Life is destiny

di KurryKaira
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Lei ha paura ***
Capitolo 3: *** La ferita è nel cuore ***
Capitolo 4: *** Una donna qualunque ***
Capitolo 5: *** Caldo, chiaro, scuro e freddo (Tra sogno e realtà) ***
Capitolo 6: *** Io non la amo più ***
Capitolo 7: *** Il pollice di Ryu! ***
Capitolo 8: *** Sarà che siamo cresciuti ***
Capitolo 9: *** Facciamo un gioco ***
Capitolo 10: *** Un gioco spietato (Ho bisogno di te) ***
Capitolo 11: *** Finché morte non vi separi (E' così difficile dimenticare) ***
Capitolo 12: *** La perla rara ***
Capitolo 13: *** Lei, unica ***
Capitolo 14: *** Il giorno più bello della mia vita (La fine di un amore) ***
Capitolo 15: *** Yoh, dove sei? ***
Capitolo 16: *** Per un attimo la normalità ***
Capitolo 17: *** Chi ha sparato a Yoh Asakura? - parte prima ***
Capitolo 18: *** Chi ha sparato a Yoh Asakura? - parte seconda ***
Capitolo 19: *** La vita è il destino che noi ci creiamo (Epilogo) ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


"Non riuscivo a capire cosa stesse succedendo, ma capivo che qualcosa non andava per il verso giusto.
Il torneo degli sciamani, la grande avventura a cui non avevo partecipato in prima persona si era ormai concluso da tempo, e noi ragazzi ci vedevamo così di rado. Questo faceva male, ma la vita andava avanti e ognuno di noi adesso sapeva come affrontarla. Eravamo diventati forti, tutti.
Il piccolo Hana era nato già da qualche mese, mi faceva davvero uno strano effetto sapere che quello scansafatiche di Yoh e quella streghetta di Anna avessero avuto un figlio così giovani, ma anche questo faceva parte del destino degli Asakura.
A proposito di Asakura, per colpa di uno di questi i due giovani non potevano nemmeno godersi la gioia di questo bambino. Erano costretti a   portarlo con loro in giro per il mondo, in mezzo a guerre e povertà, non doveva essere facile, chissà che un giorno non decidano di affidarlo   alle cure di qualcun'altro pur di adempiere alla loro promessa.
Quale promessa? La promessa fatta ad Hao Asakura, il vincitore del torneo, lo Shaman King.
Sapere che Hao vegliava su noi poveri esseri umani un po' faceva paura, ma tutto sommato, forse, poteva andare peggio. Yoh si fidava di lui, e   io mi fidavo di Yoh.
Da qualche giorno in ogni caso i due coniugi si erano presi un po' di riposo e ora alloggiavano alle Terme Funbari con il loro piccolo figlio e  con immensa gioia appena potevo, se non ero impegnato con gli studi, andavo a trovarli!
Che sciocco! Non mi sono presentato! Mi chiamo Manta Oyamada, e sono il migliore amico di Yoh Asakura!
Le poche volte che riuscivo ad andare a trovare il ragazzo e la sua compagna mi capitava, sempre, di provare quella sensazione, quella che qualcosa non andasse! Non regnava più l'armonia a casa Asakura, sembrava che Yoh e Anna non andassero per niente d'accordo. Yoh e Anna, capite?
Se anche un rapporto come il loro era capace di incrinarsi, credetemi, uno come me non avrebbe creduto nell'amore mai più. Yoh e Anna, non   poteva  essere vero, non volevo proprio credere ai miei occhi."
Yoh:- Cara, accompagno Hana al parco, che dici?-
Anna:- Va bene, faccio preparare il pranzo però, non fate tardi!-
Yoh sorridendo con il figlio in braccio:- Come desideri!-
"Forse pensate sia fuori di testa; sì, è vero, sembrano una famiglia felice e spensierata ma tra loro due qualcosa è cambiato, credetemi!
Quando si guardano i loro occhi non brillano. E' difficile da spiegare, ma chi li conosce bene, come me, capisce subito che tra loro c'è    qualcosa di diverso, qualcosa che non va!
Per quanto riguarda il resto della 'banda' vi racconto quanto so.
Ryu studia per diventare cuoco, vuole farsi assumere qui alle Terme Funbari quasi sicuramente, e sono sicuro che Anna sarà d'accordo, lei non fa mai complimenti ma adora la sua cucina! Senza contare che lui non è certo un tipo che si arrende; non si ferma davanti a nulla e non ha paura di niente, oltre che un cuoco sarebbe anche un'ottima guardia del corpo per il piccolo Hana se mai decidessero di lasciarlo nelle sue amorevoli   mani.
Horohoro era tornato in Hokkaido con sua sorella nel tentativo di realizzare quel tanto amato sogno con le sue sole mani, coltivare sempre più   campi di cavoli per i Koropokkuru.
Anche Ren e sua sorella erano tornati a casa, a Kishu, sinceramente non sapevo come stavano progettando il loro futuro i due Tao, né mi interessavo più del dovuto, preferivo rimanere fuori da quella famiglia, mi auguravo semplicemente che stessero bene e che fossero felici!
Chocolove aveva deciso di pagare i crimini commessi ed essendo bloccato in prigione per lui era molto difficile venirci a trovare, ma noi   aspettavamo che questa condanna passasse il prima possibile per poter di nuovo passare una bella serata tutti insieme!
Lyserg come gli altri era tornato in madrepatria e continuava, come la maggior parte di noi, i suoi studi per seguire al meglio le orme del suo  amato padre.
Faust lo si vedeva ogni tanto infestare queste Terme dall'apertura ancora incerta, Anna lo voleva con sé ma per adesso lo lasciava vagare libero con la sua Eliza.
Una cosa era certa, lo stare insieme ci mancava, ma questa è la vita e avevamo tutti voglia di viverla!
Ah, dimenticavo Tamao! Lei al momento viveva in un appartamento poco distante dalla villa Asakura. Non la vedevo spesso, ma sembrava ancora una  ragazza timida, anche se il suo percorso di maturazione era tanto, credo che ogni tanto si vedesse con Ryu, quando erano insieme sembravano veramente tosti, facevano paura!
Mi capitava di vedere, quando all'imbrunire mi recavo alla fermata del bus accompagnato da Yoh e Hana, che lei lo guardasse dalla finestra del suo appartamento.
Lo guardava con occhi profondi e sguardo perso, senza contare il rossore che ogni volta si disegnava sul suo viso. Una volta mi era parso di vedere i suoi due spiritelli schifosi sghignazzare alle sue spalle, come se con i loro Love Strike avessero fatto una magia all'insaputa della stessa padrona. Chissà, magari avevano lanciato una freccia nel cuore di Yoh per farle un regalo, ahahah, come se Cupido esistesse davvero!
Comunque anche quel giorno Yoh mi riaccompagnò alla fermata del bus, e ancora una volta mi parve di vedere Tamao guardarlo così innamorata."

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Capitolo 2
*** Lei ha paura ***


- Anna, siamo tornati!-
- Era ora! Perché ci avete messo tanto?-
Si tolse le scarpe poggiandole nell'ingresso, infilò le pattine e lasciò Hana libero di gattonare sul parquet.
Anna li aspettava a tavola nervosa con il pranzo già servito.
Yoh ridacchiò:- Eheh, hanno aperto una nuova creperia sai? Hana voleva una crepes e...-
Anna lo bloccò:- Yoh.-
Yoh alzò un po' la voce sconfitto:- Va bene la volevo io! Ma- suonarono alla porta.
Anna:- Chi è che scoccia?!- Molto gentile mentre Yoh trattenendo lacrime di paura andava ad aprire.
La tristezza in Yoh passò in fretta vedendo il suo piccolo amico aspettarlo alla porta con un regalino per Hana.
Yoh:- Manta!! Che piacere vederti amico!-
Anna lo guardava scocciata rimanendo seduta al tavolo, Hana le gironzolava intorno, lei imboccò il figlio con la prima cosa che trovò adatta.
Manta:- Disturbo? Come vanno le cose?-
Yoh:- Stavamo per metterci a tavola!- Sempre felice.
Manta:- Ah, passo dopo allora?-
Anna finalmente parlò scontrosa:- Nessun disturbo. Se vuoi puoi unirti.-
Yoh trovò strana tutta quella cordialità e notò che il cibo a tavola era giusto per due.
Manta:- Perché? Avanza del cibo?-
Anna:- No- rispose infatti cinica alludendo chiaramente al fatto che non avesse nessuna intenzione di lasciar mangiare il marito visto lo sgarro della crepes. Yoh ora era di nuovo triste e Manta costretto a mangiare il pranzo al posto suo.
Manta mangiando del riso:- Scusa amico...-
Anna:- Non scusarti. Zitto e mangia. Mangia tutto che devi crescere!-
Manta non trattenne uno sguardo di velata amarezza e a Yoh venne da ridere, Hana intanto scartava il suo regalo.
Passarono un'ora e anche più di puro relax, tutti e quattro insieme, ma Manta continuava ad osservare il comportamento dei due amanti, i loro atteggiamenti, i loro scambi di sguardi, il loro tono nella voce e gli sembrava tutto così diverso. Strinse i pugni un po' triste guardando il bambino giocare con il suo regalo.
- Yoh, posso parlarti in privato?- Sputò all'improvviso in una serietà che quasi faceva paura.
Yoh accennò un sì mentre Anna rimase in silenzio guardandoli andare via nella stanza accanto; non era stupida, non leggeva più nella mente, ma l'intuito non le mancava di certo.
Yoh e Manta si sedettero a gambe incrociate in quella che era una camera per gli ospiti ancora in disordine.
Yoh:- Qualcosa non va?- Chiese all'amico vedendolo visibilmente preoccupato.
Manta si fece coraggio, ingoiò questo boccone amaro e tutto d'un fiato domandò:- Qual è il problema?-
Yoh stranito:- L'ho chiesto io a te! Sembri averlo tu il problema!-
Manta stizzito:- Non fare il finto tonto! Il problema lo avete chiaramente tu ed Anna!-
Yoh rimase un primo momento in silenzio, sorpreso, il cuore in petto gli si strinse appena:- Non capisco di cosa parli. Non abbiamo nessun problema noi due- sentenziò poco sincero.
Manta:- Non prendermi in giro! Lo vedo sai?!- Lo faceva arrabbiare vedere che il suo migliore amico non voleva confidarsi con lui, ma capiva che forse anche Yoh stesso voleva scappare da questo problema e rifugiarsi in una finta felicità.
"Me la caverò" diceva sempre e forse lo pensava ancora, pensava di potersela cavare anche sta volta, che tutto questo vuoto sarebbe passato.
Ma Yoh sapeva anche che l'amicizia era importante, più di ogni cosa, e doveva capire che Manta per lui poteva esserci anche in un momento simile!
Yoh rispose appena, quasi intimidito:- Cosa avresti notato?-
Manta:- Le cose che vi dite non sono cambiate, ma è cambiato il modo in cui le dite.-
Gli occhi di Yoh si incupirono, accennò ancora un sorriso, sembrava che cercasse di non far preoccupare l'amico, sempre troppo altruista Yoh.
Yoh:- Voglio vedere dove vuoi andare a parare, eheh.-
Manta:- Non prendermi in giro! Puoi anche mostrarti debole ogni tanto!-
Yoh lo guardò colpito:- Che sciocchezza, io mi mostro debole eccome! Ho anche saltato il pranzo, più debole di così- ridacchiò ancora infastidendolo.
Manta:- A proposito di questo, un tempo quando Anna ti sgridava lo faceva senza timore!-
Yoh:- Perché ora ti è sembrata spaventata??- Ora il suo tono era un misto tra sincera risata e sincera paura.
Manta continuò il suo discorso senza dar peso alle battute fuori luogo dell'amico:- Sapeva che anche se ti sgridava di continuo tu eri certo del suo amore. Sapeva di poter contare su di te, di sentirsi libera da ogni dolore tra le tue braccia. Sapeva di poter dimenticare tutti gli orrori del mondo dormendoti accanto.-
Gli occhi di Yoh si trattennero dal diventare lucidi mentre le labbra si aprirono appena in un celato imbarazzo. Strinse i pugni, e ridacchiò per l'ennesima volta, ma la sua voce tremava un po':- Parli come se stessi scrivendo un libro sulla nostra storia d'amore. Che osservatore attento e inquietante Manta!-
A queste parole il ragazzo dai capelli chiari non trattene una risatina, Yoh non aveva torto, si era espresso in maniera un po' teatrale, ma così il concetto poteva essere più chiaro. Tornò serio e riprese il suo monologo:- Ora quando ti sgrida ha paura Yoh. Paura di perderti.-
E anche Yoh divenne serio.
Manta:- Paura di dire qualcosa di sbagliato che ti faccia andare via da lei lasciandola con un bambino piccolo da crescere.-
Yoh:- Lei sa che non lo farei mai!- Pronunciò con fermezza.
Manta:- Sì, lo sa!- Con la stessa fermezza:- Ma ha paura lo stesso.-
Yoh guardò il pavimento, titubò un po' nel parlare:- Ho una promessa da portare a termine, non so se Hana potrà accompagnarci sempre. Non averlo accanto a me mi rattrista, devo ammetterlo. Ma Anna...- Guardò Manta negli occhi riprendendo il suo sincero e bellissimo sorriso:- ...Anna non può non rimanermi accanto in questo viaggio. Io non potrei mai abbandonarla- ribadì con quel sorriso, ma quegli occhi sembravano ancora trattenere un pianto.
Manta rimase a guardare poggiando una mano su quel parquet, poi riprese ancora una volta il suo discorso ignorando le parole di Yoh:- Sai perché ha paura?- Prese fiato:- Ha paura perché tu non la guardi.-
Il sorriso sul volto del giapponese sparì per far posto di nuovo a un espressione tra lo stupore e la tristezza.
Manta:- Prima la guardavi sempre. Quando ti sgridava, quando era dolce (le rare volte s'intende), quando era spaventata, tu la guardavi con occhi colmi d'amore...-
Yoh:- Nessuno me l'avrebbe portata via- interruppe in un singhiozzo trattenuto.
Manta annuì:- Sì, era quello che dicevano i tuoi occhi. Quello che dicevano prima...-
Yoh ribadì in una risatina appena accennata:- Un osservatore davvero attento.-
Manta:- E inquietante- ridacchiò anche lui continuando il suo pensiero.
- Me la caverò- sbuffò Yoh ancora in quel lieve sorriso:- Ce la caveremo anzi. Ma, Manta...- si alzò piano da terra volgendo un ultimo sguardo all'amico prima di tornare nella sala da pranzo:- ...a volte le persone non si amano per sempre.-
Manta rimase ancora un po' seduto su quel pavimento tiepido, quella frase lo riempì di tristezza, quasi come se il problema di cuore fosse suo. Chinò la testa in un impeto di rabbia e poi si alzò anche lui uscendo dalla stanza.
Manta:- Io torno a casa- disse.
Yoh:- Sicuro? Di già?-
Anna, stranamente, se ne stava a lavare i piatti rimanendo di spalle ai due.
Manta:- Sì, non è per te, tranquillo. Avevo comunque un impegno di scuola. Passerò il prima possibile, prima che riprendiate il vostro viaggio!- Sorrise sincero e Yoh ricambiò accompagnandolo alla porta.
Yoh:- Ehi, grazie- gli disse prima di chiuderla.
Manta:- Figurati- rispose di cuore e la porta li separò.
Nella stanza ora si sentiva solo il fruscio dell'acqua del lavandino che scorreva su quei piatti insaponati e le risatine del piccolo che giocava felice.
- Non è per te, ha detto- Anna parlò al marito senza guardarlo:- Di che avete parlato? Se è lecito sapere.-
Yoh evitò il discorso:- Niente di importante, tranquilla!-
- Capisco- disse semplicemente lei.
Yoh si stiracchiò:- T'avrei dato una mano, ma vedo che ormai hai finito con i piatti. Vado a fare una passeggiata al parco, ti dispiace?-
Anna:- Portati Hana, fammi almeno questo piacere- tirò su con naso.
Yoh guardava le spalle di lei curve sul lavandino, titubò un istante prima di risponderle:- N... no, anzi- infilò un cappottino al figlio e volgendo un ultimo sguardo alla moglie uscì.
Appena la porta si chiuse l'ultimo piatto che Anna aveva tra le mani cadde scheggiandosi e tagliandole un po' la mano. Lei si chinò su quel lavandino ancora un po' fino a coprirsi il volto tra le braccia tremanti. Strinse i pugni.
- Yoh!!- Quel nome, che pian piano divenne un grido, si sparse per tutta la villa, per tutta la distesa campagna che la circondava. Volarono via anche alcuni uccelli come se volessero scappare dal dolore che si era creato in quella casa, che si era creato in quella donna.
Nel frattempo Yoh e il figlio avevano raggiunto quel piccolo parco non troppo distante dalla villa Asakura. Lasciò il bambino libero di gattonare nel recinto di sabbia ridendo di alcune sue facce buffe, per essere così piccolo si percepiva spesso una scontrosità simile a quella della madre, soprattutto quando il padre rideva di lui. Il tempo passò in fretta senza che Yoh se ne rendesse conto e il sole iniziava a tramontare.
Una voce:- Ciao Yoh.-
Il ragazzo si voltò, acchiappò il figlio e piacevolmente sorpreso:- Tamao!-
I due sguardi si incrociarono, i capelli di lei arrivavano alle spalle, e rispetto a qualche anno prima sembrava così sicura di sé, anche se ancora non troppo, infatti scostò lo sguardo prendendo colore:- Cosa fai di bello?- Gli chiese.
Yoh mostrando il piccolo:- Passeggiavo insieme al mio figlioletto!-
Tamao sorrise e con occhi colmi di dolcezza guardò il piccolo avvicinando lui un dito vicino al nasino, lui tentò di acchiappare quel dito.
Tamao:- Lui è Hana, vero?-
Yoh:- Certo, lo conosci già, non ho avuto altri figli!- Disse ridendo e Tamao, sentendosi un po' stupida, ricambiò ridendo.
Sfiorò il naso al bambino e lui incrociò gli occhi nel tentativo di guardarsi il naso, i due adulti risero di gusto infastidendolo.
Tamao guardava Hana con sguardo particolarmente amorevole:- Crescendo diventi sempre più bello, proprio come tua madre!-
Il bambino tra le braccia del padre allora sorrise acchiappandole finalmente il dito e portandoselo vicino le guance, abbracciando poi la mano della ragazza come fosse un orsacchiotto.
Yoh guardò la scena imbambolato, il tramonto li illuminava d'arancio rendendo quel momento così piacevole e famigliare.
- Sai Tamao?- Le disse:- Sembra che tu gli piaccia molto. Non va d'accordo con tutti.-
Tamao:- Ah sì?- Guardò il ragazzo e Yoh notò quanto fosse carina.
Yoh:- Sembrate mamma e figlio!-
Quest'affermazione portò Tamao ad avere ancora una volta uno sprazzo di vecchia timidezza, sembravano una famiglia quindi? Loro tre?
Poi però pensò ad Anna e a quanto anche lei la amasse profondamente. Baciò la fronte al piccolo per salutarlo.
Tamao:- Come sta Anna?-
Yoh:- Sempre meravigliosamente. E' una donna straordinaria, lo sai!-
Tamao:- Lo so- rispose guardandolo negli occhi in un sorriso accennato ma colmo d'amore, amore nei confronti di tutti e tre, nei confronti di Anna, di Yoh e di questa adorabile peste di nome Hana. Accarezzò i capelli del bambino per salutarlo ancora una volta e lui la guardò incantato allungando le braccia verso di lei come se volesse essere preso in braccio.
Yoh però lo voltò avvicinandoselo al collo:- Beh ora dobbiamo andare o la mamma, quella vera, se la prenderà di nuovo col sottoscritto!-
Hana pianse leggermente allontanandosi da Tamao e rimase a guardarla più che poteva prima di perderla di vista. E anche Tamao rimase a guardarli più che poteva. Rimase a guardare Yoh e suo figlio allontanarsi. Rimase a guardare il suo amato Yoh e il figlio di una donna che non era lei allontanarsi.

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Capitolo 3
*** La ferita è nel cuore ***


Quando Yoh arrivò a casa ormai le stelle in cielo erano alte e una luna calante illuminava leggermente la campagna.
Aprì la porta:- Sono a casa, scusa il ritardo!!- Preoccupato della reazione della moglie.
Ma non ricevette riposta.
Yoh:- Anna?- La cercò, lo stesso fece Hana con lo sguardo.
Non ci volle molto che lo sciamano notò un bigliettino sul tavolo.
"Tesoro, la cena è nel forno. Io sono a letto, non preoccuparti per il ritardo, non fa niente."
Non sapeva neanche lui il perché, ma leggendo quelle parole Yoh si sentì tremendamente in colpa.
Non sembravano nemmeno parole uscite dalla testa di Anna. Pensò a quanto si fosse divertito al parco con Hana mentre lei li aveva aspettati qui da sola, forse lamentandosi con qualcuno degli spiriti che infestava la casa. No, forse no, forse li aveva aspettati sola e basta.
Pensò alle parole di Manta poi. Strinse il pugno stropicciando un po' quel bigliettino, Hana glielo rubò dalle mani mettendoselo in bocca.
Yoh, togliendogli la carta di bocca:- La mamma è andata a dormire Hana. Era molto stanca. Riscaldo la cena per me e per te e poi andiamo a nanna anche noi, che dici?- Hana gli sputacchiò addosso come risposta.
Nel forno lo attendeva un pollo accompagnato da poche patate e qualcosa di buono anche per il piccolo. Si sedettero intorno al tavolo ma Hana non ne voleva sapere di mangiare, preferiva rubare il cibo dal piatto del padre.
Yoh:- Eeehi, io ho mangiato pochissimo oggi! Lasciami almeno cenare!- Ridacchiò, il figlio non rideva affatto.
Ripensò a Tamao, chissà, magari con lei avrebbe mangiato. Ripensò a Tamao e a quanto le era sembrata carina mentre Hana, vedendolo distratto, addentò il pollo nel piatto del padre.
Non era nel carattere di Yoh soffermarsi a pensare a un'altra donna. Chissà, forse Manta aveva ragione, forse la freccia di Cupido gli aveva fatto un incantesimo e lui si era folgorato guardando Tamao per via di quella magia. E poi, caos genera caos, e il suo rapporto con Anna era degenerato apposta, per colpa di una freccia di Cupido finita sul cuore sbagliato. Perché era tutto così sbagliato, e lui lo sapeva. Lui sapeva che tutto ciò che in futuro lo aspettava, lo aspettava con Anna. E andava bene così. Ma perché allora in quel momento gli sembrava una cosa così sbagliata?!
- Sarà la crisi dei sette anni- ridacchiò con sarcasmo per poi rendersi conto di essere rimasto quasi senza cena:- Hana!!-
Finirono il pasto rimasto, Yoh lavò i piatti e poi, abbracciando il figlio, si addormentò vicino la moglie.
La luce esterna li illuminava appena, lei dormiva profondamente ma aveva uno sguardo così stanco.
Lui le sfiorò i capelli perdendosi in quello sguardo.
- Che poi, come sono stupido...- sussurrò appena:- ...come se Anna non fosse bellissima.-
Trattenne un singhiozzo e la baciò piano su quelle labbra semiaperte:- Sei sempre stata tu il mio vero colpo di fulmine. Non posso dimenticarlo mai.-
La notte passò e l'alba arrivò.
Anna aprì gli occhi, era ancora prestissimo, notò il marito e il figlio dormirle accanto, sorrise appena per poi decidere di alzarsi.
Il sole era ancora debole e non illuminava bene la casa, accese le luci affacciandosi alla finestra. La luna si vedeva ancora e un leggero vento piacevole le accarezzava il viso. Dopo aver respirato a pieni polmoni chiuse la finestra per evitare che il freddo invadesse la casa.
Si avvicinò alla cucina per bere qualcosa ma notò una strana ombra alla finestra, spaventata (a modo suo), la aprì lanciando un piatto come fosse uno shuriken. La strana figura lo schivò per un soffio allarmandosi e sbraitando un attimo dopo contro la donna.
Anna allora uscì in giardino:- Horohoro.-
Horohoro:- Ma sei fuori di testa?!-
Lei inarcò semplicemente un sopracciglio.
Horohoro:- Grazie per il benvenuto!-
Anna:- Grazie per esserti infiltrato in casa.-
Horohoro:- Ma non mi sono infiltrato, stavo aspettando un orario decente per bussare.-
Anna in un primo momento non rispose non sapendo veramente come parlare a uno stupido, poi:- Almeno sei cosciente di che ore sono. Sei solo?-
Horohoro:- Sì.-
Anna:- Non c'è tua sorella?-
Horohoro:- No, sono solo. Aveva alcuni impegni. Non so se verrà in un secondo momento.-
Anna incrociando le braccia scontrosa:- Beh, che sei venuto a fare? Cosa vuoi?!-
Horohoro:- Ancora grazie per l'accoglienza...-
Anna:- Non fare storie!- Dirigendosi verso casa seguita dal nordico.
Raggiunsero la cucina, lui si sedette intorno al tavolo, Anna in un impeto di gentilezza gli offrì un gelato.
Horohoro:- Uuh grazie!- Sbavando affamato.
Anna:- Non sei cambiato affatto eh...- e non voleva essere assolutamente un complimento.
Horohoro:- Senti chi parla- addentò il gelato finendolo quasi in un boccone:- Comunque sono qui semplicemente in visita. Da quanto non ci vedavamo eh? Se riesco vorrei incontrare anche Ryu, Manta, magari Tamao, tutti quelli che abitano qui insomma. Perché incontrare gli altri è più difficile, visto che non abitano qui.-
Anna:- Il discorso fila- sentenziò cercando di chiuderlo qui.
Horohoro pulendosi le labbra:- Yoh dorme? E il figlio? Avete un figlio, no?- Rabbrividì pensando a quanto doveva essere brutto avere un figlio alla loro età, Anna percepì questo brivido fulminandolo con lo sguardo.
Anna:- E' chiaro che stanno dormendo. E' alba, ed è Yoh!-
Horohoro ridacchiò:- Non voglio darti fastidio. Se vuoi vado a farmi un giro finché Yoh non si sveglia!-
Anna:- Non preoccuparti, puoi restare, tanto mi darebbe fastidio lo stesso la tua permanenza in città.-
Horohoro borbottò scontroso, lei decise di sedersi, anche se non troppo vicina al ragazzo:- Sai? Dall'ultima volta che ci siamo visti tutti insieme...-
Horohoro:- Dal finale del torneo quindi.-
Anna:- Non interrompermi mai più- continuò:- A parte i ragazzi che abitano qui, tu sei il primo che è venuto a trovarci.-
Horohoro:- Perché sono l'unico giapponese?-
Anna:- Probabile.-
Horohoro:- In ogni caso è stata anche una fortuna trovarvi. Come va con la promessa ad Hao?-
Anna lo guardò:- Come vuoi che vada? E' difficile.-
Il ragazzo sorrise:- Se è difficile per uno come Yoh e una come te, non oso immaginare!-
Anna:- E tu? Come va coi tuoi progetti?- Le chiese sembrando realmente interessata ma poi cambiò subito discorso senza lasciarlo rispondere, innervosendolo:- Hai sentito gli altri? Almeno per telefono dico.-
Il primo pensiero di Horohoro andò istantaneamente a Ren lasciando il ragazzo in un imbarazzante silenzio e uno sguardo perso per qualche secondo, poi scostando la testa rispose:- Ogni tanto, sì. Per lo più sento Ryu, e ogni tanto Ren- ammise in un leggero imbarazzo, continuò- Chocolove è più difficile, sai?- Ridacchiò in un po' di amarezza.
Anna:- Senti più Ryu di Ren, davvero?- Trovò stranamente divertente la cosa da sembrarle una bugia e in effetti lui fece cenno di no ammettendo di essersi espresso un po' male.
Il rumore di alcuni passi interruppe i loro discorsi, Yoh doveva essersi svegliato, forse stavano facendo un po' di chiasso.
Lo sciamano di casa entrò in quella cucina ancora mezzo addormentato, tempo poco e il suo sguardo si illuminò:- Horohoro!!-
Il ragazzo del nord si alzò entusiasta buttando a terra la sedia (Anna lo maledì) e raggiunse l'amico abbracciandolo:- Yoh!-
Yoh:- Da quanto tempo! Come mai qui??- Rideva.
Horohoro:- Sono venuto in visita e ho lasciato mia sorella a casa!!- Rideva.
Yoh:- Povera Pirika!!- Rideva.
Horohoro:- Ho avuto anche la fortuna di trovarvi!!- Rideva.
Yoh:- Vero! Sei stato fortunato!!- Rideva, ma non c'era niente da ridere e Anna si sentì costretta a farglielo notare:- Ma perché quest'entusiasmo immotivato?!...-
I due ragazzi piansero abbracciati, Anna non capiva il loro amore.
Hana li raggiunse gattonando guardandoli con sguardo truce, lo avevano svegliato.
Horohoro:- Sigh. Uguale alla mamma.-
Yoh:- Già. Purtroppo. Sigh.-
Anna:- Scusate?!- E i due sciamani morirono di paura.
Hana continuava a guardare il ragazzo sconosciuto in malo modo mentre lui un po' impacciato coi bambini cercava di presentarsi.
Horohoro:- Non sembra che gli stia simpatico- notò.
Yoh ridacchiò:- Non prendertela. Fa così con tutti. Sembra che gli piaccia solo Tamao!-
- Tamao?- Si intromise Anna improvvisamente incuriosita.
Yoh sussultò quasi come se dovesse nascondere qualcosa.
Anna:- Quando l'avete incontrata?-
Yoh:- Ieri, al parco.-
Anna:- Ah. E' per questo che avete tardato.-
Yoh prontamente:- Scusa Anna. Prometto che non succederà più!- Sorrise chiudendo gli occhi e unendo i palmi delle mani.
Anna distolse lo sguardo:- Hai letto il biglietto no? Ho detto di non preoccuparti.-
Lo sciamano di ghiaccio rimase a guardare prima uno e poi l'altro percependo nell'aria uno strano disagio.
Anna:- Yoh, Hana, andate a vestirvi. Io preparo la colazione.-
Horohoro:- Da quando cucini?-
Anna porgendo un coltello e un po'di burro a Horohoro:- Lui prepara la colazione.-
Il ragazzo borbottò scontroso:- Ora sì che mi sento a casa.-
Yoh prese in braccio il figlio allontanandosi dalla cucina per indossare, come suggerito da Anna, qualcosa che non fosse un pigiama.
Horohoro e Anna rimasero ancora una volta soli a preparare insieme la colazione.
Anna:- Le Terme non sono ancora aperte, il personale scarseggia. Spero che Ryu venga a lavorare a breve. Sono costretta a cucinare anche io ogni tanto quando Yoh si occupa di Hana- ammise come se la cosa fosse una vergogna, lei che lavorava!
Horohoro:- Non volevo veramente una risposta- era sinceramente disinteressato al discorso.
Lei ancora una volta lo fulminò.
Mentre sistemavano i piatti in tavola lui notò il taglio alla mano di lei.
Horohoro:- Cos'hai alla mano?-
Anna istintivamente la nascose:- Niente.-
Horohoro:- Ti sei tagliata? Sembra profondo, fammi vedere.-
Anna innervosendosi girandosi dal lato opposto:- Ho detto niente!-
Si innervosì anche lui e prendendole di forza il polso la volto verso di sé:- Fammi vedere!-
Lei impulsivamente gli tirò uno schiaffo.
Yoh e Hana tornarono giusto in tempo per assistere alla scena.
Yoh:- Ehm... che succede?- Preoccupato, ma neanche tanto, la moglie era solita schiaffeggiare un po' tutti.
Hana scoppiò a piangere.
Anna arrabbiata raggiunse il figlio:- Ecco, bravo! L'hai fatto piangere!-
Il ragazzo del nord le rispose con la stessa rabbia:- Sì scusa- guardò il pavimento:- La prossima volta farò a meno di preoccuparmi di te!-
La donna si voltò con in braccio il piccolo ora calmatosi:- Sì, infatti!-
Quando la tensione calò si sedettero intorno al tavolo a mangiare quello che i due ragazzi avevano preparato, l'atmosfera in ogni caso non era delle migliori. Mangiarono in silenzio, anche Yoh sembrava strano, notò Horohoro, non cercava nemmeno di alleggerire la tensione, mangiava in silenzio. Una volta finita la colazione Yoh portò il piccolo in bagno lasciando i due nuovamente soli.
Anna si alzò di tavola prendendo i piatti, si voltò e con sguardo perso verso il muro riprese il discorso con tono molto più pacato:- Comunque- prese fiato:- non è quella la ferita che ora mi fa male.-
Horohoro triste e un po' spaventato da un discorso che non si sentiva di affrontare:- Le cose non vanno bene tra te e Yoh?-
Anna rispose immediatamente:- Non era quello che intendevo!- Attimi di silenzio, poggiò i piatti nel lavandino:- Ma lui non ha nemmeno notato questo taglio. Tu sì- si guardò la mano.
Horohoro cercò di difendere l'amico:- Ma è stato un caso! Noi ragazzi non siamo molto attenti, sempre un po' distratti, lo sai!-
Anna:- Intanto tu l'hai notato- ribadì:- Vorrei restare sola adesso, se non ti dispiace- aprì l'acqua.
Horohoro respirò a pieni polmoni un po' rassegnato a quella tristezza:- Va bene. Vado a farmi un giro, che dici? Torno più tardi magari.-
Anna:- Come vuoi.-
Lo sciamano del nord si diresse verso il portone d'uscita ma appena lo aprì quasi si scontrò contro un ragazzo. Entrambi lanciarono un piccolo urlo di spavento e imbarazzo. Abbassarono il viso poi, evitando ognuno lo sguardo dell'altro.
Horohoro:- C... Ciao Ren- fu il primo a parlare.
Il cinese ci mise un po' prima di rispondere, poi alzò il viso e senza degnarlo di uno sguardo continuò il suo cammino verso la casa di Yoh dicendo all'amico uno "ciao" molto veloce e quasi mangiato.
Il giapponese dal suo canto lo seguì con uno sguardo pieno di rabbia e rancore.
Una risata:- Ciao Horohoro!- Era Jun.
Horohoro:- Oh ciao Jun!-
Jun rimanendo vicino il portone d'ingresso con il ragazzo:- Che sorpresa, anche tu qui! Abbiamo avuto la stessa idea!-
Horohoro:- Sì. Ehm...- si voltò e alzò la voce:- Ren!-
Il ragazzo lo guardò nervoso:- Che c'è?-
Horohoro:- Non credo sia un buon momento. Perché non venite con me? Ci facciamo un giro e poi torniamo più tardi tutti insieme.-
Ren molto nervoso:- E perché dovremmo?!-
Horohoro:- Storia lunga che non ho nessuna voglia di raccontare- sincero.
Ren:- Sono stato costretto da Jun a venire qui per vedere Yoh, e adesso vedrò Yoh!-
Il giapponese gridò un:- Cocciuto!- Pieno di rabbia, tanto che Ren si calmò dandogli ascolto, se era così nervoso forse doveva esserci un motivo valido.
Jun:- Ren, se dice che è meglio passare dopo sarà meglio passare dopo! Dai, andiamo a farci una passeggiata con lui adesso!- Molto dolce, aggiunse poi un cinico:- Un amico vale l'altro.-
Ren rassegnato e adesso un po' preoccupato gli assecondò e così i tre ragazzi si allontanarono insieme da quelle Terme.

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Capitolo 4
*** Una donna qualunque ***


Camminavano in giro per le strade di quella città senza una meta precisa accompagnati da un silenzio imbarazzante.
Alla fine il giapponese sbuffò:- Che divertimento! E' passata un'ora o anche più e nessuno ha niente da dire?- Camminava a passo più svelto dei due cinesi, si voltò per guardarli continuando a camminare all'indietro:- Insomma, qualche novità? Raccontatemi qualcosa!-
Jun lo afferrò per la maglia costringendolo a frenarsi, era arrivato a ridosso di un incrocio senza rendersene conto.
Passò un auto a gran velocità.
Horohoro:- Oh, grazie- si accorse solo ora di aver rischiato la vita.
Jun:- Perché non guardi dove cammini?- Lo sgridò lasciandogli la maglia.
Ren borbottava:- Non abbiamo niente da dirti. Tu invece evidentemente sì- riferendosi al problema alle Terme.
Horohoro:- Non mi va di parlarne ho detto- attraversò l'incrocio convinto di essere seguito, ma i due rimasero dall'altra parte della strada:
- Che ci fate ancora lì?!- Urlò rendendosene conto, Jun e Ren fecero finta di non conoscerlo.
Il tempo passava, passò l'ora di pranzo e passò il pomeriggio.
Yoh:- Horohoro ti ha detto quando sarebbe tornato?-
Anna fece cenno di no leggendo una rivista sdraiata a terra:- E non mi interessa- aggiunse.
Yoh ridacchiò, era pronto a preparare la cena ma ebbe un'idea:- Senti Anna- lei lo guardò:- Che ne dici se lasciamo il piccolo a casa di Tamao e noi usciamo un po'?-
Attirò la sua attenzione.
Yoh, un po' timido:- Come ho già detto Hana si trova molto bene con Tamao! Che ne dici? E' una bella serata, mangiamo qualcosa fuori, solo io e te.-
Anna chiuse la rivista guardandolo un po' meravigliata, il marito non era solito prendere iniziative, si scoprì piacevolmente sorpresa:- Va bene- disse:- Non può che farci bene una passeggiata!-
Si alzò da terra:- Mi preparo, intanto porta tu Hana a casa di Tamao.-
"Porta tu Hana a casa di Tamao" questa frase illuminò il cuore di Yoh, nemmeno lui riusciva a fare chiarezza in quei giorni. Non riusciva a capire i suoi sentimenti, ma sapeva che il giorno prima Tamao, al parco, gli era entrata dentro agitandolo non poco, e Anna se n'era accorta. Anna si accorgeva sempre di tutto. Ma quella frase "porta TU Hana a casa di TAMAO" significava che lei si fidava ancora ciecamente di suo marito tanto da lasciarlo andare solo a casa di una donna che era sempre stata innamorata di lui.
Ma d'altronde quante volte Yoh e Tamao erano stati soli senza che questo per Anna fosse un problema? Perché Yoh era così innamorato di Anna, e lei non aveva mai dubito del suo amore e della sua fedeltà. Uno come Yoh non avrebbe mai recato danno né mai tradito la fiducia di qualcuno che amava. Uno come Yoh non era capace di tradire neanche un nemico in realtà.
Yoh sorrise dolcemente alla moglie quasi come a ringraziarla di questa fiducia che ancora riponeva nei suoi confronti:- Ok, vado- le disse prendendo il figlio mezzo addormentato.
Intanto i tre forestieri cenavano insieme in un chiosco di ramen in un angolo di strada.
I due cinesi erano visibilmente nervosi anche se Jun cercava di renderlo meno evidente del fratello che invece sbraitava di continuo.
Ren mangiando il pasto caldo:- Ti rendi conto che stiamo cenando, e siamo arrivati qui a Tokyo che era ora di colazione?- Sbatté forte sul banco tanto da rovesciare il ramen:- Spiegami perché ancora non sto parlando con Yoh?!-
Horohoro:- Quante storie! Un amico vale l'altro no?- Citò Jun guardandola, lei ignorò bevendo posatamente il brodo come se accanto a lei non stesse succedendo nulla.
Ren lo prese per il colletto minacciandolo e facendo cadere di conseguenza anche il ramen del ragazzo:- Odio quando fai il vago e non spieghi nulla! Se vuoi che rimanga ancora qui con te, "amico", dammi una valida ragione!-
Horohoro con sarcasmo:- E' da tanto che non ci vediamo, non è un buon motivo?-
Jun ridacchiò.
Ren lo lasciò andare di prepotenza facendolo cadere:- Molto spiritoso. Sono in ansia per Yoh a causa tua, non lo trovo divertente.-
Horohoro si alzò continuando a fare il cretino gli si avvicinò:- Ooh, allora anche Ren prova sentimenti umani come la preoccupazione per un amico!- Prendendolo in giro.
Ren ordinò altre due porzioni di ramen visto quelle che aveva accidentalmente gettato (notare che ne ordinò un'altra anche per Horohoro, sotto sotto era gentile):- Per Yoh provo sentimenti umani sì. Non varrebbe lo stesso per te sappilo- scherzò, forse, anche lui.
Horohoro:- Lo so- rise asciugandosi il brodo caduto sulla maglia.
Il campanello a casa di Tamao suonò, lei era sul divano a guardare telenovela in tv (le stesse che seguiva Anna), sobbalzò non aspettandoselo.
Raggiunse la porta non accorgendosi di aver inserito male le pattine e aprendo la porta inciampò tra le braccia dell'ospite.
Con gli anni era diventata sempre un po' più dura ma ancora poteva permettersi qualche sbadataggine. Non aveva ancora capito tra le braccia di chi fosse, sapeva solo che provava tanto imbarazzo, alzò lo sguardo e trovò uno Yoh altrettanto imbarazzato:- Ciao Tamao!-
La donna urlò dentro di sé rimanendo però impassibile tra le braccia del ragazzo, Hana trovatosi in mezzo li guardava perplesso.
Tamao si staccò senza pensarci due volte salutandolo a sua volta:- Yoh, Hana! Che sorpresa!-
Yoh:- Sì, eheh.-
E mentre lei si aggiustava meglio quelle maledette ciabatte lui le spiegò il motivo della visita:- Scusa il poco preavviso, ma non è che terresti Hana con te per un po' sta sera?-
Tamao:- Hana, tuo figlio?-
Yoh:- Sì, Tamao, sempre lui- rise e Tamao si sentì ancora una volta stupida.
Yoh:- Se non ti è di disturbo, ovvio! Non c'è un motivo serio, io Anna volevamo solo passare del tempo insieme e uscire un po'- disse sincero.
Tamao:- Sì certo- prese il bambino che le si gettò tra le braccia contento, era proprio vero che con lei si sentiva protetto, come se lei fosse la sua casa.
Tamao abbracciandolo:- Venite a prenderlo quando preferite! Anche dopo la mezzanotte o all'alba.-
- Anche mai- continuò Yoh ironico, Hana lo snobbò e Tamao rise di gusto.
Ridevano tutti e tre in armonia quando Anna arrivò, si soffermò a guardarli notando quanto insieme fossero carini, era vero Hana sembrava amare Tamao, e Yoh, beh Yoh non si era neanche reso conto che lei fosse lì preso com'era da queste risate.
- Che belli. Sembrate proprio una bella famigliola felice- non si trattenne dallo sbatterglielo in faccia e allora loro la notarono.
Yoh sussultò, "una bella famigliola felice", lui non aveva fatto niente di male ma si sentì il cuore a pezzi, si sentì come se avesse tradito la sua amata Anna, la sua cara Anna, la sua Anna, Anna.
Titubò un po' prima di risponderle:- Sei già qui! Hai fatto presto!-
Anna si avvicinò con le mani in tasca, molto fredda:- Sì, non mi piace uscire molto tardi, lo sai. Andiamo?-
Yoh sorrise appena:- Sì.-
A sorriderle piena d'amore invece era lei, Anna la guardò. Tamao le sorrideva abbracciando suo figlio che si era addormentato abbracciato al suo seno.
- Ciao Anna- le disse dolcissima, felice di vederla.
- Ciao Tamao- ricambiò con sguardo serio, ma il suo tono era molto delicato. Amava quella ragazza, non poteva negarlo. La preoccupava un po' solo una cosa però, che iniziasse anche Yoh ad accorgersi di quanto fosse bella e unica?
I genitori salutarono il piccolo per poi continuare la loro serata romantica.
Anna era ancora più bella quel giorno, indossava i suoi soliti abiti, il solito leggerissimo trucco e la solita pettinatura ma a Yoh sembrava ancora più bella degli altri giorni. Era la donna più bella del mondo nel cuore di Yoh. Sì, era la donna più bella del mondo, ma lo spaventava da morire un pensiero, quello che fosse semplicemente una donna bellissima ma una donna qualunque.
- Sei bellissima oggi Anna- glielo volle dire, perché Yoh sapeva che un atto di gentilezza non andava mai negato e lui si sentiva realizzato nella felicità degli altri prima che nella sua.
- Grazie amore- rispose dando così peso all'ultima parola. "Amore", da quanto Yoh non la chiamava così pensandolo veramente, da quanto?!
E la serata proseguì mentre si tenevano per mano.
Nel frattempo durante la sua cena con i due amici il giapponese del nord aveva bevuto più del dovuto e ora si trascinava un po' brillo barcollando un po' tra le braccia di Ren un po' tra quelle di Jun, rendendoli chiaramente ancora più nervosi, tanto che un certo punto furono tentati di mollarlo lì, ubriaco, in un angolo della strada.
In effetti lo fecero, ma poi tornarono a prenderlo pochi minuti dopo.
Jun:- Dai, Horohoro, andiamo a casa adesso!-
Horohoro sbalordito ancora steso a terra:- In Hokkaido?!-
Ren lo prese a calci:- A casa di Yoh cretino! E alzati!!-
Horohoro:- Mi alzo se mi aiuti a trascinarmi- alzò il braccio in cerca di quello dell'amico:- devo fare tanta pipì- aggiunse per chi fosse interessato.
Alla fine, controvoglia, il cinese lo trascinò realmente fino a casa di Yoh, ma nel vero senso della parole, non lo aiutò a stare in piedi, lo trascinò tirandolo per la maglia e quasi strozzandolo.
Arrivati di fronte la villa si accorsero che, fantasmi a parte, era vuota, Anna e Yoh non erano in casa.
Jun:- Vedo che ti stavano aspettando in pensiero- sarcastica a Horohoro che ancora ubriaco scoppiò a ridere di gusto per qualcosa che da sobrio non lo avrebbe minimamente fatto ridere.
Horohoro trattenendo ancora delle inutili risate:- Beh, che si fa? Ahah, dove andiamo?-
Jun:- Da nessuna parte. E' aperto, entriamo e lasciamo loro un biglietto.-
Così fecero.
"Ciao Anna, ciao Yoh, sono Tao Jun. Io, Ren e Horohoro abbiamo preso una camera. Speriamo di non aver creato troppo disturbo. Se così fosse non è colpa mia, e nemmeno di mio fratello, ma chiaramente di Horohoro."
Horohoro:- Ehi!!- Le urlò leggendo.
Jun:- Che carino, sai ancora leggere nonostante tutto- sorrise chiudendosi in camera.
Fuori cominciò a cadere la pioggia. 
Yoh e Anna erano nei pressi della luminosa torre di Tokyo quando le prime gocce bagnarono loro il viso.
Non avevano un ombrello, ma la pioggia leggera era quasi piacevole. Guardarono il cielo lasciandosi bagnare il viso, lui le strinse di nuovo la mano, forse era ora di tornare a casa.
Chissà Hana se si stava trovando bene con Tamao?
Il bambino dormiva ancora tra le braccia di lei, accovacciato al suo ventre, si sentiva al sicuro e amato come se lei gli fosse stata sempre vicina. E anche lei si era addormentata su quel quel divano, con la televisione ancora accesa.
Stringeva quel bambino sentendolo come la sua famiglia. Era figlio di Yoh e Anna, un uomo e una donna che lei amava tantissimo, di conseguenza non poteva che essere innamorata anche di quella piccola, dispettosa e adorabile creatura. Furono tanti i sogni che si susseguirono nel suo riposo quella notte, in alcuni lei era vestita come cupido e combatteva uno strano e inquietante Ryu, in altri lei riviveva alcuni momenti dello shamanfight immaginando di averne fatto parte, in uno di questi però lei sognò di essere madre, sognò di essere madre di quel bambino e di crescerlo in quel posto caloroso che erano le Terme Funbari, sorrise in quel sonno; poi sognò Yoh e Anna che passeggiavano insieme, quanto li amava.

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Capitolo 5
*** Caldo, chiaro, scuro e freddo (Tra sogno e realtà) ***


La pioggia aumentava e con essa il freddo.
Lo scrosciare contro i vetri del piccolo appartamento di Tamao copriva quasi del tutto il suono della tv ancora accesa.
Ma tanto lei sognava abbracciata a quel bambino, forse sognavano la stessa cosa.
Il piccolo Hana sognava di essere seduto intorno a un tavolo, era seduto come si sedevano i bambini grandi, su una sedia, e insieme a lui c'erano sua madre Anna, suo padre Yoh, lo zio Ryu e l'altra mamma, Tamao; dall'altro lato del tavolo c'erano anche alcuni spiriti, come Amidamaru e quella volpe e quel procione così strani. Erano felici, erano tutti felici e mangiavano intorno a quel tavolo rettangolare. A sedere a capotavola era sua madre, quella biologica, i capelli biondi in questo sogno erano ancora più lunghi e se ne stava orgogliosa e bellissima a capo di quella tavola, dall'altro capo però non c'era nessuno. Tamao sedeva alla sinistra del bambino, vicina più possibile ad Anna, alla destra del bambino poi c'erano Ryu, e poi Yoh. La risata di Yoh era quella che risuonava di più, ma lui se ne stava un po' distante da loro, vicino il più possibile all'altro capo del tavolo, vuoto. Hana guardava quel lato vuoto del tavolo, era strano, provò un brivido, era davvero vuoto o lì c'era qualcuno che lui non riusciva a vedere?
Il sogno di Tamao era davvero simile. C'era questa lunga tavolata e le stesse persone e gli stessi spiriti del sogno del bambino. Anna era sempre lì al capo sinistro del tavolo, ma al contrario del sogno di Hana, al capo destro c'era qualcuno. E Yoh gli era seduto vicino e rideva con lui. Yoh, come tutti loro aveva un aspetto adulto, invece quella persona aveva ancora l'aspetto di un adolescente, quella persona, chiamarlo così era riduttivo, quel Dio aveva ancora l'aspetto di un adolescente.
E rideva con Yoh, proprio come farebbero due fratelli. Scherzava dicendo qualcosa sul fatto che Yoh non era il padre del bambino, e che tutti lì sapevamo bene chi fosse il vero padre con il suo solito fare malizioso, Anna poi lo guardava col suo solito sguardo severo e lui rideva accompagnato dalla rumorosa risata del fratello. Era un sogno divertente e piacevole, ma per un attimo nella testa addormentata di Tamao si formò un pensiero "se Anna avesse davvero sposato lo Shaman King come diceva, ora Yoh sarebbe libero, libero di essere mio".
E la pioggia fuori continuava a cadere sempre più violenta.
La mattina seguente, alle Terme, Ren si alzò dal letto. Horohoro e Jun dormivano ancora e Yoh e Anna non erano tornati.
Si incamminò verso la cucina cercando qualcosa di dissetante, la casa gli sembrava diversa. Per un attimo seduti intorno a quel tavolo si rivide adolescente, insieme a Yoh, Manta, Horohoro, Chocolove e tutti gli altri. Scosse la testa e non vide più nulla. Aprì il frigo, trovò un po' di acqua e menta, era ghiacciata, ma andava bene, perché aveva caldo in quel momento. Iniziò a bere, tutto d'un fiato ma la sete non sembrava passargli. Sentì dei passi, sussultò, il bicchiere era vuoto, lo lasciò cadere, si ruppe.
Lo sciamano dal freddo oversoul era dietro di lui.
- Non stavi dormendo?- Gli chiese ma lui non rispose, lo fissava in silenzio con quegli occhi di ghiaccio.
- Stai bene?- Gli chiese e lui sorrise appena.
- Mi stai facendo paura- gli disse ma ancora non ricevette risposta.
Horokeu Usui si voltò iniziando a incamminarsi verso il giardino, aprì la porta, uscì e se la richiuse alle spalle.
Dopo un primo momento di esitazione il ragazzo della Cina decise di seguirlo ma appena mise piede fuori da quella villa si ritrovò a passeggiare tra le nuvole.
Non si stupì troppo del fatto che volava, lo trovava piacevole, il cielo era chiaro e il vento fresco lo tranquillizzava. Si accorse però di aver perso l'amico dell'Hokkaido. Si mise a cercarlo chiamandolo per nome.
La sua voce e quel nome rimbombavano in quel cielo ma nessuno rispondeva.
- Horohoro, dove sei?- Chiedeva.
Sentì improvvisamente qualcuno stringergli il polso. Si voltò ma non vedeva nessuno, solo un'enorme bianca distesa di nuvole.
Non vedeva nessuno, ma sentiva la sua presenza su quel polso. Poi la sentì anche sulle labbra. Sentì delle labbra fredde poggiarsi su quelle calde che erano le sue. Per un momento brevissimo provò un leggero panico, ma poi si lasciò completamente andare sentendosi così bene.
Quelle labbra sapevano di sake, sorrise. Poi le nuvole si dissolsero e anche quel qualcuno che lo baciava. Divenne improvvisamente tutto nero, faceva freddo e lui era solo, così solo da provare paura. Allungò ancora la sua mano in cerca di quel qualcuno che lo aveva fatto sentire così bene ma non c'era più nessuno, nessuno che venisse a sfiorargli quella mano.
Era solo, e la paura era tanta che alla fine si svegliò.
Era ancora notte e fuori pioveva.
Sua sorella e il suo ex compagno dormivano accanto a lui, uno da una parte e una dall'altra. Il giapponese nel sonno, tra un russare e l'altro, gli stringeva veramente il polso. Questo spiegava una parte del sogno, e il suo alitargli vicino alla faccia spiegava anche il sapore di sake.
Certo, non c'era nulla che spiegasse quel bacio (come se non lo sapesse) e quella profonda desolazione provata dopo. Sorrise trovando il tutto divertente oltre che irritante, visto che non era così sorpreso forse non era la prima volta che faceva un sogno simile, tappò il naso del ragazzo per smettere di farlo russare indispettendolo (nel sonno si dimenava cercando di togliere lui la mano); rise ancora un po' della cosa e poi si alzò per andare a prendere una boccata d'aria nonostante la pioggia, aveva seriamente bisogno di rinfrescarsi le idee.
Fece appena 5 metri fuori casa per poi rendersi conto della violenza della pioggia, uscire forse non era una buona idea. Si voltò per tornare all'interno delle Terme ma sbatté nuovamente addosso allo stesso ragazzo.
Ren urlò:- Horohoro, ma ti levi dalle palle una buona volta?!-
Horohoro ancora intontito dal sonno e dalla sbornia:- Ma che stai facendo qua fuori?-
Ren:- Stavo tornando dentro infatti, che ci fai tu?!-
Horohoro:- Mi sono svegliato, non c'eri, ti ho seguito- si grattò i capelli bagnati:- Devo fare altra pipì- aggiunse ancora irritandolo.
Ren:- Rientriamo a casa allor- venne interrotto dall'abbraccio improvviso dell'amico.
Ren:- Che fai?- Gli chiese non staccandosi dal petto dell'altro.
Il giapponese non diceva niente (anche perché probabilmente non era ancora molto legittimo causa alcool), continuava a stringerlo come se volesse proteggerlo dalla pioggia e Ren in effetti si sentiva bene tra le sue braccia. Si sentiva bene, meno solo. Non come nel sogno appena fatto.
Quell'abbraccio non lo aveva stupito troppo, un motivo era il fatto che il ragazzo fosse ancora un po' brillo, l'altro perché non era la prima volta che accadeva. Anche in passato, quando rimanevano soli, ogni tanto succedeva che non si maltrattassero poi tanto.
Lo sciamano di Kishu alzò lo sguardo cercando il viso bagnato dell'altro, quasi fu tentato di baciarlo come nel sogno, tutto sommato il sapore di sake non era male. Ma poi ricordò il buio di quel sogno e ne capì il significato, lui non poteva permettersi di amarlo, quindi perché illudersi? Si sentì cosi debole quando quasi gli venne da piangere a questo pensiero, provò una profonda vergogna, che smacco per il suo orgoglio. Spinse il ragazzo lontano da sé e si mise a correre verso la villa Asakura, rientrando in casa a sbattendosi la porta dietro.
Il giapponese, ancora un po' intontito, rimase a guardare la scena sotto quella pioggia.
Si rese conto solo ora di averlo tenuto fra le sue braccia tutto quel tempo, ma che gli era saltato in mente? Forse non era il momento di farlo, tirò nervosamente un pugno al muro che recintava le Terme, la mano sanguinò.
- Che diavolo fai?! Perché mi rovini la casa?!- La voce cattiva di Anna lo riporto alla realtà. Bagnati fradici come lui Yoh e Anna lo guardarono.
Yoh:- E perché sei qui sotto la pioggia?-
Horohoro:- Anche voi siete sotto la pioggia.-
Anna:- Sì, perché questo qui pensava sarebbe stata una bella serata.-
Yoh ridacchiò colpevole.
Anna:- Rientriamo in casa- disse al giapponese del nord e al marito:- Sta arrivando un temporale.-
Horohoro tossì.
Anna:- Ecco appunto. Ti sei raffreddato- si avvicinò e lo prese per il polso per trascinarlo dentro casa vedendolo un po' intontito come un cane abbandonato, ma lui la respinse spingendola contro il muro.
Lei trattenne a stento un piccolo urlo, poi gli sputò contro:- Scusa! La prossima volta farò a meno di preoccuparmi di te!-
- Sì, infatti!- Le rispose lui con le stesse parole usate da lei quella mattina.
Anna dopo qualche secondo di silenzio sorrise appena:- Non pensavo ci fossi rimasto così male per quella mia reazione- gli prese la mano sanguinante, lui arrossì:- Andiamo a casa, dovrei avere qualcosa per fasciarti la ferita- poi al marito:- Hana passeremo a prenderlo domani mattina. Sono sicura che sia lui che Tamao staranno già dormendo profondamente.-
Yoh, ancora un po' incredulo dalla scena:- ...Ook.-
E si recarono tutti e tre verso il portone mentre la pioggia bagnava ancora le finestre di tutte le case di Tokyo.
Manta cercava di prendere sonno leggendo un buon libro con la luce soffusa di un abat jour, il rumore della pioggia era così rilassante.
Ryu dormiva già abbracciando il suo cuscino, forse sognava anche lui di una giovane cupido dai capelli rosa e forse sognava anche il piccolo Hana, pensò che doveva passare a vedere come andavano le cose alle Terme Funbari. Chissà che Anna e Yoh non fossero tornati per riposare un po' dai loro viaggi. Doveva migliorare nelle sue arti culinarie sempre di più, voleva rendere Anna orgogliosa e portare quel posto al suo massimo splendore, perché le Terme Funbari e i suoi amici erano il suo posto perfetto.
E Tamao sognava ancora di quella famiglia dove non tutti avevano legami di sangue, ma un legame anche più profondo univa tutti.
E forse da qualche parte sognava, anche se non aveva più bisogno di dormire, anche quel simpatico e violento Dio che vegliava su esseri umani e sciamani.
Guardava Yoh e Anna sempre, lo Shaman King Hao Asakura.
E guardava sempre anche il piccolo Hana.
Chissà cosa pensava di loro?
Chissà se era felice di come si stavano impegnando per mantenere quella promessa.
Chissà se era orgoglioso di suo fratello.
Chissà se era ancora ancora orgoglioso di lui anche adesso che non guardava più Anna.
Adesso che non la guardava più come la guardava prima.
Chissà se era orgoglioso di Yoh anche adesso che non sembrava più Yoh?
Si soffermarono a guardare Anna accompagnare lo sciamano del nord verso casa, sia Hao che Yoh Asakura ed entrambi la trovavano bellissima.
Ma in quel momento forse il primo la guardava più innamorato del secondo.
"Questo qui pensava sarebbe stata una bella serata" si riferiva al tempo metereologico, ma era stata davvero solo la pioggia a rovinare tutto?
Le era così vicina, eppure le sembrava così lontana, allungò la mano inconsciamente nel tentativo di afferrarla.
Se era vero che qualcuno gli aveva fatto un sortilegio d'amore avrebbe tanto voluto si annullasse all'istante.
Avrebbe tanto voluto amarla come aveva sentito di amarla in tutti questi anni.
Avrebbe tanto voluto amarla dal loro primo incontro al Monte Osore fino all'eternità.

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Capitolo 6
*** Io non la amo più ***


Un attimo prima di entrare in casa, Yoh e i due ragazzi con lui, sentirono Jun e Ren litigare un po' all'interno della casa.
- Ti sei svegliata?-
- Sì! E mi sono spaventata, siete spariti tutti e due, con questo tempo!-
- Scusami, hai ragione. In ogni caso tra poco dovrebbero rientrare tutti immagino.-
Fuori infatti.
Yoh:- Scusa, ma che ci fanno Ren e Jun a casa nostra?- A Horohoro, riconoscendo voci e sagome.
Horohoro non rispose, fissava le sagome dei due fratelli oltre il separé, per l'esattezza solo la sagoma di uno dei due.
Aveva un po' di paura a entrare, forse Ren era arrabbiato con lui. Forse no, non era stata chiara la sua reazione.
Guardò a terra innervosito distogliendo finalmente lo sguardo dalla porta.
- Horohoro- lo chiamò Anna:- Cretino- insistette e lui si girò a guardarla.
Anna:- Che ti prende? Muoviti.-
Horohoro:- S... sì.-
La porta si aprì, Ren e Jun si erano accorti della loro presenza.
Yoh esultò vedendoli:- Eeeehi!! Ren! Jun!- Gli abbracciò.
Jun:- Sono felice che tu sia felice di vederci, ma sei bagnato- lo respinse con poca gentilezza, Ren si lasciò abbracciare tanto era già fradicio anche lui.
Anna:- Anche voi in visita? Avete avuto tutti la stessa idea?-
Jun:- A quanto pare!-
Ren:- Purtroppo- rispose con sarcasmo guardando il nordico che ridacchiò nervoso.
Yoh sbadigliò:- Ragazzi, non prendetevela a male ma io ho un sonno terribile! Possiamo riprende questa rimpatriata domani?
Ren:- Nessun problema, sono stanco anche io.-
Jun:- Allora a domani- assecondò tornando in camera col fratello.
Rimasero nella sala centrale solo Anna e Horohoro ancora un po' intontiti da quella nottata.
Jun:- Non venite?-
Horohoro:- Sì, tra poco vengo.-
Anna:- Anche io, il tempo di sistemare alcune cose.-
Yoh alzò il pollice sbadigliando ancora e chiudendosi nel bagno, Jun alzò le spalle e al ragazzo:- L'importante è che non ci svegli entrando nella stanza!-
I due ragazzi rimasti svegli si diressero di nuovo verso la cucina sedendosi per l'ennesima volta intorno a quel tavolo.
Anna lo aiutò a fasciarsi la mano:- Beh, cosa c'è che non va? Perché non vai a dormire adesso?-
Horohoro scontroso:- Potrei farti la stessa domanda.-
Anna:- No.-
Horohoro:- Ok- già sconfitto.
Attimi di silenzio imbarazzante, fuori la pioggia diminuiva ma lo scrosciare si sentiva ancora.
Però il ragazzo del nord si accorse che oltre il rumore della pioggia si sentiva anche altra acqua cadere.
Cadeva dagli occhi della ragazza, due gocce bagnarono il tavolo, erano lacrime.
Guardò la donna, si copriva il volto con le mani tremolanti, mentre cercava di trattenersi senza riuscirci.
Non voleva che l'amico la vedesse piangere, nessuno doveva vederle piangere! Lei era quella forte, senza paura!
Già, era.
Il ragazzo si alzò dal tavolo nell'impeto di raggiungerla:- Perché piangi?!-
Anna nascose uno sguardo pieno di rabbia e rancore:- Non sono fatti che ti riguardano! Sparisci!- Si voltò cercando di nascondere il volto all'altro più che poteva.
Al che si arrabbiò nuovamente anche lui (la pazienza non era il punto forte di nessuno dei due):- Mi hai davvero scocciato! Uno cerca di aiutarti e tu ti volti dall'altra parte!-
- Da che pulpito- sputò lei appena ma lui ignorandola continuò la sua sceneggiata dicendo una frase che non voleva in alcun modo dire:- Ora capisco perché Yoh non ti ama più!- Se ne pentì subito portando la mano fasciata alla bocca.
Anna finalmente lo guardò, le pupille si fecero così piccole mentre l'acqua sgorgava da quegli occhi senza fermarsi, la fronte si aggrottò ancora di più.
- Scusa!...- Sputò lui cercando di rimangiarsi tutto ma lei lo spinse violentemente:- Nessuno. Nessuno può parlarmi così!!- Non si trattenne, come suo solito, dal prenderlo a schiaffi:- Vattene via da questa casa! Non farti più vedere!!-
- Anna, non volevo, mi dispiace!- Cercò di recuperare invano.
- Vattene!!- Gli urlò ancora senza pace per poi abbassare lo sguardo tremando un po':- ...Ti prego!...-
Nel frattempo le urla della ragazza avevano attirato l'attenzione degli altri tre ragazzi e di qualche fantasma.
Rimasero nascosti dietro il separé per non farsi scoprire.
Parlavano a voce bassa:- Che sta succedendo? Perché Anna si è arrabbiata così?- Chiese Ren.
Yoh strinse i pugni, sembrava arrabbiato:- Perché piange? Perché piange?!-
Jun:- Calmati Yoh, non facciamoci scoprire. Sono sicura che Horohoro non volesse crearle- cercò di difendere il ragazzo da quello che sembrava un marito protettivo ma quest'ultimo la interruppe senza nemmeno darle ascolto:- Dove va quello lì?- Vedendo che il giapponese, sconsolato e sconfitto da quegli occhi pieni di lacrime, se ne uscì dalla villa Asakura.
Jun:- Fuori è ancora brutto tempo, non vorrei si ammalasse!- Preoccupata per il ragazzo.
Ren invece si voltò un po' scontroso nei confronti di Yoh:- Quello lì?!- Nel piccolo ognuno sembrava aver scelto da quale parte stare in quel litigio improvviso.
Yoh non diede peso ai due ragazzi venuti dalla Cina e cercando di non farsi scoprire dalla moglie seguì lo sciamano del ghiaccio arrabbiato come non mai nei suoi confronti:- Nessuno deve far piangere la mia Anna!- Sentenziò.
La pioggia era ormai leggerissima e poco lontano dalla villa Horohoro tirava calci a una lattina di cola pensando di essere stato un cretino quando all'improvviso gli arrivò un pugno.
Cadde a terra sanguinando appena dalle labbra:- Yoh! Ma che cavolo?!-
- Che le hai fatto?!- Era davvero arrabbiato.
- Parli di Anna?-
- Di chi se no?!- Lo sbatté in faccia al muro.
Horohoro non sapeva come respingerlo, non voleva litigare con Yoh, ma il suo orgoglio non gli permetteva di essere trattato così e lo spinse a sua volta facendolo cadere:- Io non le ho fatto niente! Le ho solo detto la verità!-
Yoh, sempre furioso:- E cioè?!-
Ok, neanche sta volta voleva dirlo:- E cioè che tu non la ami più!-
Yoh si incantò, rimanendo steso in quella terra bagnata. Avrebbe voluto prendere a pugni quella faccia da scemo che l'amico si ritrovava, avrebbe voluto farlo davvero anche se non era nel suo carattere, avrebbe voluto, ma non poteva reagire, perché quell'amico con la faccia da scemo aveva ragione.
- Io non la amo più...- balbettò appena.
Intanto alle Terme.
Jun si avvicinò lentamente ad Anna che persa nei suoi pensieri guardava fuori dalla finestra. Sembrava sentirsi in colpa ed è come se cercasse l'amico dell'Hokkaido in quel giardino.
Jun:- Anna, posso?-
Anna:- Cosa vuoi?- Chiese guardando ancora fuori.
Jun:- Possiamo sapere cos'è successo? Io e Ren siamo preoccup- venne di nuovo interrotta.
Anna:- Dov'è Yoh?!-
Jun:- Ehm, Yoh...- cercò una scusa per non farle sapere che probabilmente ora se le stava dando di santa ragione con l'altro sciamano, non sapeva cosa inventarsi e guardò Ren in cerca di aiuto.
Ren alzò le spalle:- Ha inseguito Horohoro- spudoratamente sincero e Jun lo minacciò con il solo sguardo.
Anna alterandosi ancora:- Cosa?! In che senso inseguito?-
Jun cercando ancora di calmare le acque:- Beh, ha visto che ti ha fatta piangere e non lo ha accettato! Era molto arrabbiato...-
Anna:- Ah sì? Solo perché io piangevo?...- Il suo tono divenne una dolce preoccupazione.
Jun:- Sei sua moglie. Penso che chiunque avrebbe reagito così.-
Anna abbassò lo sguardo:- Mi dispiace- ammise:- Horohoro non meritava quel trattamento, io ho esagerato, non è stata colpa sua- ammise stupendo i ragazzi, Anna sembrava così cambiata in questi giorni!
Ren borbottò ancora una volta:- Beh, per colpa della tua reazione ora Yoh vuole brutalmente picchiare Horohoro- era visibilmente nervoso e preoccupato. Anna lo guardò di nuovo arrabbiata, aveva già chiesto scusa, non non era il caso di infierire, era pur sempre Anna Kyoyama lei.
Nel frattempo vicino le campagna che circondavano le Terme l'Asakura si alzò da terra diventando di nuovo serio:- Tu comunque non avresti dovuto dirglielo. Perché non impari a chiudere la bocca ogni tanto?!- 
Era davvero nervoso e Horohoro non era abituato a scontrarsi con un Yoh così. Yoh era sempre pacifico e sapeva sempre qual era la cosa giusta da fare. Non sapeva come reagire, quegli occhi in fondo gli facevano paura. Assomigliava tanto ad Hao, quando si arrabbiava, gli venne quasi da ridere come reazione nervosa.
Yoh:- Ridi?- Alzò i pugni.
Horohoro si scostò cercando di evitare un attacco improvviso:- No. No. Ho chiesto già scusa, non avevo intenzione di ferirla!-
Yoh:- Ormai è troppo tardi!- Avanzò e l'amico indietreggiò.
Horohoro:- E smettila Yoh! Ora calmati! Non è successo niente, le sarà già passato vedrai! Sai come è Anna, e sai come sono io!-
Yoh trattenne a stento le lacrime e urlò:- Stai zitto!!- Scagliandosi contro lo sciamano del nord, a quanto pare, contrariamente ai suoi istinti pacifici, Yoh cercava proprio una rissa. Horohoro lo schivò agilmente per poi colpirlo a sua volta con un pugno dritto in faccia:- Vuoi tornare in te?! Non mi piace affatto questo Yoh!!- Il giapponese dai capelli scuri finì a terra di nuovo per poi rialzarsi e ricominciare la rissa. L'Ainu non si tirò indietro questa volta, se Yoh voleva una scazzottata per alleggerirsi la coscienza non sarebbe stato certo lui a negargliela.
Si addentrarono sempre di più in quella campagna, i volatili e qualche topo vicini scapparono via.
I due ragazzi se le davano senza esclusione di colpi, Yoh voleva vendicare Anna (anche se la parola vendetta non era nel suo vocabolario in passato) ma l'amico non gli dava tutta questa soddisfazione, sapeva difendersi bene e alla fine erano più i colpi che prendeva che quelli che dava. Che noia, non riusciva nemmeno a fare una bravata decente per sua moglie. Che pessimo marito che doveva essere diventato.
Poi la terra sotto i piedi dell'Asakura si sgretolò, urlò appena.
- Yoh!!- L'amico del nord riuscì ad afferrargli la mano in tempo.
A quanto pare oltre quella campagna c'era un piccolo dirupo, se lo avesse saputo non si sarebbe certo addentrato tanto.
Horohoro lo teneva stretto cercando di non farlo cadere:- Non lasciare la mia mano! Ti sollevo!-
Yoh:- Non ho intenzione di farlo!- Rispose sarcasticamente calmando improvvisamente ogni rabbia che aveva nei confronti dell'amico che ora cercava di salvarlo. Ma purtroppo il peso di entrambi li fece cadere giù.
- Ops, scusa amico- disse il gemello dello Shaman King in quel suo solito sorriso prima di cadere, e l'Ainu, vedendo di nuovo quel sorriso, si sentì al sicuro, anche se cadevano.

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Capitolo 7
*** Il pollice di Ryu! ***


Passarono due ore e l'alba arrivò, la pioggia ormai era cessata completamente.
Anna e i due ospiti avevano aspettato pazientemente il ritorno di Yoh e Horohoro seduti intorno a quel tavolo. Ma due ore erano più che sufficienti a farli seriamente agitare.
Anna:- Ma dove cavolo si sono cacciati?!-
Jun:- Spero non sia successo niente di grave!-
Ren:- Inizio a preoccuparmi davvero. Yoh era davvero arrabbiato e non credo che Horohoro avesse voglia di battersi contro un amico.-
Jun:- Allora andiamo a cercarli!- Si alzò.
Anna e Ren rimasero seduti ancora un po' persi nei loro pensieri.
Jun:- Allora?- Ribadì:- Yoh avrà bisogno di te- ad Anna:- e Horohoro di te- a Ren che la guardò stizzito:- Andiamo a cercarli e basta!-
Anna sbuffò:- Chiamo Manta, pazienza se lo sveglio, magari Yoh è andato a sfogarsi da lui, chissà.-
Ren annuì:- E conoscendo Horohoro invece sarà andato a sfogarsi da solo da qualche parte.-
Jun:- Sempre che non se le siano date davvero e ora siano entrambi all'ospedale- piena di ottimismo.
Invece i due ragazzi erano entrambi nel fondo di quel burrone, per fortuna con l'aiuto di Kororo e il fatto che non fosse così alto non avevano riportato gravi ferite.
Se ne stavano inginocchiati uno di fianco all'altro, completamenti fradici e sporchi di fango.
Horohoro guardò in alto:- E ora come usciamo di qui? Già siamo stati fortunati che Kororo è sempre con me!-
Yoh si guardava i piedi stringendo le ginocchia al petto:- Mi dispiace- sfiatò.
Horohoro, ora in piedi, lo guardò:- Fammi pensare... di cosa?!-
Yoh sempre depresso:- Sia di averti aggredito e sia di averti fatto cadere insieme a me nel burrone. Bell'amico che sono!-
Horohoro:- Oh sì, infatti.-
Yoh stringendo i pugni ai pantaloni:- Scusami.-
Horohoro:- Va beh, per sta volta ti perdono!- Sorrise gioioso e Yoh si rincuorò.
Poi il ragazzo dai lunghi capelli scuri tornò cupo:- Perché non la amo più?-
L'amico torno a sedersi accanto a lui cercando di lasciarlo sfogare.
Yoh lasciò cadere le mani in terra e guardò in alto, si vedeva un po' di cielo chiaro, era arrivato il mattino.
Yoh:- Perché ho smesso di amarla? Sai? Non è sempre stato così. Io ricordo che l'amavo tanto, forse non lo dimostravo- rise.
- Lo dimostravi- sfiatò appena l'amico e lui continuò:
- Avrei dato la vita per la sua felicità.-
- Vederti morire la rende felice?- Scherzò il ragazzo dell'Hokkaido e lui rise ancora:
- No intendevo...- sbuffò:- Che importanza ha cosa intendevo! Ormai non provo più quelle cose, e perché?- I suoi occhi divennero lucidi guardando ancora quel cielo:- Forse non si può amare all'infinito. Forse nessuno in realtà si ama all'infinito.-
Horohoro lo ascoltava in silenzio stringendo i pugni.
Yoh:- Sai? Io e Anna ci vogliamo molto bene e ci trattiamo affettuosamente come una coppia innamorata...-
- Affettuosamente?- Balbettò a voce bassa l'amico, forse Yoh vedeva una donna completamente diversa da quella che vedevano loro.
Yoh continuò ignorandolo:- Eppure tutti vi siete accorti che tra noi due le cose non sono più quelle di un tempo.-
Horohoro:- Non è che hai una cotta per un'altra ragazza? Da quant'è che siete fidanzati voi due? Praticamente non hai vissuto affatto l'adolescenza- ridacchiò e Yoh rispose veramente:
- Tamao è diventata bellissima. Cioè, ho sempre notato quanto fosse carina, ma ora...-
Allora l'amico si alzò di scatto, un po' arrabbiato.
Yoh:- Che c'è?-
Horohoro, cercando di arrampicarsi su quelle pareti di terra umida che però gli si sgretolavano tra le mani:- Scherzavo. Ma tu mi hai preso sul serio. Sai cosa?- Scivolò e tentò ancora di arrampicarsi:- Non meriti una come Anna!-
Quelle parole rimbombarono nella mente di Yoh.
"Non meriti una come Anna." "Non meriti una come Anna." In lui tornarono tanti ricordi.
" Sono la futura moglie del re degli sciamani." "Futura moglie del re degli sciamani." "Yoh!!" "Ha paura perché tu non la guardi." "Sono Anna." "Anna Kyoyama." "Lui è Hana, vero?" "Questo è tuo figlio?" "Non meriti una come Anna." "Yoh!!" "Questo è tuo figlio?" "Tuo figlio?" "Ha paura perché tu non la guardi." "Sono la futura moglie del re degli sciamani." Non ce la faceva, troppi pensieri.
Urlò nascondendo la testa tra le ginocchia, quasi mordendosi i pantaloni per soffocare quell'urlo e nascondere le lacrime:- Non è colpa mia!!-
Horohoro che proprio non riusciva ad arrampicarsi, posò lui una mano, completamente sporca di terra, sulla spalla:- Dai, ora calmati. Devo proprio imparare a stare zitto- ribadì:- Cerchiamo di uscire da qui piuttos- una voce:
- Ehi!! C'è qualcuno lì sotto??-
Yoh e Horohoro si guardarono riconoscendo la voce, guardarono in alto e oltre il cielo, in ombra, riuscivano a distinguere la sagoma di un regent, quel regent!
- Ryu!!- Esclamarono.
Ryu cercando di guardare meglio:- Yoh? Horohoro? Siete voi??-
E così, grazie all'aiuto di tutti i Senza Uscita, i due ragazzi riuscirono a uscire da quel burrone senza subire troppi danni.
Yoh abbracciò anche lui con due pacche sulla spalla:- Grazie amico!-
Horohoro:- Come ti sei accorto di noi?-
Ryu:- Passo spesso di qua, anche perché è mio compito proteggere i dintorni delle Terme Funbari no?-
Yoh non sapendolo:- Ah sì?- Non lo sapeva nessuno in realtà.
Ryu:- Ma come siete finiti lì sotto??-
Yoh un po' timido:- E' una storia lunga. Andiamo a casa, che dite? Ci calmiamo un po' e passiamo una bella giornata tutti insieme!-
Ryu assecondò felice, proseguirono per poi accorgersi che Horohoro non li seguiva.
Yoh lo guardò:- E tu? Non vieni?-
Horohoro guardava i piedi:- Dopo quello che è successo con Anna?-
Una voce femminile li bloccò:- Yoh!! Horohoro!- Correva in quella campagna seguita dai due cinesi.
Abbracciò prima uno e poi l'altro (Ryu si dannava per non essere stato abbracciato).
Poi una volta staccatasi da entrambi:- Siete impazziti?! Siete spariti per ore! E guardate come siete ridotti!- Erano completamente coperti di fango e un po' di sangue.
Manta era con loro:- Mi avete fatto spaventare! Anna mi ha svegliato dicendo che eravate scomparsi!-
Yoh rideva:- Beh, ora siamo qui! E stiamo bene no?- Guardò il migliore amico, la moglie e anche Ren.
Ren:- Non sembra- ribadisco che erano coperti di fango e sangue.
Horohoro continuava a guardare in basso provando vergogna:- Anna, mi perdoni?-
Lei le diede un'altro spintone, a rischio di farlo di nuovo cadere nel burrone:- Ma certo che ti perdono! Da quando mi prendi così sul serio?-
Horohoro:- Tutti ti prendono sul serio- balbettò un po' ma poi sorrise sentendosi sollevato.
Il suo sguardo poi si spostò su Ren, il cinese non gli diceva niente ma continuava a guardarlo visibilmente seccato con le braccia incrociate al petto. Sorrise all'idea che probabilmente anche lui era stato in pensiero per lui. Vedendolo sorridere anche lo sciamano dai capelli viola si calmò, sorridendo piano a sua volta.
Tornarono a casa, tutti insieme; Yoh e Horohoro si lavarono e si cambiarono, avevano ancora il viso ammaccato da qualche livido ma almeno profumavano.
- Abbiamo dimenticato Hana!- Urlò Yoh.
Manta:- Che genitori degeneri- Anna lo fulminò.
Anna:- Vai a prenderlo. Ryu ci preparerà la colazione!- Finalmente c'era Ryu e anche lui era felice di poter cucinare per Anna e i suoi amici.
Yoh sussultò ancora una volta "mi sta mandando di nuovo da solo a casa di Tamao?"
Anna:- Ma porta Manta con te- invece continuò lei spezzando il suo pensiero "forse a smesso di fidarsi di me."
Manta lo guardò un po' triste e spingendolo piano:- Andiamo Yoh.-
Nel frattempo Ryu si dilettava in cucina chiacchierando felice dei bei tempi andati, ma nessuno sembrava dargli troppo peso.
Lo notò:- Ragazzi! Ma che vi è preso?! Non siete più quelli di un tempo!-
Anna sentenziò:- Dei presenti, a parte quello scemo di Horohoro, nessuno è così intimo con te- spezzandogli il cuore.
Horohoro rise:- Scusa Ryu. Non è giornata- tutti lo guardarono sospirando un po'.
Ryu guardò Jun, quella che sembrava meno sconvolta:- Si può sapere che succede?-
Jun:- Magari lo sapessi.-
Horohoro si alzò dalla sedia:- Vado a prendere una boccata d'aria. Ryu, mi chiami quando è pronto?-
Ryu:- Ai tuoi ordini, amico. Ma poi vorrei essere messo al corrente!-
L'Ainu sorrise e uscì. Dopo un po' Ren lo seguì:- Vado da lui- balbettò appena.
Le ragazze lo seguirono con lo sguardo rimanendo in silenzio finché non uscì dalla stanza.
Anna sospirò:- Almeno tra di loro le cose non sembrano essere cambiate- con una punta di invidia.
Ryu ascoltò continuando a sminuzzare biscotti. "Almeno tra di loro le cose non sembrano cambiate" perché? Chi era cambiato?
La sua cara Anna sembrava così giù di morale, e sperava vivamente che non c'entrasse Yoh.
Yoh non poteva essere la causa del male di qualcuno.
Yoh che era sempre così protettivo e pieno di speranze.
Unì i biscotti a un po' di panna per poi frullarli insieme continuando a guardare in silenzio quella donna.
Sperava vivamente di sbagliarsi, perché la felicità di Yoh e Anna veniva anche prima della sua.
Poi pensò al piccolo Hana, Yoh stava andando a prenderlo. Bene, non vedeva l'ora di vedere quanto fosse cresciuto!
E intanto Yoh e Manta camminavano piano verso casa di Tamao, le nuvole si erano completamente diradate e il sole faceva risplendere la rugiada.
Sentirono un attimo di pace intorno a loro, chiacchierare e passeggiare insieme li rendeva felici, a prescindere da tutto.
A prescindere da quello Yoh che sembrava a tutti così cambiato.
Quanto mancava Yoh.
Quanto mancava il suo "me la caverò".
Arrivarono a casa di Tamao, suonarono.

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Capitolo 8
*** Sarà che siamo cresciuti ***


Anna sbuffò ancora:- Vorrei anche io qualcuno che mi guardasse con lo stesso amore che si scambiano quei due.-
Ryu fece cadere un po' di impasto:- Aspetta, che?- Dopo un primo momento di confusione che lo vedeva a immaginare un po' stranito uno strano rapporto tra i due compagni di squadra dell'ex Team The Ren diede peso alle parole di Anna.
Ryu:- Come sarebbe a dire?- Disse:- Noi tutti ti guardiamo con amore Anna.-
Jun lo guardò pensando un "solo tu" e Anna lo ammise:- Solo tu Ryu mi guardi così.-
Ryu:- E Yoh scusa?-
Anna sorrise appena cercando ancora una volta di evitare il discorso.
Ryu notò l'amarezza nel suo sguardo e si incupì, doveva scoprire di più su quello che stava succedendo.
Yoh e Anna erano il suo esempio d'amore! Un amore che avrebbe vinto qualsiasi avversità!
Non poteva essere un periodo cupo, una piccola crisi, a buttarli giù.
Perché Ryu sapeva bene che se davvero stava succedendo qualcosa era solo colpa di una piccola crisi, che capita a tutte le coppie, anche alle più resistenti, anche alle più innamorate!
Era sicuro, sicuro che i due stessero esagerando la situazione rendendola così capace di degenerare da un problema da niente a un problema vero.
Non sapeva se era il caso di intromettersi o no, ma gli sarebbe piaciuto, lui si sentiva un grande esperto dell'amore (senza nessunissimo valido motivo).
Intanto in giardino nei pressi del laghetto.
- Perché mi hai seguito?- Tirò un calcio a un sasso.
Ren:- Non ti ho seguito. Volevo anche io prendere una boccata d'aria con te- si corresse imbarazzato:- come te.-
Horohoro ridacchiò in un lieve imbarazzo:- Mi dispiace per sta notte- si specchiò nel piccolo lago.
Ren lo guardò, un leggero vento muoveva i loro capelli, sia quelli corti del giapponese che quelli un po' più lunghi che il cinese stava lasciando crescere.
Lo sciamano di Kishu sospirò:- Senti, non prendertela a male- prese fiato ancora avvicinandosi e specchiandosi anche lui nel lago:- anche se mi vedi un po' freddo, non ce l'ho con te.-
Il ragazzo lo guardò rimanendo serio.
Ren specchiandosi ancora:- Mi avete fatto preoccupare davvero, lo ammetto. Avevo paura che Yoh ti facesse male veramente. Forse non l'ho mai visto così arrabbiato.-
- Ehi- rispose cinico l'altro:- Guarda che so difendermi. Non so se hai notato ma Yoh ha più lividi di me- orgoglioso.
Ren rise piano:- L'ho notato- sfiorò lui la mano:- Sono contento che stiate tutto sommato bene entrambi. Horohoro- disse poi allontanando la mano dalla sua:- quello che c'è tra di noi- arrossì appena e la stessa reazione ebbe l'altro:- non credo possa funzionare. Tu sai chi sono.-
Il cuore del giapponese si strinse, rimase serio ad ascoltarlo. Dall'altro canto anche se si mostrava forte anche il cinese si sentiva morire dentro:- Io non posso amarti, lo sai- e mostrandosi orgoglioso rientrò di fretta in casa. Voleva mostrarsi sempre fiero e impassibile, ma la verità e che si rifugiò in casa per scappare da quel momento dopo averli rivelato che per quanto lo volesse la loro storia non poteva avere futuro. Horohoro rimase a guardarlo andare via rimanendo immobile vicino quell'acqua che rifletteva il sole, si morse un labbro e strinse i pugni.
Contemporaneamente la porta a casa di Tamao si aprì.
Tamao:- Ragazzi! Come mai qui?-
Yoh:- Per Hana, Tamao. Mio figlio.-
Tamao:- Ah già- "Ma perché sono così stupida quando c'è Yoh?!" Pensò nervosa.
"Perché sei innamorata Tamao" rispose a quel pensiero il piccolo Manta che li osserva incupito.
Tamao svegliò Hana che ancora dormiva, lo prese dolcemente dal letto stringendolo ancora un po' sul suo petto, e lui si lasciava stringere e riscaldare dal corpo e i modi così materni di quella donna.
- E' arrivato papà- gli sussurrò per poi lasciarlo nelle mani del padre.
Quando Hana capì di essere tra le braccia di Yoh e non più tra quelle di Tamao scoppiò a piangere.
Yoh provò un profondo imbarazzo, Hana amava più Tamao di lui. La ragazza rise:- Non prendertela! E' solo che stava dormendo e si è un po' scombussolato!-
Yoh depresso:- Sei carina a dirmi questo. La verità è che non mi ama abbastanza!-
Hana muoveva le braccine cercando di tornare da Tamao, Tamao prese quelle manine tra le sue cercando di farlo abituare alle braccia del padre.
Tamao:- Non dire sciocchezze. Nulla conta di più per un bambino del padre e della madre!-
Manta osservava la scena senza discutere, Hana ogni tanto guardava anche lui ma senza troppa gioia, e pensare che lui gli aveva anche fatto un regalo!
Yoh cercando di calmare il figlio:- Perché non vieni alle Terme Fubari? Ci aspettano tutti!-
Tamao incuriosita, Manta poco convinto. Non che Manta non fosse felice di avere Tamao con loro, era una cara amica, ma lo preoccupava qualcosa.
Tamao:- Davvero? Posso?-
Yoh sorrise:- Certo! Così mangi qualcosa insieme a me. A noi- Si corresse subito ma Manta notò il suo errore.
Tamao entusiasta:- Dammi solo un minuto! Indosso qualcosa di adatto!- Visto che era in pigiama.
Manta lo giudicò:- Perché lo hai fatto?-
Yoh:- Eh?- Cullando Hana che piano si calmava.
Manta:- Perché l'hai invitata?-
Yoh:- Che domande? E' una nostra amica! Perché farla stare sola?-
A Manta quella sembrò da tutti i punti di vista una bugia, lo guardò quasi con disprezzo, per quanto mai Manta potesse disprezzare Yoh s'intende.
E Tamao tornò vestita di nero, quel vestito e quello sguardo più maturo e più serio per un attimo fece sobbalzare il cuore di entrambi i ragazzi, e anche quello del piccolo Hana, quella donna assomigliava ad Anna ogni giorno di più.
Mentre una mano di Yoh teneva il figlio l'altra la porse dolcemente alla donna:- Andiamo allora?-
Tamao l'afferrò con sicurezza:- Sì!-
E Manta rimase a guardarli.
Arrivarono giusto in tempo, Ryu stava servendo la colazione.
Entrando in casa notarono che le porzioni servite erano otto e non sette, come se già sapessero.
- Ciao Tamao!- Dissero in coro.
Yoh:- Come sapevate che l'avrei invitata!-
Anna sbuffò:- Che domande!-
Ryu salutò Tamao, si vedevano spesso in realtà ma era sempre un piacere. Poi si catapultò su Hana, il piccolo scoppiò a piangere appena lo vide ma lui lo tolse prepotentemente dalle braccia del padre per ricoprirlo di un affetto esagerato e fuori luogo che però lo fece smettere di piangere all'istante. Tamao era vicino a loro a ridere di gusto della scena.
Yoh:- Guardali- disse Yoh tra l'entusiasmo e l'invidia:- Sembrano loro i genitori di Hana. Io per calmarlo ci ho messo ore!-
Anna si soffermò a guardare quei tre e in effetti il bambino sembrava felice con Tamao e Ryu, la cosa anziché crearle disturbo la fece sorridere. Sapeva a chi lasciare il figlio in caso di bisogno. Con Ryu e Tamao sarebbe stato al sicuro, non aveva dubbi.
Ma era suo figlio, e lei lo amava più di ogni altra cosa al mondo, e non voleva separarsi da lui per quella maledetta promessa fatta ad Hao.
Chissà se Hao gli stava guardando, si chiese. Chissà se Hao guardava mai quel dispettoso nipote. Chissà che non gli volesse bene.
Chissà se potevano contare anche su di lui per proteggere Hana.
Sorrise ancora convincendosene.
Hao amava Yoh, e diceva di amare anche lei, sicuramente doveva amare anche il loro piccolo Hana.
Il loro piccolo Hana che giocava scontroso ma felice tra le braccia amorevoli e severe di Ryu e Tamao.
Poi si soffermò a guardare Tamao. Vestiva di nero e i capelli le sfioravano le spalle. Era cresciuta molto rispetto a quando l'aveva incontrata la prima volta.
Erano così diverse, invece adesso, le sembrò di rivedersi in lei. Com'era diventata bella.
E Yoh, sapeva che anche Yoh si era accorto della sua bellezza. Strinse i pugni guardandola ora con un lieve disprezzo.
Voleva odiarla. Ma chi voleva prendere in giro?
Odiare Tamao non era nelle sue capacità. Quando la conobbe era così docile che lei sentiva di doverla proteggere.
E guardala adesso, quanta sicurezza! Aveva fatto un buon lavoro con lei.
Ma guardala adesso. Bella e sicura di sé, tanto che piano stava conquistando il cuore del ragazzo che lei aveva sempre amato.
Voleva odiarla, davvero, ma odiare Tamao non era proprio nelle sue possibilità.
Quanto si sentiva morire.
Iniziarono a mangiare ma nessuno aprì bocca se non per metterci il cucchiaio dentro. Che aria cupa ancora una volta si era creata.
Erano di nuovo quasi tutti insieme, ma niente sembrava più lo stesso.
"Sarà che siamo cresciuti" pensò Manta stringendo forte quel cucchiaio tra le mani. Lo posò sul tavolo poi alzandosi:
- Scusate, ma ora devo andare!-
Yoh:- Di già?-
Ryu:- Dai Manta! Che muso lungo! Siamo sempre noi, non siamo mica cambiati!-
Manta:- Aspetta a dirlo- sentenziò un po' scocciato, salutò tutti, soprattutto Hana e uscì di casa.
"Aspetta a dirlo", Ryu capì che anche Manta aveva i suoi stessi dubbi ma come al solito si lasciava abbattere più del dovuto.
Quella era una normale crisi di una coppia, e sarebbe passata, sarebbe passata nonostante la straordinaria bellezza che trasformava Tamao ogni giorno di più.

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Capitolo 9
*** Facciamo un gioco ***


Un poco alla volta andarono via tutti dalle Terme Funbari, lasciando la famiglia formata da Yoh, Anna e Hana momentaneamente sola.
Si fece sera e finalmente Anna ebbe il coraggio di parlare a Yoh.
Sapeva che tra poco sarebbero dovuti ripartire alla ricerca di quella pace promessa ad Hao. Ma pensava che forse Hao non se la sarebbe presa se per un momento i due amanti si fossero presi una pausa per godersi un viaggio di solo amore, per riaccendere quella fiamma che sembrava essersi spenta nel cuore di Yoh.
Anna:- Posso parlarti in privato?-
Yoh sgranocchiando qualcosa:- Siamo soli...-
Anna indicò Hana con lo sguardo, era davanti alla televisione.
Yoh:- Non credo che lui sia in grado di capire quello che diciamo.-
Anna nervosa:- Mio figlio è intelligente. E comunque mi innervosisce il suono della tv.-
Yoh:- Strano, ami la tv- rise.
Anna:- Piantala e seguimi di la.-
Si rifugiarono nella stanza accanto, la loro camera da letto, non accesero nemmeno la luce.
Yoh:- Che volevi dirmi?-
Anna non diceva niente, lo guardava in quegli occhi scuri.
Yoh era così calmo, come se niente fosse accaduto tra di loro. Invece Anna... quegli occhi parlavano al suo posto. Erano pieni di stanchezza, di rabbia, di angoscia. Quelli non potevano essere gli occhi di una donna così giovane.
Yoh:- Avanti, dimmi!-
Anna distolse lo sguardo:- Senti, pensavo che forse potremmo prenderci...-
- Ti lascio Anna.-
Ancora una volta era stata interrotta. Il suo sguardo si alzò tremante verso Yoh, ma non riusciva a guardarlo veramente.
Che cosa aveva detto? L'aveva interrotta per dirle cosa?
"Ti lascio Anna", che brutta frase! Soprattutto nella mente della giovane ragazza.
"Ti lascio Anna." No, non poteva accettarlo!
- Come?- Con voce ferma, che coraggio.
Yoh titubava molto di più invece:- Mi prendo una casa in affitto. Starò un po' lì.-
Ripensò alle parole di Manta "Ora quando ti sgrida ha paura. Paura di perderti.
Paura di dire qualcosa di sbagliato che ti faccia andare via da lei lasciandola con un bambino piccolo da crescere."
Yoh:- Ovviamente non ti lascerò crescere Hana da sola! Tu e lui rimanete la mia famiglia e non ho intenzione di abbandonarvi! Sarò un padre amorevole ma...-
Anna:- Ma?- Cinica.
Yoh:- ...ora come ora non me la sento di dormire accanto a una persona che sento di non amare più. Non so come dirtelo...-
Anna rise nervosa:- Hai già detto tutto.-
Yoh:- ...mi dispiace!- Sinceramente affranto.
Sentiva come se il sé stesso del passato lo maledicesse. "Ce la caveremo", come no? Cos'era diventato?
E Hao? Hao lo stava guardando?
Yoh:- Ti prego dì qualcosa.-
Ma lei non diceva niente, lo guardava. Non sapeva realmente come reagire.
Non riusciva a piangere, non riusciva a ridere, non riusciva a provare rabbia, non riusciva a fare nulla.
Gli uscì solo una frase:- Va bene. Se tu hai deciso così.-
Senza dubbio non la cosa che Yoh si aspettava, né quella che forse sperava di sentirsi dire.
Ryu aveva ragione. Stavano degenerando una situazione facilmente risolvibile. Che stupidi.
- Grazie tesoro- le disse baciandole la fronte:- Domani cercherò una soluzione per alloggiare via da qui.-
Anna:- Che sciocco. Questa è la residenza Asakura.-
Yoh rise:- Perché? Vorresti andare via tu.-
Anna:- Scordatelo.-
Yoh:- Tu sei mia moglie. Un Asakura ormai, questa è casa tua e di nostro figlio.-
Anna:- E la promessa ad Hao?- Aggiunse mentre qualcosa le si strinse nello stomaco.
Quasi pianse adesso, pensando a quella promessa, come se fosse quella la cosa importante adesso.
Yoh:- Quella promessa riguarda me. Non sei costretta a seguirmi. Puoi prenderti cura tu di Hana qui, senza di me- era delicato e sincero nel dirle questo.
Ma lei si sentì morire ancora di più. "Quella promessa riguarda me. Non sei costretta a seguirmi" stupido, "quanto sei stupido" pensò "io VOLEVO seguirti in quella promessa. Davvero uno stupido. Stupido, stupido Yoh."
Lo stomaco le si contorceva ma si mostrava sempre impassibile.
Yoh:- Dì ad Hana che sono a casa di un amico, non dirgli la verità.-
Anna:- Yoh, ha pochi mesi, non capisce quello che diciamo- adesso lo disse lei e lui rise.
"Quanto l'aveva amata" pensò guardandola, per poi uscire da quella stanza.
Anna rimase sola in quella stanza buia e tetra che fino a poco tempo prima era la camera da letto sua e di suo marito, il ragazzo che aveva sempre amato e che avrebbe amato per sempre, pur non essendo più ricambiata.
Si lasciò cadere a terra e pian piano chiuse gli occhi addormentandosi lì, forse l'indomani sarebbe stata meglio.
E il giorno dopo arrivò, sentì tra il sonno e la veglia la voce di suo marito urlarle dall'altra stanza:- Non ho trovato nulla, ma Manta mi ha invitato gentilmente a casa sua!- Salutò il piccolo e uscì.
Anna era rimasta sul pavimento tiepido di quella camera da letto, Yoh non se n'era nemmeno accorto perché aveva dormito sul divano nel salotto.
La ragazza venne svegliata dal rumore del portone che sbatteva. Ogni giorno entravano e uscivano moltissime persone da quella porta, aprendola e chiudendola. Ma quella volta, il rumore del portone sbattuto, era stato così violento nel cuore di Anna.
Dopo attimi e attimi rimasta a fissare il vuoto dinanzi a sé la donna si alzò e raggiunse il figlio.
Aprì il frigo cercando gli avanzi della colazione che Ryu le aveva lasciato, il figlio era ancora davanti alla tv ma ora la guardava come se avesse capito tutto.
- Hana- gli disse con una voce quasi priva di emozioni:- facciamo un gioco.-
Amidamaru era lì e in silenzio aveva osservato ogni cosa.
Intanto Yoh era arrivato a casa di Manta.
Manta:- Ma come hai potuto?!-
Yoh:- Che dovevo fare?! L'hai detto anche tu che non la amo più!-
Manta:- E Anna come l'ha presa?- Mentre lo aiutava a sistemare le sue cose.
Yoh:- Beh, credo ci sia rimasta un po' male. Ma lei è forte, lo sai! Molto più di me!-
Manta:- Credi ci sia rimasta un po' male?!- Nervoso:- Ma ti accorgi di quello che dici?-
L'amico lo guardò.
Manta piegando alcune maglie di Yoh:- Yoh, lei ti ama! Lei ti ama ancora e tu dici "credo ci sia rimasta un po' male!"-
Yoh esplose, sempre in modo pacato però:- Aah! Senti! Mi dispiace moltissimo per Anna, io le voglio bene! Ma non puoi farmene una colpa se non provo più per lei lo stesso sentimento!-
Manta:- Non meriti una come Anna!-
Queste parole! Erano le stesse che aveva detto Horohoro! Ma perché?! Perché si chiedeva il giovane sciamano dai capelli castani, che aveva fatto di male?
Non era colpa sua se il suo cuore non batteva più per Anna ma per un'altra. E poi non l'aveva lasciata sola, l'avrebbe aiutata in tutti i modi rimanendole amico! Proprio come le aveva promesso sul Monte Osore.
Pensò, sentendosi morire.
Che sciocco, aveva pensato alla promessa fatta ad Hao, e non a quell'altra promessa.
"Non meriti una come Anna" gli dicevano tutti e in fondo lo sapeva lui stesso anche se si rifiutava di ammetterlo. Perché non merito una come Anna?
Alla fine si decise a rispondere:- Non merito una coma Anna. Forse è proprio per questo che l'ho lasciata.-
Manta lo guardò non riuscendo più a ribattere.
Intanto Jun, Ren e Horohoro se ne stavano ancora soli a passeggiare per Tokyo ma si portavano addosso un disagio tale da non sapere proprio di cosa parlare.
Si fermavano spesso in un bar, costretti dal giapponese, a prendere qualcosa da bere.
Ren:- Non puoi soffocare i tuoi dolori nell'alcool.-
Horohoro:- Figurati. Reggo bene sai.-
Ren, Jun:- Vedo.-
Horohoro:- Ho finito i soldi piuttosto, offri tu!-
Ren:- Scordatelo. Non ti offrirò da bere, hai già bevuto abbastanza.-
Horohoro lasciandosi morire sul bancone di quel bar:- E che dobbiamo fare? Perché non torniamo ognuno a casa propria e basta?-
Jun:- Sono d'accordo. Non c'è molto da fare qui. Abbiamo decisamente scelto il periodo sbagliato.-
Ren guardò l'amico steso, di nuovo ubriaco, su quel bancone, lui ricambiò lo sguardo:- Che c'è?- Gli chiese.
Ren:- Niente- rispose distogliendo lo sguardo. Jun si allontanò per andare a pagare e Ren si lasciò scivolare vicino l'orecchio del ragazzo, poggiando il pugno chiuso sulla schiena dell'amico:- E' che...- gli sussurrò giù di morale facendosi sentire solo da lui:- ...mi sarebbe piaciuto rimanerti accanto. Anche se sei così vergognosamente ubriaco- si sollevò mentre la sorella tornava. Horohoro lo guardò, ancora steso, considerando l'alcool nel suo corpo e la scarsa intelligenza che aveva di base non era sicuro di aver compreso a pieno l'amico.
Ma era chiaro che Ren volesse da lui più di una semplice amicizia, questo lo sapeva già, forse in passato ne avevano già parlato. Ma ora scappava da lui per colpa di alcuni doveri familiari probabilmente. Scappava, ma poi era come se gli chiedesse di restare.
Horohoro- Sono ubriaco Ren- gli rispose semplicemente lavandosene le mani e lui sorrise appena.
Jun:- Almeno l'hai ammesso- si intromise in quel discorso già iniziato, poi continuò:- Dai, torniamo a casa di Yoh, li salutiamo e andiamo via! Abbiamo già disturbato a sufficienza.-
Annuirono ma una volta arrivati...
Anna:- Questa non è casa di Yoh.-
Horohoro:- Come?- Rimanendo sull'uscio della porta insieme agli altri due.
Anna:- Vero Hana?- Aveva il bambino in braccio:- Yoh adesso è un fantasma per noi...- Hana la guardava come ad assecondare quel folle gioco.
Anna:- ...e noi da oggi non siamo in grado di vedere i fantasmi.-

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Capitolo 10
*** Un gioco spietato (Ho bisogno di te) ***


I tre ragazzi per un'istante provarono un brivido, percepirono qualcosa di mostruoso e opprimente ricoprire l'anima dell'Itako.
Qualcosa che non erano soliti percepire. Qualcosa che non apparteneva alla vita di Ren e Jun Tao e Horokeu Usui, ma forse era qualcosa che Anna Kyoyama aveva già vissuto.
Quel brivido passò e i ragazzi si calmarono cercando delle spiegazioni.
Ren:- Come sarebbe a dire? Spiegati!-
Anna tappando le orecchie al figlio:- Yoh è da Manta, non abita più qui.-
- No!- Sputarono istintivamente tutti e tre.
Avevano capito, era successo! Yoh e Anna si erano separati. Provarono un profondo dispiacere, quasi come se il dolore degli amici fosse il loro.
Ma che cosa significava quello strano gioco? Perché Anna diceva ad Hana che Yoh era un fantasma e loro non potevano vedere i fantasmi?
Notarono poi, neanche a farlo apposta, Amidamaru chinato sui ripiani della cucina, accennò un saluto ai ragazzi e se ne rimase triste lì a vegliare su un Hana che faceva finta di non vederlo.
Raggiunsero casa di Manta alla ricerca di spiegazioni e magari per dare una qualche pacca consolatoria.
Arrivati.
Horohoro:- Perché l'hai fatto?-
Yoh infastidito:- Ti ci metti anche tu?-
Jun più triste di tutti:- Eravate così carini...-
Yoh:- Sì, ma la mia vita non è un soap opera...-
Ren parlò dell'unica cosa importante:- Ok, ma sai di essere un fantasma?-
Yoh non capiva e allora i ragazzi spiegarono. Inutile dire che, nonostante il cuore pacato di uno come Yoh, questa cosa lo mandò fuori di testa.
Senza pensarci si infilò la giacca e raggiunse di corsa le Terme Funbari, mentre i ragazzi rimasero lì senza saper cosa fare.
Manta:- Forse è anche colpa mia... sono io ad aver fatto notare a Yoh che la loro relazione sembrava diversa. Gli ho detto io che lui non era più innamorato...-
Horohoro lo guardò, e con molto meno rammarico confessò:- Ehi amico, gli ho detto anche io la stessa cosa. Batti il cinque- alzò la mano ma Manta non ricambiò il cinque, non c'era molto da andare fieri.
Ren:- Spero abbiate capito la lezione. Quando pensate qualcosa tenetevelo per voi- cinico.
Jun sospirò:- Sono sciocchezze, a prescindere da questo Yoh conosce i suoi sentimenti. Non è certo il tipo da lasciarsi condizionare e questo lo sapete benissimo.-
- Vero- sospirarono insieme.
Lo sciamano entrò di prepotenza in quella che era la sua villa:- Che cos'è questa storia?!-
Anna, che guardava la tv col figlio, sbuffò:- Quei tre non sanno proprio farsi i fatti loro- poi al figlio:- Hana! Sento una voce, ma non vedo nessuno! Tu?-
Il figlio scosse la testa.
Yoh:- A che cosa state giocando?!- Le urlò contro agitato.
Lei si degnò di dargli risposta alzandosi dal divano:- A un gioco spietato. La realtà.-
Yoh le si avvicinò nervoso:- Vedi di spiegarti meglio!-
Anna:- Semplice, tu hai lasciato me e ora Hana lascia te.
Yoh:- Stai scherzando?! Stai parlando di tuo figlio, di nostro figlio! Non è un gioco, lui ha bisogno di un padre!-
Anna:- E io ho bisogno di te!!- Gli urlò ora contro perdendo tutta la sua calma.
Piangeva, finalmente piangeva lei. Finalmente tremava e piangeva riuscendo a sembrare un essere umano fragile, iniziando a sembrare qualcuno che doveva venire consolato, semmai ci fosse stata consolazione a tutto questo.
Lui rimase zitto a guardare le lacrime scendere da quegli splendidi occhi castani.
Per un attimo le sembrò di rivedere quella bambina di 10 anni, sotto quella neve.
Percepì quell'oppressione. Gli venne istintivo allungare una mano e cercare di aiutarla.
Per un attimo gli sembrò di essere tornato quel bambino di 10 anni. "Anna, io ti aiuterò. Andrà tutto bene" sentì queste parole lontane risuonargli in testa, come se a dirle fosse un vecchio Yoh del passato ancora tanto innamorato di quella bambina sul Monte Osore.
Il Monte Osore, sì, percepì la stessa sofferenza.
Ma ora Hana era più importante, anche più importante di lei.
Yoh:- Non mettere in mezzo il bambino, lui non deve soffire.-
Anna:- Ma così, vivendo lontano da lui, tu non sarai un padre Yoh. Ricordati della tua promessa ad Hao, forse un giorno ti costringerà ad allontanarti da lui. Abituati all'idea di perderlo.-
Yoh non sapeva come controbattere:- Ma tu... anche tu volevi seguirmi in quella promessa. Avevi messo in conto l'idea di perderlo?-
Anna:- Sempre- rispose pronta:- Ma adesso è il tuo turno, non il mio. Tu per lui adesso sei un fantasma, e noi non siamo più in grado di vedere i fantasmi, quindi... vattene.-
"Vattene." "Vattene." Gli risuonò in testa.
- Va bene- sospirò lo sciamano con sguardo non sconfitto, come se avesse in mente qualcosa:- Addio- come se avesse in mente una vendetta. Come se la parola vendetta fosse mai stata scritta nel vocabolario di Yoh.
Lo sciamano salutò il figlio che obbedendo alla mamma fece finta di non vederlo.
E i minuti e le ore passavano.
Ren:- Ci siamo dimenticati di salutare alla fine. Ma pazienza, sai che importa ormai. Jun, torniamo a casa.-
Jun assecondò, si erano allontanati momentaneamente dall'Ainu, e se ne stavano soli in un giardino vicino casa di Manta.
Jun:- Però è un peccato non sfruttare questi giorni che ci eravamo presi di vacanza. Non possiamo addossarci i problemi di Yoh e Anna- disse:- Tu tra poco dovrai iniziare a lavorare sodo per l'azienda e anche pensare a mettere su famiglia, non credi?-
Ren arrossì cercando di evitare il discorso.
Jun:- Allora cerchiamo di goderci questi ultimi momenti di spensieratezza. Godiamoci almeno Horohoro, un amico vale l'altro no?- Ridacchiò:- Prendiamo un Hotel, e stiamo un po' con lui.-
Ren strinse i pugni non sapendo rinunciare a questa richiesta. Lei notò il suo disagio, sapeva bene quanto Ren fosse legato a Horohoro. Sfiorò piano col pollice il mento del fratello in maniera affettuosa:- Ren, tesoro, se un giorno avrai un figlio io mi auguro che ti somigli tantissimo. Ti voglio un bene che neanche immagini fratellino- lo abbracciò. Ren rimase immobile a subire il momento fin troppo affettuoso della sorella, forse la storia di Anna e Yoh l'aveva agitata fatto sta che ora Ren era talmente imbarazzato da assecondare (più del solito) ogni scelta della sorella. E così andarono ad avvertire Horohoro della loro scelta.
- Oh, ok- rispose molto banalmente per poi essere scaraventato a terra dal peso di una pazza furiosa.
Horohoro:- Che diavolo?!- Si alzò con difficoltà notando la ragazza che ora, imbronciata, gli stava addosso.
- Pirika!- Esclamarono tutti e tre.
Pirika urlò in faccia al fratello:- Sei partito senza di me!! Antipatico!- Poi voltandosi verso Jun e Ren in un ampio sorriso:- Ciao ragazzi!! Anche voi qui?- Salutarono cercando di non dare troppo peso a quello che stavano vedendo.
Horohoro alzandosi:- Non ti ho abbandonata. Non avevi un impegno?-
Pirika:- Potevi aspettarmi però.-
Horohoro:- Credimi, non ti sei persa niente- ammise con noia alludendo alla storia di Yoh e Anna.
Ren, Jun:- Non hai imparato nessuna lezione a quanto pare. Stai un po' zitto!-
Pirika li guardò:- Ragazzi, mi state nascondendo qualcosa?-
Jun:- Vieni in Hotel con noi. Ti spiegheremo il perché non possiamo alloggiare alle Terme Funbari.-
E così tutti seguirono la cinese.
Qualcuno suonò a casa di Tamao, lei aprì.
- Yoh!- Esclamò:- Ciao! Mi hai portato Hana?- Si guardò intorno.
Ma poi notò l'estrema serietà del ragazzo e quegli occhi così scuri che sembravano aver pianto:- No. Sono solo.-
Tamao:- Che è successo? Sei così strano...- allungò una mano verso il viso di lui scostandoli un po' i capelli:- Posso fare qualcosa per te?-
Yoh:- Io sono venuto semplicemente per vederti, Tamao.-
"Tamao" dire quel nome però gli faceva così male. Sentiva che c'era qualcosa di sbagliato. Maledetta freccia di cupido finita sul cuore sbagliato. Sentiva che nessun filo rosso li collegava. Eppure stava succedendo tutto questo. Perché?
Caos degenera in altro caos e Yoh sembrava sempre più lontano.
Tamao adesso scostò i suoi di capelli da quel viso con le gote arrossate, fece accomodare il ragazzo in casa e preparò un po' di tè.
Lui si sedette su uno dei divanetti del salotto mentre lei si avvicinava con le tazze.
"Sono venuto per vederti" quella frase le provocò un nodo in gola. Era venuto per trovare lei? Da solo? Con quegli occhi e quelle labbra.
Perché? Dov'era Anna?
Lei in effetti ancora non sapeva nulla, non sapeva la notizia più importante.
- Ho lasciato Anna- le comunicò prendendo in mano la sua tazza mentre lei a queste parole lasciò cadere la sua.
Il tè scivolava in mezzo ai loro piedi mentre lei con quei capelli rosa scompigliati sul volto stupito chiedeva perché?
Al che Yoh posò la sua tazza sul tavolino alla sua sinistra, si alzò dal divano, prese il viso di lei tre le mani e la baciò.
Ora era chiaro il perché.
Yoh la stava baciando.
Tutti i suoi sogni si erano avverati, Yoh la stava baciando.
Yoh aveva lasciato Anna per baciare lei.
Tutti i suoi sogni... ma questi non erano i suoi sogni.
Yoh la stava baciando, sì, ma dopo un primo impeto di gioia e calore nella sua mente si formulò un'altra sola domanda:
"cosa starà provando la mia Anna?"

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Capitolo 11
*** Finché morte non vi separi (E' così difficile dimenticare) ***


Una delle tante finestre dell'Hotel aveva la luce accesa, e all'interno uno dei ragazzi cercava di mantenere la calma ripetendo ,appunto, uno "stai calmo" come fosse un mantra.
Ma il caos regnava sovrano, Pirika inseguiva Horohoro che a sua volta inseguiva un cucciolo di Japanese Spitz che saltava per tutta la stanza.
Jun se ne stava tranquillamente sdraiata sul letto a leggere una rivista nonostante sia il cane che i ragazzi le saltavano sopra come se fosse un ostacolo in un percorso sportivo.
- La volete finire?!- Urlò infine il cinese, il mantra non era servito.
Horohoro riuscì ad acchiappare il cane che un po' scontroso lo mordicchiò sulla mano, Pirika sbatté sul fratello che si era fermato all'improvviso cadendo di rimbalzo sul cinese seduto dietro di lei.
Pirika:- Ciao- disse scostandosi poi timidamente dalle sue gambe, Ren sbuffò.
Ren:- Cacciate questo cane!-
Pirika:- Shh!!- Lo sgridò:- Se lo scoprono lo cacciano via!-
Ren:- Appunto! Volevo rilassarmi non fare da balia a voi Usui e un cane!-
Pirika:- Tu sei antipatico- gli rispose senza dargli troppo peso e poi accarezzò il cagnolino.
Jun continuava a leggere.
Avevano trovato il cagnolino randagio non distante dall'albergo e inteneriti i due Usui avevano deciso di portarlo con loro.
Era un cagnolino un po' agitato ma Horohoro ci sapeva fare e anche se aveva ricevuto qualche morso qua e la piano piano si stava facendo rispettare. Il cane infatti adesso gli si aggirava tra le gambe.
Pirika sbuffò:- A quanto pare ha scelto il suo padrone.-
Horohoro:- Eheh, saremo costretti a portarlo nelle nostre campagne Pirika.-
Pirika:- Come sono dispiaciuta!- Ironica.
Ren guardando il giapponese e il cane andare adesso molto d'accordo:- E' ovvio che abbia scelto lui, tra simili si capiscono- il giapponese lo guardò scontroso.
Pirika:- Ma chi è il cucciolo più bello del mondo??- Il cagnolino sembrava fare amicizia anche con lei adesso ma continuava a sbavare tutte le mani del ragazzo che per vendetta poi andava ad asciugarsi sopra la giacca di Ren.
Ren:- Ehi, cretino!!- Si lanciò sull'Ainu nel tentativo di salvare la sua giacca.
Jun continuava a leggere.
Pirika:- Dobbiamo dargli un nome!!-
Horohoro difendendosi dai pugni del cinese:- Che ne dite di Ren?-
Ren:- Cosa?!-
Pirika:- Mi piace! Ren, confermato!-
Il ragazzo si accanì a male parole anche contro la ragazza.
Jun ridacchiò continuando a leggere.
Horohoro, liberatosi dalla presa del compagno, prese tra le braccia il cane che leccò lui affettuosamente il naso:- Ren, il mio piccolo cucciolo!-
Ren, l'essere umano, non ne volle più sapere e diventando dello stesso colore della lingua del cane uscì dalla stanza tra le risate di tutti, sua sorella compresa. 
Nel frattempo le labbra di Yoh si staccavano da quelle di Tamao.
- Sc... scusa- le chiese e vedendola quasi pietrificata continuò:- Perdonami! Non volevo!-
- Non volevi?- Allora chiese lei agitata.
Yoh:- Volevo!- Si giustificò:- Ma non contro la tua volontà!-
Tamao:- Contro la mia volontà?- Sbuffò:- Yoh, a volte tu sei veramente un cretino!-
Lo tirò verso di sé prendendolo per la maglietta e dandogli un altro appassionato bacio.
"Sì, è questo quello che voglio. Mi riprenderò mio figlio e dimenticherò per sempre Anna" pensò in maniera lucida "quella bambina così sola del Monte Osore" pensò invece in maniera più inconsapevole e qualcosa dentro di lui si spezzò.
- Tamao- aggiunse a voce bassa:- aiutami a riprendermi mio figlio.-
- Scusa?-
Ma la notte le fu tutto più chiaro.
Yoh voleva riprendersi Hana di nascosto.
- Stai scherzando? Vuoi rapire tuo figlio?!- Caos generava altro caos, e anche uno come Yoh non riusciva più a ragionare.
- Non è un rapimento. Lei vuole tenerlo lontano da me e io me lo riprendo!-
La ragazza dai scompigliati capelli rosa lo guardava mentre insieme si addentravano in quella desolata villa Asakura.
- Non posso crederci- continuò la ragazza trattenendo a stento un singhiozzo:- Ma chi sei tu?-
Di certo non lo stesso ragazzo che diceva sempre "me la caverò".
Yoh:- Tamao, andrà tutto bene, fidati di me!-
Tamao:- Mi sono sempre fidata di te- ribadì seria:- Ma ora davvero non lo so più.-
Ma ormai erano in ballo e ballarono. Hana si svegliò e trovandosi in stanza Tamao allungò le sue braccia volendo andare da lei.
Povero piccolo, se solo sapesse il male che stava facendo alla madre con questo gesto.
La donna raggiunse Yoh con il bambino in braccio:- Yoh, io ti devo tante cose e sono disposta ad accontentarti per adesso anche se questa è una follia. Ma credimi...- Yoh la guardava, così seria con suo figlio in braccio, quanto somigliava a quell'Itako:- ...appena ne avrò l'occasione riporterò Hana da sua madre- era severa, poi si corresse:- In verità non ce ne sarà nemmeno bisogno. Anna lo scoprirà subito.-
Yoh:- Lo so- sfiatò lui sconfitto mentre insieme a quella donna e suo figlio si allontanava dalle Terme.
"Ma cosa sto facendo?" Caos genera altro caos "Come posso fare una cosa del genere ad Anna?"
Arrivarono sotto casa di Tamao.
Tamao:- Lui ha bisogno di sua madre- ribadì.
Yoh:- Sarai tu sua madre!-
"Che cosa sto dicendo?!" ma il volto di Tamao per un attimo si illuminò. "Madre di questo bambino" pensò che in fondo sarebbe stato bello, ma quella non era la realtà.
Yoh:- Io torno a casa di Manta, tu tieni Hana con te.-
Tamao:- Anna verrà a sapere tutto.-
Yoh:- Lo so!- Questa volta disse a tono più alto. Ma allora cosa stavano facendo?
La donna guardò l'uomo andare via dalla sua abitazione con le spalle curve e le mani in tasca e non riusciva a riconoscerlo.
Aveva tra le braccia quel bambino dallo sguardo scontroso e lo guardava giocare con i suoi capelli, un ciuffo solleticandolo lo fece ridere. Guardava quel bambino e si accorgeva che ora come ora lui era la cosa più simile alla Anna e allo Yoh della sua memoria, quelli di cui era innamorata.
La mattina seguente si levò un urlo di disperazione in quelle Terme.
La donna cercò il figlio ovunque, chiese a ogni spirito presente in quella villa. L'unico a cui non chiese nulla se ne stava lì, a vegliare su quella culla vuota.
Si soffermò a guardarlo con occhi gonfi e stanchi, i capelli spettinati le coprivano un po' il viso rimanendo impigliati alle sue labbra.
Amidamaru ricambiò quello sguardo senza dire una parola, sembrava che sapesse ogni cosa.
- Yoh- disse infine lei con gli occhi che si riempivano di rabbia.
Un boato e la porta della grande casa di Manta cadde giù. Manta e Yoh raggiunsero l'ingresso. La calce che cadeva dai muri copriva la figura che l'aveva buttata giù. Come la polvere bianca si posò sul terreno poterono notare la loro Itako dagli occhi di un diavolo tenere in mano una lunga collana di perle.
Lo sciamano sputò appena il suo nome:- Anna.-
- Dov'è mio figlio?!- Urlò coi denti stretti.
Intorno a lei tutti quelli spiriti che abitavano la residenza degli Asakura, pronti a prendersela con lo sfortunato proprietario.
Manta, che adesso davvero non ne poteva più:- Cos'è questa storia?! Questa è casa mia! Yoh, vuoi spiegarmi!-
Yoh faceva il finto tonto:- Non ne so niente!-
Anna a passo svelto raggiunse Yoh, lo strattonò, sembrava un Oni:- Dove l'hai nascosto?! Eh?-
Ci mancava poco e le sembrò quasi di rileggere qualcosa nella sua mente.
Yoh:- Io non ne sono nien- lo interruppe lei questa volta:
- Quanto sei stupido- le bastava un solo pensiero e quegli spettri si sarebbero accaniti su Yoh. Spettri che accumulando tutto il dolore di Anna non volevano altro ormai se non vederlo soffrire.
Yoh così vicino al suo viso volle affrontarla:- Sono più forte di te Anna- si azzardò a dire colui che era uno dei cinque guerrieri.
Anna:- Lo so- ammise senza paura:- Ma mi auguro che tu abbia ancora un briciolo dell'umanità che aveva il mio Yoh- diede un colpo alla sua collana e Yoh poté notare che tra quelli spiriti, ai comandi dell'Itako, c'era anche Amidamaru.
"Come siamo arrivati a questo punto? Sotto quale incantesimo sono caduto?" Si chiedeva nel suo inconscio il fratello dello Shaman King.
Yoh sghignazzò un po' sconfitto:- Non avevi detto di non riuscire a vedere gli spiriti?-
Allora lei gli urlò spezzandoli definitivamente il cuore:- E tu!...- Una lacrima le rigò il viso:- ...non dovevi amarmi fino alla morte?!-
E Yoh capì il vero dolore di Anna. Non era preoccupata per il figlio, sapeva che Yoh non avrebbe mai potuto fargli del male.
Ma lei soffriva per loro due, per questo amore così forte che si era strappato come carta bagnata.
Lei si aspettava molto di più da due come loro. Vedere a cosa si erano ridotti, questo faceva così male anche a Yoh.
"Oh Anna" si dannava il giovane "sei così unica e bella che potresti avere chiunque" perché la giovane Kyoyama voleva avere solo lui? Lui che alla fine non era nemmeno diventato il re degli sciamani. Lei poteva avere tutto ciò che voleva.
- Tranne me- Sentenziò però neutralizzando gli spiriti di quella collana.
Amidamaru venne liberato e con lui tutti gli altri.
Anna si lasciò cadere sconfitta, ma tanto lo sapeva già:- Yoh... almeno dammi indietro nostro figlio.-
Yoh:- Tu promettimi che potrò vederlo ogni volta che vorrò.-
Anna:- Te lo prometto. Niente più giochi.-
Yoh:- Come sei diventata debole Anna- nemmeno lui la riconosceva più:- Ora sei tu che non meriti me.-

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Capitolo 12
*** La perla rara ***


Anna rimase in silenzio a guardare il pavimento, non ebbe la forza di reagire.
Yoh aveva ragione, com'era diventata debole. E lei lo sapeva, sapeva di essere diventata debole.
Da quando Yoh era cambiato nei suoi confronti lei era cambiata a sua volta.
Ma adesso non era importante. La cosa più importante era sapere Hana al sicuro.
Yoh:- Il bambino è a casa di Tamao, se non mi cred- lo bloccò ancora:
- Ti credo- continuò in un sorriso accennato:- In fondo lo sospettavo.-
Yoh distolse il suo sguardo e lei continuò:
- Da quanto?-
Ora la guardò di nuovo mentre lei guardava ancora quel pavimento.
- Da quant'è che la ami?-
Yoh non rispose e ora fu lei a guardarlo con occhi bagnati:- Se non volevi sposarmi potevi dirlo. Non che tu avessi altra scelta, ma almeno dirmi in faccia la verità!-
- Io ti amavo Anna!- Rispose agitato, lei sorrise:
- Già, mi amavi- si alzò:- Lascio un altro po' a Tamao la custodia di Hana. So che con lei è felice, e non lo biasimo, ero felice anche io con Tamao e te- andò via lasciando uno Yoh in silenzio e un Manta nervosissimo.
Tamao intanto era a casa e stringeva Hana dondolando un po' sulla sedia, fissava il muro con sguardo severo.
Aveva gli occhi gonfi e i capelli ancora scompigliati. Hana si sentiva bene tra le sue braccia e questo era l'importante.
Nel frattempo i due Usui e i due Tao se ne stavano in quella camera d'albergo. Il piccolo cagnolino di nome Ren non era stato scoperto, Horohoro era stato in grado di ammaestrarlo bene e riusciva anche a non farlo abbaiare.
Jun:- E' stato bravo- disse.
Ren:- Lo devo ammettere- borbottò guardando l'amico e il cagnolino coccolarsi a vicenda.
Horohoro:- Devo uscire per portarlo un po' a spasso, chi viene con me?- Disse prendendolo in braccio.
Pirika chiaramente esultò un:- Ioo!!-
Jun leggeva ancora qualcosa mentre se ne stava rilassata:- Ren, vai con loro.-
Ren:- Parli col cane spero.-
Jun:- Dai!-
Ren nervoso:- Ma cosa vuoi da me?! Perché mi obblighi sempre a compagnie che non gradisco!!-
Jun:- E piantala- lo spinse con un calcio sul sedere verso i due Usui, e ancora una volta costretto li seguì.
Jun:- Così posso leggere in pace- disse tra sé e sé.
I due ragazzi seguiti dal cagnolino avanzavano in silenzio, mentre Pirika raccontava qualche sua avventura o disavventura avuta durante il viaggio (viaggio di poche ore, non c'era tanto da raccontare ma lei lo faceva sembrare tanto).
Notò poi il silenzio imbarazzante degli altri due.
Pirika:- Ren il cane è così felice! Voi due invece avete una faccia!!-
Ren il cane in effetti zompettava felice col suo folto pelo bianco al vento.
Horohoro:- Stiamo bene- disse in fretta e poi guardò timidamente l'amico che a sua volta lo guardò appena per poi aumentare il passo.
Pirika invece rallentò:- Volevate stare soli?-
- Ma che cavolo!!- Urlarono entrambi.
Ren continuò:- Io non ci volevo nemmeno venire! L'impronta del piede di mia sorella sui miei pantaloni dovrebbe ricordartelo!-
Pirika si imbronciò:- Quanto la fate lunga ogni volta. Dovreste imparare entrambi a parlare chiaro!-
Sbuffarono ancora e ignorando la ragazza proseguirono la lenta camminata col cucciolo.
"Tu tra poco dovrai iniziare a lavorare sodo per l'azienda e anche pensare a mettere su famiglia, non credi?
Allora cerchiamo di goderci questi ultimi momenti di spensieratezza. Godiamoci almeno Horohoro" ripensò alle parole della sorella Ren e guardò ancora timidamente l'amico.
"Dovreste imparare entrambi a parlare chiaro" non aveva torno nemmeno lei, pensò.
Ma parlare chiaro con quel ragazzo non gli veniva facile. Avevano già avuto modo in realtà di esprimere almeno in parte i loro sentimenti; avvenne in passato, in quello che grossomodo era il periodo dello Shamanfight.
Avvenne una notte che rimasero soli sotto le stelle.
Si diedero un bacio quella notte, e poi un altro ancora per poi litigare di nuovo.
Ma forse non c'era cosa al mondo che lo sciamano di Kishu amasse di più del litigare con quel suo tanto odioso compagno di squadra.
Ripensando a questo sorrise in maniera sincera e il suo viso si mostrò ancora una volta bellissimo.
- Ren, è una perla rara il tuo sorriso- lo riportò alla realtà l'amico:- difficile da trovare ma veramente bello da vedere- sorrise anche lui con dolcezza.
Ren non rispose, divenne ancora una volta color lingua, guardò un attimo Pirika e voltandosi dalla parte opposta riprese a camminare.
Horohoro pure arrossì rendendosi conto di quello che aveva detto.
Pirika dopo un ironico applauso commentò il fratello:- Un po' meno chiaro, fratello. Parla un po' meno chiaro- ridacchiò seguendo Ren.
Horohoro rimasto col cane attorno alle sue gambe:- Posso sistemare la situazione dicendo che parlavo di questo Ren?- Indicò il cucciolo che in effetti "sorrideva" felice.
E il tempo passava e qualcuno bussò alle Terme, era il drago dalla spada di legno:
- C'è nessuno in casa? Yoh, ci sei?-
Anna rispose:- Yoh non abita più qui- aprì la porta.
Ryu:- Come??- Rispose incredulo lo sciamano.
Ryu entrò senza chiedere il permesso alla donna che nervosa lo seguì con lo sguardo.
Ryu:- Che vuol dire non abita più qui? E' ripartito? Senza di te?-
Anna:- Diciamo...- rispose cinica e lui e il suo cuore da grande uomo capirono.
I suoi occhi si spensero ancora più di quelli di Anna, le si avvicinò prendendole le spalle tra le mani.
Ryu:- Anna. Non dirmelo, ti prego.-
Anna:- Non ne ho l'intenzione- disse infatti ma lui continuò nel suo monologo ormai partito.
Ryu:- Non può essere andato via da te. Qui non si tratta della casa, qui si tratta di te!
Sei tu la sua casa! Non puoi dirmi che non abita più in te!-
Anna:- Che poeta.-
Ryu la stringeva sempre più forte irritandola e facendole anche male ma il momento era quello che era.
Ryu:- Tu sei il suo posto perfetto! Non dirmi queste cose!-
Anna finalmente reagì togliendo quelle mani dalle sue spalle:- Io ero il suo posto perfetto. A quanto pare le cose sono cambiate.-
Proseguì stizzita verso la cucina:- Se non vuoi credere a me chiedilo a lui. Ma prima visto che sei qui cucinami qualcosa.-
Ryu:- Anna io cucino tutto quello che vuoi ma...- si lanciò verso i fornelli:- ...tu puoi sfogarti con me!-
Anna:- Non ho nulla da dire- sentenziò nervosa accendendo la tv.
Ryu:- Dov'è Hana?-
Anna:- Con Tamao.-
Ryu la guardò iniziando a cucinare:- Mm. E chi l'ha portato da Tamao?-
Anna:- Il caro Yoh- ammise senza problemi.
Ryu:- Sai...- Ryu guardò l'orizzonte (la parete) sminuzzando una carota trovata in frigo:- ...se quando ripartirete per il vostro viaggio ogni tanto vorrai lasciarci Hana, a me o a Tamao, non sarà un problema! Sarà come un figlio anche per noi!-
Anna lanciò via il telecomando alzando la voce:- Non ci sarà più nessun nostro viaggio Ryu!-
Ripeté le parole di Yoh trattenendo le lacrime per sembrare forte:- Quella è una promessa che Yoh ha fatto ad Hao e ormai io non ne faccio più parte!-
Ryu rimase sereno, si voltò piano per guardarla impugnando ancora in una mano il coltello e nell'altra la carota:- Penso che ad Hao faccia piacere sapere che a mantenere quella promessa ci sia anche tu. A prescindere da Yoh.-
Anna abbassò nuovamente la voce ma col suo solito tono acido:- Sai che mi importa di Hao- tornò a guardare la tv.
Ryu:- Magari non ti importa di Hao, ma della promessa di rendere il mondo un posto migliore sono sicuro che ti importi, a prescindere da entrambi gli Asakura.-
Anna:- Quanto pensi di conoscermi- sputò senza guardarlo, sapendo quanto fosse vera ogni parola che veniva dal grande cuore di quel grande uomo.
Ryu sorrise sminuzzando adesso un sedano.
- E' solo una crisi Anna...- continuò poi cupo senza guardarla:- ...anche i più grandi amori le hanno. Credi a me.-
- Cosa vuoi saperne tu dell'amore.-
- Io so tutto dell'amore!-
Lo guardò un attimo con cinismo lei per poi riguardare lo schermo; sorrise appena però, sperando in cuor suo che quel Ryu non sbagliasse, quel Ryu che sapeva tutto dell'amore.
- Che ne pensi Manta?- Disse da tutt'altra parte steso a pancia in su nel letto dell'amico lo sciamano dai lunghi capelli castani.
Il piccolo amico cercava di studiare mentre ai piani inferiori gli operai aggiustavano la porta.
Manta:- Penso che siete due pessimi amici.-
Yoh sorrise:- Scusa per la porta.-
Manta sbuffò:- Non è davvero quello il problema.-
Yoh:- Scusa per tutto.-
Manta:- Non dovresti chiederlo a me.-
Yoh lo guardò ma il ragazzo seduto alla scrivania gli dava le spalle.
Yoh, con occhi lucidi e persi:- Pensi che sia tutta mia la colpa?-
Manta:- Nessuno ha colpe. Penso solo che un tempo avevi più coraggio.-
Yoh sospirò:- Siamo cresciuti Manta...-
Manta:- Già- sfogliò una delle pagine ingoiando un boccone amaro:- Sarà che siamo cresciuti.-

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Capitolo 13
*** Lei, unica ***


Squillò il telefono in casa Oyamada.
Manta:- Pronto?-
Era Tamao, chiedeva di Yoh.
Manta:- Certo, è qui te lo passo.-
Tamao:- Manta- disse con estrema dolcezza e la voce in un leggero tremolio.
Manta:- Sì?-
Tamao:- Mi odiate?-
Il ragazzo non si aspettava una domanda simile.
Manta:- Odiarti? Perché?-
Attirò l'attenzione di Yoh, non sapeva chi ci fosse dall'altro capo del telefono ma aveva capito che voleva parlare con lui.
Perché una domanda simile? Era sicuramente una di loro due, ma Anna o Tamao?
Che domanda stupida, una delle due non si porrebbe il problema, essere odiata o amata non le faceva differenza.
La sua fronte si aggrottò. Ripensò a quella bambina sotto la neve e quel suo sguardo. Poi quel pensiero passò in fretta.
Essere amata o odiata non faceva differenza per lei...
...o forse sì?
Tornò con la mente alla realtà attendendo la risposta di Manta.
Manta:- Nessuno ti odia. Nessuno odia nessuno.-
Tamao:- Sicuro?-
Manta:- Sicuro. E se qui c'è qualcuno che ha colpa quel qualcuno non sei tu- sincero, e Yoh lo guardò "visto? Pensi sia mia la colpa" pensò.
Manta:- Nessuno ti odia Tamao- e Yoh pensò ancora una volta di avere ragione, al telefono era Tamao e non Anna.
Il ragazzo dai capelli chiari salutò dolcemente la ragazza dall'altra parte del telefono e passò la linea all'Asakura.
Yoh:- Tamao- era freddo però:- Che volevi dirmi?-
Tamao se ne accorse:- Sei così freddo. Anna lo sa già vero?-
Yoh sorrise sconfitto:- Ho dovuto dirglielo, mi dispiace.-
Tamao era più ferma di lui nelle parole:- A me non dispiace affatto. Sapevo già che niente l'avrebbe fermata.-
Yoh:- Ho fatto il possibile ma...-
Tamao:- Hai fatto il possibile? Hana è suo figlio, non il mio.-
Yoh:- Lo so. Lo so. Non vorrei mai il contrario.-
Tamao:- Neanche io- disse mentre una lacrima che Yoh non poteva vedere le rigò il viso, la mano libera dal telefono aveva l'indice stretto nel palmo del piccolo bambino che dormiva.
Sentiva già di amarlo come se quel figlio fosse suo.
Ryu contemporaneamente controllava la cena nel forno.
Ryu:- E dove sono gli altri? Perché nessuno è qui a consolarti?- Arrabbiato con la comitiva.
Anna:- Per fortuna, direi- scontrosa.
Ryu:- Non dire così! Non puoi affrontare questo dolore da sola!-
Qualcuno bussò alla porta.
Anna sbuffò:- Neanche a farlo apposta, altri scocciatori.-
Era Horohoro.
Horohoro:- Oh ciao Ryu! Bene, ci sei tu con Anna, ero un po' preoccupato.-
Anna:- Sono l'ultima persona al mondo che ha bisogno del vostro supporto.-
Horohoro cinico:- Ti vogliamo bene anche noi, sì.-
Ryu:- E tu sei venuto apposta per vedere come stava?- Orgoglioso dell'amico ma il ragazzo smontò:
- Oh no no, portavo a spasso Ren e per caso mi sono trovato da queste parti.-
Ryu e Anna rimasero in silenzio, lo sguardo di Ryu era sconvolto, Anna impassibile come prima.
Horohoro:- Che c'è?-
Ryu, Anna:- Portavi a spasso Ren?...-
Horohoro non capendo il disagio:- Sì, è l'ora dei bisognini e quindi...- poi notando lo sguardo ancora più sconvolto degli amici capì scoppiando a ridere.
Una volta che ebbe finito di ridere indicò il cane poco distante:- E' lui Ren!-
Ryu e Anna vedendolo sospirarono di sollievo.
Anna:- Da quanto hai un cane?-
Ryu lo accarezzò:- E' adorabile!- Il cane ringhiò un po', Horohoro lo sgridò e diventando docile si fece accarezzare dal giapponese col regent.
Anna:- Ci sai fare coi tuoi simili.-
Horohoro:- Ah ah, battuta già fatta da un altro Ren.-
Anna:- E questo nome? Il nostro Ren lo sa?-
Horohoro annuì ridacchiando.
Anna:- Scommetto che hai scelto tu questo nome.-
Horohoro orgoglioso:- Certo! Vuoi mettere il gusto di dire "Ren, vai a cagare" e lui ci va, che carino!- Il cane andò in effetti a fare i bisogni.
Ryu scoppiò a ridere, Anna scoppiò e basta:-Non far fare quelle cose a quel pulcioso cane nel mio giardino!!-
In albergo intanto.
Pirika:- Come mai mio fratello non è ancora tornato??-
Jun leggeva ancora:- Si sarà perso.-
Ren annoiato sul divano:- Sarà morto.-
Pirika dopo alcuni primi secondi di silenzio:- Smettetela!! Andiamo a cercarlo!-
Ren:- Si sarà fermato da qualche parte a mangiare, manca da poche ore, non da tre giorni.-
Suona un telefono.
Pirika:- Non si può mai sapere. Ecco. Magari chiamano dall'ospedale!-
Jun che aveva risposto:- No, si è fermato a mangiare. E' alle Terme con Anna e Ryu.-
Ren sbuffò:- Ecco. Meno male che non dovevamo disturbare Anna...-
Pirika:- E invece fanno bene! Anche se Anna non lo dimostra in un momento simile ha per forza bisogno del sostegno degli amici!-
Ren:- Beh, lui e Anna non sono così intimi.-
Pirika:- Intanto mio fratello sa essere una distrazione!-
Ren:- Su questo non posso obiettare.-
I tre alle Terme cenarono per lo più in silenzio, il piccolo Ren dormiva accovacciato tra le gambe di Horohoro.
Anna una volta finito il suo pasto si alzò da tavola:- Devo andare a prendere Hana, è a casa di Tamao.-
Horohoro:- Come mai è lì?-
Anna:- Non vi riguarda. Voi rimanete qui a pulire i piatti.-
Ryu quasi esultò alla proposta al contrario del nordico.
Rimasti soli i due ragazzi chiacchierarono di più.
Horohoro:- Allora, tu sai perché il bimbo è a casa di Tamao?-
Ryu:- No. Ma sono sicuro che con lei stia bene!-
Horohoro:- Non mettevo in dubbio questo eheh...-
Ryu:- Non trovi che Tamao stia diventando una donna sempre più in gamba?-
Continuavano a parlare sotto lo scrosciare dell'acqua.
Horohoro:- Non ho avuto modo di conoscerla in questi anni dopo lo shamanfight, ma devo dire che adesso mi ricorda tanto...-
Ryu:- Anna, vero?- Sorrise.
Horohoro non sorrise:- Sì, ma al contrario tuo io non lo volevo interpretare come un complimento.-
Ryu sbatté di prepotenza la mano bagnata di sapone contro la schiena dell'amico:- E dai! Non fare lo stupido! Ahahah!-
Ren pensando fosse un aggressione a quello che considerava ormai il padrone si accanì contro la caviglia di Ryu.
E il campanello a casa di Tamao suonò.
La giovane donna sapeva già che dall'altro lato della porta c'era l'Itako Anna e senza accendere la luce aprì la porta con coraggio.
Si trovarono una di fronte all'altra, con sguardo fermo e sicuro, bellissime.
Tamao:- Ciao Anna. Il piccolo dorme. Vado a prenderlo.-
L'Itako non rispose, rimase sull'uscio nell'attesa che l'altra le consegnasse il figlio.
Hana si svegliò e gattonò solo verso la madre vedendola.
Anna lo prese tra le braccia, il piccolo fece alcuni gesti che la donna intuì.
"Non mi piace più questo gioco" cercava di dirle.
Il gioco che vedeva suo padre come un fantasma e lui come una palla da passarsi sulla spiaggia. Quel bambino aveva perfettamente ragione.
Poi Hana allungò nuovamente le braccia verso Tamao, sembrava che non volesse andare via.
Tamao d'istinto ricambiò quel gesto allungando a sua volta le braccia verso di lui.
Anna guardò quei movimenti in silenzio, nella sua testa sembravano così lenti.
Trovò adorabile quel legame, ma le faceva anche male.
- Tamao- disse cupa:- Posso entrare solo un attimo?-
La ragazza dai capelli rosa annuì:- Certo. Vuoi un po' di tè?-
- No- entrò:- Solo restare un attimo sola con mio figlio.-
E i due vennero lasciati soli nella buia sala d'ingresso.
Il bambino sedeva sulla stessa poltrona dove il padre aveva baciato l'altra donna e Anna le era inginocchiata di fronte.
Anna:- So che non parli ancora bene, ma vorrei che tu cercassi in tutti i modi di capirmi.-
Il bambino la guardò con serietà.
Anna:- Ami veramente stare tra le braccia di Tamao?-
Il bambino continuava a guardarla senza distogliere lo sguardo.
La mano di Anna poggiata sulle gambe del figlio tremò appena:- Perché se è così... se la ami così tanto, io...- prese fiato trattenendo un singhiozzo:
- Partiamo dal principio. Ho una promessa da mantenere, che tuo padre lo voglia o no, io ne faccio parte. Ma tu no.-
Gli occhi del bambino divennero lucidi.
Anna gli sfiorò il viso:- Se con Tamao sei felice...- singhiozzò:- Io sarò felice!-
- Anna- titubò asciugandosi subito le lacrime e voltandosi di scatto con rabbia verso la porta.
Anna:- Cosa vuoi Tamao?! Avevo detto di lasciarci soli!-
Tamao:- Lo so- prese coraggio:- Ma io sono stanca di vederti piangere.-
Gli occhi di Anna si spalancarono ancora lucidi, la sua fronte divenne meno rigida e le labbra si aprirono piano.
L'altra donna le si avvicinò con fare sicuro, mentre lei ancora in ginocchio sfiorava le spalle del bambino.
Tamao:- Non ci sono parole per descrivere quello che io provo per te.-
Anna sorrise ora nervosa:- E per Yoh?-
Tamao non distolse lo sguardo, rimase impassibile:- Non ci sono parole nemmeno per quello. Vi sarò sempre eternamente grata.-
Continuò:- Visto quello che sta succedendo tra me e Yoh trovo magnifico il tuo modo di parlare ad Hana di me. Senza vincoli di gelosia, solo con il cuore e la razionalità. Anna, dirti che sei speciale, sarebbe riduttivo.-
- Lo so- le rispose orgogliosa la bionda alzandosi da quel pavimento e guardando negli occhi l'amante del marito.

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Capitolo 14
*** Il giorno più bello della mia vita (La fine di un amore) ***


E il coraggio di Tamao finì in quell'istante, i suoi occhi poco a poco iniziarono a riempirsi di lacrime, portò le mani al petto stringendo nervosamente la veste:- Cosa devo fare?!...-
Anna continuò a guardarla in silenzio, e questa volta fu Tamao a inginocchiarsi:- Io non c'entro niente. Io non ho colpe. Aiutami Anna, aiutami a non farmi odiare da te!...-
Il piccolo Asakura vedendo la donna piangere scoppiò a piangere a sua volta, Anna lo strinse forte tra le braccia ma lui sembrava voler raggiungere l'altra donna e piangere con lei.
- Aiutarti- disse l'Itako ignorando la richiesta del figlio e stringendolo ancora più forte:- E chi è che aiuta me?!-
- Io- rispose Tamao alzando lo sguardo:- Sempre io!-
Anna:- Questa è bella! Entreremo nella storia! La moglie e l'amante che si consolano a vicenda!-
Tamao:- Beh allora? Sei speciale o mi sbagliavo?-
Anna allora le urlò:- Dimmi per quale motivo dovrei consolarti?!-
Tamao:- Io non voglio vederti soffrire!-
Anna le si avvicinò con passo agitato:- Allora stai lontana da mio marito!!-
Tamao urlò a sua volta, sempre in ginocchio:- E' questo il punto!- Le lacrime le sgorgavano da quegli occhi rosa ma il suo sguardo era severo:
- Sono stata lontana da Yoh tutta una vita ma adesso è lui che si è avvicinato a me!-
- Sì!!- Urlò ancora l'altra:- So anche questo- ammise ora in un singhiozzo soffocato.
Il bambino intanto continuava a disperarsi, Anna avvicinò il piccolo viso tra il collo e la sua guancia:- Scusami piccolo, ora torniamo a casa. E' tutto finito, è tutto finito.-
Si avviò verso la porta lasciando Tamao in lacrime inginocchiata al buio.
Prima di andarsene Anna le disse una parola, la sua intonazione fu dolce delicata e piena d'amore perché di una cosa Anna era sicura: non ce l'aveva in alcun modo con Tamao.
Era una comunissima parola, però quella volta fu speciale, proprio come la persona che l'aveva pronunciata:- Ciao...-
- Ciao- sfiatò appena in un sorriso la giovane allieva e la porta si chiuse.
Si fece notte e Yoh, ancora ospite degli Oyamada, non riusciva a dormire rigirandosi nel letto.
"Chissà se Anna avrà preso Hana. Che avrà detto a Tamao?
 Ma che mi era saltato in mente? Davvero ho rapito Hana?!
 Ho detto che non era un rapimento. Ma cazzo se lo era!
 Sono completamente impazzito o cosa?!
 Maledetto incantesimo!
 Chissà cosa avrà detto o fatto a Tamao, Anna. Ma porc!
 Conosco quella donna da tanto troppo tempo e non riesco a immaginare i suoi movimenti!!"
Sbuffò:- Ho sposato una donna che non conosco più- chiuse gli occhi addormentandosi, e quando uno dorme, sogna.
Contemporaneamente Horokei Usui bussò alla porta della sua camera d'albergo.
Ren nel sonno:- Chocolove, apri il cane, è arrivato lo spazzino...-
Pirika e Jun svegliandosi lo guardarono, ma Ren dormiva di nuovo profondamente.
Pirika sospirò:- Va beh. E' sicuramente quel cretino di mio fratello...- andò ad aprire.
Horohoro:- Ciao.-
Pugno in faccia:- Ciao un corno. Stavamo dormendo tutti! Le chiavi della camera?-
Horohoro indicò il comodino all'interno della camera con sopra le sue chiavi:- Lì.-
Pirika sbuffò:- Entra e fai silenzio che gli altri clienti dormono.-
Ren ora sveglio veramente:- Anche noi però...-
Pirika poi:- Scusa, ma dov'è Ren?-
Horohoro indicò il ragazzo all'interno della camera:- Lì.-
Pirika:- Cretino. Il cucciolo!-
Horohoro:- Ah, cazzo!- L'Ainu tornò di corsa alle Terme, dove aveva dimenticato il cane, lasciando i tre in camera a parlare molto male di lui.
Nei sogni di quello sciamano fratello del Dio prendevano sempre più forma dei bellissimi occhi castani dalle ciglia lunghe e seducenti.
Quegli occhi erano contornati da un leggerissimo trucco che li rendeva ancora più belli, e quelle labbra rosa poi, erano solo sue.
Com'era bella vestita di bianco, il velo le copriva il viso e in mano stringeva il bouquet.
Era la più bella di tutte.
Ora era il suo momento, lui poteva alzare quel velo e baciarle le labbra.
Era solo sua, non avrebbe mai amato nessun'altra donna, perché lui amava Anna! Lui amava Anna Kyoyama!
La donna che ora lanciava in aria il suo bouquet, chi lo avrebbe preso?
No. No! Non lei! Lei, l'altra donna.
Tamao. Forse era destino.
Yoh si svegliò, era mattina, il sole luminoso lo costringeva ad aprire gli occhi.
Come mai aveva sognato quel giorno? Quello che sarebbe dovuto essere, a detta di molti, il giorno più bello della sua vita.
Si chiedeva perché "perché non la amo più?" Morendo dentro sempre un po' di più.
Manta arrivò con la colazione:- Ehi Yoh! Visto che servizio? Ti porto la colazione a letto!-
Yoh col suo amorevole solito sorriso:- Grazie caro!- Prendendolo un po' in giro.
I due risero di gusto, non lo facevano da un po'.
Yoh consumava quella colazione ancora seduto in quel morbido letto:- Sai Manta?-
Manta gli era seduto di fronte, su una sedia:- Cosa?-
Yoh:- Ho sognato di sposare Anna.-
Manta:- Di nuovo, un incubo allora, non un sogno- ironico, Yoh rise ancora di gusto.
Manta continuò triste:- E cosa hai provato?-
Yoh non rispose subito, rimase tranquillo a masticare piano una delle brioches, poi strinse i pugni e infine portò la testa alle ginocchia attento a non rovesciare il suo vassoio. Pianse nascondendo la testa.
Manta rimase a guardarlo in silenzio.
- Mi manca!- Parlava Yoh tra un singhiozzo e l'altro:- Mi manca da impazzire! Io non posso vivere senza Anna, non posso!-
Manta allora parlò a voce sottile:-Yoh, io non capisco...-
Il ragazzo urlò:- Nessuno capisce!!- Per poi perdere quasi la voce:- Nemmeno io capisco...-
Manta:- Yoh, tu ami Tamao?-
Lo sciamano non sapeva rispondere.
L'amico ripeté con tono più duro:- Yoh, tu ami Tamao?-
Yoh:- Io non lo so! A volte credo di sì, a volte... non lo so!-
Manta:- Tamao è sempre stata innamorata di te e tu lo hai sempre saputo. Quella ragazza mi faceva un po' pena, sempre nascosta, sempre impaurita. Innamorata di un ragazzo che era destinato a un'altra- guardò l'amico negli occhi:- Non è che faceva pena anche a te, Yoh?-
Yoh alzò piano la testa dalle ginocchia guardando il ragazzo:- Cosa stai insinuando? Che abbia lasciato Anna per far contenta Tamao? Ho iniziato a interessarmi a lei quando ormai il matrimonio era in crisi!-
Manta:- Può darsi.-
Yoh guardò il vuoto avanti a sé, la sua schiena era ancora curva:- Comunque io l'ho sempre detto. Non voglio perdere Anna, voglio rimanerle amico e crescere insieme a lei nostro figlio!-
Manta:- Sì, ma questo è quello che vuoi tu, non quello che vuole lei.-
Yoh si incupì e Manta continuò ridacchiando:- Né forse quello che vuole Hao!- Alludendo alla promessa.
Yoh non disse più nulla, bevve il suo succo con in testa una sola domanda.
"Amo Anna o Tamao?"
Intanto Pirika aveva convinto nuovamente tutti ad andare da Anna, voleva vedere con i suoi occhi la giovane.
Ma arrivati alle Terme trovarono solo Ryu che felice salutò Pirika abbracciandola (Horohoro lo squadrò).
Pirika staccandosi da lui senza dover sembrare troppo scortese:- Anna non c'è?-
Ryu:- E' andata a fare spesa con Hana. Io sistemo casa!- Felice.
Jun:- Come sta?- Chiese.
Ryu:- Eeh...- sospirò:- ...tornata da casa di Tamao...- guardò Horohoro come a raccontargli il seguito di una storia di cui aveva visto solo l'inizio:- ...si vedeva che aveva pianto. Ma chiaramente non ne ha voluto parlare.-
Jun:- La solita.-
Anna:- Yoh mi ha lasciata, e sia lui che mio figlio amano Tamao più di me. Vi basta come motivo per piangere un po'?- Era tornata e con estremo cinismo li accontentò.
Jun si giustificò:- Non ci devi spiegazioni.-
Anna:- Sembrava le voleste- guardò la Ainu:- Ciao Pirika!- Poi:- Sparite, su!-
Horohoro, Ren e Jun alzarono le spalle:- Ok- e andarono via lasciando Ryu e Pirika increduli.
Pirika:- Ma Anna!-
Ryu:- Io non ti lascio padrona!- Le sfiorò le spalle:- Andrò a parlare con padron Yoh!-
Anna:- Piantala!- Si spostò di fretta lasciandolo cadere.
Ryu:- Sono serio!-
Anna:- Anche io!- Alzò la voce sull'uscio della porta:- Credi che non l'abbia già fatto? Non solo io, ci abbiamo provato tutti- trattenne ancora un singhiozzo:- Tra me e Yoh ormai è finita.-
E il ragazzo col regent e la bella ragazza dai lunghi capelli azzurri rimasero a guardarla in silenzio mentre si chiudeva la porta alle spalle tornando ancora una volta sola in quella casa. Sola con il figlio in quella grande casa.
Sola con il figlio e alcune presenze opprimenti in quella grande casa.
E Yoh pensava ancora a quella bambina così sola sul Monte Osore.

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Capitolo 15
*** Yoh, dove sei? ***


La sera arrivò, la luce alle Terme era accesa e qualcun'altro suonò ancora alla porta della villa Asakura.
La donna stufa si alzò dalla poltrona dove come al solito guardava la tv, il figlio dormiva già.
Anna:- Uff- sbuffò:- Chi è ancora?!- Chiese.
Ma appena quella voce si fece sentire il suo cuore iniziò a battere forte.
- Sono io!- Era Yoh!
Cos'era venuto a fare? Pensò in preda al panico la donna non sapendo come comportarsi, non aprì la porta e gridando dalla cucina glielo chiese:
- Cosa sei venuto a fare?!-
Yoh:- Voglio parlarti!-
Anna:- Vuoi parlarmi? E di cosa?!-
Yoh:- Dai smettila! Fa freddo qui fuori! Fammi entrare!-
Anna sbuffando aprì la porta:- Allora, cosa vuoi?-
Yoh entrò spostando quasi di peso il corpo della donna che non si scostava per farlo passare:- Accomodiamoci in cucina- disse.
Anna:- E' una cosa lunga?-
Yoh:- E' una cosa importante- e Anna intuì che doveva trattarsi di loro due.
Intanto il gruppo Tao/Usui (e cucciolo) vagava in boschi sperduti.
Pirika con estremo sarcasmo:- Bene, siamo partiti alla scoperta del mondo!-
Ren stanco:- Torniamo in albergo, ti prego- all'amico che seguito dal cane "capitanava" il gruppo.
Horohoro:- Lo farei volentieri, ma ci siamo persi.-
Lo uccisero.
Horohoro difendendosi appena, mentre invece il piccolo Ren aggrediva tutti per proteggerlo:- Dai, quante storie. Mi sono solo perso!-
Ren:- E quel (alterò la voce come a imitare il compagno) "fidatevi, io so dove sto andando"?!-
Horohoro:- Da quanti anni ci conosciamo Ren, eh? E ancora non hai capito che non devi fidarti di me?-
Lo uccise.
L'Ainu si guardò intorno:- E' un bel posto e ormai è tardi, accampiamoci qua! Sarà divertente!-
Jun:- Moriremo di freddo. E non è divertente. Forse è divertente per i poveri- con estrema pungente cattiveria nei confronti dell'Usui insultando involontariamente anche la sorella.
Pirika:- Non abbiamo tende né niente!-
Horohoro:- Io ho sonno- si stese a terra tra l'erba addormentandosi quasi subito abbracciato al cagnolino e costretti dalla stanchezza gli altri tre lo imitarono.
Contemporaneamente i due coniugi bevevano un caffè per rimanere svegli.
Seduti ancora una volta al tavolo di quella cucina:- Allora? Che volevi dirmi?-
Yoh tra un sorso e l'altro:- Io ecco... volevo dire...- prese coraggio:- Così non va!-
Anna:- Vai avanti.-
Yoh con leggera agitazione:- Te l'avevo già detto! Ti ho lasciata ma voglio continuare ad esserti amico e non voglio perderti quindi- venne interrotto da una pacata Anna:
- Stai sbagliando tutto.-
Yoh la guardò.
Anna, ormai stanca di piangere, gli parlò con estrema calma:- Tu forse non te ne accorgi, ma ti stai comportando da egoista.-
Lo sciamano rimase ad ascoltarla in silenzio.
Anna si alzò girando piano intorno a quel tavolo mentre la mano ne disegnava il contorno:- Mi abbandoni e te ne vai di casa senza assicurarti che io stia bene o male. Te ne vai con un'altra donna. Fai sparire mio figlio in una notte facendomi quasi morire- continuò senza mai essere interrotta:- Ti arrabbi se io dopo tutto questo mi arrabbio e poi... pretendi che io sia tua amica?- Continuava a dire tutto senza più un briciolo di rabbia, solo tanta stanchezza.
Yoh non sapeva che dire.
Anna abbassò lo sguardo ancora una volta sentendosi sconfitta:- Ma tu pensi di essere nel giusto. Che posso farci?-
Yoh:- Ti sbagli!- Disse finalmente il ragazzo:- Io me ne sono reso conto solo ora. Ho sbagliato. Ma ero in preda al panico! Ho sofferto quanto te per questa storia!-
Anna:- E perché? Ora sei felice con Tamao, giusto?-
E il silenzio di Yoh agitò nuovamente la donna.
Anna:- Oh no. No. Che vuol dire questo silenzio?!-
Yoh:- Come ho già detto a Manta non so, io non so più niente.-
Anna:- Io so invece- sfiorò la mano del ragazzo senza alcuna delicatezza e lo costrinse a farsi guardare negli occhi, quegli occhi:- So che tra noi è finita.-
Yoh non trattenne un singhiozzo:- Anna!...-
La donna si allontanò da lui indietreggiando:- Ti ho risolto un problema no? Vai con Tamao! Sarete felici entrambi!- Poi "finalmente" anche in lei tornò quel rammarico:- Scusami Yoh. Non avresti dovuto sposarmi!-
Yoh cercò di avvicinarsi:- Scusarti? Sono io a doverti chiedere scusa per quello che ti ho fatto passare!-
Anna:- Per quello che mi STAI facendo passare!- Corresse.
Yoh non sapeva più come trattenere i singhiozzi:- Sei speciale Anna, e io non ti merito.-
Anna:- Sì, infatti.-
Yoh:- Ho perso la donna migliore del mondo.-
Anna si alterò:- Io non ti capisco Yoh. Non ti capisco proprio! Prima mi lasci e poi cerchi di riconquistarmi?-
Yoh:- Io... no... è che...-
Anna venne colta da un profondo momento di tristezza e malinconia e la sua voce si ruppe:- Cosa sei diventato?- E non riuscì nemmeno a trattenere le lacrime che calde le riempivano gli occhi e le ciglia:- Tu non sei Yoh! Non sei l'uomo che ho sposato!-
Iniziò a tirare leggeri pugni al petto del ragazzo quasi come se volesse scacciare via l'uomo che aveva preso il posto del suo amato:
- Tu non sei Yoh! Non sei più il mio Yoh!-
Maledetto incantesimo, maledetta freccia di cupido.
Maledettissimo quel momento in cui lo incontrò. Maledetto quel giorno di neve sul Monte Osore.
- Dove sei? Yoh, dove sei?!- Urlava ormai dal viso rosso completamente ricoperto di lacrime.
Yoh vedendola così disperata bloccò i suoi pugni e la strinse al petto:- Calmati Anna. Che cerchi di dirmi?-
Anna stringendosi nella maglietta del marito ma parlando a chissà chi:- Dove sei amore mio? Dov'è quel ragazzino che ho tanto amato, dov'è?!-
Yoh disse una frase così spietata, ma forse vera:- E' cresciuto, Anna.-
In quel bosco invece lo sciamano dai capelli viola non riusciva a prendere sonno, dormiva alla destra dell'Ainu, ognuno aveva accanto la propria sorella. Dormivano tutti tranne lui che sotto quel cielo di stelle si soffermava a seguire il profilo del compagno.
Sfiorò delicatamente con il dito la sagoma del suo viso svegliandolo accidentalmente.
Ren:- Che fai? Dormi- ordinò con dolcezza.
Horohoro:- Che fai tu?!- Non urlò veramente ma l'altro gli tappò la bocca con la stessa mano che prima percorreva il suo viso.
Ren:- Shh. Così svegli anche gli altri.-
Horohoro:- Non dormo io perché dovrebbero dormire gli altri?-
Ren continuava a guardarlo estremamente docile:- Se Jun e Pirika si svegliano poi non saremmo più soli- sorrise e poi arrossì appena ripensando alla "perla rara".
Horohoro ricambiò il sorriso voltandosi piano dal lato dell'amico, il cucciolo venne disturbato ma poi si riaddormentò subito.
Horohoro:- Io non ti capisco. Un po' mi respingi, un po' mi vuoi. Deciditi!- Era sereno mentre gli diceva questo.
Ren:- Non è una mia decisione. Io la mia decisione l'ho presa molto tempo fa- lo baciò.
Non accadeva da un po' e vissero entrambi l'incontro di quelle labbra come se fosse la prima volta.
Però il ragazzo del nord sentiva un leggero senso di tristezza nella bocca dell'altro.
E una volta staccati gli chiese:- Perché non puoi amarmi?-
Ren:- Non è il mio destino- dovette ammettere con occhi quasi lucidi sotto quelle stelle mentre un vento un po' freddo gli fece rabbrividire.
L'Ainu lo abbracciò piano come a proteggerlo da quel freddo, non indagò oltre e poco dopo entrambi si addormentarono sotto la luna piena.
E quella stessa notte Yoh rimase a dormire in quella che era la sua casa.
Non dormì con Anna, ma rimase a guardare il soffitto di quelle Terme per un bel po' prima di prendere sonno.
Non spense nemmeno la luce, voleva soffermarsi su ogni singola crepa che quella villa mostrava.
"Dove sei Yoh?"
"E' cresciuto."
Lo pensava davvero.
Eppure nemmeno lui sembrava accettarlo.
"Dove sei Yoh?" Ogni tanto se lo chiedeva anche lui.
E per un istante immaginò anche lui quel bambino in trappola dentro quel suo corpo che cresceva.
Chiedeva di essere liberato.
Chiedeva di essere ascoltato.
Chiedeva indietro il suo amore perduto.
E gli implorava anche di stare attento a quella bambina così sola sul quel Monte innevato.
Perché quella bambina quando si sentiva sola, sola non era mai.
E un aura opprimente lo costrinse ad addormentarsi facendolo cadere in un sonno profondo quasi come se avesse perso i sensi.
Un sonno profondo e nero senza alcun sogno questa volta.
Un sonno profondo e nero che metteva addosso solo una grande, costante, paura.

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Capitolo 16
*** Per un attimo la normalità ***


E così quella sera Yoh era rimasto a dormire nella sua villa, le Terme Funbari.
Aveva dormito sul divano ma non se la sentiva di lasciare Anna sola, si era reso conto di averle fatto davvero molto male senza volerlo.
Però lui non riusciva veramente a capire cosa volesse. Amava Anna? Era sicuro di non amarla più, ma era anche sicuro di non amare Tamao.
Pensava a volte, e altre volte invece pensava tutto l'opposto.
La notte era passata ormai, e Hana era sveglio giocando con delle costruzioni vicino a lui.
Yoh lo guardò:- Dimmi piccolo, cosa dovrei fare secondo te?-
Hana balbettò appena:- Tamao.-
Yoh sgranò gli occhi:- Come?!- Il figlio a mala pena diceva "mamma" e "papà".
Anna spuntò alle loro spalle:- Una delle sue prima parole. Ama profondamente quella donna...-
Yoh si voltò guardando la moglie un po' impaurito dalla reazione che quest'ultima avrebbe potuto avere. Ma lei sbuffò e basta avvicinandosi al frigo:- E' rimasto qualcosa preparato da Ryu. Metto qualcosa a tavola, tu dai una lavata ad Hana.-
Yoh annuì sereno:- Agli ordini!-
Per un attimo la tensione tra i due si era completamente sciolta.
Per un momento era come se fosse tornato tutto alla normalità.
Per un momento si erano dimenticati di ciò che era successo.
Sembravano di nuovo una famiglia felice, quella che non erano più.
Yoh tornò dal bagno col figlio in braccio e trovò tutto apparecchiato.
Si sedettero intorno al tavolo a raccontarsi un po' di sciocchezze divertenti capitate in quei giorni.
Qualche aneddoto al supermercato o a casa di Manta.
Risero anche della porta distrutta nella residenza Oyamada, risero della reazione di Manta e di cosa furono costretti a inventarsi con gli operai.
Risero di gusto come una famiglia felice, quella che non erano più.
E proprio a casa Oyamada suonò ancora una volta il telefono.
Manta:- Pronto?-
Tamao:- Ciao Manta, Yoh è con te?-
Manta:- Ciao Tamao! No, non è qui, mi dispiace.-
Tamao:- Sai dove sia andato?-
Manta:- Non so, davvero. Ieri sera ha detto che usciva ma non mi ha detto né dove andava né quando tornava. Infatti non è più tornato...-
Tamao:- Non gli sarà successo qualcosa?-
Manta ridacchiò:- Che mai può essere successo a Yoh? E' così forte!- Poi pensò a quando pochi giorni prima sia lui che Horohoro, due dei cinque guerrieri, erano caduti in un burrone:- ...Non che sia una cosa da escludere a priori...-
Poi ci pensò:- Ma forse è più probabile che...-
Tamao completò:- Che si sia fermato da Anna.-
Manta:- Tamao- disse con tono cupo.
Tamao:- Sì?- Sembrava che volesse chiudere la chiamata ma il ragazzo la trattenne.
Manta:- Sii forte, sempre. Ti vogliamo tutti bene, spero che tu lo sappia.-
La ragazza assunse una sincera dolcissima espressione che però dall'altro lato del telefono il ragazzo non poté vedere:- Grazie- disse però con tono delicato e Manta si sentì sollevato.
Ryu tornò alle Terme:
- Anna, sei in casa??- Urlò ma ad aprire alla porta fu Yoh.
Perplesso ma felice:- Padron Yoh!! Che bello vederti!-
Si salutarono calorosamente.
Ryu:- Non pensavo di trovarti qui!- Disse però rovinando quella momentanea armonia e ricreando intorno a quella casa quella maledetta tensione.
Visto il gelo formatosi Ryu aggiunse:- Scusate, non volevo. Eheh...-
Yoh sorrise:- Lascia stare. Vuoi entrare? Rimani per pranzo?-
Anna:- Cucini tu intende- specificò.
Non a caso Ryu aveva due buste della spesa con sé:- Era già nelle mie intenzioni!-
Anna a Yoh:- Ryu si è praticamente trasferito qui senza che nessuno gliel'abbia chiesto.-
Yoh rise di gusto, fece una battuta:- Neanche il tempo di separarmi ufficialmente che già tenti di fregarmi la moglie- risero appena i due, ma in realtà c'era poco da ridere. Anna, non a caso, non rise.
In ogni caso trovarono entrambi rincuorante e rassicurante il comportamento di Ryu. Yoh sapeva che Anna era in buone mani con lui.
E Anna aveva qualcuno che si occupasse di lei, qualcuno che in fin dei conti, non faceva troppe domande indiscrete.
Tamao e Ryu sarebbero stati due ottimi genitori per Hana, pensarono. Migliori di quanto non potessero essere loro, pensarono.
"Grazie Ryu" pensarono.
L'ora di pranzo arrivò, mangiarono insieme e Hana in effetti, anche se sempre con sguardo scontroso, trovava simpatico quell'uomo col regent e la barba. Yoh e Anna risero nel vederli insieme, erano una coppia davvero divertente.
Finirono di mangiare e passarono insieme anche gran parte del pomeriggio finché Yoh guardando l'orologio:- Dovrei tornare da Manta, sono quasi 24 ore che non mi faccio vivo. Sarà preoccupato per me!-
Tornò nella residenza Oyamada.
Manta:- Mi eri anche dimenticato che eri mio ospite.-
Yoh piagnucolando:- Che amico! E io che pensavo stessi facendo il finimondo!-
Manta:- Ah, vedi che ha chiamato Tamao sta mattina.-
Yoh:- Ah sì? Che dice?-
Manta:- Voleva te. Ma tu non c'eri quindi...- il suo tono s'incupì:- Sei stato a casa di Anna vero?-
Yoh:- Casa mia- precisò.
Manta:- Hai dormito lì sta notte?-
Yoh annuì:- Ma sul divano, chiaramente.-
Manta:- Chiaramente- ribadì in un filo di voce.
Il gruppo di ragazzi che aveva passato la notte nel bosco nel frattempo era riuscito a ritrovare la strada per l'albergo.
Felici rientrarono pronti a farsi un bel bagno, Horohoro fu costretto a farlo per ultimo (era stata colpa sua quella fredda nottata).
Mentre Horohoro era ancora sotto la doccia insieme al cucciolo i tre ragazzi parlavano nella camera.
Pirika:- Quando pensate sia ora di tornare ognuno a casa propria?-
Ren:- Io l'avevo proposto già da un po'. Da prima che tu arrivassi.-
Pirika:- Dubito tu ti sia trattenuto per me quindi eviterò discussioni- ridacchiò.
Jun:- Penso che questa vacanza sia durata anche troppo. Che dici Ren? Ti senti pronto?-
Il ragazzo la guardò e nello stesso momento sia Horohoro che il piccolo Ren uscirono dal bagno ancora bagnati con entrambi addosso solo una asciugamano, allora lo sguardo del cinese si posò sul compagno.
Notando l'aria un po' cupa lo sciamano di ghiaccio chiese:- Tutto ok?-
Jun scostò lo sguardo dal ragazzo mezzo nudo:- Ti ricordo che ci sono anche io in questa stanza.-
Ren guardò l'asciugamano sul cane:- Si sarà riempito di peli.-
Horohoro togliendo l'asciugamano dal cucciolo:- Tanto ho sentito che volete andare via, che importanza ha? Quando troveranno i peli saremmo già lontani- ridacchiò asciugandosi meglio con lo stesso asciugamano che aveva tolto dal cane provocando un leggero disgusto negli altri tre.
Era ancora notte fonda quando Yoh, ancora una volta ospite di Manta, si svegliò in quel letto dalle lenzuola di seta bianche.
Non riuscendo più a prendere sonno si soffermò a guardare il cielo oltre la finestra.
- Che nottata meravigliosa- disse.
Era stupenda in effetti, il cielo color indaco e miriadi di stelle ad accenderlo, la luna grande e luminosa sembrava che lo stesse a guardare così come lui guardava lei.
Non riusciva più a prendere sonno e pensò bene di alzarsi da quel letto dalle morbide lenzuola di seta per raggiungere quella notte.
Una passeggiata notturna non poteva che fargli bene e schiarirgli le idee.
Idee ormai così confuse.
"Dove sei Yoh?" Gli risuonò ancora una volta nella testa.
E poi di nuovo la neve e il Monte Osore.
Pensò per un momento anche a Matamune, e poi ad Hao.
Chissà se erano insieme adesso.
Chissà quanto li stesse deludendo entrambi.
"Dove sei Yoh?" Già. Dove sei? Pensò.
Quella lunga notte sembrava non avere mai fine.
La testa dello sciamano iniziò a girare con violenza, la sua vista si offuscò.
Faceva male, la testa faceva troppo male.
Cos'era quest'aria di oppressione?
Cos'era questa pesantezza nell'animo?
Era qualcosa che in passato aveva già sentito.
Ma dove?
Ripensò a quella neve.
Qualcuno lo chiamò, ma non riusciva a capire chi fosse.
- Yoh. Tutto solo a quest'ora di notte?- Era una voce amica, ma non riusciva a riconoscerla, la testa gli faceva troppo male.
- Questa è l'ora degli spettri, lo sai!-
Quell'oppressione.
Quella pesantezza.
E ancora una volta la neve nei suoi ricordi.
Poi uno sparo.
Ma quello non era uno scherzo della memoria di Yoh.
Lo sparo era vero.
E quella voce urlò il suo nome:- Yoh! Yoh!!-
Poi buio.
E poi...
...poi gli parve di trovarsi nel bianco e di vedere una sagoma a lui conosciuta. Una sagoma che gli somigliava tantissimo, un sorriso malizioso.
- Ciao Yoh- questa voce la riconobbe subito, era la voce di suo fratello.

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Capitolo 17
*** Chi ha sparato a Yoh Asakura? - parte prima ***


- Ciao Hao.-
Suonò un telefono alle Terme Funbari nel bel mezzo della notte.
Anna:- Pronto?-
La linea veniva da casa di Manta ma al telefono parlava un fantasma.
Anna:- Faust?-
Il fantasma tedesco era incredibilmente serio.
Anna tremò appena sentendo addosso un peso, come se avesse già capito tutto:- E' successo qualcosa?-
Faust:- Chissà che tu non la sappia già- la serietà e quella punta di rabbia fecero sussultare la donna facendola sentire colpevole di un qualcosa che non aveva commesso.
Faust:- Yoh è a casa di Manta. Ho chiamato il ragazzo in tempo e grazie al mio aiuto di medico lo abbiamo nascosto in casa sua. Non ho chiamato l'ospedale, basto io per il fare il possibile.-
Anna iniziò a tremare:- Di che stai parlando?!- Urlò agitata.
Faust:- Yoh è entrato in coma dopo aver subito uno sparo.-
La cornetta cadde dalle mani della giovane, le sue gambe non riuscirono più a reggerla e si lasciò cadere a terra anche lei con gli occhi gonfi di lacrime:- Yoh...-
La voce che Yoh aveva sentito prima di quel colpo doveva essere sicuramente quella di Faust, come aveva potuto non riconoscerla?
Ma la confusione nella sua testa era troppa!
Ora se ne stava in un letto in una stanza poco usata della residenza Oyamada. Erano stati avvertiti tutti.
Faust usando il corpo di Ryu come mezzo aveva apportato le massime cure al corpo dell'Asakura, ma per l'anima c'era solo da aspettare.
Sembrava che più che lo sparo, che a quanto pare non era stato così grave, spiegò, fosse qualcos'altro a tenerlo ancorato più alla morte che alla vita.
E quella strana sensazione opprimente ogni tanto la sentivano tutti i presenti anche in quella casa.
Un brivido, e poi volava via.
Dopo aver salutato Yoh con affetto e qualche lacrima tutti i ragazzi interpellati da Faust si fermarono a discutere dell'accaduto nel grande  salotto vicino la stanza del ferito. Hana era con loro in una culla portatile, dormiva profondamente ed era l'unico ignaro della situazione.
Gli altri abitanti della casa dormivano ancora.
I tristi ospiti parlavano in silenzio, la luce nel salotto non era stata nemmeno accesa, a illuminarlo e riscaldarlo appena c'era il camino.
Anna e Ren se ne stavano seduti sulle rosse poltrone vicine il fuoco, a rimuginare sull'accaduto; Jun in piedi accanto al fratello gli sfiorava le spalle, gli altri più agitati camminavano avanti e indietro per il salotto.
Horohoro era quello che si muoveva più di tutti (il piccolo Ren era con loro, triste, in un angolino a non disturbare):- Si può sapere precisamente cosa sia successo?! Manta, Yoh non dormiva qui??-
Manta:- Sì, ma forse non prendendo sonno avrà pensato di farsi una passeggiata- tremava più di tutti dalla rabbia.
Jun illuminata dal fuoco:- Faust, tu hai visto tutto. Cos'è successo? Chi è stato?-
Tamao se ne stava più al buio di tutti, nell'angolo più lontano di quel salotto, era la più vicina alla porta della stanza di Yoh, a quelle parole sia lei che Anna alzarono lo sguardo:- Tu... tu hai visto tutto?- Tremarono.
Il dottore annuì cupo.
Ryu sputò:- Anche l'assassino?!-
E il dottore annuì ancora facendo nascere il silenzio più totale, in quella stanza solo il rumore dello scoppiettare del fuoco.
- Certo era buio- rompette il silenzio pochi secondi dopo come a inventare scuse per non rivelare il nome del colpevole e finire lì questa storia.
Uscì dalla stanza oltrepassando il muro:- L'assassino non si deve preoccupare. Io non dirò altro- disse infine lasciando di nuovo i ragazzi in un cupo silenzio.
Poi, Manta tremò ancora di più, tanto da balbettare:- Intendeva dire che l'assassino è uno di noi?!...-
Ryu:- Non può essere!- Tirò un pugno a uno dei pregiati tavolini in marmo presenti nella stanza, col rischio di svegliare gli altri residenti:
- Nessuno di noi sarebbe in grado di fare questo!-
Jun ancora poggiata a quella poltrona:- Ultimamente si sono creati un po' di disagi, nei quali nella maggior parte è coinvolto Yoh. Chissà...- sorrise appena con cinismo:- ...forse qui qualcuno avrebbe anche avuto il coraggio di fare una cosa simile.-
Anna la guardò con sguardo sinistro e lei ricambiò lo sguardo.
Jun:- Nessuno si senta preso in causa da ciò che ho detto- sentenziò seria, poi continuò:- Assurdo però. Disagi nei quali è coinvolto Yoh. Yoh. Lo Yoh che ricordo io i disagi sapeva attenuarli non causarli- lo diceva col cuore e suo fratello continuò il suo dialogo:
- Quanto hai ragione. Il ragazzo che dorme nella stanza accanto non è il nostro Yoh.-
Anna e Manta parlarono all'unisono, con un filo di voce:- E' cresciuto, dice.-
Horohoro sbuffando tirò un calcio a un'altro dei tavolini in marmo e urlando:- Ma se tutti noi pensavamo che Yoh dormiva a casa di Manta!!-
Venne sgridato da tutti, e poi sgridarono anche Ryu, dovevano fare attenzione a non svegliare nessuno (né tantomeno rompere la casa di Manta, aggiunse proprio quest'ultimo).
L'Ainu scocciato continuò a voce bassa:- Come facevamo a sparare a Yoh se non sapevamo nemmeno per esattezza dove si trovasse! Senza contare che non abbiamo nessuna pistola con noi!-
Pirika:- Manta può averlo benissimo sentito e pedinato! Poi questa casa sarà piena di pistole.-
Manta:- Cosa?!-
Pirika sbuffò:- Non volevo darti colpe Koropokkuru, era per dire.-
Anna ridacchiò, sempre seduta sul rosso di quella poltrona:- Sappiamo tutti tappo che non saresti in grado di fare male a una mosca. Ma chiunque di noi sarebbe in grado di eludere la sorveglianza di questa casa e rubare un'arma da fuoco alle guardie, questo è vero.-
Manta non sapeva più che dire, tremava e basta, preda del panico.
Jun:- E l'ipotesi del pedinaggio potrebbe essere esatta. Sapevamo che dormiva qui, potremmo esserci appostati da qualche parte in questa casa per poi vederlo uscire e agire.-
Ren annuì:- Io non voglio sospettare di nessuno, è chiaro, sono sicuro che chiunque in questo salotto sia innocente. Ma in ogni caso faremmo bene a crearci degli alibi.-
Manta:- Queste cose dovrebbe farle la polizia.-
Ren:- O Lyserg, è davvero un peccato che non sia qui.-
Anna:- La polizia non deve intromettersi. E' meglio che questa questione rimanga nostra.-
Poi un altro urlo, anche se non tale da svegliare chi dormiva, riempì la stanza:- Ma cosa stiamo facendo?!-
Tutti si voltarono a guardare quell'affranta donna che ancora non aveva osato fiatare ma se ne stava semplicemente vicino quella porta dove Yoh riposava, continuò tra i singhiozzi:- Siete per caso impazziti?! Yoh lotta tra la vita e la morte nella stanza accanto e noi siamo qui a incolparci a vicenda! A malapena ci siamo fermati a salutarlo!- Si voltò verso Anna:
- Che razza di moglie sei tu?!-
- Una tradita- rispose con sdegno zittendola.
Questa volta il silenzio regnò più a lungo, i volti abbassati come in una preghiera. Tamao aveva ragione ma c'era poco che potessero fare per Yoh, se non scoprire il colpevole.
Tamao li guardò ancora piena di rabbia, il viso rosso dal pianto e le mani stanche, scostò la testa indignata ed entrò nella stanza del malcapitato chiudendosela alla spalle.
Anna la guardò raggiungere suo marito, ma rimase lì, seduta su quella sedia di fronte al fuoco.
E mentre lottava per svegliarsi lo sciamano dai lunghi capelli castani credeva di sognare, ma forse questo non era un sogno.
Bianco.
Due figure così simili, una delle due aveva solo l'aspetto più adulto e uno sguardo più sereno.
- Come sei finito qui?- Chiedeva la figura più giovane un po' scocciata, ma mantenendo quel leggero maligno e bellissimo sorriso.
- Qualcuno mi ha sparato- rise di gusto.
- Che strano. Adesso mi ricordi Yoh molto di più- criticò il Dio:- il proiettile deve averti fatto bene!-
Yoh allora si rattristì:- Ho deluso anche te, vero?-
Hao:- Hai deluso tutti- sentenziò.
Yoh:- Mi odi adesso?-
Hao:- No. Se posso dirlo mi sei anche più simpatico adesso che ti sei mostrato debole.-
Yoh:- Non dirmelo. Non mi vedi ancora più piccolo?- Rise.
Hao:- Sei forse l'unica persona che non ho mai visto piccola. Tu e la tua signora s'intende. E' per questo che mi hai deluso- ribadì.
Yoh:- E' meravigliosa lei, vero?- Disse con voce sottile e profondamente innamorata.
Hao:- Non capisco come tu abbia potuto dimenticarlo.-
Yoh:- Non lo capisco nemmeno io- abbassò lo sguardo.
Poi dopo qualche attimo lo Shaman King continuò:- Tu sai chi ti ha sparato vero?-
Yoh:- Sì- disse non troppo cupo ma anzi quasi alleggerito da un peso di colpevolezza, come se quel colpo lo avesse meritato.
Yoh:- Morirò? Perché morire mi dispiacerebbe.-
Hao:- Mi stai chiedendo l'ennesimo aiuto?-
Yoh:- Ti sto chiedendo se sai come sto messo? Sono così grave?-
Hao sbuffò:- L'unica cosa grave è quello che hai fatto ad Anna. Meritavi peggio di un qualcosa che ti sta solo facendo riposare un po'. Cosa che tu ami.-
Yoh sorrise sollevato:- Allora sopravviverò!-
Hao:- Se sarò io a deciderlo- lo minacciò preparandosi a schioccare le dita.
Yoh rise nervoso portando le mani avanti:- No no no. Giuro che metto di nuovo la testa a posto! Appena sarò sveglio mi darò da fare per avverare quello che ti ho promesso!-
Hao:- Come no? Sai bene che è un lavoro impossibile.-
Yoh:- Uno ci prova- rideva di gusto:- In qualche modo, me la caverò, lo sai!-
Il fratello si soffermò ancora una volta a guardarlo, la mano ora si posò sulla guancia e sfiatando ammise ancora:- Ora sì che mi ricordi Yoh.-
Yoh lo guardò con occhi fieri:- L'hai già detto, fratello.-
E lo Shaman King sorrise con quel suo solito malizioso e bellissimo sorriso.
Quello strano incantesimo forse poteva essere spezzato da un Dio.
Il bianco si dileguò poi, e tornò il nero. E tornarono i sogni, quelli veri, come quando si dorme.
In quello stesso momento gli amici di Yoh continuavano ad "indagare" costruendosi degli alibi.
Ma come notò Anna:- Nessuno di noi ha un alibi vero e proprio. Eravamo tutti nelle nostre case, soli a dormire. Certo, Ren, Jun, Horohoro e Pirika dormivano insieme ma sono così intimi da poter essere complici o da coprirsi a vicenda.-
Horohoro e Pirika si offesero, non sarebbero mai in grado di giustificare qualcosa del genere.
Manta borbottava ancora, ora seduto per terra vicino al fuoco, tra i due divani:- La cosa più assurda è Faust! Perché non ci ha semplicemente sputato in faccia il nome del colpevole?! E' chiaro che sta cercando di difendere l'assassino! E non credo sia una cosa che farebbe per chiunque in questa stanza.-
Ryu ticchettava le dita nervoso sul tavolino:- Beh, Faust è amico di tutti qui...-
Gli ex componenti del Team The Ren e sorelle lo guardarono, in effetti loro erano amici, sì, ma non così intimi.
Manta infatti continuò:- Uno di noi ha sparato a Yoh, forse il suo migliore amico. Per quanto possa volerci bene come potrebbe perdonare un atto simile? Io non lo perdonerei- strinse i pugni e altrettanto fece Anna dicendo:- neanche io- cupa.
Tamao era rimasta nella stanza con Yoh. Stringeva lui la mano con sguardo cupo, la frangia le copriva gli occhi e le spalle tremavano.
- Sono l'unica a cui importa veramente di te- borbottava piena di risentimento:- Vogliono solo scoprire il colpevole. Questo non è un romanzo giallo- alzò lo sguardo accarezzandogli il viso tra le lacrime:- Questo è un romanzo drammatico. Oh Yoh, dove sei?!-
Yoh, sdraiato privo di sensi in quel letto, le sembrava comunque bellissimo. Respirava piano, come se stesse solo dormendo, ma lei aveva paura che da quel sonno potesse anche non svegliarsi mai più.
Gli strinse la mano ancora più forte lei bagnandola di lacrime.
Però Yoh in quel momento non stava sognando lei, ma un altra donna.
In quel sogno non vedeva più una bambina, vedeva una donna, bellissima, sotto la neve del Monte Osore.
L'unica donna che aveva veramente amato, l'Itako
Anna Kyoyama.

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Capitolo 18
*** Chi ha sparato a Yoh Asakura? - parte seconda ***


Erano ancora tutti radunati in quel salotto, il sonno si faceva sentire ma nessuno riusciva a dargli ascolto.
Ren si alzò dalla poltrona e senza dire niente uscì dalla stanza raggiungendo il buio atrio d'ingresso.
Jun lo lasciò andare ma il suo compagno di squadra no, decise di raggiungerlo senza curarsi se volesse o meno restare solo.
E in quel buio atrio parlarono in silenzio.
Horohoro:- Dove vai?-
Ren scocciato si voltò verso di lui:- Volevo calmarmi un po' restando solo. Grazie per aver rispettato le mie volontà.-
Horohoro:- Ero preoccupato per te e ti ho seguito. Grazie per il ringraziamento.-
Ren:- Non eri richiesto, tornatene di la.-
Ma l'Ainu ancora una volta se ne fregò avvicinandosi al ragazzo.
Horohoro:- Quanto hai preso male questa storia?- Chiese con tono pacato adesso.
Ren sorrise d'istinto un po' nervoso, che domanda stupida. Come doveva averla presa?
Ren:- Perché? Tu come l'hai presa?- Girò la domanda.
Horohoro portò le mani in tasca, lo fissava in modo indiscreto come suo solito:- Sto male. Ma credo che tu sia più legato a Yoh di quanto non lo sia io.-
Ren:- Che sciocchezza. E' il tuo migliore amico, no?-
Horohoro:- Sì, ma non mi ha salvato da un tetro destino. E' "solo" il mio migliore amico- questa frase non sembrava avere un senso, eppure lo sciamano di Kishu capì.
Ren respirò a pieni polmoni per poi avvicinarsi ancora di più al compagno, senza aggiungere altro lasciò cadere la testa sul petto dell'amico. Horohoro:- E poi sono sicuro che Yoh si sveglierà. Ha un fratello che forse lo ama ancora più di te!- Ridacchiò nervoso e Ren, che ancora sfiorava la maglia dell'altro con la fronte, sorrise sincero.
Poi il cinese parlò, rimanendo sempre in quella posizione, con un lieve sarcasmo:- E se fossi stato io? Magari il mio lato oscuro è tornato, chi lo sa?-
Era chiaramente ironico ma l'Ainu rispose lo stesso:- Quel tuo lato oscuro non è mai esistito davvero.-
Ren:- Intanto di crimini ne ho commessi- alzò lo sguardo adesso guardando gli occhi del giapponese, continuava a parlare con sarcasmo.
Horohoro, che così vicino ricambiava lo sguardo:- Se fossi stato davvero tu io dovrei saperlo, non credi? Sono stato tutto il tempo con te.-
Ren:- Come anche adesso. Dovresti lasciarmi un po' in pace, sai?-
Risero e il cinese continuò:- Magari vuoi coprirmi, come ha detto Anna.-
Horohoro:- Non lo farei mai. Credimi, non ti difenderei nemmeno se ti vedessi uccidere uno sconosciuto, pensa se uccidessi Yoh. E' il mio migliore amico, sai?-
Ren sorrise prendendolo in giro:- "Solo" il tuo migliore amico- alzò leggermente i piedi per arrivare alle labbra dell'altro, lo baciò un solo istante e poi si allontanò pentendosi quasi del gesto.
Horohoro:- Dove vai?- Gli chiese sempre con le mani in tasca, vedendolo allontanarsi da lui.
Ren:- Lontano da te, non vedi? Quanto sei noioso. Impara a stare senza di me- sorrise ancora un po' nervoso.
Horohoro:- Mai- gli rispose con fin troppa serietà:- Io ti aspetterò sempre, a prescindere dal tuo destino.-
Lo sciamano dai capelli viola rimase a guardarlo in silenzio, le labbra tremarono appena, lo sguardo era dolce; il cuore gli si strinse, e senza dire più nulla camminò nella direzione del compagno, lo superò e tornò nel salotto insieme agli altri.
L'Ainu abbassò lo sguardo sorridendo e ancora una volta lo seguì.
Arrivò il mattino e chi più chi meno i ragazzi presero sonno in quel salotto.
Mentre tutti dormivano qualcuno si svegliava. La stanza era illuminata dal sole.
- Ciao Yoh- disse il fantasma tedesco.
- Faust!- Esclamò lui un po' stanco.
Tamao dormiva con la testa poggiata su quel letto, sembrava aver pianto tanto, Yoh la notò accarezzandole delicatamente i capelli come a ringraziarla.
Faust:- Sai Yoh, io ero presente quando lei ti ha sparato.-
Yoh:- Lei?-
Faust:- Era la figura di una donna. Ma era buio. E due donne di tua conoscenza si assomigliano ormai davvero tanto, non credi?-
Guardarono la ragazza dai capelli rosa, sembrava un angelo così stanco.
Yoh sorrise annuendo.
Yoh:- Non sei arrabbiato con lei, vero?-
Faust disse di no:- So che la colpa non è sua.-
Yoh:- La colpa è solo mia- disse con rammarico:- Ti ho mai raccontato una storia? C'era la neve- ma venne interrotto perché sentendo quella voce Tamao aprì gli occhi esclamando il suo nome.
Allora tutti si svegliarono correndo verso quella stanza.
Yoh era felice:- Ragazzi! Che bello vedervi tutti!! Ma che fate qui a casa di Manta??-
Horohoro piangendo lo abbracciò:- Ma secondo te stupido??-
Ryu fece lo stesso.
Ren, Jun e Pirika gli allontanarono per lasciare spazio a qualcuno più importante nel cuore di Yoh.
- Anna- sfiatò vedendola lì, vicino l'uscio. Ma lei non fiatava.
Manta:- Per fortuna ti sei risvegliato! Eravamo così in pensiero!- Non riusciva a trattenere le lacrime e Yoh ancora in quel letto un po' dolorante cercò di raggiungere la sua testa con la mano per potergli scompigliare affettuosamente i capelli.
Faust interruppe:- Credo sia arrivato il momento di svelare il colpevole.-
Jun:- Perché tu sai, vero?-
Faust:- Non esattamente. Ma lasciamo che siano Anna o Tamao a dircelo.-
Tutti, stupiti, si voltarono verso le due.
Yoh:- Ehi, ma io so chi è stato- disse ma Faust lo ignorò continuando il suo momento importante.
Manta:- Che cosa vuoi dire?! Nessuna di loro vorrebbe la morte di Yoh!-
Yoh:- Io so chi è statoo. Era di fronte a me!- Cercava di attirare l'attenzione ma veniva ignorato.
Manta:- Capito Faust?! Avrai sicuramente visto mal- venne interrotto bruscamente:- Sta' zitto tappo!!-
E tutti allora si voltarono verso l'ovvia soluzione.
Ma non volevano crederci. Non poteva essere stata lei!
Manta tremò più di tutti:- A... Anna. Non è vero...- urlò:- Dimmi che non è vero!!-
Ma perché non rispondeva?! Quanto era brutto e angosciante quel silenzio!
Come si erano cacciati in questo guaio? Come c'erano finiti??
Erano una combriccola di amici felici, e adesso?
Cos'erano diventati?
Non poteva essere il tempo, non poteva essere l'età.
Perché lì nessuno sembrava cambiato. Sembravano cambiati solo Yoh e Anna.
E allora di quale maledetto incantesimo era stata la colpa?
Ma:- E' tutto finito- disse Yoh a voce bassa:- Anna, è tutto finito- era così dolce.
Ma lei urlò cadendo in ginocchio:- Non è finito niente, Yoh! Io ti ho sparato! Io!!- Non riuscì a trattenere le lacrime:- Che cosa mi hai insegnato eh?-
Yoh se ne stava seduto in quel letto e la guardava colmo d'amore:- E tu cosa hai insegnato a me? Anna- sorrise:- Non prendiamoci in giro, sappiamo entrambi che non sei stata tu.-
Anna lo guardò, gli altri non riuscivano a star dietro ai loro discorsi.
Anna:- Sono stata io, Yoh. Io ti odio! Ti odio più di ogni altra cosa!...-
Yoh:- Ah sì? Sei stata tu?- Era così pieno di fiducia, tanto da ricordarle così tanto quel bambino sotto la neve.
Yoh:- Ricordi di colui che ti chiamava "mamma", Anna?-
Lo sguardo di Anna divenne meno rigido, la bocca si aprì piano.
Yoh:- Ricordi di quando ci siamo conosciuti? Ricordi com'eri?-
Anna:- Lo ricordo- ammise.
Yoh:- Ti ho lasciata sola Anna. Ho lasciato sola la fragile bambina su quel Monte Osore. Di chi credi sia la colpa?-
A quel "fragile bambina" quasi tutti guardarono Anna sghignazzando inappropriatamente, lei per fortuna era così presa dal momento da ignorarli.
Anna si alzò avvicinandosi al marito:- La colpa è comunque mia! Ti ho sparato!-
Yoh, serio:- Non tu. Gli oni nella tua testa.-
Anna non ribatté.
Yoh:- Li ho sentiti per tutto il tempo sai? Quell'aria opprimente. Ma non riuscivo a capire cosa potesse essere. Che sciocco.-
Che sciocco, Yoh avrebbe dovuto capirlo subito.
Aveva lasciato quella giovane donna soffrire da sola.
E quella solitudine così cupa, così nera, così profonda da fare veramente paura riportò un vecchio ricordo nella testa di Anna Kyoyama.
E con lui tutto quel dolore.
Una bambina sola sotto la neve.
Una bambina così sola da poter stare nella testa di chiunque senza però volerlo.
Faceva tutto così male.
Tutto così paura.
Tanto che quella bambina così sola sotto la neve non poteva avere colpe, mai.
Anna tremava ancora, ma piano sfiorò la mano del marito:- Io ti odio. Ti odio perché mi hai fatta tornare a quei tempi. Proprio tu che mi avevi salvata. Come hai potuto?- 
Continuò dopo una piccola pausa:- Ma soprattutto ti odio perché dopo quel giorno, al Monte Osore, tu sei diventata tutta la mia vita.-
Sorrise:- Quanto devo essere patetica?-
Yoh sorrise, sembrando tanto il suo Yoh:- E io ti dico che è tutto finito. Perdonami se puoi.-

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Capitolo 19
*** La vita è il destino che noi ci creiamo (Epilogo) ***


In silenzio tutti gli amici di Yoh Asakura se ne stavano ad ascoltare la confessione dell'Itako Anna Kyoyama.
- Non è finito niente, ti ho detto! Ho premuto un grilletto!- Diceva nervosa.
Yoh con la sua solita calma:- E quindi?-
Anna veramente nervosa:- Quindi io volevo ucciderti Yoh!- Ora la sua voce era veramente dura:- Avrei davvero voluto ammazzarti! Farti provare il dolore che tu hai provocato a me! Ma sai cosa mi tratteneva dal farlo?!-
- La legge?- Disse qualcuno del gruppo degli stupidi venendo ancora ignorato (era chiaramente Horohoro).
- Il mio amore per te!- Sputò in faccia al marito la verità.
Yoh le strinse le mani.
Anna continuava con occhi rossi e gonfi:- Ma i miei Oni non ti amano Yoh. A loro sono riuscita a trasmettere solo il mio odio per te- sorrise non trattenendo un singhiozzo:- Sono riusciti a usarmi ben bene. L'hai detto anche tu, sono diventata debole.-
E tutti in quella stanza capirono cosa celava il cuore di Anna, qualcosa che neanche lei sapeva controllare se il suo amore per Yoh vacillava.
Le tenebre del suo cuore, gli Oni, l'avevano usata per cercare di uccidere Yoh Asakura, la causa dei loro mali.
Per porre fine a quella sofferenza che la ragazza gli aveva lasciato nell'anima.
Yoh continuava col suo solito sguardo, lo sguardo che tutti conoscevano e amavano:- Quindi Anna sei innocente!-
Anna allora urlò tirando lui uno schiaffo e rovinando il momento:- Sei scemo o cosa?!-
Yoh la abbracciò facendola cadere sul letto e stringendola forte al petto:- Potreste lasciarci soli?- Chiese.
E tutti lasciarono la stanza senza batter ciglio, tutti a parte Tamao.
Lei rimase a guardarli in silenzio come aveva fatto fino ad adesso.
Guardò il suo amato Yoh ancora una volta, quello che avrebbe detto ad Anna glielo leggeva negli occhi, ed era chiaro a tutti.
Voleva provare un profondo rammarico eppure...
...eppure proprio non ci riusciva.
Sorrise appena, chinò il capo e oltrepassò la porta lasciandoli finalmente soli.
Finalmente Yoh e Anna.
Il marito abbracciava ancora la moglie e lei non riusciva a opporsi.
- Allora? Che vuoi farmi? Ti lascerò libero di vendicarti. Approfitta.-
Yoh rise:- Che disdetta! Potevo davvero approfittare, e invece pensa, voglio solo dirti grazie!-
Lei allora lo guardò con occhi da bambina:- Grazie?-
Yoh le prese il viso tra le mani:- Tu mi hai salvato la vita Anna.-
Anna:- Io ti ho sparato Yoh.-
Yoh:- Sì, sì. Forse le tue mani. Ma il tuo cuore...-
La luce del sole li illuminava, finalmente il freddo sembrava allontanarsi e sciogliere la neve di quel Monte.
Lo sciamano dai lunghi capelli non trattenne una lacrima, ma la sua voce non si spezzava, era sempre così serena mentre guardava gli occhi, stanchi, ma sempre bellissimi della moglie.
- Mi auguro che tu ora mi riconosca Anna.-
- Sentiamo. Chi dovrei riconoscere?-
- Il bambino di cui ti sei innamorata!-
L'Itako sorrise.
La luce del sole li illuminava e la neve sembrava sciogliersi insieme a quel maledetto incantesimo.
- Anna- continuò il giovane:- Mi sono risvegliato solo per te. Il tuo pensiero, il sapere che una volta sveglio avrei potuto riabbracciarti, avrei potuto rivedere i tuoi splendidi occhi, è solo questo che mi ha dato la forza di continuare a vivere. E' solo grazie a te che adesso posso...-
- Puoi?-
Yoh si staccò dalle sue labbra:- ...baciarti di nuovo.-
E il sole illuminava quei bambini su quel Monte, ma di neve, davvero, non ce n'era più.
E Yoh si accorse ancora una volta di amare Anna, si accorse di aver amato sempre e solo Anna. E Tamao questo lo sapeva.
E andava bene così.
Uscì dalla stanza Anna, lasciando Yoh ancora a riposare, Manta gli era vicino ora.
Uscì dalla stanza Anna e trovò Tamao con in braccio suo figlio. Si era svegliato, e ignaro di tutto quello che fosse successo rideva tra le braccia della donna guardando lo sciamano col regent, che accanto a lui faceva facce buffe.
Le sembrarono una famiglia.
E pensò che forse il viaggio per la promessa ad Hao sarebbe stato meglio proseguirlo in due.
Sorrise, quel bambino le sarebbe mancato più di Yoh, ma sorrise, perché saperlo amato e al sicuro era la cosa più importante.
- Tamao, io...- le disse poi, Ryu si era allontanato, ed erano rimaste solo loro e il piccolo Hana in braccio alla madre non biologica.
- Tu cosa?- Tamao era serena:- Non hai bisogno di dirmi nulla. Sono stata una vita senza Yoh e non ho paura di continuare questa vita senza di lui. Potrò sempre dire di aver occupato almeno un posticino nel suo cuore.-
Anna sfiorò la mano del figlio:- Credimi. Di sicuro c'è almeno un Asakura dal cui cuore non puoi scappare- sorrise e la donna così simile a lei ricambiò, bellissima.
E quell'incantesimo sembrava essersi spezzato e tutto era di nuovo come un tempo.
Nessuno sembrava essere cresciuto e andava bene così.
Ognuno tornò nel proprio paese d'origine, dopo saluti strappalacrime, con la promessa che non troppo tardi si sarebbero rincontrati tutti, ma tutti proprio questa volta!
E Yoh e Anna sembravano di nuovo una famiglia, la famiglia che erano un tempo, quella che si prendeva a botte per ogni minima cosa ma che era circondata da un aura d'amore e non di odio.
Nessuna oppressione, solo un caldo profondo amore, come il vapore di quelle Terme.
E Tamao e Ryu rimasero a prendersi cura di quelle Terme e anche del frutto dell'amore di Anna e Yoh.
E marito e moglie poterono partire di nuovo per quella promessa, perché Yoh manteneva sempre le promesse.
La vita è destino. La vita è il destino che noi ci creiamo e se non ci piace possiamo sempre cambiarlo.
- Eccoti finalmente Yoh. Ecco finalmente quel ragazzino che ho tanto amato- gli strinse la mano proseguendo il loro viaggio, insieme.

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