are you gonna be my girl?

di Nymeria87
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** l'autobus ***
Capitolo 2: *** Il phon ***
Capitolo 3: *** la cena ***
Capitolo 4: *** Il concerto ***
Capitolo 5: *** la sigaretta ***
Capitolo 6: *** il piano ***



Capitolo 1
*** l'autobus ***


L’unico pensiero di Sansa Stark in quel momento, era che probabilmente era nata sotto una cattiva stella: gli erano appena giunte nuove voci su una possibile infedeltà da parte del suo ragazzo Harry, con cui stava insieme da ormai 4 mesi, aveva preso nuovamente un pessimo voto in geografia ed era appena stata inondata di fango da un autobus in corsa mentre era sulla via di casa; il fatto che pioviginasse, in realtà si era rivelato un bene, almeno il cappuccio della felpa aveva riparato i suoi capelli dagli schizzi sudici.
Arrivata sotto il porticato di casa, si levò le sneekers prima di varcare l’ingresso e a giudicare dal disecreto numero di scarpe maschili che trovò li fuori, immaginò il soggiorno e le altre stanze della casa, prese d’assalto da parte dei membri della band di suo fratello Robb.
Giusto, il concerto di stasera...ottimo! Speriamo che almeno il bagno sia libero.
Sansa entrò cercando di non sgocciolare troppo in giro: “ciao ragazzi” salutò distrattamente, accolta dal consueto “ciao Sans!” generale.
“Hey rossa, che hai? Ti ha travolto un camion forse?” asserì un ghignante Thormund che le stava passando davanti proprio in quel momento.
“Ah, beh, più o meno...” rispose lei mentre già saliva le scale per andarsi a cambiare.
 
Dei, fate che almeno Margery arrivi presto, se no chi li tiene buoni questi...
Presa dai suoi pensieri, si fiondò direttamente nell’antibagno, iniziandosi a togliere felpa lercia e maglia sudata che ficcò immediatamente nel cesto dei panni sporchi, quando la porta interna si spalancò di colpo, rivelando un ragazzo moro seminudo con solo un asciugamano in vita.
Sansa si rizzò in piedi di scatto, afferrando la prima cosa che le venne a mano per coprirsi il reggiseno rosa-cipria, incontrando il viso dello sconosciuto incorniciato da scuri ricci bagnati.
Per nulla scomposto, il ragazzo la soppesò a testa inclinata squadrandola da capo a piedi, visibilmente compiaciuto ed interessato alla visione che gli si stagliava davanti: “ciao tu...” asserì sornione in un mezzo sorriso.
Sansa si ritrovò a boccheggiare mentre cercava di capire in che razza di situazione si trovasse; gli occhi che nel frattempo andavano ad indagare pericolosamente la figura del ragazzo, non disdegnando per niente il suo fisco tonico e ben delineato da una evidente serie di addominali, bellissime spalle e...
Dei che sguardo.
Sansa cercò di riprendere il controllo: “...e, scusa tu saresti?” chiese imbarazzata, indietregiando appena.
Il moro si scostò con un gesto del viso una ciocca che continuava a ricadergli davanti alla fronte: “Jon Snow. Tu invece?” chiese con occhi curiosi, mentre recuperava un telo per asciugarsi capelli.
 
Oh, certo, il nuovo cantante...
“Io sono Sansa, la sorella di Robb” rispose lei prima di vederlo riemergere dall’asciugamano.
“Sansa...” ripetè lui, strascicanso l’ultima esse, come se volesse accertarsi della consistenza del nome sulle sue labbra, prima che queste si dischiusero in un sorriso decisamente illegale: “sai Sansa, ti stai coprendo con la mia maglia in questo momento” le disse lui divertito mentre non l’abbandonava con lo sguardo,  visualizzando ogni sua minima reazione.
“cos...oh, OH; per i sette inferi, scusa..” replicò lei d’un tratto confusa mentre gli restituiva automaticamente l’indumento e tentava di coprirsi alla bell’e meglio con le mani, tremendamente rossa in viso; Jon arricciò le labbra per reprimere un sorriso mentre incapace di smettere di fissarla, si sporse per recuperare un secondo asciugamano dallo scaffale al suo fianco prima di porgerglielo e salvarla dal suo stesso imbarazzo.
“Grazie...” rispose lei con un filo di voce, mentre andò a celarsi dietro di esso come potè.
Il ragazzo si spostò alle spalle di lei, andando a raggiungere il resto dei suoi abiti.
Sansa gli lasciò spazio seguendo i suoi movimenti in un perfetto stato di trances, incantata da quella sublime visione: aveva una schiena ampia e la luce che si rifletteva sulla pelle costellata ancora da alcune gocce d’acqua, sembrava danzare ad ogni suo movimento; Jon portò le mani in vita, pronto a togliersi l’asciugamano, fermandosi poi tutto d’un tratto. Voltò lentamente il viso verso di lei: “resti a guardare, Stark?” le sorrise ammiccante.
Sansa trasalì in un momento: “oh, NO! Certo che no...scusami, tu fai pure con comodo, io vado a cambiarmi in camera mia, non preoccuparti...” borbottò velocemente fuggendo verso la porta.
“A me non dai mica fastidio...” continuò a stuzzicarla lui. Sansa cercò di riprendersi dal fuoco che divampava dalle sue guance borbottando un frettoloso, “ah...a più tardi eh...” prima di uscire e chiudersi la porta alle spalle, accasciandosi pesantemente a terra e maledicendosi per la figura assurda che aveva appena fatto.
Dopo qualche secondo si rialzò temendo che Jon potesse uscire dal bagno da un momento all’altro; percorse a veloci falcate il corridoio incappando in Robb, fermo fuori dalla porta di camera sua: “hey, Sans hai visto per caso un ragazzo moro con l’aria dannata in giro per casa?” chiese mentre si grattava la nuca.
“Bagno!” rispose istericamente lei sorpassando il fratello a testa bassa e fiondandosi in camera sua e di Arya.

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Capitolo 2
*** Il phon ***


Sansa si trovava seduta a gambe incrociate sul suo letto, mani tra i capelli, in stato completo di shock, mentre riviveva in loop la figura da completa idiota che doveva aver appena fatto con Jon.
Quasi non sentì il delicato bussare alla porta di Margery, che non ottenendo risposta, fece capolino dalla porta della sua stanza, fino a richiuderla dietro di se ed accostarsi alla ragazza.
“Hey Sans, tutto ok?” le chiese valutando il suo sguardo catatonico.
Sansa voltò lentamente lo sguardo sull’amica, prima di vomitarle addosso un fiume di parole sconnesse; Margery l’ascoltò tra tenerezza e spasso, era incredibile come Sansa riuscisse a ritrovarsi in situazioni del genere!
In quel momento, fece il suo ingresso Arya, completamente su di giri: “sono appena incappata in un bonazzo assurdo dallo sguardo tenebroso, sapete chi è?” chiese cono occhi di stelle ed un sorriso a 32 denti. Margery scoppiò in una fragorosa risata alle parole della piccola Stark, mentre Sansa si ritrovò a guardare la sorella con aria sconsolata, iniziando a raccontare nuovamente lo strano modo con cui aveva fatto conoscenza del ragazzo di cui Arya chiedeva notizie.
Alla fine del racconto, Arya si abbandonò sul suo letto di peso: “ok, recepito il messaggio sorella, l’hai visto prima tu, mi faccio da parte...” sbuffò fissando il soffitto.
“Ma tu non hai già la tua punta su Gendry?” le sorrise maliziosa Margery destando l’ attenzione di Sansa.
Una ragazza non parla mai delle sue conquiste...” la sbolognò Arya con nonchalanse.
Sansa si alzò dal letto per infilarsi finalmente un paio di Jeans puliti, lasciando Margery a continuare a punzecchiare la moretta: “no, Arya, voglio aggiornamenti, che se la tua tecnica funziona forse Sansa può adottarla con Mr. ABS!”.
Sansa si voltò a lanciarle un’occhiata pungente: “hey, guarda che sto ancora con Herry!”,
“se è così allora sarò ONORATA di condividere le mie tecniche con te, Sans!” le sorrise tirata Arya a sentir pronunciare il nome di quel coglione chiamato dalla sua schiera di fangirls Giovane Falco.
“Dunque, per le movenze devi seguire il monito- silenziosa come un'ombra e leggera come una piuma; per quanto riguarda l’atteggiamento - rapida come un serpente (e qui parlo di rapidità di pensiero, il veleno usalo a piccole dosi per risvegliare l’interesse) ma calma come acqua stagnante (questo li confonde un sacco e piace loro da morire); inoltre, quando lui ti si avvicina troppo - svelta come un cervo e sfuggente come un'anguilla. Poi c’è lo step successivo - liscia come la seta dell'estate, chiaramente da attivare sotto le lenzuola..”.
“ARAYAAAA” la ammonì la sorella raccattando i jeans infangati da terra,
“Beh, ma che ho detto? Scusa perchè tu non fai sesso?” le chiese incurante la minore,
“oh...lasciamo perdere, vado a vedere se riesco a ficcare finalmente questi cosi a lavare”,
“vengo con te” si accodò saltellando Margery prima di scoccare un’occhiolino di intesa ad Arya ed uscire dalla stanza.
Giusto il tempo di fare pochi passi che la porta della camera di Robb si spalancò ed il ragazzo fiondò un Phon tra le braccia di Sansa: “in camera di mamma e papà, grazie...” proruppe lui prima di trascinarsi Margery dentro e chiudere la porta tra le risa della ragazza.
Sansa si ritrovò sola e frastornata in corridoio: “AHHHHH...” sbottò nevrotica prima di inalare un respiro profondo.
 
Si avviò lungo il corridoio ed entrò indisturbata nell’antibagno per ficcare i jeans a lavare; uscì direzionandosi verso la camera padronale dove fu accolta da un Jon che si stagliava al centro della camera in jeans strappati, nell’esatto momento in cui era intento ad infilarsi la maglia.
Mr. ABS è azzeccato però, non c’è che dire!
Sansa deglutì ed abbassò lo sguardo prima che lui potesse accorgersi della sua presenza: “credo che Robb mi abbia mandato a portarti il phon, te lo attacco qui così non hai bisogno di staccare le altre prese” disse lei inginocchiandosi vicino alla parete dove stava la presa bassa, proprio accanto allo stipite della porta.
“Gentile da parte di Robb mandare te, Sansa” rispose lui sistemandosi la maglia mentre la guardava sorridente con interesse.
Ok, quel modo che ha di pronunciare il mio nome potrebbe uccidermi da un momento all’altro...
Sansa sbattè le palpebre per ridestarsi dai brividi che quegli occhi profondi le mandavano: “...già” disse apprestandosi ad andarsene quando invece lui la bloccò con una semplice richiesta: “hey Stark, avresti mica un pettine da prestarmi?” chiese continuandola a guardare.
Sansa si voltò lentamente sul posto mordendosi le labbra, pensando a quanto volentieri avrebbe voluto pettinargli lei i capelli, insinuando le sue lunghe dita affusolate in quella chioma umida: “te lo porto subito” disse invece, non aspettando oltre per muovere finalmente i suoi passi verso il bagno.
Aprì velocemente un cassetto, riesumando un pettine di legno a rebbi larghi che sarebbe stato perfetto per i suoi ricci, dopo di chè lo chiuse con decisione, alzando il viso e specchiandosi nel suo riflesso accaldato.
Ma che cavolo mi sta succedendo?
  • Bah, vedi tu tesoro, stai andando a fuoco come se non avessi mai visto un uomo in vita tua.
Ma non è possibile, io sto con Harry!
  • ...e potresti ripagarlo con la stessa moneta una volta tanto...
Non esiste, e poi non sono neanche certa che mi abbia tradita.
  • Si, e io non sono la voce della tua coscienza allora!
“ahhhh...” sospirò lei scuotendo la testa per liberarsi di quei pensieri, uscendo dal bagno in furia con se stessa.
Varcò la soglia della camera dei suoi porgendo frettolosamente il pettine a Jon, il quale la scrutò con un cipiglio confuso ma divertito: “tutto bene?” le chiese curioso con mezzo sorriso sulle labbra.
“Benissimo, grazie” rispose lei prima di voltarsi celermente ed uscire.

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Capitolo 3
*** la cena ***


Avrebbero mangiato sul presto e poi si sarebbero diretti al The Wall, il locale dove si sarebbe tenuto il concerto; Catelyn aveva dato fondo all’intero frigo per mentenere in tavola qualcosa che potesse sfamare 5 ragazzi perennemente famelici come da prassi per la loro età, Thormund inoltre valeva per due, quindi l’assenza di Sam, il quale li avrebbe raggiunti direttamente al locale, era pressochè inutile.
Quando Sansa si apprestò a scendere di sotto, gli altri erano già tutti seduti alla tavolata della sala da pranzo assieme a Margery e Arya, mentre Cat era intenta ad impiattare.
Theon aveva involontariamente occupato il suo consueto posto a capotavola e Sansa emise un sospiro frustrato prima di prodigargli un rapido scappellotto sulla nuca: “sei al mio posto Theon”.
Il ragazzo emise un gemito di fastidio prima di voltarsi a guardarla e portare la mano a massaggiarsi laddove era stato colpito: “dico ma che maniere Sans! Potresti anche essere un po’ più gentile!” ,
“e quando mai ti sei meritato anche solo un frammento di gentilezza Geryjoy!” ridacchiò Arya dall’altro lato del tavolo.
“Muta tu, piccoletta!” disse il ragazzo alzandosi di mala voglia.
“É il mio posto da sempre Theon, non far finta di non saperlo!” lo richiamò Sansa scoccandogli un’occhiata annoiata, mentre questi scalava alla sua destra: “perdonami Lady Sansa, per fare ammenda a questo mio affronto così imperdonabile, scosterò delicatamente lo scrano per aggevolare la seduta del tuo magnifico...” ,
“Theon!” lo ammonì la signora Stark continuando ad impiattare, ormai fin troppo abituata alle uscite poco cavalleresche di quel vulcanico ragazzo.
“Mi siedo qui d’accordo” concluse lui prendendo posto alla destra di Sansa, senza più proferire parola sotto le risate generali; Sansa alzò gli occhi al cielo ignorando compeltamente l’ennesima uscita di Theon, apprestandosi a sedere quando si accorse che la sedia la sua sinistra era occupata da Jon, occhi magnetici e un sorrisetto ambiguo a dipingergli il viso mentre non smetteva di guardarla.
Sansa sentì un calore sprigionarsi dalle guance, fugò il contatto visivo e prese a versarsi un bicchiere d’acqua sperando che il suo gesto noncurante risultasse naturale.
La cena proseguì tranquillamente tra chiacchiere e risate, quelli che tenevano banco erano Robb, Thormund e Theon, sempre intenti a raccontare aneddoti imbarazzanti l’uno sull’altro. Margery era in adorazione di Robb quanto lui lo era di lei, mentre Arya e Gendry cercavano più che altro di prendere aria tra una risata e l’altra. Sansa osservava Jon con la coda dell’occhio di tanto in tanto: era uscito fuori che era il migliore amico di Sam, una vecchia conoscenza di Thormund e l’ex vicino di casa di Theon fino ai 9 anni; Jon non era il tipo che parlava molto, ma quando interagiva nelle discussioni, oltre a dire la sua, sembrava riflettere ed ascoltare parecchio. Di tanto in tanto il suo viso veniva illuminato da rari sorrisi, talmente perfetti da entrare sotto la pelle della ragazza; Sansa si sentiva irrimediabilmente attratta da lui e doveva assolutamente riprendersi, perchè per gli Dei, quel ficcanaso di Theon era proprio alla sua destra ed era il tipo di amico invadente che sembrava avere antenne attive a captare ogni variazione di vibrazioni a sfondo emotivo, fisico e sentimentale.
Eppure quelle labbra carnose che si chiudevano di volta in volta sulla forchetta in modo così invitante, e che sembravano promettere le cose più indecenti ed essere in grado di farti capitolare da un momento all’altro, erano un richiamo troppo forte a cui poter resistere; Sansa si aggiustò sulla sedia cercando di riprendersi da quei pensieri, quando un ginocchio di Jon la urtò sotto al tavolo: “oh, scusami, ti ho fatto male?” e subito sentì la mano di lui poggiarsi laddove la sua gamba l’aveva precedentemente urtata; il calore del suo tocco, le diede un tremito nel bassoventre e per i sette, quella carezza sulla gamba mentre i suoi occhi sembravano avvolgerla con lo sguardo...
“No, no tutto a posto...” sorrise nervosamente lei, sbattendo le ciglia per fuggire da quegli occhi che sembravano leggerle dentro, fino ad arrivare ai pensieri più reconditi e appropriarsi dei segreti più nascosti; non aiutava il fatto che ogni qual volta Sansa cercasse di allungarsi a prendere un piatto, il moro ne anticipasse le mosse, passandole i viveri quasi senza dargli troppa importanza, nonostante la scarica elettrica che si sprigionava ad ogni gesto che lui facesse nei suoi confronti era palpabile da entrambe le parti.
“Sei un vero cavalier servente per la nostra Lady Sansa, eh Snow” ghignò sussurrando Theon con fare sornione,
“si chiamano educazione e gentilezza, Greyjoy, totalmete al di fuori della tua portata temo”replicò lui mentre lo incontrava con sguardo decisamente di monito; nonostante la pronta risposta di Jon, Sansa sentì il suo collo arrossarsi per l’imbarazzo prima che le nuove parole di Theon potessero preoccuparla ancora di più: “mmmm, e come mai così silenziosa tu, mia Signora? Il lupo ti ha mangiato la lingua?” , era fin troppo divertito da ciò che aveva inteso a differenza del resto del tavolo.
In tutta risposta, Sansa decise di passare subito al contrattacco: “sai Theon, sembra proprio che tu voglia vedere sfumate le tue possibilità con Jane, questa stasera” proruppe in tutta calma lei, sfoggiando un sorriso minaccioso su viso d’angelo.
“Oh, Sans lo sai che sei la mia Stark preferita, stavo solo scherzando...” tentò di recuperare Greyjoy, “anche se l’attività dei vostri feromoni è evidente come un Kraken in una pozzanghera...” aggiunse mellifluo.
Lo scappellotto di Sansa arrivò prima che Theon potesse accorgersene, in sincrono perfetto con il calcio di Jon, ed avendo destato ormai l’attenzione generale, per evitare di dare ulteriori spiegazoni, Sansa si alzò rumorosamente facendo un cenno ad Arya prima di iniziare a raccogliere i piatti per sparecchiare e servire dolce e caffè.
Recuperò il piatto di Jon prima che lui avesse il tempo di passarglielo ed incrociare nuovamente il suo sguardo, poi fece il giro per il resto delle stoviglie e si diresse in cucina seguita da Arya e da Margery, la quale recuperò piattini e posate prima di tornare in sala da pranzo. Arya estrasse dal frigo il dolce mentre Sansa, intenta a caricare la lavastoviglie con i piatti sporchi, finalmente riuscì a riprendere a respirare liberamente.
“Preferisci che gli dia una sciacquata prima di riporli dentro?”.
Sansa trasalì, rialzandosi di colpo: Jon si trovava dietro di lei con le mani occupate dagli ultimi piatti da portata.
“Oh, ma no...lascia stare, non disturbarti” arrossì lievemente lei, cercando di riconnettere la sua mente nel venire a patti con il fatto che si ritrovasse nuovamete sola con lui ad una così breve distanza l’uno dall’altra. Quell’insolito gesto di cortesia poi sembrava una cosa completamente assurda, trattandosi di un amico di suo fratello; ma Jon era diverso, nella sua totale calma apparente, una luce violetta di tanto in tanto sembrava palesarsi dal grigio antracite dei suoi occhi, come una folgore a risvegliare qualche sorta di istinto selvaggio. C’era un che di ferino nel suo sguardo, un guizzo indomabile che lo rendeva in qualche modo unico nel suo genere, in pieno contrasto con l’imperturbabilità oceanica della sua quiete apparente.
Lui sembra saperci fare sul serio – le sussurrò provocante la sua vocina interna.
“Nessun disturbo...Sansa” sorrise il ragazzo apprestandosi a poggiare i piatti nel lavello, azzardando un passo lento ed avvicinandosi così ancora di più a lei.
Sansa trattenne il respiro per un secondo, tesa come la corda di un violino, mentre si specchiava nei suoi occhi cupi e profondi.
“Spero che quello che ha detto Theon non ti abbia infastidita troppo” disse con uno sguardo sincero lui, come a cercare di indagare il flusso dei suoi pensieri.
“Oh, no, niente affatto” rispose incurante lei prima di specchiarsi negli occhi felicemente sorpresi di lui e registrare il significato della sua risposta, “cioè, ormai non faccio più caso a quello che dice Theon, il più delle volte parla a sproposito” tento di pezzare.
“Oh si, beh è Theon infondo!” rispose lui trattenendo una risata, “permetti?” domandò poi, allungando una mano alle sue spalle, quasi ad avvolgerla, mentre recuperava la spugna vicino al rubinetto ed i suoi occhi penetranti non smettevano di fissarla.
La ragazza deglutì prima di sbattere nervosamente le ciglia, riprendendo così coscienza del suo corpo, voltandosi appena per tornare ad occuparsi della lavastoviglie, regalandogli una completa visione della sua figura di spalle. Sansa era consapevole dello sguardo su di lei e di quel sorrisetto compiaciuto che non doveva avergli ancora abbandonato in viso, conseguenza naturale del suo poco celato imbarazzo.
Finito di dare una passata ai piatti, Jon glie li allungò affinche lei potesse finire così di caricare la lavatrice.
Finalmente in una mezza piroetta si voltò ad incontrarlo: “beh, tu non lo prendi il dolce?” chiese cercando di fuggire in qualunque modo dal suo stesso imbarazzo.
Jon schiuse debolmente le labbra prima che i suoi occhi indugiassero lievemente su quelle di lei: “niente zuccheri prima di un concerto, tendono ad asciugarmi la gola”rispose in una smorfia prima di lui tornare a scrutarla nelle iridi oltremare ed avvicinarsi pericolosamente al suo orecchio: “ed una corretta salivazione è un buon alleato di ogni vocalist” le sussurrò ammiccante prima di scostarsi a soppesare una sua reazione.
Dei, quella voce calda e lievemente roca a sussurrare determinate parole, scelte apposta per stuzzicarla e sedurla; quel ragazzo era un danno, un demone e stava irrimediabilmente flirtando con lei, in un modo talmente allettante che Sansa non riusciva a non tirarsi indietro, era totalmente alla sua mercè e le piaceva.
Trattenne il respiro e spostò il peso sull’altra gamba, andando inconsciamente a sfregarsi le cosce per dare sollievo a quel delizioso tormento che si stava propagando dal suo basso ventre; la cosa sembrò non passare inosservata agli occhi di Jon che in tutta risposta, inarcò le sopracciglia e arricciò quelle labbra da scandalo come a palesarle il suo muto interesse: “a cosa stai pensando, Sansa?” chiese sardonico, inchiodandola al bancone della cucina.
Fortunatamente la voce di Margery la distolse da quel mesmerize, dandole la scusa perfetta per eclissarsi da quella situazione; Sansa sorrise a Jon, consapevole di averla inesorabilmente scampata.
“...salva per miracolo!” le soffiò sulla pelle lui, prima che la ragazza potesse battere la ritirata.
svelta come un cervo e sfuggente come un'anguilla, grazie Arya!
 
 
Uscita dalla cucina afferrò il braccio di Margery e se la portò dietro fino al bagno di servizio prima di chiudere la porta alle sue spalle: “beh ma che ti prende, Sans?” le chiese la Tyrell completamente stranita.
Sansa si voltò, mani alle tempie a massaggiarle per darsi sollievo: “quel ragazzo mi sta facendo impazzire”.
“Uuuuuh...questo sì che è interessante!” ghignò l’altra andando ad incorociarsi le braccia al petto in attesa che l’amica vuotasse il sacco.
“Margy...” la ammonì la rossa, “io sto con Herry” le disse frustrata,
“e forse è anche ora che scarichi quel peso morto: è inaffidabile Sans, quante volte te lo devo dire! Inoltre non mi sembra che ti abbia mai coinvolto come evidentemente sta facendo Jon, in neanche 2 ore che vi conoscete pergiunta: non ti ho mai vista in questo stato!” sorrise deliziata la ragazza mentre la soppesava compiaciuta.
“Ah...tutte le volte mi chiedo come mai le vengo a dire a te certe cose” replicò snervata Sansa scuotendo la testa.
“Perchè io sono la voce della verità incarnata Sans, che ci vuoi fare?”.
In quel momento il cellulare di Sansa vibrò nella tasca dei Jeans.
 
Harry – Hey piccola, vado con Robyn e i ragazzi a bere una cosa dopo la partita, poi ti raggiungo.
 
Tipico di Herry, dare buca all’ultimo.
 
Sans – ok, ti aspetto al locale allora, saluta gli altri.
 
Herry – ricordami il posto...
 
Ahhhhh...
Sansa roteò gli occhi al cielo, sembrava che quel ragazzo non la ascoltasse mai quando parlava.
 
Sans – the Wall
 
Dei, non ti meriti neanche uno straccio di punteggiatura...
 
Sansa ripose il telefono nella tasca sotto lo sguardo attento di Margery: “fammi indovinare...”
“Margy non aggiungere altro e accompagnami a cambiarmi” disse Sansa uscendo determinata dal bagno.

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Capitolo 4
*** Il concerto ***


Ovviamente Margery aveva messo becco nella disposizione dei passaggi: Robb sarebbe andato con lei, Arya e Gendry con la macchina di Ned, Thormund con la sua moto e Sansa con Theon e Jon, sulla macchina di quest’ultimo.
 
Un PickUp ovviamente, cosa altro avrebbe potuto guidare?
Jon uscì in quel momento dall’ingresso, si infilò gli anfibi che aveva lasciato sotto il portico e iniziando a roterare le chiavi sull’indice destro, si appropinquò al resto del gruppo.
Giacca di pelle, naturalmente...
Sansa si morse l’interno guancia per cercare di darsi un contegno.
“Quindi?” chiese il ragazzo a nessuno in particolare.
“Theon e Sansa per te Jon” ammiccò Margery caricando il più possibile il messaggio.
“Anche Theon?” chiese Jon ironicamente disturbato dalla cosa.
“Hey Snow, chi ha garantito con Robb per te quando si è trattato di entrare nella band?” si lamentò Theon
“Thormund!” rispose prontamente Jon a mezzo ghigno, prendendosi una serie di nomi in risposta mentre Greyjoy saliva borbottando ad occupare il posto del passeggero.
“Allora ci vediamo lì” vociò Robb mentre con il braccio attorno al collo di Mergery, si dirigeva verso il garage assieme gli altri.
Jon gli fece un cenno con la mano prima di voltarsi con occhi scuri e penetranti ad incontrare Sansa, la quale lo guardò come in sfida, in attesa di una sua qualunque mossa.
Lui le si avvicinò lento quasi come un predatore, fino a trovarsi ad un palmo di naso; le studiò i lineamenti in silenzio e stava quasi per andare a scostarle una ciocca di capelli ramati dalla fronte quando il clacson accompagnato dalla fastidiosa voce di Theon non li richiamò al presente. Sansa da sotto le ciglia vide Jon alzare gli occhi al cielo ed imprecare mentre tra i denti: la situazione era fin troppo ironica.
Salva per la seconda volta.
 
Jon tornò a cercarla con lo sguardo prima di inclinare lievemente il viso: “monta su, Stark” le mormorò prima di pizzicarla distrattamente sul fianco, sorpassarla e salire in macchina.
Sansa sospirò, congratulandosi con se stessa di essere riuscita a non fiondarsi sulle sue labbra senza ritegno, poi si strinse nella giacca, si voltò e montò in macchina.
 
Arrivati al locale, Jon si apprestò ad aiutare Theon a scaricare dal baule la doppia tastiera; caricò in spalla il cavalletto e tutti e 3 si diressero verso l’ingresso dove la fila in attesa di entrare era già numerosa.
Theon si apprestò a guardare il cellulare e li informò che Robb e gli altri erano già all’interno; con una rapida falcata si avviò più rapidamente all’ingresso, mostrando il pass al buttafuori: un omone gigante con una brutta cicatrice da bruciatura sul viso ed un aria minacciosa. Jon e Sansa erano appena dietro di lui e dopo che Theon fu passato, anche Jon non ebbe il minimo problema con il Mastino.
Quando venne il turno di Sansa ovviamente fu inevitabilmente bloccata: “spiacente uccelletto, ma senza pass non si entra” tuonò burbero il buttafurori.
“Ma…ma sono con i ragazzi della band…” cercò di giustificarsi lei.
“Niente pass, niente ingresso, dolcezza: ti aspetta la fila come tutti gli altri” concluse definitivo lui.
Jon, fermo sulla soglia d’ingresso in attesa della ragazza, si accorse che qualcosa evidentemente non andava e tornò rapido sui suoi passi intuendo il problema.
Fu un attimo e Sansa si sentì avvolgere da un braccio attorno alla vita: Jon la tirò a se, la sua mano a correre lungo il fianco di lei in una presa da capogiro.
“Hey baby, che succede?” chiese lui con nonchalance, il suo respiro caldo a solleticarle l’orecchio mentre andava a depositarle un delicato bacio nell’incavo del collo. Sansa si sentì avvampare, incapace di pronunciare una singola lettera, troppo concentrata sul turbinio di sensazioni che quel contatto le provocò internamente.
“Non può entrare senza pass” intervenne fermo il Mastino, interrompendo bruscamente le languide attenzioni di Jon.
“Che stronzata Clegane, vuoi lasciarmela fuori a fare la fila per un cavillo del cazzo?”.
“Non sono io che faccio le regole Snow”.
“Ah si, e come la mettiamo se resto fuori anche io ad aspettare assieme a lei, eh? Chi canterà al mio posto? Molti di questi clienti li stiamo portando noi con i Direwolves,  oltre al fatto che non esiste che la mia ragazza non possa entrare con me” ringhiò Jon con occhi di pece.
Sansa ebbe un brivido a quelle parole; non aveva emesso un suono intenta com’era a cercare di mantenere il suo respiro sotto controllo, in più il tocco possessivo di Jon aveva acceso un martello pneumatico laddove teoricamente doveva trovarsi il suo cuore.
Jon continuò a discutere col buttafuori fino a che questi, snervato, si fece da parte per farli passare.
Il ragazzo in tutta risposta afferrò Sansa per mano e se la trascinò dietro come se fosse la cosa più naturale del mondo; lei ancora sotto shock fece qualche passo prima di voltarsi verso l’omone con la cicatrice sul viso, questi incontrò i suoi occhi e lei gli sillabò un grazie privo di suono; lui le grugni qualcosa in risposta ma Sansa non potè prestargli grande attenzione perché Jon stava già tenendo la porta d’ingresso aperta per lei. “Piaciuto, Stark?” le sussurrò insinuante nel momento in cui lei gli passò di fianco.
Sansa si voltò ad incontrarlo, finalmente libera di poter esprimere tutta la sua raggiante e favorevole (?) incredulità, lesse però troppa sfrontatezza e autocompiacimento nel suo tono, gli restituì quindi una punta di sfida nello sguardo mentre lui faceva il suo ingresso alle sue spalle: “credi che io sia tanto impressionabile, Snow?” replicò quindi a mezzo sorriso, mentre lo osservò appoggiarsi con la schiena al muro nero del locale, mani immancabilmente in tasca, totalmente appagato della sua epifanica trovata.
“Se fossi arrivato qualche minuto più tardi avresti visto all’opera le mie performance recitative e ti assicuro che è difficile resistere ai miei occhi dolci e supplichevoli” concluse altezzosa lei in una smorfia ammiccante, senza pensare minimamente a quali pericolose immagini gli stava suggerendo.
“Oh, non ne dubito” disse lui soppesandola, mentre andò ad inumidirsi il labbro inferiore con a punta della lingua, gesto che a Sansa non passò di certo inosservato, tanto da farle pizzicare ferocemente l’interno coscia, ancora.
“Anche se il Mastino non è facilmente impressionabile, te lo assicuro” continuò Jon inarcando le sopracciglia e staccandosi dal muro. “Comunque la questione non cambia” asserì prima di avvicinarsi quel tanto da farle trattenere il respiro, occhi fissi sulle sue labbra rosee prima di tornare sulle iridi celesti: “sei in debito con me, Sans” sorrise sornione prima di sorpassarla e lasciarla in balia della sua inebriante assenza.
 

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Capitolo 5
*** la sigaretta ***


Margy- prossimo concerto Sabato al Bloody Gate, i ragazzi cenano li: io, te, Arya e Gilly a casa mia, styling completo e poi li raggiungiamo. Non ammetto un no in risposta, se necessario con la palla al piede me la vedo io.
 
Harry: la palla al piede.
Quel cretino alla fine le aveva dato buca con una telefonata dalla voce impastata dall’alcool. Sansa gli aveva fatto una lavata di testa tale che lui le si era presentato il giorno seguente con una rosa rossa in segno di scuse. Una rosa rossa…come se il mondo intero non fosse a conoscenza della sua spropositata preferenza per quelle blu d’inverno…
A volte si chiedeva se il fascino da Capitano della squadra di Football non l’avesse ingabbiata in un’idealizzazione fittizia, celando ai suoi occhi lo sciupafemmine che Margery era convinta che fosse.
Harry era il partito perfetto e l’aria da bravo ragazzo anche se leggermente arrogante era un mix fatale, peccato che alla fin fine non era poi tutto quel fuoco e fiamme che sembrava promettere, soprattutto sotto le lenzuola.
Non ebbe bisogno di pensarci su due volte, Harry non si sarebbe sognato di negarle un’uscita del genere, soprattutto non dopo quella sera.
 
Sans- ok capo!
 
Subito dopo scrisse un messaggio alla palla al piede comunicandogli i programmi per sabato, lui le rispose dicendole che le avrebbe raggiunte al locale in modo da poter passare la serata con lei e riaccompagnarla a casa.
Dei, se sei prevedibile...
 
In quel momento sentì una macchina parcheggiare nel vialetto di casa. Incuriosita si avvicinò alla finestra di camera sua scostando le tende e arrivò appena in tempo per ammirare Jon Snow scendere dalla sua auto per fare un saluto veloce a sua madre, intenta a fare giardinaggio nei pressi del patio.
Robb uscì di casa poco dopo, diede un bacio a Cat e scese i gradini per incontrare l’amico in una stretta fraterna, dopo di chè, i due si avviarono verso il pickup.
Voltatosi per aprire lo sportello, immancabilmente Jon guardò in alto, proprio verso la sua finestra.
Merda...
Un occhiolino e quell’immancabile sorrisetto a fargli capolino dalle labbra.
Sansa roteò gli occhi al cielo in risposta sperando di smorzare la sua boria, anche se quella continua danza tra loro in fondo le piaceva, poi accostò la tenda e si sdraiò sul letto a contemplare il soffitto.
Maledetto lui, con quei capelli che sembrano dipinti riccio per riccio...
Le tornò alla mente l’immagine del concerto di due sere prima, quando l’aveva visto sul palco con i capelli raccolti all’indietro liberandogli il viso, intento a cantare l’ennesima canzone e a scaldare il pubblico con la sua voce graffiante: niente da dire, era perfetto per i Direwolves, con Robb aveva una chimica micidiale e sapeva tenere il palco veramente bene. Il pubblico era rimasto felicemente colpito dal nuovo vocalist della band e riuscire a contenere le ragazze dopo il concerto era stato davvero complicato. Margery si era trovata prepotentemente avvinghiata a Robb per evitare qualunque possibile avvicinamento di genere femminile, mentre Theon era al massimo dell’euforia in quella situazione, nonostante cercasse sempre Jane con la coda dell’occhio. Anche Jon era stato attorniato a sua volta e Sansa lo aveva visto un paio di volte al bancone del locale con diverse ragazze che cercavano di attirare la sua attenzione; sembrava sguazzarci bene anche se ogni tanto i suoi occhi indugiavano sulla sala circostante come a cercare una via di fuga o a pregare che tutto finisse in fretta, si ricordò che aveva riso a quella visione.
Ben ti stà, col tuo fascino da bad boy!
L’aveva incontrato solo dopo all’esterno, nell’area fumatori: aveva appena chiuso la telefonata con Harry ed era nera di rabbia ma quando aveva fatto per rientrare, la porta si era spalancata e ne era uscito Jon ad occhi bassi, intento a sfilare una sigaretta dal pacchetto che teneva in mano.
“Fuggi dalla tua schiera di ammiratrici?” lo accolse lei leggermente acida, quasi a sfogare la frustrazione accumulata. Lui alzò lo sguardo stupito, come colto di sorpresa dal suono della sua voce, sigaretta ancora tra le dita. Poi, inaspettatamente aveva sorriso, ma un sorriso puro, limpido, ne malizioso ne canzonatorio, sembrava semplicemente felice di vederla e Sansa fu inevitabilmente presa in contro piede.
“Hey Sans, ecco dov’eri finita” le disse avvicinandosi e andandole ad accarezzare i capelli come fosse la cosa più naturale del mondo, ignorando completamente la sua stoccata traversa.
“Non ti ho vista per tutta la sera... Allora: piaciuto il concerto?” chiese scostandosi appena e portandosi la sigaretta alla bocca con l’intento di accenderla. Sansa scosse lievemente la testa, completamente disorientata da quel nuovo atteggiamento e sempre più coinvolta da quella danza incostante tra loro, mentre Jon le si allontanò per evitare di inondarla del fumo della sigaretta: “si...si, certo, siete stati pazzeschi a dire il vero! Sinceramente non mi aspettavo ti uniformassi così bene, sembrate proprio aver trovato una vostra dimensione comune” proruppe lei relmente estasiata dalla loro peformance.
“Dici sul serio?” chiese incredulo Jon, assottigliando lo sguardo, realmente lusingato dalle sue parole.
“Carto: tieni il palco da paura, sai muoverti coinvolgendo tutti... sei davvero bravo sai?”.
“Ok, ora mi stai prendendo per il culo” la guardò lui da sotto le folte sopracciglia appena aggrottate, mentre sorrideva scettico.
“No, no Jon, sono seria” lo ammonì lei con occhi lucenti, “la tua voce è perfetta, ha un timbro magentico e il fatto che sia leggermente roca è un valore aggiunto, gli conferisce un che di icisivo e graffiante...” cercò di spiegare lei, non rendendosi ancora conto di essere stata forse, fin troppo entusiasta.
“Graffiante?” chiese lui di rimando avvicinandosi appena.
“Inteso come complimento, è ovvio” si giustficò lei da sotto le ciglia, rendendosi conto solo in quel momento dalla sua inaspettata vicinanza.
Ed eccolo di nuovo quel mezzo sorriso, quello sguardo da predatore, quella luce negli occhi.
Oh, no, no, non così vicino...
“Quindi, ti piace la mia voce graffiante, Stark?” domandò diretto lui riacquistando la malizia e caricando lo sguardo di dardi infuocati.
Come diceva Arya? svelta come un cervo e sfuggente come un’aguilla?
“Toni bassi e rochi, mmm? Sai dice molto di te...” continuò lui arrivandole ad un palmo di naso.
Calma come acqua stagnante.
“Ah davvero Snow? E sentiamo cosa direbbe di me, perchè davvero non lo riesco ad immaginare” replicò lei cercando di adottare un tono tiepido, scettico e distaccato, quando la realtà sotto la sua pelle era ben diversa.
“Che sotto l’apparenza da brava ragazza forse si nascondono voglie tutt’altro che pure” le sussurrò lui andando a giocare con le dita sull’estremita della sua maglia di Tommy Hilfiger che spuntava dai jeans.
Sansa inarcò le sopracciglia incredula: “Come scusa?”.
Per i sette non può averlo detto sul serio...
“Mi hai sentito” continuò a guardarla lui con occhi intensi, “non a tutti piace essere provocati, ma i tuoi occhi si animano quando succede” si inumidì le labbra mentre la squadrava, “questo vuol dire solo una cosa...” le sussurrò avvinto inclinando il viso.
Lei lo guardò di rimando, lusingata ma decisa a mantenerlo sulle spine e a restituirgli la moneta a sua volta; si andò a mordere il labbro inferiore, prima di abbassare lo sguardo.
Gli prese il polso della mano che ancora reggeva la sigaretta e lui le fece dare un tiro non smettendola di guardare; Sansa incontrò il suo sguardo ed espirò, direzionando il getto lateralmenre per evitare che la nuovola di fumo caldo osasse infraporsi tra loro: “non pensarci troppo, Snow” gli sussurrò inarcando le sopraciglia; un sorrisetto furbo prima di prendere la porta e rientrare, lasciandolo a contemplare la sua uscita di scena.
 
Sansa non riuscì a trattenersi dal sorridere a quel ricordo: era stata fenomenale, come era riuscita a fuggire da quella situazione non compromettendosi ulteriormente e anzi catturando l’attenzione di lui in una sfida ancora aperta, davvero non se lo spiegava. Quando l’aveva racontato a Margery questa era rimasta totalmente incredula ed estasiata dal fatto che lei, Sansa Stark, fosse riuscita a ridestare la sacra stronza che risiedeva latente nel profondo del suo animo da perfetta girl scout.
“Devo chiedertelo sorella” aveva asserito Arya, “cosa aspetti a mollare il coglione per buttarti a capofitto su Jon?”.
Sansa quasi si era vergognata dal non sapere cosa risponderle, sapeva anche lei che con Harry non andava, non andava in nessun senso, doveva scaricarlo a prescindere da Jon anche se era stato grazie a lui che aveva capito di volere qualcosa di diverso dal rapporto piatto che aveva con Harry.
E il fatto che l’abbia capito nel giro di una sola sera è abbastanza terrificante.
Quante bugie mi sono raccontata in questi mesi?

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Capitolo 6
*** il piano ***


Le prove del Giovedì sera filarono lisce come l’olio, tutti i ragazzi non vedevano l’ora di suonare al Bloody Gate poichè era anche stato inedetto un contest tra le band partecipanti, il cui premio era un esibizione come gruppo d’apertura al concerto dei White Walkers, la band più famosa di tutto in Nord.
Poco prima dello scadere delle due ore che avevano prenotato alla sala prove, la figura silfidica di Margery Tyrell fece capolino da dietro la porta.
Dopo che fu riemersa dalle labbra di Robb, gli confermò di farsi dare un passaggio quel sabato sera, poichè avrebbe preso lei la macchina per portare le ragazze al loro concerto. Cogliendo lo sguardo interrogativo di Robb, aggiunse con aria di chi la sa lunga, che se tutto fosse andato secondo i suoi piani, al ritorno avrebbero avuto la sua spider completamente priva di passeggeri e pronta per condurli allo chalet di famiglia Tyrell, a loro intera disposizione per tutto il giorno successivo.
“Di che razza di piani parli Margy?” chiese Robb ridendo, prima che lo sguardo della ragazza di posasse impunemente su Jon.
Robb seguì lo sguardo della ragazza e in un attimo Jon si ritrovò tutti gli occhi puntati addosso.
“Cosa?” chiese lui titubante, mentre un sorrisetto furbo andò a distendersi sulle labbra della ragazza.
“Thormund mi ha detto che hai una predilezione per le rosse Jon, è vero?” chiese senza mezzi termini Margery, destando l’attenzione di Thormund e un’esclamazione poco cavalleresca di Theon.
“E questo ora cosa centra??” chiese Robb cascando completamente dalle nuvole,
“tesoro, dico solo che sarebbe gentile da parte di Jon, se potesse riaccompagnare a casa Sansa” si espresse lei con occhioni grandi, prima di depositare un bacio a stampo sulle labbra del suo ragazzo.
Robb sembrò valutare la cosa per un momento, prima di iniziare ad acconsentire con la testa sempre più convulsamente, rivolgendosi poi a Jon con pupille dilatate e sguardo esaltato, come se un fulmine gli avesse attraversato il cervello: “Assolutamente! Jon, tu devi riaccompagnare Sansa a casa e non preoccuparti di essere, come dire...coinvolgente nei suoi riguardi: hai il mio completo benestare”,
“come scusa???” chiese atterrito Jon, completamente scioccato e subito sulla difensiva,
“oh, non credo che gli serva la tua approvazione Robb” sghignazzò Theon, prima che Jon potesse velocemente incenerirlo con uno sguardo.
Per distogliere Robb da quella frase e riabilitare la sua persona alla fiducia che pareva volergli prodigare, Jon si alzò dall’amplificatore su cui si era precedentemente seduto, avvicinandosi di un passo al ragazzo Stark: “Robb, senti...”
“no Jon, ascoltami tu: sei uno a posto, lo so altrimenti questi non avrebbero fatto carte false per portarti tra i Direwolves” gli disse mettendogli una mano sulla spalla, come a conferma di ciò che diceva, “e Sansa avrebbe davvero bisogno di svagarsi, credimi. Dov’è il problema scusa, la mia sorellina non incontra i tuoi gusti?” chiese fintamente offeso Robb.
Gli occhi di Jon sembrarono animarsi a quella parole: “no, ma...che dici, Sansa... lei è fantastica davvero, chiunque pagherebbe per stare con lei ma...”
“certo che è fantastica, è mia sorella! E merita il meglio” continuò lui nel pieno della declamazione del suo  egocentrismo assoluto, qualità che comunque nascondeva il più buono dei ragazzi non che il più fedele tra gli amici. Notando infatti il disagio di Jon, Robb tentò di essere il più cristallino possibile: “senti, non ti stò suggerendo di buttarti addosso a lei in senso biblico, intendiamoci, è pur sempre mia sorella e ti ritroveresti con le mani tagliate nel giro di un secondo, ma non mi dispiacerebbe per niente se tu volessi conoscerla meglio, te lo assicuro!” lo tranquillizzò lui prodigandogli qualche pacca sualla spalla prima di proseguire oltre a lui e iniziare a staccare il cavo dall’amplificatore.
Jon rimase per un attimo cristallizzato sul posto, non comprendendo ancor aappieno quello che era appena successo.
“Hey Jon, se ti pesa, a Sansa posso sempre pensarci io...” lo stuzzicò Theon, rianimandolo con quelle parole prima di ritrovarsi immobilizzato nell’animo dalle folgori che scaturirono dagli occhi del moro accompagnate da un NO ringhiato tra i denti.
“Fantastico, allora è deciso” proclamò Robb, riponendo infine la chitarra nella custodia.
Jon dentro di se, si ritrovò a maledire Margery, Theon e pure Thormund che non la smetteva di guardarlo con quell’espressione ghignante di vittoria, mentre sentiva un estraneo stato d’ansia iniziare a montargli dalla bocca dello stomaco.

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