Antinomic Theory

di Jigokuko
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Δ¹. Lo sbaglio, e le lacrime. ***
Capitolo 2: *** Δ². Momentum; portatrice di vita e morte. ***



Capitolo 1
*** Δ¹. Lo sbaglio, e le lacrime. ***


Antinomic Theory: Δ¹

Lo sbaglio, e le lacrime.

On the first light of the day you march on
departure has arrived, don’t look back
avoid the darkness, stay away, stay out of sight
until you feel the blast of a shooting star


The Shooting Star - Gojira
 

   
  T

iratore in Equilibrio. La carta di cui aveva bisogno per vincere il duello era proprio nelle sue mani, pescata grazie all’effetto di Mondo Velocità 2. Subito in testa iniziò a palesarsi la scia di carte che, con la loro combo, avrebbero potuto sconfiggere Bruno— no, Antinomy ed il suo Cannone Alabarda.

Era una strategia a dir poco perfetta: Drago Stella Cadente avrebbe attaccato Cannone Alabarda, Necro Difensore azzerato i danni, Anima Enduro impeditone la distruzione e gli 800 punti di danno sarebbero stati inflitti all’avversario grazie a Tiratore in Equilibrio.
Restava solo da pescare tre mostri Tuner.

Il cuore gli martellava nel petto e tutti i suoni attorno erano ovattati, come se fosse rimasto solo lui nel silenzio più totale, assieme a quel mazzo da cui pescare. Poggiò due dita sulla prima carta.

- Attivo l’effetto di Drago Stella Cadente: – La creatura ruggì. – Svelo le prime cinque carte che sono in cima al deck, e per ogni mostro Tuner che vi trovo, mi è consentito sferrare un attacco.-
- Possiedo 1800 Life Points, se speri di poterli azzerare dovrai sferrare tre attacchi, e potrai farlo soltanto se tra le cinque carte che svelerai ci saranno tre mostri Tuner. – Un ghigno, – Un’eventualità piuttosto improbabile direi, – il quale andò ad intensificarsi. – non ti sembra di esserti dato un obiettivo troppo ambizioso?-
Ma Yusei lo guardò con sguardo risoluto, le iridi di tanzanite che sfavillavano impetuose.
- Staremo a vedere: sono pronto ad affrontare qualsiasi rischio per superare i miei limiti.-
Antinomy vacillò.
- La prima!
Bene, è il mostro Tuner Turbo Synchron.
La seconda!-
Yusei sorrise vedendo Spaventapasseri di Ferraglia, ma la preoccupazione sul volto avversario crebbe.
- Ed ecco la terza!
È un altro mostro Tuner: Nitro Synchron!
Tocca alla quarta!- Ala Scudo.
Una scossa di terremoto.
- Yusei! Tra poco entreremo nel campo gravitazionale del buco nero. Quando verremo risucchiati al suo interno, per noi non ci sarà più scampo, niente e nessuno potrà più salvarci. Se la prossima carta che pescherai non sarà un mostro Tuner, verrai scomposto in particelle, dopodiché scomparirai.-

Faceva caldo, e gli sembrava che il motore della sua duel runner facesse sempre più fatica a tirare avanti. No, invece era proprio così, quella sfera oscura stava davvero attirando entrambi a sé.
Se avesse vinto, cosa sarebbe successo a Bruno? Gli avrebbero dato la possibilità di salvare anche lui?
Non voleva morisse, non l’avrebbe mai considerato come un nemico, lui era suo amico, un fiero membro del Team 5D’s, un compagno a cui voleva bene come a tutti gli altri, poco importava se era un cyborg costruito da un pazzo proveniente da un futuro apocalittico.
Lui era importante, non poteva lasciarlo andare in modo tanto brutale, gli aveva insegnato così tante cose e continuava a farlo anche da avversario.
Iniziò a chiedersi se trovare un Tuner in quella pescata decisiva fosse davvero un bene. No che non lo era; da una parte avrebbe avuto la possibilità di salvare Nuova Domino, ma dall’altra… dall’altra avrebbe perso qualcuno di tanto, troppo importante, mentre se non l’avesse trovato…
Si rese conto che una via di scampo non esisteva: Bruno sarebbe morto comunque. L’Ingranaggio Planetario non avrebbe cessato il suo moto e la Fortezza del Destino sarebbe caduta sulla città e ucciso tutti, compreso lui.
Non restava, a suo malgrado, che pescare.

- Quinta e ultima. – Un respiro profondo. Passò un interminabile secondo. – Ci siamo!
 
Caduta della Stella Dispersa. Non era nemmeno un mostro.
Aveva pescato una trappola.
Niente avrebbe potuto salvarlo in quel momento.
Aveva perso. Yusei Fudo aveva perso. Non ricordava nemmeno l’ultima volta in cui fosse successo.
Ma non c’era bisogno di ricordarselo, perché non servivano più i ricordi. Nel buco nero ci sarebbe finito lui; era la sua fine come duellante, ed anche come persona. Se gliel’avessero raccontato qualche ora prima non avrebbe mai pensato che sarebbe morto lì, scomposto ed annullato. Per sempre.

- … Termino il mio turno.

Non attaccò nemmeno quelle due volte consentitegli. Sapeva di essere spacciato.

Antinomy spalancò gli occhi da dietro gli occhiali a specchio.
No, no, no, no! Non doveva andare così!
Le due moto entrarono nel campo gravitazionale e tutto si fece buio.
“Solo uno dei due può sopravvivere”; questa la regola alla fine dello scontro, ma lui non aveva alcuna intenzione di rispettarla. C’era un motivo se gli aveva mostrato la Delta Accel Synchro, e di certo non era per lanciarlo dentro il buco nero.

- Yusei, afferra la mia mano!

Si girò verso di lui, porgendogliela. Yusei, dapprima in uno stato di shock e confusione, ebbe l’istinto di afferrarla, e ci riuscì.

- Mi stai salvando…?-
- Tu… tu avresti fatto lo stesso con me, vero?-
- Non avrei mai abbandonato un amico, Bruno.-
- Siamo amici?-
- Tu sei parte integrante del Team 5D’s, senza di te non sarebbe mai lo stesso.-
- Yusei… sono contento di—-

La Delta Eagle, nonostante avesse un motore potentissimo, faticava a proseguire, e così faceva la Yusei Go. La forza che li stava attirando bramava entrambi all’unisono.
Strinse ancor più forte la mano all’amico, non curandosi nemmeno della possibilità di frantumargliela.

- Bruno… Bruno, è il tuo turno.-
- Che importa del duello?! Moriremo!-
- Solo uno di noi può uscire da qui, ed io ho perso. Vai avanti.-
- Tu non hai ancora perso, perché io mi arrendo. La vittoria è tua.- 

Yusei spalancò gli occhi, sorpreso dalla sua affermazione. Era la seconda volta che lo faceva, perdere contro di lui di proposito.
Perché? Perché si ostinava a falsare gli esiti dei loro scontri?
Ancora una volta, il terreno tremò sotto di loro ed il motore della sua moto si fermò all’improvviso a causa di uno scoppio, il quale fece saltare via alcuni pezzi della carrozzeria.
La frenata improvvisa fece perdere la presa ad Antinomy che, senza rendersene nemmeno conto, si ritrovò solamente con il suo guanto destro in mano.
Lo vide con i suoi stessi occhi, rimanere indietro e venire inglobato dall’oscurità.

Venne sbalzato in avanti e poi costretto ad attraversare un portale, dal quale uscì cadendo rovinosamente. Smise di rotolare solo qualche metro più avanti, dopo aver perso il casco.
Ansimò per il dolore e si guardò intorno, realizzando pian piano di trovarsi di nuovo all’interno della Fortezza del Destino. Stretto nella mano sinistra aveva qualcosa…

La chiuse a pugno, stropicciando il tessuto in ecopelle.
La visuale rossastra data dagli occhiali prima si annacquò e poi il vetro crepato iniziò a bagnarsi di lacrime salate.
Singhiozzò.
Avrebbe voluto urlare a squarciagola il nome del suo amico, ma nulla, nessun suono osava uscirgli dall’esofago.
Un errore madornale, ecco cos’aveva fatto.
Doveva solo spronarlo a dare il meglio di sé, perché solo in bilico tra la vita e la morte avrebbe potuto superare i limiti dell’Accel Synchro.
Ed invece lo aveva appena tumulato. Il buco nero non accettava una resa.

A fatica, riuscì a tirarsi in piedi e guardare di sotto: l’Ingranaggio Planetario non aveva cessato il suo moto, arrendersi non era servito a nulla.
Ormai, non c’era più modo di fermarlo.
… o forse sì?
Gli ingranaggi muovevano il Reattore Momentum, era quello a dover essere fermato, non per forza ciò che lo circondava. Doveva essere come bloccare un cuore: fuori uso quello, tutto l’organismo muore, nonostante gli organi funzionino.
Si passò un braccio sul viso per asciugare le ultime tracce di lacrime, indossò il casco e rimise in piedi la Delta Eagle, rimasta incredibilmente, a parte alcuni graffi, quasi del tutto illesa.
Ovviare al suo errore madornale, ecco cosa voleva fare. Non lasciare che la morte di Yusei fosse vana.
Percorrere a ritroso quel lungo e stretto corridoio da solo lo faceva stare solo peggio, ma non aveva tempo per piangere ancora adesso, solo dopo aver sconfitto lui -sempre se ci fosse riuscito- avrebbe potuto abbandonarsi a tutto il suo rancore.

Era lì, la creatura, su una pila di rottami e circondata da carte pietrificate.
Z-One, colui che elevava sé stesso a divinità, con le mani meccaniche sporche di sangue invisibile, prossimo ad esalare il suo ultimo respiro qualora il reattore che ne alimentava le decrepite carni avesse esaurito la propria energia.

- Ben fatto, Antinomy, hai sconfitto Yusei Fudo. Ora nulla potrà impedire alla Fortezza del Destino di cadere su Nuova Domino.- Quella voce roca e stanca riecheggiò metallica in tutto quel luogo surreale. Il suo possessore immobile.
- … Bastardo, – La prima parola uscì dalla sua gola di getto, carica di rabbia. – me lo hai fatto ammazzare, Z-One!-
- Era questo il tuo compito.-
- No, no e poi no! Il mio compito era quello di proteggerlo ed insegnargli l’Accel Synchro, non portarlo alla morte. Anche tu stesso riponevi speranze in lui, allora perché non l’hai salvato? A cosa è servito concedergli la stele e mandarmi da lui?-
- Così era scritto: il Grand Prix andava vinto ed il circuito completato, con Aporia in finale le speranze erano a zero. Raggiungere il Clear Mind precocemente era l’unico modo per permettermi di portare qui la Fortezza del Destino… Tutti voi avete avuto questo compito, amici o nemici.-
- Z-One… io ti sfido a duello.-
- Osi sfidare il divino?-
Antinomy annuì. Non c’era tempo per vacillare, era appeso ad un filo, e quella partita avrebbe letteralmente determinato il suo futuro ed anche quello della città. Tutto era nelle sue mani.
- Che la tua fine abbia inizio allora, mia miglior creazione.-

Il terreno iniziò a tremare ed il cimitero di carte cominciò a risorgere. La pietra tornò a vivere e, gigantesche, levitarono tutte all’interno di un oggetto sospeso atto a contenerle, mentre due enormi mani di ferro si risvegliarono, pronte ad essere usate dalla creatura.

- Duelliamo!

 

Turno 1: Z-One
 

LP: 4000
Mano: 5

 

- Dato che non ho mostri in campo, posso evocare specialmente Fanciulla del Tempo (Livello 1 / Atk 0 – Def 0). Questa carta funge da doppio tributo, perciò la mando al cimitero per Evocare Sadion, il Signore del Tempo (Livello 10 / Atk 0 – Def 0). I Signori del Tempo non possono essere distrutti in battaglia o dagli effetti delle carte, inoltre non ricevo alcun danno dagli attacchi in cui sono coinvolti ed all’inizio del mio turno successivo tornano nel deck.
Posiziono tre carte coperte e termino il mio turno.


Turno 2: Antinomy
 

LP: 4000
Mano: 5

Antinomy guardò le carte che aveva in mano, chiedendosi se i suoi Tecno Genio avessero davvero alcuna speranza contro il deck divino dell’avversario: c’erano T.G. Pesce Trivella, Rinoceronte in Carica, Zombie Ingranaggio e due trappole, ovvero TGX3-DX2 e Stordisci Battaglia Sonico.
Se attaccare Sadion sarebbe risultato inutile, perché non attaccare direttamente il suo possessore?

- Posiziono due carte coperte ed evoco T.G. Pesce Trivella (Livello 1 / Atk 100 – Def 800), con il quale posso attaccarti direttamente e distruggere un mostro sul tuo terreno.-
- Per il suo effetto, Sadion non può essere distrutto.-
- Termino il mio turno, a te la mossa.-

 

Turno 3: Z-One
 

LP: 3900
Mano: 1 

 

- All’inizio del mio turno, Sadion torna nel deck.
Scopro due trappole uguali: Nido degli Scarafaggi Pungiglione, ed ognuna di esse mi fa mandare cinque carte dal deck al cimitero, per un totale di dieci.
Successivamente, attivo la trappola continua Macchina Zero Ein: se questa carta è l’unica nella mia zona magie e trappole, posso prendere dal cimitero un Signore del Tempo e mischiarlo nel deck, poi posizionare Macchina Infinita Ein Sof coperta. Il mostro che scelgo di rimettere nel deck è Sandaion.
Se non ho mostri sul terreno posso evocare normalmente Metaion, il Signore del Tempo (Livello 10 / Atk 0 – Def 0), per poi attaccare il tuo Pesce Trivella.
Termino il mio turno e, con la fine di esso, dato che Metaion ha attaccato, tutte le carte che avevi sul terreno ti ritornano in mano, e per ognuna perdi 300 Life Points. 


Turno 4: Antinomy
 

LP: 3100
Mano: 6

 

Metaion era un mostro potentissimo, come in realtà lo erano tutti quelli posseduti da Z-One. Quando era ancora un essere umano ne aveva sentito parlare, ma non immaginava esistessero davvero -o forse, non voleva affatto crederci-.
Gli aveva tolto quasi un quarto dei Life Points solo attivando un effetto e senza nemmeno prendersi quei miseri cento punti di danno che gli sarebbero spettati attaccando un mostro più debole del suo.
Pescò, aggiungendo alla sua mano T.G. Raptor Impulso. Da quel che ne sapeva, Metaion era l’unico del deck a rimandare in mano le carte perciò, guardando le sue, gli venne un’idea che, se avesse funzionato, alla lunga l’avrebbe portato alla vittoria.

- Evoco T.G. Rinoceronte in Carica (Livello 4 / Atk 1600 – Def 800) e dalla mia mano attivo l’effetto di T.G. Zombie Ingranaggio: diminuendo di 1000 punti l’attacco di Rinoceronte, posso evocare specialmente questa carta sul terreno (Livello 1 / Tuner / Atk 600 – Def 0).
A questo punto unisco Rinoceronte in Carica a Zombie Ingranaggio: Livello totalizzato 5, regolatore aperto, riscaldamento propulsore completo, trasmissione dati effettuata. Evocazione Synchro: appari T.G. Guardiano Stellare! (Livello 5 / Synchro / Tuner / Atk 100 – Def 2200).
Attivo l’effetto di Guardiano Stellare: quando synchro evocato posso prelevare dal cimitero un mostro “T.G.” ed aggiungerlo alla mia mano: io scelgo T.G. Zombie Ingranaggio.
Se sul mio terreno è presente un altro mostro “T.G”, posso evocare specialmente T.G. Raptor Impulso (Livello 1 / Atk 400 – Def 300). Tramite il suo effetto abbasso l’attacco di Raptor ed evoco nuovamente Zombie Ingranaggio.
Ora unisco Raptor Impulso e Zombie Ingranaggio, per evocare tramite sincronizzazione T.G. Recipro Libellula (Livello 2 / Synchro / Atk 300 – Def 300).
Posiziono due carte coperte e termino il turno.

 

Turno 5: Z-One


LP: 3900
Mano: 1

 

- Scopro la trappola Macchina Infinita Ein Sof e ne attivo subito l’effetto: prelevo dal cimitero Gabrion, lo mischio nel deck e posiziono coperta Luce Infinita Ein Sof Ohr poi, dato che Metaion è tornato nel deck ad inizio turno, posso evocare normalmente Raphion, il Signore del Tempo (Livello 10 / Atk 0 – Def 0).
Con Raphion attacco il tuo Guardiano Stell—-
- Attivo una trappola: Stordisci Battaglia Sonico, con la quale nego l’attacco e posso evocare specialmente dal deck un mostro di Livello 4 o inferiore, ed io scelgo Cyber Mago (Livello 1 / Tuner / Atk 0 – Def 0).-
- … Il mio turno finisce qui.-

 

Turno 6: Antinomy
 

LP: 3100
Mano: 2

 

- Attivo la trappola TGX3-DX2: scelgo tre mostri “T.G.” nel mio cimitero e li mischio nel deck, poi pesco due carte. Riprendo T.G. Rinoceronte in Carica, Zombie Ingranaggio e Raptor Impulso.

Nonostante la rabbia, un sorriso impercettibile si fece strada sul suo volto. Entrambe le carte pescate erano proprio quelle che gli servivano. La vittoria era vicina, lo sentiva. Poteva farcela, poteva batterlo.

- Unisco Cyber Mago con Combattente Fuciliere di Livello 1 e T.G. Lupoguerra di Livello 3 che si trovano nella mia mano per evocare tramite sincronizzazione T.G. Iper Bibliotecario (Livello 5 / Synchro / Atk 2400 – Def 1800). Quando un mostro Synchro viene evocato, posso pescare una carta dal deck.
Ora unisco Recipro Libellula di Livello 2 e Iper Bibliotecario di Livello 5 a Guardiano Stellare di Livello 5: il livello è al limite massimo, regolatore aperto, via libera! Che il potere dell’Infinito superi la barriera spaziotemporale e raggiunga un mondo ignoto. Ci siamo, Delta Accel!
È il momento: mostrati a noi, Cannone Alabarda Tecno Genio! (Livello 5 / Synchro / Atk 4000 – Def 4000)

A quel punto, Cannone Alabarda si mostrò in tutta la sua potenza: mastodontico, imbattuto. L’aveva evocato, la sua speranza era proprio lì, davanti ai suoi occhi meccanici.
L’ultimo bagliore nella presunta ultima notte di Nuova Città di Domino.

- Attivo la carta magia continua TGX300: tutti i mostri “T.G” guadagnano 300 punti di attacco per ognuno di loro presente sul terreno. E con questo concludo il turno. – Ma, in realtà, qualcosa voleva ancora dirglielo. – Z-One, ormai sei alle strette. Anche se mi hai costretto a fare del male… io non voglio che tu scompaia.
Yusei mi ha insegnato a non abbandonare gli amici, e tu sei stato il mio migliore amico per un’infinità di tempo. Smettiamo di combattere, per favore.-

 

Turno 7: Z-One
 

LP: 3900
Mano: 1

 

Antinomy aveva appena fatto una cosa ritenuta irrealizzabile: raggiungere la Delta Accel Synchro senza l’ausilio della velocità, fermo sulle sue gambe robotiche, con il duel disk infilato nel braccio destro e le carte nella mano sinistra.
Impossibile, per un umano. Ed infatti lui non lo era.
L’aveva costruito in modo tale che potesse simulare ogni emozione quando e come gli pareva per sembrare più reale, e lui gli si era ritorto contro inscenando un duello turbo nella sua mente e combattendone uno normale con il suo corpo.
Nonostante rimanesse immobile, vedendo Cannone Alabarda il vecchio si sentì vacillare. Quel Synchro era molto, troppo potente.
… Cosa stava pensando? Lui possedeva le dieci divinità della Cabala Ebraica, e la scala delle Sĕfirōt era quasi al completo.
Presto, colui che vi stava in cima, il Padrone, sarebbe disceso tra i mortali.

- Mando al cimitero Macchina Infinita Ein Sof per attivare Luce Infinita Ein Sof Ohr—-
- Z-One, fermati! Non farlo!- Decise di ignorarlo.
- Dato che non ho mostri sul terreno, evoco Kamion, il Signore del Tempo (Livello 10 / Atk 0 – Def 0).-
- Attivo l’effetto di Cannone Alabarda: quando un mostro viene evocato, posso negarne l’evocazione e distruggerlo.-
- … attivo l’effetto di Fanciulla del Tempo nel mio cimitero: bandendola, posso evocare un Signore del Tempo dal mio deck, ed io scelgo Lazion (Livello 10 / Atk 0 – Def 0).-
- Attivo di nuovo l’effetto di Cannone Alabarda e distruggo anche lui.-
- …-
- Ti prego… ormai sta diventando una guerra di logoramento. Non può più andare avanti in questo modo.-
- Termino il mio turno.- 

 

Turno 8: Antinomy
 

LP: 3100
Mano: 2

 

Non ci poteva credere. Piuttosto che arrendersi e vivere, Z-One aveva appena deciso di farsi devastare dal suo mostro. Sapeva di non avere più alcuna possibilità, ma non si era fermato.
Voleva salvarlo, come aveva tentato di salvare Yusei, però il destino, a quanto pare, per lui aveva sempre piani totalmente diversi.

- … Attivo la carta magia Ehi, Ritorno! e faccio tornare in mano ad entrambi i giocatori le carte magia e trappola presenti sul terreno. Non essendo più in campo TGX300, Cannone Alabarda perde 300 punti di attacco, tornando a 4000.
Pensaci, per favore. Posso fermarmi.-
- Smettila di perdere tempo, Antinomy. Il più forte è destinato alla vittoria, ed a quanto pare ti ho costruito così bene da superare il divino. Se continuerai a temporeggiare, la Fortezza cadrà.-
- Cannone Alabarda, azzera i suoi Life Points.-

Lo aveva detto con tutta la sfrontatezza di cui era capace, ma in realtà stava morendo dentro, mentre vedeva il suo mostro prendere la mira e sparare direttamente addosso all’avversario.
Z-One venne colpito in pieno e successivamente sbalzato via assieme a quelle gigantesche mani robotiche ed al porta deck.

- Z-ONE! Z-ONE! – Urlò, senza ricevere risposta. – Z-ONE, DOVE SEI?!-

La terra sotto di lui iniziò a tremare molto forte, tanto da fargli faticare a restare in equilibrio. Cosa stava succedendo, adesso? L’aveva sconfitto, no? Allora perché la Fortezza non stava tornando nel futuro?
… il reattore.
Z-One non aveva un collegamento diretto con esso. Era nei guai.
All’improvviso, la cupola sopra la sua testa cominciò ad illuminarsi di luce iridescente, per poi iniziare a dissolversi dalla sua cima, fino a scomparire. Con orrore si rese conto di un particolare: in “cielo”, Nuova Città di Domino era estremamente vicina, ed alcuni palazzi della Fortezza stavano iniziando a sgretolarsi e cadervi sopra.
Era sempre stato a testa in giù senza accorgersene?
Cosa fare… cosa? Non aveva idea di come fermare il reattore, a quel punto.
Era stato tutto inutile? Aveva ucciso ben due delle persone a lui più care per nulla? Quei suoi sbagli, uno dopo l’altro, avrebbero segnato la fine di quella città che ormai aveva imparato ad amare?

Un forte ruggito squarciò l’aria di quell’alba imminente, una serpe alata costituita di fiamme vive si stagliò prima in cielo ed in seguito tutta attorno allo strumento di morte in caduta. Gridò stridente ancora una volta e si ritrovò sollevato lentamente da terra assieme alla Delta Eagle. Il drago lo trasportò lontano da là, fino a posarlo delicatamente sul pavimento in cemento dell’altopiano di Nuova Domino, per poi tornare indietro.
Di colpo, la Fortezza del Destino iniziò a dissolversi com’era arrivata e la creatura, scortata dalla luce del sole appena nato, portò in quel posto anche Aki Izayoi, Jack Atlas, Crow Hogan, i gemelli e Sherry LeBlanc.
Ci furono pochi, interminabili, secondi di silenzio prima che la voce preoccupata dell’ex Rosa Nera potesse giungergli preoccupata alle spalle.

- Dov’è Yusei…?-
- Lui… non c’è.- Disse, in un mormorio, mentre nella mano sinistra stringeva ancora il suo guanto in pelle.
- In che senso “non c’è”?! – Stavolta, fu Jack a parlare. – E si può sapere chi sei?-

Antinomy finalmente si voltò, mentre si toglieva gli occhiali che nascondevano quelle inconfondibili iridi di un grigio metallico, quasi viola. La luce dell’alba colpì violentemente la sua figura, illuminando il contorno del suo corpo.

- Il suo assassino.

 

Antinomic Theory: parte uno
Fine


Angolo autrice
Ma buonasera, anche se non è sera.
Vi aspettavate me ne uscissi così a caso con una nuova storia? :D
Spero di avervi sorpresi, soprattutto sul tema e perché HO SCRITTO UN DUELLO! Ammetto di averlo fatto per non arrivare ad Antithesis completamente allo sbaraglio come sono solita fare, ma come avevo già detto qualcuno avrei voluto inserirlo e mi sembrava figo provare a metterne uno qua. Non linciatemi se è scritto male, imparerò dai miei errori. :3
L'idea di scrivere questo what if angst non è tutta mia, lo ammetto, infatti l'ispirazione l'ho presa da qui, ma ho comunque cercato di renderla il più personale possibile.
Per questo piccolo progetto ci ho messo letteralmente tutta l'estate, a causa dei miei continui blocchi e poca voglia di fare, ma ho finalmente tutto pronto e posso finalmente pubblicare!
Salvo imprevisti, il prossimo ed ultimo capitolo uscirà tra una settimana esatta, intanto ditemi cosa ne pensate fino a qui.
Quella a lato sarebbe dovuta essere un'illustrazione di "copertina", ma come potete vedere lo sfondo e il soggetto sono sminchiati tra loro e Antinomy sembra gigante... :') ve la faccio vedere comunque perché quegli edifici in prospettiva li ho fatti tutti a mano ed è stato un parto.
Detto ciò vi saluto, ci vediamo presto sia con Antithesis che con il capitolo finale.
Ciau!


Jigokuko

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Capitolo 2
*** Δ². Momentum; portatrice di vita e morte. ***


Antinomic Theory: Δ²

Momentum; portatrice di vita e morte.

   
  P
 

er Nuova Domino, Bruno Borrelli era un eroe. Perché loro non sapevano. Loro erano ignari di quale fosse stato il vero percorso che l’aveva portato alla sconfitta di Z-One ed alla ritirata della Fortezza del Destino.
Non avevano idea che, là dentro, con Z-One ed Aporia il ladro di Synchro, ci fosse morto anche Yusei Fudo, colui che solamente un anno prima aveva ottenuto il titolo di Re alla Fortune Cup, poco più tardi salvato tutti dai Predestinati Oscuri ed il Signore degli Inferi e, subito prima di sparire, giocato anche un ruolo fondamentale nel raggiungere il primo posto al World Racing Grand Prix.
Chi era ormai, la “Stella Cadente del Satellite” -anche se sarebbe stato meglio chiamarlo “ascendente”-? Il nulla, perché le mode erano passeggere, ed alla gente non è che importasse poi così tanto della sorte di uno sconosciuto. “Stella Cadente”, dopo la dipartita, aveva finito per diventare per davvero un appellativo adatto a lui.
Ma Bruno si rifiutava di pensarla a quel modo, nonostante quell’astro avesse cessato di brillare proprio a causa sua. E quell’istante in cui si erano separati definitivamente lo perseguitava -giustamente- con costanza, formandogli un buco nel petto.
Aveva iniziato a credere, però, che tutte quelle emozioni tanto forti fossero false, che in realtà non le stesse provando davvero; una blanda imitazione, ecco cos’erano. Lui era un cyborg, un essere artificiale, creato ad immagine e somiglianza di un umano vissuto in un futuro devastato e lontano, a cui erano state inculcate emozioni e sensazioni solamente con l’atto di ingannare non solo la sua prima vittima, ma anche chiunque gli stesse intorno… e sé stesso.

- Sistema Fortune attivato e perfettamente funzionante; nessun errore o tentativo di hackeraggio. Congratulazioni professor Borrelli, ce l’ha fatta.

Uno scroscio di applausi invase la stanza illuminata dalla luce iridescente dell’Energia Moment.
Glielo aveva confidato Yusei tempo prima: voleva rimediare allo sbaglio di suo padre perfezionandone il lavoro e permettendo non solo a Nuova Domino, ma all’intero mondo di usufruire di quelle particelle da cui aveva ereditato il nome. Anche “Fortune” era un nome scelto da lui e Antinomy si era sentito in dovere di esaudire questo suo desiderio, forse come modo per espiare le proprie colpe.
L’unico risultato, però, fu prendersi involontariamente meriti che non aveva assolutamente diritto di avere. Alla fine, aveva “rubato” l’idea ad un morto e probabilmente gli amici di esso lo stavano odiando ancor più a causa di ciò.
Qualunque cosa facesse non sarebbe mai servita a nulla, perché a morire ci era andata la persona sbagliata, e nel mondo un posto per lui non avrebbe, in nessun caso, avuto modo di esistere. Un’esistenza inutile, nata dall’ambizione di un pazzo, che di realistico non poteva fare nulla, neanche del bene, perché in realtà macchina, e tutto ciò era frutto di un programma.

- … Senza il vostro aiuto non ci sarei mai riuscito, devo ringraziare anche voi, che mi avete sempre sostenuto. Ora Fortune potrà collegare e stabilizzare tutto il mondo, siate fieri di aver partecipato.

Il sindaco Jaeger non si era mai fatto vedere durante tutto lo sviluppo del progetto. Probabilmente aveva acconsentito alla sua realizzazione solamente perché l’idea era originariamente appartenuta a Yusei, ma era certo lo odiasse per la sua appartenenza ad Iliaster, ancor peggio per esser stato uno dei suoi vertici. Quell’organizzazione l’aveva manipolato per talmente tanto tempo, sia attraverso Rex Godwin che, successivamente, tramite i tre imperatori, non poteva fargliene una colpa.
Essere appartenuto alle Quattro Stelle della Distruzione ed esserne anche sopravvissuto lo rendeva letteralmente un criminale.
Al momento non aveva intenzione di pensarci, il suo obiettivo primo era quello di non dimenticare le vite che aveva involontariamente mandato in frantumi, poco importava cosa pensavano gli altri di lui. Un assassino rimaneva sempre un assassino.



 

Aki Izayoi, ormai da alcuni giorni, era finita in un turbine di emozioni che alternava rabbia isterica a completa disperazione. Quando quel mostro aveva apertamente detto di aver ucciso Yusei, non aveva retto lo shock improvviso ed aveva perso i sensi.
Era come se il suo cuore avesse cessato di battere nello stesso istante in cui quella notizia le era giunta alle orecchie.
Yusei. Morto.
Era stato Bruno.
Perché? Credeva fossero amici, lo credeva a tutti gli effetti un membro del Team 5D’s, una persona su cui contare.
Avevano riso così tanto assieme in quei mesi, il tempo passato a divertirsi gli aveva permesso di integrarsi talmente bene da farlo sembrare l’amico di una vita, come se fosse sempre stato lì.
E invece no, niente di tutto ciò era vero, era bastato lasciarli soli un attimo ed in un baleno l’uomo che amava non esisteva più. Quella del super meccanico gentile, contro la violenza e buono come il pane era solamente una facciata e lei, come tutti gli altri, ci era cascata in pieno. Chi più chi meno, ma sicuramente Yusei era stato quello a riporre le maggiori speranze in lui.

Non aveva più avuto il coraggio di andare a scuola, andare a trovare Haruka in ospedale od anche solo uscire di casa. Il ragazzo del Satellite aveva dato un senso alla sua esistenza, ma cosa rimaneva di lei, ormai?
Sapeva che lui non avrebbe mai voluto una reazione simile da parte sua, eppure ci era cascata con tutte le scarpe. Si dice che ci si rende conto dell’importanza delle cose solamente dopo averle perse, ma per Aki era sempre stato diverso. Yusei rappresentava un pilastro, ed esso si era sgretolato all’improvviso, senza darle il tempo di sorreggersi.

Stringeva tra le mani, per l’ennesima volta, la foto del Team 5D’s alla vittoria del WRGP nel momento in cui il campanello suonò.
Rimase immobile sul suo letto per un po’, indecisa su cosa fare. Era sola in casa, quindi sarebbe dovuta andare lei a vedere chi fosse in ogni caso.
Normalmente avrebbe ignorato il trillo, si sarebbe girata dall’altra parte ed avrebbe atteso che la persona se ne andasse, ma si sentì… strana, obbligata ad andare a vedere.
Decise di farlo. Ripose con cura il quadretto sul comodino, infilò le pantofole e scese al piano di sotto con una certa fretta.
Fu quando aprì che si pentì di averlo fatto, nello stesso istante in cui incontrò quei profondi e metallici occhi grigi. L’istinto la fece ritrarre e sbattergli la porta in faccia; gesto che fallì, perché lui, veloce come un felino, ci mise il piede in mezzo, impedendoglielo.

- Non sono qui per chiedere perdono—-
- Va via.- Lo disse in un sibilo, non riuscendo a guardarlo in faccia.

Invece di parlare di nuovo, le porse la mano: teneva stretto un oggetto che prima non identificò, ma poi lo riconobbe ed il cuore saltò un battito.
Quella pelle marrone, che aveva sfiorato, toccato così tante volte… il guanto destro di Yusei.
Aki lentamente alzò lo sguardo; l’espressione di Bruno era mortificata, eppure tentava di trattenerla e mostrarsi serio ed austero.

- Questo è tutto ciò che mi è rimasto di lui, ma vorrei lo avessi tu. Ne hai il pieno diritto.-
- È colpa tua.-
- Lo so, Aki.-

Le lasciò l’oggetto e, senza dire altro, se ne andò con le mani in tasca.

- Io… io ti odierò sempre, Bruno!

Gli urlò lei, guardandolo allontanarsi. Rispose con un sorriso.
Se lo meritava.
 


 

Jack Atlas avrebbe voluto sbagliarsi dopo tutto quel tempo passato, ma alla fine il suo istinto aveva visto giusto: quel tizio smemorato un nemico lo era per davvero.
Il problema era che aveva vinto, e non era stato sconfitto come tutti i cattivi di cartoni animati e fumetti.
La realtà si era rivelata ben peggiore.
Che ci fosse andato Yusei di mezzo, era forse la parte più tragica. Nessuno si sarebbe aspettato la sconfitta dell’ormai imbattuto Yusei Fudo, né che quel meccanico bonaccione e svampitello del loro team fosse in realtà un cyborg o quel che era costruito da un pazzo con la plastica facciale ad immagine e somiglianza del suo amico.
Più ci pensava e più tutto ciò diventava assurdo e tragicomico, eppure la realtà era quella e da riderci non c’era proprio niente.
Yusei, con la sua forza e determinazione, aveva sempre fatto da collante alla loro improbabile squadra ed ora che non ci sarebbe più stato, non aveva alcun senso essere “i Predestinati”.
Il Team 5D’s era morto nell’istante in cui “Bruno” li aveva traditi ed aveva lanciato l’avversario in quel buco nero.

Provava odio, un enorme odio nei suoi confronti, mescolato ad un altrettanto vasto senso di rabbia.
Perché aveva finalmente imparato ad accettare la sua presenza, a fidarsi di lui.
E, appena abbassata la guardia, ecco che è uscita la sua vera natura.
Aveva visto Aki crollare di colpo e l’aveva sorretta, ma il dolore della notizia era tale che gli era risultata pesante quanto un macigno. Lei non se lo meritava, nessuno si meritava quella perdita.

Perché? Aveva domandato.
Perché il destino ha deciso questo. Gli venne risposto.

Il destino… entità contro la quale Yusei aveva costantemente marciato. Quasi gli era venuto da ridere a quella frase, ma la verità era che gli avrebbe solamente spaccato la faccia se non fosse stato per la presenza dei bambini.
Se si fossero incontrati di nuovo non avrebbe esitato a farlo.
 


 

Crow Hogan aveva sentimenti decisamente contrastanti a riguardo. Voleva davvero bene a Bruno, ed insieme a Yusei era stato ben felice di accoglierlo nel loro team dopo aver appurato che fosse una brava persona, ma ora...?
Cos’era “Bruno”, per lui?
Non riusciva ad odiarlo fino in fondo, non era quel tipo di persona pronta a detestare a morte colui che un tempo era stato un grande amico, eppure quel tremendo gesto era un grosso fardello da superare, sicuramente anche per Antinomy stesso.
Una vita per una vita.
Spesso, si era ritrovato a domandarsi se qualcuno avrebbe mai odiato Yusei in caso fosse accaduto il contrario, o anche solo provato risentimento nei suoi confronti. Aki sarebbe svenuta? Jack arrabbiato? I bambini avrebbero pianto?
Non poteva dirlo con certezza, eppure non gli sembrava equo.
Bruno era sempre stato l’“ultimo arrivato”, ma gli altri membri del Team 5D’s lo consideravano importante tanto quanto la “vecchia guardia”?
Non si sentiva di provare disprezzo dopo tutto l’impegno per riuscire a salvare almeno Nuova Città di Domino... dubitava sarebbero riusciti a sconfiggere Z-One senza la sua formidabile Delta Accel Synchro.
E di questo gliene era infinitamente grato, perché tante vite erano state salvate, comprese quelle dei bambini che tanto amava.
Yusei sarebbe stato fiero di lui.
Odiare un salvatore era crudele.

Dopo la sparizione del Satellite fluttuante aveva fatto per un po’ l’agente di sicurezza -ancora non ci credeva... Crow Hogan poliziotto? Solo qualche anno prima l’avrebbero sicuramente deriso se se ne fosse uscito con un’idea tanto scema-, poi aveva capito che il suo vero posto era sì in sella all’amata Blackbird, ma all’interno di un circuito, perciò decise di seguire l’esempio di Jack e tentare l’ascesa come duellante professionista.
Inutile dire che quando la sua moto aveva bisogno delle migliori cure, l’unico di cui si fidava era proprio Bruno, il quale accettava sempre con grande piacere.
Quando accadeva passavano spesso molto tempo a parlare, e nonostante cercassero costantemente di evitare quell’argomento, qualche minuto delle loro conversazioni era sempre dedicato a lui.
E ne onoravano la memoria, con qualche lacrima che sfuggiva di tanto in tanto.
Ogni volta che vedeva quanto gelosamente custodiva l’iconica foto del team al completo, comprendeva sempre più quanto fosse difficile provare rancore per quel pover uomo pieno di sensi di colpa.
 


 

Rua e Ruka erano davvero tristi per la dipartita di uno dei loro più cari amici, ma nonostante avessero pianto a dirotto per giorni, non ce l’avevano affatto con Bruno.
Avevano capito subito quanto anche lui stesse soffrendo per il suo “errore”, non importava se era in realtà una macchina, un cyborg, un robot, era umano tanto quanto loro, con vere emozioni ed un vero cuore.

Ruka era stata la prima a rendersi conto dei sentimenti provati dal suo amico, che odiarlo non sarebbe stato giusto.
Bruno -perché ormai era quello il suo nome- aveva salvato un’intera città e nessun membro del Team 5D’s gli era stato riconoscente a causa di quell’unica perdita. Nemmeno lei avrebbe mai voluto accadesse, ma era cosciente che purtroppo da quella dimensione infuocata poteva uscire solamente una persona, e quella volta era capitato a Yusei morirci dentro.
Erano tutti vivi grazie a lui, però attorno aveva solo rabbia e risentimento, e questo alla ragazzina faceva incredibilmente pena.
Non se lo meritava, perché il desiderio del suo più grande amico lo aveva esaudito, prima vincendo contro Z-One e poi costruendo il Sistema Fortune.

Ci aveva messo un po’, ma con tali argomentazioni era riuscita a convincere anche il fratello a rivedere la rabbia nei suoi confronti.
Inizialmente ne aveva provata davvero parecchia e tra lacrime e moccio ripeteva quasi ogni giorno che con le sue carte avrebbe vendicato Yusei, che non aveva per nulla paura di lui e tante altre frasi tipiche della sua determinazione, ma quando aveva capito di aver sbagliato a pensare tanto male, aveva pianto ancor di più, urlando una marea di scuse nonostante il soggetto non fosse lì presente.
Rua era stato quello che aveva trattenuto meno lacrime dopo l’evento, non era mai riuscito a contenersi alla notizia che non avrebbe mai più rivisto il suo grande amico e modello Yusei. Quando aveva ottenuto il Segno del Drago ed era diventato un Predestinato trepidava nel volerlo mostrare anche a lui, voleva sentirsi dire “bravo, ce l’hai fatta”, e invece niente, doveva solo immaginarselo.

La fortuna dei gemelli era che ognuno di essi poteva contare sull’altro in ogni istante, mentre Bruno era rimasto da solo.
Per tale motivo erano soliti fargli visita quasi tutti i giorni dopo la scuola, o almeno finché non arrivò l’estate, quando i loro genitori li contattarono.
Volevano essere raggiunti.
Entrambi non erano sicuri di accettare; Nuova Città di Domino conservava tutto ciò che erano diventati, bellissimi e tragici ricordi serviti a farli crescere come persone, ormai la loro casa era quella, lasciarla sarebbe stato giusto?

Anche Aki, Jack e Crow erano ormai partiti, chi per studiare chi per gareggiare, gli ultimi rimasti erano proprio loro ed il meccanico, al quale chiesero un’opinione.
La sua risposta fu di inseguire i propri sogni, viaggiare e visitare posti nuovi finché erano in tempo, perché tanto la città non si sarebbe mossa ed avrebbe conservato tutti i ricordi, e che ovviamente li avrebbe potuti aspettare anche in eterno data la sua natura di non-più-umano.
Quell’opinione venne ascoltata, ed anche i più giovani partirono, non mancando però di chiamare spesso ed inviando un sacco di foto e cartoline raffiguranti quei fantastici luoghi che visitavano.

Bruno conservava sempre tutto in un cassetto.
 


 

Nemmeno Sherry LeBlanc provava sentimenti negativi nei suoi confronti; anzi, credeva che odiarlo fosse davvero egoistico da parte sua, essendo stata anche lei in combutta con Z-One in un certo periodo.
Poteva dire di provare sentimenti simili, di aver contribuito alla disfatta di Yusei unendosi al nemico, ma per chissà quale motivo le era stata concessa una grazia nonostante il suo fallimento.
A volte il mondo sembrava girare al contrario: un nemico viene sconfitto e sopravvive, un eroe perde la partita e finisce disintegrato in un buco nero.
Tutto ciò avrebbe portato a qualcosa di terribile prima o poi, lo sentiva, come la rotazione negativa del reattore aveva distrutto e diviso Nuova Domino vent’anni prima, la morte di Yusei Fudo aveva fatto lo stesso con il Team 5D’s.
La donna si sentiva davvero in colpa per non aver fatto in modo che Yusei non entrasse nella Fortezza. Gliel’aveva detto, sarebbe morto lì, ma poi più nulla, si era limitata a guardare ed a duellare contro Aki e Crow.
Sapeva però che nessuna parola o gesto l’avrebbe mai potuto fermare, perché Yusei Fudo era fatto così: non avrebbe mai abbandonato la sua città, né i suoi abitanti. Eppure tutto ciò alimentava il suo senso di colpa, magari se non si fosse unita a Z-One la storia sarebbe finita in un altro modo.
Una volta glielo chiese, a quella creatura, perché fosse tanto interessata a quel ragazzo, ed essa rispose: “perché a lui non serve fingere di essere una brava persona”.
Sul momento non capì ma, quando venne a sapere cosa si nascondeva sotto quella maschera di ferro, tutto si fece nitido in un istante.
Bruno, che lo conosceva da un incredibile numero di anni, le aveva raccontato la sua storia, sin da quando l’aveva conosciuto proprio con le sembianze di Yusei, e a Sherry quell’uomo finì per fare pena.
Tutto ciò che voleva era salvare la sua Nuova Domino, ma era tutto finito in tragedia. Sperava solo che con la sua sconfitta non sarebbero incappati nuovamente in un futuro apocalittico con un conseguente loop infinito di morte.

- Anche oggi il tramonto è splendido, non è vero, Bruno?-
Il giovane voltò il capo in sua direzione, osservandola con i suoi occhi grigi e sbattendo più volte le palpebre. Non era da lei dire cose del genere.
- È sempre uguale, cosa cambia?-
Un sorriso amaro.
- Nulla, e questo grazie a te.-
- E cosa avrei fatto, scusami?-
- Tutto questo: – La donna allargò le braccia quasi in modo teatrale, mostrandogli l’immensità di quei grattacieli che pian piano sparivano all’orizzonte. – hai permesso a tutti i suoi abitanti di godersi questa splendida luce, ancora ed ancora.-
- Anche Yusei ci sarebbe riuscito, io ho solo tappato i buchi in modo frettoloso, l’hai visto anche tu.-
- Sta zitto, Antinomy.-
Z-zitto...?-
- Non mi importa se non vuoi alcun merito. Per me, per la città, rimarrai un eroe. Se provi ancora a contrariarmi ti do un pugno in testa.-

 

Antinomic Theory
Fine


Angolo autrice
Hello. Sì, lo so, oggi non è ieri-
Guardate che non è colpa mia (una volta tanto) se non ho mantenuto la promessa-!
Spero mi perdoniate, anche se questa storia non se l'è cagata nessuno. Allora è vero che dovrei mettermi a scrivere solo pornazzi adolescenziali con protagonisti Harry Styles/Justin Bieber/ i BTS e la squinzia di turno. ... vedrò.
A parte questo, spero comunque vi sia piaciuta questa mini storia, alla prossima! :D

Jigokuko

 

 

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