Le rose angeliche e le spine demoniache di lili90love (/viewuser.php?uid=54425)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un pianto dal passato ***
Capitolo 2: *** Un pianto dal passato 2 ***
Capitolo 3: *** 2. Un ragazzo misterioso ***
Capitolo 4: *** Ragazzo misterioso parte 2 ***
Capitolo 1 *** Un pianto dal passato ***
1. Un pianto dal passato
“ Una grande macchina rovesciata, altre macchine tamponate, ambulanze,
dottori ,poliziotti e sangue tanto sangue ,persone ferite che corrono,
gente spaventata .
In mezzo a tutto questo caos una coppia di sposi distesi al
suolo , una donna di appena trenta anni abbracciata al suo sposo
lui , di trentacinque anni, che sembravano che dormissero un
sonno profondo, già un sonno eterno”
All’improvviso tutto si annebbiò , tutto fini nell’
oscurità delle tenebre . Ad un tratto si svegliò,
le lacrime agli occhi ,sudata fradicia. Eppure fuori era ancora notte .
In quella notte gelida alle tre di mattina, lei, una ragazza sedicenne
in pigiama , un vestito candido che le arrivava fino al
ginocchio, i capelli raccolti in un morbida treccia che le
arrivava fino alla fine della schiena, stava guardando come nevicava .
I fiocchi cadevano a terra e si univano agli altri caduti
formando uno strato di candore. I fiocchi di neve che cadevano
dal cielo sembravano petali di rosa bianca . Quel incubo la
tormentava ogni notte ormai da quattro anni, da quando i suoi genitori
morirono sotto i suoi occhi in un grave incidente. Il nome della
ragazza era Isabella. Ormai mancavano quattro ore e tutto sarebbe
finito , però per il momento doveva dormire per essere in forma
. Si distese sul letto aspettando l’alba. Ma ancora quella scena
di sangue la tormentava.
Niente da fare,avrebbe passato un’altra notte in bianco. Si alzò
dal letto,bagnato,da quanto si era agitata durante il sonno. Si
avviò da sola per il corridoio solitario di quella casa piena di
ricordi felici e non. D’altronde,era stata Isabella a decidere di
vivere così. Quando i suoi genitori perirono nell’incidente che
avrebbe segnato la sua vita,aveva solo dieci anni,ma le idee molto
chiare.
Mai,mai avrebbe accettato di vivere in casa di estranei. I suoi
genitori l’avevano cresciuta in quella casa,e lei ci sarebbe rimasta.
Nessuno poteva sostituirli. Sfruttando la sua abilità nel
disegno,era riuscita a vendere un po’ di quadretti fatti da lei.
Certo,dopo, Isabella si ritrovava alla fine del mese senza più
un soldo. Ma si era specializzata nel fare economia,e con quei soldi
riusciva persino a pagarsi la scuola. E quando,alcuni clienti,mossi a
compassione,le offrivano una famiglia,la risposta era sempre “no”. Ce
ne aveva già una. Morta,ma ce l’aveva.
Entrò nella cucina buia. Da quando non era riuscita a pagare la
bolletta della luce,tutta la casa aveva una spaventosa aria tetra.
Isabella accese una candela e,alla luce di quella
fiammella,riuscì a trovare la credenza.
La aprì. Dentro c’erano solo un sacchetto di biscotti,un
pacco di pasta,due o tre mele e del pesce,forse scaduto. Mangiò
qualche biscotto. Aprì la finestra. A quell’ora della notte la
luce non entrava,perciò l’illuminazione rimaneva sempre
uguale,ma almeno si cambiava l’aria. Dopo aver fatto questo,Isabella si
accasciò su una sedia,immobile,aspettando il sorgere del sole.
L’unica sua compagnia era il ticchettio dell’orologio,che segnava il
tempo,inesorabile e lento. Troppo lento. Non riusciva a stare senza far
niente per troppo tempo. Così decise di preparare le valigie in
camera sua. Riattraversò il corridoio deserto,e non poté
fare a meno di fermarsi davanti alla camera dei suoi genitori.
Bella non vi era più rientrata dal giorno
dell’incidente,ma qualcosa la spingeva ad introdursi in quella stanza.
Raccogliendo tutto il suo coraggio,spinse la porta. Questa si
aprì con un cigolio,rivelando una camera da letto ben
rifatta,con un letto matrimoniale in ferro battuto,impreziosito da una
coperta di rose bianche. La libreria era proprio come Bella se la
ricordava,piena di libri sentimentali.
A sua madre piacevano tantissimo i romanzi rosa,e aveva un modo tutto
suo di leggerli. Ad ogni bacio,ad ogni rivelazione,un sospiro,un
gemito. Suo padre era sempre un po’seccato da queste esclamazioni,ma
non lo diceva apertamente. Però lei capiva che tutte quelle
interruzioni non gli piacevano e,ad essere sincera,davano noia anche a
lei. Ma ora quei libri rappresentavano per Bella uno dei pochi ricordi
di sua madre,e avrebbe dato milioni per poter riascoltare quei sospiri.
Un altro ricordo era legato a quella stanza.
Ogni sera,prima di addormentarsi,lei spiava i genitori nel loro letto.
Era bello vederli,mentre dormivano,abbracciati teneramente. Nessuno di
loro poteva sapere che,in quella stessa posizione,sarebbero morti. E
poco importava se,la mattina dopo,la madre chiedeva a
Talya:”Allora,cosa hai visto ieri sera?”. Per lei era solo un gioco
infantile,e ogni sera continuava imperterrita nel rifarlo. Negli ultimi
tempi,però,l’atmosfera in casa si era fatta tesa. I suoi
genitori non dormivano più,anzi,parevano sempre all’erta. E
parlavano.
I loro discorsi riguardavano sempre Aro. Poi,chi fosse questo Aro
,la ragazza non lo sapeva. Ma il nome le era familiare e le incuteva
anche paura. Il suo nome era scritto,con il pennarello rosso,sulla
camera accanto a quella di Bella. Aveva più volte provato a
cancellarlo col solvente,ma restava sempre lì. Era troppo
resistente,anche per un pennarello indelebile. Poi aveva capito che si
trattava di sangue.
Chiunque fosse,di sicuro Aro provava piacere nel farsi del male.
La ragazza era entrata tante volte in quella stanza,per cercare di
risolvere il mistero legato a quella figura. Il letto era sfatto e il
lenzuolo giaceva sul pavimento da chissà quanto tempo. Per il
resto,la stanza era vuota.
Evidentemente,Aro aveva avuto fretta di andarsene. Vani erano gli
sforzi di Bella di rimettere a posto quella camera. Ogni volta che vi
rientrava,il disordine regnava di nuovo. Come se i mobili volessero
stare in quella posizione,per far ricordare,in qualche modo,quel
ragazzo di cui non si sapeva nulla. Col tempo,la ragazza aveva
rinunciato a ripulire quella stanza. Nonostante tutto,quella figura
misteriosa non turbava Bella. Non più di tanto. Aprì
l’armadio e tirò giù la vecchia valigia una volta
appartenuta a suo padre. Poi rientrò in camera sua e aprì
il suo armadio. Desolazione. C’era solo l’ultimo vestito che aveva
comprato,il vecchio abitino di quando era piccola,e un cappello con le
tese. La ragazza scoppiò in pianto. Possibile,vivere sempre con
la preoccupazione di razionare i cibi e asciugare il vestito in fretta
perché ce ne sono pochi altri? Povertà,ecco cosa era
quella.
Ma,tra solo un’ora,tutto sarebbe finito. Niente più apprensioni
del genere,almeno Bella sperava. Tutto era cominciato due settimane
prima,quando,guardando nella buca delle lettere,la ragazza vi aveva
trovato un messaggio,il primo da diversi anni. Si era insospettita
vedendo quella lettera,ma,nonostante ciò,la aprì. La
calligrafia era impeccabile e il messaggio era il seguente:
”Gentile signorina Isabella Swan,Le
scrivo per offrirLe, ne sono certa,un’opportunità che non
potrà rifiutare. Le propongo l’occasione di dare una svolta alla
Sua vita trasferendosi a New York. E Le dico di più:ho una
sorpresa per Lei che Le piacerà. Se accetterà la mia
proposta,sarò ad aspettarLa all’aeroporto il giorno 14
settembre.”Firmato:DarkAngel.
Era uno pseudonimo,Bella ne era certa. Chissà chi era
l’autore di quella lettera. Una cosa,però era certa:se quello
scritto non era solo uno scherzo da prete,questa era l’occasione per
cambiare vita. Per dimenticare la sofferenza. E doveva essere
così. Altrimenti,come si spiegava quel tono deferente,tanto da
mettere le maiuscole su parole come Le,Sua e Lei? Così la
decisione era stata presa.
Bella sarebbe partita il giorno 14 settembre,come riportato nella
lettera. Quel giorno era arrivato. Bella si mise l’unico vestito che
aveva nell’armadio. Quegli altri erano finiti chissà dove. Non
era una grande rinuncia. In fondo,quell’unico vestito era presentabile.
Poi cominciò a introdurre dentro la valigia tutte le cose che
aveva sottomano:i vecchi giocattoli,la coperta di rose,quelle due o tre
mele della credenza… La valigia era già piena. Quando la ragazza
se ne accorse,notò che vi aveva messo dentro,soprattutto,cose
inutili o vecchi ricordi del passato. “Uffa!! E’già piena!
Certo,però,se mi porto dietro così tanti ricordi,come
faccio a dimenticare,non lo so. Sarà meglio rifare la valigia
daccapo.
E in fretta!”. Già,l’aereo sarebbe partito mezz’ora dopo,e Bella
era già in ritardo. Questa volta la valigia riuscì bene,e
la ragazza si affrettò a chiamare un taxi. Corse come non aveva
mai fatto,e,dopo appena dieci minuti,era già all’aeroporto.
Timbrò il biglietto in fretta e furia e,raggiunta una
panchina,vi si distese sopra. Era stanca. Già aveva dormito
poco,ora la corsa l’aveva sfiancata. Bella stava per essere vinta dal
sonno. Spossata come era,aveva udito a malapena l’altoparlante che
avvertiva l’arrivo imminente del suo aereo.”Ecco,ora arriva il mio
aereo. Non devo dormire,non devo. Finalmente andrò via dal posto
dove mi sono successe tutte queste sventure,da questo posto dove
quattro anni fa i miei genitori morirono ,dimenticherei . Voglio
dimenticare , basta soffrire per un passato maledetto . Me ne
andrò da questo paese. Sì,andrò a New York,la
Grande Mela,come la chiamano tutti. Tra il chiasso,il rumore e la
frenesia che lì regna,non avrò tempo per pensare a…alla
mia vita. Solo così farò tacere il mio povero cuore .”
Aveva appena finito di pensare a queste cose,quando si accorse che
aveva il volto rigato di lacrime. Un piccolino le si
avvicinò e le chiese:
-Signorina,si sente bene?
-S-sì,sì n-non ti preoccupare.
Bella si asciugò le lacrime proprio in tempo per sentire
l’altoparlante. Il suo aereo era arrivato. La ragazza si
affrettò a radunare i bagagli e partì verso la corsia.
Salì nell’ aereo. Ormai era troppo tardi per cambiare
idea,e in ogni caso non l’avrebbe mai fatto. Quando prendeva una
decisione,nulla poteva indurla a dei ripensamenti.
“In questo luogo ho passato momenti felici della mia vita,ma nella
maggior parte delle volte le emozioni che ho provato sono state non
troppo felici . In questo luogo non mi ricordo le volte che ho sorriso
ma , mi ricordo benissimo tutte le lacrime di disperazione , di
afflizione e di dolore che ho versato. Nella scuola in cui mi
trovavo tutti mi consideravano strana. In molti si prendevano
gioco di me . Nella mia breve vita non ho mai avuto amici. Va
bene,in parte è colpa mia , colpa del mio carattere indifferente
, non mi interessavo di nessuno . Stavo tutto il giorno a
guardare fuori dalla finestra , mi chiamavano “Il lupo solitario” . E’
strano, però questo soprannome mi descrive alla perfezione. Non
mi è mai piaciuto parlare molto . Andrò in America a New
York, spero che col passare del tempo dimentichi il mio dannato
passato .
D’altra parte anche quegli altri mi disdegnavano.
All’inizio,forse,cercavano di avermi come amica,ma poi… Tanto,non ho
bisogno di persone a cui voler bene. A che serve amare? Tutte le
persone che ho amato se ne sono andate via, oppure, come nel caso dei
miei genitori, sono morte . Per questo motivo non voglio
amare,nè voler bene a qualcuno .
Non capisco , le persone dicono che l’ amore è un
sentimento profondo,bello , e chi lo sente viene baciato dalla fortuna
. Secondo me tutti questi concetti sono solo delle stupidaggini . Chi
dice che l’amore e un sentimento eterno , sacro , santo , divino forse
non ha mai sofferto delle pene uguali alle mie. Io credo che l’amore
non esiste affatto e anche se esistesse questo sentimento non
consente a chi lo prova di gioire, anzi, di provare un dolore
immenso. L’amore e una maledizione , una maledizione a cui si
è incatenati per tutta la vita . Questo sentimento dà
fastidio . Ho visto persone che per amore sono morte , si sono
sacrificate per un sentimento che non esiste .
Uno dei pochi ricordi di mia madre che conservo,è quello
della sua frase preferita:l’amore vince su tutto. Eppure l’amore che ho
provato per lei e mio padre,non è bastato a salvarli. Molti
dicono che sono insensibile , altri che sono egoista,ma non mi
interessa che dicono di me. Sono prepotente? Sono crudele?
Ebbene,allora lasciatemi nella mia prepotenza , nella mia
crudeltà , abbandonatemi così nel mio stesso dolore
. Per forza si diventa insensibili,se le persone che ami di più
muoiono sotto i tuoi occhi . “
_ Signori fra pochi istanti atterreremo , quindi vi preghiamo di
allacciare le cinture di sicurezza . _
Appena l’hostess finì di parlare la ragazza si sottrasse ai
pensieri che le davano tormento . Solo ora si accorgeva della bellezza
di quello spettacolo,che la attirava e allo stesso tempo le dava la
nausea. Si ricordò sua madre. Appena sentiva nominare la parola
aereo,faceva delle smorfie disumane. E,quando Talya le chiedeva il
perché,lei rispondeva”Il primo volo non si scorda mai,piccola
mia. Ricordatelo!”. Adesso capiva il perché di quella frase. Ma
cercò ugualmente di farsi piacere quella trasvolata. Era
l’ultimo passo per dare una svolta alla sua vita. Doveva essere
contenta. Dopo cinque minuti era già nel aeroporto
americano .Una donna di più di trent’anni si
avvicinò alla sedicenne che aspettava su una sedia . La
guardava fisso negli occhi e mostrava un cartello con la scritta
DarkAngel. “Ah,adesso capisco chi era il mittente della lettera!
Beh,almeno non era uno scherzo. Però,chi si aspettava una
signora anche un molto bella? Con tutte quelle parole strane… E poi,chi
la conosce? Mah.”. La signora non smetteva di guardare Bella ,ma non
era la sola che la stava osservando. Bella attraeva l’attenzione di
molti ragazzi , grazie al suo bel viso e al suo abbigliamento.
Indossava una minigonna nera senza nessun ornamento aderente sulle
gambe che li arrivava fino a due o un centimetro dalla meta coscia .
Una camicia rosa aderente anche essa , scollata ,ma solo un po’,per far
vedere una catenina con una croce in mezzo. E sopra a questa camicia un
soprabito leggero rosso e dei stivali neri .i suoi capelli castani
colti in una delicata coda che le ricadeva su una spalla , il laccino
era di un colore oro ed era in perfetta armonia con gli occhi
della ragazza, marroni come il cioccolato fuso. La coda era la
pettinatura preferita di sua madre,e Bella pensava che,anche di
lassù,lei sarebbe stata felice che sua figlia l’avesse portata.
L’unica imperfezione nel suo corpo,che ad alcuni appariva addirittura
divino,era una piccola voglia rosata sul dorso della mano
destra,somigliante ad una piccola ala.
Oh beh che dire mi ci è voluto un po' per plubbicare questa e
non lo so se mai la finirò anche perchè ho altre due
fanfic in corso da scrivere ...questa fanfic mi sembra la più
impegnativa di tutte perchè Isabella in questa ff molto ooc
...scardatevi la Isabella goffa che viene a vivere con il padre e
incontra edward poi tutto love love ...i personaggi qui non ci
saranno tutti e quelli che ci saranno avrano ruoli strambi, ah la
famiglia cullen non esiste quindi ...vabbè vi sto annoiando ciau
ciau....AH E' RECENSITE VI SUPPLICO!!!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Un pianto dal passato 2 ***
La donna anziana si avvicinò a lei e la salutò:
_Buongiorno ,mi chiamo Esme e sono la tua assistente sociale , presumo che tu sia Isabella Swan e vieni da una città dell’Inghilterra o mi sbaglio?
_Non si sbaglia affatto . Piacere di conoscerla .
_Oh, il piacere è tutto mio! Non fare la timida! Sai, assomigli molto a tua madre nel fisico , bella come lei ,graziosa e hai uno sguardo intelligente . Invece da tuo padre hai preso il carattere. Anche lui era così tanto delicato e fine!
_Ma allora lei conosceva i miei genitori! E anche molto bene,sembra.
_ Dammi pure del tu,ragazza mia! Comunque è vero,ero la migliore amica di tua madre. Ed essendo con Renèe in ottimi rapporti,ero presente al matrimonio,di conseguenza conoscevo anche tuo padre.
_ Non me lo aspettavo proprio, anzi nemmeno me lo sognavo di incontrare un’amica dei miei genitori ! Ma se lei…cioè tu, sei un’amica dei miei genitori cosa ci fai qui a New York, invece di essere in Inghilterra ?
_ Mi sono trasferita per motivi di lavoro ,per un anno intero io e tua madre abbiamo continuato a sentirci per mezzo di telefonate .Però ho avuto dei problemi col lavoro e poi sei nata tu . Dopo la tua nascita non ci siamo più sentite . Almeno finche non è successo quel che è successo… C’ero,sai, al loro funerale . Non sai quanto dolore ho provato. Tutto ad un tratto l’Inghilterra cominciò ad evocarmi ricordi troppo infelici per poterci convivere,perciò ripartii,e da allora non sono mai tornata .E’ una grande sorpresa e onore per me vederti, ma anche un dolore, visto che la tua bellezza mi ricorda tua madre e un po’ anche tuo fratello .
_ Cosa?Mio fratello ?!Scusa se ti contraddico,ma io sono figlia unica.
_ Scusami volevo dire tuo padre , sono ormai vecchia,( a soli 30 anni vecchia??) la mia memoria comincia a perdere colpi.
Bella allora si accorse che Esme non era assolutamente vecchia,anche se non lo dava a vedere. Poi notò l’espressione della donna. Ad un occhio inesperto essa sarebbe risultata neutra,ma la ragazza,che ormai aveva imparato a leggere nelle anime delle persone,constatò che le stava nascondendo qualcosa. Nella faccia della donna si vedevano insieme dolore e sorpresa. Forse Esme si aspettava che lei sapesse qualcosa di cui non era a conoscenza.
_ Ehi , stai bene ,mi appari un po’ strana ?
_S…si sto bene . Andiamo !
_Sarà , in ogni caso dove andiamo? Tu mi hai spedito quella lettera nella quale scrivevi che avevi per me una sorpresa. Non vorrei essere maleducata, però io non la vedo . Perchè mi hai detto di venire qua a New York,se qui non ho niente e nessuno?
_ Hai ragione,sono stata scortese a non dirti niente,ma dimmi una cosa: vuoi rimanere qui per finire la scuola o anche per tutta la vita ?
_ Credo di voler rimanere qua, ma ci sono due problemi:il primo è quello di non avere una casa e a me non piace essere affidata a qualcuno .E l’altro problema è quello della scuola: non mi sono iscritta e mancano appena due giorni all’inizio delle lezioni. Per non parlare dei soldi per il libri e tutto l’altro indispensabile.
_Ah ah! Sei uguale a tua madre. Credeva che a tutte le cose avrebbe dovuto pensare lei. Credi davvero che io non abbia considerato tutto questo? I tuoi genitori fecero un testamento in cui vollero che una casa di loro proprietà venisse intestata a te. Devi sapere che i tuoi genitori erano molto ricchi e costruirono a New York una casa dove andare in vacanza. In banca lasciarono un grande quantitativo di soldi e lasciarono tutto a te. Credimi,Bella, i tuoi genitori ti volevano più bene di quanto tu pensi. In quanto alla scuola ci ho gia pensato io . Allora,che ne dici?
_ Se le cose stanno così,certo che rimango qua ,però come mai non mi hai parlato di questo quattro anni fa ?
_Per volere di tuo padre ,nel testamento scriveva che prima di aver raggiunto una certa responsabilità non dovevi saperlo .
Bella non si era accorta,nel fervore della discussione,che il quartiere era stracolmo di ville principesche. Tutte verniciate di bianco,e piene di inferriate,sembravano un invito a non entrare per i comuni mortali. Ma la ragazza non ci faceva caso. Era felicissima di aver trovato una persona con cui poteva parlare liberamente del proprio passato,e che le apriva nuovi orizzonti.
Mentre le due stavano discutendo giunsero alla destinazione:un’enorme casa che la gente del quartiere chiamava “il castello degli angeli”. Le pareti della gigantesca dimora erano tutte bianche con delle sfumature color crema,ed era circondata da un giardino meraviglioso pieno di rose di tutti i tipi e di orchidee . C’era un cancello color oro e argento che precedeva una stradina che portava all’ingresso della casa . Soltanto arrivata lì Bella capì da dove veniva il nome della magione. Al ingresso c’erano due statue che ritraevano due angeli. La prima statua raffigurava un angelo donna ricoperta dai suoi lunghi capelli con in mano una pergamena:evidentemente l’angelo era un messaggero . Il viso della statua era uguale alla madre della ragazza . Invece la seconda statua rappresentava un angelo, anche esso donna, col corpo un po’ meno sviluppato,dai capelli lunghi anche essa , con il vestito lungo e una cintura al lato con un fiocco e i nastri legati al polso, lunghi fino ad arrivare al tallone. Sembrava una Dea. Nella mano sinistra stringeva una spada. Ciò voleva dire che l’angelo era un guerriero. Quest’angelo assomigliava notevolmente a Bella. Per questo motivo lei rimase un po’ perplessa,poi pensò che fosse solo una coincidenza la somiglianza tra gli angeli e lei e sua madre. La porta era in ferro battuto,come il letto nella casa di Birmingham,ed era impreziosita da un battente dorato raffigurante un’aquila. Entrando nella casa rimase stupita e si convinse che i suoi genitori dovevano essere veramente ricchi. Tutte le camere erano distinte, molto semplici,ma nello stesso tempo ricche, stupende e aggraziate .Però una cosa che notò furono i quadri:tutti rappresentavano angeli combattenti, messaggeri, amori proibiti fra demoni e angeli .Ma quello che era più bello e che la stupì fu un quadro che ritraeva la madre in un vestito semplice ,lungo, blu seduta su una sedia che sembrava un trono. Teneva in braccio una bimba di appena un anno dai capelli scuri: Bella . Accanto alla madre un uomo dai occhi verdi capelli neri che ricordava tanto suo padre . Una piccola lacrima inizio a scendere dagli occhi color cioccolato sul viso spento della ragazza Esme, vedendola si avvicinò a lei e l’abbraccio affettuosamente. Bella smise di piangere. Si sentì veramente stupida:come,lei,una ragazza di sedici anni,che non aveva bisogno di nessuno,si era abbassata a piangere sulla spalla di una donna che conosceva poco? Si asciugo le lacrime. Esme la condusse nella sua camera . Era molto spaziosa, con un letto ampio, una scrivania grande su cui c’erano i libri per la scuola,un computer di ultimo modello , un armadio vuoto,una sedia o per meglio dire una poltrona soffice .
_ Bella io devo andare ,ti verrò a trovare ogni due settimane chiamerò i domestici , i camerieri e il maggiordomo .Se hai bisogno di qualcosa chiedi a lui , hai una macchina che ti porta dove vuoi , spero che nella nuova scuola ti trovi bene . Arrivederci !
_Aspetti un attimo.
-Sì,cara,cosa c’è?
-Visto che eri un’amica di famiglia,come mai,nella tua lettera,hai scritto in quel modo esageratamente formale?
-Ma dolcezza mia,se avessi scritto”Ciao,carissima Bella, sono la tua vecchia Esme ,vieni da me a New York”,tu,come l’avresti presa? Io avrei pensato ad uno scherzo. Così,ho usato un tono ufficiale,per far sì che tu accettassi la mia proposta. E vedo che ha funzionato.
-Su questo non c’è dubbio. Ma,un’altra cosa:perché ti sei firmata DarkAngel? Non potevi semplicemente scrivere il tuo nome?
-Non mi conoscevi,era inutile che riportassi il mio nome sulla lettera. E DarkAngel fa fico,no?
Bella non seppe cosa rispondere. Nel quartiere dove abitava prima,le signore sui trenta’anni erano tutte serie e compunte,e non mostravano mai allegria,. Starle a sentire portava sconforto negli animi delle persone,e Bella era già molto giù di morale. Poi non facevano che parlare dei loro tempi,e condannavano il mondo dei giovani. Invece,Esme sembrava sempre giovane,arzilla e scattante.
-Va bene. Comunque,arrivederci!
Esme se ne andò,come era venuta,e Bella sperava già nel suo ritorno. Erano già le quattro,e Bella cominciò ad esplorare la casa. Il computer era già funzionante. Bella ne aveva usato uno solo a scuola,ma era già molto pratica,e navigò per quasi un’ora tra i siti Internet. Poi,visto che due giorni dopo sarebbe iniziata la scuola,prese i libri sulla scrivania e li sfogliò uno ad uno. Tremò al pensiero di quello che avrebbe dovuto studiare. Anno nuovo,classe nuova,scuola nuova. I libri erano molto noiosi e la ragazza fece fatica a non addormentarcisi sopra. Ma,quando finì,era già pronta la cena. Il cibo era molto sostanzioso e Bella non era abituata a tutto quel bendiddio. Ma aveva sofferto la fame per ben quattro anni,e non le andava di sprecare cibarie. Così mangiò tutto quello che le portavano,col rischio di apparire anche un po’ maleducata.
Ormai erano le dieci e mezzo di sera. La ragazza diede un occhiata ai libri e scopri che le cose per lei erano piuttosto semplici. Si mise il pigiama che aveva la sera prima . Andò nella biblioteca della casa e prese un libro per leggere. Uno in particolare la attirò: si intitolava “ Un amore proibito “. Il pensiero corse spontaneo ai quadri di demoni e angeli che tappezzavano la casa. Tornata in camera,apri la finestra e andò nel terrazzo per leggere. La sera stava calando. Bella si sedette sul pavimento e iniziò a leggere senza accorgersi che il vestitino aveva un spacco che le arrivava fino a mezza coscia,ciò la rendeva più seducente , affascinante e attraente . E la cosa più importante era che non sapeva che qualcuno la stava guardando da non troppo lontano .
FINE PRIMO CAPITOLO
Da non crederci ho scritto anche il secondo capitolo mi fanno male le mani ....RECENSITE PLEASE!!!!!!!!!!!!!!!!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** 2. Un ragazzo misterioso ***
2
Il giorno seguente passò abbastanza in fretta.
Bella ,abituata ai ritmi frenetici della sua vita precedente,si
svegliò alle sei e fece per prendere la tavolozza accanto al
comodino. Di solito,lì sopra,la ragazza teneva tutti gli
attrezzi necessari al suo stentato lavoro,al quale si dedicava ogni
mattina appena alzata.
Quando,con stupore,si accorse che non c’erano,si inquietò.
Ci mise un bel po’ a ricordarsi che tutti i quadri erano rimasti nella
vecchia casa. E si diede della stupida. Ma,ormai si era svegliata,tanto
valeva fare colazione. La casa era solitaria come quella di
Birmingham,ma almeno era luminosa e accogliente,come era quell’altra
prima dell’incidente. I domestici promessi non si vedevano ancora,ma
per la fanciulla non era un grosso problema.
Ormai Bella si era abituata a cavarsela da sola,in quei quattro,quasi
cinque,anni. L’unica difficoltà era orientarsi nella villa.
Tutta quella moltitudine di stanze la confondeva. Procedette un po’ a
tentoni,ma alla fine,dopo dieci minuti di cammino (!) trovò le
cucine.
Esse erano piene di ogni cosa esistente al mondo che si potesse
mangiare,e la ragazza pensò con indignazione a tutti quelli che
soffrivano la fame nella Terra,mentre lei aveva tutto quel cibo a
disposizione. Era un argomento che a Bella stava particolarmente a
cuore. Avrebbe voluto essere la regina del globo terracqueo e comandare
a modo suo. Sotto il suo regno,la fame e le guerre non avrebbero
più martoriato il nostro pianeta,la giustizia avrebbe
trionfato,insieme al bene. Ma,forse,il male sarebbe stato lasciato in
pace. Una parte di lei sentiva che era indispensabile,come lo yin e lo
yang nella religione cinese.
L’influenza positiva maschile,e l’influenza negativa
femminile,tutte e due indispensabili per far funzionare il mondo.
D’altronde,qualcuno le aveva insegnato che la vita non è mai una
linea retta,ma ogni tanto si ritorna al punto di partenza,come un
cerchio perfetto tracciato su un foglio come l’immenso universo. Dopo
la pace c’è sempre la guerra,ma poi la pace ritorna,e ancora la
guerra.
Lo stesso accade con ingiustizia e giustizia,carestia e
prosperità,bene e male. L’unica cosa irreversibile è la
morte.
Bella aveva sperato fino in fondo che tutte queste affermazioni
fossero errate,o almeno che la morte fosse reversibile
. Ma le vicende che ogni giorno sentiva al telegiornale le avevano
fatto credere che,chiunque avesse detto quelle frasi,aveva
perfettamente ragione.
Allora tutti gli sforzi fatti da regina del mondo sarebbero stati vani.
Ma la ragazza voleva continuare a lottare,perché il mondo non
fosse sprofondato per sempre nella guerra,nell’ingiustizia,nella
carestia,nel male più assoluto. Da dove venissero queste
convinzioni,Bella non lo sapeva.
Erano insite in lei da quando era nata,che lei sapesse. Oppure
gliele avevano inculcate i suoi genitori,soprattutto suo padre.
In uno degli ultimi discorsi nel letto aveva detto
:”E’ tutto inutile. Non ce la faremo mai. A che cosa serve lottare
ancora? Tanto,lo sappiamo che prima o poi la pace ritornerà! Non
ti pare insulso continuare a perseguire un obbiettivo impossibile da
raggiungere?”
Ma la madre di Bella gli aveva risposto:
”Non è vero tutto ciò che dici. Se non lottiamo,se non
portiamo il nostro messaggio a tutto il nostro popolo,la guerra
imperverserà all’infinito! Io voglio continuare a
lottare,Charlie. Voglio lottare per la pace,anche se so benissimo che
sarà solo temporanea!”
.”Ok,fai come ti pare. Il popolo è il tuo,non il mio. Ma dicendo
così,mi costringi a continuare,perché io non ti
abbandonerò mai,in tutto quello che fai. Però parla
piano,lo sai che Bella ha l’abitudine di origliare. Non vorrei che
sapesse così presto. E’una bambina,deve godersi la vita. Tutto a
tempo debito.”
. “Hai ragione. Starei in pena se avesse compreso tutto quello che
abbiamo detto. Povera bambina,se sapesse cosa la aspetta,sarebbe
traumatizzata. Meglio che smettiamo di parlare. Buonanotte.”
Il discorso era finito lì. Oramai era sera. dopo la cena
Bella andò nella sua stanza e fece la cartella .
Poi si recò nel bagno per fare una doccia. “Chissà
perché mi sento cosi strana , forse perché domani vado in
una nuova scuola o forse perché qui c’e un aria tutta misteriosa
. Non mi era mai capitato di piangere abbracciata a qualcuno. Mi sento
anche più disponibile verso gli altri. E poi il discorso di Esme
non mi convince. Non sono poi cosi stupida da non capire che Esme mi
sta nascondendo alcune cose molto importanti che forse hanno a che fare
con l’incidente di quattro anni fa . E in più i miei genitori
erano abbastanza giovani,non avevano motivo per fare un testamento .
Vuol dire che loro lo sapevano già che sarebbero morti.
Non è possibile, non è sensato. La cosa che mi turba di
più è stata quella detta da Esme : E’ una grande sorpresa
e onore per me vederti,ma anche un dolore, visto che la tua bellezza mi
ricorda tua madre e un po’ anche tuo fratello . Io ho sempre creduto di
non avere un fratello,però adesso non ne sono più
così tanto sicura. Non ci capisco più niente… E
poi,perché quelle due statue raffigurano me e la mamma e
perché come angeli e soprattutto perché tutti quei quadri
rappresentano solo demoni e angeli? Ora che ci penso anche la mamma mi
narrava delle guerre fra angeli causate da un certo PORTATORE di LUCE.
Se non mi sbaglio Lucifero,in latino,vuol dire proprio questo. E mi
sento osservata .
Sarà solo un immaginazione .
“
Uscita dal bagno si mise la sua vestaglia da notte e si accinse ad
andare a letto,ma per le due ore seguenti non riuscì ad
addormentarsi. Era troppo scossa dai suoi pensieri.”E se i miei
genitori avessero voluto morire?
Se avessero provocato loro quell’incidente mortale?
Se avessero avuto qualche dono speciale per cui vedevano il
futuro e,avendo previsto che sarebbero morti,si fossero assicurati che
io avessi un futuro felice?
Ma se fosse stato così,mio padre non avrebbe detto di tenermi
per un po’ all’oscuro di tutto. E se anche il motivo per cui era stato
scritto il testamento era solo la mia felicità,credo proprio che
questo intento non sia riuscito.
Finora questo testamento mi ha procurato solo un sacco di dubbi.
Riguardo alle altre ipotesi,non penso che i miei genitori,dopo aver
trovato tutto questo benessere economico,avessero avuto voglia di
mandare i loro sforzi a gambe all’aria. No,forse più
semplicemente erano molto previdenti e avevano scritto il testamento
per ogni evenienza. Ma questa vicenda mi turba ancora. E poi,con questa
storia del fratello,tutte le mie certezze sono cadute nel vuoto.
Mia madre e mio padre dovevano avere molti segreti. Forse nemmeno Esme
li conosce tutti.” Bella si guardò intorno,scostando i lunghi
capelli sciolti dal viso per vedere meglio. Si immaginò sua
madre,seduta su quella poltrona accanto al letto,che leggeva un libro,e
suo padre seduto alla scrivania,con l’aria pensosa. Le lacrime scesero
senza che nessuno potesse trattenerle. Bella le ricacciò
indietro,con un nodo alla gola.
”Non posso continuare a piangere,sono una ragazza di sedici anni,non
una bambina frignona! E poi,sarà l’ora che mi addormenti.”
E tutto ad un tratto,cadde in un sonno profondo.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Ragazzo misterioso parte 2 ***
Il giorno dopo Bella si dovette svegliare
presto,suo malgrado. La
notte era passata fortunatamente senza incubi,la prima da quattro anni.
La
ragazza avrebbe voluto che tutte le notti della sua vita fossero state
così.
Sì,se la voleva godere quella notte. Perciò,quando una
domestica venne a
svegliarla,Bella non la prese tanto bene.”Se solo avessero saputo come
mi sono
sentita felice stanotte, non mi avrebbero certo svegliata.”
Fece
per alzarsi,ma la domestica la intimò di restare a
letto. All’inizio lei rimase un po’ perplessa,poi capì quando un
cameriere le
portò il vassoio della colazione.”Mi trattano come una
regina…”pensò. In cuor
suo,gioiva per tutte queste attenzioni. Non si era mai sentita
così importante.
Appena terminata la colazione,Bella scelse il vestito migliore per il
suo primo
giorno di scuola. Durante la notte,evidentemente,i domestici avevano
riempito
l’armadio di abiti.
Erano tutti molto carini,e la ragazza non seppe decidere
subito quale fosse il più adatto. Infine ne trovò uno che
le stava proprio a
pennello:una maglietta attillata,color acquamarina,un poco scollata,che
le
arrivava fino all’ombelico e un paio di jeans chiari a vita bassa.
Mise una
cintura blu puffo e ai piedi calzò
un
paio di all star dello stesso colore della maglietta. Era veramente
pronta. Si
sentiva proprio a suo agio in quegli abiti,che mettevano in risalto le
forme
del suo corpo snello. Ad un tratto ricominciò a sentirsi
osservata,come la sera
prima. Il suo cuore si riempì d’inquietudine. Fece per guardare
fuori dalla
finestra,ma si stupì quando constatò che non c’era
nessuno.
” Basta,sono troppo
paranoica,è solo un frutto della mia fervida
fantasia”,cercò di convincersi Bella.
Ma neanche le sue stesse parole riuscivano ad infonderle coraggio.
Tutto in
quella casa era così insolito,a partire dagli angeli con le
sembianze sue e di
sua madre che sovrastavano l’ingresso. Sicuramente non erano messe
lì a caso.
Dovevano avere un significato preciso. Ma quale? Era questo il
problema.
Era
incredibile la quantità,poi,dei quadri raffiguranti creature
demoniache e
celestiali. Sembrava che la villa nascondesse un grande segreto,ai
limiti della
realtà. Che stava raggiungendo il suo culmine con tutte quelle
sensazioni di
essere spiata. Il nome di “castello degli angeli” era davvero
appropriato.
Bella si stupì della
quantità di
pensieri che stavano uscendo dalla sua testa. Quando ritornò con
i piedi per
terra,si ricordò:
”Accidenti,la scuola! Me ne ero dimenticata.”Corse in fretta e
furia verso il salone,dove aveva lasciato la cartella preparata il
giorno
prima. Se la mise in spalla e si diresse verso il grande portone
dell’ingresso.
La aprì e davanti si ritrovò le statue che le affollavano
i pensieri,una parte
importante di quell’aura di soprannaturale che circondava la magione.
Bella
rimase per un po’ incantata a guardare la statua con le sue
fattezze,che la
raffigurava come un angelo guerriera. “Perché guerriera?”si
chiese lei,”Io non
sono mai stata una guerriera. Mi sono sempre rassegnata a tutto. Alla
morte dei
miei genitori,alla consapevolezza di essere sola come un cane,alla mia
vita
solitaria e per certi versi anche maledetta. Io non sono una guerriera.
Non lo
sarò mai.
”Il clacson di una macchina la riportò alla realtà.
Udì la voce di un
domestico che la chiamava:”Signorina,vogliate salire!” Bella si
voltò
bruscamente e rimase abbagliata.
“Esme mi aveva parlato di una macchina,ma non
immaginavo questo genere di macchina!”pensò. Davanti a lei c’era
la luminosa
carrozzeria di una limousine d’epoca. Un macchinone lungo quasi quanto
l’intero
isolato,cromato d’oro:insomma,un’autentica meraviglia. Se questo serve
per
portarmi a scuola,pensò Bella,figuriamoci come è quello
per le feste mondane!
Si affrettò a salire sul sedile posteriore,foderato di pelle. Il
viaggio per la
scuola si rivelò più lungo del previsto. Per vincere la
noia,la ragazza
incominciò a fantasticare sulla nuova scuola.
“Chissà come sarà questa nuova
scuola! Probabilmente,vista la magnificenza delle ville qua attorno,non
sarà
certo una baracca. O forse no? Una volta la mamma mi portò a
Newcastle,avevo
sette,otto anni. Mi ricordo che c’era un quartiere pieno di negozi che
esponevano capi di marca,ville anche di personaggi famosi,palazzi
antichi. Ma
la scuola del quartiere era una misera casupola che stava andando in
rovina.
C’era una sola classe,poiché le famiglie della zona erano quasi
tutte molto ricche
e mandavano i loro figli,anche piccoli,a studiare all’estero. Come se
non
bastasse,pure le autorità del quartiere non finanziavano quella
piccola scuola.
Non se ne fregavano. Preferivano aprire nuovi negozi,piuttosto che
pensare
all’indispensabile. Chissà se qua la situazione è
uguale.” Il pensiero corse
subito alle sciccherie della sua nuova casa,molte delle quali non erano
molto
utili.
Ma all’improvviso l’auto si fermò. Bella era arrivata a scuola.
E che
scuola! Sembrava un grattacielo. La sua struttura si stagliava verso
l’alto,dando un’impressione di potenza assoluta.
La scuola “J. F. Kennedy” dava
più l’impressione di un centro di potere. Altro che la casupola
di Newcastle! Bella
scese dalla limousine,senza staccare gli occhi dalla cima del
“grattacielo”. Si
accorse,però,che le ragazze,al suo passaggio,incominciavano a
vociferare.
Inizialmente la ragazza pensò che fosse per il fatto di essere
nuova del
posto,oppure per i suoi vestiti. Poi notò che appena la
vedevano,le sue future
compagne di banco indicavano con fare concitato il macchinone
parcheggiato
ancora davanti al piazzale della scuola.
Allora Bella capì che,nonostante le ville fantasmagoriche
presenti nel
quartiere,nessuna di loro aveva mai visto una limousine di quel genere.
Provò
anche un po’ d’orgoglio nel sapere che era la più ricca della
zona. Poi però
pensò che la sua vita era stata molto peggiore delle loro. “
Loro non hanno
visto morire i loro genitori. Loro non hanno patito la solitudine.
Sarò anche
più ricca di loro,ma non sono altrettanto felice.
” E intanto,ad ogni suo
passo,Bella sentiva un commento di quelle ragazze a cui si sarebbe
dovuta
abituare. Cogliendo un discorso,comprese pure che,anche se il tempo che
aveva
passato con loro era stato molto poco,le avevano già trovato un
soprannome:la
Duchessa. Bella rimase
un po’ stizzita. Per esperienza sapeva che i soprannomi che ti
danno,non sono
mai gentili,e,quando una persona se li sente appioppare da un’altra
persona,non
ci saranno mai buoni rapporti tra di loro. Perciò la ragazza si
girò,per vedere
chi fosse quella sfacciata che,senza neanche conoscerla,le aveva dato
un
soprannome poco gratificante. Vide una ragazza,apparentemente della sua
età,alta,magra,dai capelli biondi ,con sfumature rosse e dagli
occhi blu
scuro,che parlava con sussiego alle sue tirapiedi –perché quelle
ragazze
accanto a lei,lo erano di certo-indicandola senza alcun ritegno.
Bella passò
avanti a loro per non sentire i loro commenti vomitevoli.
“Ma in che scuola
sono capitata? Se quelle lì saranno mie compagne di
classe,potrei anche
decidere di ritrasferirmi. E se sono tutte così? Oh,non so se
resisterò più di
un minuto! Almeno,i miei vecchi compagni provarono prima a
conoscermi,per poi
decidere che non ero proprio il tipo da amicizie. Invece,questi qua non
aspettano neanche di salutarti per esprimere un loro giudizio. Almeno
fossero
gentili,questi giudizi! Ma, ad ogni tuo comportamento un po’ strano,ti
elencano
come malata di mente. Li odio di già.” Una ragazzina dai capelli
neri a
caschetto sbarazzini ,evidentemente strabiliata dalla performance della
limousine
di Bella –“Ma che idea è stata quella di portarmi a scuola in
limousine? Non
potevo andare normalmente,come qualsiasi studente qua presente? Mi sto
già
attirando antipatie,e ora anche questa ragazza,che sicuramente vuole
fare il
cagnolino da compagnia!”-,le chiese,girandole intorno:
-
Ciau, mi chiamo Alice...Posso essere tua amica? Dai,dimmi di sì
io ho visto diventeremo grandi amiche e poi…
Bella
la interruppe bruscamente:
-Ascolta,ragazzina,fila
e non farti più vedere! Non voglio
avere delle amicizie,soprattutto quando le tue “amiche” si rassegnano a
ogni
tua decisione e ti fanno da tirapiede !
La
ragazzetta petulante se ne andò via di corsa,come un cane
bastonato,sull’orlo delle lacrime.
Bella
si accorse che era stata troppo dura con lei,e le
aveva detto delle cose spiacevoli. Si girò indietro per
scusarsi,ma cambiò
bruscamente idea. Si convinse di aver fatto la cosa giusta. Riprese la
sua
strada verso la classe,senza ragazze viscide e aspiranti tirapiedi,ma
venne
interrotta da una voce:
-Ehi,ragazza,se
ti presenti così,non avrai amiche per tutta
la durata del liceo. La prima impressione è una cosa
importante,non lo sapevi?
Ora,alza i tacchi,signorinella,e scusati con quella povera ragazzina!
Bella
si voltò indietro per ribattere “Ma chi ti credi di
essere?”,quando si bloccò di colpo,con la bocca semiaperta.
Davanti a lei stava
un ragazzo. Ma non sembrava un ragazzo qualsiasi. Aveva un viso,che
sembrava
scolpito dagli angeli. Aveva i lineamenti delicati,senza imperfezione
alcuna,incorniciati da una massa di capelli color rame e impreziositi
dai suoi
occhi verdi ,tendenti al azzurro. A Bella parve un angelo caduto in
terra. Ma
al tempo stesso aveva un’aria misteriosa,come se su di lui gravasse una
maledizione. La ragazza pensò:”Ancora tutti questi misteri! Non
può essere solo
un’immaginazione. Tra un po’ scoprirò che, in questa zona,i
diavoli escono
dall’inferno e si reincarnano nelle persone!
Poi
chiese,con rinnovata spavalderia:
-Chi
sei tu?
-Questo
non posso dirtelo.
-Come
no! Devi essere un agente segreto,per non poter
rivelare il tuo nome!
-Ah,intendevi
il mio nome.
-Certo,stupido,cosa
credevi?
-Dovevi
porre la domanda in un modo più preciso. Il nome è
soltanto cosa sei. Per chi sei,invece,si intende come siamo dentro,chi
siamo,appunto. Tu,chiedendomi chi sono,mi hai chiesto di rivelarti
tutti i miei
segreti più profondi,tutto quello che neppure i miei genitori
sanno. E
scommetto che neanche tu,Miss Non Ho Bisogno Di Amiche,vorresti che ti
frugassero nella mente,per esempio nella volta in cui sei svenuta sul
palcoscenico,oppure che hai provato un dolore così
insopportabile,che sei stata
costretta a fuggire per dimenticarlo. Perciò la domanda giusta
è:cosa sei?
Bella
rimase un po’
perplessa da quel discorso:”Questo qua è tutto matto! La
differenza tra chi sei
e cosa sei! Soltanto un altro malato di mente potrebbe ragionare con
lui! Un
attimo,però… Come faceva a sapere che in quarta,durante la
recita scolastica,mi
sentii male e sveni? E come faceva a sapere che sono venuta qua a New
York per
dimenticare la morte dei miei genitori? Questo ragazzo nasconde
qualcosa,o
forse semplicemente le notizie a New York circolano in fretta. Meglio
comunque
tenerselo buono.” Così Bella riprese il discorso:
D’accordo,allora,cosa
sei?
-Che
interesse hai a saperlo? Tanto,non mi risulta che tu
abbia la necessità di fare amicizie. O sbaglio?
A
questa risposta Bella montò su tutte le furie:
-Senti,bello,innanzitutto
non ho veramente bisogno di
amici,e poi,anche se volessi fare amicizie,non le stringerei con te che
fai
tutti questi discorsi strambi,che non stanno né in cielo
né in terra,per poi
arrivare a che cosa? Non ho interesse a sapere il tuo nome! Sai cosa ti
dico?
Sei un pazzo sfrenato,ecco cosa sei. O meglio,visti i tuoi discorsi
strampalati,dovrei dire chi sei! D’altronde,pazzi si è
dentro,mica fuori?
Allora
il ragazzo misterioso non trattenne la rabbia:
-Bene,ora
utilizzi anche le mie parole contro di me! Sei
solo una piccola impertinente,dovevo capirlo fin dal primo momento in
cui ti ho
vista! Io ho da dirti una cosa:sei davvero inadatta per il compito che
ti è
stato assegnato dal Supremo! Se continui così,la nostra Terra
sarà
completamente distrutta,e il nostro popolo si estinguerà! Lo
capisci sì o no?
Non mi aspettavo che la reincarnazione di Colei Il Cui Nome E’ Sacro si
comportasse
così da egoista. Evidentemente il Supremo si sbagliava sul tuo
conto,quando ti
affidò il tuo prezioso incarico. Ad un Angelo Nero,poi! Con
quanti Angeli
Bianchi ci sono nella Rosa della Vita,molto più meritevoli di
te! Non sei
adatta al tuo compito,lasciatelo dire.
Bekka
si confuse ancor più di prima:
-Supremo?
Angelo Nero? Rosa della Vita? Cosa
significherebbe?
Ma
il ragazzo mostrò un’espressione stupefatta,e se ne
andò,così come era apparso,lasciando la ragazza in un
mare di
indecisione:”Stava delirando o cosa? Chi è il Supremo? Quale
compito mi ha
assegnato? Perché il destino del nostro pianeta dipenderebbe da
me? Chi è Colei
Il Cui Nome E’ Sacro? Chi sono gli Angeli Neri e gli Angeli Bianchi?
Cosa è la Rosa
della Vita? Il mistero
si infittisce,Bella.
Certo,questa specie di gerarchia potrebbe riferirsi ai
quadri di casa mia. E,ora che ci penso,sul portone della villa
c’è una rosa.
Questo disegno si ripete molte volte:sul mio letto,sotto la cornice del
quadro
che raffigura la nostra famiglia,e persino in cucina. Questo
sconosciuto sa più
cose di me di quanto non ne sappia io stessa. Come Esme. Non vedo l’ora
che
venga a trovarmi. Mi deve un bel po’ di spiegazioni.
Troppi misteri in una sola
volta. Impossibile che quel ragazzo non sapesse cosa diceva. Troppo
convincente. E,se riguarda me,Esme saprà
sicuramente che cosa è questo compito che mi sarebbe stato
affidato. Mi ricordo
quando mi disse di un fantomatico fratello.
Quando le risposi che non avevo
fratelli,era molto sorpresa. Certo,se avessi davvero un fratello,starei
certamente meglio. Avrei anche solo una persona che mi legherebbe
ancora alla
mia famiglia,e non tutto sarebbe perduto. Ma cosa vado pensando,non ho
un
fratello,e non lo avrò mai. Comunque,anche lo sconosciuto
sembrava visibilmente
stupefatto quando ho chiesto spiegazioni.
Anche lui si aspettava che io sapessi
questo. Forse la verità su tutta la mia breve esistenza.
Certo,però,quel
maleducato poteva degnarsi di sbrogliare la situazione!”
La
campanella suonò e Bella si avviò verso la sua nuova
classe.
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=381351
|