When darkness falls

di Kameyo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ascian ***
Capitolo 2: *** Ephialthes ***
Capitolo 3: *** Noctiphobia ***
Capitolo 4: *** Sciaphilia ***



Capitolo 1
*** Ascian ***


“Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it”
Prompt: Ascian, cosa o persona senza ombra - PumpWORD
N° parole: 254
 
 
2.
 
 
Ascian
 
 

Si mosse lento, avanzò nella penombra degli alberi al tramonto.
Il sole non gli avrebbe bruciato la pelle, ma era più sicuro camminare dove gli umani non si sarebbero accorti della sua mancanza.
Il quartiere era silenzioso, quasi deserto. Gli ultimi passanti tornavano di fretta a casa, al caldo. L’autunno aveva lasciato gli alberi spogli e un vento già pungente. Immaginò la pelle degli uomini ricoperta di brividi.
Quando fu certo che tutti fossero impegnati a far altro, si azzardò a camminare per strada. Sentiva il chiacchiericcio dei bambini, il tintinnare delle stoviglie. Annusò affamato gli odori del mondo vivo intorno a lui. Avrebbe potuto saziarsi fino a scoppiare.
Cautela, gli ricordò la voce del Genitore nella sua testa, Altrimenti si insospettiranno.
Chiuse gli occhi. Poteva sceglierne uno, due al massimo, e poi sarebbe dovuto sparire. Una coppia, due fratelli, la donna in fondo alla via, il bambino davanti al computer.
Il ragazzo con il cuore in gola che l’osservava nascosto dalle tende della finestra.
Sollevò le palpebre, si voltò a guardarlo. Lui s’immobilizzò, terrore nei suoi occhi per essere stato scoperto.
Era bello, per essere un umano.
Scoprì i denti in un sorriso ferino e alzò una mano per salutarlo. Il ragazzo balzò indietro richiudendo la tenda.
Scelse.
I lampioni si accesero, illuminarono la sua figura.
Nessuna pozza oscura ai suoi piedi.
Decise di nascondersi fra gli alberi, in mezzo a loro si sarebbe illuso di essere ancora umano, come quando da bambino tentava di rincorrere l’ombra che adesso l’aveva abbandonato.
 

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Capitolo 2
*** Ephialthes ***


“Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it”
Prompt: Ephialtes, incubo – PumpWORD
N° parole: 249
 
 
7.
 
Ephialtes
Incubo
 
 
Era sopra di lui, lo percepiva. Lo fissava con i suoi occhi rossi, i canini troppo lunghi per essere umani.
Il suo corpo s’immobilizzò. Avrebbe voluto urlare, fuggire; non ci riuscì, la gola era serrata, le gambe come piombo.
Terrore allo stato puro.
Lo avrebbe ucciso. Qualche vicino si sarebbe accorto della sua sparizione, avrebbe chiamato la polizia e lo avrebbero ritrovato su quel letto dissanguato, fori sospetti sul collo. Non avrebbero mai capito che era stata quella creatura, lui ad ammazzarlo senza pietà.
Lo sentì muoversi, una mano gelida sul viso, le labbra sulle sue, poi sul collo, là dove il sangue pulsava più forte.
Non uccidermi! Non voglio morire!
«Piccolo, bellissimo umano. Ti assaporerò e sarai tu a supplicarmi di farlo.»
Si svegliò di soprassalto, il cuore impazzito, i capelli attaccati alla fronte. Si guardò intorno smarrito, non lo vide. Era certo fosse lì, l’aveva sentito. Aveva sentito la sua carezza, il suo bacio.
Si alzò togliendosi le coperte di dosso, si avvicinò alla finestra chiusa, guardò fuori. Era quasi l’alba, il cielo aveva iniziato a schiarirsi. Non c’era un’anima viva in strada, solo lui, il suo sorriso ferino, ma lui era tutt’altro che vivo.
Deglutì e lo vide sollevare una mano per salutarlo, esattamente come tutte le notti da quando l’aveva visto la prima volta. I suoi occhi gli promisero cose che lo fecero arrossire.
Si allontanò dal vetro e tornò sotto le coperte.
Non se ne sarebbe mai liberato.
 
E non era certo di volerlo.
 

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Capitolo 3
*** Noctiphobia ***


“Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it”
Prompt: Noctiphobia, paura della notte – PumpWORD
N° parole:193
 
 
21.
 
Noctiphobia
 
 
Aveva preso l’abitudine di rincasare presto, prima del crepuscolo. Teneva le luci accese fino all’alba. La notte aveva smesso di essere fatta per il riposo.
Ad ogni ombra trasaliva, il cigolare delle porte gli dava i brividi, aveva messo le sbarre alle finestre; una grossa croce era stata appesa in ogni camera. Aveva pensato di potersi proteggere, di essere al sicuro tra le mura domestiche, dove la creatura ormai non poteva più entrate.
Se la immaginava aggirarsi per il suo quartiere, aspettando il momento adatto per mangiarlo. Aveva iniziato a vivere di notte pur di controllarla, tra il terrore e l’ansia.
Eppure, aveva commesso un errore: si era sbagliato.
Lui apparve di giorno, il campanello ad annunciarlo, il suo sorriso ferino a salutarlo.
«Tempo scaduto» lo sentì dire, mentre entrava e si chiudeva la porta alle spalle. «Non puoi più sfuggirmi.»
Indietreggiò fino al muro, sotto la croce del suo Dio. Proteggimi, pregò.
«Che cosa vuoi da me?»
«Tutto. Voglio tutto e voglio darti tutto. Devi solo permettermelo.»
«E se non volessi?»
«Lo farò lo stesso.»
Lo guardò avvicinarsi, la sua mano fredda gli sfiorò la guancia.
Così bello, per essere un mostro.

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Capitolo 4
*** Sciaphilia ***


“Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it”
Prompt: Sciaphilia, amore per le ombre - PumpWORD
N° parole: 106
 
31.
 
Sciaphilia
 
 
«Non immaginavo fosse così.»
«Cosa?»
«La notte.»
Si trovavano su una spiaggia, non sapeva dove – non l’aveva chiesto -, il mare era calmo, il cielo pieno di stelle. C’erano solo quiete e pace.
Lui se ne stava all’ombra di una palma. Da quando aveva perso la sua, gli aveva raccontato, si era ossessionato nel trovarsene un’altra, anche se era impossibile.
«Non ti ho mai chiesto come ti chiami.»
Lo sentì sbuffare.
«Zilla*, è ebraico, e per donne.»
Non poté fare a meno di ridere, non c’era niente di femminile in lui, però dovette ammettere che era perfetto.
«Mi piace» disse, avvicinandosi per baciarlo. «Credo di amarlo
 
 
 
 
 
*Zilla: nome ebraico, significa “Ombra”
 
 

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