Writober 2021

di Allen Glassred
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nebbia ***
Capitolo 2: *** Tavolo di legno ***
Capitolo 3: *** Fogli ***
Capitolo 4: *** Matrimonio sulla spiaggia ***
Capitolo 5: *** Primo bacio ***
Capitolo 6: *** Labyrinth ***
Capitolo 7: *** Penna ***
Capitolo 8: *** Block notes ***
Capitolo 9: *** Sacchetto rotto ***
Capitolo 10: *** Ciondolo importante ***
Capitolo 11: *** Disegno ***
Capitolo 12: *** Tenda ***
Capitolo 13: *** Make up ***
Capitolo 14: *** Piuma ***
Capitolo 15: *** Shampoo profumato ***
Capitolo 16: *** Studio ***
Capitolo 17: *** Forbici ***
Capitolo 18: *** Prova di coraggio ***
Capitolo 19: *** Stella marina ***
Capitolo 20: *** Fatina in statua ***
Capitolo 21: *** Tacchi ***
Capitolo 22: *** Cuscini colorati ***
Capitolo 23: *** Bacio mai dato ***
Capitolo 24: *** Barretta di cioccolato ***
Capitolo 25: *** Orecchini ***
Capitolo 26: *** Disney Park ***
Capitolo 27: *** Cabina telefonica ***
Capitolo 28: *** Mistero ***
Capitolo 29: *** Cappello di lana ***
Capitolo 30: *** Passeggiata in montagna ***
Capitolo 31: *** Caramelle ***



Capitolo 1
*** Nebbia ***


Day 1: Nebbia
Storia: Sono nel tuo sogno
Personaggi: Sirio Williams

 

Al palazzo dei Kuran, la servitù non può fare a meno di spaventarsi: improvvisamente infatti, tutti quanti hanno avvertito una forte fitta al cuore ed una voce: una voce che diceva loro di arrendersi, in caso contrario avrebbero incontrato una fine lenta e dolorosa. “ Cosa succede…? “. Chiede solamente una delle domestiche, mentre l’altra scuote il capo decisamente preoccupata.

 

“ Nulla di buono, temo… guarda lì! “. Fa, indicando con orrore una nebbia nera: una nebbia che, lentamente, si sta diffondendo in tutta Lawuent e sta facendo strage di persone, piante ed animali o qualunque altra cosa respiri.

 

“ Ma che cos’è?! “. Chiede allarmata l’altra domestica, mentre di lì a poco un uomo incappucciato fa la sua comparsa dietro di loro.


“ Quella è la nebbia di Dark Beauty: le Tenebre sono state liberate ed hanno portato morte e distruzione nel regno, per volere del loro signore “. Sentenzia, mentre le donne lo guardano sconcertate.

 

“ E tu chi sei?! “. Chiede una di esse, mentre lui la guarda: non appena il suo sguardo, unica cosa visibile da sotto il cappuccio, si scontra con quello di lei, questa trema leggermente sentendosi messa in soggezione, anche se non comprende come mai.

 

“ Sono una persona che può aiutarvi: una persona che in passato, ha già affrontato questa nebbia e che sa come contenerla “. Ammette, sbigottendo la servitù. “ Ora, decidete: potete fidarvi di me e rimanermi dietro, lasciandomi compiere il rito, o potete essere scettici. Ma in questo caso, non garantisco per la vostra incolumità “. Sentenzia risoluto. A quella frase, seppur un po' perplessi tutti i domestici decidono di dar fiducia all’uomo misterioso, come se qualcosa di superiore li spingesse a farlo: tutti quanti si portano dietro di lui, che intanto sguaina la propria spada.

 

“ Va bene! Ci fidiamo di voi, tutti quanti “. Fa un cameriere, annuendo. L’uomo annuisce per poi, di lì a poco, dar loro istruzioni.

 

“ Allora, concentrate tutta la vostra energia su questa spada: cercheremo di isolare la nebbia, facendo il modo che non ci tocchi e non ci uccida “. Fa in tono risoluto, mentre gli altri annuiscono e seguono alla lettera quelle istruzioni, concentrandosi. Immediatamente, un’intensa luce si posa sulla lama di quella spada che, di lì a poco, l’uomo osserva compiaciuto.

 

“ Ora! “. Grida, piantando la spada a terra e mentre, in un solo istante, le vetrate si infrangono.

 

Tutto attorno a loro è buio: la nebbia delle Tenebre ha avvolto tutta l’area circostante: le piante sono morte, la luce del sole pare essere stata spenta. Un domestico riapre gli occhi e non può fare a meno di osservare con orrore quanto successo. “ Ma che cosa… “. Mormora, sbigottito.

 

“ Voi state bene…? “. Chiede l’incappucciato, compiaciuto: ha funzionato. La nebbia delle Tenebre è stata respinta, la protezione ha avuto successo. A terra, una stella a cinque punte brilla di una luce azzurra intensa, tutti coloro che si trovano al suo interno non vengono toccati dalla nebbia che si dissolve al contatto con quel sigillo.

 

“ Ma voi chi siete? Come avete fatto a.. “. Chiede sbigottita una cameriera, mentre l’uomo osserva in una direzione precisa.

 

- Prudenza, figli miei. State attenti… -. Pensa, ripensando inevitabilmente al suo scontro con il precedente Dark Beuty: Sebastian Kuran. - Penserò io a proteggere questo palazzo, fino al vostro ritorno -. Continua a pensare l’uomo, il precedente eletto creduto morto da tutti quanti: Sirio Williams. - Un giorno ci rivedremo e vi spiegherò ogni cosa. Ma fino ad allora… “. Affonda maggiormente la spada nel pavimento: sa bene che proteggere il palazzo non sarà un’impresa da poco, ma non per questo è meno deciso a compiere il suo dovere.

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Capitolo 2
*** Tavolo di legno ***


Day 2: Tavolo di legno
Storia: Bloody Sunset
Personaggi: Azazel e Dean

 

Sono ormai ore ed ore che Dean rimane immobile, le mani giunte in preghiera, accanto a quel tavolo di legno dove ha posato il corpo di colui che, a tutti gli effetti, è suo figlio. Non lo può accettare: non può accettare che, per un crudele scherzo del destino, il suo Sebastian debba davvero morire. Non può accetatre che il tramite di Force ma, soprattutto, il suo amato figlio, debba morire in questo modo e che lui e Jeanne debbano affrontare quest’ennesimo dolore. “ Non posso accettarlo… “. Mormora solamente il giovane dalla chioma mogano, continuando a tenere le mani giunte in preghiera. “ Non lo accetto! “. Grida poi, dando un forte pugno al tavolo di legno su cui il corpo del ragazzino è ancora posato. “ Perchè?! “. Continua, chiedendosi come possa Dio permettere una cosa simile: perché il Creatore permette che il tramite di suo figlio muoia? Perché permette che due persone che a lui sono state così devote, debbano soffrire ancora una volta l’indicibile? “ E perché tu lo permetti…? “. Chiede, rivolgendosi ora a qualcun altro. “ Come puoi permettere che tuo figlio, il sangue del tuo sangue, muoia? “. Chiede, sapendo chiaramente di essere ascoltato. Una ventata gelida lo investe e, a quel punto Dean non si fa remore: si alza finalmente in piedi, lo sguardo di chi non ha chiuso occhio per tutta la notte e la disperazione di un padre che sta perdendo un figlio sul volto. “ Fatti vedere, bastardo! So che sei qui “. Grida, rivolgendosi a qualcuno di ben specifico. Una risata fuori luogo precede l’entrata in scena di un uomo: apparentemente sembrerebbe un comune umano, se non fosse per le sue quattro maestose ali nere e per il suo sguardo, illuminato di una luce viola. I suoi capelli argentei sembrano quasi risplendere al contatto con la luce emessa dalla candela, unica cosa posta ad illuminare quella che è diventata una stanza funebre ma che, fino a qualche ora prima era un salotto. “ Azazel “. Lo chiama per nome il bruno, riconoscendo all’istante quell’uomo, malgrado stia indossando un cappuccio che lascia libere solo alcune ciocche di capelli, quelle che appunto sembrerebbero illuminarsi al contatto con la luce emessa dalla candela. L’altro fa un ghigno sadico, per poi prendere parola.

 

“ Come osi rivolgerti a me in questo modo, sudicio umano? “. Chiede, fulminando con lo sguardo l’altro. “ Dovresti prostrarti ai miei piedi e soprattutto, non osare nemmeno pronunciare il mio nome “. Commenta, mentre a quelle parole Dean sembrerebbe perdere maggiormente le staffe.

 

“ Tu sai perché ti ho chiamato, o non saresti mai venuto. Quindi basta con questa messinscena: dimmi solo, si o no? “. Chiede. A quella domanda Azazel non perde il proprio ghigno compiaciuto, osservando qualche istante il rivale, la sua controparte angelica.

 

“ Non è colpa mia se Sebastian è morto: Jeanne avrebbe dovuto pensarci, prima di tagliargli le ali e sopprimere la sua Grazia Angelica. Non è un mio problema se tua moglie non sa controllarsi ed agisce senza pensarci “. Fa con strafottenza, ripensando a come Jeanne, in un momento di disperazione, abbia tagliato le ali di Sebastian per evitare che fosse appunto trovato da Azazel, suo padre biologico e primo principe dell’Inferno. Il solo figlio che Lucifero abbia concepito quando ancora era un Angelo e quindi quasi pari al padre in forza. A quelle parole Dean stringe i pugni.

 

“ Jeanne ha commesso un errore, ma io voglio rimediare. Ti propongo un patto “. Sentenzia, mentre Azazel passa distrattamente un dito su quel tavolo di legno ma, al momento, senza ancora sfiorare il corpo del figlio.

 

“ Tu? Vorresti un patto con me? “. Chiede solamente e nascondendo un mezzo ghigno, come se invece si aspettasse esattamente quelle parole.

 

“ Non fingere di essere sorpreso, che non ci credi nemmeno tu “. Commenta risoluto Dean, continuando di lì a poco la propria frase. “ Prendi me “. Due parole. Due parole che provocano quasi un fremito in tutto il corpo dell’altro, un fremito dato dalla frenesia che quella prospettiva gli ha dato. “ Prendi me ma fai vivere Sebastian “. Conclude il bruno, mentre a quella frase il Principe Infernale si volta verso di lui, poggiandosi con noncuranza al tavolo in legno e ghignando, incrociando le braccia al petto.

 

“ E dimmi: eprchè mai dovrei fare questo favore a te e Jeanne? “. Chiede, volendo tenere il rivale sulle spine anche se, di fatto, ha già preso una decisione.

 

“ Perchè quello disteso sul tavolo è tuo figlio! Non provi neanche un minimo di pietà?! Ti sto offrendo la mia vita, è quello che hai sempre voluto, no?! Prendi me e salva lui! È semplice! “. Sbrocca Dean. A quella frase Azazel lo guarda: deve ammettere che la tenacia di Dean lo intriga, gli dispiacerebbe smettere subito di “ giocare “ con lui. Con noncuranza fa alcuni passi verso di lui, arrivando a qualche millimetro di distanza dall’altro uomo.

 

“ Hai ragione, potrebbe essere divertente “. Sentenzia, mentre afferra tra due dita il mento di Dean e lo costringe a guardarlo dritto negli occhi. “ Accetto: risveglierò la mia grazia demoniaca e farò vivere Sebastian utilizzandola. Ed in cambio avrò la tua vita, ma non ora “. Ghigna, confondendo ulteriormente il rivale. “ Non saprai mai quando sarà il momento: vivrai la tua vita, chiedendoti ogni giorno se sarà l’ultimo. Chiedendoti quanto la morte sia vicina a te, non potendoti mai concedere di essere pienamente felice. Accetti? “. Chiede, mentre Dean annuisce e, in seguito, sigla il patto con il bacio: certo non gli fa piacere baciare un uomo, men che meno quell’uomo. Ma non ha altra scelta: per suo figlio è disposto a questo ed altro.

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Capitolo 3
*** Fogli ***


Day 3: Fogli
Storia: Bloody Sunset
Personaggi: Adam ed Elaine

La giovane dalla chioma corvina corre per il corridoio, a passo piuttosto spedito: che disastro, pensa! Ha appena iniziato a lavorare e già è in ritardo, che razza di figura farà? “ Oh cielo! Che razza di imbranata sono! Ma come ho fatto a scordare di puntare la sveglia?! “. Chiede a sé stessa, riflettendo qualche istante. “ Spero solo che il dottore non sia ancora arrivato! “. Fa, continuando a camminare per il corridoio a passo spedito, stando ben attenta a non urtare personale e pazienti vari. Non sa che, nello stesso istante, un’altra persona è nella sua stessa, medesima situazione.

 

Il giovane dalla chioma bionda cammina spedito nel corridoio, contrariato: non gli è mai successo prima, ma quella mattina è in ritardo. Infatti, per la prima volta non ha sentito la sveglia: la sua notte è stata costellata di incubi e strane visioni, legate ad un giardino, una donna misteriosa, un uomo che gli parlava, un serpente… cose delle quali lui non ricorda nemmeno di aver letto, come fa ad averne memoria si chiede? Purtroppo, a causa di quelle visioni non ha nemmeno sentito la sveglia, ed ora eccolo in quella situazione imbarazzante. “ E devo pure conoscere la nuova infermiera! Che razza di figura ci farò? Sicuramente sarà già arrivata “. Sussurra nervoso, infilando in fretta e furia il camice e stando attento a non far cadere i fogli che tiene in mano. Non sa che, sulla sua strada, qualcun altro sta correndo nella sua stessa direzione.

 

i fogli volano in alto, per poi riversarsi disordinatamente a terra. Una ragazza batte il sedere a terra, stessa sorte capita al ragazzo che, istintivamente posa una mano sul proprio naso lievemente tumefatto. “ Ahi… che botta… “. Mormora ad un certo punto lei, confusa: senza volerlo deve essere finita addosso ad una persona che stava camminando nella sua stessa direzione, persona che non ha potuto vedere a causa della fretta.

 

“ Il mio povero naso… “. Mormora di rimando lui, riflettendo: questa mattina è proprio imbranato, se arriva ad urtare una persona che ha l’unico torto di aver camminato nella sua stessa direzione! “ Sono mortificato! Ti sei fatta male? “. Chiede, accorgendosi di aver urtato una ragazza ed infischiandosene dei fogli, caduti a terra in ordine sparso.

 

“ Oh no, io sto bene! Lei? “. Chiede la corvina, notando il leggero graffio al naso dell’altro. “ Oh no! Le ho fatto male? “. Chiede preoccupata, mentre lui scuote il capo.

 

“ Tranquilla “. Fa semplicemente, per poi alzarsi ed aiutando lei a fare lo stesso, porgendole la mano. La mora accetta il suo aiuto seppur in imbarazzo, abbassando lo sguardo.

 

“ Sono un impiastro… “. Mormora solamente, mortificata. Lui scuote il capo per poi ridere lievemente.

 

“ Ok, allora siamo in due ad esserlo! Entrambi abbiamo urtato l’altro, l’importante è che non si sia fatto male nessuno “. Fa, riuscendo a far sorridere lievemente lei. “ Comunque, io sono Adam “. Continua il biondo, porgendole la mano.


“ Io sono Elaine! “. Si presenta, stringendo la mano al dottore per poi sussultare. “ Aspetti! Ma… ma lei è il dottore che dovevo incontrare! “. Fa, mentre lui riflette un istante.

 

“ E tu devi essere la nuova infermiera! “. Fa, pensando all’incredibile coincidenza, così come fa lei: entrambi avevano paura di far tardi, di fare brutta figura con l’altro, ma il destino li ha fatti incontrare… scontrare improvvisamente, facendo svanire in una bolla di sapone tutte le loro preoccupazioni. “ E io che temevo di essere in ritardo e fare una brutta figura! “. Fa lui, mentre lei ride lievemente.

 

“ Oh, lo stesso temevo io “. Ammette mentre, di lì a poco entrambi si mettono a ridere, anche se quelle incredibili coincidenze hanno sorpreso entrambi.

 

“ Allora forza, Elaine! Vieni con me, che c’è un sacco di lavoro da fare: credo che ormai ci siamo conosciuti abbastanza “. Fa semplicemente il figlio di Rodolfo e Constance, mentre l’altra annuisce e lo segue, seppur lievemente rossa in viso.

 

“ Un momento! “. Fa ad un certo punto lei, fermandosi di colpo. “ I fogli… “. Fa solamente, facendo notare tutti i fogli a terra e ricordando ad Adam che lo aspetta il barboso compito di riordinarli tutti quanti!

 

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Capitolo 4
*** Matrimonio sulla spiaggia ***


Day 4: Matrimonio in spiaggia
Storia: La diciottesima Luna
Personaggi: Antoine e Veronica

 

La Principessa Veronica cammina a passo tranquillo sulla sabbia, tenendo tra le mani le proprie scarpe e, con la mano libera sollevando lievemente il vestito per non inciampare. Al suo fianco, un giovane dalla chioma d’argento la osserva da un po' di tempo. “ Mia Principessa, perché avete voluto venire qui? Fa molto freddo e voi siete cagionevole di salute: cosa direi al Re se…? “. Ma lei lo interrompe: si volge verso di lui, posando un dito sulle sue labbra e sorridendo lievemente.

 

“ Intanto, smetti di essere così formale: siamo soli. Beh, quasi soli… “. Mormora la giovane dalla chioma del medesimo colore di quella di lui, come una bizzarra ironia del destino. “ .. in secondo luogo, abbiamo una cosa da fare: una cosa molto importante. Quindi… “. La donna guarda dritto davanti a lei: poco più avanti è ben visibile una sorta di arco matrimoniale. No, si corregge il giovane: no, non lo sembra ma lo è effettivamente.

 

“ Veronica? Ma cosa… “. Fa per chiedere il maggiore dei fratelli Hikari, ma lei lo precede intuendo che, sicuramente il suo neo fidanzato ha bisogno di spiegazioni.

 

“ Vieni con me “. Sussurra solamente la figlia minore di Vanitas ed Ivonne, prendendolo per mano per poi condurlo proprio di fronte a quell’arco matrimoniale, dove un reverendo li sta aspettando. La principessa sembrerebbe pensierosa, come stesse cercando il coraggio di parlare o, ancora, le parole giuste. In seguito decide di lasciar parlare solo il suo cuore: prende tra le sue le mani di Antoine, da prima tenendo lo sguardo basso. In seguito tuttavia lo alza, fiera: quella fierezza che, senza dubbio ha ereditato da suo padre. “ Ti ricordi? Ti ho sempre detto che mi sarebbe piaciuto sposarmi sulla spiaggia, in riva al mare “. Sussurra la donna, mentre lui annuisce: è vero. Veronica ha sempre desiderato sposarsi in riva al mare e, d’altra parte lui le ha promesso che sarebbe successo presto.


“ Me lo ricordo bene, così come ricordo la mia promessa, e… “. Ma lei scuote il capo, stringendo maggiormente le mani di lui nelle proprie ed abbassando un istante lo sguardo.

 

“ Oggi “. Sentenzia, mentre lui non può fare a meno di guardarla con sconcerto ed intuendo le sue intenzioni. “ Voglio che ci sposiamo, oggi. Solo io, te ed il reverendo in riva a questo bellissimo mare, sulla spiaggia “. Sussurra, mentre lui la guarda senza ancora capire: perché tutta questa fretta improvvisa, si chiede?

 

“ Ma… “. Sussurra, per poi proseguire la frase di lì a poco. “ … perché questa fretta? Possiamo organizzare le nostre nozze in tranquillità, con tutta la nostra famiglia, e… “. Ma lei scuote il capo, stringendo maggiormente la presa sulle sue mani.

 

“ Ti prego “. Fa in un sussurro, trattenendo le lacrime e decidendo, in fine, di rivelare le proprie motivazioni. “ Antoine, ascolta… “. Mormora poi, trovando la forza di guardarlo e riuscendo a non piangere. “ Non so cosa stia succedendo, ma il mio potere sta improvvisamente diminuendo: un vampiro senza il suo potere è finito, lo sai anche tu, vero? “. Chiede, mentre lui la osserva decisamente sconvolto.

 

“ Come…? Come sarebbe a dire che il tuo potere si sta indebolendo e diminuendo? Com’è possibile? “. Chiede, scuotendo il capo sconcertato. “ Noi… noi troveremo un rimedio, vedrai! E… “. Lei gli porta una mano al viso, accarezzandolo dolcemente e scuotendo il capo.

 

“ Non c’è cura: non so in quanto succederà, non so quanto tempo mi rimane. Potrebbe succedere tra molti anni come adesso stesso, ma il mio potere svanirà ed io… io… morirò “. Sentenzia, mentre lui continua a guardarla sconvolto: solitamente il potere di un vampiro si indebolisce in quel modo e progressivamente solamente se un altro lo prosciuga, tuttavia pensa, chi mai potrebbe essere? Chi mai potrebbe prosciugare il potere di Veronica, e perché?

 

“ No! “. Fa improvvisamente l’argento, attirando la sua amata principessa a sé per poi stringerla forte, in una presa quasi dolorosa. “ Non permetterò che ti portino via da me… troverò il responsabile e lo ammazzerò con queste mie mani “. Sussurra, mentre lei lascia andare alcune lacrime mentre posa una mano tra i suoi capelli, accarezzandoli con amore.

 

“ Prima della fine, vorrei che tu fossi mio marito. Vorrei avere il matrimonio che ho sempre sognato, non quello che l’etichetta impone. Voglio sposarti qui, su questa spiaggia e con solo il reverendo presente, senza nessun altro attorno a noi. Ti prego… “. Sta per proseguire, ma lui annuisce semplicemente. In seguito, dopo diversi minuti di silenzio è lui ad interrompere il contatto, prendendo poi il viso della fidanzata tra le mani.

 

“ Va bene “. Sussurra ad un certo punto il fratello maggiore di Kaname, per poi inginocchiarsi di fronte a lei e prendendole la mano: certo pensa, avrebbe preferito avere un bell’anello da mettere al dito della sua futura sposa, ma in fondo pensa, tra poco le metterà la fede nuziale che, in un cero senso, è anche meglio di mille anelli di diamante. In seguito fa un profondo sospiro, per poi decidersi a parlare e continuare il discorso. “ Veronica Lunettes, vorresti farmi l’onore di diventare mia moglie, oggi stesso e su questa spiaggia? “. La donna porta una mano alla bocca, commossa: non si aspettava un gesto così dolce e romantico, l’ha davvero commossa. Si inginocchia a sua volta, prendendo tra le mani il viso del suo amato ed annuendo.

 

“ Si “. Sussurra, per poi proseguire con un tono più alto e chiaro. “ Si! Antoine Hikari, non c’è altra cosa che desidererei più di essere la tua sposa! “. Fa e, quasi prima che lei termini la frase è lui a prendere l’iniziativa, posando le labbra su quelle di lei, che ricambia il bacio con altrettanta dolcezza. Una volta interrotto il contatto, finalmente anche lui fa un lieve sorriso.

 

“ Allora, andiamo: abbiamo un matrimonio da celebrare, noi due “. Fa, alzandosi ed aiutando lei a fare lo stesso: a breve pensa, la sua amata Veronica sarà sua moglie. Cosa mai potrebbe andare storto? Solo una cosa, pensa: solo una cosa stona in quel momento così dolce e romantici. Deve scoprire chi sta sottraendo il potere della sua amata, ed ucciderlo con le sue stesse mani.

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Capitolo 5
*** Primo bacio ***


Day 5: Primo bacio
Storia: La diciottesima Luna
Personaggi: Jeanne e Garry 

 

Circa tre anni prima, Veritas.

 

Una diciassettenne giovane dalla chioma bionda parrebbe essersi perduta: sposta alcuni rami degli alberi stando attenta a non farsi male o strapparsi il bellissimo abito che indossa. “ Accipicchia, credo di essermi persa “. Mormora solamente, continuando a camminare. “ Ed ora dove sarà la strada di casa? “. Chiede a sé stessa, demoralizzata: non avrebbe dovuto uscire da palazzo da sola, ma la situazione è ormai diventata insostenibile. Due anni dopo aver brutalmente assassinato i Perry, suo fratello si è intestardito a voler far fare la stessa fine ai Delacour. È convinto che i cacciatori c’entrino con la morte di sua madre e vuole fargliela pagare a tutti i costi. Così facendo tuttavia, finirà per infrangere il trattato di pace e far scoppiare una guerra tra cacciatori e vampiri, una guerra che la stessa Regina Luna aveva cercato in tutti i modi di evitare. Anche lei vorrebbe evitare la guerra, tuttavia i suoi motivi sono altri: da un po' di tempo a questa parte ha stretto amicizia con un cacciatore e questo è infatti il motivo per il quale si trova qui: vorrebbe giungere a casa sua come ha sempre fatto in quei mesi, tuttavia questa volta si è smarrita ed ora non trova né la strada di casa e men che meno quella per raggiungere la residenza del cacciatore. Un rumore improvviso la fa sussultare. “ Ed ora che succede?? “. Borbotta contrariata. Sta per voltarsi, ma qualcuno è più rapido e la fa cadere a terra con un colpo improvviso. Subito la donna fa per afferrare il proprio pugnale, nascosto sotto il vestito. Ma la misteriosa persona è più rapida e, con un’abile mossa le mette una mano sulla bocca impedendole di gridare mentre con l’altra le immobilizza i polsi sopra il capo.

 

“ Non ti muovere! “. Intima semplicemente colui che si rivela essere un uomo. La donna non si dimena ma, non appena riconosce di chi si tratta sgrana gli occhi sorpresa. Lo stesso fa lui, non potendo fare a meno di sorprendersi non appena si accorge di chi effettivamente si trovi sotto di lui. “ Oh cielo! Jeanne?! “. Chiede stupefatto. Lei lo guarda come ad invitarlo a permetterle di parlare e, come se solo ora si fosse accorto della mano che ancora tiene sulla bocca della donna lui si riscuote dall’iniziale sorpresa. “ Oh cielo, si! Scusami “. Fa, togliendo la mano dalla bocca di lei, il rossetto si è lievemente sbavato ma non si nota più di tanto. In oltre pensa colui che si è rivelato un cacciatore, quelle labbra sarebbero splendide anche con il rossetto totalmente sbavato.

 

“ Garry! “. fa lei, altrettanto sorpresa nel rendersi conto che chi ha effettivamente davanti è il motivo per il quale si trova lì. Lui la abbraccia senza troppe cerimonie, stringendola a sé come non la vedesse da una vita intera.

 

“ Sono così felice di vederti! Credevo che i vampiri ti avessero aggredita o ti avessero fatto del male! “. Fa, mentre lei sente qualcosa in sé andare in mille pezzi: detesta mentirgli, ma non può certo rivelargli di essere Jeanne Hikari, la sorellastra di colui che rese orfani sua sorella e lui stesso. La donna porta una mano tra i suoi capelli argentati, stringendolo a sua volta a sé e non alzandosi ancora da terra dato che, di fatto, lui si trova ancora sopra di lei e non pare avere idea di cambiare tale posizione.

 

“ Perdonami se ti ho fatto stare in apprensione: sto bene, non temere “. Sussurra semplicemente la bionda, mentre lui annuisce decisamente rassicurato.

 

“ Scusami, per averti aggredita: temevo che quel bastardo fosse tornato, e… “. Lei scuote il capo e, per istinto e non appena lo sente nominare suo fratello lo stringe maggiormente a sé.

 

“ Shhh… va tutto bene, non ti preoccupare: adesso sono qui e sto bene, questo è ciò che conta “. Sussurra semplicemente. Lui annuisce, portando il viso a pochi centimetri da quello di lei mentre i loro sguardi si incontrano: entrambi pensano di potersi perdere negli occhi dell’altro, che quasi sembrano rapirli e condurli in un mare senza fine.

 

“ Il rossetto… te l’ho sbavato tutto, guarda qui… “. Mormora solamente l’argento di lì a poco, portando una mano sul viso di lei ed accarezzandolo lentamente, cercando poi di sistemare il guaio commesso con il pollice. Lei tuttavia pone una mano sulla sua e fa cenno di no con il capo.

 

“ Non ti preoccupare, non lo hai sbavato poi così tanto “. Fa semplicemente la principessa, arrossendo vistosamente nel percepire quel tocco sul proprio viso. Lui rimane in silenzio qualche momento per poi prendere finalmente coraggio, il coraggio di fare una cosa che da un po' di tempo desidera ma che non ha mai fatto, per paura di sbagliare o essere respinto.

 

“ Non ancora “. Precisa semplicemente il giovane figlio di Haruka e Juliette, diventando improvvisamente serio e guardandola intensamente, uno sguardo che in quel preciso istante pare quasi mandare a fuoco le guance di lei, che ricambia il suo sguardo un po' smarrita. Senza alcun preavviso lui posa finalmente le labbra su quelle di lei, che da prima sgrana gli occhi sconcertata: una nuova ed improvvisa sensazione si impadronisce di lei, una sensazione che non ha mai provato prima d’ora. Una sensazione che solo con questo bacio, il suo primo bacio, prova. Non sa come reagire: teme di sbagliare qualcosa e di rovinare tutto quanto, lui questo sembra capirlo. Non interrompe il contatto, come a volerla incoraggiare a fare a sua volta una mossa e prendendo una delle sue mani nella propria. Incoraggiata dal gesto di lui la Principessa riesce finalmente a ricambiare quel bacio, da prima con dolcezza. In seguito chiude gli occhi come a volersi godere quel momento fino in fondo, assaporare ogni singola emozione che questo primo bacio le sta trasmettendo. Porta a sua volta una mano sul viso di lui, accarezzandolo con dolcezza mentre, di lì a poco, il bacio inizia a diventare più intenso, più carico di una sconosciuta passione. O almeno, sconosciuta ad entrambi fino a quell’istante in cui, finalmente, le loro labbra si sono unite nel primo di una lunga lista di baci che seguiranno in futuro.

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Capitolo 6
*** Labyrinth ***


Day 6: Labyrinth
Storia: Bloody Synset
Personaggi: Jeanne ed Azazel 

 

La giovane dalla chioma bionda osserva colui che le è comparso davanti: colui che ha rapito suo figlio e non solo, per farla giungere a questo confronto finale l’ha costretta a passare attraverso un labirinto pieno di insidie. Solo grazie all’aiuto di alcuni e bizzarri amici la ragazza non si è perduta e non ha desistito: le tredici ore a sua disposizione sono anche state dimezzate a metà percorso, la cosa la stava gettando nello sconforto ma gli amici l’hanno aiutata a credere in sé stessa e l’hanno spronata a non mollare: lei deve salvare il suo piccolo Sebastian a tutti i costi, non c’è tempo per indugiare. Ed ora eccola lì: faccia a faccia con colui che ha rapito il piccolo, colui che sfruttando un momento di debolezza della donna è ricomparso nella sua vita e le ha sottratto colui che è per lei più prezioso: suo figlio, loro figlio. A dire il vero, colei che si rivela essere Jeanne non può fare a meno di darsi mentalmente della sciocca: è stata lei che, in un impeto d’ira, ha chiesto che i demoni portassero via il piccolo. E così è stato, ed a portarlo via è stato proprio colui che più odia al mondo: il padre del bambino, Azazel. Azazel, che con i suoi occhi color ametista scruta la donna qualche istante mentre, di lì a poco, ella stessa riprende parola. “ Dammi il bambino “. Gli intima, ma a quella frase lui le gira intorno come farebbe un leone con la sua preda, senza mai perdere il contatto visivo con lei.

 

“ Jeanne, bada a te: sono stato generoso fino a questo momento, ma so essere crudele “. La avverte mentre, nel sentire quelle parole la donna non può fare a meno di accigliarsi.

 

“ Generoso? Che cos’hai fatto di generoso? “. Chiede lievemente stizzita: se per lui rapire loro figlio è un atto di generosità allora si, è stato generoso.

 

“ Tutto, tutto! “. Fa lui alzando lievemente la voce. “ Tutto quello che hai voluto io l’ho fatto: hai chiesto che il bambino fosse preso, io l’ho fatto. Tremavi davanti a me ed io mi facevo più terrificante. Ho sovvertito l’ordine del tempo ed ho messo sottosopra il mondo intero… “. Fa ad un certo punto il demone dalla chioma argentata, indicando l’orologio accanto a lui e del quale le lancette iniziano a muoversi in senso antiorario. “ E tutto questo, io l’ho fatto per te: sono stremato dal vivere in funzione di ciò che ti aspetti da me. Questo non è generoso? “. Chiede lui. La donna tuttavia avanza lentamente, determinata a porre fine a questa storia quanto prima.

 

“ Con rischi indicibili e traversie innumerevoli, ho superato… il labirinto… ah accidenti! Mai che riesca a ricordare quella frase! “. Sbrocca arrabbiata la bionda, mentre lui fa comparire nella sua mano un cristallo luccicante.

 

“ Aspetta! “. Fa, per poi riprendere parola di lì a poco. “ Guarda, Jeanne: guarda quello che ti sto offrendo. I tuoi sogni… “. Fa, porgendole il cristallo mentre la donna ancora cerca di ricordare la giusta formula.

 

“ Ed il mio regno è altrettanto grande, altrettanto… accidenti! Non ricordo “. Sibila e, a quella difficoltà Azazel la guarda qualche momento per poi riprendere parola.

 

“ Non hai che da temermi, amarmi, fare ciò che io ti dico ed io diventerò il tuo schiavo “. Fa lui, frase con la quale per un breve istante quasi tenta la donna. Jeanne lo guarda stranita ma, in seguito, il suo sguardo ritorna risoluto: finalmente ha ricordato la frase!

 

“ Tu non hai nessun potere su di me… “. Sussurra. Un lampo nero, immagini confuse, la voce di lei riecheggia in un’unica frase. “ Non hai nessun potere su di me “. Il suono dell’orologio a pendolo, è mezzanotte. La donna si guarda attorno. È a casa! È riuscita a vincere ed a sconfiggere il Re dei demoni, è riuscita ad uscire dal labirinto. Il suo primo pensiero va ovviamente al figlio. “ Sebastian! “. Fa, passato il primo momento di sbigottimento. Sale le scale, e quando entra nella cameretta del piccolo lo vede dormire sereno in un sonno privo di sogni. La donna sorride: è riuscita a salvare suo figlio, d’ora innanzi più niente e nessuno riuscirà a portarglielo via. Niente e nessuno.

 

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Capitolo 7
*** Penna ***


Day 7: Penna
Storia: Il patto delle Tenebre
Personaggi: Lily e Newt

 

Lily bussa alla porta dello studio, dal quale di lì a poco le giunge risposta. “ Avanti “. Fa solamente una voce: la voce di suo marito, Newt. La giovane Kitsune apre la porta, quasi senza far rumore ed osservando il giovane dalla chioma mogano al lavoro: è alle prese con dei documenti piuttosto vecchi, si può evincere dal colore ingiallito dei fogli. “ Ehi! Lily, entra pure: stavo giusto terminando di leggere questi documenti “. Fa semplicemente il giovane, mentre lei entra nello studio per poi chiudere la porta dietro di sé.

 

“ Non volevo disturbarti, se vuoi torno in un altro momento “. Fa semplicemente la giovane dalla chioma arancione, mentre lui alza lo sguardo: toglie gli occhiali che aveva indossato per leggere, posandoli sulla scrivania per poi avvicinarsi lentamente alla moglie.

 

“ Niente e nessuno è più importante di mia moglie e dei miei figli “. Sussurra solamente, cingendola per i fianchi per poi darle un bacio, una volta giunto di fronte a lei. “ I documenti possono aspettare “. Conclude poi, mentre lei sorride lievemente.

 

“ Ho sentito che ieri imprecavi contro una penna, che non funzionava “. Inizia un nuovo discorso la donna, mentre lui riflette un istante: aveva quasi scordato quell’episodio, ma a quanto pare è rimasto impresso alla moglie.

 

“ Beh si, ma non credevo che ti rimanesse così impresso: in fondo, non è la prima volta che mi innervosisco con una penna scarica “. Ride lievemente, memore di quante volte le penne gli si siano scaricate nel bel mezzo del suo lavoro. Essendo costretto ad alzarsi per prenderne una nuova, spesso l’ispirazione per quello che è il suo libro gli passava totalmente, costringendolo ad interrompere la stesura del canovaccio nel bel mezzo delle parti più interessanti.

 

“ Mmmmh… ricordami, che giorno è oggi? “. Chiede la Kitsune del tuono, mentre il marito riflette qualche momento.

 

“ E’ il sette di Ottobre, e… “. Si ferma un momento, mentre un ghigno compare sul suo viso, stesso ghigno che compare sul viso di lei. “ Davvero credevi me ne fossi scordato? “. Chiede, mentre lei si limita a guardarlo con un’espressione vaga.

 

“ Chissà, chissà… “. Fa semplicemente la donna, mentre lui si avvicina lentamente con il viso a quello di lei.

 

“ Non potrei mai scordarmi il giorno più bello della mia vita, insieme a quelli in cui sono nati i nostri figli “. Mormora, mentre i loro occhi si incontrano per qualche istante. “ Buon anniversario, amore mio “. Mormora in fine la parte buona di Void, per poi posare le labbra su quelle di lei che, di lì a poco ricambia con dolcezza per poi posare una mano sul suo viso.

 

“ Buon anniversario “. Fa semplicemente lei, una volta staccatasi dal bacio e sorridendo lievemente. “ A questo proposito… “. La rossa si stacca lentamente dall’abbraccio del marito, per poi frugare qualche istante nella propria tasca dalla quale, di lì a poco estrae una scatola di colore blu. “ Questo è il mio regalo per te, spero ti piaccia “. Sorride lievemente, mentre passato il primo momento di sorpresa lui afferra la scatola per poi aprirla, sorprendendosi: al suo interno trova una bellissima penna a sfera con la data delle loro nozze incisa, dall’altro lato i loro nomi come un’eterna promessa d’amore, un legame che mai si spezzerà.

 

“ Lily, ma è meravigliosa… “. Sussurra solamente il bruno, mentre lei arrossisce lievemente e come se stesse affrontando la sua prima cotta!

 

“ Sai, sei spesso senza penna e ti arrabbi quando si scarica. Spesso devi cambiarle ed interrompere la tua scrittura, allora ho pensato di regalartene una che non rimarrà senza inchiostro tanto presto “. Sussurra solamente la nipote di Noshiko, mentre lui la attira a sé per poi abbracciarla, stringendola forte.

 

“ Grazie “. Mormora solamente, mentre lei ricambia il suo abbraccio. “ Ma ora, tocca a me darti il tuo regalo “. Sentenzia il giovane Kitsune, riflettendo sul regalo che ha deciso di fare a Lily per il loro anniversario di nozze e, soprattutto, sperando di fare una bella figura.

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Capitolo 8
*** Block notes ***


Day 8: Block notes
Storia: Curioso come George
Personaggi: Ted & George

È ormai giunta la sera, e Ted e George sono seduti nel soggiorno di casa. La scimmietta è elettrizzata: infatti, il giorno seguente lui ed il suo “ papà “ umano partiranno alla volta della Spagna, per concedersi una bella vacanza. L’uomo dal cappello giallo tiene tra le mani un block notes ed una penna e, di lì a poco inizia ad appuntare alcune cose. “ Dunque, sicuramente dovremo visitare Madrid… “. Sussurra. La scimmia si incuriosisce nel vedere l’uomo tanto impegnato e, notando ciò Ted decide di prendere parola. “ Immagino ti incuriosisca ciò che sto facendo, giusto? “. Chiede, mentre George annuisce. “ Ebbene, sto annotando su questo block notes tutti i posti che dovremo visitare, quando arriveremo in Spagna “. Fa semplicemente l’uomo, mostrando in seguito il computer acceso. “ Vedi? Ho fatto una ricerca su internet sui posti più belli di Spagna, così posso mettere giù un itinerario giornaliero per tutti i giorni della nostra vacanza. Che ne dici? “. Chiede, mentre nel sentire quelle parole la scimmietta inizia a saltare allegra: già sapere che lui e Ted sarebbero andati in vacanza lo rendeva felice, organizzare tutto l’itinerario gli fa già pregustare il giorno seguente, quando giungeranno nella terra madre della paella ed altre gustose pietanze. “ A proposito! “. Fa poi l’uomo, come se solo ora si fosse ricordato di una cosa molto importante. George lo guarda stranito, in attesa di sentire cosa il suo papà si sia ricordato tanto improvvisamente. “ Dobbiamo annotare qui, sul block notes, tutti i ristoranti che offrono pietanze tipiche spagnole! Non possiamo andare in Spagna senza fare un bel tour culinario delle pietanze locali, non ti sembra? “. Chiede, mentre la scimmietta annuisce per poi iniziare a digitare tasti caso sul portatile dell’uomo. Ted ride lievemente, per poi far nuovamente sedere George e sorridendo lievemente. “ Forse è meglio se digito io, cosa ne dici? “. Chiede, notando le applicazioni aperte casualmente da George mentre digitava sulla tastiera dei tasti a caso. L’uomo dal cappello giallo da a George il block notes, facendogli un’ultima raccomandazione. “ Mi raccomando, non perderlo: lì dentro c’è tutta la nostra vacanza spagnola, non dev’essere assolutamente smarrito o rovinato “. Lo ammonisce, mentre George annuisce: no, pensa. Non rovinerà quel bel block notes e rimarrà seduto tranquillo, in attesa che Ted termini la propria ricerca e sognando già la loro strepitosa vacanza spagnola.

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Capitolo 9
*** Sacchetto rotto ***


Day 9: Sacchetto rotto
Storia: Bloody Sunset
Personaggi: Valentina, Sebastian, Elluka e Crowley

Tutti i presenti vengono scaraventati alla parete, il sacchetto magico si rompe mentre un’intensa luce viola si spande in tutta la stanza. Il primo ad alzarsi è Sebastian, seguito a ruota da Crowley, da Valentina e da Gabriel e Gabrielle. Rowena cade in ginocchio, portandosi entrambe le mani al viso. “ Rowena! Ti senti bene? “. Chiede preoccupato Sebastian, avvicinandosi alla donna. La rossa lo guarda qualche istante per poi scuotere il capo, le lacrime agli occhi e la disperazione sul volto.

“ No! No, non va affatto bene, Sebastian! “. Fa semplicemente la strega, mentre colei che è la sola ad essere riuscita a rimanere in piedi la osserva: la sua maestra, colei che le ha insegnato tutto ciò che sa sulla magia. “ Credevo che questa magia avrebbe potuto imprigionare Abaddon una volta per tutte, invece… “. Il suo sguardo carico di disperazione si sofferma sul sacchetto di magia, ormai disintegrato.

“ Ma possiamo rifare l’incantesimo! Non ti disperare: riprendi le forze, poi riproveremo “. Fa premuroso il tramite di forza, ma la strega scuote il capo.

“ Non è più possibile, Sebastian! “. Fa, guardandolo mentre le lacrime cadono dai suoi bellissimi occhi azzurri. “ Non si può più ripetere l’incantesimo, perché questo era l’ultimo sacchetto magico che possedevo. Non ne ho altri… “. Ammette, mentre Valentina e Sebastian si guardano preoccupati. A prendere parola è Crowley.

“ Ora basta! Stiamo qui a perdere un sacco di tempo, quando potrei uscire e combattere quel bastardo di Abaddon e cacciarlo nella gabbia. Come ha osato tradire il sommo Lucifero? “. Chiede furioso il Cavaliere Infernale tramite di Morte. A quelle parole è Sebastian a prendere nuovamente parola.

“ Anche se lo affrontassi ora, non riusciresti a scalfirlo: come te è un Cavaliere Infernale, in oltre ha in parte assimilato la Grazia di Lucifero: è molto potente, bisogna essere prudenti. Non possiamo permetterci di perdere anche te per la nostra avventatezza “. Sentenzia Forza, mentre colei che sin ora è rimasta in disparte afferra un pugnale, fissandolo.

“ E che cosa proponi di fare, sentiamo? Permettiamo ad Abaddon di fare il bello ed il cattivo tempo sulla Terra ed all’Inferno? Gli lasciamo conquistare il Paradiso? Grande piano, Forza! Davvero un grande piano! “. Si innervosisce il padre di Allen, Krad e Moritz. Sebastian fa per rispondergli, ma un improvviso lamento lo blocca prima che possa aprire bocca.

“ Maestra! Cosa state facendo? “. Chiede preoccupata Rowena, avvicinandosi preoccupata ad Elluka: la donna si è infatti pugnalata accanto al cuore. Non è una ferita letale, tuttavia sembra estremamente dolorosa.

“ Elluka? Sei impazzita? “. Chiede Crowley, mentre la donna afferra un ultimo sacchetto magico, perfettamente integro.

“ Questo sacchetto di magia era nascosto nel mio corpo: mi ha permesso di vivere fino a questo momento, tuttavia d’ora in poi non mi servirà più “. Sentenzia, sanguinando dalla ferita mentre i presenti la osservano sconvolti.

“ Maestra, ma cosa dite? Dove vorreste andare? “. Chiede preoccupata Rowena, mentre Elluka Glassred la osserva con un lieve sorriso.

“ Mia piccola Rowena, io e te abbiamo stretto un profondo legame, non è così? “. Chiede, avvicinandosi ed accarezzando dolcemente il viso della donna. “ Per me, tu sei la figlia che non ho mai avuto. Sono fiera di te, fiera di noi e di ciò che sei diventata. Ma pra devo lasciarti “. Sussurra, mentre Rowena la guarda sconcertata, scuotendo il capo senza comprendere. La donna dalla chioma rosa muove qualche passo, il pugnale tra le mani. “ C’è un’ultima possibilità per rinchiudere Abaddon nella gabbia: un incantesimo speciale e proibito “. Sentenzia, guardando i presenti e, soprattutto Crowley. “ La morte è un tramite infinito, tu stesso me lo dicesti: quel giorno io e te striassimo un patto. Un patto che diceva che solamente tu avresti potuto uccidermi, ottenendo così un potere immenso e che ti avrebbe reso praticamente immortale. In cambio, io ti chiesi di amarmi e di diventare l’uomo che avevo sempre cercato: te lo ricordi? “. Chiede La Rosa, mentre l’uomo dalla chioma corvina scuote il capo.

“ Cosa mi stai dicendo? Perché ricordi proprio ora questo nostro patto? “. Chiede il padre terreno di Allen, Krad e Morito. A quella domanda la donna arriva a pochi passi da lui.

“ La mia morte deve avvenire per mano tua: tu stesso lo hai detto, lo hai visto nei libri della Morte che mi riguardano. Quindi… “. Senza esitare, la donna porge il pugnale a Crowley che, tuttavia non pare comprendere. “ Per attuare il mio incantesimo finale e confinare Abaddon nella gabbia, è necessario che io muoia e doni il mio sangue in sacrificio. E dovrai essere tu a farlo, Crowley: tu dovrai uccidermi “. Sentenzia la madre di Superbia, Lussuria e Fede. Il Cavaliere Infernale la osserva con sbigottimento, forse per la prima volta in vita sua spiazzato. Mille e più pensieri corrono nella sua mente, ed una domanda: deve o meno esaudire questa richiesta? La risposta non tarda ad arrivare nella sua mente, mentre finalmente il suo sguardo di ghiaccio incontra prima quello in lacrime di Rowena, poi quello determinato di Elluka.
 

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Capitolo 10
*** Ciondolo importante ***


Day 10: Ciondolo importante
Storia: Soledad ( Alternativa anno 2035 alternativo )
Personaggi: Ace e Alexis Baskerville

 
La giovane dalla chioma rosa affronta con lo sguardo colui che le sta di fronte: nelle mani del ragazzo dai capelli corvini c’è un ciondolo abbastanza prezioso, a giudicare dalla fattura. Il corvino la guarda con un ghigno strafottente, mentre lei ricambia lo sguardo in preda all’ira. “ Ridammelo, bastardo! “. Grida infuriata, mentre a quella frase lui cambia espressione e diventa piuttosto serio, rispondendole di lì a poco.

“ E perché mai dovrei farlo? “. Chiede, mentre la giovane dalla chioma rosa fa per afferrare il monile, che lui sposta prontamente dalla sua portata mentre lei quasi cade a terra.

“ Perché è l’unico ricordo che ho di mio padre! Chi ti da il diritto di appropriartene, eh?! “. Grida furiosa la ragazza, ma nemmeno questo parrebbe scuotere l’animo del giovane vampiro che, con aria strafottente le da una risposta.

“ Lo vuoi? “. Chiede, facendo muovere il ciondolo esattamente di fronte alla fanciulla che, nervosa fa nuovamente per afferrarlo. Stavolta tuttavia, lui agisce in modo più meschino: senza che La Rosa se ne accorga le fa uno sgambetto, facendola così finire a terra. Colei che si rivela essere Alexis finisce quindi con il cadere a terra, sporcandosi l’abito di fango e terra e ferendosi lievemente alle mani e ginocchia.

“ Brutto bastardo infame! “. Grida furiosa, mentre colui che si rivela essere Ace Baskerville ghigna sadicamente.

“ Spiacente, ma non ti darò mai il ciondolo che tu hai sottratto alla mia famiglia. Anche se non capisco come tu o quella sgualdrina di tua madre abbiate potuto rubarlo “. Fa con una strafottenza innata, mentre la ragazza da un forte pugno all’erba sottostante.

“ Ma come ti permetti?! Io e mia madre non abbiamo rubato nulla! Ti ho detto che quel ciondolo, me lo diede mio padre prima di andarsene! “. Grida furiosa, ripensando a come in un modo così vile e meschino, Ace Baskerville le abbia fatto l’ennesima cattiveria: approfittando del fascino innato che sa di possedere ha da prima ammaliato Alexis, facendole abbassare la guardia. Ma mentre lei si aspettava epilogo differente, lui le ha sottratto di colpo il ciondolo che portava al collo e che ora sta disperatamente cercando di recuperare. Infatti, lo sa bene è il solo ricordo che suo padre le abbia lasciato, alla sua nascita. Dentro c’è una sua foto, anche se la fanciulla non ha mai osato aprirlo e guardare finalmente il viso di colui che l’ha generate. Da parte sua invece, Ace ne è convinto: quello stemma sul ciondolo appartiene alla sua famiglia, per ciò quella sgualdrina o sua madre devono averlo rubato, senza dubbio! Perché mai dunque, dovrebbe restituirglielo? Non lo farà mai.

“ Questo è lo stemma dei Baskerville, stracciona che non sei altro “. Fa, inginocchiandosi per arrivare alla sua altezza per poterle mostrare lo stemma inciso sul retro del ciondolo. “ Tu credi veramente che lascerei un monile appartenente alla mia famiglia nelle mani di una lurida puttana stracciona? Per di più una ladra? Non avverrà mai “. Sussurra quasi, avvicinando il viso a quello di lei che, per un istante rimane paralizzata. Dopo averle detto queste crudeli parole, il giovane neo Re di Sabrie si alza nuovamente, sventolando il ciondolo davanti alla ragazza per poi metterselo in tasca. “ Ma se vuoi provare a convincermi a ridartelo, ti aspetto nella mia stanza stanotte “. Continua poi a prenderla in giro, anche se la proposta sembra tutt’altro che uno scherzo.

“ Cosa?! Come osi?! “. Chiede alterata la rosa, alzandosi da terra ed affrontando quello sguardo così uguale al suo con il proprio. “ Per chi mi hai presa?! “. Chiede su tutte le furie, mentre il corvino le da le spalle e nasconde un lieve ghigno: adora far infuriare quella donna, gli piace quando reagisce e lo affronta a differenza di altre, che invece cadono semplicemente ai suoi piedi senza mai dire nulla.

“ Ti tratto solo per quella che sei, una sgualdrina da bordello “. Fa tagliente il giovane, ed inaspettatamente le sue parole colpiscono e feriscono la ragazza fino a farle, inaspettatamente, allagare gli occhi di lacrime. “ ma te l’ho detto: se rivuoi il tuo ciondolo, forse stanotte potrai riuscire a convincermi “. La guarda con la coda dell’occhio, concludendo la frase. “ Ti lascerò la porta aperta, vedi di non deludermi “. La deride, per poi andarsene usando la super velocità, accorgendosi ovviamente delle lacrime di lei. La fanciulla scoppia in lacrime: non solo ha perso il ciondolo, ma è stata anche trattata da volgare meretrice!

“ Ace Baskerville… ti detesto con tutte le mie forze! “. Da dei forti pugni all’erba sotto di sè, per poi scoppiare in un pianto a dirotto: perché, pensa? Sono davvero solo le parole di Ace a ferirla, o è il fatto che sia stato lui a pronunciarle a disturbarla fino a quel punto? La risposta che si da di lì a poco, non le piace affatto.

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Capitolo 11
*** Disegno ***


Day 11: Disegno
Storia: Curioso come George
Personaggi: George e Ted

È la festa del papà, ed una scimmietta sta ultimando, con zelo ed impegno, un regalo che dovrà donare alla persona più importante per lui: il suo amato papà! La scimmietta di nome George afferra i propri pastelli, iniziando a disegnare sé stesso con il marrone, aggiungendo poi occhi, naso e bocca. In seguito afferra il giallo: sa bene che gliene servirà una gran quantità, ma per il suo papà umano questo ed altro! La scimmietta si mette nuovamente al lavoro, cercando di ultimare un disegno a suo dire perfetto e degno dell’occasione per il quale è stato fatto.

 

Ted entra nella propria abitazione, dopo una dura giornata di lavoro. La casa sembrerebbe essere molto tranquilla e, lo deve ammettere, questo turba un po' l’uomo dal cappello giallo. “ Ma dov’è? “. Chiede, arrivando in cucina e notando che la fonte dei suoi pensieri non si trova nemmeno lì. “ Ma dove può essersi cacciato? Non è da lui scomparire in questo modo… “. Borbotta semplicemente Ted, mentre di lì a poco i familiari versi emessi da George lo rassicurano: era semplicemente nella sua cameretta! “ George! Ma che fai in cameretta, a quest’ora? “. Chiede l’uomo dal cappello giallo, incuriosito dall’atteggiamento della scimmietta che, per lui, è come un figlio. George emette alcuni altri versi tipici di lui, per poi andare a prendere un foglio che consegna a Ted. Ed appena lo riceve, l’uomo non può fare a meno di commuoversi lievemente. “ Ma, George! Questo regalo, è per la festa del papà? “. Chiede, mentre la scimmietta annuisce emettendo alcuni altri versi. Il “ padre “ non può fare a meno di chinarsi per poterlo così prendere in braccio, stringendolo forte a sé. “ Ma è meraviglioso! È il più bel regalo che abbia mai ricevuto, piccolo mio “. Fa, con una punta d’orgoglio. “ Anche io voglio fare un regalo a te, ma prima appenderò al frigorifero questo bel disegno con una calamita! “. Sentenzia l’uomo e, una volta appeso il regalo di George, mettendosi all’opera.

 

Ted è tra i fornelli da diverso tempo, la scimmietta è già a tavola dopo che, alcuni minuti prima l’uomo lo ha invitato a sedersi in quanto la sorpresa è quasi pronta. Di lì a poco, un piatto caldo e fumante è di fronte al viso dell’animale, un altro di fronte all’uomo che prende posto accanto a lui. “ Ecco qui, il mio speciale stufato della festa del papà! “. Sentenzia orgoglioso Ted. “ Buon appetito! “. Fa poi, mentre sia lui che George gustano il ghiotto piatto mentre, sul frigo, primeggia il regalo della scimmietta per colui che è e rimarrà sempre il suo adorato papà.

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Capitolo 12
*** Tenda ***


Day 12: Tenda
Storia: Ankoku no Namida
Personaggi: Annika e Simona Knight

 

Simona Knight osserva per qualche istante la sorella: porta una mano al fianco, decisamente perplessa. “ Annika…? “. La chiama, ma nessuna risposta giunge dalla donna dalla chioma bruna. “ Annika, sei sicura di farcela? “. Chiede, mentre finalmente l’altra si decide a risponderle, cercando di non mettere una mano sotto il martello.

 

“ Si! Insomma, cosa mai ci vorrà? “. Chiede, testarda. Ma tutto ciò che ottiene è schivare l’ennesima martellata sul dito. “ Accidenti! Secondo me, il martello è difettoso! “. Sentenzia mentre, a quella vista la bionda si avvicina a lei sospirando pesantemente.

 

“ Non c’è niente di male, se non sei capace. Lascia fare a me “. Fa, ma l’altra la guarda severamente per poi scuotere il capo.

 

“ Ho detto che ci riesco! Non mi lascerò battere da una stupida tenda da campeggio! “. Sentenzia, ottenendo ancora una volta scarsi risultati. In oltre, questa volta non riesce ad evitare di far finire il martello dritto sul dito.

 

“ Oh no! Annika, ti sei fatta male?! “. Chiede in allarme Simona, mentre l’altra impreca contro il martello.

 

“ Dannato arnese malefico! “. Impreca, mentre Simona prende la mano della sorella nella propria, esaminando il malanno: per fortuna non sembrerebbe nulla di grave.

 

“ Non sembra grave, ma si potrebbe gonfiare “. Sentenzia solamente mentre, a quella frase Annika non può che sbuffare sonoramente.

 

“ Come sono goffa! Non riesco nemmeno a montare una stupida tenda da campeggio e, per di più, mi sono tirata il martello dritto sul dito “. Borbotta. Simona la osserva qualche momento per poi ridere lievemente. “ Dahi! Non burlarti di me! “. Fa solamente la bruna, mentre l’altra non smette di ridere ma, in seguito le da una spiegazione prima che la sorella si arrabbi sul serio.

 

“ Ma no, non mi sto burlando di te. Il fatto è che anche io, solo un anno fa, mi sono tirata il martello dritto sul dito nel cercare di montare la tenda da campeggio “. Ammette, sorprendendo così la sorella, che la guarda decisamente stranita.

 

“ Parli sul serio? “. Chiede, mentre Simona annuisce per poi prendere il martello tra le mani.

 

“ Si: e come fece Yoh con me a quel tempo, ora anche io ti ordino di farti da parte. Monterò io la tenda, tu riposa quel dito prima che si gonfi, intese? “. Chiede e, ad uno sguardo molto severo da parte della sorella Annika non può fare a meno che annuire, borbottando un po'.

 

“ Attenta che non finisca anche sul tuo dito, quel maledetto martello difettoso “. Mormora, imputando ancora una volta al martello la causa dell’incidente. A quelle parole Simona sorride lievemente, alzando il martello ed annuendo.

 

“ Tranquilla, starò attenta “. Fa solamente, iniziando lentamente a montare la tenda da campeggio, prima che lei e la sorella si trovino costrette a dormire totalmente all’aperto e senza nemmeno una tenda in cui rifugiarsi!

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Capitolo 13
*** Make up ***


Day 13: Make up
Storia: La diciottesima luna
Personaggi: Jeanne ed Ivy Hikari

 

Jeanne Hikari sembra essere emozionata, forse più della ragazza di fronte a sé. Dall’altro lato, Ivy Hikari osserva la sorella trattenendo a sua volta la commozione. “ Jeanne, dahi! Se fai così, poi piango anche io “. Fa semplicemente la giovane Principessa, mentre l’altra non può trattenere alcune lacrime di gioia.

 

“ E’ che… insomma, per anni ed anni abbiamo aspettato il tuo ritorno e questo giorno, ed ora che è giunto… mi sono emozionata come una bambina! “. Borbotta semplicemente la bionda, mentre la sorella sorride lievemente per poi prenderla dolcemente tra le braccia.

 

“ La mia sorellina “. Sussurra solamente, mentre anche lei sente una forte emozione in sé: non avrebbe mai detto che sarebbe arrivato quel giorno, invece eccola lì: vestita da sposa e pronta a diventare la Regina di Veritas, a sposare colui che, fino a due anni prima, odiava con tutte le sue forze.

 

“ F… forza! Ora basta piangere, questo è un giorno gioioso e di giubilo! “. Si ricompone rapidamente la bionda, asciugando le lacrime mentre la sposa la osserva con dolcezza.

 

“ Lascia che ti aggiusti il make up, prima “. Fa, notando il trucco lievemente rovinato dal pianto della sorella. L’altra la guarda un momento per poi fare un cenno affermativo.

 

“ Solo se prima, tu ti lasci truccare da me! “. Sentenzia e, a quella frase ivy non può far altro che annuire senza mai perdere il proprio sorriso.

 

“ Affare fatto “. Annuisce, andando a sedersi davanti allo specchio mentre, lentamente e dopo aver scelto con cura i colori, la sorella inizia a truccarla.

 

Di lì ad un po' di tempo, Ivy si osserva allo specchio con una punta d’orgoglio: i suoi occhi sono adornati da un ombretto di color bianco perlato, che sembra quasi intonarsi al suo meraviglioso abito da sposa. Il mascara fa risaltare maggiormente le sue iridi blu, sulle sue labbra il rossetto di un rosa chiaro e, sulle guance, il lieve rossore dato probabilmente dall’illuminante. “ Jeanne, hai superato te stessa con questo make up “. Sentenzia solamente la futura regina, mentre l’altra annuisce con una punta d’orgoglio.

 

“ Visto? Solo il meglio per la mia adorata sorella. Guarda come sei bella! “. Fa la bionda, soddisfatta del lavoro svolto ed ammirando quanto sia radiosa e bella la sorella, nel suo giorno più bello. In seguito tuttavia, una nota di tristezza offusca i suoi pensieri: anche lei vorrebbe avere un giorno speciale come quello di Ivy e Vanitas, invece di essere imprigionata in un matrimonio senza amore con un mostro un mostro che solo lei ha conosciuto dato che, davanti agli altri, suo marito indossa la sua maschera da perfetto nobile e da bravo marito gentile.

 

“ Ehi “. Fa ad un certo punto Ivy, intuendo i pensieri della minore ed avvicinandosi a lei. Le prende dolcemente il viso tra le mani, sorridendole lievemente. “ Uscirai da questa situazione, ed anche tu avrai il tuo giorno speciale. Te lo prometto “. Sentenzia, mentre Jeanne la guarda per poi annuire, fidandosi delle parole della maggiore anche se, pensa, anche se riuscirà ad uscire da quelle nozze senza amore, chissà se Garry la vorrà mai come moglie? E se così fosse, cosa ne sarà di Mina? I suoi pensieri vengono interrotti dalla sorella, che la accompagna a sedersi di fronte allo specchio. “ Forza! Ora rilassati, perché è il mio turno di truccare te “. Fa semplicemente la corvina, mentre Jeanne annuisce.

 

“ La sposa che trucca la damigella d’onore? “. Chiede, mentre l’altra ride lievemente mentre afferra alcuni cosmetici.

 

“ Certamente! Ricorda che noi non siamo come tutti gli altri, dobbiamo pur distinguerci in qualche modo, no? Quindi… “. Le sue parole riescono a strappare un lieve sorriso anche a Jeanne, che annuisce a sua volta.

 

“ Hai ragione, noi non siamo decisamente come tutti gli altri. Quindi, mi affido a te per il mio make up “. Fa semplicemente la Principessa, affidandosi alla maggiore per il proprio make up e sapendo che la renderà sicuramente bellissima.

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Capitolo 14
*** Piuma ***


Day 14: Piuma
Storia: Forsaken
Personaggi: Serena e Rin Daen

 

Serena cade a terra, dopo il violento spintone datole da Cristobal. Il demone dalla chioma arancione sogghigna, ma la bionda non ha tempo di arrabbiarsi con lui. “ Tu, razza di… “. Impreca semplicemente, per poi puntare il proprio sguardo su colui che, fino a quel momento è rimasto in totale ed assoluto silenzio: il vero nemico, il padre di Lestat e re dei demoni. Rin Daen osserva gelidamente colei che, a conti fatti è sua nipote.

 

“ Benvenuta, figlia del re dei Demoni “. Sibila solamente, seppur troppo piano perché la ragazzina possa sentire. Solo in seguito il Re alza il tono della voce, parlando con sicumera. “ Oh, guarda chi si vede: la figlia di Sarah, ma che sorpresa “. La deride, mentre Serena parrebbe andare su tutte le furie nel sentire con quanta strafottenza le si rivolge.

 

“ Ridammi la mia piuma, maledetto! “. Fa la bionda, notando solo ora che, tra due dita Rin sta tenendo la piuma che, una notte suo padre le ha donato. La piuma con la quale la ragazzina ha anche imparato a volare e che l’ha rafforzata notevolmente. “ Dammela! “. Si irrita maggiormente, notando che le sue parole vengono ignorate. Furiosa si dirige verso il Re dei demoni, senza paura e cercando di afferrare la piuma nera. Ma con una velocità disarmante lui l’afferra per il polso, stringendo così forte la presa che, per un momento parrebbe quasi volerglielo spezzare.

 

“ Tu vuoi la piuma perché te l’ha data tuo padre, di cui nemmeno conosci il volto, oppure perché con questa credi di aver imparato a volare? “. Chiede, mentre lei sgrana gli occhi sconcertata.


“ Lasciami! “. Protesta, cercando vanamente di sottrarre il polso a quella presa. A quella resistenza tuttavia, l’eterno giovane dalla chioma blu la osserva da prima seriamente, per poi lasciarsi andare ad una risata maligna.

 

“ Non ti è mai servita la piuma per volare, l’hai sempre saputo fare “. Rivela, continuando a ridere e prendendo in giro la bionda. “ Sei proprio una stupida, se non te ne sei mai accorta: era un tuo potere sopito, dovevi solo svilupparlo. Un potere ereditato da tuo padre, il tuo vero padre: lo stesso demone che ti ha dato questa piuma “. Commenta solamente il padre di Lestat, che con una mano stringe il polso di Serena e con l’altra continua a trattenere la piuma delle ali di un demone di cui lui conosce molto bene l’identità. A quelle parole lei non può fare a meno di fermarsi, shoccata: come sarebbe a dire? Lei non ha mai saputo volare, non che lei sappia almeno. Non crede di aver ereditato poteri da suo padre biologico, o meglio: non lo credeva. Tuttavia sa bene che quelle parole corrispondono a verità, non sa spiegare perché ma, nel suo profondo sa bene che è così.

 

“ Perchè mi stai dicendo tutto questo? E perché ora? “. Chiede, quasi agghiacciata la fanciulla. Lui rimane in silenzio qualche istante, togliendo quel ghigno che fino a poco prima sfoggiava. In seguito decide di dare una risposta alla ragazza, una risposta crudele e cinica come d’altronde è nella sua natura essere.


“ Non credere che tuo padre ti abbia dato quella piuma perché ti ama o ti voleva salvare: quell’uomo ti odia e non ti amerà mai “. Fa, mentre istantaneamente gli occhi di lei si allagano di lacrime. “ Ti sto dicendo tutto questo, così che ti possa preparare all’inevitabile fine che ti attende “. Conclude poi la frase, mentre a quelle parole lei riprende a dimenarsi.

 

“ No! No, non voglio! “. Grida e piange, mentre con uno strattone violento lui la fa cadere a terra, in ginocchio.

 

“ Chiudi quella bocca! “. Grida, mentre lei continua a piangere disperatamente. “ Mia sorella non potrà fare nulla, men che meno quello stupido esorcista di suo marito: assorbirò il tuo potere e diventerò inarrestabile! E non solo piegherò il regno dei demoni sotto il mio dominio, ma anche quello degli esseri umani! E non c’è nulla, nulla che sia in vostro potere che me lo potrà impedire! “. La ragazzina trema, non potendo fare a meno di rimanere stupefatta oltre che sconvolta: Rin ha appena definito sua madre “ sorella “? “ Ora, hai solo due alternative… “. Prosegue la frase con quella malcelata crudeltà, che paralizza sul posto la bionda e la fa smettere di dimenarsi. “ Puoi darmi il tuo potere spontaneamente, o aspettare che te lo sottragga io. In entrambi i casi ragazzina, tu morirai “. Sentenzia risoluto Rin, guardandola con quegli occhi di ghiaccio che, ora che ci pensa, Serena trova molto uguali a quelli di sua madre. “ A te la scelta “. Quelle quattro parole, la conclusione della frase fanno impietrire letteralmente la giovane dalla chioma bionda, il quale pensiero va istintivamente alla sua famiglia: suo padre Andrew, sua madre e suo fratello Damian.

 

“ Loro.. .loro mi salveranno “. Sibila, chiudendo gli occhi agitata. “ Lo faranno: mi salveranno “. Sussurra, mentre alcune lacrime cadono inevitabilmente dai suoi occhi fino a terra.

 

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Capitolo 15
*** Shampoo profumato ***


Day 15: Shampoo profumato
Storia: La diciottesima Luna
Personaggi: Allen e Kevin Knight

 

È da un po' di tempo che uno strano profumo continua a giungere a colui che è il capo di una delle cinque grandi casate: Kevin Knight sospira pesantemente, riflettendo e mettendo la penna sulla scrivania. “ Mi piacerebbe sapere cosa sia… “. Mormora tra sé e sé, riprendendo distrattamente a leggere alcuni documenti. Di lì a poco viene nuovamente distratto. “ Oh insomma! “. Sbuffa: come può un aroma distrarlo a tal punto, si chiede? Nemmeno fosse un vampiro che sente l’odore del sangue! Quella sua esclamazione fa volgere di scatto un giovane che, poco distante da lui, sta riordinando alcuni libri nella grande libreria.

 

“ Si può sapere che ti prende? Stavi per farmi cadere a terra tutti i libri “. Borbotta solamente il giovane dalla chioma ametista: solo quando sono soli, ovviamente, può permettersi quel tono e quelle parole. Nel sentire la sua voce l’altro lo osserva, come si fosse accorto solo ora della sua presenza.

 

“ Non riesco a concentrarmi “. Sentenzia solamente il fratello maggiore di Juliette, sbuffando sonoramente mentre l’altro torna a dargli le spalle.

 

“ Io te l’ho detto che dovevi riposare: tutti questi giorni a lavorare ininterrottamente, senza nemmeno un attimo di tregua. Lo credo bene, che ora tu sia esausto “. Commenta, sistemando un altro libro mentre l’altro lo guarda lievemente storto.

 

“ Guarda che stai parlando con il tuo signore, porta rispetto “. Borbotta, mentre a quelle parole Allen sbuffa a sua volta, per poi volgersi verso di lui.

 

“ Mi hai chiesto sincerità, sempre ed in ogni caso. Bene, io te la sto dando: non è colpa mia se la verità ti offende “. Inclina leggermente la testa, perplesso. “ Ma i fatti rimangono: sei un testardo che non ascolta nessuno anche se sa perfettamente che hanno ragione “. Precisa, riferendosi a quando, solo due giorni prima ha detto al suo signore di riposare, che se avesse continuato così senza un sonno adeguato, avrebbe finito per svenire a terra privo di energie.

 

“ Allora, uomo saggio: credi che la stanchezza mi faccia percepire anche profumi che non ci sono? “. Chiede, mentre Allen non capisce il senso di questa nuova uscita.

 

“ Profumi? “. Chiede, mentre Kevin lo osserva qualche momento: di lì a poco i loro sguardi, quasi uguali, si incontrano mentre il capofamiglia decide di prendere parola.

 

“ Sì: un profumo particolare… “. Mormora, per poi percepire nuovamente quell’aroma, non appena Allen fa un movimento. “ Anche ora… “. Mormora, alzandosi mentre, dopo qualche istante, il suo segretario gli da nuovamente le spalle per poi tornare a sistemare la libreria.

 

“ Ah, non ne ho idea davvero: non mi sono mai spinto ad essere così stanco da percepire odori inesistenti, e… “. Ma una presa improvvisa sulla sua vita lo fa sussultare, tanto da fargli cadere a terra il libro che stava per riporre. “ Ma cosa...”. Fa per parlare, ma viene interrotto prima che possa proseguire la frase.

 

“ Viene da te, quell’aroma “. Sentenzia colui che, senza nessun preavviso, lo ha afferrato di colpo per poi cingerlo per la vita, in una presa quasi possessiva. “ O meglio… “. Continua il discorso il più grande, annusando i capelli dell’altro come ad accertarsi di una cosa. “ … si: viene dai tuoi capelli “. Mormora poi, mentre quel gesto fa arrossire vistosamente il segretario.

 

“ Beh, avresti dovuto specificare che l’aroma veniva da me… “. Fa, rosso in viso: cosa accadrebbe se qualcuno entrasse e li vedesse così? “ … sarà per il mio nuovo shampoo profumato: non avrei mai pensato che si sentisse in questo modo “. Conclude la frase, mentre Kevin non sembrerebbe avere intenzione di staccarsi da lui.

 

“ Mi piace, quest’aroma. E adesso capisco anche perché mi distraeva “. Mormora solamente, continuando ad annusare i capelli dell’altro come fossero un fiore profumato. “ Qualsiasi cosa riguardi te, mi distrae “. Conclude poi, con un lieve ghigno che ovviamente, il giovane dalla lunga chioma ametista non può vedere.

 

“ Ok… ma forse, sarebbe meglio cambiare posizione? Cosa succederebbe se entrasse qualcuno? “. Chiede, arrossendo lievemente per quell’ultima frase. Ma invece di allentare la presa, Kevin sembrerebbe volerlo stringere maggiormente a sé per poi scuotere il capo.

 

“ Che entrino, facciano e dicano quello che gli pare. In questo momento, niente e nessuno potrebbe staccarmi da te “. Sogghigna lievemente e, a quella frase, Allen non riesce a ribattere. Si limita ad annuire, riflettendo: non credeva proprio che il suo nuovo shampoo profumato avrebbe avuto simili affetti! “ Ehi… “. Lo chiama ad un certo punto l’argento, facendolo sussultare lievemente. “ … dovrai far provare a me, quello shampoo. Chiaro? “. Chiede, la frase suona quasi come un ordine e, capendo cosa si celi dietro quella richiesta, Allen avvampa nuovamente per poi far cenno di sì con il capo.

 

“ Ok… va bene “. Sussurra solamente, chiudendo gli occhi qualche istante per godersi quell’abbraccio.

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Capitolo 16
*** Studio ***


Day 16: Studio
Storia: Bloody Sunset
Personaggi: Serena ed Uriel

 

 

Questo prompt è un regalo ad un'amica, che ha inserito nella serie canonica la sua pg di cui si legegrà in questa storia. ALTERNATIVA: Serena figlia di Uriel. 
 

La giovane dalla chioma bionda esita un momento: sta per bussare alla porta, ma la mano si blocca poco prima di toccare quel legno. “ Non so… ha così tanto da fare, non vorrei disturbarlo… “. Sussurra, parlando evidentemente a sé stessa. In seguito tuttavia, scuote il capo con enfasi. “ Oh andiamo! Lo fanno anche Barbiel e Zapkiel, non vedo perchè io no… “. Esita ancora un istante, poi scuote ancora una volta il capo e, finalmente si decide: bussa a quella porta con una certa decisione, pentendosene subito dopo e temendo di disturbare colui che, sentendo bussare alla porta, le da il permesso di entrare. La bionda esita un momento ma, alla fine decide semplicemente di entrare: chiude la porta dietro di sé ma ancora rimane sulla soglia, un po' in soggezione ed osservando colui che, sicuramente è suo padre. Da prima lui non alza lo sguardo dai documenti che sta leggendo, dando per scontato che la figlia si avvicinerà da sé e si siederà come ha sempre fatto. Perché lo sa: si tratta di sua figlia minore Serena, riconosce la sua Grazia. Tuttavia, questa volta così non è: Serena osserva attentamente il giovane dalla lunga chioma corvina ma, a differenza delle altre volte non gli sia avvicina. Accorgendosi di questo lui sembrerebbe rimanere un po' sorpreso: alza lentamente lo sguardo, non togliendo gli occhiali che nella sua forma umana porta ormai quasi sempre, quando deve leggere a lungo.

 

“ Serena, vuoi rimanere sulla soglia o ti siedi? “. Chiede semplicemente, con quello sguardo serio che gli è proprio, uno dei sei grandi Arcangeli elementari. Lei lo osserva qualche istante, scuotendo il capo.

 

“ No papà, è che non ti volevo disturbare. So che sei molto occupato, e… “. Ma lui la interrompe prima che possa terminare la frase: posa la penna che aveva appena preso in mano, in seguito toglie anche gli occhiali e li appoggia sul tavolo di quello studio che, da anni ormai, è il suo posto di lavoro.

 

“ Non dire stupidaggini e siediti “. Fa semplicemente colui che si rivela essere l’Arcangelo della Terra, Uriel. “ E dimmi cosa ti preoccupa “. Conclude il discorso, mentre la figlia obbedisce di lì a poco, andando a sedersi sulla sedia di fronte a lui ed abbassando lievemente lo sguardo.

 

“ Ecco… io… volevo chiederti scusa, per quello che è successo. Mi dispiace averti dovuto disturbare ed aver messo in pericolo i miei fratelli… ma io… “. Si ferma un istante: lo sguardo serio di suo padre la mette in soggezione, così com’è sempre stato d’altra parte, sin da quando era solamente una bambina. “ Era… era solo questo, che volevo dirti… “. Fa poi, ripensando a come lei ed i gemelli si siano allontanati da casa e siano andati in un luogo a loro sconosciuto, venendo attaccati così dai demoni di Abaddon. Solo l’intervento di Uriel li ha salvati da morte certa, ma da allora lei non ha più avuto modo di chiarirsi con il padre e questo, deve ammettere, la disturba parecchio. A quella frase lui la guarda seriamente ancora un momento, per poi sospirare pesantemente.

 

“ Non sono arrabbiato con te “. Sentenzia il quartogenito del Creatore, mentre lei alza di colpo lo sguardo, ora nuovamente speranzosa. “ Ti sei resa conto di aver commesso un’imprudenza? “. Chiede poi il padre, mentre lei annuisce mestamente.

 

“ Si. Mi dispiace… “. Mormora, mentre a quella frase lui si alza, raggiungendola e facendola alzare a sua volta, prendendole entrambe le mani con le proprie.

 

“ Non è solo perché hai coinvolto Zapkiel e Barbiel, ma anche per te: ti rendi conto che potevate essere tutti uccisi? Cos’avrei fatto a quel punto? Come avrei potuto fare i conti con la morte di tutti i miei figli? E tua madre? “. Chiede, mentre lei annuisce: è vero pensa, è stata una sciocca ed ha agito senza pensare alle conseguenze.


“ Mi dispiace, non ho pensato alle conseguenze delle mie azioni, e… “. Lui annuisce semplicemente, facendo finalmente un lieve sorriso.

 

“ Va bene, l’importante è che tu abbia capito il tuo errore e che non lo ripeta più “. Fa semplicemente, mentre istintivamente lei lo abbraccia come, lo ammette, rare volte ha fatto.

 

“ Lo prometto. Ma tu mi prometti un’altra cosa? “. Chiede, mentre lui la osserva un po' sorpreso. Tuttavia fa un cenno affermativo con il capo, ascoltando la richiesta della figlia. “ Mi permetterai di rimanere con te, qui nello studio? Ti voglio aiutare, così finirai prima con quelle scartoffie ed avrai più tempo per me e per i miei fratelli! “. Uriel rimane da prima sorpreso, in seguito sorride lievemente: deve dire che sua figlia lo ha stupito, stavolta in positivo. Ed allo stesso tempo pensa, avere un’assistente non gli dispiacerebbe.

 

“ E sia, dunque: affare fatto “. Fa solamente l’Arcangelo, annuendo. “ Sarai la mia assistente, ed in cambio ti prometto di passare più tempo con te e con i tuoi fratelli. E con la mamma “. Promette, mentre lei scioglie l’abbraccio e lo guarda, con un sorriso altrettanto radioso e promettendo a sé stessa di fare del suo meglio, ora che può aiutarlo, per non deludere mai più suo padre.

 

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Capitolo 17
*** Forbici ***


Day 17: Forbici
Storia: Bloody Sunset
Personaggi: Belial, Belphagor e Michelle

Un uomo dalla lunga chioma corvina sta osservando distrattamente una giovane donna: la giovane ha lunghi capelli color mogano, tra le mani tiene delle forbici con le quali, con abile maestria taglia alcune stoffe che hanno l’aria di essere piuttosto pregiati. “ Davvero niente male “. Sentenzia l’uomo dalle ali nere, che ritira di lì a poco per evitare sgradevoli domande, nel caso in cui qualcuno lo vedesse. “ Niente male… “. Ripete, continuando ad osservare, in particolar modo le forbici che vengono mosse dalle mani della giovane donna. Di lì a poco una voce: una voce maschile distrae l’uomo, interrompendo così i suoi pensieri.

 

“ Allora è qui che eri andato, Belial “. Sentenzia solamente un altro uomo, comparendo in un lampo viola e nero. Le sue ali sono del medesimo colore, così come i capelli seppur più corti rispetto a quelli del compare. “ Sulla Terra “. Conclude il discorso, ritirando a sua volta le proprie ali e facendo un passo avanti.

 

“ Bel, non sapevo che fossi qui anche tu “. Sentenzia colui che si rivela essere Belial, uno dei Principi Infernali. Alla sua frase tuttavia, colui che è il suo pari si mette lievemente a ridere per poi rispondere alla sua affermazione.

 

“ Allora siamo in due: anche tu mi sorprendi, non credevo ti piacesse mischiarti con gli esseri umani “. Sentenzia, mentre colui che è a sua volta un principe Infernale lo guarda per poi riflettere sulla risposta da dare. Solo dopo alcuni istanti prende parola.

 

“ Noi principi e Cavalieri Infernali, abbiamo un compito speciale: noi siamo i quattro prescelti, il nostro Re ci ha dato un compito preciso e così, stavo semplicemente cercando una donna idonea ad assolvere a questa missione “. Gli occhi ametista di Belphagor si scontrano con quelli celesti del suo pari, che sogghigna quasi con ironia.

 

“ Asmodeus, Astaroth e Belzebù non hanno preso bene la decisione di nostro padre “. Fa, pensando alla reazione degli altri tre Principi rimanenti quando, a sorpresa Lucifero ha incaricato gli altri fratelli di procurargli sette tramite in cui, al momento opportuno sarebbero rinati i sette peccati capitali.

 

“ Quello di Belzebù è un ruolo temporaneo, in attesa che Azazel si liberi dalla Gabbia e possa tornare a ricoprire il ruolo di Principe Infernale. Quindi non sarebbe mai stato in grado di soddisfare la richiesta di nostro padre “. Inizia il discorso Belial, osservando insistentemente quella donna e soprattutto, quelle forbici sulle quali sembrerebbe tramare qualcosa. “ In quanto ad Astaroth, lui divora i figli della stessa sorella: secondo te, sarebbe stato in grado di essere padre? “. Chiede, mentre Belphagor scuote il capo per poi riflettere.

 

“ In effetti, no “. Ammette, mentre il fratello annuisce soddisfatto. “ Ma che mi dici di Asmodeus? Lui avrebbe avuto tutte le carte in regola per diventare Cavaliere Infernale oltre ad esserne il principe, ed avrebbe potuto assolvere al compito anche meglio di me, o di te “. Incrocia le braccia al petto il corvino, riflettendo: è vero, Asmodeus è diventato molto forte seppur, poco tempo prima fosse forse il più debole dei Principi Infernali. “ Invece siamo stati scelti io e te… “. Ma a quelle parole Belial punta lo sguardo in quello dell’altro, riflettendo qualche istante.

 

“ Ecco, diciamo che nostro Padre non ha molto gradito il fatto che, arbitrariamente, nostro fratello abbia fatto prigioniera una dei cinque Grandi Arcangeli Elementari. Non si fida più di lui come un tempo, e in fondo puoi biasimarlo? “. Chiede con un ghigno, mentre l’altro sembrerebbe pensarci su un momento e, in seguito decide di cambiare argomento o meglio, ritornare su quello precedente.

 

“ Per quanto riguarda la donna? Suppongo tu abbia scelto lei, ma come farai a…? “. Senza che l’altro possa concludere la frase, Belial afferra dalla tasca del soprabito nero che indossa un paio di forbici da sarta molto particolari, illuminate di un’intensa luce verde scuro.

 

“ Ora vedrai “. Sussurra, mentre Belphagor riconosce in esse le forbici di Envy, una dei sette peccati capitali e figlia di Lucifero. L’altro Principe Infernale capisce le intenzioni del fratello che, concentrando il proprio potere e senza che ella stessa se ne accorga, fa comparire nelle mani della donna le forbici di Envy, mentre le sue scompaiono nel nulla. Immediatamente una strana luce verde circonda il corpo della giovane sarta che, per qualche momento cade in una sorta di trance mentre i suoi occhi si illuminano della medesima luce verde.

 

“ Ah, ho capito: hai usato l’arma di Envy, approfittando il fatto che quella donna sia una sarta, per contaminarla con la Grazia Demoniaca. Bel piano, fratello “. Commenta solamente Belphagor, ghignando soddisfatto e mentre l’altro principe Infernale annuisce, con un ghigno altrettanto malefico.

 

“ Michelle Octo… sei mia “. Commenta, mentre la giovane Michelle riprende il proprio lavoro e mentre, improvvisamente nella sua mente iniziano strane visioni. Visioni che certamente, non appartengono al suo passato.

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Capitolo 18
*** Prova di coraggio ***


Day 18: Prova di coraggio
Storia: Sono nel tuo sogno 2
Personaggi: Chibiusa, Kai Jr ed Ace Jr Kuran

 

“ Tanto sei un fifone, torneresti dentro ancor prima di averla trovata. Lascia perdere “. la voce strafottente di un giovane dalla chioma corvina risuona per i corridoi di palazzo Kuran, mentre dietro di lui un ragazzo poco più grande di lui lo segue, spazientito.

 

“ Non è vero! Non ho paura di uscire in giardino di notte! “. Fa alterato, stringendo i pugni in preda alla collera: suo fratello minore ha il potere di farlo davvero infuriare, alle volte. “ La zia Chibiusa dice che non c’è nulla da temere ed io le credo! “. Fa determinato, mentre a quella frase l’altro si ferma, dandogli le spalle per qualche istante. In seguito sogghigna per poi decidersi a prendere parola.

 

“ Ah si? “. Chiede, mentre volge lo sguardo verso l’altro, che deglutisce un paio di volte. “ Allora, dimostramelo “. Commenta semplicemente il minore, mentre colui che è suo fratello agisce d’impulso ed annuisce con determinazione.

 

“ Ok! Dimmi cosa vuoi che faccia?! “. Chiede, mentre Kai Williams Kuran Junior sembra riflettere un istante e, solo in seguito prende una decisione.


“ Vai alle rovine del Castello Oscuro “. Fa, mentre al solo sentire quelle parole l’altro deglutisce spaventato. “ Una prova di coraggio: io ti accompagnerò, ma solo fino all’entrata. Poi tu entrerai e rimarrai lì a dormire, una notte intera. Ci stai? “. Chiede il minore, ben sapendo che suo fratello ha il terrore di quel luogo. Ace Williams Kuran Junior fissa per un momento il minore, scuotendo il capo.

 

“ Mamma e papà si infurierebbero, se lo scoprissero “. Fa, mentre il corvino si volge verso di lui e lo interrompe, alzando gli occhi al cielo contrariato.

 

“ Che fratello senza palle che ho “. Commenta con lieve acidità il secondogenito di Andrew e Tea. “ Perchè invece non dici che te la fai sotto dalla paura? Davvero fratello, faresti una figura meno meschina ad ammetterlo “. Sentenzia. Ace sta per rispondere, ma una voce femminile lo fa desistere: una giovane donna dalla lunga chioma rosa e con le braccia incrociate al petto osserva i due contendenti.

 

“ Kai, perché dici queste cose a tuo fratello? Sai bene che è molto sensibile “. Sentenzia, mentre l’altro osserva colei che è sua zia, Chibiusa.

 

“ Ma zia! “. Fa semplicemente il ragazzo, sbuffando sonoramente. “ Mio fratello è un fifone, altro che sensibile! Mi vergogno di lui, che nemmeno è in grado di andare in giardino e cercare nostra sorella “. A quella frase tuttavia, la donna si avvicina per poi accarezzare dolcemente il viso del maggiore. In seguito il suo sguardo si posa sul minore, che ancora non capisce: perché tutti proteggono suo fratello? Cos’ha mai di speciale? Perché mai nessuno gli dice nulla?

 

“ Kai… “. Lo chiama la donna, mentre lui alza lo sguardo smeraldo e, inevitabilmente fa rabbrividire la fanciulla. “ Tu porti il nome del più potente mago delle Tenebre mai comparso: il nome umano di Dark Beauty “. Fa, avvicinandosi lentamente ed arrivando ad un palmo di naso dal nipote, sul cui viso posa delicatamente la mano. “ Hai gli occhi di lui, lo sai? “. Chiede, mentre Kai rimane spiazzato: in effetti pensa, sua zia Chibiusa non è la prima a dirgli che ha gli stessi occhi di suo zio Kai, facendogli addirittura pensare che non sia una coincidenza se porta il suo nome. “ ma non lasciare che anche il tuo destino sia come il suo, intesi? “. Chiede, mentre lui riflette qualche istante su quelle parole.

 

“ Aspetta! Cosa… “. Non fa in tempo a terminare la domanda: Chibiusa si volge dando le spalle ai due fratelli, per poi avviarsi verso le proprie stanze.

 

“ Forza, voi due: a letto. Penserà io a ritrovare vostra sorella: conoscendo Anna, sarà sicuramente in giardino accanto alla quercia. L’albero preferito di vostra nonna, dopo tutto “. Sorride lievemente, mentre i due fratelli decidono di obbedire: meglio non far arrabbiare loro zia che, se vuole, sa essere peggio dei genitori stessi con le punizioni e le strigliate!

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Capitolo 19
*** Stella marina ***


Day 19: Stella marina
Storia: La diciottesima Luna
Personaggi: uca, garry e Jeanne Perry

 

Il bimbo di circa nove anni cammina tranquillo sulla sabbia bagnata, le onde bagnano i suoi piedi mentre, dietro di lui, una giovane coppia lo osserva sorridendo lievemente. La donna tiene il proprio cappello di paglia con una mano, lui continua a guardare il bambino per poi prendere parola. “ Luca, sta attento a non sporcarti i pantaloni “. Fa il giovane dalla chioma argento, mentre il bimbo si volta verso di lui per poi sfoderare un sorriso smagliante. “ Ok, ho capito: te li sei già sporcati “. Fa colui che senza dubbio è suo padre, mentre la donna accanto a lui ride lievemente.

 

“ Anche i tuoi pantaloni si sono sporcarti con la sabbia, Garry “. Fa, indicando i pantaloni di colui che è Garry Perry. A quella frase anche lui si mette a ridere, mentre lei prosegue la frase di lì a poco. “ Lasciamolo fare: guarda come si diverte. È la sua prima volta al mare, dopo tutto “. Sussurra la donna dalla chioma bionda, mentre lui la cinge dolcemente per la vita mentre continua la passeggiata.

 

“ Oh vero, ricordo molto bene anche la prima volta al mare della mamma. E di come non volesse togliere i vestiti, perché aveva vergogna di mostrarsi in bikini “. Ridacchia, ricordando la prima volta in cui portò Jeanne al mare e facendo lievemente arrossire lei.


“ Oh andiamo! “. Arrossisce lievemente, mentre di lì a poco colui che è il loro primogenito, Luca, si ferma improvvisamente. “ Luca? Cosa c’è? “. Chiede semplicemente Jeanne, mentre il bimbo sembrerebbe intento a raccogliere qualcosa da terra. In seguito si volge nuovamente verso i genitori, con aria lievemente triste.

 

“ Madre, padre! Cos’è questo? “. Chiede, per poi proseguire di lì a poco. “ Glie l’ho chiesto, ma non mi ha risposto. È un maleducato! “. Sentenzia, mentre Garry e Jeanne notano che, tra le mani loro figlio tiene una stella marina. A quella sua uscita lui ride lievemente, chinandosi per arrivare all’altezza del figlio e scompigliandogli lievemente i capelli bruni, ereditati dal nonno.

 

“ Non ti può rispondere, perché è un animale “. Chiede, lasciando sorpreso il più piccolo.

 

“ Un animale? Ma non è un cane o un gatto, come Muur… “. Mormora perplesso, mentre a quella frase anche sua madre si china per raggiungere la sua altezza, prendendo le sue mani nelle proprie ed esaminando ciò che il piccolo tiene tra esse.

 

“ Si chiama stella marina, ed è un animale marino “. Sentenzia, mentre a quella frase Luca sembra finalmente capire. “ Che ne dici? La aiutiamo a tornare a casa? Immagino vorrà tornare dalla sua mamma e dal suo papà “. Fa semplicemente la Principessa. A quelle parole Luca annuisce allegro, chinandosi in attesa dell’onda propizia. E, quando questa giunge lascia libera la stella marina, salutandola con la mano come fosse una vecchia amica e con l’ingenuità tipica dei bimbi.


“ Adoro questo mondo umano e le sue creature! “. Sentenzia poi il bambino, facendo inevitabilmente riflettere i genitori: è il primo Hikari che sentono pronunciare quelle parole ma, forse, sarà proprio loro figlio ad iniziare a cambiare le cose nella loro tormentata famiglia, a portare una definitiva e duratura pace tra i due mondi, al di là del trattato di pace.

 

“ Hai ragione “. Fa ad un certo punto suo padre, rimanendo chinato dietro di lui e sorridendo lievemente. “ Il mondo umano è totalmente pazzo, ma bellissimo “. Fa, per poi scompigliare lievemente la chioma del bimbo che, a quel gesto ride allegro sotto lo sguardo di sua madre, che non può fare a meno di annuire alle parole di suo marito: il mondo umano è pazzo, ma davvero bellissimo. E d’altronde pensa, senza un po' di pazzia che razza di vita monotona sarebbe questa? Con quel pensiero alza lo sguardo al sole, che lentamente sta tramontando all’orizzonte, e riflettendo: questa giornata non poteva andare meglio di così.

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Capitolo 20
*** Fatina in statua ***


Day 20: Fatina in statua
Storia: La diciottesima Luna
Personaggi: Elaine e Shneizel

 

La Regina Elaine riposa tranquilla nel letto, esausta: non è passato molto tempo da quando ha dato alla luce la sua bimba ed ora sta riprendendo le forze. Sorride lievemente mentre, tra le sue braccia la sua piccola le sorride e muove le manine, come volesse afferrarle i capelli per giocarci. “ Oh no, piccola… no, non si gioca con i capelli “. Sorride lievemente la regina, sentendo come se le fatiche ed i dolori del parto fossero totalmente scomparsi alla sola vista della sua bellissima bambina. “ Si? Cosa dici? Vuoi vedere papà? “. Chiede poi, porgendo l’orecchio come se realmente la bimba stesse parlando. “ Tranquilla amore, presto arriverà anche lui. Chissà cosa dirà, nel vederti “. Sussurra, mentre con la mano libera accarezza con dolcezza il volto della piccola.

 

“ Dirà che è davvero contento e che gli dispiace moltissimo, per non essere stato presente alla nascita della sua amata bambina “. Una voce che fa alzare lo sguardo ad Elaine, la quale nota finalmente chi sia entrato dalla porta. Un sorriso illumina il volto della donna, la piccola invece inizia ad emettere alcuni vagiti mentre colui che è suo padre le si avvicina lentamente.

 

“ Shneizel “. Lo chiama dolcemente la moglie, cullando la figlia e non perdendo mai il suo sorriso. “ Guarda, qui c’è una persona che ti vorrebbe conoscere “. Fa, mentre inevitabilmente il giovane Re posa lo sguardo sul dolce viso della sua primogenita. Una lacrima di commozione scende dai suoi occhi, mentre si siede accanto alla moglie sul letto per poi chinarsi, dando un bacio sulla fronte alla figlia.

 

“ Ciao, amore mio. Ciao… “. Mormora, commosso. A quella vista anche Elaine si commuove lievemente.


“ Vuoi prenderla in braccio? “. Chiede solamente, mentre lui annuisce semplicemente. La moglie gli passa cautamente la piccola, che non appena si trova tra le braccia del padre sembra essere perfettamente a suo agio.

 

“ E’ così piccola e delicata… ho persino paura di romperla… “. Sentenzia il giovane Re del Clan della Luna Arancione, quella stessa luna che ora spende sovrana nei cieli del suo regno, come a voler benedire la nascita della principessina.

 

“ Non accadrà: sono sicura che sarai un padre esemplare per lei “. Fa invece la sua regina, accarezzando la figlia mentre lui le da invece un altro bacio sulla fronte.

 

“ E tu una madre meravigliosa ed amorevole. Il mio augurio è che questa piccolina cresca esattamente come te: una donna forte e coraggiosa, giusta verso il suo popolo ed amata da esso, oltre che bellissima “. Fa, facendo arrossire lievemente la moglie. “ A proposito: come la vogliamo chiamare? “. Chiede, mentre la donna sembrerebbe riflettere un momento. In seguito sorride lievemente e guarda un quadro appeso al muro: i genitori della Regina Marilù sembrano osservare la coppia reale e, a quel punto la regina sembrerebbe avere un’illuminazione.

 

“ Suhan “. Sussurra solamente, stupendo il marito che, istintivamente porta lo sguardo al quadro della nonna e del nonno. “ Voglio che la nostra bambina porti il nome di tua nonna, Suhan. Voglio che sia una donna forte e determinata come lei, una bellissima donna e futura regina, giusta e leale con il popolo. Proprio come lo era lei “. Shneizel rimane un po' spiazzato e lievemente commosso, per poi annuire leggermente.

 

“ Allora è deciso: benvenuta al mondo, mia piccola Suhan. Papà ha una cosa da darti “. Sentenzia, passando poi la piccola alla madre e prendendo l’oggetto per il quale si è dovuto assentare per tanto tempo. “ Si tratta di una statuina di una fatina: l’hanno fabbricata i nostri maghi, intrisa in essa c’è una potente magia protettiva. Dobbiamo solamente incidere il nome della piccola sulla base, una volta fatto ciò, la statuina diventerà la sua migliore protezione. Anche a distanza “. Precisa, mentre Elaine osserva l’oggetto per poi decidere di prendere parola.

 

“ Come mai proprio una statuina di una fata? “. Chiede curiosa, mentre lui riflette un istante. In seguito prende parola, spiegando alla moglie la ragione della sua scelta.

 

“ Beh… mia nonna, lei adorava le fatine in statuina “. Sentenzia, mentre istintivamente entrambi osservano, ancora una volta, il quadro della regina Suhan e del consorte. In quel momento, entrambi riflettono: non è una coincidenza se la loro bambina porta il nome della bisnonna e se il suo oggetto protettivo è rappresentato da una cosa che quest’ultima amava molto.

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Capitolo 21
*** Tacchi ***


Day 21: Tacchi
Storia: La diciottesima Luna
Personaggi: Luna e Veronica Lunettes

 

La ragazza dalla chioma bionda cerca a fatica di reggersi in piedi, traballando sulle scarpe che l’etichetta le impone di indossare, specialmente quella notte. “ Oh no! Cado, cado! “. Fa semplicemente la bionda, mentre l’altra ragazza le è subito accanto e la sorregge per il braccio, prima che cada. “ Oh cielo! Grazie, Veronica “. Sussurra solamente la Principessa, mentre la giovane dalla chioma argentea la osserva: a differenza della sorella è ancora a piedi scalzi. Il lungo abito blu e bianco copre interamente i suoi piedi ed il suo sguardo è preoccupato.

 

“ Luna! Sei sicura che riusciremo a portare questi tacchi? “. Chiede preoccupata: se la sorella ha tutte quelle difficoltà, non osa immaginare come sarà per lei, che è ancor meno abituata ad indossare scarpe con tacco.

 

“ Dobbiamo farlo: stasera c’è il ballo per il nostro debutto in società, non possiamo permetterci errori “. Sentenzia la bionda, mentre la minore la guarda con espressione quasi terrorizzata.

 

“ Ma papà mi uccide, se inciampo durante il ballo! E credimi: succederà “. Borbotta solamente la minore, preoccupata: sa bene che suo padre non perdonerà nessun errore. “ Luna, ho paura… “. Mormora, mentre la maggiore le si avvicina lentamente, riuscendo finalmente a reggersi sui tacchi senza traballare o cadere.

 

“ Vorrà dire che cadremo tra le braccia dei nostri cavalieri “. Fa, ma a quella frase la sorella avvampa maggiormente.

 

“ Credi… credi che anche Kaname e suo fratello ci saranno? “. Chiede, arrossendo maggiormente al solo pensiero. A quella domanda anche Luna arrossisce lievemente.

 

“ Beh… Kaname è il comandante delle Guardie Reali, non credo possa non presenziare “. Ammette, sentendo il cuore accelerare al solo pensiero di rivederlo: Kaname Hikari, il comandante delle Guardie reali e maggior protettore di suo padre, uno dei pochi di cui re Vanitas si fidi ed ai quali abbia affidato la sua vita. “ Per quanto riguarda Antoine, essendo suo fratello suppongo ci sarà anche lui… “. A quella frase Veronica sembra agitarsi: va a prendere le proprie scarpe, cercando di indossarle senza fare una figuraccia, mettendo in scena una rovinosa caduta.

 

“ Antoine?! Dici che ci sarà?! Allora… allora t prego, devi insegnarmi a camminare su questi cosi! Non voglio fare brutta figura e cadergli addosso! Per favore, sorella! “. Fa l’argento, dimenticando completamente che fino a qualche istante fa anche Luna non sapeva camminare perfettamente su quei tacchi così alti. Luna osserva la scena: Veronica è riuscita ad indossare le scarpe, reggendosi in piedi senza neppure traballare e sorprendendo la sorella.

 

“ Ma tu ti sai già reggere in piedi sui tacchi, senza bisogno d’aiuto. Prova a camminare “. A quelle parole la Principessa prova lentamente a muovere qualche passo.

 

“ Guarda, Luna! Ci riesco! “. Fa, soddisfatta e felice: credeva che avrebbe inciampato subito, invece sa muoversi piuttosto bene sui tacchi, ed a differenza della sorella ci è riuscita al primo tentativo. La futura regina di Veritas la guarda con un sorriso dolce, muovendo a sua volta qualche passo e non inciampando più.

 

“ Anche io ci sto riuscendo! Guarda, a quanto pare non faremo brutte figure al ballo “. Sentenzia, mentre la minore annuisce, rossa in viso.

 

“ E soprattutto, non scivoleremo addosso ai nostri Cavalieri “. Fa, mentre la sorella le da una lieve gomitata con quel ghigno che, sicuramente, ha ereditato dal padre.

 

“ Eddai! Ammettilo: ti sarebbe piaciuto, scivolare accidentalmente tra le braccia di Antoine Hikari “. Ride un po', mentre la sorella avvampa più di un semaforo rosso. In seguito anche lei decide di rispondere a quella lieve provocazione, sogghignando a sua volta.

 

“ Oh si, tanto quanto sarebbe piaciuto a te cadere tra quelle di Kaname Hikari. Sempre accidentalmente, ovviamente “. Ride lievemente, mentre stavolta è Luna ad arrossire come un peperone. Ma sa anche che la sorella, in fondo, non ha tutti i torti.

 

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Capitolo 22
*** Cuscini colorati ***


Day 22: Cuscini colorati
Storia: La diciottesima Luna
Personaggi: Vanitas, Ivy e Kevin, Luna ed Amalia Hikari

 

Kevin Hikari osserva per qualche momento la madre, con ancora le lacrime agli occhi. D’altra parte invece, le sue sorelle maggiori lo abbracciano cercando di consolarlo. “ Shhh… tranquillo, fratellino! È stato solo un incubo “. Fa semplicemente Amalia, accarezzando i capelli corvini del più piccolo che, tuttavia, non sembra aver idea di smettere di piangere. “ Mamma! “. la guarda poi la bimba, speranzosa: forse pensa, sua madre riuscirà a calmare il fratellino? Di lì a poco anche Luna prende parola, mentre stringe a sua volta tra le braccia Kevin.

 

“ Non avremmo voluto svegliarti, ma non riuscivamo a calmarlo… “. Sussurra semplicemente la maggiore dei fratelli Hikari, ma malgrado le coccole delle sorelline Kevin continua a piangere.

 

“ Avete fatto bene a chiamarmi, piccole… “. Sussurra solamente Ivy, accarezzando con dolcezza il capo del figlio che, di lì a poco la guarda con gli occhi lucidi. “ Dimmi: cos’hai sognato di così orribile? “. Chiede in fine la Regina, ma Kevin scuote il capo: è come se non volesse nemmeno ricordare ciò che nel suo sogno l’ha così tanto terrorizzato, come se solo parlandone il suo incubo potesse diventare reale.

 

“ Non devi avere paura! Ci sono io: prenderò a calci in culo qualsiasi mostro ti abbia spaventato! “. Fa ad un certo punto Amalia, guardando il fratellino con determinazione: uno sguardo che, senza ombra di dubbio ricorda quello del padre e, ovviamente, di questo la prima ad accorgersi è Ivy.

 

“ Amalia, ti ho detto tante volte di non usare questo linguaggio: sei una Principessa “. La rimprovera la madre, mentre lei mette un lieve broncio ed incrocia le braccia al petto.

 

“ E allora papà è il re, ma lui dice sempre così! “. Protesta, mentre a quella frase la giovane Regina non può fare a meno di ridere lievemente. “ In oltre, non permetto a nessun mostro di spaventare così il mio fratellino! “. Ripete decisa, mentre finalmente Kevin decide di riprendere parola, trovando il coraggio di raccontare quale sia la ragione del suo spavento.

 

“ Nel mio sogno, stavo dormendo. Poi, improvvisamente dal cuscino spuntavano due mani orribili: mi afferravano e tenevano fermo, mentre un essere spaventoso mi chiamava per nome. Poi… tutto quel sangue… io… non riuscivo più a muovermi, più piangevo più quella figura nera rideva e mi diceva che sarei stato suo, che la causa di quel sangue ero io! “. Singhiozza nuovamente il giovane Principe, mentre le sorelle lo abbracciano forte e la madre lo guarda preoccupata.

 

“ Non può essere: avevamo distrutto il quadro anni fa… “. Sussurra solamente, per poi riflettere un momento. “ Arrivo subito: ragazze, non lasciate solo Kevin e cercate di calmarlo, d’accordo? La mamma arriva subito “. Si china a dare un bacio sulla fronte a tutti e tre, per poi uscire dalla stanza.

 

Dopo un po' di tempo, la porta della stanza si riapre e da essa entra nuovamente la madre dei tre ragazzini, che sono seduti sul letto abbracciati. Lei tiene tra le mani tre differenti cuscini, di vari colori: uno blu, uno verde ed uno rosso. I tre piccoli la osservano un momento mentre, forse capendo le intenzioni della madre Amalia fa per staccarsi dall’abbraccio. Ma la presa del fratello la trattiene sul posto, mentre lei lo guarda sorpresa. “ Kevin? “. Chiede solamente, mentre lui scuote il capo.

 

“ Non andare via… ho paura “. Mormora solamente l’erede al trono, mentre la sorella ritorna a sedersi per poi abbracciarlo forte. A quella vista Ivy sorride lievemente.

 

“ Tranquilla tesoro, non serve che vi alziate. Dovete solo darmi quei cuscini: da stasera dormirete con questi “. E mostra i tre cuscini ai figli, che li guardano incuriositi. “ Così, nessun mostro uscirà da essi ad importunarvi, nessuno di voi “. Precisa, mentre finalmente Kevin pare calmarsi. Istintivamente allunga la mano verso il cuscino blu e, capendo il perché Ivy glielo mette tra le mani e sorride lievemente. “ Immaginavo ti sarebbe piaciuto questo “. Fa solamente, mentre Luna afferra il cuscino verde ed Amalia quello rosso.

 

“ Ecco fatto, fratellino! Adesso abbiamo i cuscini nuovi, e qui non ci sono mostri! Puoi dormire sereno “. Fa semplicemente la seconda dei fratelli Hikari, guardando il fratello e sorridendo lievemente, facendogli cenno di sdraiarsi tra lei e Luna.

 

“ E se arriveranno altri mostri a disturbarti, gli spaccheremo il muso! “. Fa a sua volta Luna, con un’adorabile espressione da sorella maggiore protettiva. Ivy osserva un istante i suoi figli, per poi dare un bacio sulla fronte a tutti e tre. In seguito Kevin si sdraia tra le sorelle, annuendo e sentendosi decisamente meglio.

 

“ Allora, grazie madre! Sono sicuro che, con questi cuscini colorati i mostri neri staranno lontani: in fondo, alle ombre non piacciono le cose colorate “. Quella frase colpisce un po' la regina, che tuttavia non mostra la sua sorpresa ai figli e sorride lievemente.

 

“ Buonanotte, tesori miei “. Mormora solamente, uscendo dalla stanza e spegnendo la luce, mentre la Luna Blu illumina i tre eredi che, finalmente, possono dormire sereni.

 

Ivy torna a letto, piuttosto pensierosa. Immersa nei suoi pensieri tuttavia, non si accorge di essere osservata. “ Un dollaro per ogni tuo pensiero, mia bella regina… “. Sussurra semplicemente qualcuno che lei riconosce subito.

 

“ Scusami, non ti volevo svegliare: è che Kevin ha avuto un incubo, di nuovo. Le gemelle non riuscivano a calmarlo, così ho dato loro i cuscini che la mamma aveva dato a me, te e Vincent la notte prima di… “. Si ferma un istante: i cuscini colorati infatti, furono dati a lei ed ai fratelli dalla madre, la notte prima della notte degli inganni. Vanitas riflette un istante, per poi mettersi seduto e guardando la moglie.

 

“ Ancora lui? “. Chiede, lei da parte sua annuisce mentre, istintivamente lui stringe forte le coperte sotto di sé. “ Se fa qualcosa a nostro figlio, andrò fino all’inferno e distruggerò ogni frammento della sua immonda anima “. Sibila, mentre lei posa una mano sulla sua.

 

“ Credi sia la maledizione del Re pazzo, che Kevin…? “. Ma lui la interrompe improvvisamente, scuotendo il capo.

 

“ No! “. Fa solamente, quasi gridando. “ Non può essere che anche lui… “. Lascia la frase a metà, mentre istintivamente la moglie lo abbraccia forte.

 

“ Non voglio che accada qualcosa ai nostri figli. Non voglio che vivano ciò che abbiamo passato noi “. Mormora solamente, mentre nello stesso istante alla sala del trono, uno spirito nero osserva il punto in cui, un tempo, stava il ritratto di Vanitas Lunettes ed in cui, ora, c’è quello della famiglia reale.

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Capitolo 23
*** Bacio mai dato ***


Day 23: Bacio mai dato
Storia: Soledad
Personaggi: Candela ed Ace Baskerville

 

Candela si aggira solitaria per il palazzo, riflettendo sugli ultimi eventi: suo fratello è nuovamente comparso nella sua vita, dopo anni ed anni di assenza in cui lei stessa lo ha creduto morto. Ma la sua ricomparsa non è stata motivo di gioia: infatti la terza Regina ha scoperto che Nova è un Hunter e non solo: è intenzionato a mettere seriamente i bastoni tra le ruote ai Baskerville, non credendo affatto nella pace che è stata di recente stipulata tra gli umani ed i vampiri. Lei ha cercato di nascondere a tutti il fatto che suo fratello maggiore sia uno di coloro che la sua famiglia detesta di più, a tutti, persino a suo marito che, tuttavia, ha scoperto ugualmente la verità e, sentendosi tradito dalla donna che ama, ha deciso di prendersi una pausa dal loro matrimonio e non solo: ha portato via con sé anche James e Faye, mentre Kannon ha deciso di rimanere a palazzo con la madre credendo che tutto ciò sia profondamente ingiusto: sarà pur vero che ha taciuto una cosa molto importante, ma lo ha fatto solamente per proteggere la sua famiglia e senza malizia o secondi fini. Questo tuttavia, suo padre pare non riuscire a capirlo, non per ora almeno. E questa cosa fa davvero male a Candela: lei e Kazuma ne hanno passate davvero tante insieme, hanno rischiato di perdersi tantissime volte ma alla fine si sono sempre ritrovati, lei fu la prima a credere in lui quando, anni prima, ritornò dall’esilio impostogli dal padre. Fu la prima a credere nel suo cambiamento e nel suo pentimento sincero, fu lei ad aiutarlo a ricongiungersi alla sua famiglia. Lei gli diede un’occasione, lui invece non sta facendo lo stesso: l’ha accusata di essere una bugiarda e di parteggiare per suo fratello, di averlo coperto durante tutto questo tempo. La donna si ferma qualche istante, nel bel mezzo del corridoio e portandosi una mano chiusa a pugno al petto: è come se sentisse un male fisico, proprio al cuore. Quel cuore che non riesce più a sopportare tutto questo dolore, questa sofferenza e questi dubbi che inevitabilmente l’hanno assalita. La corvina scoppia in lacrime, cadendo in ginocchio: uno strano pensiero balena nella sua mente così, decisamente improvvisamente. Chissà pensa, come sarebbe andata se, quella sera quando conobbe Ace, fosse riuscita a dargli quel bacio dal quale in fine, fu lui a tirarsi indietro? E chissà come sarebbe andata se, quella volta quando credeva Alexis morta e la scambiò per la moglie, lei non lo avesse riscosso e si fosse finta davvero la regina? Come sarebbe stata la sua vita al fianco di Ace Baskerville, si chiede improvvisamente la donna? “ Perchè penso tutto questo? “. Si chiede, mentre la scena di quel bacio mai dato ritorna nella sua mente come fosse un film. “ Credevo non mi sarei mai pentita delle mie decisioni, ma ora… ora… “. Sussurra semplicemente la corvina, mentre qualcuno le porge improvvisamente la mano per aiutarla ad alzarsi.

 

“ Candela, si può sapere cosa ci fai lì a terra? “. Chiede colui che ancora non si è accorto delle lacrime della donna. Tuttavia la terza regina le mostra ben presto, alzando lo sguardo smeraldo e puntandolo in quello oceano di lui, arrossendo vistosamente.

 

“ A… Ace… “. Sussurra, quasi impercettibilmente. Lui ovviamente nota subito lo stato della cognata e, istintivamente le asciuga quelle lacrime con un dito.

 

“ Guarda un po': il trucco si è tutto sciolto. Ma si può sapere perché stai…? “. Non finisce la frase: la donna non riesce a trattenersi e, senza nessun preavviso si fionda letteralmente tra le sue braccia. Stringe con forza la presa sulla sua giacca, continuando a piangere e singhiozzare.

 

“ Perdonami: non volevo, ma… “. Lui porta un braccio a cingerle la vita, stringendola a sé e facendole posare il viso sulla sua spalla.

 

“ Più tardi: mi dirai più tardi il motivo delle tue lacrime, adesso sfogati “. Fa semplicemente il giovane Re di Sabrie, mentre sua cognata lo guarda qualche istante: di nuovo. Di nuovo quelle domande, di nuovo quei pensieri su quel bacio mai dato. In seguito affonda nuovamente il viso sulla sua spalla, riprendendo lo sfogo.

 

“ E’ che non riesco a capire: perché? Perché siamo arrivati a questo punto? “. Chiede semplicemente, ed Ace intuisce che sicuramente, Candela si riferisce alla situazione con suo fratello.

 

“ Non lo so: posso capire la sua rabbia, ma credo che adesso stia esagerando “. Mormora solamente, continuando a tenerla tra le braccia e cercando di tranquillizzarla. Le accarezza dolcemente i capelli in un atto del tutto innocente e spontaneo, atto che farebbe nei confronti di chiunque in quella situazione. Lei invece ha tanti pensieri che contrastano l’un l’altro, non riesce a dar loro un ordine e, ciò che per ora può fare, è continuare a sfogarsi rimanendo abbracciata a colui che, deve ammettere ora suo malgrado, non è mai riuscita a dimenticare. O forse pensa, queste sensazioni sono solo l’effetto del dolore che sente a causa della situazione in cui versa il suo matrimonio? Questo pensa, è molto probabile. Probabile, si. Ma non certo.

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Capitolo 24
*** Barretta di cioccolato ***


Day 24: Barretta di cioccolato
Storia: Bloody Sunset
Personaggi: Adam ed Elaine

 

Il giovane dalla chioma bionda si aggira solitario per i corridoi dell’ospedale in cui, da anni ormai, lavora come primario. È riuscito a raggiungere il traguardo dopo anni ed anni di duro lavoro e, lo deve ammettere, spesso ha sentito come se qualcuno lo aiutasse: una mano invisibile che lo guidava e tutt’ora lo guida sulla strada giusta. Inevitabilmente il giovane medico non può fare a meno di pensare che si tratti di Raphael: l’Arcangelo di cui, anni prima, ha scoperto di essere il tramite ed al quale ha spesso prestato il proprio corpo. L’Arcangelo senza il quale non sarebbe mai guarito dalla paralisi che Krad gli aveva causato, colpendolo alla schiena con la lancia divina quando ancora era un ragazzino ignaro di tutte le vicende divine. Sono passati anni da allora ma, talvolta, il biondo sente davvero come se ci fosse qualcuno accanto a lui, una sorta di voce, profumi, suoni… il filo dei suoi pensieri viene interrotto di colpo: una ragazza in divisa da infermiera si sta dirigendo nella sua stessa direzione. “ Elaine? “. Si chiede, sorpreso: conosce quella ragazza di vista. Si chiama Elaine e da poco ha preso servizio come infermiera nell’ospedale romano. “ Elaine! “. La chiama il giovane, attirando così la sua attenzione.

 

“ Oh! Dottore, buonasera! Non sapevo fosse ancora qui “. Ammette semplicemente la giovane dalla chioma corvina, mentre lui le si avvicina.

 

“ Tu piuttosto: il tuo turno dovrebbe essere finito, cosa fai ancora qui? “. Chiede colui che si rivela essere Adam.

 

“ Ecco, io… io non so… “. Mormora solamente lei, spiazzandolo: come sarebbe che non lo sa? Sta per chiederle altro, ma la ragazza è più rapida e gli da spiegazione delle sue parole. “ Mi stavo dirigendo alla mia auto, tuttavia ha iniziato improvvisamente a girarmi la testa. Così sono tornata qui: suppongo sia un calo di zuccheri, ho lavorato senza sosta in questi giorni e forse il corpo mi sta chiedendo il conto ora “. Fa, mentre un nuovo capogiro la fa quasi cadere a terra.

 

“ Attenta! “. Fa semplicemente Adam, mollando la propria valigetta a terra ed afferrandola al volo. Lei arrossisce lievemente, una volta realizzato di essere tra le braccia del bel dottore.

 

“ Chiedo scusa, non so che mi prende… “. Sussurra solamente la donna, mentre lui l’accompagna a sedersi su una delle sedie, nella sala d’aspetto.

 

“ Tieni “. Fa ad un certo punto il biondo, estraendo dalla tasca una barretta di cioccolato. “ L’avevo presa per dopo, ma credo tu ne abbia maggior bisogno “. Sentenzia, mentre a quella frase lei scuote il capo in imbarazzo.

 

“ Come? Oh no, dottore non voglio che si disturbi! Mi passerà… “. Ma lui scuote il capo, per poi interrompere le sue parole con fare perentorio.

 

“ Io sono il medico ed io decido: se è davvero un calo di zuccheri il problema, questa ti rimetterà in sesto. Senza storie, avanti “. Quasi le ordina e, davanti a quelle parole lei arrossisce vistosamente, per poi afferrare tra le mani la barretta di cioccolato.


“ G… Grazie… “. Fa semplicemente la giovane infermiera, scartando ed iniziando lentamente a mangiare la barretta. Lui la osserva qualche momento, per poi decidere di prendere parola.

 

“ Stai meglio? “. Chiede, mentre lei fa un cenno affermativo con il capo: effettivamente, la barretta di cioccolato era ciò di cui aveva bisogno per rimettersi in sesto, dopo quel brusco calo di zuccheri ed in concomitanza a tutte le ore di lavoro e la stanchezza accumulata in quei giorni.

 

“ Si, grazie… “. Lo ringrazia lei, mentre il fratello di Theresa sorride lievemente.

 

“ Perfetto: ti accompagno alla tua auto e domani ti aspetto nel mio studio, per un controllo generale “. Sentenzia perentorio, mentre lei scuote lievemente il capo.

 

“ Ma no dottore, non è necessario che… “. Ma lui la guarda seriamente, per poi riprendere parola di lì a poco.

 

“ Domattina, puntuale. Altrimenti ti verrò a prendere personalmente “. A quelle parole la donna non può fare altro che annuire, sorridendo lievemente.

 

“ Allora, d’accordo… “. Mormora, superando l’iniziale imbarazzo e continuando a mangiare la propria barretta di cioccolato. Eppure pensa, non è stato solo il calo di zuccheri a farla sentire male: anche le visioni che da un po' l’accompagnano hanno notevolmente contribuito al suo stato ma, per ora, preferisce non dire nulla a nessuno di questo fatto.

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Capitolo 25
*** Orecchini ***


Day 25: Orecchini
Storia: La diciottesima luna
Personaggi: Luna ed Ivy Hikari

 

La Principessa Luna sembrerebbe essere molto agitata: cammina su e giù per la propria stanza, mentre dall’altro lato sua madre la osserva, per poi prendere parola di lì a poco. “ Luna… “. La chiama, mentre la ragazza dalla lunga chioma bionda scuote il capo.

 

“ Madre, annulliamo tutto! Vi prego! “. Esordisce, facendo per un istante sgranare gli occhi ad Ivy che, in seguito sorride lievemente per poi darle una risposta.

 

“ Sai che non si può, ma che ti viene in mente? “. Chiede, mentre a quelle parole sua figlia si agita ulteriormente, ricordando parecchio suo padre quando si fa prendere dal panico.

 

“ Non posso! Guardatemi! Sono orribile, sembro uno spaventapasseri con un abito che mi pende da tutte le parti, come faccio a presentarmi in società così? “. Chiede, mentre sua madre si alza per poi avvicinarsi: tutto vede pensa, tutto fuorchè uno spaventapasseri!

 

“ Luna, ascolta… “. La chiama mentre, a quella frase la ragazza si volge verso di lei che, di lì a poco le pone entrambe le mani sulle spalle. “ Ora calmati: rilassati e fai un respiro profondo “. Quasi le ordina e, a quelle parole la Principessa non può fare a meno di obbedire: fa alcuni respiri profondi, chiudendo gli occhi qualche istante.

 

“ Ok, ok… sono calma. Sono calma “. Mormora, la madre annuisce per poi riprendere parola di lì a poco.

 

“ Ecco, ora vieni con me “. Sentenzia, portando la ragazza di fronte allo specchio. “ Ora, guardati “. Quasi ordina la corvina, mentre Luna alza lo sguardo vedendo così il proprio riflesso nello specchio. “ Ecco: io vedo tutto, fuorchè uno spaventapasseri. Vedo una bellissima donna, una donna che stasera mostrerà a tutti la sua bellezza e la sua regalità. Non dimenticarlo mai: tu sei Luna Juliette Hikari, Principessa di Veritas. Porti il nome delle mie due mamme, le donne più coraggiose e straordinarie che ci fossero. E tu figlia mia, tu non sei da meno: sei bellissima, sei forte e coraggiosa e, sono sicura che questa sera riuscirai a dimostrare al popolo quanto sia degna di loro la loro Principessa, così come lo farà tua sorella “. Cerca di rassicurarla, notando però l’inquietudine della figlia.

 

“ E’ che ho paura, madre… “. Mormora solamente la ragazza, abbassando lo sguardo. “ Ho paura di fare una brutta figura, che il popolo non mi accetti, e… “. A quelle parole Ivy toglie i propri orecchini, quasi senza che Luna se ne accorga. In seguito fa volgere la figlia verso di sé, prendendo le sue mani nelle proprie e guardandola intensamente.

 

“ Questi orecchini, erano di tua nonna Luna. Ora voglio che sia tu ad indossarli, nel tuo giorno speciale “. Sentenzia la Regina, facendo sgranare gli occhi alla figlia che, sorpresa si ritrova un paio di orecchini con due meravigliosi zaffiri incastonati, tra le mani.

 

“ Ma madre! Questi… non posso accettare, sono un ricordo della nonna e sicuramente ci sarete molto legata “. Sussurra, mentre Ivy scuote lievemente il capo.

 

“ Non disobbedirai a tua madre, spero! “. Esordisce, per poi riprendere parola di lì a poco. “ Voglio che sia tu ad averli e, sono sicura, anche mia madre desidererebbe questo “. A quelle parole Luna scoppia in lacrime, per poi abbracciare la madre che, di lì a qualche istante ricambia l’abbraccio e la stringe forte a sé. “ Ti voglio bene, tesoro mio “. Sussurra, mentre la figlia continua a singhiozzare commossa.

 

“ Anche io, madre! Non sapete quanto vi voglio bene “. Sussurra e, passato il momento Ivy osserva la ragazza, asciugandole le lacrime con un dito.

 

“ Su, vieni qui… “. Sussurra e, dopo aver preso gli orecchini tra le mani aiutando Luna ad indossarli. Non appena vede la figlia con gli orecchini della madre addosso, anche Ivy si commuove leggermente per poi accarezzarle il viso. “ Ecco: così sei perfetta “. Sussurra, mentre Luna si volta verso lo specchio, sorpresa: ora pensa, non si vede più come uno spaventapasseri. Ora pensa, si trova davvero bellissima e pronta ad affrontare il ballo che presenterà lei e la sorella in società.

 

“ Grazie, madre… “. Sussurra semplicemente, voltandosi ed abbracciando ancora una volta la madre, che ricambia il suo gesto di lì a poco.

 

“ Coraggio… “. Fa, una volta sciolto l’abbraccio. “ Andiamo: ti staranno aspettando tutti “. Sorride lievemente, riuscendo a far sorridere anche Luna che, finalmente, non ha più paura di commettere errori.

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Capitolo 26
*** Disney Park ***


Day 26: Disney Park
Storia: La diciottesima luna
Personaggi: Luna, Amalia, Kevin, Vanitas ed Ivy Hikari
 

“ Io… Ivy, no! “. Il giovane dalla chioma corvina scuote energicamente il capo, incrociando le braccia al petto e guardando di lato, sentenziando perentorio la propria risposta. “ Non mi obbligherai mai a salire su quelle cose che girano! “. Indica le tazze, una delle tante attrazioni i Disneylando dove, con non poca fatica, la moglie lo ha convinto a venire: è un parco di divertimenti in cui i suoi figli, specialmente le gemelle hanno sempre desiderato venire ma non hanno mai chiesto nulla, sapendo quanto il padre odi il mondo umano. Ma un giorno la piccola Amalia ha deciso di confessare questo desiderio comune a sua zia Jeanne, che ha “ gentilmente costretto “ il fratello ad accettare di trascorrere una giornata nel parco di divertimenti parigino, assieme alla moglie ed ai figli. Ma il giovane Re ha anche specificato che sarebbe stata la moglie a salire sulle varie giostre ed ad accompagnare i figli, nelle varie attrazioni. Ma ora, eccoli lì a discutere: Amalia rifiuta di salire sulle tazze con qualcun altro che non sia il padre, ma lui non vuole saperne di esaudire la richiesta della figlia.

 

“ Insomma! “. Protesta a sua volta la Regina, sbuffando sonoramente. “ Io devo accompagnare Kevin e Luna al labirinto di Alice, Amalia preferisce le tazze ma vuole andarci solo con te! Non essere testardo “. Lo guarda storto la corvina, mentre la bimba dalla chioma bionda osserva il padre con un lieve broncio.

 

“ E io ti ho detto di no! “. Ripete testardo il giovane Re, incrociando le braccia ed imbronciandosi come un bambino.

 

“ Vieni con me! Vieni, vieni! “. Insiste Amalia, afferrando la manica della giacca di Vanitas e cercando di tirarlo verso le tazze. “ Ansiamo! “. Insiste, mentre lui cerca vanamente di farsi lasciare.

 

“ Amalia, no! “. Tenta, ma qualcosa gli fa decisamente cambiare idea.

 

L’uomo mascherato da Topolino lo osserva qualche istante, il giovane Re ricambia lo sguardo e non può fare a meno di riflettere: chi è costui? Cosa mai gli vorrà fare? “ Amalia? “. Chiede solamente, guardando la figlia preoccupato. “ Ma chi è questo mostro? “. Chiede, non sapendo assolutamente nulla del mondo umano e, certamente, nulla su Disney Park e sulle sue attrazioni, incluso ovviamente il famoso Topolino ed altri personaggi del mondo Disney.

 

“ Topolino! “. Fa semplicemente la Principessa, correndo ad abbracciare l’uomo con il costume da Topolino allegra. A quella vista Vanitas sta per fare qualcosa, ma Ivy lo guarda per poi scuotere il capo.

 

“ Non è un mostro, ma un uomo mascherato da personaggio di un fumetto: Topolino “. Fa semplicemente, mostrando un fumetto di Topolino ed aprendolo, mostrando così la figura del simpatico topo ad uno stranito Vanitas.

 

“ A me sembra solo un mostro! Se mangiasse nostra figlia? “. Chiede mentre, a quelle parole Ivy scoppia a ridere.

 

“ Ah, non dire sciocchezze! “. Fa, mentre improvvisamente un’idea balena nella sua mente. “ Ma se hai così paura, perché non porti la bimba sulle tazze? Così eviteresti di farla mangiare da Topolino “. Fa, trattenendo le risate. A quelle parole, Vanitas dimentica tutto il resto e le precedenti proteste: afferra la figlia per mano, quasi trascinandola con sé.

 

“ Su, su! Andiamo su queste cose, sperando non si stacchino o altri disastri “. Borbotta, mentre la bimba saltella felice e mentre sua madre le fa un occhiolino.

 

“ Oh cielo, non so chi sia il bambino, qui: se vostro padre o voi “. Fa solamente, rivolgendosi a Luna e Kevin che, invece, sono pronti ad addentrarsi nel labirinto di Alice.


 
 

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Capitolo 27
*** Cabina telefonica ***


Day 27: Cabina telefonica
Storia: Bloody Sunset
Personaggi: Theresa, Martinoe  Valentina

 

Theresa e Martino sono ancora alla Villa: la prima è seduta, battendo il piede a terra nervosa. Il secondo continua a camminare per la stanza incapace di calmarsi. “ Mi spieghi com’è possibile? “. Chiede ad un certo punto l’occhialuto, mentre lei lo guarda qualche momento. “ Come abbiamo potuto? Ce lo siamo lasciati scappare! “. Fa, ripensando a quanto accaduto: erano riusciti ad evocare ed intrappolare Michael nel cerchio di fuoco Divino. Il loro intento era costringerlo ad aiutarli contro Sandalphon, strappandogli un giuramento e sapendo che, dato il ruolo di Arcangelo che ricopre non avrebbe mai potuto infrangerlo. Invece, tutto è andato in fumo: Zuriel è riuscito a liberare il suo signore e, in oltre l’Arcangelo del Fuoco ha giurato vendetta contro le sette Virtù o meglio, chi di loro è rimasta in vita. A quella domanda Theresa scuote il capo.

 

“ Non è stata colpa tua né mia, Martino “. Cerca di spiegargli, per poi alzarsi e posandogli una mano sulla spalla. “ Semplicemente, abbiamo peccato d’ingenuità: come potevamo sperare di imprigionare uno del calibro di Michael? Un Arcangelo, la Spada di Dio… siamo stati due sciocchi a pensare di poterlo costringere a fare alcun che “. Sussurra la bionda, mentre il giovane dalla chioma bordeaux sbuffa sonoramente.

 

“ Ed ora? “. Chiede, cercando di calmarsi. “ Cos’ha ottenuto? Ci ha abbandonati, ma se Sandalphon riesce a generare un tramite e si risveglierà, anche lui stesso sarà spacciato. Specialmente lui, che insieme agli altri Arcangeli Elementari gli ha impedito di nascere. Il Paradiso verrà comunque distrutto, e… “. Si ferma improvvisamente: lo squillo del telefono di Theresa lo ammutolisce, come se una strana sensazione lo pervadesse.

 

“ Vado… vado a rispondere? “. Chiede semplicemente lei, che è stata improvvisamente ed a sua volta invasa da una strana sensazione. Lui esita un momento, poi si fa avanti.

 

“ Posso…? “. Chiede e, una volta ottenuto il consenso della proprietaria afferra il telefono per poi rispondere. “ Pronto? “. Fa semplicemente, notando che il numero è sconosciuto.

 

Da una cabina, una giovane dalla chioma mogano si guarda attorno piuttosto sospettosa. In seguito riposta le mani sulla cornetta del telefono, sentendo la voce amica del divino fratello.


“ Martino? “. Chiede solamente, mentre lui rimane decisamente stupito. Nel notare la sua espressione anche Theresa si avvicina, preoccupandosi.

 

“ Che succede? “. Chiede sottovoce, mentre lui si riprende un momento dalla sorpresa.


“ Valentina? “. Chiede, mentre lei esita un momento ma, in seguito decide di prendere parola: è parecchio tempo che non ha contatti con Theresa e Martino, ma ora non ha potuto proprio fare a meno di contattarli.

 

“ Si: sono io “. Sussurra quasi a bassa voce, quasi intimorita di farsi sentire da qualcuno malgrado, di fatto sia completamente sola nell’area.

 

“ Ma cosa ti succede? Dove ti trovi? “. Chiede il tramite di Carità, mentre la sorella lo interrompe poco prima che possa terminare la frase.

 

“ Abbiamo un grande problema “. Sussurra, per poi prendere coraggio e proseguire la frase. “ Michael… “. Sembra quasi intimorita nel solo pronunciare il nome del maggiore, e nel sentirlo Martino sgrana gli occhi sconcertato: sta per chiedere alla sorella cosa le abbia fatto Michael, ma lei prosegue prima che possa parlare. “ Michael è sulla Terra. Ed io l’ho visto… “. Sentenzia, ricordando la visita dell’Arcangelo del fuoco e, soprattutto la sua proposta, che lei ha ovviamente rifiutato. A quella frase Martino si volge di scatto verso Theresa: vorrebbe fare altre domande a Valentina, ma lei riaggancia poco rpima che possa iniziare a parlare. Invece, la giovane tramite di Speranza lo guarda a sua volta ed in ansia data la sua espressione.


“ Cosa c’è? Che succede? “. Chiede, temendo subito che a Valentina sia successo qualcosa di brutto. A quelle domande il ragazzo le porge il telefono.

 

“ Michael… è… è sulla Terra… e Valentina lo ha visto “. Sentenzia, mentre alla bionda cade a terra il telefono a causa dello shock. Se Michael è sulla Terra e non vuole aiutarli, può solo significare che è sceso per la sua vendetta personale e che sarà loro nemico!

 

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Capitolo 28
*** Mistero ***


Day 28: Mistero
Storia: La diciottesima Luna
Personaggi: Garry e Jeanne

 

Il giovane cacciatore non può fare a meno di riflettere, dopo essere rientrato nella propria stanza: appoggia la propria giacca alla sedia, sulla quale poi si butta a peso morto e sospirando pesantemente. “ Che situazione… ed ora, come ne esco? “. Chiede più a sé stesso dato che, di fatto, in camera con lui non c’è nessuno. Il motivo della sua preoccupazione, in realtà non è solo uno: tutto è iniziato qualche giorno prima quando, dopo Vanitas ed Ivy, anche lui ha ricevuto una misteriosa missiva che lo invitava in un luogo sconosciuto per incontrare “ il Re del Clan della Luna Nera “. Lui ha deciso di recarsi a quell’appuntamento, ma non da solo: ha portato con sé alcuni suoi uomini e, evidentemente questo è bastato a far saltare l’incontro: al posto del re della sesta Luna Maggiore si sono presentati alcuni suoi uomini, dicendo che, se Garry avesse voluto incontrare il re avrebbe dovuto seguirli da solo. Al rifiuto del più giovane tra i capifamiglia delle famiglie Hunters, i vampiri del Clan della Luna Nera hanno aggredito i suoi sottoposti e, alle catacombe di Veritas si è scatenato uno scontro dal quale nessuno è uscito vincitore né vinto. Informato della situazione, Pierre Veghner ha deciso di indagare sulla questione: non era alcorrente dell’esistenza di una sesta Luna Maggiore, una luna senza colore e che, di conseguenza, non può essere neutralizzata nemmeno dalle eclissi lunari. Anzi: se le sue teorie sono corrette, queste potrebbero invece rinforzare i membri di quel clan, ponendoli un gradino al di sopra di tutte le altre lune. “ Luna Nera… “. Mormora solamente il giovane Perry, riflettendo: è un vero mistero. Chi è mai il Re del Clan della Luna Nera? Perché ha voluto incontrare prima Vanitas ed Ivy, poi lui? E quali saranno le sue reali intenzioni?

 

“ Non certo buone… “. Una voce: la voce di chi sembra aver letto i suoi pensieri, la voce della donna che ama e che, inevitabilmente lo sorprende.

 

“ Jeanne! “. La chiama, accorgendosi solo ora della presenza della moglie nella stanza. “ Ma none ri da Vanitas ed Ivy? “. Chiede stupito, ma la donna scuote il capo per poi avvicinarsi a lui.

 

“ Appena ho saputo della missiva che hai ricevuto, ho preferito venire qui. Ed a quanto pare, ho fato bene “. Lo guarda severamente la bionda, portandosi una mano al fianco. “ Cosa ti è saltato in mente, di accettare di vedere quell’uomo? Non sai nemmeno chi sia! Poteva ucciderti! “. Si arrabbia, sorprendendo lo stesso marito che, certamente non si aspettava questa reazione da parte della moglie.

 

“ Jeanne… “. Mormora solamente, per poi riprendere parola di lì a poco. “ Se ti dico che non lo so, mi credi? “. Chiede, ed ora sono le sue parole a lasciare stupefatta lei. “ E’ un mistero, non me lo spiego: ho solo sentito l’impulso irrefrenabile di andare, di scoprire la verità. Di scoprire l’identità di quell’uomo: ho avvertito una sorta di legame tra di noi “. Ammette, mentre a quelle parole anche la minore dei fratelli Hikari rimane interdetta. Un legame? Tra il re del Clan della Luna Nera e Garry? Eppure, se ci pensa…

 

“ In effetti… “. Mormora, estraendo dalla tasca dell’abito una misteriosa lettera che consegna subito al cacciatore. Il giovane dalla chioma argento la legge, per poi sgranare gli occhi sconvolto. “

 

“ Ma che significa? “. Domanda il ragazzo dalla chioma argento, mentre lei scuote il capo.

 

“ Non lo so, ma quell’uomo ha mandato la stessa missiva a me, te, Vanitas ed Ivy. Ma non capisco perché: qual’è il suo scopo reale? Se avesse voluto ucciderci, ci avrebbe provato alle catacombe “. Mormora, mentre lui la osserva seriamente.

 

“ Non avrai accettato di incontrarlo, spero? “. Chiede, pronto ad arrabbiarsi in caso la risposta fosse affermativa anche se sa, di fatto, che anche lui ha commesso l’imprudenza di accettare l’incontro.

 

“ No: non ne ho avuto il coraggio “. Fa la Principessa, mentre lui sospira di sollievo a quelle parole: l’ultima cosa che vuole è che sua moglie si metta in pericolo. Un conto è lui, che da Hunter esperto potrebbe difendersi, ma lei? Cosa avrebbe potuto fare lei, se mai fosse stata aggredita? Non osa nemmeno pensarci. “ Mi ha presa la paura: ero andata alle Catacombe con lo scopo di accettare l’incontro. Poi mi ha presa un terrore che mai ho sentito, così forte che mi ha costretta ad allontanarmi subito da quel luogo. Poi l’ho vista… “. Sussurra, tremando al solo pensiero. Garry le si avvicina, prendendola tra le braccia e facendole coraggio. “ La Luna Nera “. Tre parole: tre parole che disarmano letteralmente il giovane Hunter. “ Una Luna che toglie i poteri a chiunque appartenga ad un clan delle lune maggiori, non so se agisca anche sulle minori. Ma mi sono improvvisamente sentita male, tanto male. A fatica sono riuscita a tornare qui “. Trema lievemente, mentre lui la stringe forte a sé.

 

“ Voglio che mi giuri che non commetterai mai più queste imprudenze. Giuramelo, Jeanne: non potrei mai perdonarmi se ti capitasse qualcosa “. La ammonisce semplicemente il secondogenito di Kaname Hikari, mentre lei annuisce.

 

“ Te lo giuro “. Sussurra, per poi riprendere parola di lì a poco. “ Ma cosa facciamo, per quanto riguarda quel Clan ed il suo re? Come ci muoviamo? “. Chiede. L’argento sembrerebbe riflettere un momento, in seguito guarda la moglie per poi accarezzarle il viso.

 

“ Risolverò il mistero quanto prima, te lo prometto. Scopriremo chi c’è dietro “. Le assicura: è più che mai intenzionato a svelare questo mistero, come se sentisse che la cosa lo riguarda direttamente e, ovviamente, non solo perché quell’uomo ha chiesto di vederlo. Ma per svelare il mistero, deve prima scoprire la sua identità. E questo pensa, conta di farlo il prima possibile.

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Capitolo 29
*** Cappello di lana ***


Day 29: Cappello di lana
Storia: Bloody Sunset
Personaggi: Raphaele  Valentina

 

Valentina alza lo sguardo un momento, sorpresa: si è fermata un momento per potersi scaldare le mani, che malgrado i pesanti guanti indossati sono gelide. “ Accidenti, sta iniziando a venirmi mal di testa… “. Mormora solamente la giovane tramite di Giustizia, riflettendo sul fatto che, nella fretta si è scordata di portare con sé il cappello di lana che sicuramente, le avrebbe evitato questa forte emicrania dovuta al freddo. “ … fa davvero freddo, oggi “. Conclude poi la frase, ed effettivamente è vero: quella giornata di Dicembre è particolarmente fredda, ma lei non poteva rimanere a casa: deve far visita a Metatron per una questione urgente. Deve capire: se è vero che Sandalphon si è risvegliato e cerca una “ nuova madre “, lei e tutte le sue sorelle sono in un grave pericolo. Senza contare che, se un’eventualità del genere si verificasse e l’Arcangelo delle nascite dovesse trovare realmente una donna che darà alla luce il suo tramite, considerato l’odio che nutre verso tutti gli Angeli e Dio stesso potrebbe davvero rappresentare la fine del Paradiso. “ Non è un nemico come Lucifero, è un nemico spietato e senza scrupoli. Devo immediatamente parlare a Metatron “. Sussurra, rivolta ovviamente a sé stessa e sapendo che, essendone il gemello il solo a poter sapere un eventuale punto debole di Sandalphon è proprio lo Scriba di Dio. La giovane dalla chioma mogano sta per ripartire, quando un’improvvisa folata di vento cambia radicalmente le sue intenzioni.

 

Alcune piume bianche sfiorano il viso di Valentina, mentre una piacevole sensazione di calore avvolge il suo capo. “ Ah, sei sempre la solita! Cosa faresti se non ci fossi io a controllarti, Giustizia? “. Senza dubbio è una voce maschile, ma la donna non riesce a capire subito di chi si tratti. Il nuovo arrivato le mette una mano sulla testa, sulla quale sta ora un cappello di lana che la ripara dal freddo.

 

“ Ma cosa…? “. Mormora solamente Giustizia, mentre colui che le ha rivolto la parola risponde di lì a poco.

 

“ Se dobbiamo sconfiggere Sandalphon, lo faremo insieme. Non ti lascerò sola “. Sentenzia il nuovo arrivato, mentre lei si volge di scatto verso di lui.

 

“ R… Raphael? “. Chiede, sorpresa: non credeva di trovarsi di fronte proprio a Raphael. Infatti, quando è andata a chiedergli aiuto per fermare Sandalphon lui le aveva risposto di no, che non avrebbe mai voluto rimanere coinvolto in questa storia. Tuttavia, ora eccolo lì insieme a lei: ha appena ritirato le proprie maestose ali, per non dare nell’occhio in caso qualcuno arrivi improvvisamente e, soprattutto la sta guardando abbastanza seriamente. “ Cosa ci fai qui? E con un cappello di lana? “. Chiede, mentre lui nasconde di essere lievemente arrossito e si volta di lato, incrociando le braccia al petto.

 

“ Oh insomma! Tutti gli umani fanno così: quando c’è freddo, si coprono la testa con queste cose chiamate cappelli, no? Ho visto che tu non ne avevi uno, così… beh, ho chiesto ad Uriel il miracolo di un cappello di lana “. Fa, pensando all’espressione stranita del fratello quando gli ha chiesto di far comparire un cappello di lana femminile. A quelle parole la giovane porta le mani al cappello, per poi sorridere lievemente. Si avvicina lentamente e, alzandosi in punta dei piedi data la differenza di statura, gli da un bacio sulla guancia.

 

“ Grazie, per tutto. Anche di essere qui: avevi detto che non ti saresti coinvolto n una nuova guerra, invece… “. Lui volge finalmente lo sguardo verso di lei, se possibile ancora più rosso di prima ma cercando di non darlo a vedere. In seguito il capo delle Virtù si schiarisce la voce, riprendendo un contegno.

 

“ Sandalphon è una responsabilità di noi Arcangeli Elementari innanzi tutto. Non posso voltarmi dall’altra parte mentre il suo risveglio è imminente: anche se non voglio, combattere questa guerra è anche mia responsabilità “. Sentenzia l’eterno giovane dalla chioma bionda, mentre lei annuisce lievemente. “ Poi… no, nulla “. Scuote in seguito il capo, mentre lei lo guarda un po' confusa.

 

“ Poi, che cosa? “. Chiede, come se si aspettasse una certa risposta che, purtroppo o per fortuna non arriva.

 

“ Andiamo! Sandalphon non aspetterà certamente i nostri comodi, e noi dobbiamo parlare con Metatrone con Jesus, quanto prima “. Valentina annuisce: essendo il nuovo Dio infatti, anche suo figlio dev’essere informato di quanto sta succedendo per poter così preparare un’eventuale difesa all’Etenamenki ed in tutto il Paradiso. Quasi senza riflettere prende la mano del fratello, sorridendo lievemente ma di riflesso, facendo sussultare lui.

 

“ Che fai…? “. Chiede solamente il terzogenito di Dio, mentre lei sorride lievemente.


“ Ti va di fare un volo insieme? Fino alla residenza di Metatron “. Fa solamente, mentre lui pare esitare un momento ma, in seguito fa un lieve cenno affermativo con il capo.


“ Ok, chissà che non ci passi questo freddo “. Ride lievemente, finalmente, mentre lei sorride a sua volta.


“ Al limite, puoi chiedermi il miracolo di un cappello di lana anche per te “. Fa, ridendo un po' prima di dispiegare le proprie ali, così come il maggiore.

 

“ Si certo, sogna pure mia cara sorella “. Ribatte lui, poi entrambi decidono di non perdere altro tempo e, dopo alcuni secondi a terra rimangono solo alcune piume bianche. Non c’è tempo da perdere: parlare con Metatron è indispensabile, se vogliono sperare di salvare il Paradiso.



 
 

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Capitolo 30
*** Passeggiata in montagna ***


Day 30: Passeggiata in montagna
Storia: La legegnda del Re dei vampiri
Personaggi: Liuva e Lucia

 
 

La Principessa Lucia cammina tranquillamente, poco più indietro il suo accompagnatore che, di lì a poco la giovane decide di riprendere. Si ferma di scatto e, non avendo la minima idea di cosa avesse fatto in seguito lei, il ragazzo finisce per sbatterle letteralmente addosso. “ Ahio! “. Protesta semplicemente l’erede al trono di Costaluna, quasi cadendo a terra ma riuscendo a rimanere in equilibrio. “ Lucia, che hai in testa? Potevi almeno avvertire che ti fermavi, no? “. Chiede, ma nel sentirlo parlare a raffica lei gli tappa la bocca con la mano, indicando con lo sguardo davanti a sé. Lui rimane decisamente sorpreso: senza saperlo infatti, insieme a colei che è sua cugina è giunto al lago di confine tra Costaluna ed il mondo umano.

 

“ Guarda che meraviglia… “. Sussurra solamente la figlia di Garsendiss e Bridget, mentre lui capisce improvvisamente perché gli abbia tappato la bocca: questo è il confine, potrebbero esserci degli Hunters e, naturalmente la Principessa non vuole complicazioni. Lascia il cugino libero di parlare, mentre lui si sistema il mantello: è un miracolo, pensa. È un miracolo che ora riesca a fare anche solo una cosa così semplice considerato che, quando ancora era bambino ha rischiato di perdere per sempre l’uso di mani e gambe a causa delle torture di Dracula e di Edoardo. Ora invece, eccolo lì: insieme a sua cugina, dopo così tanti anni di lontananza e osservando il confine tra il regno in cui è nato e quello in cui ha vissuto tanti anni.

 

“ Hai ragione: il lago è meraviglioso, e si dice che qui la Luna Argento diventi ben visibile, quando è nel pieno del suo splendore “. A quella frase la giovane dalla chioma arancione porta una mano davanti alla bocca, ridendo lievemente.

 

“ Allora, è meglio che non ci veniamo stasera: la Luna Argento sarà al culmine del suo splendore e non voglio che perdi il controllo mentre siamo insieme “. Fa, ricordando che a tutto il clan della Luna Argento i raggi lunari fanno il medesimo effetto: massimizzazione di desideri e poteri, una forza infinitamente superiore al normale e totale perdita di controllo, per chi non è addestrato a resistere e controllarsi. A quella frase tuttavia, lui la guarda con mezzo ghigno.

 

“ O hai forse paura di essere tu a perdere il controllo? Eh, cugina? “. Chiede come se nulla fosse, mentre lei avvampa di colpo.

 

“ Sta zitto “. Mormora, riflettendo: non le ha fatto male questa passeggiata in montagna ma, pensa, forse non doveva venirci da sola con Liuva dato quello che ha sempre provato per lui. Lui, che non glie l’ha ami detto apertamente ma sembra aver capito da un pezzo i sentimenti della cugina per lui. A riprendere parola è proprio lei, di lì a poco tempo. “ Allora? “. Chiede, mentre lui la guarda in attesa che prosegua la sua frase. “ Tornerai nel mondo umano? Hai deciso di rimanere qui a Costaluna, o andrai a cercare Charlotte? “. Chiede semplicemente: ora che Stella e Saberagen non sono più un problema ed ora che Strauss e Tea hanno ripreso il loro trono pensa, sicuramente suo cugino tornerà nel mondo umano dove ha vissuto per anni e cercherà la cacciatrice, di cui si era innamorato qualche anno dopo la morte di Avril. Lui sembra riflettere un momento e, solo di lì a poco le da una risposta.


“ Tu vuoi che torni nel mondo umano? “. Rigira la domanda, mantenendo lo sguardo puntato sul lago. Lei lo guarda senza capire, mentre finalmente l’erede di Strauss e Tea si volge verso di lei. “ Basta una tua parola, Lucia: la decisione è tua “. Fa, mentre lei sgrana gli occhi sconcertata: quegli occhi che, pensa lui, assomigliano in modo impressionante a quelli di Avril.

 

“ M… mia? Oh no, davvero! Io non posso decidere per te, e...”. Si volta, dandogli le spalle e portando una mano al cuore: sta battendo all’impazzata. Mai si sarebbe aspettata una tale proposta, proposta che inevitabilmente, ha risvegliato in lei sentimenti che a fatica ha cercato di tenere sopiti. Ed ovviamente, il ritmo del suo sangue ed il battito del suo cuore non sfuggono a suo cugino: sarà pur stato nel mondo umano per tanto tempo, ma è pur sempre il Principe dei Vampiri e non ha certo perso le sue abilità.

 

“ Una parola, Lucia “. Sussurra, posandole una mano sulla spalla e facendola sussultare. “ Dimmi una sola parla, chiedimi di restare e lo farò “. Mormora, seriamente. A quella nuova frase lei arrossisce vistosamente, non sapendo che cosa fare e sentendo quasi il cuore esploderle nel petto. E riflette: questa è senza dubbio la più bella passeggiata in montagna che abbia mai fatto! Ma è anche vero che, da essa, lei dovrà prendere un’importante ed inaspettata decisione.

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Capitolo 31
*** Caramelle ***


Day 31: Caramelle
Storia: La legegnda del Re dei vampiri
Personaggi: Charlotte, Liuva e Avril Jr

 

Alcune bambine iniziano a lamentarsi, mentre la più piccola tra tutte loro sbuffa sonoramente. “ Vi ho detto di no! “. Fa esasperata la piccola dalla chioma azzurra, mentre le amichette iniziano nuovamente ad imbronciarsi. “ Non vi posso far entrare in casa! Mio padre odia la confusione ed odia dolcetto o scherzetto, quindi no! “. Continua la bimba di circa nove anni, ma le amichette poco più grandi continuano a mantenere quel broncio.

 

“ Ma non è giusto, Avril! “. Fa ad un certo punto una di esse, ricominciando a lamentarsi rumorosamente. “ Non ci fai mai entrare in casa tua ed ora ci dici di non fare dolcetto o scherzetto! “. Continua la bambina, mentre un’altra prende parola di lì a poco.

 

“ Elisa ha ragione! Non è che i tuoi sono davvero vampiri ed ora si sono trasformati? “. Chiede accigliata un’altra, mentre Avril suda freddo: oh pensa, se solo sapessero la verità sui suoi genitori!

 

“ Ma non dire sciocchezze, Elodie! “. Protesta semplicemente la bimba dalla chioma azzurra, pregando che sua madre e, soprattutto suo padre, non sentano il baccano fuori di casa.

 

L’eterno giovane dalla chioma azzurra porta entrambe le mani alle orecchie, esasperato. D’altro canto colei che dev’essere sua moglie lo osserva, mangiando alcune caramelle. “ Liuva “. Lo chiama solamente, mentre lui sbuffa sonoramente.

 

“ Ricordami perché mai ho accettato di vivere nel mondo umano? E soprattutto, perché permetto ad Avril di frequentare quei fastidiosi esemplari di cuccioli femmine di umani? “. Chiede, stanco di sentire le grida fuori di casa: forse, una persona comune non le sentirebbe ma non lui: il suo udito di vampiro non può certamente non sentire tutto quel fracasso e la cosa lo disturba non poco.

 

“ Suvvia, sai bene che ad Halloween… “. Fa per dire la moglie, ma lui afferra alcune caramelle, le stesse che Charlotte avrebbe poi voluto consegnare ai bambini che avrebbero fatto il tradizionale “ dolcetto o scherzetto “, per poi mangiarsele quasi in un colpo solo.

 

“ Ad Halloween si vestono come noi, il giorno dopo ci danno la caccia. Ecco, come sono quegli stupidi umani “. Sbuffa sonoramente, mentre lei lo guarda accigliata.

 

“ Le ricordo maestà, che anche io sono umana “. Precisa, mentre lui la osserva altrettanto accigliato.

 

“ Ma tu sei l’eccezione che conferma la regola, così come lo erano i pochi umani con cui ho avuto a che fare. Gli altri sono stupidi “. Borbotta solamente, mentre Charlotte ride lievemente.

 

“ Ah sì? Eppure, mi risulta che anche tu sia stato umano per un po', e non solo: ancora oggi fai parte della Luna Insanguinata che, per quel che ne so, sono cacciatori. Pacifisti, ma sempre cacciatori “. A quella constatazione da parte della moglie, lui mette un lieve broncio per poi voltarsi di lato, con fare superbo.

 

“ Oh andiamo! “. Fa solamente, mentre lei si alza con il contenitore delle caramelle tra le mani.

 

“ Ma perché non ammetti che ti piace, essere nel mondo umano? E che gli umani non sono così male? “. Chiede come se nulla fosse, mentre lui la guarda con la coda dell’occhio.

 

“ Perchè li trovo davvero stupidi… “. Mormora solamente il nipote di Dracula, prendendo tra le mani i contenitore con le caramelle all’interno. “ A cosa serve, imitarci per un giorno se poi ci danno la caccia per tutti gli altri? “. Chiede, mentre la moglie riflette un momento.

 

“ Beh, su questo hai ragione: a volte, gli umani sono proprio stupidi “. Ammette mentre, questa volta lui la osserva tra il perplesso e lo strafottente.

 

“ Io ho sempre ragione “. Fa con una lieve nota di superbia, facendo tuttavia ridere nuovamente la moglie.

 

“ Allora? “. Chiede, mentre lui la fissa senza capire. “ Vai! Le bambine aspettano le loro caramelle, no? Vagliele a dare, basta che non le spaventi troppo “. Fa, lievemente severa mentre lui la guarda ancora un po', afferrando poi il proprio mantello.

 

“ Vuoi che sia io a dargliele? “. Chiede, facendo un ghigno e mostrando lievemente le zanne. “ Cacciatrice, vuoi davvero che quelle ragazzine incontrino un vero vampiro? “. Chiede, mentre lei riflette un istante. Ma distraendosi non si accorge che lui sta già per uscire dalla porta.

 

“ Come? Ehm… Liuva! Liuva, aspettami! “. Fa, inseguendolo e ricordando solo ora che, quella notte, la Luna Argento splende più luminosa che mai.

 

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