The interview

di Mikis_18
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sweet revenge ***
Capitolo 2: *** That girl is bad news ***
Capitolo 3: *** Not brave enough ***
Capitolo 4: *** Waste her time ***
Capitolo 5: *** Get it today ***
Capitolo 6: *** An offer like this ***
Capitolo 7: *** Things fall apart ***
Capitolo 8: *** Let’s make a plan ***
Capitolo 9: *** Oh, what a night ***



Capitolo 1
*** Sweet revenge ***


 

"Io ho fatto tanti lavori e ho imparato questo: ti capita di fare quella cosa lì, falla bene. Qualche cosa ne uscirà." 

- Gianni Rodari

 

 

Hermione Jean Granger era sempre stata una ragazza pacifica e equilibrata. Non si era mai lasciata coinvolgere nelle risse tra studenti, non aveva mai infranto le regole (se non per motivi di vita o di morte) e, sopratutto, non aveva mai fatto del male a nessuno dei suoi amici. Forse, si disse, quella mattina avrebbe infranto quest'ultima promessa perché Ronald Weasley stava veramente giocando con la sua pazienza. Quando Hermione, quella mattina, si era alzata dal loro letto aveva notato che era l'unica persona ad averci dormito, per l'ennesima volta. Dopo quattro anni di fidanzamento con il giovane pel di carota e solo pochi mesi di convivenza, le cose iniziavano già ad essere difficili. Non facevano altro che litigare e lui, invece di prendersi le proprie responsabilità e di affrontare i problemi, decideva che era meglio scappare e se ne andava da Harry Potter, loro migliore amico. Povero Harry, pensò Hermione in quel momento. Non doveva essere facile stare in mezzo tra i suoi due migliori amici, sopratutto se questi non si decidevano a dirgli cosa succedesse. In realtà, questo non lo sapeva nemmeno Hermione. Da tre mesi a quella parte i litigi erano diventati sempre più frequenti e a malapena riuscivano ad avere una conversazione civile. Non si parlavano più in modo normale e, ovviamente, non avevano avuto più contatti intimi. La ragazza il primo mese ci era rimasta male, aveva pianto e si era confidata con la sua migliore amica, Ginny Weasley, ma dopo un po' si era abituata. Non capiva il perché del comportamento di Ron, forse la tradiva o forse si era semplicemente stancato di lei. Fatto sta che Hermione, con i suoi 24 anni, aveva deciso di essere troppo matura per poter dare retta ai capricci del suo fidanzato. Per questo lo ignorava e aspettava che fosse lui a fare la prima mossa. Con questi pensieri in testa, Hermione si diresse a lavoro. Lavorava come giornalista da poco più di un anno, ma non ne era affatto soddisfatta. Purtroppo veniva trattata come una ragazzina alle prime armi, e questo era vero (lei non aveva esperienza in quel campo) ma lei era Hermione Granger, era stata la studentessa più brillante di Hogwarts e la migliore all'università. Entrò nella grande hall del palazzo e salutò il segretario, un tipo taciturno con il quale non ci aveva mai veramente parlato. Appena entrata nel suo ufficio, si accomodò dietro la sua scrivania e si diede da fare con il lavoro. Il giorno prima aveva fatto un'intervista al proprietario di un nuovo negozio a Diagon Alley che voleva solo farsi pubblicità. Scrisse, scoraggiata, quel piccolo articolo e si diresse nell'ufficio del capo per consegnarglielo. Il capo, Eloise Dolostry, era una donna sulla 50ina con lucenti capelli biondi sempre legati in una coda di cavallo alta. Era una donna forte e cattiva, tutti in ufficio avevano paura di lei. Beh, ovviamente, tranne Hermione. Entrò nel suo ufficio e le consegnò il lavoro appena svolto.
- Ben fatto, Granger. Anche se potevi scrivere qualcosa di più.- commentò la donna. Hermione, che quel giorno aveva un diavolo per capello, cercò di stare calma ma senza riuscirci più di tanto.
- Beh, signora, purtroppo non posso scrivere molto se l'articolo riguarda l'apertura di un negozio. - commentò aspra, - forse se lei mi facesse fare interviste più interessanti potrei scrivere di più. -
Eloise Dolostry non poteva credere alle proprie orecchie, un suo dipendente si era appena ribellato e pretendeva di poter decidere gli incarichi, ma come osava? Cercò di non darlo a vedere e, inaspettatamente, sorrise. Non era un sorriso divertito o gioioso, ma amaro e vendicativo. Hermione ebbe paura.

 

***

 

Harry Potter, dopo aver salvato il mondo magico per ben due volte, ancora non riusciva a gestire la pazzia del proprio migliore amico. Ron Weasley se ne stava appollaiato sul suo divano, coperto dal suo lenzuolo, nella sua casa. Non che gli desse fastidio, ovvio, ma iniziava a trovare pesante quella situazione. Il rosso non si decideva a spiegargli cosa diamine stesse succedendo con Hermione e Harry stava impazzendo nel cercare di capirlo. Sospirò e iniziò a prepararsi per andare a lavoro. Lui e Ron erano ovviamente diventati Auror, dopo la Guerra avevano aiutato a sconfiggere i Mangiamorte rimasti e ora si occupavano per lo più di lavoro d'ufficio.
- Ron alzati o faremo tardi. -
L'amico, stranamente, si alzò subito e cominciò a vestirsi. Sembrava imbambolato, come se qualcosa gli stesse contorcendo il cervello.
- Harry, devi aiutarmi. - esalò dopo interminabili minuti.
Il ragazzo Sopravvissuto alzò la testa nella sua direzione, in un muto gesto per invogliarlo a continuare. 

- Beh ti sembrerà...strano...che io sia venuto spesso da te in questi tre mesi... - sembrava fare un sforzo immane. Harry, dal canto suo, era contento che finalmente l'amico si stesse confidando, ma non lo diede a vedere.

- In effetti mi sono chiesto spesso il perché tu non dorma più con Hermione. - commentò il moro. Ron strabuzzò gli occhi, Harry era andato dritto al punto troppo in fretta. 

- Ehm si...insomma io...oh Harry non lo so! - gridò, intanto si era portato le mani alla testa, - non facciamo altro che litigare e io non reggo il suo sguardo...lei non...non mi capisce più Harry. A malapena sopporta la mia presenza. -
Harry soppesò molto bene le parole da dire, cercava in tutti i modi di non offendere l'amico.
- Anche io non sopporterei la mia ragazza se lei ad ogni litigio scappasse da me... - sussurrò, forse sperando di non farsi sentire.
- Cosa? Tu dai ragione a lei? - Ron era allibito. - Le litigate sono solo una piccola parte di tutto questo. La verità è che...io... -
Era inutile, non riusciva a dire ad alta voce quella orrenda e scomoda verità, neanche al suo migliore amico. Per mesi aveva provato a fare finta di niente, ma questo aveva solo peggiorato le cose. Doveva venire a patti con se stesso e ammetterlo apertamente.

- Io non sono più innamorato di lei. - 

Lo aveva detto cazzo, lo aveva detto ad alta voce. Alzò lo sguardo verso Harry per vedere la sua reazione e lo trovò immobile davanti a lui, con gli occhi fuori dalle orbite. Lo aveva deluso, glielo leggeva negli occhi. Il moro sospirò e si avvicinò all'amico, gli posò una mano sulla spalla e parlò.

- Ron, devi dirlo a lei, non a me. - 

- Sei arrabbiato con me, Harry? Pensi che sia uno stronzo? - chiese Ron con un filo di voce.

- No, Ron. Non è una cosa che puoi controllare. Sono sicuro che tu tenga lo stesso ad Hermione. - 

Ron parve pensarci su. Voleva bene ad Hermione, questo era poco ma sicuro. Era come una sorella per lui e forse il problema era proprio quello. Erano stati 4 anni bellissimi insieme a lei ma purtroppo non sentiva più quell'amore bruciante che l'aveva colpito all'inizio. Non sentiva più il bisogno di starle accanto, di toccarla, di fare l'amore con lei. Era distrutto per questo ma Harry aveva ragione: lui non poteva controllate le sue emozioni.

- Certo. È come una sorella per me e lo rimarrà nonostante tutto. - sospirò, stanco, - Spero che sarà lo stesso anche per lei. -

 

***

 

Hermione stava aspettando la sfuriata del suo capo da ormai più di due minuti, ma Eloise ancora non aveva detto una parola. Anzi, aveva iniziato a cercare qualcosa tra le varie scartoffie che si trovavano sulla sua scrivania, senza degnare la ragazza di uno sguardo. All'improvviso il suo sguardo si illuminò e agitò in aria un fascicolo, che Hermione non riuscì a leggere. 

- Bene, Granger. Vuoi un lavoro importante? Eccolo qua. Tutto tuo. - disse Eloise, mentre le porgeva il fascicolo.  Hermione iniziò a leggere, frenetica e ansiosa, e si pentì subito si essersi ribellata. Il titolo del fascicolo diceva: "Intervista al proprietario dell'azienda Speed, Draco Malfoy, per l'uscita della nuova scopa".

- Cosa? Mi sta prendendo in giro? - chiese Hermione,  - Sa benissimo i rapporti che ci sono tra me e lui. -
Eloise sorrise  - Proprio per questo ti ho affidato questo compito, Granger. Forse la prossima volta imparerai a stare zitta. - commentò aspra.
Hermione non trovò niente da dirle, sinceramente sconvolta e avvilita.
- Malfoy ha dato la sua disponibilità dopodomani mattina alle 11:00. Vorrei tanto vedere la sua faccia quando vedrà te arrivare, invece che Jones. - rise.
Hermione la odiava con tutto il suo cuore, non riusciva a credere alle sue orecchie. Non pensava che il suo capo le avrebbe fatto un colpo così basso. Ora capiva il motivo per il quale tutti la temessero. 

- Bene. - disse la riccia, testarda. - Le dimostrerò che si sbaglia sul mio conto. -

Eloise rise di gusto e la invitò ad uscire dal suo ufficio. Hermione non se lo fece ripetere due volte e corse via, infuriata con quella donna senza cuore. Tornò nel suo ufficio e iniziò a leggere il fascicolo. Sapeva che Malfoy aveva un'azienda che fabbricava scope per il Quidditch, disegnate appositamente da lui, e a quanto pareva aveva appena lanciato il nuovo modello e aveva chiesto a Eloise di scrivere  un articolo per pubblicizzarlo. Nel fascicolo c'erano alcune delle domande che Hermione avrebbe dovuto fargli e le venne la pelle d'oca al solo pensiero di dover parlare con lui. Non ci parlava dai tempi di scuola, nonostante lo avesse visto qualche volta, dato che Ginny lavora per lui. La rossa si occupava di testare le nuove scope, il lavoro dei suoi sogni in pratica. 

Alla fine, Hermione si rassegnò, non poteva far altro che obbedire al suo capo. Si disse che non sarebbe stato poi così male, in fondo...molto in fondo. Esausta continuò a leggere il fascicolo e si appuntò le domande da fargli nel suo quadernino. Sospirò, sarebbe stata una lunga giornata. 

 

———————————————————

 

Ecco il primo capitolo! Facciamo un po' di chiarimenti. 

- la storia si svolge dopo la seconda guerra magica, precisamente 4 anni dopo.

- voglio scrivere una storia leggera per cui non farò riferimento al passato da mangiamorte di Draco.

- Hermione è una giornalista, so che è strano per il suo personaggio ma io invece ce la vedo molto. 

- Draco e l'azienda sulle scope. Purtroppo non sapevo che altra azienda potesse possedere nel mondo dei maghi, per cui ho pensato ai manici di scopa. 

- non vedrete spesso Ron, è una Dramione quindi lui non mi serve per la storia. Anche se avrà delle scene importanti.

- i capitoli saranno più o meno corti come questo. Non voglio scrivere capitoli troppo lunghi, non mi piacciono.

- il titolo "sweet revenge" si riferisce alla "vendetta" di Eloise e "dolce" perché comunque porterà i nostri personaggi ad incontrarsi.

 

 

Detto questo, spero che il capitolo vi sia piaciuto! Fatemelo sapere nei commenti. Sono aperta a suggerimenti, a correzioni e anche a critiche. Non esitate a dirmi se qualcosa non va. Baci!

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Capitolo 2
*** That girl is bad news ***


"Finché possiamo dire: "quest'è il peggio", vuol dir che il peggio ancora può venire."

 - William Shakespeare

 

 

Hermione, dopo aver ricevuto la brutta notizia sul suo nuovo incarico e dopo aver finito il turno di lavoro, si diresse a casa di Ginny. Voleva raccontarle tutto e chiederle qualche consiglio su Malfoy, dato che a quanto pareva da un po' di tempo i due avevano instaurato un rapporto abbastanza amichevole. Hermione entrò nell'appartamento della rossa, viveva da sola da quando aveva iniziato a lavorare per Malfoy ed Hermione aveva le chiavi di casa perché ormai erano più le sere che dormiva da lei che quelle che tornava a casa. Ginny la accolse con un abbraccio.

- Ginny, non puoi capire cosa è successo! - disse sconsolata Hermione. L'amica si infervorò subito e iniziò a camminare per il salone.
- C'entra quel cretino di mio fratello, vero? Io giuro che lo ammazzo! - gridò.
Hermione scosse la testa, sconsolata.
-  Peggio, Ginny! Domani devo fare un'intervista al tuo capo! A Malfoy! Ti rendi conto? -
Ginny la guardò allibita per qualche secondo poi scoppiò in una risata cristallina.

- Cos'hai da ridere? È una vera disgrazia. Io non ci voglio parlare con quell'idiota. - continuò Hermione. Non capiva il motivo del divertimento dell'amica. Anche se Ginny era "amica" di Malfoy, questo non significava che anche lei avrebbe dovuto esserlo. La  faceva  facile lei!

- Se vuoi domani posso dirgli di andarci piano...magari di non prenderti per il cu..- cominciò Ginny.
- Nono per carità, poi sarebbe ancora peggio.- si affrettò a rispondere l'altra, - io ancora non capisco come fai ad esserci amica.-
- Non siamo amici. Diciamo che riusciamo a sopportarci e a divertirci ogni tanto.-
Hermione le lanciò un'occhiata che la diceva lunga su quello che pensava. Sospirò e si sedette sul divano.
- Resto qui stasera, ok? -
Ginny la guardò sconsolata e si sedette accanto a lei.
- Hermione dovresti parlare con Ron. Quel cretino non farà mai la prima mossa, non ha le palle. - Anche lei cominciava a pensarla allo stesso modo, Ron non era il tipo che prende in mano la situazione figuriamoci se aveva il coraggio di lasciarla.

- Lo farò dopo l'intervista con Malfoy. - promise. Ginny annuì, sebbene avrebbe voluto dire molte cose, non molto carine, nei confronti del fratello. Era un vero idiota e lei non aveva esitato a farglielo notare. Dove la trovava un'altra come Hermione? Anzi, dove la trovava  un'altra  e basta? Lei proprio non sapeva rispondere. Si alzò dal divano e si diresse in cucina per preparare la cena. Con la coda dell'occhio vide Hermione che si asciugava una lacrima e la rabbia si impadronì di nuovo di lei. Avrebbe ucciso suo fratello, poco ma sicuro! 

 

***

 

Draco Malfoy quel giorno era di buon umore, niente avrebbe potuto rovinare quella giornata. Aveva finalmente lanciato in commercio la nuova scopa della sua compagnia e gli affari non potevano andare meglio. Era così soddisfatto di se stesso e del suo lavoro che decise di aprire una bottiglia di champagne e brindare da solo. Da quando era finita la scuola il suo ego smisurato non aveva fatto altro che aumentare, come il suo potere e la sua ricchezza. L'idea di fondare un'azienda di scope, in realtà, era venuta da Blaise Zabini, suo migliore amico nonché co-proprietario dell'azienda. Aveva lasciato le redini a lui, in quanto il moro era troppo occupato con le donne e con l'alcool per potersi concentrare veramente sul proprio lavoro. Draco, dal canto suo, era sinceramente soddisfatto e divertito dal suo lavoro. Non lo vedeva come un peso, ma come una seconda casa. Stava praticamente sempre lì ma poteva fare quello che voleva, insomma, era il capo. Poteva andarsene quando voleva, poteva assentarsi senza avvisare, poteva dormire tutto il giorno nel suo ufficio, poteva invitare delle donne. In effetti, ora che ci pensava, non aveva mai invitato una donna da lui con quelle intenzioni. Era stato troppo occupato a pensare a quella stupida di Astoria. Scacciò quel pensiero, ben deciso a non rovinare quella giornata perfetta. Sentì bussare alla porta e vide la Weasley entrare nella stanza. La salutò con un cenno del capo.
- Malfoy ho una notizia da darti. - disse lei.
- Se non riguarda il nuovo manico di scopa, non voglio saperlo. - sorrise sarcastico.
Ginny sbuffò e si avvicinò a lui. Alla fine aveva deciso di dirgli di Hermione, sebbene quest'ultima le avesse chiesto di non farlo, perché aveva paura della reazione avrebbe potuto avere Malfoy a vedere la sua amica arrivare. Meglio farglielo sapere prima.
- Non riguarda la scopa. Ma è ancora più interessante. - commentò.
Malfoy la guardò in modo strano, indeciso se farla uscire a calci o se farla parlare.
- Senti Weasley, questa è una giornata perfetta, non voglio che tu me la rovini. Quindi se devi dirmi qualcosa che mi potrebbe turbare, ti prego di non parlare. - sentenziò aspro e guardandola male. A Ginny venne da ridere perché era sicura che la notizia lo avrebbe sconvolto tanto da rovinare la sua giornata. Ma, ovviamente, a lei questo non importava.
- Ho saputo chi è la ragazza che ti farà l'intervista domani...- disse divertita.
- E perché dovrebbe interessarmi? Sarà una delle solite sgualdrine che non farà altro che sbavarmi addosso per tutta l'intervista. - ghignò il biondo.

Ginny rise, un po' per la sua battuta e un po' per tutta la situazione. Hermione avrebbe fatto di tutto tranne che sbavare addosso al ragazzo.
- Non penso che Hermione sia d'accordo con questo - sorrise, sarcastica e divertita al tempo stesso. Malfoy rimase per qualche secondo in silenzio. Che cavolo c'entrava la Granger? 
- Che cosa dovrebbe importarmi di quello che pensa la Granger? - 
La ragazza rise di gusto. - Ti credevo più sveglio, Malfoy. -
Lo sguardo del ragazzo si fece più attento e concentrato. La Weasley in quei mesi di lavoro non aveva mai nominato la Granger, quindi, se in quel contesto lo aveva fatto poteva significare solo una cosa. 
- Non dirmi che è lei la giornalista.- disse.
Ginny annuì, contenta e subito mise in chiaro alcune cose.
- Vedi di trattarla bene. Ha già abbastanza problemi senza che ti ci metta anche tu. Rispondi alle sue domande e tutto finirà prima ancora di cominciare. -
Il biondo sbuffò e scosse la testa.
- Io faccio quello che mi pare, Weasley. - il suo umore cominciava a vacillare, - Adesso esci, lasciami in pace. -

Ginny non se lo fece ripetere due volte e uscì dalla stanza, soddisfatta di aver rovinato l'umore al suo quasi amico.

Draco era a dir poco furioso, quella rossa gli aveva rovinato la sua giornata perfetta e non era tutto! Anche la giornata di domani sarebbe stata rovinata a causa della Mezzosangue. L'aveva vista qualche volta, di sfuggita, da quando era finita la scuola ma non ci aveva mai parlato e, sinceramente, neanche voleva farlo. Non voleva sentire il suo tono petulante e da maestrina e, soprattutto, non voleva che scrivesse lei il suo articolo. Sicuramente lei avrebbe trovato il modo di screditarlo o avrebbe scritto stronzate solo per sabotarlo. Doveva fare qualcosa, pensò, ma cosa? Di sicuro l'avrebbe stuzzicata e fatta diventare matta. Poi le avrebbe sbattuto in faccia tutti i suoi successi, così lei non si sarebbe potuta sentire superiore. 

Convinto dalle sue parole, si alzò dalla sedia e decise di tornare a casa. Quella giornata ormai era rovinata, tanto valeva tentare di sistemarla. Tornò a casa e mandò delle lettere a Blaise e Theo per invitarli da lui. Non abitava più a Malfoy Manor, ma si era comprato una villa ancora più grande e maestosa nelle periferie di Londra. La casa era in stile moderno ma raffinato e Draco non poteva esserne più soddisfatto. Ripensò a quando ci viveva con Astoria, la sua ex fidanzata. Si erano messi insieme tre anni dopo la fine della scuola ma il rapporto era finito dopo poco più di un anno. Per la precisione Draco l'aveva lasciata esattamente due settimane prima ma non provava nessun rimorso. La vita con lei era insopportabile, anzi, era lei ad essere insopportabile. Era così gelosa da mandarlo al manicomio. L'aveva lasciata senza troppi giri di parole, infondo non l'aveva mai amata per davvero. Ci era andato molto vicino, questo sì, ma non si era mai davvero innamorato. Forse era per quello che lei era stata così gelosa. O forse, si disse, era gelosa perché tutte le ragazze dell'azienda ci provavano con lui. Forse. Ma cosa poteva farci lui se, oltre ad essere ricco e intelligente, era anche bello e dannato?

 

***

 

Blaise Zabini fece il suo ingresso nell'enorme sala da pranzo insieme a Theodore Nott. Seduto sul divano, c'era il proprietario della dimora che li salutò con un cenno della testa.
- Allora Draco, cosa ti ha spinto ad invitarci stasera? - chiese Blaise divertito.
- Dovete aiutarmi a far finire in bellezza questa giornata, che è stata rovinata da una notizia più che nefasta...- il suo tono era estremamente drammatico, gli amici scossero la testa rassegnati. Draco non sarebbe cambiato mai.
- Sentiamo. - lo incitò Theo.
- La giornalista che mi intervisterà domani è la Mezzosangue. - rivelò.
Blaise e Theo si guardarono confusi, non avevano capito a chi si riferisse l'amico.
- Quale Mezzosangue, Draco? Nel Mondo Magico ce ne sono migliaia. - commentò Blaise.
Draco li guardò allibito - Siete forse diventati matti? La Mezzosangue per eccellenza. La Granger. -
A quel punto Blaise sospirò e Theo rise di gusto, divertito dalle disgrazie dell'amico.
- Secondo me ti è andata bene invece. Quella è un genio, scriverà belle cose sull'azienda. -
Malfoy strabuzzò gli occhi - Blaise, devo ricordati che lei mi odia? Che l'ho presa in giro per 7 anni di scuola? - rispose, ormai certo che l'amico fosse impazzito, - Anzi, probabilmente scriverà un articolo indecente solo per farmela pagare. Già mi immagino il calo delle vendite che avremo. -
A questo punto Theo si sentì in dovere di intervenire, per la salute mentale dell'amico. - E noi dobbiamo ricordarti che lei era una Grifondoro? Non farebbe mai una cosa simile. - disse.
Draco parve convinto dall'ultima frase dell'amico e si rilassò appena. - Comunque questo non mi fermerà dal tormentarla. È pur sempre la Mezzosangue, non posso fare finta di niente.-
Gli altri due ragazzi si guardarono, un solo pensiero in testa: no, Draco non sarebbe mai cambiato.

 

—————————————————-

 

Ecco qui il secondo capitolo! Spero vi sia piaciuto. In questo capitolo vediamo per la prima volta Draco. Tranquille che non è così dolce e gentile come sembra, si comporta così solo con i suoi amici. Vedrete quando si incontrerà con Hermione. Vi dico questo perché voglio che la storia sia graduale e che rispetti (per quanto possibile) il carattere dei personaggi originali. Non mi piacciono le Dramione in cui dopo 3 capitoli già stanno insieme. Questa fic non sarà così, ci vorrà del tempo per farli innamorare come è giusto che sia. 

 

Fatemi sapere se ci sono degli errori per favore! Sia grammaticali che errori relativi alla storia. Non esitate a farmeli notare.

 

Fatemi sapere se il capitolo vi è piaciuto! Mi farebbe molto piacere avere qualche commento, così so cosa ne pensate e se in caso c'è da cambiare qualcosa.

 

Al prossimo capitolo!

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Capitolo 3
*** Not brave enough ***


Sapere ciò che è giusto e non farlo è la peggiore vigliaccheria.

- Confucio

 

 

Dopo quella stressante giornata di lavoro, Hermione decise che l'unica cosa che avrebbe voluto fare fosse una lunga doccia calda. Il giorno dopo avrebbe avuto l'intervista con Malfoy e aveva bisogno di rilassarsi e di dormire. Si materializzò fuori dalla porta della sua casa e prese le chiavi per aprire la porta. Aveva fatto un incantesimo secondo il quale non ci si potesse materializzare dentro l'appartamento. Mentre apriva la porta, però, il suo sogno di una bella doccia calda e di riposo venne meno perché si rese conto di alcune voci che provenivano dall'interno della casa. Sospirò: sarebbe stata una lunga serata. Fece il suo ingresso nel modesto salone, costituito da un divano arancione, un tavolino di vetro di fronte ad esso e moltissimi quadri attaccati alle pareti. Dall'altra parte del divano c'era la cucina con il tavolo da pranzo. Sembrava una casa babbana, per questo Hermione si era innamorata subito di quell'appartamento. Seduti sul divano c'erano Ron ed Harry, mentre in cucina c'era Ginny. Questi ultimi due la salutarono venendole incontro e lei ricambiò con un sorriso acceso. Nessun cenno di saluto tra lei e il suo (quasi ex) fidanzato.
- Ciao ragazzi, a cosa devo la vostra visita? - chiese gentile. Era contenta di passare una serata tra amici, nonostante avesse solo voglia di dormire.
- Ginny ci ha raccontato di Malfoy. Siamo venuti a tirarti su il morale. - rispose Harry, aveva un'espressione preoccupata come se temesse per la vita dell'amica. Hermione sbuffò e si accomodò sulla sedia che si trovava vicino al tavolo in cucina.
- Come se non bastasse la sua presenza, non avete idea delle domande che devo fargli. Sarà umiliante. -
- Che domande? - chiese Ginny curiosa.
Hermione tirò fuori dalla sua borsa il quadernino sul quale aveva scritto le domande.
- Come ti senti dopo aver raggiunto tutto questo successo? Cosa si prova ad essersi riscattati e aver dimostrato di essere migliore? - scandì bene le parole, già stanca e imbarazzata dalle domande.
Harry si mise una mano sugli occhi.
- Che cosa c'entrano queste domande con la nuova scopa che ha fatto uscire? - chiese il moro.
Hermione sospirò, - Niente, Harry. Ho solo fatto arrabbiare il mio capo. -
La ragazza si disse mentalmente che non avrebbe mai più provocato Eloise, se questo era quello che le aveva riservato. Certo, poteva sempre non fargliele quelle domande ma se poi Eloise se ne accorgeva leggendo l'articolo? E se le avesse ordinato di tornare da Malfoy per un'altra intervista? Meglio non rischiare, si disse. Harry e Ginny sembravano pensarla allo stesso modo. Sebbene la rossa fosse più tranquilla rispetto agli amici. Aveva avuto modo di conoscere almeno un po' Malfoy e doveva ammettere che non era poi così male. Sì, era scontroso e un po' troppo egocentrico, ma ogni tanto (quando ci si metteva) riusciva anche ad essere simpatico. Nonostante ciò Ginny ancora non riusciva a capire il motivo per il quale lui la trovasse sopportabile. Durante la scuola non aveva fatto altro che parlare male della sua famiglia e dei suoi amici, però in effetti non si era rivolto mai direttamente a lei. Forse era cambiato o forse non ce l'aveva mai avuta con lei. Comunque, lei era sicura che domani Malfoy ed Hermione si sarebbero presi a capelli ma si guardò bene di non dirlo all'amica. Sperava solo che la lite non sarebbe sfociata con la magia. Forse avrebbe dovuto avvertire Hermione, in effetti.
- Ehm, Hermione, cerca di non...sai...di non usare la magia domani. - buttò lì, cercando di sembrare tranquilla.
Hermione la guardò sconsolata - Spero non ce ne sia bisogno. - parve raggionarci su - Al massimo è lui che finirà con il fondoschiena per terra. - sorrise. Harry e Ginny risero di gusto.
- Su questo non avevamo dubbi, Hermione. -

Continuarono a parlare e scherzare, mentre Ron se ne stava ancora seduto sul divano, apparentemente estraneo alla conversazione. Ovviamente aveva sentito tutto ma non se l'era sentita di intervenire, non riusciva a guardare in faccia la sua ragazza e non riusciva a rivolgerle la parola. Anche se in generale non avrebbe saputo cosa dirle. Si alzò dal divano, attraversò il salone e si accomodò sulla sedia di fronte a quella di Hermione. Sebbene con lei non parlasse, non voleva estraniarsi anche dagli altri. La sua fidanzata, appena lo vide, si irrigidì. Harry lo notò e decise di cambiare argomento per alleggerire l'atmosfera.
- Non potete capire che noia a lavoro. Non facciamo altro che riempire moduli e firmare permessi. Non c'è più l'azione di una volta. -
Hermione lo ringraziò con lo sguardo, sinceramente grata all'amico per aver portato la conversazione su di lui (e non su di lei).
- È per questo che io dormo sempre Harry. Dovresti farlo anche tu, fidati. - Ron prese parola per la prima volta da quando Hermione era entrata in casa. Il battito del cuore della ragazza aumentò nel sentire la sua voce.
- Sei un idiota! E ti pagano pure! - lo sgridò la sorella. Harry rise e iniziò a raccontare di una volta in cui Ron era stato beccato. Da quel momento in poi parlarono tutti in modo tranquillo, sembrava che non fosse successo nulla di strano. Anche se i due fidanzati non si parlavano direttamente. Cenarono e continuarono a chiacchierare del più e del meno finché non si fece tardi e Harry e Ginny tornarono a casa. Rimasti soli, Ron ed Hermione si guardarono. Era forse arrivato il momento della resa dei conti? 

 

***

 

- È inutile che continuiamo a far finta di niente, Ron - disse Hermione dopo interminabili minuti di silenzio. Il ragazzo la fissò con sguardo accusatorio.
- Sei tu che mi ignori! - esclamò.
Hermione era a dir poco allibita. Il suo ragazzo era ufficialmente impazzito.
- Sei tu che hai smesso di tornare a casa la sera. - rispose. Rispetto al ragazzo lei ancora non si era fatta travolgere dalla rabbia, anche se ostentava una calma che in fondo non aveva. 
- Beh ci sarà un motivo, non pensi? Tu non fai altro che rompere le palle! -

 Hermione perse anche l'ultimo briciolo di calma che le restava. Divenne rossa come un peperone e strinse i pugni lungo i fianchi. Non ci poteva credere: Ron la stava incolpando, di nuovo. Era veramente stanca del comportamento del ragazzo, per tutti questi anni non aveva fatto altro che incolpare lei di ogni cosa. Non riusciva a prendersi la responsabilità delle proprie azioni e questo faceva andare fuori di testa Hermione. Si era detta che col tempo sarebbe cambiato, sarebbe maturato, ma ciò non era ancora avvenuto.
- Quindi anche questa volta è colpa mia! Incredibile! Quando arriverà il giorno in cui ti prenderai la responsabilità di quello che dici e fai? - gridò, ormai talmente furiosa da non tentare nemmeno di nasconderlo. Ron non era da meno. Era talmente arrabbiato da non riuscire a pensare bene alle parole da dire. Ma, più che con lei, era arrabbiato con se stesso. Aveva rovinato tutto lui, lo sapeva. Stava per cancellare 4 anni di relazione, buttarli al vento come se non fossero significati niente. Nonostante sapesse che fosse colpa sua non riusciva ad ammetterlo. Non riusciva a dirlo davanti a lei, che lo guardava con quegli occhi nocciola che avevano il potere di destabilizzarlo. Non riusciva a dirle che era tutta colpa sua, che lei non lo meritava. Non riusciva a dirle che non era più innamorato di lei. L'unica cosa che riusciva a fare era attaccarla e incolparla di tutta la situazione, anche se non sapeva bene il perché.
La osservò e vide che lei si stava calmando. Aveva ripreso il suo colorito normale e lo fissava, come in attesa di qualcosa (che lui non le avrebbe dato).
- Quando arriverà il giorno in cui avrai il coraggio di lasciarmi? - gli disse, la sua voce era quasi un sussurro.  Ron non sapeva davvero come rispondere, perché non lo sapeva nemmeno lui. Era un codardo, non aveva il coraggio di lasciarla. Dov'erano finite le doti da Grifondoro che aveva avuto per 7 anni a scuola? Proprio non lo sapeva. Quando si trattava di Hermione lui proprio non sapeva niente.
La ragazza capì che anche quella sera non avrebbe avuto le risposte che voleva. Si mosse piano e lo raggiunse.
- Vai a casa di Harry. - disse soltanto. Non lo voleva lì, non lo voleva in quella casa, non lo voleva lì con lei. Sapeva bene che l'appartamento in realtà era di Ron ma non le importava. Doveva andarsene.
Ron non disse più una parola, sembrava ammutolito. Prese qualche vestito per il lavoro del giorno dopo e se ne andò dall'appartamento.
Hermione finalmente potè respirare mentre grosse lacrime le scendevano dalle guance, silenziose e inaspettate. Piangeva per la frustrazione di aver rimandato ancora il momento della rottura. Rimandarlo significava prolungare la sofferenza e lei di certo non ne aveva voglia. Era delusa da lui, delusa dal fatto che dopo 4 anni non si degnava nemmeno di dirle la verità. Valeva così poco per lui? Talmente poco che non si meritava neanche delle scuse? Hermione sperò che non fosse così. Si mise a letto e cercò di calmarsi. Il giorno dopo avrebbe avuto l'intervista con Malfoy e non doveva farsi vedere in quel modo. Riacquistò un contegno che in realtà non aveva e cercò di smettere di pensare a Ron. Doveva prepararsi mentalmente a Malfoy, non aveva tempo per la sofferenza che le causava il suo (quasi ex) ragazzo. Con questi pensieri in testa si addormentò. Non sapeva ancora che la giornata di domani sarebbe stata ancora peggiore di quella. 

 

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Ecco il terzo capitolo! Che ve ne pare? 

Alcune precisazioni:

- Non l'ho ancora detto, ma Harry e Ginny non stanno insieme nella mia storia. Sono solo amici.

- anche in questo capitolo Ron e Hermione non si sono lasciati ma non temete: lo faranno a breve. Mi servono un paio di capitoli, poi capirete perché.

- se non si fosse capito Ron è dispiaciuto per tutta quella situazione ma Hermione crede che non sia così a causa delle cose che dice lui. 

 

Se ci sono errori non esitate a farmeli notare! Accetto molto volentieri le vostre "critiche" in modo da poter modificare la storia in caso.

 

Fatemi sapere cosa ne pensate! Ne sarei molto contenta.

 

A presto!

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Capitolo 4
*** Waste her time ***


Il grande vantaggio del giocare con il fuoco è che non ci si scotta mai. Sono solo coloro che non sanno giocarci che si bruciano del tutto.

- Oscar Wilde

 

 

Hermione quella mattina avrebbe preferito di gran lunga rimanere al caldo sotto le coperte del suo letto. Magari con una bella tazza di cioccolata calda e un buon libro. Questi erano i suoi pensieri, mentre allungava il braccio per spegnere la sveglia che ormai suonava da almeno un minuto. Sbuffò e si costrinse ad uscire dal letto, mentre si preparava già mentalmente a quello che avrebbe dovuto affrontare di lì a qualche ora. Ebbene sì: il giorno era arrivato. Il giorno dell'intervista a Malfoy.
Si vestì con molta calma, Malfoy l'aspettava alle 11 ed erano ancora le 10. Optò per un pantalone a sigaretta  nero e una camicetta gialla a maniche lunghe e si legò i capelli in una coda alta. Non aveva nessuna intenzione di truccarsi e mettere i tacchi quella mattina, sarebbe andata così. Tanto Malfoy avrebbe trovato lo stesso qualcosa di brutto da dirle, conciata bene o no.
Lasciò la sua casa e si smaterializzò, diretta all'enorme azienda che era la Speed di Malfoy. Non ci era mai entrata ma sapeva dove si trovava perché un paio di volte aveva accompagnato Ginny. Era un altissimo palazzo in stile moderno di almeno 30 piani, situato nella periferia di Londra perché i dipendenti (tra cui la sua migliore amica) avevano bisogno di spazio esterno per testare le scope. Entrò nel palazzo e lo trovò alquanto silenzioso. Tutti erano concentrati nel proprio lavoro e sembravano non curarsi di lei. Hermione avanzò verso la grande cattedra che si trovava al centro della hall, dove una ragazza dai lucenti capelli biondi e occhi verdi la stava guardando con un sorriso smagliante. Era molto bella, pensò Hermione, esattamente l'opposto di quello che era lei. Capelli lisci e biondi, occhi verdi, naso alla francese, bocca carnosa e un corpo perfetto. Non si stupiva del fatto che Malfoy l'avesse messa ad accogliere i visitatori.
- Buongiorno! Mi chiamo Charlotte Prinx. Come posso aiutarla? - le chiese, educata e continuando a sorridere. Hermione si ritrovò a rispondere a quel sorriso con un altro un po' più incerto. Si sentiva leggermente a disagio davanti a quella ragazza. Anche perché il sorriso della Prinx sembrava tutto fuorché sincero.
- Buongiorno, io sono Hermione Granger. Ho un appuntamento con Draco Malfoy. - rispose cordiale.
A quel punto ad Hermione fu chiaro che il sorriso della ragazza era la cosa più finta che avesse mai visto. Alla sua risposta, Charlotte smise immediatamente di sorridere e la sua espressione divenne dura e implacabile. La riccia si chiese che cosa avesse mai detto da farle cambiare così repentinamente l'umore.
- A che ora avete l'appuntamento? - le chiese Charlotte, con sufficienza.
- Alle undici. Mancano 5 minuti, quindi. - disse Hermione.
La bionda sorrise: - Draco è ancora in riunione. Temo che dovrà tornare un'altra volta. - disse.
Il modo in cui calcò il nome del ragazzo e la frase successiva fecero capire la situazione ad Hermione. Quella bellissima segretaria era infastidita perché non tollerava che una ragazza potesse passare del tempo con il suo Draco. Anche se si trattava di lavoro. Ad Hermione venne da ridere.
- Preferisco aspettarlo. - rispose con tutta calma, ben decisa ad averla vinta su quella ragazza così antipatica.
Hermione, vedendo che la bionda non aveva nessuna intenzione di continuare la conversazione, si affrettò a dirle un'ultima cosa.
- Non mi ha detto dov'è il suo ufficio. -
Charlotte la guardò come se fosse pazza e scoppiò a ridere.
- Draco non ha un ufficio. Ha un intero piano riservato solo a lui! - disse tra una risata e l'altra.
Hermione, in effetti, avrebbe dovuto aspettarselo. Ginny le aveva accennato una cosa del genere una volta.
- Bene, mi dica qual è piano allora. - rispose.
Charlotte sbuffò, infastidita dal fatto che la mora non avesse nessuna intenzione di demordere.
- L'ultimo naturalmente. Lì nessuno può disturbarlo. -
Detto questo, Hermione si allontanò in tutta fretta da quella segretaria poco raccomandabile e si diresse all'ultimo piano.
Il piano in questione si apriva con un ampio spazio nel quale si trovava qualche divano e qualche poltrona, come a formare una sorta di sala d'attesa. Si proseguiva poi con un corridoio dal quale si accedeva ad almeno 6 stanze. Hermione si mise seduta su uno dei divani in pelle nera. Tutto, in quell'ufficio, era nero o grigio ma nonostante questo il piano era molto luminoso, grazie alle ampie finestre che si affacciavano all'esterno.
Non appena si mise seduta, sul tavolino nero che si trovava davanti al divano, comparvero un bicchiere di Whisky Incendiario, una ciotola con dei cioccolatini e un bicchiere d'acqua. Hermione era sinceramente stupita, doveva essere una sorta di incantesimo che si era attivato grazie al peso del suo corpo sul divano. Prese qualche dolcetto e si concesse un sorso di Whisky Incendiario, per allentare la tensione che la attanagliava. Sentì un rumore di passi provenire da dove era arrivata lei per raggiungere quella sala d'attesa e si alzò in piedi immediatamente, già pronta a vedere spuntare la figura di Malfoy. Quando vide Ginny, invece che lui, ne fu sinceramente sollevata.
- Hermione! Ti cercavo. Non dirmi che ti sei imbattuta nell'imbarazzante Charlotte Prinx. - le disse.
Hermione annuì, infastidita al ricordo di come l'aveva trattata.
- Che problemi ha esattamente? Voleva che me ne andassi! - rispose.
Ginny, che ormai era abituata al comportamento della segretaria, sospirò semplicemente.
- È cotta di Malfoy. Cerca di tenerlo lontano da qualsiasi essere femminile. -
- Già, lo avevo intuito. - rispose lei. - A proposito, dov'è? Sono le 11:15 e ancora non si è fatto vivo. -
La rossa parve pensarci su, in effetti neanche lei lo vedeva da almeno due ore.
- Non lo so, Hermione. Se vuoi vado a cercarlo. - propose. Lei scosse la testa velocemente, non voleva che lui pensasse che aveva fretta di andarsene. Non doveva sembrare impaurita o in ansia.
Proprio in quel momento, una delle tante porte che si trovavano nel corridoio si aprì si scatto e tre figure iniziarono a camminare verso di loro, dirette probabilmente verso l'uscita. Infatti, quando raggiunsero la sala in cui si trovavano le due ragazze, due di loro con un cenno educato del capo uscirono dalla stanza, lasciando il piano. La terza persona rimasta nella stanza, si fermò di fronte loro, sorridendo.
- Ciao Ginny. - salutò, poi si volto verso Hermione, - Buongiorno, Granger. -
- Zabini. - disse lei con un cenno del capo.
Il ragazzo dalla pelle scura le sorrise educatamente, mentre Ginny ricambiava anch'essa il saluto.
- Blaise dobbiamo sbarazzarci della segretaria. Non voleva che Hermione vedesse Malfoy, ha provato a mandarla via. - gli disse.
Hermione, intanto, era scioccata da tutta quella confidenza. Sapeva che l'amica aveva stretto amicizia anche con il ragazzo in questione ma non pensava che arrivasse fino a quel punto.
Zabini rise a quelle parole, - Granger, ritieniti fortunata, di solito non si limita alle parole, ma elabora piani machiavellici degni di Voldemort. -
Hermione alzò gli occhi al cielo - Fortuna allora che non la rivedrò mai più. - disse.
Era stupita dal comportamento amichevole di Zabini, ma non si lamentò. Meglio così, si disse, un ostacolo in meno.
- Senti, ma... - cominciò Hermione ma venne subito frenata dal ragazzo.
- Ti sta aspettando. Terza porta a sinistra. - le disse in tono tranquillo.
Hermione prese la sua borsa dal divano e si diresse verso la stanza in questione.
Il tanto (non) atteso momento era arrivato.

 

***

 

Entrare nella stanza e trovarlo di spalle vicino alla finestra (aperta) a fumare una sigaretta, non era di certo come si era aspettata di essere accolta. Lo osservò per qualche istante, sperando che lui non l'avesse ancora sentita. Indossava dei pantaloni neri stretti al punto giusto, che slanciavano la sua figura in modo quasi invidiabile. Sopra aveva una camicia bianca perfettamente stirata e, per finire, i capelli biondo platino erano molto più folti di come li ricordava e gli cadevano lisci e morbidi sul capo. Hermione lo trovava incredibilmente elegante, nonostante avesse le maniche della camicia arrotolate sugli avambracci e stesse fumando un sigaretta in una posa alquanto scomposta.
- Granger, ti hanno tagliato la lingua? - disse, ancora dandole le spalle.
Le speranze che lui non l'avesse sentiva caddero tutte in un solo istante. Hermione strinse i pugni, cominciava già a farla esasperare.
- No, Malfoy. È solo che non mi andava di salutarti. - rispose aspra.
In quel momento, lui si voltò verso di lei, facendo incontrare i loro occhi e fissandola con astio. Hermione non si fece intimidire dal suo sguardo di ghiaccio e continuò a guardarlo. Si prese un secondo per osservare il suo viso, meno pallido del solito e con i capelli che gli cadevano sulla fronte, sfiorando i suoi occhi grigi.
- Non ti ricordavo così maleducata, Mezzosangue. - ghignò lui, ben deciso a farle capire chi comandava.
- Io invece ti ricordavo esattamente così: stronzo e antipatico. -
Hermione non aveva nessuna intenzione di farsi mettere i piedi in testa da uno come lui. Era ben decisa a lasciare il palazzo con abbastanza informazioni per scrivere l'articolo e con la soddisfazione di essere stata superiore a lui.
- Non ti conviene dire queste cose, Granger. Ti ricordo che qui comando io. - rispose a tono Malfoy. Si era avvicinato alla sua scrivania ma non sembrava avere intenzione di sedersi.
- Non mi interessa. Non sei il mio capo. -
Quella risposta parve piacergli, tanto che sulla sua faccia prese forma il solito ghigno che le riservava quando andavano a scuola.
- No, ma se io non collaboro tu non puoi portare a termine il tuo lavoro. -
Colpita e affondata. Hermione non trovò davvero nulla da dirgli.
- D'accordo, basta. Rispondi alla domande così ci libereremo entrambi dell'altro. - disse, sospirando e maledicendosi mentalmente per non essere riuscita a rispondergli a tono.
Lui si sedette finalmente dietro la grande scrivania e la invitò a fare lo stesso con un cenno della mano.
- Prego. -  fece sarcastico.
Hermione si accomodò e tirò fuori dalla borsa il suo quadernino e la penna, pronta a scrivere quello che lui avrebbe detto. Alzando gli occhi al cielo, scelse la prima domanda.
- Allora...so che è uscita la nuova scopa. Cos'ha di diverso dal modello vecchio? - chiese, cercando in tutti i modi di non far vedere al ragazzo che si sentiva estremamente in imbarazzo.
Lui, ovviamente, lo notò e pensò bene di rincarare la dose.
- Ma che domanda è, Granger? - rise, prendendola in giro, - Tutti sanno le differenze. La gente aspettava questa scopa da mesi. - e vantandosi, ovviamente.
L'imbarazzo lasciò il posto alla rabbia e all'indignazione.
- Malfoy, forse non sai come funziona il mio lavoro ma le domande non le scelgo io. Quindi smettila di perdere tempo e rispondi. - aveva usato un tono fermo e deciso. Il ragazzo, però, non diede ascolto alle sue parole e smise immediatamente di ridere.
- Io non prendo ordini da te, Mezzosangue. - disse. Aveva poggiato le mani sulla scrivania e si era inclinato in avanti con la schiena, quasi volesse farle paura. Hermione sbuffò, esausta e desiderosa di tornarsene a casa. Non aveva mai conosciuto una persona capace di farla imbestialire come lui.
- Te lo chiedo di nuovo, Malfoy: la scopa nuova cos'ha di diverso dal modello vecchio? -
Si fissarono per qualche secondo, forti del proprio orgoglio e del desiderio di prevalere sull'altro. Ma, alla fine, il voler liberarsi al più presto di quella ragazza ebbe la meglio su Draco, che fece un passo indietro in quello scontro (metaforicamente parlando).
- È leggermente più corta in modo da facilitare le curve. È più aerodinamica e, inoltre, pesa 150 grammi di meno, che potrebbero sembrare pochi ma fanno sì che vada più veloce. - rispose, non senza un tono acido e di sufficienza. Hermione si accontentò.
- Ok. Cosa ne pensa chi ha provato la scopa? So che ci sono stati molti riscontri positivi. - chiese.
Proprio mentre Malfoy stava per rispondere alla domanda, sentirono bussare alla porta. Dopo che il ragazzo mormorò un "avanti" poco cortese, la porta si aprì di scatto e Charlotte Prinx entrò nella stanza in tutto il suo splendore. Appena vide Hermione, iniziò a camminare lentamente verso Malfoy, con un sorriso malizioso e il rumore dei suoi tacchi che risuonava nella stanza. La mora guardò il ragazzo, aspettandosi di vedere un'espressione gemella a quella della segretaria sul suo volto, ma rimase interdetta quando notò che non era così. Infatti, Malfoy la guardava palesemente annoiato.
- Dimmi, Prinx. - disse dopo che lei si era avvicinata e gli aveva poggiato una mano sulla spalla.
- Il signor Mckenzey ti vuole di sotto. Ha detto che prima si è dimenticato di chiederti una cosa. - a questo punto guardò Hermione - Faresti meglio ad andare subito, Draco. -  disse, il tono seducente e sicuro.
Malfoy si alzò e si diresse verso la porta.
- Torna domani a mezzogiorno, Granger. - disse, e se ne andò dalla stanza.
Hermione era talmente scioccata che non aveva avuto il tempo di riprendersi e di protestare. Non poteva credere che fosse riuscita a fargli solo una domanda. Non poteva credere che sarebbe dovuta tornare anche il giorno dopo. Era furibonda.
Si alzò e uscì dalla stanza anche lei, non degnando di uno sguardo Charlotte. Se si fosse girata verso di lei, avrebbe notato il sorriso sadico e cattivo della segretaria e avrebbe capito che quello non era altro che uno dei piani machiavellici di cui parlava Zabini.

 

 

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Ecco il quarto capitolo. Finalmente i nostri protagonisti si incontrano, ma non sono riusciti a terminare l'intervista. Questo può significare solo una cosa: li vedremo di nuovo insieme nel prossimo capitolo. 

Il titolo del capitolo si riferisce al fatto che l'intervista non è stata fatta e quindi ha fatto "perdere tempo" ad Hermione.

Fatemi sapere cosa ne pensate della storia per favore, mi farebbe molto piacere!

Al prossimo capitolo!

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Capitolo 5
*** Get it today ***


Che fine ha fatto la semplicità? Sembriamo tutti messi su un palcoscenico e ci sentiamo tutti in dovere di dare spettacolo.

-Charles Bukowski

 

 

Draco Malfoy quella mattina era più infastidito che mai. Il giorno prima, dopo aver lasciato la Mezzosangue ed essere sceso di corsa a parlare con il Signor Mckenzey, era stato sorpreso di non trovarlo lì. Aveva aspettato qualche minuto e poi si era messo a cercarlo, ma di lui nessuna traccia. Quando Charlotte tornò nella hall con una faccia compiaciuta, Draco capì immediatamente cosa fosse successo. Si era avvicinato e l'aveva avvertita che quella sarebbe stata l'ultima cosa che avrebbe tollerato, dopo di che l'avrebbe mandata via. Da quando aveva aperto l'azienda lei era sempre stata la sua segreteria, oltre ad essere bella da mozzare il fiato, era anche molto brava nel suo lavoro. In quegli anni aveva svolto ogni compito che Draco le raccomandava, aveva comunicato ogni novità al suo capo, con precisione e diligenza. Per questo, quando la ragazza aveva iniziato a fare quei giochetti, lui ne era rimasto sorpreso. Non andava avanti da molto quella storia, anzi, in realtà era cominciata solo due settimane prima, quando Charlotte aveva saputo che lui e Astoria si erano lasciati. Se Draco prima aveva fatto finta di niente, ora non ne poteva più. Per colpa sua avrebbe dovuto vedere di nuovo la Granger e perdere un'altra mattinata di lavoro. Era inaccettabile.
Così, quella mattina, quando era arrivato non l'aveva neanche salutata mentre lei lo seguiva come un cagnolino chiedendogli scusa. "Non succederà mai più! Te lo prometto." continuava a dire. E Draco sperò con tutto se stesso che dicesse la verità. La sarebbe dispiaciuto mandarla via e trovare un'altra che la sostituisse.
Comunque, di lì a poco sarebbe arrivata la Granger e lui già non vedeva l'ora di liberarsene. Era sicuro che si sarebbe lamentata del fatto che ieri l'avesse mandata via e a lui non andava di dirle che era stata tutta una finta. Non voleva che lei lo sapesse o avrebbe potuto scriverlo nell'articolo. Già immaginava i titoli dei giornali "Malfoy fregato dalla sua segretaria." , "L'azienda di Malfoy fermata dalla segretaria." .
Assolutamente no, si disse, lei non avrebbe dovuto saperlo.
Proprio mentre faceva questi pensieri, la Granger entrò nella stanza. Aveva un completo color carta da zucchero molto elegante, i capelli legati in una coda alta e le scarpe più basse che Draco avesse mai visto. Somigliavano in modo orrendo a delle ballerine. In faccia aveva già stampato il solito cipiglio severo che la contraddistingueva quando era arrabbiata. Perfetto, pensò, cominciamo bene.
- Malfoy, vediamo di sbrigarci, prima che la tua ragazza si inventi un'altra scusa per mandarmi via. - disse, mentre prendeva posto nella sedia di fronte alla scrivania. 
Cominciamo molto bene, pensò Draco. Doveva aspettarselo: lei era troppo intelligente per lasciarsi abbindolare da uno stupido diversivo di una stupida segretaria.
- Non è la mia ragazza, Granger. E poi ci ho già pensato io a lei. - rispose acido.
- Bene, allora cominciamo subito dalla domanda che ti ho fatto ieri. - disse lei, prendendo il quadernino e la penna. - Cosa ne pensa chi ha provato la scopa? So che ci sono stati molti riscontri positivi. - continuò.
Draco ghignò,  - Ovviamente pensano che sia la scopa migliore che abbiano mai provato. - rispose, poi prese un foglio di carta da un cassetto della scrivania e lo mise davanti agli occhi della ragazza, - Guarda tu stessa i risultati, Granger. -
Hermione prese in mano il foglio e lo lesse velocemente. Era la classifica del torneo di Quidditch di Hogwarts e Serpeverde era in testa alla classifica.
Hermione sgranò gli occhi: - Malfoy! Hai regalato le scope ai giocatori di Serpeverde! -
Il ghigno di Draco si fece ancora più largo mentre guardava la faccia indignata della Granger.
- Astuta come sempre, Mezzosangue. - le disse.
- Ma questo è barare Malfoy! Non puoi farlo. -
Il ragazzo rise. - Se l'ho fatto evidentemente potevo farlo eccome. Non c'è nessuna regola che lo vieti. -
Guardare  la Granger rossa in viso per la rabbia e l'indignazione, lo divertiva un mondo. Era esilarante.
- Beh ma non è corretto nei confronti delle altre squadre! -
Draco la guardò come se fosse pazza.
- E allora? Peggio per loro. L'importante è vincere, Granger. -
- L'importante non è vincere, ma partecipare. -
- Sì, vallo a dire a tutti i giocatori di Quidditch e vedi cosa ti rispondono. -
Era inutile, completamente e assolutamente inutile. Non sarebbero mai riusciti ad andare d'accordo e ad avere una conversazione civile, neanche se si trattava di lavoro. Avevano opinioni completamente diverse ed entrambi si premuravano di farlo sapere all'altro, facendo nascere battibecchi continui e senza una meta, finché uno dei due non faceva un passo indietro. Anche quella volta toccò a Draco farlo, ben deciso di sbrigarsi e continuare il proprio lavoro in santa pace.
- Prossima domanda, Granger. - disse infatti.
Lei parve essere dello stesso avviso, perché non osò continuare la conversazione di prima.
- Perché ci sono voluti tutti questi mesi per far uscire questa scopa? So che è uscita con 4 mesi di ritardo. - chiese.
Draco si innervosì a quella domanda, era stato un periodo davvero stressante per lui e per l'azienda. Ci sono stati giorni in cui pensava che la scopa non sarebbe uscita mai. Malgrado ciò, rispose alla domanda, consapevole di non poter fare altrimenti.
- Perché non riuscivamo a farla andare più veloce rispetto al modello vecchio. Inoltre...- il ragazzo iniziò a parlare di elementi tecnici di cui Hermione non capiva nulla. Si limitò a scrivere tutto quello che lui diceva, sinceramente non interessa a comprendere cosa stesse dicendo.
Gli fece altre due domande e Malfoy rispose in modo conciso ed impeccabile. Almeno questo doveva ammetterlo, sarebbe stato semplice scrivere l'articolo perché lui dava risposte precise e con un linguaggio forbito. Molte volte, infatti, capitava che la persona da intervistare desse risposte a metà e senza un senso e toccava ad Hermione mettere insieme i pezzi per poter scrivere un buon articolo. Si ritrovò a ringraziare mentalmente Malfoy per aver svolto indirettamente il grosso del lavoro.
Proprio mentre Hermione cominciava (quasi) ad apprezzare quell'intervista, Malfoy decise di rovinare l'atmosfera collaborativa che si era creata.
- No, basta Granger. Solo le 13, io devo andare a pranzo. Hai già abbastanza informazioni. - disse.
Hermione lo guardò scioccata, non era possibile che lui la stesse cacciando per la seconda volta. Era decisa a portare a termine il suo lavoro quel giorno stesso perché il giorno dopo avrebbe dovuto consegnare l'articolo ad Eloise e quest'ultima non accettava ritardi neanche se si trattava di un solo giorno.
- Ho ancora delle domande da farti, Malfoy. Andrai a pranzo più tardi. -
- Non se ne parla. Ho fame. - rispose guardandola storto, come se fosse lei la pazza. Hermione era sinceramente sconvolta dal suo comportamento. Non importava quanto tempo passasse, rimaneva sempre lo stesso ragazzino viziato di un tempo.
- Allora vengo con te. - disse.
Draco pensò di aver sentito male, non poteva aver veramente detto una cosa del genere. Doveva essere impazzita. Si limitò a guardarla in malo modo.
- Scegli, Malfoy: o vengo adesso con te e finiamo questa maledetta intervista oppure torno domani. - asserì lei.
A quel punto Malfoy si innervosì, non gli piaceva essere messo alle strette, non gli piaceva essere messo di fronte a due scelte (che non aveva deciso lui).
- Mezzosangue, forse ieri non sono stato chiaro. - disse, - Io non prendo ordini da te. -
- Allora vedi di trovare una soluzione, perché io non ho intenzione di andarmene. - rispose a tono lei.
Malfoy sbuffò. Era incredibile come lei riuscisse ad avere sempre la risposta pronta. La detestava per questo, perché era capace di mettergli i piedi in testa senza neanche troppo sforzo. Non aveva mai conosciuto una ragazza così, mai in tutta la sua vita.
Non aveva mai avuto problemi con le donne in tutti i suoi 22 anni, tranne che con lei. Tutte gli cadevano ai piedi e sottostavano ai suoi ordini senza neanche troppo sforzo. Ma lei no, lei era diversa, era difficile. Lei era l'unica a tenergli testa e la odiava per questo.
Sbuffò, di nuovo, non aveva nessuna intenzione di rimandare di nuovo quell'intervista e, soprattutto, non voleva vedere la Granger un giorno di più.
Così, quando si alzò dalla sua comodissima sedia, le fece un cenno di seguirlo e uscirono insieme dalla stanza. Hermione non sapeva cosa aspettarsi, non aveva idea di cosa significasse "andare a pranzo" per uno come Malfoy. Infatti, quando lo vide entrare esattamente nella porta di fronte al suo ufficio, rimase un po' stupita. La stanza in questione non era altro che una specie di mensa, peccato che fosse tutta per lui. Al centro si trovava un grange tavolo in legno nero con alcune sedie intorno, probabilmente venivano usate quando Malfoy aveva ospiti importanti. Si misero seduti uno di fronte all'altra e subito sulla tavola comparve del cibo, doveva essere lo stesso tipo di incantesimo che c'era nella sala d'attesa.
Il ragazzo iniziò a mangiare in tutta tranquillità e non degnava Hermione della minima attenzione. Anche lei aveva fame e avrebbe voluto mangiare, ma era sicura che se avesse osato farlo lui si sarebbe adirato. Sospirò e sfogliò il suo quadernino, rileggendo gli appunti che aveva preso. In effetti aveva abbastanza materiale per scrivere un buon articolo ma lei voleva che fosse impeccabile, voleva far vedere a Eloise Dolostry chi era veramente e che lavori era in grado di fare.
Continuò con un altro paio di domande e appuntò quello che lui le aveva detto. Quando decise che poteva andare bene così, si alzo dalla sedia e iniziò a camminare verso la porta fin quando Malfoy non richiamò la sua attenzione.
- Granger. - disse, il ghigno già evidente sul suo volto, - Fammi fare bella figura. -
Hermione preferì non rispondere, si limitò a sbuffare e ad alzare gli occhi al cielo.
A questo punto si diresse verso la porta e la aprì, pronta ad uscire da quella stanza. Prima di attraversare la porta, però, si girò verso Malfoy e gli fece un cenno del capo per salutarlo. Poi si chiuse la porta alle spalle e si diresse verso l'uscita dell'azienda, pronta come non mai a tornare a casa per poter finalmente scrivere quel dannatissimo articolo.

 

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Finalmente hanno fatto questa famosa intervista. Ho preferito non sbilanciarmi troppo con elementi Dramione perché voglio che la fic sia abbastanza realistica. Ma non vi preoccupate, li rivedrete insieme molto presto e sopratutto (anticipazione) fra due o tre capitoli avremo un primo piccolo momento Dramione. 

Detto questo, vedo che la storia non vi sta piacendo molto. Mi dispiace per questo, credevo che avreste apprezzato una storia facile e leggera, ma mi sbagliavo. Io porterò lo stesso la storia a termine perché ho già molti capitoli scritti e tutta la storia in mente, ma siete ancora in tempo per dirmi cosa dovrei cambiare secondo voi. Purtroppo io ho le idee molto chiare nella mia testa e potrebbero sfuggirmi cose che invece voi avete notato. Spero che andando avanti la storia inizierà a piacervi.

Un'altra cosa che volevo dirvi riguarda Hermione: lei per me non è solo studio, lavoro, noia e dovere ma (sempre secondo me e secondo questa storia) è anche divertente, si lascia andare più facilmente e si comporta da ragazza normale di 22 anni. Nella descrizione della storia ho messo OOC proprio per questo.

A presto ragazzi...

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Capitolo 6
*** An offer like this ***


Quando la porta della felicità si chiude, un’altra si apre, ma tante volte guardiamo così a lungo a quella chiusa, che non vediamo quella che è stata aperta per noi.

- Paulo Coelho

 

- Ottimo lavoro, Granger. -  
La voce di Eloise Dolostry risuonò nelle orecchie della ragazza, gentile come mai lo era stata. Hermione ci mise qualche secondo per capire effettivamente cosa la donna le avesse detto e, soprattutto, come lo avesse detto. In tutto quel tempo il suo capo non le aveva mai fatto un complimento né tanto meno aveva usato un tono gentile con lei. 
La guardò, esitante, e si lasciò sfuggire un sorriso.
- Ehm, grazie. - disse.
Eloise ricambiò il sorriso, anche se ad Hermione non sembrava per niente sincero, e prese a cercare qualcosa nel cassetto della sua scrivania. La ragazza capì che stava cercando il fascicolo per il suo prossimo lavoro. Sperava con tutta se stessa che le desse da fare di nuovo qualcosa di importante e non i soliti lavoretti inutili.
- Deve essere stato molto difficile collaborare con Malfoy. - disse Eloise.
Hermione era confusa, non riusciva a capire dove la donna volesse andare a parare con quell'affermazione ma aveva un brutto presentimento.
- Abbastanza. - si limitò a dire. Non aveva voglia di dirle che in realtà il difficile era stato solo andare d'accordo con lui perché Malfoy le aveva dato risposte talmente esaurienti e complete che per scrivere l'articolo non aveva fatto altro che mettere insieme i pezzi.
- Immaginavo. - annuì Eloise, - Per questo ho deciso che il tuo prossimo lavoro sarà qualcosa di più leggero. -
Hermione non credeva alle proprio orecchie, era letteralmente senza parole.
- Per farti riposare. - continuò la donna, finta e perfida come mai lo era stata.
Tirò fuori dal cassetto un piccolo fascicolo e lo porse alla ragazza, che lo aprì immediatamente. Si trattava dell'ennesima intervista poco importante e che non interessava a nessuno. Perfetto, pensò.
Senza dire una parola, Hermione si alzò dalla sedia su cui era seduta ed uscì dall'ufficio di Eloise sbattendo la porta. Odiava quella donna e odiava gli incarichi che riceveva. Per una volta aveva veramente creduto che fosse arrivato il momento di una svolta, di una promozione magari. Invece no, nonostante i suoi sforzi continui, nonostante l'ottimo lavoro che aveva fatto, il suo capo la trattava ancora come se fosse una ragazzina alle prime armi. Tornata nel suo ufficio, non vedeva l'ora di tornarsene a casa da Ginny per poterle raccontare tutto, certa che una bella chiacchierata tra amiche le avrebbe sollevato l'umore. Ancora non sapeva che ad attenderla ci sarebbe stato anche qualcun altro. 

 

***

 

Ginevra Weasley aspettava con noia i suoi due (quasi) amici da più di mezz'ora. Aveva detto loro di presentarsi a casa sua alle 18 in punto, ma ancora non si facevano vedere. Tutto era cominciato quel pomeriggio, quando Malfoy l'aveva mandata a chiamare nel suo ufficio. Una volta lì, vi aveva trovato anche Zabini che non appena l'aveva vista si era subito messo a spiegare la situazione. A quanto pareva c'erano due novità: Malfoy voleva già iniziare a pensare al nuovo modello del manico di scopa e Zabini aveva pensato di creare una rivista settimanale tutta loro in cui scrivere curiosità, novità e altro sulle scope e sull'azienda. Quando Ginny aveva fatto presente che non capiva il motivo per il quale l'avessero chiamata, ci aveva pensato il ragazzo biondo a venirle incontro. Il suo ruolo era quello di trovare qualcuno che scrivesse gli articoli per la rivista (e su quello Ginny aveva già una mezza idea) e di aiutarli con il nuovissimo manico di scopa, dato che lei era una delle poche persone ad aver provato tutte le scope finora uscite dell'azienda. Avevano discusso su questo secondo punto per molto tempo ed erano riusciti a trovare qualche idea. Poi Ginny aveva proposto loro di continuare a parlarne a casa sua quella stessa sera, dato che aveva voglia di staccare un po' dalla solita routine. In realtà, la rossa voleva che i due ragazzi incontrassero Hermione in modo da mettere a punto quella mezza idea che le era venuta in mente. Così, si erano dati appuntamento alle 18, sebbene non dopo delle proteste da parte di Malfoy.
In quel momento, precisamente alle 18:45, Ginny sentì delle voci provenire da dietro la porta e un attimo dopo udì il suono del campanello.
Aprì la porta e si trovo davanti i due ragazzi, mentre li fulminava con lo sguardo.
- Quarantacinque minuti di ritardo, i miei complimenti. - disse.
Malfoy sbuffò, mentre Zabini la guardò con uno sguardo di scuse.
- Abbiamo avuto un contrattempo. - disse guardando  l'amico.
Ginny alzò gli occhi al cielo e li fece entrare in casa, guidandoli verso l'ampio salone e invitandoli a sedersi sul divano.
- Ho un'idea per la rivista, ma prima dovete aspettare qualche minuto. - disse loro. A quel punto iniziarono di nuovo a discutere sul nuovo modello della scopa.
Per l'esattezza avrebbero dovuto aspettare quindici minuti ed Hermione sarebbe tornata. Una volta arrivata, avrebbe potuto esporre la sua grandiosa idea. 

 

***

 

Intanto Hermione aveva finalmente lasciato il suo ufficio e si era diretta subito a casa dell'amica (tanto ormai passava più tempo da lei che a casa sua). Entrò in casa con calma e mentre si toglieva la giacca e la riponeva sull'appendiabiti vicino all'ingresso, salutò Ginny.
- Non puoi capire cosa è successo! - aggiunse, alzando la voce per farsi udire dalla rossa.
Quando non ricevette risposta, aggrottò la fronte e notò solo in quel momento la risata dell'amica che risuonava per tutto l'appartamento. Insieme alla sua risata, altre due voci maschili che, però, Hermione non riuscì a riconoscere perché troppo basse.
- Ginny? Con chi sei? - domandò, mentre attraversava il corridoio e si affrettava a raggiungere il salone.
- Hermione! Vieni! - rispose lei.
Quando entrò nella stanza, Hermione rimase di sasso, certa di essere vittima di uno scherzo o di un'allucinazione. La prima cosa che vide fu la testa bionda di Malfoy che, appena l'aveva sentita arrivare, si era girato nella sua direzione e ora la stava guardando con palese fastidio. Hermione era talmente concentrata su di lui che non si accorse nemmeno della presenza di Zabini.
- Ancora tu! - disse rivolgendosi al biondo che, invece di risponderle, si girò verso Ginny e la guardò infastidito.
- Weasley, se avessi saputo che ci sarebbe stata anche lei, non sarei venuto. - disse, sprezzante.
- Dai, Draco smettila! Non hai più 15 anni. - disse Zabini, divertito.
Hermione si accorse di lui solo in quel momento e gli fece un cenno del capo, che lui ricambiò con un mezzo sorriso.
Ginny a quel punto si concentrò sull'amica.
- Che ha detto Eloise? - le chiese.
Hermione sbuffò e si sedette sulla poltrona accanto al divano.
- L'articolo era perfetto, ovviamente. Ma indovina un po'? - rispose.
- Ti ha affibbiato un altro incarico inutile. - disse Ginny, un po' troppo contenta per i gusti di Hermione.
La riccia annuì, - Che schifo il mio lavoro. -
A quel punto Draco ghignò, la Granger gli aveva servito quella presa in giro su un piatto d'argento.
- Forse sei tu a fare schifo, Granger. Ecco perché ti affida quegli incarichi. - commentò, guardandola divertito.
Hermione stava per rispondergli a tono, quando Ginny la interruppe.
- Questo è perfetto! - disse, il sorriso raggiante e gli occhi gioiosi.
I tre ragazzi nella stanza la guardarono straniti.
- Scusa, Hermione. Ma sono davvero contenta che tu sia infelice del tuo lavoro. - disse.
L'amica la guardò scioccata e furente al tempo stesso. Ginny stava passando troppo tempo con Malfoy e queste erano le conseguenze, pensò.
- Così non ti dispiacerà licenziarti per venire a lavorare con noi! - continuò la rossa.
Dopo quell'affermazione ci furono dei lunghissimi e silenziosissimi istanti di silenzio, come se nessuno ne avesse colto il significato. Poi, comprendendo a pieno il messaggio, Hermione e Malfoy esclamarono all'unisono un oltraggiato e incredulo "cosa?!".
- Vogliamo stampare una rivista tutta nostra incentrata sull'azienda e ci serve qualcuno che la scriva. - spiegò Ginny all'indirizzo di Hermione, ignorando bellamente le proteste di Malfoy.
Zabini, che aveva seguito il ragionamento della ragazza, annuì deciso.
- Esatto. E chi potrebbe farlo meglio di te, Granger? - le disse, ignorando anche lui l'amico che gli stava accanto.
- Chiunque abbia un minimo di conoscenza nel giornalismo, Blaise. - disse Malfoy, la voce tagliente e il tono indignato.
- Si, ma Hermione è la migliore. - rispose Ginny, facendo l'occhiolino all'amica.
Zabini annuì. - Ho letto parecchi tuoi articoli e sai far sembrare interessante anche qualcosa che non lo è. - disse in direzione della diretta interessata.
Dopo aver ringraziato il ragazzo per il complimento ricevuto, Hermione disse che avrebbe pensato alla proposta che le avevano appena fatto. Poi la conversazione era continuata tra continue proteste da parte di Malfoy e tentativi di convincerlo da parte di Blaise e Ginny, mentre Hermione si limitava a lanciargli frecciatine di tanto in tanto.
- Si ma comunque non se ne parla. - disse infine il biondo. A quanto pareva niente era riuscito a convincerlo, ma Ginny era sicura che prima o poi sarebbe riuscita a farlo cedere, doveva solo trovare il modo.
- Andiamo Malfoy! Smettila di essere così antipatico. - rispose, esasperata dal suo comportamento.
A quel punto, Zabini si ricordò di avere voce in capitolo per quanto riguardava le decisioni aziendali e si voltò verso Hermione.
- Ti faremo sapere, Granger. - disse.
Malfoy lo guardò scocciato, - Non ti faremo sapere un bel niente, invece. -
Ginny sbuffò e si avvicinò ai ragazzi, prendendoli per le braccia e facendoli alzare dal divano in malo modo.
- Mi hai stufato, Malfoy. Andatevene. Ne riparliamo domani a lavoro. - commentò, mentre li accompagnava alla porta.
Una volta fatti uscire di casa, la rossa tornò da Hermione che era ancora arrabbiata per colpa di Eloise e anche a causa di Malfoy.
- Come Merlino fai a sopportarlo? - chiese a Ginny riferendosi al ragazzo.
Quella domanda era spuntata nella testa di Hermione non appena Malfoy aveva aperto bocca. Proprio non riusciva a comprenderlo.
- Ti assicuro che fa così solo con te. - rispose Ginny. 
Che onore, pensò Hermione.
- Comunque riuscirò a convincerlo, vedrai. Lo sa anche lui che tu sei perfetta per quel lavoro, solo che non vuole ammetterlo. - continuò.
Hermione sperava sinceramente che l'amica avesse ragione. Era da tempo che voleva trovare un nuovo lavoro e quello faceva al caso suo. Avrebbe avuto un'intera rivista da scrivere e, inoltre, si trattava di una delle aziende più famose nel Mondo Magico. L'unica pecca era Malfoy ma, a pensarci bene, non avrebbe dovuto avere molti contatti con lui. Il ragazzo doveva solo dirle cosa voleva che scrivesse e lei avrebbe fatto il resto tutto da sola, non le sarebbe servito il suo aiuto. O almeno, così sperava.
- E poi ti serve qualcosa per distrarti, Hermione. Sei troppo giù di morale per colpa di mio fratello. Devi cambiare aria. - continuò.
Hermione si sdraiò sul divano e si mise un braccio davanti agli occhi.
- Domani parlo con Ron. - disse solamente.
I due giorni appena passati erano stati talmente frenetici che Hermione non aveva quasi mai pensato alla situazione con il suo ragazzo. Ora che si stava rilassando per la prima volta da quando le era stato affidato l’incarico Malfoy, il pensiero della rottura imminente era tornato ad essere il centro dei suoi pensieri. Era stanca e stufa di quella situazione, era decisa a mettere fine a tutto. Lei, ancora una volta, non lui. Lui che non aveva il coraggio nemmeno di lasciarla andare.
Hermione si alzò di scatto dal divano e andò in camera “sua” (fortuna che Ginny aveva una stanza da letto in più) e prese un foglio e una penna. Scrisse quelle poche parole e incaricò il suo gufo di spedirla a Ron.
Nella mente di Hermione, solo le parole che aveva appena scritto. 
Domani sera ti devo parlare.

 

_________________________

 

Come promesso i nostri amati protagonisti si sono incontrati di nuovo. Non temete, fra pochissimi capitoli avremo qualche primo contatto. 

Comunque giusto per chiarire la situazione:

- Hermione è infelice del suo lavoro con Eloise

- Draco cerca una giornalista per la sua rivista

- Ginny propone Hermione

- Hermione vuole accettare perché pensa che non dovrà stare a contatto con Malfoy 

- Malfoy non vuole assumerla perché, invece, sa che dovranno collaborare

 

Spero sia tutto chiaro. Come al solito fatemi sapere se non è così.

Detto questo ci vediamo al prossimo capitolo! Se riesco lo posto stasera o domani mattina.

A presto!

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Capitolo 7
*** Things fall apart ***


Le storie non finiscono finché non abbiamo chiuso tutti i conti, finché non ci abbiamo messo un punto con la testa o con il cuore. 

- Clara Sanchez

 

 

 

Ron Weasley quella mattina sembrava più sbadato che mai. Oltre ad essere arrivato in ritardo a lavoro, non faceva altro che dire sciocchezze, sintomo che la sua testa fosse tutta da un'altra parte. Infatti, il ragazzo non faceva altro che pensare alla propria ragazza e alla lettera che gli aveva inviato la sera prima. Domani sera ti devo parlare, gli aveva scritto e Ron non faceva altro che domandarsi che cosa Merlino le avrebbe detto lui. Ormai era certo che quella sera si sarebbero lasciati ma non sapeva sinceramente come dirglielo, non trovava le parole adatte.
La cosa che più lo tormentava era il dopo. Cosa sarebbe successo dopo quella sera? Non si sarebbero più parlati? Avrebbero buttato al vento anni e anni di amicizia? Lui sperava sinceramente di no, non voleva che lei uscisse dalla sua vita, non voleva rinunciare alla sua amicizia, le voleva troppo bene.
A quel punto Harry lo aveva fatto ragionare: Hermione era troppo intelligente e superiore per poter permettere una cosa del genere. Anzi, probabilmente sarebbe stata proprio lei a fare in modo che la loro amicizia non venisse rovinata. Avrebbe aggiustato tutto lei, come sempre.
Rincuorato da quel pensiero, la giornata continuò normalmente e presto, finito il turno di lavoro, tornò a casa, in attesa di Hermione.
In un picco di nostalgia cominciò a pensare a tutti i momenti belli che avevano passato, a tutte le risate che si erano fatti, a tutte le avventure a cui avevano partecipato e gli venne un nodo alla gola. Non si sarebbe mai perdonato per ciò che aveva fatto, non si sarebbe mai perdonato per aver smesso di amarla. Era tutta colpa sua, lo sapeva. Il fatto che Hermione volesse lasciarlo era solo la conseguenza delle proprie azioni. Era giusto, in fondo. Lui, oltre a smettere di amarla, aveva smesso di ascoltarla, di parlarle, di comprenderla e aveva ottenuto da lei ciò che si meritava.
Ron ancora non lo sapeva, ma ben presto avrebbe scoperto che ciò che trascuri diventa di qualcun altro. 

 

***

 

Hermione aveva passato tutta la notte precedente e tutto il giorno corrente a pensare alle parole esatte che avrebbe dovuto dire al suo ragazzo. Inizialmente aveva optato per un discorso tranquillo e calmo, quasi dolce, pieno di frasi del tipo "sei stato il mio primo amore, non ti dimenticherò mai", ma poi aveva deciso che lui quelle parole non se le meritava. Allora aveva pensato ad un discorso freddo e semplice, con poche parole e pochi sentimenti. Uno del tipo "ti lascio, il perché lo sai. Ma rimaniamo amici. Comunque vado a vivere da Ginny." e a primo impatto le era sembrata la soluzione più adatta. Con il passare delle ore, però, aveva capito che quelle parole non sarebbero bastate. Lei voleva che Ron capisse il motivo per cui si stavano lasciando, voleva che capisse il perché lo stava facendo lei. Così, si preparò un disco diretto e schietto, ma carico di sentimenti e di rancore. Aveva lasciato l'ufficio più convinta che mai della sua decisione e, mentre si dirigeva a casa di Ron, si appuntò mentalmente che neanche una lacrima sarebbe dovuta uscire dai suoi occhi mentre era con lui.
Quando Hermione entrò nella loro casa, lo trovò ad aspettarla in salone, seduto sul divano a mangiare come se niente fosse.
- Ciao, Hermione. - la salutò tra un boccone e un altro.
La ragazza ricambiò il saluto con un cenno del capo, già abbastanza innervosita.
- Ehm...cosa devi dirmi? - le disse.
Fare finta di niente era il passatempo preferito di Ron. Lo aiutava ad allentare la tensione.
- Lo sai benissimo. - la sua voce cominciava già ad essere dura.
Si era promessa che non doveva farsi vedere fragile e abbattuta, non doveva mostrarsi debole. Doveva dimostrargli ancora una volta chi era e la forza che aveva. Non aveva nessuna intenzione di andarci piano quel giorno, non ci sarebbero state lacrime o parole dolci, solo la pura e schietta verità.
- Io... - cominciò il ragazzo.
- Tu niente, Ronald! - alzò la voce Hermione, - Ancora una volta sono io a prendere in mano la situazione quindi adesso fammi parlare. -
Lui annuì mentre abbassava lo sguardo per non guardarla negli occhi.
- Io ti lascio, Ron. - disse, decisa come sempre era stata e finalmente diretta dopo tante settimane di silenzi. - Dato che tu non hai il coraggio di farlo, lo faccio io. In questi giorni speravo che finalmente ti saresti preso le tue responsabilità e che avresti avuto le palle di dirmi la verità, ma così non è stato e io mi sono stancata. - continuò.
- Io ho cercato di... - provò a difendersi Ron.
Hermione neanche lo fece finire e sgranò gli occhi, mentre lo guardava come se fosse impazzito.
- Ma smettila! - gridò. - Mi hai solo ignorato per tutto questo tempo! Quindi Ron la chiudiamo qui, non stiamo più insieme. Basta. -
- Lo dici come se non te ne importasse niente. - commentò solamente lui. Neanche ci provava ad essere collaborativo e a dirle la verità. Se ne stava lì seduto sul divano con una faccia da cane bastonato ma ancora non riusciva a dirle nulla, nemmeno che gli dispiaceva.
- Ti sbagli. Mi importa e mi dispiace tantissimo ma la mia pazienza ha superato il limite di sopportazione. - cominciò Hermione, sempre più convinta di quello che diceva. - Non voglio stare con una persona che non riesce a dirmi le cose in faccia, soprattutto se si tratta di cose importanti come questa. Non voglio stare con qualcuno che mi dà per scontata, che non mi ascolta, che non mi tratta come merito e che pur di non ammettere che non mi ama più preferisce scappare e aspettare che sia io a farlo per lui! -
Il respiro irregolare, le gote arrossate e le mani strette a pugno, erano la conseguenza della sfuriata appena fatta. Finalmente dopo tutto quel tempo era riuscita a dirgli tutto quello che pensava, si era sfogata e liberata di un peso e ora si sentiva sinceramente molto meglio.
Seguirono minuti di profondo silenzio in cui Hermione parve calmarsi, mentre Ron la guardava indeciso su cosa dire.
Alla fine, optò per la cosa più semplice e giusta.
- Hai ragione. Su tutto. Mi dispiace, Hermione. Credimi. - disse, guardandola negli occhi per la prima volta da quando era entrata in casa.
La ragazza si avvicinò a lui e si sedette sul divano, ma senza toccare il ragazzo.
- Lo so. - disse solo, girando la testa e chiudendo gli occhi.
- Ora che facciamo? - chiese l'altro.
- Niente. Prima di ogni cosa siamo amici e questo varrà per sempre. Ma ho bisogno di tempo. - rispose Hermione.
Detto questo si alzò e si diresse verso la sua camera. Rimpicciolì tutte le sue cose e le mise nella famosa borsa di perline, in modo tale da trasferirsi subito da Ginny. Quando tornò in salone e vide che Ron si era addormentato sul divano, alzò gli occhi al cielo e uscì di corsa dalla casa, già pronta a lasciarsi tutto quello alle spalle.

 

***

 

Dopo aver raccontato tutto a Ginny, Hermione si lasciò andare ad un pianto liberatorio. Piccole lacrime le scendevano lente sulle guance, ma non era un pianto disperato e bisognoso, era più un pianto nostalgico e dispiaciuto. D'altronde, sebbene avesse lasciato lei Ron e il loro rapporto non fosse più lo stesso da mesi ormai, era ovviamente triste per la fine della loro storia. Avevano passato quattro anni insieme come coppia e veder sparire tutto da un momento all'altro non era stato di certo semplice.
- Hermione, non ti dispiacere per quell'idiota di mio fratello. - disse Ginny.
Dopo averla ascoltata ed averla consolata, la rossa si era subito premurata a rassicurarla, dicendole che tanto non si perdeva niente. Lei aveva sempre pensato che Hermione era sprecata per suo fratello e parecchie volte lo aveva fatto notare ad entrambi.
- Ma Ginny siamo stati insieme per quattro anni! E siamo amici da quando eravamo bambini! - rispose Hermione, asciugandosi l'ultima lacrima che era scesa sul suo viso.
- E in tutto questo tempo lui ancora non ha capito come renderti felice, Hermione. - considerò Ginny.
La ragazza pensò che non aveva poi tutti i torti.
- Eravamo felici...prima. - disse solamente, sorridendo al ricordo dei primi tempi in cui si erano messi insieme.
- Si, ma era tutto merito tuo. Sai dirmi una sola cosa che lui ha fatto per te? -
Hermione aprì la bocca per elencare le innumerevoli volte in cui lui aveva fatto qualcosa per lei ma al momento di far uscire le parole nessun suono uscì dalla sua bocca.
- Come immaginavo. Lui non ti merita, Hermione. - disse la rossa, sempre più convinta delle sue parole.
- Devi trovare qualcuno alla tua altezza, uno che sappia tenerti testa. - continuò.
Mentre diceva quelle parole, le venne in mente il volto di Malfoy e si illuminò. Lui era perfetto per Hermione. Beh, avrebbero dovuto lavorarci su e parecchio anche, ma li vedeva bene insieme. Lui avrebbe addolcito il suo carattere grazie a lei e lei avrebbe avuto qualcuno alla sua altezza con cui confrontarsi tutti i giorni.
- E dove lo trovo uno così, Ginny? È praticamente impossibile. - disse Hermione. In realtà non aveva veramente intenzione di cercare subito qualcun altro ma perché non lasciarsi andare un po' dopo tutto questo tempo?
- Io un'idea ce l'avrei... - rispose Ginny, sorridendo maliziosa.
Hermione a quel punto si fece sinceramente interessata alla questione.
- Chi? -
Ginny voleva davvero far distrarre l'amica e sollevarle il morale, così rise e decise di tenerla un po' sulle spine.
- Un ragazzo che vedrai molto spesso, se accetti il lavoro che ti abbiamo offerto. - disse, vaga.
Hermione subito si fece attenta e iniziò a pensare alle persone che aveva visto quei giorni che era andata all'azienda. Aveva visto parecchie persone, tra cui molti ragazzi ma nessuno in particolare aveva attirato la sua attenzione.
- Lo conosco? - chiese.
- Oh si. -  la rossa si stava divertendo da matti.
Il fatto che lo conoscesse chiudeva di molto il cerchio, anzi, a dirla tutta, lo chiudeva completamente perché Hermione non conosceva nessuno dei ragazzi che aveva visto quei giorni. A parte Malfoy e Zabini, ovviamente. Aggrottò le sopracciglia, colpevole un dubbio atroce che le era appena venuto in mente.
Accortasi dell'espressione dell'amica, Ginny continuò la descrizione del ragazzo.
- Ed è molto più bello di Ron. -
Hermione cominciava veramente a temere la risposta. I tasselli del puzzle si stavano lentamente componendo e a lei non piaceva per niente quello che vedeva.
- Di chi si tratta? Dimmelo. - disse infine, ancora speranzosa di aver capito male.
- Biondo e occhi grigi. Ti ricorda qualcuno? -
Ancora una volta, le speranze di Hermione vennero a mancare tutte in un solo istante. La persona a cui stava pensando corrispondeva perfettamente alla descrizione appena fatta dalla rossa. Il ragazzo in questione non era altro che Draco Malfoy. Tutto tornava perfettamente.
Malfoy era in grado di tenerle testa.
Lavorava (ovviamente) all'azienda.
Lo conosceva.
Era biondo.
Aveva gli occhi grigi.
E, anche se le costava ammetterlo, era più bello di Ron.
Guardò Ginny negli occhi, scioccata. Non poteva credere che l'amica le avesse fatto una proposta del genere.
- Ti ho lasciata senza parole? - chiese lei.
- Si, Ginny. Come ti saltano in mente certe cose? - disse, scandalizzata.
- Secondo me sarebbe perfetto. Nessuno ti tiene testa come lui. - rispose Ginny.
Lei non ci vedeva sinceramente niente di male in quella storia.
- Malfoy mi detesta, Ginny! - disse giustamente Hermione, ancora incredula per l'insinuazione dell'amica.
- Solo perché ancora non ti conosce veramente. -
- Beh, comunque non succederà mai. - commentò, decisa e risoluta come sempre era stata.
Ginny la guardò divertita. - Staremo a vedere. -
Hermione liquidò quella frase con un gesto della mano, ancora inconsapevole di quanto la sua migliora amica avesse ragione.

 

____________________

 

Allora ho parecchie cose da dire su questo capitolo:

- Finalmente Ron ed Hermione si sono lasciati. Ma ci tenevo a fare comunque il punto della situazione.

Ron ha smesso di amarla almeno tre mesi prima ma non ha mai avuto il coraggio di ammetterlo, un po' perché gli dispiace e un po' perché ha paura delle conseguenze. Hermione lo ha capito subito ma ha aspettato tutto quel tempo perché sperava e voleva che fosse lui a mettere le cose in chiaro per una volta. Alla fine non è stato così e come abbiamo visto è stata lei a lasciarlo.  

- Forse Hermione vi sarà sembrata troppo dura nel rivolgersi a Ron ma vedetela dalla sua prospettiva: dopo 4 anni di relazione scopre che il fidanzato non la ama più e non solo lui non le dice la verità ma la evita in ogni occasione; inoltre capisce che lui non è fatto per lei e che vuole di più da un ragazzo. Quindi, secondo me, è giustificato il discorso che ha fatto a Ron.

- Per quanto riguarda le allusioni di Ginny verso Malfoy ho pensato che sia un buono spunto per iniziare a mettere l'idea in testa ad Hermione. Grazie alle parole di Ginny, infatti, Hermione inizierà a vedere Draco anche sotto quel punto di vista e direi che è perfetto per cominciare, no?

Magari può sembrare strano che Ginny pensi che Draco sia perfetto per Hermione ma vorrei ricordarvi che nella mia storia lui è suo amico e che quindi lo vede da un'altra prospettiva rispetto ad Hermione (e a noi che leggiamo dal punto di vista proprio di quest'ultima).

- La frase "Ciò che trascuri diventa di qualcun altro" l'ho presa in un post su instagram ma purtroppo non so di chi sia, sul post c'è scritto solo "cit." . 

Dette tutte queste cose vi lascio stare, ci vediamo al prossimo capitolo. Credo uscirà stasera sul tardi o domani mattina. 

 

Ciao!

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Capitolo 8
*** Let’s make a plan ***


Niente impedirà al sole di sorgere di nuovo, neppure la notte più oscura. Poiché oltre la nera cortina della notte c'è sempre un'alba che ci aspetta. 

- Khalil Gibran

 

 

Ginny Weasley quella mattina era andata a lavoro con un sorriso smagliante sul volto e aveva raggiunto subito l'ufficio del suo capo. Quella notte aveva pensato molto a come convincerlo a far assumere Hermione e un paio di idee le erano venute fuori. Come prima cosa gli avrebbe detto che non era riuscita a trovare nessuno disposto a scrivere la rivista, poi avrebbe sottolineato il fatto che Hermione era pronta addirittura a lasciare il suo lavoro per farlo e avrebbe giocato la carta della sua bravura. Infine, avrebbe trovato un compromesso talmente infallibile che lui non avrebbe potuto rifiutare. Se ci aggiungeva anche l'aiuto di Blaise, allora era certa che sarebbe riuscita nel suo intento. Quella mattina, infatti, prima di andare a lavoro, aveva mandato una lettera al ragazzo spiegandogli il suo piano. Non si era stupita, quindi, di trovarlo già nell'ufficio di Malfoy quando era arrivata.
Malfoy appena la vide non perse tempo e volle subito sapere se ci fossero novità.
- Allora Weasley, hai trovato qualcuno per la rivista? -  le chiese.
Il giorno prima, Malfoy le aveva dato il compito di trovare un o una giornalista entro il minor tempo possibile. Ovviamente, Ginny non ci aveva nemmeno provato, tanto era convinta che quel posto sarebbe stato di Hermione.
- No, Malfoy. Purtroppo a nessuno interessa. - mentì, guardando Blaise di sottecchi.
Il ragazzo colse al volo e si affrettò ad aggiungere:  
- Già, anche io ho provato a chiedere ma niente da fare. -
A sentire quelle parole, Draco balzò in piedi dalla sedia e iniziò a camminare per tutto l'ufficio, incredulo e frustrato allo stesso tempo.
- Come si permettono? Dovrebbero essere onorati di venire a lavorare qui! - disse.
Blaise annuì. - È quello che ho detto anche io. -
Draco smise di camminare e li guardò, infastidito.
- Allora che facciamo? - chiese.
Ginny non poteva essere più felice, era proprio quella la domanda che stava aspettando da quando avevano iniziato a parlare. Il suo piano cominciava a funzionare.
- È ovvio. - disse. - Assumiamo Hermione. -
Malfoy alzò gli occhi al cielo.
- Ho detto di no, Weasley. -
- Oh andiamo! È l'unica che ha detto di si. - protestò lei, mettendo in atto il secondo punto del suo piano.
- Troveremo qualcun altro. - rispose il ragazzo.
A quel punto, Blaise si sentì in dovere di intervenire, attuando subito il punto tre del loro piano.
- Draco, non dirmi che pensi veramente che lei non sia brava. - commentò.
Malfoy sbuffò, già stufo di quella conversazione e infastidito dal comportamento del suo amico.
- No, non è questo il problema. - disse.
Ovvio che non era quello il problema, era consapevole della bravura della Granger. D'altronde, era sempre stata la migliore in tutto a scuola, non si stupiva del fatto che lo fosse anche nel suo lavoro. Ma il problema era un altro, ben più grosso: il loro rapporto. Non sarebbero mai riusciti ad andare d'accordo, avrebbero discusso anche sulle più piccole sciocchezze e lui già ne era esausto.
- E qual è allora? - chiese Ginny, anche se in realtà conosceva già la risposta.
- Il problema è che io e lei non riusciremo mai a lavorare insieme. - rispose il ragazzo, con un tono ovvio e guardandoli intensamente, come cercando di farli ragionare.
- Certo! Perché tu continui a trattarla come la trattavi a scuola. - disse la ragazza, un po' troppo alterata per i gusti di Draco.
Lui, ovviamente, rispose a tono.
- E come dovrei trattarla, scusa? -
- Come una persona normale, magari? - disse sarcastico Blaise.
- E lei allora? Non fa altro che provocarmi. -
Ginny alzò gli occhi al cielo. Non poteva dare torto al ragazzo, sapeva che Hermione poteva essere fastidiosa quando ci si metteva. Soprattutto se l'altra persona era Malfoy.
Era il momento di passare al quarto e ultimo punto del piano.
- Allora facciamo così: farà una settimana di prova. - disse. - Se le cose vanno bene allora la assumiamo. -
Blaise si affrettò ad aggiungere la sua opinione, per convincere l'amico.
- Mi sembra perfetto! - esclamò.
Draco lo guardò male, di nuovo.
- Blaise, ma tu da che parte stai? - chiese, scontroso.
- Dalla parte dell'azienda, Draco. - rispose lui, calmo. - La Granger ci serve. - continuò.
Draco sbuffò e tornò a sedersi dietro la scrivania, facendo un cenno con la testa a Ginny, in segno di assenso.
- Bene, allora siamo d'accordo. Domani mattina faccio venire Hermione a parlare con te. - disse la ragazza.
- Non puoi dirglielo tu scusa? - protestò lui.
- Sei tu il capo, Malfoy. -
Detto questo, Ginny uscì dalla stanza più soddisfatta che mai. Grazie al suo piano era riuscita a convincere Malfoy a far assumere Hermione. Certo, prima doveva passare quella settimana di prova, ma Ginny era convinta che quello non sarebbe stato un problema.
Mandò subito una lettera ad Hermione per informarla della bella notizia e poi tornò al suo lavoro, contenta del fatto che avrebbe avuto la compagnia della sua migliore amica anche lì.

 

***

 

Harry Potter non era famoso per le sue grandi doti comunicative. Non riusciva ad esternare i propri sentimenti e, le poche volte che ci aveva provato, erano state un fiasco totale. Per questo, quando Ron gli raccontò di come era andata a finire tra lui ed Hermione, il ragazzo cominciò subito a prepararsi un discorso consolatorio per la sua migliore amica. Si sentiva in dovere di starle vicino e di assisterla, nonostante fosse certo che lei non ne avesse bisogno.
Quando si era presentato al posto di lavoro di Hermione e non l'aveva trovata, un po' d'ansia si impadronì di lui. Si smaterializzò immediatamente a casa sua (di Ginny, in realtà) e aspettò che lei gli aprisse la porta. Aveva paura di trovarla disperata e in lacrime, con gli occhi gonfi e la voce roca. Per questo, quando lei gli aprì la porta e lo salutò con un sorriso smagliante, il ragazzo rimase stupito.
- Harry! Che ci fai qui? - gli chiese, andandolo ad abbracciare e poi facendolo entrare in casa.
- Sono venuto a vedere come stai. - disse, con un sorriso impacciato sul volto. - Ti ho cercato a lavoro ma non c'eri e così sono venuto qui. -
Hermione annuì, mentre si dirigeva in cucina per prendere qualcosa da mangiare.
- Si, oggi mi sono presa un giorno. Devo sistemare tutte le mie cose. -
Offrì degli snack al ragazzo e si misero seduti intorno al tavolo della cucina.
- Come stai? Ron mi ha detto tutto. - disse, dritto al punto.
Hermione sospirò, ma sorrise al suo migliore amico, sinceramente contenta della sua presenza.
- Bene, Harry. - rispose.
Il ragazzo la guardò con uno sguardo strano, come per dire "sicura?".
- Non importa, davvero. - aggiunse lei. - Era così che doveva andare, non siamo fatti per stare insieme. -
Harry parve convinto dalle sue parole e annuì in risposta, mentre iniziava a mangiare le patatine che lei gli aveva offerto.
- Sono contento che tu l'abbia presa in questo modo. - disse.
- Già. Erano mesi che non era più come prima. Forse tutto questo tempo mi ha solo aiutato ad affrontare la rottura. - rispose.
Continuarono a parlare tranquillamente per altri minuti, finché un gufo non si poso fuori la finestra della cucina. Hermione lo fece entrare e prese la lettera che stava trasportando: era di Ginny.
La lesse al volo e tirò un sospiro di sollievo, sotto lo sguardo confuso di Harry.
- Novità? - le chiese infatti.
- Domani mi licenzierò. - rispose.
- Cosa?! -
- Si. - spiegò. - Vado a lavorare all'azienda di Malfoy. Gli serve qualcuno che scriva una rivista. -
Harry pensò di aver sentito male e la guardò scioccato.
- Da Malfoy? Ma se non riuscite neanche a guardarvi in faccia senza litigare! - constatò, giustamente.
- Già, su questo hai ragione. Ma voglio fare qualcosa di importante, Harry. -
Hermione iniziò a spiegargli il suo punto di vista e gli disse che si era stancata di essere trattata dal suo capo come una ragazzina. Harry, sebbene contrariato dalla scelta della ragazza, non osò protestare e non cercò di persuaderla. La vita era la sua e se le serviva un nuovo lavoro per essere felice, allora lui sarebbe stato contento per lei.
Continuarono a chiacchierare per un altro po' finché Harry non dovette tornare al lavoro.
Prima che andasse via, Hermione lo abbracciò forte.
- Grazie di tutto, Harry. -

 

 

***

 

Nonostante avesse apprezzato la visita dell'amico, Hermione quella sera aveva veramente voglia di distrarsi. Aveva pensato che passare tutto il giorno a casa l'avrebbe aiutata a rilassarsi un po' ma così non era stato. Anzi, a dirla tutta, lo stare senza far niente aveva solo peggiorato le cose. Infatti, senza la mente occupata in altre faccende, non aveva fatto altro che pensare alla rottura con Ron e questo era un problema perché lei proprio non ne aveva voglia. Non voleva più pensare alla loro relazione, non voleva chiudersi in casa per giorni a piangere per la rottura...lei non era quel tipo di ragazza. Però era comunque umana e aveva bisogno di tenere la mente occupata. Così durante tutto il giorno non aveva aspettato altro che il ritorno di Ginny, perché voleva dirle che quella sera sarebbero uscite a divertirsi un po'. La rossa, però, nonostante avesse accettato volentieri, dopo cena crollò addormentata sul divano e ad Hermione non andava di svegliarla.
Inizialmente aveva pensato di rimandare al giorno dopo ma poi, dato che era già vestita e truccata (leggermente), aveva deciso di uscire lo stesso. Da sola, sì. In fondo che male c'era? Sarebbe andata al locale magico vicino casa loro e si sarebbe divertita anche senza la sua amica. Si ricordò di una frase che sua madre le diceva sempre: non puoi stare bene con gli altri se non stai bene con te stesso. Ed Hermione aveva proprio bisogno di ritrovare la felicità e l'amore per se stessa.
Convinta dei suoi stessi pensieri, uscì dalla casa cercando di non svegliare Ginny e si chiuse la porta alle spalle. Il locale era talmente vicino che preferì andare a piedi, per sentire l'aria fresca sul viso. Camminava lentamente, vestita del suo tubino nero e dei suoi stivali, con i capelli che le scendevano lunghi e folti sulle spalle.
Arrivò al locale, già gremito di gente, e si sedette vicino al bancone. Ordinò una semplice BurroBirra e nel frattempo si guardava intorno, in cerca di qualcuno che conoscesse.
Ne ordinò un'altra e, una volta finita tutta, Hermione si sentì leggera come non lo era stata per molto tempo. Si era dimenticata che effetto facesse l'alcool su di lei, che a quanto pareva non reggeva neanche due bicchieri di BurroBirra.
Si era dimenticata di cosa si provasse a sentire la mente libera da cattivi pensieri, a lasciarsi andare e a vivere la vita di una 22enne. Quei mesi appena passati erano stati difficili, monotoni e lunghissimi e ora che tutto era finito si sentiva quasi sollevata e incredibilmente più leggera. Solo in quel momento si rese conto che aveva trascurato se stessa, mentre stava con Ron. E si promise che non sarebbe successo mai più. Da quel giorno iniziava un nuovo capitolo della sua vita: aveva un lavoro nuovo e importante, era single dopo tanto tempo e avrebbe avuto a che fare con persone completamente diverse rispetto a prima. Non sarebbe stato facile abituarsi a tutte quelle novità, ma Hermione era pronta più che mai a tornare a vivere serenamente e sarebbe stata disposta a fare qualsiasi cosa pur di essere felice. Era finito il tempo di trascurarsi, avrebbe cominciato ad essere lei il centro della sua vita.
Mentre pensava a tutte queste cose, il locale cominciava a riempirsi sempre più di gente e il chiasso aumentò a dismisura. Ma Hermione, talmente era assorta nei suoi pensieri, non si accorse nemmeno della figura che le si sedette accanto, finché questi non la chiamò. Si voltò: davanti a lei due occhi grigi. 

 

 

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Alcune precisazioni:

 

- So che nei primi capitoli ad Hermione è preso un colpo quando Eloise le ha affidato l'intervista a Malfoy e invece ora vuole andare a lavorare con lui. Tranquilli, Hermione non è bipolare ma semplicemente ha accettato il consiglio di Ginny. Ha bisogno di cambiare aria, di distrarsi, di iniziate un nuovo capitolo della sua vita. E poi ricordatevi che lei voleva incarichi più importanti e scrivere una rivista per l'azienda di Malfoy è un'opportunità a cui non può rinunciare.

 

- Hermione non è ubriaca, ci tengo a precisare. Ha bevuto due bicchieri di semplice birra, quindi è soltanto brilla, alticcia.  So che nella storia originale della Rowling, Hermione non si sarebbe mai "ubriacata" in giro ma vi ricordo che nella mia storia lei è leggermente diversa dall'Hermione tradizionale. Quindi, secondo me, è plausibile il fatto che si voglia divertire dopo aver rotto con il fidanzato dopo 4 anni. Ma, di nuovo, vi ricordo che nella descrizione della storia c'è scritto OOC ed è riferito proprio a questi comportamenti di Hermione.

 

- Avete già capito chi è la figura misteriosa che si è seduta accanto ad Hermione. Il prossimo capitolo sarà tutto incentrato su di loro. Se ce la faccio dovrebbe uscire domani, al massimo sabato mattina.

 

A presto!

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Capitolo 9
*** Oh, what a night ***


"Incontrami per la città, mentre vago per la città, in cerca di qualcosa che non so, incontrami e sorridimi, poi va per la tua strada."

- Jim Morrison

 

 

Dopo quella lunga e stressante giornata di lavoro, Draco non voleva fare altro che tornare a casa e mettersi sul letto. Solo quella mattina aveva accettato di far assumere la Granger (sempre se avesse superato la settimana di prova) e questo già bastava per farlo impazzire. Da una parte non voleva averla sempre intorno, con la sua antipatia e la sua aria da saputella; dall'altra le serviva per la rivista, ammise, data la sua intelligenza e bravura nello scrivere. Era combattuto e non sapeva nemmeno lui cosa fare o cosa pensare. Sapeva solo che lei già lo stava facendo impazzire, e quello non era un buon segno.
Mentre pensava che la Granger fosse la cosa più fastidiosa che quel giorno potesse capitargli, dovette ricredersi quando davanti la porta di casa sua vide Astoria. Per fortuna, lei non lo aveva visto dato che Draco si era materializzato fuori in giardino e quindi si trovava dietro di lei.
Sbuffò, cosa voleva da lui ancora? Era stato molto chiaro riguardo la loro rottura. Evidentemente le parole "non cercarmi più" non erano state afferrate dalla sua ex-ragazza. Non aveva per niente voglia di starla a sentire, di vederla piangere e supplicarlo di tornare insieme a lei. Non ne voleva sapere niente, punto. Aveva già troppi pensieri per la testa.
Così, senza indugiare nemmeno un secondo, decise di rimandare il suo adorato riposto e si smaterializzò lontano da casa sua. Il primo posto che gli era venuto in mente era un locale non molto lontano da casa sua, dove Blaise lo aveva portato un paio di volte. Entrò e si fece lago tra tutta la gente e, mentre stava per sedersi in un tavolo appartato, notò una persona conosciuta che stava bevendo davanti al bancone. Sbuffò, non poteva credere che la Granger lo perseguitasse anche nel suo tempo libero.
La guardò da lontano e vide che davanti aveva tre bicchieri: uno pieno di BurroBirra e due vuoti. Ghignò, forse sarebbe stato divertente vederla ubriaca.
In un secondo, si alzò dalla sedia e la raggiunse a grandi falcate.

 

***

 

- Granger! -

 Hermione si girò lentamente verso di lui. Indossava una camicia nera molto attillata e dei pantaloni dello stesso colore. I capelli biondi gli cadevano morbidi sulla fronte e i suoi occhi grigi la fissavano intensamente. Era seduto vicino a lei in una posa scomposta ma comunque elegante, il braccio poggiato sul bancone e il busto rivolto verso di lei. Le venne istintivo pensare alle parole di Ginny del giorno prima e non potè fare a meno di pensare a quanta bellezza emanasse il ragazzo che aveva di fronte. Accortasi di quello che aveva pensato, maledì mentalmente la sua migliore amica per averle messo quei pensieri in testa ma diede lo stesso la colpa all'alcool. Non era assolutamente in se stessa.
- Malfoy mi perseguiti! - gli disse, cercando di sembrare infastidita e facendo di tutto per non fargli capire che era brilla. Si accorse di non essere riuscita nel suo intento quando lui la guardò scioccato e divertito al tempo stesso.
- Sei ubriaca? - chiese.
- No! - risposte. In un certo senso era vero, non era ubriaca. Capiva ancora perfettamente tutto quello che la circondava, anche se si sentiva più sciolta e leggera del solito.
Lui parve non crederle.
- Si invece. Con chi stai? - le chiese.
Non che gli importasse veramente, ma lo divertiva vederla così per la prima volta.
- Adesso con te. - disse lei, con un'alzata di spalle.
Lui ghignò.
- Granger! - esclamò. - Vai ad ubriacarti da sola nei pub come i delinquenti? -
Hermione lo guardò annoiata e iniziò a guardarsi intorno. Mentre i suoi occhi si posavano su ogni persona all'interno del locale, si avvicinò a Malfoy portando il busto in avanti e sorrise ironicamente.
- Tu con chi sei, Malfoy? -
Draco si limitò a guardarla e non rispose, colpito dalla sua sveltezza nonostante non fosse del tutto in lei.
- Ecco, anche tu sei un delinquente. - disse, sorridendo soddisfatta.
Al ragazzo venne da ridere per quello che aveva detto ma si contenne, stava parlando pur sempre con la Granger.
- Come mai sei qui, Granger? - chiese.
Lei si allontanò leggermente e tornò a sorseggiare la sua BurroBirra.
- Non sono affari tuoi. - rispose, quasi scontrosa.
Draco ebbe l'impulso di risponderle a tono ma si ricordò del fatto che dal giorno dopo avrebbero dovuto lavorare insieme, quindi decise di lasciar perdere e di stuzzicarla solamente.
- Incredibile. - ghignò. - Sei antipatica anche da ubriaca, Mezzosangue. -
- Anche tu. -
Draco la guardò confuso.
- Ma io non sono ubriaco. - disse.
Hermione si voltò nuovamente verso di lui e notò solo allora che non aveva nessun bicchiere davanti. Ancora con il bicchiere di BurroBirra in mano, lo fece scorrere sul bancone quel poco che bastava per arrivare dritto davanti al ragazzo.
- Tieni. - gli disse. 

In quel momento capì di essere un po' più di brilla perché in condizioni normali non avrebbe mai fatto una cosa del genere con lui. Non gli avrebbe mai offerto il suo bicchiere che ancora stava bevendo.
Draco, invece, pensò che i cambiamenti repentini di umore di Hermione lo stavano confondendo. Con quella mossa lo aveva sinceramente stupito.
- Io non bevo quella roba. - rispose, rimettendo il bicchiere davanti a lei.
Hermione allora (non sapeva neanche lei per quale motivo) chiamò il ragazzo che faceva i drink dietro al bancone.
- Un Whisky Incendiario. - ordinò. - Anzi due! -
Draco rimase di stucco, di nuovo. Aveva sentito male o la Granger aveva appena ordinato il suo drink preferito?
- Come fai a saperlo? - le chiese.
- È apparso dal nulla sul tavolo quel giorno. -
Il ragazzo ci mise qualche secondo di troppo a capire, ma poi il tutto fu più chiaro. Quando era venuta a fargli l'intervista, si era seduta su uno dei divani nella sala d'attesa e il bicchiere di Whisky era comparso davanti a lei.
Nel frattempo i due bicchieri che la Granger aveva appena ordinato, gli vennero depositati davanti e Draco iniziò subito a bere.
- Che ore sono, Malfoy? -
- Mezzanotte. -
Hermione sgranò gli occhi.
- Ginny mi crederà morta. - disse.
Sperò con tutta se stessa che l'amica non si fosse svegliata, non voleva che stesse in pensiero per lei.
Malfoy la guardò curioso.
- Perché stai da lei? -
- Perché tutte queste domande, Malfoy? -
Draco alzò gli occhi al cielo, esasperato. Quella ragazza lo faceva innervosire come nessun'altra.
- Sto cercando di essere civile, Granger. - commentò, il tono acido. - Dato che da domani lavoreremo insieme. -
Mentre Hermione stava per rispondere, sentì qualcuno che le picchiettava sulla spalla. Si girò, voltando le spalle a Malfoy per la prima volta da quando era arrivato, e vide che davanti a lei c'era un uomo che la stava guardando con un sorriso sbilenco. Era un bell'uomo, aveva i capelli grigi, la barba folta ma curata ed era palesemente ubriaco marcio. Hermione gli diede almeno 35 anni.
- Come ti chiami dolcezza? - le chiese.
La ragazza normalmente non avrebbe risposto neanche sotto tortura ad un approccio del genere, anzi, sarebbe scappata a gambe levate, ma quella sera non era in lei e fece la cosa più sciocca che potesse mai fare.
Sorrise all'uomo. - Ciao, mi chiamo Hermione. -
L'uomo le sorrise, avvicinandosi a lei e mettendole una mano sulla spalla.
Malfoy da dietro la guardava allibito, sinceramente stupito dal suo comportamento. L'uomo, però, parve interpretare quello sguardo in tutt'altro modo perché allontanò la mano dalla spalla di Hermione.
- Quello è il tuo ragazzo? - le chiese.
La ragazza non ebbe bisogno di girarsi per capire a chi si stesse riferendo e guardò l'uomo con aria annoiata.
- No, non ho un ragazzo. - rispose, la voce adesso aspra. Quella domanda l'aveva fatta innervosire perché le aveva fatto rivenire in mente Ron.
L'uomo non si accorse del suo tono scontroso e continuò a guardarla, ammaliato.
- Allora che ne dici se usciamo da qua? - le chiese.
Hermione rispose con un "No, grazie" che non ammetteva repliche e si girò di nuovo verso Malfoy, ignorando le proteste dell'uomo.
Il biondo la guardò divertito, il ghigno che già gli disegnava il volto.
- Ho sentito bene, Granger? - disse. - Non hai un ragazzo? -
- Vuoi provarci con me, Malfoy? -
Hermione rise della sua stessa battuta, pensando che a Ginny sarebbe piaciuta molto.
Malfoy non parve essere dello stesso avviso.
- Ma che dici, Mezzosangue! - disse, guardandola come se fosse pazza.
- Stavo scherzando idiota. - sbuffò lei.
Si voltò verso il bancone in cerca della sua BurroBirra ma non la trovò, evidentemente l'avevano portata via perché credevano che non la bevesse più.
- E così tu e la donnola non state più insieme, eh? - chiese Draco.
Lei rimase di profilo, stava ancora guardando il punto in cui ci sarebbe dovuta essere la sua BurroBirra.
- Grazie per avermelo ricordato. - commentò, piccata.
Draco stava per dirle che non era andata esattamente così e che aveva fatto tutto da sola quando aveva iniziato a parlare con quel tipo, ma venne interrotto proprio da lei.
- Io vado, Malfoy. - disse, alzandosi dallo sgabello.
Mentre si aggiustava il vestito che le era salito leggermente, Draco non potè impedirsi di guardarla. Aveva un bel fisico e quel vestito le stava alla perfezione. Si maledì mentalmente per quei pensieri. Tutta colpa dell'alcool, ovviamente.
- Dove? - le chiese, guardandola in faccia questa volta.
- A casa. - rispose lei. - Ciao. -
Un cenno del capo e lei già gli aveva voltato le spalle.
Mentre si allontanava verso l'uscita, Draco la seguì con lo sguardo, giusto per assicurarsi che non le succedesse niente o altrimenti avrebbero incolpato sicuramente lui. Concentrato com'era a seguirla tra la folla, non si accorse che l'uomo di prima si era alzato e la stava seguendo. Solo dopo qualche minuto, guardando fuori dal locale, vide che lui le stava dicendo qualcosa mentre con la mano le aveva stretto un braccio e la trascinava lontana dal locale. Draco si alzò e si diresse verso l'uscita del locale, pronto ad intervenire.
Nel frattempo Hermione stava cominciando seriamente a spaventarsi.
- Lasciami! Ti ho detto di no! - esclamò, mentre indietreggiava sempre di più, cercando di allontanarsi dall'uomo.
- Dai dolcezza, vieni con me. -
Hermione era finita con la schiena contro il muro e lui la sovrastava sempre di più. Si guardò intorno in cerca di qualcuno che potesse aiutarla ma la strada era deserta. Maledì il momento in cui aveva deciso di andare via da sola, senza accertarsi che nessuno la seguisse. Non riusciva neanche a prendere la bacchetta perché l'aveva messa nella borsa che ora si trovava a terra lontana almeno due metri da lei.
- Lasciami! - gridò, sperando che qualcuno la sentisse.
Mentre l'uomo si avvicinava ancora di più, chiuse gli occhi e pensò che ormai non aveva più scampo.
- Non hai sentito cosa ha detto? -
Hermione riaprì gli occhi di scatto. Non era mai stata così felice nel sentire la voce di Malfoy.
L'uomo non si girò nemmeno a guardarlo, continuava a tenere bloccata Hermione.
- Fatti gli affari tuoi. - disse.
Malfoy, bacchetta alla mano, si mise dietro di lui e gliela puntò alla schiena.
- Non credo proprio. - rispose.
L'uomo si irrigidì, sentendo la punta della bacchetta toccargli le scapole, e si allontanò da Hermione.
Non appena Draco abbassò la bacchetta, l'uomo corse via ed Hermione tirò un sospiro di sollievo. Se Malfoy non fosse stato Malfoy, lo avrebbe sicuramente ringraziato e abbracciato. Ma dato che di trattava di lui, lei non sapeva proprio come comportarsi. Le pareva brutto fare finta di niente e andarsene senza dirgli nulla, ma non poteva certo sbilanciarsi troppo. Lui non era suo amico.
Per fortuna, ci pensò lui a parlare per primo.
- Questo è il motivo per cui non devi ubriacarti da sola, Mezzosangue. - disse, il tono duro e fermo, mentre si avvicinava e la guardava male. - Perché è pieno di gente schifosa come lui. - continuò.
- Fortuna che ci sei tu allora. - mormorò Hermione che, con quella frase, lo aveva appena implicitamente ringraziato.
Si staccò dal muro e andò a prendere la sua borsa, rimasta a terra. Vide Malfoy avvicinarsi lentamente a lei, sotto il suo sguardo confuso. Quando le poggiò una mano sulla spalla, pensò di star sognando o di avere le allucinazioni. Le vennero in mente, per la centesima volta, le parole di Ginny e sentì sulle guance un fastidioso calore.
Solo quando quando avvertì la sensazione della smaterializzazione capì cosa avesse intenzione di fare Malfoy e si diede della stupida. In un secondo, si ritrovarono davanti alla porta di casa di Ginny e lui si staccò in fretta da lei.
Poi, senza dire una parola, si smaterializzò nuovamente, lasciandola da sola.

 

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Ciao a tutti, scusate il ritardo ma questa settimana ho un esame universitario e non ho proprio il tempo per scrivere. Non so dirvi quando uscirà il prossimo capitolo; se riesco entro giovedì dovrei farcela.

Comunque che ne pensate di questo capitolo?

Primo incontro serio dei nostri due amati. Ovviamente non potevo farli sbilanciare troppo, siamo solo agli inizi. Ma vedrete come si evolveranno le cose.

Fatemi sapere che ne pensate! 

 

A presto!

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