I will be my own Hero

di Ulvinne
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo, parte I° - Questioni di famiglia ***
Capitolo 2: *** Prologo, parte II° - Diario di un anno di transizione ***
Capitolo 3: *** Capitolo I° - Mettersi alla prova ***
Capitolo 4: *** Capitolo II° - Le prove di Aizawa-sensei ***
Capitolo 5: *** Capitolo III° - La mia strada, la tua strada ***



Capitolo 1
*** Prologo, parte I° - Questioni di famiglia ***


Prologo, parte I° – Una questione di famiglia
 
Mi mordo il labbro inferiore, non sono mai stata così nervosa all’idea di parlare con loro. Sto girando in corridoio, avanti e indietro, così tante volte che oramai ho tolto tutta la polvere e forse anche la lucidatura del parquet!
«Akane, di questo passo finirai per scavare una fossa, sento i tuoi piedi strisciare da dietro la porta» il rumore della sedia con le rotelline che arriva alla porta anticipa la testa di Toshiro che fa capolino, osservandomi dietro la montatura degli occhiali e un’espressione a metà tra il divertito e il perplesso.
«Shiroooo non prendermi in giro!» mi lagno, fermandomi e fronteggiandolo «Devo parlare con mamma e papà, lo sai.» del resto gli ho sempre detto tutto, e con pazienza mio fratello maggiore sospira e si alza, arrivando fino a me e mettendomi una mano sulla testa.
«Se ti fa così tanta paura puoi sempre aspettare, sai che nessuno si aspetta da te che lo faccia solo per nostro nonno» arriccio il naso e scuoto la testa, prendendogli la mano tra le mie e stringendola affettuosamente.
«Non è per lui che lo faccio» assicuro con un borbottio leggermente risentito «Non mi interessa il suo parere, ma…ci ho pensato ed è quello che voglio» Toshiro mi guarda attentamente, l’espressione resa ancor più seria dalla montatura squadrata e professionale degli occhiali, poi sorride.
«Beh, se vuoi davvero farlo considerala la tua prima battaglia, no?» annuisco «Non sarà facile in ogni caso; sai come la pensa papà»
«E’ quello che mi rende nervosa. Io non sono come nostro nonno Itachi, però» e meno male…se penso che non lo vediamo da anni e che è meglio così mi prendono una rabbia e un’amarezza davvero profonde…poi lascio la mano di Toshiro e prendo fiato «Vado»
«Vuoi che venga con te?»
«No.» scuoto la testa «devo farlo da sola» anche se vorrei tanto che fosse al mio fianco; mi sento così tranquilla quando lui c’è, anche se sono io quella che ha il quirk più adatto a difendere qualcuno e lui beh…lui sia nato senza quirk.
«Come preferisci. Appena sento le urla scendo e ti offro copertura» scherza, dandomi un buffetto sulla fronte «nel mentre, torno al computer! Quel rapporto non si scriverà da solo» si toglie gli occhiali e si massaggia gli occhi, poi si siede e puntando i piedi spinge la sedia verso la scrivania, sparendo nella sua camera.
E io sono di nuovo al punto di partenza, il piccolo chimico ha ragione, mal che vada può offrirmi sempre copertura!
Così scendo le scale di casa nostra e mi reco al piano di sotto, dove so che i miei stanno bevendo un tè con tre dei miei nonni. Quando apro la porta cinque paia di occhi si sollevano tutte insieme, accogliendomi con pacatezza e sorrisi.
«Akane» il primo a salutarmi è mio nonno materno, Hideo Kurosawa.
Proprio come mio fratello, anche lui è nato senza quirk. Un caso ereditario, una rarità nella rarità. Ma d’altronde, la nostra famiglia non è mai stata nella norma…
«Nonno» ricambio e quando mi fa cenno di sedermi accanto a lui, lo faccio, credo possa diventare il mio migliore alleato e voglio averlo vicino.
«Vuoi del tè anche tu?» mi chiede sua moglie, Sakura, poi però aggrotta la fronte e capisco una cosa: mi sta leggendo nel pensiero.
«Nonna!» esclamo, sforzandomi di pensare solo un “non leggermi la mente” continuo, che le impedisce la lettura e questo le strappa una risatina di scuse.
«Mamma!» questa è mia madre, Kaede, che come me conosce benissimo il quirk telepatico della nonna avendolo ereditato lei stessa e odia che ci legga nel pensiero, anche se è qualcosa che con l’età ha iniziato a fare involontariamente, come se il controllo sul quirk si fosse allentato.
O almeno questo è quello che dice lei, io continuo a pensare che sia solo una pettegola.
«Abbiate pazienza, sapete che non posso controllarmi sempre» sbuffo «ma a quanto pare Akane deve dirvi una cosa»
«Riguarda per caso la domanda di ammissione accartocciata che ho trovato nel tuo cestino?» a parlare è stata l’altra mia nonna, ovvero Natsumi, che pur avendo oramai superato i settanta è ancora sveglia come un grillo; tiene in grembo il vecchio gatto di casa, che è stato chiamato originalmente Neko e mi squadra con fare indagatore.
«Ti avevo detto di non rovistare nella mia camera!» ribatto infatti, alterata.
«Se tu la pulissi non dovrei pensarci io»
«L’avrei pulita una volta rientrata da scuola!» ma prima che il dibattito possa continuare, mio padre interviene, poggiando la tazza da tè sul tavolino.
«Domanda accartocciata? Che domanda?» mio padre sarà il più grande ostacolo di questa mia decisione, me lo sento, ma devo vuotare il sacco ora o mai più.
Insomma, oramai le medie sono quasi finite e il momento di spedire le domande è finito: quella che ha trovato mia nonna era la domanda del liceo che avrei dovuto intraprendere, ma la verità è che quella l’ho accartocciata e buttata per spedire la mia prima scelta.
«Non hai spedito la domanda?» mi chiede mia madre, preoccupata «Akane, il tempo oramai è scaduto, cosa-?»
«L’ho spedita, la domanda» la interrompo, spazientita, poi mi mordo la lingua perché devo tenere i toni morbidi «l’ho spedita poco dopo l’apertura del periodo per poterle mandare a dire il vero»
«E allora perché sei così agitata?» nonno Hideo mi mette la mano sulla spalla.
È una persona buona, lui, così come mia nonna Sakura: sono entrambi due bonaccioni di carattere, ma se lei è sempre stata un’indole pacifica e quasi timorosa, lui a dispetto di essere senza quirk è un poliziotto in pensione con molti anni di servizio, che per anni ha collaborato con gli eroi e si è buttato contro criminali più pericolosi di lui. insomma, se avesse avuto un quirk, sarebbe stato un vero eroe professionista, perché è quel tipo di persona che ti fa stare bene semplicemente quando è nella tua stessa stanza.
«E-ecco…i-io…» vedo nonna Sakura spalancare gli occhi e allentare per un attimo la presa sulla tazza da tè, facendola cadere; non ha più una presa salda come un tempo e capendo che mi ha letto nel pensiero e sono stata io a turbarla mi affretto a prendere uno straccio per poterla aiutare.
«Grazie bambina» mormora, dispiaciuta per l’inconveniente, quirk o meno certe malattie dell’età non aiutano anche se lei non ha mai dato segno di soffrirne…o almeno credo: per essere una telepate è piuttosto difficile capire cosa pensa.
«Akane, non farci preoccupare. Cosa ti prende?» mia madre potrebbe leggermi nel pensiero, ma non lo fa volontariamente; è qualcosa che ha provato fin da quando era ragazza, con il controllo un po’ ansioso di mia nonna e sa benissimo cosa si prova. E sinceramente, vorrei dirlo io più che sentirmi spinta a confessare.
«HospeditoladomandadiingressoperlaYuuei» dico tutto d’un fiato e in un sussurro, sedendomi di nuovo accanto a nonno Hideo e fissando i pugni chiusi sopra le mie cosce sigillate.
«…» mio padre ha un’esitazione «ripeti, possibilmente senza mangiare le parole come farebbe un kappa con un malcapitato nella sua palude» hai capito benissimo, non rimandare il tutto.
«Ho spedito la domanda di ingresso per la Yuuei!» e a contrasto di poco prima, quasi lo grido, e farlo mi fa sentire immediatamente più leggera.
Poi cade il silenzio.
«…» sollevo lo sguardo, incrociando gli occhi scuri di mio padre e leggendo subito quel senso di sgomento e…rabbia, credo.
«La Yuuei?» annuisco «Il liceo per eroi professionisti?» annuisco di nuovo, ma stavolta non abbasso lo sguardo, lo sostengo pronta a sostenere anche la mia scelta.
Ci ho pensato tantissimo e so che non voglio fare nient’altro: la mia strada è diventare un eroe e lo farò nel miglior liceo che esista! Non voglio che le scelte di mio nonno e i suoi errori influenzino la mia vita.
«V-voglio essere questo, papà. Voglio essere un eroe» dico, poi deglutisco «Sento che sono nata per questo. I-io…con il mio quirk posso aiutare le persone e voglio rendere il mondo un posto migliore!» insomma, oramai ho quindici anni, so cosa voglio! «E voglio farlo facendo l’eroe, aiutando la gente e combattendo i villain» inspira «S-so cosa pensi di questa situazione e…e io non voglio fare come ha fatto anche Itachi-san» non mi viene da chiamarlo nonno, non ci riesco proprio!
Al nome di Itachi, mio padre e mia nonna Natsumi si guardano, e vedo lei allungare una mano su quella stretta a pugno del figlio, cercando di addolcire quelle nocche pallide per lo sforzo di tenerle sigillate; persino il suo viso più squadrato è teso dalla mascella tenuta contratta…ma non lo sento arrabbiato, quanto combattuto.
«L’eroe è una strada complicata e poco sana, se non sei pronta a sostenerla come si deve, Akane» mi fa notare mio padre «E…e il solo fatto che tu abbia ereditato il quirk di quell’uomo, non vuol dire che debba seguirne per forza le orme»
«All’inferno Itachi Oda!» esclamo allora, alzandomi in piedi e battendo le mani sul tavolo «Io non voglio seguire le sue orme, papà!»
«Akane…» comincia mia madre.
«N-no vi prego, fatemi parlare» non voglio essere interrotta, non devo permettere loro di fare fronte comune «So che le azioni di Itachi-san hanno fatto soffrire papà e nonna» e guardo i diretti interessati «M-ma io non sono come lui. Io non abbandonerei mai la mia famiglia solo perché non fanno ciò che mi aspetto da loro» perché questo è successo.
Mio padre ha ereditato il quirk da mia nonna Natsumi, ovvero la capacità di suonare qualsiasi strumento ed influenzare con la voce cantata le emozioni; un quirk che l’ha spinto verso la carriera musicale e non quella dell’eroe come Itachi Oda avrebbe voluto…questo non solo ha determinato un inasprirsi dei rapporti tra padre e figlio, ma ha anche portato alla separazione dei miei nonni perché Natsumi non ha mai voluto obbligare il figlio a quella strada.
Itachi Oda è stato un grande eroe ora in pensione, ma come padre, marito e nonno…beh, fa decisamente schifo.
«Io voglio fare del bene e sento che non potrei essere felice o realizzata se non ci provassi. F-forse non sarà la mia strada, ma devo almeno tentare.» ho dimostrato di essere forte fisicamente e spesso e volentieri ho difeso i miei compagni dai bulli. Ho capito che era quello che volevo fare quando ho visto il sollievo sui volti dei miei amici quando credevano che nessuno potesse aiutarli…e persino i guai in cui mi sono cacciata, non mi hanno scoraggiata.
No: io non rinuncerò alla mia strada.
«Ah, che caratterino!» la risata a pieni polmoni di Hideo scioglie la tensione che si era creata e sobbalzo di sorpresa, non mi aspettavo una tale reazione «non prenderla a male, Masashi, ma questo è tutto sangue Kurosawa» si vanta e mio padre si schiarisce la voce.
«Sicuramente: io non ho una testa così dura» la gomitata che si becca da mia madre ha il potere di strappargli un sorrisino, solo uno leggero, poi però torna su di me e sospira «non ho mai voluto ostacolarti, Akane» Cosa?
Vuol dire che ho passato l’ultima settimana da schifo per nulla?!
«C-cosa?»
«Masashi…» comincia mia madre, ma lui scuote il capo.
«No, Kaede, davvero.» mi guarda «Avevo sospettato che questo mondo ti piacesse da parecchio. Del resto non hai mai nascosto la tua passione il mondo degli eroi, e hai ancora il poster di Oxygenie nella tua camera»
«è un’edizione limitata…» borbotto, considerando che la mia eroina preferita si è ritirata qualche anno fa, ma sono anche consapevole che non basta come scusa. E non voglio provarci nemmeno a nascondere la verità, oramai.
«Appunto» sospira, lui «Non voglio negarti una possibilità per colpa di mio padre, Akane. Ma non nego che…che avrei voluto per te qualcos’altro» mi si stringe lo stomaco a sentire queste parole, ma mi limito a stropicciare la stoffa dei pantaloni della tuta «non voglio che essere un eroe ti allontani da noi»
«E non lo farà!» esclamo «io vi voglio accanto a me! Vi voglio nella mia vita, ma…voglio anche viverla come sento sia giusto»
«Akane, hai solo quindici anni» mi fa notare mia madre, ma Natsumi scuote il capo.
«A quindici anni non sei più una bambina, Kaede. Akane sembra avere consapevolezza di cosa vuole e quanto» annuisco, ma sto tremando e la mano di nonno Hideo mi stringe la spalla «Vuoi davvero questa vita, Akane? Una vita in cui dovrai costantemente metterti in pericolo? Una vita in cui sarai sotto gli occhi di tutti, insieme alla tua famiglia?» spalanco gli occhi, perché sono anche consapevole di quanto i media abbiano tartassato mio padre e mia nonna dopo la separazione di Itachi Oda dalla moglie.
«io…voglio aiutare le persone» ripeto «E voglio rendere il mondo un posto migliore. E voglio farlo dando tutta me stessa» inspiro «Troverò il modo di proteggervi, anche dalla gente» mia nonna sorride, un sorriso che sa un po’ d’amaro, poi prende la tazza di tè e la sorseggia con calda, mentre nonna Sakura osserva tutti noi in silenzio; mi gioco quel che ti pare che sta leggendo nei pensieri di mio padre, a giudicare da come lo guarda, altro che mancato controllo del quirk.
«…non mi perdonerai mai se ti dico no, vero?» stringo le labbra, ma la risposta mi esce uguale, troppo sfuggente perché possa fermarla.
«No. Non del tutto.» e abbasso lo sguardo, stavolta, perché il dispiacere che gli leggo negli occhi mi colpisce; mi sento un po’ egoista, ma al tempo stesso non voglio rinunciare al mio sogno.
«Va bene.» cosa? «Meriti un tentativo, Akane. Ma…» ma? «Ricorda che è una strada tutta in avanti. Ci vorrà forza per percorrerla» e io sorrido, sorrido incredula e sollevata.
«Quindi posso? Posso frequentare la Yuuei?!» esclamo, la voce che si alza di tono e volume.
«Frena, devi prima passare l’esame!» mi fa notare allora nonno Hideo, poi sorride «Masashi, non mi sono intromesso perché sei tu il capofamiglia, ma credo tu abbia preso la giusta decisione. Akane può essere una grande eroina: insomma, ha ereditato il quirk di Itachi senza essere…» una stronza? «…ostica come lui» già, diciamo così; immagino che si trattenga più per rispetto della donna che è stata sua moglie che per quella dell’uomo in sé, ma nonno Hideo è così e gli vogliamo bene per questo.
«Tuttavia, sappiamo anche che Akane non ha possibilità di entrare, ora come ora»
«Cosa!? Ma perch-»
«Hai un quirk forte, ma è grezzo. O credi che Shitenno abbia sconfitto i villain a manate?» arriccio il naso, non ha tutti i torti; Shitenno, questo il nome da eroe di mio nonno Itachi, ha un quirk forte, ma soprattutto ha trovato il modo per utilizzarlo al meglio e certo non senza allenamento «Per questo, nell’anno di preparazione che avrai a disposizione, ti allenerai con me. So che non ho un quirk, ma penso di aver trovato un buon modo per temprare il tuo corpo e poter utilizzare al meglio le tue capacità» solleva un pollice e mi sorride, un sorrisone ampio «Dai retta al tuo vecchio, sono in pensione, ma posso ancora aiutarti»
«Tu sapevi che Masashi avrebbe accettato, vero papà?» lo accusa mia madre, togliendo le tazze di tè oramai freddo dal tavolo e lui si stringe nelle spalle.
«Conosco mia nipote e mio genero» fa l’occhiolino e io gli sorrido contenta «e conosco anche te. Se non fossi stata d’accordo ti saresti opposta strillando come un’aquila» colta in flagrante, la figlia arrossisce e borbotta qualcosa sull’essere scandaloso «E poi il potenziale di Akane è evidente. Sprecarlo per le colpe dei padri sarebbe assurdo.» mi sento carica di orgoglio, mentre lo dice «Ha un caratteraccio, ma è buona di cuore. Credo che possa davvero diventare una brava eroina, se si impegnerà.» e mi dà una pacca sulla schiena che mi fa inclinare in avanti «Ecco, appunto. Qui occorre metter su massa muscolare ragazza. Dovrai essere letteralmente una roccia. Una roccia, una fiamma, una tempesta» torno eretta e lo guardo, gli occhi che brillano.
«Lo sarò» sussurro «Io entrerò alla Yuuei e sarò un eroe!» guardo la mia famiglia e sorrido «Grazie» chino il capo in segno di rispetto e gratitudine, poi però aggiro il tavolo e mi getto letteralmente su mio padre «Grazie, papà, grazie! Prometto che non ti deluderò!»
«Lo so» mormora, abbracciandomi «Dopotutto sei la discendente di Shitenno» la mia felicità si incrina solo un attimo, quando sento quel legame forzato con il nonno che non c’è, con la persona distaccata che è sempre stato e che ho visto pochissime volte in vita mia.
Dimostrerò a mio padre che si sbaglia, che l’aver miracolosamente ereditato il quirk di mio nonno non mi rende come lui: io sono migliore di lui, come persona e lo diventerò anche come eroe! Io sarò la più grande di tutti, così grande che persino l’ombra di All Might non potrà nascondermi!
Io diventerò L’EROE. E renderò il mondo un posto migliore!

Note dell'Autrice
Salve, salve!
Eccomi qui, stavolta approdata nel fandom di Boku No Hero Academia! Avvertenze: all'inizio seguirò la storia del manga/anime abbastanza fedelmente, modificando il necessario per inserire Akane e altri nuovi personaggi che appariranno, poi farò le dovute modifiche :) Ci sarà un triangolo (scusate, è un cliché a cui non so resistere) più accenni a diverse coppie minori. Per quanto riguarda la famiglia numerosa di Akane e il suo quirk, non temete, svelerò tutto nei successivi capitoli :) Come sempre: critiche e consigli ben accetti! 
Ulvinne

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Capitolo 2
*** Prologo, parte II° - Diario di un anno di transizione ***


Prologo parte II° - Diario di un anno di transizione
 
Aprile 2014
 

Ho iniziato l’allenamento con mio nonno e devo dire, non mi aspettavo potesse essere così severo. Ci alziamo tutte le mattine presto e torniamo a casa solo la sera, per l’ora di cena. Abbiamo parlato del mio quirk a lungo e anche se lui è nato senza, sembra essere piuttosto preparato, forse lavorare a contatto con molti eroi l’ha reso un buon osservatore.
Il mio quirk è particolarmente potente, ha detto, ma anche difficile da governare: in poche parole, riesco ad emettere e controllare gli elementi intorno a me, ovvero aria, acqua, terra e fuoco. Un quirk che ho ereditato da mio nonno paterno, Itachi Oda, a sua volta un grande eroe oramai in pensione. Nonno Ideo mi ha detto che intende allenarmi nel corpo a corpo, in modo che tramite le arti marziali io possa indirizzare meglio gli elementi quando attivo il mio quirk. CI alleniamo in luoghi abbastanza isolati, perché in teoria non potrei usare il quirk in pubblico, ma se voglio essere pronta per entrare alla Yuuei devo allenarmi. Per ora non ho ancora usato gli elementi, nonno mi allena solo nelle arti marziali che conosce. È un tipo piuttosto alto e si vede che ha combattuto per anni, è ancora forte a dispetto dell’età, mentre io sono anche troppo piccina (parole sue) e quindi devo essere forte e stabile se non voglio che avversari più grossi di me possano sopraffarmi.
Sono giornate dure, torno a casa costantemente dolorante e piena di lividi, ma non saranno certo dei graffietti a farmi cambiare idea: io diventerò un eroe!
 
Maggio 2014
 
5 maggio: Continuo ad allenarmi e ho iniziato una dieta per avere tutte le sostanze di cui ho bisogno…spero solo di non venire sgamata che di tanto in tanto mi intasco dei mochi da mangiare di nascosto.
 
6 maggio: sono stata sgamata e punita con allenamenti supplementari. Non voglio più fare una flessione in vita mia.
 
18 maggio: è stato il compleanno di Hana, la mia bella sorellina compie otto anni, ma ho rifiutato il dolce nonostante mi ci sarei gettata di peso senza più riemergere. Cazzo, quanto mi manca mangiare dolci, li adoro, sono la mia dipendenza! Ma se continuo a sgarrare la dieta allora il programma non avrà senso.
Mi sono consolata pensando che almeno oggi ho avuto il giorno libero dagli allenamenti e nonno Hideo è tornato il nonno divertente che mette da parte quando deve allenarmi; ha preso il suo lavoro da istruttore decisamente sul serio. Nonna Sakura si è mostrata preoccupata per i lividi, ma ho sminuito la cosa, anche se il fatto che possa leggermi nel pensiero non aiuta. Si tratta solo di resistere!
 
Giugno 2014
 
4 giugno: Allenarsi con questo caldo è qualcosa di tremendo, e proprio per temprarmi nonno Hideo non mi lascia riposare nemmeno nelle ore di punta, quando il sole picchia più forte. Mio padre ha detto di essere preoccupato e persino Toshiro mi ha suggerito che forse ho preso troppo a cuore questa cosa. Mia madre mi chiede sempre se non stiamo esagerando e mi sento sotto pressione per le preoccupazioni che metto loro addosso.
È come se avessero paura di vedermi crollare, ma io non voglio crollare! Io ho appena iniziato!
 
12 giugno: oggi pomeriggio nonno Hideo ha un impegno e mi sono ritrovata libera. Ho chiamato un’amica per uscire, ma quando stavo per infilarmi la gonna mi sono guardata le gambe e….non so, sono così grosse. Le ho sempre avute in questo modo? ho rimesso i pantaloncini e via, sono sicuramente più comodi.
 
21 giugno: oggi sono svenuta, credo di aver preso un’insolazione. Mia madre ha anche sgridato nonno Hideo, ma lui ha ribattuto che se voglio essere un eroe devo esser temprata e che non sarà certo un mancamento a farmi risparmiare da un villain. Mio padre per la prima volta ha discusso a brutto muso con nonno Hideo e mi sono sentita in colpa: loro due sono così legati che a volte sembrano davvero padre e figlio, tanto si vogliono bene, ma temo che mio nonno sia l’unico che abbia preso sul serio il mio voler diventare un eroe…è come se tutti aspettassero che io crolli.
 
28: sono di nuovo in forze ed ho ripreso gli allenamenti più di prima. Il mio corpo continua a cambiare e ho fatto caso che sono sempre più allenata; molti esercizi che prima faticavo a completare ora mi vengono più facili e la mia forza fisica è aumentata. Però mi mancano ancora i dolci.
 
Luglio 2014
 
3 luglio: Non mi sta più bene nulla, mi sta male tutto! Dove voglio andare con queste spalle?! E…e la schiena. Non voglio andare al mare, sono…sono così robusta. Mio padre dice che sto bene e sono solo allenata, ma…le mie amiche sono tutte così graziose e proporzionate. Io invece mi sento un piccolo ammasso di incazzatura; sono sicuramente cresciuta d’altezza, ma ho preso tutto dalla famiglia di papà e nessuno di noi è alto, quindi…mi vedo quasi smisurata.
 
14 luglio: oggi nonno Hideo mi ha suggerito di tagliarmi i capelli. Non so perché mi sono messa a piangere. È una cosa stupida, ma…non voglio tagliarli. Sono miei, sono…sono belli, anche se non sono niente di speciale. Posso legarli, in allenamento. Non devono toccarli!
Non ha più insistito, anzi credo si sia dispiaciuto e mi ha detto che non me lo chiederà più e che mi stanno bene così.
 
Agosto 2014
 
Gli allenamenti stanno dando il loro frutto, ora io e nonno Hideo passiamo le giornate ad affrontarci e mi mette in seria difficoltà! È forte, più che veloce, ma buttarlo giù è davvero un’impresa! Devo padroneggiare il corpo a corpo se voglio passare anche all’utilizzo del mio quirk! Sono sempre più forte e non mi farò mettere a terra!
 
Settembre 2014
 
13 settembre: Ho iniziato a padroneggiare anche gli elementi, insieme alle arti marziali. Ho fatto caso che battendo i piedi a terra riesco a richiamare pezzi di roccia e pietra, più o meno grandi a seconda della mia concentrazione e stanchezza, e se non rompo il flusso dei movimenti e li calcio posso anche scagliarli a grande velocità verso i miei nemici. Il contatto con la terra mi piace e anche l’elemento mi viene facile da controllare, richiede molta durezza e stabilità!
 
27 settembre: adoro governare il fuoco. Richiede movimenti più fluidi e agili della terra, ma è come se ci fosse un profondo collegamento con questo elemento, sicuramente è uno dei miei preferiti. Anche perché è stato il primo che ho rivelato, quando a quattro anni si è manifestato il mio quirk! Poco dopo è stata la volta dell’aria e della terra…con l’acqua è meglio non ripensare alla figuraccia che ho fatto, che è meglio. Se compio diversi salti e sfrutto la spinta, posso scagliare fiammate, così come dai pugni anche se non riesco a colpire direttamente i miei avversari. Il guaio è che tutto ciò mi stanca molto facilmente
 
Ottobre 2014
 
L’aria è stata più difficile da controllare, è letteralmente sfuggente come il vento e devo essere rapida e precisa a capire dove colpire e come; però ho scoperto che può essere versatile; posso usarla per darmi delle spinte, per creare folate in grado di dirigere sabbia o polvere contro gli occhi dei miei avversari, o semplicemente sbilanciare senza rischiare di farmi del male con altri elementi. L’acqua invece…mi viene ostica, molto. Nonno Hideo mi sta suggerendo di fare meditazione per cercare di approcciarmi anche mentalmente a questo elemento; l’acqua che lascia tutto andare, l’acqua che sa scivolare e non agire, quando non occorre.
Ma è tutto così difficile! Come posso NON agire quando lui mi attacca?! Devo lavorarci su, maledizione! Mi ha proposto di guardare diversi filmati di Shitenno quando ancora lavorava, ma non voglio prendere niente da quel vecchio mitomane. Ce la farò da sola e lo farò bene!
 
Novembre 2014
 
16 novembre: Ieri è successa una cosa stranissima, che né io, né nonno Hideo ci aspettavamo. Ci stavamo allenando, ora mi fa usare il corpo a corpo e gli elementi insieme, cercando di mettermi in difficoltà; ora le cose stanno iniziando a bilanciarsi perché anche se non brillo ancora nel corpo a corpo come lui – e come potrei, insomma ha anni di esperienza – riesco a compensare con gli elementi che gli danno filo da torcere. Ero stanca, ma non mi sono fermata, ho continuato a combattere e all’improvviso…non sono più stata me stessa. È qualcosa durato poco, ma è stato…così assurdo. Come è iniziato tutto, è finito. In nemmeno un minuto ero svenuta e quando mi sono ripresa nonno Hideo mi stava dando degli schiaffetti e portando in ospedale. Ho fatto i dovuti accertamenti e sto bene, ma non ho mai provato una sensazione così totalizzante. Mi sono stati imposti un paio di giorni di riposo, e il medico mi ha anche detto che sono cresciuta in altezza e muscolatura, sembro quasi un’atleta.
Io mi guardo allo specchio e…non so, forse sono davvero troppo robusta. Mi sento a disagio con gran parte dei miei vestiti.
 
Dicembre 2014
 
C’è stato il natale e Daichi, uno dei miei fratelli gemelli, mi ha fatto arrabbiare. Mia mamma mi ha regalato un vestitino molto bello, ma quando me lo sono provato Daichi ha detto che mi faceva le spalle enormi, mentre Daiki l’ha guardato male. Sono rimasta così male che mi sono scusata con mamma, ma ho chiesto se poteva cambiarmelo in un paio di pantaloni, poi son andata in camera mia.
So che Daichi è stato sgridato ed è venuto a chiedermi scusa, ma gli leggo nello sguardo che non si pente di averlo detto, perché lo pensa.
Del resto è vero, gli allenamenti hanno del tutto cambiato il mio fisico e non ho ancora finito. Mamma dice che sono sicuramente più robusta di prima, ma che sto esagerando e non sono un ammasso informe come continuo a vedermi. Ma lei che ne sa?! Ho le cosce così grosse e la schiena da maschio, porca puttana!
Non mi metterò più un vestito o una gonna in vita mia!
 
Gennaio 2015
 
Sono andata a rifarmi il guardaroba con i soldi che mi hanno fatto a Natale. Sono tutti abiti sportivi e pratici, del resto mi sento a mio agio più con quelli, ma sono parecchio giù. Nonno Hideo oggi dopo l’allenamento mi ha fatto fare uno strappo alla regola e ci siamo presi una cioccolata. Mi ha detto che è molto fiero di quello che sto facendo e che forse non può capirmi del tutto, ma che una vita devota agli altri è fatta di molti sacrifici personali, grandi e piccoli. Abbiamo parlato a lungo anche di come in famiglia hanno preso la mia decisione e secondo lui papà e nonna Natsumi si sono abituati, anche se ogni mio minimo attimo di esitazione o dispiacere li colpisce profondamente. Io gli ho detto che sono sempre decisa a tentare l’esame della Yuuei e che se mi faccio scoraggiare da queste cose, come posso diventare un eroe? Ha approvato e mi ha detto che è fiero dei suoi nipoti, di me e Toshiro. Toshiro dopotutto è nato senza quirk, come lui, in un mondo dove tutti ce l’hanno e so che questo li ha uniti parecchio. Nonno mi ha detto che all’inizio ha sofferto all’idea di non avere un quirk, ma ha anche aggiunto che se una donna favolosa come nostra nonna l’ha scelto, allora perché aggiungere un quirk ai suoi pregi infiniti?
Questo vecchio folle lo amo, c’è poco da fare.
 
Febbraio 2015
 
15 febbraio: Toshiro è andato a vivere da solo. Mi mancherà molto, ma in compenso se Daichi e Daiki mi fregano la sua camera li arrostisco vivi!
 
20 febbraio: ci siamo, l’esame di ammissione è tra pochi giorni.
Sento di essere pronta e mi sono impegnata: la resa dei conti con il mio destino inizia dall’ingresso a questa scuola. Devo farcela! Posso farcela!
Ce la farò!
 

Note dell'Autrice
Sssssalve! Eccomi qui tornata con la seconda parte del prologo. Ho deciso di far passare l'anno in cui Akane si allena per entrare alla Yuuei tramite diario, in modo da alleggerire la cosa e annotare tutto ciò che era importante sapere. Ho dato qualche dritta sul suo quirk e su come lo usa. Per chi conosce la serie di "AVATAR- The last airbender" e "legend of Korra" avrà riconosciuto il potere dell'avatar, ovvero la capacità di controllare i quattro elementi e il modo in cui li controlla, ovvero tramite il combattimento, è ugualmente ripreso da questo favoloso fandom che consiglio a tutti <3 Mi rendo conto che è un potere molto forte, ma ho cercato di bilanciare pregi e difetti in modo da renderla forte, ma comunque non imbattibile e soprattutto bisognosa di crescere come eroe e persona. E le sorprese del suo quirk ancora non sono finite :) ma le rivelerò piano piano nella storia! Per quanto riguarda l'allenamento: Akane aveva bisogno di apprendere il combattimento fisico e anche metter su muscolatura per poter reggere la fatica fisica che comporta il suo quirk, decisamente più impegnativo e da mischia di quello di altre ragazze, ma come ben sapete, gli allenamenti cambiano il fisico e ho pensato che darle delle insicurezze a tratti esagerate, così tipiche dell'adolescenza, potesse renderla più vera. Sull'anno, mi pare che MHA sia ambientato nel 2014, ma se non è così correggetemi pure :)  Grazie a tutti quelli che leggono e mi commentano, vi adoro ** ci vediamo al prossimo capitolo,
Ulvinne

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Capitolo 3
*** Capitolo I° - Mettersi alla prova ***


Capitolo I° - Mettersi alla prova
 
Non posso credere di trovarmi finalmente qui, alla Yuei.
L’anno di addestramento è stato lungo e faticoso e ho affrontato così tanti cambiamenti che l’Akane di un anno fa sembra lontana secoli…mi sento così diversa e al tempo stesso ho paura che le debolezze della vecchia me siano ancora lì e magari sono ancora debole come quando ho appena iniziato.
Ma non scherziamo!, mi dico stizzita, hai messo su almeno tre o quattro chili di muscoli e sei anche cresciuta, sicuramente fisicamente non sei la stessa! Sei forte, devi solo credere in te stessa e ce la farai!
Mi ripeto quindi le parole di nonno Hideo, che fin dall’inizio è stato quello più incoraggiante: i miei diciamo che non si sono sbilanciati, credo che una parte di loro se non ce la facessi sarebbe sollevata, ma non posso nemmeno dire che mi abbiano ostacolato…diciamo che li avrei voluti forse più entusiasti, sto pur sempre cercando di diventare un eroe!
Prendo un bel respiro e accelero per avvicinarmi, non voglio arrivare tardi! Ammetto di essere davvero agitata e al tempo stesso non vedo l’ora di mettermi alla prova e testare le mie nuove abilità.
«Non starmi tra i piedi o ti faccio esplodere!» uh?
Mi giro stranita, e noto un ragazzo biondo che ne sorpassa un altro che sembra palesemente intimorito e anche più agitato di me, poverino!
Sto per dire qualcosa, non sopporto questo genere di atteggiamenti, poi mi metto a guardare meglio questo prepotente e mi sembra di averlo già visto, chissà dove…
«Ma quello non è Katsuki Bakugou, quello del mostro di fango?» ma certo!
Quei due ragazzi che ho sentito hanno ragione, è quel ragazzino che era stato catturato da quel villain più o meno un anno fa e che è stato salvato dagli heroes! Ecco dove l’avevo visto, al telegiornale…certo che dal vivo ha una faccia ancora più incazzosa, perché ce l’ha con quel ragazzo?
«Mph» sbuffo e mi avvicino al ragazzo che ha apostrofato «Stai bene?» spalanco gli occhi sorpresa quando lo vedo sobbalzare e spalancare gli occhi verdi, ha un viso lentigginoso da bambino che mi strappa un sorriso anche a vederlo così nervoso.
«a-ah, s-sì tranquilla, sto benissimo!» e ride nervosamente «Sono solo un po’ agitato»
«Lo vedo» mi trattengo dal ridere, non voglio che penso che rida di lui, solo che mi fa simpatia, ecco «Coraggio, non farti intimorire dagli spacconi, se gli stai tra i piedi che si scansasse lui, c’è spazio per tutti» e sollevo il pollice in segno di vittoria; lo vedo osservarmi un attimo, curioso, poi abbozzare un sorriso più rilassato ma che comunque non è ancora libero dall’agitazione.
«Sono abituato, Kacchan fa sempre così con me» Kacchan? Si conoscono?
«Che carattere di merda, allora» borbotto, prima di notare la piccola folla che si muove, l’ingresso si è liberato «Oh, la folla scorre, io entro! Ci vediamo dentro. E a proposito, sono Akane, Akane Oda» mi presento al volo, prima di salutare il ragazzo che si presenta come Izuku Midoriya «buona fortuna!» mi giro e mi faccio largo tra la folla approfittando che non sono certo questa grande stangona, riesco a piazzarmi in un buon posto tra le prime file.
Quando dopo lo scritto – in cui ho sparato a caso tutti i quesiti di matematica - la spiegazione della prova pratica inizia, la figura sfavillante di Present Mic ci offre un esuberante inizio fatto di battute e silenzi di risposta, ma io ammetto di essere già incantata, un conto è sentire qualcuno alla radio, un conto è vedere dal vivo la sua figura fuori dalle righe. È un prestigiosissimo eroe e se riuscissi ad entrare in questa scuola sarebbe il mio insegnante, che spettacolo!
La spiegazione dell’esame è chiara: una battaglia urbana di dieci minuti con tutto l’equipaggiamento che crediamo necessario, diversi robot saranno sparsi per l’area di combattimento e sconfiggerli ci darà dei punti.
«Quei robot non hanno scampo!» mormoro, osservando il foglietto dove leggo il mio numero, il 1977, e l’area dove dovrò combattere, la A «Sono carichissima» aggiungo, poco manca che mi metta a squittire, devo tapparmi la bocca con la mano quando la voce di un ragazzo spicca nel silenzio regnato fino ad ora.
«Chiedo scusa, vorrei fare una domanda!» il ragazzo, dalle spalle robuste e alto si alza in piedi, la mano alzata in attesa di poter parlare: ha un’aria così seria e composta e gli occhiali che mi ricordano Toshiro mi strappano un sorriso, anche se mi ricorda anche il suo atteggiamento un po’ rompipalle…
«Sul modulo compaiono quattro tipologie di cattivi e non tre» vero, l’avevo notato anche io, ma immagino ci sia un motivo se non sono stati nominati «se c’è stato un errore la Yuei, una delle scuole più prestigiose del Giappone, deve fare ammenda» cielo che pesantezza e che impostazione! «Noi vogliamo entrare in questo liceo perché speriamo di imparare dai grandi eroi e diventare anche noi eroi professionisti!» e poi si gira verso un ragazzino scompigliato che riconosco come quello che ho incontrato all’ingresso, Midoriya se non sbaglio; mammamia ne ha avute da dire anche per lui, quasi mi spiace anche se effettivamente l’ho visto parlottare da solo parecchio.
Poverino, se non tira fuori un po’ di attributi non durerà…, mi ritrovo a pensare con dispiacere, salvo concentrarmi sulla spiegazione di Present Mic: un cattivo da zero punti grande e pericoloso? Perché questa cosa?
«Un gimmick da evitare…forse vogliono capire quanto siamo in grado di valutare la situazione per scegliere tra la lotta e la fuga» borbotto; veniamo congedati e il motto della scuola, mentre cammino verso l’arena a me assegnata, mi rimbomba ancora nelle orecchie.
«Spingersi oltre i limiti…PLUS ULTRA» alzo gli occhi al cielo, la giornata è serena e ventilata, perfetto per un esame…e per il mio quirk.
Sorrido: questo è il mio primo passo! Non mi farò spaventare da niente e nessuno, entrerò alla Yuei e diventerò un eroe! Corro verso il bus che porterà me e gli altri candidati all’area A, rallento quando sto per salire perché mi accorgo che Midoriya invece è finito nell’Area B stando alla lettera del bus dove sta salendo…peccato, mi sarebbe piaciuto trovare un viso amico.
«Spostati, comparsa» una leggera spinta mi fa indietreggiare di lato e Katsuki Bakugou avanza senza troppi complimenti.
«…c-comparsa?» A ME!? «Ehi, spaccone, la prossima volta chiedi permesso come tutte le persone educate» gli intimo, infastidita, ma mi becco solo un’occhiata rabbiosa e un mezzo ringhio.
«Non farmi perdere tempo»
«Ti do un indizio su dove mettertelo il tuo tempo» e senza farmi attendere sollevo il dito medio; lo vedo spalancare gli occhi rossi.
«Sai dove te lo puoi mettere quel dito, moccio-»
«Forza, ancora qui? Salite!» la voce scocciata dell’autista è il diversivo perfetto per avere l’ultima parola e prima che questo gran cafone possa dirmi altro abbasso la testa per passare sotto il suo braccio teso, appoggiato alla porta del bus ed entrare prima di lui, più per questione di principio.
Che prepotente, qualcuno dovrebbe decisamente prenderlo a schiaffi!
 
Nella sala monitor la maggior parte di noi sono gasatissimi per l’inizio delle prove, come ogni anno. Io vorrei farmi solo un pisolino, ma a quanto pare devo assistere i futuri poveracci che mi finiranno sotto le mani. Bene, facciamolo.
«Allora, Shota, sei pronto?» con la coda dell’occhio osservo la testa pelosa del preside Nezu sbucare da sotto la mia sciarpa; odio quando lo fa, butta caldo, ma non ho proprio voglia di lamentarmi oggi «Tra questi piccoletti potrebbero esserci i tuoi futuri studenti.»
«Mi dispiace per loro» bofonchio, iniziando a cercare con la coda dell’occhio il mio sacco a pelo, ignorando completamente gli schermi che ci permettono di scorgere le arene prima dell’arrivo degli studenti. Non appena arriveranno, sarò pronto a giudicare e poi voglio godermi questi ultimi attimi di silenzio prima dell’arrivo di…
«ECCOMI CI SONO» addio pace «NON MI SONO PERSA NULLA, VERO?»
«Hanno appena cominciato, prego Aino» Vlad fa cenno alla nostra collega di accomodarsi e con un sorriso lei gli si avvicina, dandogli un’amichevole pacca sul braccio.
«Come stanno i miei pulcini?» alzo gli occhi al cielo, questa donna è incorreggibile.
«Non sono i tuoi studenti» si volta, fulminandomi con i suoi occhi grigi e sospiro «non ancora» quell’errato corrige le strappa un sorriso soddisfatto, che tuttavia sparisce di nuovo in favore di un’espressione esasperata. E so già cosa sta per dirmi.
«Shota, ma almeno potevi darti un’aggiustata ai capelli!» mi si avvicina e prima che possa sollevare la mano per scacciarla cerca di darmi una sistemata «guarda qui, sono improponibili» questa donna ha il potere di esasperarmi più di tutto il corpo insegnante insieme, Hizashi compreso, anche se devo dire che se la giocano alla grande.
«Posso ricordarti che hai i capelli blu?» le faccio notare, e proprio ora una ciocca dei suoi capelli blu elettrico scivola via dalla coda alta e mezza disfatta in cui sono ancora legati; lei sogghigna e approfitto del suo attimo di distrazione per scostare il viso dalla sua mano «e non toccarmi la faccia, Aino»
«Quanto sei scostante, sei fortunato che ti voglia bene così come sei» ignoro i suoi sfottò alzando gli occhi al cielo e lei, infine, torna ad accomodarsi vicino a Sekijiro, iniziando a seguire le prove delle matricole nelle diverse aree.
«Qualcuno di interessante, quest’anno?»
«Diversi, a dirla tutta» è Midnight a rispondere all’ennesima domanda di Aino, possibile che non si possa seguire un esame in pace? «Guarda: quello è il ragazzino che pochi mesi fa è stato aggredito da quel villain di fango» la stanza buia non mi sta aiutando a restare sveglio, ma ammetto che quest’anno ci sono molti marmocchi interessanti.
Katsuki Bakugou è uno di questi: è feroce e rapido, ha un quirk potente e la determinazione per usarlo, o almeno l’ambizione. Sicuramente un soggetto che dovremo indirizzare se riuscisse ad entrare, poi ce ne sono altri come un ragazzo dagli appuntiti capelli rosso fuoco e…credo che quella sia una ragazza, ma potendo vedere solo i suoi vestiti larghi non ne sono certo.
«Quella chi è?» attirato dalla domanda, mi focalizzo sull’arena A e noto ora una ragazzetta che con un poderoso lancio di una roccia ha dato il colpo di grazia ad un robot da tre punti «Ha un bel destro!» quando Aino vede qualche studente bravo nel corpo a corpo si esalta, nessuno poteva ricoprire questo ruolo meglio di lei…ma sarà meglio non dirglielo, tende a voler abbracciare troppo spesso e troppo volentieri.
«Scommetto 50 yen che ti basterà osservarla per altri cinque minuti e capirlo» ribatte laconico Cementos, strappando un soffio divertito a Midnight prima che la ragazzetta in questione corra verso uno dei robot più piccoli «sta a vedere»
«Userà ancora rocce? Non è un po’ troppo vicina?» chiede Aino, mentre nel silenzio della stanza sento il rumore molesto di una busta di patatine che si apre.
«Aino?» la voce del preside viene seguita dal rumore della sua zampa che fruga nel sacchetto della mia collega, proprio mentre la ragazza sullo schermo compie un salto sfruttando una pressione d’aria che crea dai palmi; una volta in aria, solleva la gamba sinistra come se dovesse dare un calcio frontale e sfruttando ancora di essere in salto compia una rotazione. Da entrambi i movimenti nascono due fiammate potenti, ma palesemente grezze; se questi non fossero robot non sarebbe stato sufficiente ad atterrare il nemico, ma stavolta la ragazza è fortunata e un altro robot cade a terra per mano sua.
«Tre tipi di element-, oh merda» Aino ha fatto cadere delle patatine e il preside approfitta del suo momento di distrazione per prenderle di mano il pacchetto e finire quelle che rimangono.
«Non tre, mia cara» fa notare «Bensì quattro»
«Quattro?!»
«E’ la nipote di Itachi Oda» la voce del nostro ospite d’onore, All Might, si leva sicura e seppur sorrida come sempre, l’omone sembra tenere gli occhi fissi sullo schermo di un’altra arena, diversa da quella che stiamo osservando noi.
«Oda? Intendete Shitenno, l’eroe elementalista?!» Aino si lascia sfuggire un fischio «prima di ritirarsi era molto forte anche se non è mai stato tra gli eroi classificati meglio a causa del brutto carattere e di quella storia della separazione. Le famiglie lo hanno ammazzato, parlando di gradimento» si scosta una ciocca blu elettrico, un gesto che osservo con attenzione involontaria prima di muovermi verso il mio prezioso sacco a pelo, pur osservando la ragazzetta di cui parliamo.
Non raggiunge nemmeno il metro e sessanta, ma a giudicare dal fisico temprato e definito, si è allenata molto e punta molto sul corpo a corpo e la potenza fisica, è più robusta rispetto alle sue coetanee e molto più predisposta alla mischia. Ora che la guardo meglio, riconosco il profilo affilato e gli occhi scuri di quel vecchio elementalista; una figura che senza il quirk che le è capitato sicuramente passerebbe inosservata, anche se la sua potenza ora si lascia proprio ammirare.
È imprecisa, comunque. Colpisce forte, per carità, ma la sua tecnica è grezza. Ha molto potenziale, ma tutto da tirar fuori.
«Mi piace» Aino ha recuperato le patatine dalle zampe del preside e dà di gomito a Midnight «Quest’anno abbiamo davvero tanto su cui mettere le mani, non vedo l’ora!»
«Non farti prendere dall’entusiasmo» le ricorda ancora una volta Sekijiro, anche se su quelle zanne sporgenti posso cogliere l’ombra di un sorrisetto feroce «nessuno è ancora ammesso e mancano cinque minuti prima della fine della prova»
«Fermi, che sta facendo quel ragazzino?!» mi giro di scatto verso lo schermo indicato da Cementos, concentrato ora sullo schermo dell’Arena B dove il gimmick ha già fatto il suo ingresso, rimanendo più sgomento di quanto faccio vedere.
Un ragazzino l’ha appena abbattuto con un pugno…e nel farlo si è ridotto uno schifo.
 
Oramai ho abbattuto un buon numero di robot, sono quasi tutti da due e qualche uno, ma solitamente uno da tre punti. Devo puntare ad altri più grossi, ma tutte le volte che ci provo quella rottura di palle con il quirk delle esplosioni è più rapido.
Ho deciso che voglio troppo strappargliene uno da sotto il naso! Così impara ad essere così irritante e prendersi i MIEI punti! Mi guardo intorno e riesco a vedere un robot da tre punti…corro verso di esso, stavolta senza usare il quirk dell’aria perché inizio ad essere stanca e non voglio sprecarlo dato che dovrò buttare giù questo bestione rapidamente.
Devo ammettere che mi sto anche divertendo. Sento una costante scarica di adrenalina mentre mi aggiro nelle strade della finta città e abbatto i miei nemici; tutti gli insegnamenti di nonno Hideo si sono rivelati preziosissimi e se ho una sola possibilità di entrare in questo liceo lo devo a lui! non lo deluderò!
«Sei mio!» esclamo, quando vedo un’esplosione colpirlo pericolosamente, anche se non è ancora abbattuto «…!» ancora quel rompipalle!
No, questo no! è mio!
Batto il piede a terra e un grosso pezzo di cemento si stacca dalla strada, poi sollevo la gamba destra facendo perno con la sinistra per mantenere l’equilibrio; la gamba destra si allunga e con il taglio del piede tocco il pezzo di cemento, che viene scagliato a tutta la velocità verso il robot e finisce di abbatterlo, segnando per me i tre punti.
«Cosa!? CHI CAZZO E’ STATO!» sì, è proprio questa testa di ananas che incazzato come una biscia fa capolino dall’incrocio e ci ritroviamo vicino al cadavere del robot.
«Sei lento, questo è mio!» mi prendo tutto il merito e lo faccio con palese arroganza, così impara; Bakugou mi osserva con fastidio e posso scorgere una piccola vena sulla sua tempia pulsare.
«Ancora tu, mocciosa?! LEVATI DALLA MIA STRADA!»
«LA TUA STRADA!?» ci ringhiamo praticamente in faccia, quando alle sue spalle mi accorgo di una scena ghiotta: due robot si stanno concentrando tutti in uno stesso punto e sogghigno «Non ho tempo da perdere con te, ora devo diventare un eroe. Ciao sfigato!» e accompagnata dal suo colossale “fottiti” corro via tra i vicoli, raggiungendo in breve i due robot. Mi accorgo che hanno circondato un ragazzo dai capelli rossi che con un pugno ha abbattuto quello da due punti e subito dopo quello da uno.
«Aaaah, che sfortuna» esclamo, attirando la sua attenzione; si gira e mi dona un sorriso esuberante.
«Spiacente, ma qui la virilità regna sovrana e questi erano miei!» esclama sollevando il pollice e facendomi un amichevole occhiolino; a differenza di Bakugou sembra alla mano e la scena mi strappa un sorriso e mi avvicino.
«Per stavolta! Ma gran bel colpo» avvicinandomi noto che la sua pelle ha qualcosa di particolare, ma prima che possa capire cosa sia torna normale, sicuramente un’anomalia dovuta al suo quirk «non si può dire che ci stiamo annoiando, mh?»
«Per niente. Sono Eijiro. Eijiro Kirishima» e mi porge il pugno chiuso.
Vuole…vuole che batta il brofist?
Mi viene da ridere e lo accontento.
«Akane Oda» lo vedo spalancare gli occhi e già sento un moto di stizza, so cosa sto per dire.
«Oda? La nipote di Sh-» avviene in fretta, il tutto. Un Robot da due punti gira l’angolo e ci punta contro le sue armi sparando due colpi contemporaneamente e in un secondo compio la scelta tra il proteggere questo ragazzo o me stessa; allungando il palmo verso di lui scateno una corrente d’aria che lo spinge via, contro il muro di un edificio mentre io prendo un colpo in pieno che se fosse stato un vero nemico mi avrebbe uccisa, ma per fortuna non è così e vengo sbalzata a diversi metri, finendo contro il muro in parte già abbattuto di una casa e sbattendo forte la spalla sinistra.
Un grido di dolore mi lascia le labbra e cado a terra circondata da pezzi di intonaco, la testa mi gira per l’impatto e le orecchie mi fischiano in modo fastidioso. La spalla mi fa malissimo e quando cerco di puntare il braccio per alzarmi una fitta di dolore mi fa ricadere a terra, deve essersi rotta o almeno lussata.
Cazzo, cazzo, cazzo, cazzo!
Il robot sta avanzando verso di me caricando di nuovo il cannone; non…non penso mi ucciderà, ma se mi colpisce di nuovo dubito di poter resistere, perderò i sensi e terminerò la prova! Non posso svenire prima del tempo, porca puttana, devo resistere e fare più punti possibile!
Con il braccio sano, più o meno, mi sollevo in ginocchio, devo riuscire a creare uno scudo di pietra o asfalto, ma sono ferita e la mia concentrazione vacilla, non posso usare la terra e controllare gli altri elementi mi viene più difficile, per non parlare di pensare di schivare quel coso adesso…
«NON PENSARCI NEMMENO!» dalle spalle del robot il ragazzo con i capelli rossi, Kirishima, appare completamente trasformato, sembra di vedere una figura umana scolpita nella pietra ruvida tanto il suo aspetto è duro ed affilato; persino la sua dentatura, appuntita di suo, ricorda la mascella feroce di uno squalo e quando il suo pugno colpisce il robot, ha il potere di abbatterlo e farlo finire a terra, evitandomi un secondo colpo.
«K-kirishima» mormoro, e lui mi viene incontro.
«Stai bene, sì? Non ti ha colpita, vero?» scuoto il capo.
«Non la seconda volta almeno» cerco di riderci sopra, ma cazzo, che dolore «Grazie, davvero» osservo colpita la sua trasformazione e spalanco gli occhi, persino le pupille sembrano fatte di pura roccia, è incredibile!
«Era il minimo! hai evitato che venissi colpito!» sbuffo e quando faccio fatica a tirarmi su, Ejiro mi aiuta passandomi il braccio sano intorno alle spalle «Sei in grado di controllare l’aria?»
«N-non solo, ma non è il mio elemento preferito» si lascia sfuggire un fischio di ammirazione e noto che sta camminando «D-dove andiamo?»
«Se stai qua in mezzo alla strada sarai preda dei robot e devi almeno trovare un modo per bloccarti la spalla»
«Ma così perderai tempo!»
«Tu non eri tenuta a spingermi» fa notare e io mi mordo il labbro; è vero, non ero tenuta, ma…se un eroe non salva gli altri, allora cosa deve fare? «Inoltre come puoi sentire, sono davvero resistente, tu hai rischiato molto più di me.» lo vedo, le dita che mi stringono il fianco per sorreggermi sono davvero fatte di roccia, ma io non potevo saperlo!
«Quindi immagino che siamo pari» gli sorrido, questo ragazzo mi fa davvero simpatia e lui sorride a sua volta.
«Assolutamente! Sembra che facciamo una bella squa-» si interrompe socchiudendo gli occhi infastidito al suono della sirena che dichiara la fine dell’esame e anche io stringo i denti «Accidenti, è finito il tempo!»
«Già…speriamo che quel che ho fatto basti» mormoro, sospirando e osservando il cielo pieno delle linee di fumo uscite dai robot distrutti.
Speriamo che la fatica dell’ultimo anno sia valsa davvero la pena…questa è la mia strada e non posso pensare di far altro dopo aver dato così tanto negli ultimi mesi.
Forse non salvando Kirishima avrei potuto fare qualche punto in più, ma non ci ho nemmeno dovuto pensare. Certo, visto il suo quirk non aveva bisogno di essere salvato, ma sembra davvero aver apprezzato il mio gesto e mi ha aiutato a sua volta quando avrebbe potuto uccidere il robot e magari trovarne un altro.
«Sono certo che sarai stata grandiosa! Hai una tale energia nel tuo modo di porti che scommetto ti prenderanno!» ribatte con fare allegro il mio compagno di disavventura e sorrido, anche se poco convinta.
Vorrei avere la stessa sicurezza che hai tu, accidenti! Ma la verità è che non sono così certa del mio lavoro, e l’ossessione dell’ammissione mi segue anche quando me ne torno a casa dopo essere stata curata dall’infermiera della scuola, Recovery Girl; ci è voluto un po’ perché so che si è dovuta occupare di un ragazzo che ha davvero rischiato di farsi molto, molto male, e si dice che abbia abbattuto il gimmick dell’area B. il mio pensiero va subito a quel piccoletto di Izuku e spero che lui invece stia bene. Chissà come è andato il suo esame…
Immagino che lo scoprirò a scuola, se mi prenderanno. Ora devo pensare al mio, di esame, e…pregare che gli sforzi fatti siano stati sufficienti.

Note dell'autrice
eccomi qui con il terzo capitolo! purtroppo su efp sono rimasta indietro, tra lavoro e altri impegni questa settimana è stata massacrante! Allora, come già anticipato, all'inizio seguirò fedelmente la linea dell'anime, pur attuando le modifiche per inserire Akane nella storia, sia come studentessa, che nel rapporto tra compagni. Qui abbiamo avuto un assaggio di interazione, nel bene e nel male, e della sua prova. Sicuramente una persona fortunata, perché nata con un quirk forte, ma anche complesso da usare. 
Per quanto riguarda Aino, è un nuovo personaggio creato da AFEP <3 Me l'ha fatta amare talmente tanto che le ho chiesto di poterla inserire nella storia, quindi tutto ciò che riguarda il personaggio è stato inventato da lei, grazie cara di avermi permesso di inserire questa insegnante tutto pepe! Ringrazio anche chi mi ha fatto notare le lacune e gli errori nei precedenti capitoli che cercherò di aggiustare a mano a mano, continuate così, per favore, che mi fa davvero piacere poter migliorare ** 
Grazie a tutti, chi commenta e chi legge, e alla prossima!
Ulvinne

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Capitolo 4
*** Capitolo II° - Le prove di Aizawa-sensei ***


Capitolo II° - Le prove di Aizawa-sensei
 
«Non ci posso credere, abbiamo un’eroina in casa!» le risate di nonno Hideo mi arrivano soffocate dato che mi sta stritolando contro il suo petto con il braccio sinistro, mentre nella mano destra tiene un bicchierino di saké sollevato «Un brindisi ad Akane!»
«Mi soffochiiiiii!» mi lagno, e solo adesso nonno mi lascia per scolarsi il bicchierino di sakè; la notizia della mia ammissione è arrivata giusto nel pomeriggio, mi sono chiusa in camera con la lettera della Yuei e ne sono uscita praticamente in lacrime e urlando dalla gioia…anche se Daichi e Daiki hanno iniziato a urlare che non ero stata ammessa ho chiarito subito il malinteso, quelle piccole pesti!
Hana è stata la più contenta di tutti, anche se ha detto che non vuole mi faccia male come quando sono rientrata dall’esame pratico…e pensare che prima di rientrare Recovery Girl mi ha sistemato la spalla lussata, già è stata dura dover sopportare le lamentele delle donne di casa sul fatto che fossi ridotta uno straccio.
Papà e nonna Natsumi sono palesemente combattuti, anche se è stato proprio lui ad insistere perché cenassimo tutti insieme per festeggiare, quindi abbiamo passato il resto del pomeriggio a cucinare i miei piatti preferiti, il sergente Hideo mi ha dato il permesso di sgarrare quest’oggi dato che è un grande giorno. Purtroppo Toshiro è impegnato fino a tardi con il lavoro e non potrà cenare con noi, ma ha promesso di raggiungerci più tardi con una torta.
Non che disprezzi la torta – anzi, potrei mangiare anche la mano che me la porge – ma è soprattutto Shiro a mancarmi, da quando se n’è andato a vivere da solo l’ho visto poco e nulla: secondo mamma lavora troppo, sempre immerso in quel laboratorio tra le sue provette, ma lui dice che sta bene e che sta lavorando a grandi cose…è sempre così zelante nel suo lavoro, lo mette prima di ogni cosa, tanto da interrompere persino la lunga relazione con la sua ragazza quando si è ritrovato praticamente a scegliere tra il lavoro come chimico e il loro rapporto.
«Allora, signorina eroe» mi apostrofa mio padre, sogghignando «ora puoi raccontarci per bene cosa ti hanno detto in quel messaggio?»
«E’ stato incredibile!» esclamo, ignorando il rimprovero di non parlare con la bocca piena di riso «vedi…» alla fine sono costretta a deglutire se voglio parlare «Non appena ho aperto la busta ne è uscito un piccolo dispositivo che ha fatto partire un ologramma e c’era All Might, papà! ALL MIGHT, CAPISCI? SARA’ UNO DEI PROFESSORI!» mi schiarisco la voce e bevo un sorso di cola, per mandar giù del tutto il boccone del riso.
«Mangia piano, cara, non fare come tuo nonno» mi rimprovera dolcemente nonna Sakura e io sorrido.
«E’ che ho una fame da lupo! E sono felice, quindi ho fame da due lupi!»
«Non si dice una fame da due lupi» mi fa notare con tono polemico uno dei miei due fratelli gemelli, Daichi, così uguale al fratello Daiki che la voglia di prenderli a schiaffi è indistinta, quando fanno così.
Hanno dieci anni e sono super fastidiosi, ma anche incredibilmente svegli e pungenti, un pessimo mix che non appena saranno più grandi sconteranno con gli interessi.
«E io lo dico lo stesso» gli faccio la linguaccia e Daiki alza gli occhi al cielo; più quieto del fratello gemello, ma ugualmente infame.
«Sei proprio una mocciosa» storco il naso quando quella parola mi fa tornare in mente Bakugou Katsuki che non solo è stato ammesso, ma si è anche posizionato primo in classica.
Quanto mi dà fastidio, si crede il migliore e…beh, effettivamente lo è.
Per ora,mi dico, tempo di ingranare e lo supererò!
«Insomma, questo messaggio?» mi chiede mia madre, ficcando un onigiri in bocca a ciascuno dei gemelli perché stiano zitti.
«Oh, sì giusto» mi pulisco la bocca dai chicchi di riso «Dicevo, All Might, che sarà uno dei professori, a quanto pare ha registrato un messaggio per ognuno di noi perché parlava proprio A ME, A ME!» mi indico il petto con le mani, facendo finire qualche chicco di riso in giro «E ha detto che ho passato nella media lo scritto» ha anche aggiunto che devo rivedere le mie conoscenze matematiche, ma questo non è necessario che si sappia «e nella pratica sono andata bene! ho fatto quaranta punti contro i robot-villain e una ventina nel salvataggio!»
«Salvataggio?» mia madre si acciglia «non ci hai detto di aver salvato qualcuno»
«Ho aiutato un ragazzo in difficoltà e lui ha fatto lo stesso con me. È una brava persona e anche lui ha passato l’esame» commento entusiasta; dopo l’esame io ed Eijiro siamo rimasti in contatto e vedendo la classifica si è anche piazzato secondo! Un ottimo traguardo, insomma, sono davvero felice per lui. io invece sono arrivata quinta, sono abbastanza soddisfatta anche io della cosa, anche se ammetto che un po’ non aver sfiorato nemmeno il podio mi pesa.
«Allora il tuo metterti nei guai con i bulli non era solo colpa della tua testa calda»
«Grazie Daichi» sibilo a denti stretti «ora mangia un altro onigiri e sta’ zitto»
«Ma è vero!»
«Sei stata brava, Akane. Ma ero sicuro che ce l’avresti fatta» sorrido a nonno Hideo quando mi scompiglia i capelli, distraendomi dai dispetti di Daichi e Daiki.
«Non ce l’avrei fatta senza di te, è stato un anno davvero duro, ma se sono entrata alla Yuei lo devo solo a te! Ora non resta che diplomarmi e diventare un grande eroe! Così…»
«Piano, piano» mi intima allora nonna Sakura, seduta alla mia sinistra, dal lato opposto rispetto al marito «Ricorda di guardare sempre i tuoi piedi e non la cima della montagna, quando parti. Guarda il tuo primo passo e sii contenta» mi piace questa frase «Modestamente, è bella» la nonna ammicca e io la guardo male.
«Nonna! Non leggermi nel pensiero»
«E tu non nascondere le tue lacune matematiche» ops, per fortuna l’ha solo sussurrato.
Tossicchio presa alla sprovvista e nonno Hideo – che ha sentito – se la ride dandomi delle pacche sulla schiena, mentre Hana mi porge altra acqua, preoccupata.
«S-sto bene…» bofonchio «Comunque mi ha detto che sono ammessa e che hanno valutato sia la propensione all’attacco che al salvataggio. La giuria e la commissione si sono espressi bene a mio favore e mi ha avvisato che essere nipote di Shitenno non mi darà alcun vantaggio»
«Bene» bofonchia stranito mio padre «Tu puoi farcela senza il suo aiuto, non deve impicciarsi della nostra famiglia» stringo le labbra e abbasso gli occhi, pensando che se Itachi Oda non fosse stato una persona così pessima forse il mio voler fare l’eroe sarebbe stato accolto meglio da tutta la famiglia; i miei nonni materni sono contenti, e anche mia madre in fondo, perché anche lei ha provato ad entrare alla Yuei, ma non era stata ammessa, mentre nonna Natsumi e mio padre…hanno ancora nel cuore la paura che io diventi come Itachi, mettendo da parte la mia famiglia.
No, non lo farò. Io non sono come lui.
«Sono certo che la nostra Akane saprà farsi valere, in barba a quel vecchio brontolone» sogghigno, nonno Hideo da sempre come riportare un po’ di serenità a casa quando viene riportato a galla l’argomento “Itachi Oda”.
«Allora ad Akane e alla sua ammissione alla Yuei!» esclama mio padre, sorridendomi; in fondo credo sia orgoglioso di me e di questo piccolo traguardo, devo solo rassicurarlo…e il suo appoggio, l’appoggio della mia famiglia, per me vale ogni singola fatica. L’ultimo anno è stato per me pesante, sono cambiata fisicamente, ho creduto di non farcela e ho scoperto di avere un quirk più variabile e quindi difficile da padroneggiare del previsto, ma non mi fermerò!
Se tutto questo mi ha portato fino a qui e mi porterà oltre…allora sono pronta anche al seguito! Akane Oda sarà un eroe e nessuno potrà fermarmi!
 
Tornare alla Yuei da studentessa è tutt’altra cosa. Ho sentito il cuore decisamente più leggero mentre avanzavo nel cortile e poi lungo i corridoi. Sono arrivata alla sezione 1A praticamente volando e ho preso posto al mio banco con una sorta di incredulità, sfiorando l’oggetto come fosse sacro.
Il mio banco…la mia scuola…LA MIA CARRIERA DA EROE!
Mi lascio sfuggire uno squittio che attira alcuni sguardi divertiti, anche se noto che l’entusiasmo è condiviso dalla maggior parte dei miei nuovi compagni…poi sulla porta appare una testa rossa che conosco bene e il mio sorriso si amplia.
«EIJIRO!» urlo infatti, sono così contenta di vederlo nella mia stessa classe; anche se siamo rimasti in contatto abbiamo deciso di non dirci in quale sezione saremmo finiti. Kirishima mi dona un sorrisone amichevole dei suoi e gli faccio segno di accomodarsi sul banco vicino al mio lanciandoci male la cartella per tenerglielo occupato. Io non intendo alzarmi ora che mi sono seduta, questa uniforme mi mette così a disagio, la odio.
L’uniforme della Yuei non è diversa da tutte le altre del Giappone, quella femminile è composta da una camicia bianca, una giacca grigia e una cravatta rossa (che ho deciso di non mettere, mi dà fastidio intorno al collo), così come da un paio di pantaloni per i ragazzi e una gonna per le ragazze, entrambi di un verde scuro. La odio, la odio da morire, è così corta e nemmeno mettere delle calze lunghe mi aiuta a sentirmi meno a disagio. Infatti continuo a tirarla giù come se sperassi di vederla allungarsi misteriosamente, cosa che ovviamente non avviene.
«Quindi siamo in classe insieme» annuisco al dire di Kirishima, che mi porge la cartella dopo aver preso posto.
«Già, sono contenta! È bello iniziare l’anno con una faccia amica.» mi interrompo quando la porta dell’aula si apre e l’ultima persona che avrei voluto vedere fa il suo ingresso «Ecco, appunto» Bakugou Katsuki nemmeno si guarda intorno, si limita a cercare un banco vuoto e una volta trovato si svacca letteralmente sopra di esso, mettendoci persino i piedi sopra.
Che cafone.
Alzo gli occhi al cielo, ma non dico niente, non intendo farmi guastare la giornata da questo cretino e torno a rivolgermi a Kirishima, che nel mentre ha iniziato a parlare con un’altra dei nostri compagni, dimostrando di conoscerla.
«Ciao!» mi saluta anche lei con sincero entusiasmo; è poco più alta di me e presenta una pelle di un assurdo rosa acceso, così come i capelli mossi e spettinati a regola d’arte. Sul capo due piccole corna dorate e gli occhi dorati dalla sclera nera completano il suo aspetto decisamente singolare, ma a pelle questa ragazza mi piace un sacco. Ha un sorriso stupendo e ricambiarla mi viene istintivo «Tu sei l’amica di Kirishima della prova, vero?» spalanco gli occhi, quindi Kirishima le ha parlato di me?
«Esatto, è lei! Quei robot non avevano scampo contro di noi!» il ragazzo solleva le braccia per gonfiare i muscoli con fare da “macho”.
«Oh posso immaginare» la ragazza sogghigna e si volta verso di me «Io sono Ashido Mina»
«Oda Akane, piacere» spalanca gli occhi e sospiro; ecco qui la domanda scomoda.
«Oda? Come Itachi Oda l’eroe?!» ma con sorpresa non è lei a fare la domanda, quanto un’altra figura che si avvicina alle spalle di Mina, sporgendosi per rivelare…nulla?
«…» schiudo le labbra, ci metto un attimo a capire che si tratta di una ragazza invisibile, a giudicare dall’uniforme, poi scuoto il capo.
«E-emh, già…scusa è che non ti avevo…» che figura, Akane, dì qualcosa di sensato, sii sicura, sembra intelligente, fai… «…non ti avevo vista.» eh cazzo, però!
«Oh non ti preoccupare, capita sempre!» la ragazza in questione ha una vocina acuta e allegra «Hagakure Toru, piacere!» e sento qualcosa afferrarmi la mano e stringerla, capisco che è lei che mi ha preso la mano con la sua e devo un attimo abituarmi.
«P-piacere mio» ma sorrido, almeno finché non sento una voce rimproverare qualcuno in modo rigido, impostato.
«Potresti mettere giù i piedi?» un ragazzo alto e robusto, lo stesso che aveva fatto l’intervento prima dell’esame pratico, se non sbaglio, si è avvicinato a Bakugou, che dal canto suo nemmeno si gira a guardarlo «Giù i piedi dal banco, ho detto»
«Eh?» ora gli dona un sorriso arrogante che mi fa saltare il cervello, non capisco come lui possa rimanere così deciso e calmo.
«Questa è una mancanza di rispetto verso i tuoi compagni e verso le persone che l’hanno costruito per te!» non ha mica tutti i torti.
«Eh beh, chi se ne frega!» cosa cosa?!
QUALCUNO LO PICCHI, SANTO CIELO, ANZI MI OFFRO VOLONTARIA IO.
«Piuttosto tu da quale scuola vieni, mezza calzetta?» assottiglio lo sguardo e stringo i pugni, ma Il ragazzo appellato a parte un attimo di sincero sgomento non sembra farsi offendere dalle parole provocatorie di Bakugou.
«Vengo dalla Soumei, una scuola privata, mi chiamo Iida Tenya!» uuuuh, tipetto benestante!
«Dalla Soumei? Ci mancava il figlio di papà, un motivo in più per annientarti»
«C-cosa? Ma cosa stai dicendo? E uno come te dovrebbe diventare un eroe?!»
«Hai finito di cantartela e suonartela da solo?» non riesco più a stare zitta e alzandomi in piedi squadro questa testa di ananas, subito ricambiata da un’occhiata di scherno da parte di questo bulletto arrogante.
«Toh, guarda chi si vede, la mocciosa scassapalle» ringhio leggermente «Dimmi un po’, numero cinque, il livello per entrare qui si è abbassato oppure erano tutti così scarsi che tu sei sembrata accettabile?» brutta faccia di merda!
«Come ti permetti?!» gli sbraito subito contro, e pensare che il mio primo obiettivo era andare d’accordo con tutti «E non mi chiamo numero cinque, io sono Oda Akane!» mi indico, come se volessi far entrare il mio nome ben bene in quella zucca vuota; Iida approfittando del mio intervento è andato ad accogliere un nuovo arrivato che nemmeno guardo in faccia tanto sono presa a battibeccare con questo sbruffone «Fissalo bene in testa, oppure hai la memoria a breve i termine come i pesci rossi?»
«Oda, eh?» è il primo che non vedo impressionato dal mio cognome, per una volta ammetto che non mi sarebbe dispiaciuto zittirlo o almeno spiazzarlo così «Ah, adesso capisco: sei raccomandata» mi allungo e sbatto un pugno sul suo banco; per fortuna mi sono controllata e non ho usato il quirk o gli avrei letteralmente dato fuoco, anche se sento le dita farsi più calde…devo controllarmi, è il mio primo giorno.
Nessuno deve permettersi di darmi della raccomandata quando io a malapena ricordo la faccia di quell’uomo se non per qualche servizio sul telegiornale. Nessuno deve permettersi di dirmi che sono raccomandata o gli brucerò letteralmente la faccia!
«Ripetilo, così ti faccio ingoiare i denti» Bakugou poggia i piedi giù dal banco e si sporge in avanti, ci stiamo guardando a brutto muso, basterebbe pochissimo per darci una testata e non nego che ci sto seriamente pensando.
«Provaci, mocciosa!» sto per dargli appuntamento fuori dalla scuola e al diavolo il primo giorno, quando realizzo che i miei compagni alla porta hanno smesso di parlare e sembrano spiazzati da qualcosa…o qualcuno.
«…» che succede?
Guardo verso la porta e mi accorgo che vicino a Iida e una ragazza dai capelli castani c’è una figura che conosco bene, ovvero quella di Midoriya! Allora ce l’ha fatta anche lui, sono contenta! Non posso certo dirglielo ora, ma appena avrò modo gli farò sicuramente i complimenti, senza contare l’idea che tutto ciò possa infastidire Bakugou me lo fa stare ancora più simpatico.
«Mi sono serviti ben otto secondi per zittirvi del tutto» la voce di un adulto, forse un professore? Mi affretto a tornare a posto «il tempo è prezioso: imparate fin da subito a farne buon uso» devo assottigliare gli occhi e tendere le orecchie perché davvero non riesco a sentirlo bene, parla con una tale flemma…mi sporgo appena e finalmente lo vedo.
Un uomo alto, dalla corporatura magra e lunghi capelli neri, che hanno visto sicuramente giorni in cui erano lavati e pettinati meglio; il colorito pallido e la barba di qualche giorno gli danno un’aria trasandata, così come i vestiti scuri e le profonde occhiaie; gli occhi sono anche arrossati, come se avesse bisogno di una buona nottata di sonno.
Ma chi è questo?
«Mi chiamo Aizawa Shota, sono il coordinatore» COSA?
Lui è Eraser Head?! Il famoso eroe che cancella i quirk?!
…in tv sembrava più alto.
«Forza, mettetevi queste e andate in cortile» dal suo sacco a pelo giallo estrae quella che sembra una tuta e la lancia direttamente a Izuku, che la prende in piena faccia prima di riuscire ad afferrarla davvero.
In cortile, il primo giorno? Io credevo che ci sarebbe stata una qualche cerimonia o un giro della scuola, che ne so?
«Oh, beh…vediamo cosa ha in mente» mormoro, alzandomi dal banco per andare a prendere la mia tuta blu da allenamento, se non altro l’idea mi piace perché significa che potrò togliermi questa maledetta gonna!
 
Una volta in cortile, tutto viene messo in chiaro. Non faremo nessun giro, né assisteremo a nessuna cerimonia di apertura, il nostro coordinatore sembra avere in mente una chiara idea di come le cose vadano fatte. Da una parte sono intrigata da questa cosa, ma dall’altra…mi mette decisamente soggezione, tanto che devo deglutire.
Osservo tutti i miei compagni di classe, approfittando per studiare le loro reazioni e guardarmi intorno: io mi sono messa vicino a Kirishima e un altro ragazzo biondino dall’aria simpatica, anche se non credo sia così sveglio, non so…
Comunque, ci sono altri interessanti soggetti, una graziosa ragazza con i capelli corti e dei jackpot che le spuntano dai lobi delle orecchie, una stangona bellissima dall’aria posata o ancora un ragazzo con la testa di…un corvo, credo? Che bello essere qui, sono entusiasta a dispetto della piega strana di questa giornata!
A quanto pare Aizawa-sensei vuole vedere di cosa siamo capaci, visto che ci sottoporrà ai test di ginnastica che si fanno alle medie, pur con la variazione che stavolta potremo usare il quirk. Non vedo l’ora!
«Sì, è proprio quello che mi aspettavo dalla Yuei!» sollevo i pugni al petto, devo trattenermi dal non saltellare dall’entusiasmo «Questa scuola sa cosa vuole e come lo vuole, ora non resta che far vedere a tutti» e qui scocco un’occhiataccia a Bakugou, più avanti rispetto a me «che non sono una raccomandata e che posso fargli il culo anche se mi chiamassi “Akane Mochi”.»
Tuttavia il discorso con cui il sensei ci riporta a terra mi spiazza, anche se non è diverso da quello che mi ha fatto nonno Hideo: in questi tre anni non giocheremo con i nostri quirk come i bambini, verremo formati e soprattutto impareremo il sacrificio.
«…» mi massaggio la spalla con fare distratto, ripensando sia alla prima ferita alla prova, che ai mutamenti rapidi a cui ho sottoposto il mio fisico…e parlando di questo, mi guardo intorno. Nessuna delle mie compagne è praticamente palestrata quanto me, Mina ha un fisico asciutto, un altro paio di ragazze sono comunque molto esili e quella ragazza alta con i capelli neri è letteralmente stupenda, sembra una modella.
Magari i loro quirk non prevedono lo stesso impegno fisico che prevede il tuo, mi dico cercando di consolarmi, ma mi sento così…così sgraziata.
Non devo dimenticarmi perché sono qui, devo stare concentrata. Nel mentre Bakugou viene chiamato a fare una dimostrazione, lanciando una palla da softball con il suo quirk attivo per verificare il genere di standard che dovremo superare.
Detesto ammetterlo, ma fa un tiro fenomenale…settecento metri di pura velocità: questo sarà ciò con cui dovrò misurarmi!
«Ah, già, dimenticavo…» ecco, ascoltiamo il professore che è meglio, va «chi otterrà il punteggio più basso in queste otto prove» brrrr che sorrisetto inquietante «sarà ritenuto non idoneo e verrà espulso dalla scuola.» COOOOOOOOOOSA!?
«CHE COSA?!» mi sfugge un’esclamazione e devo soffocare la successiva imprecazione tra i denti, sono letteralmente basita, che storia è questa? «M-ma come sarebbe, dopo la fatica fatta per entrare qui vuole espellere uno di noi il primo giorno!?» non sono l’unica a farlo notare, anche la ragazzina con i capelli castani fa notare quanto sia assurdo e ingiusto…e tutto quello che mi sento dire è che la vita e il Giappone di oggi in particolari sono pieni di ingiustizia e incidenti?
Ma vaffanculo, va!
Stringo i pugni, non posso permettermi di venire espulsa oggi, non il primo giorno e non per una sciocchezza del genere! Accidenti non posso proprio accettarlo, no! Capisco il voler temprare i nuovi eroi e prepararci al mondo esterno, ma tutto questo è assurdo, è strapparci ogni possibilità!
«Allora, Shota, hai finito di spaventarli o sono ancora in tempo a gustarmi la scena?» una voce femminile ci fa girare tutti ed è ora che la vedo.
E poco manca che la mascella mi cada a terra.
Lei è…lei è…
È il mio pupazzetto in camera. È il mio poster. È il mio DVD sullo special del suo ritiro dalle scene. Lei è…
«OXYGENIE» squittisco e quando mi accorgo di averlo quasi urlato mi tappo la bocca e cerco di nascondermi dietro a Kirishima, borbottando un imbarazzato “che figura” che gli strappa una risatina.
«Dai, ti hanno solo sentita fino a Shibuya» mi prende in giro e quando faccio capolino mi accorgo che effettivamente Oxygenie, o meglio Aino Mouri, ci sta guardando con una nota divertita negli occhi grigi.
Indossa una semplice tuta da allenamento con il simbolo della Yuei e porta i capelli legati in una coda bassa che tuttavia è tormentata da numerose ciocche blu elettrico che le sfuggono, incorniciando il viso. È molto giovane e si è ritirata quando aveva solo ventiquattro anni, ma è una dei miei heroes preferiti e lei è qui, avanti a me! L’ho seguita da quando ha iniziato a lavorare in agenzia, in ogni sua apparizione pubblica, ogni gadget. L’ho sempre trovata così forte fisicamente, eppure incredibilmente bella e fimminile. E lei è qui e, e…
Questo vuol dire che insegna alla Yuei!?
«Lei è Aino Mouri. È l’insegnante specializzata nel corpo a corpo» ci presenta con tono annoiato il professor Aizawa, poi si volta del tutto verso di lei, tenendo le mani in tasca «Tu non eri alla cerimonia di inaugurazione?»
«E tu non dovresti esserci?» ribatte la ragazza, affatto scomposta dall’atteggiamento non proprio festoso del professore.
Dio, guarda quanto è sicura e carismatica! Chissà se mi concederà un autografo, più tardi, oh mio dio…
«…» lui alza gli occhi al cielo, poi si gira verso di noi come se la Mouri non avesse mai parlato, ottenendo uno sbuffo divertito dalla diretta interessata «ora basta con le parole. Si comincia.»
«Allora sono arrivata appena in tempo!» mentre noi ci dirigiamo verso il punto di partenza dei cinquanta metri di corsa, la prima prova, vedo Oxygenie appoggiarsi senza troppi complimenti ad Aizawa «Non potevi almeno farmeli incontrare prima di espellerne uno, carogna?»
«No.» la laconica risposta di lui mi fa arricciare il naso e mi accorgo che Aino Mouri solleva lo sguardo e si accorge che sono rimasta indietro per osservarli; mi fa un occhiolino e un cenno del mento di raggiungere i miei compagni e, colta in fallo e rossa in faccia, mi affretto ad obbedire.
Oxygenie insegna qui…un motivo in più per restare in questa scuola!
 
Alle medie non sono stata velocissima, ma non potevo usare il mio quirk! Quindi…beh, non mi resta che provare. Osservo prima i miei compagni, rimango particolarmente colpita da alcuni loro quirk, come ad esempio quello di Iida, che è letteralmente un fulmine!
«Accidenti!» esclamo, grattandomi la nuca «Qualcuno qui ha appena rivelato il suo asso nella manica…e che asso!» devo capire anche io come sfruttare il mio quirk, ma la prima opzione che mi viene è quella di usare l’aria.
Posso darmi ulteriore spinta usandola come propulsore, anche se non ho mai provato a farlo, prima: ho sempre usato il mio quirk per attaccare e difendere, speriamo di farlo bene. per questo, quando tocca a me, sudo freddo, ma non mi lascio intimorire.
Forza Akane…, penso e noto con la coda dell’occhio Aizawa e la Mouri che ci stanno osservando, Oxygenie ti sta guardando, non vorrai fare una figuraccia? O peggio ancora, non vorrai essere espulsa?
«VIA» la voce meccanica dell’apparecchio mi fa scattare e fatti pochi metri porto le braccia all’indietro e verso il basso, quanto basta per darmi una spinta.
«…porc-!» ho usato troppa potenza e rischio di cadere, devo capire come sfruttare la corrente d’aria senza rotolarmi nella polvere; è una questione di equilibrio e una volta capito come fare riesco ad arrivare al traguardo barcollando, cadendo a terra rovinosamente una volta superata la linea.
«5,59 secondi!» non male! Il mio umore migliora, ma solo per un attimo, perché quello stronzetto galattico di Bakugou ha appena superato il mio punteggio usando come propulsore il suo quirk esplosivo…e forse il fuoco sarebbe stata l’idea migliore, ma non so se sono ancora in grado di usarlo a questa potenza.
Mammamia quanto lo odio!
Lo osservo risentita e quando si accorge che lo sto fissando mi dedica uno sguardo prima perplesso, poi un sorrisetto arrogante e…mi fa il medio.
IL MEDIO?! A ME!?
Tremo da capo a piedi ed è con questo umore incazzato che mi dirigo verso la seconda prova, quella della presa. E qui ho una bella ideuccia.
Respiro profondamente, poi lancio in aria l’attrezzo di misurazione.
«Akane?» no Kirishima, non sono impazzita, ma qui dobbiamo usare una presa forte, giusto? Bene!
Batto il piede a terra, forte, per due volte e due pezzi di cemento dal pavimento si sollevano, poi unisco le mani cose le dovessi batterle, l’una contro l’altra, una volta e proprio quando il misuratore della presa sta per cadere i due pezzi di cemento si uniscono “stritolandolo”, chiudendolo in una presa di roccia che, a dire il vero, spero non l’abbia rotto.
Forse ci sono andata pesante….
«….» tossicchio perché si è levata un po’ di polvere e quando guardo sciolgo il vincolo del quirk trovo il misuratore leggermente ammaccato, ma integro e posso leggere il risultato: 215 kg! «AH!» esclamo, sollevando le braccia al cielo «ora sì che ci siamo!»
«Grande! Tu e Shouji avete fatto i risultati più alti!» mi fa notare Kirishima, indicandomi la presa feroce del nostro compagno di classe con più braccia; è altissimo e indossa costantemente una maschera sul viso quindi gli vedo solo gli occhi, ma è davvero piazzato e mentre mi avvicino posso scorgere il suo punteggio sul misuratore, sbiancando.
«540 kg?!» ho la mascella a terra e un sincero fastidio per non aver primeggiato nemmeno stavolta, uffa.
Mi rifarò!
In effetti usando il fuoco riesco ad arrivare prima nella prova di salto in lungo da ferma, usando come avevo previsto con lo scatto la potenza della fiamma come propulsore per darmi la spinta; mi sono quasi scottata le chiappe, ma almeno so che su questo elemento come potenza posso decisamente contare, così come sulla terra. Sono l’aria e l’acqua a preoccuparmi, maledizione, devo lavorarci meglio. Nelle prove dei salti laterali ripetuti faccio un risultato banale, ma era impossibile battere quel ragazzo bassino con i capelli a palla, mi pare si chiami Mineta, che ha effettivamente rimbalzato come fosse fatto di gomma! Che quirk incredibili sto scoprendo oggi!
La vera sorpresa si rivela però Uraraka quando arriviamo alla quinta prova, ovvero il lancio della palla da softball: io sono riuscita a fare un buon tiro usando di nuovo l’aria per dare più spinta, sono arrivata quasi a settecento metri, ma lei usando il suo quirk riesce a far sì che la palla non atterri mai dopo il suo lancio, quindi il suo punteggio è…
«INFINITO?!» come tutti, osservo basita il punteggio segnato dal cellulare del professore, ho praticamente la mascella a terra. È straordinario!
«I-incredibile…» mormoro, ha un braccio che è la metà del mio eppure… «cioè, wow, non…incredibile» ripeto.
«Ottimo lancio, Uraraka» la loda Oxygenie, che sta assistendo a tutte le prove e a differenza del nostro coordinatore ha avuto una buona parola per tutti noi «te l’avevo detto, Shota, che quest’anno avremmo avuto gente con potenziale!» fa notare con una piccola spallata al nostro insegnante, che le scocca un’occhiata annoiata.
«Non hanno ancora finito» fa notare, e sento un sospiro agitato vicino a me.
Izuku infatti sta tremando da capo a piedi e capisco perché: fino ad ora è risultato il peggiore in tutte le prove o comunque non è riuscito mai a spiccare in nessun modo, è probabile che finisca ultimo e…mi spiace un casino. Ero contenta quando l’ho visto in classe e vedendo quanto era agitato il giorno dell’esame sento il cuore stringermi, non sarebbe giusto!
«Midoriya» lo chiamo, piano, e lui mi guarda; è davvero pallido in volto «Coraggio, le prove non sono finite, vedrai che avrai modo di mettere in mostra il tuo quirk!» vorrei incoraggiarlo, ma lo vedo deglutire a vuoto come se lo avessi minacciato e spalanco gli occhi «scusami, ho detto qualcosa di sbagliato?»
«N-no» scuote il capo, piano piano «T-tranquilla» e quando viene chiamato per il lancio si avvia come un condannato al patibolo.
«Midoriya se la sta vedendo brutta» fa notare Iida e io annuisco, faccio per aggiungere qualcosa, ma di nuovo quel prepotente si mette in mezzo.
«Beh, è ovvio, è un fallito senza quirk!»
«Ma che stai dicendo, non si può essere ammessi alla Yuei senza quirk, l’hai sparata davvero grossa» gli faccio notare, stizzita «E smettila di trattarlo in questo modo!»
«Fatti i cazzi tuoi, mocciosa, e comunque ho ragione» ora lo pesto, davvero «Fino ad ora l’hai visto fare qualcosa? L’hai visto usare un quirk di qualche genere?» beh, effettivamente no…
«Questo non ti autorizza a trattarlo così!» mi impunto, mentre Iida si mette in mezzo.
«Calmi voi due.» poi si rivolge a Bakugou «E comunque non ha molto senso quel che dici, non sai cosa ha fatto il giorno dell’esame?» uh?
«No, cosa?»
«Mi ha salvata!» interviene Uraraka, e mi giro a guardarla; noto che gli occhi le brillano, ma non so se per l’ammirazione verso Izuku o la preoccupazione per lui «Il giorno dell’esame se non fosse stato per lui non-» sento una sorta di brivido dietro la schiena e mi viene istintivo girarmi; Izuku ha appena lanciato, ma…non succede niente. Nulla di nulla…non ha usato il quirk?
Allora cos’è questa sensazione?
«L’hai neutralizzata» sposto lo sguardo su Aizawa e mi accorgo che è lui ad aver usato il quirk, non Izuku. I suoi capelli sembrano galleggiare come fosse in acqua ed i suoi occhi sono scoperti e brillano di un rosso intenso. Accanto a lui, la Mouri non si intromette, ma gli scocca un’occhiata di leggera disapprovazione che si affretta a nascondere, tornando a guardare Midoriya «la reputazione di questa scuola verrà inesorabilmente distrutta se si ostineranno ad ammettere ai corsi gente come te» quelle parole sono una coltellata per me, che le sto solo ascoltando, non oso immaginare cosa siano per Izuku e mi mordo il labbro inferiore. A quanto pare Izuku non sa controllare il suo quirk e questo non è ammissibile…in parte il professore non ha tutti i torti, ma trattarlo in questo modo è…è riprovevole!
Usando quelle che sembrano bende e che io avevo scambiato per una sciarpa sudicia, se lo avvicina contro, continuando a rimproverarlo impietosamente e io non posso fare a meno di stringermi nelle spalle mentre empatizzo con il mio compagno di classe, leggendo tutto il dolore e la vergogna sul suo visetto tutto lentiggini. Oh, Midoriya, mi spiace così tanto!
Non so cosa gli sta dicendo, ma ad un certo punto interviene anche Aino, afferrando con una mano una delle bende di Aizawa.
«Credo tu sia stato chiaro, Shota. Fagli fare il suo tiro come tutti, ne ha diritto.» non appena Aizawa distoglie lo sguardo, Midoriya viene liberato e rispedito a provare il lancio.
Mi mordo il labbro inferiore: riuscirà davvero a fare qualcosa dopo esser stato strapazzato così tanto? Stringo i pugni e occhieggio Ochako, che continua a osservare il nostro compagno di classe con fare preoccupato.
Mi sa che ce lo siamo giocato…
Poi però, Midoriya lancia: e quando lancia lo fa con una tale potenza che una folata di vento si leva proprio da lui, mentre la palla da softball sembra quasi voler bucare il cielo tanto sale forte, sempre più in alto, fino a quando non la vediamo più.
Il punteggio però è chiaro: Midoriya ha raggiunto i settecentocinque metri! Questo significa che…
Soddisfatta osservo la faccia basita di Bakugou che vede il suo record andare in fumo, devo ricordarmi di offrire qualcosa da mangiare a Midoryia più tardi e vorrei tanto avere il mio cellulare qui per fare una foto. Sono così felice per Izuku!
«Grandissimo, Midoriya!» esclamo, sollevando un pugno al cielo «Questo sì che era un lancio coi fiocchi!» mi accorgo solo in un secondo momento che è ferito al dito…come ha fatto?
«Ora voglio sapere tutto!» mi scanso appena in tempo per evitare le scintille che provengono dalle mani di Bakugou, arrabbiatissimo e con gli occhi fissi su Midoriya.
«ehi, sta attento, mi bruci!» ma lui nemmeno mi sente e scatta in avanti verso Izuku, sembra volerlo colpire!
«Parla! DIMMI DA DOVE HAI PRESO TUTTA QUELLA FORZA!» questo qui è matto, non glielo posso permettere!
«Fermati!» scatto senza pensare, ancora una volta, e sfruttando l’aria mi do una spinta sufficiente per raggiungere Bakugou e avvolgergli le braccia intorno al collo afferrandolo da dietro, facendolo cadere a terra con il mio peso.
«Akane!» mi sento chiamare da Kirishima, ma non posso deconcentrarmi, questo cretino si agita come un’anguilla.
«Levati dalle palle, mocciosa! LEVATI!» cerca di liberarsi usando la forza, è molto più alto e pesante di me, ma io non sono più un fuscello e gli addestramenti di nonno Hideo mi hanno reso un’avversaria tosta nel corpo a corpo, quindi non ti muoverai, faccia di merda!
«NON OSARE FARGLI DEL MALE, HAI CAPITO?» voleva aggredirlo, come gli salta in testa?! Non si attacca la gente in questo modo, non è questo che fa un eroe! Questo lo fa un bullo!
«TI FACCIO ESPLODERE LA FACCIA»
«IO TI TORCO IL COL-»
«Basta così» all’improvviso mi sento completamente immobilizzata dalle bende di cattura del professor Aizawa, che ha allungato un braccio verso Aino come se l’avesse appena fermata dall’intervenire fisicamente «Datevi una calmata, voi due. Non siete in un’arena.»
«Questa è una scuola e ci aspettiamo dagli studenti un modo di fare consono. Certi limiti non possono essere superati e aggredire un compagno è uno di questi» dice lei, molto più loquace del suo collega. Cazzo, sono letteralmente legata a questo cretino di Bakugou, né io né lui possiamo muoverci e tutto quel che posso fare è osservare i miei due insegnanti, poi Aizawa chiude gli occhi e il suo quirk si disattiva, liberandoci, ma ancora sfrutto Bakugou come cuscino mentre entrambi ci riprendiamo.
«Non accadrà mai più una cosa del genere» riprende la Mouri. Non è una domanda, è una constatazione; per quanto mi riguarda, mi sento mortificata da questo rimprovero, che forse avrei fatto meglio a restare al mio posto lasciando che fossero gli insegnanti a sbrigarsela?
«Se avete finito con la vostra scenata, possiamo continuare le prove. Anche tu Midoriya, andiamo» guardo Oxygenie e prima che si giri scorgo un cenno affermativo del capo e spalanco gli occhi. Era…era un gesto di approvazione o me lo sono sognato? In ogni caso, è finita e sospiro di sollievo, appoggiando l’orecchio alla schiena di Bakugou e sentendo il battito accelerato del suo cuore, è un suono quasi piacevole se solo non intervenisse la sua voce fastidiosa.
«Vuoi farti un pisolino o pensi di sollevare il tuo culone, mocciosa?!» mi dà una spallata, invitandomi a scostarmi e io, offesa, mi assicuro di buttarmi di peso su di lui con cattiveria, prima di sollevarmi e pestargli una mano «E sta’ attenta»
«Ops, che sbadata!» falsissima «questa è tutta colpa del tuo momento di follia»
«Senti, fammi un favore» entrambi ora siamo in piedi e ci togliamo la polvere di dosso «Sta fuori dalla mia strada, chiaro? FUORI.» sostengo il suo sguardo carica di sfida, se pensa di intimorirmi come fa con Izuku si sbaglia di grosso, poi senza pensare allungo una mano verso il mio compagno di classe e gli faccio cenno di andare, avvicinandomi ad Uraraka che ci viene incontro. Sento questo ragazzo mormorarmi un “grazie” e gli sorrido.
«hai rischiato di farti male…Kacchan non si regola quando si arrabbia.»
«Dovrebbe, invece. Non siamo i suoi sacchi da allenamento, soprattutto tu. E poi dice un sacco di sciocchezze» tipo che Izuku non abbia un quirk, ma se l’ha appena usato!
Vedendo che ora c’è Uraraka gli faccio un cenno di saluto e seguo gli altri verso le restanti prove; raggiungo Kirishima, che scuote il capo con un sorrisetto e mi fa notare che sono completamente fuori di testa.
«Quel cretino andava fermato, è pazzo!»
«Pazzo? Sicuramente, ma io credo emetta un’energia incredibile!» inarco un sopracciglio; Eijiro apprezza quel pazzoide bombarolo?
«Sì, l’energia del folle. Dai, non farmi ridere» il resto delle prove proseguono, mantengo un dignitoso andamento, mentre Izuku è palesemente ostacolato dal dito che si è ferito quando ha lanciato la palla da softball, come aveva notato Iida sul momento, e la giornata passa fin troppo in fretta, finché esausti non dobbiamo affrontare i risultati del tutto.
Non penso di essere ultima, sono andata bene in quasi tutte le prove, ma ho una fifa tremenda.
Aizawa ci mostra i risultati e constato che stavolta sono andata decisamente meglio! Sono infatti arrivata al terzo posto, subito dopo quel bastardo colossale di Bakugou – di nuovo! – e un certo…Shoto Todoroki?
Todoroki?! Come il famoso eroe Endeavor??
«Ma allora chi è ultimo?» scorro fino alla fine della classifica e il nome di Izuku Midoriya mi colpisce allo stomaco come un macigno «oh, no…»
Lo vedo tremare come una foglia, questo ragazzo. Cielo, non può essere, mi spiace così tanto! Sto pensando a cosa potergli dire, qualsiasi cosa per farlo stare meglio, quando il professore prende parola e mi giro: accanto a lui, Oxygenie sogghigna.
«Nessuno di voi verrà espulso, comunque.» COSA COSA?! «era uno scherzo per tirar fuori le potenzialità massime dei vostri quirk» per qualche secondo regna il silenzio tra tutti noi, poi le reazioni non si fanno attendere.
«Oh mammamia che paura!» esclamo, portandomi una mano al cuore per il sollievo; a dispetto di quel che dice quella bellissima ragazza, Yayorozu, io non avevo capito che fosse una messinscena e me la sono fatta addosso per tutta la giornata e a quanto pare non sono l’unica.
«Direi che vi siete presi un bello spavento, eh?» osservo Oxygenie che se la ride, finalmente, anche lei probabilmente doveva sapere che non ci avrebbe espulso, o semplicemente doveva averlo capito.
«Nooo, cosa glielo fa pensare?» mi mordo il labbro, ma il mio sarcasmo pare piacerle e mi risponde di nuovo.
«Sesto senso da insegnante, chissà. Preparatevi, perché nei prossimi giorni ci vedremo a lezione e vi voglio preparati e attenti! Sento che mi darete tante soddisfazioni!» e dopo averci fatto un cenno si affretta a raggiungere Aizawa «Oh, e date un’occhiata al programma e alle scartoffie che troverete in aula, a domani!» insomma abbiamo finito? Abbiamo davvero superato il primo giorno di scuola?
Ma soprattutto…
«Professoressa, aspetti!» mi affretto a raggiungerla; lei si ferma, Aizawa invece continua ed è meglio così perché sono già imbarazzata all’idea di cosa sto per fare.
«Dimmi pure, Akane» SA IL MIO NOME.
«E-ecco…io mi chiedevo…s-so che non è professionale o…insomma, lei è la mia insegnante e non vorrei pensasse che cerchi di arruffianarla, non è così glielo assicuro» sto balbettando e parlo velocissima, come tutte le volte che ho ansia di dire le cose, ma al tempo stesso mi vergogno e abbasso lo sguardo sulle mie dita che tormentano la tuta.
«Sì?»
«Ecco, volevo chiederle…» e mi inchino, rigida e imbarazzata «Volevo chiederle se potesse concedermi un autografo!»
Poco dopo sto camminando verso casa e con un foglietto stropicciato tra le mani volo ad un metro da terra anche senza quirk, osservando il nome della mia beniamina dopo che questa si è fatta una profonda risata.

Note dell'autrice
Eccomi qui in ritardo, ma la settimana lavorativa è stata sfiancante ç_ç Qui ho ripreso, come chi segue l'anime saprà, la questione delle prove fisiche, sia per mostrare quanto Akane abbia da imparare, sia per definire ulteriormente i suoi rapporti con gli altri studenti, in particolare con quel fagottino mansueto di Bakugou c: proprio non le va giù che lui sia il migliore. Magari arrabbiandosi ancora di più riuscirà a superarlo XD Come promesso, sto cercando di non farla troppo potente, perché sono consapevole di averle scelto un quirk molto vantaggioso, quindi ho deciso di giocare sulla capacità di saperlo controllare.
Qui si è mostrata di più anche Aino, cercando di far capire che tipo è e soprattutto quanto Akane possa fangirlare in sua presenza. Che ci volete fare, Oxygenie per Akane è come All Might per Izuku, ho detto tutto. 
Ho deciso di rivelare ulteriori membri della famiglia di Akane, perciò ecco a voi i pestiferi Daichi e Daiki, devo dire che mi diverte un sacco scrivere le interazioni di Akane e i fratelli xD 
Che altro dire? Ringrazio tutti coloro che leggono e commentano la storia, critiche e consigli sempre ben accetti, grazie per quelli già ricevuti, ho iniziato ad aggiustare un po' diverse cosine. Alla prossima!
Ulvinne

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Capitolo 5
*** Capitolo III° - La mia strada, la tua strada ***


Capitolo III° - La mia strada, la tua strada
 
Oggi si prospetta una giornata bella piena; in mattinata avremo la prima lezione con la Mouri sul corpo a corpo, mentre nel pomeriggio fondamenti dell’eroismo, e il corso sarà tenuto nientepopodimeno che da All Might in persona!
Per fortuna ora faremo qualcosa di più fisico, perché dopo la lezione di matematica con il professor Ectoplasm ho il cervello completamente spappolato, mi sa che dovrò chiedere in prestito gli appunti a Momo Yayorozu se voglio sperare di avere almeno la sufficienza, se mi becco un debito sono finita e addio vacanze!
«Non vedo l’ora di allenarmi con lei!» esclamo rivolta a Mina e le altre ragazze, mentre sbottono la camicia della divisa e la apppendo al gancio dell’armadietto a me assegnato nello spogliatoio.
«Non si capisce che Oxygenie è la tua eroina prediletta, sai?» mi prende bonariamente in giro la bella Momo, coprendosi la bocca con la mano.
Ammetto che sul momento mi aveva dato l’impressione di essere una saccentona, ma la verità è che è molto intelligente e, a dispetto della sua condizione privilegiata, anche molto alla mano. Appena mi ha visto in difficoltà con matematica si è offerta di aiutarmi e poco mancava che mi commuovessi.
Sono una vera frana, maledizione!
«No, ragazze, non potete capire!» mi aggrappo al braccio di Uraraka, che con il suo carattere bonaccione me lo lascia fare «Ho il suo poster in casa, la felpa che riprende il suo costume, lo special sui suoi primi ingaggi e anche l’edizione limitata della sua action figure, da quando si è ritirata non se ne trovano quasi più, ho speso mesi e mesi di paghetta per poterla avere.» sono un’esaltata? Forse.
Ma la verità è che cinque anni fa sono rimasta davvero male del brutto incidente che l’ha coinvolta in quell’esplosione: Oxygenie era data per spacciata, ma si è ripresa e subito dopo decise di ritirarsi dalle scene. Ed ora eccola qui, alla Yuei…chi l’avrebbe mai detto?
Non posso certo perdere un’occasione del genere, anche se ottenere il suo autografo è stato già un grande passo!
«Beh, allora ti troverai bene con lei, insegna il corpo a corpo. Anche se non capisco che senso ha insegnare corpo a corpo quando qui lavoriamo con i quirk» interviene Kyoka, perplessa, mentre i suoi jackpot si muovono impercettibilmente, ondeggiando riflessivi quasi ad assecondare l’onda dei suoi pensieri.
«Sono certa che lo scopriremo, sembra una piuttosto loquace» fa notare Hagakure, appoggiandosi alla mia spalla; lo capisco dalla vocina al mio orecchio anche se devo ancora trattenermi dal sobbalzare quando sento qualcosa di pesante e invisibile toccarmi.
Usciamo dagli spogliatoi con indosso le tute blu e rosse da allenamento della Yueei e quando arriviamo i ragazzi e Aino Mouri sono già lì; anche lei indossa una tuta pratica e i capelli sono legati in una coda alta, mettendo in mostra un fisico allenato e proporzionato. Sta chiacchierando con uno di noi, Ojiro, che pur rispondendo con pacatezza sembra approvare le parole di Aino dal momento che la sua coda si agita freneticamente.
Viene proprio voglia di toccarla, devo trattenermi.
«Bene!» esclama la professoressa vedendoci oramai vicine, unite al gruppo dei ragazzi già arrivati «Ora che ci siete tutti, possiamo iniziare.» guardandomi intorno intercetto Kirishima e più in disparte, sempre con quell’aria di spocchia, Bakugou.
Ha proprio la faccia di chi non ha ancora preso la sua dose di pugni in bocca giornaliera, dovrei proprio rimediare.
«Come già Shota vi ha anticipato l’altro giorno, io sono Aino Mouri» lo so, lo so, lo so!! «E mi occupo degli allenamenti corpo a corpo. Solo corpo a corpo» specifica, sollevando una mano dal fianco per distenderla, chiusa a pugno e con l’indice sollevato, come a rimarcare il concetto «Qui nelle mie lezioni non userete i vostri quirk»
«A che scopo fare delle lezioni senza quirk quando il nostro essere eroi si basa sui quirk?» è arrivato il genio, ovviamente, questa testa di ananas non la sopporto, ma Oxygenie non sembra turbata dall’irriverenza mostrata da Bakugou e gli sorride.
«Domanda lecita.» concede, sbuffando leggermente per scostare dagli occhi una ciocca blu «Io devo assicurarmi che voi siate in grado di difendervi e neutralizzare una minaccia anche senza l'uso dei quirk. Ci saranno lezioni incentrate sui vostri poteri, le mie sono incentrate sulle vostre capacità di combattimento.»
«Il corpo a corpo normale è inutile contro un quirk» ribatte Bakugou con arroganza e io stringo i pugni.
«Davvero?» Oxygenie tuttavia non sembra irritata dall’atteggiamento del suo studente, anzi sogghigna come se non stesse aspettando altro «Potrei stare qui le ore a contraddirti, ma dato che non abbiamo tempo da perdere e tu sei un tipo pratico, Katsuki, allora ti invito direttamente» e allarga le braccia «Atterrami usando il tuo quirk; io mi difenderò senza usare il mio» il suo potere è fantastico, consiste nel manipolare l’ossigeno e da quel che ho letto in un articolo di giornale una volta, può anche privare gli avversari del fiato. Il ché l’ha resa anche la spalla perfetta per uno degli eroi più famosi e controversi che ci siano al mondo…ma sto divagando.
«Mph, stai scherzando?» Bakugou sembra quasi offeso «Vuoi davvero darmi un vantaggio simile?»
«Non è che hai paura, spaccone?» lo provoco, guadagnandomi un’occhiataccia.
«Sta attenta mocciosa, che dopo tocca anche a te» assottiglio lo sguardo.
«Provaci, ti sto aspettando!»
«Allora?» Aino sembra divertita dallo scambio irruento e questo basta a distrarre le intenzioni bellicose di Bakugou da me per concentrarle su di lei.
«Molto bene!» e irruento si getta subito sulla nostra insegnante…che non si fa trovare impreparata.
Quando Bakugou le arriva contro, lei si limita a spostarsi di lato e allungare il braccio in modo che Bakugou ci finisca contro con lo stomaco, facendolo letteralmente volare via con una capriola a causa del suo stesso slancio; lui è rapido a riprendersi, ritrova l’equilibrio e si getta di nuovo contro la Mouri, caricando un’esplosione sul suo palmo. Aino però scatta in avanti e dopo avergli afferrato il polso glielo gira dietro la schiena, in una mossa che preme il palmo contro la stessa schiena del ragazzo e lo butta a terra; un ginocchio sulla sua schiena e l’altra mano che tiene fortemente il polso sinistro inchiodando a terra Katsuki, strappando delle esclamazioni incredule da parte di noi della classe e deliziate da parte mia.
INCREDIBILE!
«Sei bloccato, se userai le esplosioni ti ferirai e sarai alla mia mercè» Katsuki è ancora incredulo e ringhia infastidito «Se praticassi del corpo a corpo, avresti avuto qualche chance di liberarti dalla mia presa prima che ti bloccassi del tutto. Ma tu hai solo il tuo quirk…completamente inutile.» sto per piangere, qualcuno mi fermi; accanto a me sento Midoriya borbottare qualcosa sui taccuini e appunti, ma non ci faccio caso più di tanto, sono in piena adorazione «Ecco a cosa servono le mie lezioni, Katsuki. Spero di essere stata chiara» Oxygenie non inferisce, una volta ottenuto il suo scopo libera Bakugou, che incazzato e massaggiandosi il braccio bloccato torna tra noi; quando incrocio il suo sguardo gli sorrido amabilmente, ridacchiando all’udire il suo sommesso “cazzo guardi”. Ma torno seria quando vedo Aino incrociare le braccia e guardarci tutti negli occhi, uno per uno.
«Non ho fatto questo per umiliare Katsuki, che è comunque un ottimo combattente» per favore, non nutra il suo ego, sigh «Ma ricordate una cosa, ragazzi: il mondo è crudele e non avrà pietà di noi.» torno seria anche io, il peso di quelle sue parole è…strano.
Forse parla per esperienza personale: non si è mai saputo nei dettagli come sia stata dopo quell’incidente che l’ha vista ritirarsi, ma immagino non se la sia passata bene.
«Il mondo fuori da questa scuola è crudo, violento e spietato.» deglutisco, ma di riflesso alzo mento e spalle, come se dovessi già incassare un colpo, cercando di mostrarmi forte a quelle parole «Nessuno aspetterà i vostri comodi, e se avranno la minima possibilità di schiacciarvi lo faranno senza alcuna pietà. Il mio compito è quello di prepararvi al peggio, di assicurarmi che quando prenderete il volo siate in grado di difendervi con qualunque mezzo.» poi sorride di nuovo e batte le mani, sfregandole tra loro «E se non ci sono altre domande, ora venite qui, vi dividerò in coppie o gruppi.» sto per guardarmi intorno alla ricerca di Kirishima «Akane, vieni qui. E anche tu, Mashirao.» mi giro e osservo incuriosita Ojiro, uno dei miei nuovi compagni di classe; è un ragazzo tonico e dalla lunga coda che si muove a causa della leggera agitazione che lo coglie. Quando ci avviciniamo gli scocco un sorriso amichevole che viene ricambiato con un timido, ma educato cenno della testa biondina.
«In questi giorni ho pensato a come tirar fuori il vostro potenziale, anche in virtù di aiutare i vostri quirk» osserva Aino, poi mette una mano sulla spalla di Ojiro «Secondo il tuo fascicolo, sei un esperto di differenti arti marziali e il tuo quirk è perfetto per poterle sfruttare al massimo» lui china il capo.
«Mi impegno per trarre il meglio da ciò che ho, professoressa Mouri» oh, ma è così carino!
«Bene! E Akane, tu non sei molto diversa. Emetti e guidi gli elementi dati dal tuo quirk sfruttando le tecniche di autodifesa.»
«E’ così!» confermo, onorata che questa donna stia parlando con ME, di ME.
«E’ un approccio giusto, tuttavia insufficiente» se il mio entusiasmo fosse un palloncino, ora si sarebbe del tutto sgonfiato «Ho notato come fai fatica a governare alcuni elementi rispetto ad altri» già, non posso proprio negarlo «E credo che Mashirao qui potrebbe aiutarti. Potreste aiutarvi a vicenda» io e Ojiro ci guardiamo perplessi, ma anche incuriositi; la sua coda si muove più lentamente e gli occhi mi ci cadono, ho voglia di toccarla!
«Come?»
«Credo che tu debba diversificare il tuo stile di combattimento. Forse con mosse e movimenti diversi gli elementi potrebbero rispondere diversamente. Ti faccio un esempio: quando provi a sollevare l’acqua sei molto rigida, ma l’acqua è essa stessa un concetto di fluidità e grazia» grazia? Allora sto proprio fresca «Forse uno stile di combattimento più vicino a questo concetto, ti renderebbe la cosa più facile»
«Come il tai chi quan!» esclama Ojiro, che ha seguito perfettamente il discorso della nostra professoressa «Forse se Akane si avvicinasse a questo stile, l’acqua risponderebbe meglio ai suoi comandi»
«…dici?» inarco un sopracciglio, e lui sorride; sembra davvero amare le arti marziali e l’idea di praticarle e aiutarmi pare piacergli «E tu potresti insegnarmi?»
«Vi aiuterete a vicenda. Mashirao, Akane è una brava combattente nel corpo a corpo, insieme potrete migliorarvi e aumentare il vostro repertorio. Per questo voglio che facciate coppia fissa nei miei allenamenti. Tu dovrai diventare più duttile nei tuoi schemi» dice a Ojiro «Sei creativo, ma è come se avessi paura di rischiare. Credo che con un’avversaria così incalzante» e mi sorride, spingendomi subito a ricambiarla «Tu possa sviluppare un grandissimo repertorio di strategie. Mentre tu, Akane, devi apprendere più stili per poter personalizzare il suo stile di combattimento al massimo e adeguarlo agli elementi» più stili? Oh, cielo…
«Più stili…non è semplice» mormoro, grattandomi la nuca «Soprattutto perché ogni stile ha la propria filosofia di vita e approccio mentale» Aino annuisce.
«Proprio come gli elementi che il tuo quirk ti permette di controllare. Hai un potere grande, ma molto vario, devi imparare a modellarlo, se non vuoi che resti solo potenziale inutilizzato. Non so che approccio usi Shitenno, ma…»
«Non mi interessa il suo approccio. Se lo tenga pure» borbotto, poi mi mordo il labbro, perché sono stata brusca e chino il capo «S-scusi, non volevo rispondere male.»
«Non è niente. Ora vi voglio concentrati, su!» e con una pacca sulla spalla a me e Ojiro si allontana, richiamando l’attenzione di Kirishima e Kaminari, finiti in coppia poco lontani da noi.
«Allora» mi rivolgo a Ojiro, che irrigidisce appena le spalle «Immagino che da ora in poi ce ne daremo parecchie. Ti chiedo scusa in anticipo» ci scherzo sopra, strappandogli una risatina.
«Molto premuroso da parte tua, ma in un vero allenamento è inevitabile. E ora, dimmi: che ne dici se ci scaldiamo scambiandoci qualche colpo?» annuisco e in breve mi faccio trascinare dall’entusiasmo; Ojiro si rivela un capace combattente e la sua cultura sulle arti marziali mi permette di avere una prima infarinatura di ciò che dovrò imparare. Alla fine della lezione apprendo che dovrò diversificare molto il mio stile di combattimento e questo mi spaventa, ma al tempo stesso mi rende entusiasta: sarà un qualcosa in più che mi distinguerà da Shitenno e mi renderà fortissima!
Questa scuola mi piace sempre di più!
 
Mia nonna non dovrà mai saperlo, ma quei tokoyaki erano i più buoni che abbia mai mangiato in vita mia, la mensa della Yuei offre cibo di prima qualità e ho dovuto davvero darmi un freno per non scofanarmi almeno altre due porzioni. Più che altro con la fatica che ho fatto a seguire la dieta per un intero anno mandarla al diavolo nei primi giorni di scuola sarebbe davvero una cavolata, quindi per oggi ho deciso di non fare schifo, ma non posso garantire dopo la lezione del pomeriggio.
Oggi infatti tocca ad All Might e ai fondamenti sull’eroismo ed è bastato vederlo entrare per essere preda del suo carisma: è un omone che supera i due metri e ha un sorriso smagliante, sembra che niente e nessuno possa incrinarlo, e l’idea di essere qui, che lui mi stia insegnando è così…così…
Sono così felice di essere qui!
Soprattutto perché oggi toccherà a…una prova di combattimento!
«Sì!» esclamo «Sono così carica, non vedo l’ora!» nel vociare della classe mi sporgo verso Ojiro «Potrò già applicare i tuoi insegnamenti, visto!?» il ragazzo si lascia sfuggire una risatina pacata.
«Certo, ma occhio alla fretta…cosa abbiamo detto sul Tai chi quan?» gli rispondo con una linguaccia divertita pur sapendo che ha ragione; la calma e la capacità di capire quando agire e non sono fondamentali se voglio capire come sfruttare bene questo stile, anche se è tutto fuorché facile…è molto complesso per me entrare in un’ottica dove devo capire quando e come NON agire; in compenso mi ha suggerito un paio di stili da applicare alla terra e al fuoco che ho trovato subito interessanti.
«E la cosa più importante: ecco i vostri costumi realizzati sulla base delle vostre richieste e sui certificati di quirk» oh non ci credo, lo avrò davvero!
Quando all’inscrizione ho dovuto mandare un certificato e uno schizzo del mio costume ero eccitatissima, ma un conto è riempire il modulo e un conto è…beh…vederlo lì a pochi metri da te! Osservo la cassetta chiusa elettronicamente con il numero venti, il mio sul registro, e devo trattenermi di nuovo dal cominciare a squittire di felicità.
Una volta giunti al ground beta (uno dei campi di addestramento che la scuola mette a disposizione) dove All might ci ha dato appuntamento, ci siamo tutti cambiati e non posso resistere a concedermi un attimo avanti allo specchio dello spogliatoio: era da parecchio che non mi piacevo con dei vestiti indosso che non fossero una tuta vecchia e pratica.
Ovviamente il mio costume da eroe non poteva essere niente di particolarmente elegante o femminile: una felpa con tanto di cappuccio che lascia scoperta la pancia e un top sportivo di colore nero e pantaloni bianchi che si stringono e finiscono all’altezza del polpaccio, come un abbigliamento pratico da palestra, ma tutto fatto con un tessuto robusto in grado di resistere più dei vestiti normali alle fiamme, alle lame o i proiettili; ovviamente non potevano mancare scarpe sportive sempre bianco e nero, ma con le suole e la struttura più resistente e pesante per poter sferrare colpi più potenti, soprattutto quando sollevo massi di terra battendo i piedi; più pressione riesco ad applicare, più potrò sfruttare i mio quirk; delle cinture azzurre in vita – unico tocco di colore insieme ai polsini rossi e delle strisce verdi sulle scarpe – reggono quella che è una piccola borraccia. Non l’ho chiesta certo per fare una bevuta, ma voglio avere la possibilità di avere con me sempre un po’ d’acqua nel caso non potessi crearne in ambienti particolarmente aridi o asciutti. Il tutto viene completato da una mascherina bianca sugli occhi e dei mezzi guanti neri che mi proteggono le dita. Non mi sono mai vista così…così forte e carismatica. E ricevere i complimenti di All Might per tutti noi è stata una botta all’autostima che mi ha fatto toccare il cielo con un dito! Sì, mi sento un vero eroe!
Osservo tutti: Ochaco nella sua tuta è bellissima, è un po’ stretta ma con il fisico che ha non è certo un problema per lei, Momo ha un costume molto corto ed aperto, ma anche lei è davvero incredibile…per non deprimermi, mi concentro anche sui ragazzi, il costume di Iida è favoloso, sembra un’armatura robotica! E, detesto ammetterlo, ma anche Bakugou ha un costume incredibile e gli sta davvero bene.
Ma preferirei staccarmi la lingua che ammetterlo a voce alta, mph!
«Akane!» Mina mi viene incontro con la sua tuta maculata che le mette in evidenzia il corpo proporzionato, sta benissimo «Il tuo costume è favoloso!» esclama, ma all’improvviso io mi sento quasi banale «E’ proprio da te, guarda che tessuto!» allunga una mano e le permetto di tastare il materiale del mio costume.
«Eehe, già» mi gratto la nuca «volevo qualcosa di comodo e resistente e…beh, i colori sono un rimando al mio quirk» indico la cinta azzurra per l’acqua, la mascherina bianca per l’aria, i polsini rossi per il fuoco e le strisce sulle scarpe verdi per la terra «E poi non vedo l’ora di provare le scarpe! Riuscirò a ribaltare il terreno con un bel calcione di questi!» e batto piano il piede a rimarcare il concetto.
La mia attesa non dovrà aspettare: All Might decide subito di metterci alla prova dividendoci in gruppi da quattro, siamo venti perché Mineta non si è sentito bene ed è finito in infermeria (o meglio, finché la mia mano chiusa a pugno non gli si è schiantata casualmente in faccia stava bene, ma lo gnomo tende ad allungare un po’ le mani) e quindi saremo divisi in cinque gruppi da quattro in cui due di noi interpreteranno gli heroes, due di noi i villain e l’obiettivo è semplice: i villain si rifugeranno in uno degli edifici predisposti che fungerà da loro covo, e dovranno proteggere un ordigno nucleare, mentre gli eroi dovranno fermarli o catturandoli o disinnescando la bomba. Questo ovviamente non impedisce ai cattivi di poter vincere sconfiggendo gli eroi.
«Interessante!» si sfrego le mani, poi passo direttamente a far scrocchiare le nocche «non vedo l’ora di smaltire il pranzo, spero di essere negli eroi, ovviamente!» e chi non lo vorrebbe insomma?
«E ora forza, tocca a voi!» All Might ci porge una scatola dove dovremo estrarre i nostri nomi e vedere con chi saremo in squadra.
«Permesso allora, a me la prima!» non voglio proprio perdere l’entusiasmo per questa sfida e senza pensare mi fiondo verso la scatola che regge All Might ed estraggo un bigliettino.
«Ah, giovane Oda, apprezzo sempre il sincero entusiasmo nelle nuove leve!» tuona l’omone con una sonora risata, mentre io apro il bigliettino rivelando il Team A…e poco dopo trovo anche il mio compagno di squadra.
«Midoriya!» esclamo con gioia, avvicinandomi ad Izuku e il suo costume che sembra decisamente più semplice dei nostri; anche il tessuto non credo abbia nulla di particolare, e quei ciuffi sulla testa sono…«Il tuo costume è adorabile!» esclamo e sotto la maschera vedo i suoi occhi verdi spalancarsi e gesticolare nervosamente un ringraziamento.
«G-grazie Oda-san, s-sei gentile» si gratta la nuca e io alzo gli occhi al cielo al sentire l’appellativo formale vicino al mio cognome, ma non lo forzo; forse per lui mantenere le distanze è una necessità o solo dovuto alla timidezza, chissà «Q-quindi siamo in squadra insieme, chissà chi affronteremo» gli metto la mano sulla spalla e poi sollevo l’altra a pugno.
«Non ti preoccupare, chiunque saranno i nostri avversari faremo loro il culo!!»
«Akane, linguaggio!» mi sfotte Kirishima, che nel mentre è finito in squadra con Sero e io mi tappo la bocca; All Might non sembra avermi sentito per fortuna, o se l’ha fatto, non gli importa molto. Devo ricordarmi di non lasciarmi andare troppo all’entusiasmo, mi succede anche quando guardo lo sport in tv e mi sono beccata certi coppini da mia madre che ancora mi fa male la testa.
«Tzè, tzè, prega che non sia tu a finire contro di me, rosso, oppure ti faccio ridere io!» lo minaccio scherzosamente, poi sento qualcosa picchettarmi la spalla; mi giro e Midoriya, sorridendo nervosamente, mi indica le squadre appena estratte da All Might: beh, ho appena scoperto che noi del Team A combatteremo per primi e saremo gli eroi, ma i nostri avversari sono quelli della squadra D, ovvero Iida e…
«Bakugou» sussurro, poi assottiglio lo sguardo «Eccellente!» non vedo l’ora di potergli dare una bella lezione come si deve, mi giro a guardarlo, ma noto che lui sta guardando in cagnesco Izuku «…» faccio per dire qualcosa al mio compagno, ovvero di non lasciarsi intimorire, ma mi accorgo che questa volta Midoriya non distoglie il suo sguardo e sembra farsi più determinato.
Un qualcosa che apprezzo e mi fa sorridere, compiaciuta. E una volta rimasti soli mentre Iida e Bakugou si preparano salendo nell’edificio che farà loro da covo non esito a dirglielo.
«Prima hai tenuto testa a Bakugou» gli faccio notare, appoggiata al muro, e Midoriya spalanca gli occhi.
«Uhn?»
«Ti ha guardato come se volesse sbranarti» tengo un elastico scuro tra i denti e una volta fatta una coda bassa con i miei capelli, lo faccio passare sul polso destro per poter stringere l’acconciatura e stare più pratica «ma stavolta non hai abbassato lo sguardo: hai fatto bene, non dovresti permettergli di trattarti in quel modo» Izuku si stringe nelle spalle e temo di essere stata un po’ troppo invadente, ma non riesco a star zitta «Dopotutto vi conoscete, no?»
«Sì, fin dall’asilo. Noi eravamo amici» spalanco gli occhi.
«Amici? Con…con quel prepotente lì!?» il mio compagno scuote il capo, esibendosi in un sorrisino nervoso.
«Sai, non è così male quando impari a conoscerlo. Kacchan non è cattivo come vuole far credere, anche se riconosco che…è una persona sgradevole.»
«Mh» non sono proprio convinta, che non sia cattivo come sembra «In ogni caso, sono contenta che tu abbia reagito, anche se pacatamente» mi stacco dal muro e gli metto le mani sulle spalle «vinciamo questa prova e facciamogli vedere di cosa siamo capaci!» lo voglio incoraggiare, e il suo imbarazzo mi fa ridere senza cattiveria.
«S-sei sempre così entusiasta, Oda-san. I-io ammetto di sentirmi un po’ sotto pressione» torno seria.
«Beh, siamo in due» ammetto in tono basso, come se gli stessi rivelando un segreto «diciamo che è il mio modo di sfogare la tensione. Fare casino, insomma. Ma in ogni caso vedilo come un incentivo, mh?»
«Certamente!» a dispetto della pressione, Midoriya sembra determinato e questo mi rassicura «Anche se Kacchan è molto più forte e sicuro di sé di quanto sono io…beh, non voglio farmi intimorire. Anzi, è proprio questa sua superiorità che mi spinge a volerlo battere» spalanco gli occhi, un po’ toccata nel profondo, perché lo capisco.
È innegabile che Bakugou sia forte: è arrivato primo in classifica in ogni prova, ha un quirk straordinario e da quel che so ha ottenuto degli ottimi punteggi anche negli scritti; insomma, tecnicamente parlando è perfetto e questa sua perfezione, alimentata da tanta arroganza, mi fa venir voglia di dargli addosso e far crollare il suo castello di carte! Sarà che io sono così piena di insicurezze che vedere tanta forza su quel viso mi…mi spiazza. E mi irrita profondamente.
«E allora entriamo lì dentro e battiamolo, no?» faccio l’occhiolino a Izuku, che mi sorride ed estrae la piantina della planimetria dell’edificio «Giusto. Spero che tu abbia un buon senso dell’orientamento, perché io faccio schifo» lo avviso, strappandogli una risatina.
 
Lo scontro è stato tutto fuorché facile. Anche stavolta Bakugou non si è risparmiato e, nonostante la vittoria, sento un leggero senso di frustrazione addosso: avrei voluto approfittare dell’occasione per dargli una lezione, ma quel cretino sembra sempre concentrato su Izuku. Da quel che ho capito si conoscono, quel che proprio non riesco a comprendere è il motivo di tanto, tanto astio nei confronti di quel ragazzo. È così educato e pacato, come si può odiare una persona del genere?
Quello lì ha problemi, mi ritrovo a pensare, scuotendo il capo, poi mi stiracchio e stringo i denti quando i muscoli mi fanno un po’ male. È stata una giornata faticosa e non vedo l’ora di schiantarmi sul letto di casa, ma prima voglio raccontare troppo a nonno Hideo dei progressi fatti e…
«Allora sei davvero sempre in mezzo alle palle» uh? «Cosa c’è, sei solo fastidiosa in modo casuale oppure ti impegni a seguirmi?» ecco, una bella giornata in chiusura rovinata dalla stronzaggine.
«Nah, ne ho abbastanza del tuo brutto muso, per oggi» ribatto, e Bakugou mi ringhia contro come un animale rabbioso; possibile che sappia solo arrabbiarsi?
«Te l’ho già detto oggi durante il combattimento, mocciosa» sai che ho un nome o almeno un cognome, vero? «Fuori dalla mia strada» a quelle parole, stringo i pugni.
 
Siamo appena entrati nell’edificio, Izuku ha preferito usare una delle finestre e mentre lui si è arrampicato, io ho usato l’aria per aiutarmi e raggiungere il secondo piano; ammetto che non è facile usare gli elementi in un modo che non sia solo attaccare, ma se dovessi imparare a gestirli meglio potrebbero essermi davvero utili!
«Via libera?» gli sussurro; Izuku si sporge dai corridoi per controllare e attendo i suoi cenni per avanzare subito dietro di lui «Vuoi che vada avanti io? Posso difendere entrambi con dei muri di roccia se necessario» lui scuote il capo, sorridente ma concentrato. C’è una luce determinata negli occhi che non gli ho mai visto e questo mi rincuora, ammetto di aver avuto un po’ d’ansia quando ho saputo che avremmo affrontato quel dinamitaro pazzo.
«Attenta!» e a proposito del pazzo, eccolo spuntare da un angolo per un attacco a sorpresa; Izuku istintivamente si butta su di me per evitarmi l’esplosione, mentre lui viene in parte ferito; Bakugou cerca di incalzare su entrambi ora che siamo vulnerabili, ma io ho ancora un braccio libero e allungandolo verso di lui libero una corrente d’aria che lo spinge all’indietro e gli impedisce di infierire mentre io e Midoriya cadiamo.
«Midoriya, stai bene?!» la sua maschera da eroe è già infranta, ma mi sono sbagliata, non sembra ferito, si è solo rovinato il costume.
«S-sì» borbotta «Immaginavo che Kacchan si sarebbe fatto avanti per attaccare» spalanco gli occhi, colpita dal fatto che l’avesse già previsto.
«E’ per questo che hai voluto passare da qui? Per attenderlo?»
«Avete finito di chiacchierare, brutti cazzoni!?» mi alzo in piedi e mi metto in guardia, Izuku fa altrettanto; Bakugou ci attende con quel suo sorriso carico di rabbia e adrenalina, una smorfia che, lo ammetto, contagia anche me.
«Oda-san» uh? «Lascialo a me» la richiesta di Izuku non mi stupisce, ma una parte di me inizia a rosicare brutalmente.
«Cosa? Ma tu…»
«Trova la bomba e disinnescala, io lo tengo impegnato» beh, ha senso, Bakugou sembra essersi impuntato con Izuku, ma una parte di me non vedeva l’ora di menare le mani, uffa!
«Sei sicuro?»
«NON IGNORARMI, DEKU!» Bakugou scatta in avanti e agire mi viene istintivo; batto il piede a terra concentrando il mio quirk e subito la terra risponde, il cemento si stacca e si solleva formando un grezzo pezzo all’altezza mia e di Izuku; colpendolo con il pugno chiuso lo scaglio contro Bakugou, che si ritrova a dover usare una sua esplosione per bloccarlo «FUORI DAI PIEDI, MOCCIOSA! NON TI RIGUARDA!»
«Vai, Akane!» Izuku è determinato, ma sta tremando.
So che devo fidarmi di lui, se non vado via non me lo perdonerà, però…
«Mh…vedi di fargli il culo, ok?» ma prima lascio un regalo a questo dinamitaro fuori di melone. Batto di nuovo il piede a terra, ma stavolta lo faccio due volte di fila; i pezzi di intonaco e cemento che volano verso Bakugou sono più piccoli, ma se il primo viene parato, il secondo lo colpisce in pieno petto e gli spezza il fiato facendolo cadere all’indietro «Vai, ti ho aperto una breccia!» e detto questo inizio ad allontanarmi; l’ultima cosa che vedo prima di girare l’angolo sono gli occhi di Bakugou furiosi su di me.
È solo un secondo, la sua attenzione viene monopolizzata da Izuku…ma capisco di averlo irritato e questo mi dà una fantastica scarica di adrenalina.
 
Capisco che in quel momento ai suoi occhi sono stata un sassolino più che fastidioso, che non è bastato calciare una volta. Stringo le labbra e cerco di farmi arrogante, non è facile avere addosso uno sguardo così rabbioso.
«Me l’hai detto diverse volte e in vari modi, uno più cafone dell’altro. Ma credo che tu sia troppo fissato con questa storia.»
«Ti sei intromessa» istintivamente si porta la mano al petto, un gesto che sopprime subito dopo e sogghigno, capisco che il colpo ricevuto da me gli fa male «Quella era una cosa tra me e Deku e se ti dico di farti i cazzi tuoi, devi farteli e basta»
«Era un’esercitazione e io ho fatto quanto dovevo. Per le tue faide personali c’è il doposcuola e in ogni caso, non hai diritto di trattare Izuku in quel modo, soprattutto dopo che ti ha fatto il culo» perché mi sono fatta raccontare cosa è successo tra loro due mentre io tentavo di avvicinarmi alla bomba protetta da Iida; Izuku nonostante abbia problemi a controllare il suo quirk sembra forte e anche Bakugou deve averlo notato.
«Non ti azzardare a dire certe cazzate, è chiaro?!»
«Sarà, a me sembra solo che Izuku ti faccia paur-» mi zittisco quando Bakugou avanza e senza troppi complimenti mi afferra per il bavero del blazer grigio, costringendomi a stare in punta di piedi a causa della differenza di altezza.
«Chiudi. La. Bocca.» scandisce e per un attimo ammetto di essere intimorita da tanta veemenza «Quel Deku è un moscerino e tu non sei da meno! non azzardarti mai più a dire che ho paura di lui, è chiar-» sono stufa.
Gli do un calcio allo stinco e approfittando del fatto che allenti la presa sulla mia giacca lo spingo via con entrambe le mani; non uso il quirk, è solo autodifesa corpo a corpo e riesco a farmi lasciare; il mio corpo si mette subito in posizione di guardia, sollevando entrambe le mani chiuse a pugno e le gambe leggermente divaricate, mentre Bakugou dopo aver indietreggiato sorpreso, sogghigna.
«Vuoi batterti, mocciosa? Sto aspettando» sussurra, leccandosi le labbra e spalancando le braccia come se volesse invitarmi.
Non nego che prenderlo a pugni adesso sia allettante, ma non voglio questo: voglio che mi ascolti.
«No» dico, decisa, sciogliendo la posizione «Voglio solo dirti una cosa, Bakugou: io credo che tu sia troppo abituato a circondarti di persone che ti temono o ti seguono fedelmente. O forse tutte e due le cose» come credo sia successo con Izuku «ma lascia che ti dica una cosa: io non appartengo a nessuna delle due categorie e non basta ringhiarmi addosso per intimorirmi!» non è mai bastato.
È da quando sono molto piccola che difendo mio fratello dai bulli perché senza quirk, e tu mi ricordi in maniera fastidiosa tutti loro. Non voglio che Izuku passi quello che ha passato Toshiro, non ora che posso fare di più.
«Senti un po’…»
«No, senti tu!» ora sono io che avanzo e gli punto il dito indice contro il petto, interrompendolo «ho dato addosso a quelli come te per tutta la vita. Un conto è essere un eroe, un conto è essere un bullo. E tu lo sei!» non lo faccio parlare, mi ha stufato «La tua strada, la tua strada, la tua strada» ripeto, come una cantilena «non esiste solo la tua strada, beccati questa notiziona dell’ultima ora. Esiste anche quella degli altri, anche la mia. E lascia che ti dica una cosa, Katsuki Bakugou: io non intendo allungare o abbandonare la MIA strada per avvantaggiare la tua in nessun modo, è chiaro? E se davvero sarà necessario per fartelo entrare in testa, allora migliorerò così tanto e ti pesterò così forte da inciderti sulla faccia ogni singolo concetto!» e indietreggio, stringendo le spalline dello zaino che ho sulle spalle per sfogare la tensione.
Noto che mi sta guardando con una certa sorpresa, come se l’avessi preso in contropiede: del resto, non ha detto una parola mentre me lo mangiavo vivo e quindi approfitto per togliermi anche questo sassolino dalla scarpa.
«E non è continuando a darmi addosso e cercare di schiacciarmi che mi farai cambiare idea. Quindi falla finita e inizia a mostrare un po’ di rispetto per gli altri»
«…» finalmente lo vedo tentare di dire qualcosa; scuote impercettibilmente quella zazzera bionda e solleva il mento «Mocciosa rumorosa e arrogante» mmmmh, senti chi parla «il mio rispetto te lo devi guadagnare»
«E tu devi guadagnare il mio, vedi un po’ che coincidenza. E ora, se hai finito, voglio andare a casa perché ho fame e non voglio farmi guastare la cena da te!» concludo, iniziando a incamminarmi verso casa, ma faccio appena qualche passo che mi giro; lui si è già incamminato ma quando lo chiamo si gira di nuovo «E comunque ti ho detto che ho un nome: Akane Oda. O hai la memoria dei pesci rossi?»
«Lo so il tuo fottuto nome» ribatte, poi ghigna «ma ho perso il punto dove me ne frega qualcosa di pronunciarlo» piccolo stronzo.
Anche io sogghigno.
«Allora te lo stamperò in fronte a cazzotti: non mi hai lasciato altra scelta» e me la godrò.
Oh, se mi godrò la cosa!
 
«…e poi mi sono buttata sulla finta bomba e abbiamo vinto!» e spalanco le braccia, mentre finisco il racconto super dettagliato dello scontro che ha visto vincitori me e Izuku nel pomeriggio. Nel concludere spingo involontariamente le bacchette con il gamberetto verso uno dei gemelli, che si allunga per mangiarlo «Ehi!»
«Fei lenta!» mi sfotte con la bocca piena questo moscerino, ora lo pesto.
«Daichi, non rubare il cibo a tua sorella, hai il piatto pieno!» lo sgrida papà, che ha ascoltato il tutto a metà tra il preoccupato e un malcelato orgoglio.
«Lei me lo ha messo davanti, quindi è mio!»
«Microbo irriverente» per tutta risposta gli frego una polpetta e lo vedo sgranare gli occhi «Ah! Prendi e porta a casa!»
«Mammaaaaaa»
«Ce la facciamo a cenare in santa pace?!» mia madre sospira e nonno Hideo si lascia sfuggire una risata di cuore.
«E’ una cena perfetta come sempre, mia cara! E stasera c’è anche Toshiro con noi!» avvolge un braccio intorno alle spalle di mio fratello maggiore, che ci è venuto a trovare e sorride pacatamente, anche se contento del gesto di nonno. Loro due, forse perché entrambi senza quirk, sono sempre stati molto uniti.
«G-già, anche se capisco di non essere molto di compagnia»
«Non è vero, è così bello vederti!» esclamo, allungando una mano per stringere quella di Toshiro «Sei sempre a lavoro, era tantissimo che non ci passavi a trovare! E se l’avessi saputo, sarei tornata a casa prima»
«Volevo fare una sorpresa e almeno non mi sono perso il resoconto dei tuoi primi giorni in accademia» effettivamente ho monopolizzato l’attenzione su di me, anche se l’ho fatto involontariamente «Ammetto che non mi aspettavo le dessi il permesso, papà» aggiunge, rivolgendosi proprio a nostro padre, che sospira.
«Non ti nego che ho ancora le mie riserve» ammette e io mi riempio la bocca di riso per soffocare il dispiacere «ma sembra che tua sorella sia…portata»
«Ha il sangue di Shitenno, che vi piaccia o no.» grazie nonna Natsumi, davvero «E lui è un grande combattente»
«Ci sono tanti bravi combattenti nella mia classe» borbotto, deglutendo la coda di un gamberetto e ripensando alla tecnica di Ojiro o alla capacità di creazione di Yayorozu.
«Come è giusto che sia. E poi dicevi che nel corpo insegnanti hai All Might e Oxygenie, vero?» il nome della mia eroina preferita mi fa sorridere e annuisco verso nonna Sakura «Quanto ti piace quella ragazza!»
«Devi vederla! È così intrepida e forte! E anche senza quirk è in grado di spaccare tutto! Sai che mi ha dato un sacco di consigli utili per il controllo del mio quirk? Tipo, mi ha suggerito di cambiare diversi stili di combattimento e mi ha messo in coppia con uno dei miei compagni di classe bravissimo!»
«Un giovanotto carino?» domanda subito nonna Sakura e alzo gli occhi al cielo; sotto questo punto di vista è proprio la classica nonna che chiede quando mi troverò un bravo ragazzo.
«Nonna…» che poi Ojiro è davvero carino, non posso negarlo, ma è decisamente troppo timido e quieto per essere il mio tipo.
«però è carino» mi fa notare e capisco che mi ha letto nel pensiero.
«NONNA FUORI DALLA MIA TESTA!» esclamo e Hana si mette a ridere, aggiustandosi di più contro il mio fianco; da quando vado a scuola è diventata molto attaccata con me e la cosa mi fa piacere, ma ci sono alcuni momenti che non riesco a scollarmela. Ah, che pazienza!
«Hai trovato il fidanzato» mi prende in giro con fare cantilenante; se ci avessero provato Daichi e Daiki si sarebbero beccati un pugno, ma lei è così carina che posso perdonarle tutto.
«No, scricciolo» accarezzo la testolina di questo piccolo fiore «Al massimo ho trovato gente interessante» per un attimo il pensiero vola su Midoriya, Mina e un po’ di più su Bakugou, salvo poi scacciarlo dalla mia testa «Il mio obiettivo punta alla carriera!» esclamo ed è proprio ora che Toshiro cerca di alzarsi «Dove vai?»
«Domani attacco presto, mi spiace. D-devo proprio andare» lo guardo stranita, perché è così stanco e pallido, possibile che non possa concedersi una pausa?
«Toshiro, non starai lavorando troppo?» gli chiede infatti nonna Natsumi con occhio critico «Sei sempre dentro quel laboratorio, non farci preoccupare» la mano magra di lei si allunga per scostare qualche ciocca scura dal viso di mio fratello, tenendolo seduto per qualche altro secondo, e lui sorride scuotendo il capo.
«Il lavoro mi piace, nonna, dovresti saperlo.»
«Ma ti prende tanto tempo…quand’è che hai dormito bene l’ultima volta?» mia madre insiste per mettergli un altro boccone nel piatto, ma dopo averlo mangiato per farla contenta, Toshiro si alza.
«Va tutto bene, davvero. Sto lavorando a qualcosa di grande e…» mi guarda, poi mi sorride «E la nostra eroina non sta faticando meno, giusto?» allunga una mano e mi accarezza la testa, ma non capisco.
Si inchina, ma non può evitare di prendersi un abbraccio da nonno Hideo o dai nostri fratelli, persino Daichi e Daiki lo adorano e si calmano avanti a lui e mentre si allontana sento proprio il secondo gemello sussurrare.
«E’ triste»
«Eh?» abbasso lo sguardo e Daiki mi guarda: hanno ereditato il quirk di telepatia di nostra madre, ma non sono ancora così bravi e allenati da leggere bene il pensiero come lei o nostra nonna, diciamo che per ora percepiscono le emozioni «E riguarda te, Akane»
«Me?» non posso lasciarlo andare, allora «Grazie sorcio, prendi pure il mio dolce»
«Già fatto» maledetto moccioso!
Senza rispondere inseguo Toshiro all’ingresso dove sta già mettendo le scarpe.
«Shiro!» esclamo, e lui si gira.
«Akane, che ci fai qui? La cena si raffredda…» premuroso come sempre, cerco la sua mano e la stringo «Akane?»
«Sei sicuro che va tutto bene? C’è qualcosa che…che vuoi dirmi? Ho fatto qualcosa che ti ha…?» mi zittisco.
Per tutta la serata non ho fatto altro che parlare di me: è lui quello che sta lavorando ad un progetto importantissimo e non ci ha detto praticamente nulla, mi sono lasciata così trasportare dalla Yuei e dalla mia nuova vita che non ho considerato i sentimenti di Toshiro, lui che da sempre è senza quirk e ci ha sofferto un sacco…
«S-shiro…» mormoro e lo vedo spalancare gli occhi «m-mi spiace»
«Ti dispiace?» sembra davvero colpito dalle mie scuse «per cosa?»
«S-sono stata insensibile. Da quando sono entrata alla Yuei parlo sempre di quello, anche quando ti telefono finisco sempre per parlare della scuola, del fatto che diventerò eroe e…e…»
«Akane» Toshiro mi mette le mani sulle spalle «va tutto bene, d’accordo?» ma… «è normale che tu sia emozionata e felice per questo. Anche io lo sarei.» oh… «Poi…beh, io non ho mai avuto una possibilità, lo sai» sorride tristemente «e ammetto, non mi aspettavo che nostro padre ti desse il permesso dopo la storia di nostro nonno Itachi.» già, nemmeno io «ma c’è una cosa che voglio chiederti.» si fa serio; i suoi occhi di colore diverso mi osservano, ed è sempre strano perché è come essere guardati da due persone diverse.
Shiro ha ereditato un occhio scuro da parte di nostro padre, come i miei insomma, ma l’altro occhio è verde come quelli di nostra nonna Sakura ed è come se il primo fosse sempre più duro rispetto a quello più chiaro. O forse sono io che mi faccio tante fantasie, ma anche ora ho come la sensazione che mi guardino due persone diverse.
«Dimmi»
«Sei davvero sicura di questa strada? Insomma, a parte Shitenno e tutto il resto, il mondo degli eroi è difficile, Akane. Non…non voglio perderti per questo» mi acciglio, poi sollevo le mani e gliele poggio sulle guance.
«Non mi perderai, Shiro! Sono sempre io, no?» sorrido e lo rassicuro, non capisco come anche a lui sia venuto in mente un pensiero del genere «Insomma, lo sai come sono fatta! Voglio aiutare gli altri, tu ci stai riuscendo con la chimica, io con il quirk! Non pensi sarebbe bellissimo se un giorno dovessimo collaborare?» si morde il labbro «non farò come Itachi Oda, davvero. Lo ripeto sempre. Io…io e te siamo fratelli, come potrei mai pensare di ferirti o lasciarti da parte? non so immaginare un futuro dove non sei con me, Shiro! È stato così fin da bambini!» bambini…lui ha comunque sette anni in più di me, eppure è così.
Toshiro è mio fratello maggiore, uno dei miei pilastri, e se ho iniziato a odiare i bulli è stato anche per come lo trattavano. L’ho visto un sacco di volte preso di mira dai suoi coetanei con i quirk, l’ho visto tornare da scuola molte volte sconsolato perché si parlava di quirk, di eroi…non ho mai potuto capirlo come ha fatto nonno Hideo, ma ho capito che Toshiro è stato il mio motore.
È anche grazie a lui che ho deciso di diventare un eroe: non potrei mai voltargli le spalle.
«Oh Akane…» mi stringe e presa alla sprovvista – dato che Toshiro non è solito essere troppo espansivo, credo abbia preso il carattere chiuso di Itachi Oda – lo ricambio; è una stretta così…così forte, è calorosa, ma non riesco ad interpretarla «quanto vorrei tornare ai giorni in cui eravamo bambini» gli sorrido e decido di godermi l’abbraccio.
«Non cambierà nulla. Anzi, le cose andranno meglio!» gli prometto.

Note dell'autrice
Salve! Eccomi qui con un ritardo giurassico, ma il lavoro non mi dà molto tempo e seppur avessi questo capitolo già pronto volevo dargli una letta veloce prima di postarlo e correggere diverse cose, anche se piccine. Allora, chi segue il manga ha riconosciuto la parte dello scontro finti eroi vs finti villain, così come le modifiche che ho fatto per farci stare Akane in mezzo. Ho deciso di non riportare tutto lo scontro perché la storia sarà PIENA, e voglio arrivare a parti molto più succose, spero che per questo il capitolo non risulti più noioso. Ho deciso anche di dare un po' di spazio alla figura di Toshiro e la famiglia di Akane, un concentrato di casino galattico che adoro descrivere e che torneranno tutti, ve lo assicuro. Come già detto, il manga all'inizio verrà seguito molto fedelmente per inserire Akane, poi inizierò a inserire più pezzetti originali e diluire gli eventi, ho in mente diverse cosette. Intanto ringrazio tutti quelli che leggono e commentano la storia, come sempre se avete critiche e consigli fatevi avanti, che io vi amo tutti. 
PS: Adoro che tanti di voi abbiano riconosciuto l'avatar, come stile, anche prima che lo nominassi. Davvero, siete tutti belli! A presto e PLUS ULTRA!
Ulvinne

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