Riunione

di Alex Ally
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: Il risveglio. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: Di nuovo vivo. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: Incontro con la mamma. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4: Chiarimenti con il papà. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5: La stessa strada. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1: Il risveglio. ***


Capitolo 1: il risveglio.

Non si era mai considerato una persona affetuosa e di sicuro non gli piacevano gli abbracci, non perchè non gli piacesse il contato fisico, se fosse cosi non avrebbe mai potutto fare arti marziali o kendo, o altro semplicemente non era tipo da abbracci tutto qui.
Ma quella situazione era diversa. Lo stava stringendo con tutte le sue forze per assicurarsi che fosse veramente lì e che non se n'è sarebbe andato di nuovo, che non lo lasciasse più.
Non gli diaspiaceva nemmeno che Takuya e gli altri si fossero uniti all'abbraccio, infondo il loro ormai non era più solo un gruppo di amici, ma una famiglia proprio come lui e Koichi.
Senti qualcuno mettergli una mano sulla spalla, voltandosi vide i medici e le infermiere che guardavano in modo strano lui e gli altri, di certo non poteva biassimargli.
«Scusate ragazzi ma ora dovreste uscire.» disse uno di loro in tono genitle. Koji annui e dopo aver salutato suo fratello, prometendogli che sarebbe tornato presto a trovarlo, usci dalla sala operatoria assieme agli amici.
Una parte di lui in realtà era felice di essere stato allontananto anche se non voleva abbandonare Koichi non voleva nemmeno corerre il rischio di incontrare la sua madre biologica lì in ospadale.
«Ragazzi io devo tornare a casa, c'è la festa di compleanno di Shinya e se faccio ancora più tardi mia madre diventare molto più pericolosa di Lucemon.» disse Takuya ad un certo punto mentre stavano uscendo dall'ospedale infondo ora Koichi stava bene e come i medici avevano fatto capire loro non potevano rimanere in giro mentre cercavano di spiegarsi la miracolosa guarigione del ragazzo.
«Va bene Takuya ci vediamo domani allora.» disse Zoe.
«Devo andare anch'io.» disse Koji salutando gli amici e avviandosi ma non verso casa bensi verso un negozio di fiori.
Come Takuya anche lui aveva un'impegno, ancora non capiva com'era possibile che fossero tornati al giorno stesso in cui erano partiti ma ciò significava che era ancora l'anniversario di matrimonio di suo padre e Satomi.
Anche se adesso sapeva che sua madre era viva ciò non voleva dire che avrebbe infranto la sua promessa, Satomi era un donna gentile che si era sempre impegnata al massimo per farsi accetare da lui e nonostante avesse un millione di domande per suo padre, e avrebbe pretesso delle risposte il prima possibille, voleva comunque regalarle quei fiori e chiamarla “mamma”.
Quando arrivo davanti casa il sole era già tramontato e probabilmente suo padre era già tornato dal lavoro e di sicuro lui e Satomi erano in ansia per lui.
“È buffo considerando che in realtà qui non è passato nemmeno un giorno.” penso, ma quando era uscito prima di ricevere il mesaggio di Ophanimon aveva detto alla matrignia che sarebbe tornato presto invece era stato via per delle ore, solo pochi minuti che corrispondevano alle settimane che era stato a Digiworld, ma poi il viaggio verso l'ospadale e il ritorno a casa l'avevano fatto stare fuori molto più a lungo.
La prima cosa che senti quando varco al porta di casa la prima cosa che senti quando erano le voci dei suoi genitori, appoggio il mazzo di fiori all'entrata e si diresse nel soggiorno dove si trovavano i suoi.
«Koji!» grido Satomi andnaod da lui e abbracciandolo.«Dov'eri? Eravamo preoccuparti.»
«Scusate io... ho avuto un imprevisto che mi ha impiegato più del dovutto.» rispose Koji sperando che la risposta bastasse perchè in realtà non sapeva se sarebbe riuscito a mettere assieme una bugia credibille per giustificare il suo viaggio a Digiworld cosi su due piedi.
«Ma tu stai bene, giusto?» domando ancora Satomi, Koji si limito ad annuire sorridendo. «La prossima volta avvisaci almeno con il cellulare.» disse suo padre.
Koji si volto finalmente verso Kousei mantenendo un'espressione neutrale, sebbene il rapporto teso che aveva con il padre non l'aveva mai veramente creduto una cattiva persona, ma non sapeva come approciarsi a lui senza avere delel vere risposte a ciò che era successo in passato con sua madre naturale.
Stacandosi da Satomi torno all'ingresso per poi tornare in salotto con i fiori in mano.
«Buon anniversario, questi sono per te... mamma.» disse sorridendole mentre gli occhi di Satomi si riempivano di lacrime.
A quell'espressione di pura gioia Koji non pote fare a meno di arrossiare un po' inefetti chiamare Satomi “mamma” era stato molto più facile del previsto forse perchè aveva finalmente acetatto che era la sua mamma.
Non vedeva l'ora di farla conoscere a Koichi certo che a Satomi non sarebbe dispisaciutto accetare un nuovo figliastro che Koji doveva ammettere essere molto più gentile di quello che già aveva sempre trattato come suo.
Domani sarebbe andato a trovare il fratello in ospadale e da lì la strada sarebbe stata ancora molto lunga per entrambi, ma sapeva che insieme lui e Koichi sarebbero riusciti a superare gli ostacoli messi dai loro genitori.
Era andato a Digiworld da solo, credendo che non sarebbe mai riuscito a superare la perdita della madre che non aveva mai nemmeno potutto conoscere e invece era tornato con nuovi amici, un fratello e molto presto avrebbe avuto ben due madri.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2: Di nuovo vivo. ***


Capitolo 2: Di nuovo vivo.

Sdraito immobille sul letto Koichi osservava in silenzio il sofitto della sua stanza.
Dopo aver mandato via i suoi amici i medici gli hanno fatto vari esami e anche se era risultato, con loro grande sorpressa, tutto a posto avevano comunque deciso di tenerlo sotto osservazione per un po'. Il ragazzo non gli biasimava, non solo aveva sbatutto la testa sul pavimento di cemento della stazione di Shibuya, ma il suo cuore si era anche fermato per poi riprendere a battere all'improvisso. Ovviamente loro non poteva sapere che a salvargli al vita era stato il potere di Ophanimon ancora pressente nei Digivice dei suoi amici... trovava ironico che Digiworld l'avesse quasi ucciso e allo stesso tempo gli avesse anche salvato la vita.
Sorisse, nonostante tutto ciò che aveva passato sarebbe sempre grato di essere riuscito ad andarci anche se solo con lo spirito.
«Koichi!» si senti chiamare e voltando la testa vide sua madre entrare di corsa nella sua stanza.
Quando era innvenuto gli aveva chiesto come contatare i suoi genitori visto che non aveva documenti con sé o un celullare, quello in realtà non lo possedeva nemmeno, e lui aveva datto sia il numero di telefono del loro appartamento che del luogo di lavoro di sua madre. Ovviamente appena ricevuto la notizia Tomoko Kimura si era precipitata in ospedale.
«Stai bene? Si può sapere cos'è successo?» domando Tomoko mentre Koichi si metteva a sedere, abbasso lo sguardo vedendo come sua madre lo stesse sguadrando cercando anche il più piccolo graffio.
L'ultima cosa al mondo che voleva era farla stare in pensiero, ma non sarebbe mai riuscitto a nascondere al sua cadutta o il suo ricovero.
«Mi spiace io stavo...» Koichi si morse un labro non sapeva come giustificare la sua caduta alla madre senza tirare in ballo anche Koji. «Stavo correndo per le scale e sono inciampato.»
«Ma perchè eri alla stazione?» chiese ancora sua madre.
«Perchè... perchè me l'aveva chiesto la nonna prima di morire.» disse Koichi, non stava mentendo ma non stava nemmeno dicendo la verità.
Sua madre lo guardo in modo strano probabilmente aveva ancora più domande sopratutto chiedendosi cosa mai la nonna avesse potutto chiedere a Koichi che l'avesse portato alla stazione. Invece però di fargli altre domande Tomoko abbraccio forte il figlio.
«Koichi se non vuoi dirmi la verità va bene, ma i prego non spaventarmi più in questo modo... sei il mio unico figlio e non posso perderti.» disse sua madre mentre iniziava a piangere.
“Non è vero, non sono il tuo unico figlio.” penso Koichi trattenendosi a stento dal dirlo ad alta voce.
Quando era piccolo Koichi aveva sempre vissuto con sua madre e sua nonna, nessun'altro membro della famiglia e quando in seconda elementare aveva chiesto a sua madre dove suo padre e il perchè tutti gli altri bambini della classe c'è l'avessero emntre lui no la risposta di Tomoko fu la seguente: “Ci ha abbandonati, un giorno se n'è andato e basta perciò non chiedere più di lui per favore.”
Dopo quel giorno aveva fatto come richiesto dalla madre e non aveva più fatto domande anche se a volte notava come la nonna avesse lanciato un'occhiatta molto poco gentile a Tomoko quando aveva pronnunciato quelle parole. Stranamente quando aveva iniziato a cercare Koji non aveva mai pensato più di tanto alle parole di sua madre, almeno non subito perchè i suoi pensieri erano più orientati sul cercare il coraggio per parlare con il fratello.
Sua nonna gli aveva già parlato del divorzio poco dopo essere stata portata in ospedale, ma evidentemente gli aveva voluto confessare il resto solo quando fu certa che non sarebbe sopravissuta alla malattia che l'aveva fatte ricoverare. Non poteva negare però che ciò che sua madre gli aveva detto in passato sul padre aveva contribuitto non poco ai suoi sentimenti negativi nei confronti sia di Kousei che di Koji, incolpando il primo per la miseria in cui vivevano e individiando Koji per la vita agiatta che aveva.
Per il modo in cu si sentiva escluso e abbandonato... quando Kerpymon l'aveva trovato.
Involontariamente rabbrividi al ricordo, sapeva che non avrebbe mai potutto dimenticare quell'esperienza e che era l'unica cosa di Digiword che invece voleva cancallare dalla memoria.
«Tutto bene, tesoro?» domando sua madre.
«Si, io... penso di aver bisogno di dormire un po'.» rispose Koichi.
«Capisco... domani cercerò di venire a trovarti dopo il lavoro.» disse Tomoko passando una mano tra i capelli del figlio.
«Si, ma non preoccuparti sto bene, sono certo che mi faranno uscire presto.» rispose Koichi.
Tomoko annui e dopo aver fatto compagnia al figlio per un altro po' torno a casa. Koichi sospiro, se c'era una cosa che odiava era essere un peso per sua madre o farla preoccupare più del solito. Strinse forte la coperta sperando che l'avrebbero dimesso presto dall'ospedale.
Sorrise pensando che quando sarebbe stato il momento avrebbe presentato Koji a sua madre e che, cosa più importante, sarebbe stato lì per assistere.
Quando pensava di essere morto aveva fatto promettere a Koji che sarebbe andato da Tomoko, anche se aveva sempre voluto farlo in quel momento si sentiva male all'idea di lasciare sola la madre per questo aveva tanto insistito con suo fratello. Aveva paura che sua madre rimanesse sola senza più alcun sostegno, anche se una parte di lui era ovviamente spaventato per se stesso infondo era comunque un ragazzino di undic'anni, il suo unico rimpianto quando il suo spirito fu scansionato da Lucemon era quello di non poter rivedere sua madre.
Si porto una mano sul petto e nel sentire il suo cuore battere si lascio sfuggire un sospiro di sollievo.
Era vivo e al resto ci avrebbe pensato in seguito. Solo che non avrebbe più dovutto farlo da solo.
Adesso aveva suo fratello e i suoi amici accantò a sé.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3: Incontro con la mamma. ***


Capitolo 3: Incontro con la mamma.

Prima che lo lasciassero uscire dall'ospedale passo un'intera settimana nella qualle Koji e gli altri venivano a trovarlo la mattina in modo da evitare sua madre al qualle invece veniva di pomeriggio o di sera a causa del lavoro. Il giorno dopo sarebbe stata domenica ovvero l'unico giorno libero di sua madre, sarebbe stato il giorno in cui lei e Koji si sarebbero incontratti poi sarebbe stato il turno di Koichi e il padre anche se su quell'incontro in aprticolare nessuno dei due gemelli aveva discusso tanto come quello con Tomoko.
Una parte di Koichi doveva ammettere che aveva un po' paura nell'incontrare Kousei, ma sapeva che era una cosa che doveva fare. Infondo Koji gli aveva già chiarito che sebbene Kousei non fosse il padre dell'anno era comuqnue una brava persona.
Nel mentre avrebbe preso una cosa alla volta, oggi avrebbe pensato a sua madre e poi a suo padre.

Koji si sentiva tremare le gambe mentre si dirigeva al parco dove avrebbe dovuto incontrare Koichi e la madre... la loro madre. Aveva provato ad immaginarsela molto volte, ma adesso l'avrebbe conosciutta di persona ed era agitato, sperava solo che sarebbe andato tutto bene e che Koichi avesse ragione nel dirle che incontrarlo avrebbe potutto aiutare Tomoko con i suoi problemmi. Almeno con lui ci sarebbe stato suo fratello, inoltre una aprte di lui sapeva che sarebbe stato molto più difficile il discorso con suo padre.
Visto che aveva mentito sul fatto che Tomoko fosse morta era chiaro che a Kousei non era molto affezionato all'ex moglie.
«Koji!» si senti chiamare e alzando lo sguardo vide Koichi che lo salutava, seduta su una panchina accanto a lui c'era una donna dai lunghi capelli neri che lo stava guardando come se avesse appena visto un fantasma.
«Ciao.» disse Koji non sapendo in che altro modo iniziare la conversasione che di sicuro sarebbe stata una delle più difficili in vita sua. Nemmeno quando aveva dovuto parlare a Koichi dopo che era stato liberato dall'influenza di Kerpymon e Duskmon si era sentito cosi impacciato, ironico che adesso volesse rivivere quell'esperienza cosi tremenda al posto di trovarsi dove fosse ora.
«Mamma lui è Koji.» disse Koichi.
«Come...?» domando Tomoko più a se stessa che a chiunque altro. «Sei... sei davvero tu?»
Koji si limito ad annuire mentre Tomoko... sua madre si avvicinava a lui guardandolo come se fosse fatto di vetro pronto a rompersi o a scomparire da un momento all'altro.
«Volevo conoscerti da molto tempo e... e Koichi mi ha trovato.» disse infine Koji.
Ciò che accade sorpresse entrambi i ragazzi, Tomoko passo dalla sorpressa alla colera e si rivolse al gemello maggiore.
«Da quanto lo sapevi e perchè non mi hai detto niente?» domando isterica, ma dal tono della voce sembrava anche spaventata.
«Me l'ha detto la nonna.» rispose Koichi.
«Avrei dovutto immaginarlo.» mormoro Tomoko passandosi una mano sul volto. «Era sempre stata contraria alla scelta mia e di Kousei di separarvi.»
«Mamma scusa se ti ho turbato pensavo che vedere Koji ti avrebbe fatto sentire meglio.» disse Koichi abbasando il capo.
Tomoko fece un piccolo sorisso e scompiglio con fare affetuoso i capelli del figlio.
«E pensavi bene Koichi non preoccuparti.» disse la donna. «Sono veramente felicei di poter vedere i miei figli assieme com'è giusto che sia.»
Entrambi i ragazzi sorrisero a sentir ciò mentre era ovvio che le cose da sistemare erano molte almeno avevano la certezza che Tomoko non avrebbe impedito loro di vedersi ed era già un enorme sollievo.
«Posso... posso farti delle domande?» chiese Koji leggermente titubante.
«Certo, chiedimi tutto ciò che vuoi.» disse Tomoko.
«Potresti raccontarci del divorzio... per favore?» domando Koji e subito si penti di ciò perchè l'espressione della madre divenne cupa.
«Non è stato un divorzio facile.» inizio Tomoko dopo un pò. «Ci siamo separati in cattivi rapporti prima ancora che voi due compiste un'anno, la decisione di dividervi non paiceve a nessuno dei due, ma nessuno di noi voleva rinnunciare ai propri figli e perciò la decisione su chi di noi vi avrebbe preso stava degenerando in un'ennessima lite tanto che alla fine separarvi era diventata l'unica cosa fatibille per mettere fine alla questione in un modo minimamente pacifico. Abbiamo tagliato tutti i ponti l'uno con l'altra, nessuno di noi voleva avere a che fare mai più con l'altro e... bè il resto della storia la conoscette.»
I gemelli non proferirono parola rimmuginando su quelle informazioni che si aggiungeva a quelle che già conoscevano e che avevano intuitto da soli.
«Quindi... nessuno di voi ha mai pensato di farci incontrare?» chiese Koji anche se una parte di lui già poteva immaginare la risposta. Tomoko sospiro passando un mano sul viso, Koichi osservava la madre e pensava che non l'avesse mai vista cosi stanca e la cosa lo faceva preoccupare che forse lui e Koji avrebbero dovutto aspettare ancora un po' prima di questa conversasione.
«Sarò onesta io e Kousei non n'è abbiamo mai parlato.» rispose alla fine per poi avvicinarsi a Koji e prendergli le mani nelle sue. «Ma sono veramente felice che vi siate comunque incontrati e che ora ho al possibilità di vederti, Koji quando vorrai sarai sempre il benvenuto in casa nostra.»
Il ragazzo sorisse felice cosi come Koichi che si senti sollevato a sentire ciò.
«Acceto volentieri l'invito e anch'io sono felice di averti visto e aver avuto la possibilità di conoscere te e Koichi.» rispose Koji.
Forse l'incontro non era andato esattamente come sperato, ma il risultato era quello che Koichi sperava, sua madre sembrava già stare meglio molto più serena di come l'aveva mia vista e questo gli bastava per rendere felice e sereno anche lui.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4: Chiarimenti con il papà. ***


Capitolo 4: Chiarimenti con il papà.

Non capitava spesso che lui e suo padre si ritrovassero a casa da soli, di solito Kousei alvorava fino a tardi oppure c'era sempre Satomi in giro, ma lei non era qui e Koji si era ritrovato da solo in casa con il padre.
Se c'era un buon momento per parlargli era quello senza ombra di dubbio, conosceva suo padre e sapeva che con lui un incontro a sorpressa come nel caso di Tomoko non avrebbe funzionato anzi probabilmente si sarebbe solo infuriatto perciò era meglio se prima di fargli vedere Koichi gli avesse parlato e spiegato al situazione. Sopratutto voleva da lui le risposte che Tomoko non era in grado di dargli.
«Papà posso parlarti?» disse tutto d'un fiato.
«Certo Koji, che succede?» chiese Kousei.
«Ho incontrato Koichi e mia madre.» sbotto Koji e vedendo suo padre spalancare gli occhi capì che non aveva bisogno di aggiungere altro.

Le stesse parole, suo padre aveva usato le stesse parole di Tomoko per descrivere il modo in cui avevano divorziato. Sinceramente non sapeva cosa si aspettase, ma rimase comunque sorpresso di ciò.
“Almeno ora ho la certezza che su questo nessuno dei due abbia mentito.” penso Koji.
«Mi dispiace averti mentito, so che ho sbagliatto ma non sapevo che altro fare.» disse Kousei. «Non volevo che tu andassi a cercare Tomoko e perciò ti ho detto che era morta... mi dispiace.»
Koji abbasso lo sguardo non sapendo come rispondere, la perdita di sua madre l'aveva profondamnete influenzato tanto da fargli continuamente temere che le persone alle qualli si affezionava poteva andarsene da un momento all'altro, ma allo stesso tempo sapeva che tale attegiamento non era solo colpa delle bugie di suo padre ma anche sua. Kousei aveva cercato più volte di convincere il figlio a socializare con altri bambini, ma Koji non lo ascoltava mai troppo preso a chiudersi in se stesso se non fosse stato per Takuya e gli altri non avrebbe mai abbandonato quell'attegiamento cosi malsano sopratutto per se stesso.
Era stata una sua scelta addotarlo e forse l'avrebbe fatto anche sapendo che Tomoko fosse viva e che i suoi avevano divorziato.
«Koichi vorebbe conoscerti.» lo informo Koji.
«Avissami quando vuole farlo.» fu la risposta di Kousei.

Passarono due giorni prima che Koichi si presentasse a casa loro per incontrare il padre, giorni in cui Kousei aveva dovutto spiegare tutto anche a Satomi che a quanto pare era sempre stata ingara tanto quanto Koji ma che comunque era come aveva previsto il ragazzo felice ed eccitata alla prospettiva di conoscere Koichi. Inefetti era stata proprio lei ad accoglierlo in casa e a cercare anche di allegerire la tensione che si sentiva nell'aria.
Ad un certo punto Satomi mise la mani sulle spalle di Koji dicendogli che aveva bisogno del suo aiuto in cucina, ma era chiaro che in realtà voleva solo lasciare Koichi e Kousei da soli per parlare.
«Come stai?» domando Kousei al figlio maggiore quando furono soli.
«Bene.» rispose Koichi in un sussuro.
«Sai se hai qualche domanda puoi farla.» disse l'uomo capendo che il ragazzo aveva difficoltà ad esprimersi, Koji gli aveva detto come poteva essere timido e silenzioso a volte e lui stava cercando di metterlo a suo agio, ma non era facile.
«So che non volevate più vedervi tu e la mamma, ma... sapevi dei suoi problemmi di salute?» chiese con voce titubante Koichi.
Kousei sospiro sistemandosi meglio gli occhiali poi guardo Koichi dritto negli occhi.
«Si, ho sempre saputo che Tomoko era cagionevole di salute.» rispose. «Ma non sapevo le difficoltà in cui vivevate, quando abbiamo divorziato Tomoko avea una vita stabile che le avrebbe garantito di prendersi cura di te al meglio, se avessi saputo che avevate dei prpblemmi avrei cercato di fare qualcossa per aiutarti.»
«La mamma sta meglio ora che ha visto Koji.» mormorro il ragazzo e alzando lo sguardo vide Kousei sorridere per la prima volta da quando era lì.
«Posso immaginare, è una donna sensbille.» disse. «Ascolta Koichi non posso prometerti, ma se tu e Tomoko ve l'ha passate male non esitare a chiedermi aiuto, so che questo non rimedierà ai miei errori, ma adesso che tu sei qui io vorrei esserci anche per te non solo per Koji.»
«Grazie.» rispose Koichi sorridendo a sua volta.
«Senti ti va di fermarti a cena da noi?» domando suo padre alzandosi dal divano dove era riamsto seduto fino a quel momento. «Cosi potrai conoscere meglio sia me che Satomi.»
«Mi piacerebbe molto.» disse sinceramente Koichi.
Il disaggio tra i due era ancora palpabille, ma si vedeva che entrambi stavano faccendo del loro meglio per superarlo.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5: La stessa strada. ***


Capitolo 5: La stessa strada.

Era passato un anno dalla loro avventura a Digiworld e i sei ragazzi avevano deciso di incontrarsi per festeggiare, ovviamente visto che il giorno esatto era lo stesso sia del compleanno del fratello di Takuya che dell'anniversario dei genitori di Koji avevano deciso di festeggiare con un giorno d'anticipo.
«Sai mi sembra che sia passato molto più di un'anno.» disse Koichi al gemello mentre camminavano per raggiungere gli altri al parco.
«Già, sono successe e cambiate cosi tante cose.» rispose Koji.
Nell'ultimo anno i due si erano avvicinati non solo tra di loro, ma anche ai rispettivi genitori. Sebbene Tomoko e Kousei continuassero a non andare d'accordo e cercassero anche di vedersi di persona il meno possibile entrambi avevano lasciato ai figli la piena liberta di vedersi quando volevano inoltre Kousei aveva mantenuto al sua promessa e aveva fatto in modo di aumentare leggermente gli allimenti da dare a Tomoko in modo da poterla aiutare finaziarimento dove possibile.
Nel loro nuovo e alquanto non ortodosso ambiente famigliare i due ragazzi si trovavano bene e non si sentiva più soli, avevano i loro genitori e avevano l'un l'atro su cui contare. Certo non era stato un percosso semplice, abituarsi a questa situazione aveva richiesto tempo e pazienza, i loro primi incontri con i genitori erano solo un piccolo passo.
Koichi aveva anche dimostratto qualche settimana dopo l'incontro con il padre di aver avuto tuttosomatto qualche danno dopo al caduta niente di grave anche perchè la caduta non c'entrava del tutto. Aveva incubi su Digiworld e sopratutto su Duskmon, Koji gli era stato accanto cosi come gli altri Digiprescelti in quanto erano i soli a poterlo aiutare.
Si era anche scoperto che lui e Zoe anche se erano in sezioni diverse in realtà frequentavano la stessa scuola.
Arrivati al parco i gemelli videro che gli altri avevano già sistemato il tutto per poter festegiare.
«Finalmente siete arrivati! Mancavate solo voi.» disse Takuya.
«Takuya insomma lasciali stare lo sai che non tutti vivono qui vicino come te.» lo riprovero Zoe.
«Scusa Zoe, non l'ho farò più puoi anche smetterla di farci da mamma adesso.» brontolo Takuya ricevando un altro riprovero da Zoe.
La scena fece ridere i restanti quattro ragazzi che gli stavano osservando finchè Tommy non dichiaro di avere fame e cosi iniziarono a mangiare ciò he avevano portato per festeggiare.
«Secondo voi quanto tempo è passato a Digiword?» chiese Tommy ad un certo punto.
«Chi può dirlo.» rispose JP. «Noi ci siamo stati per settimane e qui invece sono passati solo pochi minuti... forse lì sono passati addiritura dei secoli.»
«Se è cosi allora forse Bokomon ha finito di scrivere il libro su di noi.» disse Zoe eccitata.
«E magari Patamon e gli altri sono tornati alle loro forme mega.» disse Koji.
«Sarebbe bello potergli rivedere un giorno...» Mormoro Koichi.
«E chi dice che non succederà? Tutto è possibile, no?» intervene Takuya con l'energia che era sempre riuscita a contaggiare e a dare fiducia ai compagni.
I sei ragazzi si scambiarono uno sguardo. Molte cose erano cambiate nell'ultimo anno, ma una cosa era certa: il loro legame non sarebbe mai cambiato avrebbero tutti sempre cammianto fianco a fianco sulla stessa strada aiutandosi a vicenda a superare gli ostacoli e forse chi sa prima o poi sarebbero davvero tornati a Digiworld.
Il mondo, loro lo sapevano bene, era piano di sorpresse.

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