Pensieri

di Lunasyriana
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAPITOLO 1 - UN UOMO NORMALE ***
Capitolo 2: *** Tutto in una notte ***
Capitolo 3: *** Aspettando... ***
Capitolo 4: *** Amandoti ***
Capitolo 5: *** Rinascere ***
Capitolo 6: *** IO ***
Capitolo 7: *** Perchè? ***
Capitolo 8: *** Amare ***



Capitolo 1
*** CAPITOLO 1 - UN UOMO NORMALE ***


Sono entrato in questo centro commerciale da pochi minuti. 

Mi guardo intorno e ti cerco. Avrei dovuto accompagnarti, ma come al solito ho fatto lo sciocco. Comincio a cercarti tra i vari reparti. Se ci pensassi un attimo ti troverei in pochi minuti, ma mi piace girovagare, soprattutto per il reparto di intimo. 

Guardo alcuni completini veramente audaci. Ti farebbero arrossire. Io ti salterei addosso immediatamente. Hai delle curve che mi fanno impazzire, per non parlare del profumo e della morbidezza della tua pelle. Mi sto leggermente eccitando. 

Devo smetterla. 

Riprendo a cercarti. Alzo gli occhi alla ricerca del cartello che mi serve. 

Trovato. Ancora pochi metri e ti avrò raggiunta.

Finalmente ti vedo. Sei bellissima con quel vestitino a fiori. Lascia intravedere quelle tue stupende e lunghe gambe. Mette in risalto il tuo seno florido e sodo. I tuoi capelli rosso mogano ti ricadono sulle spalle. Mi piace che li hai fatti crescere, ma anche corti come li portavi tempo fa ti rende sexy. Sono qui che ti ammiro e ti mangio con gli occhi. Non ti sei ancora accorta di me. Stai scegliendo dei vestiti. Prima uno giallo canarino, poi uno azzurro cielo. I tuoi occhi nocciola si illuminano. Sento le tue stesse emozioni. Sei sempre stata un libro aperto per me.

Sento un’aura avvicinarsi a te. La riconosco. È quella del mio amico americano: Mick Angel.

Si è avvicinato a te con un sorriso a 32 denti. Ti prende per i fianchi e ti dà un bacio sulla guancia in segno di saluto. Tu sorridi e arrossisci. Io comincio a ribollire di gelosia. Non ho mai sopportato la vostra amicizia. Lo so che da parte tua c’è solo amicizia e che lui è innamorato di Kazue, tuttavia vedervi così in confidenza… aaahhh la gelosia è proprio una brutta cosa. Sono sempre stato geloso di te, ma non lo devi sapere. Se sapessi quanti spasimanti ho dovuto allontanare. Ogni tanto la mia python ha dovuto fare gli straordinari.

Sono distolto dai miei pensieri. Stai ridendo a qualche battuta di Mick. La temperatura sale. Adesso mi faccio sentire. Quel dongiovanni si sta prendendo troppa confidenza.

Devi esserti accorta di qualcosa perchè guardi nella mia direzione e i nostri sguardi si incontrano. Mi sorridi. Anche Mick si è accorto di me. Ti saluta in modo teatrale. Sa perfettamente di scatenare la mia gelosia. Viene nella mia direzione. Mi fa un cenno di saluto e mi fa l’occhiolino complice. 

“Amico” gli rispondo facendo un cenno col capo.

Poi rivolgo di nuovo la mia attenzione a te. Mi stai aspettando trepidante. Lo capisco da come mi guardi. Cedo al tuo sguardo e mi avvicino. Con passo lento e misurato. Voglio farmi desiderare. Lo so. È infantile, ma vederti mentre ti mordi il labbro inferiore piena di desiderio mi elettrizza. Misuro ogni mio passo, sto attirando l’attenzione di alcune ragazze. Lo stallone di Shinjuku colpisce ancora. Tuttavia non mi interessano. Il mio obiettivo sei tu.

Siamo uno di fronte all’altro.

“Ciao” ti dico

“Ciao” mi rispondi

Poi mi avvicino al tuo orecchio e ti sussurro “Sono entrambi carini” ti vedo sorridere. Sei stupenda. Mi posiziono alle tue spalle e ti cingo i fianchi. Ti abbandoni contro il mio petto. Mi sento così bene.

“Se ti piacciono li prendiamo tutti e due” mi dici. Dal tuo tono capisco che sei estremamente felice. 

“Hai finito? Andiamo?” ti dico. Voglio stare da solo con te. Annuisci e ci dirigiamo verso le casse. Mi rendo conto di suscitare molta invidia tra la gente. Non solo sono irresistible, ma anche tu sei raggiante e bellissima. Stiamo pagando i nostri acquisti che la cassiera ti domanda “Quanto manca, signora?” “Circa 2 settimane” rispondi accarezzando il pancione 

“Auguri” 

“Grazie”

Mi prendi sottobraccio e usciamo. È una bellissima giornata di primavera. Il sole è caldo. Il cielo terso. Stiamo passeggiando mano nella mano per la strada. E comincio a perdermi nei ricordi... come dimenticare la notte in cui ho capitolato. Eravamo rientrati dal matrimonio di Miki e lucciolone. Eri stata così silenziosa e poi sei esplosa. Quante me ne hai dette, compreso che se mi fossi tirato indietro nuovamente te ne saresti andata per sempre. Quando, rossa come un pomodoro, mi hai confessato il tuo amore ero totalmente allibito, investito dalle tue parole e dai tuoi sentimenti. Non ci volevo ancora credere. Qualcuno poteva amarmi non solo con un’intensità sconvolgente, ma anche accettandomi per quello che ero e sono. E davanti a tutto questo, complice anche l’enorme stanchezza, ho ceduto e ti ho aperto il mio cuore. Hai saputo dissipare i miei dubbi, mi hai dato del paranoico. Avevi e hai ragione. Lo sono. Figuriamoci adesso che diventerò padre. Comunque abbiamo passato tutta la notte a parlare. Non lo avevo mai fatto. Mi ha fatto bene. E all’alba, ormai esausti ci siamo addormentati sul divano abbracciati.

Il risveglio, poi è stato… come dire… l’unione di 2 cuori e di 2 anime. Ho come l’impressione di essere diventato sdolcinato. Povero me. Eppure da quel giorno mi trovo in uno stato di felicità perenne. Ovviamente all’inizio conciliare i miei sentimenti con il lavoro non è stato facile, ma in questo sei stata fantastica. Hai creato un nuovo equilibrio nella nostra coppia che ci ha reso quasi invincibili. Beh, alla fine se non cedevo sul tuo addestramento mi avresti messo a stecchetto.

Il mio cuore ride a questi ricordi. E poi… poi è subentrato questo desiderio di famiglia, di paternità. Quasi per caso, ho cominciato a notare tutte le donne gravide. Quando te ne sei accorta mi hai schiacciato con uno dei tuoi più pesanti martelli. Non ci ero più abituato, ma poi hai capito. Ti sei stupita. Allarmata perchè tu non ci avevi pensato. Non ti sentivi pronta. Mi hai fatto penare per settimane, ma poi ti sei decisa. Hai riscoperto il tuo lato materno. E ora eccoci qui ad aspettare l’arrivo di Hideyuki. E si... è un maschietto. Potevo mai fallire con la nomea che ho nel quartiere?! Sorrido e mi guardi interrogativamente e ti dico “Pensavo” 

“A cosa?” 

“A noi” 

“Cioè?” 

“Beh, alla nostra prima volta…” 

“Sei il solito pervertito” e dalle tue mani compare un martello. Per fortuna fai fatica ad abbatterlo sulla mia testa e per cercare di calmarti ti dico “No, no, calmati Kaori. Non hai capito” 

“E allora spiegati” mi urli contro. 

Figurariamoci se te la do vinta. Ti prendo tra le braccia e ti bacio appassionatamente. Ti sento cedere. Non sei più alterata. Ormai mi sono abituato alle tue sfuriate ormonali.

“Per questa volta sei salvo” mi dici e rido.

Siamo arrivati a casa. Ti sei stancata, vero? Lo so che non me lo dirai. Ti vado a preparare un bel bagno caldo che allevia i dolori alla schiena. E poi è un’ottima scusa per stare insieme senza vestiti. La prospettiva mi eccita parecchio. Ormai mi conosci, ogni scusa è buona per fare l’amore con te. Mi guardi storto. Hai già capito. E cominci a ridere. Mi baci con passione.

“Spero che mi vorrai ancora dopo il parto” mi dici

“Ma che cosa dici? Sei bellissima e lo sarai ancora di più dopo” affermo deciso

“Sarà…”

“L’importante è che non ti passi questo aspetto da piccola ninfomane.” sghignazzo felice.

Diventi un peperone per la vergogna. 

“Non è colpa mia. Sono gli ormoni” ti giustifichi. Ti bacio. Spero che tu capisca quanto amore provi per te. Non ci riesco ad esprimerlo a parole. 

“Ti amo Ryo” mi dici 

“Ti amo Sugar” ti rispondo

E così trascorrono altre ore, altri giorni e altre settimane. 

Hideyuki è nato. Il frutto del nostro amore ci riempe le giornate.

Kaori è più luminosa che mai e beh anch’io mi sento in paradiso. Ho una famiglia. Sono finalmente un uomo normale. Il killer che è in me è ben nascosto dentro le tenebre della notte. Come un supereroe indosso la mia maschera da angelo della morte e ripulisco la città dalla feccia della società.

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Capitolo 2
*** Tutto in una notte ***


Guardo fuori dalla finestra. 

Ti guardo mentre ti allontani da casa. 

È dal matrimonio che non mi parli. 

Quando cerco di farlo mi respingi. 

Ho provato a capire. 

Ti ho perdonato. Tuttavia non è servito a niente. 

Sei il solito testone. 

Ho provato a dirti che è normale nella vita di una persona. I sentimenti che provi sono normali. Il tuo senso di colpa no. 

Per Dio sono passati almeno 10 anni. Perché non puoi perdonare te stesso e amare. Mi hai detto perfino che non meriti di essere amato. Assurdo. Anche se ti ho elencato tutte le persone che hai e abbiamo aiutato in questi anni non è bastato. Testone!

Credi di non meritare la felicità per quello che eri e che sei. Mi hai confessato di sentirti in colpa ancora per Hideyuki. Assurdo. Non lo hai ucciso tu… ecco mi viene da piangere.

No Kaori! Non posso! Devo continuare a essere forte. Dimostrare che hai torto!

Aaaah Ryo perché sei così testardo!

Ti amo così tanto e l'unica cosa che voglio è che tu sia felice. Diamine!

Mi trattengo dall'agire. Vorrei uscire di casa e raggiungerti. Forse, però, … basta!

Sto correndo a prendere la giacca e le chiavi. Sto chiudendo la porta. Anzi sbattendo. Corro a perdifiato lungo le scale. Sono in strada. Cerco la direzione da prendere. 

Perfetto. 

Corro. Corro. 

Finalmente ti ho raggiunto. Riprendo fiato. 

Stai entrando in un locale. Mi fermo sulla soglia. Non è uno qualunque. È QUEL bar.

Ryo…

Cerco di rallentare il battito del mio cuore. È così difficile. 

Sono entrata. Ti vedo al bancone. Mi dai le spalle.

Con finta disinvoltura mi siedo accanto a te. Ti vedo. Hai sollevato un sopracciglio. Il tuo sorriso ironico e butti giù il bicchiere.

- Che cosa ci fai qui? - mi chiedi con voce dura. 

Non sei molto contento di vedermi qui.

- Avevo sete - ti guardo e vedo che non ti piace la mia risposta 

- Vai a casa - mi intimi

- Non senza di te -

- Kaori, per favore. Non voglio discutere.-

- Forse dovremmo…

Mi guardi stupito. Tacitamente dal tuo sguardo capisco che chiedi un chiarimento.

- Non sono impazzita. Ma almeno smetterai di ignorarmi. Non ce la faccio più. Odio questa situazione.

- Allora vattene. Io non voglio parlare. - mi rispondi tagliente. E fai cenno al barista di servirti un altro drink.

Cavoli Ryo. L'istinto mi urla di reagire. Fuggire da questa situazione e da te. Tuttavia il mio cuore mi dice di restare a lottare.

- Vorrei Ryo. Vorrei non dover soffrire per il tuo comportamento. Ma… Vedi… io ti amo. E voglio combattere per te… per noi - arrossisco. Ma devo.

Non mi aspetto la tua reazione.

Bruscamente finisci il drink. Ti alzi. Lasci dei soldi sul bancone. Mi afferri il braccio e malamente mi trascini fuori dal locale.

- Ryo lasciami. Mi fai male - ti urlo mentre cerco di divincolarmi dalla tua stretta.

Non mi rispondi. Continui a trascinarmi. Faccio fatica a starti dietro. Sei veramente furente. Mi rendo conto che stiamo andando verso casa.

Finalmente mi lasci andare. Siamo in salotto. Mi dai le spalle. Ti sento sbuffare. Poi estrai da sotto la giacca la Python e seccamente la sbatti sul tavolo.

Vai a prendere da bere. Mi guardi. I tuoi occhi sono scuri e rabbiosi. Penso di non averli mai visti così.

Bevi. Mi inchiodi al tuo sguardo.

- Perché Kaori… perché mi ami? - mi domandi. Il tuo tono è rassegnato.

Ti sei seduto sul divano e aspetti una risposta. 

- Che cosa vuoi dire?- ti chiedo per prendere tempo.

- Hai capito… -

Sospiro. È arrivato il momento dello scontro. O meglio del chiarimento.

- È lunga… - tento di nuovo di prendere tempo

- Non ho impegni per stasera - mi rispondi beffardo 

Va bene Kaori, ce la puoi fare. Mi siedo sulla poltrona di fronte a te. Non riesco a sostenere il tuo sguardo.

Prendo un bel respiro e inizio

- Da dove cominciare… beh forse dal nostro primo incontro?!?! Te lo ricordi?-

Annuisci con la testa

- Volevo conoscere l'uomo che lavorava con mio fratello. Eri così freddo, misterioso e arrogante. Pensavo veramente che avessi costretto Hideyuki, ma poi… Poi ti ho visto con quella bambina… la tua espressione e il tuo atteggiamento sono cambiati come il giorno dalla notte. Eri bellissimo, dolce, rassicurante e ho capito che Hide era in buone mani.

Mi guardi. Stai sorseggiando un altro bicchiere di whisky. Sei imperturbabile. Nessun segno che lasci trapelare il tuo stato d'animo. Sospiro di nuovo e cerco di proseguire. Il cuore batte furiosamente.

- Ci siamo rivisti dopo 4-5 anni. Non mi hai riconosciuto. O almeno così pensavo. Eri cambiato. Probabilmente la vicinanza con Hide ti aveva fatto bene - sorrido - comunque quando mi hai salvato e mi tenevi stretta a te… beh forse quel senso di protezione e di benessere che ho sentito mi ha fatto capitolare. - 

Vorrei continuare ma i ricordi si accavallano e i momenti belli e brutti invadono come una valanga la mia testa.

- Certo non posso sorvolare su tutti i nostri incidenti, come posso dire... intimi?! Non serve sottolineare quanto fisicamente fai sognare una donna. Ma non c'è solo quello. E con gli anni me ne sono resa conto.
Sei intelligente, ironico, sagace, buono, altruista. Hai anche altrettanti difetti. Sei un pervertito numero uno, disordinato, borioso. Forse è tutta scena. Non mi importa perché ti amo per quel che sei. Lo stupendo benessere che mi trasmetti quando stiamo insieme. Il senso di sicurezza e protezione quando sono stretta tra le tue braccia. Vorrei trascorrere ogni momento con te. Quando non stiamo insieme mi sento persa e vulnerabile -

Penso di aver finito. Sono distrutta. Spaventata dalla tua prossima reazione.

Ti guardo e capisci che ho finito.

Vorrei fare o dire qualcos'altro.

- Ryo... io…- alzi una mano per bloccarmi. Ti stai alzando dal divano. Ti imito

- Ho bisogno d'aria - e ti dirigi verso la porta 

Mi sento morire. Mi stai lasciando?! No. La pistola è rimasta sul tavolo. Sento sbattere la porta del tetto. Torno a respirare. Ho voglia di piangere. Devo combattere questo sentimento. Devo andare fino in fondo.

Prendo la python. La fissò e la rigiro tra le mani. Forse ho ancora una possibilità. Velocemente ti raggiungo sul tetto.

Sei lì. Appoggiato sulla ringhiera. Stai fumando e fissi assorto la città.

Mi avvicino. Ti giri e mi interroghi con lo sguardo. 

- Kaori voglio stare solo-

- Scusa. Ti ho portato lei - e ti mostro la pistola 

- Grazie- la prendi e la rimetti nella fondina sotto la giacca 

- Sai sono invidiosa della tua pistola- ti dico senza pensare. Alzi un sopracciglio.

- Lei è sempre con te. Al tuo fianco. Gli dedichi molte attenzioni, soprattutto quando la pulisci. Sei così assorto e meticoloso. Quando la tocchi poi…. - mi mordicchio un labbro - beh vorrei essere al suo posto. Vorrei le tue mani su di me - sto diventando un peperone 

- Sciocca -

Abbozzi un sorriso. E mi dai le spalle. Mi sento sconfitta. Mi gioco l'ultima carta e poi se anche questa fallisce… beh qualcosa farò.

Ti abbraccio da dietro e appoggio la testa sulla tua schiena. Ti sento irrigidire.

- So che mi ami Ryo. Ma non capisco perché non lo accetti. -

- Kaori… è complicato-

- Hai paura? - ti domando a bruciapelo 

- Anche -

- Possiamo affrontarla insieme- sento nascere un filo di speranza 

- Quando si tratta di te, Kaori... - non riesci a finire la frase. Cosa stai cercando di dirmi?! 

- Io ho paura ogni giorno. Quando ti aspetto la notte, quando siamo in missione. Sono quasi morta quando Umi ti ha ferito alla testa oppure quando ho visto esplodere la nave di Kaibara. Ci convivo…  cerco di proteggerti, di essere coraggiosa,... se tu dovessi morire io ti seguirei. Il solo pensiero di stare senza di te mi soffoca - lo dico tutto di getto. Me la sto giocando. Il tutto per tutto.

- Non pensavo di farti soffrire così tanto… - 

Ti rilassi. Sospiri. Mi prendi le mani e girandoti verso di me le riallacci ai tuoi fianchi. Le tue mani nelle mie. La tua fronte appoggiata sulla mia. Non siamo mai stati così vicini. Il cuore sta per scoppiare. Il mio respiro si mischia con il tuo. Vorrei baciarti. 

- Sciocca - mi ripeti - cosa devo fare con te? - abbozzi un sorriso 

- Amami - ti rispondo di getto

- Lo faccio già-

- Rendimi felice. -

- Come? -

- Solo per questa notte… io e te, noi… voglio essere tua. Io voglio te. Voglio che sia tu l'unico uomo… - devo essere impazzita. Ho dato fiato al mio desiderio. Che figura! Mi sento sprofondare

- E poi? Sei sicura che dopo aver fatto un giro sullo stallone di Shinjuku non mi chiedi di più? - e scoppi a ridere volgendo la testa all'insù. 

Aaaahhhh voglio morire!

Mi sa che hai percepito la mia vergogna. Smetti di ridere e mi guardi fisso negli occhi.

- Kaori…non verrò a letto con te! Almeno non a queste condizioni. - 

Ti guardo senza capire. Mi sento così mortificata. Ho perso su tutta la linea.

- Sei sicura di volerti donare a me? Non sono uno stinco di santo. Non posso farti promesse. Non posso darti una famiglia, dei figli… insomma una vita normale -

Scuoto la testa. 

- Non voglio una vita normale… almeno non senza di te… Lo so che non sei perfetto, che hai ucciso molte persone, ma ci sei stato costretto. Non hai avuto una vita facile e normale. -

- E non credi che questo sia un bagaglio pesante da condividere? Non so come ci si comporti… e se sbaglio sarai in grado di perdonarmi?-

 

Sono senza parole. Mi stai aprendo il tuo cuore. Stai condividendo con me i tuoi pensieri. Mi alzo in punta di piedi e ti do un bacio sulla guancia. Tocca a me rassicurarti.

- Credi che io sia così fragile? Guarda che i miei martelloni sono belli pesanti… - ridiamo e tu al ricordo di quegli affari enormi ti passi una mano dietro la testa 

- E poi anch'io sbaglio… sbaglieremo insieme…  -

Basta parole. Ho una voglia terribile di baciarti. Basta adesso lo faccio.

Sto posando le mie labbra sulle tue. È stato un lunghissimo e fugace attimo. Mi sento volare. 

- Non si bacia a tradimento- 

Arrossisco. 

Mi stringi forte a te, sento i nostri cuori battere all'impazzata. Mi guardi teneramente. 

- Io e te… noi… chissà magari funziona - mi dici prima di baciarmi 

Le tue labbra piene e calde sono appoggiate sulle mie. Sento che cominci a mordicchiare il mio labbro inferiore. Inconsapevolmente ti imito. Il tuo labbro ha un sapore quasi esotico. È così sensuale. Intimo. Non me lo aspettavo così. Adesso voglio di più. Chissà come fai, ma lo hai capito. Mi metti una mano tra i capelli per avvicinarmi di più a te. Sento che la tua lingua si insinua nella mia bocca. Cominci ad intrecciarla con la mia. Sposto la mia mano tra i tuoi capelli.

Ho le sensazioni a mille. Non capisco più niente. Non so neanche da quanto ci stiamo baciando. Sono senza fiato. Le nostre bocche che si conoscono e non sono mai sazie. Le nostre mani che si perdono uno sul corpo dell'altro.

A malincuore ci stacchiamo senza fiato. Ci sorridiamo a vicenda. Euforici. 

Ricominci con piccoli baci vicino alla bocca e poi sulla guancia. Ti avvicini al mio orecchio e mi sussurri

- Voglio fare l’amore con te, Sugar -

Sono in paradiso. Sono morta e non me ne sono resa conto? Se, invece, è un sogno non svegliatemi.

- Ti voglio anch’io - ti dico di getto.

Hai assunto quell'espressione sorniona che mi fa impazzire. Hai qualcosa in mente. Mi prendi in braccio. Mi avvinghio con le gambe alla tua vita e ti metto le braccia intorno al collo. Continuiamo a baciarsi. Mi sento eccitata al massimo. Anche tu, Ryo. In tutti questi anni mi avevi sempre respinto. Hai sempre avuto un autocontrollo invidiabile.

Presa dai baci non mi sono accorta che siamo finiti nella tua camera da letto.

Mi fai scendere. Ti togli la giacca e la fondina. Siamo uno di fronte all'altro.

- Sei sicura? Poi non ti lascerò andare via tanto facilmente. Sono molto possessivo. - rimango senza fiato per le tue parole. Annuisco. Lo amo e lo voglio così tanto che il resto, il futuro non mi importa. Mi importa di adesso, del presente.

Sento la tensione del momento. Hai paura per me. Non devi. I tuoi occhi, adesso, sono un libro aperto. Ti accarezzo la guancia e sorrido. Va tutto bene. Ricambi il mio sorriso e rispondi alla mia carezza. Prendo coraggio e comincio a baciarti prima sulla guancia, poi sul collo e le mie mani toccano la tua pelle sotto la maglietta. Sento le cicatrici, ma anche una vertigine. Sono completamente ubriaca di te.

Mi stai accarezzando la schiena con le tue mani forti. Sono tutta un brivido. Mi baci ogni centimetro di pelle. Sembri non averne mai abbastanza.

Ricambio i tuoi baci, sulla bocca, sulla guancia, scendo lungo il collo. 

Ci siamo distesi a letto. Uno di fianco all'altro. Siamo rimasti in biancheria. Ammiro ogni centimetro e ogni muscolo. Sei stupendo. Ti bacio le cicatrici. Sono molte di più di quelle che avevo notato. Alcune sono decisamente vecchie. Mi accompagni nella mia curiosità. Mi baci. Le tue mani mi toccano. Sento di impazzire. Voglio di più. Mi accorgo che anche tu fai fatica a trattenerti. La tua erezione è più che evidente dentro i boxer. Fanno decisamente fatica a contenerla. 

Siamo nudi e non so come. Mi vergogno un po', ma tu mi riempi di baci. Non riesco a pensare. Ti sei spostato sopra di me. Sento la tua virilità che preme. Se da un lato mi eccita, dall'altro sono spaventata. 

Mi guardi negli occhi in cerca di conferme. Deglutisco a vuoto. Il battito del cuore che mi martella la testa. Ho paura! Fottuttissima… paura! 

- Kaori… io posso fermarmi… - mi dici continuando a guardarmi e a baciarmi 

Non so cosa rispondere. 

Chiudo gli occhi. Mi stai accarezzando.

- Kaori - mi chiami

Riapro gli occhi e ti guardo. Non mi hai mai guardato così. Leggo tutto l'amore che provi per me.

- Ryo… io ho solo tanta paura - ammetto arrossendo ancora di più 

- Se non te la senti…

- No… cioè si - sono nel pallone più completo

- Tranquilla- mi sorridi

Coraggio Kaori! Sei una donna adulta che finalmente ha la possibilità di fare l'amore con l'uomo che ama. Quando ti ricapita?!

- Scusami Ryo. Io ti voglio… solo che… - cerco di spiegarmi.

- Va tutto bene. È normale. Ti fidi di me? -

Annuisco. Mi sorridi. 

Riprendi a baciarmi.  E comincio a rilassarmi. La tua mano mi sfiora delicatamente la guancia, scende lungo il collo e si sofferma sul seno. I tuoi baci seguono la scia della mano. Mi stai baciando un seno, con la lingua mi stuzzichi il capezzolo. Sono veramente eccitata. Credo che mi verrà un infarto talmente mi batte il cuore.

Passi all'altro seno, gli dedichi le stesse attenzioni. Sento di volere di più.

Ti passo le dita tra i capelli. Ti sento sorridere.

Mi guardi e mi rivolgi quel sorriso sornione che mi fa tanto impazzire.

A che cosa stai pensando?

Poi sento le tue labbra sul mio ventre, piccoli baci intorno all'ombelico. 

Non vorrai scendere più in basso, vero?

Sto iperventilando.

E infine ti sento sospirare sul mio punto più intimo. E nonostante l'imbarazzo, la cosa mi eccita. 

Mi piegò in avanti e afferro il tuo volto e me lo porto indietro con me. Adesso sei sopra di me. La tua virilità accarezza il mio basso ventre. 

Mi perdo nel baciarti con passione.

E poi avviene l'inevitabile.

Ti stai insinuando dentro di me. Sono un pezzo di legno!!! Sento un bruciore terribile. Capisco che cerchi di distrarmi con i baci. Ci stai riuscendo. Che sensazione strana. Un misto tra il piacere assoluto e il fastidio. Ma quest'ultimo dura poco. 

Comincio a sentire tutto di te. L'istinto mi porta a seguirti in questa danza. E man mano che capisco il ritmo la cosa diventa molto eccitante e fuori di testa. 

Oh mio Dio!

Sono andata in paradiso e mi accorgo che anche tu mi hai raggiunto. 

Il mio primo orgasmo! Ho sentito anche il tuo. Pulsavi dentro di me e poi quella specie di grugnito e il successivo rilassarti.

Adesso ti sei leggermente spostato. Siamo intrecciati l'uno nell'altro. Ti accarezzo i capelli. Ti sei abbandonato sul mio seno. 

È qualcosa di incredibile e indescrivibile. La beatitudine che avverto è fantastica.

- Tutto bene? - mi chiedi 

- Magnificamente- ti rispondo 

Ti sento sorridere.

Ci baciamo ancora.

 

Quando mi sono addormentata? Non lo so. Sono ancora stretta a te. Tu dormi ancora. Riesco a vedere la sveglia sul comò. Sono le 8 del mattino. Non so che fare.

Inaspettatamente sento la tua voce.

- Buongiorno-

- Buongiorno! Non volevo svegliarti. -

- Non ti preoccupare - e mi dai un bacio.

Come lo devo interpretare? Sono confusa.

- Tranquilla Sugar! Non mi sono pentito. - mi leggi nel pensiero adesso??!!! 

- Sei sicuro??!! Io… non so neanche se sono stata.. - non mi lasci finire la frase 

- Kaori va tutto bene. - mi rispondi con un sorriso e un altro bacio

Ammetto che sono nel pallone. Cosa ti aspetti che faccia? Sono totalmente nel pallone. Tuttavia sembri cogliere questo mio turbamento.

- Kaori, rilassati -

- Come?! -

- Sei tesa… - e cominci a baciarmi sensualmente sul collo

Beh questo tuo modo di fare mi sta sciogliendo

- Brava. Così va bene -

Sento nuovamente quel turbinio di eccitazione, attesa e malizia. Comincio a rispondere ai tuoi baci sul tuo corpo nudo. I tuoi muscoli così definiti e possenti. Ti accarrezzo. Sembri apprezzare. È chiaro per entrambi che abbiamo voglia l’uno dell’altro.

Cominciamo a intrecciare maggiormente i nostri corpi e sento la tua virilità puntare il mio ventre. Sorrido. E mi guardi interrogativamente.

- Scusa. È ancora tutto così nuovo -

Adesso sorridi anche tu.

Non so come mai, ma si sta insinuando in me una certa curiosità. Lentamente allungo una mano. Ti fermi e mi guardi.

- Sono curiosa... non … - devo essere diventata multicolore

- Capisco. Tutto quello che vedi è tuo… puoi toccare e curiosare… - e sorridi malizioso

E adesso? Devo dire che accarezzare il tuo sesso mi eccita. Ricordo tutta la piacevolezza di questa notte appena trascorsa. È così grande e duro. Poi le mie attenzioni sembrano rinvigorirlo maggiormente. Decido di posare un bacio sulla punta. Ti sento gemere. So perfettamente che esiste il sesso orale. Tuttavia sono anche impaurita. Non so se avrei il coraggio di andare fino in fondo. 

Mi convinco che non ti aspetti certe cose da me, almeno non adesso. Potrei sorprenderti.

Ricomincio a baciarlo delicatamente e lo prendo con la mano. Se ho capito come funziona devo muoverlo su e giù. Emetti dei suoni gutturali di piacere.

- Sugar… mi vuoi far morire? -

- Dipende… -

Mi faccio più audace e lo prendo con la bocca. Sarà la novità, sarà sentire il tuo piacere, ma sono decisamente eccitata. È qualcosa di molto coinvolgente.

- Sugar… fermati… - mi dici a fatica

Non capisco se ti piace perchè dovrei fermarmi… poi lo capisco. Hai avuto un orgasmo. Mi hai talmente sorpreso che appena ho sentito il tuo sperma mi sono ritirata.

- Scusa io… - sono terribilmente imbarazzata

- Va tutto bene. Non mi aspettavo tanta audacia - sorridi soddisfatto - beh adesso è il mio turno non credi?! -

Ti guardo senza capire. Come vorrei essere più esperta. Non mi sento all’altezza.

Mi fai stendere supina accanto a te. Inizi a baciarmi e scendi sul collo, poi sul seno. Cominci a succhiarmi i capezzoli a turno. Mi invade un piacere enorme. Affondo le mie mani nei tuoi capelli corvini. Dopo un tempo non precisato riprendi la tua discesa. Mi stuzzichi l’ombelico con la lingua. Mi piace. Scendi ancora più giù. Mi stai baciando l’interno coscia. E ti avvicini sempre di più alla mia intimità. Questa notte avevo avuto solo un assaggio dell’intensità che potevi trasmettermi solo con un sospiro. Ed ecco che la tua bocca si insinua. 

Hai cominciato a usare la lingua. Non ci credo! E’ una vera scarica elettrica.

Non immaginavo lontanamente che il sesso potesse rivelare una tale esplosione di sensazioni. Adesso comincio a capire molte cose. Questo stato di beatitudine è rigenerante. Vorrei continuare tutto il giorno.

Continui con i tuoi baci intimi. È così eccitante. La tua lingua si muove prima lenta e poi velocemente. Mi porta verso l’apice e poi ti interrompi. Mi stai facendo impazzire. 

- Ryo ti prego… - cerco di dirti tra un respiro e l’altro. Ho il cuore che va a mille

Ti sento sorridere. Allunghi una mano verso il mio seno. Lo stuzzichi, lo accarezzi. Questo tuo gioco non fa altro che aumentare la mia eccitazione. Muovo i fianchi per assecondare il tuo movimento. Devi aver capito che sono al limite perchè prendi un certo ritmo.

Paradiso! 

- Grazie - ti dico

Ti ritiri su verso di me e mi abbracci

- Non serve ringraziare! -

Ti guardo e cerco di trasmetterti tutto l’amore che sento. Sprofondo nei tuoi occhi. Vi leggo lo stesso intenso sentimento.

Riprendiamo a baciarci. È così bello. Le carezze e i baci sono la cosa più rilassante e stupenda del mondo.

- Sei stupenda - mi dici tra un bacio e l’altro

- Ti amo - ti rispondo

Ti fermi un attimo e mi guardi negli occhi

- Ti amo anch’io Sugar -

Non ci credo ancora!

È stata la notte più bella della mia vita! La prima, spero, di una lunga serie.

Finalmente, dopo tanto tempo, mi sento viva, felice e in paradiso...

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Capitolo 3
*** Aspettando... ***


Mi sembra di avere tutto. Un contenitore, il test. Ok. Sono pronta.

È l'ennesimo che faccio, so come funziona.

Faccio la pipì nel contenitore, immergo il test, lo metto sul lavandino e attendo i fatidici 5 minuti.

Anche se lo fisso intensamente il risultato non cambierà. Negativo. Come gli altri.

È ormai passato un anno da quando ti ho detto che desideravo un figlio. Abbiamo discusso, litigato e per qualche giorno non ci siamo neanche parlati. Non che tu sia molto loquace, normalmente, ma il silenzio tra noi era decisamente pesante.

Le lacrime cominciano a scendere silenziose. Sono delusa e amareggiata. Sembro l'unica che non riesca a fare un figlio. Eppure…

Ho accennato la cosa a Kazue. Lei è stata così dolce e affettuosa nel rincuorarmi. Devo avere pazienza e rilassarmi. A volte ho paura che la mia vita da mercenaria mi abbia privato della possibilità della maternità.

Sento che stai salendo le scale. Non voglio che tu ti accorga del mio stato d'animo. Mi devo ricomporre e indossare la mia maschera. Mi sciacquo la faccia con dell'acqua fredda. Esco dal bagno e mi dirigo in camera da letto.

Mi raggiungi. Mi osservi. Ti togli gli occhiali. I tuoi occhi scuri e velati mi guardano.

"Miki, tesoro, va tutto bene?"

"Certo" ti rispondo mentendo 

"Se ne vuoi parlare…"

Sei fantastico amore mio, tenti sempre di rassicurarmi, di essere presente, ma… su questo siamo così distanti.

Ricordo quando mi dissi che la gente come noi non può avere figli, non può crearsi una famiglia, avere legami. Eppure… ci siamo sposati e cerchiamo di condurre una vita normale, nonostante il nostro passato, nonostante l'aiuto che a volte forniamo a City Hunter.

"Buonanotte" ti dico e ti do un bacio

Ricambi il mio bacio, mi accarezzi la guancia e mi stringi al tuo petto. È il tuo modo per consolarmi e amarmi.

 

Un nuovo giorno è sorto. Forse oggi andrà meglio. Devo essere fiduciosa. Prima o poi ci riuscirò. Certo vedere Kazue con quel pancione non aiuta. Ormai le mancano poche settimane. Sarà un maschietto. Stanno ancora discutendo sul nome, se americano o giapponese. Hanno poco tempo per decidere. Se capitasse a noi mi piacerebbe una bambina, chissà se il nome Sakura ti piacerebbe. O magari ti piacerebbe avere un maschietto…Akira potrebbe essere un bel nome.

Mentre penso a queste cose mi accorgo che stanno per arrivare le due furie di Shinjuku. 

Sorrido mestamente. Non mi stupirei se tra qualche tempo anche Kaori e Ryo decidessero di allargare il loro duo. Fanno ancora gli stupidi nel nascondere il loro rapporto di coppia, ma basta guardarli in faccia per capire che stanno camminando sulla nuvoletta della felicità.

Mentre io… io… sto morendo dentro… in questa attesa che sembra infinita. Non mi sento capita. Mi sento incompleta. Risucchiata dalla routine di tutti i giorni. Giorni che passano tutti uguali, rapidi e pesanti. 

Ieri era inverno, oggi è estate.

Sprofondo lentamente nella mia letargia. 

Non mi accorgo che siamo rimasti io e Ryo. Mi sta guardando curioso.

"Miki, stai bene?" mi chiede

"Certo" rispondo cercando di spolverare il mio sorriso migliore

"Sembri più stanca del solito" mi fa notare

"Non ho riposato bene stanotte" mento spudoratamente

"Com'è?! Lucciolone ti tiene sveglia?!" scherza

Rido. Vorrei rispondergli magari. Invece gli rispondo "Invidioso?"

Lui fa tanto d'occhi. Non si aspettava una risposta del genere.  

"Eh eh… sei un bel bocconcino mia cara…"

"Ma preferisci le rosse" lo provoco io

Lui ride sotto i baffi. Sa che l'ho sgamato. Fa spallucce e dice "Sarà… comunque non ti preoccupare. Arriverà… e sarai una mamma fantastica”

Lo fisso allibita. Non l’avevo ancora detto a Kaori.

Chissà come se ne sarà accorto? Oppure Falcon si sarà confidato con lui? 

Probabilmente il mio sguardo interrogativo lo porta ad aggiungere altro.

“Ho notato come guardi Kazue” mi confessa infatti.

“Capisco” gli rispondo e lo guardo mentre esce dal locale. Mi fa un cenno di saluto e sparisce dalla mia visuale.

Poco importa, il lavoro mi assorbe o almeno provo a farmi assorbire. Tutto pur di non pensarci.

Tuttavia sta diventando un pensiero fisso.

E’ giunta di nuovo sera. Ho fatto la doccia e adesso osservo il mio riflesso nello specchio. Il mio fisico asciutto e tonico sottolinea la mia piattezza addominale. Gonfio un pò la pancia e provo a immaginare… sorrido in parte… poi le lacrime cominciano a scendere.

Non credevo di riuscire a provare di nuovo quel vuoto nel cuore. Provo la stessa sensazione di malessere di quando Falcon non si presentò all'aeroporto. Mi ero ripromessa che non mi sarebbe più capitato. 

Sono patetica. Cosa pretendo? Ho superato i 30, mio marito i 40. Dove penso di andare? Non siamo più giovani… eppure Kazue e Mick ci sono riusciti.

Perchè noi no? Intorno a me tutto fiorisce e nasce… io mi sento morire e appassire.

Sono totalmente immersa nei miei pensieri che sobbalzo quando mi sento cingere i fianchi dalle tue enormi mani.

Mi fai appoggiare la schiena sul tuo petto. Mi sento protetta e lontana dal mondo.

“Prenderai freddo” mi dici

“Hai ragione. Vado a vestirmi” e mi sciolgo dal tuo abbraccio e rimetto l’accappatoio.

Sto per uscire dal bagno quando mi chiami “Miki”

“Si”
“All’inizio ero contrario lo sai, ma…

“Ma?”

Mi prendi la mano e mi attiri a te. Le tue labbra si incollano alle mie. Ricambio il tuo bacio con ardore. 

Le tue mani mi accarezzano la schiena e una scioglie il nodo dell’accappatoio. Mi prendi per i fianchi e fai aderire i nostri corpi.

Sento un brivido di piacere e staccandomi quanto basta comincio a sbottonare la tua camicia. Una volta aperta la faccio scivolare giù lungo le tue braccia muscolose e segnate dalle cicatrici di mille battaglie. Ho passato ore a baciarle e accarezzarle. Ognuna impressa nella mia mente. Continuiamo a baciarsi con passione. Le tue mani forti che si muovono lungo il mio corpo scosso dai brividi del desiderio. Armeggio con la cintura dei tuoi pantaloni e sfioro la tua possente virilità. Altro che Saeba e le sue erezioni sempre in bella mostra.

Mi afferri le natiche e lego le mie gambe alla tua vita. Mi porti in camera nostra. Mi distendi sul letto. Ti spogli anche della biancheria intima. Chiudo gli occhi per amplificare le sensazioni che presto mi farai sentire. Il letto si abbassa sotto il tuo peso. Le tue labbra mi sfiorano appena sopra il monte di Venere e risalgono verso il mio seno. Mi baci, a turno, i capezzoli e io inarco il corpo verso il tuo. 

Ti posizioni meglio tra le mie gambe e cerchi l’ingresso della mia femminilità con il tuo membro eretto. Ti sento dentro di me così possente e maschio. Quando siamo in camera da letto dimentichi tutto il tuo imbarazzo e la tua pudicizia. Sei un amante attento e generoso.

Ti seguo nelle tue spinte che mi eccitano sempre di più. Sento che siamo vicini all’apice del piacere. Ti svuoti in me mentre anch’io libero il mio piacere. Non lo so, ma questa volta mi sembra quasi diversa dalle altre. O forse voglio credere che sia la volta buona per avere il nostro bambino.

Ti sposti accanto a me e mi abbracci. Inspiri il profumo dei miei capelli.

“Ti amo Miki” mi dici. Sono così rare le tue parole d’amore. Mi emoziono sempre come la prima volta.

“Anch’io tesoro” ti rispondo con un bacio

Mi inebrio del tuo profumo maschio, così forte dopo che abbiamo fatto l’amore. Questa cosa mi provoca ancora un piccolo brivido di piacere. Poche volte ti ho chiesto di soddisfare qualche fantasia erotica, ma sei troppo pudico anche solo per prenderle seriamente in considerazione. Tuttavia stasera mi sento ispirata.

Ti accarezzo il petto e scendo verso la tua virilità momentaneamente a riposo. Comincio ad accarezzarlo delicatamente come fossi un petalo di fiore.

“Ti do fastidio?” ti domando

“No”

Continuo e mi accorgo che il piacere ti scorre ancora nelle vene. Cominciamo a baciarsi prima lentamente, assaporandoci e saggiandoci, poi la passione ci rende più esigenti.

Con un movimento del braccio mi porti a cavalcioni su di te. Le tue mani sui miei seni. La tua virilità di nuovo svettante è un invito. Ti accolgo dentro di me. Le tue mani sui miei fianchi che mi giudano verso il tuo piacere che poi diventa anche il mio.

Cerco di rallentare il più possibile il momento, ma inevitabilmente ci coglie. Sconquassandoci. Mi distendo su di te e cerco di far rallentare il battito. Mi baci sul capo. Mi abbracci.

E così credo di essermi addormentata.

 

E’ mattino. La luce filtra dalla finestra semi aperta. Mi hai coperta con il lenzuolo e tenuta stretta a te tutta la notte. Ti accorgi che mi sto svegliando. Mi accarezzi la guancia.

Ti stai per alzare e andare a fare la doccia, quella che ieri sera ti ho negato.

Mi trattengo ancora nel letto, assaporo il tepore che il tuo corpo ha lasciato. Sento il getto dell’acqua e mi alzo. Sono nuda. Entro in bagno e candidamente mi infilo nella doccia con te.

Mi rivolgi uno sguardo interrogativo. Non è una cosa che facciamo spesso. Dici sempre che il box non è grande abbastanza per entrambi. Non mi interessa se sbuffi. Voglio sentirti ancora vicino. Mi lascio bagnare dall’acqua e mi cingi la vita e mi baci sul collo. Non è da noi essere così focosi. Chissà sarà la luna piena di questa notte. Facciamo di nuovo l’amore.

Questa giornata sembra proprio iniziare per il verso giusto.

 

Eccomi di nuovo qui con un test tra le mani. Falcon mi ha costretta a comprarlo. Ho qualche giorno di ritardo. Ho paura di scoprire la verità. Mi devo fare coraggio. 

Esco dal bagno. Mi rivolgi uno sguardo interrogativo.

“Qualche minuto ancora, anche se…” ti dico

“Anche se?” mi fai eco

“Sembra che già ci siano le due linee”

“Ah”

Passano i fatidici 5 minuti. Guardo il test e le mie mani cominciano a tremare. Una risata isterica si impossessa di me. Ti guardo e non so che dire. Prendi in mano il test e la tua pelata diventa rossa come un pomodoro e cominci a evaporare.

Non ci credo neanch’io. 

Sono passate diverse settimane e ancora non ci credo. 

 

TumTumTumTumTumTumTumTumTum 

 

 

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Capitolo 4
*** Amandoti ***


Kaori, Kaori sempre Kaori. Appena ti chiama tu corri da lei

Vorrei urlartelo, ma non trovo il coraggio. Ti vedo attraversare la strada ed entrare nel palazzo di fronte. Sono mesi che va avanti questa storia. Quei due non fanno altro che litigare. Per cosa poi? Lui la ama, ma non vuole prendersi la responsabilità di vivere la loro storia alla luce del sole. Kaori allora si dispera e cerca nel MIO uomo la spalla su cui piangere. Perchè non chiama Miki? O sua sorella? Sono stufa che chiami sempre Mick. 

All’inizio sono stata comprensiva, ma adesso… ne sono veramente stufa marcia. Vorrei anch’io passare del tempo con il mio fidanzato. Tempo in cui possiamo permetterci di dimenticarci di tutto e tutti.

Devo cercare di calmarmi. Tanto facendo così non risolvo niente, se non quello di litigare con Mick e non voglio. Odio litigare con lui.

Sto cominciando a piangere per il nervoso. Non voglio. Devo calmare i nervi. 

Cerco, quasi febbrile, qualcosa da bere. Trovo una delle bottiglie di vino rosso che è rimasto dal tuo compleanno. Chissà chi te l’ha regalata? Chi se ne frega.

Comincio a versarmi un bicchiere. Ne assaggio il liquido rosso sangue. Dovrei soffermarmi ad assaporare le note aromatiche e altre cavolate. Ma non mi interessa. Devo riempire la mia disperazione. Voglio annullare la mia mente. Non pensare. Non pensare a quanto sia gelosa dell’amicizia che li lega. 

 

Devo essermi assopita sul divano. La bottiglia è vuota ai miei piedi. Mi sento gli occhi tremendamente gonfi. Ma quanto ho pianto? E soprattutto bevuto? Che mal di testa.

Mentre cerco di recuperare le mie facoltà mentali sento il rumore delle chiavi nella toppa di casa. Mi giro e ti vedo. Sei rientrato, sconsolato. Mi guardi e mi sorridi stanco. Ti passi una mano tra i capelli biondi. 

 

"Scusa darling. Ci ho messo più del previsto." mi dici

"Non mi interessa" ti rispondo fredda e alticcia.

Ti avvicini e noti la bottiglia vuota e gli occhi rossi di pianto.

"Kazue, mi dispiace."

"Non mi interessa. Sai che ti dico torna da lei." ti dico in preda alla gelosia

"Kazue… hai bevuto e non sai quello che dici"

"Vai al diavolo. So perfettamente quello che dico…".

Sono furente e, a fatica, mi metto di fronte a te, sostenendo il tuo sguardo fattosi severo. Ondeggio. Cerco di non distogliere gli occhi. Voglio dimostrare di essere più forte.

Tuttavia, forse spinta dall'alcol o forse per paura di perderti, mi getto contro il tuo petto.

Mi accogli tra le tue braccia e mi accarezzi amorevolmente la schiena.

Mi prendi in braccio e mi porti in camera da letto. Mi stai adagiando sul letto e mi dai un dolce bacio sulla fronte.

I tuoi occhi si addolciscono e mi dici amorevolmente 

"Dormi un pò. Vedrai che dopo andrà meglio"

Tuttavia non voglio. Non ho alcuna intenzione di tacere. Ho il cuore colmo di tristezza e voglio parlare. Voglio sfogare il mio dolore.

L’alcool aiuta a darmi coraggio e mi vengono in mente le parole di una canzone.

 

"Amarti m'affatica

Mi svuota dentro

Qualcosa che assomiglia

A ridere nel pianto"

 

Mick mi guarda triste con i suoi meravigliosi occhi azzurri, il senso di colpa si fa strada prepotente nella tua anima?

Non sai cosa rispondere. Effettivamente ti ho conosciuto nel tuo periodo più buio. Eppure ti sono rimasta vicino. Mi sono innamorata di te. E tu ci hai messo molto tempo prima di capire che potevi provare qualcosa per me e mettere da parte l'amore non ricambiato che provavi per Kaori.

 

Mi alzo a sedere e mi perdo nei tuoi occhi. E continuo con le mie parole, come una nenia.

 

"Amarti m'affatica

Mi dà malinconia

Che vuoi farci è la vita

È la vita, la mia"

 

Mi guardi ancora più sorpreso. Possibile che tu non capisca quanto ti amo? Inizialmente non capivo io stessa se quello che provavo per te era dovuto al mio spirito da crocerossina o dal dover rimpiazzare in qualche modo la mia cotta per Ryo. Tuttavia mi chiesi se non mi stessi sbagliando e se mi fossi realmente e sinceramente innamorata di te.

 

Con il cuore gonfio, ti vedo mentre allunghi una mano verso la mia guancia e cominci ad accarezzarla con il pollice. Devo avere gli occhi lucidi. Appoggio la mia mano sulla tua e mi lascio cullare da questo gesto. Credo di cominciare a fare le fusa come un gatto.

Mi sembra di scorgere del sollievo nel tuo sguardo. Se credi che mi stia passando… beh… probabilmente si. 

Ti siedi vicino a me e delicatamente mi dai un bacio a fior di labbra.

"Mi dispiace" mi dici

Chiudo gli occhi e sospiro. Ricambio il tuo bacio e voglio di più.

Ti metto le braccia intorno al collo e mi distendo sul letto portandoti sul mio corpo. Ti vedo sorpreso, ma poi mi assecondi. Puntelli le mani in modo da non gravarmi con il tuo peso.

Comincio a depositare piccoli baci sulle labbra, sul viso e sul collo. Voglio sedurti. Voglio mettere in chiaro che sono IO la tua donna e non lascerò a nessun’altra prendere il mio posto. Neanche alla rossa.

Ti lasci sedurre. Ti è sempre piaciuto questo lato di me. Preda e cacciatore.

 

"Kazue…" sospiri eccitato

 

"Amami ancora

Fallo dolcemente

Un anno un mese un'ora

Perdutamente

Amami ancora

Fallo dolcemente

Solo per un'ora

Perdutamente"

 

"Amore mio non devi aver paura di perdermi" mi dici tra un bacio e l’altro e poi aggiungi "Io ti amo. Sei tu la donna che voglia al mio fianco"

Sorrido. E insieme ci lasciamo trasportare dai nostri sentimenti e dalla nostra passione. Facciamo l’amore come, forse, non l’abbiamo mai fatto. Con una passione e un’intensità che mi tolgono il fiato.

 

Riapro gli occhi. Guardo la sveglia sul comodino. È quasi l’alba. Mick mi abbraccia. Dal tuo respiro capisco che sei rimasto sveglio. Devi esserti accorto del mio risveglio perchè cominci ad accarezzarmi i capelli. È qualcosa che hai sempre trovato rilassante e appagante soprattutto dopo aver fatto l'amore. 

 

"Amarti mi consola

Le notti bianche

Qualcosa che riempie

Vecchie storie fumanti

 

A cosa stai pensando amore mio? 

Ti capita mai di pensare alle donne del tuo passato?

A tutte quelle fidanzate che hai sottratto agli uomini che poi avresti assassinato? 

Era il tuo modus operandi

Ti sei mai reso conto che erano infatuazioni del momento. Magari il tutto condito da squallido sesso. Poi nient’altro. Concluso l'incarico, conclusa la storia. Hai ucciso tanti uomini, quanti i cuori spezzati alle donne conquistate con il tuo charme.

È una cosa che odio del tuo passato. Non tanto la parte degli omicidi, quanto quella strana routine che si era innescata. 

Prima di incontrare Kaori, per te era motivo di vanto. Sai di essere bello e vanitoso.

Tuttavia nessuna si è mai presa la briga di sapere chi fosse realmente Mick Angel. Nessuna si è mai preoccupata di quali fossero i tuoi sentimenti, le tue emozioni, i tuoi sogni.

La prima è stata Kaori, vero? Era forse per questo che te ne sei innamorato follemente, tanto da scambiare la tua vita con quella di Ryo? Evidentemente si, visto come si sono svolti i fatti. 

Kaori sempre Kaori.

Chissà cosa pensi di me? Dimmi, Mick, cosa rappresento per te? Sono io il tuo presente e futuro?

Ho imparato ad amarti per quello che sei. Ho accettato il tuo passato. Ho accettato anche il tuo carattere. Se ti avessi conosciuto prima dell’incidente, mi sarei lasciata incantare dal tuo sguardo ammaliante, la chioma bionda, gli occhi azzurri e profondi come l’oceano. Ti sono rimasta accanto durante tutto il periodo della riabilitazione. Ti ho accudito con dedizione e poi con amore. Quante notti ho passato a cullarti dopo una crisi. Quante volte ti ho abbracciato durante i tuoi momenti di scoramento. Le tue mani, seppure ustionate e lesionate, hanno saputo regalarmi pace e tranquillità, nonchè molti momenti di piacere.

 

Nel frattempo l’alba fa capolino all’orizzonte.

I primi timidi raggi si insinuano attraverso le persiane lasciate semi aperte. 

Mi muovo contro il tuo petto. Ti sei leggermente assopito. 

Mi giro e ti guardo. Quando dormi il tuo viso si rilassa assumendo tratti angelici. Le labbra semi aperte e piene sono un invito a baciarti, la contemplazione dei muscoli scolpiti del petto e dell’addome mi provocano brividi di piacere. Prendo una delle tue mani nella mia. 

Un leggero rossore compare sulle mie gote al pensiero delle nostre lunghe notti amorose, fatte di passione ed erotismo.

 

Amarti mi consola

Mi dà allegria

Che vuoi farci è la vita

È la vita, la mia

 

Se ripenso a qualche anno fa... al mio fidanzato morto…

Quanto tempo ho passato a meditare la mia vendetta. Grazie a Saeba l’ho ottenuta, ma per contro mi sono invaghita di lui. Già all’epoca era evidente come non avessi alcuna possibilità con lui. Lui amava Kaori e lei amava Saeba. Non volevo fare da terzo incomodo. 

E poi ho conosciuto te, amore mio. La luce in fondo al tunnel della mia solitudine. 

Anche se… l’ombra di Kaori mi segue ancora. Ho passato notti insonni a chiedermi se i tuoi sentimenti, Mick, fossero sinceri. 

Sono patetica. 

Quante volte mi hai dimostrato che mi ami? Tante. Troppe. Eppure non riesco a fare a meno di essere gelosa. Non riesco a fare a meno di provare rabbia.

Sono così persa nei miei pensieri che non mi accorgo che ti sei completamente svegliato. Mi regali piccoli baci sul volto. E con sapienti movimenti sei sopra di me. Occhi negli occhi. 

 

Amami ancora

Fallo dolcemente

Solo per un'ora

Perdutamente

Amandoti

La vita, la mia

Amami ancora

Fallo dolcemente

Un anno un mese un'ora

Perdutamente


Continui a depositare una scia di baci lungo il collo, le spalle e ti dedichi al mio seno. Sai come eccitarmi. Sento un brivido di piacere scendere lungo tutto il corpo. Intreccio le mani tra i tuoi capelli biondi. 

Con estrema lentezza mi provochi gemiti e profondi sospiri di piacere. Sento la tua erezione contro la mia gamba. Sorrido. Mi fa sentire “donna” causarti questo genere di reazione. Mi baci i capezzoli. Perdo la concezione di spazio e tempo. 

Quanto mi ami? Dovrei capirlo da quanto passione mi stai trasmettendo.

In questi momenti le parole sono superflue. 

Cosa stai facendo? Non ti allontanare da me. 

Sei sceso verso il mio ventre e ti stai insinuando tra le mie gambe. Sento la tua lingua nella mia intimità. Quanto piacere sai darmi? Questi momenti di totale generosità mi fanno sentire totalmente appagata e amata. Sei un amante perfetto. Vorrei ricambiare, ma non sei di questo avviso. Sei troppo eccitato per aspettare. 

Mi rivolgi un sorriso sornione prima di baciarmi e di insinuarti dentro di me. 

Possente e vigoroso.

Siamo occhi negli occhi, eccitati, e vogliosi di unirsi. 

“Ti amo” mi dici

Una piccola lacrima scese lungo la mia guancia. 

“Perdonami. Non devo più dubitare del tuo amore” ti dico

Mi sorridi e mi baci con ancora più passione mentre ci doniamo anima e corpo.

 

Amami ancora

Fallo dolcemente

Solo per un'ora

Perdutamente

Amandoti

È la vita, la mia

Amandoti

È la vita, la mia

Amandoti

È la vita, la mia

Amandoti

È la vita, la mia

 

Stravolti dalla passione, tento di rallentare il battito del mio cuore. 

Avevo bisogno di conferme e tu me le hai date. Siamo due anime ferite dalla vita che insieme hanno riscoperto la gioia di vivere e costruire un futuro radioso e pieno di speranze.



 

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Capitolo 5
*** Rinascere ***


Il dolore di una donna per la perdita dell'uomo amato. La forza di elaborare un lutto e affrontare un nuovo domani.
 

"Se vuoi andartene, devi andartene.
Si tratta della tua vita e devi viverla nel modo che vuoi.

Murakami Haruki, L'uccello che girava le viti del mondo



 

31 marzo 1987

Perchè, perchè mi hai lasciato? Non dovevi morire. Non adesso che io…che io ho capito cosa provo per te.

Sono arrabbiata con te. Mi hai lasciato da sola. E adesso che cosa ne sarà di me? 

Sono qui inginocchiata sulla tua lapide a piangere come una bambina. Non mi sono neanche accorta che piove a dirotto. Sono sola. Eri la mia spalla. Il mio punto di riferimento. Quando hai lasciato la polizia ho provato un senso di vuoto. La tua scrivania è rimasta vuota per mesi. Ho rinunciato ad avere un altro partner. Volevo solo te e, l’ho capito troppo tardi.

Ho visto tua sorella. Non ho avuto il coraggio di parlarle. Se ne andata. Ryo era con lei. Deve essere molto coraggiosa. Non ha versato una lacrima al contrario di me. 

Mi hai lasciata sola Hide. Ti sei fatto ammazzare e io non ho potuto vendicarti. 

Sono rimasta ligia alle regole. Quelle stupide regole che mi hanno impedito di amarti. 

Perchè Hide? Sono sola. Completamente sola. Io ti volevo bene. Volevo innamorarmi di te. Sei stato la mia roccia durante l’accademia. Il mio primo partner nel lavoro. Il mio migliore amico. 

E adesso… adesso sono sola. 

Perchè non mi ti ho detto quello che provavo? Perchè mi sono lasciata infatuare da Ryo? E’ tutta colpa vostra… 

No, la verità è che la colpa è tutta mia. Sono stata indecisa. Volevo entrambi e adesso non ho nessuno dei due. 

Come farò a rialzarmi? Come farò ad affrontare le mie giornate? Rispondimi! 


31 marzo 1988

Ciao Hide. E’ passato un anno e il tempo sta alleviando parte del mio dolore. Il dolore di averti perso senza aver provato a essere felice con te.

Ho conosciuto tua sorella. E’ diventata l’assistente di Ryo. Lo immaginavi vero? Credo che lei sia innamorata di quello zuccone. E credo che anche Ryo nutra qualcosa di forte per lei. Dimmi tesoro tu lo sapevi? Per questo le l’hai affidata? 

Con diverse scuse ho ripreso a frequentare casa Saeba. Mi era mancato quel suo lato demenziale. Mi fa ridere e mi sento meglio. Ho provato a capire i miei sentimenti. Rimango legata a te. Vorrei andare oltre, ma non ci riesco. Nessuno mi sembra alla tua altezza. Incontro solo uomini banali, egocentrici e troppo sicuri di se in quel modo così narcisistico. Non li sopporto proprio. Tu eri diverso. Avevi quell’umorismo inglese che mi lasciava sempre disarmata. Avevi un animo delicato e deciso. Un uomo riflessivo e dolce. Sono stata proprio un’idiota a perdere tempo a scegliere. Eri solo tu l’uomo giusto per me.

31 marzo 1989

Un altro anno è passato. Uguale all’altro. Tra alti e bassi. Tra casi facili e difficili; per quest’ultimi mi aiuta Ryo. Kaori sta diventando una bellissima ragazza. E’ forte e coraggiosa. Saresti stato orgoglioso di lei. Riesce a tenere testa a quel fannullone. Ha una tenacia e una grinta che le invidio alcune volte. Se sapesse come invidio la sua voglia di reagire alle avversità… lei mi considera una rivale. Non ha ancora capito che lui è cotto e il nostro gioco delle bottarelle è appunto un gioco. Un gioco che ci permettiamo per dimostrarci che siamo vivi ed è un falso pretesto per costringermi ad andare avanti. Ryo l’ha capito. Mi sento ancora legata a te. 

Ogni tanto cerco di far capire a quello zuccone che non deve farsi prendere dalle paure e accettare i suoi sentimenti per Kaori. Ma lo conosci, stare serio per 5 minuti è un’impresa titanica. 

 

31 marzo 1990

Hide mi sento sola. Mi manchi. Oggi piove come quel giorno in cui ti ho detto addio. Oggi non ho niente da dirti. Sto fallendo la mia vita. Non riesco ad andare avanti. Non voglio. Voglio averti accanto. Sono arrabbiata come quel giorno. Vorrei urlare. 

Stasera Miki ha organizzato una festa di compleanno per Kaori. Sarebbe una bella idea se non fosse anche il giorno della tua morte. Mi fa ridere questa cosa. Oggi festeggiamo la vita e la morte. Tua sorella non era molto entusiasta, ma non voleva deluderla. E’ sempre così generosa e benevola,  trova sempre il buono in ognuno di noi. E’ così speciale che è riuscita a riunirci in una strana famiglia. In situazioni normali, la metà sarebbe in galera e l’altra al cimitero. Tuttavia tua sorella ha una carica positiva che coinvolge tutti. A volte è puro balsamo per le nostre anime perdute e ferite.

 

31 marzo 1991

Ciao tesoro. Quest’anno è stato difficile. Ho incontrato un uomo, un poliziotto, che fisicamente ti assomiglia. Appena l’ho visto, ho pensato fossi tu e invece… Kaori ha capito subito che non eri tu. Era un agente venuto per arrestare Ryo. Come sempre alla fine abbiamo salvato capre e cavoli.

Per un momento il mio cuore ha ripreso a battere. È un uomo interessante, ma non è  te. Nessuno sarà come te. Nessuno riuscirà a colmare il vuoto che mi hai lasciato.

Tua sorella continua a essere fantastica. Ryo è sempre più innamorato di lei, ma non vuole esporsi. Ha paura. Lo capisco. Ma spero vivamente che non faccia il mio stesso errore. Non deve vivere nel rimpianto come sto facendo io.

 

31 marzo 1992

Eccomi di nuovo al nostro appuntamento fisso. Un altro anno, un’altra primavera. Mi sento inquieta. Il mio sesto senso mi dice che sta arrivando una tempesta. Non so quando arriverà e chi colpirà. Sento quella strana inquietudine come quella sera di 5 anni fa. Cinque anni senza di te. Spero di non dover dire addio a qualcun altro, non lo sopporterei. Basta morte, basta dolore. 

Mio padre e Reika cercano di farmi conoscere degli uomini. Non ne posso più. Non hanno capito niente. Lo so. Lo fanno per me. Ma non sono interessata. Rimarrò sola. Comincio a farmene una ragione.

 

31 marzo 1993

La tempesta è arrivata amore mio. Ci stiamo preparando. Kaori ha chiesto alla nostra famiglia di aiutarla. Il suo amore per Ryo è enorme. Ha tenuto testa al sicario venuto per ucciderlo. Ha preso le armi e lo ha sfidato. E’ arrivata anche una donna dal passato di Ryo. Ha cercato di mettere zizzania tra lui e Kaori. Ma tua sorella ha accettato una parte della verità e del passato di Ryo. E’ davvero coraggiosa. Sta affrontando tutto a testa alta.

Ryo dice che dopo il fallimento di Mick qualcun altro arriverà. Mi ha parlato di suo padre. Ho le mani legate. L’unica cosa che posso fare è fornirgli più informazioni ufficiali e ufficiose che posso; anche se la voglia di agire in prima persona è molto forte.

 

31 marzo 1994

Che anno Hideyuki! Abbiamo eliminato la Union Teope. Ha ucciso suo padre. E’ stato un miracolo se ne sono usciti vivi. Kaori è rimasta sempre al suo fianco, anzi sembra che sia stata determinante. 

Adesso ci stiamo preparando per il matrimonio di Miki e Falcon. Lei è riuscita a convincerlo. Chissà che i prossimi non siano propri i nostri amici. Si amano alla follia quei due e sembra che finalmente Ryo si sia deciso ad affrontare i suoi sentimenti. Continua a fare lo sciocco. Ma ho capito il suo gioco, un pò infantile, ma cosa ci vuoi fare è fatto così.

Sento una strana sensazione di libertà e leggerezza. E’ passato così tanto tempo dall’ultima volta in cui mi sono sentita così.

Che mi senta pronta per riprendere in mano la mia vita? Sono pronta a innamorarmi? Vorrei che mi rispondessi ogni tanto. 

Una folata di vento mi scompiglia i capelli. E’ la tua benedizione? 

 

31 marzo 19xx

Scusami amore mio non sono più venuta a trovarti quanto spesso come avrei voluto. Dovresti essere arrabbiato con me. Lo capirei. Ma forse ho il modo di farmi perdonare.

Sai sono successe molte cose dall’ultima volta. Miki e Falcon si sono sposati in un luogo bellissimo. Purtroppo abbiamo avuto a che fare con l’attacco di un commando che, manco a dirlo, è stato sgominato dallo sposo e da Ryo. Avendo preso in ostaggio Kaori era quasi scontato. Non trovi? Secondo me è successo qualcosa che ha spinto finalmente Ryo, perchè quando ci hanno raggiunti alla chiesa camminavano mano nella mano. Inutile dirti che ho dovuto creare un’identità al nostro amico. Ha reso tua sorella una donna onesta e una dolce mamma. Lui ha finito con i bollenti spiriti o almeno sono rivolti palesamente a Kaori. Sai hanno chiamato il loro primogenito Hideyuki e presto arriverà Shan-in. Sono emozionata, perchè hanno scelto me come madrina. 

Chissà se lo avrai notato, ma… ecco… anch’io ho trovato qualcuno con cui condividere la mia casa. Sai non mi sarei mai aspettata un tale epilogo visto che quando ci siamo conosciuti era proprio lontano da me. Poi conoscendolo meglio è quell’unione caratteriale e fisica di te e Ryo. Peccato che all'inizio fosse impegnato, quindi non ci ho proprio messo pensiero, poi le cose non sono andate come dovevano. Pian piano un pò per gioco, in fondo è Ryo in versione americana, un pò seriamente abbiamo scoperto che potevamo riaprire le porte dei nostri cuori. Mick è un uomo fantastico, passionale e attento a tutte le mie esigenze e poi, cosa non da poco, capisce il mio lavoro. Quanto conti per me. Lui riesce a capire i miei stati d’animo con uno sguardo. Mi capisce come riuscivi a fare tu. Sai per qualche tempo ho provato un senso di colpa nei tuoi confronti. Non era giusto tornare ad amare, ma poi ho capito che dovevo lasciarti andare. Dovevo elaborare il mio lutto. 

In questo Mick è stato paziente e comprensivo. In fondo anche lui elaborava l’abbandono di Kazue. Lei ha preferito una vita più tranquilla a quella di Shinjuku.

Sai, ormai i ciliegi sono quasi tutti in fiori. E’ uno spettacolo magnifico. Erano anni che non mi godevo la loro bellezza. Vorrei averla potuta godere con te tutta questa vita. Avrei voluto pianificare il nostro futuro insieme. Avrei voluto comprare la casa dei nostri sogni. Avrei voluto arredare la camera dei bambini. 

Perdonami Hide. 

Ti amerò per sempre, ma sento il bisogno di andare avanti.

Arrivederci amore mio. 

Tornerò. Torneremo.

A malincuore mi lascio la tua tomba alle spalle. 

All’uscita vedo Mick che mi aspetta appoggiato al cofano della macchina. Sta fumando. Lo fa sempre quando è preoccupato. Ignorare quello che sto provando in questo momento lo rende vulnerabile. Rasenta quasi un maniaco del controllo. Gli vado incontro sorridendo.

Il vento continua a farmi svolazzare qua e la i capelli e una ciocca mi colpisce un occhio. Comincio un pò a lacrimare e mentre mi giro un attimo per riprendere in mano la situazione alzo lo sguardo e ti vedo seduto sulla tua lapide che mi guardi. Stai sorridendo sereno. Mi fai un saluto con la mano e vedo le tue labbra muoversi. Un colpo di vento e alle mie orecchie sento queste parole: ti amerò per sempre mia dolce Saeko. Sii felice.



 

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Capitolo 6
*** IO ***


Beep, beeo, beep, beep…

Il suono dell’elettrocardiogramma rimbomba nella mia testa con lo stesso ritmo del tuo battito cardiaco.

Stai dormendo tranquilla, come se niente fosse. Come se non ti avessero sparato in mezzo al petto solo alcune ore fa.

Sto aspettando il tuo risveglio. 

Sto aspettando di sentire il tuo calore invadere queste mie membra stanche. 

E aspetto…

 

Sono seduto sull’unica sedia della stanza, una bottiglia di birra gentilmente offerta dal vecchiaccio. Purtroppo aveva solo whisky scadente. E adesso avrei proprio voglia del mio preferito. 

Guardo fisso davanti a me. Normalmente avrei potuto ammirare il bel giardino giapponese illuminato, ma ormai… ormai i colori si sono spenti, i contorni sbiaditi. 

Riesco ancora a centrare un bersaglio, ma con un bazooka solo un cieco non ci riuscirebbe… ah, giusto Io lo sto diventando completamente. Un altro scherzo di questo strano destino.

Ancora non si nota la cecità, ho acuito gli altri sensi, tuttavia… 

Tuttavia, non mi sono accorto del pericolo e la mia dolce MIki è stata colpita. 

Ho abbassato la guardia nell’unico giorno in cui volevo essere normale, volevo regalare a questa stupenda donna il suo giorno più bello.

 
  • sospiro -

 

Beep, beep, beep, beep, …

Questo suono comincia veramente a innervosirmi.

MI ricorda troppo situazioni passate. 

Il caldo soffocante della giungla sudamericana o il deserto africano. 

Odore di sudore, polvere da sparo e sangue.

Spesso a questo suono maledetto ne seguiva uno più assordante e continuo… beeeeepppp

Spesso quei battiti si spegnevano sotto le mie dita insanguinate. 

Spesso sono stato io a porvi fine.

L’unico tra i molti. L’unico a portare la pelle sempre a casa.

 

Miki svegliati! Ho bisogno di te e del tuo calore. Lo sai nel buio della notte ritorno indietro e cado nel mio inferno personale. 

Rivivo i massacri, i bombardamenti e le notti appostato in attesa del primo raggio di sole.

IO unico sopravvissuto, a volte non proprio. 

Credevo di essere più forte e impassibile. 

Da giovane lo sono stato sicuramente, ma adesso… adesso sto invecchiando. 

Ho ceduto al lavoro al bar, ho ceduto al matrimonio, ma soprattutto siamo sicuri che IO abbia veramente ceduto?

In fondo riuscire a vivere con una persona vicino per un tipaccio come me è come vincere alla lotteria. 

Si cara Miki, con te, ho proprio vinto alla lotteria. 

Sorrido a come ti sia impuntata per diventare la mia compagna. Sfidare il più grande donnaiolo del Giappone e uscirne, seppur con l’inganno, vincitrice. 

Vedi Miki, se penso a te sto già meglio. Non ripenso al Sud America.

 

Beep, beep, beep, beep…

Sud america e Ryo Saeba.

Chi l’avrebbe mai detto. Dopo tutti gli anni in cerca del carnefice della mia unità meditando vendetta, alla fine era anche lui era una vittima. 

Incredibilmente siamo una famiglia, senza la dolce Kaori si saremmo uccisi.

Kaori… che strana ragazza, forte e delicata come un fiore di ciliegio. Quell’ardore che emana quando si impunta con Ryo è lo stesso che sento in te, amore mio. Hai una passione e una determinazione degne per essere la mia compagna.

Vent’anni fa non volevo capirlo, pensavo ad un’infatuazione, uno scherzo del destino. Come poteva una ragazzina di 14 anni essere innamorata di un uomo fatto e finito come me. Un uomo rude, un assassino, un bestione che dell’amore non ne ha mai saputo abbastanza. 

E tu mia dolce Miki? 

Dopo la nostra separazione che cosa hai fatto? 

Perchè non ti ho mai chiesto nulla? Per paura e per non affrontare il tuo dolore. Hai continuato a fare la mercenaria e a cercarmi. Tuttavia ti sono sempre sfuggito, a volte volutamente, a volte casualmente.

Sei stata caparbia, mi hai trovato.

 

Beep, bee, beep, beep…

Questo suono infernale sta lentamente accelerando. Segno che ti stai svegliando. Ho ancora poco tempo per tornare dal mio inferno personale. Quel qualcosa con cui fare i conti ogni volta che il tuo caldo sorriso si spegne.

Solo il silenzio e questa macchina infernale mi ricordano che siamo vivi. 

Non mi hai permesso di morire dentro. 

Non mi hai permesso di rinnegare me stesso. 

Mi accetti così, anche adesso che mi sento inutile. 

Grande, grosso e cieco. 

Come puoi volere tutto questo? 

Come puoi accettare la vita che di normale ha solo l’apparenza? 

A volte non ti capisco mia dolce MIki. 

A volte non capisco neanche me stesso. 

Vivo e muoio ogni giorno.

Aspetto qualche richiesta di Ryo, quasi con morbosità, altre volte ho paura di quei momenti. E se fallissi come oggi? 

Se dovessi morire, Miki, tu cosa faresti? 

Mi seguiresti nella morte come hai promesso anni fa? Non posso permettertelo.

 

Beep, beep, beep, beep,...

 
  • sospiro -
 

Sento il tuo sguardo. 

Mi volto nella tua direzione e mi avvicino. 

Allunghi una mano per toccarmi. 

Mi chino verso di te. 

La tua piccola mano mi accarezza la guancia. 

Sento il tuo calore invadere tutto il  mio essere. 

Ti sento sorridere.

“Ti amo Falcon” mi dici con voce affannata. 

Arrossisco come un adolescente. 

Vinco la mia timidezza e appoggio le mie labbra alle tue. 

Poi con tutta la delicatezza di cui sono capace mi sistemo sul letto e ti avvolgo tra le mie braccia. 

Ti accoccoli sul mio petto e di nuovo sento quel beep farsi più lento. 

Ti sei addormentata. 

Averti tra le mie braccia mi fa sentire protetto. 

IO che ho sempre difeso. 

E adesso posso concedermi di farmi cullare da questo suono: tum, tum, tum… 

E’ il suono del tuo cuore che batte per me.

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Capitolo 7
*** Perchè? ***


Perchè? 

Perchè?

Perchè questo dolore che attraversa tutto il corpo?

Perchè doveva succedere a me?

Perchè sento che la mia vita è finita?

Questo dolore è così forte, così distruttivo. 

Le mie mani… le mie braccia, tutto il mio corpo non risponde, non si muove e fa un male cane. 

Perchè proprio a me?

 

Devo essere svenuto dal dolore o da qualche calmante del vecchio.

Sento montare una rabbia potente. Sento che potrei spaccare tutto quello che mi capita a tiro. 

Voglio spaccare tutto. 

Voglio radere tutto al suolo.

Perchè proprio a me? 

Io, lo sweeper numero uno degli States, non posso rimanere menomato. Non io. Qualcun altro sicuramente, ma non io.

 

Che ne sarà di me?

Sento dei passi e avverto la presenza della dottoressa che mi fa da infermiera. 

La odio. Mi guarda con pietà.

Perchè mi guarda così? 

Sa qualcosa più di me?

Le faccio così pena che non può sostenere il mio sguardo? 

E pensare che fino a qualche settimana fa le donne sbavavano per me. 

Adesso come sarà la mia vita? 

Non guardarmi così. 

Lo odio.

La rabbia ricomincia a montare. Il dolore agli arti pure. La testa mi pulsa terribilmente.

“Vattene” le ringhio. Non voglio la sua pietà. Non voglio vedere quello sguardo.

Lei si blocca un momento e poi va a controllare i vari monitor, come se nulla fosse. Eppure la vedo tremare leggermente. 

“Vattene via... SUBITO!!!” sibilo con tutta la rabbia e il veleno che posso.

La vedo sobbalzare, ma non si sposta di un millimetro dal suo posto. La odio. Mi fa sentire ancora più debole. Odio questa sensazione di impotenza. Odio sentirmi così... 

Cerco di alzarmi facendo leva sulle braccia ed è in questo momento che il mio handicap è più palese che mai. Il mio corpo non risponde ai comandi.

Rabbia, frustrazione e dolore mi riempiono la testa. 

Sto impazzendo. 

Comincio a piangere come un bambino. Questo non sono io. Io sono un uomo tutto d’un pezzo, non posso frignare come un lattante. Non posso e non voglio. E allora perchè queste lacrime continuano a uscirmi dagli occhi?

Kazue si avvicina e mi abbraccia portando la mia testa sul suo petto. Sento il suo cuore battere. E’ più lento del mio che va a mille. 

Mi concentro su questo ritmo. Non so quanto tempo sia passato, ma sento scemare la rabbia e anche il dolore. Per un attimo vorrei ricambiare il suo abbraccio. Mi sento così disperato e solo.

La bella dottoressa mi legge nel pensiero. Prende le mie braccia bruciate e se le avvolge intorno alla vita. Mi sento bene. Che strana sensazione. Eppure vorrei mandarla via. 

Non voglio la sua pietà.

 

E’ stato un bel sogno. 

Non lasciarmi Kazue. 

Ho bisogno di te.

Non c’è più nessuno intorno a me.

Sono solo.

Perchè il destino mi ha ridotto così?

 

Non so quanti giorni siano passati. Ormai sono tutti uguali. Non vedo nè Ryo nè Kaori.

Non ho bisogno di capire il perchè. Neanch’io mi verrei a fare visita. Spero solo non siano divorati dai sensi di colpa. Io ho accettato di mettermi in affari con quel demonio. Sapevo a che cosa sarei andato incontro. Più o meno…

Adesso potevo essere in riva all’oceano oppure sottoterra. Fa parte del gioco. O almeno faceva…

Invece...

Mai avrei immaginato di trovare e provare l’amore vero. 

Ma possibile che tra tutte le donne del pianeta proprio quella del mio miglior amico?!

Mi sento preso in giro dal destino. 

Perchè proprio a me?

 

Doc mi ha detto che sono ancora sotto gli effetti della polvere degli angeli. Certo è che il mio fisico sta resistendo, ma le mie mani non stanno guarendo. Sta facendo delle ricerche per recuperare i miei nervi ustionati, ma non nutro molte speranze. Ogni giorno che passa prendo consapevolezza di questa menomazione.

 

Kazue ormai è la mia infermiera personale. 

Non ci sono stati altri momenti intimi e imbarazzanti o almeno credo. Anche la memoria ogni tanto mi gioca brutti scherzi. E’ una bella donna. Mi piacciono i suoi lineamenti orientali. Anche se continua a guardarmi con pietà, adesso comincio ad accettarlo. Mi sto rassegnando. Tuttavia a volte mi sembra che il suo sguardo cambi. Si fa più dolce. Mah… forse sto proprio andando in malora.

 

Stanotte è stata davvero brutta. 

Ricordo solo dei forti dolori, la testa pulsare, la rabbia cieca e poi l’oblio. Non so nemmeno se il vecchio e Kazue mi abbiano dato qualcosa. Ricordo solo il buio e l’inferno. Sentivo le fiamme ardermi dalla testa ai piedi. 

Perchè non sono morto su quel maledetto aereo? O affondato con la nave? Non voglio vivere così. Dovrei trovare il coraggio di porre fine a questa miserabile vita.

Perchè proprio a me?

Sono così patetico che non sono neanche in grado di suicidarmi. Non riuscirei neanche a premere il grilletto della mia pistola.

Sono diventato l’uomo che mai avrei voluto essere: patetico e insignificante.

 

Un nuovo giorno è sorto. 

Guardo fuori dalla finestra della mia stanza-prigione. Sono stufo di questa situazione. 

Adesso basta. 

Raccolgo tutte le mie forze e mi metto in piedi. 

Mi gira un pò la testa. 

Mi sento debole. 

Odio questa sensazione. Odio sentirmi debole. 

Le gambe sono rigide. Faccio un’enorme fatica ad arrivare alla porta. Mi appoggio al muro. O meglio mi abbatto pesantemente su di esso.

Adesso arriva la parte più difficile. Afferrare questa maledetta maniglia.

Provo una volta, una seconda e una terza ad alzare il braccio. 

Niente. 

Maledizione. 

Provo con l’altro. Niente ancora. Sento la frustrazione e la rabbia impadronirsi di me. 

Questo senso di impotenza è difficile da sopportare e accettare. 

Mi monta la rabbia. Vorrei tirare un pugno a questa maledetta porta. 

Sto cadendo per terra. Mi manca il respiro. Mi sento un ammasso informe di dolore.

Quanto tempo è passato? Non lo so. 

Ricomincio a respirare. Alzo la testa e rimango sorpreso.

Come diavolo è successo? So soltanto che in qualche modo questa stramaledetta porta si è aperta.

La forza della disperazione? Forse…Boh… non mi frega. 

L’importante è essere uscito da questa stanza. Certo sono lungo disteso, ma sono uscito. 

In qualche modo riesco a mettermi carponi e a stare in piedi. 

Mi guardo attorno e sono solo. Almeno non ho dato spettacolo. La mia già attuale scarsa autostima ne avrebbe risentito ancora di più.

Le gambe hanno cominciato a obbedire meglio. La fisioterapia forzata di Kazue a qualcosa è servita; chissà magari anche le mie mani potrebbero tornare normali. Mi sto illudendo lo so, ma la speranza è l’ultima a morire.

Ho raggiunto il giardino senza altri ostacoli. 

Sono stremato, ma contento. Erano settimane, mesi che non mi sentivo così vivo.

Mi sono seduto su una panchina e ammiro questo giardino in classico stile giapponese. 

Sarebbe meglio essere in riva all’oceano a Malibù circondato da belle ragazze smaniose di farsi sedurre da me. Mi tocca accontentarmi.

  • sospiro -

Come vorrei una sigaretta. Assaporare il sapore della nicotina e quel senso di liberazione che accompagna ogni boccata. Vorrei tante cose in questo momento. Così come una bella bionda ghiacciata.

Pazienza mi rifarò la prossima volta.

  • sospiro -

 

Che pace e che silenzio. 

Rilasso i muscoli e i nervi. Non è ancora iniziata la giornata e sono già così stanco. 

Chiudo gli occhi.

Sento una presenza accanto a me. La riconosco. E’ Kazue. Se vuole sgridarmi e riportarmi in camera avrà vita facile. Sono distrutto. 

E invece… si siede silenziosa accanto a me. Appoggia la testa sulla mia spalla. Una nuova sensazione di benessere si insinua nelle mie membra provate.

Va bene così non voglio discutere. 

Non voglio ricordare all’infinito il mio stato.

Non voglio ripiombare in quell’inferno di dolore e rabbia.

Voglio godermi questo attimo di libertà e di vita. 

Poi del dopo e del domani ci penserò. 

Adesso no.

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Capitolo 8
*** Amare ***


E' una poesia scritta da Omar Falworth. La prima volta che l'ho sentita è stata il giorno del mio matrimonio. E'l'unico ricordo nitido di quel giorno... ero talmente emozionata da non capire niente. Non riuscivo neanche a dire il mio nome...Buona lettura

Amare una persona è…

Amare una persona è…

Averla senza possederla.

 

Chissà se ti sei mai accorta di questo? 

 

Dare il meglio di sé

Senza pensare di ricevere.

 

Ed è questo che fai tutti i giorni per me.

 

Voler stare spesso con lei,

Ma senza essere mossi dal bisogno

Di alleviare la propria solitudine.

 

Hai idea di tutte le volte che mi sono costretto ad uscire per allontanarmi da te. Se fossi rimasto ti avrei amata per tutte queste notti già da anni.

 

Temere di perderla,

Ma senza essere gelosi.

 

Fosse realmente la gelosia il problema… 

È il mondo che ci circonda che rischia di portarmi via da me.

Un mondo dove non posso sbagliare. 

Un mondo che combatto tutti i giorni.

 

Aver bisogno di lei,

Ma senza dipendere.

 

Ho provato a non dipendere da te, con scarsi risultati.

Io dipendo completamente da te. Sei il sole che illumina la mia anima perduta.

 

Aiutarla, ma senza aspettarsi gratitudine.

 

Forse questa è la parte più facile. Per un momento sono il principe azzurro che salva la principessa dall’orco cattivo. Proprio come nelle favole.

 

Essere legati a lei,

Pur essendo liberi.

 

Mi lasci una libertà che non mi merito. Io sono legato a te anche se faccio fatica ad ammetterlo. 

Non voglio la libertà, voglio te.

 

Essere un tutt’uno con lei,

Pur essendo se stessi.

 

Almeno il mio cuore è già completamente tuo. Così come la mia anima. Non sono più me stesso da tempo ormai, ma non mi pento.

 

Ma per riuscire in tutto ciò,

La cosa più importante da fare è…

Accettarla così com’è,

Senza pretendere che sia come si vorrebbe.

 

Lo faccio già. Accetto ogni tua sfumatura. E se fossi diversa non mi piaceresti. 

È proprio nella tua diversità che ti amo.

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