VITE NASCOSTE

di cara92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** prologo ***


Le luci dei lamponi, sembravano tutti piccoli fari che illuminavano il mio viso ad ogni singolo movimento.
Eravamo in viaggio da almeno tre ore, Chris Argent, aveva deciso di partire la notte per evitare il traffico del mattino, assieme a tutta la famiglia.
Il rumore dei tasti, del cellulare al suo fianco indicava che la figlia degli Argent fosse sveglia e intenta a fare qualche ricerca di chi sa cosa.
Mi mossi appena per vedere cosa facesse e intravidi l’orario “4.30”, come facesse ad essere cosi attiva ancora non lo sapevo.
Io invece ero ancora mezza addormentata, anzi ero più incazzata che altro, ero stata sbattuta giù dal letto, solo quattro ore prima e ancora dovevo riprendermi dallo shock.
Sapevo della partenza, ne era stato parlato già da alcune settimane, ma ancora non capivo perché così improvvisamente.
Allyson così si chiamava la figlia, dolce ragazza di diciassette anni, sempre con il sorriso dipinto sul volto e un animo puro e semplice, mi sorrideva tutta euforica, saltellando nell’abitacolo, io dal canto suo la stavo malediceindo.
-Kara su forza non sei eccitata ad andare a Beacon Hills? Chiese la mora avvicinandosi pericolosamente.
-Sinceramente, Ally avrei preferito dormire un altro paio di ore, ti ricordo che Chris mi ha letteralmente buttata giù dal letto, ho ancora il ricordo del pavimento freddo sul viso e lo sai benissimo, che
-Punto uno: odio il freddo
-Punto due: voglio dormire.
-E punto tre? Chiese Ally fissandomi stralunata.
Deviai il suo sguardo, il punto tre per me non era il massimo.
Mi sentiì osservare e intravidi gli occhi azzurri di Chris che mi fissavano dallo specchietto retrovisore, lui sapeva benissimo che la mia idea di ritornare a Beacon Hills non era ancora nei miei piani.
Quell’uomo dai tratti pronunciati, lo sguardo duro all’apparenza ma con l’animo buono, mi sorrise come per darmi un abbraccio in quel momento.
La famiglia Argent non erano i miei parenti, non avevo nulla a che fare con loro sinceramente, ma erano l’unica famiglia che mi aveva accolta dopo l’incidente e per me al di là di tutto erano la mia roccia.
-E punto tre dissi, inventandomi qualcosa, ho il cellulare scarico e lo sai molto bene che non avendo musica nelle orecchie significa noia mortale.
Lei mi fisso con gli occhietti marroni tirati in due piccole fessure, mi stava studiando per capire se inventavo balle o meno.
Io invece con un semplice movimento della mano come per scacciare via delle mosche inesistenti, mi accovaccia di più vicino al finestrino, tirandomi sulla testa il cappuccio della felpa e mi accoccolai su me stessa, mentre Allyson rideva come una matta fissandomi.
-Ti voglio bene Kara, vedrai che ci troveremo bene e sarà l’ultima volta per noi di trasferirci te lo prometto, sentii le parole come un sussurro, mentre si accomodava sulla mia spalla chiudendo gli occhi.
Il sole stava piano piano sorgendo, si intravedevano lontano piccoli filamenti di luce uscire oltre le montagne illuminandole gli occhi verdi in un colore più intenso, quel colore così simile a quello di suo padre.
Kara si sistemò meglio accanto ad Allyson e si addormentò non prima di aver letto in lontananza il cartello della segnaletica
“BEACON HILLS 75 KM”.
 

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Capitolo 2
*** capitolo 1 ***


Arrivarono nella cittadina con il traffico ben avviato, avevano scelto una bella villetta poco lontano dalla scuola dove entrambe le ragazze tra due giorni precisi avrebbero cominciato il nuovo anno scolastico, il furgone dei traslochi era arrivato già da un paio di ore e avevano riempito la casa con tutto l’occorrente.
Allyson si era sistemata in una piccola camera al secondo piano poco lontano dalle scale, mentre io avevo scelto l’ultima camera in fondo al corridoio accanto al bagno, così avrei avuto l’onore tutte le mattine di essere la prima.
Guardai lady Allison fulminarmi con lo sguardo, mentre io con il sorriso a trentadue denti, mi ero chiusa in camera buttandomi sul mega lettone matrimoniale.
La camera non era molto grande, gli armadi e la scrivania erano di un colore marrone molto scuro, non aveva nulla che poteva rappresentarmi, ero solo circondata da pile di scatoloni che avrei sistemato con tutta calma nei giorni successivi.
I due giorni passarono troppo velocemente per mio conto, difatti il lunedì mattina la sveglia riecheggiò nelle mie orecchie rompendomi i timpani, la spensi quasi subito e mi precipitai in bagno.
Scelsi un semplice pantalone nero stretto, una camicia a scacci rossa e nera e i miei magnifici anfibi ormai rovinati, gli occhiali da sole erano ben sistemati sui capelli raccolti in uno chignon disordinato, mentre la mia meravigliosa sorellina, era ancora in camera alla ricerca di qualcosa di speciale da mettersi per il grande giorno.
Mi appoggia allo stipite della porta, guardando la scena che mi presentava davanti.
Il letto e il pavimento era pieno di abiti, scatoloni dappertutto, praticamente un disastro su tutta la linea.
Vedevo la chioma castana oscillare dentro l’armadio buttando alle sue spalle ancora vestiti.
-Allyson ma ti vuoi decidere di metterti qualcosa? Tra dieci minuti sentirai Chris e Victoria urlare di sotto e lo sai che io odio il ritardo le dissi battendo le mani sulla porta solo per il gusto di farla più innervosire.
-Kara dacci un taglio con quel chiasso e per favore dammi una mano, non ho nulla da mettermi, disse quasi implorante.
Alzai gli occhi al cielo e mi avvicinai a lei, cercando di non calpestare i poveri abiti sparsi attorno, le lanciai una maglietta nera e oro molto elegante e un paio di jeans blu che le fasciava per bene le gambe snelle.
-Per me prova questi io ti aspetto di sotto … dissi uscendo dalla stanza  E muoviti perché tra due secondi…
-ALLYSON.. KARA.. muovetevi!!  ecco perché.. le dissi scuotendo la testa.
Arrivammo a lezione già iniziata, ma essendo che dovevamo fermarci in ufficio dal Preside per alcuni documenti; si offrì di accompagnarci alla nostra aula.
Le ragazze vennero accolte da un silenzio così pensante, si poteva percepire odore di profumo mischiato a sudore, il professor Harris le fece subito accomodare negli ultimi due posti liberi.
Kara sentiva gli occhi di tutti su se stessa, ma per lei non era un problema, era abituata ormai a essere e sentirsi in quella maniera.
Aveva riconosciuto alcuni ragazzi, ma si sarebbe soffermata a dare uno sguardo migliore solo all’ora di pranzo dove tutti sarebbero rimasti chiusi in mensa.
Decise di alzare gli occhi solo per cercare Allyson che era proprio davanti a lei, aveva notato che era particolarmente agitata solo da come teneva la penna in mano, che un ragazzo seduto accanto a lei gli aveva passato, diventando tutto rosso dalla vergogna.
Erano cresciute insieme le due ragazze e anche se non era sua sorella, per lei era stata tutto quello che aveva bisogno, un’amica.
Le diedi un piccolo buffetto sui capelli solo per farle capire che non c’era nulla di cui preoccuparsi e l’altra di rimando mi sorrise di sbiego.
ci capivamo ormai solo guardandoci.
Io mi ero ritrovata al mio fianco un terremoto se così si poteva descrivere, con la coda dell’occhio notai che per tutte e due le ore, non faceva altro che muoversi, ciondolare e sbuffare, era sicuramente peggio di Allyson.
Finalmente l’ora di pranzo arrivò e con velocità di un bradipo raggiunsi la mensa per prendere solo una semplice mela, mi guardai attorno cercando Ally e la ritrovai ad un tavolo vicino alla finestra che dava sul campo di non so che cosa, forse calcio, era intenta a ridere con una ragazza vestita di tutto punto con i capelli rossi che continuava a muovere e sistemare ogni due secondi.
Mi avvicinai con malavoglia e mi accomodai davanti di loro facendo finta di non ascoltarle, parlavano di scuola, lezioni e altre cose senza interesse.
Mi soffermai a guardare ogni singolo studente per cercare di riconoscere qualcuno, qualche tavolo più in là, c’erano i ragazzi che avevo visto di sfuggita quella mattina.
Il terremoto così lo avevo ribattezzato, era intento a parlare di qualcosa d’importante essendo che non stava fermo un secondo continuando a muoversi a destra e a sinistra rubando ogni tanto qualche patatina dal piatto dell’amico che era perso nei suoi pensieri.
Avevo la capacità di leggere il labiale delle persone e così concentrandomi potei intuire che stavano parlando di un caso di morte avvenuto qualche giorno prima del mio arrivo.
Avevano trovato nel bosco un corpo tagliato a metà.
Un brivido mi percorse tutta la schiena, diventando quasi pallida per alcuni ricordi che mi balenavano nella mente.
Cercai comunque di non desconcentrarmi per capire altre informazioni.
Scoprii che i due giovani erano Stiles e Scott.
In quel momento mi ricordai di un bambino di circa otto anni figlio dello sceriffo, sempre iperattivo che abitava poco lontano da me quando ero piccola, aveva un nome molto strano, difficilissimo da pronunciare per la mia tenera età.
Così aveva deciso di battezzarsi Stiles Stilinsky per poter essere più normale agli occhi degli altri.
Eravamo molto amici da piccoli e non sapevo come avevo fatto a non riconoscerlo, quegli occhietti così dolci non erano cambiati e anche il suo sorriso era rimasto lo stesso, potevo leggere solo un po' di sofferenza, nei tratti del viso, la morte della madre qualche anno dopo era stata devastante per loro e i miei genitori biologici avevano cercato di stargli molto vicino per aiutarli il primo periodo poi però era accaduto quello che era accaduto.
Sorrisi nel vedere che Stiles era pazzo da legare.
 Ero ritornata alla realtà, e mi accorsi di essere osservata solo quando due paia di occhi si erano avvicinati troppo al mio viso.
-Sorellina tutto bene? Ti sei imbambolata a guardare cosa? Chiese Ally guardandosi attorno per capire chi stavo fissando.
-Io sono Lydia ci conosciamo?
Solo in quel momento mi accorsi che al tavolo c’era ancora la rossa di prima e mi girai a guardarla.
Vestitino attillato, leggero trucco, comportamento da oca giuliva, era Lydia Martin, la ragazzina tutto pepe che Stiles amava dal tempo delle elementari.
-No, non credo, sai sono appena arrivata stamattina, le dissi porgendole la mano appiccosa della mela
-Sono KARA TA..ARGENT le dissi cambiando il cognome appena in tempo.
Flashback
La sera prima.
Come ogni sacrosanta volta che si cambiava casa la famiglia Argent aveva la bellissima idea di riunirsi in salotto per fare qualche raccomandazione a noi ragazze.
-Ragazze vi prometto che questo sarà l’ultimo paese che cambieremo, ci dispiace doverci ogni volta spostare, per lavoro di vostro padre, ma come sapete la vendita di armi è molto ricercata in questi ultimi anni.
Victoria seduta davanti di noi sul divano in pelle, stava cercando di farci digerire la pillola più dolce ma ormai sapevo che Chris avrebbe detto una delle sue come al solito del resto.
-Bene ragazze vostra madre, disse guardandoci entrambe, ha confermato l’idea di voler restare qui e io approvo tutto ciò, ma ora le raccomandazioni più importanti.
Cercate di comportarvi bene, fate amicizia, non mettetevi nei guai, si girò fissandomi e puntandomi un dito addosso .
Io alzai le mani in alto come in segno di povero cucciolo smarrito.
-Nessuno sguardo dolce per favore Kara lo sai che a New York ti abbiamo coperto per tutti i casini che hai fatto, ora Chris era veramente serio.
-Si Chris lo so, ma ti avevo detto che era stato uno sbaglio, un piccolissimo sbaglio direi, aver tirato un pugno al professor di storia dopo quello che aveva detto è stato il minimo dissi incrociando le braccia al petto.
- Si certo signorina, hai rischiato l’espulsione o ancora peggio una denuncia, io non voglio che le mie figlie diventino delle teppiste, quindi quest’anno vi comporterete non bene ma benissimo è chiaro? Disse con sguardo duro.
-Papà ma si può sapere perché mi devi sempre mettere in mezzo? Io sai non ho mai fatto casini in nessuna scuola o altre cose che potessero mettere cattivo nome alla famiglia, dovresti cominciare a fare le riunioni solo con Kara.
Sputò le parole con un tono molto velenoso, sapevo cosa significava per lei essere messa in mezzo anche dove non ne aveva colpa e mi dispiaceva.
Non ero come lei, dolce, premurosa, praticamente una figlia modello, io ero tutto l’opposto.
-Va bene tesoro, torna pure in camera tua, domani si comincia la scuola, Victoria diede un bacio alla figlia nei capelli e uscirono dirigendosi verso i piani superiori.
Rimanemmo solo io e Chris uno davanti l’altro a fissarci, lo sentii sospirare mentre mi presentava davanti un foglio.
-Ho preferito parlartene lontano da tua sorella, domani quando andrai a scuola dovrai dichiarare che il tuo cognome è ARGENT e non TALE, ho già fatto cambiare i documenti per te, devi solo firmare questo foglio, sarà solo per un periodo te lo prometto.
Lo guardai in cagnesco, sapeva benissimo la mia idea ancora prima di partire, non m’importava se tutto l’istituto o chi cavolo fosse, mi avesse riconosciuto, io ero KARA TALE e non avrei mai e poi mai cambiato il cognome solo per nascondermi.
-Chris non me ne frega un cazzo, la mia idea è stata presa, io sono una Tale e come tale rimango, non lo cambierò per nascondermi e non ti preoccupare, non ti svergognerò.
Avevamo deciso che sarei ritornata a Beacon Hills quando ero pronta e tu mi ci hai portato con la forza, e ora pretendi anche questo? Gliele sputai in faccia con tutta la cattiveria che avevo dentro.
-Signorina non mi parlare così, io sono tuo padre e come tale mi devi portare rispetto.
Lo vidi avvicinarsi pericolosamente con la mano alzata pronto a darmi una sberla, ma si fermò appena sentì pronunciare quelle parole che sapevo che gli avrebbe fatto del male.
-Tu non sei mio padre!! io ho già avuto un padre e una madre e lo saranno per sempre sia chiaro!! Tu sei solo colui che mi ha presa perché gli facevo pena ammettilo!! Sono in questa famiglia solo perché la mia vera famiglia ti ha segnato come possibile affidatario? O per cosa?
Dai sentiamo cosa hai da dire ancora? Ti ricordo che i miei genitori sono stati brutalmente uccisi e mi hanno lasciato da sola!! A questo punto avrei preferito morire anche io che ridurmi adesso a ritornare in questa maledetta città. Gliele sputai così piangendo come mai avevo fatto, il mio cuore ancora doleva dopo tutti gli anni passati.
Lo sentiì abbracciarmi forte, mi accoccolai a lui mentre mi lasciava piccoli baci tra i capelli, sapevo di aver usato parole forti e che lui non era il responsabile di quanto accaduto ma era la mia unica valvola di sfogo, e lui lo sapeva, era lui la prima persona che mi aveva preso tra lei braccia il giorno dell’omicidio ed era stato lui a voler a tutti i costi prendermi con se, non certo Victoria che mi sopportava a malapena ancora adesso.
-Tesoro, so che non sono tuo padre e sicuramente nessuno potrà sostituire Paul e Tessa come genitori, ma per tutto questo tempo ti ho voluto bene come tale e ho cercato di insegnarti ed essere presente.
Però cucciola, lo sapevi che prima o poi avresti dovuto superare questo posto e ritornare, forse l’ho fatto troppo presto per te, ma non sei sola.
Ti voglio proteggere e per il momento per favore fai quello che ti dico, poi con il tempo le cose ritorneranno come prima, tu sei si una Tale ma nel mio cuore sei e sempre sarai un’Argent.
-Va bene gli dissi soltanto, firmando i fogli e salendo al secondo piano lasciandolo solo e in silenzio.


Ciao a tutte, sono Cara e ho deciso di scrivere questa fanfiction perchè grande amante di Teen wolf.
aspetto delle vostre recensioni, positive o negative che siano, come spunto per migliorarmi.
grazie a tutte!!
cara
 

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Capitolo 3
*** capitolo 2 ***


Pov Stiles
Il mio migliore amico era stato morso solo due sere prima ed io dovevo capire come fosse capitato, io e la mia stupidissima idea di fare il poliziotto e di andare alla ricerca del corpo tagliato a metà, dovevo proprio smetterla di intercettare le telefonate che arrivavano a mio padre ma era più forte di me.
La notte precedente lo avevo lasciato solo perché mi ero fatto scoprire dallo sceriffo padre e adesso me lo ritrovavo con l’ansia addosso.
All’inizio pensavo che scherzasse che fosse stato solo un cane randagio, ma la ferita si era richiusa troppo velocemente e dopo era diventato una scheggia a lacrosse lui che era una frana peggio di me.
Avevo fatto una ricerca e tutto si collegava, Scott era un licantropo e ciò significava morsi ma con le catene pronte.
Il lunedì mattina intravidi dalla finestra una macchina sospetta, le elezioni erano già cominciate da un pezzo, difatti di li a poco entrò il preside con due ragazze alle sue spalle.
Allyson e Kara Argent, si erano trasferite solo due giorni prima da New York, erano molto carine e difatti notai che il mio migliore amico Scott aveva già messo gli occhi addosso a quella più magrolina e snella, io invece mi soffermai a fissare la sorella, più particolare nel modo di vestire e di porsi, aveva un bellissimo viso, due meravigliosi occhi verdi che per solo per un secondo si erano posati sui miei ma il viso aveva tratti molto imbronciati, si notava lontano un miglio che preferiva essere da qualsiasi parte oltre che in questa scuola.
Si sedette al mio fianco e difatti per entrambe le due ore di chimica non fece altro che scarabocchiare sul libro davanti a lei disegni senza senso, mi sentivo profondamente a disagio era la prima volta che mi sentivo così, ovviamente senza far conto alla magnifica Lydia che era da sempre nei miei pensieri.
All’ora di pranzo mi sedetti comodamente sull’unico posto libero della mensa gustandomi il mio favoloso pranzo ma ahimè, non avvenne, sentivo il mio migliore amico agitarsi come non mai, la luna piena sarebbe stata tra due giorni precisi e ancora non avevamo trovato nulla o qualcuno per aver aiuto.
Comincia a muovermi a destra e sinistra cercando una soluzione temporanea ma l’unica cosa che mi balenava nella mente era il caso di omicidio, la ragazza trovata era Laura Hale e ne stavo parlando con Scott ma era troppo perso a guardare un paio di tavoli più in là.
Intravidi che stava fissando la nuova arrivata, Allyson intenta a parlare con la mia Lydia, gli diedi un paio di pugni in segno di vittoria.
-Scott ti sei innamorato amico? Non è male è? Gli dissi spintonandolo appena.
-Stiles fa la finita, ho altre cose a cui pensare, primo tra due giorni ci sarà la luna piena e non so che cosa capiterà, secondo, ho a che fare con una persona molto pericolosa, non te l’ho detto ma, ieri, ho rivisto Derek Hale, ho paura che sia lui il licantropo che mi ha morso la scorsa notte.
-ma sei impazzito? Perché non me l’hai detto la ragazza ritrovata morta è Laura Hale sua sorella e ora magicamente spunta anche lui.
Scott, è stato lui ad ucciderla e quindi ha morso anche te, dobbiamo dirlo a mio padre subito
-Si certo e cosa dirai allo sceriffo che ci sono i licantropi e che mi ha morso? Per favore amico, dobbiamo invece trovare una soluzione e in fretta.
cominciai a mordermi le labbra, pensai e ripensai finche non mi accorsi che la ragazza nuova della mattina mi stava osservando sorridendo, mi sentii molto a disagio, quella ragazza era molto strana già da quando era arrivata aveva qualcosa di famigliare.
Mi soffermai di più a fissarla, i lineamenti leggeri, capelli raccolti di un castano quasi ramato, stava osservando la sorella e chi le girava attorno con fare annoiato, mangiava una mela a malavoglia.
Ad un tratto però qualcosa attirò la mia attenzione, era intenta a stringere la mano a Lydia e solo allora lo notai la cicatrice sul braccio destro.
Solo una persona poteva avere quel segno, ed era Kara Tale, la piccola amica era ritornata a casa.


Pov Kara

I giorni successivi passarono tra casa e scuola, scuola e centro commerciale mia sorella aveva piagnucolato dicendo che era senza abiti e come al solito la mammina aveva ceduto la carta di credito, tanto era papi che pagava no?
L’avevo accompagnata la prima volta solo perché mi faceva una grande pena ma quel pomeriggio, ringraziai il cielo che Lydia Martin se l’era venuta a prelevare, così decisi di potermi dedicare un po' a me stessa.
Mi misi un pantaloncino nero e una maglietta dello stesso colore, cuffiette alle orecchie e andai a correre.
Papà fin da piccole ci aveva insegnato che sport e movimento erano cose utilissime per la nostra salute, io adoravo la corsa e boxe invece Allyson amava di più gli sport poco violenti, amava il tiro con l’arco ed era anche molto brava, vincendo alcune gare fino a qualche anno prima.
Decisi di andare a fare una bella corsa, quando ero a New York tutte le mattine all’alba mi facevo un paio di chilometro per le vie della città, ma qui potevo avere tutto il bosco che volevo.
Accesi la playlist e con la mente persa nelle note cominciai a correre buttando fuori tutti i pensieri, il ricordo, il dolore, stavo sudando come non mai, ma non volevo assolutamente smettere di correre, non mi ero ancora liberata e forse mai l’avrei fatto, finché non avrei scoperto chi avesse ucciso i miei genitori.
Non mi accorsi nemmeno che le mie gambe mi avevano portato davanti ad una vecchia casa in mezzo al bosco, mezza distrutta, la riconoscevo, era la vecchia casa degli Hale, quando ero piccola amavo venire in questa casa a giocare con Cora la figlia più piccola di Talia e Persie.
Le nostre madri erano migliori amiche, e come si poteva immaginare, io e Cora lo eravamo altrettanto, ma quando ebbi otto anni, vennero brutalmente uccisi, bruciati vivi, secondo lo sceriffo era stato un incidente, forse una sigaretta rimasta accesa nel seminterrato dove erano soliti andarci più spesso, sta di fatto che venne sterminata un’intera famiglia o quasi.
Secondo alcune voci Laura e Derek Hale i figli di Talia e fratelli di Cora erano sopravvissuti perché si trovavano a scuola, ma non li rividi mai più, anche perché un mese dopo i miei genitori morirono e venni allontanata da i miei amici e dalla mia casa.
La mente si era soffermata ai vari ricordi e senza farne caso arrivai poco vicino alla porta, sentivo dentro di me di voler entrare, ma una strana sensazione mi diceva che dovevo andarmene il prima possibile, stava quasi per diventare buio e il cellulare era pieno di sms di Chris e Ally preoccupati.
Sospirai scendendo gli scalini della veranda che scricchiolavano sotto i piedi e corsi verso casa non prima di aver sentito in lontananza l’ululato di un lupo mentre due occhi azzurri dentro la casa mi scrutavano.

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Capitolo 4
*** capitolo 3 ***


Nella settimana che segui, avvennero delle strane sparizioni nella piccola cittadina, lo sceriffo Stilinsky non riusciva a capire prima di tutto la causa e cosa poteva unire le varie persone.
Il primo corpo ritrovato era quello di Laura Hale, quando sentii quel nome un brivido di tristezza mi trapassò il cuore, quella ragazza quando ero piccola, era stata una sorella e anche una madre, ci proteggeva sempre me e Cora quando Derek ci faceva i dispetti, si univa a noi quando giocavamo a nascondino, era la figlia maggiore e quindi si sentiva di essere la più responsabile.
Un’altra persona che faceva parte del mio cuore se n’era andata lasciandomi un vuoto immenso, ero rimasta in silenzio quando per tutta la settimana durante la cena non si faceva altro che parlare di morti, (vi sembrerebbe una cosa inquietante, ma era normale per la famiglia Argent), anche quando si era nominato degli Hale e dell’incendio.
Chris aveva cercato immediatamente di cambiare discorso ma la perfida Victoria voleva farmi del male, Ally invece era così ingenua che ero felice che in realtà non sapesse nulla della mia vita precedente, ma era altrettanto curiosa (l’unica cosa che feci in tutta la settimana era di sfoderare il sorriso più falso che avessi, non volevo dargliela vinta).
Gli altri corpi furono del guidatore degli autobus della scuola , che morì in ospedale, del gestore di un negozio di film e due teppistelli della zona.
Tutte morti molto strane alcune con particolari segni di artigli, sembravano di un leone di montagna, tutto questo non mi convinceva così presi la decisione di andare da Stiles, se lo conoscevo un pochino sapevo che lui e il suo amico Scott erano già in allerta da un po' e che cercavano anche loro delle piste.
La mattina seguente, durante il cambio dell’ora, lo vidi vicino al suo armadietto tutto solo, mi feci forza e mi avvicinai, sfoderando un mega sorrisone, non avevo parlato con nessuno nella prima settimana, mi ero messa sempre per conto mio, invece mia sorella Ally aveva Lydia e anche Scott, si stavano innamorando, lo si poteva percepire nell’aria, anzi mi sembrava di aver visto anche cupido con la freccetta.
-Ciao Stiles! Gli dissi, prendendolo alla sprovvista, i suoi occhi si erano spalancati dallo stupore.
Lo vidi aprire bocca senza emanare un suono, e mi maledissi per non essermi avvicinata prima, forse lo avrei spaventato di meno.
-Stiles ti prego, lo so, che tu sai, chi io sono, quindi non far finta di nulla, sei sempre stato curioso fin da piccolo o mi sbaglio? Lo vidi rilassarsi e appoggiarsi all’armadietto, sorridendomi.
-volevo vedere quanto ci avresti messo ad avvicinarti, Kara Argent, o vorrei dire Kara Tale? Lo vidi fissarmi con un sorriso curioso sul viso.
-Si, Stiles le cose sono molto più complicate di quanto immagini, te ne parlerò quando sarà il momento.
Lo vidi esitare un po' e poi avvinarsi a me stringendomi in un abbraccio caloroso, mi lasciai andare, dopo tutto anche se non ci vedevamo da circa dieci anni lui era sempre rimasto nei miei pensieri.
-Mi sei mancata scricciolo, lo sentii come un sussurrò, i miei genitori mi chiamavano così e a lui piaceva così tanto che era diventato il mio soprannome.
- anche tu Mic (il diminutivo di Mieczyslaw il suo vero nome) ma se poi alla fine scelse Stiles.
Stiles, so che stai cercando di capire insieme a Scott chi è che sta uccidendo tutte queste persone nella città, sono per certa che non è un leone di montagna vero? Quindi non cercare di mentirmi perché è peggio per te dopo nascondermi le cose.
-Kara è più complicato e pericolo di quanto pensi e non posso metterti in mezzo anche te in questa faccenda quindi non insistere.
L’unica cosa che ti chiedo è di non ficcare il naso in cose che non sono di tua competenza, non voglio perdere anche te in tutta questa faccenda,
me lo disse implorante, lo leggevo nei suoi occhi.
-Stiles, non puoi tenermi fuori da tutta questa faccenda lo sai che con te o senza di te cercherò di capire, credo che con tutto questo centri anche la morte dei miei genitori, lo devo scoprire, devo potergli dare una morte dignitosa.
-Quanto ti odio quando fai così, non farmi gli occhietti signorina!!disse puntandomi il ditino contro.
Sorrisi raggiante sapevo di averlo convinto.
Verso sera, dopo aver cenato mi recai in camera a studiare un po', il giorno seguente avrei avuto il test di chimica e anche se me la cavavo abbastanza bene, volevo mantenere una media alta per potermi permettere una borsa di studio per il college.
Sentii degli strani rumori provenire dal tetto e mi accorsi che Scott (Romeo) stava cercando di salire e andare da Ally, ma con falsi risultati, aveva sbagliato camera.
-Romeo, hai sbagliato bella, non sono Giulietta, gli dissi ridendo aveva lo sguardo rivoltò al pavimento profondamente a disagio.
- scusa ma devo ancora abituarmi alla finestra, sembrano tutte uguali viste da sotto, comunque, non ci siamo ancora presentati, sono Scott un amico di Stiles.
-Sono Kara, e non ti preoccupare, sono io quella che da quando è arrivata nella città non ha fatto conoscenza con nessuno, mia sorella in una settimana ha un’amica rossa e un fidanzatino, sono un po' indietro.
-Oh no non sono il suo fidanzato, beh almeno credo, non so !! povero lo stavo mettendo in super imbarazzo.
-Scott stavo scherzando, non ti scusare, vai pure da lei, la prima porta vicino alle scale e se hai problemi entra pure di qua quando vuoi, non farti problemi. Gli diedi una pacca sulle spalle in segno di amicizia.
-Beh grazie Kara allora, ehm mi dispiace per la tua famiglia, sai Stiles mi ha raccontato un po' di cose su di te.
So che eravate molto amici da piccoli e che gli siete stati accanto quando è morta la madre Claudia, io ahimè non mi ricordo di te perdonami, può essere che ci siamo anche visti ma ho un vuoto di memoria, in questo momento.
-Si Stiles per me è stato il mio migliore amico, io mi ricordo di te quando eravamo piccoli ma sono andata via quasi subito quindi sarà per quello che non ti ricordi di me, non ti preoccupare.
Stava per chiudersi la porta alle spalle, ma lo fermai,
Scott, chi è che sta uccidendo tutte queste persone in città? Lo vidi esitare, e fissarmi con gli occhi sgranati.
Potevo percepire il battito del suo cuore acellerare, stava sudando e ciò significava solo una cosa, nascondeva qualcosa.
Pov Stiles
Scricciolo era più furba di quanto credessi, avrebbe scoperto comunque tutto in poco tempo, volevo che ne stesse fuori prima di tutto perché aveva già sofferto troppo, secondo, faceva parte della famiglia Argent, come le potevo dire che suo padre era un cacciatore di licantropi e che aveva cercato di uccidere Scott la notte di luna piena.
Non avevo dormito tutta notte, dopo che il pomeriggio si era avvicinata agli armadietti.
Mi era mancata terribilmente in tutti questi anni, e ora rivedendola davanti ai miei occhi non potevo non abbracciarla, profumava ancora da vaniglia, profumava di casa.
Tutte le notti poco dopo la morte di mia madre, scappava e si arrampicava sull’albero per venire a dormire con me perché sapeva che avevo gl’incubi, mi proteggeva sempre, ma quando era arrivato il mio momento per starla vicino, l’avevo abbandonata lasciandola sola, ma ora potevo rimediare alla promessa che mi ero fatto, la dovevo proteggere da Derek, o da qualsiasi altra creatura fosse.
Avevo detto a mio padre che metà del corpo di Laura Hale era stato ritrovato, da me medesimo con Scott sotterrato vicino alla vecchia casa Hale così avevano messo Derek in carcere, ma dopo l’autopsia delle ultime ore, si era scoperto che ad ucciderla non era stato lui, poiché erano stati ritrovati dei peli di animale sul suo corpo.
Derek era l’artefice di tutte queste uccisioni?, lui aveva morso Scott?, ma come potevo provarlo?
Sentendo Scott, Derek non poteva, avere le sembianze di una bestia, anche perché, quando si erano affrontati durante un loro incontro, era ancora in metà sembianze lupesche.
Per tutta la notte, con le cartelle rubate a mio padre, cercavo di trovare un nesso a tutte le uccisioni ma il mio pensiero era altrove, molto altrove in quel momento, verso una chioma ramata.

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