Other stories about Aleksander and Luda

di BeaBia92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Gift ***
Capitolo 2: *** Together again ***
Capitolo 3: *** Family ***
Capitolo 4: *** Still alive ***
Capitolo 5: *** Alone or not? ***
Capitolo 6: *** Dreams ***
Capitolo 7: *** Here I am ***
Capitolo 8: *** 200 Years ***
Capitolo 9: *** Daddy's girl ***
Capitolo 10: *** Love forever ***



Capitolo 1
*** Gift ***


GIFT

Luda e Aleksander erano a letto teneramente abbracciati nella loro abituale posizione. Lui che la stringeva a sé con il braccio sinistro e le accarezzava amorevolmente la schiena candida e nuda.

Lei con la mano appoggiata sopra al cuore di lui, a sentire quel battito potente e regolare, che ora apparteneva esclusivamente a lei.

“Sei silenziosa..” notò lui.

“Sto pensando..” disse lei alla fine dopo qualche altro minuto di silenzio “Sto pensando a come dirtelo..” sospirò, mentre lui inarcava le sopracciglia curioso.

Forse non c’erano parole giuste per quello, poteva solo mostrarglielo.

Luda si scostò di poco da lui e si mise supina, la testa di lei però continuava ad appoggiarsi sul braccio sinistro steso di Aleksander, invece del cuscino.

Lei gli prese la mano destra e gliela poggiò sul ventre, solo in quel modo si poteva sentire che era leggermente arrotondato.

Luda piazzò i suoi occhi di ghiaccio in quelli penetranti di lui, lo sguardo eloquente, che non lasciava dubbi.

“Sei sicura?” le domandò, il tono di voce era solo apparentemente calmo, in realtà Aleksander stava provando un’infinita gioia.

“Una donna lo sa..” rispose lei semplicemente, accennando un sorriso.

“Io..” gli mancavano le parole per esprimere quello che sentiva “Credo di amarti ancora di più in questo momento, se è possibile..” si allungò su di lei per donarle un tenero e semplice bacio.

“Non sei contrariato allora?” domandò lei quando si staccarono.

Era una domanda inutile, però, le sarebbe bastato osservare il viso di Aleksander.

Tutto esprimeva contentezza per quella novità: gli occhi erano illuminati di una luce raggiante e leggermente umidi, un sorriso si allargava sulle sue labbra.

Ma forse lei voleva solo sentirselo dire, essere rassicurata dalla sua anima gemella.

Quello che stava succedendo a Luda era un grosso cambiamento e aveva bisogno del sostegno di Aleksander.

“Stai scherzando?” replicò lui con tono incredulo, l’espressione sul suo volto non era cambiata “E’ la più bella notizia che potessi darmi..” lui ora si era voltato e si era sporto su di lei, la circondava con le sue forti braccia, gli occhi incatenati a quelli di lei per farle capire quanto sincere sarebbero state le sue prossime parole.

“Avere un figlio da te..” continuò “non è altro che il coronamento del nostro amore..” si fermò un momento per raccogliere i pensieri, d’altronde le emozioni che provava Aleksander erano intense ed era complesso tradurlo a parole “Io ti amo Luda..” dichiarò senza timore “Ti amo con ogni fibra del mio corpo e della mia anima..”

Lo sguardo di lei si riempì di lacrime di gioia, non voleva sentire altro da lui.

Aleksander per suggellare quella dichiarazione spontanea, suggerita dal suo cuore, si chinò sulle labbra di lei per regalarle un altro bacio, stavolta più appassionato.

E non contento di solo quella manifestazione d’amore, il Grisha oscuro portò la sua testa all’altezza del ventre di lei e vi appoggiò dolcemente la bocca.

“Non hai idea della fortuna che hai..” parlò direttamente alla creatura che iniziava a crescere in lei. “Avrai una madre meravigliosa, la sua empatia e la capacità di amare il prossimo, la sua straordinaria bellezza..” Aleksander alzò lo sguardo sulla sua compagna per sbirciarne la reazione.

Gli occhi di Luda esprimevano infinito amore e brillavano in quel momento.

“Anche il padre non è da meno..” disse lei seguendo l’esempio della sua anima gemella “Tenace, a volte testardo come un mulo, ma soprattutto l’essere sempre pronto a mettere a repentaglio la sua vita pur di salvare il prossimo..”

Stavolta furono gli occhi di Aleksander ad illuminarsi per quelle parole.

“Non vedo l’ora di fare la tua conoscenza, piccolo mio..” Aleksander appoggiò di nuovo le labbra sul ventre di lei.

“Dovrai attendere qualche mese..” gli ricordò Luda pazientemente.

“Lo so..” disse lui tornando su di lei, i volti ora vicini, gli occhi che si incrociavano instancabilmente. “Nel frattempo avrò cura e riguardo nei tuoi confronti..” promise accarezzandole dolcemente una guancia “Non potrai muovere neanche un muscolo..” il tono era scherzoso, ma non troppo.

“Che i Santi me ne scampino!” esclamò lei ridendo di gusto.

Aleksander la seguì a ruota.

“In questo momento sono l’uomo più felice del mondo..” dichiarò seriamente, la sua voce lasciava trapelare solo dolcezza, amore e reverenza verso la sua anima gemella.

Non poteva chiedere di più.


Musica -> https://www.youtube.com/watch?v=CZ4nbrVQHds

*********
 

Ciao a tutti!

Come annunciato alla fine della fan fiction "Cursed Love" non ero evidentemente ancora pronta a lasciare questi due splendidi personaggi, mi riferisco a Luda e Aleksander, che in pochissimi minuti mi hanno trasmesso tantissimo e ci sono state le relative conseguenze di creatività nello scrivere.

Queste che leggerete sono una serie di one shot su di loro, alcune potrebbero essere viste come una sorta di continuazione della fanfiction, altre come versione alternativa al finale. Giudicherete voi se e quanto vi piaceranno.

Piccolo bonus che inserirò alla fine di ogni storia: il link di youtube della canzone o musica che mi ha ispirato e che potete decidere di ascoltare prima, dopo o durante. O addirittura di ignorarla, come preferite.

Spero che anche questo esperimento vi piaccia e ripeto io mi sono lasciata ancora trascinare dal legame di Aleksander e Luda, un legame che vedo indissolubile.

Buona lettura!

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Capitolo 2
*** Together again ***


TOGETHER AGAIN

Aleksander era steso a terra e i suoi occhi osservavano l’ultima conquista di Alina, era riuscita a distruggere la faglia alla fine e decisamente non come si era aspettato.

Non si era neanche aspettato di morire in quel modo, trafitto da un pugnale fatto di acciaio Grisha e che fosse stata proprio l’evocaluce a impugnarlo.

Era forse stata misericordia la sua? Non voleva vederlo soffrire quando lui aveva realizzato di essere completamente da solo un’altra volta?

Alina aveva completamente perso il suo potere, sua madre non c’era più. Nessuno avrebbe condiviso l’eternità con lui.

Era un dolore troppo grande da sopportare, stava prendendo il sopravvento su di lui come tanti anni prima. E si era distratto.

Nonostante fossero i suoi ultimi istanti di vita non rimpiangeva quello che aveva fatto, perlomeno non tutto.

Dall’esterno gli altri pensavano solo che lui fosse assetato di potere e che le sue decisioni non avessero uno scopo. La parte riguardante il potere era in parzialmente vera, nel corso degli anni era rimasto ossessionato dalla ricerca degli amplificatori, ma sempre con l’obiettivo finale ben chiaro in lui: creare un Paese sicuro per tutti i Grisha.

Nel corso del tempo aveva dovuto prendere delle decisioni difficili e di dubbia moralità, però non le aveva prese sempre a cuor leggero.

Con l’ultimo fiato che gli rimaneva in corpo sussurrò il nome che non pronunciava da troppo tempo, il nome di una persona amata e che lo aveva sempre compreso:

“Luda..”

Un sorriso si aprì sul suo volto morente, i muscoli del viso ormai quasi disabituati da quell’espressione.

“Sono qui, amore mio..” una leggera brezza portò quella risposta, era la voce di lei.

A quel dolce suono una lacrima solitaria si fece strada sul suo viso, chiuse gli occhi e il suo cuore smise di battere.

Aleksander si lasciò guidare fino a ritrovarsi in piedi in forma di spirito accanto al suo corpo inerte e senza vita.

Vedeva Alina e Mal di nuovo insieme e ormai non gli importava più.

Il mondo dei vivi non gli importava più, ora si sentiva in pace.

Sentì un lieve fruscio dietro di lui, si voltò e la vide.

Era lì, incantevole come la ricordava.

I suoi lunghi capelli castano rossicci scossi misteriosamente dal leggero vento, indossava una lunga veste azzurra che metteva in risalto quegli splendidi occhi di ghiaccio.

Per i Santi quanto gli era mancata.

Rivederla lo aveva riportato a quattrocento anni prima.

Il suo cuore riprese inspiegabilmente a battere più forte, era forse un’eco del sentimento che provava per la sua anima gemella?

“Sei venuta..” il tono di lui sembrava incredulo.

“Avevi dei dubbi?” domandò allora lei socchiudendo gli occhi.

“Io..” lui cercava le parole adatte.

Come poteva riassumere quello che aveva fatto in tutti quegli anni? Di alcune cose non andava fiero.

“Non hai bisogno di giustificarti con me, Aleksander..” gli ricordò lei, Luda aveva intuito dove erano andati i pensieri del suo amato “Anche se non potevi vedermi o sentirmi io sono sempre stata accanto a te..” gli spiegò avvicinandosi. “La mia anima non poteva rimanere separata dalla tua..”

Lei alzò la mano e gli toccò una guancia.

Bastò quel semplice tocco per far crollare di nuovo i muri che lui aveva pazientemente ricostruito, era un’abilità che solo lei aveva.

Alina ci era andata vicina, ma esisteva una sola anima gemella e la sua era indubbiamente Luda.

“Mi sei mancata..” mormorò lui dolcemente.

“Lo so..” disse lei non staccandogli gli occhi di dosso.

Ossidiana penetrante e ghiaccio fuso si erano finalmente incontrati di nuovo.

C’era qualcosa però nello sguardo di lui, qualcosa lo tormentava.

“Luda, io..” voleva parlarle di quello che aveva sentito per Alina, lui sentiva la necessità di spiegarle.

“Non dire nulla..” lei gli appoggiò una mano sulla bocca interrompendolo e di nuovo intuendo quello che lui stava pensando, era decisamente un dono quello di lei. “Hai passato così tanto tempo da solo e il mio unico desiderio sarebbe stato vederti un’altra volta felice..”

Lui scosse la testa incredulo, cosa aveva fatto per meritarsi una simile persona?

“Moya lyubov’..” le sussurrò dolcemente quell’appellativo accorciando ancora di più la distanza tra i loro volti.

E finalmente le loro bocche si incontrarono di nuovo, si riscoprirono dopo tutti quegli anni, ma allo stesso tempo era come se non fosse passato un singolo giorno dalla loro separazione.

Aleksander e Luda alla fine avevano ottenuto quello che desideravano, decisamente non nel modo che avevano previsto, ma si trattava pur sempre dell’eternità.

L’eternità di due anime gemelle che non si sarebbero mai più separate.

 

Musica -> https://www.youtube.com/watch?v=i4wJFnZl9XA


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Questa storia può essere vista con la naturale continuazione come si legge nei libri, la prima trilogia. Chiaramente ho apportato una piccola modifica e ho fatto in modo che Aleksander e Luda si riunissero alla fine.

Fatemi sapere cosa pensate della musica!

Alla prossima settimana.

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Capitolo 3
*** Family ***


FAMILY

 

Era tutto il giorno che Luda si sentiva strana e inquieta.

La schiena, inoltre, non le dava pace, in qualsiasi posizione si mettesse.

Decise quindi di rendersi utile e distrarsi preparando qualcosa per cena.

Era in casa da sola in quel momento, Aleksander era uscito da qualche ora per gli approvvigionamenti e qualche scambio nel vicino villaggio, probabilmente era già sulla via del ritorno.

Stava affettando delle verdure quando sentì una forte contrazione al basso ventre, tanto concentrata che dovette fermarsi e lasciare il coltello sul ripiano, mentre si piegava in due tenendosi il pancione.

Quello decisamente non poteva essere un calcio, ne aveva sentiti parecchi da parte di sua figlia, più o meno forti, era una discreta calciatrice.

Dentro di lei sentiva che avrebbe avuto una femmina e a quanto pareva non avrebbe dovuto attendere a lungo per scoprire se aveva ragione.

Non potevano esserci dubbi su quello che le stava succedendo: era entrata in travaglio.

Fortunatamente era stata previdente e, anche grazie all’aiuto della levatrice del villaggio, aveva preparato tutto l’occorrente e lo aveva riposto vicino al letto.

Teoricamente doveva esserci la levatrice ad assisterla, ma da sola e in quello stato non sarebbe riuscita a raggiungerla.

Nella sua testa si ripeteva in continuazione di stare calma e di controllare la sua respirazione, soprattutto quando sentiva giungere una contrazione.

Non voleva affrontare quella situazione da sola, sperava che Aleksander tornasse presto.

 

Aleksander era a poche centinaia di passi dalla casa, che condivideva con Luda da qualche mese.

Era un’abitazione non molto grande ed isolata, però anche vicina a un villaggio per ogni evenienza.

Avevano scelto proprio quel posto sia per la zona, ma soprattutto perché nel villaggio era presente una brava levatrice e fra pochi giorni l’avrebbero ospitata dato che mancava ormai poco al parto, o almeno così aveva detto la donna quando aveva visto l’ultima volta Luda.

La levatrice non era potuta rimanere direttamente quel giorno perché anche lei aveva una famiglia a cui badare e doveva organizzarsi.

Aleksander e Luda si erano volontariamente allontanati dal gruppo di Grisha e da Baghra, sia per non dare nell’occhio e innanzitutto perché lui voleva dedicare la sua completa attenzione alla compagna in quella fase così delicata.

Il Grisha oscuro era in vista della casa quando udì provenire dall’interno un urlo soffocato, era indubbiamente la voce di Luda.

Entrò nell’abitazione e subito con lo sguardo scrutò ogni angolo alla ricerca della minaccia che aveva osato far del male alla sua anima gemella.

Gli bastò incrociare gli occhi chiari di lei, seduta sul letto, che si teneva il pancione.

“Aleksander..” lo chiamò lei sollevata, trattenendo a stento un altro gemito di dolore.

Le contrazioni erano decisamente regolari, non poteva esserci più nessun errore.

Aleksander aveva ovviamente capito la situazione, tuttavia per almeno un minuto non riuscì a parlare o a muovere un muscolo.

“Vado a chiamare la levatrice..” propose alla fine riscuotendosi dal torpore.

Ci avrebbe messo il meno tempo possibile, non era sua assoluta intenzione lasciare Luda da sola in quel momento.

“No..” disse lei fermandolo “Non c’è tempo..” il tono era chiaramente sicuro, d’altronde era lei che stava affrontando il travaglio. “Nostra figlia sarà qui tra poco..”

Ad Aleksander mancò per un attimo il respiro, il tanto atteso incontro stava per avverarsi di lì a breve.

Senza esitazione si avvicinò a Luda, le prese una mano fra le sue, i suoi occhi si allacciarono a quelli chiari di lei.

“Dimmi cosa devo fare..” le disse dolcemente.

 

Luda continuò a seguire il suo istinto, era qualcosa di primordiale, qualcosa insito in ogni donna. Sperava solo che non ci fossero complicazioni, altrimenti non aveva idea di come poteva affrontarle senza l’aiuto di una levatrice esperta.

Aleksander fu impeccabile in ogni singolo istante, la incoraggiava, le diceva teneramente che ce l’avrebbe fatta quando lei sembrava sul punto di cedere, le ricordava quanto l’amava e ignorava completamente alcuni epiteti che sfuggivano alla compagna.

Poteva solo lontanamente immaginare quanto fosse grande il dolore che Luda stava provando e lui stava solo eseguendo un piccolo compito rispetto a quello della sua amata.

Aleksander non si fece prendere dal panico nemmeno quando arrivò il momento cruciale, quando vide spuntare la testa di sua figlia e di lì a breve il suo primo urlante vagito.

Gli occhi di lui si riempirono di lacrime di gioia quando prese per la prima volta tra le braccia quella creatura così delicata, dopo averla pulita con una morbida coperta.

Il suo cuore non era abbastanza grande per contenere la felicità e l’amore che provava in quell’istante.

Sua figlia era semplicemente perfetta, l’essere vivente più meraviglioso che avesse visto oltre alla sua anima gemella.

Ad Aleksander mancò di nuovo il fiato quando la neonata aprì gli occhi e li puntò su di lui.

Le iridi della piccolina presentavano un’incredibile eterocromia: ossidiana e ghiaccio erano sempre stati divisi, fino a quel momento. Ora si trovavano in un unico sguardo.

Il Grisha oscuro si avvicinò con quel fagotto alla sua Luda, che nel frattempo era riuscita a mettersi parzialmente seduta e le mise la piccola fra le braccia.

Era ora che conoscesse la sua incredibile madre.

Aleksander osservò con amore il viso di Luda, c’era solo un velo di stanchezza, il dolore era stato completamente sostituito da un sorriso radioso e da lacrime di gioia.

“Siamo una famiglia..” disse lui con voce emozionata, finché accarezzava dolcemente una guancia della sua compagna “Ti amo, Luda..”

La guaritrice gli sorrise prima di rispondergli che anche lei lo amava.

“Questa splendida bambina ha bisogno di un nome..” gli ricordò Luda guardandolo negli occhi.

“Yelena..” disse lui di getto “Yelena Morozova..”

Non avevano avuto modo di discutere del nome della bambina, ma per il Grisha oscuro sceglierlo fu naturale, qualcosa nel profondo glielo suggeriva.

“Dimentichi Aleksandrovna..” gli rammentò dolcemente la guaritrice.

Lui in risposta la baciò, cercando di trasmetterle tutto l’amore e la devozione che provava in quel momento per la sua anima gemella, stando chiaramente attento a non svegliare la neonata che nel frattempo si era addormentata.

Quella bambina era decisamente fortunata, perché aveva due genitori che da quel momento in poi l’avrebbero amata immensamente e avrebbero fatto qualsiasi cosa per lei.

“Benvenuta piccola Yelena Aleksandrovna Morozova..” sussurrò affettuosamente Luda cullando sua figlia.


Musica -> https://www.youtube.com/watch?v=Z22j9HMoiKg


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Eccomi qui come ogni martedì, ormai questo è diventato un appuntamento fisso.
Spero che questa one shot vi sia piaciuta e spero di esservi riuscita a regalare altra dolcezza.
Ce lo vedo benissimo Aleksander come papà, gli bastava solo trovare la persona giusta con cui condividere la sua anima.
Lo ammetto, non sono fan di Eros Ramazzotti, ma quando ho avuto il flash per questa storia sono subito andata ad ascoltarmi questa canzone e l'ho trovata semplicemente perfettta. Voi che ne dite?
A martedì prossimo ;)



 

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Capitolo 4
*** Still alive ***


STILL ALIVE

 

La battaglia di Ryevost era in pieno svolgimento, da una parte l’esercito di Ravka aiutato dai Grisha, dall’altra l’esercito di Fjerda.

Nessuno si stava contenendo, anzi stavano dando tutti il massimo, soprattutto i Grisha, perché agognavano da troppo tempo l’opportunità di dimostrarsi utili in uno scontro armato.

In caso di vittoria le loro vite sarebbero cambiate in meglio, si stavano facendo notare e non si sarebbero più dovuti nascondere.

Aleksander usava il suo micidiale taglio su quanti più nemici poteva, controllava che i suoi simili non si trovassero in difficoltà, se poteva, voleva evitare di perdere validi membri del suo gruppo.

Aveva appena ucciso l’ennesimo soldato fjerdiano, quando i suoi occhi si fissarono su una situazione allarmante: un militare nemico stava puntando un’arma contro la sua Luda, i Grisha che dovevano proteggerla erano tutti impegnati a combattere e lei era rimasta scoperta.

“Luda!” gridò lui con tutto il fiato che aveva “Attenta!”

Lei a quel richiamo incrociò lo sguardo di lui ed ebbe giusto una manciata di secondi per spostarsi, prima che il taglio lanciato dal Grisha oscuro raggiungesse la minaccia.

Luda si voltò a vedere il soldato privo di vita afflosciarsi al suolo, l’espressione impressa sul suo volto era di sorpresa, probabilmente non si era neanche reso completamente conto da cosa era stato ucciso.

Quando lei riportò gli occhi su Aleksander non poté evitare di trattenere un urlo disperato:

“Nooooooo!”

Dal petto del Grisha oscuro spuntava la punta di un kindjal, una spada corta dalla lama molto affilata e a doppio taglio.

Dietro il suo amato si stagliava in tutta la sua spietatezza e codardia la figura del generale incompetente.

L’alto ufficiale era arrivato alle spalle di lui e lo aveva pugnalato con cattiveria, mentre il Grisha oscuro salvava la vita alla guaritrice.

“Ecco cosa facciamo noi ai Grisha..” sussurrò il militare all’orecchio di Aleksander con odio.

Senza indugi sfilò la lama, mentre un ghigno vittorioso si allargava sul suo viso.

Il tempo sembrò fermarsi e andare a rallentatore.

Luda vide Aleksander cadere in ginocchio, le gambe non riuscivano a sorreggerlo più.

Rabbia e dolore si mescolarono potenti nel corpo della guaritrice, che sollevò istintivamente le mani verso il generale incompetente e lasciò a briglia sciolta il suo potere.

Stavolta fecero tutto il contrario di guarire.

Versi soffocati giunsero dal militare, il ghigno sparì dal suo volto che andava via via asciugandosi. La ragazza Grisha stava prosciugando letteralmente la vita da quell’uomo senza pietà.

Quando il generale cadde a terra con un tonfo sordo si fermò e si guardò incredula le mani.

Luda non si spiegava come avesse potuto fare una cosa simile, nessun guaritore fino a quel momento aveva mai sperimentato quel tipo di potere.

Il tutto era durato pochi secondi, nonostante il tempo sembrava continuasse ad andare a rallentatore.

L’attenzione della ragazza Grisha ora fu rivolta alla sua anima gemella.

Sul lato sinistro del petto di lui, più precisamente all’altezza del cuore, si notava la terribile ferita da cui sgorgava molto sangue.

Quel cuore che lei tanto amava ascoltare e percepire al di sotto delle sue dita. Quel cuore di solito calmo e regolare, stava concedendo i suoi ultimi battiti.

Quello era un colpo letale.

Luda gli fu affianco in un attimo, le mani che lavoravano febbrilmente per tentare l’impossibile, non poteva esimersi dal provare, doveva salvarlo! Non poteva perdere la sua anima gemella in quel modo.

Le era inconcepibile.

“Luda..” la chiamò lui con un filo di voce, dalla bocca gli usciva un rivolo di sangue.

“Riuscirò a guarirti, Aleksander..” disse lei cercando di mostrarsi sicura, ma dentro il suo mondo stava crollando, ogni fibra del suo corpo era terrorizzata dalla possibilità di perderlo.

Lui la guardò negli occhi e con quel semplice contatto si scambiarono diversi messaggi.

Aleksander era consapevole della gravità della ferita, era consapevole anche che non avrebbe resistito ancora a lungo, le sue forze venivano velocemente meno.

Il suo cuore batteva dei colpi sordi e sempre più distanziati, stava inesorabilmente cedendo.

“No..” rispose lei a quella muta conversazione scuotendo la testa, non voleva e non poteva accettarlo.

Lacrime disperate iniziarono a solcare il volto della guaritrice.

“Non puoi lasciarmi..” la voce era rotta dal pianto “Resta con me, amore mio..”

Aleksander riuscì a trovare dentro di lui le ultime briciole di forza per alzare la mano e toccare per un finale saluto la guancia della sua anima gemella.

“Ti amo, Aleksander..” disse lei appoggiando la propria mano su quella di lui.

Se proprio era costretta a separarsi dal suo amato, voleva che se ne andasse con quelle parole.

Il cuore di Aleksander batté il suo ultimo colpo prima di arrendersi definitivamente.

Quei splendidi occhi di ossidiana penetrante si spensero e si chiusero per sempre, il Grisha oscuro si accasciò lentamente al suolo, trattenuto dalle braccia di lei.

Il pianto di Luda si fece ancora più disperato, mentre si appoggiava al corpo senza vita di lui.

Si sentiva completamente svuotata, la sua anima gemella non c’era più, se ne era andata e l’aveva lasciata sola.

Sarà stata lo sconforto o il dolore immenso della perdita, ma qualcosa scattò dentro la guaritrice.

Lei al momento era troppo sopraffatta per rendersi completamente conto di quello che stava per succedere. Come con il generale lasciò andare il suo potere, non sarebbe mai stata capace di controllare un tale quantitativo di energia.

Quell’enorme forza guaritrice si trasferì da lei al suo amato Aleksander.

E l’impossibile successe.

I polmoni di lui si riempirono di nuovo d’aria, il cuore di lui riprese inspiegabilmente a battere, la terribile ferita si era rimarginata.

Gli occhi di Aleksander si aprirono e la prima cosa che fecero fu quella di agganciare gli occhi chiari di Luda.

“Non lo fare mai più..” gli disse lei, il tono incredulo da quanto appena successo.

“Non ho intenzione di andare da nessuna parte..” le rispose lui attirandola su di sé e stringendola in un forte abbraccio.

Nella lunga vita del Grisha oscuro erano capitate situazioni strane e improbabili, ma quella le superava tutte.

Non era mai successa una cosa simile, eppure in quel momento non gli importava, ci sarebbe stato tempo per discutere e ottenere risposta alle domande che gli frullavano in testa.

Aleksander ora voleva solo tenere la sua anima gemella tra le sue braccia, quella incredibile guaritrice che inspiegabilmente aveva compiuto un miracolo.

Era di nuovo vivo solo grazie a lei.


Musica -> https://www.youtube.com/watch?v=96MiYk9VYvc

***
Oggi anticipo l'orario di pubblicazione, il bello delle ferie XD
Come avete potuto leggere sono tornata a sguazzare nell'angst, ma c'è stato il lieto fine.
Questa one shot potrebbe vedersi come una What if in quanto data la morte del generale Luda potrebbe essere sopravvissuta ai successivi eventi. Il generale non avrebbe potuto corrompere la visione che il re aveva iniziato ad avere sui Grisha grazie ad Aleksander.
Amo troppo Aleksander e Luda e con queste one shot sto esplorando diverse possibili scenari.
Spero vi sia piaciuta! A martedì prossimo ;)

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Capitolo 5
*** Alone or not? ***


ALONE OR NOT?

Baghra.

Quel nome continuava a presentarsi nella testa del Grisha oscuro.

Baghra.

Un nome di una persona che aveva avuto molte maschere nella sua vita: immortale, figlia, esperta dell’oscurità, assassina, insegnante.

Aleksander l’aveva conosciuta con l’appellativo di madre.

Non propriamente amorevole e dolce nei suoi confronti, ma gli aveva pur sempre dato la vita e lo aveva protetto come poteva nei primi anni della sua esistenza.

Gli aveva insegnato tutto quello che sapeva, gli aveva insegnato a proteggersi e a controllare il suo potere, soprattutto il taglio.

E ora Baghra non c’era più.

Si era lanciata volontariamente nel vuoto dall’alta montagna per permettere ad Alina e ai suoi compagni di mettersi in salvo.

Aleksander aveva provato a raggiungere la madre, ad afferrarla prima che impattasse al suolo.

Era arrivato troppo tardi, non ci era riuscito per pochissimo.

Ora si trovava da solo nelle sue stanze del Piccolo Palazzo, o quel che ne rimaneva.

Molte emozioni si stavano accavallando dentro di lui, ma quella che emergeva di più era la sofferenza.

Sofferenza per l’ennesima perdita subita e per non aver potuto avere un ultimo confronto privato con la madre, un ultimo chiarimento.

Non si erano lasciati in buoni rapporti, nonostante quella terminale frase che gli aveva rivolto:

Sappi che ti ho voluto bene. Sappi che non è stato abbastanza..”

Quelle parole facevano dannatamente male.

Si erano trovati spesso su fronti opposti e lei alla fine lo aveva anche tradito suggerendo ad Alina di scappare dal Piccolo Palazzo.

Lui aveva probabilmente reagito con troppa durezza accecando la madre, ma era estremamente stanco dei tradimenti. Ormai aveva perso il conto di quanti ne aveva subiti, eppure ogni volta, almeno una piccola parte di lui provava a fidarsi del prossimo.

Aleksander non si era nemmeno reso conto di star evocando l’oscurità attorno a sé.

Se anche se ne fosse accorto non gli sarebbe importato, le tenebre erano ormai sue amiche e l’unica sorta di conforto che aveva.

Certo, poteva magari ancora contare sul perdono di Alina, se proprio doveva essere perdonato, ma per quello ci sarebbe voluto sicuramente del tempo per ottenerlo.

Alina non era riuscita a comprenderlo, nel passato del Grisha oscuro c’era stata solo una persona che aveva saputo farlo e da troppo tempo non c’era più.

La sua meravigliosa anima gemella Luda.

Alle emozioni di Aleksander si aggiunse anche il dolore del ricordo dell’ultima volta in cui l’aveva vista in quella grotta, dove l’aveva lasciata a dormire per sempre.

Sbatté con forza una mano sul ripiano a cui si era appoggiato.

Cosa gli stava prendendo? Di solito era più bravo a contenersi e a tenere sotto scacco le sue sensazioni.

Quel giorno era evidentemente diverso.

 

Luda si sentì attirare in un posto che non gli era completamente familiare, nel senso che non lo aveva potuto visitare quando era in vita, perché non era stato ancora costruito, ma lo aveva visitato molto spesso da quando era diventata uno spirito.

Attraverso il suo legame con Aleksander percepiva la sua immensa sofferenza.

Si guardò attorno, era tutto buio e le ci volle un po’ di tempo per individuarlo nell’oscurità.

La guaritrice sapeva che il suo amato non poteva né vederla né sentirla, ma ci provò ugualmente.

Percepire quella sofferenza era insopportabile per lei, le faceva male il cuore a vederlo in quello stato.

Doveva tentare qualcosa.

Si avvicinò a lui e gli si mise di fianco.

Lo osservò con attenzione e notò i cambiamenti in lui: le cicatrici lasciate dall’attacco subito dai volcra, le occhiaie e quel bellissimo viso appariva più smunto.

Evocare i nichevo'ya attraverso il merzost richiedeva il suo prezzo.

Luda provò a toccargli il braccio, ma la sua mano passò attraverso, in forma di spirito era immateriale, non poteva toccare nulla.

“Aleksander..” lo chiamò lei con voce accorata.

Non successe nulla, Luda però poteva essere testarda almeno quanto il suo amato e questa volta non si sarebbe arresa.

Lei voleva perlomeno fargli riprendere il controllo sull’oscurità, che aleggiava come un pesante mantello nella stanza.

Questa volta alzò la mano e raggiunse la guancia di Aleksander, mentre con ogni fibra del suo spirito si concentrava sul loro profondo legame e ricordava quanto erano stati uniti in vita.

Qualcosa sembrò succedere perché sotto le sue dita, Luda poté percepire la pelle di Aleksander.

Sorrise per quel piccolo successo.

 

Aleksander improvvisamente avvertì un tocco freddo sulla sua guancia destra, che lo riscosse completamente dal suo stato.

Si staccò dal ripiano e si guardò intorno, era da solo, nella stanza con lui non c’era nessuno.

O forse c’era?

Riprese il controllo sul suo potere e ordinò all’oscurità di dileguarsi.

L’ambiente ora era illuminato dalla luce del fuoco scoppiettante, rimaneva comunque vuoto.

Era stata solo la sua immaginazione?

Le sue orecchie percepirono un lieve fruscio alla sua destra e lui si girò verso quel movimento.

Ancora non vide nessuno.

Stava forse impazzendo?

Non poteva essere Alina, perché ormai riconosceva quando volontariamente o involontariamente si mettevano in contatto.

Doveva essere qualcos’altro, doveva essere qualcun altro.

“Aleksander..” un tenue sussurro lo chiamò.

Il suo cuore saltò immediatamente un battito.

Quella voce l’avrebbe riconosciuta ovunque.

Quella voce era appartenuta alla sua anima gemella.

“Luda?” invocò il nome della sua amata, cercando di tenere a freno la speranza che cominciava a crescere in lui.

Davanti a lui e per un breve istante si materializzò una figura tremolante.

Era lei, non c’era ombra di dubbio.

“Come..?” non riusciva a comprendere quello che stava accadendo.

La figura snella e magnifica della sua Luda riuscì a riapparire e stavolta più lungo:

“Ricordati che non sei solo..” la voce di lei era un lieve bisbiglio “Ti aspetterò, amore mio..”

Gli sorrise amorevolmente prima di svanire, lasciando Aleksander senza parole.

 

Luda aveva faticato parecchio per ottenere quel risultato, aveva dovuto ridurre al minimo le parole da dire alla sua anima gemella.

Era stato difficile mantenere la concentrazione sul loro legame, apparirgli materialmente per la prima volta e riuscire anche a parlargli.

Ancora adesso non sapeva esattamente come aveva fatto e probabilmente non ci sarebbe più riuscita per lungo tempo.

L’importante era che Aleksander comprendesse il suo messaggio: non era da solo, anche se pensava di esserlo.

Lei lo avrebbe vegliato per sempre, la sua anima non poteva proseguire senza quella di lui.


Musica -> https://www.youtube.com/watch?v=xgvUU2xwbyY

******
Siamo arrivati alla quinta one shot, praticamente a metà strada.
In questa storia ho voluto esplorare i sentimenti di Aleksander e a quanto dovesse sentirsi solo subito dopo la morte della madre. Oltre ad Alina era l'unica con la facoltà di una vita immortale.
Luda interviene anche in questo caso, d'altronde i due hanno un legame indistruttibile.
Spero vi sia piaciuta! E fatemi sempre sapere cosa pensate riguardo la musica ;)
A martedì prossimo!

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Capitolo 6
*** Dreams ***


DREAMS

 

Aleksander guardava orgoglioso il panorama di fronte a sé.

Si trovava sulla terrazza di un palazzo, il suo.. o meglio il loro.

Una mano era appoggiata sulla pietra bianca e solida dell’elaborata balaustra.

Ce l’aveva fatta.

Il suo sogno si era avverato.

“Eccolo qua il mio rimuginatore..” una voce dolce lo raggiunse facendolo sorridere.

Girò la testa verso destra per guardare Luda mentre gli si avvicinava.

Indossava un bellissimo vestito blu finemente lavorato, che le fasciava la vita stretta e metteva in risalto le sue curve.

“Sai sempre come scovarmi..” constatò lui.

“Solo perché ti conosco..” gli rispose la guaritrice “Sei ormai un libro aperto per me, Aleksander..”

Erano molto vicini in quel momento, faccia a faccia, i loro corpi vibravano e le loro anime agognavano di unirsi.

La tensione che si avvertiva avvicinando due calamite.

“Adoro quando pronunci il mio nome..” la bocca di Aleksander si avvicinò all’orecchio di lei per sussurrarle “Soprattutto in certe occasioni..”

Lei si tirò leggermente indietro e gli sorrise ammiccante.

“Magari dopo la cerimonia..” alluse Luda stando al gioco e concedendogli un veloce bacio sulle labbra. “Dobbiamo andare adesso..” gli ricordò tornando seria “I nostri ospiti ci aspettano..”

La ragazza Grisha si stava allontanando per tornare dentro il salone, ma la mano di Aleksander scattò velocemente e afferrandola per il polso l’attirò di nuovo a sé.

Appoggiò amorevolmente la sua grande mano sulla guancia di lei e la guardò intensamente negli occhi chiari:

“Tutto questo non sarebbe stato possibile senza di te..”

Lei distolse per un momento lo sguardo e si concesse un risolino.

“Questa era la tua visione, il tuo sogno. Io non ho fatto altro che sostenerlo..” minimizzò, stava evidentemente sottovalutando il suo contributo “Ci saresti arrivato anche da solo..”

Aleksander non poteva ribattere a quell’affermazione.

Solo i Santi potevano sapere gli eventuali mondi alternativi in cui poteva accadere una simile situazione, ma lui non era interessato se non poteva condividerlo con la sua anima gemella.

La sua visione si era avverata, era riuscito a creare un principato all’interno del paese di Ravka, in cui ogni Grisha, nessuno escluso, poteva sentirsi al sicuro.

Rispondevano solo a loro stessi, non erano obbligati a servire la famiglia reale di Ravka.

Quel traguardo era giunto solo dopo svariate difficoltà e battute di arresto, però Aleksander non si era arreso, grazie soprattutto all’immancabile e incrollabile sostegno della sua amata.

Le dita della mano destra di lui sfioravano ora il braccialetto formato dagli artigli di una mitica creatura, che Luda portava al polso sinistro.

Il suo amplificatore.

Alla fine erano riusciti a trovare quella reliquia e Luda aveva così ottenuto l’opportunità di vivere più a lungo.

Aleksander sorrise al ricordo delle peripezie affrontate per conquistare quegli artigli.

Questa però era un’altra storia.

I loro occhi si incrociarono nuovamente, non si stancavano mai di cercarsi e rispecchiarsi nell’altro, ne avevano bisogno come l’aria per respirare.

Aleksander doveva approfittare di quell’occasione per fare quello che da tempo stava progettando.

Si schiarì la voce prima di aprire bocca:

“Oggi ti amo più di ieri e meno di domani..” dichiarò lui “Sei stata la mia luce in un momento di oscurità e solitudine, sei ora la mia incrollabile roccia e fonte di eterna fiducia..” quelle parole scaturivano direttamente dal cuore di Aleksander con sorprendente facilità.

Luda era la sua musa oltre a essere la sua anima gemella.

Lo ispirava a essere migliore ogni singolo giorno. Voleva essere migliore per sé stesso, per lei, per loro figlia Yelena e per tutti i Grisha sotto la loro guida.

“Vuoi sposarmi, moya lyubov’?”

Il cuore di lui batteva più velocemente, mentre attendeva trepidante la risposta di lei. Avrebbe sempre potuto rifiutare.

Quella domandò lasciò spiazzata Luda per un istante, non si aspettava una simile proposta e il cuore di lei stava facendo letteralmente le capriole:

“Io sono già tua, Aleksander..” gli rispose dolcemente dopo aver messo ordine nei suoi pensieri “Non ho bisogno di un pezzo di carta o di un anello per dire che il mio cuore appartiene ora e per sempre a te..”

Quella dichiarazione fece illuminare lo sguardo penetrante del Grisha oscuro perché percepiva quanto fosse carica di amore e devozione nei suoi confronti.

“La mia risposta è comunque sì..” concluse Luda con gli occhi lucidi.

Senza indugiare oltre, lei avvicinò le sue labbra a quelle di Aleksander e si scambiarono un bacio tenero e al tempo stesso appassionato.

Era fatta.

Anche quel sogno si sarebbe avverato.

Tutti i tasselli dell’esistenza di Aleksander stavano andando nel posto giusto: trovare una compagna per la vita, avere una meravigliosa figlia ed erede, costruire un posto sicuro per i Grisha e infine dichiarare al mondo che Luda sarebbe stata sua per sempre. Nessuno avrebbe potuto insinuare il contrario.

Aveva avuto la fortuna di incontrare la sua anima gemella e non voleva farsela sfuggire.

“Ora dobbiamo proprio andare..” gli ricordò la guaritrice staccandosi dal suo amato con rammarico “Non possiamo arrivare tardi alla nostra stessa cerimonia..”

Quel giorno infatti le due anime gemelle rendevano ufficiale la loro carica presso il principato.

Non lo avrebbero guidato però da soli, avevano preteso la formazione di un consiglio di Grisha composto da un esponente di ogni loro categoria.

In questo modo nessuno aveva un potere assoluto sugli altri.

Era il modo più giusto per governare una piccola realtà come la loro.

Aleksander e Luda si presero per mano per raggiungere il salone principale del palazzo e dare il via a quella nuova fase della loro vita.

La luce del tramonto illuminava i loro volti felici e innamorati.

I sogni a volte si potevano concretizzare, era sufficiente crederci.


Musica -> https://www.youtube.com/watch?v=-rxgAh1bnHU


******
Eccomi per il mio appuntamento settimanale, spero che la storia vi sia piaciuta. Decisamente dolce, non trovate?
Anche le prossime saranno più o meno così, perciò preparatevi di conseguenza.
Attendo di sapere cosa pensate della canzone ;)
A martedì prossimo!

 

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Capitolo 7
*** Here I am ***


HERE I AM

Era una tiepida giornata di sole, il cielo colorato di un azzurro intenso, nessuna nuvola all’orizzonte.

La primavera era finalmente arrivata e la natura si era risvegliata in tutta la sua magnificenza.

Luda e Aleksander stavano facendo una passeggiata mano nella mano.

Esploravano i dintorni della loro nuova casa.

Avevano deciso di stabilirsi in un unico posto dato che lei era incinta e presto avrebbe avuto difficoltà nell’affrontare lunghi viaggi.

Inoltre nel villaggio avevano conosciuto una brava ed esperta levatrice, che a Luda era andata subito a genio.

In quel magico posto nessuno li avrebbe disturbati, né i Grisha né gli umani; si erano assicurati di questo prima di stabilirvisi.

Per affrontare i mesi successivi Luda aveva bisogno di tranquillità e pace, non di ansie e timori.

Aleksander avrebbe fatto di tutto per proteggerla, soprattutto ora che era più vulnerabile.

Avevano dovuto mettere in pausa la ricerca dell’amplificatore per la guaritrice, ma l’avrebbero ripresa non appena possibile.

Il Grisha oscuro era a buon punto con la decifrazione degli antichi manoscritti ed era sicuro che presto avrebbe individuato l’esatta ubicazione di quella remota reliquia.

Potevano essere considerati dei semplici artigli, ma erano abbastanza potenti da permettere a Luda di vivere almeno altri duecento anni.

Non era l’eternità, però era un buon inizio.

Aleksander osservò con la coda dell’occhio la sua compagna, il volto di lei era sereno e i suoi occhi chiari osservavano curiosi il paesaggio attorno a loro.

Iniziava a intravedersi la pancia arrotondata sotto i vestiti leggeri e ogni tanto beccava Luda che la accarezzava dolcemente.

Adorava vederla compiere quel semplice gesto, era come se volesse dare a loro figlia già tutto l’amore di cui lei era capace.

Sì, figlia. Luda era sicura di quello. Diceva che era una sensazione e lui di certo non le avrebbe dato torto.

Avrebbe amato avere sia un maschio che una femmina, semplicemente perché sarebbero stati parte di lui e non aveva ancora potuto sperimentare nulla di simile.

Lo avrebbe fatto tra qualche mese.

La gravidanza di Luda procedeva bene e senza troppi fastidi, aveva avuto le classiche nausee mattutine, ma essendo una guaritrice aveva imparato qualche trucco per attenuarle.

Attenuarle e non eliminarle del tutto, voleva godersi ogni singolo istante di quell’esperienza, fastidi compresi.

Aveva la fortuna di avere un compagno meraviglioso come Aleksander al suo fianco, non la lasciava un attimo e lui non perdeva occasione di esternarle il suo amore. Non gli servivano grandi gesti, bastavano delle piccole accortezze e Luda immancabilmente le notava tutte.

Non credeva potesse esistere un’altra persona così premurosa e attenta ai suoi bisogni.

“Ohhh!” esclamò stupita Luda fermandosi improvvisamente.

“Tutto bene?” le domandò subito Aleksander, nel tono di voce si avvertiva la preoccupazione.

Sul volto di lei si allargò un enorme sorriso non appena capì cosa era successo.

Aveva sentito un leggero colpetto al basso ventre, una sorta di sfarfallio.

Si portò con tenerezza le mani sulla pancia.

“Credo che nostra figlia abbia appena tirato il suo primo calcetto..”

Luda non riuscì a impedire ai suoi occhi di diventare lucidi per l’emozione.

Fino a quel momento aveva solo assistito ai cambiamenti del suo corpo, ma ancora niente di tangibile, niente che indicasse la presenza di quella creatura che cresceva dentro di lei.

Con quel primo calcetto, però, la piccolina le stava chiaramente dicendo:

Ehi mamma, sono qui, sono reale. Tra qualche mese mi conoscerai..”

Anche Aleksander si era emozionato a quelle parole e in quel momento i suoi occhi erano illuminati e un dolce sorriso faceva capolino sulle sue labbra.

Luda gli prese una mano e se la portò sulla pancia, nel punto esatto in cui aveva avvertito lo sfarfallio.

E attesero pazientemente guardandosi negli occhi.

La piccolina, come attirata dalla volontà dei suoi genitori, manifestò di nuovo la sua presenza con un altro piccolo calcio.

La mano di Aleksander avvertì chiaramente quel lieve cenno, anche se non era stato forte.

Sua figlia era lì e stava comunicando con loro, diceva che andava tutto bene.

I sorrisi sui volti delle due anime gemelle erano se possibile ancora più larghi, gli occhi pieni di lacrime di gioia.


Musica -> https://www.youtube.com/watch?v=THaM3pORpMs

****
E' martedì e quindi eccovi una nuova one shot. Questa è cortina, lo so, ma compensa in dolcezza.
Ho pensato mancasse un altro piccolo anedetto della famiglia Morozova, così vediamo anche la prima manifestazione della presenza della piccola Yelena.
Spero vi sia piaciuta!
E quale musica potevo scegliere se non "Here I am" di Bryan Adams? Adoro questa canzone, anche quella in italiano cantata da Zucchero che si sentono nel film "Spirit-Cavallo selvaggio".
Cosa ne pensate? Vi è sembrata adatta? A me ha dato parecchia ispirazione.
A martedì prossimo ;)

 

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Capitolo 8
*** 200 Years ***


200 YEARS

Luda e Aleksander si trovavano nel pericoloso territorio di Shu Han.

Era da giorni che lo giravano con in testa l’obiettivo di ottenere l’amplificatore per la guaritrice.

Il Grisha oscuro durante i mesi di pausa dalla caccia aveva decifrato i testi antichi, che aveva preso tempo addietro dalla biblioteca di Os Alta. Non era stato facile, ma alla fine era riuscito ad individuare l’ubicazione della remota reliquia.

Il paese di Shu Han era in rapporti ostili con quello di Ravka, non mancavano infatti gli scontri al confine. Inoltre se si era Grisha, poteva essere ancora più pericoloso, perché gli Shu non li temevano, anzi volevano scoprire da dove venivano i loro poteri per usarli a livello scientifico e quindi quando catturavano un Grisha gli facevano passare ogni genere di sofferenza e tortura.

Aleksander premeva perché Luda rimanesse a casa con la loro figlia Yelena, ma lei era stata irremovibile. Sarebbe andata con lui o avrebbe rinunciato ad avere un amplificatore.

Per questo il Grisha oscuro la stimava ancora di più, era l’unica oltre a sua madre che osava contestarlo così apertamente. E lui glielo permetteva.

Lui sperava solo di riuscire a penetrare e ad uscire dal territorio ostile senza intoppi, se fossero stati catturati si sarebbe sacrificato volentieri per entrambi, soprattutto se quel gesto avrebbe significato la salvezza per la sua anima gemella.

 

Erano giunti in una cripta al di sotto di un antico tempio ricavato direttamente dalla pietra e ormai in rovina. Si trovavano nella valle di Khem Aba.

Il posto sarà stato anche disabitato da diverso tempo, tuttavia le varie trappole e i trabocchetti erano rimasti perfettamente in funzione. Infatti, in più di un’occasione avevano rischiato di rimanere feriti.

Aleksander doveva complimentarsi con l’artefice di quei marchingegni, perché spesso erano nascosti e ci si accorgeva della trappola solo quando era già scattata.

Luda e il suo compagno avevano raggiunto l’ultima camera e lì li aspettava la prova finale, il premio era esattamente dalla parte opposta della sala, per raggiungerlo però avrebbero dovuto attraversare uno stretto ponte in pietra, sospeso nel vuoto.

Dal punto in cui si trovavano non si riusciva a capire come fosse stato costruito, non avevano altra scelta che attraversarlo.

Aleksander decise di andare per primo, dato che tra i due era il più pesante, avrebbe saggiato la stabilità di quel precario passaggio.

Procedeva con calma e senza fretta, attento a ogni rumore e scricchiolio proveniente dai lastroni di pietra.

Luda, neanche a dirlo, tratteneva il fiato, preoccupata che la struttura potesse improvvisamente cedere e il vuoto inghiottire il suo amato.

A parte uno schiocco secco verso la fine dell’attraversata non ci furono problemi.

Ora era il turno di Luda.

Nessun intoppo e nessun rumore la avvertirono del pericolo che stava correndo.

Successe tutto improvvisamente quando si trovava più o meno a metà strada.

Sentì i lastroni di pietra cedere sotto i suoi piedi, miracolosamente riuscì a mantenersi in equilibrio, nonostante le sue gambe venissero percosse dalle vibrazioni generate dalla roccia.

Per un secondo gli occhi chiari di lei incrociarono gli occhi scuri di lui, entrambi gli sguardi erano allarmati.

“Corri!” esclamò Aleksander con il cuore in gola.

Luda non se lo fece ripetere due volte e scattò in avanti, le gambe che fortunatamente risposero subito al suo comando.

Era quasi arrivata quando l’ultimo lastrone cedette prima che lei potesse appoggiarvi il piede, invece della pietra toccò il vuoto e iniziò a precipitare. Di nuovo le due anime gemelle si scambiarono uno sguardo, stavolta di consapevolezza.

Luda si sentì afferrare per il braccio sinistro con un forte strattone, Aleksander in qualche modo era riuscito a prenderla.

“Aleksander..” lo chiamò lei allarmata, mentre con i piedi cercava di trovare un appiglio, ma la parete di pietra era troppo liscia.

Lui cercava di mantenere la calma, ma il suo cuore batteva a un ritmo assurdo, pieno di paura e adrenalina.

Non si lasciò però deconcentrare, il suo braccio destro era l’unica cosa che tratteneva la sua amata dal precipitare nel vuoto.

Non sarebbe riuscito a sostenerla a lungo, doveva trovare in fretta un modo di tirarla su.

“Non trovo nessun appiglio..” gli disse Luda scoraggiata e con il tono decisamente spaventato.

“Luda, ora ti sollevo un po’..” le disse lui in tono calmo “Cerca di mettere l’altra mano sul bordo della parete..”

Aleksander fece leva su tutti i suoi muscoli e con fatica riuscì a innalzare il suo braccio destro quel tanto che bastava per permettere a Luda di eseguire il compito assegnatole.

Il Grisha oscuro cambiò successivamente posizione, facendo chiaramente attenzione a non mollare la presa sul braccio di lei.

Sentiva il petto in fiamme, sentiva una forte pressione sullo sterno, evidentemente il contraccolpo avvenuto quando l’aveva afferrata aveva causato qualche danno.

Nulla che non potesse sopportare, almeno finché la sua dolce metà non fosse stata in salvo.

Quando stavano cercando di prendersi anche con l’altra mano Luda perdette il suo appoggio sulla pietra e ciondolò di nuovo nel vuoto.

Non poté fare a meno di lanciare un urlo ed erroneamente i suoi occhi guardarono verso il basso nel precipizio.

“Luda!” la chiamò Aleksander “Guarda me!” le ordinò e quando i loro occhi si incrociarono, lui aggiunse “Non ti lascio..”

Il Grisha oscuro fece di nuovo forza sui suoi muscoli e lentamente riuscì a trascinare in salvo la sua amata.

Subito la strinse forte a sé, mentre lei veniva scossa dai tremiti per la paura provata.

“Lo sapevo che non mi avresti lasciata..” gli disse quando si fu calmata “Piuttosto saresti precipitato con me..” constatò lei.

Lui la teneva ancora avvolta nel suo abbraccio.

Ci era mancato davvero poco perché la perdesse e tutto per volerle allungare la vita.

Se le fosse successo qualcosa e in quel modo non se lo sarebbe mai perdonato.

Riguardo al precipitare con lei aveva ragione, senza di lei la sua vita non avrebbe avuto più senso.

Un momento dopo Aleksander si maledisse da solo in quanto gli venne in mente il volto della piccola Yelena, che li attendeva impaziente a casa. L’avevano affidata alle cure di Nastia, la plasmaforme amica di Luda e di cui si fidavano ciecamente.

Una volta appagati da quel lungo abbraccio si separarono e finalmente poterono mettere le mani sulla reliquia.

Lo scrigno era posto su un piano rialzato, non erano rimasti altri trabocchetti, ora potevano tirare un deciso sospiro di sollievo.

Fu lei ad avere l’onore di aprire il cofanetto e a scoprire il tesoro al suo interno.

Un braccialetto semplice con degli artigli bianchi e perlati era appoggiato su una fodera blu.

Luda lo prese trepidante con le mani e subito avvertì un senso di appartenenza, come se fosse sempre stata destinata ad averlo.

Se lo infilò al polso sinistro e venne pervasa da una enorme quantità di energia, era il potere dell’amplificatore che si attivava in lei.

Era una sensazione magnifica.

“Ora dovrai sopportarmi per altri duecento anni..” commentò lei ironizzante.

Aleksander sorrise di rimando e le disse amorevolmente:

“Non vedo l’ora..”


Musica -> https://www.youtube.com/watch?v=LRLdhFVzqt4

********
Ciao a tutti!
Eccomi con l'ottava one shot, ormai manca poco al termine di questa serie. Lo so, è triste, ma è mio dovere avvisarvi.
In questa storia ho aggiunto un filo di azione e la consueta dolcezza, Luda e Aleksander continuano a ispirarmi questo.
Spero vi siano piaciute sia la one shot, che la musica che mi ha ispirato.
A presto!
 

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Capitolo 9
*** Daddy's girl ***


DADDY'S GIRL

Era notte inoltrata quando Aleksander si svegliò a causa del pianto di sua figlia Yelena.

Luda, mezza addormentata al suo fianco, mormorò qualcosa di incomprensibile, facendo ridacchiare piano lui.

“Dormi..” le disse a bassa voce Aleksander “Vado io..” le diede un leggero bacio sulla guancia prima di alzarsi.

Il Grisha oscuro si diresse quindi verso la stanzetta dedicata completamente a loro figlia.

La neonata si agitava nella culla, magari a causa di un brutto sogno.

L’avevano nutrita e cambiata da non molto dopotutto.

Aleksander la prese con cura fra le braccia e se la portò vicino al petto, cominciando sin da subito a cullarla dolcemente.

 

Luda aprì gli occhi chiari e leggermente assonnati, certa di aver sentito il richiamo piangente di sua figlia, anche se adesso non avvertiva nulla provenire dalla cameretta.

Voltò il viso verso destra allungando contemporaneamente la mano e scoprì che il lato del letto del suo amato era vuoto.

Dato che ormai era sveglia decise di alzarsi.

Avvicinandosi a piedi nudi alla camera iniziò a percepire qualcosa: la voce bassa e armoniosa della sua dolce metà.

Come immaginava la guaritrice, il Grisha oscuro stava canticchiando amorevolmente una vecchia canzoncina popolare, che probabilmente aveva imparato in giovane età.

Luda si appoggiò allo stipite della porta ad osservare quel tenero quadretto.

Dalla finestra filtrava la luce luminosa e pallida della luna piena, segno che era ancora notte, mentre sulla destra le braci del fuoco stavano dando gli ultimi bagliori, sufficienti però a rendere la camera tiepida.

Aleksander era comodamente seduto su una sedia a dondolo posta vicino alla culla e si dondolava leggermente.

Teneva Yelena tra le braccia e attaccata al petto nudo, con la testolina della piccola vicina al suo cuore.

Non si era rimesso la casacca, d’altronde la casa era sufficientemente calda in quel momento.

La luce della luna illuminava quel corpo chiaro e scolpito, che tante volte Luda aveva accarezzato e apprezzato.

L’attenzione di lui era completamente rivolta alla neonata e stranamente non aveva ancora notato la presenza della guaritrice.

“Adora la voce del suo papà..” proferì Luda, attirando così lo sguardo di lui su di sé.

La piccola Yelena aveva ampiamente dimostrato la preferenza per il suo papà; la guaritrice ricordò sorridendo le varie volte in cui sua figlia le aveva tirato dei calci quando era ancora nel pancione e succedeva puntualmente quando sentiva la voce di Aleksander.

Era decisamente la cocca di papà.

Luda non era gelosa però di quel rapporto, poteva ben capire la figlia.

Aleksander era molto cambiato dalla prima volta che lo aveva conosciuto, beh perlomeno con lei.

Era sempre stato cortese e affabile, ma quando i suoi muri erano crollati era venuto fuori il vero lui: un uomo dolce, amabile, premuroso, leale e sincero.

E lei aveva la straordinaria fortuna di poterlo chiamare sua anima gemella.

“Non riuscivo a staccarmi da lei..” disse lui a bassa voce, quasi scusandosi per non essere tornato a letto.

Luda gli si avvicinò sorridendo, quando gli fu accanto gli passò dolcemente una mano fra i capelli color ebano lunghi e setosi.

“Non dobbiamo viziarla..” gli ricordò paziente.

“Senti da che pulpito viene la predica..” ribatté lui in tono scherzoso e sempre a bassa voce.

Di certo non era il caso di svegliare Yelena, ormai profondamente addormentata.

Aleksander con quella frase si riferiva a tutte le volte in cui la sua compagna aveva avuto difficoltà a separarsi dalla figlia.

Yelena era una creatura così piccola e indifesa e i cuori dei due neo genitori traboccavano d’amore per lei.

Doveva essere così per tutti i genitori: dal momento in cui i figli venivano al mondo, le mamme e i papà avrebbero fatto qualsiasi cosa per loro.


Musica -> https://www.youtube.com/watch?v=Ss0kFNUP4P4

*****
Eccomi qui con la nona one shot, questo significa che con la prossima si concluderanno queste storie. Sarà quindi anche il momento di lasciar andare Luda e Aleksander, ma spero vi siano entrati nel cuore come hanno fatto con me.
Questa one shot verte sempre sulla famiglia e in particolare sul rapporto creatosi tra Aleksander e la piccola Yelena. Io me lo sono immaginato così Aleksander come adorabile papà.
Spero vi sia piaciuta e che abbiate trovato azzeccata la musica ;)
A martedì prossimo!

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Capitolo 10
*** Love forever ***


LOVE FOREVER

Aleksander cercava di darsi un contegno, mentre attendeva pazientemente l’arrivo di Luda.

Era arrivato il gran giorno, il loro grande giorno.

Entro poco tempo avrebbero ufficializzato la loro unione, anche se le loro anime erano già indissolubilmente legate.

Avevano previsto di celebrare una piccola funzione, solo per loro e pochi intimi; dopo una settimana si sarebbe invece svolta una cerimonia più grande, in cui sarebbero stati presenti anche i delegati dei diversi Paesi, al momento stranamente in pace.

Aleksander era nervoso e agitato, ogni tanto si sfregava le mani per riscaldarle, anche se di fatto nel palazzo non faceva per niente freddo.

Era la prima volta che gli succedeva e non ne capiva completamente il motivo.

Lui e Luda stavano insieme da qualche anno e si erano già dichiarati più volte quello che provavano l’uno per l’altra, inoltre se lo dimostravano continuamente ogni giorno.

Cosa c’era di diverso, allora?

Non poté darsi una risposta, perché in quel momento iniziò a suonare una dolce melodia nel salone adibito alla cerimonia e decorato a festa.

La musica preannunciava l’arrivo della sua anima gemella.

Aleksander prese un respiro profondo prima di alzare i suoi occhi di ossidiana penetrante e dirigerli verso Luda.

Fortuna che lo aveva fatto perché rimase senza fiato.

La guaritrice era naturalmente incantevole.

Indossava un abito bianco dal taglio semplice, ma riccamente decorato da inserti in pizzo e piccoli punti luce, che brillavano mentre lei avanzava.

La stoffa dell’abito le faceva risaltare il punto vita sottile e sottolineava le sue curve.

I capelli lunghi castano ramati erano acconciati in una sobria acconciatura e in alcuni punti erano stati inseriti dei delicati fiorellini bianchi e blu. Gli stessi che si vedevano nel piccolo bouquet.

 

Luda avanzava lentamente nella sala sotto lo sguardo incantato dei pochi presenti, ma soprattutto sotto lo sguardo ammirato e pieno di amore e di devozione di Aleksander.

Lei cercava di calmare il suo cuore, che batteva a un ritmo frenetico e le sue gambe, che non sentiva particolarmente stabili.

Anche la guaritrice si chiedeva il motivo di tutta quell’agitazione, avrebbe solo dovuto dichiarare un’altra volta il suo amore per il suo compagno, nulla che non avesse già fatto.

Trovò un ottimo modo per calmarsi: agganciare i suoi occhi chiari a quelli di Aleksander.

Quel legame le diede tutta la calma e la forza di cui aveva bisogno.

Percorse gli ultimi passi, fino a posizionarsi davanti a lui.

Lo osservò con attenzione.

Il Grisha oscuro indossava un elegante completo che faceva risaltare la sua figura alta, snella e scattante.

Era completamente vestito di nero, tranne per alcuni inserti in argento che facevano da chiusura alla casacca leggera.

Aveva addosso inoltre un soprabito lungo di cuoio, riccamente decorato con inserti intrecciati e più chiari.

Quella tenuta era perfetta per lui, lo rendeva straordinariamente magnifico.

Luda consegnò il suo bouquet a Nastia, che stava svolgendo i compiti da damigella d’onore.

La guaritrice e il Grisha oscuro si presero finalmente le mani e a quel semplice contatto scattò qualcosa, una forte connessione, come se le loro anime non volessero più stare definitivamente separate, ma volessero unirsi in una sola.

Mentre loro si perdevano nello sguardo dell’altro, la cerimonia iniziò. Era incredibilmente officiata da Baghra, che aveva ormai capito di non poter separare suo figlio dalla guaritrice. Non le era rimasto quindi altro che accettare ed adeguarsi a quella situazione.

Il compito le era risultato ancora più semplice quando era nata la piccola Yelena ed era diventata nonna.

Era impossibile non voler bene a quella bambina e questo l’aveva lentamente addolcita.

“Siamo qui presenti oggi per celebrare l’unione di due Grisha, l’unione di due anime gemelle, all’apparenza così diverse, ma che non avrebbero potuto essere più in sintonia..” sorrise ai due sposi e li esortò “Scambiatevi le vostre promesse..”

“Me ne rendo conto solo ora..” Aleksander prese la parola “E’ stato in quella radura, quando i nostri occhi si sono incontrati per la prima volta, in quel momento io ero già tuo..” lui non le staccava lo sguardo di dosso, sia perché era una loro consuetudine perdersi negli occhi dell’altro, ma anche perché voleva vedere la reazione della sua dolce metà. “La mia anima aveva già compreso che sarebbe stata legata alla tua indissolubilmente. Tu non hai fatto altro che abbattere tutte le barriere che consapevolmente ed inconsapevolmente mi ero creato..” quelle frasi gli stavano uscendo direttamente dal cuore e in quell’esatto istante, per quanto ci avesse provato il Grisha oscuro non era riuscito a prepararsi un discorso.

“Il mio corpo e la mia anima sono tuoi per sempre. Ti amo, Luda..” concluse lui.

La guaritrice aveva gli occhi lucidi, faticava a trattenere le lacrime, le parole che le aveva dedicato il suo Aleksander erano meravigliose.

Si schiarì la voce leggermente prima di dichiarare:

“Tu sei stato la mia salvezza. Mi hai letteralmente sottratta alla morte, quando nessuno ti obbligava a farlo. Mi hai anche protetta da un’esistenza vuota e priva d’amore..” dovette fermarsi un momento per cercare di rendere più salda la propria voce emozionata “Con me ti sei aperto completamente, mi hai donato e mi stai donando tutto te stesso. E’ un onore potermi considerare la tua anima gemella...” sorrise radiosa “Ti amo, Aleksander..”

Entrambe le promesse avevano emozionato molto, sia loro stessi che i pochi presenti. Non era da tutti poter assistere a un simile esternazione di puro amore.

“E ora le fedi..” soggiunse Baghra.

La piccola Yelena, inviata da Nastia, si fece avanti e porse ai suoi genitori il cuscinetto su cui erano appoggiati gli anelli.

Erano stati creati dal loro miglior Fabrikator ed erano dei pezzi unici, nessuno li avrebbe mai avuti così. Erano formati da tre diversi cerchi uniti tra di loro e ognuno con un proprio significato: la fede in oro rosa simboleggiava l’amore, la fede in oro giallo la fedeltà e quella in platino significava l’amicizia.

La coppia aveva inoltre preteso che dentro l’anello rosa fossero incise le parole “Amore eterno”, perché era quello che provavano l’uno per l’altra ed erano sicuri che il loro legame sarebbe durato per l’eternità.. e magari anche oltre.

Musica -> https://www.youtube.com/watch?v=NfTS7gM7zQ0


******
Eccoci qui, con questa one shot si concludono le storie su Aleksander e Luda.
Per il momento, spero. 
Non sono pronta a lasciarli andare definitivamente e spero di avere più avanti ispirazione per scrivere altro su di loro. Li amo troppo per non farlo, si sono visti pochissimo nella serie tv eppure sono riusciti ad entrarmi nel cuore.
Spero di aver reso loro giustizia con la fan fiction e questa serie di one shot.
Che dire della canzone? Che semplicemente la adoro dal primo momento in cui l'ho sentita. Si lo so, è associata alla saga di Twilight, ma trovo che stia perfettamente anche per Aleksander e Luda. E voi cosa ne pensate? L'avete trovata adatta? A me ha ispirato parecchio.
Grazie per avermi seguita! ;)
 

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