Love Songs in the Forest di Blyth (/viewuser.php?uid=163025)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Mnestic ***
Capitolo 2: *** Eccedenteiast ***
Capitolo 3: *** Metensomatosis ***
Capitolo 4: *** Ephialtes ***
Capitolo 5: *** Havita ***
Capitolo 6: *** Preterist ***
Capitolo 1 *** Mnestic ***
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Promt: Mnestic ( pertinente alla memoria).
Fandom: Mo Dao Zu Shi.
Coppia: Wangxian
Genere: Malinconico - Introspettivo.
Rating: Verde
Note Autore: Quest'anno
girerò su tre fandom per il writober e MDZS è uno di
questi, per ciò ho deciso di creare tre raccolte separate in cui
chiudere tutte le storie! Quando ho visto il prompt dedicato alla
memoria non ho potuto non pensare a Wei Ying, urlava il suo nome e
quindi eccomi qui per questo primo giorno di Writober con una Wangxian
<3
***
Wei
Ying insegue le sue memorie perdute, le insegue come un bambino
impacciato che insegue una farfalla bellissima senza mai riuscire ad
intrappolarla, per poterla ammirare. E’ un gioco come un altro,
sono domande senza grande importanza poste a gente che non rivedranno
mai più “Io ti parlo di fantasmi e in compenso ti
parli del Patriarca di Yiling che ti ho sentito nominare alla
locanda.”
Si finiva sempre o a scacciare qualche bambino impertinente con un
bello schiaffo sul sedere, oppure seduti a tavola con altri
coltivatori, mercanti e saggi pronti a dar lezione a quel ragazzo
così giovane e innocente su chi fosse il Patriarca di Yiling, su
cosa avesse fatto spinto dalla sua malvagia sete di caos.
Wei Ying chiudeva loro e stesso in questa trappola che dal gioco di un
bambino si tramutava nella raffinata opera di un cacciatore esperto.
Loro volevano raccontare la loro storia, Wei Ying voleva sentir loro
raccontare la sua storia. Era alla disperata ricerca di dettagli, di
ricordi che aveva perso e che lo facevano sentire incompleto.
Ma le persone che lo avevano amato non c’erano più, non
avrebbero mai potuto raccontargli quei momenti di intimità
lontana dallo sguardo altrui, momenti persi per sempre, cancellati dal
trauma e dal dolore dei suoi ultimi istanti di vita.
Erano semplici momenti di sconforto che passavano velocemente, il tempo
di una bevuta e qualche battuta irriverente, poi Wei Wuxian si
alzava dal suo tavolo da gioco e abbandonava la partita, nessuna delle
persone che avrebbe potuto incontrare in questo mondo sarebbe stata in
grado di colmare quei vuoti nella sua mente.
C’era dello sconforto nell’espressione e nella curva delle
spalle di Wei Ying ogni volta che usciva da quelle infruttuose
conversazioni.
I suoi ricordi non sarebbero magicamente tornati alle parole di un
mercante con fin troppa voglia di vendere brutti disegni del Patriarca
di Yiling come scaccia demoni.
I suoi ricordi non erano costuditi nello sguardo arrabbiato e sfocato dal dolore di suo fratello.
I suoi ricordi erano costuditi, seppelliti e tenuti al sicuro dalla
terra dei monti della sepoltura, nello stesso posto dove li aveva
accumulati con fatica e gioia insieme al suo amato villaggio…di
cui oramai non riusciva ad evocare la maggior parte dei volti, nemmeno
in quei ricordi che teneva ancora vividi nei suoi sogni.
Ma la terra sterile può conservare ricordi? Può ridarti la tua identità?
Lan Zhan avrebbe voluto avere una risposta, eppure nemmeno lui, il
“grande” e “saggio” Hanguang Jun la sapeva. Lui
aveva raccontato a Wei Ying ciò che poteva raccontargli, i
momenti spesi insieme che aveva perso….Wen Ning aveva fatto
altrettanto ma su molti dettagli anche la sua memoria si perdeva, un
difetto dovuto allo stato di cadavere feroce di quei tempi.
Wei Ying a volte si illuminava al vago ricordo di piccoli frammenti di
vita, per poi arricciare le labbra, corrugare le sopracciglia e
iniziare a domandarsi se non fosse solo un immagine falsa creata dalla
sua mente per sopperire a ciò che aveva perso.
Delle volte Wen Ning annuiva, confermando quelle immagini e dandogli
una forma più concreta, altre volte lo guardava come un cane
bastonato, affranto per non poter essere d’aiuto al suo padrone
che lo picchia per frustrazione.
Wei Ying faceva del suo meglio per non darlo a vedere, ma Lan Zhan
sapeva, non c’era espressione o lieve mutamento nel suo volto che
lui non fosse in grado di cogliere.
Avevano passato notti intere a ricordare insieme, rimettendo in ordine
i tasselli della loro storia, poi si era dovuto limitare a sostenerlo
nella sua strenue ricerca di memorie.
Vederlo affannarsi in quel modo faceva nascere in lui una rabbia
intensa, verso chi lo aveva ferito così nel profondo e verso se
stesso perché non era riuscito a proteggerlo.
Ma tutto quello che gli rimaneva da fare era promettergli nuove memorie.
***
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Capitolo 2 *** Eccedenteiast ***
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Prompt: Eccedentesiast (chi nasconde il dolore dietro un sorriso.)
Fandom: Mo Dao Zu Shi
Personaggi: Lan Zhan – Wei Ying – A-Yuan
Genere: Introspettivo - Malinconico
Rating: Verde
Note Autrice:
In primo luogo vi ringrazio per aver letto e recensito, in secondo
luogo mi scuso perché questa fic mi è uscita con un twist
più oscuro del previsto. Non potevo non usare questo prompt che
urla "Wei Yin" da ogni sillaba...e non potevo non scrivere dal punto di
vista di Lan Zhan ( che odio gestire nei dialoghi ma adoro a livello
introspettivo!!)
Grazie mille a chiunque stia seguendo questa raccolta
***
Wei
Wuxian rideva agitando la spada di legno verso il piccolo A-Yuan. Il
bambino sorrideva emettendo dei versetti eccitati mentre gli correva
incontro camminando a gambe aperte, con tutte
l’instabilità di un bambino di appena 2 anni.
Giocavano
insieme in un piccolo prato verde ai margini del mercato, Wei Wuxian
saltellava e improvvisava schivate esagerate per far credere al bambino
di essere uno spadaccino formidabile.
Lan
Zhan li guardava giocare mentre restava all’ombra di un albero,
reggendo tutti i giochi e le leccornie che si era ritrovato a comprare
per il piccolo del clan Wen.
La
risata di Wei Wuxian era cristallina, risuonava nell’aria con
forza, il suo volto era disteso in un’espressione serena di pura
gioia.
Eppure
Lan Zhan sapeva che dietro quei sorrisi, quella sua apparente innocenza
c’era il peso di essere il Patriarca di Yilling. Wei Wuxian non
si era lamentato nemmeno una volta, in tutto il pomeriggio che avevano
trascorso insieme il sorriso non lo aveva mai abbandonato, era stato il
solito spensierato e fin troppo chiacchierone che aveva conosciuto a 16
anni a Gusu.
Lan
Zhan però se ne era accorto, la bocca tirata in un sorriso gli
increspava gli angoli degli occhi, accentuando delle rughe premature,
impercettibili ma presenti sugli occhi segnati da delle vistose
occhiaie. Aveva detto di non dormire molto perché troppo preso
dai suoi studi, ma quello era il volto scavato di un uomo con il peso
di preoccupazioni troppo grandi sulle spalle. Era anche vistosamente
dimagrito, il viso era scavato sotto gli zigomi e i vestiti gli
cadevano un po’ troppo morbidi sulle spalle.
I
monti della sepoltura non erano un luogo dove poter coltivare
piantagioni rigogliose, ed il Clan Wen era ancora visto con sospetto,
andare avanti e far sopravvivere quel piccolo villaggio doveva essere
faticoso e la fatica, per quanto si sforzasse di non mostrarlo,
traspariva dal corpo fino alla postura un po’ più
incurvata.
Eppure eccolo lì, mentre rideva come un bambino giocando alle spade con un infante.
Lan
Zhan avrebbe voluto fare qualche passo, afferrarlo per un polso e
dirgli che era li per lui, che poteva chiedergli aiuto, ma sentiva i
piedi piantati nel terreno.
Dopo
aver giocato ancora un po’ Wei Ying prese in braccio il piccolo
A-Yuan, infilandosi le spade nella cintura, lì dove Suibian
faceva sentire la sua assenza. Gli si avvicinò con il bambino,
completamente distrutto dal gioco, che gli sonnecchiava sulla spalla,
succhiando una manina chiusa a pugno.
- Andiamo a mangiare qualcosa?- gli domandò.
Lan Zhan annuì incamminandosi e lasciando che Wei Wuxian lo seguisse cullando il bambino.
Lo
teneva con un braccio, con l’altro gli accarezzava la schiena
mentre dalle labbra gli usciva una melodia improvvisata, ma lo sguardo
perso nel vuoto, disattento e distante lo tradiva.
Nel
fondo dei suoi occhi neri c’era un vuoto, una malinconia tragica
che sovrastava il sorriso che gli increspava le labbra.
Lan Zhan si schiarì la voce, cercando il modo per tirare fuori i suoi pensieri.
Wei
Wuxian si girò subito verso di lui, come se avesse intuito le
sue intenzioni e stesse aspettando ciò che aveva da dire.
Si
guardarono per un attimo negli occhi e Lan Zhan semplicemente perse
ogni coraggio, indicando a testa bassa un ristorante – Quella
locanda.- si limitò a dire.
Wei
Ying seguì il suo dito, annuendo – E’ perfetta.-
sorrise eccitato, forse già pregustando un pasto abbondante che
non poteva più permettersi da tempo.
Lan
Zhan annuì a sua volta mormorando tra se e sé in modo
impercettibile, si morse la lingua, dannandosi per essere così
tremendamente se stesso, incapace di parlare anche in un momento
così importante.
Ma c’era così tanta gente e Wei Ying sembrava voler passare una giornata serena e leggera.
Forse la prossima volta, sì la prossima volta sarebbe andato a fargli visita e gli avrebbe parlato in privato.
Lo
avrebbe guardato negli occhi e gli avrebbe detto che non c’era
bisogno di obbligarsi a nascondere la fatica, le preoccupazioni e la
sofferenza, non davanti a lui perché non lo avrebbe mai
giudicato come facevano gli altri. Perché lui non era li ad
aspettare un solo suo passo falso per colpirlo nelle sue debolezze.
Annuì mentre lasciava passare Wei Ying con il bambino in braccio oltre la porta della locanda.
Avrebbero parlato la prossima volta, oggi li avrebbe viziati con tutto quello che volevano e li avrebbe guardati sorridere.
***
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Capitolo 3 *** Metensomatosis ***
wrt5
Prompt: Metensomatosis ( la migrazione di un’anima da un corpo all’altro)
Fandom: Mo Dao Zu Shi
Coppia: Wangxian
Genere: Romantico - slice of life
Rating: Verde
Note Autrice: Anche
questo prompt non potevo non usarlo per loro! Questa drabble è
ispirata da un po' di shitposting fatto su facebook con delle mie
amiche, non vi spoilero niente ma la battuta finale la devo a loro
<3
***
Wei
Ying si guardò riflesso nello specchio di bronzo,
l’immagine che la superficie riflettente gli mostrava era il
volto di Mo Xuanyu, un viso tondo, dai lineamenti più dolci
rispetto a quelli che erano stati i suoi quando era ancora vivo.
Wei Wuxian aveva
una mandibola affilata, gli zigomi ben delineati e un naso aquilino, Mo
Xuanyu aveva un viso molto più infantile, ancora nel pieno della
giovinezza, con le guance piene e un naso più dolce. Oramai era
in quel corpo da diverso tempo eppure ogni volta che si guardava allo
specchio perdeva del tempo per osservarsi, studiano quei lineamenti che
gli appartenevano ma che allo stesso tempo gli erano estranei. Non si
sarebbe mai abituato a vedere quel riflesso che non era il suo.
Il suo corpo gli mancava.
Sbuffò
allungando lo sguardo su Lan Wangji che stava studiando delle carte al
tavolo – Lan Zhan…- lo chiamò aspettando che
alzasse lo sguardo su di lui – Non ti manca il mio corpo? –
domandò colto da una curiosità improvvisa.
Se Lan Zhan si
era innamorato di lui nella sua prima vita sicuramente averlo accanto
nel corpo di un altro doveva quanto meno pesargli. Dopotutto il volto
della persona di cui si era innamorato era così radicalmente
cambiato che non poteva non fare una certa differenza.
Lan Zhan scosse
la testa -Perché lo chiedi?- disse riportando lo sguardo sui
fogli, ma invitandolo comunque a continuare come era solito fare.
Wei Ying scosse
le spalle, girandosi di nuovo verso il disco di bronzo – A volte
mi manca essere me…- si toccò il viso – Questo
corpo mi dona eh…ma non è il mio. Mi chiedevo solo se
davvero non facesse nessuna differenza che non sono più la
persona di cui ti sei innamorato.-
- Mi mancavi tu non il tuo corpo.- fu la risposta lapidaria di Lan Zhan e Wei Ying rise allo specchio.
-
Gege…non sto dicendo questo.- stava per spiegargli ancora una
volta, ma Lan Zhan fu più veloce ad interromperlo.
- In questo
corpo, in altri mille, non ha importanza. – fece una pausa dove
alzò lo sguardo su Wei Ying intrappolando gli occhi nei suoi
– Amo Wei Ying non il corpo che lo ospita.-
Wei Ying
sorrise, ignorando le gote che diventavano calde -Sei più
chiacchierone del solito oggi.- gli fece l’occhiolino e Lan Zhan
abbassò gli occhi, come se fosse il suo turno di arrossire ma si
vergognasse troppo di farlo davanti a lui.
Sbuffò senza dargli risposta.
Ci furono alcuni
lunghi attimi di silenzio poi Wei Ying parlò di nuovo – Mi
ameresti anche se mi reincarnassi in Piccolo Melo?- domandò con
un tono canzonatorio, lanciandogli un occhiata per non perdersi la
risposta.
Lan Zhan
piegò gli angoli della bocca in un sorriso trattenuto –
Anche se fossi Piccolo Melo.- confermò dandogli corda nelle sue
farneticazioni mentre compilava i suoi documenti.
***
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Capitolo 4 *** Ephialtes ***
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Prompt: Ephialtes (incubo.)
Fandom: Mo Dao Zu Shi
Coppia: Wangxian
Genere: Slice of life
Rating: Verde
Note Autrice: Ho proprio un ossessione per Lan Wangji che si prende cura e veglia su Wei Wuxian in silenzio, non ho altro da dire.
*Mic drop*
***
Mani che lo afferravano, che gli tiravano i vestiti e gli strappavano la carne.
Dita accusatrici puntate contro di lui, da cui era impossibile fuggire.
E le urla, le urla disperate che chiamavano il suo nome.
Urla di persone che aveva tradito e abbandonato.
Il sorriso morente di sua sorella.
Wei Ying si riscosse di soprassalto dal sonno, i capelli attaccati al viso e il petto che si alzava e abbassava velocemente.
Si alzò,
cercando di fare attenzione per non disturbare il sonno di Lan Zhan che
riposava al suo fianco. Gli faceva mal la testa e la sensazione di
oppressione al petto gli toglieva il respiro.
Gli incubi non erano una cosa nuova, ma non ci si sarebbe mai abituato.
Il senso di
colpa era ciò che dominava quei sogni confusi, ma allo stesso
tempo tanto vividi da fargli credere di star di nuovo morendo.
Si
ributtò sul letto, posando il viso sul petto di Lan Zhan che si
alzava e abbassava in modo regolare, gli si strinse vicino cercando
conforto nel calore del suo corpo. In notti come quella invidiava il
suo sonno pesante, gli sarebbe piaciuto essere capace di dormire
serenamente come lui.
Sentì una mano stringerlo, e sorrise.
Lo cercava anche nel sonno.
Si accoccolò meglio tra le sue braccia, godendosi quella sensazione di protezione che solo lui era in grado di dargli.
Il respiro gli
si calmò dopo poco, così come anche l’opprimente
sensazione di soffocamento che il sogno gli aveva lasciato.
Ad occhi chiusi cercava di respirare al suo stesso ritmo, lasciando che lo cullasse di nuovo in un riposo più sereno.
***
Lan Zhan sentì un movimento accanto a sé, destandosi ma rimanendo immobile in ascolto.
Wei Ying doveva aver fatto un altro incubo, l’aveva sentito contorcersi tra le sue braccia prima che si tirasse su.
Rimase con gli
occhi chiusi, fingendo di dormire. Non era la prima volta che capitava,
il sonno di Wei Ying era spesso agitato, a volte si svegliava urlando
nel cuore della notte e Lan Zhan sapeva bene quanto in fondo gli desse
fastidio sapere d’essere responsabile dell’interruzione
anche del suo di sonno. Non sembrava uno degli incubi
“brutti” così decise di lasciargli i suoi spazzi,,
lasciargli la sua intimità.
In quel momento
non gli serviva aggiungere un senso di colpa inutile per appesantire
ancora di più peso che si portava sul petto.
Dopo poco
sentì Wei Ying stendersi di nuovo accanto a lui, posando il viso
sul suo petto e rannicchiandosi come un bambino.
Mosse un braccio per avvolgerlo stando ben attento a farlo sembrare un semplice movimento inconscio.
Dovette
trattenersi con tutto l’autocontrollo di cui era capace per non
accarezzargli la schiena e cullarlo, ma alla fine lo percepì
riassopirsi accanto a lui.
I muscoli tesi
per l’incubo si rilassarono contro il suo corpo, mentre il
respiro diventava regolare e la quiete di un sonno senza incubi calava
su di lui.
Solo quando fu
sicuro che dormisse si girò, per poterlo abbracciare e avvolgere
con entrambe le braccia, posandogli un bacio delicato sulla fronte
sudata.
***
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Capitolo 5 *** Havita ***
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Prompt: Havita ( scomparire, svanire, perdersi)
Fandom: Mo Dao Zu Shi
Coppia: Nessuna Wei Wuxian centric
Genere: Malinconico – Introspettivo
Rating:Arancione
Avvertimenti: Uso di oppiacei e alcol.
Note Autrice:
Oggi una Wei Ying centric, è un prompt che mi ha fatto
particolarmente dannare :< ma spero di aver tirato fuori qualcosa di
buono.
***
Un’altra boccata dalla pipa gli riempì i polmoni, intossicandogli i sensi.
Il
cadavere posato sulle sue ginocchia scosse appena la testa infastidito
dalla nuvola di fumo che lo investì subito dopo.
Wei
Wuxian le portò una mano sui capelli corvini, lasciati sciolti
sulle spalle e la accarezzò, placandola e lasciando che si
stendesse rilassata con il viso sulle sue ginocchia.
Una
risata gli riempì il petto, quanto poteva essere miserabile?
Costretto a bere e fumare con l’unica compagnia di cadaveri
feroci.
Da
quando era finita la guerra contro i Wen e tutti lo temevano serate
come quella, dove si ubriacava e fumava fino a perdere la cognizione di
sé su una barca in mezzo al lago, erano diventate una
normalità.
Jiang Cheng era sempre più impegnato nella politica tra clan e la ricostruzione della setta di Approdo del Loto.
Yanli veniva a trovarlo di tanto in tanto, ma non stava mai più di qualche giorno, era appena sposata, la capiva.
Così
lui ormai solo e senza più l’apparente ombra di un amico
si ritrovava a passare sempre più tempo con i suoi cadaveri,
povere donne morte tristemente al ciglio di una strada dopo una vita di
abusi. E lui cosa faceva? Se ne circondava come fossero delle concubine
adoranti.
Erano docili, erano belle nella loro spettrale apparenza.
Ed
erano le uniche donne che non lo guardassero con timore, aveva provato
più volte a rifugiarsi in una sala da tè o nelle locande
sui moli, ma le danzatrici e le cameriere sembravano sempre essere
intimorite dal suo aspetto. Le voci sul suo conto non si sprecavano,
tutti sapevano dei suoi esperimenti con la Coltivazione Demoniaca,
anche chi non era stato direttamente coinvolto nella guerra fra Clan
sapeva di lui, di come avesse distrutto l’esercito dei Wen
rivoltandogli contro i cadaveri feroci dei loro stessi uomini.
Wei
Wuxian era un uomo da temere, un uomo corrotto dedito alle arti
proibite, un eretico pazzo a cui non bisognava dare confidenza.
Accarezzò
distrattamente il braccio di un altro cadavere che lo guardò con
occhi vacui, completamente spenti, in un gesto che si limitava ad
imitare quello di un essere umano in grado di vedere. Lei
allungò la mano fredda per posarla sulla sua spalla, scivolando
nella parodia di una carezza.
Wei
Wuxian prese un altro sorso di liquore prima di mettersi la pipa in
bocca, sorrise soddisfatto, i suoi cadaveri diventavano ogni giorno
più realistici. Scommetteva che ad una prima occhiata quelle
donne che lo circondavano sulla barca dovevano apparire vive,
perfettamente normali.
Chiuse gli occhi reclinando indietro la testa.
Lasciò
che l’oppio gli offuscasse i pensieri, il talismano della tigre
avrebbe mantenuto il controllo sulle donne anche mentre era stordito,
dopotutto lui era “il signore dei cadaveri” come usavano
chiamarlo le contadine per le strade di Yunmeng.
Si
sentiva piacevolmente stordito mentre le sue creature lo coccolavano
accarezzandogli le braccia e pettinandogli piano i capelli con lenti
movimenti delle dita. Non ricordava nemmeno più che sensazione
si provasse nell’essere accarezzato da un altro essere umano,
erano gesti di affetto che aveva dimenticato da tempo.
Yanli
gli dava ancora quei suoi buffetti sulle guance, ma in quanto donna
sposata non poteva più indugiare molto su quei piccoli gesti di
affetto, adesso era una donna del Clan Jin e come tale doveva seguire
un codice di comportamento consono.
Wei Wuxian capiva anche questo, ma allo stesso tempo sentiva la tremenda mancanza per quei gesti di affetto materno.
Ma forse per qualcuno come lui era troppo chiedere d’essere amato.
Persone sfortunate come lui meritavano solo di passare una vita nella mancanza di calore.
Con
un gesto svogliato della mano scansò quella di un cadavere che
obbedientemente si staccò da lui, in attesa di altri ordini.
Lo
sguardò sorvolò il tavolino pieno di bottiglie vuote e
altre che sarebbero presto finite, per postarsi sul fiume illuminato
dalle luci delle piccole barche dei pescatori e le imbarcazioni
più grandi dei ricchi che bevevano e cantavano su vere e proprie
sale da tè galleggianti adornate da lanterne colorate.
Ai
suoi occhi tutto si sfocava, diventando torbido come un dipinto a china
rovinato da una goccia d’acqua impudentemente versata sulle linee
tracciate. Il blu del lago, le luci brillanti e il nero della foresta
si mescolavano in un dipinto astratto mentre la musica di un liuto
suonato da una delle sue serve non-morte riempiva l’aria attorno
a lui.
Ad
ogni boccata tutto si faceva meno definito e le carezze sul suo capo
sembravano più vere, capaci di confortare il suo cuore solo.
Si sentiva patetico, ma l’oppio sembrava essere in grado di appianare questo sentimento nella pace dei sensi.
Così
le preoccupazioni gli svolavano addosso e la solitudine sembrava pesare
meno sul suo cuore stanco mentre viaggiava con la mente, lasciandosi
trasportare dal torpore del fumo e dell’alcol.
Jiang Cheng gli dava spesso dello scellerato, ed aveva ragione.
Era
uno scellerato che si trastullava tra cadaveri di donna, ma in quei
momenti poco importava. In una vita fatta di incubi e ricordi terribili
quelli erano gli unici attimi in cui poteva lasciarsi ogni cosa alle
spalle, cullato da sensazioni provocate da sensi confusi e sogni di una
vita meno dura.
***
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Capitolo 6 *** Preterist ***
wrt12
Prompt: Preterist ( qualcuno il cui interesse principale è nel passato.)
Fandom: Mo Dao Zu Shi
Personaggi: Lan Xichen – Lan Zhan
Genere: Introspettivo - Malinconico
Avvertimenti: MajorCharacterDeath - Depression
Rating: Giallo
Note Autrice: Scritta in orario ma non avevo internet fino ad ora :(
Lan XiChen è un personaggio con cui sto ancora sperimentando, ma
devo dire che mi è piaciuto scrivere di lui e dei suoi
sentimenti per il fratello…credo che la sofferenza di Lan Wangji
fosse davvero una delle cose che più gli pesassero al mondo.
Il prompt era ambiguo e ho deciso di intepretarlo come "Una persona che non riesce a vivere il presente per via dei ricordi"
***
Se qualcuno avesse mai chiesto a Lan XiChen cosa fosse il
senso di impotenza lui avrebbe sicuramente risposto che era il vedere
qualcuno che si ama intrappolato sapendo di non poter fare nulla per
aiutarlo.
Era così che si sentiva nei confronti di suo fratello.
Completamente impotente, quasi superfluo ogni qual volta cercasse di porgergli una mano d’aiuto.
Gli anni passavano e se all’inizio Lan XiChen aveva creduto che
al fratello servisse solo del tempo adesso sapeva bene che non gli
sarebbe bastata una vita intera per guarire.
Lan Wangji, il suo piccolo amato fratello era intrappolato nei suoi
stessi ricordi, continuava a vivere ma restava ancorato al passato, dai
rimorsi e forse, più di ogni altra cosa, dai ricordi felici.
Hanguang Jun era andato avanti dopo la battaglia del Crepuscolo, ma Lan
Zhan era morto il giorno in cui gli avevano dato la notizia della
sconfitta del Patriarca di Yilling.
Viveva da quasi dieci anni in uno stato di completa apatia verso il
mondo, disinteressato da ciò che lo circondava si limitava ad
avanzare adempiendo ai suoi doveri in modo ineccepibile, ma senza alcun
piacere nel vivere. Lo sguardo assorto e l’aria austera gli erano
valsi un certo rispetto nel mondo della coltivazione, e se da giovane
era stato una promessa di speranza adesso era pienamente diventato un
esempio per gli altri coltivatori, qualcuno nei corridoi sussurrava
persino della sua prossimità all’immortalità, ma
suo fratello sapeva bene che Lan Wangij non sarebbe mai diventato un
immortale. Non per la qualità della sua coltivazione, non per i
suoi meriti, ma perché nessuno che vivesse come lui avrebbe mai
accettato di vivere per sempre.
Una vita eterna avrebbe semplicemente voluto dire un eternità
passata lontana dalla persona che amava. La morte era l’unica
cosa che li avrebbe ricongiunti, liberando Lan Zhan dai fantasmi del
suo passato e consegnandogli la libertà dalla sua sofferenza.
Per suo fratello gli anni che gli restavano sulla terra dei mortali erano qualcosa da sopportare con resilienza.
Lo vedeva, lo vedeva fin troppo bene nel fondo del suo sguardo ambrato,
quando le ombre dei ricordi gli oscuravano il viso e si perdeva in
quelle immagini che lo tormentavano.
A volte sembrava crogiolarsi in quel dolore, quando suonava tra le
ombre della sera alla ricerca di una risposta, anche la più
flebile, dal regno degli spiriti. Come se tormentarsi con i ricordi
potesse richiamare quello spirito che sembrava essersi completamente
estinto, perso per sempre e irraggiungibile.
Allora le dita correvano sulle corde, creando quelle melodie
malinconiche, dolorosamente potenti per chiunque sapesse a chi fossero
dedicate.
Le prime volte Lan XiChen aveva provato a fargli compagnia, aveva
tentato di suonare insieme a lui, confortandolo quando
all’improvviso le dita gli si bloccavano, come congelate e Lan
Zhan rimaneva immobile, incapace persino di piangere per la
frustrazione davanti a quel vuoto che gli rispondeva.
Alla fine, per la propria sanità mentale, aveva deciso di
smettere, lasciandolo solo, risparmiandosi quella visione dolorosa e
quel senso di impotenza che lo dilaniava.
Vedere suo fratello in quello stato di non-vita era qualcosa che
faticava a sopportare. Aveva provato a stargli vicino, a sostenerlo,
aveva persino tentato di scuoterlo in un impeto di rabbia ma si era
dovuto arrendere.
Lan Wangji sembrava non avere nessun interesse a liberarsi dal passato
e a lui non restava che farsi da parte e lasciare che vivesse come
meglio credeva, se lo era ripromesso tante volte, ma nonostante tutto
anche lui era in qualche modo intrappolato dal passato…dai
ricordi del viso rilassato, con le labbra inclinate
all’insù di suo fratello mentre Wei Wuxian sembrava non
vederlo.
Ecco cos’era l’impotenza per Lan XiChen, essere ben cosciente di doversi arrendere ma non essere in grado di farlo.
***
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