99 days without you (JONGKEY)

di Myuu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** Giorno Uno ***
Capitolo 3: *** Giorno Due ***
Capitolo 4: *** Giorno Tre ***
Capitolo 5: *** Giorno Quattro ***
Capitolo 6: *** Giorno Cinque ***
Capitolo 7: *** Giorno Sei ***
Capitolo 8: *** Giorno Sette ***
Capitolo 9: *** Giorni Otto/Dodici ***
Capitolo 10: *** Giorno Tredici ***
Capitolo 11: *** Giorno Quattordici ***
Capitolo 12: *** Giorno Quindici ***
Capitolo 13: *** Giorno Sedici ***
Capitolo 14: *** Giorni Diciassette/Venti ***
Capitolo 15: *** Giorni Ventuno/Ventidue ***
Capitolo 16: *** Giorno Ventitré ***
Capitolo 17: *** Giorno Ventiquattro ***
Capitolo 18: *** Giorno Venticinque ***
Capitolo 19: *** Giorno Ventisei ***
Capitolo 20: *** Giorno Ventisette ***
Capitolo 21: *** Giorno Ventotto ***
Capitolo 22: *** Giorno Ventinove ***
Capitolo 23: *** Giorno Trenta ***



Capitolo 1
*** Introduzione ***


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Alcuni dicono che l’amore sia l’emozione più forte che una persona possa provare. Prende tutte le fibre del tuo corpo, facendosi strada attraverso la tua anima e uccidendoti dall’interno. Deteriora il tuo buonsenso, facendoti fare cose stupide in suo nome. Questo è quanto hanno teorizzato. 

!!adattamento jongkey ad una ff larry, tutti i crediti vanno all’autrice originale della storia!!

Riferimenti a fatti realmente accaduti purtroppo, tutto ciò che c'è d'altro è stato aggiunto di mia sana pianta.
I personaggi presenti nella storia non mi appartengono, anche se li adotterei tutti in massa ❤️

Ogni giorno verrà pubblicato un capitolo, restate quindi sintonizzati ✌🏻️
A domani 😉






Caro Jjong,
te ne sei andato da due settimane ormai. Non l’ho affrontata bene. I ragazzi mi hanno consigliato di andare da un terapista per aiutarmi... Non ti sembra piuttosto ironico tutto questo?
Dovrei farmi aiutare da chi ha fallito nell’aiutare te.
Beh… Consigliato è una parola grossa.
Lo sai quanto terrorizzante può essere il nostro leader quando ci si mette.
Pensano davvero che potrebbe aiutarmi a superare questa cosa e andare avanti. Ma io non ci riesco. Tu sei tutto ciò a cui penso. 
La tua testolina con i capelli lisci da fare invidia alla seta, profumati e dai colori più disparati, il modo in cui il tuo sorriso illumina un’intera stanza grigia, i tuoi occhi che paiono brillare e che amo così tanto.
Sei impossibile da dimenticare.
Inutile che ti dica quanto gli altri tre siano preoccupati per me.
Taemin mi sta letteralmente sommergendo di latte alla banana che anche solo a sentirne il nome mi viene da vomitare.
E, a detta di se stessa, anche la mia terapista lo è.
Per questo mi ha dato questo stupido diario, così posso scriverci tutto quello che mi passa per la testa.
Dovrei darglielo ogni settimana per farglielo leggere, ed è una cosa così strana da fare.
L’idea non mi entusiasma granché, anche perché la maggior parte dei miei pensieri sono su di te.
Ma penso che lei lo voglia leggere per questo, per assicurarsi che io la stia gestendo bene.
Ma ad essere onesti non lo sto facendo e sono davvero consapevole che lei leggerà tutto questo.
Ma tanto prima o poi la verità deve saltare fuori, vero?
Non mi ha mai detto di specifico che cosa io debba scrivere tra queste righe, mi ha detto solo di farlo.
Quindi ho pensato di scriverti.
Spero a te non dispiaccia.
Voglio solo che tu sappia come sto e come mi sento a stare qua senza di te.
Tutto il giorno, tutti i giorni… I miei pensieri saranno racchiusi qua, tutto scritto qui sopra.
A mano.
A proposito, sono davvero fuori allenamento, mi fa già male il polso.
Sai quanto odio fare le cose in vecchio stile.
Non poteva darmi un iPad, o che so io, una email a cui mandare un documento Word?
Età della pietra a parte, partirò da quel giorno.
Il giorno in cui hai lasciato questo mondo.
 

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Capitolo 2
*** Giorno Uno ***


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Giorno uno: 

Quel giorno non ero nemmeno in Corea.
Sei stato un vero stronzo.
Se non avessi accettato quel lavoro fuori dalla nazione, se solo fossi stato lì con te magari…
Magari tutto quello che sta per accadere tra queste righe non sarebbe mai successo.
Ma bando alle ciance.
Ci eravamo sentiti giusto la sera prima, e non avevo dato peso alle eccessive emoji di cuoricini e saluti che mi avevi inviato su KakaoTalk.
Appena ricevetti la telefonata da Minho quella sera, beh, pensavo mi stesse prendendo per il culo, come fa sempre lui.
Si diverte davvero a stuzzicarmi assieme a Taemin, certe volte vorrei strozzarli quei due.
Ma la sua voce era spezzata, le parole gli uscivano a pezzi per via dei singhiozzi e davvero, un tono così straziato non l’ho mai sentito da lui.
Erano tutti indizi che mi facevano capire che non mi stava raccontando una stronzata ma io non ci volevo credere.

Presi il primo aereo per ritornare in patria, per tutto il viaggio una sensazione angosciante mi si attanagliò allo stomaco.
Sapevamo che avevi avuto i tuoi alti e bassi, stavi andando in terapia e gli scorsi giorni ti eri pure esibito con dei concerti da solista.
Tutto sembrava andare bene.
Seduto su quello stretto sedile, guardando fuori dall’oblò, mi rigirai quell’anello che portavo sempre al dito, quello che mi avevi regalato tu.
Doveva essere sicuramente uno scherzo.
Un bruttissimo scherzo.
Ripensando però ai vari messaggi che mi avevi mandato, poi Minho in quelle condizioni… C’era qualcosa che non andava.
Qualcosa di grave che nemmeno osavo immaginare.
Perché Jjong?
Forse io… Non bastavo?
Non ero una buona ragione per continuare a vivere?
Mi scese una lacrima solitaria sulla guancia che mi affrettai ad asciugare.

Atterrai sul suolo coreano che era già notte tarda, mi diressi immediatamente dagli altri membri.
Si trovavano in una delle stanze della SM.
Fu davvero difficoltoso anche solo entrare, i paparazzi erano ovunque e i flash delle macchine fotografiche saettavano da qualsiasi parte risaltando nel buio della notte.
Maledetti avvoltoi.
Appena vidi gli altri tre, mi crollò il mondo addosso.
Il viso di Minho era consumato dalle lacrime, Taemin mi corse incontro abbracciandomi e piangendo a dirotto e Jinki hyung era seduto in una delle molte poltroncine presenti, guardava in basso e pareva che neanche respirasse.
“Key hyung… L’ha fatto davvero…” – furono le parole ovattate che mi rivolse Taemin con il viso spalmato sul mio cappotto.
Chiesi di te al manager.
Volevo vederti.
Volevo vederti arrivare da un momento all’altro con il tuo solito sorriso sulle labbra mentre ridacchiavi e cominciavi a prendermi in giro perché avevo creduto a quello stupido scherzo che avevi deciso di farmi assieme agli altri membri.
Ma Taemin stava ancora piangendo su di me, il manager ci portò tutti e quattro all’ospedale dell’università Konkuk e quando vidi tua madre e tua sorella in quelle condizioni capii che tu non saresti arrivato.
Capii che non era uno scherzo.
L’avevi fatto davvero.
Non volevo crederci.

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Capitolo 3
*** Giorno Due ***


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Giorno due:

Erano passate davvero poche ore da quando te ne eri andato.
La tua famiglia era lì.
Abbiamo abbracciato tua madre, Jinki che sembrava l’unica persona lucida in quel momento cercava di confortarla mentre gli altri cercavano di prendersi cura di So Dam, che aveva cominciato ad urlare rifiutandosi di credere che il suo fratellino l’avesse lasciata.
Volavano lacrime ovunque, difficile capire di chi fossero.

C’erano pure dei poliziotti che ci spiegarono tutto quello che erano riusciti a ricostruire in quelle poche ore.
Avevi inviato dei messaggi così strazianti alla povera So Dam che chiamò il numero d’emergenza.
Ti ritrovarono quasi dopo due ore privo di sensi sul pavimento di quel maledetto appartamento che avevi affittato per fare questa cazzata colossale.
Cercarono di rianimarti, ma tu te n’eri già andato.
Gli investigatori ritennero che la causa del decesso fosse per inalazioni dei vapori tossici e del fumo, dato che ritrovarono delle bricchette di carbone bruciate in una padella,  
Arrivarono quindi alla conclusione che ti eri suicidato.
A quella parola le mie orecchie presero a fischiare.
Chiesero poi a tua madre il consenso ad eseguire l’autopsia, ma lei decise in mezzo alle lacrime, di non procedere.

Quella notte riuscii a vederti.
Eri in una stanzetta tutta bianca. Steso su quel lettino. La tua pelle luminosa pareva sbiadita e i capelli erano davvero bianchi, assieme a tutto l’ambiente.
L’unica cosa che risaltava erano le tue labbra rimaste ancora un po’ rosee.
Fu solo per qualche istante però.
Non riuscii a rimanerci dentro troppo.
Mi asciugai le guance bagnate, chissà da quanto stavo piangendo.
Mi accasciai in un piccolo angolino sul corridoio a sfogare tutto il mio dolore.
Sinceramente non mi ricordo quanto tempo passai in quello stato.
Dei minuti? Delle ore?
Poco importa.
Mi rifiutai di credere che tu te ne fossi andato.
Sinceramente mi rifiuto ancora.
Stai tornando vero? Spero di sì.
Tutti qui pensano la stessa fottuta cosa.
Mi mancano com’erano le cose prima.
Ora nessuno sorride più.
Mi manca il tuo sorriso.

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Capitolo 4
*** Giorno Tre ***


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Giorno tre:

Ci riunimmo con la tua famiglia per parlare del funerale in una sede dell’agenzia.
Incontrai vari colleghi per i corridoi, tutti mi fermavano, mi chiedevano come stessi.
Che domande inutili.
Come se le occhiaie ed il rossore che avevo cercato di nascondere con il correttore non potesse essere abbastanza come risposta.
Cercai però di essere il più garbato possibile, nonostante tutte quelle attenzioni mi dessero un po’ fastidio.
Se d’ora in poi sarà così ogni volta che incontrerò qualcuno, l’idea di chiudersi dentro casa e marcirci all’interno mi sembrava davvero allettante.

L’incontro fu breve e silenzioso.
Minho e Taemin erano davvero devastati.
Jinki sembrava invece solo triste.
Partecipò più attivamente di me alla programmazione del funerale, questo è certo.

Il resto del pomeriggio, io e i ragazzi, l’abbiamo sprecato sul mio divano in puro silenzio.
A me colava il naso e mi bruciavano gli occhi, nessuno diceva una parola.
Nessuno fiatava perché ormai non eravamo più niente.
Non esistevano più gli SHINee senza di te e la stessa cosa è adesso.
Quindi quel giorno l’abbiamo finito in puro silenzio, ognuno di noi perso nei propri pensieri a domandarsi cosa avremmo fatto, ora che tu non c’eri più.

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Capitolo 5
*** Giorno Quattro ***


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Giorno quattro:

Mentre stavo studiando le piastrelle del mio soggiorno, il mio sguardo si posò su Comme Des e Garçons.
Si misero ad abbaiare. Avevano fame.
Ero stato piuttosto distante anche con loro in quei giorni.
E mentre stavo dando loro da mangiare mi ricordai di quando stavi giocando con Comme Des assieme a Jinki.
Eravate seduti a terra sul pavimento del dormitorio e tu stavi cercando di far entrare il musetto del piccolo barboncino nella tua bocca. 
Ti sono sempre piaciuti molto i cani.
Sorrisi.
Ricordai anche quella volta che Roo aveva fatto la pipì sulla maglietta di Minho, tu avevi iniziato a ridere come un pazzo.
Ridacchiai inconsciamente al ricordo, la tua risata così cristallina e soave è così dannatamente contagiosa e riesce sempre a darmi una sensazione di pace, come se nel mondo tutti i problemi svanissero non appena incominci a ridere.
Poi mi bloccai.
Roo.

Varcai la soglia di casa tua e il mio cuore crollò.
Quello era il tuo mondo, tutto ricordava, profumava e apparteneva a te.
Quel divano di pelle scuro dove eravamo soliti farci le coccole, magari davanti ad uno di quei programmi spazzatura che tanto adoro.
Oppure il pianoforte situato poco lontano… Ci passavi le ore, intento a scrivere e comporre le tue melodie.
E io ti guardavo seduto su uno degli sgabelli in cucina, eri così bello mentre corrucciavi le sopracciglia sopra uno spartito, o canticchiavi un testo appena scritto oppure le adorabili smorfie che facevi quando, quello che avevi appena creato, non ti soddisfava per niente.
Passai il dito sulla liscia superficie delle pareti mentre mi lasciai guidare dall’eco della tua voce e dal tuo profumo, verso la camera da letto.
Il tuo letto la fa da padrone, largo ed enorme.
Penso sia uno del letti più comodi in cui io abbia mai dormito.
Un insieme di immagini di noi cominciarono a scorrere nel mio cervello e inconsciamente io sorrisi.
Mi sedetti sul lenzuolo stropicciato e lo accarezzai.
Non servì dire nulla perché nella mia mente tu ci eri sdraiato dentro e russavi, io giacevo poco lontano da te e ero sveglio perché tu russavi veramente forte da non permettermi di dormire. Per questo ti tirai un colpo con i piedi, irritato. Tu invece ti voltasti, mi abbracciasti e infossasti il naso nei miei capelli. 
Sentii il tuo respiro caldo che mi solleticava la cute e improvvisamente mi rilassai, addormentandomi accanto a te.
Un sonoro abbaiare mi destò dal bellissimo sogno ad occhi aperti.
Il letto era vuoto.
Freddo.
Tutto disordinato.
Ed io ero venuto per sfamare Roo, dato che tu da qualche giorno a quella parte avevi deciso di andartene.
Ma quando mi alzai dal letto, qualcosa sotto al cuscino catturò la mia attenzione.

Trovai la tua lettera per me, quel giorno.
La familiare visione della tua grafia mi fece piangere.
Ed il fatto che in quella lettera mi dicevi di non piangere, ti scusavi per aver dovuto nascondere il nostro amore da tutti, mi raccomandavi di non darmi la colpa di tutto perché  non era affatto così è che tu mi conoscevi e sapevi che mi sarei sentito responsabile, mi chiedevi di dirti che avevi fatto bene, ma soprattutto dichiaravi di amarmi con tutto te stesso, non mi aiutarono molto ad eseguire il primo punto della lista.

Mi asciugai velocemente le guance quando si sentì la porta che si apriva.
Roo abbaiò ancora e sentì il rumore dei suoi passettini sul parquet.
Seguii quindi il zampettio di quell’adorabile cagnolina.
Mi ritrovai davanti So Dam intenta ad accarezzare la piccolina che stava divorando con foga quel pasto.
“Kibum?” 
La voce di So Dam tremava.
Io le feci un sorriso triste.
“E-ero venuto per la stessa cosa m-ma poi..” – allargai le braccia indicando la dimora.
‘Mi sono lasciato distrarre’ avrei voluto aggiungere ma le parole mi morirono in gola mentre una lacrima solitaria mi percorse tutto il viso.
Tirai su col naso, strofinandola con la manica della giacca.
“Wow, So Dam sei proprio un disastro” – mi sfuggì di bocca.
I capelli erano un disastro e aveva gli occhi arrossati.
Lei non sembrò offendersi, anzi si mise a ridacchiare tristemente.
“Anche tu, Kibum non hai una bella cera”
Non aveva tutti i torti.
Ci sedemmo sul divano mentre la piccolina finiva di mangiare e così colsi l’occasione per parlare con tua sorella.
Jjong, questa povera ragazza si dà il tormento da quando è successo tutto quanto.
Si mise a piangere raccontando del panico che aveva provato quando aveva letto i tuoi messaggi, chiamando il numero di emergenza in continuazione.
Ho cercato di rassicurarla, aveva fatto la cosa giusta a chiamare i soccorsi.
Peccato che fossero arrivati con due ore di ritardo.

Tornai a casa, nel pomeriggio ci sarebbe stata la tua cerimonia.
Cominciai a vestirmi, pensando comunque che fosse ancora troppo presto per dirti già addio.
Quanti giorni erano passati?
Non mi ricordavo nemmeno che giorno della settimana fosse.
Non mi interessava molto.
Di solito avremmo avuto le prove, ma la notizia della tua scomparsa aveva già fatto il giro del mondo intero.
Mi ero rifiutato di andare online o di guardare la TV.
Le uniche cose che facevano vedere erano supposizioni sul perché tu l’avessi fatto, ma io sapevo il perché, perciò non volevo ascoltare altre teorie.
Jjong, manchi alle nostre fan.
Me ne sono reso conto quando per strada delle ragazze mi hanno fermato piangendo e dicendo quanto fossero dispiaciute per la perdita.
Hanno detto che eri fantastico, che eri una persona stupenda e che non meritavi di andartene così presto. Sono d’accordo con loro.
Perché te ne sei andato?
Beh, so perché.
Ho finito col mostrare a tua sorella la lettera.
Ha pianto, Jjong.
Ha pianto tanto.
Sentii come se la colpa fosse tutta mia e tutto questo peso sulle spalle si stava ingrandendo.

Sinceramente non ricordo molto del tuo funerale.
Avevo la testa che mi scoppiava dal pianto.
Minho ha portato la targa del tuo nome.
Sei fortunato ad avere un fratello bello e alto come lui che possa portare con orgoglio il tuo nome.
So Dam invece portò la tua foto.
Penso sia una delle mie preferite, eri così sorridente quando è stata scattata.
Teuk hyung, Eunhyuk e Donghae invece si sono uniti a noi per aiutarci a portarti.
Con tutto quel legno attorno eri così pesante, Jjong.
C’era tutta la tua famiglia, tutti i tuoi amici e anche altri idol che magari non conoscevi così bene.
Ma sono venuti tutti per te.
Insieme ad una fiumana di fan, per vederti un’ultima volta e salutarti.
Quando ti hanno fatto salire su quell’auto per portarti via, è stato come se il cuore mi si rompesse di nuovo.
Non ero pronto a dirti addio così mi sono accasciato sulla schiena di Jinki, che era davanti di me.
Lui si è voltato e mi ha stretto a se, cercando di farmi coraggio.
Era la prima volta dopo giorni che mi parlava e se non ci fosse stato lui, non so cosa avrei fatto.
Non sono stato capace di rimanere forte durante il tuo funerale e mi dispiace.

Devi essere deluso da me.
Lo so che mi hai sempre visto come una persona forte.
Ma è solo quando sono con te.


 

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Capitolo 6
*** Giorno Cinque ***


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Giorno cinque:

Il quinto giorno trascorse fin troppo lentamente per i miei gusti.
Non avevo fame, non avevo sonno e non volevo vedere nessuno.

Rilessi il post che ti avevo dedicato il giorno prima su Instagram dopo averti detto addio.
Avevo messo la foto della lettera che ti scrissi, insieme a quell’anello che indossavamo entrambi.
Penso ogni singola parola.
Hai deciso tu per entrambi.
Però posso capire perché l’hai fatto.
Non sono arrabbiato, non preoccuparti.
E davvero, cercherò di essere felice.
Di vivere al meglio.
Di prendermi cura di tua madre e di So Dam come se fossero la mia stessa famiglia.

Vidi anche le foto del giorno prima in Giappone, la luna era diventata color acqua.
Il colore degli SHINee.
Il colore delle Shawols.
Il nostro colore.
Piansi.









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@bii_wonderland

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Capitolo 7
*** Giorno Sei ***


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Giorno Sei:

Ho mostrato la lettera ai ragazzi quel giorno. 
Beh, non l’ho proprio mostrata. 
Sono venuti a vedere se fossi ancora vivo, l’avevo lasciata sul ripiano della cucina e Minho la trovò. 
Ha girato tutta la stanza con le lacrime agli occhi, Jinki invece non disse nulla.
Taemin mi fece un sorrisino triste, offrendomi un bricchetto di bananamilk.
Sinceramente pensavo si arrabbiassero, io e te non avevamo mai fatto un vero e proprio coming out con gli altri membri, ma quando ho fatto notare questa cosa, a Taemin comparve un piccolo ghigno malefico in volto e mi rispose che loro tre avevano avuto i loro sospetti già da un po’.
Quando mi vide sull’orlo delle lacrime, lo sai che dopo di te sono quello che piange più facilmente nel gruppo, il maknae mi sorrise dolce e mi abbracciò.
Si unirono anche Jinki e Minho.
Sono davvero fortunato ad avere dei membri come loro.
Ne usciremo insieme da questa storia.

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Capitolo 8
*** Giorno Sette ***


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Giorno sette:

Una settimana senza di te nella mia vita sembra come un’eternità e quindi ho passato la giornata a guardare i vecchi video e le nostre interviste, facendo finta che tu fossi con me e ridessi insieme a me.

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Capitolo 9
*** Giorni Otto/Dodici ***


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Giorni Otto/Dodici:

Ho deciso di scrivere questi giorni insieme perché non è accaduto niente di particolare.
Natale ha fatto piuttosto schifo senza di te, sono rimasto a letto tutto il giorno.
Minho, Taemin e Jinki hanno cercato di fare del loro meglio per cercare di parlarmi ma sto diventando distante. Non ho parlato con nessuno, a parte te, ovviamente. 
Ma non eri sul serio là con me e i ragazzi hanno cominciato a preoccuparsi.

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Capitolo 10
*** Giorno Tredici ***


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Giorno tredici:
 
Ho pianto ancora quel giorno.
Correggo, piango sempre dal giorno in cui te ne sei andato.
Ora che te ne sei andato, non so che fare con me stesso.

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Capitolo 11
*** Giorno Quattordici ***


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Giorno quattordici:
 
Voglio solo dire che non ero estasiato all’idea di andare in terapia.
Soprattutto perché con te non ha funzionato.
Ma i ragazzi mi hanno costretto.
Mi hanno confermato che sarebbero andati anche loro, per cercare di superare il trauma.
Non ti nego che mi piacerebbe riuscire a dormire ogni tanto.
Non ci riesco però perché non appena chiudo gli occhi ti vedo e comincio a piangere talmente forte che ogni volta mi sveglio di soprassalto.
Così ci sono andato, ma non mi è piaciuto.
La terapista ha cercato di tirarmi fuori più informazioni possibili, chiedendomi come mi sentissi e quali fossero i miei pensieri a riguardo.
Non mi è piaciuta l’invasione della privacy.
Ma ora eccomi qua, mentre ti scrivo.
Certe volte ti posso sentire, sai.
È come se mi stessi guardando.
E invece di esserne spaventato, come forse dovrebbe essere, mi sento piuttosto confortato, a dir la verità.

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Capitolo 12
*** Giorno Quindici ***


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Giorno quindici: 
 
Eccomi qua, al giorno presente.
Oggi mi sento… Vuoto.
Ma immagini che sia quello che si prova quando perdi la persona che ami, giusto?
La terapista ha letto il mio diario ieri sera.
È sembrata piuttosto delusa da me.
Mi ha detto di smetterla di scrivere queste cose, ma le ho risposto che in realtà mi sta aiutando.
E un un certo senso è vero.
Mi sento come se tu fossi qui, leggendo tutte le cose che sto scrivendo su questa pagina.
 
Giusto, torniamo ad oggi.
Non ho fatto molto ad essere onesto.
È venuto Tae a trovarmi e abbiamo guardato un paio di film per cercare di tornare ai vecchi tempi.

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Capitolo 13
*** Giorno Sedici ***


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Giorno Sedici:
 
La gente dice che gli SHINee non esistono più e mi fa veramente male dentro.
Sono passate solo due settimane e le persone cominciano a parlare.
Io e i ragazzi stiamo cercando di ritornare a lavorare, ma è troppo presto.
Non pensiamo di essere già capaci di salire su un palco o andare allo studio, sapendo che ci manca un membro che non ritornerà.
Non abbiamo negato le voci per intanto.
Sinceramente, non riesco a considerarci gli SHINee nemmeno io.
Con quattro di noi siamo solo Lee Jinki, Choi Minho, Lee Taemin e Kim Kibum.
Senza di te qui è sbagliato chiamarci SHINee.
Lo so che probabilmente tu vorresti che noi continuassimo la nostra carriera, ma è davvero DIFFICILE.
Perché non puoi tornare?

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Capitolo 14
*** Giorni Diciassette/Venti ***


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Giorni Diciassette/Venti: 
 
Mi scuso, ho dimenticato di scrivere in questi giorni.
Ad essere onesti, non ho nemmeno lasciato il mio letto.
Sono solo STANCO.
Penso tu possa capire adesso che rimarrai sveglio per l’eternità.
È cattivo da dire?
Non lo so.
Non so cosa succede dopo che te ne sei andato, ma alcuni dicono che c’è un mondo nero che ti circonda.
Dio, spero tu non sia circondato dall’oscurita, Jjong, tu meriti di cantare tra gli angeli.
Penso armonizzeresti bene con loro, magari assieme a quel dannato kazoo che tanto adoravi.
Te lo avrei fatto mangiare volentieri più volte quando ti mettevi a notte fonda a provare le melodie con quell’arnese.
Comunque, ho sempre pensato che tu avessi una voce angelica.
Forse potresti essere il mio angelo custode e cantare per me qualche volta… Che ne dici?
Tornando ai giorni precedenti, come ti ho detto sono stanco.
Non ho lasciato il letto e mi fa compagnia solo il portatile, di cui non m’importa molto.
Ci sono decine di cose da fare online.
Ma ho fatto del mio meglio per evitare qualsiasi social network.
Non sono ancora pronto ad affrontare il mondo reale, soprattutto senza di te.
Taemin si è fermato un po’ da me.
Penso sia preoccupato per me rispetto a qualsiasi altra persona.
Tu eri quello che sorrideva sempre e che illuminava le giornate degli altri.
Ed io riflettevo il tuo sorriso.
Ora che non c’è più il tuo buonumore da riflettere, Taemin ha cercato di prendere quel posto.
Ha cercato di farmi sorridere e l’ho apprezzato davvero.
 
 
 
 
 
Ciao a tutti i lettori di questa storia!
Volevo solo ringraziarvi del sostegno che, anche se poco, mi fa davvero moltissimo piacere 😊
Mi raccomando, continuate e seguire la storia!
Come per un paio di capitoli fa, anche questo racchiude più giornate insieme che lascerò vuote per poter continuare a scrivere e rimanere al passo con la fanfiction! 😉
Ci rivediamo quindi il 6 gennaio per il prossimo capitolo ❤️ 

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Capitolo 15
*** Giorni Ventuno/Ventidue ***


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Giorni  Ventuno/Ventidue:

Jinki hyung è rimasto da me le due notti passate.
Sta dormendo sul divano vicino a me, adesso.
Mi fa sentire bene che ci sia qualcuno nell’appartamento.
Quando ci sono solo io sembra così grande e vuoto.
Penso che inviterò i ragazzi a dormire molto più spesso.
Minho invece oggi mi ha chiamato.
Mi sono sentito felice nel sentirlo al telefono.
Mi ha detto che la sua terapia sta andando bene e sono contento.
Se ripenso ancora a quel giorno, mi si rivoltano le budelle.
Due giorni dopo sarei dovuto ritornare.
Avresti dovuto resistere due altri giorni.
Se solo ci fossi stato io con te, tutto questo forse non sarebbe mai successo.
Tu saresti ancora con me e potremmo essere stati felici insieme.

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Capitolo 16
*** Giorno Ventitré ***


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Giorno Ventitré:
 
La terapia è davvero una tortura.
Sinceramente non so se mi stia aiutando molto.
La mia terapista continua a dirmi di smetterla di scrivere queste cose perché non mi fa bene.
Ma non posso smettere.
Se smettessi mi sentirei come se ti tradissi.
Non posso lasciarti andare di nuovo.
 
 
 
 
Vi chiedo perdono se questa settimana non ho postato nulla.
Ho avuto problemi con l’appartamento che ho in affitto e il lavoro.
Spero che possiate perdonarmi, vi posto ora tutti i capitoli che non ho postato prima! ❤️
Grazie davvero per l’affetto che mi avete dato finora, continuiamo così 💪🏻💞
Non dimenticatevi di seguirmi su Instagram @bii_wonderland per non perdervi gli aggiornamenti! 😘

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Capitolo 17
*** Giorno Ventiquattro ***


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Giorno Ventiquattro:
 
La mia terapista oggi mi ha chiesto di farle leggere la tua lettera per me.
Sinceramente non so cosa serva che lei la legga.
Dovrebbe essere una cosa tra noi due e basta.
Quando me l’ha chiesta non ho potuto trattenere le lacrime, ma con riluttanza le ho dato il pezzetto di carta un po’ stropicciato.
È strano che la porti in giro con me?
È una delle ultime cose che ho di te.

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Capitolo 18
*** Giorno Venticinque ***


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Giorno Venticinque:
 
È passato un bel po’ di tempo dall’ultima volta che ho cantato.
Oggi ho cantato.
Tutti noi l’abbiamo fatto.
Era il nostro primo giorno di ritorno in studio, oggi.
Lasciamo dire che suona tutto così diverso senza la tua forte voce mescolata con la nostra.
 
Abbiamo deciso di restare gli SHINee nonostante tutto e siccome a febbraio andremo in tour in Giappone come previsto, abbiamo dovuto rivedere molte canzoni.
È stato un colpo al cuore doversi dividere i tuoi assoli, e sinceramente l’ho anche trovato un po’ ingiusto all’inizio.
Non saremo mai in grado di rimpiazzare la tua voce, di cantare come facevi tu.
La tua voce era una su un milione, lo giuro.
Ogni volta che cantavi il mondo intero diventava solo una macchiolina sfuocata nei miei occhi e tutto ciò che riuscivo a vedere eri tu.
Mi sono pure messo a piangere, quando abbiamo provato la prima canzone e Minho cantava la tua parte.
Sono stati tutti molto pazienti, i membri soprattutto.
Jinki hyung mi ha preso tra le sue braccia e mi ha sussurrato all’orecchio che lo sapeva che è difficile.
Anche per lui è difficile ma dobbiamo farlo per te.
Ti dedicheremo questo tour.
Il mio cuore si è un po’ messo in pace.

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Capitolo 19
*** Giorno Ventisei ***


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Giorno Ventisei:
 
Oggi ho camminato lungo l’affollata Seoul per un po’, solo per respirare i luoghi che una volta tu hai vissuto, immaginando che tu fossi assieme a me, tenendomi per mano.
Dopo aver vagato un po’ per la città, ho deciso riluttante con me stesso di tornare nel tuo appartamento.
Ho preso il mio mazzo di chiavi dalla tasca del giacchetto, ma la porta era già aperta.
 
Entrai e richiusi la porta, guardandomi attorno.
So Dam sbucò dal corridoio.
“Kibum” – mi sorrise venendomi incontro.
Mi prese in un abbraccio.
Sentii altri passi.
Non erano quelli della piccola Roo, questi sembravano più leggeri e coordinati.
Era la signora Kim.
La tua mamma.
So Dam mi lasciò libero di potermi inchinare.
Lei in risposta mi venne incontro con le braccia aperte.
La sentii aggrapparsi alla mia schiena.
Mi scese una lacrima.
 
“Siete qua per prendervi cura della piccola Roo?” – chiesi una volta che ci fummo spostati in cucina, la signora Kim stava versando nel tuo servizio di tazze tradizionali un profumato tè alle erbe.
“Purtroppo Byulroo è scappata da qualche giorno, ho provato a mettere in giro qualche cartello… Spero solo che stia bene. Avrà sentito la mancanza di Jonghyun, non se ne separava mai per così tanto tempo” – percepii la voce di So Dam molto preoccupata.
“Prova a mettere qualche foto anche su internet… Magari qualcuno l’ha vista da qualche parte. Jjong… Beh lui postava quantità industriali di foto di lei, su Twitter soprattutto” – sorrisi triste, ero quasi imbarazzato.
Era la prima volta che parlavamo di te con tanta leggerezza nel cuore.
“Non ci avevo pensato… Ci proverò. Grazie, Kibum-ah”
Le sorrisi, prendendo un sorso di tè e guardandomi timidamente attorno.
Il sorriso svanì quasi subito.
Mi alzai.
“P-perché il piano d-di Jjong è coperto?” – chiesi guardando tua sorella.
Fu tua madre a rispondermi.
“Siamo venute a mettere un po’ in ordine”
Sorrise piano.
“Kibum, non porteremo via nulla, stai tranquillo” – aggiunse So Dam, appoggiandomi una mano sulle ginocchia.
Mi risedetti quasi subito dopo.
Presi un altro sorso di tè.
Fu tua madre al alzarsi.
“Abbiamo trovato queste, erano sparpagliate nel suo studio” – la signora Kim mi sorrise, porgendomi un fascicolo di plastica pieno di fogli.
Guardando entrambe in modo interrogativo, cominciai a sfogliarlo.
Mi venne un colpo al cuore.
Qualche lacrima mi sfuggì.
Erano tutte delle bozze di canzoni.
Tutte su di me.
Molte avevano pure uno spartito che sembrava definitivo.
Mi scappò una risata nel vedere il titolo di quella che pareva quasi una filastrocca.
“La Diva Di Daegu Bummie”.
Così diceva il titolo.
Il testo era perloppiù una sciocchezza.
Un’altra s’intitolava invece “Key Appa”.
Avevamo girato Hello Baby nel 2010, c’era davvero roba così vecchia?
O forse era stata scritta dopo?
Su quel foglio non c’era nessuna data.
Sfogliandolo potei vedere che in qualche pagina era stata scritta una data.
2013, 2016, 2009, 2014…
La stragrande maggioranza però era senza.
L’ultimo spartito mi fece singhiozzare.
“Shinin”, diceva.
Aggiunto a mano in un angolino c’era scritto: 
“L’ho scritta per tutti, ma soprattutto per te.
Ricorda: always be with you.
Ti amo”
 
Piansi a dismisura.
Davanti a tua madre, davanti a So Dam.
Quando pensavi di farmi vedere tutte quelle bozze?
Erano per me, avresti dovuto suonarmele tutte tu, una ad una, al piano.
Andava bene anche il kazoo.
 
Quando finalmente mi ricomposi un attimo, sull’uscio della porta, mi inchinai per ringraziare tua madre.
Lasciò So Dam da sola con me.
“Lo sa anche lei non è vero?” – le chiesi.
Avevamo detto solo a tua sorella della nostra "relazione segreta". Dato il vostro stretto rapporto, si era accorta che il nostro, ma soprattutto il tuo, comportamento fosse diverso e abbiamo dovuto sputare il rospo... Mi ricordo ancora l'enorme imbarazzo!
So Dam annuì.
“Da anni. Mi ricordo ancora il giorno in cui ce lo aveva detto” – sorrise al ricordo –“Era così felice. Per mamma non fu semplice accettarlo. Ma vedendo come ti prendevi cura di lui, era la cosa migliore”
“So Dam, io ho fallito” – le presi le mani –“Q-quando l-lui…”
Mi morirono le parole in bocca.
Ma lei capì.
“Kibum, non dirlo nemmeno per scher-”
“Se fossi restato con lui, non sarebbe mai successo tutto questo” 
Lei si rifiutò di ascoltarmi parlare in quel modo, dicendomi di smettere di dare la colpa a me stesso.
 
Sono uscito dalla porta.
Non credo si aspettasse che me ne andassi così, perché la sentii chiamare il mio nome dalla porta ma la ignorai, precipitandomi verso casa.
 
 
Appena chiusi la porta del mio appartamento piansi così tanto che mi accasciai a terra contro di essa.
Tutto quello che potevo vedere eri tu.
Sentii la tua voce che mi parlava ed è stato sufficiente per tranquillizzarmi e permettermi di sprofondare nel mio letto.

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Capitolo 20
*** Giorno Ventisette ***


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Giorno Ventisette:
 
Oggi ho passato tutto il giorno a letto.
Ho ignorato ogni chiamata e ogni messaggio.
Ad un certo punto, Jinki hyung, Minho e Taemin sono venuti a bussare alla porta del mio appartamento, chiedendomi di aprirla e di parlare con loro.
 
A notte fonda sono andato ad aprire.
Erano ancora là.
Mi hanno abbracciato ed ho pianto di nuovo.
Mi sono sentito in colpa per fargli provare così tanto dolore.
Vorrei solo che il dolore finisse.

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Capitolo 21
*** Giorno Ventotto ***


Giorno Ventotto:

 

Stamattina, quando sono uscito dalla camera, ho trovato Tae dormire sul divano, mentre Jinki e Minho probabilmente si erano divisi il letto per gli ospiti.

Mi sono avvicinato alla sagoma sdraiata sul sofà.

Mi è sembrato così stanco e disperato che ho cominciato a piangere.

Come se l’avessi fatto a lui.

Sto risucchiando la vita da ognuno di loro.

Tutto questo perché sono egoista.

 

Il mio pianto lo ha svegliato, così lui mi ha accolto tra le sue braccia.

Taemin dà ottimi abbracci, come sai, così mi sono stretto a lui per un sacco di tempo, non una volta l’ho sentito lamentarsi o spingermi via.

Lui ha pianto con me e in quel momento mi sono sentito vicino a Minnie come mai prima d’ora.

Mi dispiace non avergli dato più attenzioni prima.

 

Dopo un po’ anche Jinki hyun e Minho si sono uniti al nostro abbraccio, facendo ridacchiare Taemin.

Poi Minho si è staccato ed è andato in cucina a preparare il caffè, mentre il leader si mise ai fornelli per preparare la colazione.

Taemin invece prese possesso del telecomando della TV.

Sorrisi, osservando i nostri amici.

L’ho probabilmente già detto ma sono fortunato ad averli.

 

 

 



 

Hey, ci sono.

Sono ancora viva.

Spero voi stiate bene.

Ho avuto un blocco subito dopo aver pubblicato i precedenti capitoli.

È una cosa troppo irrispettosa da fare? Scrivere una fanfiction così su Jonghyun?

L’ho pensato tantissime volte, e anche se può essere un po’ irrispettoso, ormai sono quasi a metà.

Ho avuto un po’ di problemi personali in questi mesi e sto attraversando un periodo un po’ buio della mia vita, ma questi ultimi giorni ho ripreso in mano questa storia e se c’è una cosa che io mi prometto di fare, la faccio.

Quindi eccomi qua, quasi otto mesi dopo, ad aggiornare questa fanfiction.

Sappiate che il mio scopo nella vita per ora è quello di, prima o poi, riuscire a portare a termine questa storia.

Il mio profilo autrice di instagram mi è stato bloccato e da mesi non riesco più ad entrarci, quindi ne ho appena creato ora uno nuovo.

Si chiama @myuu_efp, passate a seguirmi se volete sapere quando posterò!

L’altro giorno sono stata pure friendzonata dal tipo che mi piace.

Quante gioie nella mia vita, vero?

Spero comunque di poter riprendere tutto in mano, nel frattempo di tanto in tanto pubblicherò i capitoli che ho scritto finora, sono circa una ventina, ma non li posterò uno ogni giorno.

Intanto vi saluto un po’ così,

alla prossima!

Myuu

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Capitolo 22
*** Giorno Ventinove ***


Giorno Ventinove:

 

Domani sarà passato un intero mese.

Un intero mese da quando te ne sei andato ed io lo trovo così difficile da pensare.

 

È come se fosse ieri quando tu pieno di vita ridevi così forte, spalancando la bocca e applaudendo forte le mani.

 

Questo è reale, vero?

 

 

 

 

 

 

 

 

Buongiorno, eccomi, non mi sono dimenticata dell’esistenza di codesta storia.

Scusate per i capitoli a rilento, la mia vita è super piena in questo periodo.

Spero comunque che voi abbiate cominciato questo 2022 in maniera migliore della mia lol

possibile che ci siano sempre casini? Per una volta non può filare tutto liscio?!

Ahhh, che amarezza.

Myuu

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Capitolo 23
*** Giorno Trenta ***


Giorno Trenta:
 

Oggi io ed i ragazzi abbiamo passato una giornata di silenzio in tuo onore, rifiutandoci di rispondere a chiamate o messaggi, o semplicemente di parlare tra di noi.

È stato puro silenzio.

Non era imbarazzante, sembrava anche un po’ piacevole.

 

Ci siamo rilassati nel mio appartamento oggi, guardando tutto il giorno i tuoi film preferiti.

Ci siamo seduti tutti stretti l’un accanto all’altro, facendoci forza a vicenda mentre piangevamo.

I nostri singhiozzi rimbombavano in tutta la casa ed i fazzoletti erano ammucchiati attorno a noi.

Penso di non essere mai stato circondato da così tanto moccio in vita mia.

Eravamo davvero un brutto spettacolo da vedere.

Ma inutile dire, che fu il momento in cui mi sentii più vicino a loro dopo tanto tempo.

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