Come And Get Your Love [Writober2021]

di _Tiki_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I. Dispetto- I'm sitting in this cell for something I didn't do ***
Capitolo 2: *** VI_ Sogno- Dream a Little Dream of Me ***
Capitolo 3: *** XV_ Paura- He Makes Me Want To Try ***
Capitolo 4: *** XXI_ Noctiphobia- I'm On My Way ***
Capitolo 5: *** XXV_ Fondo- My Glass Is Getting Shorter ***



Capitolo 1
*** I. Dispetto- I'm sitting in this cell for something I didn't do ***


Storia partecipante al #writober2021 indetto da Fanwriter.it
Prompt 1° giorno:
 Dispetto          
Rating: 
Verde
Titolo: I'm sitting in this cell chair for something I didn't do
Parole: 806
Note: Queste prime note sono più generali all'iniziativa che a questa storia, quindi leggetele ;)
Per il Writober ho scelto diversi fandom (i principali saranno quelli di Hetalia, Haikyuu, One Piece e The Avengers), quindi se siete interessati ogni giorno pubblicherò in uno di questi XD. 
Inoltre quest'anno ho deciso di dare ad ogni piccola Os un titolo, ispirato dai titoli/testi di canzoni. Dato che scrivo sempre ascoltando la musica, ho deciso di fargli un piccolo tributo XD anche se spesso la frase scelta come titolo sarà decontestualizzata dalla canzone (chiedo perdono _:D)





Feliciano era abbastanza indispettito quel giorno. Finalmente dopo mesi era riuscito a prendersi delle ferie e volare fino in Germania per poter vedere Ludwig. Passare del tempo insieme, farsi le coccole, guardare le partite del calcio, essere una normale coppia. Tuttavia il biondo, dopo avergli aperto la porta di casa, si era limitato a qualche saluto veloce ed ad un altrettanto veloce bacio, prima di prendere la suo monotona valigetta grigia e correre a lavoro.
Feliciano non solo ci era rimasto male, osservando imbambolato la porta dell’appartamento per cinque minuti buoni, ma dopo, come un bambino, se ne era stato imbronciato e con le braccia incrociate sul divano per quasi tutto il pomeriggio. Squadrava con una velata stizza le pareti arredate della casa, ripercorrendo tutti i programmi che si era già fatto per lui e il tedesco. Sapeva che per Ludwig il lavoro fosse importante, ma lui era il suo ragazzo! E voleva che andassero a prendere il gelato insieme!
 
Probabilmente il castano, dentro di se, era consapevole che non fosse una buona idea sfogarsi con Francis, dato che, più di una volta, l’amico gli aveva consigliato cose leggermente troppo esagerate; tuttavia il dolce Italia del Nord era anche conosciuto per la sua tenera ingenuità e non ci pensò troppo prima di prendere il telefono e digitare il numero del francese.
 
Come previsto il sunto di quella conversazione durata oltre un’ora e mezza era che l’italiano doveva prendersi una sua piccola vendetta. Francis non era stato ben chiaro su cosa Feliciano dovesse fare; aveva, sì, proposto “provvedimenti” (come li chiamava il biondo) troppo esagerati, ma il castano ci teneva a non essere rispedito in patria con un sonoro calcio nel fondoschiena. Nonostante ciò l’italiano assicuro al’amico di aver trovato il perfetto “dispetto” da fare al proprio ragazzo, anche se non aveva voluto rivelargli niente di più se non un fraintendibile “Stasera lo lascio a secco”
 
Il primo passo, poi, fu mandare un melenso messaggio (molto alla Feliciano) al tedesco “Lud, stasera cucino io per te…-
 
 
******
 
Ludwig fu accolto dalla voce trillante di Feliciano non appena varcò la soglia del proprio appartamento. L’italiano apparve subito dalla cucina, un mestolo in mano, una bandana a tenergli indietro i capelli sbarazzini e un inguardabile grembiule tricolore.
 
-Lud… mi sei mancato- cinguettò felice correndogli incontro, solo per sprofondare tra le braccia muscolose del tedesco ed avvolgere le sue intorno al suo busto.
 
-A-anche te… Italien…- balbettò rosso in viso il biondo, ricambiando l’affetto del compagno mentre gli accarezzava dolcemente la testa -Mi sei mancato anche te- rivelò di nuovo, più convinto e sincero, rifugiando il volto nell’incavo del collo di Feliciano, cullandosi in quel dolce tepore che non aveva potuto sentire per troppo tempo. Quella mattina il capo lo aveva chiamato urgentemente e non aveva avuto l’opportunità di salutare il castano a dovere e fargli sapere che il solo fatto che si trovasse lì, da lui, lo rendesse immensamente felice.
 
Si strinsero a se fin quando Feliciano si divincolò dall’abbraccio, e, in modo del tutto inconsueto, lo guardò con una strana espressione, come se si fosse appena ricordato di un qualcosa di importante -Andiamo Lud… vieni a cena…-lo tirò dalla mano verso la cucina, impaziente.
 
-Feliciano cosa..- il biondo non fece in tempo a dar voce ai suoi pensieri, un po’ interdetti dal comportamento singolare del castano, che quest’ultimo praticamente lo costrinse a mettersi a sedere a tavola.
Ludwig lo scrutò indagatore, Feliciano era davvero pessimo a mentire o a nascondere qualsiasi cosa, se poi quel qualcosa lo teneva segreto al biondo che lo conosceva meglio delle sue tasche… Non solo, Ludwig sapeva benissimo che Feliciano era un totale incapace a resistere dallo spiattellare tutto, in particolar modo a lui.
 
Ed infatti nemmeno mezzo minuto dopo che il biondo si era messo a sedere, il castano gli schiaffò davanti uno dei suoi piatti in ceramica bianca, accompagnando il tutto con un permaloso -Questa è la tua cena.-. Ludwig guardò interdetto prima l’italiano indispettito, poi l’interno del piatto, dove dei sottili spaghetti formavano un chiaro e inequivocabile “Idiot”.
Il biondo avvampò involontariamente, non capendo cosa avesse fatto per meritarsi quel rimprovero improvviso da parte del compagno, ma allo stesso tempo imbarazzandosi per aver, a quanto pare, fatto qualcosa di sbagliato.
 
-Così impari a preferire il lavoro a me!- esclamò per nulla convinto Feliciano, riservandogli una buffa e poco credibile occhiataccia.
 
Ludwig spalancò gli occhi, arrossendo maggiormente nello scoprire il suo “peccato”. Non aveva proprio immaginato che il castano ci fosse rimasto male alla sua freddezza di quella stessa mattina. Il biondo effettivamente non ci aveva nemmeno fatto troppo caso, si era fiondato in ufficio il più velocemente possibile non solo perché era un uomo molto serio, ma anche perché sperava di poter finire il prima possibile i suoi impegni  per poi spendere, così, più tempo possibile con il suo ragazzo.
 

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 Ed ecco la prima storia di questa lunga impresa.
 La canzone del titolo è "Borstal Breakout" dei Sham 69, e niente...

 Alla prossima :)


 _Tiki_
 

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Capitolo 2
*** VI_ Sogno- Dream a Little Dream of Me ***



Storia partecipante al #writober2021 indetto da Fanwriter.it
Prompt 6° giorno: Sogno
Rating: Giallo/Arancione
Titolo: Dream a Little Dream of Me
Parole: 550




Ludwig stava comodamente leggendo un capitolo del libro che aveva comprato pochi giorni prima, accompagnato dalla fievole luce dell’abat-jour della camera da letto. La schiena appoggiata allo schienale, gli occhiali inforcati sul ponte del naso, l’espressione seria, mentre scorreva le parole scure sulle pagine. Accanto a lui Feliciano dormiva tranquillamente, il respiro ritmico, le braccia intorno al suo busto, il volto angelico e pacifico riposava sul suo fianco. A volte il biondo lo sentiva anche biascicare qualche parola sconnessa, ma niente di particolarmente nuovo…
Solitamente si calmava una volta che anche il tedesco si coricava, circondando il suo corpo esile con le sue braccia possenti, e traendolo a sé. Ludwig conosceva il patologico bisogno di affetto dell’italiano; ormai c’era abituato. Quindi non si preoccupò più di tanto quando il castano iniziò a mugugnare parole sconnesse sempre più frequentemente, limitandosi a fargli qualche carezza tra i capelli per tranquillizzarlo. Sorrise anche teneramente quando sentì chiaramente dei piccoli e continui “Doitsu”, il soprannome che gli aveva affibbiato Feliciano e con cui lo chiamava praticamente sempre.
 
Eppure minuto dopo minuto il tedesco iniziò ad accrescere una leggera preoccupazione. L’italiano si agitava sempre di più, strusciando il volto tra la sua maglia, stringendo i pugni confusamente, il respiro fatto più pesante. Il biondo si allarmò, impaurito che il compagno stesse avendo una sorta incubo, non desiderando di vedere il volto angelico dell’italiano contratto dalla paura o con qualche lacrima increspata tra le ciglia.  Così fece per scuotere il castano per una spalla, tentando di svegliarlo e, magari, tranquillizzarlo. Posò velocemente il libro sul comodino, voltandosi leggermente verso il ragazzo. Tuttavia non lo aveva neanche sfiorato che Feliciano mormorò un’altra, interessante, parola.
 
-Lud…- il castano si mosse ancora, cercando una vicinanza maggiore con il compagno, portandogli involontariamente una gamba sopra il busto, abbracciandolo come fosse un koala. Il biondo si immobilizzò, avvampando nel sentirsi chiamare con quel vezzeggiativo; in particolar modo quando Feliciano non smise di ripeterlo, appiccicandosi sempre di più a lui. Ludwig divenne man mano più rosso in viso, nella consapevolezza che il proprio ragazzo utilizzasse il nomignolo solo quando facevano l’amore. E al pensiero che il castano, in quel momento, stesse facendo un sogno erotico su di lui, il tedesco si sentì bruciare dall’imbarazzo. E, forse, perché quei dolci mugugni stavano risvegliando anche in lui un certo desiderio…
 
Il corpo dell’italiano scottava a contatto con il suo, la gamba nuda si stava strusciando contro la sua virilità, creando un frizione davvero difficoltosa da sopportare. Ludwig si tese tutto, cercando di restare fermo e non contribuire a peggiorare la situazione, non sapendo davvero cos’altro fare. Gli dispiaceva svegliare Feliciano… anche perché non avrebbe saputo che dirgli come possibile spiegazione.
 
Ma non c’era verso di farlo smettere, anzi… Ad un certo punto, Feliciano si mise a fare dei veri e propri piccoli gemiti, invocando ancora il nome del proprio compagno, il sudore che gli rendeva la pelle lucida, le dita che si strinsero intorno alla canotta monocolore del biondo, la sua erezione a premergli contro la coscia.
Ludwig non seppe quanto tempo passò prima che il sogno del castano finisse e, finalmente, questo sì calmasse. Tuttavia invece di tornare a dormire pacificamente come poco prima, socchiuse leggermente gli occhi, puntandoli nella sua direzione.
 
-Doitsu…- sussurrò, la voce impastata dal sonno -Perché sei tutto rosso?-
 


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La canzone del titolo è "Dream a Little Dream of Me" dei " The Mamas & The Papas"

Alla prossima,


_Tiki_

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Capitolo 3
*** XV_ Paura- He Makes Me Want To Try ***


Storia partecipante al #writober2021 indetto da Fanwriter.it
Prompt 15° giorno:
 Paura
Rating: Giallo
Titolo: It He Makes Me Want To Try
Parole: 542




Era inevitabile che prima o dopo lui e Feliciano finissero a letto insieme. Erano mesi che ormai i loro sentimenti aleggiavano non detti. I loro amici se ne erano accorti tutti, di come quel ragazzino castano avesse cambiato così radicalmente il tedesco. Non si vedevano più da soli, dove era Ludwig, era anche Feliciano, a sorridersi innamorati l’un l’altro.
 
Il biondo si era affezionato quasi senza accorgersene, quando aveva iniziato a non trovare più fastidiosa la presenza dell’italiano, ma anzi, gli mancava quando questo non c’era. Si era affezionato agli abbracci appiccicosi, ai suoi lamenti infantili, al suo atteggiamento impudico e sfacciato. Il castano era praticamente sempre a casa sua, a ridere e scherzare, a dormire con lui la notte, anche se gli diceva che gli dava fastidio. Ma non gli importava, perché sapeva che il tedesco stava mentendo, sentire un corpo caldo vicino al suo dopo anni annegato tra la solitudine e il freddo, era stata una salvezza. E questo lo sapevano entrambi, anche se l’italiano non lo dava a vedere, anche se non glielo aveva mai detto e non glielo aveva mai fatto pesare.
 
Quel giorno era stata particolare, avevano ordinato la piazza, loro due, un pranzo accompagnato solo dalle risa di Feliciano e i rimproveri finti del tedesco. Era stato piacevole e leggero come sempre, si erano divertiti a guardare uno stupido film americano, il castano tirandogli i pop-corn in faccia, scappando quando questo ne aveva abbastanza e cercava di afferrarlo. C’era stato un bacio, sulla soglia del salotto. E ne erano seguiti molti altri, prima casti e dolci, poi più intensi, più passionali. Lo avevano fatto lentamente, con calma, esplorandosi a vicenda in lievi carezze, prendendosi il loro tempo. Beandosi di quel momento che non sapevano di star aspettando così tanto. Feliciano non faceva altro che chiamarlo, facendolo anche un po’ imbarazzare, ma era felice, felice di essere lì, con il castano.
 
In quel momento lo guardava dormire sul letto, a pancia in giù, il volto posato leggiadro sul cuscino, i capelli ancora scompigliati. Il lenzuolo gli copriva i fianchi, lasciando scoperta la schiena rilassata, un braccio lasciato molle fuori dal letto, il respiro leggero e tranquillo. Ludwig si era seduto sul bordo, indosso soltanto i suoi boxer, le braccia poggiate sulle ginocchia sorreggevano la testa.
 
Era sembrato tutto semplice, prima, prima di ciò che era successo. Ma ora lo guardava, con il viso innocente e gentile, e mai come in quel momento aveva paura di perderlo, paura di ferirlo. Gli avrebbe dato il mondo se solo glielo avesse chiesto, i suoi occhi gentili a cui non poteva resistere. Era troppo buono per iniziare una relazione con un uomo come lui: riservato, ligio al dovere, a volte troppo severo, con un passato duro che si presentava ancora traditore.
 
Gli accarezzò una guancia, sorridendo lievemente quando il castano si mosse verso di lui, mormorando qualcosa che non riuscì a capire. Si chiedeva se sarebbe stato abbastanza per quella persona così speciale, così genuina. Aveva paura di non riuscirsi, a cercare di raggiungerlo, di fallire miserabilmente, guardando il castano allontanarsi sempre di più da lui, forse rendendosi conto che non fosse la persona che si era immaginato.
 
Ma ci avrebbe provato, perché Feliciano lo spingeva ad essere una persona migliore.
 

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La canzone del titolo è "High" dei Cure,
alla prossima,

_Tiki_
 

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Capitolo 4
*** XXI_ Noctiphobia- I'm On My Way ***


 
Storia partecipante al #writober2021 indetto da Fanwriter.it
Prompt 21° giorno:
Noctiphobia
Rating: Giallo
Titolo: 
I'm On My Way
Parole: 334
 



Just when things went right
 
Ludwig stava tornando a casa da lavoro, nel freddo pungente della sera, uno di quelli che riusciva a penetrare anche i tessuti più pesanti ed arrivare alla pelle sensibile. Feliciano lo stava aspettando, probabilmente non vedendo l’ora di passare del tempo con lui dopo mesi che non si vedevano. Anche lui non vedeva l’ora in realtà. Nonostante fosse timido a mostrare tutto l’affetto al castano, c’era, ed occupava gran parte della sua esistenza.
 
Stava percorrendo i lunghi viali di Berlino, silenziosi e gelidi, solo i lampioni e le vetrine dei negozi a rischiarare la notte buia. Non si vedevano le stelle, solo una distesa blu scuro che si estendeva all’infinito. La luna era nell’ombra, lasciando spazio a spesse nuvole grigie.
Il biondo cercava di non farci caso, non gli piacevano quelle notti, cupe, tetri, portatrici solo di tristi ricordi. Ricordi che a volte pensava seriamente di esserseli lasciati alle spalle. Tuttavia riemergevano, di tanto in tanto, cogliendolo all’improvviso delle volte, mentre altre, di volte, se li aspettava anche. In giorni come quelli, quando quella distesa blu lo rimandava alla sua giovinezza, quando era una piccola nazione crescente. Non si chiamava ancora “Germania”, era soltanto il fantasma di un impero ormai perduto.
 
Le notti buie gli ricordavano di come quel bambino che era, avesse cercato di combattere per il proprio paese, per poter tornare in quel luogo che avrebbe voluto chiamare casa. Ricordava quel corpicino sdraiato su un manto bianco e freddo, congelargli le ossa nonostante i pesanti vestiti invernali. Ricordava il dolore delle ferite, il sangue macchiare la neve candita, le voci dei suoi compagni e servitori abbandonarlo nel vento, l’immagine di una graziosa bambina ad accompagnarlo nella sua mente.
 
Le notti buie facevano rabbrividire Ludwig, ricordandogli un passato oscuro. Tuttavia lo faceva ringraziare della vita che aveva adesso. Era una Nazione rispettata, aveva degli amici, delle persone di cui si fidava e un ragazzo speciale che lo stava aspettando a casa.
 
It doesn't mean they were always wrong


 
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La canzone del titolo è "Home Sweet Home" dei Motley Crue
alla prossima,


_Tiki_

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Capitolo 5
*** XXV_ Fondo- My Glass Is Getting Shorter ***


Storia partecipante al #writober2021 indetto da Fanwriter.it
Prompt 25° giorno:
 Fondo
Rating: Verde
Titolo: My Ggass is getting shorter
Parole: 154
Note: Questa brevissima storia conclude la raccolta, spero che queste piccole fic vi siano piaciute.
La canzone del titolo è "Have A Drink On Me" degli AC/DC





Stavano festeggiando. Ludwig non si ricordava nemmeno per cosa. Ciò che contava in quel momento era il suo ennesimo boccale di birra tra le mani e la voce di Feliciano che risuonava accanto a lui.

-Dai Ovest, svuotane un altro- suo fratello Gilbert gli circondò le spalle con un braccio, ridendo apertamente, le guance rosse a causa dell’alcool, l’allegria ad essere padrone del locale. Il biondo non se lo fece ripetere ulteriormente. Feliciano tentò di dirgli che stava un po’ esagerando, che non era normale per lui essere arrivato a fare il karaoke sulle canzoni di Kety Perry (e lui non l’ascoltava) e dichiarargli apertamente l’affetto che provava nei suoi confronti. Nel dubbio, Gilbert aveva registrato tutto.

Ludwig scolò il boccale di un litro in un tempo impressionante, per poi osservare interessato il fondo del bicchiere, le bollicine e la schiuma bianca a creare astratte figure, la consapevolezza che lui non avesse affatto finito.

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