Convivenza forzata.

di Clover
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'appartamento. ***
Capitolo 2: *** Lui e lei: due opposti. ***
Capitolo 3: *** Inizia la vera e propria convivenza. ***
Capitolo 4: *** Jack! ***
Capitolo 5: *** Cantarella. ***
Capitolo 6: *** Il nuovo arrivato. ***
Capitolo 7: *** Sospetti. ***
Capitolo 8: *** Sorella. ***
Capitolo 9: *** A casa del killer. ***
Capitolo 10: *** Quando si dice ***
Capitolo 11: *** Loro, la Ferrari e tutto il resto. ***
Capitolo 12: *** Sid. ***
Capitolo 13: *** L'apetta ***
Capitolo 14: *** Jack & Scarlet, Gabriel & Madelaine. ***
Capitolo 15: *** Coraggio! ***
Capitolo 16: *** Perdonami amore mio ***
Capitolo 17: *** Sweet Dreams My Angel ***



Capitolo 1
*** L'appartamento. ***


Convivenza forzata

                                                               Convivenza forzata.

 

L’appartamento.

 

                                                  

                                                              AFFITTASI APPARTAMENTO. TRE STANZE, UN BAGNO, UNA CUCINA,

                                                                              UN SALOTTINO, DUE BALCONI ED UN TERRAZZO.

                                                                              450 euro AL MESE.

                                                                               CONTATTARE IL NUMERO 3#3189### OPPURE IL NUMERO 3#2275###

 

 

“E’ quella che fa per me.” Una ragazza ride soddisfatta richiudendo il giornale. Scosta una ciocca rossa sfuggita alla coda, e prende il suo vecchio cellulare. Compone il primo numero “Il cliente da lei chiamato non è al momento raggiungibile…” sbuffa Perfetto!  

Compone il secondo. Dopo due squilli risponde una voce femminile, molto squillante “Si?”

La ragazza tentenna un istante prima di rispondere “Buongiorno…mi chiamo Madelaine, chiamo per l’appartamento…”

“Buongiorno.” La persona dall’altra parte della cornetta sembra rinata “Se vuole posso farglielo vedere prima di affittarlo!” E’ invasa dall’entusiasmo.

“Si, dove possiamo vederci?” non conosce bene quella zona, potrebbe perdersi facilmente, perciò preferirebbe darsi un appuntamento lì, in modo da imparare la strada tranquillamente.

“Possiamo vederci nel palazzo dell’appartamento verso le sei, purtroppo sono ancora in ufficio” si scusa la donna dall’altra parte del telefono.

“No problem. So arrivarci. A dopo allora!” Ecco, l’ho fatto di nuovo, ed adesso come faccio ad arrivarci? Si guarda intorno spaesata Mezzi o taxi?  Non vede taxi, e non è tanto contenta di dover spendere i soldi che le sono rimasti. “Non so dove sia una banca.”

Alla fine opta per i cari e buoni mezzi, con la sua dolce e tenera tessera per gli autobus.

Parla con il conducente, una decina di fermate ed è arrivata.

 

*********************  

 

Un uomo sta leggendo l’avviso in un’agenzia “E’ l’ideale. Compone il primo numero, e dopo parecchi squilli risponde un uomo “Pronto?”

“Salve mi chiamo Gabriel, volevo vedere quell’appartamento. E’ possibile incontrarci? Possiamo vederci lì.”

“Non c’è problema, facciamo verso le 6?”

“Alle sei. Arrivederci.”

Dopo aver rimesso il cellulare nella giacca, se la sistema e si mette gli occhiali da sole. Deve percorrere un tratto con l’autobus, e passare per alcuni palazzi. Conosce bene quel posto.

Attende alla fermata l’autobus. Un gruppetto di ragazzine lo guarda e ride. Poverine, non sanno che può benissimo sentire i loro commenti ‘casti e puri’? Pensandoci bene, in effetti non hanno tutti i torti, anche lui si sarebbe trovato… come dicono?

Figo.

Si gira dalla loro parte e sorride, poi si rigira guardando la strada. Sente un gridolino eccitato venire dalla loro direzione.

Fascino.

L’autobus arriva, aprendo le porte e facendolo salire sopra, mentre le ragazzine sbuffano deluse.

Aaaah, beata gioventù!  Sghignazza divertito Ormai non ne faccio più parte…

 

Una persona attira l’attenzione di Madelaine, Che uomo! Si ritrova a pensare Sembra un modello… alto… bei lineamenti… vestito elegantemente…

Le passa oltre senza degnarla di un minimo sguardo, E che mi aspettavo? Che mi cadesse ai piedi?

Odorò l’aria, per un attimo aveva potuto sentire il suo profumo, fresco…

Dopo qualche minuto si liberano due posti, e la ragazza si siede accanto al finestrino.

Chissà come sarebbe stato il suo appartamento? Sicuramente era grande! Però le avevano detto che di notte non era un bel posto per andarsene in giro… di nuovo il profumo di quell’uomo le inebria i sensi.  Si gira, e lo vede sedersi accanto.

Madelaine non osa guardarlo direttamente, anche se la tentazione è tanta, perciò si accontenta di guardarlo con la coda dell’occhio, ogni tanto…

L’uomo sembra non accorgersene, Infondo gli  occhi sono fatti per guardare, ride, è colpa sua che è troppo bello.

Corruga la fronte, Però senza occhiali potrebbe essere brutto, infondo  gli occhi sono importanti… per me.

La suoneria oscena di un cellulare la riporta alla realtà, facendola sobbalzare. E’ il cellulare di quell uomo.

Lui le da un’occhiata fugace, prima di rispondere “Pronto… a sei tu, tutto bene a lavoro…?”

Ha una voce bellissima! Profonda, roca…calda… La fa sentire un fuoco soltanto ad ascoltarla!

“Come sta Lisa? Scommetto che si è fatta ancora più carina.

Lisa? Chi è Lisa? Non la sua ragazza, altrimenti non avrebbe fatto quella domanda…

“Salutamela e dille che appena avrò casa pronta, sarà la prima ad essere invitata.” Si è addolcito parecchio “Allora ci sentiamo… ciao.

Ripone il cellulare in tasca. Devo cambiare suoneria, è da idiota.

Si gira verso Madelaine, sorridendole mortificato “Mi dispiace.

Lei lo guarda stupita. Le ha parlato! Oh no, mi comporto esattamente come quelle oche…! “Di cosa le dispiace?” gli chiede incuriosita. Strano tipo.

“Di averti spaventata con la mia assurda suoneria. Fa una pausa osservandola meglio Che occhi… e che… lasciamo stare.  “Ho notato che eri soprappensiero, e che ti sei spaventata quando ha squillato il cellulare…”

“Scherza?” è incredula. Lui la stava guardando e lei non si era accorta di niente!

“Serissimo.” Le risponde con voce seria ed impassibile, facendosi più vicino a lei. E’ si, ha proprio un bel seno…

Si allontana leggermente da lui, non glielo ha detto nessuno che è pericoloso avvicinarsi così? Le sta causando una voglia di saltargli addosso irrefrenabile, ma deve resistere… per il bene dei vecchietti seduti lì intorno. E poi non è da lei fare il primo passo, figuriamoci saltare addosso.

“Non si preoccupi.” Piuttosto preoccupati che non ti salti addosso… e poi raramente qualcuno ti chiede scusa per una cosa del genere.

Sorrise compiaciuto “Bene.”

 

Dopo circa dieci minuti, Madelaine scende dall’autobus, guardandosi intorno…il quartiere non è male, peccato per alcuni individui… Qualcuno le passa accanto, e dal profumo sa benissimo chi è. Chissà dove sta andando…

Arriva al palazzo alle sei precise. E’ una di quelle nuove palazzine, con la copertura in mattoni rossi. Come potevano affittare la casa ad un prezzo così basso?

Vi entra: nell’atrio ci sono un uomo ed una donna che discutono animatamente. La donna batte un tacco a terra scocciata “E adesso? Due clienti ed un solo appartamento!”

Quella voce squillante le è familiare…ma dove l’ha sentita?

L’uomo sbuffa “Non resta che aspettarli e vedremo.

 

Anche tu qui?” a quelle parole Madelaine si gira, era l’uomo dell’autobus. Non se l’aspettava di trovarlo lì.

Arrossisce “Si, per affittare un appartamento…”

Anch io…” aggrotta la fronte “E quei due?”

La ragazza si volta verso i due “Non lo so, quando sono arrivata erano gia qui a litigare per un appartamento.

Lui alza un sopracciglio “Penso di aver capito, seguimi.

Lei lo guarda andare verso i due, Anche da dietro non è niente male…, “Scusate noi siamo gli interessati all’appartamento. I due sussultano girandosi verso di loro. La donna si fa avanti “Mi dispiace, c’è stato un malinteso, nessuno dei due si è preoccupato di avvertire l’altro...

“E adesso?!” sbotta Madelaine “Ho bisogno di quell’appartamento!” Non può aspettare ancora, le serve una casa!

“Se è per questo anche io ne ho bisogno, e non intendo rinunciare.” Risponde lui accigliato. Si sta innervosendo. Difficilmente lui riesce a perdere la calma, ma non per questo le avrebbe lasciato facilmente l’appartamento!

Il proprietario guarda la sua compagna indeciso “Ed allora che si fa?” Lei ci pensa un po’ su, squadrandoli attentamente, poi le si illumina il viso “Potreste convivere!”

I due si guardano allibiti, poi scettici. “Avreste meno da pagare…”

M-ma io neanche lo conosco!” balbetta Madelaine rossa in viso piantandogli un dito contro il petto. Ci mancava solo una convivenza con quello! E che avrebbe più dormito la notte?!

“Sono più io a temere, visto come mi guardavi.” Riferisce lui acidamente.

La ragazza era scandalizzata. Ma come si permetteva?! Bastardo! Crepa!

I due proprietari sospirano, poi uno dei due si fa avanti “O accettate o andatevene a discutere altrove.

“Mai!” urlano i due litiganti in coro.

Alla fine l’uomo si decide a parlare “E va bene, infondo non ho bisogno di tutte quelle stanze, che male ci può essere a dividerle con qualcun altro…?”

E la terza come studio?” chiede lei speranzosa. C’è bisogno di un posto dove lavorare.

Lui la guarda dall’alto in basso “ Direi di sì, la divideremo in due però, devo lavorare.”

Si stringono la mano maledicendosi a vicenda “Affare fatto.

 

 

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Capitolo 2
*** Lui e lei: due opposti. ***


Lui e lei: due opposti

Lui e lei: due opposti.

 

Per quella sera avrebbero dormito in albergo, in modo che l’indomani potessero sistemare ogni cosa.

“Credo di essermi cacciata in un grosso guaio, vivere con un perfetto sconosciuto… che mi è preso?” Madelaine prende il telecomando, e spegne la televisione. Qualche stanza più giù, c’è il suo ‘adorato coinquilino ’. Se non avesse aperto bocca, ora le starebbe simpatico. Invece si è rivelato un acido di prima categoria!

“Pazienza, nessuno è perfetto” sospira togliendosi l’asciugamano dai capelli umidi. Prende una lozione spalmandosene un po’ sulle mani ed applicandola sui capelli. Le piace coccolarsi i capelli, la fa sentire meglio. Diciamo che ha l’effetto di un calmante.

Apre il portafoglio ed estrae una foto. Guarda se stessa ed il ragazzo che la abbraccia, adesso sembra che la derida “Oh Nick, perché?” Si sente triste, ma niente, neanche una minuscola lacrima. Non riesco più a piangere, da quanto tempo ormai? Eppure mi farebbe bene.

Prende una rivista in mano “Chissà cosa fa l’acido!”, la sfoglia senza la minima curiosità, quando un articolo attira la sua attenzione. A quanto pare tra pochi giorni avrebbe fatto il suo ingresso un politico molto, molto famoso. Famoso = ricco. Ridacchia lei divertita. “C’è da lavorare.”

Si alza, e prende il suo computer portatile. Lo accende, ma qualcuno bussa alla porta. “Chi è?” domanda chiudendo il pc e girandosi verso la porta.

“Il tuo caro coinquilino.” Le risponde Gabriel ironicamente. “Arrivo…” borbotta coprendo il computer con la coperta. Ma che vuole a quest’ora?! ‘Sono le undici, è ora di fare le ninne, tesoro! Altrimenti ti compare qualche ruga, e sia mai, dovessi scoppiarmi in lacrime!’ questo vorrebbe dirgli appena apre la porta. Ma la realtà è sempre diversa “Come mai sei ancora in piedi? Non sei stanco?” gli domanda sorridendo falsamente.

Lui fa un sorriso di circostanza “Non sono un moccioso, io.”

Vuoi farmi venire i nervi, caro? Sappi che ci stai riuscendo!  Madelaine fa una smorfia da presa in giro “E’ vero nonno, non sei più giovane come un tempo.”

La ragazza fa appena in tempo a vedere il lampo che passa negli occhi marroni di Gabriel, e chiude la porta di scatto.

“Apri questa porta!” lo sente urlare inviperito.

“Scordatelo mummia, non conosco ancora le tue reazioni!” si appoggia contro la porta chiudendosi meglio l’accappatoio.

“Che vuoi che ti faccia?!” sbotta lui battendo un pugno contro la porta.

“Così sveglierai qualcuno!” lo avverte lei, andandosi a mettere in tutta fretta il pigiama. “Tanto meglio!” lo sente urlare da fuori.

La gente sta uscendo dalle stanze, chiedendosi per quale motivo stesse urlando fuori dalla stanza. Il telefono della stanza squilla. Fa finta di non sentirlo, e si fionda ad aprire la porta. “Vieni dentro!” lo afferra per un braccio tirandolo dentro.

“Ma che ti è preso?!” sbotta seccata portandosi le mani ai fianchi. E’ peggio di un ragazzino! Ha svegliato tutto l’albergo, e per giunta stanno chiamando lei. Lancia un ‘occhiataccia al telefono che continua a squillare.

“Vuoi che risponda io?” sorride ironico.

 Madelaine lo fulmina con lo sguardo. Ci manca solo che qualcuno venga a sapere che si trova nella mia stanza! Si reca a rispondere al telefono “Pronto!”

 “Siete pregati di non disturbare! La gente dorme a quest’ora!” piano piano si fa sempre più piccola man mano che il proprietario le fa la predica di tutto quel chiasso “Si, mi scusi.” Borbotta mortificata “Ha ragione. Sì, non si ripeterà più.”

Aggancia il telefono e lentamente si gira verso di lui col fuoco negli occhi “Tu…” come una furia lo afferra per la maglietta “Non azzardarti più! Se la sono presa con me!”

“Sorella stai calma.” Fa una pausa guardando attentamente la sua scollatura “Ti si vede tutto.” Belle e grandi…peccato averle solo intraviste.

Madelaine urla sconcertata lasciandolo andare e portandosi le mani al petto. Anche se ha la maglietta del pigiama si sente nuda.

Gabriel sorride maliziosamente con gli occhi che gli brillano “Allora hai qualcosa di positivo, rospo.” La convivenza si preannuncia interessante se  ogni tanto ci saranno queste ‘apparizioni.’

“Rospo!?” urla  lei “Mi hai chiamata rospo?!” Rospo?!  Ma come diavolo si permette!?

Gabriel si avvicina alla porta, poggiando una mano sulla maniglia “E’ meglio parlarne domani con più calma, mi sembri su di giri.” Ridacchia. Esce dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle.

“Io su di giri!? E’ per colpa tua!” urla nera lanciando contro la porta una ciabatta “Va al diavolo Gabriel!” Perché deve farla arrabbiare?! Non è un buon inizio. Come avrebbero fatto a vivere insieme senza scannarsi?

E cosa ancora peggiore… sta squillando nuovamente il telefono! Rimette il computer in valigia “Ci penserò domani.” Borbotta scocciata, per poi dirigersi a rispondere.

 

 

“Rospo sembra che tu non abbia dormito.” Le fa notare Gabriel uscendo dalla stanza con le valige. Madelaine non risponde, limitandosi a maledirlo mentalmente. Quella mattina si è alzata con il piede sbagliato, non ha voglia di litigare, altrimenti finirebbero a botte. E per di più dovrebbero venirle le sue cose.

Pagano il conto e si dirigono a chiamare un taxi. Caricano le borse senza degnarsi di minima attenzione e salgono in macchina. Gabriel chiude la portiera e si gira verso di lei “Dobbiamo parlare.”

“Che vuoi?” mugugna lei guardando fuori dal finestrino.

“Non voglio vedere creme, cremine e cremucce occupare il lavandino, per quelle ci sarà un armadietto” la guarda attentamente, ma Madelaine non reagisce “Visto che abbiamo il bagno in comune.” Lei si limita ad annuire con la testa. Le sta per venire il mal di testa.

Lui continua “Se c’è una cosa che mi infastidisce è il disordine, perciò limitati a farlo nella tua stanza.” Grande, io sono disordinatissima. Gli verranno i capelli bianchi. Ridacchia lei dentro di se.

“Non tenere la musica troppo alta.” Te li fracasserei volentieri i timpani. Peccato che poi non sentiresti le mie maledizioni, cocco.

“Non andare nuda per casa, ci tengo alla mia vista.” Dice serio. Madelaine sorride amaramente “Scusa se non sono bella come te.”

“Nessuno è perfetto, a parte me.” Sorride lui seducente.

Madelaine lo ignora completamente, Non attacca, non ti cadrò mai ai piedi.

Gabriel si schiarisce la voce “E soprattutto non portare uomini a casa.”

“Stessa cosa vale per te.” Risponde prontamente lei. Non vuole trovarsi qualche gallina sculettante per casa.

“Non mi interessano gli uomini.” Ride divertito.

“Finiscila, hai capito benissimo.” Borbotta lei massaggiandosi le tempie. Mal di testa arrivato.

 

 

Entrano nel palazzo, e si dirigono verso l’ascensore. L’appartamento è al quinto piano. “Nooooo!” esclama disperata Madelaine guardando il foglio attaccato alla porta dell’ascensore: Guasto.

Gabriel alza le spalle “Non ci resta che a piedi.” Prende una valigia e sale i primi gradini, poi si ferma e guarda Madelaine “Bè?”

La ragazza guarda disperata le scale e le valige.

Alza gli occhi al cielo e le lancia le chiavi “Precedimi, le valige te le porto su io.”

Lei lo guarda con due occhioni riconoscenti “Grazie.”

“Ma solo per stavolta” borbotta lui avanzando. L’appartamento si presenta molto spazioso, ma da ristrutturare. “Dovremo dargli una pulita.” Gabriel entra dentro. “A quanto sembra.” Continua lei.

“Io mi prendo la stanza a destra!” urla felice Madelaine.

Gabriel sorride “Io quella accanto. E la terza come studio.”

“Benissimo!”

“Adesso vai comprare qualcosa mentre io finisco di portare le valige” si dirige verso la porta.

“Che devo comprare?” gli chiede lei seguendolo. Ma come avrebbe fatto? Non conosce quella zona. Non l’avrebbe trovato facilmente un alimentari.

“Qualsiasi cosa di commestibile per pranzo.” Riferisce lui guardandola stranamente.

Che ha da guardare così? Si chiede la ragazza guardandolo a sua volta.

L’uomo si riprende, voltandosi di scatto “Mentre sei fuori vado a prendere la macchina nel parcheggio.”

“Aspetta!” gli afferra la maglia nera “E se ce ne andassimo a mangiare fuori? Offro io!” propone lei sorridendo entusiasta. Nonostante si sia alzata male e che le sia venuto il mal di testa, è felice per l’appartamento.

“Se vuoi.” Mormora lui guardandola scettico Cos è questo cambiamento così repentino? “La macchina andrò a prenderla più tardi.”

 

Entrarono in un ristorante che sembrava essere molto costoso. “Se sicura di potertelo permettere?” le sussurra lui senza farsi sentire dagli altri.

“Certo!” chiama un cameriere “Un tavolo per due!”

Lui da vero gentleman le sposta la sedia facendola sedere. Poi si siede di fronte.

Che strano effetto che fa. Si dice Madelaine guardandolo Non è per niente brutto.

Sente dei mormorii provenire lì intorno “Gabriel stanno tutte parlando di te.” Capisce perché è così ricercato. Emana un fascino sconvolgente. E’ una bella presenza da vedere, ma solo da vedere, dato che caratterialmente è pessimo.

Lui continua a guardare il menu “Ormai ci ho fatto l’abitudine, cerca di non farci caso altrimenti impazzirai.”

Lei lo guarda divertita “Significa che ti succede sempre.”

Gabriel alza lo sguardo dal menu, e la guarda negli occhi “Il novantanove per cento delle donne mi cade ai piedi.”

Madelaine sussulta arrossendo a quello sguardo.

Lui sembra non accorgersene e sorride “Tu sei l’un per cento che ne rimane”

Lei non sapendo cosa rispondere apre il menu cercando di cambiare discorso “Tu cosa prendi? Io sono indecisa.” E’ imbarazzatissima. Non deve assolutamente lasciarsi ingannare dall’amore. Con uno del genere non avrebbe mai speranza. Perciò perché dover soffrire? E poi le sta antipatico… no?

“Prendo gli spaghetti al tartufo.” Decide lui.

“Spaghetti al tartufo? Bleah!” esclama lei “Meglio una bistecca con patatine fritte!”

Lui si appoggia su un gomito e ride “Ma sei ancora una bambina!”

Oddio così è irresistibile! “Perché? Che c’è di male?” borbotta lei vergognandosi da morire.

“Potresti prendere gli spaghetti al cartoccio, non sono niente male.” Le dice prima di ordinare una bottiglia di vino.

“E cosa sono?” domanda lei incuriosita.

“Pasta e pesce.” Le dice lui sbrigativo.

“Proverò…” borbotta lei corrugando la fronte.

 

Al ritorno dal ristorante, si dirigono verso il parcheggio. “Erano proprio buoni!” dice lei al settimo cielo.

“Si però hai fatto male a mangiarli tutti, erano troppi.” Sorride lui maligno.

Lei non se ne accorge “Perché? Io ho lo stomaco di ferro sai?” si da una pacca sullo stomaco.

“Perché sei un salamino.” Ride lui.

“Maledetto! Siamo riusciti ad andare tanto d’accordo!” urla lei accelerando il passo e lasciandolo indietro “Perché devi sempre rovinare tutto?!”

Lui la segue divertito.

 

 

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Capitolo 3
*** Inizia la vera e propria convivenza. ***


“Finalmente casa è pronta

Inizia la vera e propria convivenza.

 

 

“Finalmente casa è pronta!” Madelaine si butta sul suo letto. C’è voluta una settimana per ristrutturarla, e francamente è stufa di dormire sul sacco a pelo. Ripensando al rapporto con Gabriel, non è mutato affatto. Infondo un po’, ma solo un po’ le dispiace…

Si rotola sul letto a due piazze, i mobili che ha comprato non sono niente male, una via di mezzo tra classici e moderni. Mentre le pareti laterali sono celesti con l’effetto spugna blu. Il soffitto è bianco, ed il pavimento è in legno scuro. Accanto al balcone c’è il suo letto, mentre un armadio occupa un’intera parete, e l’altra è occupata da comò e scrivania… mancano solo un bel tappeto e delle tende. Apre la finestra, il panorama non è male… si apre sul fiume che di notte è un vero spettacolo. Però ha anche i suoi contro, l’umidità, c’è un’umidità assurda. Meno male che Gabriel ha pensato di comprare quei condizionatori che assorbono l’umidità..

All’improvviso si ricorda dell’articolo di una settimana fa. L’aveva completamente dimenticato! Addio soldi! Sbuffa rassegnata. Accende il suo pc, inserisce la password e controlla l’e-mail. Un sorriso soddisfatto le compare sul viso “David Bowie, ex politico, organizzazione Star-espace computer.” Prende il giornale “Tu sarai il prossimo.

 

 

Gabriel sta correndo al parco, pensieroso. Saranno due settimane che non lavora…meglio dire che non lavora veramente. Si ferma ad una fontanella per bere, ha sudato molto, una rinfrescata non gli dispiace. Infila la testa sotto l’acqua. Quella ragazza nasconde qualcosa, ma cosa?

Si avvia per la strada di casa, stanco.

 

“Oh Jack, perché sei tu Jack?” Madelaine volteggia per la stanza “E’ da parecchio tempo che non ho contatti con lui!” si siede a terra a gambe incrociate “Non c’è niente da fare, mi sono innamorata di lui” si rabbuia al pensiero di un brutto ricordo “Anche se è stato lui ad uccidere Nick, o meglio, io gli ho permesso di uccidere Nick…”

Aaaah! Chissà com’è? Anche se non l’ha mai visto in vita sua, le  piace lo stesso. Jack, così si fa chiamare dato che la sua identità è sconosciuta, è un Killer temuto sia nel campo criminale sia in quello comune. Qualcosa le dice che lui è lo stesso Serial Killer che ha ucciso quelle cantanti famose…

A lei capita parecchie volte di ingaggiarlo per i suoi affari, ma non si vedono mai di persona. I loro contatti avvengono sempre attraverso i giornali…

Una cosa è sicura: quell’uomo le piace! Niente a che vedere con quell’acido di Gabriel. Certo, è un bell’uomo, per carità. Ma Jack è Jack…E’ vero che non sa se sia bello o no, ma non le importa, tanto non si vedranno mai.

Ha assoldato Jack per uccidere Nick, il suo adorato ex-fidanzato. Una mattina decide di fargli una sorpresa andandolo a trovare sulla sua barca, e come lo trova? A letto con la figlia di un criminale da quattro soldi. Quel fetente l’ha presa in giro per tre anni di seguito. Si è avvicinato a lei soltanto perché era la figlia del capo dell’Organizzazione Criminale più potente che possa esistere su questo orrendo pianeta.

Era, perché suo padre è morto, ucciso da un Killer, Genius. Quel bastardo non si trova da nessuna parte, ma è vivo, ogni tanto si hanno sue notizie sui giornali.

Un mese dopo la morte del padre Madelane, a soli sedici anni, è divenuta il capo dell’Organizzazione, da non credere eh?

E deve ammetterlo, ci sa fare.

Agli occhi della gente lei è una ragazza come tante, che lavora in una gelateria.

Si è trasferita in un nuovo appartamento perché l’altro è andato in fiamme insieme al killer che le ha fatto visita. Che caro ragazzo, peccato sia morto.

Il sabato lo trascorre interamente nell’ozio più totale, mentre la domenica è completamente dedicata all’Organizzazione.

Madelaine prende il pc, E’ ora che Jack torni a lavorare per Scarlet.

Il giorno dopo il nostro killer, sul quotidiano avrebbe trovato un bel messaggio ‘La lunga lancia riflette tre albe,tre’ numero perfetto… Il cavaliere giunge sul suo destriero bianco, brandendo la sua spada in nome della giustizia.”

Chissà se avrebbe capito anche stavolta? Infondo è intelligente. E poi per quello che lei gli paga, deve accontentarsi.

Chiude il computer, il messaggio l’ha inviato per e-mail ad unconoscente’ che lavora nel giornale. Lo inserirà nell’angolo dei lettori!

 

La ragazza sente un rumore di chiavi e la porta chiudersi. Si affaccia dalla sua stanza: Gabriel è appena rientrato. Wow che fisico!  Si dice tra di se, guardando la maglietta sudata completamente aderita al corpo. Ha un fisico da urlo! Ma che lavoro farà?

Gabriel prende una lattina di birra dal frigo e ne beve un sorso “Mad, io mi faccio una doccia. Poggia la lattina sul tavolo e si reca in bagno.

Ok, fai con comodo.” Gli sorride mettendo a posto il computer.

Mad’ ormai la chiama così. Un giorno mentre davano una verniciata di bianco al salotto, lui la chiama ‘rospo’ e lei, presa dalla rabbia, ha afferrato il secchio e gli ha lanciato la vernice addosso. Lui scandalizzato le ha dato della matta, ma ha anche capito che chiamandola ‘rospo’ la offende. Perciò la ribattezzata ‘Mad’ = matta.

Mi piace, è più carino!

Dopo aver sistemato il computer, si reca verso il bagno, fermandosi di fronte alla porta “Gabriel?”

Che c’è?” lo sente borbottare da dentro, non ha ancora iniziato a farsi la doccia.

Che lavoro fai?” gli chiede ingenuamente.

Gabriel tossisce, poi si schiarisce la voce “Il killer. Scherza.

Sii serio dai! Ho il diritto ed il dovere di sapere che lavoro fa l’uomo più bello e sexy del mondo, no?” ridacchia lei divertita. Lo penso davvero…

Lui ride contento “Sono il proprietario di un ristorante.

“Grande! Allora se vengo a mangiare da te, mi fai lo sconto!” esclama felice. Proprietario di un ristorante, e chi se l’aspettava?

“Scordatelo!” le risponde acido. Quei pervertiti dei miei camerieri se la farebbero in tre secondi.

“Va al diavolo!” borbotta allontanandosi.

 

Va nella stanza di lui. E’ molto semplice, ma bella. E cosa superimportantissima c’è il suo profumo da per tutto!

Il pavimento è in legno, le pareti laterali sono bianche come il soffitto. Il letto si trova attaccato al muro insieme alla scrivania, mentre nell’altra parete ci sono un armadio ed un mobile col televisore. Lei doveva ancora comprarlo! Le tende sono blu, “Belle! Anche io le voglio così!”

Si guarda intorno, la carta d’identità sulla scrivania attira la sua attenzione. La apre. C’è un Gabriel imbronciato con i capelli più lunghi e meschati di biondo. Adesso non è così, ha i capelli corti e neri.

Spalanca la bocca sconvolta “Trent’anni?! Quello ne ha trenta?!” posa il documento “Io pensavo ne avesse venticinque!” si guarda intorno spaesata “Se li porta bene…anche troppo, il bastardo!”

“Chi ti ha dato il permesso di entrare?” Gabriel entra nella stanza con solo l’asciugamano. Bastardo eh?! Vipera!

Madelaine arrossisce guardando da un’altra parte, l’ha colta di sorpresa, “Io…non lo so…”

L’uomo alza le sopracciglia incredulo “Non lo sai?” Ma allora è davvero matta… Però deve ammetterlo, gli piacciono le donne così! Ma non lei!

La guarda andare via “Più tardi se non ti dispiace, vorrei farmi una doccia.

Se vuoi puoi farla con me! Ma che dico?!  “Fa pure.” Le risponde aspettando che chiuda la porta per potersi vestire.

 

L’acqua è così rilassante, alla fine Madelaine ha preferito farsi un bagno. Chissà se Jack accetterà? Ci pensa un po’ Ma sì, perché non dovrebbe farlo?  Si insapona per bene, Agrumi…li adoro.

Le sta venendo sonno, meglio uscire dalla vasca. Si mette l’accappatoio e si siede sulla tazza chiusa. La ragazza si porta le mani alla pancia dolorante, chiude gli occhi sperando che il dolore si allievi e si addormenta.

Gabriel dopo un’oretta che non la vede uscire dal bagno, le bussa preoccupato, ma non ottiene risposta. Quindi decide di entrare, le fosse successo qualcosa! Apre la porta, che fortunatamente non ha chiuso a chiave, e la ritrova seduta appoggiata al muro a dormire.

Ma come fai? Le chiede anche se dorme. Non può di certo lasciarla lì. Delicatamente, cercando di non svegliarla, la prende in braccio. Madelaine continua a dormire. Sta sognando Jack

Gabriel la porta nella sua stanza, facendola sdraiare sul letto e coprendola. La ragazza mormora il nome del suo amato, ma lui non capisce, e si avvicina di più al viso per ascoltare meglio.

In un attimo Madelaine gli circonda il collo con le braccia, tirandolo verso di se e scoccandogli un bacio.

Gabriel si ritrae velocemente sorpreso, non se l’aspettava!

Esce dalla stanza in tutta fretta, sperando che lei non si svegli proprio in quel momento.

Si chiude in camera sua, buttandosi sul letto a pancia in sotto, ha il cervello offuscato e il cuore gli sta giocando uno scherzo poco gradito “Calmati Gabriel!”

 

 

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Capitolo 4
*** Jack! ***


Verso le tre di notte Madelaine si sveglia “Come ho fatto ad arrivare fin qui

Jack!

 

 

Verso le tre di notte Madelaine si sveglia “Come ho fatto ad arrivare fin qui?” si guarda intorno “Ero in bagno…” All’improvviso le ritorna in mente il sogno con Jack “Fosse vero!” arrossisce contenta

Le brontola lo stomaco e decide di andarsi a mangiare qualcosa. La luce della cucina è accesa, Gabriel si sta mangiando un piatto di pasta. Alle tre?!  Lo guarda attentamente Ce ne sarà per me?!

La ragazza, silenziosamente, gli si avvicina, ma lui sembra non accorgersene. Anzi, sembra pensieroso… E’ bello anche così!

 Gli sfiora leggermente i capelli, come incantata. L’uomo sussulta sorpreso “Mad, che ci fai qui?”

“E’ anche casa mia.”  risponde guardando avidamente il piatto di pasta fumante.

Gabriel essendosene accorto sorride divertito e le porge il piatto “Vuoi?”

“Si!” ammette con l’acquolina in bocca.

Lui si alza e le prende una forchetta ed un bicchiere “spero non ti schifi mangiare la mia…”

“No!” esclama lei pregustandosi la pasta. Poi le viene un dubbio “ma tu?” non può di certo rubargli da mangiare! Non è giusto! Può anche prepararsela da sola no?

“Non mi va più.” Sorride sedendosi e poggiandosi a braccia conserte sul tavolo. Mentre osserva Madelaine, lo sguardo gli si addolcisce un poco.

Madelaine sta per mangiare, ma si gira verso Gabriel, imbarazzata “Hai intenzione di guardarmi mentre mangio?”

Perché no?” mormora lui.

Lei risponde titubante “è…è imbarazzante…”

“Come vuoi.” Le risponde secco alzandosi ed andandosene.

“No Gabriel, aspetta!” Non ha intenzione di offenderlo, sta fraintendendo! Madelaine si alza in tutta fretta raggiungendolo nella su stanza. Si è sdraiato sul letto, dandole le spalle. Si avvicina di qualche passo, indecisa sul cosa dire.

“Gabriel…hai frainteso!”gli dice, sperando in qualche reazione positiva. Non le da certo fastidio la sua presenza, ma l’ha messa in agitazione. E si è agitata di più dato che non capisce il motivo di quell’agitazione.

L’uomo borbotta qualcosa in modo incomprensibile. Lei va a sedersi accanto, accarezzandogli un braccio “Dai, non vorrai tenermi il muso. Gli sussurra dolcemente.

“Va a dormire.” Le borbotta scocciato, anche se un pizzico di piacere lo prova, davanti a quella dolcezza.

Lei sospira. Non intende, in alcun modo, di andare a dormire senza aver fatto pace con lui! E’ inaccettabile!

Passiamo alle minacce!  Se non facciamo pace, resto a dormire con te!” lo guarda attentamente “E tu non vuoi dormire con un rospo, no?”

Gabriel si allontana verso il muro, lasciandole posto accanto a lui “Mettiti pure.

Madelaine lo guarda incredula “Prego? Non ho capito bene.”

“Sdraiati!” le ordina alterato.

Ma lei non accenna a muoversi. Finchè non la smette di fare lo scorbutico, non si muove.

L’uomo seccato ed ansioso di dormire, si gira dalla sua parte “Ti ci vuole un invito?”

“Ma che stai dicendo Gabriel?” sbotta lei “Ti rendi conto di quello che dici?!

“Certo che me ne rendo conto! Sembra chissà cosa ti stia chiedendo!” si è innervosito. Respira profondamente e riprende la calma “Vorrei dormire con te.

Perché?” balbetta incredula. Ma è Gabriel questo? Che gli è preso?

Carenza di compagnia.” Bisbiglia, passando la mano sul lenzuolo rimasto libero “Vieni? Puoi fidarti.”

Madelaine indietreggia guardandolo impaurita “Meglio di no, Gabriel. Non lo riconosce.

Gabriel la guarda senza sentimento, i suoi occhi sono freddi. Non esprimono nulla. E lei ne ha paura. Esce di corsa dalla stanza senza parlargli.

 

 

Sono le sette del mattino. “E’ presto… voglio dormire…” borbotta Madelaine sotto le coperte. Non voglio alzarmi… incontrerei Gabriel… spegne la sveglia che sta suonando interrottamente, ma la musica non cessa.

“Così si sveglia! Spegniti!” la sveglia sembra incantata. La ragazza, spazientita, l’afferra ed apre il coperchietto delle batterie, togliendole. “Finalmente un po’ di pace…!”

Resta in ascolto, ma non c’è il minimo rumore. Gabriel è andato a correre.

 

***

 

Un uomo ha una pistola puntata sulla tempia. Se solo si muovesse verrebbe ucciso. Si gira verso il suo assalitore incontrando i suoi occhi verdi. Piccole gocce d’acqua scivolano lungo il viso dell’uomo, che lo guarda con freddezza. Nell’aria aleggia la morte.

L’uomo con la pistola si sposta una piccola ciocca bionda davanti agli occhi, “Muori feccia. Preme il grilletto, ed una sparo rimbomba nel vicolo.

Con un fazzoletto, si pulisce dal sangue schizzato sul viso e sull’imboccatura della revolver.

“Un altro riccone di merda è stato tolto dalla faccia della terra. Lo calpesta con disprezzo, recandosi verso la macchina. Rimette la pistola a posto, ed entra. Prende il giornale poggiato sul sedile accanto e lo apre alla ricerca dell’ Angolo dei lettori, adoro questa pagina.

Lo legge attentamente, arrivando a fine pagina, dove trova quello che cercava “La lunga lancia riflette tre albe,tre’ numero perfetto… Il cavaliere giunge sul suo destriero bianco, brandendo la sua spada in nome della giustizia.” Lo rilegge ancora più attentamente.

“La lunga lancia sarebbe la lancetta dei minuti che segna il tre... sorride “L appuntamento è alle tre e un quarto, mentre il destriero bianco è una macchina…” Corruga la fronte pensieroso “Ma il cavaliere chi è?”

Apre la prima pagina del giornale e trova un articolo assai indicativo  “David Bowie, ex politico, organizzazione Star-espace computer...” un ghigno si staglia sul suo viso “Arrivo alle tre in città…”

Guarda fuori dal finestrino “Un quarto d’ora dopo arriverà in albergo…ed io sarò lì ad aspettarlo.”

Mette in moto la macchina e si allontana, senza accorgersi di uno scatto di una macchina fotografica. Un uomo esce da un secchione della spazzatura, sorridendo soddisfatto.

 

***

 

Madelaine si decide ad alzarsi, borbottando la voglia di biscotti al cioccolato. Si reca in cucina, sperando di non trovare Gabriel. Le sue preghiere vengono ascoltate: di lui non c’è neanche l’ombra. Sorride sconsolata, aprendo la credenza “Poteva salutarmi prima di uscire…” prende i biscotti al cacao, poggiandoli sul tavolo. Poi prende la caffettiera, la prepara e la mette sul fuoco “Poteva prepararmi la colazione…” addenta un biscotto, ed apre lo sportello per prendere una  tazza. Ingoia l’ultimo pezzetto e prende il tegamino per riscaldare il latte “Oggi è sabato… potevamo uscire per andare a comprare quello che manca.

All’improvviso le torna in mente l’incarico per Jack. “Accetterà?” prende il caffè ed il latte “e se non si facesse più sentire?”

Mangia velocemente, e corre ad accendere la televisione “Oggi non ne parlano… dovrei aspettare il servizio di mezzogiorno…”

Si stiracchia per bene, poi si reca in camera sua “Diamo una spolverata alla pistola!” apre una scatola posta sotto il letto, piena di cianfrusaglie con la sua pistola. Sorride compiaciuta “Domani si lavora, tesoro.

Sbuffa indispettita, scansando una ciocca “Da domani cambia tutto, si ricomincia a lavorare sul serio.

 

A mezzogiorno preciso, la ragazza accende la televisione, sperando di non trovare nulla su Jack. Invece c’è un servizio. Stanno trasmettendo in diretta il luogo dove è avvenuto un omicidio. Gli esperti dichiarano che l’assassino è proprio Jack. “Nessuno è più famoso di te, tesoro.” Ride soddisfatta “Accontentami con quella missione che ti ho affidato. Ci sarebbe un altro modo, in cui vorrei mi accontentassi… ma che vado a pensare?!

“Una frase attira la sua attenzione “Un reporter, dichiara di sapere l’identità segreta di Jack. Madelaine impallidisce, non possono aver scoperto l’identità di Jack! “Mentre il killer era impegnato con la sua vittima, il reporter David Loescher nascosto dentro un secchione, ha fotografato l’assassino.”

“David Loescher…” mormora la ragazza “Pessimo sbaglio, l’aver detto il tuo nome. Ride “Adesso ti ritroverai alle calcagna il miglior killer che possa esistere.”

Spegne la televisione e si reca nella sua stanza. Lancia un’occhiata alla pistola, adagiata sul letto “Oppure potrei ucciderlo io. Prende un paio di jeans scuri e larghi. “Infondo devo pur ricominciare…” prende una camicetta bianca “Farò un favore a Jack… così non si distrarrà dalla sua missione.

 

***

 

Jack si trova nella stanza dell’ex-politico, è stato facilissimo eludere la sorveglianza. Cosa non si fa per soldi?

Si mette accanto alla porta ed attende.

Dieci minuti dopo, un uomo basso e tarchiato, entra nella stanza, senza accorgersi della sua presenza. Si sfila la cravatta, e la giacca. Canticchia una canzoncina. Chi avrà mandato in rovina oggi?

L’ex-politico si gira e si ritrova faccia a faccia con Jack. Spalanca gli occhi impaurito “E tu chi sei? Che ci fai nella mia stanza?!

Jack si limita a sorridere. L’uomo si gira verso la porta “Sorv…” ma viene interrotto dalla vista della pistola puntata contro di lui. Inizia a sudare freddo, terrorizzato “Perché vuoi uccidermi?”

“Apri la bocca.” Sibila freddo il killer. L’uomo ubbidisce, ma cerca di urlare quando Jack gli infila la pistola in gola.

I suoi occhi si riducono a due fessure “Vuoi morire?”

Ma l’uomo non può rispondere. Il killer sorride maligno “Non rispondi? Allora muori!”. L’ex-politico cade a terra con un grande tonfo. Nessuno si è accorto di nulla, dato che Jack ha usato il silenziatore.

Esce dalla stanza disinvolto, sorridendo amabilmente ad ogni passante.

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Capitolo 5
*** Cantarella. ***


Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza

Cantarella.

 

Madelaine cammina velocemente, in direzione del Manà Hotel. Dorian, quel suo conoscente che lavora al giornale, è riuscito a scoprire dove alloggia il reporter.

Dopo averlo ucciso, potrei cercare Jack

Si sposta indietro i capelli castani, si è messa la parrucca per non farsi riconoscere. Entra in un vicolo e senza farsi vedere, nasconde la pistola dietro un cassonetto “Sicuramente mi perquisiranno…per oggi niente pistola. Si guarda nuovamente intorno, ed esce dal vicolo. La borsa che porta su una spalla, inizia davvero a pesarle. Accelera il passo ed entra nella hall. Due poliziotti la fermano “Signorina, non può passare.

La ragazza assume un’aria stupita e con una voce spaventata e smielata recita il ruolo di povera fanciulla indifesa “Scusatemi…ma io sono una giornalista alle prime armi…” giocherella con la cinghia della borsa “Volevo fare un’intervista al signor Loescher...” Un poliziotto le apre la borsa perquisendola. Abbassa lo sguardo fintamente imbarazzata, giocherellando con un ricciolo castano “Il mio capo mi ha dato questa prova da superare per poter entrare a far parte della redazione…” Alza lo sguardo guardandoli languidamente e schiudendo le labbra. Ha fatto bene a mettersi quel lucidalabbra alla fragola…attira molto. “Vorreste aiutarmi?”

Il più giovane dei poliziotti si fa avanti “Passa tranquillamente. Volge uno sguardo complice al collega “Noi non ti abbiamo vista.

Ooooh siete grandi ragazzi!” esclama lei al settimo cielo, dando loro due pizzicotti sulle guance. “Vado!”

 

Arrivata davanti alla porta, resta in ascolto di eventuali voci, oltre a quelle del reporter che parla al telefono. Bussa leggermente, ma sembra non averla sentita. Bussa una secondo volta, stavolta più decisa “Signor Loescher! Sono una giornalista.” La sua voce ora è decisa e seria.

Il reporter apre la porta incuriosito dalla voce della donna “Ciao… sei venuta a farmi compagnia?”

Lei sorride accattivante “Sì.”

Loescher si scansa, permettendole di entrare, e richiudendosi soddisfatto la porta alle spalle. Non capita tutti i giorni che una sventola del genere bussi alla tua porta.

“Accomodati…desideri qualcosa da bere?” le domanda guardandola maliziosamente.

Madelaine si siede sulla poltrona accavallando le gambe e portandosi in grembo la borsa “si, un aperitivo, grazie. Apre la borsa, dove dentro ci sono un block notes, alcune penne, un registratore ed una boccetta di profumo. Prende l’ultima, attendendo che l’uomo posi i bicchieri sul tavolino.

“Puoi attendere un momento?” le domanda mentre si allontana in un’altra stanza con il telefono in mano “Faccio una chiamata e sono da te.”

“Fai con calma.” Sorride divertita. Appena uscito, Madelaine apre la boccetta di profumo e versa una polvere bianca nel bicchiere di Loescher. Cantarella…la adoro.

Si alza dalla poltrona, dopo aver bevuto, si reca verso il telefono, e con un coltellino taglia il filo. Guarda la finestra “L’unica via di fuga da una morte atroce…” esce silenziosamente dalla stanza. Un attimo dopo il reporter entra, ma non la trova “Ma dov’è finita?!”. Si irrita parecchio, e beve l’aperitivo, digrignando i denti.

Avverte uno strano malore e si dirige verso la porta, ma è chiusa a chiave. Senza lasciarsi prendere dal panico si dirige verso il telefono, ma non sentendo la linea, prende il filo e realizza che è tagliato. Il corpo gli fa male da per tutto. Ha l’affanno e scotta molto. Si alza, ma barcolla minacciosamente. Si guarda intorno in cerca d’aiuto, ma la vista gli si è offuscata. Preso da un’improvvisa pazzia, apre la finestra del balcone, affacciandosi alla ringhiera: macchine sfrecciano sotto di lui. Persone camminano di fretta, tranne una ragazza. Fissa i suoi occhi grigi, che  sembra lo inducano a raggiungerli. Il vento solleva la lunga chioma rossa ed un sorriso gelido le compare sul viso. L’uomo scavalca la ringhiera con il corpo trapassato da mille dolori. Chiude gli occhi e si lancia nel vuoto.

 

La ragazza guarda il corpo tra la folla. Qualcuno chiama un’ambulanza, altri accorrono a vedere. E’ morto sul colpo. Sorride soddisfatta andando nel vicolo e buttando la borsa. Poi si china e prende la pistola. Se la mette sotto la giacchetta e si avvia verso casa. Girato l’angolo si ritrova davanti Gabriel. E’ affannato, sembra abbia corso parecchio “Che diavolo ci fai qui Mad?!” chiede piegandosi e poggiando con le mani sulle ginocchia, il peso del corpo affaticato.

“Torno a casa!” sbuffa indispettita “E te?”

“Scappo!” esclama tutto di un fiato. Poi sposta la testa guardandosi indietro. Due uomini lo stanno cerando tra la folla, ma non l’hanno ancora visto.

“Che significa ‘scappo’?!” domanda confusa. Ma l’uomo sembra non averla ascoltata. Madelaine gli prende il viso tra le mani, costringendolo a guardarla “Vuoi spiegarti?!

Lui la fissa con una strana luce negli occhi, e lei si ritrae spaventata Cos’è quello sguardo da maniaco?! Sente delle voci, e guarda oltre Gabriel. Vuole capire chi lo sta cercando. Gabriel l’afferra per un braccio, e la trascina su una panchina vicino ad una gelateria. La fa sedere, e le si siede accanto. La gente sembra non essersi accorta di nulla, intenta a mangiare il gelato. Gabriel guarda in direzione dei due uomini, vedendoli avvicinarsi, ma non l’hanno scorto.

Qualcuno mi spiega che succede?! Sbuffa contrariata. Osserva attentamente Gabriel. Sta fissando la folla. Il suo petto si alza e si abbassa velocemente, e le sue labbra dischiuse sembrano invitarla ad assaporarle… Basta Madelaine! Datti un contegno! Osserva più attentamente Avevi detto niente più uomini…ricordi?

Quando i due uomini si avvicinano, Gabriel afferra Madelaine per le spalle, ed un attimo dopo le sue labbra sono su quelle di lei. La ragazza spalanca gli occhi stupita Possibile volesse farmi una dichiarazione?! Si allontanano e lei lo fissa con la bocca spalancata. Lui mantiene la serietà, e avvicina nuovamente il viso a quello della ragazza. Di nuovo, le loro labbra si uniscono. Un immenso calore si diffonde rapidamente nel suo corpo. Le mani di Gabriel scivolano sulla sua vita, accarezzandola e spingendola verso il suo corpo.

I due uomini li sorpassano ignorandoli. L’uomo la lascia andare, e fa in tempo a vedere il fuoco negli occhi di Madelaine, prima che un sonoro schiaffo gli si pianti sulla guancia, facendogli girare la testa da un lato. Gabriel è troppo scioccato per reagire, e Madelaine si alza furiosa, con le lacrime agli occhi “Sei uno stronzo!”

La guarda correre via, senza proferire parola.

 

Stupido! Stupido! Stupido! Mi ero ripromessa di non perdere più tempo con gli uomini! Apre la porta di casa in tutta fretta, richiudendola malamente E lui che fa?! Con un solo bacio mi rovina!

Si butta sul letto, abbracciando il cuscino “Maledetto… non voglio più vederlo…” si asciuga le lacrime con la mano “Mi ha fatta persino piangere…” singhiozza “Solo che non riesco più…a smettere…”

Sente bussare alla sua porta “vai via.”  Risponde singhiozzando.

Gabriel guarda la porta tristemente, non voleva ferirla. Ha ragione lei, sei proprio uno stronzo. Fa un profondo respiro, ed entra. La ritrova rannicchiata sul letto, abbracciata ad un cuscino “Non ti avevo detto di andartene?!

La guarda dispiaciuto “Mi dispiace, ho dovuto…”

“Non mi interessa!” lo interrompe lei cercando di non piangere “Vattene!”. Ma lui non l’ascolta, e le si siede accanto. Madelaine si ritrae guardandolo con odio, e stringendo di più il cuscino. Le accarezza un braccio “Due uomini mi stavano inseguendo, ed ho dovuto baciarti per non farmi vedere…mi dispiace.  La sua voce è sincera, e molto dolce. “Non volevo ferirti.”

“Chi erano quei due?” domanda lei timorosa. Non l’ha ancora perdonato, ma vuole sapere di più. Gabriel sospira tristemente, ed abbassa lo sguardo “Non lo so, non ho capito cosa volessero. Fa una pausa guardandola serio “Quando ho visto la pistola sono scappato.”

Pistola? Che fossero dei killer? Si domanda tra se la ragazza. Lo guarda attentamente, cercando di leggergli negli occhi “Sicuro che non li conosci?”.

 L’uomo scuote la testa più volte, mordendosi il labbro inferiore “Non ho la più pallida idea di chi fossero.”

Madelaine sospira, poggiando la testa sulla coscia di lui “Perché mi hai baciata?” domanda imbarazzata “avevi tante vie di fuga… pèrchè proprio questa?” Sa che non deve farsi strane idee, ma la curiosità e la speranza, ci sono comunque. Speranza? Speranza di cosa? Non m’interessa!

Alza le spalle “E’ la prima cosa che mi è venuta in mente. Era da tempo che volevo farlo, e lo ammetto, ho approfittato della situazione. “L’ho visto fare in molti film, ed ho pensato che potesse funzionare.” Se tu non mi avessi respinto, avrei continuato…

Le accarezza la testa pensieroso, mentre lei chiude gli occhi rilassandosi, “Perché piangi? Per il motivo del bacio, per il bacio, o perché in realtà mi ami alla follia e pensavi che mi stessi dichiarando?” si azzarda a chiedere scherzando, sperando di non farla infuriare.

Diciamo che pensavo ti stessi dichiarando, e poi ho realizzato che non voglio avere una storia dopo quello che è successo con Nick. Poi  non  ti amo alla follia! Però il bacio mi è piaciuto eccome. “Ecco… dopo essermi lasciata con il mio ex… non volevo perdere tempo con voi uomini…” arrossisce vistosamente “Tu mi hai baciata, ed io ne sono rimasta sorpresa.” Stringe il cuscino “Mi hai fatta persino piangere…era da tempo che non lo facevo. Perché gli sto dicendo tutto?!  Che qualcuno mi fermi!

Perché?” domanda incuriosito, accarezzandola più dolcemente. Madelaine non risponde, deve resistere. Gabriel si piega verso di lei, e le imprime un bacio sulla guancia “Fa bene sfogarsi. La ragazza trattiene il respiro per un istante, mentre lui si passa un dito sulle labbra.

“Da quando ho trovato il mio ex a letto con un’altra, non sono più riuscita a piangere. Nasconde il viso nel cuscino “E tu ci sei subito riuscito.

L’uomo sorride “Non so se esserne contento.

Gli occhi della ragazza si riempiono nuovamente di lacrime “Perché mi ha tradita? Non l’amavo abbastanza?”. Gabriel la fa alzare, circondandola con le braccia, ed avvicinandola a se. “Non ero abbastanza bella per lui?” si stringe contro il suo petto, in cerca di conforto “Cos ho che non va?”

Le scosta una ciocca rossa finita sul viso “Tu non hai niente che non va. Le sussurra dolcemente, stringendola a se “La colpa è stata di quel coglione che non si è reso conto di quanto sei preziosa.

Madelaine lo guarda sorridendo dolcemente “grazie…” quando vuole sa essere proprio dolce.

Gabriel si guarda intorno “Vuoi che resti con te?” la guarda speranzoso “Soffri anche tu di carenza di compagnia, no?”

 

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Capitolo 6
*** Il nuovo arrivato. ***


Madelaine lo guarda stupita, possibile che ancora insistesse con la carenza di compagnia

Il nuovo arrivato.

 

 

Madelaine lo guarda stupita, possibile che ancora insiste con la carenza di compagnia? Ma che vuole questo! Perché insisti tanto con questa storia?”

Perché una volta tanto non ti dimostri gentile e accetti?” domanda schernendola.

La ragazza mette il muso “Perché una volta tanto non vai a farti fottere?”

Gabriel si alza offeso “Possibile che con te non si può stare per più di dieci minuti senza litigare?!

Madelaine gli lancia il cuscino “Evidentemente è ‘anche’ colpa tua!” L’uomo la guarda con un misto di rabbia e risentimento. Quella non è proprio giornata per lui. Esce dalla stanza, sbuffando contrariato mentre Madelaine gli urla dietro “Dove vai?! Non abbiamo ancora finito!”

Entra nella sua stanza e si sdraia sul letto. Borbotta quanto sia sciocca e nasconde la testa sotto al cuscino, sperando di non sentire la sue urla. “Gabriel!” Tutto inutile. Tira fuori la testa da sotto il cuscino “La vuoi smettere di gracchiare?” si sistema bene il cuscino. “Sei insopportabile!” ringhia esasperato.

Silenzio.

La casa è immersa nel più completo ed assoluto silenzio. Un brivido freddo gli percorre la schiena Lo so, si nasconde nell’ombra, pronta a sbranarmi. Gli occhi gli si fanno due fessure scrutando oltre la stanza, ma non vede niente. Mi sembra un film dell’orrore. “Mad?” Si alza dal letto, e si avvicina cauto alla sua stanza. Guarda attraverso la porta socchiusa… il cuore inizia a scalpitare, insieme ai suoi istinti ‘animali’, guardando la ragazza che si cambia. Indossa solamente la biancheria intima, mentre sceglie un vestito da mettersi. Evidentemente ha intenzione di uscire.

“Brutto stupido che non è altro!” sbotta inviperita, infilandosi un vestitino nero “Basta! Non voglio più perderci tempo!”

Quant  è dolce  questa ragazza… si avvicina di più alla porta peccato che si sia vestita. Sbuffa deluso, e si reca nella sua stanza “Sono le cinque…dove va a quest’ora?” si domanda accigliato. Prende la giacca poggiata sulla sedia, per mettere in ordine. Ma dalla tasca scivola un foglio bianco ripiegato più volte. Gabriel vi posa lo sguardo interrogativo “e quello?” Si china per raccoglierlo, e lo apre “Ah gia… Aiden Edmiston… devo parlarne con Mad…” ma come, dato che non vuole più parlargli?

Decide di aspettarla in salotto sul divano, le donne ci mettono tanto a prepararsi. Due ore dopo la ragazza esce dalla stanza, guardandolo malamente “io esco.” L’uomo non le risponde, troppo impegnato a sbavarle davanti. La squadra dalla testa ai piedi niente male!

Madelaine alza le sopracciglia seccata “Che hai da guardare?!

“Nulla…” borbotta lui mangiandosela con gli occhi “siediti un momento, devo parlarti. Mica è colpa mia se sono attratto da un paio di gambe belle e lunghe… tutto grazie alla generosità di quel vestitino corto e scollato… troppo scollato! Troppo corto!

“Hai finito di fissarmi con quella faccia da maniaco?” domanda acida. A volte l’acidità ci vuole!

Gabriel mantiene la sua serietà, cercando di guardarla negli occhi, anche se lo sguardo gli cade sempre sul decoltè “Non vorrai andartene in giro così.

Lei lo guarda male “E’ di questo che vuoi parlarmi?” Non è mica suo padre, da doverle dire come deve vestirsi! Ci manca solo che le vieti di uscire.

“E dove hai intenzione di andare?” domanda preoccupato. Chiunque potrebbe approfittarsene, trovandosela così.

Appunto… possibile che non possa fare quello che mi pare e piace?!  “In un locale, papà.”

L’uomo ride “Molto divertente ‘bambina mia’. Direi che stasera non esci.” Termina autoritario.

Madelaine si alza in piedi indignata “Ma come ti permetti! Io esco e non devo tenerne conto a te!”, ma allo sguardo accattivante dell’uomo, le parole non le escono più, e le guance si colorano di rosso. Possibile che le faccia quest effetto? A volte vorrebbe dimenticarsi di tutto e tutti…tranne di lui. Ma si è ripromessa di non perdere più tempo con l’amore, basta soffrire.

Gli volta le spalle, prendendo la borsetta. Gabriel resta a guardare incantato alcune ciocche rosse, sfuggite alla pettinatura, che le percorrono dolcemente il collo. “Portati un golfino…la sera inizia a fare freddo…” mormora corrugando la fronte. Spera che nessuno si faccia avanti, anche se ne dubita fortemente…lui stesso ci proverebbe se non fosse la sua convivente.

“Sì sì…” borbotta seccata, prima di uscire.

L’uomo si passa le mani sul viso “ho dimenticato di dirle di quello…”

 

Il locale è pieno zeppo di gente, e Madelaine si ‘diverte’ a guardare i loro comportamenti, seduta su un divanetto. Dato che ho ben pensato di uscire da sola, senza  amici…

Si sistema meglio sul divano, ed ordina un drink. Un uomo le si siede accanto “Disturbo?”. Lei scuote la testa perdendosi in quei bellissimi occhi verdi che la guardano invitanti. Le porge una mano amichevolmente “Aiden.”

La ragazza sorride stringendogliela a sua volta “Madelaine.

“Madelaine…” ripete lui “E’ un bellissimo nome…”

Sorride imbarazzata, bevendo un sorso del drink. L’uomo si sposta sensualmente i capelli biondi all’indietro “Fa caldo qui… che ne dici di andarcene da qualche parte?”

Perché no.” Sorride, alzandosi. So dove vuoi arrivare  tesoro, e devo ammettere che non sei niente male.

Percorrono a braccetto, il viale alberato di un parco. “Brrr…ho i brividi.” Ride divertita Madelaine. Aiden si ferma, togliendosi la giacca e mettendogliela sulle spalle “Metti questa, ti riscalderà”

“Grazie.” Sorride arrossendo. “Mi dicevi, che stai cercando casa vero?”

“Si, oggi ho chiamato un uomo, devo incontrarlo domattina a casa sua. La guarda dolcemente “Mi piaci molto Madelaine.

La ragazza lo guarda stupita “E questo cosa centra con la casa…?” E’ al settimo cielo! Le ha detto che gli piace!

L’uomo sorride “Nulla, ma sentivo il bisogno di dirtelo al più presto.

Si stringe a lui, felice “Anche tu mi piaci, sei simpatico. Peccato che il sorriso le muore in volto, quando le torna in mente la sua promessa di non impegnarsi più in una relazione.

Aiden corruga la fronte, notando la sua espressione “C’è qualcosa che non va?”. La ragazza scuote la testa abbozzando un sorriso “Scusami, ora che ci penso è una sciocchezza.

Si stringe la giacca “Forse è meglio se torni a casa. Ha voglia di vedere Gabriel. Si sente strana…ed in colpa, provando attrazione per un altro uomo. Non che ci sia niente di male, dato che non stanno insieme, ma non può farci nulla.

 

Aiden l’accompagna fin sotto casa. Madelaine gli restituisce la giacca, ringraziandolo, ed apre la borsetta per prendere le chiavi. Apre il portone, e si gira dalla sua parte “Sono stata molto bene, grazie.

Le sorride a sua volta, infilandosi la giacca “Ci rivediamo?”

Ma certo.” Si alza sulle punte dei piedi, baciandolo sulla guancia, ma Aiden sposta il viso, e la bacia sulle labbra. Le cinge la vita con le braccia, tirandola a se. La ragazza gli circonda il collo con le braccia, e lo bacia con più passione. Si sente molto attratta da lui. E a quanto pare, anche lei non gli è indifferente.

Continuano a scambiarsi effusioni, quando Gabriel compare silenziosamente accanto a loro “Potreste andare da un’altra parte?” sbotta seccato.

I due si staccano velocemente, cercando di ricomporsi “Ga-gabriel…” balbetta Madelaine imbarazzata. Questa era l’ultima cosa che volevo!

Aiden sta per presentarsi, ma l’uomo lo ignora, poggiando lo sguardo su Madelaine “Hai intenzione di dormire fuori?”

La ragazza abbassa lo sguardo vergognandosi “No… ora salgo… lo stavo giusto salutando…”

Gabriel entra nel portone “Hai un bel modo di salutare. Le riferisce ironico. L’ultima cosa che volevo, era ritrovarla avvinghiata ad un uomo!

Lo segue a sua volta, dopo aver lanciato un’ultima occhiata di dispiacere verso Aiden “Scusami.

 

In ascensore la tensione è alta. Madelaine si sente fortemente a disagio, mentre Gabriel è arrabbiato nero. Non la degna di minimo sguardo, e questo la fa stare malissimo. Alza lo sguardo verso di lui “Mi dispiace. Mormora.

L’uomo le lancia un’occhiata glaciale “Di cosa ti dispiace? Oh scusa, sicuramente ti dispiace di non aver potuto continuare a pomiciare con quello. Le risponde schernendola.

La ragazza abbassa lo sguardo, incapace di guardarlo. Sul volto di Gabriel appare una smorfia di disgusto “Mi meravigli, ti sei tanto ‘scandalizzata’ per quel bacio che ti ho dato… e poi ti ritrovo a strusciarti con quello?”

Continua a tener basso lo sguardo, con gli occhi che le si stanno riempiendo di lacrime. Devo resistere…

“Non volevi più perder tempo con gli uomini eh?” continua alterato “Abbi almeno la decenza di non sparare ste cazzate, e di andartene a divertire da un’altra parte!”

Le lacrime iniziano a rigarle il volto…non alza lo sguardo per non farsi vedere. Perché mi stai trattando così male? Non ti ho fatto niente.

Quando si aprono le porte dell’ascensore, Madelaine alza lo sguardo, ritrovandosi a dover guardare la sua schiena. In quel momento le sembra così distante… vorrebbe abbracciarlo, ma non può farlo…non in quel momento…è troppo arrabbiato. Chissà cosa penserebbe….

 

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Capitolo 7
*** Sospetti. ***


Madelaine si trova nel suo studio, sommersa da documenti, schede e chi più ne ha più ne metta

Sospetti.

 

 

Madelaine si trova nel suo studio, sommersa da documenti, schede e chi più ne ha più ne metta. E’ tutto il giorno che lavora, ed ha una voglia sfrenata di urlare e gettare tutta quella carta. Non ce la faccio più.

Si alza, e va ad aprire la finestra, lasciando che l’aria fredda e pungente della sera le riempi i polmoni. E’ da una settimana che Gabriel non le rivolge la parola, si limita a lanciarle qualche occhiata indecifrabile. “Che devo fare?” chiude la finestra e torna alla scrivania, accedendo alle e-mail. Dorian le ha inviato un e-mail… “Jack?” l’e-mail è riferita a Jack.

 

 Sono le foto che aveva scattato quel reporter.  Purtroppo uno dei rullini è andato perduto, devi accontentarti di queste (se riesci a riconoscere la persona sei una maga, io non ci sono riuscito, sono delle pessime foto! E quello faceva pure il reporter! Stà gente d’oggi!)

Bacicini Dorian!

 

Bacicini? Che roba è? Devo dirgli di cambiare spacciatore.” Sorride sollevata, ogni tanto ci vuole qualcosa per distaccarsi, e scoprire la vera identità del suo killer preferito è moooolto interessante!

Stampa le immagini, ed esce dallo studio. Nei corridoi c’è un gran via vai di gente in giacca e cravatta, tutte persone poco affidabili.

Mentre cammina fra di loro, molti si voltano a salutarla con riverenza, tutti tranne uno che appena la vede le corre incontro abbracciandola affettuosamente. E’ un ragazzo, intorno ai venticinque anni. “Capo! Come ti passa questa dannata vita?” i suoi occhi azzurri brillano di felicità. Saranno almeno due settimane che non si incontrano. Madelaine sorride “Malissimo.” Lo abbraccia di più “A te?” 

Il ragazzo si guarda intorno, poi torna a guardarla dritto negli occhi “Te lo dico quando usciamo. Stasera lavoro.” Le da un bacio a schiocco di labbra, e si allontana velocemente.

“Povero Louis, gli è mancata molto.” Una donna le si ferma accanto, mettendo in bella mostra il suo corpo fasciato di rosso. Si scosta sensualmente una ciocca scura, portandola sulla spalla “E non solo a lui. Che le è successo capo?”

La ragazza inarca le sopracciglia “Da quando mi dai del lei, Karen?”

La donna sorride amabilmente “Ogni tanto bisogna cambiare principessa. Da quando la conosce non fa che chiamarla principessa. Tutto perché una sera l’ha vista affacciata al balcone con l’aria da principessa addolorata per la mancanza del suo amore. Possibile che tutti quelli che mi danno un soprannome si ispirano ai miei comportamenti  più strampalati?

Un uomo sulla quarantina le si para davanti, con un’espressione accigliata “Chi si rivede! Dolci codini!”

Eccone un altro con i soprannomi! Quella volta  è stata colta appena alzata dal letto, con indosso il suo pigiamone azzurro. Sti benedetti killer da strapazzo non hanno nient altro da fare?!

Madelaine sorride fulminandolo con lo sguardo “Non alzate troppo la cresta. Sono pur sempre il vostro capo.”

I due sorridono compiaciuti, e Chris le scompiglia i capelli “Sempre più stronzetta, sempre più sexy.

La ragazza si dimena ridendo “Vacci piano caro. Hai tua moglie accanto.”

Karen ride di gusto “Non preoccuparti principessa. Questo zoticone non può fare a meno della sottoscritta!”

“E’ vero, siete una strana ma bella coppia. Il suo sguardo si vela di tristezza “vi invidio molto.” I due la guardano imbarazzati e dispiaciuti, non sapendo cosa dire. Guarda l’orologio “E’ ora che vada, mi raccomando non arrivate al punto di farvi ammazzare. Punta un dito al petto dell’uomo “Non voglio venirvi a trovare all’ospedale, così come non voglio venire al vostro funerale.”

 

Arrivata davanti alla porta di casa, non sa se entrare. O meglio non se la sente.Gabriel è partito da tre giorni senza dirle dove sia, solo che in quei tre giorni trascorsi, ogni volta che è rientrata la sera in casa, è sempre stata sul punto di andare a dormire in albergo per paura di incontrarlo. Paura, esatto. Paura di incontrare quegli occhi privi di sentimenti piacevoli. Quegli occhi accusatori, che la guardano con disprezzo. Ed anche stasera è la stessa cosa.

Fa un profondo respiro ed apre la porta. Accende la luce. Niente. Non è tornato.

Butta cappotto e borsa sul divano, e si reca in bagno ad aprire l’acqua della doccia.

Sta anche morendo dalla voglia di guardare quelle foto, ma deve resistere sino a dopo la doccia. Si precipita in bagno, spogliandosi velocemente e buttandosi sotto l’acqua.

Venti minuti dopo si trova sul suo letto nel suo adorato pigiamone azzurro. Si tampona i capelli, e se li pettina. Poi apre la cartellina, e tira fuori i documenti, tra cui le foto. Le sembra che il cuore le si sia fermato. Guarda una foto. “Nulla. Non si capisce nulla!” esclama sconvolta. Guarda tutte le altre foto “Ma che razza di foto sono queste!”

Delusa. Questa è la parola esatta. “Mi aspettavo di vederlo ed invece…” si stropiccia gli occhi “Speravo di vederlo.

Getta le foto sul letto, e si reca nella stanza di Gabriel. Apre le finestre per far cambiare l’aria. Si guarda intorno demoralizzata “Mi manca tanto. Accarezza incosciamente la scrivania, assorta nei suoi pensieri.

Si siede sul letto, stringendo il cuscino, e fissando il pavimento. Ti prego torna. Sono disposta ad ammettere il mio errore…basta che torni.

All’improvviso due mani le coprono dolcemente gli occhi, tirandola indietro.

 

Quando entro nella stanza, la ritrovo seduta sul mio letto. Come al solito sta stringendo il cuscino, persa nei suoi pensieri. Mi avvicino, ma lei non sembra accorgersi della mia presenza. Le arrivo alle spalle e le copro gli occhi con le mani. Ma dolcemente, non voglio spaventarla. La trascino verso di me, facendola poggiare al mio petto. Sento chiaramente che trattiene il respiro. “Ciao Mad.” Tutte le cose che volevo dirle, mi sembra di averle dimenticate. Porta le sue mani sulle mie delicatamente. Le afferra e le abbassa, girandosi lentamente verso di me.

Ha un visino così indifeso. Per non parlare degli occhi lucidi. “Gabriel…” sussurra il mio nome, come se avesse paura a pronunciarlo ad alta voce. Le sorrido dolcemente “Stai bene?” mi interessa solo questo. Non mi importa di quella sera. Purtroppo non sono il suo ragazzo, e non ho il diritto di farle quelle scenate. Anzi, devo chiederle scusa. “Mad, mi dispiace per quella sera, non..” La vedo protendersi verso di me, e le parole mi muoiono in gola, incrociando lo sguardo con il suo. Sta piangendo, ma sta anche sorridendo. Poggia le mani sulle mie ginocchia, ed avvicina il viso al mio, sino ad unire le sue labbra alle mie.

 

Gabriel dopo l’attimo di stupore, risponde a quel bacio, prendendo il volto della ragazza tra le mani.

 

Non so cosa mi sia preso. Ho soltanto provato il desiderio di baciarlo. In quel momento le parole mi sono sembrate così inutili. Quando ho sentito la sua voce non ho visto più dalla felicità. Lui è qui. Insieme a me. E’ tornato.

Quando mi allontano, mi guarda con due occhi dolcissimi, e mi asciuga la guancia con il dorso della mano. Poi mi accarezza le labbra con un dito, sorridendo. Se continua non rispondo più delle mie azioni, perciò è meglio che me ne torni in stanza, e subito.

 

Madelaine si alza velocemente, rossa in viso, riuscendo a mettere due parole di fila “Notte Gabriel!” L’uomo la guarda scomparire nel buio della casa, portandosi una mano tra i capelli sorridendo incredulo “Che diavolo è successo?”

La ragazza si chiude la porta alle spalle, e si getta sotto le coperte, con il cuore che le batte a mille. Stai calma Mad, stai calma!

“Cosa mi è preso?!” prende le foto “Non è da me.” Borbotta rossa. All’improvviso l’immagine di Aiden si sovrappone a quella di Jack sulla foto. “Stesso taglio, stessa statura… il colore dei capelli è lo stesso…” scava nella sua mente alla ricerca di un discorso che aveva sentito dal padre, “Chi l’ha visto, dice che ha gli occhi verdi…ed anche Aiden…”

Posa le foto a terra sconvolta “Può essere una coincidenza, come non può esserlo.”

 

 

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Capitolo 8
*** Sorella. ***


Il giorno seguente, nella casa regna il silenzio

Sorella.

 

 

Il giorno seguente, nella casa regna il silenzio. Ogni volta che i due coinquilini si incrociano, l’imbarazzo sale alle stelle, e gia è tanto se Mad riesca a balbettare qualcosa.

Gabriel dal canto suo, sembra che la cosa non l’abbia turbato più di tanto.

Per di più, la ragazza a quanto pare ha un altro pensiero che la tormenta. L’uomo si ferma a guardarla, sdraiata sul letto Non fa che guardare un paio di foto e sospirare pensierosa… entra nella sua stanza, sperando che la ragazza non reagisca ‘male’. “Cosa stai guardando?”

Madelaine sobbalza e lo guarda stupita. Stupita della sua presenza in quel momento. “D-delle foto…” balbetta imbarazzata. Lui si avvicina guardandola immensamente, poi sposta lo sguardo sulle foto “Posso vederle?” La ragazza annuisce, facendogli posto.

Si siede, e prende le foto. Lo osserva attentamente, i suoi occhi hanno una strana luce. Poi lo sguardo si posa sulle sue labbra, avrebbe voglia di baciale nuovamente.

“Chi è?” domanda lui corrugando la fronte.

Colta alla sprovvista Mad non risponde, restando ad ascoltare il suo cuore, che batte furiosamente. Chiude gli occhi respirando profondamente, cercando di calmarsi Glielo dico, tanto cosa vuoi che accada?  “Sono le foto di quel reporter morto giorni fa, sono di quel killer…Jack…” termina sussurrando, come se temesse che qualcuno li stesse ascoltando.

Gabriel volta di scatto la testa verso di lei “Quello di cui parlano i giornali? Il serial killer?” sembra allarmato.

S-sì proprio lui.” Gli risponde abbassando lo sguardo verso le foto.

Perché hai queste foto Madelaine? Cosa vuoi da lui?!” continua alterato. La sta guardando preoccupato ma allo stesso tempo sorpreso. La ragazza lo guarda sorridendo, cercando di tranquillizzarlo “Ho trovato queste foto per strada… e come puoi vedere sul retro c’è scritto il suo nome ed altre cose…” Non posso mica dirgli la verità, meno male che non conosce la mia scrittura! “Non voglio niente da lui, solo che…” si ferma chiedendosi se sia il caso di dirgli della somiglianza con Aiden. Ha paura a nominarlo soltanto, di fronte a lui.

Inarca le sopracciglia “Sono fatte al computer…” A Mad manca un battito “Evidentemente… aveva le foto salvate sul computer…e l’ha stampate sulla carta per foto…?”

L’uomo la guarda sospettoso, ma non dice nulla. Torna a guardare le foto “Stavi dicendo che non vuoi niente da lui…solo che?

Tanto vale dirglielo, che mi importa, tanto non si è più fatto vedere quel fetente! “Assomiglia ad Aiden…” mormora cauta. Lo vede voltarsi verso di lei con un’espressione meravigliata “Davvero?” Lei annuisce con la testa… delusa. Si aspettava qualche reazione gelosa, invece niente.

Inizia a ridere di gusto, con espressione più che soddisfatta e divertita. La ragazza lo guarda confusa “Che ci trovi da ridere?” Lei crepa perché l’uomo dei suoi sogni è lo stesso che l’ha avvicinata alcune sere fa, e lui ride?!

“Scusami… non farci caso…” risponde cercando di calmarsi. Nota l’espressione sconvolta della ragazza e torna serio “E’ possibile che siano la stessa persona, perciò stanne alla larga.

Un sorriso amaro si dipinge sul suo volto “Non preoccuparti per questo, da quella sera non si è fatto più sentire. Forse ha pensato che Gabriel sia il mio ragazzo…

Le accarezza dolcemente la testa “Non dispiacere, domani sera viene a casa per parlare. Posa le foto “Avrai modo di chiarirti no?” La guarda stupirsi sempre più “E sarebbe bello se potreste iniziare una relazione.

Madelaine lo guarda allibita “Ti sei bevuto qualcosa? Non è da te!” e sinceramente le da anche fastidio che non si arrabbi, che la spinga tra le braccia di Aiden! Gabriel si alza dirigendosi verso l’uscita “No, solo che non posso intromettermi nella tua vita. Si gira verso di lei guardandola teneramente “Per me sei come una sorellina più piccola, e vedere uno che ti mette le mani addosso mi da fastidio.

La ragazza lo guarda allontanarsi con le lacrime agli occhi. Possibile che per lui sia come una sorella? Pensava che qualcosa sarebbe potuto esserci… e invece… Mi sono illusa e basta. Una lacrima le cade sulla mano, che lei si porta alle labbra, e che assapora E’ salata….adesso la nostra…. Storia…. Non è più così dolce…

 

 

Mad cammina velocemente tra i vicoli bui, insieme a Louis. La missione di questa sera è eliminare alcuni componenti di una piccola organizzazione che intralcia la sua. Normalmente queste cose si svolgono da soli, senza l’aiuto di un compagno, ma considerando che le persone interessate sono una ventina…un aiuto non guasta mai!

 

Ci fermiamo in un vicolo. Mi affaccio cauta, per osservare attentamente la situazione. “due uomini si trovano all’entrata di un capannone, e sono armati…hanno due pistole. Per il resto non c’è nessun altro, credo che gli altri siano nel capannone.” Mi volto a guardare il mio compagno, che annuisce. “Hai il silenziatore?” mi domanda caricando la sua arma. “Certo, facciamo scintille stasera?”

Louis mi supera divertito “Io penso a chiudere, tu pensa alla benzina. Alza un braccio e spara in direzione di un uomo, che un attimo dopo vedo accasciarsi a terra, con un buco allo stomaco. L’altro si gira allarmato verso di noi, senza vederci, immersi come siamo nel buio. “TU pensi alla benzina, ed Io a chiudere!” sibilo sparando all’altro. Un colpo secco gli arriva all’altezza del cuore.

Nessuno sembra essersi accorto di quello che è appena successo. Ci dirigiamo cauti verso il capannone. Louis si guarda intorno, e dopo aver individuato delle taniche di benzina, si allontana verso esse.

Io, invece, mi dirigo verso l’entrata del capannone. C’è una catena ed un lucchetto. Chiudo la porta, stando attenta a non farmi scoprire. “Sono troppo intenti a contare i soldi per accorgersi di me. Poi metto la catena ed il lucchetto.

Mi volto verso il mio compagno che mi fa cenno di aver finito. Faccio un giro veloce del capannone. Bene. La porta di servizio è chiusa e le finestre sono troppo alte per loro, dato che il capannone è vuoto e non hanno nulla su cui arrampicarsi.

Louis prende una tanica e la lancia contro la finestra, mandando in frantumi il vetro. Sento delle urla provenire da dentro. Lo aiuto cospargendo tutto il perimetro con la benzina, mentre lui lancia altre taniche attraverso le finestre. Mi viene accanto, e l’ultimo goccio di benzina lo butta sulla porta.

Mi offre un accendino “A te l’onore.” Mi sorride divertito. Una leggera brezza sposta i suoi capelli neri. Mi piacciono tanto, perché sono neri ma con le punte rosse…

Lo rifiuto e tiro fuori la mia pistola. Sparo un colpo verso il terreno, ed una scintilla da vita al fuoco. Velocemente le fiamme percorrono tutto il tragitto della benzina, arrampicandosi fin sulle finestre. Urla di paura invadono la notte. Le adoro, come adoro sentirli soffrire. Mi volto verso Louis, anche lui si sta divertendo. Iniziamo a ridere come matti, mentre le persone dentro al capannone implorano il nostro aiuto.

 

Mentre il capannone brucia mi torna in mente Gabriel. Come reagirebbe se venisse a sapere della mia vera identità? Mi considererebbe ancora come una ‘sorella’? La stessa sorella che l’ha baciato ieri sera, e che lui sembra aver gradito molto. “Chi li capisce voi uomini.”

Louis mi viene accanto e mi abbraccia sorridendo “Chi è che ti angustia amore mio?” mi bacia dolcemente sulle labbra. Sbuffo “Il mio convivente. Non lo capisco.” Mi stringe di più a se, sto così bene. “Domani ne parliamo va bene?” annuisco continuando a fissare le fiamme. Hanno smesso di urlare, che peccato…

Ci stacchiamo, per salutarci. Prima di voltargli le spalle lo osservo un momento. Quel vizietto di accarezzarsi i capelli non lo perderà mai. Come quello di fumare.

 

E’ un peccato che abitiamo ai due lati opposti della città, non sarei costretta a tornare a casa da sola. Non che abbia paura sia chiaro, però vorrei tornare in compagnia, per passare il tempo! Volto l’angolo e sento una mano ammutolirmi, e l’altra trascinarmi nell’ombra. Non riesco a vedere il mio assalitore, perchè è dietro di me. Mi fa aderire il corpo al suo, e mi passa la pistola sulla guancia “Se provi ad urlare, ti faccio fuori.” Mi sibila gelido. Annuisco con la testa, mentre una strana sensazione mi sta invadendo, ma non è paura…

Mi circonda la vita con un braccio, e sposta la mano dalla mia bocca, portandola su un mio fianco. “Ti stai prendendo troppe libertà.” Ringhio secca. Lui ride, e di gusto anche “Sono sicuro che non ti dispiaccia.

Non rispondo, ha maledettamente ragione! Cerco di voltare la testa per poterlo guardare in volto, ma la presa si fa più accentuata “Non provarci tesoro. Sposta la mano dal mio fianco e mi scansa il collo del cappotto. Mi accarezza il collo “Sembri tesa…” sussurra con voce rauca.

Anche su questo ha ragione, cerco di rilassarmi, anche se è assai difficile dato quello che sta facendo! “Chi sei…?” la voce mi trema, al tocco delle sue labbra sulla mia pelle.

Sento il suo respiro su di me “Dovresti saperlo Scarlet… o meglio Madelaine. Abbasso lo sguardo sconvolta, osservando il braccio che mi circonda la vita con in mano la pistola. Possibile che sia… “Jack.” Sento provenire da lui.

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Capitolo 9
*** A casa del killer. ***


A cena col killer

A casa del killer.

 

 

Madelaine rimane senza parole, possibile che sia davvero Jack? No non può essere…. E pensi che io ti creda?” la voce le trema “sarai uno di quei soliti bulletti…” la presa si accentua “Sei libera di credere a quello che vuoi…” le poggia le labbra sul collo “adesso vorrei i miei soldi…”

La ragazza cerca di divincolarsi “Soldi?! Quali soldi?!

Il killer prende una benda nera “La mia ricompensa per aver fatto fuori quella feccia…” sussurra passandogliela intorno agli occhi “brava hai capito che devi restare immobile.”

“Sei tu quello che ha una pistola in mano…che stai facendo?” perché la benda? Non può continuare a parlare da dietro?

“Andiamo in un posto più appartato” la prende per un braccio “ah, ti ringrazio per avermi risparmiato la seccatura.” La fa entrare in macchina.

Mad aspetta che entri in macchina, meno male che ho un buon udito. L’uomo mette in moto “sarebbe stata una vera rottura andare a far fuori quel reporter.”

La ragazza sorride divertita “Stai perdendo colpi Jack, non ti accorgi nemmeno che un idiota ti spii. Jack sghignazza “Pensavo che da un secchione non ci sarebbe riuscito a scattare qualche foto.” Madelaine si appoggia al finestrino “Tanto non sono venute bene…” non mi dirà mai la sua vera identità….perciò è inutile provare a chiamarlo Aiden.

 

 

Per il resto del tragitto, non c’è alcun scambio di parola. Entrano in una villetta a quanto sembra, dato che lei non può vedere nulla, ma l’impressione è quella...

“Accomodati pure…” mormora il killer togliendosi la giacca, ma Madelaine resta ferma immobile “? Puoi muoverti sai…”

La ragazza sospira “Mi piacerebbe ma non so dove mettermi, non vedo nulla!” termina la frase seccata.

Jack sorride, poi la prende per mano e la conduce sino al divano, aiutandola a togliersi il cappotto ed a sedersi “vuoi qualcosa da bere?” la ragazza annuisce con la testa “Bene, aspettami qui.” Si dirige in cucina “è inutile che provi a toglierla, è troppo stretta e quel nodo è difficilissimo da sciogliere!” ride divertito.

Ha maledettamente ragione, non ci riesco! Apre la borsa in cerca del suo coltellino ma…niente! Non c’è! Deve averlo preso lui! E la pistola…?! Neanche quella c’è. Tasta gli oggetti intorno, ma non c’è nulla che possa tagliarle la stoffa.

All’improvviso il suo cellulare squilla. Lo prende dalla borsa, ma non sa chi possa essere…. “Rispondi tranquillamente.” Sente provenire da un’altra stanza. Risponde titubante “Pro…pronto?” “Mad!”

Un tuffo al cuore, dall’altra parte del telefono c’è Gabriel “Ga-gabriel…” balbetta.

Jack nel frattempo esce dalla cucina e le si siede accanto guardandola attentamente “Attenta a quello che dici.” Le bisbiglia all’altro orecchio. La ragazza sussulta, non l’ha sentito entrare.

Mad, dato che a casa non ti ho trovata, ti ho chiamata per avvertirti che stasera non torno…”

Cerca di mantenere la calma “e…quando tor—“ viene interrotta da Gabriel “Dovrei tornare dopodomani sul pomeriggio tardi. Ciao!”

“Ha attaccato…” sussurra tristemente posando il cellulare. Jack sorride e si alza “Bene vado a prendere da bere.

Madelaine si poggia sullo schienale sospirando tristemente “Una donna…c’è una donna di mezzo…” vorrebbe piangere ma non può, non con quello di là. Corruga la fronte “Analizziamo il quadro della situazione…” mormora. Mi trovo chissà dove a casa di Jack che pensavo fosse Aiden, ma che non può essere…hanno la voce diversissima….la sua è squillante molto da ragazzetto…mentre quella di Jack è… stringe la stoffa del divano roca…profonda….identica a quella di Gabriel…ma non può essere lui dato che c’ho parlato poco fa…ma allora chi è?!

 

Jack ritorna con due bicchieri in mano “Sperò ti piaccia il succo di frutta alcolico…di più non posso darti.” Le si siede accanto, la ragazza sposta la testa dalla sua parte “Perché?”

L’uomo sghignazza “Sei troppo piccola.”

Mette il broncio offesa “Ho ventitre anni, non sono così piccola!” prende il bicchiere “Questo non è niente!”

Il killer sorride divertito “Sei una mocciosetta!” beve un sorso continuandola a guardare.

Perché mi hai portata qui?” prova a chiedere Mad bevendone un altro sorso. In tutta sincerità spera che non voglia ucciderla.  Jack guarda distrattamente il bicchiere che sta facendo roteare lentamente “Torturarti e poi ucciderti nel modo più atroce che possa esistere.

La ragazza ingoia cercando di allontanarsi, ma si blocca quando sente la mano del killer sulla sua spalla “ma ho cambiato idea.” Posa i bicchieri “adesso ho voglia di te.”

Sussulta sbalordita “Cosa?!” lui le slaccia il primo bottone della camicetta “Cambiamento di programma…dì, ti va?”. Allontana la mano di lui con uno schiaffo “No! Neanche ti conosco!” possibile che questo pazzo sbucato fuori dal nulla voglia davvero… non che le dispiaccia sia chiaro ma… c’è Gabriel… ok che a quest’ora starà raggiungendo la sua ‘amata’ ma…che ci può fare se lui è sempre nei suoi pensieri? Se lo…No! Non è amore! Non pensatelo neanche per scherzo!

 

Jack nel frattempo le ha sbottonato sino a metà la camicetta “Mm…hai la pelle morbida…” sussurra rauco mentre le accarezza la spalla sino a percorrere il braccio. Le bacia la gola. Madelaine sussulta al provare quel piacevole contatto delle sue labbra. Al diavolo Gabriel! Qui c’è un uomo che solo come ti sfiora ti fa impazzire…

La ragazza si volta lentamente verso di lui, allungando incerta una mano alla ricerca del suo corpo. Il killer l’afferra delicatamente per il polso baciandogliela e conducendola sul suo petto.

L’atto ha un qualcosa di molto eccitante…sentire quelle mani insicure che percorrono il corpo, che a tratti si fanno decise e sensuali… il respiro si fa più pesante, meno regolare…

L’uomo dopo averle tolto la camicetta la fa sdraiare sul divano, sdraiandosi sopra. Inizia un gioco di baci, carezze che si fanno sempre più intraprendenti. Ogni gemito di piacere della ragazza per lui è un invito ad approfondire…

Madelaine è tutta un fuoco, è da tempo che non prova qualcosa del genere. Ad ogni suo bacio, ad ogni suo tocco, il suo corpo freme dal desiderio di averlo, di poter essere sua… sentire quelle labbra bollenti che si impossessano delle sue…che le percorrono ogni centimetro della pelle…

 

Però non poterlo vedere, non sapere chi sia…le lascia una strana inquietudine dentro. Sta per dirgli di fermarsi, quando è lui a farlo di sua spontanea volontà. Si alza da lei e va a sedersi su una poltrona “Non posso…” sussurra mortificato “Non così…” si passa le mani sul viso.

La ragazza si alza a sedere, cercando di coprirsi con la camicetta, ma che non trova. Jack la guarda, poi si alza prendendo la sua maglietta “Infila questa. Starai più comoda…” gliela porge e resta a guardarla imbambolato E’ così bella…

Data la situazione, in questo momento Madelaine preferirebbe avere tutto il viso coperto, deve essere rossissima! Infila velocemente la maglia, sperando di averla messa nel modo corretto. Intorno a lei c’è uno strano silenzio. Muove la testa titubante, non riuscendo a capire se lui sia ancora lì, oppure no. Però sente il suo sguardo puntato addosso “Jack…?”

Un mugugno proviene dalla sua destra “Perché non parli…?” gli chiede imbarazzata. Il killer nuovamente seduto sulla poltrona continua a guardarla senza staccarle gli occhi di dosso “Forse perché non ho niente da dire.

Mad rimane senza parole, non sa cosa dirgli. Non sa come alleggerire la tensione…vorrebbe solo sprofondare! Tutte a me devono capitare…

 

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Capitolo 10
*** Quando si dice ***


Quando si dice “il mondo è piccolo

Quando si dice “il mondo è piccolo!”

 

 

 

Mad sospira affranta, il suo convivente è impegnato con un’altra, mentre il suo killer favorito la rifiuta. Peggio di così non può andare. Prende un cuscino e lo abbraccia “Jack…non voglio chiederti nulla, tranne di lasciarmi andare.”

Il killer l’ascolta attento, mentre lei più che intimorita, bensì imbarazzata prosegue “Non potremo continuare così in eterno. Le cose sono due…o mi elimini o mi lasci andare…”

Oppure ti tengo con me.” Opta tranquillo mentre Madelaine sussulta sorpresa da quella risposta. Sa che sta scherzando, ma le fa comunque effetto. L’uomo si alza prendendo i due bicchieri “Infondo questa casa ha bisogno di vita, allegria insomma.

“Tu non sei un tipo allegro?” chiede lei sinceramente curiosa. Più passa il tempo, più il desiderio di conoscere la sua vita si fa spazio tra  i pensieri.  “No affatto”

E perché?” continua lei sperando che lui non si scocci. Il killer fa un’alzata di spalle “è di carattere.

Lo sente allontanarsi. Sposta le mani sulla benda, e cerca di toglierla nuovamente. E’ troppo stretta, non ci riesco! Non riesco nemmeno a sfilarla! Forze è vero che ho un capoccione…

 

****

Aiden si trova in strada, davanti una villa. E’ notte fonda, e nessuno potrebbe notarlo. Apre il cappotto e tira fuori la pistola caricandola “Se quello l’ha toccata gli sparo senza pensarci due volte.” Scavalca agilmente il cancello e percorre il giardino. Lancia uno sguardo ai cani da guardia che hanno lo sguardo puntato su di lui. Sorride e si dirige verso di loro. I cani scodinzolano felici, mentre lui li accarezza sulla testa “Bravi, ormai mi conoscete eh?”

Si volta dirigendosi verso la finestra della cucina “conosco questo posto meglio delle mie tasche. Mormora arrampicandosi.

Si trova nella cucina. Si guarda intorno “Bastardo, l’ha fatta bere. Ringhia accigliato. Dalla porta semi chiusa entrano dei fasci di luce “Nel salone c’è qualcuno…” Apre lentamente la porta, sperando che non scricchioli…tutto a posto.

Madelaine si trova seduta sul divano, bendata “ma non l’ha legata…perché non se l’è tolta?” si domanda Aiden confuso. Sposta lo sguardo su Jack, in piedi, girato a guardare fuori dalla finestra. Rifodera la pistola e tornare a guardare il killer che…lo sta fissando! Gli manca un battito, come diavolo ha fatto ad accorgersene?

Aiden si avvicina al killer, e gli sussurra senza farsi sentire dalla ragazza “Dai tuoi capelli deduco che non glielo hai ancora detto…”

Il killer si sposta una ciocca bionda dalla fronte “presto…glielo dirò.

L’uomo stringe il braccio del killer “Glielo dici adesso!” Jack sorride sprezzante “Così vedrà anche te.

“Non importa, non voglio mentire alla persona che amo. Calca volutamente l’ultima parola, sperando in una qualche reazione positiva da parte di quell’idiota. Il killer sembra aver incassato malamente il colpo. Sposta lo sguardo prima su Madelaine, poi su Aiden con uno sguardo inceneritore “tu non la  ami affatto.”

E cosa puoi saperne tu?” tira fuori una sigaretta “hai da accendere?”

Jack gli prende la sigaretta e la spezza “Niente fumo in casa mia.”

Jack?” la voce di Madelaine li distrae dalla loro conversazione “Ci sei ancora?”

Il killer sorride amaramente “Si…ci sono. fa una pausa, poi prosegue “Devo parlarti.”

La ragazza piega la testa da un lato sorridendo dolcemente “Dimmi tutto. L’uomo sorride, mentre l’altro con aria compiaciuta si accende un’altra sigaretta.

Ma l’uomo sembra non trovare le parole, resta a fissarla senza fiatare. Sente l’odore della sigaretta farsi largo, e si volta verso Aiden “Spegni quella sigaretta deficiente!”

Madelaine interviene “C’è qualcun altro qui con noi…?! Chi è?!” il suo tono è leggermente allarmato. Jack lo guarda con un’espressione preoccupata ed allarmata. Scuote la testa e si dirige verso la finestra, aprendola. Un’ondata d’aria fredda invade la stanza.

Aiden si avvicina alla ragazza “ora ti sciolgo, aspetta. Questa voce… Aiden?!” “In persona.” Mormora facendole scivolare via la benda.

 

 

Mi serve qualche secondo prima che i miei occhi si riabituino alla luce. Le immagini si concretizzano…Aiden…è proprio lui. Sento le lacrime pungermi gli occhi, non devo piangere, ma quel suo sorriso rassicurante e dolce…fa crollare ogni mia difesa…

Mi alzo velocemente dal divano, e lo abbraccio! Non mi importa, può pensare quello che vuole, ma in questo momento voglio solo abbracciarlo…sperando di dimenticare…

Però la verità mi riporta alla realtà “Aidendimmi che succede?” non so se proseguire o meno, ma tanto che ho da perdere? “Sei un killer?” lo vedo annuire tranquillamente… è ancora più bello dall’ultima volta che l’ho visto…già…l’ultima volta è stata anche la prima volta che ci siamo incontrati. Quella sera è stata veramente importante per me, speravo di poter ricominciare una nuova vita con qualcuno accanto…ma il mio piccolo ed ingenuo sogno è andato velocemente in frantumi. Non una chiamata, non una visita, nulla. E adesso? Adesso me lo ritrovo davanti, bello più che mai, a casa di… Jack! Per lo stupore di essermi trovata davanti Aiden, mi sono completamente dimenticata di lui. Ora…posso finalmente vederlo…

Cerco di guardare oltre Aiden, ma è troppo alto, non vedo nulla. Sembra capire le mie intenzioni, e si sposta di lato offrendomi una miglior vista.

Un uomo è rivolto verso la finestra. I capelli biondi seguono il movimento del vento…  Avanzo incerta di qualche passo con il cuore che mi martella il petto. Più mi avvicino, più riesco ad individuare dei piccoli dettagli…è giovane…

All’improvviso sento una stretta al polso, mi volto di scatto e vedo Aiden sorridermi tranquillo “Aspetta, prima vorrei parlare di quella sera. Colpo basso. La tristezza mi assale ferocemente…perché? Perché rivangare quel brutto ricordo? Perché doverci parlare? Non voglio affrontarlo, ho paura di rimanere ancora più ferita.

 

Aiden mi conduce gentilmente in un’altra stanza, deve essere la sala hobby a giudicare dal biliardo ed il mini bar. “Cavolo che casa. Mormoro sbalordita. Questa è una signora casa, chissà al piano successivo cosa c’è…l’ho notato dalle scale.

Si siede sul divanetto “Ha altri due piani…sì devo ammetterlo è una bella casa…” mi guarda serio “Vieni?”

Senza pensarci due volte mi affretto a sedermi “Allora? Spiegati!” voglio sapere come diavolo fa a conoscere Jack! “Ok…se da quella sera non mi sono fatto sentire, un motivo c’è..:” lo interrompo “Voglio sapere di te e Jack. Non voglio sapere di quella sera, non voglio sapere del fatto che non ti sei fatto più sentire!

“Prima ti dico questo, poi ti risponderò sulla conoscenza di Jack. La sua voce è sicura ed autoritaria. Non mi resta che accettare ed ascoltare. Sì, è vero, potrei benissimo alzarmi ed andare a chiederlo direttamente all’altro ma…sono masochista…mi piace soffrire.

“Vedi…il giorno dopo che ci siamo visti avevo intenzione di chiamarti però… mi hanno rintracciato per lavoro chiedendomi di eliminare una persona…”. Alzo le sopracciglia stupefatta, non mi ha più cercata perché doveva lavorare? Stiamo scherzando! Non dico che doveva venire ogni giorno sotto casa a farmi una serenata, ma almeno una piccola, minuscola telefonata poteva anche farla!

Rimane in silenzio, come per trovare le parole giuste. Voglio proprio sentire cosa dice! “Mi hanno chiesto di ucciderti Madelaine. Non ci credo. Qualcuno vuole uccidermi? Non che non sia mai capitato anzi, ma la cosa mi ha comunque stupita. “E chi è?” chiedo incredula.

Si morde il labbro inferiore “Sid Crichton. Mi guarda sofferente. Quel nome…non è possibile. Un altro colpo basso. Vi prego lasciate in pace il mio cuore! “C-cosa vuole da me?” balbetto sconvolta. Sospira “Vendicarsi.” Già perché non ci ho pensato.

 

Ora dovrei dirvi chi è Sid Crichton. Lui…è il mio ex migliore amico…nonché fratello di Nick, il mio ex fidanzato che ho fatto uccidere. Dopo la morte di Nick giustamente non mi ha più rivolto la parola, cavolo ho fatto uccidere suo fratello. Lui e Nick erano molto uniti,ed è stato proprio lui a farmelo conoscere. Ed adesso, vuole uccidere me. La cosa mi dispiace, ovvio. Anche perché continuo a volergli un bene dell’anima, ma lui non ne vuole più a me. Posso capirlo, e non lo odio per questo. Prima di dirci addio abbiamo parlato.

“E’ vergognoso quello che ha fatto mio fratello, ma sono deluso e orripilato da quello che hai fatto tu. Queste furono le sue ultime parole prima di andarsene. Aveva ragione, ma non posso tornare indietro.

Già, sembrerà assurdo, ma vorrei tornare indietro per potermi fermare. Io lo amavo, come lo amo ancora adesso ma…ho preferito toglierlo dalla mia vita, dal mondo e…di questo mene pento ogni giorno.

 

“Tutto bene?” la voce di Aiden mi riporta alla realtà. Sorrido debolmente “Si, mi sono persa tra i ricordi. Sorride dispiaciuto “mi dispiace, non avrei mai voluto riaprire questa vecchia ferita ma dovevo.” Annuisco “ti ha raccontato tutto lui?” Mi sposta una ciocca rossa dal viso sorridendo “Sì…anche se mi piacerebbe saperlo da te.” Si accende un’altra sigaretta “Ovviamente non ho accettato, ed ho preferito indagare. E’ per questo che non mi sono fatto sentire in questi giorni. Mi guarda intensamente “Mi dispiace Madelaine, io sono sinceramente interessato a te. Prendo la sua mano tra le mie, e piango. Stavolta dalla felicità “L’hai fatto per me…ti ringrazio…” sorride dolcemente con gli occhi che gli brillano “Mi perdoni?” “Si. Sussurro felice.

Mi asciugo le lacrime “Una mattina, dopo essere uscita con una mia amica…decido di fare una sorpresa a Nick, andandolo a trovare…” ma inutilmente dato che ricominciano a scorrere “Siccome la mattina la trascorre sulla sua barca, lo vado a cercare. Scendo nella cabina…da cui sento provenire delle risate…” faccio una pausa, è difficile, ma devo affrontarlo. Aiden mi stringe la mano invitandomi a calmarmi. “E lo ritrovo avvinghiato ad un’ochetta, che ha il coraggio di urlare a me che sono una puttanella… presa dalla rabbia ho tirato fuori la pistola e l’ho minacciata. Rido “ è corsa fuori nuda. Sono rimasta da sola con Nick che mi fissava sconvolto…ha cercato più volte di scusarsi, di spiegarmi, che non era colpa sua. Me ne sono tornata a casa.”

“Ho trovato un numero di telefono, era il numero di un killer che mio padre contattava. L’ho chiamato. E gli ho detto di uccidere Nick il prima possibile. La sera stessa mi hanno chiamata dicendomi della sua morte.

 

Alzo lo sguardo convinta di trovarmi Aiden guardarmi disgustato, ed invece mi sorride, dolce, rassicurante. Da quanto desideravo sfogarmi così.

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Capitolo 11
*** Loro, la Ferrari e tutto il resto. ***


Lui

                     Loro, la Ferrari e tutto il resto.

 

 

“Ora…dovresti parlare con Jack…” la bacia sulla fronte, con un’espressione triste e sofferente “voglio combattere ad armi pari.”. Mad posa gli occhi rossi  e gonfi su di lui “Che vuoi dire?”.

 Tentenna nel rispondere, girando la testa dall’altro lato “Che anche lui ti ama.”

La ragazza spalanca gli occhi stupita, possibile che Jack la ami? Neanche si conoscono! Amore a prima vista? Colpo di fulmine? Qui bisogna chiarire le cose, a partire dal fatto di “come fai a conoscerlo?”

Il ragazzo ride sarcastico “Per lavoro,ovvio.”

“Vorrei parlare con lui…”

 

 

Il killer si trova ancora affacciato alla finestra, intento a guardare il cielo stellato. Adoro il cielo invernale… Sospira pensieroso Come la prenderà? Bene? Male? Le potrò comunque piacere?

In quel momento Madelaine entra nella stanza “Jack posso parlarti?” “Certo” risponde senza girarsi. È arrivato il momento della dura verità!

Rimane sulla soglia della porta “posso venirti accanto?” domanda titubante, non sa se scappare o restare. Da una parte freme dal desiderio di vederlo, ma dall’altra ha paura di chi possa essere,  che possa essere…Gabriel…no, è impossibile! Anche se fisicamente si assomigliano, ed hanno le stesse voci, non possono essere la stessa persona! Ha incontrato diverse persone che hanno la voce simile, e poi c’è stata la chiamata! Non c’era quel solito rumore di  sottofondo che ha una registrazione. No, Gabry è da escludere.

“Si, tanto devo rivelarti la mia vera identità no?”

“Come hai fatto a rintracciami?” mentre parla, avanza lentamente verso di lui. Il cuore le batte furiosamente, mentre una strana sensazione la invade man mano che avanza.

“Ho fatto qualche ricerca, qualche chiamata, e qualche pedinamento.” La sua voce le giunge fredda, distaccata, totalmente indifferente. 

“Jack io…” non sa cosa vuole dirgli, sente solo l’impulso di chiamarlo, di farlo voltare, di incontrare i suoi occhi…

Il killer sembra leggerle nel pensiero, e lentamente si volta verso di lei. Il tempo sembra essersi fermato, tutto tace, può solo sentire il battito accelerato del suo cuore. “Non puoi essere tu…” arretra di qualche passo sconvolta. Jack a sua volta le si avvicina, sino ad arrivarle davanti, a pochi centimetri di distanza. Meccanicamente, senza smettere di guardarlo, alza e mani posandole sul viso, risalendolo fino ai capelli. Jack la guarda con una strana luce negli occhi e delicatamente, come se avesse paura di farle del male, le accarezza un guancia. La ragazza lentamente gli toglie la parrucca, poi la butta a terra “Gabriel…perché?” gli occhi le si riempiono di lacrime, ma cerca di ricacciarle dentro.

Gabriel non risponde, si limita a girare la testa da un lato, evitando di guardarla. In quel momento Aiden entra nella stanza, sperando di trovare l’amico ancora vivo. Tempo di fare un passo verso di loro, che Madelaine gli pianta un sonoro schiaffo sulla guancia “Bastardo!”. Si volta verso Aiden furiosa  “Non voglio più vedervi!”, si dirige verso la porta prendendo la sua borsa, prima di uscire prende delle chiavi lasciate sul mobile.

Aiden resta a fissare la scena imbambolato, poi sposta lo sguardo su Gabriel che sembra incapace di reagire. Gli si avvicina posandogli una mano sulla spalla “Gabriel…le passerà…”

L’uomo sembra come risvegliarsi  da un lungo sonno “I cani… sono legati…?” Il biondo annuisce silenziosamente. Si avvicina alla porta “Andiamo a riprendercela dai, così ti faccio provare la mia bella ferrari.” Cerca con lo sguardo le chiavi che ha lasciato precedentemente sul mobile, ma non trovandole sbianca paurosamente “le mie chiavi…la mia macchina!” sbraita allarmato spalancando la porta ed uscendo di corsa. “Prendiamo la tua macchina!” o sete urlare da fuori. Gabriel sghignazza divertito “Donne!” prende le chiavi della macchina dal tascone e lo segue.

 

È da un’ora che guida senza meta, ma ha una voglia matta di fuggire, per di più quel bel gioiellino rosso canta che è una favola! E dire che quella sera lei ed Aiden si sono percorsi mezza città a piedi! Dove la teneva nascosta questa bellezza?

Alle tre di notte poi, la strada che porta al mare è vuota. Nessun seccatore tra i piedi! Si ferma su una scogliera, apre lo sportello ed esce stiracchiandosi. L’aria è fresca, anzi fredda! Ma in pieno inverno infondo cosa ci si può aspettare? Il mare è scuro, mette una certa soggezione, mentre il cielo è pieno di stelle “Che posto magnifico… romantico.”

“Chi l’avrebbe mai detto Gabriel? Tu sei Jack!”  sospira, cercando di trattenere un singhiozzo. Non voglio piangere.

 

“Se trovo solo un graffio,un solo piccolo minuscolo graffio non me la prendo con lei! No, io me la prendo con te!” ringhia Aiden puntandogli un dito contro “Se tu le avessi detto prima che razza di stronzo che eri, a quest’ora la mia macchina era sana e salva e Mad…” “Sarebbe tra le mie braccia adesso.” Termina divertito Gabriel. Il biondo resta a guardarlo a bocca aperta indignato “Cosa?! Ti sbagli, starebbe tra le mie braccia!” Forse è così, oppure non starebbe con nessuno dei due, o…vorrebbe stare con Jack.

“Siamo quasi arrivati” Gabriel accelera, Mad dove sei…

Aiden volge lo sguardo fuori dal finestrino, sta piovendo e tuonando di brutto, ed ogni tanto si vede qualche fulmine davanti a loro “Come fai a sapere dove si trova?” lo vede così sicuro, e se non fosse lì? Il killer sorride soddisfatto “Ricordi Melania?”

L’altro sorride sornione “La mora tutte tette? E come si fa a dimenticarla una così?” “bè si da il caso che sia anche abile.”

“Non avevo dubbi!” sorride soddisfatto il biondo accendendosi una sigaretta.  “Spegnila!” sibila Gabriel pigiando sul navigator  “Guarda qua idiota, me l’ha modificato in modo che possa trovare chiunque.”

“Grande!” esclama esterrefatto buttando la sigaretta dal finestrino “Oh guarda, manca pochissimo a Mad!” “dieci minuti e siamo arrivati.”

 

“Forse è ora che rientri…” borbotta Madelaine dando un calcio ad un sasso, sta tuonando da un bel po’ ormai,  “Arrivo a casa, e domani…no più tardi chiamo per far cambiare la serratura! Così quel demente non potrà entrare! Buah ah ah ah ah!” un fulmine squarcia il cielo “Manco nei film!”

Due uomini dentro la macchina la osservano stupiti “Sei sicuro che sia lei? Fa paura.” Chiede uno dei due spaventato, l’altro continua a guardarla preoccupato appoggiato al volante “Si, non ho dubbi è lei.”

Mettono in moto, e le si fermano accanto, quello alla guida abbassa il finestrino “Scusa, posso chiederti un’informazione?”. Madelaine si volta verso di loro scostando i lunghi capelli rossi dal viso,che non riesce a sistemare a causa del vento. “Dica!” urla per farsi sentire. “Se ti avvicinassi risparmieresti le mie corde vocali! Ed anche le tue!”

Tsè! E pensi che mi avvicini a due perfetti sconosciuti in macchina? “Sto bene qui, grazie!” Posa le mani sui fianchi guardandoli beffarda. “Come vuoi!” esclama sorridente l’uomo alzando le mani in aria.

“Bene!” risponde Madelaine, prima che un dolore allucinante le prenda alla testa facendola svenire. Un terzo uomo sorride divertito prendendola in braccio e dirigendosi verso la macchina, mentre l’altro esce e si dirige verso la ferrari. Si sporge dentro e tira il freno a mano. Chiude elegantemente lo sportello fischiettando allegro e da una piccola spinta alla macchina. La rossa inizia la sua marcia verso il baratro, mentre l’uomo torna nella sua macchina, chiude lo sportello “Andiamo.” ordina al conducente che sorride a sua volta  gettando un foglietto di carta a terra e guardando Madelaine dallo specchietto retrovisore.

Nel frattempo la ferrari termina la sua corsa con un perfetto salto verso il basso, andando a schiantarsi contro gli scogli e provocando un’esplosione.

Alcuni minuti dopo giungono sul posto i due killer. Scendono velocemente dalla macchina e si dirigono verso il precipizio.”Dov’è Madelaine?!” urla allarmato Gabriel arrivando per primo e notando la macchina. Non sarà su quella macchina?!  Aiden lo raggiunge e cade a terra alla scena che gli si presenta davanti “Mad…?”

Il killer si dirige verso la sua macchina, quando nota sulla strada, dei segni lasciati da una macchina ed un foglietto. Lo raccoglie e lo apre… C’è un messaggio per lui. Dopo averlo letto chiama il biondo “Aiden andiamo! Madelaine è viva, l’hanno rapita!”, ma vedendo che l’altro non da cenni di vita,gli si avvicina “ehi…?”

Aiden si gira verso di lui senza fiatare, è pallidissimo. Gabriel si piega sulle gambe sino ad arrivargli faccia a faccia “Tutto bene?”

L’altro boccheggia un attimo, prima di passarsi una mano tra i capelli “La mia…macchina…”, Gabriel resta in silenzio, capendo il momento, dato che anche la sua  macchina, quella che aveva prima, ha fatto una brutta fine.

La mia macchina cazzo!” sbotta all’improvviso alzandosi in piedi “Andiamo ad aprirgli il culo a quei stronzi!” sbotta nero dirigendosi verso la macchina, e prendendo a calci tutto quello che si trova davanti.

Gabriel lo segue ridendo “Ti do il permesso di accendertene una, e dalla anche a me!”

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Capitolo 12
*** Sid. ***


Sid

Sid.

 

 

Sid Crichton sorride malignamente fumando il suo sigaro. Hanno appena portato Madelaine dentro al capannone,al suo capannone. A quanto sembra la ragazza sembra non essersi accorta della sua presenza…troppo impegnata a divincolarsi da quei bestioni. Uno di loro la afferra per una spalla e la scaraventa a terra. Si trova faccia a faccia con…delle scarpe.

Sente una risata provenire dall’alto. Alza lo sguardo minacciosa e si ritrova Sid che la guarda divertito “Da tempo aspettavo questo momento Madelaine.”

“S…Sid…” balbetta la ragazza incredula. Non ha fatto in tempo a finire il discorso con Aiden su Sid che gia se lo ritrova davanti… Per di più è un doppio colpo dato che è come se avesse davanti Nick

Il ragazzo si inginocchia soffiandole il fumo in faccia “da quanto non ci vediamo? Cinque? Sei anni?” è calmo, ciò evidenzia il fatto che ha tutto sotto controllo.

Mad dopo aver tossito, lo guarda con astio “Cosa vuoi Sid?!”

“Vendetta.” Sussurra nel suo orecchio “Voglio vendicare mio fratello.

Si alza facendo un cenno col capo ad uno dei bestioni, che afferra Madelaine perle braccia e la lega su un tavolo “Che vuoi farmi?!”

Sid si siede divertito “Assistere allo spettacolo” indica due uomini in piedi davanti al tavolo “Loro saranno i tuoi intrattenitori….prova ad immaginare cosa ti faranno.”

 

 

 

Nel frattempo i due killer corrono a tutto gas verso il molo. “Quel bastardo non la passerà liscia” ringhia Gabriel accelerando sempre di più.

“Ehi…non credi di correre un po’ troppo?!” esclama spaventato Aiden aggrappandosi alla maniglia. “No.” Risponde secco l’altro posando lo sguardo sul navigator.

“Almeno potresti guardare la strada?!” sbraita il biondino allarmato guardandolo male.

“Sta zitto, mi distrai!” sbotta il killer pigiando qualche tasto.

“Fa come vuoi” ribatte acido il biondo “Basta che non mi fai crepa... non finisce la frase, che si trova ad osservare sconvolto la strada davanti a loro. Quattro macchine con otto uomini armati bloccano la strada. Ed il peggio è che Gabriel non  sembra essersene accorto!

“Gabriel! Guarda avanti!” grida allarmato spegnendo il navigator.

“Ma che cazzo fai?!” urla di rimando l'altro. Guarda davanti a se, e preme immediatamente il freno. La macchina stride ripetutamente lasciandosi una lunga scia dietro e rallentando, ma non abbastanza da evitare il posto di blocco. Due delle macchine colpite dall’impatto finiscono al di fuori della scogliera, mentre la loro dopo un testa coda continua la corsa.

“Per caso tra i tuoi tanti lavori hai fatto lo stuntman?!” sbraita Aiden pallido.

Gabriel sorride divertito “rilassati, è stato divertente no?”

“Come no” borbotta il biondo aprendo il finestrino e sporgendosi: due macchine li stanno inseguendo.

Estrae la sua pistola caricandola e si sporge dal finestrino. L’aria a quella velocità è molto forte ed il killer fatica a mirare. Quando riesce nell’impresa, un primo colpo va a segno bucando la ruota anteriore destra di una delle due macchine che finisce fuori strada.

Sta per sparare un altro colpo, quando dalla macchina rimanente, si affaccia uno degli uomini con la pistola in mano. Un colpo infrange il vetro posteriore della loro macchina, mentre un altro sibila a pochi centimetri dall’orecchio di Aiden “Bastardo.”

Spara un altro colpo che buca una delle ruote anteriori, ma la macchina continua la sua corsa. “Quello pensa veramente di riuscire a prenderci. Sbotta seccato Aiden prendendo nuovamente la mira. Partono due colpi, di cui uno perfora il vetro anteriore mentre l’altro prosegue la sua corsa prendendo in pieno l’uomo che guida.

La macchina sbanda ripetutamente, sino a terminare la su corsa fuori dl guardrail.

Il killer si sistema sul sedile pienamente soddisfatto “Non c’è male vecchio mio!”

Gabriel sorride sarcasticamente “Sei ancora un principiante.

 

 

Madelaine non ha la più pallida idea di come uscire incolume da quella situazione.

Si trova legata su un tavolo, con due masochisti che preparano strani e orripilanti attrezzi che potrebbe definire come attrezzi di tortura. Ma  stiamo scherzando?!  A saperlo facevo la  pasticcera! Un lavoro dolce, e  tranquillo!

Si guarda intorno in cerca di qualunque cosa possa aiutarla a liberarsi, ma non c’è niente.

Uno dei due torturatori guarda Madelaine sghignazzando  e poggiando un ferro sul fuoco. Ma che sto pazzo vuole marchiarmi?!

Chiude gli occhi cercando di mantenere la calma, ma nella sua mente si materializza sempre la stessa persona, Gabriel…perché mi hai mentito…?

Una lacrima solitaria percorre la sua guancia, prima d infrangersi sul legno del tavolo.

“C’è qualcosa che non va Madelaine?” le domanda Sid fintamente dispiaciuto.

“Mi deludi Sid.” Mormora la ragazza affranta guardando il suo ex migliore amico.

“Invece tu mi stupisci sempre di più.” Le si avvicina “Come potevi pensare che ti avrei lasciata andare? Sai quanto ci tenevo a mio fratello.” I sporge verso di lei guardandola negli occhi “Tu non puoi vivere, Madelaine.”

Si allontana fischiettando di qualche metro, poi si gira nuovamente verso di lei. Sorride malignamente ed estrae un bracciale d’oro “Lo riconosci?”

 

 

Quando Sid ha tirato fuori quel bracciale, sono sicura che il cuore mi si sia fermato per qualche istante.

Quel bracciale…quel bracciale è di Louis! Gliel’ho regalato un anno fa per Natale…

“Perché ce l’hai tu?!” se scopro che gli hanno fatto del male possono andare a scegliersi la lapide! Sid mi guarda divertito “Nulla di importante…ha solo avuto un’accesa discussione con questi due.”

Con i masochisti-sadomaso?! Maledetto bastardo! Quando mi libererò no avrò più riguardo per te! “Prega Dio che non mi liberi!” urlo furibonda. Non Louis, non lui! Uno dei pochi che mi sono stati veramente vicino. Mi viene da piangere,Gabriel dove sei?! Ti prego sbrigati!

Sid…dov’è Louis?” devo cercare di stare calma, altrimenti posso anche scordarmi di ritardare la mia tortura.

All’improvviso Sid smette di ridere e resta in ascolto. Lo faccio anch io…non vola una mosca, e credo che sia proprio questo il problema,

“C’è troppo silenzio…” sussurra Sid gettando a terra il sigaro, per poi estrarre la pistola.

Anche i due torturatori hanno tirato fuori le loro armi e lentamente si stanno avvicinando alla porta…

A questo punto mi conviene starmene qui tranquilla mentre loro si ammazzano. Forse è Gabriel…naaaaaa non credo.

 

Sto ancora pensando a cosa stia succedendo là fuori, dato che non sento ne spari, ne grida, ne una mosca, quando poso lo sguardo sulla finestra di vetro che si trova sul tetto e vedo due ombre muoversi nell’oscurità …riduco gli occhi a due piccole fessure cercando di capire di chi si tratti.

Una luce proveniente dallo stesso punto delle due ombre, ne identifica la vera identità.

Gabriel…Aiden….

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Capitolo 13
*** L'apetta ***


L’apetta

L’apetta!

I due killer si trovano sul tetto del capannone. Madelaine si trova proprio sotto di loro. “Dobbiamo trovare il modo di entrare e liberarla” sussurra Aiden guardando attraverso il vetro.

“Si… serve un diversivo” Gabriel resta in ascolto, poi si volta verso il compagno “credo che sospettino che siamo qui, sotto c’è troppo movimento, ci staranno sicuramente cercando…”

almeno hanno lasciato Mad da sola” il biondo estrae dalla tasca uno strano oggetto robotizzato con le sembianze di un’ape.

“Che roba è?!” Gabriel osserva caricare l’oggetto con un misto di stupore e perplessità.

“Si tratta del nostro diversivo, è una bomba…”

Il killer prende la piccola ape dalle mani dell altro borbottando “Una bomba. Questa sarebbe una bomba?” rigira e rigira l’oggetto tra le mani, chiedendosi dove l’abbia trovata.

Aiden si riprende l’apetta e preme un piccolo pulzante sotto l’ala destra, poi gira cinque volte il pungiglione e lascia andare l’apetta che si libra in aria.

“Abbiamo cinque minuti per liberare Mad ed andarcene da qui, pensi di farcela?”

L'altro killer sorride sbruffone “caro mio, me ne basteranno solo due per liberarla, tu puoi anche aspettare qui” detto ciò prende una vecchia corda e la lega ad una canna fumaria.

“E tu pensi che ti lasci il divertimento?” sghignazza l’altro aprendo la grande finestra.

Madelaine sta cercando di liberarsi, ma la stretta è forte. Guarda verso l'alto e vede i due killer calarsi verso di lei. E’ felice di rivederli e non vede l’ora di potersene andare da lì.

 

Nel frattempo la strana apetta sta svolazzando davanti l’entrata del capannone, seguita a ruota da diversi uomini che cercano invano di afferrarla.

“sbrigatevi! Credo sia una bomba! Dobbiamo disinnescarla al più presto!” sbraita Sid, reso ancora più nervoo dal ticchettio dell’apetta.

Stanco dei continui fallimenti dei suoi uomini, fa per prendere la pistola quando l’apetta si attacca sul muro dell edificio a tre metri d’altezza.

Ripone la pistola “sbrigatevi a prendere quelle casse ed arrampicatevi!”

Dopo aver disposto le casse, tre uomini si arrampicano, uno di loro controlla l oggetto, poi lentamente inizia ad aprirlo, ma niente. Nessun meccanismo che suggerisca come disinnescare la bomba. Iniziano a tremargli le mani, non sa neanche quanto tempo rimanga a l’esplosione.

Sid si avvicina seccato “qual è il problema?”

L uomo continua a guardare la bomba “Signore… non ho mai visto una bomba del genere… è fuori da ogni schema”

“Non mi importa! Sai disinnescarla almeno?”

“No… sto provando a capire… ma non è semplice, e non so neanche quanto tempo rimanga… potrebbe esplodere da un momento all altro”

Il ragazzo getta il sigaro a terra “maledizione!” poi si ricorda di Madelaine, e si dirige verso l interno.

Un uomo che lo vede allontanarsi cerca di fermarlo “signore! Potrebbe essere pericoloso!”

“Taci” urla di rimando Sid avanzando furibondo. Quando arriva alla stanza dove si trova la ragazza, lo aspetta una brutta sorpresa: Madelaine è scomparsa.

Avanza verso il tavolo precedentemente occupato da lei, e sopra vi trova un bigliettino: Sid, mi dispiace che tra noi sia finita così, ma ritengo che tu sia nel sbagliato… in parte. Io amavo Nick e mai avrei pensato di fargli del male, ma quando mi sono ritrovata lì… sono stata accecata dalla rabbia. Credimi mi pento ogni santo giorno per quello che ho fatto, neanche nei sogni ho pace e se potessi tornerei indietro. Ma non è possibile. Io non voglio ucciderti Sid, perciò ti prego non cercarmi più.

Sid stringe il biglietto nella mano “maledetta, pensi che sia finita qui?” si gira per uscire, quando un forte boato invade il capannone, e tutto intorno a lui inizia a tremare. Scaglie di vetro sibilano a pochi centimetri dal suo viso, calcinacci cadono indisturbati e grida, tante grida si disperdono nell’aria.

Si ricorda della porta sul retro, e corre in quella direzione, promettendosi di riuscire a vendicarsi, in un modo o nell altro…

 

 

Quando Madelaine riapre gli occhi si trova sul sedile posteriore della macchina, davanti a lui ci sono Gabriel al volante, con Aiden accanto che parla al cellulare “ci serve un posto per la notte edward… non importa dove! L’importante è averne uno dove poter andare subito”

Madelaine si tira su a sedere massaggiandosi i polsi.

“ti sei svegliata” commenta Gabriel continuando a guardare dritto davanti a se, “si” sussurra la ragazza guardandosi e polsi.

“Temevamo per te… fortunatamente siamo arrivati in tempo…” il killer attende che la ragazza parli, ma niente da fare “credimi ci stavo male nel mentirti” la guarda attraverso lo specchietto retrovisore.

Madelaine alza lo sguardo “non importa, adesso non ho voglia di parlarne” ha resistito poco nel guardarlo, e china nuovamente la testa distogliendo così lo sguardo dal killer.

Aiden posa il cellulare, e si rilassa sul sedile sbuffando.

“Allora dove dobbiamo andare?” domanda Gabriel.

Il biondo guarda fuori dal finestrino “Edward ha detto che c’è posto in un vecchio palazzo a 25 km da qui, dobbiamo proseguire per l’autostrada ed uscire alla seconda uscita”

e come faremo a trovarlo? Se non sbaglio quel punto è in mezzo alla campagna” domanda la ragazza fissando il buio.

Il ragazzo si rianima di una nuova luce “ah, ti sei ripresa. Comunque sia ha detto che è facile da trovare, basta proseguire per la stradina… ed è l’unica abitazione della zona”

Nella macchina cala il silenzio, troppo stanchi per parlare, ognuno si chiude nei suoi pensieri.

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Capitolo 14
*** Jack & Scarlet, Gabriel & Madelaine. ***


La macchina percorre il lungo tragitto davanti a sé, i suoi occupanti si trovano in un mistico silenzio, a volte pesante, a volte sembra si stia per spezzare da un momento all’altro

La macchina percorre il lungo tragitto davanti a sé, i suoi occupanti si trovano in un mistico silenzio, a volte pesante, a volte sembra si stia per spezzare da un momento all’altro.

La ragazza guarda distratta fuori dal finestrino, gioca svogliatamente con una ciocca dei sui lunghi capelli rossi

Cosa gli dirò? Non so neanche se voglio sapere o no… Eppure continuo a chiedermi se ne potrà nascere un amore… Sono solo un’illusa vero?

Lentamente volge il capo verso il killer, che concentrato nella guida non si accorge di essere osservato. Vorrei tanto trovare qualcosa da dire… ma ho paura di poter peggiorare le cose… o peggio ancora di restare in silenzio… sono sicura che mi bloccherei… ho tante di quelle cose da chiedere… che alla fine rimango senza niente… Patetica.

 

I pensieri di Madelaine vengono improvvisamente interrotti dalla voce calda e sicura di Gabriel “penso che dobbiamo parlare, è inutile continuare a far finta di niente no?” controlla la reazione della ragazza attraverso lo specchietto retrovisore, e quando si accorge che guarda interdetta verso Aiden, aggiunge “Non preoccuparti, sta dormendo, non può sentirci…”

Seguono alcuni minuti di silenzio.

“Io ti amo…” sussurra la ragazza abbassando lo sguardo, improvvisamente si sente divampare un fuoco dentro di sé.

Il killer rimane di stucco, fremendo per il seguito delle sue parole.

“Ma…” aggiunge la ragazza facendosi coraggio “sono rimasta ferita… non me l’aspettavo…” alza lo sguardo verso di lui con un’espressione implorante “Io amo te Gabriel, e amo anche Jack… E venire a sapere che siete la stessa identica persona mi rende felicissima”

Gabriel sorride compiaciuto, continuando a guardare la strada da percorrere. Se la ragazza sta dicendo che è felice per il fatto che siano la stessa persona allora non ci sono problemi, può continuare  a sperare.

Ma il sorriso gli muore in volto quando la ragazza prosegue “Però è anche vero che se non ho capito che tu sei jack… mi chiedo che amore sia… neanche ti conosco…” stringe un lembo della giacca “non ho capito nulla di te… pensavo di conoscerti abbastanza… ed invece…”

Il killer la interrompe “non è così… come potevi immaginare chi fossi?” sospira “Mad… l’uomo che hai conosciuto in questi mesi, l’uomo con cui hai convissuto, litigato, gioito, è il vero Gabriel…”

Stringe il volante sofferente “Jack è solo una maschera… diciamo una piccola parte di me… ne fa parte così come ne fa parte il lato che hai conosciuto te… è la stessa cosa con te e Scarlet… non siete comunque la stessa persona?”

Madelaine si scosta una ciocca di capelli dal viso, sta tremando, non capendo se è dovuto al freddo o all’emozione del momento “Jack ama Scarlet?”

Le arriva un “si” secco e deciso.

“E Gabriel… mi ama?”

L’uomo si lascia sfuggire un sorriso dolce, rassicurante “Ti amo, e non puoi immaginare quanto”

 A quelle parole le manca quasi un battito, mille emozioni la stanno invadendo. Vorrebbe gioire, urlare, ridere, piangere… abbracciarlo… sfiorare quelle labbra cosi calde…

“Allora…” sussurra imbarazzata. Allora cosa? Non so cosa dire! O meglio mi verrebbe da dire “Allora stiamo insieme?” ma non mi sembra il caso… mi conviene aspettare che dica qualcosa lui…

“Allora pensi che possa nascere qualcosa tra di noi?” prosegue per lei “ L’amore c’è no? Potremmo anche…”

“Potreste cosa?” domanda sbadigliando il biondino appena svegliato. Si stiracchia e si sistema il colletto della giacca “Di cosa state parlando?”

“Nulla…” mugugna seccato il killer accanto.

Madelaine decide di intervenire “Stavamo pensando che dopo qualche giorno nascosto in questa costruzione, potremmo tornare anche a casa no? Infondo… infondo non possiamo nasconderci in eterno giusto?” guarda lo specchietto retrovisore chiedendo mentalmente aiuto a Gabriel.

“Esatto” aggiunge ridendo falsamente “anche perché non abbiamo niente con noi, e Sid può trovarci quando vuole, meglio farsi trovare pronti… ed un luogo familiare come il nostro appartamento è perfetto”

Il biondo li squadra attentamente, non è affatto convinto, e immagina che i due stessero parlando dei fatti accaduti qualche ora prima “come volete, tanto nel giro di qualche giorno Sid ci troverà…” si volta verso Madelaine “avete gia risolto i vostri problemi? Vi siete chiariti? Ci sono delle novità?” la sua voce è strana… quasi arrabbiata.

La ragazza sorride leggermente “si… ci siamo chiariti… è tutto apposto”

“Patti chiari e amicizia lunga!” sbotta l'altro killer.

Il biondo inarca le sopracciglia, e si rigira mugugnando “Si… amicizia lunga…”

 

Madelaine si riappoggia contro il finestrino con un’aria affranta, Patti chiari e amicizia lunga? Sono stata una sciocca a sperare di poter stare con lui… anche se prima mi stava dando l’idea che volesse avere una storia con me… Ma se davvero volesse, che bisogno c’era di dire così? So che Aiden è un suo caro amico però… non mi sembra giusto nasconderlo… Che mi voglia lasciare a lui?

Osserva di sottecchi il killer, spera di trovare qualche messaggio, qualche intenzione, ma nulla. Anzi è così tranquillo che le sembra quasi un sogno quello di poco fa.

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Capitolo 15
*** Coraggio! ***


Arrivati a casa, i tre decidono di rilassarsi e svagarsi un poco

Arrivati a casa, i tre decidono di rilassarsi e svagarsi un poco. Madelaine è sotto la doccia, sangue e sporco abbandonano il suo corpo, scoprendo la sua pelle chiara. Chiude gli occhi,ripensando a tutto quello che è successo poche ore prima “Sid… mi chiedo cosa stia tramando… è troppo pericoloso. Non voglio che faccia del male a Gabriel e Aiden… le persone a me più care!”

Si passa la spugna sulle braccia diverse volte, quasi fosse incantata “Gabriel… penso che sia arrivato il momento di farmi coraggio. Io amo lui, e Aiden ne deve essere informato, non voglio che soffra a causa mia”

Finisce di sciacquarsi i capelli ed esce lentamente dalla doccia, si posiziona davanti lo specchio ed osserva: vede una ragazza innamorata e soprattutto cambiata. Sembra decisa, consapevole finalmente di ciò che desidera veramente. Ma si rende anche conto che quella ragazza per poter andare avanti, deve prima chiudere i conti col suo passato “Sid…”

 

Gabriel apre il frigorifero, non c’è quasi nulla. Sbuffa indispettito e prende due birre porgendone una al biondo che nel frattempo gli rivolge una domanda che ha gia una risposta “pensi si farà vivo presto Sid?”

Il moro sospira poggiandosi al lavello “sono preoccupato per Madelaine… vorrei portarla al sicuro, via da qui” beve un sorso della birra “ma so bene che questo posto oltre ad essere il più pericoloso, è anche il più sicuro… temo che gli altri non riuscirebbero a fermare la vendetta di Sid

“E comunque anche se ci spostassimo tutti insieme, ci troverebbe in un baleno, ha troppi informatori” termina Aiden secco.

“Gia” mormora Gabriel. La stretta sulla bottiglia si fa più serrata, e staccandosi dal lavello si dirige verso la propria stanza “mi vado a sdraiare, falla prima tu la doccia”.

 

Madelaine esce dal bagno passa davanti la stanza di Gabriel dando una veloce occhiata nella stanza. Arrivata alla sua, si volta un’ultima volta, per poi chiudere la porta alle sue spalle. Tolto l’accappatoio indossa i suoi indumenti intimi, per poi aprire l’armadio e fissare contrariata il suo vestiario “cosa mi metto?” sposta alcune magliette “non so se è il caso di indossare qualcosa di carino per dichiararmi… infondo Sid potrebbe arrivare da un momento all’altro e accoglierlo con scollatura e tacchi non è il massimo…”

Mugugna spostando dei jeans, per poi sceglierne uno a caso “questi e…” sposta lo sguardo da una parte all’altra “ e questa!” prende una maglietta bianca modello sportivo.

Si siede sul letto e si china per allacciare le scarpe da ginnastica, si alza di scatto e si guarda allo specchio prima di uscire dalla propria stanza.

Il rumore del getto della doccia, regna nel silenzio più assoluto “che sia gia sotto la doccia?!”

Arriva davanti la stanza del killer, fa un passo e nota con suo grande piacere che il moro è sdraiato sul letto.

Gli si avvicina silenziosamente “forse dorme…”  si china per poter guardare il suo viso. Sorride alla vista dell’uomo che dorme beatamente, come se non avesse preoccupazioni.

Gli si siede accanto, allungando una mano per spostargli i capelli. Lo guarda attentamente, cogliendo ogni suo piccolo particolare. Si china su di lui, e gli bacia dolcemente la fronte.

Gabriel apre lentamente gli occhi, un sorriso dolce e sincero appare sul suo volto ancora assonnato “Ciao…”

“Ciao…” sussurra la ragazza dolcemente.

Il moro si sposta verso un lato del letto, facendo posto a Madelaine.

Gli si sdraia accanto, poggiando la testa sulla sua spalla “non volevo svegliarti…”

“Tranquilla” la rassicura lui, spostando delicatamente una ciocca rossa dal suo viso “miglior risveglio non poteva esserci”

Madelaine arrossisce leggermente, avvicinando ancora di più il viso e strofinandolo contro la clavicola “come profumi…”

Gabriel ride divertito “come mai così intraprendente? A saperlo ti facevo rapire prima!”

La ragazza sbuffa fingendosi offesa “che ne sai… forse ti avrei rifiutato”

L’uomo avvicina il viso a quello di lei dandole un bacio sulle labbra “non dirlo…”

Ok!”

Sorridono tutti e due, abbracciandosi e scambiandosi silenziose promesse d’amore.

 

Aiden nel frattempo si sta asciugando, quando all’improvviso qualcuno da dietro gli blocca le braccia.

Davanti si ritrova Sid ed i suoi scagnozzi “Pensavate di starvene tranquillamente a casa?” sorride beffardo.

“Tu…” minaccia il biondo cercando di liberarsi dalla stretta.

Il nemico lo guarda “prima di minacciare, sarebbe meglio che ti metta qualcosa addosso. E’ sconveniente la tua presentazione”

Il killer sogghigna “o sei soltanto invidioso del mio dono”

Sid cambia espressione, assumendo un’aria contrariata “è meglio che tu chiuda quella bocca se non vuoi che ti uccida subito” dà un segno con il capo ad uno dei suoi uomini, che si affretta a imbavagliare Aiden.

Volge lo sguardo verso il corridoio “ e adesso prendiamo gli altri due”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 16
*** Perdonami amore mio ***


Gabriel allontana il viso da quello di Madelaine “C’è troppo silenzio”

Perdonami amore mio.

 

 

 

Gabriel allontana il viso da quello di Madelaine “C’è troppo silenzio”

La ragazza resta in ascolto “è vero…” si alza di scatto infilandosi le scarpe “deve essere successo qualcosa ad Aiden”.

“Quello che penso anch io…” riferisce veloce il moro aprendo un cassetto, “aspetta ad uscire, prendi questa” le porge una pistola.

“E tu come farai?” domanda la rossa controllando che sia carica.

“Non preoccuparti” sorride soddisfatto aprendo l’armadio “ho molte armi nascoste”

“Va bene allora andiamo!”

 

Per la casa regna un silenzio innaturale, quasi come l’intera struttura li stesse osservando. I due avanzano lentamente guardandosi intorno  tenendo saldamente le pistole. Ad ogni passo compiuto, hanno come il presentimento di avvicinarsi sempre più alla morte.

Resta da controllare soltanto lo studio… Gabriel allunga la mano poggiandola sulla porta socchiusa. Un leggero scricchiolio li accompagna dentro la stanza, ed i due killer rimangono sorpresi nel constatare che lo studio è completamente vuoto.

Madelaine scatta in avanti “non è possibile!” rovista freneticamente sulla scrivania alla ricerca di qualsiasi cosa possa dirle cosa succede, ma nulla “niente! Non ha lasciato niente!” si porta una mano fra i capelli “Aiden…”

L'altro killer abbassa la pistola “evidentemente l’hanno portato via…”

“Cosa ti fa pensare che sia entrato qualcuno?” si dirige verso di lui “potrebbe anche essere uscito a prendere una boccata d’aria.

Gabriel scuote la testa “No… ci avrebbe avvertiti…”

“Ma forse ci ha visto…”

Il killer guarda Madelaine dritto negli occhi “pensi veramente che sia andato a farsi una passeggiata?”

Abbassa la testa distogliendo lo sguardo “No…”

 

Scendono velocemente le scale, è una lotta contro il tempo ormai. Le scale sembrano interminabili, senza fine. La paura di ritrovare l’amico morto assale la ragazza, che inizia a rallentare. Gabriel si ferma a dei gradini più in basso alzando lo sguardo verso di lei “perché stai rallentando?!

“Ho paura Gabriel…” le mani le tremano pericolosamente “ho paura per Aiden… ho paura per te!”

Il killer avanza verso di lei, afferrandole le spalle e guardandola negli occhi “Ma che stai dicendo?! Il pericolo è il nostro mestiere Mad!”

“Lo so cazzo!” risponde disperata “ma adesso è in gioco la vita di un mio amico…” un sorriso amaro le compare sul volto “ e presto anche quella dell’uomo che amo”

“Ascoltami” la voce dell’uomo è calma e decisa “Andrà tutto bene”

“Sai perfettamente che non è così”

“Vorresti lasciare Aiden nelle mani di quel pazzo?”

Madelaine stringe l’arma “certo che no… però tu devi starne alla larga…”

Il killer stringe i denti “Non dire sciocchezze non potrei mai lasciarti andare da sola” sorride “o insieme o niente”

La ragazza sorride tristemente, porta le abbraccia dietro al collo di lui e lo bacia. Le lacrime iniziano a rigarle il viso.

All’improvviso il killer sente un odore acuto alla testa, e lentamente perde la forza nelle gambe, cadendo sulle ginocchia. La vista gli si oscura e perde i sensi toccando terra.

“Perdonami amore mio, ma non posso perderti” dichiara la ragazza passandogli affianco e procedendo le scale.

“Ormai è una cosa tra me e Sid

 

 

Ed eccomi arrivata, apro la porta del garage… è cosi pesante. Faccio qualche passo in avanti. Ci sono diverse macchine parcheggiate ma nessuna traccia di Aiden e Sid. Possibile si siano spostati?

Avanzo tenendo sempre stretta la pistola tra le mani. No. Sono ancora qui, ne sono certa.

Mi dirigo verso il muro che separa le due alee del garage, ed eccoli li… Sid ed i suoi scagnozzi. Ai loro piedi c’è Aiden inginocchiato con le mani legate dietro alla schiena. Si accorge di me. Fortunatamente sta bene, giusto qualche graffio sul viso.

Madelaine! Vattene di qui!” mi urla allarmato, poi nota che sono sola “dov’è Gabriel?”

“Al sicuro. Rispondo velocemente puntando la pistola verso gli uomini dietro di lui.

“Non so quanto ti convenga mia cara Madelaine” interviene Sid “Sei sola contro 5 persone” sghignazza “cosa intendi fare?”

Sorrido minacciosamente “fermarti ovvio” estraggo velocemente un’altra pistola da sotto la giacca, con stupore di tutti i presenti. Aiden si abbassa velocemente a terra, e inizio a sparare verso gli scagnozzi in tempo.

Pivelli.

Si sono lasciati cogliere alla sprovvista e non hanno avuto il tempo di reagire.

Mi volto verso Sid che mi guarda sorpreso, ma non è spaventato.

Anzi.

Un’espressione divertita compare sul suo volto “devo ammettere che sei sempre la migliore Mad” alza le mani “devo arrendermi”

“Getta la pistola Sid

L’uomo avvicina una mano alla cintura.

“Lentamente!” urlo tenendogli la pistola puntata contro.

L’uomo sorride gettando la pistola davanti a lui e dandole un calcio in direzione di Madelaine.

 

Aiden nel frattempo è riuscito a prendere un coltello da uno degli uomini a terra. Taglia le corde e sta per alzarsi quando delle parole lo gelano dentro.

“E’ stato fin troppo facile.”

Madelaine guarda interrogativa Sid continuando a puntargli la pistola contro “che vuoi dire?”

L’uomo ride divertito “semplice. Ho vinto io.

 

Accade tutto in pochi istanti. Sento provenire alle mie spalle un colpo secco.

Mi volto.

E’ un uomo. Sta ritraendo la pistola e si rivolge al mio nemico “il mio lavoro è finito”

Non riesco a parlare, e un forte dolore invade il mio corpo.

Abbasso lo sguardo, una macchia rossa si sta allargando velocemente sul mio stomaco. La mia mano istintivamente si va a poggiare su quella macchia…

E’ sangue…

 

 

Madelaine!” urla disperato Aiden. L’uomo che le ha sparato nel frattempo se n’è andato.

Sid inizia a ridere “E vendetta sia”

Aiden senza preavviso si getta sulla pistola di Sid e prendendola tra le mani la punta verso l’uomo “tu!” sibila prima di sparare diversi colpi.

Il corpo di Sid cade a terra pesantemente.

Il biondo lascia la pistola e corre verso la ragazza ormai a terra “Mad!”

La prende tra le braccia “Mad!”

Madelaine apre gli occhi “Aiden… stai bene…” sussurra prima che una smorfia di dolore apparga sul suo viso, e tossisca sputando sangue.

“Ehi piccola resisti ora chiamo un’ambulanza. Gli occhi del killer si fanno lucidi “vedrai andrà tutto bene” poi compone il numero del 118 dando velocemente tutte le coordinate.

La ragazza sorride “ne sono sicura…” cerca di sollevare una mano, ma senza riuscirci.

“Cerca di non affaticarti, hai perso molto sangue” sussurra lui, delle lacrime iniziano a sgorgagli “ti prego resisti, l’ambulanza sta per arrivare”

“Ti voglio bene…” tossisce nuovamente, stavolta il sangue è maggiore.

Anch io… ma cerca di non parlare”

No ascoltami… devi riferire a Gabriel una cosa…”

“Lo farai tu” risponde prontamente l’altro “appena starai bene!”

La ragazza cerca di scuotere la testa “digli che l’amo…”

Il biondo sorride “va bene… ma lo farai anche tu appena ti riprenderai.”

Ok” sorride felicemente la ragazza, poi lentamente gli occhi le si chiudono.

Mad?” Aiden la guarda sconvolto “Mad apri gli occhi!!!” la stringe a se “ti prego!!!”

Ma ormai il corpo della ragazza giace senza vita tra le sue braccia.

 

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Capitolo 17
*** Sweet Dreams My Angel ***


Pioggia

Pioggia.

E’ da giorni ormai che la città è costretta a sopportare la pioggia.

E’ come se il cielo stesse piangendo.

Il vento, il vento canta… canta di una vita spezzata, la vita spezzata di una ragazza innamorata, cresciuta troppo in fretta, compagna della morte troppo presto.

Due uomini, un biondo ed un moro, sono davanti una lapide raffigurante un angelo. Li, riposa il loro angelo ora.

Quasi due statue, non accennano ad alcun movimento, se non quello provocato dal loro respiro, lento, quasi soffocato.

A spezzare quel silenzio, è quello che sembra esser più straziato, disperato. Due occhiaie fanno da gioiello a quel viso ora scarno, stanco, sciupato. Quella bellezza magnetica che possedeva non l’ha persa, anche con quella riluttanza al voler continuare a vivere, è sempre quel bel demone dagli occhi grigi. “Io, io dovevo morire Aiden… non Mad…”

Un sussurro, che però il biondo accanto a lui non fatica ad udire. Un istante, ed è proprio lui a muover le labbra per parlare, con quell’incertezza nelle parole che ormai è presente in lui da quel giorno nel garage, “Gabriel… nessuno doveva morire, soltanto quel bastardo di Sid… lo sai.” Nei suoi occhi, qualcuno, potrebbe cogliere quella disperazione che cerca di far capolino in ogni modo. Quella disperazione che lo stesso killer si è rifiutato di far uscire, almeno il giorno del funerale di Madelaine, ma che ora reclama il suo spazio in quel posto senza tempo. Quel posto dove hanno lasciato il loro angelo.

Non si sa, quanti minuti passano nel frattempo, forse addirittura ore.

E, sempre chiusi in quell’interminabile silenzio, è Gabriel a compiere il passo per spezzarlo *Andiamo, è ora di chiudere dei conti in sospeso.* Carica la pistola, la carica di odio, risentimento, tristezza, disperazione.

Si china leggermente verso la tomba, ponendo una rosa rossa sotto il nome inciso in oro di MadelaineGoodnight my angel, sweet dreams…”.

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