Un amore e una vendetta

di lmpaoli94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Potere assoluto ***
Capitolo 2: *** Un drink per conoscersi meglio ***
Capitolo 3: *** Attrazione pericolosamente erotica ***
Capitolo 4: *** Sguardi contrastanti senza parole ***
Capitolo 5: *** L'amore non può essere soffocato. Nemmeno se lo si vuole ***



Capitolo 1
*** Potere assoluto ***


New York, 1922

Il silenzio delle nottate della grande mela veniva rotto dal suono delle bande che illecitamente e co fare così naturale, intrattenevano ospiti di ogni tipo con alcol di contrabbando mentre il proibizionismo e la corruzione avevano ricoperto l’intera nazione.
La gente aveva bisogno di sentirsi libera, di sentirsi viva tra risate di donne e affari illeciti di uomini.
ma tutto ciò non poteva riguardare la povera Anastasia, prostituta di lusso dove la sua vita era cambiata repentinamente
Rimasta orfana in tenera età, la giovane ragazza aveva dovuto continuare a vivere diventando ‘amante di molti uomini facinorosi mentre la sua felicità veniva spezzata dai soldi e dalla forza di volontà ormai venuta meno.
Ma un giorno di questi, scoperta dall’abile mafioso irlandese Jack Hyde, la giovane donna divenne la moglie di quell’uomo senza scrupoli che usava il suo potere uccidendo tutti coloro che cercavano di reprimere tale potere.
una forza sovrumana e un potere coronato dai suoi loschi affari ubriacati da corruzione e soldi sporchi.
Un regno costruito con tanta fatica ma talmente fragile che poteva essere messo a dura prova con i continui litigi di una donna che non riusciva a rimanere al suo posto.
I problemi tra Jack Hyde e Anastasia Steele erano all’ordine del giorno, minando quel rapporto pericoloso che avrebbe per sempre eliminato quella vita disgraziata che la giovane donna aveva dovuto sposare.
Notte insonni passate tra il gioco d’azzardo e l’alcol, fino a quando la gelosia del suo stesso marito non la relegò nei suoi uffici mentre i suoi scagnozzi tenevano sotto controllo l’intera area.
< Che cosa voleva dire quel sorriso all’indirizzo del croupier? >
< Non so di cosa tu stia parlando, Jack > rispose la ragazza facendo finta di nulla e facendo arrabbiare nello stesso momento suo marito.
< Credi davvero che io sia uno stupido, Anastasia? Ho visto che cercavi una valida ragione per riuscire a parlarci. Quando capirai che tu sei solo mia e di nessun altro? >
< La tua gelosia è irrispettosa e fuori da comune, Jack. Non capisco perché tu ti preoccupi tanto di me. Io sono tua. Per sempre. >
Quando pronunciò quelle parole, Anastasia si sentiva afflitta dentro il suo cuore debole e disperato per non riuscire a trovare nessuna via ‘uscita.
I suoi occhi imploranti erano nascosti dal dolore e dalla voglia di provare a tener testa al suo stesso marito.
< La tua sincerità è davvero imbarazzante, Ana > rispose divertito il marito < Se davvero hai rispetto per me, perché allora non lo dimostri dinanzi ai miei uomini? >
< Che cosa vorresti che io facessi? >
< Fai vedere a loro che hai abbastanza rispetto: fai l’amore con me. >
< Io non sono più una puttana di basso borgo > rispose irritata la ragazza alzandosi dalla sua sedia.
< Dove stai andando?! >
< A divertirmi alla festa. Senza di te. >
< No, mia cara. Tu non vai da nessuna parte. >
< Non hai nessun diritto di trattarmi così! >
< Ah, davvero? Vorrei ricordarti che posso sbatterti sul marciapiedi in qualsiasi momento, riportandoti a quella vita insulsa che facevi prima di incontrarci. E ti assicuro che non avrai più nessuna occasione di rimanere felice nella mani della povertà. Sai quante donne vorrebbero essere al tuo posto? >
< Certo che lo so. Con tutti gli amanti che hai… >
Indignato da tali parole, Jack non ci vide più dalla rabbia, mollando uno schiaffo che fece cadere a terra la povera ragazza.
Il suo labbro così delicato era macchiato dal suo stesso sangue e dalla sua stessa paura di venire uccisa improvvisamente.
< Prova a ripeterlo, se hai il coraggio > ribatté l’uomo digrignando i denti < Se ho delle amanti, non è affar tuo. Puttana. >
Piangendo con tutta la disperazione, Anastasia si sentiva inerme e distrutta dal dolore, mentre la voglia di fuggire cercando di inseguire una nuova vita, era paragonabile ad una missione impossibile e ad una voglia di farla finita divenuta vivida nella sua mente.


< Cerca di divertirti al banco bar, mia cara. Vedrai che ubriaca di sentirai molto meglio. >
< Smettila di prenderti gioco di me! > urlò Anastasia straziante di dolore
< Perché? È così divertente… Taylor, perché non accompagni la signorina a sbronzarsi un po’? Magari in compagnia potrebbe essere più suscettibile e a suo agio. Che ne dici? >
Ma quando la guardia del corpo di Hyde si avvicinò alla ragazza, la donna ritrasse il braccio con disgusto lasciando la stanza di suo marito.
< Signore, vuole che la insegui? >
< Non ce n’è bisogno, Taylor. Tanto quella ragazza non potrebbe andare da nessuna parte. >
< Ma se qualche uomo si avvicinasse a lei… >
< Io riuscirei a saperlo immediatamente, Taylor. Mezza New York è tutta mia e le voci corrono molto velocemente. Soprattutto nei quartieri malfamati di questa città. >
La sicurezza di quel mafioso che spremeva ogni singolo centesimo a quella gente povera che non riusciva nemmeno a permettersi un piccolo appartamento, si sentiva onnipotente e intoccabile.
Ma il vero intoccabile era un misterioso uomo che varcando quel bar nascosto in mezzo alla città, aveva intravisto gli occhi tristi di una giovane ragazza supremo dolore che non sarebbe riuscito a rimanere indifferente.

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Capitolo 2
*** Un drink per conoscersi meglio ***


Messa in disparte e con le urla della gente che cercava di distogliere la sua attenzione sul suo drink, Anastasia fissava il vuoto con tale attenzione che quasi sembrava presa da quel vortice di oscurità in cui era definitivamente caduta.
Un matrimonio all’apparenza felice, ma che nascondeva il male più assoluto in un mondo malavitoso che non gli apparteneva minimamente.
Quel mondo che aveva per sempre disprezzato e che faceva di tutto per cercare di trovare una via d’uscita che sembrava impossibile.
Circondata solo dagli uomini di suo marito, nemmeno il barista di quel locale poteva davvero riuscire a consolarla.
Si sentiva sola, persa, inutile.
E solo l’avvento di un misterioso uomo d’affari giunto a New York da Seattle poteva davvero risollevargli un morale a terra.
< E’ libero questo posto, signorina? >
La giovane donna, immersa nel suo alcol, si limitò a fare un cenno di sì con la testa senza emanare nessun rumore.
> La ringrazio > rispose cortesemente l’uomo.
Il barista, vedendo che potevano prospettarsi guai, avvertì subito il presunto gentiluomo che il posto a sedere accanto alla giovane signorina era occupato.
< Ma la signorina qui presente mi ha detto… >
< E’ confusa dall’alcol, signore > rispose frettolosamente il barista < Le consiglio un altro posto, magari pi appartato. Questo locale è dotato di qualsiasi confort e… >
< Frank, perché non vuoi che nessun uomo mi stia accanto? Hai forse qualche problema? >
< Signorina, sa bene quanto suo marito… >
< In questo momento mio marito non c’è > tagliò corto la donna < Quindi vedi di non disturbarci e dacci subito qualcosa da bere. Io il solito, mentre per il signore… >
> Uno scotch whisky, se è possibile. >
< Certo che lo è. >
Imbambolato dalle parole della donna, il barista rimase ancora inerme senza sapere davvero che cosa fare.
> Cosa aspetti, Frank? Vuoi che ti faccia cacciare dagli uomini di mio marito? Sono convinta che non vorresti mai tornare nella bettola in cui sei cresciuto, spregevole spia che non sei altro. >
Liquidato definitivamente, il signore accanto ad Anastasia, non aveva mai visto con tale veemenza una giovane donna parlava ad un uomo.
< No. Devo stare molto attento a come lei si atteggia con gli uomini. >
< E’ solo una volgare spia di mio marito che non mi lascia in pace. Ed io odio avere gli occhi di coloro che non sopporto. >
< Suo marito deve essere un uomo molto premuroso. >
< Vuole solo controllarti a vista. Mi ritiene di sua proprietà > ribatté sprezzante Anastasia < Ed io non voglio essere quel tipo di donna… Adesso lei starà pensando che io sia solo una donna frivola e annoiata. Ma se lei sapesse da quale passato io provenga, forse cambierebbe idea sul mio conto. >
< Mi illumini allora. Sono tutto orecchie per ascoltare la sua storia. >
Era òla prima volta che un uomo gli recava così tante attenzioni.
La prima volta che un uomo si interessava di lei che non fosse il suo aspetto.
< Lei mi sta prendendo in giro, vero? >
< Perché dice così? >
< Perché nessuno vuole davvero sapere chi io sia veramente: una volgare puttana che ha battuto le vie di questa città. Mi faccio schifo da sola. >
< Mi dispiace del suo terribile e recente passato. Davvero. >
le parole di quell’uomo sembravano così sincere alle orecchie di quella donna, quasi da portarla a scoprire chi fosse davvero quell’uomo.
> Siamo seduti qui da venti minuti e io non so nemmeno il suo nome > rispose Ana ritrovando il sorriso.
< Oh, ha ragione. Sono un vero maleducato. Il mio nome è Christian Grey. >
< Piacere di conoscerla, Signor Grey > fece la donna porgendogli la mano per essere baciata < Il mio nome è Anastasia Hyde. Ma il mio nome da nubile è Steele. Anastasia Steele. >
< Perfetto, Signorina Steele. Ho subito compreso dalle sue parole che non vuole essere chiamata con il cognome di suo marito, non è forse così. >
< Attento con quale veemenza e con quale tua arroganza lei si rivolga a me. Nessuno degli uomini presenti deve sapere… >
< Allora mi posso limitare a chiamarla Anastasia? >
< Non so se è una buona idea… >
Divertito dal pericolo in cui stava incombendo, il giovane Christian Grey fu davvero felice di passare una serata diversa dal solito.
< Suo marito dovrebbe ritenersi fortunato ad avere una donna come lei, sa? >
< Davvero? E da cosa lo deduce? >
< Dalla sua intelligenza, oltre che dalla sua bellezza. Lei mi sta inebriando, Anastasia. >
< Oppure lei vuole forse portarmi a letto come la maggior parte degli uomini che mi hanno guardato almeno una volta nella vita… Le confesso che non mi giudico bella, ma capace di giungere talmente in alto da rimanere imprigionata per sempre. Come questo dannato matrimonio. E poi lei non può dire questo… Io sono solamente una puttana. >
< Perché vuole sminuirsi, Signorina Steele? >
< La prego di non pronunciare quel nome > replicò subito la ragazza mettendogli un dito sulle sue labbra < Ne va della nostra incolumità. >
< Allora forse sarebbe meglio andarsene da questo posto. Non crede anche lei? >
< Mi dispiace per lei Signor Grey, ma come le ho già detto, io sono prigioniera dei possedimenti di mio marito. Non posso lasciare il locale in nessun modo. >
Adocchiando un buttafuori che non faceva altro che fissare la giovane coppia che parlava amichevolmente, toccò questa volta a Christian fare la mossa.
< Tu lascia fare a me. >
Avvicinandosi all’uomo, Christian si imbatté con un uomo alto e con fare minaccioso che lo squadrava in maniera accigliata.
> Che cosa vuoi da me, moscerino? >
< Non posso credere che tu abbia detto questo, razza di gorilla senza cervello. >
< Puoi ripetere, per favore? >
< Taylor, ti prego > mormorò Anastasia cercando di dare tutta la protezione necessaria al suo nuovo conoscente < IL Signor Grey voleva soltanto… >
< Importunarla, se mi è permesso dire > ribatté invece Christian < Io non ho mai sopportato gli energumeni come lei, Taylor. Sai perché? Perché non fanno altro che darsi tutte le arie necessarie, ma ai miei occhi, sono soltanto delle nullità. >
< Se giunto fin qui per cercare guai? Perché ti confesso che se continui di questo passo… >
< Tu cosa? Vuoi prendermi a botte dinanzi alla signorina del tuo capo? Vorrei tanto dirti che faresti un grande sbaglio, ma se sei talmente sciocco… >
< Ora basta. Mi hai stancato! >
Ma prima che Taylor potesse mollare un pugno all’indirizzo di Christian, Jack Hyde intervenne in suo soccorso sparando al ginocchio del povero Taylor.
Il panico si sparse in tutta la sala, facendo fuggire tutta quella folla che aveva preso d’assalto il locale, svuotandolo in pochi secondi.
Non capendo bene la situazione, Anastasia non sapeva che cosa credere.
> Jack, ma cosa… >
< Felice di fare la sua conoscenza, Signor Hyde. >
< Mi avevano detto che lei era un uomo astuto, potente e che non aveva paura di niente, Signor Grey > replicò cortesemente l’uomo < Benvenuto a New York. >
< La ringrazio. Non avevo nessun’altra idea per poterla incontrare, Signor Hyde > rispose Cristian dopo avergli dato la mano < Ho i miei metodi superlativi e anche questa volta sono serviti. Il suo buttafuori è davvero un’idiota. >
< Concordo pienamente. >
Ordinando agli altri uomini di trascinarlo fuori dal locale, Anastasia rimase sbigottita da tutto ciò.
> Vedo che ha già conosciuto mia moglie Anastasia, Signor Grey. >
< Sì. Abbiamo avuto il piacevole momento di bere assieme una volta entrato in questo locale. Spero che per lei non sia motivo di gelosia. >
< Assolutamente no. Anzi, sono davvero felice. >
Anastasia non comprendeva che il giovane Christian Grey potesse essere un uomo importante come il suo stesso marito, macchiandolo nella sua mente come un mafioso senza scrupoli.
< Signor Grey mi dispiace per questo imprevisto. Davvero… Per farmi perdonare, vorrei invitarla questa stessa notte nella mia villa. Sempre che lei non sia stanco. >
< Al contrario. Ho avuto abbastanza tempo per riposarmi > rispose sorridente l’uomo sicuro di sé < E poi gli affari sono affari. Non trova? >
< Sapevo che io e lei parlavamo la stessa lingua > rispose Jack lusingato < Le faccio strada? >
< Con piacere. >


Una volta giunti alla meravigliosa villa di Jack Hyde poco lontano dal centro della città, Anastasia non sapeva ancora che cosa pensare dell’uomo che suo marito conosceva da prima di lei.
Era davvero un gentiluomo o era soltanto una feccia maligna a cui suo marito cercava di mandare avanti i suoi traffici illeciti?
Una domanda pertinente che avrebbe ricevuto al più presto risposta.
< Ecco giunti. >
< Bellissima casa > mormorò Christian voltandosi a 360 gradi per guardare tutto l’ingresso della villa < Nemmeno io sno abituato a tale lusso. >
< Lei è abituato a stare sotto copertura, Signor Grey. Ma io penso che i soldi vadano spesi per godere. Altrimenti che viviamo a fare nuovi uomini d’affari? >
< Certo. Ha ragione. >
Dopo aver dato disposizione ai suoi uomini per controllare tutto il perimetro della casa, Christian si sentiva immerso in un fortino dove era impossibile evadere.
Lo sapeva molto bene Anastasia, scettica ancora su cosa stava facendo suo marito.
< Zuccherino, che ne dici di rientrare in camera? Non so quando posso farti compagnia. Il mio colloquio con il Signor Grey potrebbe andare per le lunghe. >
< Spero che non sia un disturbo rovinare la notte con sua moglie, Signor HYde. >
< Oh, non sia sciocco! Non c’è nessun disturbo… E poi mia moglie sa quando è il momento di farsi da parte. >
Lo sguardo accigliato di suo marito, faceva presagire che non la giovane donna non doveva in nessun modo contraddire suo marito.
< No. certo che no… E poi sono molto stanca. Ti prego di non fare tardi. >
< Non preoccuparti per me. >
Prima che la giovane donna stesse per lasciare i due uomini d’affari ai loro propositi, Jach Hyde fu inorridito per come la donna non aveva salutato il suo ospite.
< Ana, non ti ho insegnato ad essere maleducata. Dove sono finite le tue buone maniere? >
< Hai ragione, tesoro. >
Riavvicinandosi a lui, sentì il suo fiato sul collo come se la stesse attraendo come una calamita.
La vicinanza di quell’uomo poteva essere un toccasana per Ana, ma anche una maledizione che l’avrebbe potuta condannare.
< Mi dispiace non aver avuto altro tempo con lei, signorina Steele > mormorò l’uomo guardando suo marito distratto a parlare con i suoi uomini < Spero che avremmo altre occasioni di incontrarci. >
< on credo che sia possibile, Signor Grey > tagliò corto la donna< IO sono una donna sposata e appartengo al Signor Hyde. Quindi… >
< Non menta a sé stessa, signorina Steele. Non gli si addice.. >
< Se mio marito la scopre… >
< Non succederà. Ho tutto sotto controllo… Piuttosto, il drink che abbiamo bevuto assieme, mi hanno fatto capire che lei può essere un’ottima complice per portare a termine un piano diabolico che potrebbe liberarci tutte e due del Signor Hyde. >
< Che cosa sta dicendo, Signor Grey? >
< Domani mattina ha impegni, Ana? >
< Come si permette di chiamarmi con tale nomignolo? >
< Lei mi risponda e la lascerò andare. >
Con il cuore che gli martellava a mille per il timore, la giovane donna si limitò a fare un cenno di no con la testa, prima di ascoltare le dovute parole dell’uomo.
< Ci ritroviamo domani mattina al Plaza Hotel. È lì che io alloggio. Attenderò il suo arrivo fino a mezzogiorno… Se dopo quell’orario lei non si sarà presentata, capirò che non vuole immergersi in una svolta di vita che potrebbe cambiarla per sempre. In fondo siamo su due strade molto pericolose, Signorina Steele. Ci pensi bene. Ha tutta la notte per farlo. >
Enigmatico e misterioso allo stesso tempo, Anastasia era assolutamente curiosa di sapere dove la prepotenza e il coraggio di Christian Grey avrebbe potuto portarla.
< Ora devo proprio andare… Mi dispiacerà non essere accanto a lei questa notte. Ma spero lo stesso che lei possa riposare bene dopo la serata trascorsa assieme. Buonanotte. >
Interdetta e ammutolita da tali parole, Anastasia non riuscì a rispondere al riguardo, salutando frettolosamente suo marito che in tutto quell’arco di tempo in cui aveva parlato con Christian Grey, l’uomo non poteva immaginare con quale infimo alleato stava per stringere accordi.

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Capitolo 3
*** Attrazione pericolosamente erotica ***


Parole che si confondevano nel cuore della notte.
E quella notte di quel preciso incontro, Anastasia non riuscì a chiudere gli occhi a causa di quella visione impressa che aveva di quell’uomo di nome Christian Grey.
A primo impatto, un uomo gentile senza la minima sfumatura.
ma dietro le sue spalle e dentro il suo animo a dir poco tormentato dalla corruzione come suo marito, ecco che tira fuori un monito imprevedibile e una carattere misterioso.
Ma quegli occhi così neri e oscuri illuminati dalla sua gentilezza disarmante.
E’ quello che aveva toccato il cuore di Anastasia: un cuore.
Ma come poteva davvero credere che quell’uomo potesse regalargli la felicità necessaria?
Come poteva fidarsi?
ogni possibilità era l’attimo fuggente da cogliere per poter fuggire da quella vita di eccessi, con la curiosità di una conversazione che avrebbe potuto portare nell’oblio quella conoscenza che stava prendendo sempre più significato.


Christian si sentiva assolutamente a suo agio completamente da solo in mezzo a tutti gli uomini fidati di Jack Hyde.
le parole e i soldi che circolavano in tutte quelle parole, sarebbe stato il futuro di tutta la città e di tutta la criminalità organizzata mescolata a corruzione e a potere assoluto.
un monito che per quell’uomo misterioso era la naturalità.
Ma ciò non riuscì a nascondere l’interesse della donna del suo affarista principale, che con sguardo accigliato non gli aveva mai distorto lo sguardo da lui.
Uscendo da quel salone che per il giovane Christian era diventato asfissiante, Jack gli propose di prendere un drink fuori dalla sua dimora e più precisamente un giardino.
< Luogo immenso e davvero tenuto bene > fece Christian facendo finta di essere sorpreso < I miei più sinceri complimenti, Signor Hyde. >
< La ringrazio, Signor Grey… Sinceramente non avrei mai pensato che io e lei avessimo trovato subito un accordo sulle nostre prossime azioni della nostra comunità. >
< Lei è un irlandese brillante, Signor Hyde. E con grande ammirazione, non dimentica la sua patria. >
< Come potrei farlo? Il mio più grande sogno è di poter tornare a casa. Ma come faccio? Anastasia non vuole staccarsi da questa città. E poi le cose da fare sono molte. Non ho un attimo di respiro. >
< Un impero del crimine come il suo, ha bisogno di essere sempre attivo e di non dormire mai. Come del resto l’intera città. >
< Ho voluto regalare felicità e benessere alle mie persone più care. La mia famiglia mi ha sempre ringraziato per questo, ma non la mia Anastasia > mormorò Jack con tono sconsolato < Certe volte mi pento di averla sposata. Non vuole comprendermi. >
< O forse è lei che non vuole comprendere sua moglie. >
< Come, prego? >
Lo sguardo malizioso del giovane Grey mise subito in allarme il giovane irlandese.
< Ha mai ascoltato i desideri di sua moglie? >
< Certo. Gli ho regalato tutto quello cui potevo comprare con i soldi. >
< Sua moglie sa da dover proviene tale denaro? Magare non vuole essere invischiata in soldi sporchi e corrotti. Magari vuole solo essere felice e spensierata. >
< Ahahah ma lei sta dicendo sul serio o mi prende in giro? Non capisce che quella donna è soltanto una puttana che ha sofferto la fame? Perché non vorrebbe avere i miei soldi? Tutto ciò è impossibile. >
Christian, che non amava contraddire le persone, si limitò a fare un cenno d’assenso con la testa.
< Signor Grey, mi pare che lei conosca meglio mia moglie che di me. Un fatto davvero inusuale, non trova? >
< E’ una donna dalle mille sorprese. E lei dovrebbe essere fortunato ad avere una donna come lei. >
Ridendo sommessamente di quelle parole, Jack sembrava avere la mente offuscata dall’alcol.
In altre occasioni, avrebbe preso male le parole di un uomo che faceva i complimenti alla sua stessa moglie, ma per Christian era diverso.
Il giovane Grey avrebbe voluto potergliela strappare dalle sue sporche mani.
Per una vita migliore. Per una vita dignitosa lontano dalla corruzione e dai soldi sporchi.
< Signor Hyde, è stato un piacere intrattenermi con lei e i suoi affari. Crede che nel corso del tempo, io possa imparare molto da lei. >
< Sicuramente, Signor Grey. Lei è una persona molto intelligente. >
< La ringrazio ancora per tutto. >
E una volta salutato l’uomo, il giovane Christian non poté che menzionare ancora la donna dell’uomo.
< Mi porti i saluti a sua moglie. Una donna coraggiosa che non conosce nessun limite alle parole e alla sua forza di volontà. >
< Signor Grey, è un vero peccato sapere che lei non è fidanzato o sposato. >
< E questo chi glielo dice? >
< A questo punt9o mi piacerebbe conoscere sua moglie o la donna a cui gli fa’ battere il cuore. Magari potremmo trovarci domani sera nel mio ristorante preferito. >
< Nessuna donna mi ha mai fatto battere il cuore come ha detto lei > ribatté Christian con tono piccato < Ma sicuramente ho una donna a cui mostrerei molto interesse. E non parlo dell’amore. >
< Ahahah lei è un vero marpione, Signor Grey. >
“E tu sei un vero stupido, Jack Hyde” pensò divertito Christian prima di lasciare la villa dell’uomo e con la consapevolezza che l’inc0ntro proibito avrebbe unito ancora i pensieri di Anastasia e la voglia di Christian di prendere tutto quello che voleva.


All’indomani di una mattinata soleggiata a caotica tra le vie della grande mela, Anastasia veniva seguita dalle guardie del corpo di suo marito che non gli davano un attimo di respiro.
Gli scagnozzi del marito erano dei veri e propri ossi duri, incontenibili quando si trattava di eseguire semplici ordini.
Ma tutto ciò non spaventava la giovane Anastasia, consapevole dei rischi a cui andava incontro.
Immergendosi tra le vie e tra quella moltitudine di gente, la giovane donna riuscì a seminare gli uomini svoltando tra le vie della città e nascondendosi tra i vicoli più malfamati.
Ma adesso il problema era uno solo: come poteva rintracciare il Signor Grey?
ma soprattutto, i due dove avrebbero potuto parlare in santa pace senza essere visti da nessuno?
i pericoli dietro l’angolo e le conseguenze erano un pensiero fisso come un macigno per la vìpovera donna, nascondendo quegli occhi spaventati con la sua spavalderia e quel suo modo di mordersi il labbro sporcandosi di rossetto.
Ma l’arrivo tempestivo di Christian che confessando subito dopo gli confessò che non l’aveva mollata di un solo secondo una volta uscita dalla villa di suo marito, l’ebbrezza di sentire quella donna vicina a lui, lo fece sentire vivo come non mai.
< Signor Grey, mi ha spaventata. >
< Mi scusi. È che l’ho vista spaesata, Signorina Steele… Si sente bene? >
< Sinceramente no. Vorrei tanto non essere qui perché mio marito… Sa che cosa può comportare se non si ubbidisce ai suoi ordini? >
< Io sono molto restio agli ordini, Ana. Quindi perché non riesce a parlare liberamente con me? Magari di fronte ad una buona tazza di cioccolata calda… Venga con me. >


Christian stava facendo di tutto per far sentire a suo agio la giovane ospite, senza mollargli gli occhi di dosso e facendogli sentire tutto il calore necessario.
ma la paura di fare qualche passo falso era sempre vivido nei suoi pensieri e parlare tranquillamente di fronte a tutta quella gente anche in un posto appartato lontano da occhi indiscreti, non aveva portato  all’effetto necessario.
< Perché non riesce a guardarmi negli occhi, Signorina Steele? Le faccio forse paura? >
< Nessuno mi aveva mai chiamato Ana se non mio marito > replicò la giovane ragazza con tono flebile.
< Ed è un problema per lei? >
< Si sta addentrando in acque molto agitate, Signor Grey. Lei non sa che cosa può comportare tale sacrificio rimanere qui con lei… Lei può farmi sentire a mio agio, ma è tutto inutile. Io non sarò mai libera. Nemmeno se io e lei… >
La voce gli si era rotta in gola e la povera ragazza non riusciva nemmeno a sorseggiare la sua cioccolata calda diventata ormai fredda.
E fu in quel momento che Christian avvicinò la sua mano verso quella di lei cercando di stringergliela in mezzo a quello stupore.
< Signor Grey, non deve… >
< L’amore che muove i sogni e i sentimenti più recogniti… Solo noi due siamo fautori del nostro destino. E nessuno deve provare a metterci i bastoni fra le ruote, pena la morte. Io ho sempre pensato questo. Ed è così che deve andare a finire. >
< Per avermi lei sarebbe disposto ad uccidere mio marito? Con quale coraggio riuscirebbe ad avvicinarsi a lui? >
< Anastasia, lei forse pensa che io non lo conosca abbastanza, ma come uomo d’affari, anch’io ho i miei informatori… Sebbene suo marito sia un uomo potente e rispettabile, io riuscirò a giungere alla fine di questa storia e di questa conversazione riuscendo a portargli via il cuore che non può appartenergli. >
< Ma cosa sta farfugliando, Signor Grey? Io… >
Ed ecco che quel momento di passione e d’amore avvolse il giovane Christian Grey in quel buio di locale offuscato solo dal brillare di piccole luci che sembravano come stelle.
un bacio appassionato e tanto volito che aveva contornato le sue ultime ore a pensare alla sua Ana, divenuta il suo pensiero fisso e incrollabile.
E tutto di fronte a lei con sopresa indicibile e voglia di poter fuggire.
Ma adesso non poteva tornare indietro per poterlo respingere.
Lui era la carta vincente per poter fuggire dalla vita repressa e maledetta in cui era invischiata.
Un amore che sarebbe stata la sincerità assoluta e il ritrovamento di quel sorriso tanto agognato.
Una voglia di vivere che ormai poteva dirsi la speranza pronta a rinascere, tra il buio della solitudine ella violenza.

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Capitolo 4
*** Sguardi contrastanti senza parole ***


Ritornando a casa con un mucchio di borse che il suo autista gli stava portando, Anastasia dovette affrontare l’irascibilità e la gelosia di suo marito ancora molto restio a fidarsi della donna.
Sapeva molto bene della sua voglia di sparire da quella vita che la stava offuscando e nel farlo, Jack Hyde voleva a tutti i costi rovinare l’esistenza della moglie.
< Dove sei stata? > gli domandò suo marito con tono solenne vendendola attraversare il salone.
< A fare compere > rispose stizzita Ana < Non vedi tutte le buste che ho con me. >
< Lo vedo. Volevo solo interessarmi a te. >
< Oppure volevi controllarmi, tesoro mio. Guarda che ormai non hai più segreti per me. >
Mettendosi a ridere, Jack Hyde si avvicinò verso sua moglie cercando di baciarla.
La giovane donna invece, cercando di divincolarsi dai suoi abbracci e dalle sue mani, si lamentò dicendogli che era molto stanca e che aveva bisogno di prendere un po’ di sola nel giardino di casa completamente da sola.
< Ti prego di non farmi seguire dai tuoi uomini > l-avvertì la ragazza < Non voglio avere gli occhi addosso dei tuoi scagnozzi.
< Tesoro, sai quale sono le mie condizioni… >
< Ti prometto che non scapperò > mormorò Ana con tono sensuale.
< Non posso nemmeno venirti a trovare? Magari possiamo prendere il sole insieme. >
< Tu non sei impegnato con i tuoi affari improrogabili? >
< Diciamo che se voglio, posso fare qualche eccezione alla regola. Farei di tutto per stare con mia moglie. >
< Rimani pure nei tuoi uffici. Non ho bisogno di compagnia. >
Adirato per l’irrispettosa risposta di sua moglie, Jack Hyde cambiò volto bloccandola nel suo ufficio e minacciandola come si deve.
< So che sei stata con qualcuno di interessante, Anastasia… E credo anche di sapere chi sia questa persona. Ma non voglio rovinarti il tuo buon umore. Vedrai che molto presto capirai che niente e nessuno può sottrarmi qualcosa di mio. >
< Ma che diavolo stai dicendo? >
< LO vedo dai tuoi occhi che mi stai tenendo all’oscuro di qualcosa. Credi che io sia stupido? >
< Non lo mai pensato- davvero. >
< Vedi di non prendermi in giro, Anastasia. Non ti conviene… Tu pensa a prendere il sole e a vivere spensierata. Al resto ci penso io. >
< Non so se dopo l’ennesimo tuo colpo di testa posso stare tranquilla. >
< Questi solo affari tuoi, mogliettina mia. Vai prima che venga un temporale. >
Guardando fuori dalla finestra dell’ufficio di suo marito, Anastasia divenne pallido in volto e insicura per quello che stava succedendo, divenne ancora più timorosa e impaurita.


Lo sguardo compiaciuto di suo marito durante la loro cena, spinse la giovane Anastasi a domandargli che cosa stesse pensando.
< Dopo tutti questi anni assieme, mi rendo conto di quanto io ti conosca poco, tesoro mio. Eppure ho sempre cercato di farti sentire una regina. Perché tutto questo astio nei miei confronti? Ti ho tolto dalla strada, ti ho fatto sentire una persona importante. Mentre tu non hai nessun rispetto per me. >
< Non è vero, Jack. Sei tu che… >
< Pensi davvero che io non abbia capito come guardi Christian Grey? Pensi davvero che io non mi sia accorto di come lo mangi con gli occhi? So molto bene che è un uomo affascinante, ma stai giocando con il fuoco, cara Anastasia. Non vorrai mica che gli succeda qualcosa di male, vero? Sarebbe davvero imperdonabile da parte tua. >
Rimasta senza parole, Anastasia si sentiva disarmata e impotente di fronte a quelle dichiarazioni dure.
< Così+? Adesso non mangi neppure? >
< Mi è passato l’appetito. >
< Un vero peccato, sai? Io invece ho molto fame. Di te… E se tieni davvero al mio alleato d’affari, ti consiglio di spingerti oltre alla tua paura. >
< Con ciò cosa vuoi dire? >
< Lo vuoi davvero sapere? >
Avvicinandosi a lei con fare guardingo, il giovane Jack gli strappò il suo vestito di seta tra lo stupore generale dei domestici incaricati di servire la cena.
< E voi cosa ci fate ancora qui? Andate via! Lasciateci da soli! >
Anastasia si sentiva bloccata dinanzi a quelle mani, a quelle intenzioni pericolose che Jack gli rivolgeva con fare autoritario.
La giovane ragazza si sentiva debole e non poteva fare niente per contrastare la voracità di suo marito.
La stava mangiando con gli occhi e il suo turbamento, stava per venire soffocato.
< Jack non qui. Ti prego. >
< Perché no? Tanto nessuno può vederci. >
< Ti prego. Io non… >
< So che non vuoi, ma sai a cosa stai andando incontro. Quindi ti consiglio di non resistermi. >
Baciandola con passione e fermezza, Anastasia dovette arrendersi alla fine dai modi bruschi di suo marito, mentre quella passione travolgente sarebbe stato il primo passo per redimersi verso quel momento di libertà che aveva assaporato con quel giovane uomo d’affari che gli avrebbe potuto cambiare la sua esistenza.


Con il passare dei giorni, la giovane Anastasia non uscì nemmeno di casa, troppo impaurita e scioccata per quello che era successo con suo marito.
< Tra poco incontrerò il Signor Grey > l’avvertì uomo < Tu rimarrai qui in camera tua, d’accordo? >
< Dove vuoi che vada? >
< Ah, non saprei. Magari stai pensando di fuggire insieme a lui. E tale tuo colpo di testa, sarebbe davvero imperdonabile… So che tieni molto a quell’uomo e se sei intelligente, ne resterai alla larga. >
Squadrandolo malamente con il suo sguardo perso ne vuoto, la giovane Ana fu solo distratta dall’arrivo del suo amore proibito.
< Eccolo qui. Non vedo l’ora di vedere il suo sguardo compiaciuto. >


Entrando nell’abitazione dei signori Hyde, Christian capì subito che l’aria dentro quella casa era cambiato e tutta quella calma apparente era il primo sintomo di un colloqui davvero turbolento.
< Signor Grey. Felice di rivederla in casa mia. >
< Il piacere è tutto mio, Signor Hyde > ripose cortesemente l’uomo < Sono sempre felice di farle visita. >
< Ne sono davvero compiaciuto > mormorò Jack con sorriso falso < Venga. Le faccio strada. >
Portandolo al piano di sopra, Christian non poté immaginare dove si sarebbe potuto spingere quell’uomo senza scrupoli.
< Credevo che saremmo stati in giardino > fece Christian con tono confuso < Perché mi sta facendo vedere le sue stanze private.
< Voglio che lei senta quella distanza che separa lei da mia moglie. Una distanza che sarebbe potuta colmare in una moltitudine di sbagli da parte vostra… Stavolta capirete che cercare di portarmi via qualcosa, è la cosa più sbagliata che lei e mia moglie possiate fare. >
< Le giuro che non riesco a capire… >
< Non sfidi la mia intelligenza, Signor Grey. La sua gentilezza è davvero disarmate e il suo fascino davvero contagioso. Ma tutto ciò non serve a niente verso di me. >
Capendo che Anastasia era in pericolo, lo sguardo di Christian mutò all’istante.
< Spero per lei che sua moglie… >
< Sta bene. Almeno per ora. >
< Lei non merita tutto questo. >
< Lei non sa che cosa merita oppure no… E’ entrato nelle nostre vite con tale facilità che quasi credevo di cascarci. Ma nessuno può prendersi ciò che mio. E se non vuole capirlo, lo farà la mia guardia Taylor. >
Circondandolo con i suoi uomini, il povero Christian non poté fare niente contro tutti coloro che lo stavano riempiendo di botte.
Sentendo dalla stanza accanto piangere la povera donna, Christian cercò di urlare il suo nome con tutte le energie che aveva in corpo, ma senza risultati.
Il sangue rifluiva fuori dal suo volto mentre il dolore lancinante veniva accentuato dall’odio profondo che provava verso Jack Hyde.
< Adesso capisce di cosa posso essere capace, Signor Grey. Ma si ricordi: questo è solo un assaggio. >
< Vuole forse arrivare ad uccidermi? >
< Se me ne da occasione… >
< Lei non sa contro chi si è messo contro, Signor Hyde. >
< Oh, lo so benissimo: un uomo stupido che si è innamorato della moglie più potente dei boss malavitosi che regnano in questa città. Le consiglio vivamente di tornare a Seattle e di dimenticare tutto questo. Per il suo bene e di quello di sua moglie. >
< No… Lei non riuscirà a tenerci lontano. >
< Lei è davvero incredibile, Signor Grey. Insistente e ostinato fino all’ultimo. Vorrà dire che dovrò usare altri metodi poco ortodossi per fargli capire che… >
< No! Smettila, Jack! >
L’urlo impetuoso di sua moglie fermò Jack prima che potesse essere troppo tardi.
< Ti avevo detto di rimanere in camera tua, Ana. Che cosa ci fai qui? >
< Ti prego. Non fargli più de male. Ha capito la lezione. >
< Ne sei sicura? Eppure penso che vorrebbe ancora scappare via con te per un futuro pieno di felicità e di spensieratezza… Ma tu dovrai essere felice con me. Che ti piaccia o no. >
< Infatti lo farò, JCK. Sarò felice solo ed esclusivamente con te. te lo prometto. >
< Stai dicendo sul serio? >
< Non ho motivo per mentirti. Davvero. >
Incalzato dalle parole di sua moglie, alla fine Jack la baciò proprio dinanzi al suo rivale che non si dava pace nel vedere quella donna andarsene dalla sua vita così malamente e miseramente.
< Per la prima volta dopo tanto tempo hai fatto la scelta giusta. Hai salvato la vita di quest’uomo… Almeno per ora. >
< Lasciandolo andare ed io sarò per sempre tua. >
Baciandolo con passione, alla fine Jack fu convinto dalle parole di sua moglie, mentre il dolore e la disperazione si pervase nel corpo del povero Christian, buttato fuori a calci dalla villa dei coniugi Hyde.
< Da oggi comincia un nuovo futuro per noi, cara Anastasia. E farò di tutto per regalarti una vita lontana dalle tue distrazioni. >
< Non devi preoccuparti di ciò. Ora sono tua definitivamente. >
< Lo spero vivamente > replicò Jack baciandola con foga dinanzi a quella scia di sangue che aveva macchiato per sempre il cuore dei due coniugi maledetti.

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Capitolo 5
*** L'amore non può essere soffocato. Nemmeno se lo si vuole ***


L’affronto ricevuto dal giovane Christian Grey non poté rimanere impunito per molto.
Ripulendosi dalle ferite e da quello sgarbo che l’aveva profondamente cambiato, il giovane imprenditore di Seattle sapeva che non sarebbe riuscito a conquistare la giovane Anastasia con le sue sole forze.
Rientrando al Plaza Hotel di New York, il concierge e molti facchini che erano di turno, fecero di tutto per aiutare il giovane uomo visibilmente ferito.
< Signor Grey, sarebbe meglio che lei andasse subito in ospedale. Ha delle brutte ferite in volto. >
< No > replicò con tono fermo il giovane uomo < Mandatemi un medico a visitarmi in camera. Questo è il suo recapito telefonico. >
Christian sapeva molto bene cosa fare e come agire e la sorprendente velocità con cui il suo presunto medico arrivò nella sua camera, fu alquanto sconcertante.
< Meno male che sono giunto in città con voi, Signor Grey. >
< Posso offrirti qualcosa, Welch? >
< No, la ringrazio. Sono apposto così… Piuttosto, sarebbe meglio pensare a lei. >
< Io sto bene. >
< Dalle ferite che ha in volto, direi proprio di no. >
Posandosi sul letto, la sua guarda del corpo Welch nonché suo tuttofare, cercò di curarlo al meglio delle sue possibilità senza che il giovane uomo potesse andare in ospedale.
< Perché siete così restio a farvi visitare da altri? >
< Welch, sai bene che non faccio altro che incorrere in pericoli e imboscate per colpa dei miei nemici. E adesso he mi sono messo contro il più grande mafioso irlandese della città, la mia vita è ancora appesa ad un filo. >
< Ma si può sapere che cosa le è venuto in mente?! Non avrebbe dovuto! >
< Sono molte le cose che non avrei dovuto fare, ma alla fine… >
< Perché lei è un testardo, Signor Grey. O forse direi anche stupido, se mi passa il termine. >
< Direi più innamorato. Di una donna magnifica che sta patendo le pene dell’inferno a rimanere in quella dannata casa. >
< Sta forse parlando della moglie del Signor Hyde? >
< Gli sta rovinando la vita e non fa altro che ricattarla a causa del suo passato. Una donna non andrebbe mai trattata così. >
< Signore, in quanto a vostre donne passate… >
< Non ho mai trovato quella giusta, Welch > lo interruppe subito l’uomo < Ma quella Ana… lei è del tutto diversa. >
< Signor Grey, io non sono nessuno per dirle cosa deve o non deve fare. Ma se si mette contro un uomo così potente, non può farla franca per sempre. Anzi, direi che si può definire un uomo fortunato se lei è uscito dalla sua villa con le ossa ancora intatte. >
< Quel maledetto. La pagherà molto cara. >
< Sì, magari un’altra volta. Sarebbe meglio tornare a Seattle tra i suoi investitori e lasciar perdere quell’uomo. >
< I miei “traffici” non hanno mai fatto del male a nessuno. devo cercare di ripulire questa città togliendo di mezzo quell’uomo. >
< Con un omicidio? Non sarà per niente facile. >
< Lo so bene. Ma se devo combatterlo da solo, lo devo fare con la complicità di quella donna che non conosce paura e timore. >
< No, Signor Grey. Lei si sbaglia. >
< Vivrò fino all’ultimo giorno piuttosto che rimanere nascosto dietro ad un amore che mi sta divorando dentro > replicò piccato l’uomo togliendosi dal volto il sacchetto del ghiaccio < Quindi farò di tutto per combattere fino alla fine. >
< Signore, lei sta rischiando molto. >
< Tutti hanno rischiato per amore. Perché io non dovrei farlo? >
< Perché lei è una persona intelligente, accidenti! >
< Intelligente ma anche innamorato. >
< Che cavoli, Signor Grey! Come pensa di entrare in quella villa sorvegliata? >
< Nel modo più semplice possibile. >
< E cioè? >
< Posso contare sull’aiuto di lei, Welch. >
< Non riuscirete mai ad avvicinarsi. È guardata a vista da tutti gli uomini su cui Hyde può contare. >
< Peccato per lui che io sia molto più furbo di lei. >
< Signor Grey, perché non aspetta dei giorni per provare a salvare quella ragazza? >
< Ho atteso fin troppo tempo e il morbo di dolore che mi pervade dentro, mi spinge a non fermarmi nemmeno se sono ferito. >
< Signor Grey, io la aiuterò con tutte le mie forze. Ma deve capire che è una missione suicida che potrebbe spingerci direttamente alla morte. >
< No, Welch. Noi non moriremo > rispose riluttante e con tono convinto Christian.
< Ne è davvero sicuro? >
< Mai stato più sicuro prima d’ora, Welch. E tu sai bene che nel corso della mia vita, io non mi sono mai sbagliato. >
Sbuffando contrariato di fronte a tale insistenza, Welch sapeva che fargli cambiare idea era impossibile e mentre il buio della notte ricopriva tutta New York, per Christian era giunto il momento di giungere all’alba con la forza necessaria di un nuovo inizio insieme alla sua Ana.


Non c’era sistema di allarme o uomini che potessero tenere alla larga il giovane Cristian Grey dalla povera Anastasia Steele.
Il loro amore confessato mediante quel bacio passionale, aveva per sempre cambiato la vita di tutti e due in un vortice di passioni a cui non potevano sottrarsi.
La voglia di cominciare una nuova vita diversa lontano da quella realtà spingeva l’uomo fino al suo passo di morte con un Welch in grande spolvero che non conosceva paura e rimpianti.
< Entrare dal tetto è l’unico modo per non farsi vedere dagli uomini di Hyde che bloccano la porta > gli sussurrò Welch dopo la riuscita della prima parte del piano < Ora però dobbiamo cercare la finestra della camera di Anastasia, facendo molta attenzione a non svegliare nessuno. >
< Tranquillo. Quell’ingrato di Hyde non dorme mai con la sua amata. >
< E tu come fai ad esserne sicuro? >
< Istinto di uomo innamorato. >
< Lei è solo un povero pazzo, Signor Grey. Non sa niente di lui! >
< Abbassa la voce, Welch. Vuoi che ci scoprano? >
< Succederà se noi non stiamo attenti. >
< Tu stammi dietro, ok? È tutto sotto controllo. >
< Come lo vorrei, Signor Grey. >
Entrando dalla porta finestra finale che dava sul giardino della villa, per Christian e Welch evitare la sicurezza fu più facile del previsto.
Tutti gli uomini di Hyde furono atterrati senza che se ne potessero accorgere e la determinazione dei due uomini crebbe sempre di più.
< Si ricorda quale è la stanza della signorina Steele? >
< Sì. Vieni con me, Welch. >
Attraversando gran parte di quel corridoio sconfinato che dava ad una moltitudine di stanze, Christian e la sua guardia del corpo rimasero sbigottiti appena aprirono insieme la porta della camera della ragazza.
< E’ buio > fece Welch < Non si riesce a vedere niente.
> Tu avvicinati al letto, ok? >
< Sarebbe meglio che lo facesse lei. Io apro le tende della camera per fare un po’ di luce.
> D’accordo. Non riesco però a trovare l’interruttore della luce. >
< Non ce ne sarà bisogno. >
Una voce conosciuta andò a mischiarsi a quel momento di tensione e di silenzio e appena Christian e Welch capirono di trovarsi in trappola, il giovane uomo d’affari di Seattle sorrise sornione di fronte a Jack Hyde e alla sua scorta.
< Buonasera, Signor Grey. Lieto di rivederla. >


Mentre gli uomini del mafioso erano armati fino ai denti, Welch si sentì impotente di fronte a quella decina di uomini.
< Signore, credo che siamo in trappola. >
Di fronte agli occhi commossi della povera Ana, imbavagliata e legata contro il suo volere, Christian sentì il dolore refluirgli dentro.
< Sapevo che lasciarla viva non era stata una buona idea > cominciò a dire Jack < Ma vedere come mia moglie ha una profonda ammirazione per lei, mi ha fatto capire che il miglior modo per toglierla di mezzo era grazie ad un duello. Proprio come si faceva secoli fa’. >
< Una proposta allettante ed inusuale, Signor Hyde > continuò a dire Christian < Ed io non sono nessuno per sottrarmi a tale duello. >
< Sapevo che era un uomo coraggioso, Signor Grey. Ma anche alquanto stupido. >
< Lei dice? >
< So che lei non ha mai tenuto in mano una pistola. >
< Ah, lei dice? >
< I miei informatori non sbagliano mai, Signor Grey. Lei non riuscirebbe a centrarmi nemmeno se volesse. Ed è per questo che io ho la vittoria in pugno. >
Ridendo sommessamente di fronte a tutte quelle persone che non facevano altro che tenerlo d’occhio, Christian sapeva molto bene che cosa fare.
< Signore, sarebbe meglio che lei si arrenda prima che sia troppo tardi. >
< No, Welch. Non posso farlo. Per il mio onore e per quella donna a cui ho messo a repentaglio la mia e la sua stessa vita. >
< Signor Grey, non è il momento del suo coraggio… >
< Tranquillo, Welch. So molto bene che cosa faccio. >
Zittendosi subito dopo mentre la paura di morire diventava sempre più reale, Welch era assolutamente convinto che sarebbe presto morto in maniera alquanto miserabile.
< Signor Grey, vuole che le spieghi il metodo dei duellanti. >
< No, Signor Hyde. Risparmi il fiato per le sue ultime mosse. Ne avrà bisogno. >
< Attento a come parla, Signor Grey. Lei non sa minimamente chi sta sfidando. >
< Oh, invece lo so bene > rispose determinato Christian rendendo la pistola che gli veniva concessa < Semmai è lei che non sai niente di me. On avrà tempo di pentirsi della sua scelta. >
< LO vedremo. Se dovessi vincere io, lei e il suo uomo verrete trucidati e dati in pasto ai miei cani e la mia supremazia e tutto il suo patrimonio passerà nelle mie mani. Le va bene come accordo? >
< Certo… Ma se dovessi vincere io, i suoi uomini non dovranno uccidermi e avrò Anastasia per sempre con me, lontano dalla sua tirannia e dal suo losco potere. Per non parlare dei suoi nemici che prenderanno il suo posto, Signor Hyde. >
< Un desiderio suo alquanto remoto, Signor Grey. Non succederà mai. >
< Lo vedremo. Contiamo i passi insieme? >
< Con sommo piacere. >
Mentre il silenzio scendeva in quella camera enorme e il numero dei passi veniva scandito solo dal suono delle parole dei due uomini, Anastasia non ebbe il coraggio di vedere quello che stava succedendo.
Non aveva la forza, né il coraggio. Troppo spaventata per il decorso degli eventi.
E una volta che i due uomini si ritrovarono dinanzi per il colpo finale, il grido soffocato della povera Ana fu un miscuglio di timore per la riapertura di quegli occhi che hanno visto fin troppo la sofferenza e la disperazione.

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