Paura d'amare

di lmpaoli94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Arrivi inattesi ***
Capitolo 2: *** Vecchi rancori di sangue sporco ***
Capitolo 3: *** Una madre severa ma giusta ***
Capitolo 4: *** Scontri dal passato ***
Capitolo 5: *** Viaggio a Meyrels ***
Capitolo 6: *** Tradimento e infedeltà ***
Capitolo 7: *** Vita spezzata ***
Capitolo 8: *** Il coraggio d’amare guardando al futuro ***



Capitolo 1
*** Arrivi inattesi ***


Parco Lazienki
 
Non faceva altro che toccarsi la pancia.
Da quel giorno Rossana era consapevole che la sua vita sarebbe cambiata per sempre.
< Signorina Rossana, è sicura che vada tutto bene? > gli domandò il medico
< Sì… adesso sì… >
< Mi scusi se mi permetto, ma dal vostro sguardo intravedo un cenno di tristezza. Vi preoccupa qualcosa? >
Rossana avrebbe evitato di rispondere all’insistenza del suo dottore, ma decise di non badarci.
< Non so come dirlo a mio marito. è una notizia fantastica. >
< Vedrà che riuscirà a trovare il coraggio necessario… Se ha bisogno di qualcosa, non esiti a chiamarmi. Arrivederci. >
< Arrivederci e grazie > disse infine Rossana accompagnando il dottore fino all’ingresso
Appena la giovane donna stava per richiudere la porta della villa in cui abitava con suo marito Heric, lo intravide che si stava occupando del giardino.
“Nessuno saprà del nostro segreto, piccoletto… Crescerai con i reali più importanti d’Europa.”
Mentre Rossana ripensava alla sua vita passata, un velo di tristezza si dipinse sul suo volto
“Mamma, ma io sono sempre vissuta qui?”
“No. ti ho incontrata la prima volta dinanzi a questa casa quando avevi pochi giorni di vita… Era una giornata molto fredda. Se non ti avessi trovato al più presto, saresti morta congelata.”
“Ma i miei veri genitori? Che fine hanno fatto?”
“Non lo so, tesoro. Non ho nessuna notizia di loro.”
“E se provassi a ricercarli?”
“Non sapresti da che punto iniziare.”
“Questo è vero… Ma non posso abbattermi.”
“Tesoro, sei ancora molto piccola e ingenua… Perché non pensi al tuo presente invece che all’oscurità del tuo passato?”
“E se verranno a sapere che non sono una nobile come te?”
“Non ti devi preoccupare. Questo segreto lo conosciamo solo tu, io e Robbie.”
“Va bene. Cercherò di non pensarci.”
< Rossana? Rossana? >
< Sì? > domandò la giovane donna ridestandosi dai suoi pensieri.
< Che cosa stai facendo qui nell’ingresso? > domandò suo marito sorridendogli.
< Niente di che. Aspettavo il tuo ritorno. >
< Hai bisogno di dirmi qualcosa? >
< In effetti sì… >
< Di cosa si tratta? >
< Ecco, penso che sia una cosa molto bella. Almeno per quanto riguarda me. > rispose la ragazza con sorriso tirato.
< Ma di cosa parli? >
< Aspetto un bambino, Heric. >
Inizialmente, l’uomo non sembrava così felice della notizia, ma poi il suo sguardo si rilassò, esprimendo tutta la sua contentezza e abbracciando Rossana.
< E’ una notizia splendida! >
< Davvero? Anche tu sei felice? >
< Certo! È il secondo giorno più bello della mia vita dopo il giorno che ti ho sposato. >
Nel vedere la felicità di suo marito, Rossana pensò al suo futuro.
A quando sarebbe nato il suo primogenito e tutte le volte che gli sarebbe stato vicino per aiutarlo in ogni occasione
< Adesso però non devi sforzarti in nessun modo, d’accordo? >
< Ma tesoro, sono al primo mese. >
< Questo non vuol dire niente. Adesso ti riposi un po’. La cena la preparo io questa sera. Dobbiamo festeggiare. >
Anche se la donna era molto riluttante nell’accettare l’ordine di suo marito, alla fine non disse niente.
< Quando è quasi pronto ti vengo a chiamare io. >
< D’accordo. >
Appena si distese sul letto chiudendo gli occhi, Rossana fu presa da un incubo che gli lacerò la mente.
La povera ragazza aveva sognato che gli avevano rubato il suo bambino appena nato e che l’avevano gettato nel lago della sua villa.
Straziata per il dolore, la giovane donna si buttò nel lago per riprendere il corpo del suo primogenito.
“E’ quello che si merita un sangue sporco come te” gli aveva sussurrato un individuo misterioso nell’ombra.
< No!!! >
Sudando freddo, la ragazza dimenticò subito quello che aveva passato durante il suo sonno, evitando così di parlare con suo marito.
Guardando l’ora sul suo comodino, Rossana capì che era quasi arrivata ora di cena.
< Charles! Che sorpresa vederti qui! > sentì la donna dalla sua camera.
“Charles? Charles Lons?”
< Che cosa ti porta nella nostra umile dimora? >
< Volevo salutare un mio vecchio amico che non vedo da molti mesi. >
< E’ stato un pensiero molto gentile da parte tua. Rimani a cena qui, vero? >
< In verità mi stanno aspettando in albergo alcuni miei parenti… >
< Ah, è un vero peccato. >
< Heric, è quasi pronta la cena? > domandò la donna andando incontro a suo marito.
< Quasi, tesoro… Lo sai chi p quest’uomo? È un mio caro amico fin dai tempi dell’infanzia. Te ne avevo già parlato, ricordi? È Charles Lons. >
< Piacere di conoscerla > replicò il giovane ragazzo facendo un doveroso inchino < Mentre lei sarebbe… >
< Rossana Kurata. >
< Kurata? Non sapevo che ci fossero dei nobili con quel cognome… >
< Infatti io non sono natia di qua. Provengo dal Giappone. >
< Come te, Heric! Questo è davvero un segno del destino per voi due! >
< Già… Per me Rossana è la persona più importante della mia vita > fece Heric baciando la donna.
< Ne sono convinto… Se ce la faccia, vi farò visita domani pomeriggio se per voi non è un problema. >
< Certo che no! Tanto siamo a casa… Allora buona serata e ci vediamo domani. >
< A domani, Heric… Rossana, è stato un piacere conoscerla. >
< Il piacere è stato tutto mio > replicò la ragazza con indifferenza mentre fissava il ragazzo uscire dalla loro proprietà.

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Capitolo 2
*** Vecchi rancori di sangue sporco ***


Da quando erano andati a cena, Rossana non riusciva più a sorridere.
< Rossana, che cos’hai? Perché non mangi? >
< Non ho fame. >
< Non fare scherzi. Devi nutrirti. Per te e per il bambino. >
< Heric, non è che se salto un pasto una volta è così grave. >
< Cerca di ragionare: non fa bene. >
Rossana non riusciva a capire perché suo marito si comportava in maniera così appiccicosa, preferendolo com’era prima.
< Adesso me ne vado dinanzi al camino. Ho molto freddo. >
< Vuoi che ti porti la cena fino là? >
< Ho detto che non ho fame! > tuonò la ragazza facendosi sentire.
< Non ti capisco > fece il ragazzo spiazzato < Che cosa ti sta succedendo? >
< Niente. È solo che oggi ho fatto un incubo. >
< Che tipo di incubo? >
< Non lo so. Non riesco a ricordarmelo > mentì la ragazza.
< Deve essere stato terribile se ti ha tolto l’appetito. >
Ma la ragazza non rispose, limitandosi ad andare in soggiorno.
Dopo aver lavato i piatti, Heric si accoccolò vicina a lei facendogli sentire tutto il suo calore.
< Heric, secondo me non dovresti più vedere quel ragazzo. >
< Perché dici questo? >
< Non lo so. Non mi piace per niente. >
< Ti ha forse fatto qualcosa di male che io non so? >
< No. Anche perché è la prima volta che l’ho visto. >
< E mi dici che cosa ci trovi di male in lui? >
< I suoi modi di fare e il suo sguardo accattivante non mi piacciono per niente. >
Heric non riusciva a comprendere perché sua moglie diceva quelle cose su di lui.
< Mi dispiace Rossana, ma non riesco a capirti. >
< Tu dammi retta… Mi sono forse mai sbagliata? Ti ricordi la tua vecchia amica Funny? Per colpa sua stava mandando a monte il nostro matrimonio. >
< Sì, è vero. Ma grazie a te mi hai salvato. >
< Voleva portarti a letto quella stronza… Solo perché si definiva molto più carina di me. Se me la ritrovassi dinanzi, la strozzerei con le mie mani. >
< Non ti preoccupare. Adesso non è più un nostro problema. Viviamo la nostra vita felice e senza pensieri… Anche perchè chi ci potrebbe volere male? Abitiamo in una villa in mezzo ad un lago incantevole immerso nella natura. Non diamo fastidio a nessuno. >
“Vorrei davvero che fosse così, Heric.”
< Rossana? Mi stai ascoltando? >
< Cerca in tutti i modi di non far arrivare fin qui il tuo amico Charles Lons. Lui non mi piace per niente. >
< E cosa vuoi che gli dica? Non posso fare il maleducato e ripudiarlo senza motivo. >
< Invece dovrai trovare un modo. Sei o non sei un uomo intelligente? >
< Adesso basta, Rossana. Smettila di gettare astio nei suoi confronti! > tuonò Heric alzandosi di botto dal divano.
< D’accordo, fai come vuoi. se non lo farai tu, lo farò io. >
< Non ti azzardare! >
Herci e Rossana non avevano mai litigato così furiosamente prima d’ora.
< Adesso basta parlare di lui > fece Rossana con indifferenza < E’ un giorno molto speciale. Non roviniamolo per così poco. >
< Sei tu che ti comporti in maniera molto strana > replicò Heric < Forse è il tuo stato interessante che ti fa agire in quel modo. >
< Herci, dammi retta. Vedrai che non te ne pentirai > disse infine Rossana prima di accoccolarsi tra le sue braccia e chiudere gli occhi.
 
 
Il mattino dopo, Rossana aprì gli occhi senza riuscire a trovare Heric nel suo letto.
“Perché si è svegliato così presto? Sono solo le otto del mattino.”
Scendendo dal letto, sentì alcune voci venire dal piano di sotto.
< Già. E ti ricordi quando sei scappato dai tuoi genitori perché non volevi sposare quella ragazza scozzese? >
< Ti prego di non farmici pensare > ribatté Charles < Ci ho messo più di un mese per convincere i miei genitori. >
< E adesso? Com’è la tua vita da scapolo? >
< Non mi posso lamentare. Faccio quello che voglio… E tu? Con quella ragazza? >
< Rossana è l’amore della mia vita. Lo sai che tra qualche mese… >
< Buongiorno, Heric > fece Rossana interrompendoli.
< Buongiorno, tesoro > replicò suo marito andandogli incontro per baciarla.
< Che cosa ci fai già in piedi? >
< Dovevo risistemare alcune zone del giardino. E mentre ero al lavoro, ho visto Charles nei dintorni e l’ho invitato a bere qualcosa insieme. >
< Signor Lons, che cosa ci faceva così presto nei pressi del nostro parco? >
< Stavo andando dai miei parenti quando ho visto Heric al lavoro. Non lo facevo giardiniere provetto. >
Heric intravide negli occhi di Rossana il suo disprezzo nell’ospite.
< Perché non andiamo in cucina? Così posso prepararti qualcosa, Rossana. >
< Ottima idea. >
< Charles, puoi scusarci un attimo? >
< Senz’altro. >
Una volta rimasti da soli, Heric redarguì sua moglie per come si stava comportando.
< Ho solo fatto una domanda. Tutto qui. >
< Tu lo volevi interrogare… E poi non mi è piaciuto il modo in cui lo fissavi. >
< Perché? È semplicemente il mio sguardo. >
< Voglio arrivare fino in fondo a questa storia: cos’hai contro di lui? Dimmelo! >
< Niente. È solo che non mi va a genio. >
< Ma che razza di discorsi fai?! >
< Sei tu che non riesci ad intravedere la cattiveria in lui! E comunque abbassa la voce. Vuoi farti sentire da tutto il vicinato? >
< Meglio se ti prepari la colazione da sola prima che io possa perdere la pazienza. >
< Sì, è meglio… Tu torna pura dal tuo ospite Charles e fatti infinocchiare con i suoi stupidi racconti. Non ti facevo così ingenuo, sai? >
Preso da un senso di rabbia, Heric gli mollò un ceffone.
Pentitosi subito per quel gesto malsano, Heric cercò di chiedergli scusa.
< Lasciami andare! Non voglio più vederti! > replicò la donna con le lacrime agli occhi prima di uscire dal palazzo per rimanere da sola.
 
 
Non riusciva a dimenticare quello sguardo e quella cattiveria che l’avevano fatta soffrire più di otto anni fa’.
La povera Rossana, figlia illegittima della nobile casata Smith d’Inghilterra, era fuggita di casa stufa di tutto lo sfarzo che la circondava.
Trovando rifugio a Londra dalla sua amica Alyssa, Rossana incorse nel momento più buio della sua vita quando incontrò il tenebroso individuo che gli avrebbe rovinato la sua vita per sempre.
< Rossana > si sentì chiamare da dietro le spalle mentre aveva la faccia riflessa sul lago.
Girando lo sguardo per vedere chi fosse stata a chiamarla, la giovane donna divenne pallida in volto.
< E lei cosa ci fai qui, Charles? >
< So che mi hai riconosciuto… Ormai ho imparato a conoscerti molto bene… >
< Come si permette di darmi del tu?! > replicò la donna alzandosi di scatto.
< Adesso basta con i convenevoli rispettosi! Non lo sopporto! >
< Non provare ad avvicinarti o chiamo immediatamente mio marito. >
< Non ci provare > fece Charles agguantandogli il braccio.
< Se mi fai male… >
< Dopo tutti questi anni provi ancora questo risentimento nei miei confronti? >
< Devo ricordarti che cosa mi hai fatto passare? >
< So di aver sbagliato, ma ero ancora molto giovane all’epoca. >
< Anch’io ero molto giovane e innocente! E a causa del tuo disprezzo e della tua sofferenza che mi hai fatto provare, hai rovinato per sempre la mia vita. >
< Adesso non esagerare… >
< Che cosa?! Devo ricordarti che cosa mi hai fatto?! Hai giaciuto impunemente con me contro la mia volontà e mi hai abbandonato nel vicolo più malsano di Londra in una notte fredda di pioggia in mezzo ai malviventi più pericolosi… Secondo te come ti dovrei trattare?! >
< Ero ubriaco… Ma ti amavo tantissimo, Rossana. >
< L’amore… tu non sai nemmeno che cosa sia… >
< Posso tornare ad essere il ragazzo che hai voluto bene un tempo, sai? >
< Smettila di dire stupidaggini! >
< Perché non riesci a fidarti di me? >
< Perché sarebbe da stupidi… Adesso vattene immediatamente dalla mia proprietà e non farti più vedere. >
< Non ci pensare nemmeno. >
< Non costringermi a cacciarti via con la forza. >
< Addirittura? Cara Rossana, devo ricordarti che conosco il tuo profondo segreto? >
< Che intendi dire? >
< Tu sei solo una trovatella della Nobile Signora Smith d’Inghilterra. Non sei una purosangue come hai fatto credere a tutti. >
Presa da una rabbia irrefrenabile, Rossana si gettò contro di lui per prenderlo a schiaffi.
< Devo dire che sai difenderti molto bene… Ma questo non ti basterà. Sei solo una di sangue sporco. E quando anche Heric e la sua famiglia ne verranno a conoscenza, ti lascerà in mezzo alla strada con il tuo bambino a morire di fame. >
< No! Heric non farebbe mai una cosa simile! >
< Allora non conosci i suoi genitori… Farebbero di tutto per sbarazzarsi di una ingannatrice come te. so come sono fatti gli Akito. Non si imparenterebbero mai con una sgualdrina come te. >
< Vattene! Adesso! >
< Io potrò anche andarmene… Ma non riuscirai mai a cambiare le cose. Il tuo destino è segnato. >
< Se solo avessi un arma qui tra le mie mani, ti avrei ucciso senza pietà e avrei gettato il tuo corpo in questo lago. >
< Pensaci bene, Rossana… Sei ancora in tempo per innamorarti di me. Lo sai che ti farei felice. Ti tratterei come una principessa. >
< Preferisco essere gettata in mezzo ad una strada a morire di fame piuttosto che mettermi con uno come te. >
< Ahahah non cambi mai… Ci rivedremo molto presto, tesoro. Vado a salutare tuo marito… E non ti preoccupare. Non gli dirò niente di questo tuo piccolo segreto. Almeno per ora… >
Vergognandosi per avergli fatto rivangare il suo passato, la povera Rossana tornò nel suo palazzo richiudendosi in camera sua per piangere disperatamente come non gli capitava da tempo.

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Capitolo 3
*** Una madre severa ma giusta ***


Rossana si trovava in mezzo ad una strada completamente senza forze.
Aveva assolutamente bisogno di un aiuto insperato.
Ma chi avrebbe aiutato una povera ragazzina indifesa nel quartiere più pericoloso di Londra?
Appena vide fermarsi un auto che si stava aggirando nelle vicinanze, Rossana pensò che finalmente era salva.
Ma presto avrebbe capito che si sarebbe imbattuta in un altro ubriacone senza scrupoli come il suo ormai ex fidanzato Charles Lons.
“No! Mi lasci andare!” gridava la ragazza.
“Avanti piccola, divertiamoci un po’!”
Con le sue residue forze, la povera ragazza era riuscita a sfuggire a quel malvivente, rifugiandosi sotto un ponte coprendosi con alcuni indumenti pesanti che aveva rubato ad un signore mentre era intento a ballare con una ballerina di cabaret.
“Questi mi aiuteranno a sopravvivere” pensò la ragazza prima di cadere in un sonno profondo.
< Rossana, allora ti trovavi qui > fece una voce maschile facendola sobbalzare dallo spavento.
< Ma che diavolo… >
< Scusami, non volevo spaventarti. >
< La prossima volta cerca di bussare, Heric. >
< Continuavi a muoverti nel letto come un’anima in pena. Sei ancora tormentata dagli incubi? >
< No. Sto bene > replicò la ragazza con tono affannato.
Intravedendo il suo sguardo adirato, Heric decise di non insistere ulteriormente.
< Charles Lons? Se n’é andato da casa nostra? >
< Sì. Tornerà a farci visita tra qualche giorno prima di ripartire per l’America. >
< Dimmelo il giorno preciso che tornerà… Io non voglio più sapere niente di lui. >
< Si può sapere che cosa ti ha fatto? >
< Ancora con questa storia? Niente! Non mi ha fatto niente! >
< Allora perché continui a disprezzarlo? >
< Mi sta antipatico. È una persona oscura che nasconde degli scheletri nell’armadio… Stai molto attento, Heric. Non te lo dirò una seconda volta. >
< Chiudendo questo discorso una volta per tutte, hai avvertito tua madre che aspetti un bambino? >
< Ancora no. >
< E cosa aspetti? Hai il diritto di sapere. >
< Ed io avevo il diritto di avere un po’ d’amore e un po’ di rispetto nei suoi confronti quando io e te ci siamo sposati. >
< Non è colpa mia se non gli sono mai andato a genio. >
< Mia madre è sempre stata molto severa con me… Ma almeno mi ha fatto crescere come una donna responsabile. >
Nel dire quelle parole, Rossana sapeva che stava mentendo a se stessa.
Quella fuga a Londra l’aveva segnata per sempre, sia come donna che come giovane responsabile.
< Comunque devi scrivergli una lettera al più presto prima che lo venga a sapere da fonti esterne. >
< D’accordo. Più tardi lo farò. >
 
 
Mentre era impegnata a disegnare lo splendido lago che contornava il palazzo, Rossana cercava di pensare a come scrivere a sua madre.
Era da molto tempo che non la vedeva e le parole da esprimere in una lettera erano molto poche.
“Madre, anche se mi mancate moltissimo, non riesco a dimenticare la vostra ferrea educazione. E quella volta che sono fuggita… Mi vergogno molto di me stessa. Se solo vi avessi dato retta…”
< Vuoi che ti aiuti a trovare le parole giuste? > gli domandò Heric accomodandosi accanto sua moglie.
< Non lo so… >
< Vieni. Dai a me. >
Dopo aver preso il foglio e la penna in mano, Heric cominciò a scrivere senza mai fermarsi.
< Ma cosa gli stai dicendo? >
< Che ti dispiace tantissimo che il vostro rapporto si sia incrinato e che non vedi l’ora di riappacificarti una volta per tutte. >
< Heric, mia madre non è una stupida. Penserà che questa lettera non l’ho scritta io. >
< E cosa te ne importa? Vuoi rivedere tua madre oppure no? >
< Per assorbirmi i suoi lamenti su di te e su di me? Non so se sinceramente sia una buona idea. >
< Io invece sono convinto che quando gli dirai che aspetti un bambino, il suo animo e il suo cuore si rilasseranno e ti guarderà con occhi diversi. >
< E se così non fosse? >
< Intanto cerchiamo di convincerla ad arrivare fin qui dall’Inghilterra, poi penseremo sul da farsi. >
< Dovremmo invece prepararci psicologicamente. >
< Non credo che tua madre sia così dura come la dipingi. >
< Perché tu non sai di che pasta è fatta. Può diventare ad essere insopportabile… E come se non bastasse, mi dirà di tornare a casa con lei immediatamente. >
< Ma io sono convinto che con il tuo charme riuscirai a fargli cambiare idea. >
< Sì, certo. Il mio charme… >
< Comunque sono convinto che queste parole la faranno venire fin qui immediatamente. Vado subito a spedirla. >
< No, Heric! Aspetta! Voglio sapere cosa gli hai scritto. >
< Non lo scoprirai mai se non mi rincorri > replicò Heric comportandosi come un ragazzino.
“Adoro quando fa così. Anche se si comporta come un ragazzino… Il mio ragazzino spensierato.”
 
 
Con il passare dei giorni, Rossana si sentiva più nervosa e irrequieta.
Non ricevendo nessuna risposta da sua madre e vedendo suo marito continuamente in compagnia di Charles Lons, la facevano stare in pensiero.
< Rossana?  Dove sei? > fece suo marito.
< Sono in giardino. >
Sentendo la sua voce, Heric gli andò incontro per dargli una notizia che avrebbe potuto risollevare il suo morale.
< Si tratta di tua madre. Domani sarà qui con noi. >
< Chi te l’ha detto? Hai ricevuto una risposta? >
< E’ stato il suo messaggero personale a dirmelo. Non sei contenta? >
< Al contrario. Mi sento più nervosa che mai. >
< Non devi fare così. E poi non fa bene al bambino. >
< Heric, promettimi che andrà tutto bene. >
< Sicuro. E poi ci sarà anche Charles che può darci una mano. >
< Non Voglio nessun aiuto da lui. >
< Rossana… >
< Per quanto tempo dovrà darci fastidio? >
< Per tutto il tempo che deciderà di rimanere qui e mi dispiace per te ma non so quanto… >
< Quando arriverà mia madre, pretendo che lui si tolga di mezzo. È una questione puramente familiare. >
< Rossana, ti prego… >
< Non voglio sentire ragioni. Fai come ti ho detto. >
Ma nel mentre i due coniugi stavano discutendo in mezzo al giardino, il rumore della carrozza attirò la sua attenzione.
< Qualcuno è entrato dal nostro cancello. >
Presa dalla curiosità, Rossana corse verso l’entrata del palazzo.
“Oh no.”
Una volta che vide chi era arrivato, il suo cuore mancò un battito.
< Madre… >
< Figliola… E’ da tanto tempo che non ci vediamo. >
< Ma voi… non dovevate arrivare domani? >
< Sì, ma poi ho deciso di annullare tutti i miei ultimi impegni per arrivare fin qua da te. Non sei contenta? >
< Contentissima > replicò Rossana smorzando un sorriso.
< E tuo marito? Dove si trova? Possibile che non ci sia nessun servitore che possa scaricare questi bagagli? >
< Io ed Heric non abbiamo servitori. Abitiamo soli in questo palazzo. >
< Che squallida decisione. Adesso chi mi aiuterà a scaricare questa roba? E tu, giovanotto! > disse la signora Smith richiamando l’attenzione di Charles Lons < Aiutami a scaricare questi bagagli. >
< Signora Smith, siete proprio voi? >
< Ci conosciamo? >
< Io sono Charles Lons. Non mi riconoscete? >
< Sei forse imparentato con i Lons di Londra? >
< Esatto. >
< Avverti i tuoi genitori che la prossima settimana andrò nella tua dimora. Devono estinguere un debito di soldi che dura da molti mesi. >
< Pensate solo hai vostri affari, non è così Signora? >
< Altrimenti non sarei la Signora Smith che tutti conoscono… Rossana, dove si trova tuo marito? >
< Eccomi qua, Signora. Benvenuta nel Parco di Lazienki. >
< Parco di Lazienki? Tutto questo verde mi da’ il voltastomaco. >
< Posso aiutarvi in qualche modo? >
< Aiuta il mio cocchiere a scaricare i bagagli e preparatemi una stanza abbastanza grande per le mie esigenze. Sono stata chiara? >
< La vostra stanza non è ancora pronta visto che vi aspettavamo per domani. >
< Allora meglio che non perdiate tempo. Sono molto stanca e ho bisogno di riposarmi. >
< Madre, vi prego di non fare così… >
< Rossana, dov’è un posto in cui potremmo parlare da sole? >
< In biblioteca. Lì non ci disturberà nessuno. >
< Molto bene… Di a tuo marito che intanto ci prepari la stanza. >
< Il suo nome è Heric. >
< Fa lo stesso. Andiamo figliola. >
 
 
Appena Rossana mostrò a sua madre la moltitudine di libri che possedeva, la Signora Smith rimase visibilmente sorpresa.
< Sapevo che amavi la lettura ma tutti questi libri… >
< Almeno posso passare il tempo in santa pace. >
< E come fai tu e tuo marito ad andare avanti? >
< Mio marito è abbastanza ricco ed agiato per vivere tutta una vita senza pensare al denaro… E poi ha molti possedimenti in giro per l’Europa che gli fruttano moltissimo. >
< Molto bene, figliola. Vedo che ti sei sistemata a dovere. >
< Se solo foste venuta al mio matrimonio, avreste conosciuto i suoi genitori. >
< Non ho potuto. Ero in viaggio per affari. >
< Madre, io sono la vostra unica figlia. >
< Già… Colei che mi ha dato un sacco di problemi negli ultimi anni. Ancora non riesco a scordare quando sei scappata a Londra per cercare la tua “libertà agognata.”
< Ero molto giovane e avevo bisogno dei miei spazi. >
< Così hai deciso di abbandonarmi e di spassartela con la tua amica Alyssa… Peccato che solo dopo due settimane ti sei pentita amaramente e sei tornata a casa. Ancora non riesco a capire perché eri così affranta. Di sicuro ti dispiace molto per aver fatto un azione così stupida. >
< E’ una lunga storia, madre. >
< Un giorno di questi me la racconterai… Anche perché non sono venuta qui per rivangare il passato ma nell’ascoltare quello che avevi da dirmi. Lo sai che sono molto curiosa. Avanti, che cosa ti accadrà nei prossimi mesi? >
Dopo aver fatto un respiro profondo, lo sguardo di Rossana si andò a concentrare su quello di sua madre.
< Sono incinta, madre. >
< Che cosa? non ho capito bene… >
< Aspetto un bambino. >
< E chi è lo sfortunato? Quel damerino di Heric Akito? >
< Madre, quando gli darete l’importanza che merita? >
< Lui non è adatto a te. Anche se uno degli uomini più ricchi al mondo, rimane sempre un contadinello. Ma non capisci in che luogo sei finita? >
< Nel luogo in cui ho sempre sognato di abitare… E se per voi è un problema, è meglio che ve ne andiate immediatamente. >
< Ma come? Sono appena arrivata e mi stai cacciando alla velocità della luce? Sei incorreggibile. >
< Siete voi quella che non fa altro che lamentarvi… Non mi avete ancora detto se siete contenta oppure no del mio stato interessante. Anche se posso immaginare come vi sentite… >
Pentendosi di quello che aveva detto su suo marito, alla fine la Signora Smith prese sua figlia per abbracciarla.
< Sono molto contenta che tu aspetti un bambino, Rossana… Finalmente la nostra dinastia potrà andare avanti. >
< Madre, io non faccio parte della vostra… >
< Non lo dire neanche per scherzo. Sei mia figlia. E nessuno saprà del tuo passato. >
“Vorrei tanto che sia così, madre.”
< Quando tornerai in Inghilterra? >
< Non lo so. Non ho ancora deciso… Magari il prossimo anno quando avrò partorito. >
< Non puoi partire subito? Robbie non fa altro che chiedermi di te. Peccato che non sia potuto venire fin qui. >
< Ecco, non saprei… >
< Parlerò io con tuo marito. Potremmo partire insieme se tu vorrai… >
< Ci penserò. >
< Splendido… Adesso vado un po’ a riposarmi. Ci vediamo stasera a cena? >
< Sì, certo. >
< Bene… A più tardi, tesoro > disse infine la donna lasciando la giovane donna immersa nei suoi pensieri.

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Capitolo 4
*** Scontri dal passato ***


< Tesoro? > fece Heric richiamando l’attenzione di sua moglie < Sono riuscito a preparare qualcosa per una cena speciale per quattro persone. >
< Quattro persone? Ma non eravamo io, te e mia madre? >
< Ho deciso di invitare anche Charles. In nome dei vecchi tempi. >
Nel sentire quel nome, Rossana divenne scura in volto.
< Sapevo che non eri d’accordo. Ed è per questo che ho deciso di non dirti nulla. >
< Hai fatto molto male. >
< Avanti Rossana, non fare la difficile. >
< Più ti dico che non lo sopporto e tu mi remi contro? Mi dici che cosa posso fare per fartelo capire che non voglio più vederlo? >
< Magari dirmi che cosa ti turba. >
< Non sopporto i suoi modi di fare. Punto. >
< Ma se non ha fatto niente! >
< Per questa volta te la perdono… Ma la prossima volta non mi presenterò a cena. Sono stata abbastanza chiara? >
Dispiaciuto per il comportamento di sua moglie, Heric decise di non farci caso, uscendo dalla loro camera con sguardo triste e affranto.
< Heric, tutto bene? >
< Sì, Charles. >
< Vuoi che parli io con tua moglie? >
< Non credo che sarebbe una buona idea. >
< Sì, forse hai ragione. Ci vediamo a cena. >
< Alle otto in punto. Non fare tardi mi raccomando. Non so come potrebbe prenderla la Signora Smith. >
< Sarò puntuale. A più tardi. >
Appena Heric si fu allontanato dalla stanza di sua moglie, per Charles fu il momento adatto per ritrovarsi faccia a faccia con Rossana.
< Heric, vuoi lasciarmi preparare? A causa tua rischierò di fare tardi. >
< Sei davvero sexy con quella camicia trasparente. >
Vedendo che non era suo marito, Rossana si gettò nel letto per coprirsi il suo corpo.
< Vattene immediatamente da qui prima che io mi metta a gridare! > gli intimò Rossana.
< Ho bisogno di parlarti urgentemente. >
< Adesso non è il momento. Esci immediatamente dalla mia stanza! >
< Puoi anche avercela con me, ma vedi di comportarti bene stasera. Abbiamo una sovrana molto importante a cena. >
< Tu fatti gli affari tuoi! >
< Odio quando mi parli così! >
< Lasciami andare! >
< Grida quanto vuoi. ma stai attenta: potrei farti esalare l’ultimo respiro. >
< Avresti il coraggio di uccidermi? >
< Ancora non lo so… >
< Sei solo un disgustoso molestatore. Tu non sei un nobile come vuoi far credere a tutti. >
< Molestatore o no, ricordo che quella notte ti sei molto divertita… Chissà come la prenderebbe tuo marito nel sapere che non sei più vergine da quella notte. >
Per allontanare il fiato sul collo di Charles, Rossana gli mollò uno schiaffo.
< Adesso basta! Non voglio più sentire questa storia! >
< Finché rimarrò qua, te la rimembrerò ogni volta che saremo da soli. >
< Ti caccerò dalla mia proprietà così malamente che non riuscirai a camminare per un bel po’. >
< Ho le gambe molto dure, sai? Come tutte le altre cose, del resto. >
Girando lo sguardo, Charles notò che era quasi ora di cena.
< Meglio che vada, altrimenti non arriverò mai puntuale. Tuo marito ci tiene molto, sai? A più tardi, dolcezza > disse infine Charles evitando di guardare lo sguardo sprezzante e disperato della sua vecchia amante.
 
 
Una volta che si ritrovarono riuniti a cena, Rossana non salutò i presenti.
< Rossana, tutto bene? >
< Sì, madre. Sono molto stanca dalla giornata di oggi. >
Vedendo più a fondo lo sguardo trasognato di sua figlia, la donna capì che c’era qualcosa che non andava in lei.
Dalla prima portata fino al dolce, Rossana aveva toccato a malapena il cibo.
< Rossana, mi duole vederti non mangiare nulla. Soprattutto nel tuo stato… > fece Heric baciandola sulla fronte intuendo che la situazione ra più grave del previsto.
La signorina Smith intanto, fissò con sguardo truce l’altro ospite della cena.
< Signor Lons, potrei scambiare qualche parola con voi? >
< Certo. Nessun problema. >
< Andiamo nel salone vicino all’ingresso. Lì non ci disturberà nessuno. >
< Come volete voi. >
< Signor Akito, ci assentiamo un momento. >
< Signora, può chiamarmi benissimo per nome > rispose il ragazzo con un sorriso.
< Signor Akito può andar bene. >
Dopo aver trascinato Charles Lons lontano da Heric e Rossana, la Signora Smith cominciò ad interrogarlo bruscamente.
< Signor Lons, da quanto tempo conoscete mia figlia? >
< Da quando ho ritrovato il mio amico Heric dopo tanto tempo, e cioè qualche giorno fa’. >
< Ne siete sicuro? Perché ho notato che non facevate altro che fissarla… Come posso dire… Con sguardo serio e malizioso. >
< Che cosa state insinuando? >
< Che tra voi e mia figlia c’è qualcosa che mi state nascondendo. >
< Signora, vi giuro sulla mia vita che tra me e vostra figlia non c’è niente che ci leghi. >
Ma la Signora Smith non si fidava, divenendo sempre più seria e scura in volto.
< Signor Lons, vi prometto che se avete fatto in qualche modo del male a mia figlia, vi ucciderò con le mie stesse mani. Siete avvisato. >
Non sapendo come controbattere, Charles tacque divenendo pallido in volto.
< Adesso torniamo a cena prima che qualcuno faccia delle domande inopportune. >
< Certo… >
Una volta ritornati a tavola per prendere il caffè, la Signora Smith si avvicinò a Rossana.
< Non mi piace questo tuo sguardo assente, figliola. >
< Madre, sono molto stanca. >
< Più che altro direi distratta… Ma fa lo stesso. Se non mi vuoi dire cosa ti succede, sei abbastanza grande per prenderti le tue responsabilità… Cambiando discorso, che ne dici di venire qualche giorno nella mia casa estiva in Francia? Sono convinta che ti rilasserai molto. >
< Non lo so, madre… Non vorrei allontanarmi troppo da Heric. >
< Tuo marito saprà capirti. È solo per il tuo bene e quello del bambino che stai aspettando. >
Rossana non era del tutto convinta dalla scelta della madre.
< Rossana, posso capire che allontanarti da tuo marito possa essere difficile per te… Ma è meglio che lasci questo posto per un po’ di tempo anche a causa di quel Charles Lons. >
< Se è lui la ragione di questa vostra proposta, allora sarà meglio cacciarlo il prima possibile. >
< Non servirà a niente senza l’appoggio di tuo marito. >
< Heric mi dovrà ascoltare! Che gli piaccia o no! >
< Rossanda, tu non vuoi capire. Noi donne noi donne non abbiamo nessuna voce in capitolo quando si tratta di prendere decisioni di questo tipo. Gli uomini fanno sempre come vogliono. Lo vedi anche in questo caso. >
Ma Rossana non rispose, dando lo stesso segno a sua madre di avere ragione.
< Dì a tuo marito che te ne andrai per un paio di giorni. È la decisione giusta > disse infine sua madre prima di sorseggiare il suo caffè.
 
 
Una volta rincasati nelle loro camere, Rossana era completamente sovrappensiero, non riuscendo a prendere la decisione giusta che avrebbe accontentato tutti.
“Se me ne vado, Heric mi tartasserà di domande. Ma se rimango, mi toccherà vedere quello spregevole di Lons tutti i giorni.”
< Mi piacerebbe sapere che cosa si sono detti Charles e tua madre. Da quando è ritornata dalla loro conversazione, Charles non è stato più lo stesso. Addirittura non mi ha né salutato né ringraziato per la cena. Tu ne sai qualcosa, Rossana? >
Ma la ragazza non aveva ascoltato, completamente assorta nei suoi pensieri.
< Rossana? Che succede? >
< Che cos’hai detto? >
< Lascia perdere. Vedo che questa sera avete tutti la testa fra le nuvole. >
< Heric, devo dirti una cosa. >
< Ovvero? >
< Ti prego di non prenderla male. Avrei deciso di partire per qualche giorno e tornare da mia madre. >
< Tornare da tua madre? >
< Sì. Mi manca molto quel posto… E dopo tutti questi anni, vorrei ritornarci anche per un breve periodo. >
Heric non riusciva a credere a quelle parole.
< Rossana, ma ti senti come parli? Fino a ieri non ne volevi sapere di tornare dalla tua famiglia, mentre ora vuoi ritornarci? Devo dire che tua madre è molto brava a farti il lavaggio del cervello. >
< Ma come puoi pensare una cosa simile?! > gridò la donna < Se vado in Francia, è solo per stare con la mia famiglia. Non vedo perché devi comportarti così. >
< Se torni da tua madre, troverai anche tutti i tuoi parenti. >
< Sì, esatto > mentì la ragazza < E poi, non sono libera di andare dove voglio? >
< Certo che sì. Infatti puoi partire anche ora… Però poi non ti lamentare se io frequento il mio amico Charles. >
< D’accordo. Non mi lamenterò più visto che non vuoi ascoltarmi. >
< Bene > rispose Heric mettendosi sotto le coperte e dando le spalle a sua moglie.
< Immaginavo che l’avresti presa male, ma così… >
< Mi dispiace solo che tu parta così improvvisamente… Ma sono convinto che è colpa di tua madre visto che ti vuole allontanare da me. >
< Non è come dici, Heric. Te l’assicuro > replicò Rossana cercando in tutti i modi di tenere gli animi calmi.
< Va bene. Mi fido. >
< Non è vero. Tu non mi credi. >
< Adesso t’interessa quello che credo? Da quando in qua? >
< Da sempre! >
< Ora è meglio finirla prima che la nostra discussione degeneri >
< Sta già degenerando. >
< Buonanotte, Rossana. Fai sogni d’oro > tagliò corto l’uomo.
< Adesso mi prendi pure in giro? Ne ho abbastanza. Non voglio rimanere a dormire con te. >
Con la rabbia che gli ribolliva in corpo, Rossana si alzò dal letto per uscire dalla camera.
< Adesso dove te ne vai? >
< A dormire nella stanza degli ospiti > replicò la donna richiudendo la stanza sbattendo la porta.
< Stare lontano da me non cambierà nulla! Mi hai sentito?! >
Ma Heric non ricevette nessuna risposta, cercando di smaltire la rabbia pensando a tutt’altro.

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Capitolo 5
*** Viaggio a Meyrels ***


Avendo dormito poche ore, Rossana ebbe tutto il tempo di prendere le sue cose più importanti.
< Rossana, sei già in piedi? > gli domandò sua madre.
< Sì, madre. Partiremo tra pochi minuti. >
< Quindi hai deciso… >
< Avevate ragione voi: lasciare questo posto non può che farmi bene. >
< Hai litigato con tuo marito? >
< Adesso non ha importanza, madre… Io sono pronta. E voi? >
< Aspetta. Non vedi che sono ancora in camicia da notte? E poi devo sempre fare colazione.>
< Potete farla quando saremo fuori da questa proprietà. >
< Rossana, ascoltami bene: noi due faremo colazione come si deve, che ti piaccia o no. Anche se saremo in compagnia di tuo marito e di quel nobile da strapazzo. >
< Allora vorrà dire che farò colazione in cucina. >
< Allora non mi sono spiegata! Faremo colazione tutti assieme. Non transigo su questa faccenda, capito? Così farai vedere a loro che non ti vergogni di stare in loro compagnia. >
< Non è una questione di vergogna… E’ solo che la loro presenza in questo momento mi da’ molto fastidio. >
< Fa lo stesso! Tu ascoltami per questa volta. Vedrai che non sbaglierai… Adesso lasciami preparare, altrimenti perderemo solo del tempo per discutere. >
 
 
Durante la colazione nella sala da pranzo, Rossana non degnò di uno sguardo né suo marito né Charles.
< Madre, vi aspetto sulla carrozza. >
< Vai pure, Rossana. Ti raggiungo tra un momento. >
Senza salutare i presenti, la giovane donna uscì dal palazzo con le borse di sua madre in mano mentre era accompagnata da altri servitori.
< Che fretta aveva vostra figlia? > domandò Charles punzecchiando la donna.
< Quello che fa’ mia figlia, non sono affari che vi riguardano. >
< Ho solo domandato… Almeno poteva congedarsi educatamente. >
< Signor Lons, vi assicuro che mia figlia è molto più educata di voi. >
< Signora Smith, vi vorrei ricordare che io sono il nobile Lons. >
< Per me non siete nulla, Lons. >
< Adesso finitela > intervenne Heric cercando di spegnere gli animi.
< Heric, sapevo che avevi una suocera molto maleducata, per non parlare di tua moglie… >
< Evitate di peggiorare la situazione. Non servirà a nulla… Con permesso, miei signori > replicò la Signora Smith alzandosi dal tavolo < Signor Akito, potrei parlarvi in privato? >
Incuriosito di sapere cosa aveva da dire sua suocera, Heric acconsentì alla richiesta.
< Posso fare qualcosa per voi? >
< Sì. Più che altro vorrei che esaudisse un mio preciso desiderio: visto che appoggio la decisione di mia figlia di non rivedere quell’individuo in sala da pranzo, vorrei che l’ascoltasse. Per il vostro bene e per quello del vostro matrimonio. >
< Sì può sapere cosa avete tutti contro il mio amico Charles > domandò irritato Heric.
< Amico? Questa sì che è buona > rispose la donna mettendosi a ridere < Voi considerate quell’uomo vostro amico? Allora siete più sciocco di quello che pensavo. >
< Come prego? >
< Lasciate perdere… E’ stato un piacere alloggiare qui da voi s’eppur per poco. Ah, un’ultima cosa: non porto via con me mia figlia solo per farvi arrabbiare e irritare, bensì per fargli capire che ha anche una famiglia al suo seguito. >
< Questa sì che è una vera sciocchezza. >
< Scusate? >
< Signora Smith, dov’eravate voi e la sua famiglia durante il giorno delle sue nozze? >
< Avevamo da fare… E poi questi non sono affari vostri. >
< E’ qui che vi sbagliate. Sono affari miei e di vostra figlia, nonché mia moglie… E comunque non crederò mai che avevate qualcosa di più urgente che venire al matrimonio di vostra figlia. >
< So di aver sbagliato e ho già chiesto scusa a Rossana > mentì la donna < Devo anche chiedere scusa a voi? >
< Lasciate perdere. Ora non ha più importanza… Buon rientro a casa, Signora. >
< Aspetti un momento: se non aveva più importanza, perché avete rivangato questo momento? >
< Per mettervi alla prova… Ma come ho detto, non ha più importanza. Meglio pensare al presente. >
< Avete ragione. Buona giornata, Heric Akito > disse infine la signora prima di fissare il ragazzo parlare con Charles.
< Madre, perché ci avete messo così tanto? >gli domandò Rossana mentre guardava la donna montare sulla carrozza.
< Dovevo vedere se i servitori avevano preso tutto oppure no. >
< Certo che avete preso tutto. Abbiamo fatto la borsa assieme ai servitori. >
< Sempre meglio ricontrollare. Anche nelle piccole cose >
Ma Rossana non si fidava delle parole della madre, intuendo che stava nascondendo qualcosa.
< Avete per caso discusso con Heric? >
< Niente discussioni. Ho solo messo le cose in chiaro. >
< In che modo? >
< Niente di cui tu ti possa preoccupare… Adesso pensiamo al nostro viaggio verso casa. >
 
 
Castello di Meylres. Alcuni giorni dopo


Rossana rimase entusiasta dalla residenza estiva di sua madre.
Il Castello di Meylres si ergeva in tutto il suo splendore tra le abitazioni e i boschi che lo circondavano.
< Davvero un bellissimo castello! > esclamò Rossana felice < Non me lo ricordavo così. >
< Anche perché ci sei venuta una volta quando eri molto piccola. >
Appena giunti dinanzi all’ingresso principale, Rossana si congedò da sua madre per scoprire le meraviglia celate in quel luogo.
< Aspetta un momento, Rossana. >
< Che cosa c’è, madre? >
< Non scrivi a tuo marito che sei arrivata sana e salva? >
< Devo proprio? >
< Non fare la stupida. Anche se avete litigato, non hai nessun diritto di trascurarlo. Soprattutto dopo un viaggio così lungo. >
< D’accordo, avete ragione voi. Lo farò più tardi. >
< Fallo subito! Altrimenti te lo scordi. >
< Ma non so neanche dove sarà la mia stanza. >
< Segui la domestica. Lei ti dirà dove alloggi. >
Dopo essere arrivati all’ultimo piano del castello, Rossana poté notare la grandezza e lo splendore della sua camera da letto e il meraviglioso panorama di cui poteva godere.
< Spero che la stanza sia di vostro gradimento, signorina. >
< Altroché! Non ho mai visto niente di simile > replicò Rossana Eccitata.
< Molto bene. Se avete bisogno di qualsiasi cosa, non esiti a chiamarmi. >
< UN’ultima cosa. >
< Ditemi pure.>
< Sapete dove posso trovare Robbie? >
< Il maggiordomo? Deve essere qui nei dintorni. Vuole che lo porti da lei? >
< Sì, appena sarà possibile. >
< Senz’altro. >
< Grazie mille. >
Continuando ad ammirare il panorama dalla sua stanza, Rossana stava scrivendo a suo marito dicendogli che il viaggio era stato molto lungo ma senza alcuna insidia.


 
Heric, spero di mancarti quanto tu manchi a me. Mi dispiace che abbiamo litigato il giorno della mia partenza… Ma sappi che ti amo e che ti amerò per sempre.


 
Dopo aver finito la lettera, Rossana la consegnò direttamente al messaggero di corte.
< Vi prego di fare il più velocemente possibile.>
< Signorina, il Parco Lienzki non è dietro l’angolo. Ci vorranno molti giorni… Però vedrò di fare il possibile. >
< Vi ringrazio > replicò la donna con un sorriso.
Mentre era impegnata a contemplare le bellezze del luogo, Rossana riconobbe Robbie che stava parlando con un giovane ragazzo come lei.
< Robbie! > gridò la donna richiamando la sua attenzione.
Appena l’uomo girò lo sguardo, rimase allibito.
< Rossana! Ma sei davvero tu?! >
Una volta rincontrati, i due si abbracciarono fino a quasi stritolarsi a vicenda.
< Accidenti! Adesso sì che sei una vera signorina. >
< Mentre tu non sei cambiato affatto. >
< Magari! Purtroppo gli anni passano anche per me… Ora però vorrei farti conoscere una persona. >
Vedendo la giovane ragazza accanto a Robbie, Rossana fu molto sorpresa nel vedere che si trattava di un’amica di vecchia data.
< Funny! Che sorpresa! >
< Non avrei mai creduto che mi avresti subito riconosciuto immediatamente, Rossana > replicò Funny sorridente.
< Sono molto contenta di rivedervi tutti e due. Così stasera potremmo festeggiare insieme. >
< Mi dispiace darti una simile notizia, ma tra poche ore devo fare un viaggio importante di lavoro che mi porterà fino in Russia. >
< Che cosa? devi partire subito? Oh no! >
< Mi dispiace, ma è un viaggio molto importante. È da mesi che l’ho organizzato. >
Dispiaciuta per la partenza della sua amica, la felicità che inondò lo sguardo di Rossana, si dissolse velocemente.
< Però ti prometto che ci manterremo sempre in contatto. >
< Lo spero bene. Anche perché starò qui solo pochi giorni visto che sono incinta. >
< Che cosa?! aspetti un bambino?! Questa sì che è una bella notizia! > gridò Robbie facendosi sentire per tutto il castello.
< Ti faccio le mie più sincere congratulazioni > ribatté Funny.
< Grazie. Ma mi verrai a trovare nella mia casa, vero? >
< Certo! Dove abiti? >
< Al Parco di Lienzki. Così ti farò anche conoscere mio marito Heric. >
< Non vedo l’ora… Magari al ritorno potrei passare davvero a trovarti. Chissà. >
< Mi faresti una bella sorpresa. >
< Adesso però ti devo lasciare. Devo preparare le mie ultime cose. Ci vediamo più tardi. >
< A più tardi, Funny > disse infine Rossana rimanendo sola con Robbie.
< Sono molto sorpreso che tu molto presto diventerai madre. >
< Lo sono anch’io, Robbie. Però ho paura che qualcuno possa venire a sapere il segreto che lega me a questa famiglia. >
< Di questo non ti devi preoccupare >la rassicurò l’uomo < Ora che ti sei sposata con uno degli uomini più importanti d’Europa, sei una nobile a tutti gli effetti. >
< Purtroppo se i genitori e mio marito venissero a sapere che sono una mezzosangue, mi ripudierebbero all’istante. >
< Anche tuo marito? >
< Ho il timore di sì. Sono molto fissati con le famiglie nobili purosangue. >
< Comunque non si pone questo problema visto che nessuno sa del tuo segreto. >
“Vorrei tanto che fosse così”
< Parlando di te Robbie, cosa mi racconti? >
< Non c’è molto da dire al riguardo, tesoro. A parte che è già un anno che mi sono trasferito nella casa estiva di tua madre e ci sto benissimo. >
< Sono contenta. >
< Per il resto, continuo a sopportare le richieste di tua madre > ribadì divertito l’uomo.
< Ahahah e scommetto che non sono poche. >
< Puoi scommetterci. >
< Rossana! > gridò la Signora Smith richiamando l’attenzione della ragazza.
< Cosa c’è, Robbie? Sono con Robbie. >
< C’è una persona che ti vorrebbe salutare. >
Incuriosita da chi potesse essere, Rossana si precipitò verso sua madre.
< Alyssa! Non ci posso credere! >
Presa da un impeto di gioia, Rossana travolse la sua amica che non vedeva da molto tempo.
< Che cosa ci fai qui? >
< Ero in vacanza con Terence e ho deciso di passare da queste parti. >
< Hai avuto un’idea splendida! >
< Tu come stai? >
< Benissimo ora che ho rivisto te e Robbie… Spero solamente che non devi ripartire subito come Funny. >
< Tranquilla. Partirò tra qualche giorno quando Terence ci raggiungerà qui. Adesso è impegnato in un convegno molto importante in Italia. >
< Splendido! Così potrò vedere anche lui! >
< Rossana, sarebbe meglio che tu ti riposassi un po’ visto il tuo stato. E poi hai fatto un viaggio molto lungo. >
< Il tuo stato? > domandò confusa Alyssa.
< E’ di questo che ti dovevo parlare. Vieni con me. >
< Rossana, mi hai sentito? >
< Mi riposerò questa sera, madre. State tranquilla. > disse infine la ragazza sparendo con la sua amica Alyssa.

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Capitolo 6
*** Tradimento e infedeltà ***


Funny si preparava a salutare Rossana e Alyssa dopo poche ore che l’aveva riviste.
< Ti prometto che ti scriverò, Rossana. >
< Vai! Aspetterò con ansia una tua lettera. >
< Ci rivediamo presto > disse infine Funny montando sulla carrozza e uscendo dal perimetro del castello.
< Era ora che se ne andasse > fece Alyssa con disprezzo < Quella ragazza continua a non piacermi per niente. >
< Perché dici così? >
< Perché non faceva altro che lamentarsi. Pretendeva di essere servita e riverita solo lei, facendo impazzire i domestici che lavorano qua dentro. >
< Come fai a sapere tutto questo visto che sei appena arrivata? E poi, cosa c’è di tanto strano? >
< Ho i miei informatori… Senza dimenticare che è una vera maleducata. Anche se è una nobile come noi, non può pretendere di fare come gli pare e piace. Questa non è casa sua, no? >
< Ammetto che Funny possa avere degli atteggiamenti molto strani, ma ciò non toglie che sia una brava ragazza. >
< Se lo dici tu… >
< Tornando a noi, non mi hai ancora parlato del tuo fidanzamento con Terence. >
< Non c’è molto da dire > rispose sorridente Alyssa < A parte che lo amo più della mia stessa vita. >
< Dopo che avrete finito di fare i vostri viaggi, dov’è che abiterete? >
< Lui avrebbe pensato all’Inghilterra, ma per me è un clima molto umido e freddo. Personalmente, preferirei vivere sulle rive del mare di un castello sontuoso. >
< Se non ricordo male, c’è il Castello di Miramare a Trieste che potrebbe fare al caso tuo. >
< Infatti Terence sta facendo di tutto per accaparrarselo. >
< Vedrai che ci riuscirà. >
< Se ciò avvenisse, sarai la prima mia ospite. >
< Grazie mille, Alyssa. >
< E tu? hai intenzione di vivere con il tuo Heric in quel parco bellissimo in cui mi hai fatto vedere alcune foto? >
< Pero ora sì. È sempre stato il nostro sogno vivere in mezzo alla natura. >
< A proposito di Heric, perché non è qui con te? >
< Avevo bisogno di ritornare dalla mia famiglia dopo molti anni e lui ha preferito rimanere a casa. >
< Rossana, anche se sono passati molti anni, ti conosco molto bene. Non partiresti mai cin tua madre. Soprattutto dopo che avete litigato prima che tu ti sposassi… Sei sicura che vada tutto bene con Heric? >
< A parte che me ne sono andata da Lienzki molto furibonda con lui, il resto va tutto bene. >
< Secondo me dovresti cercare il perdono da lui il prima possibile. >
< Gli ho scritto una lettera proprio oggi. Ma ci vorranno giorni prima che possa arrivare a destinazione. >
< Quando hai intenzione di ripartire e tornare a casa con Heric? >
< Credo tra cinque giorni. Perché? >
< Magari potrei venire con te a trovarlo nella vostra dimora, se per te non è un problema. >
< Nessun problema, anzi mi farebbe molto piacere. >
< Ora che ci ripenso, tra tre giorni Terence sarà qui a Meyrels. >
< Così presto? Oh no! >
< Mi sa tanto di sì… >
Mentre le due ragazze stavano continuando a parlare delle loro vite, la Signora Smith li interruppe per dirgli che la cena era quasi pronta.
< Che cosa? ma si cena così presto? >
< Sì, mia cara > rispose la donna piccata < Alle sette in punto la cena deve essere in tavola. Vai a sistemarti, Rossana. >
< Perché? Non posso rimanere vestita così, madre? >
< Assolutamente no. Hai i vestiti sporchi. Vai subito a cambiarti! Devo ancora trattarti come una bambina piccola? > la redarguì sua madre.
< D’accordo, vado subito. >
< Ti accompagno io, Rossana. Anch’io devo mettermi dei vestiti puliti > replicò Alyssa prendendola sotto braccio.
 
 
Alcuni giorni dopo

Mentre Rossana e Alyssa erano impegnate a fare la loro solita passeggiata nel giardino di Meylres, scortarono un individuo a cavallo entrare nella proprietà.
Incuriosita, le due giovani donne andarono verso di lui, ma l’individuo era coperto da un folto mantello che gli ricopriva il viso e le spalle.
< Potrei sapere chi siete voi? >
< Colui che ha cavalcato per giorni e notti intere per raggiungere una persona a me molto cara. >
< E posso sapere chi è questa persona? Heric, sei per caso tu? >
< Heric? Io non conosco nessun Heric. Mi dispiace. >
< Adesso basta fare questi stupidi giochetti >intervenne Alyssa seria < Diteci chi siete senza preamboli. >
< Vedo che siete molto impazienti… Molto bene. >
Appena l’ìndividuo si tolse il cappuccio, la sorpresa si dipinse negli occhi di Alyssa.
< Terence! >
Presa da una gioia incontrollabile, la giovane amica di Rossana piombò su di lui inondandolo di baci.
< Potevi dirlo subito che eri tu! >
< Ahahah volevo divertirmi ancora un po’. >
< Sei il solito dispettoso > replicò Alyssa dandogli una pacca sulla spalla < Hai fatto più in fretta di quello che immaginavo. >
< Sì. La trattativa è stata più rapida del previsto. >
< E quindi? >
< E quindi possiamo recarci nel nostro nuovo castello: Miramare a Trieste. >
< Davvero?! Sei riuscito a comprarlo?! >
< Assolutamente sì. >
< Sei fantastico Terence. Ti amo tanto. >
< Spero che tu non mi ami solo per questo > scherzò l’uomo.
< Certo che no! ma cosa ti viene in mente?... Oddio, sono una vera maleducata. Terence, volevo presentarti la mia amica Rossana. Rossana, ti presento Terence. >
< Piacere di conoscervi > replicò Terence baciandogli la mano < Alyssa mi ha parlato molto di voi. >
< Lo stesso vale per quanto riguarda voi > replicò Rossana sorridente.
< Tesoro, quando potremmo recarci a Miramare? >
< Anche subito, se vorrai. >
< Splendido!  Allora faccio subito le valigie! Rossana? Puoi venire con noi, se vuoi. >
< Magari un’altra volta. Devo tornare da mio marito a Lienzki. E poi con il mio stato interessante è meglio che non mi strapazzi più del dovuto. >
< Siete incinta? Congratulazioni, Rossana. >
< Terence! Non essere inopportuno! >
< Ma cos’ho detto di male? >
< Vi ringrazio, Terence > rispose cordialmente Rossana.
< Comunque quando vorrai, sappi che la mia porta è sempre aperta. >
< Grazie infinitamente, Alyssa. >
< Avanti Terence, aiutami a preparare i miei bagagli. Partiamo subito. >
< D’accordo. Come vuoi tu. >
 
 
Subito dopo la partenza di Alyssa e Terence, Rossana avvertì sua madre che sarebbe tornata in Polonia da Heric.
< Rossana, è meglio che tu rimanga ancora un po’ qua. >
< Perché? >
< Ho una strana sensazione… Come se stesse per succedere qualcosa. >
Ma Rossana non si fidava, intuendo che sua madre stesse nascondendo qualcosa.
< Madre, che cosa dovete dirmi? >
< Assolutamente niente, figliola. >
< Allora non c’è nessun problema per voi se riparto immediatamente. Mio marito mi sta aspettando. >
< Potrebbe aspettare benissimo altri giorni, non trovi? >
< Madre, sono stata molto contenta di rimanere qui con voi, Robbie e le mie amiche… Ma ora è giunto il momento di ripartire. >
Non riuscendo in nessun modo a convincere sua figlia, la Signora Smith gli propose di accompagnarla personalmente fino in Polonia.
< Non è necessario, madre. Posso benissimo andarci da sola. >
< Una giovane ragazza incinta che viaggia per mezza Europa? Ti rendi conto che potrebbe essere pericoloso? >
< Madre, per favore. So benissimo badare a me stessa. Davvero. >
< Anche se tu dovessi incontrare alcuni banditi saresti capace di badare a te stessa? >
< Madre, non rendetemi le cose difficili. >
< Mi preoccupo solo per te, Rossana. >
< Vi ringrazio, ma vi giuro che non c’è niente di cui preoccuparsi. >
< D’accordo. >
Dopo aver salutato sua madre, Robbie e tutta la servitù di Meyrels, Rossana era pronta per tornare alla sua vecchia vita, senza pensare alle dovute conseguenze che si sarebbero abbattute da lì a poco.
 
 
Appena Rossana si avvicinò al Parco di Lienzki, vide con sorpresa che il cancello era completamente spalcancato.
“Strano. Di solito Heric non lo lascia mai aperto così.”
Facendo finta di niente, Rossana si diresse verso il palazzo per potersi rilassare dopo un viaggio estenuante.
Ma quello che vide appena entrò nella sua camera da letto, la lasciò pietrificata.
Heric, in compagnia di un’altra donna, stava facendo l’amore.
Vedendo quello spettacolo, gli occhi di Rossana divennero lucidi dalla rabbia.
< Heric. ma cosa… >
< Rossana, io… >
Non sapendo cosa dire, la povera ragazza corse fuori dal palazzo.
< Rossana! Aspetta! > gridò l’uomo riuscendo a fermarla < Rossana, ti devo parlare. >
Ma la ragazza, accecata dall’ira, gli mollò uno schiaffo che lo fece cadere a terra.
< Di cosa mi devi parlare?! Che ti sei scopato quella sgualdrina di Funny?! >
< So di aver sbagliato, ma ero profondamente scosso per quello che sono venuto a sapere su di te. >
< Non ci sono scuse per quello che hai fatto! Sei solo un bastardo senza cuore! >
< E tu, invece? Che mi hai mentito per tutto questo tempo? Credevi che non ti avrei mai scoperta? >
< Ma cosa stai dicendo? >
< Charles Lons, il mio amico che tanto disprezzi, mi ha rivelato che la Signora Smith non ha mai avuto figli legittimi, e che tu sei stata adottata. >
< Questo non è vero! >
< Non cercare di mentirmi, Rossana… Credi che io non abbia fatto le mie dovute ricerche? Grazie ad alcuni  tuoi parenti con cui tua madre ha chiuso i rapporti da molti anni, sono riuscito a scoprire che quello che mi ha detto Charles, è la pura verità: tu non sei di sangue nobili. >
< Quel maledetto uomo… Mi ha rovinato la vita. >
< Ha solo detto una verità che doveva venire a galla. >
< Già. Però non ti ha detto che ha abusato di me. >
< Che cosa stai insinuando? >
< Vuoi sentire una nuova verità? Te la racconto subito. >
A quel punto Rossana gli raccontò della volta che era scappata di casa, fuggendo a Londra dalla sua amica Alyssa, finendo il tutto con l’abuso di Charles.
< Mi dispiace, ma non ti credo. Charles non farebbe mai una cosa del genere. >
< Ah no? allora sei più stupido di quello che credevo. >
< Occhio alle offese perché qui l’unica che ha torto sei solo tu, Rossana. >
Ormai per la povera ragazza non c’erano possibilità per far accrescere la sua credibilità.
Alla fine Charles era riuscito nel suo intento, ovvero raccontare a Heric il suo oscuro segreto.
< Molto bene. Se è questo quello che pensi di me, allora non abbiamo altro da dirci… Divertiti con quella puttana di Funny. >
< Almeno lei è più sincera di te. >
< Non ti mollo un latro schiaffo perché sto già soffrendo abbastanza… Ma soprattutto, non pensi al figlio che nascerà tra qualche mese? >
< Quel figlio non è mai stato mio. È un rinnegato come te. >
Quelle parole forti di Heric furono la goccia che fece traboccare il vaso.
< Se è questo che pensi della tua famiglia, allora è meglio finirla adesso. >
< Senz’altro. Addio, Rossana. >
Visibilmente scossa per quello che gli era accaduto, Rossana prese il suo cavallo per allontanarsi il prima possibile da quella casa e da quei ricordi che aveva vissuto negli ultimi anni della sua vita.

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Capitolo 7
*** Vita spezzata ***


Dopo aver cavalcato per giorni e giorni in mezza Europa, alla fine Rossana decise di approdare nell’unico posto in cui non gli avrebbero mai sbattuto le porte in faccia: il Castello di Miramare di Alyssa e Terence.
Completamente stremata dalla cavalcata, Rossana cadde a terra senza gravi conseguenze.
Sentendo un tonfo nelle vicinanze, Alyssa andò immediatamente a vedere chi fosse.
< Rossana! >
Spaventata per le sorti della sua amica , Alyssa si fece aiutare dai servitori del castello.
< Chiamate subito un dottore! Presto! >
< Signora, portiamola subito al castello. >
< Sì. La mia camera da letto sarà il posto ideale. >
 
 
Appena Rossana riaprì gli occhi, non riusciva a capre dove si trovava.
Era rimasta completamente senza energia.
Alyssa, che era rimasta a vegliare su di lui per tutto il giorno, fu molto sollevato appena la vide.
< Finalmente ti sei svegliata > fece la ragazza tirando un sospiro di sollievo.
< Alyssa… dove sono? >
< Sei a Miramare, Rossana. Ti ho trovato accasciata a terra accanto al tuo cavallo e mi sono spaventata moltissimo. Per fortuna il dottore mi ha detto che eri svenuta dalla stanchezza e che tuo figlio non è in pericolo di vita. >
< Forse sarebbe stato meglio per tutti se questo figlio avesse cessato di esistere. >
< Ma cosa ti viene in mente? > ribadì Alyssa sconcertata < Che è successo? >
< Heric… mi ha tradito con Funny… dicendomi che non ne vuole più sapere di me dopo la scoperta che non sono una purosangue. >
< Tutto ciò è inaudito! Chi gli avrebbe dato la notizia? >
< Charles Lons. È stato lui. >
< Che possa morire congelato nell’inferno più profondo.. >
< Quello che proprio mi ha spezzato il cuore è stato Heric. Mi ha completamente voltato le spalle solo perché non sono una nobile come lui. >
< Che bastardo. Ma non si rende conto che ha abbandonato te e il figlio che porti in grembo? >
< Sì. E mi ha risposto che non gli importa più niente. >
Esasperata e con le lacrime agli occhi per il dolore che stava sopportando, Rossana cadde tra le braccia di Alyssa cercando del conforto che gli mancava.
< Ne hai parlato con tua madre? >
< No, non ne ho avuto il tempo… E poi mi vergogno di me stessa. >
< Perché? Tu non hai nessuna colpa. >
< Lo so. Ma non voglio mostrarmi debole agli occhi di quella donna. Ho sempre difeso Heric e le mie scelte… Se dovessi rimangiarmi tutto, mia madre mi darebbe contro.
E francamente, adesso non ne ho bisogno visto che sono rimasta sola. >
< Ma cosa dici? Ci siamo io e Terence qui. Noi non ti abbandoneremo mai. Qualunque cosa accada. >
< Vi ringrazio, ragazzi. È bello sentirselo dire > disse infine Rossana prima di addormentarsi nelle braccia della sua amica.
 
 
< Alyssa, ma cos’è successo? Perché sei sparita improvvisamente? >
< E’ venuta fin qui Rossana dalla Polonia dopo aver cavalcato strenuamente per giorni. >
< Ma è impazzita? Cavalcare così tanto quando è incinta! >
< E’ successo l’incredibile, Terence… Praticamente Heric l’ha rinnegata perché è venuto a scoprire che lei non è una nobile. >
< E anche se fosse? Questo non gli dà nessun diritto di fare così. >
< Ma l’ha fatto… E tutto per colpa di Charles Lons che gli ha rivelato il segreto di Rossana. >
< A proposito di Charles Lons… lo devo incontrare in giardino tra pochi minuti. >
< Benissimo! Così avrò la possibilità di prenderlo a schiaffi con le mie mani. >
< No, Alyssa. Tu non farai niente di tutto ciò > replicò Terence cercando di fermarla.
< Non riuscirai a farmi cambiare idea. Deve pagare per tutte le cattiverie che ha fatto. >
< E pagherà, stai tranquilla. >
< Come pensi di fare? >
< Tu lascia fare a me. >
Fidandosi di suo marito, Alyssa evitò di entrare di più nell’argomento.
< Io sarò in camera mia a vedere se Rossana sta meglio. Se avrai bisogno di me, non esitare a chiamarmi. >
< D’accordo > disse infine Terence prima di ritrovarsi in giardino in compagnia di Charles.
 
 
Appena Alyssa entrò nella sua camera, vide Rossana continuare a rigirarsi nel letto.
< Rossana? Sei sveglia? >
< Sì, Alyssa. Non riesco a dormire se continuo a ripensare a come Heric mi ha voltato le spalle. >
< Vedrai che tutto si risistemerà. >
< No Alyssa, non si sistemerà niente… Heric lo conosco fin troppo bene. >
< Rossana, soffri di più per il tradimento o perché non ne vuole sapere più di te a causa del tuo segreto? >
< Ma che domande mi fai? >
< Era solo per sapere. Sto solo cercando di aiutarti. >
< In questo modo non mi aiuti affatto > ribatté Rossana irritata.
Capendo che era stata scortese, la giovane donna si scusò immediatamente.
< Alyssa, ti prego di perdonarmi. >
< Non ti preoccupare. So benissimo di essere stata inopportuna. >
< Devo riuscire a sfogarmi in qualche modo. Solo così mi sentirò più libera. >
< Ad esempio occuparsi di Charles Lons? Ci sta già pensando Terence. >
< Che vuoi dire? >
< Non lo so. Mi ha solo detto che se ne occupava lui. >
< Quindi lui è qui? Devo vederlo all’istante. >
Appena Rossana si mise in piedi, le sue ginocchia cedettero immediatamente.
< Sei ancora molto debole, Rossana. Non puoi muoverti. >
< Lasciami. Ce la faccio. >
< No, non è vero! > tuonò Alyssa < Dammi retta almeno una volta nella vita. So che non ti piace subire gli9 ordini, ma è importante che tu faccia come ti dico io. >
< D’accordo. Scusa >replicò Rossana mettendosi a sedere sul letto.
< Se cerchi un modo per sfogarti, potrei avere io la soluzione. >
< E sarebbe? >
< Visto che Terence è riuscito dopo molte peripezie a comprare questo castello, la nostra residenza estiva di Villa Borghese a Roma è libera. Quindi potrebbe essere un’idea starci tutto il tempo che vorrai, utilizzando tutto il tempo a nostra disposizione alla tua gravidanza… Tu cosa ne dici? >
< Villa Borghese a Roma è di tua proprietà? >
< Precisamente dei miei genitori. Ma visto che negli ultimi anni preferiscono viaggiare per il mondo, quella Villa rimane quasi sempre libera. E poi è molto adatta a tre, visto che ti piace stare in mezzo alla natura. >
< Ma non mi ricorderà in qualche modo Lienzki? >
< No. è un altro paradiso. Ma soprattutto, non saresti sola. Potrei venire con te, se vuoi. >
< E’ una buona idea, non c’è che dire… Ma preferirei rimanere un po’ da sola. Giusto il tempo per riordinare le mie idee… Spero che non ti dispiaciuta, Alyssa. >
< Assolutamente no. allora è deciso? >
< Sì > replicò Rossana ritrovando il sorriso.
< Stupendo. Quando vuoi partire? >
< Quando vuoi tu… Però lascia che ti accompagni, visto che potresti perderti in una città che non conosci. >
< Ahahah hai ragione. >
< Potremmo partire quando ti sarai rimessa in sesto, d’accordo? >
< Affare fatto. >
Mentre le due giovani donne stavano discutendo, Terence bussò alla loro porta.
< Sei già qui? >
< Sì, Alyssa. Per quanto tempo dovevo parlare con quell’impiastro? >
< Allora? Che cos’è successo? >
< Adesso non sarà più un problema per nessuno di noi. >
< Che hai fatto? L’hai preso a botte? Se è così, potevo darti una mano. >
< Macché! Io non alzerei mai le mani su nessuno. Dopo avrie indagini della polizia segreta britannica, sono riusciti ad arrestarlo con l’accusa di aver firmato carte false quando ha venduto i suoi possedimenti in Polonia, in Inghilterra e in altre parti d’Europa. >
< Ecco perché si trovava in Polonia > fece Rossana sospettosa < Forse voleva vendere dei possedimenti ad Heric. >
< Spero per lui che non ci sia cascato > ribadì Terence.
< Comunque è bene che stia rinchiuso in carcere in attesa del processo. Anche se secondo me non ha nessuna possibilità di venirne fuori. Ci sono troppe prove che lo incastrano. >
< Gli sta bene >ribatté Rossana contenta come non mai.
< Finalmente. Ci voleva una bella notizia prima della nostra partenza > rispose Alyssa.
< Partenza? > domandò Terence < Rossana, torni a casa? >
< Assolutamente no, Terence. Andrà nella tenuta estiva dei miei genitori a Villa Borghese. Giusto per rilassarsi lontano da tutto e da tutti i pensieri. >
< L’accompagni tu? >
< Vuoi venire anche te, vero? >
< Mi piacerebbe tanto. Non ho mai avuto la possibilità di vedere Villa Borgese. >
< Allora partiremo tutti assieme appena Rossana starà meglio > rispose Alyssa con tono deciso e sorridente.
< Benissimo. Affare fatto. >
 
 
Rossana, Alyssa e Terence erano pronti per partire verso Roma.
La giovane donna non riusciva ancora a credere che si sarebbe lasciata tutto alle spalle.
Per lei sembrava un sogno irrealizzabile.
Ma doveva affrontare ancora una persona: sua madre.
< Pensavi che te ne saresti andata come se nulla fosse? > domandò con tono rude la donna.
< Madre! Che cosa ci fate qua? >
< Cerco in lungo e in largo mia figlia e la trovo qui a Miramare… Ma adesso mi spiegherai che cos’è successo? >
< Niente. Avevo solo bisogno di prendermi una vacanza > mentì Rossana.
< Sono tua madre, Rossana. Quando lo capirai che non puoi mentirmi? È successo qualcosa di grave con Heric. Lo vedo dal tuo sguardo. >
< Ormai Heric è un capitolo chiuso della mia vita. >
< Che cosa ti ha fatto? >
< Mi ha sbattuto di casa impunemente quando è venuto a sapere che non sono vostra figlia, madre. >
< Sapevo che non c’era da fidarsi di quell’uomo… Perché non mi hai dato ascolto? Perché vuoi sempre fare come vuoi? >
< Io lo amavo, madre. >
< Guardati! Guarda dove ti ha portato l’amore! Sei contenta? Se non fosse stato per Alyssa e Terence, a quest’ora potresti essere morta chissà dove. >
< Lo so bene… Ma nella mia vita non ho nessun rimpianto, madre. >
< Ed ora che non c’è più lui che cosa vuoi fare? Tra pochi mesi dovrai crescere un bambino tutta da sola. >
< Saprò cavarmela. >
< Non sperare nel mio aiuto, Rossana. Per me quel bambino non esiste. >
< Non vi preoccupate. Non vi chiederò nulla. >
< Ti scongiuro di tornare a casa da me. Per il tuo bene. >
< Mi dispiace madre, ma devo continuare la mia vita… Alyssa e Terence mi hanno gentilmente offerto alloggio a Villa Borghese a Roma e non posso minimamente rifiutare. >
< Perché? Perché te ne andrai così lontana? >
< Starò bene. Madre. Non vi dovete preoccupare. >
Rossana non aveva mai visto sua madre piangere prima d’ora.
L’aveva sempre vista come una donna forte, ma quelle lacrime la fecero immediatamente ricredere.
< Rossana, promettimi che mi scriverai tutti i giorni, d’accordo? >
< Sì. Ti parlerò della mia vita a Villa Borghese. >
< Scusami se prima ho detto che non ne voglio sapere niente di mio nipote, ma sai bene che per qualsiasi cosa… >
< Grazie, madre. Grazie davvero. >
Dopo essersi salutati in quel momento commovente, Rossana se ne andò con Alyssa e Terence lasciando sua madre in preda ad sentimenti a lei sconosciuti mentre pensava al futuro di sua figlia.

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Capitolo 8
*** Il coraggio d’amare guardando al futuro ***


Villa Borghese. Un anno dopo

Rossana era impegnata ad accudire il suo bambino nato da poco.
Dopo un’attenta riflessione durata più di una notte, Rossana gli aveva dato il nome di Takeshi, ricordandosi che sarebbe stato il nome che Heric avrebbe preferito per il piccoletto.
< Sì può? > domandò Alyssa entrando nella camera da letto di Rossana.
< Alyssa! Che sorpresa! >
< Non te l’aspettavi, vero? Dopo che ti ho lasciata quasi un anno fa’, non sono riuscita a tornare qui da te purtroppo. >
< Fa lo stesso. Lo so che tu e Terence siete molto impegnati. >
< Già… Potrei vedere il bambino? >
< Certo. L’ho messo a dormire proprio ora. >
Vedendo tutta la dolcezza che sprigionava il figlio di Rossana, ad Alyssa gli venne una voglia immensa di fare un figlio come la sua amica.
< Ahahah perché non ne parli con Terence? >
< Ci stiamo già provando. Ma purtroppo non fa altro che essere in viaggio e di conseguenza ha molto poco tempo per me. >
< L’importante che il vostro rapporto non si incrini minimamente. >
< No, questo no… Tua madre ti è mai venuta a trovare? >
< Sì, è passata la settimana scorsa. >
< E che cosa ti ha detto? >
< Era molto felice di vedere il bambino appena nato, dicendomi che per qualsiasi cosa mi avrebbe aiutato senza pensarci due volte. >
< Questo è davvero un bene… Soprattutto se l’aiuto viene da tua madre. >
< Gli ho promesso che tra qualche mese, quando Takeshi sarà più grande, io e lui l’andremo a trovare a Meylres. >
< Ottima idea… Scusa se te lo domando, ma di Heric non hai saputo più niente? >
Sentendo quel nome, lo sguardo di Rossana si rabbuiò all’istante.
< No. Non gli ho nemmeno scritto quando è nato il bambino… Da quando mi ha rinnegato, non ho voluto sapere niente di lui. >
< Ma tu lo ami ancora? >
< Perché mi fai queste domande su di lui, Alyssa? >
< Così. Voglio solo capire se tu lo ami ancora oppure no. >
< Perché lo vuoi sapere? >
< Perché sono tua amica. >
< Lo sai bene che cosa penso di lui… E ti prego, non voglio parlarne. >
< D’accordo. Scusami. >
< Sono contenta se lui è felice con Funny o con un’altra donna… Anche se mi ha fatto soffrire come non mai. >
< Invece non dovrebbe essere felice, ma dovrebbe pagare la sua cattiveria a caro prezzo. >
< Non ho tempo di portare rancore ad una persona… In questo momento devo pensare al mio bambinon e basta. >
< Rossana, non ti facevo così coraggiosa sai? >
< Ho solo il coraggio di amare le persone che mi stanno vicino. Come te, del resto. >
< Grazie. È bello sentirtelo dire > replicò Alyssa abbracciando la sua amica.
< Tornando a noi, per quanto tempo ti fermerai nella capitale? >
< Credo una settimana. E se Terence riesce a liberarsi dalle sue riunione, mi raggiungerà qui a Roma. >
< Splendido! Così potremmo rimanere tutti insieme. >
< E magari io e lui… >
< Ti prego di non parlarmene. Sono fatti privati. >
< Ma tu sei mia amica! Potresti darmi qualche consiglio. >
< Se c’è l’amore, c’è tutto Alyssa. Non scordartelo. >
< Non puoi cavartela con una frase del genere. >
< Perché scusa? >
< Perché… >
Appena Alyssa alzò lo sguardo, rimase folgorata nel vedere chi c’era dinanzi all’entrata della stanza dove lei e Rossana stavano parlando.
< Alyssa, ma cosa… >
< Scusate il disturbo. >
Quando Rossana vide chi era, rimase anch’ella folgorata e senza parole.
Heric, l’uomo che aveva sempre amato e che l’aveva abbandonata, era dinanzi a lei.
< Che cosa ci fai tu qui? > tuonò rabbiosa Alyssa.
< Vorrei parlare con Rossana, se è possibile. Da soli. >
< Rossana non vuole avere niente a che fare con te. Vattene immediatamente da qui prima che chiami la polizia. >
< Dovrà dirmelo personalmente Rossana. Non tu. >
< Questa è la mia casa e faccio entrare chi voglio! E tu sei entrato in una proprietà privata senza il mio permesso. Quindi, o te ne vai di tua spontanea volontà, o ti caccerò a calci. >
Fregandosene minimamente delle parole di Alyssa, Heric fissò per tutto il tempo Rossana attendendo che potesse parlargli.
< Allora?! Mi hai sentito?! >
< Lasciaci un attimo da soli, Alyssa > replicò Rossana con voce flebile.
< Che cosa? >
< E’ solo per pochi minuti. Voglio sapere che cos’ha da dirmi quest’uomo. >
< Ma Rossana, ti eri ripromessa che non ne volevi sapere niente di lui. >
< Adesso ho cambiato idea. >
Intravedendo un sorrisetto di felicità sul viso di Heric, il cuore di Rossana mancò un battito.
< Io… non ti capisco… >
< Andrà tutto bene, non preoccuparti. Devi solo lasciarmi alcuni minuti da solo con lui. >
Non riuscendo in nessun modo a far desistere la sua amica, Alyssa acconsentì alla sua richiesta.
< Se hai bisogno di me, sappi che sono qua fuori. >
< D’accordo. >
Appena Rossana ed Heric si ritrovarono da soli, i due non smisero di fissarsi a vicenda, attendendo l’un l’altro per fare la prima mossa.
< Come stai? > domandò l’uomo.
< Adesso bene… E tu? >
< Come un vigliacco attanagliato dai sensi di colpa? >
< Ah davvero? Questo mi sorprende molto. >
< Se oggi sono qui dinanzi a te, è per chiederti umilmente scusa. Ho sbagliato ad abbandonarti e dare retta ai miei genitori, ma in quel momento ero profondamente frustrato… >
< Hai dato ascolto ai tuoi genitori? È per quello che mi hai cacciato? >
< So che può essere sciocco e crudele da parte mia, ma sai meglio di me come sono fissati con il sangue nobile… >
< Non credevo che tu non riuscissi a pensare con la tua testa… E ci hai messo più di un anno per cercare il mio perdono? >
< Non sono mai riuscito a capire dove tu fossi. Addirittura pensavo che tu fossi morta, crogiolandomi nel mio dolore più profondo… Ma grazie alle mie conoscenze che ho nella capitale italiana, qualcuno mi ha rivelato che eri qui e sono venuto subito da te. >
< Un viaggio inutile, ti avverto subito. >
< So che non ne vuoi sapere di me… >
< Se ti che mi hai abbandonato per la tua stupidità e per il tuo senso del dovere! Mi hai gettato in mezzo alla strada senza pensarci due volte! Che cosa dovrei pensare di te? >
< Che sono senza cuore. >
< Oserei dire un bastardo stronzo senza cuore. >
< D’accordo, te lo concedo… Ma potrai mai perdonarmi? >
< E Funny? Dove l’hai lasciata? Sta accudendo le mie Rose a Lazienki dopo aver profanato il mio letto? >
< Andare  aletto con lei ha solo peggiorato la situazione… Quando ci hai scoperti, non ne volevo più sapere di lei. E da quel giorno, non so dove sia. >
< E se non lo scoprivo? Mi avresti continuato a tradire? >
< Certo che no! Te l’avrei detto che… >
Ma Heric non riusciva a trovare le parole adatte.
< Che non mi amavi più? Mentre adesso? Tutto ad un tratto mi ami ancora? Rispondi! >
< Ho sbagliato a tradirti, tutto qui. >
< Tutto qui? Ma ti senti quando parli? >
< Rossana, sto cercando in tutti i modi di trovare un perdono insperato… >
< Un perdono che non verrà mai, te lo giuro! Come posso perdonarti dopo un anno di sofferenze che mi hai fatto patire? Come potrò dimenticare che l’uomo che ho sempre amato mi ha voltato le spalle solo perché era una povera orfanella trovata dinanzi al cancello dell’abitazione della casata Smith? Dimmelo! >
Ma Heric non sapeva cosa rispondere, distogliendo lo sguardo da lei gonfio dalle lacrime.
< Non abbiamo niente da dirci, Heric. Il nostro rapporto non può ricominciare daccapo come se nulla fosse. >
< Rossana, ti prego… Io ti amo… >
< E dov’eri quando avevo bisogno di te?! nel letto con quella puttana traditrice della mia ex amica! Mi dispiace Heric, ma non posso perdonarti. >
< Non c’è nessun  briciolo di speranza? >
< Come posso perdonarti se i miei sentimenti per te sono scomparsi per sempre? Ci prenderemmo in giro a vicenda… E io non posso volere questo. Devo pensare a mio figlio che tu hai avuto il coraggio di rinnegare. >
< Potrei vederlo anche solo per un momento? >
Prima di rispondere alla sua domanda, Rossana ci mise alcuni secondi, intravedendo nel suo sguardo tutto il dispiacere e la disperazione che lo attanagliava.
< Sì, puoi. >
Vedendo come fissava il piccoletto dormire beatamente rimanendo all’oscuro di quello che gli stava succedendo intorno, Heric si sentì ancora di più ferito.
< E’ davvero bellissimo. >
< Quando lo guardo, mi vieni in mente tu… Ti assomiglia moltissimo, sai? >
< Ci credo. >
< Ma questo non mi farà mai cambiare idea su di te. mi dispiace. >
< Certo. >
Una volta allontanatosi da suo figlio, Heric era pronto per uscire dalla sua stanza e dalla sua vita per sempre.
< Ricordati una cosa, Rossana: rimarrai per sempre nel mio cuore. Addio. >
Sentendo quelle parole, Rossana non seppe cosa rispondere, gettandosi nel suo profondo dolore senza dargliela vinta al suo ex amato.
Mentre lo fissava dalla finestra uscire dalla proprietà, Alyssa si avvicinò alla sua amica accarezzandogli le spalle.
< Tutto bene? >
< No… non va bene per niente… >
< Devi essere forte. Vedrai che passerà anche questa. >
< No… Questa ferita non si rimarginerà mai > rispose Rossana asciugandosi le lacrime.
< Hai avuto il coraggio di chiudere un capitolo della tua vita. Adesso ne ha inizio un altro. >
Ripensando alle parole di perdono di Heric, Rossana non riusciva a trovare pace.
Aveva capito che le sue parole erano piene di sincerità, ma lei non l’aveva ascoltato minimamente.
< Alyssa, devo andare… >
< E dove? >
< Da lui. >
Capendo che l’amava ancora, Alyssa smorzò un sorriso sincero e pieno di commozione.
< Se è questo quello che ti dice il tuo cuore, vai e raggiungilo. >
Uscendo dalla sua camera come una forsennata, Rossana rischiò di farsi del male cadendo varie volte.
Mentre continuava a gridare il suo nome, alla fine riuscì a fermarlo e a gettarsi tra le sue braccia.
< Heric… non è vero che non ti amo più… Non ho mai smesso di amarti nemmeno dopo tutto quello che mi hai fatto… Non ce la faccio a non pensar a te. è più forte di me. >
< Rossana… Sentire queste parole mi riempiono il cuore di gioia. Ti amo anch’io > disse infine l’uomo prima di baciare appassionatamente la sua amata ritrovata dinanzi all’entrata del parco più bello della capitale.
 
 
Angolo autore lmpaoli94
Salve a tutti!
Devo dire che questa storia è uscita fuori più romantica, angst e sentimentale di quanto avevo predetto in partenza.
Devo anche confessare a tutti i lettori che hanno apprezzato questa storia che fino alla fine ho pensato di non farla finire bene, facendo in modo che Rossana non avrebbe mai perdonato il suo amato Heric.
Ma le storie che finiscono male non dipingono il mio vero modo di scrivere, anche se ho scritto alcune storie che si sono concluse tragicamente (anche se in questo momento non me ne viene in mente nessuna XD).
Tornando alla storia, sarò contento di ricevere un vostro commento in merito.
Alla prossima J
lmpaoli94

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