Le rose angeliche e le spine demoniache

di lili90love
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un pianto dal passato ***
Capitolo 2: *** Un pianto dal passato 2 ***
Capitolo 3: *** 2. Un ragazzo misterioso ***
Capitolo 4: *** Ragazzo misterioso parte 2 ***



Capitolo 1
*** Un pianto dal passato ***


1.        Un pianto dal passato



“ Una grande macchina rovesciata, altre macchine tamponate, ambulanze, dottori ,poliziotti e sangue tanto sangue ,persone ferite che corrono, gente spaventata .
In mezzo a tutto questo caos  una coppia di sposi  distesi al suolo , una donna di appena trenta anni abbracciata al suo sposo  lui , di trentacinque anni, che sembravano che dormissero  un sonno profondo, già un sonno eterno”
All’improvviso tutto si annebbiò , tutto fini  nell’ oscurità  delle tenebre . Ad un tratto si svegliò, le lacrime agli occhi ,sudata fradicia. Eppure fuori era ancora notte . In quella notte gelida alle tre di mattina, lei, una ragazza sedicenne in pigiama , un vestito candido che le arrivava fino al ginocchio,  i capelli raccolti in un morbida treccia che le arrivava fino alla fine della schiena, stava guardando come nevicava .
 I fiocchi cadevano a terra e si univano agli  altri caduti formando uno strato di candore.  I fiocchi di neve che cadevano dal cielo  sembravano petali di rosa bianca . Quel incubo la tormentava ogni notte ormai da quattro anni, da quando i suoi genitori morirono sotto i suoi occhi in un grave incidente. Il nome della ragazza era Isabella. Ormai mancavano quattro ore e tutto sarebbe finito , però per il momento doveva dormire per essere in forma .  Si distese sul letto aspettando l’alba. Ma ancora quella scena di sangue la tormentava.
Niente da fare,avrebbe passato un’altra notte in bianco. Si alzò dal letto,bagnato,da quanto si era agitata durante il sonno. Si avviò da sola per il corridoio solitario di quella casa piena di ricordi felici e non. D’altronde,era stata Isabella a decidere di vivere così. Quando i suoi genitori perirono nell’incidente che avrebbe segnato la sua vita,aveva solo dieci anni,ma le idee molto chiare.
 Mai,mai avrebbe accettato di vivere in casa di estranei. I suoi genitori l’avevano cresciuta in quella casa,e lei ci sarebbe rimasta. Nessuno poteva sostituirli. Sfruttando la sua abilità nel disegno,era riuscita a vendere un po’ di quadretti fatti da lei. Certo,dopo, Isabella si ritrovava alla fine del mese senza più un soldo. Ma si era specializzata nel fare economia,e con quei soldi riusciva persino a pagarsi la scuola. E quando,alcuni clienti,mossi a compassione,le offrivano una famiglia,la risposta era sempre “no”. Ce ne aveva già una. Morta,ma ce l’aveva.
Entrò nella cucina buia. Da quando non era riuscita a pagare la bolletta della luce,tutta la casa aveva una spaventosa aria tetra. Isabella accese una candela e,alla luce di quella fiammella,riuscì a trovare la credenza.
 La aprì. Dentro c’erano solo un sacchetto di biscotti,un pacco di pasta,due o tre mele e del pesce,forse scaduto. Mangiò qualche biscotto. Aprì la finestra. A quell’ora della notte la luce non entrava,perciò l’illuminazione rimaneva sempre uguale,ma almeno si cambiava l’aria. Dopo aver fatto questo,Isabella si accasciò su una sedia,immobile,aspettando il sorgere del sole. L’unica sua compagnia era il ticchettio dell’orologio,che segnava il tempo,inesorabile e lento. Troppo lento. Non riusciva a stare senza far niente per troppo tempo. Così decise di preparare le valigie in camera sua. Riattraversò il corridoio deserto,e non poté fare a meno di fermarsi davanti alla camera dei suoi genitori.
 Bella non vi era più rientrata dal giorno dell’incidente,ma qualcosa la spingeva ad introdursi in quella stanza. Raccogliendo tutto il suo coraggio,spinse la porta. Questa si aprì con un cigolio,rivelando una camera da letto ben rifatta,con un letto matrimoniale in ferro battuto,impreziosito da una coperta di rose bianche. La libreria era proprio come Bella se la ricordava,piena di libri sentimentali.
A sua madre piacevano tantissimo i romanzi rosa,e aveva un modo tutto suo di leggerli. Ad ogni bacio,ad ogni rivelazione,un sospiro,un gemito. Suo padre era sempre un po’seccato da queste esclamazioni,ma non lo diceva apertamente. Però lei capiva che tutte quelle interruzioni non gli piacevano e,ad essere sincera,davano noia anche a lei. Ma ora quei libri rappresentavano per Bella uno dei pochi ricordi di sua madre,e avrebbe dato milioni per poter riascoltare quei sospiri. Un altro ricordo era legato a quella stanza.
Ogni sera,prima di addormentarsi,lei spiava i genitori nel loro letto. Era bello vederli,mentre dormivano,abbracciati teneramente. Nessuno di loro poteva sapere che,in quella stessa posizione,sarebbero morti. E poco importava se,la mattina dopo,la madre chiedeva a Talya:”Allora,cosa hai visto ieri sera?”. Per lei era solo un gioco infantile,e ogni sera continuava imperterrita nel rifarlo. Negli ultimi tempi,però,l’atmosfera in casa si era fatta tesa. I suoi genitori non dormivano più,anzi,parevano sempre all’erta. E parlavano.
 I loro discorsi riguardavano sempre Aro. Poi,chi fosse questo Aro ,la ragazza non lo sapeva. Ma il nome le era familiare e le incuteva anche paura. Il suo nome era scritto,con il pennarello rosso,sulla camera accanto a quella di Bella. Aveva più volte provato a cancellarlo col solvente,ma restava sempre lì. Era troppo resistente,anche per un pennarello indelebile. Poi aveva capito che si trattava di sangue.
 Chiunque fosse,di sicuro Aro provava piacere nel farsi del male. La ragazza era entrata tante volte in quella stanza,per cercare di risolvere il mistero legato a quella figura. Il letto era sfatto e il lenzuolo giaceva sul pavimento da chissà quanto tempo. Per il resto,la stanza era vuota.
 Evidentemente,Aro aveva avuto fretta di andarsene. Vani erano gli sforzi di Bella di rimettere a posto quella camera. Ogni volta che vi rientrava,il disordine regnava di nuovo. Come se i mobili volessero stare in quella posizione,per far ricordare,in qualche modo,quel ragazzo di cui non si sapeva nulla. Col tempo,la ragazza aveva rinunciato a ripulire quella stanza. Nonostante tutto,quella figura misteriosa non turbava Bella. Non più di tanto. Aprì l’armadio e tirò giù la vecchia valigia una volta appartenuta a suo padre. Poi rientrò in camera sua e aprì il suo armadio. Desolazione. C’era solo l’ultimo vestito che aveva comprato,il vecchio abitino di quando era piccola,e un cappello con le tese. La ragazza scoppiò in pianto. Possibile,vivere sempre con la preoccupazione di razionare i cibi e asciugare il vestito in fretta perché ce ne sono pochi altri? Povertà,ecco cosa era quella.
Ma,tra solo un’ora,tutto sarebbe finito. Niente più apprensioni del genere,almeno Bella sperava. Tutto era cominciato due settimane prima,quando,guardando nella buca delle lettere,la ragazza vi aveva trovato un messaggio,il primo da diversi anni. Si era insospettita vedendo quella lettera,ma,nonostante ciò,la aprì. La calligrafia era impeccabile e il messaggio era il seguente:
Gentile signorina Isabella Swan,Le scrivo per offrirLe, ne sono certa,un’opportunità che non potrà rifiutare. Le propongo l’occasione di dare una svolta alla Sua vita trasferendosi a New York. E Le dico di più:ho una sorpresa per Lei che Le piacerà. Se accetterà la mia proposta,sarò ad aspettarLa all’aeroporto il giorno 14 settembre.”Firmato:DarkAngel.
 Era uno pseudonimo,Bella ne era certa. Chissà chi era l’autore di quella lettera. Una cosa,però era certa:se quello scritto non era solo uno scherzo da prete,questa era l’occasione per cambiare vita. Per dimenticare la sofferenza. E doveva essere così. Altrimenti,come si spiegava quel tono deferente,tanto da mettere le maiuscole su parole come Le,Sua e Lei? Così la decisione era stata presa.
Bella sarebbe partita il giorno 14 settembre,come riportato nella lettera. Quel giorno era arrivato. Bella si mise l’unico vestito che aveva nell’armadio. Quegli altri erano finiti chissà dove. Non era una grande rinuncia. In fondo,quell’unico vestito era presentabile. Poi cominciò a introdurre dentro la valigia tutte le cose che aveva sottomano:i vecchi giocattoli,la coperta di rose,quelle due o tre mele della credenza… La valigia era già piena. Quando la ragazza se ne accorse,notò che vi aveva messo dentro,soprattutto,cose inutili o vecchi ricordi del passato. “Uffa!! E’già piena! Certo,però,se mi porto dietro così tanti ricordi,come faccio a dimenticare,non lo so. Sarà meglio rifare la valigia daccapo.
E in fretta!”. Già,l’aereo sarebbe partito mezz’ora dopo,e Bella era già in ritardo. Questa volta la valigia riuscì bene,e la ragazza si affrettò a chiamare un taxi. Corse come non aveva mai fatto,e,dopo appena dieci minuti,era già all’aeroporto. Timbrò il biglietto in fretta e furia e,raggiunta una panchina,vi si distese sopra. Era stanca. Già aveva dormito poco,ora la corsa l’aveva sfiancata. Bella stava per essere vinta dal sonno. Spossata come era,aveva udito a malapena l’altoparlante che avvertiva l’arrivo imminente del suo aereo.”Ecco,ora arriva il mio aereo. Non devo dormire,non devo. Finalmente andrò via dal posto dove mi sono successe tutte queste sventure,da questo posto dove quattro anni fa i miei genitori morirono ,dimenticherei . Voglio dimenticare , basta soffrire per un passato maledetto  . Me ne andrò da questo paese. Sì,andrò a New York,la Grande Mela,come la chiamano tutti. Tra il chiasso,il rumore e la frenesia che lì regna,non avrò tempo per pensare a…alla mia vita. Solo così farò tacere il mio povero cuore .”
Aveva appena finito di pensare a queste cose,quando si accorse che aveva il volto rigato di lacrime. Un  piccolino le si avvicinò e le chiese:
-Signorina,si sente bene?
-S-sì,sì n-non ti preoccupare.
Bella si asciugò le lacrime proprio in tempo per sentire l’altoparlante. Il suo aereo era arrivato. La ragazza si affrettò a radunare i bagagli e partì verso la corsia.
Salì  nell’ aereo. Ormai era troppo tardi per cambiare idea,e in ogni caso non l’avrebbe mai fatto. Quando prendeva una decisione,nulla poteva indurla a dei ripensamenti.
“In questo luogo ho passato momenti felici della mia vita,ma nella maggior parte delle volte le emozioni che ho provato sono state non troppo felici . In questo luogo non mi ricordo le volte che ho sorriso ma , mi ricordo benissimo tutte le lacrime di  disperazione , di afflizione e di dolore che ho versato. Nella scuola in cui mi trovavo  tutti mi consideravano strana. In molti si prendevano gioco di me  . Nella mia breve vita non ho mai avuto amici. Va bene,in parte è colpa mia , colpa del mio carattere indifferente , non mi interessavo di nessuno  . Stavo tutto il giorno a guardare fuori dalla finestra , mi chiamavano “Il lupo solitario” . E’ strano, però questo soprannome mi descrive alla perfezione. Non mi è mai piaciuto parlare molto . Andrò in America a New York, spero che col passare del tempo dimentichi il mio dannato  passato .
D’altra parte anche quegli altri mi disdegnavano. All’inizio,forse,cercavano di avermi come amica,ma poi… Tanto,non ho bisogno di persone a cui voler bene. A che serve amare? Tutte le persone che ho amato se ne sono andate via, oppure, come nel caso dei miei genitori, sono morte . Per questo motivo non voglio amare,nè voler bene  a qualcuno .
 Non capisco ,  le persone dicono che l’ amore è un sentimento profondo,bello , e chi lo sente viene baciato dalla fortuna . Secondo me tutti questi concetti sono solo delle stupidaggini . Chi dice che l’amore e un sentimento eterno , sacro , santo , divino forse non ha mai sofferto delle pene uguali alle mie. Io credo che l’amore non esiste  affatto e anche se esistesse questo sentimento non consente a chi lo prova di  gioire, anzi, di provare un dolore immenso. L’amore e una maledizione  , una maledizione a cui si è incatenati per tutta la vita . Questo sentimento dà fastidio . Ho visto persone che per amore sono morte , si sono sacrificate per un sentimento che non esiste .
 Uno dei pochi ricordi di mia madre che conservo,è quello della sua frase preferita:l’amore vince su tutto. Eppure l’amore che ho provato per lei e mio padre,non è bastato a salvarli. Molti dicono che sono insensibile , altri che sono egoista,ma  non mi interessa che dicono di me. Sono prepotente? Sono crudele? Ebbene,allora lasciatemi nella mia prepotenza , nella mia crudeltà  , abbandonatemi così nel mio stesso dolore . Per forza si diventa insensibili,se le persone che ami di più muoiono sotto i tuoi occhi . “

_ Signori fra pochi istanti  atterreremo , quindi vi preghiamo di allacciare le cinture di sicurezza . _
Appena l’hostess finì di parlare la ragazza si sottrasse ai pensieri che le davano tormento . Solo ora si accorgeva della bellezza di quello spettacolo,che la attirava e allo stesso tempo le dava la nausea. Si ricordò sua madre. Appena sentiva nominare la parola aereo,faceva delle smorfie disumane. E,quando Talya le chiedeva il perché,lei rispondeva”Il primo volo non si scorda mai,piccola mia. Ricordatelo!”. Adesso capiva il perché di quella frase. Ma cercò ugualmente di farsi piacere quella trasvolata. Era l’ultimo passo per dare una svolta alla sua vita. Doveva essere contenta. Dopo cinque minuti  era già nel aeroporto americano  .Una donna di più di trent’anni si avvicinò alla sedicenne che aspettava  su una sedia . La guardava fisso negli occhi e mostrava un cartello con la scritta DarkAngel. “Ah,adesso capisco chi era il mittente della lettera! Beh,almeno non era uno scherzo. Però,chi si aspettava una signora anche un molto bella? Con tutte quelle parole strane… E poi,chi la conosce? Mah.”. La signora non smetteva di guardare Bella ,ma non era la sola che la stava osservando. Bella attraeva l’attenzione di molti ragazzi  , grazie al suo bel viso e al suo abbigliamento.
Indossava una minigonna nera senza nessun ornamento aderente sulle gambe che li arrivava fino a due o un centimetro dalla meta coscia . Una camicia rosa aderente anche essa , scollata ,ma solo un po’,per far vedere una catenina con una croce in mezzo. E sopra a questa camicia un soprabito leggero rosso e dei stivali neri .i suoi capelli castani colti in una delicata coda che le ricadeva su una spalla , il laccino era di un colore oro ed era in perfetta armonia con  gli occhi della ragazza, marroni come il cioccolato fuso. La coda era la pettinatura preferita di sua madre,e Bella pensava che,anche di lassù,lei sarebbe stata felice che sua figlia l’avesse portata.
L’unica imperfezione nel suo corpo,che ad alcuni appariva addirittura divino,era una piccola voglia rosata sul dorso della mano destra,somigliante ad una piccola ala.


Oh beh che dire mi ci è voluto un po' per plubbicare questa e non lo so se mai la finirò anche perchè ho altre due fanfic in corso da scrivere ...questa fanfic mi sembra la più impegnativa di tutte perchè Isabella in questa ff molto ooc ...scardatevi la Isabella goffa che viene a vivere con il padre e incontra edward  poi tutto love love ...i personaggi qui non ci saranno tutti e quelli che ci saranno avrano ruoli strambi, ah la famiglia cullen non esiste quindi ...vabbè vi sto annoiando ciau ciau....AH E' RECENSITE VI SUPPLICO!!!

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Capitolo 2
*** Un pianto dal passato 2 ***


La donna anziana si avvicinò a lei e la salutò:

_Buongiorno ,mi chiamo Esme e sono la tua assistente sociale , presumo che tu sia Isabella Swan e vieni da una città dell’Inghilterra o mi sbaglio?

_Non si sbaglia affatto . Piacere di conoscerla .

_Oh, il piacere è tutto mio! Non fare la timida! Sai, assomigli molto a tua madre nel fisico , bella come lei ,graziosa e hai uno sguardo intelligente . Invece da tuo padre hai preso il carattere. Anche lui era così tanto delicato e fine!

_Ma allora lei conosceva i miei genitori! E anche molto bene,sembra.

_ Dammi pure del tu,ragazza mia! Comunque è vero,ero la migliore amica di tua madre. Ed essendo con Renèe in ottimi rapporti,ero presente al matrimonio,di conseguenza conoscevo anche tuo padre.

_ Non me lo aspettavo proprio, anzi nemmeno me lo sognavo di incontrare un’amica dei miei genitori ! Ma se lei…cioè tu, sei un’amica dei miei genitori cosa ci fai qui a New York, invece di essere in Inghilterra ?

_ Mi sono trasferita per motivi di lavoro ,per un anno intero io e tua madre abbiamo continuato a sentirci per mezzo di telefonate .Però ho avuto dei problemi col lavoro e poi sei nata tu . Dopo la tua nascita non ci siamo più sentite . Almeno finche non è successo quel che è successo… C’ero,sai, al loro funerale . Non sai quanto dolore ho provato. Tutto ad un tratto l’Inghilterra cominciò ad evocarmi ricordi troppo infelici per poterci convivere,perciò ripartii,e da allora non sono mai tornata .E’ una grande sorpresa e onore per me vederti, ma anche un dolore, visto che la tua bellezza mi ricorda tua madre e un po’ anche tuo fratello .

_ Cosa?Mio fratello ?!Scusa se ti contraddico,ma io sono figlia unica.

_ Scusami volevo dire tuo padre , sono ormai vecchia,( a soli 30 anni vecchia??) la mia memoria comincia a perdere colpi. Bella allora si accorse che Esme non era assolutamente vecchia,anche se non lo dava a vedere. Poi notò l’espressione della donna. Ad un occhio inesperto essa sarebbe risultata neutra,ma la ragazza,che ormai aveva imparato a leggere nelle anime delle persone,constatò che le stava nascondendo qualcosa. Nella faccia della donna si vedevano insieme dolore e sorpresa. Forse Esme si aspettava che lei sapesse qualcosa di cui non era a conoscenza.

_ Ehi , stai bene ,mi appari un po’ strana ?

_S…si sto bene . Andiamo !

_Sarà , in ogni caso dove andiamo? Tu mi hai spedito quella lettera nella quale scrivevi che avevi per me una sorpresa. Non vorrei essere maleducata, però io non la vedo . Perchè mi hai detto di venire qua a New York,se qui non ho niente e nessuno?

_ Hai ragione,sono stata scortese a non dirti niente,ma dimmi una cosa: vuoi rimanere qui per finire la scuola o anche per tutta la vita ?

_ Credo di voler rimanere qua, ma ci sono due problemi:il primo è quello di non avere una casa e a me non piace essere affidata a qualcuno .E l’altro problema è quello della scuola: non mi sono iscritta e mancano appena due giorni all’inizio delle lezioni. Per non parlare dei soldi per il libri e tutto l’altro indispensabile.

_Ah ah! Sei uguale a tua madre. Credeva che a tutte le cose avrebbe dovuto pensare lei. Credi davvero che io non abbia considerato tutto questo? I tuoi genitori fecero un testamento in cui vollero che una casa di loro proprietà venisse intestata a te. Devi sapere che i tuoi genitori erano molto ricchi e costruirono a New York una casa dove andare in vacanza. In banca lasciarono un grande quantitativo di soldi e lasciarono tutto a te. Credimi,Bella, i tuoi genitori ti volevano più bene di quanto tu pensi. In quanto alla scuola ci ho gia pensato io . Allora,che ne dici?

_ Se le cose stanno così,certo che rimango qua ,però come mai non mi hai parlato di questo quattro anni fa ?

_Per volere di tuo padre ,nel testamento scriveva che prima di aver raggiunto una certa responsabilità non dovevi saperlo . Bella non si era accorta,nel fervore della discussione,che il quartiere era stracolmo di ville principesche. Tutte verniciate di bianco,e piene di inferriate,sembravano un invito a non entrare per i comuni mortali. Ma la ragazza non ci faceva caso. Era felicissima di aver trovato una persona con cui poteva parlare liberamente del proprio passato,e che le apriva nuovi orizzonti. Mentre le due stavano discutendo giunsero alla destinazione:un’enorme casa che la gente del quartiere chiamava “il castello degli angeli”. Le pareti della gigantesca dimora erano tutte bianche con delle sfumature color crema,ed era circondata da un giardino meraviglioso pieno di rose di tutti i tipi e di orchidee . C’era un cancello color oro e argento che precedeva una stradina che portava all’ingresso della casa . Soltanto arrivata lì Bella capì da dove veniva il nome della magione. Al ingresso c’erano due statue che ritraevano due angeli. La prima statua raffigurava un angelo donna ricoperta dai suoi lunghi capelli con in mano una pergamena:evidentemente l’angelo era un messaggero . Il viso della statua era uguale alla madre della ragazza . Invece la seconda statua rappresentava un angelo, anche esso donna, col corpo un po’ meno sviluppato,dai capelli lunghi anche essa , con il vestito lungo e una cintura al lato con un fiocco e i nastri legati al polso, lunghi fino ad arrivare al tallone. Sembrava una Dea. Nella mano sinistra stringeva una spada. Ciò voleva dire che l’angelo era un guerriero. Quest’angelo assomigliava notevolmente a Bella. Per questo motivo lei rimase un po’ perplessa,poi pensò che fosse solo una coincidenza la somiglianza tra gli angeli e lei e sua madre. La porta era in ferro battuto,come il letto nella casa di Birmingham,ed era impreziosita da un battente dorato raffigurante un’aquila. Entrando nella casa rimase stupita e si convinse che i suoi genitori dovevano essere veramente ricchi. Tutte le camere erano distinte, molto semplici,ma nello stesso tempo ricche, stupende e aggraziate .Però una cosa che notò furono i quadri:tutti rappresentavano angeli combattenti, messaggeri, amori proibiti fra demoni e angeli .Ma quello che era più bello e che la stupì fu un quadro che ritraeva la madre in un vestito semplice ,lungo, blu seduta su una sedia che sembrava un trono. Teneva in braccio una bimba di appena un anno dai capelli scuri: Bella . Accanto alla madre un uomo dai occhi verdi capelli neri che ricordava tanto suo padre . Una piccola lacrima inizio a scendere dagli occhi color cioccolato sul viso spento della ragazza Esme, vedendola si avvicinò a lei e l’abbraccio affettuosamente. Bella smise di piangere. Si sentì veramente stupida:come,lei,una ragazza di sedici anni,che non aveva bisogno di nessuno,si era abbassata a piangere sulla spalla di una donna che conosceva poco? Si asciugo le lacrime. Esme la condusse nella sua camera . Era molto spaziosa, con un letto ampio, una scrivania grande su cui c’erano i libri per la scuola,un computer di ultimo modello , un armadio vuoto,una sedia o per meglio dire una poltrona soffice .

_ Bella io devo andare ,ti verrò a trovare ogni due settimane chiamerò i domestici , i camerieri e il maggiordomo .Se hai bisogno di qualcosa chiedi a lui , hai una macchina che ti porta dove vuoi , spero che nella nuova scuola ti trovi bene . Arrivederci !

_Aspetti un attimo.

-Sì,cara,cosa c’è?

-Visto che eri un’amica di famiglia,come mai,nella tua lettera,hai scritto in quel modo esageratamente formale?

-Ma dolcezza mia,se avessi scritto”Ciao,carissima Bella, sono la tua vecchia Esme ,vieni da me a New York”,tu,come l’avresti presa? Io avrei pensato ad uno scherzo. Così,ho usato un tono ufficiale,per far sì che tu accettassi la mia proposta. E vedo che ha funzionato.

-Su questo non c’è dubbio. Ma,un’altra cosa:perché ti sei firmata DarkAngel? Non potevi semplicemente scrivere il tuo nome?

-Non mi conoscevi,era inutile che riportassi il mio nome sulla lettera. E DarkAngel fa fico,no? Bella non seppe cosa rispondere. Nel quartiere dove abitava prima,le signore sui trenta’anni erano tutte serie e compunte,e non mostravano mai allegria,. Starle a sentire portava sconforto negli animi delle persone,e Bella era già molto giù di morale. Poi non facevano che parlare dei loro tempi,e condannavano il mondo dei giovani. Invece,Esme sembrava sempre giovane,arzilla e scattante.

-Va bene. Comunque,arrivederci! Esme se ne andò,come era venuta,e Bella sperava già nel suo ritorno. Erano già le quattro,e Bella cominciò ad esplorare la casa. Il computer era già funzionante. Bella ne aveva usato uno solo a scuola,ma era già molto pratica,e navigò per quasi un’ora tra i siti Internet. Poi,visto che due giorni dopo sarebbe iniziata la scuola,prese i libri sulla scrivania e li sfogliò uno ad uno. Tremò al pensiero di quello che avrebbe dovuto studiare. Anno nuovo,classe nuova,scuola nuova. I libri erano molto noiosi e la ragazza fece fatica a non addormentarcisi sopra. Ma,quando finì,era già pronta la cena. Il cibo era molto sostanzioso e Bella non era abituata a tutto quel bendiddio. Ma aveva sofferto la fame per ben quattro anni,e non le andava di sprecare cibarie. Così mangiò tutto quello che le portavano,col rischio di apparire anche un po’ maleducata. Ormai erano le dieci e mezzo di sera. La ragazza diede un occhiata ai libri e scopri che le cose per lei erano piuttosto semplici. Si mise il pigiama che aveva la sera prima . Andò nella biblioteca della casa e prese un libro per leggere. Uno in particolare la attirò: si intitolava “ Un amore proibito “. Il pensiero corse spontaneo ai quadri di demoni e angeli che tappezzavano la casa. Tornata in camera,apri la finestra e andò nel terrazzo per leggere. La sera stava calando. Bella si sedette sul pavimento e iniziò a leggere senza accorgersi che il vestitino aveva un spacco che le arrivava fino a mezza coscia,ciò la rendeva più seducente , affascinante e attraente . E la cosa più importante era che non sapeva che qualcuno la stava guardando da non troppo lontano .

FINE PRIMO CAPITOLO

Da non crederci ho scritto anche il secondo capitolo mi fanno male le mani ....RECENSITE PLEASE!!!!!!!!!!!!!!!!

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Capitolo 3
*** 2. Un ragazzo misterioso ***



2

Il giorno seguente passò abbastanza in fretta.
Bella ,abituata ai ritmi frenetici della sua vita precedente,si svegliò alle sei e fece per prendere la tavolozza accanto al comodino. Di solito,lì sopra,la ragazza teneva tutti gli attrezzi necessari al suo stentato lavoro,al quale si dedicava ogni mattina appena alzata.
 Quando,con stupore,si accorse che non c’erano,si inquietò. Ci mise un bel po’ a ricordarsi che tutti i quadri erano rimasti nella vecchia casa. E si diede della stupida. Ma,ormai si era svegliata,tanto valeva fare colazione. La casa era solitaria come quella di Birmingham,ma almeno era luminosa e accogliente,come era quell’altra prima dell’incidente. I domestici promessi non si vedevano ancora,ma per la fanciulla non era un grosso problema.
Ormai Bella si era abituata a cavarsela da sola,in quei quattro,quasi cinque,anni. L’unica difficoltà era orientarsi nella villa. Tutta quella moltitudine di stanze la confondeva. Procedette un po’ a tentoni,ma alla fine,dopo dieci minuti di cammino (!) trovò le cucine.
Esse erano piene di ogni cosa esistente al mondo che si potesse mangiare,e la ragazza pensò con indignazione a tutti quelli che soffrivano la fame nella Terra,mentre lei aveva tutto quel cibo a disposizione. Era un argomento che a Bella stava particolarmente a cuore. Avrebbe voluto essere la regina del globo terracqueo e comandare a modo suo. Sotto il suo regno,la fame e le guerre non avrebbero più martoriato il nostro pianeta,la giustizia avrebbe trionfato,insieme al bene. Ma,forse,il male sarebbe stato lasciato in pace. Una parte di lei sentiva che era indispensabile,come lo yin e lo yang nella religione cinese.
 L’influenza positiva maschile,e l’influenza negativa femminile,tutte e due indispensabili per far funzionare il mondo.
D’altronde,qualcuno le aveva insegnato che la vita non è mai una linea retta,ma ogni tanto si ritorna al punto di partenza,come un cerchio perfetto tracciato su un foglio come l’immenso universo. Dopo la pace c’è sempre la guerra,ma poi la pace ritorna,e ancora la guerra.
Lo stesso accade con ingiustizia e giustizia,carestia e prosperità,bene e male. L’unica cosa irreversibile è la morte.
 Bella aveva sperato fino in fondo che tutte queste affermazioni fossero errate,o almeno che la morte fosse reversibile
. Ma le vicende che ogni giorno sentiva al telegiornale le avevano fatto credere che,chiunque avesse detto quelle frasi,aveva perfettamente ragione.
Allora tutti gli sforzi fatti da regina del mondo sarebbero stati vani. Ma la ragazza voleva continuare a lottare,perché il mondo non fosse sprofondato per sempre nella guerra,nell’ingiustizia,nella carestia,nel male più assoluto. Da dove venissero queste convinzioni,Bella non lo sapeva.
 Erano insite in lei da quando era nata,che lei sapesse. Oppure gliele avevano inculcate i suoi genitori,soprattutto suo padre.
In uno degli ultimi discorsi nel letto aveva detto

:”E’ tutto inutile. Non ce la faremo mai. A che cosa serve lottare ancora? Tanto,lo sappiamo che prima o poi la pace ritornerà! Non ti pare insulso continuare a perseguire un obbiettivo impossibile da raggiungere?”
 Ma la madre di Bella gli aveva risposto:

”Non è vero tutto ciò che dici. Se non lottiamo,se non portiamo il nostro messaggio a tutto il nostro popolo,la guerra imperverserà all’infinito! Io voglio continuare a lottare,Charlie. Voglio lottare per la pace,anche se so benissimo che sarà solo temporanea!”

.”Ok,fai come ti pare. Il popolo è il tuo,non il mio. Ma dicendo così,mi costringi a continuare,perché io non ti abbandonerò mai,in tutto quello che fai. Però parla piano,lo sai che Bella ha l’abitudine di origliare. Non vorrei che sapesse così presto. E’una bambina,deve godersi la vita. Tutto a tempo debito.”

. “Hai ragione. Starei in pena se avesse compreso tutto quello che abbiamo detto. Povera bambina,se sapesse cosa la aspetta,sarebbe traumatizzata. Meglio che smettiamo di parlare. Buonanotte.”
 Il discorso era finito lì. Oramai era sera. dopo la cena Bella andò nella sua stanza e fece la cartella .
Poi si recò nel bagno per fare una doccia. “Chissà perché mi sento cosi strana , forse perché domani vado in una nuova scuola o forse perché qui c’e un aria tutta misteriosa . Non mi era mai capitato di piangere abbracciata a qualcuno. Mi sento anche più disponibile verso gli altri. E poi il discorso di Esme non mi convince. Non sono poi cosi stupida da non capire che Esme mi sta nascondendo alcune cose molto importanti che forse hanno a che fare con l’incidente di quattro anni fa . E in più i miei genitori erano abbastanza giovani,non avevano motivo per fare un testamento .
 Vuol dire che loro lo sapevano già che sarebbero morti. Non è possibile, non è sensato. La cosa che mi turba di più è stata quella detta da Esme : E’ una grande sorpresa e onore per me vederti,ma anche un dolore, visto che la tua bellezza mi ricorda tua madre e un po’ anche tuo fratello . Io ho sempre creduto di non avere un fratello,però adesso non ne sono più così tanto sicura. Non ci capisco più niente… E poi,perché quelle due statue raffigurano me e la mamma e perché come angeli e soprattutto perché tutti quei quadri rappresentano solo demoni e angeli? Ora che ci penso anche la mamma mi narrava delle guerre fra angeli causate da un certo PORTATORE di LUCE. Se non mi sbaglio Lucifero,in latino,vuol dire proprio questo. E mi sento osservata .
Sarà solo un immaginazione .
“ Uscita dal bagno si mise la sua vestaglia da notte e si accinse ad andare a letto,ma per le due ore seguenti non riuscì ad addormentarsi. Era troppo scossa dai suoi pensieri.”E se i miei genitori avessero voluto morire?
 Se avessero provocato loro quell’incidente mortale?
 Se avessero avuto qualche dono speciale per cui vedevano il futuro e,avendo previsto che sarebbero morti,si fossero assicurati che io avessi un futuro felice?
Ma se fosse stato così,mio padre non avrebbe detto di tenermi per un po’ all’oscuro di tutto. E se anche il motivo per cui era stato scritto il testamento era solo la mia felicità,credo proprio che questo intento non sia riuscito.
Finora questo testamento mi ha procurato solo un sacco di dubbi.
Riguardo alle altre ipotesi,non penso che i miei genitori,dopo aver trovato tutto questo benessere economico,avessero avuto voglia di mandare i loro sforzi a gambe all’aria. No,forse più semplicemente erano molto previdenti e avevano scritto il testamento per ogni evenienza. Ma questa vicenda mi turba ancora. E poi,con questa storia del fratello,tutte le mie certezze sono cadute nel vuoto.
Mia madre e mio padre dovevano avere molti segreti. Forse nemmeno Esme li conosce tutti.” Bella si guardò intorno,scostando i lunghi capelli sciolti dal viso per vedere meglio. Si immaginò sua madre,seduta su quella poltrona accanto al letto,che leggeva un libro,e suo padre seduto alla scrivania,con l’aria pensosa. Le lacrime scesero senza che nessuno potesse trattenerle. Bella le ricacciò indietro,con un nodo alla gola.
”Non posso continuare a piangere,sono una ragazza di sedici anni,non una bambina frignona! E poi,sarà l’ora che mi addormenti.”
E tutto ad un tratto,cadde in un sonno profondo.

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Capitolo 4
*** Ragazzo misterioso parte 2 ***




Il giorno dopo Bella  si dovette svegliare presto,suo malgrado. La notte era passata fortunatamente senza incubi,la prima da quattro anni. La ragazza avrebbe voluto che tutte le notti della sua vita fossero state così. Sì,se la voleva godere quella notte. Perciò,quando una domestica venne a svegliarla,Bella non la prese tanto bene.”Se solo avessero saputo come mi sono sentita felice stanotte, non mi avrebbero certo svegliata.”

Fece per alzarsi,ma la domestica la intimò di restare a letto. All’inizio lei rimase un po’ perplessa,poi capì quando un cameriere le portò il vassoio della colazione.”Mi trattano come una regina…”pensò. In cuor suo,gioiva per tutte queste attenzioni. Non si era mai sentita così importante. Appena terminata la colazione,Bella scelse il vestito migliore per il suo primo giorno di scuola. Durante la notte,evidentemente,i domestici avevano riempito l’armadio di abiti.
Erano tutti molto carini,e la ragazza non seppe decidere subito quale fosse il più adatto. Infine ne trovò uno che le stava proprio a pennello:una maglietta attillata,color acquamarina,un poco scollata,che le arrivava fino all’ombelico e un paio di jeans chiari a vita bassa.
Mise una cintura blu puffo  e ai piedi calzò un paio di all star dello stesso colore della maglietta. Era veramente pronta. Si sentiva proprio a suo agio in quegli abiti,che mettevano in risalto le forme del suo corpo snello. Ad un tratto ricominciò a sentirsi osservata,come la sera prima. Il suo cuore si riempì d’inquietudine. Fece per guardare fuori dalla finestra,ma si stupì quando constatò che non c’era nessuno.
” Basta,sono troppo paranoica,è solo un frutto della mia fervida fantasia”,cercò di convincersi Bella. Ma neanche le sue stesse parole riuscivano ad infonderle coraggio. Tutto in quella casa era così insolito,a partire dagli angeli con le sembianze sue e di sua madre che sovrastavano l’ingresso. Sicuramente non erano messe lì a caso. Dovevano avere un significato preciso. Ma quale? Era questo il problema.
Era incredibile la quantità,poi,dei quadri raffiguranti creature demoniache e celestiali. Sembrava che la villa nascondesse un grande segreto,ai limiti della realtà. Che stava raggiungendo il suo culmine con tutte quelle sensazioni di essere spiata. Il nome di “castello degli angeli” era davvero appropriato. Bella  si stupì della quantità di pensieri che stavano uscendo dalla sua testa. Quando ritornò con i piedi per terra,si ricordò:
”Accidenti,la scuola! Me ne ero dimenticata.”Corse in fretta e furia verso il salone,dove aveva lasciato la cartella preparata il giorno prima. Se la mise in spalla e si diresse verso il grande portone dell’ingresso. La aprì e davanti si ritrovò le statue che le affollavano i pensieri,una parte importante di quell’aura di soprannaturale che circondava la magione. Bella rimase per un po’ incantata a guardare la statua con le sue fattezze,che la raffigurava come un angelo guerriera. “Perché guerriera?”si chiese lei,”Io non sono mai stata una guerriera. Mi sono sempre rassegnata a tutto. Alla morte dei miei genitori,alla consapevolezza di essere sola come un cane,alla mia vita solitaria e per certi versi anche maledetta. Io non sono una guerriera. Non lo sarò mai.
”Il clacson di una macchina la riportò alla realtà. Udì la voce di un domestico che la chiamava:”Signorina,vogliate salire!” Bella si voltò bruscamente e rimase abbagliata.
“Esme mi aveva parlato di una macchina,ma non immaginavo questo genere di macchina!”pensò. Davanti a lei c’era la luminosa carrozzeria di una limousine d’epoca. Un macchinone lungo quasi quanto l’intero isolato,cromato d’oro:insomma,un’autentica meraviglia. Se questo serve per portarmi a scuola,pensò Bella,figuriamoci come è quello per le feste mondane! Si affrettò a salire sul sedile posteriore,foderato di pelle. Il viaggio per la scuola si rivelò più lungo del previsto. Per vincere la noia,la ragazza incominciò a fantasticare sulla nuova scuola.
 “Chissà come sarà questa nuova scuola! Probabilmente,vista la magnificenza delle ville qua attorno,non sarà certo una baracca. O forse no? Una volta la mamma mi portò a Newcastle,avevo sette,otto anni. Mi ricordo che c’era un quartiere pieno di negozi che esponevano capi di marca,ville anche di personaggi famosi,palazzi antichi. Ma la scuola del quartiere era una misera casupola che stava andando in rovina. C’era una sola classe,poiché le famiglie della zona erano quasi tutte molto ricche e mandavano i loro figli,anche piccoli,a studiare all’estero. Come se non bastasse,pure le autorità del quartiere non finanziavano quella piccola scuola. Non se ne fregavano. Preferivano aprire nuovi negozi,piuttosto che pensare all’indispensabile. Chissà se qua la situazione è uguale.” Il pensiero corse subito alle sciccherie della sua nuova casa,molte delle quali non erano molto utili.
Ma all’improvviso l’auto si fermò. Bella era arrivata a scuola. E che scuola! Sembrava un grattacielo. La sua struttura si stagliava verso l’alto,dando un’impressione di potenza assoluta.
La scuola “J. F. Kennedy” dava più l’impressione di un centro di potere. Altro che la casupola di Newcastle! Bella scese dalla limousine,senza staccare gli occhi dalla cima del “grattacielo”. Si accorse,però,che le ragazze,al suo passaggio,incominciavano a vociferare. Inizialmente la ragazza pensò che fosse per il fatto di essere nuova del posto,oppure per i suoi vestiti. Poi notò che appena la vedevano,le sue future compagne di banco indicavano con fare concitato il macchinone parcheggiato ancora davanti al piazzale della  scuola. Allora Bella capì che,nonostante le ville fantasmagoriche presenti nel quartiere,nessuna di loro aveva mai visto una limousine di quel genere. Provò anche un po’ d’orgoglio nel sapere che era la più ricca della zona. Poi però pensò che la sua vita era stata molto peggiore delle loro. “
Loro non hanno visto morire i loro genitori. Loro non hanno patito la solitudine. Sarò anche più ricca di loro,ma non sono altrettanto felice.
” E intanto,ad ogni suo passo,Bella sentiva un commento di quelle ragazze a cui si sarebbe dovuta abituare. Cogliendo un discorso,comprese pure che,anche se il tempo che aveva passato con loro era stato molto poco,le avevano già trovato un soprannome:la Duchessa. Bella rimase un po’ stizzita. Per esperienza sapeva che i soprannomi che ti danno,non sono mai gentili,e,quando una persona se li sente appioppare da un’altra persona,non ci saranno mai buoni rapporti tra di loro. Perciò la ragazza si girò,per vedere chi fosse quella sfacciata che,senza neanche conoscerla,le aveva dato un soprannome poco gratificante. Vide una ragazza,apparentemente della sua età,alta,magra,dai capelli biondi ,con sfumature rosse e dagli occhi blu scuro,che parlava con sussiego alle sue tirapiedi –perché quelle ragazze accanto a lei,lo erano di certo-indicandola senza alcun ritegno.
Bella passò avanti a loro per non sentire i loro commenti vomitevoli.
“Ma in che scuola sono capitata? Se quelle lì saranno mie compagne di classe,potrei anche decidere di ritrasferirmi. E se sono tutte così? Oh,non so se resisterò più di un minuto! Almeno,i miei vecchi compagni provarono prima a conoscermi,per poi decidere che non ero proprio il tipo da amicizie. Invece,questi qua non aspettano neanche di salutarti per esprimere un loro giudizio. Almeno fossero gentili,questi giudizi! Ma, ad ogni tuo comportamento un po’ strano,ti elencano come malata di mente. Li odio di già.” Una ragazzina dai capelli neri a caschetto sbarazzini ,evidentemente strabiliata dalla performance della limousine di Bella –“Ma che idea è stata quella di portarmi a scuola in limousine? Non potevo andare normalmente,come qualsiasi studente qua presente? Mi sto già attirando antipatie,e ora anche questa ragazza,che sicuramente vuole fare il cagnolino da compagnia!”-,le chiese,girandole intorno:

- Ciau, mi chiamo Alice...Posso essere tua amica? Dai,dimmi di sì io ho visto diventeremo grandi amiche e poi…

Bella la interruppe bruscamente:

-Ascolta,ragazzina,fila e non farti più vedere! Non voglio avere delle amicizie,soprattutto quando le tue “amiche” si rassegnano a ogni tua decisione e ti fanno da tirapiede !

La ragazzetta petulante se ne andò via di corsa,come un cane bastonato,sull’orlo delle lacrime.              

Bella si accorse che era stata troppo dura con lei,e le aveva detto delle cose spiacevoli. Si girò indietro per scusarsi,ma cambiò bruscamente idea. Si convinse di aver fatto la cosa giusta. Riprese la sua strada verso la classe,senza ragazze viscide e aspiranti tirapiedi,ma venne interrotta da una voce:

-Ehi,ragazza,se ti presenti così,non avrai amiche per tutta la durata del liceo. La prima impressione è una cosa importante,non lo sapevi? Ora,alza i tacchi,signorinella,e scusati con quella povera ragazzina!

Bella si voltò indietro per ribattere “Ma chi ti credi di essere?”,quando si bloccò di colpo,con la bocca semiaperta. Davanti a lei stava un ragazzo. Ma non sembrava un ragazzo qualsiasi. Aveva un viso,che sembrava scolpito dagli angeli. Aveva i lineamenti delicati,senza imperfezione alcuna,incorniciati da una massa di capelli color rame e impreziositi dai suoi occhi verdi ,tendenti al azzurro. A Bella parve un angelo caduto in terra. Ma al tempo stesso aveva un’aria misteriosa,come se su di lui gravasse una maledizione. La ragazza pensò:”Ancora tutti questi misteri! Non può essere solo un’immaginazione. Tra un po’ scoprirò che, in questa zona,i diavoli escono dall’inferno e si reincarnano nelle persone!

Poi chiese,con rinnovata spavalderia:

-Chi sei tu?

-Questo non posso dirtelo.

-Come no! Devi essere un agente segreto,per non poter rivelare il tuo nome!

-Ah,intendevi il mio nome.

-Certo,stupido,cosa credevi?  

-Dovevi porre la domanda in un modo più preciso. Il nome è soltanto cosa sei. Per chi sei,invece,si intende come siamo dentro,chi siamo,appunto. Tu,chiedendomi chi sono,mi hai chiesto di rivelarti tutti i miei segreti più profondi,tutto quello che neppure i miei genitori sanno. E scommetto che neanche tu,Miss Non Ho Bisogno Di Amiche,vorresti che ti frugassero nella mente,per esempio nella volta in cui sei svenuta sul palcoscenico,oppure che hai provato un dolore così insopportabile,che sei stata costretta a fuggire per dimenticarlo. Perciò la domanda giusta è:cosa sei?

Bella  rimase un po’ perplessa da quel discorso:”Questo qua è tutto matto! La differenza tra chi sei e cosa sei! Soltanto un altro malato di mente potrebbe ragionare con lui! Un attimo,però… Come faceva a sapere che in quarta,durante la recita scolastica,mi sentii male e sveni? E come faceva a sapere che sono venuta qua a New York per dimenticare la morte dei miei genitori? Questo ragazzo nasconde qualcosa,o forse semplicemente le notizie a New York circolano in fretta. Meglio comunque tenerselo buono.” Così Bella riprese il discorso:

D’accordo,allora,cosa sei?

-Che interesse hai a saperlo? Tanto,non mi risulta che tu abbia la necessità di fare amicizie. O sbaglio?

A questa risposta Bella montò su tutte le furie:

-Senti,bello,innanzitutto non ho veramente bisogno di amici,e poi,anche se volessi fare amicizie,non le stringerei con te che fai tutti questi discorsi strambi,che non stanno né in cielo né in terra,per poi arrivare a che cosa? Non ho interesse a sapere il tuo nome! Sai cosa ti dico? Sei un pazzo sfrenato,ecco cosa sei. O meglio,visti i tuoi discorsi strampalati,dovrei dire chi sei! D’altronde,pazzi si è dentro,mica fuori?

Allora il ragazzo misterioso non trattenne la rabbia:

-Bene,ora utilizzi anche le mie parole contro di me! Sei solo una piccola impertinente,dovevo capirlo fin dal primo momento in cui ti ho vista! Io ho da dirti una cosa:sei davvero inadatta per il compito che ti è stato assegnato dal Supremo! Se continui così,la nostra Terra sarà completamente distrutta,e il nostro popolo si estinguerà! Lo capisci sì o no? Non mi aspettavo che la reincarnazione di Colei Il Cui Nome E’ Sacro si comportasse così da egoista. Evidentemente il Supremo si sbagliava sul tuo conto,quando ti affidò il tuo prezioso incarico. Ad un Angelo Nero,poi! Con quanti Angeli Bianchi ci sono nella Rosa della Vita,molto più meritevoli di te! Non sei adatta al tuo compito,lasciatelo dire.

Bekka si confuse ancor più di prima:

-Supremo? Angelo Nero? Rosa della Vita? Cosa significherebbe?

Ma il ragazzo mostrò un’espressione stupefatta,e se ne andò,così come era apparso,lasciando la ragazza in un mare di indecisione:”Stava delirando o cosa? Chi è il Supremo? Quale compito mi ha assegnato? Perché il destino del nostro pianeta dipenderebbe da me? Chi è Colei Il Cui Nome E’ Sacro? Chi sono gli Angeli Neri e gli Angeli Bianchi? Cosa è la Rosa della Vita? Il mistero si infittisce,Bella.
Certo,questa specie di gerarchia potrebbe riferirsi ai quadri di casa mia. E,ora che ci penso,sul portone della villa c’è una rosa. Questo disegno si ripete molte volte:sul mio letto,sotto la cornice del quadro che raffigura la nostra famiglia,e persino in cucina. Questo sconosciuto sa più cose di me di quanto non ne sappia io stessa. Come Esme. Non vedo l’ora che venga a trovarmi. Mi deve un bel po’ di spiegazioni.
Troppi misteri in una sola volta. Impossibile che quel ragazzo non sapesse cosa diceva. Troppo convincente. E,se riguarda me,Esme  saprà sicuramente che cosa è questo compito che mi sarebbe stato affidato. Mi ricordo quando mi disse di un fantomatico fratello.
Quando le risposi che non avevo fratelli,era molto sorpresa. Certo,se avessi davvero un fratello,starei certamente meglio. Avrei anche solo una persona che mi legherebbe ancora alla mia famiglia,e non tutto sarebbe perduto. Ma cosa vado pensando,non ho un fratello,e non lo avrò mai. Comunque,anche lo sconosciuto sembrava visibilmente stupefatto quando ho chiesto spiegazioni.
 Anche lui si aspettava che io sapessi questo. Forse la verità su tutta la mia breve esistenza. Certo,però,quel maleducato poteva degnarsi di sbrogliare la situazione!”

La campanella suonò e Bella si avviò verso la sua nuova classe.

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