nobody know the me that you do

di alinxx
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** mani intrecciate ***
Capitolo 2: *** ikigai ***
Capitolo 3: *** non dimentico ***
Capitolo 4: *** due anni ***
Capitolo 5: *** too young ***
Capitolo 6: *** two ghosts ***
Capitolo 7: *** torna che mi manchi ***
Capitolo 8: *** tutto quello che non siamo stati ***
Capitolo 9: *** sei solo tu ***
Capitolo 10: *** marte e venere ***
Capitolo 11: *** fa male ***
Capitolo 12: *** e ti auguro il meglio, i cieli stellati ***



Capitolo 1
*** mani intrecciate ***


È notte fonda.

Ian da un po' di tempo a questa parte aveva preso l'abitudine di passare la notte a casa di Mickey e quest'ultimo non poteva che esserne felice.

Le cose tra loro due andavano sempre meglio. Passavano tutti i momenti liberi che avevano insieme e finalmente Ian dopo aver insistito per diversi mesi era riuscito a portare fuori Mickey per un primo vero appuntamento.

Mickey col passare del tempo era diventato sempre più aperto e sicuro di se stesso e riusciva a esternare i suoi sentimenti molto più di prima, anche se c'erano ancora delle volte in cui usava la frase "vaffanculo Gallagher" come sinonimo di "ti amo".

Le notti che passavano insieme condividevano un letto troppo piccolo per due persone. Non potevano neanche muoversi o rischiavano di cadere per terra, ma a loro andava bene così, in fondo era solo un modo per sentirsi più vicini.

In quegli ultimi anni avevano imparato a prendere le cose come venivano, a non pensare troppo prima di fare o di dire qualcosa e a costruirsi una routine fatta di piccoli gesti quotidiani, come fare più caffè così quando l'altro si svegliava lo trova già pronto, guardare un film sdraiati sul divano ogni venerdì sera o lavare i piatti dopo cena in modo che non lo dovesse fare l'altro.

Erano ormai dieci minuti che Mickey continuava a rigirarsi nel letto incapace di prendere sonno nonostante il lavoro fosse stato particolarmente pesante e la mattina dopo dovesse alzarsi presto. E di certo i rumori delle sirene della polizia e le urla dei ragazzi ubriachi che provenivano dalla finestra lasciata aperta per far entrare un po' d'aria non lo aiutavano affatto.

Stava dando la schiena a Ian che lo teneva stretto a se abbracciandolo da dietro.

Faceva decisamente troppo caldo e il corpo di Ian così vicino al suo non lo stava affatto aiutando, anzi, ma non aveva nessuna intenzione di spostarsi da lui.

Aveva una voglia matta di stringergli la mano, che ora si trovava stretta attorno alla sua vita, ma aveva paura che si svegliasse e che potesse vedere le loro mani unite.

Nonostante Mickey ora si sentisse molto più a suo agio nel mostrare il vero se stesso alla luce del sole aveva ancora un occhio di riguardo nell'avere un contatto fisico con Ian anche quando non erano in pubblico, che fosse un semplicemente fioramento di mani o un bacio.

Ormai aveva perso il conto di tutte le volte in cui Ian aveva cercato di prendergli la mano mentre stavano camminando per andare a fare la spesa o mentre erano seduti comodamente sul loro divano guardando un film e sorseggiando una birra.

Per questo rimase incredibilmente sorpreso quando sentì dentro di se il desiderio irrefrenabile di prendere la sua mano e di intrecciare le dita con le sue, di disegnare dei cerchi con il pollice sul suo palmo e di baciare le sue nocche.

E si stupì ancora di più quando sentì la sua mano spostarsi da sotto il cuscino per andare incontro a quella del rosso fino a far intrecciare perfettamente le loro dita tra loro.

E in un attimo il tempo si fermò. Percepì il suo battito accelerare sempre di più, il respiro farsi affannoso.

Non esisteva più niente all'infuori di loro due.

Le macchine, le urla dei ragazzi che rimbombavano lungo tutta la strada, le sirene. All'improvviso tutto scomparve come se vivessero in una bolla e niente fosse in grado di entrarci.

All'inzio quello di Mickey era solo un tocco delicato, uno sfiorarsi di dita, che però fece subito arrossire il moro che ringraziò mentalmente che il rosso stesse dormendo così che non potesse vederlo arrossire come una ragazzina di dodici anni alle prese con la sua prima cotta.

Dopo l'incertezza iniziale il tocco di Mickey acquistó a poco a poco maggior sicurezza e arrivò a circondare pienamente le dita di Ian.

A Mickey le loro mani sembravano così perfette insieme, strette l'una all'altra, nel buio della sua-ormai loro stanza- che si chiese perché non l'aveva mai fatto prima, perché aveva respinto Ian tutte le volte che cercava di avere anche solo un minimo contatto con lui.

Non riuscì a trattenere il sorriso che gli spuntó sulle labbra mentre guardava le loro mani che si incastravano alla perfezione come due pezzi di un puzzle uniti finalmente dopo tanto tempo.

Ed era incredibile come due persone all'apparenza così diverse tra loro, che sembravano non avere niente in comune se non l'amore che provavano l'una per l'altra, riescano a completarsi.

Mickey per la prima volta dopo tanto tempo sentiva di essere davvero se stesso, di star vivendo a pieno la sua vita, di star dando ascolto ai suoi sentimenti e ai suoi desideri e capì anche che, nonostante tutte le volte in cui aveva provato a negarlo, sia a se stesso che agli altri, teneva a Ian più di quanto poteva immaginare e che questo non cambierà mai, qualsiasi cosa dovesse succedere.

Ed è con questa consapevolezza che riuscì finalmente ad addormentarsi, accanto al ragazzo che ama, cullato dal suo respiro caldo e dalla stretta delle loro mani finalmente unite per la prima volta.


 

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Capitolo 2
*** ikigai ***


L'ikigai (生き甲斐) (iki-vivere, gai-ragione) è l'equivalente giapponese di espressioni italiane quali "ragione di vita", "ragion d'essere".

"Io che ti baciavo la fronte
E ti stringevo più forte
Ripetendoti: "Stai
Non andare adesso, rimani
Dimmi che mi ami" Ikigai"


Prima di conoscerti non avevo mai pensato che si potesse avere così tanta paura di perdere una persona. Forse perché non avevo mai tenuto davvero a qualcuno o forse perché semplicemente credevo che nulla durasse per sempre. Ho sempre pensato che i rapporti avessero una data di scadenza, che certe volte semplicemente volersi bene non bastava. Che era normale passare dal sentire una persona tutti i giorni al non sentirla più per mesi, che semplicemente le strade si dividevano e ognuno andava per conto suo senza rimanerci troppo male. Mentre ora mi sono ricreduto. Perchè ora al per sempre ci credo, ci spero, perchè non potrei immaginarmi una vita senza di te al mio fianco. Ho la costante paura che tu da un giorno all'altro te ne possa andare, che domani mattina quando mi sveglierò non sentirò più le tue braccia che mi cingono la vita, che girandomi nel letto invece di te possa trovare un posto vuoto, che quando tornerò da lavoro non ci sarai tu ad accogliermi sulla porta, che quando avrò una bella notizia non potrò più venire da te a raccontartela, che non potrò più baciare le tue labbra, intrecciare le mie dita con le tue. Mi sei entrato talmente dentro che ormai mi è impossibile poter dire con certezza dove inizio io e dove finisci tu. Ci siamo fusi insieme fino a diventare una persona sola e non riuscirei più a stare senza di te perchè nulla sarebbe più lo stesso, perchè io non sarei più lo stesso.

"Gli amici vogliono che vada fuori a fare festa
Noi, sotto una coperta
Io non respiro mentre tu profumi d'erba"


Quei pochi amici che ho si lamentano che non esco più con loro, che passo i miei giorni di riposo chiuso in casa con te e che gli trascuro. Non posso dargli torto ma come faccio a spiegargli che tu sei tutto ciò che voglio? Che sei tutto ciò che mi serve per andare avanti? Tutto ciò di cui ho bisogno? Tutto ciò che mi serve per stare bene? Come faccio a spiegargli che preferisco stare sdraiato sul divano con te a vedere uno stupido film che andare in un locale a bere così tanto da non ricordarmi neanche più il mio nome per poi svegliarmi il giorno dopo in qualche vicolo o nel letto di qualche sconosciuto senza la benché minima idea di come io ci sia arrivato? Come fanno a capire che ormai ho smesso di rifugiarmi nell'alcol, nella droga, che non mi serve più trovare un modo per evadere dalla realtà perché ora finalmente dopo tanto tempo sento di aver trovato anche io il mio posto nel mondo? Come faccio a spiegargli che preferisco rimanere nel letto abbracciato con te con le coperte tirate fin sopra la testa a parlare sottovoce e a baciarci invece che stare tutta la sera ad ascoltare loro che parlano solo di ragazze e di sport? E so che probabilmente non lo capiranno mai, che magari non smetteranno mai di rinfacciarmelo e di essere arrabbiati con me, ma loro quando io avevo bisogno dov'erano? Dov'erano loro quando per la rabbia volevo spaccare tutto e tiravo pugni al muro finchè non mi rompevo una mano? Dov'erano loro quando bevevo così tanto che rischiavo di non svegliarmi il mattino dopo, quando piangevo così tanto da pensare di aver finito le lacrime? Loro non c'erano, però tu si, tu ci sei sempre stato.

"Credevo che la vita desse solo merda
Ma poi nel freddo di gennaio ti ho scoperta"


Fin da quando ero piccolo ho sempre pensato che il mondo ce l'avesse con me. Mi ha tolto mia mamma, mi ha fatto crescere in una casa con un padre assente e violento che entrava e usciva di prigione come se andasse in vacanza, che non ha fatto altro che distruggere fisicamente e psicologicamente me e mia sorella per anni, che ci ha fatto arrivare al limite, a non farcela più, a pensare di lasciare tutto anche se avevamo solo sedici anni e ancora tutta la vita davanti. Credevo che il mondo ce l'avesse con me perchè sono vissuto in quartiere malfamato, in un quartiere dove a nove anni impari a sparare, a sei a rubare e a dodici hai già il tuo angolo della strada in cui spacciare. Sono vissuto in un quartiere in cui vigeva la legge del più forte, in cui dovevi dormire con un occhio aperto e la pistola sotto al letto perchè non potevi mai sapere chi ti sarebbe entrato in casa. Poi quella sera di gennaio i miei occhi hanno incontrato i tuoi e ho iniziato a capire che forse mi sbagliavo, che forse il mondo mi stava ripagando per tutto quello che mi aveva tolto, per tutte le cose a cui avevo dovuto rinunciare e posso dire che ne è valsa la pena. È valsa la pena sopportare tutto questo se alla fine ho avuto te.

"Ed io che non ho mai saputo amare prima
Ti ho conosciuta e si era fatta già mattina"


Prima di te non ero mai stato seriamente con nessuno, non sapevo nemmeno che cosa volesse dire la parola "amore", sapevo solo che mi spaventava, che appena la sentivo iniziavo a correre via nenache mi stessero inseguendo. Mi spaventava perché non l'avevo mai provata, perché ero cresciuto credendo che l'amore non esistesse, vedevo mio padre che picchiava mia madre, mia sorella che veniva trattata come un oggetto dai ragazzi con cui stava e pensavo che se quello era l'amore io non volevo provarlo. Non avevo neanche idea di come si facesse ad amare qualcuno, di come ci si potesse annullare completamente per l'altra persona, perché non pensavo nemmeno di meritare di essere amato. Così quando ho capito di essere innamorato di te mi sono spaventato e come un cretino ho fatto quello che mi viene meglio: fuggire. Pensavo che così quello che provavo per te se ne sarebbe andato, che standoti lontano avrei capito che in realtà non mi piacevi davvero, ma scappare a volte non serve perchè i problemi, i pensieri, i sentimenti ti trovano sempre e ignorarli non serve a renderli meno reali. Per me pensare di innamorarmi era una cosa così irrealistica che non ci avevo neanche mai pensato, che non mi ero neanche mai chiesto come ci si sentisse o cosa si provasse e quando ho realizzato di esserselo ho visto tutte le mie certezze caderre come un castello di sabbia e mi sono ritrovato spiazzato, senza saper più che cosa fare. Ma nonostante tutto tu mi hai aspettato. Hai aspettato che capissi da solo che quello che provavo non era sbagliato, che è normale amare e non deve essere una cosa di cui avere paura o di cui vergognarsi. Che amare ti rende una persona migliore, che provare dei sentimenti non ti rende debole. Sei sempre rimasto accanto a me a tenermi la mano nonostante io ti urlassi contro di andartene, nonostante provassi a respingerti in tutti i modi. Mi hai lasciato i miei tempi e il mio spazio e non hai preteso che io ti dicessi nulla, che ti dimostrassi qualcosa. È grazie a te se ho imparato cosa vuol dire amare.

"Avevo gli occhi di chi piange sempre e non lo dice
Di chi sorride a tutto il mondo ma non è felice"


Prima di incontrare te nessuno si era mi accorto di come mi sentivo davvero, a nessuno era mai neanche passato per la testa che le cose non andassero bene come facevo credere. Costruivo muri attorno a me per farmi da scudo e mi chiudevo in me stesso per evitare di far vedere agli altri come mi sentivo davvero, cosa provavo. Per non far vedere che anche io, Mickey Millkovich, ho dei sentimenti. Fin da quando sono piccolo mi hanno sempre ripetuto che le emozioni non si mostrano, che bisogna tenersele per se. Che provare dei sentimenti ti rende debole e vulnerabile, ti fa abbassare le tue difese e chiunque poi riesce a oltrepassarle e a distruggerti. E io ho sempre creduto che avessero ragione, fin quando tu mi hai aiutato a capire che tenersi tutto dentro è solo peggio. Che per ogni silenzio, per ogni parola non detta ci si allontana sempre un po' di più, che parlare delle tue emozioni ti aiuta a capire te stesso e anche gli altri, che per quanto pensi di essere l'unico a sentire quelle cose c'è sempre qualcuno che capisce come ti senti. Ho capito che per te valeva la pena rischiare, valeva la pena donarti me stesso e il mio cuore anche se avevo paura che me lo rompessi, anche se avevo paura che una volta che mi avessi conosciuto davvero e avessi visto che non ero come ti aspettavi te ne saresti andato.

"Sono tornato a respirare fino in superficie
Tu avevi quel profumo buono
Ed io il cuore d'oro, una cicatrice"


Mi sentivo come se fossi in una piscina, come se fossi sott'acqua e nonostante cercassi di rimanere a galla ogni giorno che passava non facessi altro che andare più a fondo. E ormai non riuscivo più a vedere la superficie, vedevo solo nero intorno a me e avevo paura che sarebbe arrivato il giorno in cui mi avrebbe inghiottito, il giorno in cui anche io sarei diventato parte di esso. Poi sei arrivato tu e hai allungato la tua mano. Sei arrivato tu e man mano che ti conoscevo, man mano che passavano i giorni il nero che avevo intorno si faceva sempre più chiaro fino ad arrivare al punto in cui è sparito del tutto fino a lasciare intravedere di nuovo la luce. E finalmente sono riuscito a tornare a galla, mi sono aggrappato alla tua mano e tu senza dire nulla hai sorretto entrambi. Sei stato e sei ancora adesso la mia ancora. E lì ho capito che forse non è vero che ognuno si salva da solo, che devi fare tutto tu e che gli altri non possono aiutarti, perché si, forse l'amore non sempre basta a salvare qualcuno però di sicuro può aiutare. Tu sei la persona che mi ha spinto a credere in me stesso, che mi ha insegnato ad amarmi e ad amare, ad aprirmi agli altri, a essere la migliore versione possibile di me stesso. Sei la persona con cui diventa bello anche stare seduti su un marciapiede senza fare nulla, con cui cantare insieme davanti allo specchio e fare finta di essere ad un concerto senza sentirsi in imbarazzo o avere vergogna, con cui ballare sotto la pioggia come nei film, con cui sdraiarsi in un prato sopra una coperta a guardare le stelle e sentirsi felici veramente. Sei la persona che mi rallegra la giornata anche solo con un "ciao", che riesce a farmi sentire protetto e al sicuro con un abbraccio, che riesce a strapparmi un sorriso anche mentre sto piangendo, che mi seguirebbe anche in capo al mondo se servisse a rendermi felice. Perché tu sei il mio ikigai, la mia ragione di vita.


p.s.la canzone è ikigai di Claver Gold

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Capitolo 3
*** non dimentico ***


Caro Ian,
Chi l'avrebbe mai detto che un giorno mi sarei ritrovato qui a scriverti una lettera come una fottuta ragazzina dodicenne? Se qualcuno qualche anno fa me l'avesse detto probabilmente sarei scoppiato a ridergli in faccia e non mi sarei risparmiato nel tirargli anche un bel pugno sul naso.
Ti sto scrivendo anche se sono consapevole che questa lettera probabilmente non la leggerai mai, ma non riesco più a tenermi dentro quello che provo e se mai la ricevessi non mi aspetto di certo una tua risposta, volevo soltanto che lo sapessi.
Qualche giorno fa mi ha chiamato Mandy e mentre mi parlava del suo nuovo lavoro e del ragazzo che sta frequentando per sbaglio si è lasciata sfuggire che il mese prossimo ti sposerai con Trevor. Lo stesso Trevor da cui sei tornato dopo che avevi deciso di scappare con me. Lo stesso Trevor che hai preferito a me, a noi.
Non sai quante volte in questi mesi, in questi anni, avrei voluto chiamarti per sentire la tua voce, anche solo per qualche secondo, perché con il passare del tempo sto iniziando a dimenticarla e non posso sopportarlo.
Mi ricordo ancora come se fosse ieri l'ultima volta che ci siamo visti. Eravamo al confine con il Messico e tu mi avevi detto che non saresti venuto perché eri riuscito ad andare avanti e a rifarti un'altra vita e non volevi lasciare tutto per stare con me. E nonostante sentissi un vuoto allucinante allo stomaco a sapere che ti avrei perso, che non ti avrei più rivisto, non ho potuto che essere felice per te. Perché in fondo amare vuol dire anche questo no? Volere sempre la felicità dell'altro anche se tu non ne fai parte.
Da quel giorno sono passati cinque anni e quel senso di vuoto indescrivibile non se n'è ancora andato, come se oltre a te avessi perso anche una parte di me. Perché tu eri la mia parte migliore, quella buona, gentile, premurosa. Quella parte che nessuno pensava che avessi e che tiravo fuori solo quando ero con te.
Mi sento un coglione perchè mentre io ti penso constantemente ogni fottuto giorno tu invece mi hai dimenticato e sei andato avanti con la tua vita come se nulla fosse.
Come hai fatto? No perchè io proprio non ci riesco. Ci ho provato e riprovato un milione di volte, ci ho provato con tutto me stesso. Sono uscito con dei ragazzi, mi sono trovato un lavoro e ho provato a conoscere nuove persone, ma l'unica cosa che riuscivo a pensare era che nessuno era come te.
Mentirei se ti dicessi che non provo rancore, che se ti avessi davanti non ti tirerei un pugno e non ti urlerei addosso tutto quello che ho passato da quando te ne sei andato. Ho passato tanto di quel tempo a essere incazzato, a cercare di odiarti finendo solo con l'odiare me stesso perchè finivo sempre con l'amarti ancora di più.
Penso spesso a come sarebbe potuto essere se tu avessi avuto il coraggio di venire via con me. A come sarebbe potuta essere la nostra vita. Magari quelli che si starebbero per sposare saremmo potuti essere noi.
Io che mi sposo? Ok, mi rendo conto che fa ridere solo a pensarlo, ma per te avrei fatto qualsiasi cosa, anche sposarmi.
Chissà se ogni tanto pensi a me, se ti ritorno mai in mente, se anche tu ogni tanto mi rivedi nei gesti degli altri. Io mi illudo che sia così, perchè fa meno male pensare che tu non mi abbia dimenticato del tutto. Che tu non abbia dimenticato di tutti i momenti passati insieme, perché io non riuscirò mai a farlo. Non riuscirò mai a dimenticarti.
Sei stato il mio primo amore. Per te ho rischiato tutto, sono persino andato contro mio padre. Ti sono sempre stato accanto, ti ho sempre messo davanti a tutti, anche a me stesso.
Non potrò mai dimenticare tutto quello che abbiamo fatto insieme, tutto quello che siamo stati. Non dimenticherò le birre, le sigarette condivise, i baci dati di nascosto, i nostri piani per il futuro, per crearci una vita lontano dal South Side, le strette di mano, gli abbracci, le volte che abbiamo condiviso un letto troppo piccolo per due persone. Le fughe al campo da baseball, le farfalle nello stomaco, quella volta in cui abbiamo guardato le stelle insieme e tutte le sensazioni che solo tu eri in grado di farmi provare.
Perché nonostante tutto rimarrà sempre una parte di te in me.
Mi ricordo ancora le prime notti quando ero arrivato qua. Facevo sempre lo stesso incubo: c'eri tu che te ne andavi e io che non riuscivo a trattenerti e poi mi svegliavo piangendo boccheggiando in cerca d'aria. Io che piango, strano vero? Ma da quando te ne sei andato mi succede più spesso di quanto voglio ammettere.
Sono anche riuscito a parlare di te, di noi, al mio amico Josh, che poi è anche l'unico che ho. Era venuto a casa mia per riprendere la sua giacca che aveva dimenticato la sera prima sul divano e mi aveva trovato svenuto per terra tra decine di lattine di birra con la tua foto accartocciata tra le mani. Quando mi sono svegliato mi ha chiesto qual era il motivo per cui mi ero ridotto così. Ho cercato di fare il duro, lo strafottente, gli ho urlato addosso di andarsene e l'ho mandato a fanculo, ma lui non ha ceduto ed è rimasto lì con me senza battere ciglio e mi è bastato un solo sguardo per scoppiate a piangere e iniziare a parlare.
E così gli ho detto tutto, ma proprio tutto tutto. Di quanto mi mancavi, di come te n'eri andato lasciandomi da solo, di come non riuscissi ad andare avanti senza di te al mio fianco. Di come quando ero in prigione e l'unico motivo per cui andavo avanti, l'unico motivo per cui aprivo gli occhi al mattino, l'unico motivo per cui non cedevo eri tu. Gli ho raccontato che non vedevo l'ora di uscire e di trascorrere del tempo insieme, di andare ad un vero appuntamento, di poter sentire di nuovo il sapore delle tue labbra e di fare tutte quelle cose che facevamo insieme e che ora mi mancano un casino.
E lui a un certo punto ha iniziato a piangere perché ha detto che da come parlavo di te si poteva capire quanto ti amassi e quanto ci fossi stato male.
Io volevo trascorrere davvero il resto della mia vita con te Ian. Stare tra le tue braccia, l'unico posto in cui mi sia mai sentito davvero a casa, era la cosa che desideravo di più e che desidero anche ora nonostante sia passato tutto questo tempo.
Ho sofferto tanto, non lo nego. Ci sono stati giorni in cui ho pensato di non farcela, dove non vedevo il senso di andare avanti se non avevo te, dove mi mancavi come l'aria e non avevo neanche le forze per uscire dal letto.
Spero un giorno di arrivare al punto in cui non penserò più a te ogni secondo, in cui smetterò di cercare i tuoi occhi nelle piazze affollate e di sperare di vedere il tuo numero apparire sullo schermo del mio cellulare. Spero di arrivare al punto in cui pensando a te, a quello che siamo stati, a quello che saremmo potuti essere, non inizierò a piangere senza riuscire a smettere. Spero di arrivare al punto in cui riuscirò a parlare di te con un sorriso sincero senza dover sentire la gola bruciare per le lacrime trattenute e dover stringere i pugni cercando di placare l'istinto di spaccare qualsiasi cosa mi circondasse.
Tu invece come te la passi? Sei felice? Trevor ti tratta bene? Prendi le medicine? Lavori ancora come paramedico? Come sta andando la tua nuova vita? La tua famiglia sta bene? I tuoi fratelli? Fiona? Mandy viene mai a trovarti? Ti parla mai di me? Hai mai pensato, almeno un po' a me?
Ti auguro tutto il bene del mondo, d'altronde non ho mai voluto altro se non la tua felicità, anche quando questo significava rinunciare alla mia.
Nonostante tutto continuo ad amarti.
Mi mancherai sempre.
Non più tuo Mickey


 

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Capitolo 4
*** due anni ***


Sono passati ormai due anni dall'ultima volta in cui ci siamo visti, dall'ultima volta in cui i miei occhi hanno incrociato i tuoi, dall'ultima volta in cui le mie mani hanno toccato la tua pelle e ogni singolo centimetro del tuo corpo. Due anni da quando ho sentito per l'ultima volta il tuo profumo, da quando le nostre mani si sono intrecciate e da quando mi hai lasciato da solo in quella macchina ad attraversare il confine con il Messico e a iniziare una nuova vita.
Due anni da quando non siamo più noi, non siamo più io e te, ma sono solo io.
Due anni dall'ultima volta in cui ho fatto un sorriso sincero, da quando ho riso per davvero.
Due anni da quando mi sono sentito per l'ultima volta completo, me stesso. Perché senza di te non è la stessa cosa.
Perché tu portavi i colori nella mia vita e adesso che non ci sei il mondo riesco a vederlo solo in bianco e nero.
Perché mi sento un buco all'altezza del petto, vicino al cuore, proprio dove ho inciso il tuo nome, perché quando te ne sei andato via hai portato con te anche una parte di me e ora quando mi guardo allo specchio fatico a riconoscere la persona che vedo riflessa.
Ti ho sempre dato tutto me stesso e hai finito per risucchiare tutte le energie. Mi sono annullato completamente per donarmi a te e ora mi sento come se nulla avesse senso.
So che due anni possono sembrare tanti, che sembro esagerato a dire che penso ancora a te costantemente, che sento ancora la tua presenza, che spero sempre di incontrarti in mezzo alla gente, che quando mi succede qualcosa tu sei ancora la prima persona a cui vorrei dirlo, che continuo a scriverti messaggi che però non ho il coraggio di inviarti. Che in due anni possono succedere tante cose, che probabilmente tu ti sarai rifatto una nuova vita e non penserai più a me, che sono io l'unico coglione che non riesce a dimenticarti, che probabilemente la nostra storia sarà solo una parentesi della tua vita, come quei fogli sepolti dentro ai cassetti che ti dimentichi che sono lì fin quando qualcuno non te lo fa notare, che anche se non gli hai davanti agli occhi non vuol dire che non esistano più.
Sono due anni che il pensiero che hai preferito lui a me mi tormenta, che non faccio altro che pensare a quello giorno e notte.
Sono due anni che continuo a chiedermi perché hai preferito buttare via tutto quello che eravamo e che saremmo potuti essere per stare insieme a una persona che conoscevi da quanto, qualche mese? Forse anche meno.
Però forse un po' ti capisco sai?
Non posso dire che avrei fatto la stessa cosa se fossi stato al tuo posto, perché io sceglierei sempre te in ogni caso, perchè ti seguirei anche in capo al mondo se me lo chiedessi, perché mi sei entrato talmente tanto dentro che farti uscire è troppo difficile e ci ho rinunciato già da tempo ormai.
Però una parte di me capisce perchè hai scelto lui. Hai scelto lui perché era la cosa più facile da fare, perché lui è in grado di darti delle certezze, di darti la stabilità e la normalità che tanto cercavi e che evidentemente io non ho saputo darti.
Perché con lui puoi avere il tipo di relazione che hanno tutti, perchè lui al contrario di me riesce ad amarti alla luce del sole, a tenerti per mano anche quando siete in mezzo a centinaia di persone, a sorriderti e a baciarti ogni volta che ne hai bisogno.
Eppure io ti ho sempre amato con tutto il cuore, con tutto me stesso. E mi odiavo fottutamente tanto per farlo, perchè ero cresciuto con la convinzione che fosse una cosa sbagliata, perchè anche quando ti odiavo in fondo ti amavo, solo che non conoscevo un altro modo per dimostrare l'amore.
Ti ho sempre messo al primo posto, sono andato contro tutto e contro tutti per stare con te, mi sono fatto anche un fottuto tatuaggio con il tuo nome cazzo, ce l'ho sempre messa tutta per dimostrarti quanto ti amassi, ti sono sempre rimasto vicino, ti ho sempre protetto, sostenuto, ti ho aiutato a rialzarti quando nemmeno tu ti accorgevi di essere caduto, ci sono sempre stato per te e se ne sono accorti tutti, ma evidentemente tu no.
Si sono accorti tutti di come mi brillavano gli occhi quando ti guardavo, di come quando ero vicino a te sorridevo più spesso, di come tu riuscissi a calmarmi anche quando avevo solo voglia di spaccare la faccia a qualcuno, di come ti avrei dato il mondo se solo me l'avessi chiesto.
Pretendevi che ti amassi nello stesso modo in cui mi amavi tu senza accorgerti però che lo stavo facendo già ma a modo mio.
Ti ho messo il mio cuore in mano e tu non l'hai nemmeno visto.
Però ti perdono.
Ti perdono perchè anche se ci provo con tutto me stesso non riesco a odiarti, perchè potresti anche spararmi che io ti amerei lo stesso.
Ti perdono perchè voglio la tua felicità anche se non è la mia e se con lui sei felice va bene, posso sopportarlo.
Ti perdono perchè nonostante siano passati due anni dall'ultima volta che si siamo visti, dall'ultima volta che ci siamo parlati, ti amo ancora come la prima volta in cui i miei occhi hanno incrociato i tuoi.


 

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Capitolo 5
*** too young ***


"We were too young

To know we had everything

Too young

I wish I could've seen it all along

I'm sorry that I hurt you, darling, no oh

We were too young."

 

Perché forse è vero che eravamo troppo giovani per sapere che alla fine quello che conta è l'amore. Eravamo solo due ragazzini alle prime armi, alle prese con le prime esperienze, persi in un mondo tutto nostro, intenti a fare mille progetti e a sognare ad occhi aperti. Eravamo troppo giovani per sapere di avere tutto.

Ci amavamo così tanto che ormai ci era impossibile nasconderlo, che l’unica cosa che volevamo era farlo sapere a tutti, poter urlarlo al mondo senza avere più paura di quello che le persone avrebbero pensato, senza aver più paura di venire giudicati per quello che eravamo. Vorrei averlo capito prima, prima che ti spingessi lontano da me. Vorrei averlo capito prima perchè così non ti avrei ferito, non ti avrei fatto del male, non avrei distrutto te e tutto quello che siamo stati noi e che ora, per colpa mia, non potremo essere più. Mi dispiace di averti spezzato il cuore in un milione di pezzi così tanto piccoli che probabilmente non riuscirai mai a ritrovarli tutti, che arriverà il giorno in cui penserai di essere finalmente completo e poi ti accorgerai che non è così, che quei due pezzi non combaciano, perché ne manca uno in mezzo. 

Non era mia intenzione farti tutto questo e se avessi saputo che sarebbe successo questo non l’avrei mai fatto. Ero convinto di star facendo il tuo bene, che allontanarti fosse la scelta più giusta da fare, e solo ora mi accorgo che non è così.

 

"I've been looking back a lot of ways

You and me is all I've ever known

It's hard to think you could ever hate me

But everything's really different now."

 

Sai Ian, ripenso spesso a noi, a tutto quello che siamo stati. Sei stato la mia adolescenza, la parte più bella di me e anche se ci provassi con tutto me stesso non potrò mai scordarmi di te. Perchè per un periodo sei stato il mio tutto, la persona che ho amato di più al mondo, la persona che mi ha fatto sorridere di nuovo, la persona che mi ha fatto capire cosa vuol dire amare ed essere amati.

Mi fa male pensare che adesso forse mi odi, che non ne vuoi sapere più niente di me. Mi fa male perchè so che hai ragione, perché ti ho fatto troppo male per semplicemente andare avanti e fare finta che non sia successo nulla. Mi fa male pensare che prima ero la ragione del tuo sorriso, la ragione per cui eri ancora in piedi, per cui andavi avanti, mentre adesso sono il motivo delle gocce salate che scendono dai tuoi occhi e che ti scorrono sul viso, il motivo per cui adesso non ti fidi più di nessuno, il motivo per cui hai smesso di essere sempre così solare e sorridente, il motivo per cui non credi più nell'amore.

E' tutto così diverso adesso. Quando mi guardo allo specchio non riconosco la persona che vedo riflessa. Certo, ha la mia stessa faccia, il mio stesso corpo, i miei stessi vestiti, i miei stessi capelli, ma dentro di me so di non essere più la stessa persona di prima. Ci siamo amati talmente tanto e talmente intensamente, abbiamo passato talmente tanto tempo insieme che siamo finiti per diventare una persona sola. Ho finito per prendere le tue abitudini, come fare la doccia alla sera invece che al mattino, mettere prima il latte e poi i cereali, andare a fare la spesa il venerdì dopo il lavoro così da non dover andare il weekend e poter riposare, mettere l'acqua in una borraccia così da averla sempre a portata di mano e poterne bere almeno due litri al giorno. Stando con te inevitabilmente sono cambiato e ora non riesco più a riconoscermi. Non mi ricordo più la persona che ero prima che arrivassi tu. In ogni mio gesto, in ogni cosa che faccio, rivedo sempre una parte di te e so che questo neanche il passare degli anni potrà cambiarlo.

 

"Oh, I can't believe I gave into the pressure

They said a love like this would never last

So I cut you off

'Cause I didn't know no better

Now I realize, yeah, I realize."

 

Mi dispiace di aver ceduto ai commenti che facevano la mia famiglia, e le altre persone su di te, su di noi. Mi dispiace di non essere stato abbastanza forte da ignorare le battutine, gli insulti, le prese in giro, i calci, i pugni che ricevevo ogni volta che dicevo che ero fidanzato con te, che dicevo che invece di amare una ragazza amavo un ragazzo. Per i primi tempi ho sempre sopportato in silenzio pensando che prima o poi la gente si sarebbe stancata, che avrebbe smesso di insultarmi solo perchè non mi nascondevo e amavo te alla luce del sole. Però le persone sono cattive, tanto, e le cose invece di migliorare sono peggiorate e a quel punto non sapevo più che cosa fare perchè per te tutto questo non è mai stato un problema. Perchè la tua famiglia ti ha sempre accettato per quello che sei, i tuoi amici ti sono sempre stati vicino e non ti hanno voltato le spalle appena gli hai detto di essere gay nonostante avessero giurato di esserci sempre per te, perché quando qualcuno ti insulta tu tieni sempre la testa alta e rispondi con un sorriso, perchè a te non importa quello che pensano gli altri mentre a me invece importava e fin troppo.

Così non sapendo cosa fare ho fatto la cosa più semplice che mi era venuta in mente: ti ho tagliato fuori. Ti ho allontanato da me piano piano, giorno dopo giorno, impercettibilmente cercando di non farlo notare, finchè un giorno non mi sono ritrovato da solo. E all'inizio mi sembrava davvero la decisione migliore, perchè sapevo che quella situazione non faceva stare male solo te ma anche me perchè non sapevi cosa fare, non sapevi come aiutarmi o forse ero io a non permetterti di farlo.

Però ora capisco che non era la cosa giusta da fare, che i problemi, se affrontati in due, diventano più semplici da risolvere, che nonostante io sostenessi fermamente il contrario, nessuno si salva da solo e avere vicino delle persone che ti aiutano e fanno il possibile per farti stare meglio aiuta, aiuta tanto.

 

"Face to face at the kitchen table

This is everything I've waited for

Now I can finally have a conversation

Of all the things we've never said before."

 

Ora siamo davanti al tavolo della cucina di casa mia, in piedi uno di fronte all’altro e non credevo che dopo tutto questo tempo ci saremmo rincontrati così, per sbaglio. Eri venuto per vedere Mandy e invece che lei ad aprire la porta ti sei ritrovato me.

Da quando ci siamo lasciati, o meglio, da quando io ti ho lasciato, abbiamo fatto il possibile per non incontrarci, e aveva sempre funzionato, fino ad oggi.

Nonostante non me l’aspettassi so che è arrivato finalmente il momento per poter parlare, per poterti dire tutto quello che avrei sempre voluto dirti ma che poi, forse per la paura di non essere capito, non ti ho mai detto.

 

"It's been two years since I've seen your face

Trying to find some better words to say

Before I let this moment slip away

Because now I realize."

 

Erano ben due anni che non vedevo il tuo viso, che i miei occhi non incrociavano i tuoi. Due anni dall'ultima volta che ci siamo visti, due anni dall'ultima volta che ci siamo baciati, due anni dall’ultima volta in cui le mie mani hanno sfiorato la tua pelle. 

Sei cambiato tanto in questi anni, sei cresciuto e non sei più il ragazzino timido di una volta. Le tue braccia sono più muscolose e hai un accenno di barba sulle guance. I capelli sono leggermente più corti e gli occhi nonostante siano sempre dello stesso colore, quel verde che tanto amavo, non hanno più quel luccichio che avevano una volta. Ora sono spenti, tristi, vuoti, non si intravede più la felicità che gli contraddistingueva, che gli rendeva diversi da tutti gli altri, che gli rendeva vivi, e sapere che è solo colpa mia mi fa mancare il respiro e la terra sotto i piedi.

Non riuscivo a sostenere il tuo sguardo, così carico di rabbia e di rancore e non potevo che pensare che avessi tutte le ragioni del mondo per sentirti così. Mi aspettavo che urlassi, anche che mi prendessi a pugni, che mi gridassi tutto quello che avevi dovuto passare per colpa mia, come ti avevo fatto sentire quando me n’ero andato. E io me sarei rimasto lì in piedi, zitto, perché sapevo di meritarmelo. Perché sapevo che ti sarebbe servito a sentirti anche solo un pochino meglio, più leggero, e io te le dovevo.

Invece non hai fatto niente. Sei rimasto lì davanti a me a braccia conserte, con lo sguardo duro e hai aspettato che fossi io a fare il primo passo, ad aprire bocca, a dire qualcosa, qualsiasi cosa.

E io ero immobile, non riuscivo a muovermi, non riuscivo a pensare nulla. Avevo la bocca secca, mi tremavano le mani, avevo la mente completamente vuota e ancora non riuscivo a realizzare che stesse succedendo davvero, che tu eri davvero davanti a me.

Erano due anni che pensavo a cosa avrei detto una volta che ti avrei incontrato di nuovo, a cosa avrei detto per scusarmi, per spiegarti perché ho fatto quello che ho fatto, però una volta successo nessuna parola mi sembrava quella giusta. Nessuna parola riusciva a descrivere a pieno quello che sentivo, quello che provavo.

Non so come ho fatto, ma alla fine sono riuscito a farmi coraggio e a parlare, forse consapevole che un'occasione come questa non mi sarebbe più ricapitata, forse perché mi mancavi troppo e speravo che questo sarebbe riuscito a farti riavvicinare a me, anche solo un pochino. 

E per la prima volta da quando ci conosciamo sono riuscito a tirare fuori tutto. Mi sono svuotato completamente in modo da poterti raccontare tutto quello che sentivo, tutti i motivi che mi avevano portato a fare la scelta che avevo fatto. 

E quello che è successo dopo non me lo sarei mai aspettato. 

Sei scoppiato a piangere, ti sei mostrato fragile, vulnerabile davanti a me. Hai tolto la tua corazza, hai abbassato tutti i tuoi muri e in quell’esatto momento ho capito che non eri indistruttibile, che quella situazione aveva fatto soffrire anche tu, che quello era solo il tuo modo per mascherare le cose, che ti mostravi forte per me, per farmi pensare che niente ti toccasse, che andasse tutto bene.

E mi dispiace di non averlo capito prima, di pensare che fossi solo io a stare male, a soffrire, quello che non ce la faceva più, quello che aveva bisogno di aiuto, però ora ho capito.

Ora ho capito che lo facevi solo per me, che tutto quello che hai fatto è stato per me.

Spero che mi darai la possibilità di dimostrare che sono cambiato, che sono cresciuto, che non ti spezzerei più il cuore come ho fatto in passato ma anzi, ti aiuterei a rimettere insieme tutti quei pezzi che sono stato proprio io a rompere, perché anche se non tornerà mai tutto intero, io ti amo anche così. Spero che un giorno riuscirai a perdonarmi, a guardami negli occhi e a provare qualcosa di diverso dalla rabbia. Spero che un giorno riuscirai a ricordarti tutte le cose belle che abbiamo fatto insieme, quella sera in cui mano nella mano ci siamo sdraiati a vedere le stelle, tutti i bei momenti che abbiamo trascorso, tutte le risate, i sorrisi, i baci che ci siamo dati. Spero che riuscirai a ricordarti quanto tenevo a te, quanto ti amavo.

E non importa quanto tempo ci vorrà, io sarò sempre qui ad aspettarti, perchè ora che ho capito tutto, ora che ho capito di essere pronto a stare con te, non me ne andrò più.

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Capitolo 6
*** two ghosts ***


"Same lips red, same eyes blue
Same white shirt, couple more tattoos
But it's not you and it's not me."

Sono passati due anni dall'ultima volta in cui ci siamo visti. Due anni, dodici mesi, centoquattro settimane e settecento trenta giorni, non che io stia ancora tenendo il conto comunque.

Due anni dall'ultima volta in cui ci siamo visti, due anni dall'ultima volta in cui abbiamo parlato faccia a faccia, in cui mi hai detto "ti amo" guardandomi negli occhi credendoci veramente, in cui abbiamo dormito abbracciati in un letto troppo piccolo per due persone.

Sono passati due anni eppure quando ci siamo rivisti quella mattina in quel bar è come se non fosse cambiato nulla: avevi sempre quelle labbra rosse e piene che amavo mordere e riempire di baci, quella camicia bianca che ti aveva regalato Mandy per il tuo compleanno che ti fasciava perfettamente le braccia possenti e le spalle larghe e gli stessi occhi verdi di cui mi sono innamorato la prima volta che ti ho visto. Gli stessi occhi che ho sognato per giorni, per mesi da quando ci siamo lasciati, da quando tu mi hai lasciato per metterti con lui. Gli stessi occhi che guardavo come prima cosa al mattino quando mi svegliavo e come ultima la sera prima di andare a dormire, perché non avevo mai visto niente di più bello e ancora oggi è così. Gli stessi occhi che riuscivano sempre a leggermi dentro nonostante non mi sia mai capito nemmeno io, nonostante a volte io sia così terribilmente incasinato da non capire quello che voglio, quello che penso.

Dalle maniche arrotolate fino ai gomiti si intravedono parecchi tatuaggi. Chissà se poi alla fine quel tatuaggio con le stelle che volevi tanto farti l'hai fatta lo stesso, anche senza di me che ero la tua luna, il tuo punto di riferimento. Mi ricordo che per mesi non hai fatto altro che parlare a chiunque conoscessi di quanto ti sarebbe piaciuto averla impressa sulla tua pelle, di quanto fosse importante e di quanto significasse per te.

Sai io se devo essere sincero l'ho fatto lo stesso. L'ho fatto perché per mei sei così importante che ho avuto bisogno di imprimerti sulla mia pelle, di avere un pezzo di te su di me, di ricordarti per sempre. Di ricordarmi di te anche quando non mi ricorderò più com'è il suono della tua voce, della tua risata, di com'era bello e luminoso il tuo sorriso, di come splendevano i tuoi occhi alla luce del sole.

Perché ho paura che un giorno anche se non vorrò mi dimenticherò di te, di tutto quello che siamo stati noi e pensare che tu forse l'hai già fatto mi uccide dentro.

Chissà se sei riuscito a superare la tua paura degli aghi. Adesso che non ci sono più io a tenerti la mano come fai? Ti bacia lui per distrarti e non farti sentire il dolore? Ti fa lui le battute stupide per farti ridere e non sentire il ronzio della macchinetta? Ti mette lui la crema per curarlo? Ti da lui i bacini per farlo guarire prima?

Nonostante di tempo ne sia passato visti da fuori tu sei ancora tu e io sono ancora io. Certo siamo un po' cresciuti, ora sul tuo viso c'è un accenno di barba e i tuoi capelli si sono allungati e adesso arrivano quasi a sfiorarti le spalle e io incredibilmente sono riuscito a guadagnare un centimetro o due. Eppure non siamo più le stesse persone che eravamo due anni fa, non siamo più le persone che facciamo credere agli altri di essere.

"We're not who we used to be
We're not who we used to be
We're just two ghosts standing in the place of you and me
Trying to remember how it feels to have a heartbeat."

Siamo diventati le ombre di noi stessi, quello che avevamo giurato di non diventare mai. Ci siamo spenti. Dov'è finita tutta l'energia, quel fuoco che avevamo dentro, quella sensazione di essere sulle nuvole, quella voglia di conquistare il mondo? Forse siamo solo cresciuti. O forse è stata la lontananza, noi che da quando eravamo piccoli non abbiamo passato più di un giorno l'uno senza l'altro, che eravamo inseparabili, indivisibili.

Chi non ti conosce e ti guarda oggi per la prima volta pensa che non ci sia niente di strano in te, che sei un normale ragazzo di vent'anni. Che le tue occhiaie pronunciate sono perché hai passato la nottata in bianco sui libri per studiare per un esame che dovrai dare tra poco, che l'espressione stanca che hai sia solo perché in questi ultimi giorni sei teso e non sei riuscito a dormire molto, che il sorriso che fai sembra non sembra falso ma vero e luminoso, che se mentre sorridi non si nota la fossetta all'angolo della bocca o che non ti sorridono anche gli occhi oltre alle labbra è solo perché magari oggi è una giornata no, perché è mattina presto e magari non hai molta voglia di ridere.

Ma per me che ti conosco bene, che ti conosco meglio di quanto faccia con me stesso, che con un solo sguardo riesco a capire quello che pensi, quello che provi, quello che cerchi di tenere nascosto agli altri, so che non è così. So che non sei più quello di una volta, che quella che fai vedere è solo una facciata, che lo fai per non far preoccupare gli altri perché è da quando sei un ragazzino che hai sempre pensato di essere un peso, di essere una nullità, che non hai mai voluto addossare i tuoi problemi agli altri o aprirti con qualcuno perché hai sempre avuto paura di disturbare. Eppure quando stavamo insieme sembrava andasse un po' meglio. Avevi iniziato ad aprirti un po' di più, a parlare più liberamente dei tuoi pensieri, di tutte quelle cose che ti giravano per la testa e a cui non riuscivi mai a dare un ordine e noi due ci sedevamo sul letto muniti di carta e penna e insieme cercavamo di dargli un senso e quando non c'era ne creavamo uno noi.

Adesso che non ci parliamo più lo fai ancora? Hai ancora qualcuno con cui poter parlare di tutto senza aver paura di essere giudicato? Qualcuno che resti al tuo fianco e che ti appoggi in ogni decisione? Qualcuno che ti dica che ne vali la pena e che non sei inutile ma anzi, sei la persona più importante del mondo, del suo mondo? Vai ancora dallo psicologo? Lui ti aspetta fuori come facevo io per poi prenderti per mano e portarti a mangiare il tuo gelato preferito? Ti fa prendere le medicine anche quando non vuoi, anche quando dici che stai bene e che non ne hai bisogno? Ti stringe forte quando hai gli incubi e prepara con te la colazione anche se sono le quattro del mattino? Ti resta accanto anche quando sei fuori di te e diventi paranoico? Quando ti incazzi per ogni minima cosa e ti metti a urlare e quando inizi a piangere senza saperne nemmeno tu bene il motivo?

A me sembra di no. Mi sembra di no perché altrimenti non avresti quei cerchi scuri sotto gli occhi e quello sguardo spento e assente, senza quel luccichio, senza quella luce che gli contraddistingueva e rendeva impossibile non riconoscerli anche in mezzo a un mare di gente. Mi sembra di no perché prima quando sorridevi ti si illuminava tutto il viso e ti usciva quella fossetta adorabile in cui amavo mettere il dito dentro, perché quando qualcuno incrociava il tuo sguardo e vedeva i tuoi occhi sorridenti non riusciva a fare altro se non sorridere a sua volta, anche se non ti avevano mai visto e non avevano la minima idea di chi tu fossi, perché il tuo sorriso era così luminoso che avrebbe potuto illuminare una città intera, che si sarebbe potuto vedere anche in una stanza buia.

Cosa ti è successo? Cosa ci è successo?

Perché sai, non sei stato l'unico a essere cambiato, a diventare il fantasma di quello che eri prima.

Adesso non riesco più a fidarmi delle persone, a lasciarmi andare, perché ho sempre paura che se ne vadano da un momento all'altro, così, senza neanche dire una parola, senza neanche darmi una spiegazione valida. Ho paura di aprirmi completamente con qualcuno, di abbassare tutti quei muri che con il tempo ho imparato a costruirmi attorno solo per poter tenere lontano gli altri, per non permettergli di conoscere il vero me. Ho paura un giorno di amare una persona che non sia tu, di sfiorare un corpo che non è il tuo, di baciare delle labbra che non sono le tue. Ho paura di donare di nuovo il mio cuore a qualcuno, o almeno quello che ne rimane, perché nonostante sia passato così tanto tempo da quando andandotene me l'hai spezzato non sono ancora riuscito a riparlarlo del tutto, non sono ancora riuscito a trovare tutti i pezzi. E forse non riuscirò mai a ritrovarli, forse si è spezzato in tante parti così minuscole da non sapere nemmeno dove siano andate, da non sapere dove iniziare a cercarle. E forse rimarrà sempre così, rotto, spezzato, malconcio e pieno di crepe. E come si può pretendere che qualcuno possa amare una cosa così tanto imperfetta?

Adesso non riesco più a parlare con nessuno, nemmeno con gli amici che conosco da una vita, nemmeno con i miei cugini, nemmeno con mia sorella. Strano vero? Pensare che prima parlavo così tanto che dopo un po' la gente iniziava ad annoiarsi e smetteva di ascoltarmi, che potevo parlare anche per due ore di fila di quello che mi piaceva senza stancarmi mai. Eppure adesso ogni volta che apro bocca è come se non avessi nulla da dire, come se il tempo si fosse fermato a quella sera afosa di due anni fa e non fosse andato più avanti.

Ti ricordi come ci sentivamo quando stavamo insieme? Ti ricordi com'era sentirsi vivi? Sentire l'adrenalina scorrere nelle vene, nel sangue? Avere il cuore in gola e sentirlo battere talmente veloce da aver paura di poter avere un infarto da un momento all'altro? Sentire di essere così innamorati, così pieni d'amore da pensare che il corpo sarebbe scoppiato da un momento all'altro perché troppo piccolo per riuscire a contenerlo tutto? Sentire le labbra iniziare a fare male per i troppi sorrisi, lo stomaco contorcersi per le troppe risate, la pelle rabbrividire anche solo se l'altro la sfiorava per sbaglio con le dita, gli occhi bruciare per le lacrime trattenute, perché la felicità era troppa da non riuscire più a esprimerla?

Te lo ricordi com'era sentirsi così? Perché io no, non riesco più a farlo.

Mi sono scordato di tutte quelle sensazioni. Mi sembra tutto così lontano, come se non l'avessi vissuto io in prima persona ma me l'avesse raccontato qualcuno che conosco, come se fosse stata la mia immaginazione, un sogno ad occhi aperti.

"The fridge light washes this room white
Moon dances over your good side
And this was all we used to need
Toungue-tied we've never known
Telling those stories we already told
'Cause we don't say what we really mean."

E forse quello di cui avevamo bisogno eravamo noi. Noi che nonostante non potessimo essere più diversi insieme ci incastravamo alla perfezione come pezzi di un puzzle. Noi che abbiamo passato così tanto tempo insieme da finire per assorbire l'uno le caratteristiche dell'altro, da finire a completarci le frasi a vicenda, di sapere se l'altro era in una stanza anche senza guardare, da finire per fonderci insieme e diventare una persona sola.

Perché prima di conoscerti non avevo capito che fossi tu quello che stavo cercando da sempre, che solo tu avresti potuto riempire quel vuoto che avevo sempre sentito all'altezza del petto. Perché solo con te mi sentivo completo, solo con te mi sentivo al sicuro, sentivo dopo tanti anni di aver trovato il mio posto nel mondo, sentivo di poter essere finalmente me stesso al cento percento, di non dover portare più quelle stupide maschere che mi costringevo a mettere su ogni volta che dovevo parlare con qualcuno.

Non so se ti ho mai detto veramente quanto valevi, quanto eri importante per me. Penso di non essere mai riuscito a spiegarlo a parole, sai che comunicare non è mai stato il mio forte, che sono sempre stato più bravo a dimostrare le cose a gesti, al contrario di te che amavi fare discorsi infiniti e scrivere lettere chilometriche che ancora oggi conservo gelosamente nel secondo cassetto del mio armadio, insieme alla tua felpa che mi avevi regalato perché dicevi che stava meglio a me e che dopo quel giorno non sono mai riuscito a ridarti, perché avevo bisogno di avere qualcosa che fosse tuo. E forse era anche per quello che funzionavamo, che eravamo uniti, bilanciati, o forse invece è stato proprio quello a dividerci, perché io ci mettevo tutto me stesso per dimostrare quanto ti amassi e tu non lo capivi, non vedevi che ti stavo dando il mio cuore in mano.

Quante cose non dette che ci sono ancora tra noi. Quante parole abbiamo sprecato urlandole al vento durante i litigi, quando eravamo troppo arrabbiati per capirle veramente, per conoscere il loro valore, perché non eravamo ancora pronti per realizzarle, per sentircele dire. Quante occasioni abbiamo perso perché al posto di ascoltare il cuore facevamo quello che ci diceva la testa, perché ci facevamo tante di quelle paranoie inutili da iniziare a risultare insensate persino a noi, di pensare che le cose che ci dividevano fossero insormontabili quando invece sarebbe bastato venirsi incontro, incontrarsi a metà strada, condividere i nostri pensieri invece che tenerli chiusi a chiave in una scatola dentro il nostro cervello pensando che sarebbe stato meglio così, quando invece le cose se condivise legano le persone anziché dividerle.

L'ultimo ricordo che ho di noi insieme è di quella sera. Eravamo in cucina e le uniche fonti di luce presenti nella stanza erano quella del frigorifero e quei pochi raggi di luna che riuscivano a entrare dalla finestra lasciata aperta per cercare di far entrare un po' d'aria anche se inutilmente considerando l'aumento che avevano avuto le temperature in quei giorni.

La luna illuminava perfettamente il tuo volto rendendolo ancora più bello di quanto non fosse e di quanto lo è ancora oggi.

Mi avevi detto che dovevi dirmi una cosa e mi feci promettere di non arrabbiarmi, di non urlarti addosso, di cercare di rimanere calmo e di non fare niente di avventato.

L'unica cosa a cui riuscivo a pensare io in quel momento era a quanto ero stato fortunato ad averti incontrato, a quanto ero fortunato che tra tutti quelli che potevi scegliere tu avessi scelto proprio me che al contrario tuo non avevo niente di speciale, perché eri tu quello che brillava di luce propria, che catturava gli sguardi di tutti ogni volta che entrava in una stanza.

All'inizio non ci credevo, pensavo fosse tutto uno dei tuoi soliti scherzi. Facevo su e giù con lo sguardo setacciando ogni angolo della cucina per cercare di capire dove avessi nascosto la telecamera, aspettandomi che da un momento all'altro sarebbero sbucati da dietro il divano Lip e Mandy già pronti a ridere perché ero cascato in quello scherzo che probabilmente avevano passato giorni ad architettare, però non andò così.

Dopo quasi cinque minuti in cui tu sei rimasto fermo davanti a me con lo sguardo basso, senza avere il coraggio di incrociare i miei occhi nemmeno per sbaglio, nemmeno per mezzo secondo, come se ti sentissi in colpa, come se ti vergognassi di quello che avevi fatto, ho capito che non era uno scherzo ma la verità.

Ho capito che mi avevi davvero tradito, che mentre tu scopavi con lui io ero a casa tua a prepararti la cena, che quando andavi a prenderlo a lavoro io cercavo su internet delle case da affittare per avere più spazio per noi, per poter viverci davvero senza doverci più nascondere. Che mentre per me facevamo l'amore per te era solo sesso, che quando dicevi di amarmi non lo pensavi veramente, che ormai era diventata una cosa che ti veniva automatica, che quando mi dicevi che dovevi fare un doppio turno a lavoro in realtà stavi con lui. Che ci dormivi nel letto in cui dormivi con me, che gli dedicavi le canzoni che dedicavi a me, che ti confidavi con lui, che volevi portarlo nei posti che volevamo visitare insieme, che gli hai fatto le stesse promesse che facevi a me, che lo toccavi bello stesso modo in cui toccavi me.

E nonostante io in quel momento sia rimasto immobile al mio posto, come se mi avessero congelato, nonostante io non abbia detto nemmeno una parola, nonostante non abbia versato nemmeno una lacrima, nonostante non abbia urlato così tanto da perdere il fiato e sentire la gola bruciare, nonostante non abbia rotto tutto quello che mi capitava sotto mano, non pensare nemmeno per un secondo che io non ti abbia amato davvero, che abbia rinunciato a te, a noi, a tutto quello che eravamo.

Semplicemente avevo capito che quello che avrei fatto io non avrebbe più avuto alcuna importanza perché ormai tu la tua scelta l'avevi fatta, perché ormai tu avevi scelto lui e niente di quello che avrei potuto fare avrebbe cambiato le cose.

Perché per crollare ho aspettato di tornare a casa, di arrotolarmi tra le coperte del mio letto nonostante fosse metà agosto e facesse così caldo da non riuscire più neanche a respirare, nonostante sapessero ancora di te, nonostante avessero impresso ancora il tuo profumo. Ho aspettato di essere solo, lontano da sguardi indiscreti, di essere sicuro che nessuno potesse sentirmi, che nessuno potesse sentire il suono dei miei respiri strozzati, dei miei singhiozzi sempre più rumorosi, che nessuno potesse vedere i pezzi del mio cuore sparsi in giro per la mia stanza, un po' qua e un po' là, che non si notasse l'enorme voragine che avevo nel petto, quel senso di vuoto che mi attanagliava lo stomaco e non ne voleva sapere di lasciarmi andare.

Sono passati due anni eppure mi sento ancora così, come se non fosse cambiato nulla da quella sera. Ancora annuso le lenzuola sperando di sentire il tuo profumo nonostante ormai le abbia lavate almeno un centinaio di volte e di notte quando sono sdraiato nel mio letto guardo fuori dalla finestra sperando di vederti passare, anche solo per un secondo. Quando sono sicuro che tutti stanno dormendo i miei occhi si fanno lucidi e piccole gocce iniziano a uscire una dopo l'altra fin quando non mi manca il respiro e mi sembra di annegare, fin quando non bagno la federa del cuscino e la tua felpa che uso come pigiama. E nonostante io ci provi con tutto me stesso a trattenerle, a impedirgli di sgorgare come fiumi in piena perché ormai sono stanco di passare tutte le notti a piangere pensando a cosa sarebbe successo se tu non mi avessi tradito, se avessi continuato ad amarmi così tanto come dicevi, alla vita che ci saremmo potuti costruire insieme, a come sarebbe andata se avessi mantenuto tutte le promesse che mi avevi fatto, non ci riesco perché mi hai lasciato dentro un vuoto così tanto grande che non importa quanto tempo passerà, quanta gente incontrerò, non riuscirò mai più a colmarlo.

Non ti ho detto nulla perché nonostante tutto continuo ad amarti e non volevo fare la stessa cosa che avevi fatto tu con me, non volevo ferirti, non volevo che tornassi da me solo perché ti faccio pena, ma è stato difficile sai? E' stato difficile passare dal sentirti tutti i giorni a non sapere neanche più come stavi, cosa stavi facendo, se ti divertivi, se sorridevi. Ho dovuto tornare alla vita che facevo prima di incontrarti, ho dovuto reimparare a vivere senza di te al mio fianco. A svegliarmi in un letto vuoto, a non cercare i tuoi occhi tra la gente, a non fare più la cena per due persone, a non stirare più le tue camicie, a non sentire più la tua voce calda sussurrarmi parole dolci all'orecchio, a dover imparare a convivere con il vuoto che sento all'altezza del cuore.

Ho sempre voluto la tua felicità, anche se non ero io, anche quando io non ne facevo parte, anche se per vederti felice ho dovuto accettare di perderti e di vederti stretto nelle braccia di un altro.

Sono passati due anni e ormai dovresti avere una vita con lui, magari anche una casa. Dovreste aver viaggiato, aver visitato il mondo, avere così tante foto insieme da non sapere più dove metterle, esservi dedicati così tante canzoni da non riuscire nemmeno a farle stare tutte in un album. Dovresti conoscerlo come conosci te stesso, dovreste essere così uniti da non riuscire a capire dove inizia uno e dove finisce l'altro, dovresti essere così contento da non riuscire a smettere di sorridere nemmeno per un secondo, dovresti essere così pieno di vita da non riuscire a stare fermo per più di cinque minuti.

Dovresti essere felice, essere felice insieme a lui. Dovresti eppure quando ti ho incontrato quella mattina non lo eri.







questa one shot l'ho scritta in versione larry (se volete la trovate nel mio profilo) solo che amo troppo come è uscita e visto che settimana prossima non sarò a casa e non potrò scrivere nulla e visto che non sono proprio nel mood ho deciso di farla anch in versione gallavich per non lasciarvi senza capitolo visto anche che comunque ho già pubblicato un os con la canzone di lou. spero vi piaccia.

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Capitolo 7
*** torna che mi manchi ***


Caro Ian,
Non ho idea del perché ti stia scrivendo, ma Mandy ha detto che mi avrebbe potuto aiutare ad andare avanti, quindi eccomi qua, a scriverti una lettera che probabilmente non leggerai mai neanche fossi una fan che scrive al suo idolo.
Sinceramente non ho mai scritto una lettera prima d'ora e non so bene che cosa dire, quindi inizieró con fanculo. Si hai capito bene, ti sto mandando a fanculo. Mi dispiace se non era quello che ti aspettavi, ma d'altronde cosa pensavi che ti dicessi dopo che hai preso e ti sei arruolato senza dire nulla per andare a farti sparare? Cosa ti aspettavi che ti dicessi dopo che sei entrato nella mia vita e l'hai sconvolta per poi andartene come se nulla fosse lasciandomi da solo in balia di mille dubbi e domande irrisolte?
Perché te ne sei andato? Perché non sei rimasto qui con me, al mio fianco, dopo tutto quello che è successo? Dopo che mio padre ha scoperto tutto? Dopo che mi ha costretto a sposare Svetlana? Dopo tutto quello che abbiamo condiviso? Dopo tutto quello che abbiamo fatto per stare insieme? Dopo che avevi detto di amarmi?
Pensavo di aver finalmente trovato dopo tanto tempo una persona che sarebbe rimasta con me, che non se ne sarebbe andata nonostante le difficoltà, nonostante le incomprensioni, nonostante i litigi. Perché riuscivi a farmi stare meglio solo con un sorriso, perché con te riuscivo a condividere tutto quello che mi passava per la testa, perché tu eri la mia ancora, la persona che mi faceva sentire a casa quando a casa non mi ci sentivo nemmeno quando ero piccolo.
Sai, io ci credevo davvero in me e te, in noi, pensavo davvero che saremmo riusciti a costruire qualcosa di bello insieme. Perché per stare con te, anche se non l'ho mai ammesso, io avrei rinunciato a tutto. Perché sarei andato contro tutto e tutti, perché il resto passava in secondo piano quando c'eri tu, perché quando stavo con te stavo bene, ma bene davvero, come quando resti sott'acqua per troppo tempo per poi finalmente riemergere in superficie respirando a pieni polmoni. Tu per me eri come aria, e proprio come l'aria non potevo farne a meno.
Da quando te ne sei andato non faccio altro che arrabbiarmi e urlare addosso a tutti, sono costantemente nervoso e non riesco a stare un attimo fermo, non riesco a smettere di pensare e vorrei solo averti qua.
Sono combattuto perché se una parte di me vorrebbe urlarti addosso e darti un pugno l'altra vorrebbe solo dirti che mi sei mancato per poi baciarti per ore. Ma la cosa che mi fa incazzare più di tutte è che non riesco a smettere di pensarti ogni secondo, ogni minuto, ogni ora, che sei in ogni mio fottuto pensiero, che vorrei solo avere tue notizie, sapere che stai bene e che per te sono ancora importante, perché tu per me lo sei e lo sarai sempre, anche se vorrei che non fosse più così, anche se vorrei solo riuscire a dimenticarti e andare avanti con la mia vita, ma sono consapevole che questo non succederà mai, perché mi sei entrato dentro come nessuno mai.
Sono consapevole che non potrò dimenticarmi di quel tuo sorriso così luminoso che riusciva a far sorridere anche me, dei tuoi occhi e di come mi guardavi, di come ti preoccupavi sempre di tutto, di come cercavi in tutti i modi di rendermi felice senza sapere che a me bastava averti vicino per esserlo. Come faccio a dimenticarmi di tutte le cose che avrei voluto fare con te, di come mi facevi sentire, del vuoto che sentivo allo stomaco ogni volta che mi guardavi, che mi sfioravi, di tutte le volte in cui mi sono ritrovato a sorridere da solo sapendo di doverti incontrare?
E come posso dimenticare il senso di vuoto che mi hai lasciato, tutte le lacrime che ho pianto da solo nella mia stanza quando ero sicuro che nessuno potesse sentirmi, di tutte le volte che ho pensato di non essere abbastanza, di tutte le volte in cui mi sono odiato perché se eri andato via era solo colpa mia che ti avevo lasciato andare, che non ero abbastanza per trattenerti, che non avevo saputo dimostrarti quello che provavo davvero. Come faccio a dimenticarlo?
Tu ci sei riuscito? Sei riuscito a dimenticare tutto quello che siamo-o non siamo-stati? Se si dimmi come hai fatto perché io proprio non ci riesco.
Quando hai intenzione di darci tue notizie, di farci almeno sapere che sei vivo e che stai bene? Se non vuoi dirlo a me dillo almeno ai tuoi fratelli perché se lo meritano. Si meritano di andare a dormire sapendo che qualche bomba non ti ha fatto saltare in aria o che nessuno ti ha scaricato un intero caricatore addosso.
Da quando te ne sei andato le mie giornate sono più tranquille: mio padre continua a entrare e uscire di prigione come al solito però almeno non cerca più di ammazzarmi, Svetlana non sta quasi mai in casa e con l'aiuto di Mandy sto cercando di imparare a fare il padre, o almeno di essere migliore di quello che ho avuto io, anche se non ci vuole molto. Dovrei essere felice no?
Finalmente ho la tranquillità e la normalità che ho cercato per così tanto tempo, eppure perché non è così? Perché sento sempre come se mancasse qualcosa, come se andando via avessi portato con te anche una parte di me? Come se riuscissi a stare bene solo con te affianco? Sei stato con qualcuno in tutto questo tempo? Hai toccato una pelle che non è la mia? Hai baciato delle labbra che non sono le mie?
Dopo che sei partito per provare a me stesso che non ero gay e che ormai ti avevo dimenticato ho scopato con una nel bagno dell'Alibi e per tutto il tempo oltre a pensare che mi stava facendo schifo non riuscivo a smettere di pensare a te, a come mi toccavi e ai brividi che mi facevi provare, a come mi baciavi il petto, la schiena, le gambe, a come ti prendevi cura di me, a come sapessi esattamente quello che mi piaceva e alla tua espressione appagata quando arrivavi al culmine. Non c'è cosa che faccio dove non pensi a te.
Dopo quella volta non ho più scopato con nessuno, perché è vero che le donne non mi piacciono, ma l'idea di essere sfiorato da un uomo che non sia tu mi fa mancare il respiro.
Non so se troverò mai il coraggio di mandarti questa lettera o se invece la terrò al sicuro dentro al cassetto della mia scrivania per poi magari rileggerla tra dieci anni e non ricordami neanche più chi è questo Ian a cui sto scrivendo, anche se so che sarà impossibile perché non potrò mai dimenticarmi di te, o magari sarai ancora impresso nella mia mente e questa sarà solo una delle tante lettere che ho scritto nella speranza di riuscire a dimenticarti.
Puoi anche andartene a fanculo, però poi torna che mi manchi.
Ti amo anche se non te l'ho mai detto,
Mickey

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Capitolo 8
*** tutto quello che non siamo stati ***


(La lettera la scrive Mickey dopo che suo padre scopre di lui e Ian e lo constringe a stare con Svetlana)

Caro Ian,
Mi hanno sempre detto che è sbagliato amare una persona del tuo stesso sesso, che se sei un ragazzo non può piacerti un altro ragazzo.
Mi hanno sempre detto che sono contronatura, che uno come me non dovrebbe esistere.
Mi hanno sempre detto che devo nascondermi, che non devo mostrarmi in pubblico perché sono un abominio, una vergogna.
Mi hanno sempre detto che le persone come me si meritano tutta la violenza che subiscono quotidianamente e qualcuno me l'ha anche dimostrato.
Mi hanno sempre detto che quello che c'è tra noi due non è normale, che è sbagliato e che il sentimento che proviamo l'uno per l'altro vale meno di quello che provano un ragazzo e una ragazza.
Mi hanno sempre detto che è solo una fase, che sono confuso, che ero troppo piccolo per capire chi ero veramente, per capire chi mi piacesse.
Mi hanno sempre detto che un uomo non dovrebbe comportarsi così, che devo smettere di fare la femminuccia e trovarmi una ragazza.
Mi hanno sempre detto che non sarei mai potuto diventare qualcuno, che sarei stato un falitto e che non mi meritavo niente.
Mi hanno sempre detto che non posso tenerti per mano, baciarti o semplicemente abbracciarti quando siamo in giro perché i poi genitori non avrebbero saputo spiegarlo ai loro figli.
Mi hanno sempre detto che avrei dovuto odiarmi per quello che sono e che le altre persone avrebbero dovuto fare lo stesso.
Mi hanno sempre detto che non mi merito di vivere e che non avrei dovuto nascere.
E per molto tempo ho creduto alle loro parole. Ho passato giorni, mesi e anni a odiare me stesso perché non ero come volevano loro, a reprimermi e a cercare di essere chi non sono per farmi accettare dagli altri.
Fin quando un giorno ho capito che era tutto inutile, che non potevo andare avanti così, che dovevo accettarmi per quello che sono perché di sbagliato, io non ho proprio niente.
Come possono le persone essere così crudeli? Come possono giudicare qualcuno solo perché ama? Chi sono loro per dire che non dovremmo esistere? Per dire che siamo sbagliati? Che il nostro non è vero amore, se io da quando ti conosco non faccio altro che amarti ogni giorno di più? Chi sono loro per dire che non posso baciarti, che non posso abbracciarti quando ti vedo giù di morale solo perché loro non sono in grado di spiegare ai bambini cos'è l'amore? Chi sono loro per dirmi che sono confuso, che sono troppo piccolo per capire chi sono, che è solo una fase e che passerà, che un giorno tornerò a essere "normale", quando invece io so benissimo chi sono ma sono loro che non riescono ad accettarlo? Chi sono loro per insultarmi ogni volta che esco di casa, per picchiarmi quando scoprono che invece delle donne mi piacciono gli uomini, come se questo potesse essere un motivo valido per tirarmi così tanti calci da non riuscire neanche più a respirare?
Promettimi di non permettere mai a nessuno di dirti quello che sei o che non sei, di dirti quello che devi o non devi fare, di non farti mai mettere i piedi in testa e di rispettare sempre gli altri e sopratutto te stesso, perché tu vali, ricordalo.
Non permettere a nessuno di dirti che sei sbagliato, che così come sei non vai bene e che devi cambiare, perché sei una delle persone più splendide che io abbia mai conosciuto e tutti meritano di saperlo. Tutti meritano di sapere che persona incredibile sei, di tutto quello che sai fare e quello che hai da offrire appena uno riesce a conoscerti veramente. Di come sei pronto a sacrificarti e a fare di tutto per le persone a cui tieni. Di come ti preoccupi sempre per gli altri, di sapere che stiano bene e di come tu ti metta da parte fin troppo spesso per questo.
Non sai quanto sono grato di averti conosciuto e di sapere che mi hai amato, che per un po' di tempo sono stato il centro dei tuoi pensieri e la ragione del tuo sorriso, di sapere che hai messo il tuo cuore nelle mie mani, e mi dispiace averlo fatto battere forte per poi averlo spezzato da un momento all'altro, così senza nessun preavviso. Però grazie. Grazie per tutto quello che hai fatto per me, grazie per essermi sempre rimasto accanto, per essere rimasto con me anche nei momenti più difficili, quando le cose andavano tutt'altro che bene e vedere la luce in fondo al tunnel sembrava ogni giorno più difficile.
Grazie perché con te ho capito il vero significato della parola amore. Ho capito cosa significa avere le farfalle-anche se più che farfalle mi sembrava di avere un intero zoo-nello stomaco, stare tra le braccia di qualcuno e sentirsi finalmente nel posto giusto, finalmente a casa. Vedere quanto tutto sembri nuovo e diverso se visto e vissuto in due, a quanto è bello condividere i propri sogni e i propri pensieri con qualcuno che per te è importante e grazie per avermi fatto capire che in quello che siamo stati noi non c'era niente di strano o di sbagliato e che non avevamo niente in più o in meno di tutti gli altri.
Grazie per avermi mostrato come mi vedevi tu attraverso i tuoi occhi i giorni in cui guardarmi allo specchio diventava troppo difficile ed evitare di pensare ai commenti della gente era più dura di quanto pensassi.
Grazie per esserti preso cura di me tutte le volte in cui venivo picchiato e grazie per aver baciato delicatamente una a una tutte le mie ferite e per aver rimesso insieme i pezzi del mio cuore anche quando sembravano troppo piccoli per poter tornare ognuno al proprio posto.
Grazie per avermi fatto capire quanto valgo e che posso raggiungere tutti gli obbiettivi che voglio se solo mi impegno davvero.
Grazie per avermi fatto capire che non c'è niente di cui vergognarsi nel dimostrare a qualcuno il proprio affetto e a quanto è bello sentirsi amati e sentirselo dire.
Grazie per avermi fatto vivere di nuovo le mie prime volte e per averle rese speciali e indimenticabili.
Grazie per avermi baciato per primo quando vedevi che volevo farlo io ma non ne avevo il coraggio e grazie per avermi tenuto stretto a te nelle notti in cui gli incubi non ne volevano sapere di lasciarmi stare.
Grazie per essere rimasto nonostante ti abbia dato mille motivi per andartene e per non aver creduto a quello che la gente diceva su di me.
Grazie per aver rispettato i miei silenzi e per non avermeli fatti pesare, per aver sempre rispettato i miei spazi e non aver mai preteso che ti spiegassi niente, ma aver aspettato che io fossi abbastanza pronto per dirti quello che stava succedendo.
Grazie per esserti sdraiato vicino a me i giorni in cui volevo solo rimanere rintanato sotto le coperte e per aver asciugato in silenzio tutte le goccie che sono cadute dai miei occhi.
Grazie per essere stato la mia ancora, il mio posto sicuro e per aver colorato e dato un senso anche alle giornate più buie.
Grazie per tutto quello che siamo stati e grazie per tutto quello che sarò, da oggi, senza di te. Perché in parte sarà anche merito tuo.
Da quando ti ho conosciuto sono diventato una persona migliore e anche se a primo impatto potrebbe non sembrare così, ho capito che continuare a essere il ragazzo insensibile e incazzato col mondo che ero un tempo non avrebbe portato a niente.
Mi dispiace di non essere mai riuscito a dirtelo a voce, ma ti amo. Ti amo più di quanto ami me stesso e più di quanto abbia mai amato qualcuno in tutta la mia vita. Ti amo come non avrei mai pensato di poter amare, ti amo talmente tanto da non riuscire a spiegarlo e proprio perché ti amo devo lasciarti andare. Perché ti meriti una persona che possa starti sempre accanto, che ci sia sempre per te, qualsiasi cosa accada, una persona meno incasinata di me e che sappia starti vicino meglio di quanto faccia io.
Ti meriti una persona che sappia quanto tu sia speciale e quanto tu valga, una persona che non ci penserebbe un attimo a sacrificarsi per te, che sia disposta a buttarsi in mezzo alle fiamme per salvarti.
Meriti di essere felice e di sorridere sempre, di avere un sorriso così luminoso da illuminare una città intera e di avere una persona con cui condividerla tutta questa felicità. E spero che riuscirai ad esserlo, perchè lo meriti davvero.
So che questa cosa è da egoisti, e che forse non dovrei nemmeno scriverlo, ma spero che nel tuo cuore un posto, seppur piccolo, per me e per tutto quello che siamo stati noi, ci sarà sempre. E spero anche che non mi odierai e che mi ricorderai con un sorriso, quello che amavo tanto guardare, perché anche se può non sembrare, sto solo cercando di fare il meglio per te e di renderti felice.
Tuo,
Mickey

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Capitolo 9
*** sei solo tu ***


(è la risposta di Ian alla lettera di Mickey del capitolo “non dimentico” per chi mi aveva chiesto di scrivere la sua risposta)

Caro Mickey,
so che non ti aspettavi una risposta alla tua lettera e a dire la verità forse non avevi mai neanche pensato alla possibilità che un giorno io avrei potuto leggerla, perché conoscendoti non l’avresti mai scritta.
Quando l’ho trovata nella buca delle lettere insieme a un messaggio di Mandy con su scritto “spero ti faccia ragionare, fanne buon uso.” non riuscivo a credere ai miei occhi.
Sono passati due mesi da quando l’hai scritta e come sai avrei già dovuto aver sposato Trevor. Avrei dovuto avere con lui la vita che ho sempre sognato: una bella casa con un giardino e la staccionata bianca, una persona che mi accolga sulla porta quando torno tardi dal lavoro, un cane, magari anche dei figli, ma non è andata così.
E chiariamo, non è stata la tua lettera a farmi cambiare idea, anche perché mi è arrivata solo qualche giorno fa, ma quello che mi ha fermato è che lui non è te e non potrà mai esserlo.
Perché quelle cose sogno di farle con te, perché sei te che sogno di vedere all’altare con lo smoking nero e le lacrime agli occhi, è a te che voglio dire “si, lo voglio” per poi baciarti come se fosse la prima volta, la prima di altre centinaia, di altre migliaia.
E proprio per questo ho lasciato Trevor.
Che poi forse lui un po’ l’aveva già capito. Forse l’aveva capito per tutte quelle volte in cui quando parlavamo mi incantavo a guardare un punto fisso sul muro e smettevo di ascoltare quello che mi stava dicendo, perché quando ci baciavamo mi staccavamo subito e non riuscivo neanche a guardarlo negli occhi, perché no parlavo mai del mio passato, di chi ero realmente. Perché quando mi toccava erano le tue mani che mi immaginavo, perché quando facevamo sesso più di una volta non sono riuscito a trattenermi e ho urlato il tuo nome al posto del suo.
Non è vero che ti ho dimenticato, non potrei mai farlo. Come potrei dimenticarmi di te? Come potrei dimenticarmi di tutte le cose che abbiamo fatto insieme, di tutto quello che siamo stati. Sei stato il mio primo amore e nonostante siano passati cinque anni dall’ultima volta che ci siamo visti ti amo ancora come il primo giorno in cui i miei occhi spaventati hanno incontrato i tuoi.
Ti amo da sempre, da quando tu ancora non volevi ammettere quello che provavi ed eri convinto di odiarmi, da quando mi prendevi a pugni e mi mandavi a fanculo, da quando non riuscivi nemmeno a baciarmi.
Ti ho amato da subito e continuerò a farlo sempre, perché anche se volessi non c’è nessun modo per toglierti dalla mia testa e dal mio cuore.
Non puoi capire quanto mi odio, quanto odio sapere di averti fatto stare così male.
Non riesco a pensare di averti distrutto, di essere stato la causa delle tue lacrime, di aver tolto dal tuo viso quel sorriso luminoso che adoravo tanto baciare.
Mi dispiace di non essere stato lì con te quando hai fatto quell’incubo. Mi dispiace di non essere stato lì per consolarti, per dirti che era tutto okay, che non ti avrei mai lasciato, per abbracciarti e sussurrarti all’orecchio quanto ti amassi finché non ti saresti riaddormentato.
Scusa perché invece lasciarti è proprio quello che ho fatto.
Scusa se ho pensato che sarei stato meglio senza di te, che tu saresti stato meglio senza di me.
Scusa se ho deciso tutto da solo senza parlarti, senza consultarti. All’epoca mi sembrava la cosa giusta da fare, la strada più facile, ma solo ora mi rendo conto che non è così, che quando c’è un problema bisogna parlare e cercare di risolverlo insieme. Scusa se invece io al contrario tuo non sono più riuscito a parlare a nessuno di te, di tutto quello che sei stato per me e di tutto quello che siamo stati noi insieme.
Perché pensavo che se non ne avessi parlato sarebbe stato più facile dimenticare e andare avanti, perché se avessi parlato di te a qualcuno, anche a uno sconosciuto, anche a una persona che non aveva la minima idea di chi tu fossi, avrebbe capito quanto ti amo.
Perché quando parlo di te oltre alle labbra mi si sorridono anche gli occhi, perché senza accorgermene il mio tono di voce cambia e diventa più dolce, più gentile.
Perché se ne sarebbero accorti tutti tranne te evidentemente.
So che ho fatto un casino, anzi magari anche più di uno, che certe volte ti ho trattato di merda, che ti ho urlato addosso tante volte di andartene, di andare a fanculo, ma come hai mai potuto dubitare anche solo per un minuto che non ti amassi? Che non fossi la persona più importante per me, il centro del mio mondo?
Spero di riuscire a riacquistare la tua fiducia e a non farti più dubitare di quello che provo per te.
Scusa se pensavo che per essere felice avrei dovuto stare lontano da te, che avrei dovuto creare una vita dove tu non ne facessi parte.
Scusa per aver capito solo dopo cinque anni quanto tu sia importante per me e che senza di te non posso essere felice.
Per questo motivo ho deciso che questa lettera invece che spedirtela verrò a consegnartela di persona, perché è giusto così.
Ho deciso di scrivere una lettera e non dirti queste cose a voce perché so già che appena ti vedrò scoppierò a piangere e mi sarà difficile anche riuscire a mettere insieme una frase di senso compiuto e poi non sapevo se tu saresti stato disposto ad ascoltarmi. Capirò se vorrai tirarmi un pugno in faccia (o anche due) o se deciderai di strappare questa lettera e chiudermi la porta in faccia, perché me lo merito, davvero. Ma spero che non lo farai.
Spero non sia troppo tardi e che tu nel frattempo non mi abbia dimenticato. So che è un po’ egoista da dire e mi dispiace ma dopo tutto il tempo che abbiamo passato lontani non riesco più a pensare a una vita senza di te. Ti ho sempre amato e ti amerò sempre.
Tuo,
Ian






scusate se fa schifo ma non ho mai scritto niente dal punto di vista di Ian perché non mi ritrovo molto nel suo carattere e in alcune sue scelte e mi viene più facile “immedesimarmi” in Mickey, però ho voluto lo stesso provare. sinceramente non mi fa impazzire ma spero lo stesso vi possa piacere. vi voglio bene, marta

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Capitolo 10
*** marte e venere ***


"E so che andrò lontano anche se tu non ci sarai
Supererò le strade che con te non farò mai
E so che andrò lontano anche se tu non ci sarai
Supererò le strade che con te non farò mai
E no, non è sbagliato vivere con un altro spero ti innamorerai
E no, non è sbagliato vivere con un altro spero dimenticherai."


Quando te ne sei andato ero convinto che senza di te non sarei riuscito ad andare da nessuna parte, a combinare qualcosa di buono. Ho sempre creduto che fossi tu la persona che mi teneva in piedi, la persona che mi impediva di cadere al suolo e di rompermi in mille pezzi, invece ho capito che posso farcela da solo anche senza di te. Non è stato facile, per niente. Ci sono volute settimana se non mesi, è stato come re imparare a camminare. Ho dovuto iniziare a fidarmi di me stesso, a capire che ce l'avrei fatta anche da solo. Sono caduto decine, centinaia di volte.
Sono caduto così tante volte che a un certo punto volevo smettere di rialzarmi, che il pavimento stava iniziando a diventare un luogo confortevole.
Sono caduto così tante volte che per un periodo ho smesso di provarci e sono rimasto lì, in bilico, tra il provare a rialzarmi con la paura di cadere di nuovo o restare sdraiato sapendo che non sarei più riuscito a camminare.
Poi un giorno è scattato qualcosa dentro di me e ho capito che non importa quante volte ancora sarei caduto, quanto volte ancora mi sarei fatto male, volevo riuscirci. Volevo riuscirci per dimostrare a me stesso, a te, agli altri, a chiunque mi conoscesse che potevo farcela anche da solo, che non mi servivi tu per andare avanti.
E poi, non so neanche io come, ma ce l'ho fatta.
E da solo sto facendo più passi di quanti ne avrai fatti stando con te, sto facendo più cose di quante pensavo fossi in grado di farne, e forse perderti mi è servito per riscoprirmi.
E nonostante tutto quello che è successo tra di noi spero ancora che ti innamorerai.
Spero ancora che troverai una persona che ti metta al primo posto, che per te ci sia sempre, anche se la chiami alle quattro del mattino.
Spero ancora che sentirai le farfalle nello stomaco, la gola chiudersi e le mani tremare quando ti scriverà un messaggio.
Spero ancora che sentirai quell'ansia mista alla felicità che si prova quando si bacia la persona che ti piace per la prima volta.
Spero ancora che troverai qualcuno che ti ami, che ti ami tanto, nonostante tutto e nonostante tutti e spero ancora che anche tu lo farai, nonostante forse tu con me non l'abbia mai fatto.
E non pensare a me, a tutto quello che siamo stati noi. Metti il nostro ricordo in un cassettino del tuo cervello e poi chiudilo a chiave, non ricordartelo più, perché meriti di essere felice e non potrai mai esserli se continui ancora a pensare a noi, a quello che ci hai fatto.

"Me ne stavo seduto in disparte mi ero chiuso in ogni mio sclero
Avevo messo l'orgoglio da parte e da lontano quel tuo pensiero
E lo sapevo stava finendo che per noi non c'era più tempo
Sono aride queste lacrime e non mi stanno illudendo
Ed avevamo Marte contro e tu eri bella da fare invidia a Venere
Di quella notte solo un ricordo delle nostre stelle resta ormai cenere."


Quando ci siamo lasciati ho iniziato a isolarmi. Ho iniziato a passare sempre più tempo da solo chiuso a chiave nella mia stanza, non avevo voglia di parlare con nessuno, nemmeno con mia sorella.
Al solo pensiero di dover uscire di casa e dover incontrare le persone iniziavo a sentire il panico salire dentro di me, gli occhi farsi lucidi cercando di trattenere invano le lacrime che ormai ero quasi sicuro di star finendo.
Ho iniziato a costruirmi dei muri tutt'intorno, una corazza sempre più spessa che serviva a dividermi dal mondo, a tenermi al sicuro.
Mi ero rinchiuso nei miei pensieri, nelle mie paranoie, passavo giornate intere con la vocina dentro la mia testa che mi gridava che non ero abbastanza, che ero un fallimento, che nessuno mi voleva bene, che il mondo sarebbe stato meglio senza di me. Passavo ore ore ad ascoltarla e non riuscivo a darle torno perché una parte di me sapeva che aveva ragione, che era per questo che mi volevi lasciare.
Sapevo già da tempo che mi volevi lasciare, era da settimane che ti vedevo strano, che ti comportavi in modo insolito, che non eri poi te stesso e alla fine ho capito. Ho capito che quando mi accarezzavi lo facevi svogliatamente, come se ti pesasse, che quando ci abbracciavamo ti staccavi dopo qualche secondo con qualche scusa stupida, che non cercavi più il contatto fisico, che ogni volta che ti prendevo la mano tu l'allontanavi, che quando ti dicevo ti amo invece di dirmelo anche tu rispondevi con "anche io."
Non era giusto per nessuno dei due continuare così e visto che tu non ti dicevi a dire nulla ho capito che era arrivato il momento di farsi avanti.
Di quella notte non ricordo molto se non le lacrime calde che mi bagnavano gli occhi, le guance, la tua felpa che usavo per dormire e il tuo senso di colpa che era talmente grande da riuscire a percepirlo perfino io.
Ma in fondo la colpa non era tua. Non era colpa tua se hai smesso di amarmi, se hai capito di non provare più nulla per me.
E forse avevano ragione tutte le persone che mi dicevano che insieme non saremmo durati, che tu non saresti mai riuscito ad innamorarti di una persona, che eri fatto così e che prima o poi ti saresti stancato.
E io mi sono illuso. Mi sono illuso che con me magari sarebbe stato diverso, che magari questa sarebbe stata la volta buona, che gli altri non ti conoscevano come ti conosco io, che tra noi sarebbe durata. Ma tu sei così bello e io così stupido a pensare che ti saresti davvero innamorato di me.
E ormai di noi due non resta più niente se non il ricordo, una polaroid mente ci baciamo sotto le stelle e il tuo pacchetto di winston mezzo vuoto.

"Credi che non sento più niente se quando l'accarezzo in fondo penso a te
Ci credo che non senti più niente ma la notte se apri gli occhi vedi ancora me
Credi che non sento più niente
Ci credo che non senti più niente."


Ho provato ad andare con altri ragazzi dopo che mi hai lasciato.
Non mi ricordo nemmeno i loro nomi o le loro facce talmente ero ubriaco. Mi ricordo solo che non riuscivo a provare niente, che quando avevano finito di scoparmi non ero neanche venuto.
Mi ricordo che solo che a ogni spinta il vuoto dentro al mio petto si allargava sempre di più e l'aria iniziava a essere sempre di meno e l'unica cosa a cui riuscivo a pensare eri tu. Alle tue mani sopra il mio corpo, a come mi toccavi, a come ti baciavo, prima lentamente e poi sempre più veloce, come se avessimo tutto il tempo del mondo ma non riuscissimo più ad aspettare, come se dovessimo averci subito, in quell'esatto momento. Riuscivo a pensare solo a questo e a come tu probabilmente stessi ridendo alle battute di un altro, seduto su delle ginocchia che non erano le mie.
So che ormai non provi più niente per me, che quando mi vedi non è più come le prime volte, che non ti manca più il fiato e non ti brillano più gli occhi quando sai di dovermi incontrare. So che se ci sono o no per te è indifferente, non ti cambia nulla.
Eppure sono convinto che qualche volta, anche solo per un momento, mi rivedi anche tu nei gesti degli altri. Sono convinto che quando vedi qualcuno aprire una birra bucandola a metà con un coltellino pensi a quando lo facevo io al campo da baseball, che quando qualcuno ti manda a fanculo pensi a tutte le volte in cui lo facevo io, che quando vai in un negozio e vedi delle camicie pensi a quando dovevamo uscire insieme e io ci mettevo ore per decidere cosa mettere. Sono convinto che sia così e se dovesse essere il contrario per favore non dirmelo. Non dirmelo perché io ti cerco costantemente in ogni persona che incontro, in tutti gli occhi che vedo. Cerco costantemente qualcosa di te negli altri ma nessuno potrà mai essere te.
So che sei convinto che io ormai per te non provi più nulla, che se domani ti trovassi davanti a casa mia non sentirei più nulla, neanche un piccolo brivido. So che ne sei convinto perché è quello che ti ho fatto credere, che tutti ti hanno fatto credere, ma non è così.
Non è così perché nonostante sappia che tra noi due non potrà più esserci niente, una parte di me continua a sperarci e lo farà sempre. Perché una parte di me continuerà a sperare sempre di incontrarti ogni volta che esco, di incrociare i tuoi occhi in mezzo alla folla, anche per mezzo secondo.
Perché una parte di me continuerà a sperare che un giorno mi sveglierò con un tuo messaggio, con una tua chiamata, che tu non abbia cancellato il mio numero e che è ancora nei contatti di emergenza.
Perché una parte di me continuerà a sperare che mi dirai quanto mi ami, che non riesci a stare senza di me, che ti manco e che vuoi ritornare insieme, che senza di me nulla ha più senso. Perché una parte di me continuerà a sperare anche se so che ormai a renderti felice non sono più io ma qualcun altro.
Però tu credi che io non provi più nulla e forse è giusto così.
Perché da come mi hai guardato l'altro giorno ho capito che tu non provi più niente, e va bene così.



p.s. la canzone è marte e venere di k-due

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Capitolo 11
*** fa male ***


Perché sai, fa male sapere di non essere stato abbastanza.

Fa male sapere di non essere stato abbastanza per trattenerti e tenerti con me.

Fa male sapere di non essere stato abbastanza importante per te da far si che rinunciassi a tutto, che restassi con me, che ci dessi anche solo una possibilità, che la dessi a me.

Fa male sapere che invece per lui hai lottato, che ti sei esposto, che sei andato contro tutti i tuoi principi, contro le tue idee.

Fa male sapere che per lui sei andato contro la tua famiglia, che hai lottato con le unghie e con i denti per tenerlo al sicuro, per tenerlo stretto tra le tue braccia, mentre invece quando qualcuno ti chiedeva di me negavi persino la mia esistenza.

Fa male sapere di non essere stato abbastanza per te, io che pur di starti affianco mi sono lasciato distruggere, pezzo dopo pezzo, come i mattoncini lego.

Ho lasciato che mi spezzassi, che annientassi ogni parte di me.

Ho lasciato che mi ferissi, che mi sputassi addosso quelle parole intrise di veleno che mi sono entrate fin sotto la pelle come lame affilate e che nonostante siano passati mesi sono rimaste lì dov'erano.

Ho lasciato che mettessi gli altri e te stesso al primo posto, che fossi l'ultima ruota del carro, quel foglio bianco dimenticato in fondo a un cassetto di cui non ti ricordavi più l'esistenza.

Ho lasciato che ti sfogassi, che mi bagnassi le spalle con le tue lacrime calde, che tirassi fuori tutto quello che ti tenevi dentro, che mi raccontassi cosa c'era che non andava e come potevamo risolverlo.

Ho lasciato che dessi la colpa a me per i tuoi errori, che mi urlassi addosso anche quando eri tu a sbagliare.

Sono stato il tuo faro in mezzo alla tempesta, il tuo riparo in una giornata di pioggia.

Sono stato tutto per te eppure tu non hai esitato nemmeno due secondi a lasciarmi. Non hai esitato nemmeno due secondi a lasciarmi andare e a trovare qualcun altro, qualcuno che indubbiamente è migliore di me.

E per stare con lui sei cambiato, sei migliorato.

Sei diventato più gentile, tu che quando stavamo insieme conoscevi solo gli schiaffi e i pugni come dimostrazioni d'affetto.

Sei diventato più sorridente, più solare, quando invece prima l'unico momento in cui ti vedevo sorridere era dopo quattro birre o una canna.

Ho rinunciato a tutto per stare con te.

Ho perso i miei amici, la mia famiglia.

Ho perso perfino me stesso.

Adesso quando mi guardo allo specchio non riconosco la persona che vedo riflessa.

La forma del viso è la stessa, forse solo un po' più affilata, la barba è cresciuta e i capelli non sono più corti come prima, eppure non mi sembro io.

Dai miei occhi è scomparsa quella scintilla di vita, quella luce che li faceva sembrare sempre allegri e sorridenti.

Le mie labbra adesso sono una riga dritta e anche se mi sforzo non riesco a ricordarmi quand'è stata l'ultima volta in cui si sono piegate all'insù per fare un sorriso.

Sembro invecchiato di dieci anni, come se il peso di tutto quello che è successo mi fosse di colpo piombato addosso schiacciandomi.

Come se il segno di tutto quello che ho passato, di tutto quello che mi hai fatto passare, non fosse più solo dentro di me ma anche fuori, alla visione di tutti.

Cosa ne è stato di me?

Cosa ne è stato di quel ragazzino pieno di sogni e di speranze che ero prima di incontrarti?

Quel ragazzino che credeva negli altri, che dava una seconda anche una terza possibilità a tutti, anche a chi lo aveva ferito, anche a chi lo aveva tradito?

Quel ragazzino un po' impacciato e timido, che aveva sempre paura di disturbare e si sentiva sempre di troppo?

Quel ragazzino che credeva nell'amore, forse anche troppo, che sperava solo di trovare qualcuno che lo amasse per quello che era, che sperava solo di trovare qualcuno da amare, qualcuno a cui donare tutto il suo amore perché era troppo e il suo cuore era diventato troppo piccolo per contenerlo tutto?

Quel ragazzino che credeva sempre nelle persone, che aveva sempre una parola buona per tutti, che non giudicava mai nessuno perché aveva provato sulla sua pelle quanto le persone fossero cattive e quanto le parole facessero male?

Non è rimasto niente di lui, non è rimasto niente di me.

Pensavo che con il tempo le cose sarebbero cambiate, che anche tu avresti iniziato ad amarmi come ti amavo io, come ti amo ancora adesso.

Eppure nonostante io ci abbia sperato davvero tanto, non è mai successo.

I tuoi occhi non mi hanno mai guardato come adesso guardi lui, le tue mani non hanno mai toccato il mio corpo come tocchi il suo, con delicatezza, come se fosse la cosa più importante del mondo e avessi paura di ferirlo.

Non avevi mai parlato a nessuno di me, di noi, come se il nostro rapporto fosse una cosa sbagliata, da nascondere, come se ti vergognassi di me, di quello che eravamo.

Eppure sai qual è la cosa che mi fa più male?

Non tutti i lividi e le cicatrici che mi hai lasciato, non tutti gli insulti, le brutte parole che mi hai detto e che da mesi continuano a invadere costantemente la mia testa, non l'aver perso me stesso, non il vuoto che sento all'altezza del petto, proprio lì dove c'è il cuore, non il sapere che stai con un altro, ma rendermi conto che ti amo e non smetterò mai di farlo.

Sapere che nonostante tutto io continuerò ad amarti.

Perché si, nonostante tu mi abbia distrutto, nonostante tu mi abbia spezzato in così tanti pezzi da non riuscire nemmeno a contarli tutti, nonostante tutto il dolore che mi hai fatto provare, nonostante tutte le lacrime che mi hai fatto versare, io ti amo ancora come la prima volta che i miei occhi hanno incrociato i tuoi.

E forse a distruggermi è stato proprio questo, l'amore che provavo per te.

È stato quello a non farmi desistere, a farmi rimanere vicino a te anche quando tutti si erano accorti del male che mi stavi facendo, anche quando mi sono reso conto che di me non te ne importava nulla, che se c'ero o no per te non cambiava, che mi usavi per i tuoi scopi e quando non ti servivo più mi buttavi via come le pile di un telecomando quando smettevano di funzionare.

Rendermi conto che qualsiasi cosa tu faccia, ci sarà sempre una parte di me che ti amerà incondizionatamente.

Che anche se mi hai rotto e fatto a pezzi sarai sempre l'unica persona che potrà rimettermi insieme, l'unica persona che quei pezzi li conosce a memoria come se fossero i suoi.

Che tornerò sempre da te perché preferisco che tu mi faccia stare male piuttosto che non averti nella mia vita, che se solo me lo chiedessi verrei anche in capo al mondo con te.

Che resterai sempre il capitolo più importante della mia storia, il primo, quello che ha dato inizio a tutto, anche se invece io sono solo un punto, una parentesi in mezzo a centinaia di lettere, di parole.

Che tu non ti ricorderai di me, che non mi penserai più perché non l'hai mai fatto, che non ti ricorderai più il suono della mia voce, il mio profumo, invece io ti ricordo a memoria.

Saprei disegnare il contorno del tuo viso a occhi chiusi, riuscirei a riconoscere la tua voce anche in mezzo a un miliardo di persone.

Pensavo che il mio amore sarebbe riuscito a cambiarti, a farti diventare una persona migliore, ma ho capito troppo tardi che per cambiare non basta questo, che la prima persona che deve volerlo sei tu e che forse, per me, di cambiare non ne valeva la pena.

Perché forse io non merito qualcuno che mi ami, qualcuno che ci sia sempre per me.

Qualcuno che mi metta al primo posto, qualcuno che mi tratti come se fossi importante, come se fossi il centro del suo mondo.

Qualcuno che cerchi di farmi ridere, qualcuno che ami il mio sorriso e che cerchi di fare di tutto per non vederlo spegnere mai.

Qualcuno che ami i miei occhi anche se non sono niente di speciale, qualcuno che mi stringa forte quando vede che sto per cadere e rompermi in mille pezzi.

Qualcuno che mi ami più di qualsiasi altra cosa, qualcuno che mi rivolga solo parole dolci e che usi le mani solo per accarezzarmi.

Perché forse io non merito una persona così.

Spero un giorno di riuscire a ricompormi.

Di riuscire a trovare tutti i pezzi del mio cuore e di riuscire a rimetterli insieme.

Spero che coincidano ancora, che si incastrino ancora perfettamente come si incastravano prima di incontrarti.

Spero di tornare a essere il ragazzo allegro e spensierato che ero anni fa, quel ragazzo che ora se ci penso non mi ricordo nemmeno più com'è fatto.

Spero di riuscire ad amare qualcuno che non sia tu, spero di riuscire ad aprirmi con le persone senza avere la paura costante che possano usare le mie debolezze contro di me.

Spero di riuscire a tornare di nuovo a guardarmi allo specchio e di non avere paura di quello che ci vedo riflesso dentro.

Spero di riuscire a non piangere più vedendo i segni che mi hai lasciato addosso e quelli che invece non si vedono e che probabilmente mi porterò addosso per sempre. Spero di non avere più i brividi e le lacrime agli occhi quando qualcuno pronuncia il tuo nome, di riuscire a donare di nuovo me stesso a qualcuno senza pensare che mi stia usando e basta.

Spero di riuscire a dimenticarti, a smettere di amarti, ma so già che è impossibile.

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Capitolo 12
*** e ti auguro il meglio, i cieli stellati ***


"Odio vederti piangere."

Scusa se quella volta, quando ci siamo lasciati, quando io ti ho lasciato, non sono riuscito a trattenere le lacrime calde che hanno iniziato a cadere dai miei occhi e hanno finito per bagnarmi tutta la maglietta.

Scusa se nonostante ci ho provato con tutto me stesso non sono riuscito ad essere forte come avrei voluto, come avrei dovuto.

Scusa se ho sempre voluto essere la tua roccia ma sono finito per essere solo un piccolo sassolino in mezzo a tanti altri.

Scusa se ho sempre voluto essere il tuo riparo in una giornata di pioggia ma ho finito per essere io la ragione per cui ti sei bagnato, se volevo essere una persona con cui ridere ma sono stato il primo a far diventare rossi e lucidi quegli occhi magnifici.

Scusa se non sono riuscito a essere quello di cui avevi bisogno.

Scusa se ti ho fatto pensare che quello a non essere abbastanza eri tu.

Scusa se ti ho fatto tenere sulle spalle un peso troppo grande per una persona, scusa se mentre tu cercavi di ricostruire il nostro rapporto io non facevo altro che distruggerlo, giorno dopo giorno.

Scusa se tu per me avresti dato tutto mentre io non ho mai rinunciato a nulla per te.

Scusa se ti ho lasciato solo proprio quando avevi più bisogno di qualcuno al tuo fianco.

Però pensare mai nemmeno per un momento che sia tu il problema.

Non pensare mai nemmeno per un momento di non essere abbastanza perché sei la persona più stupenda che abbia mai conosciuto.

E non pensare che io non ti abbia amato.

Ti ho amato tanto, con tutto me stesso.

Ti ho amato tanto però non è bastato, perché crescendo mi sono reso conto che forse l'amore non sempre basta.

Ti ho amato tanto ma mi sono reso conto che ti facevo solo del male, che per restare con me ti stavi distruggendo.

Ti ho amato tanto ma ti ho impedito di seguire i tuoi sogni, ti ho tarpato le ali ancora prima che tu iniziassi a volare.

Ti ho amato tanto ma forse non nel modo giusto e di sicuro non come meritavi.

E per favore, se dovessimo mai rincontrarci per caso, non chiedermi come sto.

Non chiedermelo perché non riuscirei a mentire, non a te.

Non ai tuoi occhi verdi che mi scrutano dentro, che sembrano leggermi l'anima.

Quegli occhi verdi che conosco a memoria, in cui mi specchiavo.

Quegli occhi che mi hanno insegnato ad amarmi perché ho visto l'amore che c'era nel tuo sguardo quando mi vedevi.

Quegli occhi che resteranno sempre il mio punto debole.

Spero che la decisione che ho preso ti aiuterà, che ti aiuterà a capire chi sei senza di me.

Abbiamo vissuto così tanto tempo insieme, ci conosciamo da così tanto tempo che abbiamo finito inevitabilmente per assorbire qualcosa dell'altro, per cambiare per restare insieme.

Spero che riuscirai a trovare te stesso, a capire quello che ti piace, a capire quello che vuoi diventare.

Ora che non ci sono più io al tuo fianco i tuoi segreti a chi li racconterai?

Con chi starai sveglio fino alle tre di notte a parlare di tutto quello che ti passa per la testa, di tutto quello che ti tormenta?

Per chi suonerai la chitarra?

Per chi scriverai canzoni?

Con chi sognare di visitare il mondo, di fare un milione di viaggi anche se poi non ci spostavamo dalla nostra stanza?

Chi ti tiene stretto in un abbraccio durante le notti di temporale?

Chi ti sposta dal lato del marciapiede vicino al muro?

Chi ti compra l'acqua frizzante anche se non gli piace?

Chi rimane a casa con te sdraiato sul divano a vedere un film anche quando vorrebbe uscire e andare a divertirsi?

Spero che prima o poi troverai una persona così.

Una persona che ti ami con tutto se stesso e che ti renda il centro del suo mondo proprio come ti avevi fatto con me.

Spero di non averti fatto troppo male.

Spero di non averti spezzato il cuore in dei pezzi troppi piccoli, di non averti fatto perdere anche l'ultima speranza.

Spero che un giorno smetterai di piangere quando sentirai qualcuno pronunciare il mio nome, quando apro la porta di casa e vado nella direzione opposta alla tua.

Spero che un giorno smetterai di stare male per quello che ti ho fatto, che smetterai di addormentarti piangendo e svegliarti nello stesso modo.

Spero che riuscirai di nuovo a fidarti di qualcuno, che riuscirai a donare di nuovo te stesso a una persona senza aver paura che ti possa ferire come ho fatto io.

Spero che un giorno riuscirai a raccogliere tutto il dolore che ti ho fatto provare e a trasformarlo in qualcosa di magnifico.

Ti auguro tutto il bene del mondo.

Ti auguro di sorridere, di sorridere tanto, così tanto da tornare a casa e avere male agli zigomi.

Ti auguro di trovare delle persone che ti amino e che ti facciano sentire amato e apprezzato perché sei stupendo e devi ricordartelo più spesso.

Ti auguro di realizzare tutti i tuoi sogni, da quello che ti sembra più insignificante a quello che immagini da quando eri piccolo.

Ti auguro di visitare il mondo, di andare in tutti quei posti in cui volevamo andare insieme e di non pensare a me.

Ti auguro di vedere tanti cieli stellati insieme alla tua persona, sdraiati su un tetto mano nella mano mentre vi ripetete sottovoce quando vi amate.

Ti auguro di dimenticare tutto il male che ti ho fatto e tutto quello che siamo stati.

Ti auguro di ricominciare, di ricominciare a vivere anche senza di me. So che non sei d'accordo con quello che penso, che secondo te avremmo dovuto continuare a stare insieme, che non aveva senso lasciarsi, ma io per la prima volta nella mia vita sono sicuro di qualcosa.

Sono sicuro di aver fatto la scelta giusta perché sei avessimo continuato così avremmo finito solo per distruggerci a vicenda.

Sono sicuro di aver fatto la scelta giusta eppure mi fa tremendamente male pensare di doverti lasciare andare, pensare di vederti tra le braccia di un altro.

Sono sicuro di aver fatto la scelta giusta eppure con lui non sono felice nemmeno la metà di quello che ero con te.

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