in Germania?
Fukiko è dispiaciuta per il fratello.
 
“Principessa ci hai veramente delusi, ultimamente hai fatto delle sciocchezze che non sono da te, è vero dei professionisti si sono comportati malissimo con te, hanno fatto errori imperdonabili, ma non è un motivo per essere irresponsabile e irriverente, anche con Takehiko : ti dicevamo di tenertelo stretto, che era un ragazzo d’oro, ma te orgogliosa e piccosa l’hai allontanato”.
“Ma papà l’ho fatto per il suo bene, non l’ho fatto per orgoglio e piccosaggine”.
“Kaoru non capiamo perché ti vuoi mortificare, hai delle questioni di principio su cui ti incaponisci e non ti smuove nessuno anche a costo di perdere occasioni fantastiche e irripetibili; guarda che spesso ogni lasciato è perso, non lo so dove lo ritroverai un ragazzo come Takehiko, sii flessibile, fatti aiutare anche tu, come tutti; del resto tu aiuti sempre tutti allora perché non vuoi essere ricambiata?”
“Ora ho imparato la lezione”, Kaoru piange come un fiume in piena, non farà più questo sbaglio, ecco dove l’hanno portata quegli adulti terribili che ha avuto la sfortuna di incontrare; sa anche che con un carattere diverso non si troverebbe in questa situazione; hanno ragione le sue amiche, deve cambiare, si sono adoperate tanto per farla ragionare, e lei si è mossa troppo tardi, e se non fosse stato per Rei lei e Takehiko non sarebbero neanche tornati amici.
 
Nel frattempo Rei/Saint Just ha saputo tutto, era presente quando è arrivata la telefonata dal commissariato di polizia dell’aeroporto; Fukiko era partita di volata dopo aver rintracciato uno degli zii. In tarda serata Fukiko la chiama e le racconta il resto, Takashi è a pezzi, chiuso nella sua stanza che piange, ha ricevuto una partaccia colossale tramite telefonata intercontinentale dal padre, che gli ha detto o meglio urlato veramente di tutto; anche senza viva voce Fukiko, che non era seduta neppure molto vicina, ha sentito tutto, senza contare la ramanzina già fatta dallo zio durante tutto il viaggio di ritorno in auto.
Anche Rei avrebbe voluto essere all’aeroporto, avrebbe voluto gridare con gli altri, forzare le guardie – sì lei non si sarebbe minimamente peritata e avrebbe voluto andare oltre il gate - , avrebbe voluto essere sequestrata nello stanzone della polizia aeroportuale, consolare la sua amica Kaoru, che sa ora aver bisogno di lei più che mai.
La chiama, ma la sig.ra Orihara le risponde che Kaoru non vuole vedere e sentire nessuno, non ha voluto neppure cenare.
Rei è a pezzi. Pensa che se non avesse avuto l’incidente avrebbe potuto fare di più. Vuole un mondo di bene a Kaoru, fra loro c’è telepatia e sincronia di sentimenti, se Kaoru sta male sta male anche Rei. Non è giusto sia fallita la missione Kaoru.
È fiera di Fukiko, è stata molto gentile con Kaoru, pur sapendo che Kaoru non può vederla neppure in fotografia, in fondo Fukiko è buona; Rei sa di essere sempre stata amata da Fukiko pur essendo stata lesa nel suo orgoglio a causa sua; per Fukiko era un’umiliazione che suo padre avesse avuto una figlia con un’amante eppure aveva amato ugualmente Rei. Rei sa leggere nel cuore delle persone, per questo si dispiace quando sente parlare male della sorella Fukiko.
Guarda con malinconia la sua cherie poupee, il suo totem protettivo, che con il visetto tondo, le manone grasse e quegli occhi dolci e sorridenti le trasmette serenità. Quella bambola è terapeutica, ora che le ricorda Nanako è ancora più terapeutica. La guarda, sembra le sorrida, forse ancora nulla è perso, forse qualcosa deve ancora succedere, Rei a volte prevede un po’ le cose.
Rei fa delle riflessioni alla luce di quello successo a Kaoru. Vuole rivelare a Nanako i suoi sentimenti particolari, stare zitti non serve a nulla, si rimandano inutilmente delle belle esperienze e rimanda oggi rimanda domani alla fine si perdono definitivamente occasioni che non torneranno più. Il suo amore per Fukiko fino a poco tempo fa era malato, la stava annientando persino nella salute, si è fermata per un pelo prima della caduta senza ritorno.
Si sente meglio nonostante il braccio ancora dolorante per essere appena stato tolto il gesso e nonostante l’altra gamba ancora ingessata; senza fumare, senza alcolici e pillole chimiche, e con una sana alimentazione si sente decisamente meglio. Ha deciso di parlare chiaro alla sua cherie poupee vivente. Intanto deve chiamarla per sfogarsi su come è andata con Kaoru.
“Nanako hai già cenato?” sente battere il cuore.
“Certo Saint Just!”.
Commentano con tristezza l’avvenimento del giorno, Nanako è malinconica per la partenza del fratello, e addolorata per Kaoru, pentitasi troppo tardi delle sue scelte.
“Nanako non dobbiamo mai allontanare chi amiamo da noi, serve per essere forti, reattivi, sconfiggere le avversità, senza chi amiamo rischiamo di perdere le esperienze più belle ed emozionanti della nostra vita che poi non torneranno più; non dobbiamo temere i nostri sentimenti, l’amore va dichiarato e urlato davanti a tutti, soprattutto a chi amiamo”.
Nanako pensa che Saint Just faccia un discorso generico, ma nel sentirla si autoconvince più che mai di doversi dichiarare, sa che dopo questi bei discorsi Saint Just non potrà biasimarla.
“Nanako, non c’è niente di più bello che abbracciare chi ami e guardare negli occhi la persona amata quando ti ricambia”.
“E se non ti ricambia?” risponde d’istinto Nanako.
“Hai provato, non avrai rimpianti e potrai andare avanti senza dubbi : altro giro altra corsa”.
Ormai hanno deciso : si dichiareranno, sincronia, telepatia, empatia….
Chiacchierano a lungo, finchè verso le 23:30 (dopo oltre 2 ore) Mayumi rimprovera Nanako “bambine vedetevi di persona, non potete stare sempre delle ore al telefono, è tardi devi andare a letto, per oggi avete fatto abbastanza danni”.
“Senti Saint Just ti devo lasciare, tanto passo in questi giorni, ti voglio bene”.
“Anch’io Nanako”.
 
Il giorno dopo da quanto ha pianto Kaoru non si regge più in piedi, non riesce a mangiare, non le va di vedere nessuno. Poi a un certo punto ragiona, vuole fare l’ultimo colpo di testa, i suoi genitori le strilleranno quando vedranno la bolletta del telefono, ma deve fare un ultimo tentativo per recuperare il rapporto con Takehiko, per dirgli che ha capito il suo sbaglio.
Verso l’ora di cena chiama Takashi, si fa dare indirizzo e numero di telefono di Takehiko in Germania, si farà coraggio gli scriverà o gli telefonerà.
Sono le 4 del mattino, la mattina dopo ha scuola, ma non riesce a dormire e non può più aspettare. In Germania sa che sono ca. le nove di sera del giorno prima. Scende le scale, alza il cordless dalla base e chiama in Germania; chissà quanto costerà quella telefonata, le prende male solo all’idea, immagina le prenderà un’altra volta…dall’altro capo del filo risponde un accento tedesco.
Si schiarisce la voce “Hello, may I speak with Takehiko, it’s important, I am a friend from Japan”; sente qualche altra parola in tedesco, sente chiamare il suo ragazzo.
“Pronto Takashi, fammi almeno arrivare, no?”
“Non sono Takashi”.
Takehiko trasale “Kaoru ma sei tu?”
“Take, poi te lo scriveremo in una lettera, sono arrivata all’aeroporto tardi perché ho trovato una manifestazione per strada, ti ho visto giusto da lontano di spalle salire sull’aereo, sberciavamo tutti nel chiamarti perché tu mi vedessi, ma non potevi sentire, poi ti racconterò l’esperienza assurda”.
“Allora eri venuta…”
“Sì…mi dispiace per come mi sono comportata, ho capito i miei errori, Take … io ti amo e, comunque vadano le cose, sarai sempre e solo tu il mio ragazzo, solo tu per sempre”.
“E tu sarai sempre la mia unica ragazza, ci scriveremo continuamente in questi mesi, ci diremo tutto, e vedrai quando tornerò saremo più forti di prima, recupereremo tutto il tempo perso, sei la cosa più bella mi sia mai successa Kaoru, non perdiamoci più”.
“Mi sei mancato Take”.
“Ma ora non ci mancheremo più, ti scriverò così spesso che mi sentirai sempre vicino, vorrei immortalare questa telefonata”.
“Devo lasciarti Take, sto facendo spendere troppi soldi alla mia famiglia, e poi qui è notte fonda non vorrei svegliare qualcuno, però non dovevo più aspettare, ti amo”.
“Ti amo anch’io, a presto amore mio più grande del mondo”.
“Anche tu Take sei l’amore mio più grande del mondo anzi dell’universo anzi del multiverso” – click – la telefonata è finita.
Era così difficile si chiede Kaoru? Ora finalmente è in pace con se stessa, studierà con molta più serenità, quando Take tornerà gli dirà che ha fatto 2 anni in uno, che ancora una volta è stata brava, non butterà più via occasioni, ogni lasciato è perso come le ha detto suo padre.
Una telefonata intercontinentale ha risolto tutto, perché avevano sì preso strade diverse, ma è anche vero che il mondo è rotondo….
 
 

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Capitolo 15
*** Volare insieme Rossetto confetto ***


CREDIT : “L’INFINITO” di Giacomo Leopardi
 
Kaoru ha raccontato con gioia alle sue amiche che si è rimessa con Takehiko, sa di essersi fatta vedere triste per troppo tempo, ora sarà nuovamente la solita Kaoru esuberante e festante.
È un momento finalmente sereno per il gruppetto di amiche di Nanako, Kaoru, Tomoko, Rei e Mariko.
Si ritrovano e si confrontano tutte insieme in occasione della visita di routine a Rei presso il centro di fisioterapia. Ognuna racconta di sé, ognuna è un po’ cambiata.
Rei adesso ha le braccia libere, deve fare fisioterapia al braccio a cui è appena stato tolto il gesso ma si tratta di una fisioterapia breve; si muove agevolmente con le stampelle e ha detto con sua infinita gioia definitivamente addio alla sedia a rotelle. Prima di gennaio/febbraio non toglierà il gesso alla gamba sinistra; ricordando, però, come stava all’inizio - quando non respirava quasi per niente, aveva soltanto un braccio libero comunque ammaccato, l’altro braccio ingessato, una gamba ingessata e l’altra steccata - , ora che ha una sola gamba ingessata e il resto del corpo si è rimesso ed è quasi tornato come prima dell’incidente, è a un ottimo punto. I fisioterapisti poi sono orgogliosi di lei, si impegna al massimo e con amore, si vede che ha voglia di tornare il prima possibile alla sua vita di sempre, vorrebbero avere tutti pazienti super motivati come lei.
Kaoru si è riconciliata col mondo e soprattutto con l’unico amore suo più grande del multiverso : Takehiko detto Take.
Nanako ha finalmente dissipato tutti i dubbi sulla sua famiglia e non ha più segreti col fratello.
Tomoko porta a fare vedere le foto del viaggio in Russia che ha fatto d’estate coi genitori (il fratello non è voluto venire perché ha preferito andare al mare con gli amici); “non sa cosa si è perso, ha preferito andare allo stesso mare stessa spiaggia dove andiamo tutti gli anni e non gli è interessato andare a vedere dei posti spettacolari”. Tomoko ha 16 anni e non sa che fra pochi anni anche lei come il suo fratello maggiore preferirà andare con le amiche allo stesso mare stessa spiaggia piuttosto che andare a girare il mondo con la famiglia.
Mariko descrive la sua nuova casa, un appartamento funzionale da cui si vede il mare. Per lei e sua madre era troppo grande la vecchia casa, dispendiosa, e faticosa da pulire. I suoi genitori avevano comprato quella casa grande anche perché pensavano di avere una famiglia numerosa, invece dopo Mariko – non si sa perché - non erano arrivati altri figli, poi la separazione… in altre parole, non aveva senso restare lì. Quella casa oltre che sproporzionata dava la malinconia, ricordava il bel tempo che era stato e che non sarebbe più tornato, i sogni di una famiglia felice e realizzata definitivamente infranti; una nuova casa è il modo migliore per ripartire da zero e ricostruire una nuova vita, buttandosi un triste passato alle spalle per sempre “Non vedo l’ora veniate a vederla, è un castello dove abitano due giovani principesse”.
Rei/Saint Just vuole ovviamente fare la sua parte “poi quando tolgo il gesso, faremo una riunione anche alla Maison d’Etoile, io e mio fratello la riarrederemo completamente”.
Tomoko ha svolto la sua commissione per Saint Just “guarda Saint Just sono andata in quel negozio di balocchi sotto casa mia a prenderti dei vestiti più moderni per cherie poupee, come mi avevi chiesto”.
“Grazie Tomoko, li hai trovati, è tanto che volevo mettere dei pantaloni a cherie poupee, ti sono bastati i soldi?”.
“Certo, anzi ti do anche il resto”.
Si divertono a provare i nuovi vestiti a cherie poupee, ridono, tutte vogliono bene a cherie poupee, perché vogliono bene a Saint Just e di conseguenza vogliono bene anche alla sua bambola del cuore, anche perché cherie poupee è diversa dalle altre bambole, non è una bambola da gioco, è da collezione, ed ha uno sguardo ed espressione che vanno visti perché a parole non possono spiegarsi.
Il gruppetto di amiche viene osservato dall’occhio perplesso di Lady Miya che trova esagerati l’affetto e la cura riservati dalla sorella per cherie poupee e inizia a fare battute che danno fastidio alle ragazze in particolare a Kaoru “ragazze alla vostra età giocate ancora con le bambole; Rei smettila una buona volta con questa cherie poupee e voi smettetela di andarle dietro”.
Kaoru è seccata e vorrebbe risponderle a tono, ma le dispiace farlo davanti a Rei specialmente in un momento gioioso e pieno di letizia come questo, e anche perché il giorno della partenza di Take effettivamente Fukiko fu molto gentile con lei.
Nanako, sorprendendo tutte, interviene con garbo “noi non giochiamo con le bambole, abbiamo smesso ormai da tanti anni, però cherie poupee non è una bambola come le altre, è un soprammobile prezioso di cui prendersi cura; come tu hai l’hobby dell’ikebana (n.d.r. creare figure coi fiori), altri del collezionismo e altri ancora dell’arredamento, tua sorella mantiene in ottimo stato cherie poupee; se guardi cherie poupee noterai che non ha lo sguardo fisso e distaccato tipico delle bambole, sembra partecipi; poi sai meglio di noi che cherie poupee è un oggetto di grande valore affettivo per tua sorella perché gliela regalasti proprio tu, ed è normale voler mantenere in ottimo stato un oggetto di qualsiasi tipo, bambola compreso, di valore affettivo, dovresti esserne entusiasta. Sono sicura che se invece di una bambola, si fosse trattato di un orologio, un vestito o una collana non avresti avuto nulla in contrario, anzi ti avrebbe fatto piacere; devi avere lo stesso stato d’animo anche verso cherie poupee che è una bambola soprammobile e non un giocattolo, figurati se Rei o noi altre alla nostra veneranda età giochiamo con le bambole!”
Tutte ammirano Nanako : ha risposto con gentilezza e contemporaneamente con risolutezza a Lady Miya e ha fatto un discorso di grande maturità, incontestabile. Rei specialmente è estasiata : la adora!
Dal canto suo Mariko, che ormai non ha più nessuna simpatia per Lady Miya, prende in braccio cherie poupee, appoggia il visino della bambola sul proprio collo e le fa delle carezzine sulla schiena, guardando con un sorriso malizioso Lady Miya a modo di sfida.
Purtroppo i pregiudizi contro il collezionismo e la cura in generale delle bambole sussistono; nessuno critica chi mantiene in buono stato i propri soprammobili e ninnoli vari basta che non siano bambole. Tuttavia, un oggetto di grande valore affettivo può essere anche una bambola e non si vede per quale motivo si può avere cura di un vaso di cristallo, di un lampadario o di serviti di porcellana, ma non di una bambola soprammobile….
Lady Miya di tutto punto risponde per le rime “per me è pur sempre una bambola, un surrogato di essere umano di cui Rei non ha assolutamente bisogno, poi ha ragione nostro fratello quando dice che è fatta a forma di bestia”.
Rei scuote la testa, tanto Fukiko non capisce. Kaoru non può fare a meno di pensare fra sé e sé “Lady Arpia colpisce ancora”.
Lady Miya comunque si congeda con ironia maligna “ora vi lascio giocare con la bambola perché devo preparare una tesina di francese; dopo aver visto voi spero appena torno a casa di non trovare ancora Takashi a giocare coi videogames, evidentemente va di moda l’infantilismo! Ciao, ciao!”
Saint Just si rattrista, non per la battuta, ma perchè sa che da quando Takehiko è partito per la Germania, Takashi sta chiuso nella sua stanza tutto il giorno dietro ai videogiochi e non vuole vedere e parlare con nessuno. Si sente in colpa, ma per fortuna ci sono le sue amiche comprensive, che hanno molta più empatia della sorella Fukiko e provvedono subito a rasserenarla e distrarla.
Ora cherie poupee ha dei pantaloni variopinti, una camicia di pizzo e i capelli raccolti in una coda di cavallo simile a quella di Tomoko.
Le ragazze chiacchierano briosamente, mangiano la mud cake (n.d.r. ‘torta di fango’, è al cioccolato!) preparata da Nanako squisita come al solito e la finiscono brindando con l’aranciata e lo sciroppo di amarene.
Hanno passato un bel pomeriggio, si sono distratte, hanno chiacchierato, riso, scherzato, sono tornate bambine con l’adorabile cherie poupee che sembrava divertirsi con loro con il suo visino appoggiato sul collo di Mariko a cui piace tanto tenerla in braccio; se lo meritano dopo tanto tempo, le cose si stanno mettendo a posto per tutte, almeno per ora.
Kaoru è molto grata alle sue amiche “se non fosse stato per voi con le mie questioni di principio non mi sarei rimessa con Take, sono stata molto fortunata a incontrarvi, e non vi sarò mai abbastanza riconoscente per avermi fatto riavere l’amore mio più grande del multiverso”.
Mariko innamorata di Kaoru le dice con trasporto “per te questo e altro principe Kaoru, sei così buona e nobile d’animo che meritavi un aiuto concreto a raggiungere i tuoi obiettivi più di qualsiasi altra persona al mondo, per aiutare gli altri hai trascurato te stessa ed era arrivato il momento di ricambiarti, meriti la felicità e tutte noi abbiamo il dovere di darti una mano a conseguirla”.
“Ricambiare appunto” - pensa Kaoru - “hanno fatto così tanto per me, per riavvicinarmi a Take, che ora anch’io devo aiutare le altre ad essere felici. Devo fare in modo che Rei e Nanako si sblocchino”; così Kaoru esclama “come sei attraente oggi Nanako, questo vestito ti dona molto e anche il trucco sembra fatto da un’estetista” ammiccando a Saint Just. Colpita e affondata. Kaoru le guarda entrambe come a dire “quando vi decidete?”, Mariko e Tomoko che cominciano a capire accennano un sorriso.
Riusciranno Nanako e Saint Just a mettersi insieme entro la fine del mese? Riusciranno a vincere le loro remore e ad applicare per sé quello che predicano per gli altri? Fra il dire e il fare c’è di mezzo…l’oceano???
 
Dopo quel pomeriggio nei giorni seguenti Kaoru chiama Rei al telefono; Kaoru sa che Rei le vuole molto bene, pensa a quanto si è adoperata per farla tornare insieme a Takehiko e a quanta fatica e immaginazione ha impiegato per far capire a lei e alla sua testardaggine di dover chiarirsi e parlare con Takehiko, e tornare con lui. Senza Rei e Nanako fra lei e Take sarebbe tutto finito. Vuole partire dai bei discorsi che le fece Rei per spronarla a chiarirsi con Take con ironia ma in modo diretto, perché Kaoru non dice le cose alla larga, lei è diretta, molto diretta, da brava amante delle materie scientifiche vuole andare subito al nocciolo della questione senza girarci intorno, lei non avrebbe saputo essere brava come Rei in una situazione simile, la sua mentalità glielo impedisce, in altre parole Kaoru, come già detto, è il tipo “pane al pane, vino al vino”.
La sua voce è allegra e spiritosa quando chiama Rei “Grazie ancora per quello che hai fatto per me e Takehiko. Grazie infinite sei davvero un’amica”.
“Mi sembra il minimo, venite sempre a trovarmi rimandando i vostri impegni, nonostante i tanti compiti da fare, rinunciando magari a vedervi con altre amiche, alla fine mio fratello è andato in depressione per non essere andato in Germania, è sempre serio, con me è gentile, ma Fukiko mi ha detto che a casa risponde spesso male a lei e ai collaboratori di casa nostra ed è sempre preso dai videogiochi”.
“Guarda che per noi è solo un piacere stare con te, ci saremmo state comunque, anzi così abbiamo la scusa per stare ancora più insieme, ti meriti cose belle, smettila di darti sempre colpe che non hai, se sei arrivata a questo punto è per colpa degli altri non tua, tutti ci dobbiamo assumere le nostre responsabilità, anche tuo fratello; se risponde male a tua sorella andrebbe sentito anche lui e sapere perché lo fa; vedrai poi che gli passa la tristezza per non essere andato in Germania; se Takashi ci fosse andato dopo sarebbe stato molto più triste perché sarebbe stato in pena per te e Fukiko. Cambiando argomento e tornando a parlare di cose belle … quando ti metti con Nanako?”
“Ma che dici, ti sembra il momento? Con la gamba ingessata, la corsa in affanno per stare in pari con le lezioni, mio fratello avvilito perché è rimasto in Giappone essenzialmente per me, ti pare che possa pensare all’amore?”
“E quando ci vuoi pensare? datevi una mossa, l’amore ti darà lo sprint per studiare meglio e riprenderti ancora prima dall’incidente; lo vuoi capire o no che devi avere cose belle pure tu? Io sarò testarda, ma tu sei proprio testona, e poi Nanako è così elegante, sexy, come non innamorarsi!” Kaoru ride.
“Kaoru ora sei tu che sei diventata un po’ pettegola”.
“Sì voglio essere pettegola e frivola, basta la seriosità del principe Kaoru, sto studiando notte e giorno, sto accantonando la palla a canestro questa volta probabilmente per sempre, devo distrarmi in qualche modo, no?”; sul più bello si sente la voce di Ninsei che strilla “mamma Kaoru è cattiva, ha detto che vuole essere pettegola e frivola”.
“Ti devo lasciare perché a casa mia non c’è mai privacy, ciao” e riattacca in modo brusco.
“Come ti permetti di origliare sempre le mie conversazioni? D’ora in poi quando giochi con gli amici vengo subito a interrompervi e ti riporto in casa, così impari, maleducato”.
“Aiuto, mamma, Kaoru mi ha minacciato”.
Kaoru spera sia stato sufficiente il suo intervento con Rei, altrimenti tornerà all’attacco.
 
Nanako mentre studia inglese pensa che ormai vuole dichiararsi di nuovo; i chiarimenti sono troppo importanti, l’ha imparato con suo padre, con suo fratello, con le sue amiche; l’altra volta in cui si dichiarò - a giugno - era diverso, Saint Just era ancora soggiogata dalla sorella, dalle pillole, dal suo malessere generale fisico e psicologico, era molto differente da ora e comunque poi anche dopo la dichiarazione le riparlò, si confidò, le disse che le voleva molto bene, ed erano diventate davvero amiche, stavano diventando sempre più amiche, in fondo Saint Just sa già che la ama-  come ha detto correttamente anche Takehiko - , quindi va solo ripetuto il concetto e chiarire, l’amicizia non può finire per quello; si dichiarerà, ormai ha deciso, e deve farlo subito perché se aspetta poi tornano paure e dubbi e non lo farà mai più perdendo magari un’occasione irripetibile.
Inoltre, la stessa Saint Just ha detto che bisogna sempre dichiarare a tutti i costi i nostri sentimenti a chi amiamo, che si deve essere sempre sinceri da questo punto di vista, quindi Saint Just capirà e le farà anche piacere che la pensano allo stesso modo.
Prima ha bisogno però di un sostegno morale dalla sua super amicona Tomoko. Si ha molta confusione dentro di sé quando si è innamorati; come dice giustamente la dottoressa Orihara, un momento hai voglia di piangere per paura di non essere ricambiata e il momento dopo sei euforica perché l’amore ti dà ebbrezza, esaltazione, allegria, tocchi il cielo con un dito perché le farfalle che hai nello stomaco ti prestano le loro ali per volare alto verso il settimo cielo (anche l’ottavo…), perché senti la dolce e malinconica melodia dei campanellini mossi da un roseo e piacevole vento di primavera; in entrambi i casi hai bisogno di un’amica accanto che nei momenti negativi ti dia forza per scacciare la tristezza e riprendere in mano il controllo di te, e nei momenti positivi condivida con te la tua immensa gioia, una gioia troppo grande per essere contenuta nel tuo solo cuore.
La prima volta in cui si dichiarò a Saint Just, Nanako dopo ebbe bisogno di stare fino a tarda sera a gironzolare con Tomoko dopo l’uscita da scuola, e il giorno dell’incidente in cui doveva incontrarsi con Saint Just per controllare la sua allegria dovette passare la mattinata con Tomoko, che le dette anche un grande sostegno morale appena successe l’incidente a Saint Just.
La telefonata a Tomoko è semplicemente fondamentale, condizione senza la quale non si procede. Meno male c’è Tomoko!!! Non è necessario parlare di amore, infatti le altre volte non hanno mai parlato di amore, innamoramento né tanto meno di Saint Just, perché basta chiacchierare del più e del meno, avere la conferma di quell’affetto sincero e incondizionato della tua amica per affrontare ogni situazione.
Così la chiama e fanno una bella chiacchieratona come solo loro sanno fare, Nanako vuole farsi raccontare di nuovo del viaggio in Russia, del Cremlino, di Leningrado che ha appena cambiato nome in S. Pietroburgo, della tundra, delle chiese ortodosse, vagheggiano di altri posti che vorrebbero visitare, gli Stati Uniti e New York prima di tutto, Los Angeles, Londra e Parigi, poi anche Berlino.
Nanako è particolarmente concitata, sembra esaltata e Tomoko se ne accorge, così come Tomoko - da amica di lunga data di Nanako - capisce anche che si tratta di Saint Just; del resto Tomoko sa che quella triste domenica di luglio Nanako e Saint Just avrebbero dovuto incontrarsi, si vedeva che Nanako era innamorata, ed era anche particolarmente in ghingheri, cosa che Nanako non aveva mai fatto per nessun’altra amica nemmeno per lei. Inoltre, d’estate Nanako aveva costretto i suoi genitori a rimanere in città per seguire ogni giorno, proprio ogni giorno, Saint Just, e tuttora va da lei quasi tutti i giorni, studiando fino a notte inoltrata per recuperare il tempo perso. E tutti gli ammiccamenti di Kaoru, che ha anche notato il look particolarmente ricercato che spesso e volentieri sfoggia Nanako quando va a trovare Saint Just; sembra che Kaoru voglia dire “ragazze svegliatevi, fidanzatevi!”.
Tomoko asseconda la voglia di chiacchierare di Nanako, ma poi proprio perché amica vuole aiutarla ad aprirsi “Nanako sei innamorata vero?”
“E questa da dove spunta fuori? Che c’entrano le serie televisive di cui stiamo parlando con gli innamoramenti?”
“Nanako, ti conosco dalla prima elementare, non mi nascondi nulla, hai bisogno di ammortizzare la tensione da innamoramento, l’abbiamo capito tutte che sei innamorata pazza di Saint Just, ma perché non ti dichiari e la finisci lì? Se ti corrisponde vi mettete insieme, altrimenti nella peggiore delle ipotesi restate amiche, ma se aspetti e stai zitta non lo saprai mai, sei una ragazza piena di iniziative, reattiva, e ti blocchi proprio ora, l’hai visto anche tu con tuo padre, tuo fratello e Kaoru che succede ad avere timori; se tu, Saint Just e Takashi non vi foste dati da fare, tuo fratello e Kaoru non si sarebbero mai rimessi insieme, pur essendo molto innamorati”.
“Ma che stai pensando? Non è vero, Saint Just è solo una carissima amica”.
“Perché mi prendi per stupida? Non c’è nulla di male, anzi è molto bello innamorarsi, di che hai paura?”
Nanako inizia a piangere, con Tomoko ha confidenza, può liberarsi ed essere se stessa fino in fondo, la tensione si smorza finalmente, si sente più libera, le racconta della sua prima dichiarazione d’amore a Saint Just la mattina in cui marinarono la scuola “io voglio agire, me l’hanno detto anche Kaoru e Takehiko di intervenire, ma la amo troppo per perderla”.
“Perché non mi hai mai raccontato della tua prima dichiarazione? Mi ricordo quella mattina che non venisti a scuola; ci siamo sempre dette tutto; di cosa critichi tuo fratello e Kaoru? Ma come siete complicati voi innamorati, sembra abbiate paura di essere felici, quando invece avete il dovere di cercare la felicità, tutti dobbiamo cercare la felicità. A maggior ragione devi ridire a Saint Just che la ami; posso capire se non le avessi mai dichiarato nulla, ma l’hai già fatto e ti è rimasta amica, che ti costa un replay sotto condizioni molto più favorevoli e ottimiste, nella peggiore delle ipotesi restate amiche, come ti ho già detto; insomma comunque sia sarà un successo, cosa vuoi di più? Muoviti e non diventare una muflona”.
“Grazie Tomoko non so come farei senza di te”.
“Però due cose : non truccarti da pagliaccio come facesti a luglio, e non fare nulla che io non farei”, sghignazza Tomoko.
“Promesso Tomoko”.
Nessuno ti capisce meglio di un’amica di vecchia data…
 
E la dolce Rei? È in giornata no…da quando è morta la madre si è talmente disabituata a ricevere affetto dalla famiglia, che ora teme di perderlo per le rinunce a cui si sono autocostretti i suoi familiari. Takashi è assente mentre lei gli ripete le dimostrazioni delle espressioni trigonometriche “Takashi perché non sei partito? Vedi come stai male? Tu sei troppo diretto e spontaneo, non nascondi i tuoi veri stati d’animo. Perché rispondi male a Fukiko e ai collaboratori della villa? Alla fine è stato peggio per te e per noi, perché poi te la rifai con gli altri dei tuoi malesseri, con me, Fukiko, Mariko ecc., ecco a cosa portano le forzature, ecco cosa succede a rinunciare ai propri sogni”.
“Non è per te Rei che sono adirato, ma per Fukiko, per lei è sempre tutto scontato e dovuto, io non volevo sentirmi dire grazie, io sono convinto della mia scelta e la rifarei all’infinito, il mio cruccio è non poter rimediare il passato, quindi non è per te e la nostra famiglia in generale che sono adirato; Fukiko sa quanto ci tengo a Takehiko e quanto sto soffrendo a non stare con lui dopo 11 anni di amicizia assidua continuata e mai interrotta, Fukiko sa anche quanto mi è costato rinunciare alla Germania, poteva starmi un po’ vicina, chiedermi come sto, invece parla solo di sé, di quanto è brava a scuola, di come organizza le giornate con le sue amiche, mi comanda su tutte le questioni burocratiche di casa ricordandomi ogni volta i miei doveri di fratello maggiore, mi rimprovera se gioco per distrarmi coi videogames dicendo che mi comporto da ebete e da immaturo, per non parlare di nostro padre, lui mi ha urlato di tutto al telefono per la faccenda dell’aeroporto e l’ultimo strillo è stato ‘abbiamo avuto l’ennesima dimostrazione scientifica che non sei normale’ e poi ha sbattuto la cornetta.
Tutte le volte che io o qualsiasi altra persona compiamo un’azione che lui non approva veniamo subito accusati di non essere normali, sempre la solita storia, ormai. Secondo me vuole più bene a Fukiko e a te che a me, nonostante io cerchi in tutti i modi di farlo essere orgoglioso di me”.
“Tanto rimproverava anche me a dispetto della mia degenza in ospedale; te sei più rimproverato di me sia perché sei in salute sia perché con te ha molta più confidenza, ma un genitore non fa mai differenze e preferenze fra i figli, o almeno fra quelli che ha sempre visto dalla nascita…” Rei si rattrista, pensa che i figli non sono tutti uguali, Takashi e Fukiko sono stati seguiti dal padre fin dall’inizio, mentre lei non ha mai avuto alcun rapporto con lui, solo dopo l’incidente hanno avuto i primi dialoghi neanche “entusiasmanti”, il rapporto fra lei e suo padre non è come quello fra suo padre e i suoi fratelli, non riesce a fare a meno di pensarlo.
Takashi è impressionato da Rei; riesce ad aprirsi molto più con lei che conosce poco che con l’altra sorella Fukiko che conosce da sempre, troppo diverse di carattere…vuole bene a tutte e due allo stesso modo, anche se prima dell’incidente si sentiva più legato a Fukiko, ma da quando ha instaurato un rapporto con Rei, a parità di affetto, è costretto ad ammettere che se la dice molto più proprio con Rei. Si riaffacciano i sensi di colpa che ormai lo tormentano dal giorno dell’incidente e che si stanno riacutizzando dalla partenza di Takehiko; a quest’ultimo proposito riconosce fra sé e sé che se fosse davvero maturo per i suoi 23 anni, non farebbe pesare le sue scelte personali sugli altri; se ha deciso di seguire la famiglia, non può poi diventare scontroso come se volesse dire “per dovere sono rimasto con voi, però mi sto molto sacrificando e quindi vi fo scontare la disponibilità che ho mantenuto nei vostri confronti”; si vergogna di se stesso.
“Scusa Rei se sono assente e distratto in questi giorni, sono un cattivo insegnante di matematica e meritavi dei fratelli migliori”.
Rei è spiazzata, per non dire le solite frasi fatte cerca di sdrammatizzare “sai se può consolarti io sono stata rimproverata da Fukiko per ma cherie la poupee”.
“Beh, devi ammettere che la belva è inquietante”.
Provano a ridere, riprendono in mano i libri di matematica, la ripetizione va avanti senza intoppi.
 
Rei/Saint Just è nostalgica, quando il fratello se ne va. Vorrebbe dichiararsi a Nanako, ma ha troppe cose per la testa, non sa se è il momento giusto, o forse sì, perché si deve cogliere l’attimo….non sa che fare…sicuramente vuole dirglielo, ma è triste per i contrasti fra i suoi fratelli, è triste per lo stato d’animo di Takashi, poi Kaoru anche se si è rimessa con Takehiko è comunque fidanzata a distanza, lei in Giappone, lui in Germania, possono solo scriversi sperando che le lettere intercontinentali non vadano smarrite, non vuole essere più felice di loro; poi ci sono le preoccupazioni per la scuola, la corsa contro il tempo per non restare indietro coi programmi…
Sembra che Rei abbia timore di essere felice, forse perché a luglio quando si era accorta di essere in uno stato d’animo ideale, il miglior stato d’animo provato negli ultimi tre anni, aveva rischiato di morire in quel terribile incidente di cui ancora pagava le conseguenze. Desidera la felicità più di qualsiasi altra cosa al mondo, sa che la felicità comprende anche una relazione sentimentale con Nanako, ma ha paura, paura di non saper gestire questa felicità a cui non è più avvezza, paura di non raggiungerla, paura di essere felice mentre le persone che ama non lo sono…e cade nel vortice dell’indecisione….indecisione da cui vuole sbloccarsi. Vorrebbe confidarsi, parlare, ma non sa con chi; Kaoru la sprona, sarebbe la persona perfetta con cui parlare, eppure Rei ha quel riserbo verso Kaoru perché ha paura di immalinconirla vista la relazione a super mega distanza fra Kaoru e il suo ragazzo. Di nuovo paura…paura che ti blocca, da cui scaturisce l’immobilismo, quell’immobilismo per definizione sempre perdente.
Vede la bottiglia di sciroppo di amarene con cui ha brindato con le amiche l’altro giorno; non sa come facessero a piacerle gli alcolici che ora trova disgustosi, ma ama molto lo sciroppo di amarene così dolce e denso, ne riempie un bicchiere pieno, schietto, non diluito né con acqua né con latte, lo sciroppo le ricorda la felicità e la scuola, quando rifioriscono i ciliegi, mette il bicchiere contro luce e si incanta a vedere quel bel bordeaux da cui trapassa la luce del tramonto, ne è incantata, il bordeaux : il colore del cuore, l’organo vitale per eccellenza, non a caso sede dei sentimenti, perché non si vive senza sentimenti; si incanta a vedere quel bordeaux sullo sfondo di un affascinante cielo color salmone.
 
Nanako dal canto suo si è decisa : deve parlare di nuovo con Saint Just. O ora o mai più. Se non lo fa adesso, sa che non troverà più il coraggio, che si crogiolerà nell’eterna incertezza come stavano per fare suo fratello e Kaoru.
Vuole dirglielo di persona e non via filo. Ovviamente però devono essere sole, altrimenti non può dirle nulla. Si inventa che non ha capito le ultime tre lezioni di musica, e che ha dei dubbi di francese che deve assolutamente dipanare con lei; con questa scusa si reca al centro di riabilitazione nel giorno e orario fissati.
Si è fatta bella per Saint Just senza sembrare un pagliaccio, come le ha consigliato Tomoko. Ha messo una camicia turchese con sopra una giacca blu con dipinte delle farfalle di tutti i colori (proprio le farfalle che meglio descrivono il suo stato d’animo), una gonna lilla svolazzante come piace a lei, ballerine color prugna con calzini blu - come la giacca - col pizzo in cima; trucco semplice soltanto un ombretto color caramello appena accennato, rimmel e un rossetto rosa confetto. Ha preparato poi tutto il discorso con la cura di un grande retore, è un discorso con filo logico ineccepibile, pieno di delicatezza, con apposito preambolo, corpo e conclusioni, sembra preparato da un esperto di comunicazione.
Col cuore che le batte all’impazzata e le gambe tremanti arriva al centro di riabilitazione, non ha il coraggio e vorrebbe quasi con una scusa rimandare, fermarsi a una cabina telefonica pubblica per avvertire di un imprevisto che le ha impedito di venire, ma poi si autoimpone di non essere vigliacca, perché poi ogni volta troverà una scusa.
Intravede la porta socchiusa della stanza di Saint Just, probabilmente lasciata così da Takashi quando se ne è andato.
Vede Saint Just, vuole contemplarla : è molto bella, ha quegli occhi viola sognanti, indossa una tuta colorata variopinta che ne risalta più che mai la bellezza, i capelli sciolti mossi sulle spalle, sembra un angelo caduto dal cielo che brinda alla bellezza con quel bicchiere bordeaux in mano, un angelo di buon auspicio, figura celestiale, come vorrebbe abbracciare e baciare quell’angelo, quella creatura bella da morire, bella da far paura, di una bellezza eccezionale che non si può descrivere a parole, la ama infinitamente, la ama da morire, è in estasi di fronte a una simile bellezza…
Si riprende, deve dichiararsi, Saint Just fra l’altro la sta aspettando e lei non vuole fare tardi.
Ma quel bicchiere è appunto bordeaux! È ….VINO…no Saint Just è impazzita, vuole riprendere a bere gli alcolici, cosa sta facendo????
L’istinto prevale e Nanako perdendo ogni controllo entra velocissima nella stanza mentre Saint Just comincia a bere lo sciroppo e urla a squarciagola dirigendosi di corsa verso l’amica con l’istinto e la spontaneità che la caratterizza
“Saint Just ma che fai sei impazzita? non devi bere vino mai più”; in contemporanea Nanako dà una botta violenta sul bicchiere e lo fa cadere a terra rovesciando tutto lo sciroppo.
Saint Just presa alla sprovvista e spaventata reagisce arrabbiata “ ‘ma che fai sei impazzita’ devo dirlo io, ma cosa ti prende? Guarda che cosa hai combinato e con la gamba ingessata ci metterò una marea di tempo a pulire”.
Nanako non la fa finire “perché vuoi ricominciare a bere?”
“A bere? Ma che dici?”
“Neghi l’evidenza? Stavi per bere un bicchiere pieno di vino”.
“Non è ve” Saint Just non finisce perché la frase è troncata da Nanako.
“Ora mi fai finire, stai recuperando la tua salute e butti tutto alle ortiche ricominciando coi tuoi vizi deleteri?”
“Hai frainteso, fammi par”
“No, non ti fo parlare, perché non ne hai diritto, non hai scuse, e perché ti amo troppo per permetterti di rovinarti di nuovo la salute, non voglio vedere in malattia nessuna delle persone che amo, e io ti amo moltissimo, ti amo così tanto che voglio vederti in ottima salute per almeno altri 100 anni, non sai quanto ho sofferto e pianto quando assumevi pillole e alcolici, quando eri sempre triste, quando piangevi, se stavi male tu stavo male anch’io, e quindi non devi più stare male sia per te stessa sia perché non è giusto tu faccia star male le persone che ti vogliono bene me compresa, devi stare bene perché te lo meriti, sei una persona meravigliosa, angelica, niente e nessuno deve farti più soffrire nemmeno tu, te lo impedirò con tutte le mie forze per te ed egoisticamente anche per me, perché ti amo troppo e sarei annientata dal dolore se tu stessi ancora male, ti amo troppo Saint Just, ti amo da morire già così; se tu stessi male io ne morirei sicuramente, ti prego non farmi morire, te l’ho già detto una volta, se tu fossi morta in quell’incidente … io non ci voglio pensare” Nanako scoppia a piangere disperata e abbraccia la sua Saint Just senza accorgersi che si è già dichiarata.
Saint Just è piacevolmente sconvolta, ora sa di essere ricambiata e ormai deve fare la sua parte, non credeva di essere amata da Nanako fino a questo punto, con le lacrime agli occhi la riabbraccia – finalmente non ha il più il gesso al braccio e ha entrambe le braccia libere -, le risponde
“Nanako non mi hai fatto parlare, ma era sciroppo di amarene, quello con cui abbiamo brindato l’altro giorno con le altre ragazze, puoi anche controllare”.
Nanako è sorpresa per la brutta figura che ha appena fatto e continua a piangere perché pensa di aver perso l’amicizia della sua Saint Just, non solo non avrà l’amore ma con la sua impulsività ha perso anche l’amicizia, ha rovinato tutto, è disperata.
“Saint Just, perdonami, ti prego ero in buona fede, l’ho fatto perché ti amo, ti amo moltissimo, sbaglio sempre con te, ora non mi vorrai più, ti prego non negarmi la tua amicizia, non pretendo mi ricambi nell’amore, ma almeno la tua amicizia dammela, ero in buona ”
questa volta è Saint Just a troncare il discorso
 “Grazie Nanako, mi hai dato la migliore dimostrazione di amicizia e amore che potessi darmi, sono infinitamente fortunata ad averti conosciuto, non potrei mai fare a meno di te, della tua amicizia e del tuo amore, senza di te la mia vita sarebbe incompleta, ti voglio al mio fianco per sempre perché sei un sostegno indispensabile per me, con te ho conosciuto la purezza dell’amicizia e dell’amore, sei il mio angelo custode”.
“Non sei arrabbiata con me?”
“Io non potrò mai essere arrabbiata con te, ma nello stesso tempo non ti sarò mai abbastanza riconoscente per tutto l’amore che mi hai dato e dimostrato, tu piuttosto dovresti essere arrabbiata con me per come ti ho trattata a volte, per essere stata aggressiva, sgarbata, scontrosa e non immagini quanto me ne vergogni, io non so se merito e sono degna del tuo amore” Saint Just abbraccia più che mai la sua Nanako e ha il viso rigato di lacrime.
“Tu sei una persona così buona, Saint Just, meriti amicizia e amore da tutti, le tue reazioni in quel periodo erano normali, dettate da un infinito bisogno di affetto che non veniva mai soddisfatto neppure in minima parte, per questo ho continuato a cercarti, io ti amo e amerò sempre”.
Saint Just appoggia la sua gota su quella di Nanako, si scambiano le rispettive lacrime, Saint Just prosegue, ormai deve dirglielo, non ha più scuse, Nanako se lo merita e in fondo sa di meritarselo anche lei
“Anch’io ti amo e amerò sempre Nanako per tutto quello che fai, che dici e sei, ma avevo paura a dirtelo perché non so se ti merito”.
“E io ti ripeto che meriti amore e amicizia da tutti. Non sai quanto mi rende felice che tu ricambi il mio amore per te”. Nanako è scombussolata, non riesce a credere di essere amata da Saint Just, si chiede se è sveglia o se sta sognando, non realizza ancora, non riesce neppure a pensare…
“E tu non sai quanto mi rende felice essere amata da te. Sei il mio amore per sempre Nanako”.
“Anche tu Saint Just”.
Alla fine uno sciroppo di amarene ha risolto al meglio la situazione, Nanako si è dichiarata senza accorgersene, senza frasi fatte e discorsi impostati artificiali, nel modo più spontaneo del mondo; Saint Just a quel punto si è liberata dalle sue catene, inizia a capire che merita abbondantemente la felicità e che deve godere delle sue giornate e di tutto quello che la vita può offrirle. Si abbracciano, sedute sul letto di Saint Just, la gota dell’una appoggiata su quella dell’altra, si sono fatte una dichiarazione molto importante, su cui avevano meditato e rimuginato a lungo, avvenuta nel modo più imprevedibile, perché le cose non vanno mai come ci immaginiamo né tanto meno come programmiamo.
Come dice Takehiko, se l’armonia e l’equilibrio del cosmo richiedono il verificarsi di determinate circostanze, queste circostanze si verificheranno in un modo o nell’altro, e l’amore di due ragazze innamorate fatte l’una per l’altra, come Saint Just e Nanako, deve necessariamente coronarsi perché si compiano l’armonia e l’equilibrio dell’universo.
Le ragazze si guardano negli occhi, sono in confusione; è la prima dichiarazione d’amore fatta nell’età più bella e allegra, quella piena di aspettative, di sogni, di obiettivi, l’età in cui tutto è possibile, in cui dai per scontato che realizzerai ogni tuo desiderio, in cui tu e i tuoi amici siete tutti uguali, troppo bella l’adolescenza.
Le ragazze sono in confusione perché sono tanto tanto tanto tanto troppo felici; la loro felicità è così immensa che non riescono a descriverla, che non sono in grado di contenerla, si sentono molto forti e anche liberate, - sì - ora sono davvero libere perché non sono più tormentate da quell’amore stratosferico provato l’una nei confronti dell’altra, indecifrabile e incomprensibile perché sconosciuto, dalle conseguenze inimmaginabili e quindi spaventoso come tutte le cose nuove e misteriose quando sono di grandi dimensioni, ora che hanno rivelato l’una all’altra i propri sentimenti, che si sono viste corrisposte, sono libere da baratri psichici, da struggimenti spirituali, e al contempo sono sovrastate da una gioia sconfinata, sono ostaggio dello stato d’animo più bello che esista, uno stato di sequestro che vorrebbero eterno, per questo si stanno chiedendo cosa hanno aspettato, la loro non è una cotterella adolescenziale, un’infatuazione, il loro è amore allo stato puro, hanno già provato questo sublime e molto impegnativo sentimento alla loro giovanissima età, un sentimento che si prova in genere quando si hanno diversi anni in più…forse erano destinate a incontrarsi….
Nanako vorrebbe baciare Saint Just, ma non sa se le farà piacere e teme di macchiarla col rossetto. Anche Saint Just vorrebbe baciarla. Si fissano negli occhi fino a entrare l’una negli occhi dell’altra. Nanako rompe il silenzio ripetendo con convinzione gli ultimi versi della lirica di Leopardi “l’infinito”, quella insegnatale dal fratello il giorno della partenza per Berlino.
“ ‘Così tra quest’immensità s’annega il pensier mio : e il naufragar m’è dolce in questo mare’” – niente al mondo descrive meglio il suo stato d’animo - .
“Ma cherie la poupee, è bellissimo quello che mi hai detto, lo sai che lo provo anch’io per te? Siamo in sincronia”.
“Sono i versi finali di una poesia italiana che mi ha insegnato Takehiko prima di partire, sono così emozionata che non ricordo nemmeno il nome del poeta, eppure lo so”.
Ridono emozionate.
“Grazie a te sono felice, grazie per esserci Nanako” Saint Just la stringe di più, ora le braccia stanno bene, riappoggia la sua gota su quella di Nanako, piangono ancora di gioia, sono ancora abbracciate.
Sono sedute sul letto, eppure volano, volano, volano sempre più in alto, forse non è un caso che Nanako abbia indossato una giacca con stampate farfalle variopinte che volano, segno premonitore di quello che sarebbe successo in questo giorno magico, il più emozionante finora mai vissuto. Volano insieme verso la stessa meta. Volare è stupendo, dà il senso dell’infinito, è la rappresentazione della potenza, e volare insieme alla persona che ami è l’apoteosi dell’amore.
Il desiderio di un affettuoso e amorevole bacio persiste per suggellare quel volo verso l’infinito, persiste nella sospensione in quest’infinito che incombe su di loro e le travolge, in quest’infinito dalla luce abbacinante, in quest’infinito in cui naufragare è semplicemente sublime.
Alla fine si lasciano guidare ancora una volta dall’istinto; ormai niente e nessuno le può fermare nella loro tensione all’infinito; rimuginare ed elucubrare non porta a nulla, solo all’ormai arcinoto immobilismo perdente.
Si scambiano un bacio, hanno abbandonato il mondo contingente per raggiungere l’altra dimensione trascendente in cui sono naufragate e ora sospese, loro due con il loro amore puro, il loro amore spirituale, il loro amore iperuranico come solo un amore innocente può essere, provano l’una per l’altra un amore mistico assolutamente perfetto … adesso hanno tutte e due le labbra color rosa confetto….
 
 

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Capitolo 16
*** Nuove dimensioni ***


Nanako e Saint Just sono arrivate direttamente al livello supremo nella scala dell’amore. In genere nelle prime esperienze sentimentali specie negli anni delle scuole superiori si è giusto affascinati, si apprezza l’aspetto estetico atteggiandoci quasi a giurati di un concorso di bellezza, si prova tenerezza e affetto, ma molto raramente si prova quell’amore totalizzante e coinvolgente con spirito di sacrificio e abnegazione, che ci fa desiderare la gioia della persona amata anche a costo della nostra infelicità, e che arriva alla telepatia. È un amore assolutamente e puramente spirituale, cristallino, genuino, semplicemente il vero amore. Livello supremo.
Nanako e Saint Just sono giovanissime, hanno 16 e 17 anni, e hanno già sperimentato questa esperienza sentimentale sublime, senza passare dagli stati precedenti. Con il loro primo amore sono giunte direttamente all’apice e da lì contemplano sia il contingente sia il trascendente, tendono all’infinito, e a proposito di infinito vorrebbero restare in eterno in questa dimensione….
Dopo quel bacio puro ricco di amore e affetto Nanako compie un gesto tipico della sua sosia cherie poupee, appoggia il viso sul collo di Saint Just; Saint Just se ne accorge e ha un grande moto di tenerezza nei suoi confronti, è come se cherie poupee si fosse davvero umanizzata, e a sua volta appoggia la sua tempia sull’inizio della testa di Nanako.
“Sei proprio ma cherie la poupee” dice Saint Just.
“Anche tu sembri una bambola” le risponde dolcemente Nanako.
Sono molto tenere…
“Ma non dovevi chiedermi dei chiarimenti di musica e francese?”
“Era tutta una scusa per venire qui a dichiararti il mio amore quando non c’erano altre persone”.
“Sei fantastica Nanako, hai un carattere così forte e risoluto, abbiamo tutti da imparare da te, ti proponi un obiettivo e lo persegui pervicacemente finchè non lo raggiungi, sei la mia stella polare”.
“Ho avuto molte titubanze, non sapevo come avresti reagito, visto anche che non la prendesti bene quella volta che mi dichiarai quando marinammo la scuola, poi ho pensato che era giusto fossi sincera con te proprio perché ti amo. Il giorno prima del tuo incidente hai detto che mi volevi bene per la mia trasparenza d’animo, e avrei tradito la tua fiducia se non ti avessi rivelato i miei sentimenti autentici. Vorrei gridare a tutto il mondo il mio amore per te, condividerlo, chissà come sarà felice mio fratello quando saprà che ci siamo dichiarate, lui tifa per me anzi per noi! Saint Just tu sei stata per me il classico colpo di fulmine, da quando ti notai il primo giorno di scuola sul bus; galeotta fu quella brusca frenata dell’autista che mi fece finire addosso a te, volevo chiederti scusa e rimasi folgorata dalla tua bellezza, dal tuo fascino celestiale, mi sembrasti un’apparizione ultraterrena, per me era un’emozione vederti ogni volta e anche adesso sei talmente bella che mi incanti, cado in estasi ogni volta che mi soffermo su di te, sui tuoi occhi viola”.
Saint Just è colpita e commossa da tutti quei complimenti, non sa cosa rispondere; Nanako se ne accorge, la prende per le spalle e riappoggia il suo viso sul collo di Saint Just che a quel punto si sblocca e stringendo al suo cuore la versione umana della sua bambola adorata le dice
“Anche tu sei bellissima Nanako, esteticamente e spiritualmente, non dobbiamo più sprecare neanche un minuto perché per i miei problemi prima e il mio incidente poi abbiamo già sprecato troppo tempo, anch’io vorrei gridare a tutti che mi sono messa con te, ma ancora preferisco aspettare a dirlo a casa.
Takashi è in crisi esistenziale in questo periodo, hai sentito anche tu Fukiko quando ha raccontato che sta tutto il giorno a giocare con la consolle dei videogiochi, ci teneva tanto ad andare in Germania con tuo fratello, e invece è rimasto qua per noi, soprattutto per me; qualche anno fa nostro padre non gli ha permesso di andare a vivere da solo durante l’università, adesso non è partito per la Germania, tra l’altro per la prima volta dalle scuole medie starà per mesi senza tuo fratello, che è più di un amico-fratello; Nanako te lo dico solo a te, ma non dirlo a nessuno, non lo sa nemmeno Kaoru, mio fratello è sempre stato innamorato del tuo”.
Nanako trasale, pensa a quanto starà soffrendo Takashi, a quanto deve essere triste amare una persona che sai non ti corrisponderà mai, lo intuisce soprattutto ora che ha provato la gioia infinita dell’amore corrisposto.
“Sei sicura Saint Just? Mio fratello non mi ha mai detto nulla”.
“Per forza, non lo sa!”
“Che sacrificio deve essere amare una persona e non poterglielo dire, amare in silenzio perché sai non coronerai mai il tuo sogno”.
Saint Just prosegue con l’elenco “mia sorella, come sai, è innamorata anche lei di tuo fratello per un capriccio di quando aveva solo 12 anni, lei si incaponisce con le cose e le persone, devono tutti sottostare a lei ed essere a sua completa disposizione; è in crisi perché Takehiko si è rimesso con Kaoru, poi siccome non sa delle pene di amore di Takashi ho paura le sfugga detto qualcosa davanti a lui. Mio padre poi se sa che ho la ragazza è capace di farmi la predica perché non devo avere distrazioni dalla fisioterapia e dallo studio, insomma a casa mia meglio non dire nulla al momento”.
Nanako riflette “sì, aspettiamo, anche i miei genitori potrebbero dirmi che sono troppo giovane per avere una relazione sentimentale, lo dico solo a mio fratello raccomandandogli di non dirlo a loro, quanto alle nostre amiche, secondo me lo capiranno da sé soprattutto il dottor Kaoru che capisce sempre tutto; ora che mi fai pensare non vorrei inavvertitamente urtare la sensibilità di qualcuno, Mariko specialmente è innamorata non corrisposta del dottor Kaoru, e anche Kaoru per mesi non potrà vedere mio fratello, non è il massimo avere una relazione sentimentale a distanza, vedi mi lascio prendere dall’entusiasmo meno male ci sei tu a farmi riflettere”.
“E meno male ci sei tu a farmi agire Nanako, siamo complementari, non separiamoci mai”.
Sono delle anime troppo buone e pure per sapere che purtroppo ci sono dei pregiudizi crudeli nei confronti degli amori fra due ragazze e che quindi potrebbero incontrare delle difficoltà nel rendere noto il loro amore a tante persone…
Ridono e cominciano a parlare velocemente di tutti i loro progetti, restando abbracciate, quasi avessero paura a separarsi, come se fosse tutto un sogno che potesse svanire una volta che si staccano l’una dall’altra. E come non rendere partecipe della loro gioia cherie poupee dagli occhi cangianti?
Nanako guarda con simpatia la bambola, la sua sosia, seduta sul tavolino accanto al letto nei suoi comodi pantaloni “Saint Just ma ci vedo male? L’altro giorno aveva gli occhi verde smeraldo, ora li ha azzurri!”
“Finalmente qualcuno che ci fa caso! Sei la prima che lo nota : a seconda di come la muovi le pupille cambiano colore, un momento sono verdi smeraldo e il momento dopo azzurre! Solo tu che sei la sua sosia potevi notarlo, e guardacaso proprio oggi che ci siamo messe insieme le sono venuti gli occhi azzurri come i tuoi!”
Scoppiano a ridere e si passano a turno la bambola divertendosi a farle cambiare colore degli occhi.
A un certo punto però la dura realtà le richiama perché i sogni non sono eterni e prima o poi arriva l’alba. Ora che si sono dichiarate, però, niente e nessuno potrà più separarle e fermarle, il loro amore è lì cristallizzato …da oggi per loro comincia una nuova vita più bella e decisamente più emozionante.
Nanako, uscita dal centro di riabilitazione, danza quasi per la strada, cammina a passi veloci, la gente la guarda perché senza accorgersene ride fra sé e sé, volteggia mentre cammina, sembra una di quelle ragazze delle pubblicità che si mostra allegra per il suo acquisto; le sembra tutto un sogno, ha dimenticato tutta la tristezza dell’inizio, i piccoli scontri, i problemi di salute e l’autolesionismo di Saint Just, i tentativi di boicottaggio della loro amicizia da parte di Lady Miya, quell’incidente che le aveva fatto temere di perdere per sempre Saint Just. Se non fosse per i compiti a casa che l’aspettano, Nanako tornerebbe a casa a piedi per scaricare quella gioia incontenibile.
Finalmente a casa, i suoi genitori la trovano particolarmente esuberante.
“Che ti è successo tesorina?” le chiede la madre.
“Niente, mamma, sono felice perché Saint Just mi ha spiegato quello che le ho chiesto e mi ha anche detto che dovrebbero dimetterla presto, ora vo a finire i compiti”, sembra volare sulle scale.
“Sarà, ma secondo me è innamorata” dice la madre di Nanako.
“I sintomi sono quelli, spero però non sia innamorata della sua amica, ma di un ragazzo; non per la sua amica, ma perché la gente è cattiva” dice il prof. Misonoo.
“Sì, la gente è cattiva” chiosa la madre di Nanako.
Nanako ignara di aver palesato i suoi sentimenti, pensa che c’è solo una persona a cui va detto dopo cena, una persona importantissima per Nanako, la sua amica per eccellenza : Tomoko. A Tomoko aveva detto che sarebbe andata a dichiararsi a Saint Just, non può non renderle nota l’evoluzione!
Sono le 22:53; Nanako ha appena finito i compiti, non è certo questa l’ora di telefonare in casa d’altri, ma lei non riesce ad aspettare l’indomani, anche perché a scuola non sono mai sole, e quindi - a costo di farsi rimproverare da chi risponde al telefono - chiama casa Arikura. Per fortuna risponde Tomoko “Nanako ma che è successo per chiamarmi a quest’ora, ci siamo spaventati a sentire suonare il telefono”.
“Volevo dirti che sono felice”.
“E fai prendere il cardiopalma a me e alla mia famiglia per dirmi che sei felice? Ma sei fuori?” Tomoko è comprensibilmente alterata, Nanako ride, “Ah ho capito…che è successo con Saint Just?”
“Che c’entra Saint Just? Ti sto parlando di me” e continua a ridere.
“Nanako….a me non la racconti !!!” Tomoko le è sempre stata vicina, l’ha sempre capita, l’ha aiutata ad aprirsi e confidarsi, le ha dato proprio lei ancora più di suo fratello e Kaoru la spinta per dichiararsi a Saint Just, se è felice è anche merito di Tomoko, non può non dirglielo.
Le racconta a grandi linee il suo pomeriggio da Saint Just.
“Finalmente, era ora vi metteste insieme, si vedeva ad anni luce di distanza che eravate innamorate, non so perché avete aspettato così tanto tempo”.
Nanako ride, ma Tomoko aggiunge maliziosa “a proposito hai seguito i miei due consigli?”
Nanako le descrive il suo make up che viene approvato da Tomoko, la quale aggiunge “e l’altro mio consiglio?”
“Quale?” ride Nanako.
“Non fingere di esserti scordata; hai fatto per caso qualcosa che io non avrei fatto?”
Nanako ride.
“Sì o no?” Tomoko fa finta di essere arrabbiata.
“Ci siamo scambiate un tenero bacio” risponde Nanako. Tomoko ride. Nanako si ritiene molto fortunata ad avere un’amica così. Le spiega i motivi per i quali per ora le uniche persone che devono saperlo sono lei e Take (omettendo ovviamente l’amore non corrisposto di Takashi), salvo che altri non lo capiscano da sé. Tomoko è felice a sua volta perché si sente davvero onorata di essere destinataria e custode di una notizia ancora così riservata!!!!
 
Salvo che altri non lo capiscano da sé…appunto…all’occhio clinico della dottoressa Kaoru Orihara non si sfugge…
La mattina seguente Nanako arriva a scuola particolarmente sgargiante, vestiti dai colori in contrasto e decisamente accesi; siamo ormai a ottobre, comincia a essere freddo, e Nanako indossa un maglione giallo fosforescente con dei pantaloni viola con quadri verde pavone; è il solito trionfo di colori che mette allegria e rischiara anche le giornate più nuvolose. Ma l’allegria traspare dai suoi occhi, anche se non ride la sua bocca, ridono gli occhi.
Kaoru intuisce subito qualcosa, e mentre si avvicina per captare qualcosa sente subito intorno a sé il solito coro “Ciao principe Kaoru” “Guarda c’è principe Kaoru” “Oh principe Kaoru”; ha un moto istintivo tipico del suo carattere ruspante e genuino “Allora l’altra volta non ci siamo intese. Va bene che siete galline starnazzanti ma mi sembrava di essere stata così chiara che persino voi avreste capito”, le ragazze sghignazzano guardandola adoranti, dalle allieve delle scuole medie a quelle del liceo; con questo atteggiamento le fanno saltare i nervi “Baaaastaaa con questa storia del principe Kaoru, principe si dice ai maschi, ma la grammatica la sapete o no? La studiate o no??? lo sanno anche quelli di due anni che principe si dice solo ai maschi. Specialmente voi : fate il liceo e non sapete neppure la distinzione fra genere maschile e femminile, dovreste tornare alla scuola materna anzi all’asilo nido”.
Le ragazze ridono “come sei affascinante quando ti arrabbi principe Kaoru”.
“BAAASTAA mai più voglio sentirmi chiamare principe Kaoru. Non fatemelo ridire più e non fatemi più perdere tempo galline ignoranti, tornate nel pollaio”.
Diversamente dalla scorsa volta, oggi Kaoru non è arrabbiata mentre redarguisce le compagne di scuola, ha più l’aria seccata e canzonatoria; tuttavia, Nanako si chiede come mai tutt’a un tratto Kaoru ha questo moto di ribellione nei confronti del suo tipico appellativo; Kaoru è una ragazza modesta a cui non piace mettersi in mostra, ma ha sempre lasciato che le altre ragazze la chiamassero principe Kaoru, forse le manca Take, non lo rivedrà prima di 7/8 mesi, chissà, sì è meglio aspettare a dirle di lei e di Saint Just…
Ma come detto a Kaoru non si sfugge….
“Ciao Nanako come va?” dice esuberante e spiritosa a Nanako con uno sguardo particolarmente vispo.
“Bene, principe Kaoru e tu? Oh no perdonami, mi è scappato di chiamarti principe Kaoru”.
Kaoru ride “Se sei tu a chiamarmi così, non me la prendo”, ora Kaoru è di nuovo allegra come al solito.
Nanako comincia a pensare che quello di lei e Saint Just è destinato a essere quello che in Italia si chiama il segreto di Pulcinella! Da una parte è elettrizzata di condividere un segreto con la sua adorata Saint Just, dall’altra pensa che la sua felicità è così grande da non poter essere contenuta nel suo cuore, e condividerla con qualcuno sarebbe il modo migliore per gestirla.
 
Saint Just da quando si è messa con Nanako riesce a fare con più facilità le cose, deve tornare il prima possibile a scuola, non vuole che Nanako e i suoi fratelli continuino a studiare fino alla sera tardi per lei, deve rimettersi il prima possibile, si impegna più che mai nella fisioterapia oltre che nello studio.
La sua Nanako è andata a trovarla, stanno amabilmente chiacchierando mano nella mano quando arriva Kaoru che le coglie in flagrante. Sono talmente prese l’una dall’altra che non si accorgono che lei è entrata; in compenso Kaoru ha notato la mano nella mano delle due fidanzatine e gli occhi sognanti con cui si guardano, ha avuto la conferma che si sono fidanzate e apprezza anche il fatto che non le abbiano detto nulla per delicatezza, per rispettare la sua nostalgia per la lontananza di Take, sono state molto sensibili, ma non può far finta di nulla!
“Disturbo?” esclama ad alta voce senza bussare col sorriso che mostra tutti i denti! Le ragazze provano a nascondere il loro vero stato d’animo e la salutano come se nulla fosse. Nanako oggettivamente deve andare via perché deve ripassare in vista delle verifiche autunnali ormai imminenti; ha gli occhi lucidi e le gote rosse tipici di una ragazza particolarmente innamorata; Nanako è troppo spontanea per nascondere i suoi sentimenti.
Quando Kaoru resta sola con Saint Just comincia il suo bonario interrogatorio “niente da dichiarare?”
“No; studio, proseguo gli esercizi di fisioterapia anche perché finalmente le mie dimissioni sono vicine e ritornerò a scuola”.
“Cosa ti è successo per essere così allegra?”
Saint Just pensa che a Kaoru non si riesce a nascondere proprio nulla e visto cosa si sono ripromesse con Nanako al momento cerca di assumere un’aria seria “te l’ho detto sono allegra perché presto torno a scuola, mi mancate così tanto tutte, professori compresi, che non salterò più neppure una lezione”.
“E mi vuoi far credere che sei così allegra perché sei diventata secchiona?”
“Perché no? posso anche aver scoperto che mi piace molto studiare, anzi ho scoperto che la matematica è molto stimolante, ha tanti punti di contatto con la musica e non è una materia spaventosa o criptica, se ti approcci come con le altre discipline non presenta un grado di difficoltà maggiore”.
“Ah, ho capito hai l’euforia da innamoramento per la matematica”.
“Ora non esageriamo, mi piace e la trovo una materia molto interessante, ma innamorata no, le mie passioni sono altre”.
“Cioè?”
“Lo sai anche te : la musica classica, il francese, il teatro…”
“E cherie poupee ti è passata?”
“Che c’entra ma cherie la poupee? Si parla di scuola e hobbies, ma cherie la poupee è un oggetto di culto per me, di enorme valore affettivo”.
“Non mi riferivo alla bambola, mi riferivo a quella vivente”.
Saint Just comincia a pensare di essere stata beccata e continua a glissare anche se ormai sa di essere con le spalle al muro.
“E’ una mia carissima amica come te”.
“Però vi tenete la mano, vi guardate come due romanticone, siete particolarmente brillanti…Rei per chi mi hai preso? Io conosco casi clinici come questo”.
“E sentiamo : qual è la diagnosi dottor Kaoru?”
“Il dottor Kaoru diagnostica un fidanzamento”.
Saint Just sta zitta, avrebbe voluto dirglielo, le dispiace che lei l’abbia capito da sé; Kaoru a questo punto si diverte e si finge adirata e risentita.
“Credevo fossimo amiche, che mi voleste bene, soprattutto tu, e invece zitte zitte vi siete fidanzate senza dirmi nulla, ma ti sembra questo il modo di comportarti con un’amica? con me? credevo ci dicessimo tutto, io ti ho sempre raccontato tutto di me e di Take”.
Saint Just è dispiaciuta perché vuole molto bene a Kaoru e tiene alla sua amicizia a cui dà giustamente la massima importanza.
“Kaoru perdonami, te lo volevamo dire”.
“Ma non l’avete fatto e mi avete escluso specialmente tu”.
“No, non ti volevamo escludere”.
“Parlano i fatti”.
“Abbiamo pensato fossi triste per la lontananza da Takehiko, vi siete rimessi insieme al telefono, siete comunque molto lontani, e ci sembrava indelicato gioire subito con te del nostro amore dichiarato”.
Kaoru comincia a ridere “ci sei cascata”.
“Allora scherzavi”.
“Dovevo vendicarmi dell’altra volta quando mi rigirasti la frittata per farmi chiarire con Take”.
La risata è contagiosa, Kaoru è una ragazza troppo buona e intelligente per non capire e anche per non apprezzare il riguardo che c’è stato verso di lei.
“Non vedo l’ora che torni a scuola, spero davvero di riuscire a fare due anni in uno in modo da tornare in classe insieme”.
“Lo spero anch’io, perché sei l’amica migliore che potessi incontrare e perché sei troppo divertente quando ti arrabbi per gli starnazzi delle galline!”
Kaoru è entusiasta per le sue amiche, vuole molto bene a loro, meritano pace e serenità soprattutto Rei; proprio mentre ascolta da Rei come si sono dichiarate lei e Nanako ricorda come è stata diversa la sua dichiarazione con Take…..probabilmente anche perché era diverso il contesto e perché lei ha un carattere diverso da Nanako e Rei; Kaoru è molto diretta, senza giri di parole, vuole andare subito al nocciolo di ogni questione, vuole dare una spiegazione scientifica a ogni evento e circostanza persino ai sentimenti e ora per la prima volta comincia a pensare che in questa maniera si perde a volte la poesia di certi momenti : il confronto serve pure a rimettere in gioco aspetti del proprio carattere.
Rivede lei e Take all’uscita dal cinema in uno dei primi incontri loro due insieme.
Take, che probabilmente aveva capito il suo carattere, le chiese in maniera esplicita senza preamboli “Senti Kaoru, mi trovo molto bene con te, mi piacerebbe ci mettessimo insieme, che pensi di questa proposta?”
“Se mi piaci, perché no?”
“E ti piaccio?”
“Sì”.
“Quindi?”
“Quindi d’accordo, affare fatto!”.
Risero entrambi! Diretti, concreti, ricorda che si presero per mano e decisero di festeggiare – visto che si avvicinava l’inverno – fermandosi in una pasticceria a mangiare dei dolci lui al cioccolato e lei con le ciliegie candite! Non ci furono abbracci, baci, frasi solenni, afflati trascendenti, eppure Kaoru e Takehiko erano molto felici lo stesso, i loro sguardi erano comunque pieni di amore e affetto. Ognuno ha il suo modo di essere, di manifestare i suoi sentimenti, spesso basta essere se stessi per essere felici, e in determinati contesti anche un solo sguardo di intesa può dire molto più di mille parole….
L’amore fra Takehiko e Kaoru era maturato in circostanze allegre, regolari, come dovrebbe essere per tutti i ragazzi, e quindi il loro approccio e il loro fidanzamento furono sereni e pure ‘sportivi’, visto il carattere schietto di Kaoru che vuole arrivare al dunque immediatamente.
Rei/Saint Just e Nanako, invece, dovevano chiarire diverse questioni, erano entrambe state bullizzate, specialmente Saint Just aveva subito conseguenze devastanti sul suo carattere, aveva reagito male alla prima dichiarazione d’amore di Nanako (quella sì era stata diretta), e poi aveva avuto quel terribile incidente.
Questo medita la vispa Kaoru che paragonando se stessa e Take da una parte, Saint Just e Nanako dall’altra, all’improvviso pensa “se solo non ci fosse stata quella diagnosi errata…se solo non avessi allontanato Take….”
Saint Just vede l’amica soprappensiero “che hai dottor Kaoru sei ammutolita? Ti ho urtato? Vedi abbiamo ragione io e Nanako a voler aspettare a dirlo”.
“Non ti preoccupare, lo sai? mi piace che mi chiami dottor Kaoru! Piuttosto non mi piace essere chiamata principe Kaoru, anche stamani mi sono arrabbiata, sono stufa di quel soprannome pesante, e poi è maschile, io sono una ragazza”.
“Chissà come avrai redarguito le nostre compagne di scuola! Mi dispiace essermi persa lo spettacolo. Perché sei così interdetta?”
“Rei, non fare mai con Nanako gli sbagli che ho fatto io con Take. Rendila sempre partecipe di ogni situazione, raccontale quello che ti succede, non allontanarla mai per nessun motivo, altrimenti te ne pentirai amaramente perché la perderai. Con Take ho buttato via tante occasioni che non torneranno mai più, e anche se ora ci siamo rimessi insieme, io sto qua, lui dall’altro capo del mondo, ci siamo rifidanzati per telefono, chissà come saremo quando tornerà, se tornerà…”
“Sì che tornerà! Sembra che sia partito per sempre, ma qualche mese passa velocemente! Dov’è il dottor Kaoru che conosco io? Voglio il vecchio dottor Kaoru, forte e ottimista, te l’ho già detto una volta e non ho intenzione di ripetertelo più. Dobbiamo ritrovarci ad aprile tutte e due in terza proiettate verso il futuro, sennò sei brava con gli altri e con te sei un disastro, guarda che sennò ti chiamo ‘principe Kaoru’”.
“Non ci provare, sennò faccio una delle mie piazzate anche a te, ti avverto!”
Saint Just è soddisfatta di aver rallegrato la sua amica, di poter fare qualcosa per lei.
Dopo un po’ Kaoru se ne va, entrambe hanno molto da studiare.
Verso le nove e mezza di sera però Saint Just chiama la sua Nanako, la sua neo fidanzatina, le sembra incredibile, solo pochi mesi prima si sentiva sola nel mondo, e ora si vede circondata da tanto amore, ha recuperato i suoi legami familiari, sviluppato amicizie e ha persino una ragazza.
“Ma cherie la poupee”.
“Cara” esclama a gran voce Nanako.
“Penso che il nostro proposito di mantenere segreta la nostra relazione sia naufragato, Kaoru ha capito tutto, ho dovuto confessare”.
“Anch’io ieri sera ho dovuto dirlo a Tomoko, è la mia migliore amica, non potevo nasconderglielo, a questo punto dobbiamo dirlo anche a Mariko, non è giusto escluderla”.
“Io però mi fermo qui, alla mia famiglia non mi sembra proprio il caso di dirglielo e poi mi piace che rimanga una cosa riservata a pochi eletti” dice Saint Just.
“Hai ragione. Da una parte è bello che la nostra relazione rimanga riservata, dall’altra almeno io con le persone più care e fidate devo condividere questa gioia perché è così grande che non posso giostrarla da sola”.
“Anche per me è la stessa cosa, io poi non sono abituata alla felicità, alla spensieratezza, per me è tutto meravigliosamente nuovo, e a volte Nanako mi sento così felice che ho paura, ho paura che sia tutto un sogno, che possa svegliarmi e tutto è come prima”.
“Non è un sogno Saint Just, è la realtà, e il bello deve ancora venire, la ruota gira e adesso è arrivato il nostro momento, dobbiamo solo conquistare il mondo! Faremo un sacco di cose insieme appena tornerai a scuola, e ti renderai conto che questi cambiamenti sono reali e tangibili”.
“Intanto, niente più vestiti neri”.
“Come? Abbandoni il tuo stile dark?”
“Non te lo dissi ma il giorno dell’incidente mi era messa giacca e pantaloni bianchi proprio perché volevo adeguare il mio abbigliamento al mio nuovo stato d’animo, anche se poi purtroppo si sono subito rovinati”.
“Non è possibile!” Nanako si spaventa.
“Perché non è possibile? Non posso cambiare look?”
“No, cioè sì, certo che puoi, ma la notte del tuo incidente, oltre a sognare Kaoru e Takehiko insieme, mi apparivi spesso anche tu, un momento fumavi sotto l’olmo, un momento recitavi e poi … in un altro momento … eri sul mare con indosso uno smoking bianco”.
“Nanako ma sei una maga! Tu hai già il lavoro per quando termineremo gli studi! Ma cherie la magicienne!”
“Saint Just, come mai tutte queste coincidenze? tutte queste telepatie? Saint Just un po’ sono spaventata, però al tempo stesso … caspita quanto sono forti i nostri legami, l’affetto istintivo per Take, i sogni in cui Kaoru e Take stanno insieme e sono tristi, tu vestita di bianco, tu che appari a Kaoru durante l’incidente … sembra che con le persone con cui abbiamo un feeling speciale si abbia una sorta di terzo occhio … siamo abituati alla razionalità e invece …”
Saint Just la interrompe bruscamente “c’è anche l’altra dimensione, ne abbiamo già parlato, una dimensione che è sempre esistita quanto l’altra, ma a noi appare nuova perché ancora sconosciuta e allo stato non spiegabile. Siamo delle privilegiate ad aver scoperto così presto questa dimensione e ancora di più siamo delle privilegiate ad avere dei rapporti personali così belli e importanti. Senza questi affetti e amori non avremmo mai scoperto tutto questo. Sono così felice”.
“Hai ragione, dobbiamo esserne entusiaste. Ma tornando a un piano molto più basso, intendi vestirti di bianco e colori chiari d’ora in poi?”
“Neanche, voglio colori a tutto tondo, colori sgargianti, allegri, accesi, ma sempre in pantaloni perché le gonne non le ho mai sopportate! Sono partita col bianco perché riassume tutti i colori – sai lo spettro di Newton – ma ora devo provare ogni colore. Del mio abbigliamento passato resterò fedele solo ai pantaloni. Ho in tutti sensi cambiato dimensione!”.
“Abbiamo conosciuto nuove dimensioni, io poi ho scoperto la quintessenza della felicità in questa nuova prospettiva, ti voglio tanto bene Saint Just”.
“Anch’io Nanako. E’ iniziata una nuova vita colorata dal nostro amore….”.
Sì : hanno scoperto nuove dimensioni.

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Capitolo 17
*** Da una fine parte sempre un inizio ***


Per la partita di basket mi sono ispirata alle scene alla fine dell’anime.
 
Saint Just è troppo felice; finalmente viene dimessa dal centro di fisioterapia dopo oltre tre mesi dall’incidente. Siamo alle soglie di novembre. L’autunno è ormai inoltrato. Vuole gettarsi alle spalle tutto il suo triste passato; ha ancora una gamba ingessata a cui prima del nuovo anno non sarà tolto il gesso, ma le braccia e l’altra gamba ormai le muove perfettamente, è autonoma, andrà a vivere coi suoi fratelli, e alla maison d’etoile ci andrà di tanto in tanto alternandosi con il fratello con uno spirito del tutto diverso! È contenta di tornare a scuola, che non marinerà mai più, è contenta di rivedere le amiche e le compagne di scuola con cui si porrà diversamente, è felice che vedrà la sua cherie poupee vivente tutti i giorni prima dell’inizio della scuola, all’intervallo, a pranzo, all’uscita, è preoccupata per lo studio, non vuole per nessun motivo perdere l’anno scolastico, ma si sta dando molto da fare….
Vuole abbandonare il vecchio look, si è fatta acquistare dalla sorella dei capi di abbigliamento colorati, molto più da ragazza. Adesso ha recuperato il suo vero viso, un ovale un po’ rotondo alle gote; sia per i vestiti sia per il viso ora dimostra forse anche un po’ meno dei suoi 17 anni.
Che impressione per lei arrivare a casa dei suoi fratelli che poi è anche casa sua. Nel varcare la soglia, ricorda quando vi era entrata oltre 3 anni prima dopo la morte di sua madre. L’imbarazzo di suo padre, che cercava sempre di evitarla, la sig.ra Ichinomiya che la guardava sempre con un misto di disagio e commiserazione, Fukiko che cominciava ad avere un atteggiamento ambiguo, quante cose erano cambiate e successe da allora, sembrava un’altra vita, un film di cui era stata attrice protagonista inconsapevole….
“Rei ti piace questa stanza?” le chiede dolcemente Fukiko.
“Ma è grande, la divido con te?”
“No, io ho la mia, e del resto con quella bambolona che ti porti sempre dietro, ti serve per forza una stanza grande, sennò dove la metti? poi nei prossimi fine settimana andiamo insieme a fare shopping per comprare altri vestiti”.
“Con calma, non c’è fretta, ho anche il gesso alla gamba, finchè non me lo levano continuo a portare i soliti pantaloni”.
“Sono così felice sorellina che vivi di nuovo con noi! Stasera ho chiesto alla cuoca di fare una bella torta per te, con la crema pasticciera”.
Saint Just è a disagio perché non è abituata a tutte queste attenzioni, è come bloccata, allora le viene in mente di fare quello che la rasserena e distrae di più.
“Posso suonare qualcosa al piano? è da luglio non suono più niente”.
“Non devi chiedere il permesso, questa è casa tua e quindi puoi usare tutto quello che vuoi, lo capisci? ora sarà tutto diverso!”
Saint Just si mette a suonare la sua melodia preferita, che sa piacere molto anche alla sorella, la stessa che suonò il primo giorno di scuola, un classico, eppure dopo un po’ si ferma.
“Perché ti fermi Rei? sei così brava, non ti ricordi qualche passo?”
“No, cioè sì ricordo tutto, però questa melodia … è sì bellissima, le sono affezionata … però è anche molto malinconica, mi ricorda un periodo triste della mia vita, quando il nostro rapporto era sbagliato, quando io non ero io, piangevo sempre, un periodo che voglio dimenticare, voglio cambiare spartito e suonare altro in tutti i sensi, inizio una nuova vita, voglio rinnovare tutto, musica, vestiti, abitudini”.
Fukiko approva, ha ancora molti sensi di colpa e concorda nel voler voltare pagina a 360°.
“Mi fai molto felice sorellina”, abbraccia la sua sorellina finchè non viene interrotta da Takashi.
“Sbaglio o ci sono delle equazioni trigonometriche su cui esercitarsi? Da domani si torna a scuola!”
“Ma devi proprio tormentarla? E’ stata dimessa oggi”.
Rei molto giudiziosamente commenta “No, ha ragione, non posso restare troppo indietro, non voglio perdere l’anno, ho già fin troppe lacune, recupereremo e avremo moltissime occasioni per suonare anche insieme!”
Rei non scherzava quando disse a Kaoru che aveva scoperto piacerle la matematica; la trova armoniosa, regolare, come la musica, le piace soprattutto che non si smentisca mai; tutte le altre materie a volte si contraddicono al loro interno, persino la fisica e la chimica via via che procedono a un livello superiore rivoluzionano ciò che c’era prima anche dichiarandolo erroneo; la matematica invece progredisce lasciando però vere ed eternamente valide tutte le teorie che hanno preceduto una sua nuova scoperta. Rei è affascinata da questa particolarità : in un mondo pieno di incertezze, dopo aver sofferto a lungo perché non sapeva cosa ne sarebbe stato di lei, perché tutti i suoi capisaldi erano inesorabilmente crollati a cominciare da sua madre morta prematuramente…ammira qualsiasi tipo di punto fermo certo e sicuro.
Si rende anche conto che, nonostante le ripetizioni private, ha perso troppe lezioni, senza contare che almeno una volta a settimana continuerà la fisioterapia con ulteriore riduzione di tempo per lo studio. E’ preoccupata, ma deve farcela a tutti i costi, e sa che con l’amore delle persone che la circondano, ogni ostacolo verrà superato.
 
La mattina dopo Rei è felicissima, per lei è come tornare al primo giorno di scuola. Si mette un golf verde acceso sagomato ma non stretto, il colore della speranza, sotto il golf ha una delle sue solite camicie – quelle sono camicie classiche che vanno sempre bene con qualsiasi mise - , come pantaloni per ora sfrutta quelli di sempre adattati alla gamba ingessata; Rei non è una sprecona, pensa che non ha veramente alcun senso comprare dei pantaloni nuovi che fra pochi mesi andranno buttati perché modificati per la gamba ingessata; non ha più il solito bracciale, se ne è separata dopo l’incidente perché nell’urto si è staccato automaticamente, come se questo particolare rappresentasse una cesura netta col passato, la fine di una relazione patologica con la sorella; non è una da fronzoli Rei, non si mette nessun gioiello, si raccoglie i capelli morbidi e mossi in una coda bassa, legata con un fiocco lento, si vede diversa, e per la prima volta parte per la scuola con la sorella dalla loro casa con l’autista; avere un autista la mette a disagio.
Quando arriva a scuola è commossa dalle feste che le fanno le compagne di scuola “Guardate c’è Saint Just!…E’ tornata Saint Just! Che bello! … Finalmente Saint Just, ci sei mancata tantissimo…era ora tornassi…non sai che pena…quanto siamo state male per te … sei bellissima Saint Just, sei più bella del solito…”.
“Hai visto sorellina quanto ti vogliono bene? Siamo troppo felici tu sia tornata!”
“Grazie zanzarine, anche voi mi siete mancate moltissimo, per farmi perdonare suonerò all’intervallo qualcosa per voi”.
“Sììììì”.
“Saint Just!” ecco la voce celestiale di Nanako, che le cinge la schiena con un braccio; Saint Just vorrebbe tenerla per mano ma con le mani deve appoggiarsi alle stampelle, le dà però un bacino sulla gota che le viene subito restituito da Nanako. Nanako a sua volta viene guardata con ammirazione e invidia bonaria dalle altre ragazze, che capiscono subito essersi instaurato fra loro un rapporto speciale.
Per Nanako è un sogno che si realizza, è la conferma che Saint Just è ancora fra loro, sta guarendo, ha aspettato a lungo questo momento, ora non ci saranno più visite fugaci agli ospedali, minuti contati, che non bastano mai.
Ci saranno vari momenti durante la lunga giornata scolastica, soprattutto il pranzo…è chiaro – pensa Nanako –Saint Just deve stare anche con le altre sue amiche, così come anche lei stessa, però una visitina al giorno può fargliela; “caspita come è bella” pensa Nanako.
Quell’entrata trionfante fra le compagne è però spenta dai professori; alcuni di loro non le chiedono nemmeno come sta, altri rimarcano che ha perso troppe lezioni e che avrà molto da recuperare, tanto più che Rei dovrà assentarsi ancora qualche volta dalle lezioni per la fisioterapia.
“Spero che tu non abbia mai interrotto lo studio e che tu abbia degli insegnanti privati a farti ripetizione perché da sola non puoi farcela” dice subito la professoressa di giapponese antico, sempre brutale e diretta.
Alcuni addirittura le fanno delle domande a bruciapelo; se Rei risponde perfettamente in francese e matematica, in altre materie mostra delle lacune; del resto per la sua situazione è stata fin troppo brava, impegnata quasi tutto il giorno con una massacrante fisioterapia e imbottita di farmaci. Possibile che i professori non lo capiscano? Non vuole avere voti più alti di quelli che si merita, non vuole essere favorita, ma nemmeno essere trattata come una scansafatiche o rimproverata, rimane male. Pensa a Kaoru, forse ha ragione quando dice che gli esseri umani peggiorano crescendo, che non hanno empatia specialmente coi giovani.
E a proposito di Kaoru…eccola che le fa una bella sorpresa venendola a trovare a pranzo “Bentornata! Oh nuovo look : finalmente non hai più quell’abbigliamento borghese! Era ora…”.
Rei è triste “L’anno prossimo non saremo in classe insieme…”, le scendono delle lacrime.
“Dai Rei! Non ti abbattere! Siamo solo a novembre, abbiamo 4 mesi davanti, considera che sei ripartita in pieno adesso, stai prendendo lezioni private, ora torni anche a scuola, anch’io ho delle difficoltà col programma di seconda, ma non ho nessuna intenzione di scoraggiarmi, non diamola vinta a questi brutti ceffi di professori che non capiscono mai nulla … e poi non dimentichiamo che almeno a inglese abbiamo ‘bietolone’”.
“Io l’inglese nemmeno lo considero, tanto con lui basta aprire bocca per prendere 7”.
“Appunto! So che, quando è di turno come istitutore del convitto, le nostre compagne che dormono qua possono tornare anche all’una di notte anziché all’orario standard delle 19 tanto lui non se ne accorge”. Ridono, ma sono obiettivamente preoccupate.
“Sai : io per la mia scelta di fare due anni in uno, sono costretta a lasciare anche per quest’anno la palla a canestro, e un secondo anno consecutivo di accantonamento significa rischiare di dover poi abbandonare l’agonismo definitivamente. Se poi non dovessi recuperare l’anno scolastico, avrei perso su tutti e due i fronti”.
“Ma sei convinta della tua scelta? Lo sappiamo tutte quanto ami la palla a canestro”.
“Ho già detto al mister che la prossima settimana gioco l’ultima partita e interrompo gli allenamenti, e speriamo di non pentirmene”.
“Verrò a vedere la tua partita dottor Kaoru anche a costo di rimandare la fisioterapia!”.
 
Il giorno della partita è arrivato. L’ultima per Kaoru per quest’anno scolastico. Si è molto allenata perché vuole fare bella figura prima della sua interruzione. Per l’occasione ha deciso di indossare la maglia di Saint Just che per quest’anno deve dimenticare lo sport; sarà come se giocasse anche lei. Si raccoglie i capelli, ultimamente un po’ cresciuti, in una coda di cavallo legata da un fiocco gigantesco, e con molta malinconia parte da casa verso la palestra.
La madre le dice “in bocca al lupo principessa, sei tutti noi”.
I fratelli le fanno eco “è vero Kaoru sei tutti … loro!”
“Spiritosi” risponde con una smorfia.
Col cuore piangente arriva in palestra e si dirige verso le sue compagne di squadra. Prima però si interpone la sua fan numero 1 : Mariko “Principe Kaoru, anzi Kaoru, volevo farti i migliori in bocca al lupo, per me sei e sarai sempre la migliore giocatrice di palla a canestro che ci sia mai stata nel nostro educandato, è un’emozione ogni volta per me vederti giocare”.
“Crepi il lupo Mariko, sei molto gentile come al solito” le dice con dolcezza.
Anche Nanako e Saint Just si avvicinano per gli in bocca al lupo “Kaoru ma ti sei messa in testa un aeroplano” le dice Saint Just.
Kaoru ride e se ne va a giocare la sua ultima partita. Nanako avverte una fragranza di ciliegia dietro Kaoru. Ricorda quando all’inizio dell’anno scolastico Kaoru le prestò la tuta da ginnastica, aveva quell’aroma di legno sandalo, probabilmente l’ammorbidente o il detersivo usato da sua madre; adesso sua madre doveva aver usato per il bucato un prodotto ai fiori di ciliegio…Nanako ancora non conosce la passione di Kaoru per le ciliegie….
Sugli spalti ci sono una buona parte delle ragazze dell’istituto, Tomoko filma tutto con la videocamera, Nanako e Sain Just assistono alla partita mano nella mano, Mariko fa il tifo sberciando come un ossesso “Forza Seiran, grande Kaoru, WOOOOW”, se il Seiran fa un punto Mariko esulta saltando sugli spalti, se il Seiran perde un punto Mariko sbercia “NOOO, recuperate, Forza Seiran”. Le ragazze intorno a lei ridono a vederla così carica, guardano quasi più lei che la partita. Nanako e Saint Just ammiccano “sì, è proprio innamorata!”
Kaoru gioca con molto fervore, sembra quasi aggressiva, salta continuamente, volteggia come una farfalla, quasi danza, il suo fioccone in testa fluttua nell’aria quasi fossero delle ali che la aiutano a librarsi, Nanako pensa “è un fiocco aerodinamico….”.
Kaoru insegue la palla come una belva della savana insegue la sua sfortunata preda, sembra voglia mangiarla, si lancia, il fiocco volteggia con lei e offusca la visuale di chi è dietro a lei.
Termina la partita, il Seiran ha stravinto! Kaoru è entusiasta, ma nello stesso tempo ha uno sguardo molto malinconico, quasi dispiaciuto, e … alla fine della partita le viene offerta su un piatto d’argento l’occasione per sfogare la sua tristezza…
Le ragazze del Seiran la attorniano con macchine fotografiche e sorrisi brillanti “Grande principe Kaoru…che partita fantastica…ma è vero che lasci il basket anche quest’anno per fare due anni in uno con la scuola?…che peccato…un sorriso principe anzi principessa Kaoru”, Kaoru non le guarda nemmeno, incurante parla col mister che pure le dice “vai dalle tue amiche, vedi come si complimentano con te”.
“Principe Kaoru…la foto…vieni a farti fare le congratulazioni…come sei affascinante con quel fiocco fra i capelli”.
Kaoru con viso adirato si dirige verso le ragazze “non so più come spiegarvi che non dovete chiamarmi principe”.
“Ok principe Kaoru ma una foto …una fotografia…oh Kaoru”, scattano i pulsanti della macchina fotografica, e qui scatta a sua volta l’ira di Kaoru.
“Chi vi ha detto di farmi le foto senza il mio permesso??? Non sapete che non si riprendono le immagini di una persona senza il suo permesso??? Siete veramente delle galline, vi ho detto un monte di volte di non chiamarmi principe Kaoru e voi insistete incuranti a chiamarmi così, come se io non avessi alcun diritto di scegliere come farmi chiamare. Vi ho detto altre volte che odio farmi fotografare e voi altrettanto incuranti mi fate le foto”.
“Come sei affascinante quando ti arrabbi principe Kaoru”.
“Ah sì? Sono affascinante quando mi arrabbio? E voi lo sapete che siete galline, banali ed esose, basta con quei flash e basta con questo principe Kaoru, mi avete seccato, state lontane da me, TORNATE NEL POLLAIO A STARNAZZARE GALLINE DI PRIMA CATEGORIA”, la voce rotta dal pianto, Kaoru scappa via.
Nanako e Saint Just, che erano anche loro scese da Kaoru per le congratulazioni, capiscono che il suo è uno sfogo per un disagio interiore, vorrebbero raggiungerla negli spogliatoi, ma forse ora vuol stare da sola.
“La conosco : quando fa così, è bene lasciarla sola. Comunque le nostre compagne sono proprio corte : sanno che si arrabbia se la chiamano principe Kaoru e quasi a dispetto continuano a chiamarla così, sanno che odia farsi fotografare e le fanno le foto, ha ragione a dire che sono delle galline, non so se ci sono o ci fanno, ma ora provo a farle smettere io” commenta Saint Just che in difesa dell’amica si rivolge adirata alle ragazze sghignazzanti.
“Se una persona vi chiede di non chiamarla in un certo modo non dovete chiamarla in quel certo modo, se una persona non ama farsi fotografare non dovete fotografarla, si può sapere perché date sempre il tormento a Kaoru Orihara con moine mielose che ben sapete non tollera? Sembra quasi vi divertiate a farla arrabbiare. Dite che l’ammirate, ma il vostro comportamento vi contraddice, perché, se l’ammiraste e stimaste come dite, rispettereste le sue volontà, quindi i casi sono due : o ha ragione Orihara a dire che siete galline di prima categoria o siete dispettose e maligne”, il tono di Saint Just è molto deciso e perentorio, le ragazze sono ammutolite, quasi impermalite, Saint Just se ne va con le sue stampelle lasciando di pietra le ragazze, mentre Nanako le va dietro orgogliosa di essere la fidanzata di una ragazza così saggia e carismatica; Nanako ha una certezza : sicuramente nessuna educanda del Seiran si azzarderà più a chiamare Kaoru con l’appellativo di principe.
A questo punto non poteva intervenire anche Mariko con un tono veramente furioso “Avete sentito Saint Just? Non date mai più fastidio a prin … ehm … Kaoru, lasciatela in pace una volta per tutte e fatevi gli affari vostri, altrimenti intervengo io e voi sapete come divento quando mi arrabbio” Mariko assume una faccia minacciosa, e gira i tacchi anche lei. Terribile! Guai a chi le tocca la sua Kaoru!
Mentre si allontanano, Saint Just e Nanako notano Mariko alle loro spalle con le lacrime agli occhi. “Non riesco a vederla così triste”, le lacrime le scendono sul viso, le bagnano quelle labbra rosso fragola perché sempre mordicchiate.
“Ora ha bisogno di stare sola, però magari domani vai da lei, così, senza accennare a oggi, prendila larga, inventati una scusa” le dice gentilmente Saint Just.
“Caspita come la conosce bene Saint Just, sa come prenderla, come farla riflettere, come farle cambiare idea…questa è vera amicizia, conoscere fino in fondo l’anima di una persona” pensa Nanako.
 Saint Just prosegue “Kaoru è una persona fantastica, ma non ha un carattere facilissimo, e le nostre compagne si pongono davvero male con lei”.
“Le voglio molto bene, vorrei … vorrei …” Mariko se ne va piangendo.
Nanako conosce quello stato d’animo fin troppo bene, anche lei piangeva e stava male quando era in crisi la sua dolce e tenera Saint Just. Lei e Saint Just si guardano vorrebbero fare qualcosa sia per Kaoru sia per Mariko.
 
Kaoru torna a casa, si chiude nella sua camera e comincia a piangere a squarciagola.
La madre si avvicina alla porta “principessa, se la partita è andata bene perché piangi?”
“Ma possibile che voi adulti non capite mai nulla? Io ora non potrò più giocare a basket a livello agonistico”.
“Principessa, hai scelto tu di fare due anni scolastici in uno, ma puoi sempre lasciar perdere, pazienza se ti diplomi un anno dopo”.
“No, voglio fare due anni in uno, non voglio restare indietro con la scuola”.
“Principessa sei bravissima, quando ad aprile tornerai a giocare a basket, potrai recuperare”.
“Lo capisci che sarò molto indietro con gli allenamenti e non potrò recuperare?”
“Principessa una scelta l’avresti dovuta fare comunque, non puoi andare benissimo negli studi e in contemporanea praticare a livello nazionale il basket, hai solo un po’ anticipato la tua scelta”.
“Io non ero ancora pronta per questa scelta categorica, e poi non volevo scegliere così : volevo fare una scelta col cuore e non trovarmi costretta a scegliere per colpa di un incompetente che non sa fare il suo lavoro, sono stata costretta a fare una scelta che in circostanza normali forse non avrei fatto, odio il mio ex oncologo, odio quell’omaccio, lo odio, lo odio, omaccio mostruoso, lo odio con tutto il cuore” Kaoru piange disperata.
“Finalmente si è sfogata” pensa la madre che subito dopo dice alla figlia “posso entrare principessa?”
“NO! VOGLIO STARE SOLA! E NON VOGLIO ESSERE CHIAMATA PRINCIPESSA”.
Kaoru è un essere umano anche lei, non può essere sempre buona e comprensiva anche di fronte a errori imperdonabili come quello di cui è stata vittima. Lei vuole sempre capire, essere indulgente, ma di fronte a certe situazioni non ci riesce, è stufa di dover sempre giustificare anche chi si comporta oggettivamente male con lei.
 
La mattina dopo Kaoru ha lezione solo di pomeriggio; la mattina inventa che deve andare in biblioteca e invece si reca all’ospedale dove è stata in cura per il tumore che non aveva.
Entra, è da prima della visita al centro nazionale oncologico che non vi mette più piede; pensa a tutto lo stress patito durante quelle visite, quelle terapie, quelle analisi…quante volte ha visto la morte avvicinarsi, la morte con il suo nulla eterno incombente pronta a terrorizzarla…
Non riesce a perdonare il suo ex oncologo, vuole guardarlo dritto negli occhi e vedere cosa ha da dirle.
Lo aspetta davanti alla porta di ingresso della stanza dove visita, stanza che lei conosce molto bene. A un certo punto lui si affaccia per chiamare la prossima paziente da visitare. Kaoru si para così bene davanti alla porta quando viene aperta, che lui è costretto a vederla.
Appena si incrociano i loro sguardi, il medico diventa di sasso, impallidisce all’improvviso, ciononostante non distoglie lo sguardo da quello della sua ex paziente. Kaoru sostiene con spavalderia il suo sguardo, sa che uno sguardo vale più di tante parole e prediche; ha uno sguardo profondo e penetrante, magnetico; il medico non riesce proprio a guardare altrove.
Con voce molto triste il medico riesce solo a dire “Kaoru”.
La paziente appena chiamata da lui gli dice indispettita “dottore ha chiamato me, è il mio turno”.
“Un attimo signora ho un impegno importante imprevisto…Kaoru entra”, il medico è sempre più pallido e ha lo sguardo molto triste, Kaoru in quello sguardo ha visto tutto : desolazione, sensi di colpa divoranti, tristezza, ma anche molta molta vergogna e senso di fallimento; tanto le basta e se ne va di scatto.
“Kaoru entra” le grida il medico, ma Kaoru ormai se ne è andata, le è bastato quello che ha visto. Pensa e capisce che alla fine in questa storia chi sta peggio fra lei e l’oncologo è senz’altro l’oncologo. Ricorda un detto della sua nonna “è meglio siano gli altri a fare del male a noi piuttosto che noi a fare del male agli altri”, nel caso del suo oncologo tra l’altro erano stati sbagli - per quanto gravi - involontari, commessi senz’altro con le migliori intenzioni; l’oncologo sicuramente sarebbe stato male per il resto dei suoi giorni per i gravi errori commessi con lei.
Tra l’altro, i genitori di Kaoru avevano appreso dal loro avvocato che intanto gli era stata revocata la cattedra all’università, e che per due anni non avrebbe più avuto accesso alla sala operatoria con diminuzione non indifferente di stipendio proprio lui che è padre separato con tre figli.
Kaoru ha invece tutta la vita davanti e al momento può camminare a testa alta, essere fiera di sé.
Mentre si avvicina all’uscita dall’ospedale vede persone davvero malate, con facce appese, impaurite, parenti preoccupati che le accompagnano, medici e infermieri in movimento che cercano di tranquillizzarli, chirurghi che corrono verso la sala operatoria o che informano i parenti dei pazienti operati, scene di grande ansia si intravedono dalle vetrate che delimitano il pronto soccorso…sente che vorrebbe essere lì con quelle persone, alla luce dell’esperienza da lei personalmente vissuta sa cosa significa tutto ciò, ha empatia, vorrebbe fare qualcosa di concreto per quelle persone sofferenti…poi all’improvviso le viene in mente Rei “dottor Kaoru” e anche Take quando le disse che la considerava perfetta per la professione medica…
Kaoru esce dall’ospedale e ha un’intuizione, come una vocazione improvvisa, non le era mai successo, era convinta che la sua grande passione fosse la palla a canestro anche se non era sicura di farne la sua ragione di vita, si diverte con la matematica e la fisica – le sue materie preferite - , non le piacciono la storia, il diritto e l’economia, ma in questo preciso istante più che decidere sente col cuore di dover fare il medico, che la medicina è la sua strada, non sa quale specializzazione anche se si sente trasportata per ovvi motivi verso l’oncologia, ma si vedrà …
Si ferma, è strano quello che le è successo…forse tutto quello che le è successo era il percorso che doveva fare per capire la sua vocazione e fare ciò che era davvero adatto a lei? Vorrebbe in questo momento più di ogni cosa parlarne con l’esperto di vocazioni, lo studioso di predestinazioni, l’escatologo Takehiko Henmi.
Kaoru ripensa a quelle attorcigliate conversazioni fatte alle giostre con Take; Take ritiene che tutti noi abbiamo delle vocazioni, a volte ne siamo consapevoli da sempre, a volte devono succedere degli eventi esterni perché ce ne rendiamo conto; in quest’ultimo caso se non accadono questi eventi, possiamo morire convinti di non avere passioni e vocazioni quando in realtà tutti noi ma proprio tutti ce le abbiamo. Quando seguiamo le nostre vocazioni rendiamo al meglio e non ci accorgiamo nemmeno che stiamo lavorando … perché ci divertiamo a lavorare!!!!
Forse – pensa Kaoru – senza quella diagnosi errata, lei avrebbe seguito tutt’altra strada, che non è detto l’avrebbe resa felice oppure sì, ma comunque non avrebbe seguito la sua vocazione, non avrebbe fatto ciò che la rappresentava davvero…forse c’è bisogno di lei come medico, ragione per la quale le cose sono andate in modo tale che lei arrivasse a capire che era questa la sua strada.
Non c’è più rabbia, non c’è più rancore, solo sorpresa ed euforia perché ha capito a soli 17 anni cosa vuole dalla vita, non le pesa più aver accantonato anche per quest’anno scolastico la palla a canestro, ora desidera solo rimettersi sui libri, deve studiare sodo, deve fare il medico, deve essere preparatissima specie a livello biochimico, deve avere bei voti per entrare a Medicina, dovrà scriverlo a Take e dirgli che anche lei come lui ha avuto la sua vocazione, torna a casa a studiare…
 
Kaoru arriva esuberante a scuola, si è rimessa fra i capelli quello che Nanako chiama il fiocco aerodinamico, le dà leggiadria, va subito sorridente da Rei anche per darle la spinta verso l’ottimismo! Rei da intuitrice dell’animo umano capisce che qualcosa è cambiato nell’amica e spontaneamente, quasi quella telepatia trascendente che le unisce, quella telepatia sincronica che la fece apparire a Kaoru nel momento dell’incidente, inconsapevolmente le dice “ciao dottor Kaoru”.
“Mi piace questo appellativo, chiamami pure così” Kaoru ride entusiasta.
“Che ti è successo dottor Kaoru, c’è qualcosa che devo sapere?”
“Se ho avuto la giusta illuminazione e se tutto va secondo i miei programmi fra qualche anno mi chiameranno davvero tutti dottor Kaoru anzi dottoressa Orihara”, mentre lo dice volteggia col suo fiocco grande in testa che si appoggia soffice sui suoi riccioli, non è mai stata sciantosetta, ma forse la sua allegria la fa essere simpaticamente frivola, come poco tempo fa aveva detto di voler diventare.
“Hai deciso che non ti interessa più la palla a canestro e vuoi fare la dottoressa?”
“La palla a canestro sarà sempre il mio hobby, ma ora voglio studiare il più possibile e anche tu Asaka datti da fare, dobbiamo diplomarci insieme, poi ti racconto ora vo a lezione”.
Rei è felice per la sua amica, vorrebbe avere il suo ottimismo, invece ha un paio di insegnanti antipatici che la pungolano sempre e non capiscono che ha bisogno di un po’ di tempo per rimettersi in pari.
 
E adesso …… arriva Mariko! ha deciso di adottare una strategia d’urto con la sua adorata Kaoru e all’ora di pranzo si dirige di gran passo da lei con fare aggressivo.
“Ora basta Kaoru, riprendi in mano la tua vita, non voglio più vederti triste e demoralizzata, dov’è la Kaoru vitale e forte, che ho conosciuto io? Quella che ci rimette tutte in riga e che sprizza gioia dagli occhi anche quando è seria? Lascia perdere quelle galline invidiose che ti disturbano sempre e vai diritta ai tuoi obiettivi. Sei bravissima in tutti i campi, puoi fare ciò che vuoi, puoi conquistare il mondo, vedrai che recuperato l’anno scolastico recupererai anche il basket, ti voglio come prima, questa tua versione non mi piace”.
Kaoru ride “grazie Mariko sei una vera amica, mi fa davvero piacere il tuo affetto, ma ora sono di nuovo serena, non mi importa più di quelle galline starnazzanti, mi chiamino come vogliono, ora ho un nuovo obiettivo, voglio curare le persone, magari anche te anche se ti auguro di non averne bisogno!”
Mariko è commossa, come le piace Kaoru, quanto ne è innamorata, come vorrebbe mettersi con lei come ha fatto Nanako con Saint Just “Kaoru io sarò sicuramente una tua paziente”, è inebriata dal sorriso contagioso di Kaoru, dai suoi occhi verdi acuti e penetranti, ma nello stesso tempo dolci e ammalianti, dalla sua modestia, dalla sua letizia, dalla sua energia e dalla risolutezza del suo carattere. Deve farsi bastare la sua amicizia…e questo la immalinconisce…
 
Per Kaoru e Rei c’è stata una cesura col loro recente e buio passato per iniziare una nuova vita luminosa, un inizio pieno di speranza e brio, con tanti progetti bellissimi da realizzare, senza soluzione di continuità col passato perché se siamo arrivati dove siamo è anche per il nostro passato … forse nulla avviene per caso … o forse sì … ma di questo se ne parlerà….

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Capitolo 18
*** Una ragazza per amico ***


Non si può scrivere una ff sull’anime di “Caro fratello” senza parlare di Mariko!!!
 
Mariko è malinconica. Ha capito che Nanako e Saint Just si sono messe insieme, le vede felici; quando stanno sedute e la bellissima Saint Just non deve usare le stampelle sono sempre mano nella mano.
“Deve essere meraviglioso” – pensa fra sé e sé – “essere corrisposti da chi ami, deve dare una soddisfazione di pienezza, di realizzazione personale che può capire solo chi lo prova, e dire che Nanako e Saint Just ne hanno affrontate di prove dure, per loro la soddisfazione è ancora più grande”.
Le piace tantissimo Kaoru, la contemplerebbe per ore, quasi vorrebbe bocciasse all’esame per passare in terza per averla in classe per tutte le superiori e mentre lo pensa si vergogna perché si sente cattiva, se ami una persona devi volere il meglio per lei anche se questo significa averla lontana da te, proprio la sua amata Kaoru ha insegnato questo concetto a tutte loro e lei invece fa l’egoista e non lo mette in pratica. Vorrebbe dichiararle il suo amore, ma sa che Kaoru è innamorata e ora di nuovo fidanzata con Take, oggettivamente un bravissimo ragazzo, appassionato dei suoi studi e di sani costumi morali. Ha l’amicizia di Kaoru, è vero, e l’amicizia è un legame stupendo e ineguagliabile, ma non è proprio quello che voleva lei…
La vede leggiadra, allegra, magra, bella, di una bellezza abbagliante ma nello stesso tempo semplice ed essenziale, e poi quello sguardo magnetico…
 
È avvilita Mariko, è a casa e sta guardando per distrarsi durante una pausa dallo studio un anime di quando andava alle elementari, finchè non riceve una telefonata da chi non si aspettava più di sentire : Takashi Ichinomiya.
“Ciao Takashi, eri sparito, ero convinta ce l’avessi con me, dovrei liquidarti subito come hai fatto tu con me le altre volte, non sei stato gentile ultimamente, prima fai l’amicone poi sparisci come se le persone ti venissero a noia” – Mariko non te le manda a dire dietro!
Takashi ha nuovi sensi di colpa, tanto ormai ci convive e del resto su Mariko era già stato rimproverato da Rei.
“Hai perfettamente ragione Mariko, non mi sono comportato da amico. Io sono immaturo per i miei 23 anni. Mi sono rivoltato dai sensi di colpa nei confronti di mia sorella Rei che ho abbondantemente trascurato, e ho voluto seguire le mie sorelle, non so se te l’avevo detto ma faccio io le lezioni private di matematica a Rei, sono poi disperato per la partenza del mio amico Takehiko, sai : dovevo partire con lui per la Germania e invece per le mie sorelle sono rimasto qua, insomma fra le mie sorelle e una mezza depressione per la partenza di Takehiko, non ho avuto né tempo né la predisposizione d’animo giusta, mi dispiace se hai pensato male, hai ragione, ma … se non combino pasticci non mi chiamo Takashi Ichinomiya, ti va di vederci sabato?”
“Perdonato! Sabato pomeriggio sono libera quindi possiamo vederci!”
 
Mentre Mariko esce di casa, viene richiamata dalla madre “Ti vedi con Takashi? Salutamelo, è un ragazzino così simpatico e gioviale, mi ricorda un po’ tuo padre alla sua età! Mi piacerebbe vi metteste insieme!”
“Mamma ma che dici? è solo un amico, e niente più”.
La madre di Mariko continua ad ammiccare “ma sai com’è, da cosa nasce cosa e …”
“Basta mamma, non sono una bambina piccola, so quello che dico, possibile che la gente non capisca mai l’amicizia fra un ragazzo e una ragazza? Si può fare amicizia anche fra un maschio e una femmina, che mentalità ristretta!”
“Va bene, non ti arrabbiare, solo che non ci sarebbe nulla di male se”
“Maaaaammaaaaa!”
“Va bene, va bene, come non detto”.
Mariko esce di casa, particolarmente sportiva, giubbotto sopra la felpa e blue jeans. In genere indossa solo gonne ed è sempre particolarmente elegante, ma con Takashi, trattandosi di un maschio, vuole andare vestita nella maniera più semplice possibile, non sia mai che lui possa avere un nuovo colpo di fulmine per lei e ricominciare ad andarle dietro (come - lei pensa - ha già fatto in passato). No, questo Mariko proprio non lo sopporterebbe, il suo cuore ora come ora è immolato alla sua Kaoru e i maschi non le interessano e non le interesseranno mai, e guai a loro se si azzardano a corteggiarla : gliela fa passare lei la voglia.
La madre di Mariko è nostalgica, è ancora innamorata del marito e ripensa a quando intorno ai 18 anni si fidanzò con lui appena finite le scuole, il gruppo di amici in comune, le girate in motocicletta, i preparativi delle nozze e il progetto di una famiglia allegra e numerosa, Mariko doveva essere la prima di una lunga serie di figli, ma … nella vita le cose non vanno sempre come vogliamo…
Nel frattempo Mariko arriva all’appuntamento e trova Takashi gentile ma con uno sguardo dimesso; le fa un po’ impressione perché lui in genere è molto esuberante. Così si dirigono verso un bar lì vicino, decidono di pagare ognuno il suo, come precisa Mariko “non siamo una coppia, quindi niente gesti di galanteria, ognuno paga il suo!”
“Perfetto” risponde convinto e serio Takashi – in fondo anche lui non vuole illudere Mariko, le vuole bene solo come amica, magari si chiarissero su questo punto.
“Io prendo una fetta di sacher, una fetta di crostata con il lemon curd e un frappè alla banana” dice Mariko.
“Accidenti quanti dolci mangi”.
“Finchè sono così giovane qualche volta me lo posso permettere, e poi noi ragazze ci manteniamo molto meglio di voi ragazzi, tu che prendi?”
“Io una mousse allo yogurt bianco, non voglio ingrassare, vedo ragazzi che non hanno neanche 10 anni più di me che sono dei buzzichi, e io voglio cominciare a mantenermi bene fin da ora”.
“Bravo Takashi, riconosci le cose come stanno effettivamente. Allora come va? Tua sorella finalmente è tornata a scuola, è proprio bella, ora ancora più di prima”.
“Sì, devo starle molto dietro per i compiti di matematica, lei è intelligente, ce la mette tutta, però poverina ha avuto e ha ancora da fare con la fisioterapia, è indietro col programma scolastico, e meno male che ha avuto l’incidente prima della pausa estiva, almeno ha perso meno lezioni, speriamo bene con le verifiche. Mi sono comportato male con lei, l’ho troppo trascurata, credevo fosse rospa di carattere e invece è una ragazza molto dolce che non si sentiva amata, con lei mi confido, e mi dà soddisfazione quando le spiego la trigonometria”.
Mariko vuole arrivare subito ai chiarimenti “Takashi a parte tutto ti ho fatto qualcosa? Ti vedo serio”.
“No Mariko, sono io che in questo periodo sono sottosopra. Io e Fukiko dobbiamo ancora riprenderci per l’ansia e il trauma psicologico dell’incidente subito da nostra sorella Rei, smaltire i nostri sensi di colpa, sono preso da Rei, dagli ultimi esami universitari perché verso maggio mi laureo, poi nel poco tempo libero ho voluto stare il più possibile con Takehiko finchè non è partito, dalla prima media siamo inseparabili, e mi fa impressione non vederlo per qualche mese, scriverci non è la stessa cosa, tra l’altro sarei dovuto andare con lui in Germania, avevo prenotato un programma di approfondimento economico-finanziario, ci tenevo tanto”.
Mariko si sente di rincuorarlo “hai fatto la scelta giusta, Lady Miya e Saint Just hanno bisogno di te, sei stato molto bravo a rimanere con loro, ti sei mostrato maturo”.
Takashi è sempre più serio, sembra aver bisogno di sfogarsi “dovresti farlo capire a Fukiko e a mio padre, solo Rei mi è riconoscente; io non voglio sentirmi dire ‘grazie’, ma mio padre mi brontola in continuazione, ti avrei fatto sentire la parte che mi ha fatto per la scena dell’aeroporto quando è partito Takehiko, e anche Fukiko non fa che darmi ordini, sembra lei la sorella maggiore, e guai se guardo un telefilm o mi distraggo con un videogioco, mi fa subito anche lei una bella ramanzina, mi manca tanto Takehiko”.
Mariko ha un guizzo di intuizione, riconosce quel tono di voce e quegli occhi tristi, forse non ha motivo di temere di venire corteggiata da Takashi “i genitori spesso sbagliano, per il nostro bene arrivano a pretendere l’impossibile perché vogliono il massimo, specie se si è i fratelli maggiori come nel tuo caso o se si è figli unici come nel mio. Loro però non si guardano mai, fanno grandi errori, ma non lo vogliono riconoscere e sono buoni solo a criticarci. Se poi hai la sfortuna di essere figlia unica come me ti può capitare anche di essere trattata come una bambina piccola anche quando sei grande, tutte le attenzioni sempre rivolte su di te, dalle pretese alle apprensioni, che stress, fra i due stai meglio te. Quanto a Takehiko vedrai che questi mesi passeranno velocemente e a giugno riabbraccerai il tuo amico, poi anche se Takehiko è il tuo migliore amico, avrai di sicuro altri amici in questo periodo che ti possono tenere compagnia”.
“Sì ma lui per me è speciale; ora poi si è rimesso con Kaoru, quindi per me e gli altri amici avrà meno tempo perché dovrà stare con la sua ragazza. Sono una bella coppia, stanno davvero bene insieme, Kaoru poi è così intelligente, sono due cervelloni”.
“Sono due cervelloni, è vero, ma non sei stupido nemmeno tu, Saint Just dice le spieghi molto bene la trigonometria”.
Takashi si apre di più con Mariko “lo so, ma non ho seguito nessuna delle mie passioni. Volevo fare l’istituto tecnico industriale e mio padre mi impose il liceo; mi annoiavo molto, a volte alle lezioni di giapponese antico, etimologia e filosofia mi addormentavo persino con gli insegnanti di ripetizione privata, solo Takehiko riusciva a tenermi sveglio e persino a stimolare il mio interesse, era un piacere vedere la sua passione per le materie scolastiche, quanto era preso da loro, mi piaceva così tanto studiare con lui, che pur non interessandomi quelle materie ero contento quando ci davano tanti compiti perché così avrei passato molto tempo con Takehiko; dopo le superiori volevo fare ingegneria meccanica in una città del nord, ma mio padre con dei mega rimproveri mi impose di fare l’università nella mia città; io, sentendomi in colpa, per compiacerlo ancora di più ho voluto fare economia - anche se mi importa poco dell’economia - per fargli vedere che avrei portato bene avanti le aziende di famiglia; mi sono annoiato anche ad economia e ho continuato a essere brontolato da mio padre; chiesi almeno di andare a vivere con Takehiko e i suoi compagni di appartamento, ero - cioè sono - molto attaccato a Takehiko, desideravo più di ogni cosa andare a vivere con lui, sarebbe servito ad ammortizzare il fatto che facevo studi che non mi entusiasmavano e anche ad avere una vita autonoma, non mi piace tutto il super lusso in cui sono cresciuto, mi imbarazzava andare a scuola con l’autista e a un certo punto mi sono ribellato e ho voluto andare a scuola per conto mio; quando insistetti per andare a stare con Takehiko e trovarmi un lavoretto, successe il finimondo, per poco non le presi. Come vedi anche i ricchi piangono…poi però mi vedevo con Takehiko, le nostre chiacchierate, il cinema, la passione per i suoi studi, starei ore a sentirlo parlare di letteratura, perché ama così tanto i suoi studi che trasmette a tutti il suo entusiasmo, siamo cresciuti insieme, è più di un fratello, ero così felice di andare con lui in Germania, e invece … ma va bene così … è giusto così…, però, questi mesi senza lui mi sembrano eterni, poi tanto al ritorno ci sarà Kaoru…”, Takashi ha quasi gli occhi lucidi.
Mariko quasi non lo riconosce e pensa fra sé e sé “le persone vanno conosciute, sembrano in un modo e poi sono in un altro, questo ragazzo allegro ed esuberante nasconde un grande tormento interiore”.
Mariko vuole osare, lei non si preoccupa di apparire sfacciata, vuole la sincerità a tutti i costi, è poi triste per il suo amore non corrisposto per Kaoru e forse ha bisogno di parlare con qualcuno che capisca cosa prova, non Tomoko perché non è innamorata, né Nanako che ora è fidanzata con Saint Just (ricorda che la famiglia di Saint Just - Takashi compreso - non deve sapere che Nanako e Saint Just stanno insieme e deve stare attenta a non lasciarsi sfuggire nulla); Takashi Ichinomiya era davvero l’ultima persona con cui pensava di confidarsi e invece a volte le persone ti stupiscono; temeva di piacergli come potenziale fidanzata e lo trattava male all’inizio della loro conoscenza per questo, e ora vede che da questo punto di vista è assolutamente innocuo, anzi…Mariko ha le lacrime agli occhi e si sfoga anche lei.
“Sai Takashi, io sono innamorata di Kaoru, mi piace tantissimo, e soffro perché non mi può corrispondere, devo farmi bastare la sua amicizia, ma non mi basta, cioè a momenti mi dico che l’amicizia è un sentimento sublime e che va benissimo anche così, ma in dei momenti no, vorrei prenderle la mano, abbracciarla e non posso, sono - in senso buono - gelosa di Takehiko Henmi, sono tormentata, quindi ti capisco Takashi”.
Takashi è in imbarazzo “si vede così tanto – pensa – che sono innamorato di Takehiko? non lo dico mai, eppure sia Rei sia Mariko l’hanno capito”.
“Perché quella faccia? Ti dà fastidio mi piaccia la ragazza del tuo amico?”, Mariko lo risveglia dal suo stupore.
“Sei molto spontanea Mariko, non ti vergogni a dire che ti piace una ragazza nemmeno davanti a me”.
“Perché devo avere vergogna? Dobbiamo vergognarci, quando siamo cattivi, quando ci comportiamo male, ma non se amiamo qualcuno, l’amore è un sentimento bello, nobile, mi spieghi che c’è di male se amo una persona?”
Takashi, che purtroppo conosce le persone e la società meglio di Mariko, si spiega meglio “l’amore è un sentimento non bello, ma bellissimo, però andrebbe provato solo per chi appartiene a un genere diverso dal nostro”.
“Ma cosa dici Takashi? Uno ama chi vuole, che differenza c’è fra amare una persona del tuo genere e amare una dell’altro genere, sempre amore è, mi spieghi che sciocchezza è codesta?”
Takashi prova tenerezza per la purezza d’animo di Mariko e quasi invidia perché Mariko ancora non conosce come è fatta davvero la società, pensa ancora che le persone siano tutte buone e razionali, non conosce la cattiveria e la malignità, in questo è come sua sorella Rei.
“Purtroppo Mariko, anche se tu hai perfettamente ragione, la società non la pensa così, secondo la società benpensante e persino per la maggior parte dei nostri coetanei non è normale innamorarsi di chi appartiene al nostro genere; se disgraziatamente qualcuno viene a sapere che siamo omosentimentali, veniamo sbeffeggiati, abbiamo problemi a scuola e sul lavoro, ci dicono cose molto cattive, e allora dobbiamo nascondere i nostri sentimenti e vivere eventuali storie d’amore di nascosto oppure direttamente rinunciarci così tagliamo il problema alla radice”.
“Ma cosa dici?”
“Quando ero al liceo una volta dissi che non mi piacevano le ragazze e trovavo molto più interessanti i ragazzi, mi presero tutti in giro, mi rivolsero appellativi volgari e offensivi; a quel punto mi corressi subito, ma ormai era troppo tardi, la maggior parte dei miei compagni di classe era sempre guardinga con me, se per caso urtavo involontariamente qualcuno all’entrata o all’uscita di classe, vedevo che il compagno urtato si spolverava con la mano il punto dove c’eravamo sfiorati, solo Takehiko era sempre sinceramente buono e gentile con me. Dopo quest’esperienza all’università cominciai a improvvisarmi latin lover, a fingere di adorare le ragazze, a fare l’adulatore con loro, ecco perché al festival dell’università mi vedevi salutato a festa da diverse ragazze”.
“Beh, devo ammettere che sei un bravo attore, perché mi sembravi il classico dongiovanni a cui piace avere più fidanzate in contemporanea”.
“Mia sorella Fukiko dice sempre che sono il ragazzo dalle belle ciglia, tutte lo vogliono e nessuna lo piglia”.
Mariko ride della battutina maligna di Fukiko/Lady Miya “Caso mai sei tu che non pigli nessuna. Non è giusto però nascondere il nostro modo di essere e i nostri sentimenti, è abominevole reprimere se stessi, fingere di essere ciò che non siamo per la stupidità delle persone, secondo me sbagli, grida a tutti chi sei, se agli altri non va bene è un problema degli altri non tuo. Perché vuoi rinunciare a una cosa bella come le relazioni sentimentali?”
“Mariko le cose non sono così semplici, quando cominci a ritrovarti senza amici, senza vita sociale, ti perseguitano al lavoro, sei spesso oggetto di battutine pesanti e offese, la tua vita diventa un disastro, gli amici e il lavoro sono troppo importanti, devi scegliere, è tremendo essere derisi e scansati da tutti, essere considerati dei depravati, persino dalla tua famiglia”.
“Come : la tua famiglia non lo sa?”
“L’ha intuito Rei che è un’anima semplice come te, ma Fukiko ha già un altro carattere, lei è bene non sappia nulla, e quanto a mio padre – già mi dice spesso che non sono normale, se sapesse anche che non mi piacciono le ragazze povero me….”.
Mariko non riesce più a mangiare i suoi adorati dolci, ha avuto difficoltà a finire la crostata al lemon curd, non riesce a credere esista così tanta cattiveria, che la gente faccia discriminazioni così assurde, ma nello stesso tempo pensa che non rinuncerà mai a se stessa e al suo modo di essere per nulla al mondo e sbotta “io sono abituata a essere scansata e derisa per via del lavoro di mio padre, quindi a me non cambia nulla, posso tranquillamente dichiarare chi mi piace, e comunque io faccio e dico ciò che voglio, sono gli altri che devono cambiare non io, prima o poi la gente dovrà cambiare, dovrà rendersi conto della sua malvagità e, se non lo farà, io non cederò mai a tutta questa loro malvagità. Se diamo retta a loro, diventiamo malvagi a nostra volta, in che mondo ci ritroveremo poi?”, le ritorna l’appetito e comincia a mangiare voracemente il resto dei dolci, ma nello stesso tempo piange.
Takashi se ne accorge “doveva essere un pomeriggio piacevole per noi, invece guarda cos’è successo, mi dispiace, sono imbranato, te l’ho detto : se non combino pasticci non mi chiamo Takashi Ichinomiya”.
“Non sei tu, sono stata io a entrare nell’argomento, a me non importa dei pregiudizi, anzi davanti a persone così mentecatte mi divertirei a dire che mi piacciono le ragazze per scandalizzarle e fare loro rabbia, così stanno male, perché persone così sciocche devono stare male loro, non io, io sono superiore e loro sono gentaccia che non vale nulla. E anche tu devi fare come me, e poi non sei solo, ci siamo io e tua sorella Rei con te, insomma Takashi fai l’uomo, sii te stesso e imponiti invece di nasconderti dietro a complessi assurdi. I pregiudizi ci sono perché noi li assecondiamo, se ci ribellassimo alla fine le persone la smetterebbero. Se va avanti così, arriverà ad essere discriminato anche chi preferisce un colore rispetto a un altro o chi preferisce un tipo di serie televisiva rispetto a un altro, non ci sarà più libertà di pensiero, non ci sarà più spontaneità, e soprattutto non ci saranno più relazioni sentimentali da vivere. Se si ragiona come te e continuiamo a reprimerci, tante relazioni sentimentali moriranno prima di nascere, si vivrà senza amore o peggio ancora ci accompagneremo con persone di cui non siamo innamorate, che orrore! Io mi ribello e se tu non vuoi farlo peggio per te. Io sono superiore”.
Takashi pensa che le ragazze sono molto più forti dei ragazzi, che forse Mariko ha ragione, se i pregiudizi persistono è anche perché non si trova la forza di ribellarci ai pregiudizi, perché la paura paralizza, perché non si vuole lasciare il certo per l’incerto, perché si ha il terrore di perdere amici e famiglia, di avere difficoltà al lavoro, perché non sappiamo mai come andrà a finire una relazione sentimentale e se la relazione finisce male si rimane inguaribilmente soli; per questo lui vorrebbe ribellarsi ma non riesce a trovare il coraggio. Da una parte ammira Mariko, ma pensa anche però che all’atto pratico ha ragione anche lui stesso, visto che Mariko sta piangendo.
“Se ti ritieni superiore a questi pregiudizi allora perché piangi?”
“Io piango per Kaoru, mi piace tanto, e in fondo mi dispiace anche per te. Io voglio vivere il mio amore e non posso, non è giusto. Ma sia chiaro – Mariko assume un tono risoluto quasi da maestrina – io non vivo il mio amore solo perché Kaoru è già fidanzata e non per questi pregiudizi da strapazzo”.
“Beh, pensiamo che almeno abbiamo l’amicizia delle persone di cui siamo innamorati e che dobbiamo essere felici se loro sono felici. Senti e se per distrarci dalle nostre pene d’amore andassimo a fare una girata in macchina? Direi di fare dei giri a caso per la città e dintorni, perché di questa stagione alle cinque è già buio e andare verso la campagna non è il caso. Che ore sono? Oh, le quattro passate, sì facciamo dei giri a caso per la città, che dici?”
Mariko è ancora soprappensiero, sta finendo di asciugarsi le lacrime; Takashi, consapevole di aver cominciato lui questa chiacchierata triste e di aver avuto un tono troppo dimesso e rassegnato, cerca di rimediare e di assumere l’atteggiamento di sempre.
“Dai Mariko, è inutile stare qua ad arrovellarci sui nostri amori non corrisposti, cosa ci cambia? Takehiko ama Kaoru ed è fidanzato con lei; Kaoru ama Takehiko ed è fidanzata con lui. Ci siamo innamorati di chi non può corrisponderci. Capita! Ma non possiamo mica smettere di vivere per questo! Abbiamo tante cose interessanti e divertenti ancora da fare. Viviamo il presente così come è nel miglior modo possibile e prendiamo quello che ci offre la vita. Da quando la mia sorellina Rei ha avuto l’incidente, ho capito quali sono i veri valori, la famiglia, la salute, la serenità, e voglio comportarmi di conseguenza, senza prendermela per il resto”.
Mariko sente di essersi affezionata a Takashi, di avere più cose in comune con lui di quanto pensasse, e che le ha fatto bene confrontarsi con chi vive una situazione simile alla sua.
Takashi a sua volta è sorpreso dal carattere indomito e deciso di Mariko, che non si sottomette a nessun pregiudizio, a nessuna convenzione. Ha detto tante cose su cui riflettere, degne di una mentalità aperta e libera; lui tiene moltissimo alla sua famiglia e ai suoi amici, ma dopo la chiacchierata con Mariko comincia a pensare che non è giusto fingersi ciò che non si è per compiacere gli altri, perché chi ti vuol bene davvero ti vuole bene per quello che sei e soprattutto nonostante quello che sei, e non perché ti pieghi alle convenzioni sociali; uno dei motivi perché si è innamorato di Takehiko è proprio perché Takehiko era suo amico, sempre gioviale e affezionato a lui, anche dopo che lui aveva detto di non essere interessato alle ragazze, perché Takehiko non ha mai fatto battute sciocche, perché gli è sempre stato accanto nei momenti difficili aiutandolo negli studi durante il liceo e poi nella vita. Sicuramente anche Kaoru è una bella persona e due persone così belle come Takehiko e Kaoru – pensa – è normale si siano fidanzate una volta incontrate.
Non avrebbe mai pensato di confidare le sue pene d’amore proprio a una ragazza! Sente che con Mariko potrebbe cominciare una bella amicizia, fatta di confronti costruttivi e incoraggiamenti reciproci a superare i rispettivi periodi ‘no’. Per la prima volta in vita sua ha confidato a una persona tutti i suoi patemi d’animo dovuti a un amore non corrisposto per un ragazzo, per il suo migliore amico, e si sente libero. Almeno con Mariko - e del resto anche con sua sorella Rei - sa di poter essere se stesso e questo non ha prezzo, sa che quando sarà demoralizzato per il suo amore non ricambiato non dovrà più tormentarsi da solo, non avrà più quel senso di soffocamento che ti dà il non poterti aprire con qualcuno; finalmente ha qualcuno con cui parlare nel vero senso della parola, un supporto valido su cui contare. Sì, si può avere un rapporto di amicizia aperto e sincero anche con una ragazza, un rapporto che non ha nulla da invidiare a quello con un ragazzo.
E ora Takashi fa quello che ama di più : guidare la sua automobile - la sua migliore amica - , ci carica Mariko e via a zonzo per la città, parlando di frizzi e lazzi, spettegolando bonariamente, ascoltando canzoni alla radio, cercando di distrarsi! Mariko si diverte affacciata fuori dal finestrino a chiacchierare di frivolezze, le piace prendere la brezza nel viso, le sembra di essere su una nuvola lontana dai problemi e dalla routine quotidiana, a volte lei e Takashi si divertono con infantilismo bonario a superare delle automobili suonando il clacson e strillando dai finestrini “Tartaaaaruugheee” “Chi vi ha dato la patente?” “Luumaaaacheeee” “Andate a casa” e poi ridono fra loro; dalle auto sorpassate arrivano clacsonate furiose, gli automobilisti ogni tanto si affacciano e gliene dicono qualcuna, ma sono troppo lontani per essere uditi.
Sono quegli scherzi e quelle bravate che fra qualche anno non potrai più fare e che magari potresti rimpiangere di non aver fatto….
Alla fine un pomeriggio partito all’insegna della malinconia con confidenze e rivelazioni tristi è terminato briosamente.
Gli amici del resto servono anche a questo e oggi è nata una bella amicizia, di quelle che si creano solo quando si è ragazzi e che ti scaldano il cuore per sempre…
 

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Capitolo 19
*** La crisi prima di un nuovo capitolo ***


Riaccompagnata a casa, Mariko chiede a Takashi di entrare un attimo per un caffè e per mostrargli come ha arredato l’appartamento che proprio lui l’ha aiutata a trovare. Gli mostra il suo castello, il castello dove abitano due giovani principesse, lei e sua madre.
“Guarda che bella terrazza e che panorama spettacolare, si vede bene il mare! Ammettilo : ho buon gusto per le case e ho fiutato bene l’affare”.
“Ecco Taka che comincia a vantarsi” commenta ironica Mariko.
“Ciao Takashi, che piacere rivederti”; è la mamma di Mariko, particolarmente allegra e sgargiante, con un trucco impeccabile e una gonna appena sopra il ginocchio. Intorno a lei aleggia una scia di profumo molto intensa.
“Buonasera signora”.
“Oh basta con questi convenevoli, ormai sei di casa, dammi pure del tu e chiamami Isako”.
Mariko è sorpresa da sua madre, è sempre stata una signora riservata, molto gentile, ma che tiene moltissimo alle formalità; ha sempre raccomandato a Mariko di dare rigorosamente del lei e di non chiacchierare più di tanto.
“Mamma ci siamo divertiti moltissimo. Abbiamo fatto una giratona in auto nelle periferie dei dintorni, abbiamo sorpassato tutti guidando a super velocità, Takashi non guida piano come fate tu e papà, ci mette un terzo di voi ad andare nei posti, mamma non vedo l’ora di avere 18 anni per prendere anch’io la patente, ti dà un grande senso di libertà!”
“Immagino avrete fame, perché non ti fermi a cena Takashi? Ormai sono le 20 passate, stasera tra l’altro mi sono sbizzarrita in cucina, ho fatto due tipi di zuppe, bistecca con patatine fritte e il latte alla portoghese che so che ti piace molto” ammicca a Takashi.
“Beh non saprei, le mie sorelle mi aspettano”, Takashi teme di essere invadente, non vuole violare la riservatezza domestica di Mariko che invece contenta gli dice :
“Perché no Taka? Avverti casa, e magari un giorno facciamo qui una festicciola con le mie amiche fra cui Saint Just, e vieni anche tu a fare il beato fra le donne”.
“Ok allora avverto”.
Durante tutta la cena Mariko e Takashi non riescono neanche a imbastire un discorso; la sig.ra Sekiya – già Shinobu - chiacchiera moltissimo, racconta della sua passione per la cucina, di quanto le piace il suo lavoro di funzionaria amministrativa alla prefettura, dove si sta preparando per un concorso interno per diventare dirigente, racconta poi di quando a 18 anni andava a fare le girate in moto col marito, e soprattutto tempesta di domande Takashi, dai suoi hobbies ai suoi amici, fino all’andamento dei suoi studi. Vuole sapere in particolare quanto frequenta l’università, in che giorni, se studia in biblioteca, sembra una poliziotta.
Quando Takashi se ne va, Mariko si adira con la madre “Mamma hai parlato solo tu tutto il tempo, io e Taka non siamo riusciti ad aprire bocca, ma poi proprio tu che fai sempre quella riservata in punta di forchetta ti metti a fare l’interrogatorio di quarto grado a Takashi, ma non gli davi tregua, neanche un commissario di polizia!”
“Tesoro io volevo essere semplicemente ospitale, proprio perché mi dici che sono sempre troppo fredda e formale ho voluto essere estroversa”.
“Ho capito mamma, ma esageri; quando vengono le tue amiche mi ordini di stare in camera mia perché non devo assolutamente essere presente, perché non sta bene, perché non devo sentire i discorsi degli adulti, ma tu invece ti sei piazzata qua a sentenziare tutto il tempo, sembrava dovessi fare un’orazione. Se lo facessi io con le tue amiche, chissà come mi brontoleresti”.
“Oh andiamo tesoro, falla poco lunga, le mie erano semplici cortesie da padrona di casa per mettere a suo agio il tuo amico, sai i genitori incutono soggezione e volevo fargli capire che questa casa lo accoglie sempre a braccia aperte, e poi noi genitori abbiamo più poteri e facoltà di voi figli, ricordalo sempre”.
Mariko vede la madre particolarmente esuberante, è perplessa.
 
Nei giorni immediatamente successivi Mariko vede sempre la madre vestita in maniera un po’ troppo moderna per una quarantacinquenne del 1991, gonne che coprono due terzi della coscia, pantaloni attillati, scarpe con tacco più alto del solito, trucco più sfumato, rossetto rosa fucsia o rosa chiaro madreperla anziché il solito rosso classico, molto rimmel, finchè un giorno vede la madre con i capelli sciolti – cosa che non capitava da anni – , dei bei capelli morbidi che non sapeva arrivassero quasi ai gomiti (li porta sempre raccolti in una crocchia).
“E quest’aria da squinzia?”
“Mariko ti sembra questo il modo di rivolgerti a tua madre?”
“Mamma hai 45 anni e ti vesti tra un po’ come una ventenne, ora anche i capelli lunghi fino ai gomiti tutti sciolti”.
“Perché tu che fai? Perché tu puoi portarli e io no? Guarda che a 45 anni sono ancora giovanissima non sono una decrepita”.
“Ma mamma”.
“Oh come sei noiosa e antiquata, sembri tu la mamma e io la bambina, devi aggiornarti tesoro ed essere più moderna”.
Mariko è preoccupata per la madre; come mai tutt’a un tratto è così cambiata di carattere? Come mai quel look così vistoso non adatto a lei? Sua madre era molto triste e dimessa per la separazione da suo padre, ne è ancora innamorata, soffre ogni volta che lo pensa o lo incontra specie quando vede sul giornale le sue foto con la nuova compagna giovanissima di appena 30 anni poco più. Forse vuole riconquistare suo padre con un nuovo look super giovanile? Vuole fargli vedere che una quarantacinquenne non ha nulla da invidiare a una trentenne? Vuole fare la sbrillantante a tutti i costi  per nascondere le sue sofferenze come fa per esempio anche Takashi?
A proposito di Takashi : perché le chiede spesso di lui? “Quando lo riinviti a casa? Quando ci esci di nuovo insieme? Mi ricorda così tanto tuo padre alla sua età, però lui è ancora più carino, tuo padre aveva un’aria più seriosa e dimostrava qualche anno in più, invece lui dimostra 20 anni anziché 23”; e quell’interrogatorio la sera che lui è venuto a cena a casa loro? Cosa importa a sua madre dell’orario universitario di Takashi? Non vorrà mica improvvisare una love story con Takashi per senso di rivalsa verso suo padre? “Oh no – pensa Mariko – ci mancherebbe solo questa! Fai che mi sbagli!” non sa se confidarsi o meno con le sue amiche; non sa se avvertire lo stesso Takashi.
 
Takashi, intanto, sta andando in biblioteca a studiare in un intervallo fra una lezione e l’altra quando si sente chiamare da lontano.
“Ciao Taka”, si gira è la madre di Mariko in una versione fuori del solito : capelli sciolti lunghi fino ai gomiti con la divisa da una parte e qualche colpo di sole, giaccone aperto davanti – è una mite giornata novembrina – da cui si intravede un tubino invernale attillato al ginocchio, stivaletti appuntiti, occhiali da sole, immancabile scia di profumo, labbra color corallo molto lucide.
“Buongiorno Signora”.
“Sbaglio o non si era detto che dovevi darmi del tu?”
“Ah è vero ha ragione”.
“Mmhh?” ammicca con un sopracciglio rialzato e il sorriso malizioso la madre di Mariko.
“Sì scusi, cioè scusa, ciao Isako”.
“Così si fa! Meno male ti ho incontrato, ero da queste parti per commissioni quando a un certo punto si è bucata la ruota dell’auto e io non so cambiarla, guarda stavo per chiedere se c’è un meccanico o almeno un benzinaio nei dintorni che mi dia una mano” .
“Io ho la passione per la meccanica, nel tempo libero mi diverto a smontare e rimontare la mia auto, quindi per me cambiare una ruota è un gioco da ragazzi oltre che uno spasso”.
“Grazie Taka, sei davvero un bravissimo ragazzo”.
Takashi cambia subito la ruota all’auto della sig.ra Sekiya e non si accorge che lei lo guarda sorridente tutto il tempo con lo sguardo ammaliante.
“Ecco fatto signo…eh..Isako. Adesso può tranquillamente ripartire”.
“Senti ma fatti offrire qualcosa”.
“Assolutamente no, poi ho appuntamento per studiare in biblioteca con degli amici”.
“Ma come nulla?”
“No, ho fatto colazione stamani e fino all’ora di pranzo non rimangio”.
“Bravo, fai bene a tenere molto alla linea e a curarti fin da ragazzo, guadagni in aspetto e anche in salute per gli anni a venire, ma nemmeno uno strappettino alla regola?”
“Davvero sono a posto”.
“Almeno fammi compagnia al bar, mentre prendo qualcosa io”.
Takashi è un po’ perplesso, trova quasi maliziosa la madre di Mariko; ad ogni modo per educazione decide di farle compagnia.
Al bar la madre di Mariko sembra quasi logorroica, gli fa di nuovo molte domande sul suo tempo libero, sulla meccanica, sulle sue lezioni, fino a lasciarsi andare a discorsi non proprio adatti a loro “Sai, fai veramente bene a tenere alla linea già alla tua età, come ti dicevo dianzi gli uomini diversamente dalle donne hanno il vizio di lasciarsi andare e peggiorano molto di aspetto col passare degli anni; ti farei vedere che pancioni hanno gli uomini della mia età, come sono cadenti, diventano irriconoscibili rispetto a quando avevano la tua di età, invece che con un quarantenne sembra di uscire con un sessantenne”.
Takashi non capisce perché la madre di Mariko fa questi discorsi proprio a lui, che è un ragazzo e oltretutto che la conosce poco più che di vista, comincia a guardarla in modo strano.
“Scusi signo…eh Isako, scusa, però il tuo ex marito è ancora un bell’uomo, non siamo proprio tutti da buttare quando arriviamo a 40 anni”.
A questo punto la sig.ra Sekiya si rabbuia “sì è vero, lui è sempre molto affascinante, lui era come te, ci teneva alla linea, al suo aspetto, e infatti a 48 anni è ancora magro e con la pancia piatta, i bei lineamenti del viso di un tempo, non a caso si è pure trovato una ragazza di 30 anni con cui sta per sposarsi. Lo sai che tu un po’ me lo ricordi? Tu però sei più gioviale”.
Takashi capisce che la madre di Mariko sta passando un momento di crisi per la separazione e per l’imminente matrimonio dell’ex marito che non riesce ad accettare, quindi, prova a cambiare atteggiamento e look per esorcizzare il suo dispiacere. Sente che è meglio troncare il loro dialogo.
“Beh, ma ci sono anche altri uomini ancora avvenenti all’età di tuo marito. Senti, scusa ma ora devo proprio andare altrimenti i miei amici mi daranno per disperso. A presto, e di’ a Mariko che la chiamo uno di questi giorni”.
“Perché non torni a cena o a pranzo uno dei prossimi giorni? Ci siamo divertiti l’altra sera tutti insieme, no?” Isako è di nuovo brillante.
“Certo, perché no?” Takashi se ne va sempre più perplesso, e pensa le stesse cose che ha pensato Mariko a sua insaputa : Isako sta cominciando ad avere una crisi per l’imminente matrimonio dell’ex marito e vuole una rivincita … proprio con lui. Sarà il caso di parlarne a Mariko? Preferisce aspettare, magari è solo un’impressione sua, si è fatto un film…
 
Dopo pochi giorni, mentre sta uscendo dall’università, si sente di nuovo chiamare.
“Taka tutt’a un tratto ci incontriamo sempre!”.
Takashi non ci casca; possibile che prima non si incontravano mai e ora dopo la cena dell’altro sabato la madre di Mariko guarda caso è sempre dalle parti della sua facoltà?
“Buonasera Isako”, la squadra : oggi oltre ai soliti capelli sciolti, ha dei jeans super attillati dentro degli stivali a punta, e uno shearling rosso fuoco come il rossetto che si è applicata sulle labbra.
“Dove vai di bello?”
“A casa”.
“Se vuoi facciamo due passi, un pezzo di strada insieme”.
“Ho la macchina qui vicino”.
“Dai ti accompagno”.
Takashi la guarda di sbilenco e nota che a 45 anni è davvero una bella donna, Mariko non le assomiglia ma ha senz’altro ereditato da lei lo stesso fascino accattivante.
“Senti volevo chiederti dei consigli perché voglio acquistare una nuova auto, sono incerta fra più modelli, la mia è diventata un vero catorcio”.
“Certo, magari, quando passo da Mariko, se ne può parlare”.
“Ma ascolta, quando vieni a casa nostra va a finire che vuole parlare solo Mariko, vuole solo per sé i suoi amici, perché non fissiamo un giorno che sei all’università? magari se hai un’ora libera fra un corso e l’altro, così facciamo due chiacchiere e ci conosciamo meglio, sai mi piace diventare amica degli amici di mia figlia”.
Takashi comincia a capire che le sue intuizioni sono state esatte e vuole subito troncare.
“Isako, all’università è difficile trovare un’ora libera, anche perché coi miei compagni di corso stiamo preparando insieme gli ultimi esami”.
Isako si fa ad un tratto più cupa “Ma nemmeno mezz’ora a disposizione? Giusto il tempo di parlare dell’acquisto dell’auto”.
“Quando mi vedo con Mariko mi fermo a casa vostra e ne parliamo, ora sono arrivato, questa è la mia macchina”.
“Taka sei davvero un ragazzo studioso, mi piaceresti molto per Mariko”.
Takashi nota che Isako ha quasi le lacrime agli occhi, forse è stato troppo brusco, sorride “Grazie Isako, buona serata, salutami Mariko”.
“Ciao caro” risponde flebilmente Isako e se ne va.
Takashi sente che deve parlare immediatamente a Mariko e deve farlo prima che la madre torni a casa. Monta in auto e si ferma alla prima cabina telefonica per chiamarla, ma purtroppo non trova nessuno in casa “Come posso fare?”; a questo punto si avvarrà dell’aiuto della sorella Rei che essendo compagna di scuola di Mariko può spiegarle la situazione; ci sarebbe anche l’altra sorella Fukiko, ma è meglio tenerla fuori perché potrebbe iniziare a fargli delle prediche, magari insinuando che lui ha fatto troppo il latin lover e ha illuso la madre della sua amica.
 
Nel frattempo Isako si rende conto di quanto è stata ridicola alla sua età a pensare di fare invaghire di sé un ragazzino di 23 anni e di fare la civetta con lui. Si sente pacchiana, patetica, ridicola, si è comportata in modo completamente diverso dal suo vero modo di essere, perché non accetta la fine senza speranze della storia d’amore fra lei e l’ex marito; pur essendo ormai da diverso tempo divorziata, ha sempre sperato che il marito si rimettesse con lei anche in nome della loro figlia; invece, ora che le nozze dell’ex marito con la nuova fidanzata stanno per celebrarsi, ha avuto la conferma che non c’è più niente da sperare, ma deve solo rassegnarsi alla perdita definitiva di quell’uomo che ha amato e ama tuttora moltissimo e che al contrario di lei a un certo punto si è accorto di non corrisponderla più. Come scrisse Kaoru su un muro “l’amore è eterno finchè dura….”.
Per Isako è inconcepibile pensare di rifarsi una vita con un altro uomo e nello stesso tempo le manca molto una relazione sentimentale, pur amando moltissimo la sua unica figlia che è una grande e amabile compagnia. Alla fine non le manca la relazione sentimentale con un uomo, ma le manca la relazione sentimentale con il suo ex marito…
Ripensa a quando aveva l’età di Mariko o anche ai propri vent’anni, tante speranze, tanti progetti, tutto sembrava possibile, ogni sogno era convinta sarebbe divenuto realtà, ripensa soprattutto all’amore per quello che sarebbe divenuto suo marito e alla grande soddisfazione provata nell’essere corrisposta da lui, l’emozione del matrimonio, la festa non troppo ridondante per la scarsità di mezzi finanziari, eppure quanta felicità….cos’era successo a un tratto? Perché si era spenta la fiamma dell’amore da parte di lui? Forse la sfortuna che si era intromessa quella bellissima attrice pornografica trentenne?
Lei ha il diritto e il dovere di voltare pagina e ricostruirsi una vita, ma non riesce ancora a liberarsi del suo passato, perché non puoi smettere di amare una persona all’improvviso. Eppure, a cosa serve insistere a crogiolarsi nei ricordi del bel tempo che fu e che non tornerà più? A cosa serve sperare nell’insperabile, ora che nero su bianco la storia con il suo ex marito è inesorabilmente finita per il prossimo inizio di un nuovo matrimonio con un’altra donna? E l’eventuale flirt con l’amico della figlia – flirt che aveva pensato di avere solo perché Mariko aveva chiarito di essere interessata a Takashi giusto come amico – cosa le avrebbe cambiato? Non avrebbe certo suscitato gelosia nell’ex marito, ormai perdutamente innamorato di un’altra donna. Si sarebbe sentita ancora bella e affascinante? Non era mai stata vanitosa e comunque l’unica persona da cui voleva essere ammirata era il suo ex marito; non aveva e non ha nessun interesse per altri uomini.
È davvero ancora innamorata di suo marito oppure le mancano semplicemente le emozioni dell’amore, l’amore quello vero spontaneo, che ti coglie all’improvviso quando meno te lo aspetti? Alcune delle sue amiche coetanee verso i 40/45 anni, desiderose di una relazione sentimentale, ‘si sono accontentate’. Non sono innamorate, ma hanno trovato il classico brav’uomo, magari bruttoccio e panciuto, magari nemmeno il top della simpatia anzi pure pesantone, ma con una bella posizione lavorativa, una brava persona, collaborativo; anche se in un altro contesto non li avrebbero mai presi in considerazione, ora hanno deciso di accompagnarsi proprio con loro per semplice ragionamento, per non affrontare l’età che avanza in solitudine con tutte le difficoltà del caso.
No, Isako non è così, preferisce rimanere sola, ha la compagnia super gioiosa della figlia, e quando Mariko avrà la sua vita indipendente, vedrà cosa improvvisare. Lei che ha amato così tanto suo marito non può pensare di accompagnarsi con uomini anche innamorati di lei, ma che non l’attirano e non suscitano in lei le emozioni provate con l’ex marito.
Deve lasciar perdere l’idea di riaccompagnarsi per ragionamento e comodità, perché non è il tipo che forza i sentimenti e che prende una persona in casa per ripiego. Nello stesso tempo però deve anche dimenticare suo marito e proprio su quest’ultimo punto razionalmente sa di dover agire in un modo, mentre con il cuore va in tutt’altra direzione rimanendo troppo legata alle grinfie del passato in una spirale deleteria senza fine.
Per caso dà un’occhiata all’orologio : è l’ora di cominciare a preparare da cena, Mariko ormai è tornata da scuola, deve mangiare…Mariko : un guizzo all’improvviso.
Takashi ha senz’altro intuito qualcosa e … oltre ad aver fatto con lui una figura di niente c’è il rischio che a fin di bene lui ne parli con Mariko. E che figura fa con sua figlia? Che esempio le dà? Lei prima di una donna è una madre e da madre deve comportarsi. Deve parlare con la figlia e spiegarle. Mariko ha sofferto moltissimo per il divorzio dei genitori, e non può adesso soffrire anche per le depressioni della madre; ha già avuto molti problemi con le compagne di scuola sia per il divorzio dei genitori sia per il lavoro del padre, è stata poi sospesa per due mesi dalle lezioni, ha tentato di incendiare la casa dove abitavano prima, fino a pochi mesi fa era sempre sola senza neppure un’amica con cui ridere e scherzare e ora che finalmente sta trovando un po’ di serenità, che si sta facendo delle amicizie e sta riabbracciando l’allegria, non può avere nuovi problemi in famiglia per la madre. Lei deve essere un esempio e soprattutto una roccia per Mariko, un punto di appoggio, visto anche che il suo ex marito non è certo un padre particolarmente premuroso e presente…
Per un vezzo, un capriccio stava per mettere in crisi ancora una volta sua figlia. Deve tornare a casa, tornare a essere una persona seria, e farlo capire alla figlia.
 
Takashi, non avendo trovato a casa Mariko, chiede aiuto a Rei, raccontandole in soldoni la storia stramba appena vissuta.
“Per l’appunto quando ho telefonato non mi ha risposto nessuno. Se solo tu le parlassi, senza entrare nei particolari, non voglio farla litigare con la madre, ma devi dirle che sua madre sta avendo comportamenti strani, è in crisi, non vorrei poi pensasse che c’entro qualcosa anch’io, e poi in fondo mi dispiace anche vedere una signora sempre così gentile e premurosa con la figlia e con le persone in generale arrivare a star male fino al punto di flirtare con un amico della figlia che ha la metà dei suoi anni”.
Rei rimane zitta, sembra assorta nei suoi pensieri, come se qualcosa la turbasse.
“Oh, sorellina, mi hai sentito? Hai capito che mi devi aiutare? Una mano lava l’altra. Oh? Che ti è successo?”.
Rei è un po’ triste “Scusa ma non puoi risolverla tu? Io non sono in vena, oggi a scuola ho preso una ramanzina dalla prof di giapponese antico perché ho sbagliato due regole di sintassi spiegate mentre ero assente e per l’appunto propedeutiche al resto del programma; io mi sto dando da fare al massimo, ma non è facile rimettersi in pari, lei corre alla velocità della luce e si accumulano le lacune, a sentire lei sembra che io l’abbia fatto apposta di precipitare dalla passerella sopra i binari. Scusa ma ho cose ben più gravi a cui pensare delle tue disavventure grottesche”.
“E te continua a studiare vedrai che poi la zittirai quella vecchia bacucca, per l’appunto ti è toccata la prof che va più veloce col programma in tutto il liceo”.
“Mi ha detto che se fossi stata meno temeraria e scapicollata e avessi tenuto di più alla mia salute ora non mi troverei in questa situazione e che devo prendere esempio da Fukiko a cui dà sempre tutti 9 e 10”.
Takashi sa quanto sono odiosi i paragoni…sa che le situazioni di Rei e Fukiko non sono neanche lontanamente paragonabili e gli viene rabbia a pensare che una persona adulta sia così limitata da non capirlo, da non riuscire a pensare che una ragazza non può certo divertirsi a cadere da una balaustra, a stare ingessata e a fare fisioterapia, ma sa anche che non può dirlo a Rei per non rischiare venga meno il rispetto e il timore reverenziale verso gli insegnanti e anche per non demoralizzarla ulteriormente. Capisce di essere stato indelicato e che deve vedersela da sé anche perché….non è il caso di parlarne a Fukiko…
Prova a rimediare con la sorella scherzando “adesso arriva la bestia a consolarti” e le porge cherie poupee; Takashi chiama così cherie poupee quasi con affetto, perché alla fine è un modo affettuoso di scherzare con quella sorella che finora è stata davvero sfortunata e soprattutto lasciata troppo sola.
Rei abbraccia la bambola che col suo sguardo sereno e dolcissimo trasmette sempre ottimismo, una autentica doll therapy, una bambola magica a cui non ci si può non affezionare; l’appoggia in un angolo della sua scrivania e riprende in mano il libro di sintassi di giapponese antico, il giorno dopo verrà anche la ragazza di ripetizioni private a darle una mano, vuole farcela, non vuole perdere l’anno e non vuole darla vinta alla vecchia bacucca.
Takashi si sente inopportuno e ridicolo “Scusami Rei, continua a studiare”.
Rei gli sorride e torna sui libri; chi l’avrebbe mai detto che Rei sarebbe diventata nel senso più buono del termine così ‘secchiona’???
 
Mariko torna a casa camminando 5 metri sopra il cielo; è stata in biblioteca a ripassare fisica con la sua amatissima Kaoru, bella, irraggiungibile, amabile, adorabile, che spettacolo….ancora sognante si sveglia sbigottita dalla sua estasi : sua madre è in cucina di nuovo pettinata col suo chignon e vestita come al solito, diciamo da ‘signora standard’, salvo indossare dei jeans sportivi.
“Mamma che hai fatto?”.
Isako ha deciso nel frattempo che la cosa migliore è semplicemente tornare alla normalità come se non fosse mai successo nulla, magari adottando un look più giovanile – quello sì - : siamo ormai negli anni ’90, a 40 anni ti devi vestire moderna, c’è tempo per indossare solo gonne lunghe, scarpe decolleté, giacche e colori sempre sul grigio/beige,nero al massimo un blu o un bordeaux. Pensa che se raccontasse alla figlia del suo colpo di testa – che comunque Mariko sicuramente sospetta già di suo – si renderebbe ridicola agli occhi della figlia e soprattutto potrebbe far venire meno le sue certezze.
Con l’assenza sistematica dell’ex marito, Mariko ha bisogno che almeno la madre sia forte, una persona su cui contare; se la vede debole e vulnerabile fino al punto di comportarsi da teen ager fuori tempo massimo, Mariko si sentirebbe abbandonata a se stessa e diventerebbe insicura e fragile a sua volta, senza punti di riferimento.
Inoltre, le trasmetterebbe l’idea sbagliata che una donna senza un uomo non può essere felice, e questo sarebbe deleterio. Non vuole che sua figlia rimanga psicologicamente dipendente dall’uomo che ama, specialmente nel caso un suo eventuale futuro matrimonio finisca; né tanto meno vuole che sua figlia, ove arrivi eventualmente nubile dopo i 35 anni, si accompagni col primo fagotto che trova tanto per non rimanere nubile. Sua figlia deve essere indipendente, autonoma, camminare con le proprie gambe, una relazione sentimentale deve essere un arricchimento non una condizione senza la quale non puoi realizzarsi. Capisce che stava trasmettendo a sua figlia un messaggio completamente sbagliato anche ai fini della sua educazione.
Ora basta pensare al passato e al bel tempo che fu; ora c’è una figlia di 16 anni da seguire e che le sta dando grandi soddisfazioni. Niente rimpianti che nel suo caso porterebbero solo ad egoismo. Non ha più suo marito, ma ha sua figlia che ha un valore infinito, che è la cosa più bella che potesse avere in comune con lui, e tanto basta.
“Mamma non mi hai risposto. Dov’è finito il tuo nuovo look? Sai in fondo mi piacevi più moderna e attraente”.
“Diciamo che ho voluto sperimentare nuovi tipi di abbigliamento e sono arrivata alla conclusione che ancora una volta la virtù sta nel mezzo, d’ora in poi metterò vestiti più moderni, indosserò più spesso i pantaloni e mi scioglierò qualche volta i capelli, bisogna anche cambiare, e tu come è andata?”
“Oh mamma sapessi come è bello studiare con Kaoru. Si vede che è innamorata della matematica e della fisica, starei ore a sentirla parlare, avrei studiato con lei tutto il programma di tutti e tre gli anni. La adoro!”
Era tornato tutto uguale a prima! In fondo Mariko è contenta, perché ha capito che la crisi di sua madre è passata, lo vede dal suo sguardo, dal suo modo di fare. Sì : per Mariko la giornata non poteva concludersi meglio.
 
Rei che è una ragazza buona, che si dà molto agli altri, contrariamente a quanto detto al fratello, il giorno dopo cerca all’intervallo Mariko; tra l’altro si sarebbe avvicinata comunque alla sua aula perché si deve incontrare con la sua Nanako per trascorrere insieme la ricreazione.
Prende alla larga il discorso, le sembra inopportuno fare discorsi diretti e particolareggiati come intendeva fare suo fratello, rischia di preoccupare inutilmente Mariko o peggio ancora di farla litigare con la madre. Rei a soli 17 anni ha più accortezze ed è più riflessiva rispetto al fratello di 23, spesso troppo impulsivo e istintivo. Le dice che suo fratello ha incontrato un paio di volte vicino all’università la madre e vuole scusarsi per averla liquidata troppo velocemente, ma era molto impegnato.
“Sai tua madre avrebbe voluto offrirgli qualcosa per averle riparato la gomma dell’auto e anche parlarci con calma per la questione della nuova auto da acquistare, ma mio fratello era davvero di fretta, gli ultimi esami lo impegnano molto e teme ci sia rimasta male. Se ha domande da fargli, gliele può fare un giorno che voi due vi incontrate”.
Mariko capisce tutto, apprezza la delicatezza di Rei, ormai sono amiche ed è esplicita “Rei ascolta ti ringrazio per la tua sensibilità, ma guarda che ho capito cos’è successo; mia madre diciamo ha avuto un attacco improvviso di nostalgia per la passata gioventù, probabilmente scatenata dal matrimonio di mio padre con quella sciacquetta deficiente e insignificante, una piccola crisi per i suoi 45 anni causata dal comportamento sudicio di mio padre; io voglio bene a mio padre, però anche lui ha seguito il tipico filone sudicio, immaturo e sconsiderato degli uomini. Ora però si è tutto risolto, ieri sera era tornata quella di sempre, probabilmente anche perché tuo fratello non dandole spago le ha fatto capire che non ha bisogno di comportarsi così e che anzi si rende ridicola. Sai sono contenta di essere amica di tuo fratello, un altro al suo posto si sarebbe divertito a farsi corteggiare da una bella e affascinante signora di 45 anni come mia madre e magari se ne sarebbe pure approfittato, devi essere fiera di lui; quindi, tranquillizzalo anche perché so che da lui non ho nulla da temere”.
Mariko fa intuire a Rei che conosce le inclinazioni sentimentali reali del fratello e che pertanto sa che non avrebbe mai fatto il cascamorto né con sua madre né con nessun’altra.
“Ora ti saluto perché devo raggiungere princ…cioè Kaoru, devo ringraziarla per avere studiato con me ieri pomeriggio, ciao ciao”.
Rei riferirà al fratello, che alla fine si era tanto angustiato per nulla…quando hai amici intelligenti puoi stare sereno, anche se è sempre bene essere sicuri non vi siano fraintendimenti.
 
Rei scorge Nanako che le corre incontro allegra, si abbracciano felici. Hanno sempre mille cose da raccontarsi, anche un’inezia per loro è fonte di interesse e sorpresa…guardarsi negli occhi è un’emozione che si rinnova ad ogni loro nuovo incontro, e Rei un po’ capisce la crisi avuta dalla madre di Mariko; è così innamorata di Nanako che al momento non può neppure immaginare che la loro relazione possa un domani finire, ne soffrirebbe troppo.
È sconvolgente la potenza dell’amore – pensa Rei.
 
È stato un anno molto ricco questo 1991 e piano piano si avvicina dicembre…..
 

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Capitolo 20
*** Ultimo dell'anno...pestifero ***


Il 1991 come detto alla fine del precedente capitolo è stata un’annata in cui ne sono successe di tutti i colori, più che altro da aprile in poi ovvero dall’inizio del nuovo anno scolastico; purtroppo si erano verificati diversi episodi tristi anche drammatici e pericolosi, ma la cosa importante è che adesso ogni cosa sta – ringraziando il cielo – volgendo verso una direzione positiva.
Soprattutto le ragazze e anche i ragazzi hanno avuto delle magnifiche sorprese, che mai e poi mai si sarebbero aspettati.
Saint Just ha avuto un terribile incidente cadendo dalla passerella sopra la ferrovia, che le ha rovinato non solo l’estate ma anche l’autunno e l’inverno seguenti; ha trascorso mesi fra ospedale e centro di fisioterapia, ha ancora una gamba ingessata, è indietro col programma scolastico, stressata da alcuni insegnanti e dalla fisioterapia; per quest’anno le sue attività extracurriculari, quali la palla a canestro, il teatro, la musica, se le può tranquillamente scordare. Eppure, nonostante il suo incidente, si sente felice.
Innanzitutto è ben consapevole che le conseguenze potevano essere infinitamente più gravi e invece, una volta tolto l’ultimo gesso, potrà tornare alla vita di sempre. Non vive più da sola in quella solitudine disperata e drammatica che la fagocitava e logorava giorno dopo giorno, ma finalmente abita con la sua famiglia e soprattutto ha saputo di aver sempre ricevuto l’amore immenso e incondizionato di sua sorella, consapevolezza che la riempie di gioia; ora non è più senza famiglia, ma è circondata come merita dall’affetto dei suoi cari.
Si è aperta come si deve al sentimento dell’amicizia, è felice perché ha delle amiche con cui parlare, ridere e scherzare, ma anche confrontarsi, e ha conosciuto l’amore, quello perfetto, quello puro e metafisico, l’ha conosciuto con Nanako, il suo angelo custode, che l’ha aiutata moltissimo nei momenti peggiori, che non l’ha mai abbandonata nemmeno quando veniva da lei rifiutata o allontanata, che le ha mostrato uno spirito di abnegazione e un amore totalizzante fuori del comune. E l’ironia della sorte : è praticamente la sosia della sua adorata cherie poupee. Con lei ha vissuto delle emozioni indimenticabili.
In altre parole, nonostante tutto, Saint Just per la prima volta dalla morte della madre si sente felice e realizzata perché si sente amata, e non puoi essere felice senza l’amore delle persone a cui tieni di più.
Kaoru ha saputo di essere stata vittima di un imperdonabile errore medico, ma almeno si è liberata definitivamente dall’incubo del cancro, sa di essere perfettamente sana e di non aver nulla da temere dal futuro. Dopo la comprensibile crisi esistenziale conseguita, è tornata a sorridere alla vita, questa volta più forte e allegra che mai, proprio perché sa di avere una vita lunga piena di sorprese davanti a sé. Si è rimessa in maniera molto insolita con Take – ma del resto sono sempre stati una coppia un po’ ‘alternativa’ – ed è entusiasta di avere di nuovo la sua storia d’amore da vivere. Essendo una ragazza molto generosa, è felice del fatto che la sua super amica Rei/Saint Just è tornata a vivere, ha subito una positiva metamorfosi, non è più abbandonata a se stessa, è seguita dalla sua famiglia e si è pure fidanzata. Ha vissuto l’esperienza extrasensoriale della vocazione, ha capito che la sua strada è la medicina, e dopo la rabbia iniziale per aver dovuto accantonare di nuovo la palla a canestro per recuperare l’anno scolastico perso a causa degli sbagli altrui, ora ha un nuovo, ben più importante e soprattutto vitale obiettivo da perseguire : diventare un ottimo medico.
Nanako è stata vittima di cattiverie, bullismo, ha rischiato di morire a causa della voracità amorale di Lady Borgia, ha conosciuto l’opportunismo e l’ipocrisia delle persone, proprio lei che da bella persona - quale è sempre stata - ha sempre dato per scontata la bontà d’animo umana. Ha scoperto le sofferenze d’animo del padre per l’allontanamento dal figlio maggiore, cosa che mai avrebbe potuto immaginare e che l’ha comprensibilmente sconvolta. Ma ha trovato un fratello maggiore non solo spirituale ma anche parentale, il professore del corso di preparazione al liceo della terza media, il figlio avuto da suo padre durante il primo matrimonio, un ragazzo estremamente sensibile e dolce, il fratello perfetto, che a sua volta ha trovato la sua strada.
Nanako ha persino conosciuto l’amore, innamorandosi di una ragazza dalla bellezza celestiale, misteriosa, intrigante proprio perché enigmatica, provando un amore travagliato, che all’inizio l’ha fatta soffrire molto sia perché non era corrisposta sia perché vedeva la ragazza da lei amata avvolta in una fitta e inestricabile tormenta di dolore. Del resto amore è in primo luogo empatia, è soffrire quando vedi soffrire chi ami. Però poi Nanako ha conosciuto l’estasi, l’apoteosi nel venire corrisposta, ed era levitata verso l’infinito, fino a vivere un’esperienza mistica con quella ragazza speciale; ora non vede l’ora che la sua ragazza si rimetta definitivamente dall’incidente per vivere nel modo giusto e soddisfacente il loro amore.
Mariko ha realizzato il suo sogno : avere delle amiche e una vita sociale. Avere degli amici sembra la cosa più scontata del mondo, che non occorre desiderare, perché o per forza o per amore tutti abbiamo degli amici. Per Mariko, però, a causa del lavoro del padre non era stato affatto così. Aveva sempre festeggiato il compleanno da sola con la madre, non aveva nemmeno una compagna di scuola con cui scambiare una battuta o due chiacchiere; invece, al liceo finalmente ha  trovato delle amiche, e che amiche! Con Nanako e Tomoko sono super affiatate, si raccontano tutto, sono sempre insieme. È rimasta profondamente delusa dalla Sorority e da Lady Miya, tanto da aver ribattezzato quest’ultima Lady Ipocrisia, ma in compenso ha fatto amicizia con i fratelli di Lady Miya, Rei/Saint Just e Takashi (ora Mariko ha pure un amico maschio) e soprattutto ha stretto amicizia con Kaoru di cui si è piacevolmente scoperta innamorata anche se con qualche lacrima per il fatto che Kaoru è già fidanzata. Si è riconciliata con suo padre, con cui si vede circa un paio di volte al mese purchè si presenti da solo senza la ‘sciacquetta deficiente’, che si rifiuta di conoscere.
Tomoko è il punto di equilibrio di tutte, colei che fortunatamente sia a scuola sia in famiglia ha sempre vissuto situazioni regolari, come dovrebbe essere per ogni ragazza della sua età. È un sostegno e punto di riferimento affettivo per Nanako, con cui sono praticamente sorelle, e per Mariko.
Tomoko assistendo alle vicende tribolate delle sue amiche, ora di salute, ora di famiglia, ora scolastiche, ha imparato ad apprezzare la straordinaria normalità della sua vita. Adesso non si lamenta più quando nella sua vita non succede niente di speciale perché ha capito il significato del proverbio “niente nuove buone nuove”. Ha capito di essere molto fortunata ad avere delle compagne di classe diverse da quelle di Mariko e Nanako; in classe di Tomoko le ragazze non sono per niente competitive e socializzano fra loro senza fare gruppetti ed esclusioni, e soprattutto senza opportunismi; non compirebbero mai quegli atti odiosi di bullismo che sono stati rivolti a Nanako o a Mariko. Nella sua famiglia c’è sempre armonia salvo qualche fisiologico litigio, tutti si vogliono molto bene e grazie al cielo lei, i suoi parenti e i suoi amici godono di ottima salute. Tomoko sa adesso di essere molto fortunata!
Fukiko/Lady Miya ha finalmente capito di dover esternare il proprio amore alla sorella Rei/Saint Just, e dopo sofferenze e sensi di colpa lancinanti per l’incidente subito dalla sorella, adesso vive con felicità e orgoglio il suo rapporto con lei. Ha sì visto disfarsi la Sorority, ma questo non ha nessuna importanza rispetto alla conquista di un rapporto sororale, che aveva sempre desiderato ma che stava rovinando per il suo orgoglio piccoso. Certo se cambiasse il suo modo di porsi anche col resto delle persone, non sarebbe male….
Abbiamo lasciato Takehiko in partenza per la Germania che si rifidanza con Kaoru appena arrivato dall’altro capo del mondo con una telefonata intercontinentale. Take ha risolto una volta per tutte i suoi dilemmi familiari, scoprendo una verità sconvolgente su suo padre, che gli ha però fatto capire di essere stato sempre amato da lui e che l’ha fatto riappacificare col suo passato. Dopo aver scelto la facoltà di Lettere per pura passione, sta vivendo una entusiasmante esperienza di studio in Germania, in cui si diverte nel vero senso della parola ad abbandonarsi in maniera ultra intensa alla letteratura moderna e antica europea, e nello stesso tempo si arricchisce nel conoscere altre culture vivendo con ragazzi europei della sua età.
Takashi sta imparando ad assumersi le sue responsabilità di fratello maggiore; ha capito che dedicarsi alla famiglia è un atto di grande maturità che lo mette alla pari con gli studenti fuori sede da lui sempre invidiati e rispetto ai quali aveva il complesso del ‘bambinone’, tanto da trascurare le sorelle soprattutto la dolce Rei/Saint Just e abbandonarle ai loro problemi. Ha ancora conflitti interiori da risolvere, dilemmi sentimentali irrisolti, struggimenti amorosi verso il suo amico del cuore Takehiko; ha però fortunatamente trovato due grandi confidenti inaspettate nella sua nuova amica Mariko e nella sorellina Rei/Saint Just, da lui incompresa e ingiustamente considerata introversa, che ora ha piacevolmente scoperto buona d’animo e aperta se le si dimostra affetto.
 
E cosa fanno in pieno inverno tutti quanti???
 
Saint Just sta suonando il pianoforte per distrarsi e liberarsi un po’ la mente; sta già facendo il conto alla rovescia per la rimozione del gesso dalla gamba e si confida con la sua adorata Nanako che la contempla sognante.
“Ti ricordi Nanako quando andavamo nell’abbaino nella torre dell’orologio? Io scarabocchiavo le pareti trascrivendo le poesie dei decadenti francesi o facevo tiro a segno con una sagoma della mia amata sorella disegnata da me o peggio ancora mi rovinano i polmoni con quelle orribili e distruttive sigarette; lo sai che ora mi dà noia persino l’odore del fumo?…che periodo buio. Vorrei tornare sulla torre dell’orologio con un altro spirito, uno spirito brioso, ma con questa gamba ingessata…”.
“Appena ti ristabilisci ci torneremo insieme, sarà il posto in cui ci dedicheremo ai nostri interessi e ci distrarremo dalla routine scolastica, ci aspettano tante cose, eppure io sono già felice così, soltanto a ricevere semplicemente il tuo amore, mia adorata bambola Saint Just”. Nanako, ormai abituata a sentirsi chiamare spesso ‘ma cherie la poupee’, a volte si rivolge a Saint Just chiamandola a sua volta “mia adorata bambola Saint Just”, anche perché effettivamente Saint Just coi suoi occhi viola dolcissimi e sognanti, il viso più tondo, i capelli biondi mossi e lunghi, la bocca dalle labbra ben definite, ricorda una bambola di altri tempi e Nanako ha in comune con Saint Just la passione per le bambole da collezione.
Saint Just è compiaciuta da come le si è rivolta Nanako “è bello amarsi, ma hai vissuto con me talmente tanti episodi tristi che dobbiamo recuperare con allegria e spirito, non deve bastarci compensare, dobbiamo superare abbondantemente fino a scordare gli inizi difficili avuti, e io ti prometto ma cherie la poupee che ce li dimenticheremo tanti saranno i ricordi belli che ci legheranno”. Si abbracciano entusiaste, preassaporano la felicità che sembra aspettarle a braccia aperte perché dopo la tempesta arriva necessariamente il sereno.
Per due coccolone come loro è normale chiamarsi a volte in maniera vezzosa legate come sono da un grande amore, un amore che ispira all’una nei confronti dell’altra dolci complimentini affettuosi; l’una è l’amata bambola vivente dell’altra. Saint Just specialmente, che è una volta per tutte uscita dalla sua solitudine, vuole manifestare i suoi sentimenti il più possibile anche perché pensa che manifestando apertamente i suoi sentimenti, gli altri a loro volta saranno altrettanto espansivi con lei.
Saint Just suona una musica allegra andante, una melodia classica, da quando è tornata a scuola soltanto una volta ha suonato quella che un tempo era la sua melodia preferita, giusto perché pregata dalle compagne di scuola.
In quel momento nella sala di musica ci sono solo lei, Nanako e il loro amore.
Si sta avvicinando il loro primo Natale e anche il loro primo Capodanno.
“Saint Just mi sembra incredibile che stia finendo questo 1991, è stato un anno ricco di eventi negativi ma anche positivi, emozioni scioccanti, rivelazioni sensazionali, quasi quasi mi dispiace finisca”.
“Perché Nanako?”
“Mi dispiace perché via via che l’anno è proseguito sono successe cose sempre più belle e magari passando al 1992 questo crescendo si interrompe”.
Saint Just non la pensa così, lei ora vuole essere ottimista, le viene spontaneo rispondere in maniera decisa “io invece non vedo l’ora che finisca proprio per questo motivo; gli ultimi 3 anni ho vissuto in un baratro senza fine di tristezza, in una spirale soffocante che mi stava facendo ammalare gravemente di depressione come mia madre, avrei finito per suicidarmi come lei, e ora che sto risalendo la china, che sto riprendendo familiarità con la felicità e la serenità d’animo, che sto conoscendo l’entusiasmo, la gioia di vivere e i progetti per il futuro, voglio iniziare un anno nuovo, un anno in cui niente avrò più che a spartire con la sofferenza e i patemi d’animo, che sia felice a 360° anzi a 365 giorni”. Il ragionamento di Saint Just è esatto, ne ha viste e passate troppe, deve ricominciare nel migliore dei modi, un anno nuovo è il modo migliore per recidere qualsiasi legame con un passato troppo triste per una ragazzina della sua età.
“Trascorriamo insieme l’ultimo dell’anno e accogliamo insieme il 1992, io, te e le nostre amiche, ovviamente anche mia sorella Fukiko, pensiamo a come fare, organizziamo una riunione fra noi ragazze, io e Takashi ci siamo messi d’accordo per andare a turno di tanto in tanto alla maison d’etoile; siccome lui ci sta già andando di tanto in tanto, potrei dirgli che è il mio turno, certo non possiamo essere moltissime perché lo spazio è quello che è, vuol dire che un po’ ci stringeremo, che ne pensi?”
“E’ un’ottima idea, dobbiamo organizzarla bene, dovrà essere perfetta per aspettare a braccia aperte il 1992, io e Tomoko possiamo pensare al menù, tu e Fukiko alla casa e alla musica, Mariko e Kaoru agli inviti e all’organizzazione della serata in generale”.
“Grande bambolina, diamoci da fare da subito, stasera parlo con Fukiko e Takashi, spero di avere il permesso, tieni le dita incrociate e se tutto va secondo i piani dovrà essere una riunione indimenticabile”.
“In bocca al lupo” esclama entusiasta Nanako!
 
La sera stessa Saint Just ne riceve “una calda e una fredda”, la “calda” da Takashi e la “fredda” da Fukiko (strano…).
Takashi è d’accordo per cedere il turno a lei per la maison d’etoile “ci sono già andato diverse volte”.
“Troppe” interviene Fukiko con un tono severo “ti ci sei praticamente trasferito, meno male eri rimasto in Giappone per seguirci”.
“Non è vero, ci sono andato solo qualche volta per studiare o fare due chiacchiere con un amico in tranquillità, poi ho sempre dormito qua”.
“Sì, va bene, l’albergo…”.
Takashi ha la faccia dispiaciuta, è vero è andato spesso a studiare lì, ma tanto a casa si sarebbe comunque chiuso in camera a studiare, anche lui ha i suoi impegni, poi per le necessità delle sorelle era ed è sempre presente.
Rei interrompe quella conversazione severa “Fukiko noi possiamo organizzare la riunione, tu in particolare sei così brava a organizzare le feste con la tua esperienza nella Sorority, mi sarai di grandissimo aiuto”.
“Mi dispiace sorellina, ma io non posso venire; mi è stato appena confermato l’invito a sciare con le figlie di nostri amici di famiglia, ospite a casa di una di loro, e la sera del 31 dicembre ci saranno persino i balli stile ‘700; parto giusto il 30 dicembre e il 2 gennaio sono di nuovo qua perché ho molti compiti, si avvicinano gli esami finali per il diploma e poi i test di ingresso all’università; non ho fatto estendere a te l’invito perché tu con la gamba ingessata non puoi venire, rimarresti sempre sola, non puoi né sciare né ballare”.
Questa volta è Rei a ricevere una pugnalata “perché? Erano i nostri primi 31 dicembre e capodanno insieme”.
“Ma sorellina l’importante è stare insieme a Natale, le altre feste non hanno la stessa importanza e solennità, sai quanti 31 dicembre e capodanni insieme trascorreremo? Quest’anno per il tuo incidente è andata così, tanto il nostro fratellone rimane qua, poi hai le tue amiche e persino ta cherie la poupee!”
Rei ha le lacrime agli occhi “non ho voglia di battute su ma cherie la poupee, io ci tenevo alla tua presenza, ti sei accordata con le tue amiche senza dirmi nulla”.
Takashi osserva perplesso, lui non ci fa caso perché conosce Fukiko dalla nascita, ma è preoccupato per Rei, una ragazza estremamente anche troppo sensibile che deve imparare a conoscerla. Purtroppo con Fukiko è sempre così : gli altri devono scattare subito sull’attenti a ogni suo ordine ed essere sempre a disposizione, ma lei è libera come l’aria di fare ciò che vuole.
Fukiko prosegue cercando di giustificarsi “Sorellina ho avuto la conferma dell’invito proprio in questi giorni, e tu per motivi di salute, come ti ho appena detto, non puoi né sciare né ballare. Cerca di capire anche me, io alle tue migliori amiche sto sostanzialmente antipatica; non è per Nanako, lei è sempre molto gentile con me, è davvero una brava ragazza, nonostante tutto è sempre gentile nei miei riguardi e da parte sua riconosco non me lo meriterei nemmeno, è una ragazza speciale. Penso però alle altre : Kaoru non mi può vedere neanche in fotografia, non mi hai mai perdonato per come mi sono comportata con te, a stento mi saluta e pure controvoglia, ti ricordi come mi trattò anche al centro di fisioterapia? Credi che sia così ingenua da non capire che le sto indigesta? Mariko non mi guarda più, mi saluta a mala pena mentre prima mi faceva sempre festa. Ci sono poi altre ragazze della scuola specie della squadra di basket che da quando è chiusa la Sorority non sono più affabili e gentili, alcune non mi salutano neanche più, mi sentirei a disagio tutto il tempo, credi che io non rimanga male? e nello stesso tempo non è giusto che tu rinunci a stare con le tue amiche. Poi parliamoci chiaro : nemmeno tu hai simpatia per le mie amiche a cominciare da Misa Fujiwara; ci ospita proprio lei. Sai Misa è triste; l’esposto all’ordine degli avvocati della madre di Kaoru Orihara contro suo padre, cumulato con gli altri esposti già pendenti, è stato la goccia che ha fatto traboccare il vaso e suo padre si è buscato 8 mesi di sospensione dall’albo”.
“L’avv. Fujiwara ha avuto ciò che meritava, quel genio del male, la madre di Kaoru ha fatto bene a denunciarlo”.
“E’ vero, ma Misa cosa c’entra? dovrò pure stare vicina alla mia amica”.
“Amica? Ma se dici sempre che Misa è pesante come un macigno e montata?”
“Si tratta di public relations Rei, frequentare persone altolocate ed esponenti della creme sociale serviranno per il nostro  futuro, per realizzarci al massimo nel lavoro, partecipare alle migliori feste, conoscere le persone più raffinate che non solo ci apriranno occasioni utili, ma condivideranno con noi interessi culturalmente superiori; anche noi ovviamente dovremo contraccambiare queste persone; te l’ho già spiegato una volta, tutto questo fa comodo pure a te”.
Rei non concepisce l’opportunismo, è troppo schietta e verace, e si limita a commentare “Queste ragazze ti stanno antipatiche, ma stai con loro”.
“Rei…”.
Sullo sfondo Takashi osserva ammirato la sorellina Rei, vorrebbe saper rispondere a Fukiko anche lui, invece nonostante sia il fratello maggiore quasi la teme perché oggettivamente è la figlia prediletta del loro padre.
A parte tutto, però, Fukiko è sinceramente dispiaciuta. Rei sta per dirle che poteva rifiutare l’invito, ma si frena; in fondo Fukiko ha trascorso con lei tutta l’estate, ogni giorno stava dalla mattina alla sera con lei prima all’ospedale poi al centro di fisioterapia, e anche dopo l’inizio della scuola non è mai passato giorno senza che stesse con lei, portandosi i libri di scuola da casa per studiare lì al centro di fisioterapia; almeno un ultimo dell’anno fuori casa in libertà se lo merita.
“Ti capisco Fukiko, ho capito il tuo punto di vista, va bene così”.
“Dai sorellina siamo sempre insieme, non è l’ultimo dell’anno che cambia le cose” Fukiko prova a scherzare “porta ta cherie la poupee, la metti sul divano della maison d’etoile e pensa che sia io”.
Takashi e Rei capiscono Fukiko, ha avuto una parabola discendente ultimamente e un po’ la compatiscono, l’hanno sempre vista trionfante, la regina della scena, c’era solo lei, e ora non solo proprio una diva come lei sta diventando una ragazza come le altre ma è pure snobbata da diverse ragazze, alcune delle quali le sono state amiche finchè ha fatto loro comodo con la Sorority e poi una volta che non hanno potuto più avere alcuna utilità da lei le hanno voltato le spalle. Non che Fukiko si comporti diversamente con le altre, però….Rei è dispiaciuta e preoccupata che la sorella sia in questo vortice di false cortesie e ipocrisie a seconda delle opportunità. È vittima e carnefice nello stesso tempo. L’aspetterà senz’altro una carriera stupenda ma al prezzo di non essere mai se stessa e di trattare le persone ed essere trattata a sua volta dalle persone come degli oggetti….
 
Nei giorni successivi, alla vigilia dell’interruzione delle lezioni per la pausa natalizia, Kaoru e Mariko decidono a loro volta di parlare con Fukiko. Hanno visto Rei molto affranta per il fatto che la sorella non parteciperà alla veglia di S. Silvestro alla Maison d’Etoile. Ovviamente Rei non ha detto che Fukiko non parteciperà anche per il loro atteggiamento nei suoi riguardi, non vuole che le sue amiche si sentano responsabili. Kaoru e Mariko però lo immaginano da sé e decidono di parlare a Fukiko e di essere gentili con lei per la loro amica Rei. Cosa non si fa per la dolce Rei!
Fukiko declina ugualmente l’invito. “Ragazze siete molto care a invitarmi, ma ho già preso i miei impegni, prenotato l’attrezzatura da sci, ripassato le coreografie per i balli del ‘700, le mie amiche a cominciare da Misa si arrabbierebbero se non andassi”.
Kaoru risponde per le rime nel suo solito stile ‘pane al pane, vino al vino’ : “e a tua sorella non ci pensi? Il 31 dicembre e Capodanno sono date importanti; vi siete appena riavvicinate, Rei è demoralizzata perché fino a febbraio non le tolgono il gesso, è sotto stress per la scuola, la fisioterapia, ha bisogno di te, poi l’anno prossimo potrete fare ognuna i festeggiamenti per conto proprio, ma almeno quest’anno state insieme. Oltretutto diverse di quelle che tu chiami amiche ti sono anche antipatiche”.
“Orihara non insistere, Rei ha capito perfettamente perché lo faccio, lo fo anche per lei, per il suo avvenire, visto che lei non mi sembra propensa a coltivare le public relations, allora ci penso io per entrambe. E poi non mi sembra di averla trascurata; ero sempre con lei all’ospedale e al centro di fisioterapia, senza contare che devo andare dai professori, specie dalla prof di giapponese antico, a pregarli di portare pazienza se è indietro col programma. Insomma ho diritto a una breve vacanza anch’io, e ora scusatemi ho un esame per il diploma imminente e devo andare a fare i corsi di approfondimento necessari. Anche tu Orihara dovresti farli visto che vuoi fare due anni in uno, studia Orihara”.
Mentre Fukiko si allontana a passo svelto Kaoru le dice “Non ho bisogno che me lo ricordi lo so da me, io il mio dovere lo fo sempre, tu pensa al tuo”.
Mariko la blocca “Lasciala stare, tanto ormai lo sappiamo com’è”.
Kaoru è dispiaciuta per la sua super amica Rei e desolata commenta “ Lady Arpia colpisce ancora”.
Mariko ride “Io invece la chiamo Lady Ipocrisia, del resto lo riconosce lei stessa di essere ipocrita quando confessa di frequentare ragazze che le stanno antipatiche perché le fanno comodo! Ma come faranno due sorelle a essere così diverse?”
“Non lo so, ma la biologia è anche questo”.
 
Le ragazze hanno approfittato delle vacanze scolastiche per preparare al meglio la festa, ripartendosi i rispettivi compiti.
Innanzitutto Rei/Saint Just è stata chiara “Niente alcolici e niente fumo”.;
“Come sei diventata virtuosa Rei, ma non ti sembra di esagerare? Almeno per l’ultimo dell’anno un po’ di spumante beviamolo, giusto un goccetto a mezzanotte” scherza la principessa Kaoru.
“Se lo dice il dottor Kaoru, acconsento. Ma solo un goccetto a mezzanotte!”
Le ragazze ridono, sono emozionate, è il primo S. Silvestro che trascorrono fuori dalla famiglia e hanno tante cose da sperimentare.
L’appartamento alla maison d’etoile non è molto grande; pertanto, le invitate sono state in tutto una quindicina di compagne di scuola, alcune sono anche nella squadra di basket. Nanako e Tomoko si occupano della cucina, hanno fatto la spesa insieme, hanno un gran da fare perché devono cucinare per più di dieci ragazze, Saint Just vuole aiutarle come può, sua madre era molto brava a far da mangiare e lei vorrebbe emularla. Preparano dell’immancabile sushi, delle zuppe, sandwich.
Kaoru e Mariko hanno anche ordinato dei salati di pastasfoglia e delle pizze, che sono andate insieme a prendere al forno.
Per cucinare Nanako e Tomoko sono arrivate già alle 14. Verso le 17 arrivano anche Mariko e Kaoru. Le altre invitate arriveranno verso le 21.
Saint Just, facendo tenerezza a Nanako e alle sue amiche più care, ha portato davvero la sua cherie poupee alla maison d’etoile; è commovente quanto sia affezionata alla sorella, che è voluta andare a divertirsi per conto suo e che fino a poco tempo prima la trattava sempre male. Cherie poupee è seduta su una seggiola accanto al divano con il suo vestito originale, l’elegantissima collana di perle e ha di nuovo i boccoli sciolti fermati alle tempie da due fermaglietti. Per Saint Just è come se la sorella fosse presente indirettamente.
 
Kaoru il giorno prima a scuola aveva commentato con Tomoko la presenza alla festa di cherie poupee : “quella Lady Simpatia : prima regala a Rei la bambola dicendole di trattarla e parlarci come fosse lei stessa, poi la brontola perché non deve giocare con le bambole, poi le dice di nuovo di trattare la bambola come fosse lei e portarla alla festa per pulirsi la coscienza perché non vuole passare con Rei l’ultimo dell’anno. Quella ragazza è veramente un’opportunista nata e ha trovato la sorella più buona d’animo che ci sia, si sarebbe meritata una sorella con un carattere diverso che le tenesse testa; ha giusto ultimamente abbassato un po’ la cresta con l’abolizione della Sorority, ma sostanzialmente il carattere è quello”
“Invece di darle soprannomi a doppi sensi o solenni tipo Lady Simpatia/Arpia/Ipocrisia, non fareste prima a chiamarla direttamente Lady Antipatia?”
Tomoko e Kaoru erano scoppiate a ridere.
 
Tornando alla festa in corso, Nanako nel vedere Rei/Saint Just che sistema sulla sedia cherie poupee, vorrebbe d’istinto stringerla a sé e gridarle quanto la ama, ma la maggior parte delle invitate non sa del loro fidanzamento e poi lei e Saint Just non amano gli esibizionismi.
Saint Just ha curato l’arredamento, la musica facendosi aiutare da Mariko che adora la musica; anche Nanako è molto brava con la musica, ma ha già l’impegno della cucina e Saint Just non vuole oberarla. Saint Just è bravissima con la musica classica, sia a suonarla sia come conoscitrice, ma sa che a una riunione dell’ultimo dell’anno non può avviare musica classica; è abbastanza ferrata nella musica moderna, rock e leggera, ma preferisce farsi dare una mano.
Di tanto in tanto prega Nanako e Tomoko di farle almeno sistemare il sushi, o preparare i sandwiches. “Saint Just ci hai già dato la casa, sei ingessata, stai riposata”, le rispondono.
“Ci tengo a fare il mio e poi voglio imparare a cucinare!”
Kaoru ha curato gli inviti. Regola numero uno : venire vestite come a scuola o comunque casual. Regola numero due per disposizione della padrona di casa Saint Just : niente fumo e niente alcolici, salvo spumante alla mezzanotte. Vogliono una serata informale, altro che balli settecenteschi stile Lady Simpatia.
Le ragazze sono indaffarate, felici, festanti, euforiche. Nanako accoglierà il nuovo anno con la sua Bambola Saint Just e vuole dare il meglio di sé in cucina. Di tanto in tanto la guarda in tralice mentre con Mariko e Kaoru guardano le musicassette e finiscono di sistemare cuscini e sedie.
Kaoru che vuole lo stile sportivo h 24 ha deciso di darsi un tocco di eleganza : si è messa degli orecchini cerchiati e un rossetto rosa! Saint Just ha un bel maglione a giacca variopinto, melange fra fucsia, rosa, verde oro, blu cobalto su sfondo viola del pensiero, e sotto una camicia bianca con colletto in san gallo, i capelli morbidi sulla schiena.
Nanako vorrebbe stare con la sua Saint Just, ma ci sono troppe cose da fare in cucina, se vuoi fare le cose per bene ci vuole molto tempo.
 
Verso le nove cominciano a venire le altre ragazze; le compagne della palla a canestro sono in blu jeans abbinati con scarpe ballerine o giacche formali. La cena è pronta, va solo servita, o meglio, ognuna prende ciò che vuole da sola.
Le chiacchiere sono divertenti. Nanako e Tomoko si battono il cinque perché il mangiare è venuto ottimo e ricevono complimenti da tutte le ragazze. Saint Just e Nanako sono sempre sedute l’una accanto all’altra, spesso mano nella mano, parlano con tutte, ma cercano di non separarsi mai, Mariko sembra mangiarsi con gli occhi Kaoru, la vede così bellissima e irraggiungibile, gli orecchini le donano in particolar modo. Cherie poupee sembra vigilare su tutte.
Quando comincia ad avvicinarsi la mezzanotte, le ragazze, che hanno chiacchierato, riso e spettegolato tutta la sera, cominciano ad elettrizzarsi. Saint Just sembra non vedere l’ora che scocchi la mezzanotte e guarda Nanako perché entrambe pensano la stessa cosa : col 1992 una vita nuova a tutto tondo!
Intorno alle 11:30 alzano il volume del mangianastri, cominciano a ballare e, quando le riconoscono, cantano a squarciagola pezzi delle canzoni che arrivano via via. A volte qualcuna dà la stonatura e le altre ridono sguaiate facendo l’imitazione di chi ha dato la stonatura. Ballano a turni per non lasciare sola Saint Just che a causa della gamba ingessata non può ballare.
“Ragazze idea grandiosa : perché ognuna di noi non declama alle altre i buoni propositi per l’anno nuovo?” esclama Mariko.
“Sìììì” strillano tutte insieme.
A turno ogni ragazza dichiara i suoi buoni propositi “Voce” strillano alcune ragazze “sennò che declamazione è?”. Chi si propone di vincere il 95% delle partite di palla a canestro, chi di applicarsi di più nello studio, chi di vincere la sfida con la temutissima matematica, chi di prendere la patente, chi di andare d’accordo con le sorelle, ognuna declama piccoli grandi propositi che apparentemente possono sembrare banali, ma che sono importanti ed eccezionali proprio perché appartenenti alla vita di tutti i giorni ed è la vita di tutti i giorni che va vissuta, è per la vita di tutti i giorni che dobbiamo fare dei propositi,. È la vita di tutti i giorni che proprio perché è un dono preziosissimo rappresenta un miracolo che si rinnova appunto tutti i giorni – questo pensa la futura dottoressa Kaoru Orihara.
Kaoru strilla “io mi propongo di fare due anni in uno e poi di tornare a fare faville nella palla a canestro!”
“Sììììì Kaoru ti aspettiamo a braccia aperte!!! Facci sognare e straccia tutte le avversarieee”.
“Io mi propongo di rimettermi prestissimo, ricominciare a giocare a palla a canestro e a fare teatro” esulta Saint Just.
“Sìììì, graaaandeeee Saint Just straccia anche tu le nostre avversarieeee”.
Nanako strilla “io voglio la felicitàààà”.
“OOOHHH che modestiaaaaa”, gli sberci crescono progressivamente.
“Ragazze mancano dieci minuti”.
“Yuhuuuu, contiamo alla rovescia…MUSICAAA”.
Le ragazze alzano ancora di più il volume della musica, hanno scelto canzoni rock molto andanti, piene di ritmo. Decidono di contare alla rovescia da 100!
“Facciamo partecipare cherie poupee” strilla Mariko.
“Sìììì!”
Mentre le ragazze contano anzi strillano i numeri alla rovescia Mariko agita per aria cherie poupee “ed ecco a voi la bambola animata”, seguono risate allegre. Saint Just aggiunge “c’è anche la versione umana” e indica Nanako … risate.
A mezzanotte dopo il brindisi con una bottiglia di spumante che in quindici si esaurisce velocemente, alcune ragazze pensano bene di inaugurare il nuovo anno gettando dalla finestra la bottiglia. Kaoru si offre di scendere da basso per dare il via libera, la bottiglia non può essere gettata a caso, rischierebbe di cadere in testa a qualche malcapitato. Inoltre, da brava e diligente giapponese porta dietro ramazza, cassetta e sacco della spazzatura per buttare via i frantumi di vetri. La segue Mariko.
Dal basso Kaoru e Mariko gridano “dai buttate la bottiglia”.
“Yuhuuuu” la bottiglia dall’ottavo piano vola velocissima fino a spaccarsi in frantumi. Le ragazze ridono a squarciagola, saltano “Yuhuuu”.
Saint Just strilla a sua volta “A proposito di buoni propositi, viva la salute, via tabacco e alcool”.
Alcune ragazze propongono : “Saint Just hai altre bottiglie? Quale miglior modo di mandare via il pericolo dell’alcool se non gettando dalla finestra le altre bottiglie?”
“Ho delle vecchie bottiglie di alcol nella madia in salotto. Perché no? Così ripulisco casa da cose dannose!”
“Fantastico, sìììì” strillano le altre.
“Prima vuotiamole sennò quando si schiantano fanno la doccia a Kaoru e Mariko” puntualizza Nanako.
“Ragazze via libera” gridano dal basso Kaoru e Mariko. Le ragazze dall’ottavo piano prima vuotano le bottiglie e strillano ridendo mentre vedono l’alcol formare una mini cascata nel vuoto; immancabilmente subito dopo volano le bottiglie vuotate fino a frantumarsi in mille pezzi. Le bottiglie sono in tutto 6. A turno le ragazze si affacciano in due o tre alla finestra a strillare “Evviva. E vaaaaiiii”; si affacciano Saint Just e Nanako a strillare “Via i fantasmi del passato. Si ricomincia da zero” “UUUUHHH” ulula Mariko dal basso, Kaoru ride esaltata, “UUUUUHHH” continua a ululare Mariko.
Alla fine scendono anche le altre accendendo le girandole scintillanti e ridendo. L’unica che rimane nell’appartamento è cherie poupee.
Nanako abbraccia la sua bambola Saint Just, che può tirarla a sé solo con un braccio perché ha ancora le stampelle, gota sulla gota, la tempia di Saint Just appoggiata sull’inizio della testa di Nanako, si guardano negli occhi sognanti e si dicono sottovoce quasi in simultanea “ti amo” sullo sfondo degli ululati di Mariko, delle girandole che frizzano, dei petardi lanciati, delle risate grasse e felici delle ragazze, in primis di Kaoru che vuole un nuovo anno senza ricordi di malattie e ospedali, in piena salute, e ancora ululati, ancora girandole, ancora risate esuberanti con Kaoru che ride più di tutte per la consapevolezza di non aver mai perso la salute.
Per un attimo Nanako e Rei/Saint Just sono in una campana di vetro isolata, non si accorgono di nient’altro che della loro felicità, del loro amore e dei loro occhi innamorati, finchè non decidono di riunirsi ai frizzi e ai lazzi generali, iniziare a ridere ad alta voce e ululare a loro volta….. ma……“sorpresa”!!!!!
Delle grida provenienti dal condominio maison d’etoile e da un paio di condomìni a lato si sovrappongono alle loro “BAAASTAAA! COSAAAA URLATEEEE? RISPETTO! SGUAIATE! QUA CI SONO PERSONE ANZIANE! QUA CI SONO BAMBINI! COS’E’ QUESTO FRACASSO?”.
Le ragazze nel sentire quei richiami dalle finestre ridono più che mai e rispondono molto divertite “MA SIGNORI E’ L’ULTIMO DELL’ANNO, FESTEGGIATE ANCHE VOI, RIDETE, GODETEVI LA VITA!”.
“Ah, fate anche le spiritose?”
“No, siamo serie, è un nuovo anno, andiamo a letto più tardi, non è un giorno come gli altri, dai brindate, cantate, gridate anche voi!”
“O la smettete o vi facciamo passare noi la voglia, maleducate!”.
Interviene Kaoru “Tutti amano festeggiare l’ultimo dell’anno e dare il benvenuto a quello nuovo con nuovi propositi, speranze, allegria, perché non volete festeggiare anche voi?”
Un coro di voci si sovrappone “Fatevi gli affari vostri … Noi festeggiamo a modo nostro e comunque con educazione … Noi andiamo a letto presto lo stesso…di cosa sanno quelle bottiglie rotte?…”
Saint Just risponde “Stiamo pulendo, vogliamo festeggiare e giubilare perché la vita è bella e ogni anno che si rinnova e che ci viene donato va accolto con felicità”.
“Ma andate a letto….prima fate le sguaiate e poi le poetesse”.
Le ragazze si guardano complici e ridacchiano cercando di fare piano, quando all’improvviso si accorgono che le ‘sorprese’ non sono finite!
“Buon anno ragazze” una voce maschile adulta e decisa sorprende tutte le festeggianti. Le ragazze si voltano e trovano davanti a loro due vigili in divisa che chiedono spiegazioni “Abbiamo sentito gridare, e rompersi degli oggetti, potete darci delle spiegazioni?”
Le ragazze a turno spiegano “Volevamo festeggiare … abbiamo gridato per l’allegria … cantato … acceso le girandole come in tutti gli ultimi dell’anno … lo fanno tutti … poi gli ultimi dell’anno festeggiati per la strada sono un classico”.
“E’ vero, ma ci sono strade e piazze in centro dove festeggiare, qua siamo in un quartiere residenziale di periferia, dovete smettere immediatamente … e quelle bottiglie rotte?”
“Abbiamo bevuto giusto una bottiglia di spumante e poi l’abbiamo rotta … è il simbolo della vita che si rinnova rompendo col passato”.
“Veramente di bottiglie ne contiamo 7 e vediamo anche alcool…”
“Abbiamo buttato tutte le bottiglie vecchie che si sono trovate in casa … col relativo contenuto … è un inno alla salute!”, spiega Saint Just.
“Bene, allora pulite bene, perché questa è una strada pubblica, a casa vostra sporcate quanto volete, ma i beni pubblici si tutelano”.
“E’ quello che stiamo facendo”.
“Ci raccomandiamo…”
“Buon anno!” rispondono per precauzione le ragazze.
Sono circa le tre del mattino, quando le ragazze hanno finito di pulire! Si sono troppo divertite, anche quando si sono arrabbiati i vicini e sono arrivati i vigili urbani. Finiti i festeggiamenti, chi si fa venire a prendere dai genitori, chi chiama un taxi, Saint Just viene ripresa dall’autista di famiglia, torna a dormire in quella che ormai è la sua vera casa, dove abitano i suoi fratelli, riaccompagna anche le sue amiche più care, Kaoru, Mariko, Tomoko e naturalmente la fidanzata Nanako!
In auto Saint Just e Nanako stanno mano nella mano, Nanako viene riaccompagnata per ultima proprio per stare il più possibile con la sua Saint Just. L’autista ascolta la musica con le cuffie, quindi le ragazze parlano liberamente.
“Finalmente mi sono buttata tutto alle spalle con la fine del 1991, voglio che il 1992 inauguri davvero un nuovo inizio, sono felice tu sia con me ma cherie et jolie poupee”.
“Anch’io voglio buttare alle spalle questo inizio della prima superiore, fatto di delusioni, bullismo, teppismo e stress, il resto del liceo voglio sia brioso, credo che le bottiglie rotte abbiano al meglio rappresentato questa cesura col passato”, Nanako appoggia la testa sulla spalla della sua adorata Saint Just. “Saint Just non voglio più vederti piangere, voglio solo vederti ridere”.
Saint Just ha in braccio cherie poupee che riporta con sé a casa, prende un braccio di cherie poupee e lo dirige verso Nanako come aveva già fatto all’ospedale, accarezza un braccio di Nanako con la manona di cherie poupee “che strana coincidenza la vostra sorprendente somiglianza”.
“Saint Just non te l’ho mai detto, ma quando avevo 5/6 anni c’era un negozio di antiquariato vicino a casa mia con esposta una bellissima bambolona di biscuit, la bambola sarà stata alta ca. 80 cm, aveva degli occhi viola ametista molto espressivi tipo i tuoi che sembravano stupirsi del mondo, i capelli erano un po’ più scuri dei tuoi, un biondo castano, ma erano sempre riccioluti, lunghi come i tuoi, la bocca a cuore dipinta di rosso, un vestito classico celeste e un cappellino con le trine, mi piaceva tanto quella bambola, la contemplavo e chiedevo a mia madre se potevo acquistarla, ma lei rispondeva sempre che non si poteva perché non era in vendita, era lì solo per bellezza…
io però ogni volta mi fermavo a contemplarla, la salutavo perché sembrava mi guardasse davvero, poi un giorno sparì, mia madre si inventò che si era rotta, ma io lo so che qualche amatore la comprò … quando ti guardo penso a quella bambola perché hai gli occhi del suo stesso colore e la stessa aria dolce e tenera, da anima pura che si stupisce e si accontenta delle piccole cose, era la bambola dei miei sogni, anche se era da collezione e non certo da giocarci; conoscendoti è come se avessi ritrovato quella bambola in versione vivente, è strano che la nostra conoscenza sia stata preceduta dall’incontro con bambole simili a noi ed è successo proprio a noi che amiamo le bambole da collezione!”
“Sai cosa penso jolie poupee? Penso che le persone più importanti non si cercano, ma te le presenta la vita. Senza te e Kaoru non avrei mai ripreso in mano le redini della mia esistenza, ma mi sarei autodistrutta. Forse quelle bambole sono state un segno premonitore della nostra conoscenza e del nostro amore”, riappoggia la sua tempia sulla testa di Nanako, avrebbero voluto scambiarsi un tenero bacio di buon auspicio, ma sono in auto con l’autista che può vederle. Quando Nanako scende dall’auto si scambiano un bacio sulle gote, le aspettano nuove emozioni e scoperte….

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Capitolo 21
*** Namachoco ***


A febbraio arrivano delle novità.
Dalle verifiche periodiche è emerso che Kaoru ormai è molto preparata e brillante su tutto il programma della prima liceo, ma deve chiarire ancora dei punti del programma della seconda; la presidenza scolastica con l’accordo dei collegi dei docenti decide che da febbraio deve passare a frequentare la classe seconda; è inutile che continui a stare in prima se è ferrata su tutti gli argomenti, in seconda colmerà più velocemente le sue lacune e potrà affrontare meglio l’esame.
I problemi maggiori ci sono a giapponese antico, in quanto la professoressa è la più veloce di tutto il liceo, termina un argomento quando nelle altre sezioni sono ancora all’inizio non dell’argomento subito precedente ma di quello ancora prima. Anche Rei ha gli stessi problemi con questa insegnante.
L’ultimo giorno di Kaoru in prima liceo Mariko scoppia a piangere “Kaoru da domani non saremo più in classe insieme, mi mancherai tantissimo”, le lacrime scendono a fiotti.
“Ma Mariko sono in questa stessa scuola, non è che vado in un altro istituto, ci vedremo all’entrata, a ricreazione, a pranzo, all’uscita, nel nostro tempo libero, non cambierà nulla, in fondo in classe mica potevamo parlare”.
Interviene Nanako “è vero Mariko, guarda me e Tomoko, siamo state in classe insieme per 9 lunghi anni fra elementari e medie, poi al liceo siamo capitate in sezioni diverse, ma siamo sempre molto affiatate e anche tu adesso sei molto amica di Tomoko, le stesse Saint Just e Kaoru sono rimaste amiche anche in tutti questi mesi che non sono state in classe insieme, dov’è il problema? Se avessi ragione tu, allora io e Tomoko non dovremmo essere più amiche e io e Saint Just a maggior ragione non ci saremmo mai fidanzate”.
“Lo so, ma ero abituata a vederti fra i banchi, tutto il giorno ininterrottamente, a sentirti alle interrogazioni, a vederti durante i compiti in classe, io ti voglio bene Kaoru”.
“Anch’io te ne voglio e ti dimostrerò che non cambierà nulla fra noi, ma capisci che per me è troppo importante con tutto quello che mi hanno combinato almeno recuperare questo anno scolastico”; Mariko abbraccia Kaoru, fa tenerezza, Saint Just e Nanako si guardano, pensano che sono fortunate a essere corrisposte nel loro amore l’una dall’altra.
Kaoru dal canto suo è entusiasta di essere tornata nella vecchia classe. Come già detto, in 2^ D si ricongiunge all’amica Rei/Saint Just, e anche alle altre compagne di classe con cui si trovava di gran lunga meglio che con quelle della 1^B, la classe di Nanako e Mariko.
A proposito del rapporto fra Saint Just e Kaoru c’è un’altra importante novità suggerita dai professori e caldeggiata dal dr. Ichinomiya che ha chiamato la famiglia Orihara a rapporto: da febbraio in poi le ragazze faranno insieme le lezioni private. Il dr. Ichinomiya è infinitamente riconoscente verso Kaoru per quanto è stata buona con la figlia e nello stesso tempo si sente in colpa per la brutta figura fatta quando l’ha mandata dal cafone e arrogante avv. Fujiwara; si è offerto perciò di pagare lui le ripetizioni per Kaoru, in quanto gli insegnanti di ripetizione hanno innalzato la tariffa dovendo seguire due ragazze anziché una. Takashi farà ripetizioni di matematica, economia e diritto ad entrambe, ovviamente gratis per l’amica Kaoru.
Kaoru ormai è arrivata al livello di Rei; entrambe hanno più o meno le stesse lacune anche se per motivi diversi e studiare insieme è proficuo anche perché sono due ragazze complementari : Kaoru, pur essendo la prima della classe, è comunque particolarmente portata per le materie scientifiche, ama il giapponese antico, le piacciono la letteratura moderna e la filosofia senza andarci matta, mentre non le piace la storia; Saint Just dal canto suo adora tutte le materie letterarie, si diverte a studiare la musica il francese, pur cominciando ora ad apprezzare la matematica non è particolarmente interessata alle altre materie scientifiche; hanno in comune il fatto che odiano il diritto, l’economia e la politica e stronfiano ogni volta che devono aprire i relativi manuali.
Inutile dire che le ragazze sono felicissime di studiare insieme durante le ripetizioni private, insieme sarà tutto più semplice e soprattutto piacevole, si incoraggeranno a vicenda e saranno ottimiste.
Infine, la novità più importante riguarda Saint Just che finalmente lunedì 10 febbraio 1992 si è levata il gesso, tornando dopo quasi 7 mesi con tutti e 4 gli arti liberi. Purtroppo, la fisioterapia non è finita, anche perché la gamba tenuta ferma dopo 7 mesi è molto intorpidita e dolorante, non è più abituata ai movimenti e all’equilibrio; sono necessarie ancora le stampelle per almeno un mese abbondante.
In tutto questo ci si mette l’insegnante di giapponese antico che interroga Kaoru e Saint Just e pensa bene di smorzare i loro entusiasmi e buoni propositi.
“Pasticcione tutte e due, vi devo mettere cinque a tutte e due, ragazze l’anno scolastico volge al termine e non potete pensare di andare in terza - l’ultimo anno - con queste lacune. Te Orihara hai avuto un bel coraggio a fare due anni in uno, anche per il curriculum per l’ammissione all’università rischi di non avere una bella media e di conseguenza nemmeno una buona presentazione, una intelligente come te avrebbe dovuto restare in prima per mantenere una ottima media. Te poi Asaka lasciamo perdere, almeno Orihara non è responsabile di quello che le è successo, ma tu te le devi sempre andare a cercare, montavi in piedi sui cornicioni, scivolavi sui corrimano delle scale, fumavi, stavi digiuna, marinavi la scuola e dovevamo farti fare le verifiche a parte con nostro disagio, alla fine manca poco ci rimetti le penne per sporgerti dalle passerelle sulle ferrovie, a comportarsi così alla fine arriva il conto …ma cose da pazzi… vediamo se hai finalmente capito la lezione e cominci a essere assennata come tua sorella che ha tre B, è bella, brava e buona, io la chiamo ‘la 3B’. Comunque studiate tutte e due, perché al vostro attivo avete già altri cinqui” (sì proprio cinqui al plurale…).
Kaoru se le lascia scivolare per sé, ha un carattere tosto, ma è arrabbiata per come è trattata Rei; Kaoru sa che Rei è molto sensibile; quella vecchia emette sentenze senza conoscere la storia delle persone e soprattutto senza conoscere il dramma che ha vissuto Rei; inoltre Kaoru non sopporta i paragoni con Fukiko perché sa che Rei vale molto più di Fukiko, nonostante quello che dice la vecchia.
Vede piangere Rei al termine della lezione, forse è sotto stress anche per la fisioterapia. “Dai Rei non diamola vinta alla vecchia, ti preoccupi per lei? Io non rinuncio al mio proposito e staremo a vedere chi la vince, quella vecchia non capisce nulla, dovrebbe andare in pensione, guarda solo alle apparenze, è facile parlare quando non si sono mai avuti problemi nella vita”.
“Ha ragione, invece; ero troppo imprudente, autolesionista, Fukiko è più brava e intelligente di me”.
“Ma che dici?” Kaoru si arrabbia e perde le staffe “scusami se te lo ricordo, ma se ti trascuravi era proprio per colpa della 3B, brava sì, bella anche, ma buona … anche no – oh scusami, non volevo è tua sorella, scusami, parlo sempre troppo, ma cerca di capirmi anch’io sono triste, la scuola, la mancanza della palla a canestro, Take in Germania e fra 3 giorni è pure S. Valentino…, almeno tu hai Nanako”.
Sono malinconiche…ci ha pensato la vecchia a dare il colpo di grazia.
All’ora di pranzo Saint Just si sfoga con la sua Nanako “Quando ieri mi hanno tolto il gesso dopo tutti questi mesi ho pianto per il dolore lancinante alla gamba, i medici si sono raccomandati che usi ancora le stampelle, mi sembra un incubo che non finisce, ero così entusiasta, invece ora ho paura di non riuscire più a camminare, ho perso l’equilibrio nel camminare. Se questo non bastasse, io e Kaoru studiamo tanto e la vecchia deve sempre demoralizzarci con le sue prediche e prospettarci la bocciatura. Io poi sono stufa dei paragoni con Fukiko, io sono cambiata, ma sembra che alcuni professori non vogliano darmi una seconda opportunità, ma perché gli adulti hanno un cervello così limitato?”, piange.
Nanako la stringe a sé, sedute sulla panchina accanto allo stagno dell’educandato, è una giornata invernale uggiosa, fredda anche se di un freddo secco, il cielo grigio a neve, che non ispira il buon umore, eppure le fidanzatine stanno all’aria aperta come per ritemprarsi “non puoi abbatterti proprio ora, sei una guerriera, guarda come ti sei rimessa bene, supererai anzi supereremo anche questa, tu non sei inferiore a Fukiko, tu sei una ragazza eccezionale, un’altra al tuo posto non avrebbe mai reagito, invece tu hai ripreso in mano la tua vita, i fisioterapisti sono orgogliosi di te, studi tutto il giorno e a parte giapponese antico stai recuperando molto bene, non devi mollare la presa proprio ora, ci sono io con te, e poi Kaoru e le altre.
Tu ci hai insegnato a tutti che non è forte chi non cade mai, ma è forte chi cadendo trova la forza di rialzarsi. Pensa che ora piangi per motivi tipici di noi adolescenti e non più per gravi ragioni come fino a qualche mese fa, tifiamo tutte per te e Kaoru”, mentre l’abbraccia l’accarezza sulle braccia, lo stesso gesto che cherie poupee fa su di lei, è terapeutico, è un gesto che ti fa sentire benvoluta; a Nanako sembra di coccolare una bambola.
Saint Just si calma, l’abbraccia a sua volta “è vero, ora non ho più i problemi di prima, ora oggettivamente la mia vita è regolare e quelli che chiamo problemi alla fine rispetto a quelli di prima non lo sono affatto. Parlando d’altro, Kaoru mi ha fatto notare che si avvicina S. Valentino, è triste perché non c’è Takehiko, e se facessimo qualcosa per S.Valentino? per risollevare i nostri animi?”
“Hai avuto un’ottima idea bambola Saint Just!”
Le ragazze organizzano tutto. Kaoru domenica 16 febbraio andrà da Saint Just per ripassare matematica e diritto; con l’occasione Saint Just le farà una sorpresa con Nanako, Tomoko e Mariko.
Il sabato Saint Just andrà a casa di Nanako. Hanno deciso di preparare insieme una torta per Kaoru. S. Valentino sarebbe il giorno prima, ma a causa della scuola devono rimandare i festeggiamenti al finesettimana.
“Kaoru ama molto le ciliegie” puntualizza Saint Just.
“Lo sospettavo, ma ora non è stagione, dobbiamo accontentarci di quelle candite, per Kaoru ci vuole una torta che abbia obbligatoriamente delle ciliegie, che sia dolce e decisa nello stesso tempo, morbida, avvolgente, ma non troppo, insomma pensiamo a una torta che può rispecchiare il suo carattere, anche inventandola noi” dice Nanako pensierosa.
 “Ho trovato” esclama Saint Just “possiamo fare una base di frolla, ci stendiamo sopra la marmellata di amarene, che è dolce ma anche un po’ acida e quindi non è stucchevole, sopra la marmellata versiamo una crema di latte, zucchero e mascarpone, che è morbida e avvolgente senza essere troppo pesante. Questa crema però va prima mescolata con della cioccolata fondente fusa che dà il tocco deciso e marcato, e con ciliegie sciroppate che addolciscono. Ah e siccome è importante l’aspetto estetico, la decoriamo con ciliegie candite”.
Nanako è senza parole, la guarda sbigottita.
“Che hai fatto cherie poupee? Hai lo stesso sguardo fisso della cherie poupee che ho a casa”, ride Saint Just, con la sua voce brillante e cristallina, bellissima, incanta Nanako.
“Saint Just non hai mai cucinato in vita tua e come fanno a venirti in mente tutti questi abbinamenti?”
“Perché conosco il dottor Kaoru da una vita? E poi non cucino a casa, ma le lezioni di economia domestica le seguo anch’io!”, Saint Just ride estasiando ancora Nanako.
Arriva il sabato. La madre di Nanako ha lasciato la cucina a completa disposizione della figlia, diversamente da tante madri che guai se le figlie provano ad avvicinarsi ai fornelli.
Saint Just arriva accompagnata dal fratello; al ritorno però verrà l’autista privato. Come Takashi non ama avere l’autista privato, si sente a disagio, non vede l’ora di ristabilirsi per venire a scuola a piedi o col bus come prima.
“Voglio fare io la pasta frolla!”
“Quante volte l’hai fatta? A me ha cominciato a venire bene dopo 3/4 volte, forse è meglio se fai la crema che è semplice”.
“Dai cherie poupee mettimi alla prova! Per il dottor Kaoru devo provarci, vuoi scommettere mi viene bene?”
Nanako è contrariata, si rischia di buttare via ingredienti, ma la vede così entusiasta che non riesce a dirle di no, non può deluderla proprio lei. Mentre prepara la crema Nanako controlla Saint Just che prepara la frolla, le dà delle dritte, ma Saint Just sembra andare per la sua strada, assorta a fare il suo, e alla fine la pasta frolla risulta perfetta, nonostante le avesse confessato di averla fatta prima di allora soltanto una volta a scuola.
Nanako è sorpresa e ricorda cosa le disse una volta di Saint Just proprio principe Kaoru. Saint Just non aveva mai giocato a basket, eppure quando Kaoru in seconda media la convinse a giocare a basket, pur completamente ignara di questo sport, si era mostrata bravissima da subito, più di altre ragazze che da anni la praticavano e si allenavano con impegno più volte a settimana. Con lei in campo le partite erano praticamente sempre vinte o quasi. In fondo anche Nanako se la ricordava a quella partita di basket, quella in cui Kaoru fu portata all’ospedale dopo essersi scontrata con un’altra ragazza della squadra avversaria; sembrava un portento, gli occhi ultra brillanti, un’energia solare che promanava da lei, si muoveva così velocemente che non si riusciva a seguirla.
Le viene in mente anche quanto è brava a musica, sa suonare perfettamente qualsiasi strumento musicale, sta avendo una riabilitazione più breve del previsto da quanto si è impegnata, sbalordendo fisioterapisti e medici, è diventata bravissima a matematica da quando, studiandola col fratello Takashi, ha scoperto che le piace, e ora….è solo la seconda volta in vita sua che fa la pasta frolla, e per la sua amica Kaoru le è venuto un panetto quasi migliore di quello che fa la professoressa di economia domestica e come si stende bene col matterello! Che intelligenza portentosa, quando fa qualcosa che le piace è eccezionale!
“Perché mi guardi così?” Saint Just ride.
Approfittando dell’assenza dei genitori e del fatto che non rischia di essere colta in flagrante, Nanako d’istinto abbraccia la sua Saint Just, affondando la testa nel suo torace.
“Hey, mi fai cascare, rischio di ingessarmi di nuovo”.
“Sei un genio Saint Just, non devi farti abbattere dai tuoi professori, hai un’intelligenza spaventosa, sai fare perfettamente qualsiasi cosa anche senza nessuna esperienza e spiegazione, devi credere in te stessa, essere sicura di te, tu puoi conquistare il mondo tranquillamente senza public relations, devi solo crederci”.
Saint Just vede molto amore negli occhi di Nanako, un amore che ricambia; mentre cuoce la torta in forno, le ragazze si abbracciano sedute intorno al tavolo, le stampelle appoggiate da una parte, Nanako a momenti si scosta per fissarla dritta negli occhi, le sembra di avere un piccolo miracolo davanti, e Saint Just è visibilmente felice perché emozionata da tutto quell’amore che le dà forza e perché sa che grazie a quell’amore potrà realizzare ogni proposito, dopo le parole di Nanako sa che non ha nulla da temere e nulla può fermarla …neanche la vecchia!!!
Purtroppo, cotta la torta, Saint Just deve tornare a casa, ma prima di uscire dice a Nanako “Visto che festeggiamo comunque in ritardo S. Valentino consegnando solo domani la torta a Kaoru, io e te possiamo festeggiarlo il prossimo finesettimana solo noi due, lascia fare a me”.
“Che hai in mente Saint Just?”
“E’ un segreto”.
“Cioè?”
“Se te lo dico che segreto è?”
Nanako resta perplessa, quando Saint Just 7 mesi prima le disse una frase simile, ebbe quel tremendo incidente stradale, Saint Just lo capisce, le accarezza il viso “non ti preoccupare, non sarai mica superstiziosa?”, si gira e va verso l’auto, Nanako vorrebbe trattenerla a sé per sempre, è la cosa più preziosa che le sia mai capitata, quel piccolo genio infinitamente intelligente, buona e premurosa, la sua dea….
 
Nel frattempo Kaoru è nostalgica, pensa a Take, che ormai da quasi 5 mesi non vede, l’ultima volta lo vide salire in aereo senza riuscire a salutarlo, al momento deve accontentarsi delle loro lettere. All’epoca non c’erano mails, non c’era whatsapp né tanto meno le videochiamate che se da una parte non sostituiscono la presenza fisica, almeno ti permettono di avere contatti molto più frequenti e pure visivi che attenuano distanze e senso di mancanza.
Legge e rilegge le sue lettere, vorrebbe raccontargli le stesse cose belle e divertenti che lui le racconta. Invece, è dispiaciuta di poter raccontargli soltanto di giornate uguali e monotone, fatte di uno studio super intenso che non si sa che esito avrà, se ne sarà valsa la pena, giornate fatte da partacce della prof di giapponese antico che prospetta sempre la bocciatura a lei e a Rei, senza la sua amata palla a canestro, gli unici eventi particolari che gli aveva raccontato erano stati la sua vocazione improvvisa, quasi una folgorazione, per la medicina, vocazione che le dava la forza per studiare giorno e notte, e infine quel 31 dicembre pestifero appena trascorso.
Vorrebbe avere accanto il suo ragazzo per festeggiare San Valentino, scambiarsi i namachoco, i cioccolatini che le coppie innamorate giapponesi si scambiano in quest’occasione, fatti in genere col cioccolato al latte come piace a lei. Legge e rilegge le lettere di Take e le esce qualche lacrima.
Take se la passa davvero bene in Germania come risulta dalle foto che le manda. In Germania c’è uno stile molto diverso da quello giapponese, i ragazzi all’università vanno vestiti tranquillamente in felpa/maglione e blu jeans, anche agli esami si presentano – sì dignitosi – ma pur sempre sportivi, i blu jeans in Europa sono un capo di abbigliamento imprescindibile, non esiste giovane che esce di casa senza blu jeans, cosa inconcepibile in Giappone. Take le ha mandato una foto che raffigura lui e i suoi compagni di appartamento, tutti in felpa e blu jeans, sembra ringiovanito di 5/6 anni con un abbigliamento così diverso, addirittura proprio lui porta i jeans strappati sulle ginocchia!
In una lettera le ha scritto “Hai ragione amore mio più grande del mondo : l’abbigliamento sportivo è fantastico, tutt’un’altra vita, si sta comodissimi, siamo agili, puoi fare qualsiasi cosa e movimento, non devi essere impostato, sei più te stesso, ho capito più che mai adesso perché mi sono innamorato di te, perché sei spontanea, semplice, genuina, sportiva non solo perché pratichi il basket ma sportiva anche come stile di vita. Qua in Germania le ragazze sono tutte vestite come te, e i miei compagni di corso e del residence universitario dove abito, che vengono da altri stati europei, mi raccontano che in tutta Europa è così. Mi sento molto più libero di essere me stesso”.
Anche Take studia tantissimo notte e giorno, ma è talmente innamorato dalle materie oggetto di studio, che non è mai stanco, anzi si diverte, fosse per lui non smetterebbe mai di studiare. Kaoru capisce quello che sta provando, sente in sé così intensa la vocazione per la medicina che non vede l’ora di finire il liceo per dedicarcisi indefessamente.
“Amore mio più grande del mondo sono molto felice per la tua vocazione per la medicina, siamo stati veramente fortunati, abbiamo conosciuto l’incontro subliminale con la vocazione, l’emozione della passione pura, siamo dei privilegiati, fare il lavoro che piace significa non lavorare mai, te lo dico per esperienza, io non lavoro, io mi diverto, la sera accuso un po’ di stanchezza, ma non vedo l’ora sia il giorno dopo per imparare tante altre cose interessanti; se penso che dopo il liceo mi sconsigliavano di iscrivermi a lettere, mi dicevano di approfittare che ero fra i più bravi della classe per iscrivermi a facoltà più redditizie, come ingegneria o informatica, ma io sono dell’idea si debbano seguire le proprie passioni per essere felici e avere successo nella vita e i fatti mi hanno dato ragione. Anche la letteratura europea è bella ed affascinante, dal naturalismo francese, il verismo italiano, il romanticismo, il decadentismo, per non parlare della letteratura antica, ti sembrerò folle ma mi incuriosiscono e appassionano anche i poemi e canti finlandesi raccolti nel Kalevala, le leggende norrene, celtiche e teutoniche, la letteratura latina e della antica Grecia. Mi piacerebbe che questo bagaglio ricchissimo che mi sto facendo qua venisse apprezzato anche in Giappone e credimi farò di tutto perché avvenga”.
Take ama così tanto ciò che fa da non annoiare per nulla le persone quando parla del suo lavoro e dei suoi studi. Kaoru, pur preferendo sport e scienze alla letteratura, starebbe ore a sentirlo. È, quindi, sicura che Take riuscirà a far innamorare le università giapponesi della cultura europea che lui sta scandagliando.
Take sta passando un periodo magico, il più bello della sua vita, un po’ di pace dopo molto tempo.
Kaoru si accinge a leggere l’ultima lettera ricevuta proprio in vista degli auguri per S. Valentino, dove subito trova una notizia bella per Take, ma decisamente brutta per lei. Take, come sappiamo, era partito per la Germania per 6 mesi, salvo proroghe. I suoi studi si stanno rivelando così complessi e la sua sete di conoscenza è così insaziabile che è riuscito a ottenere una proroga di ben 4 mesi e anziché a fine marzo tornerà a fine luglio. Avrebbe voluto averlo vicino nel momento degli esami di fine anno scolastico, esami che per lei hanno un significato particolare, visto che saranno determinanti per il recupero o meno dell’anno scolastico perso.
Piange perché ha paura che non possa più tornare, ma continuando a leggere si rincuora “è da prima della separazione dei miei genitori che non ero così allegro e spensierato, ho un lavoro che amo infinitamente e che non potrebbe darmi più soddisfazioni di quante già me ne dà, ho una bella borsa di studio, ho compagni di appartamento simpaticissimi, sto conoscendo culture diverse, ho due compagni di appartamento tedeschi e uno italiano; nel residence poi ci sono ragazzi di altre nazionalità, Scandinavia, Stati Uniti, India e ovviamente diversi altri tedeschi, è interessantissimo, mi arricchisco non solo con la letteratura, ma anche con usi e costumi di altri paesi di tutto il mondo. Ho riscoperto la bellezza e il piacere della convivenza rispetto al vivere da solo degli ultimi anni.
Sono andato a vivere coi coetanei a 16 anni dopo la morte di mia madre, nel convitto del liceo che frequentavo, ma in collegio ero preso dalla separazione dei miei genitori, la morte di mia madre e l’assenza di mio padre; all’università, una volta ammortizzati questi episodi negativi della mia vita, mi piaceva dividere casa con altri studenti, poi sono andato a vivere da solo con i miei risparmi fra lavoretti, pensione di reversibilità, e borse di studio, credevo vivere da soli fosse il massimo ma quanto è più bello vivere insieme…trovare chi ti aspetta la sera, fare due chiacchiere, anche bisticciare, mi piace più vivere coi miei coetanei che da solo forse perché ho sempre avuto fortuna come compagni di appartamento…per sentirmi davvero realizzato mi manchi solo tu…con i miei coetanei ci vivo benissimo meglio che da solo, ma con te ci vivrei meglio, ti sembrerò pazzo, ma sarei disposto a sposarti presto, una volta che tu avrai finito il liceo e io mi sarò definitivamente stabilizzato all’università, sono pazzo a volermi sposare così giovane, lo so, ora scapperai da me appena leggi questa frase, bè, fai finta non l’abbia scritta allora perché non ti voglio perdere e non voglio farti perdere la tua libertà. Ah spero tu riceva questa lettera in tempo per S. Valentino, in Germania non c’è il namachoco, ma hanno la cioccolata al latte come piace a te squisita. Ti mando un barattolo di crema al cioccolato al latte, è il mio ‘namachoco tedesco’, all’amore mio più grande del mondo”.
Kaoru dalla tristezza passa alla gioia, sarebbe bello sposarsi, non si è spaventata affatto anzi…, ma immagina i suoi genitori non le permetterebbero mai di sposarsi prima di aver trovato un lavoro o comunque mai prima della laurea, meglio volare basso, e per ora accontentarsi delle lettere essendo ancora lontano luglio … però è bello sognare a occhi aperti!
 
Il giorno dopo Kaoru va a casa di Saint Just per studiare matematica e diritto, una materia bella e una orrenda. L’animo, pur sempre molto nostalgico, è più risollevato, perché Take le ha fatto capire di essere sempre super super innamorato di lei e ha attenuato la tristezza per non aver passato insieme S. Valentino!
Ma per Kaoru le piccole e piacevoli sorprese non sono finite. Trova appena arriva oltre a Saint Just anche Mariko che la guarda con gli occhi a cuore, Nanako e Tomoko.
“E voi? volete studiare con noi il programma di seconda di matematica e diritto?” scherza Kaoru.
Inutile dire che prende la parola Mariko : “Kaoru, l’altro ieri era S. Valentino che dovrebbe essere la festa degli innamorati, però secondo noi S. Valentino è anche la festa di chi si vuole bene in generale, perché anche gli amici si vogliono bene, anche gli amici stanno insieme, ridono, scherzano, si divertono, magari litigano però poi si chiariscono, si aiutano e sono presenti, insomma, l’amicizia e l’amore non sono uguali ma sono comunque molto simili, perché si basano su simpatia, affetto, rispetto, stima e spontaneità, perché si diventa amici e ci si innamora così senza un perché, senza una ragione razionale” Mariko ha le lacrime agli occhi, si commuove quando fa discorsi impegnativi verso la sua amata.
Saint Just le dà una pacca sulla spalla come per incoraggiarla, e Mariko prosegue “anche se quest’anno non puoi festeggiare col tuo fidanzato questa ricorrenza, però puoi festeggiarla con noi perché ci vogliamo tutte molto bene e quindi oggi è anche la nostra festa my friends! Non essere triste Kaoru, vuol dire che quest’anno ti accontenti di un’unica festa con noi e l’anno prossimo farai una doppia festa, una con Take e un’altra con noi!” Mariko si asciuga gli occhi, si è commossa, a Kaoru fa tenerezza questa adorabile innamorata e a volte è quasi un po’ dispiaciuta di non poterla corrispondere, non può non abbracciarla, Mariko la riabbraccia e comincia a piangere, le altre ridono bonariamente.
Le ragazze mettono sul tavolo la torta squisita preparata da Saint Just e Nanako, che hanno ribattezzato torta sakura (in giapponese ‘bocciolo di ciliegio’) per la presenza di marmellata di amarene e di ciliegie sciroppate e candite, e ovviamente mettono in tavola dei namachoco, i morbidi cioccolatini al latte preparati questi da Tomoko. La festicciola dura poco perché le ragazze devono tutte studiare specialmente Kaoru e Saint Just, ma almeno hanno rallegrato Kaoru che è sempre così generosa e disponibile con tutte e si sono dichiarate tutte il loro reciproco affetto perché in fondo hanno ragione loro : San Valentino è la festa di chi si vuole bene. Mentre le lasciano sole per lo studio, Mariko nel salutare Kaoru le dà velocemente un pacchettino “questi sono da parte mia, ciao ciao” e scappa velocemente.
“È proprio innamorata” sorride Saint Just.
“Mi fa molto piacere che lei sia innamorata di me, perché vuol dire mi vuole bene, poi è sempre molto affettuosa con me, mi dispiace solo che non posso corrisponderla perché se lo meriterebbe davvero, spero trovi presto un amore soddisfacente che le dia ciò che merita”.
“Vediamo che ti ha fatto” chiede curiosa e spiritosa Saint Just.
È un pacchettino di namachoco acquistati da Mariko in una pasticceria vicino casa sua. “Devo contraccambiarla, è una buona anzi ottima amica. E a proposito : tu e Nanako come festeggerete?”
“Domenica prossima la porto in un posto che mi piace tanto, ma te lo racconto a tempo debito!”
Irrompe Takashi “Ragazze basta chiacchiere e mettiamoci a studiare, prima il dovere poi il piacere, allora si parte col diritto”.
“Noooo, perché? Dopo questa parentesi poetica non possiamo subito studiare il bruttaio, partiamo con matematica che è molto più interessante”.
“Ragazze vi capisco perché ho i vostri stessi gusti al proposito, ma prima si fanno le cose che non piacciono così si apprezzano di più quelle che piacciono, e poi se partite con ciò che vi piace rischiate di indugiarvi e dopo non c’è tempo per studiare quello che non vi piace, quindi si parte col bruttaio e basta”.
Le ragazze stronfiano, poi si mettono a studiare. Si sono già addolcite con la torta sakura e i namachoco, e poi sanno che dopo il bruttaio le aspettano i numeri che a loro piacciono tanto … ora anche a Rei….
 
La settimana seguente Saint Just vuole festeggiare con Nanako loro due sole da autentiche fidanzate il giorno di San Valentino, siamo già alla domenica 23 febbraio, ma qua i festeggiamenti si fanno in differita.
Saint Just va a prendere Nanako a casa, guida Takashi per il solito imbarazzo di Saint Just ad avere l’autista privato. Ancora Saint Just deve usare le stampelle fino alla fine dell’anno scolastico e quindi non può prendere i mezzi pubblici, come piacerebbe a lei.
Takashi è molto contento di fare da autista a sua sorella, sia perché sono sulla stessa lunghezza d’onda sull’argomento autista sia perché in questa maniera piano piano smaltisce i suoi sensi di colpa che lo hanno arrovellato fino a poco tempo fa.
Saint Just arriva intorno alle 15. Appena sente suonare il campanello Nanako esce velocemente di casa entusiasta.
“Tesorina senti almeno chi è” esclama la madre.
“Ciao a stasera!” si limita a rispondere Nanako e corre precipitevolissimevolmente verso Saint Just. “Eccomi Saint Just” esclama felicissima.
“Non correre ma cherie la poupee tanto non scappo!” risponde Saint Just, le ragazze si abbracciano ed entrano in auto sotto lo sguardo malinconico di Takashi che comincia a intuire ci sia del tenero fra le ragazze.
Saint Just ormai ha abbandonato i vestiti neri, dal piumino blu sbucano dei pantaloni a quadri tipo tartan su sfondo verde.
Dalla finestra del salotto la madre di Nanako sbircia “finalmente ho visto questa famosa Saint Just, da lontano sembra davvero molto carina, è anche alta, secondo me nostra figlia ne è innamorata, tutte le volte che c’è lei di mezzo è sempre entusiasta, non sta in sé dalla gioia, è così emozionata, appena ne parla le brillano gli occhi, e mi sembra anche corrisposta; è inutile negare, ne è proprio cotta. Ma non poteva innamorarsi di un ragazzino come la sua amica Kaoru che si è innamorata di tuo figlio? Sai quanti problemi incontrano le coppie come loro? La nostra società è ancora troppo indietro”.
“Nanako è abbastanza grande per assumersi la responsabilità delle sue azioni. Vediamo che succederà. Poi sono ancora due ragazzine, hanno tutta la vita davanti, sai quante ne devono capitare?”
“Spero abbia ragione tu”.
 
“Dove andiamo Saint Just?”
“Ora vedrai!”
Takashi le ‘scarica’ vicino a un porticciolo di periferia. “A che ora vengo a prendervi?”
“Vieni qui verso le 17:30”
“OK, Rei non fare come al tuo solito, usa le stampelle e stai attenta a non stancarti come hanno detto i medici, Nanako controllala!”
“Non ce n’è bisogno” e con una risata Saint Just congeda il fratello!
Le case sono piccole, grigie, un po’ trasandate, eppure non sono brutte, hanno qualcosa di attraente, perché anche se la facciata è scrostata c’è armonia, ci sono vasini di fiori e piante grasse alle finestre, qualche ninnolo di benvenuto sulle porte di ingresso, negozietti piccoli e un po’ bui con poche persone, bambini giocano per la strada, persone vestite in modo molto semplice camminano, non è un quartiere di lusso però è comunque molto dignitoso, sembra di essere in campagna anche se siamo in città.
Nanako e Saint Just chiacchierano amabilmente. Nanako ha un flash, si ricorda di quando marinarono la scuola ormai diversi mesi prima, all’inizio dell’anno scolastico. Fu l’unica uscita che hanno fatto prima di questa. In quell’occasione Saint Just parlava poco, sorrideva spesso a Nanako chiamandola ‘ma cherie la poupee’, eppure Nanako si nutriva dei suoi silenzi, era troppo felice di stare con lei, aveva realizzato di amarla moltissimo, ricorda l’assistente scolastica che rischiò di mandare tutto a monte, la prontezza di spirito di Saint Just che la salvò dall’assistente scolastica e poi la prese per mano dopo aver incontrato i loro fratelli (che emozione il contatto fisico con lei), ricorda l’imbarazzo nell’essere sorpresa da Take insieme al suo inseparabile Takashi a marinare la scuola, la scoperta che Saint Just era la sorella di Takashi, e quella dichiarazione sotto l’albero che rovinò tutto…quante cose erano successe da allora, prima brutte poi belle e … chi l’avrebbe mai detto che la seconda uscita di lei con la sua adorata bambola Saint Just sarebbe stata da fidanzate per festeggiare proprio San Valentino, il loro primo San Valentino, quattro mesi dopo essersi messe insieme?!?!
Nello stesso tempo Nanako pensa che in ben 4 mesi che stanno insieme questa è la prima uscita da fidanzate di lei e Saint Just a causa della fisioterapia e degli impegni scolastici pesanti di Saint Just, costretta a numerose ripetizioni private per il tempo perso per l’incidente. Nanako è emozionata, è riflessiva, ha una gran confusione in testa e spera che finito questo periodo scolastico molto difficile possa godere di più della compagnia della fidanzatina del suo cuore.
“Cos’hai? Ti vedo pensierosa sulle nuvole, non ci saremo mica invertite di ruolo, delle due eri tu la loquace e io la taciturna”.
“Penso che oggi è la nostra prima uscita da quando stiamo insieme e la seconda da quando ci conosciamo, e che voglio ci siano dopo questa tante altre uscite una più bella dell’altra, che siano frequenti, perché io sono tanto felice quando sto con te Saint Just, e dobbiamo fare tante cose insieme”.
Saint Just ride, continuano a camminare per le stradine, sembra un paesino d’altri tempi, dove appunto il tempo si è fermato, quel tempo che Nanako desidererebbe fermare più di ogni cosa al mondo ogni volta sta con lei, e invece il tempo implacabile e beffardo continua a scorrere. A un certo punto Saint Just si ferma davanti a un negozio di fiori “Sono così belle le piante e i fiori, quando li vedo non posso non fermarmi, entriamo…ciao mi dai un mazzo misto di più tipi di fiori di diverse sfumature di colore rosa?” chiede alla commessa del negozio di fiori.
“Certo” risponde la ragazza che fa una composizione molto graziosa con 4 tipi di fiori dalle diverse sfumature di rosa, fucsia, rosa confetto, rosa antico, un colore quest’ultimo molto affascinante, e infine bianco rosaceo.
Nanako pensa che siano per Fukiko, invece sono per lei perché, uscite dal negozio, Saint Just glieli porge “finalmente ti regalo dei fiori come meriti di cui potrai godere, perché le altre volte che te li ho comprati sono sempre caduti dai ponti sulla ferrovia; la prima volta mi fermasti mentre mi stavo gettando dal ponte sulla ferrovia e ti caddero dalla giacca, la seconda volta caddero con me quando ebbi l’incidente e te li dette mia sorella tutti sciupati e ammaccati, oggi siamo lontane da stazioni ferroviarie, quindi non possono precipitare! Sono rosa : il colore di San Valentino!”
“Anche quando appassiranno li seccherò e li conserverò in un libro, saranno sempre con me”.
“Allora comprati più album perché questo è il primo di una lunga serie di mazzi che ti regalerò, ma ora andiamo” le brillano gli occhi.
Saint Just con le stampelle si muove velocemente, ormai ha preso dimestichezza, guida Nanako fuori dalle stradine interne del quartiere e arrivano sul lungo mare, la passeggiata è larga, Nanako affonda il viso nei meravigliosi fiori rosa appena regalati, entrambe guardano il panorama, ma all’improvviso Saint Just ammutolisce, è come rapita.
“Saint Just perché non ci sediamo su una di quelle panchine, sarai stanca con le stampelle, sforzi la gamba”.
Saint Just è impalata davanti al mare, alle onde che si infrangono.
“Saint Just tutto bene?”.
Col cielo plumbeo tipico invernale Saint Just ha cambiato colore agli occhi, da viola ametista ora ha gli occhi color glicine “è bellissimo il mare d’inverno, ha un fascino ineguagliabile, è grigio, con la spuma bianca delle onde si fonde col grigioperla del cielo, non ci sono bagnanti che fanno confusione e che si tuffano, che rompono l’unione fra cielo e terra e ci distraggono dalla contemplazione, d’inverno c’è solo mare e cielo, senti unicamente il rumore ciclico e ripetitivo delle onde che ti rapisce, alla fine ti senti un tutt’uno col paesaggio, vivi quell’esperienza suprema olistica in cui percepisci che noi in sé e per sé non siamo nulla ma siamo un tutt’uno con la natura. Era dalle scuole medie, da prima che la mia mamma morisse che non venivo più qui, e ora capisco delle cose che allora non capivo”.
Nanako segue sbalordita il discorso di Saint Just, che a volte fa la spiritosa, vuole sembrare leggera, a volte è di una profondità disarmante, vede sfumature che altri non colgono; Nanako non ha ben capito tutto il discorso, specie l’aggettivo ‘olistico’, ma ha afferrato il concetto perché concentrandosi su quel paesaggio non riesce a staccarsene.
“E’ strano che da millenni questo spettacolo si ripeta ininterrottamente e venga sistematicamente ignorato perché l’uomo segue gli standard, va al mare d’estate e preso da nuotate e distrazioni sotto l’ombrellone non comprende nemmeno lo spettacolo che il mare ci dà nella bella stagione. Volevo condividere tutto questo con te”.
Nanako e Saint Just si prendono per mano, Nanako costringe poi Saint Just a sedersi per non sforzare la gamba a cui è stato tolto da poco il gesso, si riprendono per mano mentre Nanako appoggia la testa sulla spalla di Saint Just, le sembra tutto un sogno magico, vorrebbe socchiudere gli occhi come quella volta al parco, la loro prima uscita insieme, casuale, estemporanea, vorrebbe socchiudere gli occhi per immortalare questo momento, per fermare definitivamente il tempo, perché soffre troppo quando si separa dalla sua Saint Just, l’aria è fredda eppure le ragazze non la sentono perché sono coperte bene e perché sono troppo prese da loro stesse e dal loro amore.
Nanako a un certo punto sbircia il profilo di Bambola Saint Just, come a volte le piace chiamarla; non si stancherebbe mai di guardarla : è bellissima, una bellezza malinconica, dolce, d’altri tempi. A un certo punto dalla sua borsetta tira fuori una scatolina di namachoco preparati da lei, sono fatti a forma di cuore grazie a degli stampini in silicone che ha a casa.
“Questi sono per te Saint Just”.
“E questi li ho fatti io” Saint Just dalla sua borsetta tira fuori a sua volta i namachoco fatti da lei, hanno una base biscottata (‘originale’ pensa Nanako) e hanno la forma di bambola.
“Saint Just avevi degli stampini a forma di bambola?”
“No, li ho ritagliati a mano quando la cioccolata si è solidificata”.
Nanako guarda i namachoco, effettivamente ogni bambola namachoco è leggermente diversa dall’altra; continua a pensare all’originalità della sua amica e anche alla sua bravura, i cioccolatini sono squisiti come quelli fatti da lei.
“Dove hai imparato a farli?”
“Ho chiesto alla signora che cucina a casa nostra di dirmi la ricetta e di poter usare la cucina”.
“Ma non li avevi già fatti?”
“No è stata la prima volta, ma ci ho messo il cuore”.
Nanako stringe i fiori che le ha regalato Saint Just, tutte e due contemplano quel mare d’inverno mangiando i namachoco che l’una ha preparato per l’altra, chiacchierando del più e del meno. Sono cioccolatini graziosi e buoni perché come ha detto Saint Just sono fatti col cuore.
Dopo le cinque inizia a essere buio e quindi più freddo; le ragazze si alzano anche se non vorrebbero, poi c’è Takashi che le aspetta al porticciolo.
Sono molto malinconiche per la fine di quel meraviglioso e romantico pomeriggio, ma sanno che le aspettano un’infinità di altri pomeriggi.
Takashi le guarda di sottecchi e capisce tutto dai loro sguardi, da come si parlano, ha intuito che sicuramente sono innamorate l’una dell’altra, e forse si sono già fidanzate. Da una parte in senso buono le invidia perché avrebbe voluto avere la stessa intraprendenza e coraggio e anche provare l’immensa gioia di essere corrisposto nell’amore, dall’altra teme per loro, per la cattiveria della società, vorrebbe proteggere sua sorella Rei che ne ha già passate troppe e merita solo cose belle, vorrebbe avere vicino Takehiko per avere una mano nel proteggerle.
Le ragazze sono felici per il loro S. Valentino. Takashi non se la sente almeno per oggi di rovinare tutto mettendo in guardia Rei. Rei ha appena avuto la rimozione del gesso, ha ancora la fisioterapia, la aspettano duri esami per non perdere l’anno scolastico – Takashi decide di aspettare a farle domande private e a rovinare tutto il romanticismo con le avvertenze.
Quando Nanako scende dall’auto le ragazze si scambiano un bacio sulle gote e quindi tornano a casa. Nanako torna con le gote rosse di felicità e il sorriso smagliante a 32 denti.
“E quei fiori tesorina?” le dice la madre.
“Me li ha regalati Saint Just, li metto subito nel vaso” e ride dalla felicità.
“Perché ridi?”
“Io non sto ridendo”.
“E invece sì e se ci dici il motivo almeno si ride anche noi”.
“Io non sto ridendo, sono solo contenta perché ho passato un bel pomeriggio! E ora vado a ripassare le lezioni per domani”, Nanako porta il vaso in camera sua.
“E’ innamorata, speriamo bene…” commenta la madre – cuore di mamma – .
Dal canto suo Nanako e Saint Just sono felicissime, finiscono con facilità i compiti, ascoltano un po’ della loro musica preferita e poi si telefonano, telepatia, all’inizio trovano occupato, poi Nanako trova libero, si fa passare Saint Just.
“Nanako lo sai? provavo a chiamarti ma trovavo occupato”.
“Ti stavo chiamando” ridono tutte e due “Volevo ringraziarti del pomeriggio splendido che abbiamo trascorso, il più bello di quest’anno scolastico”.
“E io volevo dirti le stesse cose”!
“Sono così felice grazie a te Saint Just, ti amo da morire”.
“Anch’io ti amo da morire Nanako”.
Le ragazze parlano ancora per un po’.
 Nel vederle si vorrebbe che rimanessero in eterno così, come in questo primo San Valentino 1992, dolci, tenere e soavi come i loro primi namachoco…..

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Capitolo 22
*** Tempo di esami ***


È arrivata la fine di marzo, ormai siamo a primavera e tutti gli studenti giapponesi di questi tempi hanno le verifiche di fine anno scolastico, che per Kaoru e Saint Just sono particolarmente impegnative. Infatti, Kaoru deve recuperare l’anno scolastico perso per motivi di salute e fare due anni in uno, mentre Rei/Saint Just ha finito solo di recente una intensissima fisioterapia per il suo incidente.
Hanno studiato moltissimo, giorno e notte, hanno avuto ripetizioni private che da febbraio hanno seguito insieme, compensandosi e confrontandosi a vicenda. Vogliono assolutamente e giustamente essere promosse.
L’ostacolo principale per entrambe è il giapponese antico per l’eccessiva pretenziosità della vecchia, la professoressa di giapponese antico  più severa di tutto l’educandato Seiran, che corre alla velocità della luce col programma, che quasi nessuna educanda riesce a seguire senza ripetizioni private, che assegna compiti a casa come se le educande avessero da studiare solo giapponese antico; non a caso se delle ragazze della sua sezione venivano ammesse alla Sorority – ai tempi della Sorority – , spesso o si ritiravano dalla Sorority o si facevano trasferire in un’altra sezione.
Nanako pensa alla sua Saint Just, tifa per lei, e non può pensare che perda l’anno scolastico.
Kaoru ha un atteggiamento aggressivo e di sfida verso l’esame, Saint Just non vuole lasciarsi intimorire e decide di andare spavalda e sbarazzina come è sempre andata agli esami.
Il giorno prima hanno fatto un ripassone finale sostanzialmente da sole, Takashi non le ha potute aiutare perché impegnato in un esame molto difficile all’università e anche perché ha visto che ormai camminano bene con le loro gambe. È venuta solo la ragazza di giapponese antico che però non ha rilevato problemi particolari e le ha rassicurate “Fatemi fare bella figura mi raccomando”.
Fukiko è nevrastenica perché ha gli esami finali di diploma, si fa portare pranzo e cena in camera perché anche distrarsi un solo minuto di orologio dallo studio la deconcentra e dopo non recupera, deve assolutamente diplomarsi col massimo dei voti e contemporaneamente studia per i test di ingresso all’università. Se le si rivolge la parola, risponde super nervosa.
Kaoru e Rei evitano con cura di camminare davanti alla sua stanza per la serie “Non aprite quella porta…”.
Per Rei è comunque già arrivato un bel traguardo : si è appena tolta le stampelle! Le sembra un sogno poter camminare liberamente senza supporti, ormai non ci sperava più e invece questo giorno tanto agognato è arrivato quando meno lo aspettava! Ancora non può fare le acrobazie di prima, niente corse e niente sport, ma ha avuto l’ottima notizia dai medici che da giugno potrà ricominciare il basket, anzi lo sport per lei sarà particolarmente importante per un perfetto e veloce recupero, ma per ora deve andare piano.
Ovviamente Kaoru e Saint Just indossano la catenina con attaccato il ciondolo a forma di gnomo portafortuna, compagno inseparabile di Kaoru l’anno precedente durante l’operazione e le terapie, e dalla stessa Kaoru regalato a Saint Just in occasione dell’incidente. I loro gnomi le proteggono e le rassicurano. È il loro piccolo segreto per essere sempre unite e in sintonia nell’affrontare le avversità.
Le ragazze non trovano particolarmente difficili le prove scritte. Agli orali vanno disinvolte come per una chiacchierata, perché sanno che è quello l’atteggiamento giusto.
 
Bietolone, ovvero l’insegnante di inglese che è in comune con la classe di Nanako, sembra dormire in piedi come al solito, e quando arriva il suo momento di interrogare Kaoru e Rei chiede un semplice argomento a piacere; le ragazze ovviamente rispondono brillantemente e lui le interrompe subito per dire che per lui basta così : 10 a Kaoru e 10 a Rei/Saint Just! C’è però un perché a tutto questo.
Il giorno orrendo dell’incidente di Rei, Bietolone fece una figura di niente con Kaoru e indirettamente con Rei.
Kaoru si stava allenando quando Bietolone la chiamò con urgenza e le disse che Rei era MORTA!!!! Sì proprio morta!!!! Kaoru svenne quasi dal dolore e dalla disperazione, arrivò in ospedale piangente, a stento si reggeva in piedi, per poi sapere grazie al cielo che Rei pur in gravi condizioni era ancora viva e doveva essere operata!!! Bietolone dall’alto dei suoi oltre 40 anni si era dimostrato un perfetto deficiente. Kaoru non gliel’avrebbe fatta passare liscia, mentre aspettava che i chirurghi uscissero dalla sala operatoria, meditava con rabbia che se Rei fosse disgraziatamente morta davvero le avrebbe cantate a Bietolone. Non sapeva tenere una classe, fu Kaoru con i suoi 17 anni scarsi a rabbonire e redarguire a dovere le bulle capitanate dalla Misaki che molestarono Nanako durante una lezione di inglese (dicendo che non sentivano nulla); per non parlare delle convittrici : quando Bietolone come istitutore ha il turno di notte le convittrici possono rientrare alle 2 di notte anziché entro le 19 e lui non se ne accorge minimamente perché già alle 22 dorme come un ghiro.
Quando Rei fu definitivamente dichiarata fuori pericolo Kaoru andò subito a dirgli il suo parere, non le interessava che Bietolone fosse il suo professore, non poteva commettere simili gravissime e imperdonabili leggerezze.
“Lo sa professore che Asaka sta bene?”
“Ma cosa dici Orihara? Asaka poveretta è morta, a proposito quando è il funerale?”
“Professore, Asaka non è mai morta, ha avuto un terribile incidente, dovrà fare una lunga convalescenza, ma è viva, vegeta, e vivrà quanto tutti noi! Come ha potuto dare una notizia così devastante se non era vera??? Come ha potuto essere così superficiale? Lo sa che mi sono quasi sentita male dal dispiacere, per non parlare delle altre ragazze che hanno pianto disperate finchè io, Nanako Misonoo e Fukiko Ichinomiya non abbiamo detto come stavano davvero le cose? La prossima volta stia bene a sentire chi le parla prima di dare notizie infondate e deleterie, non si agisce così, con la morte non si scherza mai e la vita si rispetta, e vista la sua età Lei queste cose le dovrebbe sapere molto meglio di noi!”. Kaoru, senza nessun timore reverenziale verso il professore, girò velocemente i tacchi e se ne andò risoluta e soprattutto delusa, lasciando sbalordito e con la bocca spalancata l’insegnante di inglese.
Di questa scena Kaoru e le altre ragazze risero successivamente “Abbiamo avuto la conferma definitiva che è un tonto patologico” commentò proprio Rei che aggiunse “Non guarda nemmeno il telegiornale, perché alla televisione hanno sempre detto che ero sopravvissuta!!!”
Certo è che, consapevole della figura da andare sottoterra fatta con le sue studentesse, Bietolone avvertiva sempre un senso di disagio rispetto a Kaoru e Rei/Saint Just, faceva sempre loro domande facili per poi dare voti alti.
 
Tornando all’esame, Kaoru si sente dire dalla professoressa di matematica e fisica “basta così, sei sempre la mia allieva preferita!”, mentre Saint Just dà il meglio di sé a francese, musica e letteratura moderna. Nel complesso l’esame delle ragazze è buono salvo qualche imperfezione a giapponese antico apostrofata dalla vecchia con il solito “pasticciona”.
Quando appendono i quadri le amiche sono tutte al settimo cielo, Nanako e Mariko sono passate in seconda con la media dell’8, Tomoko è stata promossa a sua volta anche se poteva fare di meglio ma lei dice sempre che non si deve essere somarone ma neanche secchione (detto originale : non essere secchiona ma neanche somarona)! Ma le più felici di tutte sono Saint Just e Kaoru entrambe promosse in terza. Saint Just non ha perso l’anno e Kaoru ha dato due anni in uno, almeno una cosa l’ha recuperata e non vede l’ora inizi il nuovo anno per vedere di riattaccare la palla a canestro; nei confronti della palla a canestro non ha più l’ansia di prima, ormai ha deciso che la sua strada non è la palla a canestro agonistica ma la medicina, quindi darà il meglio di sé a palla a canestro ma solo come hobby.
Alcuni insegnanti della classe di Kaoru e Saint Just avvicinano le due studentesse. “Ragazze vi accingete a fare l’ultimo anno dopo una seconda travagliata. Dove pensate di iscrivervi l’anno prossimo dopo il diploma?”
Saint Just risponde “ancora non ho pensato alla scelta dell’università”.
Kaoru, invece, risponde decisa e secca “Medicina”.
“Ragazze studiate molto il prossimo anno scolastico, perché la vostra seconda ha avuto diverse sbavature e se volete cominciare bene l’università dovete avere un bel punteggio al diploma; dovete pertanto recuperare”.
“Orihara, se vai a Medicina, mi raccomando la chimica” aggiunge il professore di scienze.
“Sì professori” le ragazze rispondono serie, ma appena i professori si voltano, ridono dalla felicità.
Alle spalle si sentono grida di gioia “Dottor Kaoru…Saint Just siete dei miti” sono Mariko che guarda con gli occhi a cuore la sua Kaoru e la abbraccia quasi facendola cadere, e Nanako che abbraccia la sua bambola Saint Just stretta quasi fino a stritolarla.
Arriva Tomoko “Ragazze da studentessa promossa con 10 ad economia domestica propongo una cena premio per le nostre studentesse modello Kaoru Orihara e Rei Asaka che preparerò io stessa”.
Mariko stringe il braccio di Kaoru che la guarda con amore, mentre Nanako e Saint Just sono abbracciate sotto gli occhi stupiti di molte compagne di scuola, che le guardano un po’ storte e contrariate da quegli esibizionismi di affetto.
La cena ovviamente si terrà alla maison d’etoile prima dell’inizio del nuovo anno scolastico in una data che Saint Just dovrà concordare con Takashi impegnato negli esami finali prima della laurea.
Fukiko, diplomatasi con il massimo dei voti e la lode, per festeggiare aspetterà gli esiti dell’ammissione all’università, dopo i quali darà una grande festa per la quale il padre tornerà appositamente da Londra.
Mentre le studentesse commentano i quadri, arriva subito un gruppo di ragazze sia del liceo sia delle medie “Saint Just e Principe Kaoru si sono dimostrate ancora una volta un mito! Ragazze un bel sorriso e fatevi fotografare!”
“Ecco le galline : come posso farvi capire che odio farmi fotografare? Ho solo fatto delle verifiche finali come voi, cosa c’è da starnazzare?”
“Dai principe Kaoru non essere schiva, fatti fotografare… Dai una foto…. Dai siete le bellissime della scuola, le eclettiche…”
“No” insiste decisa Kaoru.
“Dai dottor Kaoru hai fatto 2 anni in uno, dagliela una piccola soddisfazione, una sola” dice bonaria Saint Just.
“Va bene” sbuffa Kaoru “ma non più di una e fatela bene perché giuro è l’ultima volta che mi fotografate! E poi tornate a starnazzare nel pollaio”.
“Uuuh” click, click, click “e dai sorridi principe Kaoru” Kaoru fa una mega linguaccia stile Mariko e scappa via. Kaoru è così…devi pregarla in ginocchio per farle una sola fotografia che sia una e poi appunto scappa via.
Takehiko ha di lei due foto di numero di quando erano fidanzati, una che Takehiko le scattò di nascosto mentre era di profilo a chiacchierare con altri (meno male Kaoru non se ne accorse sennò chi la sentiva…) e un’altra loro due insieme dopo preghiere di farsi fare una foto almeno col fidanzato.
 
Saint Just e Nanako vogliono un po’ di tempo per sé. Adesso hanno poco meno di due settimane di vacanza prima dell’inizio del nuovo anno scolastico, durante i quali vogliono stare il più possibile insieme per recuperare un po’ il tempo perso.
“A casa non ho molta voglia di stare” dice Saint Just un po’ triste “Fukiko, nonostante il diploma brillantemente conseguito, continua a fare scenate isteriche per gli esami di ammissione a giurisprudenza, facoltà che aveva già scelto alle elementari”.
“Caspita che idee chiare” commenta Nanako.
“Fukiko è molto decisa e risoluta di carattere, in questo - mi spiegava Takashi - è come nostro padre. A 7 massimo 8 anni decise che da grande sarebbe stata un giudice e da lì non ha più cambiato idea. Ha gusti diversi dai miei, a me diritto non è mai piaciuto, lo trovo così noioso e arido, non fa per me”.
“A me invece non dispiace” prosegue Nanako “preferisco però altre materie. Comunque tua sorella la vedo bene a giurisprudenza, è una facoltà adatta al suo carattere inflessibile e acribico”.
Rei prosegue con tono dimesso “Non si è goduta nemmeno la soddisfazione del diploma. Pensa che è stata pure menzionata fra i 100 migliori studenti diplomati in Giappone. È sempre arrabbiata, nervosa. Ti farei vedere come tratta i nostri collaboratori domestici, peggio degli schiavi d’America durante la guerra di secessione, fa loro urli terribili se la interrompono meno di un secondo per chiederle cosa vuole per pranzo o cena, persino se le chiedono se va tutto bene, guai se la deconcentri. I nostri collaboratori domestici sono persone molto gentili, però Fukiko se prima li trattava sempre con sufficienza ora li tratta direttamente in malo modo; pensa che a me e Takashi danno del tu, ma a Fukiko danno del lei fin da quando aveva 10 anni; una volta una cameriera si è azzardata senza accorgersene a darle del tu e Fukiko le ha fatto una partaccia così brutta che l’ha fatta piangere. Mi dispiace tanto sia così sgarbata e maleducata, io lo so che in fondo è una persona stupenda e non capisco perché voglia risultare sempre antipatica”.
“Con te come va?”
“Con me è gentile, affettuosa, non è più come prima, ma in questo periodo ha detto che nessuno deve avvicinarsi a lei finché non avrà avuto l’ammissione all’università e quindi risponde in modo seccato anche a me se mi azzardo ad avvicinarmi”.
“Asaka”, le fidanzatine sono interrotte bruscamente dalla professoressa di giapponese antico di Rei/Saint Just, o per meglio dire dalla ‘vecchia’.
“Buongiorno professoressa” le ragazze chinano la testa.
“Asaka, ora che sei stata promossa e ti sei finalmente tolta le stampelle, hai intenzione di ricominciare a marinare la scuola, fare le verifiche quando decidi te, sporgerti, arrampicarti e saltare da finestre e balaustre, fumare, digiunare, lanciare pugnali, in altre parole hai intenzione di ricominciare a fare la strulla o intendi diventare assennata come tua sorella, la 3B?”
“Io ora sono assennata” risponde decisa Saint Just.
Nanako sente crescere la rabbia dentro di sé, le sue tempie pulsano, avverte come un rimbombo nelle tempie simile al battito cardiaco, pensa “non è giusto, quella vecchiaccia non sa nulla di Saint Just, Saint Just è stata anche troppo brava con tutte le ingiustizie e sventure subite, la vecchia esalta tanto la sorella che fino a poco tempo fa spesso si comportava da mostro e che non era certo una 3B”.
La vecchia però sorprende le ragazze con delle dichiarazioni che calmano Nanako “Asaka te come intelligenza non hai nulla da invidiare a tua sorella, lo dicono anche gli altri colleghi, e se ti applicassi come lei avresti gli stessi risultati se non addirittura migliori, non sprecare oltre le tue capacità ma sfruttale al massimo, voglio che tu prosegua come hai fatto finora, non ci deludere, puoi avere anche tu un brillante futuro davanti qualsiasi sarà la tua scelta”, la vecchia se ne va perentoria, lasciando positivamente basite Saint Just e Nanako. Nanako è felice come se quei complimenti fossero stati rivolti a lei anzi ancora di più; Saint Just rimane impalata, finché non si riprende per un bacio di Nanako.
Si abbracciano per la gioia e vanno a festeggiare “Conosco un negozio qui vicino che vende dei kohakuto (n.d.r. gioielli mangiabili giapponesi) fatti non con coloranti alimentari, ma con estratti di frutta. Dobbiamo festeggiare le nostre promozioni con dei dolci e, siccome tu sei il mio gioiello, compreremo appunto dei dolci a forma di gioiello!!”. Nanako è felicissima, le sembra di vivere in un sogno.
È stata una mattinata meravigliosa, per la prima volta - dopo quell’incontro al parco la sera prima dell’incidente - Bambola Saint Just è davvero allegra; finalmente non ha più le stampelle, è tornata libera, deve giusto fare qualche controllo; è stata promossa con una buona media, tutti i suoi grandi sacrifici nel tormento del recupero dello studio e della fisioterapia hanno dato i migliori risultati; i suoi occhi viola scintillano sotto il sole e diventano di un tenero lilla. Con dolcezza Saint Just, che esprime il suo affetto verso le persone, prende la mano di Nanako e cammina con lei verso la pasticceria. Le ragazze fanno un giro al parco accanto al negozio, scherzano, non si lasciano mai la mano, finchè Nanako vede di traverso un fioraio e scappa di corsa.
“Dove vai Nanako? Lo sai che non posso correre” le grida Saint Just, ma Nanako corre a perdifiato e dopo poco esce dal negozio e si trova quasi davanti Saint Just che l’aspetta fuori.
“Tieni Saint Just, sei stata bravissima e meriti questo mazzo di rose viola come i tuoi dolcissimi occhi”.
“Nessuno mi aveva mai regalato dei fiori a parte quando ho avuto l’incidente”.
“E ora non lo dici più” dice sorridendo Nanako.
“Anche tu sei stata brava e io cosa ti regalo?”
“Il tuo amore è il regalo più bello e poi sei sempre tu che mi regali i fiori qualche volta fatteli regalare anche tu”.
Si abbracciano di nuovo incuranti della gente che passa, che le guarda stupita e sospettosa, sono quasi le 13 decidono di avvertire a casa che pranzeranno e trascorreranno tutto il pomeriggio insieme, un panino al volo e poi al cinema e magari dopo cercheranno qualche concertino di musica; nella loro città nel periodo di chiusura delle scuole dei locali per ragazzi tengono qualche concertino di musica di ogni genere pure il pomeriggio. Hanno gusti diversi in fatto di musica e cercano di adattarsi l’una ai gusti dell’altra.
 
CREDIT : “Der Kommissar” di Falco
Verso l’ora di cena Nanako viene riaccompagnata a casa dall’autista di casa Ichinomiya. È ancora super entusiasta per le emozioni provate con la sua ragazza, quando viene accolta da un’altra super sorpresa, che ancora una volta mostra quanto Nanako con la sua grande sensibilità sia telepatica. Nanako ovviamente ha già confidato al fratello di essersi fidanzata con Saint Just, della loro dichiarazione insolita, delle loro chiacchierate appassionate e delle emozioni che prova a stare con lei. Deve assolutamente dirgli di quanto sono state brave a scuola, della loro giornata memorabile insieme, non hanno fatto nulla di speciale, eppure è stato fantastico ugualmente : a Nanako non interessa dove è e cosa fa, ma con chi è, perciò se è con le sue amiche e soprattutto con Saint Just anche affacciarsi alla finestra è bellissimo, se è con persone che non le interessano trova noioso anche un concerto di musica classica o un viaggio a Londra.
Take però l’ha preceduta! Le ha mandato una nuova lettera dove racconta le ultime dalla Germania. In genere suo fratello manda un’unica lettera indirizzata a lei e famiglia; questa volta però ne ha mandate due, una per Nanako e una per tutta la famiglia Misonoo. Nella lettera per tutta la famiglia ha giusto detto che avrebbe inviato una lettera solo per Nanako perché le avrebbe dato delle dritte particolari per la letteratura antica e moderna, per il francese e l’inglese, e finita lì. Nanako sa tutto, dell’infinito amore e dell’altrettanto infinita passione che suo fratello ha per le materie che studia, amore e passione che ha sempre provato anche lei per quelle materie, quindi non vede l’ora di leggere quelle dritte che naturalmente condividerà con le sue amiche!
In realtà quando apre la lettera scopre che si è trattata di una scusa, in quanto Take le deve dire tutt’altro; vuole commentare il suo fidanzamento con Saint Just, che sa che Nanako vuole nascondere per ora ai genitori (per questo motivo Takehiko ogni tanto le scrive lettere a parte), ma vuole anche raccontarle alcune sue bravate che ovviamente non vuole suo padre sappia. Del resto pure Take ha solo 23 anni, è un ragazzo come gli altri, ma è dovuto crescere molto più velocemente degli altri, non si è potuto permettere delle intemperanze tipiche dei suoi coetanei, e quindi ora se può … recupera!!!!
Take ha sempre detto che si trova meravigliosamente coi suoi compagni di appartamento, soprattutto con quello italiano originario del napoletano che - fa notare a Nanako - è quello nella foto coi capelli rossi e non quello moro “cara sorellina alcuni italiani del sud sono di origine normanna e possono avere spesso capelli biondi o rossi con occhi chiari”. Nelle foto che Take manda alla sorella, alla fidanzata e agli amici lui e i suoi compagni indossano tutti jeans strappati, felpe di pile o camicione grandi felpate a quadri; nelle foto che manda al padre, ai nonni e ai cugini invece lui e i suoi compagni indossano tutti vestiti classici, al massimo un po’ sportivi ma non più di tanto.
Questa volta Takehiko fa notare a Nanako nella foto che lui e uno dei suoi compagni del residence si sono BUCATI UN ORECCHIO!!!!! Nanako caccia un urlo divertitissima e scoppia a ridere; effettivamente lui e uno dei ragazzi della foto hanno un orecchino molto piccolo, una campanellina dorata. Nanako è sbalordita dalla libertà di abbigliamento che c’è in Europa rispetto al Giappone, che è molto più ingessato; pensa a quanto le piacerebbe andare qualche volta, almeno ogni tanto in blu jeans e sneakers a scuola …. Ma l’orecchino …. Questo è veramente un bel colpo da suo fratello sempre così classico, irreprensibile, studioso, serioso…. A Nanako sembra così stravagante che dei laureandi si forino un orecchio specialmente suo fratello che racconta di non fare altro che studiare dalla mattina alla sera … eppure è divertente, suo padre biasimerebbe il gesto sicuramente…ma non è finita.
Una sera suo fratello e i 3 compagni di appartamento sono andati a fare due chiacchiere con altri compagni di corso al pub; mentre tornavano a casa hanno visto dei ragazzi che si tenevano gli uni sugli altri le braccia sulle spalle e canticchiavano intorno al pub e quindi hanno pensato bene di fare altrettanto anche loro ma in modo più originale.
Tornati al loro residence, forse un po’ brilli per l’alcool bevuto che comunque dà sprint e avventatezza, Takehiko e i suoi coinquilini si sono messi a cantare all’ingresso a squarciagola divertendo i vari studenti residenti nel complesso universitario; hanno cantato di tutto, canzoni rock del momento e degli anni ‘80 appena trascorsi, il ragazzo napoletano ha cantato delle canzoni neomelodiche delle sue parti, e persino Takehiko per la prima volta in vita sua ha cantato delle canzoni rock giapponesi.
Nanako, complice anche la giornata stupenda appena trascorsa con la sua fidanzata, ride a crepapelle perché immagina la scena. “Vedessi sorellina : alcuni compagni del residence si affacciavano alla finestra, altri scendevano le scale per vederci da vicino, e noi insieme o a turno cantavamo a squarciagola, ci inventavamo le parole appena non ci ricordavamo qualcosa, arrivando a dire sciocchezze senza senso, ridevano tutti e veniva da ridere anche a noi! A un certo punto uno dei miei compagni di appartamento che si stava esibendo con noi, un tedesco, ha notato nelle lontananze la solita ronda serale di sorveglianza dei poliziotti e si è messo ‘furbamente’ a cantare una canzone degli anni ‘80 su un commissario ‘drah di net um … schau schau der kommissar geht um’ significa ‘non voltarti guarda guarda il commissario è in giro’”.
Nanako pensa a delle analogie del tedesco con la lingua inglese, che le piace molto (peccato c’è Bietolone che lo insegna così male … anzi che non lo insegna affatto), ma mentre pensa questo salta sul letto dalle risate “cosa non ci fa combinare l’alcool sorellina … per l’appunto la polizia ha sentito il nostro compagno e si è subito avvicinata seria, ci ha chiesto i documenti di riconoscimento, ha chiamato la direzione del residence e ci siamo presi una sonora ramanzina dai poliziotti, che hanno minacciato multe pesanti se ci avessero beccati un’altra volta, e poi un’altra bella ramanzina dal direttore del residence con minaccia a sua volta di mandarci via al prossimo ‘concerto’!!! Mi raccomando non dire nulla a papà, ma te l’ho voluto raccontare, perché – sarò fuori di testa – ma è stata una delle volte in vita mia in cui mi sono più divertito, in cui mi sono sentito maggiormente me stesso, capisco la vostra euforia alla festa che avete organizzato lo scorso ultimo dell’anno. È troppo esaltante di tanto in tanto spezzare la corda, essere esuberanti, è liberatorio avere atteggiamenti dionisiaci privi di inibizioni, la nostra natura, il nostro essere autentico deve essere esibito, non ci sono solo il dovere, l’obbedienza e la serietà, bisogna anche scatenarsi e liberarsi. Quando ci reprimiamo le energie si involvono e ci bloccano, non riusciamo più a lasciarci andare, siamo sempre sovrastati dagli impegni. Anche tu sorellina sii sempre te stessa, lasciati andare qualche volta, scatenati, magari senza esagerazioni, senza sfidare la polizia!!!! Rilasci energie e fai spazio per creartene di nuove migliori e vitali!!!
Sai sorellina, è vero, ho fatto una bravata, ma ad appena 10 anni ho cominciato ad essere spesso triste, l’allontanamento di nostro padre che mi fecero interpretare come un abbandono, quell’idiota parassita che mia madre si prese in casa, la morte di mia madre quando avevo solo 16 anni, lavoretti fin dalla fine del liceo, varie anzi troppe responsabilità, finalmente ho vissuto un po’ di giovinezza e spensieratezza…
In questi mesi ho realizzato anche una cosa : nel mondo esistono 3 tipi di persone, quelle che fanno accadere le cose, quelle che guardano accadere le cose, quelle che si meravigliano se le cose accadono. Io purtroppo appartenevo a quest’ultima categoria di persone … la peggiore … ero sempre immobile, rattristato e sfiduciato dalle mie vicissitudini familiari, avevo paura che se avessi mosso un passo avrei potuto scatenare una catena di eventi negativi, ero convinto fossimo dei burattini nelle mani del fato, che la capacità di decidere fosse unicamente una nostra illusione. Se non fosse stato per il mio amato amico Takashi, che mi manca moltissimo, non sarei mai tornato con Kaoru, avrei perso l’amore mio più grande del mondo e con lei mi sarei perso qualcosa di indefinibile da quanto è infinitamente meraviglioso, qualcosa che solo persone come noi che lo stanno o l’hanno comunque provato possono capire; l’amore non si spiega, lo si vive, e quando è corrisposto è la felicità pura! Takashi per primo, ma anche tu e Rei siete stati fondamentali, fortunatamente non siete come me, non vi sarò mai abbastanza riconoscente, non solo per avermi fatto ritrovare la mia fidanzata, ma anche perché mi avete dato la lezione di vita più importante : l’uomo è artefice del proprio destino…d’ora in avanti deciderò io se, quando e come far accadere le cose. Grazie, grazie davvero!
Ah dimenticavo NANA”
“Ah ah ah spiritoso” commenta in modo bonario Nanako
“sono molto orgoglioso di te, vai sempre diritta per la tua strada se necessario anche contro tutto e tutti, non ti lasci intimorire da niente e nessuno, sei sempre te stessa, dici quello che pensi apertamente ma con tatto e gentilezza, ho 7 anni più di te eppure insieme a Takashi sei stata per me maestra di vita, un esempio che mi ha liberato dal mio immobilismo. Rei sarebbe stata veramente folle a lasciarsi sfuggire una come te, tu e Kaoru siete state per Rei delle manne dal cielo, sono troppo fiero di te e Kaoru, non cambiate mai; auguro a te e Rei di amarvi per sempre, siete fatte l’una per l’altra, lo dice sempre anche Kaoru, continuate così ragazze, avrete sempre il mio più totale sostegno! Ora torno ai miei adorati studi, devo preparare la tesi che discuterò subito appena torno in Giappone a luglio!”
Nanako è commossa, piange, a lei non sembra di aver fatto nulla di speciale, per lei essere se stessi e dichiarare i propri sentimenti è la cosa più naturale del mondo, non vede l’ora di riabbracciare suo fratello.
 
A proposito di fratelli…Rei ora si sta preparando per il ricevimento super lusso organizzato da Fukiko per il doppio festeggiamento del suo diploma e della sua ammissione a pieni voti alla tanto sospirata facoltà di giurisprudenza.
Rei è allegra e vispa, queste due settimane trascorse prima dell’inizio del nuovo anno scolastico si è molto divertita, è uscita con le amiche soprattutto con la sua amata Nanako con cui hanno seguito concerti, spettacoli teatrali e film al cinema, hanno organizzato una cena per festeggiare le loro promozioni in cui Tomoko è stata bravissima e ha preparato da sola dei piatti squisiti compresa la torta finale, una mille foglie di crema chantilly con la pasta sfoglia fatta da lei! A volte sente ancora in sé quella paura…paura di essere felice…le sembra tutto un sogno, non si ricordava neppure com’era l’allegria, la felicità…e se fosse tutto un sogno si chiede?
Fukiko ha detto ai suoi fratelli che possono far venire al suo ricevimento super lusso anche dei loro amici e amiche.
Il giorno prima c’è stata la consegna dei diplomi : Fukiko è stata la migliore di tutta la scuola, diplomata con il massimo dei voti, la lode e menzione ad opera del Ministero dell’Istruzione nell’albo dei migliori cento diplomati giapponesi dell’anno scolastico 1991/1992 nonché degli ultimi dieci anni scolastici : Genio!!!! La professoressa di giapponese antico piangeva durante la consegna del diploma “la migliore alunna mai avuta in quasi 50 anni di insegnamento, la 3B, come farò senza di lei?”
Rei lo racconta emozionata alle amiche, commossa e orgogliosa di avere una sorella così eccezionale negli studi. Tutte le amiche sono sbalordite e si complimentano con Rei ad eccezione ovviamente di Kaoru, che si limita a blande congratulazioni mentre fra sé e sé pensa “è geniale anche nella cattiveria e nell’ipocrisia…al primo posto nella classifica degli studenti giapponesi più cattivi, egoisti e bugiardi degli ultimi 100 anni”.
Rei constata di non aver avuto grandi complimenti per Fukiko da Kaoru ed è addolorata per l’amata sorella; riconosce con dispiacere che la sorella in passato si è comportata così male da essersi meritata una nomea negativa e tuttora la sorella sa rendersi decisamente antipatica, le dispiace che proprio Kaoru sia fra i suoi detrattori anche se mettendosi nei panni di Kaoru non può non darle ragione.
Proprio per questo Rei ama da morire Nanako; Nanako è così buona da essere gentile ed affabile con Fukiko, nonostante le cattiverie orrende che le ha fatto Fukiko. Rei infatti conosce davvero tutte le manovre poste in essere da Fukiko contro Nanako anche perché Nanako si confidava con Kaoru, che puntualmente riferiva tutto a Rei.
Eppure tanto Fukiko è antipatica a Kaoru, altrettanto Kaoru è simpatica a Fukiko…forse perché Fukiko è attratta da quel carattere che non si piega di fronte a nessuno, che non ha paura, che è particolarmente forte e combattivo, da quel carattere oggettivamente fuori dal comune che ha fatto innamorare Take.
Inutile dire che con molta gentilezza l’invito alla festa viene declinato da Kaoru.
“Perché Kaoru? mia sorella ha tanta stima e simpatia per te. Guarda che possiamo mettere i pantaloni!”
“Dai Kaoru stiamo tutte insieme, fai felice Rei, tanto stiamo fra noi” esclama Mariko.
“Siete molto gentili, però, non me la sento di venire, io e Fukiko ci siamo sempre scontrate, preferisco di no”.
“Perché sei sempre così categorica e inflessibile? per Rei puoi anche fare uno strappo alla regola, ci divertiamo stando fra noi” insiste Mariko.
“Vi prego ragazze non insistete, mi farete vedere le foto, organizziamo un’altra uscita fra noi, poi io non sono per le cose solenni e cerimoniose, figuratevi se mi metto a ballare il minuetto e tutti gli altri balli del ‘600/‘700”.
Ebbene sì : Fukiko si è così appassionata ai balli del ‘700 che li ha messi anche nella sua festa di diploma e ammissione all’università, altro che musica rock.
Niente da fare : quando Kaoru ha detto una cosa è quella e non la smuovi. Soprattutto Kaoru è troppo ruspante e genuina per fingere; non andrebbe mai alla festa di una persona che le sta antipatica, nemmeno se è un’occasione per stare con le sue amiche più care.
A casa Orihara continua la predica “Principessa come hai potuto rifiutare un invito della prestigiosa famiglia Ichinomiya, vestiti super eleganti, balli antichi, ambiente di gran classe, che ti importa se la festeggiata è esosa? ci sono le tue amiche, e poi è la sorella di Rei la tua migliore amica”.
“Basta mamma, lo sai che a me queste cose non piacciono, non mi piace ballare, non mi piacciono i balli antichi, non mi piace la musica classica, non mi piace vestirmi elegante”.
“Che figlia noiosa, noiosa come tutti gli alternativi, mai una gonna, mai un po’ di femminilità, quel Takehiko è un santo, tientelo caro”.
“Quel santo di Takehiko mi ha scritto che in Europa le ragazze sono tutte vestite come me e poi mamma io non accetto inviti da chi mi sta antipatico, se mi sei antipatico mi sei antipatico punto e basta e non voglio nulla da te”.
“Che capa tosta, io ci rinuncio” sospira la sig.ra Orihara.
Kaoru nei giorni successivi sarà contenta di non aver partecipato….
 
Da Londra è appositamente tornato il re dei tamarri : il dr./ing. Mushanokoji Ichinomiya.
La festa è molto solenne e impostata. Massima serietà e compostezza, altro che schiamazzi, balli scatenati e canti! I camerieri sono molto gentili e formali, si sta seduti ai tavoli, ogni tavolo ha pochi posti a sedere, gli invitati chiacchierano e ridono sommessamente.
A un certo punto viene annunciata l’entrata solenne nel salone della regina della serata, la 3B Fukiko Ichinomiya.
Fukiko ha i boccoli in risalto più che mai, questa volta ripresi di dietro con un fermaglio a forma di diadema, trucco semplicissimo, si vede e non si vede - oggi si sarebbe detto effetto nude - , vestito estremamente elegante, con scollatura a barca, gale alla base delle maniche a sbuffo, gonna ampia lunga fino alle caviglie, scarpe decollete con leggero tacco rialzato.
“Oggettivamente è bellissima, con i suoi occhi a cerbiatto e quelle labbra in rilievo che grazie al lucidalabbra sembrano acini di uva bagnati da rugiada” pensa Nanako mentre la contempla “si vede che lei e Rei sono sorelle, a colpo d’occhio sono diverse, ma guardandole bene, si può intravedere una leggera analogia nel taglio degli occhi e nel profilo del naso. Con questa acconciatura e questo abito Fukiko mi ricorda la regina Maria Antonietta”.
Gli invitati, amici di famiglia, parenti, amiche, compagne di scuola, amici dei fratelli, sono tutti eleganti. Le amiche di Fukiko indossano tutte l’abito lungo, che sembra di taglio sartoriale e hanno capelli freschi di parrucchiere. Sembra di essere a un ricevimento regale.
Nanako e le sue amiche hanno messo sì ‘il vestito della domenica’, ma per quanto elegante non è niente di particolare rispetto a quanto indossano per una qualsiasi altra ricorrenza. Rei ha un tailleur in pantaloni, color azzurro pastello che si adatta bene al colore dei suoi occhi e alla sua fisionomia, con scarpe piatte. Eppure nella sua essenzialità, senza trucco, e senza accorgimenti femminili è bella come la sorella, forse di più proprio perché è realmente così come la si vede diversamente dalla sorella che è sempre solenne nelle sue mise fino al punto di dimostrare un’età maggiore.
Scrosciano gli applausi rigorosamente composti, i complimenti, la consegna dei doni, Nanako le ha fatto il regalo con Tomoko e Mariko, un orologio da polso in oro rosa con brillantini, hanno speso tutti i loro risparmi e hanno dovuto chiedere altri soldi ai genitori, però è un dono che alla fine è molto piaciuto.
Per tutto il tempo la musica di sottofondo è classica finchè a un certo punto si aprono le danze : Fukiko, delle sue amiche che hanno fatto il corso con lei e altri amici maschi che si erano abbastanza preparati si esibiscono nel minuetto e quindi in tutti gli altri balli di fine ‘600 e ‘700.
Tomoko si mette una mano davanti alla bocca “ragazze che noia, tutti i torti Kaoru non ce li aveva”.
“Hai ragione Tomoko mi sta venendo la barba fino alle ginocchia, ma che si deve fare? Pensiamo che possiamo raccontare che abbiamo visto un ambiente ultraelegante con persone importanti e altolocate almeno una volta nella vita, certo però sono troppo più divertenti le nostre uscite” prosegue Mariko.
Dopo un’ora abbondante cessano i balli e arriva il fotografo per fare il book fotografico. A quel punto iniziano delle scene pietose che rattristano in particolare Nanako.
Dopo le foto di gruppo di famiglia ora col padre e i fratelli, coi nonni, con gli zii e cugini, cugini e basta, fratelli e basta, amiche ecc. ecc. il dr./ing. Ichinomiya dice al fotografo di corte di farsi delle foto lui da solo con la sua figlia fantastica.
“Senta mi faccia un po’ di foto con questa figlia meravigliosa, una figlia migliore non potrebbe desiderarla nessun padre, peccato mia moglie sia morta, spero almeno da lassù possa gioire di questo capolavoro di figlia … bravo fotografo … vieni Fukiko ora siediti sulle mie ginocchia come quando eri bambina … fotografo proceda … riprenda bene questo splendore assoluto di figlia, questa figlia mi ripaga di tutte le beghe e le arrabbiature del lavoro e della vita di tutti i giorni, meno male è nato questo capolavoro, futuro magistrato, idee chiare fin da piccola … è questa e solo questa l’unica donna della mia vita, che bellezza, che intelligenza, la donna della mia vita, il mio capolavoro…e modestamente siamo molto simili anche come carattere!”
Finito il servizio fotografico tutti si prodigano in altri complimenti verso Fukiko, o battute verso Takashi e Rei del tipo “che fortuna avere una sorella come avete Voi … che bell’esempio per te Rei vero?” o ancora “non ce ne vogliate, ma Vostra sorella Fukiko è la copia di Vostro padre” (in realtà padre e figlia non si assomigliano per nulla, ma questa è la frase fatta che tutti devono sempre pronunciare anche quando genitore e figlio sono completamente diversi!).
Takashi ormai non ci fa più caso a questi exploit del padre che deve sempre chiarire che Fukiko è la figlia prediletta, ma Rei è triste, è triste per sua madre, perché la madre di Rei è madre anche di Fukiko, capisce che suo padre non può dire che Fukiko è nata da una relazione adulterina, ma non può neanche ignorare spudoratamente sempre la loro madre oltretutto suicidatasi per lui, poteva dire genericamente ‘peccato sua madre sia morta’.
Dai discorsi che fa il padre sembra che quanto fanno Rei e Takashi per lui non abbia nessuna importanza, non sono bravi come Fukiko, eppure loro si danno comunque molto da fare; Rei pensa“ ‘è questa e solo questa l’unica donna della mia vita’ e sua moglie? E mia madre che a causa della depressione si è suicidata per lui? Io poi sono arrivata tardi, i figli non sono tutti uguali almeno per i padri, è normale nostro padre tenga più a Fukiko che a me, alla fine io ho avuto solo un genitore : mia madre che non c’è più” questo pensa Rei coi lucciconi agli occhi. Nanako se ne accorge e le mette un braccio intorno alle spalle “Ti voglio tanto bene bambola Saint Just” le dice sorridendo. Rei l’abbraccia incurante di chi può guardarle, ma due lacrime le scendono lungo il viso, Takashi se ne accorge contrito forse più per sé che per la sorella.
Il resto della serata prosegue fra varie chiacchiere composte, Rei è taciturna, parla poco, sorride alle amiche e compagne di scuola, ma è un po’ abbattuta.
Quando tutti gli invitati vanno via, Rei sta andando in camera sua e all’improvviso si ricorda che Fukiko le aveva detto che poteva prendere dei fiori tropicali molto particolari di cui si era innamorata! Torna indietro a prenderli per metterli nel vaso e senza volerlo sente una discussione provenire dallo studio del padre col fratello.
“Rei l’ho vista proprio bene, ma che dici? Vorrei andare a letto; perché devi sempre disturbare nei momenti meno opportuni?”
“Potevi evitare davanti a lei quelle battute che solo Fukiko ti dà soddisfazioni, che è l’unica donna della tua vita, anche Rei è tua figlia. E mia madre tua moglie non è stata anche lei una donna della tua vita? E la madre di Rei e Fukiko, la nostra collaboratrice Keiko, che si è pure suicidata per te, non è stata anche lei una donna della tua vita?”
“Ma come ti permetti, screanzato? Porta rispetto a tuo padre! Chi ti credi di essere per dirmi cosa devo dire e cosa non devo dire? Sei un saccentone! Keiko si è appunto suicidata, non gliel’ho certo chiesto io, a Rei non è mai mancato nulla, le voglio un mondo di bene, ma Fukiko è diversa, e Rei che è una ragazza intelligente lo capisce anche da sé senza bisogno che io glielo dica, non vedo dov’è il problema”.
“Come fai a non vedere dov’è il problema? In che senso Rei è diversa da Fukiko? I figli sono tutti uguali”.
“Ma possibile che non capisci nulla fino a questo punto? Devi sempre farmi innervosire perché non capisci nulla come tutti i saccenti! Fukiko l’ho cresciuta io, allevare fa l’amore Takashi, te e Fukiko vi ho cresciuti fin dalla nascita, poi tengo moltissimo anche a Rei, le voglio un’infinità di bene, è logico che anche lei è mia figlia, non posso certo scordarlo, è preziosissima anche lei, ma allevare fa l’amore ricordatelo, e Fukiko è Fukiko, con lei per forza di cose il rapporto sarà sempre diverso”.
“Sei stato tu che hai voluto fosse diverso il rapporto con Rei, potevi seguirla fin dalla nascita anche se stava con la madre”.
“Ma come ti permetti di giudicare le mie scelte, tu non sai proprio nulla, se non l’ho seguita ho avuto i miei ottimi motivi che tu non ti sforzi nemmeno di capire perché sei un saccente, quindi levati di torno perché per oggi mi hai già fatto arrabbiare abbastanza”.
“Ma ti senti mentre parli?”
“La frase ‘ma ti senti mentre parli?’ la dici ai tuoi amici! Allora sei venuto per farmi arrabbiare! Vai vai, mi stai mandando in escandescenze, vai vai tanto sei un caso irrecuperabile … e ricordati di portare rispetto”.
Takashi è triste, viene sempre trattato male quando cerca un confronto con suo padre, ma soprattutto ha avuto la conferma che suo padre fa preferenze fra i figli. Se deve essere sincero con se stesso è triste forse più per sé che per Rei, perché se da una parte ‘mal comune mezzo gaudio’ è anche vero che ‘ognuno sente il suo’.
Nel frattempo Rei è scappata in camera sua, è molto avvilita, vorrebbe avere la sua Nanako accanto, ma la persona che vorrebbe più di tutte accanto è sua madre…è vero : suo padre le ha dato il massimo dal punto di vista materiale, se ha recuperato così velocemente dopo l’incidente è stato perché suo padre l’ha fatta seguire dai migliori medici e fisioterapisti, se non ha perso l’anno scolastico e non ha lacune negli studi è stato perché suo padre le ha procurato ottimi insegnanti di ripetizioni private, vive nel lusso, non le manca nulla, capisce che è normale suo padre abbia un rapporto diverso con i suoi fratelli rispetto a quello che ha con lei, non colpevolizza nessuno, capisce che le cose purtroppo sono andate così, ma è demoralizzata perché avrebbe voluto fossero andate diversamente.
Il giorno dopo riceve una telefonata da Nanako che le chiede di vedersi, il lunedì ricomincerà la scuola, con tutti quei compiti dopo usciranno meno insieme; è la fidanzata dei sogni : Nanako ha capito che è triste e le chiede di vedersi, senza fare domande indiscrete, senza fare commenti. È una persona speciale. Le fidanzatine fanno una girata in centro a vedere vetrine, a distrarsi, vestite sportive dopo la serata super mega formale e anche assai barbosa della sera prima, indossano blu jeans e sneakers, mangiano le mele caramellate e poi decidono di fare una telefonata a Kaoru; se è libera le faranno vedere delle foto della festa, quelle sviluppate con la macchina istantanea.
Kaoru è molto contenta di dedicare un’oretta alle sue amiche, guarda perplessa le foto istantanee, è talmente ruspante che non riesce a fare buon viso a cattivo gioco, la sua faccia dice tutto; mentre guarda le foto raffiguranti Fukiko le scappa detto quello che aveva già pensato Nanako “sembra la regina Maria Antonietta” e pensa fra sé e sé “è il solito catafalco”, ma quest’ultima frase non può pronunciarla.
Alla fine Rei si confida su ciò che l’aveva addolorata la sera prima, racconta anche di aver inavvertitamente sentito la conversazione fra il fratello e il padre, ma lo fa con serenità, ormai si è rassegnata, dice però che è molto contenta del fratello, che da come si è comportato le ha fatto capire che le vuole bene e che, nonostante tutto, almeno lui non fa differenze fra lei e sua sorella forse perché per motivi diversi anche lui col padre non ha lo stesso rapporto che ha Fukiko.
Kaoru è comunque dispiaciuta per l’amica e pensa che Rei avrebbe meritato molto più amore.
Il giorno dopo comincia il nuovo anno scolastico, dopo 12 anni il maestoso educandato Seiran Gauken non avrà più fra le sue educande Fukiko Ichinomiya, la mitica Lady Miya, ormai universitaria. Il Seiran non sarà più lo stesso senza Lady Miya…..
Ci sono tanti nuovi propositi per l’anno nuovo, a cominciare dal recupero della palla a canestro!
La sig.ra Orihara invita Rei e Nanako a rimanere a cena. Perché no? Dopo tutta l’etichetta della sera prima, ci vuole la libertà!
 

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Capitolo 23
*** Fukiko e le public relations ***


Kaoru e Rei/Saint Just camminano verso casa spensierate all’uscita da scuola. È cominciato l’anno scolastico, i ciliegi sono fioriti e presto Kaoru potrà tornare a mangiare le sue adorate ciliegie! Rei/Saint Just piano piano torna a casa a piedi, oggi ha chiesto di non avere l’autista al ritorno.
Sono felici perché hanno cominciato a fare le prime interrogazioni e hanno preso dei buoni voti, inoltre Kaoru è gasatissima perché ha ripreso la palla a canestro o come si diverte a dire Saint Just “la palla a spicchi”.
“A giugno Rei niente scuse ti aspettiamo a braccia aperte”.
“E io non vedo l’ora di tornare ad allenarmi, faccio il conto alla rovescia perché mi piace avere delle attività extrascolastiche, lo studio da solo viene a noia”.
“Fortunatamente quest’anno non ci sono le solite rivalità e litigate per via della Sorority, da quest’anno siamo davvero tutte uguali!”, commenta Kaoru.
A un certo punto si sente una voce squillante “Ecco Acquacheta Orihara”.
Kaoru sente come una pugnalata al cuore, lei e Rei si girano di scatto. È Misa Fujiwara, la figlia dell’avv. Fujiwara che affiancata da un paio di amiche la guarda con aria di sfida e bocca sprezzante.
“Che cosa vuoi?” le chiede Rei.
“Grazie per aver fatto sospendere mio padre dall’albo per 8 mesi, sono ormai 4 mesi che mio padre non può andare in tribunale o firmare un atto e fino a settembre non potrà tornare a fare nulla, doveva candidarsi a delle elezioni importanti e il partito gli ha rifiutato la candidatura, dei clienti sono andati via in altri studi perché volevano per forza lui alle udienze anziché i collaboratori, lo studio di mio padre sta subendo un declino che potrebbe essere irreversibile e questo declino ha ripercussioni anche sulla mia prestigiosissima famiglia, ti rendi conto di ciò che ha fatto la tua famiglia con quella denuncia all’associazione degli avvocati di questa città?”
“Tuo padre è stato sospeso perché prima dell’esposto della mia famiglia ne aveva già un’altra decina anche per fatti ben più gravi, non è certo stato il mio esposto a compromettere la sua carriera. E ti ricordo anche che tuo padre nel foro di questa città è soprannominato il genio del male da molti anni, appellativo che gli calza a pennello visto come trattò me e mia madre quella sera”.
“Kaoru ha ragione” interviene Rei, vuole molto bene alla sua amica e guai a chi la tocca “Tuo padre ha una pessima fama e se non ci fosse stato l’esposto della famiglia Orihara ce ne sarebbe stato comunque a breve un altro, quindi la famiglia Orihara non ha cambiato nulla”.
“Tu stai zitta, nessuno ti ha chiesto un parere, sei sempre di troppo e non stai mai al tuo posto”.
A questo punto interviene Kaoru “gli unici che devono stare zitti siete tu e soprattutto tuo padre, che deve farsi un esame di coscienza e cominciare a rispettare le persone. Siete voi che non sapete stare al vostro posto anzi che non sapete stare nella società”.
“Ah ah ah ma figurati se mi fo mettere in soggezione da una burina arricchita come te!”, Misa e le sue amiche sghignazzano.
“Come mi hai chiamata?”
“Ma cosa dici e chi credi di essere?” aggiunge Rei.
“Rei o Saint Just che si dir voglia, allora non hai capito quello che ti ho appena detto. Stai zitta – te lo ripeto - , non vedi che non stiamo parlando con te? Possibile che devi sempre dare fastidio? Perché ti cerchi sempre i guai? Guarda : non ti rispondo come meriti giusto perché sono molto amica di Fukiko. Mi meraviglio che Fukiko ti faccia frequentare questa burina arricchita, nonni con scarsa istruzione e lavori umili, genitori che non hanno fatto l’università e che non sono certo funzionari o professionisti di livello come i genitori delle altre educande di questo istituto, è inutile che abbiate fatto un po’ di soldi, voi siete e rimarrete sempre quello che siete”.
Kaoru sta per mettersi a piangere ma risponde furiosa e aggressiva “La mia è una famiglia per bene, i miei nonni e le mie nonne erano e sono dei grandissimi lavoratori, che hanno costruito un patrimonio da soli senza raccomandazioni e senza trovarsi ‘minestre riscaldate’, dando l’anima per il lavoro con enorme onestà e spirito di abnegazione, non come tuo padre che è arrivista, sprezzante e maltratta colleghi e collaboratori. È grazie agli agricoltori e agli operai come i miei nonni e i miei zii che un paese va avanti, si arricchisce e procura benessere alla sua popolazione, non certo grazie a persone così ricche da stare tutto il giorno a gambe ritte sul divano o che fanno fare tutto il lavoro ai collaboratori per pochissimi soldi tenendosi per sé un alto tenore di vita.
I miei parenti hanno fatto e fanno lavori importanti tanto quanto quello dei vostri, i miei genitori hanno un buon impiego, si sacrificano per dare il meglio a me e ai miei fratelli, io sono fiera della mia famiglia, una famiglia onesta, per bene e tu non ti devi permettere”.
Mentre Kaoru parla, Misa e le sue amiche ridono tutto il tempo e commentano “Ooohhh…ma va’…che emozione”.
Rei si reintromette “io frequento chi voglio, la famiglia di Orihara - come ti ha appena detto lei - è una famiglia per bene, la tua famiglia non lega le scarpe a quella della mia amica”.
“Ecco quest’impicciona che deve sempre parlare a sproposito senza essere interpellata. È inutile spiegarglielo un’altra volta, tanto non capisce”, è il commento di un’amica di Misa.
Un’altra amica di Misa risponde a Rei “ma vai a giocare con le bambole! Sei nata solo per creare problemi”.
Rei impallidisce “bambole?”
L’amica di Misa puntualizza “Fukiko ci ha detto che a quasi 18 anni adori i bambolotti e tieni molto a una bambolona che chiami ‘ma cherie la poupee’” il gruppetto di streghe ride.
“Che coppia grottesca : una cafona burina vestita sempre male e l’altra una rimbambita combinaguai che ha commesso l’errore di nascere”, chiosa Misa.
Kaoru adesso non ci vede più dalla rabbia, mentre le escono le prime lacrime dagli occhi tira un sonoro ceffone a Misa, facendole rigirare il viso dall’altra parte e quasi mandandola in terra.
“Kaoru sei impazzita non sporcarti le mani con questa gentaccia” la trattiene Rei. Kaoru scappa piangendo disperata, mentre Misa sghignazza soddisfatta “pazza isterica”.
“Siete dei mostri di cattiveria, fate vomitare” strilla Saint Just che corre dietro alla sua amica, anche lei piangendo.
 
Kaoru corre verso casa, sente letteralmente spezzarsi il suo cuore, piange disperata, da quanto piange vede a stento davanti a sé, la visuale è tutta annacquata, vede solo chiazze di colore sfumate che si confondono, non riesce a immaginare che la cattiveria della gente arrivi a tanto, non riesce a capire perché la sua famiglia è stata così insultata e umiliata, una famiglia di brave persone come la sua, che ha dato il massimo a lei e ai suoi fratelli, che le ha trasmesso dei sani principi morali e a cui sarà sempre profondamente riconoscente.
Saint Just la raggiunge agguantandola per una spalla. Piange anche Saint Just, piange perché si sente derisa dalla amatissima sorella, perché si sente un peso per la sua famiglia; “rimbambita combinaguai che ha commesso l’errore di nascere”, questa frase le risuona continuamente nella testa : allora Fukiko pensa questo di lei.
Kaoru si gira e le dice a stento quasi senza voce “perdonami Rei, ma non sono in grado di parlare, di dire nulla, nemmeno di pensare, voglio solo andare a casa”; Kaoru non si accorge che Rei piange perché la sua visuale è completamente annacquata dalle abbondantissime lacrime.
Saint Just torna a casa anche lei “almeno Kaoru ha una famiglia vera, che l’adora, le passerà, ma io …”, pensa a sua madre e piange, si asciuga di continuo gli occhi perché non vuole essere vista piangere, non vuole nemmeno telefonare alla sua fidanzata Nanako, nessuno la può capire. Perché non trova pace?
Poteva essere una bella giornata, aveva preso un bel 7 e mezzo nel compito di giapponese antico, aveva assistito agli allenamenti delle sue compagne di squadra, e invece si sente solo sprofondare dal dolore spirituale che la trafigge.
 
Nel frattempo c’è una persona provvidenziale che ha assistito al mega litigio appena concluso fuori dall’educandato : Mariko Shinobu. Ha fatto in tempo a vedere il ceffone di Kaoru a Misa, non sa che è successo prima, ma conosce abbastanza bene i suoi polli per sapere che di sicuro è tutta colpa di Misa.
Mentre Misa Fujiwara e le sue amiche iniziano a commentare con rivalsa quello che è appena successo, una vocina squittisce alle loro spalle “Miiiisaaaa…”, Misa non fa in tempo a iniziare a voltarsi che subito le arriva un altro schiaffo “questo è per avere fatto star male principe Kaoru, ti avevo avvertito che ti avrei rotto il tuo bel faccino se l’aveste maltrattata un’altra volta”.
Misa cerca di ridarle uno schiaffo, ma Mariko si scansa a tempo per prendere però comunque uno spintone dalle amiche di Misa e cadere in terra; fortunatamente arrivano Tomoko e Nanako a soccorrerla e urlare alle ragazze di smetterla. La rissa per un pelo è stata sventata.
Ora sono tutte preoccupate per Kaoru, vogliono sapere cosa è successo di preciso. “Forse Saint Just era con lei?” pensa Nanako.
 
Kaoru è arrivata a casa, piange, non riesce a stare in posizione eretta. “Principessa, che ti hanno fatto?” le dice la madre preoccupata venendole incontro.
Kaoru con un filo di voce racconta tutte le cattiverie che le hanno appena detto, ha già finito il pacchetto di fazzoletti che aveva nello zaino e ora ne sta consumando molti altri. La madre è costernata, non riesce a credere possa esistere tanta cattiveria, perché poi contro una ragazza meravigliosa come la sua principessa?
Il marito, appena tornato dal lavoro sente tutto e comincia a sbraitare furibondo “Ancora quel maledetto Fujiwara, 8 mesi di sospensione sono troppo pochi, dovrebbero radiarlo, ma io domani vo in presidenza e dico di prendere provvedimenti disciplinari contro quella ragazzaccia degna di suo padre e contro le sue amiche. Ma come osano offendere il nostro lavoro? Noi abbiamo lavori dignitosissimi, ci guadagniamo il pane in modo onesto senza dover ringraziare nessuno e senza parassitismi, e soprattutto nel massimo rispetto delle altre persone, io vo dalla preside”.
“Basta calmati, così peggiori la situazione, il fatto fra l’altro è avvenuto fuori dalla scuola, l’unica cosa da fare è ignorare queste infime persone. Punto e basta. Alla fine sono gelose di nostra figlia per numerosi e ovvi motivi : è bravissima a scuola e a palla a canestro solo ed esclusivamente perché è capace di suo e non anche perché è figlia di persone importanti, sa superare nel migliore dei modi le avversità, è fortissima di carattere, combatte le ingiustizie, darebbe la vita per un’amica e non si lascia fermare e intimorire da niente. Tu principessa ignora queste persone cattive, sei troppo superiore a loro, non meritano neanche un tuo sguardo, non hanno idea di cosa significhi sacrificio, impegno e bontà d’animo, sono solo ragazze straviziate e annoiate. Pensa che tu sei arrivata dove sei perché sei in gamba tu e non perché sei dell’alta società, e – credimi – questo dà una soddisfazione impagabile che quelle ragazzacce non capiranno mai, ecco perché sono molto gelose e aggressive nei tuoi confronti. La nostra principessina : la prima delle famiglie di me e papà a fare il liceo, la prima che andrà all’università; vuoi mettere la soddisfazione di essere i primi della famiglia?”.
La madre l’abbraccia come quando era piccola, quando ancora Kaoru le permetteva di coccolarla, quella figlia le assomiglia moltissimo se non fosse che la madre ha i capelli lisci e la figlia ha i capelli riccioluti.
Kaoru non piange più, ora sorride, è rincuorata, permette persino a sua madre di coccolarla, cosa che non succedeva dalle scuole elementari; “meno male c’è la mia famiglia” pensa.
Suona il campanello : sono Mariko, Tomoko e Nanako; Mariko abbraccia subito Kaoru “Kaoru adorata cosa è successo? Ma io gliele ho cantate sai a quella strega di Misa Fujiwara”.
Le 3 amiche sono sconvolte dal racconto di Kaoru, soprattutto Nanako è disperata per Saint Just, deve assolutamente andare da lei, Kaoru tanto è con Mariko, Tomoko e la propria famiglia, che è una famiglia come si deve, ma la dolce e sensibile Saint Just?
Kaoru comincia a riprendersi; come aveva giustamente previsto Saint Just, con l’aiuto della sua famiglia e delle sue amiche ha superato questo terribile incidente, un’iniziale rabbia è fisiologica, va sfogata, ma poi tutto passa! Kaoru tiene un braccio intorno alla vita di Mariko tutto il tempo : che bello avere un’amica che è innamorata di te, che ti vuole bene fino al punto di battersi con chi è cattivo con te! Le fa tenerezza con quei graffi sul viso che si è procurata quando l’hanno spintonata a terra.
“Sono stata stupida a piangere per quelle scempenne, ho una famiglia meravigliosa, delle amiche fantastiche, sono una ragazza che riceve sempre amore da persone molto intelligenti, non capisco come ho fatto a star male per quelle là … oddio Rei, chissà come sta male, e io che concentrata su me stessa l’ho allontanata perché volevo stare sola – guarda cosa mi hanno fatto fare quelle scempenne - temo che a monte delle cattiverie rivolte anche a lei abbia colpito ancora una volta Lady Arpia”.
“Io infatti sto andando da lei” dice Nanako.
“Veniamo anche noi” dicono le altre tre.
La spedizione delle 4 amiche parte verso villa Ichinomiya; Rei non può essere lasciata sola, specialmente se davvero a monte di tutto questo ci sono davvero – come sospetta Kaoru – delle battute stupide di Fukiko/Lady Miya.
 
Rei, rientrata a casa dopo quell’orribile scontro, piangente va diretta in camera sua, prende la sua cherie poupee e si dirige, tenendo la bambola per un braccio penzoloni, verso la camera di Fukiko “Ciao sorellina” le dice sorridendo Fukiko “stamani abbiamo avuto un’interessantissima lezione di istituzioni di diritto privato; come mi piace l’università, vedrai piacerà anche a te, sei anche uno spirito libero!”
Rei tiene la bambola dietro la schiena.
“Ma sorellina perché mi guardi con quella faccia? Che ti è successo? Hai gli occhi rossi. Parla. Rei che succede?” Fukiko è davvero preoccupata per la sorella.
Rei serra le labbra e mentre si sente uscire fiottoni di lacrime dagli occhi che non riesce più a controllare si sposta di fianco alla sorella, solleva velocissimamente il braccio con la bambola dietro la schiena della sorella fino a fare in modo che il viso di cherie poupee si incunei fra il viso e la spalla di Fukiko “e così sono una rimbambita che gioca con le bambole, che adora i bambolotti e ma cherie la poupee”.
Fukiko si scosta di scatto “ma che fai, ma che dici?”, Fukiko è molto dispiaciuta e spiazzata.
Rei le va di spalle spiaccicandole cherie poupee sulla schiena “io sono nata per errore, vero? Io sono una combinaguai che infastidisce tutti, vero?” Rei piange strillando con le lacrime che le innaffiano letteralmente il viso.
“Rei levami quella bambola e parliamo. Di che parli? che ti è successo?”
Comincia una specie di rimpiattino fra Rei e Fukiko con Rei che ogni volta spiaccica sulla schiena di Fukiko la bambola e Fukiko che sconvolta nel vedere star male la sorella e pensando di essere accusata ingiustamente si scosta a sua volta ripetendo “Levami quella bambola e spiegami”.
“Io sono un errore, vero? Io sono di troppo e non so stare al mio posto. Io sono inutile, sono un errore, è questo che dici alle tue amiche? Io non sarei mai dovuta nascere, è questo il mio imperdonabile errore : essere nata per dare noia a tutti voi!”
“Rei calmati, ma si può sapere chi ti ha detto tutte queste cattiverie? Chi è stato così crudele da dirti queste sciocchezze? E tu perché ci credi? E me la levi questa bambola una volta per tutte????”
“Me l’hanno detto le tue amiche, fra cui Misa Fujiwara. Misa e le sue amiche oggi hanno aggredito e fatto piangere Kaoru, accusandola di essere la responsabile della sospensione dell’avv. Fujiwara dall’albo degli avvocati, hanno offeso pesantemente la sua famiglia, le hanno detto più volte che sono dei burini arricchiti, Kaoru alla fine ha dato un ceffone a Misa ed è scappata; quando ho difeso Kaoru mi hanno via via detto tutte queste cose, hanno detto che sei stata tu a dire loro che gioco con le bambole, quando sai perfettamente che non è vero, io voglio tanto bene a ma cherie la poupee perché me l’hai regalata tu, prima me la regali poi mi prendi in giro, io fo di tutto per farmi voler bene da te, ma per te sono sempre un errore e ora ho scoperto che mi consideri scema per una bambola che tu stessa mi hai regalato” Rei scappa piangendo in camera sua.
“Rei aspetta, quelle cretine non hanno capito nulla, lo sai benissimo cosa penso di loro, le frequento solo perché mi fanno comodo, siamo passate un giorno durante una passeggiata in centro davanti a un negozio di bambole da collezione e ho semplicemente raccontato la tua passione, e guarda quelle cretine che ti hanno detto! Rei apri la porta, perché fai così? Dai retta a loro?”
Rei piange disperata, è accasciata sul letto, le fa male lo stomaco da quanto piange, si sente sola e abbandonata; da una parte crede a Fukiko quando le dice di aver solo raccontato semplicemente la sua passione per le bambole da collezione alle sue amiche e di non averla mai presa in giro per questo, dall’altra è intimamente convinta che sempre Fukiko l’abbia definita un errore e una combinaguai, non dopo il loro riavvicinamento, ma prima ovvero quando ancora Fukiko la bullizzava considerandola il disonore della famiglia. E Rei da persona profondamente sensibile qual è ha perfettamente capito e infatti Fukiko ha la coscienza sporca!
Fukiko ha le lacrime agli occhi, lei che non vuole mai piangere perché lo ritiene un atto da deboli, perché lei è Super Lady Miya, la Wonder Woman del Giappone, lei non piange mai, lei non si abbassa a queste lacrime. Ma oggi Fukiko l’ha combinata grossa davvero : sulle bambole ha detto la pura verità, ma, quando era in rotta con Rei, disse davvero tutte quelle cattiverie alle sue ‘amiche’ e pensa “quelle streghe hanno pensato bene di andare a dirglielo, ma ora mi sente Misa, oggi quell’odiosa ha superato ogni limite”.
“Sorellina non portarmi rancore, parliamo, apri la porta, ora le sistemo io quelle streghe, hanno oltrepassato ogni limite con Orihara e con te che non c’entri nulla”.
“Voglio stare sola”.
“Rei ti prego” la voce di Fukiko trema come prima di un pianto, finchè suona il campanello. Sono arrivate le amiche di Rei.
 
Fukiko apre la porta tristissima, l’espressione del viso appare sincera “So che è successo, sono senza parole, sono costernata, anche per te Orihara, sono state spregevoli, ora telefono a Misa e la sistemo io, se fossi stata ancora a scuola con lei, le avrei dato anch’io un sonoro ceffone”.
“Chiama Saint Just. Le vogliamo dare il nostro sostegno morale” dice Nanako.
“Saint Just non vuole vedere nessuno, sta piangendo, mi ha detto chiaro e tondo che vuole stare sola”.
“Ma le amiche magari vuole vederle” insiste Nanako.
“E’ vero” aggiunge Kaoru “mi è venuta dietro dopo quello scontro, sono io che l’ho allontanata perché volevo stare sola, vedrai che stare con noi le farà bene e la calmerà, sai oggi è stata brava ha preso 7 e mezzo a giapponese antico”.
“Ragazze non insistete, io sono la sorella, se vi dico che non è il momento non è il momento, prima deve chiarirsi con me che sono la sorella, la donna più importante della sua vita, voi le parlerete domani a scuola”.
Nanako cerca di spiegare “Ma Fukiko a volte lì per lì ci si sfoga con le amiche più che con i parenti, tanto più che ora ce l’ha con te, noi vi possiamo aiutare a riavvicinarvi, la calmiamo” le altre 3 ragazze a turno insistono dicendo “è vero”.
“Allora non ci siamo capite” dice seccata Fukiko “questa è casa mia e si fa come dico io; lo sapete che è maleducazione permanere in casa d’altri contro la volontà del proprietario? E poi come vi permettete di scavalcare me che sono la sorella e di pretendere da Rei più attenzioni di quelle che deve dare a me?”
“Nessuno ti scavalca né tanto meno pretende più affetto, ma le amiche sono importantissime in questi momenti”.
“Nanako sempre insistente” dice ignorante Fukiko.
Interviene Kaoru sempre fantastica “certo Fukiko, tu non puoi capire perché l’amicizia non sai nemmeno lontanamente cosa sia, tu sei amica o meglio fingi di essere amica solo di chi ti fa comodo, appena una persona non ti fa più comodo tiri una bella pedata e cambi giro”.
“Orihara come osi per giunta in casa mia?”
“Ce ne andiamo come vuoi tu, ma fatti un bell’esame di coscienza, devi sempre far piangere tua sorella per i tuoi comodi e i tuoi capricci, ricorda che le persone che ci vogliono bene davvero non sono quelle che ci asciugano le lacrime sono quelle che non ce le fanno uscire”.
“Oh quanto mi mancano le tue prediche da saputella, andate care andate”, Fukiko chiude energicamente la porta.
Come già immaginerete per strada Kaoru commenta il tutto con il suo solito mantra “Lady Arpia colpisce ancora”.
Nanako piange per non essere stata vicina alla sua fidanzata. Kaoru se ne accorge e le dà una pacca sulla spalla “non ti preoccupare, domani le spieghiamo tutto”.
 
Dopo un po’ Rei calmatasi, sente urlare Fukiko al telefono contro Misa “Ringrazia che non siamo più a scuola insieme perché altrimenti io di schiaffi te ne avrei dati non uno ma due! Come hai potuto far piangere mia sorella dicendole tutte quelle fesserie?”
Rei si affaccia dalle scale, vede la sorella furiosa al telefono, a volte si interrompe perché evidentemente Misa sta parlando dall’altro capo del filo “Anch’io adoro mio padre, ma non offendo i parenti specialmente i fratelli delle mie amiche, cosa c’entrava la mia povera sorellina con i contrasti tra tuo padre e la famiglia Orihara? Mi hai veramente delusa, non ti azzardare mai più o con me hai chiuso per sempre! La mia famiglia è sacra soprattutto mia sorella!”. Fukiko sbatte con rabbia la cornetta. E a quel punto si sente abbracciare di spalle da Rei.
Sembra tutto tornato come prima, le sorelle sembrano di nuovo andare d’amore e d’accordo “Non devi mai più dubitare del mio affetto e del mio amore” dice Fukiko a Rei. Fukiko racconta a Rei persino che è stata cercata dalle sue amiche (che attacco di generosità!!!) e si complimenta per il bel voto a giapponese antico.
Sembra che la tempesta sia passata nel migliore dei modi, sembra …
 
La sera Nanako, tenace e indefessa, telefona alla sua bambola Saint Just. Le ragazze si confidano “mia sorella è tanto buona, e mi vuole bene davvero, sentissi come ha rimproverato la sua ‘amica’, mi dispiace aver dubitato di lei…”
“Saint Just è normale tu fossi sconvolta, quelle ragazze sono state dei veri mostri, tu sei una persona meravigliosa, senza di te nulla sarebbe stato uguale, ci hai arricchito tutte con la tua sensibilità, la tua premura e la tua infinita bontà, mi chiedo sempre come avrei fatto senza di te”.
“Però un po’ di guai li combino davvero”  dice Saint Just.
“E chi non li combina?” risponde Nanako a sua volta.
 
Dopo diversi giorni Saint Just torna a casa una domenica sera dopo essere stata con Nanako al cinema, è felice, il film era bello e interessante, si sono fermate all’uscita a mangiare una pasta in una pasticceria e poi sono tornate a casa. Fortunatamente hanno potuto fare un pezzo di strada insieme, dopo di che Nanako ha preso il treno metropolitano e Saint Just il bus.
Saint Just, come Takashi, si sente a disagio con l’autista. Finchè c’era la sorella, andava a scuola con l’autista insieme a lei, anche perché aveva problemi alla gamba. Adesso che è guarita definitivamente e in attesa di riprendere la palla a canestro ricorre poco all’autista, giusto per non sforzare ancora troppo la gamba come raccomandato dai medici; cerca il più possibile di andare a piedi, visto che casa sua dista ca. 20 minuti a piedi da scuola ed è quindi vicina.
Mentre gira la chiave nella serratura sente grasse risate venire da casa, riconosce la voce di Fukiko, è felice di sentirla ridere, Rei è felice quando è felice la sua amatissima sorella, quella sorella adorata che ama tanto. Sente altre voci, devono essere delle sue amiche.
Appena entrata si dirige verso il salotto, vuole salutare prima di tornare in camera a preparare lo zaino per il giorno dopo e ridare un’occhiata veloce ai compiti.
Sente la sorella dire ridendo “Beh cara amica come diceva il proverbio che imparammo da bambine ‘si scordano le prime pene si scordano i primi guai ma la nostra amicizia non la scorderemo mai’” “Ah Ah Ah Ah”.
Rei apre la porta e vede quello che non avrebbe voluto vedere : Fukiko che ride e scherza con Misa Fujiwara e altre 3 ragazze. Rei rimane impalata. Lo sa che Fukiko non aveva cessato i rapporti con Misa, ma soltanto minacciato la fine della loro amicizia nel caso Misa si fosse di nuovo comportata male nei confronti della sua famiglia. Però, pensava che Fukiko l’avrebbe comunque tenuta in futuro più a distanza, che il rapporto non sarebbe stato più lo stesso o almeno nelle immediatezze, non certo che in due secondi sarebbe tornato tutto come prima.
“Ciao Rei” le dice come nulla fosse Misa sorridente “allora come va?”
“Vieni sorellina, fai due chiacchiere con noi, così conosci meglio Misa e rimediate al vostro primo impatto burrascoso e ti presento queste altre ragazze, questa guarda è al Seiran in 2^E”.
“Vado in camera”.
“Rei non saluti nemmeno?” dice dispiaciuta Fukiko.
“Scusa Fukiko ma come faccio a essere cordiale con una che mi ha chiamato ‘rimbambita combinaguai che ha commesso l’errore di nascere’?”
“Rei perdonami” interviene Misa “sono cose che si dicono senza pensarle quando siamo arrabbiati, è tutta colpa di quella rozzona della tua amica Kaoru, non precludiamoci un’occasione di amicizia per un incidente ben rimediabile”.
“Incidente rimediabile? Tutte quelle cattiverie gratuite per te sono incidenti rimediabili?”
“Dai Rei non essere piccosa, comincia a stare in società, devi frequentare anche gente del nostro livello” dice bonaria Fukiko.
“Che significa gente del nostro livello? Le persone sono tutte uguali”.
“Che c’è? Takashi ti ha fatto il lavaggio del cervello coi suoi discorsi progressisti? Nostro fratello è buffo e intanto non gli pare vero di avere tanti soldi al signorino!” le ragazze ridono tutte insieme.
“Nostro fratello non è buffo, ha ragione, io la penso come lui e comunque io non appartengo anzi non mi abbasso al livello di chi offende e insulta le persone in maniera così orrenda specialmente se si tratta di una brava persona come Kaoru Orihara”.
“RRREEEIII chiedi subito scusa”.
“Chiedere scusa? Neanche per sogno. Di cosa poi? Mi meraviglio di te che tieni tanto al tuo orgoglio e poi ridi e scherzi come nulla fosse con queste persone che sono così cattive. Ma dov’è il tuo orgoglio? Ti vergogni a mostrare mezza lacrima e poi calpesti il tuo orgoglio così”; Rei ripete con la vocina lagnosa a presa di giro ‘si scordano le prime pene si scordano i primi guai ma la nostra amicizia non la scorderemo mai’ e se ne va scattosa in camera a piangere, si sente tradita, è disperata.
Fukiko accomiata le sue amiche alla porta e raggiunge la sorella, non se la sente di rimproverarla, perché in fondo sa che ha ragione, ma Misa Fujiwara è pur sempre la figlia del migliore amico del suo stradorato padre, che le ha insegnato a coltivare relazioni importanti e altolocate per la ricchezza e il benessere delle loro aziende e quindi della famiglia, per partecipare ai migliori eventi sociali e arricchirsi culturalmente, per avere ottime occasioni di crescita professionale e combinare le amicizie e i matrimoni più convenienti.
“Rei, provo a spiegartelo ancora una volta, per le famiglie come la nostra le public relations sono fondamentali”.
“Io con quei mostri non ho nulla a che spartire, ma dov’è il tuo orgoglio? Tu non tieni affatto al tuo orgoglio, ti riempi la bocca e basta, perché sei servile con della gentaccia, e non ti importa mi offendano, è per questo che ti vergognavi fino a poco tempo fa di me e mi consideravi un errore!” gli occhi di Rei sono dello stesso colore del suo golf rosso ciliegia, le ciliegie della stagione in corso.
“Ma io lo fo per te”.
“Cosa fai per me? Mi lasci offendere e vuoi anche faccia la riverenza a chi mi offende”.
“Ma se mi hai sentita tu minacciare Misa in malo modo, e infatti ti ha chiesto scusa. Devi capire che è la figlia del migliore amico di nostro padre. Ti ricordo che suo padre, senza prenderci neanche un centesimo di yen, ti ha fatto avere un cospicuo risarcimento per l’incidente nonostante il tuo concorso di colpa; con un altro avvocato non avresti avuto tutti questi soldi, invece il padre di Misa e la sua collaboratrice Kimiko Tanabe con la loro perizia e furbizia sono riusciti ad addebitare il 100% della colpa all’ente pubblico e tu hai avuto tanti bei soldini depositati su un libretto che potrai usare quando vorrai. Ecco perché dobbiamo adattarci e fare buon viso a cattivo gioco”.
Rei ha dei singhiozzi che la scuotono con grandi vibrazioni “Io volevo quello che mi spettava e basta, non mi piacciono i soldi presi così, non li voglio usare, usali tu. Io con quella gente non ho nulla a che spartire e basta”.
“Rei, non essere sciocca, con quel denaro puoi aprirti tante opportunità, sfrutta le occasioni che hai la grande fortuna di avere. Inoltre, tu che sei sempre stata una ragazzina che ama profondamente la letteratura, il teatro e la musica, pensa a quanti bei concerti, a quanti eventi culturali esclusivi possiamo partecipare, la cultura ci eleva tantissimo, è un patrimonio inestimabile, poi le nostre aziende andranno bene e noi staremo altrettanto bene economicamente, avremo belle prospettive di carriera, matrimoni con i migliori ragazzi…”
“Ti ho già detto che non mi interessa, io frequento chi voglio, per me la mia coscienza e la spontaneità sono la cosa più importante”.
“Ma questo non ti impedirà di frequentare Nanako o Kaoru o altre ragazze”.
“Io non ci sto con quelle ipocrite, opportuniste, cattive, io voglio fare da me senza l’aiuto di gentaccia con cui devo sempre fingere, preferisco infinite volte non fare carriera e condurre una vita molto modesta, ma stare bene con me stessa e le mie amiche vere, senza maschere”.
“Senti Rei, ora parli così perché hai solo 18 anni, vai ancora a scuola, ma quando sarai una donna capirai che fare carriera e frequentare ambienti altolocati anche a fini culturali è di importanza vitale; il tempo vola dopo la scuola, senza accorgertene arriverai a 35/40 anni, e se non ti sarai realizzata nel lavoro e nella vita sociale sarai triste e incompleta. Non essere immatura, la vita non sarà sempre come ora. Devi arricchire il tuo giro di conoscenze fin da ora. Nanako è la figlia di un professore universitario e passi, ma Kaoru è un po’ sempliciotta come modi di fare, vestita male, sciatta, oggettivamente in casa sua sono borghesi qualsiasi che non hanno neanche grande cultura, lo senti com’è pronunciato l’accento locale di Kaoru quando parla?”
“Che cos’hai contro Kaoru? Anch’io ho l’accento locale e non me lo voglio togliere. Kaoru è la migliore amica si possa desiderare, è sempre e semplicemente se stessa, è intelligentissima, sarà un ottimo medico, ed è una bella ragazza anche senza orpelli di cui non ha affatto bisogno, sei solo gelosa perché Takehiko ha preferito lei a te e chiediti perché”.
Rei si pente subito di ciò che ha appena detto perché vuole un gran bene alla sorella e non vorrebbe mai ferirla, cosa che teme di aver fatto; tuttavia, Fukiko, con i suoi discorsi classisti che sostanzialmente invitano all’ipocrisia e all’opportunismo come fossero atteggiamenti normali, provoca involontariamente risposte molto critiche per la serie ‘quel che è fatto è reso’.
Fukiko per fortuna ha capito la reazione della sorella e si limita a commentare “perché sei così testarda e tiri calci alla fortuna? io ti voglio bene, ti voglio aiutare ma non me lo permetti. Mi spieghi come posso aiutarti se non collabori?”
“Non mi vuoi bene nel modo giusto, e non voglio essere aiutata perché voglio fare da me senza ricorrere a vie contorte e artefatti e sarò così anche a 40 anni, ora lasciami stare, stasera non ceno”.
“Rei…”
Rei continua a piangere, Fukiko prosegue “ho già visto dovrò fare io per tutte e due. Sorellina sei proprio negata per le public relations, ci penserò io a te”; Fukiko le dà un bacino sulla fronte e se ne va.
Rei mentre piange pensa alla madre “perché mamma ti sei suicidata? stavamo così bene fra noi”.
Dopo un po’ entra Takashi che con la faccia appesa le dice soltanto “non sai come ti capisco. Io ogni tanto provo a coltivare queste public relations ma non ci sono portato e ci sto rinunciando. Sai cosa diciamo sempre io e Take? ‘gli amici si scelgono, i parenti no’”.
“Avrei tanto preferito che Fukiko avesse avuto un carattere simile a quello di Kaoru o di Nanako, alla fine ci scontriamo, tira fuori il lato peggiore di me e mi fa dire cose pesanti che mi dispiace moltissimo pronunciare”; Rei si pente subito anche di questa frase, ma ormai le è uscita di bocca, è già la seconda frase che si pente di aver detto in pochi minuti.
“Te almeno le tieni testa, io sono sempre sottomesso a lei e a papà, non sono forte come te e le tue amiche, vorrei tanto essere come te, sei brava e ti sai imporre”.
“Provaci, chi te lo impedisce? Non devi farti sottomettere. Sii te stesso”.
Gliel’ha già detto Mariko. Takashi pensa che, se tanto viene spesso trattato male dal padre, a questo punto potrebbe anche provare a tenere testa a lui e a Fukiko. Si chiede se troverà mai il coraggio…
 
Ciò che sostiene Rei sono la sua fidanzata e le sue amiche con cui nei giorni seguenti non manca di confidarsi. Kaoru non nasconde le sue facce disgustate, Nanako tiene tutto il tempo il braccio intorno alle spalle della sua bambola Saint Just. Saint Just si sente serena con le sue amiche, non le importa nulla del resto, si sente protetta dalla sua Nanako. E comunque, per quanto soffra per i bisticci con la sorella, Rei sa che non rinuncerà mai a essere se stessa.
 
Al ritorno da scuola, mentre va a prendere il bus, Nanako sente una voce molto seria alle sue spalle che la coglie di sorpresa spaventandola.
“Attenta al lupo”.
Si gira, è Kaoru “Kaoru che scherzo è questo?”
“Non scherzo affatto, ti sto mettendo in guardia, stai attenta alla vecchia volpe”.
“Ma Kaoru che fai? Passi in rassegna lo zoo? Puoi essere più chiara?”
“Rei è una ragazza meravigliosa, dolce e sensibile come pochissime, con un grande cuore, ma ha un difetto terribile : una sorella arpia. Ti ho già detto che tanto sono bravi lei e Takashi tanto è una brutta persona Fukiko, guarda anche solo come ci ha trattate l’altro giorno e quanto è ipocrita con le persone. Cosa ti aspetti da una che è tua amica solo se, quando e finchè le fai comodo e poi ti tira una pedata appena non servi più come fosse la cosa più normale del mondo : che belle le public relations! Non devi mai dimenticare il mio mantra : Lady Arpia colpisce e colpirà ancora”.
“E’ vero, Fukiko dice che vuol bene alla sorella, ma poi trova sempre il modo di farla piangere e di avvilirla. Comincio a pensare che hai ragione tu : le persone non cambiano”.
“E’ la verità Nanako : le persone non cambiano, ormai alla nostra età il carattere è quello. Fukiko ha ripreso da quel pessimo del padre, lui sì burino e cafone, il prototipo dei tamarri, mi ricordo che manda spesso in crisi Takashi perché deve sempre far vedere a tutti che la figlia preferita è Fukiko”.
“Altro che 3B” commenta Nanako.
Kaoru prosegue “Fukiko non è tutto questo genio, è sì molto intelligente, ma aveva voti gonfiati perché il padre è nel consiglio direttivo della scuola e la finanzia con consistenti e regolari versamenti, era inoltre molto ruffiana coi professori; delle nostre compagne di basket erano in classe con lei e raccontavano che a parità di rendimento Fukiko aveva sempre un punto o due più di altre, in un altro contesto avrebbe avuto voti alti ma senza esagerazioni e senza tutte quelle menzioni”.
“Però a Rei e a Takashi i professori non hanno mai regalato nulla” commenta Nanako.
“Rei va trattata come le altre, perché è la figlia illegittima del dr. Ichinomiya, alcuni professori tra l’altro fino all’incidente non sapevano neppure che era la sorella di Fukiko; inoltre, Rei e Takashi non sono dei ruffiani; addirittura tuo fratello mi raccontava che Takashi a scuola non era molto studioso, si addormentava e poi si giustificava dicendo ‘furbamente’ che gli era stato imposto di fare un tipo di scuola che non gli piaceva; così si attirava le antipatie dei professori, senza contare che il dr. Ichinomiya non era nel consiglio direttivo del liceo dove hanno studiato Takashi e Takehiko, né elargiva somme in favore di quell’istituto. Ma non deviamo l’argomento. Fukiko è capace di tutto, stai attenta, molto attenta, evitala il più possibile e cerca come puoi di proteggere Rei. Takashi è un bravissimo ragazzo, ma è pieno di complessi di inferiorità verso la sorella Fukiko e il padre, su lui ci possiamo contare poco e niente; è un ragazzo strano perché è bravo e intraprendente con gli amici, è stato eccezionale con me e tuo fratello, gli dobbiamo tantissimo se siamo tornati insieme e gli saremo eternamente riconoscenti, ma è veramente debole in famiglia, tutto l’opposto.
Tu che sei molto forte di carattere lotta per il vostro amore, lotta e non mollare mai. E stai vicina a Rei. Rei diversamente dal fratello tiene testa a Fukiko e va diritta per la sua strada senza servilismi e ipocrisie, ma è molto sensibile, le dispiace infinitamente quando litiga con la sorella, che comunque a modo suo però le vuole molto bene. Rei ha bisogno di molto sostegno morale perché soffre moltissimo ogni volta che litigano, e vista la notevole diversità dei caratteri temo che i litigi siano solo iniziati”.
Nanako è triste, perché non le è capitata una cognata normale? Perché il grande amore che lega lei e Rei deve essere ostacolato da una ragazza viziata, egoista ed egocentrica? Una cosa è certa : Nanako per la sua Saint Just lotterà sempre e nulla potrà mai intimidirla.

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Capitolo 24
*** Il ritorno di Takehiko Festa di laurea ***


Il tempo vola, e fra una ciliegia e l’altra, un allenamento di basket e l’altro, la scuola, verifiche scritte e orali, chiacchiere e uscite insieme, siamo finalmente arrivati a luglio e tutti attendono il ritorno di Take. Rei già da quasi un mese ha ricominciato gli allenamenti di basket e si diverte molto, non perde un allenamento e fra gli spalti spesso c’è Nanako che la sostiene anche se a volte solo per pochi minuti prima di rimettersi sui libri.
Nanako è felicissima dell’imminente ritorno del fratello, lei sì che è stata molto fortunata come fratello. Ha tante cose da dirgli di persona, per lettera non è la stessa cosa. Si confida con Saint Just, che ha appena terminato l’allenamento; sono ca. le 15 dei primi giorni di un luglio caldo secco del 1992.
Saint Just è di una bellezza eccezionale, i suoi riccioli morbidi biondo chiaro riflettono i raggi di sole assumendo sfumature dorate, salta con uno slancio incredibile, sembra un angioletto che si eleva nell’aria, è velocissima, sfuggente, è molto brava anche Kaoru, ma Saint Just ha quella genialità tutta sua che la rende sempre diversa da tutte.
Kaoru si è un po’ fatta crescere i capelli che durante allenamenti e partite porta raccolti con un elastico dietro, mentre i riccioli di Saint Just scendono morbidoni fino ai gomiti fermati solo dalla fascia sulla fronte; gli occhi viola di Saint Just brillano in particolar modo.
“Che spettacolo” pensa Nanako “eppure la mia ragazza è proprio questa”.
Sempre da circa un mese, ora che Saint Just ha ricominciato a muoversi regolarmente, lei e Nanako si divertono a tornare nella famosa torre dell’orologio, un luogo senza tempo, nostalgico e malinconico contemporaneamente ma anche molto affascinante, salgono insieme, hanno cancellato la sagoma di Lady Miya consumando varie scolorine, ormai non si nota più nulla, hanno riso ritrovando le cicche di vecchie sigarette, Saint Just ha chiarito che non vuole mai più sentire parlare di tabacco e fumo in generale. Sulla torre dell’orologio a volte consumano il pranzo, a volte vi mangiano dei pasticcini o i kohakuto comprati nel negozietto vicino alla scuola fatti con essenze di frutta e mai con coloranti, si raccontano le loro giornate, ascoltano musica con lo walkman - una cuffia per una – iniziando a scambiarsi i loro reciproci gusti musicali, si confidano i loro piccoli problemi di tutti i giorni, oppure stanno abbracciate godendo semplicemente della reciproca presenza.
Durante i loro abbracci contemplano la minuscola finestrella dell’abbaino; nei giorni di bel tempo la finestrella filtra una luce iridescente che quasi le acceca; nei giorni di tempo uggioso le ragazze rimangono attratte da quel cielo grigio, grigio come diventò il giorno in cui si conobbero, quando Nanako all’uscita da scuola era così assorta a pensare a Saint Just che manca poco perse il bus per tornare a casa (meno male c’era Tomoko a risvegliarla). È un sogno stare abbracciate l’una all’altra scrutando quel ritaglio di cielo così piccolo ma così infinito dove c’è tutto e niente, dove vorrebbero librarsi. A momenti scostano gli occhi da quella finestrella e si fissano un attimo perdendosi nei reciproci sguardi infiniti, fino ad appoggiare la testa dell’una dentro la tempia dell’altra, la gota dell’una sulla gota dell’altra, si sentono protette e indistruttibili; come dice Nanako, durante i loro abbracci si nutrono dei reciproci silenzi perché uno sguardo o un complimento a volte dicono molte più cose di migliaia di parole. Loro due insieme, per sempre insieme, together forever, vorrebbero stare per sempre così, indissolubilmente insieme per sempre.
 
Per il giorno dopo ci sono veramente pochi compiti che Nanako e Saint Just hanno già fatto avvantaggiandosi in modo da stare insieme tutto il pomeriggio.
Nanako aspetta che Saint Just finisca di farsi la doccia dopo gli allenamenti; appena arriva Saint Just subito corrono nella torre dell’orologio per contemplare la luce del sole di inizio estate, delle giornate lunghissime; mano nella mano, corrono veloci ridendo come due scolarette.
Arrivate alla torre dell’orologio, Nanako abbraccia Saint Just così forte che quasi la soffoca “Saint Just sta tornando Take, sono così emozionata! Ora anche Kaoru potrà stare col suo amore, sono troppo felice”.
Saint Just entusiasta per lei risponde “E se ballassimo per festeggiare?”
Nanako è sorpresa “Da quando ti piace ballare?”
“Non piace a Kaoru, ma a me sì, non è che a me e a Kaoru devono piacere per forza le stesse cose”.
Mettono piano la musica dello walkman, c’è un canale radio che trasmette musica rock e ballano velocemente al suono delle note, con le loro scarpe ballerine, le gale della camicetta bianca di Saint Just svolazzano insieme ai suoi riccioli creando un bell’effetto cromatico coi suoi pantaloni di lino color corallo, mentre Nanako fa giravolte con la sua gonna a palloncino a pois bianchi su sfondo fucsia.
È il loro posto. Il loro nido d’amore, dove si conoscono meglio, parlando e condividendo i loro interessi, dove forgiano a vicenda i rispettivi temperamenti o dove affermano le loro differenze caratteriali, è il posto solo per loro. Saint Just sa che ora non è più sola e che la torre dell’orologio non è il luogo della solitudine e dell’isolamento, ma dell’amore e della spensieratezza.
Ballano per un’oretta finché non vedono che sono le cinque passate. Quando escono alla stessa ora da scuola Saint Just accompagna sempre Nanako al bus; non fanno più la strada insieme, perché ora che Saint Just sta con i fratelli deve andare in un’altra direzione per tornare a casa.
Oggi però Saint Just non accompagna subito Nanako al bus; le ragazze fanno due passi in direzione di una terrazza panoramica che si affaccia sul mare, mano nella mano, senza notare gli sguardi perplessi di qualche passante, sono molto felici per Takehiko e Kaoru.
“Alla fine del mese ricorrerà il primo anniversario del mio incidente, ti porterò in quel posto che ti avevo detto, ti avevo promesso di farti vedere quel tramonto spettacolare e tengo a mantenere le promesse”. Intanto assistono al leggero calo della luce su quella terrazza ipnotizzate dai raggi della luce e dalla città sempre turbolenta. Sono diversi mesi che sono fidanzate, ma solo dalla fine del precedente anno scolastico, ovvero da poco di 3 mesi si frequentano con regolarità. Sono troppe le cose da fare, troppe, troppe …. Il tempo non basta mai….
 
Arriva finalmente il giorno del ritorno di Take. All’aeroporto questa volta non c’è tutta la comitiva dell’altra volta; Take infatti è tornato e fisserà via via gli appuntamenti con i vari parenti e amici. All’aeroporto ci sono solo il padre, che ha portato con sé la moglie Mayumi madre di Nanako, Nanako, naturalmente Takashi, Rei ufficialmente in qualità di sorella di Takashi ed ufficiosamente anche in qualità di fidanzata di Nanako e quindi di cognata di Take, e questa volta …. KAORU.
Tutti sono felicissimi, ma in modo diverso. Il prof. Misonoo e Nanako hanno una felicità pura.
Takashi è intimorito perché da una parte è entusiasta di riabbracciare il suo amico, quegli oltre 9 mesi sono stati interminabili, ma dall’altra è egoisticamente malinconico – e di questo se ne rimprovera e vergogna - , sa che Takehiko si è rimesso con Kaoru e quindi dovrà dedicare diverso tempo libero a lei, nulla sarà come prima, si sente piangere dentro, ma vuole bene al suo amico e va bene così. Takehiko era tormentato prima senza Kaoru; Takashi non ce la faceva a vederlo in quel modo, per questo ha fatto il possibile per fargli riavere la sua ragazza e lo rifarebbe all’infinito, ha a cuore la felicità del suo amato e va bene così. Del resto amore è “fare il possibile per rendere felice la persona che ami anche a costo di privarti della sua presenza”.
Kaoru è intimorita a sua volta perché lei e Take ora ricominceranno a frequentarsi dopo due anni; infatti, sono trascorsi 2 anni da quell’imperdonabile errore medico che ha determinato la loro separazione, si sono poi rimessi insieme 9 mesi prima ma giusto per telefono, in questi 9 mesi il loro è stato un fidanzamento a distanza per corrispondenza, quando invece è fondamentale frequentarsi e vedersi di persona; come sarà ora? saranno sempre uguali? saranno cambiati? e se non dovessero riconoscersi? e …. No, lei è Kaoru, è ottimista per natura, e allora di che ha paura? Vivrà il suo amore e basta!
Tutti sono al gate in attesa, Nanako e Rei mano nella mano, Takashi si accorge di questo particolare e pensa che deve fare prossimamente il suo discorsetto a Rei, se ne accorge anche la madre di Nanako che si guarda intorno temendo di vedere sguardi sospetti, vorrebbe parlare con la figlia, ma non sa come affrontare l’argomento.
A un certo punto arrivano i passeggeri da Berlino e con loro Take; tutti esultano salutandolo a braccia aperte e anche sbalorditi : Take non indossa giacca, cravatta e pantaloni classici, ma … t-shirt, blu jeans, sneakers e … con grande scandalo da parte del prof. Misonoo e sguardi divertiti degli altri ….l’ORECCHINO!!!!!
Lui e Takashi si danno una pacca sulla spalla, grandi saluti collettivi finché Takehiko non si focalizza su Kaoru. Kaoru è commossa, ha gli occhi lucidi e quando Take arriva le scendono le lacrime dagli occhi; nonostante si passi via via una mano sotto le palpebre inferiori, continuano a spuntarle le lacrime, è pallida per l’emozione. Take appena la vede, le sorride, la tira a sé per la schiena e le dà un tenero bacio sulla fronte; lei lo agguanta al braccio con entrambe le proprie braccia e comincia a ridere, il colorito da pallido diventa roseo; tutti ridono di questa cosa soprattutto Nanako e Rei.
“Mi sei mancato Take, non lasciamoci più”.
“Non ti lascerò mai sola; del resto come potrei? Sei l’amore mio più grande del mondo!”
“Appunto” si intromette Rei “più di così? Di che hai paura?” e ride dolcemente canzonatoria per smorzare la tensione. Tutti ridono, ma Kaoru non distoglie lo sguardo da Take, con le gote di un bel rosa acceso, le scende ancora qualche lacrima e nello stesso tempo ride, con Rei e Nanako che la prendono bonariamente in giro.
Rei si accorge che il fratello Takashi è in crisi e per dargli il suo sostegno morale gli dà una carezza sul braccio, che lui sembra molto apprezzare. Takashi si sente sollevato ad avere una sorella così affettuosa che può capire il suo stato d’animo e ammortizzare il suo avvilimento.
Il prof. Misonoo aiuta il figlio portandogli una delle valigie, ma non evita la ramanzina per il new look “Figliolo qua siamo in Giappone bisogna ti rivesti come prima e poi mi dici cos’è quella follia dell’orecchino? Ma che moda assurda è questa? Un ragazzo serio e posato come te”.
Tutti ridono, è stato bellissimo questo ritorno e le sorprese non sono finite perché è imminente la consegna della laurea a Take e a Takashi e insieme prepareranno una mega festa insieme ad altri amici che si laureano con tutti gli invitati possibili immaginabili! E intanto : cena a casa Misonoo, dove Mayumi si è sbizzarrita a cucinare e dove tutti sono curiosi di conoscere nei dettagli l’esperienza di Takehiko in Germania, da lui definita la più emozionante della sua vita.
 
Takehiko e Takashi sono alle prese con l’organizzazione della festa; insieme ad altri 6 neolaureati hanno affittato un locale intero in una frazione di un comune confinante, alcuni degli invitati sanno suonare e hanno già predisposto l’intero repertorio di canzoni rock che suoneranno a tutto volume fino a notte inoltrata. L’abbigliamento dovrà essere rigorosamente casual e ciascun invitato dovrà portare il maggior numero di amici e conoscenti possibile i quali a loro volta dovranno portare il maggior numero di amici e conoscenti possibile attraverso il passaparola : il locale affittato è amplissimo e può contenere fino a ca. 600 persone.
Naturalmente Rei, Nanako e Kaoru si raccomandano a tutte le compagne di classe, di palla a canestro e di altre attività extracurriculari di venire e portare accompagnatori/accompagnatrici e sono entusiaste dell’avvenimento.
Fukiko è contrariata “C’era bisogno di festeggiare in maniera così dispersiva? Ognuno deve festeggiare per conto suo, la laurea è un momento unico e irripetibile, devi essere re per un giorno, contornarti dalle persone cui tieni di più, cosa c’entrano altre persone fra cui addirittura degli sconosciuti? Poi in un posto così dozzinale e provinciale come una casa del popolo? Le mie amiche vengono giusto per fare un favore a me”.
“E’ la mia laurea Fukiko e voglio festeggiarla come voglio io, non voglio fare l’aristocratico, io sono e voglio essere un ragazzo come gli altri”.
“Ma intanto hai molti soldi e anche se ti sposti con la tua auto senza autista sei comunque un esponente dell’alta società e invece di esserne entusiasta e riconoscente hai dei complessi assurdi di superiorità e giochi a fare il radical chic”.
“Io non sono radical chic, io voglio stare con tutti, vivi e lascia vivere Fukiko”.
Rei non interviene nella discussione, dà completa ragione al fratello, ma ha paura di urtare la sensibilità dell’amatissima sorella e di avere un nuovo scontro con lei; Rei ha visto con piacere che Takashi finalmente risponde a Fukiko autonomamente nel modo giusto, vuole però aggiungere “scusa Fukiko, ma una cosa devo dirla. Meglio fare una grande festa con tanti sconosciuti che vengono comunque per stare insieme ai loro cari amici o parenti piuttosto che festeggiare con persone con cui abbiamo solo rapporti finti di facciata per comodità e che finiranno quando cambieremo tipo di impegni; un traguardo importante come la laurea va festeggiato nella maniera più spontanea e vera possibile, c’è tempo per gli opportunismi e le relazioni con secondi fini”.
“Rei ormai ho rinunciato a farti capire l’importanza fondamentale delle pubbliche relazioni, ti auguro fortemente di cambiare perché poi potresti arrivare dopo i 30 anni a esserti amaramente pentita”.
“Che noia queste pubbliche relazioni, parliamo piuttosto della festa, voglio suonare qualcosa anch’io!”
“Dei ragazzi si sono offerti di suonare del repertorio rock, alcuni di loro hanno formato delle bande universitarie e si esibiranno con loro; hanno comunque messo a disposizione i loro strumenti musicali per chiunque chieda di suonare qualcosa. Però tu conosci solo la musica classica”.
“Ma se ho lo spartito suono di tutto, voglio suonare anch’io” Rei sorride entusiasta di partecipare a una festa di universitari, lei che va ancora a scuola, è incuriosita dalla vita universitaria che l’aspetta fra meno di un anno e vuole ballare con Nanako fino a tardi in un ambiente gioioso e informale come piace a lei.
“Papà è perplesso a sua volta e non capisce la tua scelta” interviene di nuovo Fukiko.
“Papà non si degna nemmeno di venire, quindi cosa vuole?”
“Papà non viene perché deve andare a Hong Kong e ha delle scadenze importantissime e improcrastinabili, tornerà in autunno tanto ci siamo già visti ad aprile in occasione della mia festa di diploma, ti farà comunque avere un bell’assegno da spendere e spandere come vuoi; cerca di capire, sei il fratello maggiore”.
“Ma era la mia laurea…sempre i soldi, pensa di sistemare sempre tutto coi soldi, ma a me non interessano i soldi”.
“Sì lo so, conosco la tua filosofia, ma papà ci adora, e grazie al suo lavoro super impegnativo ci fa avere un tenore di vita molto alto e tante ottime opportunità, quindi non ci lamentiamo; hai la tua festa che ti sta così entusiasmando, concentrati su questa”.
“Per il tuo diploma però è venuto, evidentemente per lui la laurea, pur essendo un titolo di studio superiore al diploma, non ha la stessa rilevanza”; Takashi si alza dal divano e se ne va in camera. Fukiko si sente a questo punto quasi in colpa, mentre Rei è a disagio…
“Takashi ha ragione” dice sommessamente Fukiko “io ho insistito tanto con papà perché venisse, la laurea è un traguardo importante, unico, ma lui quando si tratta di affari di lavoro è irremovibile, il lavoro prima di tutto perché vuole darci il massimo e per darci il massimo non può procrastinare nessun appuntamento di affari, nessun contratto, e liquida il discorso dicendo che l’importante è essere presenti col pensiero, perché alla fine non è la presenza fisica a contare. Io però non sono d’accordo. Takashi si scontra spesso con lui, papà a volte è davvero troppo severo nei suoi confronti, da ragazzino Takashi era un po’ monello, ma dall’università in poi è sempre stato bravo, poteva venire…”
Rei è felice nel sentire la sorella così disponibile e premurosa verso il fratello “tu hai fatto il possibile, devi essere fiera di quello che hai fatto e di quello che pensi, poi ognuno fa i conti con la sua coscienza; vista però la situazione, mostriamo a Takashi interesse per questa mega festa anche se non è proprio nelle tue corde, cerchiamo di fargli sentire il meno possibile l’assenza di papà”.
“Che sorellina saggia; non c’è niente da fare : nessuno mi capisce come mi capisci tu” dice sorridente Fukiko inebriando Rei di allegria; quando Fukiko è in buona, sa essere affettuosa….
 
Finalmente arriva il giorno della festa. È un sabato di metà luglio. Le cinque amicone Kaoru, Rei, Nanako, Mariko e Tomoko sono arrivate in anticipo e stanno sistemando gli addobbi insieme ad altri invitati anche loro già arrivati per dare una mano. Tomoko e Nanako hanno preparato dei dolci e delle torte salate squisiti; hanno fatto le nottate per riuscire a conciliare lo studio con la cucina. Rei ha studiato degli spartiti di musica rock, trovati in dei negozi di musica; tutte sono entusiaste e curiose, vestite carine ma in modo semplice. Mariko e Tomoko sono più in tiro, Mariko ha un vestito con colletto, maniche e sottogonna orlati in sangallo, Tomoko invece indossa una camicia di pizzo e pantaloni con fiori ricamati melange, entrambe hanno scarpe a mezzo tacco.
“Ragazze forse dovevamo venire vestite più eleganti?” chiede Nanako perplessa osservando le sue amiche, ma prima di ottenere risposta, intervengono Takashi e Takehiko che l’hanno sentita inavvertitamente.
 “Non ti preoccupare Nanako, andate benissimo come siete, tanto avreste perso solo tempo” sghignazza Takehiko.
“E’ vero” aggiunge Takashi “dei casi disperati come voi sono senza speranze”.
“Hey maleducati, cafoni, scemi, belli voi, senti chi parla” rispondono le ragazze in coro scagliando alcuni festoni di carta contro gli irriverenti; i ragazzi scappano divertiti e le ragazze ricominciano ad addobbare….
Nanako, Tomoko e Mariko mostrano gusto nella disposizione dei festoni, molti dei quali tipici giapponesi in carta di riso, agganciano delle luci psichedeliche e sistemano il tavolo. Saint Just si è fatta presentare dal fratello alcuni del gruppo musicale che le hanno permesso di provare dei pezzi sulla loro pianola elettrica, e Kaoru oltre a occuparsi degli addobbi, controlla insieme a dei compagni di università del suo ragazzo cosa va portato in tavola e cosa no, che non manchi nulla, che funzionino le luci, gli impianti, e che sia tutto pulito prima di cominciare.
Alle 21 la festa comincia, e dopo neanche mezz’ora c’è già la baraonda perché col sistema del passaparola, e il comando per ciascun invitato di portare con sé amici, conoscenti, parenti anche alla lontana che non si incontrano da mesi, il tutto moltiplicato per 8 ovvero il numero dei festeggiati, alla fine si arriva a ca. 500 persone.
Sono tutti allegri e spensierati, gli 8 laureati festeggiati sono raggianti, raggiungono i loro amici, si fanno presentare i loro amici/conoscenti che hanno portato con sé, sono ultra impegnati a controllare che vada tutto bene e a dare relazione a tutti, temono di trascurare qualcuno e corrono da una parte all’altra col sorriso spontaneo e sincero sul viso. Takehiko, però, non perde mai d’occhio la sua principessa/dottoressa Kaoru e sua sorella Nanako, non vuole pensino che le trascuri, e proprio per questo è più sbrigativo degli altri con i vari invitati e fatti i saluti di rito torna subito da loro, soprattutto da Kaoru.
“Ci pensate ragazze siamo a una festa di laurea, noi che siamo ancora delle liceali!” esclama piena di emozione Tomoko.
“Quando ci laureeremo anche noi dovremo fare una super mega festa di questo tipo e Saint Just sarà la nostra musicista numero 1” fa eco Mariko.
“Mi sento più grande della mia età, più matura, e poi questa musica di sottofondo è così galoppante”, commenta Nanako. A un certo punto Saint Just va a salutare Fukiko, la sorella arrivata verso le 21:30 senza troppo entusiasmo attorniata dalle sue amiche dalle facce appese. Stanno un po’ insieme, ridono, chiacchierano, ma poi ognuna torna dalle rispettive amiche ormai rassegnate al fatto che l’una predilige una tipologia di amiche che non interessa per niente all’altra e quindi anche al fatto che avranno sempre gruppi di amicizie distinte.
Fukiko e le sue amiche non hanno la faccia divertita, si guardano perplesse intorno e sono piuttosto serie. Rei immagina la loro conversazione quasi divertita e intanto si gode con le sue amiche la serata da adulti che le si prospetta; sono arrivate anche alcune compagne di classe e di palla a canestro sue e di Kaoru, e tutte insieme ridono e scherzano; di tanto in tanto lei e Nanako si lanciano occhiate felici e si sfiorano la mano, facendo in modo di stare sempre l’una accanto all’altra, commentando che piano piano iniziano ad avere gli stessi gusti in materia musicale!
A un certo punto gli otto festeggiati salgono sul palco dove si esibiranno i gruppi musicali e Takashi, che fuori casa fa sempre lo sbrillantante, in qualità di organizzatore tuttofare della festa strilla al microfono sul palco che è arrivato il momento di dare la parola ai protagonisti della serata “Signore e signori grazie infinite per essere venuti a questo ritrovo dove abbiamo deciso di condividere con voi un momento indimenticabile, magico e unico nella storia della nostra vita : finalmente è finito il periodo degli esami, delle verifiche e dei professori!!!!” Tutti esultano e applaudono “Lasciate che ciascuno di noi vi ringrazi personalmente da questo palco per la simpatia dimostrata nell’essere venuti a questa festa un po’ dispersiva – ehm un po’ tanto dispersiva - , ma che sicuramente rappresenta un momento di aggregazione sociale e anche un’occasione per stare insieme con persone che non vedevamo da tanto e abbiamo ricercato per farci compagnia in un posto pieno di gente. Io sono Takashi Ichinomiya laureato in Economia e Commercio, grazie a tutti, spero non vi pentiate di essere venuti e vi voglio bene” scroscio di applausi.
A turno prendono il microfono gli altri singoli festeggiati pronunciando il proprio nome, la facoltà di provenienza e dando il loro ringraziamento personalizzato. Takehiko è il sesto, perché da bravo gentiluomo ha stabilito che dopo Takashi - l’organizzatore - devono prendere il microfono tutte le laureate e solo allora arriverà il turno dei ragazzi (sono precisi 4 ragazze e 4 ragazzi!).
“Ciao ragazzi, io sono Takehiko Henmi laureato in Lettere Antiche, ho passato un periodo fantastico di 9 mesi in Germania, in cui ho studiato e approfondito la letteratura antica e moderna europea a 360°, Berlino specialmente ora che è caduto il muro è una città stupenda dove convivono in perfetta armonia la tradizione e la modernità, ho conosciuto e interagito con culture diverse, europee e non, rivivrei milioni di volte quest’esperienza che raccomando a tutti perché vi apre la mente e vi sveglia davvero, ma poi sono tornato in Giappone perché oltre a dovermi laureare casa mia è qua con i miei parenti, per prima la mia sorellina Nanako qui presente, con i miei amiconi in special modo il mio angelo custode Takashi, e soprattutto con l’amore mio più grande del mondo Kaoru, la mia ragazza per sempre, sì ragazzi voi siete la mia casa e di questo vi ringrazio, così come vi ringrazio della vostra presenza e che altro aggiungere? buon divertimento a tutti!”
Kaoru è commossa, lei che è sempre tutta di un pezzo, si asciuga i lucciconi, si vergogna a farsi vedere così emotiva, non è da lei, ma a Saint Just non sfugge nulla.
“Dottor Kaoru si commuove!!!Ah ah ah”.
“Non è vero, è il fumo e la calca”.
“Sì certo, come no? Ah ah ah”.
“Dottor Kaoru ti meriti questi complimenti, sei un mito per tutti noi” puntualizza Mariko.
“Hai avuto una dichiarazione davanti a un pubblico di 500 persone neanche un’imperatrice!” prosegue Nanako.
“Dai Kaoru te lo meriti, sei una principessa anche se non vuoi farti chiamare così”, Mariko le stringe il braccio piena di malinconia, come vorrebbe dichiararsi anche lei, stringerla e coccolarla….
Sceso Takehiko dal palco, Kaoru gli va incontro e piange nascondendo il viso nella sua spalla, mentre Takehiko ride e si diverte a fare il finto tonto “volevo farti un complimento mica volevo offenderti” e le mette un braccio sulle spalle.
Anche Nanako e Takashi sono commossi della dedica personalizzata fatta da Takehiko nei loro confronti, Nanako è ancora allegramente scombussolata mentre riflette sulla fortuna sterminata che ha ad avere un fratello così quando si sente trasportare per un braccio all’improvviso, si spaventa perché presa alla sprovvista e teme sia uno scherzo di qualche invitato più grande universitario a una liceale.
“Chi è? Lasciami” grida spaventata tirando indietro il suo braccio, si gira e… è Bambola Saint Just che le riagguanta il braccio “dove corriamo Bambola Saint Just?” dice divertita ed emozionata.
“Non te lo dico” dice in modo vezzoso e bonariamente dispettoso Saint Just. Corrono a perdifiato e si ritrovano a ca. 500/600 metri dai locali della festa – la casa del popolo è infatti circondata da un bel parco con alberi vecchi e dalle chiome larghe, fra cui un paio di magnolie, sotto una delle quali Nanako viene portata da Saint Just.
Nanako la contempla “è bellissima, è proprio Bambola Saint Just” pensa : i capelli mossi le cadono fino quasi ai gomiti, si è messa un burro cacao color ciliegia che risalta le sue belle labbra, gli occhi sono brillanti, ora al buio illuminati appena dal chiaro di luna assumono il colore indaco, indossa una camicetta rosa pallido con le maniche a sbuffo e il colletto di gala, un paio di jeans classici azzurrini, delle ballerine nere da cui spuntano dei leziosi calzini ricamati, “è una bambola vivente non c’è nulla da fare” pensa Nanako, che presa da uno slancio di amore e passione la abbraccia e le dice “Ti amo da morire Bambola Saint Just, non voglio copiare Takehiko, ma anche tu sei l’amore mio più grande del mondo, non saprei descriverlo diversamente”.
Saint Just ricambia l’abbraccio e la bacia…se Saint Just ha ricambiato l’abbraccio, Nanako ricambia il bacio.
“Perché mi hai portato qui?”
“E’ così romantico questo posto con queste magnolie dai fiori rosa, un colore di buon auspicio, e allora appena le ho viste ho pensato di darti un bacio di buon auspicio sotto una magnolia, perché il nostro amore vada nel migliore dei modi per sempre, per non lasciarci mai, e ti prometto che se per la mia laurea dovessi partecipare a una festa come questa ti farò una dichiarazione simile a quella che ha fatto Take al dottor Kaoru, je t’aime ma cherie la poupee toujours”.
Si abbracciano sotto la magnolia contemplando quella romantica luna, vorrebbero sospendere il tempo, ma sanno che si stanno aprendo le danze, e Saint Just deve suonare, e quindi con un braccio tenuto l’una intorno alla vita dell’altra rientrano alla casa del popolo, dove la musica è veramente assordante e per parlarsi si deve strillare.
I gruppi musicali degli universitari hanno cominciato a suonare a tutto volume rock a go go, alcuni gruppetti di partecipanti alla festa stanno in disparte a chiacchierare, fra cui Fukiko e il suo entourage, Kaoru che non ama ballare parla con delle compagne di palla a canestro mentre mangia un sacchetto di ciliegie - le ultime del 1992 - , altri ballano ognuno individualmente per conto suo come in discoteca, Tomoko e Mariko ballicchiano insieme a delle compagne di scuola trovate alla festa; Saint Just e Nanako amano ballare e quindi ballano anche loro avvicinandosi alle loro amiche di scuola, ma non fanno movimenti accennati come loro, sono più movimentate, allegre, fanno molte giravolte, sembrano ballino da sole come gli altri ma in realtà ballano coordinandosi fra loro.
Si avvicina il momento in cui Saint Just deve suonare e quindi arriva Takashi che si rivolge con un’aria a presa di giro “sorellina te la senti sempre di suonare o hai preso la saggia decisione di rinunciare? Sai non vorrei piovesse…”
“Arrivo arrivo!!!” strilla entusiasta Saint Just che raggiunge il gruppo che le ha concesso di usare il pianoforte elettrico giusto per poche canzoni.
Ci sono alcune studentesse del Seiran che gridano “Dai Saint Just, viva Saint Just, grande!!!”
“Vieni piccoletta” le dice il cantante della band.
“Io non sono bassa” gli risponde scherzosa.
“Ma sei una liceale e quindi sei una mocciosetta lo stesso”, scherzano con qualche smorfia senza cattiveria.
Saint Just ha sempre suonato della musica classica su un pianoforte tradizionale, ma ora ha a che fare con una tastiera elettrica che ha un suono diverso con un repertorio a sua volta totalmente diverso; grazie alla sua Nanako ha però imparato ad apprezzare anche canzoni moderne e rock che prima non le interessavano.
Saint Just si mostra però perfettamente a suo agio, si vede che si è preparata come al solito, e non sbaglia né una nota né un accordo, anche con canzoni molto complesse. Rimane sul palco per ca. 40 minuti, tutti applaudono sono contenti, alla fine quando il gruppo a cui è stata abbinata smette di suonare per la fine del turno il cantante capo band declama al microfono “Per la prima volta nella storia dell’istruzione abbiamo un caso di laurea conseguita prima del diploma. Proclamiamo la mocciosetta Rei Asaka laureata a soli 18 anni in musica rock!” tutti applaudono, le amiche e compagne di Saint Just gridano “Grande Saint Juuuuust”.
Nanako è orgogliosissima, quando scende dal palco corre ad abbracciarla “Sei sempre la migliore”.
Si avvicina Lady Miya ed entourage “Rei l’ho già detto a Takashi noi torniamo a casa, troppa confusione e dozzinalità, ho voluto giusto vedere la tua esibizione sopraffina e impeccabile come al solito, sorellina, sei da 10 e lode! Ma io vado”. Saint Just è un po’ delusa, ma va bene così, contenta Fukiko contenti tutti, perché alla fine della fiera … È stata una serata memorabile, delle liceali in un ambiente universitario, musica rock, balli, dichiarazione d’amore sul palco davanti a 500 persone, dichiarazione d’amore intima al chiaro di luna sotto una magnolia rosa, una liceale ha suonato con degli universitari e fatto ballare degli universitari, 8 ragazzi hanno festeggiato la laurea! A questo si aggiunge il fatto che si avvicinano le vacanze estive!!!!
Quando finisce tutto sono ca. le 5:00, il sole sta per sorgere, perché siamo a inizio luglio, le giornate sono ancora molto lunghe, anche se impercettibilmente dal 22 giugno iniziano a diminuire. L’emozione e l’allegria corrono nell’aria, gli ultimi presenti gironzolano per il grande parco ansiosi di vedere l’aurora sul suo carro portatore di sole che fa diventare rosa tutto il cielo, quel rosa come dice Saint Just di buon auspicio…che fa sperare appunto una vita in rosa sogno di tutti i ragazzi…
Seduti in parte in terra in parte su una panchina ecco il gruppetto di Nanako, Kaoru, Saint Just, Tomoko, Mariko, Takashi e Takehiko. Nanako e Saint Just sono sedute in terra mano nella mano, Tomoko e Mariko dormolocchiano sedute sulla panchina accanto a Takashi, mentre Take e Kaoru sono in piedi, tutti scrutano il cielo, affascinati da quello spettacolo meraviglioso che è l’alba.
“Beati voi due che avete smesso di fare esami, compiti in classe, interrogazioni, compiti a casa, ora siete autonomi, presto avrete un lavoro, specie tu Takashi che entri a lavorare con tuo padre, noi invece abbiamo ancora 2 anni di superiori e l’università, meglio non pensarci” sbuffa Tomoko.
“Ragazze questi sono i vostri anni migliori, dopo la laurea il tempo vola senza che ce ne accorgiamo, abbiamo migliaia di responsabilità in più, incombenze e commissioni continue, la spensieratezza di questi anni ce la possiamo abbondantemente dimenticare, godetevi questo periodo perché lo rimpiangerete” chiosa Take.
“Dai Take ti sei appena laureato e fai già l’elenco delle negatività” sbotta Nanako.
“Io sono entusiasta della mia situazione, ho fatto gli studi che mi hanno appassionato, quelli più adatti a me e al mio modo di essere, e non vedo l’ora di cominciare a lavorare che non mi costerà alcuna fatica perché è ciò che amo e quindi per me è puro divertimento, però penserò sempre con malinconia alla mia adolescenza quando i bruttai sono lontani, quando non devi ancora pensare alla burocrazia e contorno, è un ciclo che si conclude e con sé porta via un po’ di noi, ma ciò che conta alla fine è avere sogni da realizzare, sogni che dobbiamo perseguire con ottimismo e pervicacia, sono i sogni che ci mantengono eternamente giovani perché come dico sempre ‘chi rinuncia ai propri sogni muore’, vero amore mio più grande del mondo?” e si rivolge alla principessa del suo cuore Kaoru.
“Verissimo amore!”
“Oh oh dottor Kaoru romanticona che chiama amore il proprio ragazzo, ma siamo sicuri che non si siano invertiti il giorno e la notte e che stia davvero per arrivare l’alba??” scherza Saint Just!
“L’alba!” grida Nanako “che meraviglia questo cielo color rosa salmone”. Tomoko, Mariko e Takashi vengono svegliati dal loro torpore, tutti sono affascinati da quello spettacolo a cui non avevano mai assistito prima d’ora; anche se Takashi e Takehiko a volte durante l’università hanno fatto l’alba a chiacchierare nei locali o a ballare in discoteca non badavano al cielo.
Quei raggi unici dorati, quel cielo rosa promettente di belle cose, di realizzazione di sogni, sogni che i pessimisti dicono che proprio l’alba porta via e che invece proprio con l’alba di un nuovo giorno possiamo concretizzare….
Saint Just e Nanako stringono le loro mani più che mai, si avvicinano finchè le loro spalle non si toccano, un attimo guardano il cielo, un attimo si fissano nei loro occhi dove vedono riflessi i primi raggi del giorno e si sentono in grado di conquistare il mondo.
Tomoko e Mariko sono rapite da quella bellezza celestiale che è l’alba.
Takashi è malinconico, vede che Takehiko ormai è giustamente preso dalla sua ragazza, è morto il suo sogno di amarlo, è morto il suo sogno di fare l’ingegnere meccanico perché per cercare di ripianare il rapporto col padre ha scelto di laurearsi in economia e commercio, laurea che non l’ha poi entusiasmato così come non è entusiasta del lavoro che lo aspetta, da una parte è felice per il traguardo conseguito ma sa già che il suo lavoro non lo farà ‘divertire’ e tutto questo per suo padre che non si è neppure degnato di venire alla sua laurea, si sente sottosopra, per lui l’alba rappresenta proprio la fine dei sogni.
Takehiko per la prima volta è sereno e appagato, ha superato i suoi traumi infantili, forte anche del grande amore per i suoi studi, dell’esperienza in Germania e dell’affetto dei suoi cari.
Kaoru è serena, libera dall’incubo della malattia, non teme più il futuro perché ora il futuro non le avvicina più la morte ma al contrario le avvicina l’opportunità di realizzare i suoi sogni e quindi le avvicina la vita.
Un nuovo giorno ………….. 

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Capitolo 25
*** Un'indimenticabile domenica estiva ***


E finalmente siamo di nuovo alle soglie delle vacanze estive. Come vola il tempo; Nanako riflette fra sé e sé sulla propria situazione un anno esatto prima : la sua entrata al Seiran fu veramente orribile, bullismo, ipocrisie, bugie, insulti gratuiti, persino un tentato omicidio quando era in chiusura la Sorority, gli screzi iniziali con Tomoko e Mariko, i pianti, le delusioni, l’amore non corrisposto per Saint Just – che tormento non poter vivere quel grande amore che straboccava dal suo cuore - , il dolore provato quando Saint Just soffriva le pene dell’inferno per i suoi problemi familiari, quel disastroso incidente stradale di Saint Just, uno strazio devastante, la paura che finisse tutto, l’ansia per lo stato di salute di Kaoru, lo spettro di un morbo letale, che inizio …
Eppure dopo l’incidente di Saint Just tutto si sta appianando, ora si sta godendo i suoi anni verdi, le sue amicizie, la scoperta meravigliosa di un fratello molto buono d’animo, il fratello ideale che tutti dovrebbero avere, lei che si credeva figlia unica ora ha conosciuto questo ulteriore legame parentale fondamentale.
E infine – last but not least – ha scoperto l’amore, un sentimento così nuovo e sconosciuto eppure così bello quando è ricambiato; ripensando a tutto, come erano stati emozionanti quei batticuori, dolci, sconvolgenti, turbolenti, tormentosi, estatici, quante impressioni contraddittorie, che sentimento straordinario è l’amore, e poi che emozione essere ricambiati, avere una fidanzatina … WOW e che fidanzatina nel suo caso : la bellissima Saint Just, una ragazza di una dolcezza e sensibilità più uniche che rare, estremamente intelligente, di una bellezza eccezionale esteriore e interiore.
“Sì mi sento davvero realizzata, negli studi, nella vita familiare e nella vita sociale, sono fortunata, sono felice” questo pensa Nanako mentre va a scuola.
Nanako poi in questo periodo è particolarmente spensierata per le vicine vacanze estive che quest’anno spera siano serene e allegre per tutti magari in villeggiatura e non al caldo afoso della città.
Ma c’è un conto in sospeso fra Nanako e Saint Just. Le fidanzatine del nostro cuore stanno mangiando i loro kohakuto alla frutta dentro la torre dell’orologio, le verifiche di fine luglio si sono già tenute e negli ultimi giorni di scuola i professori illustrano i programmi che svolgeranno da settembre; tutte le studentesse, ben sapendo che ormai non ci sono più praticamente né interrogazioni né compiti in classe, vanno a scuola con nonchalance, spensierate e vispe, studiano lo stretto indispensabile tanto poi ci saranno i compiti per le vacanze.
“Sei libera domenica bambolina?”
“Sì perché?” chiede curiosa Nanako che già spera in cuor suo nel mantenimento della promessa da parte di Saint Just, quel tramonto spettacolare sul mare, sarebbe così romantico!
“Vorrei andare con te a contemplare quel tramonto sublime sul mare, è da quando è morta mia madre più di 4 anni fa che non ci vado; ti ricordi : dovevamo andare e scivolai da quel parapetto, mi sporsi troppo, fui sconsiderata e rovinai tutto” Saint Just si rattrista, ma Nanako le prende il viso tra le mani e le dà un bacio sulla fronte.
“E’ stato un incidente e ora dobbiamo solo recuperare, pensa a quante cose splendide ci aspettano. Si danno appuntamento nello stesso posto e alla stessa ora dell’anno prima; tuttavia, all’improvviso Nanako ha un tuffo al cuore, ha paura delle coincidenze nelle ricorrenze, ha un attacco irrazionale di superstizione “Saint Just per andare a vedere il tramonto, cambiamo luogo e ora dell’appuntamento”, Nanako ha paura.
“Che c’è hai paura che ricada dal parapetto? Guarda farò un altro percorso e tra l’altro dopo il mio incidente il parapetto è stato sistemato a norma, quindi anche volendo non può succedere più quello che è successo l’anno scorso”.
“No Saint Just cambiamo ora e posto, ti prego, sono superstiziosa per queste cose” stringe al cuore la sua bambola Saint Just a cui trasmette la sua superstizione.
“Forse hai ragione; facciamo così, e se ci vedessimo già dalla mattina? Così mi controlli da subito”.
“Buona idea”.
“Ah, volevo dirti a proposito, siccome in questi giorni non abbiamo più compiti a casa, abbiamo esaurito le verifiche ecc. sono tornata qualche giorno alla maison d’etoile, Takashi l’ha sequestrata per sé quasi tutto l’anno, io è dal 31 dicembre quando facemmo la festa che non ci vado, ora è il mio turno, mi piacerebbe dormissi da me, così guardiamo tutto il tramonto con calma fino a tardi, ceniamo insieme e lunedì mattina andiamo a scuola insieme col bus come ai vecchi tempi, lo sai : è da quando ero alle elementari che non dormo con un’amica”.
“Certo che dormo da te, così ti controllo tutto il tempo!”
Che proposta meravigliosa, le sembra un sogno, ha paura di svegliarsi, il cuore le batte a mille, deve parlarne con qualcuno, sì ne deve parlare con Take, a lui esterna tutte le sue gioie e i suoi timori, è il suo mentore a tutto tondo.
Nanako lo racconta quasi con la voce tremante al fratello al telefono “Sorellina, calmati, anch’io sono innamorato dell’amore mio più grande del mondo, ma sto attento a non farmi venire il cardiopalmo! Calmati non voglio restare mica orfano di sorella!”
“Take sono felice, felice, felice, felicissima, non so descrivere la mia felicità, chissà come deve essere quel tramonto, poi con bambola Saint Just, starò tutto il giorno con lei, capisci? Non era mai successo finora, oddio come sono felice! Dimmi che è tutto vero, dimmi che non sto sognando - ti prego - dimmi che quest’anno andrà tutto bene, l’anno scorso ero altrettanto emozionata e ci fu quell’incidente tremendo, ho paura possa succedere qualcosa di brutto di nuovo perché questa felicità che provo è così surreale”.
“Sorellina, ma cosa dici? Perché vuoi rovinare un momento così bello e importante della tua vita? L’anno scorso era l’anno scorso, archivia e dimentica il bruttaio, goditi al massimo il presente, sono momenti magici e irripetibili, che porterai sempre nel tuo cuore e custodirai gelosamente, non offuscarli per nessun motivo, dai Nanako, in bocca al lupo, poi però voglio il resoconto, voglio essere partecipe di questa felicità, perché se sono felici le persone a cui voglio bene sono felice anch’io, e magari un’occhiata a quel tramonto andiamo a darla anche io e Kaoru”.
“Copione!”
Takehiko è contento per la sorella e per Rei, pensa che entrambe lo meritano; è un po’ malinconico per sé, gli piacerebbe trascorrere anche a lui un giorno intero con Kaoru e magari svegliarsi sotto lo stesso tetto il giorno dopo, preparare la colazione insieme per una volta, ma sono un ragazzo e una ragazza, oltretutto Kaoru va ancora a scuola, è minorenne, e, comunque, indipendentemente dall’età per Takehiko non è giusto. In quanto ragazzo e ragazza pensa debbano aspettare un eventuale futuro matrimonio per dormire sotto lo stesso tetto; è convinto delle sue idee, non gli interessa ciò che dicono e pensano gli altri, lui ragiona con la sua testa e ha la sua etica, alla fine gli va bene così, ha già una fidanzata adorabile, buona e generosa, sente di non dover pretendere altro, è riconoscente per tutto quello che ha e non gli interessa altro.
 
Arriva la fatidica domenica mattina. Le fidanzatine del nostro cuore si incontreranno alle 10 davanti al museo principale della città dove si sta tenendo una mostra di arte rinascimentale; a entrambe piace la storia dell’arte, sono quindi curiose di visitarla. Nanako alle 6 è già sveglia proprio come un anno esatto prima, deve essere tutto perfetto, niente deve interporsi nella loro felicità, è incerta fra più mise da indossare, verso le 8 telefona a Tomoko, deve avere i suoi in bocca al lupo importantissimi.
“E mi chiami alle 8 svegliandomi di soprassalto per dirmi che stai tutto il giorno con la tua ragazza e rimani pure a dormire da lei? Lo sai che io la domenica mattina dormo come un ghiro anche fino a mezzogiorno/l’una, e tu mi traumatizzi per dirmi questa cosa? Ok ho capito in bocca al lupo, e mi raccomando come al solito : make up sobrio e nessuna azione sconveniente”.
“Ma Tomoko che dici? Che sconvenienze vuoi facciamo? Piuttosto sono in crisi perché non so quale mise mettermi”.
“Stai bene in tutti i modi, non preoccuparti, magari portati anche oggi un ombrello da passeggio e vestiti leggera visto il caldo afoso soffocante, ora in bocca al lupo e fammi dormire”.
Alla fine Nanako sceglie un vestito leggero verde erba, ballerine blu con laccetto, mollette a forma di gatto ai lati della testa, ogni orecchio ha un orecchino diverso dall’altro, il sinistro ha un pendaglio multicolor e l’altro una coccinella che porta fortuna! Trucco : lucidalabbra, rimmel sulle ciglia, stop e via, il cuore a mille, lo sente battere, le fa quasi impressione perché, oltre a sentire il battito neanche avesse uno stetoscopio, sente rimbombare dentro il suo petto il cuore; è una sensazione impressionante sentire al tatto e all’udito il cuore battere … e se per l’infinita emozione le smettesse di battere? Quanto è felice!!!
E se Saint Just non ci fosse? E se ci fosse qualche altro ostacolo alla loro felicità? No, non deve succedere.
Nanako corre all’appuntamento, ha paura mentre si avvicina al museo, arriva alle 9:45, è in anticipo di un quarto d’ora, non ha fatto colazione perché la troppa emozione le ha dato un senso di nausea che ancora non se ne è andato; ha avuto diversi appuntamenti con Saint Just finora, ma oggi c’è il famoso tramonto in ballo, c’è l’anniversario dall’incidente, caspita alle soglie del 2000 si fa attanagliare dalla superstizione! Vorrebbe vivere in eterno quell’attesa piena di speranze, di buoni propositi, di gioie nascoste e sconosciute, quando senti che sta per succederti qualcosa di bello ma non sai che cosa e che esiti avrà, allora sei curiosissima eppure ti piace restare nella curiosità, temi il tempo che vola e di non riuscire a goderti la felicità perché il tempo passa troppo in fretta quando sei felice, temi qualcosa vada storto perché deve essere tutto perfetto. Ma Nanako è frenata da un altro fattore; come ha detto a Takehiko, in fondo non ha mai superato il trauma dell’anno precedente, la paura di perdere la sua Saint Just, non riesce a immaginare la sua vita senza di lei … Mentre è soprappensiero, sente un colpetto alle spalle “non mi hai visto ma cherie la poupee? A che pensi? Sei ancora in ansia per me? Eccomi qua!”
“Che visione celestiale” pensa Nanako. Saint Just è molto semplice, una t shirt con stampe floreali, dei pantaloni stile capri a metà polpaccio viola come i suoi dolci occhi, ballerine argentate, niente trucco, capelli raccolti per il caldo in una coda legata da un bel nastro sulla nuca. Nanako l’abbraccia ricambiata, sorridono contente e vanno a vedere la mostra.
Da questo momento in poi si dipana una giornata meravigliosa. Dopo aver visto e commentato la mostra particolarmente stimolante, le ragazze si incamminano verso un parco molto ombreggiato e ventilato, camminano e si raccontano le ultime ciacce, i propositi per l’estate, si fermano a un sushi bar a mangiare qualcosa all’ora di pranzo, si sfiorano le mani sul tavolo, hanno fame ma per l’emozione hanno difficoltà a mangiare, quindi ordinano quel poco che basta e quindi via verso il mare a contemplare il tramonto.
Sono circa le 15, più o meno l’orario in cui avrebbero dovuto incontrarsi l’anno prima, si incamminano felici ed emozionate. Evitano la piccola stazione ferroviaria dove l’anno precedente avevano fissato l’appuntamento, Saint Just fa un percorso alternativo, e si rabbuia un attimo; sa che l’ultima domenica di luglio dell’anno prima stava per cominciare per lei un periodo molto faticoso e stressante, sa che poteva morire o non essere più la stessa; Nanako con la sua sensibilità se ne accorge e la prende per mano, quel contatto fisico risolleva Saint Just che ritorna loquace.
L’ombrellino di Nanako ripara entrambe dal solleone estivo.
Arrivano alla spiaggia, il panorama è davvero bello, perché non incombono su quel tratto di spiaggia palazzi e costruzioni, non vi passa quasi nessuno, le macchine si sentono e si scorgono in lontananza, siamo in città, eppure sembra di essere isolati in un’oasi felice. Nanako ha capito che a Saint Just piacciono i posti molto tranquilli, in città ma fuori della città nello stesso tempo, si ricorda del pomeriggio d’inverno in cui festeggiarono S. Valentino, andarono sul lungomare in un quartiere periferico simile a un bucolico paesino di campagna. Qua però è diverso, qua c’è solo contemplazione, perché sembra davvero di essere fuori da un luogo abitato, le persone appaiono raramente, c’è una presenza predominante quasi esclusiva di cielo e mare, terra, acqua e aria che si fondono. Quel cielo non occluso, con qualche collina e scoglio in lontananza, quanta pace infonde, senso di eternità. Nanako ha di nuovo la sensazione di olismo, di fusione con la natura e il panorama; “questo probabilmente cerca Saint Just” pensa.
“Quattro anni fa mia madre si suicidò affogandosi nelle acque di questo mare, da allora non sono più andata in spiaggia, fino all’anno scorso all’inizio della scuola, quando ti raggiunsi dopo averti fatta scappare, ricordi? Tu giustamente mi avevi buttato le mie medicine e io invece di ringraziarti fui orribile, me ne pentii amaramente, ti raggiunsi sulla spiaggia, vorrei cancellare tutto e non rifare quel gravissimo errore”.
“Saint Just non pensarci, non eri tu, era il tuo dolore a farti reagire in modo sbagliato”.
Saint Just abbraccia Nanako, che ha le lacrime agli occhi. Nanako pensa al trauma della sua Saint Just quando vide morire la madre in quel mare, ripensa a quando Saint Just stava male, ripensa al suo incidente; capisce perché Saint Just l’ha portata fin lì : vuole tornare su quella spiaggia con una persona cara, in un momento di allegria e spensieratezza per annullare l’evento devastante patito e ricominciare da zero con nuovi ricordi positivi, il bello scaccia il brutto. Saint Just sta ricostruendo da capo la sua vita, basta tristezza, basta desolazione, basta solitudine, e per farlo in piena regola deve tornare nel luogo da dove è partito tutto, da dove è cominciata la sua spirale di tristezza, tormento e angoscia; deve mostrarsi in quel luogo rinata, diversa, felice nonostante tutto, vincitrice sul dolore e sulla morte, deve rivivere quel luogo in modo diametralmente opposto; è un’operazione catartica, purificatrice, è come il suggello alla nuova vita che distrugge tutto il male precedente.
Si tolgono le ballerine e camminano sul lungo mare mano nella mano con le onde che bagnano i loro piedi; Saint Just vuole reggere personalmente l’ombrello parasole di Nanako, che porta già sulle spalle lo zainetto contenente il pigiama e un sacchetto con dentro le scarpe di entrambe. Verso le 17 si siedono sulla spiaggia in attesa del tramonto, abbracciate l’una all’altra contemplano l’orizzonte marino.
Saint Just parla a Nanako e le conferma tutto quello che Nanako ha finora autonomamente intuito “Nanako 4 anni fa proprio qui è cominciato il periodo più brutto della mia vita, un periodo che non augurerò mai a nessuno, un periodo distruttivo, è un miracolo se non sono morta di dolore, ora che per me è iniziata la mia nuova vita sentivo di doverci tornare, per elaborare il lutto di mia madre, per non dispiacermi più nel vedere certi luoghi, e siccome l’ultima volta mi recai qua con mia madre, la persona che più ho amato e che più di tutte mi ha amato, oggi in questa sorta di iniziazione sono voluta venire con un’altra persona che so amarmi molto e che io contraccambio”.
Nanako ha il terrore si tratti di un sogno, stringe la sua Bambola Saint Just per accertarsi che sia tutto reale, si contemplano negli occhi, contemplano il mare, ed ecco che arriva il tramonto, l’ombrello parasole di Nanako viene chiuso, non serve più perché è arrivato il tramonto, rosso infuocato, lingue dorate sul mare, gli occhi di Saint Just diventano azzurri, sì proprio azzurri perché il rosso oro del tramonto riflettendosi sul viola lo rende azzurro…magie cromatiche…Saint Just senza accorgersene dice a Nanako la stessa frase che le disse sua madre mentre si suicidava.
“Non trovi che il tramonto sia particolarmente bello in questo punto?”
“Sì Saint Just, è bellissimo, è indescrivibile la sua bellezza, è bello come te”.
“No come te” sorride Saint Just.
Le ragazze sono letteralmente rapite, sono approdate in una dimensione trascendente, come il giorno in cui si fidanzarono al centro di fisioterapia. Sono in estasi, come le sante dell’iconografia cristiana, pervase dai raggi di santità provenienti dal mare, sono abbracciate, commentano la bellezza dello spettacolo, non si accorgono neppure degli sguardi maligni lanciati da qualche passante in qua e là disturbato nel vedere due ragazze abbracciate che si guardano con amore.
“Questo è il nostro posto, Nanako, il luogo del nostro amore, alla fine ce l’abbiamo fatta, ormai non ci ferma più nessuno”.
“Non dobbiamo farci fermare da niente e nessuno, ma farci guidare solo dal nostro amore, Saint Just”.
A un certo punto però il tramonto finisce, il cielo diventa più scuro, è l’ora di tornare a casa. Sulla strada del rientro le ragazze sono ancora emozionate, ridono, camminano veloci, sembrano bambine saltellanti. Saint Just, per abbreviare il ritorno, decide di passare dal ponte sopra la ferrovia in cui avvenne l’incidente, ormai è salva; le ragazze commentano il fatto che il comune adesso ha alzato il parapetto fino a 2,5 m. e l’ha addirittura coperto con una specie di tettoia.
“A qualcosa almeno è servito il mio incidente” sorride Saint Just per ironizzare e scacciare definitivamente ogni brutto pensiero.
Si fermano in una pasticceria a comprare una torta Saint Honoré, fatta con crema pasticcera, cioccolato e panna e via alla maison d’etoile.
Nanako, arrivata a casa di Saint Just, guarda l’arredamento con più attenzione; per l’ultimo dell’anno, infatti, presa dai preparativi e dalla festa non si era soffermata molto sul cambiamento di disposizione dei mobili : quadri colorati alle pareti, muri chiari, stampe che riproducono quadri famosi, e in un angolo del divano eccola lì : la mitica cherie poupee, compagna inseparabile di Saint Just.
Nanako non può non fare un saluto alla sua sosia; d’istinto la prende in braccio, ormai le vuole bene anche lei e in quel momento – deve averle toccato il collo – cherie poupee cambia il colore degli occhi da verde in azzurro come quelli di Nanako. Anche il giorno in cui si misero insieme la bambola cambiò il colore degli occhi in azzurro. Sembra che cherie poupee avverta la presenza di Nanako e voglia farglielo capire, cambiando il colore degli occhi in azzurro come i suoi! È davvero una bambola con l’anima? Su questa cosa le ragazze scherzano entrambe.
Nanako scorge in un angolo del soggiorno due kokeshi (bambole tipiche giapponesi, col corpo allungato e appiattito, testa prominente); sono di legno. Saint Just spiega che una apparteneva a sua madre e l’altra se l’è comprata lei come estimatrice di bambole da collezione. “Mia madre ebbe solo quella bambola perché aveva molte ristrettezze finanziarie; la teneva come un oracolo perché fin da bambina capiva il suo valore, che non poteva averne altre. I bambini senza problemi economici invece rompono subito i loro giochi e non si rendono conto del valore che hanno, del costo, né tanto meno di quanto sono fortunati. Mia madre mi ha insegnato il valore del denaro e a non sprecarlo mai”.
Le ragazze sono molto felici e mentre cucinano qualcosa per la cena Nanako si affaccia alla finestra e ha un sobbalzo “AAAAh un geco! Saint Just che facciamo?”.
Saint Just assume un’espressione allegra nello scorgere sulla parete di cucina vicino alla finestra il rettile “Perla grigia è tornato” esclama festosa.
“Perla grigia?!?!”
“L’ho soprannominato così, perché è di colore bianco sporco, tipo grigio perla, è dolcissimo”.
“Come fai a sapere che è sempre lo stesso?”
“Ormai lo riconosco, i gechi si affezionano come altri animali, in particolare alle pareti, e lui mi ha tenuto compagnia quando ero triste, tra un po’ uscirà da solo dalla finestra, non fa del male a nessuno, anzi mi scalda il cuore”.
“Ma Saint Just fa ribrezzo, poi è così grosso che sembra un gecosauro, non avevo mai visto gechi così grossi; mia madre ha la fobia, se ne trova uno in casa strilla come un’ambulanza, un’auto della polizia e un’autopompa dei vigili del fuoco messe insieme; un giorno in cui mio padre era fuori città per lavoro, per scacciarlo andò a chiamare il vicino di casa che per l’appunto non c’era, allora chiamò disperata i vigili del fuoco che la rimproverarono per averli disturbati per una simile sciocchezza e si rifiutarono di venire; cominciò a tremare, la sua è una fobia patologica, per fortuna in quel momento io vidi il geco uscire dalla finestra e la situazione rientrò nella norma”.
Saint Just ride tutto il tempo durante il racconto di questo aneddoto.
“Però i gechi che ho visto finora erano davvero molto piccoli, questo è enorme, guarda che manone” dice Nanako.
Saint Just continua a ridere “ma che vuoi facciano? Sai, io mi sentivo come lui, cercavo affetto e compagnia e venivo scacciata, forse per questo gli voglio bene e non mi impressiona”.
Nanako si rattrista, le viene da piangere e si ricorda di Kaoru ‘non deve farsi vedere piangere dalla sua amata’; va in bagno per poter piangere liberamente, non riesce a pensare che una persona buona e dolce come la sua Saint Just sia stata maltrattata e umiliata senza motivo, sicuramente trattata molto peggio di un geco, ora è tutto passato, ma il suo cuore è stato ferito, chissà quanto ha sofferto per arrivare ad affezionarsi e paragonarsi a un animale rifuggito da tanti come un geco. Cerca di calmarsi, ma le lacrime non vogliono smettere di uscire, all’improvviso sente la voce di Saint Just dietro la porta del bagno.
“Nanako tutto bene? Mica piangi? Ti ho vista con gli occhi rossi mentre uscivi di cucina, guarda è quasi pronto”.
Nanako si ricompone, “è un po’ di allergia”.
“Allergia? Ma siamo in estate, dai vieni” Saint Just ha capito ma per delicatezza sta zitta, si sente molto fortunata ad avere una fidanzata così sensibile.
 
A cena le ragazze mangiano con gusto, la tensione si è smorzata, soprattutto mangiano con una voracità quasi infantile la Saint Honoré lasciandone una parte giusto per la colazione del giorno dopo, e… quanto chiacchierano dopo cena, decidono di telefonare a Kaoru, poi a Tomoko, a Mariko, per raccontare del tramonto meraviglioso che hanno visto.
“Sai Kaoru Take ha detto che ti ci vuole portare, ma i diritti di autore dell’idea sono di Saint Just” dice Nanako.
“Allora Rei fagli un po’ di ripetizioni di romanticismo; se scopiazza le idee altrui, il mio ragazzo non è messo proprio bene!” ride Kaoru felicissima per le sue amiche.
Raccontano della mostra che Mariko da appassionata qual è anche lei di storia dell’arte decide di andare a visitare, poi terminate le telefonate, richiacchierano fra loro, quante cose hanno da dirsi, quante… finchè non si fa quasi mezzanotte ed è ora di andare a letto.
Sta finendo quella stupenda domenica 26 luglio 1992, Nanako all’avvicinarsi dell’ora di andare a letto viene di nuovo assalita dal terrore si sia trattato solo di un sogno bellissimo e dalla malinconia che le cose belle finiscono velocemente. Mentre Saint Just spenge le luci e controlla siano chiusi avvolgibili, gas ecc. (prima non chiudeva neppure a chiave la porta di casa!), Nanako si infila nel letto a due piazze di Saint Just, e la chiama per accertarsi ci sia davvero.
Saint Just si infila nel letto a sua volta dopo aver appoggiato cherie poupee su una sedia vicina “sono abituata a tenerla nella mia stanza quando vo a dormire; qualche volta - come avrai visto quella volta che mi venne l’influenza - la metto accanto a me mentre dormo; a prima vista può sembrare infantile, posso dare l’impressione di essere una ragazza immatura che gioca ancora con le bambole – lo so - , ma ti assicuro che non è affatto così anzi a 10 anni avevo già smesso di giocare a bambole.
Ma cherie la poupee non è una semplice bambola soprammobile, è una compagna inseparabile, una fonte di protezione e serenità; quando Fukiko mi rifiutava, tenere accanto ma cherie la poupee rappresentava una riconciliazione con Fukiko, perché era stata lei a regalarmela presentandomela come la sua bambola preferita e dicendo di parlarle ogni volta avessi voluto parlare a lei; io sapevo che Fukiko mi amava, e ma cherie la poupee me lo ricordava, mi ricordava che in realtà c’era chi mi voleva bene; questa bambolina mi ha sempre trasmesso affetto, capisci perché per me è così importante e la tengo così bene?”
“Io non ho mai pensato tu fossi infantile Saint Just, ho sempre saputo che la cura e le coccole per ta cherie la poupee sono una manifestazione della tua sensibilità”.
“Lo so, Nanako, e so che se tu e Kaoru l’avete sempre capito è perché siete ragazze molto sensibili a vostra volta”.
Sono stanche, con quel caldo estivo afoso hanno camminato tutto il giorno, la mostra, il parco, il mare, hanno cucinato, chiacchierato fino a seccarsi le corde vocali. Spontaneamente mentre si distendono sul letto si abbracciano, Nanako stritola la sua Saint Just perché teme si dissolva come in quell’incubo fatto il giorno dell’incidente, in cui la abbracciava e Saint Just all’improvviso spariva correndo dietro a una palla da basket. Saint Just non ha più l’odore del tabacco, quella fragranza che a Nanako sembrava un odore maschile; adesso ha l’odore zuccherino ma non stucchevole della vaniglia che a Nanako piace molto.
“Saint Just dimmi che è tutto vero, che sei reale, che stai bene” istintivamente le tocca il collo alla ricerca del punto dove si percepisce il battito del cuore (l’ha visto fare alla televisione), sente pulsare, si tranquillizza.
“Nanako assistere finalmente a quel tramonto è servito proprio a convalidare definitivamente la mia rinascita, stai tranquilla, è tutto vero, e io sto bene proprio per aver assistito a quel tramonto e per averlo visto con te, che mi farai sentire ancora più serena e protetta  dormendo stanotte con me. Sei la versione umana della mia bambola del cuore”. Si addormentano in un abbraccio così intenso che sembrano attaccate l’una all’altra come gemelle siamesi.
Dolci sogni beati.
 
La mattina dopo Nanako si sveglia presto, decide di preparare il tavolo per la colazione e accanto alla Saint Honoré avanzata vuole mettere anche del latte al cioccolato, della frutta, e preparare qualche omelette, bisogna poi dare aria alla casa; com’è bella Saint Just mentre dorme, le mette accanto la propria sosia cherie poupee, e si dirige in cucina.
“Ma cherie la poupee”, Nanako, mentre finisce di sistemare la tavola, è sorpresa di soprassalto da Saint Just che bellissima e sgargiante si affaccia sulla porta di cucina con l’altra sua cherie poupee in braccio “mi hai lasciato sola” le dice Saint Just.
“Volevo farti una sorpresa per ringraziarti della giornata meravigliosa che mi hai regalato”.
“Guarda che la stessa cosa devo dirla io di te, sei il mio regalo più bello”.
Si siedono a mangiare con cherie poupee seduta nel mezzo fra loro, sempre partecipe e onnipresente. Nanako è troppo felice, allora è tutto vero! Saint Just sta bene, è la sua fidanzata, si amano, quanto può essere bella la vita!
Le ragazze da come sono felici hanno voglia di muoversi e quindi vanno a scuola a piedi anziché in autobus, tutto il tempo mano nella mano, ridendo, scherzando e canticchiando le canzoni che preferiscono entrambe fino alla soglia delle rispettive classi.
Si amano infinitamente. Dolci sogni beati……

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Capitolo 26
*** Essere se stessi ***


In questo capitolo menziono la festa al porto di cui parla Nanako alla fine dell’anime.
 
È arrivato settembre.
Finalmente un’estate regolare. Kaoru da 3 anni non andava più in vacanza; l’estate del 1990 era stata ostaggio di una malattia che non aveva e di terapie di cui non aveva assolutamente bisogno, ma soprattutto ostaggio della paura e del terrore di una drastica fine, mentre l’estate precedente 1991 era rimasta in città per analisi e visite che per fortuna le avevano rivelato che stava benissimo. Il ritorno alla normalità era stato festeggiato dai suoi genitori con un fantastico viaggio coast to coast negli Stati Uniti; tutta la famiglia Orihara, genitori e i 3 figli, era partita per gli Stati Uniti, e aveva percorso sia la parte occidentale sia quella orientale del paese, passando per New York, Washington, Boston, Miami, Los Angeles, Montagne Rocciose, un’occhiata a Disneyland per Goro e Ninsei, i panorami mozzafiato del Vermont; Kaoru si era sprecata in cartoline alle amiche e al fidanzato; erano stati 25 giorni entusiasmanti e Kaoru non vedeva l’ora di parlarne alle amiche e a Takehiko.
Si era molto distratta, aveva riso e aveva dimenticato tutto il periodo difficile vissuto; durante il viaggio erano stati buoni e obbedienti anche Goro e Ninsei, mentre i signori Orihara erano a loro volta riusciti ad archiviare tutto lo stress che indubbiamente avevano patito vedendo in pericolo la vita della loro preziosissima bambina.
La famiglia Misonoo, che l’anno prima era rimasta in città perché Nanako doveva seguire Saint Just nella riabilitazione, era partita a sua volta per una vacanza al mare pagando delle belle bollette telefoniche visto che Nanako e Saint Just si sentivano tutti i giorni al telefono.
Saint Just insieme ai fratelli si era divisa fra la super mega villa in campagna e la super mega villa al mare. Fukiko le aveva proposto di andare a fare una girata col suo gruppo di amiche chic in una località altrettanto fashion di montagna a praticare equitazione, seguire concerti lirici bucolici e meditare, ma Rei si era rifiutata, non le piacevano né tutta quella formalità né le leziosaggini.
Takehiko, a parte qualche giorno al mare con gli amici fra cui l’onnipresente Takashi, era rimasto in città a lavorare su uno studio molto impegnativo sui paragoni fra letteratura antica asiatica ed europea…ma tanto lui a studiare e a lavorare si diverte!
Gli altri erano andati chi al mare chi in montagna chi in campagna, ma ora sono tutti pronti per ripartire con il lavoro e lo studio pimpanti come non mai.
 
Si avvicina la festa che si tiene a settembre al porto, una festa tradizionale giapponese, a cui le persone tendono a partecipare in kimono. A Nanako e Saint Just piace molto questo tipo di ricorrenze e vanno insieme a scegliere un kimono per l’occasione. La loro prima festa del porto!
Le ragazze decidono di andare tutte insieme a questa festa, dove saranno raggiunte da Takehiko e Takashi.
Kaoru non ama indossare il kimono e non solo perché non è munito di pantaloni…
“Per una volta Kaoru, una almeno, possibile che sei capa tosta fino a questo punto?” le dice la madre.
“No, no e no! E poi non è vero che non l’ho mai messo; lo indossavo la sera che lasciai Take e pensavo di essere vicina alla morte, mi rattrista, mi fa pensare a un periodo traumatico della mia vita, ai miei pianti disperati, quindi non lo metto neanche se me lo tirano dietro, non voglio avere nulla a che fare con cose che possono anche solo lontanamente ricordarmi quel periodo”.
“Ma Kaoru cosa c’entra? Il passato è chiuso. E poi sei sempre in pantaloni sportivi, golf e camicie sportive unisex, perché non ti fai un po’ carina almeno per il tuo ragazzo?”
“A Take vo bene così”.
“Sicuramente, ma ogni tanto, dico ogni tanto un po’ di femminilità fa piacere a un ragazzo trovarla, poi fai tu, tanto devi sempre fare di testa tua”.
Kaoru sbuffa, però dopo ci ripensa; il kimono è fuori discussione, assolutamente no, però effettivamente le sue amiche e compagne di scuola e sport anche solo ogni tanto indossano una gonna, o comunque qualche capo di abbigliamento da ragazza, fosse solo per cambiare…cambiare, sì…sa che a Take va benissimo così com’è, ma perché non cambiare ogni tanto?
Ha un appuntamento con lui …finalmente torneranno al cinema dopo molto tempo, e allora per questa volta – ma che non diventi un’abitudine – pensa di vestirsi un po’ più elegante. Subito dopo andranno alla festa del porto, lei ovviamente senza kimono.
Kaoru indossa una mise tipica delle ragazze di inizio anni ‘90 : una t-shirt colorata, una gonnellina jeans poco sopra il ginocchio, delle scarpe da tennis in tela con calzini che spuntano dalle scarpe a coprire le caviglie. Si riprende i capelli di dietro con il suo bel fiocco, quel fiocco che Nanako definisce aerodinamico e che a Saint Just sembra un aeroplano; si mette gli orecchini indossati all’ultimo dell’anno, quegli orecchini grandi cerchiati d’oro come usava nei precedenti e ancora vicini anni ‘80, e quindi un velo di lucidalabbra rosa. Si dirige leggiadra all’appuntamento con Take, in fondo soddisfatta di aver cambiato il suo look per una volta.
Kaoru va incontro a Take all’ingresso dell’università.
“Ciao amore” esordisce Take appena la vede…per poi aggiungere “ma che hai fatto?”
“Nulla perché?”
“Sei vestita e acconciata in modo molto diverso dal solito”.
“Ho voluto cambiare un po’ il mio abbigliamento, giusto per festeggiare il fatto che torniamo insieme al cinema, la nostra passione!”, Kaoru comincia a essere delusa, si aspettava un complimento…
“Kaoru tu non devi mai rinnegare te stessa, devi vestirti come preferisci, secondo il tuo modo di essere, devi rispettare il tuo modo di essere”.
“Ma Take non ti piaccio? Io l’ho fatto perché pensavo ti avrebbe fatto piacere vedermi più attraente”.
“Più cosa? Attraente? Kaoru tu sei già bellissima di tuo, per me sei la ragazza più splendida e attraente che ci sia, e sei bella proprio perché non hai bisogno di agghindarti, di metterti accessori o impiastricciarti il viso, mi piaci perché come ti si vede così sei davvero, sii te stessa e non farti trascinare da civetterie e frivolezze, io non sono come quei ragazzi o uomini maschilisti che vogliono a tutti i costi le fidanzate sexy e truccate, io ti voglio libera di esprimere te stessa”.
Kaoru è delusa più che mai “allora visto che mi vuoi libera di esprimermi, senti cosa ti esprimo : sei un grezzone Take” gli dice in malo modo risentita.
“Perché? Ti ho appena detto che per me sei bellissima, che non ce ne sono belle come te”.
“Non hai capito niente, vai da solo al cinema” Kaoru scappa arrabbiata.
Take le va dietro, ma in quel momento viene chiamato alle spalle da un suo professore “Henmi sono contento di vederla, venga che discutiamo la relazione che mi ha mandato sulla canzone dei Nibelunghi”.
“Professore veramente ho un appuntamento”.
Kaoru sente e interviene “non si preoccupi il dr. Henmi è liberissimo”.
“Bene” procede il professore “allora venga nella mia stanza”.
Kaoru è risentita, sa che i ragazzi si complimentano sempre con le proprie fidanzate quando si vestono più in tiro, perché Take non è così? Non pretendeva dei complimenti - in realtà in fondo in fondo sì - ma nemmeno di farsi fare la predica, di sentirsi dire che è una civetta, una che si omologa agli altri, ma poi lei : proprio lei, che non sopporta le galline starnazzanti, che non vorrebbe mai far parte di un pollaio, che vuole essere se stessa, che non concepisce l’opportunismo e le relazioni con secondi fini; tra l’altro, in fondo non le era dispiaciuto vedersi con una gonnellina e un po’ più femminile, forse sua madre tutti i torti non li aveva tanto da aver quasi pensato ogni tanto di rivestirsi e pettinarsi su quest’onda.
Deve sbollire il suo risentimento, la sua delusione. A momenti è arrabbiata con Take, si sente incompresa : che c’è di male se ogni tanto anche lei vuole vestirsi come la maggior parte delle ragazze? anche questo è il suo modo di essere. A momenti è arrabbiata con sua madre, sua madre vuole inculcarle in tutti i modi il suo modo di pensare all’antica : la femminilità, la donna che deve compiacere l’uomo col suo aspetto, invece ha ragione Take ognuno deve rispettare il suo modo di essere ed essere se stesso Ecco sua madre l’ha fatta litigare col suo ragazzo, però anche lui…
Non ha voglia di tornare a casa altrimenti litigherebbe con sua madre, che alla fine è la causa di tutto, lei e quei prediconi sulla femminilità, che effettivamente hanno un che di maschilista come insinua Take. Vorrebbe chiamare un’amica per sfogarsi, ma chi? Non vuole disturbare Rei che ha da poco recuperato la sua serenità, tanto meno Nanako perché teme di farla litigare col fratello, decide di chiamare Mariko, sente che le darà soddisfazione, va a una cabina telefonica e la chiama. Mariko è entusiasta a sentirla, così entusiasta che le propone di vedersi subito : sì le sta dando ancora più soddisfazione di quanto pensasse e le sorprese non tarderanno ad arrivare!
“Dottor Kaoru sei bellissima, cioè sei sempre bellissima, però così sei davvero attraente, perché non indossi più spesso la gonna?”
“Ci avevo pensato, ma c’è chi non apprezza…”
“E chi è questo scimunito?”
Kaoru racconta tutta la storia e si aspetta di essere sostenuta dalla sua amica, ma Mariko la sorprende sì molto piacevolmente ma in tutt’altra direzione.
“Kaoru perché ti sei così arrabbiata col tuo ragazzo? Guarda che lui ti ha fatto dei complimenti meravigliosi, ti ha detto che gli piaci così come sei, che vuole tu anteponga sempre il tuo modo di essere spontaneo e ruspante a quello che le convenzioni o che eventualmente lui stesso preferiscono. È difficilissimo trovare uomini così. Il 99,999% degli uomini sono sudici, ripugnanti, volgari, bugiardi, approfittatori, vogliono sottomettere le donne e farne le loro schiave. Lui, invece, ti ha dimostrato di non essere così. È vero poteva farti qualche complimento, ma in fondo se non fosse un po’ rozzo che uomo sarebbe?”
Kaoru riflette e pensa di aver reagito male, ma pensa pure che Mariko è davvero preziosa, Kaoru sa di essere amata da lei e un’altra al posto di Mariko avrebbe marciato su questo litigio magari riattizzandolo più che mai; forse – riflette fra sé e sé vergognandosene - presa dalla sua arrabbiatura quello che voleva davvero quando le ha telefonato era sentirsi dare ragione e sentire delle grandi critiche contro il suo ragazzo.
“Grazie Mariko, sei una vera amica; ho reagito forse in maniera eccessiva, però volevo fare una cosa carina per Take senza rinnegare me stessa, perché in fondo allo specchio non mi ero dispiaciuta; mi dovrei chiarire con lui, però sono ancora un po’ scossa anche se non dovrei. La verità? sono arrabbiata e non mi sento di chiamare subito Take …”, Kaoru sembra contrita, perplessa.
“Dottor Kaoru perché sei sempre così severa con te stessa? Sei umana anche te, è normale tu abbia le tue ire e le tue permalosità, non essere sempre così inflessibile, non puoi essere perfetta, ti devi sfogare anche tu se qualcosa non ti torna; sono sicura che vi chiarirete, facendo l’uno un passo verso l’altra, ora prenditi i tuoi tempi, non fare sempre tutto solo tu, se ora non ti senti di chiamarlo non lo chiamare, del resto ha cominciato lui a sbagliare, pur con le migliori intenzioni non ha usato le parole giuste, ma l’ho visto il tuo ragazzo, lui non è come gli altri, si vede che è un ragazzo pulito e buono, che tiene davvero a te”
“Io vorrei non sbagliare mai, sembro solida ma ho molti dubbi anch’io”.
“Tutti sbagliamo, ma ricordati che tu sarai sempre una ragazza saggia, un punto di riferimento per noi, sei un diamante Kaoru e i diamanti nella loro accecante bellezza contengono piccole impercettibili imperfezioni, ma sono proprio quelle imperfezioni a renderli la pietra più affascinante che ci sia”. Mariko, come spesso quando parla da sola con Kaoru, si emoziona e ha le lacrime agli occhi – come vorrebbe vivere a pieno il suo amore, adorare Kaoru giorno e notte, farne la sua principessa; Kaoru, pur non amando la fisicità, le mette una mano sulla spalla e le propone di andare a fare due passi. Si sarebbero poi riviste in serata alla festa al porto.
Kaoru non è andata al cinema, ma ha trascorso dei momenti molto piacevoli con una vera amica.
Al ritorno a casa Kaoru rasserenata ma decisa ad aspettare che il suo ragazzo faccia il primo passo, se lo trova davanti. Da una parte è contenta dall’altra un po’ si innervosisce perché si sente inspiegabilmente in colpa : – a dispetto di quanto confidato a Mariko – in fondo avrebbe voluto essere lei la prima a chiamare perché le piace prendere sempre lei l’iniziativa…Questo stato d’animo contraddittorio le fa avere una reazione brusca.
“E tu? Non ti sei tolto il vizio dei blitz?”
“Mi dispiace per come ci siamo lasciati, allora sono passato da queste parti e ho chiesto ai tuoi di poterti aspettare davanti casa; è ovvio che mi piaci molto anche così, però lì per lì, visto il tuo look usuale, ho pensato ti fossi messa gonna, orecchini e fiocco in testa solo per compiacere me, e volevo farti capire che qualsiasi cosa devi farla prima di tutto per te stessa, che se non ti va di agghindarti come fanno le altre ragazze non devi farlo, tanto meno per me, perché uno dei motivi perché ti amo è proprio per la tua spontaneità, perché sei vera, perché dici solo quello che pensi, e perché non reciti mai nessuna parte.
Inoltre, non mi piacciono quegli uomini che pretendono dalle fidanzate o dalle mogli abbigliamenti eleganti o addirittura maliardi, o che corteggiano solo ragazze vestite in modo seducente e truccate, io guardo all’aspetto vero senza cosmetici, all’anima e non ai vestiti, ai gioielli, e a quelle altre banalità… non è giusto che noi uomini si debba essere sempre liberi di vestirci come vogliamo, mentre una donna per avere un fidanzato debba essere sempre bella e vistosa, questa è una gravissima svalutazione delle donne, un’offesa alla loro intelligenza e al loro cuore, è maschilismo e io odio il maschilismo. Poi io ti voglio felice, ma se non sei libera di essere quello che sei, come farai a essere felice?… Però, anche se sono laureato in letteratura, mi sono espresso molto male, te non potevi capire e hai ragione ad esserti arrabbiata, scusami”.
Kaoru è triste per come l’ha trattato; nonostante i consigli di Mariko, non riesce a rinunciare ad ambire alla perfezione, a fare sempre la cosa giusta, si sente di nuovo in colpa e abbraccia il suo ragazzo “Scusa Take anch’io ho sbagliato, conoscendoti avrei dovuto capire, mi hai detto delle cose bellissime e io ti ho maltrattato, sono troppo fortunata ad averti incontrato, non litighiamo più…”
 “E se la piantassimo con tutte queste scuse e raggiungessimo i nostri amici al porto?”
“E’ vero…vado a cambiarmi”.
Take, tornato dalla Germania, si è comprato una graziosa utilitaria dove carica Kaoru e insieme si dirigono alla festa al porto. Kaoru ovviamente si è rimessa i suoi super adorati pantaloni, ma sopra….ha deciso di mettersi un kimono…così!
 
Nanako ha voluto portare i suoi genitori; sono entrambi in kimono, indumento che portano sempre anche a casa. Nanako è emozionata, perché incontrerà pure le sue amiche, suo fratello e la sua ragazza; ama questo tipo di ricorrenze, la moltitudine di gente curiosa e spensierata, l’aria di festa, il tuffo nel passato e nella tradizione, tutti in kimono, l’avvicinarsi di una nuova stagione, musiche antiche suonate con strumenti altrettanto desueti, le maschere, cantilene in dialetto. Immagina che questo tipo di cerimonia piaccia pure a bambola Saint Just ed è emozionata all’idea di poter proseguire la partecipazione alla festa proprio con lei. Dopo aver assistito a un’esibizione su un palco, si congeda dai suoi genitori per raggiungere il suo gruppo ed ecco arrivare Take con Kaoru.
“Take che sorpresa proprio ora Nanako ha detto ti avrebbe raggiunto con gli altri” dice il prof. Misonoo.
Alla riunione del gruppetto arrivano per ultimi Saint Just col fratello Takashi; per educazione le ragazze avevano rivolto l’invito anche a Lady Miya, la quale ha gentilmente declinato ufficialmente per avere già organizzato un tea party con le sue colleghe di università, ufficiosamente ha detto ai fratelli di non amare mescolarsi con la plebe.
“Dai Fukiko siamo tra noi, tu che ami la letteratura antica, la musica e le tradizioni dovresti apprezzare questo genere di manifestazioni” aveva provato a insistere Rei/Saint Just.
“Non insistere sorellina, sai come la penso, preferisco dedicarmi alle mie proficue public relations e guarda che mi tocca lavorare anche per te”.
Nanako prende subito per mano la sua bambola Saint Just, sembra una dea del folclore scintoista, non riesce a staccarle gli occhi di dosso; ha un kimono con delle decorazioni tradizionali preziose cangianti, alcune dal rosso carminio virano all’oro, altre dal turchese al viola scuro, su uno sfondo color petrolio, si è messa un leggero lucidalabbra color malva che risalta le sue belle labbra e gli occhi viola ametista.
Mariko è contenta nel vedere la sua Kaoru riappacificata con Take e le strizza l’occhio, mentre Kaoru di nascosto fa con la mano il gesto della vittoria; questo gesto è interrotto da Saint Just “E tu cosa ci fai in kimono dottor Kaoru, sbaglio o eri contraria?”
“E’ vero, ma ho voluto metterlo, perché ho pensato che tutte le ragazze e le signore che vengono a questa manifestazione l’avrebbero indossato e a dire il vero non mi sarei sentita esattamente a mio agio a essere l’unica ragazza vestita in modo diverso, a volte ho questi momenti estemporanei, certo però che è scomodo”.
Il gruppetto cammina spingendosi fra la folla.
Takashi sbircia la sorella mano nella mano con Nanako, ancora non ha avuto modo di affrontare con lei l’argomento anche perché gli secca intromettersi nella sua vita privata; Takashi ricorda le discriminazioni e umiliazioni sofferte al liceo; approfittando delle chiacchierate in corso fra le ragazze e della confusione dà una gomitata a Take che non capisce e continua a chiacchierare, allora gliene dà un’altra.
“Qualcosa non va?” dice Take pensando a uno scherzo.
“Credo che le nostre sorelle si siano messe insieme” dice sottovoce Takashi.
Takehiko ha promesso a Nanako di non dire nulla a Takashi, perché Saint Just non vuole per il momento lo sappiano i suoi fratelli, ma secondo il suo stile gli risponde “Anche se fosse dov’è il problema?”
“Dov’è il problema? E me lo chiedi anche? Non ti ricordi cosa mi è successo al liceo solo per aver detto che non mi interessavano le ragazze? Dobbiamo intervenire prima sia troppo tardi, parliamoci, proteggiamole, questa volta voglio comportarmi da fratello maggiore”.
“Se vuoi comportarti da fratello maggiore, devi lasciare tua sorella libera di vivere i suoi sentimenti, di avere relazioni sentimentali con le persone di cui è innamorata, il tuo comportamento non fa altro che alimentare i pregiudizi e alla fine ne faranno le spese le nostre sorelle che non potranno vivere l’amore e noi che avremo a che fare con i nostri sensi di colpa e le loro tristezze e paranoie”.
“Come sei bravo a parlare professorino, parli bene perché tanto tu e Kaoru siete una coppia tradizionale”.
“Che significa coppia tradizionale? Una coppia è una coppia e basta, basta sia formata da due persone che si amano. L’ho detto proprio oggi a Kaoru, dobbiamo essere noi stessi, altrimenti non saremo mai felici e ora andiamo che sennò ci perdiamo”.
Takashi è scontento della risposta; non sa se Takehiko è un ingenuo o se è lui che si è autocondannato all’insoddisfazione e ai complessi, ha molta confusione in questo momento, e a un certo punto ha un sobbalzo al cuore ‘e se fossi solo invidioso perché mia sorella e Nanako hanno avuto quel coraggio che io non ho mai avuto, e volessi infliggere a mia sorella le mie stesse pene per non riconoscere di essere il vigliacco che sono?’.
Mariko, da sua grande amica si accorge che Takashi ha perso il suo smalto “Tutto ok?”
“Sì certo”; Takashi ricomincia a scherzare, ma Mariko intuisce che è una forzatura, chissà di che parlava con Takehiko, cosa l’ha turbato, è una sua amica, prima o poi dovrà scoprirlo.
Saint Just mentre è in fila con Nanako per prendere una mela caramellata sente un colpo secco sulle spalle “Cos’è?”
Kaoru ride e risponde “Omaggio della ditta”.
“Ti sei tolta il kimono? Mi sembrava strano l’avessi messo!” esclama Saint Just.
Kaoru adesso si mostra con la maglietta sportiva e i pantaloni, che aveva sotto il kimono e si rivolge a Rei “Stai così bene col kimono che te lo regalo, tanto io non lo indosserò mai più”.
“Perché?” esclamano lei e Nanako.
“Me l’ero messo perché temevo di sentirmi a disagio a essere vestita troppo diversa dalle altre ragazze, ma poi indossandolo mi sono sentita ancora più a disagio, è troppo lontano dal mio modo di essere, io non sono un tipo da kimono, e poi – Take lo ricorda – lo indossai quando lo lasciai per quella malattia che poi non avevo; è un triste ricordo del passato e io per svincolarmi dai miei incubi devo svincolarmi anche da ogni cosa me li possa ricordare; Rei io sono diversa da te, io al tuo posto non sarei mai potuta tornare sulla spiaggia dove morì tua madre e passeggiare di nuovo sulla passerella da cui cadesti. Io devo mettere un punto e andare a capo senza guardarmi più indietro”.
Kaoru coi suoi occhi dolci a cerbiatto sorride e sorride anche la bella Saint Just che commenta “Il mondo è bello perché è vario, se fossimo tutti uguali sarebbe una noia mortale!”
A parte Takashi, preso nuovamente dai suoi tormenti spirituali, tutti i ragazzi si sono divertiti; hanno imparato qualcosa sulla tradizione giapponese, Takehiko ha fatto una splendida e interessante lezione su questa festa, hanno assistito a manifestazioni folcloristiche e ora tornano a casa a riposare perché … ebbene sì … lunedì si torna a scuola…..

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Capitolo 27
*** Associazioni di idee ***


Siamo in pieno autunno e si avvicina l’inverno. Le ragazze sono tutte impegnatissime fra scuola e attività extrascolastiche. Nanako e Tomoko frequentano un corso intensivo di pasticceria, adorano fare dolci al punto che a loro piace più prepararli che mangiarli; Mariko approfondisce la storia dell’arte con visite ai musei; Kaoru e Rei/Saint Just hanno allenamenti intensivi di palla a canestro anche per l’avvicinarsi della partita di dicembre, una partita molto importante che determinerà l’inserimento o meno nel campionato delle 6 squadre scolastiche migliori della provincia.
Kaoru e Saint Just sono ancora più impegnate perché frequentando l’ultimo anno di scuola hanno verifiche e interrogazioni particolarmente articolate in quanto propedeutiche al diploma, senza contare che devono scegliere l’università (Kaoru in realtà ha già scelto), e prepararsi per il relativo test d’ingresso; il tempo vola e fra ca. 4 mesi saranno già studentesse universitarie.
Alla partita, data l’importanza, potranno presenziare anche parenti stretti e amici intimi; allo scopo anziché nelle scuole la partita si giocherà in una palestra sportiva in un’altra zona della città. Tomoko arriverà con la sua immancabile videocamera, Mariko e Nanako non possono mancare per tifare per le loro amate, ci sarà Takehiko, e pure la madre di Kaoru.
“Mamma mi raccomando non mi fare sfigurare come le altre volte mettendoti a strillare ‘Forza Seiran’” raccomanda Kaoru.
“Me l’hai ripetuto 300 volte, ho capito, mi comporterò bene, d’accordo?”
Takashi sarebbe venuto a tifare per Rei, ma, ormai entrato a far parte dell’azienda di famiglia, deve raggiungere proprio in quei giorni il padre a Londra per un’importante operazione finanziaria. Rei ha chiesto ovviamente anche a Fukiko di venire a vederla; ci tiene molto che la sua adorata sorella vada a vederla.
“Sorellina ti posso accompagnare, ma poi devo tornare a casa per preparare l’esame di istituzioni di diritto privato, per l’appunto è proprio due giorni dopo e devo fare il ripasso finale”.
“Ma sei preparatissima, se due giorni prima ti prendi un pomeriggio libero cosa ti cambia?”
“Rei non posso veramente, fra qualche mese capirai di cosa sto parlando, fanno delle stragi agli esami, ci sono miriadi di norme e cavilli da ricordare, e mi vedo con due mie vecchie compagne del Seiran per il confronto incrociato, sai che non posso avere distrazioni; poi se vengo alla partita una chiacchiera tira l’altra e perdo tempo, inoltre le tue amiche mi guardano storta, dai me la racconti, magari ti fai fare una copia del video da Tomoko e la riguardiamo insieme dopo l’esame”.
“Non puoi mai Fukiko, non facciamo mai nulla insieme”.
“Rei ti ricordo che sei stata tu a non essere voluta venire con me e le mie amiche quest’estate in montagna”.
“Ma a me stanno antipatiche le tue amiche”.
“E a me le tue, specie quell’Orihara che con me è sempre ignorante e indisponente, ora fammi tornare sui libri e non discutiamone più”.
“Hai ragione non sia mai che prendi 30 anziché 30 e lode” risponde arrabbiata Rei.
“Dai ti accompagno, sto prendendo la patente così guido io con l’autista accanto e fo un po’ di pratica di guida”.
“No, non importa potresti deconcentrarti, e poi io preferisco andare a piedi”.
“Su non fare l’offesa” dice Fukiko mentre Rei si chiude in camera indispettita.
Rei è dispiaciuta sinceramente e deve sbollire la sua arrabbiatura; possibile che tutti devono stare sempre dietro a Fukiko, ma lei non deve mai venire incontro agli altri? bel capolavoro quando si viziano i figli!
 
Arriva il giorno della partita. Kaoru è molto emozionata, ci tiene a fare una bellissima figura, vuole a tutti i costi vincere il campionato delle 6 squadre scolastiche migliori della provincia. Vuole lasciare nel miglior modo possibile la palla a canestro agonistica; la proseguirà senz’altro all’università, ma giusto come passatempo nei periodi meno impegnativi con lo studio, ha già scelto un’altra strada, la sua vocazione è un’altra; deve assolutamente chiudere in bellezza. Fra studio e allenamenti ha dormito ultimamente 6 ore scarse a notte e ora non vede l’ora di giocare la partita, conta molto sulla prestanza di Rei.
Rei riceve sul viso un bacio portafortuna da Nanako che è venuta all’ingresso della palestra apposta ad aspettarla, anche perché sa che Rei è giustamente triste per l’assenza della sorella.
La partita è molto intensa, le ragazze sono tutte super agguerrite, quelle della squadra avversaria non scherzano affatto. Kaoru sembra invasa da un’ansia irrefrenabile, si vede che vuole vincere, si intrufola dappertutto, è talmente veloce che non la segui, per non parlare di Rei, i suoi riccioli svolazzano e si mimetizzano con il fiocco che lega la fascia sulla fronte; Rei è molto armoniosa, sembra danzare, volteggiare.
I canestri si susseguono, le atlete corrono e tutti sono col fiato sospeso; Nanako, ogni volta che vede giocare Rei entra in trance “Saint Just è troppo bella, sembra un angelo che gioca a basket”.
Mariko sbercia secondo il suo solito stile “Forza Seiran Forza Kaoru”.
Takehiko dice “non ci capisco nulla, spero solo che la squadra di Kaoru vinca, oh sorellina che ti succede, tutto bene?”
Nanako non risponde neppure tanto è presa dalla partita e rapita come una calamita da Rei; ha paura a guardare il tabellone segnapunti, fino all’ultimo deve sperare vinca il Seiran.
Alla fine c’è un momento di grande giubilo per le studentesse del Seiran perché per un solo punto, uno solo fatto ai tempi supplementari, vince il Seiran. Kaoru se lo merita, per il sacrificio profuso, l’impegno infinito, per realizzare il suo obiettivo di fare il massimo per la scuola e in fondo per sé. Nanako dopo i giubili generali corre da Saint Kust e l’abbraccia.
La madre di Kaoru smette di essere serafica e si scatena, visto il risultato della sua principessa “WOW principessa sei il nostro orgoglio ancora una volta” e l’abbraccia
“Mamma che fai? non voglio questi fichi tanto meno in pubblico”.
Kaoru si scosta imbarazzata, ma sua madre rinunciato all’abbraccio comincia a canticchiare “Tu sei la donna star, la nostra star…”
“Mamma ti prego, mi vergogno” Kaoru si copre la faccia.
“O non fare sempre la modesta; principessa tu sei la donna star…”.
Nanako non capisce l’imbarazzo di Kaoru che sempre più disturbata supplica la madre di smettere; Nanako pensa che Kaoru dovrebbe avere più considerazione di sé, è bello che un parente ti faccia tutti questi complimenti, molto meglio di quando i parenti fanno sempre il proprio come nel caso della sorella di Saint Just…A proposito : Saint Just! Come ha fatto a non pensarci prima? Kaoru ha sì ritrosia verso i complimenti e le smancerie, ma in questo caso ha un motivo in più per allontanarli : da vera amica qual è, Kaoru è sicuramente dispiaciuta per Saint Just e teme che l’entusiasmo e l’affetto esorbitante della propria madre possano demoralizzarla più che mai; sa che Saint Just è triste per l’assenza dell’amata sorella Fukiko presa sempre, solo ed esclusivamente dagli affari suoi, e vedere le altre ragazze circondate dal giubilo e l’interesse dei propri parenti accentua senz’altro il suo senso di solitudine ricordandole oltretutto più che mai la madre morta. ‘Kaoru è davvero una ragazza sensibile’ pensa Nanako.
Nanako si gira verso Saint Just e la vede infatti un po’ triste, indifferente a tutti i complimenti che le ragazze del Seiran fanno anche a lei.
Nanako l’abbraccia ancora, le fa un’infinita tenerezza; ha la conferma che Saint Just è triste dall’abbraccio quasi soffocante che le restituisce.
“Nanako puoi aspettarmi mentre vado a fare la doccia e dopo restare un po’ con me?”
“Io per te ci sono sempre, sennò che fidanzata sarei?”
“Grazie Nanako” dice con dolcezza e malinconia Saint Just.
 
Le giocatrici tornano negli spogliatoi per fare la doccia. Nanako resta sul campo ad aspettare Saint Just quando si sente chiamare da Kaoru che si è già cambiata “Nanako mi raccomando stalle vicina, per Rei sei molto importante, mi dispiace per come si è comportata mia madre, che ha ricordato a Rei l’assenza della madre; se questo non bastasse, Lady Arpia ha colpito ancora. Io devo andare con tuo fratello e mia madre, ma tu mi raccomando, conto su di te”
“Non ti preoccupare Kaoru, non c’è bisogno me lo chiedi”.
Dopo un po’ arriva Saint Just vestita nuovamente in borghese con l’aria mesta; Saint Just rivolge a Nanako un sorriso malinconico e la prende per mano. Nanako la riempie di complimenti per la partita, parla di sport in generale, ma Saint Just è taciturna. Nanako si sente stringere il cuore, non riesce a vederla così, pensa a quanto è fortunata lei : ha due genitori molto presenti, anche troppo – pensa - , non vuole più lamentarsi e accusarli di essere ingombranti, ha poi un fratello semplicemente perfetto, cosa può volere di più a livello familiare?
Le ragazze passano davanti a una pasticceria. “Saint Just che ne dici di festeggiare con un bella fetta di torta accompagnata da una tazza di cioccolata calda con la panna?”
Incurante dei passanti Saint Just l’attira a sé e l’abbraccia di nuovo appoggiando la propria gota su quella di Nanako; Nanako sente che la gota di Saint Just è bagnata ed è calda, devono esserle uscite da poco delle lacrime, le accarezza i morbidi capelli biondi.
“Nanako non mi lasciare mai”.
“Non ti lascerò mai Saint Just per niente al mondo, dai mangiamo una fetta di torta”.
“Non mi va”.
“Ti vogliamo tutte molto bene Saint Just, non devi sentirti sola e abbandonata, ti staremo sempre vicine, e poi è grazie a te e a Kaoru se la vostra squadra è stata ammessa al campionato delle 6 squadre migliori della provincia, siete state fantastiche, sembravi una prestigiatrice con quella palla, non devi essere triste, perché sei circondata dalla stima e dall’affetto di tutte le numerosissime studentesse del Seiran”.
Saint Just lascia l’abbraccio, prende per mano Nanako e continua a camminare “Sei sempre molto cara, ma il fatto è che oggi la mia mamma non c’era; quando ho visto i genitori di noi giocatrici che assistevano alla partita con un interesse più o meno manifesto, che hanno esultato per loro e si sono poi complimentati, non ho potuto fare a meno di pensare alla mia mamma, a quanto sarebbe stata orgogliosa di me e della nostra squadra, lei ci teneva così tanto che fossi brava a scuola, che emergessi in tutte le discipline, che facessi il liceo e poi l’università come avrebbe voluto fare lei, invece tra poco più di 3 mesi mi diplomerò e lei mi ha vista giusto iniziare le medie, perdendosi tutto il resto”
“Saint Just, anche se non vedi tua madre, lei è comunque accanto a te, noi non ci rendiamo conto della presenza dei nostri cari morti perché loro vivono in una dimensione che noi non riusciamo ancora a percepire, ma sono sempre con noi e continuano ad amarci. Del resto per tutte le esperienze extrasensoriali che abbiamo avuto noi dobbiamo essere le prime a credere in una quarta dimensione”.
“Non lo so Nanako, non ne sono sicura, e comunque : ammesso e non concesso che l’anima sopravviva alla morte fisica, a che serve se tanto non possiamo interagire con i nostri cari defunti?”
Nanako non sa cosa rispondere, lei che ha sempre una risposta pronta per tutto, per la prima volta non sa che dire.
Lei del resto non può capire perché grazie a Dio ha ancora sua madre; non osa neppure immaginare quanto debba essere straziante perdere la madre da bambini come è successo a Saint Just; è sicuramente un trauma e una sofferenza che ti porti dietro tutta la vita, con cui impari a convivere, ma che lascia un segno indelebile, specie se i parenti che ti restano non sono propriamente il massimo come nel caso di Saint Just : un padre patologicamente arrogante, superficiale ed egoista, che ha occhi solo per quella straviziata bizzosa della sorella Fukiko, sempre dedito al lavoro e ai suoi affari; la sorella Fukiko egocentrica ed egoista quanto il padre; meno male almeno il fratello Takashi è buono, ma da quando si è laureato sgobba tutto il giorno nell’azienda di famiglia e a malincuore ha poco tempo per le sorelle e gli amici; lui sarebbe andato alla partita, ma sfortuna ha voluto dovesse andare a Londra proprio in questi giorni.
Si sente impotente e inutile, perché non è in grado neppure lontanamente di capire come possa essere la situazione di Saint Just.
Deve però dire qualcosa “Saint Just, so che nessuno può sostituire la figura di tua madre; tra l’altro, per avere avuto una figlia come te era sicuramente una donna meravigliosa; però, anche se nessuno potrà mai sostituirla e anche se non ti può consolare, sappi che io ti amo così tanto che il cuore a volte mi sembra stia per rompersi, tutti i giorni mi sembra di vivere in un sogno da quando sono fidanzata con te e ho paura di svegliarmi e di scoprire che non è così, io non posso fare a meno di te, ho paura a pensare a quanto soffrirei se tu non mi volessi più, altro non so dirti perché io non conosco la tua situazione e qualsiasi cosa ti dicessi risulterebbe banale, patetica o anche sbagliata. Io ti sono accanto, e facciamo quello che vuoi tu, anche solo passeggiare in silenzio, io non voglio forzarti”.
“Sei il mio angelo custode Nanako, meno male ho te, scusami se ti ho rattristato, ma ho avuto un attimo di malinconia e volevo confidarmi”.
“Saint Just non possiamo essere sempre uguali e brillanti, essere amici o fidanzati significa essere vicini gli uni agli altri anche nelle difficoltà e quindi confidarsi, per avere un confronto, chiarirsi, risolvere o almeno capire situazioni non semplici”.
“Se sto così è anche per Fukiko, lei mi vuole molto bene ma viene sempre lei prima di tutto e tutti, da quando poi è all’università è diventata ancora più egocentrica. L’altro giorno sono passata da casa di una mia compagna di classe per scambiarci delle schede di filosofia, e ho visto questa mia compagna con le sue sorelle. Sono tre sorelle molto affiatate, facevano finta di darsi noia, magari dopo un po’ si sfiancavano coi loro dispetti, ma erano molto complici.
Fukiko mi vuol molto bene, ma non c’è mai con lei una risata, un momento di battuta, uno scherzo, con lei c’è sempre massima compostezza e serietà, sta con quelle sue amiche pesanti, ci confidiamo poco per quel suo stramaledetto orgoglio, lei deve sempre mostrarsi sopra le righe, impeccabile, inscalfibile, e quindi non si confida perché ciò rappresenterebbe una debolezza e lei per carità non è mai debole, lei è fortissima, per lei una parola in più significa abbassarsi al livello di gentuccia melensa e smidollata, mi confido più con mio fratello però lei è mia sorella…”
Nanako non sa che rispondere “Ognuno ha il suo carattere, magari le 3 sorelle che hai visto litigheranno anche loro, non puoi basarti su quello che hai visto un pomeriggio, l’unica cosa che conta è che tua sorella ti vuole molto bene, a modo suo, ma te ne vuole molto”.
Saint Just sta piangendo “Nanako io vorrei un rapporto più aperto e concreto con mia sorella, senza sentirmi inadeguata, vorrei mostrassimo apertamente i nostri caratteri, condividere interessi, amicizie, invece non facciamo mai nulla insieme, quando poi è sotto esame come in questi giorni io e Takashi non possiamo neppure avvicinarci a lei per la solita storia della deconcentrazione. Scusami Nanako ti sto annoiando…”.
Piange. Piange sommessamente. Si sono fermate a sedere su una panchina, Nanako l’abbraccia “Non mi annoi affatto, anzi noi dobbiamo essere unite più che mai nei momenti difficili. Lady Miya ha il suo carattere super orgoglioso, è fatta così. Avete caratteri e giri di amicizie diversi, però si deve anche essere indipendenti dalla propria famiglia, guarda me e Take, ci conosciamo da due anni soltanto, da appena un anno so che è mio fratello, non abbiamo mai vissuto insieme, 7 anni di differenza di età, amicizie e giri per forza di cose diversi, eppure ci vogliamo un bene infinito”.
“Ma io e Fukiko siamo praticamente coetanee, e poi tu con Take ti confidi, parlate, vi mettete a confronto, con Fukiko si deve essere sempre perfetti”.
“Perché non affronti con lei il problema?”
“Perché con lei non c’è mai nessun problema da affrontare. Anche ora mi brontola perché non ho ancora scelto l’università; lei mi ricorda di continuo che già da piccola aveva deciso di fare il giudice, che ha sempre avuto una grande passione per il diritto e le regole in generale, che mi devo dare una mossa, eccetera eccetera, lei è sempre quella perfetta da prendere d’esempio”.
“Però ti vuol bene e pur col suo carattere c’è sempre, l’ho visto quanto sta male se stai male anche tu”.
“Mi dispiaceva tanto quando sentivo delle nostre compagne di scuola che la additavano come antipatica, che erano contente fosse stata abolita la Sorority e che lei avesse finalmente abbassato la cresta. Cosa credi? Io lo so che Kaoru la chiama ironicamente Lady Simpatia, l’ha chiamata così davanti a me quando bisticciarono al centro di fisioterapia per la faccenda dell’avv. Fujiwara. In fondo mia sorella è buona e mi dispiace così tanto che si renda supponente e a volte anche sprezzante; che c’è di male a far vedere che si è buoni? E soprattutto cosa c’è di bello a rimanere antipatici e ad essere scansati? E poi quella storia delle public relations … tutta quella ipocrisia, quel voler frequentare e fingere affetto verso persone che tolleri a stento solo in cambio di successi sociali; l’amicizia deve essere un sentimento puro, spontaneo, naturale, senza secondi fini, che nasce dal cuore; come si possono scegliere gli amici con la testa o meglio con l’opportunismo e il calcolo dei profitti, fingendo di essere diversi da ciò che siamo?”
“Devi capire che Fukiko ha sofferto moltissimo per l’abolizione della Sorority; una ragazza orgogliosa come lei, abituata a essere sempre sul piedistallo, molto acclamata e adorata, con un seguito di fedelissime, si è vista spodestare da un giorno all’altro dal trono di superiorità e diventare una ragazza come le altre; oggettivamente per lei è stato un trauma il cambiamento da super top star dell’istituto Seiran a ragazza della porta accanto. Oltretutto, quelle che credeva amiche si rivoltarono contro di lei e dopo a fatica la salutavano, erano gelose di lei, si fingevano amiche per tornaconto, e abolita la Sorority si sono divertite a mostrarle indifferenza per la loro brutta gelosia. Fukiko ha quindi subito un trauma e un tremendo tradimento. Per reazione e senso di rivalsa, per non dare soddisfazione alle sue ex amiche divenute sue detrattrici, per non soffrire, per non essere nuovamente destabilizzata da una delusione, per non perdere quello che tu giustamente chiami il suo stramaledetto orgoglio ha deciso di essere superiore ai sentimenti e di comportarsi solo secondo il suo tornaconto, è una reazione dettata dalle sue delusioni, quasi una vendetta trasversale”.
“Cosa c’entrano però le altre persone? Dovrebbe rifarsela con chi si è comportato male con lei, anziché con chi non le ha mai fatto nulla. In questa maniera alimenta una spirale senza fine di invidie, ipocrisie e opportunismi che alla fine mina i sentimenti e i rapporti sociali, arriverà a privarsi dell’amore e della simpatia delle persone, sarà in compagnia ma sostanzialmente sola. Sono così triste per lei, mi dispiace così tanto per lei, per le sue delusioni e per le sue reazioni che l’hanno messa in un ginepraio di negatività, soffro quando vedo che lei si pone male con gli altri, soffro perché poi la prendono in antipatia, mi arrabbio perché non vuole ragionare e capire che sbaglia, che così sarà priva di relazioni amicali e di sentimenti autentici, è mia sorella, la amo e temo per lei, ma lei rimane sulle sue posizioni, non ci ragioni, e penso che se le cerca, ma mi dispiace pensarlo…”. Saint Just ricomincia a piangere, vuole davvero molto bene a sua sorella, è normale sia preoccupata e affranta per lei. “Soffro così tanto a sapere che ci sono tante persone che le parlano male alle spalle, che la considerano antipatica o peggio ancora una brutta persona, è come se dicessero quelle stesse cose di me”.
Nanako continua a non sapere che dire perché Saint Just ha ragione su tutta la linea. “Saint Just ti capisco. Anch’io voglio talmente bene a mio fratello che non accetto critiche contro di lui, soffro se lui è triste e ti confido che ce l’avevo un po’ con Kaoru l’anno scorso, quando lo faceva piangere perché voleva rassegnarsi in tutti i modi alla fine della loro storia. In questo caso, però, tu non hai colpe. Ognuno di noi si assume le responsabilità delle sue scelte, e quando Fukiko si accorgerà prima o poi delle conseguenze di ciò che fa, prenderà le sue dovute decisioni. Non puoi farle da balia, visto anche il suo orgoglio; hai ragione a farglielo notare, però Fukiko è una ragazza intelligente; se nonostante tutto va avanti per questa direzione, non puoi farci nulla; forse vuole rendersene conto da sé oppure in questo periodo deve giusto rivalersi perché l’episodio della Sorority è ancora molto recente, è successo neanche un anno e mezzo fa. Aspetta a preoccuparti così tanto per lei. Ma l’unica cosa che conta alla fine – credimi – è che lei ti voglia bene e ti sia vicina nelle difficoltà, pensa solo a questo, non puoi pretendere che due sorelle siano uguali. Voi avete le vostre personalità indipendenti e questo rimarrà così per sempre. Se fossi stata figlia unica sarebbe stato peggio non trovi?”.
“Grazie Nanako, mi rassereni sempre, meno male ci sei tu a ridarmi l’ottimismo”.
“Fukiko è molto fortunata ad averti come sorella”.
“Hai sempre una parola bella per tutti, Nanako. Sei riuscita a scacciare tutte le mie nubi. Oggi sono stata sottosopra, probabilmente perché mi è mancata in particolar modo mia madre, sarà che si avvicina il momento della scelta dell’università e non ho ancora deciso e la mia mamma avrebbe voluto assistere in prima linea a questa scelta. Senti, mi accompagneresti al cimitero?”
“Certo!”
Saint Just si rasserena; le ragazze si fermano in un negozio di fiori dove acquistano un bel fascio di fiori misti che scelgono insieme dai colori super variopinti, spiccano le rose rosse, un fiore che a Saint Just piace moltissimo, il mazzo è costato un bel po’ di soldi, ma per la sua mamma questo e altro.
Arrivano al cimitero, Saint Just accende degli incensi e dei ceri e comincia a parlare con sua madre, le racconta della partita, dei capricci di Fukiko, sembra parli con una persona. Nanako è commossa, pensa a quanto deve aver sofferto Saint Just, a quanto senta la mancanza della madre, pur avendo dovuto imparare a convivere con la sua assenza. “Mamma questa è la mia fidanzata Nanako, ti avevo già parlato di lei, è la fidanzata più dolce, affettuosa, premurosa e buona d’animo che ci sia. Oggi te l’ho voluta presentare di persona; hai visto come l’ho scelta bella? Ti sarebbe piaciuta tantissimo, mamma, è buona e affettuosa come te! O forse me l’hai mandata proprio tu?”
Nanako si asciuga gli occhi, stando attenta che Saint Just non se ne accorga. Siamo alle soglie dell’inverno, ormai è buio, e si sente di più il freddo. “Ciao Mammina, torniamo presto, te lo prometto”. Le ragazze si prendono per mano e si avviano verso le rispettive case con ottimismo e progetti. Saint Just ora è davvero serena, fa battute, ride, è una ragazza con un grandissimo bisogno di amore, a cui basta davvero poco per ridere ed essere allegra; nei suoi comprensibili momenti di tristezza è sufficiente dimostrarle affetto per scacciare le sue nubi, è un’anima semplice e questo la rende una persona magnifica – pensa Nanako.
“Grazie Nanako per esserci sempre, per  me ormai sei indispensabile”.
“Nemmeno io posso stare senza la mia bambola Saint Just”.
Arriva il bus di Nanako, le ragazze si scambiano un fugace bacio sulle gote e si salutano.
 
Dall’altra parte Kaoru sta facendo salti di gioia per l’ammissione della sua squadra al campionato delle migliori 6 squadre provinciali; è euforica all’idea delle prossime partite che le costeranno lacrime e sangue fra allenamenti e studio pre diploma, ma non è spaventata dalla fatica perché per le sue passioni è disposta a questo e ben altro; come il suo ragazzo Take, non sente alcun sacrificio nel trascorrere ore e ore a sgobbare per ciò che le piace e per raggiungere i suoi obiettivi.
All’improvviso ha un momento di malinconia. La palla a canestro è il suo primo grandissimo amore; anche se ha deciso di non farne il suo lavoro e di interrompere l’agonismo dopo il liceo per la sua vocazione mistica per la medicina, realizza per la prima volta che comunque quegli allenamenti intensi e quotidiani, l’ebbrezza delle partite importanti, l’adrenalina durante le dispute, il senso di sconfitta se perdi e l’esaltazione per la vittoria volgono alla fine, da lì a meno di 4 mesi non ci saranno più, ci sarà solo un hobby neanche troppo continuativo.
Kaoru aveva 5 anni quando iniziò a giocare, e fino all’ingresso alle scuole medie correva per il campo con i capelli raccolti in due crocchie intrecciate ai lati della testa o in due code da cui scendevano lunghe trecce svolazzanti, che non sopportava e che sua madre le permise di tagliare appunto solo quando arrivò alle medie!
13 anni di allenamenti non si dimenticano così…ma la palla a spicchi è appunto una grande passione, mentre la medicina è una vocazione, qualcosa di indefinibile e molto intenso; è stata come una vera e propria chiamata, e da quando ha realizzato quel giorno poco più di un anno fa di essere un medico nell’anima, per Kaoru è impensabile prendere in considerazione qualsiasi altra strada.
Mentre prepara il letto per andare a dormire, si abbandona a pensieri molto più grandi di lei. Si chiede se avrebbe fatto la stessa scelta nel caso non fosse mai stata vittima di quel tremendo errore medico che le si para davanti ogni volta in cui nel sistemarsi una maglia o una camicia le cade l’occhio sul suo busto liscio. Si chiede come sarebbero andate le cose se non avesse trascorso quell’anno da incubo fra l’estate del 1990 e l’estate del 1991, e se quella mattina non avesse deciso di guardare negli occhi il responsabile di quello scempio da lei ingiustamente subito. È una reazione? Avrebbe fatto comunque quella scelta? La medicina era la sua vocazione autentica o lo era diventata per gli avvenimenti di cui era stata vittima? E se quella mattina non avesse avuto il coraggio di andare all’ospedale e sfidare con lo sguardo il suo ex oncologo?
Forse è inutile farsi troppe domande, alla fine conta il risultato. Kaoru ormai ha preso la sua decisione e trova inconcepibile fare diversamente.
A un tratto ha un’associazione di idee e si sente confusa. Non ci aveva ancora pensato, e a questo punto quando si sente sperduta deve stringere al cuore la sua Kitty, la bambola neonata compagna inseparabile della sua infanzia, avvolta in una copertina a fiori colorati su sfondo bianco, ammaccata dai loro giochi estenuanti. Kaoru mette da parte il sonaglio a stelle che Kitty ha in mano e lo infila nel cassetto da lei chiamato ‘cassetto delle cianfrusaglie’, dove conserva come ricordo affettivo di infanzia il biberon di suo fratello Goro che lei stesse ‘prese in prestito’ per la sua Kitty (ma questa è un’altra storia…).
Kaoru sa già che la facoltà di medicina prevede il tirocinio in corsia negli ospedali universitari e che l’ospedale dove lei venne ‘curata’ o per meglio dire martoriata è un ospedale universitario tappa imprescindibile degli studenti di medicina della città.
Kaoru, a differenza di Rei, non vuole più vedere e frequentare posti che le causano brutti ricordi; vuole tenere alla larga anni luce tutto ciò – luoghi, oggetti, abbigliamento – che associa a periodi brutti della sua vita, in particolare a quel terribile periodo in cui le avevano detto che era malata, l’avevano sottoposta a cure massacranti, le avevano prospettato una morte sicura con il suo nulla eterno in caso di un eventuale ritorno di ‘lui’ nel giro di 5 anni. È orribile per chiunque sentirsi la spada di Damocle della morte, ma per una ragazza di soli 16 anni è sicuramente molto peggio; a 16 anni hai appena assaggiato la vita, non hai avuto tempo nemmeno di cominciare a porre le basi per realizzare i tuoi progetti ed ecco che dalla sera alla mattina finisce tutto, senza aver fatto alcuna esperienza.
Le vengono le lacrime agli occhi all’idea di rimettere piede in quell’ospedale dove è stata vittima di errori imperdonabili….soprattutto non vuole più vedere quel medico raffazzone che è stato causa di tutti i suoi guai. Sa che non gli verranno più affidati tirocinanti e specializzandi, ma prima o poi dovrà necessariamente rivederlo per le corsie.
Per Kaoru tornare in quell’ospedale non sarebbe un modo di azzeramento delle negatività del passato come per Saint Just, ma sarebbe al contrario un ricordo continuo proprio di quelle negatività, un continuo riviverle per restarne perennemente prigioniera.
Questo per lei non indifferente neo è comunque soccombente rispetto alla sua vocazione. Lei si sente medico e lo diventerà anche a costo di dover tornare in quell’ospedale.
Tuttavia, all’improvviso ha un guizzo, le balena un’idea per la mente, mentre ormai è già a letto….se andasse a studiare in un’altra città, potrebbe avere tutto : compiere quella che ormai considera la sua missione e nello stesso tempo liberarsi definitivamente dagli incubi del passato. Ha ottenuto un assai cospicuo risarcimento dei danni dall’assicurazione dell’ospedale, un risarcimento strabiliante, che le può permettere di studiare lontano da casa e avere ancora da parte diversi risparmi al momento della laurea; una volta laureata, si sarebbe mantenuta con le borse di studio per gli specializzandi senza intaccare il residuo risarcimento, in modo da avere una riserva di risparmi assicurata.
L’idea di studiare lontano da casa la sta entusiasmando per tanti motivi. Intanto, - cosa principale e più importante in assoluto – non rimetterebbe mai più piede in quell’ospedale fonte di traumi, spettri spaventosi e terrore del nulla, non vedrebbe nemmeno in tralice il suo ex oncologo, in altre parole chiuderebbe ogni ponte con l’esperienza più drammatica della sua vita.
Inoltre, Kaoru ha sempre avuto uno spirito libero, ama moltissimo la sua famiglia, dai fratellini pestiferi ai suoi genitori, ha un rapporto molto aperto con sua madre con cui fra un piccolo battibecco e l’altro si confida quando è triste o non le torna qualcosa, però vuole avere anche i propri spazi, la sua vita, la famiglia è la sua roccia e punto di riferimento, ma vuole saper essere indipendente, autonoma, cavarsela da sola. In altre parole Kaoru vuole fare le sue esperienze con tutte le difficoltà del caso, uscire dal guscio protettivo della famiglia e imparare da subito a farsi strada da sola nel mondo.
Le piace molto anche l’idea di vivere con delle coetanee, sa bene dai racconti del suo ragazzo che la convivenza coi coetanei non è tutta rosa e fiori, non è come quando esci con le tue amiche di sempre e poi tornate a casa, però … imparerebbe a convivere, a rapportarsi con altre persone, alcune più simpatiche altre meno, ma questo potrebbe solo arricchirla – continua a pensare.
Mentre fantastica a occhi aperti sulla sua vita da studentessa universitaria fuori sede, Kaoru spalanca all’improvviso gli occhi : i suoi genitori le darebbero il permesso? Comunque è minorenne, il suo risarcimento è gestito dai suoi genitori che considererebbero senz’altro uno spreco studiare lontano da casa quando abiti in una città universitaria. Poi i suoi genitori sono molto tradizionali : si lascia la famiglia solo se proprio non si può farne a meno. E quindi? Rimandare un trasferimento fra 6 anni quando si sarà laureata? Si sente in trappola dei suoi incubi. Guarda malinconica la sua Kitty, amica inseparabile della sua infanzia.
A proposito di convivenza coi coetanei…e le sue amiche? e Nanako? e Rei? e il suo ragazzo Takehiko? Se andasse a studiare lontano da casa avrebbe molti meno rapporti con queste persone che per lei hanno un’importanza vitale. Soffre molto all’idea di perdere la quotidianità con Rei, Nanako, Mariko che stravede per lei ed è la sua fan numero 1; sono le sue vecchie amiche, ne hanno passate tante insieme. Inoltre, è molto innamorata di Take, a gran fatica e per miracolo sono tornati insieme, poi lui è stato 9 mesi in Germania, se dopo soli 9 mesi che si frequentano di nuovo se ne va – questa volta lei – forse … lontano dagli occhi lontano dal cuore? Sono molto giovani, è vero, chissà se e quanto durerà la loro storia – fosse per lei durerebbe in eterno - , però piange all’idea di allontanarsi da Take di nuovo, perché tiene davvero moltissimo a lui…
No, ha deciso, non è tanto per la sua famiglia, da cui a fin di bene vuole staccarsi presto, ma per un insieme di considerazioni logistiche e affettive che rimarrà a studiare in città e affronterà a testa alta i suoi fantasmi sconfiggendoli e rendendoli invisibili – almeno così pensa e spera – . Guarda la sua Kitty, è davvero convinta? Kaoru sa già che nella vita si deve scegliere, che ogni scelta comporta delle rinunce e dei compromessi, e così sarà anche stavolta. Non sa ancora cosa il destino, il caso o qualunque cosa sia ha in serbo per lei….

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Capitolo 28
*** Tempo di scelte ***


Nanako e Kaoru sono entrambe tristi perché hanno avuto una notizia che le ha davvero destabilizzate.
Takehiko ha avuto un’offerta di lavoro meravigliosa da un’università molto prestigiosa di Sapporo nel nord del Giappone; giustamente ha deciso di accettare, ma nello stesso tempo si sente in colpa.
Al ritorno dalla Germania nella università dove si è laureato si è dovuto accontentare di una borsa di studio con cui a stento arriva a fine mese, tanto da aver deciso di tornare a dividere casa con altri ragazzi lavoratori e studenti fuori sede per risparmiare un po’ di soldi. Era demoralizzato perché sembrava che almeno per i prossimi anni avrebbe dovuto accontentarsi di borse e assegni di studio, contratti a progetto dalle entrate modeste da integrare necessariamente con altri lavori tipo supplenze scolastiche o ripetizioni private con tutte le incertezze del caso anche per sbarcare il lunario; aveva, pertanto, fatto domande per lavorare anche in altre università magari dove mettere in pratica l’esperienza fatta in Germania. È giovane, ha solo 24 anni, è un peccato sprechi subito anni preziosi in cui potrebbe porre le basi per una proficua carriera; certi treni passano solo i primi anni successivi alla laurea, dopo non passano più e quindi ha accettato felicemente la proposta.
Sa che soffrirà moltissimo a staccarsi dalla sorellina e dal padre appena ritrovati, dagli amici di sempre e dalla sua dolce e bellissima Kaoru, ma deve guadagnare, mantenersi, mettere a frutto in modo degno i suoi studi, è il suo dovere, e - ancora prima - il suo dovere è realizzare i suoi sogni. Non vuole diventare un complessato o un frustrato, né tanto meno rimanere un eterno ragazzino, ma vuole diventare un uomo maturo fiero di sé che continua a perseguire con entusiasmo i suoi obiettivi e a imparare nuove cose.
Questo non significa abbandonare amici e parenti, che continuerà a seguire, a cui cercherà di non far sentire la sua assenza, riuscirà a fare tutto perché fare ciò che piace e avere soddisfazioni da ciò che si fa dà una grandissima energia, forza fisica e mentale, e consente di fare il triplo di quanto si riesce a fare in condizioni diverse.
E con Kaoru come la mette? Ci prova! Le chiederà di iscriversi alla facoltà di Medicina di Sapporo. Il contratto di lavoro gli dà delle belle entrate, cifre che neanche immaginava di guadagnare all’indomani della laurea, potrebbe pagarle una camera in uno studentato per universitarie.
In realtà avrebbe voluto chiederle di sposarlo, come già le confidò l’anno scorso nella lettera per S. Valentino dalla Germania, ma teme di farla scappare. Kaoru non ha neanche 19 anni, si sta diplomando, lui alla sua età non si sarebbe sposato neanche morto; Kaoru inoltre è uno spirito libero, chissà se avrà mai voglia di sposarsi, senza contare che oggettivamente entrambi sono molto giovani, che lui deve vedere come va questo lavoro, insomma decide saggiamente di non precipitare gli eventi….
Così Takehiko ha chiamato a raccolta la sorella e la fidanzata e a entrambe ha comunicato la sua decisione, ovvero di aver accettato l’offerta di lavoro. Da aprile, ovvero dall’inizio del nuovo anno accademico si trasferirà al nord.
Nanako comincia a piangere, ma essendo una ragazza matura capisce perfettamente; “proprio ora che ci eravamo ritrovati, prima 9 mesi in Germania, e ora che finalmente eri tornato, che iniziavamo a conoscerci, a frequentarci, rivai via”, Nanako non trattiene le lacrime “Caro fratello, non voglio sembrarti egoista, al tuo posto avrei fatto la stessa scelta, però per me mi dispiace, chissà papà che dirà…”.
“Papà è stato il primo a saperlo, e pur dispiaciuto per i tuoi stessi motivi è comunque felicissimo per me, ha detto che sarei stato pazzo a rifiutare, un lavoro così non si rifiuta mai, specie se le alternative lasciano a desiderare. Se magari l’avessi rifiutato, chissà quando e se mi sarebbe ricapitata una simile occasione, forse fra molti anni, col rischio di accumulare intanto delle insoddisfazioni. Per me sarete sempre molto importanti e vi chiamerò tutti i giorni, cercherò di scendere il finesettimana il più spesso possibile, non ci perderemo mai, specialmente con te amore mio più grande del mondo” dice rivolgendosi a Kaoru che sembra una statua di sale. La trascina a sé e le dà un bacio sulla fronte, ma Kaoru non si riprende, le scende una lacrima “Tesoro mi capisci vero? Io non ti lascerò mai, per me esisterai sempre e solo tu, ma l’ho fatto anche per te. Se diventassi un ragazzo deluso e demoralizzato alla fine ne risentirebbe anche la mia vita affettiva e sociale. Purtroppo, ho visto degli uomini ormai quarantenni che per non allontanarsi dalla famiglia si ritrovano alla loro età a fare lavori precari e a essere delle persone incomplete, mai cresciute del tutto con tutte le frustrazioni annesse, e io non voglio rischiare di diventare così, lo devo fare per me e per chi mi vuole bene, a cominciare da te, perché siate tutti fieri di me”.
“Io ti do ragione Take, hai fatto la cosa giusta, non ti avrei mai permesso di rinunciare per me ai tuoi sogni; del resto l’abbiamo sempre detto ‘amore è anche lasciare libero chi ami di realizzare i suoi sogni, anche a costo di stare lontani’”.
“Non staremo lontani se ti iscrivi alla facoltà di Medicina della città dove mi trasferisco, guadagno così bene che posso pagarti una stanza in un collegio universitario. Sarebbe bellissimo, un’esperienza insieme. Sorellina” – si rivolge a Nanako – “fammi da testimone che gliel’ho proposto e che ci tengo”.
Nanako è commossa dalla generosità del fratello.
Kaoru ha l’occasione che aspettava. Proprio in questi giorni pensava a quanto le sarebbe piaciuto studiare lontano da casa, e ora le si offre su un piatto d’argento quest’occasione. D’impulso risponde “Quanto mi piacerebbe Take, mi è sempre piaciuta l’idea di lasciare casa all’università, di sfruttare il mio maxi risarcimento per perseguire questo sogno ma i miei genitori temo non mi autorizzeranno”.
Takehiko si assume la responsabilità di parlarne con i genitori di Kaoru. Nanako tifa per loro, e in fondo in fondo anche Nanako pensa che vorrebbe andare a stare per conto suo all’università, ma lei ha ancora tempo davanti….
 
 
Il gruppetto di Kaoru, Nanako, Tomoko, Rei e Mariko sta pranzando insieme alla mensa scolastica. Siamo in pieno inverno, è freddo e le educande mangiano tutte nella grande sala mensa interna alla scuola; la sala ha quadri cupi attaccati alle pareti raffiguranti scene di guerra o figure tradizionali giapponesi, lampadari molto luminosi con le lampadine a neon che riescono a illuminare a giorno la sala da pranzo anche quando fuori il cielo è color antracite come oggi.
Kaoru e Rei si confidano sulle loro ormai improcrastinabili scelte. È un periodo di grande stress per loro; il campionato delle 6 migliori squadre di pallacanestro provinciali sta andando bene; mancano solo 2 partite e finora il Seiran sta andando davvero alla grande, ha pareggiato una partita e le altre sono state tutte vinte, ha buone possibilità di vincere la coppa o comunque di piazzarsi entro il terzo posto. Agli allenamenti intensi deve aggiungersi lo studio altrettanto intenso e defatigante per le verifiche finalizzate al diploma; il Seiran è un educandato molto selettivo, con prove di verifica decisamente complicate, molte ragazze, che arrivano col massimo dei voti conseguito in terza media, si devono ritirare in altri istituti più semplici già durante il primo anno per non perdere l’anno scolastico; tuttavia, alla vigilia del diploma le verifiche diventano particolarmente difficili, senza contare che la sezione di Kaoru e Saint Just è la più severa dell’educandato con la temibile ‘vecchia’ a insegnare giapponese antico.
“Saint Just dove pensi di iscriverti?” chiede curiosa Tomoko.
“Sei brava a tutto Saint Just dalle materie umanistiche a quelle scientifiche, sei anche molto portata per la musica, tu hai davvero l’imbarazzo della scelta” aggiunge Mariko.
“Ci ho pensato parecchio, e alla fine ho deciso di seguire le mie passioni, la letteratura e la musica”.
“Entrambe?” esclamano Mariko e Tomoko; Nanako e Kaoru sono già a conoscenza della scelta.
“Sì; in pratica mi iscrivo alla facoltà di Letteratura, voglio inserire nel piano di studi degli esami di giapponese antico e di francese; mi piacerebbe fare un’esperienza di qualche mese in Europa come il fratello di Nanako, mi piacerebbe andare in Francia, approfondire il decadentismo e il naturalismo francese; in contemporanea mi iscrivo al conservatorio per prendere una laurea in pianoforte”.
“Saint Just quante cose vuoi fare, come fai?!” esclamano in coro Tomoko e Mariko.
“Be’ la mia bambola Saint Just sa fare le magie” risponde con una punta di orgoglio Nanako, e mette un braccio intorno alla vita della sua bambola vivente.
“In realtà io mi concentrerò parecchio sulla facoltà di lettere, e nei ritagli studierò pianoforte. Quando segui le tue passioni e i tuoi interessi ti diverti e basta, non ti stanchi mai. Amo troppo la musica classica per renderla un semplice passatempo saltuario e quindi piano piano, magari a 30 anni (!), magari quando lavorerò già da diversi anni con la letteratura, conseguirò anche la mia laurea in pianoforte”.
“WOOW” dicono Tomoko e Mariko.
“E magari poi prendi pure una terza laurea” dice Kaoru a presa di giro bonaria
“Scherzaci, ma io adoro anche la matematica, me l’ha fatta piacere mio fratello, è divertente, stimolante e legata alla musica, chissà se un domani a tempo perso - dopo la laurea in lettere -procederò anche con una laurea in matematica!”
Nanako la guarda estasiata, ha una fidanzata così geniale, così eclettica, con un cervello flessibile e recettivo, le sembra una dea, troppo intelligente e perfetta per essere reale!
“Pronto Nanako? Ci sei o ci hai lasciate?” ride ancora Kaoru in vena di scherzi, intenerita da Nanako contemplante la sua amata.
Tutte ridono, finchè Rei/Saint Just prende a sua volta in giro Kaoru “E tu dottor Kaoru perché non racconti che ti stai già preparando per l’esame di ammissione a Medicina? E perché non confidi anche a loro quello che hai raccontato a me e di cui è stata testimone diretta Nanako?”
Kaoru inizia a raccontare di Takehiko, della sua proposta, giunta proprio nel momento in cui lei pensava le sarebbe piaciuto lasciare casa dei genitori.
Subito incalza Mariko agitatissima “Dottor Kaoru, nella nostra città ci sono due ottime facoltà di Medicina, che bisogno hai di studiare lontano da casa? Non pensi alle tue amiche? Perché te e Takehiko volete sprecare soldi e tu in particolare perché vuoi trascurare i tuoi affetti se puoi farne a meno? Vuoi mettere la comodità di studiare a casa? Io non potrei mai lasciare voi e non potrei mai allontanarmi dalle mie cose e dalla mia mamma che è la mia amica n°1, ma scherziamo? Queste cose le fa solo chi non può farne a meno”.
Nanako tira sotto il tavolo un calcio sulla caviglia di Mariko; Saint Just chiaramente non ha mai superato il trauma della morte della madre e può immalinconirsi a sentire Mariko vantarsi del suo mammismo.
“Calmati Mariko, i miei genitori ci hanno subito redarguiti : hanno fatto il tuo stesso discorso e hanno detto che l’università devo farla qua punto e basta. Non vogliono che Takehiko mi paghi il convitto o che io intacchi il mio risarcimento. Vogliono che studi a casa senza sperperi monetari, restando fedele alla famiglia e senza rischio di distrazioni di nessun genere”.
Mariko esulta “IUUUHUUU. I tuoi genitori sono un mito!”
Questa esultanza di Mariko infastidisce le altre ragazze soprattutto Nanako e Saint Just “A me piacerebbe studiare lontano da casa” dice seccata Nanako.
“Anche a me” fa eco Saint Just “ma a casa mia la pensano come da Kaoru, guardate mio fratello Takashi : per averci provato a suo tempo, manca poco le prende a 20 anni!”
“Io sto meglio a casa mia, sono contenta per questo di vivere in una città universitaria, ma credo ognuno debba seguire il suo istinto, non vedo nulla di male se Kaoru vuole andare via di casa” solidarizza Tomoko.
“Per me sarebbe stato molto importante lasciare casa e ricominciare altrove, lontano dai miei fantasmi, voi non potete capire che significa a 16 anni sentirsi dire che morirai entro 5 anni di un brutto male, il tutto per dei medici stupidi con cui rischio di dovermi ancora interfacciare. Poi era un’esperienza di vita che desideravo davvero fare, crescere, imparare a convivere con altre persone nel vero senso della parola, e soprattutto a cavarmela da sola, Take mi ha detto che a lui è servito molto”.
“Sciocchezze si deve sempre prendere la strada più comoda, già c’è tanto da studiare se in più ci carichiamo di altre responsabilità ci stressiamo, io poi ancora non sono pronta per lasciare la mia mamma e in quanto fortunatamente figlia unica non voglio saperne né di convivenze né di condivisione né ora né mai!”, prosegue Mariko, che, nonostante il calcio di Nanako, continua a  declamare il suo mammismo. Nanako le tira un altro calcio.
“Che fai? È già il secondo calcio stai attenta!”
Saint Just diversamente da Mariko ha capito il gesto di Nanako; prende a Nanako sotto il tavolo la mano bisbigliandole “lascia stare, non lo fa apposta”.
Subito dopo Saint Just prende la parola con aria cupa “Mia sorella disapprova in pieno la mia decisione. Dice che ho fatto delle scelte inutili, e che devo fare giurisprudenza come lei o comunque un indirizzo più redditizio, da mettere eventualmente a frutto nelle imprese di famiglia, perché non ha nessuna intenzione di mantenermi quando saremo adulte. Io invece voglio fare ciò che mi piace, che vita è condannarsi a fare per sempre ciò che non piace? Lavori peggio e meno anche se ti applichi di più, e ti rovini le giornate”.
Kaoru pensa il solito “Lady Arpia colpisce ancora” e, probabilmente nervosa anche per il divieto dei suoi genitori di trasferirsi, ha uno scatto d’ira “Abbiamo famiglie egoiste e paleolitiche, non capiscono che abbiamo la nostra personalità, la nostra mentalità, che non siamo fatti a loro immagine e somiglianza, che è normale fare ognuno le proprie scelte e seguire la propria strada, che siamo alle soglie del 2000 e si deve essere indipendenti dalla famiglia. Il mio ragazzo dice sempre che chi rinuncia ai propri sogni muore e loro vogliono farci morire. Ma è così sbagliato seguire le proprie passioni? Non capiscono che è proprio facendo ciò che non ci piace che siamo destinati a diventare dei falliti? Non capiscono che i figli devono essere autonomi, staccarsi dalla famiglia, che saper fare da sé è perfettamente compatibile con gli affetti familiari, e che deve essere un motivo di orgoglio anziché di rimprovero? Intanto io sono destinata a fare tirocinio in quell’orrendo ospedale dove mi diagnosticarono una malattia che non avevo e dovrò stare lontano dal mio ragazzo almeno 6 anni per restare attaccata alla gonnellina della mamma! Giuro che appena laureata, quando avrò la mia borsa di studio da tirocinante, scappo via, anzi a 20 anni divento maggiorenne e con il mio risarcimento seguo il mio ragazzo e andrò a vivere da sola, lo farò, i soldi si usano per quelle che riteniamo delle giuste cause”; Kaoru è arrabbiata.
“E io farò lettere e conservatorio alla faccia di mia sorella, le facoltà che mi ha proposto le trovo tutte noiose a cominciare da quella noia indigesta di giurisprudenza che fa lei; se poi avrò problemi, anch’io ho il mio risarcimento ottenuto dall’incidente stradale da sfruttare oppure mi adatterò a fare lavoretti vari, ma all’università voglio fare ciò che mi piace”; Saint Just è triste piuttosto che arrabbiata.
Nanako e Tomoko ammirano molto Kaoru e Saint Just per la loro risolutezza, soprattutto Kaoru che sembra determinata a scappare di casa nel vero senso della parola. Si chiedono se avrebbero lo stesso coraggio di ribellarsi ai propri familiari fino al punto di andarsene via contro la loro volontà.
Mariko ha un tuffo al cuore, spera che Kaoru chiacchieri giusto per sfogarsi, ma non metta in atto nulla.
La pausa pranzo è finita, le ragazze tornano in classe, ma quella conversazione è stata spunto di riflessione per molte di loro.
 
In una fredda sera di inizio febbraio Kaoru e Take stanno facendo una passeggiata, sono stati al cinema, ora Take riaccompagna Kaoru a casa, e piano piano i ragazzi si abbandonano all’escatologia.
Kaoru gli comunica la sua decisione di trasferirsi comunque nella città dove lui sta per andare a lavorare, una volta raggiunta la maggiore età.
“Non voglio ti inimicizzi i tuoi per colpa mia. Desidero più di ogni cosa averti vicina, ma non a costo di vederti litigare con loro, che alla fine mi prenderebbero pure in antipatia. Per me conta prima di tutto il tuo benessere”.
“Il mio benessere è cambiare città. Già prima della tua proposta avevo pensato di lasciare casa dei miei e ti ho spiegato i motivi; alla fine avevo deciso di restare qua anche per le mie amiche e te, non volevo lasciarvi, ma quando tu mi hai detto che ti trasferivi l’ho interpretato come un segnale, come se il caso mi desse l’opportunità di realizzare la mia missione di diventare medico nel modo che veramente voglio, lontano dal passato, lontano dai traumi, chiudendo definitivamente con il periodo più buio della mia vita e così rinascere nel vero senso della parola. La mia amica Mariko mi fa sentire un’egoista per la mia scelta, ma io penso che studiare lontano dai miei mi farebbe crescere molto, io non voglio legami costrittivi, voglio spiccare il volo anche a costo di affrontare delle difficoltà, non mi piace essere servita e riverita ma vincolata, meglio affannata ma libera, e poi gli altri non vogliono capire che io devo staccarmi dal passato, ma è tanto difficile avere un minimo di empatia?”
“Mariko ti fa sentire un’egoista, quando l’egoista è lei, che siccome è innamorata di te vuole tu rinunci ai tuoi obiettivi per lei, facendo sentire nel torto te! Sarei proprio curioso di vedere se lei farebbe altrettanto per te”. Take, diversamente da Takashi, non ha mai avuto una grande simpatia per Mariko.
“Mariko è una mia amica a cui voglio molto bene, ma non potrei mai fidanzarmi con lei, è troppo possessiva, da brava figlia unica non vuole dividere gli affetti con nessuno e se ne vanta pure. Io sto bene con te Take perché tu rispetti la mia libertà, i miei spazi, vuoi mi realizzi, io e te siamo sempre alla pari”.
“L’amore deve lasciarci liberi, non è compatibile con costrizioni o rinunce, che possono solo logorare il rapporto facendoci perdere la nostra personalità; tu mi sei sempre piaciuta per il tuo spirito libero, non potrei mai stare con una ragazza sottomessa e remissiva”.
Kaoru prende sottobraccio Take e gli fa un bel sorriso di riconoscenza contraccambiato, ma poi si rabbuia.
“Sai Take, a volte penso che se non fossi stata vittima di quell’errore medico, non avrei mai scelto medicina. Io volevo diventare una stella del basket, era il mio grande amore, o piuttosto in alternativa seguire un indirizzo matematico, ma, pur piacendomi le scienze, non avevo mai pensato di fare il medico; eppure ora non potrei mai pensare di fare qualcosa di diverso, da quando ho sentito quella vocazione”.
“Io invece fin da quando ti ho conosciuto ho pensato fosse proprio la strada fatta su misura per te”.
“E’ sconcertante però il modo in cui sono arrivata a questa decisione. Vedi, se avessi avuto un’adolescenza normale come tante, allegra e spensierata, come auguro a tutti e come avrei meritato anch’io, non avrei mai capito che questa era la mia missione, eppure sarei stata felice ugualmente, avrei comunque perseguito delle passioni”.
“Ma non la tua vocazione, non saresti emersa fino in fondo” dice secco Takehiko.
“Ho pagato cara questa vocazione, la amo più di ogni cosa, ormai è una parte vitale di me, e morirei all’idea di non diventare medico, però mi chiedo : forse sarei stata più felice se non avessi mai scoperto questa vocazione? Take io non supererò mai del tutto quel periodo della malattia, quella ferita resterà sempre un po’ aperta, come Rei mi ha confidato che non supererà mai il trauma di aver assistito da bambina al suicidio della madre. Che strada tortuosa, se ci penso entro in confusione”.
“Secondo me sarai comunque più felice facendo il medico, pur con quello che hai passato. Kaoru tu sei un medico, cerca di afferrare il concetto Tu Sei Un Medico; è vero, anche senza quell’errore medico saresti stata felice, hai tanti interessi, avresti fatto qualcosa che ti piaceva, ma non saresti stata te stessa al 100%, magari al 90 anche al 95%, ma non al 100% e non saresti stata altrettanto soddisfatta. Sarebbe stato perfetto come è successo a me : incontrare la propria vocazione in maniera spontanea e immediata, ma purtroppo la perfezione non esiste, e tu ci sei arrivata in maniera traumatica, ma credimi ne sarai talmente felice che alla fine ti andrà bene così”.
“Ma io ho visto la morte vicina”.
“E’ questo che ti renderà un ottimo medico, l’empatia, l’aver provato in prima persona certe esperienze. È vero, hai una ferita ancora aperta, ma è proprio questo che ti rende ferrata, è proprio questo che ti fa essere un medico, che ha determinato la tua vocazione. Ragiona : ci sono persone che hanno avuto un’adolescenza come dici tu tranquilla, ma poi hanno scelto strade non adatte a loro, e hanno trascorso il resto della vita facendo cose che a loro non piacciono, queste persone muoiono un po’ ogni giorno e alla fine come effetto domino ne risentono anche i loro rapporti col prossimo. Tu hai vissuto sì un’esperienza traumatica, che però è stata il trampolino per la scoperta di una vocazione, una scoperta che troppe persone non hanno mai fatto, è un’emozione indescrivibile che può capire solo chi l’ha vissuta, e credimi alla fine ne sarà valsa la pena. Un anno di terrore alla fine è un anno; che cos’è un anno di terrore dentro una vita appassionata rispetto a chi vive una vita senza passioni senza sogni peggio ancora con rimpianti?”
“Lo sai che non ci avevo mai pensato, ho dato per scontato che tutti seguissimo le nostre vocazioni, ma ora che me lo dici mi viene in mente che tanti vivono di ripieni”.
“Ci sei vicina, tutti abbiamo se non delle vocazioni almeno delle passioni, ma purtroppo non tutti lo scoprono; in teoria dovrebbe essere come dici tu, perché tutti hanno delle passioni, ma a volte – forse spesso – restano latenti per tutta la vita e la gente perde l’occasione di essere felice. Questo succede perché le passioni e le vocazioni a volte hanno bisogno di determinati eventi e coincidenze per emergere. Nel mio caso la passione è emersa fin dall’inizio senza suggerimenti, nel tuo è stato necessario tu fossi vittima di un’ingiustizia, in altri casi le passioni restano latenti e questo è un peccato, un male perché gira poi meno felicità nel mondo. Credimi - amore mio più grande del mondo - noi siamo dei privilegiati”.
“E perché a noi è capitato e non ad altri?”
“Credo che ci siano delle ragioni per tutto, oscure, che non capiamo, più grandi di noi, ma ci sono”.
“Ma non avevi realizzato che l’uomo è il destino, che decidiamo tutto noi? Ora hai ricambiato idea e la pensi di nuovo come prima? Ti stai contraddicendo. Take ti addentri sempre in ragionamenti complessi, labirintici e poi non torna più quello che dici”.
“Invece non mi contraddico. Noi possiamo determinare gli eventi, con le nostre decisioni e le nostre intuizioni, con le scelte giuste dettate anche dai nostri sentimenti. Queste scelte sono fatte in base al contesto in cui ci troviamo. È un misto di fattori; sta a noi adattare il contesto che abbiamo davanti a ciò che è giusto, cogliere le occasioni o crearle in base a quello che troviamo. È vero : alcuni non hanno trovato il contesto adatto e non potevano oggettivamente trovare la loro vera strada perché sono stati sfortunati, ma molti altri potevano realizzarsi ma hanno scelto in maniera sbagliata. Questo vale anche per i rapporti interpersonali; a volte puoi realizzarti al meglio nella vita affettiva, ma non cogli le occasioni, decidi male e ti affidi a rapporti personali sbagliati non realizzandoti né nelle amicizie né nella vita sociale in generale. Detto volgarmente : aiutati che il cielo ti aiuta”.
“Take da una parte mi hai davvero rasserenata, ora vedo tutto diverso, però mi hai fatto entrare un gran mal di testa”
“Tornando al discorso iniziale : quell’errore di cui sei stata vittima doveva portare a farti intuire la tua strada, a far emergere la vera te, stava a te poi capirlo, quindi buttati nella medicina senza pensare a come ci sei arrivata”.
“Se è vero il tuo discorso, credo sia successo qualcosa di analogo anche per quanto riguarda la sede dei miei studi. Mi ero rassegnata per svariati motivi a rimanere qua, ma poi guarda caso tu hai trovato lavoro lontano al nord e io potrei raggiungerti; inoltre, hai detto ora che sta a noi non farci sfuggire le relazioni affettive giuste! Seguendoti a Sapporo, sarei davvero felice!”
“Ne sarei molto felice anch’io, ma non voglio per nessun motivo tu faccia adirare i tuoi, perché poi staresti male anche tu. Cerchiamo di mediare. Tanto io potrei sposare solo te, quindi non hai da temere”.
“In compenso già ora devo temere i miei, che sicuramente sono adirati perché è davvero tardi”.
Ritornano di corsa a casa di Kaoru “Signorina è questa l’ora di tornare? E’ quasi mezzanotte”.
“Hai ragione, ma io e Take ci siamo messi a parlare dei nostri progetti fino a sconfinare nell’escatologia”.
“In cosa? Scatole?”
“Quali scatole mamma, escatologia”.
“Ma la scatologia riguarda le scatole o no?”
“Mamma, la scatologia - come hai detto ora - è tutta un’altra cosa ed è anche una materia assai volgare e disgustosa, io e Take parliamo di Escatologia”.
“Tu e Take siete dei tipi strani, per me vi siete trovati con le vostre stranezze. Ora a letto, e meno male che non ti mando all’università lontano da qui, io voglio controllare te e i tuoi fratelli, che alla vostra età a volte avete colpi di testa”.
Kaoru sa che questo non è il momento. Tanto piano piano tornerà all’attacco e debiliterà ‘il nemico’ fino a farlo cedere….

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Capitolo 29
*** Il frangipane della discordia ***


Saint Just e Nanako sono nella torre dell’orologio a ballicchiare ascoltando la musica rock del momento, ridono e si divertono. Siamo alle soglie di marzo e Nanako a un certo punto ha un attacco di malinconia. È l’ultimo mese che lei e Saint Just sono compagne di scuola. Le sembra ieri che si conobbero sul bus, quando Saint Just l’aiutò a scendere in mezzo alla calca, quando conobbe il suo primo batticuore simile a tanti campanellini, i primi incontri a volte anche burrascosi, la tempesta che tormentava Saint Just, il suo alone di mistero, la tenerezza che suscitava in lei fino a commuoverla e stringerle il cuore come una spugna, poi quell’incidente a seguito del quale si erano dichiarate il loro reciproco amore. Ormai da quasi un anno e mezzo sono felicemente fidanzate, un’esperienza stupenda, ogni giorno una nuova emozione. Si stanno un po’ vicendevolmente plasmando il carattere, hanno imparato a condividere tanti interessi, confidenze ed emozioni.
Il loro luogo è la torre dell’orologio, prima appannaggio esclusivo di Saint Just e dei suoi malesseri spirituali, ora ritrovo di svago e allegria di lei e Nanako.
Il Seiran senza bambola Saint Just non potrà essere più lo stesso.
Finita la canzone, Saint Just racconta a Nanako degli allenamenti per l’ultima partita di palla a canestro ormai alle soglie “Come farò senza vedere tutti i giorni la mia bambola Saint Just?” pensa Nanako.
“Nanako mi stai a sentire o no? A un tratto ti sei persa nei tuoi pensieri, cos’è che offusca la tua mente?”, Saint Just ride bonaria.
“Saint Just penso che è l’ultimo mese che andiamo a scuola insieme, non ci posso pensare”, Nanako comincia a piangere a dirotto.
Saint Just l’abbraccia e le accarezza la testa come fa a volte con la sua cherie poupee. Nanako si è fatta crescere i capelli; non ha più la zazzerina a metà collo, adesso ha dei capelli lisci morbidoni che le scendono quasi fino ai gomiti. Saint Just prova a buttarla sul ridere “La scuola non può durare in eterno e per fortuna, chi la sopporta ancora un anno la vecchia?”
“Tu scherzi Saint Just, ma mi mancherai così tanto”.
“Ma Nanako, io rimango a studiare qua all’università, non è che mi trasferisco e dopo ci vediamo solo per le vacanze; non ci vedremo più tutti i giorni, ma tutte le settimane sì; anche a scuola durante la settimana avevamo e abbiamo una montagna di compiti e non possiamo fare nulla insieme”.
“Ma ci vediamo tutti i giorni, parliamo, vedo i tuoi allenamenti, veniamo qui alla torre, mi mancherà troppo tutto questo; io non ti voglio perdere Saint Just, ne morirei”, Nanako piange disperata e stringe la sua ragazza.
“Ci sentiremo obbligatoriamente tutti i giorni, guai a saltare un giorno, ci verremo a trovare all’uscita dalle lezioni nei giorni in cui saremo più libere, poi staremo insieme il finesettimana, non ci mancheremo, volere è potere. Guarda tuo fratello e Kaoru, sono stati 9 mesi distanti ai lati opposti del mondo e ora per almeno un anno si separeranno di nuovo - sono proprio curiosa di sapere se dottor Kaoru la spunterà coi suoi per studiare fuori sede - ; eppure per me non li dividerà nulla e nessuno; quindi cosa vuoi succeda a noi che stiamo addirittura nella stessa città?”
Nanako si calma, anche perché stanno per iniziare le lezioni. C’è economia domestica : una materia che diverte molto lei e Tomoko, che annoia Kaoru. Con la professoressa ha un feeling particolare; Nanako è infatti la prima della classe a economia domestica specie nella preparazione dei dolci.
Oggi : torta polacca con la pasta choux! È difficile, però Nanako ha molta manualità coi dolci e per l’ennesima volta fa un lavoro impeccabile!
Mentre pulisce il suo banco di lavoro le viene in mente di chiedere una ricetta particolare alla professoressa.
Un po’ di tempo prima Saint Just, a cui piace a sua volta cucinare, le disse che il suo dolce preferito è la torta frangipane che le preparava spesso sua madre, ma non era riuscita a trovare la ricetta, la cuoca di famiglia non la conosceva, nei ricettari non l’aveva trovata, né tanto meno l’aveva vista in vendita nelle pasticcerie; le dispiaceva perciò non mangiarla più.
Nanako decide di fare un tentativo con la professoressa di economia domestica, esperta di cucina.
“Professoressa mi scusi, lei conosce la torta frangipane?”.
“Frangipane? Mmmh … questo nome non mi è nuovo. Devo anche averla preparata una volta. Controllo nei miei ricchissimi ricettari a casa e poi ti fo sapere”.
“Professoressa non voglio causarle troppo disturbo, solo se la dovesse trovare senza problemi altrimenti faccia conto non le abbia chiesto nulla”.
“Non ti preoccupare : per la mia alunna preferita ho sempre tempo. Ora vai che hai lezione”.
“Grazie professoressa”. Nanako saluta chinando la testa, molto orgogliosa del complimento appena ricevuto.
 
In realtà la prof di economia domestica non è proprio il massimo della simpatia. È una donna molto all’antica, in un certo senso maschilista; uno dei motivi per cui si raccomanda alle allieve di essere brave nei lavori domestici è che devono trovare marito e salvaguardare il matrimonio aggiungendo la frase fatta “chi non si sposa è perduto”.
A Kaoru dà sui nervi questa frase, perché ritiene che una persona – uomo o donna che sia – possa realizzarsi anche senza matrimonio e che le faccende domestiche debbano essere svolte da entrambi i coniugi.
Ma di recente si è aggiunto un altro motivo per il quale Kaoru non la sopporta.
Kaoru non è molto ferrata a economia domestica – anzi non lo è affatto. Finché sarà studentessa vuole dedicarsi soltanto allo studio e al basket, non ha tempo per i manicaretti e i lavori di sartoria; quando lavorerà, a quel punto si dedicherà alla cucina e a tutto il resto. Trattandosi poi di attività intuitive, non comprende perché si debbano studiare per ben 3 anni alle superiori sottraendo tempo a discipline molto più utili e a detta sua molto più stimolanti.
È così annoiata che non si applica.
A lezione di cucina, le ragazze devono preparare un pollo ripieno e Kaoru oltre a essere stata imbranata nello sventrare e disossare il pollo non riesce nemmeno a ricucirlo dopo averci messo un ripieno preparato alla bell’è meglio.
“Orihara, proprio tu che vuoi fare il medico dovresti avere manualità e abilità in attività come questa. Visti i risultati ti raccomando vivamente di non scegliere chirurgia dopo la laurea altrimenti poveri i tuoi pazienti, e tu ne sai qualcosa…”.
La battuta è veramente pessima. Scherzare su un errore medico gravissimo come quello di cui è stata vittima Kaoru con conseguenze indelebili a livello sia psichico sia fisico è da decerebrati. Se si fosse trattato di una compagna di scuola, Kaoru le avrebbe mollato un sonoro ceffone, ma trattandosi di un’insegnante deve starsene zitta…tuttavia, le è stata detta una cosa troppo brutta…Si alza senza dire niente ed esce dalla classe; quando scoppia a piangere è ancora sulla soglia della classe “Perché gli adulti sono così deficienti?” pensa “perché non hanno rispetto per noi giovani?”
“Che le è preso? O che si esce così senza chiedere permesso? Mamma mia ragazze non avete per niente senso dell’umorismo. Un po’ di humour ci vuole nella vita. Ehi tu Asaka chi ti ha detto di uscire? Torna subito in classe! Ora fo rapporto a entrambe!”
Rei/Saint Just corre da Kaoru e l’abbraccia. Kaoru piange a dirotto “Maschilista e cattiva, ecco com’è” singhiozza Kaoru.
“Non è mai stata troppo simpatica nemmeno a me quella vecchiaccia, ma oggi ho visto che è proprio cretina, ma come fa a piacere tanto a Nanako?”; prosegue Rei “dottor Kaoru non ti angustiare per una vecchia cretina, in fondo stiamo per sbarazzarcene e non vedere più la sua brutta faccia. Non darle soddisfazione e torna in classe. Quando sarai un chirurgo di grido farà i conti con la sua idiozia”.
Ci voleva Rei a risollevare Kaoru, che ridente per la sua battuta torna in classe.
La professoressa di economia domestica fa una ramanzina a entrambe con minaccia di un 3 nel registro dei voti se si dovessero azzardare un’altra volta a uscire di scatto a quel modo.
Quel rimprovero scivola sulle spalle delle ragazze. In fondo Rei ha ragione; la vecchia cretina deve essere sopportata ancora soltanto per circa un mese e dopo finalmente “a non rivederci”!!!!
Di lì a poco l’antipatia di Kaoru e Rei per la prof di economia domestica sarebbe cresciuta a dismisura.
 
Nei giorni seguenti Nanako mentre entra nel laboratorio di economia domestica viene chiamata dalla prof che le dà la fatidica ricetta della torta o meglio della crostata frangipane scritta a macchina su un foglietto.
“Grazie professoressa lei è sempre così gentile e disponibile, poi me l’ha pure scritta a macchina. Grazie tante di cuore, non doveva disturbarsi così”.
“Ma cosa vuoi che sia stato per me? E poi averlo fatto per la mia alunna preferita è stato ancora più piacevole. Piuttosto, come mai ti sta così tanto a cuore questa torta? Dì la verità devi farla per un fidanzato!” E strizza l’occhio.
 “Effettivamente è per una persona con cui sono fidanzata, è la sua torta preferita e voglio farle una sorpresa!”
“E cosa fa questa persona? Ha la tua età? È più grande? Dove studia?” – vecchia pettegola che non ha nulla di meglio da fare che farsi gli affari altrui.
Nanako ingenuamente risponde “professoressa lo dico solo a lei, io sono molto riservata, però lei è sempre così disponibile e gentile con me che voglio confidarglielo perché sono tanto felice di questa cosa : è una sua allieva, Asaka della 3^D”.
La professoressa sbianca in viso e cambia completamente espressione, che da dolce e simpatica, diventa incredula, spaventata, quasi terrorizzata.
“Misonoo ma che dici? Asaka è una ragazza, non potete essere fidanzate! Usa termini appropriati, una signorina di buona famiglia come te fa la figura della ragazza pervertita e non puoi correre assolutamente questo rischio”, il tono è adirato, quasi isterico, la voce è diventata in falsetto.
“Professoressa perché non possiamo essere fidanzate? Noi siamo così feli..”
“BASTA, VERGOGNA, MISONOO MI HAI VERAMENTE DELUSA, non ti rendi conto di cosa dici e cosa fai”, la professoressa urla, adesso ha un’espressione sprezzante, arrabbiata.
Nanako sta per piangere “perché?” si domanda, ma poi si rivolge a lei così la sua amatissima professoressa di economia domestica, con cui ha sempre avuto un bel rapporto non solo scolastico ma anche umano.
“Professoressa, perché mi dice così? Che c’è di sbagliato se io e Asaka stiamo insieme?”
“BASTAAA, VERGOGNA, ANCORA UNA PAROLA E VAI IN PRESIDENZA TU E QUELLA CHE DICI ESSERE LA TUA FIDANZATA, ORA VAI IN CLASSE, SVERGOGNATA”.
Nanako vuole dire la sua, è vero che si deve portare massimo rispetto ai professori, ma sente che sta subendo una gravissima ingiustizia, sta ricevendo orribili offese gratuite, lei è una ragazza per bene non una svergognata, non ha nulla di cui vergognarsi “Professoressa io so di essere una ragazza per bene, la mia famiglia mi ha trasmesso dei valori e dei sani principi morali. Io non devo vergognarmi se amo una ragazza anziché un ragazzo, l’amore è un sentimento bello per”
“Adesso lo racconti alla preside, osi anche replicarmi, guarda che bei valori ti hanno trasmesso a casa, non porti neanche rispetto ai tuoi insegnanti, e faccio convocare in presidenza anche Asaka così la preside vi spiegherà che se proprio volete fidanzarvi dovete trovarvi un ragazzo”.
“Io non ho fatto nulla per meritare di andare in presidenza”, Nanako resta ferma al suo posto, è profondamente delusa, non si era mai sbagliata così su una persona, si sente tradita…
“Bene Misonoo vuol dire verrà la preside a prenderti”.
In tutto questo Mariko ha assistito alla scena e non può non dire la sua “Professoressa non punisca Misonoo, lei è una bravissima ragazza, l’amica ideale, e con Asaka forma una coppia stupenda perché sono due ragazze di grande bontà d’a..”
“E a te chi ha chiesto un parere? Come ti permetti? Chi ti ha detto di intervenire a fare l’avvocatessa delle cause perse?”
“Professoressa ma perché si comporta così? Oggi offende Misonoo perché ama una ragazza, l’altro giorno ha fatto battute sull’errore medico di cui è stata vittima Orihara”, Mariko adesso ha un tono di sfida.
“Ecco un’altra cafona maleducata; tutte in presidenza : Shinobu, Misonoo e Asaka”.
 
Le ragazze sono in presidenza, Nanako piange silenziosamente, Mariko è arrabbiata e ha la faccia accigliata, Rei/Saint Just è molto triste. La preside decide di chiamare le famiglie delle ragazze, anche perché Nanako e Mariko hanno risposto male alla professoressa di economia domestica (questo è quello che la prof racconta); Nanako d’istinto dice di chiamare suo fratello all’università, non vuole dare dispiaceri ai suoi genitori, che si inventa essere fuori città per motivi di lavoro.
Dopo un po’ arriva la madre di Mariko, quindi Takashi e Takehiko.
L’unico che non dice nulla e non è per nulla adirato è Takehiko; dentro di sé è furibondo per quello che hanno fatto alla sorella e ancora di più per i pregiudizi malvagi che vede consolidati alle soglie del 2000, ma per il bene della sorella cerca di essere diplomatico “Mia sorella ha un grande rispetto per gli insegnanti, non voleva assolutamente rispondere male alla sua professoressa di cui tra l’altro mi ha sempre parlato bene. Semplicemente è rimasta impressionata dal fatto che un bel rapporto quale quello che c’è fra lei e Asaka sia condannato; signora preside se due persone si amano che importanza ha il genere di appartenenza? Se mia sorella e Asaka litigassero e si accapigliassero sarebbe molto peggio, no?”
“Dr. Henmi lei è abbastanza grande per capire che non esiste proprio che due ragazze siano fidanzate fra loro e invece di fare questi discorsi ultra progressisti che sfociano nella depravazione dovrebbe ripassarsi un po’ di etica e imparare che i parenti non devono essere sempre giustificati a tutti i costi”.
La madre di Mariko è arrabbiata con la figlia “Perché non ti sei fatta gli affari tuoi? Vuoi essere sospesa anche quest’anno? Ti ricordi quando l’anno passato sei stata 2 mesi a casa per aver ferito col trincetto la tua compagna di classe? Possibile che ne combini sempre una : quando non mangi, quando ti fai sospendere 2 mesi, ora sei in presidenza perché rispondi male a un’insegnante oltretutto su una questione a cui sei estranea. Lo capisci che così rischi di perdere l’anno scolastico? Devi essere matura Mariko, fra un mese compi 18 anni”.
Chi però è pieno di rimproveri è proprio lui : Takashi!
“Le perdoni signora preside, gli adolescenti a volte hanno colpi di testa, ma si è trattato di un puro malinteso, che sarà risolto immediatamente. Mia sorella e Misonoo sono semplicemente l’una la migliore amica dell’altra e scherzando dicono che potrebbero fidanzarsi se fossero di genere diverso. Tutto qui”.
“Speriamo che sia come dice Lei dr. Ichinomiya, anche perché tutte e tre queste ragazze sono delle ottime studentesse, e sarebbe un vero peccato se avessero inclinazioni non consone a loro” risponde severamente la preside.
Per Nanako e Saint Just non è finita. Tornano in classe, ma all’uscita di scuola si trovano ad aspettarle Takehiko e Takashi, il primo con l’aria triste e l’altro con l’aria adirata.
In una strada defilata dalla scuola Takashi attacca discorso.
“Accidenti a me e a quando non sono intervenuto subito. Lo sospettavo steste insieme, sguardi da innamorate, sempre mano nella mano, ne ero quasi certo, ma ho sperato fino alla fine di sbagliarmi e poi oggi è successo questo putiferio. Ma vi rendete conto del guaio in cui vi stavate cacciando?”
“Calmati Takashi, non hanno fatto nulla di male, sono gli altri che sono stupidi e sbagliano” interviene Takehiko.
“Tu stai zitto, sei eterosentimentale e fai il paladino delle coppie gay?”
“Io ho diritto di parlare quanto te e non sono un paladino, io dico che l’amore è un bellissimo sentimento indipendentemente dal genere di appartenenza dei componenti le coppie. Trovo davvero pazzesco che esistano questi pregiudizi cattivi e meschini”.
Takehiko e Takashi non avevano mai discusso.
“Insisti allora? Non hai a cuore la situazione di tua sorella? Non ti interessa se sarà sbeffeggiata, offesa e umiliata? Bè, sappi che io invece ho a cuore la mia di sorella. Ragazze si vive in società, ci sono delle regole da seguire, ci si fidanza con chi appartiene a un genere diverso, ci sono tanti bei ragazzi, perché non corteggiate uno di loro? Guardate me, io amo le donne, io sono un vero macho, un latin lover, e ho sempre una fila di fans dietro a me”.
“Ma se in 25 anni non hai mai avuto neanche un flirt? Perché Takashi non dici la verità?”, Rei risponde male al fratello.
Takashi preso alla sprovvista e sbiancato dalla paura risponde a malapena “Zitta cretina”.
“Oggi dici a tutti di stare zitti, ma come ha detto Takehiko noi abbiamo diritto di parlare quanto te anzi più di te. Tu dovresti essere il primo a essere solidale con noi e invece fai l’ipocrita, preferisci reprimere te stesso perché per te e Fukiko convenzioni cerimoniose e public relations vengono al primo posto, guai a cedere ai sentimenti, guai a essere ciò che siamo, anche a costo di non avere delle relazioni soddisfacenti dobbiamo essere sempre sottomessi ai cliché sociali, contano solo l’apparenza, la convenienza e non il cuore. Ma lo capisci che sarai sempre un infelice? Alla fine dei due il cretino sarai tu”.
Nanako è estasiata dalla sua Saint Just e da Takehiko, pensa a quanto è fortunata, ma nello stesso tempo è dispiaciuta perché il fratello di Saint Just non è bravo come il suo. Si sta ricredendo su Takashi, e pensa anche a Kaoru quando diceva che Takashi è bravo con gli amici ma non altrettanto in ambito familiare.
“Non ti permettere di dire a me che sono il fratello maggiore quello che devo e non devo fare, dopo tutto che ti parlo per il tuo bene e ti proteggo dalle cattiverie, dopo tutto che mi adopero perché tu abbia il meglio e prenda la strada giusta. Dovresti essermi riconoscente”.
“Il meglio per me è vivere il mio amore con Nanako”.
“Il meglio per te e tutti noi è avere successo in società, essere benvoluti e per farlo si seguono delle regole, e te e Nanako dovete mettervi in testa di essere solo amiche. Ringrazia che non dirò nulla a papà e a Fukiko”.
“Per me puoi anche dirglielo. Io non fingo diversamente da te”.
“Rei ti prego, sei impazzita? Take non darle retta, si vuole vendicare inventando fandonie”.
“Sei un complessato, e non ti rendi conto che i complessi ci fanno essere ingiusti verso gli altri e verso se stessi” dice Rei.
Rei scappa piangendo, Nanako la segue, Takashi è pallido, ha il batticuore, vede che Takehiko lo fissa perplesso e rammaricato, Takashi intuisce che Takehiko ha capito, si guardano, Takehiko prima di andarsene si limita a dire “Tua sorella ha ragione. Ha 6 anni meno di te ed è molto più matura. Da parte mia appoggerò sempre la relazione fra le nostre sorelle. Tu arrangiati con la tua coscienza e i tuoi assurdi e infondati complessi”.
Per la prima volta i gemelli siamesi Takashi e Takehiko hanno bisticciato. Takashi sente gli occhi pieni di lacrime e si sente profondamente in colpa, perché sa che Takehiko e Rei hanno perfettamente ragione.
 
Saint Just piange alla maison d’etoile, di cui ha una copia delle chiavi, e dove si è rifugiata dopo quella sceneggiata. Nanako l’abbraccia e la coccola come fosse la sua bambola preferita. “Nanako perché i miei fratelli sono così? Credevo che Takashi fosse migliore, e invece è peggiore di Fukiko, lui ama i ragazzi, è innamorato di tuo fratello eppure è il primo a sfoggiare e a vantarsi di questi pregiudizi. Io non lo sapevo che ci fossero questi pregiudizi, non sapevo che le persone potessero essere cattive fino al punto di reprimere i sentimenti di amore. Io non mi fidanzerò mai con un ragazzo”.
“Saint Just non piangere, io non ti lascerò mai, sarò sempre con te, vedrai che se tutti cominciamo a lasciare perdere questi pregiudizi e a manifestare i nostri sentimenti, alla fine questi pregiudizi smetteranno di esistere, perché non troveranno più dei loro sostenitori. La gente deve vedere che gli amori fra persone dello stesso genere sono uguali al 100% a quelli fra persone di genere diverso, ma se ci reprimiamo e fingiamo come tuo fratello, alimentiamo questi odi, razzismi e cattiverie. Non avercela con tuo fratello, lui è una vittima del sistema, a modo suo ti vuole proteggere, sta a te fargli capire piano piano che sbaglia, anzi forse vedendo te poi troverà il coraggio di sbloccarsi, magari trovando un ragazzo che lo ami”.
“Nanako sei sempre così buona con tutti, hai sempre una parola dolce e di speranza per ciascuno di noi, sei la cosa più bella mi sia mai successa, senza di te, con quelle due mummie dei miei fratelli e con la mia povera mamma ormai al cimitero, non so come avrei fatto. Non lasciarmi mai, promettimi”.
“Neanche tu devi lasciarmi, insieme ce la faremo, anche perché abbiamo il sostegno di mio fratello e delle nostre amiche”.
Trascorrono ancora un’ora abbracciate a parlare, poi tornano a casa. È stata un’orribile giornata, domani è un altro giorno….appunto … un altro giorno…
 
Quando arriva la ricreazione la mattina seguente, Rei/Saint Just vede un gruppettino di sue compagne di classe ridere a crepapelle, fra cui Hiroko, seduta in mezzo a loro, la star del momento; Hiroko è una convittrice del Seiran dalla prima media, viene da una famiglia molto benestante, ha un deciso appeal nella classe di Kaoru e Saint Just con il suo atteggiamento bohemien, il carattere a giorni molto estroverso e a giorni scontroso, il piglio comandino e infine con il suo variopinto uso di parolacce che la fa apparire anticonvenzionale e trasgressiva. Ha sempre simpatizzato con Lady Miya che l’aveva voluta nella Sorority a patto che in quel contesto non dicesse mai parolacce!
Saint Just, decisa a mettersi alle spalle l’episodio del giorno prima, si avvicina per partecipare a quell’ilarità, appena saluta il gruppettino le risate aumentano a dismisura, sente bisbigliare “eccola”. Intuisce subito che c’è qualcosa che non va, sente un magone allo stomaco, ha paura ma ormai vuole sapere; con Hiroko ha sempre scherzato anche lei, si sono sempre state simpatiche, perché dovrebbe prenderla in giro?
Hiroko la saluta a malapena e sembra estraniarsi, mentre le altre ragazze la guardano ridendo più che mai. Appena scoppia a ridere anche Hiroko, Saint Just con le lacrime agli occhi chiede “Che c’è? Sono per caso divertente? Cos’ho che non va?”
“Che facciamo ragazze? Le facciamo vedere la mia ultima opera?” dice canzonatoria Hiroko.
Le altre ragazze ridono più che mai “l’artista sei tu, decidi” “ma sì Hiroko dai è un’opera d’arte, le opere d’arte si esibiscono” “comunque i tuoi disegni fanno sempre schiantare dalle risate”.
Saint Just ha già capito. Hiroko ha l’abitudine di fare disegni a luci rosse che passano sottobanco fra le compagne di classe; questi disegni traggono spunto dalle opere di letteratura che le ragazze stanno studiando in quel momento, a volte raffigurano i vari personaggi e scene studiate sui banchi di scuola, a volte sono solo ispirati dalle lezioni di letteratura, ma sempre rigorosamente a luci rosse senza lasciare il benché minimo spazio all’immaginazione.
Saint Just, delusa da Hiroko, che credeva una sua amica, decide di farsi coraggio e vedere il disegno (tanto si immagina già il contenuto). “Fammi vedere la tua ultima opera d’arte”.
“Sicura?” ironizza Hiroko.
“Ti ho detto fammi vedere”.
“Occhei, l’hai voluto tu, dai ragazze mostrateglielo”. Tutte ridono, danno una pacca sulla spalla a Hiroko, due di loro esibiscono il disegno ridendo. Saint Just lì per lì non capisce nemmeno le immagini, non capisce cosa sia rappresentato, poi guarda meglio il disegno e capisce si tratta di una raffigurazione di lei e Nanako; non trattiene le lacrime, è un disegno orrendo, una scena che le dà la nausea e ha un impeto di rabbia.
“Datemi quest’obbrobrio, siete cattive”.
“OOOOhhh – siamo cattive” ridono maligne le ragazze passandosi il disegno l’una con l’altra, mentre Hiroko ride più che mai.
“Dì la verità : tu e Nanako andate nella torre dell’orologio a fare ciò che ha dipinto Hiroko!” risate sguaiate seguono questa affermazione “Ecco perché vanno sempre nella torre dell’orologio” “E ora che vai all’università come farete?”
“Credevo fossimo amiche” dice Saint Just a Hiroko.
“Credevi, ma le mie amiche sono altre, molto meglio di te perché sono normali” risponde ridendo Hiroko.
“Perché Hiroko?”
“Non farmi perdere altro tempo, levati di torno”.
“Strappa almeno quell’obbrobrio”.
“Mi hai stufato va bene? E comunque dei miei disegni decido io che fare”.
“Falsa, io ti volevo bene, eri una mia amica” piange Saint Just.
“E io invece della tua amicizia non so che farmene, le mie amiche sono altre e tutte molto meglio di te, te l’ho già detto”
“Hai sentito : levati di torno” dice minacciosa un’altra ragazza, mentre le altre guardano divertite il disegno.
Per fortuna interviene Kaoru “Ora basta vergognatevi siete delle brutte persone”.
“Eccola … è arrivata la maestrina … ci stavamo così divertendo e arriva la solita guastafeste”, sbuffa il gruppo di Hiroko.
“Datemi quello scempio” ordina decisa Kaoru.
“Oh ma ti fai gli affari tuoi? sei sempre impicciona” sbotta Hiroko.
Kaoru si avvicina alla ragazza che ha in mano il disegno e che comincia subito a scappare. Kaoru, però, da bravissima giocatrice di basket la rincorre veloce e riesce ad acchiappare il disegno, lo guarda e lo strappa con rabbia in briciole.
“Che vomito di disegno” dice soddisfatta Kaoru.
“Oooh Principe Kaoru si scandalizza, poverina” le ride in faccia Hiroko.
“Kaoru lasciale perdere” piange Saint Just, ma Kaoru va per la sua strada e si rivolge direttamente a Hiroko.
“Ho sempre trovato patetici e insulsi i tuoi disegni osceni, ma oggi sei stata davvero cattiva; come hai potuto fare uno dei tuoi orrendi disegni su Rei che ti vuole molto bene, che ti considera un’amica?”
“Rei non è una mia amica, è scema, e io frequento persone intelligenti”.
“Tu sei scema con i tuoi pregiudizi e i tuoi disegni, credi di essere simpatica dicendo parolacce, facendo disegni osceni, facendoti fotografare con indosso solo il reggiseno, o raccontando che hai due ragazzi in contemporanea, e comandi pure a bacchetta quelle del tuo gruppo; invece, come ha detto Rei, sei falsa e sei anche una sudicia da tutti i punti di vista”.
 “Oh stai calma, non ti azzardare e guardati per te, che mi sei sempre stata terribilmente antipatica fin dalla prima liceo, ero così contenta non fossi più in classe con noi e invece l’anno scorso sei tornata a disturbarmi con la tua presenza”.
“Kaoru – ti prego - lasciala perdere, non ne vale la pena” dice Saint Just.
“Non mi sei mai piaciuta nemmeno tu, ho sempre intuito avessi la doppia faccia, e il disegno di oggi me l’ha confermato così come mi ha confermato che sei una pervertita”.
“Adesso Kaoru stai oltrepassando ogni limite, qui le uniche pervertite sono quelle due lesbiche di Rei e Nanako e te ancora più di loro perché sei una loro amica”.
Saint Just scappa piangendo. Kaoru la vede con la coda dell’occhio, ma non può non rispondere a Hiroko.
“Loro sono bravissime ragazze, non come te; sei la classica persona che è meglio perdere piuttosto che trovare”.
“Ha ragione la Fujiwara della 3^C sei una burina arricchita”.
“L’unica burina sei tu e pure sudicia” Kaoru se ne va arrabbiata.
Le ragazze del gruppo di Hiroko le ridono dietro sguaiate dicendo di proposito ad alta voce “quant’è antipatica” “finalmente fra meno di un mese ce la leviamo dai tre passi” mentre Hiroko sghignazza “oddio ora mi metto a piangere … secondo me quella porta pure sfortuna”.
Kaoru va a cercare Rei, immagina sia nella torre dell’orologio, ma prima passa da Nanako, la prende per un braccio e le dice velocemente strada facendo che è successo.
Per fortuna Rei è davvero nella torre dell’orologio, sta piangendo, ma quando entra nella torre comincia a piangere anche Kaoru, perché in fondo Kaoru è rimasta male a sua volta delle cose che le sono state dette; il gruppetto di 5/6 ragazze di Hiroko è l’unico che non le piace, perché per il resto in quella classe si è sempre trovata molto bene, meglio che nella classe di Nanako; tuttavia, quei litigi sono ultra sgradevoli, ed è sempre brutto sentirsi dire in faccia che stai molto antipatico a qualcuno, anche se questo qualcuno ti è a sua volta antipatico, senza contare i titoli di menagramo e saccente che si è presa. Kaoru in fondo è una ragazza molto sensibile.
“Avevi ragione Kaoru quando dicevi che non ti convinceva Hiroko, oggi ho avuto una delusione d’amicizia, io le volevo bene, ieri mi ha deluso mio fratello, oggi una ex amica anzi direi che alla fine non siamo mai state amiche, non ero mai stata delusa così”; è l’unica cosa che Rei/Saint Just dice fra le lacrime a Kaoru quando arriva.
Le tre amiche si mettono le une un braccio intorno alla spalla dell’altra e si stringono fra loro, Rei nel mezzo, piangono, non riescono a credere ai loro occhi; in 24 ore sono cadute le loro certezze : la prof di economia domestica da dolce e materna si è rivelata una vera strega; Hiroko non era un’amica ma una subdola; Takashi coi suoi complessi non solo abbatte e svilisce la sorella e se stesso ma soprattutto alimenta un vortice di cattiverie di cui continuerà a essere vittima, diventando complice dei suoi carnefici; la società in cui vivono ha pregiudizi immensamente cattivi, campati per aria, la società maltratta, denigra ed emargina delle persone solo perché amano chi appartiene al loro genere. Perché? Che differenza c’è?
“C’è solo un pur piccolo aspetto positivo in questa storia” dice sommessamente Rei/Saint Just “dopo gli episodi di ieri e oggi non ho più quella nostalgia che già mi stava prendendo a pensare alla fine del ciclo scolastico, non vedo l’ora di essere all’università dove non avrò nessuna nostalgia e nessun rimpianto”.
“Io sono determinata più che mai a lasciare questa città” aggiunge perentoria Kaoru.
“Io ho ancora un anno, per fortuna però Hiroko e compagnia non ci saranno più” chiosa Nanako.
E’ stata una ricreazione molto movimentata, che viene però conclusa da Kaoru con una richiesta di promessa “Ragazze, io sarò sempre pronta a sostenervi e anche Takehiko, Mariko, Tomoko, non sarete mai sole, però se volete essere aiutate dovete anche voi collaborare. Non fatevi mai sottomettere, voi continuate per la vostra strada, se gli altri hanno pregiudizi ignorateli, altrimenti alimenterete una spirale di pregiudizi senza fondo e non ne usciremo mai, voi per prime”.
“Questo non deve accadere” dice Nanako che prende per mano la sua Saint Just, la trascina fuori dalla torre dell’orologio, con Kaoru al seguito - il loro angelo protettore - . Le ragazze camminano per i corridoi della scuola mano nella mano a testa alta e sguardo fiero, espressione serena, gli occhi ora sono asciutti – Kaoru soddisfatta e allegra è subito dietro di loro. Alcune ragazze, che conoscono il marasma appena successo, le guardano male, altre ridacchiano, Hiroko fa loro una linguaccia, ma loro non le degnano di uno sguardo, non le ferma niente e nessuno.
 
La sera Kaoru racconta tutto a casa ed ha un’ulteriore delusione dai suoi genitori. “La professoressa ha esagerato e le vostre compagne sono state molto cattive, però oggettivamente non è normale l’orientamento delle tue amiche” dice la madre con approvazione del padre.
Kaoru, finito di mangiare, si alza seria e dice “io comunque a 20 anni lascio questa città e proseguo l’università nella città dove va Takehiko, non cambio idea. Cominciate a farci la testa”.
I genitori di Kaoru stranamente non replicano, ma si guardano perplessi. I fratellini esultano “Sì! Che bello! Così ci sbarazziamo di te!”
Kaoru dentro di sé è ancora ferita, ora più che mai deve cambiare ambiente e voltare pagina. Ripensando ai discorsi esistenzial-escatologici di Take, forse questo brutto episodio è successo per darle la spinta definitiva a ribellarsi ai suoi e lasciare casa. Forse nulla in fondo avviene per caso…
 
E le fidanzatine? Alla fine tutto il pandemonio di cattiveria era esploso per la crostata frangipane. Nanako strappa la ricetta della sua professoressa. Non vuole fare una ricetta data da quella donna cattiva e ipocrita. Sente un rifiuto netto nei suoi confronti.
Nei giorni seguenti Nanako riceve però un invito da Saint Just alla maison d’etoile. Saint Just scossa dagli ultimi avvenimenti decide di concedersi un paio di ore di pausa dallo studio prima del diploma per stare con la propria dolce metà.
Appena arriva Nanako, la prende per un braccio e corrono in cucina. Nanako sente un piacevole profumo alla mandorla, e si chiede cosa sia. Vede una crostata particolare al centro tavola.
“Saint Just volevo io farti una torta, e me l’hai fatta tu? Non dovevi, in fondo tutte le cattiverie di cui siamo state ingiustamente vittime sono scaturite dal mio desiderio di farti una torta”.
“Non dire sciocchezze. Tu non hai colpe, è stata quell’impicciona della nostra professoressa, che tra l’altro a me mi è sempre piaciuta poco. Però, le cose in sospeso vanno risolte. Guarda, mentre mettevo a posto delle mie cianfrusaglie a casa, ho trovato un ricettario della mia mamma dove c’è la fatidica ricetta della torta frangipane. Assaggiala, l’ho fatta col cuore, spero ti piaccia. Nanako tu per me sei infinitamente importante”.
Nanako è imbarazzata, se non si fosse incaponita con quella torta frangipane, lei e la sua ragazza non avrebbero vissuto quei momenti drammatici, e nonostante tutto la sua Saint Just ama ancora quella torta. L’assaggia col cuore in gola, è dolcissima come la sua bambola Saint Just, morbida al punto giusto da smussare gli spigoli di quella fine dell’anno scolastico, con quel retrogusto particolare alla mandorla.
Parlano del più e del meno decise a lasciarsi alle spalle il bruttaio degli ultimi giorni, nei loro sguardi si legge affetto ed empatia, mangiano quasi tutta la torta.
Saint Just è serena per aver rimangiato dopo ben 5 anni quella torta che la riporta a sua madre, alla sua infanzia felice, allegra e divertente, è un adorabile tuffo nel passato; eppure l’asprigno della marmellata di amarene alla base della torta smorza quella dolcezza per ricordarle che purtroppo quella lieta età se ne è andata, che la vita ha anche momenti brutti. In questi 5 anni ha avuto una varietà di esperienze; ha scoperto il lutto, i drammi familiari, e negli ultimi giorni anche la cattiveria delle persone persino delle più insospettabili.
La vita non è tutta rose e fiori, quei fiori che lei Saint Just – Saint Just il fiore – Hana no Saint Just – ama moltissimo. Però, i fiori ci sono e servono proprio per rallegrare e colorare i momenti tristi e neri della vita, per non perdersi in una misera valle di lacrime, e uno dei suoi fiori è Nanako, la versione umana di sa cherie la poupee.
Mentre mangiano la torta le fidanzatine si tengono mano nella mano. Sono l’una il fiore dell’altra, l’una il sostegno dell’altra, non potranno mai cadere nell’abisso della tristezza.
Sullo sfondo, seduta su un panchetto della cucina, quasi un nume protettore, sempre lei : … cherie poupee …

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Capitolo 30
*** L'aquilone ***


Ho preso degli spunti dall’ultima puntata dell’anime.
 
Kaoru ormai ha preso la sua decisione : vuole andare a studiare lontano da casa; è stato facile scegliere la città; è quella dove Take ha trovato lavoro. Forse nulla avviene per caso – si ripete fra sé e sé – ; ma esiste poi davvero il caso?
I suoi genitori non vogliono, considerano la sua scelta un modo per buttare soldi visto che abita in una città universitaria; inoltre, vuoi mettere la comodità di dover pensare solo a studiare e a divertirti con le amiche? Se vai via di casa hai molte responsabilità in più da conciliare con lo studio, e nel suo caso con una facoltà impegnativa come Medicina. Non vogliono che la loro figlia abbia alcun tipo di distrazione.
Kaoru dal canto suo, pur capendo che razionalmente i suoi genitori hanno ragione, pensa anche che a volte è molto più importante il proprio benessere e la propria rinascita spirituale rispetto ai soldi; ha ricevuto un bel risarcimento per l’errore medico di cui è stata vittima con cui potrebbe pagarsi un posto letto in un appartamento con altre ragazze e relativo vitto, e le avanzerebbero comunque alla laurea tanti risparmi, un rimanente tesoretto per eventuali imprevisti futuri. Take vorrebbe pagarle una camera in uno studentato, ma lei vuole farcela da sola, non può assolutamente accettare.
In Giappone diventi maggiorenne a 20 anni, pertanto finchè è minorenne non può disporre del libretto di risparmio dove i suoi hanno depositato il risarcimento; i primi due anni di università resterà in famiglia, dopo di che se ne andrà.
Pensa anche che potrebbe lavorare e studiare in contemporanea, ma porterebbe via troppo tempo allo studio, considerato oltretutto che Medicina è davvero complessa e richiede l’obbligo di frequenza.
Alla fine decide in maniera drastica : sfrutterà il suo risarcimento per rifarsi una vita lontano da ogni spettro e cambiare ambiente.
I soldi servono a questo. Risparmierà e rinuncerà su altro.
Ogni tanto lancia il sasso in casa perché vuole essere presa sul serio, parlando della città dove andrà Take, delle università che ci sono, di quanto Take è cresciuto e maturato vivendo con dei coetanei all’università, che è rimasta delusa da delle compagne di scuola che non vuole più rischiare di incontrare, che Take la vuole indipendente e sprint.
I suoi genitori però cambiano subito argomento e fanno finta di non aver sentito.
 
Un pomeriggio alla vigilia degli esami di fine anno Kaoru è triste; ai famosi campionati delle 6 migliori squadre di palla a canestro della provincia il Seiran è arrivato secondo. Ci teneva così tanto a vincere la coppa d’oro al primo posto; il secondo posto mette sempre malinconia, quasi un maggiore senso di sconfitta rispetto al terzo posto. C’era stato il pareggio alla fine di una partita molto sofferta e faticosa, pareggio proseguito ai tempi supplementari, finchè terminati anche i tempi supplementari la giuria aveva dovuto proclamare la squadra vincitrice sulla base dei punteggi accumulati in tutte le precedenti partite e il Seiran – niente da fare - era arrivato secondo!
Voleva chiudere in bellezza il suo agonismo nella palla a canestro e quel secondo posto proprio non ci voleva.
Ora è concentrata sugli esami di fine anno e i test di ingresso a Medicina.
All’improvviso viene chiamata dai suoi genitori in salotto.
“Principessa ti dobbiamo parlare” dice la madre. Kaoru scende le scale. Ultimamente, come Nanako, si è fatta crescere i capelli. Non sono fino ai gomiti come quelli di Nanako, ma arrivano alle spalle, le stanno bene.
“Ci tieni tanto a iscriverti alla facoltà di Medicina nella città del tuo ragazzo?” chiede la madre.
“Sì. Voglio ripartire da zero, non voglio rischiare di fare tirocinio nell’ospedale dove è cominciato il mio incubo e rivedere quei medici che non hanno capito nulla, voglio staccarmi da tutti i miei traumi, so che è difficile dimenticare, ma se sto lontano da questi luoghi smetterò di pensarci. Voglio anche avere vicino il mio ragazzo, se stiamo sempre lontani finiremo per lasciarci, comunque non mi piace una relazione a distanza; lui è speciale, mi rispetta, vuole che sia libera, che mi realizzi, non è come gli altri ragazzi, se non l’avessi conosciuto penso non avrei mai avuto interesse ad avere un ragazzo. E poi voglio cavarmela da sola, crescere, io per voi ci sarò sempre, sarete sempre il mio punto di riferimento, ma ho bisogno di lasciare il nido e farmi la mia vita, essere una persona autonoma”.
“L’abbiamo capito, tanto quando ti metti una cosa in testa non ti smuove più nessuno; testarda eri, testarda sei e testarda temiamo rimarrai. Sei sempre stata molto autonoma mentalmente e non ci meravigliamo che anche per l’università anziché scegliere la strada più comoda e razionale, tu voglia percorrere una strada molto più difficile ma che ti renda indipendente” prosegue il padre con la faccia appesa.
“Papà io non voglio scaricarvi - ve l’ho detto - ci sarò sempre per voi, ma ho bisogno dei miei spazi, della mia vita, già adesso per tutto quello che mi è successo. Se non fossi stata vittima di quell’errore medico non ci avrei pensato a trasferirmi all’università e molto probabilmente non avrei preso neanche Medicina, forse avrei proseguito con la palla a canestro o chi lo sa. Ma ora sento che la mia strada è solo questa e per seguirla come voglio io devo ricominciare altrove, il fatto stesso che il mio ragazzo vada in un’altra città per me è come un segnale”.
“Ci abbiamo pensato molto, ne abbiamo parlato io e papà e alla fine … sei sempre stata il nostro orgoglio, la prima della classe dalla prima elementare, un astro della palla a canestro, un esempio per tutti, un’amica impareggiabile, in fondo hai avuto un ricchissimo risarcimento che è tuo e devi disporne tu come meglio credi. Ti mandiamo a studiare nella città di Take già dal primo anno, puoi fare là l’esame di ammissione a Medicina. Col tuo risarcimento pagherai la retta dello studentato dove andrai, in collegio avrai meno impegni rispetto all’appartamento. Contenta?”
Kaoru non crede alle sue orecchie; non è possibile, pensava avrebbe dovuto fare il diavolo a quattro per poter lasciare casa, non era mai stata sicura sino in fondo di spuntarla, invece la vita l’ha felicemente sorpresa, può impiegare il suo risarcimento per studiare fuori sede, è emozionatissima : l’ansia per il diploma e il test d’ammissione, il cambio di città, nuove amicizie e conoscenze, un’esperienza di vita molto importante, il raggiungimento dell’indipendenza, il distacco dalla famiglia indispensabile per crescere, per il suo progetto di vita, la presenza di Take con cui può proseguire agevolmente la sua relazione sentimentale a cui tiene davvero molto.
“Kaoru non dici nulla?” insiste la madre, il padre ha sempre lo sguardo torvo.
“Sono troppo felice, mi sembra un sogno, non so che dire, devo dirlo subito a Rei e a Takehiko e a Nanako, a tutte le mie amiche…ah chissà come la prenderà Mariko…bè che dire?”.
“Guarda che non è stato per niente facile convincere tuo padre” prosegue la madre.
Kaoru ha un impeto di esultanza, si alza di scatto e strilla “GRAAAAZIEEEEE, TORNO SUBITO SUI LIBRI, DEVO SUPERARE IL TEST. Grazie Grazie”.
“Guarda però che la famiglia non si abbandona” le dice severamente il padre.
“Essere indipendenti non significa rinnegare la famiglia, e io sarò comunque sempre presente, ve lo prometto, grazie” Kaoru ride di gioia e torna correndo sui libri.
 
“Ma aveva tutto qua, il massimo della comodità” dice a bocca torta il padre “non la capisco, non vorrei che poi va a studiare lontano e si dimentica di noi”.
“Ma che dici? Nostra figlia è una ragazza indipendente, ma anche molto generosa e buona d’animo, non ci abbandonerà mai, l’ha ribadito più volte, ha vissuto un’esperienza traumatica che vuole assolutamente dimenticare, vuole rifarsi una vita lontano da ogni più vago ricordo triste o peggio ancora lugubre, come darle torto? Poi è uno spirito libero, vuole farcela da sola, non credo che sarà un’esperienza negativa, anzi si sveglierà molto prima che rimanendo a vivere con noi”.
“Poteva aspettare la laurea o meglio ancora di aver trovato un lavoro”.
“Ascolta : Kaoru ha questo carattere, non si sceglie il cervello dei figli, e non credo sia un male se vuole essere autonoma considerato soprattutto che è una donna. Un figlio è un figlio, non è una proprietà che vuoi sempre con te a tutti i costi. Se si vuole tenere sempre appiccicati a noi un figlio, impedendogli di vivere le sue esperienze e di conquistare un minimo di indipendenza, si rischiano 2 effetti opposti : o per ribellione appena trova un lavoro si stacca davvero in maniera netta dalla famiglia fino a diventare quasi un estraneo o diventa un adulto insicuro. Eppure l’hai visto con la tua zia, qual è stato l’effetto di un’educazione ultra possessiva con le tue due cugine, non ha nemmeno fatto fare loro l’università perché loro - sì - sarebbero state costrette a trasferirsi, ma pur di non lasciarle andare via di casa ha imposto loro di fermarsi al diploma”.
“Già. Una mia cugina appena ha trovato il primo lavoro al lato opposto del paese è scappata a gambe levate, e si fa vedere dai miei zii al massimo due volte l’anno; se non la chiamano loro, lei non chiama quasi mai, si sentiva oppressa e soffocata. E l’altra mia cugina è molto insicura, è sempre rimasta attaccata alla mia zia, ha lasciato casa giusto col matrimonio e non fa un passo senza il marito. Effettivamente io non voglio né perdere Kaoru né che diventi così remissiva e dipendente da noi o da un eventuale marito”.
“Allora lasciamola andare a studiare a Sapporo. Il suo carattere è questo, perché vogliamo rischiare di farle perdere il bello del suo carattere, cioè la sua intraprendenza e la sua autonomia, o – cosa più probabile - perderla davvero? Visto il tipo che è nostra figlia, paradossalmente mandarla via di casa è l’unico modo che abbiamo per tenerla vicina a noi”.
La madre di Kaoru ha una mentalità molto più aperta del padre. Soffre molto all’idea che la figlia se ne vada prima del previsto, ma per il suo benessere e la sua felicità è disposta a vederla uscire di casa in anticipo.
 
E anche quest’anno scolastico 1992/1993 è finito. Gli esami finali sono stati molto tosti e defatiganti. Le ragazze hanno studiato fino a 10 ore consecutive al giorno, a volte mangiando giusto un tramezzino con il libro in mano, ma ne è valsa la pena visti risultati.
Nanako e Mariko promosse all’ultimo anno fra le prime della classe, Tomoko quest’anno si è impegnata di più e ha conseguito una bella media del 7, e Saint Just e Kaoru si sono diplomate a pieni voti; visti gli avvenimenti degli ultimi giorni non hanno nessuna nostalgia della fine del ciclo scolastico; Saint Just quasi quasi invidia Kaoru per l’inizio di una nuova vita a tutto tondo, pensa che restare nella tua città a frequentare l’università è come una prosecuzione delle superiori, e considerato quanto è stato burrascoso per lei il periodo del Seiran dal suo arrivo alle medie fino al penultimo anno, avrebbe voglia di archiviare e dare un taglio netto al passato pure lei tanto più che la sua amica Kaoru se ne va…ma c’è Nanako, sa cherie et jolie la poupee, c’è sua sorella Fukiko, legami troppo importanti, alla fine è più contenta a rimanere.
Alla solenne consegna dei diplomi scattano a tutta randa i flash delle macchine fotografiche. Le studentesse più giovani bloccano subito Kaoru e Saint Just per le ultime foto ricordo “Come faremo senza di voi?” “L’anno scorso si è diplomata Lady Miya, quest’anno voi due, cosa ne sarà del Seiran senza le magnifiche tre?” “Un’ultima foto” “Dai principe Kaoru” piagnucolano e starnazzano le ragazze come oche giulive.
“Possibile che in tutti questi anni non abbiate capito che odio farmi fotografare?” ribatte decisa Kaoru.
“E dai dottor Kaoru, oggi ti sei diplomata, è il tuo ultimo giorno al Seiran, dopo non le vedrai più, per l’ultima volta puoi anche farti fotografare”; Saint Just la convince sempre.
“Va bene, ma solo perché mi sono diplomata, e perché finalmente si chiude questa nenia del principe Kaoru”.
Saint Just sorride spontaneamente, Kaoru fa un sorriso forzato e da ultimo fa la sua solita  linguaccia e scappa.
 
Saint Just, sempre dolce e remissiva verso i complimenti delle compagne di scuola, non può non suonare il pianoforte per loro nel salone della scuola. Le ragazze sono tutte estasiate con la bocca aperta di fronte alla sua bravura nel padroneggiare il pianoforte. Immancabile per l’ultima volta – purtroppo – la mitica rosa della fortuna “Ragazze questa rosa sarà particolarmente fortunata perché è l’ultima che vi lancio, in bocca al lupo”.
Le ragazze si lanciano a capofitto, e in tre – guarda caso numero perfetto – l’afferrano per lo stelo!
“Ci mancheranno i tuoi sublimi concerti Saint Just” si lagnano le ragazze.
 
Terminata la cerimonia di consegna dei diplomi, Saint Just, prima di dare l’addio definitivo al Seiran, si fa un ultimo giro alla torre dell’orologio. In fondo le è affezionata, ha raccolto i suoi pianti, le sue malinconie, la sua tristezza, e quindi la sua rinascita e i momenti di spensieratezza con Nanako. Sale alla torre dell’orologio con Nanako e per l’ultima volta insieme a lei guardano dalla finestrella il cielo, Nanako è davvero commossa.
“Non fare così, ma cherie la poupee, non saliremo più alla torre dell’orologio, ma andremo in tanti altri posti, chissà quante belle esperienze e luoghi ci attendono, finito un ciclo ne inizia un altro, e perché no? Anche migliore!”
Si abbracciano e decidono con l’occasione di fare una ‘bravata’ : fumarsi un paio di sigarette a testa, il resto del pacchetto l’avrebbero cestinato, ma due sigarette se le vogliono fumare! Nanako comincia a tossire.
“Nanako devi aspirare e buttare subito fuori il fumo, tu lo ingoi” ride di gusto Saint Just
“Via non sono capace, meglio, così è sicuro che non prenderò mai questo vizio”, Nanako ridendo tossisce più che mai
“Evita la seconda sigaretta”.
“No, non voglio essere da meno, anche a costo di rischiare una sincope!”, mentre dice questo, Nanako guarda affascinata la sua bambola Saint Just e pensa “quando fuma è così attraente…”
“Ti sei persa! Che pensieri ti girano per la tua testolina?”
“Penso che sei bellissima, e quando contemplo la tua bellezza, per me tutto il resto smette di esistere, è come ci fossimo solo io e te, anzi io e la tua bellezza trascendente”.
Saint Just l’abbraccia e le dice “la mia bambola preferita”.
“Come farò senza vederti a scuola con me?” Nanako le chiede con le lacrime agli occhi.
“Non ti mancherò mai, anzi alla fine ci verremo a noia!” sorride Saint Just.
“Saint Just io non mi stancherò mai di te”.
“Scherzo, era per farti capire che non sentirai mai la mia assenza”.
Stanno abbracciate a chiacchierare per una mezz’ora finchè non guardano l’orologio, la scuola intorno alle 14 chiuderà, per non rischiare di restare intrappolate nell’istituto scivolano via; staranno tutto il giorno insieme, una focaccia al volo all’ora di pranzo e poi passeggiata in centro e teatro; sì, hanno una marea di cose da fare e ci sono davvero tanti luoghi che le aspettano : è solo l’inizio!
 
 
Nei giorni seguenti si tengono le prove di ingresso alle università. Kaoru viene accompagnata niente meno che dai nonni materni all’esame di ammissione; i nonni sono ancora giovani, hanno poco più di 60 anni, sono dinamici, e soprattutto orgogliosissimi di avere questa nipotina speciale, che dopo aver subito svariate ingiustizie sarà la prima della famiglia a fare l’università e che facoltà : li curerà tutti lei in famiglia! Così l’accompagnano personalmente e con l’occasione si fanno un giretto per Sapporo.
Nanako tifa per la sua Saint Just; una delle cose che l’accomuna a Saint Just è la passione per le materie letterarie, ha sempre pensato di seguire le orme di suo padre e suo fratello e iscriversi alla facoltà di Lettere all’università, ma adesso c’è un motivo in più a renderle particolarmente allettante questa scelta : vedrebbe quotidianamente la sua Saint Just anche all’università!
Inutile dire che sia Kaoru sia Saint Just superano brillantemente anche i test d’ingresso all’università. Saint Just entra pure al conservatorio. Diversamente da Fukiko, che fece una festa in super mega pompa magna in occasione del suo diploma e della sua ammissione all’università, Saint Just e Kaoru hanno festeggiato insieme alle amiche più care andando una sera a cena fuori. A loro non interessa apparire e sfoggiare, a loro interessa condividere le loro piccole/grandi conquiste con le persone a cui tengono di più.
È una grande gioia per tutti! Ma non proprio per tutti….
Takashi nei giorni successivi si complimenta ancora con Saint Just per gli ottimi risultati conseguiti e in modo bonario le canticchia “Secchiooona, secchiooona, secchiooona….”.
Fukiko invece deve fare la sua rospata “Altro che congratulazioni : casomai condoglianze. Non capisco la tua scelta sorellina; dovrai sfiancarti a fare due diverse facoltà col rischio di farle poco bene alla fine tutte e due, e oltretutto due facoltà – lasciatelo dire – poco proficue. Sei brava in tutte le materie; perché non hai scelto Ingegneria, Economia o Legge che tra l’altro sarebbero state molto utili per le nostre ricche e impegnative aziende di famiglia? Sei peggio di Orihara; lei, anche se si è trasferita, almeno ha scelto una facoltà che dà molto lavoro”.
“Perché mi smonti sempre? Non lo sai che il segreto del successo nella vita è fare ciò che piace?”
“E questa frase fatta dove l’hai sentita? Non ragionare come nei teleromanzi. Si ha successo solo facendo ciò che è più utile e non certo con sterili sentimentalismi”.
“Ma come si fa ad avere successo facendo una cosa che non piace e non interessa? Secondo me in questi casi l’insuccesso è assicurato, e comunque non sarei felice, mi autocondannerei all’infelicità”.
“Ma rischi di farle poco bene quelle due facoltà, e di diminuire ulteriormente le già poche possibilità che danno di reperire un lavoro degno di questo nome. Non vorrai mica fare la mantenuta?”
“Io amo moltissimo la letteratura, il francese e il pianoforte, non mi stancano mai, per me sarà divertente seguire questi percorsi, quando prendo in mano queste materie mi sembra di giocare anziché studiare; stai sicura che lavorerò e guadagnerò, e non verrò mai a chiederti nulla. Comunque grazie per esserti congratulata con me!”
“Io lo fo per il tuo bene, sei sempre in tempo a tornare indietro sui tuoi passi. Mi sarebbe poi piaciuto fossimo state compagne di università”.
“Ma se mi vedi già tutti i giorni vivendo insieme? Mica mi trasferisco”.
“Tanto papà non te l’avrebbe mai permesso”.
“A proposito di trasferimenti, devo sentire Nanako per sapere a che ora dobbiamo andare a salutare domani Kaoru”.
“Orihara va a portare il profumo della sua saccenza su al nord” sghignazza Fukiko. In realtà Fukiko ha un’enorme stima di Kaoru, perché in fondo in fondo vorrebbe essere come lei, libera da vincoli e pregiudizi; Fukiko, però, non ci riesce e di conseguenza anziché impegnarsi a superare i suoi limiti si vanta proprio di essi per nascondere le sue debolezze; smorza, pertanto, le sue piccole frustrazioni prendendo in giro chi - diversamente da lei - è uno spirito libero.
“Perché invece di prenderla in giro, non cerchi di essere un po’ come lei, di far venire fuori chi sei veramente? Ciao ciao sorellona”.
Saint Just spiazza la sorella : colpita e affondata! Fukiko rimane male, ma non c’è nulla da fare, su una cosa Fukiko ha ragione : nessuno la conosce e la capisce meglio della sorella Saint Just!
 
C’è poi Mariko che è molto triste perché la sua adorata Kaoru si trasferisce al nord. Non riesce a pensarci : non potrà più vederla correntemente; se fosse rimasta a studiare in città, il modo di vederla spesso l’avrebbe trovato, visto che fanno parte dello stesso gruppo di amiche; le sarebbe mancata ugualmente, ma sapeva che se non era questa settimana sarebbe stata la successiva avrebbero trascorso dei bei momenti insieme, senza contare che niente e nessuno le avrebbe impedito di scambiarsi delle telefonate.
Se Kaoru si trasferisce lontano, saranno poche le volte che la vedrà e magari anche fugacemente perché sarà di passaggio. Non può poi certo chiamarla per una chiacchieratona mentre è in collegio, può scriverle ma non è la stessa cosa : una lettera ogni tanto senza interazione, senza sentire la voce, guardarsi negli occhi, tralasciando tante cose. Quanto sarebbe stato più semplice oggi con i cellulari; ci si può sentire anche quotidianamente e magari fare una videochiamata su skype o alle brutte con whatsapp (anche se con wa si imbruttisce molto!).
Kaoru lo sa : l’ha visto quando erano tutte insieme all’esposizione dei quadri scolastici, alla cerimonia per la consegna dei diplomi, alla cena fra amiche per festeggiare. Tutte le ragazze erano più o meno esuberanti, ma Mariko, che di suo è sempre particolarmente brillante e allegra, era piuttosto seria, anche se rideva aveva un velo di malinconia negli occhi e sembrava fingesse di divertirsi. È davvero profondamente innamorata di lei, un grande amore; Kaoru le augura sempre di trovare prima o poi una persona che la ami quanto merita e a volte si dispiace quasi un po’ di non poterla corrispondere.
Alla fine, vista la bella amicizia fra loro, e la tristezza di Mariko, il giorno prima della partenza Kaoru decide di trascorrere un po’ di tempo solo con lei, invitandola a casa sua un’oretta, giusto una pausa durante la preparazione degli ultimi bagagli.
Mariko è molto emozionata, ha un incontro a tu per tu a casa di Kaoru prima della sua partenza, ma probabilmente è anche il primo e l’ultimo.
Si salutano allegramente, Mariko cerca di non mostrarsi abbattuta e di essere spigliata, come se fosse un incontro qualsiasi, in fondo capisce la scelta di Kaoru; se prova a immaginarsi al posto suo, non sa come avrebbe reagito, lei ancora non ha ammesso nel proprio vocabolario la parola morte e non riesce a pensarci, e soprattutto pensa alla rabbia e al dolore che avrebbe provato nel sapere che era stato tutto il risultato di un errore, di un’incompetenza da parte di chi avrebbe dovuto tutelarla più di chiunque altro, non riesce nemmeno lontanamente a immaginare come debba essere e come avrebbe reagito.
Sale in camera di Kaoru; le camerette delle ragazze sono sempre il luogo per eccellenza delle confidenze e delle riunioni con le amiche!
La camera è molto ordinata, ci sono coppe vinte da Kaoru alle varie partite di basket, un paio di foto di Kaoru da piccola (quando ancora permetteva di fotografarla…). Mariko è sorpresa nel vedere Kaoru con le code lunghissime ricciolute tipo bambola anni ‘80. Le code fluenti e ricciolute di Kaoru scendevano fino ai gomiti; ciò significa che i capelli sciolti di Kaoru arrivavano più o meno all’inizio delle cosce.
“Kaoru che code lunghe! Perché le tagliasti?”
“Erano troppo scomode, quando giocavo sia a basket sia con le mie amiche e anche quando studiavo mi intralciavano, non le tolleravo. Anche se per gli allenamenti sotto gli elastici delle code mia madre mi faceva le trecce, o addirittura mi arrotolava le trecce ai lati della testa, erano comunque scomodi i capelli così, ci voleva molto tempo a lavarli, a pettinarli. Così alle medie mi imposi e li tagliai”.
“Hai un viso talmente bello che ti stanno bene sia i capelli corti sia quelli lunghi; ora poi li hai mezza misura fino alle spalle”.
“Grazie Mariko, sei sempre così gentile con me”. 
“Com’è il collegio dove ti trasferisci?”
“E’ uno studentato che ospita circa 200 ragazze, le camere sono doppie con il frigorifero, ci passano colazione e cena, per il pranzo abbiamo a disposizione due cucine per piano dove possiamo prepararcelo, oggettivamente è una struttura moderna, all’avanguardia, architettonicamente molto bella, è pure vicino all’università. Take arriverà la prossima settimana, perché questa settimana deve terminare i lavori all’università di questa città; il suo contratto decorre appunto dalla prossima settimana. Sono molto emozionata, un nuovo ciclo di studi, una facoltà a cui fino a meno di due anni fa non avevo mai pensato, il basket solo come passatempo saltuario, nuove amiche e conoscenze, lontano dalla mia famiglia. Però per la prima volta dopo quell’episodio di errore medico che mi ha cambiato totalmente la vita mi sento felice”.
“Dottor Kaoru non immagini neppure lontanamente quanto mi mancherai” Mariko scoppia a piangere.
Kaoru l’abbraccia, le fa una grande tenerezza, sa per esperienza quanto è dura stare lontani da chi si ama, specie se si tratta di situazioni a lungo termine o definitive.
“Non piangere Mariko, te per me sei un’amica molto preziosa, la nostra amicizia non finirà mai, stanne certa, cercherò di tornare un finesettimana al mese, così staremo tutte insieme come ai vecchi tempi, poi comunque un saluto veloce al telefono, anche se sto in un convitto, ce lo possiamo fare”.
“Grazie, ma lo so benissimo come vanno queste cose. Avrai così tanto da studiare che tornerai più raramente di una volta a mese, e quando succederà nel poco tempo a disposizione dovrai dividerti fra la famiglia, tante amiche, poi sei pure fidanzata…” Mariko continua a piangere.
“Non sarà così, io ti voglio bene. Che c’entra poi se ho il ragazzo? Take esce anche da solo coi suoi amici, e io con le mie amiche, abbiamo ciascuno la sua vita anche se stiamo insieme, io non mi sarei mai potuta mettere con un accentratore che vuole occupare tutto il mio poco tempo libero, e così lui; ci siamo scelti perché rispettiamo le nostre libertà”.
“Sì, ma non sarà più la stessa cosa”.
“Le cose non restano mai uguali comunque Mariko, la vita è una continua evoluzione, non si può programmare nulla, questo sarebbe valso anche se fossi rimasta a studiare qua. Sii felice Mariko, hai delle belle amicizie, me compresa, sei una studentessa bravissima, sei intelligente, brillante, ti aspetta un futuro davvero radioso, hai il dovere di essere felice”.
“Come farò senza le tue dolci e incoraggianti parole dottor Kaoru? Takehiko è molto fortunato e saranno altrettanto fortunate le tue future compagne di collegio e di università a frequentare una persona stupenda come te”.
“Anche te sei stupenda Mariko, e ti auguro di trovare una persona che ti dia tutto l’amore che meriti. Tra l’altro mio fratello Goro è un tuo grande fan, dopo quella ripetizione di matematica che gli facesti, non ti ha più dimenticata!”
Mariko non smette di piangere. Per smorzare la situazione, Kaoru lascia dolcemente Mariko e le porge Kitty, la sua bambola del cuore “ti presento Kitty, lei mi dà conforto quando sono triste o delusa, ce l’ho da quando ero alla scuola materna, me la porto dietro anche in collegio”.
“Che bambola buffa, a forma di neonata, anche lei ha i ricciolini!”
“Ha la sua copertina bianca a fiori colorati, il sonaglio a stelle e in più da bambina rubai il biberon del mio fratello Goro con grande arrabbiatura dei miei genitori! Ne abbiamo passate tante insieme ed è stata oltretutto la mia prima paziente!”
“Allora inconsciamente hai sempre voluto fare la dottoressa”.
“Chi lo sa! So solo che fra i vari giochi, mi divertivo anche a farle le vaccinazioni, come quando per vaccinarla contro la poliomielite involontariamente le rovesciai addosso mezza bottiglia di sciroppo per la tosse, allora dopo le detti diversi cucchiai di zucchero, era diventata appiccicosa povera Kitty e dovetti strofinarla col bagno schiuma per mezz’ora, ma il mio capolavoro è il vaiolo; guarda che bella cicatrice ricavai con il coltello da cucina” Kaoru mostra una cicatrice a forma di cuore scolpita sul braccino ormai smencio di Kitty “non ti dico gli urli che mi sono presa dai miei genitori tutte e due le volte”.
Le ragazze ridono. Mariko accarezza Kitty e la riporge a Kaoru che provvede a rimetterla in una delle borse che sta finendo di preparare per la sua partenza all’indomani mattina.
“Sei proprio un medico nato Kaoru, riesci a ricucire le nostre ferite, a guarire i nostri malesseri spirituali, sarai molto brava pure con le malattie fisiche, vorrei fossi tu un domani il mio medico”.
“Avrai sempre un posto speciale nel mio cuore Mariko, e, con la speranza non ce ne sia mai bisogno, sarò felice di annoverarti fra i miei pazienti. Forse sono presuntuosa, ho tutta l’università davanti, chissà come andrà”.
“Ce la farai Kaoru, perché una ragazza come te, riuscirà sempre a raggiungere tutti i suoi obiettivi”.
Continuano a chiacchierare, finchè … il tempo vola … e quando si sta per partire per una nuova vita, si hanno ancora mille impegni.
Mariko si accomiata, si stringono le mani, con un ciao alla mattina successiva, quando arriveranno anche Tomoko, Saint Just e Nanako per il saluto finale.
 
Ed eccoci al fatidico giorno della partenza. Verso le 9:30 le quattro super amiche di Kaoru - Saint Just e Mariko in pole position - sono davanti a casa sua per salutarla prima che parta alla volta della sua nuova vita. I suoi genitori la stanno aiutando a caricare i bagagli in auto; la accompagneranno entrambi al collegio. Kaoru ha i capelli fermati ai lati da graziose pinzettine rosa, si è messa il rossetto sempre rosa, e i suoi immancabili blu jeans. I fratelli restano coi nonni.
Le amiche a turno la salutano festose, facendole tanti complimenti. “Kaoru andiamo sono quasi le 10, ci aspettano diverse ore di viaggio, stasera ci fermiamo in albergo e poi domattina dobbiamo arrivare alla direzione del convitto dove vogliono vedere anche noi” interviene il padre.
“Ragazze vi devo proprio lasciare, poi vi informo e vi racconto tutto!”
“Ci scriveremo e ci telefoneremo” dice Nanako.
Mariko riscoppia a piangere e abbraccia istintivamente Kaoru che a sua volta la riabbraccia. “Principe Kaoru mi mancherai”, dalla disperazione Mariko l’ha chiamata di nuovo principe Kaoru, pur sapendo che Kaoru non vuole essere chiamata così.
“Non devi piangere, devi ridere perché devi essere felice per me e perché anche tu hai tutte le carte in regola per essere felice per te stessa. Io ci sarò sempre e comunque”.
La principessa Kaoru ha uno sguardo d’amore per ciascuna delle sue amiche, si salutano amichevolmente, quasi come dovessero rivedersi il giorno dopo, Kaoru vorrebbe portarle tutte con sé, come la sua Kitty, ma non può, e ha un momento di nostalgia forte e acuta, si ricorda che non c’è rosa senza spine, si accorge e impara spontaneamente da autodidatta che anche nella situazione più felice c’è sempre una stonatura, che tutto ha un prezzo, che per nulla non viene nulla, è un’altra lezione di vita, ma il suo progetto è troppo importante, e quindi, anche se deve pagare il carissimo prezzo di vivere a distanza il rapporto con le sue adorate amiche, è convinta della sua scelta che non cambierebbe mai. Regala uno dei suoi radiosi sorrisi alle amiche, si scambia un fugace eppure intenso sguardo con Saint Just, la sua amica preferita : entrambe hanno i lucciconi agli occhi;
“Rei mi raccomando, abbi cura di te, per qualsiasi cosa io sono sempre vicina” le dice dolcemente.
Saint Just non riesce a trattenere una lacrima “Ciao dottor Kaoru, fai la brava mi raccomando”, si accarezzano le rispettive spalle.
Kaoru sale in macchina, suo padre alla guida, sua madre lato passeggero, Kaoru sui sedili posteriori. Le ragazze la vedono partire … magari fra un mese tornerà già a trovarle un finesettimana, ma sentono che qualcosa – pur lievemente – si è spezzato.
Nanako e Tomoko cercano di consolare Mariko che piange apertamente. Non si accorgono che dietro a loro sta piangendo anche Saint Just, silenziosamente e compostamente; Saint Just è sempre molto riservata.
A un certo punto Nanako si rende conto che Saint Just non c’è. “Dov’è finita Saint Just?”
“Non lo so” risponde Tomoko “era con noi quando abbiamo salutato Kaoru, si sono anche date una carezza sulle spalle, poi ci siamo messe a consolare Mariko”.
“Come ho fatto a non pensare a quanto starà soffrendo? È la sua amica del cuore, la sua amica sorella. Devo andare a cercarla”.
“Vai Nanako, tanto ci sto io con Mariko” la tranquillizza Tomoko.
“Poi dicci dov’è, povera Saint Just, come la capisco” dice sconsolata Mariko.
Nanako non sa dove può essere andata Saint Just, sicuramente non molto lontano, perché fino a cinque minuti prima era con lei e le altre.
E se fosse davanti al Seiran? Dove è iniziata la sua amicizia con Kaoru, magari vicino al campo di basket?
Nanako ha indovinato col suo intuito infallibile. Saint Just è appoggiata al muro dirimpetto al Seiran, fissa la scuola, le lacrime le scendono a fiotti.
“Saint Just, perdonami, eravamo prese da Mariko, meno male ti ho trovata … Saint Just… chissà quanto stai soffrendo”.
Saint Just si gira verso di lei e piange ancora di più. Con la sua cherie poupee vivente può sfogarsi, essere se stessa, non deve nascondere niente; a casa non ha nessuno con cui confidarsi o parlare; Fukiko è presa dalla sua vita universitaria e in più manifesta sempre avversione verso Kaoru, è molto contenta sia partita perché in fondo è sempre stata gelosa del rapporto speciale che ha con la sorella; Takashi, data l’imminenza del trasferimento di Takehiko, è spesso taciturno e ombroso oppure si chiude in camera coi videogiochi e non vuole essere disturbato.
“E’ appena partita e mi manca già; ha ragione Mariko, non sarà più come prima; è la mia amica più cara; Nanako mi vergogno tanto a pensarlo e mi vergogno ancora di più a dirlo, ma Kaoru è … quanto sono cattiva a pensarlo…”, piange a dirotto.
Nanako l’abbraccia e le accarezza i bei riccioli morbidi “Saint Just, mia amata bambola Saint Just, perché ti vergogni di me? A me puoi dire tutto; siamo o non siamo fidanzate?”
“Nanako, lei è la sorella che avrei voluto avere, non siamo sorelle di sangue, però le voglio bene praticamente come se lo fosse … lo sai quanto amo Fukiko, però…che vergogna, come sono cattiva con Fukiko”.
“Saint Just perché ti vergogni delle cose bellissime che hai appena detto su Kaoru? Anche per me Tomoko è come una sorella, la conosco dalla prima elementare, ci capiamo al volo. Sono legami speciali che proprio perché speciali non potranno mai spezzarsi, anche se magari non ci frequenteremo più come prima, l’affetto e la stima non verranno mai a mancare, e quando ci rivedremo, ogni volta sarà come esserci viste e sentite il giorno prima; Kaoru ha un carattere totalmente diverso da Fukiko, è normale quindi che il sentirsi più in sintonia con l’una faccia sentirsi meno affini all’altra, ma questo non fa venire meno l’amore per tua sorella; è una semplice constatazione perfettamente compatibile con il grande amore per tua sorella”.
“Kaoru mi incoraggiava sempre, con lei mi sentivo protetta, guarda quanto ci ha protette ultimamente con quella smorfiosa di Hiroko, mi difendeva a spada tratta anche contro mia sorella Fukiko; Fukiko invece ti fa i complimenti solo se agisci come lei, per il resto critica sempre, è brava solo lei, fa bene solo lei, come lei non ce ne sono, ti difende solo se le torna comodo, io non riesco mai a confidarmi con lei”.
“Provaci, fai tu il primo passo, e dille quello che pensi, confrontatevi su questa cosa, te lo dissi anche mesi fa”.
“Con lei tanto non si ragiona, al primo posto il successo sociale e la venerazione degli altri”.
“Adesso però sei tu che ti stai impuntando, promettimi che ci proverai, vedrai che sarà meglio per tutte e due”.
“Quando ne avrò voglia…”, Saint Just ridà un’occhiata alla scuola “quanti ricordi in questa scuola…non dimenticherò mai la prima volta che parlai con Kaoru, leggevo un libro sulle poesie di Verlaine sotto un albero, e parai il pallone da basket che mi stava arrivando addosso, mi invitò a giocare, si era appena tagliata le sue trecce lunghe”.
“Kaoru con le trecce lunghe? Non ci posso credere” ride Nanako.
“E stava anche bene. Me la ricordo, ero appena arrivata al Seiran, e si vedevano le sue trecce, in cui erano raccolte le sue code, svolazzare mentre si allenava a basket; Kaoru saltava così in alto che sembrava librarsi nel cielo, il suo corpo con le trecce che scendevano dalle code la faceva sembrare un aquilone … poi la prima volta che ci parlammo si era appena tagliata i capelli e mi stupii quando me ne accorsi. Mi mancherà tanto”.
“Sarà lontana fisicamente, ma affettivamente e spiritualmente ci sarà sempre vicina, Kaoru mantiene sempre le sue promesse”.
Nanako accarezza i capelli a Saint Just, le dà un bacio sulla fronte, ma ha come un tuffo al cuore, avverte una fragranza acuta e dolce allo stesso tempo, una fragranza nota che incute rispetto e timore…avverte la fragranza dello spirito, alcol etilico “Saint Just lo senti quest’odore? Io sento la fragranza dello spirito”.
“Spirito? Senti odore di fantasmi?” Saint Just ora sorride.
“No, spirito inteso come alcol”.
“Kaoru…sarà un bravissimo medico”, dice seria Saint Just.
“Sesto senso ancora una volta, significa che la sua presenza è vicina a noi, una presenza sempre protettiva, perché l’alcol protegge da malattie, dalle ferite, e lei continuerà a curare i nostri malesseri spirituali mentre studierà per curare anche quelli fisici. Kaoru è davvero speciale”.
“Sei magica Nanako, ma cherie la magicienne”.
Le ragazze ridono, la presenza spirituale inconscia di Kaoru è fra loro, quasi una quarta dimensione, le ha riportate alla serenità, il malessere è stato guarito o almeno lenito.
Nanako prende a braccetto Saint Just e le dice “Andiamo a mangiare dei kohakuto alla frutta?”
“D’accordo!” sorride Saint Just.
Le ragazze si prendono per mano e si dirigono verso la pasticceria.
Nanako pensa al paragone con l’aquilone appena fatto da Saint Just. Kaoru non ha più le trecce, però adesso è ugualmente volata via come un aquilone. Nanako guarda il cielo, vorrebbe essere anche lei un aquilone che vola verso un’affascinante e inquietante ignoto….
 

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Capitolo 31
*** Il passato di Bambola Saint Just ***


Sono trascorsi ormai 2 anni dall’ingresso al Seiran di Nanako, e alla fine si è ritrovata anche lei fra le grandi delle classi terze. Lei, Mariko e Tomoko sono un trio inseparabile, ogni giorno tante cose da raccontare, risate, piccole delusioni, gossip bonario, condivisioni di ogni genere.
Mariko, oltre a tingersi le unghie dei pollici e dei mignoli, si passa lo smalto trasparente sulle dita centrali delle mani; Tomoko è diventata una cuoca sopraffina, che porta i suoi manicaretti ad assaggiare alle amiche in pausa pranzo; Nanako si prende molta cura dei suoi lunghi e morbidi capelli, che arrivano ai gomiti, a volte li porta sciolti, a volte raccolti in una coda o in una treccia allentata; ha poi avuto una splendida notizia : la prof di economia domestica è andata in pensione e quindi … la vecchia cretina non si vede più!!!!
Ormai sono grandi, non sono più ragazzine, si avvicina il momento di definire e concretizzare i loro sogni.
Nanako vede diverso il Seiran senza Kaoru e Rei/Saint Just.
Kaoru è entusiasta della sua vita da studentessa fuori sede. Sente una forte passione per le materie che sta studiando all’università, e si trova molto bene nel convitto dove abita.
Anche Take se ne è andato – che nostalgia per Nanako che ha avuto per pochissimo tempo vicino il suo caro fratello – ed è molto soddisfatto dell’inizio della sua promettente e brillante carriera.
Ma Rei/Saint Just è ancora in città e, come si erano promesse, le fidanzatine del nostro cuore continuano a vedersi correntemente fra un esame e l’altro.
I ciliegi sono di nuovo in fiore, con il loro profumo meraviglioso, dolce e inebriante che piace tanto a Kaoru, petali rosa volano per le strade, i viottoli, dentro la scuola, un vortice rosa che mette allegria, dà speranza, che fa immaginare per tutti un futuro radioso!
I fiori di ciliegio sono i preferiti di Nanako, starebbe ore a contemplare quel vortice rosa!
All’inizio di maggio Nanako va a trovare Saint Just all’uscita dall’università. Saint Just racconta con euforia le lezioni del giorno : sintassi francese, storia antica giapponese, glottologia giapponese. Dopo cena avrebbe poi dovuto suonare il pianoforte per il conservatorio, aveva diversi esercizi da provare in stili diversi “Credo che i miei fratelli dovranno dormire coi tappi negli orecchi” ride Saint Just.
Com’è cambiata rispetto al periodo del Seiran; già dopo l’incidente occorso ormai quasi 2 anni prima Saint Just era cambiata di aspetto e di carattere, ma arrivata all’università, forse perché frequenta un nuovo ambiente, forse perché ha iniziato un nuovo capitolo della sua vita, forse perché si dedica solo alle sue passioni, sembra la gioia fatta persona. I suoi occhi viola brillano particolarmente, sono vivaci, non c’è più alcun richiamo alla morte o al mondo degli inferi.
Alla fine ha ragione l’escatologo in erba Takehiko Henmi : si devono sempre seguire le proprie passioni per dare il meglio di sé.
 
“Non sono mai stata così bene Nanako” dice esaltata Saint Just “io mi diverto un monte a seguire queste lezioni, poi all’università mi gestisco autonomamente; sarei davvero entusiasta se rimanessi dell’idea di iscriverti anche tu a Lettere, saremmo di nuovo insieme e mi manca solo questo per raggiungere la perfezione”.
“Io sono felice se tu sei felice Saint Just adorata”, risponde Nanako. Si abbracciano e si incamminano verso la maison d’etoile. Dopo il famoso incidente di Saint Just, alla maison d’etoile c’era andato più che altro Takashi, perché Saint Just prima per i postumi post incidente poi per i troppi impegni di studio, che voleva evadere nel migliore dei modi, ci aveva soggiornato poco e niente. Da quando è all’università Saint Just si alterna con maggiore regolarità con Takashi nella permanenza alla maison d’etoile, e oggi ci ritorna con Nanako per una dolce pausa.
“Guarda, sto rimettendo a posto dei miei vestiti, oggetti, volevo condividere con te dei miei ricordi. Proprio perché ora sono allegra, non ho più nostalgia a parlare del mio passato, a rivedere qualche vecchia foto, a tenere in mano oggetti che mi riportano al periodo della mia vita antecedente alla morte di mia madre”.
Nanako è molto curiosa di vedere questi oggetti, da un anno e mezzo è fidanzata con Saint Just, si raccontano tutto, ma il passato di Saint Just è ancora oscuro per Nanako; Saint Just ha sofferto moltissimo per la morte di sua madre, anche se ormai ha elaborato il lutto e ha imparato a convivere con la sua assenza, porterà comunque sempre con sé la ferita inflitta da questo trauma.
Proprio per non aprire ulteriormente questa ferita, per non farla soffrire ripensando ad amene situazioni del passato, Nanako ha sempre evitato di fare domande a Rei/Saint Just sul suo passato; quando Rei/Saint Just si fosse sentita di farlo, Nanako sarebbe stata ben lieta di ascoltarla. Era una questione di delicatezza e sensibilità.
Saint Just dal canto suo evitava l’argomento proprio per questi motivi e non poteva non apprezzare la discrezione di Nanako al riguardo.
Ora che si è definitivamente riconciliata con se stessa, che si sente veramente serena, realizzata negli studi, nelle amicizie, nell’amore, in armonia con l’adorata sorella Fukiko, Saint Just sente di poter e dover ricollegarsi anche al suo passato. Lei che ama la storia, fra le tante materie letterarie, ben sa che siamo ciò che siamo per il nostro passato, per ciò che ci è successo, per come l’abbiamo vissuto e metabolizzato; a volte se gli eventi della vita avessero preso una piega diversa, sarebbe stato diverso il nostro carattere o avremmo avuto opinioni differenti.
Saint Just si domanda a volte fra sé e sé come sarebbe stata la sua vita, se sua madre non si fosse suicidata, se fosse rimasta ad abitare in quel quartiere allegro e gioviale dove era cresciuta, mentre non vuole neppure lontanamente immaginare quale piega avrebbe preso la sua vita se al Seiran non avesse mai incontrato Nanako e Kaoru grazie alle quali aveva evitato l’autodistruzione.
Per ricongiungersi al suo passato per prima cosa ne deve parlare; e con chi meglio che con la sua ragazza Nanako? Inoltre, Nanako è nel senso più buono del termine curiosa, desidera conoscere il passato delle persone anche per capirne meglio l’animo e rapportarsi al meglio con loro. Non può di conseguenza non aprire il suo animo a Nanako!
 
“In questa cesta ho raggruppato alcune cose che mi ero portata dietro dalla casa dove stavo con mia madre e che non avevo più guardato da quando mi ero trasferita qua perché mi avrebbero riportato a un periodo fantastico della mia vita che purtroppo non tornerà più con tutte le tristezze conseguenti. Ora che sono felice, voglio riguardarle finalmente dopo ben 5 lunghi anni, con la serenità e l’affetto che meritano, senza turbamento, e voglio farlo con te che sei la fonte principale della mia felicità”, Saint Just sorride. Nanako commossa non riesce a parlare e le dà un sonoro bacio sul viso.
“Questo è l’orsacchiotto con cui mia madre mi raccontava dormivo sempre da piccola; è un po’ sciupato, però, gli sono affezionata perché me lo comprò la mia mamma subito dopo la mia nascita. Lei dovette subito rientrare a lavorare, perché non poteva permettersi lunghi congedi di maternità, allora quando mi lasciava all’asilo nido si assicurava avessi sempre con me il mio orsacchiotto, perché avessi un punto di riferimento fisso, che mi ricordasse lei…anni dopo Fukiko mi lasciò ma cherie la poupee per lo stesso motivo, perché non sentissi la sua assenza tenendo vicino a me un oggetto che facesse riferimento a lei, proprio come nostra madre aveva a sua volta fatto con me; un aspetto del loro carattere che le accomuna, non trovi?” ne parla normalmente, senza rabbuiarsi, e questo fa piacere a Nanako.
Dalla stessa cesta tira fuori un vestito variopinto, color rosa malva con fiori viola, rosa antico e rosso porpora, gale sul decollete, in fondo alla gonna e alle maniche
“Saint Just è molto bello questo abito”.
“Era di mia madre”.
“E’ sempre attuale, però, potresti metterlo anche tu”.
“Non metto mai le gonne, Kaoru una volta ogni 2/3 anni indossa la gonna, io credo sia dalla prima elementare che non indosso una gonna”.
“Che c’entra? una volta ogni tanto, saresti bellissima anche con la gonna”.
“Ti confesso che voglio tenerlo qua nell’armadio, magari un giorno mi va di metterlo!”
“E io sarò molto curiosa di vederti con la gonna!” ride Nanako.
“Effettivamente c’è un giorno molto più recente in cui ho indossato la gonna, l’ho rimosso, ma … tanto vale raccontarlo … il giorno che mia madre si suicidò indossavo un vestito con la gonna. Tornata a casa lo strappai con le forbici e mi dissi che avevo un motivo in più per non mettere mai più le gonne…”
Nanako si rattrista perché vede la sua Saint Just rabbuiarsi, entrambe non sanno che dire, Nanako vorrebbe abbracciarla o prenderla per mano, ma non le sembra il caso, sa di non essere in grado di capire certe situazioni, qualsiasi cosa dicesse o facesse risulterebbe patetica o inadeguata.
Per distrarla la incita a proseguire nel mostrarle gli oggetti della scatolona.
Nanako è colpita da una fotografia a colori sbiadita, tendente al rosso, come spesso le foto degli anni ‘70. La foto ritrae una bellissima ragazza dall’aria molto malinconica, lineamenti del viso perfetti, che richiamano vagamente sia quelli di Saint Just sia quelli di Lady Miya, capelli raccolti in una coda di cavallo, dolce vita a righe orizzontali verdi e arancioni, sta guardando una neonata che avrà pochi giorni di vita, avvolta in una copertina rosa confetto di cotone, che sta dormendo.
“Questa è Fukiko con mia anzi con nostra madre” dice Saint Just.
“Non ci posso credere” commenta Nanako. Sembra impossibile che anche Super Lady Miya sia stata una neonata di mezzo metro, piccola, indifesa, e gracile.
“Ecco perché tua madre ha l’aria così triste, perché Fukiko era già predestinata ad esserle tolta”.
“Farle da tata non sarebbe mai stato come crescerla da madre, mia madre era disperata, è l’unica foto di loro due insieme…per questo supplicò nostro padre di avere almeno me, mia madre desiderava più di ogni cosa avere dei figli con nostro padre, fu straziante per lei separarsi da Fukiko, almeno con me voleva realizzare il suo sogno di avere dei figli, avere conforto per l’atteggiamento di nostro padre verso di lei, povera mamma, non meritava tutto questo”.
Saint Just prosegue ed esclama “Guarda Nanako questo è il famoso ricettario di ca. 400 pagine, con ricette ritagliate dai giornali e poi incollate, altre ricette sono copiate a mano, è lì che ho trovato la ricetta della torta frangipane…ooohhh chi si rivede” Saint Just sorride e tira fuori tre Barbie un po’ malmesse, di cui una con le ‘meches’ azzurre “quanto ci ho giocato con le mie amiche, quante storie inventate, questa ha le meches azzurre perché era una sirena”, le ragazze ridono.
“Guarda l’album di fotografie con i miei amici del quartiere dove ho abitato fino alla morte di mia madre”, i suoi occhi sono dolci, languidi, malinconici.
L’album è grande, si vede Saint Just a varie età fino ai 14 anni, ora da sola in mezzo a prati e fiori, ora che ride con degli amici e amiche della sua età, foto di classe dalla scuola materna agli inizi della scuola media - classe mista di scuola pubblica - , sembrava quasi divertirsi a farsi fotografare, aveva occhi espressivi, grandi, intelligenti, un’aria curiosa e vispa; soltanto dopo l’incidente aveva riacquisito quella spigliatezza e vivacità.
“Saint Just ma avevi sempre i capelli corti e lisci, dove sono i tuoi bei buccolotti?” chiede ridanciana Nanako.
“Mia madre era una maniaca dell’ordine e della precisione, e quindi io dovevo essere sempre in punto e virgola; mi stirava i capelli con la spazzola apposita perché diceva ‘sì, belli i capelli ricci, ma sono disordinati, e io voglio tu sia sempre in perfetto ordine’, quindi avevo sempre la zazzerina alla francese liscia, quanto piangevo perché volevo i capelli lunghi e vedere come erano fatti i miei riccioli…”.
“Beh tutto il contrario di Kaoru, la sua mamma le teneva i capelli lunghi e riccioluti, e lei appena è cresciuta se li è tutti tagliati”.
“La cosa divertente è che Kaoru vorrebbe i capelli lisci! Ma li tiene riccioluti, perché per noi ricce non è facile avere i capelli lisci, anche con la contropermanente ogni volta ti lavi i capelli devi stirarteli con una spazzola apposita, perdi tempo e figurati se Kaoru ha voglia ogni volta di perdere delle ore a stirarsi i capelli!”
“Tu volevi i capelli lunghi e mossi e li avevi lisci e corti, Kaoru li voleva corti e lisci e li aveva lunghi e ricci. Che cosa divertente!” commenta Nanako.
Ridono entrambe e poi hanno un momento di malinconia “Chissà cosa fa principe Kaoru” mormora Nanako.
“L’ho sentita l’altro giorno, dice che ha 8 ore di lezione al giorno dal lunedì al venerdì, che le lezioni l’appassionano, si diverte a studiare il corpo umano e come funziona. Si è anche iscritta a scuola guida, Take le dà ripetizioni, dice è un bravo insegnante di guida. Le telefonate sono brevi, sai non puoi consumare chissà quante schede telefoniche”.
“Con Take ho mantenuto l’abitudine della corrispondenza epistolare. Gli hanno dato una cattedra di letteratura medievale giapponese comparata con quella francese del medesimo periodo, dice è stimolante, che con impegno si trovano anche delle analogie fra i due filoni”, aggiunge Nanako.
Sfogliano ancora altri album di foto, sempre Saint Just con la madre, con gli amici, a scuola, persino il giorno della prima comunione, Saint Just allegra e sorridente, completamente diversa da quella ragazza astratta, seria e dolcemente triste che era stata al Seiran fino a prima dell’incidente.
“Saint Just ma vivevi in campagna”.
“Sembra campagna vero? Invece non è così, è un quartiere popolare della nostra periferia, è a ca. 40 minuti dal centro se prendi il treno metropolitano, è in città, ma è campagna, quando arrivi lì l’aria è buona, la sera metti il golf di cotone, sarà che è molto ricco di vegetazione, sono sicura che tutti i nostri vicini di casa stanno ancora lì, eravamo una grande famiglia molto affiatata, ci aiutavamo gli uni con gli altri; se i nostri genitori lavoravano tutto il giorno, i vicini di casa già in pensione o che avevano un orario di lavoro più breve venivano a prenderci a scuola, e badavano a noi. Quante scorribande nei prati, nei boschetti adiacenti, risate, ci rotolavamo nel fango come porcellini, un mondo diverso, bucolico”.
“Ecco perché ti piacciono i posti così, penso a quando mi hai portato in quel quartiere così carino e caratteristico per il san Valentino dell’anno scorso, o a quando mi facesti vedere quel meraviglioso tramonto incantato la scorsa estate, tutto nella nostra città eppure fuori città nello stesso tempo, che poesia”.
“Nanako perché non andiamo uno di questi giorni nel mio vecchio rione? Ho molta nostalgia del quartiere dove sono cresciuta. Vorrei rivedere i miei vicini di casa, la mia vecchia scuola, l’ambulatorio, le vecchie amicizie, voglio ricongiungermi al mio passato, risistemare la mia vita, e siccome fai parte della mia vita, vorrei partecipassi”.
“Dimmi quando vuoi andare, ne sarò ben lieta” esclama entusiasta Nanako, è troppo curiosa di conoscere il passato della sua bambola Saint Just.
 
“Rei questa è veramente l’ultima, cosa torni a fare tra quei buzzurri?” come al solito Fukiko deve sempre smontare l’entusiasmo della sorella Rei/Saint Just.
“Non sono buzzurri, sono persone molto care, ci siamo voluti bene, il dopo cena gli adulti chiacchieravano sempre mentre noi bambini giocavamo all’aria aperta, eravamo una grande famiglia, la famiglia che ti scegli”.
“Oh Rei, dopo 2 anni che stai con noi non conosci ancora l’etichetta, il bon ton? Spettegolare dopo cena è veramente squallido, e poi bambini che giocano per strada… che sciatteria…Rei tu ora sei un’aristocratica, non devi mescolarti con la plebaglia, noi non abbiamo nulla a che spartire con loro”.
“Perché sei sempre così snob, ma chi credi di essere? Sono persone tali e quali a noi, anzi loro sì che sono brave persone, sono genuine, come le vedi come sono, senza ipocrisie, ti aiutano incondizionatamente, ci sono sempre per te senza secondi fini, ci siamo voluti un gran bene, mi sono tanto divertita a giocare con loro, io ho avuto un’infanzia degna di questo nome”.
“Oooh come sei ingenua Rei, ognuno deve stare al suo posto, noi abbiamo classe, compostezza, frequentiamo gente di alto livello, locali importanti ed eventi culturali esclusivi, cose che arricchiscono”.
“E abbiamo anche tanta ipocrisia e opportunismo, la vera ricchezza è l’amore, essere se stessi non ti impedisce di avere una cultura, io poi voglio stare con tutti, da chi ha poche possibilità economiche a chi è elevato socialmente, ma soprattutto voglio stare con chi mi ha voluto bene e mi è stato vicino nelle difficoltà a me e a nostra madre, e qui è meglio mi fermi” (n.d.r. Fukiko parlando con Rei dopo l’incidente le ha rivelato di sapere di avere in comune anche la madre).
“Cosa intendi dire?” Fukiko è perplessa, i suoi sensi di colpa le roderanno per sempre la coscienza.
“Nostro padre proprio per l’etichetta ha sempre trascurato nostra madre, è per questo che lei si è suicidata, che non c’è più, quando morì queste persone mi strinsero a loro, e forse se fossi rimasta là, non avrei mai passato quell’orrendo periodo di 3 anni che spero prima o poi di rimuovere dalla testa” Rei è arrabbiata e delusa dalle cose che ha detto Fukiko e ha dovuto dirle il suo parere.
Fukiko sente risvegliare i suoi sensi di colpa più che mai e si rattrista “Rei non mi perdonerai mai, vero?”
Rei, passata l’arrabbiatura, si sente a sua volta in colpa perché vuole molto bene alla sorella e si pente di aver avuto la lingua troppo lunga “Scusa Fukiko, io non volevo, ma il tuo classismo non lo capisco veramente, perché non riconosci che siamo tutti uguali, che il nostro ambiente – come lo chiami tu – è falso? Io non mi rispecchio in quella che chiami etichetta, io mi sento molto più a mio agio nel mio quartiere d’infanzia. Fukiko io sono così, ma non pensare non ti abbia perdonato, io ti adoro, vorrei solo andassimo più d’accordo”.
“Rei vedrai che tornando lì troverai delle differenze, senza accorgertene ti sei staccata da loro, potresti andare incontro a delusioni”.
“Non vedo il motivo, Nanako mi accompagna sabato, sono emozionata”.
“Mah, contenta tu…” e Fukiko se ne va.   
 
A maggio le giornate ormai sono lunghe, e il clima è comunque buono. Intorno alle 15 Nanako e Saint Just montano sul treno metropolitano e si dirigono nel quartiere molto particolare dove abitava Saint Just.
Scesa dal treno, Nanako sente subito l’aria diversa, vede alberi in fiore, frutteti, sembra davvero campagna, il posto è carino, ameno.
Saint Just le mostra la scuola elementare dove ha studiato “il nostro maestro di materie scientifiche ci portava a lezione di scienze all’aria aperta, a volte persino negli allevamenti, si imparava molto meglio vedendo da vicino piante, insetti e animali. Guarda lì c’è l’ambulatorio dove facevamo le file per le vaccinazioni, per misurarci la vista, per le visite pediatriche periodiche. Fino agli anni ‘70 diversi di noi nascevano lì, a meno non ci fossero dei problemi; in quel caso con l’ambulanza venivano portate le pazienti all’ospedale”.
“Anche tu sei nata in quest’ambulatorio?”
“Sarei dovuta nascere qui, mia madre aveva troppa nostalgia a tornare nella clinica dove l’anno prima era nata Fukiko, quindi quando le dissero che non c’erano rischi di problemi di salute, scelse l’ambulatorio, però…però poi all’improvviso io stetti molto male mentre nascevo, rischiai di morire, mia madre fu portata d’urgenza in ospedale, dall’ambulanza andò diretta in sala operatoria e mi salvarono per un soffio, stetti 20 giorni in incubatrice, mia madre si sentiva profondamente in colpa, pensò che, se fosse tornata in clinica, avrei avuto subito tutte le cure del caso e non avrei sofferto, ebbe tanta paura morissi, per questo con me era sempre iperprotettiva ma senza essere soffocante. Come vedi è già 2 volte che rischio di morire e sopravvivo! Mia madre diceva sempre ‘il mio amore dolce è il mio piccolo miracolo’”.
“Tu sei davvero un miracolo Saint Just per la tua bontà d’animo, la tua bellezza e anche perché sei molto forte”.
Saint Just sorride “siamo l’una il piccolo miracolo dell’altra”.
Nanako fra sé e sé pensa “sarà stata anche una madre iperprotettiva, ma si è suicidata oltretutto di fronte a lei, lasciandola da sola a 14 anni. Povera Saint Just, è stata davvero sfortunata come genitori”; anni dopo, quando capirà cos’è la depressione Nanako si pentirà molto dei suoi pensieri sulla madre di Saint Just.
L’ambulatorio ha l’aspetto grigio, scialbo, non invitante, eppure a detta di Saint Just era molto buono.
“Guarda laggiù c’è il nostro parco giochi…chissà se ci sono ancora i miei vicini di casa”.
In quel momento si sente una voce di donna “Rei sei tu! Come ti sei fatta grande, sei sempre più bella”, è una signora dall’aspetto simpatico, col fazzoletto in testa, ha appena interrotto l’aratura di un orticello con della verdura molto bella in vista “Kiyoko dopo 5 anni che bello”, Saint Just si fa abbracciare dalla signora, le presenta subito Nanako.
“Vieni andiamo a dirlo anche a Midori e Shinju, chissà come saranno felici di vederti”.
Sono signore fra i 40 e i 50 anni, amiche di sua madre, le avevano fatto un po’ da bambinaie e i loro figli avevano giocato con lei.
“Se vai verso il parco troverai le altre bimbe, anche loro sono cresciute”.
“Sei bella come tua madre, povera Keiko, cosa fai adesso?”
“Studio letteratura antica e moderna, e pianoforte”.
“Sei bravissima. Eri alle medie quando te ne sei andata e ora sei già universitaria”.
“Ora sei proprio una signorina, tu e la tua amica, che carina anche la tua amica”.
“Ti sei fatta crescere i capelli, guarda come sono belli, hai fatto bene, ti incorniciano meglio il viso”.
“Sentimmo alla televisione del tuo incidente alla ferrovia, siamo state in pena per te, abbiamo tanto pregato perché ti rimettessi il prima e nel miglior modo possibile, e per fortuna così è stato”.
Nanako sente subito simpatia per quelle signore così affettuose, dallo sguardo buono, che offrono biscotti e cioccolatini.
“Noi proseguiamo la nostra passeggiata”.
“Mi raccomando Rei non sparire per altri 5 anni, fatti rivedere, qua sei sempre di casa”.
Dopo pochi passi Rei si ferma “Takehiko sei tu!”
“Noooo Rei, è una vita che non ti fai vedere, sei cattiva però, non si sparisce così”.
“Nanako lui si chiama come tuo fratello, è stato un mio carissimo compagno di giochi, ne combinavamo sempre mille”.
“Ciao Nanako” le dice Takehiko.
Nanako pensa che probabilmente porta fortuna il nome, perché anche Takehiko, l’amico di Saint Just, ha davvero l’aspetto gentile e sincero come suo fratello. È un ragazzo dark, vestito di nero, matita nera a contornargli gli occhi, capelli lunghi quasi fino alle spalle un po’ spettinati, anfibi con borchie iridescenti.
“Ti ricordi di quando allevavamo le lucertole?” dice ridendo Takehiko.
“Certo, proprio io mettevo un fiocco di colore diverso intorno al collo di ognuna per riconoscerle, ed era un fiocco lungo perché poi le portavamo a spasso come cagnolini al guinzaglio facendole camminare lungo i muriccioli” Saint Just ride.
Nanako non l’ha mai vista così solare ed è felice di essere entrata nel suo mondo fatato.
Chiacchierano amabilmente tutti e tre per un po’ di tempo; Takehiko ora fa il meccanico in città, ma è appassionato di ogni genere di musica e si sofferma a parlare con Saint Just di musica classica.
“Dove sono Yuka e le altre? Vorrei salutarle” dice Saint Just.
“Dovrebbero essere verso il parco, però sai alcune sono un po’ cambiate, tu Rei sei sempre uguale, ma loro … beh … specie Yuka … non è esattamente come prima”.
“Mi piacerebbe rivederle, andiamo Nanako! Vieni con noi Takehiko”.
“No, adesso mi devo vedere con dei miei amici, comunque Rei sono stato molto felice di rivederti, davvero, qui sei sempre la benvenuta, fatti sentire!”
Nanako e Saint Just continuano a passeggiare felici, si fermano al bar a scambiare due parole con altri compaesani di tutte le età, Saint Just indica a Nanako la casa dove abitava con sua madre, un appartamento dentro un condominio dalla facciata color grigio chiaro, semplice ma armonico, con un giardinetto condominiale davanti; ora l’appartamento è abitato da altre persone.
Arrivano finalmente al parco e Saint Just inizia a cercare Yuka e le altre.
“Yuka era la mia amica preferita, ci siamo divertite una marea, mi è mancata molto, ovviamente anche le altre mi sono mancate, vieni cherie poupee prosegui con me questo tuffo nel passato”.
“Ciao Rei, come sono felice di rivederti” esclama esuberante una ragazza apparsa all’improvviso.
“Sakura, da 5 anni non ci vediamo, sei sempre la stessa!”
“Tu invece sei ancora più bella con questi lunghi riccioli”.
Le ragazze si abbracciano. Sakura è una ragazza minuta, alta poco meno di Nanako, paffuta e dallo sguardo buono e sorridente, lavora nell’amministrazione di una palestra. Dopo complimenti e chiacchiere Sakura accompagna Nanako e Saint Just dalle altre, fra le quali c’è anche Yuka.
Sono un gruppetto di quattro ragazze sedute sotto a un albero, accanto un paio di motorini. Sakura presenta in pompa magna Saint Just e anche Nanako, ma … purtroppo in quel bellissimo pomeriggio qualcosa si inceppa.
Delle 4 ragazze sedute, tutte ex compagne di giochi e di infanzia di Saint Just, soltanto un paio si alzano contente di rivederla, le altre due soprattutto Yuka rimangono piuttosto indifferenti.
Saint Just che è molto sensibile e ben comprende le reazioni delle persone, ricorda subito le parole del suo amico Takehiko “sai alcune sono un po’ cambiate, tu Rei sei sempre uguale, ma loro … beh … specie Yuka … non è esattamente come prima”.
Saint Just cerca di essere allegra lo stesso, anche se in cuor suo è demoralizzata e delusa, più che altro per Yuka che era la sua amica del cuore.
Mentre Sakura tesse le lodi di Saint Just per l’aspetto, gli studi universitari intrapresi e le altre due ragazze gentili le fanno eco, Yuka sembra stare a sentire essenzialmente per educazione finchè al termine non commenta “Bè, quando uno ha tanti soldi può anche permettersi di frequentare scuole prestigiose ed esclusive, anche se è più una questione di fama; alla scuola privata con le rette che pagate vorrei anche vedere non vi promuovano!” dice sarcastica, alle spalle l’altra ex amica di Saint Just fa un sorrisetto, mentre tutte le altre ragazze rimangono basite.
Interviene Nanako “Il Seiran è una scuola molto severa e selettiva, tante ragazze, pur venendo col massimo dei voti dalla terza media, si ritirano già entro pochi mesi o perdono l’anno scolastico, alcune di loro dopo essersi ritirate dal Seiran sono andate alla scuola pubblica e non hanno avuto problemi, diciamo piuttosto che non è giusto dover pagare per frequentare le scuole migliori perché l’istruzione è un bene universale, diritto di tutti, e dovrebbe essere accessibile nella massima qualità a tutti, ma purtroppo per ora il sistema è questo”.
“Sì certo ma intanto voi ci andate, e comunque resto della mia idea, sono più obiettivi alla scuola statale”.
Saint Just è triste e si vede.
“Yuka però Rei è stata ammessa in due ottime facoltà, a Lettere e al conservatorio” dice una delle amiche di infanzia di Saint Just.
“Chi ha tanti soldi ha sempre le porte aperte, addirittura può pagarsi la retta di due facoltà, ho poi visto alla televisione di quando hai avuto l’incidente, chissà quanti altri ulteriori bei soldini ti sarai presa!” “Come non ne avesse di già abbastanza” fa eco l’altra ex amica alle spalle.
Saint Just quasi con le lacrime agli occhi questa volta risponde “Io mi sono impegnata e tuttora mi impegno molto nello studio, non mi è mai stato regalato nulla, la mancanza di problemi economici non significa necessariamente essere dei raccomandati; quanto all’incidente non è divertente usare stampelle e fare fisioterapia per mesi, molto meglio stare in buona salute e non avere questo tipo di risarcimenti; sono stata contenta ad ogni modo di avervi riviste, ora si sta facendo tardi e dobbiamo andare”.
Sakura e le altre due ragazze gentili salutano festose Saint Just chiedendole anche loro di rifarsi vedere, Yuka e l’altra ragazza fanno poco più di un cenno di saluto.
Mentre Saint Just e Nanako camminano in silenzio si sentono chiamare da Sakura “Rei non farci caso, Yuka dopo le medie è cambiata, prima si è montata la testa perché è andata al liceo, poi al liceo non si è confermata una studentessa brillante, in terza ha rischiato pure di bocciare, e questo l’ha resa irrequieta e a volte nevrastenica. Sia per gli scarsi risultati scolastici sia per problemi economici a casa sua, i suoi genitori hanno voluto che dopo il liceo andasse a lavorare, e lei è arrabbiata per non aver potuto fare l’università, anche se come ti ho appena detto al liceo era scarsa. Non è più quella bambina gioviale e affettuosa che conoscevamo, è diventata fredda, scontenta, maligna, e quell’altra le va dietro. Non stare male per loro promettimelo, lo so che Yuka era la tua amica preferita, però lei con la sua antipatia non merita tu stia male per lei; piuttosto torna più spesso, faccelo magari sapere prima così ci facciamo trovare e si sta fra noi”.
Sakura è buona, si abbraccia di nuovo con Saint Just e se ne va non prima di dire “Ciao Nanako piacere di averti conosciuta”.
“Ciao Sakura anche per me è stato un vero piacere!”
 
Saint Just è comunque malinconica; Nanako prova a consolarla come può “non è finita in bellezza questa giornata, però, a parte quelle due ragazze sciocche e invidiose, le altre persone sono state tutte adorabili con te, ti hanno trattato come meriti, non farti rovinare il bello da quelle due sciocche”.
“Hai ragione, però, per me è stato molto triste essere trattata così da quella che era la mia più cara amica, eravamo inseparabili, sempre insieme fin dalla nascita; io sono sempre la solita, è lei ad essere cambiata, non vedevo l’ora di ritrovare queste persone, mi mancava questo posto, non pretendevo le braccia al collo da Yuka ma neanche di essere snobbata o schernita, ignorata in modo dispettoso. Nanako in due mesi ho avuto due grandi delusioni di amicizia, prima Hiroko, con lei avevo molto simpatizzato al liceo fin dal primo anno, poi alla vigilia del diploma ha fatto quel disegno obbrobrioso su di noi e ha detto quelle cattiverie; oggi Yuka mi guarda dall’alto in basso perché la mia famiglia ha più soldi della sua e un’altra del mio gruppo – o meglio ex mio gruppo – le è andata dietro, io credevo molto nell’amicizia, invece ho visto che anche lì si possono nascondere brutte sorprese, mi è crollato un mito”.
“Le delusioni ci aspettano in ogni luogo, a casa, a scuola, sul lavoro, nell’amore e nell’amicizia, però se ci si pensa nella vita non facciamo più niente; le relazioni sociali sono la cosa più bella e importante che ci sia, non possiamo precluderci un mondo meraviglioso per degli incidenti di percorso e per persone che non meritano la nostra considerazione”.
“Sempre quei maledetti soldi; Fukiko vuole frequentare solo persone di alto livello sociale, che hanno tanti soldi per fare carriera, avere prestigio, fare vita mondana, un ambiente tutto apparenze e formalità; Yuka anche lei pensa ai soldi, è gelosa delle persone che ne hanno più di lei, e scarica le sue frustrazioni trattandole con supponenza, come se avere un reddito più alto del suo fosse una colpa e comportasse automaticamente essere degli incapaci. Perché non pensiamo solo ai sentimenti in sé e per sé e smettiamo di essere ossessionati dai beni materiali? Perché non capiamo che possiamo andare tutti d’accordo e vivere in armonia indipendentemente dal nostro reddito? Gli errori vengono commessi dall’una e dall’altra parte, perché da entrambe le parti si pensa solo al denaro”.
“Non lo so Saint Just, l’importante però è stare bene con se stessi, e cercare di seguire la nostra coscienza; però, noto che crescendo le cose cambiano, le persone cambiano, da bambini siamo tutti innocenti, tutti uguali, poi via via che cresciamo, che prendiamo consapevolezza e ci formiamo una specifica personalità emergono delle differenze che a volte ci allontanano inesorabilmente da altre persone, l’ho visto anch’io”.
“Che bel ramarro” esclama a un tratto Saint Just. Tira fuori un nastro color rosa acceso, lo lega intorno al collo del rettile. “Voglio fare lo stesso gioco di quando abitavo qua, poi il verde brillante del ramarro sta molto bene col rosa acceso. È un ricordo di me che voglio lasciare in questo quartiere, un ricordo affettuoso di un gioco che facevo, chissà se un giorno ritorno magari ritroverò questo ramarro, anche se per allora il fiocco si sarà perso per strada”, si mette a ridere, ma si vede che è ancora un po’ sottosopra.
“Pensi di ritornare presto?”
“Penso di sì, mi piacerebbe moltissimo rivedere le altre persone e riallacciare i rapporti con loro, però l’atteggiamento di Yuka mi ha ferita, ti dico la verità; sa che ho passato dei brutti momenti, la morte di mia madre, l’incidente, cose che a un giovane non dovrebbero mai accadere, ma concentrata com’è sul denaro non mi ha nemmeno chiesto come stavo, si è solo divertita a snobbarmi. Lei non immagina neppure lontanamente quanto sono stata triste per i primi 3 anni che me ne ero andata da questo quartiere, quanto ho sofferto, le angherie subite, la solitudine, quanto mi sono mancate lei e le altre; le persone spesso sono fortunate ma devono lamentarsi ed essere invidiose per forza. Qualcosa si è spezzato, Nanako”.
“Non fossilizzarti sulle tue ex amiche antipatiche, pensa a quanto amore ti hanno manifestato gli altri, dalle altre ragazze del tuo gruppo, a Takehiko, alle amiche di tua madre, è vero : le cose brutte scardinano le belle, ma proprio perché sono brutte non dobbiamo permettere che annullino quelle belle, non concentriamoci sempre sui nei, guardiamo il resto; se ti lasci rovinare la giornata da gente come le tue ex amiche, alla fine fai solo il loro gioco, concentrati sulle cose belle che hai, vedrai che così dimenticherai quelle brutte e non darai loro più peso”.
“Hai ragione, però cerca di capirmi lì per lì la delusione, pensa se si fossero comportate così con te Tomoko o Mariko”.
“Ma io ti capisco, però vedi – lo disse anche Kaoru – tu bambola Saint Just hai un difetto : sei troppo sensibile, da una parte è un pregio, hai empatia con le persone, le capisci a fondo, hai tatto e premura, dall’altra soffri troppo per delle situazioni per le quali non vale la pena stare male, situazioni create da persone che non meritano il nostro affetto tanto meno il tuo, che sono aride o competitive. Cerca di essere più come Kaoru, di farti scivolare le cose, sarai più serena e allegra, e questo non scalfirà la bella persona che sei”.
“Come fai Nanako a essere sempre così saggia? A rasserenarmi sempre quando sono triste? Fukiko al tuo posto mi avrebbe detto che mi aveva avvertita, che tanto aveva ragione lei, ecc ecc. sono contenta tu sia stata con me, alla fine anche grazie a te è stata una bella giornata, sì è stata una bella giornata nonostante tutto. Sono riuscita a riconciliarmi col mio passato e a ricollegare il mio presente a quella che è stata la mia precedente vita. Quando hai accanto una persona che ami e ti ama a sua volta ogni esperienza alla fine è bella, specie se si tratta di una persona positiva come te”.
“Abbiamo tante cose da fare insieme Saint Just, oggi ho condiviso il tuo passato, e ora abbiamo un lungo anzi sterminato futuro da condividere”.
“Allora intanto fermiamoci alla maison d’etoile e improvvisiamo una cena, se non è un problema rimani a dormire, ti do io una camicetta da notte, sarei felice perché la tua compagnia mi fa stare sempre bene”.
Nanako è felicissima, può trascorrere il resto della serata con la sua bambola preferita.
Dopo cena le ragazze chiacchierano, guardano un film e alla fine vanno a dormire abbandonandosi ai loro dolci sogni beati.
 

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Capitolo 32
*** Anni verdi ***


Si avvicina l’estate e quest’anno le cinque amiche Nanako, Tomoko, Kaoru, Mariko e Rei/Saint Just hanno avuto un’idea fantastica : trascorrere insieme qualche giorno di vacanza, farsi una bella vacanza al mare, tutte insieme appassionatamente, non vedono l’ora di partire, sono emozionate all’idea, hanno scelto una località di mare caratteristica, piena di pinete dove Kaoru ha già detto andrà a correre, un bel mare cristallino, intorno delle colline fiorite, ci sono anche locali graziosi dove chiacchierare e ballare fino a tarda serata.
Alla fine sono riuscite a trovare anche una pensione a prezzi contenuti dove danno camere a 4/5 letti.
In una località vicina Takehiko e Takashi andranno in vacanza coi loro soliti amici, loro però in campeggio, ma non mancheranno di fare una visita alle loro sorelle e nel caso di Takehiko anche alla fidanzata (che comunque già frequenta sempre visto che abitano nella stessa città).
 
Lady Miya va con due amiche a fare una vacanza studio a New York; “sei sempre banale Rei, tu e Takashi fate una ordinaria vacanza al mare, abbiamo sul piatto d’argento le migliori e più prestigiose occasioni, e invece voi no, dovete sempre dare un calcio alla fortuna : perle ai porci”.
“Io spendo i soldi nelle cose che mi interessano di più, io e le mie amiche siamo felici se stiamo insieme, non ci interessa dove siamo ma con chi siamo”.
“Potreste andare in luoghi migliori, alberghi di prima categoria, andare all’estero, nella vita si deve viaggiare”.
“Dobbiamo trovare un punto di contatto fra tutte; arriverà anche il momento in cui andremo all’estero, ora la cosa migliore è andare al mare. Poi noi siamo per le cose sportive, semplici, niente pompa magna, nessun albergone, siamo ragazze non magnati del business. Dai Fukiko sii felice per me una volta ogni tanto, contenta me contenti tutti no?”
“E’ proprio il caso di dirlo, contenta te contenta tutti”.
 
Nanako è troppo elettrizzata : in vacanza nel suo gruppo ci sarà anche la sua ragazza, la prima vacanza insieme! Deve declamarlo a Takehiko, a cui telefona con entusiasmo “Fratello caro come sono felice, mi sembra un sogno, saremo tutte in camera insieme a chiacchierare fino a notte inoltrata, senza genitori o insegnanti a controllarci, ci sembrerà di essere già adulte, e io potrò abbracciare ogni notte la mia Saint Just”.
“Mi piacerebbe sorellina che tu vivessi con le tue amiche tutto l’anno come Kaoru, sarebbe un’esperienza formativa molto importante e anche tu ne saresti contenta, certo a volte litigheresti, ma cresceresti, ti divertiresti e ti sveglieresti. Sia ben chiaro : io avrei preferito vivere fino a 30 anni con mia madre ma averla ancora viva qui con me, piuttosto che avere una vita autonoma già dai 16 anni quando entrai in collegio perché lei era morta. Comunque ti auguro davvero prima o poi di vivere con le tue amiche, è un’esperienza fondamentale che dovrebbero fare tutti i ragazzi”.
“Vorrei che una delle mie compagne di appartamento fosse Saint Just, chissà se prima o poi vivremo insieme, coroneremmo il nostro amore”.
“Come corri Nanako, devi ancora terminare il liceo; anche se non ti nascondo, pur essendo molto giovani, sposerei Kaoru anche domani”.
“Non seguire i cliché, i luoghi comuni, chiediglielo e senti che ti dice!”
“Sei molto romantica! Vorrei avere la tua intraprendenza. Ti dirò che ci avevo già pensato, però ora forse è meglio concentrarci sulle vacanze”.
“Ti è ricominciata la paura del rifiuto? Dai Take, avevi fatto notevoli passi in avanti, non fare come i gamberi che tornano sempre indietro”.
“Si deve però anche essere concreti, e poi sono io il fratello maggiore che dice cosa si deve o non si deve fare, e quindi ora pensiamo alle vacanze!”, Take scherza, ma quella sorella saggia e matura gli ha dato uno spunto di riflessione.
 
Kaoru dopo un primo trimestre universitario brillantissimo, come tipico da lei, si appresta a tornare a casa e a partire con le sue amiche storiche, di cui sente la mancanza. Si trova molto bene sia al collegio sia all’università, dove ha già superato delle prove con ottimi risultati, ormai ha archiviato quel periodo terrificante della sua vita in cui fu vittima di un errore medico, è serena, le ha fatto davvero bene trasferirsi…poi a Sapporo c’è anche il suo ragazzo, il ragazzo dei suoi sogni.
La perfezione però non esiste e avrebbe bisogno delle sue amiche a iniziare da Nanako e Rei perché fosse davvero tutto perfetto…per questo appena può scende un finesettimana a casa di tanto in tanto e ora è felice per la imminente vacanza.
Al ritorno a casa le dà un passaggio Takehiko con cui si alterna nella guida. Kaoru sta prendendo la patente e guidare in autostrada è senz’altro un ottimo allenamento. Takehiko le ripete spesso “devi guidare sempre altrimenti ti scordi come si fa”.
Dove lo trova un altro ragazzo che le fa guidare la propria auto per giunta prima ancora di aver preso la patente per giunta in autostrada?
Kaoru per la prima volta da quando è al liceo si sente felice; ha scoperto che esiste davvero la felicità!
 
Le ragazze preparano la valigia alla vigilia della partenza. Nanako ha stilato una lunga lista delle cose da portare, si è comprata due nuovi costumi da bagno variopinti da aggiungere agli altri, durante quella settimana vuole sfoggiare ogni giorno un costume diverso, vuole essere bellissima per le sue amiche, e poi creme protettive solari per il viso, per il corpo, dopo sole, vestiti da giorno, da sera, cosmetici, chi più ne ha più ne metta, ha due valigie strapiene.
Tomoko è andata da lei per confrontarsi su cosa portare e cosa no. “Nanako parti per una settimana al mare non per due mesi in un’altra città, se ti porti sempre dietro la casa avrai problemi a viaggiare, farai meglio a stare a casa”.
“Ma Tomoko devo portare tutto, tutto può servire”.
“Ma non andiamo nel deserto o in cima a una montagna; se ti manca qualcosa, puoi comprarlo lì per lì”.
“Oh Tomoko hai ragione, ma sono così felice di venire al mare tutte insieme, c’è anche Saint Just”.
“Ecco lo sapevo : sempre Saint Just” la prende in giro Tomoko.
“No, non è vero, anche per voi”.
“Ridi e hai le gote arrossate”.
“Non è vero”.
“Invece sì, ah ah ah ah”.
Nanako abbraccia Tomoko e insieme ridono felici.
Dopo un po’ arriva anche Mariko sberciando “Rivedo principe Kaoru e sto con lei 10 giorni!”
“Hey ragazze, ma di me non importa a nessuno?” scherza Tomoko.
“Certo ti contendiamo tutte”, Tomoko comincia a essere piacevolmente sballonzolata da Nanako a Mariko e viceversa!
 
Il viaggio è stato divertente, in treno le ragazze hanno chiacchierato e riso tutto il tempo. Hanno disfatto le valigie e poi di corsa in spiaggia, sono le 15 il sole è cocente, ma niente può fermarle, tanto nuoteranno tutto il tempo! Anni verdi…
Il tempo vola alla velocità della luce, quasi non se ne accorgono.
La sera mentre sono a letto, Saint Just e Nanako raccontano che i rispettivi fratelli già l’indomani sarebbero andate a trovarle.
“Che noia, subito due maschi guastafeste appena siamo arrivate” sbuffa Mariko non tanto per Takashi che è un suo amico, quanto per Takehiko che può rubarle le attenzioni di Kaoru.
“Fanno solo un saluto veloce e poi se ne vanno, mio fratello ha anche detto che deve mostrarci un oggetto interessantissimo che potrebbe cambiare le nostre vite” dice Saint Just.
“E cos’è : il sacro graal?” scherza Kaoru.
“Non lo so, ma ha detto che deve assolutamente esibirlo a tutti, perché è di importanza fondamentale”.
“Io sono curiosa” dice Tomoko che si è infilata nel letto di Mariko, mentre Nanako – inutile dirlo – è già nel letto di Rei con cui dormirà abbracciata tutta la notte.
 
Il giorno dopo sotto l’ombrellone delle cinque amiche arrivano i guastafeste Takashi e Takehiko.
“Allora ragazze, come vi state comportando?” dice a presa di giro Takashi.
“Benissimo, siamo delle ragazze modello, voi piuttosto che combinate?” risponde con un tono altrettanto canzonatorio Rei.
“Piuttosto, volete parlarci di questo aggeggio così importante per la storia delle nostre vite? Ormai ci avete messo la curiosità!” esclama Tomoko.
“Chissà che cavolata sarà! Comunque saremo buone : vi concediamo un po’ del nostro preziosissimo tempo, fateci vedere alla svelta quest’oggetto e poi smammate perché questa è una vacanza per signorine!” dice con aria saccente e seccata Mariko.
“Dai Taka mostralo, è troppo forte!” dice entusiasta Takehiko.
“Da daaa! Guardate cos’ho con me!” esclama invasato Takashi.
“Cos’è?” “Sembra un telecomando della televisione” “Che apparecchio strano” sono i commenti delle ragazze “A me sembra più un telefono cordless”, chiosa Nanako.
“Ci sei andata vicina Nanako è un telefono, ma non è un cordless qualsiasi. È un telefono cellulare!”
“Che??” “Cellulare?” “Mi fa pensare alla biologia, alle cellule!” “Un cordless lo maneggi molto meglio” “Mi sembra un giocattolo per bambini”.
“Ragazze, è uno spettacolo, con questo nel futuro smetteranno di esistere cabine telefoniche, gettoni e schede telefoniche, è un telefono speciale, con cui sei sempre raggiungibile in ogni parte del mondo, in pratica te lo porti dietro quando esci, se sei in ritardo a un appuntamento avverti subito, se hai scordato di dire qualcosa puoi farlo subito, se hai un contrattempo chiami chi può darti una mano come quando Takehiko resta fermo per la strada perché ha finito la benzina come al solito” e qui ridono tutte a cominciare da Kaoru.
“Insomma” prosegue Takashi “sei sempre rintracciabile per chi ha bisogno di te per qualsiasi disguido, sei avvertito in tempo reale di ogni novità bella o brutta che sia, puoi avere subito chi ti dà una mano nelle difficoltà impreviste, non ti perdi più un invito, se devi fare delle telefonate non devi aspettare di essere a casa o in ufficio sperando che non sia fuori il destinatario delle tue chiamate … ragazze è spettacolare, lo sapete che stanno addirittura mettendo a punto un sistema per mandare messaggi scritti con questi arnesi?”
“E poi ha pure una rubrica al suo interno. Insomma ragazze che ne pensate?” aggiunge con aria molto soddisfatta Takehiko.
“Io lo trovo un abbriccico inutile, è scomodo portarselo dietro, è brutto, sicuramente costoso, con tutte le cabine telefoniche che ci sono una rintracciabilità c’è sempre; come avevo immaginato, ci avete fatto perdere tempo per una cavolata” sbuffa Mariko.
“Guarda a tutte le sue potenzialità Mariko” commenta Tomoko “se ti perdi in una strada, se hai un problema in un posto lontano da cabine telefoniche, se a casa tua succede qualcosa di grave e devono rintracciarti, col cellulare è molto più semplice, intervengono subito dovunque tu sia, anche solo avvertirti che all’ultimo minuto è saltato un incontro a cui ti stavi recando, io lo trovo molto interessante e soprattutto utile”.
“Anch’io, specie se metteranno a punto questa cosa dei messaggi scritti che mi attira e incuriosisce, coi messaggi comunichi subito qualcosa senza rischiare di disturbare chiamando in un momento sbagliato” dice Kaoru.
“Brave ragazze, vedo che esistono delle mentalità aperte” scherza Takashi.
“E’ vero, è senz’altro utilissimo, però ha un rovescio della medaglia” dice Rei.
“E quale potrebbe essere?” chiedono quasi in coro i maschi.
“Non hai più né privacy, né tranquillità, il tuo datore di lavoro può cercarti in ogni momento, da casa ti possono chiamare per ogni minima sciocchezza, magari un giorno vuoi startene in pace per i fatti tuoi o coi tuoi amici ed ecco che vengono a disturbarti per chiederti qualcosa da cui vorresti esimerti ma ormai ti hanno trovato e devi dire di sì anche se vorresti dire di no”.
“Sorellina se vuoi stare da sola, lo spengi e poi lo riaccendi”.
“E allora poi dite : se lo tieni spento non ha senso, mah … non lo so devo pensarci”.
“Kaoru lo sai che Takashi me ne ha regalato uno?” esclama pieno di sé Takehiko.
“Ah però : che regalone! Allora dammi subito il tuo numero così so di averti sempre a disposizione” commenta Kaoru.
“E’ così divertente” dice Takashi “non potevo non regalarne uno al mio amico-fratello, sennò come faccio a dargli sempre noia ora che sta in un’altra città?!”
Alla fine ridono tutti; se Tomoko, Kaoru e Nanako hanno trovato stimolante il nuovo oggetto, Mariko ne è contrariata – più perché i maschi si sono intromessi arbitrariamente nella sua vacanza al femminile che perché davvero è contraria - , mentre Rei deve valutare i pro e i contro.
La sera a cena in un pub vicino alla spiaggia le ragazze ne parlano ancora fra loro, anche perché Kaoru e Tomoko ne sono rimaste davvero affascinate.
“Quando avrò un lavoro e guadagnerò ne voglio uno anch’io, voglio essere sempre rintracciabile per i miei pazienti” spiega Kaoru.
“Tu hai sempre dei fini nobili” dice con occhi languidi Mariko “ma credo che Takashi e Takehiko da bravi maschi immaturi lo trovino più un giocattolo con cui trastullarsi come quando da bambini usavano le radioline a transistor o i walkie-talkie”.
“E’ questo il punto; andrebbe usato solo se serve davvero, non per sciocchezze o peggio ancora per controllare continuamente una persona ‘dove sei, cosa fai, quando arrivi, già che ci sei fai una deviazione e vai lì oppure fai là’” insiste Rei “e a proposito di fare: anziché parlare di tecnologia, perché non andiamo a ballare nella sala balli qui dietro?”
“Certo!” esclamano entusiaste Nanako e Tomoko.
“Io fo due passi al chiaro di luna, c’è un panorama così bello” dice Kaoru, che non ha mai amato ballare.
“E io vengo con te” dice felice Mariko, una passeggiata romantica serale in una località di mare con la sua amata non si può perdere!
 
Kaoru è molto mattutina, si alza verso le 6:30 e va a correre, qualche volta Mariko le va dietro, ma non ha abbastanza fiato. Una volta Mariko comincia a tossire in maniera pesante e a non stare più in piedi “Sei fuori allenamento, se vuoi venire anche te allora si cammina” le dice dolcemente Kaoru.
“No dottor Kaoru, non voglio compromettere il tuo allenamento, per colpa mia ora ti sei fermata”
“Guarda come recupero, faccio di meglio” ridendo Kaoru, esile ma forzuta, la solleva e la porta in braccio come uno sposo fa con la sua sposa per qualche metro quasi fino all’ingresso della pensione dove le ragazze alloggiano. Non è la prima volta che la solleva così; la prima volta Mariko fu sollevata da Kaoru quando svenne all’inizio della prima liceo : aveva smesso di mangiare per la paura di perdere l’amicizia di Nanako e fu lì che scattò definitivamente la scintilla d’amore per Kaoru.
 “Dottor Kaoru ti prendi sempre cura della mia salute, sei il nostro angelo custode, un medico nato, voglio essere una tua paziente” le sussurra Mariko mentre è ancora in collo a lei.
“Sciocchina! Non devi mai voler essere la paziente di un medico, vorrebbe dire che ti vuoi ammalare, invece devi voler godere sempre di una salute perfetta” le risponde sorridente Kaoru.
“Ma sei così brava che dopo mi guariresti subito, con le tue terapie ritornerei quella di sempre o… altrimenti potrei laurearmi in medicina anch’io; insieme sconfiggeremmo il cancro e altre brutte malattie, sarò la tua ineccepibile collaboratrice!”
Kaoru ride “ma se ti fa impressione anche un graffio! Come fai a fare medicina? Segui le tue passioni e le tue inclinazioni, Mariko, tanto io per te ci sarò sempre e comunque”.
Mariko è così estasiata che non scenderebbe più dalle sue braccia, ma non vuole approfittare; pensa a come le piacerebbe sposare Kaoru, essere portata in braccio da lei nella casa dove andrebbero a stare dopo le nozze “Viva i sogni di gloria” pensa!
Rientrate nella stanza prima di andare a fare la doccia Kaoru vuole essere un po’ dispettosa, le piace qualche volta esserlo!
“Averlo saputo prendevamo la camera a 4 letti, tanto Nanako dorme sempre abbracciata a Rei” dice a squarciagola ridendo e svegliando le sue amiche.
“Ho lasciato a casa ma cherie la poupee la sostituisco con lei” risponde Rei.
“Quanti fichi fa il mio fico” continua Kaoru, poco propensa a smancerie ma felice per le sue amiche.
La mattina le ragazze si prendono a volte a guancialate, specialmente Tomoko che non si alza neanche con le cannonate.
Una volta a fin di bene Kaoru prende una bottiglia di acqua ghiacciata e la schizza prima su Tomoko e poi su Nanako e Rei per svegliarle.
E così via va avanti fra mille risate la vacanza. Le ragazze non si fermano mai a prendere il sole sulle loro sedie sdraio, sono un moto perpetuo, fra passeggiate sulla spiaggia, gare improvvisate di nuoto, gavettonate sulla spiaggia, corse, nuotate fino a tardi anche saltando il pranzo. Sono sempre all’aria aperta, e quindi riescono ad abbronzarsi (anche se non moltissimo), a tutte si schiariscono i capelli, ad eccezione di Mariko che ha i capelli particolarmente neri.
Rei/Saint Just è molto bella, coi capelli ulteriormente schiariti dal sole, sembra davvero un angelo; Nanako la guarda in trance ogni volta. Non c’è stata una notte non abbiano dormito abbracciate.
A volte Kaoru convince le amiche a lasciare il mare un po’ prima e a passeggiare nelle pinete per tonificare i muscoli e … per fare qualcosa di diverso!
La sera le ragazze sono stanche, dopo cena due chiacchiere o al massimo due salti in delle discodance nei paraggi e poi a letto.
Le lancette dell’orologio sono implacabili, è triste che il tempo voli quando ci divertiamo; ogni rosa ha le sue spine!
Takashi e Takehiko dopo aver illustrato il cellulare, non sono più andati a trovarle, ritenendo dovessero farsi in santa pace la loro vacanza al femminile e volendo anche loro godere dei loro amici e del loro campeggio. Di tanto in tanto Takehiko sente un po’ di nostalgia di Kaoru, ma sa che una volta finita la vacanza la rifrequenterà con regolarità, è giusto prendersi una pausa per non venirsi a noia!
 
Arrivate alla fine di quella semplice e nello stesso tempo ricchissima vacanza, ricca proprio per la sua essenzialità, proprio all’ultimo giorno le ragazze non si trovano d’accordo su come trascorrere il pomeriggio. Kaoru vuole assistere a una partita di beach volley organizzata sulla spiaggia, ama troppo lo sport e ora che ha accantonato la palla a canestro agonistica, se è libera cerca di partecipare ad eventi sportivi anche solo da spettatrice. Mariko naturalmente vuole farle compagnia e anche a Tomoko non dispiace fare il tifo in una partita di beach volley sotto il sole di fine agosto in mezzo a tanta gente allegra e sberciante.
Se la vacanza fosse stata più lunga, sarebbero rimaste ad assistere alla partita anche Nanako e Rei, ma purtroppo questi 10 giorni sono letteralmente volati e quando si volge alla fine di una bella vacanza si vogliono dedicare gli ultimi attimi a quello che piace di più.
Nanako e Rei non sono particolarmente interessate alla beach volley e decidono di andare a vedere una collina fiorita e godersi tutto il panorama attorno.
Rei vuole almeno prima di partire contemplare vegetazione e fiori, quei fiori che adora tanto e le mettono allegria, che le ricordano la sua infanzia felice in quel quartiere ameno e bucolico, immerso appunto in mezzo ai fiori.
Le ragazze verso le 16 partono verso la collina con il loro ombrellino parasole, sono ciarliere, esuberanti, non si stancano minimamente a camminare sotto il sole in salita, forse perché protette dalla folta vegetazione sopra di loro, ma anche perché le energie degli adolescenti sono inesauribili.
Rimangono colpite dai campi sterminati di fiori variopinti di ogni genere e specie, Rei da esperta di fiori riconosce pure il fatidico frangipane. Quel triste episodio scolastico ormai è un brutto ricordo e le ragazze quasi ci ridono. Ci sono alberi alti e secolari, altre colline intorno a loro, un laghetto vulcanico dove alcune persone stanno pescando e intorno al quale camminano dondolanti delle oche anch’esse giulive!
Si prendono per mano, sentono di nuovo una compenetrazione con la natura circostante, nuove esperienze olistiche. Quel senso di pace eterna le affascina, non vorrebbero più andarsene. Lì intorno c’è una vecchio tempietto scintoista, da cui pendono addobbi floreali, e da cui promanano aromi di incensi vari. Non possono non curiosare, guardare quei vecchi mosaici e affreschi, piccole statue corrose dal tempo, vecchi ex voto ai piedi delle statuette ormai indecifrabili tanto è il tempo trascorso dal loro deposito.
È tutto affascinante e ammaliante.
Fuori del tempio camminano verso acacie pendule dai romantici fiori rosa, adagiano una copertina da picnic sul prato per non sporcare i loro vestiti e si sdraiano l’una accanto all’altra a guardare quel cielo fantastico di fine agosto, turchino, con nuvole che somigliano a fiocconi di panna montata.
Ogni tanto si intravede una figura umana in lontananza, il laghetto è a diversi metri.
Ricordano quando si sdraiarono sul prato quel giorno in cui marinarono insieme la scuola, erano sotto un albero secolare, Rei fumava e Nanako era ultrafelice di essere con lei, le erano persino andati via i sensi di colpa per non essere andata a scuola. E fu lì che Nanako si dichiarò con gli insuccessi che ne conseguirono.
Entrambe non possono fare a meno di rievocare quest’episodio e ridono di gusto a ripensarci! Quante cose sono successe da allora…quante emozioni…
Si abbracciano sul prato mentre continuano a contemplare quel cielo favoloso, quel cielo che le ipnotizza, chiacchierano e non vorrebbero mai staccarsi da quella situazione, perché non si può fermare il tempo? Il viso dell’una appoggiato su quello dell’altra, gli occhi fissi al cielo, di tanto in tanto si guardano anche fra loro, sono ipnotizzate, bloccate da una magia…malia…malia…malia…
“Saint Just ora non ti dà più noia se ti dico ‘ti amo’”.
“Ti amo anch’io, ora è tutto cambiato”.
Nanako rompe all’improvviso l’incantesimo per sfogare il suo prorompente entusiasmo, si stacca dall’abbraccio della sua bambola Saint Just, e seduta sul prato strilla a squarciagola in mezzo alla natura “TIII AAAAAAMOOOOOOOOO”.
Ridono a crepapelle entrambe e Saint Just per non essere da meno si siede anche lei e strilla “NAAANAAAKOOO TIIII AAAAMOOOOO”.
Il vuoto intorno fa rimbombare le loro voci, le loro fragorose risate cristalline e contagiose, a turno strillano “TIIIII AAAAAMOOOOOO” e ridono e si abbracciano sedute sul prato e si scambiano qualche bacio e nella natura riecheggiano le loro esuberanti dichiarazioni d’amore.
Dopo un po’ si accorgono che un gruppetto di amici (4/5) di una certa età a passeggio da quelle parti le guarda decisamente male e le ragazze scoppiano a ridere; anzi divertite di aver scandalizzato dei babbioni puritani e fuori tempo, fingono di non averli visti e ristrillano con tanto di nomi in modo da non lasciare spazio alla loro immaginazione.
“REEEEIIIII TIIII AAAAAMOOOOO”.
“NAAAANAAAKOOO TIIIII  AAAAAMOOOOOO”.
Il gruppetto le guarda ancora peggio e va via scuotendo la testa.
A quel punto Rei e Nanako hanno capito di non aver interesse a ciò che pensano gli altri; sono le persone con pregiudizi che stanno male e devono vergognarsi della loro meschinità. Loro hanno diritto di essere felici quanto gli altri e devono manifestare con giubilo la loro felicità al mondo intero, gridare al mondo che amano e sanno amare (n.d.r. qui ho scopiazzato la sigla dei cavalieri del re).
Si alzano e ricominciano a camminare, sono già oltre le 18, dovrebbero tornare alla base, ma …. Come non notare un giardinetto zen con una parete coperta di fiori penduli e piante rampicanti a fianco di una cascatella dove trovano varie scritte; curiose si avvicinano e leggono : incitazioni alla squadra sportiva preferita, preghiere di avere fortuna in determinate cose, parolacce contro professori, dichiarazioni d’amore. È la loro occasione, cercano un sasso appuntito, ce ne sono alcuni sulla base della cascatella zen, ne prendono uno ciascuna e scrivono anche loro su quella parete, lasciano un ricordo di sé. Nanako scrive con una bella calligrafia rotondeggiante “I love Saint Just” e intorno disegna dei cuoricini; Rei scrive in francese “J’aime Nanako” e accanto disegna un bel fiore. Ridono soddisfatte delle loro dolci e indelebili incisioni.
“Sono troppo felice Saint Just, il mio amore per te è un’emozione continua!”
“Con te Nanako ho ritrovato la felicità della mia infanzia, sono tornata in un mondo fatato!”
A proposito di mondi fatati e mondi reali, adesso le fidanzate devono tornare davvero alla base perché le aspetta l’ultima serata. Sono le 19, ormai hanno fatto tardi, i mezzi pubblici non ci sono in quella zona, non vogliono far preoccupare le loro amiche e sanno che prenderanno da loro la giusta ramanzina se tarderanno, in questo momento realizzano quanto sarebbe utile avere un telefono cellulare…giusto il cellulare!!!!
“Visto che i nostri fratelli si vantano tanto di avere il telefono cellulare, chiamiamoli e chiediamo di venirci a prendere qua e riportarci dalle altre”.
“Li hai già visti : figurati se lasciano il loro gruppo per noi”.
“Ma io ho in mente uno scherzetto, non potranno dirci di no, così vedranno gli svantaggi di avere il cellulare”.
“Che hai in mente?”
Nanako tira fuori dallo zainetto il numero di cellulare di Takehiko e da una cabina telefonica lo chiama subito.
“Sorellina che sorpresa!” dice non troppo entusiasta Takehiko “a che devo l’onore?”
“Io e Saint Just siamo nei guai, devi raggiungerci, tanto sei in macchina”.
“Che è successo?” chiede Takehiko preoccupato.
“Ci ha fermate la polizia” di sottofondo Saint Just dice sconcertata “ma che ti salta in mente?”, Nanako le fa cenno di stare zitta, e a quel punto Saint Just comincia a ridere sottovoce.
“Che cosa avete combinato? Sono qua coi miei amici in procinto di preparare il falò per la grigliata all’aria aperta, e ora mi va a rotoli tutto il divertimento per qualche vostra bravata, caspita però avete 18 e 19 anni!” dice seccato Takehiko.
“Abbiamo trovato una parete dove altri ragazzi prima di noi avevano scritto, messo la loro firma, riportato delle frasi poetiche studiate a scuola, così ci abbiamo scritto anche noi, giusto la nostra firma, per l’appunto ci hanno beccate, e siccome siamo minorenni vogliono vedere un nostro parente maggiorenne che si impegni a pagare la multa, in caso contrario ci porteranno in commissariato e ci resteremo finchè non verrà a prenderci un parente” dice Nanako impostando la voce a modo di pianto. Saint Just ride più che mai e si è allontanata per non farsi sentire.
“Ti pareva non vi avessero beccato, arrivo subito, un’altra volta però evitate, tanto voi vi beccano sempre, quando marinaste la scuola vi beccò l’assistente scolastica, poi il contrasto con la professoressa di economia domestica, oggi la polizia”.
“Invece di perderti in chiacchiere vieni; ah Take ricordati di controllare il carburante, non sia mai che resti fermo in mezzo alla strada : la tua specialità”.
“Non ti preoccupare spiritosa, siamo con la macchina di Takashi, che noooiaaaa”!
Nel tempo di un quarto d’ora arrivano Takehiko e Takashi, ma all’indirizzo dato da Nanako trovano un normale bar e le loro sorelle che ridono pacioccone.
“Ma sono scherzi da fare?” dicono visibilmente arrabbiati.
“Abbiamo fatto tardi, le nostre amiche poverine si sarebbero preoccupate e così abbiamo chiamato un fratello-taxi per far prima!” esclama Nanako.
“Caspita alla vostra età guardatelo l’orologio e poi assumetevi le vostre responsabilità, ci avete allontanato dal nostro gruppo per i vostri comodi” dice Takashi.
“Ma l’avete detto voi che i cellulari servono a questo : essere sempre disponibili per la propria famiglia!” ride Saint Just.
“Saltate piaghe dispettose, vi riportiamo dalle altre, menomale domani ripartite, e comunque sorellina da domani il mio cellulare sarà spento e lo accenderò solo quando mi farà comodo” sbotta Takashi.
“Allora puoi farne a meno, hai buttato soldi”.
“Devi sempre avere l’ultima parola” dice rassegnato Takashi.
 
Rei e Nanako arrivano divertitissime dalle amiche, soddisfatte del dispetto fatto ai propri fratelli, puntuali per la cena in un pub giovanile e il rito propiziatorio organizzato da Kaoru che sarebbe seguito alla cena.
A cena le altre ragazze ridono al racconto di Rei e Nanako.
“Ecco perché quelle facce indiavolate” commentano.
“Beh, a quei due sta proprio bene! L’altro giorno vennero a importunare la nostra vacanza al femminile per vantarsi di quell’abbriccico, e ora è giusto siano stati interrotti nella loro grigliata al maschile proprio grazie a quell’abbriccico” commenta Mariko terminando il discorso con una delle sue linguacce.
Dopo cena le ragazze si recano in un parco vicino al pub. È fine agosto, l’estate volge al termine, e Kaoru ha preparato un rito propiziatorio campagnolo, che usava nella sua famiglia, l’occorrente è in una sacca che si è portata dietro.
Si siedono in terra vicino alla panchina dove hanno appoggiato la sacca.
“Che hai combinato dottor Kaoru, non ti riconosco! Una ragazza razionale e scientifica come te che fa riti propiziatori…” ride Saint Just.
“A questo rito sono molto legata, i miei bisnonni lo preparano sempre a fine agosto, quando l’estate comincia a volgere al termine, quando le giornate iniziano ad accorciare, e cala quella malinconia tipica di quando si allontana la bella stagione e si avvicina l’inverno, il momento delle vacanze e della spensieratezza svanisce per lasciare spazio alle preoccupazioni e alla solita routine, al ritorno al lavoro duro, quando si avvicina la resa dei conti, il fatidico bilancio di fine anno e si deve riprogettare il futuro”.
Kaoru tira fuori dalla sacca delle zucche verdi (in pratica zucchine grandi), hanno il viso intagliato, hanno occhi, naso e bocca rotondeggianti, un po’ inquietanti.
“Ricordano le zucche dei film americani su Halloween” commenta Nanako.
“E’ vero, ma queste zucche sono verdi, le bocche non sono sdentate come quelle americane, la parte sottostante della zucca è tagliata in modo che si appoggino perfettamente in piano, sono un po’ diverse, però si illuminano anche loro”, Kaoru accende una candelina, la infila nell’apertura dal basso e le zucchine si illuminano.
“Ascoltate, se c’è brezza come questa sera, e tendete l’orecchio sembra cantino, o comunque si sente come un suono umano ininterrotto, è come quando appoggi all’orecchio una conchiglia, però nel caso della conchiglia senti un suono materiale, qua sembra un suono umanizzato, una voce incomprensibile che ti riporta a una dimensione per noi ancora inaccessibile, quella ultraterrena”.
“Dai Kaoru ora ci fai paura, ti atteggi a medium” dice preoccupata Tomoko.
“UUUUHHHUUUHH” esclamano a questo punto le altre.
Kaoru ride e aggiunge “ci ricorda che tutto cambia, che la vita va avanti, e ci avviciniamo sempre più alla dimensione ultraterrena, quella vera, via via che passa una stagione, che dobbiamo fare i conti con le stagioni passate e organizzare bene quelle a venire, perché poi finirà questa dimensione e inizierà appunto quella vera, è un rito malinconico, che ci costringe a fare i conti con le nostre superstizioni, le nostre paure, ad andare avanti … sentite la voce?” ora Kaoru è seria.
Le altre ragazze tendono l’orecchio, effettivamente con la piacevole brezza marina, che un po’ smuove i loro capelli, una vocina sorda e metallica di sottofondo si avverte, non è inquietante, è solo nostalgica, sarà l’impressione forse dovuta all’ultimo giorno di quella indimenticabile prima vacanza con le amiche, alla tristezza che accompagna la fine delle cose belle, perché nulla è eterno, e come – per fortuna – finiscono i brutti periodi, finiscono - questa volta purtroppo – anche i periodi belli; anzi i periodi belli passano ancora più velocemente perché quando ci divertiamo il tempo passa molto più alla svelta; è un’impressione psicologica, perché il tempo scorre sempre nello stesso modo.
Le ragazze si abbandonano alla vocina malinconica delle zucche verdi intagliate da Kaoru, già principe Kaoru, futuro dottor Kaoru; quelle zucche sono una connessione fra passato, presente e futuro, sono uno spunto di riflessione, un legame fra vita terrena e ultraterrena come dice Kaoru, alla fine il simbolo in generale della vita col loro colore verde, verde come gli anni che stanno vivendo le cinque amiche, verdi perché verde è il colore dell’energia che si esprime ai massimi livelli alla loro età, verdi perché è anche il colore della speranza e la loro età è l’età della speranza, dei sogni, dei progetti, l’età in cui tutto è possibile….
Non dimenticheranno mai questa vacanza, la prima vacanza verde!

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Capitolo 33
*** La sorellina ***


Ed ecco l’autunno con i suoi colori sgargianti; si entra nella stagione fredda, ventosa, in cui si accende il riscaldamento, in cui le giornate si accorciano e fa buio presto…eppure è una stagione affascinante con i suoi colori zafferano, arancio, rosso, marrone, arriva il freddo ma il tuo cuore si scalda.
Mariko è triste; non solo non c’è più principe Kaoru a scuola con lei (e questo è un dato di fatto ormai da quasi 7 lunghi mesi), ma ha appena appreso una notizia che l’ha profondamente sconvolta, non riesce a realizzare ciò che le sta succedendo, si chiede se sogna (un incubo) o se è la realtà, ha un forte senso di abbandono.
Si è vista con suo padre, il solito pomeriggio infrasettimanale insieme; quel pomeriggio suo padre era stato particolarmente affabile e affettuoso con lei; avevano fatto il giro delle più belle boutiques in cui le aveva dolcemente detto “adesso topolino prendi tutto ciò che vuoi”.
Topolino Mariko non se l’era fatto ripetere : da grande amante dei vestiti e della moda in generale si era fatta comprare - senza badare a spese - tre camicette, due gonne, un paio di pantaloni, una giacca, un paio di stivali, tre vestiti (adora i vestiti), e infine – innamoratasi a prima vista di due modelli di golf – si era comprata questi due golf in più colori diversi ciascuno, per un totale di 5 golf!
E dopo un pomeriggio di intenso e defatigante shopping, con tante borse da portare, era arrivato il momento del tè coi pasticcini.
Il sig. Shinobu ha chiamato un suo collaboratore a prendere tutti i pacchi e l’ha incaricato di farli subito recapitare a casa della figlia, in modo da proseguire liberamente la passeggiata per le vie del centro. Quel pomeriggio sarà diverso dagli altri; il sig. Shinobu deve in tutti i modi affrontare con la figlia una questione importante che non può più essere rinviata ed è bene intavolare l’argomento seduti di fronte a dei pasticcini che addolciscano la situazione perché immagina già la reazione della figlia.
Mariko è entusiasta dei suoi acquisti, divora i suoi pasticcini, sono favolosi, i suoi preferiti, quelli di frolla montata per metà coperti da cioccolato fondente fuso, poi ci sono i baci di dama col sapore noccioloso, i ditini di sfoglia ripieni di crema pasticcera, che bontà infinita quella pasticceria mignon accompagnata dal tè earl grey!
Il sig. Shinobu ormai da quasi due anni è sposato con la sua nuova compagna, ribattezzata da Mariko ‘la sciacquetta deficiente’; Mariko non le rivolge la parola, non la vuole vedere, per lei è solo una disgraziata rovina famiglie, per lei non esiste e a questo il sig. Shinobu si è rassegnato.
Se Mariko può evitare per sempre la sciacquetta deficiente, tuttavia c’è una persona con cui dovrà in un futuro molto prossimo interfacciarsi volente o nolente, di cui non potrà ignorare l’esistenza, e che nel bene o nel male dovrà accettare : ma come fargliela accettare?
Mariko ha da pochissimo tempo e a stento accettato – o meglio si è rassegnata – al matrimonio fra suo padre e la sciacquetta deficiente, come farle accettare, come farle provare affetto per …. quella sorellina il cui arrivo è ormai prossimo???
“Topolino, sai, il cruccio mio e di tua madre è stato quello di averti lasciata figlia unica”, il sig. Shinobu prende alla larga il discorso…. “sai noi volevamo 4/5 figli, poi però nella vita le cose non vanno sempre come vogliamo, e sei rimasta sola, ma non sai quanto ci è dispiaciuto”.
“Non ti preoccupare papà, io sto veramente bene da figlia unica, ho tutto l’affetto tuo e della mia cara mammina solo per me, non ho mai dovuto lottare per le cose o per le vostre attenzioni perché ci sono solo io, non ho mai dovuto bisticciare né scambiarmi dispetti né vestiti che ci tengo siano solo miei, ho poi imparato a stare sola, niente competizioni, niente paragoni, niente gelosie, ci sono io e basta!”
“Mariko, però, essere figli unici ha anche tanti aspetti negativi, non dividere mai con nessuno le cose e l’affetto dei genitori ci può portare a essere egoisti, egocentrici, possessivi anche fuori della famiglia, è invece importante imparare il valore della convivenza e della condivisione, perché poi nella società non siamo figli unici, ci sono anche gli altri”.
“Papà è inutile questa tua predica, tanto ormai mi avete lasciata sola, cercherò di fare la brava e di non essere la tipica figlia unica, sarò sempre generosa e cercherò di non essere gelosa, contento? Poi dai papà ho 18 anni, lo saprò un minimo come comportarmi”.
“Sai non è tanto questo il problema, il problema è che quando io e la mamma non ci saremo più…”
“Che noia papà, ma oggi che ti è preso? Scusa, ma evitiamo i discorsi su morte e malattie, ora stiamo tutti bene, che argomenti orrendi, viviamo giorno per giorno, perché sporcare un pomeriggio così bello parlando di morte e malattie? Oddio papà” Mariko si preoccupa, ha un nodo alla gola “papà mi state nascondendo qualcosa, tu o la mamma avete qualcosa?”, Mariko sta per mettersi a piangere.
“No topolino, noi stiamo bene”.
“Papà non farmi preoccupare”, Mariko comincia già a piangere.
“Topolino, va bene passo al dunque. Fra circa quattro mesi avrai una sorellina”.
“EEEEHHH, COOOOSAAAA?”
“Io ti amerò come prima, sarai sempre la mia adorata figlia primogenita, non ci sarà nessuna differenza fra te e tua sorella”.
Mariko ha la nausea, sta per rigettare i pasticcini appena mangiati, non riesce a parlare; no : lei non vuole legami con quella sciacquetta deficiente, quella sorellina è un legame indissolubile con la sciacquetta deficiente, anzi non è sua sorella, sua sorella avrebbe dovuto avere in comune con lei entrambi i genitori, non può essere sua sorella la figlia di una filibustiera di bassa lega.
“Pensa : avrai un aiuto e un punto di riferimento quando io e la mamma non potremo più aiutarti, ti darà una mano quando io sarò anziano e malato, avrai un legame parentale fondamentale”.
Mariko si alza di scatto e grida richiamando l’attenzione di tutto il locale “NOOOO, QUELLA NON E’ MIA SORELLA, NON LA VOGLIO, LA ODIO, VI ODIO” e scappa piangendo.
Il sig. Shinobu scappa a sua volta verso la figlia “Mariko, aspetta, io sarò sempre il tuo papà, non rifartela con questa bambina, io ti voglio bene”.
“Lasciami, voglio stare sola, vai dalla tua sciacquetta deficiente e da quella bambina in arrivo, ora hai lei non hai più bisogno di me”.
“Mariko, perché fai così? Hai 18 anni e reagisci come una bambina di 5 anni”.
“Allora vai da quelle due, io ti odio con tutto il cuore”.
Il sig. Shinobu capisce di doverla lasciare sola, del resto la sua ex moglie lo aveva avvertito che Mariko non l’avrebbe presa bene.
 
Mariko cammina a vuoto nel parco autunnale, le cadono le foglie addosso. Suo padre l’ha definitivamente abbandonata, oggi deve smettere definitivamente di sperare in un riavvicinamento fra lui e sua madre al cui divorzio non si era mai rassegnata fino in fondo, ora c’è una neonata in arrivo; quella mostra della seconda moglie di suo padre è riuscita nel suo intento di portarglielo via.
Lei in fondo era stata bene figlia unica, poi a 19 anni che se ne fa di una sorella? Ormai non hanno più nulla da spartire fra loro, c’è un enorme divario di età, e poi con una madre come quella di sua sorella anche psicologicamente sarebbero sempre state distanti anni luce.
Sente di non volere bene a quella sorellina, anzi la rifiuta, ogni legame con suo padre è reciso.
Se solo avesse avuto vicina Kaoru, la sua amata e osannata dottoressa Orihara, che cura le ferite del cuore e dell’anima e ora è lontana per studiare come curare anche le ferite del corpo….
 
Cala la sera, il buio, le giornate ora sono corte, è arrivata l’ora di tornare a casa.
Varcata la soglia, Mariko viene accolta dalla madre “Mariko finalmente! iniziavo a preoccuparmi. Papà mi ha detto tutto, era preoccupatissimo anche lui, era triste per come è andato il vostro incontro. Mariko dovete e dobbiamo parlare di questa cosa … dove scappi? Perché fai sempre così?”
Mariko corre a perdifiato verso la sua camera inseguita dalla madre, che la fa innervosire come al solito.
“MAAAMMMMAAAA!!!Possibile che devi sempre indossare quella maschera di ipocrisia? Di servilismo? Perché abbatti sempre la tua dignità?” strilla Mariko.
“Mariko cosa dici? Perché mi aggredisci così?”
“Perché sì! Mio padre ti ha tradita con una sgualdrina da due soldi, una decerebrata, e tu lo veneri come un dio!”
“Io non lo venero affatto, dovresti essere contenta invece che dopo il divorzio andiamo ancora d’accordo e abbiamo un bel dialogo, o vorresti fossimo come quei genitori divorziati che si odiano e litigano aizzando i propri figli l’uno contro l’altro, coinvolgendoli nei loro problemi? È questo ciò che vuoi?”
“Io volevo restaste insieme. Ti sembra così anomalo il matrimonio che dura finchè morte non vi separi?”
“E’ bellissimo, ma gli amori come anche le amicizie a volte finiscono. Basta continuare a volersi bene, guarda il bicchiere mezzo pieno”.
“Perché ti accontenti sempre? Sei una donna meravigliosa, e ti sei fatta umiliare da mio padre e da una sciacquetta deficiente, quasi quasi ti senti la zia di quella bastarda in arrivo”.
“Cosa ti salta in mente? E poi perché chiami così tua sorella? Hai 18 anni e dici cattiverie tipiche di un bambino immaturo”.
“Immatura? Possibile che nessuno capisce il mio stato d’animo? Che ne sai di quanto ho sofferto per la vostra separazione, per quella filibustiera di bassa lega che ha rovinato la nostra famiglia, e ora si aggiunge quella bastarda”.
“Basta Mariko”.
“Basta voi, lasciatemi in pace, tanto sono immatura, ora avete la vostra bastarda a darvi soddisfazione”. Mariko si chiude in camera e comincia a far volare oggetti, a sbattere libri e quaderni in terra, spacca una lampada.
“Mariko smettila, ora ci vengono a suonare i vicini per il baccano, ti prego BAAASTAAAA”.
Mariko smette e comincia a piangere disperata.
“Mariko esci ti prego, ti prego” alla fine Isako si rassegna e si allontana; piange sommessamente a vedere la figlia che sta così e teme smetta di nuovo di mangiare.
Quella sera Mariko digiuna, e va a letto esausta dal pianto.
 
Tomoko e Nanako a scuola notano che Mariko ha qualcosa che non va. È sempre seria, quasi torva, vuole stare sola, non parla, si innervosisce facilmente. Si danno appuntamento per due passi in centro il sabato pomeriggio, viene anche Saint Just, e riescono a farla parlare.
Mariko racconta tutto tra le lacrime “Io non la voglio quella bambina, la odio, non è e non sarà mai mia sorella”.
“Dai Mariko un fratello è sempre una cosa bella, sapessi i figli unici quante difficoltà hanno quando i genitori si ammalano o vengono a mancare, anzi tanti figli unici quando si formano una famiglia seguono la direttiva ‘o due figli o niente figli’; un fratello o una sorella è sempre un punto di riferimento” cerca di consolarla Tomoko.
Nanako e Saint Just sono impressionate. Nanako pensa che anche Take avrebbe potuto odiarla profondamente come sta facendo Mariko con la sorellina in arrivo. Saint Just attraverso Mariko vede tutto l’odio e la rabbia che sua sorella Fukiko deve aver sentito o per lo meno voluto sentire per lei fino a bullizzarla.
Nanako interviene “Mariko allora Takehiko, il mio dolce e caro fratello, dovrebbe odiarmi anche lui. Lui non sapeva che il matrimonio fra mio padre e sua madre è finito per una sbandata di sua madre. Eppure con me è sempre stato molto buono d’animo, perché chiaramente io non c’entravo nulla; io ho avuto un affetto grandissimo per lui da subito e sono stata corrisposta. Se Take avesse ragionato come te, avrebbe dovuto maltrattarmi e offendermi, eppure guarda che rapporto stupendo c’è fra noi, si è poi riavvicinato a mio padre, e ora siamo una bella famiglia allargata. Mariko ragiona, non precluderti uno dei rapporti più belli e intensi che esistano”.
“Non ci riesco, io rifiuto la sciacquetta deficiente che si è accompagnata a mio padre e quindi non riconosco come sorella quella neonata in arrivo, non la voglio”.
Saint Just si sente particolarmente coinvolta e assume toni perentori “Sbaglio o hai sempre biasimato mia sorella Fukiko per come mi trattava?”
“Sì Saint Just, ti trattava in una maniera vergognosa e tu non lo meritavi, sei una bravissima ragazza, meritavi tutto il suo affetto”.
“Perché critichi Fukiko?”
“Te l’ho appena detto, lei non aveva nessun diritto di umiliarti, di trattare te che sei sua sorella con quella cattiveria, lei doveva amarti e basta”.
“Nemmeno tu hai il diritto di umiliare e rinnegare quella povera bambina in arrivo che non c’entra nulla coi tuoi problemi familiari, anche lei ha diritto di essere amata e coccolata tanto quanto me e tutte le qui presenti. Critichi mia sorella Fukiko, quando tu ti comporti nella stessa maniera, anzi sei peggiore di lei perché critichi gli altri per cose che fai anche tu” Saint Just è molto dura; i discorsi di Mariko hanno riportato a galla il suo doloroso passato.
“Ma è diverso; quella brutta mostra della nuova moglie di mio padre ha rovinato la nostra famiglia”.
Saint Just la interrompe in modo brusco “Sei sicura? Magari i tuoi si sarebbero lasciati comunque o a tua insaputa erano ormai separati in casa, perché l’amore non sempre è eterno. E comunque sia, cosa c’entra quella bambina in tutto questo? Non ti ricordi quello che mi ha fatto e detto Fukiko? Non ti ricordi quanto ho sofferto per lei? Non ti ricordi che mi stavo rovinando la salute? Non ti ricordi che senza Kaoru e Nanako mi sarei persa completamente?”
“Io … penso … però …” Mariko è interdetta, non sa che dire, capisce di essersi comportata male, di aver involontariamente sbagliato, di essersela rifatta con la persona che meno di tutte al mondo c’entrava qualcosa, di essersela rifatta con lei perché indifesa, ancora incapace di reagire, si vergogna quasi.
“Sei stata solidale con me per come mi trattava Fukiko e poi tu ti comporti allo stesso modo con tua sorella, perché questo è : è tua sorella, che ti piaccia o no, che tu lo voglia o no, e dovrai fare i conti con lei per sempre. Vuoi farla soffrire anche tu? Vuoi farla piangere? Vuoi vederla perdersi in un labirinto eterno? Rovinarla?”
Mariko piange e Saint Just con toni più sereni continua a parlarle “Sei una brava ragazza Mariko, hai un cuore grande, perché non ragioni a mente fredda anziché essere così impulsiva? Sono sicura che tu come Fukiko alla fine soffri perché ami tua sorella come Fukiko ama me, ma per orgoglio, rivincita o paura di non so cosa reprimi il tuo amore e ti comoda fare la parte della sorella spietata, ma chi soffre è tua sorella vittima di un odio senza motivo, e anche tu perché vuoi odiare tua sorella ma non ci riesci perché la ami, vorresti farle vedere che la ami ma le dimostri odio ed ecco che ti fa pena e soffri, alimenti una spirale senza fine di sofferenza, e hai sensi di colpa anch’essi senza fine. Pensa a Fukiko, a cosa avrebbe provato se io non fossi sopravvissuta all’incidente. Non rovinare tutto prima di pentirtene. Non rinnegare un legame così importante, un affetto così grande e indissolubile, te l’hanno detto anche Nanako e Tomoko”.
Mariko piange silenziosamente “Ragazze mi vergogno tanto, perdonami Saint Just, perdonami Nanako, sono cattiva, senza di voi avrei commesso un errore grandissimo”.
“Non piangere Mariko, sei una ragazza buona, passato questo momento sono sicura saresti tornata indietro sui tuoi passi”, dice Nanako.
“Io non sono così, ma non ho mai superato il trauma del divorzio dei miei genitori, senza di voi chissà che avrei combinato” continua a piangere Mariko.
“Beh, in fondo gli amici servono a questo, è un continuo e reciproco dare” dice Tomoko.
“Sono la classica figlia unica egoista ed egocentrica” piange Mariko.
“Non fare così Mariko” dicono a turno le altre.
“E poi ora non sei più figlia unica!” dice sorridendo Saint Just per sdrammatizzare.
“E’ vero; quasi quasi le fo un pensierino, così mi riappacifico anche con mio padre, chissà magari un bel vestitino. Avrà ereditato da me l’amore per lo shopping?” Mariko è rasserenata.
Accompagnata dalle altre si reca in un negozio di vestiti per bambini e compra per la sorellina una graziosissima tutina rosa e bianca che decide di consegnare personalmente al padre.
Tornata a casa vispa e soddisfatta per l’acquisto, Mariko va incontro alla madre per mostrarle la tutina “Mamma sono proprio fortunata ad avere le amiche che ho, mi hanno fatto ragionare, ho capito che stavo per fare un errore imperdonabile di cui non mi sarei mai abbastanza pentita, sono stata ingiusta anche con te, me la rifaccio sempre con te!”
“A proposito di questo dobbiamo parlare”.
“Mamma prima voglio farti vedere il mio acquisto; voglio chiedere scusa anche a papà e con l’occasione gli do il regalo che ho preso per la mia sorellina, guarda che bella!”
“Tesoro, quel regalo …”
“Cos’ha che non va? Ho lo scontrino posso cambiarlo”.
“Tesoro, la moglie di tuo padre si è sentita male, l’hanno portata in ospedale”.
“Oh no, come sta? È tutto a posto, vero?” Mariko ha un pessimo presentimento, sta iniziando a tremare.
“La moglie di tuo padre ora sta bene, ma la bambina …. non ce l’ha fatta…”
“Che significa?” a Mariko escono già le prime lacrime.
“La tua sorellina è morta prima di nascere”.
“NOOOO” grida Mariko.
“Tesoro purtroppo è successa questa disgrazia”.
“La mia sorellina è morta, e io che l’ho odiata, se non fosse stato per le mie amiche avrei continuato a odiarla, perché?”
“Mariko…”
“Lasciatemi stare” grida Mariko piangendo.
Dalla sua camera arrivano pianti disperati “Perché? Perché? La mia sorellina….”
 
Le amiche intime di Mariko cercano nei giorni seguenti di consolarla come possono, ma Mariko è atona, sembra in stato catatonico.
“Mariko tu l’hai amata e le hai voluto bene, non scordartelo mai, la porterai sempre nel tuo cuore”, Nanako specialmente le sta molto vicina.
“Ragazze vi ringrazio, ma ho bisogno di stare da sola in questi giorni, è il mio primo lutto, e ho bisogno di stare con me stessa per un po’, poi la vita va avanti, però ora devo fare così”.
Le telefona anche Takashi – Saint Just gli ha raccontato tutto e lui non può lasciare sola in un momento come questo il suo amico-ragazza – , ma si sente rispondere allo stesso modo.
 
Saint Just e Nanako commentano fra loro quanto accaduto.
“Mi dispiace per Mariko, chissà quanto starà soffrendo, io l’ho visto quanto ha sofferto Fukiko per me; povere piccole. Sono situazioni familiari molto complicate, puoi sembrare cattiva anche se sei buona, e dentro di te sei combattuta perché qualsiasi cosa fai ti sembra di sbagliare, sono tormentate quanto le vittime dei loro comportamenti”.
Nanako fa un’osservazione “Però i nostri fratelli ci hanno voluto bene dall’inizio, Takashi si è sempre interessato a te, Takehiko è sempre stato molto dolce con me; non lo so, Saint Just, è come se notassi una reazione diversa fra ragazzi e ragazze, come se le ragazze soffrissero di più e accettassero meno la situazione per la notevolmente maggiore sensibilità delle donne rispetto a quella degli uomini e questo le porta a rapportarsi diversamente in queste situazioni, non sai con chi prendertela e te la prendi con quelli che c’entrano meno, cioè coi fratelli”.
“Può darsi. Ma io credo sia sostanzialmente anche una questione di carattere. Non lo so, gli esseri umani sono molto complicati, ognuno ha il suo fardello di emozioni, di esperienze, la propria sensibilità e capacità di reagire. Ho chiamato Kaoru e le ho detto di telefonare a Mariko, forse lei è l’unica che può sbloccarla”.
 
Puntuale arriva la telefonata di Kaoru. Mariko, pur non avendo voglia di parlare con nessuno, non può dire di no alla sua amata dottor Kaoru e quindi si fa passare in camera la telefonata.
“Mariko, ho saputo…”
Con Kaoru Mariko riesce ad aprirsi e si sfoga piangendo “Kaoru mi sento così cattiva…”
“Perché cattiva? È stata una disgrazia, cosa c’entri tu in tutto questo?”
“Lo so, però, ho detto tante cose contro di lei, cose orribili, appena mio padre mi ha detto che era in arrivo l’ho odiata, l’ho rinnegata; se non fosse stato per le nostre amiche, forse a quest’ora non starei neanche male per lei, quando ho cominciato ad affezionarmi a lei … era già morta!”
“Mariko tu hai sofferto molto per la separazione dei tuoi, è sempre un grande dolore vedere finire il matrimonio dei nostri genitori, è normale che in presenza di una ferita così grande ancora aperta tu abbia avuto una reazione spropositata, ma sei buona; anche senza le nostre amiche sicuramente poi ti saresti resa conto che stavi sbagliando e ti saresti affezionata a tua sorella”.
“Mi stavo comportando come quella che tu giustamente chiami Lady Arpia si comportava con Saint Just”.
“Non paragonarti a quella là. Tu sei completamente diversa da lei. Lady Arpia è stata ultraviziata, fin da bambina è sempre stata una piccola tiranna spocchiosa e supponente, è dovuta cadere la Sorority perché tornasse giusto in minima parte fra noi umani e almeno con la sorella si comportasse correttamente; anche se ora tratta bene la sorella, con gli altri è più o meno la solita. Tu invece sei sempre stata una brava ragazza, sensibile, disponibile, e anche se a volte hai avuto dei colpi di testa, questi sono stati dovuti alle tue sofferenze familiari o alla cattiveria altrui – ti ricordi come fu cattiva con te Aya Misaki? Comunque poi hai sempre spontaneamente rimediato, dal tuo rapporto con Nanako e Tomoko, a quello con la stessa Aya. Tu sicuramente hai sempre amato tua sorella, lei ha comunque avuto e avrà sempre il tuo amore”.
“Kaoru vorrei tanto fossi qui con me”.
“Non ci sono fisicamente, ma ci sono spiritualmente, e quando vuoi puoi sempre chiamarmi; ah poi a Natale per le vacanze ci vediamo, riorganizziamo con le altre il nostro super ultimo dell’anno!”
“Non vedo l’ora di rivederti”.
 
Risollevata in parte dalle parole di Kaoru, adesso Mariko sente di dover confrontarsi col padre, che dal canto suo l’accoglie benevolmente e l’abbraccia. Non ha nessun dubbio sulla sincerità della sofferenza della figlia, perché in fondo sa come è davvero : una ragazza buona.
Parlano di fronte al solito tè earl grey e al solito vassoio di pasticceria mignon.
“Le avevo comprato una tutina, e poi quando sono tornata a casa ho saputo”.
“Mariko non devi mai dubitare del mio affetto. La fine del matrimonio fra me e tua madre e l’inizio di un nuovo matrimonio con la mia nuova compagna non significano anche la fine del mio affetto verso di te. Non aspettiamo che succedano episodi così tristi per riavvicinarci”.
“Hai ragione papà; dobbiamo essere uniti”.
 
Mariko ora si sente in pace con se stessa, le sue amiche sono state di importanza fondamentale. Si è chiarita col padre, e ha capito ancora una volta che lui le vuole molto bene e non l’abbandonerà mai. Sta superando anche il rifiuto per la seconda moglie del padre; ancora non si sente di incontrarla, ma un domani chissà non possa scambiarci qualche frase …
Come ha detto Nanako, porterà sempre nel suo cuore sua sorella; anche se sua sorella non è mai nata, Mariko non si sente più figlia unica e, proprio perché non si sente più figlia unica, dovrà imparare a convivere con l’assenza di quella sorellina che non ha mai conosciuto, quella sorellina che non ci sarà più…..

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Capitolo 34
*** Why not? ***


Mi sono ispirata alla puntata dell’anime “Yes”.
 
È inverno e fa molto freddo, specialmente a Sapporo, dove la neve cade a fiocchi continui. Le scuole organizzano gare di pupazzi di neve, in cui gli studenti si divertono moltissimo. I ragazzi per strada si prendono a palle di neve, ci sono piste di ghiaccio dove si va a pattinare, artisti di strada che riproducono opere d’arte con la neve. Non a caso Sapporo è famosa per il festival della neve.
Di tanto in tanto passa qualche macchina spargisale per evitare il ghiaccio sulla strada; con le catene o meglio ancora con le gomme termiche si guida bene comunque.
Takehiko è innamorato più che mai del suo lavoro. Fa continue ricerche su analogie e differenze fra letteratura antica e moderna giapponese da una parte e letteratura antica e moderna europea dall’altra. Sta approfondendo il periodo romantico tedesco e cerca anche dei collegamenti con la filosofia tedesca del tempo; è molto affascinato dalla lingua e cultura tedesca; non per nulla ha studiato per un periodo a Berlino, il periodo più bello della sua vita.
A proposito di freddo e temperature basse, è molto incuriosito da delle ricerche che collocano i poemi epici della letteratura greca classica, Iliade e Odissea, in Scandinavia. Controllando le varie cartine geografiche vede che i viaggi e le descrizioni dei luoghi incontrati nello studio dei poemi sono forse più compatibili con un collocamento in Scandinavia rispetto a un collocamento in Grecia, Turchia o più in generale nei luoghi del Mediterraneo; suggestione? Sente crescere in sé un progressivo interesse per l’archeologia, chissà che prima o poi non gli riesca partecipare a qualche scavo archeologico!
È elettrizzato poi perché ha firmato il fatidico contratto di lavoro a tempo indeterminato, stipendio ottimo, può vivere da solo in una casa più grande, arredata bene con gusto, permettersi un televisore con videoregistratore di buona resa, uno stereo ad alta fedeltà, un computer ultimo modello con stampante e scanner, e naturalmente potrà continuare a permettersi il telefono cellulare.  
Ad appena 25 anni ha già tutto questo; sogno o realtà? Veramente seguendo le sue passioni, divertendosi mentre lavora, ha raggiunto a neanche 26 anni un deciso benessere economico? Sogno o realtà?
Suo padre e sua sorella sono molto orgogliosi di lui e naturalmente pure il resto del parentado.
Sente di aver fatto molte esperienze, che tutto il dolore sofferto per la separazione dei genitori, l’allontanamento del padre ritrovato poco più di due anni prima e la morte della madre sono stati ampiamente risarciti grazie al suo impegno e al suo fervore.
È un ragazzo di neanche 26 anni eppure ha molta più esperienza di vita di tanti uomini di 10 anche 20 anni più di lui. Dopo la morte della madre, avvenuta durante il primo anno di scuola superiore, ha vissuto in collegio per tutto il resto del liceo, perché nonni e zii stavano in città lontane e scelsero di metterlo in collegio per non traumatizzarlo ulteriormente con cambiamenti di scuola e amici, e anche perché oggettivamente stavano in posti fuori mano rispetto a scuole e università; poi all’università ha abitato prima in appartamento con altri ragazzi della sua età, quindi da solo, poi l’esperienza in Germania, di nuovo il Giappone ma in una nuova città; sa arrangiarsi ed essere autonomo e ora ha anche un ottimo lavoro trovato seguendo le sue passioni.
Non ha neanche 26 anni ed è più maturo dei suoi coetanei, pronto per delle scelte troppo premature per i suoi coetanei, come ad esempio sposarsi, e a questo proposito ha una fidanzata perfetta per lui. Kaoru ha solo 19 anni, ma lei per natura e pure per un’esperienza traumatica vissuta a 16 anni è a sua volta molto più matura della sua età, è una brillante studentessa del primo anno di medicina, di una bontà e generosità senza pari. Vorrebbe sposarla, le lascerebbe tutti gli spazi necessari per costruirsi la sua carriera, ma …. Accetterà?
Si ricorda cosa gli disse la sorella l’estate precedente, di non seguire i cliché, di non tornare a essere quel ragazzo timoroso di delusioni che era nel passato, e di lanciarsi nella proposta, ma si sente di nuovo inibito; ha paura che Kaoru, nota per la sua liberà di spirito, possa allontanarsi da lui con una simile richiesta.
Alla fine pensa che ti ripensa, decide : deve provarci per non avere rimpianti, e per non fare passi indietro rischiando di essere di nuovo un ragazzo bloccato dalla possibilità di rifiuti, come giustamente suggerito da Nanako. Se non fosse stato per la sorella e il suo amico Takashi avrebbe perso Kaoru, e quindi adesso da ragazzo maturo quale si sente di essere diventato, deve chiederglielo; non deve temere mai più nulla : l’uomo deve fare accadere le cose.
Se lei dovesse dirgli di no, lo capirebbe, e l’aspetterà, l’aspetterà quando sarà pronta, non ci sono problemi. Comunque vada sarà un successo (anche se ovviamente spera gli dica subito di sì, sennò che glielo chiede a fare?!?!).
 
Kaoru ha un momento di pausa dagli esami; ha appena terminato la sessione di gennaio e per una ventina di giorni deve solo seguire lezioni prima che ricomincino le verifiche. Il sabato si reca con Takehiko alla pista di pattinaggio sul ghiaccio per qualche giravolta. Si è legata i capelli in una coda, ha indossato dei pantaloni comodi di pile e via a volteggiare; Takehiko è imbranato, rischia più di una volta di cadere e viene ogni volta sostenuto dalla sua ragazza. Come non ricordare i capitomboli di Takehiko dalla cattedra dove insegnava alla classe di Nanako?
Alla fine quando ormai dopo le cinque è già buio i ragazzi si concedono in una pasticceria una tazza di cioccolata calda densa con i pasticcini di frolla montata alle ciliegie.
Takehiko racconta soddisfatto della sua vita professionale, i suoi progetti, lo studio della letteratura tedesca sette/ottocentesca, l’insegnamento della letteratura comparata, il nascente interesse per l’archeologia, una nuova casa da affittare; pone le basi per la fatidica richiesta.
“Sei un mito Take, così giovane hai già fatto tanta strada, sei veramente realizzato a 360° e te lo meriti pienamente, hai tutto ciò che un ragazzo della tua età può desiderare e anche di più”, si complimenta con lui Kaoru.
“Veramente c’è solo una cosa che mi manca per essere davvero realizzato a 360°”.
“Cosa? Ma cos’altro vuoi Take? Non farti sentire da altri, perché se poi ti insultano fanno bene!”
“Vorrei condividere tutto questo con te, l’amore mio più grande del mondo”.
“Lo stai già facendo, raccontandomi sempre per filo e per segno dei tuoi studi, del tuo contratto di lavoro, i colleghi, la casa, ti ho anche detto che ti darò qualche suggerimento per arredarla”.
“Vorrei condividere tutto quotidianamente, 24 ore al giorno, vorrei facessimo carriera insieme, costruire insieme il nostro futuro lavorativo e affettivo, vedere realizzati i nostri progetti sia quelli individuali sia quelli in comune, Kaoru io ho fatto tante esperienze negative e positive, ho conseguito dei bei traguardi, ma per essere il ragazzo più felice del mondo dovrei sposarmi con te”.
Kaoru è basita, non si aspettava così giovane una simile proposta, o meglio…si ricordava quando un San Valentino di 2 anni prima, in una lettera dalla Germania, Take le aveva accennato al suo desiderio di sposarla una volta che lei si fosse diplomata, però pensava fosse più un sogno ad occhi aperti dettato dalla lontananza, dalla relazione a distanza…eppure a lei sarebbe piaciuto, si era crogiolata in quel sogno a occhi aperti, sì un sogno, perché i suoi non le avrebbero mai consentito di sposarsi così giovane; già non era stato semplice riuscire ad andare a studiare fuori casa. È felice, onorata della proposta, ha capito che Take non parlava così tanto per fare, però…proprio perché pessimista sull’autorizzazione dei suoi genitori, resta interdetta e questa sua interdizione viene mal interpretata.
“Kaoru scusami sono un pazzo, siamo molto giovani, quest’anno compiamo io 26 e tu 20 anni, penserai ora che sono un azzeccoso possessivo, un residuato bellico, ma ti assicuro che tu potresti continuare a frequentare regolarmente le tue amiche, a studiare e a costruirti una carriera, lo sai quanto ci tengo che tu ti realizzi professionalmente, perché tu possa provare le mie stesse gioie, e anche perché matrimonio non deve significare rinuncia e repressione dei propri desideri soprattutto per una donna. Per questo non vorrei figli finchè anche tu non abbia raggiunto i tuoi obiettivi. Comunque sentiti libera di scegliere, tanto io ti aspetterò fino all’infinito, e anche se tu non volessi sposarti né ora né mai per mantenere la tua libertà, per me ci sarai sempre solo tu, ti prego però di non lasciarmi, ne va della mia felicità che ho raggiunto con tanta fatica e sacrificio…”
Kaoru gli prende le mani e commossa comincia a piangere.
“Io non volevo farti piangere, Kaoru”.
“Mi fai piangere di gioia Take, io sono troppo fortunata ad averti incontrato, ti sposerei in questo stesso momento, è vero siamo due ragazzini, ma ne abbiamo passate così tante che possiamo permetterci questo passo; però hai visto anche tu : quanta fatica per convincere i miei a farmi studiare qua, poi …” Kaoru si rabbuia.
“Coi tuoi ci possiamo parlare, vediamo, io ora ho una posizione, ma Kaoru che cos’hai, perché ti sei incupita?”
“Tu sei sicuro di volermi sposare? Non ho i seni, non so se potrò avere figli”.
“Di nuovo con questa storia; credevo ormai fosse abbondantemente archiviata. Kaoru a me interessi tu, la tua intelligenza, la tua bellezza, la tua anima, la tua bontà di cuore, la tua maturità, non mi interessa altro, il resto sono dettagli insignificanti”.
“Ora dici così ma fra qualche anno”.
“Fra qualche anno sarà la stessa cosa, mi basti tu, solo tu, tu o nessuna”.
Takehiko è sincero, i suoi occhi, pur neri come l’ebano, dicono tutto. Si vede che non mente, che non chiacchiera a vanvera, è un ragazzo troppo serio, dolce e sensibile.
“Take non so cosa diranno i miei, però promettimi che mi aspetterai, io voglio sposarti, anch’io per realizzarmi a 360° mi devo sposare con te, e tu sei l’unico ragazzo con cui potrei stare, quindi se i miei fossero contrari – come immagino – aspettami, non lasciarmi mai”.
“Non ti lascerò mai principessa del mio cuore, io ti aspetterò da qui all’eternità”.
Takehiko l’abbraccia ricambiato, aveva pensato bene : comunque vada sarà un successo.
 
Kaoru decide di scendere dai suoi per passare un weekend in famiglia e anche per affrontare l’argomento matrimonio, non vuole coinvolgere Takehiko, ci parlerà da sola, non vorrebbe che lui venisse preso in antipatia, considerato anche che suo padre a distanza di un anno non ha ancora digerito il suo trasferimento a Sapporo.
Mariko è in sua trepidante attesa e nel frattempo partecipa con Nanako e Tomoko a degli incontri di orientamento universitario organizzati dal Seiran con studenti di varie università per farsi un’idea su dove iscriversi dopo il diploma.
Le ragazze partecipano a diversi di questi incontri conferenza, anche se ormai a due mesi dal diploma hanno già le idee abbastanza chiare su dove iscriversi.
“Ragazze io oggi vado alla conferenza su ingegneria, venite con me?”
“Io non sono interessata, non mi piacciono i corsi di studio di tipo tecnologico” dice convinta Tomoko.
“Io ormai ho già scelto Lettere” aggiunge Nanako.
“Oh andiamo ragazze bisogna essere aperte, magari all’ultimo minuto scatta la scintilla per una facoltà diversa, è quella la chiave del successo!”
“Ma se da mesi dici di volerti iscrivere a ingegneria perché sei innamorata della matematica? Sei tu che non sei voluta venire a sentire facoltà umanistiche o di qualsiasi altro genere” commenta Tomoko.
“E va bene, la verità è che vorrei proseguissimo il percorso universitario insieme, dai su accontentatemi e venite con me”.
Come dire di no a Mariko?
Dei giovani illustrano i vari indirizzi di ingegneria : elettronica, delle telecomunicazioni, informatica e così via. In particolare, c’è un ragazzo del 2° anno che con molto entusiasmo parla dell’indirizzo sulle telecomunicazioni cominciando a declamare le potenzialità dei nascenti telefoni cellulari, dei progetti per implementare le loro funzioni, per la trasmissione del segnale.
Mariko, che non è per niente una fan dei cellulari e che nello stesso tempo è particolarmente euforica per l’imminente arrivo di Kaoru, comincia a dire la sua “Io credo siano più che sufficienti il telefono tradizionale e il computer, considerato lo sviluppo in un futuro prossimo di sistemi a disposizione di tutti i privati per comunicare tramite posta elettronica e reperire informazioni con motori di ricerca tramite computer. Deve pur esserci anche un’etica alla base dei sistemi di telecomunicazioni, e non possiamo far venire meno la privacy e la tranquillità delle persone, sono oggetti che possono ritorcersi contro di noi”.
Il ragazzo la guarda abbagliato.
“Come la mettiamo allora?” insiste Mariko.
Il ragazzo si ricompone e altrettanto spigliato le risponde per le rime “Un computer non puoi portartelo dietro, è troppo ingombrante, inoltre persone di una certa età hanno difficoltà a utilizzarlo. Il cellulare lo porti dietro, sei sempre sul pezzo, se non vuoi disturbare o essere disturbato in un futuro molto vicino potrai chiedere di scambiarti messaggi scritti, sei sempre disponibile per tutti e gli altri lo sono per te soprattutto nelle difficoltà, se ti perdi per strada, se ti senti male, e se sei una persona che lavora tutto il giorno fuori casa ti potrà permettere in un futuro di togliere da casa il telefono fisso e risparmiare sulle utenze”.
“Ma finora siamo riusciti a farne a meno perfettamente, ritengo più uno spreco dedicarsi ai cellulari piuttosto che a incrementare il più possibile la comunicazione informatica, radiotelevisiva e telefonica, inoltre questi apparecchi che funzionano tramite segnali telematici provenienti dall’etere tenuti all’orecchio vicino al cervello potrebbero incrementare malesseri, disturbi o altre malattie. La salute è il bene più importante e non deve mai essere minata dal progresso”. Pensa che con questa frase Kaoru sarebbe fiera di lei.
Da qui comincia un dibattito fra i due finchè uno dei ragazzi relatori alla conferenza richiama lo studente sullo scopo della conferenza stessa : illustrare il piano di studi e non parlare dell’etica dei telefoni cellulari.
All’uscita dall’incontro mentre le ragazze escono verso il cortile della scuola sentono un richiamo “Ehi tu, nemica dei cellulari”.
Mariko si gira incuriosita e infastidita “E tu piuttosto?”
“Nella nostra facoltà saranno organizzati degli orientamenti ancora più specifici per i vari indirizzi dove parleranno proprio i nostri professori e assistenti universitari. Siccome mi sembri molto interessata, secondo me dovresti partecipare”.
“Vedrò” risponde con aria volutamente snob Mariko “sai com’è, ho moltissimi impegni e vari altri interessi”.
“Comunque io sono Frederick, Ricky per gli amici, io ci sarò mercoledì prossimo alle 18 per ingegneria delle telecomunicazioni”.
“Vedrò se posso, ma non credo potrò, ciao”.
“Tu come ti chiami?”
“Non mi stupisco che un curiosone come te ami i cellulari, buono studio Ricky”, Mariko sdegnosa fa un voltafaccia e se ne va.
Nanako e Tomoko ridono “Gli sei piaciuta, hai fatto colpo”.
“Dai smettetela”.
“Allora ci vai mercoledì?” “Secondo me ci va perché in fondo questi cellulari hanno un loro perché”.
“Non ci penso nemmeno, e poi sono più interessata ad altri indirizzi di ingegneria, come meccanica, sto prendendo la patente e adoro guidare, preferisco i motori”.
“Come no!”
“Insomma smettetela i ragazzi non mi sono mai piaciuti e non mi piaceranno mai, il mio cuore è solo per princ…volevo dire dottor Kaoru”.
Tomoko e Nanako ridacchiano, hanno intuito un certo feeling fra la loro amica e questo Frederick, Ricky per gli amici, e non hanno tutti i torti.
 
Kaoru – probabilmente ancora per poco detentrice del cuore di Mariko – si fa coraggio e racconta ai suoi genitori della proposta di Takehiko.
Sua madre ha una piacevole reazione da Kaoru inaspettata. “Che meraviglia! Una proposta di matrimonio da un ragazzo speciale come Takehiko, così giovane si è già costruito una carriera molto bella, è molto stimato, ha tanti progetti interessanti per il futuro; per quanto mi riguarda ci possiamo organizzare da subito”.
“Davvero mamma?”
“Certo; un ragazzo d’oro come quello dove lo ritrovi? Sono sicura che ti lascerebbe studiare e ti spronerebbe a raggiungere i massimi traguardi, ha sempre tenuto molto alla tua realizzazione professionale, e poi siete due ragazzi molto maturi, potete anche permettervi questo passo”.
“Io ho delle perplessità” interviene il padre “Sono due ragazzini, Kaoru specialmente è solo al primo anno di università, lui a un certo punto ha già avviato la sua carriera, ma Kaoru sta muovendo solo i primi passi; non ero d’accordo a che studiasse lontano da casa, abbiamo scelto lo studentato rispetto all’appartamento perché non avesse distrazioni dallo studio e ora si sposa? E poi quando ti laurei Kaoru? I tuoi studi brillantissimi vengono gettati alle ortiche per sposarti avanti dì? Se poi arrivano dei figli non fai più nulla veramente. Non è per questo che ti abbiamo fatta studiare”.
“Io e Take abbiamo deciso di non avere figli finché non ho terminato gli studi e trovato lavoro anch’io” interviene rassicurante Kaoru.
“Kaoru, tu che sei un futuro medico, saprai che ogni tanto i figli arrivano anche senza essere programmati, e a quel punto addio sogni di gloria. E vogliamo parlare dell’età? Siete ragazzi, due marmocchi, potete ritrovarvi separati già fra poco tempo perché alla vostra età ci si lascia velocemente. Non si può fare un passo così importante come il matrimonio con così tanta leggerezza”.
“Nostra figlia e Takehiko ne hanno passate tante, esperienze anche molto traumatiche, sono molto più maturi della loro età, non sono proprio da paragonare agli altri; secondo me se evitano di avere figli, Kaoru può continuare sfolgorantemente i suoi studi. Sono due ragazzi ambiziosi, non credo ci siano ostacoli. E poi ti ricordo che quando noi due ci sposammo tu avevi 23 anni e io 21”.
“E’ diverso, noi lavoravamo entrambi, non facevamo l’università. Comunque ripeto devo pensarci”.
Kaoru non vuole insistere, sa che è già tanto se ha potuto studiare lontano da casa, vicino al suo Takehiko. Pazienza, le dispiace molto, ma vuol dire se ne riparlerà fra qualche anno.
 
La sera Kaoru va a cena fuori con le amiche, e vede Mariko un po’ diversa con lei. E’ super festosa come al solito, l’abbraccia amorevolmente, ma la guarda con gli stessi occhi con cui la guardano le altre, le si rivolge con gli stessi toni, non c’è più quello sguardo sempre affascinato, travolto, quella voce con un sottofondo un po’ emozionato, un po’ frivolo, amorevole …. Kaoru a un certo punto ne è contenta, era sempre stata dispiaciuta di non poter ricambiare l’amore di Mariko nei suoi confronti e le aveva sempre augurato di staccarsi prima o poi da questa venerazione per essere più soddisfatta e aumentare le possibilità di trovare chi potesse davvero corrisponderla in pieno.
La conferma le arriva quando accenna alla proposta di matrimonio di Takehiko; Mariko non fa nessuna obiezione anzi si unisce alle altre nell’augurarle che suo padre cambi idea e le dia il permesso.
“Secondo me siete abbastanza maturi per fare questo passo. Poi siete fatti l’uno per l’altra perché deve andare male? Perché i genitori sono sempre ossessionati dallo studio e perché ci devono sempre sottovalutare?” commenta Nanako.
“Io ti auguro di cuore che tuo padre cambi idea, quando siamo innamorati non ha senso aspettare” aggiunge Mariko.
“E’ vero” ride Tomoko “infatti dopo l’incontro al Seiran sulla facoltà di ingegneria, sei subito andata diretta alla facoltà di ingegneria a rivedere Ricky”.
“Non è vero, sono andata perché ho la passione per l’ingegneria e perché comincio a essere incuriosita dal funzionamento dei cellulari”.
“Ma se hai sempre detestato i cellulari?” “Da quando ti interessano quegli oggetti che con disprezzo chiami abbriccichi?” “Raccontalo a un altro” “Ricky ha avuto un colpo di fulmine per te e tu sei subito andata dietro a lui e ai cellulari!” “Kaoru lo sai? si sono scambiati i numeri di telefono!”
“Dai smettetela, cosa volete mi importi di quel saccente, gli ho dato il mio numero in modo che mi aggiorni su eventuali nuovi indirizzi della facoltà e soprattutto mi dia dritte sul test di ingresso; che c’è di male a fare di tutto per raggiungere i propri obiettivi?”
“OOOOhhh” “Ah ah ah ah”
“Propongo un brindisi a Mariko e alle sue nuove passioni” ride Saint Just.
Mentre Mariko fa una delle sue arcinote linguacce e le altre scherzano, Kaoru ha una dolce nostalgia, sente che ormai l’adolescenza se ne sta andando, che le cose cambiano, ognuna intraprende la sua strada, si aprono nuovi orizzonti a volte sorprendenti.
 
Nei giorni seguenti Kaoru sta ripassando istologia, esame molto complesso del primo anno, quando riceve una chiamata dal padre.
Appena dice pronto, suo padre le dice subito “Va bene”.
“Va bene cosa?”, Kaoru pensa agli esami, allo studio…
“Va bene ti concedo di sposarti”.
“Papà ti senti bene?”
“Tua madre mi ha convinto ancora una volta. Effettivamente te e Take siete ragazzi in senso buono diversi, molto più maturi, del resto io e tua madre avevamo all’incirca la vostra stessa età quando ci siamo sposati e siamo prossimi alle nozze d’argento. Passi, ma alt signorina ci sono delle condizioni”.
Kaoru non crede alle sue orecchie e con la voce tremante risponde “qualunque condizione, dimmi papà”.
“Voglio anzi ti ordino di continuare a essere la brillante studentessa che sei sempre stata e finché non firmerai il fatidico contratto di lavoro a tempo indeterminato non voglio saperne di diventare nonno, sono stato abbastanza chiaro?”
“Certo papà! Grazie! Vedrai darò il massimo, sarete fieri di me”.
“Non ringraziare me, ringrazia quella santa donna di tua madre che è una progressista. Se era per me rimanevi a fare l’università qua e niente matrimonio”.
Kaoru piange di gioia, deve dirlo alle sue amiche, sa che ora Mariko non sarà più triste, può dirlo anche a lei, quante emozioni l’aspettano, i preparativi per le nozze, il viaggio, la cerimonia, una casa, senza dimenticare i suoi obiettivi.
 
Come può dirlo a Takehiko? Vorrebbe dirglielo in maniera alternativa, non una risposta stile centralinista “sì – no”, ci pensa a lungo poi… trovato!
Si inventa una scusa per poter usare il computer che Takehiko ha nella sua stanza di lavoro all’università. “Mi serve assolutamente per battere una relazione importante e urgente; all’università ci sono ancora pochi computer rispetto al numero di studenti e si deve fare veloce quando si usano. Poi mi serve concentrazione, tranquillità, dai Take ti prego solo per questa volta”.
Takehiko naturalmente le dice di sì, e si danno appuntamento davanti all’università; presterebbe volentieri una copia delle chiavi della propria stanza da lavoro a Kaoru, ma se qualcuno poi la vede entrare nella sua stanza mentre lui sta facendo lezione, potrebbe farle storie, varie domande, pensare che è una studentessa che vuole prendere dei libri o appunti del professore arbitrariamente o peggio ancora di nascosto, meglio evitare.
L’accompagna davanti al computer e la saluta “Io vado a fare lezione, ci vediamo fra un paio di ore”.
“Va bene”.
In realtà Kaoru studia per i propri esami universitari senza dover redigere nessuna relazione, ma qualcosa sul computer lo scrive davvero ed è soddisfatta della grafica.
 
Takehiko ha terminato la lezione sul romanticismo tedesco comparato con la filosofia tedesca del medesimo periodo e rientra nella sua stanza dove si aspetta di trovare Kaoru ancora intenta a redigere la sua relazione. Appena arriva però gli saltano i nervi; la porta è aperta, ma dentro non c’è Kaoru a redigere la relazione, la luce è spenta e in più il computer è acceso come si nota dalla spia verde di accensione. Pensa fra sé e sé : “Caspita, però, avrebbe potuto aspettarmi, esce così senza chiudere a chiave, lasciando anche il pc acceso; giusto … le chiavi ora le ha lei e se non torna devo andare a casa a prendere la mia copia e poi tornare qua a chiudere”.
Scosta il mouse del computer e sul monitor legge a caratteri cubitali – alcuni viola, altri blu, altri rossi, su uno sfondo verde fosforescente – “Why not?”
Takehiko capisce trattarsi di un messaggio in codice di Kaoru e pensa “Why not? Perché no? Cosa intendeva?”
“BU!”
“Aiuto! Kaoru da dove salti fuori?”
“Hai i paraocchi? ero sulla parete a destra della porta, quella senza interruttore della luce e non mi hai notata!” Kaoru ride per aver fatto paura al suo ragazzo e anche perché come al solito è distratto.
“Ti sei messa a fare gli scherzi! Ah ah molto divertente. Piuttosto ‘why not?’ perchè no, cioè?”, mentre lo dice Takehiko trasale e ha un colpo di memoria.
Rivede se stesso e Kaoru poco più di 4 anni prima all’uscita da un cinema quando ancora non stavano insieme.
Gli riecheggia nella mente il loro dialogo all’uscita dal cinema “Senti Kaoru, mi trovo molto bene con te, mi piacerebbe ci mettessimo insieme, che pensi di questa proposta?” “Se mi piaci, perché no?” “E ti piaccio?” “Sì” “Quindi?” “Quindi d’accordo, affare fatto!”
Guarda estraniato Kaoru e poi le dice “Senti Kaoru, mi trovo molto bene con te, mi piacerebbe ci sposassimo, che pensi di questa proposta?”
“Se mi piaci, perché no?” risponde Kaoru.
“E ti piaccio?” domanda Takehiko, sperando e temendo di sperare.
“Sì”.
“Quindi?”
“Quindi d’accordo, affare fatto!” Kaoru ride.
Sono così innamorati che ricordano ancora alla perfezione il dialogo intercorso fra loro il giorno che si misero insieme.
Takehiko sente in sé un’incommensurabile felicità, per l’ennesima volta si chiede se sogna o è davvero la realtà, anzi questa volta se lo chiede più delle altre, perché oggi la felicità è massima.
Mentre Takehiko è ancora tramortito per la troppa gioia inaspettata, Kaoru gli corre incontro e lo abbraccia piangendo di gioia. “Take noi due staremo per sempre insieme, non ci lasceremo mai, promettimelo”.
Takehiko restituisce l’abbraccio e le risponde “Ti prometto che non ci lasceremo mai”.
Sono in teoria troppo giovani per sposarsi, è vero, però …. Sono anche fatti l’uno per l’altra, sono molto più maturi della loro età, sono positivamente ambiziosi, pieni di sogni da progettare e realizzare, spiriti liberi, e quindi …. Why not?

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Capitolo 35
*** Cambiamenti in corso ***


La primavera 1994 è piena di emozioni e novità.
Kaoru – o meglio sua madre e la madre di Nanako – organizzano i preparativi del matrimonio; deve essere un matrimonio fantastico, memorabile, con una marea di invitati. Ovviamente sentono continuamente anche il parere dei futuri sposi, che danno tutte le direttive e che appena possono partecipano in prima persona ai preparativi.
Ma c’è un altro wedding planner in prima linea : Takashi Ichinomiya; del resto Kaoru e Takehiko sono molto riconoscenti a Takashi per tutto ciò che ormai 3 anni prima aveva fatto per loro perché tornassero insieme. Takashi, orgoglioso di aver contribuito più di tutti a quella riconciliazione, vuole essere in pole position anche questa volta e a maggior ragione trattandosi di matrimonio; naturalmente si occuperà della festa, della location, della musica, degli addobbi e del menu, confrontandosi anche lui con le signore Orihara e Misonoo e con i promessi sposi.
“Take non scordartelo mai : senza di me saresti perso, se non ci fossi dovrei essere inventato!” scherza col suo amicone di lunghissima data. Takashi : sempre ridanciano ed esuberante, ottimista, ma nasconde dentro di sé una grande malinconia, ora accentuata dal fatto che il suo super amico, con cui ha frequentato le medie e il liceo, con cui ne ha combinate tante e passate altrettante, esperienze belle ed esperienze brutte, ma soprattutto di cui è dai tempi del liceo segretamente innamorato, sta per sposarsi. È triste, anche perché da un anno abbondante vivono in città diverse, e col matrimonio questa lontananza sarà ancora più forte. È come se stesse perdendo una piccola parte di sé, quasi un piccolo lutto. Ha solo 26 anni Takashi, deve andare avanti, ha un bel posto fisso nelle aziende di famiglia; anche se non è quello che voleva fare lui, anche se quel lavoro non lo entusiasma per nulla, non deve lamentarsi perché a 26 anni guadagna bene e comunque fa egregiamente il suo lavoro.
Riuscirà mai a sbloccarsi dalle sue remore e vivere in pieno la propria vita e personalità? Chi lo sa! Gli piacerebbe, ma fra il dire e il fare a volte c’è di mezzo … l’oceano e per ora non se la sente di oltrepassare quest’oceano.
 
Kaoru non sta ferma un momento e non ha tempo neanche di respirare. Non vuole deludere i suoi genitori e quindi studia e si impegna più che mai; prima dell’autorizzazione di suo padre al matrimonio, di tanto in tanto giocava a tempo perso un po’ a palla a canestro e talvolta persino a pallavolo, ma in questo periodo ha abbandonato del tutto lo sport perché nel poco tempo libero da lezioni ed esami partecipa all’organizzazione del matrimonio, con Take deve supervisionare il lavoro che a distanza stanno facendo Takashi, sua madre e la madre di Nanako, vuole poi partecipare personalmente quando può all’organizzazione, scegliere le bomboniere, il locale dove si terrà il ricevimento, gli inviti, e soprattutto – inutile dirlo – il vestito….
Kaoru va con la madre a vedere alcune boutiques, quanti bei vestiti ci sono bianchi, avorio, panna, perla, ricami, pizzi, merletti, non avrebbe mai pensato si sarebbe divertita così tanto – proprio lei – a sceglierne uno, a indossarli uno ad uno tipo sfilata di moda, e poi …. Si rifionda sui libri, a studiare fino a notte fonda per non restare indietro sulla sua tabella di marcia.
La sua compagna di stanza al convitto a volte si sveglia per la luce ancora accesa.
“Kaoru ma quanto studi? Vai a dormire! In questa maniera ti stanchi e dopo rendi meno”.
“Non mi stanco perché sono troppo felice, mi sembra di toccare il cielo con un dito, questa mia felicità mi dà l’impulso e l’energia per studiare fino a tardi, e credimi non sono mai stanca”.
Effettivamente Kaoru non sbaglia un colpo, gli esami continuano ad andare a gonfie vele. Viene ammessa a pieni voti al secondo anno di università, che inizia nel migliore dei modi.
Kaoru è felice, frequenta la facoltà dei suoi sogni, si diverte a seguire quelle lezioni, trova molto interessanti i libri che divora come un normale libro di narrativa, studiare è davvero divertente e forse per questo riesce a seguire i preparativi del suo matrimonio e dare il meglio di sé all’università; lei e il suo ragazzo hanno in comune il fatto che si divertono studiando!
Ma Kaoru si è trovata molto bene anche nel collegio dove abita, dalla compagna di stanza, studentessa alla facoltà di Filosofia, alle altre ragazze. È davvero contenta di aver fatto questa esperienza, di aver provato questa forma di convivenza prima di passare direttamente al matrimonio : una convivenza con persone non di famiglia.
Pur nella briosità per il matrimonio alle porte, sente a un certo punto che la vita di collegio le mancherà : la sua alternativa compagna di stanza, con cui nei periodi lontano dagli esami chiacchiera fino a notte inoltrata e che scherza sulla bambola Kitty avvolta nella sua copertina a fiori, il sedersi a pranzo e a cena tutte insieme con le compagne di collegio, attardarsi a chiacchierare nei corridoi, nel cortile, confrontando le rispettive facoltà o solo scherzando e ciarlando. Le è piaciuto moltissimo condividere l’inizio della sua avventura universitaria con delle coetanee.
E come non pensare ai gestori del convitto stesso. Sono quattro persone, due uomini e due donne che si alternano a due per volta nella presenza sul posto. In particolare il sig. Toshio è un personaggio, sempre ossessionato dalla calvizie imminente, dai vestiti all’ultima moda e dal mantenimento del fisico in perfetta forma, passa ore in palestra quando non è di turno, e riceve due volte al giorno telefonate dalla mamma in ansia che non abbia mangiato abbastanza! Gli ridono dietro tutte le convittrici! I gestori sono tutti e quattro molto premurosi verso le ragazze, praticamente dei vice-genitori.
Kaoru sa già che andrà di tanto in tanto a trovare tutti loro anche dopo il matrimonio, perché avrà sempre dei bei ricordi di questo posto.
Mentre Kaoru studia Anatomia che vuole dare entro l’estate prima del matrimonio, anche Nanako, Tomoko e Mariko debuttano all’università!
Mariko, da studentessa da nove in matematica, non poteva non scegliere Ingegneria e….udite udite… dopo vari incontri per ragioni tecnologiche si è messa con Frederick, Ricky per gli amici!
Takashi non crede alle sue orecchie e sbotta a ridere! “Sbaglio o noi ragazzi ti facevamo ribrezzo? Non dimenticherò mai quando ci conoscemmo al festival dell’università, trattavi malissimo me e il povero Take perché eravamo maschi ed eri venuta in protezione delle tue amiche, mi scansasti fino al punto di farmi cadere, eri innamorata perdutamente di Kaoru e mi respingevi perché eri convinta che io – proprio io – ti facessi il filo, ma chi l’avrebbe detto che proprio tu ti saresti messa con un ragazzo, sono troppo curioso di conoscere questo Ricky!”
“E’ un ragazzo simpatico, dolce, sensibile, bravissimo in matematica, insomma in fondo voi maschi non siete tutti uguali, siete sì dei pessimi, ma ogni tanto qualcuno è passabile, e poi non potevo mica restare a vita innamorata di Kaoru che tanto è promessa sposa di Takehiko! Anzi, grazie a Ricky mi sono accorta che Kaoru alla fine era un’infatuazione, una sterminata ammirazione, un desiderio di emulare la perfezione assoluta, perché Kaoru è una persona magnifica, perfetta, ma con Ricky ho capito davvero cosa significa essere innamorati, c’è empatia, voglia di sentirsi tutti i giorni e cercarsi fra una lezione e l’altra, ci confrontiamo, ci troviamo in biblioteca, voglio condividere con lui tutto ciò che facciamo e tutto il mio tempo libero. Se mi fossi fissata con Kaoru non avrei mai conosciuto tutto questo. Piuttosto tu Takashi, come stai? Il tuo Takehiko sta per sposarsi”.
“Così, ma va bene, non è la fine del mondo, sopravvivo e me ne sono fatto una ragione. Io e Take saremo sempre grandi amici, però già dopo il suo trasferimento qualcosa inevitabilmente si è spezzato, ora col matrimonio ancora di più. Mi sento un po’ incompleto e devo abituarmi a questa nuova realtà. Sai, con ogni persona siamo diversi, con te sono in un modo, con un’altra persona in un altro, e così via. Take c’è, ma il rapporto fra noi non sarà più come prima per forza maggiore, e io non sarò mai con nessun altro come con lui, se ne va un po’ di me col suo matrimonio”.
“Dai Takashi sembra che Take sia morto! È sempre tuo amico, non ci saranno più le scorribande di prima, ma è anche vero che ora lavorate tutti e due, siete cresciuti, qualcosa – come mi disse Kaoru quando partì per Sapporo - sarebbe cambiato comunque”.
“Ma lui non è qui e sarà sposato”.
“Takashi perché invece di fissarti su Takehiko, che hai sempre amato a tempo perso, non vai avanti con la tua vita? Se ti chiudi così, non troverai mai una persona con cui intraprendere una relazione. Guarda me : ero fissata con Kaoru, avevo occhi solo per lei, poi, complice proprio il fatto che studia lontano da casa, ho ricostruito la mia vita, e quando meno me l’aspettavo ho trovato un amore degno di questo nome, corrisposto, da vivere. Sveglia Takashi : fai tanto l’esuberante, cerca di essere davvero come vuoi apparire, e troverai anche tu il tuo Ricky”.
“Hai ragione, ma ho paura dei pregiudizi, di mio padre, di Fukiko”.
“Takashi devi essere felice, devi stare bene, e per farlo devi essere te stesso, col tuo atteggiamento i pregiudizi saranno alimentati all’infinito, quante volte dobbiamo dirtelo? Ormai non sappiamo più come fartelo capire! Guarda Nanako e tua sorella Rei che bella coppia sono”.
“Intanto mio padre e mia sorella Fukiko non sanno nulla di Rei e Nanako; se un giorno dovessero saperlo … non oso pensare. Guarda che macello successe a scuola, ed erano a scuola. Ho paura all’idea di perdere i miei amici, la stima dei colleghi, dei miei parenti, specie di mio padre e Fukiko, insomma per l’amore rischio di perdere tutto il resto, e nel dubbio mi blocco”.
“Ma puoi avere tutto Takashi, fatti intendere, non avere paura, circondati di persone intelligenti e vedrai che non perderai né amici né vita sociale né lavoro, dai Takashi rivoglio quel ragazzo brillante che conobbi 3 anni fa”.
“Ci proverò. La fai facile, te stai con questo Ricky che mi incuriosisce sempre di più!”
“Te lo presenterò, che sia di buon auspicio per te, ma non mettere gli occhi su di lui perché è mio!”
Mariko riesce a far ridere Takashi…come passa il tempo…
Si è fatto tardi, Mariko scappa verso la lezione di analisi matematica avanzata, una materia che la entusiasma ed elettrizza. La facoltà è tosta, 45 ore a settimana di lezione, continue prove simulate fra un esame e l’altro, Mariko appena torna a casa si mette sui libri, ogni minuto del suo poco tempo libero lo dedica a Ricky, che l’ha introdotta nel suo gruppo di amici universitari; alle sue amiche storiche fa solo qualche telefonata e le vede giusto una volta al mese per un pranzetto veloce insieme fra una lezione e l’altra; con le sue compagne di università ride, scherza ma ha rapporti solo universitari perché nel pochissimo tempo libero deve stare con Ricky e compagnia cantante. E meno male che per Mariko le ragazze devono essere autonome dai maschi, che dei maschi non voleva saperne, che non li avrebbe mai frequentati, ecc. ecc.
Nanako, Tomoko e Rei sono infatti perplesse per il suo comportamento.
“Va bene essere fidanzati, ma ci sono anche le amicizie. Io e Nanako non ci sogneremmo mai di trascurare le nostre amiche”.
“Infatti, anche Take e Kaoru frequentano i rispettivi amici e amiche, anzi una delle regole della loro futura convivenza matrimoniale è proprio quella di mantenere le loro amicizie e non limitarsi a uscire solo fra coppie” puntualizza Nanako.
“Speriamo di non averla persa, sarebbe un vero peccato; io comunque sto facendo tante amicizie all’università : che sballo! Poi facendo - come te Rei - due facoltà in contemporanea raddoppio le mie conoscenze” dice Tomoko.
Tomoko in realtà voleva fare solo l’accademia superiore di cucina, dato il suo grande amore per la cucina, ma i suoi genitori hanno voluto facesse anche l’università, e quindi si è iscritta pure a Biologia; lei si dedica principalmente all’accademia di cucina, ma con calma e senza fretta darà via via qualche esame a Biologia in vista di una futura professione di nutrizionista da abbinare alla professione di cuoca di prima categoria : in pratica contemporaneamente gestirà la parte godereccia e quella severa del cibo, un’idea brillante e innovativa.
“Dai Tomoko, però, se Mariko dedica il poco tempo libero a Ricky, tu ti sei liberata oggi giusto per un incontro veloce di un’oretta e riscappi. Da quando è iniziata l’università sei sempre presa da ricette, prove in cucina, oscilli fra l’accademia di cucina e la facoltà di biologia e non hai mai tempo nemmeno per due chiacchiere al telefono” dice canzonatoria Nanako.
“Hai perfettamente ragione, ma a biologia ho dovuto riprendere come si deve la parte di analisi matematica, sconto di aver tirato un po’ via lo studio della matematica l’anno scorso; siccome non mi entusiasmava il programma dell’ultimo anno studiavo per avere giusto la sufficienza, e ora devo fare il lavoro doppio, i miei vogliono dia almeno un paio di esami entro luglio e per l’appunto sono molto tosti quelli in programma; poi scappo in accademia dove ci danno molte prove da fare a casa, infatti la mia famiglia mi fa da cavia e mia madre spesso si lamenta di non essere più la regina della cucina. Insomma ragazze se al liceo il mio motto era ‘non essere secchiona ma neanche somarona’, ora sono costretta a essere una vera e propria secchiona o per meglio dire a stare fissa fra libri e lezioni! Devo imparare a organizzarmi, mi riprometto ogni giorno di farlo, poi prove culinarie, ripassi di matematica, fra mille impegni perdo la cognizione del tempo e le occasioni”.
“Va bene abbiamo capito, per questa volta sei perdonata, poi però fatti sentire qualche volta novella secchiona” scherza Rei/Saint Just.
Dopo un’oretta Tomoko fugge col suo motorino verso l’accademia di cucina, sembra avere il fuoco nelle tasche.
Rei e Nanako invece stanno insieme il resto del pomeriggio, entrambe frequentano la facoltà di Lettere; il fatto di essere iscritte nella stessa facoltà è stata una coincidenza stupenda, perché significa vedersi tutti i giorni, condividere intervalli fra una lezione e l’altra, significa soprattutto parlarsi di persona anziché doversi telefonare. Per Nanako è stato un piacevole ritorno al passato, le era mancata tanto la quotidianità con la sua Saint Just l’ultimo anno di Liceo, quando guardava con malinconia la torre dell’orologio dove non volle più tornare da sola.
Ora ci sono i cortili dell’università, i corridoi, la biblioteca, dove si incontrano e dove presentano l’una all’altra i rispettivi compagni di lezione e preparazione di esami.
Ampliano così le rispettive conoscenze, ridono, scherzano. Nanako è sempre più abbagliata dalla bellezza della sua Saint Just che all’università chiamano tutti Rei (Saint Just ormai è un ricordo del Seiran); senza accorgersene, Nanako ha iniziato a chiamarla di tanto in tanto Rei, determinando più che mai la cesura col periodo scolastico.
Nanako ha socializzato in particolare con quattro ragazze con cui segue i corsi e si confronta per gli esami; sono variopinte, ognuna col suo carattere, è divertente e piacevole parlare con loro, hanno però un difetto : abitano in altri comuni, sono pendolari e quindi, terminate le lezioni, riprendono il treno o la corriera e tornano a casa. Visto che le amiche universitarie stanno in altri comuni e che Tomoko e Mariko non hanno mai tempo per le amiche, Nanako dedica il tempo libero a Saint Just; Nanako non si vuole annullare nella sua relazione sentimentale, ma le sue amiche o per ragioni logistiche o per scelta non possono avere una vita sociale con lei.
Sono simpatici anche gli amici del gruppo di Rei; vista l’esperienza al Seiran, le fidanzatine del nostro cuore ancora non hanno detto loro che stanno insieme, ci sarà tempo, ogni cosa a suo tempo.
Nel tempo libero, Rei e Nanako vanno al cinema, al teatro, in discoteca a saltare. E non dimentichiamo che la dolce Rei è iscritta anche al conservatorio. Nanako ogni tanto si diverte a sentire Rei che si esercita al pianoforte a casa o al conservatorio. È bravissima sia con i pezzi classici sia con il jazz sia con le arie moderne/contemporanee. Nanako grazie alla sua ragazza sta incominciando ad apprezzare davvero la musica classica, che – sì – le era sempre piaciuta ma solo se somministrata in dosi minime. Ad ogni modo se Tomoko si dedica più che altro all’accademia di cucina, Rei si dedica molto di più alla facoltà di Lettere e dà al conservatorio giusto un esame ogni tanto non potendo certo fare di pari passo le due facoltà.
E’ soprattutto in discoteca che Nanako e Rei si danno appuntamento con gli amici di Rei.
Nanako non capisce perché a Kaoru non piace ballare, ti dà un enorme senso di liberazione, di libertà, di allegria, emerge il tuo lato dionisiaco, l’inconscio, ride spesso mentre balla e contempla la sua Saint Just.
Se l’appuntamento è venerdì o sabato sera ogni tanto escono dalla discoteca alle 5 del mattino e quindi vanno a mangiare briosce bollenti ripiene di cioccolata o crema pasticcera all’alba. Nanako si è già innamorata di quell’alba zuccherina, dal profumo di vaniglia, di dolci, di spensieratezza, adora il fatto che dopo quei salti in discoteca va spesso a dormire dalla sua Saint Just alla maison d’etoile, si addormenta fra le sue braccia inebriata dal suo profumo di vaniglia, vorrebbe che quell’abbraccio in cui sprofonda oppressa dal sonno della felicità durasse in eterno.
Takashi ormai ha capito e si è rassegnato al loro fidanzamento. A volte, infatti, c’è anche Takashi a dormire lì; non dice nulla quando le vede abbracciarsi o farsi qualche complimento davanti a lui; le ha anche sorprese a dormire abbracciate una mattina in cui pensava fossero già sveglie ed era entrato nella stanza di Rei per chiederle dove aveva messo il lettore di cd (certo anche lui poteva bussare, ma comunque non le ha svegliate e questo basta). Si intristisce perché non sa che fare : osare anche lui? E se poi dovesse perdere le sue amicizie? Rieccolo preda dell’immobilismo. Proprio lui che declama il carattere sempre perdente dell’immobilismo, che rimproverava Takehiko per la sua ritrosia e i suoi timori, è il primo a restare immobile ed ora si sente di pensare solo a superare il trauma del matrimonio di Takehiko.
Nanako pensa alle nozze imminenti di suo fratello e Kaoru; come le piacerebbe in futuro andare a vivere per sempre con la sua Saint Just. Perché non possono sposarsi anche loro? Lo desidererebbe così tanto….
Quando Rei e Nanako si svegliano la mattina, anche tarda mattinata se hanno fatto l’alba a danzare, è bello per entrambe guardarsi negli occhi, stare ancora un po’ abbracciate prima di alzarsi, a chiacchierare, a farsi qualche coccola – o come dice Kaoru ‘ qualche smanceria’ - , a parlare dei loro programmi di studio (mai dimenticare il dovere).
C’è sempre malinconia a salutarsi dopo le loro uscite, ma anche gioia perché sanno che il giorno dopo si rivedranno in facoltà.
E poi quelle splendide e affascinanti lezioni di letteratura giapponese moderna e antica, di storia – Nanako va matta per la critica storica - , di letteratura comparata, filosofia, inglese (se Rei ha scelto come lingua europea il francese, Nanako ha scelto inglese) … ha ragione Tomoko : che sballo l’università!!!
Una sera dopo i soliti salti in discoteca, Nanako abbraccia a letto la sua bambola Saint Just e le dice “Saint Just vorrei stessimo per sempre così”.
“Lo vorrei anch’io ma cherie la poupee, vorrei un giorno vivessimo insieme come Takehiko e Kaoru”.
Mentre se lo dicono si addormentano stanche per le danze protrattesi fino all’alba, si abbandonano ai loro dolci sogni beati.
 
A proposito di fidanzamenti impegnativi, Saint Just e Nanako hanno un motivo in più per aspettare a parlare del loro fidanzamento ai loro amici.
Il matrimonio di Kaoru è ormai alle porte e le fidanzatine raccontano con entusiasmo al loro gruppo di essere invitate privilegiate, nonché testimoni di nozze.
“Chi è questa pazza che si sposa a 20 anni?” è il commento ridanciano di una del gruppo.
“La mia futura cognata non è pazza, è una ragazza intelligentissima e sveglia, una studentessa di medicina molto in gamba”, risponde dispiaciuta Nanako.
“Sì : ora te lo farà vedere quant’è brava, se si sposa non fa più nulla, specie se ti arriva un nipotino” tutti ridono sghignazzando. “Io neanche morto mi sposerei così giovane” “Io finché non mi laureo non voglio neppure fidanzarmi” “Perché? se sono pronti per farlo, non c’è nulla di strano” “Fra un po’ saranno già divorziati” “Più che gli auguri dovreste fare loro le condoglianze” “Non è che sei invidioso perché tu non hai neanche la ragazza?” – ogni tanto interviene qualche voce più buona.
Saint Just e soprattutto Nanako sono molto dispiaciute dei commenti per la maggior parte negativi dei loro amici; Nanako è delusa e, siccome si tratta di suo fratello e di una delle sue migliori amiche, risponde arrabbiata “Mio fratello e la mia amica Kaoru sono persone speciali, molto più mature di noi e possono permettersi scelte che per noi sono premature; inoltre, mio fratello non sarà un marito padrone, è il marito del 2000, è il primo a volere che la moglie faccia carriera, che sia alla pari con lui che a soli 26 anni ha un curriculum da fare invidia a un quarantacinquenne. E poi potreste evitare almeno in mia presenza di fare queste battute, visto che si tratta di mio fratello”, Nanako è davvero arrabbiata, guai a chi le tocca il fratello!
“Nanako si scherzava, non te la prendere” dice uno del gruppo. “Avrai scherzato tu, io ero seria, dico quello che mi pare”, aggiunge un’altra.
“Ok, io vado, devo studiare, ciao”, Nanako deve sbollire la rabbia, poi le passerà, ma ora deve stare sola.
Saint Just le va dietro “Nanako non farci caso, sono stati superficiali, volevano fare gli spiritosi e invece sono stati sciocchi e immaturi, ti assicuro non l’avevano mai fatto prima d’ora; Nanako che fai? Piangi? Ora esageri a piangere per loro”.
“Piango perché se hanno fatto battute così sceme su mio fratello e Kaoru, chissà che direbbero di noi, mi è tornato in mente quello che successe l’anno scorso al Seiran, ma perché dobbiamo tutti adeguarci come macchine a degli standard preconfezionati? Perché non possiamo essere ciascuno a modo suo? Questa è una dittatura delle personalità. Io voglio dirlo a tutti che sto con te, e invece a parte le nostre amiche più intime e i nostri fratelli maschi non lo sa nessuno, anche i ragazzi più gentili e gioviali hanno pregiudizi”, Nanako piange.
“Nanako facciamo il nostro, viviamo la nostra vita, lasciamo perdere gli altri, non abbiamo bisogno di dirlo ai quattro venti per essere felici”.
“Ma io per essere felice voglio vivere alla luce del sole, mostrare a tutti chi sono, voglio gridare ‘Rei ti amo’ come l’anno scorso al mare, quando avremo un lavoro vorrei vivere con te come stanno per fare Takehiko e Kaoru, io voglio tutto come le altre coppie perché io non ho nulla da invidiare a loro, io non sono inferiore a loro”, piange a dirotto.
Saint Just l’abbraccia “Hai ragione Nanako, hai ragione, dobbiamo avere pazienza, poi arriverà il momento in cui ci imporremo, ora è il momento di Takehiko e Kaoru, poi sarà il nostro turno. Ora viviamo il nostro amore con le persone più intelligenti e comprensive, poi arriverà il momento giusto in cui ci faremo sentire da tutti. Takashi ad esempio non dice più nulla contro di noi”.
“Per forza, è gay! Vorrei anche vedere dicesse qualcosa”, Nanako comincia a calmarsi.
“Portiamo pazienza Nanako, vedrai piano piano ci accetteranno tutti”, Saint Just per la prima volta si sente all’improvviso assalire da una paura inconscia che la destabilizza. Nanako se ne accorge.
“Saint Just, che c’è? Hai paura?”
“Non lasciarmi mai Nanako, sei la mia roccaforte, il mio faro, ho bisogno di te come del pane quotidiano, con te vinco ogni paura e affronto qualsiasi situazione apertamente”.
Nanako ora è serena, mentre Saint Just per la prima volta riflette seriamente sui discorsi di Takashi e pensa che tutti i torti non li ha; cosa direbbero i suoi amici? Cosa direbbero il loro padre e la loro sorella Fukiko? È turbata all’idea che non l’aspetteranno momenti facili, dovrà confondersi, ingoiare rospi magari soffrire come in passato; ha paura del futuro, vuole vivere giorno per giorno, godersi questi anni il più possibile, visto che l’aspetteranno prove difficili; meno male ha la sua cherie poupee vivente con sé!
 
Del resto anche Takehiko e Kaoru non sono esenti da critiche, come si è visto, specialmente da chi non conosce la loro storia e pensa siano ragazzi qualsiasi.
Al convitto arriva la commercialista a portare la documentazione fiscale aggiornata. Mentre arriva sente la gestrice di turno – Umeko - complimentarsi con Kaoru per il matrimonio con quello che appare davvero il ragazzo perfetto.
La commercialista, invece di limitarsi a fare il suo lavoro, pensa bene di intromettersi nella conversazione con commenti inappropriati senza che nessuno le abbia chiesto un parere.
“Ti sposi di già così piccina? Spero di aver sentito male”.
Kaoru ha un carattere diverso da Nanako e senza scomporsi le risponde a bruciapelo “Io non sono piccola, ho 20 anni, sono diventata maggiorenne, e poi ognuno ha la sua storia, il suo carattere, le sue relazioni, esistono anche le eccezioni alla regola”.
“Ricordati che ‘preso marito ogni divertimento è finito’, comunque ognuno è libero di farsi del male da solo, sarà che io non mi sarei mai potuta né sposare né fidanzare, amo troppo la libertà e godermi la vita”.
La gestrice infastidita la interrompe “sei venuta per portarmi gli aggiornamenti fiscali e non per fare commenti acidi su quello che fanno le nostre convittrici, ti assicuro che la qui presente ragazza ha fatto la scelta giusta e non se ne pentirà”.
“Mamma mia con te bisogna sempre essere formali e borghesi, sei pesante, che noia! Ho solo detto il mio parere, io mi suiciderei piuttosto che sposarmi, se penso poi ai figli …. Aiuto … i bambini se potessi li strozzerei tutti … BBBRRRR”.
“Va bene, l’abbiamo capito e non ci interessa, ti ho chiesto gentilmente gli aggiornamenti fiscali” insiste seccata la gestrice, lanciando un’occhiata rassegnata a Kaoru.
Kaoru sale in camera a studiare e dopo un po’ la sig.ra Umeko chiede di entrare.
“Kaoru mi dispiace, non sarai mica rimasta male di quei commenti ignoranti e maleducati? Ricordati che chi disprezza apprezza. Se le avesse pensate davvero quelle cose, non le avrebbe dette per educazione, invece è gelosa di te e si è voluta prendere una rivincita con quei commenti; a volte a 40 anni in certi casi ci comportiamo ancora come ragazzini”.
“Sì, sono rimasta un po’ male, perché io sono tanto felice e vorrei condividere la mia grande felicità con tutti, e rimango male quando vedo che gli altri non capiscono perché sono felice. È vero, mi sposo giovanissima, ma sono davvero pronta, anzi siamo pronti, e non rinunceremo mai - tanto meno io – alle nostre aspirazioni. Lui è il mio principe azzurro, è buono, bravo, sensibile, maturo, anche carino d’aspetto, con lui sento sarà diverso…”.
“Diciamo che siete molto più maturi dei vostri coetanei e lui sembra davvero in positivo diverso da tanti ragazzi, si vede siete fatti l’uno per l’altra, e secondo me fate bene nel vostro caso a sposarvi”.
“Prima d’ora però nessuno aveva mai usato toni così ignoranti…”
“Te l’ho detto : è gelosa. Ti svelo un segreto pettegolo” sorride la gestrice “una nostra cara amica in comune mi ha confidato che la cosa che desidera maggiormente è proprio un fidanzato e soffre per la sua assenza, quindi ha fatto la figura della gelosa in piena regola”.
“Cosa c’entrano gli altri però se non ha un uomo? Non è un motivo per essere maleducati, soprattutto alla sua età”.
“La gelosia fa di questi scherzi, rende acidi e maleducati, ma tu sei superiore, hai meno della metà dei suoi anni e sei più matura di lei, tu meriti tutte le cose belle del mondo. Poi ti dico un’altra cosa, se hai trovato il ragazzo giusto prendilo, perché dopo i 30 anni e ancora più dopo i 40 anni è sempre più difficile trovare una persona con cui accompagnarsi. Mi dispiace soltanto che ti abbiamo avuta con noi solo per un anno, ma meglio così per te. Ora ti lascio ai tuoi libri”.
“Grazie Umeko, sei stata gentile a volermi parlare, sono contenta che tu e Toshio possiate venire al mio matrimonio”.
“E io sono curiosa di vedere il tuo vestito!”, la gestrice del collegio dà una carezza sul viso a Kaoru, per la quale ha una particolare simpatia, forse perché conosce la sua storia, forse perché è la figlia che avrebbe voluto avere o è la ragazza che a suo tempo avrebbe voluto essere.
Ad ogni modo chi ha dato ha dato, chi ha avuto ha avuto e ora non ci resta che vedere i prossimi sviluppi, come evolveranno questi cambiamenti in corso d’opera ….

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Capitolo 36
*** Il matrimonio ***


CREDITS : Schubert e Goethe. Ho preso poi qualche spunto dal matrimonio nell’anime.
 
Si sta avvicinando il fatidico giorno del sì, fissato per la domenica 7 agosto 1994. Ormai si tratta di fare giusto delle rifiniture, la chiesa è la parrocchia di Kaoru – lei e Take sono di religione cristiana - , il locale è in una zona periferica di Yokohama, città di Kaoru e Take, è un posto colorato trovato da Takashi, in mezzo al verde ma ben raggiungibile dagli invitati, Takashi ha scelto la compilation per i balli dopo la cena (ha cercato di mettere il più possibile balli trottanti, da discoteca, allegri), ha ingaggiato i fotografi, due giovani – un ragazzo e una ragazza – molto intraprendenti.
Le signore Misonoo e Orihara hanno dato a Takashi dei suggerimenti per il menu, si sono occupate degli addobbi floreali, degli inviti – e nella spedizione degli inviti Nanako ha contribuito, tanto si era già a suo tempo esercitata il primo anno di liceo quand’era alla Sorority!
Poi c’è la scelta dei vestiti, della pettinatura, del trucco. Sono tutti molto emozionati.
Nanako, insieme a Takashi e a un vecchio amico dell’università di Takehiko, farà da testimone a Takehiko; Kaoru avrà come testimoni Rei – inutile dirlo - , una cugina della sua età con cui sono cresciute insieme, e una cara amica che è stata sua compagna di classe e di palla a canestro al Seiran dalle medie al diploma. Le fedi verranno portate da Tomoko e Mariko insieme.
Sono per l’esattezza 271 invitati – se vengono tutti - , fra parenti più vicini e più alla lontana, amici più vicini e più alla lontana, conoscenti, colleghi, controcolleghi, ecc.
Nanako non sta in sé dalla gioia. “Finalmente un matrimonio dove mi divertirò, se penso a come mi sono sempre annoiata quelle poche volte che sono andata”.
“Tesorina erano bei matrimoni anche quelli, raffinati e pacifici, siete voi giovani d’oggi troppo scatenati, e dovete per forza annoiarvi tutte le volte che uscite coi genitori”.
“Ma mamma, non ti ricordi quando andammo al matrimonio di quella tua amica? Indossava un vestito rosso fuoco che aveva la foggia di un vestito europeo rinascimentale, era ridicola, con quel cappello rosso fuoco con le perline, sembrava di vedere un quadro europeo rinascimentale, ma poi quel colore rosso…”
“Nanako non prendere in giro la mia amica, lei si piaceva così, era lei a dover scegliere l’abito non tu, e fu una bella giornata ugualmente”.
“Per te, ma al matrimonio di Kaoru e Take finalmente mi divertirò, non vedo l’ora”.
“Vedremo come sarà il tuo di matrimonio…”
“Come mi piacerebbe sposare un giorno Saint Just”, a Nanako scappa detto senza accorgersene.
“Nanako” Mayumi ha un tuffo al cuore, realizza di aver capito tutto dall’inizio “Saint Just, come la chiami tu, è una ragazza, ti piacciono le ragazze?”
Nanako fa un sorrisetto e aggiunge “Devo ripassare la lezione di semantica, scappo in camera”. Si sente imbarazzata, non si sente ancora di parlare coi genitori della sua relazione sentimentale.
Mayumi capisce che sua figlia ormai da più di 2 anni sta con Saint Just, è interdetta, ma questo non è il momento di affrontare l’argomento.
 
Takehiko, trasferitosi a Sapporo, non ha più la casa a Yokohama, quindi va a dormire dal padre e dalla sorella Nanako.
La sera prima del matrimonio Takehiko, i suoi amici e cugini celebrano l’addio al celibato in modo molto sportivo, una cena fra amici informale a casa di uno di loro con partita di calcio in televisione e musica rock di sottofondo.
Kaoru, invece, fa nel pomeriggio una lunga passeggiata in centro con le amiche, sono circa una decina di ragazze che ridono e scherzano, Kaoru è davvero raggiante. Le ragazze hanno adottato la divisa : tutte in t-shirt bianca, blu jeans, fiocco variopinto in testa e occhi molto bistrati con abbondante rimmel e matita nera o blu intorno agli occhi. I passanti osservano la processione di ragazze in blu jeans dagli occhioni molto intensi, sono buffe, sembrano spuntare da un anime, vanno anche sulla spiaggia e per questa volta Kaoru acconsente a farsi delle foto di gruppo; a turno una di loro fotografa le altre insieme oppure una di loro a turno ferma un passante per farsi fotografare tutte insieme; si fanno fotografare mentre ridono sgargianti e ciarliere, Kaoru nel mezzo fra loro, ora sedute sulla spiaggia, ora tutte in piedi, ora abbracciate, ora in piedi di profilo ma col viso volto all’obiettivo con espressione seriosa scimmiottando le top models.
Arriva il tramonto, scende la sera, e tutte vanno in un sushi bar, a ciarlare e a ridere con risate grasse, fra frivolezze e battute.
Kaoru è troppo felice, gode al massimo la presenza delle sue amiche, stemperano la sua emozione da cardiopalma, pensa che non riuscirà a dormire dalla felicità, le sembra un sogno.
Nanako contempla Saint Just, ha una fascia a righe rosse e fucsia con un fioccone in cima da cui spunta qualche ricciolo della frangia e la matita color prugna agli occhi, la mangia con gli occhi, se dovesse perderla ne morirebbe, prima o poi vuole sposarla o, se non sarà legalmente possibile sposarla, vuole andare a vivere con lei.
Dopo cena le ragazze tornano a casa, Kaoru si leva il fiocco rosa chiaro che aveva in testa, e contempla il suo abito, è troppo bello da principessa, sta per vivere una giornata da principessa e a questo proposito…
“Principessa, ripassiamo la lezione” entra la madre “abbiamo tutto? una cosa vecchia, una nuova, una cosa prestata, una regalata e una blu”
“La cosa regalata me la dà la mamma di Nanako : il bouquet”.
“Ti ha scelto un bouquet coi fiocchi principessa, ma non ti dico nulla altrimenti ti rovino la sorpresa! Cosa prestata : ti metti questa collana di perle col pendaglio di rubino, che mi regalò tuo padre per i 20 anni di matrimonio; oh guarda, mi raccomando : poi la sera me la rendi”.
“Ok, stai tranquilla”.
“Cosa vecchia : il velo del mio matrimonio che ti abbiamo adattato col cerchietto per domani”
“Cosa nuova : il vestito!” esclama Kaoru.
“Ma anche gli orecchini che ti comprasti in occasione della licenza media e poi non hai mai messo, dovevi sposarti per metterli”.
“E di blu, l’estetista mi ha scelto un ombretto azzurro e uno smalto blu che sono meravigliosi”.
“Kaoru quelle unghie blu …. piuttosto nulla”.
“Dai mamma, mi sono innamorata di quel colore”.
“E va bene, qualche stranezza voi giovani l’avete sempre”.
Kaoru abbraccia la mamma – che avvenimento - .
“Che onore : un abbraccio da te; principessa piangi? Oh mi macchi la camicia con tutto quel mascara”.
“Scusa, ma piango di gioia, e poi mamma non ti ho mai ringraziato come avrei dovuto; è grazie te se dopo il diploma mi sono potuta iscrivere a Medicina in un’altra città, è grazie a te se oggi mi sposo, se fosse stato per papà mi sarei sposata fra 10 anni se non di più e almeno fino alla mia laurea io e Take saremmo stati lontani, lo so che lui lo fa per il mio bene, però mamma tu hai creduto in me, mi hai dato fiducia”.
“L’ho fatto perché ti conosco, e so che per te si poteva fare un’eccezione alla regola, perché hai dimostrato fin dalla nascita di essere una bambina molto più matura delle altre e perché sei di una bontà più unica che rara”.
Kaoru abbraccia di nuovo la mamma e piange “Ora mi commuovo anch’io principessina. Basta, domani niente lacrime, solo risate. E a proposito di fiducia : non farmi rimangiare la parola, domani dopo il ricevimento mi rendi la collana, d’accordo?”; la sig.ra Orihara cerca di smorzare la situazione con una battuta.
“Certo mamma, non ti tradirò proprio domani!”
“Ora vai a letto, dormi”.
“Se ci riesco, domani mi aspetta una grande giornata, un giorno davvero da principessa”.
 
La cerimonia è fissata per le 11. La mattina alle 6 cominciano a essere tutti svegli. Goro e Ninsei canticchiano una canzoncina “Santo Takehiko, grazie a lui ci sbarazziamo definitivamente di te. Take se non ci fosse bisognerebbe inventarlo : se non ti pigliava lui, chi ti pigliava?”
“Spiritosi” dice ridendo Kaoru.
Kaoru adora i suoi super pestiferi fratellini, e le mancherà non vivere più definitivamente con loro, non litigarci, non discuterci regolarmente, non c’è rosa senza spine, se lo ripete sempre; ha però la certezza che quei due fratellini birboni e combinaguai per lei ci saranno sempre, perché sa che la loro adorazione è reciproca, ed è proprio grazie a loro se si è distratta nel periodo in cui veniva curata per il tumore che non c’era.
Kaoru non ha dubbi : vuole 3 figli, perché lei ha avuto 2 fratelli e quindi sono stati in tre ed è stato bellissimo, perché Take ha fatto la vita del figlio unico, pur avendo una sorella, e quindi si deve compensare con almeno 3 figli, perché 3 è il numero perfetto e lei ha la storia d’amore perfetta.
È così emozionata che non si sente di mangiare neppure un biscotto, il suo stomaco è completamente chiuso, ha una piacevole nausea emotiva, le sembra tutto così onirico, tutto così impossibile, ma davvero sta succedendo questo proprio a lei? tocca gli oggetti della casa, si guarda allo specchio, apre l’armadio : sì lì c’è il suo vestito, allora è vero, oppure…sta sognando, è nell’iperuranio? Non si fa altre domande, spera solo, nel caso si tratti di un sogno, di non svegliarsi mai.
Arrivano la parrucchiera e l’estetista. Kaoru per il matrimonio si stirerà i capelli.
Intorno alle 9 arriva anche Rei, la testimone preferita, che vuole assistere in prima persona ai preparativi. Kaoru non può non averla al suo fianco dall’inizio della giornata, l’amica di mille emozioni.
Rei è veramente carina; ha un tailleur color ciclamino ovvero fucsia scuro, pantaloni e giacca sagomata a mezze maniche, con una maglia sotto la giacca color panna, i capelli raccolti in una coda con un fiocco enorme sulla nuca bordeaux, un braccialettino con le perle, scarpe col tacco – la prima volta – di colore bordeaux come il fiocco, si fa truccare dall’estetista di Kaoru; è la prima volta che si trucca davvero, con l’ombretto color ametista contornato da sfumature color sabbia, lucidalabbra color corallo, quasi non si riconosce.
Essendo ragazze giovani, l’estetista opta per un trucco leggero.
Kaoru ha un rossetto rosa cipria si vede non si vede, rimmel nero, un ombretto azzurro come il mare che si sposa perfettamente (tanto per restare in argomento) con i suoi occhi verde bosco, smalto blu elettrico sulle mani (la cosa anzi le cose blu). Mentre viene truccata, la parrucchiera le stira i capelli lasciando dei riccioli morbidi giusto in fondo. La fotografa intanto le scatta le prime foto ed entra anche il nonno paterno con la videocamera a iniziare a girare il filmato, un nonno super sprint – ma del resto in casa di Kaoru sono tutti giovani, lei ha 20 anni, sua madre 43 e i nonni non arrivano a 70 anni, volendo poteva essere figlia dei nonni materni.
Sono tutti emozionati per quella bambina stupenda, che ha dato solo soddisfazioni, futuro medico, che va in sposa a un giovanissimo prof di letteratura universitario, bella, brava e buona, che emozione per tutti….
Rei e la mamma di Kaoru l’aiutano a mettersi il vestito, bianco latte, luminoso, troppo bello (la cosa nuova)….
Ha una scollatura a v piccola, maniche tonde a sbuffo che terminano in ciuffi di stoffa arricciolata, corpetto sagomato con al centro un’ampia applicazione di galettine e in fondo al corpetto altre gale questa volta rotonde in sangallo; il vestito termina con una gonna ampia ampia ampia, morbida, scarpe semplici bianche con poco tacco, poi la collana prestata, gli orecchini nuovi, semplici campanelline dorate con un brillante rosa dentro, e ora il velo…..
Il velo (la cosa vecchia) è lungo, trasparente, ieratico; è fermato con un cerchietto a passata da cui spuntano degli spilloni per capelli molto belli color rame e color bronzo con intrecciati dei fiori finti di ciliegio (i ciliegi : grande amore di Kaoru) che sembrano veri, e dal cerchietto cade un ricciolo tirabaci da una parte come andava di moda negli anni ‘90 e primo decennio del 2000. E’ di una bellezza eccezionale questa futura sposa…..
Si guarda allo specchio : eppure con la gonna e il rossetto non sta poi così male. Pensa che magari le piacerebbe di tanto in tanto vestirsi un po’ più femminile per se stessa, per cambiare, perché in fondo si vede carina, perché no?
Le ultime foto coi familiari, con l’amica del cuore, il gesto della vittoria di Kaoru che ride con un sorriso stupendo, il nonno la riprende con la camera mentre la sposa col padre va verso la macchina e quindi sempre il nonno si mette alla guida dell’auto.
Sì : è tutto vero, sta andando a sposarsi, no, non è un sogno, è tutto troppo tangibile e reale, tutto nitido, il cuore le batte velocemente, la sua vita sta cambiando, sta iniziando una nuova vita.
Rei va in auto con la mamma di Kaoru e i fratellini pestiferi. È felice anche Rei, se è felice Kaoru è felice pure lei!
Fuori piove, ma sposa bagnata…sposa fortunata.
 
E Take? Viene a prenderlo il suo fratello siamese Takashi, che ormai deve portare fissi gli occhiali da miope; e qui gli viene in mente il tormentone di Fukiko di sottofondo “Con tutti i tuoi videogames te la sei solo cercata”.
Takashi carica in auto anche la testimone Nanako. Nanako è troppo felice, ha un vestito a fiori giganteschi, sfondo argentato, stampati fiori e motivi astratti, gialli, rosa, rossi, blu, arancioni e chi più colori ha più ne metta! Capelli sciolti fino alle spalle (se li è un po’ tagliati), rossetto color pesca, ombretto verde smeraldo con sfumature celesti e verde erba.
Ma prima di salire in auto scatta qualche foto il fotografo ragazzo.
Via in chiesa sotto la pioggia!
Nanako pensa che tutti gli eventi più importanti della sua vita sono sempre stati accompagnati dalla pioggia, il primo giorno al Seiran quando ebbe il colpo di fulmine per Saint Just, il giorno in cui fece amicizia con Saint Just, il giorno in cui si scontrò con Mariko sempre all’inizio della prima liceo, il giorno in cui si riappacificò con Mariko, il giorno in cui Lady Borgia e Lady Monnalisa cercarono di ucciderla, e oggi un evento meraviglioso : il matrimonio del suo amato fratello con la sua grande amica Kaoru, due persone splendide che l’hanno sempre aiutata, protetta e sostenuta, che le hanno sempre dato un grande affetto incondizionato, che l’hanno incoraggiata e rassicurata. E lei è testimone ufficiale di suo fratello, è in macchina con lui. E al matrimonio c’è Rei, cioè Saint Just, la sua ragazza, la ragazza dei suoi sogni, chissà come sarà bella….non vede l’ora che arrivi anche per se stessa il momento di coronare il suo sogno d’amore.
In chiesa arriva prima lo sposo accompagnato da Takashi all’altare.
Ci sono tutti, proprio tutti, è venuta pure con la sua solita faccia appesa Lady Miya; è la sorella di Takashi e Rei : non potevano non invitarla, ma Kaoru è così felice, che passi pure invitare Lady Arpia!
Lady Miya ha dei boccoli così grandi che Nanako nel vederla pensa “che cerpicona”! Lady Miya assume la faccia di chi fa un favore a tutti a partecipare a un evento.
“Va bene, verrò a mescolarmi in quel burinume, giusto per far vedere che sono superiore a gelosie e ripicche, sapete com’è, la gente è invidiosa e maligna” era stato il suo commento alla notizia dell’invito. Lady Miya non è venuta da sola, ma con due amiche; gli sposi – sapendo che al matrimonio non aveva ‘tante amicizie’ le avevano detto che poteva portare con sé un paio di amiche.
Nelle prime file ci sono Tomoko e Mariko insieme a Frederick, il ragazzo di Mariko, Ricky per gli amici.
 
Arriva l’auto della sposa. Kaoru entra in Chiesa, si avvicina la madre di Nanako con il bouquet con dei fiori bianchi di tutti i tipi, di tutte le forme dalle margherite, alle orchidee, rose, campanule, gigli (la cosa regalata). La mamma di Nanako sapendo che moglie speciale sarà per il fratello della figlia, e che amica adorabile e premurosa è stata per la figlia, le dà un bacio sulla guancia dopo averle dato il mazzo di fiori.
Kaoru avanza in Chiesa a braccetto del padre, la madre piange – quante soddisfazioni le ha dato quella figlia, quella bambina assolutamente perfetta – , i nonni sono molto orgogliosi di quel capolavoro di nipote, il padre la esibisce trionfante, il nonno paterno riprende tutto con la videocamera, i fotografi ai lati scattano le foto mentre suona l’Ave Maria di Schubert.
Takehiko e Kaoru si guardano e si fanno un grande sorriso, sono visibilmente commossi.
Takehiko guarda la sua futura sposa. È bellissima….ce l’ha fatta a riconquistarla, con l’aiuto dei suoi meravigliosi amici e della sorellina Nanako, pensa a quanto ha sofferto per la sua mancanza, gli sembra impossibile eppure ora è sua, la sua sposa, la sposa migliore si possa desiderare.
Kaoru via via che cammina verso l’altare realizza ciò che le sta per succedere, il suo ragazzo è lì all’altare che l’aspetta sorridendo, non riesce a crederci, e ci sono tutte le sue amiche, compresa Rei, tutte a guardarla sorridenti.
Pensa che solo 3 anni fa aveva temuto per la sua vita, che aveva pensato la prossima cerimonia in Chiesa per lei sarebbe stato il suo funerale, che il prossimo sacramento che avrebbe ricevuto sarebbe stata l’estrema unzione, quanta paura aveva avuto, paura dei giorni contati, di una dolorosa e inesorabile malattia, della fine di tutto, del conseguente eterno nulla assoluto, e invece … il prossimo sacramento che ormai sta per ricevere è il matrimonio con il ragazzo dei sogni.
I futuri sposi si prendono subito per mano, durante tutta la messa sorridono, soprattutto Kaoru a cui commossa esce qualche lacrima; c’è molta gioia nell’aria, gioia tangibile; anche i testimoni sono molto divertiti.
 
 
Takashi è commosso ma cerca di non darlo a vedere, in questo è aiutato dagli occhiali. Takashi durante la Messa pensa a ciò che ha confidato a Mariko : non potrà mai essere con nessuno come è stato con Takehiko; è vero Take non è morto, ma questo matrimonio rappresenta il passaggio definitivo all’età adulta. Durante la Messa ripercorre tutte le tappe della loro amicizia : la conoscenza alle medie, le risate e le battute sui professori, le scorribande in bicicletta, i compiti insieme, il fatto che se andava volentieri al liceo era solo merito di Take, l’affetto di Take, la grande amicizia nonostante in classe lo scansassero perché sospettato di essere gay, il lutto per la morte delle rispettive madri, quella mancata convivenza per le proprie situazioni familiari, i reciproci sostegni morali in ogni difficoltà; d’ora in poi tutto questo non ci sarebbe più stato e lui senza il suo inseparabile Take non si sente più se stesso. Takashi è testimone in questo matrimonio, testimone di un inizio di una nuova vita, e testimone della fine di un’altra, e sente un vuoto incolmabile in sé, pensa anzi gli sembra impossibile amare qualcun altro come Take, sono cresciuti insieme, non può dare lo stesso amore a una persona che comunque non lo conoscerà mai quanto Take. A un certo punto sente una guancia calda…non ha trattenuto la lacrima, è triste, mesto.
 
Nanako e Rei di tanto in tanto si sporgono per guardarsi fra loro con amore e si sorridono.
Nanako è troppo felice, ha profondamente a cuore la felicità del fratello, ma non può non sbirciare la sua Saint Just, come vorrebbe stringerle la mano, vorrebbe abbracciarla in eterno, vuole sentire la stessa felicità del fratello e prima o poi ci riuscirà, andrà a vivere con la sua Saint Just.
Il prete fa un’omelia molto bella, piena di elogi per la bravura, intelligenza e maturità degli sposi, per i traguardi conseguiti nonostante le grosse avversità e la sorte a volte ingiusta con loro; due anime volutamente unite dal Signore, per la serie ‘Dio li fa e poi li accoppia’. Nanako pensa fra sé e sé “sento che anch’io e Saint Just siamo così”.
Arrivano Tomoko e Mariko per lo scambio delle fedi.
Il prete chiede agli sposi con la solita formula se vogliono prendersi in matrimonio, essere vicini nel bene e nel male, in salute e in malattia, ricchezza e povertà, buona e cattiva sorte finchè morte non li separi. Prima lo sposo, poi la sposa pronunciano sorridendo “sì lo voglio” alla fine della lunga domanda; stringono le loro mani più che mai mentre lo dicono.
Avviene lo scambio delle fedi, e Kaoru, mentre infila la fede a Takehiko, non riesce a finire la formula del segno della croce : “nel nome del Padre, del Figlio, e dello Spi” comincia a piangere di gioia e la cugina le bisbiglia “Oh, ti si scioglie il trucco, contieniti”.
Interviene sorridendo anche il prete “oggi devi ridere”.
“Ma io sono troppo felice padre e grata al Signore per tutto questo”, sorride di nuovo Kaoru, che ricomposta e trattenendo le lacrime termina finalmente la frase “e dello Spirito Santo”.
Il prete li dichiara marito e moglie. Kaoru ricomincia a piangere - meno male il mascara è water proof - e Takehiko le dà un bacio sulla fronte come quando due anni prima lei lo venne a prendere all’aeroporto commossa anche in quell’occasione. Kaoru piange perché ora che lei e Takehiko si sono messi le fedi al dito sono proprio sposati; non era mai stata così felice, non immaginava si potesse essere così felici.
Il tempo in Chiesa è volato, tutti sono felici, e aspettano gli sposi fuori della Chiesa che si attardano a fare un po’ di foto.
Tutti sono fuori trepidanti col riso in mano.
Saint Just e Nanako si sono subito cercate, si abbracciano e tenendosi a loro volta per mano attendono col loro sacchetto di riso gli sposi. Si riabbracciano di nuovo.
“Nanako da come mi stringi mi stai soffocando” le dice ridendo Saint Just.
“Saint Just sono troppo felice, voglio così bene a mio fratello e anche a Kaoru che sto toccando il cielo con un dito, oh Saint Just – amore mio – prima o poi voglio che ci sia un giorno felice così anche per noi, ora non è il momento, ma l’hai detto anche tu, prima o poi arriverà anche per noi”, la stringe ancora di più a sé.
Saint Just le risponde “Sì Nanako, arriverà anche per noi, perché sei l’amore mio”.
È la prima volta che l’una chiama l’altra “amore mio”, ma non hanno modo di realizzarlo perché in quel mentre escono gli sposi, bellissimi, giovanissimi, e soprattutto con il sorriso che arriva oltre le orecchie.
Nel frattempo ha smesso di piovere, fa di nuovo capolino il sole, tutti applaudono gli sposi, tutti sorridono e sono felici, a parte Lady Miya molto gelosa di Kaoru e rancorosa verso Takehiko (ma che è venuta a fare?).
Gli invitati lanciano con immensa gioia il riso contro di loro. Takehiko abbassa la testa, mentre Kaoru a braccetto di Takehiko guarda tutti col sorriso stampato sulle labbra, finchè non arriva un altro momento molto atteso : il lancio del bouquet.
Con forza ed entusiasmo Kaoru lancia in alto il mazzo di fiori, dietro a lei Takehiko che ride visibilmente contento; le ragazze si avvicinano per prendere il bouquet, una di loro sta già per acchiapparlo, quando …. Lady Arpia colpisce ancora! Dà una spallata alla fortunata che stava per raccattarlo e se lo prende lei al volo guardando con sorriso saccente di rivalsa tutte le altre ragazze soprattutto quella che stava per prenderlo.
Rei/Saint Just rimane male del comportamento della sorella e si sfoga con Nanako “anche in un giorno di festa come questo deve fare la sua figura, dirle qualcosa non serve a nulla, ma mi dispiace perché si rende sempre antipatica. È ossessionata dal fatto che Takehiko le ha preferito Kaoru, deve essere sempre lei la prima della classe, sempre lei la prediletta, in questo è davvero infantile”.
“Dai Saint Just, l’hai detto anche tu, è il suo carattere, è inutile struggersi, non ti fare rovinare questa giornata, pensiamo alla festa stupenda che ci aspetta”.
“Hai ragione, non facciamoci rovinare da niente e nessuno questa giornata, anche perché è un nuovo inizio pure per noi, hai notato? per la prima volta anziché per nome ci siamo chiamate ‘amore mio’”
“E’ vero! Che porti fortuna!”
 
Gli invitati si recano al luogo del ricevimento, mentre Kaoru e Takehiko vanno coi fotografi nella campagna circostante la città a farsi il servizio fotografico.
Per fortuna è tornato il sole, almeno le foto verranno come si deve.
Kaoru ha sempre odiato con tutta se stessa le foto, ma oggi è felicissima di farsele con l’amore suo più grande del multiverso, scopre che fare la fotomodella per un giorno non è affatto così male, contempla il suo ragazzo adesso suo marito, e non smette di chiedersi se è sogno o realtà. Tutto è reso più bucolico dal panorama intorno a loro, i fiori, il vento che canta fra gli alberi, l’odore della pioggia ancora nell’aria.
“L’armonia del cosmo si è ricomposta grazie al nostro matrimonio. Guarda tesoro è tornato il sole e più in là si scorge l’arcobaleno” declama Takehiko (e ti pareva che anche nel giorno del matrimonio non dovesse parlare di escatologia?).
“Allora voglio una foto con l’arcobaleno sullo sfondo. Hey fotografi cercate di far comparire nella foto l’arcobaleno” grida Kaoru entusiasta.
“Ci proviamo, ma non garantiamo nulla!”
“Però provateci”; quanto ride la bella, ruspante e pimpante Kaoru; Takehiko la contempla estasiato a sua volta.
“Dai amore che fai impalato? Vieni a farti con me la foto con l’arcobaleno” lo afferra per un braccio, Take si riprende dalla sua estasi incantata e corre con lei. Sono troppo felici, sembrano tornati bambini!
 
Il ricevimento va benissimo. Gli invitati si divertono e chiacchierano amabilmente. A parte Takashi, che a un certo punto si isola nel cortile sul retro e si accascia su una sedia. Comincia a piangere, deve liberare il suo cuore, oggi il suo amato si è sposato, si sente soffocare da un senso di perdita, di vuoto, sa che non avrebbe potuto essere corrisposto, ma lo ha amato così tanto che avere per sempre la sua amicizia sarebbe stato per lui sufficiente, si sarebbe fatto bastare la loro amicizia e continuare a crescere insieme, perché è inconcepibile per lui amare qualcun altro al suo posto, Take è il suo amato : punto e basta.
Si sente incompleto, si vergogna perché anziché gioire per il suo amico piange per sé. A un certo punto sente una mano sulla spalla e trasale spaventato “che vergogna, che figura!” pensa.
È la sorellina Rei; quanto è sensibile questa dolce ragazza, che ne ha passate tante.
“Quando ho visto che il nostro animatore delle feste non si trovava, mi sono preoccupata. Takashi, te l’ha detto anche Mariko, se ti fissi su un amore impossibile non vivrai mai l’amore, sai quanti ragazzi in giro potrebbero corrisponderti? Sei un ragazzo molto generoso, sei buono, esuberante, grande mattatore alle feste, ora anche wedding planner, avresti la fila. Ridi con noi, non stare solo. Takehiko per te ci sarà sempre, tanto non vi sareste mai accompagnati comunque perché a lui piacciono le ragazze”.
“Rei, io non riuscirò mai ad amare nessuno come lui, siamo cresciuti insieme capisci? Come te e Nanako”.
“Ma cosa dici? Se avessi ragione tu, le persone dovrebbero essere per la maggior parte sentimentalmente libere; l’amore nasce anche dopo i 20, 30, 40 anni. Ma che discorsi fai?”
 “Ma noi gay siamo una minoranza numerica, e non mi va di frequentare locali appositi, non voglio storielle da una serata e via, o andare a cercare con la lanterna, mi sembra tutto preconfezionato, tipo agenzia matrimoniale, non mi va, io sono troppo spontaneo, già faccio un lavoro che mi piace poco….”
“Dov’è il fratellone ottimista che vede tutto rosa? Nessuno ti dice di avere storielle superficiali o di andare a caccia. Vivi la tua vita giorno per giorno e, quando meno te l’aspetti, arriverà anche per te la persona giusta. Sai? Io sono fiera di te, perché un altro al tuo posto non avrebbe mosso un dito per far rimettere insieme Take e Kaoru, avrebbe lasciato le cose com’erano, invece tu anche a costo di sacrificare il vostro rapporto hai dato il massimo, ti sei preso pure una denuncia quella volta all’aeroporto e oggi sei fra gli organizzatori di questo matrimonio. E quando hai salvato Mariko dal suicidio, arrivando al momento giusto come un angelo custode? Un amico o fidanzato più buono di te dove si trova? Se sarai ben disposto verso il prossimo troverai chi ti ama perché te lo meriti”.
“Hai l’entusiasmo dei 20 anni, anche perché il tuo primo amore ti ha corrisposto, io invece l’ho visto davvero il mondo da questo punto di vista….”
“Ma io ho sofferto per tante altre cose, ho passato momenti terribili da suicidio eppure eccomi qua, fra i due hai avuto una vita senz’altro migliore tu. Dai fratellone vieni a divertirti e a scatenarti. Non voglio più vedere questa tua versione goethiana; altrimenti dopo ‘I dolori del giovane Werther’ uscirà in libreria ‘I dolori del giovane Takashi’”.
“Battutona! Ah ah ah”, Takashi si fa più serio “Grazie di esserci sorellina. Non sai quanto è importante per me avere te e Mariko a sostenermi moralmente in questo periodo. Non so come avrei fatto senza di voi. E a proposito andiamo a controllare l’altra nostra sorella Fukiko, non sia mai che ci faccia fare altre figuracce”.
In quel mentre arriva Mariko “Taka ma dov’eri? Volevo presentarti Ricky, ah non ti ho mai detto che si chiama così perché sua madre è inglese!”
Takashi ora è un po’ più sereno, scherza e a un certo punto prende da parte Mariko e le dice con aria a presa di giro “Carino questo Ricky, se un domani lo lasci fammi sapere!”
“Non ti provare scemo!” Mariko ride, è contenta di vedere Takashi almeno apparentemente allegro!
 
Subito dopo pranzo Lady Miya, che non ha mangiato praticamente nulla, e le sue due amiche salutano tutti.
“Vai già via? Non c’è stato neanche il taglio della torta” Rei ancora una volta è delusa.
“Sorellina il mio atto di presenza l’ho fatto, non abbiano a pensare che io sia invidiosa, ma ora andiamo, abbiamo un’interessante mostra di arte religiosa giapponese dal medioevo al giorno d’oggi che ci aspetta”.
“Hai almeno salutato gli sposi?”
“Ma per chi mi hai preso?” Lady Miya si arrabbia “come osi pensare che io sia così maleducata? Forse a forza di frequentare gente bifolca ti dimentichi che noi siamo diversi”.
“Io non frequento dei bifolchi, te l’ho chiesto semplicemente perché ti conosco”.
“Non mi conosci affatto invece, e fai di ogni erba un fascio. Stai attenta Rei a non diventare bifolca anche te, e poi io non invidio quei due, lei una gasata montata e saccente e lui uno smidollato, ti saluto Rei, divertiti”.
“Fuky andiamo la mostra è lunga” “E’ vero qui siamo già state abbastanza” dicono le sue amiche dalla faccia appesa come la sua.
Rei non replica, sa che sua sorella sta soffrendo quanto suo fratello, e questo matrimonio evidenzia più che mai le loro differenze di carattere. Takashi è un buono a tutto tondo, Lady Miya per il suo orgoglio preferisce rendersi antipatica e supponente piuttosto che mostrare il lato buono del suo carattere.
Rei è dispiaciuta, meno male c’è Nanako subito a sorprenderla di spalle.
“Saint Just abbiamo detto niente tristezze oggi! Vedrai le passerà”.
“Tuo fratello ha proprio ammaliato entrambi i miei fratelli, ciascuno a modo suo stanno soffrendo per Takehiko; tuo fratello è davvero speciale, è come te”.
Nanako le dà un bacio sulla guancia e le dice “Andiamo ci sono dei dolci meravigliosi da mangiare”.
Corrono … c’è il taglio della anzi delle torte!!!
 
Come ormai noto, Take adora il cioccolato e Kaoru le amarene e ciliegie, quindi …. C’è una mega torta al cioccolato fondente e amarene che è la fine del mondo, che rappresenta l’unione dei gusti preferiti degli sposi, il primo passo verso una piacevole condivisione, però…la torta nuziale è immaginata bianca … e quindi … ecco anche la classica millefoglie ripiena di crema pasticcera e panna montata con glassa bianca. E poi ci sono dolci, pasticcini, torte e cioccolatini a profusione per la gioia di Nanako e Tomoko che si stanno letteralmente abbuffando.
Rei contempla con tenerezza Nanako, è dolcissima mentre mangia tutti quei dolci : la sua passione! A Rei piacciono i dolci, ma preferisce i salati, può vivere senza dolci, ma Nanako : guai se non ci sono dolci in casa!
Gli ospiti passeggiano per il parco intorno alla villa dove si tiene il ricevimento, il panorama è stupendo, vedi tutta la città, mare, colline e il tramonto di agosto fa un effetto cromatico particolare. Kaoru e Takehiko si scattano le ultime foto. Il vestito di Kaoru sembra rosa con la luce del tramonto alle spalle, gli sposi sono la personificazione della felicità.
“Take non avevo mai passato una giornata così, me la ricorderò per sempre, grazie! Grazie perché mi ami, perché fra tante ragazze anche della tua età hai scelto me, perché hai insistito quando ti rifiutavo, perché vuoi che faccia una bella carriera, grazie”.
“Sono io che devo ringraziare te semplicemente per avermi detto di sì”.
 
 
La giornata volge al termine e dopo cena c’è la musica, balli, il trenino tutti insieme, i giovani non sono stanchi, ma carichi più che mai; quando gli invitati over 45 cominciano a pensare di tornare a casa, dopo mezzanotte iniziano balli scatenati, musica disco, luci psichedeliche, Takashi urla al microfono i titoli delle canzoni che via via si susseguiranno magari accompagnando ogni titolo da qualche battuta.
“Ci voleva il matrimonio per vedere finalmente ballare Kaoru” esclama Tomoko…e Kaoru sembra anche divertirsi a ballare, a fare le giravolte, a correre in pista, senza mai smettere di ridere, è fra le più scatenate con la sua gonnellona ampia che volteggia e la fa apparire una grande meringa. Si è tolta il velo perché era di intralcio e i capelli, di natura riccioluti, si stanno ribellando alla messa in piega e stanno tornando buccolosi. Da quanto balla le sono venute le gote rosse.
E Take? la solleva più volte come un trofeo, e lei ride esuberante e ride anche lui e ridono tutti. Ridono, ridono, ridono…
Nanako e Rei si prendono a un certo punto per mano e fanno una specie di girotondo velocissimo, sembrano due infanti, ma la felicità, l’entusiasmo e l’esaltazione fanno sempre tornare bambini.
Ogni tanto gli invitati interrompono i balli per mangiare qualcosa dal buffet, tanto con quei balli scatenati ribruciano di nuovo le calorie.
Mentre Nanako mangia qualche pasticcino con Rei, sente Takashi che annuncia fra le canzoni della prossima mandata un lento, brevissima parentesi in mezzo a tanto rock e canzoni comunque trottanti.
“Saint Just la conosci questa canzone?”
“No, perché?”
“Non dirmi di no, è la mia canzone d’amore preferita”.
“Non l’ho mai sentita”.
“Oh Saint Just, è bellissima, voglio fartela piacere”.
“Qualsiasi cosa ma cherie la poupee pur di farti contenta”, Rei/Saint Just adora la sua Nanako dal cuore grande, le fa sempre tenerezza quando ha questi atteggiamenti estremamente romantici, un po’ naif.
“Andiamo, è la prima della prossima mandata che sarà suonata, dobbiamo ballarla”.
“E che sarà mai!”
“Vieni!”
Nanako corre a perdifiato stringendo per il polso la sua ragazza, e subito dopo partono le prime note.
Tutti ballano più lentamente, Kaoru balla in coppia con Takehiko, chi è fidanzato balla col fidanzato/fidanzata, gli altri ballano singolarmente.
Nanako incurante di eventuali malelingue, prende la sua Saint Just, mettendole un braccio intorno alla spalla e un altro intorno alla vita, e Saint Just d’istinto fa lo stesso. Si accorge di essere guardata con affetto da suo fratello e dalla sua neo cognata Kaoru, come se volessero partecipare del loro amore e della loro felicità.
Kaoru ironizza “non solo oggi, ma per sempre fino all’ultimo dei miei giorni ti mostrerò il mio amore e sarai mio, non ti libererai di me prof. Henmi”.
“Ti consegno le chiavi del mio cuore e sarò felicemente tuo prigioniero, principessa Kaoru, prigioniero per sempre, mi hai già mostrato l’amore e sono già il tuo suddito fedelissimo”.
Ridono per quello che hanno appena detto, mentre Nanako con Saint Just è più seria.
“Saint Just, dimmi che apparterremo l’una all’altra per sempre, io in un certo senso capisco tuo fratello, perché non passerà mai quello che sto provando per te”, si stringe alla sua Saint Just.
Saint Just vorrebbe risponderle sì, eppure ha un moto … di timore? Sono ragazze, sono molto giovani, sicuramente non hanno la stessa maturità di Kaoru, e se un domani, come capita a tanti loro coetanei, si lasciassero? Se lei volesse lasciarla? Saint Just vorrà sempre un infinito bene a Nanako anche se un domani dovesse venire a mancare l’amore, ma ha paura, paura che Nanako soffra, che stia male, è la persona che meno di tutte al mondo vorrebbe far soffrire. Lei stessa soffrirebbe moltissimo se Nanako un domani non volesse più stare con lei, eppure potrebbe succedere. Saint Just sa di avere appena 20 anni, non può neanche lontanamente immaginare cosa le riserva il futuro, come si metteranno le cose. Forse si sta facendo influenzare dal suo gruppo di compagni di università?
Quanto vorrebbe dirle di sì…in questo momento lo desidera anche lei stessa, ma cosa le aspetta? Si vergogna dei suoi pensieri, si sente cattivella, ma dall’altra parte si giustifica perché è così per la maggior parte dei suoi coetanei, è normale non voglia ancora impegnarsi più di tanto. Si deve vivere giorno per giorno e basta.
Si sente stringere ancora di più da Nanako che le chiede “Saint Just dimmi che sarai mia per sempre, non lasciarmi mai”.
Saint Just diplomaticamente le risponde “Ti amo Nanako, sei proprio l’amore mio”, e questo è vero!
La canzone viene replicata altre 2 volte, e Nanako e Saint Just rimangono incollate a ballare. Vorrebbero baciarsi, ma non possono, si mangiano con gli occhi.
Verso le cinque di mattina la festa finisce, fra trenini, balli scatenati, schiamazzi, urli gioiosi di tutti i tipi; mentre ormai gli invitati sono sparsi nel parco ad assistere all’alba, e gli sposi si accingono ad andare a dormire qualche ora prima di partire per il viaggio di nozze in Scandinavia, rieccola …. Fra una canzone di sottofondo e l’altra, si reincunea la canzone che piace assai a Nanako; e di nuovo Nanako riagguanta la sua Saint Just e la fa dondolare mentre ballano.
“Sai non me ne importa nulla dei pregiudizi, ora ti bacio, tanto gli sposi sono i nostri paladini, cosa vogliamo di più?”, dice Nanako.
“Ma è sconveniente, non l’hanno fatto nemmeno gli sposi”, ride Saint Just.
“Ma qua all’alba del giorno nuovo, con tutti gli invitati a chiacchierare o stanchi, mezzi addormentati, non ci noterà praticamente nessuno e se qualcuno ci nota, chi se ne importa”.
“Non roviniamo la festa a Kaoru e Takehiko, la gente è cattiva, anch’io vorrei darti un bacio, ma è meglio rimandare”, le dice Saint Just tristemente.
“Allora vieni con me!”, Nanako porta la sua Saint Just al lato estremo del parco, correndo.
“Quando ti metti una cosa in testa Nanako non ti ferma nessuno! Ti adoro per questo”.
BUM Saint Just non finisce di parlare che Nanako la zittisce con un bacio.
“Contenta? Non ci ha viste nessuno!”
“Meno male ci sei tu a disinibirmi Nanako, a incoraggiarmi, a essere intraprendente, io sono più timorosa, mi fo sempre mille problemi, ho molte insicurezze”.
“Perché hai sofferto molto in passato, è normale, ma ora ci sono io, e con me non temerai mai nulla, io ti proteggerò da tutto, e del resto io a volte sono troppo impulsiva e tu mi servi per ragionare, per riflettere, siamo complementari”.
Nanako e Saint Just si baciano nuovamente, questa volta il gesto è reciproco da entrambe.
Nel frattempo sorge definitivamente il nuovo giorno.
Quel matrimonio è stato meraviglioso, quella domenica 7 agosto 1994 non sarà mai dimenticata da nessuno, ha determinato una nuova vita per Takehiko e Kaoru che stanno salutando tutti e non vedono l’ora di partire per il loro appassionante viaggio in Europa del Nord! Kaoru puntuale e precisa come al solito rende la collana alla mamma e ringrazia tutti.
Nanako e Sain Just sono sedute sotto un albero a parlare, a fare progetti professionali per il futuro, fra uno sguardo d’amore e l’altro, fra un complimento e l’altro. È arrivato anche per loro il momento di andare a casa.
Se Takehiko e Kaoru sono sistemati, cosa aspetta quest’altra coppia super mega innamorata? Ci sarà mai anche per loro una convivenza magari introdotta da un matrimonio ?
Lo scopriremo nei prossimi capitoli!!!!
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 37
*** Contrasti e dilemmi ***


Per il dialogo fra Fukiko e Rei mi sono ispirata a una delle ultime puntate dell’anime.
 
Ed è andata anche l’estate 1994. Saint Just ha studiato molto per tutto il mese di agosto, e si è distratta davvero poco, perché si è accorta di essere un po’ troppo indietro col programma del conservatorio. È vero che lei punta prima di tutto a laurearsi il prima possibile in Lettere, ma tiene moltissimo alla musica, e quindi ha deciso di dedicare buona parte delll’estate agli esercizi al pianoforte, ha ripassato e studiato teoria, solfeggio, è andata anche a dei concerti, ha fatto perciò soltanto qualche giorno di vacanza nella sua casa al mare e finita lì col sottofondo di Lady Miya/Fukiko che le ripeteva “se vuoi fare le cose per bene, devi fare una scelta e abbandonare una delle due, e non saprei quale consigliarti, tanto fra tutte e due fanno a gara a quale dà meno lavoro! Sorellina ma non sai proprio essere furba!”
Saint Just/Rei ha imparato a farsi scivolare i commenti della sorella, anche perché sa che è molto nervosa per il matrimonio di Take; per Fukiko è inconcepibile le si possa preferire qualcuno.
Il clima a casa sua è a momenti irrespirabile. Takashi è spesso triste e malinconico. Lei cerca come può di consolarlo, ma lui non reagisce. Rei a un certo punto perde la pazienza “Caspita reagisci qualche volta; fuori casa fai sempre il pagliaccio e il finto latin lover, a casa dobbiamo sorbirci i tuoi patemi d’animo, credi di risolvere qualcosa a piangerti sempre addosso? Esci, distraiti, hai un bel lavoro, guadagni molto bene, hai degli amici, e invece ti chiudi in camera tua o alla maison d’etoile e tieni il muso. Ma lo sai che sei proprio pesante?”
“Ho i miei tempi, non sforzarmi, lasciatemi solo”.
“Non ti preoccupare, sei già solo perché ci hai allontanati tutti”.
Dall’altro lato Fukiko/Lady Miya è presa dalla preparazione in contemporanea di diritto processuale civile e diritto internazionale ed è inavvicinabile per la solita storia che anche solo mezzo minuto di orologio di distrazione comporta la sua deconcentrazione e la compromissione degli esiti degli esami. Ha sempre da ridire su tutto e tutti, se può tira una frecciatina su Kaoru ed è amabile solo con le sue compagne di università, con cui esce una volta ogni 10 giorni per un teatro o un concerto e che la chiamano ‘Fuky’ – è tramontata l’epoca di Lady Miya per dare spazio a Fuky.
“Fukiko non usciamo praticamente mai insieme, siamo sorelle, abbiamo la stessa età, perché una volta anziché uscire con le tue compagne di università, che tanto vedi già tutti i giorni, non usciamo noi due? Ci prendiamo una giornata per noi”.
“Sorellina quante volte ti ho chiesto di unirti a noi, del resto amiamo tutte dal profondo del cuore la musica classica, il teatro, la letteratura, sarebbe splendido assistere a un concerto o a una conferenza, ti autorizzo a portare anche Nanako, ma te rispondi: no! Sempre no!”
“Lo sai che mi sono antipaticissime le tue amiche, fra loro ci sono anche delle nostre ex compagne di scuola che sono tutto fuorché simpatiche : Aya Misaki, Misa Fujiwara, Hiroko che stava in classe con me e Kaoru (n.d.r. naturalmente Lady Miya non sa nulla dello scandalo sul disegno di Hiroko), ma proprio con loro dovevi restare amica? Aya Misaki stava antipatica anche a te”.
“Misa è la figlia del migliore amico di nostro padre e in più la vedo spesso all’università, studia giurisprudenza anche lei per fare l’avvocato col padre; Aya ho avuto modo di conoscerla all’università perché pure lei studia giurisprudenza per seguire le orme del padre avvocato anche se il suo primo obiettivo è la magistratura e questo ci ha rese particolarmente vicine, standoci insieme non è poi così male; con Hiroko eravate amiche al liceo perché ce l’hai con lei?”
“Abbiamo litigato”.
“Potreste chiarirvi come ho fatto io con Aya. Tra l’altro, Hiroko come Misa faceva parte della Sorority, ora studia Architettura, è davvero simpatica; abbiamo creato un circolino molto grazioso, ricorda vagamente la Sorority, gran bella istituzione che poi è decaduta per quella buzzurra di Orihara a cui tu andavi dietro come un cagnolino fedelissimo; ma perché – ora che finalmente ci siamo levate di torno Orihara – non frequenti con me persone più consone al nostro ambiente?”
“Ma perché ti comporti come una bambina delle elementari? Devi smetterla di parlare sempre male di Kaoru, accetta che non puoi costringere sempre tutti a preferirti alle altre. Se fossi più semplice e genuina, saresti molto più simpatica. La Sorority non avrebbe mai dovuto essere costituita, era solo fonte di litigi e rivalità anche violente, Kaoru fece bene ad adoperarsi per abolirla”.
“La Sorority era un modo di elevarsi culturalmente e socialmente, di capire chi aveva davvero i numeri per stare in società e nel jet set, possibile che ragioni come i bifolchi? Non vedi che a frequentare gente piccolo borghese o di bassa estrazione sociale ti stai ingostendo? Quell’Orihara è stata la tua rovina”.
“Quell’Orihara è stata la mia salvezza, senza lei e Nanako forse a quest’ora non ci sarei più o chissà dove mi sarei persa, dovresti esserle riconoscente invece di offenderla sempre”.
“Quell’Orihara mi ha chiamata Lady Simpatia, era maleducata, irriverente, sovversiva, ti metteva contro di me che ti amo più di qualsiasi altra persona al mondo”.
“Non è vero, mi ha protetta, custodita, si è presa cura di me e anche di Nanako, e soprattutto stava con me, tu invece con me non esci mai”.
“Sei te che non vuoi far parte del mio gruppo speciale”.
“Nemmeno te vuoi uscire coi miei amici dell’università e con Nanako”.
“Io frequento solo persone elette e vorrei che almeno qualche volta ti degnassi di farlo anche tu”.
“Persone elette quelle ipocrite che ti guardano dall’alto in basso, opportuniste e presuntuose? Io devo fare come dici tu, ma tu puoi fare ciò che vuoi, non è giusto. E smetti una buona volta di parlar male delle persone che frequento, specialmente di Kaoru che è la mia migliore amica”.
“Ma se hai parlato male finora del mio gruppo? Vedi che anche tu vuoi arrogarti delle prerogative esclusive”.
“E’ diverso, le mie amiche sono vere e gentili, le tue sono snob e ambigue”.
“Che noia sorellina, io non so più come salvarti dalla perdizione, continua pure a essere fagocitata dal tuo vortice, ma io non mi perderò con te”.
“Nella perdizione ci sei tu, che vivi in un teatro falso, lezioso e mieloso, che continui a rimpiangere la Sorority, quando proprio dopo quell’esperienza dovresti scegliere amicizie come le mie. Ma non ti ricordi come ti trattarono le ragazze della Sorority? Come ti abbandonarono per opportunismo? Quanto ti fecero soffrire? E tu non contenta continui su quella strada. … E non vuoi nemmeno uscire noi due insieme”.
“Lo vedi come sono messa con lo studio? Posso uscire  solo una volta ogni 10/15 giorni e in quel giorno non posso non tenere le public relations, non ti voglio forzare a partecipare se non ti piace il mio giro, ma nemmeno tu puoi forzare me; tanto noi viviamo insieme, dov’è il problema?”
“Nemmeno una volta, le tue amiche false sono più importanti di me”. Rei si chiude in camera arrabbiata e sbatte la porta. È arrabbiata e triste per il rapporto con la sorella, per la loro grande diversità di carattere, perché non si intavola mai un dialogo.
Sente bussare “Rei aprimi, perché fai così?”
Rei è ancora risentita, si sente scansata, l’ultima ruota del carro. Le apre la porta con la faccia tesa.
“Rei, i discorsi che tu fai su di me, potrei farli anch’io su di te, sul fatto che non facciamo nulla insieme”.
“Perché sei tu che non sei mai disponibile per me. Possibile tu non abbia mai un’ora da dedicarmi?”
“Rei, ero solo una bambina quando mi venne la vocazione per la professione di giudice, voglio crearmi delle basi giuridiche il più solide possibile, laurearmi il prima possibile, di questo non farmene una colpa, anche tu sarai molto orgogliosa di me. Per questo ti propongo di uscire con le mie amiche, per soddisfarvi tutte, in fondo che ti costa vedere un’opera teatrale o un concerto che ti piacciono tanto con le mie amiche?”; Fukiko ha cambiato atteggiamento, sembra dispiaciuta, si vede ha dei sensi di colpa.
“Io non riesco a uscire con chi non mi va, sono troppo spontanea. Poi se penso alle cattiverie di Hiroko o Misa…”; Rei è ancora offesa.
“Misa è pentita, e mi chiede spesso di te”.
“Non mi interessa”.
“Rei noi siamo indubbiamente molto diverse di carattere, però dobbiamo essere unite, andare d’accordo, tu invece ti impermalisci subito”. Fukiko teme una compromissione del rapporto con la sorella; a modo suo le vuole un mondo di bene, e soffre all’idea che la sorella ce l’abbia con lei e interrompa un dialogo.
Rei riflette. Forse è stata un po’ aggressiva con la sorella, ma comincia sempre sua sorella a provocarla, a offendere i suoi giri di frequentazioni. Anche Rei critica il giro della sorella, ma quello della sorella oggettivamente è un giro di gente ipocrita o comunque leziosa, impostata, maligna, che magari le parla anche male alle spalle.
“Non è che mi impermalisco. So che sei una bella persona, ma con quelle là non emerge il tuo vero carattere, loro ti adulano per convenienza, tu fai altrettanto, vi omologate a delle convenzioni sociali standard, snobbate chi non ritenete alla vostra altezza; alla fine non rifletti mai, ti convinci che è giusto comportarsi così senza pensare se davvero lo è, e ti rendi antipatica, quando non lo sei. Io soffro quando ti comporti male con chi non appartiene a quello che chiami il tuo livello e che fra l’altro potrebbe apprezzarti e volerti bene molto più di quelle che dici essere tue amiche. Alla fine in quello che chiami il nostro ambiente non sai di chi fidarti veramente perché non sai chi è sincero davvero, è come recitare”. Rei vuole molto bene alla sorella e ci tiene a farle capire che la stima, vorrebbe far emergere il lato buono di lei, che fosse se stessa, non accetta che si reprima fino al punto di non piacere alle persone.
“Rei ognuno deve stare al suo posto, questo è quanto. Noi apparteniamo a una classe elevata, te l’ho detto un numero svariato di volte; per mantenere i nostri privilegi dobbiamo comportarci così”.
“Chi è elevato, però, deve anche essere educato; al matrimonio di Kaoru potevi comportarti meglio, sei stata accigliata tutto il tempo, non hai voluto mangiare nulla, hai fatto quella mossaccia per raccogliere tu il bouquet…”
Fukiko si rattrista più che mai ed ha una sortita che sorprende Rei. “Su questo hai ragione”.
“Tu che mi dai ragione e ammetti di esserti comportata male! Che avvenimento!” Rei ride.
“No, Rei, non ridere. Non sai quanto ho pianto per quel matrimonio, per il mio sogno di amore infranto”.
“Ma come fai a considerare amore un’infatuazione vissuta per una settimana a 12 anni? È ridicolo! Un vero amore dura molto ma molto di più, dura almeno un paio di anni. Un vero amore poi si vive quando siamo grandi di età, siamo maturi e consapevoli dei nostri sentimenti, dopo essersi conosciuti molto bene con la persona che amiamo. Come fai a conoscere una persona in una misera settimana? Non capisci che sei ridicola con questa storia? E quante cattiverie hai fatto per una bizza da bambina? A me, a Nanako, le smusate a Takehiko, quei versi snob al matrimonio”.
Fukiko piange.
“Non volevo farti piangere Fukiko, volevo tu fossi più consapevole, aprirti gli occhi, liberarti da rabbie assurde e inutili”, Rei abbraccia la sorella. Sa quanto costa a sua sorella piangere, lei così orgogliosa e impassibile; sua sorella si apre solo con lei.
“Mi costa ammetterlo, ma io ho una grandissima stima di Orihara, ho dei complessi di inferiorità nei suoi riguardi, perché lei ha saputo conquistare quello che io non sono stata capace di avere, cioè l’amore di Takehiko e anche il tuo”.
“L’ho sempre saputo che eri una sua grande estimatrice, e se fossi stata te stessa avresti potuto trovare in lei una grande amica, milioni di volte migliore di quelle smorfiose di cui ti circondi. Devi, però, sapere che tu hai tutto il mio amore, tu sei la mia amatissima sorella; quanto a Takehiko come faceva a innamorarsi di una bambina di 12 anni? Sarebbe stato un pervertito!”. Rei ride per smorzare la situazione.
“Sorellina io sono così, amo smoderatamente le persone, do loro tutto il mio cuore, e tu puoi capirmi perché in questo sei come me, sono sicura che anche tu quando ti innamorerai di un uomo gli donerai tutto il tuo cuore e tutta te stessa”, Fukiko continua a piangere sommessamente.
Rei senza pensare, in maniera spigliata, risponde “No, perché a me gli uomini non mi piacciono”.
Fukiko si interdice, si stacca velocemente dall’abbraccio della sorella, e la guarda con occhi sgranati “Che significa non ti piacciono gli uomini? Rei non mi dire che ti piacciono le donne, perché sarebbe veramente l’ultima, dici che Takehiko sarebbe stato pervertito a innamorarsi di me quando avevo 12 anni, ma tu non saresti da meno”.
Rei sente come un colpo forte sul cuore, pensa che forse ha ragione Takashi a non voler parlare della sua inclinazione sentimentale verso i maschi al padre e alla loro sorella. Rei pensava e in fondo sperava che Takashi esagerasse, che almeno Fukiko in quanto sorella sarebbe stata solidale o almeno non avrebbe detto nulla. Possibile i pregiudizi arrivino a questo punto?
“Rei rispondi, dimmi che ho capito male, gli uomini non ti piacciono ora ma prima o poi dovrai guardarti intorno per cercare un uomo con cui accompagnarti. Non fare la sciocca Rei, ora sei tu infantile”.
Rei vuole saggiare il terreno, ormai deve andare fino in fondo senza mettere di mezzo Nanako a cui non vuole creare problemi; ha paura, ma deve capire, soprattutto vuole farsi un’idea di ciò che l’aspetta “Non mi voglio accompagnare a un uomo, non mi vanno, o meglio mi attirano solo come amici, ma per fidanzarmi mai, non mi piacciono da quel punto di vista”.
“Ma Rei dovrai avere il ragazzo prima o poi”.
“Che noia, ho detto di no, i ragazzi non mi piacciono”.
“Rei ti rendi conto delle idiozie che stai blaterando? Mi auguro che sia uno stupido scherzo. Non ti azzardare a farti piacere le donne perché sarebbe veramente troppo”.
Ora è Rei che sta per piangere “Fukiko non mi vorresti più bene?”
“Certo che ti vorrei bene, ma sarebbe una vergogna per la nostra famiglia, papà soffrirebbe moltissimo, sai che disonore, non è normale Rei, le ragazze devono fidanzarsi coi ragazzi e i ragazzi con le ragazze, così funziona il mondo”.
“Perché?”
“Rei sei infantile. Perché? E lo chiedi pure? Hai 20 anni e fai domande da scuola dell’infanzia. Rei oggi fai discorsi strani, forse sei stressata per lo studio eccessivo, riprenditi sorellina. Ora torno a studiare procedura civile. Mi raccomando Rei : basta con le sciocchezze e testa a posto. Non farmi preoccupare con colpi di testa, non voglio una sorella emarginata”.
 
Rei piange. Pensa alla sua amica Kaoru che sta vivendo una felice vita matrimoniale e pure non è stata esente da critiche anche pesanti per la sua scelta di sposarsi così giovane. Sa che non potrà sposarsi, e questo – pur non essendo giusto – passi, ma si chiede anche perché amare una persona del proprio stesso genere sia da pervertiti; lei e Nanako sono così felici, Nanako è la persona più dolce e buona si possa conoscere, si amano moltissimo, dove sono pervertite?
Takashi a sua volta è gay, eppure è tutto fuorché un pervertito, anzi è un ragazzo ultrageneroso e molto sensibile. Pervertiti sono i cattivi, gli ipocriti, i falsi, i violenti, anche gli opportunisti, ma non chi ama le persone appartenenti al proprio genere. Dov’è la perversione? Vorrebbe saperlo, ma quando l’ha chiesto è stata trattata dalla sorella con sufficienza rimanendo senza risposta. Ha ragione Takashi allora ad avere molte paure e remore. Eppure nascondersi peggiora solo la situazione.
Che fare? Non è mai stata così in confusione. Non c’è più la sua amica Kaoru a proteggerla. Ha però una certezza : non rinuncerà mai a Nanako, non sa come ma riuscirà a farsi benvolere ancora dalle persone anche quando si sentirà pronta a vivere alla luce del sole la sua relazione; ma mentre lo pensa, è terrorizzata, ha paura di non riuscirci, della solitudine e dell’emarginazione. No, non ci ricadrà, no…..non deve mai più ricadere nella spirale della tristezza senza fondo, nell’abbandono, nella disperazione, sente una profonda angoscia solo all’idea.
Lei vuole realizzarsi negli studi e nel lavoro, avere degli amici, fare vita sociale, saltare in discoteca e andare ai concerti, ma vuole anche vivere la sua storia d’amore. Non vede il motivo per il quale dovrebbe scegliere fra l’amore da una parte e la realizzazione professionale, la stima delle persone e la vita sociale dall’altra. Non capisce. Pensa che sceglierà le persone giuste, però le viene in mente che solo dopo molto tempo riesci ad avere la conferma che una persona è una vera amica (vedi le sue esperienze con Hiroko e Yuka). E quindi? Deve vivere la sua storia d’amore clandestinamente? Non è giusto, non vuole rinunciare all’amore, non vuole nascondersi, ma ha anche tanta paura del futuro. Ha solo 20 anni, è al 2° anno di Lettere, decide per il momento di andare ancora avanti così, di lasciare ogni cosa a suo tempo e godersi i suoi anni verdi, avendo oltretutto già vissuto 3 anni traumatici fra  14 e i 17 anni. Eppure … anche se ora si è calmata, ha un turbamento interiore, che la rattrista, e che a momenti la terrorizza … si sente falsa, ipocrita, e in colpa verso Nanako … no … non la lascerà mai … e non ricadrà più nella disperazione … lei non è come suo fratello Takashi….quanto le manca la sua amica Kaoru, l’angelo custode suo e di Nanako….
 
Dal canto suo Nanako è super briosa. Pur sentendosi spesso per telefono col fratello e la cognata Kaoru, non ha perso l’abitudine dello scambio epistolare con lui; ha ricevuto diverse foto del viaggio di nozze, tanti bei paesaggi, persino l’aurora boreale, stupenda, sembra un panorama di fantasia, come nei racconti fantasy, come le piacerebbe andarci un giorno con la sua bambola Saint Just! Quanta felicità nei visi di Take e della bella ed esuberante Kaoru, che nelle foto fanno spesso il gesto della vittoria. Guarda Kaoru ora quante foto si fa! Pensare che prima diventava una iena se si avvicinava a lei una macchina fotografica; Nanako ride mentre lo pensa! Hanno fatto bene a sposarsi, a lasciarsi scivolare le critiche, stanno troppo bene insieme! Com’è romantico!
“Non vedo l’ora anch’io di manifestare a tutti la mia storia d’amore, pazienza se non potrò sposarmi, ma vivere insieme, svegliarsi ogni mattina sotto lo stesso tetto, fare progetti e – perché no? - viaggiare sarà entusiasmante ugualmente”. Ora però Nanako scappa all’università, l’aspetta una serie di lezioni molto interessanti, giapponese antico e inglese!
 
Nel cortile dell’università all’intervallo fra una lezione e l’altra, Nanako si dà appuntamento con la sua bambola Saint Just, ma la vede pensierosa.
“Cos’hai Saint Just? Ti vedo turbata”. Nanako è una ragazza estremamente sensibile; questa sua grande sensibilità unita alla sua intuizione psicologica la porta ad avere a volte una sorta di capacità premonitoria; Nanako cioè non solo capisce cosa sta provando chi ha davanti ma intuisce non tanto cosa di preciso sta per accadere (non è certo una maga), quanto che sta per succedere qualcosa in generale, qualcosa che la riguarda, che avrà un impatto emotivo sulla sua vita, che potrebbe cambiarla.
È già successo quando conobbe suo fratello in terza media, non lo aveva mai visto, non sapeva nulla di lui, eppure le venne spontaneo di chiedergli di essere il suo fratello spirituale, di stabilire una corrispondenza con lui e stare in contatto; Take poi è risultato essere suo fratello davvero, e dall’avvio della loro corrispondenza epistolare derivarono tutta una serie di eventi che altrimenti non si sarebbero mai verificati, compresi la relazione di Nanako con Saint Just e il riavvicinamento fra Take e Kaoru. Vogliamo poi parlare della notte in cui Saint Just era sotto i ferri per l’incidente? In quella notte Nanako, che ancora non sapeva nulla del pregresso fidanzamento fra Take e Kaoru, li sognò insieme e con facce pure tristi. Sognò Rei col vestito bianco che davvero aveva indossato quel pomeriggio. Sentì odore di disinfettante mentre Kaoru partiva per la facoltà di Medicina di Sapporo.
Le persone molto intuitive sono così, vedono l’aura di chi le circonda, avvertono legami e connessioni, non è magia, è forse un’ipersensibilità che fa leggere oltre le apparenze, chiamalo terzo occhio, chiamalo olismo, ma così è. Riassumendo si tratta semplicemente di persone sensitive.
Questa volta Nanako all’improvviso sente un fosco presagio, ma lo scaccia subito dopo essersi spaventata.
“Nanako dovrei chiederti anch’io cos’hai, hai appena fatto una faccia…” le dice Saint Just.
“Saint Just”, prende le mani della sua amata “…no nulla, tu come stai?”
“A casa mia c’è tensione, meno male ci siete tu e i nostri amici, mio fratello ancora non ha superato il matrimonio di Take, Fukiko fra esami e matrimonio di Take ha sempre un diavolo per capello, ho provato più volte a seguire il tuo consiglio, a parlarle e proporle di uscire insieme per non stare insieme solo a casa ed avere una vita da sorelle anche all’esterno, ma abbiamo finito solo per litigare, tanto con lei è impossibile confrontarsi, comanda lei e ha sempre ragione solo lei”, Rei racconta tutto il dialogo avuto con Fukiko compreso il gran finale, ovvero i rimproveri di Fukiko perché ha detto di non volere un ragazzo.
“Nanako – altro che le critiche a tuo fratello e a Kaoru – , noi sì che un domani dovremo affrontare tempi non facili, situazioni anche sgradevoli, promettimi che non mi lascerai, ho bisogno di avere al mio fianco una persona forte e risoluta come te”.
Nanako le stringe le mani “Non dirlo nemmeno per scherzo, non rinuncerò mai a te, ti amo troppo, più di qualsiasi cosa”; Nanako ama troppo Rei, ma teme non basti, sa quanto è importante per Rei il legame con la sorella Fukiko e la famiglia in generale, ripensa ai moniti di Kaoru ‘attenta al lupo’ …. non vuole pensare al futuro, ha il terrore di una fine della sua storia d’amore, sente ne morirebbe…allora è pronta a lottare fino allo stremo delle sue forze, e se non dovesse bastare? È delusa da un suo pensiero; Nanako non ha paura di niente e nessuno, ma teme che Saint Just per il suo assai doloroso passato e per la presenza ingombrante della sorella non possa sostenere queste situazioni; pur sapendo di essere molto amata da Saint Just, teme che questo amore possa soccombere. Si sente un po’ cattiva per questi pensieri e si colpevolizza. Alla fine decide di non pensarci, per ora lei e Saint Just stanno bene così, devono ancora laurearsi, sono molto giovani.
 
Nei giorni seguenti Nanako non riesce a scrollarsi i suoi foschi presagi, ormai Rei le ha messo la pulce nell’orecchio, le ronzano di nuovo nelle orecchie le parole di Kaoru; eppure lei e Rei escono regolarmente insieme, si vedono all’università, si divertono moltissimo, ma, quando al termine di ogni incontro si salutano, Nanako è timorosa.
 
Una sera Nanako è in un pub con Rei e i loro amici in comune. A un certo punto uno di loro, tra l’altro uno dei detrattori del matrimonio fra Take e Kaoru, comincia a malignare “Oh ma lo sapete che Fumimaro, il nostro compagno del corso di storia giapponese moderna, è gay? Quando l’ho saputo sono scappato a gambe levate!”
Alcuni ragazzi, compreso chi lo racconta, scoppiano a ridere, altri rimangono interdetti, un paio provano a dire “e allora?” “che c’è di male? non è mica un reato”, ma gli altri attaccano “ma va, quella gente non è normale” “per carità, non è che se sei gay sei cattivo, sei una brava persona ugualmente, però non sei normale” “a me danno il voltastomaco” “anche a me, loro per me sono gentaccia depravata”.
Nanako e Saint Just si guardano, hanno l’espressione smarrita, Nanako sta per rimettere la fetta di torta che ha appena mangiato. Lei e Saint Just si sono sempre trovate benissimo con questo gruppo, hanno sempre passato dei bei momenti insieme, momenti di leggerezza, risate, divertimenti, ma anche chiacchierate interessanti, dibattiti e confronti su libri, film, o programmi di studio. Le erano sempre sembrati ragazzi a modo, seri, capisce che le persone vanno conosciute.
Saint Just che ama il suo gruppo di amici ripensa alle sue delusioni di amicizia e non vorrebbe averne altre. È terrorizzata all’idea di essere scansata da questo gruppo, di poter essere sbeffeggiata, isolata, oggetto di ribrezzo, di rivivere questa volta in scala decisamente maggiore quello che ha sofferto con sua sorella Fukiko alle medie e all’inizio del liceo. Fukiko non la proteggerebbe di certo, pur volendole bene. Da sola non può farcela, ha bisogno di Nanako, ma … e se un domani lei e Nanako si lasciassero? Non osa pensare a come sarebbe la sua vita senza la versione umana di sa cherie la poupee, per lei Nanako è essenziale, è una parte di sé…è in crisi.
Sente una mano sopra la sua : è quella di Nanako, che ora si sta adirando e dice il suo parere in maniera diretta.
“Ora basta, possibile non vi vada mai bene nulla? Se uno si sposa giovane, anche se eterosentimentale, è pazzo perché non ci si sposa giovani. Se uno non si sposa giovane, ma ama chi appartiene al suo genere è pazzo lo stesso. Possibile che per voi chiunque fa una scelta diversa dalla vostra è pazzo? Non conoscete la biodiversità? Non sapete che l’uomo è l’essere vivente più affascinante che ci sia proprio perché ogni suo esemplare è totalmente diverso dall’altro? Non vi ricordate il vecchio detto ‘il mondo è bello perché è vario’? Il vostro è un atteggiamento dittatoriale. Fumimaro è un bravissimo ragazzo e dal canto mio continuerò a parlarci. L’amore è una cosa meravigliosa, sempre”.
Saint Just guarda piena di ammirazione la sua adorata cherie poupee vivente, è quasi commossa e si sente profondamente in colpa per non aver contribuito minimamente a questo discorso; si sente inibita per i suoi traumi familiari, per le esperienze di abbandono pregresse, si sente bloccata, vuole liberarsi più di qualsiasi altra cosa e si ripromette di lavorare su se stessa.
Vorrebbe dire qualcosa ma la precedono i suoi amici “Nanako certo che con te non si può mai criticare, sei pesante” “poi ragiona, se avessi ragione tu, il matrimonio sarebbe esteso anche alle persone omosentimentali, non trovi?” “non è che hai qualche amico omosentimentale? Se uno critica qualcuno a te caro, diventi un’istrice, accetta un po’ di critiche come le persone mature, sai Nanako nessuno è perfetto”, seguono sghignazzi.
“Io sono matura, siete voi immaturi perché non accettate chi la pensa in modo diverso”.
“Nanako ha ragione” interviene decisa Saint Just “io la penso al 100% come lei, fra poco più di 5 anni saremo nel 2000 e dobbiamo finirla con questa assurda caccia alle streghe, con questi stupidi retaggi medievali, ognuno deve amare chi vuole e manifestarlo come suo diritto personale e anche dovere nei confronti della persona amata”.
Solo un paio di componenti del gruppo applaudono a Saint Just e a Nanako, gli altri continuano a criticare finchè Nanako chiede di cambiare argomento e di parlare dell’apertura di una nuova discoteca nelle vicinanze dove andare una delle prossime sere.
Al ritorno Saint Just, che si è fatta prestare l’auto da Takashi, dà un passaggio a Nanako; le ragazze commentano la serata.
“Nanako sei stata fantastica, non so quanto ti ho amata mentre dicevi quelle cose”, Saint Just mentre guida ha la voce triste.
“Anche tu sei stata incisiva Saint Just”.
“No Nanako, io non sono alla tua altezza. Io da vigliacca sarei rimasta zitta, critico tanto mio fratello, e poi mi comporto come lui. Io non riesco a staccarmi dal trauma della solitudine e dell’abbandono vissuto fra i 14 e i 17 anni, e per paura di essere di nuovo trattata con disprezzo e isolata, sto zitta, e non manifesto ciò che sono davvero”.
“Ma Saint Just nemmeno io ho detto che amo le ragazze e che sto con te”.
“Ma tu hai replicato subito, hai fatto capire ai nostri amici come è ristretta la loro mentalità, magari non è servito, ma intanto hai gettato l’amo”.
“Saint Just tu hai vissuto traumi terribili”.
“Non è una giustificazione. Sono stata pessima”.
“Non è vero, è una società spietata questa, e senza vita sociale non si può stare. È difficile. Io sono impulsiva, forse esagero”.
“Nanako spronami, stammi vicina sempre. Non posso stare senza di te. Mi servi per elevarmi. Prima ero senza remore, poi dopo l’esperienza con mia sorella, l’incidente, mi sono data delle regole e credo che ora esagero dall’altro lato”.
“Anche tu Saint Just mi servi per temperarmi, perché a volte parto per la tangente e rischio di trovarmi nei pasticci. Siamo complementari, ma una cosa l’abbiamo in comune : nemmeno io potrei mai vivere senza di te, anche noi come Take e Kaoru siamo la coppia perfettamente accoppiata, siamo fatte l’una per l’altra, ci siamo trovate da ragazzine, stiamo crescendo insieme, non so immaginare la mia vita senza di te”.
Saint Just non sente placati i suoi sensi di colpa, continua a tenere nel suo cuore un forte timore, il timore di non essere in grado di fare il salto giusto; da una parte pensa che ora è presto per pensarci avendo solo 20 anni, un intero percorso universitario davanti, un futuro da impostare in maniera stabile anche a livello di amicizie, dall’altra che potrebbe trovarsi quando meno se lo aspetta nella condizione di doversi rivelare o comunque di essere oggetto di sospetti; pensa poi che le relazioni sentimentali durano finchè durano, lei ama moltissimo Nanako, la ama infinitamente, ma purtroppo sa che l’amore non sempre è eterno, e ripensa alle parole di Takashi; un conto è avere una relazione sentimentale approvata, un conto è avere una relazione sentimentale che ti fa isolare; se la relazione finisce ti ritrovi con un pugno di aria in mano….vale la pena rischiare a soli 20 anni? Vale la pena impegnarsi così a 20 anni? Forse è meglio aspettare il più possibile a rivelarsi, vedere come si evolve la situazione? Eppure lei ama così tanto sa cherie la poupee… e poi ai propri amici dobbiamo mostrare il nostro vero modo di essere non una maschera, altrimenti il rapporto è incompleto e soprattutto non capiamo chi sono i nostri veri amici; lei poi non fa nulla di male, chi sbaglia ed è cattivo è chi discrimina le persone omosentimentali… e lei ha paura e si preclude di vivere apertamente l’amore per persone così stupide e anche meschine?  … di nuovo sensi di colpa e inutilità.
“Nanako tu sei perfetta così come sei, non cambiare mai mi raccomando”.
“Anche tu Saint Just, non cambiare, perché ti amo così come sei”.
Si avvicina a grandi passi l’inverno, principia la nebbia, l’auto è arrivata sotto casa di Nanako, mentre Nanako scende dall’auto, Saint Just le stringe la mano “Capito Nanako? non cambiare mai…io ho bisogno di te così come sei e qualsiasi cosa affrontiamola insieme”.
Nanako la bacia “L’hai detto proprio tu, arriverà il nostro momento, e ci riscatteremo come hanno fatto Takehiko e Kaoru; ti ricordi a scuola cosa dicevamo? Per sempre insieme”.
“Lo voglio tanto…” dice con voce malinconica Saint Just. Sarebbe entusiasta all’idea di stare per sempre con Nanako, ma se per qualsiasi motivo ciò non accadesse che ne sarebbe di lei? Nanako ha una famiglia molto solidale con lei, ma Saint Just no…che accadrebbe? Avverte un forte senso di precarietà su di sé, quel senso di precarietà che avverte intensamente da quando è morta sua madre, oggi è così, domani e dopo domani è ancora così come già è da molti anni, ma quando meno te lo aspetti in un attimo cambia tutto…..
Nanako, pur innamoratissima, continua a sentire un forte presagio negativo…ma perché per lei e Saint Just la situazione deve essere così complicata? A parte quell’episodio sgradevole al Seiran avvenuto poco più di un anno e mezzo prima, la loro relazione è sempre andata splendidamente; tuttavia solo pochi eletti ne sono a conoscenza e non certo per spocchioseria da parte loro.
Via via che si cresce, ci si responsabilizza, si prende maggiore consapevolezza delle varie situazioni, si devono fare scelte sempre più importanti con conseguenze altrettanto incisive per noi e a volte anche per altri.
Tuttavia, Nanako e Saint Just si trovano troppo giovani davanti a un enorme dilemma per la società degli anni ‘90.
Le fidanzatine hanno preso consapevolezza della non facilità del percorso intrapreso e ora dovranno affrontare le conseguenze della loro scelta; Nanako si sente molto forte pur con tutte le fisiologiche paure del caso, Saint Just non si sente forte ed è per questo divorata da sensi di colpa e frustrazione….

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Capitolo 38
*** La voragine della cattiveria amorale ***


Nanako e Saint Just ormai stanno insieme da più di tre anni. Si sono messe insieme all’inizio dell’adolescenza, 16 e 17 anni, ora sono due brillanti studentesse universitarie di Lettere, ormai alla fine rispettivamente del primo e secondo anno.
Saint Just sta cenando con i suoi fratelli, quando Fukiko – o meglio ‘Fuky’ come dicono le sue amiche – racconta della giornata di shopping sfrenato che lei e il suo gruppetto simil Sorority hanno appena trascorso.
“Abbiamo comprato dei vestiti elegantissimi, Aya ha preso una gonna di broccato bordeaux davvero affascinante, un’altra nostra amica ha comprato una giacca in tweed melange calda ed elegante al tempo stesso, e io un tubino nero che per quest’estate sarà una vera chicca. Vogliamo dare con le mie amiche un party raffinato a giugno per dare il benvenuto all’estate e con un tubino nero e un bel paio di decolleté non si sbaglia mai. Rei ma perché non curi un po’ più il tuo look?”
“Cos’ho che non va? Da quando ho avuto l’incidente non ho più messo completi neri”.
“Va bene, però sei una bellissima ragazza, sei alta, magra, un figurino invidiabile, un viso dai bei lineamenti regolari e dolci, occhi viola, riccioli lunghi e chiari, se ti truccassi un po’ e ti vestissi un po’ più femminile, una gonna mini o longuette qualche volta anche per cambiare, saresti un vero bijoux, nulla da invidiare alle più belle indossatrici”.
Rei non sopporta questi discorsi “Io mi piaccio così, lo sai poi che odio le gonne”.
“Ok sorellina, ma un po’ di trucco stile ‘si vede non si vede’, un golf o un paio di pantaloni più sagomati, sei così sexy, potresti avere la fila di ragazzi” Fukiko strizza l’occhio.
Rei diventa aggressiva “Fukiko ti ho già detto che non voglio avere il ragazzo, che i ragazzi non mi piacciono”.
“Rei ancora con questa storia capricciosa e infantile”.
“Io non sono infantile, sarò libera di farmi piacere ciò che voglio, anzi se vestirsi come dici te comporta che io sia corteggiata da dei ragazzi, ho un motivo in più per non darti retta”, Rei è nervosa.
“Rei sei normale? Devo preoccuparmi? Lo sai che i discorsi che stai facendo non sono normali?”
“Io sono normale, sei tu che mi stressi”, Rei sente messa in pericolo la sua relazione con Nanako, vuole stare con Nanako e basta, niente e nessuno deve disturbare il loro amore.
Fukiko assume atteggiamenti arrabbiati “Reeeiii”.
“Cosa vuoi?” incalza Rei.
“Ragazze calmatevi” interviene Takashi, che sa come stanno davvero le cose e capisce perfettamente Rei.
“Takashi ti rendi conto che nostra sorella non vuole essere corteggiata? Ma ti sembra normale? Ti sembra normale che si vesta male apposta per non essere guardata dai ragazzi? Rei fatti curare”.
“Fatti curare tu, a me i ragazzi NON mi vanno”.
“Ragazze dai, siete giovanissime, troppo giovani per parlare di fidanzamenti importanti e matrimoni, chiudiamola qui”.
“Chi parla di fidanzamenti importanti e matrimoni? Si parla di orientamenti sentimentali. Comunque, certo Takashi” chiosa Fukiko con aria canzonatoria “quest’anno compi 27 anni e non hai mai avuto uno straccio di flirt nonostante tutte le tue arie da dongiovanni”.
“Nemmeno tu hai mai avuto un flirt” risponde agitato Takashi.
“E’ diverso, ho 5 anni meno di te, e un obiettivo importantissimo da raggiungere : la magistratura; tuttavia, adoro essere corteggiata e ammirata e dovresti dirlo anche a Rei, che si è fissata che non le piacciono i ragazzi”.
“Non sono fissata, non voglio il fidanzato, non mi piacciono i maschi, va bene?”
“Su Rei, persino la tua migliore amica Orihara ha il marito, non vorrai mica essere da meno?”
“Che c’entra Kaoru?”
“Rei te lo ripeto, non voglio sentire dire che ti piacciono le donne”.
“Perché no?”, Rei è così arrabbiata che sta per rivelarsi, si sente provocata, non accetta pregiudizi dalla sua famiglia tanto meno da sua sorella.
“Ragazze calma”, Takashi è sempre più preoccupato.
“Rei smettila, non farmi preoccupare, voglio tu sia normale” Fukiko è adirata.
“Io sono normale, ho un’ottima media universitaria, frequento con profitto il conservatorio, e ho delle belle amicizie, a cominciare da Nanako e Kaoru”.
“Se non ti piacciono i ragazzi, non lo sei”.
Rei si alza scattosa e scappa in camera sbattendo la porta.
Takashi in crisi dice alla sorella “che c’è di male se non vuole fidanzarsi?”
“C’è di male che temo le piacciano le ragazze”.
“Ha 20 anni, siete giovanissime, poi anche  se fosse…” prova timidamente Takashi.
“Ma sei fuori anche te?” dice arrabbiata Fukiko “o forse sai qualcosa che non devo sapere?”, Fukiko ha un guizzo d’intuito, è una ragazza molto intelligente, basta un minimo indizio e può arrivare alle conclusioni.
Takashi cerca di rimediare, sente un tuffo al cuore “siamo nel 2000” balbetta “la società evolve”.
“Questa non è evoluzione, è involuzione. Takashi sii chiaro, non è che tu e Rei mi state escludendo?”, il tono di Fukiko è minaccioso.
“Ma che dici?” Takashi torna deciso, non vuole creare problemi a Rei, ma Fukiko gli strilla
“VOGLIO SPERARE DI NO, PERCHÉ SAREBBE GRAVISSIMO, IO NON CONTO MENO DI VOI”, anche Fukiko si alza scattosa e va verso la camera di Rei, mentre Takashi con le mani fra i capelli le dice “Fukiko non fantasticare”.
Rei sta arrabbiata alla finestra e sente aprire pesantemente la porta di camera sua “RREEEIII, spero per te tu non abbia la ragazza, dimmi la verità, non fare sciocchezze”.
“Ma lasciami in pace” Rei le getta un cuscino addosso.
“Sì o no Rei?”
“Tanto tu non mi capisci”.
“Rei io ti capisco, lo fo per il tuo bene; se hai un colpo di testa, io sono qui per te” Fukiko è triste, prima aggredisce la sorella, ma poi le dispiace se la sorella si incupisce, anche Fukiko sta male se litigano.
“L’unica cosa che ho da dire è che non mi piacciono i ragazzi, devi volermi bene così, ora voglio stare sola”.
“Rei ho sbagliato anch’io a prenderti di punta, parliamo un po’, ci chiariamo dai”.
“Non mi sento”.
“Dici di me ma come caratteraccio non sei da meno”. Fukiko si allontana e torna sui suoi amati libri di diritto; Rei è malinconica, le è passata la fame, eppure nel dispiacere per il contrasto con la sorella ha una piccola soddisfazione : è riuscita a fronteggiare la sorella; sente di essere in grado un domani di fare il salto di qualità, di farsi intendere, di difendersi senza nascondersi, non sa fingere...
 
Fukiko ha deciso di organizzare una serata chic con il suo gruppetto simil Sorority; la serata si terrà a casa sua, cena a buffet, guarderanno dei cortometraggi d’autore con musica classica di sottofondo.
Sta creando la compilation giusta, vuole mettere anche musica antica giapponese, e sta registrando dei CD per fare una composizione perfetta come piace a lei.
Fukiko, però, è estremamente pignola, deve essere sempre tutto assolutamente perfetto e perciò, sapendo che Rei è un’esperta di musica e che ha una bella serie di CD e musicassette alla maison d’etoile, decide di recarsi alla maison d’etoile stessa e controllare i CD che vi si trovano. Sa che Rei stasera dormirà lì e spera tantissimo di trovarcela; pensa che sarebbe una bella occasione per stare un po’ con sua sorella, chiacchierare e condividere una passione. Un viaggio e due servizi molto piacevoli! Magari si riavvicinano un po’, pensa fra sé e sé. È vero che dopo i litigi tornano subito in ottimi rapporti, però è sempre bene rimarcare l’affetto e il legame.
Nel frattempo Saint Just e Nanako sono state al cinema con un altro paio di amiche, è venuta persino Tomoko che in via eccezionale si è liberata dei suoi onerosi impegni di cucina e di biologia e si è finalmente concessa un momento di svago con le amiche (Mariko – è inutile chiederglielo – sta sempre con Ricky & Co.).
Dopo il film le altre ragazze tornano a casa, mentre Saint Just e Nanako decidono di cucinare e cenare insieme alla maison d’etoile, visto che Saint Just è un po’ più libera da impegni di studio in questi giorni; oltretutto stasera non c’è neanche Takashi, che tornerà più tardi del solito dall’ufficio e andrà direttamente a dormire a villa Ichinomiya.
Dopo cena Saint Just e Nanako ascoltano un po’ di musica moderna, rock e leggera, che trasmette un canale radio musicale. Si abbracciano e si fanno qualche carezza e complimento.
“Sei bellissima Saint Just, di una bellezza eccezionale”.
“Anche tu Nanako, sei la mia bambola adorata, la mia bambola vivente, ma cherie la poupee vivant”.
“E tu sei la mia bambola Saint Just”.
Nanako ha un moto infantile, vede Saint Just come se fosse una bambola davvero, e da appassionata di bambolotti - quale è - abbraccia molto fortemente Saint Just e squittisce “Beeeeelliiiiiiiiinaaaaaaa”, in pratica fa lo stesso verso che faceva alle sue bambole da bambina e che ogni tanto fa ancora alle sue 2/3 bambole del cuore sempre in bella vista in camera sua.
Saint Just ride e, siccome ama le bambole quanto se non ancora di più di Nanako, sta al gioco ma non artatamente bensì in maniera molto naturale, le viene spontaneo fare gli stessi complimenti a Nanako anche perché la considera davvero la sosia di cherie poupee “Beeeeelliiiiiinaaaaaaaaa”; Saint Just la stringe ancora più forte e appoggia la sua testa su quella di Nanako.
Entrambe si sentono tornate bambine, come se stessero giocando con le bambole, si stringono cullandosi reciprocamente e squittendo “beeeeeeelliiiinaaaaaaaaaaa”; ridono di gusto, è un tuffo nell’infanzia, per alleggerire un presente ultimamente fosco a causa di battute sciocche e ignoranti sugli amori come il loro e nel caso di Rei anche a causa di rimproveri isterici dalla amatissima sorella.
Fra una risata e un ‘beeeelliiiinaaaaaaa’ Rei e Saint Just non si accorgono dell’ingresso di Fukiko, che ha una copia delle chiavi della maison d’etoile.
Fukiko mentre gira la chiave nella toppa sente risate e squittii, intuisce che la sorella è in compagnia e pensa per una sera di unirsi alla compagnia della sorella, avrebbe preferito trovarla sola, ma farà un pianto e un lamento e per una volta starà con le amiche della sorella.
Fukiko entra in casa e riconosce le voci della sorella e di Nanako “beeeelliiiinaaaaaaa” e ha un’intuizione “quando mai fra amiche ci si scambiano questi gerboli? E se Nanako fosse la ragazza di mia sorella?”, sente montare rabbia e furore dentro di sé.
Quella Nanako Misonoo, come Kaoru Orihara, ha fatto breccia nell’affetto di sua sorella, ma molto più di Orihara, Orihara è la migliore amica, Misonoo è la fidanzata – pazzesco, se Orihara ha reso sua sorella una ribelle, una sovversiva delle convenzioni sociali, Misonoo l’ha portata nella depravazione e perdizione morale.
In realtà il vero motivo di furore e rabbia di Fukiko è che sua sorella se la dice di gran lunga più con Kaoru e Nanako che con lei, che la pensa come loro e non come lei; inoltre Fukiko, sapendo che Rei – come del resto lei stessa - ama e si innamora con tutta se stessa delle persone, deduce l’incommensurabilità dell’amore di Rei per Nanako, non l’accetta, Fukiko deve essere la prediletta in assoluto, dai professori, dalle compagne di studi, dalle amiche, e anche dalla amatissima sorella Rei. Il suo orgoglio è squarciato, strappato. Altro che perdizione, sono favole che si racconta, il vero motivo del suo furore sempre più montante è il suo maledetto orgoglio, il suo egoismo ed egocentrismo, la sua prosopopea.
Si avvicina piena di rancore e rabbia, vede la sorella abbracciata che si coccola divertita con Nanako fra una carezza e un complimento e strilla a squarciagola con tutta se stessa fino a cambiare la voce “LAAAAAAAAAAIIIIIIIIIDEEEEEEEEE”.
Nanako e Rei si girano molto spaventate di scatto e vedono Fukiko stravolta, occhi striati di rosso, sporgenti quasi come un esoftalmo, pieni di odio, rabbia, rancore, capelli come elettrizzati, i boccoli sempre perfetti sono spettinati, che urla di nuovo con voce cambiata, che sembra provenire dall’addome anzi da una caverna invece che dalla gola “LAAAAAAIIIIDEEEEE”.
“Fukiko calmati, perché laide? Noi ci amiamo”, Rei non connette e non capisce.
“STAAAIIII ZITTAAAAAAA, ecco perché non ti piacevano i ragazzi perché ti sei fatta corrompere da questa laida”.
“Nanako non è una laida, noi siamo persone per bene come te, noi ci amiamo, perché non lo capisci? perché ci offendi?”, Rei conoscendola cerca di prenderla con le buone per vedere di calmarla (ha visto in un film che si fa così con i malati psichiatrici durante le loro crisi, perché Fukiko ora è veramente fuori di sé).
“STAAAAIIII ZIIIITTAAAAAA” Fukiko ha un attacco isterico in piena regola e comincia a far volare per aria e poi buttare in terra con rabbia tutti gli oggetti che trova, mentre Rei e Nanako la fermano per calmarla. Appena si sente toccata da Nanako, le dà una forte spinta che quasi la getta in terra “Non mi toccare, essere immondo” le strilla “non ti avvicinare a mia sorella, sudicia, depravata, corruttrice, cercati un’altra per i tuoi atti osceni”.
“Io non ti permetto di offenderci perché amo tua sorella e sappi che non smetterò mai di amarla” le risponde Nanako arrabbiata e risoluta.
“VAAAATTEEEEENEEEEE, mi fai schifo come tuo fratello che si è sposato quella burina insignificante di Orihara”.
“Non ti azzardare a offendere mio fratello e Kaoru, Kaoru vale infinite volte più di te, tu non sei degna neppure di nominarla” le dice furibonda Nanako.
“Fukiko calmati” continua Rei.
“Rei lascia questa sudicia, senti cosa dice a tua sorella, non puoi stare con una che offende tua sorella, non puoi, nostra madre non te lo avrebbe permesso” (n.d.r. Fukiko dopo l’incidente aveva detto a Rei di sapere che avevano in comune entrambi i genitori).
“Tu l’hai offesa gravemente. Poi lo dici proprio tu che continui a frequentare Misa Fujiwara che mi offese”.
“Rei questa è un’altra questione, Nanako ti ha corrotto e portata nella perdizione. Nanako ti ha fatto diventare omosessuale, tu devi avere il ragazzo”.
“Fukiko no, io amo Nanako, io non avrò mai il ragazzo mettitelo in testa”.
“Sei pazza, malata, fatti curare” urla Fukiko “svergognata, ora torni a casa e ringraziami che non dirò nulla a papà”.
“Io rimango qua”.
“NOOOOOO” e Fukiko ricomincia a gettare oggetti. Rei piange e, mentre contiene la sorella isterica, guarda disperata Nanako, la sua cherie poupee. “Nanako torna a casa, cerco di calmarla, ci vediamo in facoltà”.
Nanako piange a sua volta disperata, non risponde e scappa via.
Andata via Nanako, Fukiko inizia a calmarsi, ma è sempre piena di rancore e sconvolta “Rei quell’incidente stradale ti ha rigirato il cervello, da quanto tempo va avanti questo scempio? Da quanto tempo fai la pazza?”
“Sei tu che stai facendo la pazza”.
Rei vede in partenza un sonoro ceffone che blocca per un pelo afferrando il polso alla sorella, ma resta ugualmente sconcertata “Perché Fukiko? Perché non gioisci per il fatto che sono amata, coccolata, che vivo un amore, arriverà anche per te questo momento, sei una ragazza piena di successo, sei prossima a iscriverti all’ultimo anno di giurisprudenza, la facoltà dei tuoi sogni”.
“STAAAIII ZIIITTAAA” Fukiko è di nuovo isterica “devo gioire che mia sorella è malata di cervello? Da quanto tempo va avanti questo scempio? Rispondi! Abbi rispetto! E magari lo sanno anche altri e tu mi hai tenuto all’oscuro, scommetto che quell’Orihara e il suo degno maritino insulso lo sanno”.
Rei piange “Fukiko perché non capisci, come fai a voler fare il giudice se hai tutti questi pregiudizi?”
“STAAAIIII ZIIITTAAA  E  RISPONDIIIII”.
“Ti stai comportando come una crudele tiranna”, singhiozza Rei.
“Se me ne avessi parlato ti avrei fatto ragionare, ma te, pensando di fare la furba, non mi hai detto nulla perché sapevi non avrei approvato e siccome sei presuntuosa non vuoi essere rimproverata”.
“Io non sono mai stata presuntuosa perché questa è una dote tua” adesso Rei si arrabbia e inizia a rispondere a tono.
“Chissà da quanto tempo va avanti questo scempio, e ne hai parlato solo con chi ti faceva comodo, e ti dico subito con chi : quella sovversiva di Orihara, quella se potesse si arruolerebbe in una banda di delinquenti pur di imporre le sue idee pseudo progressiste che sconvolgono l’ordine sociale, poi l’avrà saputo quello scemo di Henmi che non vale nulla, e magari anche il nostro adorato fratellino succube di Henmi, ma ora Takashi mi sente, ha ragione papà quando dice che non è normale”.
“Basta Fukiko, sei cattiva”, Rei ricomincia a piangere, la sua voce è diventata un soffio, è disperata.
“A ME NON MI DICI BASTA, HAI CAPITO? OOOOH HAI CAPITO? Tu e Takashi siete due maledetti, come avete potuto escludermi? Siete gelosi, ecco perché, avete fatto un complotto alle mie spalle”.
“Stai delirando, stai male”.
“STAI ZITTA”.
Rei si ricompone e alza la voce “Ora mi ascolti invece, sono stufa tu mi dica di stare zitta, io non sono inferiore a te, stai zitto lo dirai quando farai il giudice nei tuoi processi, ma qui non siamo a un processo. Sapevamo che eri molto triste per Takehiko perché non ti aveva corrisposto, così per non urtare la tua sensibilità io e Nanako non abbiamo voluto dirti nulla, e nemmeno a Takashi, che invece l’ha saputo per caso, non perché gliel’abbiamo detto noi, anzi lui ci ha pure brontolate, ma noi ci amiamo e lui ha capito e ora non ci dice più nulla, poi abbiamo visto piano piano emergere pregiudizi contro coppie come la nostra, da ultimo pure da parte tua, e abbiamo deciso di aspettare a dirlo, noi volevamo solo rispettare la tua delusione d’amore, attendere tempi migliori, e questo è il tuo ringraziamento”.
“Siete due maledetti tu e Takashi, gelosi di me, perché sono la figlia prediletta di papà, perché sono molto più brava di voi negli studi, sono corteggiata, e ho delle amiche stupende”.
“Sei ingiusta, e confessalo una buona volta, sii sincera con te stessa : non è per motivi morali che sei contraria alla mia relazione con Nanako; l’unico motivo perché sei adirata, è perché sei una delle persone più egoiste ed egocentriche che ci siano, conti solo tu, vedi ovunque solo complotti e gelosie, non capisci che le persone possono anche essere buone e agire a fin di bene, sei accecata da pregiudizi assurdi, ma soprattutto prima devi avere tutto tu e solo allora gli altri possono godere della felicità e della pienezza che prima devi a tutti i costi raggiungere tu, quando tu in realtà sei molto fortunata”.
“Come ti permetti di parlarmi così? Che ne sai di me?”
“Ti sembra normale essere così cattivi per quell’infatuazione che prendesti a 12 anni per Henmi?”
“Non rigirare la frittata sorellina. Tu non sei normale, ti piacciono le donne, non sei normale. Cerca di essere normale e frequenta un ambiente consono al tuo livello sociale, vedrai che guarirai”.
“Con te non si ragiona mai” anche se piange, Rei ha un tono deciso; ma continua a piangere perché mai si sarebbe immaginata una simile reazione.
Fukiko sembra essersi calmata, alla fine le fa pena la sorella perché le dispiace trattarla male “Rei torniamo a casa, domani è un altro giorno, e parliamo. Sai volevo farti una sorpresa, scegliere con te la compilation per la mia festa, stare noi due insieme come mi hai sempre chiesto e invece hai fatto tu la sorpresa a me. Dai andiamo a casa”.
“No, io dormo qua. Desideravo la tua approvazione più di ogni cosa, perché sei la mia amatissima sorella e invece” Rei è disperata.
“Rei ragiona, lo sai quanti problemi avrai? Ma poi vuoi mettere una relazione con un bel ragazzo alla luce del sole, un bel matrimonio come la tua amica Kaoru, dei figli”.
“Lasciami, mi critichi sempre”.
“Rei, andiamo a casa”. Fukiko è triste.
Rei teme di veder compromesso il suo rapporto con l’amata sorella, di ritrovarsi reietta un’altra volta dalla propria famiglia, vuole cercare di mediare e torna a casa, ma dentro il suo cuore è disperata per Nanako, non vuole perderla, e soprattutto non vuole soffra, deve parlare con Kaoru.
 
E Nanako? ha pianto come una vita tagliata per tutto il ritorno a casa, in taxi si soffiava continuamente il naso, le sembra di vivere un incubo, forse sta finendo il suo sogno d’amore per la cattiveria delle persone. Vorrebbe vedere sua cognata Kaoru, aveva ragione “Lady Arpia colpisce e colpirà ancora”….Vorrebbe vedere anche suo fratello, perché entrambi sono così lontani, proprio ora?
Entra in casa.
“Tesorina, ma non dovevi restare a dormire da Rei?” le dice la madre.
Nanako abbraccia sua madre e comincia a piangere. “Mamma” piange Nanako. Sua madre ha sempre saputo, sapeva che c’era il rischio arrivasse questo momento per la cattiveria delle persone “Tesorina, che vi è successo?”. Nanako piangendo racconta tutto a sua madre, che rimane sconvolta. Sua madre ha voglia di piangere anche lei a vedere la figlia ventenne che già deve fronteggiare la malvagia ottusità delle persone, che è già stata oggetto di insulti e offese, non vuoi questo per i tuoi figli, li vuoi proteggere, vorresti vivessero sempre nel cellophane, hai paura quando vanno nel mondo vero, e Mayumi aveva sempre temuto per la serenità di Nanako, immaginava avrebbe avuto dei problemi, che la favola bella sarebbe durata poco, perché il mondo è ingiusto e beffardo e omologato…tuttavia, sperava di sbagliarsi, sperava che Nanako per un colpo di fortuna non avrebbe patito tutto questo. Non può farsi vedere piangere dalla figlia, deve darle forza e coraggio, se ti mostri triste davanti ai tuoi figli, li renderai deboli e insicuri più che mai.
“Mamma che ne sarà della mia stupenda storia d’amore? Io muoio solo all’idea di perdere Saint Just”; i singhiozzi sono strazianti, Nanako piange così tanto che il suo busto scuote a ogni singhiozzo.
Mayumi riesce solo a dirle “Nanako qualsiasi cosa succeda ci siamo io, papà, Takehiko e Kaoru con te, insieme ce la faremo”.
“Io non ce la faccio senza Saint Just, mi sento già morire”.
“Ce la farai, siamo forti, siamo una squadra, ce la farai”, dice tristemente preoccupata Mayumi.
Nanako non si regge in piedi da quanto ha pianto, si sente uscire gli occhi dal viso, si fa sorreggere da sua madre verso la sua camera e sprofonda nel letto vestita come di giorno, si addormenta senza forze da quanto ha pianto, gli occhi doloranti, mal di gola.
 
Il giorno dopo Nanako telefona subito a suo fratello e a Kaoru – come vorrebbe fossero qua…. - .
Kaoru comincia a strillare inveendo al telefono contro Fukiko “Quella Lady Arpia è veramente un essere spregevole, lo sapevo avrebbe reagito così, non ti far soggiogare da lei, cammina a testa alta e lotta per Rei, ora mi metterò in contatto con Rei, e qualsiasi problema accada io intervengo”.
“Kaoru ma sei lontana”.
“Per la famiglia e le mie migliori amiche sono disposta a tutto. Nanako per qualsiasi cosa conta su di me”, Kaoru ha voglia di piangere, lei sta vivendo il momento più bello della sua vita ed è disperata all’idea che le sue amiche innamorate quanto lo è lei di suo marito possano essere separate per la cattiveria di una ragazza patologicamente viziata. Vorrebbe prendere a schiaffi quella Lady Arpia che non ha mai potuto vedere.
Dal canto suo Takehiko, preoccupato per la situazione, dopo aver provato a consolare la sorella, decide di contattare Takashi, lo conosce, e vuole si dia da fare, che non lasci le cose al caso.
“Take non immagini che guerra fredda c’è a casa. Rei non parla a Fukiko, Fukiko me ne ha dette di tutti i colori per averle nascosto la relazione fra Rei e Nanako e ora mi tiene il muso, oggi a pranzo mi sono ritrovato da solo, mi sembra un incubo”.
“Datti da fare Takashi, tu che stai lì” dice severamente Takehiko “ricordati che con me e Kaoru fosti eccezionale, e con tua sorella Rei devi esserlo a maggior ragione che con noi; tua sorella Fukiko è oggettivamente particolare, ma sei il fratello maggiore e devi farle capire che ha una mentalità completamente sbagliata, retrograda e anche meschina”.
“Ti stai scordando che è la cocca di nostro padre, lui ha occhi solo per Fukiko e, se oso contraddirla, Fukiko glielo va subito a riferire e dopo lui me ne dice di cotte e di crude”.
“Takashi vuoi fomentare questi pregiudizi? Vogliamo o no cambiare questa società? O abbiamo paura delle persone come Fukiko solo perché viziate? Vogliamo ribellarci una buona volta? Guarda che tu dovresti essere il primo a volerlo”. Dopo quella vicenda incresciosa al Seiran per la torta al frangipane, Takehiko sa che Takashi è gay, pur non sapendo di essere stato lui il suo grande amore (e ancora non è stato dimenticato).
“Proverò a mediare, ma non sarà facile”.
“Mostrati un uomo che vai per i 27 anni, non sei più un ragazzino” dice serio Takehiko.
Takashi si incupisce, si sente rimproverato e inadeguato rispetto al suo Takehiko.
 
Rei è sconvolta, sconvolta dalla reazione della sorella, non riesce a smettere di piangere, ha la nausea, non riesce ad alzarsi dalla sponda del letto perché non ha più forze, guarda sa cherie la poupee, che sembra sorriderle, e piange più che mai, prende in braccio la sua cherie poupee, appoggia il viso paffuto della sua cherie poupee sul suo collo, e la stringe a sé. Perché quando si rasserena, quando sta particolarmente bene con se stessa, quando sente la felicità, la sua vita è sconvolta? Ripensa alla sua infanzia super spensierata, bucolica, allegra, piena di belle amicizie e giochi nei prati, interrotta in maniera traumatica dal suicidio della sua adorata mamma, pensa alla situazione di solitudine devastante patita dai 14 ai 17 anni, la salvezza con Kaoru e il suo amore Nanako e quando stava per mettersi con Nanako … quel terribile incidente stradale, poi la rinascita, gli studi appassionanti, voti sfavillanti, amicizie simpatiche, discoteca, musica, una giovinezza meravigliosa con la sua amata Nanako e ora, al culmine del suo benessere spirituale … vede lo spettro che si riproduca quella voragine di esclusione e reiezione in cui era caduta qualche anno prima. È terrorizzata….le battutacce dei suoi amici dell’università, il disprezzo di Fukiko futuro giudice, i moniti di Takashi gay represso per il terrore della reiezione sociale, le poche amiche che avrebbe dalla sua parte ben poco possono fare per lei, ha paura del futuro, è terrorizzata, non vuole rientrare in conflitto con Fukiko, l’adorata sorella, non vuole un domani essere una fallita dal punto di vista professionale, non vuole essere allontanata dagli amici, vuole assolutamente proseguire per sempre la sua relazione con Nanako e sa di essere perfettamente normale, come sono normali tutte le persone che amano.
Ha Nanako, la ama da morire, ma se un domani quest’amore finisse? Sente dire che sempre più coppie anche sposate da tanti anni con figli divorziano, come divorziano gli eterosentimentali anche gli amori omosentimentali possono finire… e se in futuro con Nanako si lasciasse che farà da sola? Lei non ha la famiglia solidale di Nanako…Rei ha lasciato in maniera traumatica l’infanzia con la morte della madre, e sente sta lasciando l’adolescenza in maniera altrettanto traumatica. Se ci fosse sua madre, la brontolerebbe anche lei perché le piacciono le ragazze, o la considererebbe ancora il suo amore dolce? Ripensa alla sua mamma che non c’è stata nella sua adolescenza, ripensa alle sue carezze, ai suoi abbracci di cui ora avrebbe un infinito bisogno, ripensa a come la chiamava “Amore dolce…amore dolce…amore dolce”, ripensa però anche al monito subito prima di morire, di avere cura di Fukiko, l’ha promesso alla sua mamma, e se Fukiko continua a non accettare la relazione fra lei e Nanako? Sua madre le avrebbe imposto di scegliere Fukiko senza poter mediare? Rei vuole amare come tutti, vivere l’amore oltre ovviamente all’amicizia, si sente morire all’idea di perdere la sua Nanako, sa cherie la poupee vivant.
È semplicemente disperata, non ha la forza per chiamare Kaoru, che sa già cosa le direbbe, ma è facile parlare quando sei eterosentimentale.
Rei è in stato di massima confusione, deve assolutamente vedere Nanako, si alza ed esce dalla stanza.
Mentre esce, Fukiko si avvicina alla porta “Rei dove vai?” le dice serenamente, Rei la guarda sdegnosa, non riesce ancora a perdonarla per la sera prima, ed esce lo stesso. Fukiko ha le lacrime agli occhi.
“Fukiko dai siamo nel 2000, te l’ho già detto, se Rei con quello che ha passato è felice, lasciamola stare, poverina, poi Nanako è una ragazza mera”, Takashi non riesce a dire meravigliosa perché :
“STAI ZITTO MALEDETTO IMPOSTORE” urla rancorosa Fukiko.
“Oh datti una regolata, io sono il tuo fratello maggiore” si arrabbia Takashi.
“Maggiore è chi ha più cervello, io con te almeno per una settimana non ci voglio parlare, e ora fammi andare a studiare va’, che tu e quell’altra dissennata mi avete già fatto perdere fin troppo tempo”.
Takashi scuote la testa, ha la conferma che i suoi timori non sono affatto infondati.
 
Rei va da Nanako, le suona il campanello, sperando sia in casa. Le apre la madre di Nanako che la saluta cordialmente, non vuole intromettersi.
Nanako le viene incontro pallidissima, cammina malamente, dondolando, sembra stravolta.
“Nanako mi dispiace per Fukiko, ma è mia sorella, che devo fare?”, si abbracciano e cominciano a piangere tormentate entrambe. Vanno a parlare in camera di Nanako.
“Saint Just non mi lasciare, ti amo da morire, la mia vita senza di te non riesco a immaginarla, non mi lasciare, ti prego” piange Nanako.
“Nanako tu sei e sarai sempre la mia amata, non potrò mai amare nessun altra ragazza, per me esisti solo tu”, mentre dice questo Saint Just la stringe a sé, le viene in mente sua madre il giorno del suicidio “Amore dolce … abbi sempre cura di tua sorella”; come può conciliare la promessa alla mamma con un amore che fa imbestialire sua sorella? ma sua madre avrebbe voluto che Rei si prendesse cura di Fukiko anche a costo della propria infelicità?
Saint Just ama Nanako oggettivamente da morire, ma adora anche la sorella, la famiglia è il suo caposaldo, come farà a conciliare tutto? Stringe a sé la sua Nanako, non riesce a vederla piangere.
“Saint Just, io capisco perfettamente Kaoru, lo sai perché non la critico? perché se ama Takehiko quanto io amo te, è normale si sia voluta sposare a soli 20 anni. Ti amo così tanto che sarei pronta a sposarti in questo momento se avessimo soldi e un lavoro, vorrei vivessimo insieme, amore mio, bambola del mio cuore”.
Saint Just si sente profondamente in colpa, anche lei ama all’ennesima potenza Nanako, ma anche se avesse un lavoro non si sentirebbe pronta a un passo del genere a 20 anni. Ormai si sente morire per i sensi di colpa, verso Nanako, verso sua madre, si sente ingrata.
Le fidanzatine chiamano insieme Kaoru che le incoraggia a non mollare e ricorda loro che ci sarà sempre.
“Rei mi raccomando” dice seria Kaoru “capisco che ami molto tua sorella, anch’io adoro i miei fratelli, sono la vita mia quei due pestiferi, però la famiglia non deve compromettere la felicità perseguita in modo onesto, l’amore fra te e Nanako è troppo bello, è puro, è spirituale, è come quello fra me e Takehiko, nessuno deve separarvi, gli altri, familiari o no, dovranno farsene una ragione. Rei non ricadere vittima di tua sorella, Fukiko deve imparare ad accettare che ognuno ha la sua strada”, Kaoru è una ragazza molto sensibile, forse anche per quello che qualche anno prima ha sofferto, è preoccupatissima per le sue amiche.
“Take che possiamo fare? Io non ce la fo a sentirle così per quel mostro di Fukiko. Mi sento impotente”, dice Kaoru al marito dopo la telefonata con Rei.
“Stiamo loro vicini e controlliamo la situazione, tu hai gli esami all’università, io casomai se c’è bisogno scendo un finesettimana, so solo che quando hai problemi con la tua famiglia è un bel guaio. Meno male non caddi nelle grinfie di quella Fukiko, hai ragione tu, tesoro, quella è proprio Lady Arpia”, Takehiko scuote la testa.
 
Nanako e Rei trascorrono il pomeriggio abbracciatissime, quasi un’unica figura. “Ma cherie la poupee, ma chierie la poupee vivant” ripete più volte Rei mentre sta abbracciata alla sua Nanako.
“Non lasciarmi Saint Just”.
“Nemmeno tu”.
Arrivata l’ora di cena Mayumi, la madre di Nanako, insiste perché le ragazze mangino qualcosa, a fatica le ragazze mangiano un po’ di carne, giusto una fetta in due, e una fettina di dolce al cioccolato, che Mayumi ha fatto per tirare su il morale. Il clima è teso.
Quando Saint Just se ne deve tornare a casa dopo cena, le ragazze si guardano con occhi languidi. Sì: qualcosa è cambiato.
“Saint Just, te lo ripeto, io non vivo senza di te, ti sposerei subito e sarei disposta anche a rinunciare a una brillante carriera pur di vivere con te”.
“Nemmeno io vivo senza di te” Saint Just lo dice, lo pensa, ma pensa anche che non si sente pronta a una vita simil matrimonio. E’ sconvolta.
Un ultimo abbraccio e si vedranno domani in facoltà.
La loro vita in un attimo è cambiata, ma questo cambiamento sarebbe dovuto avvenire comunque perché non potevano rimanere nascoste per sempre….
Eppure quel senso di oppressione, di un male incombente persiste….
 

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Capitolo 39
*** Nanako e Rei nel baratro ***


Nanako e Rei continuano a incontrarsi all’università, ma sono molto tristi, chiacchierano del più e del meno, frequentano gli amici in comune, ma hanno un velo profondamente malinconico se non addirittura nostalgico nello sguardo.
Sentono entrambe che è cambiato qualcosa e soprattutto, pur amandosi moltissimo, avvertono di avere una concezione diversa dell’amore.
Nanako si è dichiarata apertamente - ed è effettivamente e realmente - disposta a mettersi a totale servizio di Rei. Sente un infinito amore nei suoi confronti, è quasi 3 anni e mezzo che è fidanzata con lei, ed è stato magnifico, ogni giorno è stato emozionante e allegro grazie al loro legame speciale. Prova un’infinita tenerezza nei suoi riguardi, istinto di protezione. Se ci fossero le condizioni economiche giuste, la sposerebbe immediatamente, perché desidera più di ogni cosa trascorrere il suo futuro con lei, svegliarsi con lei la mattina, condividere ogni attimo della giornata, e la sera addormentarsi abbracciata a lei, la sua bambola del cuore. Si perde nei suoi occhi viola, la vede di una bellezza irraggiungibile.
Anche Rei ama moltissimo Nanako, sa cherie la poupee vivant, starebbe ore, giorni abbracciata a lei, a coccolarla, a farle complimenti, adora i suoi morbidi capelli castani e i suoi occhioni color carta da zucchero, la considera il suo angelo custode, un dono molto prezioso e non immagina la sua vita senza di lei. Tuttavia, pur essendo una sostenitrice del matrimonio fra la sua amica Kaoru e Takehiko, lei vuole vivere la sua relazione con Nanako da ventenne, cioè senza pensieri, senza pensare al domani, senza rinunce; già l’età adulta comporterà scelte decisive con annesse rinunce, almeno per ora cerca di non farsi mancare nulla. Ama così tanto Nanako che si sente un po’ in colpa per questo, vorrebbe infatti volere le stesse cose che vuole lei ed è terrorizzata all’idea di perderla.
Ma ora Rei ha un altro dilemma atroce da risolvere, che la getta nello sconforto : l’adorata sorella Fukiko. Rei porterà con sé per tutto il resto della sua vita il trauma terribile della morte della madre avvenuta quando lei era bambina, morte per suicidio avvenuta proprio davanti a lei, con la consapevolezza che sua madre era disperata, divorata dal dolore altrimenti non avrebbe mai commesso un gesto del genere tanto meno davanti alla figlia. Se ciò non bastasse Rei venne strappata all’ambiente caloroso e familiare in cui era cresciuta per essere portata in un ambiente molto più formale con una sorella che l’ha umiliata e bullizzata, facendola piangere un giorno sì e l’altro pure.
Finalmente ha ritrovato da qualche anno la pace e la serenità, l’allegria, la felicità grazie anche al rapporto ricostruito con la sorella, che alla fine le ha dimostrato di amarla moltissimo. Proprio quella sorella le è stata affidata da sua madre, che non si godette mai quella figlia perché strappatale all’età di 10 giorni, e che ha potuto fare da madre solo a lei, mentre per sua sorella fu solo una tata….all’apice della disperazione poco prima del suicidio sua madre le affidò la sorella, le chiese di prendersene cura, e ora Rei è in crisi….
Lei e Fukiko hanno caratteri totalmente opposti, si scontrano spesso, ma si vogliono un gran bene, e ora per la prima volta dopo essersi ricongiunte sono di nuovo in crisi e proprio per le inclinazioni sentimentali di Rei, a detta di Fukiko malate.
Rei non vuole rinunciare al suo amore, vuole essere se stessa, ma non vuole far soffrire Fukiko, non riesce a non avere un bel rapporto con lei; Rei non si metterà mai con un uomo  e non vuole lasciare Nanako, ma vuole cercare di mediare fra la sorella e Nanako anche per il ricordo di sua madre, e vuole con calma saggiare il terreno, perché purtroppo sta vedendo che il fratello Takashi ha ragione : la società è cattiva.
Rei non vuole reprimere il suo reale modo di essere come Takashi, Takashi è un represso, lei no, però vuole fare le cose per gradi, ci tiene molto a realizzarsi professionalmente anche per la sua mamma adorata, a farsi un gruppo di amici consolidato fatto di persone intelligenti e senza pregiudizi retrogradi e meschini.
Vuole parlarne con Nanako, ma Nanako è molto sensibile e perspicace e la precede. Si danno appuntamento a un parco un sabato pomeriggio verso la primavera.
“Saint Just io e te dobbiamo parlare”.
“Sì hai ragione, ma non scordarti Nanako che io ti amo”.
“Lo so Saint Just, però…”
“Però?” Saint Just ha paura, perchè vuole vivere da ventenne, vuole risolvere i suoi conflitti familiari ma non può stare senza Nanako.
“Saint Just io ti amo moltissimo, però ci siamo raffreddate dopo che ci ha scoperte tua sorella, tu sei sempre pensierosa, fra le nuvole, triste, avverto come una barriera invisibile fra noi, di gomma trasparente….”
“Io sto male per Fukiko, lo sai quanto ci vogliamo bene con mia sorella”.
“Come vanno le cose con Fukiko?”
“Parliamo poco, è gentile ma nello stesso tempo fredda, Takashi stesso cerca di mediare fra noi, ma pure lui è snobbato da nostra sorella; nostra sorella si è buttata a capofitto sui libri e le sue amiche ipocrite e melense, colpevolizza me e Takashi, appena può ci tira una frecciata dicendo che la vogliamo escludere, ma non è vero Nanako e tu lo sai…mia madre me l’aveva affidata”.
Nanako ha lo sguardo triste “Saint Just…tu vuoi lasciarmi per tua sorella? Vuoi fare come Takashi? Rinunciare a una vita sentimentale per paura degli altri e nel tuo caso anche e soprattutto per tua sorella? Capisco che è tua sorella, ma non ricordi quante cose cattive ha detto su di me, su Kaoru, sul mio amato fratello? I dispetti cattivi? Credevamo fosse cambiata, invece è sempre la stessa”, Nanako sta per mettersi a piangere.
Rei ha uno scatto spigliato, e immediata risponde “No Nanako, io non farò mai come Takashi, io sarò sempre me stessa, io ti amo e non voglio rinunciare al mio amore per te, e ricordo perfettamente tutte le cose orribili che ha blaterato mia sorella, io mi vergogno per lei, sto male quando è maleducata e ignorante, sta giustamente antipatica a tante persone, e credimi sto peggio per lei che per me”, Rei inizia a piangere.
“Ma?” Nanako è cupa e Rei continua a piangere.
“Nanako tu non puoi capire, mi porterò per sempre dietro fino all’ultimo dei miei giorni il trauma del suicidio di mia madre, di mia madre con gli occhi spesso gonfi di pianto nei giorni prima del suicidio, e poi la vidi scomparire fra le onde” Rei piange a dirotto, Nanako l’abbraccia “cerco di non pensarci mai, mi manca tanto la mia mamma, è terribile perdere la mamma da bambini, poi i dispetti e le angherie di mia sorella, la mia mamma me l’aveva affidata e mia sorella mi respingeva, ero sola, c’era Kaoru per fortuna, ma non c’era la mia mamma, mia sorella mi manifestava disprezzo e rifiuto nascondendo il suo amore per me, sentivo di non meritare nulla, è stato terribile ed è una ferita che non si rimarginerà mai, senza te e Kaoru non so che fine avrei fatto, però…è mia sorella Nanako, con tutti i suoi difetti, ma è mia sorella, io la amo moltissimo, non posso ignorarla, devo ricucire il rapporto con lei perché è mia sorella, e in più devo custodirla, che devo fare? Anche tu faresti lo stesso per Takehiko”.
“Take non farebbe e non direbbe mai le cose che fa e dice tua sorella” Nanako aggiunge severa.
“Lo so Nanako, mia sorella sa rendersi odiosa, ma io che devo fare? Al mio posto faresti la stessa cosa. Io devo andare d’accordo con lei, voglio riuscire a spazzare via i suoi pregiudizi nei confronti delle coppie come la nostra, ma ci vorrà tempo, pazienza, dovrò lavorarci a lungo, io ho bisogno del suo amore, è mia sorella, è un legame parentale speciale, non posso pensare a stare senza mia sorella e la mia famiglia di nuovo, già ho perso la mia mamma adorata, tu sei fortunata, hai una famiglia fantastica con una mentalità aperta”.
“Vieni al dunque Rei”, Nanako lascia l’abbraccio.
Rei ha un sobbalzo che la sconvolge. Nanako la chiama sempre Saint Just quando sono loro due da sole o con le vecchie amiche di scuola e questa volta invece la chiama Rei.
“Nanako”, la guarda dritta negli occhi e vede che Nanako la sta fissando, triste e delusa “Nanako io ti amo”.
“Ma?”, Nanako comincia a piangere a sua volta.
“Voglio continuare a stare con te, ma voglio fare le cose con calma, senza esporci, ora vorrei dedicarmi a ricucire il rapporto con mia sorella, a riavvicinarmi, a ricominciare a fare breccia nel suo cuore e a farmi accettare da lei, la mia mamma avrebbe voluto questo, avrebbe voluto andassimo d’amore e d’accordo, che io le stessi dietro perché il suo pesantissimo orgoglio la rende anche infinitamente fragile, voglio farle vedere il mondo da un’altra prospettiva rendendola una persona migliore, e al contempo voglio crearmi una posizione, ad aprile sarò già a metà del mio percorso universitario, voglio recuperare col conservatorio, andare un periodo in Francia come tuo fratello che andò in Germania, con l’appoggio di mia sorella e un lavoro sarà tutto più semplice, e a quel punto noi potremo camminare a testa alta e dichiarare il nostro amore a tutti”.
“E nel frattempo mi metti nel congelatore?”
“No, ti ho appena detto che continuerò a stare con te; nel frattempo, continuiamo a frequentarci e ad amarci ma condividendo la nostra relazione sentimentale solo con le solite amiche di sempre e i nostri fratelli, senza impegni e condizionamenti, io ti amo moltissimo Nanako, ma nello stesso tempo voglio pensare alla mia futura carriera, e soprattutto a ricostruire un rapporto con la mia famiglia, se avessi avuto una famiglia come la tua sarebbe stato tutto diverso, ma io devo mediare, Nanako aspettami, facciamo così” Rei ha il viso fradicio di lacrime che non smettono di uscirle.
“Guarda ti lascio libera di svilupparti nella tua carriera e di proteggere tua sorella. Mi levo di torno io”, Nanako continua a piangere ma ha la voce ferma e dura.
“No Nanako sei il mio grande amore, non mi lasciare”.
“Rei col carattere ingestibile di tua sorella ogni giorno ci sarà un nuovo problema, ogni volta sembra cambiata e poi torna alla carica, io non riesco a perdonarla per le cattiverie che ha detto su me, mio fratello e mia cognata, cognata che tu stessa riconosci è stata la tua salvezza quando tua sorella ti sottoponeva a cattiverie ed angherie di ogni genere”, Nanako guarda adirata Rei.
“Ma è mia sorella, che devo fare?” Rei piange disperata “che faresti con tua sorella? Mi fa quasi tutti i giorni arrabbiare, ma la amo molto perché è mia sorella, è il legame che ho con la mia mamma che non c’è più”.
“Rei io ero disposta a tutto per te, ti avrei sposata, avrei ridimensionato senza sacrificio le mie aspettative amicali e lavorative per te, io mi sarei donata completamente a te, senza sacrificio, senza rimpianto, perché ti amo da morire, e non mi interessava essere scansata da altri, non temevo nulla, evidentemente non mi ami altrettanto”.
“Non lo dire nemmeno per scherzo, anch’io ti amo quanto tu ami me, non vivo senza te, non lasciarmi”. Il cuore di Rei sta battendo velocemente; è terrorizzata all’idea di essere lasciata da Nanako.
“Io non mi nascondo”.
“Nemmeno io, ma facciamo le cose con calma, saggiamo il terreno, selezioniamo con calma le persone, costruiamoci una carriera - siamo due ottime studentesse - altrimenti ce lo rinfacceremo sempre, anche tuo fratello vuole che Kaoru faccia una bellissima carriera”.
“Non cambiare le carte tirando in ballo mio fratello, per me amore vuol dire abnegazione assoluta, vuole dire fare rinunce senza sacrificio, compromessi fatti volentieri”.
“Nanako abbiamo solo 20 anni”.
“Anche Kaoru ha 20 anni”.
“E’ diverso, tuo fratello sta facendo un’ottima carriera e la sta assicurando anche a lei, hanno delle famiglie meravigliose a sostenerli, e sono eterosentimentali, non possiamo paragonarci”.
“Io non mi vergogno e voglio urlare a tutti che ti amo”.
“Facciamolo al momento giusto, mediamo”.
“Stai con tua sorella, aveva ragione Kaoru il primo anno di liceo, sarai sempre prigioniera di lei”.
“Non è vero, altrimenti non ti pregherei di restare con me, Nanako è così bella la nostra storia, abbiamo il dovere di continuare a viverla”.
“Non posso stare con una ragazza succube di una sorella cattiva e crudele, se sto con te è come stessi anche con la tua famiglia, e io non voglio una cognata come Fukiko, che farebbe di tutto per aizzarci l’una contro l’altra”.
“Nanako abbiamo 20 anni, parli come fossimo sposate, Fukiko poi si abituerà piano piano all’idea e non ci darà più noia, ma è mia sorella”.
“Addio Rei”.
“Nanako, no, ti prego, non mi lasciare”, Rei l’abbraccia, ma Nanako le dà un ultimo bacio e scappa.
Rei si accascia e piange disperata, pensa alla sua mamma adorata e si chiede il perché di tante cose, perché la società le impedisce di essere felice, perché, perché, perché….
 
Nanako torna a casa distrutta, piange come una vita tagliata, per tutto il resto del finesettimana non mangia, resta chiusa nella sua camera da letto a piangere. “Non è giusto” – pensa – “non è giusto. Perché? Perché è finito questo sogno meraviglioso? Perché non posso avere la mia principessa?”
“Tesorina, apri la porta, parliamo”, sua madre bussa.
“Lasciatemi stare, voglio stare sola, nessuno mi capisce, tutto il mio amore per sentirmi dire che sono appiccicosa, che bisogna stare dietro a delle regole sociali medievali, che bisogna farsi comandare da una Lady Arpia”.
“Non è vero, tesorina; Rei - o Saint Just come la chiamavate a scuola - , non intendeva assolutamente dire questo, tesorina, parliamo”.
“Andatevene, nessuno mi capisce, non voglio più soffrire per amore, io con l’amore ho chiuso, d’ora in poi fo solo il mio interesse”.
La madre di Nanako piange in salotto, parla col marito “non riesco a vederla così”.
“Cara lo sapevamo che non sarebbe stato semplice, noi siamo aperti come mentalità, ma purtroppo al momento siamo l’eccezione che conferma la regola; Nanako avrà sempre tutto il nostro supporto affettivo e morale, ma dovrà anche imparare a camminare con le sue gambe e affrontare questa società da sola, imparando a non farsi sopraffare”.
Dalle scale arrivano i singhiozzi di Nanako, sono gemiti lugubri, quasi ululati disperati che raggelano le vene.
“Non ha voluto parlare nemmeno con Takehiko e Kaoru, sono molto preoccupata, è la sua prima delusione d’amore dopo una relazione durata più di 3 anni e in cui lei ha dato tutta se stessa. Temo che in futuro succederà altre volte, che la cattiveria e i pregiudizi la porteranno all’isolamento, a compromettere la sua vita e le sue relazioni sentimentali, povera tesorina”, continua a piangere la madre.
“Basta Mayumi, non ti ci mettere anche te, già la situazione è molto difficile così, se poi cominci a prospettare scenari apocalittici va a finire che dobbiamo chiuderla in convento. Nostra figlia non può stare in eterno sotto una campana di vetro, deve imparare a stare nel mondo e in società e a difendersi. Deve imparare che nella vita non sempre va tutto per il verso giusto. Non guardare il caso di Kaoru e Takehiko che dopo essersi fidanzati da ragazzini si sono sposati; oggi è normale lasciarsi dopo un po’ quando si è così giovani. Nanako è tosta, ora è in crisi, ma poi le passerà e saprà reagire, ha dimostrato di sapersi fare intendere in tutti questi anni, la sua prima delusione d’amore la fortificherà ulteriormente e magari imparerà a pensare un po’ più a se stessa, nel male c’è sempre un po’ di bene”.
 
Rei è al cimitero dalla madre, piange davanti alla lapide, le ha portato dei fiori super colorati, ha acceso dei ceri e degli incensi e prega per lei “mamma tu che mi avresti detto? Io sono disperata senza Nanako, ha fatto così tanto per me, mi ha dato tanto amore, tanta tenerezza, la amo da morire, ma come faccio con la tua promessa di custodire e proteggere Fukiko? Perché Fukiko è così? Mamma, io ti avrei delusa? Io mi sento normale. Mamma perché mi hai lasciato? Che devo fare?”, Rei piange. Non ha nemmeno la sua amica Kaoru vicina. Si sente morire senza Nanako.
Rei vuole solo vivere i suoi 20 anni, vuole vivere l’amore, ma anche finire velocemente i suoi studi e organizzare una bella carriera professionale per sé, per riscattarsi, per la sua mamma che sognava per le figlie una laurea e una brillante professione, vuole avere una appagante vita sociale, le bastano cose semplici, non le interessano soldi a profusione, lussi e jet set, cose che tra l’altro la disturbano; è troppo pretendere l’amore di Nanako, l’affetto di sua sorella, un lavoro e degli amici? Perché non può? Vuole mediare, conciliare tutto, non vuole essere delusa dai suoi amici, non vuole essere esclusa da nessuno per nessuna ragione, sente che è impossibile evitare delusioni, allora vuole rimandare il più possibile il momento in cui per essere se stessa dovrà rinunciare a qualcosa, e nei suoi 20 anni desidera ancora avere tutto per un po’, rimandare il più possibile questo momento della selezione.
“Perché Nanako non lo capisce?” pensa Rei “Perché per Nanako deve essere sempre tutto o bianco o nero? Perché Nanako non prova a mettersi al posto mio? Troppe rinunce fatte ora rischierebbero di essere un domani motivo di rimpianto di cui poi ci accuseremmo l’una con l’altra facendo morire in malo modo una relazione che altrimenti può durare per sempre”. Rei ha sofferto tanto, dai 14 ai 17 anni ha sofferto troppo, se ora vuole ancora un po’ di anni verdi, sente di averne tutto il diritto.
Pur amando molto la sorella, ricomincia a guardarla male. Si riattiva in lei quel meccanismo di amore-odio verso la sorella, perché alla fine è partito tutto da quella piazzata pazzesca fatta da Fukiko, altrimenti lei e Nanako avrebbero continuato a vivere la loro spensieratezza; deve avere tutto Fukiko, se Fukiko non ha una cosa allora non deve averla nessuno, si deve fare tutto come vuole Fukiko, si devono seguire le convenzioni, si deve fare ciò che gli altri si aspettano si faccia, si deve seguire uno standard, frequentare il jet set anche a costo di mettersi una maschera e recitare a soggetto in ogni occasione.
Rei si sente come quando la sorella venne a casa sua una mattina prima di andare a scuola alla vigilia dell’abolizione della Sorority; ricorda ancora quando le chiese se la odiava oppure no e lei entrò disperatamente in crisi, sapeva di amarla, ma nello stesso tempo per come veniva trattata da lei non la sopportava, sentiva un’avversione simil odio, odio-amore, odio-amore, odio-amore, tutto al massimo, “ti odio a morte, ti amo da morire, ti odio a morte, ti amo da morire….”. Così è quando hai una sorella, la ami moltissimo eppure in certi momenti ti manda in escandescenze; può essere la persona che più ti fa arrabbiare al mondo, ma nello stesso tempo quella a cui vuoi più bene, un affetto diverso da quello che provi per amici, fidanzati, ecc.
Ora con Fukiko rimane il clima di guerra fredda che dopo l’abbandono di Nanako si acuisce ancora di più. Rei aspetta a dirle di Nanako, sia per non darle soddisfazione sia perché spera che si rimettano insieme, anche se il clima è talmente pesante che sicuramente Fukiko ha intuito. Rei però allo stesso tempo sente montare una grande avversione nei riguardi di Fukiko, pur non cessando il suo amore per lei.
Proprio Fukiko – sorpresa delle sorprese – decide di rompere il ghiaccio. “Rei vogliamo smetterla con questi sguardi tesi e parlare civilmente? Voglio ricominciamo ad andare d’accordo. Perché non suoni qualcosa tu alla festa che sto per dare con le mie amiche? Partecipa anche tu, ti eserciti, ti serve anche per il conservatorio, le mie amiche sarebbero entusiaste di sentirti”, Fukiko è triste.
Rei ha un attacco d’ira “Arrangiati tu con le tue amiche snob e altezzose, frequentandole sei diventata ipocrita come loro, tanto sei contentissima per aver fatto la tua piazzata e aver rovinato il mio rapporto con Nanako”.
“Ti sei lasciata con Nanako?”, Fukiko è sbigottita.
“Ridi dai, ridi, stappa lo spumante con quelle tue amiche false come te”, Rei inizia a piangere, ma è furibonda.
“Rei, di cosa devo ridere? Non fare così, io ti voglio vedere allegra”.
“Se volevi fossi allegra, non mi avresti mai trattata a quel modo, non avresti mai detto tutte le cattiverie orrende che hai detto a Nanako, infamando persino suo fratello e Kaoru. Hai conseguito il tuo obiettivo, quindi smetti di recitare”.
“Rei quella che chiami piazzata l’ho fatta per il tuo bene, credimi : un domani sarai la prima a dire che è stato un bene finisse questa storia”.
“Bugiarda, l’hai fatto perché devi primeggiare ovunque e avere tutto tu”.
“Non è vero; Rei non è normale tu abbia una ragazza”.
“Non è normale che tu tratti la gente come zerbini. Non è normale la tua smania di protagonismo. E’ tutta colpa tua se Nanako mi ha lasciato, tutta colpa tua” Rei piange mentre strilla contro la sorella “perché io devo avere il ragazzo, vero? Perché bisogna avere il ragazzo, vero? Io non avrò mai il ragazzo, scordati il futuro cognato, e non rifilarmi più questa storiella etica perché il vero motivo di ciò che hai fatto è quello che ho appena detto, devi avere tutto tu”.
“Rei ora basta”.
“Basta lascialo dire a me, non rovinare mai più la mia vita, non è giusto, stavi già per rovinarmela ai tempi della scuola, adesso mi hai fatto perdere la ragazza migliore che potessi avere, ti assicuro che non te lo permetterò mai più”, Rei scappa via verso la maison d’etoile.
“Rei non fare l’isterica, torna fra noi persone normali e parliamo”.
“Ti odio”, Rei sbatte la porta e se ne va, non prima di aver infilato nel borsone la sua cherie poupee.
Takashi, presente in casa, rimane sconcertato dalla reazione aggressiva di Rei, sempre dolce e pacata.
In questi momenti giustifica la propria codardia, il proprio avere la doppia faccia, ma al contempo ora che ha quasi 27 anni capisce che la recita non potrà andare avanti a lungo. Ha una forte ammirazione per Rei, perché diversamente da lui fronteggia Fukiko, però vede che anche Rei alla fine è risultata soccombente di fronte ai pregiudizi.
“Un giorno sarà felice della fine di questa relazione malsana” dice Fukiko con tono saputello.
“Fukiko ha ragione Rei, non ci prendere in giro, tu devi essere al centro del mondo, e devi avere tutto prima di tutti, vivi e lascia vivere una buona volta”.
“Per me ti ha dato di volta il cervello, meno male ho le mie amiche perché dei miei due fratelli non se ne fa uno”, Fukiko si allontana sdegnosa dopo aver risposto a Takashi.
 
Takashi per la prima volta ha risposto a tono anche lui alla sorella, lui che ne è stato sempre in soggezione fin da quando lei appena nata arrivò in casa.
Ricorda ancora quando all’arrivo di Baby Miya osò dire “Che brutta non mi piace, non potevate comprarmi un bel giocattolo invece di portarmi questo mostro? Oppure potevate prendermi un fratellino almeno ci giocavo”…e ricorda ancora meglio come se fosse ieri la ciaffata che gli arrivò dal padre.
“Non permetterti mai più di parlare così di tua sorella, capito? Bambino cattivo”; Takashi pianse molto.
Intervenne sua madre “caro è solo un bambino di 5 anni, è una reazione normale per non essere più il figlio unico”.
“Brava, vizialo, ma io non ti permetto di rovinarlo, coi figli si deve usare il bastone”, e quella scenata fu la prima di una lunga serie di rimproveri e bastoni per Takashi….
 
Rei intanto alla maison d’etoile prova a studiare, ma non riesce a concentrarsi, le sembra di vivere in un incubo, si chiede perché le viene negata sempre la felicità, si sente cattiva e infinitamente in colpa verso Nanako, indegna del suo amore, ma nello stesso tempo si sente soffocare dalla sorella, dalle richieste per lei eccessive di Nanako, dal terrore della solitudine, ed ecco che si rifugia ancora una volta nella sua cherie poupee, ricordo di un’infanzia finita male, di un’adolescenza cominciata peggio, ma anche del bel tempo che fu con Nanako “Meno male ho la mia bambolina, ti voglio tanto bene, mi sei rimasta solo tu”, e ricomincia a piangere finchè non si addormenta stremata, con i brividi e le ossa indolenzite per lo stress.
 
Nanako si sente morta, svuotata, inebetita, ha difficoltà a seguire le lezioni, si butta a capofitto nello studio per non pensare ma impiega il doppio del tempo a fare le cose e ne risentono i suoi esami della fine del primo anno dove prende delle valutazioni inferiori alla media. Con le amiche dei suoi corsi è taciturna e se le chiedono come sta, risponde essere tutto dovuto alla stanchezza. È pallida, mangia poco, nostalgica.
Chiaramente non frequenta più il gruppo di amici di Rei che poi era diventato anche il suo, e inventa ogni volta una scusa diversa se incontrando in facoltà uno di loro le viene chiesto di unirsi.
Quando si incrocia con Rei per i corridoi si scambia un saluto e scappa subito, sentendosi osservata da Rei che resta impietrita.
Piange molto quando è a casa, specialmente prima di addormentarsi, tutto le ricorda la sua super amata Saint Just, che non può certo smettere di amare dalla sera alla mattina; ricorda tutto : il loro primo incontro sul bus avvenuto ormai 4 anni prima, l’assistenza infermieristica con Kaoru quando Rei si ammalò per aver aspettato sotto la pioggia la sorella, l’impegno costante per conquistarne la fiducia e l’affetto, i panieri che le preparava con infinito amore, quel bruttissimo incidente quando stavano per mettersi insieme, e poi le visite all’ospedale e al centro di fisioterapia, la loro dichiarazione, il fidanzamento, quante gioie, quante risate e confidenze, i rifugi nella torre dell’orologio al Seiran, il primo San Valentino, quella magica domenica sul mare, la conoscenza del suo passato bucolico … per Nanako è un incubo : non ce la fa, non ce la può fare, si sta ammalando senza la sua Saint Just, ogni angolo della città gliela ricorda, perché in quel periodo stupendo – il più bello della sua vita – in cui sono state fidanzate hanno girato insieme tutta la città e dintorni, in lungo e in largo, per lei è una situazione straziante, piange e si sente mancare il fiato ogni volta, le ha dato tanto, tutta se stessa, la sua allegria, la sua bontà, la sua disponibilità, ma non si è sentita altrettanto ricambiata, non si sente sicura del suo amore; teme che Saint Just per paura dei pregiudizi e degli isolamenti sociali un domani possa smettere di corrisponderla o al massimo chiederle di vivere per sempre in sordina la loro relazione.
Non è questo che vuole, perché Nanako è assolutamente totalizzante, come dice Saint Just per lei le cose possono essere solo o bianche o nere. Ma soprattutto Nanako vuole vivere in maniera serena le sue relazioni amicali e sentimentali; non può vivere nell’incubo di una cognata che le mette sempre i bastoni fra le ruote, che magari le fa i peggiori dispetti pur di soggiogare la sua amata perché vuole esserci solo lei, che farà di tutto per boicottare dei loro incontri, per mettere zizzania, e che siccome è la sorella predominerà sempre.
Quando Nanako era piccola fu impressionata da una frase che sentì dire da un’amica di sua madre : quando ti metti con una persona è come se ti mettessi anche con la sua famiglia; Nanako è rimasta profondamente ferita dalla cattiveria di Fukiko nei confronti suoi, del suo adorato fratello e della cognata Kaoru, le due persone più buone di questo mondo, due anime pure e semplici. Fukiko è poi patologicamente gelosa, possessiva, disposta a tutto pur di raggiungere i suoi obiettivi anche a costo dell’infelicità altrui. Non vuole avere nulla a che fare con una simile cognata.
Quella fra Nanako e Rei finirebbe per essere una relazione altalenante, piena di alti e bassi, litigherebbero spesso per colpa di Fukiko e tutto si rovinerebbe. Inoltre Fukiko è stata affidata a Rei dalla madre, e questo renderebbe la sua presenza ancora più opprimente e condizionante.
Né tanto meno vuole che Rei bisticci con la sorella per causa sua. Nanako è una ragazza profondamente buona, capisce quanto sono importanti i rapporti fra fratelli, anche perché lei per prima ama moltissimo suo fratello Takehiko, sa che in fondo gli starebbe sempre vicina e non vorrebbe mai vederlo turbato anche se i motivi del suo turbamento fossero sbagliati o persino maligni; a parti invertite sa in fondo in fondo che si comporterebbe come Rei.
Sente di aver fatto una scelta tristissima, molto dolorosa che la sta dilaniando giorno dopo giorno, ma è la scelta giusta; con Fukiko sarebbe impossibile, Nanako non si sente di vivere ogni giorno col patema d’animo di nuovi insulti e malvagità gratuite, di litigi, né tanto meno vuole vivere afflitta da sensi di colpa (anche se oggettivamente non sarebbe colpa sua) per i litigi fra Fukiko e Rei.
Inoltre, Nanako vuole vivere alla luce del sole il proprio amore, ritiene profondamente ingiusto nascondersi dandola vinta a dei bigotti meschini e cattivi, e sa anche di essere troppo spontanea per camuffare con amicizia il suo amore per Rei, involontariamente farebbe sospettare qualcosa, potrebbe causare tensioni prima del previsto e quindi bisticciare inevitabilmente con Rei.
Alla fine Nanako teme di risultare un intralcio per Rei per i loro modi diversi di intendere l’amore a 20 anni, e che il loro amore, anziché fonte di gioia, diventi fonte di ansia, frustrazione e insoddisfazione.
Sarebbe destinato a sfinire per logoramento, distruggendo tutto il bello che c’è stato.
Quanto sarebbe stato bello continuare a crescere insieme, coltivare giorno per giorno il loro amore, Nanako sente che non proverà mai più per nessuna ragazza quello che ha provato per Saint Just; troppo particolari le condizioni in cui si sono incontrate, troppo emozionante quando comincia tutto nell’adolescenza, ma….è andata così, forse in futuro ricorderà solo il bello di quel primo grande grandissimo amore, ma ora sente solo uno strazio e uno strappo profondo nel suo cuore.
Nanako sta consumando tutta la sua scorta di lacrime, niente e nessuno riesce a consolarla.
Si sente profondamente sola, perché suo fratello e Kaoru, pur standole vicini affettivamente, sono geograficamente lontani, le sue amiche dell’università non sanno nulla ed è meglio – viste le reazioni generali – non dir loro nulla, il cuore le manca tutte le volte che intravede Rei in facoltà, quando nel salutarsi si scambiano sguardi disperati, ma Nanako scappa non vuole cedere, pensa a cosa la aspetta con Fukiko, pensa alle remore di Saint Just che lei non condivide e che potrebbero avere effetti deleteri sulla loro relazione.
Ma Nanako proprio in questo contesto ha avuto una cocente delusione dalle amiche storiche dei tempi della scuola : Mariko e Tomoko. Per telefono le hanno dato un grande sostegno morale, ma Nanako avrebbe bisogno di vederle di persona, stare con loro, specialmente con Tomoko che conosce dall’età di 6 anni.
Mariko le ha detto che nel pochissimo tempo libero dallo studio è fin troppo impegnata con Ricky e il suo gruppo di amici in cui è stata introdotta (come del resto ai bei tempi Nanako era stata introdotta nel gruppo universitario di Saint Just). “Mariko” prova a dirle Nanako “ma se un sabato pomeriggio esci con me invece che con Ricky che ti cambia? È un momento molto difficile per me”.
“Nanako lo sai anche tu come è essere fidanzati. Abbiamo il nostro appuntamento fisso ogni sabato e dopo devo studiare, non posso certo saltare un impegno sociale con Ricky, altrimenti fino alla settimana successiva non possiamo condividere il nostro tempo libero”.
“Ma siete pure compagni di facoltà”.
“Sì, ma in corsi diversi e quindi ci vediamo di striscio fra una lezione e l’altra. Dai Nanako appena mi libero un po’ con lo studio vediamo di passare un’oretta insieme”.
“Quando ero fidanzata con Saint Just non ho mai trascurato le mie amiche. Tu e Ricky vi verrete a noia se state sempre fra di voi, dovete anche farvi un vostro gruppo personale”.
“Ma Nanako se io ho il ragazzo è per starci insieme il più possibile, cosa dici? Si è visto col tuo metodo che fine ha fatto il tuo fidanzamento con Saint Just”.
“Sai perfettamente che i motivi sono completamente diversi o non mi stai neppure a sentire quando parlo? Nemmeno Kaoru e Take, che sono pure sposati, si sono annichiliti l’uno nell’altra ma dedicano anche individualmente del tempo ai loro rispettivi amici”.
“Loro faranno ciò che vogliono, io faccio come mi sento di fare perché per me non è giusto fare come dite voi. Io non trascurerò mai il mio ragazzo”, dice risoluta e indispettita Mariko.
Nanako sta perdendo la pazienza e dice a Mariko a diritto il suo parere “ti ricordo che al liceo solo io, Tomoko e Kaoru ti eravamo amiche, io ti perdonai quando mi trattasti come uno straccio, ti ho sempre capita, ti ho sostenuta durante il divorzio dei tuoi genitori quando tra l’altro ti trasferisti anche da me per qualche giorno, con Tomoko venivamo quasi tutti i giorni a trovarti durante la tua sospensione dopo l’episodio con Aya Misaki, e tu non hai neppure un’ora da dedicarmi?”
“Nanako era diverso eravamo in classe insieme, era comodo”.
“Io l’avrei fatto anche se fossimo state in classi diverse”, Nanako è fortemente delusa, non riesce a credere che dopo tutto Mariko è così scostante nei confronti dei suoi problemi, che pensi solo al suo mondo.
“Dai Nanako ora siamo universitarie, lo studio, gli esami, il ragazzo…”
“Sei un’ingrata Mariko e anche opportunista, sei amica di una persona finché non trovi di meglio e a quel punto ti dimentichi del passato”.
“Nanako ora sei ingiusta, non è vero”.
“Invece sì, che delusione, stai pure col tuo Ricky, ti auguro solo non ti succeda come a me con Saint Just, altrimenti ti ritroverai sola e questa volta per me ci potrai rimanere”.
“Nanako sei egoista”.
“Ah io egoista? Tu piuttosto sei la classica figlia unica egoista, tutti dietro a te e ai tuoi comodi, ma te fai bel bella il tuo interesse. Ti saluto Mariko e in bocca al lupo col tuo Frederick, Ricky per gli amici”, Nanako le sbatte la cornetta del telefono.
Oggettivamente Mariko è stata ignorante senza volerlo; dare poi dell’egoista a una persona generosa e buona come Nanako è una vera eresia, ma Mariko è così : si esalta e perde la cognizione delle cose!
Ma la persona che maggiormente delude Nanako è Tomoko, perché Tomoko è la sua migliore amica in assoluto.
“Nanako, fra l’accademia di cucina e la facoltà di biologia sono messa malissimo; la pausa a cavallo fra marzo e aprile prima del passaggio al 2° anno devo sfruttarla al massimo per recuperare a biologia dove sono troppo indietro, i miei genitori mi pungolano di continuo, poi quell’esame di istituzioni matematiche proprio non mi entra in testa”.
“Ma Tomoko…”
“E va bene ti concedo un’ora domani pomeriggio che non ho lezione, ti aspetto alla biblioteca di Biologia, dimmi tu se preferisci dalle 16 alle 17 o dalle 17 alle 18”.
“Ma Tomoko che ti costa dedicarmi due ore? Da quando un anno fa ci siamo diplomate, ci siamo viste a stento e di sfuggita 3/4 volte e poi solo contatti telefonici, hai sempre il fuoco nelle tasche…”
“Nanako te l’ho già detto, non posso assolutamente permettermi di perdere 2 ore, ti dedico un’ora dai, ti fo anche scegliere l’orario”.
“Tomoko lascia stare, visto quanto è prezioso il tuo tempo non ti rubo neanche un’ora”.
“Ma io un’ora te la dedico volentieri”.
“Non sia mai che sottrai tempo prezioso a istituzioni matematiche, ora ti saluto perché sono impegnata anch’io con lo studio”.
Nanako riattacca la cornetta decisa.
Lei dà tutta se stessa alle persone, alle amiche, alla (ex) fidanzata, alla famiglia, ma ora che si trova lei in difficoltà, è stata lasciata sola….
Si sente un’estranea, all’università dove evita il gruppo di Saint Just e sta sempre con la paura di incrociare la stessa Saint Just, a Yokohama dove non ha amiche con cui uscire in quanto le compagne di università con cui ha fatto amicizia sono tutte pendolari e finite le lezioni prendono la corriera o il treno e tornano nel loro comune di residenza, mentre le amiche storiche o si sono annullate nel fidanzato o pensano solo ai propri impegni.
Avverte un forte senso di nostalgia, disagio e ogni angolo della sua città le ricorda qualcosa di bello che non ritornerà e che forse era solo e soltanto pura apparenza, perché il tempo ne ha rivelato in maniera deludente la vera natura.

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Capitolo 40
*** La scelta di Nanako ***


Nanako per distrarsi un finesettimana sale da Takehiko e Kaoru; menomale ci sono loro, a parte i suoi genitori, sono state le uniche persone che le sono state vicine. In realtà Nanako sale dal fratello anche per affrontare un’altra questione.
Kaoru ha letteralmente un diavolo per capello, la sua avversione per Lady Arpia è ormai arrivata ai massimi livelli “deve sempre averla vinta lei, quella diavolessa deve sempre sottomettere il mondo con la sua arroganza e la sua prepotenza delinquenziali, che essere spregevole, come si può essere cattivi d’animo fino a questo punto? Ma da dove è spuntata un’arpia del genere? Ve la immaginate una così in futuro a giudicare in tribunale le persone?”
Nanako cerca di sorridere, di fare battute, viene portata a fare un giro per la città, a una mostra e persino in discoteca; Kaoru non ama ballare, ma per la sua adorata cognata val bene passare una serata in discoteca.
Nanako pensa a quanto è diversa la sua cognata Kaoru dalla ex cognata Fukiko, due persone diametralmente opposte che più opposte non si può; tanto è buona, dolce e generosa la moglie di suo fratello, tanto è cattiva ed egoista la sorella della propria ex ragazza; l’una è la personificazione della purezza d’animo, l’altra è la personificazione della meschinità.
Tuttavia, durante quel finesettimana Nanako si confronta molto con il fratello e la cognata e ragiona con loro.
“Mi sento un’estranea nella mia città, ogni angolo, ogni strada, ogni vicolo mi ricorda la felicità provata con la mia Saint Just, per non parlare dell’università ho sempre paura di incontrarla e quando succede i nostri saluti sono molto dolorosi, mi sento come pugnalare, ho voglia di piangere e non riesco più a far nulla con ricadute sul mio rendimento agli esami, in più le mie migliori amiche Tomoko e Mariko si sono comportate a quel modo”.
“Mariko e Tomoko sono state davvero insensibili, io ho anche tirato le orecchie a Mariko, ma lei è totalmente annullata in quel Ricky, da acerrima nemica degli uomini a geisha sottomessa nel vero senso della parola, che sorpresona è stata! Però ti dico una cosa, in fondo Rei non ti ha lasciata, sei stata tu a lasciarla, e – credimi - l’ho sentita, è veramente distrutta. Perché non provi a fare come ti dice lei? Mediare per un periodo. Non darla subito vinta alla vecchia volpe”, prova a suggerirle Kaoru.
“E’ vero, però, ora che Fukiko sa di noi farebbe di tutto per ostacolarci, per metterci l’una contro l’altra, per sabotare i nostri incontri e telefonate, farebbe scenate, farebbe sentire sempre Rei in colpa, e io non voglio che Rei abbia problemi con la sorella, so quanto conta per lei il loro rapporto, quanto la ami anche per la promessa fatta a suo tempo alla madre. Fukiko logorerebbe il nostro rapporto fino allo sfinimento”.
“Perché dobbiamo sempre sottostare alla prepotenza e alla cattiveria di questi esseri malvagi? La colpa è anche di Rei, sempre sottomessa a quella sorella egoista, lei e Takashi di fronte a quella là sono dei veri smidollati, io non li capisco, la famiglia è di importanza fondamentale, ma la cattiveria non deve mai prevalere, e in questi casi fra una persona non di famiglia ma buona e una sorella strega si deve sempre scegliere la persona non di famiglia”, Kaoru è triste, ha molta empatia col prossimo ed è una persona speciale per questo.
“Kaoru tu grazie a Dio non puoi capire” interviene serio Takehiko “sono d’accordo con te su Takashi, lui si è adeguato a questa società ingiusta lasciandosi divorare da assurdi complessi, non vuole capire che se ne rende complice lui stesso rimanendo totalmente inerte, è bloccato da una paura che non solo gli impedisce di essere felice ma che lo ha gettato in una spirale di sofferenza e sconforto, ve lo confesso mi ha deluso, col suo comportamento fa del male a se stesso e alla sorella Rei. Rei, però, viene da un altro contesto; ragazze ve lo posso dire per esperienza personale : perdere la madre da bambini/adolescenti è una delle esperienze più dolorose e traumatiche che esistano” Takehiko si rattrista, lui sa bene di cosa si sta parlando “Avevo 16 anni quando mia madre ebbe all’improvviso un infarto, ero con lei, ero un ragazzino che non sapeva come muoversi, suonai disperato il campanello ai vicini di casa, arrivò l’ambulanza, il cuore mi batteva a 1000, piangevo, chiamai i miei nonni e zii che però erano lontani; poi la sera la notizia terribile : la mia mamma era morta, non ce l’aveva fatta. Credetemi quando ci penso ho ancora il nodo alla gola, proprio nell’adolescenza, al liceo ho perso una figura fondamentale. E mia madre è morta di morte naturale, e io fui comunque circondato e coccolato dall’amore di nonni, zii e cugini, proseguii il liceo in collegio dove anche fuori delle lezioni vivevo con tanti compagni della mia età ed ero seguito con affetto e premura dagli istitutori; eppure nonostante tutto, mia madre mi mancava e mi manca tuttora moltissimo, la penso sempre e la sua perdita prematura è una ferita per me che non si rimarginerà mai. Ora pensate a Rei : sua madre si è suicidata sotto i suoi occhi, le ha affidato prima di morire la sorella Fukiko, che per quanto cattiva è pur sempre sua sorella e le è stata affidata dalla madre in un momento di disperazione, dopo la morte della madre Rei è passata da un mondo fatto di amore e fiori di campo, a un ambiente molto rigido, formale, e la sorella – proprio la sorella affidatale dalla madre al momento del suicidio, quella sorella verso la quale lei sentiva di avere molti obblighi, quella sorella che le faceva sentire ancora viva la madre persa troppo presto – beh quella sorella la umiliava e offendeva continuamente, la faceva sempre piangere; Rei era ed è poi ignorata dal padre, che non ha mai nascosto di avere una decisa predilezione per Fukiko, cosa di cui Takashi tra l’altro ha sempre sofferto; insomma ragazze non è che Rei è la serva di Fukiko, Rei viene da un contesto familiare molto complesso, drammatico, seguire Fukiko, avere un buon rapporto con lei è come rendere ancora viva sua madre e considerate il trauma ancora peggiore del mio da lei subito”.
Kaoru e Nanako sono a bocca aperta; Take ha fatto un esame del caso da perfetto psicologo – altro che letterato; ma tutta questa psicologia è forse dovuta al fatto che purtroppo ha vissuto anche lui da bambino la perdita della madre e nessuno meglio di lui può capire certi sentimenti.
Kaoru a questo punto si sente quasi un po’ in colpa; anche per lei la vita non è stata certo rose e fiori, a soli 16 anni è traumatico pensare che potresti morire da lì a 5 anni, vedi tutto sfuggirti di mano e, quando dopo neanche un anno le tornarono i dolori al petto, visse diverso tempo nell’incubo di essere prossima alla fine molto prima del previsto. Tuttavia, Kaoru è vissuta in una famiglia splendida, amata da tutti, la principessa dei nonni e dei genitori. Comincia a pensare che forse al posto di Rei avrebbe a sua volta reagito così.
“Non è giusto però” deve comunque aggiungere “Rei ha già sofferto moltissimo, ora che aveva trovato pace, serenità, allegria, l’amore vero perché per una sorella cattiva deve mandare tutto all’aria? Perché lei e il fratello devono stare sempre dietro a quella diavolessa straviziata da quel tamarro del padre?”
“Non siamo noi a scegliere i parenti e certe vicissitudini” chiosa Nanako “come ha detto giustamente Take, però, a volte le cose vanno in un modo che non puoi fare diversamente, in cui hai obblighi morali molto forti e ineluttabili. Poi io forse ho una visione e un modo di vivere l’amore troppo totalizzante per Rei, Rei vuole pensare alla carriera, vuole mediare come dice lei, io invece voglio manifestare subito i miei sentimenti così come sono, e sono disposta a tutto per amore, forse esagerando per i miei 20 anni, non voglio soffocarla, è meglio così…però…Kaoru forse se Take può capire Rei, c’è una questione su cui tu puoi capire me”.
“Cosa?”, Kaoru non capisce, è curiosa di sapere.
“Tu hai approfittato del fatto che Take, il tuo ragazzo e ora tuo marito, si è trasferito qua per ricominciare una nuova vita, lontano dai ricordi da incubo sulla malattia che non avevi, per non tornare nell’ospedale dove ti avevano sbagliato diagnosi, per ricominciare a vivere a 360°, proprio perché sei attaccata alla vita. Io, invece, vorrei trasferirmi qua per il motivo opposto, mi sono lasciata con la mia ragazza, una ragazza che penso non smetterò mai di amare; nella mia città sarei sottoposta alla continua tortura di vederla quotidianamente senza vivere il mio amore per lei, senza poterla abbracciare o coccolare, la rivedrei ovunque, e tutto questo senza il conforto di un’amica. Non ce la posso fare, ho bisogno di cambiare aria, di ricominciare, e siccome ho sempre fantasticato che mi sarebbe piaciuto studiare fuori sede, insomma di un mio trasferimento in questa città ne ho parlato anche coi miei, loro non sono molto d’accordo, ma mi hanno vista stare così male, che penso daranno l’autorizzazione”.
“Sorellina io sarei felicissimo se venissi, e ancor più felice se seguissi qualcuno dei miei corsi; è davvero questo ciò che vuoi?”
“Sarei felice anch’io se ti trasferissi qua, saresti un bel ponte col passato, così avrei un’amica di lunga data vicina”.
“I miei hanno chiesto se potevate farmi dare un’occhiata al convitto dove abitavi tu Kaoru”.
“Certamente, spero abbiano posto perché lì stetti davvero bene, sennò eventualmente se non trovi subito una sistemazione puoi venire intanto a stare qui, vero Take?” dice contenta Kaoru abbracciando Nanako.
“Per la mia sorellina ci sarà sempre posto”. Takehiko è molto contento della disponibilità di Kaoru verso la sorella; non poteva fare scelta migliore sposando Kaoru – altro che quella parruccona di Fukiko – .
Nanako continua a pensare quanto Kaoru e Fukiko siano agli antipodi. Fukiko non le avrebbe permesso di stare neppure un minuto in quella casa.
 
Nei giorni seguenti Nanako sta iniziando a preparare i bagagli per la sua partenza. Ha trovato posto nel convitto dove aveva abitato fino a qualche mese prima Kaoru e – coincidenza delle coincidenze – avrà persino la sua stessa compagna di stanza, Romi, la studentessa di filosofia eccentrica ed alternativa.
“Tesorina, sei proprio sicura di volertene andare?” dice Mayumi piangendo; Mayumi non trattiene le lacrime, la sua unica figlia, la sua tesorina, a sorpresa se ne va a Sapporo, per un’ingiustizia subita…e se a Sapporo non risolvesse nulla? Prima o poi Nanako alias Tesorina dovrà interfacciarsi con la società a tutto tondo, e con tutte le persone cattive che ci sono potrebbe ricadere vittima di altri episodi spiacevoli, e a quel punto?
“Tesorina, la vita è fatta di ingiustizie, litigi e allontanamenti; al prossimo problema che farai? Scapperai di nuovo? Scappare non è sempre la soluzione, anzi a volte la soluzione migliore è proprio restare sul posto, affrontare i propri spettri e ripartire alla carica più forti di prima”, Mayumi lo dice non tanto perché lo pensa quanto perché vuole che Nanako resti con lei, almeno fino alla laurea.
“Mamma ho solo 20 anni, ho tutta la vita per avere dei problemi da affrontare vis a vis, non voglio affatto scappare, voglio soltanto ricostruire la mia vita ora che sono molto giovane; non immagini quanto ho sofferto e sto soffrendo ancora per Rei, oltretutto rischio di incontrarla quasi tutti i giorni all’università, credimi è molto meglio così, tutto mi parla di lei, senza contare che alla fine qua vere e grandi amicizie non le avevo, ho bisogno solo di ricostruire e ricominciare, avere un bel ricordo dei miei 20 anni. Sarò tante volte costretta nella mia vita futura a vivere in situazioni che non mi vanno. Finchè posso, voglio essere serena”.
 
Rei si sta arrovellando dai sensi di colpa. Non sa ancora che Nanako sta per andarsene. Vorrebbe chiamarla e avere un incontro con lei più di ogni cosa, ma si ferma perché convinta di non meritarlo. Si sente cattiva e ingrata, non avrebbe mai voluto che Nanako soffrisse tanto meno per lei, voleva ricambiarla dandole tutto l’amore e la dolcezza possibile, e invece : doveva stare dietro a Fukiko o meglio desiderava contemperare le esigenze di entrambe, ma giustamente Nanako non voleva stare alla mercè di Fukiko, sempre così insolente e cattiva; per la famiglia, per una promessa inderogabile fatta alla propria madre, è stata lasciata dalla ragazza dei suoi sogni, una ragazza meravigliosa e insostituibile, è crollato il suo sogno di amore e sente non si riaccompagnerà mai più.
Si sente ingrata anche per non voler rinunciare per nessun motivo alle sue aspettative professionali, a cercare con calma le amicizie giuste, quando invece Nanako si era sempre immolata per lei. Piange spesso quando è da sola, abbracciata alla sua cherie poupee, unico ricordo tangibile della sua adorata Nanako cherie poupee vivant.
 
Ma prima di partire Nanako vuole dare un ultimo saluto a Rei – ormai non la chiama più Saint Just, quel periodo dolce e magico è finito per sempre (almeno così pensa Nanako).
Nanako conosce molto bene i suoi polli e, immaginando che quella là (nel linguaggio di Kaoru Fukiko si chiama anche ‘quella là’) abbia ordinato severamente sotto minaccia di non passare le sue telefonate a Rei, alla collaboratrice domestica che risponde al telefono dice di essere una delle ragazze del gruppo di Rei; Rei è in casa e quando sente alla cornetta la voce di Nanako quasi il cuore le scoppia dalla felicità; Nanako le chiede pacatamente un semplice appuntamento; Rei si precipita con immensa gioia a questo appuntamento convinta che si rimetteranno insieme, non riesce a non essere ottimista e invece …
Quando sente che Nanako sta per trasferirsi si sente mancare la terra sotto i piedi, il cuore smette di batterle e le si gela il sangue “Nanako, no, ti prego, diamoci un’altra possibilità”, all’improvviso Rei è diventata talmente pallida da avere dei riflessi verdi sul viso.
“Rei tu rimarrai sempre la mia amatissima Saint Just, ti amerò da morire per sempre, sei la mia ragazzina dei 16 anni, siamo cresciute insieme per 3 anni abbondanti, 3 anni bellissimi che rivivrei all’infinito, per me è impossibile pensare di mettermi con un’altra persona che non sia tu, ma non voglio crearti problemi e disagi e ora te li creerei; lo vedi : sono stata costretta a fingermi un’altra persona al telefono per poterti parlare, non si può gestire così una relazione, non si può stare sempre sul chi va là per Fukiko, capisco è tua sorella, è andata così, ora pensa a lei e alla promessa fatta a tua madre”.
“Nanako facciamo il sacrificio di mediare per un periodo, non andare via, resta qua” Rei piange a dirotto.
“Ho bisogno di ricominciare, sai anche Tomoko e Mariko non hanno più tempo per me, sembra abbiano dimenticato la nostra mitica amicizia”.
“Ma io non ti lascio, io ti amo, ricominciamo così ora come possiamo, poi più in là…”
Nanako stringe a sé Rei, che a sua volta le si appiccica nel vero senso della parola, si scambiano le lacrime, come il giorno in cui 3 anni e mezzo prima si erano fidanzate, erano così felici e commosse che si scambiavano le lacrime appoggiando l’una il viso su quello dell’altra. Ora piangono di nuovo, si scambiano di nuovo le lacrime, ma questa volta sono lacrime di disperazione, consapevoli di aver subito una terribile ingiustizia a cui per motivi diversi decidono di sottostare, perché ancora sono troppo giovani per trovare compromessi anche ai loro modi diversi di vivere l’amore nei loro 20 anni.
Nanako vorrebbe fermare il tempo, vorrebbe che quell’abbraccio durasse in eterno, ma alla fine se ne stacca, vuol terminare questo strazio il prima possibile: ama troppo la sua Saint Just e le dice “Rei io per te ci sarò sempre, abito al convitto dove stava Kaoru, vieni a trovarmi e telefonami se puoi”….
Rei non riesce a rispondere da quanto sta piangendo, la guarda supplicante e basta.
Nanako, nel suo solito stile incurante di chi ha intorno, le dà - quello che lei crede – l’ultimo bacio su una gota e scappa via.
Mentre scappa sente i mega singhiozzi di Rei, si sente morire dentro, ma sa di aver fatto la scelta giusta. Ha solo bisogno di ricominciare.
 
Fukiko o - come si fa chiamare adesso – Fuky non creda di passarla tanto indenne, per quanto i rimproveri le entrino da una parte ed escano da quell’altra (anzi le rimbalzano e basta, perché lei si illude di essere perfetta).
Rei piange disperata, si sente soccombere, perché sempre la solita storia? Perché non può essere felice? Ripensa alle sue chiacchierate con Takashi dopo l’incidente al centro di fisioterapia, la famiglia deve essere sì un punto di riferimento, un nido, però appunto un nido da cui prima o poi spicchi il volo per farti la tua vita, come ha fatto del resto anche Kaoru; è vero che si deve essere sempre presenti per la propria famiglia, che la famiglia è un baluardo imprescindibile, un luogo dove ciascuno di noi è un punto di riferimento per gli altri, però non deve compromettere la tua felicità e la tua realizzazione personale.
E la sua mamma morta giovanissima? E la promessa alla sua mamma, una donna che ha sofferto tutta la vita ingiustamente? Fukiko è il legame con sua madre. La sua mamma voleva che le figlie dessero il meglio di sé negli studi, che pensassero a conseguire la laurea, e soprattutto che si amassero come due sorelle. Perché le era toccata proprio Fukiko come sorella?
Eppure lei vede Fukiko così geniale, una bambina prodigio, sempre la prima in assoluto in ogni attività, il futuro deciso autonomamente da bambina, a quell’età sogni di fare la cantante, l’attrice, la disegnatrice di anime, la ballerina, la maestra, invece lei : il giudice. Fin da bambina leggeva quasi con voracità i giornali, specie la cronaca politica, si interessava alle norme, grande feeling con tutti i professori a cominciare con quello di diritto ed economia, la 3B come la chiamava la prof di giapponese antico del liceo, riusciva a fare più cose in contemporanea senza fatica primeggiando ogni volta. Imitata e acclamata dalle amiche, ebbe una crisi in terza liceo per la fine della Sorority, quando alcune ragazze si rivelarono false e ipocrite con lei e l’abbandonarono. Poi si riprese perché è una tosta. Che sorella, che mito, la ama moltissimo, ma … non c’è niente da fare, non può non riconoscere quanto è odiosa, arcigna, spocchiosa, tracotante, gelosa ed egocentrica, amabile solo con le sue amiche con cui sembra intessere solo rapporti di comodo, guarda in primo luogo alle apparenze ed è ossessionata dal voler partecipare sempre in prima linea al jet set! Dopo la caduta della Sorority vede complotti ovunque contro di lei, quasi una mania di persecuzione, è consapevole della sua superiorità e alla prima occasione la fa pesare…eppure sarebbe una ragazza così dolce e simpatica se solo volesse, se solo si lasciasse andare e provasse a essere se stessa.
Rei convive con quel duello dentro di sé, la odia a morte, la ama da morire, la odia a morte, la ama da morire…
Questa volta, però, è veramente troppo : non è giusto, non è giusto e non è giusto. Sua sorella pur col suo caratteraccio e i suoi dispetti cattivi non deve permettersi di rendere infelici gli altri; Rei ci pensa : no, sua madre non l’avrebbe mai permesso, sua madre le ha insegnato la bontà e la disponibilità, l’altruismo e l’empatia, no, sua madre sarebbe stata sicuramente delusa da Fukiko e allora Rei non può stare zitta e sottoposta come ai tempi della scuola.
Rei con gli occhi ancora che bruciano per il pianto dilaniante entra in casa come una Erinni e si dirige decisa a passi sveltissimi verso la stanza dove la sorella sta ciarlando al telefono con una delle sue amiche chiccose in attesa del nuovo anno accademico.
“Dai festeggia con le tue amiche simpaticissime” dice Rei spalancando la porta di scatto e a voce alta.
“Reeei sono al telefono con una mia amica, ma che modi sono questi? Ma non eri uscita?”
“Eh no sorellina, visto che io devo sempre farti da serva, ora riattacchi con la tua amica, e per una volta un’unica volta stai dietro a me”.
“E che sarà mai successo? Ora ho da fare, ripassa quando ho finito, ho diritto anch’io alle mie vacanze”.
Rei le strappa la cornetta dalla mano e riattacca. Si sente la fronte caldissima, come avesse la febbre a oltre 40°, si sente rompere i polmoni dalla rabbia che ha nel suo cuore, è semplicemente disperata.
“Reeeeeeiiiii sei fuori?”
“Sei cattiva, ti odio, perché sei così? Mi hai rovinato la vita, alla fine ci sei riuscita, tutto te, tutto solo te, tutto tuo, Nanako se ne va, va a studiare nella città dove abitano Kaoru e Takehiko, non sforzarti a trattenere la risata, lo so che stai gongolando e che appena mi girerò schianterai dalle risate, ci sei riuscita a rovinarmi la vita, non mi hai mai voluto davvero bene, tu non vuoi bene a nessuno, dobbiamo solo sottometterci a te, e fare tutto per te”.
Fukiko è impallidita, non ha nessuna voglia di ridere, sta per mettersi a piangere perché vuole essere amata da Rei e lei per prima la ama moltissimo, a modo suo però la ama moltissimo…”Rei calmati, parliamo”.
“Di cosa? Del fatto che sei cattiva? Del fatto che col tuo egoismo ottieni sempre tutto ciò che vuoi? Che la gente come te l’ha sempre vinta?”
“Rei, davvero mi odi?”
“Sì ti odio” le risponde decisa per poi correggersi molto pentita e in colpa a vedere la sorella triste “No Fukiko ti amo moltissimo, però sì ti odio, cioè ti amo, ma non si fa così, sono stufa, devi cambiare tu non gli altri” e scappa in camera a piangere.
Un dejavu; tutto come 4 anni prima, poco prima dell’incidente di Rei, Rei sotto la doccia che dice alla sorella di amarla e odiarla al contempo…
Fukiko entra nella stanza di Rei, così come 4 anni prima entrò nel bagno dove stava facendo la doccia “Rei io ti voglio molto bene, e sto molto male a vederti soffrire”.
“E allora perché mi hai fatto lasciare da Nanako? Nanako mi ha lasciato per colpa tua, perché io devo stare dietro a te come ho promesso a nostra madre, e te non vuoi che stia con Nanako e fai sempre i dispetti”.
“Rei non mi crederai, ma io ho fatto tutto a fin di bene, perché voglio il massimo per te”.
“Se volessi il massimo per me, mi avresti lasciata essere felice”.
“No se questa felicità è conseguita nei modi sbagliati”.
“E’ sbagliato per te amare una ragazza di una bontà e generosità più uniche che rare? È sbagliato per te amare una ragazza che è sempre a tua disposizione, che ti aiuta anche quando non vuoi essere aiutata, che perdona tutti i torti persino i peggiori, che rinuncerebbe a tante cose solo per te? Questo è amore Fukiko”.
“Rei, Nanako è una ragazza”.
“E allora? Qual è il tuo problema?”
“Ma Rei, devi avere il ragazzo”.
“E due. BAAAASTAAA”.
“Ma perché non frequenti l’alta società? Amiche altolocate, jet set, concerti di prim’ordine, mostre di elevatissimo livello? Perché non sfrutti tutti i prestigi e le potenzialità della nostra famiglia?”
“Alle mostre e ai concerti ci vo coi miei amici, che sono simpatici e leali”.
“Ma con me avresti accesso a vernissage e mostre esclusivi, a numero chiuso”.
“Cioè con persone ipocrite”.
“OOOOh Rei, come ti piace l’aggettivo ipocrita”.
“Non so definire altrimenti il nostro ambiente”.
“Lo sai che carriera sfolgorante ti aspetterebbe, staresti con la creme de la creme dell’aristocrazia, matrimonio sfarzoso con un ragazzo di rango? Come fai a non essere entusiasta e a rifiutare tutto questo? Io non ti capisco, sorellina, ti voglio un’infinità di bene e non ti capisco”.
“Io voglio fare carriera e avere soddisfazioni per me stessa prima di tutto e per la nostra mamma, ma voglio frequentare chi voglio e andare dove voglio senza pensare ai soldi e alle classi sociali, io voglio essere me stessa, non voglio fingere per opportunismo, non starei bene con me stessa se lo facessi, voglio amare chi voglio in maniera spontanea, fare amicizia con chi voglio in maniera spontanea, voglio l’effetto sorpresa”.
“Va bene ecco una romanticona fuori moda. Rei hai quasi 21 anni, non funziona così il mondo, svegliati una buona volta”.
“E tu non sarai mai felice con le tue recite, a stare con persone che alla fine non ti sono simpatiche e a cui magari non sei simpatica neppure tu, dov’è il tuo orgoglio se reciti e fingi sempre? Questa volta hai rovinato la mia storia d’amore, guarda come mi hai ridotta, però, goditi la tua vittoria perché non succederà più. Capito?”
“Rei non piangere”, Fukiko le mette un braccio sulle spalle “perché non partecipi a qualche uscita con le mie amiche per distrarti? Una mostra, un concerto, anche se le mie amiche ti stanno antipatiche ti concentri sull’attività culturale, giusto ogni tanto per distrarti in questo periodo, poi vedrai che passerà, sono gli amori adolescenziali, credi che Nanako sia l’amore della tua vita però poi fra qualche anno, quando troverai allora sì il vero amore, ci riderai su”.
“Kaoru con il suo amore adolescenziale è felicemente sposata”.
“Che barba quell’Orihara, anche ora che è lontana continua a dar noia, lei è solo un’eccezione, e poi quei due sempliciotti di lei e di Henmi … lasciamo perdere. Rei punta in alto, dammi retta”.
“Proprio tu che hai fatto le tragedie per una cotta per Henmi presa a 12 anni? Vedi sei una continua contraddizione, tu vai sempre bene, gli altri sbagliano sempre, per favore lasciami stare, per oggi hai già dato abbastanza”, Rei ormai versa poche lacrime e vuole stare sola.
“Sì ti lascio stare perché anche te non ci sei tutta. Ciao sorellina e, visto che dici che ti stai sacrificando per me, dimostralo stando un po’ più presente” con aria di rimprovero Fukiko se ne va, ma dentro di sé sta malissimo; ancora una volta è morsa dalla coscienza, ma per il suo orgoglio non deve mostrarlo (e in questo ha ripreso dal padre).
 
Le sorprese però non sono finite per Fukiko. Kaoru non riesce a stare con le mani in mano; è troppo arrabbiata. “Devo in tutti i modi andare a dire il mio parere a quella là (n.d.r. Fukiko), in tutti i modi, sennò sarò oppressa dal mal di testa chissà fino a quando”.
“Kaoru lascia perdere, non ti intromettere, hai già detto il tuo parere a Nanako e a Rei, loro però vogliono fare così, senti l’una ha ragione l’una, senti l’altra ha ragione l’altra, Rei è troppo legata alla sua famiglia e sappiamo i motivi; Nanako non può vivere col patema d’animo; col fatto che Rei sta fra 2 fuochi, finirebbero per litigare spesso, ora lasciamo calme le acque, poi non è detto sia finita”, Takehiko cerca di calmarla.
“No Take devo in tutti i modi intervenire”.
“Kaoru non cominciare, guarda noi due, sembravamo senza speranze e invece eccoci qua”.
“Grazie all’intervento dei nostri amici : riconosciamolo!”
“Questo è vero”, Takehiko si fa serio, perché lui era davvero rassegnato e non aveva il coraggio di affrontare Kaoru, mentre Kaoru era convinta di non essere più in grado di gestire la loro storia.
“Appunto. Allora parto e le canto a quella là”.
“Quella là, come la chiami tu, non dà mai retta a nessuno, se la critichi si infuria più che mai ed esercita alla massima potenza la sua cattiveria e il suo disprezzo verso il prossimo, dammi retta sii superiore a lei e ignorala”.
Kaoru sta zitta, non certo perché vuol dare ascolto al marito, ma perché sa che lui continuerebbe solo a dissuaderla e lei non vuole fare dietrofront.
Zitta zitta una mattina si alza quando è ancora buio, lascia un biglietto in cucina e parte col primo treno per Yokohama.
Takehiko appena legge il biglietto si mette le mani nei capelli, telefona subito ai suoceri e a Takashi. Kaoru per prima cosa è andata a trovare i suoi genitori e fratelli, dove riceve la telefonata di Takehiko arrabbiato; lei non lo sta neppure a sentire limitandosi a rispondere alla fine della predica “va bene ciao Take a domani” e riattacca.
Subito dopo si reca alla facoltà di Giurisprudenza per vedere di incontrare quella là alias Lady Arpia; vuole smascherarla davanti al suo gruppo universitario. La cerca in lungo e in largo, si intrufola nelle classi del 4° anno, ma le aule sono ampie, gli studenti una marea, magari anche se c’è si trova in una posizione in cui non può essere vista, e a causa della mancanza del dono dell’ubiquità Kaoru può controllare l’uscita degli studenti solo da una porta per volta di un’aula per volta, quindi si accosta all’uscita solo di un paio di aule a campione. Va in biblioteca, ma … niente da fare.
“Ha sempre fortuna quella là” pensa arrabbiata Kaoru.
L’unica soluzione è un blitz a casa Ichinomiya; tra l’altro, sa che non ci sarà Rei a farla desistere perché Rei sta in questi giorni alla maison d’etoile, perché in crisi per la fine della storia con Nanako e vuole stare sola. Perfetto, niente e nessuno può fermare Kaoru che sta diventando un uragano.
Arriva verso le 21, ma i collaboratori domestici – in modo sprezzante chiamati da Fukiko ‘servitù’ –le riferiscono che Fukiko è a cena fuori con delle amiche, è venerdì sera, il giorno dopo non c’è lezione all’università.
“Non c’è problema, attendo qua”.
“Potrebbe tornare molto tardi, signorina”.
“Io aspetto, non ho problemi” dice col sorriso sgargiante Kaoru, ormai sente che sta arrivando il suo momento.
I collaboratori domestici con molta gentilezza le portano delle riviste per ingannare il tempo, finchè verso l’una sente aprire una porta ed ecco che parruccona (altro soprannome affibbiato da Kaoru a Fukiko) fa il suo ingresso trionfale, vestita elegantissima dopo una cena in un ristorante raffinato con le sue amiche chiccose.
Kaoru si alza di scatto in piedi e battendo le mani declama “E brava Lady Arpia vecchia volpe, hai colpito ancora”.
“OOOOrihaaaaraaaa, con che diritto ti presenti in casa mia e per giunta a offendermi? Ero così felice di essermi sbarazzata di te e oggi il mio incubo torna a materializzarsi”.
“Sono venuta a dirti il mio parere. Come hai potuto distruggere la relazione bellissima fra tua sorella e Nanako? Come hai potuto mandare alla rovina un amore speciale come quello? Fra due persone speciali come loro? Dico io, ma non ce l’hai una coscienza?”
“Come osi dirmi come devo comportarmi con MIA sorella, pensa ai tuoi di fratelli e al tuo maritino, che alla mia famiglia ci penso io, e non osare mai più, ascoltami bene, MAI PIU’ intrometterti, sono stata chiara?”
“Ma Fukiko cerchiamo di ragionare insieme”, Kaoru assume un tono conciliante e gentile “Io lo so che vuoi molto bene a Rei, e proprio perché le vuoi molto bene dovresti essere entusiasta che stia con una ragazza stupenda come Nanako, tua sorella in passato ha sofferto molto soprattutto a causa delle tue angherie, merita amore e felicità, e ora che era felice, che finalmente si stava realizzando a tutto tondo, l’hai gettata ancora una volta nella desolazione, perché? Se le vuoi bene davvero come dici, torna sui tuoi passi, lasciala essere felice con chi ama, chi più di lei se lo merita?”, Kaoru vuole dialogare, ma Fukiko la guarda con rancore e le risponde:
“Orihara te lo ripeto, forse non sei abbastanza intelligente per capire alla prima : fatti gli affari tuoi e stai al tuo posto”.
“No perché devo proteggere le mie amiche, guai a chi me le tocca” risponde decisa Kaoru.
“Chi ti credi di essere saccente intrigante da strapazzo? Rei è mia sorella, sta a me proteggerla dai pervertiti come te e Nanako, che la volete portare alla perdizione”.
“Amare Nanako per te è perdizione? Nanako è una ragazza fantastica, buona, dolce, sensibile e altruista, dovresti essere felice per Rei. Fukiko liberati dai pregiudizi, vuoi anche fare il giudice”.
“Non ti intromettere nella mia vita privata, proprio per le mie scelte professionali ho un’etica ben precisa e devo proteggere mia sorella da gente come te”.
“Possibile che con te non si dialoga mai? Lascia che quelle due ragazze si amino, hai praticamente mandato via Nanako da questa città, ma perché tratti tutti come delle pedine nelle tue mani? Perché non provi a rispettare gli altri una volta per tutte?”
“Basta Orihara vattene, ho ascoltato fin troppo le tue idiozie, non farmi perdere altro tempo, vai via e non farti più vedere”.
“La tua coscienza ti perseguiterà se non fai tornare quelle due ragazze insieme”.
“Orihara la mia pazienza ha un limite, non costringermi a chiamare la servitù per cacciarti”.
“Ma come fai a guardarti allo specchio la mattina? Certo, come ho fatto a non pensarci prima? Solo tu devi essere felice, qualsiasi cosa devi averla prima tu, e solo a quel punto è concesso averla anche agli altri; siccome non sei fidanzata, non devono esserlo neppure gli altri”.
Fukiko ha un tuffo al cuore; persino Kaoru ha fatto le stesse osservazioni dei suoi fratelli! Nega a se stessa l’evidenza e ha un attacco isterico.
“Non c’è nulla da fare Orihara sei sempre stata, sei e sarai sempre un’ignorante, ti piace fare la sovversiva, la rivoluzionaria per darti delle arie da pallone gonfiato quale sei, e non ti rendi conto che si devono seguire delle regole precise per stare in società, senza le quali si è destinati al fallimento”.
“Al fallimento ci si va alimentando ingiustizie e cattiverie”.
“Vattene immediatamente”, strilla Fukiko come un ossesso.
“Devi sempre avere ragione tu anche di fronte alle tue colpe evidenti, si deve fare come vuoi tu anche a costo dell’infelicità delle persone a te più care e vicine. Non ho parole, ho perso tempo per nulla”.
Fukiko continua a gridare “CHI TI HA CHIESTO DI VENIRE PALADINA DELLA SOVVERSIONE SOCIALE? SEI UNA MINACCIA PER MIA SORELLA, MA IO NON TI PERMETTO DI PORTARMELA VIA”.
“Stai già facendo tu di tutto per perderla” risponde pacata Kaoru.
“VATTENE O TI FO SBATTERE FUORI” Fukiko ha di nuovo un principio di esoftalmo, vene rosse degli occhi in bella vista, boccoli elettrizzati, viso rosso e la voce cambiata come se venisse da una caverna.
“Me ne vado. Ti auguro di non diventare un giudice, hai troppi pregiudizi e sei troppo cattiva”, dice desolata Kaoru mentre sta uscendo.
A quel punto Fukiko le grida alle spalle “MALEDETTA, TI AUGURO DI NON AVERE FIGLI, PERCHE’ LA GENTACCIA COME TE E TUO MARITO E’ BENE SI ESTINGUA IL PRIMA POSSIBILE”.
Kaoru è sconvolta, si gira con un viso tristissimo e l’unica cosa che riesce a dirle è “vergognati”, e scappa via.
Fukiko dalla rabbia scaraventa per terra e rompe 3 vasi di fiori e un posacenere, e scappa in camera sua a letto.
 
Kaoru torna a casa demoralizzata, sconfitta e si confida col marito, raccontandogli per filo e per segno il dialogo con quella là. Piange quando ripete l’augurio che Fukiko le ha fatto.
“Kaoru cosa sei andata a fare? Te l’avevo detto che con quella strega era solo una perdita di tempo, anzi le hai dato la soddisfazione di offenderti e ora sì che sarà cattiva e prepotente più che mai”.
“Mi ha veramente sconvolto il suo egoismo, Rei è stata molto sfortunata ad avere una sorella così; capisco le promesse alla madre, però sua madre non avrebbe voluto che lei si facesse calpestare e condannare all’infelicità dalla sorella. Poi hai sentito che mi ha augurato?”
“Lo sai quant’è cattiva. Augurandole di non realizzare il suo sogno di bambina di diventare giudice, le hai dato il ‘la’ per augurarti di non avere i figli che immagina tu voglia”. Takehiko vede Kaoru triste e preoccupata; Kaoru sa che per le cure a cui è stata inutilmente sottoposta qualche anno prima forse non potrà davvero avere figli.
Takehiko comprende la sua preoccupazione e cerca subito di rincuorarla “Kaoru non darai mica retta a queste sciocchezze vero? Una ragazza moderna come te non può essere superstiziosa”; Takehiko abbraccia la moglie.
Kaoru è taciturna, avvilita, si perde nell’abbraccio protettore del marito, si chiede come possa la gente essere cattiva, quando essere buoni è la cosa più bella del mondo.

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Capitolo 41
*** Voglia di rivincita ***


Rei va avanti in tono molto dimesso, ha un’infinita nostalgia di Nanako, desidera la sua presenza più di ogni cosa, non ha voglia di divertirsi, sta coi suoi amici quel tanto che basta per non perdere il suo posto nel loro gruppo, riesce a trovare conforto solo nei suoi studi, nel piacere della letteratura e nella musica. In questo periodo studiare le serve a non pensare.
Nanako le ha detto che può telefonarle o andarla a trovare, ma Rei non si sente ancora. E se Nanako lo avesse detto così tanto per fare, per non chiuderle la porta in faccia in modo troppo brusco? Teme, nel caso la cerchi, di essere accolta con freddezza. E se Nanako avesse trovato un’altra ragazza? Una ragazza che la ama come desidera e merita, con una famiglia normale alle spalle, che le faccia vivere l’amore come si deve, cioè con spensieratezza e ilarità.
Tante volte alza la cornetta del telefono per chiamare al collegio, ma desiste. Desiste anche perché è convinta di non meritarselo. Ama moltissimo Nanako, e soffre troppo perché Nanako è stata male per lei. Le sembra impossibile dimenticarla, ma ormai Nanako è lontana in un’altra città a centinaia e centinaia di chilometri di distanza.
Come già l’infanzia, anche l’adolescenza di Rei se ne è andata in modo traumatico.
Tutto per Fukiko, per la promessa fatta a sua madre, nella speranza serva a qualcosa.
Vorrebbe che la sorella diventasse una persona migliore e spera vivamente che il sacrificio immenso fatto per lei serva a qualcosa.
Fukiko le fa sempre fare brutte figure, non ultima quella con Kaoru.
“Rei non immagini quanto sono stata rimproverata da Take per quel blitz fatto a tua sorella, ma non ce la fo a vedere te e Nanako così, in più riconosco di essermi fatta prendere la mano e di aver parlato troppo, è sempre tua sorella, io non dovevo augurarle di non realizzare i suoi sogni professionali, ma ero troppo arrabbiata”.
“Non ti preoccupare Kaoru mia sorella riesce sempre a tirar fuori il lato peggiore delle persone, tanto – diversamente da ciò che lei mi ha raccontato – sono convinta ci sia andata pesante pure lei”.
“Be’ diciamo che me ne ha dette abbastanza, compreso il fatto che io e Take siamo gentaccia e che pertanto ci augura di non ampliare la nostra famiglia”.
Rei ha un tuffo al cuore e sbarra gli occhi. Sa che Kaoru desidera molto dei figli e che nello stesso tempo forse non potrà averne; le viene da piangere a pensare che Fukiko abbia potuto dirle una cosa così cattiva : l’ennesima figura meschina. Ama così tanto la sorella, che ogni brutta figura di Fukiko la sente come se l’avesse fatta lei.
“Oh no Rei! A volte, quando sono arrabbiata, mi sfugge sempre una frase di troppo! Non farci caso, non avrei dovuto dirtelo”, Kaoru teme di sobillare un litigio fra le sorelle, ma ormai gliel’ha detto forse per un desiderio inconscio di sfogarsi con la sua migliore amica e di aiutarla a capire chi è la sorella, che per sua sorella forse non vale così tanto la pena sacrificarsi.
“Kaoru sono costernata, mi dispiace tantissimo, dice sempre cattiverie, è bravissima a passare dalla ragione al torto, a volte penso che il sacrificio fatto per lei risulterà vano”, come al solito fra Kaoru e Rei c’è telepatia.
“Rei perché non ci vieni a trovare? Potresti chiarirti con Nanako”.
“Non me lo merito”.
“Sì che te lo meriti Rei, sei una persona meravigliosa, cerca di essere felice. Guarda anche me e Take : chi l’avrebbe mai detto saremmo tornati insieme? Se avessimo fatto di testa nostra, a quest’ora saremmo lontani anni luce. E poi dovrò pur contraccambiare tutto quello che tu e tuo fratello faceste per noi?”
“Non mi perdonerò mai per avere fatto soffrire Nanako, ho scelto la famiglia, ma per scegliere la famiglia e obbedire a mia madre, ho fatto soffrire una delle persone più buone e dolci di questo mondo”.
“Rei non ricominciare come al liceo, ribellati e vivi la tua vita”.
“Kaoru non insistere non me la sento, davvero, magari ne riparliamo più in là”.
Kaoru non insiste e cambia argomento, non perché si arrende, ma perché sa che i propri obiettivi si raggiungono lavorando piano piano, giorno per giorno….tanto quando si mette in testa una cosa niente e nessuno smuove Kaoru.
 
Se Rei è molto demoralizzata, ha perso il suo sorriso e si sfoga con la musica e la letteratura, per Nanako ha avuto un effetto davvero benefico il trasferimento e sente di essere cresciuta.
La sua emozione più grande è assistere alle lezioni del fratello, è molto felice della carriera che sta facendo, è come se la stesse facendo anche lei.
Nella sua vecchia facoltà seguiva dei corsi assai belli sì, ma non c’erano i corsi di letteratura europea comparata con quella giapponese approfonditi come nella sua nuova università, né tanto meno venivano studiati i poemi epici, la letteratura tradizionale popolare e nazionale europea, alcuni indirizzi di letteratura non erano nemmeno toccati; non a caso Take ha avuto la cattedra lì e non nella città dove abitava.
Nanako ha scelto lettere indirizzo classico, ovvero letteratura giapponese antica e moderna, storia, filosofia, anche inglese, ma amando la letteratura in generale compresa quella europea e trovandosi in una facoltà così all’avanguardia è elettrizzata all’idea di studiare e conoscere bene altri indirizzi letterari e soprattutto ne è curiosa!
Da amante qual è della letteratura nord europea a iniziare da quella inglese, si diverte a studiare tutto Shakespeare, i poemi epici tipici tedeschi e scandinavi, ogni giorno le sorgono nuove domande, ed è orgogliosa di quel fratello che fa lezioni davvero interessanti e stimolanti.
I suoi studi l’arricchiscono ogni giorno di più.
Inoltre le compagne con cui ha legato, vivono anche loro a Sapporo e quindi può esserci una frequentazione anche fuori delle mura universitarie.
Nanako non si sente mai sola; innanzitutto a Sapporo c’è il suo amato fratello a cui si è ricongiunta dopo due anni di rapporto a distanza, c’è la cognata adorata Kaoru, unico legame effettivo rimastole coi tempi della scuola; ormai Nanako e Kaoru sono una sorella l’una per l’altra, escono anche solo loro due da sole per una girata al parco o per negozi.
Con Tomoko e Mariko si è chiarita prima di partire, la telefonatina con loro c’è, si vogliono molto bene, ma con l’università erano cambiate troppe cose, Mariko letteralmente annichilita nel suo ragazzo, Tomoko presa da cucina e biologia aveva praticamente rinunciato a una vita sociale; invece Kaoru è sempre la stessa, pur impegnatissima con la facoltà di Medicina, pur sposata, riesce sempre a trovare un po’ di tempo da dedicare alle amicizie.
Ma l’esperienza che l’ha fatta davvero cambiare è lo studentato dove convive con altre coetanee. Se non ha troppo da studiare c’è sempre qualche ragazza con cui scambiare due parole o scherzare, per non parlare della compagna di stanza : Romi è troppo simpatica, vanno spesso in facoltà insieme dove Romi frequenta il corso di laurea specifico in Filosofia, è una ragazza alternativa, vestita con i pantaloni a zampa di elefante come negli anni ‘70, rielaboratrice di indirizzi di filosofia contemporanei europei e asiatici, pratica yoga e meditazione.
Aveva ragione Kaoru : è bellissimo vivere con tante ragazze della tua età.
Nanako non soffre mai la solitudine; fra le lezioni ancora più appassionanti e stimolanti rispetto alla sua università di provenienza, la nuova compagnia universitaria, il collegio, il fratello e la cognata, non conosce più nemmeno il significato della parola solitudine.
Nanako, però, si sente anche molto cresciuta. È vero che sta in collegio dove deve pensare solo a studiare senza doversi preoccupare di tutte le faccende di casa, ma stare lontani dalla famiglia di origine ti rende comunque molto autonomo; non puoi più rifugiarti sotto l’ala protettiva dei tuoi genitori, ma devi affrontare da solo ogni problema e imprevisto; comunque vadano le cose devi cavartela da solo senza scappare a nasconderti o a lamentarti dai genitori, e soprattutto senza delegarli a fare cose che devi fare tu; impari anche che per alcune cose non vale la pena prendersela, proprio perché non hai più a portata di mano la mamma da cui andare a piangere.
Nanako se ne è accorta quando si è rivista con Tomoko e Mariko durante una visita ai propri genitori un finesettimana. Si sentiva più grande di loro, come se nel giro di pochi mesi fosse trascorso qualche anno.
Nanako capisce che l’adolescenza ha una durata diversa a seconda delle proprie esperienze di vita; per tutti inizia intorno ai 14/15 anni, ma per chi dopo le scuole continua a vivere in famiglia l’adolescenza termina anche verso i 22/23 anni, mentre per chi come lei dopo le scuole se ne va di casa, l’adolescenza termina nel momento preciso in cui esci di casa. Per Nanako quindi l’adolescenza se ne è definitivamente andata.
Se fosse rimasta dai suoi si sarebbe ammalata di solitudine e si sarebbe arrovellata fino al deperimento per la fine della storia con bambola Saint Just; avrebbe convissuto con l’angoscia per il rischio costante di incontrarla per i corridoi universitari, alcune volte l’avrebbe vista davvero con la morte nel cuore, sarebbe stato molto più difficile studiare, a casa sarebbe stata da sola, le sue amiche dell’università dopo le lezioni tornavano a dormire nel loro comune di provenienza, zero vita sociale : veramente deprimente, così non superi mai i traumi e i dispiaceri, anzi ti ci perdi dentro senza fine e li ingigantisci.
Quanto ha ragione Kaoru! Quando ti trovi in una situazione difficile, hai avuto un distacco traumatico, un grande dispiacere, l’unica soluzione è andarsene e ricominciare, senza niente che ti ricordi ciò che ti è successo, fare nuove conoscenze, nuove amicizie; oltretutto nel suo caso col trasferimento in un’altra città Nanako ha arricchito molto i suoi affetti e instaurato nuovi legami speciali.
Non ha mai avuto una vita sociale, amicale e di studio così appagante.
Sarebbe il periodo più bello della sua vita, se non fosse per il ricordo di Saint Just; Nanako la ama ancora, per quanto sia allegra e soddisfatta della sua nuova vita, ne sente profondamente la mancanza, a volte si sorprende a piangere mentre studia. Se è in compagnia non pensa a lei, ma quando è sola … ci casca e mentre studia o rimette a posto la sua camera qualche volta piange.
Avrebbe preferito essere ancora ragazzina, stare ancora dai suoi con poche amiche ma vivere la sua meravigliosa storia d’amore con Saint Just, piuttosto che essere ormai una ragazza con la sua vita autonoma in un bello studentato e tante variopinte amiche ma col vuoto incolmabile di quello che per lei è e sarà sempre il grande amore della sua vita.
Le manca da morire la sua Saint Just, sente che non potrà mai innamorarsi di nuovo, il suo sollievo è di essere lontana, perché la lontananza aiuta a rimarginare almeno in parte le ferite. Eppure la pensa sempre, ormai Saint Just si è impossessata di una parte del suo cuore, è una parte di lei.
Spera sempre in una sua telefonata o in una sua visita che non arriva mai. Vorrebbe chiamarla lei, ma ha paura che Saint Just ce l’abbia con lei e non voglia più saperne.
Sono ormai mesi che non ne sa più nulla e il giorno di quello che sarebbe stato il loro 4° anniversario prima di addormentarsi comincia a singhiozzare nel suo letto, non riesce a soffocare il suo pianto. Meno male c’è Romi, la sua compagna di stanza, è molto importante non essere mai soli.
Romi è una vera amica, le amiche di Kaoru sono sempre una garanzia, sa di lei e Saint Just. Romi si alza e si siede sulla sponda del suo letto. “Nanako tutto bene?”
“Sì”.
“E allora perché piangi?”
“No … è che qui sono molto felice, e sono nello stesso tempo un po’ triste perché mi sono dovuta trasferire per essere felice, avrei voluto avere tutto questo nella mia città”.
“Nanako tu piangi per quella Saint Just, non negare. Ma scusa, come ha detto Kaoru, perché non fai tu il primo passo? Aspetta ad arrenderti”.
“Quattro anni fa ci mettemmo insieme proprio nella giornata di oggi. Forse non avrei dovuto lasciarla, e lei non mi perdonerà”.
“E’ una ragazza con una situazione familiare molto complicata, però secondo me potete mediare come dice lei, tu hai fatto bene a trasferirti, a prendere una pausa, come lei deve seguire quella sorella mostruosa ed è doveroso così, tu devi vivere nel miglior modo possibile i tuoi 20 anni, non puoi stare in balia di sua sorella che fa di tutto per guastare le giornate a te e a lei, però nulla è perso; non dovrei dirtelo, ma Kaoru mi ha confidato che anche questa Saint Just ti pensa sempre”.
“Ma non possiamo essere felici”.
“Che ne sai? Siete due ragazze molto buone, vi amate, ne avete passate tante, aspettate a buttare tutto”.
“Io le dissi di venirmi a trovare, ma non è venuta, non mi ha fatto neppure una telefonata”.
“Avrà remore anche lei come te. Magari mi fossi innamorata di una ragazza come te o come lei. Io tempo fa mi innamorai di un compagno di università, che non mi corrispondeva affatto e mi frequentava solo perché gli facevo comodo per gli esami. Pensa : gli feci pure una relazione sulla filosofia cristiana comparata con quella delle religioni orientali, gliela feci con tanto amore, passai giornate intere dietro a questa relazione, trascurando i miei impegni personali di studio e lo sport, per poi sentirmi dire che era orrenda, e che anzi a detta sua gliel’avevo tirata via di proposito; mi disse cose tristi, che ero insulsa, che era stufo di me, che l’avevo preso per stupido e non gli interessavo nemmeno come amica”.
“Romi mi dispiace…”
“Anche a me mi dispiace. Ero innamorata davvero del mio compagno di università, però a lui non ero nemmeno simpatica e mi scaricò in malo modo appena non gli feci più comodo, facendomi sentire un essere insignificante e inutile. Che tristezza Nanako. Tu invece ti sei innamorata di una ragazza che ti ama, dolce, buona, è vero con una sorella che è ciò che è, aspetta come la chiama Kaoru?”
“Lady Arpia”.
Le ragazze ridono “Vorrei conoscerla questa Lady Arpia, Kaoru dice sembra un catafalco” ridono ancora.
“Guarda non ti perdi nulla”, e ancora risate.
“Insomma Nanako aspetta a soccombere. Basta un niente per capovolgere una situazione. E comunque vada ricordati : ti rimarranno tanti bellissimi ricordi, e i ricordi sono sempre eterni e ti faranno gioire, nessuno deve mai farti smettere di ridere”.
Nanako ha smesso di piangere e si è risollevata “Grazie Romi”, l’abbraccia e dopo si addormenta serena.
Le amiche sono sempre la miglior medicina e la soluzione a tutto! Nanako sente una spinta interiore a darsi un’altra possibilità, le manca troppo bambola Saint Just, ha dovuto rendersi conto di non volersi rassegnare.
Non sa quando, non sa come, ma deve ricercarla e senza aspettare molto tempo. Nanako ha avuto la sua rivincita, ma per completarla le manca un pezzo fondamentale.
 
Frattanto Fukiko ormai prossima alla laurea ogni tanto riesce a convincere Rei a uscire col proprio gruppo di amiche. A Rei non piacciono le amiche della sorella, sono sdolcinate, affettate, sempre in punta di forchetta e impeccabili, risolini sommessi, a volte c’è Aya Misaki sempre altezzosa con lo sguardo arcigno – proprio non è riuscita a levarselo - , a volte c’è Hiroko – quella del brutto disegno su lei e Nanako – con cui si saluta a malapena. I concerti e le mostre dove vanno oggettivamente hanno una marcia in più, si partecipa soltanto su invito esclusivo, poche persone, gli spartiti più rari, le opere di nicchia magari accompagnate da guide turistiche che si dilungano, approfondiscono e magari rivelano particolari inediti da intenditori. Insomma, pur non apprezzando la compagnia, Rei partecipa per interesse strettamente culturale e anche per recuperare il rapporto ultimamente burrascoso con la sorella.
Rei spera di portare la sorella in un secondo momento nel proprio mondo, che il venirsi incontro possa diventare reciproco e non solo da parte sua.
Forse dopo la laurea Fukiko potrebbe essere più serena, sentendosi sempre più vicina al suo traguardo e chissà potrebbe diventare più disponibile verso il prossimo.
Intanto, sempre per farla contenta e inconsciamente anche per far contenta la defunta madre, Rei una sera prima di un concerto a cui è stata invitata la sorella, fa un cambio di look.
“Sorellina, hai 21 anni e ne dimostri 17/18, indossi spesso quelle camicie con la goletta stile seconda metà anni ‘80, pantaloni comodi e colorati, frangetta e capelli ricci, mettiti un tailleur sagomato, guarda ti presto il mio, ha i pantaloni come piacciono a te, ma è più femminile da donna, poi levati quella frangetta infantile e lisciati i capelli : sono più ordinati i capelli lisci, sei universitaria, frequenti eventi importanti, ci vuole un look consono”.
Rei ripensa alle parole di sua madre : capelli corti e lisci, perché i riccioli sono belli ma disordinati, danno l’idea della ribellione, della trascuratezza, un bel capello liscio è un ottimo biglietto di presentazione, significa precisione e cura di se stessi.
Effettivamente con un tailleur, capelli lisci, e senza frangetta Rei dimostra i suoi 21 anni. Mentre Fukiko elogia il suo look, Rei non si vede molto bene; le piace di più il suo stile sbarazzino, le piace dimostrare un’età inferiore, ha sofferto molto durante la scuola e vorrebbe recuperare quella spensieratezza perduta vestendosi e pettinandosi in maniera più libera.
È ancora innamorata di Nanako, in colpa verso di lei, e sa che Nanako si era innamorata di lei proprio per quel suo modo di essere libero, non impostato, spontaneo.
Una delle mattine seguenti Rei è in preda alla nostalgia, piange affacciata alla finestra di villa Ichinomiya con sa cherie la poupee in braccio, pensa alla sua Nanako, ormai la può vedere solo nella sua bambola del cuore; a un certo punto sente alle sue spalle strillare Fukiko “Reeeeiiii sei normale?”
“Che vuoi?” risponde con aria rassegnata.
“Reeeeiiiii sei normale?”
“Ma insomma cosa ho fatto? L’altra sera sono uscita con i capelli lisci e senza frangia, vengo a volte ai tuoi eventi raffinati con le tue amiche antipaticissime, cos’altro hai da ridire?”
“Rei butta via quella cherie poupee”.
“Sei tu che me la regalasti e ora non sono normale?”
“Non nei hai più bisogno perché viviamo insieme e puoi parlare direttamente a me anziché alla bambola. Non ti vergogni alla tua età a fare i complimenti a una bambola? Uno di questi giorni te la faccio sparire e non la rivedi più”.
“Ma cherie la poupee non è una bambola come le altre, ha un valore affettivo incommensurabile, mi tenne compagnia quando mi trattavi male a scuola, e visto che grazie a te Nanako mi ha lasciata almeno mi rimane ma cherie la poupee a ricordarmela, questa bambola per me è importante”.
“Rei sei infantile. Vestiti da ventunenne e non da ragazzina, sii più loquace con le mie amiche, non pensare a un amorazzo da pervertiti e metti in una scatola codesta ta cherie la poupee anzi ta cherie la bete”.
“No, qualche volta potresti anche tu venirmi incontro ed essere comprensiva con me”.
“Rei fra poco più di un anno ti laurei, smetti di essere infantile, butta via quella bambolastra”. Fukiko agguanta per un braccio la bambola con scatto veloce e improvviso, ma Rei la riagguanta subito a sua volta “Dammi la mia bambola”.
“Reeeeiii basta, taglia i legami con quella Nanako, che ringraziando il cielo si è levata di torno; possibile che dopo tutti questi mesi ci pensi ancora? Nanako sta lontana, non avrai più a che fare con lei, rassegnati, lei ha la sua vita da borghesuccia, tu invece devi elevarti, sei di rango alto e devi frequentare il nostro ambiente senza perderti in ricordi inutili e da bambine dell’asilo”.
Rei perde le staffe “Ma cos’altro vuoi da me? Io e Takashi facciamo tutto come vuoi te perché sennò ti arrabbi, tu però non pensi mai alla nostra sensibilità, ad adeguarti un po’ a noi. Potresti uscire a volte col mio gruppo di amici dell’università, sono ragazzi veraci, estroversi, brillanti, faresti due risate”.
“Immagino che risate. Rei nel nostro livello sociale dobbiamo avere portamento”.
“Ma le hai viste le tue amiche, come sono seriose? Mai una risata, mai una battuta. E poi sei sicura siano tue amiche? O sono solo relazioni di comodo? Sei sicura che alle spalle non ti dicano nulla contro? Perché a volte ti sento che parli male di alcune di loro, forse la cosa è reciproca”.
“Rei origli le conversazioni?”
“No, però, senza volerlo quando passo davanti al salotto o davanti a camera tua ti sento. Perché non provi un ambiente più libero e allegro? Un po’ spensierato. Vestiti tu qualche volta più casual, staresti più comoda. Io sarò un po’ naif, ma tu sembri molto più grande della tua età”.
“Rei io non mi abbasserò mai a certi livelli, e poi sembrare più grandi della propria età è un ottimo segno perché significa essere più maturi, mentre dimostrare meno denota infantilismo e tu ne sei una maestra con quella bestia”, Fukiko guarda con supponenza l’adorata bambola di Rei.
“Lasciami stare”, Rei se ne va rassegnata con sa cherie la poupee in braccio, sta perdendo ogni speranza in un cambiamento della sorella e comincia a pensare che forse deve pensare più a se stessa.
 
Qualche giorno dopo Rei torna particolarmente euforica dal conservatorio, balla quasi mentre entra in casa. Ha ricevuto dei bei complimenti da un professore che le ha detto chiaramente di essere una ragazza talentuosa, ha eseguito uno spartito particolarmente complesso di Beethoven, si era molto esercitata e le sue fatiche sono state premiate.
Entra in camera e vede che manca cherie poupee. Lei sa perfettamente di averla lasciata sulla sedia accanto al letto, il suo angioletto protettore, ma non c’è più. Capisce subito, si dirige arrabbiata dalla sorella che sta studiando per gli esami finali.
“Dov’è ma cherie la poupee?”
Fukiko ride con l’aria a presa di giro.
L’arrabbiatura di Rei sta aumentando, si sente vittima di una ingiustizia “Allora dov’è? Lo sai quanto ci tengo”.
“E’ sparita. Ho fatto una magia”.
Rei le risponde male disperata “lo sai quanto le voglio bene, quanto è importante, non ti basta che Nanako mi abbia lasciato, non devo avere nemmeno la bambola a ricordarmela, vuoi omologarmi a te e a quei bastoni rivestiti delle tue amiche”.
“Oh Rei come sei infantile, l’ho fatto per il tuo bene, perché tu cresca, basta con questa Nanako, volta pagina e vai avanti verso l’età adulta”.
“Dov’è?”
“Non te lo dico”.
“Basta Fukiko, io faccio ciò che voglio della mia vita, ridammi la mia bambola o giuro che ti fo sparire qualche oggetto che ti è particolarmente caro, giuro lo fo. Dov’è?”
“Mahhh” e Fukiko ride.
Rei comincia a rovistare nella stanza di Fukiko, ma non la trova.
“E’ inutile non la trovi, perché l’ho buttata via”, ride Fukiko.
“Cos’hai fatto?”
“Così ti ho liberata da un incubo”
“Tu sei un incubo per chi ha a che fare con te, sporca traditrice”, Rei spinge la sorella verso il letto e saltandole sopra le dice “Come hai potuto? Cattiva. Cosa hai fatto alla mia bambolina del cuore?”
Fukiko ridendo la scosta con una certa veemenza e le dice “Valigia che non sei altro, guarda dov’è” e indica il cestino delle cartacce accanto alla propria scrivania “Guarda come l’ho sistemata bene dentro al cestino, è il luogo adatto a quella brutta bestia. È solo un monito Rei; o cresci o prima o poi te la butto via davvero, così non penserai più a quella Nanako e ti troverai finalmente un bel ragazzo”.
“Questo non succederà mai”, Rei scappa furibonda con la sua cherie poupee in braccio, mentre Fukiko le ride dietro “Dai Rei sii spiritosa!”
Rei è stanca, incompresa, disperata; era stata una bella giornata come sempre sono le giornate trascorse al conservatorio, oggi in particolare aveva ricevuto dei complimenti veramente stimolanti, aveva avuto anche degli applausi da dei compagni di corso, invece sua sorella aveva rovinato tutto. In quei mesi non era cambiato assolutamente nulla. Rei aveva cercato di rabbonire sua sorella, di manifestarle il suo amore, aveva cercato di accontentarla uscendo con il suo gruppo, a volte aveva cambiato il proprio look sempre per farla contenta, ma in cambio avrebbe voluto che anche la sorella avesse cercato di entrare nel suo mondo; invece, se Rei non faceva per filo e per segno ciò che voleva la sorella tutti i santi giorni, veniva criticata, derisa, sicuramente a fin di bene e non con cattive intenzioni, ma pur sempre ingiustamente. Una ragazza sensibile e dolce come Rei non si sente accettata e benvoluta per ciò che è.
Come al solito Fukiko riceve senza dare in cambio nulla, perché o si fa come dice lei o sennò si sbaglia e non si capisce.
Rei vede quanto è stata malinconica in tutto questo tempo, afflitta da tristezza, sensi di colpa, ma era convinta della propria scelta perché lo faceva per il bene della sorella e per la felicità della propria madre, perché sua madre fosse orgogliosa di lei. Avrebbe voluto però che i suoi sacrifici venissero almeno in parte ricompensati; Rei aiuta le persone senza secondi fini ma non le piace nemmeno dare dare dare senza mai ricevere nulla in cambio. Lei si è adeguata alla sorella, ma ha capito che la sorella non si adeguerà mai.
Aveva sempre dimostrato un infinito amore verso la sorella, a scuola si era fatta offendere e bullizzare senza mai reagire e continuando a essere a suo completo servizio; anche adesso ormai da quasi un anno si era fatta lasciare da Nanako, si era adeguata a lei per continuare a essere costantemente criticata. E poi di cosa la critica? Fukiko ha un giro di amiche con cui si sparlano continuamente alle spalle l’una dell’altra, che stanno insieme se quando e finchè possono trarre delle utilità l’una dall’altra, che guardano solo alle apparenze, affettate e leziose, prese dall’elite e dal jet set. Rei non vuole che la sua vita sia questa e non vuole neppure essere una repressa come il fratello Takashi, un bravissimo ragazzo che almeno finora ha rinunciato a una vita sentimentale essenzialmente per non deludere il padre e la sorella. Si vive una volta sola, la vita ha un infinito valore e non si deve sprecarla per nessun motivo, non si può vivere di rimpianti e ripieni, alla fine saremmo tristi, delusi e arrabbiati.
Rei sta pensando di farsi coraggio come le suggerisce la sua amata amica Kaoru, la sua amica di vecchia data, la sua sorella elettiva : non vuole più rimandare il tentativo di riallacciare con Nanako e chiarirsi : ha aspettato troppo. Forse se anziché sottomettersi o mediare, Rei vive la sua vita in pieno, Fukiko vedendola felice sarà più portata ad accettare le cose e a capire di avere pregiudizi veramente assurdi e infondati. Rei alla fine prende atto di aver involontariamente alimentato questi pregiudizi e di aver altrettanto involontariamente viziato Fukiko ancora una volta.
Chi si deve svegliare è Fukiko e se suo padre e suo fratello vogliono continuare a viziarla, Rei, dato il “ringraziamento ricevuto”, non ne ha alcuna intenzione; Rei ha imparato che proprio viziando una persona se ne rovina il carattere.
In un momento di delusione massima verso la sorella e acquisizione della consapevolezza di sé la dolce bambola Rei solleva la cornetta del telefono e digita il numero del collegio di Nanako, il cuore le batte a mille, teme in una delusione, teme che, quando la sua ragazza per sempre le risponderà al telefono, la liquidi subito risentita o le riattacchi sul viso, ma ormai è in attesa; il cuore le batte così forte che le sembra di essere colpita ripetutamente nel petto. Sente rispondere dal collegio, risponde spedita e squillante chiedendo di parlare con Nanako Misonoo, ma …. è a lezione! Rei senza pensare riattacca in modo brusco, e solo in un secondo momento realizza di essersi scordata di lasciare il suo nome al gestore del collegio che le ha risposto.
È delusa, ma ci deve riprovare.
 
Telepatia : sesto senso : chissà? Nanako ultimamente pensa molto a Saint Just e ha deciso che in questi giorni la chiamerà. Quando torna da lezione si sente dire che è stata cercata da una ragazza che, una volta saputo della sua assenza, ha salutato senza lasciare il suo nome. Nanako lì per lì non ci fa caso; tuttavia, chiedendo all’università scopre che nessuna delle sue amiche l’ha cercata, telefona a Tomoko e a Mariko, e scopre che non sono state neppure loro. Così comincia a fantasticare e pensare sia stata la sua amata e indimenticata Saint Just. Le sembra fantasioso possa essere stata proprio lei, ma se nessuna delle sue amiche vicine e lontane è stata, può essere stata solo lei. Ci spera tantissimo, ma teme troppo una delusione.
Ricorda però di essersi ripromessa di ricercare Saint Just e che se vuole una rivincita a 360° deve lanciarsi; riutilizza lo stesso metodo dell’ultima volta in cui chiamò Saint Just, ormai quasi un anno prima e le telefona spacciandosi per una del suo gruppo – quanto sarebbe stato più semplice e diretto qualche anno dopo col telefono cellulare!!!!!
Rei è in casa, quando riceve la telefonata di Nanako, prende tranquillamente in mano la cornetta, pensando sia una del suo gruppo universitario e invece …. Ha quasi un colpo al cuore dalla gioia quando sente “Pronto Saint Just”… Non è la sua amica; è Nanako, è proprio lei.
“Nanako, allora poi lo avevo lasciato il mio nome alla portineria quando ti ho chiamato l’altro giorno, mi sembrava di averlo scordato”.
Quando Nanako sente questa frase capisce di aver intuito bene : era stata Saint Just a farle quella telefonata! Che gioia anche per Nanako sapere che inconsapevolmente si erano a vicenda cercate, che nessuna aveva scordato l’altra, che l’una voleva riallacciare il legame con l’altra.
“No, nessuno mi ha recapitato la tua telefonata, davvero”.
Saint Just ride “Allora Nanako ci siamo cercate a vicenda? Che telepatia!”; Saint Just è entusiasta anche del fatto che Nanako la chiama nuovamente col suo nome di battaglia del liceo ‘Saint Just’.
Ride anche Nanako “quando le mie amiche mi hanno detto di non essere state loro a chiamarmi, ho sperato tanto fossi stata tu, avevo paura a telefonarti perché mi sarebbe dispiaciuto se poi non fossi stata tu, quindi… non immagini la felicità nell’avere adesso la conferma che mi avevi cercata davvero”; ridono con risate grasse, ma la loro è felicità, felicità di essersi risentite, riavvicinate; se c’è una telepatia così intensa, significa che sussiste ancora un legame altrettanto intenso. Dopo aver riso e scherzato sugli equivoci, cominciano a parlare del più e del meno come due vecchie compagne di scuola, è quasi un anno non si sentono, hanno un’infinità di cose da raccontarsi, ma … Nanako chiama dal collegio, non può tenere occupato il telefono più di tanto, e dopo appena una ventina di minuti è costretta a salutare.
“Saint Just ora purtroppo devo lasciare libero il telefono, però promettimi una cosa : promettimi che non ci perderemo di nuovo, che ci risentiremo ancora e presto”, Nanako è molto malinconica nella voce.
“Ma cherie la poupee”, che emozione per Nanako sentirsi ancora chiamare così, le si stringe il cuore dalla nostalgia; Saint Just prosegue la frase “mi manchi da morire, vorrei tornare indietro nel tempo e cambiare tutto” sta per mettersi a piangere “mia sorella non cambierà mai ed è così ingiusto che tu debba spacciarti per un’altra per parlare con me. Risentiamoci presto”.
“Molto presto ti prego, anche tu mi manchi così tanto, è come se mi mancasse una parte di me e io voglio recuperare quella parte” dice Nanako.
“Molto presto ti richiamo vedrai, molto presto”, Saint Just vorrebbe dirle che la ama ancora, ma non sa se è opportuno.
“Allora a prestissimo e se ti va un giorno vienimi a trovare”.
“Certo che verrò, mia amata bambolina”.
La felicità e l’euforia vengono progressivamente sostituite da una tremenda nostalgia, ma le ragazze si sono riavvicinate spontaneamente e reciprocamente. È un riavvio del precedente rapporto? È l’inizio di un nuovo rapporto? È stata una toccata e fuga? Tanto per parlare alla Saint Just : se son rose fioriranno!
 

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Capitolo 42
*** La dottoressa Stranamore La principessa dei Cupidi ***


Kaoru è particolarmente gasata in questo periodo. Come vola il tempo. Sembra ieri che era una dolce matricola di Medicina, super emozionata di essere appena entrata alla facoltà dei suoi sogni e ora sta già finendo il 3° anno, è già a metà del suo percorso universitario, che emozione!
In questi 3 anni ha fatto degli esami molto interessanti e stimolanti, non si stanca mai di studiare e approfondire, ogni esame l’appassiona e la diverte, si diverte ancora più che a palla a canestro, e non smetterebbe mai di studiare da quanto ama e si sente in sintonia con ciascun esame affrontato. Medicina è proprio la sua facoltà, non c’è niente da fare, Kaoru è nata per la medicina; ricordando il passato, la sua pregressa passione per la palla a canestro o anche in seconda battuta per la fisica, che credeva le sue vocazioni, capisce che l’interesse era solo vagamente paragonabile a quello per il funzionamento e le malattie del corpo umano.
Kaoru è poi elettrizzata all’idea di salvare delle vite, di farle stare meglio, di eliminare qualsiasi tipo di malanno. È la sua vocazione, la sua missione mistica. La vera ‘missione Kaoru’ non è quella ideata qualche anno prima da Takashi per farla riconquistare da Takehiko, la vera ‘missione Kaoru’ è curare e guarire.
Eppure Kaoru fin da bambina si è sempre gasata ogni volta che riporta la serenità e l’armonia nelle persone che la circondano; al momento in attesa di poter rimettere in sesto a livello fisico le persone deve ‘accontentarsi’ di scacciare via da loro tristezze e malinconie e di farle sentire amate.
È troppo entusiasta del riavvicinamento fra Nanako e Saint Just, che hanno ricominciato a telefonarsi con regolarità quasi tutte le settimane. Nanako ha adottato un nome e cognome di fantasia e con quelli chiama villa Ichinomiya, mentre Saint Just telefona col suo vero nome al collegio di Nanako.
 
È appena finito l’anno accademico. Nanako, Kaoru e Takehiko scendono a Yokohama per stare con la famiglia durante la pausa prima dell’inizio dell’anno accademico successivo, Nanako va dai genitori mentre Kaoru va col marito dai suoi.
Kaoru ha voluto programmare una bella rimpatriata fra Nanako, Tomoko, Mariko, Kaoru e Saint Just come ai vecchi tempi, una serata esclusivamente fra ragazze in un pub con apericena e poi disco dance! Take a sua volta va con Takashi e la vecchia compagnia a trascorrere a casa di uno di loro una serata al maschile fatta di partite di calcio alla TV e film demenziali.
Nanako è molto emozionata all’idea di rivedere Saint Just, un conto è risentirla al telefono, un conto è vederla di persona, un anno fa si sono lasciate, da un anno non la vede, e se al momento del loro incontro da parte di Saint Just fosse terminata la magia? Si confida con Kaoru, la cognata-sorella, che ha raccolto fino all’ultima delle sue lacrime quando un anno esatto prima raggiunse lei e Take al nord dopo aver lasciato Saint Just.
“E’ tutta colpa mia, Kaoru, l’ho data vinta a quella Lady Arpia” (ormai anche Nanako la chiama così!).
“Non l’hai data vinta a nessuno, volevi giustamente vivere i tuoi 20 anni, gli anni più belli della nostra vita, nella serenità che meritano, non volevi che le due sorelle litigassero per te, volevi inconsciamente mettere alla prova il vostro rapporto, era una situazione troppo complicata, ma stasera sii te stessa, stai serena, io e Take abbiamo delle sensazioni positive”.
Nanako abbraccia la cognata, e avverte una sensazione di calore promanare dalle braccia di Kaoru. Questo calore la incoraggia e la rende particolarmente sicura di sé. Kaoru è proprio speciale, meno male c’è lei ad accompagnarla al pub.
Quando arrivano al pub sono già arrivate insieme Tomoko e Mariko e scattano i grandi saluti festosi, e subito dopo arriva la bellissima e dolcissima Saint Just. Saint Just e Nanako si guardano con grande intensità, vorrebbero abbracciarsi, ma hanno delle remore, si sentono come nel periodo precedente alla loro dichiarazione ormai cinque anni prima, ma com’era diverso il contesto! Quanta malinconia e nostalgia!
D’istinto le ex fidanzate si mettono accanto al tavolo e parlano con le altre tutte insieme amabilmente tutta la sera, lanciandosi qualche sguardo malinconico di tanto in tanto. Al momento di andare nella parte sul retro del pub, la disco dance, Kaoru un po’ finge di iniziare a ballare poi attira a sé Mariko e Tomoko con delle scuse e chiede loro di smettere di ballare per stare con lei : ha cose importanti di cui parlare, vuole parlare con Tomoko di questioni nutrizionistiche influenti sul metabolismo, di alimentazione legata alla medicina, mentre a Mariko chiede di starle accanto perché vuole rievocare i tempi del liceo quando Mariko era una sua fan “Dai Mariko facciamo un tuffo nel passato quando eravamo spesso insieme perché ero la tua dottor Kaoru”.
“Kaoru ma quando mai sei stata così vanesia?” dice fra il perplesso e il divertito Mariko.
“Stasera ho voglia di amarcord” dice vaga Kaoru.
“Ah ah ah, riconosco la nostra Kaoru, vuole lasciare sole le ex fidanzate” ride Tomoko.
“Kaoru sei sempre la solita ragazza speciale” dice con dolcezza Mariko.
Nanako e Saint Just ballano ridendo tutta la sera, e in mezzo al frastuono della discoteca si raccontano le ultime novità, fra cui l’imminente festa di laurea di Fukiko.
La serata trascorre felice finchè le ragazze si salutano con la promessa di altre reunions prima del ritorno a Sapporo di Kaoru e Nanako.
Sia Nanako sia Saint Just sono molto felici, si sentono due ragazzine ai primi batticuori, hanno rivissuto la loro adolescenza, quel bel periodo del liceo successivo al loro fidanzamento, un dolcissimo tuffo nel passato che non vedono l’ora di riproporre.
Per ora si comportano da amiche, perché è giusto così, per far chiarezza, per non fare altri errori.
 
Ed ecco arrivato il gran giorno : la festa di laurea di Fukiko già Lady Miya, neolaureata in giurisprudenza! Grande emozione e scalpore a Villa Ichinomiya dove si terrà il ricevimento.
Abiti lunghi, gioielli sfavillanti, capelli freschi di parrucchiere sono le regole auree.
Saint Just per far contenta la sorella si è messa un abito lungo con la gonna che non le piace per nulla, e ovviamente si è stirata di nuovo i capelli e mandata indietro la frangetta.
Tutta la sera è un susseguirsi di flash fotografici, cineprese, proiezione in maxischermo della consegna della laurea in facoltà, declamazioni di poesie, balli impostati lenti, musica classica e medievale di sottofondo.
Come per la festa di laurea del fratello, Saint Just suona qualcosa anche per quella della sorella; con grande nostalgia pensa a quando suonò sul palco musica rock scoppiettante alla festa di laurea del fratello, canti e balli sfrenati fino all’alba, l’attesa dell’alba stessa nel grande parco della casa del popolo dove si tenne la festa, le promesse di amore con Nanako al chiaro di luna, quanto si divertirono, quante risate grasse e sguaiate. Non sono passati nemmeno 4 anni eppure sembra una vita fa …
Ora è tutto diverso; tanto si divertì dal fratello, tanto è noiosa e pesante la festa della sorella; a questo si aggiunge che indossa un odioso abito lungo a sirena, che non vede l’ora di togliersi perché detesta le gonne; suona della musica classica al pianoforte, Saint Just è innamorata della musica classica, però questa festa è davvero noiosa e imbalsamata, un insieme di facce appese su manichini, dove al massimo si può sorridere, non c’è nessuna delle sue amiche, non c’è Nanako.
Si sono riviste altre due volte, sempre il mitico gruppetto a cinque, per un cinema, un sushi bar, si sono divertite moltissimo come ai vecchi tempi, lei e Nanako si sono sempre scambiate qualche sguardo in più, hanno cercato scuse per restare un po’ indietro rispetto alle altre e scambiare qualche frase in più, e prima della partenza si rivedranno ancora tutte e cinque.
Gli applausi per Saint Just non smettono mai, è stata ancora una volta divina a suonare. Un lato positivo c’è stato.
Al momento dei balli rigorosamente lenti sulla base di musica leggera (guai a mettere musica rock) Saint Just, mentre scambia qualche parola col fratello, viene invitata a ballare da uno sconosciuto. È un ragazzo oggettivamente carino, ma a Saint Just non interessa e gentilmente declina l’invito.
Il ragazzo insiste “Dai concedimi l’onore di ballare con una futura famosa pianista, adoro la musica classica e vorrei conoscerti meglio”.
“Dai Rei vai” si precipita Fukiko.
“Davvero no”, Rei si allontana verso l’altra parte del salone, ma il ragazzo assillante le va dietro, è uno che non accetta di sentirsi dire ‘no’.
“Dai su che ti costa un giretto?”
Fukiko e alcune sue amiche gli fanno eco “Dai Rei” “Non si rifiuta un giro di ballo a un ragazzo” “Dai sbloccati” ridacchiano bonariamente.
Rei si sta arrabbiando, ripensa a Nanako, a ciò che vuole veramente “Ho detto di no”, il ragazzo insiste, le altre insistono, alla fine a Rei salta la bambola e risponde male :
“Ho detto no, basta, ma perché volete costringermi a ballare con un ragazzo se non mi va?”
“Rei abbi portamento alla mia festa di laurea” Fukiko interviene severa e nevrastenica.
“Io sono educata, siete voi insistenti, l’insistenza è maleducazione” prosegue Rei arrabbiata.
“Rei chiedi scusa” intima Fukiko.
“Fukiko, perdonami, ma se a Rei non andava ballare perché avete insistito?”, Takashi interviene in aiuto di Rei.
“Eccolo! Invece di darmi una mano, devi fare l’eccentrico, l’alternativo, io non vi permetterò di rovinarmi la festa di laurea”, Fukiko va via stizzosa, il ragazzo che aveva invitato Rei va via offeso, e Rei se ne va in camera sua a piangere. La serata per Rei è finita. È sempre più stufa, ha sempre più voglia di ribellarsi, le manca tanto Nanako e teme di non poter più tornare indietro.
Il giorno dopo si prende una sfuriata spaziale dalla sorella per aver piantato in asso tutti alla festa.
“Eravamo un centinaio di persone, non se ne saranno neanche accorti”.
“Tu sei mia sorella, una Ichinomiya, e dovevi restare fino alla fine, villana”.
“Villani siete stati voi, se non insistevate per farmi ballare a tutti i costi con quello lì, io rimanevo”.
“Dovevi ballare con quel bel ragazzo, non sei normale; quando ti deciderai a comportarti come si deve?”
“Non voglio intromissioni nella mia vita privata”.
“Sì invece se è per il tuo bene”.
“Io fo come voglio perché non sono inferiore a te”.
“Ragazze calmatevi”, Takashi prova a calmare le acque.
“Rei comportati bene, non mi fare arrabbiare”.
“Sono maggiorenne come te, e non sei mia madre, sei mia sorella”.
“BAAAASTAAA siete peggio di cane e gatto”, con lo strillo di Takashi le sorelle tornano a posto, pur guardandosi male.
 
Rei ha bisogno di sfogarsi e con chi meglio di Kaoru?
“Come vorrei averti qui Kaoru, come ai vecchi tempi, mia sorella vuole farmi piacere i ragazzi in tutti i modi”.
“Rei sii te stessa, è la stessa raccomandazione che mi dette Take una volta; è giusto tu faccia delle cose carine per Fukiko, però lei non si adegua mai a te, tu cerchi sempre di capire lei, ma lei non fa altrettanto. Cerca di non avere rimpianti. Perché prima del nostro incontro a cinque la prossima settimana non proponi a Nanako di vedervi voi due un po’ prima? Si vede che avete voglia di stare fra di voi”.
“Mi piacerebbe tanto”.
“E allora perché non lo fai?”
“E se mi dice no?”.
“Oh no Rei, non ricominciare come al liceo, sembri Take quando doveva riconquistarmi, su questo siete simili; Nanako, detto fra noi, ha tante paure anche lei perché – sì : sto ancora una volta chiacchierando troppo – ma a sua volta è piena di sensi di colpa, dai su riavviate come si deve almeno l’amicizia”.
“D’accordo, mi farò coraggio”.
 
Rei chiama Nanako e decidono insieme di farsi una passeggiata di un paio di ore prima di incontrare le altre per la cena. L’indomani Nanako, Kaoru e Takehiko ripartiranno per Sapporo in vista dell’inizio delle lezioni del nuovo anno accademico.
I ciliegi sono in fiore, una piacevole brezza crea dolci vortici rosa di petali di ciliegio, quanti ricordi…tutto esattamente come cinque anni prima.
Le ragazze scherzano su queste analogie e rievocano divertite il loro primo incontro sul bus, quando Nanako si trovò sospinta su Rei dalla calca e grazie a Rei riuscì a scendere alla fermata davanti alla scuola, Rei la sollevò come una bambola, come cherie poupee.
Ed è già un anno che la loro relazione sentimentale è finita.
“Nanako anche se stiamo in città diverse, vediamoci, quando scendi dai tuoi dimmelo”.
“Saint Just vienimi a trovare anche tu. Puoi dormire da Kaoru, lei e Take hanno una stanza per gli ospiti, tu puoi dormire lì e se ci sei tu verrei a dormirci anch’io, pensa dormiremmo insieme come ai vecchi tempi, chissà quante volte Kaoru ti avrà invitata, la conosco”.
“Molte volte, anche Takashi è stato invitato, Kaoru e Takehiko ci chiedono di venire, ma io mi sento troppo in colpa, è solo colpa mia se te ne sei andata, praticamente Fukiko ti ha cacciata, come al solito l’abbiamo viziata e viziandola lei diventa sempre peggiore e le persone intorno a lei soffrono sempre di più”.
“Io non ho mai capito perché Fukiko è così viziata, è una ragazza molto intelligente, che comunque ha un cuore pure lei, che ti ama molto; viziare un figlio però significa renderlo insensibile ed egoista, lei infatti pensa solo a se stessa e mai agli altri, non si mette mai in dubbio, e ci fa soffrire tutti, non è la prima volta”.
“Ho deciso di non permetterglielo più, Nanako io voglio continuare a sentirti, ti prometto verrò a trovarti, io ti amo ancora, io mi rimetterei in questo stesso momento con te”; Saint Just sente le palpitazioni nel suo cuore.
Nanako è felicissima, Saint Just la ama ancora, ma Nanako ha tanti dubbi, ha bisogno di rassicurazioni, sente come delle tenaglie che la frenano “Saint Just tu per me sei come Kaoru per Take, lui non amerà mai nessun’altra ragazza al di fuori di lei, anche se Kaoru non l’avesse ripreso, lui l’avrebbe amata per sempre, e lo stesso è per me nei tuoi confronti. Anch’io ti amo ancora e ti amo infinitamente, abbiamo condiviso troppe cose - belle e brutte - . Però, ancora è presto per rimettersi insieme, abbiamo ancora dei dubbi, delle remore, dobbiamo ancora chiarire, hai soltanto ora preso consapevolezza di volerti rendere autonoma da tua sorella. E se poi ti riassalgono i sensi di colpa verso tua sorella? E se tua sorella reagisce particolarmente male? Credimi non è facile neppure per me, non vorrei mai litigaste per causa mia e sinceramente non vorrei neanche tornare a essere vittima dei dispetti e ritorsioni di tua sorella”.
“Nanako io ti amo credimi, non ho mai smesso di amarti. È tutta colpa mia” Saint Just piange.
“No Saint Just non piangere, che c’entri tu? È stata una mia decisione trasferirmi”.
“Io ti faccio sempre soffrire … al liceo … adesso … povera Nanako, io non ti merito, non dobbiamo più stare insieme, non ti merito e basta”.
“Basta Saint Just, l’unica persona che fa soffrire sempre tutti – perdonami se te lo dico – è tua sorella. Io ti capisco, ti è morta la mamma, nel morire ti ha affidato tua sorella, hai un fortissimo dovere morale di protezione, e poi è tua sorella, indipendentemente dalla promessa fatta a tua madre, è tua sorella. Con la mia presenza ti senti fra due fuochi, ti senti in colpa verso tua sorella nel realizzare te stessa alla luce del sole, ti senti in colpa verso di me nascondendo la nostra relazione a tua sorella; non è colpa tua, ti sei ritrovata in un vortice molto più grande di te, e io me ne sono andata per rendere a entrambe la vita più facile e in particolare aiutarti a capire cosa vuoi davvero e come vuoi raggiungere ciò che vuoi senza intralci. Per esempio Saint Just : Fukiko lo sa che in questi giorni  hai visto me e Kaoru?”
Saint Just piange più che mai e fa cenno di no.
“Vedi, tu non ti senti neppure libera di dirle chi frequenti, ma è proprio da qui che devi partire. Se torniamo insieme non puoi inventarle all’infinito che esci e ti senti con altre persone, anche perché le bugie, pure quelle a fin di bene, hanno le gambe corte. Come puoi vivere un amore o anche un’amicizia di nascosto?”
“Lo so, ci ho già riflettuto infatti e devo affrontare la questione con mia sorella. Non è giusto Nanako che tu ti faccia sempre da parte, non è giusto tu abbia sconvolto le tue abitudini”.
“L’ho fatto anche per me, perché io sto male se stai male tu, e sarei stata troppo male a vederti litigare con tua sorella perché sei fidanzata con me; cosa ne sarebbe stato del nostro rapporto?”
Saint Just continua a piangere “non ti merito, che sfortuna per te avermi incontrata”.
Nanako abbraccia Saint Just “non pensarlo mai, sei una delle cose più belle mi sia mai successa, e muoio all’idea di perderti, sono stata molto male senza di te, non sono riuscita a dimenticarti e poi ci siamo cercate all’improvviso in contemporanea proprio perché non riusciamo a fare a meno l’una dell’altra, continuiamo a sentirci e a vederci come amiche, facciamo come dicesti tu l’anno scorso, vediamo come si evolve la situazione, ma non lasciamoci più Saint Just, abbiamo bisogno l’una dell’altra. Poi sai : voglio dirti una cosa; studiare lontano da casa è un’esperienza davvero bella, vivi e ti confronti con tante coetanee, impari l’autonomia, assisto alle lezioni di mio fratello che sono veramente appassionanti, sono felice di aver fatto questa esperienza, non tornerei alla vita di prima, quindi non sentirti in colpa, va bene così”.
Saint Just non riesce a smettere di piangere, mentre Nanako le accarezza i capelli. Rimangono abbracciate per una decina di minuti, un intervallo che avrebbero voluto rendere eterno, ma devono raggiungere le altre per l’ultima serata prima della partenza di Nanako e Kaoru. Camminano mano nella mano, però, di tanto in tanto si guardano tristemente, soprattutto Saint Just è avvilita, ma Nanako ha ragione è meglio vedere i successivi sviluppi. Nanako ha la morte nel cuore, si sente morire, quanto avrebbe voluto dirle “sì torniamo subito insieme”, il suo istinto era quello, voleva stringerla, baciarla, azzerare quell’anno tristissimo, ma data la delicatezza della situazione ha preferito razionalizzare, anche se soffre molto, anche se l’aspetteranno lunghe nottate di pianto.
 
La vita trascorre serena successivamente. Fukiko si è iscritta a una scuola superiore per aspiranti magistrati nella vicina Tokio ed è ultra galvanizzata. Ogni giorno racconta nei minimi dettagli le lezioni e le esercitazioni ai fratelli, i quali si fingono interessati, non essendo mai stati amanti delle discipline giuridiche. È più allegra del solito perché si sente sempre più vicina a realizzare il suo sogno, e dà meno il tormento alla sorella, anche perché è sempre barricata in camera a studiare.
Rei e Nanako continuano a telefonarsi e quando Nanako scende dai suoi non manca mai di vedersi con la sua Rei/Saint Just per un cinema o una passeggiata in centro.
Ma Rei non va mai a trovare Nanako, finché non prende in mano la situazione Kaoru.
Kaoru organizza una serata a casa sua un finesettimana in cui vuole accelerare le relazioni sentimentali fra persone a lei molto care.
“Adesso basta, faccio un invito vero e proprio a Rei e a Takashi, dico di venire qua, tanto abbiamo la camera degli ospiti; per una sera Takashi dorme con te, io dormo con Rei, ovviamente si invita anche Nanako, tanto se aspetto che venga Rei : aspetta e spera che il giorno si fa sera! ah invito anche uno specializzando del terzo anno di ortopedia che presta servizio nel tutorato per noi studenti universitari, è simpatico ed è sempre disponibile per spiegazioni o attività di tirocinio. Vediamo se scattano delle scintille”.
“Perché inviti anche il vostro tutor?”
“Saburo è veramente in gamba professionalmente, ed è pure moderno, di ampia mentalità, pensa che quando una mia compagna ha provato a corteggiarlo lui è stato molto gentile e sincero, le ha risposto che poteva darle solo la sua amicizia perché gli piacciono i ragazzi”.
“Kaoru vuoi trovare il ragazzo a Takashi? Non ti mettere in mezzo”.
“Ma sì dai, perché no?”
“Kaoru lo sai quanto è inibito Takashi, lascia perdere, sarebbe capace di chiudersi a riccio più che mai”.
“Proprio perché è inibito ha bisogno di una spinta, di conoscere la persona giusta. Guarda che il nostro tutor è un ragazzo simpatico, premuroso, gentile, ha pure gli occhi grigio-azzurri come piacciono a Takashi, lascia fare a me”.
“Se lui non cambia mentalità, non serve a nulla presentargli qualcuno”.
“Tu lascia fare a me”, insiste Kaoru.
 
Con l’invito ufficiale la situazione effettivamente si smuove. Rei e Takashi accettano molto contenti l’invito, e con buona pace di Fukiko, che viene di proposito informata della meta della loro gita fuori porta. Vuole essere Rei personalmente a dirlo alla sorella; per Rei è l’occasione per far vedere alla sorella che alla fine frequenta chi desidera perché ne ha diritto tanto quanto lei.
Fukiko storce la bocca “Immagino ci sarà anche quella Nanako”.
“Io frequento chi voglio” risponde decisa Rei.
“Non ho tempo da perdere coi tuoi colpi di testa, ho troppo da studiare e un obiettivo troppo complesso da raggiungere per stare dietro ai tuoi infantilismi. Spero solo si tratti di un incontro occasionale, perché non mi piace che tu ti mescoli a quei rozzi dalle idee balorde, per Takashi ormai non c’è più nulla da fare, lui è un caso disperato, ma tu almeno salvati”.
Rei non le risponde neppure, perché sa non ne vale la pena e perché non vuole rovinare la sua felicità con un litigio con la sorella.
Rei e Takashi prendono l’aereo e arrivano entusiasti da Kaoru e Takehiko nel pomeriggio di un sabato.
Rei dopo un po’ chiede di andare a trovare Nanako.
“Vieni anche tu Kaoru?” le dice Rei.
“No, è bene stiate un po’ per conto vostro, io proseguo con la preparazione della cena”.
“Dottor Kaoru sbaglio o non ti piaceva cucinare? Facevi sempre la faccia annoiata alle lezioni di economia domestica”.
“Adesso che devo farlo per me e non per la scuola, ho scoperto che non mi dispiace cucinare, e in questo periodo mi piace fare gli arrosti, vai vai”.
 
Rei arriva al convitto. È una bella struttura moderna, si vede che devono esserci molte stanze, alla portineria viene accolta con gentilezza e si mette a sedere su una sedia in sala d’attesa. Vede delle ragazze uscire con visi ridenti, altre passeggiano nel cortile interno, da una parte c’è una statua vecchia di Buddha, le luci sono soffuse, il corridoio non è molto luminoso, riecheggiano per i corridoi le voci allegre delle convittrici. Si ricorda di quando al Seiran c’erano delle convittrici che alla fine delle lezioni tornavano nelle loro stanze. Anche a Rei sarebbe piaciuto studiare lontano da casa, vivere con delle coetanee, diversamente dalla sorella Fukiko per la quale studiare lontano da casa era giusto una spesa da sostenere solo se proprio non se ne poteva fare a meno perché la famiglia non si deve mai lasciare.
A un certo punto arriva Nanako che l’abbraccia entusiasta. È bellissimo essersi riviste nel convitto di Nanako, stanno abbracciate per diversi istanti, come sempre quando si incontrano, eppure questa volta sono commosse, forse perché si vedono in un contesto diverso. Rei/Saint Just non riesce a non pensare che Nanako vive qua - certo in un collegio bello veramente bello - per colpa di Fukiko, che l’ha praticamente spinta a proseguire l’università lontano da casa, con tutte le spese non indifferenti per la famiglia di Nanako.
Mentre si staccano dall’abbraccio per cominciare la loro passeggiata sopraggiunge Romi, la compagna di stanza di Nanako che nel salutarla si rivolge a Rei dicendole “Mmmmh, vediamo se indovino : tu devi essere la famosa Saint Just”.
“Sì e tu devi essere Romi”.
“Nanako deve parlare così tanto all’una dell’altra che ci riconosciamo” sorride Romi “sono contenta di averti finalmente vista, vieni qualche volta a trovare Nanako, non aspettare ti inviti Kaoru, magari un’altra volta che vieni facciamo una girata tutte insieme anche con le altre del nostro gruppettino che abbiamo formato qui al convitto”.
“Grazie”.
Mentre Romi se ne va dà una gomitata a Nanako e le strizza l’occhio.
Nanako e Rei fanno una bella passeggiata per tutto il centro, Nanako le illustra i principali monumenti della città, si fermano a un parco e siedono su un’altalena. Nanako ricorda che Saint Just stava seduta su un’altalena quando si incontrarono al parco la sera prima del suo famoso incidente : questa coincidenza sarà un nuovo inizio?
“E’ stato meraviglioso questo pomeriggio, perché non sei venuta anche prima? Sono mesi che ti dico di venire, ha ragione Romi, non aspettare di essere invitata da Kaoru; all’università mi introducesti nel tuo gruppo e io almeno ti contraccambierei facendoti conoscere le mie compagne di collegio, che sono altrettanto simpatiche. Dai Saint Just vieni più spesso”.
“Romi è stata molto gentile con me, quando invece meriterei solo delle smusate”.
“Saint Just devi sempre assumerti tu le colpe di Fukiko, ora basta, basta Saint Just” Nanako si arrabbia, si arrabbia a fin di bene “al liceo invece di prendere consapevolezza che eri vittima di un cattivo bullismo e reagire ti facevi soggiogare e bullizzare da tua sorella più che mai; ora stai ricominciando, tua sorella tratta male e offende le persone, e tu ti colpevolizzi come fossi stata tu. Devi sempre proteggerla, devi sempre farla sentire perfetta, tutelare il suo orgoglio cattivo, assumerti le sue colpe, basta Rei, quando ti renderai conto che tu sei una persona meravigliosa e che quella sbagliata è tua sorella, che tu e anche Takashi siete delle sue vittime insieme a tanti altri me compresa? Quando ti renderai conto che meriti le cose più belle, e che l’unica a dover cambiare è tua sorella? Quando Rei? Lo capisci che lei ti farà rimanere sola e ti rovinerà gli anni più belli come stava già facendo ai tempi della scuola? E lo capisci che se le fate gestire la vostra vita, lei non si metterà mai in dubbio e sarà sempre più spietata? Lo sai cosa ha avuto il coraggio di augurare a Kaoru? Sapendo perfettamente cosa le è successo, le ha augurato di non avere figli”.
“Kaoru me l’ha detto, mia sorella è stata inqualificabile”.
“Sì ma c’è un’altra cosa che non sai; Kaoru non vuole te lo dica, ma te lo dico lo stesso; Kaoru ha pianto per quasi una settimana per quell’augurio, perché forse per le cure avute non potrà davvero avere figli, e Fukiko lo sa che forse Kaoru non può avere figli; ti rendi conto ? E la spinta che mi dette la sera che scoprì che eravamo fidanzate? E le cose terribili che escono sempre dalla sua bocca? Rei valorizzati, prendi consapevolezza di te, questo non ti impedirà di amare tua sorella e di proteggerla, ma almeno lei potrebbe migliorare come persona. Se lei è sempre più viziata e cattiva è anche colpa tua e di Takashi che anziché ribellarvi vi lasciate sottomettere. Lo so che ami molto tua sorella ed è giusto, è il tuo dovere, ma amare significa anche aiutare una persona a migliorarsi e non è certo viziandola che la migliori”.
“Non mi crederai, ma ultimamente ci stavo sempre più pensando, e allora sono stata proprio io a dirle che io e Takashi oggi saremmo stati qua e quando mi ha chiesto se ci saresti stata le ho risposto che frequento chi voglio. È già un inizio, ma voglio cercare di andare allo scontro il meno possibile”.
“Saint Just io non voglio litighiate, lo sai che ti ho lasciata e me ne sono andata proprio per non essere causa di litigio fra voi, ma non voglio neanche tu ti senta in colpa senza motivo, che tu stia male per circostanze e comportamenti di tua sorella che non sono assolutamente riconducibili a te ma a delle idee sbagliate sue, e non voglio tu ti sottovaluti per far risaltare lei per nessun motivo, voglio tu prenda consapevolezza del tuo diritto alla felicità”.
“Però … tu ora sei qua, invece che dai tuoi, invece che dalle tue amiche storiche”.
“Basta Saint Just” Nanako si arrabbia di nuovo “ti ho appena detto di smettere di prendere le colpe di tua sorella, tu sei vittima tanto quanto me, sei una vittima Saint Just, vittima non colpevole, VITTIMA; fattelo entrare in testa. Ti ho appena detto che devi essere felice, capito? DEVI essere felice”.
Si abbracciano commosse “Come farei senza te e Kaoru?” dice Rei.
“E noi come faremmo senza di te? Se ti dico queste cose è proprio perché non voglio perderti, altrimenti ti lascerei stare. Sei una delle persone più buone e dolci di questo mondo, nessuno deve approfittarsene. Ora però andiamo sennò cenano senza di noi”.
Mano nella mano e rasserenate le ragazze camminano, Rei vuole ormai rendersi autonoma dalla sorella, e Nanako desidera più di ogni cosa rimettersi con Rei; sanno perfettamente di amarsi ancora.
 
Kaoru ha preparato un bell’arrosto con tanti contorni, tutti si divertono e fra Takashi e il tutor della facoltà di Kaoru si instaura una bella sintonia che non passa inosservata. Takashi racconta che si sta appassionando a una serie TV americana sui medici e si diverte ad ascoltare le vicende del pronto soccorso ortopedico che Saburo frequenta per conseguire la specializzazione. Alla fine Takashi e Saburo si mettono a parlare fra di loro due ignorando gli altri, e …quando Saburo se ne va si scambiano i numeri di telefono! Take è orgoglioso della moglie che ha dimostrato di conoscere Takashi meglio di lui.
Nanako e Rei appaiono serene e gioiose, ridono, scherzano.
La sera Takashi, nella camera degli ospiti con Takehiko, gli confessa che quel Saburo gli piace “Pensavo fosse impossibile potesse piacermi qualcuno, invece - Take magari mi illudo - ho 28 anni e mi comporto da adolescente”.
“Quando ci innamoriamo torniamo sempre un po’ bambini; però, come ha detto anche Kaoru a tua sorella Rei, non rinunciare alla tua felicità per la cattiveria e la meschinità degli altri, non farlo nemmeno per tua sorella Fukiko, Fukiko non ne ha alcun diritto. Divertiti Taka, dammi retta, divertiti”.
Nella camera matrimoniale invece dormono in tre Rei, Nanako e Kaoru, che ridono, cantano e ciarlano come ai vecchi tempi.
L’indomani il gruppetto fa una girata nella campagna circostante finchè non arriva l’ora del rientro. Nanako e Rei sono meno malinconiche, Rei appare più consapevole.
Brava Kaoru! È stato un finesettimana meraviglioso solo per merito suo. Grazie a lei delle situazioni si stanno sbloccando, presto alcune persone ritroveranno l’allegria ingiustamente perduta e nuove emozioni faranno battere i cuori!
“Amore mio più grande del mondo, sei la mia dottoressa Stranamore”, le dice Takehiko.
“Voglio solo aiutare gli altri a essere felici” risponde con tono modesto Kaoru.
Come si farebbe senza Kaoru?
 

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Capitolo 43
*** Hina Matsuri ***


Cito la famosa poesia “Piange nel mio cuore” di Verlaine, e la poesia “Chi non ha mai visto” di Oscar Wilde.
 
Kaoru ha avuto un ruolo davvero determinante nella svolta della vita sentimentale di Nanako, Rei e alla fine anche di Takashi.
Da quando ha organizzato quel grazioso finesettimana a casa sua, Takashi si sente regolarmente con Saburo e, siccome fra i vari interessi in comune c’è anche quello per la scoperta di nuovi posti, di tanto in tanto si incontrano a metà strada fra le loro città in qualche località particolarmente amena o di particolare rilievo culturale e approfittano delle loro girate turistiche per conoscersi meglio.
Nanako e Rei si sentono sempre più frequentemente, Rei è andata a trovare un paio di volte Nanako senza aspettare gli inviti di Kaoru, è uscita col suo gruppo del collegio di cui fa parte la stessa Kaoru - ex convittrice dello stesso collegio - , la sera è andata a dormire da Kaoru (e ci ha dormito anche Nanako) e si è molto distratta.
Ma Rei ha fatto grandi passi in avanti : ha detto ai collaboratori domestici che sua sorella Fukiko non deve assolutamente decidere per lei perché Rei per se stessa sa decidere benissimo da sé e che perciò devono recapitarle tutte le telefonate nessuna esclusa, ha imposto a Nanako di telefonarle facendo tranquillamente il suo nome ai collaboratori domestici, e soprattutto ha messo nero su bianco a Fukiko che lei ha ricominciato a frequentarsi con Nanako.
“Tu non devi più frequentare quella Misonoo, l’hai capito o no? Sei una ragazza immatura e inaffidabile. Hai proprio il vizio di fare le cose sbagliate, a scuola non mangiavi, bevevi alcolici e prendevi farmaci a caso, ora frequenti la gente sempliciotta o addirittura matta; non capisco perché ti vuoi sempre abbattere. Frequenta gente del tuo rango e se vuoi avere una relazione sentimentale trovati un ragazzo”.
“Te lo ripeto un’altra volta io frequento chi voglio, specialmente Nanako che è una bellissima persona, e non ti permettere mai più di ostacolare le mie amicizie”.
“Ma lo capisci che questa frequentazione è deleteria? E per fortuna Nanako sta in una città lontana almeno la sua cattiva influenza è molto attenuata rispetto al passato. Mi auguro almeno tu abbia capito che non ti devi fidanzare più né con lei né con nessun’altra ragazza”.
“Deleterie sono le tue frequentazioni fatte di bugie, sotterfugi e opportunismi, senza affetto”.
“Le mie frequentazioni elevano socialmente, intellettualmente e culturalmente, le tue ti portano negli abissi del malcostume, ti fanno diventare una ribelle, un’anormale, e scommetto in tutto questo esserci lo zampino di quell’Orihara, che sia maledetto il giorno che l’hai conosciuta”.
“Lascia stare Kaoru, non è la prima volta che maledici quella povera ragazza, lei sì che si è comportata da sorella con me”.
“Smetti di rinfacciarmi il male che ti ho fatto, ora è diverso, dobbiamo ricostruire; tu allora ti vuoi vendicare, lo fai apposta”, Fukiko sembra delirare con toni lagnosi.
“Io non ti rinfaccio nulla, e non ho nulla di cui vendicarmi, perché ti voglio molto bene e non potrei mai portarti rancore; voglio solo essere felice, me lo merito quanto te, e non voglio giustificare la mia felicità, né tanto meno nascondermi; con Nanako siamo rimaste solo amiche perché tu l’hai praticamente cacciata da questa città neanche tu fossi l’imperatore del Giappone. Ma preparati fin da ora : se un domani volessi ancora fidanzarmi con lei o qualsiasi altra ragazza non sarai certo te a impedirmelo, non siamo tuoi burattini”.
“Non voglio sentire altre sciocchezze da parte tua, ho un concorso molto importante da preparare e non ho tempo da perdere con una masochista; fai come vuoi, io ho da pensare alla mia vita e ai miei obiettivi, i miei sì molto elevati e non terra terra o abietti come i tuoi, non farmi perdere altro tempo”, Fukiko se ne va sprezzante.
Rei benedice il concorso che Fukiko sta preparando perché grazie a quello ha poco tempo per prediche e scenate. Pur essendo sempre dispiaciuta quando la sorella la rimprovera, Rei ha imparato a farsi scivolare le sue paternali e ha capito che deve vivere la sua vita visto soprattutto che non ha mai detto e fatto nulla di sbagliato.
Rei ama tantissimo Nanako, le manca sempre di più la loro relazione sentimentale, pensa con dolore a quante occasioni hanno perso, occasioni che non ritorneranno. Il tempo passa così in fretta e ormai anche Rei si avvia al termine dell’università; se Nanako fosse rimasta a studiare nella loro città, quanto si sarebbero divertite, quante belle esperienze avrebbero fatto, quanto sarebbe stato stupendo tutto il percorso universitario, invece le è rimasto un senso di vuoto, di incompiuto, di interruzione di un sogno magico e sublime per risvegliarsi in una realtà triste e nostalgica. È vero che sono ritornate amiche, ma appunto amiche, e stanno lontano, senza quotidianità, senza condivisione di ogni piccola gioia o delusione.
Qualche volta con riferimento a Nanako – le torna in mente quella poesia di Verlaine, il suo poeta francese preferito, “Piange nel mio cuore”. Soprattutto nelle giornate di pioggia - come quella in cui iniziò la loro amicizia, quando fu soccorsa da Nanako sotto l’olmo durante un diluvio di pioggia, mentre era vittima dell’ennesimo dispetto della sorella - Rei ripensa a quella poesia e se la ripete mentalmente sentendola propria :
”Piange nel mio cuore, come piove sulla città. Cos'è questo languore che penetra il mio cuore?
O dolce brusio della pioggia a terra e sopra i tetti! Per un cuore che si annoia
Oh il canto della pioggia! Piange senza ragione in questo cuore che si accora.
Cosa! Nessun tradimento? Questo dolore è senza ragione. È certo la peggiore pena di non sapere perché senza amore e senza odio il mio cuore ha tanta pena”.
Quanto è vero! Quanto si sente priva di una parte essenziale di sé. Quanto strazio nel non poter vivere l’amore con Nanako, teme che Nanako non si fidi di lei, teme di averla persa per sempre; non riesce a liberarsi dai sensi di colpa, no, non ci riesce, nonostante le rassicurazioni e i rimproveri a fin di bene di Kaoru e della stessa Nanako, Rei è oppressa dai sensi di colpa; eppure vuole dichiararle ancora il suo amore, dirle che l’aspetterà in eterno, che può amare solo lei e nessun’altra, lei è pronta a vivere alla luce del sole il suo amore per lei, perché non può vivere senza il suo amore per Nanako, perché si sente mancare l’aria, perché il suo cuore è a pezzi, perché la premura e la protezione per la sorella non possono strapparle il cuore, perché non può nascondersi : basta.
Glielo deve dire assolutamente, poi si vedrà, anche se si è convinta di non meritare l’amore di Nanako, glielo deve dire. L’occasione è offerta anche dal fatto che nei prossimi mesi Rei prenderà la laurea in lettere e vuole che Nanako sia presente ai festeggiamenti.
 
Il prossimo finesettimana dell’1/2 marzo Nanako scende dai suoi e incontrerà Saint Just; da  grandi appassionate di bambole di tutti i generi e specie andranno insieme alla festa delle bambole, l’Hina-Matsuri, conosciuta anche come festa delle bambine; in realtà la ricorrenza cade il 3 marzo, che però è un lunedì, quando la gente lavora, va a lezione, e la stessa Nanako sarà tornata al collegio per le lezioni di fine corso, ragione per la quale le ragazze faranno un giro per gli stands allestiti per l’occasione il sabato precedente.
Saint Just ha molto scherzato a proposito del fatto che andranno insieme al festival delle bambole “E’ la tua festa, festeggiamo sia te che l’altra ma cherie la poupee che è sempre con me!”
Hanno già deciso che Nanako cenerà da Saint Just alla maison d’etoile dove Saint Just ha montato la classica piattaforma col tappeto rosso con sopra le tipiche bambole rappresentanti la corte imperiale. Secondo la tradizione i genitori delle bambine pregano affinché le figlie abbiano salute e bellezza e passino la loro sfortuna alle bambole.
Rei e Nanako non sono più bambine da molto tempo, ma a loro piace sperare che la sfortuna se ne vada da loro per trasmettersi a quelle bambole ornamentali, e in questo periodo entrambe evocano riti scaramantici perché stanno ancora soffrendo molto per la fine della loro storia.
Nanako è molto contenta di non dover spacciarsi più per un’altra persona quando chiama Saint Just a casa ed è ancora più contenta del fatto che Saint Just abbia detto alla sorella che la frequenta con o senza il suo consenso. Vorrebbe tanto tornare con lei, ma teme che Saint Just non si senta ancora pronta - o peggio ancora - non sia più interessata.
La ama a tal punto che è disposta a rimettersi con lei anche in segreto. Da una parte vorrebbe condividere con tutto il mondo il suo amore per Saint Just senza ostacoli e patemi d’animo per rischi di eventuali boicottaggi, ma dall’altra parte in questi 2 anni trascorsi dalla fine della loro storia si è resa conto che non può vivere senza Saint Just; preferisce che loro due siano in eterno segretamente fidanzate piuttosto che non avere alcun tipo di relazione con lei. Saint Just è una parte vitale di sé e pertanto senza questa parte vitale non può vivere.
 
Prima di partire Kaoru scaglia un ulteriore dardo e si raccomanda a Nanako di cogliere l’occasione e non farsela sfuggire. “Nanako per voi l’hina-matsuri è una festa particolarmente importante perché amate le bambole, e tu sarai sempre la cherie poupee vivente di Rei, può essere l’occasione adatta per chiarirvi e riavvicinarvi. Rei si sta staccando dalla sorella, sta prendendo consapevolezza del suo diritto alla felicità, intervieni subito, avete aspettato anche troppo e intanto avete perso due anni”.
“Lo vorrei così tanto Kaoru”.
“E allora lanciati, datti da fare, ti voglio al ritorno con notizie come dico io”, la dr.ssa Stranamore ha un tono deciso e forte, deve lanciare il suo dardo per unire le due innamorate : la principessa dei cupidi è sempre in funzione.
Nanako arriva dai suoi già il venerdì sera, e l’indomani  dopo pranzo si vede in centro con Saint Just, con cui inizia a girare per i vari gazebo allestiti per l’occasione, commentando i vestiti delle bambole, i palchi, l’epoca di ciascuna di esse; alcune bambole sono più stilizzate altre sono più umanizzate, alcune sono più sontuose altre indossano vestiti monocolore senza ricami e accessori.
Fanno un giro ai templi in zona, dove vedono le famiglie in kimono andare a pregare per le figlie. Ricordano che da bambine anche loro indossavano il kimono e venivano portate al tempio più vicino casa a pregare.
Si fermano a mangiare l’hishimochi, dolce tipico dell’Hina-Masturi, con l’amazake, versione analcolica del sakè.
“Questo dolce è buonissimo, poi è colorato” commenta Nanako “mi piace questo alternarsi di verde come la terra, bianco come la neve e rosa come i fiori di pesco, indica l’arrivo della primavera e il ritorno alla vita”, mentre lo dice Nanako pensa che vorrebbe che questo dolce simboleggiasse anche l’inizio della sua nuova storia con Saint Just, un ritorno alla vita vero e proprio, l’inizio di una nuova vita.
Saint Just ride mentre la guarda.
“Perché ridi, cos’ho detto di strano?”
Saint Just le dà una carezza e si sofferma vicino al labbro di Nanako “Ti è rimasto del riso vicino al labbro, sei buffa, ora te l’ho tolto”.
Nanako ride, mentre Saint Just ha un moto grande di tenerezza. Quel riso rimasto vicino al labbro di Nanako l’ha resa dolcemente e piacevolmente naif, l’ha fatta sembrare una bambina in perfetta armonia con la festa in corso. Saint Just si sente stringere il cuore, ha voglia di piangere, perché pensa a quanto ha sofferto ingiustamente questa ragazza per causa sua, per quella sua sorella terribile e spietata, ha persino cambiato città e università per causa sua, vorrebbe abbracciare Nanako e trovare il modo di proteggerla da ogni male per sempre, e invece si sente in colpa perché la fa sempre soffrire.
Saint Just non lo sa, ma anche lei suscita tenerezza in Nanako, che la guarda malinconica. Nanako pensa a sua volta a tutte le sofferenze patite da Saint Just, si sente in colpa per averla abbandonata, per non averla capita; la guarda con affetto mangiare l’hishimochi - pensa a quante volte debba essersi sentita sola, a quanto deve aver pianto per causa sua, senza nessun sostegno morale, senza nessuno con cui confidarsi, col rischio di ricadere nella spirale della tristezza soffocante.
Decidono di comprarsi un pupazzo ciascuna, Nanako prende una bambola da appoggiare sul secondo gradino della piattaforma, una damina che tiene in mano una fetta di torta, mentre Saint Just prende un musicista da appoggiare sul terzo gradino, è un musicista di flauto, strumento che sa suonare molto bene anche lei.
Si avviano quindi alla maison d’etoile dove cucineranno insieme una zuppa e delle fette di carne impanate. Non hanno tempo per cucinare anche il dolce, che comprano in una pasticceria, un profiterole ripieno di camy cream ricoperto di cioccolato fondente e mou, e come ai vecchi tempi qualche kohakuto alla frutta.
Mentre cenano entrambe chiacchierano da vecchie amiche, mangiano con gusto, soprattutto il dolce, sono emozionate, dopo cena sistemano le loro bambole sulla piattaforma allestita da Rei e Rei ha la brillante idea di appoggiare anche cherie poupee sulla piattaforma accanto alle damine; per l’occasione le mette sempre un vestito caratteristico del periodo Heian (fra l’8° e il 12° secolo).
“Cherie poupee perché non indossi anche tu un vestito del periodo Heian? Così poi ti metto sulla piattaforma”.
“Mettitelo anche tu. Sembri una bambola anche tu, Saint Just, una bambola di un tempo, coi tuoi riccioli biondi e il tuo viso dolce e malinconico, non stirarti i capelli come hai fatto qualche volta ultimamente, tienteli così al naturale come oggi, sei bellissima così”.
Rei arrossisce per il complimento. Nanako la vede bella così come è, senza fronzoli e accessori, diversamente da sua sorella che pretenderebbe un look super femminile e accattivante.
“Verrai vero alla cena per la mia laurea?”
“Certo, come potrei mancare? Ma non fai una festona in grande stile come fecero i nostri fratelli?”
“Lo sai che non mi piace essere al centro delle attenzioni, preferisco una cena fra amiche e un’altra con la mia famiglia, mio padre non penso venga”.
“Sei sempre molto semplice, qualche volta mettiti più in mostra”.
Rei cambia argomento, si sente imbarazzata da quei complimenti perché convinta di non meritarli, ma fra una chiacchiera e l’altra, Nanako guarda l’orologio.
“Nooo come vola il tempo, è passata la mezzanotte devo tornare a casa, chiamo un taxi”.
“Per l’appunto Takashi stasera ha preso lui l’auto per uscire con degli amici, sennò ti riportavo io. Ma se prendi il taxi resta ancora un po’”.
Nanako si trattiene un altro quarto d’ora, ma poi alza la cornetta per chiamare il taxi, è un quarto all’una, deve alzarsi presto l’indomani, perché poi all’ora di pranzo riprende il treno per tornare al convitto.
Tutte e due sono tristi perché prima di un mese non si rivedranno. A entrambe piange nel cuore come nella poesia di Verlaine.
Nanako alza la cornetta e dopo aver digitato il numero del taxi spontaneamente d’istinto guarda Rei e la sua sorpresa è che Rei la sta a sua volta fissando con occhi particolarmente malinconici. Nanako si sente salire le lacrime e Rei altrettanto, eppure restano immobili a fissarsi; dall’altro lato della cornetta risponde la voce del radiotaxi e Nanako inizia a rispondere “sì vorrei chiamare un taxi…” Nanako si blocca “dove dobbiamo mandarlo?”, Nanako non risponde, “pronto signora?”.
Rei inizia a piangere e strappa velocemente il telefono dalle mani di Nanako.
“Nanako ti prego non te ne andare, dormi qui stanotte, ti amo, rimettiamoci insieme, non commettiamo altri errori”, dal telefono cordless esce ancora la voce “pronto? Pronto?”, subito interrotta da Rei che digita il tasto di fine conversazione.
Nanako si getta letteralmente fra le braccia di Rei in maniera così impetuosa che Rei perde quasi l’equilibrio, si stringono e si lasciano cadere sul divano accanto alla base del telefono cordless, cominciando a piangere disperate e abbracciatissime.
“Nanako perdonami, ti fo sempre soffrire, ma ti prego dormi qua con me stanotte, desidero il tuo amore più di ogni cosa, non ce la fo più a vivere senza di te, la mia università partita all’insegna della felicità nella seconda metà è stata uno strazio, non ce la fo più a vivere senza di te, non ce la fo più, non ho più forze psicologiche”, piange disperatamente Saint Just con dei singhiozzi lancinanti.
Nanako però non è da meno e i suoi singhiozzi sono altrettanto laceranti “Saint Just sei tu a dovermi perdonare, io non ho capito la tua situazione, ti ho abbandonata, sono scappata, e ho rovinato tutto, neanche io vivo senza di te, rimettiamoci insieme, fai quello che ti senti di fare con tua sorella, ma rimettiamoci insieme anche segretamente come vuoi tu, basta tornare insieme, ti prego”.
“Nanako ho sbagliato io, tu avevi ragione”.
“No, sono stata cattiva e ingiusta io”.
“No tu sei una persona fantastica, non dirlo mai nemmeno per scherzo”.
“No sei tu fantastica, infinitamente dolce, infinitamente buona, io ho sbagliato tutto”.
Alla fine Saint Just rompe questo continuo rimpallo di colpevolizzazioni e dice saggiamente “E’ inutile rivangare il passato, rimettiamoci insieme e basta e questa volta per sempre, per sempre”, mentre lo dice Nanako appoggia le labbra sulle sue; grazie a questo gesto piano piano smettono di piangere, si asciugano le lacrime, che un po’ continuano ancora a uscire, sempre meno fino a smettere.
“Siamo di nuovo l’una la ragazza dell’altra? Dimmi di sì, ti prego Nanako, sei il mio grande amore, ti amo da morire, nel mio cuore piove incessantemente senza di te”.
Nanako stringe al suo cuore la sua amata Saint Just “Sarai per sempre la mia ragazza Saint Just, ti amo da morire anch’io fin dal primo anno di liceo e non ho mai smesso di amarti neanche per un istante”.
“Rimettiamoci insieme, ti prego, abbiamo già aspettato troppo, fatto troppi passi falsi, torniamo insieme”.
Nanako dà un altro bacio a Saint Just “siamo tornate insieme, insieme per sempre, non deve più dividerci niente e nessuno”.
“Ma cherie la poupee vivant”.
“Bambola Saint Just”.
“Dimmi che è tutto vero e non sto sognando” dice spaventata Rei.
“Te lo chiedo anch’io”. Nanako trasale un attimo “Devo avvertire i miei che non dormo qua”.
Saint Just che teme sia tutto un sogno, va dietro a Nanako mentre telefona ai suoi e li avverte che non torna a casa.
Sono stanche, stremate e hanno entrambe mal di testa per il forte stress emotivo avuto. Cingono con un braccio l’una la schiena dell’altra, si incamminano verso la camera da letto e si siedono sul letto.
“Ho sofferto moltissimo in questi 2 anni senza di te, dimmi che è tutto vero, ho paura ad addormentarmi, piuttosto prendo dei cachet per il mal di testa, ma resto sveglia, ho paura sia tutto finto”, continua a ripetere Saint Just.
Le ragazze si abbracciano più che mai “anch’io ho paura sia tutto un sogno, anch’io ho paura di addormentarmi e scoprire al risveglio che è stato tutto un sogno”, aggiunge Nanako.
Saint Just sorride “ti ricordi Nanako? la prima volta che dormisti qua eri ancora traumatizzata dal mio incidente dell’anno prima e siccome temevi di vivere in un sogno mi toccasti il collo per accertarti fossi viva”.
Nanako ride a sua volta “Che ricordo! E adesso dopo 5 anni ci risiamo! E questa volta abbiamo paura entrambe fino al punto di voler restare sveglie!”
“Ti amo Nanako”.
“E io di più bambola Saint Just”.
Le ragazze ora sono serene, non si staccano dal loro abbraccio, accoccolate l’una sull’altra, si baciano e si fanno complimenti, esauste si stendono sul letto, talmente stanche che non ce la fanno a rialzarsi per cambiarsi i vestiti e mettere il pigiama, eppure il loro abbraccio rimane forte e avvolgente.
“Quelle sere che dormimmo insieme da Kaoru avrei voluto entrare nel tuo letto e dormire incollata a te Saint Just, non sai che tristezza dormire separata da te pur nella stessa stanza”, dice Nanako.
“Ho avuto molta nostalgia anch’io quelle sere. Ma adesso dormiremo nello stesso letto un’infinità di altre volte” le dice allegra Saint Just.
Nanako sprofonda nell’aroma di vaniglia di Saint Just, quell’aroma che le è mancato moltissimo, e che ora vuole aspirare il più possibile fino a inebriarsi.
Le ragazze non riescono a staccarsi nemmeno per un millimetro, restano abbracciate gioiosamente, cominciano a parlare del più e del meno, dei loro progetti futuri, dell’infinità di cose da fare rigorosamente insieme, parlano fissandosi ipnoticamente negli occhi, si riperdono in quell’infinito che scorgono l’una negli occhi dell’altra, nella cui forza di gravità mistica cadono estaticamente, devono recuperare il tempo perso per colmare tutte le lacune; le loro chiacchiere spensierate continuano fino a notte fonda finché alla fine cedono al sonno.
Nanako, detta cherie poupee vivant, e bambola Saint Just si sono rifidanzate proprio in occasione della festa delle bambole, loro che sono amanti delle bambole, loro che sono l’una la bambola dell’altra.
Si sono liberate di ogni negatività, di ogni sfortuna; come nella tradizione dell’Hina-Matsuri la loro sfortuna è stata trasmessa alle bambole, ora hanno ottenuto felicità e fortuna, ora davvero saranno insieme per sempre.
Dopo una notte di pianti, di perdoni, di pensieri, ma soprattutto di gioia, di abbracci e voglia di ricominciare, dormono felicemente incollate….finalmente sono tornati i loro dolci sogni beati….
Come la prima volta che dormì alla maison d’etoile, la prima a svegliarsi è Nanako, spaventata di primo acchito per paura sia stato tutto un sogno, poi realizza che è tutto vero, che sta abbracciata a bambola Saint Just. Nanako vede filtrare della luce dalle tende, deve essere già giorno, chissà che ore sono, si sente ancora stanca per la serata psicologicamente impegnativa appena trascorsa, ma anche troppo felice, per una felicità che credeva perduta e che invece è stata riconquistata dopo 2 tristissimi anni.
Guarda la sua adorata Saint Just che dorme beata abbracciata a lei, dolcemente la lascia e si alza perché vuole vedere che ore sono, ha voglia di vedere che è giorno, di avere conferma che è tutto vero. Sono le nove passate, è tardi, eppure hanno dormito poco, perché sono rimaste per molto tempo a chiacchierare dopo essere andate a letto. Vuole tornare subito nel caldo abbraccio di Saint Just, questa volta vuole essere con lei quando si sveglia e piano piano si rimette a letto e stringe Saint Just, guarda quanto è bella, le dà un dolce bacio su uno zigomo e contempla serena e beata il soffitto.
Da grande amante nonché studentessa universitaria di cultura inglese, Nanako pensa a una poesia di Oscar Wilde “Chi non ha mai visto”.
“Chi non ha mai visto in una stanza buia filtrare la luce del giorno, levandosi da un corpo adorato
per accostare le tende con gli occhi sfiniti e pesti, non può capire quel che cerco di dire, quanto lungo fosse l'ultimo bacio, quanto lento quanto caldo il suo indugio”.
E ora Nanako è abbracciata alla sua adoratissima ragazza, bella, affascinante, che la attira come una calamita, che ama da morire, mentre dalle tende filtra la luce del giorno, il primo giorno di una nuova vita, richiude gli occhi perché la sua vista è molto stanca per aver dormito poco, ma è tanto felice come solo con una felicità ritrovata si può essere, riscopre quanto è bello abbracciare la sua amata, pensa a quanto sono stati dolci e affettuosi gli abbracci, le chiacchierate e i baci scambiati con lei. Ha ragione Oscar Wilde : se non hai mai visto e vissuto tutto questo, non puoi capire….

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Capitolo 44
*** Confessare questo amore Gridare al mondo di saper amare ***


E qui per il titolo ho ripreso la sigla dei Cavalieri del Re…
 
Le fidanzatine del nostro cuore sono finalmente abbandonate ai loro ormai noti dolci sogni beati, quando vengono risvegliate da squilli stridenti, peggio di una sveglia.
Dopo una notte di chiarimenti e di felicità ci sarebbe stato bene un altrettanto dolce risveglio, calmo e sereno, e invece ecco questi stridii irritanti e stordenti del telefono. Risponde Rei di corsa, agitata; sono i genitori di Nanako, preoccupati che la figlia non sia ancora tornata a casa.
“Rei sono più delle undici e Nanako alle due deve essere alla stazione per essere entro stasera al collegio”, dice apprensiva la madre di Nanako.
Rei passa subito Nanako ai suoi genitori “Mamma scusa, ieri fra una chiacchiera e un’altra ci siamo addormentate molto tardi e ci è scappato il tempo”.
“Nanako non mi dire che vi ho svegliate io! Potevi mettere la sveglia, andiamo hai quasi 22 anni, ora torna subito a casa che poi devi sbrigarti, ci tocca fare le corse”.
Nanako ha un guizzo improvviso, un colpo di testa “Mamma aspetta un attimo”, corre da Rei/bambola Saint Just “Saint Just, alle due dovrei essere alla stazione per essere stasera al collegio, ma … ti andrebbe di pranzare insieme, stare oggi ancora insieme? ripartirei domattina, ma almeno festeggiamo il nostro rifidanzamento, non ce la fo a lasciarti subito”.
Saint Just l’abbraccia fino a stritolarla e le dice “mi faresti un regalo splendido”.
Nanako torna al telefono : “Mamma senti riparto domattina”.
“Come riparti domattina, che storia è questa?”
“Mamma ora a pranzo ti spiego tutto, porto anche Rei, va bene?”
“Ma sì certo, se ti va, portala”.
“Ok mamma entro un’ora siamo lì”, Nanako riattacca gioiosa il telefono, mentre abbraccia di nuovo Saint Just.
La madre di Nanako si rivolge al marito “Mi sa che si è rimessa con Rei, era molto felice, ce la porta a pranzo e deve spiegarci perché riparte domattina”.
“Mi auguro che questa volta il loro amore non sia più ostacolato da nessuno; dovranno comunque essere forti e imparare a camminare a testa alta, perché i pregiudizi e le cattiverie non se ne sono certo andati in questi 2 anni, sarà una dura prova e dovranno saperla affrontare con maturità”, chiosa il padre.
Prima di andare da Nanako, le fidanzatine del nostro cuore sentono il dovere di chiamare la loro dottoressa Stranamore, l’amatissima amica Kaoru, più una sorella di un’amica, che ha avuto un ruolo fondamentale nel loro riavvicinamento.
La chiamano insieme, ridono mentre le parlano perché non riescono a contenere la loro gioia. Inutile dire che Kaoru inizia a fare salti di gioia al telefono “SIIIII, lo sapevo, lo sapevo che prima o poi sareste tornate insieme, SIIII, in barba ai pregiudizi; ora però ragazze mi raccomando : niente più inibizioni, niente più paure o remore, siate forti e tenaci, nessuno e sottolineo nessuno deve più mettervi i bastoni fra le ruote, e se qualcuno solo prova a farvi vacillare dopo questa terribile esperienza di distacco voi tirate fuori gli artigli e fatevi intendere. Non dovete permettere a nessuno di togliervi il sorriso e la gioia dell’amore”.
“Dottor Kaoru tu hai avuto un ruolo determinante, senza di te non so se ce l’avremmo fatta, ci hai fatto ragionare, ci hai dato coraggio, io e Saint Just abbiamo appena deciso che sei la sorella che ci siamo scelte!”, dice Nanako.
Kaoru è commossa nel sentirsi dire queste meravigliose parole, parole che sappiamo tutti merita a pieni voti “Ragazze io non ho fatto niente, posso avere al massimo accelerato un po’ le cose, ma il merito è vostro e soprattutto del vostro grande amore; se siete tornate insieme è solo perché siete fatte l’una per l’altra”.
Effettivamente le due ragazze sono fatte l’una per l’altra.
Nanako chiede di parlare con Takehiko, che le fa i migliori in bocca al lupo e che è altrettanto felice per lei “Sorellina ricorda sempre : per qualsiasi problema io e Kaoru ci siamo. Se vi doveste sentire affrante, se qualcuno vi darà noia, ci siamo io e Kaoru”.
“Grazie mille di tutto” risponde felice Nanako.
Le ragazze ora vanno a pranzo, le aspettano i genitori di Nanako. Il primo pranzo in famiglia da fidanzate.
 
Nanako e Rei arrivano mano nella mano festose e sorridenti a casa di Nanako. “Mamma, non ci giriamo intorno, io e Rei ci siamo rimesse insieme!”
“Ragazze che dire? Siamo molto contenti per voi, considerato quanto siete state male, quanto avete pianto. Però, dovete essere consapevoli che la strada sarà in salita. A causa di tanti ingiusti pregiudizi potrete ancora essere offese o addirittura emarginate, fuggire o nascondersi non è la soluzione, avete 20 anni, dovete essere forti e imparare a essere superiori, e comunque avrete sempre il nostro supporto. Siamo o non siamo la famiglia del 2000?” dice il padre di Nanako.
“Grazie papà”, Nanako, che è troppo felice, corre da suo padre, gli stringe le braccia al collo “grazie papà, davvero, non sai quanto abbiamo bisogno del sostegno di persone care, con la mamma, Kaoru e Takehiko formiamo la famiglia del 2000, hai sentito Saint Just?”.
Saint Just sorride contenta, pranzano tutti insieme, mettendosi a parlare dei festeggiamenti per l’Hina-Matsuri ormai al termine; la madre di Nanako come al solito è stata bravissima a cucinare e ha sovrabbondato le dosi perché Nanako si porti qualcosa con sé in collegio da condividere con la compagna di stanza.
Dopo pranzo Nanako prende il suo bagaglio e lo porta a casa di Rei. Prima di congedarsi dai suoi genitori dice “Mamma, papà non prendetevela, ma io e Saint Just vogliamo stare ancora un giorno insieme, mi accompagna direttamente lei domattina presto alla stazione”.
I genitori di Nanako sono perfettamente d’accordo, sono persone aperte e comprensive.
“Nanako, mi dispiace però che per causa mia domani perdi delle lezioni”.
“Saint Just sbaglio o proprio tu ieri sera hai detto basta ai sensi di colpa? Anch’io potrei dirti la stessa cosa : magari oggi volevi studiare. Ti ricordi quando 6 lunghi anni fa un giorno marinammo la scuola?”
“E chi se ne dimentica? Manca poco ci scopre l’assistente scolastica” Saint Just si mette a ridere.
“E’ un semplice rewind all’incontrario! 6 anni fa mi inducesti tu a marinare la scuola e adesso io ti fo marinare lo studio!”.
Ridono e camminano con un braccio appoggiato l’una sulla schiena dell’altra, con lo sguardo sognante e innamorato.
Trascorrono il resto della giornata fra risate, passeggiate, mano nella mano; ritornano agli stands dell’Hina Matsuri a guardare le bambole, a commentare i vari allestimenti, assistono persino a una rappresentazione teatrale e a un piccolo concerto in un parco ispirati a questa ricorrenza, fino a fermarsi un po’ anche a una mini conferenza sull’Hina-Nagashi-Matsuri, antico cerimoniale da cui è poi derivata l’Hina-Matsuri; secondo questo cerimoniale, ancora praticato in alcune zone del Giappone, delle bambole (all’inizio solo di paglia o di carta ora di qualsiasi materiale) vengono lasciate sul fiume perché portino via con sé gli spiriti maligni e quindi bruciate nel tempio nel caso vengano ritrovate impigliate nelle reti dei pescatori; ogni bambola reca con sé un bigliettino di auguri.
Decidono che prima di tornare verso la maison d’etoile si fermeranno a comprare delle vongolone hamaguri per preparare la zuppa ushiojiru, un piatto tipico della festa delle bambole; infatti, le valve che racchiudono ciascuna vongola combaciano perfettamente solo fra loro; questo piatto rappresenta quindi l’augurio alle bambine di trovare l’anima gemella con cui costituire la coppia perfetta. Nanako e Rei sanno di essere la coppia perfetta, come la coppia di valve di ciascuna vongola hamaguri, e quindi quale piatto migliore per festeggiare e rappresentare il loro ‘rifidanzamento’?
Ma … Saint Just ha un’ulteriore e geniale idea!
“Nanako mi è venuto un ricordo improvviso, chi ci pensava più!”
“Cosa?”
“Quel giorno di pioggia, in cui mi soccorresti sotto l’olmo e presi il febbrone, sognai che galleggiavo con ma cherie la poupee in braccio su un fiume che mi portava via come nell’Hina-Nagashi, come fossi anch’io una bambola con degli spettri maligni addosso”.
“Beh, in effetti poco dopo quando ci mettemmo insieme ti soprannominai bambola Saint Just, perché tu sei la mia bambola adorata Saint Just; scorrendo in quel fiume onirico come nell’Hina-Nagashi le tue sfortune se ne sono andate, portate via da quel fiume subliminale; che paragone Saint Just, mi vengono i brividi”.
“Ho un’idea” dice spigliata Saint Just “terminiamo il nostro rito di rifidanzamento con una cerimonia propiziatoria, per non dividerci mai più, compriamo due mini bambole a questi stands, giusto bambole piccolissime, da spenderci cifre molto basse, leghiamo a loro dei bigliettini con il nostro desiderio più grande e poi andiamo in spiaggia e le affidiamo alle onde del mare”.
“Che idea magnifica, emozionante”.
“Sbrighiamoci, però, amore mio, tra poco comincia a fare buio”.
Le ragazze comprano due mini bamboline con pochi spicci, sono due damine vestite anticamente; Nanako ha con sé un block notes, ne strappa due foglietti, uno lo tiene per sé, l’altro lo dà a bambola Saint Just. Decidono di scrivere insieme il loro desiderio, per entrambe lo stesso.
Nanako scrive “per sempre con bambola Saint Just, 2 marzo 1997”; Saint Just scrive “per sempre con ma cherie la poupee vivant, 2 marzo 1997”.
Corrono gioiose, stringendosi la mano, verso il mare. Ormai il crepuscolo è calato, il cielo è di un dolce e romantico cobalto, inizia a essere freddo, ma le ragazze sono entusiaste ed euforiche, hanno corso verso la spiaggia e sono piacevolmente accaldate quel tanto che basta per non sentire il raffreddamento della temperatura. Infilano i loro bigliettini a metà del colletto dei vestiti delle mini bambole acquistate, per non bagnarsi i piedi e prendersi un malanno si fermano giusto nella parte della spiaggia più vicina al mare, scagliano le mini bambole fra le onde fino a vederle scomparire fra le onde. Sono emozionatissime, commosse; è come se con questo rito propiziatorio si sentissero sicure e protette, nel vedere le bamboline sparire fra le onde scoprono un’infinita felicità e hanno per la prima volta la certezza che niente e nessuno potrà mai più dividerle, che ormai sono incastonate l’una nell’altra, si sentono all’improvviso liberate dalla paura e scoppiano tutte e due in fragorosissime e ininterrotte risate che riecheggiano in quella serata di fine inverno, in quella serata  di fiori di pesco; in quel nuovo inizio l’eco delle loro voci briose e canterine appare come un suono magico, trascendente, un canto di sirene…
 
Rei ha chiesto a Takashi di prestarle l’auto per riportare la mattina seguente presto Nanako alla stazione, e Takashi da bravo fratello maggiore la sera le porta l’auto e come ricompensa resta a cena con le ragazze alla maison d’etoile.
Le ragazze gli raccontano entusiaste di essersi rimesse insieme, anche per spronarlo a darsi una mossa con Saburo attraverso la dimostrazione della loro felicità.
Takashi è contento davvero per loro “Ragazze mi sa che tra un po’ non sarò più single nemmeno io. Se non è al nostro prossimo incontro sarà a quello dopo ma credo che io e Saburo siamo davvero a un passo dal metterci insieme, siamo stati penalizzati dalla distanza geografica, dai mille impegni lavorativi che ci hanno permesso di vederci poco, ma sento che le cose stanno cambiando, e voi stasera mi avete sicuramente portato fortuna”.
“Era l’ora fratellone ti svegliassi e ti decidessi a essere felice”.
“Ho capito che quando non sei soddisfatto della tua vita, devi solo esaminare le tue scelte e provvedere di conseguenza”. Takashi finalmente l’ha capito!
La mattina dopo, il 3 marzo vero e proprio, ultimo giorno dell’Hina-Matsuri, Rei accompagna molto presto alla stazione Nanako.
“Ma cherie la poupee mi prometti che mi chiami quando arrivi?”
“E tu mi prometti che ci sentiamo tutti i giorni e ogni 15 giorni o scendo io o sali tu? Kaoru ha detto che ti offre da dormire e che non vuole sentire storie da parte tua”.
“Non ci separerà mai più nulla e nessuno amore mio, mi manchi da morire di già”.
“Non manca molto alle nostre lauree, resistiamo e poi ci organizzeremo per vivere insieme, questo ci rende forti”. Le ragazze si abbracciano e si scambiano un bacio molto vicino alle loro labbra, e chi se ne importa se qualche demente si scandalizza!
 
Puntuali alle loro promesse e da vere innamorate, Nanako e Saint Just si telefonano tutti i giorni, si vedono due volte al mese, una volta Nanako scende dai suoi e in genere dorme alla maison d’etoile, una volta sale Saint Just ospitata da Kaoru, da cui nell’occasione dorme anche Nanako.
Kaoru e Takehiko sono felicissimi che il proprio nido d’amore sia il nido d’amore anche di Nanako e Saint Just, sono due ragazzi molto sensibili che hanno a cuore la felicità delle persone che amano.
Takashi finalmente si è messo con Saburo, ma quando sale da lui deve portare dietro il sacco a pelo perché dorme nell’appartamento che Saburo condivide con altri coetanei; Saburo non ha ancora abbastanza soldi per vivere da solo.
Inutile dire che Kaoru è felice di aver sbloccato Takashi e aver contraccambiato tutto quello che lui fece a suo tempo per lei e Take.
 
Se Takashi ha confidato la sua relazione con Saburo soltanto a pochi amici intimi, preferendo ancora andare cauto, Rei e Nanako non sono fermate più da nessuno, nel caso di Nanako anche perché è supportata da una famiglia molto intelligente, la famiglia del 2000.
Nanako e Rei quando escono coi rispettivi gruppi di amici si presentano direttamente come fidanzate, qualcuno è rimasto infastidito e ha iniziato a snobbarle o comunque si è raffreddato nei loro confronti, ma a loro non interessa, è un problema degli altri e non loro, guardano tutti a testa alta, stanno tranquillamente e serenamente mano nella mano in mezzo agli altri con buona pace dei meschini. No, non si nascondono più.
 
E Fukiko? È talmente assorbita dai suoi studi giuridici che a stento saluta i fratelli, non certo per avversione ma per l’ormai arcinota faccenda della deconcentrazione; si parlano solo la sera a cena quando l’unico argomento di conversazione sono le lezioni e le esercitazioni di diritto. In questo anno abbondante trascorso dalla sua laurea ha preso il titolo di avvocato, primo passo per proseguire gli studi e sostenere l’esame finale per giudice dopo un ulteriore e complicato anno di studi giuridici; Fukiko intende fare l’avvocato nelle aziende di famiglia solo ed esclusivamente nella disgraziata ipotesi in cui non andasse in porto il suo obiettivo di diventare giudice.
È talmente presa dai suoi obiettivi che neanche si accorge se i fratelli sono o meno in casa e risponde male se qualcuno si avvicina a lei.
È rimasta l’unica persona che ancora non sa di Nanako e Rei proprio perché si è chiusa in una campana di vetro a studiare e non vuole avere contatti con nessuno a parte un’uscita con le amiche con la cadenza di un mese e mezzo/due mesi.
Rei, pur molto felice della sua vita sociale e dell’imminente laurea in lettere, è triste per il rapporto con la sorella. Si scontrano spesso, è vero, ma si vogliono anche molto bene, vorrebbe aprirsi con lei, dirle del suo rifidanzamento anche a costo di avere un altro mega litigio ma non vuole avere segreti con lei soprattutto non vuole averli soltanto con lei, considerato che ormai solo Fukiko non sa nulla di lei e Nanako.
Purtroppo, però, per dirglielo avrebbe bisogno di un po’ di tempo a disposizione, tempo che Fukiko non ha mai per nessuno, poi però Fukiko diventa una Belva Ferocissima se viene tenuta all’oscuro di qualcosa, perché lei deve sempre fare i comodi suoi, ma gli altri prima devono fare i comodi di Fukiko e poi i propri, nessuno deve parlarle mentre studia, però guai se non viene a sapere qualcosa : un carattere impossibile. Rei si sfoga sempre con Nanako di tutto questo.
“Amore mio non voglio nasconderti, ma con Fukiko da quando si è laureata non c’è più dialogo”.
“Se dirglielo in questo periodo preciso deve significare litigi stratosferici e magari poi sentirti rinfacciare che una prova non le è andata bene per colpa tua, lascia stare, ogni cosa a suo tempo, ora pensiamo a stare bene. Anzi, tua sorella è molto brava negli studi; se glielo dici quando avrà raggiunto il suo sogno di bambina di diventare giudice, forse lei sarà meglio disposta a digerire la nostra relazione piuttosto che ora che è molto sotto stress”.
“Come farei senza di te? Mi fai vedere le cose da un altro punto di vista e mi rassereni subito. A questo punto : santo concorso per giudice!” (in realtà l’ha pensato altre volte quando notava la improvvisa brevità delle prediche di Fukiko).
 
Il problema viene superato proprio con la laurea di Rei alla fine dell’anno.
Rei, come detto a Nanako, si limita a organizzare una cena in una trattoria con il suo gruppo di amici dell’università, a cui ovviamente vengono anche Nanako, Kaoru, Takehiko, Romi la compagna di stanza al collegio di Nanako che ha molto simpatizzato con Rei, Takashi con Saburo, alcuni compagni di conservatorio, Tomoko, Mariko con Ricky, qualche vecchia amica del Seiran e Sakura, amica di infanzia del rione di Rei; in tutto una ventina di invitati. È stata invitata anche Fukiko, che naturalmente ha detto che non verrà.
“Nemmeno per la mia laurea? Ora cosa ti succederà se una sera non studi? Studi tutti i giorni dalle 6 e mezza del mattino fino quasi a mezzanotte, non sarà quella sera a compromettere la preparazione del concorso che comunque hai fra diversi mesi”.
“Ma allora non ascolti le persone quando ti parlano” Fukiko sembra isterica “avevo 7 anni quando decisi di diventare giudice, quest’obiettivo devo assolutamente raggiungerlo perché io ho sempre raggiunto ogni obiettivo e non posso per niente e nessuno al mondo fallire proprio questo di obiettivo, il più difficile, il più elevato, rinnegherei me stessa”.
“E’ una sera Fukiko, caspita una sera, ed è la mia laurea”, Rei è altrettanto arrabbiata.
Interviene Takashi “E’ vero Fukiko, se l’avessimo fatto noi con te chissà quanto l’avresti fatta lunga e per quanto tempo ce l’avresti rinfacciato, una sera non è nulla”.
Fukiko si mette a strillare “Possibile che ho due fratelli così limitati? Voi non capite perché non avete vocazioni, ma io sì. Per questo concorso il programma è sterminato, le prove sono complicatissime, devi spaccare il capello in 4 nel vero senso della parola per ogni questione giuridica affrontata, finchè non ho terminato questo percorso non ci sarò per nessuno e fine della discussione”.
“Nemmeno le congratulazioni mi hai fatto, o anche dire ‘congratulazioni’ può farti bocciare? Sono stufa che ci tratti tutti come servi, ma chi credi di essere? Credi che solo chi studia per diventare giudice abbia da fare e noi altri si stia sull’albero a cantare? Credi di avere solo tu delle vocazioni e gli altri no? Affettivamente non ci sei mai, in proporzione stai più dietro alle tue amiche che alla famiglia, con te si dà senza ricevere, non è giusto, non conosci il rispetto per il prossimo” Rei è furibonda e vuole dirle ciò che pensa.
“Rei goditi la tua serata con i tuoi amici, io ti dedicherò più tempo quando mangeremo insieme qui a casa, oppure una sera usciremo io e te, possiamo fare cena e un concerto oppure cena e un teatro; sei contenta?” Fukiko sembra triste e in colpa.
“Non vuoi vedere Kaoru, Nanako e Takehiko, vero?”
“Vedo che se ti impegni capisci”.
“Potevi dirlo subito invece di fare quelle scenate campate per aria. Però, se venissi avresti l’occasione per superare vecchi rancori e riappacificarti”.
“Con Orihara ho chiuso in maniera categorica, per me non esiste, mi ha anche augurato di bocciare al concorso, l’ho cancellata e basta, e quanto a Nanako – lo sai non mi va tu la frequenti”.
Pur non essendo il momento giusto, Rei in maniera spontanea, senza accorgersene, le dice “Devo frequentarla perché è la mia fidanzata”.
“E ti pareva Rei che non ci fossi ricascata? Quando uscirai dal mondo dei mini pony rosa e imparerai a stare in società? Almeno ora che sei laureata torna coi piedi per terra e matura una volta per tutte. Guarda non ho voglia né tanto meno tempo di arrabbiarmi, fai come ti pare, poi non venire a piangere da me”, Fukiko è sconsolata e se ne torna in camera a ripetere i suoi complessissimi tomi giuridici.
Rei è sbalordita, è stato molto più semplice del previsto, ormai la sua relazione è veramente alla luce del sole, sa che dovrebbe essere triste per la reazione della sorella e invece è felice, si sente completa, realizzata, sente di aver superato ogni ostacolo e imbarazzo se ha confessato persino alla sorella con una tale naturalezza la sua relazione con Nanako. Se gli altri non le accettano, è un problema loro non suo, sono gli altri a stare male inutilmente, come tutte le persone stupide e con pregiudizi; lei e Nanako invece stanno bene, infinitamente bene e peggio per gli altri se non vogliono condividere la loro felicità.
Takashi, presente, ha una grande ammirazione per Rei, e le fa il gesto dell’OK. Non sa se avrebbe avuto lo stesso coraggio, o almeno ancora non ce l’ha.
 
Rei passa a prendere Nanako con Takashi e Saburo e quindi si dirige alla cena coi suoi amici. In macchina racconta tutto a Nanako, che è molto felice per come si è comportata.
 
La serata è molto piacevole; tutti i presenti sanno che Rei e Nanako sono fidanzate perché sono gli amici rimasti a Rei dopo la rivelazione della loro relazione.
Al brindisi finale Rei fa un breve discorso “Grazie a tutti voi per la vostra amicizia, per la vostra simpatia, per avere condiviso questo momento così speciale per me, e spero prima o poi di trovare il tempo per completare anche i miei studi di conservatorio in modo da condividere un altro bel traguardo con voi; mia madre sarebbe orgogliosa di me, perché avrebbe voluto laurearsi anche lei; quindi questa laurea la dedico a mia madre. Ma c’è un’altra cosa che intendo festeggiare : il mio amore rinnovato per Nanako, senza la quale non potrei vivere, e voglio un ulteriore brindisi di augurio perché io e Nanako siamo sempre felici e innamorate come oggi”. Dopo la confessione a Fukiko, Rei sente di aver conquistato il mondo.
Nanako piange per la commozione, Takehiko e Kaoru sono entusiasti, e tutti applaudono allegri e spigliati “Alla laurea di Rei” “A Nanako e Rei” “Alla neodottoressa Asaka Ichinomiya” “Alla coppia più innamorata del mondo” “Yuppie!” “Yuhuuu!”.
“Dai Nanako devi ridere, non piangere, ce l’avete fatta, mi hai detto ora lo sa anche Fukiko, cosa vuoi di più?” dice Kaoru a Nanako scrollandola per le spalle.
Nanako corre ad abbracciare Rei, brindano tutti. È una bellissima serata, tutti ridono e gioiscono.
Nanako sussurra a Rei “Saint Just poi hai davvero dichiarato il tuo amore per me a tutti nel giorno del festeggiamento della tua laurea, come mi avevi promesso nel giorno della festa di laurea di Takehiko”.
“Non vorremo mica essere da meno di Kaoru e Take?” risponde canzonatoria Saint Just.
Quanto è bello vivere alla luce del sole ed essere un libro aperto per tutti! Quanto è bello gridare il proprio amore a tutto il mondo! L’amore vince tutto!

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Capitolo 45
*** Doppio e drammatico coming out ***


Dopo la laurea Saint Just con grande soddisfazione ottiene una borsa di studio e specializzazione su una rosa di autori molto importanti del periodo Showa della Letteratura contemporanea giapponese (1926-1989); l’argomento le interessa molto sia per la sua predilezione per la letteratura nazionale contemporanea sia perché dovrà comunque approfondire anche il contesto storico in cui operano tali autori e lei ama la storia. Allo stesso tempo frequenta sempre il conservatorio dove però è ancora piuttosto indietro essendosi dedicata più alla facoltà di Lettere.
Nanako spera di laurearsi entro l’estate e a quel punto le piacerebbe a sua volta specializzarsi per andare poi in futuro a insegnare.
Ciò che però Nanako e Saint Just desiderano più di ogni cosa è coordinarsi, una volta conseguita entrambe la laurea, in modo da abitare nella stessa città o almeno abbastanza vicine da stare più tempo possibile insieme senza intermediazioni, il tutto senza togliere nulla ai loro obiettivi professionali.
Al momento continuano con la solite routine : si vedono ogni 15 giorni, due volte al mese, una volta Nanako scende dai suoi genitori e con l’occasione vede nel finesettimana Saint Just e l’altra volta Saint Just sale nella città dove studia Nanako e viene ospitata a dormire da Kaoru, da cui nell’occasione viene a dormire anche Nanako. Pur essendo molto contenta Kaoru di ospitarle, le fidanzatine vorrebbero incontrarsi in autonomia anche per non approfittare troppo dell’ospitalità dell’amica. Ogni volta che Saint Just prova a dire che vuole andare a dormire in una pensione, Kaoru e Takehiko la frenano subito, perché loro sono davvero felici di stare tutti insieme appassionatamente come ai vecchi tempi.
Kaoru sta entrando nel 6° anno di Medicina. L’università è stata per lei un’esperienza fantastica ed emozionante; le ha confermato la passione e la vocazione per la professione medica, che è sempre più in ansia di esercitare!
Questo 1998 è molto sereno per tutti.
Saint Just ha un solo punto oscuro : il rapporto con la sorella, che totalmente assorbita dai suoi studi per superare l’ormai imminente concorso per giudice è in pratica assente, sempre chiusa in camera, profferisce poche parole a lei e a Takashi perché non può assolutamente deconcentrarsi; è vicina al concorso e sempre più nervosa e agitata.
A Saint Just mancano le chiacchiere con la sorella, anche se hanno personalità e mentalità molto diverse. Ma soprattutto Saint Just è avvilita perché sa che la sorella non approva le coppie come la sua o anche come quella del fratello Takashi, perché non partecipa della loro gioia e del loro entusiasmo, anzi è sempre piena di disprezzo per Nanako.
Takashi, che era oppresso dalla vergogna, dalla paura e da complessi che lo avevano portato a nascondersi e addirittura a fingersi un latin lover amante delle ragazze, ora che si è fidanzato con Saburo, un giovane medico dolce, simpatico e carino, non gli interessa più il parere degli altri e presenta Saburo come il proprio ragazzo senza problemi con naturalezza e spavalderia – come del resto dovrebbe essere - . Gli sono totalmente indifferenti le battute sciocche che alcuni possono fare; il suo unico interesse ora è godersi la sua felicità perché prima di ora non era mai stato davvero felice.
Non ha rivelato la sua relazione sentimentale al padre e alla sorella Fukiko solo perché non ha voglia di sentire prediche noiose e medievali; non ha bisogno della loro approvazione. O forse Takashi non dice nulla alla sorella Fukiko e al padre proprio perché soffrirebbe moltissimo per la loro disapprovazione, soprattutto per quella del padre? Takashi sa che non verrebbe accettata la sua scelta e immagina già tutta la tiritera contro di lui; un conto è immaginarla, un conto è sentirsela dire, a volte la realtà è persino peggiore. Forse Takashi vuole illudersi di essere superiore, e invece è proprio il suo amore sconfinato per il padre e la sorella Fukiko che lo porta a nascondere loro la sua relazione omosentimentale con Saburo, per non sentirsi fare la partaccia peggiore della sua vita e per proteggersi da frustrazioni.
Saint Just non ha mai avuto complessi perché ha sempre ritenuto normale e naturale innamorarsi indifferentemente di un ragazzo o una ragazza a seconda dei propri gusti. È rimasta sbalordita e sgomenta quando ha appreso, tra l’altro in maniera anche traumatica e offensiva, che ci sono pregiudizi cattivi e infami nei confronti delle coppie omosentimentali. Non ha mai voluto rinunciare all’amore, ma ha comunque provato tristezza, amarezza, forte e pesante delusione, e in fondo anche senso di tradimento.
Ciò che però ha avvilito e deluso profondamente Saint Just è l’atteggiamento dell’amata sorella Fukiko; si immaginava, data la mentalità coi paraocchi e basata essenzialmente su apparenze e giochi di potere, che la sorella approvasse di base solo relazioni eterosentimentali; tuttavia, Saint Just non avrebbe mai e poi mai immaginato che Fukiko arrivasse a essere così cattiva e persino violenta con le coppie omosentimentali, che le boicottasse, che le considerasse un disonore per la famiglia.
Saint Just non può non amare Fukiko, è sua sorella, la amerà con tutto il cuore per sempre, le è stata affidata da sua madre, tiene molto alla sua felicità e vuole esserne artefice, ma sa di non essere corrisposta dalla sorella in questa direzione e di questo soffre molto. O meglio sa che Fukiko la ama a sua volta, però la ama come le fa comodo, nel senso che Fukiko vuole imporre sempre la sua volontà incurante dei sentimenti, della sensibilità e del modo di pensare altrui, non le interessa offendere e calpestare gli altri purché si faccia come vuole lei; grazie a Fukiko, Saint Just e Nanako si erano lasciate per due lunghi e deprimenti anni; non solo, ma Nanako è andata anche a stare lontano, e quindi ora che Saint Just e Nanako si sono rimesse insieme devono comunque vivere la loro relazione vedendosi appena due finesettimane al mese; non è giusto anzi è cattiveria vera e propria.
Fukiko sempre sprezzante con la bocca torta, se non fai come lei; Fukiko sempre pronta a criticare e tirare frecciate molto pesanti, se non la pensi come lei; Fukiko isterica, cafona e violenta, se disapprova ciò che fai; Fukiko spietata e crudele se non fai ciò che lei pretende da te.
Alla fine Fukiko si è arresa alla relazione fra la sorella e Nanako, ma cercando di colpevolizzare la sorella e sminuendola, facendo capire di essere di gran lunga superiore e non avere nulla a che spartire con relazioni come la sua, volendone stare fuori persino senza festeggiare la sua laurea.
Ha un pessimo caratteraccio Fukiko già Lady Miya e ora semplicemente Fuky.
Ora Fuky è – come già detto – in fibrillazione per il sempre più vicino concorso per giudice, non c’è per nessuno.
Solo per una persona Fukiko è sempre presente ed adorante : suo padre, ovvero il re dei tamarri ing. dr. Mushanokoji Ichinomiya.
 
Una sera tutti e 4 gli Ichinomiya sono a cena durante una delle onorate visite dell’ing. dr. Ichinomiya, di passaggio in Giappone giusto per far notare di tanto in tanto la sua presenza fisica alle sue prosperose aziende giapponesi.
Figurati se lui avrebbe approvato la relazione della figlia Rei/Saint Just con Nanako o del figlio Takashi con Saburo, poveri loro se l’avesse saputo. Eppure Saint Just avrebbe voglia di dirlo anche a lui.
Il dr. Ichinomiya comincia a parlare a ruota libera senza freni, degli affari che vanno a gonfie vele, del suo fiuto imprenditoriale, di essere nato per fare l’imprenditore, che l’imprenditoria è nel DNA della famiglia Ichinomiya dato che da generazioni hanno floride aziende, ecc. ecc. ecc.
Dopo cena, fatti i soliti elogi a Fukiko, la figlia prediletta, comincia con le stilettate a Takashi “Dopo 6 anni devi essere più spregiudicato, negli affari come in guerra non ci sono regole”.
“Ma papà, certe scorrettezze nella concorrenza sono brutte, se le facessero a noi?”
“E allora come credi di farle le ricchezze? Come credi di conquistare il mercato? Impara ad aggirare le regole. Vediamo se riesci a farmi perdere clienti che abbiamo da decenni e a frantumare il mio impero”, dice canzonatorio il vecchio.
“Grazie papà e perdonami se sono corretto, se non faccio ad altri ciò che non voglio sia fatto a me” risponde ironico Takashi.
“Ah fai anche l’ironico? Devi sempre avere per forza ragione tu?”
“In questo caso per me è giusto comportarsi così”.
“E insisti a voler avere ragione quando hai torto?”
“Non faccio agli altri ciò che non…”.
Il vecchio lo interrompe bruscamente “Parli come un prete, ma qua non siamo in Chiesa, qua si lavora, siamo a lavorare, sennò ti fai prete, cosa che non ti dovrebbe riuscire difficile visto che per quanto a nostra conoscenza in 30 anni non hai mai avuto una ragazza”.
“Io sto bene libero da legami sentimentali”.
“Ma vai, con te Takashi in generale tutto è sempre virtuale, quando si tratta di passare all’azione non si giunge mai a conclusione … ah ah ah ho fatto anche la rima”.
Fukiko ride, Saint Just è triste per il fratello e Takashi questa volta ci è rimasto veramente male.
“Takashi lavora tanto papà, è bravo, sei fortunato ad avere un figlio così che ha seguito le tue orme” si intromette accomodante Rei/Saint Just.
“E’ bravo, ma deve svegliarsi parecchio se vuole davvero essere all’altezza delle nostre imprese, e anche tu Rei sempre immersa nella letteratura e nella musica così sterili, ma ragazzi un po’ di praticità”.
“Se si fanno le cose che piacciono, poi si raggiungono bei risultati perché si lavora volentieri e si rende di più”, Rei spiega in modo sempre dolce e accondiscendente.
“Eccone un’altra che vive nel mondo dei sogni, uno predica la carità cristiana per fare affari, un’altra pensa di fare soldi con poesie e pianoforte col rischio di fare poi la mantenuta a vita, ma prendete esempio da Fukiko, guardate come è sveglia, intraprendente, decisa, quanto si dà da fare giorno e notte senza battere ciglio, chissà mia moglie - povera Hikari - come ne sarebbe stata fiera…” sospira il vecchio.
“Anche nostra madre Keiko ne sarebbe stata fiera, Fukiko è anche figlia di Keiko” aggiunge Rei visibilmente demoralizzata.
Si ricorda che dopo l’incidente di Rei Fukiko aveva detto apertamente a Rei di sapere di avere con lei entrambi i genitori in comune.
“Ma cara figliola la sua mamma alla fine è stata mia moglie Hikari, è lei che l’ha cresciuta come mamma; la madre biologica di Fukiko, che poi è anche la tua, è stata solo una tata per Fukiko”.
Fukiko nel sentire questa frase si imbarazza.
Rei vuole bene al padre, ma non gli piace come persona, ragiona in maniera cinica e meschina, demoralizza sempre Takashi e ha contribuito ai suoi complessi, per non parlare di come era amorale e profondamente egoista con le donne, le trattava peggio di zerbini, semplici balocchi passatempo.
Rei, soprattutto, pur avendolo perdonato, gli avrebbe sempre - giustamente – attribuito la colpa della morte della propria madre, morte che aveva determinato tutto il periodo nero trascorso fra i 14 e i 17 anni, un periodo nero che anche per Rei poteva avere quale epilogo la morte.
All’improvviso, nel sentire dire che sua madre ‘è stata solo una tata per Fukiko’, proprio sua madre che ha sofferto disperatamente per esserle stata strappata Fukiko, Rei sente montare la rabbia contro suo padre, non può permettergli di parlare così della propria madre adorata morta per colpa di lui.
“Ma nostra madre, o - come dici tu - la madre solo biologica di Fukiko l’ha amata moltissimo e ha sofferto fino ad ammalarsi di depressione per non averla cresciuta lei come una mamma, per esserle stata portata via la figlia; a parte Fukiko sminuisci sempre tutti persino nostra madre che si è pure suicidata per te”; Rei guarda dritto negli occhi il padre, è decisa.
Takashi tira una gomitata a Rei.
“Non ti permettere mai più di parlarmi così, sfacciata, hai capito? Keiko si è suicidata perché era malata di depressione e non certo a causa mia” dice arrabbiato il vecchio.
“Si è ammalata di depressione perché le era stata portata via la primogenita e perché ti amava infinitamente senza essere corrisposta, perché non contava nulla nella tua vita”, Rei risponde spontaneamente a tono.
“Insisti sfacciata! Devi sapere che la depressione viene ‘così’, come tutte le malattie, senza motivo, come un tumore o un’influenza, viene anche se hai tutti i requisiti per essere felice, vedi parli di cose che non conosci, oltre che sfacciata sei pure ignorante e saccente!” dice il vecchio arrabbiato con voce alterata “Ma che gente frequenti a Lettere e al conservatorio? Ti avevo tolta da quell’ambiente dozzinale dove sei cresciuta fino alla morte di tua madre mandandoti al Seiran e ora vedo vanificato tutto perché coi tuoi sogni a occhi aperti e le tue idee alternative chissà che giri balordi frequenti, si vede da come ti sei rivolta a me”.
“Io frequento ragazzi per bene ed educati e non sono cresciuta in un ambiente dozzinale, la mamma e i nostri vicini di casa erano brave persone, buone d’animo”, risponde sempre decisa Rei. 
“Eh sì lo vedo vai, e vedo anche come ti ha tirata su Keiko, meno male almeno Fukiko fin dalla nascita l’ho cresciuta io, perché te stando fino a 14 anni in un ambientuccio bifolco hai ancora queste cadute di stile su cui c’è da lavorare parecchio, pure la mancanza di rispetto verso i genitori, questo è gravissimo, inaccettabile a quasi 24 anni”; il vecchio per l’ennesima volta quando vede che gli si mettono davanti i suoi errori diventa offensivo e scarica sugli altri le sue responsabilità per non guardare i suoi scheletri nell’armadio, per scacciare i suoi profondi sensi di colpa, e ora proprio sua figlia Rei, quella che sa essere la vittima principale del suo orrendo carattere, gli presenta il conto costringendolo a riconoscere di essere stato veramente un pessimo uomo; il vecchio non può permettere una cosa del genere.
Takashi è disgustato dal padre, Fukiko si sente sempre più a disagio e Rei piange, ma con voce decisa continua a rispondere incurante di altre gomitate di Takashi.
“E’ proprio per rispetto a mia madre che ti rispondo, non devi parlare così di lei, la mamma era tanto buona, lei ti ha amato fino a suicidarsi per te” Rei risponde fra le lacrime risentita più che mai.
“OOOOOh non ti permettere di dirmi come devo parlare capito? Chi credi di essere? Chiedi scusa immediatamente” strilla il vecchio, ha paura di Rei, dei sensi di colpa che risveglia in lui, del mostro che ora sta vedendo allo specchio al posto della propria immagine, lui sa che Rei ha ragione al 100% ma ricaccia questo pensiero che sa potrebbe farlo morire dal dispiacere, e allora tira fuori la sua arte di rigirare la frittata, di colpevolizzare i suoi giusti accusatori, sfodera i suoi toni violenti.
“Dai smettetela” dice triste Fukiko.
“Lascia perdere Rei non ne vale la pena” bisbiglia Takashi.
“Ti ho sentito smidollato, almeno lei me le dice in faccia, non come te : sei un uomo e ti comporti da femminuccia … non ne vale la pena …”, il vecchio pronuncia la frase ‘non ne vale la pena’ con una vocina derisoria effeminata e prosegue “Tu Rei invece non ti permettere mai più, mi sono spiegato? Ooooh dico a te. Riconosci che sei maleducata, irriverente e ingrata”, toni perentori. Il vecchio è violento nonostante veda la figlia in lacrime : che bestia….
Rei piange apertamente e gli dice “Io sto solo dicendo la verità. Sto difendendo la memoria di nostra madre, della donna che ti ha amato fino al punto di morire, è il mio dovere difenderla. Tu piuttosto non devi più permetterti di insultare la memoria della mamma”.
“Come osi usare certe espressioni con me che sono tuo padre? Tu non sei nessuno per darmi o meno permessi, perché il capo sono io e comando io, solo io! Sono io che non ti permetto di rivolgerti a me così! Hai capito o devo ripeterti il concetto? Il capo sono io, comando io, dico quello che voglio io, e nessuno tanto meno tu che sei mia figlia deve azzardarsi a dirmi cosa devo o non devo fare. Capitoooo?” il vecchio sbercia, ha gli occhi in fuori, la bava alla bocca, il viso rosso e stringe i pugni rabbioso : ecco da chi ha ripreso Fukiko quando si arrabbia.
“Ragazzi calmatevi” dicono a turno Takashi e Fukiko.
“Io difenderò sempre la memoria della mamma da chiunque anche da te”, Rei non smette di piangere ma risponde.
“Ringrazia di non essere più una bambina perché altrimenti ti avrei già schiaffeggiata a dovere, questo doveva fare con te Keiko, schiaffeggiarti a dovere, dovevo mandarti fin dalla prima elementare al Seiran perché la pianta si raddrizza subito quando germoglia, a 14 anni è tardi. Fukiko quando avrai vinto il concorso e sarai più libera, insegnale un po’ di educazione sono stato chiaro? Meno male che te ti ho cresciuta io così mi sei venuta bene, guarda che fiore sei, se ti lasciavo a Keiko venivi rozza e ribelle come la tua sorellina, e pensare che Rei era giusto un regalo che feci a Keiko dopo tante insistenze da parte sua e questo regalo lei se lo è bello viziato e ora tocca a me sorbirmi i risultati della sua educazione anzi maleducazione”.
No viziata no, per i 3 anni seguenti alla morte della madre, Rei è stata totalmente ignorata e abbandonata a se stessa, anzi oggetto di bullismo da parte della sorella perfetta, è quasi morta per gli atteggiamenti sprezzanti della sua famiglia nei suoi confronti, ora suo padre si mette a offendere liberamente sua madre facendo fra l’altro capire che da lui non è mai stata né amata né stimata, le dice apertamente di non averla voluta come figlia e ha pure il coraggio di dire che è una ragazza viziata! No, questo Rei non lo tollera, perde il controllo e ormai decide di rinfacciargli tutto. Sì, in questo momento Rei capisce di avere dei conti in sospeso col padre, che se non gli dice ciò che pensa non sarà mai libera, è arrivato il momento.
“Dove sono stata viziata? Mi hai sempre ignorata come figlia di serie B anzi di serie C, hai idea cosa significhi vedere piangere la propria madre perché non si sente amata dall’uomo che adora e poi vederla affogare fra le onde del mare, restare orfani di madre a 14 anni e poi venire ignorati se non addirittura disprezzati dal proprio padre, dalla propria famiglia, sentirsi soffocare dalla solitudine?”
“Io ti ho dato i soldi e ti ho dato anche un appartamento dove stare per conto tuo. Cosa vuoi di più? Ingrata” strilla il vecchio.
“Affetto, amore, cosa me ne importava dei soldi, delle case, del collegio esclusivo? Affetto e amore servono per crescere. Una ragazza abbandonata a se stessa, orfana di madre, snobbata dalla famiglia, che è finita poi a colloquio con gli assistenti sociali per te è viziata?”
“Sicuramente è maleducata, perché il padre ha sempre ragione a prescindere da tutto, questo si insegna e tua madre non te l’ha insegnato”.
“Mia madre mi ha insegnato l’affetto, la bontà e il dialogo, e che non si può avere sempre per forza ragione, indipendentemente dal proprio ruolo”.
“Ma va, ti ha rovinata, ti dovevo portare via da lei come feci con Fukiko”.
“Invece sono stata contenta di stare con lei. Almeno lei mi voleva bene, ora non c’è più e io sarei morta poco dopo di lei sempre per la depressione se non fosse stato per la mia amica Kaoru e la mia ragazza Nanako”.
“Rei sei impazzita?” fa cenno Fukiko gesticolando, ma ormai è tardi.
“Cos’è questa Nanako?” chiede minaccioso il vecchio.
“La mia ragazza”.
“Che significa la mia ragazza? Non ti piaceranno mica le ragazze, vero?”, il vecchio sembra fuori di sé, mentre Takashi e Fukiko continuano con i loro “smettetela, vogliamoci bene, basta”.
“Io la amo e lei ama me, molto più di quanto tu hai voluto bene a me e alla mamma”.
“TAAAAACIIIIII. DISGRAZIATA. SVERGOGNATA. Guarda cos’ha combinato Keiko, guarda che disastro. Io sono stato troppo buono con lei. Io non ti ho mai voluta, accidenti a quando permisi a Keiko di avere un’altra figlia”.
Rei ha smesso di piangere, ma a sentirsi dire quest’ultima frase le parte la bambola e risponde a ruota libera senza riflettere, perde definitivamente le staffe perché è umana anche lei “Tu non volevi neppure Fukiko, una volta sentii la mamma raccontare a un’amica che quando ti disse che aspettava Fukiko la trattasti malissimo e le presentasti giorni dopo un medico per interrompere la gravidanza, Fukiko è nata perché la mamma non volle darti retta e allora con le spalle al muro decidesti di farla adottare da tua moglie, che ti amava così tanto da perdonarti il tradimento, perché nonostante tutto sei pure fortunato”.
Le pareti di Villa Ichinomiya si ghiacciano, Fukiko a dispetto del suo orgoglio comincia a piangere disperata e si accascia sul divano, lei così orgogliosa, che reprime ogni minima lacrima, ha appena avuto l’umiliazione e soprattutto la delusione che il suo adoratissimo padre accolse così male il suo arrivo da non volerla fare neppure nascere; lei così orgogliosa ha appena saputo di esistere per caso a questo mondo, che non doveva nascere, che la notizia del suo arrivo sconvolse negativamente le vite di suo padre, della sua madre adottiva e di quella biologica.
Quando la madre adottiva le aveva rivelato prima di morire di averla appunto adottata e che la sua madre biologica era la stessa di Rei, Fukiko aveva chiesto spiegazioni al padre e a Takashi; questi le avevano fatto credere che la sua madre adottiva non poteva avere altri figli dopo Takashi e, siccome lei e suo padre volevano un altro figlio, chiesero a Keiko di prestarsi per la gravidanza…invece… Fukiko/Lady Miya ha appena saputo di essere stata un terribile incidente di percorso, un’umiliazione, Rei almeno era nata perché voluta dalla madre…., che incubo, perché proprio a lei?
“ti prego Rei” bisbiglia Takashi terrorizzato, che ha notato agitarsi i pugni di suo padre, e Takashi quando vede quel gesto sa fin da bambino cosa significa.
“BAAAASTAAA” urla il vecchio.
Parte alla velocità della luce lo schiaffo, talmente veloce che nessuno realizza, Rei sente all’improvviso bruciare il viso appena il padre inizia a sberciare e si trova subito dopo quasi piegata in due tanto è stato forte e veloce lo schiaffo.
Gelo…gelo…vengono i brividi. Fukiko continua a piangere, Rei dignitosamente si ricompone e fissa dritta gelida il padre, Takashi osa dire “Papà ma che fai? non puoi”.
“Stai zitto tu, il solito ficcanaso, e tu svergognata, depravata, mi fai sfigurare con le tue perversioni e la tua cafonaggine, io non dovevo soddisfare il capriccio di Keiko, non dovevo. Fukiko è la cosa più bella che ho, avrei commesso un errore imperdonabile se avessi seguito il mio istinto, il terrore di perdere mia moglie e Takashi mi stava facendo commettere un’azione criminale, lo riconosco, e lì devo essere grato a Keiko - sono sincero - , ma tu piuttosto, tu sei nata solo per rimpiazzare Fukiko, perché io quel fiore di tua sorella lo presi sotto la mia custodia, e tua madre giustamente ne soffriva, allora mi chiese di avere te, tu però sei solo un rimpiazzo, educata malissimo, con delle perversioni, e guarda come fai piangere tua sorella”, dice rabbioso il vecchio, che è stato smascherato davanti all’amatissima figlia Fukiko e che ha dovuto riconoscere davanti ai figli che 25 anni prima era stato sul punto di commettere uno sbaglio madornale, proprio lui, messo in ginocchio dall’altra figlia Rei neanche ventiquattrenne. Che umiliazione per il vecchio, che a questo punto deve per forza colpevolizzare e umiliare a sua volta quella figlia che lo ha messo letteralmente con le spalle al muro.
“La mamma mi ha voluto bene, io non ero un rimpiazzo, io sono stata una bambina molto voluta  e molto amata dalla mamma, tu non meritavi il suo amore”, dice Rei con un filo di voce tremante.
Rei è pallidissima, cadaverica, quasi verde, sfibrata e sconvolta, a stento si regge in piedi, si dirige verso la sua camera ma, mentre sta per superare suo padre, il vecchio le si para davanti “Tu non vai da nessuna parte se prima non chiedi scusa a me e a Fukiko”.
“Io non volevo far piangere Fukiko, io amo mia sorella, ma non ho da chiedere scusa, sei tu che mi hai costretta a dire queste cose”.
“Chiedi scusa”.
“No”.
“Chiedi scusa e raddrizza la testa”.
“Vado in camera mia”, ma mentre supera il padre Rei si sente agguantare in maniera ferma per un braccio, la presa non è violenta, ma è comunque un atto di violenza psicologica intollerabile e a quel punto si risveglia “Lasciami”.
“Non ti lascio, perché prima devi chiedere scusa”, il tono è perentorio.
“Lasciala papà” si intromette ancora Takashi.
“Stai zitto impiccione e tu chiedi scusa”.
Rei scappa via, dando inizio a una scena drammatica; il vecchio rincorre Rei su per le scale, Takashi grida disperato rincorrendo il padre “papà lasciala. Che vuoi fare? Lasciala”, Fukiko piange accasciata sul divano, il vecchio strilla ora a Rei “disgraziata, svergognata” ora a Takashi “non ti permettere smidollato”.
Il vecchio che è stato un grande sportivo corre veloce anche se non come Rei; purtroppo, però, Rei nella furia di chiudersi in camera quando è quasi arrivata inciampa su un tavolinetto di vetro dove sono appoggiate delle bottiglie, cade rovinosamente a terra col tavolino e le bottiglie che vanno in frantumi spargendo vino e liquori per il pavimento.
Nel frattempo viene raggiunta dal vecchio che anziché chiederle se si è fatta male, pentirsi e lui sì chiederle umilmente scusa, si comporta dal più spregevole e nauseante degli esseri viventi urlandole “Guarda cos’hai combinato! Disgraziata, neanche scusa chiedi, ci hai rovinato la giornata, ti sei fatta male perché non hai chiesto scusa, ti sta bene, mi dispiace solo per quel tavolinetto di vetro e quelle bottiglie a cui tenevo moltissimo, vino e liquori pregiati, sei un disastro sotto tutti i punti di vista”.
“Il disastro sei tu” è Takashi che finalmente si è davvero svegliato. È rimasto così disgustato dal comportamento del padre che ha realizzato di non dover avere più alcun senso di inferiorità né verso di lui né verso l’altra sorella Fukiko “ma come le tratti le donne? Come hai trattato la madre delle tue figlie? Io ho conosciuto Keiko, era una bravissima persona, non merita le cattiverie che hai detto su di lei. E come tratti Rei, tua figlia? Fa male vero la verità?”
Il vecchio è sconvolto e senza parole, due figli che si ribellano a lui, lui che è il numero uno.
“Tu cosa vuoi? Vuoi un bel ceffone anche tu come quando eri bambino?”
“Altro che ceffone, ricordo ancora le tue cinghiate, bel metodo educativo” risponde Takashi.
“Perché non dovevo farlo quando a 10 anni mettesti il chiodo rovesciato sulla sedia della maestra? O quando a 16 anni per giocare a fare il meccanico improvvisato facesti saltare l’impianto elettrico della casa e dovetti fare d’urgenza dei costosissimi lavori perché ci lasciasti al buio? O quando a 18 anni sfasciasti la mia auto stupenda che avevo appena comprato?”
“Papà ma perché con te non ci si confronta mai con calma e libertà? Almeno ora che siamo tutti adulti? Hai mai pensato a quanto ha sofferto Rei? All’incolmabile vuoto affettivo che aveva? A quanto siamo stati superficiali con lei? Oggi poteva essere un’occasione per chiarirci definitivamente e ricominciare davvero, e invece hai rovinato tutto per il tuo orgoglio. Hai detto delle cose orribili a tua figlia, traumatiche. Pensi solo alle cose materiali, alla macchina che ti sfasciai, alle bottiglie rotte, e non ti importa nulla di noi, quando ebbi l’incidente non mi chiedesti come stavo, dovevi solo darmi le tue cinturate, e ora a Rei sanguina un ginocchio e non le chiedi come sta”, Takashi è pacato, Rei nel frattempo si è lentamente rialzata, ma le fa male la caviglia e le sanguina un ginocchio.
Il vecchio è sconvolto, in cuor suo sa che i figli sono molto più maturi di lui, e sa anche di aver detto delle cose molto pesanti, veramente imperdonabili. Ma, come ha detto Takashi, rifiuta ogni confronto; è infatti troppo orgoglioso, caratteristica che ha trasmesso geneticamente a Fukiko, e riesce solo a dire “Non capisci nulla Takashi, tu e Rei non sapete cos’è il rispetto e il timore reverenziale, eppure almeno tu hai studiato fin dall’asilo nelle migliori scuole, sei veramente senza speranze, davvero non so dove ho sbagliato con te, e a quest’altra piacciono pure le donne”.
“In compenso gli uomini piacciono a me” risponde sempre pacatamente Takashi.
“Cosa?”, il vecchio non ha più la forza di reagire.
“Hai capito bene. Sto con un giovane ortopedico della mia età e sono molto felice con lui”.
“Sei una grossa delusione per me, dopo questa non voglio più sapere altro, non raccontarmi più nulla. Che figli mi sono toccati, meno male almeno Fukiko è bravissima, lei mi ripaga di tutte le delusioni che mi date voi due, accidenti a quando vi ho avuto”. Quest’ultima cosa il vecchio non la pensa affatto, ma vuole dare una frecciata incisiva a quei due figli che non sono ‘esattamente’ come voleva lui e che soprattutto hanno cercato inutilmente o per meglio dire hanno osato provare a risvegliare la sua coscienza, hanno osato provare a fargli capire i suoi errori per ricostruire un rapporto.
Il vecchio, pur di salvaguardare il suo orgoglio, non coglie l’occasione di diventare una persona migliore e di instaurare un rapporto altrettanto migliore coi figli, si allontana sconsolato, va verso Fukiko che intanto ha smesso di piangere ma è ancora molto sconvolta, con le occhiaie e gli occhi fuori delle orbite. Il vecchio abbraccia Fukiko, che rimane immobile. Quell’abbraccio andava però riservato prima di tutto a Rei.
Il vecchio si sente infinitamente in colpa anche verso Rei, le vuole molto bene, soffre molto per come l’ha trattata e per la perdita di affetto da parte di Rei che quasi certamente conseguirà al suo comportamento violento, sa di dover essere lui a chiedere scusa, ma è troppo orgoglioso per farlo…
“Papà, io sono uno sbaglio? Davvero non mi volevi fino al punto di far abortire nostra madre? Io non avevo un ruolo in questo mondo? Sono stata un motivo di disperazione, di vergogna, di disonore”, Fukiko ricomincia a piangere tormentata, il suo orgoglio è stato irrimediabilmente leso; non è possibile, perché? Perché? L’arrivo di Takashi era stato accolto con gioia dai genitori, Rei era stata molto voluta dalla madre, invece Fukiko sconvolse tutti con la notizia del suo arrivo, erano tutti disperati, il suo amato padre voleva cancellarla come il peggiore degli sbagli.
“Mia amatissima bambina, se non ti avessi fatto nascere avrei commesso l’errore più grande della mia vita, mi sarei perso una meraviglia indescrivibile, sei la cosa più bella e incredibile potesse capitare a me e a mia moglie, mia moglie è la tua vera madre perché è colei che ti ha cresciuta; lo sai, quando seppe che eri una femmina fece salti di gioia, perché ci teneva tanto ad avere la femmina e anch’io ti confesso che quando nacque Takashi rimasi deluso perché avrei voluto la femmina; ci hai dato un’infinità di emozioni, gioie e soddisfazioni, sei stata la nostra figlia prediletta, a volte stiamo per compiere gesti terribili, siamo essere umani, non siamo perfetti, l’importante è non metterli poi in pratica”. Il vecchio è davvero deplorevole con gli altri 2 figli.
“Papà” piange Fukiko.
“La mia bambina preferita” prosegue il vecchio.
Il vecchio, pur avendo recuperato con Fukiko, con cui ha sempre avuto un enorme feeling, è in realtà molto triste e angosciato perché sa di essere stato orribile con l’altra figlia Rei e di aver probabilmente compromesso senza rimedio un rapporto che era già di per sé precario, in quanto per Rei non lo si poteva certo definire un padre modello.
Vorrebbe abbracciare Rei ancora più di Fukiko, chiedere perdono a Rei e a Keiko, che comunque ha amato, è divorato dai sensi di colpa nei riguardi di Rei, ma quell’orgoglio, quell’orgoglio … ; preferisce inventarsi che non gli importa nulla del suo rapporto con Rei, che quella figlia scapestrata, ribelle e omosentimentale si deve arrangiare, che l’importante è aver rimediato con la figlia Fukiko, eppure dentro di sé è dilaniato perché sa meglio di chiunque altro al mondo che tutto ciò che gli ha rinfacciato la figlia Rei è vero e meritato.
 
Nel frattempo Takashi si confronta con Rei che non ha più lacrime, si sente vuota. Takashi si sente libero per la prima volta in vita sua, senza complessi, senza impressioni di inferiorità, vuole godersi la vita, vuole vivere alla luce del sole, ha finalmente capito di non essere lui ad avere dei problemi ma che sono gli altri ad averne, è quasi euforico, non gli importa più niente delle battutine del vecchio, gli sono scivolate addosso, è felicemente sconvolto di sentirsi per la prima volta al pari della sorella Fukiko e persino superiore al padre. È felice; dopo questa scenata è felice
Ma è altrettanto dispiaciuto per Rei, che sa essere molto sensibile e vuole stare insieme a lei.
Rei dal canto suo è sconvolta, profondamente in colpa verso Fukiko; è convinta di aver rovinato il rapporto meraviglioso fra Fukiko e il padre, ma prova anche rabbia verso il padre, per l’insensibilità e amoralità dimostrate nei confronti della sua adorata mamma, è contenta di avergli risposto a tono, di avergli detto ciò che pensa, ma è tormentata dalle cattiverie che le ha detto il padre su di lei e su sua madre, e dispiaciuta che possa farne le spese Fukiko. Ha sempre saputo di essere stata voluta solo da sua madre, ma oggi è rimasta comunque profondamente ferita.
“Come stai sorellina del ginocchio, vuoi andare al pronto soccorso?”
“No, la ferita per fortuna è superficiale, va bene così”.
“Ma almeno una radiografia, chiamo Saburo per un parere, è proprio la sua specializzazione”.
“No, lascialo in pace magari è di turno, vedi cammino”.
“Come stai in generale? Il vecchio è stato proprio bestiale, a me non importa più nulla di quello che dice. Rei godiamoci la nostra felicità, io con Saburo e tu con Nanako. Ah, e poi complimenti vivissimi per avergliele cantate a quel vecchio barbogio di nostro padre, mi inchino a te perché sei stata davvero una grande, io sono sempre stato pieno di complessi di inferiorità verso Fukiko, mi sono sempre rassegnato a tutti i rimproveri di nostro padre, tu invece ti sei fatta valere, hai liberato me e te, hai difeso la memoria di tua madre, le hai reso giustizia, grande grande grande sorellina, ci voleva la voce della coscienza al vecchio”.
“Hai sentito però tutte le cattiverie che ha detto su me e mia madre? Poi Fukiko ha pianto per colpa mia, avrei dovuto stare zitta, ho fatto un grave errore, ma ero stufa di quell’atteggiamento sprezzante e strafottente di nostro padre, mi ha detto tutte quelle cose orrende, alla fine ho perso le staffe, io non sarei così, ma non tollero la mancanza di rispetto e l’egoismo”.
“Rei, è stato lui a provocarti per farti passare dalla ragione al torto, ma tanto il torto è rimasto comunque a lui, lasciamolo perdere, non tornare indietro, se il vecchio ha reagito così è solo perché sa che hai ragione, dai stai su, oggi è una bella giornata, è la giornata della nostra vittoria”.
“Quale vittoria dopo questo litigio così violento? Dopo le parole che sono volate? Parole che mi hanno umiliata e ferita da parte di nostro padre; per le mie parole invece sta soffrendo Fukiko, per colpa mia ha avuto una delusione dalla persona che ama di più ed è stata lesa nel suo preziosissimo orgoglio”.
“Quali colpe? Non darti colpe, perché hai fatto benissimo. Almeno Fukiko ha visto chi è nostro padre, tanto di sicuro quei due si sono già chiariti, sono fatti della stessa pasta”.
“E’ stato orribile Takashi, per te sarà anche un giorno di gloria, ma per me no, quelle parole non le dimenticherò mai … quello schiaffo … sono cicatrici che rimarranno a vita. Io me ne vado. Domani stesso torno definitivamente alla maison d’etoile, e qua non ci abito più, questa volta è una decisione permanente, non è la scelta di 10 anni fa dettata da un desiderio di attenzione ignorato, questa volta mi sento davvero un’intrusa”.
“Dai sorellina non dire sciocchezze, perché intrusa, proprio ora che sei il mio mito per sempre? Il vecchio dopo domani riparte e non rompe più le scatole per un altro po’ di tempo, a parte le telefonate monitor; lo conosco, fa le sfuriate spaziali in cui dice di tutto di più, poi gli passano, rimani e fai finta di nulla, io che dovrei dire che da ragazzino prendevo delle cinghiate che mi lasciavano il segno per giorni?”
“Le cinghiate. Che bestia d’uomo nostro padre. Non ho parole” commenta rassegnata Rei “Non ce la fo a restare. Ma come faccio? Fukiko ha pianto disperatamente e io mi sento responsabile, con papà ci siamo detti il peggio del peggio, e quando ha detto di non avermi voluta, di essersi pentito di avermi avuta, mi sono scappate delle parole che non avrei mai dovuto dire, però non potevo stare zitta, gli dovevo dire il mio parere, anche se quelle cose su Fukiko potevo e dovevo evitarle, ma lì per lì, lui mi ha provocata con le sue cattiverie e io ho reagito come ho reagito…”.
“Hai fatto bene, invece, se le è meritate”.
“No, sono in confusione, è meglio se mi trasferisco, tanto per quanto a lui importa di me…o meglio…per quanto a lui non importa di me…mi sento troppo a disagio”, Rei è triste, sembra dimagrita di diversi chili.
“Almeno stai via solo qualche giorno, alternati fra questa casa e l’appartamento come abbiamo fatto sia io che te finora”.
“No, e non voglio più essere aiutata economicamente da lui”.
“E come pensi di fare? Con la tua borsa di studio non ci campi, ora che ti sei laureata non hai neanche più la pensione di reversibilità di tua madre, poi devi anche proseguire il conservatorio, con la sua retta, le lezioni, e il pianoforte, come fai ad esercitarti?”
“Utilizzerò il risarcimento che ebbi per l’incidente di 7 anni fa”.
“Impossibile, papà l’ha preso e investito come fa con tutte le entrate, lo sai che lui gioca in borsa, dice sempre che i quattrini vanno gestiti”.
“Ma erano soldi per me, soldi miei” Rei è senza parole.
“Eri minorenne e quindi poteva trasferirli sul suo conto e giocarli in borsa. Proprio per questo continua a farti aiutare economicamente da lui, visto che ti ha preso il risarcimento”.
“No, per niente al mondo, anche a costo di fare delle rinunce”.
“Sei proprio una grande, non sai quanto ti stimo. Senti, io guadagno bene, pago io l’affitto, tu contribuisci alle bollette e al mangiare e se ti serve una mano per il conservatorio, non esitare, mi raccomando”.
“Voglio evitare”.
“Ora sei tu quella orgogliosa”.
“Davvero, qualcosa mi inventerò, farò ripetizioni”.
“Rischi di dover sacrificare dei tuoi obiettivi”.
“Per ora desidero solo non essere aiutata da lui, la cosa principale per me è solo questa”.
Takashi prova fino allo sfinimento a convincerla a continuare a ricevere aiuti economici dal padre, ma Rei è davvero irremovibile, non vuole più nulla da quell’uomo che ha rinnegato e umiliato lei e sua madre.
 
Il giorno dopo Rei fa i bagagli, prende intanto le cose principali e tornerà poi a prendere il resto con calma.
La notte non ha dormito, eppure non è stanca.
Prima di pranzo bussa alla porta di Fukiko “Chi è? Sto studiando!” risponde sgarbatamente Fukiko.
“Fukiko io me ne vado” risponde tristemente Rei.
Fukiko ha un tuffo al cuore, guarda malinconica e affranta la sorella.
“Rei”.
“Mi dispiace per ieri, non volevo”.
“Rei lo so…” Fukiko sembra distrutta, non si è ancora ripresa dalla sera prima “Cos’è quel trolley?”
“Mi trasferisco definitivamente alla maison d’etoile”.
“Dai Rei non fare come da ragazzina, ora non hai più 14 anni, vai per i 24, dobbiamo stare unite”.
“Tanto tu hai il tuo concorso”.
“Rei, anche se non posso darti relazione, ho bisogno della tua presenza in questa casa, non andartene, per me è importante sapere che ci sei”.
“Ho deciso così e non torno indietro”.
Fukiko è sempre più triste, Rei le si avvicina, le dà un bacio sulla guancia e le dice “Ti chiamo stasera”.
Fukiko annuisce, e subito si rimette a studiare, ha già perso una manciata di secondi di orologio, si deve archiviare, non sia mai….
Sempre così con Fukiko, lei non c’è mai per nessuno, però tutti al suo servizio, presenze indispensabili che però non la devono disturbare.
Rei vorrebbe salutare suo padre, solo un ciao, perché Rei è un’anima buona, dolce, semplice, ma i collaboratori domestici le rispondono che è già in azienda.
Rei incarica i collaboratori di dirgli che è alla maison d’etoile. Spera in una telefonata, delle scuse, chissà…
Alla fine si è riprodotta inconsciamente la stessa situazione di 10 anni prima anche se in maniera più drammatica, ovvero dopo un brutto litigio.
Rei se ne va per un infinito bisogno di affetto, di attenzioni, spera così di attirare a sé l’amore del padre e della sorella Fukiko sempre presa da se stessa.
Anche questa volta però, come 10 anni prima, nessuno ha capito nulla, nessuno ha mangiato la foglia, nessuno ha letto fra le righe. Rei non riceverà la telefonata che aspetta, suo padre non le manderà neppure i saluti, pur essendo molto scosso per l’episodio della sera prima, pur sentendosi infinitamente in colpa, non la richiamerà. Coazione a ripetere…incredibile come le situazioni si riproducano involontariamente.
Questa volta però Rei è più forte, oltre ad avere il fratello dalla sua parte, oltre al fatto che questa volta sa di essere amata dalla sorella Fukiko, ha le sue super amiche al primo posto Kaoru e soprattutto l’amore di Nanako. Se il vecchio la ignora, sì ne soffrirà ma andrà avanti a testa alta, perché sa che nel torto alla fine è lui. Coazione a ripetere, ma con le dovute differenze per fortuna. 

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Capitolo 46
*** Ex sorella ***


Questa volta Rei si è trasferita in pianta stabile alla maison d’etoile, a giorni è sola, a giorni c’è Takashi anche con Saburo; quando Nanako scende dai suoi dorme sempre da lei anziché dai genitori, il loro rapporto è sempre più serio e intenso, Nanako non vede l’ora di laurearsi per progettare il suo futuro professionale con Rei, hanno tanti progetti, vogliono fare una bella carriera insieme, come Takehiko vogliono andare in Europa.
Anche Kaoru e Takehiko vengono a volte a dormire alla maison d’etoile; quando ci sono Takashi e Saburo arrivano muniti di sacco a pelo per mancanza di posti letto.
In altre parole la maison d’etoile è diventata il tempio dell’amore, ci dormono 3 coppie che non potrebbero essere più innamorate e affiatate, e Rei, presenza permanente, con la sua adorabile e inseparabile cherie poupee, ne è la vestale.
Come 10 anni prima il vecchio barbogio chiede notizie sulla dolce Rei, questa volta però a Takashi, con cui all’indomani di quel giorno di infamia ha riparlato come se nulla fosse accaduto, mai però una telefonata a quella figlia, che ama molto e che ammira ancora di più pur non volendolo ammettere apertamente…coazione a ripetere…Takashi, essendo un buon ragazzo, riferisce a Rei che il padre chiede sempre sue notizie e le manda pure i saluti, a differenza di Fukiko che al liceo si guardava bene dal farlo; che caratteri diversi! Rei a volte si limita a rispondere a Takashi di rimandargli i suoi saluti.
Con Fukiko ci sono telefonate lampo a giorni alterni con la clessidra – sì avete capito bene con la clessidra – perché le prove del concorso sono ormai alle soglie e Fukiko con il cuore in fibrillazione non può allontanarsi nemmeno un istante dai libri.
Tutto sommato sembra tornato il sereno, grazie anche agli studi molto appassionanti sulla letteratura contemporanea e al conservatorio dove Rei si attarda fino alla chiusura non avendo alla maison d’etoile un pianoforte su cui esercitarsi … a villa Ichinomiya non ci vuole tornare nemmeno per studiare il pianoforte.
Il problema principale sono i soldi. Nonostante Takashi si offra e insista fino allo sfinimento per pagarle il conservatorio, Rei non vuole saperne, per lei è già umiliante farsi pagare tutto l’affitto da lui. Rifiuta ogni aiuto dal padre, ha disposto in banca di respingere ogni accredito proveniente da Mushanokoji Ichinomiya. La borsa di studio è scarsa, deve contribuire al mangiare, alle utenze, per fortuna negli anni precedenti aveva tenuto da parte i soldi via via accreditati per la pensione di reversibilità materna che ora le tornano utili, ma non sono molti essendo sua madre morta molto giovane; vorrebbe mettere da parte più soldi possibile per andare in Francia, fa allora ripetizioni agli studenti, qualche supplenza in scuole di pianoforte, ma è difficile sbarcare il lunario, ed ecco che è sempre più indietro col conservatorio e vede come un miraggio la prospettiva di terminarlo perché forse prossimamente non potrà più permetterselo.
E a proposito di obiettivi….
 
Anche Rei adesso ha un telefono cellulare regalato da Takashi ad entrambe le sorelle e una mattina – qualche tempo dopo quella serata tristissima - è a colloquio con la professoressa che le ha dato la borsa di studio quando suona il cellulare. Vede che è Takashi, gli rifiuta la telefonata, lo richiamerà. Il telefono risquilla, Rei deve scusarsi e lo spenge.
Terminato il colloquio, Rei richiama Takashi; ha un brutto presentimento. Se Takashi, dopo la chiamata rifiutata, ha insistito, probabilmente è successo qualcosa….il cuore le batte forte.
“Sorellina è successa una tragedia” dice concitato Takashi.
“Oddio che è successo?”, Rei ha la tachicardia, ha già le lacrime agli occhi.
“Rei è successo che Fukiko è bocciata al concorso per giudice, tragedia abissale, ora anch’io mi trasferisco fisso alla maison d’etoile perché una belva così feroce non si era mai vista in tutta la storia dell’universo”.
“No, come? Erano più di 2 anni che sgobbava giorno e notte, non poteva perdere nemmeno un manciata di secondi. Mi dispiace”, Rei adora la sorella, sta per mettersi a piangere perché sa quanto la sorella ci tenga a diventare giudice, il suo sogno di bambina, la cosa per lei più importante in assoluto.
Takashi la interrompe bruscamente “Rei ti ho chiamata perché devi stare molto attenta e prepararti psicologicamente”.
“Certo. Lei ha bisogno del nostro sostegno morale, dobbiamo starle vi”, Rei non finisce la frase perché è di nuovo bruscamente interrotta.
“Rei preparati perché Fukiko sta delirando e dice che è tutta colpa tua se è bocciata”.
“IIIIIIOOOO?????? Cosa c’entro io? Stai scherzando?”, Rei sta per mettersi a piangere.
“Nostra sorella è impazzita, dice che è colpa tua per il litigio che hai avuto con il nostro - anzi suo - amato papà, per le cose che hai detto quel giorno, ah e dice è colpa anche di Kaoru perché le lanciò l’augurio di non diventare giudice 3 anni fa quando ti lasciasti con Nanako, insomma urla anatemi contro te, Kaoru e già che c’è anche contro Nanako e il povero Take, un delirio, sono al manicomio, io scappo, perché urla e lancia oggetti. Rei do un consiglio a te, Nanako, Kaoru e Take : andate a farvi benedire perché con tutti gli anatemi che vi sta lanciando potrebbe davvero succedervi alla fine qualcosa. È pazza, cosa c’entrate voi?”
Rei non parla mentre Takashi prosegue “Pronto Rei, ci sei? Rei, occhio alla belva. Hai capito? OOOOHHHH”, Rei riattacca e piange, sa di non essere la responsabile, ma siccome Fukiko non sbaglia mai, si comporta come il loro padre : addossare sempre le colpe agli altri.
Vorrebbe consolarla per la bocciatura, abbracciarla, starle vicina, è la prima grande delusione della sua vita, lei che è sempre stata la prima in assoluto della classe, che ha superato alla prima l’esame difficilissimo di avvocato, sicuramente si sta dilaniando dalla sofferenza per la sconfitta, per l’onore e l’orgoglio di nuovo violati, e questa volta è stato violato il suo sogno di bambina. Si insinua in Rei un senso di colpevolizzazione, sa di non essere colpevole, ma si sente come se lo fosse, è una sensazione strana che può capire solo chi l’ha provata….
Prova a concentrarsi sul nuovo incarico conferitole dalla professoressa nel colloquio appena tenuto, ma non ci riesce, è pallida, scossa, ricorda gli anni del liceo, l’odio che le manifestava la sorella, ma mentre al liceo la sorella nascondeva amore, questa volta è convinta sia odio puro, ha perso l’amore della sorella, si sente come in lutto.
Dopo qualche ora squilla di nuovo il cellulare, è Fukiko, Rei risponde. Fukiko è pacata “Rei dobbiamo vederci perché devo dirti un po’ di cose, quando ti trovo da sola a casa tua e di Takashi?”
Fissano l’appuntamento per quella sera stessa.
“Fukiko, Takashi mi ha detto, mi dispiace tanto”.
“Stai zitta, nessuno ti ha chiesto un parere e comunque quell’impiccione di Takashi deve imparare a tenere il becco chiuso, dopo parliamo”; ora il tono della voce è ignorante, finisce la telefonata.
Rei si prepara ad un altro giorno di infamia.
 
Sono le 19:30, Rei aspetta Fukiko, che puntuale suona il campanello; Rei le apre la porta. Fukiko entra col viso stravolto, è scombussolata, si vede che ha pianto moltissimo e soprattutto che è fuori di sé, lo sguardo è pieno di rancore.
Fukiko chiude la porta dietro di sé dopo di che inizia a strillare come un’indemoniata esordendo con il suo aggettivo/participio passato preferito “MAAAALEEEEDEEEETTAAAAA. SEI CONTENTA VERO????”
“Io sono molto dispiaciuta per te, per quello che ti è successo”.
“STAAAAAAAIIIII ZIIIIITTAAAAAAA. BUGIARDA. CATTIVA. DEPRAVATA. ECCO COSA SEI.”
“Fukiko sei sconvolta, però io cosa c’entro? È un concorso molto difficile da superare alla prima, sono pochissimi quelli che ci riescono”.
“CHE NE SAI? ASPIRANTE MANTENUTA, FALLITA, CHE NE SAI? E POI PERCHE’ IO NON POTEVO PASSARLO ALLA PRIMA? CHE C’E’? PER TE NON SONO ABBASTANZA INTELLIGENTE?”
“Fukiko ho solo detto che statisticamente è difficile superarlo al primo tentativo, sicuramente sei migliore di uno che l’ha passato, ma conta anche la casualità”, Rei ha la voce incerta da come è dispiaciuta.
“NON RIGIRARE LE FRITTATE CON ME. VEDI CHE NON SEI BUONA A FARLO? STAI ZITTA, QUALSIASI COSA TU DICA E’ SBAGLIATA PERCHE’ SEI INGIUSTIFICABILE”.
“Fukiko non gridare, sennò arrivano i vicini”.
“E ALLORA? ANZI URLO DI PIU’ COSI’ SCOPRONO CHE RAZZA DI PERSONA CATTIVA E’ L’INQUILINA REI ASAKA ICHINOMIYA”.
“Calmati”.
“Ti rendi conto di cosa hai fatto?”
“Ma che colpa ho? Non ero mica nella commissione esaminatrice”.
“Stai zitta, con me non rigiri le frittate, te l’ho già detto. Non fare battute banali e infantili. Già, ma del resto tu sei infantile; giochi con le bambole, anzi con le bestie”, volge uno sguardo di disprezzo a cherie poupee.
“E’ stata sfortuna, un’ingiustizia”.
“CHETATI”, Fukiko vede la faccia di Rei rigata di lacrime e gongola manifestamente.
“Sei cattiva. È solo colpa tua, perché dopo quel litigio con nostro padre e dopo le cose che hai rivelato, io ho avuto problemi nella ripetizione del mio piano di studio e non ho reso come dovevo. L’hai fatto apposta, perché sei gelosa”.
“Che dici? Io ti amo moltissimo”.
“STAI ZITTA. Sei gelosa perché papà mi preferisce di gran lunga a te e a nostro fratello, lui si è pure pentito di averti avuta e ha ragione, tu sei uno sbaglio, tu non dovevi nascere; anche se io non sono stata programmata quando poi sono nata erano tutti entusiasti, invece a papà di te non è mai importato nulla anzi si è giustamente pentito”.
“Fukiko ma hai sentito che cose cattive diceva di me e nostra madre? Io sono un essere umano, ho dovuto reagire, alla fine gli ho dovuto dire il mio parere, si tratta di difendere la memoria di nostra madre”.
“Cosa c’entrava dire di me? Che c’entrava io venissi a sapere che non voleva nascessi? Sei gelosa ecco, ma tanto papà mi preferisce giustamente a te e quindi non sei riuscita nel tuo intento”. La voce di Fukiko è diversa, molto scandita, impostata, teatrale, gli occhi sono sbarrati come quelli di uno scheletro.
“Fukiko ho sbagliato, non avrei mai voluto”.
“Ma l’hai fatto!”
“Dopo tutte quelle cattiverie che mi ha detto, ho perso le staffe”.
“Non ti ha detto cattiverie, ha detto la verità, quello che ti meritavi. E siccome sai di essere uno sbaglio e sei gelosa, hai provato a vendicarti dicendo quello che non avresti mai dovuto dire. Cattiva!”
“Non è vero, stai delirando, io sto ancora male per te, per quella sera, non avrei dovuto reagire alle provocazioni di nostro padre, ma non me ne sono neanche accorta”.
“BUGIARDA. L’hai fatto apposta e basta. Ma non è la prima volta che sei cattiva con me; vogliamo parlare di quando appoggiasti Kaoru per abolire la Sorority sette anni fa? Vedi sei gelosa”.
Rei ormai ha un filo di voce “Era un’associazione ingiusta, classista, generava solo odi e litigi”.
“STAI ZITTA. Eri gelosa perché ero la ragazza più ammirata e stimata dell’educandato. Mi hai aizzato tutte contro”.
“Cosa dici? Noi ci limitammo a una raccolta firme contro la Sorority, nessuna parlava male di te”.
“BUGIARDA! Tu hai leso il mio orgoglio insieme a quella sovversiva di Orihara. Eravate gelose di me, e dopo l’abolizione della Sorority le ragazze del Seiran ammiravano tutte voi due, e me non mi guardavano più o al massimo quelle poche ammiratrici che mi rimasero mi guardavano con compassione”, Fukiko comincia a piangere a sua volta.
“Fukiko erano le componenti della Sorority a essere gelose e false, non noi, noi alla fine ti abbiamo liberato da delle traditrici”.
“Ah, ora ti dovrei pure ringraziare? Ma come osi offendere la mia intelligenza? Tu mi hai tradita! Anche se eri contraria alla Sorority non dovevi partecipare alla raccolta firme per la sua abolizione, ero tua sorella, invece mi hai preferito quella burina che - non si sa come - ora si sta laureando in Medicina, cattiva e gelosa come te, che mi ha portato via il ragazzo”.
Rei invece smette di piangere, capisce che la sorella a livello psichiatrico sta delirando. Ricorda che Kaoru, quando preparava l’esame di psichiatria, raccontò la sua esperienza nel reparto; Fukiko sta assumendo i comportamenti tipici descritti da Kaoru. In sostanza è un caso clinico.
“Fukiko, non sei mai stata fidanzata con Take, nessuno ti ha portato via nulla, perché rivanghi cose di 100 anni fa? Takehiko, la Sorority…che poi la Sorority era un’ingiustizia, anzi con la sua abolizione hai visto chi ti era davvero amica e chi no”.
“Ancora con questa storia. Insisti a offendere la mia intelligenza. Tu senz’altro non mi sei amica, sei una serpe in seno Rei, tu ed Orihara avete complottato contro di me. Vai da quell’Orihara tua degna compare”.
“Fukiko sei sconvolta, ma non è un motivo per rifartela con me offendendomi e insultandomi. Calmati se vuoi andiamo in farmacia, vediamo se hanno dei calmanti, o chiamiamo una guardia medica”.
“COME OSI DIRE CHE SONO PAZZA????”
“Non ho detto questo, ho detto che sei talmente traumatizzata per la bocciatura che stai avendo una reazione delirante, con i calmanti giusti” Rei viene subito interrotta.
“ZIIIITTAAAAAA. SEI TU CHE NON SEI NORMALE”.
“Insultarmi non servirà a cambiare l’esito del concorso”.
“Ti insulto perché con tutta la tua cattiveria te lo meriti”, Fukiko piange disperata, ha lo sguardo pieno di odio e rabbia “Sei vendicativa. Volevi compromettere il mio rapporto con papà, ragazzina egocentrica, fallita, mi hai portato via le compagne dell’educandato, ma papà mi ama, brutta cattiva”, un filo di saliva esce dall’angolo della bocca di Fukiko, sbavandole il rossetto fucsia, gli occhi sono talmente sbarrati che sembra senza palpebre.
Rei ora è calma perché ha la conferma di avere davanti un caso clinico “Quelle ragazze che smisero di venerarti erano gelose e ipocrite”.
“Mai quanto te” strilla Fukiko.
“Rimanesti comunque la rappresentante del consiglio studentesco”.
“E secondo te a me basta un contentino? Basterà a una nullità come te, ma io sono degna di molto di più. Non ti perdonerò mai Rei, questa volta l’hai combinata peggio delle altre. Hai infranto il mio sogno di bambina”.
A questo punto Rei deve dirle il suo parere, l’ha perdonata per il bullismo, per le offese, le umiliazioni, ma non può permetterle di accusarla di aver causato la sua bocciatura al concorso, né tanto meno di sentirsi rivangare episodi del passato che credeva definiti, quando caso mai è Rei che dovrebbe rivangare episodi del passato “E io che dovrei dire di te? Di quando mi bullizzavi, di quando mi ammalai per causa tua di depressione, se non mi sono suicidata come nostra madre è stato solo grazie a Kaoru e Nanako, tu sei stata cattiva con me, se non ci fosse stata Nanako quella volta sotto l’olmo quando pioveva poi mi sarei ammalata di broncopolmonite e sarei potuta andare all’altro mondo, e quando mi umiliasti e maledicesti al tuo compleanno? E vogliamo parlare della tua grande amicizia con Misa Fujiwara che disse a me e Kaoru tutte quelle cattiverie? Fu lei a ripetermi che ero una rimbambita, combinaguai che ha commesso l’errore di nascere, eri tu che dicevi che avevo commesso l’errore di nascere”.
“Infatti, non dovevi nascere. Sei venuta al mondo per farmi del male. Tutto quello che ho fatto contro di te è perché sentivo che eri uno spirito malvagio”; Rei nota il solito principio di esoftalmo caratterizzante le crisi isteriche di Fukiko, che ha iniziato pure a tremare e ha viso e collo bordeaux.
“Fukiko stai delirando, te la rifai con me, ma questo non calmerà la tua delusione. Accetta le sconfitte come tutti, accetta di essere umana come noi, impara l’umiltà anziché offendere e dire cose crudeli a persone che non c’entrano nulla per sfogare una rabbia assurda e infondata, non trattare male chi ti ama e ti è vicino”.
“ZITTAAAA BESTIA”.
“Io non sono una bestia, abbi rispetto almeno ogni tanto degli altri, vedi complotti e gelosie ovunque, quando gli unici complotti e gelosie contro di te c’erano proprio alla Sorority e da quelli ti abbiamo salvata”.
“Salvata? Disgraziata. Siccome sei una fallita, vuoi che sia anch’io una fallita”
“Io non sono una fallita. Io studio, mi impegno, ho un dottorato, ho amicizie meravigliose, una relazione sentimentale splendida, solo tu mi tratti male, nonostante tutto il mio amore per te”.
“Ma va là, fallita, ma non ti darò la soddisfazione di rovinarmi la carriera”, Fukiko sta pure sudando e le esce molta saliva mentre parla (la quasi dr.ssa Orihara parlerebbe di scialorrea) “Non hai nemmeno rispetto per l’infanzia, perché io sognavo da bambina di fare il giudice e tu hai rovinato il mio sogno di bambina”.
“Fukiko hai altre possibilità”.
“IO NON HO MAI FALLITO, MI HAI FATTO FALLIRE, MI HAI UMILIATA, SEI MALEFICA”.
Rei ora non si sente più in colpa, non ci sta a farsi offendere ancora “Non ti permettere di trattarmi così, rispettami, non sono la tua valvola di sfogo, sei bocciata, non c’è nulla di male”.
“NON OSARE RIVOLGERTI A ME CON SIMILI ESPRESSIONI. NON DARMI ORDINI. HAI LESO IL MIO ORGOGLIO. L’abolizione della Sorority, l’ammirazione delle compagne di scuola solo per te e quell’Orihara, nostra madre voleva te e non me, papà voleva che nostra madre non mi facesse nascere”, Fukiko si accascia e piange disperata, il suo orgoglio è ferito, lacerato, lei non doveva bocciare, ha fallito il suo obiettivo più importante.
Rei l’abbraccia mentre Fukiko piange a squarciagola “Mi hai fatta piangere cattiva, mi hai fatto perdere l’orgoglio”, le sue lacrime e la sua saliva macchiata di rossetto che escono in quantità copiosa sporcano la felpa di Rei.
“Fukiko hai altre occasioni di realizzare il tuo sogno e ci riuscirai”.
“Nooo, ho fallito il mio obiettivo di bambina, io ho fallito per causa tua, tu e Orihara mi portaste vie le compagne, Orihara mi ha portato via l’amore della mia vita”.
“Ma rimugini su cose di 100 anni fa, che non sono mai esistite, avevi 12 anni quando prendesti la cotta per Take, ma di che rimugini?”
“Mi avete umiliato, per colpa tua ora so che sono nata per sbaglio, che papà non mi voleva, cattiva, gelosa” Fukiko all’improvviso si stacca bruscamente dall’abbraccio della sorella e si ricompone, ha uno sguardo stralunato “Sei gelosa, perché sei una fallita, tanto papà vuole più bene a me, hai sentito che disse : sei solo un rimpiazzo, una mia brutta copia, la mamma ti volle per sostituire me, sei tu l’errore, se non c’ero io non nascevi neanche te, ma nostra madre voleva più me ecco perché sei nata, sei un palliativo venuto male, cattiva, e ti piacciono anche le donne, svergognata”.
“Nanako mi vuole bene e mi tratta bene diversamente da te, io sono stanca di sentirmi maltrattare e umiliare gratuitamente. Fukiko, io ti voglio bene, ma devi almeno rispettarmi”.
“NON NOMINARE QUELL’ESSERE IMMONDO CHE TI HA PORTATO ALLA DEPRAVAZIONE”.
“BASTA FUKIKO, RISPETTAMI”, adesso comincia a strillare anche Rei.
“BASTA TU UNA VOLTA PER TUTTE. ADESSO MI HAI ROTTO LE SCATOLE. IO DA OGGI HO UN’EX SORELLA”. Fukiko si gira velocemente e sbatte con rabbia la porta mentre se ne va.
 
Rei lì per lì è paralizzata poi inizia a piangere disperata, corre ad abbracciare sa cherie la poupee, è sconvolta, Takashi l’aveva avvertita, ma non pensava che la situazione fosse così grave. Questa volta Rei non si sente in colpa, perché non ha fatto nulla, e perché, pur avendo sbagliato quella sera a rivelare quel particolare sulla nascita di Fukiko davanti a lei, si è trattato di uno sbaglio causato da una provocazione ingiusta di suo padre, uomo notoriamente egoista e amorale, lo sbaglio è stato di quel tamarro del padre non certo di Rei. Non si sente in colpa anche perché quello sbaglio di quella sera è comunque avvenuto un paio di mesi prima del concorso, non alla vigilia, Fukiko il giorno dopo sgobbava di nuovo sui libri. Non si sente in colpa perché, anche ipotizzando che la scenata di quella sera abbia influito sull’esito del concorso – ma non è così - , niente giustifica la piazzata isterica da malata mentale di Fukiko e soprattutto niente giustifica i suoi urli, le sue offese, i suoi insulti, le sue umiliazioni, i suoi deliri mentali.
Rei non piange per sensi di colpa che giustamente non ha, piange per la sorella che le è toccata, le vuole un bene infinito, e invece in cambio ha ricevuto cattiverie anzi crudeltà gratuite, era così felice al liceo di aver recuperato il rapporto, andavano d’accordo salvo qualche piccolo fisiologico battibecco fra sorelle.
Poi 3 anni prima le mandò a monte la relazione con Nanako, la cacciò praticamente dalla città, poi frecciatine se non faceva quello che diceva lei, fino alla scenata finale di oggi.
Piange perché ha sempre fatto di tutto per avere un bel rapporto con quella sorella, da cui sapeva di essere amata, ma che non si è impegnata altrettanto. Ora non è più tanto sicura di essere amata da lei.
Questa volta dovrà essere Fukiko a riavvicinarsi, ora basta.
Piange perché non è giusto, non meritava una sorella così. E sua madre cosa direbbe? Piange. Piange. Mentre stringe cherie poupee, si calma e chiama la sua amata Nanako.
Che fortuna avere persone che ti amano, che ti sono vicine nelle ingiustizie, che ti sostengono nelle difficoltà.
Chiama la sua ragazza, le racconta tutto fra le lacrime.
“Nanako perdonami, sei prossima alla laurea e io ti do noia, ma non ce la fo a stare da sola dopo quello che mi è successo. Perché mia sorella è così? Alla fine chi sta male è lei, sembrava un paziente psichiatrico, volevo quasi chiamare l’ambulanza, ma rifiutava le cure mediche, vedessi, le erano cambiate voce, faccia, sbavava mentre parlava, poi mi ha rinnegata, mi ha chiamata ex sorella”, qui Rei scoppia disperata a piangere.
“Parto domattina col primo treno, non puoi stare sola, chiama intanto Takashi”.
“Non voglio farli litigare”.
“Rei non puoi stare sola in un momento così, ti serve un sostegno morale, tua sorella avrebbe bisogno di cure mediche, può essere pericolosa per se stessa e anche per gli altri visto come li destabilizza coi suoi insulti deliranti. Ma non piangere, ti prego, lei non immagina neppure la fortuna infinita che ha ad avere una sorella come te, un’altra al tuo posto l’avrebbe rinnegata già al liceo, tu invece sei così buona da averla sempre amata incondizionatamente nonostante tutto. Lei, anziché starti vicina, confidarsi e confrontarsi con te, ha sempre fatto i suoi comodi, va bene, è il suo carattere, ma ora ha 25 anni potrebbe cambiare, e soprattutto non deve rifarsela con gli altri se qualche volta qualcosa non va come vorrebbe lei, se non chiami tu Takashi, lo chiamo io e intanto io preparo le valigie”.
“No Nanako devi studiare, non venire, non dovevo chiamarti”.
“Basta Rei, devi apprezzarti di più e volerti molto più bene, ci sei sempre per tutti, ora arrivo io, sennò che ci siamo fidanzate a fare?”
“Mia sorella non mi vuole più, la conosco, ma tu Nanako non lasciarmi, ti prego”.
“Non succederà mai finché avrò vita, morirei senza di te, quando mi laureo ci dobbiamo organizzare per essere vicine per sempre, per vivere insieme come Kaoru e Takehiko”.
Rei comincia a calmarsi, con la sua cherie poupee in braccio, che le sorride, anzi guardandola meglio sembra le sorrida di più “Nanako non so come farei senza di te, sai la tua sosia è qui con me e sembra mi sorrida, ora sto delirando io, Fukiko dice che gioco con le bambole”.
“Non è che ti sembra che sorrida, ti sorride davvero”.
“Dai Nanako, che dici”.
“Conosco quella che chiami la mia sosia, quella bambola ha un’anima, ho avuto anch’io l’impressione che cambi espressione in certi momenti, e so per certo che ora ti sorride davvero, perché lei sente che lei vuoi molto bene, e allora l’affetto trasmesso da te, te lo restituisce a sua volta; Takehiko crede nell’ilozoismo, l’anima nelle cose”.
Rei si calma, Nanako con delle battute riesce a farla sorridere; dopo la telefonata, Rei va a letto abbracciata alla sua cherie poupee, totem protettivo sorridente.
 
Allertato da Nanako, arriva intanto Takashi che deve barcamenarsi fra le sorelle, una isterica incontenibile e delirante, e l’altra avvilita; come sempre Takashi dà un colpo al cerchio e l’altro alla campana, ma ora è in pena per Rei, sa quanto è sensibile e sa anche, conoscendola, che Fukiko almeno per qualche mese non le parlerà; lui è abituato alle sfuriate nevrasteniche di Fukiko, ma Rei per la sua bontà d’animo e sensibilità non ci si abituerà mai, anche per i maltrattamenti assurdi e cattivi subiti in passato sempre da Fukiko senza contare le cattiverie che la sorella le ha ora letteralmente sputato addosso.
Rei dorme, da quanto ha pianto non si sveglia neppure quando Takashi prova a svegliarla. Takashi la lascia dormire, aspetta la mattina seguente per parlarle.
Il giorno dopo Rei è ancora sconvolta e non se la sente di andare in facoltà.
“Riposati oggi sorellina, io vo a lavorare tanto dopo arriva Nanako”, le dice Takashi, desolato per il comportamento dell’altra sorella Fukiko.
 
Con Nanako arriva anche Kaoru che prima di partire ha fatto una sfuriata davanti al marito “Quella Lady Arpia è di una cattiveria inaudita, non gliela fo passare liscia, Nanako la mando da Rei e io vo a cercarla, devo trovarla e dirle tutto quello che penso di lei, a quel mostro”.
“Tu non vai da quel mostro, ti farebbe piangere un’altra volta, è così cattiva che fa piangere anche te, non darle questa soddisfazione” le risponde Takehiko.
“Questa volta non piango, la voglio insultare come ha fatto lei con Rei, quel mostro non merita davvero nulla”.
“Non ti abbassare al suo livello, rischi poi che in questo momento si incattivisca e accanisca ancora di più su Rei. Rei la ama molto, è sua sorella, potrebbe ammalarsi dal dispiacere, lascia perdere, almeno questa volta dammi retta”.
“Sì forse hai ragione, però non è giusto che quel mostro orripilante la passi sempre liscia. Più sei mostro, più la fai franca”.
 
Dopo pranzo arrivano insieme Nanako e Kaoru. Rei appena le vede le abbraccia, comincia a piangere perché soffre troppo per la piazzata isterica della sorella, si sente come mutilata, sente che questa volta si è finito qualcosa, sentirsi urlare “BASTA TU UNA VOLTA PER TUTTE. ADESSO MI HAI ROTTO LE SCATOLE. IO DA OGGI HO UN’EX SORELLA” è veramente traumatico, quella definizione mai sentita prima di allora “ex sorella” le trapana la testa 24 ore al giorno; arriverà a sognarla anche di notte.
Kaoru e Nanako l’abbracciano, fa pena a entrambe, una ragazza così buona, dolce, generosa, che ne ha passate tante, bullizzata dalla sorella tanto amata e adorata, insultata fino al punto di sentirsi dire di essere solo una sua brutta copia e infine un’“ex sorella”.
Nanako piange perché non ce la fa a vedere così la sua ragazza e la stringe a sé con tutta la forza che ha nelle sue braccia, per trasmetterle il suo amore. Kaoru è triste e per la prima volta non sa che dire, se non che vorrebbe tirare un pugno in un occhio a ‘quella là’, ma non è il caso.
“Non piangere, lei non merita neanche mezza delle tue lacrime, deve venire a chiederti perdono, non farti mai più mettere i piedi in testa” dice saggiamente Kaoru.
“Senza di voi non ce l’avrei mai fatta né al liceo né ora, siete i miei angeli custodi”.
“Gli amici sono la famiglia che ti scegli” chiosa la sempre saggia Kaoru
Riscaldata dall’abbraccio della sua ragazza e della sua migliore amica, Rei si rasserena, capisce di essere amata, con loro piano piano reagirà al trauma appena vissuto, proverà a mettersi alle spalle la parola “ex sorella”, perché - come già detto - non puoi superare nessuna situazione senza le tue amiche…..

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Capitolo 47
*** La decisione di Kaoru ***


Finalmente torna un capitolo su Super Kaoru! Sapevamo che stava bene, a studiare beatamente i suoi manuali di medicina, ma da un po’ non la vedevamo in prima posizione in un capitolo e ora partecipiamo direttamente al momento da lei tanto agognato : la laurea in Medicina! E poi????
Commento anche la foto che si vede nelle ultime scene dell’ultima puntata.
 
Giovedì 11 marzo 1999. Kaoru è euforica, la notte ha dormito pochissimo, è troppo felice. Si sveglia all’alba, quando è ancora buio, e comincia a lanciare in aria e riacchiappare la sua Kitty, la bambola del cuore, ammaccata col ciuccio in bocca, quasi fosse un pallone da basket; in sottofondo musica dalla radio.
“Buongiorno, ma non è un po’ presto per alzarsi e sentire la musica? Io avrei voluto dormire ancora” esordisce Takehiko.
“Take sono molto felice”, Kaoru abbraccia entusiasta il marito.
Take la solleva in alto “La mia dottoressa … mi affido alle Sue cure dottoressa Orihara”.
Kaoru lo abbraccia e corre via a indossare il tailleur giacca e pantalone per la cerimonia di laurea e pure le decolleté col tacco.“Take non riesco ancora a crederci”.
“Credici e te lo meriti, saranno molto fortunati i pazienti che si affideranno alle tue cure”.
Suona il campanello, sono arrivati i genitori, i fratelli e i nonni, compresa la videocamera del nonno paterno, pronto a fare un altro filmino come per il matrimonio.
 
Sono tutti molto emozionati. Kaoru è la prima laureata sia nella famiglia del padre sia nella famiglia della madre. I genitori e i nonni sono molto orgogliosi, sua madre comincia già ad asciugarsi le lacrime “Principessa te lo dico subito io piangerò a dirotto”.
“Ma mamma”.
Quella ragazza speciale fin dalla nascita aveva sempre dato enormi soddisfazioni alla sua famiglia.
Riassumendo il curriculum :
la prima in assoluto della classe dalla prima elementare, la suora che le fece da maestra alle elementari fu molto chiara coi genitori al momento della licenza elementare “Questa bambina vi darà delle soddisfazioni”.
La sua bontà e generosità sono sempre state sconfinate, come quando in seconda media arrivò terza nella classifica dei bambini più buoni del Giappone.
Stella promettente del basket giapponese, nella squadra nazionale già alle elementari.
Vittima di un grave errore medico a 16 anni con diagnosi di un tumore inesistente, ha reagito nel migliore dei modi recuperando l’anno scolastico perso e scegliendo la professione medica.
La facoltà di Medicina è stata la sua vocazione, l’ha frequentata con passione, ardore, tenacia, sempre voti altissimi, sta per esserle consegnato il diploma di laurea col massimo dei voti e la lode d’ufficio data l’ottima media.
Sposata già al secondo anno di università con un ragazzo buono d’animo come lei ed eccellente negli studi di letteratura, accomunato con lei dalla vocazione e la passione per gli studi e il lavoro intrapresi.
Insieme alla sua famiglia arrivano alla cerimonia di laurea la cognata sorella Nanako e l’amica sorella Rei.
Il rettore della facoltà di Medicina chiama uno per ciascuno i laureati.
“Orihara Kaoru”; Kaoru si alza emozionata, sicura di sé e diritta sui suoi tacchi, pur non essendo abituata a portarli. Il rettore le consegna il diploma di laurea elogiandola per il curriculum impeccabile e la laurea conseguita col massimo dei voti e la lode. Kaoru ha un sorriso sgargiante e contagioso venuto a riscaldare il freddo e austero nord.
La madre di Kaoru comincia subito a piangere a dirotto, la sua bambina laureata in Medicina, la loro dottoressa. Le sembra ieri che era in prima elementare, in quel lontano 1981, vent’anni prima, chi l’avrebbe mai detto che era una bambina così speciale.
Tutti applaudono, specialmente Nanako e Rei, il nonno gira il filmino divertito.
Terminata la cerimonia, abbracci, grida di entusiasmo, risate grasse.
Kaoru piange per la commozione, come fece per il matrimonio, è troppo bello per essere vero.
“Dottor Kaoru ora siamo tutti tuoi pazienti” sorride Rei.
“Ci segniamo già da te” dice il fratello Goro ormai diciannovenne prossimo al diploma. No, Goro dell’università non vuole proprio saperne, andrà a lavorare in qualche industria col suo bel diploma di perito industriale.
“Ragazzi ora viene il bello, devo abilitarmi e poi scegliere la specializzazione, cioè in realtà ho già deciso, ma prima di iniziare la scuola di specializzazione dobbiamo fare i due anni di tirocinio per l’abilitazione che servirà a chiarirmi bene le idee”.
Kaoru vuole fare oncologia, non ha mai preso in considerazione nessun’altra specializzazione. Lei, anche se per un errore medico, era passata da quei reparti, ricordava tutto come se fosse successo il giorno prima, l’operazione, la diagnosi, le cure impegnative, l’anno scolastico perso, ma soprattutto la paura del nulla, che si stesse avvicinando il punto di non ritorno, da cui non si torna più indietro, il vuoto assoluto e la perdita di tutto.
Vuole essere con quei pazienti, curarli, prenderli sotto la sua ala protettiva, affrontare con loro quel percorso, dare il massimo per farli guarire, sì per farli guarire, perché Kaoru non ammette che possa esserci un tragico epilogo, no, non vuole, finché c’è vita c’è speranza, non vorrebbe vedere morire nessuno dei suoi pazienti. Per questo vuole seguire ancora la ricerca, sa che già in questi 10 anni, trascorsi dalla diagnosi che venne fatta a lei, ci sono stati molti progressi sia a livello chirurgico sia a livello terapeutico, e vuole essere protagonista ed artefice di ulteriori progressi, vuole contribuire al completamento della fatidica frase “sconfitto il cancro nell’anno ….”, vuole scrivere con altri colleghi quell’anno e ci riuscirà, deve riuscirci.
 
Comincia subito a ruota il tirocinio propedeutico da abbinare allo studio per l’esame di abilitazione alla professione medica.
Kaoru si prende cura dei pazienti che le vengono assegnati nei vari reparti e chiede di essere assegnata fin da primi giorni anche al reparto di oncologia. Eppure quando fa ingresso al reparto di oncologia, il suo preferito, fin dal primo giorno è turbata, non tanto quando le vengono assegnati pazienti dai 70 anni in su - con loro riesce ad avere distacco pur essendo adorabile ed empatica - ; si turba, però, quando vede pazienti giovani, a cominciare dai suoi coetanei.
Studia le cartelle cliniche, osserva le analisi, prima di aprire i risultati delle analisi sente il cuore batterle, vorrebbe che quella giovane madre o quel giovane trentenne non avesse metastasi, che fosse sulla strada della guarigione, invece a volte vede dei quadri clinici irrimediabilmente compromessi.
La sua empatia la porta a rivivere i momenti in cui lei immaginava il nulla eterno, il distacco dai suoi amici e parenti, ora è felice e pimpante, realizzata, per lei la diagnosi di tumore è stato uno sbaglio, ma per quei pazienti che vede davanti a sé è tutto reale.
È felice quando la prognosi è positiva, ma a volte deve emettere verdetti negativi : sono troppe quelle volte rispetto ai suoi desideri, perché lei vorrebbe sciogliere solo prognosi positive. Quei verdetti negativi da cui era stata terrorizzata a suo tempo sono una realtà per quelle persone e non riesce neppure a immaginare cosa passi per la loro testa.
La sera a volte torna a casa demoralizzata, con le lacrime agli occhi, e la notte non dorme per pensare a quelle giovani vite spezzate da un male ingiusto e incurabile.
 
Comincia una nuova settimana e deve recarsi dal tutor di turno per ricevere le sue mansioni.
“Dottoressa Orihara, per quanto riguarda le discipline oncologiche questa settimana la mando in reparto ricoveri, compreso il reparto cure palliative”.
Kaoru trasale quando sente nominare il reparto cure palliative, ma deve fare buon viso a cattivo gioco, fa parte del tirocinio preabilitante e dopo l’abilitazione sarà la sua specializzazione, il lavoro che ha scelto, che desidera ardentemente fare, deve prendere ciò che le piace e ciò che non le piace, perché non c’è rosa senza spine.
Ricorda quell’estate del 1991, sono già trascorsi 8 anni, era esattamente il venerdì 23 agosto 1991; prima di sapere di essere stata vittima di un errore medico, era convinta che ‘lui’ cioè il tumore fosse tornato inesorabile per portarla via con sé, e lei commise un errore assurdo; per prepararsi psicologicamente alla fine ormai vicina si mise a girovagare per il reparto cure palliative dell’ospedale dove dovevano visitarla finché una giovane oncologa già specializzata non la portò via vedendola traumatizzata.
Kaoru ha la nausea mentre entra in reparto, il cuore le batte velocemente, le sembra di rivivere un incubo; capisce di non aver mai superato quel trauma di quasi 10 anni prima, ha imparato a conviverci, ma quel trauma resterà latente nella sua anima per sempre come una sua zona oscura. Controlla le flebo, chiede ai pazienti come stanno, e resta sconvolta ogni volta che vede pazienti giovani, non lo accetta, non riesce ad assistere a queste imperdonabili ingiustizie, soprattutto sente una pena infinita per loro, non osa immaginare come si sentano, elargisce un sorriso, sfiora la mano di qualcuno di loro, ma non sarà quello a salvarli.
Diversi giorni dopo alla fine del turno si sofferma da un giovane all’incirca dell’età di suo marito Takehiko, va a prendere i valori per valutare la terapia da somministrare, e nota che legge un libro di archeologia, materia di cui è appassionato anche suo marito. Ormai non ha altri pazienti da visitare e si mette a scambiare qualche parola.
Il paziente è debole ma è felice di parlare con lei.
“Sa, anche a mio marito piace l’archeologia, ogni tanto partecipa a qualche scavo qui in Giappone, prossimamente però andrà in Giordania, e gli piacerebbe in futuro andare in Europa, dove ci sono aree archeologiche molto interessanti”, subito si morde il labbro; prima madornale gaffe : quel giovane non potrà più viaggiare.
“Io ho partecipato diverse volte a scavi archeologici in Europa e in Asia minore, Giordania, Turchia, Francia, Italia e anche Inghilterra, è la mia professione”.
Il giovane a grandi linee racconta le sue esperienze, Kaoru si siede sulla sponda del letto e lo ascolta affascinata, in quel momento dimentica che sta parlando a un paziente a fine vita. Mentre quel ragazzo parla, Kaoru legge l’entusiasmo nei suoi occhi, come se il paziente avesse davanti ancora altre imprese archeologiche da affrontare, le si stringe il cuore, poteva essere successo a Takehiko, legge la cartella clinica, ha solo 2 anni più di suo marito : 1966 : 33 anni ancora da compiere.
A un certo punto il ragazzo si ferma, non ha più fiato; Kaoru gli somministra dell’ossigeno “Mi perdoni, l’ho affaticata, ma i suoi discorsi mi affascinano, ora riposi, ci vediamo domani”.
“Speriamo, ogni giorno ormai è regalato” risponde il paziente.
Una pugnalata per Kaoru che si affretta a rispondere “Non dica così, ci vediamo domani e continuiamo la nostra chiacchierata, voglio sentire parlare di altre sue imprese”.
Kaoru, quando esce dal reparto, ha la vista completamente appannata, sta per cominciare a piangere, va verso il bagno e nel termine di neanche un minuto si trova a piangere in ginocchio accanto al wc.
“No, non ce la fo, dopo il tirocinio sceglierò un’altra specializzazione, altrimenti mi ammalo io per lo stress”, si calma e torna a casa, dove appena arrivata si getta fra le braccia di suo marito a piangere disperata.
“Take non posso fare oncologia, quando vado in reparto anziché abituarmi ogni giorno sto sempre peggio, tanti guariscono ma altri o soccombono o al massimo vanno avanti solo qualche anno e alcuni sono giovani, non è giusto, non è giusto, perché????”; i singhiozzi di Kaoru sono alti, lamenti dolorosi, la sua schiena è una continua vibrazione. Takehiko non sa che dirle, è senza parole, ha solo la conferma di aver sposato una ragazza ultrasensibile, dal cuore immensamente grande.
“Take non ho mai preso in considerazione specializzazione diversa, tra l’altro l’esame di oncologia mi aveva veramente appassionato, però psicologicamente per me è una prova troppo dura, mi viene da piangere ogni volta vedo un paziente giovane o quasi con una diagnosi nefasta. Ho deciso che dopo l’abilitazione farò l’esame di ammissione per un’altra specializzazione”.
“Pensa a cosa ti piacerebbe, hai solo l’imbarazzo della scelta, sei bravissima in tutto, hai preso voti molto alti ad ogni esame. Pensaci, io starò dalla tua parte, questo tirocinio biennale serve proprio a chiarirvi le idee”.
Kaoru va a letto senza cena sfinita dal pianto.
 
Nei giorni seguenti si fa forza, cerca di razionalizzare anche se è molto difficile, ma in cuor suo si reca molto più volentieri negli altri reparti.
Dopo quest’esperienza Kaoru impara che la vita ci sorprende ogni volta. Crediamo di aver deciso, che la nostra strada è per forza quella, e invece poi capiamo che non è adatta a noi, ed ecco che dobbiamo ricominciare da capo ogni cosa, rimetterci in discussione, riconsiderare.
Kaoru si mostra quindi mentalmente molto più aperta verso gli altri reparti, è sempre stata molto interessata alla medicina in generale, e guardando con occhi diversi le varie discipline, svincolata ormai dal chiodo fisso dell’oncologia, scopre di avere molta manualità.
Lei che ad economia domestica al liceo faceva continue gaffe, rinunciava a inserire il filo nella cruna dell’ago, non riusciva a separare gli albumi dai tuorli, fu sbeffeggiata dalla professoressa stupida che non la riteneva in grado di fare chirurgia per un pollo ripieno raffazzonato, vede invece che si diverte quasi a incidere, aspirare, rimuovere, cercare, per poi suturare.
I suoi tutors non mancano mai di farle i complimenti.
Kaoru vuole vedere da vicino ciò che è stato solo fotografato dalle lastre, vuole ricomporlo, vuole renderlo bello e perfetto, vuole rimuovere tutte le bruttezze.
Nella chirurgia trova in pieno la sua funzione, il completamento del suo animo nobile, ciò che a buon diritto la fece diventare al liceo Principe Kaoru.
Kaoru a scuola interveniva subito se c’erano delle ingiustizie, se qualcosa andava storto, se delle compagne si facevano del male le une con le altre, voleva ricomporre l’armonia, bloccare gli elementi di disturbo, rimettere tutto al posto giusto. La ricerca e la contemplazione dell’armonia è uno dei motivi che l’accomuna al marito Takehiko. Nella chirurgia ritrova l’occasione per togliere fisicamente e immediatamente gli elementi di disturbo, disarmonici, la cattiveria, ciò che fa star male, un modo per ridare armonia ed equilibrio, anche se dopo il suo intervento ci saranno opportune terapie. Kaoru dà l’avvio, l’input, ripulendo, purificando col suo spirito e la sua arte.
Le piace della chirurgia anche l’imprevisto da fronteggiare immediatamente con prontezza di riflessi e spirito di improvvisazione come nella stessa palla a canestro. Le viene l’adrenalina per il grande senso di responsabilità e per il fatto che questi imprevisti o situazioni di urgenza fanno dipendere da lei la vita di una persona.
Oltre alla cavità addominale e alla tiroide, Kaoru sa che come chirurgo generale dovrà anche intervenire sui seni, e qui trova un’occasione di riscatto personale contro quell’errore terribile di cui fu vittima a 16 anni.
C’è un altro motivo per il quale Kaoru decide di diventare chirurgo; la necessità di distacco dal paziente. Kaoru vuole senz’altro un ottimo rapporto col paziente, ma è anche molto sensibile, soffre molto di fronte a situazioni complicate; durante l’operazione il paziente è anestetizzato, dopo le visite di controllo viene affidato ai medici, da lei farà giusto poche visite post operatorie, spesso non si crea quel rapporto stretto con connesso coinvolgimento sentimentale che Kaoru per proteggere la sua sensibilità non si sente di instaurare.
Il tirocinio si rivela molto importante per Kaoru, perché senza avere messo in pratica le cose imparate, non si è in grado di capire e prendere le decisioni giuste, la teoria è sempre molto diversa dalla pratica; è vero : fra il dire e il fare c’è di mezzo il mare anzi l’oceano!
 
La decisione è presa, ne è entusiasta, sa che è quella giusta, adatta a lei; una decisione assunta con piena cognizione di causa, non solo col cuore ma anche con la testa e la pratica.
Torna a casa, dove non vede l’ora di condividere col marito la sua scelta.
“Take stasera ti porto a ballare!”
“Miracolo! Tu odi ballare; a cosa devo quest’onore?”
“Voglio festeggiare, ho deciso il mio futuro professionale, ho parlato anche coi miei tutors e sono d’accordo con me!”
“Hai scelto la specializzazione?”
“Esatto”.
“Vediamo se indovino : chirurgia?”
“Esatto! In barba alla prof di economia domestica del liceo che diceva che ero negata solo perché non mi riuscivano bene i ciambelloni!”
“Spero venga prima o poi a saperlo, così vedrà quanto è stata sciocca!”
“Voglio iniziare da subito con la mia storica paziente cavia”; Kaoru si dirige in salotto verso la sua bambola Kitty.
“Vuoi operare la bambola?! Ti senti bene?”, Take è interdetto.
Kaoru risponde seria “Prima le vaccinazioni, ora le operazioni; è la mia cavia predestinata”. Dà un’occhiata al marito e comincia a ridere divertita “Scherzo, voglio fare il chirurgo, non farmi ricoverare in psichiatria!”
Takehiko sembra rassenerato.
“Mica ci avevi creduto? Takeeee!!!!”, Kaoru ride dell’ingenuità del marito, e quindi prosegue seria : “Non posso operare questa bambola, voglio custodirla e mantenerla nel miglior modo possibile per il grande valore affettivo che ha per me”; Kaoru prende il biberon che aveva rubato all’epoca al fratello Goro e si siede sul divano fingendo di dare il biberon alla bambola. Le vuole bene davvero, come cherie poupee per Saint Just anche Kitty è sempre stata la compagna affettuosa inseparabile di Kaoru e ne ha passate mille con lei.
Takehiko sta al gioco arrivando dietro la bambola e agitando il sonaglio a stelle, che fa parte del suo corredo.
“Take ma siamo scemi a giocare con la bambola, alla fine ci ricoverano tutti e due davvero in psichiatria”.
“L’hai detto tu che va custodita, dobbiamo rianimarla, non possiamo perderla. Attenta : ho messo l’autoscatto alla macchina fotografica per immortalare questo momento. Fai finta di nulla e guardiamo la bambola”.
Parte l’autoscatto. Quella foto sarà sviluppata e conservata in un album.
Kaoru dà il biberon alla bambola avvolta nella copertina bianca a fiori arancioni, rosa e azzurri, Takehiko dietro la bambola agita un sonaglio a stelle. Sembrano già in tre, se non fosse che Kitty è una bambola.
“La paziente si è ripresa, l’abbiamo salvata. Ora possiamo andare a ballare se non arriva prima l’unità psichiatrica mobile per un trattamento sanitario obbligatorio di urgenza a noi due!” commenta Kaoru.
“Allora scappiamo prima sia troppo tardi” esclama Takehiko.
Corrono verso la discoteca, vestiti semplicemente, senza ghingheri, coi loro jeans e sneakers, con l’esuberanza di chi segue le sue vocazioni, di chi vede ogni giorno materializzarsi sempre più un sogno e sa di avere vicina la conquista del mondo…piccoli grandi momenti di gloria….

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Capitolo 48
*** Europa arriviamo!!!!! ***


Kaoru svolge adesso con passione e idee chiare il suo tirocinio preabilitante.
Il matrimonio con Takehiko, salvo fisiologici battibecchi, va a gonfie vele.
Le mancano – almeno a lei – dei figli, ma si trova d’accordo con Takehiko : non è questo il momento, deve finire il tirocinio, prendere l’abilitazione, specializzarsi in chirurgia e trovare il suo posto di lavoro. Ci vorranno ancora anni, per ora deve godersi al massimo ciò che ha che è veramente tanto e per il quale non manca ogni giorno di ringraziare.
Takehiko ha realizzato il suo sogno di andare a fare degli scavi archeologici fuori dal Giappone, fra una lezione di letteratura e una di filosofia, ha partecipato una quindicina di giorni a degli scavi in Giordania, che lo hanno appassionato tantissimo; la cosa più bella è stata però poter essere raggiunto – pur se solo per pochi giorni - da Kaoru che ha preso ferie dal tirocinio.
Nanako contempla le foto inviate da Kaoru; raffigurano gli scavi, opere interessanti e imponenti che vengono riportate alla luce, in qualcuna si vede da lontano Takehiko che in jeans e t-shirt si occupa degli scavi, nelle foto Kaoru sorride felice, è bella ed esuberante.
Takehiko non poteva scegliere una moglie migliore.
Fra queste foto c’è pure quella di Takehiko, Kaoru e la bambola Kitty, loro volevano raffigurare la rianimazione della bambola, invece sembrano raffigurare la loro futura famiglia ampliata; chissà se magari questa foto porterà fortuna!
 
Nel leggere le lettere dalla Giordania, Nanako ormai laureata pensa ai progetti che sta facendo con Rei/bambola Saint Just. Si stanno coordinando per andare a fare un’esperienza all’estero in Europa, tipo quella fatta a suo tempo da Takehiko in Germania. Saint Just è attratta dalla Francia, Nanako dall’Inghilterra, vogliono recarsi a studiare in entrambi i paesi, praticare le cose studiate, imparare bene le lingue straniere, confrontare la letteratura giapponese con quella europea.
Per ora Nanako ha un contratto a progetto con l’università sulla poesia ottocentesca giapponese. Abita sempre al solito convitto dove si trova molto bene.
Rei dal canto suo sta terminando la specializzazione sulla letteratura del periodo Showa.
Rei e Nanako hanno impostato un progetto di studio che prevede quali tematiche approfondire a grandi linee, vogliono sottoporlo ai rispettivi dipartimenti di riferimento. Per non correre il rischio di venire chiamate in università molto lontane fra loro, sottolineano ai docenti di riferimento che il programma dovrà essere realizzato da entrambe e decidono di puntare tutte e due in prima battuta alla Francia, più concessa nelle loro facoltà, se possibile alla Sorbona; in Inghilterra andranno solo dopo essere state in Francia.
Tutto Rigorosamente Insieme.
La prima che verrà chiamata sarà - comunque vada -  seguita dall’altra, perché partiranno insieme, punto e basta; insomma in altre parole le fidanzatine del nostro cuore non possono assolutamente rischiare di separarsi di nuovo e questa volta senza possibilità di incontrarsi. Sono contente di aver raggiunto un simile compromesso, vogliono fare tutto insieme.
Sono stanche di dover vivere in città distanti, di vedersi solo un paio di finesettimana al mese, e per il resto sentirsi soltanto per telefono. Tutto grazie a Lady Arpia, che si è buttata a capofitto più che mai sui suoi studi giuridici, determinata a vincere a tutti i costi il concorso perché per niente e nessuno al mondo può permettersi una seconda bocciatura.
Questa volta Rei, pur volendo molto bene alla sorella, intende aspettare sia Fukiko a farsi nuovamente sentire. Ha sofferto sempre moltissimo per la sorella e continua tuttora a soffrire per lei. Pur sembrando serena e spensierata, si nota su di lei un velo di malinconia.
Non è un periodo propriamente allegro per Rei. Da mesi non ha nessun contatto con la sorella, si sta rassegnando al fatto di avere davvero un’ex sorella. Tramite il fratello Takashi sa che suo padre chiede continuamente di lei e a volte le manda i saluti, ma perché allora non si fa mai sentire in prima persona? Potrebbe farsi sentire anche lei, ma è tuttora molto triste ogni volta in cui ricorda le cose pesanti e cattive che suo padre disse ormai un anno prima su lei e la madre.
Infine, Takashi va a convivere con Saburo lasciando definitivamente la maison d’etoile; Saburo ha chiesto di lavorare in un ospedale che fosse più vicino possibile a Takashi e ha ottenuto un posto in una città a 40 minuti di distanza. I due ragazzi hanno preso in affitto un appartamento a metà strada fra le rispettive città dove lavorano.
Rei è molto legata al fratello, perché alla fine è l’unico suo parente a essersi comportato sempre bene con lei dopo la morte della madre. Il padre e la sorella sembravano molto migliorati dopo l’incidente, con Fukiko c’era alla fine un bel rapporto, con suo padre si era aperta una parvenza di dialogo anche se ovviamente non aveva con lui il rapporto che avevano Takashi e Fukiko, poi dopo quella sera di ormai oltre un anno prima il rapporto col padre era regredito al livello anteriore al suo incidente e – cosa ben peggiore – da mesi non vede né sente Fukiko.
Le mancherà non vivere più col fratello.
Il trasferimento di Takashi però significa anche per Rei lasciare la maison d’etoile. Takashi vuole in tutti i modi pagare metà dell’affitto a Rei, essendo la sua borsa di studio di importo basso, ma Rei si sente molto a disagio. Se non otterrà a breve la borsa di studio per l’estero, lascerà la maison d’etoile e andrà in appartamento con altri giovani lavoratori come lei.
Le sembra ormai un miraggio laurearsi al conservatorio, le spese sono troppe e non ce la fa a sostenerle con queste basse borse di studio e i suoi non certo cospicui risparmi.
Inoltre non avendo un pianoforte a casa, non può esercitarsi come e quanto vorrebbe e dovrebbe; pur attardandosi fino a tardi al conservatorio deve però andare anche in facoltà, fare le ripetizioni e la giornata finisce senza poter proseguire le esercitazioni a casa.
Non ha veramente un minuto libero e la sera è talmente stanca che a volte alle dieci dorme già sul divano fino a svegliarsi direttamente la mattina dopo.
Ha sempre più voglia però di andarsene almeno per un periodo. Desidererebbe tanto ricostruire una nuova vita lontano con la versione vivente della sua cherie poupee. La città le mette tristezza e malinconia. Takashi viene in città solo per lavorare e non si possono frequentare più come prima, mentre la sorella Fukiko la rifiuta categoricamente; Rei cerca di non passare davanti a villa Ichinomiya per non farsi assalire dalla tristezza e dagli attacchi di pianto.
A volte va a trovare la madre al cimitero e piange davanti alla tomba. Si chiede fra sé e sé che direbbe sua madre se fosse viva. Le sarebbe stata vicina, il loro rapporto sarebbe continuato bene oppure anche sua madre le avrebbe dato di disgraziata e svergognata? E riguardo a Fukiko sua madre cosa avrebbe detto? Sicuramente sua madre non avrebbe mai approvato la scenata crudele e rivoltante in tutti i sensi fattale dalla sorella, ma quasi di certo l’avrebbe aspramente rimproverata per essersi fatta scappare la storia sul tentato aborto di Fukiko e sarebbe stata delusa da lei. Rei è così buona, che pur capendo di essere stata vittima delle cattiverie di Fukiko, non riesce a non sentirsi colpevole e a non temere una delusione da parte della defunta madre. Pensa che se fosse stata zitta a quest’ora parlerebbe ancora con Fukiko….
Rei è molto triste; non c’è nulla da fare, vuole andarsene e ricostruire. Ci sono momenti in cui pensa che forse non merita neppure quello che ha. Le persone particolarmente buone sono così; non riescono a rimproverare le persone che amano, devono addossarsi ogni colpa, e soffrono profondamente per la mancanza dell’affetto di chi amano.
 
Proprio nel periodo più malinconico per Rei, quando lei ormai si sta rassegnando alla perdita della sorella, le arriva una notizia splendida : ha ottenuto una borsa di studio alla Sorbona di Parigi in lingua e letteratura francese, in particolare dovrà approfondire il confronto fra il decadentismo francese e la scuola decadente giapponese Burai-ha, scuola risalente appunto al periodo Showa da lei appena studiato con la sua borsa di studio. Rei è troppo entusiasta, ne parla subito con Nanako, che altrettanto entusiasta chiede alla sua facoltà un sollecito per un posto alla Sorbona.
Comunque sia intanto le ragazze si preparano a partire insieme per Parigi, faranno anche lavoretti per mantenersi, ma stanno per ritrovare la loro quotidianità che non avevano da 4 anni, da quando Lady Arpia le separò determinando la decisione di Nanako di trasferirsi in una città lontana.
Ci sono tante cose a cui pensare, il cambio di moneta, i bagagli, il materiale di studio, ma per fortuna Rei è aiutata da Takashi che si occuperà dello sgombero dell’appartamento, mentre Nanako ha una mano dal fratello e dai genitori.
È tutto assai emozionante : andare all’estero, vedere una realtà diversa … Takehiko ripeteva sempre che era stata l’esperienza più emozionante della sua vita, un’esperienza che raccomandava vivamente a tutti.
Nanako è felice, ha pure avuto l’assicurazione dalla sua facoltà che avrà presto anche lei la sua borsa di studio comparativa sempre presso la Sorbona, è super mega felicissima, ha paura sia tutto un sogno, non vede l’ora di partire, spera soprattutto che bambola Saint Just scacci la sua malinconia.
Hanno preso una camera doppia in uno studentato nella zona di Montmartre, costa poco anche perché devono prepararsi da sole il mangiare nella cucina a comune e pulire la loro camera, sarà bellissimo perché conosceranno anche tanti altri ragazzi della loro età di tutti i posti diversi e impareranno prima la lingua, come già a suo tempo Takehiko. Il cuore le batte alla velocità della luce.
Rei dal canto suo è molto risollevata, spera tanto che questa esperienza le serva a dimenticare il trauma vissuto a causa della sorella, e a ricominciare con la sua ragazza. Un periodo all’estero è quello che ci vuole.
 
Kaoru stappa una bottiglia di spumante per festeggiare le amiche. Takehiko inizia il solito discorso escatologico interrotto a un certo punto da Kaoru “Dai Take non ricominciare coi tuoi discorsi complicati e contorti, godiamoci con leggerezza questo momento unico”.
Ci sono altri amici a festeggiare a casa di Takehiko e Kaoru, è l’occasione per stare insieme. Mentre tutti chiacchierano Kaoru prende da parte Nanako.
“Nanako meno male ci sei tu. Si vede che Rei è molto triste per ‘quella là’, è raccapricciante che ‘quella là’ non le abbia chiesto scusa e non abbia cercato un riavvicinamento, io non capisco perché la faccia tanto soffrire. Forse all’estero con te accanto potrà lasciarsi alle spalle questa storia. Merita solo cose belle, e col vostro amore magari potrà levarsi i suoi sensi di colpa assolutamente infondati”.
“Kaoru io la amo da morire, voglio vederla felice, come può essere così cattiva sua sorella? Mi fa tanta tenerezza, vorrei stringerla al mio cuore 24 ore al giorno”.
“Sei di importanza vitale per lei”.
“Kaoru ho da chiederti delle cose”, Nanako assume un comportamento circospetto.
“Dimmi”.
Nanako si fa seria “Mi vergogno un po’ a farti una domanda così personale, ma per me è importante”.
“Nanako tu per me sei come una sorella, possiamo parlare di qualsiasi cosa”, Kaoru ha un atteggiamento confidenziale.
“Tu e Take litigate spesso? Dicono che in una coppia è normale bisticciare se si convive, anche i miei genitori si battibeccano spesso, però mi sembra una cosa così brutta, disarmonica, non vorrei mai succedesse con la mia ragazza”.
Kaoru inizia a ridere “hai ragione litigare è antipatico, ma quando si convive con altre persone, siano genitori, amici, fratelli o coniuge, ci si deve rassegnare al litigio, purtroppo è normale, talmente normale che dopo le prime volte non ci fai più caso e te lo dice una che tiene il muso dopo una lite, ora invece subito dopo una lite è come non fosse successo nulla, però sai io e Take siamo rodati da 5 anni”.
“Io vorrei evitarlo”.
“Non puoi Nanako, fa parte del pacchetto; però posso dirti che la convivenza con chi ami è bellissima anche se litighi, ci si conosce anche così, ci veniamo incontro anche modificando il nostro carattere e diventando più duttili. Alla fine chi vive da solo, è vero non litiga mai, però non cresce veramente, perché non si mette mai in discussione, non si confronta nelle piccole e grandi cose, convivere e litigare può essere veramente un’occasione di crescita personale, io sono cambiata in questi 5 anni, e anche se a volte io e tuo fratello litighiamo come cane e gatto però non invidio per niente chi vive solo, credimi”.
“Allora adesso sono maggiormente preparata, ho solo tanta paura di perderla”.
“Non la perderai per litigi di normale amministrazione. Anzi, voglio raccontarti l’ultima di Take; abbiamo litigato in pubblico in mezzo alla strada, ci hanno notati tutti”.
Nanako inizia a ridere “racconta, cosa ha combinato?”
“L’altro giorno ha voluto accompagnarmi lui in ospedale, e io ho accettato, sono uscita un po’ più tardi visto che andavo in facoltà in auto, ma dopo un po’ …indovina”.
“Ma come Kaoru? Take ora ha 30 anni suonati e continua a restare a secco con l’auto????”
“Gli ho fatto una sfuriata, in 5 anni di matrimonio succede ancora anche più di una volta l’anno, oltretutto quella mattina avevo un tirocinio importante a pneumologia e rischiavo di arrivare tardi. Il bello è che voleva avere ragione lui, perché sulle sue spalle cade tutta la burocrazia di casa ed è normale che abbia delle defaillances, ma guardacaso - aggiungo io - sempre le stesse, io poi mi sono difesa perché devo ancora terminare gli studi e ho meno tempo da dedicare all’amministrazione, rischiamo sempre di trovarci nei guai per le sue dimenticanze, bla bla bla!”
“In mezzo alla strada litigavate?” Nanako ride.
“E c’è di più : già che c’eravamo abbiamo litigato anche per altro, persino per la mia bambola Kitty che a lui dà noia vedere in salotto, insomma in poco tempo tutti i passanti sapevano i fatti nostri, io me ne sono andata furibonda, mentre lui pregava i passanti di aiutarlo ad accostare l’auto al marciapiede. La sera ci siamo riparlati come nulla fosse. Tuo fratello è molto disordinato, io sono pignola, però alla fine siamo complementari”.
“Altro che disordinato, Take è un vero cialtrone!” Nanako butta le braccia al collo di Kaoru “Grazie Kaoru, sono tanto felice, e ho paura sia tutto finto”.
“Non temere la felicità Nanako, la felicità esiste, e quando la incontriamo dobbiamo solo godercela! Perché devi fuggirla? Che fai piangi?”
“Piango di gioia” esclama Nanako.
 
Rei è talmente buona che prima di partire si fa coraggio e decide di vedere la sorella, rompendo la promessa fatta a se stessa di aspettare fosse Fukiko a fare il primo passo. Non può partire senza prima averla salutata, per ricominciare una nuova vita ha bisogno di sapere che ruolo avrà la sorella, anche avere la conferma di non rappresentare più nulla per lei.
Si fa coraggio, e con il cuore piangente come nella poesia di Verlaine, quel poeta che meglio di tutti sa descrivere i suoi stati di tristezza e che ora si accinge ad approfondire, si reca a villa Ichinomiya. È forte dell’amore di Nanako, dell’amicizia sororale di Kaoru – lei sì una vera sorella - , dei suoi studi che stanno prendendo un’ottima piega, delle sue amicizie.
Sa che è alle porte il nuovo concorso per giudice, ragione per la quale la sorella è fissa a casa a studiare.
I collaboratori domestici le fanno festa appena la vedono, manca a tutti loro la sua dolcezza e affabilità, rispetto a quella Fukiko sempre dispotica e ignorante fin dalla nascita.
“Ora sentiamo se tua sorella può riceverti, sta ripassando con una compagna di corso. Ma ti auguro di sì; sei proprio brava e buona, ci manchi tanto” dice malinconica la governante.
Seguono per Rei momenti infiniti, in cui ha paura di ciò che l’aspetta, paura che Fukiko non venga e invece … sorpresa delle sorprese : si vede venire incontro Fukiko; che onore! Fukiko la saluta gentilmente, ha l’aria triste, forse più di Rei.
“Fukiko, volevo salutarti prima di partire per Parigi, ho avuto una borsa di studio dalla Sorbona”.
“Lo so, Takashi mi ha detto”, Fukiko continua a essere triste, si vede si sente molto a disagio, gli occhi sono molto malinconici, ma abbozza un sorriso.
Fukiko si sente terribilmente in colpa per come ha trattato la povera Rei, da sempre sua vittima, ma non lo ammetterà mai apertamente perché ciò lederebbe il suo onore : lei ha sempre ragione punto e fine della discussione.
Si guardano tristi, nostalgiche. “E tu stai per ridare il concorso?”, Rei spezza quell’imbarazzante silenzio.
“Sì Rei” risponde sorridendo Fukiko.
“In bocca al lupo, sei molto brava, vedrai che questa volta andrà bene”.
“Crepi. In bocca al lupo anche a te, sei una ragazza in gamba Rei. Ora devo tornare sui libri, mi aspetta la mia amica”.
“D’accordo. Ciao Fukiko”.
“Ciao Rei”, la voce sembra rotta, Fukiko si gira e se ne va, ha le lacrime agli occhi, ma non vuole cedere all’affetto per la sorella, quindi ricaccia le lacrime e come un robot pensa di nuovo solo al concorso.
Rei è dispiaciuta per la freddezza del dialogo, ma vista la piazzata pazzoide e ultracrudele dell’ultima volta, poteva andare di gran lunga peggio, Madama Fuky poteva persino rifiutarsi di riceverla o farle un’altra scenata.
Rei capisce che deve concentrarsi solo sul suo futuro felice. Ha capito che non vale la pena rovinarsi delle bellissime giornate per situazioni che purtroppo sono ormai stabilizzate in un certo modo senza soluzione; rimugini a tempo perso e basta.
Purtroppo, come le disse una volta Takashi, “gli amici si scelgono, i parenti no”; Rei vuole un bene infinito alla sorella, ma se deve essere sincera con se stessa non l’avrebbe mai scelta come sorella, è inutile essere ipocriti, bisogna dirsi la verità.
Ha imparato anche che non ha mai senso rinunciare ai propri sogni e aspirazioni, nemmeno per la famiglia.
Una cosa è certa, Rei non smetterà mai di amare la sorella e dovrà abituarsi, volente o nolente, a convivere con le lacune dovute al loro rapporto malato, malato per il carattere della sorella..
 
Nanako intanto con un po’ di nostalgia si accinge a lasciare il convitto che l’ha ospitata per oltre 4 anni, abbraccia la sua compagna di stanza e le sue amiche più care che si è fatta al convitto. Ora scenderà con Takehiko e Kaoru a casa perché si troverà con bambola Saint Just per prepararsi per la partenza. All’università le hanno detto che questione di un mesetto avrà un lettorato alla Sorbona, speriamo!
Quante emozioni in questo convitto, vi arrivò che era disperata per la fine del suo amore con Saint Just, piena di speranze e di voglia di ricominciare, ricorda l’amicizia con Romi, la sua prima compagna di stanza con cui sono ancora molto amiche, le serate a piangere facendosi consolare da lei, l’entusiasmo delle lezioni che con sua sorpresa erano migliori rispetto a quelle dell’università di provenienza, la soddisfazione e l’emozione nell’assistere alle lezioni del suo amatissimo fratello, la frequentazione regolare con il fratello e la cognata Kaoru ormai una sorella a tutti gli effetti, le risate, le studiate matte e disperatissime, la riconciliazione con Saint Just, la laurea, le passa tutto nella testa come un film molto veloce, le viene da piangere, ormai ha già 24 anni, quante cose sono successe in questi fatidici anni ‘90.
Ha salutato i gestori del convitto. Si sofferma a parlare con la signora Umeko, una gestrice particolarmente aperta con le convittrici, probabilmente perché gestire un convitto per studentesse fuori sede era il suo sogno (l’abbiamo già vista al cap.35 con Kaoru).
“Sono tanto felice, non riesco a descrivere la mia gioia e la mia emozione”.
“Te lo meriti Nanako, non fermarti mai, continua così”.
“Mi dispiace solo stare lontano dalla mia famiglia, dai miei genitori e dalle mie amiche storiche, è l’unico neo”.
“Non farti frenare nemmeno dalla famiglia. La famiglia è importantissima e non devi mai dimenticarla, dovrai essere sempre presente per i familiari così come per le vecchie amiche, però non devi rinunciare mai ai tuoi sogni per nessun motivo. Se ripiegherai su un lavoro che non ti va, non sarai mai felice e ne risentirà anche il rapporto con la tua famiglia; a volte inconsapevolmente scaricherai le tue insoddisfazioni sulla tua famiglia perché la riterrai responsabile e diventerai a quel punto davvero assente, perché ti sentirai sacrificata. Altre volte capita che le persone per cui hai fatto rinunce importanti daranno tutto per scontato, non apprezzeranno ciò che fai proprio perché sei molto disponibile e anzi pretenderanno sempre più da te facendoti sentire inadeguata ed egoista ogni volta che dovrai dire di no. No Nanako, non frenarti perché entrambe le situazioni che ti ho appena descritto sono negative. E ora che hai 20 anni devi dare il massimo. Non perdere le occasioni.
Anche a livello sentimentale non rinunciare a nulla, hai avuto l’enorme fortuna di trovare una ragazza brava e dolce come questa Rei, che tra l’altro quando l’ho vista mi ha fatto un’ottima impressione, non lasciartela scappare un’altra volta. Sai, più passa il tempo, come dissi alla tua cognata Kaoru, più è difficile trovare una persona valida con cui accompagnarsi. Alla vostra età ci si mette insieme per sentimento, dopo ci si mette spesso insieme per ragionamento, per ripiego; fai in modo che questo non accada mai”.
“Se le cose stanno così, parto con animo sollevato. Io poi amo moltissimo la letteratura, è un vizio della famiglia Misonoo, ogni giorno è un divertimento studiare e approfondire poesie, romanzi, saggi, critiche varie, poi mi emoziona quest’esperienza all’estero con l’amore della mia vita, quanto la amo e come sono innamorata!”, Nanako sorride e aggiunge “Grazie per gli anni meravigliosi trascorsi qua dentro”.
Nanako abbraccia la gestrice e si commuove piangendo.
Nanako è pronta a conquistare l’Europa con la sua amata Saint Just.
 
Finalmente arriva il giorno della partenza. Sembra il remake di 8 anni prima quando Takehiko partì per la Germania. Questa volta all’aeroporto sono in partenza le fidanzatine del nostro cuore, ci sono i genitori di Nanako, gli immancabili Takehiko e Kaoru paladini della coppia Rei-Nanako, Mariko con Ricky super fidanzati e super innamorati, Takashi con Saburo, e ovviamente Tomoko; Rei è triste per l’assenza di sua sorella, ma ora deve concentrarsi solo sulla sua ragazza e la letteratura, andare lontano le servirà a liberarsi di ogni tristezza. Takashi ha già detto che l’aiuterà finanziariamente se avrà difficoltà e non vuole scuse.
Tutti ridono e sono commossi. Alla fine Nanako e Rei partono, mentre la mamma di Nanako piange.
Tomoko e Mariko strillano “Fatevi onore, mandate le cartoline”.
Nanako e Rei si prendono mano nella mano, dita intrecciate, stringono il più possibile le loro mani quasi volessero saldarle fra loro, sorridono felicissime, sono entusiaste, il cuore batte alla velocità della luce, salgono in aereo, l’aereo si solleva, vedono le case e le città diventare sempre più piccole e si ritrovano fra le nuvole, stanno davvero andando in Europa e cambiando continente, stanno davvero compiendo una rivoluzione nella loro vita, stanno davvero dando un addio definitivo all’adolescenza per entrare nell’età adulta, sì, è tutto vero, magnificamente vero, troppo bello per essere vero, la loro adrenalina sale ai massimi livelli per l’euforia, si godono il momento con trasporto estatico, volano nell’alto nell’altissimo dei cieli per tuffarsi in un nuovo inizio….
 
 

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Capitolo 49
*** Rivoluzione parigina ***


È l’estate 1999, per la precisione fine luglio quando Nanako e Rei arrivano a Parigi; sono già trascorsi 8 anni esatti da quell’incidente terribile che avrebbe potuto avere per Rei un tragico epilogo.
Nanako e Rei sono entusiaste; come detto nel precedente capitolo, nello studentato dove alloggiano la cucina è in comune con gli altri alloggianti e l’ora dei pasti diventa un’occasione di scambio sociale e anche culturale.
L’organizzazione è senz’altro molto più autonoma rispetto a quella del collegio dove Nanako aveva abitato all’università; nel convitto dove abitava all’università Nanako doveva pensare solo a studiare, era come fosse a casa sua in pratica; qua si devono preparare i pasti, pulire, ordinare.
È una vita emozionante, in cui le ragazze si rendono davvero autonome, c’è una grande aggregazione sociale e in più c’è l’ebbrezza dell’esperienza all’estero.
Rei sta molto alla Sorbona, dove con grande gioia si mette subito all’opera con le ricerche sul decadentismo e i confronti col Burai-ha, con Nanako frequenta anche dei corsi intensivi di francese, mentre Nanako in attesa del lettorato si improvvisa interprete con l’aiuto di un’agenzia indicatale dal consolato giapponese.
Sono appena arrivate e sono già elettrizzate e ultraimpegnate.
Ancora non sono riuscite a trovare il tempo di fare un giro per quella bellissima metropoli tante sono le cose che devono fare e si accontentano di veloci passeggiate intorno alla Sorbona.
La prima volta che vedono la Sorbona le ragazze sono colpite da una vera e propria sindrome di Stendhal. L’edificio è imponente, maestoso, mette soggezione, sembra un collegio delle fiabe, i pavimenti, il piazzale lo fanno sembrare un’entità autonoma, staccata dal resto del mondo, vi si mescola l’architettura greca con quella tipica francese, colpiscono i tetti di lavagna, i corridoi all’interno non finiscono mai, l’arredamento è molto elegante e sobrio al contempo, la struttura è semplicemente magnifica tra l’altro perfettamente in linea col decadentismo che Rei si accinge a studiare.
La sera nella loro camera Nanako e Rei si raccontano emozionate le loro giornate e fanno progetti per il giorno dopo; su una sedia in un angolo naturalmente c’è lei : cherie poupee!!! Non potevano certo lasciarla da sola in Giappone! Kaoru si era offerta di prenderla in affidamento anche per dare una compagna di giochi alla sua Kitty (sì : Kaoru scherzando ha detto proprio questa frase mentre veniva guardata in maniera stranita da Takehiko), ma per Rei è impensabile staccarsene anche solo per pochi giorni, le vuole troppo bene, è come una sorellina; l’ha messa persino nel bagaglio a mano per evitare qualsiasi rischio di smarrimento. Cherie poupee sembra assistere interessata alle chiacchiere di Rei e Nanako.
Dopo la prima settimana di agosto i dipartimenti universitari chiudono e le ragazze frequentano a tempo pieno i corsi di lingua francese per stranieri; un conto sono i libri di scuola, un conto è parlare nel paese di riferimento. Sicuramente l’ostacolo maggiore è l’ascolto oltre all’acquisizione di un vocabolario più ricco. Ogni tanto interrompono il loro studio intenso della lingua per fare un giretto per la città, per i monumenti, chiese e musei.
Allo studentato ad agosto ci sono pochi studenti perché la maggior parte sono tornati a casa; ci sono giusto giovani di passaggio per una vacanza all’estero con i propri amici.
In quella bellissima estate cominciata nel migliore dei modi, c’è un evento molto particolare : l’11 agosto 1999 c’è l’eclissi totale di sole!
In alcuni paesi nessuno se ne accorgerà quasi; i fiori si richiuderanno e il cielo da azzurro si farà cobalto. In altri il cielo si farà di un grigio lattiginoso. In altri ancora sarà buio come di notte. Tutti si sono comprati gli occhiali appositi per contemplare l’eclissi; questi occhiali saranno utili specialmente nei paesi dove il cielo resterà relativamente chiaro e consentiranno quindi di vedere l’oscuramento del sole.
Le ragazze non si accontentano di un cielo grigio lattiginoso, vogliono vedere il cielo nero, vogliono vedere il sole nascondersi, vedere la notte nelle ore diurne come succede in Scandinavia sei mesi l’anno; hanno saputo che andando verso nord, a poche decine di chilometri da Parigi, si potrà vedere l’eclissi totale di sole con una copertura al 100% della corona, il cielo diventerà nero in pieno giorno; si documentano sui giornali, chiedono in facoltà e quindi decidono di andare ad Amiens distante poco più di un’ora di treno da Parigi.
Le ragazze arrivano a metà mattinata, fanno una girata per la cittadina e verso mezzogiorno e mezzo arriva repentinamente l’eclissi totale di sole. Con loro indicibile stupore vedono il cielo farsi super velocemente nero e con gli occhiali appositi - quasi come in una profezia - vedono il sole nero con dei raggi dorati che sbucano dalla corona circolare : troppo emozionante, è fantastico, fa pensare alla fine del mondo; sono pochi minuti eppure sembrano non finire mai.
Nanako e Rei contemplano magneticamente quel sole nero con l’aureola, quasi un angelo oscuro, inquietante e affascinante, che ti attira e ti blocca. Questo evento così eccezionale si è potuto contemplare nella sua totalità solo in poche parti del mondo; in Giappone ad esempio non è stato praticamente notato.
Fanno qualche foto, non dimenticheranno mai questa giornata, le persone intorno a loro sono esterrefatte, ridono, commentano per lo più in francese ma anche in altre lingue.
Non è neanche un mese che sono arrivate in Francia eppure le dolci Nanako e Rei hanno già fatto progressi nella lingua, hanno cominciato a prendere dimestichezza con la città dove con la metropolitana ci si sposta bene, Nanako da settembre avrà il suo lettorato, e ora hanno visto anche l’eclissi.
Sembra un evento di portata magica, che suggella più che mai la loro iniziazione a questa nuova vita. Il loro entusiasmo è massimo.
Si sentono protagoniste di un incantesimo, un incantesimo che dura pochi eterni attimi, eterni perché rimarranno per sempre impressi nella loro anima.
Terminato l’evento, proseguono la loro girata per Amiens, che è davvero graziosa, dai giardini Hortillonnages coi loro canali navigabili alla cattedrale gotica che è la più vasta delle cattedrali francesi. Nanako non vede l’ora di scrivere una lettera al fratello, a Kaoru, a Tomoko e Mariko per raccontare tutto.
Tornano alla stazione e in treno non parlano d’altro. Nanako è rimasta particolarmente affascinata “E’ come se il sole avesse una doppia faccia; siamo abituati a vedere il suo aspetto standard, luminoso fra il color oro e il bianco spendente, questo è il sole che tutti conosciamo, ha un aspetto allegro, splendido, ottimista, luminosissimo; non per nulla carattere solare significa carattere estroverso, gaio. Eppure oggi abbiamo visto che anche il sole, un’entità apparentemente così luminosa e cristallina, può avere i suoi aspetti oscuri, diventando all’improvviso nero e assumendo sembianze diametralmente opposte, succede molto raramente ma succede; è come se volesse ricordarci che tutti noi abbiamo il nostro lato oscuro che di tanto in tanto deve spuntare fuori, che non tutto è come sembra, che non può essere sempre tutto uguale e perfetto”.
“Eppure con te ma cherie la poupee è sempre tutto perfetto”, Rei le prende la mano e le sorride dolcemente.
La sera tornate in stanza mentre disfano i rispettivi letti prima di andare a dormire Nanako nota un velo malinconico negli occhi di Rei, intuisce a cosa pensa e siccome le fa una gran tenerezza le si avvicina.
“Bambola Saint Just cosa ti affligge? Eri euforica e ora sei diventata malinconica, lo sai che possiamo parlare di qualsiasi cosa”, le mette un braccio intorno alle spalle.
“Nanako, nel vedere quell’eclissi di sole, nel vedere il sole farsi nero, inquietante, capovolgere il giorno con la notte, ho pensato a mia sorella. Chissà se anche lei si è interessata all’eclisse o se riesce a pensare – come immagino – solo ed esclusivamente a quel benedetto concorso per giudice, considerando tutto il resto cose futili e noiose. Vincerà il suo concorso e io purtroppo non sarò lì mentre lo vince. Chissà se diventando giudice, coronando il suo sogno nel cassetto, non diventerà migliore. Fukiko, come nell’eclissi di sole, appare amabile, educata e simpaticissima, invece quando meno te lo aspetti ti ferisce profondamente lasciandoti segni che non si rimarginano, ti dice delle cattiverie indimenticabili che probabilmente pensa davvero, e ti fa sentire la persona peggiore di questo mondo. Le voglio molto bene, ma ha un carattere ingestibile. Eppure mi manca, mia madre non sarebbe per nulla contenta a saperci così distaccate l’una nei confronti dell’altra, chissà che direbbe di me…”.
Nanako tira con forza a sé Saint Just e la guarda dritta negli occhi. Saint Just è particolarmente tenera, ha le ciocche laterali dei capelli raccolte dietro con un bel fiocco rosso, una t-shirt con disegni astratti, blu jeans e sneakers, dimostra meno dei suoi 25 anni a dispetto della sorella Fukiko che anziché 26 anni ne dimostra anche 33/34 col suo stile catafalco.
“Adesso apri bene gli orecchi Rei e guardami, ti ho detto Guardami. Rei tu sei una ragazza speciale, hai una sensibilità e una dolcezza fuori dal comune, lo dice sempre anche Kaoru. Tu non hai lati oscuri, sei solo stata molto sfortunata, ma i parenti non si scelgono, se tua madre fosse viva sarebbe fiera di te, per quello che sei nonostante tutte le tue disgrazie familiari non certo causate da te, lo so che ami alla follia tua sorella ed è normale e anche giusto, ma nel vostro rapporto è lei quella in difetto e tua madre è per lei che starebbe in pena, per come ti ha sempre trattato. Tu sei speciale Rei ricordalo sempre. Io ti amo dal primo momento in cui ti ho vista, mia bambola Saint Just, se sei triste lo sono anch’io, io ti amo, non posso vederti soffrire, nessuno deve farti soffrire, nessuno, io sto malissimo se tu soffri o piangi, mia amata Saint Just, non devi soffrire e non devi piangere perché altrimenti soffro e piango anch’io”, Nanako pur sapendo di sbagliare inizia a piangere, Kaoru la rimprovererebbe aspramente, ma non ci riesce, stringe al suo cuore Rei alias bambola Saint Just e piange.
Rei la riabbraccia “La mia fortuna è averti conosciuta, amore mio, senza te sarei persa”.
“Anch’io sarei persa senza di te, nessuno deve far soffrire una persona dolcissima come te, sei il mio amore dolce, la mia infinita dolcezza”.
Rei trasale un attimo, si stacca leggermente dall’abbraccio e dice “Che memoria formidabile, ti ricordi come mia madre mi chiamava”.
“Perché come ti chiamava? Io non ricordo come ti chiamava”.
“Ma se l’hai detto ora?”
“No”.
“Sì invece, ridillo, ripeti la tua ultima frase, cosa sono per te”.
“Ho detto che sei il mio amore dolce, la mia infinita dolcezza”.
Rei si commuove “La mia mamma mi chiamava sempre ‘amore dolce’”.
A Nanako fa impressione questa coincidenza, e risponde pronta “ti chiamava ‘amore dolce’ perché sei così dolce e buona che non puoi essere chiamata diversamente”; mentre glielo dice le accarezza una gota.
“Nanako non può essere successo a caso che tu mi abbia chiamata spontaneamente come mi chiamava la mia mamma, è segno che lei approva la nostra relazione” Rei all’improvviso è esuberante e sorride; sorride anche Nanako.
Si riabbracciano e si siedono sul letto di Rei.
“Nanako sei una persona così sensibile che intuisci e conosci le cose senza che gli altri te le dicano. L’affetto istintivo per Takehiko, il sogno sulla relazione fra lui e Kaoru e sui vestiti che avevo il giorno dell’incidente, oggi mi hai chiamata allo stesso modo di mia madre. Sei tu speciale, sei unica, insostituibile, non cambiare mai e soprattutto promettimi che andremo sempre d’accordo, che staremo sempre insieme come oggi, io morirei senza il tuo amore, non posso pensare all’eventualità che ci si lasci di nuovo in futuro, per me sei complementare, sei un organo vitale di me, questo è il motivo perché senza di te morirei”.
“Anch’io morirei senza di te, impegniamoci ad andare sempre d’accordo come in questo momento, a sostenerci a vicenda, e a non soffrire mai, ti amo amore dolce, sei il mio amore dolce, dolcissimo, non lasciamoci mai, io ne morirei prima di te, non immagino e mi rifiuto di immaginare la mia vita senza di te”.
Rei la sera indossa degli occhiali da riposo per una leggera miopia. Nanako le toglie gli occhiali e li appoggia sul comodino.
“Sei bellissima infinita dolcezza, perdonami se ho pianto ma per me è inconcepibile vederti star male, io ti proteggerò sempre, te lo prometto, amore mio, sarò il tuo scudo”, le dice Nanako.
“Stanotte dormi nel mio letto, staremo strette perché è un letto singolo, ma siamo abbastanza magre per poterci dormire insieme, voglio addormentarmi con ma cherie tres jolie la poupee vivant”, Rei sorride rasserenata.
Nanako la stringe al suo cuore più intensamente che può, le riempie di baci il viso, mentre viene a sua volta stretta al cuore di Saint Just. Non avrebbe mai potuto pensare di essere più felice.
Il letto è stretto anche se sono magre, ma a loro basta, perché stanno talmente abbracciate da sembrare un’unica sagoma.
Nanako adora abbracciare la sua bambola Rei/Saint Just, teme si dissolva durante l’abbraccio come in quel brutto sogno che fece la notte dell’incidente, teme sia tutto un sogno, ha sempre quest’ossessione dell’evanescenza della felicità, della fata morgana. Sembra voglia incollarsi a Rei per non perderla, perché in fondo non è mai riuscita a superare il trauma psicologico dell’incidente stradale di 8 anni prima, perché ogni tanto (fortunatamente sempre più di rado) sogna ancora quelle immagini terrificanti che le erano apparse la notte dell’incidente quando svenne, immagini in cui Rei spariva all’improvviso perché era morta; a quel punto il cuore di Nanako si lacerava.
Nanako si sente felice e impaurita al contempo, e deve stringere la sua ragazza per accertarsi che sia tutto autentico, per lasciarsi alle spalle una volta per tutte quell’orrendo incidente stradale. Ma deve stringere al suo cuore la sua ragazza anche per tenerla sempre con sé, si chiede come possa maltrattarsi una creatura sublime come questa, come possa essere così cattiva la sorella Lady Arpia, deve proteggerla e l’abbraccia per proteggerla.
La riempie di baci, carezze e abbracci avvolgenti per proteggerla dalle cattiverie e dalle tristezze della vita, perché la sua dolce Rei ha già sofferto troppo e non deve più soffrire, per assicurarsi che sia serena in futuro, che niente e nessuno la faccia piangere, deve proteggerla, essere il suo scudo, si inebria a sentire il suo odore di vaniglia che stanotte sembra mischiato a cannella, desidera la sua bambola più di qualsiasi altra cosa, con la sua dolce bambola Rei accanto sarà in grado di fare tutto nel migliore dei modi, avrà l’energia per affrontare ogni situazione, ogni ostacolo, ogni problema, con lei accanto potrebbe attraversare un oceano e scalare montagne, ed è felice perché il suo amore e desiderio sono apertamente ricambiati dalla sua bambola Rei, che le restituisce a sua volta abbracci, baci e carezze, che le ha detto e fatto capire che non può vivere senza di lei.
Le ragazze si ripetono continuamente che si amano, che si adorano e che a fianco l’una dell’altra potranno fare tutto, che raggiungeranno ogni obiettivo, che si sosterranno sempre a vicenda nel bene e nel male, e contemporaneamente affondano e si perdono l’una nell’abbraccio dell’altra.
È una notte di solenni promesse future, di celebrazione di un matrimonio spirituale, una notte di puro e vero amore infinito, di passione autentica, di desiderio reciproco soddisfatto e rinnovato, di godimento e contemplazione assoluti della reciproca bellezza, di cose fatte e dette con sincerità e spontaneità e non tanto per fare o per dire o per dovere, una notte di sentimenti, di genuinità, senza secondi fini, senza opportunismi, senza ripieghi, di estasi, di felicità anzi di ebbrezza di felicità, di cuore, soprattutto di cuore, come solo gli amori giovanili sanno essere : relazioni di puro sentimento e non di ragionamento. Le anime e i cuori di Nanako e Rei si sono indissolubilmente legati fra loro.
Solo chi ha vissuto questi sentimenti e queste relazioni può capire, per chi non li ha vissuti non sono neanche lontanamente immaginabili.
In questa notte c’è solo e semplicemente amore allo stato puro : nient’altro.
Da questo momento Nanako e Rei si sentono più che fidanzate, si sentono l’una la moglie dell’altra. Considereranno per sempre l’11 agosto 1999 la data del loro matrimonio. Le fidanzatine del nostro cuore hanno perfettamente ragione a considerarsi sposate.
Il matrimonio, infatti, prima ancora di un contratto, deve essere un incontro di anime, una comunanza di obiettivi, un vicendevole completamento verso il miglioramento di se stessi, offerta di sé dall’uno verso l’altro, la nascita di una nuova purezza; questi dovrebbero essere gli aspetti essenziali e imprescindibili di ogni matrimonio senza i quali si è di fronte a una relazione di comodo indipendentemente dalla conclusione o meno del contratto.
Questi aspetti essenziali e imprescindibili ricorrono sicuramente nel rapporto fra Rei e Nanako e quindi a buon diritto devono essere considerate sposate.
Quando le ragazze ormai dormono serene e beate, cherie poupee sembra vegliare con affetto sororale su di loro e proteggerle; cherie poupee, che in questo momento – forse non casualmente – ha gli occhi verdi come la speranza, conferma ancora una volta di essere una bambola con l’anima.
 
Coincidenze : Takehiko e Kaoru si sono sposati il 7 agosto mentre Rei e Nanako si sono praticamente sposate la notte fra l’11 e il 12 agosto. Questo mese di agosto è davvero romantico per le ragazze!!!!
 
Agosto procede in tutta tranquillità, le ragazze studiano appassionatamente, sentono nel loro cuore la felicità, hanno pochissimo tempo libero, ma sono allegre lo stesso e godono al massimo di ogni giorno; amano così tanto gli studi e i lavori intrapresi che alla fine si divertono mentre studiano e lavorano e non distinguono il tempo lavorativo dal vero e proprio tempo libero.
Se poi sei accanto alla persona che ami è tutto ancora più bello e divertente!
Quell’estate, come in tutte le estati, ci sono i tormentoni di sottofondo nei locali, nelle strade più affollate, nelle discoteche; Nanako e Rei cercano di risparmiare soldi il più possibile, vanno raramente nei locali, ma quando ci vanno ballano super euforiche al suono di questi tormentoni, si sentono in una vita parallela, coi problemi buttati definitivamente alle spalle, pronte a dimenticare tutto, soprattutto Rei ormai ha ricostruito, è quasi un anno che non ha rapporti con la sorella, ma pur soffrendone molto si sente serena e realizzata lo stesso, non è mai stata così bene.
 
Su consiglio di alcuni ragazzi turisti che abitano nel loro ostello, si concedono per la fine di agosto prima della riapertura dell’università, un finesettimana lungo in Provenza, dove andranno anche un po’ al mare.
In quei 3 giorni effettivi di vacanza si divertono prima a vedere un campo di lavanda, viola come gli occhi di Rei, poi stanno sempre al mare, non si stancano, hanno la possibilità di ballare più e più volte all’infinito gratuitamente sulla spiaggia.
Il dee-jay lancia spesso gli stessi motivi, quei tormentoni che ai giovani non vengono a noia, che le fidanzatine avevano già sentito a Parigi, e che sulla spiaggia è molto più divertente ballare; le lanterne colorate - guarda caso giapponesi! - delimitano la spiaggia, il cielo è nero e sullo sfondo il mare lo è ancora di più : il mare dal suono dolce e monotono, quel mare che si fonde col cielo e che è in piacevole contrasto con le musiche dance lanciate dai vari dee-jay.
Alcuni di questi tormentoni lanciati a go-go come un loop ricordano quanto è bello andare al mare, a danzare, a divertirsi, sono come un moderno inno alla gioia; i ragazzi si elettrizzano quando sentono questi tormentoni e ogni volta che vengono lanciati le fidanzatine ballano scatenate come tutti gli altri ragazzi e dimenticano tutto, anche Rei dimentica tutto, sono sulla spiaggia a ballare perché effettivamente è bellissimo ballare spensierati e allegri a 20 anni d’estate sulla spiaggia di notte. Nessuno si stanca, nessuno ne ha abbastanza, a nessuno vengono a noia i tormentoni, li ascolterebbero all’infinito e ballerebbero all’infinito e li porteranno sempre nel loro cuore.
Le ragazze la sera tornano all’ostello gasate e vanno a dormire solo per ragionamento perché ballerebbero ancora.
 
È un periodo bellissimo quello francese vissuto dalle fidanzatine del nostro cuore, grazie al quale Rei si libera una volta per tutte dalle grinfie del suo passato e vive in modo spassionato il rapporto con la sorella.
I soldi sono pochi, ma se li fanno bastare e riescono pure a risparmiare qualcosa. Amano camminare lungo la Senna, guardare le vetrine colorate, andare anche con gli altri alloggianti dello studentato a vedere le bellezze e le magnificenze della città.
I giapponesi amano molto Parigi, ne sono attratti. E anche Rei e Nanako non mancano di frequentare il quartiere di tendenza Marais, di dare un’occhiata alle terme stile giapponese, allo spazio per l’arte nipponica, naturalmente vanno al museo di arti asiatiche Guimet.
Nei rari attimi liberi nel pomeriggio oppure la sera all’uscita dal lavoro, si divertono a passeggiare per il quartiere di Montmartre dove c’è il loro alloggio, a vedere gli artisti all’opera, a contemplare la chiesa del Sacro Cuore così bianca, che pur molto più elaborata ricorda vagamente il Taj Mahal e all’interno è moderna. È un quartiere davvero pittoresco, sembra un mondo a sé, ricorda quei quartierini cittadini che pur situati in città sembrano in campagna, lontano dallo stress, dalle arrabbiature, dall’inquinamento. La casualità aveva voluto che le fidanzatine trovassero alloggio proprio in un quartiere così, di quelli che Rei adora, dove portava Nanako alle loro prime uscite. Al ritorno da una giornata intensa alla Sorbona, o da traduzioni veloci effettuate per la città per sbarcare il lunario, il rientro nel quartiere di Montmartre dà pace nello spirito. Tante volte le fidanzatine si prendono per mano e dalla balaustra davanti alla chiesa di Montmartre contemplano in trance il tramonto su Parigi. I tramonti che a loro piacciono tanto, che hanno scandito la loro storia…Quanto è romantico….
Proprio con la sua borsa di studio Rei ha superato il suo passato una volta per tutte. Al liceo si era messa a studiare da autodidatta il decadentismo francese perché in linea con le sue sofferenze spirituali, perché rifletteva il suo modo di essere tormentato e la sua vita bullizzata dalla persona che amava maggiormente al mondo. Ora invece lo studia per lavoro, con interesse prettamente professionale, lo vede da un punto di vista oggettivo. Questo distacco professionale determina un distacco con la sua vita passata, ora Rei è rinata.
Stare lontani dai propri problemi aiuta moltissimo a ricostruire la propria vita, a guardare nella giusta prospettiva la propria situazione, a fare chiarezza, a trovare equilibrio. Quest’esperienza all’estero è stata davvero preziosa. Ha determinato una rivoluzione positiva nelle vite di Nanako e Rei.
Parigi non le ha affatto deluse, come succede notoriamente a tanti giapponesi afflitti dalla cosiddetta sindrome di Parigi; i giapponesi idealizzano Parigi, poi da quanti sogni a occhi aperti hanno fatto ne rimangono delusi. Al contrario Nanako e Rei ne sono rimaste fin troppo entusiaste, se ne sono davvero innamorate.
Gli anni ‘90 non potevano finire nel modo migliore e sarebbero per sempre rimasti impressi nel loro cuore. L’ingresso nel nuovo millennio guardato con ansia trepidante da tutti, nel mitico 2000, prospetta felicità e concretizzazione dei propri sogni.
 
Volano i 9 mesi assegnati per Parigi; siamo ad aprile 2000. Rei ha portato brillantemente a termine la borsa di studio trovando e sviluppando molti punti in comune e di distacco fra il burai-ha e il decadentismo francese. Nanako ha avuto grande successo col suo lettorato.
A entrambe viene assegnato un nuovo lavoro in Inghilterra. Non resta che percorrere il canale della Manica e via per una nuova esperienza questa volta oltremanica ovviamente con l’inseparabile cherie poupee!!!!

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Capitolo 50
*** Riconciliazione ***


Nanako ha ottenuto un altro lettorato questa volta all’University College di Londra, mentre Rei deve fare delle ricerche a Cambridge sulla letteratura contemporanea inglese. Hanno preso in affitto un bilocale a metà strada fra le due città, in quanto molto più economico, vicino alla caratteristica campagna inglese.
Com’è diverso il clima e il paesaggio rispetto alla Francia, a Parigi. In Inghilterra è spesso nuvoloso, piove, il cielo è grigio e, quando finalmente arriva una giornata di sole, le persone sono subito entusiaste.
Eppure le ragazze si ambientano subito. La campagna inglese sembra quella delle favole, storie inquietanti di lupi mannari, bambole possedute, streghette, come piacciono a loro; le università specialmente quella di Cambridge sembrano dei castelli imponenti; Cambridge ha l’aspetto di una cattedrale gotica con un parco e un lago magnifici e perfetti, mentre l’University College ha l’ingresso di un tempio greco con una cupola; in Giappone le università non hanno l’aspetto di quelle inglesi e parigine.
L’aspetto negativo del soggiorno inglese è che le ragazze lavorano in università diverse e non fanno nemmeno il viaggio insieme per andare e tornare dal lavoro, però c’è un aspetto positivo o più che altro particolare : per la prima volta sperimentano davvero la convivenza a due. A Parigi stavano in uno studentato, pur essendo solo loro due in camera da letto, però per i corridoi e in cucina incontravano altri studenti con cui socializzavano e scherzavano, con cui poi uscivano nel tempo libero e si confrontavano. Questa volta invece è diverso : stanno loro due da sole in appartamento.
Sono felici, la sera quando tornano a casa si divertono a raccontarsi la giornata, e poiché non lavorano insieme, sono contente di starsene solo fra di loro fuori dell’orario lavorativo.
Il finesettimana ogni tanto capita che l’una accompagni l’altra a vedere la propria facoltà, qualche volta fanno delle scappate a Londra a vedere negozi, musei e monumenti e una volta si sono concesse anche un finesettimana al mare sulle bianche scogliere di Dover.
Se in Francia il finesettimana al mare era stato essenzialmente di divertimento, di balli scatenati fino a tarda notte, a Dover le ragazze rivivono le esperienze olistiche sperimentate al liceo; la prima volta nel loro primo San Valentino, la seconda volta durante il tramonto sul tratto di mare dove si era suicidata la madre di Rei, tutto 8 anni prima nel lontano 1992.
È estate, il caldo non è soffocante, si sta bene, poche persone nuotano nel mare. Nanako contempla la sua bambola Rei/Saint Just; pensa “quanto è bellissima, ha un fisico perfetto, sembra una statua greca, poi quel costume intero color cobalto si sposa perfettamente coi suoi occhi viola e con quelle scogliere bianco latte dove si frangono le onde; il sole pallido si riflette sulla sua pelle e sui suoi capelli chiari che sembrano avere riflessi dorati”. Ultimamente i capelli di Rei si sono leggermente scuriti come succede spesso dopo i 20 anni, ma sono sempre splendenti e luminosi, e con gli occhi viola formano un piacevole connubio, anzi quegli occhi viola risaltano meglio coi capelli un po’ più scuri. Nanako ricorda la passione di Rei da bambina per le sirene; con quel costume cobalto sembra veramente una sirena.
Nanako si chiede cosa ha fatto di così importante per aver conquistato il cuore di una creatura del genere, si chiede anche come si possa trattare male una dolce sirenetta come quella.
“Mi sembri intontita ma cherie la poupee. A cosa stai pensando?”
“A quanto sei bella” le risponde dolcemente Nanako.
“Tu sei bellissima dentro e fuori, non vedo l’ora di essere a casa per coccolarti quanto voglio, ti amoro”; le dà un bacio sulla guancia.
‘Amorare’ è un termine coniato da Rei. Lei lo definisce un unione fra amare e adorare, ma anche un modo di rappresentare l’amore manifestato all’atto pratico. Amare è un termine che si usa sia quando manifestiamo l’amore a qualcuno e qualcosa sia quando nutriamo questo sentimento nel nostro cuore senza palesarlo, in altri termini amare può avere un significato astratto e concreto. Amorare invece in questa coniazione di Rei si riferisce solo all’amore praticato attraverso gesti e parole sentiti e sinceri, l’amore vissuto alla luce del sole, che tutti possono intuire, che si rinnova ogni giorno, che viene avvertito con gioia dal destinatario di questo sentimento; è anche una forma di amore molto intensa, generosa, che mette noi stessi a completa disposizione del destinatario del nostro amore. Questo è amorare. Un’unione fra amare e adorare ma anche un’unione fra dare/fare amore. Dare amore, fare - realizzare – creare amore. Queste sottigliezze spirituali non possono che provenire dalla dolce e romantica Rei nota sognatrice
Le ragazze fanno una nuotata fra quelle onde relativamente fredde e tempranti e, tornate a riva, si siedono sulla spiaggia, questa volta coi piedi sulla battigia che continuano a essere bagnati dalla onde. Intorno poche persone vocianti, battelli e navi in lontananza; contemplano quel mare e fissano anche quelle scogliere dal bianco abbacinante intorno al mare, ma questa volta non intendono soffermarsi a lungo. Si rimettono i vestiti e decidono di fare una camminata proprio fra i prati delle scogliere.
È su queste scogliere che fanno un’esperienza olistica di tipo diverso. Le altre volte erano sempre più o meno al livello del mare, questa volta invece sono decine e decine di metri al di sopra, sono più vicine al sole, vedono tutto da lontano, sono attratte come calamite da quelle scogliere bianche che vanno a strapiombo sul mare, da quel mare che si rompe sulle scogliere disperdendosi in una schiuma bianca come le scogliere, dando l’illusione ottica di una fusione fra terra e mare.
Si sentono forti e superiori a tutte le avversità incontrate nella vita e che hanno interrotto la loro relazione per 2 anni. Da un anno sono all’estero, si dividono fra il loro amato lavoro, traduzioni varie, e per Rei qualche lezione di pianoforte come supplente provvisoria. Rei guarda le scogliere. Ricorda che il giorno dell’incidente in quella triste domenica di luglio di ormai 9 anni prima decise di interrompere l’abbigliamento a lutto che portava da quando era morta sua madre per cambiarlo con un vestito bianco, segno della rinascita, del passaggio a una vita di tenore e impostazione completamente opposta, una vita all’insegna della luminosità e della solarità e non più della morte e della depressione. Quel passaggio a una nuova vita doveva avvenire attraverso la contemplazione del tramonto sul mare dove morì sua madre, ma … ci fu l’incidente e fu quell’incidente a segnare definitivamente la cesura col passato. Da allora Rei veste colorato, come la stragrande maggioranza delle persone, ha lentamente tagliato i ponti coi suoi drammi pregressi e ricostruito una nuova vita con persone amiche e soprattutto con la sua adorata anzi amorata Nanako. Quanto tempo c’è voluto però!!!! E quante ne sono successe nel frattempo che potevano determinare una seppur parziale regressione.
Con la forza e la luce dell’amore Rei è rinata e questa volta si gode in pieno il bianco della rinascita, il bianco riflesso in quelle scogliere e nella spuma del mare rotta sulle scogliere stesse; quella fusione fra mare e scogliere, fra acqua e terra, le fa vivere la fusione fra se stessa e l’universo. Lo deve dire al suo amore Nanako.
“Nanako, noi siamo come queste onde che si rompono sulle scogliere; noi e il nostro amore ci siamo incontrate e scontrate anche duramente con la realtà, con tutti coloro che non hanno accettato per assurdi pregiudizi ancestrali il nostro amore, però poi alla fine ci siamo fuse con questa realtà; abbiamo raggiunto un equilibrio, grazie al quale niente e nessuno può più scalfire il nostro amore, perché noi siamo più forti di tutto. Le onde anche una volta infrante contro la scogliera tornano quello che sono da sempre, mentre le scogliere piano piano vengono erose dall’acqua. Anche noi dopo lo scontro contro i pregiudizi torniamo subito quelle di sempre, impetuose e forti come queste onde, forse anche di più, mentre la società si adatterà lentamente e inavvertitamente a noi. Alla fine vinceremo noi, amore mio, e stiamo già vincendo perché siamo sempre qui più forti che mai, nessuno può dividerci, siamo riuscite ad andare insieme in Francia, ora in Inghilterra, e saremo insieme ancora al nostro ritorno in Giappone”.
Si stringono le mani, ma Nanako abbraccia immediatamente dopo Rei che la stringe a sua volta. Rimangono abbracciatissime, gota contro gota, a contemplare quello spettacolo della natura che, pur riproducendosi continuamente da ere geologiche, ogni volta affascina come la prima volta.
Le ragazze ignorano lo sguardo contrariato di qualche passante, perché a un certo punto non si deve riposare sugli allori, ma lavorare giorno per giorno piano piano per raggiungere i propri obiettivi finali.
Rei prosegue, “questo spettacolo della natura a cui stiamo assistendo deve rappresentare il nostro amore. Ogni volta che qualcuno ci ostacolerà, che ci offenderà e proverà a dividerci o a isolarci, noi torneremo tali e quali a prima, saranno gli altri ad adeguarsi non noi. Ma deve essere anche una promessa e un monito per noi. Questo spettacolo della natura cattura chi lo guarda ogni volta, nonostante sia sempre lo stesso dai tempi dei tempi  e non stanca mai, anzi vorresti vederlo in eterno tanta è la pace nell’animo che ti infonde. Deve essere così anche l’amore fra due persone; rinnovarsi all’infinito senza stancare, senza diminuire, affascinando e sorprendendo ogni giorno come fosse il primo. La fiamma dell’amore va tenuta viva, ardente e scintillante. Ogni giorno deve essere il primo”.
“Hai ragione bambola Saint Just, direi che anche questo è amorare” risponde Nanako.
Le ragazze ridono festanti finché non si fa l’ora di tornare a casa….
 
Nanako e Rei hanno una relazione meravigliosa. Rei si sente molto serena; tuttavia Nanako sa che Rei, pur serena, ha sempre un fondo di tristezza nel suo cuore grande. Da oltre un anno non sa nulla di Fukiko se non tramite Takashi. Inoltre, da ormai qualche mese sono in Inghilterra, praticamente a Londra, e il vecchio, che vive e lavora a Londra non si è mai fatto sentire. Ogni tanto Rei confida a Nanako queste sue nostalgie e Nanako sente un gran dispiacere.
Ormai sono in perfetta simbiosi; se non è felice l’una, non lo è nemmeno l’altra.
Come puoi essere felice se tuo padre ti manda i saluti e chiede come stai sempre tramite tuo fratello e se con la tua amata sorella non hai contatti da oltre un anno????
Nanako è triste per la sua adorata ragazza e non manca mai di dimostrarle il suo affetto.
Nanako si confida in via epistolare col fratello e la cognata “Cari fratelli, perché un essere adorabile, dolce e generoso come la mia Rei, deve essere trattata così da parenti tanto importanti quali il padre e la sorella? Perché? La sua mamma adorata che l’ha tanto desiderata e amata è morta troppo presto. Takashi è un bravissimo fratello e anche il cognato Saburo è bravo. Ma perché il padre e la sorella pur amandola sono così freddi e scostanti? Come si può trattare così questa nobile creatura?”
Kaoru sotto lo sguardo divertito di Take risponde con una spiegazione molto semplice “cara Nanako ricordati che non stai parlando di persone qualunque, stai parlando di Lady ‘Simpatia’, o meglio Lady Antipatia, Lady Ipocrisia, Lady Gelosia, Lady Isteria, o molto più semplicemente Lady Arpia, che è anche un mostro orripilante vestito da catafalco. Ti basta? Mi sembra più che sufficiente come spiegazione. Inoltre, Lady Arpia avrà pure ereditato da qualcuno i suoi raccapriccianti geni; ecco la spiegazione : li ha ereditati dal padre che è tamarro e burino come nessuno mai! Vuoi altro?”.
Nanako ride di questa risposta, meno male c’è Kaoru! Però, pur avendo la cognata ragione, resta il fatto che Rei non riesce a essere felice fino in fondo.
 
Dopo l’estate arriva comunque un avvenimento e che avvenimento!
Una mattina mentre Rei sta completando una ricerca su Cime Tempestose contestualizzata nel periodo storico-letterario di riferimento, squilla il cellulare. È Takashi.
“Good morning sister! Surprise! I have just arrived in London!”
Rei è entusiasta all’idea di vedere il fratello. L’unico parente stretto con cui ha un rapporto affettivo tra l’altro ottimo.
Takashi ha raggiunto il padre a Londra per motivi lavorativi legati alle aziende di famiglia. La sera stessa comunque verrà a cena da lei e Nanako per poi tornare a dormire dal padre.
Con Takashi c’è confidenza, si può fare anche uno spuntino e via per cena. È stata molto carina questa sorpresa, ma Rei intuisce che dietro c’è qualcos’altro, ha come un sesto senso.
La sera durante la cena Takashi dice a Rei che suo padre vuole vederla perché vuole darle lui personalmente una notizia sensazionale, stupenda.
“E’ due anni e mezzo che per lui non esisto e come mai ora vuole vedermi? Tra l’altro è da aprile che stiamo qua e in tutti questi mesi non si è mai degnato di farsi vivo, nonostante fossimo a un’oretta appena di distanza”.
“Rei lui ti ha mandato sempre i saluti e ha sempre chiesto tue notizie”.
“Lo so, ma è adulto e vaccinato, doveva farsi sentire lui”.
“Dai sorellina lo sai com’è fatto, è orgoglioso in maniera patologica come nostra sorella. Comunque ora non è proprio il momento delle recriminazioni. Guarda volevo essere io a dirti questa cosa ma vuole essere assolutamente lui, ha detto che gli manchi moltissimo e che questa è l’occasione per una riappacificazione familiare”.
“E lui aspetta l’occasione adatta, perché sennò quando si sarebbe rifatto vivo??? Io gli voglio bene, però è proprio un pover’uomo, fa tanto il violento e il tamarro, e poi ha paura di fare una banale telefonata perché teme la sua coscienza; almeno per questa occasione poteva telefonarmi”.
“Dai sorellina, ora basta” Takashi ha il sorriso a 360° “c’è una notizia sensazionale, te l’ho detto, vorrei dirtela io perché è troppo forte, ma non sia mai che prendo una bella cinghiata da papà se te la do io”.
“Sono molto curiosa, che è successo?” interviene divertita Nanako.
“Sorellina, papà ti aspetta a gloria”.
“Vengo con Nanako” dice Rei.
Takashi si fa serio “Rei vieni da sola, lo sai come la pensa il nostro vecchio, non ha mai voluto vedere neppure Saburo, anzi se proprio lo vuoi sapere Saburo è l’innominabile”.
“Ho già capito” dice Nanako “mi dichiaro benvenuta nel club degli innominabili”.
“Ci vuole bene molto a modo suo” commenta Rei “Mi dispiace amore mio”.
“Se vuoi ti aspetto sotto l’ufficio” dice Nanako.
Rei stringe la mano a Nanako “Grazie, ho bisogno della tua presenza”.
La conversazione procede serena, in fondo c’è una bella notizia in ponte, quindi cosa c’è da temere?
Verso le 14:30 del giorno dopo Rei si reca dal padre; le batte velocissimo il cuore, chissà come sarà rivedersi due anni e mezzo dopo quel giorno di infamia.
L’ufficio è proprio nella city londinese, molto trafficata, con gente impegnata e stressata. Nanako è accanto a lei, camminano a braccetto, ciarlando del più e del meno.
Il palazzo è modernissimo, molto professionale. Rei sale con la sua Nanako, meno male c’è lei.
“Signorina Ichinomiya venga si accomodi” le dice una segretaria inglese. Purtroppo Nanako deve restare in sala di attesa.
Rei entra nella stanza del padre e se lo trova davanti con Takashi accanto che sorride allegro. Suo padre è sempre uguale, visibilmente commosso e profondamente a disagio; si vede gli morde la coscienza.
Si salutano dopo di che silenzio assoluto, tagliente. Rei lo guarda dritto negli occhi, mentre il vecchio quando è terribilmente in difetto come in questo caso tende ad abbassare lo sguardo.
Takashi rompe il ghiaccio per entrambi. “Dai ragazzi muoviamoci, papà o glielo dici tu o glielo dico io, oggi è un giorno di grande festa per la famiglia Ichinomiya”.
“OOOOh Takashi, va bene glielo dico” dice seccato il vecchio.
“Ma insomma che è successo di così eclatante?” chiede Rei.
“Rei” sorride il vecchio “tua sorella Fukiko, la nostra amatissima Fukiko, ha appena vinto il concorso per giudice”.
“Grande festa per la famiglia Ichinomiya, è nata un giudice” canticchia Takashi.
“Takashi un po’ di contegno, ma ti sembra questo il contesto in cui canticchiare il jingle di una vecchia pubblicità? Oltretutto ti ricordo che hai 32 anni, fai la persona seria”, dice seccato l’ing. dr. Ichinomiya.
“Dai papà abbiamo un giudice in famiglia, è fantastico, per vincere il concorso in magistratura si deve avere una vera e propria predisposizione per il diritto, per il componimento scritto, essere particolarmente bravi e intelligenti, Fukiko è stata una grande” esclama entusiasta Takashi.
Rei si commuove. Le viene da piangere; è molto felice per la sorella, ma molto triste per sé, perché non c’era mentre Fukiko studiava e vinceva il concorso, per essere stata offesa, insultata e disprezzata da quella sorella da lei tanto adorata e ora vincitrice di un concorso ultra complicato che la porta giustamente a essere considerata un vero mito. Fukiko le aveva dichiarato tutto quell’odio per nulla, visto che poi è riuscita a vincere il concorso. Un giudice … com’è intelligente e brava sua sorella … ma la sua sorella giudice non ha voluto condividere con lei quel momento così importante.
“Finalmente non ci stressa più la vita con questo concorso, ha realizzato il suo sogno di bambina e non ci aggredirà più anche perché ora ha trovato pure l’amore” sghignazza Takashi.
Rei trasale, mentre il vecchio si innervosisce “Vuoi smettere di fare la pettegola? Takashi vuoi comportarti da trentenne o no? Sembri una comare maligna”.
“Dai papà un po’ di leggerezza. Ha trovato quel suo collega neo giudice come lei che l’ha addolcita tantissimo, Rei devi vedere come è ora Fukiko, non la riconosci”.
“Rei” questa volta il vecchio prende la parola “Ora Fukiko coi suoi colleghi neovincitori del suo concorso dovrà prestare giuramento di fronte all’imperatore. È un lavoro molto importante, e devono assumersi solennemente l’impegno di adempiere fedelmente il loro compito anzi la loro missione. Rei perché piangi?”
“Sono commossa”.
“Sei una ragazza molto sensibile, Rei. Fukiko assomiglia a me come carattere, tu invece hai ripreso da vostra madre, che era una donna dolce e sensibile come te. Beh, noi ci teniamo tantissimo che tu faccia un salto a Tokyo con noi per assistere al giuramento di Fukiko. Tua sorella ne sarebbe davvero onorata, non dire di no”.
“Ma come faccio con l’università? Poi Fukiko non mi può vedere”.
“Rei non pensarlo mai” dice deciso il vecchio “Fukiko ti vuole un gran bene. Sai con me ci parla, si è sempre confidata, le manchi molto e per lei sarebbe molto bello vederti fra gli spettatori; non te lo dirà mai perché è orgogliosa come me, ma lei è dispiaciuta per come ti ha trattata, non ha mai pensato ciò che ti ha detto”.
“Ma con quali soldi vengo?”
“Te lo pago io il viaggio, andata e ritorno” dice il vecchio “ma vieni Rei, non mancare, è un modo per tornare tutti uniti. Io e Fukiko con te abbiamo sempre sbagliato. Sei una ragazza molto buona d’animo, sei come la povera Keiko. Vieni con noi. E poi Rei perché non vuoi farti aiutare? Invece di fare lavoretti o avere problemi ad arrivare a fine mese, fatti aiutare, perché non vuoi sfruttare le tue possibilità familiari? Hai dovuto anche lasciare il conservatorio”.
Rei interrompe bruscamente il padre “Papà non ti preoccupare per i miei studi, mi arrangio come ho sempre fatto”.
“Ricorda che su di me devi sempre contare, meriti il meglio come i tuoi fratelli, non voglio ti manchi nulla. Ho delle brave figlie” dice il vecchio “però anche Takashi non è male”, sorride a quel figlio maschio vittima delle sue continue battute ma che sa essere buono d’animo.
Rei non può rifiutare di andare. Ha la nausea per l’emozione. Saluta amabilmente il padre e il fratello; è felice perché si è riappacificata col padre e perché la sorella la desidera.
Rei si sente anche turbata per le troppe emozioni e per l’ansia di come verrà accolta da Fukiko; fortunatamente c’è Nanako ad aspettarla fuori.
Le racconta tutto. Deve chiedere un permesso per assentarsi qualche giorno dall’università, preparare un veloce bagaglio, ma soprattutto è euforica perché sa che la sorella non ha mai smesso di amarla, le dispiace solo di non poter portare con sé Nanako. sente nel suo cuore sentimenti contrastanti.
“Saint Just questo è un ottimo inizio. Se ora ha anche il ragazzo, almeno smetterà di lanciare offese contro la mia famiglia, sarà serena e chissà che un domani non si instaurino fra noi rapporti cordiali”.
“Non illuderti, conosco mia sorella, non ti allargare troppo. Pensami in questi giorni, mi mancherai tanto” abbraccia sa cherie la poupee vivant.
“In bocca al lupo amore mio, poi raccontami tutto. Chissà che emozione vedere dal vivo gli imperatori”.
 
Il viaggio col fratello e il padre è sereno e piacevole. Sembra che siano una famiglia normalissima come tutte le altre, non si direbbe mai che abbiano passato tutto quello che hanno passato. Rei gode molto di questa normalità. Arrivati in Giappone, essendo stata resa la maison d’etoile alla proprietaria da tempo, Rei nonostante le insistenze del padre decide di dormire da Takashi e Saburo, mentre il vecchio dorme a villa Ichinomiya con Fukiko. Rei non si sente ancora a suo agio a villa Ichinomiya.
La mattina seguente Rei e Takashi arrivano al palazzo dell’imperatore e raggiungono il vecchio.
Si siedono e davanti a loro nelle prime file ci sono i neogiudici e neo pubblici ministeri. L’imperatore li chiama uno a uno. Quando arriva il turno di Fukiko Ichinomiya, Rei rimane colpita. Fukiko appare diversa, ha un’aura molto speciale, sembra cambiata come ha detto Takashi, ha un’aria allegra ma anche molto composta, non c’è altezzosità, ma c’è serietà, maturità, semplicità austera, grande intelligenza. Rei nota che quest’aura di decisa intelligenza e maturità connota tutti i vincitori del concorso, che sembrano avere davvero quella marcia in più di cui ha parlato Takashi. Sua sorella è veramente speciale ….
Rei ha emozioni contrastanti. Non riesce a pensare, vorrebbe avere Nanako accanto.
Il giuramento è solenne. Quando sente la sorella giurare, a Rei sfugge una lacrima.
Takashi sghignazza e fa battute forse per consolarla “Hey Rei, se non fosse che sto già col mio Saburo, corteggerei uno di questi giovani magistrati, hanno un’aria così intelligente, come non resistere”.
“Dai Takashi, sei ignorante con Saburo”.
“Ma infatti ho detto che lo farei solo se fossi single, e vedessi com’è carino quel santo ragazzo che ha conquistato nostra sorella”, Takashi strizza l’occhio.
“Scemo” dice Rei.
“Intanto ti ho fatto ridere”.
“No, fai piangere, sei penoso”.
“Ah Ah vedi che ridi?” Takashi ha capito e vuole smorzare la tensione, ma poi si fa serio “perché sei triste? dai dopo il giuramento andiamo da Fukiko”.
Terminato il giuramento, i neo magistrati si recano dalle persone venute a vederli, familiari, amici. A Rei batte il cuore alla velocità della luce. Vede arrivare davanti a sé la sorella, che le rivolge uno sguardo d’amore, uno sguardo dolcissimo che prima non le aveva mai visto se non quando aveva avuto quasi 10 anni prima l’incidente stradale.
“Fukiko” Rei è commossa e non riesce a dire altro.
“Rei perché piangi? Devi essere felice per me, mia amata sorellina. Avevi ragione, poi ho vinto il concorso, dovevo solo saper credere in me”.
Fukiko appare profondamente in colpa, stringe la mano di Rei che ricambia la stretta e abbassa la testa “Scusa Fukiko sono commossa, ho una sorella giudice”.
Fukiko la tira a sé “Dai, ti presento il mio ragazzo. Avevi ragione anche su Henmi : Henmi era solo una cotterella da scuola media, ora ti presento il mio vero amore”.
Arriva un giovane neo giudice il cui nome è tutto un programma : Daiki, che significa ‘grande gloria’; diventare giudice è una vera e propria grande gloria e in più questo Daiki merita di essere glorificato non solo per essersi accompagnato a una ragazza complessa e nevrastenica come Fukiko ma anche per averla resa più gentile. Gloria a lui! È un ragazzo molto gentile ed affabile. Rei capisce subito perché Fukiko è così cambiata da quando sta con lui. Sono una bellissima coppia. Lui è estroverso, ride e scherza con Takashi e persino col vecchio. Fukiko è seria e composta, lui è esuberante ed espansivo. Caratteri complementari.
La giornata trascorre piacevolmente. Fukiko fa a Rei molti elogi davanti al suo ragazzo e alla famiglia del suo ragazzo “E’ una ragazza molto intelligente, sapeste quanto suona bene il pianoforte, ormai parla indifferentemente francese e inglese, conosce benissimo la letteratura giapponese ed europea, è davvero brava, siamo tutti fieri di lei, ha un cervello che è un vero brillante”, mette un braccio intorno alla vita della sorella.
La sera Rei si congeda e rientra con Takashi perché l’indomani mattina ha l’aereo per Londra. Abbraccia la sorella “Sei grande Fukiko”.
“Mi hai fatto un bellissimo regalo Rei, hai reso perfetto questo momento che sognavo fin da bambina, è stato il giorno più bello della mia vita grazie a te”.
Le sorelle si abbracciano.
In auto Takashi, come al suo solito, parla come un motorino, deve raccontare tutto a Saburo, che stasera non ha il turno all’ospedale.
“Sorellina, ma che hai? Con Fukiko ora va tutto bene, sei seria, perché?”
“Non lo so”.
Takashi insiste perché si confidi, ma Rei non sa neppure perché è turbata, oppure lo sa e non si sente di parlare. Takashi per delicatezza non insiste.
 
Al ritorno a Londra, anche Nanako vede seria Rei. Con Nanako però Rei non ha segreti, non ha remore, è praticamente sua moglie.
A casa scoppia a piangere a dirotto.
Nanako l’abbraccia “Bambola Saint Just perché piangi? Con tua sorella è andata benissimo, dov’è il problema?”
“Io non ero lì durante la preparazione del concorso, non ero lì durante le prove, perché lei non mi voleva, ora mi vuol bene perché ha vinto il concorso, però io avrei voluto assistere e partecipare anche prima”; i singhiozzi scuotono il busto di Rei.
“Dolcezza calmati, amore dolce, non devi piangere, tu non hai colpe”.
“Nanako, lei è così brava, vedessi che facce intelligenti hanno questi neomagistrati, com’è imponente l’aura di Fukiko, io invece …” Rei piange.
Nanako stringe a sé il suo amore. “Amore mio calmati. Te lo ripeto ancora una volta. Tu non hai colpe. Fukiko - mi spiace dirtelo perché è tua sorella - però è stata cattiva con te, ora è diventata dolce e amabile perché ha vinto il concorso, magari il coronamento del suo sogno di bambina l’ha fatta cambiare, ma ciò non toglie che lei stessa ha ammesso di aver sbagliato, e quelle cattiverie che ha fatto e che è giusto tu perdoni sono state l’unica causa del vostro distacco; quindi di cosa ti crucci? Non c’eri durante la preparazione del concorso perché lei non ti volle, ebbe reazioni sbagliate, perché ti prese come valvola di sfogo a causa della tua infinita bontà. E comunque quando eri presente durante la preparazione del suo primo concorso, voleva stare sempre sola per non essere disturbata. Calmati amore mio, tu sei stata una sorella di una bontà più uniche che rare, e lei lo sa perfettamente. Purtroppo a volte le persone approfittano di chi è troppo buono, è sempre stato così. Vedrai però che d’ora in poi avrete ottimi rapporti” Nanako le bacia i capelli, ma Rei continua a piangere.
“Mia sorella è così intelligente”.
“Tu non sei da meno. Sei intelligente come lei, e nel tuo campo sei bravissima. Ti ha elogiato anche lei, cosa vuoi di più? E da due anni e mezzo a questa parte fai tutto da te senza sostegni economici da tuo padre, sei stimata da tutti, parli francese, inglese, hai avuto dei begli incarichi. Non sentirti mai inferiore, amore mio, tu sei al pari di tua sorella, e in più sei di animo nobile, smetti di piangere, amore mio”.
“Ho lasciato anche il conservatorio”.
“Ma non ce la facevi a fare tutto, era impossibile; sei bravissima, non svalutiamo tutto ciò che noi stiamo facendo con grande passione e sacrificio, allora svaluti anche me”, Nanako ride a pronunciare quest’ultima frase.
“Tu no, tu sei bravissima”.
“Anche tu lo sei e hai sempre fatto tutto da sola persino con grossi problemi familiari, sii fiera di te”.
“Non mi ha mai confidato di quando si era innamorata, ho saputo tutto da Takashi dopo che ha vinto il concorso. Il suo ragazzo – vedessi come l’ha cambiata. Io le ho dato tanto amore, e lei non mi ha ricambiata, poi è arrivato il suo ragazzo e con lui è cambiata, io non sono riuscita”, il pianto soffoca la voce di Rei che non riesce a procedere.
“Innamorarsi della persona giusta può cambiare il carattere in meglio; magari lei ora è più predisposta  a cambiare perché ha vinto il concorso e raggiunto il suo obiettivo vitale; è un contesto diverso adesso. Poi dei familiari tendiamo tutti ad approfittare, con gli estranei alla famiglia siamo sempre migliori”, le accarezza la schiena come a un neonato.
“Fra sorelle ci si confida tutto, e fra noi questo non c’è stato. Lei disapprovava la nostra relazione e sicuramente lo fa ancora; se penso a come poteva essere tutto bello con confidenze reciproche fra sorelle sui nostri amori, invece lei ci ha pure separate. Chissà cosa avrà provato nell’amare quel giovanotto, è così estroverso, affabile, perché lui l’ha cambiata e io no?”
“Te l’ho già detto dianzi il perché. Non puoi paragonarti al suo ragazzo, è un rapporto diverso. Poi tua sorella è così, va presa così. Tua sorella però ti ama e poi hai le tue amiche, hai me che ti amo infinitamente, hai Kaoru, con noi puoi parlare di tutto, amore mio. Guarda al lato positivo, pensa alla riappacificazione con la tua famiglia, alla bella giornata trascorsa, al fatto che Fukiko ti vuole bene, piccola mia non piangere ancora, altrimenti inizio anch’io; lo sai che non ce la fo a vederti piangere”.
Rei inizia a calmarsi, stringe a sé Nanako.
“Amore mio, non so come farei senza di te. Sei la mia forza e il mio sostegno”.
Le ragazze si cullano a vicenda, Nanako dà dei piccoli baci sulla testa di Rei che piano piano si calma “Piccola mia, non voglio vederti piangere, non piangere sennò fai piangere anche me” le dice più volte.
Rei ha avuto una reazione emotiva molto forte, come era immaginabile, ma grazie a Nanako realizza poi di essere finalmente serena. Come farebbe senza la sua amata bambola vivente?
 
Dopo quell’incontro il vecchio ricomincia a chiamare spesso Rei per sapere come sta e anche per incontrarsi nella City per un veloce pranzo o un veloce aperitivo ovviamente senza Nanako…l’innominabile.
Rei è comunque molto contenta di questo riavvicinamento del padre ed è ancora più contenta del fatto che ogni tanto si telefona anche con Fukiko, che delle due – udite udite – proprio Fukiko è stata la prima a rifarsi viva dopo il giuramento davanti all’imperatore.
Rei ha finalmente raggiunto la meritata felicità, ed è stata sicuramente aiutata dal fatto di essere lontana da casa; ha guardato e rielaborato con la giusta obiettività la sua situazione soprattutto con l’amore della sua ragazza speciale.
 
Il periodo inglese termina al meglio con un’altra super sorpresona, questa davvero piacevole.
Takehiko viene un mese alla Scuola di Studi Orientali e Africani di Londra per ricerche e approfondimenti vari e l’ultima settimana è raggiunto anche da Kaoru ormai prossima all’abilitazione medica, che si prende una pausa dallo studio super intenso per l’esame di abilitazione e quello di ammissione alla scuola di specializzazione in chirurgia.
Kaoru e Nanako avevano già commentato fra loro la vittoria del concorso da parte di Fukiko.
“Bene, ora che è diventata giudice e ha trovato anche il ragazzo si spera non sia più Lady Gelosia. Comunque la vecchia volpe non mi convincerà mai. E chi sarebbe quest’eroe che chissà per quali sconosciute ragioni si è innamorato di lei?” Kaoru è molto ironica.
“Un neo giudice come lei”.
“Secondo me o è un Lord Orco o è un masochista patologico” Kaoru non sopporta Fukiko, e non la perdonerà mai per come ha sempre fatto soffrire la sua amica del cuore Rei.
“Rei dice che Fukiko è cambiata”.
“Sì certo anche dopo l’incidente di Rei era cambiata, poi abbiamo visto come era cambiata. Purtroppo, niente e nessuno mi leverà mai dalla testa che le persone non cambiano, specie dopo una certa età il tuo animo ormai è quello. Chissà che giudice spietato sarà la Giudice Arpia” quest’ultima frase è pronunciata da Kaoru con voce inquietante.
Kaoru e Nanako ridono di una risata grassa.
Kaoru è molto stanca per lo studio assai impegnativo che sta affrontando e ha bisogno di una pausa fisiologica per ritemprarsi.
 
Le due coppie trascorrono belle giornate. Durante il giorno Kaoru gira da sola per la città, perché il marito e le amiche sono impegnati con l’università, ma la sera tutti insieme vanno nei locali ad ascoltare musica, a chiacchierare e un sabato decidono pure di prendere il treno per il tunnel della manica e farsi una girata alla velocità della luce a Parigi. Si divertono moltissimo a prendere quel treno, Nanako e Rei vogliono portarli nel quartiere di Montmartre dov’era il loro studentato : quanta nostalgia, un anno prima vi abitavano ancora, la loro prima esperienza all’estero, quante emozioni, quanta gioia, e ora sono prossime al ritorno a casa : come vola il tempo dopo i 20 anni.
Nanako e Rei raccontano aneddoti di quando abitavano allo studentato. Agli alloggianti dello studentato era concesso organizzare una volta al mese feste dove erano ammessi ragazzi che non vi alloggiavano; tuttavia, le feste dovevano terminare entro l’una di notte e nessuno degli ospiti doveva restare a dormire allo studentato. “In realtà qualcuno rimaneva sempre e veniva ospitato di nascosto nelle camere di noi alloggianti e all’alba dovevamo scortare i nostri ospiti fino all’ingresso con la paura di essere scoperti” racconta divertita Nanako.
“Vogliamo parlare della nostra vicina di stanza che aveva il terrore delle bambole?” dice Rei.
“Sì cara raccontalo tu che sei l’esperta di bambole”.
“Scoperto questo suo timore, io e Nanako a turno ogni tanto bussavamo alla porta della sua camera, lei chiedeva chi era, noi stavamo zitte ma continuavamo a bussare, lei allora apriva la porta, e noi nascoste dietro la porta sporgevamo velocemente solo cherie poupee, dicevamo BU, e lei si spaventava, che ridere”; la voce di Rei alla fine è soffocata dalle sue risate, finisce a fatica il discorso da quanto ride.
Nanako e Rei a ricordarlo quasi si accasciano dalle risate.
“Allora la nostra vicina di stanza per vendetta un giorno a Rei consegnò un biglietto e scappò via, in quel biglietto c’erano foto di gechi e lucertole, ma non sapeva che a Rei piacciono gechi e lucertole, e quindi la sua vendetta era stata inutile”.
Nanako ha le lacrime agli occhi da quanto ride e Rei alla fine si è accasciata dalle risate a ricordare gli spaventi della vicina di stanza.
Kaoru ha a sua volta una risata fragorosa “Take questo scherzo sarebbe adatto a te che hai tanta simpatia per le bambole”; da come ride alcuni passanti si girano verso di lei; Kaoru è così : ridanciana, spontanea, genuina, ruspante, è adorabile per questo.
“Ah ah intanto abbiamo sempre quella Kitty per casa, me la trovo dappertutto in cucina, in camera da letto, in terrazzo, sopportare quello sgorbio è stato il prezzo da pagare per sposarti” dice Takehiko.
“E’ così divertente vederti innervosire per lei” ride Kaoru.
“Poveri noi” scuote la testa Takehiko.
Nanako si fa seria e dice a un certo punto “E’ vivendo in questo studentato che io e Rei ci siamo sentite alla fine l’una la moglie dell’altra andando oltre il fidanzamento. Il nostro matrimonio non è riconosciuto dallo Stato o dalla Chiesa come il vostro, ma ha lo stesso valore spirituale che poi è l’unico aspetto che conta”.
“Facciamo coincidere la data del nostro matrimonio con quella dell’ultima eclissi di sole, 11 agosto 1999”, precisa Rei.
“I nostri anniversari di matrimonio sono a distanza di pochi giorni l’uno dall’altro, allora da quest’anno per l’anniversario festeggiamo insieme” propone contenta Kaoru.
I ragazzi vanno di corsa alla Torre Eiffel, a camminare per i Campi Elisi, e lungo la Senna, e danno un’occhiata al piazzale del Louvre ma non c’è tempo di visitare il museo, poi un salto alla Sorbona e di corsa a riprendere il treno per il tunnel della manica e tornare in Inghilterra, a canticchiare canzoni danzabili, con Kaoru che stona e ride divertita ogni volta che dà una steccata mentre ripete il ritornello.
“Aiuto ora diluvia” dice fra il serio e il divertito Takehiko “ragazze se continuate a cantare affondiamo nel canale perché si scatena un diluvio, Kaoru almeno tu smetti”, e Kaoru continua stonando di proposito di più.
È stata una settimana memorabile, ma alla fine Takehiko e Kaoru ripartono per il Giappone.
A marzo 2001 finisce anche l’esperienza inglese, con grandissima nostalgia e amarezza delle fidanzatine, che tornano in Giappone, dispiaciute della fine di quel periodo europeo, ma forti come mai prima d’ora del loro amore e decise a vivere insieme.
Sul volo di ritorno sono tristi, quasi piangenti, ma sono maturate moltissimo, a livello professionale, personale e sentimentale. Avrebbero cercato lavoro in modo tale da poter vivere insieme, per sempre insieme, Rei non sarebbe mai stata senza Nanako, Nanako non sarebbe mai stata senza Rei.

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Capitolo 51
*** L'onda cullante dell'amore ***


Involontaria citazione dalle Bucoliche di Virgilio, che rende l’idea.
 
Sono successe tante altre cose dopo il ritorno di Rei e Nanako in Giappone. Appena rientrate hanno sistemato le ricerche con le rispettive università.
Rei proprio su invito sentito di Fukiko è tornata a stare a villa Ichinomiya in attesa di poter intraprendere la convivenza con Nanako una volta riordinate le ricerche universitarie. I collaboratori domestici della villa sono molto contenti che sia tornata; la sua assenza si era sentita in quei 3 anni.
I rapporti fra le sorelle sono tornati cordiali e amabili come all’indomani dell’incidente, ma Fukiko appare particolarmente esuberante per aver vinto il concorso per giudice. Ogni giorno racconta nei dettagli le udienze e le attività che ha svolto, le sue nuove conoscenze e il rapporto con i giudici tutors.
Nanako ha per fortuna ritrovato posto nel solito convitto e ha voluto portare a termine i suoi incarichi il più velocemente possibile per tornare a Yokohama. Già quando stava ancora in Inghilterra Nanako aveva deciso di ritornarci; vuole che Rei riprenda il conservatorio, perché è brava e se lo merita. Inoltre, il suo trasferimento a Sapporo era stato dettato dal fatto che si era lasciata con Rei altrimenti sarebbe rimasta dove era vicino alla famiglia e alle amiche storiche oltre che alla sua ragazza, pur essendo stato bellissimo studiare lontano da casa; ora che si è rimessa con Rei può tornare tranquillamente a Yokohama.
Rei non voleva che Nanako si sacrificasse per lei, si sarebbe adoperata lei piuttosto a trasferirsi, ma Nanako aveva deciso che al momento la soluzione più conveniente da prendere era questa, dopo di che avrebbero come ogni coppia affrontato e intrapreso qualsiasi decisione insieme anche su eventuali trasferimenti.
Nel frattempo tutti i finesettimana le ragazze si incontrano; quando Rei sale da Nanako le ragazze vanno a dormire da Kaoru e Takehiko mentre quando scende Nanako dai suoi genitori si porta a dormire a casa sua Rei, perché Fukiko non vuole Nanako a dormire a villa Ichinomiya. Ha quindi ragione Kaoru quando dice che le persone alla fine non cambiano.
Dopo aver convissuto per quasi 2 anni le ragazze soffrono molto a non vivere più insieme, non vedono l’ora arrivi il finesettimana per vedersi, e si sono da subito messe alla ricerca di una casa da condividere per riprendere la loro quotidianità.
Questa situazione dura fortunatamente poco; in breve tempo Nanako torna a Yokohama fra supplenze, ripetizioni e finalmente un bell’assegno di ricerca in letteratura comparata con cui mettere a frutto la sua esperienza di lettorato svolta all’estero.
Rei a sua volta si divide fra supplenze, ripetizioni, un nuovo dottorato in lingua e letteratura francese, e si dedica il più possibile al conservatorio che ha ripreso dopo quasi 2 anni di interruzione, comprando alla fine fra un risparmio e l’altro un pianoforte usato da portare nella nuova casa.
Ciò che affligge Rei è l’ostilità persistente di Fukiko contro Nanako e Kaoru, la sua gelosia e indisponenza ora ingiustificate più che mai.
Alla vigilia del trasferimento nella nuova casa Rei vuole chiarirsi con Fukiko “Fukiko perché non mi dai una mano col trasloco? Potevamo scegliere insieme qualche mobile, qualche complemento di arredo, tu hai un ottimo gusto, sarebbe stato un bel momento di condivisione”.
“Rei io ti voglio bene, e pur costandomi molto ammetterlo per colpa del mio orgoglio – mio noto punto debole e forte al contempo - , ho commesso tanti errori con te; nessuno mi conosce bene come te, tu capisci al volo il mio stato d’animo, la ragione recondita dei miei comportamenti, a te non posso nascondere nulla, è per questo che tu sai sempre cosa mi passa per la mente, che distingui ciò che dico da ciò che penso, e che trovi per me una giustificazione. Sei una ragazza speciale, e io e papà non ti abbiamo valorizzato come meritavi e questo sarà un cruccio che ci porteremo dietro fino alla morte, una spina che trafiggerà il nostro cuore”.
“Fukiko parli molto poeticamente, di sicuro anche per questo hai vinto il concorso. Ma io ti ho fatto un’altra domanda e non mi hai risposto. Io ho partecipato alle cene in cui è venuto Daiki; io e Takashi abbiamo socializzato con lui, è davvero un bravissimo ragazzo, molto intelligente e studioso, ma è anche simpatico, buffo, con la battuta pronta. Perché tu e papà invece siete così chiusi nei confronti di Saburo e Nanako? Posso capire un uomo come papà che ormai ha quasi 80 anni, passi su di lui. Ma tu hai soltanto 28 anni, sei molto giovane, dovresti avere una mentalità moderna, aperta, tanto più che sei un giudice”.
“Rei, ascolta, io rispetto le scelte tue e di Takashi, ma non chiedermi di approvarle. Per me le ragazze è giusto abbiano il ragazzo e i ragazzi è giusto abbiano la ragazza; le relazioni come quelle tua e di nostro fratello non sono conformi alla Natura. Io seguo l’impostazione biologica tradizionale, non posso approvare le deviazioni. Credo poi che la tua sia un’infatuazione dovuta anche al fatto che Nanako ti stette vicina quando io ti escludevo e maltrattavo, e siccome Nanako ha questa perversione ti ha traviata. Però sorellina sono sicura che se ora ricostruissimo il nostro rapporto, ti renderesti conto dell’assurdità della vostra relazione. Nanako ha approfittato di una tua debolezza, capisci?”
“Nanako è una bravissima ragazza, di sani principi morali; se mi fossi innamorata di lei per i motivi che dici tu allora mi sarei dovuta innamorare di Kaoru prima ancora di Nanako”.
“Kaoru con tutti i suoi pessimi difetti non ha questa deviazione, infatti come dianzi ti ho detto è stata Nanako ad approfittare delle tue debolezze per soddisfare i suoi istinti selvaggi”.
“Che cosa? Ma ti rendi conto di quello che stai dicendo? Nanako un’approfittatrice? Istinti selvaggi? Nanako è una ragazza dolcissima, estremamente buona d’animo, disponibile verso il prossimo, disposta a mettersi nei guai fino al collo pur di aiutare gli altri, non avrei potuto innamorarmi di una persona migliore. È anche morigerata, fine, non è una ragazza selvaggia e pervertita come la definisci tu. Come fai a definirla un’opportunista, quando le uniche opportuniste e ipocrite furono le tue compagne della Sorority al liceo e poi anche alcune delle componenti della tua attuale compagnia per non dire tutte, tutto in nome delle public relations? Sono sicura che Daiki troverebbe normale la nostra relazione”.
“Non tirare in ballo il mio ragazzo e non spostare l’argomento di discussione, piuttosto ti auguro, ora che ti stai assestando a livello professionale, di renderti presto conto dei tuoi errori”.
“Io non sto sbagliando, convivere con chi si ama è una delle cose più belle e normali che ci siano, come lo fate voi eterosentimentali, anche noi omosentimentali abbiamo diritto di farlo. Amare non è perversione quando ci si innamora della persona giusta, e ci si innamora della persona a prescindere dal suo genere di appartenenza”.
“Ora sei tu che fai discorsi poetici, tra l’altro molto campati per aria”.
“Perché non possiamo condividere tutte le nostre gioie come le altre sorelle?”
“Perché la tua gioia non è normale”.
“Invece lo è, perché tu saresti normale e io no?”
“Ecco Rei che a 27 anni suonati vuole ancora vivere nel mondo dei mini pony rosa”.
“Io purtroppo già a 14 anni capii che il mondo dei mini pony rosa non esisteva. Comunque finiamola qui, vado a proseguire la preparazione dei bagagli”.
“Vai vai” dice con aria canzonatoria Fukiko.
Rei è arrabbiata, vorrebbe lanciare un paio di oggetti per la stanza, poi pensa a Nanako, alla loro convivenza imminente e decide che non vale la pena indisporsi. Si è rassegnata al fatto che Fukiko è così, e deve essere contenta di andarci d’accordo e di non essere più aggredita senza motivo.
 
La casa dove Rei e Nanako vanno ad abitare è vicina a un torrente, è un bilocale in periferia che costa poco e che cercano di abbellire con mobili un po’ antichi e un po’ moderni e quadri artistici alcuni dei quali provenienti dalla vecchia maison d’etoile.
Avevano già vissuto insieme in un appartamento quando studiavano in Inghilterra, ma questa volta hanno proprio affittato la loro prima casa da compagne di vita conviventi, con un preciso e stabile progetto di vita matrimoniale.
Prima del trasloco hanno terminato un paio di lavoretti di ritinteggiatura alle pareti e di sistemazione all’impianto elettrico; sentono una grandissima emozione, l’impressione di aver raggiunto il loro obiettivo principale, di essere indivisibili come non mai.
È il loro primo giorno da spose a tutti gli effetti. Finito di sistemare le ultime cose, sfornano una torta al cioccolato, indossano ancora i blu jeans e la felpa sportiva, e guardandosi intorno sentono una forte euforia dentro di sé.
Sono troppo felici e non si capacitano di come altre persone possano disapprovare questa loro felicità così immensa e genuina.
I soldi sono pochi perché se ne vanno quasi tutti fra affitto, utenze, mangiare e spese varie.
È ottobre e ricorre una piacevole coincidenza; dieci anni esatti prima, giorno più, giorno meno, Nanako e Rei si erano fidanzate.
Si è fatto tardi e sono così stanche che hanno poca voglia di cucinare. Decidono di fare una cena naif con una cioccolata calda con panna montata e la torta che hanno sfornato. Sono davanti alla televisione sul divano a guardare un film, circondate da scatoloni, con accanto l’immancabile cherie poupee che stasera appare particolarmente sorridente.
A Nanako sembra di vivere in un sogno meraviglioso, eppure è pura realtà.
“Rei ma davvero stiamo convivendo? Se penso a quando ci mettemmo insieme, a quante volte ho avuto paura fosse solo un sogno mentre stavo insieme a te, mi sembrava tutto troppo bello per essere vero, mi sembrava di sognare”.
“Come fo a dimenticare la prima volta che dormimmo insieme alla maison d’etoile, e mi toccasti il collo per accertarti che fossi viva?”
“E all’università come eravamo felici. Poi ho sofferto così tanto quando ci lasciammo per due anni; - credimi – se potessi tornare indietro nel tempo, non lo rifarei, abbiamo sofferto troppo. Poi siamo state in Europa, poi al ritorno siamo state di nuovo geograficamente divise”.
Rei a questo punto abbraccia sa cherie la poupee vivant “Basta Nanako, dimentichiamo il passato, ormai come è andata è andata, l’unica cosa che conta è che siamo qui, che adesso cominciamo a guadagnare con regolarità, piano piano stiamo acquisendo la nostra indipendenza, facciamo lavori che ci piacciono e appassionano, e ora abbiamo anche la nostra casa, semplice e piccola, ma per me è bellissima perché è la nostra casa, anzi è speciale perché è la nostra prima casa, il nostro sogno è diventato realtà, i sogni possono realizzarsi Nanako. Non pensiamo a quello che di negativo c’è stato e a quello che non c’è stato; la nostra relazione si è interrotta 2 anni, ma neanche dopo il primo anno di quel distacco era intanto già ripartita l’amicizia; in quel periodo abbiamo sofferto, ma cosa sono 2 anni a confronto di un’intera vita insieme? Anzi proprio attraverso un’esperienza sofferente come quella il nostro amore non solo non si è mai sospeso ma si è rafforzato ed è diventato indistruttibile perché abbiamo capito che l’una non potrà mai vivere senza l’altra. Ora conta solo che siamo qui, felici e unite come mai prima d’ora, che abbiamo vinto su chi ci voleva dividere per forza, conta che abbiamo dimostrato che l’amore vince sempre tutto”.
“Rei hai appena ripetuto involontariamente una citazione di un’opera di letteratura latina che ha studiato mio fratello nei suoi studi di letteratura europea antica comparata”.
“Non ci posso credere e di cosa si tratta?”
“E’ incredibile perché proprio tu che ami i paesaggi campestri, floreali hai pronunciato una frase che ricorre nelle Bucoliche di un certo Virgilio”.
“Che buffa coincidenza. A parte queste magie, il caro fratello ti istruisce sul latino?”
“Diciamo che ama così tanto il suo lavoro da condividere con gli altri gli studi che ritieni più belli, interessanti ma anche attuali. E a proposito di mio fratello, - tanto per parlare come lui - forse era destino ci incontrassimo? Che stessimo insieme? Forse hai ragione tu quando una volta dicesti che le persone importanti te le presenta la vita”; Nanako accarezza il viso dolce della sua ragazza.
“E se te le presenta la vita, non te ne separerai mai. È stata mia madre che ha voluto ti incontrassi, amore mio, mi hai salvato”.
“E guarda caso, dolcezza, dieci anni fa ci mettemmo insieme”
“Vedi, come direbbe tuo fratello, tutte queste coincidenze hanno un motivo, non possono essere casuali. La citazione dalle Bucoliche, il nostro incontro, il fatto che mi chiami allo stesso modo di come mi chiamava mia madre. Mi dispiace moltissimo solo per come si comporta mia sorella, che sono convinta in fondo ti stimi così come stima Kaoru, ogni tanto le scappa detto che sei brava, fa degli elogi sui tuoi studi, ma non si spinge mai oltre, perché per quel suo orgoglio che si porterà dietro persino nell’aldilà forse non ammetterà mai di avere un’alta opinione di te”.
“Io mi sento sposata con te, nel bene e nel male; anche se tuo padre e tua sorella non mi accettano, io voglio essere accettata solo da te, io vivo con te non con loro, io ti amerò per sempre e, se qualcuno non vorrà partecipare della nostra felicità, sarà peggio per lui o per lei, perché non comprendere la felicità altrui significa non parteciparvi e perdere delle occasioni di gioia”.
“Ma cherie la poupee”.
Nanako ha uno slancio, mentre è abbracciata a Rei, e le strilla gioiosa esuberante “Sei meravigliosa”; le si lancia scherzosa distendendola sul divano “Ti ricordi quando ti caddi addosso quella volta a scuola più di 10 anni fa?”
Rei ride e risponde “Sì mi ricordo”.
“Allora piangevo per le cattiverie scritte sulla mia famiglia da Aya Misaki e affisse alla bacheca della scuola, oggi mi viene da piangere di gioia”; Nanako bacia la sua ragazza e si accoccola su di lei; Rei stringe al suo cuore Nanako. Si rimettono a sedere e passano il resto della serata a guardare il film così, Rei tenendo stretta al cuore la sua Nanako, Nanako accoccolata sul cuore della sua Rei.
“Pensando a noi bambola Saint Just mi viene spontaneo proseguire la tua citazione letteraria involontaria”.
“Cioè, come sarebbe per intero?”
“L’amore vince tutto anche noi arrendiamoci all’amore”.
“E’ vero, quando un amore è sincero, autentico, forte come nel nostro caso, tutti devono arrendervisi : gli innamorati e chi è intorno a loro. Per noi è stata una bellissima resa, anzi un gettarsi fra le braccia dell’amore, come stiamo facendo ora; chi era contrario ha dovuto accettare il nostro amore ugualmente e quindi arrendersi”.
“Ti amoro bambola Saint Just, ti proteggerò sempre, piccola”.
“Anch’io ti amoro ma cherie la poupee, insieme saremo forti”.
Nanako appoggia il suo viso sul collo della sua bambola Saint Just.
Le ragazze si cullano a vicenda, cullate dall’onda dell’amore, un’onda che hanno voluto seguire anche andando talora controcorrente. È la prima di una infinita serie di volte in cui saranno cullate dall’onda dolce dell’amore, un’onda che è bello seguire proprio perché non va mai a diritto, ma perché devia e si adatta alle varianti e agli imprevisti della vita, e prosegue imperterrita il suo cammino, e alla quale non possiamo fare altro che arrenderci.
Quando si amora, si viene trasportati e protetti dall’onda cullante dell’amore.
 

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Capitolo 52
*** Seguire l'onda..... ***


Rimenziono l’Infinito di Leopardi!
 
È una meravigliosa giornata estiva. Ad agosto tante attività per una quindicina/ventina di giorni sono chiuse e le lezioni scolastiche e universitarie sono sospese per quasi tutto il mese.
Rei ha appena terminato con successo il conservatorio prendendo a pieni voti la laurea in pianoforte, che le piacerebbe sfruttare sia per lavorare in esibizioni musicali sia per insegnare. Nel frattempo già da un po’ insegna all’università letteratura contemporanea giapponese e letteratura comparata con quella francese per ora con contratti a progetto e borse di studio. Nanako ha scoperto che ama insegnare nelle scuole, è abilitata all’insegnamento del giapponese moderno, antico e dell’inglese, ed è abilitata anche come istitutrice nei collegi, tanto che ultimamente ha avuto un incarico come istitutrice proprio al Seiran dove lei a suo tempo studiò come alunna esterna e si è diplomata dieci anni prima.
Tomoko per ora dà un colpo al cerchio e uno alla campana, alternando un incarico di ricercatrice come biologa ad uno di cuoca sia nei ristoranti sia in proprio come cuoca a domicilio.
Mariko è in procinto di sposarsi con Ricky – entrambi ingegneri delle telecomunicazioni - per settembre. Ormai manca solo qualche rifinitura ai preparativi, si è fatta aiutare da Takashi, il suo migliore amico maschio, che dieci anni prima aveva avuto un ruolo importante di organizzatore per il matrimonio di Kaoru e Takehiko e che pochi mesi prima ha dato un bel contributo anche per il matrimonio di Fukiko con Daiki.
Kaoru è la migliore allieva di chirurgia della scuola di specializzazione della sua facoltà, ormai è all’ultimo anno della specializzazione e non vede l’ora di terminare e cominciare a lavorare con un vero e proprio stipendio. Durante i due anni propedeutici all’esame di abilitazione e durante la scuola di specializzazione vengono date mensilmente agli studenti delle borse di studio che non sono  equivalenti a uno stipendio; con Takehiko ha cercato di attingere il meno possibile dal fondo del risarcimento conseguito per l’errore medico, desidera guadagnare per essere una donna completamente autonoma, ha 30 anni e non vuole più essere ossessionata dal risparmio e dai sensi di colpa quando attinge al risarcimento, vuole salvare vite umane in prima persona, avere la vita delle persone nelle sue mani, e vorrebbe anche avere dei figli, desiderio per ora messo da parte perché prevalgono i suoi obiettivi di studio e professionali.
Takehiko ormai è un tuttologo letterario nel senso migliore del termine. È professore di letteratura giapponese ed europea comparata, è archeologo, filosofo, va più volte l’anno all’estero per convegni e approfondimenti.
Takehiko e Kaoru stanno ancora a Sapporo, ma forse l’anno prossimo Takehiko sarà trasferito a Tokyo dove Kaoru cercherà direttamente lavoro. Hanno scelto insieme Tokyo perché offre delle cattedre particolarmente interessanti per Takehiko, dà ottime opportunità in generale, è in una posizione strategica e oltretutto è vicina a Yokohama, la loro città di origine.
Quando scendono dalle rispettive famiglie a volte vanno a dormire da Nanako e Rei che vogliono in tutti i modi contraccambiare tutte le dormite fatte a casa loro.
Proprio adesso stanno scendendo e andranno anche questa volta a dormire da Nanako e Rei, sono sempre entusiasti quando scendono per rivedere le loro famiglie e amici di sempre.
 
È un’estate particolarmente afosa e le nostre amiche hanno deciso di organizzare una rimpatriata tutti insieme andando un giorno al mare della loro città. È un’abitudine presa da qualche anno a questa parte, l’anno prima avevano saltato e quindi quest’anno devono recuperare.
 
Kaoru è molto stressata da quanto studia e dai ritmi massacranti in ospedale, da lei incrementati a causa della sua grande passione per la chirurgia. Eppure, pur arrivando stremata a fine giornata, è felice, ha una sensazione intensa di divertimento e non vede l’ora inizi una nuova giornata. Si sente coinvolta in caso di interventi alla mammella, si concentra e si impegna in particolar modo in caso di problemi al pancreas e al fegato, le sembrano quasi una pausa dal lavoro gli interventi di appendicite o di asportazione di calcoli alla cistifellea.
Ora però deve staccare qualche giorno e ha accolto volentieri la pausa agostana.
Col marito sono partiti prima dell’alba per arrivare prima e guidare con l’aria più fresca. Si alternano alla guida e ora è il suo turno “Take ci pensi? Fra qualche mese avrai una moglie chirurga! Mi sembra impossibile che sto per raggiungere questo traguardo, questi 12 anni fra corso di laurea, preabilitazione e specializzazione ero convinta non sarebbero mai passati e invece mi sono volati!”
“Amore mio più grande del mondo è la conferma che quando facciamo le cose che ci appassionano ci si diverte e il tempo appunto vola!”
“Take, spero di trovare presto lavoro, e a quel punto poter completare la nostra felicità”.
“Vedrai che una ragazza in gamba come te lo troverà facilmente, consideriamo pure già completata la nostra felicità”.
“Take non mi riferivo direttamente al lavoro. Io amo il mio lavoro all’ennesima potenza, però ora io mi riferivo all’ampliamento della nostra famiglia, sai quanto desidero dei figli, sarebbe magnifico, e ora che si sta avvicinando sempre più questo momento sento nel mio cuore una gioia immensa, euforica. Fra poco più di 6 mesi termino la specializzazione, poi - spero il prima possibile - troverò lavoro in qualche ospedale  e a quel punto non ci saranno più ostacoli” Kaoru sorride mentre lo dice.
Takehiko si incupisce, non ci aveva più pensato, quando dieci anni prima si sposò era d’accordo con Kaoru sul fatto di avere figli, ma dovevano aspettare per consentire anche a Kaoru di fare una bella carriera come la sua; avendo Kaoru scelto medicina, il pensiero dei figli era stato accantonato come evento molto lontano nel tempo, data la lunghezza del percorso scelto da Kaoru. Invece di entusiasmarsi all’idea di avere finalmente dei figli, Takehiko si sente turbato, non capisce perché, capisce solo che si sta insinuando in lui un brutto senso di colpa.
“Take ti sei addormentato?” chiede canzonatoria Kaoru.
“Forse sono un po’ stanco” risponde Takehiko; per fortuna Kaoru non ha capito e lui, consapevole del fatto che Kaoru deve ancora specializzarsi e trovare poi il ‘posto fisso’ in ospedale, scaccia il pensiero. Ci penserà quando sarà il momento.
 
Se Kaoru e Takehiko sono svegli da ore e stanno guidando, Rei e Nanako a loro volta in meritata vacanza stanno dormendo abbracciatissime nel letto.
A causa del caldo hanno tolto il lenzuolo dal letto; l’afa però non impedisce loro di stare incollate. Nanako ha una vera e propria attrazione fatale verso la sua bambola Saint Just, entra in estasi appena sente il suo odore di vaniglia e cannella e non sente più il caldo appena le è vicina, al contrario arriverebbe a sentire il freddo se non le si attaccasse.
Rei/Saint Just non sente mai caldo quando è abbracciata alla sua ragazza, perché dorme molto meglio abbracciata a lei che senza.
Sono andate a letto tardi perché sono state al cinema a vedere ben 2 film e poi a fare due passi sul lungo mare a mangiare un mega gelato visto che avevano saltato la cena.
La rilassatezza delle vacanze estive le ha fatto sprofondare in un sonno veramente pesante.
Il sole però è così forte da entrare dalle finestre, illuminando la casa di Nanako e Rei nonostante gli avvolgibili abbassati e svegliando le due giovani spose.
Nanako è la prima a sentire sulle palpebre la luce filtrante dagli avvolgibili, si sente ancora stanca e stringe ancora di più la sua bambola Saint Just che poco dopo si sveglia.
“Che ore sono?” chiede Rei capendo che è tardi.
“Oh no, è quasi mezzogiorno, quanto abbiamo dormito!”
“Dobbiamo coordinarci e rifare il giro di telefonate per domani. Preparare le cose da mangiare…”
“Il grosso del mangiare sarà portato da Tomoko, per coordinarci faremo prima con gli sms”.
“Sempre se arrivano, perché a volte non arrivano affatto e facciamo brutte figure. Prima però voglio coccolare ma cherie la poupee vivant”.
Rei tira decisa a sé la sua bambola Nanako che si getta a capofitto fra le braccia della sua bambola Saint Just. Per Nanako abbracciare e coccolare la sua bambola Saint Just rappresenta sempre un momento di felicità e di estasi assolute tanto è bella e affascinante la sua ragazza.
Le ragazze hanno finalmente raggiunto la felicità, perché hanno visto che i sogni possono davvero diventare realtà! Godono di ogni attimo, di ogni piccola cosa, per loro il fatto stesso di vivere insieme è già un miracolo che si rinnova ogni giorno e di cui gioire senza stancarsi mai e senza dare mai nulla per scontato. Qualsiasi cosa facciano insieme ogni volta è come fosse la prima volta.
Ultimamente poi è successo che Fukiko, forse rabbonita dalle sue nozze, ha persino consentito a Saburo e Nanako di partecipare al suo matrimonio. Questo è un evento sensazionale di portata senz’altro positiva. Non essere accettati dai parenti di chi si ama è sempre un grande dispiacere, per il quale Nanako anni prima aveva lasciato Rei e sul quale ha poi dovuto soprassedere dato il suo infinito amore per Rei; però, la partecipazione al matrimonio di Fukiko, nonostante la cordiale freddezza manifestata da Fukiko nell’occasione, può essere un primo passo verso una riconciliazione generale e rappresenta un motivo in più per essere felici e ottimiste verso il futuro.
Le ragazze continuano a usare il verbo “amorare” per dare un senso più concreto e realistico al loro amore, in riferimento al fatto che l’amore – a cominciare dal loro - non si manifesta solo con le solite belle parole ma sostanzialmente con i fatti.
Nanako al contatto romantico con la sua bella Rei non può non riempirla di baci. La ama come il primo giorno. Tra poco arriveranno Takehiko e Kaoru, e si dovrà dare il via ai preparativi per la giornata al mare per il giorno dopo; dovrebbero immediatamente alzarsi, però le ragazze vogliono scambiarsi ugualmente complimenti. Anche questo è amorare, cioè manifestare l’amore con gesti tipici di persone innamorate.
“Dobbiamo alzarci sennò che figura facciamo con tuo fratello e il dr. Kaoru a farci trovare ancora a letto?”, dice Rei ridendo “Ancora però non ho voglia di smettere di stare abbracciata a te”.
“Lasciati coccolare un altro po’; se poi arrivano e ci vedono in pigiama, non credo si offenderanno, abbiamo dormito sotto lo stesso tetto tutti insieme tante di quelle volte! La mia bambina, la mia piccola e dolcissima bambola Saint Just, amore mio”, Nanako affonda fra le braccia della sua bambola Saint Just e con lei vorrebbe fermare il tempo, questo attimo perfetto che stanno vivendo. Nanako sentirà per sempre un enorme senso e dovere di protezione verso la sua bambola Saint Just, che vedrà come una bambola di cristallo bellissima, ma molto delicata per la sua ipersensibilità, per le ingiustizie subite da ragazza, ingiustizie che vuole farle dimenticare col suo infinito amore. La stringe per avere la certezza che i sogni diventano realtà, che la felicità esiste, che bambola Saint Just è lì con lei a darle e condividere con lei quella felicità. La amora, sì la amora, e la amorerà in eterno. La sua felicità è così sconfinata da rappresentare un miracolo e stringere e amorare concretamente la sua ragazza serve anche a concretizzare la sua felicità, a ricordarle che la felicità esiste, che la sua felicità è un miracolo, che quindi esistono anche i miracoli.
Anche Rei/Saint Just sta coccolando e stringendo al suo cuore sa cherie la poupee vivant. Sono due supercoccolone, si sono trovate alla perfezione anche da questo punto di vista, sono un unico cuore, un’unica anima, simbiosi perfetta. L’amore le sta cullando dolcemente, non resistono al richiamo suadente dell’onda dell’amore che seguono fedelmente.
Quando Takehiko e Kaoru suonano il campanello le sposine del nostro cuore si sono giusto appena vestite in borghese e via si cominciano i preparativi per la giornata che le aspetta.
“Ragazze la carne per la grigliata la preparo io” propone esuberante Kaoru.
“Meglio della nostra quasi chirurga preferita, chi può farlo?” esclama Rei/Saint Just.
“Ragazze quanto tempo è che non ci vediamo, sono così felice, non vedo l’ora di fare un tuffo nel passato domani, stare tutti insieme, mi mancate così tanto!” commenta Kaoru. Nanako abbraccia spontaneamente Kaoru pur sapendo che Kaoru non ama tanti complimenti.
 
Dopo una serata di risate, e organizzazione con gli ultimi preparativi e gli ultimi incarichi, il giorno dopo sono tutti sulla spiaggia a ridere e scherzare dalla metà della mattinata. Nuotano, scherzano e si raccontano le ultime novità. Kaoru si è messa una t-shirt e dei mini pantaloncini, verso l’ora di pranzo monta con Takehiko il forno per la griglia e comincia a tagliare le bistecche e i vari pezzi di carne; Tomoko sistema la tavola con la tovaglia e dispone i vari viveri con Nanako e Rei, Nanako ha fatto gli antipasti e una torta dolce, Rei una torta dolce e una salata, ognuno ha portato qualcosa ma la maggior parte dei viveri sono stati preparati da Tomoko. Mariko accende la musica a palla e balla da sola. Ci sono poi Ricky, Takashi, e qualche vecchia compagna di scuola del Seiran. Sono circa una quindicina.
Nel pomeriggio chi balla, chi dopo le quattro ricomincia a nuotare, chi chiacchiera, e con l’occasione ci si abbandona a confidenze varie. L’aria è sublime, vicino al mare con la brezza l’afa se ne va, bastano gli ombrelloni a proteggersi, sembra di avere delle piacevoli carezze sul viso, il mare è talmente brillante da sembrare bianco con increspature dorate, e le sue onde sono una romantica melodia, che rimanda a un tempo sospeso, dove i problemi sono rinviati a data da destinarsi (e perché no? Anche “a mai”).
Alcune ragazze propongono un giro coi pattìni a mare, ma altri restano a chiacchierare a riva o proseguono coi tuffi.
Da tempo Takehiko e Takashi non fanno una bella chiacchierata. Si isolano quasi dagli altri, come se volessero confidarsi l’uno con l’altro, essendo amici dalle scuole medie.
“Ti vedo incupito Take” dice Takashi.
“Come mi conosci. Hai intuito tutto”.
“Sennò a che servono i vecchi amici?…Allora?”
“Ieri Kaoru, mi ha ricordato una cosa a cui non pensavo più da tempo, l’avevo archiviata, e invece lei l’ha riportata a galla”.
“Di che si tratta? L’errore medico di cui fu vittima?”
“No” Takehiko fa una pausa e poi prosegue demoralizzato “Ha detto che, essendo ormai prossima al conseguimento della specializzazione e quindi anche ad avere uno stipendio vero e proprio, finalmente potremo avere dei figli”.
“E cos’è che non ti torna? Anzi dovresti essere molto felice, ampliare la famiglia è un altro ottimo traguardo, vuol dire che il vostro matrimonio va a gonfie vele e si vede, siete una coppia splendida. Perché sei corrucciato? No, Take, non mi dire che non vuoi avere figli”.
“Taka, con te posso essere sincero, io sto bene così. Quando ci siamo sposati, volevo i figli e li desideravo moltissimo, poi con Kaoru la ragazza della mia vita : il massimo; lei, però, doveva studiare, completare la specializzazione, aveva scelto un percorso molto lungo, lungo 12 anni fra laurea, preabilitazione, specializzazione, quindi dovevamo rimandare di oltre 10 anni, ma io amavo e amo tuttora Kaoru così tanto che per me la felicità assoluta era stare con lei e basta, il resto erano dettagli insignificanti. E non ci ho più pensato ai figli perché non era il momento e la mia vita era già perfetta così. Quando lei oggi mi ha fatto notare che si avvicina il momento in cui lavorerà e in cui quindi potremo avere figli, io mi sono sentito sbalestrato, non ci avevo più pensato, sto benissimo così, ormai mi ci sono abituato con il mio equilibrio”.
Takashi interrompe bruscamente Takehiko “Take, è normale che dopo 10 anni di matrimonio abbiate raggiunto il vostro equilibrio, 10 anni di matrimonio sono tantissimi, ormai vi siete perfettamente adattati l’uno all’altra, state bene così, un figlio come hai detto tu sbalestra tutto, cambiano i ritmi, le priorità, le esigenze, dovete abbandonare un sistema che avete collaudato dopo anni”.
“Appunto Taka, la nostra convivenza è in perfetto equilibrio così. Forse aveva ragione un mio professore; quando mi sposai mi disse : ‘Henmi accetti un consiglio, non faccia passare troppo tempo prima di avere un figlio, perché altrimenti non lo avrà più’, non capivo che volesse dire perché con Kaoru sarebbe stato sempre il momento giusto, invece ora penso che aveva ragione. L’idea di mettere in gioco la nostra perfetta convivenza…non lo so Taka … non mi entusiasma per nulla … se lei mi desse carta bianca sull’avere figli le direi di farne a meno, poi ho pure scoperto che non vado pazzo per i bambini. Sono un egoista. Kaoru meritava una persona infinitamente migliore. A dispetto dei miei 36 anni sono un ragazzino possessivo ed egocentrico”, Takehiko è triste.
“Take, non è vero, la tua bontà d’animo è nota a tutti, sei una delle persone più altruiste che esistano. Se il tuo professore ti fece quel discorso, vuol dire che la tua è una reazione assolutamente normale, che già altre coppie si sono comportate così. Dai Take è normale che tu sia intimorito dallo scombussolamento della tua esistenza da un figlio dopo tutti questi anni di felicissimo matrimonio. Lo capisco anch’io. È normale tu debba abituarti all’idea. Ora non ci pensare, tanto Kaoru deve prendere la specializzazione poi per trovare il posto fisso ci vorrà un altro po’ di tempo, ne riparlerete fra un paio di anni e in 2 anni sai quanto cose cambiano. Magari lei si accorgerà che non è interessata ad averne, oppure tu magari in quel momento sarai predisposto e accoglierai con entusiasmo l’idea. Comunque sia affronta il problema quando sarà il momento”.
“E se non dovesse andare così?”
“Take ogni cosa va affrontata al momento giusto. Tu ora non ci pensavi e sei stato preso alla sprovvista, perché lei deve ancora terminare il suo percorso. Quando lei l’avrà terminato, tu spontaneamente potresti riconsiderare l’argomento, proprio perché per lei è il momento giusto e tu potresti essere allegro all’idea di avere figli. È inutile fasciarsi la testa anzitempo. Viviti il momento così come è. Poi guarda, a volte proprio chi non vuole figli è poi particolarmente felice quando arrivano, più di altri”.
“Mi sento in colpa”.
“Di cosa? Vivi con leggerezza. Guarda il mare, segui le sue onde, alla fine per raggiungere una meta devi comunque seguire le onde del mare, adattarti al loro movimento anche deviando, non puoi fare il percorso solo a modo tuo, e altrettanto succede nella vita di tutti i giorni; ti poni degli obiettivi, però le cose seguono un loro percorso e tu trovi il modo di adattarti senza perdere il tuo obiettivo; l’uomo si adatta, è così che va il mondo”.
“Vorrei essere sempre allegro come te”.
Takashi si incupisce a sua volta “In realtà non sto passando un bel periodo”.
“Saburo è a Los Angeles, ti capisco, anch’io ero molto dispiaciuto di non poter stare con Kaoru durante quei 9 mesi in Germania, però il tempo vola, anche troppo, ed eccoci qua felicemente sposati da 10 anni”.
“Stiamo insieme da 7 anni e da 5 conviviamo, e ora non vederlo più la sera quando torno a casa, limitarmi a telefonate intercontinentali è veramente triste. Ho paura non torni più”.
“Ma che dici? Si tratta solo di 9 mesi e 2 sono passati. 7 mesi volano; stai tranquillo, magari ti abitui a stare solo e non ti dispiacerà neanche”, Takehiko prova a scherzare “Dai Takashi, ridi della mia battuta. D’altronde questo periodo di pratica a Los Angeles era di importanza fondamentale per la sua formazione, al suo posto sarei partito anch’io”.
“Speriamo bene Takehiko, non lo so, ho un cattivo presentimento”.
“Ma certo che torna, non dire sciocchezze, e poi Taka l’hai detto tu ora, si deve seguire l’onda, poniti degli obiettivi e adattati agli imprevisti della vita, e a proposito di onde da seguire facciamo una girata sul pattìno a mare, basta con le malinconie”.
I due ragazzi, che ormai hanno già 36 anni, corrono a prendere un pattìno e via verso il mare, a seguire l’onda nel vero senso della parola.
 
Anche Kaoru contempla il mare dopo essersi fatta una nuotata. Si avvicina a Rei che sta pulendo la tavola. Nanako è con Tomoko e Mariko a fare un giro sul pattìno.
“Dr. Kaoru sei sempre in forma smagliante”.
“Anche tu Rei, stai bene coi capelli poco più lunghi delle spalle”
“Una sforbiciata rinforzante, al liceo tu avevi i capelli corti e io i capelli lunghi fino ai gomiti, e ora li abbiamo della stessa misura entrambe poco sotto le spalle”.
“Già. Rei io sono tanto felice, manca poco a coronare il mio sogno di diventare chirurgo, il mio cuore batte velocemente alla sola idea. Sono elettrizzata. Take poi è un marito perfetto, mi ha sempre sostenuta in questo percorso, vuole il meglio per me dal punto di vista professionale, vuole che mi realizzi al massimo, Takehiko è più femminista di una donna, sono davvero molto fortunata ad averlo incontrato. Non vedo l’ora di avere i nostri fatidici 3 figli”.
“Sarai un’ottima madre Dr. Kaoru. E a proposito di figli in arrivo, Fukiko mi ha confidato che sospetta di essere già incinta, ma vuole aspettare di conoscere gli esiti delle analisi, sono felice all’idea di diventare zia. Fukiko spera di avere una femmina”.
Kaoru si rattrista un attimo, la sua non è gelosia, Kaoru ha un animo troppo nobile per essere invidiosa, ma pensa che Fukiko con la sua cattiveria e la sua isteria cafona ha avuto veramente tutto dalla vita, è diventata giudice – traguardo estremamente complesso da raggiungere - , ha un marito che diversamente da lei è una persona affabile e buona, una sorella di una dolcezza e bontà d’animo più uniche che rare e che la ama nonostante tutte le angherie e crudeltà che le ha riservato, e ora appena sposata : subito il primo figlio, mentre lei Kaoru in fondo in fondo sa che forse non potrà avere figli. È un momento di malinconia, Rei se ne accorge.
“Kaoru dai ogni cosa a suo tempo, fra un po’ arriveranno anche i tuoi di figli. Scusami ho sbagliato, non dovevo”.
“No, Rei, tanto l’avrei saputo comunque, io e tua sorella abbiamo scelto percorsi diversi, tutto qui”.
Rei è davvero dispiaciuta e Kaoru continua a risollevarla “Rei, basta non hai fatto nulla, ho avuto un attimo di malinconia, perché avrei voluto avere figli già da qualche anno, ma rifarei ancora la mia scelta perché amo troppo il lavoro che ho scelto, per me è impensabile anzi inconcepibile fare qualcosa di diverso”.
“Pensa che ora stai per diventare un ottimo chirurgo, a quante vite umane salverai, quanto bisogno c’è di medici come te. Ehi, ti ricordi la vecchia cretina?” Rei ride e fa ridere anche Kaoru.
“E chi se la dimentica la professoressa di economia domestica, quella vecchia strega. Se davo retta a lei, avrei dovuto direttamente fare un’altra facoltà. Quella non capiva nulla”.
“Ma io te lo dissi il giorno che fece quella battuta demente. Non avevi ancora scelto la specializzazione, e mi venne spontaneo – non so perché – dirti che saresti stata un chirurgo di grido e lei a quel punto avrebbe fatto i conti con la sua idiozia. Una premonizione”.
“Davvero Rei, sei stata una veggente”.
Le ragazze ridono finché Rei esclama “Guarda Mariko com’è allegra. Quanto era innamorata di te”.
“Mariko era innamorata di me e Nanako di te, le nostre due super ammiratrici”.
“Mariko odiava tanto gli uomini e ti venerava, era convinta che mio fratello la corteggiasse e lo trattava malissimo”, Rei e Kaoru ridono mentre lo ricordano.
“E invece ora sta per sposarsi con il suo ragazzo dopo 10 anni di fidanzamento, chi l’avrebbe mai detto. Eppure mi piaceva avere un’ammiratrice, era così affettuosa con me”.
“Ti vuole ancora molto bene” dice dolcemente Rei.
“Sì, però, poi non era innamorata di me, ero un’infatuazione”.
“Dr. Kaoru che hai? Oggi sei nostalgica?”
“Quando stiamo insieme ripenso a quanto siamo state amiche e felici al liceo, a quando piangevamo o ci arrabbiavamo per la scuola o per qualche compagna, alle nostre cotte, alle verifiche che ci mettevano ansia, alla vecchia - la nostra terribile professoressa di giapponese antico - , al professore tonto di inglese bietolone che prendevamo tutte in giro, ci sembravano dei problemi, quando invece i problemi della vita sono ben altri, anche se io e te scoprimmo questa cosa molto prima del tempo”.
“Siamo cresciute prima Kaoru, troppo alla svelta, però dopo la tempesta è tornato il sereno, abbiamo anche goduto dei nostri anni verdi, e siamo ancora giovanissime, abbiamo a malapena 30 anni”.
“Hai ragione, ma quell’età resterà sempre speciale. Mi mancherà sempre il nostro periodo scolastico. Sono contenta di essere la moglie di Takehiko, il mio ragazzino degli anni del liceo, che mi farà sentire sempre una liceale, perché rappresenta il mio ponte diretto con l’adolescenza, come se fossi rimasta sempre un po’ sedicenne. Credo sia come per te Nanako, lei sì che era la tua ammiratrice super innamorata”.
“Io e Nanako ci amiamo moltissimo. Sono stata troppo fortunata ad incontrarla”.
“Vi amorate?” Kaoru ride perché conosce anche lei ormai questo verbo.
“Sì, ci amoriamo da morire” ride Rei a sua volta “anche con l’afa dormiamo spesso abbracciate, perché ci sembra tutto un sogno e vogliamo essere sicure che sia tutto vero, e non abbiamo caldo quando ci stringiamo. Ieri quando tu e Takehiko siete arrivati, avevamo da poco smesso di coccolarci, ci sembrava di essere cullate dal nostro amore. Il nostro amore è così travolgente da farci affogare, eppure nello stesso tempo è dolce e delicato e ci protegge cullandoci come le onde di questo mare; per questo, io e Nanako vorremmo rendere eterno ogni attimo in cui ci coccoliamo, in cui manifestiamo l’una all’altra il nostro amore, ci faremmo trasportare in eterno dalle onde del nostro amore. Il nostro amore si riassume nell’ultimo verso di una poesia che tuo marito ha insegnato a Nanako, ‘il naufragar m’è dolce in questo mare’. È così che ci siamo sentite anche ieri mentre vivevamo la nostra passione”.
“Se lo sapevo con Takehiko saremmo arrivati più tardi, così proseguivate il vostro tour de fuego”, Kaoru si mette a ridere.
“Sciocca!” ride Rei.
“Sei tu che mi racconti le cose”.
“Ma sei un medico, a te si può raccontare tutto. E comunque io ho parlato di mare non di fuoco; il fuoco è spento dall’acqua di cui è fatto il mare, quindi l’acqua è molto più forte del fuoco e siccome il nostro amore è indistruttibile e invincibile va paragonato al mare non certo al fuoco, anzi a un oceano”.
“Va bene allora correggo : se lo sapevo vi avrei fatto proseguire la vostra crociera”.
“Smettila”.
Le ragazze ridono finchè Rei esclama “noi seguiamo la nostra onda, come le onde di questo mare”.
Kaoru commenta ridendo “si deve sempre seguire l’onda delle nostre passioni. Let’s follow the wave”. Senza volerlo le ragazze hanno parlato di onde come già Takehiko e Takashi.
“Giusto. Let’s follow the wave. Guarda una balena!” esclama Rei “io adoro le balene”.
“Le adori o le amori?” chiede Kaoru.
“Ah ah ah”.
“Piacciono molto anche a me le balene, sono così tenere, ciccione, bonarie; mi piaceva disegnarle con la fontanella che spunta dallo sfiatatoio nella loro testa, hanno un canto dolcissimo, quando le ascolti ti rassereni e vorresti seguirle per avere la loro stessa pace e la loro stessa dolcezza, scendere con loro negli abissi del mare lontano dallo stress, dai litigi, dalle incomprensioni, le ascolterei a giornate”.
“Allora tu segui non tanto la wave quanto la whale!” ride Rei.
“Che battutona orrenda” commenta Kaoru “veramente pessima! Ho ancora i brividi lungo la schiena”.
“Con questo caldo ci voleva una freddura”.
“Aiuuutooooo” esclama esuberante Kaoru.
Ridono come al liceo, tornate ragazzine.
Arriva Mariko “Ragazze cosa fate lì? Fatevi un giro in pattìno anche voi, dai dottor Kaoru” Mariko agguanta per un braccio Kaoru  e la trascina verso un pattìno, sembrano tornate ai tempi in cui era innamorata di lei. Kaoru e Mariko si fanno un giro di pattìno con Rei che sullo sfondo sbercia “Mariko fai seguire a Kaoru la whale”
“Cos’è questa storia?”
Kaoru ride “è una storia lunga basata su un gioco di parole, per ora seguiamo l’onda del mare anzi la wave, ma se vediamo una balena seguiamo la whale”.
Mariko ride a sua volta “per me siete matte”.
 
Si avvicina il tramonto, Mariko e Kaoru fanno il giro sul pattìno contemplando le balene, Nanako, Tomoko, Rei e altre nuotano, altri chiacchierano, il mare si tinge di un arancio infuocato affascinante, così affascinante che vorresti seguire quelle onde e farti cullare da loro in eterno. Sullo sfondo il canto ammaliante delle balene che dà a sua volta un senso di pace eterna. Seguire la nostra onda ci rende eterni.

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Capitolo 53
*** Lavoro e famiglia ***


Il telefono squilla stridente nella notte. Kaoru all’inizio pensa di sognare, o meglio che sia un incubo visto il suono assillante in piena notte. Poi realizza che è tutto vero e ha un tuffo al cuore, perché una telefonata nel cuore della notte spaventa sempre. Quando balza dal letto col cuore a mille sente da lontano la voce di Takehiko, che evidentemente ha il sonno meno duro del suo e ha risposto tempestivamente; a quel punto Kaoru realizza subito un’altra cosa : si tratta dell’ennesima telefonata piangente di Takashi.
Adesso Kaoru inizia a seccarsi. Kaoru comprende il grandissimo e inimmaginabile dolore di Takashi per come è stato lasciato da Saburo, comprende anche che suo marito per Takashi è praticamente un fratello anziché un amico, ma questo non è un motivo per arrivare a chiamare nel cuore della notte; passi una volta, passino due, passino tre, ma poi BASTA!
Il giorno dopo ha un intervento molto importante per un tumore al fegato; è ottimista perché è stato scoperto per caso ancora asintomatico, ma deve stare molto attenta, e dormire bene la sera prima. Le monta il nervoso e aspetta la fine della telefonata per dire il suo parere al marito.
“Take capisco tutto, ma dovresti dirgli di darsi una regolata, la gente lavora, deve riposare e soprattutto rischia l’infarto a ricevere telefonate a quest’ora della notte”.
“Come faccio? Mi fa pena, sentissi come piange, conoscendo Takashi così gioviale ed esuberante, mi fa impressione. Non dorme la notte. Non posso abbandonarlo a se stesso”.
“E come fa a lavorare il giorno dopo se la notte sta sveglio a piangere? Si approfitta del fatto che lavora nelle aziende di famiglia, altrimenti non si azzarderebbe; se non lavorasse dal padre, la notte dormirebbe e dormiremmo anche noi”, Kaoru è arrabbiata.
“Takashi al lavoro è serio e si impegna, ma a casa da solo si lascia andare e dopo non riesce a dormire. Vorrei dirgli di non chiamarmi la notte, ma gli voglio molto bene, è un amico di infanzia, un fratello elettivo, devo stargli vicino, e non dimentichiamoci che se siamo qui, di nuovo insieme da 15 anni di cui 12 di matrimonio è essenzialmente grazie a lui, quindi i favori a Takashi non si possono negare”.
Kaoru si sente un po’ colpevole. “Sì hai ragione, però io la notte devo dormire e domani ho un intervento estremamente delicato. Sai, penso che forse quel Saburo non era più innamorato o ha trovato un altro a Los Angeles e ha deciso di trasferirsi definitivamente là”, commenta Kaoru.
“Non credo” dice Takehiko “purtroppo nella vita spesso non puoi avere tutto, a volte devi scegliere fra famiglia e lavoro, sono scelte davvero difficili, spesso decisamente dolorose, perché qualunque scelta tu faccia sarai insoddisfatto sia se scegli la famiglia sia se scegli il lavoro. Ad ogni modo domani lo vedo a pranzo e ne parliamo. Per fortuna ora siamo tornati ad abitare abbastanza vicino e possiamo vederci relativamente spesso”.
Kaoru non ci aveva mai pensato; lei anzi ormai 13 anni prima aveva lasciato la sua città d’origine per seguire il suo ragazzo poi marito, anche se il trasferimento del marito era stata anche l’occasione per lasciare casa e staccarsi dal ricordo dell’errore medico di cui era stata vittima.
Era stata molto fortunata : non si era mai trovata davanti a un tipo di scelta così drastico. Takehiko era stato 9 mesi in Germania e poi era tornato, avevano sempre potuto programmare tutto insieme, i suoi studi e il lavoro di lui prima, il lavoro di entrambi ora. Da quasi un anno stanno a Tokyo; appena lei ha terminato la specializzazione lui ha preso due belle cattedre in un’università della capitale, mentre Kaoru, che in quanto neospecializzata era ancora disoccupata, col suo curriculum stellare poco dopo il trasferimento ha trovato lavoro come chirurgo in un prestigioso ospedale della capitale dove come al solito è stata subito presa in simpatia e stima per essere molto preparata e stacanovista.
A proposito del giorno dopo Kaoru in serata sarebbe andata a trovare Mariko neomamma; Mariko si era sposata circa un anno e mezzo prima, è appena nata la sua prima figlia Eiko ed è in procinto di trasferirsi col marito verso sud dove entrambi hanno trovato un’ottima occasione di lavoro in un’industria di telecomunicazioni. Un nuovo trasferimento per motivi di lavoro.
Tanti pensieri corrono per la testa di Kaoru, la delusione di Takashi lasciato da Saburo che gli ha preferito la carriera e Los Angeles dove ha deciso di stabilizzarsi, l’imminente trasferimento di Mariko e la sua neo maternità, il proprio lavoro tanto defatigante quanto appassionante, ogni giorno nuove sfide ed emozioni, la soddisfazione di portare a casa un ottimo stipendio. Con questi pensieri si addormenta come un ghiro…
 
Il giorno dopo Kaoru si prepara per andare a trovare Mariko, ci sarà anche Nanako, che già ha fatto visita a Mariko all’ospedale; Rei non ci sarà perché sta facendo delle prove con un gruppo musicale con cui suona musica classica e tradizionale e si esibisce in particolari occasioni nel tempo che non è impegnata all’università.
Andare a Tokyo significa stare vicina anche alla sua città di origine, e quindi alle amiche storiche; se fosse rimasta a Sapporo, chissà se ce l’avrebbe fatta a visitare Mariko prima del suo trasferimento al sud.
È stata una bella giornata, ha rimosso completamente il tumore ancora circoscritto ed è euforica per le belle notizie date alla famiglia del paziente. Mentre ci pensa fa una mezza giravolta di gioia e ride, fermandosi bruscamente perché si accorge che la gente per la strada la guarda in modo strano. Le viene da ridere finché, pensando a quanto ama e a quante soddisfazioni le dà il suo lavoro, le tornano in mente i pensieri fatti durante la notte prima di riaddormentarsi. Lei al posto di Saburo che avrebbe scelto? Amore o lavoro? Proprio lei che ama da morire il suo lavoro aveva criticato Saburo. E il suo adorato marito fra lei e la letteratura cosa avrebbe scelto? Anche Mariko ora lascia la sua città di origine perché lei e il marito hanno trovato un lavoro più soddisfacente, però sono in due, una situazione simile a quella di lei e Takehiko.
Kaoru ogni tanto ha questi momenti di grande riflessione che l’affliggono.
Ora però non ha tempo di crucciarsi, deve pensare alla figlia di Mariko; non vede l’ora di vedere Eiko, adora i bambini e aspetta a gloria il momento di averne anche lei.
Mariko l’accoglie a braccia aperte come al liceo “Dr. Kaoru che magnifica sorpresa, la tua visita per me è importantissima, un vero onore. Vieni a vedere la mia Eiko, quant’è bella, poi è buona, la notte dorme sempre tranquillamente, vorrei da grande fosse brava come te”; sullo sfondo è già arrivata Nanako, con cui finalmente Kaoru ora si vede di più e più agevolmente, e la madre di Mariko, la famosa mamma migliore amica di Mariko che l’aiuta ad accudire la figlia, a fare i preparativi per il trasloco e che andrà spesso a darle una mano nei finesettimana.
La madre di Mariko abbraccia Kaoru e le fa i soliti complimenti che si fanno quando si incontrano le amiche di vecchia data delle figlie “Kaoru era dal matrimonio di Mariko che non ti vedevo, è sempre un piacere vederti, sei sempre bella come da ragazzina, e poi so che sei sempre tanto brava, non ti smentisci mai. Se ci serve un chirurgo si viene tutti da te”.
“Grazie signora, ma non fo nulla di speciale”.
“Quale signora? Isako. Io mi chiamo Isako. Dopo tanti anni ancora del lei, ma siamo matti!”
“Vieni Kaoru, io e Rei siamo rimaste estasiate dalla bellissima Eiko”, esordisce Nanako.
Kaoru si innamora a prima vista di Eiko, la vuole prendere in braccio, altro che la sua Kitty – ha ragione Takehiko quando dice che Kitty è uno sgorbio! - , le piace moltissimo, mentre contempla quella neonata dormiente che non si sveglia neppure con le chiacchiere di sottofondo, arrivano i commenti di Mariko.
Quando si è molto entusiasti per qualcosa, involontariamente possono sfuggire commenti inopportuni. “Se penso che quando ho saputo di essere incinta non ero per niente contenta. Io e Frederick volevamo aspettare qualche anno prima di avere figli e quindi mi sono pure arrabbiata, ho veramente sbuffato, ero spaventata, impreparata, e invece già alla prima ecografia ho amato più di ogni cosa questo batuffolo che mi ha sconvolto meravigliosamente l’esistenza, è stato l’errore più giusto e bello della mia vita, l’errore che è stato una benedizione commettere e che rifarei all’infinito. Oh dr. Kaoru ma tu e Take che aspettate ad avere figli? È 12 anni che siete sposati, datevi una mossa, sai che figli fantastici possono arrivare a una coppia come voi?”
Kaoru all’improvviso si rattrista, cosa di cui si accorge Nanako.
“Vedi Mariko, tu hai già il tuo lavoro di ingegnere da anni, ma io avendo scelto di fare chirurgia ho fatto un percorso lungo il triplo rispetto al tuo, 6 anni di università, 2 di preabilitazione, 4 di specializzazione, ho terminato tutto solo l’anno scorso e solo da qualche mese ho trovato il posto fisso”.
“Appunto ora che finalmente ti sei sistemata, datti una mossa, tu hai 32 anni, Take 38, ora non avete più scuse, chissà che figli bellissimi avrete”.
“Ma sono appena entrata, non posso mettermi subito in maternità, poi voglio godermi un po’ il mio lavoro, l’ho tanto desiderato, è un sogno magico che vivo ogni giorno, operare, intervenire in situazioni critiche, poi piaccio ai miei primari”.
“Kaoru non puoi perderti un’esperienza stupenda come questa. Se aspettate ancora non li fate più. Siete la coppia perfetta, non tergiversare, e fallo”.
“Ma io ora devo affermarmi nel mio lavoro, lo dice sempre anche Take”.
“Mica non li vorrete?”
Kaoru è in imbarazzo, Nanako si sta innervosendo perché non sopporta Mariko quando fa così.
“Sì certo che li voglio, ma sono appena stata assunta”.
“Suvvia niente scuse. La prossima volta veniamo io ed Eiko da te e dalla tua bambina o bambino a trovarvi. Sarà meraviglioso!”
Nanako intelligentemente cambia argomento e comincia a parlare delle esibizioni al pianoforte di Rei col suo gruppetto di vecchi compagni di conservatorio.
La visita a Mariko dura giusto poco più di un’ora perché Mariko ha molto da fare; il tempo passa molto piacevolmente fino ai saluti finali. Nanako, Kaoru & Co. sarebbero poi tornate a trovare Mariko e la piccola Eiko nella nuova casa al sud una volta trasferite e sistemato il trasloco.
Mentre accompagna Kaoru alla macchina, Nanako si accorge che Kaoru è pensierosa e da ragazza intuitiva e sensibile quale è capisce che Kaoru sta pensando ai discorsi di Mariko.
“Kaoru non starai mica pensando a quello che ti ha detto Mariko? Lo sai – no? - com’è fatta, non ti preoccupare, lasciala stare, tu devi seguire il tuo cuore e fare quello che ti senti di fare; ti sei sacrificata così tanto per diventare un chirurgo, tanti anni di studio molto impegnativo, e ora devi un minimo farti conoscere e fare pratica in proprio, devi fare tu il chirurgo in sala operatoria, non puoi fermarti proprio ora, sei giovane, ora concretizza il tuo sogno”.
“E’ quello che abbiamo sempre detto con Take. Non sai quanto ho sognato e desiderato il momento di lavorare in un ospedale, di provare le emozioni e il senso di responsabilità quando operi una persona, l’adrenalina che c’è nei casi di urgenza e critici in generale, nella chirurgia da pronto soccorso gli interventi sono davvero elettrizzanti, ho iniziato solo da qualche mese, non posso fermarmi ora; per me ha rappresentato un prezzo altissimo rinviare il momento di avere figli, ho avuto dei momenti in cui stufa di aspettare durante la specializzazione volevo cercarli, volevo affrontare l’argomento con Take, però poi mi mettevo a studiare, andavo in reparto, mi divertivo nel vero senso della parola, e mi dicevo ‘no devo aspettare ancora, amo troppo questo lavoro’; Nanako la chirurgia è davvero la mia vita, e quindi ormai mi sono tanto sacrificata, mi sacrificherò ancora un po’”.
“Brava Kaoru, potresti perdere delle occasioni che si hanno solo all’inizio della carriera e pentirtene; in questa maniera quando avrai i tuoi figli sarai davvero felice, altrimenti dopo un po’ ti sentiresti incompleta e frustrata. La gestrice del convitto dove stavamo all’università, la sig.ra Umeko, quando partii per Parigi mi disse che rinunciare per la famiglia ai nostri sogni significa avere rimpianti, tendere ad essere assenti in un secondo momento o addirittura viziare le persone intorno a noi che non capiscono il nostro sacrificio ed arrivano ad avere pretese assurde”.
“Take molto sinteticamente dice che chi rinuncia ai propri sogni muore. Com’è difficile però conciliare famiglia e lavoro, però, specie se hai una vocazione; trovare la vocazione per un lavoro è una delle esperienze più mistiche e belle che esistano eppure poi ti pone di fronte a grandi dilemmi dagli esiti a volte drammatici, ti costringe comunque a rinunciare a qualcosa, a non essere felice al 100%. Mi chiedo perché non si può avere tutto dalla vita, ne parlavamo proprio con Take. Guarda anche il povero Takashi”.
“Non parlarmi del povero Takashi. Fa pena. Saburo prima ha ottenuto una ulteriore proroga a un lavoro che doveva durare solo 9 mesi e poi ha deciso di restare a Los Angeles. Cinque anni di convivenza gettati alle ortiche per inseguire il sogno di diventare un chirurgo ortopedico di fama internazionale. Sicuramente nemmeno Saburo è contento”.
“Takashi, però, non ha voluto neppure prendere in considerazione l’idea di andare anche lui a Los Angeles; è voluto restare a gestire le aziende di famiglia, stare vicino alle sorelle e agli amici di sempre; Saburo non ha voluto rinunciare al suo sogno di gloria, ed ecco che è finita una bella storia d’amore. Avevano posizioni inconciliabili, ma davvero non si poteva mediare? Uno ha scelto la famiglia, l’altro il lavoro, e l’amore è morto. Li avevo fatti conoscere proprio io. Invece io per la mia grande passione per il lavoro sto rimandando a oltranza la maternità. Com’è difficile e dolorosa la vita per tanti di noi”.
“Io e Rei siamo d’accordo che non ci separerà mai più niente e nessuno. Troveremo sempre il modo di mediare perché non vogliamo rinunciare ai nostri sogni, ma neppure al nostro amore e grazie al nostro amore reciproco daremo sempre il meglio di noi per trovare il giusto compromesso. Ormai siamo simbiotiche, l’una senza l’altra morirebbe, e credi non ci sentiamo sacrificate, ci amiamo anzi ci amoriamo troppo, per noi è inconcepibile la sola idea di vivere l’una senza l’altra”, Nanako ha 31 anni ma mantiene la stessa aria sognante di quando ne aveva 16 ogni volta che parla della sua bambola Rei; lei e Rei rappresentano l’una per l’altra una infinita passione rimasta intatta che consente di mediare sempre alla perfezione fra famiglia e lavoro; una passione che si autoalimenta di giorno in giorno. Kaoru si chiede fra sé e sé perché non può essere per tutti così.
“Peccato che non sia stato così anche per il povero Takashi. Immagino telefoni continuamente anche a Rei” dice triste Kaoru.
“Con tutto il rispetto e il dispiacere per Takashi, meno male c’è Take a dare una mano a Rei, perché non smette mai di piangere, chiama pure di notte”.
“Sicuramente non si azzarda a chiamare quella simpatica di Fukiko; chissà come sarà contenta che il fratello è stato lasciato” dice rassegnata Kaoru.
“Non sia mai. Fukiko ha tanto da fare e non vuole essere disturbata. Ha solo detto apertamente al fratello che è molto felice sia stato lasciato da Saburo e spera che questa esperienza lo raddrizzi, come se le coppie etero non si lasciassero mai! Fukiko ha il solito tatto da elefante”.
“Lady Arpia colpisce ancora”.
Nanako prosegue “Avevi ragione tu, anche se ora è educata però è sempre altezzosa e scostante. È già in attesa del secondo figlio, ma nemmeno la maternità l’ha cambiata. Con la figlia Takara è molto affettuosa e giocherellona, persino spiritosa, la figlia le assomiglia in una maniera impressionante, sembra il clone; ora aspetta come secondo figlio un maschio. Io però questi che sarebbero i miei nipotini non me li godo per nulla. Mi ha concesso di vedere Takara dietro insistenze di Rei in media una volta ogni due mesi da quando è nata, e in quelle occasioni con me è cortesemente fredda; con Rei è gentile ma fra loro non c’è quella confidenza tipica che c’è fra sorelle, e anche a Rei e Takashi non fa vedere molto la nipote. Come vedi anche noi abbiamo delle ombre. Mi dispiace solo non poter stare coi miei nipotini e ancora di più vedere la scontentezza di Rei e Takashi”, Nanako ha quasi le lacrime agli occhi mentre lo dice.
“Ecco chi ha sempre tutto dalla vita : le brutte persone come Lady Arpia. Ha vinto un concorso super mega difficile realizzandosi al massimo nel lavoro; lei è molto intelligente e studiosa, ma anche cattiva e ignorante; una persona cattiva e ignorante come lei non meritava di arrivare a dei picchi di carriera così elevati, il massimo per un laureato in legge. Se ciò non bastasse, ha trovato un marito che la sopporta e che è pure una bravissima persona, e ha potuto avere persino 2 figli, di cui la prima uguale a lei. Sempre tutto a quella diavolessa, cattiva e ignorante come poche persone al mondo, eppure la fa sempre franca. Non è giusto ti faccia vedere così di rado i tuoi nipoti e non è giusto nemmeno sia così fredda coi fratelli. Ma come li educherà quei poveri bambini?” dice arrabbiata Kaoru.
“Così gira il mondo Kaoru. Io amo talmente tanto Rei che mi adeguo a essere trattata con supponenza dalla sorella, ad avere dei nipotini che posso vedere 5/6 volte l’anno, ma la amo più della mia vita e per lei farei questo e altro. Poi Rei soffre molto per il carattere della sorella; Takashi ha più le spalle tonde, ma Rei ha un altro carattere. Mi fa piacere darle il mio sostegno morale e affettivo”.
“Oddio com’è tardi, Nanako scappo, sennò chissà a che ora arrivo a casa. Grazie per la chiacchierata, ci sentiamo in questi giorni”.
“Meno male Kaoru da parte di mio fratello ho te come cognata. I miei genitori lo dicono sempre : abbiamo due nuore splendide”!
Kaoru trova traffico sulla via del ritorno. Continua a pensare a quello che le ha detto Mariko, alla conciliabilità o meno di tutti i nostri obiettivi, pensa a quanto è cattiva Lady Arpia con Nanako, con la povera Rei e il povero Takashi.
Tornata a casa, trova Takehiko ai fornelli, le ha fatto una sorpresa! Le ha cucinato tutte cose che le piacciono molto, e le ha comprato una bella torta alle amarene! Kaoru è quasi commossa, è stata una giornata piena di emozioni, un intervento di rimozione di tumore al fegato eccezionale risolto nel migliore dei modi, la visita a Mariko insieme all’amata cognata Nanako e ora questa bella cena per festeggiare il suo fantastico intervento chirurgico. E il tocco grottesco che la fa ridere : la sua prima paziente, la sua adorata e sgangherata bambola Kitty seduta anche lei al tavolo col bavaglino al collo; Takehiko di tanto in tanto ha questi momenti di humour nero.
Eppure Kaoru si sente un po’ indisposta e di questo se ne accorge subito Takehiko.
“Amore mio più grande del mondo, cosa ti turba? Il paziente che hai operato non è proprio fuori pericolo? Hai trovato delle metastasi?”.
“No, l’intervento è stato perfetto, di quello sono entusiasta. Sarà un po’ di stanchezza”.
“Kaoru ormai ti conosco dalla bellezza di 16 anni, di cui 12 di matrimonio. Non prendermi in giro. Dimmi cosa ti preoccupa”.
Kaoru racconta il suo pomeriggio, le sue riflessioni di questi giorni, soprattutto si sofferma sui commenti di Mariko e a un certo punto le esce qualche lacrima.
“Take io amo molto il mio lavoro e non ci rinuncerò mai, per niente e nessuno nell’universo potrei fare un lavoro diverso, e tu mi capisci perché per te è lo stesso col tuo lavoro. Però…”.
“Però, cosa? Noi siamo dei privilegiati, te l’ho sempre detto, con la nostra passione e vocazione di tipo religioso per i nostri lavori. Non capisco questo ‘però’”.
“Ma Take, forse Mariko ha ragione, in 12 anni a te che sei così buono, dolce, sempre sereno e collaborativo con me, che mi hai sostenuta e incoraggiata per la mia carriera, Take non ti ho ancora dato neanche uno dei 3 figli che ci eravamo promessi di avere, ma io sono appena entrata in ospedale e ora non me la sento per la mia carriera, per me questo momento è molto critico per la mia carriera e devo cavalcare l’onda, perdonami Take”, Kaoru inizia a piangere a dirotto.
Take ha lo stesso tuffo al cuore che aveva avuto 2 anni prima. Purtroppo non è successo come gli aveva detto Takashi, lui continua a non avere voglia di avere figli, o meglio ormai non ne ha proprio più voglia, e comincia a pensare che forse non ne ha mai avuta. Resta interdetto poi si affretta a dire alla moglie “Tesoro, cosa dici? Tu non hai nulla da farti perdonare, al contrario, io ringrazio ogni giorno il Signore per averti avuta come moglie, io con te ho avuto il meglio che potessi avere, tu hai un animo nobile e superiore. Il dono della tua presenza, di averti accanto a me, per me è un onore. Sono uno degli uomini più fortunati al mondo, sono perdutamente innamorato del mio lavoro perché ho avuto la fortuna di avere avuto e riconosciuto delle vocazioni che ho potuto perseguire, e ho la moglie migliore che si possa avere. Kaoru io senza di te sono una nullità. Che cos’altro devo avere? Ho già il massimo!”
“Dei figli”.
“Ti ho sempre detto che mi importa solo di te. Il resto sono dettagli inutili senza importanza”.
“Ma come Take non li vorresti dei figli nostri? Che magari assomiglino a me o a te o ad altri nostri parenti ancora? Per te dei figli nostri sarebbero dettagli inutili?”
“Certo che mi piacerebbe, ma per me l’essenziale sei tu e la tua felicità, Kaoru hai la fortuna di avere una vocazione per il tuo lavoro, come me, un privilegio che non capita a molti, e vuoi trascurare questa cosa? Non puoi rallentare ora. Non vedi come tutti ti stimano di già? Oggi hai rimosso con successo un tumore al fegato - al fegato, Kaoru - , sei un astro nascente della chirurgia. Mi hai seguito a Sapporo lasciando la tua famiglia e le tue amiche, ti sei sposata ad appena 20 anni, cosa che nessun’altra ragazza di oggi avrebbe fatto – riconosciamolo - , chi è della nostra generazione che si sposa a 20 anni? Nessuno! Eppure tu l’hai fatto, amore mio più grande del mondo, mi hai donato te stessa in maniera totalizzante e io sarei davvero ingrato ed egoista se pretendessi che ora accantonassi le tue aspettative, proprio ora che stai salendo sulla cresta dell’onda; io voglio il massimo per te e tu che sei una donna in gamba e molto intelligente devi pretendere altrettanto, siamo giovani c’è tempo per i figli”.
“Take io non mi sono mai sacrificata per te. Io ti ho sposato a 20 anni perché avevo capito che eri la mia anima gemella, non mi interessa ciò che fanno gli altri”.
“E se non ti interessava a 20 anni, ti interessa ora che ne hai 32?”
“Ora è diverso, vorrei dei figli anche per me, e sono arrabbiata perché non posso avere tutto, devo essere costretta a scegliere, amo da morire il mio lavoro e ho scelto il lavoro, ma sono triste per me, per te, non vorrei questo neo” Kaoru abbraccia il marito e piange come quando era una liceale.
“Kaoru non è per sempre, si tratta di aspettare, pensa a quanti fanno un lavoro che non amano o che non piace loro affatto. Siamo ancora giovani. Tu almeno rimandi i figli per le tue passioni e la tua splendida carriera, pensa piuttosto a chi rimanda o rinuncia direttamente per gravi problemi in famiglia o per lavori di ripieno o perché non ha soldi”.
“Ma Mariko…”.
“Uffa quella Mariko, a me non è mai rimasta tanto simpatica, non so cosa ci troviate tutti di così spassoso. Ha queste sortite antipatiche, si faccia gli affari suoi”.
“L’ho vista con Eiko, poi anche Lady Arpia ha sempre tutto, lei addirittura aspetta il secondo figlio, e la prima figlia è praticamente uguale a lei”.
“Oh no, senti non sarai mica invidiosa di quella Lady Arpia?”
“No, però lei ha sempre tutto ciò che vuole”.
“Fukiko Ichinomiya è una donna cattiva, egoista, egocentrica, isterica, e pure cafona, è oppressa da enormi sensi di colpa a cui non rimedia perché afflitta da orgoglio patologico, vuoi altro? Io non vorrei mai stare al suo posto, convivere con la coscienza che la morde continuamente per come è stata cattiva con la sorella e anche con la mia povera sorella Nanako e tante altre persone. Senti per favore non metterti mai più a confronto con lei, mi meraviglio di te Kaoru, ma dai i numeri?”
“Ma Take è un momento così, sono solo triste per dover rimandare la maternità e per l’appunto ho visto Mariko che mi ha fatto quei discorsi, poi ho saputo di Lady Catafalco…”
“Tesoro, ma che ti importa di Mariko e Fukiko? Loro sono loro e tu sei tu. Ma che ti importa di loro? Lascia perdere Fukiko che non ha nulla a che spartire con te, lei non ti lega le scarpe, avrà pure dei figli ma anche e soprattutto una coscienza sporca da far paura, per carità. E Mariko si faccia gli affari suoi. Arriverà il nostro momento, amore mio e potrai vantarti di aver fatto tutto al meglio e a tempo debito”.
“Mariko è rimasta incinta senza volerlo, io invece forse non resterò incinta neppure dopo aver cercato a lungo i miei figli”, dice infine triste Kaoru.
“Basta Kaoru, oggi per te è stata una giornata di gloria, salvi vite umane, Kaoru, salvi vite umane, dai la vita ogni giorno a tante persone, oggi si festeggia, ora devi mangiare la torta alle amarene, nessuno devi farti rattristare, ogni cosa a suo tempo. Ora pensa a questa tua carriera rampante. Vogliamo tutti farci curare da te. Sii ottimista, sei un’ottimista di natura, non cadermi amore mio più grande del mondo per qualche frase fuoriposto detta da Mariko o per quella Lady Arpia o se preferisci Mamma Arpia”.
“Taaaaaaake” Kaoru si mette a ridere.
“Se i figli hanno ripreso il DNA da lei e/o saranno educati a sua immagine e somiglianza avremo presto dei baby arpia!”
“Taaaaake almeno i bambini lasciali stare!”
“Il rischio c’è” prosegue serio.
Kaoru alla fine fa una fragorosa risata e abbraccia il marito “Grazie Take, sono molto fortunata ad avere un marito come te, tanti non sarebbero come te, chissà quante storie avrebbero fatto sul mio lavoro ultraimpegnativo, invece di incoraggiarmi ed entusiasmarsi mi avrebbero criticata o anche lasciata. Poi mi rallegri sempre, mi infondi ottimismo, ti risposerei all’infinito”.
“Sono io che ho avuto una fortuna infinita ad avere una moglie come te, non so davvero cosa potrei desiderare di più”.
Takehiko si sente di nuovo in colpa come due anni prima. Si sente in colpa perché per la prima volta non desidera le stesse cose di sua moglie, oltretutto una cosa molto importante, che Kaoru desidera tantissimo. Alla fine preso alla sprovvista, ha dovuto fare i conti con se stesso; non vuole avere figli, o meglio non li vuole più, si è avverata la profezia del suo professore : se non hai figli nei primi anni di matrimonio, dopo rischi di non volerne più, e così è stato per lui. Si sente in colpa perché è contento dell’assenza dei figli, ovvero di un’assenza che invece fa soffrire profondamente sua moglie. Si sente un ipocrita, un impostore, perché non ha il coraggio di dire la verità alla moglie, perché mentre lei si sente in colpa e si dispera per quei figli che deve rimandare nel tempo per la sua carriera appena iniziata, lui la incoraggia più che mai a concentrarsi sulla sua carriera di chirurga forse più per evitare lui di avere figli che per vedere la moglie realizzata al massimo nel lavoro. Si vergogna di se stesso e pensa di non meritare la principessa Kaoru, una ragazza dal cuore così grande che meriterebbe di veder esaurito ogni suo desiderio.
Eppure il tempo vola alla velocità della luce, fra pochi anni Kaoru gli chiederà dei figli perché sarà ormai affermata nel lavoro, e lui che le risponderà? Non vuole deluderla, la ama più di qualsiasi altra cosa. Pensa fra sé e sé che deve provare ad abituarsi pian piano all’idea di avere figli, che deve soddisfare il desiderio di lei, per Kaoru questo ed altro, ora si godrà ancora il matrimonio e il lavoro a tempo pieno, deve godersi l’attimo il più possibile, poi affronterà ciò che la vita gli metterà davanti.
È veramente difficile conciliare tutte le nostre attività con i nostri desideri ed a volte è veramente difficile anche conciliare i nostri desideri con quelli di chi amiamo….

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Capitolo 54
*** Chi parte, chi resta, chi se ne va ***


Kaoru è ormai molto amata all’ospedale, dove come chirurga interviene prevalentemente sul fegato e sul pancreas. La vita è molto frenetica, sa quando timbra il cartellino ma non sa quando esce anche a causa degli interventi di urgenza inviati dal pronto soccorso. Eppure ha un’energia incredibile invidiata da tutti, non si stanca mai, mantiene il sangue freddo e la calma anche quando durante le singole operazioni compaiono ‘a sorpresa’ complicazioni non individuate dalle analisi. Gli interventi più difficili per lei sono una vera sfida e quasi si annoia quando le assegnano un calcolo ai reni o un nodulo benigno alla tiroide.
Dopo neppure 3 anni dall’assunzione è una delle colonne portanti, candidata ad aiuto primario.
Una sera discutono fra colleghi a una riunione di reparto su aiuti da dare a degli ospedali africani dove ci sono macchinari molto arretrati, arrugginiti, poche e scadenti risorse sia materiali sia umane, camerate sovraffollate, condizioni igieniche deludenti, pochi farmaci. Alla fine la direzione delle risorse economiche stabilisce di indirizzare una cospicua somma di denaro al fine di permettere a tali ospedali di munirsi di macchinari più all’avanguardia e di maggiori quantità di farmaci.
Kaoru riflette coi suoi colleghi “Il problema di questi ospedali è che c’è troppo poco personale qualificato, non c’è aggiornamento, già le cure vengono per forza di cose garantite a pochi pazienti, oltretutto quelle poche cure non sono adeguate, non è giusto nei paesi con l’economia avanzata c’è uno spreco enorme di risorse, buttiamo via cibo, soldi, vestiti, nel terzo mondo invece troppe persone rimangono poco istruite, muoiono di fame o per malattie che da noi si curano in pochi giorni”.
“Noi facciamo quello che possiamo” risponde il capo contabilità “del resto se vogliamo rimanere uno degli ospedali più all’avanguardia del Giappone la maggior parte delle risorse dobbiamo tenerle per noi; tutti gli ospedali del mondo sviluppato dovrebbero aiutare questi paesi, mandare personale a istruire il loro personale”.
Kaoru ha un’illuminazione improvvisa. È una ragazza molto generosa, buona d’animo. Fa un tuffo nel passato al lontano 1991, aveva la metà degli anni di adesso, aveva 17 anni, aveva appena saputo di essere stata vittima di un errore medico, era traumatizzata, era andata a guardare negli occhi l’oncologo che ‘aveva preso fischi per fiaschi’, aveva visto la frustrazione e il senso di fallimento negli occhi di quel medico, era scappata disperata e poi … se lo ricorda come fosse successo ieri … una chiamata? Una vocazione? Un’illuminazione? Non sa bene spiegarselo, sa solo che da quel momento la medicina è diventata la sua stessa vita, aveva vissuto la passione all’ennesima potenza, dice sempre che per lei è impensabile fare qualcosa di diverso dal medico, e ogni giorno per lei è una nuova emozione, un sogno che si concretizza nuovamente, una continua conferma che la felicità esiste e nel suo caso è un divertimento, perché Kaoru nel suo lavoro si diverte, ecco perché non si stanca mai (e in questo si accomuna al marito).
Adesso dopo 17 anni, ora che si sta sempre più affermando come chirurgo, che si sente al culmine della felicità, che si vede sempre più spesso ringraziare per aver ridato speranza e vita a persone che si credevano ormai spacciate, che inizia a farsi conoscere e vedersi assegnati interventi ogni volta più complessi, ha una nuova illuminazione e anche questa volta per lei è impossibile tirarsi indietro, è una chiamata a cui non riesce a non rispondere. Del resto Kaoru è il simbolo della generosità e di conseguenza non c’è da meravigliarsi della sua reazione.
Sente di voler andare per un periodo in Africa con una delegazione di medici di associazioni internazionali, per vedere la situazione, per istruire i colleghi africani, insegnare le ultime tecniche, insegnare a usare i macchinari, a ottimizzare le risorse, questo è ciò che sente di dover assolutamente fare; le dispiace dover assentarsi qualche mese dall’ospedale, ma sente di dover dare il suo contributo almeno una volta nella vita. Deve parlarne con Take! Lui la sprona continuamente a migliorarsi, a cercare di raggiungere posizioni sempre più elevate, di arrivare alle vette massime della carriera, e ad imparare cose nuove e sempre più difficili. Ma Take è a sua volta anche un uomo molto generoso fin da bambino, che dovrebbe approvare questo suo desiderio di condivisione, di donare.
Lei e Take sono abituati ogni tanto a separarsi per periodi che arrivano fino a un mese; Take deve fare brevi lettorati, aggiornamenti, partecipare a convegni in tutto il mondo, e anche Kaoru da circa un anno ha cominciato a partecipare a convegni per il paese e all’estero. Questa volta si tratta di assentarsi per 4/5 mesi; questo è senz’altro un aspetto negativo.
Possibile che Kaoru e la maggior parte delle persone in generale debba sempre scegliere? Che debbano sempre avere dei nei anche nelle scelte più belle e felici? Nemmeno una volta di numero? Possibile che chi ha sempre tutto è solo Lady Mamma Arpia con la sua cattiveria e prosopopea?
 
Mentre Kaoru fa queste riflessioni, Nanako e Rei organizzano il loro trasloco a Tokyo. Fortuna ha voluto che entrambe abbiano conseguito il fatidico e mitico posto fisso dei loro sogni in contemporanea. Nanako e Rei, come disse Nanako a Kaoru, si sono sempre coordinate perché per nessun motivo si sarebbero mai più separate; dopo quei 2 anni da incubo fra il 1995 e il 1997 ricordati ancora con terrore e lacrime agli occhi, non avrebbero mai più tolto neanche una frazione di secondo alla loro relazione sentimentale e quindi tutto ciò che era incompatibile con la stabilità e continuità della loro relazione veniva da loro rifiutato recisamente.
La loro città di origine è a mezz’ora di auto da Tokyo, pertanto la convivenza sarebbe stata compatibile anche se una delle due fosse rimasta a Yokohama e invece … a conferma che la perseveranza e l’amore puro e totalizzante vengono a volte a buon diritto premiati tutte e due hanno ottenuto a Tokyo, nella medesima città, il posto tanto agognato che aspettavano dalla fine dei loro studi e a questo punto si trasferiscono!
Nanako è stata nominata insegnante di inglese e giapponese antico nel liceo di un educandato prestigioso di Tokyo dove le ragazze vengono a studiare da tutto il Giappone; essendoci il collegio, affianca all’incarico di insegnante anche quello di istitutrice per le convittrici fuori sede.
Nanako porta i capelli sotto le spalle un po’ scalati ai lati e ama truccarsi leggermente – si vede e non si vede - , così come ama molto come al Liceo vestiti colorati e scarpe ballerine magari col laccetto.
Rei ha avuto in una bella università la cattedra definitiva di letteratura giapponese contemporanea da aggiornare continuamente con nuovi autori e orientamenti, coordinandola anche con gli indirizzi dell’arte contemporanea.
Vista la vicinanza con Yokohama continuerà a suonare a volte coi vecchi compagni di conservatorio per esibirsi in delle occasioni; in compenso a Tokyo potrà anche seguire corsi di aggiornamento sul pianoforte e così avere occasioni di crescere pure sul piano musicale.
Ha sempre il viso da bambola antica con gli occhi viola romantici, alterna gli occhiali da miope con le lenti a contatto, i capelli mossi sono ormai scuriti di un biondo castano caldo e arrivano poco sopra il gomito come al liceo, ogni tanto si trucca un po’ e – molto raramente su insistenza di Nanako – si mette pure la gonna!
La cosa super positiva è che Kaoru e Takehiko stanno a Tokyo e si sono tutti e quattro riuniti alla perfezione nella stessa città. Sembravano destinati a città distanti; Kaoru e Takehiko hanno vissuto per 12 anni nel profondo nord, dove si trovavano molto bene, e quindi chi ci sperava più?
È vicina anche Tomoko l’amica storica di Nanako, punto saldo della sua vita, per ora rimasta a Yokohama. È tornato a Yokohama dopo essere stato lasciato da Saburo pure Takashi, che comunque prima abitava a poco più di mezz’ora di auto. Ovviamente siccome a villa Ichinomiya ormai abitano Fukiko con Daiki e i bambini, Takashi ha preso un appartamento per conto suo.
Per quanto riguarda Rei e Nanako intanto hanno affittato una casa in una zona residenziale di Tokyo; manca qualche giorno e inizia una nuova avventura. Si trasferiscono e non si trasferiscono, in quanto abitano a mezz’ora di auto dalla città di origine, quindi è come restassero!
Diverso è il discorso per Mariko che si è trasferita al sud e non sale mai perché fra famiglia e lavoro è molto impegnata.
Cambiare città, però, dà concretezza al cambiamento di Nanako e Rei, se ne accorgono molto di più.
È tutto molto esaltante.
Ripensano alla loro prima casa da sposine nel 2001, scadente, ogni giorno si rompeva qualcosa, eppure era tutto divertente e magico perché erano loro due insieme nella loro prima casa, per sempre insieme. Poi si sono trasferite nella casa dove stanno attualmente e da cui se ne stanno andando per trasferirsi a Tokyo, quella che vogliono essere la loro città definitiva.
La vigilia del trasferimento vogliono compiere un rito propiziatorio (non è la prima volta che compiono riti propiziatori) : decidono di andare in quel parco della città dove si erano abbracciate 17 anni prima poco dopo l’abolizione della Sorority alla vigilia dell’incidente stradale di Rei, in un sabato di fine luglio 1991, in cui avevano suggellato la loro amicizia, in cui Rei aveva dichiarato il suo affetto a Nanako accorsa velocemente col fiatone al parco dopo la sua telefonata – quant’era felice ed euforica di avere un appuntamento con la sua Saint Just - . Com’era stato emozionante quell’abbraccio ricco di affetto, si erano quasi dichiarate e forse l’avrebbero fatto già il giorno dopo se non ci fosse stato quell’incidente che rallentò tutto fino a rinviare di tre mesi il momento unico, fatato ed infinito della loro dichiarazione d’amore.
Le sposine del nostro cuore sono arrivate esuberanti al parco rigorosamente di sera e ora sono affacciate alla balaustra panoramica da cui si vede la città; sembra tutto immutato, si contempla tutta la città, è buio, brillano le luci accese nelle case e nei locali, sembrano lucciole multicolor, la leggera brezza smuove i loro capelli, è quasi un deja vu.
“Nanako ci pensi abbiamo trovato il lavoro proprio come volevamo noi, e ora spicchiamo il volo, ci trasferiamo definitivamente, è così emozionante, eravamo due ragazzine all’inizio del liceo, romantiche, sognatrici, che avevano avuto un impatto traumatico col serioso e prestigioso Seiran, e ora andiamo a Tokyo vicino eppure lontano, perché adesso siamo veramente adulte e mature, abbiamo sancito la cesura col passato”.
“E in questo posto Saint Just suggellammo la nostra amicizia che sarebbe diventata l’amore meraviglioso che è oggi; non potevamo che venire qui a salutare il nostro passato prima di partire per il nostro avvenire radioso, non potevamo che venire qui per esaltare la definitività della nostra vita e dei nostri progetti insieme”.
Se 17 anni prima in questo parco fu suggellata la loro amicizia e dopo di allora iniziò una nuova vita in positivo per entrambe, specialmente per Rei, adesso le ragazze in questo stesso posto suggellano il loro amore e la realizzazione dei loro sogni professionali con l’augurio che anche stavolta inizi o meglio prosegua la loro stupenda avventura.
Come 17 anni prima Rei abbraccia e stringe al suo cuore Nanako “17 anni fa ti dissi che ti volevo molto bene, oggi ti dico che ti amo infinitamente amore mio, fai parte del mio cuore”.
Nanako la riabbraccia altrettanto forte “Ti amerò per sempre da morire dolce Saint Just, anche tu fai parte del mio cuore, senza di te io morirei automaticamente”.
“Anch’io senza di te morirei subito amore mio”. Saint Just le dà un bacio sulla guancia.
Restano abbracciate strettissime l’una al cuore dell’altra, a contemplare la città dall’alto, già proiettate verso la loro nuova vita, Nanako appoggia la testa sul collo di Rei e Rei appoggia la sua gota sulla testa di Nanako. Rimangono in contemplazione per un tempo indefinito, ritornando per un attimo ragazzine. La contemplazione della città dall’alto dà loro il senso della potenza, lo slancio verso il volo, il volo verso il futuro dei sogni. Deja vu.
 
Rei e Nanako pensano appunto che - a parte Mariko che è al sud – per il resto siano tutti vicini fra Tokyo (loro due, Kaoru e Takehiko) e Yokohama (Tomoko, Fukiko e Takashi).
Ma … nella vita non devi mai dare nulla per scontato.
Super Kaoru appena torna a casa intavola il discorso sull’Africa con Takehiko. Gli spiega nei dettagli la situazione, la vocazione e l’illuminazione sentite all’improvviso, piange quasi mentre racconta le condizioni drammatiche in cui versano gli ospedali africani.
“E’ vero. Lo sappiamo tutti quanto è grave la situazione sanitaria africana, ma lo diamo tutti per scontato, come un dato di fatto inesorabile, così come diamo per scontato tutto ciò che abbiamo, la nostra salute, il nostro benessere economico, è tutto sempre dovuto, ovvio, poi un giorno ti spiegano con dovizia di particolari come stanno le persone nel terzo mondo, si discute sulla loro situazione, e capisci quanto sei fortunato e pure ingrato. Noi medici per la salute siamo sempre riconoscenti, noi almeno capiamo il valore infinito della salute, ma quanto al benessere economico scivoliamo anche noi sulle bucce di banana, buttando via cibo e vestiti.
Le gravi condizioni economiche dell’Africa si ripercuotono sulla salute dei suoi abitanti. E’ ingiusto, orribile. Take io mi sento in debito verso di loro. Voglio andare, me lo sento, è il mio dovere. Però voglio sentire il tuo parere, perché questo comporta stare separati fino a 5 mesi, ed è molto pesante…”.
Take risponde d’impeto spiazzando la moglie “Vengo anch’io!”
“Take …. Lo sai che comporta?”
“Lo so, domani stesso ne parlo col rettore per un permesso, non posso non appoggiare questa tua scelta, per l’ennesima volta ho avuto la conferma della persona stupenda che sei, mi chiedo solo che cosa ho fatto per meritarti”.
Kaoru è commossa “Take, ma la tua carriera, e poi cosa farai con noi? Non hai competenze mediche e infermieristiche”.
“In questi paesi c’è sempre bisogno di una mano, di un aiuto, Kaoru non posso non condividere un progetto umanitario così importante, non possiamo non vivere insieme quest’avventura. Parlo indifferentemente giapponese, tedesco e inglese, potrei seguire negli studi quei bambini. Ormai mi sono costruito una posizione più che solida, sento quanto mi danno di permesso, magari mi faranno rientrare prima, ma almeno una parte del progetto voglio assolutamente viverla con te, con l’amore mio più grande del mondo”.
“Take eri un ragazzo straordinario e ora sei un uomo altrettanto straordinario”.
“Tu sei straordinaria, e averti accanto come moglie per me significa crescere e migliorare ogni giorno di più”.
La coppia trascorre il resto della serata a parlare dell’associazione cui si unirà, dei preparativi, delle direttive da lasciare, di cosa portare e cosa no, ah e le vaccinazioni per prima la malaria….quante cose … hanno appena una ventina di giorni per organizzarsi e poi fino all’autunno inoltrato non saranno di ritorno.
Kaoru abbraccia Takehiko. Non c’è nulla da fare : lui la sostiene sempre, esalta tutti i suoi progetti e addirittura vuole contribuire alla loro realizzazione.
 
“Nooooo, proprio ora che stavamo nella stessa città partite! Cioè, fate benissimo, fate una cosa bellissima, però volevamo inaugurare il nostro ingresso alla capitale con voi, mi dispiace non vederci per 5 mesi, poi … insomma ragazzi state attenti”, Nanako è visibilmente triste e preoccupata.
“Stai tranquilla sorellina, di cosa hai paura? Sono il marito di una chirurga eccezionale, ora ci facciamo le vaccinazioni e si parte. Nanako c’è bisogno di noi”, Takehiko mette un braccio sulle spalle della sorella che non trattiene i lucciconi.
 
Per Nanako, però, le novità non sono finite. Deve ancora digerire la malinconia per non vedere per 5 mesi il fratello e la cognata sorella quando riceve una telefonata da Tomoko che vuole vederla con urgenza.
“Tomoko ti sento eccitata, che è successo?”
“Nanako è una notizia eccezionale, sono troppo felice, però te la devo dire di persona, al telefono non posso, perché è una cosa bella, bellissima, ma anche particolare!”
Nanako è molto emozionata, non sta in sé nella pelle, ci vuole una bella notizia, dopo la malinconia per l’imminente partenza per l’Africa di Takehiko e Kaoru.
“Chissà cosa sarà! Un lavoro migliore anche per lei. Affiancherà uno chef stellato o ha trovato un impiego in qualche istituto di ricerca o industria, magari proprio qui a Tokyo. Come sarebbe bello vivere nella stessa città. Quante emozioni! Che curiosità”, Nanako è eccitata a sua volta.
Corre entusiasta, a dispetto dei suoi 33 anni corre come quando ne aveva 16 e arriva all’appuntamento alla pasticceria dove al liceo amavano fermarsi a mangiare le paste dolci. Le sembra di tornare indietro di 17 anni!
Arrivata all’appuntamento, dopo le solite feste – ormai si vedono poche volte l’anno tanti sono i loro impegni – ordinano la loro fetta di torta e cominciano a parlare.
Tomoko è felice e un po’ turbata al contempo.
“Allora dimmi, sono troppo curiosa, che è successo di così bello? Tomoko che hai? Al telefono eri entusiasta, ora ti vedo un po’ perplessa!”, Nanako con la sua ipersensibilità ha all’improvviso un altro triste presentimento.
“Nanako ho trovato il lavoro della mia vita, il lavoro dei miei sogni”.
“E’ fantastico, che bello, abbiamo tutte realizzato i nostri sogni, magnifico!”, Nanako nota lo sguardo serio di Tomoko “Tomoko perché non ridi?”, aumenta il cattivo presentimento.
“Devo trasferirmi, è l’unico aspetto negativo”, dice sommessa Tomoko.
Nanako si interdice “In quale città vai?”, teme la risposta, ha un nodo alla gola, era così felice di avere sempre Tomoko a portata di mano.
“Non è in Giappone… mi trasferisco in Australia”.
“Australia?” Nanako resta sconvolta.
“Nanako ho trovato a Melbourne il lavoro perfetto per me, sembra fatto su misura per me. Praticamente mi assumono come biologa nutrizionista in un importante centro di ricerca sulla salute e l’educazione alimentare nel mondo; in questo centro di ricerca devo anche elaborare delle ricette gustose e salutiste allo stesso tempo per dimostrare che si può mangiare con gusto anche con un’alimentazione sana; si fanno ricerche, esperimenti, si seguono pazienti con problemi legati all’alimentazione, si lavora gomito a gomito con medici e chirurghi, si va nelle scuole ad educare i ragazzi, si sono aperti ristoranti dove si mangia bene e sano allo stesso tempo. Feci domanda mesi fa, ormai non ci speravo più, quasi non ricordavo di aver fatto domanda, sono così felice Nanako, avevo già degli impieghi qua, ma questo è proprio la classica quadratura del cerchio. Ho solo un mese di tempo per partire, armi e bagagli, i miei genitori e mio fratello mi stanno dando una mano a cercare casa, a preparare tutto, sono tanto emozionata!”
“Tomoko quanto starai via?”, Nanako teme la risposta, anzi la conosce già, ha voglia di piangere, dovrebbe gioire, ordinare champagne per brindare a una notizia così sensazionale, invece, pur sentendosi egoista, ha solo voglia di piangere e teme molto la risposta alla sua domanda.
“Nanako io mi trasferisco, te l’ho detto, lascio il Giappone, non torno più”, la voce di Tomoko si fa triste.
Nanako non controlla le lacrime e comincia a piangere “Perdonami Tomoko. È stupendo quello che ti è successo, però … però … io non ti vedo più”, Nanako si abbandona ai singhiozzi, delle persone si girano verso di lei preoccupate, “Perdonami, sei la mia migliore amica, eravamo in prima elementare” ricominciano i singhiozzi.
“Nanako dai su, sii felice per me, non piangere, Nanako, devo ordinarti una camomilla al posto della cioccolata calda?”, Tomoko prova a scherzare, ma Nanako continua a piangere.
“Nanako ho avuto l’occasione della storia della mia vita, questi treni è già tanto se ti passano una volta nella vita, o ora o mai più, ne va della mia felicità, mi sono sacrificata tanto fra accademia di cucina e facoltà di biologia, e con questo lavoro ho tutto. Avrò uno stipendio veramente ottimo, vivrò in un altro continente, nuove esperienze, gente nuova, un’altra cultura, sono tanto emozionata. Soffro all’idea di lasciare il Giappone, la mia famiglia, le mie amicizie, te, soprattutto te, però…non posso fare altrimenti, quando il lavoro chiama si parte. Se lo rifiutassi, me ne pentirei amaramente, e potrei dare la colpa solo a me stessa se dopo non mi realizzassi nel lavoro, magari anche rifacendomela con la mia famiglia, capisci? Quando una persona si è tanto sacrificata per la propria formazione, deve puntare al meglio. Io la penso come tuo fratello, Nanako; chi rinuncia ai propri sogni muore”.
“Tomoko sono un’egoista, ma ti voglio troppo bene”.
Tomoko l’abbraccia e le accarezza i capelli “Nanako proprio tu mi hai insegnato che vanno sempre seguite le proprie passioni con tutte le difficoltà, onori e oneri. Nanako non vorrai mica rimangiarti i tuoi insegnamenti? Quante ne hai passate per il tuo amore per Saint Just? Eppure direi ne è valsa abbondantemente la pena. E non ricordi Goro, il fratello di Kaoru? Già da 3 anni sta in Canada. Ora è il mio turno. E poi oggi ci sono le videochiamate, le e-mails, non è più come un tempo, la tecnologia ha fatto enormi passi da gigante. Dai Nanako”.
“Tomoko mi manchi di già, come farò senza la mia migliore amica a portata di mano, un conto è un periodo, un conto è per sempre. Sono 27 anni che ti conosco, non uno, 27”
Tomoko si commuove e si asciuga qualche lacrima “Abbiamo sopravvissuto quando andasti a Sapporo, quando stesti quasi 2 anni in Europa, questa volta sono io che parto”.
“Tomoko, ma per te è diverso, tu te ne vai per sempre”.
“Supereremo anche questa. La nostra amicizia è più forte di tutto, è nata quando avevamo 6 anni, è troppo speciale, non sarà certo la distanza geografica a separarci”.
Nanako si calma. Decidono di passare il resto della giornata insieme, come ai tempi della scuola, fanno una bella girata in centro, contemplano vestiti e scarpe fino ai saluti finali. Nanako sarebbe tornata a salutarla prima della partenza, in prima fila al gate all’aeroporto.
 
È un periodo difficile per Nanako. E’ molto preoccupata per Takehiko e Kaoru. Staranno via solo 5 mesi, però si sposteranno attraverso zone pericolose, con condizioni igieniche molto scadenti, dove ogni tanto ci sono guerriglie particolarmente violente. Lo stress sarà molto elevato, anche perché gli ospedali sono sovraffollati, dormiranno poco, e a giorni alterni andranno all’interno dei villaggi per vaccinare le persone e portare farmaci e viveri di prima necessità. Possono fare qualche telefonata sporadica, perché la linea telefonica e internet funzionano pochissimo, vanno e vengono.
Nanako vive con angoscia i giorni in cui non riceve le loro telefonate; fortunatamente i suoi genitori e Rei - meno ansiosi di carattere - le sono vicini e le risollevano il morale ogni momento.
Ma il giorno in cui si sente maggiormente sotto stress è quando parte Tomoko. Rei non verrà all’aeroporto perché ha un importante corso di aggiornamento sulla musica classica molto utile per le esibizioni musicali col suo gruppo, che stanno avendo sempre più successo e stanno programmando anche a Tokyo.
Si reca all’aeroporto e aspetta nella sala d’attesa la sua amica che arriva con i genitori e il fratello. Grandi saluti anche coi genitori e il fratello che la conoscono da una vita, chiacchierano, scherzano, offrono a Nanako una bella fetta di torta, visto che lei e Tomoko sono sempre state delle grandi golose. Tutte e due scelgono la torta cioccolata e nocciole con cuore cremoso, una delle loro preferite, che proprio per questo hanno cucinato insieme più di una volta!
Dopo una quarantina di minuti di convenevoli e amarcord, arriva la chiamata dell’aeroplano….
“Nanako ora devo andare sennò ho buttato via i soldi dell’aereo! Nei prossimi giorni controlla la tua connessione internet e il tuo pc perché ti faccio una videochiamata, fissiamo via mail l’orario”.
Nanako comincia ad avere gli occhi rossi.
“Nanako” Tomoko si rattrista e l’abbraccia “Oggi è il giorno più bello della mia vita, devo ridere, non farmi piangere, coraggio, saremo lontane ma unite come prima, la mia migliore amica resterai sempre e solo tu”.
“Tomoko mi mancherai”.
“Nanako ma in che mondo vivi? Ti ho già parlato della videochiamata. Siamo nel 2008 e tu ragioni come fossimo nel 1958, forza Nanako, fammi un sorriso”.
Nanako sorride con le lacrime che le escono a frotte dagli occhi.
Tomoko l’abbraccia velocemente, un saluto anche ai genitori e al fratello e, mentre saluta agitando il braccio per aria, corre verso l’aeroplano commossa anche lei,.
Nanako rimane impalata, pietrificata, mentre l’amica sparisce oltre il varco, ha un’altra cesura col passato, questa volta triste, una nuova rivoluzione, crescere significa anche questo : avere lontani i propri amici, perché ognuno deve raggiungere la propria meta e portare a compimento la propria vita se necessario anche lontano dagli affetti…altrimenti non sarai mai una persona completa.
Nanako quasi non si accorge che i genitori e il fratello di Tomoko la stanno salutando e corre verso la vetrata della sala d’attesa, punta l’aereo verso l’Australia dove sa si trova Tomoko e lo contempla mentre decolla, vola dritto verso il cielo fino a sparire completamente….
Nanako non smette di piangere, vuole tornare a casa, quando monta in auto aspetta di riprendersi prima di accendere il motore.
La sua testa è vuota, solo ora realizza quante cose sono cambiate rispetto all’infanzia, al liceo….
Non sono più quelle ragazzine spensierate di un tempo, quelle che davano tutto per scontato : la felicità, la famiglia, l’amicizia, il lavoro dei tuoi sogni….
Ora ci sono grandi responsabilità da affrontare, grandi cambiamenti che stravolgono in positivo e/o in negativo la tua vita, obiettivi che non sempre è facile raggiungere, rinunce e compromessi.
Per fortuna Nanako non vive da sola, ma con la sua bambola Saint Just, non ce l’avrebbe fatta da sola ad affrontare queste giornate.
Verso l’ora di cena arriva Saint Just stanca per l’assai intensa giornata di lavoro.
“Saint Just scusami ma oggi non mi sento neppure di cenare. Sono tanto triste, è orribile”, Nanako piange.
“Ma cherie la poupee”, Saint Just appoggia la borsa velocemente e corre a stringerla a sé “Ti capisco, io 15 anni fa stetti così quando Kaoru andò a studiare a Sapporo”.
“Ma fu diverso, Kaoru stava comunque in Giappone, scendeva in media una volta ogni mese / mese e mezzo, e ora siamo tornate addirittura nella stessa città; Tomoko non tornerà mai più in Giappone, starà per sempre in Australia, non tornerà mai più, la conosco dalla prima elementare, compagne di classe alle elementari, compagne di classe alle medie, al liceo eravamo comunque nella stessa scuola, è vero che dall’università ci siamo frequentate molto meno anche perché io per più di 6 anni sono stata lontana, però, lei era qua, sapevo che era qua”.
“Ma c’è ancora per te, è vicina a te, poi te l’ha detto giustamente anche lei : con la tecnologia di oggi si sta molto più in contatto, quasi non ci accorgiamo della lontananza, potete mandarvi anche tutti i giorni delle mails, farvi videochiamate, ora stanno debuttando anche i social su internet, sarà tutto molto più semplice. Nanako sii felice per lei, sta per fare una carriera bellissima, per realizzare i suoi sogni, noi sappiamo quanto è importante e fondamentale per la nostra formazione professionale e soprattutto personale”.
“E’ vero, magari sentirò molto più lei che sta in Australia di altre ragazze che stanno qua vicino, ma è la sensazione della lontananza geografica, un altro continente, è il contesto…ho rivissuto in un attimo gli anni della scuola, le emozioni, le risate, i pettegolezzi, le prime mostre, i primi film al cinema, le imitazioni degli insegnanti e dei compagni di scuola, siamo andate a scuola insieme a piedi, in treno e in bus fino alla prima liceo quando lei si comprò il motorino, e quante scorribande in motorino, la passione in comune per la cucina, quante ricette si sono preparate soprattutto i dolci che erano e sono ancora la nostra passione, mi ha aiutata quando entrando al Seiran ero bullizzata per la Sorority, volli stesse con me la mattina del giorno in cui dovevo fare il test d’ingresso alla Sorority, ha tifato per me per l’ingresso alla Sorority, insieme l’abbiamo fatta abolire, ci confidavamo, volli stesse con me all’uscita da scuola quel giorno in cui mi dichiarai a te, la volli con me prima del nostro incontro romantico il giorno del tuo incidente, fu lei ad aspettarmi alla stazione il giorno del tuo incidente per portarmi da te, mi accompagnò all’ospedale dove ti portarono e rimase con me quando svenni, fu la prima a sapere quando mi misi con te, a lei confidai della prima volta in cui io e te facemmo l’amore la sera dopo aver visto l’eclissi di sole in Francia, le confidavo tutte le cose più belle e più brutte, doveva essere sempre la prima a saperle se non addirittura l’unica, c’è stato qualche normale battibecco ma poi si è sempre tutto chiarito al meglio, era la mia roccia, il mio pilastro, praticamente una sorella, e ora …. Poi ho paura per Takehiko e Kaoru … Saint Just stammi vicina, è difficile, oggi ho visto andare via l’infanzia, l’adolescenza, il tempo delle mele, meno male ci sei tu, non lasciarmi mai almeno tu, sei il mio ponte con i migliori anni della mia vita”. Amarcord.
Sono sedute sul divano in salotto, Nanako ha il viso sul collo di Saint Just e piange, stretta alla sua bambola Saint Just, che la stringe al suo cuore come sa cherie la poupee, le accarezza la testa e la schiena come a volte faceva (e a dire il vero ogni tanto fa ancora) con sa cherie la poupee. Le dà qualche bacio sulla testa e le dice dolcemente “non ti lascerò mai amore mio, siine certa, amore mio, cucciola mia, siamo un solo cuore e una sola anima…”
“Saint Just dimmi che noi non ci lasceremo mai, amore mio, sei parte di me, se mi lasci anche tu morirò”.
“Te lo ripeto ancora : non ti lascerò mai, non posso vivere senza di te, siamo simbiotiche, anch’io morirei subito senza di te, noi dobbiamo stare necessariamente insieme perché ne va della nostra vita; sai, a volte penso che quando fra molti decenni si avvicinerà la nostra ora moriremo a pochissima distanza l’una dall’altra, perché siamo simbiotiche, un unico cuore, un’unica anima, non possiamo vivere l’una senza l’altra, e poi siamo protette dal rito propiziatorio dell’hina nagashi quando 11 anni fa ci rimettemmo insieme, ti ricordi?”.
Nanako si calma, guarda la sua bellissima sposa e le sussurra “grazie amore mio, come farei senza di te? Restiamo abbracciate così tutta la sera”.
“Finalmente riconosco la mia coccolissima” sorride Saint Just “magari mangiamo qualche dolce”.
“Certo, ci vogliono per addolcire le amarezze della vita!”
In quel momento si sente uno squillo al telefono. Nanako risponde e …. Sorpresa : sono Kaoru e Takehiko, ce l’hanno fatta a prendere la linea! Stanno bene, stanchissimi ma entusiasti di ciò che stanno facendo, sono 5 minuti di telefonata emozionanti, che danno a Nanako una ventata di ottimismo! Supererà anche questa, andrà tutto al meglio, con la forza dell’amicizia e dell’amore…..sì l’amicizia e l’amore veri con la loro potenza vinceranno sempre su tutto!

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Capitolo 55
*** La fine di un sogno ***


È stata una piacevole serata fra amici, – sì amici –  perché Kaoru ormai è molto amica dei suoi colleghi, dopo tanti anni di lavoro insieme. Ne hanno passate e ne passano ancora tante insieme, nottate interminabili in sala operatoria, incidenti stradali catastrofici che costringono a rinviare interventi programmati, esultanza e massima euforia quando risolvono i casi più complessi e disperati, quasi un resuscitare le persone, momenti di sconforto e senso di sconfitta quando la situazione è irrimediabilmente compromessa.
Risate, scherzi, chiacchiere leggere, chi è accompagnato ha portato i rispettivi coniugi/fidanzati e figli.
Kaoru, però, pur essendosi divertita, è arrabbiata con Take e non vede l’ora di arrivare a casa per cantargliene quattro.
“Adesso apri bene le orecchie e non provare ad allontanarti finché non ho finito. Sei stato pessimo, deplorevole!”
“Che cosa ho fatto? Ma se ho chiacchierato amabilmente per tutta la sera con i tuoi colleghi e i loro compagni/compagne?”
“Parliamo allora piuttosto di cosa Non hai fatto”.
“Kaoru non capisco, cosa ho fatto anzi cosa Non ho fatto? Io mi sono divertito, sono stato bene, cosa c’è che non va?”
“Hai completamente ignorato i figli dei miei colleghi, non li hai degnati di uno sguardo, hai pensato che i miei colleghi possano esserci rimasti male?”
“Kaoru cosa dovevo dire a quei bambini, li ho salutati e poi basta, ognuno sta coi suoi coetanei. Che cosa dovevo fare? Chiacchierare con loro anziché con gli altri adulti?”
“Ma come fai a non capire? È logico che parli con gli adulti, ma non ci si limita a salutare dei bambini, ci si scambia comunque qualche frase, si fa qualche complimento se non a loro almeno ai genitori. Possibile che il grande e rinomato prof. Takehiko Henmi non ci arrivi da solo? Non sappia queste regole? Non conosca il bon ton di base?”
“Non è vero, ho sorriso, poi dai queste sono cose che fate più voi donne”
Kaoru perde definitivamente le staffe “COOOOSAAA? Il femminista prof. Takehiko Henmi definisce l’educazione ‘cose da donne’? Come dire che a voi uomini tutto è concesso persino la maleducazione? Fai tanto il femminista e poi cadi nel tritello dicendo candidamente che gli uomini sono educati anche se fanno i maleducati, invece sta solo alle donne seguire l’etichetta”.
“Kaoru ma che hai? Sei nervosa? È stata una bella serata perché ti stai comportando così?”
“Una serata che tu hai rovinato. Quei bambini ci raccontavano la loro vita scolastica, parlavano dei loro amici, facevano le imitazioni dei mostri, e tu in quei momenti ti sei isolato a giocare col tuo smartphone, tornavi fra noi solo quando i bambini smettevano di parlare”.
“Ma cosa vuoi me ne importi di quello che fanno a scuola quei bambini o di vedere quei versi? Poi non li capisco nemmeno quando parlano, dicono quelle frasi senza senso; quando poi quei bambini andavano a giocare fra loro e lasciavano di nuovo il campo a noi adulti, a quel punto tornavo a chiacchierare, l’hai visto anche tu”.
“Take sei un maleducato, punto e basta; anche se quei bambini ti annoiavano potevi fare buon viso a cattivo gioco e almeno far finta di ridere di ciò che dicevano”.
“Senti Kaoru, quando eravamo bambini noi, i bambini stavano fra loro e gli adulti fra loro, e i bambini non interferivano con gli adulti”.
“Take sono cambiati i tempi, siamo stati bambini decenni fa, ora grazie al cielo i bambini vengono considerati e ascoltati, non sono più soprammobili, Take sei un retrogrado”.
“Io non sono retrogrado, sono i genitori di oggi che viziano troppo i figli, noi siamo stati senz’altro ingiustamente ignorati, ma i bambini di oggi sono straviziati”.
“Take io a volte penso che non te ne importi nulla del fatto che non riusciamo ad avere figli, anzi sembra che in fondo in fondo tu ne sia contento”, Kaoru all’improvviso è molto triste, sembra stia per mettersi a piangere.
“Kaoru ma cosa dici?”, Takehiko sbianca in viso : touché. Quando Kaoru gli disse che intendeva avere dei figli, che non voleva più rimandare, lui accondiscese subito, si era abituato all’idea; fare felice Kaoru è il suo dovere, ogni desiderio di Kaoru per lui è un obbligo da eseguire con la massima tempestività. Si è autoconvinto di desiderarli pure lui, eppure in cuor suo nel più profondo del suo cuore e con delusione di se stesso riconosce di non sentirne la mancanza, di non condividere questo obiettivo con Kaoru, perché se i figli arrivassero gli farebbe senz’altro piacere ma se non arrivassero …. Ebbene sì : gli farebbe ancora più piacere.
Kaoru ha un attimo di sconforto “Take è dal nostro ritorno dall’Africa che cerchiamo di avere figli, sono oltre quattro lunghi anni che li cerchiamo…ma non arrivano”.
“Kaoru noi siamo molto stressati per i nostri lavori…”, Takehiko viene bruscamente interrotto da Kaoru.
“Anche gli altri fanno lavori come i nostri eppure a loro i figli arrivano…Take…a giorni ci danno i risultati delle analisi che abbiamo fatto…”, Kaoru piange.
Takehiko che ha quasi dei dolori al petto da come si sente colpevole, corre ad abbracciare Kaoru “Dai tesoro, vedrai che al massimo dovremo fare qualche cura, e poi anche noi avremo dei figli, ogni coppia ha il suo percorso, forse a causa delle nostre super sfolgoranti carriere abbiamo dovuto pagare pegno affrontando altre difficoltà, ma questo non significa ci sia precluso di avere figli”.
“Take, io me lo sentivo, me lo avevano già detto a 17 anni quando seppi di essere stata vittima di quell’errore medico. Telecobaltoterapia e chemioterapia somministrate a sproposito senza ve ne fosse alcun bisogno su una paziente risultata sana potevano comportare sterilità”.
“Non è detto amore mio più grande del mondo, magari sono io che ho dei problemi di salute, oppure entrambi e dobbiamo procedere con delle cure, ma questo non significa non possiamo averne, un po’ di ottimismo, non devi essere pessimista, dov’è l’amore mio più grande del mondo sempre ottimista e positiva?”
Kaoru continua a piangere, è una donna molto forte e imperturbabile come da ragazza, ma in questo momento, essendo anche lei un essere umano, deve sfogarsi, non può sempre reprimersi per dare conforto e sostegno a tutti, ora ha bisogno di un po’ di conforto e sostegno anche lei “Take non sai quanto temo il risultato di queste analisi. Io che sono un medico, un chirurgo, ho il terrore di queste analisi. Avrei voluto farle già 3 anni fa, quando dopo un anno le nostre ricerche di figli erano andate a vuoto, ma temo talmente tanto l’esito che ho rimandato e rimandato, io che sono un chirurgo, che affronto casi anche molto difficili e intervengo con urgenza in situazioni ‘di vita o di morte’, che guardo continuamente analisi, che comunico risultati di interventi a pazienti e famiglie, quando si tratta di me sono una vigliacca”.
“No Kaoru, tu sei sempre stata una persona molto coraggiosa e lo dimostra anche la scelta del tuo lavoro, il tuo sangue freddo, la tua empatia speciale che ti permette di unire l’equilibrio e razionalità alla sensibilità; in questo caso però è diverso, non si tratta di esaminare un paziente o una malattia, qua si tratta di te stessa, con noi stessi siamo sempre molto più timorosi, è con noi stessi che emerge il nostro lato umano più fragile, specialmente quando si tratta di scoprire quando e come poter realizzare un nostro grande sogno, c’è una forte componente emotiva e affettiva, è normale – fosse solo per scaramanzia - avere paura di sentirsi dire di non poter realizzare un proprio sogno. Non devi vergognarti di mostrarti umana, perché lo siamo tutti”.
“Take ho tanta paura del risultato” Kaoru piange come quando da adolescente confessò a Take dell’intervento che aveva avuto e della possibilità che morisse nel giro di 5 anni. Ritorno al passato.
“Non devi aver paura perché io sarò con te, è quasi 20 anni che siamo sposati, ne abbiamo passate un’infinità e nulla potrà mai dividerci, affronteremo tutto insieme, e comunque vada avremo un’incontrovertibile certezza : il nostro amore, con cui tutto sarà superabile al meglio”.
“Take scusami per dianzi, sono nervosa, me la sono rifatta con te che sei sempre così buono e collaborativo, Take…”, Kaoru piange a dirotto come quando aveva 16 anni, anche se questa volta il motivo è decisamente meno triste, non c’è nessun rischio di morte o di ricadute in malattie molto gravi; pur godendo entrambi di ottima salute, tuttavia Kaoru merita di essere sempre allegra, vedere piangere una persona meravigliosa come lei spezza il cuore a chiunque.
“Ti capisco Kaoru, amore mio più grande del mondo, non ti preoccupare per la tua reazione, non devi mai temere di mostrare la tua umanità, meriti tutto il conforto che tu dai sempre a noi. Supereremo anche questa, vedrai”.
“Grazie Take, sono così contenta di avere te al mio fianco, sono davvero fortunata”.
Se Kaoru si calma, ora chi ha voglia di piangere è Takehiko, che si sente profondamente in colpa per non riuscire a provare lo stesso dispiacere della moglie e alla fine si sente pure ipocrita…
 
Kaoru non ha voluto rivelare a nessuno, salvo i colleghi del reparto di ginecologia e infertilità di coppia, delle analisi che ha fatto, nemmeno ai genitori e alla sua amica carissima Rei. È molto scaramantica, teme assai il risultato, e se il risultato non fosse quello che desidera, non ha voglia di comunicarlo a destra e sinistra e magari vedersi compatire : compatire mai, questo proprio non potrebbe tollerarlo.
Con Takehiko sono davanti alla stanza della specialista che deve riceverli. Kaoru ha preso libero il pomeriggio, ma indossa ancora il camice bianco da lavoro, perché per distrarsi si è buttata a capofitto nel lavoro più che mai e ha visitato pazienti fino a mezz’ora prima. Ora è lei la paziente, è lei che aspetta un verdetto.
Sa di essere sana e in ottima salute, che la sua situazione non è neppure  lontanamente paragonabile a quella dei suoi pazienti spesso afflitti da gravi patologie croniche o che hanno al massimo giusto qualche speranza di prolungamento della loro vita. Eppure desidera talmente tanto dei figli, che sente il cuore batterle velocemente e le lacrime salirle agli occhi. Vorrebbe quasi fermare il tempo tanto teme il risultato, non perdere quella speranza che ha e a cui non vuole rinunciare. Da lontano vede delle pazienti incinte, si chiede perché lei ancora non ha questa gioia.
È dai tempi dei controlli successivi all’operazione subita a 16 anni che non viveva più quest’angoscia.
Per tutto il tempo lei e Takehiko si stringono la mano, come nel giorno del matrimonio, stare sempre uniti nel bene e nel male, nella buona e nella cattiva sorte.
“Kaoru entra”, è la sua collega. Kaoru ha un sobbalzo : è arrivato il momento tanto temuto…
Durante la lettura delle analisi Kaoru stringe ancora di più la mano di Takehiko, sa benissimo di cosa sta parlando la collega, lei che è comprimario a chirurgia in quell’ospedale, uno dei più rinomati del Giappone, non ha certo bisogno di troppe spiegazioni, capisce tutto al volo e già a ¾ delle spiegazioni sa qual è la diagnosi; è un chirurgo, conosce perfettamente il corpo umano, il suo funzionamento e le sue reazioni, si rapporta coi medici degli altri reparti compresi gli oncologi, le terapie per lei non hanno segreti. Tra l’altro, su sua esplicita richiesta i colleghi del reparto infertilità si sono già confrontati con altri ottimi ospedali in modo da avere subito a disposizione altri pareri ed il nome di specialisti di altri ospedali da cui eventualmente indirizzarsi. Per la dr.ssa Orihara si fa questo e molto altro.
Kaoru si sente come quando aveva 17 anni….ma, mentre a 17 anni ebbe belle notizie sulla sua salute, per quanto fu traumatico sapere di essere stata vittima di un imperdonabile errore medico, oggi…la notizia non è per niente positiva, eppure lei dentro di sé la conosceva già.
Mentre la collega finisce di parlare, Kaoru non trattiene più le lacrime e piange. Takehiko le mette un braccio intorno alle spalle e la tira a sé. Sono tutti abituati a vedere questa donna molto bella, alta sul metro e 75 cm, dal viso dolce e buono, sempre allegra, esuberante, forte, energica e risoluta; Kaoru è un punto di appoggio per tutti, a neanche 40 anni è già un’affermata chirurga, chiamata all’estero per confronti e pareri, uno dei fiori all’occhiello dell’ospedale, sempre pronta a sperimentare nuove tecniche e strategie. E ora la mitica dr.ssa Kaoru Orihara piange, è fragile e debole, lei che ha un cuore grandissimo, il medico che tutti vorremmo avere, che meriterebbe solo il massimo dalla vita, ha avuto una grossa delusione; piange composta e prende la parola : “tanto lo sapevo già; me lo avevano preannunciato a 17 anni che avevo alte possibilità di non poter avere figli, la mia carriera di chirurgo era in parte anche una scusa per rimandare questo verdetto, già qualche anno fa avrei potuto fare queste analisi, ma avevo voglia di illudermi, di sognare, e perché no? Potevo anche avere dei figli. Ne volevo tre…tre…e invece neanche uno” Kaoru piange.
Ha voglia di piangere pure Takehiko, ora che sente che lui e la moglie non possono avere figli, è dispiaciuto, sia perché non ce la fa a vedere la moglie così, perché se sta male Kaoru lui sta ancora peggio (come Nanako con Rei), ma anche perché alla fine l’arrivo dei figli l’avrebbe sì sconvolto ma poi ne sarebbe stato felice, aveva sempre pensato di non volerne, che stava bene così, che li cercava esclusivamente per fare felice Kaoru e ora che ha scampato il pericolo di avere figli … soffre terribilmente, capisce che alla fine aveva imparato a volerli fino al punto di volerli davvero all’unisono con la moglie, e si sente quasi colpevole.
“Kaoru tu sei una collega molto intelligente e sai meglio di me quali rischi altissimi comporterebbero per te le cure cui dovresti sottoporti giusto per provare a restare incinta. Innanzitutto, sono cure che andrebbero somministrate in dosi molto massicce e nonostante questo avrebbero comunque possibilità di successo decisamente basse per tutte le terapie a cui fosti inutilmente sottoposta a suo tempo; inoltre proprio per quelle stesse terapie inutili a cui fosti sottoposta a 16 anni per te potrebbero rappresentare un rischio altissimo per la tua salute e la tua vita, delle ripercussioni negative sono comunque assicurate”.
“No” dice Kaoru mentre piange “non ne vale assolutamente la pena, il gioco non vale la candela, io voglio vivere, continuare a godere di ottima salute come ora”.
“Kaoru mi dispiace davvero” dice triste la dottoressa.
“Anche a me”, risponde Kaoru.
“Kaoru per qualsiasi cosa io sono qui, sei una collega sempre così disponibile e generosa, per te troviamo sempre tempo, ricordatelo”.
“Ora voglio andare a casa, sono nel pallone”.
Lei e Takehiko se ne vanno via molto tristi, Takehiko abbraccia la moglie che si abbandona a lui come una bambina impaurita. Kaoru continua a piangere e tornata a casa si accascia sul divano e sembra in stato catatonico, sguardo e postura fissa, salvo le lacrime che continuano a scendere.
Takehiko le si siede accanto e non sa che dire a parte abbracciarla di nuovo.
“Kaoru dì qualcosa, qualsiasi cosa, ma parla, sfogati, ti prego, non puoi fare così, non puoi, devi reagire, parla, urla, rompi oggetti, ma fai qualcosa”.
Kaoru resta una ventina di minuti fissa impalata. Poi le casca l’occhio su Kitty, si alza a prenderla, è avvolta nella sua copertina con le maniche bianca a fiori gialli, rosa e azzurri, torna a sedere sul divano tenendola in braccio e sorreggendola con una mano sotto la testa.
“Ti ricordi più di 10 anni fa? Il giorno in cui scelsi chirurgia?” la voce è molto flebile.
“Sì, mi ricordo, feci con l’autoscatto quella foto cretina…la rianimazione della bambola”, Takehiko si ricorda ancora Kaoru che dà il biberon alla bambola Kitty e lui dietro la bambola che agita su di lei il sonaglio.
“Eravamo così giovani, io avevo 25 anni e tu 31, volevamo raffigurare la rianimazione della bambola e invece sembrava una prova generale su quando avremmo avuto dei figli, avrei voluto tanto avere almeno una femmina”.
“Non siamo soli Kaoru, siamo io, te e il nostro amore”.
“Take perché non hai sposato un’altra? Una che ti desse dei figli” Kaoru è molto pallida e ha pochissimo fiato.
“Non dirlo mai neanche per scherzo. Te l’ho sempre detto : tu o nessuna. Kaoru io e te siamo come Rei e Nanako, due anime gemelle, per me esisti solo tu in tutto il multiverso, a me basti solo tu, il resto sono dettagli superflui, sei tu il mio centro, io giro intorno a te, io rispetto a te sono come la terra che gira intorno al sole. Abbiamo il nostro amore più forte di tutto, con quello conquistiamo tutto”.
“Era meglio se prendevi la sorella di Rei, io che chiacchieravo e parlavo dei nostri 3 figli non ne ho avuti e Fukiko senza fare chiacchiere ne ha avuti 3 di suo, non ha fatto a tempo a sposarsi che era già incinta, prima una femmina che è pure il suo clone, poi dopo un anno un maschio e quindi qualche mese fa un’altra femmina”.
“Cosa c’entra ora quell’arpia? Non avrei preso quel ritrecini neanche dipinto”.
Kaoru continua a piangere “Evidentemente non è un’arpia visto che il Signore a lei ha dato 3 figli”.
“Ma cosa dici? Kaoru ma non ti ricordi quando andammo in Africa quasi 5 anni fa? Allora quelle povere persone, che non hanno da mangiare, piangono, soffrono per malattie che da noi non esistono o sono curabili, secondo te si trovano in quella situazione per espiare delle colpe? Ma che dici? Ma come ragioni? La vita è anche questione di fortuna, che spesso premia più le persone come Fukiko rispetto a quelle davvero buone e generose”.
“Guarda anche Tomoko Arikura. Nel 2008 si è trasferita in Australia, nel 2009 si è fidanzata con un collega, nel 2010 è andata a convivere e poi ha avuto due figli di fila, il primo nel 2011 e la seconda l’anno dopo. Mariko Shinobu la prima volta è pure rimasta incinta senza volerlo e poi dopo 4 anni ha avuto il secondo, perché giustamente non voleva che Eiko rimanesse figlia unica come era stata lei. Infine, mio fratello Goro nei prossimi mesi avrà due gemelli, un viaggio e due servizi!”
“Kaoru non fare paragoni, ognuno ha il suo percorso, mia sorella Nanako e Rei non hanno figli e non certo perché sono due donne, niente e nessuno impedirebbe loro di andare all’estero per una fecondazione assistita ma stanno benissimo così; ci sono altre coppie come noi alcune proprio per scelta, e c’è chi non è neanche accompagnato come Takashi, per non parlare di chi ha avuto figli e sta affrontando divorzi drammatici, pensa solo a mio padre che mia madre allontanò da me”.
“Ma Take noi siamo sempre stati una bellissima coppia, c’è chi ci chiama ‘la coppia più bella del mondo’, ci siamo sposati da ragazzini, eravamo stati precoci…”.
“E siamo stati precoci nell’amore e modestamente anche nella carriera, Kaoru sei la colonna portante del tuo ospedale”.
“Ma perché i figli no? Perché dobbiamo accontentarci di questo sgorbio di bambola?”, Kaoru stringe la sua Kitty e comincia a singhiozzare “Vedi, quando mi sposai litigai con Fukiko perché per colpa sua tua sorella aveva lasciato Rei, le augurai di non vincere il concorso per giudice perché era e - se è per questo lo è ancora - tanto cattiva”.
“Ma cosa vai a rivangare? Cosa c’entra questa roba di 20 anni fa?”
“Fammi finire” Kaoru ora piange di più “Lei mi augurò di non avere figli”.
“Ma Kaoru era un botta e risposta con quella brutta strega”.
“Sì ma la brutta strega, come la chiami tu, ha vinto il concorso lo stesso e io sono stata punita e sono rimasta senza figli come mi augurò lei, perché delle due fui io che per prima le augurai di non realizzare il suo sogno, lei allora mi augurò di non realizzare il mio e sono stata punita”.
“Kaoru ma tu farnetichi. Come può essere punita una persona stupenda come te? Una delle persone più buone mai esistite? Cosa c’entra? Vuoi smetterla di fare paragoni con quel mostro di donna? Ma non vedi come tratta con sufficienza i fratelli e mia sorella Nanako? A volte credo che Saburo lasciò Takashi per non vedere più quella brutta strega; del resto fu per colpa sua se Nanako lasciò Rei per due anni. Quella brutta strega ti disse delle cattiverie per risponderti a tono, ma tu non puoi avere figli non certo a causa di Fukiko, ma solo a causa di quel macello che fece il tuo oncologo, quello andava radiato a vita altro che. Dai Kaoru non concentrarti su quello che ci manca, pensiamo a ciò che abbiamo”.
“Ma come fai a liquidare tutto subito così? Con questa semplicità? Nessuno mi capisce”, Kaoru si alza di scatto, scaglia Kitty addosso al marito e scappa in camera da letto a piangere come una vita tagliata.
“Kaoru, io sono molto dispiaciuto, Kaoru fammi entrare, parliamo”, anche Takehiko inizia a piangere.
“No, voglio stare sola, lasciami, anzi lasciatemi stare, tanto nessuno mi capisce”.
“Kaoru non ce la faccio a sentirti piangere così, basta Kaoru ora entro, parliamo”.
“Ti ho detto di no, lasciami”.
“Kaoru ti ho detto basta, fammi entrare”.
“NOOOOO. Vai via. Ti prego, Take, abbi rispetto del mio dolore, voglio solo stare sola, LASCIAMI”.
Takehiko deve parlare con qualcuno o con la sorella o con Takashi. È vero che Kaoru vuole la massima privacy, ma lui dirà ai suoi confidenti di mantenere il segreto. È disperato, dilaniato e non riesce a far finta di nulla.
 
Takehiko manda una serie di whatsapp con richiesta di mantenere il massimo riserbo sia a Nanako sia a Takashi, che oltre a promettirgli il più assoluto riserbo mostrano anche la loro vicinanza.
Quando Nanako racconta tutto alla sua dolce compagna, Rei rimane sconvolta “Non è giusto. Kaoru è la persona più buona e generosa di questo mondo, perché non può avere tutto ciò che vuole? Perché le è preclusa questa possibilità? Lei merita tutto ciò che desidera. Perché non si confida, perché si chiude in se stessa? Sta facendo gli stessi errori miei, ma io ero una ragazzina delle medie/inizio superiori con una situazione familiare disastrata alle spalle, Kaoru è una donna di 39 anni, comprimario di chirurgia, con tante persone che la adorano dai parenti agli amici, perché vuol stare da sola? Non deve. Senza le persone care non si superano i dispiaceri, me l’ha insegnato proprio lei”.
“Cara, l’ha saputo solo oggi, ha bisogno di elaborare, ora è disperata, sono giorni particolari, deve agire a sentimento, Kaoru desidera tantissimo 3 figli, lo ripeteva continuamente, ma aveva anche tanta paura che questo desiderio non si realizzasse come le avevano prospettato vent’anni fa, e ora che se lo è sentito dire è logicamente crollata, perché comunque la speranza è l’ultima a morire e ora la sua speranza è morta”.
“Chissà povera piccola quanto deve aver sofferto in questi 4 anni a non rimanere mai incinta, vedeva le sue amiche diventare madri, e lei invece niente. Povera Kaoru, perché proprio a lei, che sarebbe stata una madre fantastica?”
“Non lo so, so solo che a volte la vita non ti dà tutto, nemmeno se sei la persona migliore di questo mondo…anche mio fratello sta molto male, credeva di non volere figli, e invece ora che si è sentito dire che non possono averne, è disperato anche lui, stiamo loro vicini, con Takehiko possiamo essere espliciti, ma con Kaoru usiamo la massima discrezione, oggi e domani ignoriamola, non abbia a sospettare qualcosa; tra l’altro, se la rifà con Takehiko che ora è l’oggetto del suo sfogo”.
“Hai ragione cherie poupee, ma non posso non stare male per lei e pensarla”.
“Col nostro pensiero positivo le stiamo vicine, e sono sicura che sapremo infonderle a distanza della serenità, io credo in queste cose”.
 
Il giorno dopo Kaoru va al lavoro come nulla fosse.
“Amore mio più grande del mondo” le dice Takehiko.
“Take, perdonami per ieri, mi sono comportata veramente male, sono desolata”, Kaoru lo guarda dispiaciuta, è a disagio.
“Non devi chiedere scusa, è comprensibile”.
“Mi giustifichi sempre, anche se non lo merito. Povero Take”.
“Abbiamo tutti le nostre debolezze, le persone care servono proprio per avere qualcuno con cui sfogarsi nei momenti difficili”.
“Sei un buono Take. Ora vado, ho bisogno di andare al lavoro, devo distrarmi, concentrarmi sui miei interventi, oggi dobbiamo parlare di un caso raro di malformazione al fegato di un paziente, e io avrei trovato la strategia giusta di rimozione, devo parlarne in reparto. Aiutare gli altri mi distrarrà”.
“Ne parli un altro giorno, oggi stai a casa, prendo libero anch’io”.
“No Take, dobbiamo far finta di nulla, anche perché in fondo è vero … non è successo nulla”, Kaoru ha la voce strozzata come se stesse per iniziare a piangere. Takehiko si avvicina per stringerla al suo cuore, ma lei si ritrae subito.
“Vado Take, altrimenti ritardo, non è successo nulla…nulla”. Kaoru infila velocemente la porta.
Takehiko si sente la morte nel cuore.
 
La sera Takehiko sta parlando al telefono con Takashi che alterna il lavoro nella sua città a quello nella sede di Londra delle aziende familiari. Il vecchio, infatti, ormai ha 90 anni e da ca. tre/quattro anni è tornato nella città di origine perché avendo meno forze ha rallentato molto il lavoro e desidera avere i figli vicini. Sta in una dependance di villa Ichinomiya dove può vedere tutti i giorni i 3 nipotini e controlla senza troppo impegno le aziende di Yokohama.
“Take magari domani in pausa pranzo vediamoci, parliamo direttamente di persona, immagino non sia facile per te e Kaoru, la notizia è ancora calda”. Takehiko e Takashi stanno parlando al telefono mentre Kaoru rincasa stanca dal lavoro, contenta di come è stata accolta la sua proposta di effettuare l’operazione che dovrebbe avere ottime possibilità di successo. È contenta di non essere rimasta a casa dove ritrova davanti i suoi spettri, queste nuove soddisfazioni al lavoro l’hanno un po’ rasserenata.
Sente la voce del marito provenire dallo studio e si avvicina per salutarlo.
“Sai Takashi non avrei mai pensato mi sarebbe dispiaciuto così tanto, se penso che non volevo avere figli”.
“AH E’ COSI’. ORA TUTTO TORNA”. Kaoru sente salire dentro di sé una incredibile rabbia.
Takashi dall’altro capo del filo sente la voce di Kaoru e capisce subito cos’è successo “O Santo Cielo Take, dai ti mando uno whatsapp per l’appuntamento, ora chiarisciti con tua moglie”.
Takehiko riattacca senza neanche salutare, sente il cuore battere all’impazzata e impallidisce all’improvviso.
“Kaoru hai sentito io sono disperato quanto te”.
“INFINGARDO”.
“Kaoru lascia ti spieghi”.
“STAI ZITTO, STAI LONTANO DA ME. INFINGARDO”.
“Kaoru fammi spiegare”.
Kaoru urla a più non posso “STAAAIIII ZIIITTOOOO. FALSO. IPOCRITA”.
“Kaoru non urlare ci sentono tutti”.
“URLO QUANTO VOGLIO INVECE. VATTENE SUBITO DA QUESTA CASA. MOSTRO”.
“Kaoru ma che dici?”
“Guarda come si fa”. Kaoru si precipita in camera da letto, tira fuori un trolley e ci sbatacchia con rabbia i vestiti del marito.
“Kaoru fermati non è rifacendotela con me che rimediamo”, Take le appoggia dolcemente la mano sul suo braccio, ma Kaoru è come percossa da una scossa elettrica e scatta come una molla.
“NON MI TOCCARE, TI HO GIA’ DETTO DI STARE LONTANO DA ME. ORA TUTTO TORNA. GUFO MALEFICO. VA’ VIA E NON TORNARE MAI PIU’”.
“Gufo malefico?”
“Certo. Ecco perché mi hai sposata, perché non volevi i figli e io per te ero perfetta, non c’era pericolo arrivassero. Ecco perché promuovevi la mia carriera. Altro che femminista, sei un opportunista, falso, ipocrita, tu davvero maschilista all’ennesima potenza”.
“Kaoru parliamo, stai delirando”.
“Mai stata più lucida, ora capisco perfettamente. Maschilista di prim’ordine. Almeno gli altri lo dimostrano, non fanno gli attori come te. Tu volevi la mogliettina in carriera per non avere figli e avevi scelto me fra tutte perché ero all’inizio di un percorso di studi molto lungo e in più sapevi che avevo basse anzi nessuna possibilità di diventare madre”.
“Ma cosa dici? Quando ci fidanzammo non avevi ancora scelto medicina e non avevi ancora avuto problemi di salute. Poi io volevo davvero i figli”.
“Non è vero”.
“Dopo un po’ non avevo più interesse perché mi ero abituato senza, ma poi quando me li hai chiesti li ho rivoluti, perché ho sempre desiderato ciò che volevi anche tu”.
“Stai zitto, sei ingiustificabile, è inutile ti arrampichi sugli specchi”.
“Kaoru hai sentito o no la conversazione con Takashi? Sono disperato quanto te”.
“VATTENE. Io soffrivo perché non restavo incinta, avevo il cuore a pezzi e tu eri al settimo cielo, ipocrita”.
“Non è vero”.
“VATTENE” Kaoru piange disperata “VA’ VIA. Le tue influenze malefiche hanno fatto il resto su una situazione riproduttiva già compromessa; tu non volevi figli, forse se tu li avessi voluti almeno uno sarebbe arrivato”.
“Deliri, sei disperata”, Takehiko ha le lacrime agli occhi.
Kaoru apre la porta di casa e sbatacchia sulle scale condominiali il trolley con i vestiti di Takehiko.
“Che bugiardo, egoista, volevi la moglie senza figli e io ero il compromesso perfetto. Non solo non posso avere figli, ma ho buttato via 23 anni della mia vita dietro a un essere spregevole, Takehiko Henmi l’uomo più bugiardo e maschilista del mondo”.
“Amore mio più gr…”.
“ZITTO. ORA BASTA CON LE TUE SCENEGGIATE. VATTENE, VA’ VIA”, Kaoru spintona fuori di casa il marito e sbatte la porta chiudendola dall’interno con le chiavi.
“Kaoru aprimi, io sono disperato, Kaoru, amore mio”, Takehiko suona il campanello, piange, ma Kaoru non apre la porta. Takehiko disperato più che mai, incredulo, chiama Takashi che lo ospita subito a casa sua.
Takehiko vorrebbe morire in questo stesso istante. Non teme la morte, anzi la desidera più di ogni cosa se deve vivere senza Kaoru o addirittura odiato da lei.
Ma chi piange maggiormente, dilaniata e stravolta, è Kaoru, che alla fine sente dolori lancinanti allo stomaco da quanto piange e resta accasciata sul divano senza più un briciolo di forze. Non può avere figli e si sente tradita da Take, il ragazzino dei tempi del Liceo, l’uomo al suo fianco da quasi 24 anni di cui quasi 19 di matrimonio.
Le sue aspettative sono state tradite, tradite anche da chi amava profondamente più di se stessa. È la fine di un sogno…i sogni sono diversi dalla realtà.

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Capitolo 56
*** Nostalgia dei sogni ***


Takehiko arriva in lacrime da Takashi e gli racconta tutto. Takashi avverte subito Nanako e Rei, che - inutile dirlo – arrivano a tutto gas con l’auto da Takashi.
Nanako abbraccia il fratello, non ha parole. Nel giro di 24 ore, le è crollato un mito, ieri ha saputo che Kaoru non può avere figli e in più oggi ha cacciato di casa suo fratello. Rei è senza parole a sua volta.
“Quella conversazione era chiara. Tu avevi detto a Takashi che eri molto dispiaciuto. Secondo me Kaoru è talmente disperata che alla fine ha trovato l’occasione per sfogare la sua frustrazione e se l’è rifatta con te”, Nanako ha già capito la situazione.
“Devo andare da lei” interviene Rei “lei mi ha aiutata tantissimo a scuola, io ora non posso stare con le mani in mano, devo starle vicina, evitarle di fare sciocchezze come fece lei a suo tempo con me”, Rei prende le chiavi dell’auto.
Takashi si alza in piedi e declama “Ragazzi dichiaro ufficialmente partita la Missione Kaoru 2. Intanto Rei vai da lei”.
“Ragazzi questa volta è diverso, non siamo più ragazzini più o meno adolescenti come 22 anni fa, siamo più o meno quarantenni, alla nostra età in questi casi è molto difficile rimediare. Senza Kaoru la mia vita non ha senso. Sono un morto che cammina”, Takehiko ha la testa fra le mani.
“Take non cominciare col tuo pessimismo e non mi tornare il carciofo che eri da giovinetto. Cerca di capire quanta rabbia e dolore deve avere tua moglie nel cuore. Sei la persona con cui ha più confidenza, è normale si sia sfogata con te. Vedrai che supererete anche questa”, Takashi lo incoraggia.
 
Nel frattempo Rei è andata da Kaoru. “Kaoru aprimi sono Rei”.
Kaoru al citofono risponde “Voglio stare sola, Rei torna a casa”.
“Dottor Kaoru apri bene le orecchie, hai 39 anni, sei un chirurgo affermato e ricercato, quindi comportati da donna matura quale sei e aprimi la porta”, Rei ha un tono deciso e risoluto e le viene aperto.
Kaoru quando apre la porta non si riconosce, è pallida, appoggiata allo stipite della porta perché debilitata dal pianto, la sclera degli occhi bordeaux, Rei l’abbraccia e Kaoru si scioglie in un pianto questa volta davvero liberatorio.
Sembra una situazione invertita rispetto a oltre 20 anni prima. Questa volta è Super Kaoru ad essere sull’orlo del baratro, distrutta, disperata, consolata da Rei. Ma c’è una cosa esattamente uguale a quegli anni : nei momenti davvero difficili Kaoru va in crisi e allontana Takehiko.
“Rei tu non puoi capire. Ieri quando ho avuto la conferma dei miei sospetti, mi è crollato il mondo addosso….è stato terribile, un conto è sospettarlo un conto è sentirselo dire, mi sono illusa fino alla fine, rimandavo le analisi perché sapevo il verdetto e volevo illudermi fino alla fine, e poi sono stata costretta a guardare in faccia la realtà. E oggi torno a casa e trovo Takehiko che confida a Takashi che i figli neanche li voleva, capisci non mi aveva detto di non essere d’accordo con me su una cosa così importante, mi sono sentita tradita”.
“Non dire così. Succede che, dopo anni che si vive senza figli, a un certo punto si raggiunge un equilibrio e un benessere tali che non si vogliono cambiamenti stravolgenti nella propria vita come un figlio, ma quando tu glieli chiedesti lui si abituò all’idea e li ha desiderati, magari non come te, ma li ha desiderati moltissimo anche lui e ieri era molto dispiaciuto anche lui. L’hai sentito o no mentre diceva a mio fratello di essere affranto? Kaoru scusa la franchezza, ma mi sembra che tu abbia usato tuo marito come un capro espiatorio”.
“No Rei, non è così. Mi ha fatto rabbia perché doveva parlarmene a suo tempo, avremmo dovuto chiarirci, confrontarci, può anche darsi ora sia dispiaciuto”.
“E lo è” incalza Rei, “moltissimo, fa pena, piange e non fa che ripetere che non può vivere senza di te”.
“Fatto sta che una cosa che per me era così importante, un mio grande sogno, non lo era altrettanto per lui, anzi lui ne avrebbe fatto a meno volentieri, poi avrà senz’altro cambiato idea, però la distanza c’era e lui doveva dirmelo”.
“Non voleva ferirti”.
“Tanto mi ha ferita ugualmente, proprio lui il grande amore della mia vita, il mio cuore, lui si è aperto con Takashi e non con me”.
“A Takashi confidava il suo dolore, per non fartelo pesare perché tu hai già il tuo”.
“Rei tu non puoi capire perché tu e Nanako non volete figli; quando vedevo le mie amiche, colleghe o anche solo donne per strada in stato interessante, pensavo che non vedevo l’ora di essere come loro, anche quando ho saputo che stavo per diventare zia con Goro, ho pensato che mio fratello di 6 anni più giovane ha fatto prima di me… io volevo una casa piena di bimbi, di risate, capricci, confusione, volevo avere almeno una bambina con lunghi capelli lisci e non riccioluti come i miei, avrei voluto spazzolare e raccogliere i suoi capelli in trecce o code invece…” Kaoru ricomincia a piangere “la mia bambina non ci sarà mai….”.
Rei la tira a sé e lascia che pianga. Fra le braccia di Rei, una persona amica da una vita, Kaoru si lascia andare e si addormenta col viso fradicio di lacrime.
 
Nei giorni seguenti Kaoru prende un paio di giorni di ferie, durante i quali si trasferisce da lei sua madre che prende appositamente una settimana di ferie dal lavoro per stare dalla figlia.
Kaoru si sente protetta con sua madre; visto che lei non può avere bambini, ha voglia di tornare un po’ bambina, di rivivere la spensieratezza dell’infanzia e adolescenza. Sua madre, sempre più orgogliosa della principessa di casa, della sua chirurga, è molto triste, non tanto perché non avrà nipoti da quella figlia eccezionale, ma perché la vede letteralmente distrutta, proprio quel capolavoro di figlia, che meriterebbe solo di ridere.
Sua madre prova a farla ragionare su Takehiko, ma Kaoru si chiude a riccio, e non vuole parlare, vuole avere solo un sostegno morale.
Kaoru va a fare una giratina in centro a braccetto con la madre, che la coccola come può; nonostante la figlia abbia uno stipendio molto alto dato anche il ruolo di grande rilievo rivestito all’ospedale, la madre vuole comprarle ugualmente un vestito e un paio di scarpe, rivivere il tempo in cui Kaoru era una bambina sbarazzina ed esuberante, fare un dolce e malinconico tuffo nel passato.
In quei giorni Kaoru evita di rispondere alle chiamate e ai messaggi di Takehiko, che le scrive e la chiama più volte al giorno straziato dalla sua mancanza.
Sempre in quei giorni torna a trovarla Rei questa volta con Nanako.
“Nanako voglio sia chiaro che quello che c’è stato fra me e tuo fratello non cambia nulla riguardo al mio grande affetto per te, tu e Rei per me siete sorelle”.
“Kaoru so che è troppo presto, ma non lasciare mio fratello, lui non fa che piangere, non mangia quasi più, ti ama infinitamente, e sta tanto male per essere stato frainteso. Lui soffre tanto. Il vostro amore è così grande che può farvi superare tutto. Eppure hai sentito cosa ha detto a Takashi : dispiace anche a lui. Perché lo escludi sempre quando c’è un problema? Posso capire quando eravate due ragazzini 20 anni fa, ma ora siete due adulti, sposati praticamente da 20 anni”.
“L’altra volta era diverso, l’altra volta lo facevo a fin di bene, per non traumatizzarlo con la mia malattia; questa volta invece mi sono sentita tradita, non tanto perché lui non voleva ciò che volevo io quanto perché non me l’ha detto, e non mi sono sentita compresa, non ha condiviso con me un aspetto per me fondamentale, quando come coppia dovremmo condividere tutto a cominciare da questi aspetti”.
“Ma lo capisci che lui voleva solo la tua felicità fino al punto che ha cominciato col cuore a volere anche lui i figli, e stava al telefono con Takashi per sfogarsi del suo dispiacere? Takehiko ti adora così tanto che vuole ciò che vuoi tu e soffre se non lo ottieni. Io non capisco, davvero, poi se vuoi rifartela con lui è un altro discorso”, Nanako ama molto Kaoru, ma non ce la fa a vedere soffrire suo fratello come una bestia e deperire giorno per giorno.
“Non ho detto che voglio lasciare Take, ho soltanto bisogno di stare esclusivamente con me stessa e il mio lavoro per un po’”.
“Tutto come 22 anni fa, sembra un deja vu dottor Kaoru, ma tanto quando ti metti in testa una cosa non c’è nulla da fare, ormai sappiamo tutti che hai i tuoi tempi e questa volta vista la delicatezza della situazione è giusto tu li prenda tutti, ma rifletti bene su quanto sta soffrendo Takehiko, quanto involontariamente lo fai soffrire ogni volta che hai un grosso problema” dice sconsolata Rei.
Kaoru si sente rimproverata e anche a ragione. È interdetta e non sa che rispondere, quando interviene sua madre.
“Principessa, la mamma ti ha fatto la torta con la crema pasticcera e le amarene sciroppate che ti piace tanto”, la sig.ra Orihara offre una fetta di torta anche alle amiche storiche della figlia.
 
A casa Rei è malinconica.
“Che hai fatto cara?” chiede Nanako a Rei.
“Nostalgia del passato; sai quando ho visto Kaoru così coccolata dalla madre, ho pensato che io già a 14 anni le dolcezze della mamma non le avevo più, e ho perso la leggerezza di quegli anni. Penso a un mio vicino di casa della zona da cui provengo che diceva sempre ‘chi ha mamma non pianga’; aveva ragione. Finché c’è la tua mamma, il tempo delle mele un minimo si prolunga, hai quel sostegno che aiuta molto soprattutto psicologicamente. Penso che in una situazione analoga io non avrei l’affetto della mia mamma e mi perderei nelle lacrime. Mi manca tanto la mia mamma e mi si stringe sempre il cuore in queste situazioni, a volte mi fa anche impressione sentire persone della mia età che possono ancora pronunciare questa parola, perché io già da bambina non potevo più dirla”.
Nanako l’abbraccia “Amore mio, ma ci sono io qui con te, ti sosterrò io in tutto e non ti abbandonerò mai; tu non sarai mai in una situazione analoga a Kaoru con Takehiko, perché io preferirei morire piuttosto che vivere senza di te, devi stare serena, amore mio, non hai nulla da temere”.
“Anch’io preferirei morire piuttosto che stare senza di te”.
“Vedi noi siamo costrette a stare insieme perché sennò moriamo subito”.
Le ragazze si abbracciano forte, ma Rei sente un grande vuoto “Nanako stammi vicina, ho tanta nostalgia della mia infanzia, del mio passato fra fiori e campagna, della mia mamma, tutto finito troppo presto”.
“Come stavamo bene in quegli anni bambola Saint Just, per te finiti però troppo presto, ma c’è il nostro amore, tu sei la ragione della mia vita, tu per me sei tutto, pensa a noi, ti proteggo io anche per tua madre”.
L’amore di Nanako è così grande, puro e forte che Rei/Saint Just è protetta come se ancora ci fosse sua madre, perché le sposine del nostro cuore vivono ormai davvero in simbiosi.
 
C’è un’altra persona che vuole partecipare attivamente alla Missione Kaoru 2 : Mariko, che, informata di tutto, decide di telefonare a Kaoru e starle vicina. Mariko ha però un ulteriore motivo per chiamare Kaoru, per il quale l’avrebbe comunque chiamata; vede quasi un segnale in questa strana coincidenza.
Kaoru è sempre contenta quando sente Mariko, le ricorda momenti briosi della sua giovinezza, una ragazza simpatica, estroversa, con molto bisogno di affetto e considerazione.
Kaoru ha sempre un tono dolce e materno con Mariko. “Mariko, ti hanno informata, vero?”
“Effettivamente sì; Kaoru mi dispiace tanto, non ho parole”.
Situazione speculare a 20 anni prima quando Kaoru apprese dalle amiche della disperazione di Mariko per la perdita della sorellina e la chiamò dal convitto dove abitava…..strane coincidenze…
“Mariko io non ne ho parlato con nessuno perché non mi va; mi sono buttata a capofitto nel lavoro per non pensare, se penso non smetto più di piangere. Rei e Nanako l’hanno saputo perché Take si è rifugiato da Takashi”.
“Kaoru sono passate già 2 settimane, chiama Takehiko, ti venera come una dea e sta patendo le pene dell’inferno. Tu hai tante ragioni, però chiamalo, chiaritevi”.
Kaoru ha un colpetto al cuore, un nodo in gola, si sente in colpa “io amo moltissimo mio marito”.
“E allora che aspetti a riprenderlo? Perché devi sempre escluderlo quando hai un problema, quando se c’è una persona che desidera starti vicina più di ogni altra al mondo è proprio lui?”
“Ancora non mi sento di parlarci. Per me amore è dirsi tutto con chiarezza e schiettezza, soprattutto quando non la pensiamo allo stesso modo; mi ha sempre detto che dobbiamo essere noi stessi e invece lui ha predicato bene e razzolato male, ha fatto il cicisbeo, per paura di perdermi ha represso se stesso”.
Mariko assume un tono deciso “Ma lo capisci che, proprio perché lui non può vivere senza di te, si è voluto adeguare a te e alla fine ne era anche ben felice? Nanako mi ha detto che sembra un moribondo, non si riconosce”.
“Come fo a sapere quando la pensa davvero come me e quando finge? E se finge, vuol dire che non è contento, perché chi si reprime non è contento. Ma quello che mi fa riflettere è che se si reprime per paura di perdermi allora lui non è sicuro del mio amore per lui. Invece Mariko io lo amo così tanto che potrebbe pure contraddirmi quanto vuole, io lo amerei lo stesso anzi di più, e se mi avesse confidato che non voleva figli io non lo avrei mai forzato, nemmeno se fossimo stati ancora due fidanzatini di 20 anni e avessi potuto avere figli, per me sarebbe stato più importante lui e per lui ci avrei rinunciato” Kaoru inizia a piangere.
“Dottor Kaoru, dov’è tutta la tua forza d’animo? Caspita se lo ami al punto che avresti rinunciato ai figli per lui, perché lo allontani?”
“Non lo so, ancora mi fa rabbia, lui non è sicuro del mio amore, non mi ha messo alla prova, ha sottovalutato il mio amore sterminato per lui, io non accetto questa sua sottovalutazione”.
“Kaoru lui non ti sottovaluta, anzi, proprio perché ti ama moltissimo e non può vivere senza di te arriva ad avere i tuoi stessi desideri, lui vuole tu abbia tutto ciò che desideri. Mi fa impressione sentirti così. Non buttare la tua storia. Tu sei ancora in tempo, muoviti Kaoru, almeno tu hai delle speranze”.
Kaoru ha delle intuizioni “perché hai detto ‘almeno tu’?”
“Io e Frederick siamo già stati dall’avvocato, divorziamo”.
“Cooosaaa? Non è possibile. Avete due splendidi figli”.
“Kaoru le storie iniziano e finiscono per tanti motivi, senza un preciso perché, specialmente da quando è nato il nostro secondo figlio non facciamo che litigare, lui è sempre in trasferta per lavoro, io ho lontane mia suocera e mia madre che ancora lavorano e mi stresso con due bambini piccolissimi e un lavoro massacrante pieno di responsabilità senza aiuti concreti, e poi abbiamo anche dovuto ammettere che semplicemente non ci amiamo più. Come vedi Kaoru io ho avuto due bambini, che credimi sono tutta la mia vita e li riavrei all’infinito, ma ora non sai quanto sono a pezzi per il mio divorzio, vorrei piangere ma non posso perché destabilizzerei i bambini, Eiko ha 7 anni, ha capito che c’è qualcosa che non va e non voglio soffra di più, non so neppure come spiegarlo a loro. Non gettare via la tua storia bellissima, così romantica, per un malinteso, capisco tu soffra per l’assenza di figli ma permetti a Take di starti vicino, non complicare le cose, non rifare lo sbaglio che facesti a 16 anni anche perché alla nostra età le conseguenze degli errori hanno una portata ben diversa e rischiano di non poter essere rimediate”.
Kaoru si sente piccola “Mariko mi dite tutti la stessa cosa…sai parlando con te, ricordo che proprio tu mi facesti fare la pace con Take quando 20 anni fa ci litigai, anche in quell’occasione presi male una sua osservazione, mi ero agghindata per lui, lui mi disse che non ne avevo bisogno, che dovevo essere me stessa e io lo trattai malissimo, allora chiamai te perché eri una mia grande ammiratrice e mi spingesti a far pace con lui. Coazione a ripetere! Eventi che si ripetono…però hai detto bene alla nostra età è diverso. Mi dispiace tanto per te e Frederick, anche voi dopo 20 anni – 10 di fidanzamento, 9 di matrimonio, 2 figli - non è giusto, la vita è ingiusta…mi ricordo che quando ti innamorasti di lui, io ero quasi quasi un po’ gelosa perché mi piaceva avere una fan sfegatata come te”.
“Mi piacevi tantissimo Kaoru” sorride al telefono Mariko“E ti ricordi come trattavo Takashi che credevo mi facesse il filo, invece si vergognava solo di essere gay e giocava a fare il latin lover?”
“E dopo essere stato lasciato da Saburo 7 anni fa non ha più avuto delle vere storie, poveretto…Ti immagini se ci fossimo messe insieme noi due come Nanako e Rei, invece di dar retta io a Takehiko e tu a Frederick?” Kaoru scoppia a ridere di una risata amara e si sente salire le lacrime.
“Eravamo due ragazzine al liceo, a quell’età generalmente hai più delle infatuazioni, salvo eccezioni. Ricordiamo la nostra allegra giovinezza per fare 2 risate, per smorzare la tristezza e la pesantezza della nostra età, eppure dobbiamo tornare alla realtà. Kaoru tu puoi ancora con Take tornare alla tua adolescenza per sempre. Pensa a ciò che ti ho detto”.
Kaoru, che è sempre stata un esempio e una guida per tutti specie per Mariko, per la prima volta si sente un po’ immatura, e proprio la sua storica ammiratrice la induce a riflettere sull’importanza del suo rapporto con Takehiko….
 
Giusto! E Takehiko? Takashi è a un’importante riunione di lavoro, quando il suo cellulare vibra continuamente; è Takehiko “Ma insomma non lo capisce che se non rispondo è perché non posso?” pensa nervoso Takashi. Alla fine risponde per dirgliene quattro, ma non fa in tempo perché sente dall’altro capo del filo “TAKASHI CORRIIII STO PER AMMAZZARMI!” Takehiko piange disperato al telefono.
“Take calmati, cosa stai dicendo?”
“Non posso vivere senza Kaoru, non risponde né ai miei messaggi né alle telefonate, lei mi odia, basta la fo finita”.
“Non fare sciocchezze, calmati”
“Quando stasera torni a casa troverai il mio cadavere” Takehiko piange.
“Oddio ho capito, corro”. Takashi sa che da che mondo è mondo sul suicidio “chi lo dice non lo fa”, ma come fa a non dare un sostegno al povero Takehiko? Arriva con l’auto a tutto gas a casa. Takehiko ormai sta da lui, tanto Takashi vive da solo. Takashi da ragazzo desiderò tanto convivere con Takehiko; ora gli si è presentata l’occasione, ma non ne è contento perché Takehiko è disperato, è stato piantato dalla moglie adorata e venerata, e non era in un contesto così triste che voleva viverci insieme. Non è più innamorato di Takehiko, è un amico fratello; pensa però con nostalgia a quando era innamorato di lui, ai suoi bei vent’anni.
Arriva e trova Takehiko che singhiozza come un bambino.
“Calmati. Mi hai interrotto un’importante riunione. Dai Take, oggi sono venuto, però un’altra volta tirati su di morale”.
“Io faccio un blitz in ospedale, anzi no fo un gesto plateale in sala operatoria, se lei si nega al telefono, io le imporrò la mia presenza, altrimenti io morirò”.
“Ora proprio in sala operatoria … non esagerare, ma muoviti, quello sì. Secondo me lei ora sta vivendo una grande crisi esistenziale, e se la rifà con te, ha visto che il vostro matrimonio così perfetto ha avuto degli elementi non proprio di sintonia…come sono complicati i rapporti, le storie…”.
“Io non posso vivere senza di lei, se non mi riprende giuro che la faccio davvero finita”.
“Tu e Kaoru siete come mia sorella Rei e Nanako, esseri simbiotici, è normale tu ti senta così, ma proprio per questo devi insistere. È una bella fortuna vivere queste relazioni da così tanti anni. Avrei voluto fosse stato così anche fra me e Saburo”.
“Non l’hai mai dimenticato” Takehiko si calma “Taka però la vita continua. Possibile in 7 anni non tu abbia mai trovato nessun altro?”
“Senti chi parla! Ti vuoi persino suicidare per Kaoru”.
“Hai ragione. Ma tu hai reagito, continui a vivere; apriti allora anche a un nuovo amore”.
“Ho avuto due fugaci flirts senza importanza, con un coetaneo conosciuto in palestra e con un altro conosciuto tramite amici in comune, ma niente di che. Ora mi viene dietro un collega di nazionalità russa degli uffici di Londra, ma non mi interessa, non è il mio tipo”; Takashi parla in modo infastidito.
“Perché?”
“E’ timido, e io coi timidi non ho pazienza. Non ha mai avuto relazioni sentimentali perché lavorava giorno e notte per mantenere la famiglia in Russia in gravi difficoltà; questa cosa gli fa onore però mi fa pensare che arrivare alla nostra età senza aver mai avuto una relazione lo renda immaturo sentimentalmente. Poi io alterno Londra con Yokohama, non ho modo di approfondire come si deve la conoscenza, io non mi butto con vaghe conoscenze, mi sono proprio indifferenti, questo tipo oltretutto non mi attira nemmeno”.
“Com’è di aspetto?”
“Alto, magro, occhi chiari come piacciono a me, capelli rossi, ma non se ne fa nulla, non ho tempo e interesse a conoscere tipi semi-sconosciuti, poi te l’ho detto non mi va il suo carattere; Saburo era un altro tipo”; il tono è malinconico. Takashi si affaccia alla finestra, ha lo sguardo triste.
“Taka non puoi vivere nell’eterno ricordo di un amore finito, tieniti il bel ricordo e vai avanti. Ognuno di noi è totalmente diverso dall’altro, non troverai mai un altro Saburo, mettitelo in testa, non precluderti l’amore per una storia finita, fra te e Saburo è stato stupendo, purtroppo è finita, succede, volta pagina e vai avanti, lo dicevi anche tu da ragazzo”.
“Fu il mio primo ragazzo, l’ho amato tanto”.
“Appunto; ‘fu’ ‘l’hai amato’, è finita. Piuttosto, come si chiama il bel russo?”
“Il timidone si chiama Filimon, non mi va”.
“Non ti va! Che ne sai? Dagli una possibilità, solo il fatto si sia annullato nel lavoro per la famiglia, come hai detto giustamente tu, gli fa onore, è dura e stressante avere gravi problemi economici, sgobbare nel lavoro ignorando la vita, ha fatto delle enormi rinunce, è senz’altro encomiabile. Secondo me è una brava persona. L’amore è bello; dagli una chance”.
“Ma non è come quando si era giovanotti; alla nostra età devi prendere la persona come è, non ci si forgia più il carattere a vicenda, abbiamo le nostre abitudini, convinzioni, non c’è la stessa voglia di rimetterci in gioco; io poi so com’è innamorarsi, conosco le passioni e il trasporto di quando ci innamoriamo da giovani, lo so che a 45 anni è diverso, ma a differenza dei miei coetanei non cerco una persona che ti dia sicurezza, buona, pacata, ma una che mi faccia battere il cuore e rivivere quelle emozioni, emozioni che so di dover scordare perché alla mia età devo dare priorità ad altre cose, ma non mi va così! Ho il rifiuto! Che barba! Non mi va lo standard di relazioni che dovrei avere alla mia età e non mi va quell’imbranato, ma proprio me doveva corteggiare? Me lo devo levare di torno!”, Takashi sembra seccato e triste al contempo.
Takehiko sembra aver scordato per un attimo il dramma sentimentale che sta vivendo, si sente in dovere di infondere ottimismo al suo amico speciale che non credeva così nostalgico.
“Non chiamare imbranato un uomo che ha rinunciato alla propria vita sentimentale e sociale per aiutare la famiglia in difficoltà, significa che è una persona molto generosa e dal cuore grande, oltre che un gran lavoratore, e tutto questo lo accomuna a te. Un uomo così autonomo, da cui dipendono economicamente più persone, magari ora che ha assestato la sua situazione familiare, vuole recuperare il passato e puoi fare tante cose interessanti con lui. Può sembrare imbranato perché non è abituato a godersi la vita. Poi fai quello che ti senti di fare. Nessuno dice che devi vivere di ripieghi, se non ti va di sistemarti per pura tranquillità è una tua decisione personale. Ad ogni modo proprio perché non vuoi vivere di ripieghi, non smettere di sognare solo perché hai 45 anni; alla nostra età è molto più difficile innamorarsi, ma aspetta a chiuderti in te stesso”.
“Alla fine sei tu a consolare me anziché io te”, sorride Takashi.
“Fra tutti e due siamo messi male…”.
“Come vorrei tornare ai nostri 20 anni, alla nostra prima missione Kaoru, ai blitz, alla piazzata all’aeroporto, alle nostre girate, le vacanze con gli amici, la discoteca, la nostra maestosa festa di laurea passata alla storia”.
“A chi lo dici….ma ormai siamo qui Taka”.
“Ormai siamo qui, è andata…e tanto per tornare coi piedi per terra, domani dovrò farmi fare dagli impiegati un resoconto dettagliato del resto della riunione da cui tu mio caro mi hai fatto venire via!”; il tono di Takashi è canzonatorio, si vede vuole allontanare pensieri negativi.
“Scusa, per farmi perdonare stasera ti porto a cena fuori e offro io, non si bada a spese!”
I ragazzi cercano di dimenticare per una sera i loro problemi e vanno a cena fuori; per le disillusioni c’è tempo anche domani….
 
Mentre Takehiko pensa a come riconquistare Kaoru, Kaoru - già molto meditabonda specialmente dopo la telefonata con Mariko - ha una piacevolissima sorpresa! Romi, la sua vecchia compagna di collegio nonché compagna di stanza prima sua poi di Nanako, è di passaggio a Tokyo per partecipare a un importante convegno sulla filosofia rinascimentale europea e già che c’è le fa visita! È quasi 10 anni che non la vede, anche se si sentono ancora tramite mails e messaggi sui cellulari. Ceneranno insieme e con l’occasione le raggiungeranno anche Nanako e Rei; la sorte è stata molto clemente perché quella sera, l’unica in cui Romi pernotterà a Tokyo, Nanako, Kaoru e Rei sono libere tutte e tre da impegni lavorativi. Kaoru all’ospedale e Nanako all’educandato avrebbero potuto avere il turno di notte! Nella vita ci vuole anche fortuna.
Le ragazze sono alla fine sempre uguali, sembra che per loro il tempo si sia fermato quando si conobbero; Romi ha un aspetto molto eccentrico, qualche meche color pavone fra i capelli neri, una gonna a metà polpaccio a quadri come usava negli anni ‘70 primi anni ‘80 con stivali tipo anfibi, una collana e dei bracciali molto tintinnanti, l’eccentrica e attraente particolarità della filosofa. Dopo varie battute e discorsi vaghi sui rispettivi lavori, alla fine casca il discorso sulla crisi grande e improvvisa fra Takehiko e Kaoru.
Kaoru sente di confidare alle sue amiche anche le riflessioni che sta facendo dopo la chiacchierata con Mariko.
“Mentre parlavo al telefono con Mariko, ho fatto con lei una riflessione inaspettata; lì per lì non ci ho fatto caso, poi però…..Non ci avevo mai pensato. Per me era ovvio che volevo dei figli e li volevo davvero; altrimenti non li avrei cercati, non sarei mai stata così timorosa anzi terrorizzata dagli esiti delle analisi sulla mia fertilità, e soprattutto non starei soffrendo così per la loro assenza. Però non mi ero mai chiesta se per amore di Take vi avrei o meno rinunciato, se per me fosse un obiettivo primario e imprescindibile nel nostro matrimonio. Io so di coppie che si sono lasciate proprio perché uno dei due non voleva figli, prima o dopo la convivenza si sono lasciate davvero. Ma io ne sono convinta : se Take mi avesse detto la verità cioè che non gli interessavano i figli, io non avrei mai rinunciato a lui per niente e nessuno al mondo, perché è l’unico ragazzo con cui potrei stare insieme, i figli li avrei voluti solo con lui e se lui non li voleva…pazienza…Sono in crisi…allora il mio istinto materno non è completo?”, Kaoru sembra in confusione.
“Tu saresti una bravissima madre Kaoru, ma il tuo amore per Takehiko è superiore al tuo istinto materno, perché lui è parte di te. Hai detto alla tua collega di ginecologia che hai rinunciato alle cure mediche non tanto per le scarse possibilità di successo quanto perché avrebbero potuto essere lesive per la tua salute. Questo discorso vale anche per il tuo rapporto con Takehiko” dice serena Rei.
Kaoru la guarda perplessa; come quando era una liceale, Rei ha ancora delle uscite improvvisate apparentemente criptiche ma in realtà molto sagge; riesce a spiazzarti perché ti trova la spiegazione di ogni cosa in modo ovvio e naturale e ti fa sentire sciocco per non averla trovata a tua volta.
“Che vuoi dire?”
“Ma è facile, senza Takehiko ci rimette la tua salute, ormai Takehiko è parte di te, come ma cherie la poupee vivant è parte di me. Vero ma cherie la poupee?” Rei si rivolge dolcemente a Nanako.
“E lo stesso è per me con te, bambola Saint Just”, le risponde altrettanto dolcemente Nanako.
“Però ho sempre pensato che un matrimonio dovesse essere completato da dei figli. Io vedo che le mie amiche con figli hanno qualcosa di diverso da noi che non ne abbiamo, è come avessero un’altra maturità, fossero più grandi…” prosegue perplessa Kaoru.
A questo punto interviene Romi “Ognuno deve fare quello che sente di fare col suo cuore e non quello che è giusto o che ci fa sembrare più maturi”.
Kaoru sembra colpita nell’onore “Ma io non volevo scimmiottare nessuno, non sono il tipo che si omologa e l’ho sempre dimostrato; io sto soffrendo molto per i miei figli mancati, non ho davvero più lacrime, per me era un completamento familiare e personale, un momento di crescita in tutti i sensi, mi sento con una marcia in meno”.
“Certo che lo pensi davvero, ma devi capire se questa considerazione ti viene dal cuore o dalla testa. Ragiona : Takehiko non voleva figli, ma pur di non perderti li ha cercati ugualmente con te, dimostrandoti apertamente che anche tu per lui sei una parte vitale, che si adattava ad avere figli pur di non perderti, perché una volta persa te si sarebbe perso anche lui. Tu invece non hai detto : se mio marito non voleva figli, l’avrei lasciato, oppure potevamo parlarne, l’avrei convinto…No cara, tu hai detto direttamente che se lui non voleva figli, a quel punto tu ci avresti rinunciato, quindi…forse alla fin fine … pensa dr.ssa Orihara pensa…”, dice Romi.
Kaoru si sente sotto interrogatorio e ci rimane anche male delle osservazioni della sua amica, sente come messo in dubbio il suo desiderio di maternità per la cui mancata realizzazione soffre moltissimo “Io sono dimagrita diversi chili…è venuta pure mia madre una settimana a casa mia…io mi sento tanto triste…”
“Medita dr. Kaoru…medita…” dicono in coro Nanako e Rei.
Romi incalza “Devi farti un po’ di domande Kaoru. Stai buttando via un matrimonio fantastico quasi ventennale per cosa? Pensaci. Guarda che le relazioni come la tua con Takehiko o quella di voi due ragazze (n.d.r. qui si rivolge a Nanako e Rei) oggi sono casi sfortunatamente troppo rari; vi siete conosciuti da ragazzini, quando eravate ancora tutto e niente, siete cresciuti insieme nel vero senso della parola ecco perché fate parte l’uno dell’altra, fra voi c’è una confidenza e un’empatia che molto difficilmente – quasi mai - si crea con persone che si conoscono quando siamo adulti pilotati; i vostri passati si sono amalgamati perché si sono creati insieme, ormai i difetti dell’uno sono ben tollerati dall’altro, insomma ragazze oggigiorno siete davvero delle privilegiate se vi portate dalla prima giovinezza delle relazioni sentimentali. Quanto a te Kaoru non mandare tutto all’aria per quello che in questo caso è davvero stato un malinteso, un malinteso fra voi e forse anche dentro di te, pensa dr.ssa Orihara pensa…”.
Kaoru è interdetta, sembra quasi di nuovo in stato catatonico.
Romi ormai ha preso il via e continua a fin di bene a rigirare il coltello nella piaga “pensi che se lasci Takehiko lo sostituirai facilmente? Assolutamente no, non proverai mai per nessun altro la passione e l’entusiasmo che hai provato per lui, ci saranno sempre tanti aspetti oscuri in un nuovo fidanzato, troppe cose a cui adattarsi, con un nuovo fidanzato potrà esserci stima, affetto, ma mai e poi mai la passione e l’entusiasmo dei 20 anni; magari per non stare sola con gli anni che avanzano ti accompagnerai alla brava persona che da giovane non avresti mai considerato, ma ci starai insieme perché è la cosa giusta da fare, per non invecchiare da sola, sarai tranquilla, ti illuderai di essere contenta, potrete fare insieme bei viaggi, ma non sarai felice a maggior ragione se hai conosciuto da ragazza la felicità. Pensa a tutto; ammesso e non concesso che tu trovi qualcun altro, non sarai mai felice come con lui, anzi non sarà mai in generale come con lui, e dovrai adattarti a tante cose, chiudere un occhio anche due” Romi vede che Kaoru è impressionata, nel pallone, proprio lei che è un chirurgo affermato e acclamato quasi come un guru, che risolve a sangue freddo i casi più complessi e critici; Romi decide allora di buttarla sul ridere “chiudere un occhio anche due spesso nel vero senso della parola perché questi corteggiatori della nostra età spesso e volentieri sono proprio brutti!” scoppia in una risata seguita dalle altre.
Romi si diverte a raccontare aneddoti grotteschi su lei e le sue amiche single corteggiate ora da bruttoni stagionati, ora da complessati, ora da dongiovanni impenitenti che hanno più donne in contemporanea; alcune di loro hanno silurato tutti e altre si sono accompagnate per comodità.
Mentre Rei e Nanako continuano a ridere, Kaoru a un certo punto si fa seria “Romi ma non hai paura di invecchiare da sola? Io sono un medico, conosco le malattie, il dover affrontare medici e ospedali se ti senti male, è difficile affrontare da sola grossi problemi, specialmente tu che non hai più i genitori, con un fratello che vive da anni in Francia, con delle beghe burocratiche che ti hanno lasciato da risolvere i tuoi familiari, forse – non lo so - potresti essere più flessibile. La solitudine a lungo andare è difficile da gestire quando non hai altri parenti vicini a darti una mano”.
“Lo so” risponde Romi “ma io non so fingere. Con il discorso che hai appena fatto ho avuto la conferma che tu, che hai conosciuto l’amore e volendo ce l’hai ancora a portata di mano, non puoi capire la tua fortuna fino in fondo; hai conosciuto il vero amore e quasi mi consigli di accontentarmi di un ripiego pur di non stare sola. Io non ho detto che fo bene, ho fatto e fo ancora tanti compromessi, ma ci sono altri compromessi a cui io non so scendere, mi assumo i pro e i contro della mia scelta e vivo alla giornata, non sarò per te abbastanza matura perché oltre ai figli non sono neanche accompagnata, forse sbaglio, ma io non sono adatta a relazioni sentimentali di ripiego, forzate e senza amore, per quanto con brave persone!”
“Io la penso come Romi” interviene Rei “io non potrei mai fingere, trovarmi sempre fra i piedi un uomo bravo, ma che non amo, che magari non mi piace nemmeno, e oltretutto prendermelo pure in casa e in camera da letto in cambio di un aiuto a casa e nella salute”.
“Per noi Rei è facile parlare perché siamo innamoratissime l’una dell’altra” dice seria Nanako “ma dover affrontare da sola i problemi e gli incidenti di percorso di tutti i giorni, più o meno gravi, soprattutto in caso di malattie … non lo so cosa avrei scelto… sinceramente capisco anche chi arrivato alla nostra età si accontenta di una brava persona che non ama, in altre parole io ammiro sia chi si accontenta sia chi decide di cavarsela da solo”; Nanako come al solito ha una parola buona per tutti.
“Anch’io non so cosa farei…In bocca al lupo” bisbiglia sempre più pensierosa Kaoru a Romi.
“In bocca al lupo anche a te” Romi, che senza saperlo ha compiuto un passo molto importante nella seconda missione Kaoru, fa una risata amara.
La serata prosegue allegramente, eppure c’è un’ombra negli occhi di Kaoru.
Quella serata ha reso euforiche Nanako e Rei, sempre entusiaste in caso di rimpatriate, e che tornate a casa prima ridono delle battute di Romi sui corteggiatori quarantenni, poi si abbracciano perché prendono di nuovo consapevolezza di quanto sono fortunate.
“Ho sempre saputo di avere avuto una fortuna infinita ad averti incontrata e a essere stata corrisposta da te, ma dopo questa serata con Romi ho capito che devo ricordarlo tutti i giorni, senza dare nulla per scontato; se penso a tutte le nostre emozioni, le gioie, la condivisione, mia bambola Saint Just, quanto siamo fortunate, dobbiamo vivere intensamente ogni giorno con gratitudine”, Nanako è commossa.
“Ma cherie la poupee per me tu sei un’emozione che si rinnova ogni giorno, posso solo essere riconoscente per vivere una passione travolgente e autentica da oltre 20 anni. Ha ragione Romi : siamo davvero delle privilegiate. Stasera sei particolarmente bella amore mio”.
“Anche tu sei uno splendore”.
Mentre si abbracciano prima di addormentarsi Nanako aggiunge “Dobbiamo insistere con Kaoru, perché non perda il suo di privilegio. Lei ama moltissimo Takehiko, per lui avrebbe rinunciato anche ai figli. Io soffro troppo a vedere lei e mio fratello così”.
“Certo che dobbiamo aiutarla, altrimenti che ci stiamo a fare? E vedrai ci riusciremo a farli tornare insieme”.
Le sposine del nostro cuore si addormentano abbracciate; hanno quasi 40 anni ma è come fossero rimaste liceali nei loro dolci sogni beati.
 
Mentre però Rei e Nanako sono immerse nei loro dolci sogni beati, Kaoru non riesce a dormire e piange; ha deciso : deve prendere coraggio, chiamare Takehiko, parlarci, capire cosa prova a vederlo, ha capito che non può vivere senza di lui, è disperata, furiosa con se stessa per come si è comportata, per come l’ha trattato, perché è arrivata a questa decisione attraverso le sue amiche e non da sola, ma soprattutto è in confusione; soffre tantissimo per l’assenza dei figli, la notizia di non poter averne è troppo recente, ma allora perché fra i figli e Takehiko avrebbe scelto Takehiko? Takehiko si sarebbe adattato alla presenza di figli in nome dell’amore per lei, mentre lei che invece voleva figli, vi avrebbe addirittura rinunciato pur di far felice Takehiko? Allora non era così alto il suo istinto materno? Soffre all’inverosimile, in un attimo ha perso tutto, e vede in sé una continua contraddizione. Si accascia sul divano a piangere stringendo la sua Kitty al cuore. Perché non è tutto come vent’anni prima? Perché alcune persone hanno tutto e altre no? Perché basta un nulla per far cadere tutto? Le mancano i suoi vent’anni, quell’ottimismo, quella leggiadria, quando non ci sono ancora beghe di nessun genere, quando i veri problemi di salute sembrano solo una leggenda, le manca quella certezza che ogni sogno diverrà prima o poi realtà, che uno sbaglio si rimedia subito, che il suo fidanzato e le sue amiche saranno sempre con lei, che le relazioni sentimentali si instaurano solo per amore, che si può avere davvero tutto senza compromessi, senza ripieghi, con le stesse emozioni e lo stesso cuore caldo.
Si addormenta sfibrata dal pianto e mangiata dalla nostalgia….

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Capitolo 57
*** Un nuovo reale sogno ***


Ho messo un easter egg con Pollon.
Cito una massima di Sofocle e il titolo del film di Irving Rapper “Perdutamente tua” del 1942.
 
Kaoru si fa coraggio; ha appena terminato un intervento molto complicato : un suo coetaneo è arrivato d’urgenza in ospedale, ha avuto un infarto intestinale e veramente per un pelo è sopravvissuto; ora l’intervento è finito, è un momento tranquillo in reparto … ma non ha coraggio, vorrebbe essere chiamata per qualche altra emergenza, così ha la scusa per rimandare e illudersi ancora…ha paura ancora di più di quando era in attesa delle analisi sulla sua fertilità…e teme che anche questa volta l’esito sia lo stesso…Take le ha tante volte telefonato, scritto, ma lei non ha mai voluto rispondere, e ora … lui potrebbe fare lo stesso con lei….
Decide di prendersi ancora una pausa e magari rinviare a fine turno a mente libera, per non rischiare ripercussioni sul lavoro da un eventuale esito negativo, finché proprio verso la fine del turno non le arriva una mail sul telefono da Takehiko….
Telepatia, non resiste e la legge subito…e appena la legge si sente sprofondare.
“Amore mio più grande del mondo, ti chiamerò sempre così perché sei e sarai sempre l’amore mio più grande del mondo; ti ho telefonato e scritto tante volte, ma tu giustamente non mi hai voluto parlare. Devi riprenderti e darti tutto il tempo necessario, nessuno meglio di te può sapere cosa provi. Tu meriti le cose più belle, sei uno spirito superiore, io davvero mi sono sempre chiesto cosa avessi fatto di speciale per meritare una moglie come te…non riesco a immaginare una persona che possa essere al tuo pari, non esistono parole per descrivere una persona come te, dovrebbero inventarle, ma è davvero difficile, perché sei troppo superiore a tutti noi, come bontà, intelligenza, generosità, il tuo cuore è irriproducibile…non sai quanto soffro per averti delusa. Avevo avuto la fortuna di avere una moglie come te e ho rovinato tutto, ma credimi l’ho fatto per paura di perderti, perché io senza di te non sono niente, io morirei immediatamente senza di te.
Ti assicuro che io volevo avere dei figli con te, figli al plurale. Poi sono volati tanti stupendi anni di matrimonio, e avevo raggiunto il mio perfetto equilibrio fra lavoro, amore e amici, e non avevo più voglia di scombussolare questo equilibrio con te, forse perché dipendevo ormai da te ed egoisticamente non riuscivo a pensare a un modo diverso di stare con te, un modo in cui avrei dovuto dividerti con i nostri figli, sono stato immaturo ma è stato dovuto al mio amore infinito per te.
Però, quando tu hai detto che volevi cercare i figli, io mi sono subito abituato all’idea perché i tuoi desideri sono i miei, perché se tu non sei felice non posso esserlo nemmeno io, e ti prego di credermi quando dico che soffro molto per gli esiti delle analisi, soffro perché se tu soffri io soffro molto di più, soffro perché non hai realizzato un desiderio per te molto importante, forse il più importante, e non è giusto perché tu devi avere tutto, ma soprattutto soffro perché per colpa mia non sono con te ad affrontare questo momento. Proprio io che ringraziavo Dio ogni giorno per averti avuta come moglie ho rovinato tutto.
Volevo venire in ospedale a fare un blitz, poi ho pensato che hai bisogno di stare un po’ da sola senza di me che anziché un sostegno sono un motivo in più di delusione e sofferenza, però…se io rimango qua … non so quanto vo avanti, mi sento morire ogni giorno di più…allora ho ottenuto un incarico archeologico di un mese in Grecia. Ti ricordi? Dicevi sempre che volevi andarci al mare; era bellissimo per me poi vederti come una bambina ascoltarmi quando ti raccontavo le storie della mitologia greca…quando tornerò chissà se vorrai parlarmi, io so solo che senza di te non vivrò a lungo, del resto la mia vita senza di te non ha senso …ora devo salutarti perché stanno chiamando il mio aereo e devo togliere la connessione internet al telefono, devo mandare un messaggio a Nanako per informarla della mia partenza; non sa nulla neppure lei, conoscendola insieme a Rei ti avrebbe subito detto di precipitarti all’aeroporto, invece voglio tu faccia ciò che ti senti; come ti dissi però 20 anni fa quando ti chiesi di sposarti ti ripeto che io ti aspetterò da qui all’eternità”.
Kaoru piange disperata. Ora ha la conferma definitiva che nemmeno lei può stare senza Takehiko.
Dopo un’oretta finalmente il turno in reparto è finito. Kaoru non si sente di tornare a casa, è ancora giorno e si trova in stato di completa confusione, si dirige a camminare raminga per il parco vicino all’ospedale, mangia per consolarsi una tavoletta di cioccolata al latte con le ciliegie essiccate, ma si sente vuota, frastornata, in colpa, quel senso di colpa che la sta divorando, sente di non meritare l’amore di Takehiko.
Si guarda intorno, vede due giovani mamme, di qualche anno più giovani di lei che giocano coi loro bambini, una sta aspettando il secondo; incrocia lo sguardo di una loro, si guardano per pochi interminabili secondi finché Kaoru non si volta; appena si volta sente la voce di quella giovane mamma ringhiarle alle spalle “Che cavolo aveva da guardare? Che maleducata”. Kaoru sta per mettersi a piangere a sentire quella frase alle sue spalle, lei che sta tanto soffrendo per l’assenza di figli, è oggetto di rancore di una giovane mamma, di una donna che vive la gioia che lei non può vivere; forse le donne con figli sono davvero più mature di quelle che non ne hanno? 
Si siede su una panchina, non le va più la tavoletta, si asciuga gli occhi, finché la voce della provvidenza la richiama alle sue spalle “Dottor Kaoru trovata!” è Rei.
La vista dell’amica storica la rincuora e rasserena, il bello delle vecchie amiche è che arrivano sempre al momento giusto, quasi avessero un teleradar!
“Come hai fatto a trovarmi?”
“Sono passata dall’ospedale, mi hanno detto che avevi finito il turno e allora ti ho cercato qui; tu racconti che ti piace spesso alla fine del turno passeggiare in questo parco, e ho pensato che di sicuro oggi a fine turno non avevi voglia di tornare a casa…Hai letto la mail di Takehiko?”
Kaoru fa cenno di sì e piange.
“Dottor Kaoru perché piangi? Lui ti ama ancora, fra un mese torna dalla Grecia, intanto rispondi alla sua mail”, Rei è sempre spigliata.
“L’ho trattato male, quando in realtà i figli forse - fra noi due - erano meno voluti da me. Non ci sono arrivata da sola, avevo bisogno delle amiche per capirlo, che tonta, da sola sono un disastro e butto le occasioni migliori”, Kaoru continua a piangere.
“Ma dottor Kaoru, gli amici e il confronto servono proprio per capire e conoscerci meglio. Sennò a che servono la vita sociale e affettiva?”
“Perché allora ho reagito così?”
“Perché non hai potuto realizzare un sogno molto importante, un sogno ambito da tantissime donne”.
“Ma le altre lasciano il marito se sanno che non vuole figli, io invece avrei scelto Takehiko, non l’avrei mai lasciato; poi ho anche pensato che delle mie colleghe hanno cercato figli già durante la specializzazione o appena hanno trovato il posto fisso; io invece pur a malincuore ho voluto aspettare di crearmi una bella posizione in ospedale, ho cominciato a cercarli a 35 anni dopo qualche anno che ero stata assunta in ospedale. Eppure sono ancora lacerata dal mio desiderio di maternità frustrato, straziata da sensi di colpa, arrabbiata con Take perché non ha voluto dirmi nulla a suo tempo, non capisco più nulla”.
“Kaoru si vede ti è rimasta la mente matematica dei tempi del liceo, anche se poi hai fatto il medico. Per te le cose o sono bianche o sono nere, ma la realtà non è così, ci sono le sfumature che rendono compatibili più situazioni, senza che una cosa escluda l’altra, o renda meno valido un desiderio”.
Kaoru sembra spiazzata “Sfumature?”
“Sfumature sì, siamo tutti diversi ricordatelo e siamo diversi grazie a queste sfumature”.
“Vorrei avere accanto Take”.
“Puoi averlo ancora accanto e lui non aspetta altro; lo sai che dalla disperazione un giorno era così distratto che è andato a insegnare all’università in ciabatte?”, Rei ride, lo racconta anche per smorzare la tristezza dell’amica.
Kaoru si mette a ridere a sua volta “di male in peggio, non solo si dimentica sempre di fare rifornimento all’auto, ora va anche a lavorare in ciabatte!”
“Gli studenti gli ridevano dietro e i colleghi l’hanno ripreso, che figura! Ah dottor Kaoru, cosa non combina la tua assenza!”
Kaoru si fa seria e triste, ma Rei la incoraggia subito “vai Kaoru a riprendere la tua vita, ricorda le sfumature….”
Kaoru resta un po’ in silenzio, poi a un certo punto guarda i meli del parco “Wow che belle mele…sembrano proprio quelle di Biancaneve”.
“E’ vero, hanno delle belle sfumature di rosso” dice allegra Rei.
“Sì ora so cosa fare” dice Kaoru rasserenata “e ho realizzato anche che mi piacciono le sfumature”.
 
Kaoru prende una decisione particolare. Intanto risponde alla mail di Takehiko; questa volta non può non rispondergli. Vorrebbe dirgli un’infinità di cose, non sa da dove iniziare. Alla fine gli invia una risposta che racchiude tutta la miriade di pensieri che vorrebbe esprimergli : un semplice cuore; un unico simbolo molto più diretto ed esplicito di migliaia di parole.
Quel simbolo così breve ma al contempo così eloquente le è anche materialmente utile, perché non vuole più perdere altro tempo. Questa volta dovrà essere lei a fare un blitz e anche subito. Si fa immediatamente dire da Nanako dove si trova di preciso Takehiko; per fortuna il posto non è scomodo, è comunque ad Atene dove sta partecipando a dei lavori di scavo e restauro; prende quindi una settimana di ferie dal lavoro; ha molti giorni di ferie arretrati e quindi non ha difficoltà a chiedere giusto una settimana. Prenota il primo volo, anche se molto costoso, ma per riallacciare il suo rapporto con Takehiko è disposta a ben altro; quei soldi non potrebbero essere spesi meglio.
Durante il viaggio in aereo ha una grandissima confusione in testa, pensieri che le si attorcigliano, che appena sembrano dipanarsi tornano a incrociarsi e aggrovigliarsi, non sa rielaborarli, non sa dare loro un senso logico, riesce solo a realizzare che vuole tornare con Take, recuperare il loro rapporto. Si sente profondamente in colpa per come lo ha trattato, per essersela praticamente rifatta con lui, per averlo frainteso, non sa cosa riuscirà a dirgli quando lo vedrà, non sa se riuscirà a guardarlo negli occhi, lui che la ama molto nonostante il modo in cui lei lo ha trattato ingiustamente, sente di non meritarlo.
Per Takehiko è sempre stata disposta veramente a tutto; a 16 anni lo allontanò da sé perché non voleva vederlo sacrificato con lei nel caso le fosse tornata la malattia e se ne fosse dovuta andare, voleva proteggerlo, non traumatizzare lui che era già rimasto orfano della madre al liceo e che era cresciuto senza il padre; si trasferì dopo il diploma a Sapporo lasciando amiche e famiglia – anche se a dire il vero era sempre stata attratta dalla possibilità di studiare fuori sede - ; si sposò ad appena 20 anni, cosa che praticamente nessuna ragazza avrebbe mai fatto nel 1994; avrebbe rinunciato ad avere dei figli se avesse saputo che lui non li voleva, aveva fatto carriera per se stessa, per le sue aspirazioni, per i suoi pazienti, ma anche per vedere il marito orgoglioso di lei.
Ha compreso di non poter vivere senza Takehiko, che non amerebbe mai nessun altro come lui, di non riuscire a immaginare la sua vita senza di lui.
E per poco non aveva mandato tutto a monte….lui continuava ad amarla, non le portava rancore, aveva cercato tante volte dei chiarimenti che lei gli aveva negato, e alla fine anche grazie all’aiuto delle sue preziosissime amiche si era chiarita con se stessa, capendo quanto aveva sbagliato.
Kaoru è sempre inflessibile e molto severa con se stessa. Non pensa mai al fatto che è un essere umano come tutti e come tale ha le sue fragilità e i suoi punti deboli.
 
Takehiko era stato assalito da un’enorme preoccupazione quando aveva visto arrivare la risposta di Kaoru nella casella della posta elettronica. Aveva avuto paura ad aprirla, temendo un rifiuto netto magari senza speranza, e invece … aveva trovato unicamente e semplicemente un cuore; non si sarebbe mai aspettato un simile messaggio da Kaoru sempre razionale, pronta a cercare e dare spiegazioni, molto poco incline a cuoricini e complimentini. Era stato felice; significava che almeno era stato perdonato, che sicuramente Kaoru provava dell’affetto per lui, che almeno una speranza c’era; avrebbe partecipato con maggior entusiasmo e grinta a quegli scavi, e sarebbe poi tornato ben più volentieri in Giappone. La speranza è l’ultima a morire…
 
La mattina dopo essere arrivata Kaoru per fare veloce prende un taxi e arriva nella zona degli scavi; Nanako le ha detto che Takehiko si concentra soprattutto fra la zona dell’antica agorà e quella del kerameikos, cioè le zone che un tempo avevano rappresentato la vita di Atene, i luoghi dove si svolgeva la vita politica, commerciale e religiosa della città.
È emozionata come fosse al primo appuntamento, il primo appuntamento sì, perché vuole che da lì inizi una nuova vita, che non succeda mai più un momento di grande crisi come quello appena trascorso, che non ci debbano essere mai più remore o timori a parlare, ad aprire il proprio cuore per paura di perdersi, perché loro non possono e non devono perdersi, e quindi non hanno nessuna ragione per evitare il confronto e il dialogo, per dirsi qualsiasi cosa.
Kaoru si guarda intorno, vede qualche turista in qua e là, un paio di archeologi intorno al vecchio cimitero, ma non c’è Takehiko. Ha paura di non trovarlo, vorrebbe così tanto fargli una sorpresa…
Si avvicina ai due archeologi e in inglese chiede dove possa trovarlo. Ha un deja-vu. Si sente come quando a 17 anni per un soffio non riuscì a salutarlo mentre lui partiva per la Germania, e allora telefonò in Germania, chiese in inglese al ragazzo che le rispose di parlare con lui … che modo assurdo di rimettersi insieme! A 17 anni parlava un inglese raffazzonato con pronuncia giapponese, complice anche il pessimo insegnamento di Bietolone; ora ha molta padronanza grazie alle conferenze e convegni internazionali di medicina seguiti non solo in Giappone ma anche all’estero.
Le dicono di andare verso il foro romano, e lì trova un gruppo di archeologi fra cui intravede Takehiko; il cuore le batte a mille, le viene da piangere, magari sta lavorando e gli dà noia, gli potrebbe procurare problemi al lavoro. Si appoggia alla torre dei venti, impalata, e ha un nuovo deja-vu che la fa sorridere : si ricorda di quando al liceo Mariko si nascondeva dietro a un albero per ammirarla e Nanako si nascondeva dietro a un albero per ammirare Rei…
A differenza di tanti suoi coetanei che – come dice giustamente Romi – si sono lasciati andare al punto da essere veramente irriconoscibili rispetto a quando erano ventenni, Take è abbondantemente riconoscibile. È chiaro che non ha più l’espressione e i tratti da ragazzino ventitreenne, ma per il resto è praticamente rimasto uguale, per Kaoru sarà sempre il suo ragazzo affascinante dall’espressione buona e dolce.
Lo fissa talmente trasognata da non accorgersi che lui l’ha notata ed è altrettanto trasognato.
Gli altri archeologi se ne accorgono perché Takehiko sembra un palo e lo richiamano per sapere se va tutto bene. Takehiko si scusa e chiede un attimo di permesso.
Kaoru si rende conto di essere stata vista da lui solo quando lo vede avvicinarsi a sé; a quel punto abbassa lo sguardo e comincia a piangere compostamente.
Takehiko mai e poi mai si sarebbe aspettato un blitz di Kaoru in Grecia, proprio da lei che vive per il suo lavoro e non prende le ferie neanche quando le vengono offerte. Se Kaoru ha sostenuto una spesa così ingente, ha preso ferie dalla sera alla mattina ed è venuta a trovarlo fin lì, significa che è ancora innamorata di lui e intende recuperare. Ma Takehiko nota anche il disagio e il pentimento di Kaoru, le sue lacrime, gli si stringe il cuore perché a sua volta si sente in colpa.
“Kaoru guardami, dimmi che sei veramente qui, mi sembra di sognare ad occhi aperti, ho bisogno che mi confermi che non sto sognando, che è tutto vero come spero, amore mio più grande del mondo”.
Kaoru alza lentamente lo sguardo, lo fissa un attimo negli occhi per poi riabbassarli subito, da come si sente in colpa non riesce a guardarlo, ma dice a mala pena “Take ma come ti ho trattato? Take perdonami”, lo abbraccia piangendo, come quando a 16 anni gli rivelò che aveva subito una duplice mastectomia e che poteva seriamente andarsene, quella sera vicino al fiume illuminati solo dalle lucciole. Deja-vu. 23 anni prima lo lasciava con la morte nel cuore, ora vuole tornare con lui per sempre.
Takehiko la riabbraccia “Sei tu che devi perdonarmi, amore mio più grande del mondo, non sai quanto mi rendi felice, ero convinto di averti persa per sempre e che di conseguenza ormai avessi giusto qualche mese contato di vita”, passano lunghi minuti, un tempo indefinito che sembra lungo eppure troppo corto. Quando Kaoru sembra calmarsi, Takehiko le dice allegramente “Senti, bando ai pianti, oggi stai tutto il giorno qua con noi; i colleghi mi stanno già fissando e se mi assento troppo dopo mi brontolano” Takehiko ride più per la felicità dell’amore ritrovato che per aver immaginato la scena grottesca in cui verrebbe rimproverato “dai vieni con noi, ti ricordi come ti divertisti quando venisti in Giordania?”; Kaoru con le lacrime che ancora le scendono sulle gote fa cenno di sì “Ti fai una bella vacanza meritata fra scavi archeologici qui in Grecia, ci osservi, ti fai un giro, ci sono tanti bellissimi e affascinanti monumenti da vedere, ti riposi la mente e magari ci dai una mano anche tu, però almeno un sorriso fallo, cosa c’è dottoressa Orihara? Ti piacevano tanto i poemi omerici, ora hai cambiato idea?”
“No Take, li adoro ancora”.
“E sbaglio o da piccola ti piaceva anche un anime che parlava della mitologia greca? Aspetta, come si chiamava?”
“Pollon, ne andavo pazza”, Kaoru si mette a ridere.
“Appunto Pollon! E allora adesso hai l’occasione di soddisfare le tue curiosità e passioni! Poi quando alle cinque smonto, ti faccio per bene io da guida turistica, ti piace questo programma?”
“D’accordo” questa volta Kaoru ride, le lacrime le scendono di nuovo ma di gioia.
“E adesso vieni, ti presento ai miei colleghi”.
Takehiko cinge le spalle della moglie e l’accompagna dai suoi colleghi a cui la presenta con aria molto trionfante. Kaoru sembra quasi a disagio, però è commossa, specialmente mentre Takehiko tesse le sue lodi.
“Ragazzi con lei siamo al sicuro, è una chirurga eccezionale, qualsiasi cosa ci succeda lei ci soccorre subito al meglio; ed in più è una grande appassionata di cultura dell’Antica Grecia, e pure di Pollon!”, tutti cominciano a ridere, compresa Kaoru.
Kaoru contempla estasiata suo marito insieme a tutti i colleghi archeologi; Takehiko, dopo averla incontrata, sembra particolarmente alacre ed entusiasta, sembra divertirsi più che lavorare, si vede apertamente quanto ama il suo lavoro ed è davvero un piacere vedere una persona così appassionata.
Kaoru ogni tanto si allontana per girovagare fra gli scavi, fantastica su quelle rovine archeologiche, si immagina come doveva essere un tempo la vita per quei posti, guarda i panorami, gli scorci, poi torna dal gruppo del marito, si offre di portare il pranzo.
Le ore scorrono veloci, Kaoru si sente all’improvviso molto allegra e leggiadra; quel posto così antico, fuori dal tempo si adatta perfettamente alla situazione onirica che sta vivendo.
Intorno alle cinque il gruppo archeologico smonta e, come promesso, Take si avvicina all’amore suo più grande del mondo e le dice scherzosamente “Vieni Pollon!”
Kaoru si mette a ridere e comincia il suo tour turistico per tutta la zona archeologica, questa volta con cognizione di causa perché Takehiko è davvero un’ottima guida turistica, sembra un pozzo di scienza, conosce veramente tutto nei particolari e lo racconta con naturalezza come se stesse parlando di cose leggere inserendoci anche aneddoti e curiosità; questo fa di lui una persona molto interessante, per niente noiosa e accademica, ed è anche questo il segreto del suo successo coi suoi studenti universitari. Kaoru fa molte domande, è curiosa, anche perché ha una vera e propria passione per l’antichità in generale e quindi anche per quella greca.
Arrivano sull’acropoli; Takehiko prende per mano Kaoru “Adesso vieni ci manca il pezzo migliore : il Partenone!”; camminano lentamente sulla via Panatenaica mano nella mano, emozionati. Takehiko continua la sua spiegazione, racconta che sulla Panatenaica si svolgevano le antiche processioni per le feste religiose più importanti, le Panatenee appunto. Takehiko e Kaoru più o meno consapevolmente stanno a loro volta festeggiando un momento molto importante del loro ormai ultraventennale rapporto, un momento quasi religioso.
Giunti al Partenone, Kaoru viene trascinata dal marito sullo spiazzo davanti al tempio e a quel punto viene catturata dalla bellezza mozzafiato del panorama, che il marito contempla con serenità. I ragazzi vorrebbero dirsi un’infinità di cose, ma non sanno da dove partire; sicuramente vorrebbero che il tempo, già fermatosi per sempre in quei luoghi meravigliosi ricchi di storia e religione, si fermasse anche per loro, in modo da rimanere in quel magico incanto, lontano dalla frenesia della vita quotidiana, dai problemi burocratici e familiari, dai litigi e dai contrasti, dai nervosismi, per dimenticare i dissidi intercorsi fra loro e vivere in eterno nella pace e gioia più totale.
“Take sembra di essere davvero sospesi su una nuvola come gli dei dell’antica Grecia, non riesco a descrivere l’emozione, ti sembra di librarti nel cielo, di poter afferrare il mondo in una mano” Kaoru si commuove “Take se penso che stavamo per perdere tutto, io non ti ho capito”.
“Ora siamo qui, godiamoci lo spettacolo, non offuschiamo questo momento magico con tristi ricordi”.
Kaoru prosegue decisa “No Take dobbiamo parlare. Ascoltami. Io ero disperata, non sai che strazio è stato per me sentirmi dire che non potevo avere figli; ero molto triste, amareggiata, delusa, sfiancata dal pianto, ma ero anche tanto arrabbiata; tutto per uno stupido e imperdonabile errore medico di oltre 20 anni fa. Mi chiedevo perché proprio io. Mi sentivo cadere in una spirale e quando ho sentito che dicevi a Takashi che in un primo momento non volevi i figli, ho pensato che la tua tristezza allora non fosse grande quanto la mia, non mi sentivo compresa, non sentivo empatia, avevo poi bisogno di sfogare la mia rabbia, sentivo la testa sul punto di rompersi e ho trovato l’occasione…con chi meglio che con te…Rei me lo disse subito e dopo me lo disse anche tua sorella: io me la sono rifatta con te … come da ragazzina, quando ti allontanai dopo l’operazione, quando ti maltrattai dopo aver saputo di non essere mai stata malata, ho commesso lo stesso errore di allora…Rei specialmente conosce sempre molto bene le persone, ti fa la tac meglio di qualsiasi altra macchina con mezzo di contrasto…io volevo tu soffrissi e piangessi quanto me, dimenticandomi che ognuno di noi manifesta in modo diverso il dolore”.
“Ti assicuro che ci sono rimasto malissimo, perché alla fine anch’io desideravo davvero dei figli”.
“Ti credo Take, però in quel momento io sono stata debole, non avrei mai dovuto lasciarmi andare, perché dopo sono stata molto peggio, Take povero caro come ti ho trattato, tu che sei così buono, perdonami ti prego”, Kaoru ricomincia a piangere.
“Tu non hai nulla da farti perdonare, devi sfogarti anche tu; sono io che non ho saputo fronteggiare questa situazione spiazzante, ero confuso, sono stato imbranato e ci hai rimesso tu, noi … io morirei senza di te”.
“No Take, non darti colpe. Io poi ho scatenato tutto questo terremoto quando poi … io devo confessarti una cosa : se avessi saputo che tu non volevi figli, io pur di vederti felice avrei rinunciato, perché per me tu conti più di tutto. Ma allora se per me al primo posto ci sei tu fino a questo punto, i figli … poi ho pensato anche alle mie scelte lavorative…alle mie colleghe che avevano figli già durante la specializzazione o subito dopo aver trovato lavoro, quando io addirittura per non pregiudicare la mia carriera non li volevo nemmeno nei primi anni dopo l’assunzione all’ospedale. Eppure soffro tantissimo per la loro assenza, però ho anteposto e anteporrei ancora altro a loro, anteporrei tu, la mia carriera…io non capisco che mi succede…ho tanta - troppa - confusione in testa. Take non lasciarmi sola, aiutami a superare questo momento perché senza te non ce la posso fare”.
Take è lusingato a sentire che per la moglie è più importante lui dei figli “Io non potrei mai abbandonarti; tu hai come tutti noi la tua scala di priorità, io ti aiuterò a togliere ogni nebbia dal tuo orizzonte … e magari anche tu aiuterai me a sbrogliare la mia di confusione. Sono così in confusione da essere andato a lavorare in ciabatte” Take prova a ridere “Vedi senza di te sono una nullità …!”
“Rei mi ha raccontato, sì effettivamente vai seguito” sorride Kaoru che poi ricomincia a piangere “Take - a parte le battute - tu non sei una nullità, tu sei un’infinità, meritavi dei figli che io non ho potuto darti”.
“Io ho già avuto il massimo ad avere te, il resto, come ti dissi altre volte, sono dettagli, optionals; io non posso desiderare più di quanto ho, se ho te”.
“Ma Take come fai a dire così? Specialmente dopo che ti ho trattato a quel modo?”
“Basta colpevolizzarti. Kaoru ricordati che sei umana come tutti noi, manifesta i tuoi difetti, sfogati, sbaglia, sii meno severa e irreprensibile con te stessa, ti fai sempre in dieci per gli altri, ma anche tu devi appoggiarti a noi e farti aiutare nei momenti difficili come questo”.
“Io soffro tanto per quello che ti ho fatto”.
“Ora ascoltami tu : hai mai pensato a quante persone tu dai la vita nel tuo lavoro? Hai mai pensato che tante persone ormai spacciate si sono salvate o hanno comunque avuto una buona qualità della vita ancora per alcuni anni solo grazie a te? Persone loro sì davvero disperate perché ormai condannate a morte che, grazie a te e solo grazie a te, grazie ai tuoi naturali predisposizione, intuito e abilità per la chirurgia, alla passione e amore che ci metti, si salvano. A neanche 40 anni sei comprimario a chirurgia in uno dei più importanti ospedali del Giappone, vengono tutti a chiederti un parere o un confronto, ti chiamano a convegni in tutto il mondo, ti chiamano per salvare le vite, Kaoru tu salvi le vite, e mentre salvi queste vite fai rinascere le persone. Questo per te non è dare la vita?”
Kaoru resta impalata, non ci aveva mai pensato, guarda con occhi sbarrati il marito esterrefatta.
Il marito l’afferra per le spalle e la guarda fissa negli occhi “Kaoru sei un medico, non lo capisci da sola? Possibile che non ci arrivi da te? Tu dai la vita ogni giorno quando entri in quella sala operatoria, quando ti prendi cura di un paziente, anche solo mentre dai il parere risolutivo, quella dritta ai colleghi per il buon esito di un’operazione. Quante persone vivono per te? Una moltitudine che aumenterà ancora e ancora. Tu dai la vita ogni giorno ricordatelo. E vogliamo parlare di quando al liceo seguisti Rei salvandola con mia sorella da una spirale di depressione che poteva portarla alla morte o comunque alla distruzione totale? È stata la prima volta che hai salvato una vita e quindi dato nuovamente la vita a una persona”.
Kaoru non ci aveva mai pensato, è impressionata…
“e l’amore e l’affetto che fin da bambina hai sempre dato a tutti, l’aiuto alle persone in difficoltà? Sono tutti atteggiamenti premurosi e generosi tipici di una madre. Si è madri non solo mettendo al mondo dei figli, ma anche proteggendo le persone, facendo loro da scudo nelle difficoltà, prendendosi cura dei deboli, e soprattutto salvando le vite, cosa che tu fai per lavoro. Anche tu sei una madre Kaoru e hai molti figli e continuerai ad averne una miriade perché sei un chirurgo eccezionale, hai fatto tanta strada e ne hai ancora tanta davanti”.
“Non ci avevo mai pensato”, Kaoru è in un vortice di confusione più che mai.
“Visto poi che siamo sul Partenone a rievocare l’Antica Grecia, lo sai che diceva il drammaturgo greco Sofocle?”
Kaoru resta interrogativa in confusione più che mai.
“L’opera umana più bella è di essere utile al prossimo. Così diceva. E tu Kaoru ogni giorno compi le opere umane più belle, perché col tuo lavoro sei di infinita utilità a tutti. Cosa potresti desiderare di più?”
Mentre Kaoru fissa il marito stranita, Takehiko prosegue :
“Allora, le tue amiche sì hanno avuto dei figli, hanno dato la vita a 1/2/3 forse anche 4 persone; ma tu a quanti dai la vita? A quanti? Il tempo che non dedicherai ai figli che non abbiamo avuto sarà dedicato ai tuoi pazienti e servirà per dare la vita a tantissime altre persone”.
“Ma tu Take non hai figli”, Kaoru ora piange di gioia.
“Allora te lo ripeto : io ho te, il massimo, cos’altro posso desiderare di più? Siamo noi tre, io, tu e l’amore”. Take l’abbraccia “Quante cose hai fatto per me Kaoru, mi seguisti a Sapporo, mi sposasti a 20 anni, non posso desiderare nulla di più, se non di essere ogni giorno degno di una donna straordinaria come te”.
Kaoru guarda il marito ormai basita, mentre Takehiko prosegue.
“Kaoru sto pensando alla frase finale di un film vecchio in bianco e nero come piace a te, lo guardammo insieme, è una frase che si adatta perfettamente a noi due, però non ricordo il titolo del film”.
Kaoru abbracciata al marito lo guarda di nuovo interrogativa.
Takehiko prosegue “Kaoru non chiediamo la luna, abbiamo già le stelle”.
Kaoru sbarra gli occhi e risponde dicendo il titolo del film “Perdutamente tua”.
Guardano estatici il panorama dal Partenone, abbracciati l’uno all’altra, in una rinnovata consapevolezza del loro infinito amore l’uno per l’altra, in una rinnovata condivisione dei loro sogni, in un rinnovato impegno a realizzare insieme i loro obiettivi, nella rinnovata gioia e certezza assoluta che saranno per sempre insieme e che l’uno occupa il primo posto nel cuore dell’altra, perdutamente l’uno dell’altra….

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Capitolo 58
*** Tempo di svolte ***


Dopo la riconciliazione fra Takehiko e Kaoru davanti al Partenone, succedono nel tempo una serie di eventi positivi.
Cominciamo proprio da Takehiko e Kaoru. Una volta tornato anche Takehiko in Giappone al termine dei restauri e scavi archeologici ad Atene, dopo qualche mese gli sposi partecipano nuovamente a una missione umanitaria questa volta nel Nordest del Brasile per un paio di mesi.
Kaoru si sente cambiata, ha superato la mancanza dei figli, forte dell’amore del marito e del suo lavoro. Vive più che mai come una missione il proprio lavoro, grazie anche a quello che le ha fatto notare il marito : deve salvare vite, il maggior numero possibile di vite, e dare gioia e speranza ai pazienti e alle loro famiglie, perché l’opera più bella è essere utile al prossimo e quale opera più bella e utile esiste che salvare le vite umane?
A volte viene presa dalla malinconia pensando all’assenza dei figli e all’errore medico di cui fu vittima. Ormai però ha la convinzione che nulla è successo a caso. Come Take le fece notare tanti anni prima quando erano ancora fidanzati, se lei non fosse stata vittima di quell’errore medico, non avrebbe mai scelto medicina, ma la palla a canestro oppure la strada della matematica e della fisica che a scuola erano state sempre la sua passione. Sì, avrebbe fatto lo stesso un lavoro che l’appassionava, avrebbe avuto 3 figli, però…niente l’avrebbe mai appassionata come la medicina e la chirurgia, che sente ogni giorno di più come vocazione religiosa, non avrebbe mai avuto la soddisfazione di salvare tutte le vite che ha salvato e che sente ancora di dover salvare…senza quell’errore medico avrebbe vissuto ugualmente una passione lavorativa e pure la maternità, però non avrebbe vissuto la vocazione che è diversa dalla semplice passione, e non avrebbe dato o meglio ridato la vita a tantissime persone. Forse è per dare la (nuova) vita a tutte quelle persone che ha vissuto quello che ha vissuto. Non aveva dato la vita a 3 nuovi essere umani, ma l’aveva data a tantissimi altri già viventi e quindi … alla fine è andata bene così…
Sia per l’amore per il suo lavoro sia per il suo passato, Kaoru è ossessionata dall’idea di commettere errori medici, e per questa ragione studia e si aggiorna continuamente con rigore e puntigliosità.
Mentre si aggiorna pensa che vorrebbe espandere le sue competenze chirurgiche, non le bastano più seno, tiroide, e organi della cavità addominale, vorrebbe andare oltre, risolvere altri casi nuovi e complessi.
Un giorno, alla fine del turno, incrocia una paziente di qualche anno più giovane, poco più che trentenne, appena dimessa dal reparto maternità, insieme al marito che spinge in carrozzina una neonata. Ha una stretta al cuore. Quel giorno è particolarmente sensibile, forse perché ha appena dovuto dire a una famiglia che un paziente ha una importante ed estesa malattia inoperabile al sistema digerente con prognosi di pochi mesi di vita; per lei è sempre un dramma trovarsi di fronte a un caso irrecuperabile. Kaoru vuole sempre trovare una soluzione perché per lei finchè c’è vita c’è speranza; quando a una famiglia comunica che non c’è nulla da fare significa che il caso è davvero disperato.
Nella sua malinconia, dopo aver visto quella coppia compie un gesto inopportuno. Forse perché ogni tanto sente ancora quel desiderio di maternità irrealizzato accompagnato dalla confusione che comunque quel desiderio non era la sua priorità assoluta : una piccola crisi per lei che è sempre molto sicura di sé; quella piccola crisi le fa dimenticare le sfumature fatte notare da Rei, sfumature che valgono anche per i desideri e che rendono compatibili posizioni apparentemente poco conciliabili.
Come a 17 anni entrò inopportunamente nel reparto cure palliative dell’ospedale dove le stavano per comunicare di essere stata vittima di un errore medico, adesso entra nel reparto maternità. È da quando faceva il tirocinio preabilitante che non entrava in un reparto maternità. Comincia a girovagare per le corsie, a sbirciare le camere dove vede pazienti felici che abbracciano i loro neonati e attendono trepidanti le visite di parenti e amici, oppure pazienti appena ricoverate in attesa della nascita ormai imminente dei loro figli.
All’improvviso ricorda quando nacquero i suoi fratelli; quando aveva 6 anni arrivò Goro e quando ne aveva 12 arrivò Ninsei. Si ricorda che tutte e due le volte andò a stare qualche giorno dai nonni, che quando arrivò Goro fu accompagnata da lui dalla nonna, aveva due lunghe trecce fino alla vita ed era un po’ gelosa del suo primo fratellino. Quando arrivò Ninsei invece si sentiva grande, non era più gelosa, anzi essere la sorella maggiore aveva il vantaggio che si doveva essere più autonomi e questo dava maggiore libertà, indipendenza e anche maturità, magari diventando un vicegenitore per i fratelli più piccoli; essere figlia unica, sempre al centro delle attenzioni e delle osservazioni dei genitori, anche troppo coccolata, non sarebbe stata assolutamente cosa per lei. Fu lei orgogliosa a portare Goro a vedere il fratellino Ninsei, a tranquillizzarlo sul fatto che l’affetto dei genitori non si era diviso ma solo moltiplicato (l’amore per la matematica di Kaoru), perché i genitori avrebbero continuato a volere bene a tutti loro nella stessa quantità come prima. Era molto matura già allora Kaoru. Quanto tempo era passato, 30 e passa anni….E lei non si era trovata dall’altra parte (o non si era voluta trovare? Vorrei ma …).
Si ferma a immaginare le emozioni di quelle madri, immagina cosa avrebbe pensato lei al loro posto, pensa alla sua mancata bambina…
Si chiede se anche quelle madri come lei antepongono comunque l’amore per i loro mariti e/o le loro carriere a tutto, o se hanno un desiderio di maternità totalizzante, che le ha portate ad avere una carriera meno sfavillante o a lasciare un marito poco propenso ad espandere la famiglia. Kaoru si sente felice, ma di fronte a quelle immagini retrocede e si chiede se si tratta di una sua semplice impressione, e se quella che chiama la propria felicità sia solo allegria, contentezza, soddisfazione di sé; anche se Takehiko e la chirurgia sono al primo posto nella sua scala di priorità, per essere felice probabilmente avrebbe voluto avere tutto anche dei figli….oppure no…non lo sa…
Si avvicina alle nursery con i loro neonati dalle tutine rosa e azzurre, coccolati da infermiere e puericultrici. Ne vorrebbe prendere in braccio uno, quando si sente chiamare.
“Hei Kaoru che ci fai qui?”; è il collega di ginecologia a cui Kaoru risponde d’impeto senza pensare “Se qualche volta avete degli interventi complicati in questo reparto, posso assistere? Vorrei espandere le mie competenze chirurgiche”.
“Vieni subito, se non hai di meglio da fare, dobbiamo fare un cesareo d’urgenza, non c’è un minuto da perdere”.
Kaoru molto interessata si precipita in sala operatoria, dove la paziente è stata addirittura sottoposta ad anestesia totale. L’operazione è assai complessa e Kaoru dà una utilissima dritta per i colleghi in visibile difficoltà che conferma ancora una volta il suo intuito innato per la chirurgia.
Alla fine l’intervento riesce alla perfezione e il collega dà a Kaoru l’onore di tenere in braccio la bambina appena nata scampata al pericolo e in ottima salute anche grazie a lei. Kaoru è emozionata, sente un grande affetto per quella neonata, si sente protagonista di quel piccolo miracolo visto il pericolo in cui si trovava la neonata.
È tardi, Take forse starà in pensiero perché l’aspetta e quindi saluta in fretta i colleghi; per fare prima prende la scorciatoia dal reparto adiacente a quello di maternità, ovvero dal reparto di ginecologia e senza un particolare motivo getta un’occhiata dentro una camera, non sa perché visto che non è più nel reparto maternità; intravede una giovane paziente triste. Sempre senza saperlo, come fosse guidata da una forza esterna chiede alla paziente come sta, se va tutto bene, non sa perché, lei è sempre molto riservata.
“Non va bene per nulla” risponde arrabbiata la paziente “ho appena fatto l’ennesima visita medica per far ottenere una pensione ai miei genitori”.
Kaoru non capisce; cosa c’entra la pensione dei suoi genitori con la sua malattia? La paziente nota l’aria interrogativa di Kaoru.
“E’ un loro diritto per quando io non ci sarò più; quante volte questi uffici previdenziali vogliono sentirsi dire che ho una malattia molto grave che mi dà diritto a una pensione e che questa pensione deve poi andare ai miei genitori quando presto non ci sarò più? Sono mesi che chiedo questa pensione e non mi viene concessa perché gli uffici hanno sempre tanto arretrato di lavoro, ma io devo farmela riconoscere finchè sono viva altrimenti non andrà niente ai miei genitori e ormai mi è rimasto pochissimo tempo, forse fra meno di un mese non ci sarò più e se quegli impiegati continuano a dormire e non mi danno prima il riconoscimento, poi i miei genitori non avranno nulla e loro ne hanno bisogno, abbiamo un grosso mutuo da estinguere in famiglia e io sono ferma qui, non riesco più neanche a camminare”, la paziente piange, ha molta rabbia dentro di sé, si vede che è molto debole e … Kaoru non sa cosa dirle.
Le siede accanto, le chiede cosa le è successo, dà un’occhiata alla sua cartella clinica, da cui emerge che il quadro è veramente irrimediabile. Kaoru pensa fra sé e sé che la partecipazione a quel cesareo d’urgenza è stata una compensazione con le tristezze a cui ha dovuto assistere in quella stessa giornata, prima il suo paziente malato al sistema digerente, e ora questa povera ragazza poco più che trentenne. Kaoru è presa dallo sconforto e pensa di non doversi mai lamentare, perché è sana e sta bene. Anche se non è da lei, cinge con un braccio le spalle della paziente piangente e all’improvviso ha già capito cosa deve fare, qual è la sua prossima sfida.
“Tornerò a trovarla domani se non l’hanno ancora dimessa” le dice spontaneamente “si ricordi che fino all’ultimo si deve sempre lottare”.
“Parla bene lei, lei sta bene” le risponde la paziente quasi rancorosa.
Kaoru è spiazzata, riesce solo a fare un sorriso alla paziente ed esce dalla stanza. Ora non ha più malinconia, ma si sente inadeguata e anche un po’ immatura. Di cosa si lamenta?
Ha però deciso dove vuole espandere le sue competenze chirurgiche, vuole prendere un’altra specializzazione, vuole mettere la sua abilità chirurgica a disposizione di altre tipologie di pazienti, sconfiggere altri tipi di malattie, studiare ed approfondire ancora.
 
Riaccende il cellulare e vede che Takehiko l’ha cercata. “Take scusa poi ti spiego tutto a casa”.
“Caspita Kaoru ero preoccupatissimo, non ti vedevo arrivare, ma dov’eri finita?”
“Hai ragione, ma ora arrivo e ti racconto”.
Arrivata a casa, a fin di bene Takehiko lì per lì fa una risciacquata a Kaoru. “Kaoru pensavo che il problema fosse superato, perché vuoi tormentarti, perché vuoi vedere immagini che possano rattristarti? Tu devi essere felice, serena, avevi già dato una brutta notizia a un paziente e ti sei voluta finire di rovinare la giornata”.
“Alt Take, fermati, non mi hai fatto finire. Come dici tu, nulla avviene per caso. Non so cosa mi ha portato lì, però mentre pensavo ai miei dubbi e ai miei tormenti, prima mi ha chiamato un collega e ho assistito a un cesareo molto complesso, ho dato anch’io il mio contributo perché a un certo punto i colleghi non sapevano come fare a risolvere un problema che coinvolgeva l’arteria uterina e i linfonodi pelvici, sicuramente l’avrebbero risolto anche senza di me, però io ci sono arrivata prima per un paio di casi simili che mi erano capitati, e poi ho visto una paziente grazie alla quale ho capito definitivamente quanto sono fortunata e che non devo più lamentarmi. Take, di cosa mi lamento se sto bene, fo un lavoro che amo e ho tante persone che mi vogliono bene a cominciare da te?” Gli racconta della paziente, della sua più che giustificata rabbia, delle ingiustizie della vita.
“Take io è da quando mi sono abilitata quasi 15 anni fa che mi occupo di chirurgia generale, prevalentemente cavità addominale, voglio espandere le mie competenze chirurgiche alla ginecologia, alla rimozione di tumori maligni e altre patologie, voglio studiare come debellare nuove malattie, occuparmi di pazienti come quella con cui ho parlato oggi, voglio salvare altre vite, in pratica voglio specializzarmi pure in ginecologia per poi sfruttare questa specializzazione sempre a livello chirurgico, almeno opero su ulteriori parti dell’addome, ovviamente continuando anche la chirurgia generale; insomma è giusto un’espansione. Non so se è stato il mio angelo custode o chissà cosa, so solo che questo lavoro non smette di sorprendermi e che non mi lamenterò mai più per cosa non ho, perché ho già avuto davvero tanto. Oggi ho imparato una nuova lezione e accolto una nuova sfida”.
Takehiko è molto felice della nuova sfida della moglie e successivamente organizza una cena a casa nel finesettimana successivo; cucinerà lui e farà per tutti la pizza, che si rifiuta di mangiare surgelata, e che prepara sempre secondo la ricetta insegnatagli durante quel magnifico periodo a Berlino dal suo compagno di appartamento napoletano.
A questa cena parteciperanno Nanako, Rei, Takashi, Ninsei (Goro come sappiamo da 10 anni abita in Canada) e sorpresa … Mariko!
Alla vigilia anche Takashi chiede a Takehiko e Kaoru se può portare un suo amico : perché no? Certo che sì!
 
Che gioia vedere Mariko! Non è cambiata per nulla, ha sempre i suoi capelli neri lunghi fino quasi ai gomiti, le unghie da anni ormai sono laccate dal primo all’ultimo dito sempre di un rosso ciliegia scintillante, come un segno distintivo.
La notizia positiva è che adesso possono vedersi più spesso, in quanto dopo il divorzio da Frederick da un paio di mesi è tornata coi figli a stare a Yokohama a poco più di mezz’ora da Tokyo.
“Mio marito è spesso fuori città per lavoro, mia madre e mia suocera erano lontane, io dovevo sempre ricorrere a baby sitter varie, ero sotto stress lavorando tutto il giorno e sinceramente dopo quasi 10 anni in quella città avevo essenzialmente conoscenze, senz’altro buone conoscenze, ma le vere amicizie, gli affetti me li sono creati nella mia città di origine negli anni del liceo e dell’università; alla fine laggiù mi sentivo un’estranea e quindi, ho cominciato a cercare lavoro da queste parti e appena l’ho trovato sono tornata alle origini da voi e da mia madre che mi dà una mano! E volete sapere l’ultima? Io mi sono divorziata e i miei genitori si sono rimessi insieme!”
“Non ci posso credere” “Veramente? Dopo tutti questi anni?” “Che splendida notizia” è il coro degli amici.
“Io l’ho sempre saputo che mio padre si era accompagnato a una sciacquetta deficiente, dopo la morte della mia sorellina provai ad avvicinarmi a lei, ma era veramente una persona insignificante, materiale, un’oca giuliva che guardava solo alle apparenze, non so cosa mio padre trovasse in lei.avevo  Alla fine mio padre ha aperto gli occhi in una volta sola; si è reso conto che la sciacquetta deficiente spendeva e spandeva tutti i suoi soldi e contemporaneamente lo tradiva ora con un uomo più giovane ora con un altro ancora più giovane e così ha finalmente divorziato. Con l’occasione ha capito o meglio ricordato quant’è superiore mia madre; con lei tra l’altro è sempre rimasto in buoni rapporti, e si sono riaccompagnati dopo essere stati divorziati una vita!”
“Vedete che ho ragione io quando dico che non si deve mai smettere di sperare!”, commenta Kaoru.
“A parte gli scherzi i miei genitori mi aiutano tanto coi bambini, mia madre che ora è in pensione li va a riprendere da scuola tutti i giorni, li segue nei compiti finché io non torno, lei e mio padre mi danno una mano pure con la casa, e per me è un vero piacere vederli andare così d’accordo, mi sembra di tornare bambina”.
A un certo punto suona il campanello; in ritardo arriva Takashi con …. Proprio lui : Filimon!!!
A Takehiko scappa un sorriso, ma sono contenti tutti, perché si vede che insieme sono allegri e spensierati.
Takashi lo presenta “Questo è Filimon, un mio validissimo collega dell’ufficio di Londra dove sapete ormai vado sempre più spesso da quando mio padre è tornato qua. E qualche volta viene anche lui nei nostri uffici in Giappone con me, diciamo ha saputo meritarsi incarichi intercontinentali!”
Filimon è disinvolto, non sembra l’imbranato timidone descritto da Takashi; forse ora che ha risolto i suoi problemi familiari, che è riuscito a dare serenità e stabilità alla sua numerosa famiglia, è pronto a godersi la vita.
Tutti intuiscono che fra i due deve essere scoccata una scintilla ma per riservatezza non fanno domande.
Rei e Nanako sembrano particolarmente entusiaste ed euforiche, ridono spesso, fanno battute. Sono molto belle entrambe, pur avendo l’espressione e lo sguardo da donna, hanno mantenuto quell’aria da dolci romantiche sognatrici che - insieme a dei tratti del viso rimasti sostanzialmente gli stessi – le fa sembrare anche dieci anni più giovani.
Mariko e Kaoru intuiscono qualcosa e provano a indagare “Avete per caso anche voi qualcosa da festeggiare?” chiede col sorriso malizioso Mariko.
“No, perché?” rispondono con aria canzonatoria Rei e Nanako all’unisono.
“Sarà, ma qui gatta ci cova” insinua Kaoru.
È una serata allegra, Takehiko come al solito ha fatto una bella figura in cucina e Nanako ha portato una cheese cake favolosa fatta con le sue manine.
“Ragazzi” esclama a un certo punto Kaoru “abbiamo organizzato questa cena perché volevo condividere questa mia nuova sfida, la mia nuova specializzazione in corso d’opera che mi farà vedere e studiare altri casi molto interessanti; questa cena voleva essere di buon augurio, però la nostra riunione ci fa festeggiare altro : il ritorno di Mariko a Yokohama e quindi la sua vicinanza con noi!”
“Mi siete mancati tanto ragazzi!” aggiunge felice Mariko.
I ragazzi brindano allegri e gioiosi.
“Altro da dichiarare o meglio da festeggiare?” domanda Kaoru spiritosa, guardando soprattutto Rei e Nanako.
Takashi timidamente si alza e dichiara “Beh, non aspettavamo altro che questo brindisi per dirvelo : io e Filimon siamo più che colleghi, stiamo insieme e siamo appena andati a convivere!”
“E cosa aspettavate a dircelo?” dice Kaoru.
“Lo sapevo io che sareste stati bene insieme”, Mariko ha un’aria romantica.
“Avevo intuito qualcosa” chiosa Ninsei.
Takehiko si scambia uno sguardo d’intesa con Takashi, gli aveva sempre raccomandato di dare una possibilità a quel giovane uomo russo molto riservato ma dal cuore grande.
“Io volevo dirvelo, ma Takashi voleva fare l’effetto sorpresa finale” dice allegra la bella Rei/Saint Just.
“Ma visto che siamo in tema di exploit ed effetti speciali, si può sapere cosa avevate da ridacchiare tutto il tempo?” dice inquisitoria Kaoru guardando Nanako e Rei.
“Dai ditecelo, non fateci stare sulle spine” Mariko assume un atteggiamento simil infantile.
Nanako ridendo esclama “Io e Rei stiamo per comprare la casa dei nostri sogni nel quartiere di Shibuya e appena presa la residenza ci faremo rilasciare un certificato di partenariato speciale”.
Si elevano grida di entusiasmo, le ragazze si abbracciano fra di loro, viene aperta una seconda bottiglia di spumante, portati in salotto cioccolatini e barre di cioccolato a profusione.
Rei in barba alle usanze giapponesi abbraccia dalle spalle Nanako e le dà un sonoro bacio sulla guancia. Sono bellissime, hanno quella bellezza raggiante tipica delle donne sinceramente e felicemente innamorate, indossano vestiti dai colori sgargianti che riflettono in pieno la loro gioia interiore, la gioia che si prova quando ti innamori corrisposta della persona giusta.
“Mica vi portate dietro la bestia?” chiede Takashi con aria a presa di giro.
“Ma cherie la poupee è la nostra sorellina, non possiamo certo lasciarla sola” continua a ridere Rei. “Anzi ha una stanza tutta sua” fa una linguaccia Nanako.
“Mi raccomando chiudetela a chiave quando io e Fil veniamo a trovarvi” continua Takashi.
Risate sull’adorabile cherie poupee.
È una serata di risate, brindisi, cioccolatini, e svolte felici : Kaoru con la sua nuova sfida professionale che la riempie di energia e curiosità, il ritorno in pianta stabile di Mariko in zona, Takashi e la sua nuova appagante relazione sentimentale, Rei e Nanako in procinto di acquistare la casa dei loro sogni e formalizzare la loro unione nel quartiere dove si trasferiranno!

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Capitolo 59
*** Fiori d'arancio Un giusto e dovuto riconoscimento ***


In questo capitolo cito una massima di Voltaire.
 
Nei giorni seguenti Nanako e Rei stipulano il contratto di compravendita; ora basta stare in affitto, da tempo volevano una casa tutta loro; tuttavia, sia per i loro lavori molto impegnativi che non lasciavano il tempo per cercare una casa e ristrutturarla, sia perché erano molto esigenti, non avevano ancora trovato nulla.
Mentre firmano il documento sentono di aver fatto un passo molto importante, hanno in comune un immobile, la loro casa, solo di loro, loro due le uniche proprietarie! L’arrederanno liberamente come preferiscono, per poter esprimere al meglio la loro personalità, con quadri, fiori, ikebana (l’arte di creare figure coi fiori), pareti colorate, un pianoforte, bambole a cominciare da cherie poupee!
È un appartamento all’8° piano di un grande palazzo moderno; è molto grazioso, e contiene il loro sogno : un’ampia terrazza dove insieme coltiveranno dei fiori variopinti all’insegna dell’allegria e della serenità. I lavori di ristrutturazione da fare non sono molti; proprio perché hanno poco tempo libero Nanako e Rei cercavano un immobile dove i lavori da effettuare fossero pochi.
Hanno scelto il quartiere di Shibuya perché è particolarmente colorato, variopinto, pieno di negozi specialmente di musica come piace a Rei, è giovanile, luminoso. L’appartamento di loro proprietà deve essere necessariamente in una zona gioiosa, frizzante, che trasmetta brio!
Durante la stipula non riescono a trattenere qualche risata che stupisce piacevolmente sia la venditrice sia il notaio rogante.
Una casa in comune! Sono emozionate come al loro primo appuntamento romantico il 23 Febbraio 1992.
Nel giro di qualche mese la sistemano e l’arredano alacremente. A conferma che per le cose che ci appassionano abbiamo sempre tempo e non siamo mai stanchi, Nanako e Rei quando staccano dal lavoro vanno a vedere le opere di ristrutturazione in corso, perlustrano negozi di arredamento, acquistano i mobili e i primi ornamenti della casa. Sono euforiche, esaltate, gasate, sembrano due adolescenti elettrizzate.
La sera non smettono mai di parlare della casa, dell’aspetto che avrà, dei fiori e delle piante che dovranno coltivare in quella grande terrazza : la casa dei loro sogni.
Da una quindicina di anni convivono, però nelle case affittate non hai mai la stessa libertà che hai in una casa tua, non puoi esprimere al massimo la tua personalità.
Hanno tanti progetti, ogni giorno una nuova idea, poi la cambiano, la stravolgono, e ridono dei loro continui cambiamenti.
Hanno ormai entrambe 40 anni eppure nel loro cuore sono ancora quelle due ragazzine di 17 e 16 anni che si erano conosciute quasi 25 anni prima. Il segreto di un’unione felice è rinnovarsi ogni giorno, non dare nulla per scontato e stupirsi sempre delle proprie emozioni, con la consapevolezza della fortuna di sapere cosa significhi amare davvero una persona ed essere corrisposti, e della fortuna di vivere l’amore.
Questa loro gioia rimasta immutata e nello stesso tempo in continuo divenire e cambiamento come venisse provata per la prima volta, le porta a vivere con particolare emozione il primo giorno nella casa di proprietà.
Sono in jeans e maglia sportiva, affaticate dal trasporto dei vari scatoloni ora sparsi per la casa, delle stanze sono vuote e devono andare a cercare la scatola giusta con gli oggetti per riempirla. Eppure hanno ancora energia, starebbero fino all’alba ininterrottamente a sistemare gli oggetti.
“Saint Just non ci posso credere, la nostra casa, coi nostri quadri, le nostre bambole, il pianoforte, mi sento come la prima volta che venni a dormire da te alla maison d’etoile, non dimenticherò mai quel 26 luglio 1992; sono quasi 15 anni ormai che viviamo insieme, ma oggi è tutto così speciale, è la prima volta che dormiamo nella nostra casa, la vera nostra casa”, Nanako afferra le mani della sua bambola Saint Just e la guarda sognante.
“Io soltanto con te avrei potuto raggiungere questo traguardo, amore mio”, Saint Just abbraccia al suo cuore la sua Nanako; il suo abbraccio vale più di mille parole.
“Saint Just non ho mai voluto immaginare questo momento perché mi sembrava troppo bello per potersi realizzare. Dimmi è tutto vero”.
Saint Just a questo punto la bacia con grandissimo affetto “Ti basta questo per capire che non stiamo sognando?”
Nanako restituisce il bacio alla sua adorata Saint Just talmente di slancio da farle perdere l’equilibrio e cadere quasi insieme a terra, come quella volta che si rimisero insieme dopo essersi lasciate.
Si accasciano sul divano a ridere della scena, contemplano abbracciate le pareti del salotto, ancora ci sono scatoloni in qua e là, e fantasticano di cosa mettere dove.
Un oggetto è comunque già in perfetto ordine, sistemato su una poltrona color vinaccia : cherie poupee col suo dolce sorriso malinconico!
Nanako deve esprimere le sue riflessioni “Per me aver acquistato, sistemato e arredato questa casa significa aver creato qualcosa con te. Abbiamo fatto tante cose insieme, ma mai avevamo costruito qualcosa di materialmente così concreto. Abbiamo espresso la nostra personalità col nostro amore, il nostro tempo libero, il modo di affrontare le vicende della vita nel bene e nel male, ma questa casa è stata veramente l’espressione della nostra personalità a livello materiale e creativo. Un tassello che si è aggiunto alla nostra storia, al nostro amore, una cosa in più che ci accomuna a livello materiale e che viene sublimata dal nostro amore”; le appoggia il viso sul collo in stile cherie poupee e abbraccia più che mai la sua bella Saint Just.
A Nanako piace moltissimo coccolare ed essere a sua volta coccolata dalla sua bambola Saint Just, che mentre parla le accarezza la schiena e i capelli come fa con cherie poupee e le appoggia la guancia sulla tempia “Abbiamo fatto tanta strada e ne faremo ancora di più, mia adorata bambolina. Non vedo l’ora di piantare tanti bei fiori colorati in terrazza con te che sei il mio fiore più bello, e poi fare le composizioni di ikebana. Sarà il nostro angolo di campagna in città. Un passo ancora più importante sarà fatto quando potremo avere il certificato di partenariato, amore mio”.
“La cosa strana è che quando abbiamo scelto questa casa ancora non era stato annunciato da questo quartiere che avrebbe emesso dei certificati di partenariato, è stato stabilito subito dopo. Il primo quartiere in tutto il Giappone che ha offerto di emettere certificati come questi”, Nanako è seria.
“Vedi bambolina, può darsi sia stato il nostro angelo custode, la provvidenza, mia madre, chissà chi o cosa, so solo che ci è sempre piaciuto molto questo quartiere  e che ci siamo innamorate a prima vista di questa casa, poi è successa questa novità amministrativa, è come se una forza esterna ci avesse guidate fin qui per premiare il nostro amore”.
“Un segno di buon auspicio, che conferma la forza della nostra storia” commenta Nanako.
“A proposito di segni di buon auspicio, guarda chi c’è lassù sul soffitto” adesso Saint Just ha un’aria canzonatoria.
“Oh no un geco, perché? Rovina tutto”, Nanako si finge spaventata e stringe più che mai la sua amorata ragazza, affondando il viso nel suo collo.
“Ma porta fortuna, è un altro segno di buon auspicio, dai non essere ridicola, ci protegge dalle avversità, questo è bruno; mi ricordo invece con affetto di perla grigia, il geco color grigio perla della maison d’etoile, che ti spaventò sempre in quella domenica 26 luglio 1992 che hai appena rammentato; visto dove siamo arrivate non mi sembra ci abbia portato sfortuna”. Effettivamente i gechi portano fortuna …
Le ragazze ridono e si abbandonano a dolci gesti affettuosi, pronte per nuovi impegni e un nuovo futuro.
 
Avuta la residenza nel quartiere, Nanako e Rei fanno subito domanda per ottenere  il certificato di partenariato speciale. Il momento clou arriva il giorno in cui le ragazze possono andare a ritirare il certificato.
Anche se i certificati in questione non equivalgono a dei certificati matrimoniali, rappresentano intanto un primo riconoscimento ufficiale della loro coppia, danno loro dei diritti come le visite ospedaliere, il riconoscimento come coppia nei contratti a partire da quelli immobiliari, nelle assicurazioni. Nanako e Rei non smettono di sperare nell’apertura del matrimonio a coppie omosentimentali, ma intanto si accontentano e desiderano con tutto il cuore questo certificato e vogliono festeggiare l’evento come un vero matrimonio sia fra di loro sia con le persone care.
Intanto hanno fissato l’appuntamento per il ritiro un sabato mattina, il 28.05.2016, e allo scopo Nanako ha chiesto alla scuola dove insegna e fa l’istitutrice di avere libero il finesettimana. Vuole trascorrere due giorni speciali con la sua amata anzi con la sua amorata.
Sono molto eleganti entrambe e soprattutto bellissime.
Nanako ha un bel tailleur giacca e gonna al ginocchio di colori sgargianti, è color verde ramarro con fiori stampati di ogni tipo, papaveri, giunchiglie, girasoli, rose viola e rosa, ciclamini fucsia, e altri generi di fiori variopinti, disegnati così bene da sembrare reali; anche per il matrimonio di Takehiko e Kaoru aveva un bel vestito a fiori! Nanako ama festeggiare le occasioni importanti con motivi floreali. Dalla giacca spunta una camicia classica bianco latte; indossa poi una catenina dorata al collo, degli orecchini con pendaglio a pietra turchese, delle decolleté verde ramarro come lo sfondo del tailleur, i capelli arrivano alle spalle sono sciolti nel loro liscio morbido, e ha un bel rossetto ciliegia che si intona bene col suo incarnato e gli occhi contornati giusto da un po’ di matita e rimmel.
Rei ha un tailleur giacca sagomata e pantaloni color lilla come i suoi begli occhi; la giacca ha qualche strass iridescente e sotto la giacca ha una maglia color panna con colletto a gale ricamate; anche lei indossa decolleté ma di colore blu, un paio di braccialetti, e ha un fermaglio di tartaruga brilluccicoso che le raccoglie i bei riccioli di dietro lasciando però qualche ricciolo tirabaci ai lati del viso; il trucco è particolare; ha un ombretto verde acqua sfumato agli angoli degli occhi in un color petrolio, matita verde erba, illuminante celeste sotto l’arcata sopraccigliare, rimmel blu; i suoi occhi sembrano un crescendo di colori dal celeste al verde; le labbra sono color rosa antico appena accennato.
Si recano allegre e gioiose, come due bambine che si trastullano con le bambole, a ritirare il certificato. Vanno a piedi sia perché abitano abbastanza vicino agli uffici sia per scaricare la loro allegria, rigorosamente mano nella mano. Sono emozionate come se si stessero per sposare e del resto sostanzialmente si stanno davvero per sposare, perché da oggi la loro convivenza ormai quindicennale ha un’ufficialità davanti alla società, finalmente il loro status sentimentale e affettivo ha effetti giuridici e possono godere anche di alcuni vantaggi. Prima dichiararsi l’una la compagna dell’altra lasciava indifferenti le istituzioni e le persone in generale, ora avrà un significato anche alla faccia di persone cattive con pregiudizi. È un ulteriore traguardo nella loro appassionante storia d’amore, dopo l’acquisto in comproprietà della loro casa.
Il cuore batte forte, la soddisfazione e la gioia possono essere capite solo ed esclusivamente da chi le ha provate, perché sono indescrivibili, sono qualcosa di immenso che compenetra in pieno il loro essere.
Quando arrivano agli uffici, il sindaco del quartiere consegna velocemente il documento come fosse una pratica burocratica da sbrigare alla velocità della luce, un foglio qualsiasi di una commissione levata di torno per ordinaria amministrazione. Quel foglio, però, per Nanako e Rei è molto importante e riveste un significato fondamentale; vengono infatti riconosciute ufficialmente come coppia, come nucleo familiare.
Uscite da lì tornano di corsa a casa esuberanti, ridenti, abbracciate, e incuranti dei passanti che le guardano incuriositi. Rivivono la loro adolescenza, cristallizzata nel loro amore iniziato proprio in quella meravigliosa età.
Ma, tornate a casa, una volta sistemato il certificato nella cartella apposita dei documenti, prendono una borsa da viaggio, le chiavi dell’auto e scappano buttando un bacio da lontano a cherie poupee! È il loro finesettimana.
“Vieni signorina, ora per due giorni non ci siamo per nessuno” esclama Rei cingendole la schiena. Nanako le risponde con un bel bacio.
Sono in un vortice di emozioni, si sono concesse una brevissima vacanza; non sono neanche 2 giorni, ma si tratta della loro prima vacanza dopo il certificato; la durata della vacanza sarà scarsa ma talmente densa di emozioni che sarà eterna nella loro anima.
La prima a mettersi alla guida è Rei; prima di tutto fanno una cosa che non facevano ormai da più di dieci anni a causa dei loro impegni lavorativi : una girata in auto a caso, senza sosta, senza meta, ridendo e cantando.
Vanno per le colline intorno a Tokyo, contemplano i paesaggi, i templi e monumenti sullo sfondo, la natura e soprattutto i ciliegi in fiore, quei ciliegi che erano in fiore anche quando ben 25 anni prima si conobbero poco più che bambine, quei ciliegi che incorniciarono e catalizzarono il loro amore.
Scendono verso il mare, hanno prenotato una stanzetta in una pensione, vogliono trascorrere un finesettimana in una località di mare bella e armoniosa come piace a loro, un ambiente bucolico e sereno, non turisticizzato.
Passano un attimo dalla pensione giusto per mettersi dei vestiti più comodi e sportivi e poi corrono verso la spiaggia.
Non fanno nulla di particolare, se non nuotare e passeggiare lungo la battigia fino a tarda sera, eppure sono infinitamente felici; non hanno mai tempo per un finesettimana fuori porta a causa dei loro impegni lavorativi e quindi riscoprono il diversivo, la straordinarietà delle cose semplici quando non sono routinarie, riconstatano che tutto diventa meraviglioso e unico se condiviso con la persona amata.
La sera dopo cena si siedono sulla spiaggia a contemplare il mare ormai scuro, incupito dal passaggio dal sole alla luna. Alle 8 e mezza di sera c’è ancora qualche sprazzo di luce, pur essendo ormai abbondantemente tramontato il sole; il cielo è di un bel cobalto come i jeans indossati da Rei. Si mettono un braccio l’una intorno alla vita dell’altra. Chiacchierano a lungo del più e del meno, hanno sempre tante cose da dirsi.
“Saint Just io sono tanto felice, mi sento di nuovo adolescente, vorrei fermare questo momento”.
“Chi l’avrebbe mai detto che dopo 25 anni saremmo state qui, ogni giorno sempre più unite e innamorate. Avevo voglia di stare due giorni in esclusiva con te, di festeggiare noi due da sole questo certificato prima di festeggiare con gli amici e i parenti”.
“Anch’io cara”, Nanako incurante del pensiero di bigotti passanti, le dà un bacio su una guancia, mentre Saint Just l’avvolge in un abbraccio protettivo e le restituisce il bacio.
“Sai alla festa che abbiamo organizzato la prossima settimana Fukiko e nostro padre faranno solo un saluto veloce”, Rei ha un velo di tristezza negli occhi.
“Rei è già tanto se vengono a fare un saluto; sapendo come la pensano, ero convinta non sarebbero neanche venuti, ti dico la verità”.
“Io sarò ingenua, ma fino all’ultimo ho sperato partecipassero dall’inizio alla fine della festa, che Fukiko portasse i miei nipotini, invece hanno detto faranno soltanto un saluto veloce loro due soli; papà perché è stanco, e ci può anche stare, e Fukiko perché ha da fare non si sa cosa. Alla fine a Fukiko  è scappato detto che, pur rispettando la mia scelta, lei e nostro padre non la condividono, mi avrebbero voluta accompagnata a un uomo, e bla bla bla. Amo tanto i miei nipotini ma li vedo sì e no ogni 2 mesi; li avrei tanto voluti in questa occasione”.
Nanako mentre l’abbraccia le dice dolcemente “Rei devi pensare che loro comunque ti vogliono bene e ci tengono a te, potevano anche non venire. Cerchiamo di vedere il bicchiere mezzo pieno. Se poi loro non comprendono la nostra felicità, pazienza! L’importante è che questa felicità venga compresa da noi; siccome siamo molto fortunate a essere così felici, è bene goderne al massimo. Amore mio, tante persone non conoscono questa felicità, noi sì; siamo legate indissolubilmente da un amore infinito, raro e prezioso, non dobbiamo mai scordarcene e soprattutto non dobbiamo offuscare la nostra felicità se altre cose non vanno proprio come vogliamo noi, l’importante è essere circondati da amore”.
“Meno male me lo ricordi sempre. Ti amoro”.
Il cielo diventa nero; si sente il movimento morbido delle onde, quasi una voce misteriosa che sembra bisbigliare dei segreti, segreti che vuole far intuire senza svelare; sullo sfondo il frinire delle cicale che dà una impressione di malinconia. Le sposine del nostro cuore si lasciano trasportare soavemente da questa dolce malinconia misteriosa, abbandonate di nuovo all’onda cullante dell’amore e stasera anche alle onde cullanti del mare.
Dopo tante chiacchiere alla fine sono rimaste incantate da questo spettacolo della natura che non smette di calamitarle a sé e rimangono in silenzio dialogando non più a parole ma solo con il loro affetto, abbracciate nella contemplazione di quel cielo stellato sovrastante il mare. Ogni volta si trovano di fronte al mare entrano in una contemplazione estatica, è come si stupissero per qualcosa di mai visto e vissuto; inconsciamente forse vogliono rivivere le tappe iniziali del loro amore, il loro primo appuntamento fuori scuola a febbraio 1992 in cui si scambiarono con quasi 10 giorni di ritardo i namachoco e ancora quella magica domenica del 26 luglio 1992 con quel tramonto indimenticabile dal fascino unico, la cui unicità fu accentuata dal loro amore. Tornare agli inizi significa vivere sempre con passione e curiosità il loro amore, non cadere mai nello scontato e nel ripetitivo, con la differenza rispetto al passato di avere la forza delle esperienze vissute insieme che ha corroborato e sigillato il loro amore.
“Comincia a essere freddo, caspita fra una chiacchiera e l’altra si è superata la mezzanotte”, esclama Nanako.
“Andiamo a letto perché domattina ci dobbiamo alzare presto, voglio addormentarmi con te accanto”.
“Non potrei addormentarmi in modo migliore”.
Sono talmente felici che camminano mano nella mano e in albergo si addormentano controvoglia, quasi temessero si sia trattato solo di un sogno…tutto come quando andavano al liceo.
La mattina dopo girano per i mercatini di zona, cercano una bambola da aggiungere alla loro collezione ormai abbastanza consistente, anche se la bambola prediletta resterà sempre e solo cherie poupee itinerante fra una stanza e l’altra come un componente di famiglia col suo guardaroba impeccabile!
Visitano poi un paio di località nei dintorni, assaporando la brezza del mare e l’aroma delle piante e proprio qui trovano la loro bambola da aggiungere : una kokeshi col vestito di stoffa; è particolare, perché le kokeshi hanno il vestito dipinto. Ma la maggiore particolarità è che questa kokeshi dal viso allegro e sorridente ha un vestito in cui sono ricamati agrumi giapponesi, kumquat, miyagawa e yuzu …quegli yuzu tanto assomiglianti alle arance coi loro fiori bianchi che si ricollegano alle spose. Ecco trovata la bambola ! Sembra fatta su misura per augurare loro una felice vita insieme.
 
A cena sono aspettate dai genitori di Nanako, ma prima vogliono ancora girare in auto, girare, girare e magari mentre vanno da Nanako ridare un’occhiata al Seiran, dove tutto ebbe inizio!
Parcheggiano lì vicino, la scuola è aperta per le attività extrascolastiche e per le convittrici. Nanako una decina di anni prima era tornata per un periodo come istitutrice al Seiran. Entrano presentandosi come ex allieve; è tutto uguale : l’edificio molto imponente con quel parco sterminato; l’olmo dove Nanako soccorse Rei che quel pomeriggio sotto la pioggia aspettava invano Fukiko, l’olmo sotto il quale nacque il loro legame; la mitica torre dell’orologio con la vetrata colorata dove Rei all’inizio si rifugiava divorata dalla sua solitudine e dai suoi drammi familiari e dove in un secondo momento Nanako e Rei trascorsero tanti momenti di allegria ed esuberanza; il campo di pallacanestro dove alcune ragazze si stanno allenando, a Rei e Nanako sembra ancora di vedere Kaoru che corre a perdifiato dietro la palla a spicchi, quanto si è divertita anche Rei a giocare a pallacanestro; la fontana vicino a un bruciatore dove Tomoko involontariamente si tuffò mentre si accapigliava con le amiche della Misaki che volevano salvare la Sorority e bruciare la raccolta firme per la sua abolizione; il laghetto teatro dei pranzi e delle chiacchierate di Nanako, Tomoko, Mariko, Kaoru e Rei; i ciliegi, i dolcissimi ciliegi….che meravigliosi ricordi.
Sentono delle note musicali.
“Nanako, ti ricordi? La sala col pianoforte”.
“Saint Just il fiore, fu lì che ti rividi dopo averti conosciuta sul bus, mentre suonavi quella musica dolce e malinconica”.
“Un domani forse la risuonerò, potrei proporla al corso di pianoforte dove insegno e magari anche al mio gruppo per le nostre esibizioni”.
Camminano ancora un po’ intorno alla scuola.
“La nostra scuola, ora la scuola delle mie nipoti, Takara studia qui dalla prima elementare e poi ci andrà anche Yuriko. Fukiko è rimasta molto legata a questo istituto”.
Sembra ieri, eppure sono trascorsi 25 lunghi anni, 5 lustri. Apparentemente è tutto uguale e invece è tutto cambiato, i professori, le educande, le regole, i mezzi di comunicazione….
“E la maison d’etoile?” esclama Nanako.
«Già, ci ho abitato per quasi 11 anni. Passiamo lì sotto prima di andare dai tuoi, siamo ancora in tempo”.
Mentre se ne vanno la torre dell’orologio suona solennemente le sette di sera.
Questa volta si mette alla guida Nanako che va verso la maison d’etoile…accostano l’auto senza scendere perché non trovano parcheggio.
All’8° piano si vede una luce, chissà chi ci abita. Quante ne ha viste con loro la maison d’etoile…chissà se si chiama ancora così, se è sempre affittata o se è stata venduta…
 
Il finesettimana romantico termina con una cena dai genitori di Nanako a cui partecipano anche Takehiko e Kaoru. La famiglia di Nanako è proprio completamente diversa da quella di Rei, dove a parte Takashi nessuno vuole partecipare della sua gioia per la relazione con Nanako. Rei però ha imparato da Nanako ad essere comunque felice per l’incommensurabile fortuna avuta.
I genitori di Nanako sono molto affezionati sia a Kaoru che a Rei, definite le migliori nuore che si possano desiderare.
Era molto tempo che non trascorrevano una bella serata in famiglia tutti e 6; Nanako è molto legata ai suoi genitori, ed è riconoscente per tutto l’affetto e la solidarietà che le mostrano sempre.
È bello soprattutto vedere la complicità che c’è fra Takehiko e il padre; quei 13 lunghi anni in cui non si sentirono e frequentarono, fondamentali per la formazione e la crescita di Takehiko, sono stati poi superati e recuperati abbondantemente. Kaoru e Nanako sono molto contente nel vederli così uniti.
Dopo una cena fantastica preparata dalla madre di Nanako con l’aiuto di Takehiko, brindisi, dolci vari e chiacchiere le sposine rientrano a Tokyo, dalle loro bambole alle quali da oggi se ne è aggiunta un’altra. Sono pronte per organizzare la festa con parenti e amici e prima ancora per iniziare – un po’ a malincuore - una nuova settimana lavorativa.
 
Arriva il sabato della festa, il 4 giugno 2016. Nanako e Rei vogliono ringraziare amici e parenti di tutto l’affetto dimostrato.
Il ricevimento comincia dalle 15 in poi.
Decidono di indossare le stesse belle ed eleganti mise di una settimana prima quando ritirarono il certificato.
C’è una notizia fantastica, un’ospite d’onore : Tomoko arriva coi bambini, John e Kathleen, dall’Australia per festeggiare con loro! Purtroppo, se Nanako e Rei hanno rafforzato ulteriormente il loro rapporto e sono ormai inseparabili, Tomoko si è di recente separata dal suo compagno; la sua storia d’amore come quella di Mariko è purtroppo finita, e pur essendo anche lei come Mariko rimasta in ottimi rapporti col padre dei suoi figli, è comunque un dispiacere ogni volta che un amore giunge al capolinea…le storie iniziano e a volte finiscono…così è la vita.
Dalla vita spesso non si può avere tutto, bisogna anche fronteggiare gli eventi negativi e saper reagire valorizzando gli elementi positivi.
Per Tomoko è sicuramente un ottimo diversivo tornare per una decina di giorni in Giappone, rivedere le amiche storiche e la sua famiglia.
Il locale è grazioso senza ridondanze, perché Nanako e Rei non amano i locali chic, raffinati, a differenza di Fukiko. Ha colori caldi, un aspetto rustico, è molto ampio, ospita abbondantemente il centinaio di invitati che hanno fatto venire.
La collocazione è caratteristica, si trova vicino al mare e accanto alla famosa Torre Marittima di Yokohama, il faro più alto del mondo da cui si vede il monte più alto del Giappone, il sacro Monte Fuji; con la sua presenza il faro conferisce un certo non so che di imponente e solenne, quasi un ospite importante!
Arriva Mariko coi figli che socializzano subito con quelli di Tomoko.
Kaoru per l’occasione si è fatta lisciare i capelli; i suoi riccioli ribelli una volta stesi rendono i suoi capelli molto più lunghi; se i suoi capelli coi riccioli arrivano un po’ prima delle spalle, una volta stirati arrivano al di sotto!
Da Londra dove ormai abita per la maggior parte dell’anno arriva Takashi con Filimon.
Gli invitati chiacchierano, ridono, c’è una situazione di grande serenità, ma soprattutto di affetto, perché Nanako e Rei sono due persone molto amate, stimate al lavoro da colleghi e studenti.
Rei non ha mai smesso di coltivare la musica, insegna in una scuola di musica giusto 4 o 5 ore a settimana, perché poi è molto impegnata con l’università, e si esibisce ancora col gruppo costituito dai suoi vecchi compagni di conservatorio, con cui suonerà qualcosa anche in serata.
Il buffet è in piedi, perché si tratta giusto di un incontro informale, amicale, dove si vuole valorizzare lo stare insieme, la compagnia, la condivisione.
Ma anche nelle riunioni più informali non può mai mancare un momento trionfale : il brindisi con una grande e magnifica torta. Il momento in cui le spose ringraziano tutti apertamente.
La torta è a più strati alternati di crema pasticcera, alla nocciola e camy cream; è tenera e morbida, e in cima è appoggiata la sagoma di una bambola di cioccolato ruby che ricorda cherie poupee!
Scattano i brindisi.
Le spose gridano “Vi vogliamo bene, grazie di esserci”!, mentre gli invitati che scattano foto con i vari telefoni strillano “Grandi! Continuate sempre così!” quanti flash con quei telefoni, volano scaglie argentate di flash.
Partono le danze, le musiche per chi vuole ballare. Si fa buio. Dagli stereo partono musiche leggere, andanti, rock, le bambine ballano più degli adulti, i figli maschi di Mariko e Tomoko, Yoshiaki e John, hanno fatto subito amicizia essendoci solo un anno di differenza (quello di Mariko ha un anno di più di quello di Tomoko), mentre le figlie hanno instaurato un feeling tipo maestra-alunna; la figlia di Mariko ha già 10 anni ed è molto ammirata da quella di Tomoko che ha 4 anni.
Fukiko e l’Ing. Dr. Ichinomiya vengono giusto per il taglio della torta, ma se ne vanno quasi subito e sgarbatamente non salutano nessuno dei presenti, nemmeno i genitori di Nanako tanto meno Filimon il compagno di Takashi.
Rei è comunque serena, perché in mezzo a formali auguri è stata abbracciata dalla sorella e anche Nanako ha ricevuto una mano sulla spalla da Fukiko e una stretta di mano dal vecchio. Rei non smetterà mai di sperare che un domani – chissà quando – possa instaurarsi un dialogo e una fusione fra le rispettive famiglie.
“Sorellina non era questo che volevo per te, ma contenta tu contenta tutti!”, dice Fukiko con aria un po’ rassegnata.
“Potevi almeno per un po’ portare i bambini”.
“Li vedrete in un’occasione tranquilla quando verrete una di queste sere a cena. Ora voglio abbiano un’educazione tradizionale, poi quando vorranno e saranno più maturi si porranno anche verso coppie alternative”.
“Noi non siamo affatto alternative, siamo coppie come le altre, ed è giusto che i bambini sappiano queste cose fin da subito per crescere liberi da ingiusti pregiudizi, oggi sarebbe stata un’occasione di gioia e di allegria in famiglia”.
“Rei, io per i miei figli ho scelto questa educazione, tanto - a giudicare da come siete venuti su tu e Takashi - un’educazione tradizionale non impedisce determinate deviazioni”.
“Io oggi sono e voglio essere felice a dispetto delle tue frecciatine, comunque ti voglio bene”, Rei è molto diplomatica, mentre saluta la sorella che sorridendo le risponde a sua volta “Anch’io”.
Rei è davvero troppo felice per impermalirsi della solita rospata di Fukiko.
Mentre Fukiko e il vecchio scappano che sembrano inseguiti, cominciano i classici trenini esuberanti, musica a tutto volume dagli anni ‘70 fino al 2016; come promesso, qualcosa viene suonato anche da Rei e dal suo gruppo anche se prevalentemente musica leggera, c’è una giovane ragazza del gruppo che canta con una voce forte ma armoniosa al tempo stesso.
Nanako è sempre incantata mentre vede la sua amorata suonare il piano.
Eiko e Kathleen, le figlie rispettivamente di Mariko e Tomoko sono ormai inseparabili.
Mariko, Tomoko e Kaoru chiacchierano divertite tutta la sera, sembrano tornate al liceo. Tutte e tre fanno il lavoro che hanno sognato di fare e possono essere ampiamente fiere del loro ruolo; Kaoru è diventata primario assoluto di chirurgia generale e sta studiando con ottimo profitto per conseguire la specializzazione in ginecologia da sfruttare sempre a livello chirurgico. A livello personale non hanno esattamente avuto tutto ciò che volevano. Tomoko e Mariko hanno due figli ciascuna di cui sono entusiaste, ma si sono lasciate con i loro compagni; al contrario Kaoru e Takehiko sono innamorati e solidali ancora più del primo giorno di matrimonio, ma non hanno avuto quei figli tanto agognati da Kaoru. Le tre ragazze sono comunque molto realizzate nelle amicizie e questo è fondamentale, perché alla fine la vita non è nulla senza l’amicizia.
Nanako e Rei sentono invece di avere tutto ciò che potevano desiderare e anche di più e, stasera – come sempre - sono infinitamente felici.
Scende la sera, una calda serata che si avvicina all’estate.
Gli ospiti dopo cena si riversano su un parco all’esterno del locale, illuminato dalla luce intermittente del faro che quando gira nella direzione del parco illumina tutto a giorno. Il parco è come una distesa in discesa, sulla sommità c’è appunto il locale,  da una parte si vede il mare con le sue onde melodiose e soavi che brilla sotto la luce delle stelle e del faro, e dall’altra si intravedono delle colline incupite dalla notte ormai in arrivo.
Arriva la brezza piacevole con la voce del mare. Ci sono ancora degli ospiti a chiacchierare. I genitori di Kaoru e Nanako parlano fra loro. Le figlie di Tomoko e Mariko sono su una giostra girello fuori dal locale. Kaoru si diverte a dare un’occhiata a loro di tanto in tanto finchè non arrivano anche Nanako e Rei che si sono suddivise tutta la sera fra i vari ospiti e hanno potuto dare poca relazione alle loro amiche storiche.
Dopo essere state tutto il giorno in piedi le spose si siedono sulla giostra girello e a quel punto Kaoru si diverte a far girare velocemente la giostra!
“Kaaaaaooooruuuuu ma come giri veloce!”
Kaoru ride “vi faccio venire il mal di testa, voi non siete allenate come queste due aitanti ragazze” e indica le figlie di Mariko e Tomoko che ridono divertite.
Kathleen ha 4 anni come Yuriko, l’ultima figlia di Fukiko; Rei avrebbe voluto si conoscessero; Yuriko avrebbe potuto giocare con Kathleen, mentre Takara ormai undicenne avrebbe potuto fare amicizia con Eiko, la figlia di 10 anni di Mariko; ma Fukiko è come è….
Kathleen si è innamorata di quella giostra girello e non vuole scendere; mentre il fratello John ha prevalenti tratti asiatici, Kathleen ha un viso particolare perché è una perfetta unione fra i tratti asiatici della famiglia di Tomoko e i tratti europei del padre, ha occhi a mandorla color blu cobalto con capelli castani. Non vuole scendere dal girello neppure Nanako.
Se Nanako e Kathleen stanno fisse sulla giostra girello, Kaoru, Rei ed Eiko si alternano a due a due ora a sedersi ora a far girare la giostra.
Chi si diverte maggiormente sono Nanako e Kaoru che ridono di questi momenti, si sentono tornate bambine, tornate a quell’età magica in cui tutto è possibile e i problemi non esistono. Nanako specialmente oggi si sente così, una bambina! Nanako non se li sente affatto i suoi 41 anni, oggi si sente molto leggera grazie all’ amore senza fine per Rei ormai condiviso a 360° col mondo intero.
La brezza del mare smuove i capelli a tutte, la temperatura si sta piacevolmente abbassando, ma desta un grande fascino quella luce della Torre Marittima, altissima e imponente, la più alta del mondo, che fa alternare il buio naturale della notte a una luce abbagliante artificiale da giorno, una luce lattiginosa che rende il cielo blu oltremare quasi grigioazzurro.
Nanako sta fluttuando in una situazione onirica, animata da una indescrivibile gioia, profondamente rasserenata da una ieratica pace spirituale. Le sembra incredibile la situazione che sta vivendo; è sposata con l’amore dell’adolescenza, quella creatura sublime e irraggiungibile che è Saint Just, un amore che dura con dolcezza e passione da 25 anni, circondata dalle sue storiche e adorabili amiche, con un lavoro che le dà ogni giorno tante soddisfazioni e pure – sì – divertimento; cosa potrebbe volere di più? Le sembra di avere troppo, che questa gioia sia troppa; quando si dice ‘troppo bello per essere vero’. Ride ad alta voce, vuole comportarsi da ragazzina quale è tornata stasera, ride con Kaoru, con le figlie delle sue amiche, con la sua amorata moglie Rei, la guarda e pensa “caspita come è bella, la sua bellezza è uguale a quando aveva 17 anni, lineamenti del viso e personale impeccabili; bambola Saint Just cosa ho fatto per avere il tuo amore?”
La brezza muove dolcemente i capelli.
Takashi, Filimon e Takehiko fanno battute bonarie del tipo “ma che sono rimbambite a stare su una giostra girello?” “troppo lavoro stressa e fa effetti strani” “ragazze mancava solo che portavate la bestia e poi si era a posto”, quest’ultima battuta è ovviamente di Takashi.
Voglia di leggerezza…voglia di spensieratezza…voglia di tornare anche per pochi istanti al piacevole passato…voglia di fermare il tempo…
Cielo grigio-azzurro quando arriva la luce artificiale del faro, cielo quasi nero quando la luce del faro gira dal lato opposto per lasciare posto alla notte. Realtà – sogno…realtà – sogno… regole – spontaneità …
Quanto è bello lasciarsi trasportare unicamente da emozioni e fluttuarvi piacevolmente.
Questo è ciò che desidera Nanako oggi, oggi 4 giugno 2016. Nanako fluttua come il giorno in cui marinò la scuola con Rei, quando prima di dichiararle il suo amore si assopì dopo aver provato a fumare, le sembrava di vivere in un sogno come oggi, ma oggi è troppo più felice…
La serata finisce, ma Nanako vuole fluttuare ancora nelle emozioni.
Sono oltre le due del mattino quando Nanako torna a casa con Rei, fra risate e battute.
Appena arrivate a casa si abbracciano con gioia e felicità.
“Ma cherie la poupee vivant, mia amorata bambolina per sempre” Rei la fa oscillare mentre l’abbraccia : l’onda cullante dell’amore.
“Saint Just sto pensando a Voltaire”.
“Voltaire?”
“Cara pensaci anche tu : l’amore, come è l’amore, o almeno come è stato per noi”.
“Un tifone travolgente di felicità” ride Rei per poi aggiungere seria “ma anche di solidarietà, condivisione, collaborazione, puro affetto”.
“L’amore è di tutte le passioni la più forte, perché attacca contemporaneamente la testa, il cuore e il corpo, così dice Voltaire”, spiega Nanako.
“E’ vero, per noi è stato sicuramente così”.
“Attacca la testa. Noi, infatti, siamo sempre l’una nei pensieri dell’altra, ragioniamo l’una in funzione dell’altra”.
“Però al contempo l’amore viene dal cuore, e a un certo punto se necessario ti disinteressi delle convenzioni sociali, della disapprovazione persino della tua famiglia, segui il tuo cuore, specie quando hai la fortuna di amare una persona speciale come te. L’amore attacca il cuore perché da lì scaturisce l’amore stesso, l’amore che nasce senza un preciso motivo o per tanti indefiniti motivi insieme. Io ti amo infinitamente Nanako”, puntualizza Rei.
Nanako stringe al cuore la sua sposa più che mai “Ti amo infinitamente anch’io; questo amore attacca testa, cuore e anche il corpo, perché sei bellissima, di una bellezza eccezionale, e io adoro contemplarti, godo e mi nutro della tua bellezza, desidero abbracciarti fino a unire le nostre anime, i nostri cuori e infine i nostri corpi”.
“Dormiamo abbracciate stanotte, Nanako, siamo l’una dell’altra, siamo un solo cuore, una sola anima e un solo corpo, simbiotiche come dico sempre, voglio sentire la nostra simbiosi in questo triplice attacco a cui desidero solo soccombere”.
Dopo quei giorni indimenticabili, giorni stupendi, immensi, Nanako e Rei sprofondano l’una nelle braccia dell’altra; consapevoli di essere un’unica persona sdoppiata in due, ora vogliono riunirsi ed essere un’unica persona a tutti gli effetti con i loro abbracci; affondano l’una nella bellezza dell’altra e hanno la conferma concreta e reale di essere davvero un’unica persona; aspettano a dormire perché vogliono prolungare quella magnifica e felice giornata il più possibile, perché le cose belle vogliamo siano sempre infinite; tutto termina, ma si può rinviare la fine per poi ripartire in modo davvero completo e appagante verso un nuovo inizio.
Per questo motivo le ragazze vogliono abbandonarsi al sonno il più tardi possibile. In questo momento vogliono invece abbandonarsi il più possibile solo all’amore, quell’amore che ormai le ha attaccate alla testa, al cuore e al corpo; vogliono sentire al massimo quel triplice attacco, vogliono sentire la loro testa, il loro cuore e tutto il loro corpo attaccati dall’amore, vogliono sentire il loro amore e la loro felicità, vogliono stare abbracciate … incollate, per sentire all’unisono quell’unione di anima, cuore e corpo, la loro simbiosi…..

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Capitolo 60
*** Takehiko in arresto? ***


È un periodo molto brillante per Kaoru. Ormai da tempo primario di chirurgia generale, sta volgendo alla fine la sua specializzazione in ginecologia; delle prove le sono state infatti abbuonate per le sue più che collaudate esperienze chirurgiche anche a livello addominale.
Appena conseguita la specializzazione dovrà recarsi subito a un convegno a Seoul dove sarà uno dei principali relatori e in cui discuterà delle tecnologie più innovative e meno invasive per interventi al fegato e al pancreas, e per l’autunno dovrà andare anche negli Stati Uniti.
Ha sempre più successi; è molto giovane, poco più che quarantenne, ed è già definita una luminare, qualche collega affettuosamente l’ha ribattezzata “Kaoru dei miracoli”, perché è riuscita a risolvere casi veramente disperati.
Tuttavia, c’è sempre qualche piccolo neo in ogni situazione, e oggi Kaoru e Takehiko dovranno prendere parte a un vernissage presso un club esclusivo. Kaoru, pur amando l’arte, non è però interessata all’arte contemporanea che spesso non riesce e non ha voglia di comprendere; in più sa che in questi club esclusivi si deve seguire un’etichetta molto rigida, molti loro frequentatori sono particolarmente snob e montati, moine, eleganza, in altre parole non le interessa partecipare e vorrebbe declinare l’invito.
“Take ma dobbiamo proprio andare in quel posto super noioso?”
“Non possiamo esimerci, dai! Ci sono diversi tuoi colleghi di ospedali prestigiosi del Giappone, il preside della mia facoltà ci tiene molto che io e altri docenti si vada, e anche il direttore del tuo ospedale; insieme all’inaugurazione della mostra di pittura, ci saranno conferenze su diversi argomenti sparse nelle varie sale, ci saranno personaggi di spicco che potrebbero essere utili da conoscere per confronti e scambi di idee. Insomma ogni tanto un piccolo sacrificio può anche essere fatto”.
“Beate Rei e Nanako che non possono venire; Rei va col suo gruppo a suonare della musica classica a Kyoto, chissà come si divertiranno”.
“Prima o poi toccherà anche a loro prendere parte a questi eventi mondani”.
“Rei mi ha detto che al vernissage di stasera verrà anche sua sorella, spero in mezzo a tutta quella gente di non incontrarla, ci manca solo Lady Simpatia e siamo al completo”.
“Ti ho sempre detto di lasciarla perdere e, se disgraziatamente la incroci, fingi di non vederla. Più semplice di così!”
 
Kaoru e Takehiko arrivano con calma all’evento. Kaoru è davvero elegante nel suo tubino nero coi capelli raccolti di dietro e un ricciolo che le scende su un lato del viso.
Appena arrivati si separano per raggiungere i rispettivi colleghi; se Takehiko trova subito il preside della sua facoltà, Kaoru dopo mezz’ora non ha ancora trovato nessuno e si limita a guardare annoiata i quadri esposti che non riesce a comprendere; va distrattamente a salutare la combriccola del marito e poi torna alla ricerca di qualche collega.
Mentre riconosce un collega di un altro ospedale, avverte da lontano le risate di suo marito; si gira : Takehiko ride e scambia battute niente meno che col marito di Lady Mamma Arpia! Kaoru non ha più avuto l’‘onore’ di parlare con Fukiko da quando oltre vent’anni prima fece un blitz a Villa Ichinomiya per rimproverare Fukiko per la fine della relazione fra Rei e Nanako. Fukiko era stata sgradevole e cattiva come al solito. Da allora – a parte da lontano e di sfuggita in occasione della festa per il partenariato di Nanako e Rei - l’aveva vista solo nelle foto mostratele da Rei, il suo matrimonio, i figli, la maggiore specialmente sembrava lei in persona, un autentico clone. Kaoru non ha mai avuto interesse per quelle foto, ma per la sua amica Rei deve fare buon viso a cattivo gioco, tanto più che Rei adora i suoi nipotini.
Kaoru sa che Daiki, il marito di Fukiko, è diverso da lei, una brava persona, e si chiede come abbia potuto sposarsi con lei.
Kaoru si concentra sulle chiacchiere coi propri colleghi, finchè a un certo punto gli organizzatori dell’evento invitano i partecipanti a sedersi per la cena, Kaoru raggiunge Takehiko portandosi dietro qualche collega. Daiki la saluta molto gentilmente “Ciao Kaoru, finalmente ti conosco, lo sai che un mio amico chirurgo ti rammenta spesso? Dice che sei un vero mito della chirurgia”.
“Grazie, sei molto cortese, ma non merito tutti questi complimenti”. Takehiko per evitare eventuali incontri con Fukiko saluta Daiki “E’ stato un vero piacere conoscerti, magari dopo cena ci rivediamo”.
“Ma dai sediamoci allo stesso tavolo così proseguiamo la nostra chiacchierata a base di storia, ragazzi siediamoci tutti insieme il posto c’è, ah ecco la mia moglie eccezionale : ed ecco a Voi il giudice Fukiko!”
“Buonasera a tutti : guarda chi c’è… c’è Orihara!” dice leziosa Fukiko coi suoi capelli cotonati, gonfi. Kaoru la saluta gentilmente mostrandosi superiore; nota anche una zona rino labiale sospettosamente un po’ tesa e delle labbra sospettosamente un po’ gonfie : botulino o  acido ialuronico? A 44 anni con quei boccoloni gonfi, che ora porta sciolti con la divisa da una parte, sembra quasi una caricatura (questo pensa Kaoru).
“Questa mia moglie ha una testa, una testa che non immaginate, lei e il diritto sono una cosa sola”, prosegue Daiki.
Kaoru pensa “con quei capelli cotonati sembra abbia almeno 2 teste”.
Takehiko si inventa che deve raggiungere dei colleghi, ma Daiki non vuole scuse, ha la passione per la storia e deve concludere i discorsi iniziati con lui. E’ una persona petulante e insistente – questo difetto alla fine gli viene riconosciuto – e va a finire che per la loro ‘gioia’ Fukiko e Kaoru si ritrovano allo stesso tavolo dove cercano di ignorarsi il più possibile parlando con altri commensali che hanno seduti vicino.
A un certo punto Fukiko durante la cena si intromette nella conversazione a base di storia del marito e di Takehiko per dire che anche la loro strepitosa figlia maggiore Takara adora la storia come il papà, ma in fondo pure come la mamma e la zia, anche se la piccola sembra già avere un’inclinazione speciale per il diritto; si interessa ai telegiornali, alla politica, alle leggi vigenti, pur avendo appena 12 anni. Già che c’è, Fukiko passa in rassegna anche Akio, il figlio maschio che sembra predisposto alla tecnologia come lo zio, e la piccina di casa Yuriko che è bella, vezzosa, adorante i fratelli maggiori. Da quel momento Fukiko non fa che elogiare i propri figli, raccontare quanto sono bravi a scuola e nella vita di tutti i giorni, bambini speciali, che sicuramente si laureeranno in giurisprudenza come lei e il marito perché cresciuti a sushi e diritto.
Kaoru non l’ascolta e prosegue a parlare coi commensali a lei vicini del più e del meno. Takehiko appare indispettito.
Dopo il dolce, quando quella cena penosa finisce e i commensali si alzano, Fukiko si rivolge direttamente a Kaoru avvicinandosi di scatto. “Orihara è più di 20 anni che non ci facciamo una bella chiacchierata”, lo sguardo è a presa di giro.
“E’ vero, e visti gli esiti della nostra ultima chiacchierata, direi che è meglio non replicare”, Kaoru restituisce lo sguardo a presa di giro.
“Sai ho notato che stasera sei particolarmente fine, ben vestita, non sono abituata a vederti così. Era l’ora che cambiassi il tuo look, così sciatto quand’eri ragazzina”.
“Cosa vuoi Fukiko? Non ho tempo per te e le tue battute”; Kaoru ha un tono deciso e risoluto.
“Vedi Orihara, volevo solo avere la soddisfazione di dirti che anche se hai contribuito a portare Rei alla deriva favorendo il suo accompagnamento con Nanako, con me non ci sei riuscita”.
“Rei e Nanako si amano moltissimo, non sono alla deriva ma vivono in una situazione idilliaca di puro amore, sarebbe stato un crimine impedire la loro relazione, e comunque si amano così tanto che non avevano bisogno di nessuno per tornare insieme. Per quanto riguarda te invece, non vedo come avrei potuto interferire nella tua vita a cui non ho mai avuto il benché minimo interesse a partecipare”.
“Ci hai provato quando mi augurasti di non diventare giudice, ma come vedi oggi sono presidente della sezione famiglia del Tribunale di Yokohama, e ho anche una splendida famiglia che tu non hai”.
“Non ti permetto di offendere la mia di famiglia che è costituita solo da persone buone e oneste, fortunatamente diverse da te”, Kaoru si sta adirando.
“Dai Orihara non fingere di non capire, un chirurgo di grido come te. Io ho 3 figli stupendi e tu non ne hai nessuno. Che peccato : una bella coppia come te ed Henmi…vi eravate sposati così giovani. Vedi Orihara non si scagliano gli anatemi perché altrimenti possono ritorcersi contro di noi come un boomerang!”
“Potrei dire lo stesso io di te, che mi augurasti di non avere figli, pur conoscendo i problemi medici che avevo avuto e in questo fosti peggiore. Io comunque non ho mai voluto scagliare anatemi. Ti augurai di non diventare giudice per la tua cattiveria e i tuoi pregiudizi che vedo sono rimasti tali e quali ad allora. Sarai diventata giudice, avrai anche 3 figli, ma sei rimasta la solita brutta persona, e credimi non ho veramente nulla da invidiare a una persona come te che fa commenti maligni a sproposito sulla vita privata altrui”.
“Sicura?” Fukiko fa un sorriso malizioso.
“Sì ne sono sicura. Io sono molto felice, senz’altro più felice di te perché a differenza tua io ho una coscienza pulita e non mi sono mai neppure sognata di fare o dire tutto quello che hai fatto e detto tu. Chi ti conosce davvero Fukiko può provare solo compassione per te”.
Kaoru se ne va di scatto, ha le lacrime agli occhi per la rabbia e l’ingiustizia, mentre Fukiko le dice sghignazzando “la tua passione per le scene madri è però rimasta immutata”.
Kaoru raggiunge il marito “Take voglio andare a casa, se vuoi rimani tu e io chiamo un taxi”.
Takehiko torna subito a casa con lei.
In realtà chi sta veramente male è Fukiko. Se Kaoru è semplicemente arrabbiata ma sa che poi le passa, Fukiko è stata colpita nel segno, perché sa che Kaoru ha ragione. Fukiko è divorata da sensi di colpa che per orgoglio non vuole riconoscere, ha sempre avuto un’ammirazione sterminata per Kaoru, che invidia profondamente per la sua generosità e nobiltà d’animo, per l’affetto e appoggio che ha sempre dato a Rei e che lei non ha saputo darle e la invidia anche per il rapporto magnifico che c’è sempre stato fra le due, un rapporto decisamente più sororale di quello che ha lei con sua sorella Rei e non certo per colpa di Rei. È poi lesa nel suo orgoglio perché Kaoru l’ha sempre snobbata, perché Kaoru ha sempre capito chi era davvero, ha sempre avuto repulsione per i suoi comportamenti oggettivamente ingiusti e a volte quasi criminali, dicendoglielo apertamente in faccia senza timori; Fukiko è sempre quindi stata in soggezione di Kaoru…sa che Kaoru ha perfettamente ragione su di lei…
Se Kaoru già il giorno dopo non ci pensa più perché troppo superiore, Fukiko sarà indisposta per diversi giorni.
Tuttavia, tornando alla sera della cena, Takehiko, appreso tutto da Kaoru, non può rimanere indifferente. Nessuno deve permettersi di prendere in giro e dire cattiverie gratuite a sua moglie tanto meno Lady Arpia.
Mentre Kaoru arrabbiata gli racconta quanto le ha detto Fukiko, Takehiko si arrabbia ancora di più di lei.
“Come si è permessa quel brutto ceffo di Fukiko? lei e quel cerpicone che ha in testa. Ma chi crede di essere? Non prendertela per lei, dobbiamo essere superiori, lei non ti lega le scarpe. È cattiva quella donna, è cattiva, non c’è nulla da fare, non si merita nulla”.
Mentre fa queste considerazioni, Takehiko abbraccia Kaoru e prende d’istinto la sua decisione; non vuole riferirla alla moglie, perché sa che lei lo farebbe desistere.
Già il giorno dopo telefona alla sezione famiglia del Tribunale di Yokohama e si informa sui giorni in cui Fukiko riceve in tribunale; apprende che per parlare con la grandiosa dr.ssa Fukiko Ichinomiya deve semplicemente aspettare con pazienza il momento giusto fra un’udienza e l’altra, preferibilmente a fine mattinata.
Takehiko non ha dubbi : è arrivato il momento di avere la soddisfazione di dirle ciò che pensa. Non la perdonerà mai per come ha trattato sua moglie e sua sorella Nanako; è letteralmente disgustato anche per come ha trattato a suo tempo Rei, la sua cognata : no, non può stare zitto, non servirà a nulla, ma deve togliersi la soddisfazione.
Takehiko ha una mattinata libera all’università e si reca quindi verso mezzogiorno in tribunale a Yokohama.
Appena entra incontra subito un suo vecchio compagno del liceo ora cancelliere del tribunale; è una bella sorpresa; da 30 anni non lo vedeva  e si diverte a scambiarci due parole. Si fa dire dov’è l’aula della dr.ssa Ichinomiya perché deve parlarle.
Mentre avanza gli incontri proseguono : vede con la toga arrivare Aya Misaki, divenuta pubblico ministero; Nanako gli aveva sempre detto che dopo la caduta della Sorority era divenuta garbata e semplice, ma lo sguardo arcigno : niente da fare, le è rimasto; sente dire intorno che sono le sue ultime udienze a Yokohama perché è stata assegnata alla sezione Yakuza del Tribunale di Osaka. Takehiko si saluta con un altro vecchio compagno del liceo avvocato penalista, con cui commenta la visione da lontano del genio del male ancora attivo : l’avv. Fujiwara, orrendo personaggio con cui aveva avuto a che fare Kaoru al liceo, non a caso carissimo amico di un altro discutibile personaggio ovvero il padre di Takashi, Rei e Fukiko; sta facendo una partaccia assurda e cafona come lui solo sa fare a un collaboratore sotto lo sguardo di approvazione delle due figlie avvocatesse snob e tracotanti come lui; una delle due è Misa; quanto era stata cattiva e offensiva al liceo con sua moglie e anche con sua cognata : tale padre tale figlia.
Takehiko si dirige quindi verso la stanza di Fukiko; si mette a sedere su una delle panche davanti all’aula e capisce dovrà aspettare, perché Fukiko è in ritardo.
Mentre aspetta vede e percepisce quanto Fukiko sia ignorante e supponente pure nel suo lavoro. Si propone davanti a lui un carosello davvero raccapricciante.
Sente delle grida distinte venire dalla sua aula “Ma che razza di istanza mi propone? Ma come può farmi perdere tempo per un’istanza del genere? Ma va là”. Subito dopo esce dall’aula un’avvocatessa demoralizzata e triste.
Segue un’altra udienza ed altre grida “i miei cancellieri sono bravissimi, non possono averle permesso di depositare questo tipo di documento, non mi faccia perdere altro tempo ed esca da quest’aula. IMMEDIATAMENTEEEE”; subito dopo esce un’avvocatessa che si mette a piangere appena fuori dell’aula.
Durante la successiva udienza a un certo punto escono delle parti in causa entrate poco prima con il loro legale; dopo un po’ esce anche l’avvocato mentre la giudice Ichinomiya come un disco interrotto gli ripete alle spalle “mi meraviglio di lei che propone certe istanze, mi meraviglio di lei che è avvocato che presenta certe istanze, mi meraviglio….mi meraviglio”. Takehiko pensa “si è interrotto il disco?”.
Fukiko si affaccia e, mentre chiama un’altra udienza, sente un avvocato dire fra sé e sé “meno male”.
Apriti cielo spalancati terra; mentre sente quella frase Fukiko urla “COME OSAAAAA? CREDE CHE IO SIA QUI A DIVERTIRMI?”
“Giudice mi perdoni, non era una critica a lei, ma ho un’altra udienza fra meno di mezz’ora e ho detto ‘meno male’ nel senso che avrei potuto presenz” non finisce il discorso.
“MA COME SI PERMETTE? LEI NON HA RISPETTO PER IL MIO LAVORO, IO INVECE RISPETTO IL LAVORO DI TUTTI, PENSI CHE SALUTO ANCHE IL FORNAIO DA CUI COMPRO IL PANE E L’EDICOLANTE CHE MI VENDE IL QUOTIDIANO. E POI COME SI PERMETTE DI CHIAMARMI GIUDICE? LEI DEVE CHIAMARMI SIGNORA GIUDICE O DOTTORESSA”.
Takehiko è sconvolto da Fukiko e pensa “Chi si crede di essere? È lei a non rispettare gli altri. Tutti i lavori hanno lo stesso valore e servono per lo sviluppo della società, tutti dobbiamo salutarci e rispettarci; Fukiko invece si crede così superiore a tutti da rinfacciare agli altri il proprio saluto come un’immensa concessione anzi come un onore di prim’ordine. E con che maleducazione e autoritarismo tratta gli avvocati, nello stesso modo sprezzante in cui tratta i suoi sfortunati collaboratori domestici, che lei in modo altrettanto sprezzante e irriverente ha sempre chiamato ‘servitù’…Che essere penoso….che educazione darà ai suoi figli? Insegnerà loro a strillare come un ossesso senza motivo e a sentirsi Dio sceso sulla terra?”
Finite le udienze, bussa alla stanza di Fukiko.
“Avanti” Fukiko risponde palesemente seccata (del resto la ‘gentilezza’ è la sua specialità!).
“Buongiorno Fukiko”.
Fukiko appena vede Takehiko appare molto spiazzata, quasi intimorita “Henmi? Come mai da queste parti?”
“Per parlare con te”.
“Con me? E cosa vuoi? Fai veloce, perché ho molto da fare e non posso perdere tempo” ora Fukiko è sulla difensiva, nervosa, riprende il suo modo di essere maleducato col cipiglio.
“Sarò veloce e conciso non ti preoccupare”, Takehiko la guarda dritto negli occhi “Non ti permettere mai più e sottolineo mai più di offendere mia moglie anzi fai una cosa : non le rivolgere mai più la parola perché tu non sei degna nemmeno di salutarla”.
Fukiko si alza di scatto con la bocca torta e gli occhi iniettati di sangue, ha uno sguardo di profondo disprezzo e gli risponde con tono di odio e rancore “Henmi ti ricordo che io sono un magistrato. Lo sai che stai insultando un magistrato? Lo sai che se voglio ti rovino, professurocolo da strapazzo?”
“Io sto semplicemente dicendo la pura verità a una persona che - sì - è un giudice, ma è anche una donna cattiva, che non ha la più pallida idea di cosa sia il rispetto”.
“Maledetto come osi?” Fukiko digrigna i denti e sta diventando paonazza.
“Offendi gratuitamente le persone per il mero gusto di farlo, vuoi imporre a tutti dispoticamente la tua volontà e diventi violenta se qualcuno osa comportarsi in modo diverso da ciò che pretendi, ma soprattutto devi avere tutto solo tu”.
“HENMI VATTENE SUBITO O CHIAMO LA POLIZIA GIUDIZIARIA”, Fukiko strilla.
“La verità fa male, vero Fukiko? Quante persone fai piangere con la tua supponenza e il tuo dispotismo? Quanto sei stata cattiva con mia sorella Nanako, tua sorella Rei, tuo fratello Takashi e anche con mia moglie?”
“Fatti gli affari tuoi interruttore di pubblico servizio”.
“Che madre sei se deridi chi non ha figli, soltanto perché a differenza tua sa guadagnarsi meritatamente l’amore delle persone, amore che tu non meriti certo con la tua cattiveria”.
“BASTA! CAFONE! BIFOLCO! UN’ALTRA PAROLA E TI SBATTO IN GALERA PER OLTRAGGIO A MAGISTRATO”.
“Io non sto oltraggiando nessun magistrato, io apro gli occhi a una persona come noi, perché tu Fukiko sei come noi, non sei superiore, e non puoi maltrattare gratuitamente la gente. Ma come tratti quegli avvocati?”
“Non interferire col mio lavoro che svolgo magnificamente e che vale molto di più del tuo, professorucolo di letteratura. Se rimprovero un avvocato sicuramente è perché ho davanti un mezzo fallito come te”.
“Vedi come sei? Non ti fai mai dell’autocritica e offendi chi cerca di farti capire i tuoi sbagli”.
“Ma chi sei tu? Saccente. Vieni a fare il professore al presidente di una sezione di tribunale. Ma non ti vergogni?”
“Queste sono domande che io dovrei fare a te. Perché sei così sprezzante nei confronti dell’amore che lega tua sorella Rei a mia sorella Nanako? Perché te la rifai sempre con mia moglie Kaoru e godi delle sue sfortune? Ma chi sei  Fukiko? Perché non provi un po’ a cambiare? Fallo almeno per i tuoi figli”.
Takehiko è interrotto bruscamente dagli urli di Fukiko che mentre alza la cornetta del telefono grida “LASCIA STARE I MIEI FIGLI. Pronto? Guardia, mandi subito due poliziotti nella mia stanza dr.ssa Ichinomiya per oltraggio aggravato a magistrato in corso, non perda un attimo”.
Takehiko con aria rassegnata dice “non scomodare le guardie, io me ne vado, tanto ho parlato al vento”.
“Non finisce qui Henmi, ricordatelo, qui intorno ci sono videocamere con audio, di’ pure addio alla tua gran carriera di cui non sei mai stato all’altezza, sei ridicolo e patetico a esserti rovinato con le tue mani”, Fukiko sghignazza.
Appena Takehiko se ne va, Fukiko a dispetto del suo orgoglio, da sola, senza essere vista da nessuno, piange. Odia profondamente Takehiko ed è determinata a vendicarsi, anche se non sa ancora come. Si autoconvince di essere stata vittima di un gravissimo oltraggio, ma in realtà – anche se non l’ammetterà mai – piange perché in fondo alla sua anima sa che le cose che le ha appena detto Takehiko sono una più vera dell’altra. Takehiko : ca. 30 anni prima l’aveva conquistata, ne era stata perdutamente innamorata per anni, non l’aveva mai perdonato per non averla corrisposta ed era stata a suo tempo incredibilmente gelosa di Nanako e di Kaoru. E ora quel ragazzino di cui era stata tanto innamorata e con cui aveva sognato a occhi aperti di sposarsi, quel ragazzino che l’aveva affascinata parlandole di Shakespeare e letteratura europea, che l’aveva protetta dalla pioggia nella loro villa in campagna, quel ragazzino ormai uomo alle soglie dei 50 anni aveva appena diagnosticato alla perfezione la natura della sua anima; la diagnosi non le era piaciuta affatto e doveva vendicarsi. Piange di rabbia – si illude Fukiko – ma in realtà piange per la vergogna di sé. Tutto questo si aggiunge all’indisposizione già provata dopo lo scontro con Kaoru, scontro voluto da Fukiko stessa!
Nel frattempo Takehiko, che già si immagina che Nanako, Rei e Takashi verranno a sapere tutto tramite Fukiko, si decide a raccontare la sua mattinata a Kaoru e si prende una sonora risciacquata.
“Ma cosa ti è saltato in mente? Fukiko è una grandissima provocatrice e tu, andando da lei a dirle il tuo parere, hai soltanto fatto il suo gioco e le hai dato il massimo della soddisfazione; tanto quel ceffo non cambierà mai. L’hai sempre detto anche tu; cosa sei andato a fare se queste cose le sai meglio di me? Voglio sperare non ti metta contro nessuno e non vada a buon fine la denuncia che ti farà. Ma come hai fatto a essere così ingenuo?”
“Kaoru, tu sei l’amore mio più grande del mondo, non posso starmene sempre impalato. Se mi denuncia, andrò da un avvocato, ma io ho criticato la persona non il giudice, la videocamera canterà chiaro, ammesso ci sia davvero”.
“Fukiko sarebbe ben capace di farla sparire, la tua parola contro quella di un magistrato in carriera temo valga molto meno”.
“Kaoru io non posso stare sempre zitto di fronte alla prepotenza e all’arroganza di quell’arpia. Dovevo fare qualcosa”.
“Ma non fino al punto di rischiare di venire processato penalmente; Take…non dovevi metterti nei guai per me”, Kaoru è triste.
“Non ti preoccupare amore mio più grande del mondo, supereremo anche questa, non la daremo mai vinta a quella Lady Arpia”.
 
La denuncia non ci sarà, anche perché, appena apprende tutto, interviene Rei!
Rei scoppia a piangere disperata “Perché mia sorella è sempre così maleducata e cattiva? Sembra si diverta a provocare e far soffrire gli altri. Capisco che tuo fratello si sia esasperato e sia andato a cantargliene quattro”.
“Cara non piangere”, Nanako abbraccia Rei nel tentativo di calmarla, ma è molto triste a sua volta per il comportamento di Fukiko, per come è stata trattata la cognata ed è sinceramente preoccupata per il fratello “anche Take ha sbagliato, non doveva andare”.
“Mia sorella riesce a tirare fuori il peggio delle persone e comunque tuo fratello ha ragione. Sono stufa delle figure di niente che mi fa sempre fare, ma ora vado io a parlarci”.
“Saint Just aspetta qualche giorno, se la prendi di punta ora che è appena successo il fatto rischi di peggiorare le cose; lo sai come è Fukiko”.
“Guarda che in tutta questa storia la persona per cui sono maggiormente preoccupata e dispiaciuta è proprio Fukiko. Credi che mi faccia piacere che mia sorella rimanga spesso antipatica? Credi che sia contenta che ne parlino male, come di una persona prepotente, cattiva, sgarbata, presuntuosa? Quando vivevamo insieme e la vedevo maltrattare i nostri collaboratori domestici o quando la vedo ancora maltrattare le persone in generale io sto male per lei, perché gli altri saranno anche vittime di un comportamento ignorante però sono brave persone, persone nel giusto e questo basta per stare bene. Lei, però, ha un pessimo carattere, coi suoi atteggiamenti si crea progressivamente un vuoto, una brutta fama, e questo mi fa tanto soffrire perché le voglio molto bene”, Rei ricomincia a piangere e si butta fra le braccia di Nanako per avere un po’ di conforto.
“Saint Just non abbatterti”.
«Vorrei tanto cambiasse, e mi sento impotente, ho questo senso di fallimento, di non aver ottemperato alla richiesta di nostra madre di starle dietro, di proteggerla».
“Fukiko è maggiorenne, vaccinata, e pure madre di 3 figli, puoi al massimo provare a darle qualche consiglio, ma non di più; poi col suo carattere non ascolta nessuno perché ha ragione solo lei e dobbiamo fare tutti come dice lei sennò aggredisce”.
“Io mi sento in colpa”.
“Di cosa? Ti ho sempre detto e non mi stancherò mai di ripeterti che tu non hai colpe”.
“Voglio andare da lei”.
“Ma Saint Just…”.
“No, non voglio perdere altro tempo, come va va, ma il ferro va battuto finchè è caldo, non voglio faccia nulla a tuo fratello, non si deve permettere, ma soprattutto non riesco a vedere mia sorella sguazzare nella cattiveria e rimanere sempre più antipatica. Con l’occasione voglio affrontare anche l’argomento del matrimonio di Takashi, si è messa in testa di non voler andarci, facendolo dispiacere”.
Rei infila la porta e monta velocemente in auto per andare da Fukiko.
 
“Sorellina non ti aspettavo, qual buon vento?”
“La mia non è una visita di cortesia”.
“Di che si tratta?”, Fukiko è incuriosita.
“Quando la smetterai Fukiko?”
“La smetterò di fare cosa?”
“Di renderti odiosa”.
“Sei impazzita a rivolgerti così a me? A sproposito? Dico : ti senti bene?”
“Benissimo. Tu piuttosto : sei impazzita ad aver fatto tutte quelle pessime battute a Kaoru? Proprio tu, che hai figli, prendi in giro Kaoru perché non ne ha avuti, rivangando storie di oltre vent’anni fa, rinfacciando a Kaoru di aver cercato di difendere l’amore fra me e Nanako che è una delle cose più belle se non la più bella mi sia capitata”.
“Possibile non stai mai dalla mia parte? Ti sei alleata con quei 2 buzzurri di Henmi e Orihara, senza nessuna solidarietà con la tua famiglia. Brava Rei, complimenti. L’ho sempre detto che questa tua relazione con quella sciroccata di Nanako Misonoo è stata deleteria”.
“Sarei io quella non solidale con la famiglia? Non hai mai cercato di capirmi, non hai mai gioito per me, sempre pronta a criticarmi e a mostrarmi che eri molto più brava di me, quando eravamo studentesse facevi l’amica per tuo tornaconto personale con ragazze che con me erano state sprezzanti, all’università mi rinfacciavi di continuo di aver scelto Lettere e Conservatorio che invece mi hanno dato delle bellissime soddisfazioni personali e professionali anche a livello economico, hai sempre osteggiato la mia fantastica storia di amore con Nanako, non festeggiasti neanche il giorno del nostro ricevimento, mi privasti in quel giorno dei miei nipotini”.
“OOOOOHHHH Rei che noia, hai finito la poesia?”
“E vogliamo parlare delle nozze di Takashi?”
“Rei ho da fare, non ho tempo né per queste chiacchiere da mini pony rosa né tanto meno per andare a Londra a vedere quella sottospecie di matrimonio fra Takashi, che sentimentalmente è uno stordito, con quel russo di bassa estrazione sociale”.
“Ora basta Fukiko. Siamo tutti uguali e quel russo di bassa estrazione sociale - come dici tu – si è costruito da solo una bella carriera partendo dal basso, e ha aiutato la sua numerosa famiglia con tante rinunce, dimostrando lui sì generosità e solidarietà familiare. Come ragioni?”
“Come ragioni tu? Certo, tu e Takashi fate a gara a chi è più stordito”.
“Saremo storditi ma siamo anche tanto felici, cosa che tu non sei con il tuo caratteraccio che ti rende odiosa a tanti. Fukiko lo dico perché ti voglio un’infinità di bene, cambia, ti prego, cambia perché non ce la fo più a vederti restare antipatica a sempre più persone”, Rei è visibilmente affranta.
“Hai finito la poesia? Ho da fare, ho 3 figli da seguire”.
“Fallo per me se mi vuoi davvero bene come dici o almeno per i tuoi figli, i miei adorati nipotini”.
“Ma vi siete messi tutti d’accordo? Tu e quel buzzurro di Henmi? Siccome siete gelosi di me che ho avuto figli, mettete di mezzo le mie creature. ma come osate? Facce toste! Vergogna a mettere in mezzo delle creature per giustificare i vostri comportamenti immorali”, Fukiko strilla alla sorella.
Rei si lascia scappare delle lacrime “Immorale sei tu. Vorrei solo tu fossi fiera davvero di te”.
“E lo sono. A 27 anni ho vinto il concorso per giudice, a neanche 40 anni sono divenuta presidente della sezione famiglia del Tribunale di Yokohama, da anni sono referente per magistrati in tirocinio, docente nelle scuole per la magistratura e l’avvocatura, temuta da avvocati e cancellieri, ho un marito e 3 figli ineguagliabili, amicizie esclusive”.
“E tutte le tue cattiverie per riscattare quel tuo stupido orgoglio? E i tuoi pregiudizi da caccia alle streghe?”.
“Rei non farmi perdere altro tempo. Mi stai tenendo lontana dai miei figli per le tue poesie”.
“Ti prego solo di non fare nulla ad Henmi, è una bravissima persona, che ha voluto solo proteggere Kaoru, trovi sempre il modo di ferire le persone però puoi anche rimediare. Ti prego Fukiko, solo questo”.
“Quell’Henmi è uno smidollato, un pusillanime; anche Takashi a supplicarmi di non denunciarlo…prima viene a oltraggiare un magistrato e poi non vuole assumersi le sue responsabilità mandando voi in avanscoperta”.
“Sai perfettamente che non è venuto da te per criticare il tuo lavoro di magistrato, ma per difendere la sua amatissima moglie; e sai anche che con Kaoru ci raccontiamo tutto e che conosco le battute che le hai fatto al vernissage; Takehiko è pronto ad assumersi le sue responsabilità, ma in questo caso non è giusto denunciarlo e tu lo sai”.
“OOOOH REEEEIIII ho capito, non denuncerò quel codardo solo perché poi mi stresseresti la vita con le tue lagnose poesie, mi fai venire il latte alle ginocchia, ora vai, mi hai fatto perdere altro tempo, vai a tranquillizzare i tuoi amici gosti e ora lasciami in pace”.
“Vedi quando vuoi fai le scelte giuste. Tu sei buona Fukiko perché vuoi apparire il contrario?”
“VAI REI”, Fukiko si gira di scatto e se ne va, i pantaloni in georgette ondeggiano leggiadri.
Rei è felice, non vede l’ora di dirlo a Nanako e Kaoru. Si accende in lei un barlume di speranza. Forse Fukiko si può recuperare ancora. Forse prima o poi riuscirà a tirare fuori il suo lato amabile.
Mentre torna a casa, Rei compra 3 violette e un paio di margherite e si diverte a metterli dentro le forcine che le fermano i capelli ai lati del viso; quando è felice deve comprarsi dei fiori, quei fiori che le ricordano la sua infanzia felice al rione.
Chissà se un domani si vorranno tutti bene, Fukiko e famiglia, Takehiko e Kaoru, lei e Nanako, Takashi e Filimon, come sarebbe bello!
Di una cosa è certa la dolce Rei : se non comprendi come può capitare di essere ultra furibondo con una persona e allo stesso tempo amare infinitamente quella stessa persona, significa che non hai fratelli….

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Capitolo 61
*** La coscienza di Lady Miya ***


Fukiko, già referente per i magistrati in tirocinio, ultimamente è stata nominata referente anche per i laureandi in giurisprudenza che svolgono un periodo di stage propedeutico alla laurea; le piace molto questo incarico a contatto con ragazzi giovani che devono guardarsi intorno per le loro scelte post laurea; si diverte a studiare i loro curricula, a dare loro consigli su quella che reputa la strada più adatta a loro, li assegna a fianco dei vari suoi colleghi che daranno compiti da svolgere e relazioneranno su loro all’università oltre che a Fukiko. Le sembra di tornare ai tempi della Sorority, quando doveva esaminare e scegliere fra le varie candidate, consigliarle per dare il meglio di sé, seguirle negli studi.
C’è una stagista in particolare che rimane simpatica a Fukiko : si tratta di Kin Fukuda, giovane ventiquattrenne a un passo dalla laurea, appassionata dei suoi studi scelti già alle scuole elementari, da cui - ripete sempre - ha ricevuto tanto.
Fukiko si rivede in lei per l’amore e la grande passione per gli studi giuridici; è poi una ragazza molto gentile, graziosa, in sostanza in altri tempi l’avrebbe voluta nella Sorority (a cui ogni tanto pensa con nostalgia specialmente da quando ha questo incarico). L’assegna alla collega della sezione contratti, Amaterasu Tanaka, collega brava da tempo divorziata con due figli, simpatica a Fukiko.
Fukiko, che via via deve controllare come procede il tirocinio formativo, chiama a colloquio gli stagisti e, quando parla con Kin, nota in lei una enorme ammirazione per la sua collega a volte fin troppo palesata.
“Grazie dr.ssa Ichinomiya per avermi assegnata alla dr.ssa Tanaka; è una donna così solare, intelligente, forte, concilia nel migliore dei modi il suo lavoro di giudice con quello di madre single di due figli, mi assegna ricerche di tutti i tipi, mi fa scrivere tanti provvedimenti, persino sentenze su casi articolati, e mi corregge e me le fa riscrivere finché non sono davvero presentabili per la pubblicazione”.
Fukiko all’improvviso si perplime “scusi un attimo sig.na Fukuda; in che senso le fa correggere provvedimenti, sentenze comprese, finché non sono davvero presentabili per la pubblicazione?”; Fukiko si ferma per non rischiare di dire qualcosa di sbagliato contro la collega, ma gli stagisti possono giusto redigere uno scheletro per il provvedimento, ma non certo scriverlo, non sono magistrati in tirocinio…
“Mi fa scrivere ordinanze, decreti, sentenze, mi sembra di essere un vero magistrato. Poi è una madre così brava e presente, sa dr.ssa a volte vado a fare da babysitter ai suoi figli, fo i compiti con loro, la dr.ssa Tanaka deve riposare dopo il lavoro”.
Fukiko sempre più perplessa e determinata a chiedere informazioni alla collega fa un commento su quanto Kin ha appena detto “beh, un lavoro durante l’università fa comodo averlo, per guadagnare già qualcosa”.
“Oh no dr.ssa Ichinomiya, io bado gratuitamente ai piccoli, ma scherza? Per me è un puro piacere, un modo in più per prolungare la vicinanza con Amy, ehm cioè volevo dire con la dr.ssa Tanaka”.
“Amy? Sig.na Fukuda le ricordo che la formalità e la riverenza sono valori fondamentali e imprescindibili in un rapporto professionale; quindi, quando parla della dr.ssa Tanaka la chiami dr.ssa Tanaka; comunque, spero che lei e la dr.ssa Tanaka vi diate del lei, non è così vero?”; Fukiko ricorda perfettamente che nella Sorority lei e le sue strette collaboratrici si facevano dare rigorosamente del ‘lei’ dalle altre componenti.
Fukiko nota un’aria interdetta in Kin che dopo un po’ risponde senza convinzione “sì, certo”.
 
Fukiko decide di indagare sulla questione. Non le piace tutta questa confidenza fra i giudici e gli stagisti, non le piace che agli stagisti vengano assegnati compiti extra rispetto a quelli del programma (come babysitting gratuito) e non le piace soprattutto che i suoi colleghi facciano scrivere i loro provvedimenti agli stagisti, non bastando certo una loro supervisione.
Del resto il suo compito di referente per gli stagisti universitari consiste anche nell’assicurarsi che gli studenti svolgano in modo proficuo il loro stage e che possano trarne utilità il più possibile; utilità che deve consistere anche nell’imparare a stare nel mondo del lavoro, rapportarsi nel modo giusto coi colleghi e i superiori, rispettando i ruoli di tutti e quell’ “Amy” a Fukiko non è proprio piaciuto.
Nei giorni in cui Kin è dalla collega Amaterasu Tanaka, Fukiko trova delle scuse per entrare nella stanza a sorpresa oppure si apposta vicino alla porta.
Ciò che colpisce Fukiko è la vera e propria adorazione che Kin dimostra verso la sua collega. Kin è particolarmente dolce, sorridente e soprattutto premurosa verso la dr.ssa Tanaka. In alcune occasioni Fukiko trova Kin letteralmente sommersa da fascicoli e sorprende la collega a caricarla di altri faldoni.
Un giorno in cui è appostata di soppiatto vicino alla porta nell’orario della pausa pranzo, Fukiko vede Kin e la sua collega chiacchierare come due vecchie amiche; non le piace tutta questa confidenza di cui intuisce la sua collega si sta approfittando per smaltire lavoro arretrato o assegnare casi particolarmente noiosi alla stagista; a Fukiko non piacciono gli approfittamenti né tanto meno che pratiche complesse siano affidate a dei semplici stagisti universitari.
Mentre realizza cosa rimproverare alla collega, la vede usare toni seccati verso la stagista e subito dopo la stagista incupirsi, quasi avere i lucciconi agli occhi.
Fukiko ha un colpo al cuore; il cuore le si stringe nel vero senso della parola perché ha un terribile deja vu, un deja vu che non avrebbe mai voluto rivedere per nessun motivo. Il suo profondo orgoglio congenito le impedisce nel modo più assoluto e categorico di avere sensi di colpa; un senso di colpa rende deboli, vulnerabili, suscettibili e una tigre agguerrita come Fukiko non può cedere neppure di un nanomillimetro. Per queste ragioni Fukiko rimuove psicologicamente tutte le situazioni che possono anche solo lontanamente destabilizzare il suo preziosissimo orgoglio, a cominciare proprio dai sensi di colpa.
Quando più di 25 anni prima Rei aveva avuto quel terribile incidente stradale in cui per miracolo non perse la vita, Fukiko era devastata e attorcigliata dai sensi di colpa verso la sorella. Se disgraziatamente Rei fosse morta, Fukiko si sarebbe ammalata dal dispiacere perché avrebbe convissuto tutta la vita col rimpianto di non aver costruito un rapporto sororale con Rei per il suo maledetto orgoglio, per averla maltrattata senza che lo meritasse, per non aver recuperato nel modo giusto il loro legame : tutto unicamente per causa propria.
Appena Rei si riprese, fra l’altro nel migliore dei modi, Fukiko volle dimenticare tutto. Tuttavia, Fukiko non è certo una smemorata e in fondo al suo cuore ricorda a menadito - come fosse appena successo - quanto Rei la adorava, la contemplasse quasi in ginocchio e quanto invece lei Fukiko la prendeva in giro, la umiliava, le faceva dispetti cattivi e anche pericolosi. Qualsiasi associazione di idee possa capitarle che la riporti a quel periodo, Fukiko la ricaccia violentemente indietro con le lacrime agli occhi e subito comincia a pensare ad altro.
Povera illusa Fukiko. Lei si illudeva di dimenticare tutto pensando ad altro, ricacciando indietro ogni volta i pensieri, ma la coscienza resta sempre lì, sotto la cenere non smette mai di bruciare….
Vedendo come Kin viene trattata dalla sua collega amica Amaterasu, Fukiko deve purtroppo tornare a fare i conti con la sua coscienza e questa volta in maniera molto più diretta. Nel rapporto fra la collega e Kin - non sa perché – ha l’impressione di rivedere molto il rapporto fra lei e la sorella Rei prima dell’incidente stradale di Rei e questa cosa l’attanaglia.
Vi sono tanti indizi : da una parte la smodata ammirazione della ragazza per Amaterasu, la sua prodigalità, l’entusiasmo nel fare ben oltre ciò che deve fare per Amaterasu, dall’altra vede che Amaterasu approfitta a man bassa di lei e della sua prodigalità per avere più tempo libero per sé, e invece di esserle riconoscente la tratta anche male.
Fukiko si sta sentendo male, i sensi di colpa risalgono, e allora per ricacciarli indietro inizia a concentrarsi sul rapporto professionale fra Amaterasu e Kin, a come affrontare l’argomento con la collega. Come al solito fa uno scambio di verità per lavarsi la coscienza. Pensa di dover intervenire per ristabilire correttezza ed equilibrio professionale, per richiamare ai propri doveri la collega, perché i provvedimenti giudiziari siano emessi nel modo giusto e con competenza, per assicurare un tirocinio degno di questo nome alla studentessa stagista, ma in realtà il vero motivo è che non vuole che quella studentessa soffra quanto a suo tempo sua sorella Rei soffrì per causa sua. È come se intervenendo a favore di quella ragazza, rendesse un po’ di giustizia a Rei e si ripulisse la coscienza…
Decide di intromettersi e proporre di pranzare tutte e tre insieme.
Alla trattoria parla del più e del meno con loro e cerca di intuire meglio il loro rapporto.
“Dr.ssa Tanaka è stato molto interessante quel caso di fallimento con socio occulto e con società collegata in un paradiso fiscale”.
“Bene, ho altri casi da sottoporLe e da trattare anche con urgenza, impari però a essere più veloce e ricettiva perché Lei è un po’ lenta”.
“Ha ragione, ma mi piace approfondire, studiare bene le cose”.
“Può riuscire a farlo anche diventando più svelta”.
“Ho delle domande su”.
“Ma non vede che c’è pure la dr.ssa Ichinomiya? Faccia un po’ parlare pure noi, è l’ultima arrivata e vuole avere l’ultima parola”.
Kin si rattrista e a questo punto interviene Fukiko “la sig.na Fukuda voleva solo approfittare della nostra presenza per imparare nuove cose. È una ragazza molto interessata ai suoi studi e questa è una bella dote”.
“C’è già lo stage, ora parliamo un po’ noi, anche perché la signorina qui presente ha il vizio di essere un po’ troppo estroversa e dare un po’ troppi consigli”.
“Dr.ssa, se si riferisce a quando le ho suggerito di iscrivere sua figlia a quel centro multidisciplinare, volevo solo fare un complimento all’intelligenza di sua figlia”.
“Sì ma decido io gli hobbies dei miei figli, e per mia figlia ho scelto danza classica e nuoto”.
“Ma in quel centro sua figlia praticherebbe più sport e coltiverebbe più interessi fino a capire cosa le piace davvero”.
“Le ho appena detto di non immischiarsi; già ha fatto arrabbiare chiamando mia madre ‘nonna’ davanti ai miei figli, mia madre è andata su tutte le furie”.
“Tua madre non si fa chiamare ‘nonna’?” Fukiko si rende conto che ora stanno entrando nel personale.
“Assolutamente no, mia madre si chiama Tomiko e ispirandosi al francese si fa chiamare ‘grand-Tomikò’ e la signorina lo sa; ciononostante l’altro giorno ai miei figli ha detto ‘guardate sta arrivando la nonna’ e ora loro stanno prendendo il vizio di chiamarla ‘nonna’”.
“Ma non ha detto ai tuoi figli di chiamarla ‘nonna’, e poi i bambini lo sanno comunque che con quel legame di parentela è la nonna”.
“Fukiko che c’è? Ce l’hai con me? Mia madre non vuole sentire quella parola, lei è grand-Tomikò, noi diciamo così, punto e basta, e tutti dobbiamo portarle il massimo rispetto evitando di chiamarla ‘nonna’ davanti ai bambini”.
Fukiko vede che Amaterasu un momento esalta Kin e il momento dopo l’atterra anche in maniera pesante per un nonnulla. Kin ora non tocca più cibo e si estrania dalla conversazione.
Fukiko chiede alla collega di vedere i fascicoli di cui si occupa Kin. Quando nelle ore seguenti li esamina si rende conto che sono troppo numerosi e complessi per una stagista, dovrebbero studiarli insieme e non essere affidati in via esclusiva a lei, i provvedimenti poi per essere fatti da una stagista sono fatti molto bene, ma oggettivamente sono stati riguardati poco dalla collega assegnataria e presentano molte lacune e incompletezze. Fukiko poi non accetta tutte quelle confidenze fra giudice tutor e stagista, né tanto meno coinvolgimenti nella vita privata.
Si decide a parlare con la collega e a dirgliene quattro, è rimasta delusa; si illude di agire per motivi strettamente professionali, per ristabilire un ordine e una disciplina, ma in fondo in fondo sa che deve ripulirsi la coscienza e che riscattare Kin significa riscattare Rei e anche se stessa.
Riflette attentamente e mentre va verso l’auto per tornare a casa dalla sua famiglia trova Kin seduta su una panchina che piange.
Fukiko si rattrista immediatamente; le sembra di vedere sua sorella al liceo. Si avvicina per capire di più. “Perché sta piangendo sig.na Fukuda, c’è qualcosa che non è di suo gradimento nello stage?”
“Dr.ssa Ichinomiya, io non capisco. La dr.ssa Tanaka un giorno mi porta alle stelle, poi a un certo punto mi tratta malissimo. Devo conciliare la preparazione degli ultimi esami universitari con tanti provvedimenti da preparare, ogni giorno scade un atto, i fascicoli sono molto belli accattivanti, ma anche complessi, a volte interdisciplinari, dovrei averne meno per preparare le sentenze e le ordinanze correttamente, faccio anche le due del mattino a studiare e la dr.ssa Tanaka dice non è abbastanza; poi a volte bado ai suoi figli, vengo rimproverata per la mia inadeguatezza, perché magari mi sfugge di dire ai figli della dr.ssa ‘andate dalla nonna’ o perché viene preso male quello che per me è un complimento; poi ritorno in tribunale il giorno dopo, vengo elogiata, mi vengono dati nuovi faldoni di arretrati. Io non so che pensare. Voglio molto bene alla dr.ssa Tanaka, è così bella, brava, competente, vorrei essere in futuro come lei, ma ha questi comportamenti ambigui, sembra essere gentile solo se devo sfoltire l’arretrato, e se ho delle incertezze mi tratta male”.
Kin singhiozza. È il pianto di una ragazza molto innamorata che non è ricompensata nei suoi sentimenti. Fukiko ha l’istinto di piangere perché le sembra di rivedere sua sorella Rei quando le era infinitamente affezionata e in cambio veniva maltrattata. Compie un gesto che non è da lei; mentre questa ragazza piange le appoggia le mani su entrambe le spalle.
Fukiko ha le lacrime agli occhi.
Infatti, Kin è comunque una ragazza fortunata, ha una famiglia alle spalle che la segue e con cui va molto d’accordo, non ha mai avuto disgrazie o lutti in famiglia, studia con profitto all’università e ha degli amici. Eppure, per non essere corrisposta nell’amore piange disperata; si è innamorata di una donna molto più grande di lei, da lei molto stimata che approfitta del suo amore per propria comodità in maniera spudorata, che la tratta bene per i propri vantaggi e poi per il resto la maltratta e la umilia.
Come deve essere stato per Rei, che viveva sola, abbandonata a se stessa, con la madre già morta e il padre che la ignorava, come deve essere stato essere sbeffeggiata e bullizzata dalla amatissima sorella?
Fukiko è molto adirata con la collega; Kin le è sempre rimasta molto simpatica, le fa tenerezza e non deve essere trattata così per nessuna ragione. Le piace pensare di essere furiosa per il comportamento per niente professionale della collega, che ha deriso e svalorizzato la figura dei giudici, ma in realtà è furiosa con se stessa per come si è comportata a suo tempo con la propria sorella Rei, per tutte le occasioni perse che non ritorneranno mai più. Non ha saputo sfruttare neppure la ripresa di Rei dopo l’incidente, non ha saputo costruire con Rei quel rapporto che ha saputo ad esempio costruirci Kaoru; eppure hanno convissuto per tanti anni, sarebbe stato semplicissimo. È riuscita a farla piangere nuovamente, perché non accettava le sue scelte, perché pretendeva di averla come ancella, perché con la caduta della Sorority lei Lady Miya aveva perso tutto il suo fascino e allora doveva avere ancora la sorella come fan suddita, e invece Rei aveva osato avere la sua personalità e il suo modo di essere.
L’ha allontanata dalla sua amata fidanzata per un paio di anni, l’ha insultata e aggredita in altre occasioni, è stata per lei motivo di disperazione, e per quanto poi il rapporto si ristabilisse ogni volta però non si sono mai interrotte le incrinature. Fukiko realizza che qualsiasi altra ragazza al posto di Rei l’avrebbe rinnegata e invece Rei, che come dice Nanako è davvero dotata di un’infinita bontà, ha continuato ad adorarla ogni volta. Fukiko realizza pure che ha dato un calcio assurdo alla fortuna, che poteva fare molto ma molto di più, che si è creata delle antipatie al posto di amicizie e simpatie, che ha fatto soffrire moltissimo tante persone a cominciare dalla persona che meno in assoluto lo meritava : Rei. Pensa anche a come ha trattato Nanako, Kaoru, Takashi e da ultimo anche Takehiko Si sente contorcere, vorrebbe sprofondare negli abissi.
Ci voleva questa stagista innamorata a tempo perso di una giudice approfittatrice e un po’ vagabonda per rendersene conto.
Calma la ragazza e le dice con tenerezza “Lei è molto brava sig.na Fukuda a riuscire a conciliare tutte queste cose e a studiare così tanto. Ora è arrivato il momento vada in un’altra sezione, penso dovrebbe piacerle la sezione penale, qualcosa di diverso, un tipo di processo di tutt’altro tipo, nuove esperienze. Ha fatto anche troppo per la sezione contratti. Accetti però un consiglio : non dia mai confidenza, datevi sempre del lei col suo tutor e non mescoli la vita privata col lavoro; nel tempo libero stia con le sue amiche, ha diritto anche lei alla sua serenità e al suo riposo. Senz’altro le farò un’ottima recensione”.
“Grazie dr.ssa Ichinomiya; lei è così buona e disponibile. Ma perché piange?”
Senza accorgersene Fukiko ha iniziato a piangere, un pianto composto, razionale, lacrime che scendono senza gemiti, che noti solo se guardi nel viso la persona.
È commossa dalla frase gentile di Kin : “lei è così buona e disponibile”…Fukiko sente di non meritare quei complimenti, chissà come sarebbe delusa Kin se sapesse come si è davvero comportata con la sorella, con la compagna della sorella, col fratello, che è stata omofoba, che si è sentita dire tante volte – qua sì meritatamente - di essere cattiva.
“Dr.ssa Ichinomiya, tutto bene?” Kin continua a chiedere.
Fukiko era andata un attimo in standby “Oh niente sig.na Fukuda, solo un po’ di allergia a questi alberi, tutto qui. Ora vada a casa, si riposi, non si preoccupi, e domani stesso le farò avere i documenti per il cambio di sezione. Non deve più andare dalla dr.ssa Tanaka. L’aspetto domattina nel mio ufficio alle 8:30”.
“Grazie dr.ssa Ichinomiya”.
“Grazie a lei sig.na Fukuda”.
“Di cosa? Io non ho fatto nulla”.
“Lei invece ha fatto moltissimo, non immagina neppure quanto è stata importante, le auguro davvero ogni bene”; Fukiko guarda con molta dolcezza e malinconia la stagista, si alza e se ne va.
 
Fukiko è demoralizzata. Intanto deve andare a rimproverare la collega e poi deve rimediare – meglio tardi che mai – con tutte le persone che ha fatto soffrire.
Con la collega è particolarmente irruenta, probabilmente perché rivede in lei quegli atteggiamenti odiosi da lei stessa posti in essere in scala molto più elevata, atteggiamenti che voleva dimenticare e che sono tornati crudelmente a galla. I rimproveri che rivolge alla collega sono gli stessi che in cuor suo rivolge a se stessa.
“Perché hai trattato così quella povera ragazza? Lei ti adorava, pendeva dalle tue labbra, era così gentile, e tu come l’hai contraccambiata? Sfruttandola a tutto spiano, chiedendole le prestazioni più assurde che tu non avevi voglia di fare a scapito della giustizia. Ti rendi conto che davi da fare provvedimenti importanti a una studentessa universitaria e tiravi pure via nelle correzioni? Ma non ti vergogni? Cosa c’entrava poi farle fare la baby sitter oltretutto gratuitamente per i tuoi figli? Sei un’approfittatrice, ti si offre una mano e pretendi tutti e 4 gli arti, e hai anche il coraggio di trattare male, perché consideri gli altri i tuoi servi a cominciare da chi con te è particolarmente buono e gentile”.
La dr.ssa Tanaka prova a balbettare qualcosa, impegni coi figli da madre single, la ragazza si prestava molto ad aiutarla però era imbranata, ma Fukiko non smette di rimproverarla fino a lasciarla completamente spiazzata “Non ti assegnerò più stagisti, così ti impegnerai e imparerai che vanno rispettati tutti, anche gli studenti, e imparerai anche che tutti dobbiamo fare la nostra parte specie se si rivestono certi ruoli. Mi hai davvero deluso Amy, le persone non si conoscono mai abbastanza”.
 
Adesso però arriva per Fukiko il momento più complicato. Come detto, i rimproveri fatti alla collega erano in realtà rivolti a se stessa, anzi per sé avrebbe voluto essere molto più severa. Si vergogna infinitamente di sé. Si fa coraggio e senza preavviso, d’istinto, terminata la giornata di lavoro, fa un blitz a casa di Nanako e della sorella Rei all’ora di cena quando è sicura di trovarle.
Apre la porta Nanako che gentilmente le dice “Ciao Fukiko”, potrebbe essere perplessa visto che il suo arrivo non era aspettato; Fukiko pensa ‘com’è diversa da me, io avrei subito rimproverato Nanako se fosse venuta a casa mia senza preavvertirmi, Nanako è davvero una bella persona’.
Fukiko appare palesemente triste e con un fil di voce accompagnato però da una grande convinzione dice a Nanako “Nanako perdonami”, quella parola ‘perdonami’ costa tantissimo a Fukiko, è un’umiliazione e contemporaneamente una liberazione; Fukiko vuole spezzare le catene del suo orgoglio che si è rivelato una maledizione, che le ha impedito di essere felice, di vivere nel modo giusto i rapporti interpersonali, di avere rispetto per le persone, e di essere amata da persone buone e sensibili. Se il tempo perso non si recupera – e già questa è una colpa che Fukiko sa già si porterà sempre dietro - , si può almeno rimediare per il futuro, perché non è mai troppo tardi per capire i propri errori e per essere migliori.
Nanako è stupita per questa frase “perdonami, per cosa?”
“E me lo chiedi? Io mi sono comportata così male con te, quando mia sorella invece è stata molto fortunata a conoscerti, aveva ragione al liceo a definirti il suo angelo custode perché sei veramente un angelo sceso sulla Terra; sappi che non potevo desiderare per lei una compagna migliore”.
“Fukiko come mai hai cambiato idea? Non sei mai stata contenta della nostra relazione”.
“Sai Nanako a volte nella vita ti capitano delle cose che ti aprono gli occhi, magari tardi, e ti rendi conto di quante splendide occasioni hai letteralmente buttato via. C’è Rei?”
“Te la chiamo subito”, mentre Nanako chiama Rei, fa dietrofront all’improvviso verso Fukiko e con un sorriso buono e sincero che commuove Fukiko le dice “Grazie Fukiko, sappi che non sei in ritardo”; Nanako si gira di nuovo e Fukiko si vergogna di sé più che mai.
Nanako in quei brevissimi attimi in cui l’ha annunciata deve aver anticipato a Rei qualcosa, perché appena Rei arriva getta subito le braccia al collo della sorella, e a quel punto l’orgogliosissima Fukiko nel restituire l’abbraccio piange.
Fukiko che è stata la ragazza prima e la donna poi che non deve piangere mai, che non deve versare neppure mezza lacrima, che deve apparire davanti a tutti come un caterpillar inscalfibile, che va avanti senza fermarsi davanti a niente e nessuno, che da niente può essere scomposta neppure di un micromillimetro, Fukiko, sì, proprio questa Fukiko, ora piange a dirotto, con l’unica persona davanti a cui può farlo, con la persona che meglio di tutti la conosce : la sorella Rei.
Il suo è un pianto di disperazione per il pentimento, ma anche di gioia perché per la prima volta in vita sua si sente libera.
Mentre piange, l’amatissima sorella Rei le dice “Io l’ho sempre saputo che sei molto buona, era ora lo dimostrassi”.
“Sorellina tu non meritavi una sorella come me”.
“Perché dici così? Io sono stata fortunata ad averti come sorella, perché mi hai sempre amato infinitamente e te ne sarò sempre grata. Il fatto che ci siamo spesso scontrate non esclude il nostro reciproco e grandissimo amore. Siamo sempre molto fortunati quando delle persone ci amano”.
“Sono stata così cattiva con te”.
“Qualsiasi atteggiamento tu abbia avuto sottintendeva sempre un infinito amore, per quanto sbagliato era comunque fatto a fin di bene e con le migliori intenzioni; come posso portarti rancore? Fukiko tu hai un cuore grande e lo devi dimostrare a tutti”.
Fukiko piange, è felice, si sente libera.
Nanako, da ragazza intelligente qual è, decide di lasciarle sole.
Quella sera inizia una rivoluzione epocale in Fukiko che per completarsi richiede un appuntamento fondamentale, l’appuntamento con la sua antagonista da sempre : Kaoru Orihara.
 
Fukiko chiama la segreteria del reparto in cui lavora Kaoru e fissa un appuntamento con lei. Kaoru non fa caso al nome sulla lista dei pazienti da visitare perché pensa a un’omonimia, quando però l’infermiera le fa entrare in stanza Fukiko, Kaoru non può non trasalire. Vede una Fukiko diversa, cambiata, intuisce subito già dallo sguardo che ha di fronte un’altra persona; si capisce a colpo d’occhio che non è venuta a provocare o a offendere. Kaoru è preoccupata : non avrà mica qualche malattia?
“Ciao Kaoru”, il tono della voce è umile, la voce stessa sembra diversa “hai tanto lavoro e quindi non ti fo perdere tempo, però, un attimo del tuo preziosissimo tempo dovevo rubartelo”.
Kaoru rimane in silenzio, è sconvolta.
“Volevo solo dirti che sono sinceramente dispiaciuta per come ho trattato te e tuo marito, per le cose che vi ho detto, soprattutto a te, proprio a te che tante volte hai cercato di aprirmi gli occhi, di farmi capire quanto stavo sbagliando, di riportarmi sulla retta strada; se solo ti avessi dato ascolto, quante cose belle ci sarebbero state, quante lacrime non sarebbero mai state versate, quante persone avrebbero gioito anziché soffrire, perché questo ho combinato : ho fatto soffrire tante persone inutilmente e soprattutto ingiustamente, ho fatto soffrire persone meravigliose. Mi dispiace tanto Kaoru. Grazie per tutto ciò che hai sempre fatto per Rei, per aver fatto per lei quello che io non mi perdonerò mai di non aver fatto”.
Kaoru è sempre più sconvolta : davvero ha davanti Lady Arpia? Cos’è successo a Lady Arpia? Anche se in senso completamente diverso, ancora una volta è proprio il caso di dire : Lady Arpia colpisce ancora! Sarà l’ultima volta che Kaoru ricorrerà a questo tormentone.
Fukiko si alza sommessamente, mentre Kaoru la guarda sempre più attonita.
“Kaoru sappi che io ho sempre avuto e continuerò sempre ad avere un’ammirazione sconfinata per te. Ciao”.
Mentre Fukiko si sta girando per uscire dalla stanza, Kaoru le dice con un sorriso dolcissimo “Fukiko sono felice tu ti sia resa conto dei tuoi sbagli; non pensiamo più al passato, concentriamoci sul futuro”.
Si guardano con serenità. Non aggiungono altro a ciò che hanno già detto, non ce ne è bisogno.
 
C’è però subito un’occasione in cui Fukiko già Lady Miya potrà dare prova del suo cambiamento : il matrimonio di Takashi con Filimon a Londra, dove ormai i futuri sposi abitano per la grande maggior parte dell’anno.
Il giorno del matrimonio è davvero un giorno di straripante gioia per tutti; se Fukiko aveva snobbato il ricevimento della sorella Rei e Nanako facendo giusto poco più di una ‘visita del dottore’, al matrimonio di Takashi si presenta col marito e i 3 figli, e convince il vecchio padre a montare a 95 anni suonati su un aereo per Londra per partecipare a un matrimonio a cui è contrarissimo.
Takashi è molto felice per la presenza del padre e della sorella Fukiko, in cui non avrebbe mai sperato, gli sembra un’enorme conquista. Sta formalizzando il suo amore con Filimon, il russo tenebroso all’apparenza ma dal cuore grande, e sta festeggiando questo momento con i parenti e gli amici più cari, proprio tutti i parenti e gli amici più cari.
Rei è orgogliosa della sorella, del suo cambiamento, del fatto che finalmente mostra a tutti la sua vera personalità : una personalità buona e altruista.
Al ricevimento – incredibile ma vero – Kaoru e Fukiko si salutano cordialmente e parlano del più e del meno, questa volta con gentilezza, come due vecchie conoscenti.
È una giornata – tanto per parlare in stile Takehiko – di perfetta armonia ed equilibrio; un vero matrimonio, dove tutti, ospiti compresi, sono allegri e beati a cominciare dagli sposi.
Ma dopo gli sposi la persona più felice è Fukiko, che gode al massimo del suo nuovo modo di essere e della sua libertà, perché non esiste felicità senza libertà….

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Capitolo 62
*** Tempo italiano ***


Ai giapponesi piace molto l’Italia e quindi perché non mandare le nostre amiche in Italia? Se fossero esistite, sarebbe senz’altro piaciuta anche a loro.
 
La primavera è ormai iniziata e il clima comincia a essere più mite.
Takehiko e Kaoru sono appena tornati da un periodo di un paio di mesi nelle zone povere dell’entroterra indiano dove con amore e premura si sono occupati di famiglie molto disagiate e con problemi importanti di salute. Kaoru si è impegnata nelle prestazioni medico-chirurgiche e vaccinazioni, ha fornito ottime istruzioni a ospedali e medici locali, mentre Takehiko ha controllato la costruzione di scuole, ha dato a sua volta istruzioni ai docenti, con funzioni di fac totum ha aiutato il gruppo di medici e infermieri in cui si trovava la moglie. Anche questa volta, come già in Africa e nel nordest del Brasile, si è trattato di un’esperienza molto intensa per entrambi; hanno empaticamente sofferto per le tante troppe persone di cui si sono occupati, ma nello stesso tempo sono stati molto felici di aver comunque contribuito a un loro maggior benessere.
È metà marzo e ritornano più scattanti che mai. Kaoru dei miracoli, oltre a essere primario di chirurgia generale, è divenuta nel frattempo pure comprimario a ginecologia, in quanto referente per la parte chirurgica patologica e per i cesarei più complessi e rischiosi.
Dal canto loro Nanako e Rei stanno finendo rispettivamente l’anno scolastico e l’anno accademico e si preparano a quello che arriverà fra una quindicina di giorni.
Da quest’anno anche Kaoru sarà coinvolta dall’università in quanto, date le sue competenze, le hanno dato delle docenze alla scuola di specializzazione in chirurgia per quanto riguarda gli interventi sul sistema digerente e alla scuola di specializzazione in ginecologia per la parte chirurgica.
Tutto è molto promettente.
In questo quadro professionalmente così felice Rei, ormai da più di dieci anni docente di ruolo di letteratura giapponese moderna e contemporanea a Tokyo, riceve un’offerta fantastica. Rei non insegna puramente e semplicemente la letteratura, ma deve a volte coordinarla con gli indirizzi artistici e/o musicali dello stesso periodo o con indirizzi letterari, artistici e/o musicali coevi di altri paesi.
A Rei chiedono di recarsi fra Roma e Firenze per un breve dottorato sull’arte italiana, da fine marzo fino a luglio. Per Rei è un’occasione unica a cui non vuole rinunciare, avendo sempre amato l’arte, ma…come fa con sa cherie la poupee vivant? Da quando si rimisero insieme ormai 22 anni prima, non sono mai state distanti tutto questo tempo e data la loro simbiosi vorrebbero trovare il modo di vivere insieme quest’esperienza.
Ricordano ancora con grande affetto ed esuberanza la loro esperienza europea di 20 anni prima, quando per oltre un anno e mezzo vissero fra Parigi e Londra; fu un periodo di formazione davvero importante che è rimasto sempre nel loro cuore.
E quindi…Nanako, vicepreside, docente di giapponese antico, istitutrice nonché direttrice nell’educandato annesso alla scuola, ottiene un congedo fino a luglio e in più ha l’incarico di affiancare Rei negli studi di arte su cui poi farà dei seminari al rientro a scuola coordinandosi coi colleghi di storia dell’arte.
 
“Deve essere un’esperienza magnifica, dove si unisce l’utile al dilettevole e dove non ti sembra neppure di lavorare” commenta Kaoru “io in Italia sono stata due volte di sfuggita per dei convegni medici, a Milano e a Verona, ma appena arrivata dovevo partecipare al convegno e quindi ripartire di corsa, in altre parole non ho visto nulla, e pensare che almeno a Verona avrei voluto vedere la casa di Giulietta, invece…”.
“Amore mio più grande del mondo, consolati che tu vivi con me un’appassionante e felice storia d’amore e non hai bisogno di rattristarti coi drammi d’amore shakespeariani” prova a dire Takehiko.
“Per fortuna; però vorrei tanto vedere dei monumenti, dei musei, avere un po’ di tempo per distrarmi”.
“Potresti vedere di trovarlo verso giugno. Prenderò parte a nuovi scavi archeologici per una ventina di giorni non so dove e potresti raggiungermi per qualche giorno”.
“Vedrò se possibile. Intanto da voi due voglio un resoconto dettagliato” dice scherzosa alle amiche “mandateci le foto mi raccomando giorno per giorno; con whatsapp non ci sono scuse”.
“Non mancheremo!” rispondono Rei e Nanako.
Hanno cenato tutti insieme prima della partenza delle sposine del nostro cuore.
 
Per Nanako e Rei è un tuffo nel passato, si sentono all’improvviso più giovani di 20 anni.
Mentre salgono sull’aereo indirizzate verso l’Italia, ripensano a quando venti anni esatti prima erano partite per Parigi e ora anche se per un periodo molto più breve tornano a studiare in Europa.
“E’ come un ritorno al passato, come rinnovare il nostro amore, io sono la tua assistente” dice Nanako.
“No, Nanako, tu non sei una semplice assistente, tu sei la mia musa”.
C’è solo una differenza rispetto alla volta precedente : cherie poupee è rimasta a casa a Tokyo in dolce compagnia di tutte le altre bambole!
 
Prima tappa : Roma la città eterna di cui le sposine del nostro cuore, soprattutto Rei, si innamorano subito.
Le ragazze hanno preso in affitto un bilocale alle soglie della città, in un bel quartiere moderno ed elegante al tempo stesso; vengono immediatamente impressionate dal fatto che la città è un vero e proprio museo a cielo aperto, dovunque passeggino, dovunque si muovano trovano qualcosa da ammirare, una chiesa, un monumento, una rovina archeologica, elementi questi ultimi che danno l’impressione dell’eternità della città; “quanto piacerebbe a Takehiko questa città” pensa fra sé e sé Nanako.
Per loro c’è un piacevolissimo benvenuto. Arrivano a Roma a fine marzo nel periodo della fioritura dei ciliegi, un momento molto caratteristico in Giappone, quando le persone si recano nei parchi a contemplare e a godere della bellezza dei ciliegi in fiore – hanami - . Proprio al parco centrale del lago nel quartiere dell’Eur di Roma si celebra l’hanami.
Le ragazze sono impressionate dalla grande quantità di ciliegi che 60 anni esatti prima vi erano stati piantati dopo essere stati donati alla città dal primo ministro giapponese di allora. Non possono non camminare lungo la Passeggiata del Giappone all’interno del parco, dove notano soddisfatte che anche tanti romani, come i giapponesi, fanno i picnic sotto i ciliegi, ne contemplano la fioritura, addirittura indossano il kimono.
Si sentono, quindi, subito a casa in un periodo ameno e folcloristico per il Giappone, che vedono con entusiasmo essere apprezzato parecchio a Roma. Non possono non affezionarsi alla città.
Ciò che colpisce le ragazze è anche il traffico intenso, la difficoltà di trovare posteggio per l’auto, i mezzi pubblici spesso in ritardo e sovraffollati; imparano quindi a uscire in largo anticipo per essere sicure di essere puntuali, perché pure a Tokyo i mezzi pubblici sono spesso sovraffollati ma la puntualità regna sovrana.
Le ragazze adorano l’aria di serenità e tranquillità che emana la città, amplificata dalla stagione mite in corso; una primavera appena iniziata di fine marzo resa particolarmente soave da quella brezza marina proveniente dal vicino mare.
Come aveva previsto Kaoru, il lavoro è talmente appassionante che si divertono e non si rendono conto che stanno lavorando.
Nanako e Rei hanno sempre avuto un grande interesse per la storia dell’arte, mostre e musei, ma purtroppo essendo super impegnate col lavoro e avendo un tempo libero molto ridotto, si dedicano assai poco a questo loro interesse; il fatto di dover dedicarsi a questa loro passione per lavoro a 360° non solo fa recuperare il tempo perso, ma dà loro l’impressione di vivere un’eterna vacanza perché fanno tutto il giorno quello che fino ad allora non trovavano quasi mai il tempo di fare! Sono lì per lavoro eppure vivono davvero delle vacanze romane.
Ma la magia del momento è data anche dal fatto che per la prima volta in vita loro lavorano insieme. A scuola e all’università erano infatti in classi diverse, a Parigi e a Londra avevano incarichi diversi. Qua in Italia invece devono stare necessariamente insieme, tutto il giorno, per la prima volta hanno un rapporto professionale!
Una sera tornano felici a casa dopo aver visitato la Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea e il Macro di arte contemporanea.
“Nanako, per la prima volta facciamo proprio tutto insieme”.
“Vorrei che questo tempo non finisse mai, che fosse eterno come le rovine archeologiche di questa città. Saint Just, ti ricordi l’altro giorno quando contemplavamo l’estasi di S. Teresa d’Avila per gli approfondimenti sullo stile barocco?”
“Come dimenticare un’opera così imponente? Con quei marmi cangianti, i raggi dorati e quella rappresentazione così reale, sembrava di vedere delle persone vere”.
“Come la santa sta per essere trafitta dalla freccia dell’angelo e dai raggi dorati che rappresentano l’amore di Dio, così il mio cuore è stato trafitto dalla freccia e dai raggi dell’amore per te, che sei la mia dea”.
“No Nanako, come la santa è trafitta dall’amore di Dio tu sei trafitta dal mio amore per te; mentre il tuo amore verso di me è me che trafigge e mi illumina quasi fino ad accecarmi come quei raggi. Sei il mio sole, la mia luce, ma cherie la poupee, mi hai colpito, ci siamo colpite e trafitte”.
Le ragazze si abbracciano, mentre Rei ripete fra un abbraccio e un bacio “ma cherie la poupee mi hai colpito, ma jolie poupee mi hai colpito” (la prima volta lo disse quando si prese un ceffone da Nanako al liceo per aver ignorato la richiesta di aiuto di Kaoru; Kaoru si era sentita male fino ad andare in ospedale e Rei, dopo averlo saputo da Nanako, continuava la sua lezione di recitazione).
Nanako commenta ridendo “Anche noi abbiamo avuto come la santa una transverberazione da un amore divino o almeno per me è così, mia dea!”
“Ma cherie déesse mi hai colpito”. Mentre stanno super abbracciate Rei prosegue “Per me queste sono state vacanze romane, perché abbiamo dovuto fare per lavoro quello che purtroppo non facciamo mai per mancanza di tempo libero. È stato troppo bello fare tutto con te per 24 ore. Mi dispiace lasciare già questa città, che siano volati questi due mesi. Sai che facciamo domani? Dopo aver rivisitato i musei vaticani, ce ne andiamo tutto il resto del giorno a girare per la città, per negozi, per strade, parchi, niente di lavorativo, solo turismo, a mente libera. Ci stiamo talmente divertendo con questo dottorato che abbiamo trascorso persino il sabato e la domenica fra musei e monumenti e a scrivere relazioni, un giorno di stacco ce lo possiamo permettere”.
Nanako abbraccia ancora di più la sua dea. Entrambe avvertono di essere in estasi come nella raffigurazione nella statua di S. Teresa, soavemente trafitte al cuore dalla freccia e dai raggi ultrapotenti dell’amore dell’una per l’altra, accecate dalla reciproca bellezza, realizzano di aver sperimentato quella stessa esperienza mistica attraverso l’immenso e divino amore provato dall’una per l’altra.
E il loro soggiorno romano si conclude in maniera incantevole. Intanto non può mancare un rito propiziatorio alla fontana di Trevi dove come due giovanette briose lanciano una monetina all’indietro. Camminano leggiadre per la città, vestite di tenui colori tardo primaverili, svolazzanti, Nanako ha anche un cappello in testa che le dona particolarmente, mentre Rei ha legato i capelli con un fiocco sulla nuca. Si attardano in piazza Navona, si divertono a curiosare al mercato di Campo de’ Fiori, e finiscono per sedersi sulla scalinata di Trinità dei Monti. Sono affascinate dallo spettacolo della piazza in cima a quella scalinata, si sentono in una dimensione senza tempo, letteralmente incantate. Mentre sono estasiate Nanako riceve una telefonata inaspettata da Takehiko!
“Take? Si mette a fare le chiamate intercontinentali, ma è pazzo? Pronto Take”.
“Ciao Nanako siamo vicini!”
“Perché?”
“Mi hanno fatto scegliere dove andare per i nuovi scavi archeologici e pensando a voi mi è venuta voglia di venire in Italia, quindi sono a Napoli!”
“A Napoli? Take è meraviglioso! Quanto ti trattieni? E Kaoru?”
Takehiko si sarebbe trattenuto giusto una ventina di giorni alternando degli approfondimenti all’Università Orientale di Napoli e delle ricognizioni sugli scavi di Ercolano e Pompei; sorpresa delle sorprese Kaoru era riuscita a farsi concedere una settimana di ferie e come già altre volte avrebbe raggiunto Takehiko.
Avevano deciso : Nanako e Rei sarebbero scese a Napoli nel finesettimana in cui ci sarebbe stata anche Kaoru.
Nanako abbraccia con passione Rei.
Era già successo durante il soggiorno europeo. Mentre era a Londra, arrivò anche Takehiko e subito dopo Kaoru che all’epoca si stava per abilitare alla professione medica. E ora che lei e la sua amata anzi amorata Saint Just sono di nuovo in Europa dopo un po’ vengono raggiunte da suo fratello e sua cognata; è come se dovessero sempre riunirsi e condividere tutto.
Sarà l’occasione per vedere un’altra favolosa città italiana.
 
Il soggiorno a Firenze inizia a giugno e in modo ben promettente. Le ragazze hanno preso in affitto in pieno centro un bilocale, all’ultimo piano di un vecchio stabile le cui finestre sul retro danno sul Lungarno. Firenze è una città molto più piccola di Roma e se Rei deve - in senso buono - abituarsi a quelle dimensioni più familiari, Nanako si ambienta subito. La posizione è strategica perché da lì raggiungono bene tutti i musei e i monumenti della città da studiare.
Non sentono per niente la fatica di salire le ripide scale del condominio perché sono felici e divertite ogni giorno.
Poco dopo il loro arrivo scendono a Napoli nel finesettimana in cui c’è anche Kaoru, già lì da un paio di giorni e in procinto di ripartire il martedì seguente.
Trascorrono un finesettimana divertente fra gli scavi di Pompei illustrati con orgoglio ma anche con passione e maestria da Takehiko e il giro panoramico per la città.
Takehiko scatta continuamente foto a tutti i monumenti da cui le ragazze sono a loro volta rapite. Su loro che provengono da Yokohama, città affacciata sul mare, ha molta presa una città a sua volta collocata sul mare come Napoli.
Rei e Nanako non possono non approfittare di visite a un paio di musei e a qualche chiesa anche per trarre qualche spunto o collegamento per il loro dottorato.
Le giornate lunghe della tarda primavera, il clima marino favoriscono la visita della città.
Rei rimane colpita dai quartieri spagnoli, particolarmente eclettici, che mescolano una assai ricca componente artistica alla popolarità e vivacità del posto, dove l’allegria di alcune strade si alterna a vicoli bui e tetri, dove si vedono realtà socialmente difficili che lei ha conosciuto bene nel rione dove ha vissuto la sua infanzia felice.
Prima di ripartire per Firenze la domenica i quattro fanno un salto a Cuma nell’antro della Sibilla. Il nome stesso per loro ha un’etimologia romantica, una dolce coincidenza : cuma in greco antico significa ‘onda’ e Rei e Nanako pensano subito all’onda cullante dell’amore. Percorrono la via sacra che conduceva ai principali templi e poi visitano l’antro della Sibilla, dove, dopo le sempre piacevoli spiegazioni di Takehiko, irrompe Kaoru!
“Ragazzi a proposito di divinazioni, avete pensato a come è strano?”
“Cosa è strano?” Nanako ha l’aria incuriosita.
“Pensateci. Sembravamo tutti destinati a stare lontani. Io dopo il liceo mi trasferii nel profondo nord dove con Take siamo rimasti per 12 lunghi anni. Nanako ci ha raggiunti giusto per 4 anni mentre Rei restava a Yokohama; poi Nanako e Rei sono andate in Europa, ancora più lontane, e non sapevano cosa avrebbero fatto e soprattutto dove sarebbero andate al loro ritorno in Giappone. Io e Take sempre nel profondo nord”.
“Dottor Kaoru vieni al dunque!” esordisce Rei.
“Venendo al dunque, intanto già durante la vostra prima esperienza europea a sorpresa il caso volle che Take venisse a Londra per un periodo mentre c’eravate anche voi”.
“Già! Prendemmo anche il treno Londra Parigi, come fu divertente quel giorno” dice con una punta di nostalgia Nanako.
“Poi nel 2005 io e Take siamo andati a Tokyo in via definitiva – chi l’avrebbe mai detto – , comunque vicino a Yokohama dove eravate tornate a stare voi, e dopo 3 anni - con tutte le buone università e scuole giapponesi che ci sono – anche voi siete venute proprio a Tokyo. Ci siamo involontariamente riavvicinati perché non l’abbiamo certo deciso noi di lavorare tutti a Tokyo, il caso ci ha fatto trovare i lavori migliori a Tokyo. E ora, mentre siete in Italia, Take ha l’occasione di uno scavo in Italia!”
“Ma Kaoru sono stato io a chiedere l’assegnazione dell’Italia, ispirato da loro due”.
“Ma solo dopo che per caso i tuoi superiori avevano già deciso di assegnarti dei nuovi scavi internazionali”.
“Ma dove vuoi arrivare?”
“Ma Take proprio tu che fai sempre l’escatologo non ci arrivi da solo? È come se dovessimo sempre riunirci, sempre condividere la nostra vita, stare sempre vicini. Io ho parlato in senso ironico di ‘caso’ perché secondo me è più una forza esterna che ha deciso stessimo uniti, come se certe cose come la nostra vicinanza dovessero necessariamente accadere. È come fossimo destinati a stare insieme”, Kaoru ride ed entra esuberante nell’antro della Sibilla. Nanako è perplessa : Kaoru ha perfettamente ragione, nessuno ci aveva mai pensato prima, eppure è vero, è come se dei fili invisibili li portassero tutti e 4 a stare sempre vicini, come se avesse un senso e uno scopo la loro vicinanza. Queste considerazioni spiritose di Kaoru le hanno fatto impressione, vuole rifletterci, e se ci fosse un percorso che si deve fare necessariamente? Cosa avrebbe detto la Sibilla Cumana?
“Che fai Nanako vuoi diventare una statua? O hai visto la Sibilla?” ride Kaoru.
“L’ho già vista alla cappella Sistina, ah ah ah”.
Hanno passato un bel finesettimana, in una città piena di fascino, mistero, arte, dramma e allegria, piena di contraddizioni e proprio per questo attraente.
 
Nanako si affeziona molto a Firenze, le piace molto camminare per le strade medievali, affacciarsi alla finestra dell’appartamento preso in affitto e contemplare il panorama di tutta la città, scoprire i luoghi meno turistici al di là dell’Arno.
Le ragazze fanno un vero e proprio tuffo nel Rinascimento, rapite dalle opere degli Uffizi e dell’Accademia, ma anche da luoghi più tranquilli ma altrettanto belli. Danno un’occhiata anche ad altre interessanti città toscane, come Siena, Pisa e Lucca.
Loro che amano i tramonti un pomeriggio di un giorno di luglio non caldo per essere da poco piovuto vanno a piedi vero il Piazzale Michelangelo e quindi alla chiesa di San Miniato, da dove vedono tutta la città nel rosso infuocato del tramonto da cui sono rapite.
Tornando a casa percorrono delle strade interne fino al Lungarno vicino al Ponte Vecchio e rientrano verso casa. Appena rientrate, Nanako si affaccia in trance estatica sull’Arno. C’è un leggero vento, a luglio c’è luce fino alle nove e mezza abbondanti, complice l’ora legale che non c’è in Giappone. L’Arno sembra d’argento. Nanako vorrebbe stare in eterno a contemplare quella pace e tranquillità. Alle sue spalle arriva Rei, che le cinge le spalle e le appoggia il viso sulla testa.
“Com’è bello questo punto; di fronte a noi sull’altra sponda del fiume si vede la Chiesa romanica del Cestello che guarda quasi sulla nostra sponda la Chiesa di Ognissanti vicina al vecchio ospedale abbandonato; la tranquillità della parte meno turistica più autentica e sobria della città di là dall’Arno guarda quella più turistica, vivace e pomposa di qua d’Arno, quasi due facce speculari, un incontro fra gli opposti. È molto magnetico”, commenta Rei.
“Ci sono arrivata Rei; ho ripensato a cosa diceva Kaoru quando eravamo a Napoli. Penso al fatto che conobbi per caso Takehiko senza sapere che era mio fratello e chissà perché gli chiesi di restare in contatto. In fondo che motivo avevo di chiederglielo? Era un professore come gli altri, anzi lui ci aveva insegnato per un periodo molto più breve, giusto per la preparazione ai test di ingresso al liceo. Poi per caso mi sono trovata a scuola con Kaoru, la sua ex ragazza, addirittura in classe insieme. Poi dalla mia corrispondenza con Takehiko è sortita la saga sulla mia presenza alla Sorority e la mia amicizia con te quando ti trovai sotto l’olmo”.
“Sfociata poi in amore” precisa Rei.
“Il mio stesso sesto senso ha operato la notte del tuo incidente, quando sognai Kaoru e Takehiko insieme senza sapere che erano stati fidanzati, il vestito che indossasti il giorno dell’incidente, e poi la fragranza di alcool il giorno che Kaoru partì per Sapporo, questi sesti sensi sono dettati dal nostro legame indissolubile, che ci fa percepire le nostre situazioni senza bisogno di comunicarcele. Quindi, alla luce di quel che ha detto Kaoru…Io credo che non esiste né il caso né la coincidenza; noi ogni giorno camminiamo verso luoghi e persone che ci aspettano da sempre. Ecco perché ci ritroviamo sempre con mio fratello e Kaoru. Ecco perché anche con te alla fine siamo sempre state unite, a parte quel distacco drammatico di due anni”.
Rei dà un bacio alla sua bambola Nanako “E saremo sempre unite, perché siamo l’una parte integrante dell’altra. Che bellissima riflessione hai fatto. Ci siamo sempre aspettate, è vero, mia amorata. È come se fossimo due metà che aspettavano di ricongiungersi. Sai cosa ho pensato?”
“Cosa?”
“Questo periodo è passato troppo velocemente, e il fatto stia finendo mi riempie di malinconia, perché non mi basti mai, invece ora torneremo a lavorare separatamente, però … pensavo … e se proponessi al mio dipartimento di darci ogni tanto degli incarichi comuni o di approfondimento artistico o musicale? Potrebbe essere l’inizio di una collaborazione, e ripeteremmo esperienze simili a questa. Saremmo veramente sempre insieme”.
“Sarebbe fantastico. Sì, proponilo al tuo dipartimento. Ti amo da morire”.
“E io ti amoro da morire”.
Le sposine ridono e rimangono abbracciate alla finestra a contemplare l’Arno d’argento consapevoli più che mai di essere unite indissolubilmente….contemplano l’Arno su cui si specchiano le stelle anch’esse fulgide di un argento brillante…argento brillante come importanti traguardi….

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Capitolo 63
*** Traguardi argentati ***


Le sposine verso il 20 luglio terminano il loro incarico, ma si trattengono ancora un po’ in Italia per vedere Milano, Torino e la Sicilia, quindi ripartono per il Giappone, dove le aspetta un appuntamento imperdibile : le nozze d’argento di Kaoru e Takehiko.
Kaoru si chiede come questi 25 anni di matrimonio siano potuti volare fino a questo punto. Riguarda le foto del suo matrimonio celebrato il 7 agosto 1994.
Ci si aspetterebbe una coppia un po’ attempata dopo 25 anni di matrimonio, e invece soprattutto la moglie è giovane; a ciò si aggiunga che entrambi gli sposi dimostrano molto meno della loro età.
Lei e Takehiko erano giovanissimi quando si sposarono, 20 anni lei e 26 lui, erano stati molto criticati per la loro scelta di sposarsi così giovani, tanti si aspettavano che di lì a poco si sarebbero lasciati e invece dopo 25 lunghi ma anche veloci anni sono ancora insieme uniti, solidali e innamorati come quando si conobbero da adolescenti; hanno fatto una carriera splendida, Kaoru – anzi Kaoru dei miracoli - è troppo felice per il suo lavoro che ogni giorno le dà sempre più soddisfazioni e ora è stato coronato da una bella docenza universitaria; tanti avevano malignato che poteva dire addio a qualsiasi anelito carrieristico, che sarebbe stata sempre l’ancella del marito, e invece….è portata sul palmo delle mani da colleghi, infermieri, pazienti, chiamata per consulti, convegni e interventi in tutto il Giappone e all’estero, primaria in due reparti, non può desiderare una carriera migliore : no, non può; a 45 anni è veramente al top. Ma…non sono i soldi e il prestigio a dare soddisfazione a Kaoru, no; Kaoru è rimasta la ragazza sportiva e semplice come a 16 anni, sempre in jeans e felpa; è felicissima della sua carriera e della donna che è diventata per le vite salvate, per gli aiuti dati nei paesi in difficoltà dove si reca con Takehiko e ha curato, medicato e operato persone povere che non hanno da mangiare e di che vestirsi, è felice per tutti i tumori rimossi senza rischi di recidive, per le malattie importanti risolte, o anche solo per avere regalato qualche anno di vita in più a delle persone, e per la gioia e la serenità data alle famiglie dei suoi pazienti.
Non ha avuto figli, ma da tempo non ci pensa più perché grazie anche alle osservazioni delle sue amiche ha capito che li aveva sì desiderati moltissimo, ma non erano proprio la sua priorità assoluta, ed è consapevole di aver raggiunto l’apice della felicità.
In altre parole sa di non doversi lamentare per nessun motivo, perché più di quello che ha avuto non può desiderare, non riesce a immaginare una felicità più grande; Kaoru ha avuto un dono molto importante : il dono di dare e darsi con tutta se stessa, spontaneamente, naturalmente, generosamente, senza secondi fini, senza pretendere corrispettivi, per pura vocazione…come dice Sofocle ‘l’opera umana più bella è essere utile al prossimo’ e Kaoru incarna perfettamente questa dichiarazione.
Kaoru sa anche di aver avuto la fortuna di avere sempre accanto il suo promoter Takehiko, l’inestimabile fortuna che il suo primo ragazzo dei 15 anni è ancora oggi suo marito, una fortuna di questi tempi più unica che rara, l’uno il sostegno dell’altra, il suo amore per sempre.
Queste nozze d’argento vanno assolutamente festeggiate, non sarà quella super mega festa che fecero per il matrimonio, ma la festa ci vuole.
Kaoru per il matrimonio si era affidata a sua madre, alla madre di Nanako e a Takashi. Questa volta lei e Takehiko si organizzano da sé.
Intanto, siccome il 7 agosto casca di mercoledì i festeggiamenti saranno domenica 11 agosto e si svolgeranno nel parco della casa in campagna vicino a Tokyo che Kaoru e Takehiko hanno acquistato coi loro risparmi, per scappare dallo stress della città, per evitare il caldo estivo, per un incontro alternativo con gli amici.
La festa durerà una giornata intera, mangeranno in piedi con una cinquantina di invitati : colleghi, superiori, gli amici più cari, ci saranno le onnipresenti Rei e Nanako, vecchi compagni di scuola e di università, arriveranno da Londra Takashi con Filimon, dal Canada arriverà Goro, il fratello di Kaoru, con la moglie e i 3 figli, ci sarà Ninsei l’altro fratello di Kaoru, i parenti più stretti, Mariko, Tomoko si connetterà dall’Australia on line.
“Take mi sento emozionata quasi come quando mi sposai”.
“Hai ragione. Non dobbiamo dare tutto per scontato, perché per tante coppie non è così, i nostri coetanei sono spesso divorziati specialmente chi ha avuto figli, e comunque sono poche le coppie come la nostra che durano da tutto questo tempo. Per non parlare delle coppie che si formano per ripieno, per comodità, per non invecchiare soli, senza amore, al massimo affetto amicale. Siamo dei privilegiati”.
“Stasera dormiamo in camere separate come il giorno prima del matrimonio; inoltre, il mio vestito deve essere una sorpresa”.
“Tu che fai la scaramantica? Voglio vederlo ora”.
Kaoru con aria dispettosa scappa a rinchiudersi nella camera degli ospiti “No, scordatelo, buonanotte!”
“Dai Kaoru! Non fare la ragazzina”.
Kaoru si riaffaccia spiritosa dalla camera, fa una linguaccia a Takehiko e richiude la porta!
 
La mattina presto Kaoru si sveglia e termina gli addobbi con l’aiuto di Takehiko. Su suggerimento di Rei ha messo dei fiori dai colori sgargianti e accesi ovunque, della frutta imbalsamata, motivi argentati; ci ha pensato proprio lei che non ha mai guardato all’arredamento.
Se Takehiko ha deciso di stare casual, jeans e maglietta stile polo, Kaoru lo sorprende. Takehiko, che per i vestiti è sempre stato più formale della moglie, si aspettava di vedere arrivare Kaoru con dei pantaloni anche belli ma sportivi, e invece….
Kaoru appare all’improvviso come una ninfa. Ha un vestito con la gonna e le maniche svolazzanti cangiante che a seconda della rifrazione della luce appare ora color ametista ora color glicine ma con dei riflessi ottici argentati. È un colore che aveva studiato parecchio e che è in perfetto pendant con tutto il suo look, è un vestito semplice ma anche per questo molto bello al tempo stesso, le scarpe sono ballerine argentate, gli orecchini e la collana sono d’argento con incastonate pietre color lilla, e i capelli riccioluti sono fermati da un cerchietto del colore dei capelli. Il viso è acqua e sapone a parte un rossetto color malva. È tutto pendant e soprattutto pendant con i loro festeggiamenti attraverso i motivi d’argento.
È bellissima, sembra che per lei il tempo si sia fermato, dimostra almeno 10 anni meno; dal suo sguardo traspare la sua bontà e purezza d’animo.
“Beh” dice sbalordito Takehiko “non ci resta che aspettare i nostri ospiti”.
“Non vedo l’ora arrivino i miei nipotini ci vediamo solo quelle due volte l’anno, una quando andiamo noi in Canada e l’altra quando loro vengono a trovarci in Giappone, e in questi giorni voglio vederli il più possibile”.
Detto fatto comincia a suonare il campanello, e arrivano i primi ospiti, alcuni portano dei fiori, alcuni un pensierino argentato.
La luce del giorno, i motivi argentati creano un effetto prismatico particolare.
Kaoru è particolarmente raggiante appena arrivano i suoi 3 nipotini, due gemelli maschi  di 6 anni e una bambina di 4, che è la sua passione; le dispiace non poterseli godere come se abitassero vicino e le videochiamate non sono certo la stessa cosa. L’altro fratello è rimasto almeno per ora a Yokohama ma ha sempre detto di avere la vocazione del single, quindi Kaoru non si aspetta nipotini da lui.
Kaoru distribuisce confetti color argento ripieni di cioccolata fondente, ninnoli argentati, dispendia sorrisi e gentilezze.
“Ragazze sono riuscita a prendere il collegamento con Tomoko, venite venite” strilla Mariko.
“SIIII’” arrivano di corsa Kaoru, Nanako, Rei e un paio di vecchie compagne di scuola del Seiran.
“Tomoko come stai? Ci manchi tu e soprattutto i tuoi manicaretti” gridano vezzose le ragazze.
Tomoko, che è appena diventata dirigente per i disturbi alimentari nell’istituto di biochimica alimentare dove lavora, presenta in videochiamata il suo nuovo compagno Edward, anche lui divorziato con un figlio più o meno dell’età di quelli di Tomoko. Sono tutti molto contenti, vanno d’accordo con le rispettive famiglie, dai figli fino persino agli ‘ex’, sono una bella famiglia allargata, anche se Tomoko ed Edward hanno deciso di non convivere, perché è bastata loro la prima esperienza e anche perché non vogliono più scombussolare le loro abitudini.
“Io non mi pongo di questi problemi” puntualizza Mariko “da quando 6 anni fa mi sono lasciata con Frederick non ho più avuto relazioni sentimentali e non mi interessano neanche per il futuro”.
“Dai Mariko” dice Tomoko “l’amore è bellissimo, datti altre possibilità”.
“L’amore sì è bellissimo in generale, ma lo è in qualsiasi sua forma, e io ho la fortuna di avere l’amore totalizzante per i miei figli, che mi riempie tutta la vita, e non voglio sottrargli tempo per nessun motivo. Sto bene così, godendo dei miei amici, dei miei pargoli, del fatto che i miei genitori si sono rimessi insieme e non sono mai andati d’accordo come ora, sono circondata dall’amore verso e da tutte queste persone; quindi perché cercarne altro se ne ho già in dosi abbondanti?”
“Ma Mariko, ti manca l’amore di una relazione sentimentale, di un uomo che completi la gamma di amore che hai già; un bel fidanzato ci vuole”, Tomoko strizza l’occhio.
“Ho già avuto una bella relazione sentimentale a suo tempo, è finita come a volte – oggi sempre più spesso – succede, ma mi ha lasciato dei bei ricordi ed emozioni oltre a una bella e sana amicizia col mio ex. Perché devo rimettermi in gioco per una relazione che ora come ora inizierei più per dovere morale che per interesse e che oltretutto ha un futuro molto incerto cominciando con questi presupposti e stando anche a questi chiari di luna? Ho conosciuto l’amore, so com’è, conosco la sua essenza, l’effetto sorpresa; perché devo uscire con qualcuno perché è la cosa giusta da fare senza quelle emozioni o forzandomi a provare delle emozioni che invece dovrebbero essere naturali? Mi conosco, io sono troppo spontanea per queste cose, non fanno per me. Insomma, sono realizzata e sto bene così, non voglio altro, non voglio diminuire il tempo dedicato alle mie certezze per delle incertezze né tanto meno forzare i miei sentimenti”.
Mariko è molto serena mentre dice queste cose, tutte in un primo momento vorrebbero replicare qualcosa ad iniziare da Tomoko, che sta vivendo una soddisfacente relazione sentimentale intrapresa dopo i 40 anni, ma Mariko ha fatto dei ragionamenti che comunque sono fondati e filano lisci come l’olio; alla fine nessuna trova argomenti per controbattere, pur non essendo del tutto d’accordo. Si vede che Mariko è felice e quindi va bene così!
La videochiamata dall’Australia prosegue un altro po’ fra frizzi e lazzi, con Kaoru che non perde di vista gli altri ospiti e si alza e poi torna al computer.
Alla fine si salutano tutte, anche se Nanako e Rei andranno fra una decina di giorni qualche giorno in Australia a trovare Tomoko.
C’è sempre un po’ di malinconia nel salutare un’amica che abita ormai da anni in un altro continente. Da una parte rivedere un’amica di lunga data ti catapulta in un attimo ai bei tempi in cui ci si conobbe, sembra che il tempo non sia mai passato, perché per quanto a lungo si stia senza vedersi, al momento dell’incontro è come essersi viste il giorno prima; una volta congedate, però, si è altrettanto velocemente catapultate di nuovo nel presente e assalite dal senso di nostalgia.
Ma ora c’è tempo solo per divertirsi, e dopo la videochiamata, tutte tornano a chiacchierare, ridere, a stare all’aria aperta nel bel parco intorno alla casa, dove verso le sei viene tagliata la torta, una torta uguale a quella del matrimonio, cioccolato fondente e amarene, la cioccolata che piace tanto a Takehiko e le amarene che sono la passione di Kaoru; se nel giorno del matrimonio quella torta rappresentò la fusione dei loro gusti preferiti in fatto di dolci, e quindi un augurio per una vita fatta di condivisione, accordi e solidarietà, oggi quello stesso tipo di torta rappresenta il grande successo del loro matrimonio, dimostra che gli sposi hanno saputo raggiungere il giusto compromesso partendo dalla torta nuziale 25 anni prima per poi collaborare e sapersi venire perfettamente incontro su qualsiasi fronte : gestione della casa, lavoro, tempo libero, amicizie e vita sociale e così arrivando al grandioso traguardo di ben 25 anni di matrimonio, delle nozze di argento.
Kaoru sente una grande emozione mentre taglia la torta con Takehiko con un coltello intarsiato rigorosamente d’argento vero, rivive quegli attimi magici del suo matrimonio, e si sente di nuovo una ventenne di belle speranze. Così concentrata sulle sue emozioni non si accorge che Takehiko la sta guardando orgoglioso : l’amore suo più grande del mondo.
È una bella giornata estiva di agosto esattamente come 25 anni prima e Kaoru è altrettanto raggiante!
Dopo cena gli invitati tornano a casa, perché tanti di loro a partire proprio da Kaoru la mattina dopo entrano  a lavorare. C’è però ancora euforia nell’aria, sentimenti di appagamento.
Fra gli ultimi ad andarsene ci sono i fratelli di Kaoru, un paio di colleghi dei festeggiati, Nanako e Rei, che mentre aiutano Kaoru a sparecchiare e rimettere a posto commentano con lei la festa appena terminata.
“Sai Kaoru” si lascia andare Nanako “il caso ha voluto che tu festeggiassi le tue nozze d’argento in una data che comunque è importante per me e Rei : l’11 agosto di 20 anni fa eravamo a Parigi per la nostra borsa di studio in Europa, quel giorno andammo a vedere l’eclissi di sole ad Amiens, fu un evento straordinario, il cielo dopo mezzogiorno all’improvviso diventò nero come se fosse notte fonda, la sera al rientro all’ostello io e Rei realizzammo definitivamente che non avremmo mai potuto vivere separate, che eravamo unite in un’unica vita, in una perfetta simbiosi. Per noi il nostro matrimonio non è stato il 28.05.2016 quando abbiamo ottenuto il certificato di partenariato speciale, quello è stato un evento importantissimo, ma di valenza esclusivamente legale e sociale; il nostro autentico matrimonio è stato l’11.08.1999, quando abbiamo compreso davvero la nostra unione di cuori e anime e si è innalzato il nostro spirito”.
Nanako prende la mano di Rei che la guarda con grande affetto.
“Vi assicuro è stata una casualità. Il nostro anniversario era mercoledì 7, ma essendo un giorno lavorativo abbiamo spostato i festeggiamenti al finesettimana; volevamo da principio festeggiare ieri di sabato, ma io avevo un importante intervento chirurgico e Take aveva bisogno giustamente di un giorno in più per i preparativi, è in ferie solo da giovedì, e quindi si è rimandato a oggi che era il mio giorno libero. Questa è l’ennesima conferma di quanto siamo legate” commenta Kaoru “ormai - anno più anno meno - è 30 anni che ci conosciamo, la nostra è stata un’amicizia a prima vista e non ci siamo più separate. Siamo sempre state partecipi ai periodi più importanti delle nostre vite, abbiamo condiviso tutto e anche quando credevamo di essere distanti, il caso ci ha fatto riavvicinare persino durante i vostri periodi all’estero”.
“Nanako ha detto che non esiste né il caso né le coincidenza, ma che noi ogni giorno camminiamo verso persone che ci aspettano da sempre”, Rei mette un braccio attorno a Nanako e la tira a sé.
“Lo penso anch’io. Inoltre siamo accomunate dall’immensa fortuna che abbiamo avuto in amore, che forse conferma ancora una volta ciò che ha detto Nanako, che a volte camminiamo verso persone che ci aspettano da sempre. Ci pensate : io e Take abbiamo avuto un colpo di fulmine a casa tua Rei, tu Nanako hai avuto un colpo di fulmine per Rei subito il primo giorno di scuola, e oggi dopo 30 anni siamo ancora tutti uniti più che mai, con tanti progetti ancora da realizzare”.
“Ci sono stati anche periodi molto negativi nelle nostre storie d’amore, in cui ci siamo allontanati dai nostri amori, ma il sostegno che ci siamo date fra noi ci ha fatto superare questi momenti e soprattutto ci ha aiutate a ricongiungerci con l’altra metà del nostro cuore. E come scordare la ormai passata alla storia ‘missione Kaoru’?”, Nanako comincia a ridere.
“Questi periodi negativi e di distacco sono serviti a rafforzare più che mai le nostre coppie. Certo col senno del poi non lascerei mai Take quando avevo 16 anni né tanto meno lo pianterei in asso come feci 6 anni fa quando seppi che non potevo avere figli, però, non potendo tornare indietro nel tempo e rimediare, vi è stato di positivo che questi grandi contrasti ci hanno fatto capire che non potevamo vivere senza la persona amata e da quel momento in poi abbiamo apprezzato più che mai il nostro amore. Come dire ‘anche nel male c’è sempre un po’ di bene’”.
“E’ vero. La lontananza è servita a fare chiarezza in noi stesse, a capire cosa volevamo davvero, a mettere a fuoco il nostro ruolo. Forse perché in un dato momento della nostra vita non siamo state sicure di essere pronte a gestire quella che da subito sembrò una storia molto importante, nel caso mio e di Nanako soprattutto per le opposizioni di mia sorella, i pregiudizi, è servita una pausa di riflessione perché eravamo molto giovani, ma come hai detto ora tu, proprio questo ci ha fatto apprezzare più che mai la nostra relazione e capirne il valore inestimabile”.
“Forse senza queste pause negative, non avremmo mai avuto questa consapevolezza. Dal male può sempre nascere del bene, e se siamo destinate a una persona ci ricongiungeremo a lei”, chiosa Kaoru.
“Guardate” esclama Nanako “il cielo è dalla tua parte Kaoru, guarda quante stelle brillanti, dai riflessi abbaglianti argentati”.
“E’ vero, fanno pendant con questa giornata”, Kaoru ride “e per concludere mangiamo un’altra fetta di torta!”
La serata finisce in bellezza in una perfetta cornice stellata fra risate e torta al cioccolato – amarene.
Kaoru è felicissima, di tanto in tanto contempla estasiata quelle stelle che sembrano illuminare appositamente la bella giornata volta al termine, e si abbandona per un qualsiasi nonnulla alle sue tipiche risate argentine per vivere in allegria e spensieratezza questo irripetibile momento.
Intanto lei e Takehiko hanno raggiunto un traguardo d’argento, non resta che proseguire il tragitto verso il traguardo dorato…..
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 64
*** Nei rioni dei ricordi Che sarà...sarà ***


È una tiepida giornata di inizio ottobre. C’è un tenero sole autunnale, gli alberi cominciano a ingiallirsi, il cielo è terso, celeste, non più brillante come nell’estate appena trascorsa eppure è bello ugualmente nella sua tonalità più pallida. Sembrerebbe tutto ordinario, un normale avvicendarsi di stagioni, anzi una giornata di sole dovrebbe mettere di buon umore.
In realtà, è stato un anno diverso dagli altri, un anno molto particolare, che ha dato avvio a un periodo che passerà negativamente alla storia di tutto il mondo per una importante pandemia da coronavirus al momento non ancora risolta.
Con le precauzioni del caso, la gente esce solo per motivi di lavoro, studio e salute, e per il resto si sta parecchio in casa.
Solo adesso si apprezza davvero tutto quello che fino a poco tempo fa si aveva a completa disposizione e si comprende che non si deve mai dare nulla per scontato, che la felicità non è possedere grandi ricchezze o avere chissà quale fascino ma è la libertà di vedere un amico, fare una semplice passeggiata e in generale di vivere la propria quotidianità,.
Kaoru, ormai nota chirurga di fama internazionale, si è distinta anche in questa pandemia prestandosi giorno e notte nei reparti di terapia intensiva; nei periodi di picco spesso stava giorni senza tornare a casa, ciononostante non perdeva il suo sorriso sulle labbra e la sua prodigalità e ovviamente non dimenticava i suoi pazienti di chirurgia e ginecologia a cui non voleva venissero a mancare le terapie.
Questo lavoro estenuante e massacrante l’ha portata alla fine a una fisiologica debolezza fisica diagnosticata dopo uno svenimento dai colleghi che le hanno prescritto 10 giorni di ferie mettendo perentoriamente a tacere tutte le sue obiezioni.
Kaoru non può però stare con le mani in mano, ama così tanto il suo lavoro che non può starne staccata per 10 giorni e quindi continua a fare comunque visite domiciliari ai suoi pazienti che a causa della pandemia preferisce non far venire in ospedale.
Una mattina perciò prende l’auto e parte verso la casa di uno dei suoi pazienti, una giovane in via di guarigione da una antipatica malattia allo stomaco.
Mentre guida pensa al fatto che si sta sentendo meglio grazie al riposo forzato e che potrà tornare più sprint al lavoro. In questo periodo ha riscoperto dei piccoli grandi piaceri, come ad esempio leggere un libro - era tanto che non leggeva più un libro, ogni volta iniziava a leggerne uno e poi lo abbandonava perché a stento ne leggeva poche pagine a settimana; ha poi visto qualche film, ha fatto delle telefonate a delle amiche, si è divertita a cucinare qualcosa per Takehiko, che in genere è il delegato per la cucina, e ha pure composto degli origami (n.d.r. figure realizzate piegando la carta) che non realizzava dai tempi delle medie.
La paziente, da cui è diretta, abita proprio nella vicina Yokohama e Kaoru, arrivata a destinazione, riconosce con sua grande sorpresa il quartiere dove deve effettuare la visita.
In quel quartiere si era aggirata a tempo perso 29 anni prima in una cosiddetta ‘giornata no’ anzi ‘nottata no’. Era delusa dagli adulti, era stata vittima di un imperdonabile errore medico, la sera prima aveva conosciuto il genio del male ovvero l’avv. Fujiwara che voleva approfittare della sua situazione e che l’aveva derisa e maltrattata, aveva poi litigato con un’avvocatessa sempre dello stesso studio legale, poi aveva litigato – tanto per cambiare – con Lady Arpia (quanto si era fatta attendere la redenzione di Fukiko!), si era presa un bel ceffone da sua madre e infine – ironia della sorte – aveva per caso incontrato di nuovo la collaboratrice del genio del male e aveva rilitigato con lei e - già che c’era – anche coi suoi amici; in quei momenti era disperata, si sentiva abbandonata e incompresa, era convinta di aver perso per sempre Takehiko e anche l’amicizia di Rei, aveva anche paura di diventare un’adulta dalla mentalità ristretta, snob, opportunista e ipocrita. Mentre ci ripensa ride per come sono poi andate le cose.
Con la luce del giorno quel quartiere appare diverso da come lo ricordava; forse in quella notte era talmente arrabbiata da non rendersi conto delle peculiarità del quartiere, i quartieri le sembravano tutti uguali…invece oggi guardandolo bene si accorge di essere in un quartiere degradato, edifici moderni ‘tagliati con l’accetta’, senza spazi verdi, immobili abbandonati, facciate decadenti; si chiede se era così anche 30 anni prima e, se davvero già allora era così, pensa di averla scampata bella a non avere incontrato loschi individui.
Con la sua paziente ha un bel rapporto cordiale, l’ha presa in cura da qualche mese per una forma importante di helicobacter pylori che nessun collega prima di lei era riuscito a risolvere. Ora invece grazie a lei, dopo anni di seccature e diete forzate, la paziente sta tornando a una vita normale.
“Lo sa dottoressa, la prossima estate mi sposo” dice entusiasta la paziente.
“Che bello, tanti auguri!” Kaoru è sempre allegra quando una storia d’amore viene coronata da un matrimonio.
“Lei dottoressa naturalmente è invitata insieme a suo marito”.
“Grazie, ma non si preoccupi”.
“No dottoressa, non può rifiutarsi, se mi sposo è solo merito suo, da anni non mangiavo quasi più nulla, avevo dolori continui, non facevo vita sociale, ogni giorno un nuovo problema che si aggiungeva agli altri; ora invece finalmente grazie a lei mangio tutto, sono sempre in forze, mi diverto e mi godo la vita, lei è stata la mia salvatrice, fanno bene a chiamarla ‘Kaoru dei miracoli’ perché lei con me ha fatto un miracolo, e quindi sarei veramente onorata se una persona importante per me come lei partecipasse alle mie nozze”.
Kaoru ha quasi le lacrime agli occhi e si scrolla “ma cosa dice, io ho fatto solo il mio dovere facilitata dal lavoro dei colleghi che mi avevano preceduta”, ma viene interrotta bruscamente dalla paziente.
“Dottoressa se non avessi trovato lei alla fine mi sarei consumata dallo stress e dalla pessima qualità della vita che mi dava questa malattia, chissà come avrei vissuto, dottoressa se lo lasci dire : lei è la mia salvatrice, e poi la sua disponibilità, il venire a casa dei pazienti, essere sempre presente e cordiale persino durante questa pandemia … io non posso dimenticare tutto questo”.
“E io almeno un saluto nel giorno del suo matrimonio cercherò di farlo” risponde felice Kaoru.
“Sono così emozionata dottoressa, desidero così tanto che il mio matrimonio duri per sempre, posso sembrare pazza a sposarmi con tutti i divorzi di oggi, ma io ci credo e voglio essere ottimista”.
“E fa benissimo, ogni storia è a sé, pensi che io l’anno scorso ho festeggiato le mie nozze d’argento, mi sposai a 20 anni, ebbi tante critiche per le mie nozze precoci e invece io e mio marito siamo più affiatati che mai dopo 26 anni di matrimonio”.
“Sa dottoressa, io sono un po’ superstiziosa, e a volte ho un po’ paura, perché qualche ragazzo tanti anni fa scrisse sul muro proprio qui davanti casa mia ‘l’amore è eterno finchè dura’ e non vorrei…ha visto…”.
Kaoru ha un tuffo al cuore; ‘l’amore è eterno finchè dura’ è proprio una delle frasi con cui imbrattò quella notte case e cassonetti dell’immondizia.
“Dottoressa che ha? La vedo interdetta”.
“Da quanti anni c’è quella scritta?” Kaoru non nasconde il suo stupore.
“Consideri che io ho 28 anni e quella scritta l’ho sempre vista, anzi ce ne sono altre nei dintorni di tenore pessimista come quella tipo ‘un nuovo giorno un nuovo sbaglio’, ‘età adulta età ingrata’, ‘dove trovare il nostro esempio, la nostra guida?’, insomma frasi che sembrano scritte da giovani delusi dagli adulti, ma perché me lo chiede?”
Kaoru non nasconde le sue perplessità “Oh, chiedo perché … dopo tutti questi anni ancora non le hanno cancellate”.
“Dottoressa lo vede anche lei che quartiere è questo, abbandonato a se stesso, terra di nessuno, i miei genitori mi hanno raccontato che prima della mia nascita era un quartiere normale senza lode e senza infamia, ma dopo la mia nascita c’è stato un progressivo peggioramento fino ad arrivare a questi livelli. Infatti io e il mio ragazzo andremo a stare in un altro quartiere”.
Kaoru si riprende e fa finta di nulla, vorrebbe quasi dirle che ha di fronte l’autrice di quegli sfregi che portano a vedere tutto nero, a non affrontare la vita, ma preferisce restare anonima, non abbia a essere smontato il mito della sua paziente!
“Non si preoccupi comunque, non c’è niente né che porti fortuna né che porti sfortuna, basta ci sia l’amore; anzi, le dirò : aver sempre avuto sotto casa una frase del genere può portare pure fortuna! È vero che l’amore può finire, ma può anche essere eterno come tante cose; ogni cosa ha una durata diversa dalle altre, più o meno lunga; quindi quella frase non esclude la precarietà dell’amore ma non ne esclude nemmeno l’eternità, quindi è una frase che ricorda semplicemente come è la realtà : ogni evento ha durata variabile!”, mentre parla si stupisce di come ha rigirato il discorso per tranquillizzare la paziente; è veramente una sua dote innata rasserenare le persone.
“Grazie dottoressa, mi ha tolto ogni superstizione”.
Kaoru pensa quanto a lei abbia portato davvero fortuna aver scritto quella frase.
Salutata la paziente, Kaoru sa che dovrebbe subito tornare a casa, invece, complice l’assenza di persone nei paraggi, si aggira per le strade alla ricerca delle sue ‘tracce’; è in ferie in questi giorni e perciò può permettersi anche qualche distrazione, abbandonarsi a riflessioni. Si mette con calma a cercare le sue imbrattature, quegli aforismi dettati da momenti di delusione, di paura di quello che sarebbe diventata e l’avrebbe aspettata, dettati dalla precarietà e relatività dei rapporti e delle situazioni.
Intanto, davanti alla casa della paziente nota la fatidica scritta ‘l’amore è eterno finchè dura’ e quindi - cerca cerca - rivede altre scritte; le uniche sparite sono quelle che aveva lasciato sui cassonetti dell’immondizia ormai sostituiti abbondantemente da tempo e sulle saracinesche poi ridipinte.
È sorpresa vi siano ancora tutte quelle scritte e che quel quartiere sia così abbandonato a se stesso. Piano piano i ricordi riaffiorano. Alla fine si ricorda tutto : 29 anni prima quel quartiere non brillava per bellezza – certo che no – era il classico rione di periferia, ma era comunque dignitoso, tranquillo. Ora vede davanti a sé facciate stinte, screpolate, negozi chiusi da una vita, grigiore, poche persone giovani, diversi anziani, assenza di uffici, senso di squallore e tutto questo non è certo dovuto al coronavirus.
Kaoru pensa a quanto e come cambiano le cose, a volte in un attimo in una manciata di secondi, a volte lentamente nel corso degli anni, a volte invece rimangono immutate per fortuna o per sfortuna.
Rileggendo le sue imbrattature, conclude con piacere che nel suo caso fortunatamente poteva dichiarare a chiare lettere di non essere rimasta delusa dalla vita ma di essere felice nel vero senso della parola, di essersi realizzata, di poter camminare a testa alta, di non essere diventata un’adulta odiosa come temeva; anche se le cose non erano andate al 100% come aveva programmato, aveva avuto comunque così tanto che non riusciva né a desiderare di più né a immaginare una felicità maggiore.
L’amore è eterno finchè dura  e il suo amore, che all’epoca della scritta pensava di aver perso per sempre, c’è ancora, più forte e divertente che mai; lei e Takehiko sono davvero l’uno l’anima gemella dell’altra, sono un punto fermo l’uno per l’altra. La sua amicizia con Rei c’è ancora, molto solida, indistruttibile, incancellabile; sorride a come abbia potuto pensare che un’amicizia così potesse finire; lei e Rei sono sorelle. E c’è ancora l’amicizia con Nanako, cognata sorella; e c’è ancora l’amicizia con Mariko e anche con qualche vecchia compagna di scuola. A sorpresa aveva scelto un lavoro diverso da quello che avrebbe scelto a 17 anni … a quell’età pensava alla palla a canestro, agli esercizi di matematica che la divertivano così tanto… non avrebbe mai detto che sarebbe divenuta un medico, un chirurgo …la vita sorprende.
Kaoru constata di essere felice …sì, è felice, felice e realizzata anche grazie ai punti cardine della sua vita, le persone che l’accompagnano da molti anni e non la lasceranno mai….e come tutte le persone felici e realizzate si sente forte e inattaccabile. Sa che le cose cambiano, sono in continua evoluzione, a volte in meglio, a volte in peggio come era stato per quel rione, ma sentirsi felici e realizzati, protetti dall’amore e dalla presenza di persone ormai elementi imprescindibili della propria vita, permette di affrontare qualsiasi cambiamento, di affrontare con coraggio il futuro, e non  fa temere niente. Anche un evento triste o drammatico come la pandemia in corso con l’amore delle persone care, che partecipano alla nostra vita da immemorabile tempo, si affronta, fa meno paura, e ci fa pensare che ‘alla fine supereremo anche questa’.
Guarda l’orologio “caspita” pensa “è già più di mezz’ora che girovago e questo non è certo il periodo giusto per andare a passeggio, devo tornare a casa”. Monta in auto elettrizzata, forse l’entusiasmo dettato dalle sue riflessioni, il romanticismo risvegliato in lei dalla sua paziente emozionata per l’imminente matrimonio, vuole tornare a casa, e aspettare suo marito che è andato all’università e dovrebbe tornare a momenti.
Come sarebbe bello vedere un’amica…non potendo…farà qualche telefonata, magari a Mariko quando staccherà dal lavoro!
Mentre va via in auto, sente l’euforia, si sente di nuovo una diciassettenne, conclude pensando la stessa frase che pensò quando a 17 anni si allontanò da quel quartiere per tornare a casa “che sarà … sarà”, però la pensa senza le incognite e le incertezze di allora, ma con l’ottimismo e la certezza che niente la scalfirà grazie alla sua forza interiore e ai suoi affetti inossidabili.

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Capitolo 65
*** Nei rioni dei ricordi Mai rimandare ***


E metto degli easter eggs : Candy Candy, Lady Oscar e Il Tulipano Nero.
 
Ma in quest’autunno 2020, forse anche per la vita ritirata imposta dalla pandemia, tante persone avranno tempo per riflettere, per far riaffiorare ricordi, meditare su questi o affrontarli…a volte basta un evento casuale - come la visita domiciliare fatta da Kaoru a una sua paziente casualmente residente in un rione legato a un suo storico periodo ‘no’ - o semplicemente anche la lettura di un articolo di giornale…ma siamo sicuri che avviene tutto per caso? O forse prima o poi dobbiamo tornare in certi posti e definire certe situazioni?
Rei guarda sempre il telegiornale la sera con Nanako, non ha l’abitudine di leggere il quotidiano.
Ultimamente le spose del nostro cuore stanno preparando un corso di aggiornamento di letteratura comparata giapponese/inglese ottocentesca con richiami filosofici del periodo correlato; dopo l’esperienza in Italia sono riuscite ad avere qualche incarico in comune come speravano, anche se la pandemia ha rallentato questi progetti.
Rei è un po’ stanca e decide di interrompere un attimo lo studio mentre è all’università, e per riposarsi legge su internet un quotidiano locale, un po’ su Tokyo, un po’ su Yokohama dove stanno sua sorella, suo padre e i suoceri, in fondo è la sua città d’origine. Chissà perché decide di leggere un quotidiano locale…non lo fa mai, perché guarda sempre i telegiornali!
All’improvviso si trova davanti una notizia che la stupisce e le fa sobbalzare il cuore! Nel suo rione – quel rione bucolico dove ha abitato fino a 14 anni, fino alla morte di sua madre - vogliono erigere un mega centro commerciale. E il suo rione??? Che ne sarà? Legge meglio : il rione è ormai diventato un quartiere malfamato, dove si spaccia droga, dove ci sono scontri fra cosche antagoniste della yakuza, dei palazzi sono stati abbandonati, delle persone sono state uccise, altre sono misteriosamente sparite; dato il progressivo trasferimento della maggior parte dei suoi abitanti e l’arresto degli esponenti principali dei clan operanti nel quartiere, l’amministrazione ha da qualche mese decretato di raderlo al suolo e riqualificarlo con la costruzione di un grandissimo centro commerciale e di raccordi di collegamento con il centro di Yokohama e le autostrade principali.
Rei ha le lacrime agli occhi…quanto tempo è che non torna al rione? Ritornò solo un paio di volte dopo essersi diplomata, intorno alla metà degli anni ‘90 e poi fra un impegno e l’altro e vari eventi della vita, non vi aveva più fatto ritorno. Almeno fino alla metà degli anni ‘90 era rimasto il rione meraviglioso dove era cresciuta da bambina, pieno di fiori, di piante, di allegria, isolato dallo stress cittadino…che era successo?
La sera torna da Nanako e le racconta tutto. “Non sono più andata a trovare il mio rione, tutte quelle persone che mi volevano molto bene, eppure mi mancavano, mi mancano così tanto. Rimandiamo le cose, sempre presi da mille impegni, dicendo che tanto le faremo il giorno dopo, e invece poi non le facciamo mai perché comunque ogni giorno abbiamo nuovi impegni, contrattempi, imprevisti, non pensiamo mai che se ci va di fare qualcosa dobbiamo farla subito perché se aspettiamo di essere libere non la faremo mai. Lo capiamo sempre quando ormai è troppo tardi…”.
“Saint Just perché non andiamo a dare un’occhiata? Ormai è quasi del tutto disabitato, non c’è rischio di assembramenti, possiamo andare insieme perché io e te costituiamo lo stesso nucleo familiare. Almeno gli dai un ultimo saluto, che dici?”
Rei è visibilmente triste e risponde “per la serie ‘meglio tardi che mai’. Sì mi hai dato una buona idea, grazie per venire con me, mi serve il tuo sostegno morale”. Le spose sono sempre molto coccolone come da ragazzine e si abbracciano, l’abbraccio dell’una è sempre rassicurante per l’altra.
 
In un primo pomeriggio di novembre Rei e Nanako si recano al rione, anzi ormai ex rione, perché gli ultimi abitanti stanno ormai traslocando : alle ordinanze amministrative si deve obbedire.
Rei è sconvolta. Sono trascorsi 24 lunghi anni dall’ultima volta che c’è andata. Dove sono quei bei frutteti colorati e ridenti, quei meli e quei ciliegi rossi sgargianti sui quali lei e la sua comitiva si arrampicavano facendo dannare genitori e nonni? Dove sono quegli alberi secolari, quei cespugli e quelle siepi fiorite, quei campi con fiori variopinti che scaldavano la vista, rischiaravano le giornate anche le più piovose, infondevano ottimismo? Quei fiori che ti insegnavano l’infinità di scalature cromatiche? Era lì che si era innamorata dei fiori che tanto la consolavano e rasserenavano nei momenti no.
Ora vede solo lastroni di cemento e palazzi squallidi grigi (messi senz’altro peggio di quelli del rione imbrattato da Kaoru). Passano poche persone dalle facce appese; questa diversa conformazione del quartiere sembra aver cambiato le persone.
“Saint Just quando ti accompagnai qua dopo il tuo diploma era tutto diverso. Persino io che ci sono stata un’unica volta 27 anni fa me ne accorgo! Sembra tutt’un altro quartiere, altro che campagna, sembra la periferia più estrema e degradata”, commenta Nanako.
Rei è sconsolata “Che è successo dall’ultima volta che sono venuta? Ricordo che l’anno precedente la mia ultima visita chiusero l’ambulatorio, però, forse era l’inizio della fine…possibile non c’è nessuno a cui chiedere informazioni?”
“Attenta Saint Just” Nanako indica una siringa in terra. Alzano gli occhi, davanti c’è il centro ambulatoriale.
È quasi color antracite da come è sudicio e abbandonato a se stesso, le persiane sono sgangherate, chiuse, la casa degli orrori, deve essere diventato il rifugio dei drogati.
“Oh no, è prosciugata la fontana dove con le mie amiche portavamo a nuotare le nostre bambole e le nostre barbie…la mia sirenetta a cui avevo tinto di azzurro i capelli…, e quell’aiuola fiorita adesso è solo catrame sterile”, Rei piange, è rimasta la persona ipersensibile che era da ragazzina.
Nanako le mette una mano sulla schiena e l’accarezza come fosse una bambina da coccolare.
“Nanako io dal 1996 non sono più venuta, non sono più venuta a trovare queste persone che mi hanno voluto tanto bene, presa dai miei studi, dalla mia musica, non è giusto, chissà cosa avranno pensato, rimanda rimanda sono passati 24 anni e ora non ho più nulla”.
“L’hai detto anche tu: facciamo tutti questi errori, succede di perdersi di vista, abbiamo da fare con la famiglia, le amicizie correnti, tu hai studiato tanto, avevi anche il conservatorio, e poi anche le amiche che avevi rivisto come Sakura non si sono fatte risentire, anche loro avranno avuto il loro gran da fare, è la vita…la ruota che gira”.
“Le scuole transennate? …. Un tabaccaio aperto, io vo a chiedere”, Rei entra nella tabaccheria e fa domande.
Il gestore della tabaccheria è cambiato rispetto al passato, ma è comunque molto informato e aggiorna le ragazze. In pratica, cominciò tutto con la chiusura degli ambulatori, fu il classico inizio della fine, come aveva intuito Rei. Dopo poco chiusero le medie, le elementari rimasero con le classi dalla quarta alla sesta perché le prime tre classi venivano frequentate nelle scuole del rione accanto e nello stesso periodo chiuse anche la scuola materna, a quel punto le persone cominciarono a trasferirsi in altri quartieri, e non c’era ricambio con nuove famiglie; con case, negozi ed edifici abbandonati arrivarono i primi delinquenti affiliati della yakuza, la droga, il contrabbando e così via.
Rei chiede che fine hanno fatto alcune delle sue amicizie, ma il tabaccaio, che c’è solo da qualche anno, spiega che non conosce nessuno, che ormai anche in quel rione è come in città, non ci si conosce fra vicini di casa, si è persa ogni fratellanza.
“Saint Just andiamo vicino alle case dei tuoi amici, potremmo incontrare qualcuno”.
Detto fatto, come una folgorazione Rei incontra la signora Midori che le fa una gran festa e l’aggiorna; Takehiko, il suo vecchio amico, si era trasferito da quasi 10 anni in Belgio a suonare con una band anche se guadagnava poco e doveva improvvisare lavoretti per arrotondare; Yuka si era sposata giovanissima a 25 anni e la sua famiglia l’aveva seguita quasi subito in un altro quartiere, all’epoca del matrimonio di Yuka il quartiere aveva ancora la sua impostazione tradizionale, ecc. ecc., c’era stato un progressivo svuotamento, in altre parole anche quei pochi di loro rimasti ormai fanno vita indipendente gli uni dagli altri, hanno lavori e parenti in altri quartieri, oltretutto il rione è divenuto pericoloso, è bene andare poco a giro, i bambini non possono fare più le scorribande per le strade come un tempo ma vanno tenuti in casa, si è perso il clima allegro e canterino di un tempo che faceva vedere il cielo sempre azzurro; al contrario ora sembra piovere anche se fuori c’è il sole.
“Poi Rei, sai vero di Sakura?”
“L’ho sentita per qualche anno fino al 2000, venne anche alla mia festa di laurea, le scrissi dall’Europa, poi quando tornai in Giappone mi ripromisi di chiamarla ma ne ebbi tante e anche lei però non si rifece viva, mi dispiacque perché con me era molto cara e anche con Nanako”.
La signora Midori si incupisce, sembra imbarazzata “Ma Rei, ti sono scappati i telegiornali”.
“Che è successo a Sakura?”, Rei che è già turbata ha il cuore in fibrillazione, ha un pessimo presentimento, vorrebbe non sapere ma ormai deve sapere, non può restare col dubbio.
“A un certo punto è fallita la palestra dove lavorava, per l’appunto in quel periodo conobbe un ragazzo apparentemente bravo che frequentava il nostro rione, in realtà si seppe poi che quel ragazzo frequentava il rione perché vi aveva trovato dei giri loschi, il rione era già in fase di degrado; Sakura aveva bisogno urgente di molti soldi, il padre era morto, la madre era sempre stata malata e le medicine si facevano sempre più costose, come sai aveva 5 fratelli minori, di questi due  erano dei nullafacenti mezzi drogati e gli altri ancora studenti, insomma per mandare avanti la famiglia si prestò a fare subito contrabbando a malincuore e senza saperlo era al servizio della yakuza; quando seppe quest’ultima cosa, decise subito di staccarsi, convinse il suo ragazzo a diventare con lei collaboratori di giustizia, sarebbero entrati in un programma protetto, ma il suo ragazzo a quel punto rimase ucciso in una sparatoria e lei e la sua famiglia all’improvviso dalla sera alla mattina sparirono, la polizia li fece scappare alla velocità della luce, pare siano andati all’estero, forse li hanno divisi. Che tristezza Rei, tutte queste case abbandonate, a volte occupate abusivamente con gente che si attacca ai pali della luce per avere l’energia elettrica”.
“Povera Sakura, come è stata sfortunata, una ragazza brava e dolce come lei, quando è successo?”
“Mah…passa il tempo, sparì 12/13 anni fa più o meno”.
Quella conversazione viene interrotta bruscamente da una voce squillante, un po’ impertinente “Ehilà, vedo che siete a parlare di questo rione! Vi va di partecipare a un’intervista collettiva con vecchi abitanti del rione in vista del suo abbattimento integrale? Ci servono testimonianze, racconti, aneddoti, serve a far capire come evolve la città” è una giovane giornalista rampante di un’emittente televisiva nazionale.
La signora Midori e un paio di persone dicono subito di sì. Rei fa cenno di no, ma la giornalista la riconosce.
“Sbaglio o Lei è la prof.ssa Asaka? Ma lo sa che seguo i suoi concerti? Anche ora che sono on line. Non mi dica che lei viene da questo rione, non ci posso credere!”
“Sì, ma non parteciperò all’intervista”.
“Perché no, professoressa? Lei è un’affermata musicista contemporanea e un’altrettanto affermata docente universitaria di letteratura, se c’è lei l’intervista sarà ancora più interessante : una bella storia di riscatto sociale”.
“Non mi va di farmi pubblicità”.
“Senta, questi sono gli estremi per l’intervista che faremo all’aria aperta fra una quindicina di giorni, noi contiamo partecipi; se poi non se la sente, non viene, ma mi creda sarebbe un peccato” la giornalista vezzosa se ne va.
Rei è interdetta, guarda Nanako, saluta la signora Midori e le altre persone lì presenti, è stordita e prosegue il giro per il quartiere, non sa che pensare.
Nanako che la conosce la prende sottobraccio e non le dice nulla, sa che basta la sua presenza a rincuorarla, non vuole metterle pressione.
“Che faccio Nanako? Sinceramente, sai quanto è importante per me il tuo parere; da una parte vorrei partecipare all’intervista per rievocare il bel tempo che fu, però non lo so, poi sono sconvolta per Sakura, le ho voluto bene e non ci sono stata in questi momenti difficili”, Rei è palesemente triste.
“Amore dolce, non ti angustiare” Nanako le stringe il braccio “io ti sarò vicina qualunque sarà la tua decisione, segui il tuo cuore; ora sei sottosopra per la tua amica, per il prossimo abbattimento del quartiere; però, se vuoi un mio parere, dovresti rilasciare l’intervista proprio perché hai amato così tanto questo quartiere, e anche per rendere omaggio a tua madre, a Sakura e a tutti quelli che ti vollero bene”.
“Ma non ho dimostrato quest’attaccamento in questi anni”.
“Siamo troppo impegnati, lavoriamo fino a 10 ore al giorno, poi nell’unico giorno libero della settimana dobbiamo rimettere casa, stare dietro alla famiglia, siamo stanchi, anche Sakura non ha avuto tempo, la vita corre, specie dopo i 20 anni non le stiamo più dietro, è normale rimandare, ma questo non ha allontanato il quartiere e i tuoi affetti d’infanzia dal tuo cuore”.
“Povera Sakura, sua madre era sempre malata e non usciva mai, aveva 5 fratelli più giovani di cui già alle elementari si occupava, e due sono pure diventati dei vagabondi, e poi le è morto il padre e il lavoro andato male, la yakuza, perché la sfortuna si è accanita così con lei?”
Nanako col suo carattere forte l’abbraccia, non le interessano gli sguardi altrui “forse ora finalmente è serena, in un altro posto, con un lavoro, protetta dallo Stato, avrà avuto il suo riscatto”.
“Menomale ci sei tu con me, bambolina, mi sento protetta con te, camminiamo ancora un po’, voglio andare verso casa sua, quanti ricordi in queste strade”.
Arrivano davanti alla casa di Sakura, un piccolo terratetto dove una famiglia di 8 persone quale la sua ci stava sicuramente stretta. Rei entra con Nanako nel giardino antistante che ha le erbacce alte; la porta sgangherata è socchiusa; si vede che la casa ormai è vuota da oltre 10 anni, e si vede anche che i suoi abitanti sono andati via in fretta e furia, perché i mobili ci sono tutti – coperti ovviamente di polvere - , gli armadi contengono ancora vari vestiti.
Rei commenta “Oggi ho imparato a non rimandare mai nulla, perché le situazioni restano immutate per decenni e poi all’improvviso si capovolgono e quello che ti sei potuto permettere di rinviare per centinaia di volte, all’improvviso non puoi più rinviarlo perché non lo puoi più fare, e resti col rimpianto per sempre”.
“Non si smette mai di imparare, però è anche vero che non ce la facciamo a fare tutto, purtroppo il lavoro e la vita ci impongono questo rischio. E poi ricorda che anche tu non hai avuto vita facile”, risponde Nanako.
“Quello è vero. Almeno Sakura, pur nelle difficoltà, è sempre stata circondata da tanto amore, dai genitori, dai fratelli, e questo le avrà reso tutto più semplice; però vedere la vita sua e della sua famiglia in pericolo minacciata dalla yakuza … forse ora sono stati separati per sempre…quanto mi dispiace…Ma cosa c’è lì?”
“Una bambola in terra!”, esclama Nanako.
“Questa è l’unica bambola di Sakura, la teneva sempre con sé come oro colato perché la sua famiglia aveva pochi mezzi e quella era la sua unica bambola, del resto anche mia madre ebbe una sola bambola in vita sua”, Rei solleva con dolcezza la bambola, che sorride festosa.
“Rei, è polverosa, sono oltre dieci anni che sta in terra in una casa abbandonata, rischi il tetano solo guardandola!”, dice preoccupata Nanako.
“Deve essersene andata davvero in fretta e furia per non averla portata con sé; deve esserle caduta da una valigia e non se ne è accorta, altrimenti non l’avrebbe mai buttata in terra, l’avrebbe lasciata su un mobile o su una sedia; se era in terra vuol dire le è caduta inavvertitamente mentre se ne andava…povera Sakura, nemmeno la sua bambola del cuore ha con sé, per lei era importante quanto lo è per me ma cherie la poupee, la sua unica bambola”, mentre Rei fa queste riflessioni, Nanako incalza.
“Buttala via, è sudicia”.
“Non ce la fo, guarda come ride, ha lo stesso sguardo dolce e sereno di Sakura, lei ci teneva molto, chissà come sta male all’idea di averla persa e che sia stata buttata via; non lo saprà mai, ma io la porto a casa, la rimetterò a posto, non ce la fo a lasciarla qua”.
Nanako riabbraccia la sua Rei “ma quanto è speciale il mio amore”.
“Mi hai convinta Nanako, rilascerò l’intervista, in corner voglio rendere un ultimo omaggio a questo rione pieno di ricordi meravigliosi, sarà come rivivere la mia infanzia prima che venga raso al suolo, è un altro pezzo della mia vita che se ne sta andando, un pezzo di cuore mio morirà, però almeno sarò riuscita a dirgli addio degnamente. Ancora mi sembra tutto surreale, non leggo mai il giornale, eppure l’altro giorno chissà perché l’ho letto, l’ho letto al momento giusto, quanto è strana la vita”.
“Doveva succedere, non poteva essere altrimenti”.
Le spose se ne vanno serene dalla casa di Sakura con la bambola da ‘restaurare’. Nei giorni seguenti Rei la strofina a dovere con detersivi, disinfettanti, le rimette a posto il vestito rosso e rosa a fiorellini; la bambola torna nuova di zecca e ottiene a casa delle ragazze il suo posto d’onore.
Se sa cherie la poupee rappresenta Fukiko e Nanako, la bambola di Sakura oltre a impersonare la stessa Sakura rappresenterà per sempre anche il legame di Rei col rione e la sua infanzia fantastica.
Intanto, Rei si prepara all’intervista, che poi sarebbe stata mandata in onda qualche giorno dopo la registrazione. La rete televisiva le avrebbe inviato subito una copia che Rei avrebbe spedito alle persone più care a cominciare da Fukiko e Kaoru! Proprio Fukiko aveva approvato la decisione dell’intervista – come si cambia!
Nanako l’avrebbe accompagnata, ma causa COVID si sarebbe mantenuta molto a distanza.
 
La giornalista arriva pimpante come al solito e inizia a intervistare alcuni vecchi abitanti, vicini di casa di Rei, il parroco che era arrivato quando ormai Rei si era trasferita, i pochi negozianti rimasti, e coincidenza delle coincidenze la maestra di giapponese che quasi 40 anni prima aveva insegnato nella classe della dolce Rei; quanti ricordi!!!
“Rei sei proprio tu?”
“Ciao Maestra!”
Nanako è sorpresa e pensa “dare del tu alla maestra???? Se l’avessimo fatto io e Tomoko, meglio non immaginare le conseguenze! Doveva essere un ambiente molto familiare…una grande famiglia”.
“Hai sempre gli occhi intelligenti e svegli di quando eri piccola, come non ricordarmi di te? Quanto ci teneva la tua mamma alla tua istruzione, ricordo ancora la tua pagella alla fine della prima elementare, una buona pagella, come era contenta la tua mamma, chissà come sarebbe orgogliosa se vedesse la carriera splendida che hai fatto”.
“Anche tu maestra sei sempre uguale, sei bella come quando ci insegnavi”.
Dopo i convenevoli, Rei le presenta Nanako come la sua compagna. La maestra fa un’espressione molto sbalordita, ma poi si riprende e saluta cordialmente Nanako.
Parte l’intervista, che per Nanako risulta particolarmente interessante. Nanako, che ha sempre vissuto nel cuore della città o in periferie meno estreme, non sapeva che i rioni fossero ambienti così autarchici, così affiatati, sente una intensa nostalgia a sentire che in meno di 30 anni si sia persa questa atavica tradizione.
La maestra durante l’intervista dice che i bambini di quel rione sono quelli che ha amato maggiormente, perché più spontanei, meno viziati, felici con poco e ci tiene a sottolineare che per lei è un vero onore aver avuto proprio fra quei bambini la prof.ssa Asaka che è sia una docente universitaria di letteratura sia una bravissima pianista.
Quando arriva il turno di Rei, proprio di Rei che non voleva partecipare per timidezza, ritrosia o chissà che, arriva anche una delle parti più emozionanti e interessanti dell’intervista che fa commuovere Nanako e non solo. È evidente che Rei o - come viene chiamata dall’intervistatrice – la prof.ssa Asaka è ancora molto legata a quel quartiere, che lo tiene nel suo cuore.
“In questo rione ho trascorso gli anni più belli, ricordo ancora i pomeriggi passati a correre per i campi in mezzo ai fiori, che amo tanto proprio perché sono cresciuta qua, qua ho conosciuto l’amore vero, la solidarietà, l’affetto puro senza secondi fini; invece di stare a rimbambire davanti alla tv come i bambini delle zone più ‘in’ noi giocavamo felici, il quartiere era all’epoca molto tranquillo, non conoscevamo la cattiveria e la delinquenza, e stando all’aria aperta a fantasticare e a inventare nuovi giochi si sviluppava molto di più la nostra mente, si socializzava di più; avevamo pochi giochi, perché i soldi erano pochi, ma come ha detto la maestra non eravamo viziati e avere pochi giochi ci ha fatto sviluppare molto la nostra fantasia e apprezzare ciò che avevamo. Pensi che per l’hina matsuri facevamo un’unica piattaforma fra vicini di casa e ognuno di noi portava uno o al massimo due personaggi, perché nessuno di noi poteva permettersi una piattaforma completa per la festa delle bambole. Avevamo la nostra compagnia che valeva molto di più di tanti giochi che ti stancano subito. I pochi figli unici del rione era come non lo fossero, avevano più compagnia di bambini di altri quartieri con fratelli. Abbiamo riso tanto, corso, colto fiori, cantavamo a squarciagola le canzoni degli anime, io e Sakura eravamo fans sfegatate di Candy Candy che ci ha rese romantiche e altruiste… Candy Candy il nostro mito …, la mia amichetta del cuore Yuka invece adorava Lady Oscar e Il Tulipano Nero e stando con Yuka è nata la mia passione per la cultura francese. E quanto nuotarono le nostre barbie nella fontana. Che ricordi emozionanti anche a scuola, la maestra qui presente all’epoca era una giovane poco più che ventenne di cui ci innamorammo da come era bella, le scrivevamo spesso biglietti con scritto ‘ti voglio bene’, è lei che mi ha appassionato alla lettura dei libri, alla poesia; abbiamo avuto maestre e professoresse ‘mamme’. Qua sono nate le mie grandi passioni per i fiori e anche per la letteratura giapponese e francese di cui ho fatto un mestiere. Se sono ciò che sono è grazie a questo rione”.
La maestra sorride orgogliosa.
“Prof.ssa Asaka poi a 14 anni dopo la morte di sua madre se ne andò da questo quartiere e fu iscritta al glorioso Seiran Gauken. Come fu l’impatto?”
Rei si incupisce “La mia madre adorata era morta, andai a stare con la famiglia di mio padre, ma l’impatto con la nuova realtà fu traumatico; è vero ho avuto un’istruzione eccellente di primissima categoria, se sono arrivata dove sono arrivata lo devo alla mia famiglia che mi ha molto amato e a cui sarò sempre infinitamente riconoscente; però essere sempre stata in un ambiente semplice, genuino, naturale, fatto di corse e risate scatenate, dolcezza, scuole protette, e poi andare in una scuola competitiva, estremamente austera come il Seiran Gauken, con ragazze serie, professori dalle facce appese, etichetta molto severa … la mia mamma non c’era più … non ero felice, piangevo molto e oltre la mia mamma mi mancavano le mie amiche, i miei ex insegnanti e il mio ambiente in generale; ci sono voluti anni per ambientarmi, purtroppo il periodo dai 14 ai 17 anni è stato molto triste, però ne sono venuta fuori grazie all’affetto delle persone care, in questo sono grata in particolare a delle mie amiche speciali, una è Kaoru, un’amica sorella, e l’altra è la qui presente Nanako che è la mia compagna da quasi 30 anni e con cui ci siamo sposate 4 anni fa col certificato di partenariato speciale”.
La giornalista fa inquadrare velocemente Nanako, che è lontana per questioni di distanziamento sociale. Nanako non riesce a non emozionarsi e si lascia sfuggire qualche lacrima, piange oltre che per la dichiarazione d’amore pubblica anche perché pensa a quanto sarà stato traumatico per quella bambina di 14 anni passare da un ambiente familiare e allegro come quello in cui era cresciuta a un ambiente imbalsamato, gelido e competitivo come il Seiran con un padre ‘bestia’ e una sorella – tanto per tornare al paragone con Candy Candy – peggiore di Neal e Iriza messi insieme.
“A proposito, prof.ssa Asaka, quando ha nominato la sua amica Sakura si riferiva per caso a Sakura Suzuki scomparsa con la famiglia forse in programmi di protezione nel lontano 2006?”
“Esatto. Proprio lei. Sakura era una ragazza adorabile, si occupava già alle elementari della madre malata e dei 5 fratelli più piccoli, del resto in questo rione le famiglie erano per lo più molto numerose, un nostro compagno di classe era il quarto di dieci fratelli e altri appartenevano a famiglie dai 5 agli oltre 10 figli. Sakura venne anche alla mia laurea, mi è dispiaciuto averla persa di vista. Pur con i nostri mille impegni quotidiani, quando vogliamo sentire una persona dobbiamo chiamarla e basta; se aspettiamo il momento giusto non la chiameremo mai, perché ogni giorno arriva un nuovo impegno; purtroppo ho imparato a mie spese che, se a una cosa teniamo molto, non la si deve mai rimandare. Vedendo come è finita, vorrei tanto tornare indietro nel tempo per rivedere Sakura. Ad ogni modo dovunque essa sia, voglio dirle che ho trovato la sua unica adorata bambola, quella a cui cambiava sempre nome perché aveva solo lei, che stia tranquilla è in ottime mani, guarda Sakura come l’ho rimessa bene” Rei mostra dal cellulare la foto della bambola “le ho messo il tuo nome, la identificherò sempre con te e avrà un posto d’onore nella collezione di bambole mia e della mia compagna. Chissà se vedrai questa trasmissione, forse non la vedrai mai, ma sappi che ti ho voluto anzi ti voglio molto bene”.
Quell’intervista è stata bellissima, Nanako si gira a piangere, non smetterà mai di ritenersi una delle persone più fortunate del mondo ad avere una moglie così. A un certo punto trasale perché sente un braccio intorno al suo torace “Che hai fatto ma cherie la poupee? Ho detto qualcosa che ti ha disturbato?”
“Piango perché sei commovente da quanto sei buona e dolce, meriti solo le cose più belle”.
“Forse hai ragione, perché ho te”, Rei si mette a ridere e la tira a sé. Le ragazze tornano a casa.
 
L’intervista non lascia indifferenti nessuno. Rei con la sua dolcezza e purezza d’animo riesce sempre a spiazzare.
Mariko e Tomoko dopo aver visto il video, decidono che alle prossime pretese o capricci dei figli rivenderanno la storia di quanto erano felici e bravi i bambini con pochi giochi, stando all’aria aperta e con gli amici.
Kaoru si commuove come Nanako, ma viene soccorsa da Takehiko “hai sentito Kaoru? Ti ha menzionata in pubblico! Sono fiero di averti come moglie, amore mio più grande del mondo. È anche merito tuo se quella ragazzina che si trovò catapultata dopo la morte della madre in un ambiente freddo e snob, in una famiglia che era tutto fuorché una famiglia, proprio quella ragazzina traumatizzata è la donna piena di successo che è ora. Tu sei stata come una sorella premurosa e buona con lei, l’hai salvata con mia sorella Nanako dall’autodistruzione, grazie al vostro affetto ha recuperato, altrimenti chissà che fine avrebbe fatto. Non piangere per quanto ha sofferto, ma sii felice e orgogliosa di lei”.
“E’ stata brava anche lei, perché non sentirsi amati dalla propria famiglia è una delle cose peggiori possano capitare, eppure ha saputo reagire e arrivare dove è arrivata. Sai Take, a scuola mi ero legata a Rei e la capivo anche perché entrambi i miei genitori vengono da rioni tipo il suo. Mio padre ci ha abitato fino al matrimonio, ma mia madre se ne andò come Rei alle medie. Mia madre mi raccontava sempre di quanto fu traumatico anche per lei passare da un ambiente protetto, allegro e familiare a uno freddo e scostante come quello del cuore della città; almeno, però, mia madre era coi miei nonni e i suoi fratelli e ciononostante soffriva molto. Rei poverina, invece, non aveva nessuno con quel tamarro di padre, chiamarlo bestia è un’offesa agli animali, per non parlare di quella diavolessa di Lady Arpia; Rei mi faceva un’infinita tenerezza e anche pena”.
“Ma lo vedi ora come è felice, che donna di successo è diventata, adorata dalla mia super sorella Nanako, non farti prendere dalle malinconie”.
“Io mi sento legata alle origini dei miei genitori, mi sento più vicina a quegli ambienti rionali piuttosto che a contesti impostati e altolocati, vedere abbattere un rione… è come se un po’ si estinguessero i valori dei miei genitori, quelli a cui mi hanno educata e di cui vado fiera, è come se venisse ad affermarsi l’individualismo, l’etichetta, sono perplessa”.
“Quei valori non si estingueranno mai, basta farli vivere attraverso di noi. È naturale le cose cambino, la vita però è una giostra che girando sembra perdere il passato, ma in realtà gli resta unita”.
“Hai ragione Take, e a proposito di giostre, quando finisce questa situazione da pandemia vorrei tanto tornare alle giostre come quando eravamo ragazzini!”
“Certo! Del resto l’abbiamo appena detto : la giostra della vita resta sempre ancorata al passato!”
 
Takashi è preso dalla malinconia “Povera sorella mia”.
“Tu sei comunque sempre stato presente, tu eri bravo, non rimproverarti nulla” commenta Filimon.
“Potevo intervenire contro Fukiko”.
“Ma come facevi? Erano le tue sorelle, era normale volessi starne al di sopra”.
“Penso anche ad altro. Vedi Fil, io e Fukiko frequentavamo scuole esclusive, avevamo tanti soldi, eppure almeno io non sono stato molto felice nella mia infanzia. Altro che maestre disponibili e gentili, noi avevamo maestre gendarmi, urli e punizioni per ogni minima distrazione”.
“Ma anche tu però mettesti il chiodo rovesciato sulla sedia della maestra di materie letterarie e ti facesti pure beccare!”, Fil ride.
“E’ vero, però forse se avessero saputo farci di più con noi alunni, non saremmo stati così discoli; invece urli e punizioni a scuola, poi urli e punizioni a casa, guai a girare da soli per parchi e giardini, insomma eravamo bambini annoiati e poco considerati, che se non stavano in punta di forchetta ricevevano scariche di pacchi”.
“Però nonostante un’infanzia poco felice, sei ugualmente un uomo bravo e razionale, che non guarda solo alle apparenze ma va al di là e si fa sempre in quattro per tutti. Forse cerchi di capire gli altri proprio perché sei diverso dagli adulti conosciuti ai tempi della scuola. Mi sei sempre piaciuto per questo”.
Takashi continua a essere cupo e Filimon trova il modo per rassenerarlo.
“Certo che tua sorella ha una vera e propria passione per le bambole assassine. Quella Sakura ha un aspetto così terrificante….”
“Mamma mia, non me ne parlare, fra lei e quella bestia di sa cherie la poupee non saprei chi scegliere, una scelta impossibile, dovrò dirle di chiuderle entrambe a chiave da qualche parte quando vo a trovarla. Io al suo posto quella Sakura l’avrei buttata in un cassonetto!”
I due sposi finiscono a ridere e a fare battute. Filimon ha saputo risollevare l’animo del buon Takashi.
 
Chi resta però più colpita in assoluto è Fukiko, che guarda il video mentre cena con il marito e i 3 figli.
Il figlio Akio stronfia “Che noia, finalmente è finita questa intervista”.
“Dovresti invece pensare a quanto sei fortunato, hai tanti giochi, tanti soldi, non hai pensieri e responsabilità, ti avrebbe fatto bene fare un po’ di quest’altro tipo di vita”.
Daiki è stupito che proprio la moglie la pensi così ed è ancora più stupito quando la sente dire alla piccola Yuriko “Yuri ti piacerebbe andare al parco?”
“Siiiiiii!!!!”, esclama la piccola.
“Fuky ma se non hai mai voluto portare i nostri figli al parco perché troppo dozzinale?”
“Nella vita si cambia idea. Forse dovremmo tutti essere più liberi e spontanei, stare troppo imbalsamati alla fine ci rende meno naturali e meno sinceri, invece è importante essere se stessi e rispettare il proprio modo di essere”.
Mentre Daiki è sorpreso, interviene la figlia maggiore Takara, ormai quindicenne “E allora mamma, se dobbiamo essere noi stessi, perché mi hai rimproverata quando ho detto che voglio fare la scienziata invece che intraprendere una carriera giuridica? Ho cambiato gusti, crescendo ho sviluppato altri interessi, ora non mi piacciono più le leggi e la politica anzi forse non mi sono mai piaciute, le seguivo solo per compiacere te e papà”.
“Taky, puoi fare ciò che vuoi, è normale che lì per lì sia rimasta delusa a sentire che non ti interessa la magistratura, ma tu devi fare ciò che ti rende felice”.
Takara, che è di aspetto uguale a Fukiko in maniera impressionante, esclama “sarà, ma stasera sei strana rispetto al tuo solito, ti ha fatto bene guardare l’intervista della zia, sei diventata più sprint e aperta!”
Quando i figli si allontanano, Fukiko è triste, si lascia sfuggire qualche lacrima e il marito capisce subito tutto.
“Fuky, non pensare più al passato, hai capito i tuoi sbagli, in fondo hai sempre amato moltissimo tua sorella e a modo tuo alla fine gliel’hai dimostrato”.
“Penso ai miei figli, morirei all’idea che qualcuno li facesse soffrire come ho fatto io con la mia povera sorellina”.
“Lei sa che le vuoi bene, e l’ha anche detto nell’intervista, non ci pensare più, concentriamoci solo sulle cose belle”.
“Ha ragione Rei : non si deve mai rimandare, io ho rimandato troppo il recupero del rapporto con lei, ma non voglio rimandare le mie congratulazioni per l’intervista”.
Fukiko chiama Rei e si complimenta con lei “Sono fiera di te Rei, sei stata eccezionale, devi portare alte le tue origini, se sei la donna che sei è anche grazie all’ambiente autentico in cui sei cresciuta e ai valori che ti sono stati trasmessi”.
Rei è felicissima perché ha ricevuto i complimenti dalla persona da cui li desiderava maggiormente “Grazie Fukiko, non avresti potuto dirmi cose più belle, sono fortunata ad averti come sorella”.
“E io molto di più”, Fukiko ha la voce tremante.
Nanako sullo sfondo è entusiasta di quella telefonata, è molto contenta del cambiamento di Fukiko soprattutto perché sa che ha reso felice la sua amorata moglie.
Nanako avrebbe mostrato alle sue allieve l’intervista ai vecchi abitanti del rione di Rei per farne poi oggetto di discussione e anche perché ritiene che sia istruttiva; fa infatti vedere un mondo che in poco meno di 30 anni si è estinto e che aveva tante peculiarità da confrontare con la società di oggi.
Nanako vuole soffermarsi con le sue allieve soprattutto sull’intervista di Rei; alla fine quelle scugnizze giapponesi hanno commosso, sono state spunto di riflessione per molte persone e hanno reso tutti un po’ più maturi. Appartengono a un’epoca conclusa, al bel tempo che fu, ma rimarranno per sempre nei cuori di chi le ha conosciute più o meno direttamente lasciando una dolce e tenera impronta indelebile.

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Capitolo 66
*** Nei rioni dei ricordi Infinito Hanami ***


Sono trascorsi 30 anni da quel primo giorno al prestigioso Seiran Gauken di Yokohama, 30 lunghi anni che sembrano essere trascorsi veramente in un attimo.
Nanako ricorda ancora quando quella mattina si era messa con entusiasmo un vestito dalla gonna svolazzante che si divertiva a far roteare, si era appuntata una bella spilla con una rosa rossa e invece poi che delusione quando sua madre le disse di mettersi la divisa! Le risollevò il morale sentirsi dire dal padre che con la divisa era bellissima.
E poi le emozioni del primo giorno di liceo condivise con la sua amica Tomoko, prima sul treno metropolitano dove si sfogarono perché le loro madri le avevano obbligate a indossare la divisa, e poi la prima volta sull’autobus…..come era intasato…e fu lì che vide per la prima volta la bellissima, eterea, buona e dolce Saint Just…come era intasato…fu letteralmente spinta dalla calca verso la sua Saint Just assorta come sempre nella lettura con quel bel braccialetto scintillante. E se non fosse stato per la sua Saint Just sarebbe scesa alla fermata dopo, meno male Saint Just la tirò per il polso, la sollevò e le raccolse pure il diario.
Fu amore a prima vista : bellissima, dolcissima, dalla voce soave, era stata la sua protettrice, la catturò quel giorno, e che meravigliosa sorpresa quando scoprì che frequentava il suo stesso istituto, Saint Just il fiore, quella rosa rossa in bocca portafortuna mentre suonava una musica ammaliante ma anche profondamente malinconica. Tutte e due avevano scelto per il loro primo giorno di scuola una rosa rossa.
Alla fine del primo giorno non poteva non pensare a lei; le fece sentire tanti campanellini nel suo cuore, fu il suo primo amore, primo e unico, non avrebbe mai immaginato che quella infatuazione sarebbe stata il suo amore per sempre.
Al liceo si hanno infatuazioni, mini flirts, difficile che specie nei tempi moderni il tuo amore del liceo sia quello della vita, eppure…nel suo caso era stato proprio così…quella ragazza surreale l’avrebbe corrisposta e sarebbe stata la sua ragazza per sempre. Proprio lei aveva avuto questo infinito privilegio talmente raro al giorno d’oggi da essere da prima pagina dei giornali!
Forse quella magica attrazione immediata da parte di Nanako c’era stata perché fra di loro c’era già un legame indissolubile. Non esiste il caso né la coincidenza noi ogni giorno camminiamo verso luoghi e persone che ci aspettano da sempre….
Però quante ne hanno passate, quanti pianti, momenti di disperazione, il distacco per due lunghi, interminabili e drammatici anni, ma ne era valsa abbondantemente la pena, perché hanno trascorso tantissimi, un’infinità di momenti felici e indimenticabili, e chissà quanti ne avranno ancora. Tutti quegli anni di emozioni fantastiche hanno cancellato le tristezze del passato, che sono state veramente una briciola rispetto all’incommensurabile gioia vissuta e alla fine – se questo era il percorso per arrivare alla vetta della felicità – quelle tristezze hanno avuto il loro motivo; a volte per arrivare alle stelle si deve passare anche attraverso dei momenti molto difficili. Ogni giorno un’emozione nuova. Una storia così bella da sembrare troppo bella per essere vera : quando si dice la realtà supera la fantasia!
Nanako ha 46 anni : sentimentalmente non può desiderare di più!
 
Sono trascorsi 30 anni da quel primo giorno al prestigioso Seiran Gauken di Yokohama, 30 lunghi anni che sembrano essere trascorsi veramente in un attimo.
Nanako è appena divenuta preside di un altrettanto prestigioso educandato femminile con convitto di Tokyo, dove lavora ormai da 13 anni. In principio è stata insegnante di giapponese antico e inglese nel liceo e istitutrice nel convitto, poi è divenuta direttrice del convitto continuando nelle sue attività di insegnante e istitutrice, quindi una volta ottenuto l’incarico di vice preside ha continuato a insegnare solo giapponese antico, perché con gli incarichi di direttrice del convitto e istitutrice non poteva anche insegnare inglese, infine all’unanimità è stata eletta preside di tutto l’istituto, confermata come direttrice dell’educandato, ma a questo punto ha dovuto lasciare anche l’incarico di istitutrice mantenendo solo l’insegnamento del giapponese antico. È veramente fiera di sé, i suoi genitori e suo fratello sono orgogliosi di lei, per non parlare della sua amoratissima moglie.
Ha sempre amato studiare, ha in comune con suo padre una enorme passione per la letteratura. A lei bastava mettere a frutto i suoi studi di letteratura, avere un’indipendenza economica e fare un lavoro che le piacesse, dando il meglio di sé. E invece…con la passione si rende sempre al massimo e si può arrivare alle vette della carriera. Nanako ama ogni giorno di più i suoi studi al punto di cercare occasioni per approfondire le sue passioni, estendere le sue conoscenze e fra le varie occasioni, alcune – fra cui quelle all’estero, le più formative e importanti – le condivide con l’amore della sua vita, la dolce e bella Saint Just.
All’inizio della sua carriera era stata anche istitutrice proprio nel convitto del glorioso Seiran Gauken, e poi vari incarichi, cattedre, fino ad aver raggiunto con l’inizio di quest’anno scolastico 2021-2022 l’apice della carriera.
Con modestia, massima correttezza, discrezione, bontà d’animo e studio intenso e appassionato è arrivata fin qui.
Ogni giorno è molto impegnativo, con grandi responsabilità ma Nanako adora il suo lavoro in mezzo a tante giovani studentesse, si diverte, non sente sacrificio. Si sente una privilegiata a svolgere ogni giorno un lavoro che le piace e le dà soddisfazioni, il lavoro dei suoi sogni.
 
Sono trascorsi 30 anni da quel primo giorno al prestigioso Seiran Gauken di Yokohama, 30 lunghi anni che sembrano essere trascorsi veramente in un attimo.
Quel primo giorno di scuola conobbe due ragazze che avrebbero per sempre fatto parte della sua vita. Mariko, ragazza triste perché priva di amicizie, capitata sempre in classi disunite con ragazze arroganti e superbe, ingiustamente isolata per il lavoro del padre. A prima vista Mariko ebbe una immediata grande simpatia per lei; non era abituata ad avere amiche, sempre scansata da tutte, all’inizio non seppe gestire la sua amicizia, voleva Nanako solo per sé, aveva escluso Tomoko, ma grazie anche al cuore grande di Nanako alla fine Mariko, Nanako e Tomoko erano divenute un trio inseparabile cui poi si erano aggiunte poco dopo anche Rei-Saint Just e Kaoru formando un grazioso e brioso quintetto.
Già…Kaoru : una ragazza dal cuore gigantesco, protettiva e premurosa con le ragazze in difficoltà, sempre pronta a intervenire contro ingiustizie e prepotenze, contraria a classismi, apparenze e prevaricazioni; proprio Kaoru insieme a lei ha salvato la sua Rei-Saint Just dall’autodistruzione, facendo per lei quello che avrebbe dovuto fare Fukiko : le aveva fatto da sorella.
Una ragazza buona come Kaoru era stata vittima ad appena 16 anni di un assurdo errore medico per una diagnosi di tumore maligno che non c’era, ma quest’errore era divenuto la sua forza, ciò che l’aveva trasformata in una chirurga di fama internazionale, che ridà la vita a chi ormai si sente spacciato, e del resto già al liceo era stata il sostegno e la salvezza di ragazze vittime di ingiustizie a cominciare da Rei.
Infine, coincidenza per eccellenza : Kaoru è la ragazza per sempre - moglie di suo fratello, perché Kaoru ha in comune con Nanako e Rei-Saint Just una cosa di una bellezza straordinaria : è felicissimamente insieme da 30 anni con il suo amore dell’adolescenza, si sono conosciuti da ragazzini, si sono amati già allora, sono cresciuti insieme, ne hanno passate davvero tante insieme nel bene e nel male, mille e più esperienze insieme e ora si ritrovano più felici e uniti che mai!
Con Kaoru e Mariko sono ancora vicine, Tomoko da 13 anni è a Melbourne ma si sentono e vedono sempre con videochiamate, più che con altre amiche rimaste in Giappone.
E il suo super adorato fratello? Un incontro casuale in terza media, il suo insegnante ai corsi per la preparazione agli esami di ammissione al Liceo, fra tante scuole medie e tanti insegnanti si erano incontrati proprio loro due e lei chissà perché aveva avuto l’istinto di chiedergli una corrispondenza da lui accettata volentieri! Chi l’avrebbe mai detto che proprio lui era suo fratello? E chi l’avrebbe mai detto che proprio lui era il fidanzato poi marito di Super Kaoru. Kaoru ovviamente è per Nanako – come del resto per Rei – una vera e propria sorella.
Non esiste il caso né la coincidenza noi ogni giorno camminiamo verso luoghi e persone che ci aspettano da sempre….
Nanako si rende conto di quanto è fortunata : in qualsiasi situazione e circostanza da 30 anni la sua amorata Rei, suo fratello e le sue amiche sono sempre stati e sono tuttora il suo punto di riferimento, la sua stella polare; Nanako ha e ha sempre avuto la certezza che - qualsiasi cosa dovesse accadere - loro ci saranno e che quindi  a lei non può capitare nulla di negativo, non sarà mai sola né nel successo né in remoti contesti tristi.
L’amore di persone così speciali la rende sicura di sé, forte e inscalfibile da eventuali avversità.
Nanako è una donna arrivata, realizzata a tutto tondo, si sente molto riconoscente verso la vita.
 
Sono trascorsi 30 anni da quel primo giorno al prestigioso Seiran Gauken di Yokohama, 30 lunghi anni che sembrano essere trascorsi veramente in un attimo.
Come 30 anni fa e come ogni anno quando in Giappone inizia un nuovo anno scolastico i ciliegi sono in fiore. Uno spettacolo semplicemente sublime che rende sereni, che affascina e cattura l’animo.
Anche al Seiran erano piantati maestosi ciliegi, i cui petali venivano smossi dal vento creando soavi e dolci vortici rosa che facevano perfettamente da sfondo alle musiche malinconiche suonate da Saint Just Il Fiore.
Nanako ogni anno è sempre ammaliata da quello spettacolo rosa, quel rosa che fa vedere tutto positivo e infonde ottimismo, per lei l’anno scolastico non potrebbe iniziare meglio.
In un contesto diverso Nanako quest’anno avrebbe voluto organizzare una bella reunion per festeggiare questi appassionanti e indimenticabili 30 anni insieme, ma la pandemia anche quest’anno detta regola e non ha concesso neppure i picnic in occasione della fioritura dei ciliegi!
L’ultima volta che Nanako e Rei si sono recate al parco per la contemplazione e il godimento della bellezza dei ciliegi in fiore - hanami - era stato 3 anni prima; nel 2019, infatti, si trovavano in Italia proprio durante la fioritura dei ciliegi, anche se con l’occasione avevano avuto comunque un hanami italiano al parco dell’Eur a Roma; nel 2020 tutti stavano a casa per la pandemia; quest’anno finalmente si può uscire a ricontemplare i ciliegi sakura giapponesi e i loro fiori stupendi.
Le spose del nostro cuore non vogliono assolutamente perdere quest’occasione; desiderano recuperare in pieno gli arretrati e appena possono dedicano un po’ di pomeriggio o – se capita - la prima serata a guardare i loro amati ciliegi in fiore. Stando a Tokyo si recano prevalentemente allo Shinjuku Gyoen National Garden dove i ciliegi fioriscono fino a maggio e quest’anno potranno andarci ogni volta che avranno un po’ di tempo.
Per un sabato pomeriggio di inizio aprile organizzano anche un incontro con Mariko e Kaoru al parco per condividere con loro l’hanami.
Ovviamente durante l’incontro con Mariko e Kaoru non mancherà la videochiamata con Tomoko!
“Mi dispiace soltanto che staremo insieme giusto un paio di ore e a distanza”, commenta sconsolata Nanako.
“Quest’anno è andata così, sempre meglio dell’anno scorso quando dovemmo stare a casa e potevamo godere dei ciliegi solo attraverso la TV; vedrai che l’anno prossimo sarà ancora migliore, potremo festeggiare, e poi ciò che conta è poter fare ancora progetti insieme e vedere le persone care”.
“Io per l’occasione indosso questa giacca rosa ciliegio, ci tengo a essere in tinta”.
“Nanako, dopo l’incontro con le nostre amiche ti devo chiedere una grossa cortesia. Ho saputo che lunedì finiranno di radere al suolo il mio rione, ormai tutti se ne sono andati, vorrei dargli un ultimo saluto, desidererei tanto mi accompagnassi. Sai, c’erano dei bei ciliegi anche lì. Poi dopo torniamo in città”.
“Qualsiasi cosa con te è bella”.
Nanako fa una carezza alla moglie, la ama come il primo giorno, qualsiasi cosa faccia con lei, anche una banalità come andare a fare la spesa o a pagare una bolletta per lei è bellissima. È questo il segreto di una unione felice ed eterna : non stancarsi mai e vedere speciale ogni attimo trascorso insieme per il semplice e unico fatto che si è appunto trascorso insieme.
 
Con Mariko e Kaoru, che ha un sabato pomeriggio libero prima di tornare in sala operatoria, le ragazze trascorrono un paio di ore divertenti e piacevoli, le giornate si stanno allungando e solo verso le 19 comincia il calare del sole.
Si incontrano a Yokohama, il luogo dove 30 anni prima è nata la loro amicizia, dove sta ancora Mariko e che comunque è vicino alle altre che abitano a Tokyo.
Si trovano sulla passeggiata Kishamichi dove camminano scherzando, come ai tempi della scuola.
“Guardate” esclama Kaoru “come mi piace la ruota panoramica sullo sfondo, non vedo l’ora di tornarci con Take, me lo ha promesso!”.
“Quanto mi sono mancati questi ciliegi in fiore da vicino, trasmettono un misto di pace e allegria, e quanto mi mancano i nostri incontri” commenta Mariko.
“Tomoko, ho preso la linea!”, Nanako è sempre particolarmente esuberante quando si connette con Tomoko.
“Ragazze ciao fatemi vedere questi ciliegi, mi mancano tanto, purtroppo nel periodo della fioritura dei ciliegi non ho mai modo di venire, è 13 anni che non li vedo più, e solo ora che non posso più godere di loro, ne apprezzo il valore, la bellezza; le cose belle spesso le apprezziamo solo quando non le abbiamo più”, Tomoko è malinconica.
Nanako fa una panoramica dei ciliegi che si affacciano sulla passeggiata Kishamichi.
Super Kaoru con l’esuberanza di quando era una ragazzina di 17 anni, con il suo argento vivo addosso ancora suo connotato speciale, esclama “Ragazze ci pensate che da 30 anni siamo amiche, 30 lunghi anni! Questo è un premio magnifico, significa che siamo state proprio brave a rimanere unite, perché non è facile mantenere un legame per tutto questo tempo, e come l’abbiamo mantenuto poi, le mie migliori amiche siete sempre rimaste voi! Almeno per me non è cambiato nulla in questi 30 anni!”
Le ragazze ridono e anche Tomoko dopo un attimo di malinconia ritorna la ragazza gioviale di sempre.
“Se non fosse per il virus vi abbraccerei tutte, perché quello che ha detto Kaoru vale anche per me” sorride Nanako.
Le altre tre esclamano entusiaste “anche per me vale la stessa cosa” “anche per me”.
“Quando ci conoscemmo c’erano i ciliegi in fiore come oggi, era un giorno piovoso, i petali di ciliegio avevano sollevato un bel vortice rosa romantico e malinconico come quella suonata al piano di Saint Just Il Fiore” scherza Mariko.
“30 anni, e non ce ne siamo accorte”, dice Rei/Saint Just.
“Perché siamo sempre delle ragazzine ottimiste e amanti della vita come quando eravamo adolescenti”, spiega Kaoru. “Alla fine l’età non è quella della carta di identità, ma quella che abbiamo nel nostro cuore e io per quanto mi riguarda sono rimasta ai miei 17 anni, quando posso vado a correre la mattina prima di entrare in ospedale e di tanto in tanto faccio un salto in palestra per qualche canestro”.
“Salutista il nostro dottor Kaoru”, commenta Rei.
“Sono rimasta ai miei 17 anni soprattutto perché amo infinitamente la vita come allora, faccio continui progetti a lungo termine come allora, e perché vivo come se non esistessero le negatività; già le negatività ci sconvolgono la vita, se in più pensiamo a loro anche quando non ci sono ci rattristiamo e angustiamo inutilmente; la vita va goduta pienamente, si deve essere tristi solo quando accadono realmente cose tristi, e sia per le mie esperienze passate sia per il mio lavoro posso dire che il semplice e unico fatto di essere in buona salute è già di per sé un motivo per essere felici”.
“Dottor Kaoru non si smentisce mai”, chiosa Rei.
“Anch’io sono ferma a 30 anni fa, ai miei 16 anni, sono praticamente coetanea di mia figlia Eiko” dice solennemente Mariko, facendo ridere tutte.
Terminata la telefonata con Tomoko, le ragazze comprano qualche dolcetto tipico ai fiori di sakura e si avviano verso il parco Kamonyama.
“Non vedo l’ora tornino le ciliegie e farci delle torte”, dice Kaoru.
“Anche in questo sei uguale a quando avevi 17 anni, Kaoru, l’ossessione per le ciliegie!” scherza Nanako.
Sulla collina del parco c’è molta pace e da lì le amiche contemplano il panorama della città. Hanno scelto questo parco perché vicino alla passeggiata, per la visuale sulla città, l’atmosfera di pace e il fatto che non è mai troppo affollato, è un luogo essenzialmente contemplativo, adatto in particolare agli adulti.
Ma il tempo vola e Kaoru deve entrare in ospedale. I contatti vanno poi limitati in questo periodo, ma le ragazze sono rimaste comunque soddisfatte del loro pomeriggio insieme.
 
Come promesso, le sposine del nostro cuore si recano al rione di Rei. Rei questa volta ha il cuore in gola. Sa che troverà il quartiere svuotato; ora sui quotidiani on line ha seguito l’iter del suo rione e non ha potuto trattenere le lacrime quando ha visto le strade del quartiere vuote.
Le ragazze parcheggiano dentro il rione dove ora c’è anche troppo parcheggio, le gru sono in funzione a lavorare.
Ci sono anche lì dei bei ciliegi, che fortunatamente non saranno abbattuti proprio per l’importanza quasi sacrale che i ciliegi hanno in Giappone.
“Nanako guarda come sono belli questi ciliegi, i fiori sono particolarmente rosa e il tronco è così robusto, quanto ci siamo arrampicati”.
Si avvicina la sera e si alza un leggero venticello che proprio qui al rione solleva un piccolo vortice di petali rosa, che emoziona le spose.
“Rei è un vortice uguale a quello che si sollevò nel nostro liceo quando ci conoscemmo”, Nanako è emozionata.
Vedono degli operai entrare nei condomini e commentare arrabbiati “questi occupanti abusivi, non solo si sono attaccati alla luce per rubare elettricità, ma l’hanno pure lasciata accesa quando se ne sono andati”.
“Povero quartiere mio” pensa Rei.
Rei si rattrista nel vedere raso al suolo l’istituto dove aveva fatto scuola materna, elementari e inizio scuola media, nel vedere ormai tutto il rione ridotto a un fantasma. Nanako le stringe il braccio.
“Sono rimasti solo i ciliegi”, commenta Rei.
I petali vengono incontro alle spose, consolazione di un taglio netto col passato.
“La mia infanzia ormai è solo un ricordo, ormai è finita davvero, sarà tutto sostituito dall’ennesimo centro commerciale e da strade asfaltate”.
“Ci sono i ciliegi che rimarranno a testimoniare la vostra infanzia, il vostro mondo autarchico, saranno l’ancoraggio col passato, e comunque il rione vivrà sempre nei vostri cuori attraverso i vostri ricordi, perché i vostri ricordi non possono essere rasi al suolo da nessuno”, Nanako cerca di consolare Rei.
“Voglio vedere la mia casa prima dell’abbattimento”.
Le ragazze camminano un po’ in silenzio finchè non arrivano allo stabile dove abitava Rei.
“Abitavo al terzo piano a sinistra. Visto che ora il condominio è svuotato, oggi voglio salire”.
“Vengo con te”, risponde Nanako.
Lo stabile, a 4 piani, ha l’aspetto squallido, ma un tempo era curato nella sua essenzialità. Nanako lo sa perché l’aveva già visto quando accompagnò Rei al suo quartiere dopo il diploma. Allora tutto il condominio era abitato, compreso l’appartamento dove era cresciuta Rei, e aveva un aspetto normalissimo, ora è irriconoscibile.
“Guarda che pareti ingrigite, erano di un avorio brillante quando ci stavo io, si correva sempre per le scale, gli inquilini ci brontolavano per la confusione che facevamo e noi si rideva ancora di più”.
Le porte sono tutte socchiuse, proprio perché gli operai controllano prima dell’abbattimento che non vi siano oggetti o collegamenti pericolosi, armi, e cose simili.
Arrivate al terzo piano, le ragazze entrano nella casa di Rei.
“Era 33 anni che non entravo qui, ci voleva l’abbattimento del mio amato rione per rivedere la mia prima casa; guarda : i successivi inquilini avevano cambiato la disposizione delle stanze”.
Comincia a far buio e, approfittando dell’allaccio abusivo alla luce fatto dagli ultimi occupanti, le ragazze accendono la luce.
“La camera dove dormivo io : lì c’era una cesta coi miei giochi. Qui c’era la camera da letto di mia madre; accanto al letto c’erano delle foto dei suoi parenti a cui lei accendeva candele e incensi. Mamma, sono passati 33 anni ma per me è come tu fossi morta ieri”.
A Nanako si stringe il cuore. Ha l’ulteriore riprova che la perdita della madre da piccoli è una ferita che poi ci si trascina dietro per tutta la vita. Si sente coinvolta, perché quando Rei è triste, si rattrista a sua volta. “Cara andiamo, hai dato il tuo saluto finale; vieni, oggi dobbiamo stare fra i ciliegi, ci aspetta lo yozakura – i ciliegi illuminati di sera, tua madre non vorrebbe vederti così”.
“Hai ragione, ma sentivo di dover dare un ultimo saluto specie alla mia casa, meno male ci sei tu con me.”
“Andiamo amore dolce” le ripete Nanako.
Quando le ragazze escono dal condominio, la sera è scesa dolcemente. La luna è molto brillante e per fenomeni astronomici del momento è rosa, anche se di un rosa diverso da quello dei ciliegi, ed emana una luce anch’essa rosa. Sono tre rosa diversi : quello della luna è un rosa classico reso luminoso dal giallo della luce con zone color glicine in corrispondenza dei mari e delle parti più scure della luna; una luce rosa salmone filtra dalla luna e infine c’è il rosa confetto dei ciliegi. È veramente incantevole! La luce rosea della luna illumina e fa risaltare ancora di più quei ciliegi rosa che in questo contesto sembrano fosforescenti e si stagliano contro il cielo blu elettrico. È sera, ma con queste luci rosa sembra quasi l’alba.
“Che bel contrasto questo blu elettrico del cielo con il rosa candido dei ciliegi. E questa luna è così luminosa e rosa che amplifica il rosa dei ciliegi e li illumina come una lampada elettrica; è così suggestivo vederli illuminati in maniera naturale. È tutto molto romantico e ammaliante”, commenta Rei.
“Io stavo pensando che l’unione fra il rosa dei ciliegi e della luna e questo blu elettrico del cielo dà come risultato il viola ametista dei tuoi occhi”.
“A me, invece, viene in mente che il giorno in cui ci mettemmo insieme avevi un rossetto rosa confetto come i petali di questi ciliegi, e poi lo mettesti anche a me mentre ci baciammo”.
Le spose ridono ripensando al giorno del loro fidanzamento e contemplano ancora i ciliegi; guardando verso l’alto Rei dà un’ultima occhiata al suo appartamento “Oddio Nanako, che distratta sono, ho lasciato la luce accesa nella camera della mamma”.
Nanako alza gli occhi “E’ vero, vieni ti accompagno a spengerla”.
Rei e Nanako affrettano il passo verso il portone dello stabile tristemente abbandonato e prossimo all’abbattimento. Rei alza di nuovo lo sguardo verso la finestra con la luce accesa scuotendo la testa per la sua distrazione e si ferma di scatto.
“Nanako sbaglio oppure ora la luce è spenta?”
Nanako alza lo sguardo e si stupisce : la luce è spenta davvero. È senza parole. Se non l’avesse vista accesa due secondi prima, penserebbe a un momento di confusione di Rei, ma non possono essersi confuse entrambe.
“Nanako eppure io sono sicura era accesa, sono anche rimasta male per essermene scordata, l’hai visto anche tu era accesa, mentre tutte le altre finestre dello stabile erano e sono ancora buie, quindi non è neanche da dire possa essermi confusa con un’altra finestra”.
Nanako è esterrefatta e riesce solo a dire “è spenta…forse un contatto elettrico dovuto ai lavori in corso”.
“Chiediamo agli operai”.
Rei si avvicina a un gruppetto di operai e spiega l’accaduto.
“E’ impossibile; se le luci sono spente non possono accendersi e poi rispengersi da sole, tanto più che non stavamo neanche lavorando ai pali a cui è allacciato quello stabile. Piuttosto verificheremo non ci siano altri occupanti abusivi, anche se controlliamo più volte al giorno in ogni stabile e proprio quello è stato uno dei primi a vuotarsi. Ormai non c’è veramente più nessuno in questo quartiere, è un rione fantasma”.
È proprio il caso di dirlo!
“Forse mi è sembrato, mi scusi, buon lavoro”, dice Rei nel salutare gli operai.
“Andiamo via Rei, è buio”, Nanako parla d’istinto. Non è impaurita, ma è comunque sottosopra, confusa, non riesce a realizzare quello che è successo, vuole andarsene da quel posto ormai in estinzione con le ore contate e tornare alla realtà comprensibile; si sente a disagio.
Rei invece appare all’improvviso serena “E’ la mamma, mi ha dato un ultimo saluto. Ora possiamo andare, sì, andiamo a vedere lo yozakura, c’è anche la luna rosa”, fa un sorriso smagliante, lo stesso sorriso di quando era al liceo. Dà un bacio sulla fronte alla moglie, la prende per mano e si avvia con lei verso l’auto.
Nanako guarda la moglie. È bellissima come 30 anni prima, quando aveva 17 anni, Rei si riconosce sempre dopo 30 anni perché alla fine è rimasta sostanzialmente uguale. Rei dopo l’incidente di 30 anni prima perse l’aria triste e abbandonata per riacquistare l’espressione sbarazzina e spensierata confacente a un’adolescente, e a tutt’oggi ha lo stesso aspetto dolce e sereno di allora. Eppure in fondo al suo sguardo è rimasto quel leggero velo di malinconia, che colgono solo gli osservatori più attenti, perché in fondo al suo cuore forse un po’ piove ancora come nella famosa poesia di Verlaine; piove per gli episodi drammatici del suo passato vissuti in un’età in cui non dovrebbero mai essere vissuti per nessun motivo e che pertanto l’hanno necessariamente cambiata.
Nanako ripensa a Kaoru, quando le parlò di Rei 30 anni prima; Rei aveva all’epoca uno sguardo rivolto al di là del mondo concreto, sembrava guardare l’al di là vero e proprio, proiettata verso la morte. Quando ricevette l’amore che meritava, riacquisì lo sguardo vivo e vitale che aveva prima delle sue sventure e che poi le è rimasto…eppure…in questo momento Nanako pensa alle parole di Kaoru. Forse la sua amorata moglie è rimasta coinvolta in quest’esperienza necessariamente legata all’aldilà perché ha ancora una certa attrazione verso l’altra dimensione a causa delle ferite irrisarcibili del suo cuore? O forse perché è particolarmente sensibile e certe entità si manifestano solo a chi sa comprenderle? O sua madre voleva rasserenarla e farle capire che le è sempre rimasta accanto, che solo le cose materiali finiscono ma le anime permangono in eterno e quindi anche l’anima del rione e del passato di Saint Just sarebbe durata in eterno indipendentemente dalla costruzione del centro commerciale? O forse per tutte queste cose insieme? Nanako è sconvolta, non capisce, è scombussolata, è un’esperienza davvero incomprensibile.
Rei è particolarmente allegra dopo aver assistito a questo fenomeno e mentre guida verso il giardino Sankei-en parla con Nanako “Bambolina che hai fatto? Mica ti sei spaventata? Non c’è da spaventarsi, c’è da gioire perché vuol dire che dopo la morte l’anima continua a vivere, a stare vicino ai propri cari, e anche se non può dialogare coi vivi, però può trovare il modo di attirare la loro attenzione o comunque di aiutarli, ho avuto la conferma che mia madre mi è sempre rimasta accanto e ti ha messa di proposito sul mio cammino, e infatti stasera si è manifestata a entrambe. Sono felice, dopo questa esperienza non temo più nulla, ora andiamo a contemplare lo yozakura”.
Scendono dall’auto.
Appena scesa, Nanako le dice “Hai ragione, soltanto che è la prima esperienza … non so neanche definirla…, e forse hai ragione tu : dobbiamo gioire, anzi sicuramente hai ragione tu amore dolce”.
Questa volta è Rei ad essere protettiva e le mette un braccio sulla spalla avvicinandola a sé “sei molto tenera, ma cherie la poupee, vedrai che quando ci rifletti sarai felice come mai prima d’ora”; si mette a ridere. “Abbiamo condiviso anche questa esperienza, e io sono felice anche perché eri con me”.
Nanako trasale “Rei : ti ricordi? Quando rischiasti la vita durante l’incidente tu apparisti a Kaoru che si stava allenando”.
“E’ vero. La mia anima si stava staccando e per precauzione dette un saluto a Kaoru. Lo sapevamo già di aver avuto esperienze su altre dimensioni, ma non ci avevamo mai riflettuto!”
“Forse a 16 anni non ci facemmo caso, eravamo troppo felici perché stavi bene, non demmo importanza alla cosa”.
“E a proposito poupee, ti ricordi quando Kaoru partì per andare a studiare lontano da casa e sentisti odore di alcol etilico?”.
“Già, anche se Kaoru era viva e stava bene”.
“Ma non era con noi, né tanto meno c’era alcol intorno. Si allontanava dall’altra parte del paese e sentisti l’odore tipico del lavoro che si apprestava a fare. Per non parlare delle tue intuizioni su Takehiko, i tuoi sogni la notte del mio incidente, il fatto che mi chiami come mia madre. Di che ti meravigli, ma cherie la magicienne? Quest’esperienza potevo condividerla solo con te!”
“E’ tutto vero, forse da ragazzi ci pensiamo meno, siamo meno riflessivi, e quindi ci impressioniamo meno, anche se in tutti quei casi non c’era nulla di legato alla morte, qua è stato davvero lampante”.
“Le esperienze appartenenti ad altra dimensione esistono, prima o dopo avranno anche la loro spiegazione scientifica e finalmente saranno universalmente riconosciute nella loro normalità. Se non le hai vissute, non ci credi proprio perché allo stato attuale non si spiegano; la paura dell’ignoto e della morte ci fa rifiutare l’esistenza di queste esperienze. Noi invece da oggi siamo ancora più forti, ci sentiamo protette e non abbiamo più paura di nulla proprio perché le abbiamo sperimentate. Nanako è successo sullo sfondo dei nostri amati ciliegi, in una sera molto suggestiva perché è rosa pure la luna, guarda che spettacolo tutto questo rosa di sera in cielo e in terra”. Rei a 46 anni all’improvviso tira fuori il suo lato fanciullesco e prendendo per mano Nanako cammina veloce quasi correndo verso il centro del giardino; le ragazze procedono velocemente, sembrano correre insieme come il giorno in cui marinarono la scuola, forse per scaricare l’adrenalina data da questo picco di felicità.
Nanako è tornata ragazzina, corre con la moglie - la luna rosa in cielo - fra quei ciliegi particolarmente attraenti perché sono illuminati artificialmente da apposite lampadine e allo stesso tempo in maniera naturale dalla luna; le spose sembrano ballare da come sono leggiadre col viso perso in quei ciliegi magici illuminati a giorno e stagliati sul cielo ormai blu.
All’improvviso Nanako si sente tanto allegra, le sembra di toccare il cielo con un dito, vorrebbe cogliere quei fiori di ciliegio e perdersi nel loro rosa. È allegra anche per l’amore infinito verso la moglie.
Tanti – troppi ricordi…
Il giardino è in stile giapponese, i petali rosa hanno completamente ricoperto i ruscelli e gli stagni che diventano viola come gli occhi di Rei, non è un semplice accostamento fra blu e rosa come al rione di Rei, qua i colori si sono già fusi. L’architettura tradizionale del giardino e gli edifici caratteristici richiamano il passato più che mai.
Prese entrambe dall’ebbrezza di essere state in mezzo ai ciliegi pomeriggio e sera, di aver visto le amiche in un periodo di crisi pandemica, di aver condiviso un’esperienza con l’aldilà, alla chiusura del giardino alle 21 proseguono un giro in macchina verso altri ciliegi, si mettono a cantare le canzoni che preferiscono inventando parole al posto di quelle che non ricordano, dando qualche steccata di cui ridono.
Parcheggiano per una camminata lungo il fiume Oka anch’esso ricoperto di fiori di ciliegio e infine loro che amano il mare non possono non dirigersi di nuovo verso il mare al parco Yamashita lungo e stretto con i suoi ciliegi illuminati che si stagliano verso il mare, i gabbiani e questa dolce e speciale luna rosa; vicino c’è la Torre Marittima, accanto alla quale festeggiarono il loro matrimonio, che illumina a intermittenza con flashate a giorno. Lo spettacolo è veramente unico. L’indomani domenica mattina le ragazze saranno libere e ne approfittano quindi per restare a fissare i ciliegi illuminati contro il mare fin quando non saranno stanche. E poi quando ricapiterà di vedere lo yozakura con la luna rosa?
Le spose si abbracciano davanti al mare, entusiaste e sedotte da questo spettacolo.
Nanako appoggia spontaneamente il suo viso sul collo della moglie; era da molto tempo che non lo faceva.
Vuole fermare il tempo per sempre, un momento magico, lei e sua moglie abbracciate, realizzate nella vita privata e nel lavoro, davanti a uno spettacolo rosa di fiori di ciliegio che rappresenta una perfetta cornice per le loro vite così felici e ottimiste, uno spettacolo che non stanca mai e affascina sempre come le loro vite che con sacrificio ed amore per la vita hanno costruito.
I ciliegi illuminati slanciano il loro rosa ottimista verso la luna a sua volta rosa che si fonde con loro attraverso la sua luce rosea; il rosa dei ciliegi e della luna spiccano poi sul mare e il cielo fusi a loro volta nel loro infinito e sereno colore blu. Il rosa dei ciliegi sulla terra e il blu del mare si ricongiungono nell’alto : nel rosa della luna e della sua luce e nel blu del cielo. Un velo rosa scende soavemente su tutto dalla luna. La Torre Marittima scaglia a intervalli un bianco abbagliante che riassume tutti i colori…luci e colori che emozionano…
Nanako vuole dichiarare a sua moglie ancora una volta il suo amore, perché non stanca mai sentirselo dire. “Ti amo Saint Just”.
Rei l’abbraccia ancora di più e le risponde “Ti amo ma cherie la poupee e ci ameremo davvero per sempre perché ora l’abbiamo visto : nulla potrà fermare il nostro amore”.
Sorridono allegre e con un braccio l’una sulla vita dell’altra passeggiano nel parco rasentando il lungomare, guardando i loro ciliegi illuminati di notte sul mare, lasciandosi illuminare ora dal rosa della luna ora dal bianco del faro.
Attraverso i ciliegi, il cielo e il mare ammirano estatiche la loro serenità, il loro ottimismo e la loro felicità protrarsi all’infinito, sanno di essere ogni giorno più forti di tutto anche di ciò che rappresenta la fine perché la fine non c’è e non ci sarà mai.
 

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Capitolo 67
*** Epilogo un viaggio magico ***


Ispirazione da Momoko Kikuchi “Deja vu”
 
È iniziato agosto, siamo in piena estate e la pandemia sta regredendo. Anche se non si è tornati alla vita ante COVID le persone possono uscire un po’ di più ed essere un po’ più serene.
Kaoru ha un appuntamento importantissimo; si tratta di uno dei giorni più importanti della sua vita. In un altro momento sarebbero state presenti anche le persone a lei più care, ma ancora non è possibile e quindi i suoi genitori, fratelli, nonni, marito e amiche più care a cominciare da Nanako e Rei avrebbero visto l’evento on line.
Kaoru riceverà insieme ad altri colleghi il premio per essere stata annoverata fra i dieci migliori medici del Giappone dal 2000 ad oggi, in pratica degli ultimi 21 anni. E’ al settimo cielo, troppo contenta, perché non avrebbe mai immaginato di ottenere un simile premio. Ha sempre lavorato con massima abnegazione per il bene dei suoi pazienti, non si è mai arresa di fronte ai casi più disperati perché per lei finché c’è vita c’è sempre speranza e questa sua tenacia e ottimismo l’ha portata a studiare, aggiornarsi ed esercitarsi giorno e notte raggiungendo risultati strepitosi. È un punto di riferimento fondamentale per la chirurgia nazionale.
L’aula dove riceverà il premio è molto grande, in altri tempi sarebbe stata gremita, ma Kaoru non si sente sola perché virtualmente sa che i suoi cari stanno condividendo con lei questo momento. Takehiko, in particolare, e i suoi genitori, non si accontentano di vedere l’evento on line, ma decidono di assistere in diretta streaming, e sono forse più emozionati di lei.
La cerimonia è breve, ma solenne, ed è propedeutica a una serie di convegni on line che si terranno simultaneamente in aule distinte sulle varie branche della medicina.
Ogni medico nel ricevere la sua targa fa un breve discorso di ringraziamento e torna al suo posto.
Arriva Kaoru, bella, avvenente, come fa sempre per le occasioni importanti si è lisciata i capelli raccolti in uno chignon in cima alla testa, sulla fronte la frangetta sbarazzina, indossa un tailleur giacca e pantalone sobrio ma molto elegante. Kaoru non fa un breve discorso, è talmente entusiasta e felice che sente di dover soffermarsi di più, di non dover semplicemente ringraziare.
Takehiko mentre guarda dal pc del suo ufficio la cerimonia è commosso e per l’ennesima volta si sente l’uomo più fortunato del mondo.
Kaoru, che è sempre riservata sulla sua vita privata e non ha mai rivelato alla maggior parte dei suoi colleghi dell’incidente medico di cui fu vittima a 16 anni, questa volta spontaneamente decide di riassumere giusto in poche parole davanti ai colleghi quest’episodio molto doloroso della sua vita di cui si dispiace sempre a parlare.
“Eppure - non dovrei dirlo - però senza quest’errore medico, di cui fui vittima, oggi non sarei qui, anzi non sarei neanche divenuta un medico. La mia grande passione era la palla a canestro, già alle elementari ero nella squadra nazionale ed ero considerata una stella promettente perché da quanto mi piaceva riuscivo a dare il massimo. Mi piacevano tanto però anche la matematica e la fisica, materie che mi divertivo davvero a studiare. Perciò, al liceo pensavo che dopo il diploma mi sarei dedicata a livello agonistico alla palla a canestro, prendendo una laurea a tempo perso per soddisfazione personale, oppure mi sarei iscritta a una facoltà matematica/tecnologica, forse a Fisica. Sarei stata molto felice, perché avrei seguito le mie passioni o meglio : quelle che credevo essere le mie passioni assolute; probabilmente col mio adorato marito, con cui sto insieme da più di 30 anni e con cui sono cresciuta insieme, mi sarei costruita la famiglia che desideravo, volevo tanto 3 figli, una bella famiglia con bambini. Mi sarei ritenuta la donna più fortunata del mondo, che aveva avuto tutto veramente tutto dalla vita. Invece, per colpa di questo errore medico non ho potuto realizzare il mio desiderio di avere figli”.
Takehiko è sbalordito, la moglie ha rivelato la sua sterilità, di cui non fa mai parola con nessuno, chissà dove vuole arrivare.
Kaoru prosegue : “quell’errore medico, oltre ad avermi impedito di realizzare il mio desiderio di avere figli, mi ha portato a scelte professionali in tutt’altra direzione. In realtà è proprio il caso di dire che se non hai fatto certe cose e non hai vissuto certe esperienze , non puoi dire se quello che hai è veramente il massimo per te, lo puoi credere, ma non è la verità oggettiva, è solo la tua verità soggettiva.
A 17 anni una mattina decisi di guardare negli occhi il medico che mi aveva sottoposto all’operazione e a cure massacranti per nulla; vidi il pentimento nei suoi occhi. Mentre uscivo dall’ospedale mi guardai intorno ed ebbi all’improvviso come una chiamata, ebbi l’istinto e il desiderio irrefrenabile di rimanere lì in quell’ospedale, in un posto come quello, ad aiutare, a collaborare, ad essere artefice in prima linea del benessere delle persone; in quel momento quelle che credevo le mie passioni assolute, a partire dalla palla a canestro, erano divenuti interessi – anche importanti - , ma non erano più le mie passioni; io in quel momento ho conosciuto la vera passione, un desiderio intenso per la medicina, mi sono sentita chiamata alla missione di medico, per me era inconcepibile fare qualcosa di diverso, perché non fare il medico sarebbe stato come rinnegare me stessa, e credetemi : la mia passione e il mio amore  per questi studi e soprattutto per questo lavoro sono qualcosa di indescrivibile che non avrei mai conosciuto se avessi fatto altre scelte, il mio lavoro mi emoziona e mi riempie di gioia ogni giorno di più.
Salvare le vite, entrare in sala operatoria è una sfida quotidiana che mi esalta, mi dà la massima carica e adrenalina; per me finché c’è vita c’è speranza, e io devo lottare fino alla fine per i miei pazienti. Questa gioia infinita non l’avrei mai provata e conosciuta senza quell’errore. È vero : fra i 16 e i 17 anni ho vissuto un trauma terribile che non auguro a nessuno, ho visto la morte in faccia, non ho avuto figli e mio marito sa meglio di chiunque altro quanto ne ho sofferto, però – potrò sembrare folle ad alcuni – nonostante tutto quello che ho passato, le sofferenze, le ferite fisiche e spirituali, le angosce per una fine imminente, però appunto – sembrerò folle - non cambierei mai la mia vita così com’è, e so per certo che non avrei mai potuto essere altrettanto felice con un percorso di vita diverso.
Con questo non dico di essere grata al collega che sbagliò la diagnosi, l’ho perdonato, ma non gli sono certo riconoscente, quello che fece è molto grave e ingiustificabile. Però alla fine io sono infinitamente felice così, dalla vita non si può mai avere tutto, ma io … davvero … più di quello che ho non posso e soprattutto non avrei mai potuto desiderare. Prima di iscrivermi a Medicina il mio allora ragazzo – oggi mio marito - mi disse che questi studi e questo lavoro avrebbero fatto emergere quella che ero veramente e mi avrebbero dato il massimo della felicità, una felicità che nessun’altra scelta mi avrebbe dato : oggi dopo 28 anni posso dire che aveva perfettamente ragione.
Nessun’altra situazione/combinazione mi avrebbe altrettanto valorizzata e resa felice. Io vivo per i miei pazienti, le mie operazioni. No, non cambierei mai la mia vita, la terrei ancora così come è stata, con tutti gli episodi anche drammatici che l’hanno connotata, perché sono stati indispensabili per farmi arrivare alla mia missione di medico e ai miei pazienti, perché la mia è una missione, io non svolgo una professione ma una missione, e se quell’errore medico è stato il prezzo da pagare per arrivare fin qui … sarò folle però… va bene anzi va benissimo così.
Alla fine considero la mia vita un viaggio magico, ha avuto i suoi incidenti di percorso, ma nessuna vita è mai perfetta, e forse certe cose non accadono per caso … che altro dire? Mi sono fin troppo dilungata, scusatemi se vi ho annoiati, grazie per aver apprezzato l’amore infinito per il mio lavoro”.
Si leva uno scroscio di applausi, alcuni colleghi si alzano in standing ovation. Kaoru se ne va leggiadra con la sua targa, col sorriso esuberante sul viso, lo stesso sorriso esuberante e contagioso che aveva al liceo.
Takehiko alla fine della diretta streaming piange, deve preparare una cena fantastica per questa sera, verranno anche sua sorella Nanako e la cognata Rei. Gli vengono in mente le giostre, dovrà portarla alle giostre, gliel’ha promesso, alle giostre come quando erano ragazzini.
 
La sera Takehiko ha preparato una cena superlativa, ridono e brindano tutti e quattro insieme al futuro di Kaoru, dopo aver rivisto la registrazione della premiazione.
Purtroppo sono solo in 4 causa pandemia, ma quando tutto sarà passato faranno una bella cena con tanti amici e parenti, fra cui in prima fila Mariko e Takashi che intanto guarderanno la registrazione del video.
“Hai ragione Kaoru, quando si è realizzati a tutto tondo, la vita è davvero un viaggio magico” commenta Nanako.
“E’ un viaggio magico se ci sono l’amore, l’amicizia, l’affetto, senza questi sentimenti non ci si realizza neanche nel resto, perché l’amore – inteso anche come amicizia e affetto in generale – è il motore di tutto” puntualizza Rei.
“Allora alla fine si fa prima a dire che l’amore è un viaggio magico” conclude Takehiko.
I ragazzi ridono.
“Se siamo arrivati dove siamo arrivati è merito anche del nostro reciproco affetto; io non so che fine avrei fatto senza l’amicizia e l’amore di Kaoru e Nanako. Possiamo avere tante passioni, vocazioni, ma siamo anche esseri sociali; se non siamo amati e se non amiamo, alla fine ci blocchiamo, ci atrofizziamo e diventiamo un nulla”, dice seria Rei.
“L’amore e l’amicizia veri sono elementi indispensabili per vivere, sono come il cibo, dei farmaci salvavita, possono davvero allungare la vita” commenta Kaoru.
Questo momento di riflessione è interrotto dalle risate gioiose di Nanako “Allora ragazzi noi con tutto l’amore che ci scambiamo siamo solo all’inizio della nostra vita, faremo come lo squalo Highlander che vive almeno 400 anni”.
“Ai prossimi 360 anni” esclama Takehiko prima di iniziare un nuovo brindisi.
 
Eppure le considerazioni scambiate in quella serata fra uno scherzo e l’altro hanno indotto tutti a riflettere, a riconsiderare la loro vita, a essere maggiormente consapevoli.
Essendo agosto, Nanako e Rei decidono di andare via giusto per qualche giorno verso la montagna, sono stanche per i loro lavori molto intensi; l’incarico di Nanako come preside è assai impegnativo, ha appena terminato gli ultimi collegi di docenti e chiuso il convitto che riaprirà alla fine del mese, mentre Rei ha terminato dei corsi particolarmente complessi di letteratura contemporanea all’università, dove è capodipartimento di letteratura contemporanea, e sta per tenere prima della partenza un concerto col suo gruppo storico che si terrà quasi a porte chiuse (ovviamente anche in diretta streaming), con la partecipazione al massimo di tre persone per musicista; per lei verranno Nanako, Fukiko e Takashi, che ad agosto torna sempre in Giappone con Filimon.
Il concerto è molto bello, vengono suonati magistralmente spartiti di musica classica, opere composte dal gruppo della stessa Rei, altre melodie di andamento classicheggiante o anche leggero.
Sul finale un componente del gruppo annuncia “Per finire suoneremo una musica che la nostra amica collega storica Rei Asaka amava eseguire spesso al liceo e che a un certo punto decise di non suonare più. Stasera l’incantesimo ricomincia e la suoneremo tutti insieme”. Nanako ha un sussulto e pensa “Non sarà mica la musica che suonò il mio primo giorno di liceo?”…proprio quella…
La musica viene suonata, questa volta non solo dal pianoforte suonato da Rei, ma anche dai suoi colleghi che suonano chi il violino, chi il basso, chi la viola…dopo quel terribile incidente stradale Rei non aveva voluto più suonare quella musica che apparteneva a un periodo oscuro e da dimenticare del suo passato, se oggi si sente di suonarla significa che ha fatto pace definitivamente col suo passato, che si è riunita pacificamente a lui come ha fatto Kaoru col suo.
Kaoru alla fine ha elaborato nel migliore dei modi l’errore medico di cui è stata vittima … senza di esso non sarebbe mai arrivata dove è ora, non avrebbe mai conosciuto la felicità e la gioia assolute, l’apoteosi che una persona dall’animo puro e nobile come lei merita…nobiltà d’animo …principe Kaoru nome che per la sua modestia aveva a un certo punto rifiutato…dottor Kaoru…Kaoru dei miracoli…questa era stata l’evoluzione. E va bene così…se quell’errore era il prezzo da pagare per arrivare dove è arrivata – dice Kaoru – va bene così…la sua vita è comunque un viaggio magico…
Ed ecco che Rei – sempre in perfetta sintonia con la sua amica storica – dopo 30 anni si riconcilia a sua volta col passato, suonando quella musica che si era ripromessa di non suonare più, la sua musica preferita che però non voleva più suonare perché troppo legata a quel triennio drammatico vissuto fra i 14 e i 17 anni.
Nanako si emoziona, senza accorgersene piange, rivede in un attimo le emozioni del suo primo giorno di liceo, il primo incontro con quella che è divenuta sua moglie, le aspettative, i sogni a occhi aperti, il sentirsi grande dopo la scuola media quando ancora non sei grande e hai tanta strada davanti e il futuro prenderà una piega diversa da quella che pensavi…Saint Just il fiore…quella rosa rossa in bocca…la rosa portafortuna che tutte le liceali del Seiran correvano a prendere…e lei Nanako che poi al bar con Tomoko prima di tornare a casa sognava di raccogliere … innamorata fin dal primo giorno … anche la loro vita è stata un viaggio magico dove i momenti drammatici non sono mancati ma – come dice Kaoru – , se lei e Rei sono dove sono, è anche per quei momenti drammatici. In questo il passato è sublimato, si è compiuta la catarsi, il passato è sublimato e così si sublima il presente e si sublima il futuro. Quella musica è dolce e malinconica al tempo stesso, una macchina del tempo…un viaggio fra passato e presente verso il futuro…un viaggio magico.
Quando finisce l’esibizione c’è una grande standing ovation, Nanako piange, Fukiko se ne accorge e le mette dolcemente una mano sul braccio, il suo sguardo è buono, anche Fukiko ha avuto la sua catarsi.
Diversi dei presenti chiedono un encore, e Rei si esibisce nuovamente col suo gruppo in quella melodia bella, affascinante, piena di ricordi nostalgici, un tempo triste eppure - alla luce del contesto in cui è eseguita adesso - rasserenante. Ma è bella soprattutto per il suo sottofondo malinconico che non si toglierà mai.
Nuovo scroscio di applausi e nuove standing ovations.
Alla fine del concerto i musicisti si salutano e vanno verso i loro personali spettatori. Fukiko e Takashi si prodigano in complimenti verso la sorella, e allo stesso tempo chiamano il vecchio che ha visto da casa la diretta streaming e si complimenta a sua volta entusiasta con la figlia.
Nanako piange di gioia, e dopo i saluti ai cognati prende per mano la moglie per tornare a casa. Kaoru purtroppo è di turno in ospedale, ma sarebbe stata chiamata l’indomani e intanto le avrebbero inviato la registrazione del concerto fatta col tablet da Nanako.
 
Il giorno dopo è aspettato con esaltazione da tutte loro.
Kaoru la sera andrà alle giostre con Takehiko, come si erano da mesi promessi di fare. Finalmente, si può ricominciare a uscire, anche se con tutte le precauzioni.
Nanako e Rei devono finire i preparativi prima della partenza per la montagna e per la sera vogliono andare a cena fuori. Il giorno più bello ed entusiasmante di un viaggio è sempre la vigilia della partenza, quello carico di aspettative, di progetti, quando mentre finisci di sistemare la valigia ti vengono in mente tantissime cose da fare e vedere, quando hai in mente più itinerari e non sai quale scegliere. Hanno la stessa esuberanza delle prime vacanze insieme dei vent’anni.
In altre parole le tre ragazze, che vivono emozioni e sentimenti simili in sincronia, per motivi diversi sono emozionate perché stanno facendo un tuffo nel passato sentendosi ragazzine.
 
Kaoru e Takehiko la sera danno un’occhiata a delle gare olimpiche alla TV; Kaoru da sportiva segue nei ritagli di tempo con entusiasmo le Olimpiadi che quest’anno si sono tenute proprio a Tokyo.
Decidono di andare alla ruota panoramica di Yokohama, perché è la loro città d’origine dove si sono conosciuti e dove si divertivano ad andare sulle varie giostre, forse erano un po’ bambinoni – come malignò il genio del male avv. Fujiwara – ma erano una bellissima coppia proprio perché avevano mantenuto l’innocenza e lo stupore dell’infanzia. La ruota panoramica tra l’altro è una giostra per adulti, emozionante perché vedi dall’alto tutta la città : la città dove è nato il loro amore.
Proprio alle giostre Kaoru ebbe i primi sintomi di quel problema di salute che l’ha portata dove è ora…un altro collegamento riconciliante col passato….
“Take la nostra ruota panoramica, quanto tempo era che non salivamo, da prima che ci trasferissimo a Sapporo, non ero ancora diplomata”.
“Eppure quante volte potevamo tornarci in questi 28 anni, quando tornavamo a trovare le nostre famiglie, ma anche da quando 16 anni fa siamo andati a stare a Tokyo, con l’auto in poco più di mezz’ora non sarebbe stato nulla venire qui. Come dice Rei, facciamo tutti lo sbaglio di rimandare cose che dovremmo fare subito”.
“Ma ora non rimanderemo più, dobbiamo tornare una volta l’anno, e a proposito di Rei, visto che l’hai rammentata mando subito a lei, a Nanako, a Mariko e a Tomoko la foto della ruota panoramica”. Kaoru prima di salire scatta delle foto alla ruota accompagnate da messaggi vocali, vuole rendere partecipi le sue più care amiche delle sue giornate migliori.
“Dottoressa Orihara ora saliamo, comincia il nostro turno”, recita Takehiko, che viene all’improvviso interrotto.
“Buonasera professoressa”.
Kaoru si volta di scatto, è un suo allievo del primo anno del tirocinio propedeutico all’abilitazione medica.
“Buonasera, anche voi qua?”
“Siamo un po’ in vacanza in questi giorni; questa è la mia ragazza, studia Medicina anche lei, è del quarto anno. Abbiamo voluto fare un giro alle giostre e ora vogliamo salire anche sulla ruota panoramica, dicono è molto bella”.
La ragazza abbassa gentilmente la testa in segno di saluto e ha un sorriso contagioso simile a quello di Kaoru.
“E’ spettacolare ragazzi” interviene Takehiko.
“Io e mio marito più o meno alla vostra età amavamo come voi le giostre, ma poi in parte perché siamo stati per tanti anni lontani, in parte perché quando sai che puoi fare una cosa la rimandi con calma a data da destinarsi, non siamo più venuti; l’ultima volta venimmo che voi non eravate ancora nati!”
Le coppie ridono e dopo i saluti di convenienza salgono nelle cabine della ruota.
Il panorama quando arrivano nella parte più alta è veramente molto bello, si vede tutta Yokohama, le strade e i monumenti principali, e di buio l’effetto è ancora più affascinante, tante luci colorate che provengono da ogni parte. Kaoru è divertita come una bambina “Oh Take veniamo più spesso”.
“Certo, l’abbiamo già detto, e poi non posso non esaudire i desideri dell’amore mio più grande del mondo”.
In quel momento suona il telefono. Sono Nanako e Rei.
“La prossima volta veniamo anche noi con voi!”, dicono insieme.
“Rei noi ci siamo promessi di venire tutti gli anni e siccome ci hai insegnato a non rimandare mai, ricordacelo se poi siamo un po’ in ritardo”.
“E voi che combinate?” dice Takehiko.
“Siamo state a cena fuori, abbiamo fatto due passi prima di tornare a casa, e ora ci accingiamo ad andare a letto presto perché domattina partiamo” risponde Nanako.
“Allora aspettiamo le prime foto dalla montagna” dice Kaoru.
La telefonata fra una battuta e l’altra termina.
Kaoru e Takehiko proseguono i giri sulla ruota, non scenderebbero mai, perché sono tornati ragazzini.
“Take stasera sono vispa e reattiva come quando ero al liceo, perché, una volta scesi da qua, non ci facciamo un giro anche su altre giostre? Che ci importa se siamo ultraquarantenni?”
“Va bene che ci dicono tutti che dimostriamo molto meno della nostra età, però che non siamo proprio adolescenti si vede”.
“Dai, ci sono anche diverse persone della nostra età, e poi che ci importa? Una notte di follia, sarà memorabile, sarà un aneddoto che farà parte del nostro viaggio magico”.
“Allora arricchiamo il nostro viaggio di una nuova meta”.
“C’è anche una sala ballo ho visto”.
“Ma tanto non ti piace ballare”.
“Stasera mi va, ti porto a ballare, sei contento?”
“Altro che aneddoto, questo è un evento straordinario che non devo assolutamente lasciarmi sfuggire!”
 
Mentre Kaoru e Takehiko super gasati passano la notte a ballare e provano delle giostre come non facevano da una vita, Nanako e Rei si sentono euforiche, vogliono dormire per partire ben riposate l’indomani mattina, ma entrambe hanno il sonno leggero e durante la notte si ritrovano spesso in un inspiegabile stato di dormiveglia.
Sono emozionate perché da due anni per colpa della pandemia non sono più andate da nessuna parte e questa è la loro prima vacanza post COVID; sono emozionate, perché gioiscono - come del resto tutti - della libertà di spostamento e di vita sociale che pur molto lentamente si sta tuttavia riconquistando; una vita sociale in fase di riconquista questa volta con la consapevolezza dell’infinito valore di ciò che prima si dava per scontato; sono emozionate perché dopo gli ultimi eventi hanno riconsiderato e rielaborato in maniera positiva e definitiva la loro vita, facendo pace una volta per tutte con se stesse e soprattutto con il loro passato, specialmente Rei.
Questo assestamento destinato a divenire permanente, questa visione della vita che hanno acquisito dopo tanti eventi e la catarsi compiutasi le ha logicamente per il momento un po’ destabilizzate tanto è grande la gioia e la serenità che hanno portato nei loro cuori.
Kaoru, parlando durante la sua premiazione di episodi drammatici della sua vita ai colleghi e a tutti quelli che hanno assistito alla sua premiazione, ha dimostrato di aver non solo superato le ingiustizie subite ma anche di averle trasformate in punti di forza e persino accettate serenamente come passaggi indispensabili verso la sua felicità e realizzazione completa; senza quelle ingiustizie non sarebbe mai stata altrettanto felice e realizzata e quindi alla fine la sua vita va bene – anzi – va nel migliore dei modi così. Del resto stanotte anche Kaoru è in fibrillazione e non vuole andare a dormire, scatenandosi fra giostre e balli come fosse un’adolescente. Lei che non ama ballare deve liberare la sua energia
Rei suonando magistralmente al concerto della sera prima quella melodia malinconica, messa da parte in seconda liceo dopo l’incidente, ha dimostrato a sua volta di essersi riconciliata con le sue tragedie giovanili, con le ingiustizie e gravi carenze affettive subite, e questo grazie anche alle visite fatte al suo amato rione e ai pentimenti sinceri della sorella Fukiko.
Nanako, pur non essendosi mai trovata in situazioni similmente tristi a quelle di Kaoru e Rei, aveva avuto comunque i suoi periodi orrendamente negativi, da cancellare, l’ultimo dei quali quando a 20 anni si era staccata due anni da Rei per i pregiudizi e le cattiverie della cognata solo di recente redenta. Anche lei però si rende conto che ormai sono tutti ricordi molto lontani e messi nel quadro della sua attuale felicità non stonano, perché alla fine sono stati un percorso obbligato verso la sua felicità assoluta meritatamente conseguita.
Alla fine Rei e Nanako si accorgono di essere in dormiveglia entrambe. Sono circa le quattro del mattino. Nanako abbraccia la sua Saint Just e la stringe al suo cuore, non si sazierà mai di quell’odore di vaniglia, dovrà tuffarcisi per sempre, perché ne sarà sempre in riserva.
“Sei in dormiveglia anche te Nanako?” chiede Rei.
“Sì. Non abbiamo fatto niente di particolare in questo periodo, ma siamo tutte sovreccitate, la libertà di spostamento e di vita sociale in fase di rinascita, l’aver fatto pace con eventi molto dolorosi del nostro passato, prenderne consapevolezza e sentirsi all’apice della felicità, sentirsi di aver avuto alla fine tutto dalla vita, aver avuto proprio tutto nonostante tutto, non può lasciarci indifferenti. Mi sono accorta che almeno io mi sento come Kaoru e sento che è così anche per te, l’ho capito ieri sera quando hai suonato quella musica dolce e malinconica, la stessa che suonavi spesso prima dell’incidente”.
“Capisci sempre tutto Nanako. Hai un intuito e una sensibilità più unici che rari”. Rei si siede sul letto e tira su con sé l’abbraccio di Nanako. “Pensavo ai discorsi di Kaoru. Solo io posso sapere quanto ho sofferto fra le medie e il liceo, e ho sofferto anche dopo per il comportamento di mia sorella, le sue scenate egoiste, per essere stata lontana da te per due anni a causa sua, per essere stata poi allontanata da mia sorella stessa a lungo, però nonostante tutto nemmeno io cambierei la mia vita perché tutto questo è servito per arrivare dove sono, faccio due lavori che amo profondamente e che mi arricchiscono sempre di più, ho delle amicizie che non potrebbero essere migliori, mi sono fatta amare dalla mia famiglia per quello che sono; siamo dovuti passare dallo scontro e dall’allontanamento, però ora c’è sincerità fra noi, il nostro amore e la nostra armonia sono assolutamente sinceri, senza quegli scontri così dolorosi e drammatici sarebbero rimaste delle maschere. E poi ho te, il mio organo vitale senza il quale non posso vivere, il mio sostegno”.
Le ragazze si abbracciano più che mai e prende la parola Nanako “col nostro amore abbiamo sconfitto insieme il dolore, tutto il brutto delle nostre vite, abbiamo sublimato il passato, resa perfettamente bella la nostra vita anche con gli incidenti che ci sono stati, e abbiamo scoperto insieme che non esiste una fine, il nostro amore è per sempre. Quando avevo 16 anni capii che ti amavo da morire perché senza di te sarei morta. L’amore per te è così impegnativo e grande da rischiare di non essere sostenibile dal mio cuore, ma questo stesso amore sconfigge il dramma, la morte, la fine, ci rende eterne, io non mi staccherò mai da te nemmeno dopo la morte e non smetterò mai di amarti”.
“Nessuno esprime i concetti e i sentimenti meglio di te. Per me valgono le stesse cose nei tuoi confronti e se la mia vita è perfetta così come è stata è anche e soprattutto merito tuo. Anche la nostra vita è un viaggio magico, il nostro amore è un viaggio magico, perché tutto con te è magico, ma cherie la magicienne”.
E mentre Kaoru e Takehiko ballano e corrono a provare le giostre come due ragazzini scatenati, liberando il loro lato dionisiaco e fanciullesco, Nanako e Rei si abbandonano con un dolce e tenero abbraccio ai loro sogni beati dopo essersi scambiate delle carezze e aver parlato piacevolmente. Sono infinitamente e serenamente felici, appagate nello spirito, unite nell’anima, nel cuore e nel corpo.
 
Ed è l’alba, l’alba di un nuovo giorno.
“Sono stanchissimo, erano 20 anni che non facevamo l’alba a divertirci, era una vita che non ballavo”.
“Take un ultimo giro sulla ruota”.
“Sono stanco, tanto si è detto si torna”.
“Amoooreeee” dice a presa di giro Kaoru.
“Sì, ora fai la romantica, non ci casco, io ora torno a casa e vo a letto”.
“Io no” dice dispettosa Kaoru.
“Andiamo a casa”.
“Amooooreeee prendimi” e Kaoru scappa verso la ruota.
“Dottoressa Orihara vince sempre lei” Takehiko stanco morto la rincorre.
Alla fine dottor Kaoru vince e parte un nuovo giro sulla ruota panoramica.
“Take grazie della splendida serata, era tanto che non ci divertivamo così, siamo tornati ragazzini”.
“Io mia cara non mi sento i miei anni e comunque devo io ringraziarti per avermi portato a ballare”. Dopo le risate, Kaoru diventa più seria “sai quando ho visto quel mio allievo con la sua ragazza ho rivisto noi di tanti anni fa, e mi è venuta un po’ di malinconia. Poi penso a quanto siamo felici, a quanto abbiamo e dobbiamo ancora avere e fare”.
“Beh, amore mio più grande del mondo, dobbiamo vivere ancora almeno altri 360 anni, e quindi ci aspettano miriadi di esperienze!”
Kaoru ride “sono troppo fortunata : la mia vita è davvero un viaggio magico!”
“Già. Ricordati però che abbiamo concluso con Nanako e Rei che la vita è un viaggio magico grazie all’amore, quindi l’amore è un viaggio magico, e siccome noi due ci amiamo a questo punto il nostro amore stesso è un viaggio magico”.
“Bel sillogismo prof. Henmi!” esclama Kaoru “guarda : la città si sta risvegliando, il cielo rosa è così affascinante, la città da lontano, che magia…”.
Kaoru è ipnotizzata dal panorama e quando si gira verso il marito si accorge che si è addormentato. Lo guarda con tenerezza. Il loro amore è un viaggio magico, così come è magica quella ruota panoramica, rasenta la terra poi torna migliaia di metri su, ora giù ora su, come la vita la ruota panoramica alterna alti e bassi, momenti no e momenti di apoteosi. Kaoru pensa che ha ragione Takehiko : la vita è come una giostra coi suoi cambiamenti, i suoi ‘su’ e ‘giù’, che si rinnova ma resta ancorata al passato, che con la realizzazione di se stessi, l’amicizia e l’amore dona felicità e quindi rende tutto perfetto nella sua imperfezione, una giostra mossa dalle relazioni sociali e affettive, dall’amore in senso lato, diventando un emozionante viaggio magico, perché l’affetto cioè il suo motore è un viaggio magico, il viaggio più bello…
 
Kaoru contemplando l’alba rosa si sente tanto felice, pensa alla magia dell’amore.
Ma anche Nanako e Rei stanno contemplando estasiate l’alba. Alla fine hanno ceduto alla veglia, e sono nella loro bellissima terrazza fiorita a contemplare il sorgere del sole.
“Un altro giorno con te amore mio” dice Nanako “un’altra tappa del nostro viaggio magico”.
“E oggi viaggeremo anche nel vero senso della parola” aggiunge Rei.
“Allora facciamo questa nuova magia!”
“Partiamo!”
L’alba sta facendo piano piano spazio al giorno, il rosa sta diventando azzurro. Le ragazze allegramente caricano in auto i bagagli.
Accendono la radio perché a loro piace una leggera musica di sottofondo - si sente e non si sente -mentre guidano. L’emittente sta lanciando canzoni degli anni ‘80.
Mentre chiacchierano e scherzano in auto come da adolescenti a un certo punto riconoscono una canzone del 1986 che nel ritornello ripete “l’amore è un viaggio magico”.
“Non ci posso credere” esclama Nanako che ride, mentre è di turno lei alla guida.
“Ma è vero” risponde Rei.
Proprio in quel momento arrivano altre foto via whatsapp del panorama dalla ruota da parte di Kaoru con didascalia “siamo andati sulle giostre e abbiamo ballato tutta la notte, Take dorme e io contemplo questo panorama splendido che non mi stanca mai. Che viaggio magico è l’amore, che viaggio magico è l’amicizia…”.
“Noooo : telepatia. E io che non volevo chiamare dottor Kaoru per non svegliarla e invece se l’è spassata tutta la notte”, commenta Rei.
“Vedi siamo sempre sintonizzate l’una sull’altra chiamala, dille della canzone”.
Fra mille risate argentine Rei chiama Kaoru
“Dottor Kaoru telepatia : ci riguardavamo a chiamarti perché ti credevamo a letto, senti che canzone sta lanciando la radio”.
Rei alza il volume.
“Non ci credo : ‘l’amore è un viaggio magico’. Ne abbiamo parlato anche con Take prima che questo poltrone si addormentasse”.
“E noi ne abbiamo parlato stanotte e prima di partire” prosegue Rei.
“Questo poltrone di Take non sente nulla, da come dorme”.
Risate grasse ed euforiche, sono galvanizzate!
“La nostra amicizia, le nostre storie d’amore sono dei viaggi magici, che hanno reso le nostre vite dei viaggi magici, ragazze che emozione la nostra telepatia, e che emozione assistere all’alba di un nuovo giorno, dall’alto della città…” dice in un misto fra l’allegro e il malinconico Kaoru.
“Che emozione assistervi anche in auto verso una vacanza meritata” commenta Nanako.
“Un viaggio magico” esclamano Nanako e Rei.
Un viaggio magico…..
 
La ruota panoramica gira e Kaoru grata e perdutamente innamorata della vita dà una premurosa occhiata a Takehiko dormiente, e poi ricomincia a fissare il panorama dalla ruota.
La vita è una giostra…una giostra che gira centrifugando passato, presente e futuro, che con le passioni, l’amore e l’amicizia fa magie, che dalle passioni, dall’amore e dall’amicizia è trasformata in un viaggio magico, perché le passioni, l’amore e l’amicizia sono viaggi magici.
 
Nanako e Rei viaggiano verso la loro meta di vacanza.
La radio continua a lanciare canzoni degli anni ‘80. Le ragazze ripensano ai propri anni ‘80, quando erano bambine ingenue, esuberanti e giocose : una dolce e piacevole malinconia che si congiunge al loro presente meraviglioso e splendente e a un futuro che col loro amore non potrà che essere favoloso…una magia
“Il nostro amore è davvero un viaggio magico, ma cherie la poupee” commenta Rei.
E puntualizza Nanako “Il nostro amore è un eterno viaggio magico, la nostra magia per sempre”.
 
Kaoru gira nella ruota panoramica, nella giostra magica della vita e dell’amore; un nuovo giorno è arrivato.
Nanako e Rei proseguono il loro viaggio magico verso la loro vacanza; un nuovo giorno è arrivato.
 
Un eterno viaggio magico …. Carissime ragazze…
 
 

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