Stars in a Black Sky

di IloveMarauders
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 1 - PRIMO SETTEMBRE 1971 ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 2 - ERIC JUGSON E JUSTIN MOORE ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 3 - TASSOROSSO CONTRO GRIFONDORO ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO 4 - IL BALLO DEL CEPPO ***
Capitolo 6: *** CAPITOLO 5 - SCONTRI ***
Capitolo 7: *** CAPITOLO 6 - L'INIZIO DEL QUINTO ANNO ***
Capitolo 8: *** CAPITOLO 7 - PROVE DI CORAGGIO ***
Capitolo 9: *** CAPITOLO 8 - IL GATTO E IL GUFO ***
Capitolo 10: *** CAPITOLO 9 - TEMPO DI G.U.F.O. ***
Capitolo 11: *** CAPITOLO 10 - LA CORDA E IL TAGLIO ***
Capitolo 12: *** CAPITOLO 11 - GELOSIA ***
Capitolo 13: *** CAPITOLO 12 - DOPO LA FESTA ***
Capitolo 14: *** CAPITOLO 13 - STORIE FINITE E NUOVE AMICIZIE ***
Capitolo 15: *** CAPITOLO 14 - LA PRIMA USCITA A HOGSMEADE DEL SETTIMO ANNO ***
Capitolo 16: *** CAPITOLO 15 - 28 OTTOBRE 1977 ***
Capitolo 17: *** CAPITOLO 16 - UN GUFO INASPETTATO ***
Capitolo 18: *** CAPITOLO 17- - PRIME VOLTE ***
Capitolo 19: *** CAPITOLO 18 - UN NATALE E UN COMPLEANNO SPECIALI ***
Capitolo 20: *** CAPITOLO 19 - LA LETTERA ***
Capitolo 21: *** CAPITOLO 20 - IL DICIOTTESIMO COMPLEANNO DI LILY EVANS ***
Capitolo 22: *** CAPITOLO 21 - UNA PISCINA NELLA STANZA DELLE NECESSITA' ***
Capitolo 23: *** CAPITOLO 22 - L'ULTIMO SCHERZO DEI MALANDRINI ***
Capitolo 24: *** CAPITOLO 23 - L'INIZIO DELLA FINE ***
Capitolo 25: *** CAPITOLO 24 - QUINDICI ANNI DOPO ***
Capitolo 26: *** CAPITOLO 25 - RIVELAZIONI ***
Capitolo 27: *** CAPITOLO 26 - IL CANE NERO ***
Capitolo 28: *** CAPITOLO 27 - LA FUGA DEL PRIGIONIERO ***
Capitolo 29: *** CAPITOLO 28 - IL RITORNO DELL'ORDINE ***
Capitolo 30: *** CAPITOLO 29 - IL QUARTIER GENERALE ***
Capitolo 31: *** CAPITOLO 30 - KREACHER E IL RITRATTO DELLA SIGNORA BLACK ***
Capitolo 32: *** CAPITOLO 31 - LA PRIMA RIUNIONE DELL'ORDINE ***
Capitolo 33: *** CAPITOLO 32 - VERSO LA PARTENZA ***
Capitolo 34: *** CAPITOLO 33 - VERITA' ALLO SPECCHIO ***
Capitolo 35: *** CAPITOLO 34 - INCONTRI IMPORTANTI ***
Capitolo 36: *** CAPITOLO 35 - RITORNO A GRIMMAULD PLACE ***
Capitolo 37: *** CAPITOLO 36 - IL NUVO ANNO SCOLASTICO ***
Capitolo 38: *** CAPITOLO 37 - L'ATTACCO DEL SERPENTE ***
Capitolo 39: *** CAPITOLO 38 - FUOCO NEL GHIACCIO ***
Capitolo 40: *** CAPITOLO 39 - FANTASMI DEL PASSATO ***
Capitolo 41: *** CAPITOLO 40 - LEZIONI INTERROTTE ***
Capitolo 42: *** CAPITOLO 41 - TRAPPOLE E INGANNI ***
Capitolo 43: *** CAPITOLO 42 - IL VELO ***
Capitolo 44: *** CAPITOLO 43 - UN SOGNO CHE SI AVVERA ***
Capitolo 45: *** CAPITOLO 44 - VERSO UN NUOVO FUTURO ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


PROLOGO
 

"Mi scusi!" strilla un ragazzino che mi ha appena urtato con il suo grosso baule, mentre corre a raggiungere un gruppo di amici. Avevo dimenticato quanto potesse essere affollato il binario 9 e 3/4 la mattina di ogni primo settembre! C'è un sacco di gente: genitori, parenti, amici, e naturalmente gli studenti che partono con l'Hogwarts Express. I più grandi, già in gruppo con i loro amici, a raccontarsi come hanno trascorso le vacanze estive, i più piccoli a ricevere mille raccomandazioni dai genitori. Mi guardo attorno nella speranza di vedere quel ragazzino, ma naturalmente è impossibile in mezzo a tutta quella folla. Così sollevo il mio pesante baule e salgo sull'Hogwarts express, emozionata al pensiero che tra poche ore rivedrò il luogo in cui ho passato il periodo più bello della mia vita, concluso nel modo più terribile.

 

"Buongiorno a tutti, il mio nome è Amy Mancini e sono la vostra nuova insegnante di Incantesimi". Così mi ero presentata per la prima volta ai miei studenti, prima nella Scuola di Magia e Stregoneria di Boston e poi in quella di Firenze. E domani farò lo stesso a Hogwarts.

È passato più di un mese da quando Albus Silente in persona si è presentato a casa mia, nelle campagne vicino a Siena. Quando me l'ero trovato davanti, ero rimasta senza parole: mai mi sarei aspettata che venisse a cercarmi fino in Italia.

L'avevo fatto accomodare e gli avevo offerto da bere: per fortuna avevo in casa del whisky incendiario. Lui, senza troppi convenevoli, mi aveva spiegato il motivo della sua visita: il Professor Vitious, dopo molti anni di lavoro a Hogwarts, aveva deciso di smettere di insegnare e, sapendo che io già lavoravo come insegnante di Incantesimi nella Scuola di Magia italiana, aveva suggerito molto calorosamente al preside di propormi di prendere il suo posto. Ero rimasta colpita nel sapere che, dopo tutto quel tempo, il mio insegnante preferito, il professor Vitious, non solo avesse conservato un buon ricordo di me, ma sapesse addirittura cosa facessi nella vita e volesse affidare proprio a me il lavoro che lui aveva svolto con impegno e dedizione per moltissimi anni. Non avrei mai potuto rifiutare quella proposta. Tanto più che a Hogwarts avrei potuto incontrare Harry, il figlio di Lily e James, sopravvissuto a Colui-che-non-deve-essere-nominato.

La curiosità era tanta, così avevo chiesto conferma direttamente a Silente: "Professore, immagino che Harry Potter frequenti Hogwarts, non è così?". Silente aveva annuito, e io ero passata alla domanda successiva: "Che cosa ne è stato di lui dopo che... sì insomma, dopo la morte di Lily e James?". Mi ero accorta che la mia voce tremava un po' mentre pronunciavo quelle parole.
Silente mi aveva guardato al di sopra degli occhiali a mezzaluna, e aveva risposto: "Professoressa Mancini, so che lei era molto legata ai Potter, soprattutto a Lily. Dopo la loro morte, Harry è stato affidato alle cure dei suoi zii, la sorella di Lily e il marito, che hanno un figlio della stessa età di Harry. Lui frequenta Hogwarts già da due anni e quindi sarà un suo alunno. Ma la prego di non fare il minimo accenno al fatto che lei stessa ha frequentato Hogwarts e conosceva i suoi genitori. E' molto importante, sono certo che lei capirà".

Me lo aspettavo, d'altronde se a scuola si venisse a sapere che io ero stata amica dei genitori di Harry, qualcuno potrebbe accusarmi di favorire Harry rispetto ad altri studenti, e ne andrebbe di mezzo il buon nome della scuola e la reputazione di Silente, ed anche lo stesso Harry potrebbe esserne danneggiato. Quindi avevo annuito dicendo "certo, capisco".
"Bene" aveva concluso lui sorridendo "ci vediamo il primo settembre allora" e se ne era andato.

Ovviamente in quel momento non avevo idea di cosa sarebbe successo solo pochi giorni dopo la visita di Silente. Una maledetta coincidenza, un pessimo scherzo del destino, non saprei come altro definirlo.

 

Ed ecco finalmente arrivato il primo settembre 1993, ed io mi sento nervosa e inquieta come non mai mentre cerco uno scompartimento libero sull'Hogwarts Express, proprio come la prima volta che sono salita su qyesto treno, ventidue anni fa.

Sono arrivata a Londra dall'Italia solo ieri sera, viaggiando su un aereo insieme a molti babbani, cosa per me abbastanza normale, considerato che mio padre era un babbano e mi ha fatto trascorrere in viaggio su aerei gran parte della mia infanzia. Mio padre, Nicola Mancini, chiaramente di origine italiana, e mia madre, Elizabeth Fawley, una strega inglese discendente dalla famiglia purosangue dei Fawley, si erano conosciuti durante uno dei tanti viaggi di lavoro di papà, e si erano innamorati a prima vista. Lui aveva accettato di buon grado il fatto che lei fosse una strega e, dato che lei non voleva andarsene dalla Gran Bretagna, lui aveva chiesto alla sua azienda di trasferirlo nella sede di Londra, pur sapendo che sarebbe stato li solo per un periodo temporaneo. Nello stesso periodo, aveva chiesto a mia madre di sposarlo e quasi due anni dopo, il 9 gennaio 1960 a Londra, ero nata io.

Pochi mesi dopo la mia nascita, il capo di mio padre gli aveva comunicato che avrebbe dovuto trasferirsi in Spagna, nella sede di Barcellona. Mia madre all'inizio era disperata, ma per amore di mio padre aveva accettato il trasferimento e per alcuni anni avevamo vissuto in una bella casa proprio sulla spiaggia. Poi il lavoro di mio padre ci aveva costretti a trasferirci a Parigi, dove avevo frequentato i primi due anni delle scuole elementari, e successivamente a Milano, dove avevo frequentato la terza e la quarta elementare.

Durante l'estate successiva, a mio padre era stato comunicato che sarebbe stato nuovamente trasferito a Londra, per la gioia di mia madre che desiderava ardentemente che io frequentassi Hogwarts. Avevo quindi frequentato a Londra l'ultimo anno di scuola elementare, ed insieme a mia madre avevamo atteso con trepidazione che arrivasse la mia lettera via gufo, che in effetti era giunta puntuale il giorno del mio undicesimo compleanno. Ricordo ancora quanto ero emozionata e felice di poter finalmente partire e iniziare una nuova vita, in un posto in cui - mia madre me lo aveva promesso - avrei potuto restare per i successivi sette anni, un tempo che sembrava incredibilmente lungo ad una bambina che aveva cambiato scuola tre volte negli ultimi cinque anni e che, quindi, non aveva praticamente mai avuto amici.

 

Seduta nello scompartimento vuoto, non posso fare a meno di domandarmi se rivedrò qualche viso conosciuto a Hogwarts, a parte naturalmente il professor Silente e la professoressa McGranitt, che so che insegna ancora Trasfigurazione ed è ancora direttore della Casa di Grifondoro. La mia Casa. Già solo il fatto di essere seduta sull'Hogwarts express mi suscita una marea di ricordi, la maggior parte dei quali molto belli, ma alcuni anche molto dolorosi. E nonostante negli ultimi quindici anni abbia fatto il possibile per dimenticare Hogwarts e tutto quello che ha rappresentato per me, adesso non posso fare altro che immergermi in quei ricordi. Chiudo gli occhi e, mentre il treno corre verso quel luogo che è stato così importante per me ma che pensavo non avrei rivisto mai più, con la memoria ritorno indietro di ventidue anni esatti.


___________________
Ciao a tutt*! Ho deciso di scrivere qui per ringraziare tantissimo voi che state passando a leggere, o anche solo a curiosare, questa storia! È la prima ed unica fanfiction che ho scritto, e se vi andasse anche di lasciare una recensione, mi farebbe davvero molto piacere!
Grazie ancora!
Ale

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 1 - PRIMO SETTEMBRE 1971 ***


CAPITOLO 1 - PRIMO SETTEMBRE 1971
 

"Ciao Amy, mi raccomando comportati bene, studia e divertiti!"
Mi viene da ridere, la mamma mi avrà già ripetuto questa frase quattro volte da quando sono salita sul treno. Ma sono la sua unica figlia, è normale che si preoccupi per me. Le sorrido.
"Ciao mamma, ciao papà, vi scriverò presto!" esclamo mentre sventolo la mano in segno di saluto, dall'alto dell'Hogwarts Express. Mamma è raggiante, papà... beh, credo che non si abituerà mai a tutto questo.

Le porte si chiudono e il treno parte e io mi sento felice e piena di entusiasmo come mai prima d'ora. Devo sbrigarmi a cercare un posto, gli scompartimenti sembrano tutti pieni! Vedo solo ragazzi grandi, ma dove si sono cacciati tutti gli studenti del primo anno? Finalmente ne vedo alcuni in uno scompartimento ma purtroppo è già pieno e non mi ci posso fermare, ma li guardo per un instante. Vicino al finestrino c'è una ragazzina dai capelli lunghi di un bel rosso scuro che ha gli occhi rossi e gonfi come se avesse pianto; discute con il ragazzino di fronte a lei, molto magro e pallido, con i capelli scuri e all'apparenza non molto curati che gli ricadono davanti al viso. Accanto a lui, un altro ragazzino con gli occhiali e i capelli scuri così spettinati che mi scappa da ridere solo a guardarli, ma che ha l'aria di saperla lunga. E di fronte a lui un ultimo ragazzino dall'aria profondamente annoiata, accasciato mollemente sul sedile. Noto che è molto carino, ha i capelli scuri che gli ricadono sulla fronte e su degli straordinari occhi grigio chiaro, i lineamenti del viso molto fini ed eleganti e l'aria un po' altera, come se si sentisse superiore a tutti gli altri. Mi perdo un attimo a guardarlo, poi mi riscuoto e proseguo nella mia ricerca.

Gli scompartimenti successivi sono ancora più pieni, ma finalmente riesco a trovarne uno dove ci sono solo due ragazze, che probabilmente sono del quinto anno, perché parlano dei G.U.F.O., e spettegolano allegramente di altri studenti per tutta la durata del viaggio.

Il tragitto è piuttosto lungo e il paesaggio poco interessante. Cerco di distrarmi smangiucchiando cioccorane e zuccotti di zucca, di cui ho scoperto l'esistenza solo quest'estate con mia madre perché prima d'ora avevo sempre mangiato solo dolci babbani.

Dopo un tempo che sembra interminabile, arriviamo a destinazione.
Sapevo già da mia madre che, essendo del primo anno, avrei attraversato il lago in barca, ma niente di quello che lei mi aveva raccontato mi avrebbe mai potuta preparare alla vista del castello illuminato. È semplicemente stupendo, così imponente e maestoso!
So già anche cosa succederà più tardi a noi del primo anno, lo smistamento ad opera del cappello parlante, mamma me lo avrà racconto diecimila volte. Ma un conto è sentirlo raccontare, un conto è trovarsi lì, con il vecchio cappello tutto rattoppato che sta per essere calato sulla tua testa, e posso rendermene conto perfettamente circa un'ora più tardi.

"Mancini Amy!"

Sento il cuore martellarmi furiosamente nel petto, quando la professoressa McGranitt, una strega dall'aria severa, chiama il mio nome. So che il Cappello Parlante deciderà in quale delle quattro Case di Hogwarts collocarmi; Grifondoro, Serpeverde, Corvonero o Tassorosso. Mia madre mi ha parlato diffusamente delle loro caratteristiche principali: lei è stata una fiera Corvonero ed è sempre stata convinta che lo sarò anch'io. Non so proprio che cosa aspettarmi, al contrario del Cappello Parlante che sembra invece avere le idee molto chiare su quale sia la Casa giusta per me. Infatti, non fa nemmeno in tempo a toccare la mia testa che lo sento urlare a gran voce "Grifondoro!".

Quasi mi spavento per la rapidità e la foga con cui ha emesso il suo verdetto, ma sono contenta della sua scelta.
Mi avvicino al tavolo dei Grifondoro che urlano festanti, e intravedo la ragazzina dai capelli rosso scuro che avevo visto stamattina sul treno e che è stata smistata nella mia stessa Casa poco prima di me. Mi vede arrivare e mi fa posto vicino a lei sorridendo.

"Ciao, io sono Lily Evans!" dice allegramente porgendomi la mano. Seduto da parte a lei intravedo il tipo carino che era nel suo scompartimento, ma lei gli sta dando le spalle, forse ci ha già parlato e le è antipatico. In effetti, ha ancora quell'aria di superiorità che mi sembrava di aver già notato sull'Hogwarts express.
"Ciao, io sono Amy Mancini" rispondo a Lily con tono altrettanto vivace, stringendole la mano.
"Mancini? È un cognome piuttosto strano! Non sei inglese, vero?" domanda lei curiosa.
"Per la verità un po' sì, o meglio, lo sono per metà! Mia madre è inglese, mio padre è italiano. Ecco il perché del mio strano cognome!" le spiego, sorridendo e sentendo le mie guance diventare rosse.
Lily evidentemente se ne accorge. "Scusami, non volevo metterti in imbarazzo, mi piace, davvero!" si affretta ad esclamare.
"Oh, non preoccuparti, ho vissuto in mezza Europa e in effetti solo in Italia lo trovano normale!" rispondo ridacchiando, e lo fa anche lei.

Restiamo un attimo in silenzio mentre la professoressa McGranitt chiama un certo Severus Piton; Lily guarda il cappello parlante con grande interesse, e seguendo il suo sguardo riconosco il ragazzino magro e bruttarello che era seduto davanti a lei sull'Hogwarts express. Il cappello parlante urla senza esitazioni "Serpeverde" e noto lo sguardo di Lily intristirsi appena mentre lui si alza e si dirige verso il tavolo dei Serpeverde guardando però verso di lei con la stessa espressione triste. Poi Lily si volta verso di me e torna a sorridermi.

"Forte eh? voglio dire, io non avevo assolutamente idea di cosa ci sarebbe stato qui! Non vedo l'ora di cominciare le lezioni ed imparare un sacco di cose!"
"Beh, io qualcosa sapevo, mia madre ha frequentato questa scuola, ma i suoi racconti non potevano rendere l'idea di tutto questo" faccio un ampio gesto con la mano ad indicare la Sala Grande, le candele fluttuanti, il soffitto punteggiato di stelle.
"Wow tua madre ha studiato qui? E in che Casa era?" domanda Lily curiosa.

Non faccio in tempo a risponderle che un ragazzino che a quanto pare è appena stato smistato in Grifondoro cerca di farsi spazio tra me e lei. "Ciao, sono James Potter!" esclama rivolgendosi a Lily. In quel momento lo riconosco, è il ragazzino con i capelli arruffati e gli occhiali che era seduto nello stesso scompartimento di Lily. Lei si presenta guardandolo di traverso, e nel frattempo lui nota il suo amico carino che gli fa cenno ridacchiando di andare a sedersi accanto a lui.
"Ehm, scusate" dice Potter rivolgendosi a noi, o meglio a Lily, e si alza per andare a raggiungere il suo amico.
"Che modi!" sbotta Lily guardando torva i due ragazzini.

Nel frattempo, lo smistamento è finito e prende la parola il preside, il professor Albus Silente, un uomo dalla lunga barba argentea e con gli occhiali a mezzaluna. Il suo discorso è piuttosto breve, dopo di che si passa finalmente alla cena. A parte le cioccorane e gli zuccotti di zucca acquistati sul treno, non mangio da questa mattina e sto letteralmente morendo di fame!

A cena io e Lily conosciamo quelle che saranno le nostre compagne di dormitorio: Marlene McKinnon, Mary MacDonald e Sarah Rowle. Sono tutte molto simpatiche e passiamo la serata a chiacchierare delle nostre famiglie, delle scuole che abbiamo frequentato e a spettegolare degli studenti più grandi, individuando i ragazzi più carini e i soggetti più buffi o in qualche modo degni di nota.

Marlene è decisamente quella con l'occhio più lungo per i ragazzi carini, ma poi aggiunge quasi con noncuranza, abbassando parecchio la voce "i più grandi li lascio a voi, io voglio lui" e il suo sguardo si posa sul ragazzino carino seduto di fianco a Lily, impegnato a parlare e ridere con quel James Potter. "Quello è Sirius Black, ed è decisamente il migliore qui dentro, aspettate che cresca un po' e tra qualche anno sarà indubbiamente il più bello della scuola. E poi proviene da una famiglia antichissima di maghi purosangue. Mi domando solo come mai non sia finito a Serpeverde come tutti i Black... ma meglio così..." continua poi con aria sognante.

"Cosa vuol dire purosangue?" domanda Lily.
"Sono famiglie che non si sono mai imparentate con babbani o discendenti di babbani, solo con altre famiglie purosangue. Come la mia, o anche quella di Sarah" sentenzia Marlene con un sorrisetto di superiorità. Lily mi guarda, incrociamo anche lo sguardo di Mary e scoppiamo a ridere.
"Beh, se ci tenete così tanto alla purezza del sangue" dice Lily imitando il tono di superiorità di Marlene "allora per i ragazzi purosangue ve la vedrete tu e Sarah, visto che Amy ha un genitore babbano e io e Mary li abbiamo entrambi!". Notiamo lo sguardo truce che Marlene rivolge a Sarah e scoppiamo di nuovo tutte a ridere. "Ragazzi purosangue ok, ma giù le mani da Black" precisa Marlene rivolta a Sarah, con una smorfia.

Terminata la cena, i prefetti accompagnano gli studenti del primo anno ai propri dormitori; nei corridoi noto, ridendo con le mie nuove amiche, che tutti i ritratti si muovono, e alcune delle persone nei ritratti fanno addirittura commenti sugli studenti. O meglio, su uno studente in particolare: i commenti sono infatti pressoché tutti sul tono: "Guarda, quello è Black, non dovrebbe essere nei sotterranei di Serpeverde?" O "Che ci fa un Black nel corridoio che porta ai dormitori di Grifondoro?" Lui probabilmente deve essere dietro di noi: istintivamente mi volto a guardarlo ma, nonostante le voci dei ritratti siano piuttosto alte, lui non sembra curarsene minimamente, liquida la faccenda alzando le spalle con un "te lo dicevo, no, che tutta la mia famiglia è stata a Serpeverde? Aspetta che lo sappia mia madre..." rivolto con un ghigno a Potter, e poi continua a ridere e scherzare con lui e altri due ragazzini che erano seduti vicino a loro a cena, uno alto e molto magro, con un ciuffo di capelli chiari che gli ricade in continuazione sugli occhi, l'altro piccolo di statura, cicciottello e con grandi occhi acquosi.

Per un attimo penso che vorrei avere almeno la metà della sicurezza in se stesso che ha Black. Ma immagino che essere un popolarissimo Black, per quanto Grifondoro e non Serpeverde, sia una faccenda un bel po' diversa dall'essere un'anonima Mancini, per di più mezza italiana, come me.

Intercetto uno sguardo di fuoco di Marlene ai ritratti e lo faccio notare a Lily. Sto ancora ridendo con lei quando finalmente arriviamo davanti a un ritratto che un prefetto chiama "la signora grassa", a cui bisogna dire una parola d'ordine che dovrò assolutamente scrivermi da qualche parte perché dopo un secondo l'ho già dimenticata. La Signora Grassa si tira da parte e rivela un buco: ci passiamo attraverso ed entriamo nella sala comune di Grifondoro che è una stanza a pianta circolare con un grande camino, poltrone dall'aria comoda e tavolini sparsi in tutta la stanza. I ragazzi devono salire una stretta scala a chiocciola per raggiungere i loro dormitori, mentre noi ragazze attraversiamo una porta che conduce ad un'altra scala, salendo la quale troviamo la nostra stanza. Nel nostro dormitorio ci sono cinque letti a baldacchino, circondati da soffici tende di velluto rosso. I nostri bauli sono già stati portati nella stanza ed i letti sono incredibilmente comodi e soffici. E finalmente, dopo qualche altra chiacchiera e risata con le mie nuove amiche, crollo felice in un sonno profondo.

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Capitolo 3
*** CAPITOLO 2 - ERIC JUGSON E JUSTIN MOORE ***


CAPITOLO 2 - ERIC JUGSON E JUSTIN MOORE


"Ufff, mancano solo quattro giorni al ballo del ceppo, e ancora nulla, ma ti sembra possibile?" si lamenta Marlene giocherellando con una ciocca dei suoi lunghi capelli biondi mentre sorseggia del succo di zucca.

E' sempre più agitata e nervosa ogni giorno che passa e ci avviciniamo alla fatidica data del ballo del ceppo, che si tiene ogni cinque anni in occasione del torneo tremaghi e a cui siamo ammessi a partecipare anche noi del quarto anno. E Marlene si aspetta un invito da parte di Sirius Black, anzi ne è proprio convinta. Quella ragazza è decisamente monotematica, le voglio un gran bene, ma sono quattro anni ormai che non la sento parlare di altro che di Black, e temo che sarà così anche per i prossimi tre. Si è convinta che lui la inviterà al ballo soprattutto da quando due giorni fa lui è arrivato alla lezione di Pozioni senza aver fatto i compiti e dimenticandosi pure il libro, e lei non solo gli ha fatto copiare i suoi compiti ma gli ha dato anche il suo libro, prendendosi al posto suo la sgridata del Professor Lumacorno, che comunque ha tolto 10 punti a Grifondoro perché a lui non importa nulla se il libro l'ha dimenticato Black o Marlene, sempre di Grifondoro si tratta.

Non saprei dire quanti maledettissimi punti abbiamo perso in questi anni per colpa di quei quattro, Potter, Black, Lupin e Minus, mannaggia al giorno in cui sono stati smistati in Grifondoro. Praticamente la coppa delle case resta un miraggio, arriviamo sempre ultimi, e poco importa se io faccio guadagnare punti a Grifondoro perché sono la migliore del corso di Incantesimi, e Lily fa altrettanto in Pozioni. I punti che ci fanno perdere Potter, Black, Lupin e Minus sono sempre molti, molti di più. Ne combinano di tutti i colori: almeno una volta al mese, dall'anno scorso, arrivano a lezione con un ritardo imperdonabile per poi addormentarsi sul banco, dimenticano libri o materiali che servono per le lezioni, non sempre finiscono i compiti, per non parlare di quello che combinano fuori dalle lezioni, specie contro i Serpeverde, tanto che soprattutto Black e Potter sono davvero spesso in punizione. Eppure non sono affatto stupidì, beh, forse Minus lo è un po' di più, ma gli altri tre se si impegnano sono persino brillanti, a volte a lezione hanno delle uscite che lasciano a bocca aperta anche i professori.

"Ehi Amy mi stai ascoltando?" Marlene come al solito interrompe i miei pensieri. La guardo e non posso fare a meno di alzare gli occhi al cielo: stringe ancora a se' il libro di Pozioni, non se ne separa mai da quando Black gliel'ha restituito, se lo abbraccia addirittura mentre dorme!

Nel frattempo è arrivata anche Lily e mi sento sollevata perché così non dovrò sorbirmi da sola le lamentele di Marlene. "Ciao" ci saluta lei, ma non è sorridente come al solito, mi sembra di cattivo umore.

"Tutto bene Lily?" le chiedo.
"Mh" borbotta lei con aria seccata "ho incrociato Potter in sala comune e indovina un po'? Mi ha chiesto per la terza volta se sono strasicura di voler perdere questa grande occasione che mi viene offerta, di andare al ballo con lui! Ma cosa crede, di essere l'unico ragazzo sulla faccia della terra? Non lo sopporto, mi fa troppo innervosire!"

Sto per dirle di non prendersela quando vedo Marlene seduta davanti a me sgranare i suoi grandi occhi azzurri. "Lily stai scherzando vero?" esordisce "ti rendi conto che se tu andassi al ballo con Potter, io avrei molte più possibilità di andarci con Black, dato che è il suo migliore amico?"

Lo sguardo truce che le rivolge Lily mi farebbe venire da ridere, ma mi trattengo perché lei è veramente furiosa. E Lily non è una che si arrabbia così facilmente, e quando lo fa è meglio stare attenti a quel che si dice. Ma d'altra parte Potter è piuttosto assillante con lei.

Dallo scorso anno, quando abbiamo cominciato a partecipare alle gite a Hogsmeade, lui non fa che chiederle se alla prossima gita ci vuole andare con lui, ed ora che abbiamo l'occasione di partecipare al ballo del ceppo, mi sembrava abbastanza ovvio che lui ci avrebbe provato. Sapevo già però che lei avrebbe rifiutato, non lo sopporta, o almeno così dice. In realtà ho il sospetto che sotto sotto un po' le piaccia, ma non lo ammetterebbe mai, perché lui è davvero troppo arrogante, immaturo e pieno di se' per essere preso sul serio. Da quando è entrato come cercatore nella squadra di Quidditch lo scorso anno poi, il suo ego è salito alle stelle. Le ragazzine più giovani lo adorano e fanno un tifo indiavolato per lui, eppure lui non sembra dare attenzione a nessuna di loro. Non saprei dire se si sia fissato con Lily solo perché lei non sembra filarselo minimamente, ma comunque c'è da dire che lui non si è mai dato per vinto con lei.

Marlene ancora la guarda speranzosa, ma Lily scuote la testa e le risponde duramente "Scordatelo. E comunque Black non mi sembra proprio il tipo che parteciperebbe a un evento come il ballo del ceppo, sai? Anzi, secondo me nessuno di quei quattro, nemmeno Potter, ha veramente la benché minima intenzione di parteciparvi". E detto questo, si alza, prende la borsa con i libri e se ne va.

"Dobbiamo sbrigarci anche noi o faremo tardi a Incantesimi" dico a Marlene cercando di cambiare argomento, ma lei mi sta fissando con aria curiosa e già temo la domanda che sta per farmi. "Amy, e tu invece con chi andrai al ballo?" chiede a bruciapelo.

Oh Godric, ero assolutamente convinta di essere ormai riuscita ad evitare quella domanda, e invece...
"Beh ecco io... non lo so" farfuglio "può anche darsi che non ci vada affatto" aggiungo ritrovando la sicurezza.

"Mi stai dicendo che non hai ricevuto nessun invito interessante finora?" domanda lei con sguardo inquisitore.

"No, nessuno" rispondo io chiudendo in fretta la questione, e dopotutto non è nemmeno una bugia. Voglio dire, non è che io non abbia proprio ricevuto nessun invito. Lei ha parlato di "inviti interessanti" e io un invito in effetti l'ho ricevuto ma non è per nulla interessante, e comunque non ho la benché minima intenzione di dirlo a Marlene. Lily lo sa ovviamente, ma Lily è Lily, a lei posso dire tutto senza il terrore che nel giro di dieci secondi lo venga a sapere tutta la scuola. E non voglio assolutamente che tutta la scuola sappia che Eric Jugson mi ha invitata al ballo e io ho rifiutato. Insomma, si tratta di Eric Jugson. Voglio dire, Lily si lamenta tanto di Potter ma almeno Potter, oltre ad essere decisamente più carino, gentile ed educato di Jugson, non è un Serpeverde con idee idiote in testa. Perché Eric Jugson è proprio questo: un Serpeverde del quinto anno fissato, come molti Serpeverde, con la purezza del sangue. Non fa altro che andare in giro a vantarsi della sua provenienza da una delle ultime famiglie purosangue, a insultare i nati babbani presenti a scuola definendoli "sanguemarcio" - il più terribile degli insulti nel mondo magico, ho scoperto - e a dire che i babbani dovrebbero sparire tutti quanti dalla faccia della terra. E, nonostante tutto questo, viene ad invitare al ballo me. Me, che ho un padre babbano che più babbano non si può. Insomma, Hogwarts è piena di ragazze purosangue, perché non invitare una di loro? Lily sostiene già dallo scorso anno che Jugson abbia una cotta stratosferica per me, anche se a me sembra più un'ossessione che una cotta stratosferica, e probabilmente nell'attesa di accasarsi con qualche nobile ragazza purosangue, vuole divertirsi un po', e questo può farlo benissimo anche con una mezzosangue come me. Il che davvero mi fa orrore, specie considerando quanto poco attraente sia Eric Jugson, con quel suo naso adunco e i dentoni sporgenti da castoro. Piuttosto che fare qualsiasi cosa con lui preferirei farmi rinchiudere ad Azkaban a vita...

"Nemmeno da Eric Jugson?" insiste Marlene strappandomi alle mie riflessioni. E piuttosto che dirle che Jugson mi ha effettivamente invitata, e non una volta sola ma ben cinque, ma io non andrei con lui neanche se fosse l'ultimo esemplare maschile sulla terra, mi farei cucire la bocca con un incantesimo; so già che poi lei non farebbe che stressarmi dicendo che dovrei accettare, che probabilmente sarà l'unica occasione per andare al ballo del ceppo, eccetera eccetera. E comunque spero che Jugson non sia davvero la mia unica occasione. Effettivamente non mi ritengo una gran bellezza, anche se Lily dice sempre che mi sottovaluto troppo e che devo smetterla di dire che nessun ragazzo degno di nota potrebbe mai interessarsi a me; elogia continuamente i miei capelli biondi, folti e lunghi fino a metà schiena, il mio sorriso dolce e i miei occhi scuri, che però io non trovo particolarmente espressivi.

"E dai Amy dì la verità, non posso credere che nemmeno Jugson ti abbia invitata" insiste Marlene con un sorrisetto sulle labbra, strappandomi alle mie riflessioni. E comunque, a questo punto, dovrò mentirle, non ho alternative.

"No, non ho ricevuto nessun invito, nemmeno da lui, e anche se lo facesse ti assicuro che gli direi di no. Piuttosto che andarci con lui preferisco non andarci affatto!" concludo con un tono che non ammette repliche.

"Amy insomma, tra poco compirai quindici anni, non è umanamente possibile che non te ne importi nulla dei ragazzi, voglio dire non è possibile che tu non abbia una cotta per nessun ragazzo qui a scuola, e che davvero non ti interessi andare o meno al ballo del ceppo!" strilla Marlene esasperata; e davvero non capisco cosa ci sia di così sbagliato nel fatto che non mi interessi nessuno in particolare.

"No Lene, te lo ripeto per la centesima volta: non ho una cotta per nessuno e del ballo non mi importa nulla, è chiaro o devo farti un disegno?" sbotto esasperata.

La voce di Marlene ancora mi rimbomba nelle orecchie quando raggiungiamo Lily nell'aula di Incantesimi. Mi fiondo vicino a lei mentre Marlene prende il suo solito posto davanti a noi vicino a Sarah, e finalmente ora avrà di meglio da fare che darmi il tormento perché non sbavo dietro a nessun ragazzo: il suo sguardo infatti è già all'ultima fila, quella in cui notoriamente prendono posto "i Malandrini" come amano definirsi loro: Potter, Black, Lupin e Minus. Non sono ancora arrivati, ma nessuno osa occupare i loro posti preferiti, tutti sanno quanto sia rischioso. Nessuno ha la benché minima voglia di rischiare di ritrovarsi la divisa bruciacchiata sul sedere come è successo a tre Serpeverde, o di ritrovarsi col sedere incollato alla sedia come è capitato a quattro Corvonero. Credo che abbiano fatto incantesimi su tutte le sedie dell'ultima fila di tutte le aule e, anche se sono finiti più volte in punizione per questo, nessuno prova più neanche ad avvicinarsi, figurarsi occuparle.

Marlene ovviamente continua a guardare verso la porta, e onestamente spero anch'io di vederli apparire da un momento all'altro perché quest'anno abbiamo già perso abbastanza punti per i loro ritardi e siamo solo a dicembre. E finalmente eccoli entrare di corsa - inciampando rovinosamente uno sui piedi dell'altro e causando le risate incontrollabili di tutta la classe - proprio mentre il professor Vitious stava per chiudere la porta e iniziare la lezione. Tiro un sospiro di sollievo: sarò anche "la cocca di Vitious', come mi definiscono le mie amiche - e, temo, tutti quelli del quarto anno, dato che sono notoriamente la studentessa più brillante del corso di Incantesimi e per questo motivo il professor Vitious mi adora - ma ieri non ho studiato e quindi non avrei potuto rimediare con le mie risposte pronte ai punti fatti perdere a Grifondoro dai Malandrini a causa del loro ritardo.

Quella di oggi si rivela una giornata davvero impegnativa: dopo due ore di Incantesimi, abbiamo un'ora di Difesa contro le arti oscure e poi due ore di Erbologia, e più tardi nel pomeriggio due ore di Pozioni, la mia croce. Dopo pranzo, io, Lily, Marlene e Mary ci sediamo accanto al camino nella sala comune di Grifondoro, mentre Sarah è già sparita con il suo fidanzato, Paul Thompson, un Corvonero della nostra età che frequenta assiduamente dall'inizio del terzo anno.

Fa un freddo pazzesco oggi, e mentre mi scaldo davanti al camino scoppiettante, non invidio affatto i Grifondoro che si stanno incontrando nella sala comune per andare all'ultimo allenamento di Quidditch prima della partita di domani contro i Tassorosso. Ci sono, ovviamente, i capiscuola del settimo anno, Alice Prewett e Frank Paciock - una coppia fantastica sia nel Quidditch, sia nella vita da ormai tre anni; devo essere sincera, sono talmente affiatati e belli insieme che un po' li invidio - altri due ragazzi del settimo anno, tra cui il portiere di Grifondoro, Marcus Mitchell, e due ragazze del sesto anno.

Aspettano qualcuno, evidentemente in ritardo, e chi potrebbe essere se non James Potter? Lo vedo precipitarsi, più scarmigliato che mai, giù dalle scale a chiocciola che portano ai dormitori dei ragazzi, chiedere scusa a tutti per il ritardo, e fiondarsi verso le poltroncine dove siamo sedute noi quattro, chiaramente puntando Lily. Non è possibile, sta per farla arrabbiare di nuovo, ma soprattutto la sua insistenza e il successivo - ne sono certa - rifiuto di Lily faranno riattaccare Marlene con la solita storia, e io non posso reggerla, se poi devo affrontare due ore di Pozioni.

Con un movimento rapidissimo, estraggo appena la bacchetta dalla mia veste e la punto su Potter tenendomela vicina al corpo perché nessuno la noti. Sono fiera di me stessa e del mio talento per gli incantesimi perché al quarto anno so già scagliare incantesimi non verbali, anche non proprio semplici come un Confundus. Il mio incantesimo va a segno, me ne accorgo subito perché Potter si ferma, come scosso da un brivido, si guarda attorno con aria assente e poi ritorna come se niente fosse dai suoi compagni di squadra che lo guardano senza capire. O meglio, uno che forse ha capito c'è: Frank Paciock mi lancia uno sguardo allibito. Io sfodero il mio sorriso più innocente e poi mi volto e riprendo a parlare con le mie amiche che, pur essendo più vicine di lui, non si sono accorte di nulla, prese com'erano a spettegolare.

So che non si dovrebbe fare, non si dovrebbero lanciare incantesimi su altri studenti, ma a essere sinceri lo fanno tutti a scuola, e con scopi molto meno nobili del mio. Non lo confesserei davanti a Frank nemmeno sotto tortura, ma devo ammettere a me stessa che è stata proprio una bella soddisfazione lanciare quell'incantesimo su Potter senza farmi notare più di tanto, e soprattutto vedere la sua faccia stordita subito dopo. Certo, la soddisfazione massima per me sarebbe lanciare uno schiantesimo su Eric Jugson, e un giorno o l'altro lo farò, naturalmente senza scomodi testimoni intorno. Tanto so già che non diventerò mai un prefetto il prossimo anno, per quel posto c'è già una predestinata ed è Lily, che è senza dubbio la più seria, responsabile e matura tra noi ragazze del quarto anno.

Sarei curiosa di sapere cosa ne penserebbe la mia migliore amica se sapesse quello che ho fatto a Potter, ma anche solo nominarlo sarebbe un rischio troppo grande visto quanto era scocciata stamattina, e soprattutto visto che Marlene non si lascerebbe scappare l'occasione di rimettersi a parlare di Black, quindi preferisco evitare.

Il pomeriggio passa veloce, finché non arriva il momento di andare alla lezione di Pozioni. Io detesto Pozioni, sono assolutamente negata, ogni volta combino qualche pasticcio, mi è capitato persino di far esplodere il mio calderone un paio di volte. E non è colpa del Professor Lumacorno, che è indubbiamente un ottimo insegnante, sono proprio io che non ci sono portata, persino Potter e Black riescono meglio di me. Ma mi ci devo impegnare perché Pozioni è una materia di fondamentale importanza per chi, come me, vuole diventare un Auror. L'anno prossimo avremo i G.U.F.O. e dovrò assolutamente prendere Oltre Ogni Previsione per non rischiare di vedere la mia brillante carriera di Auror finire ancora prima di cominciare.

Sto per avviarmi a lezione con le mie amiche quando mi accorgo di aver dimenticato li libro di Pozioni nel nostro dormitorio. Dico alle altre di cominciare pure ad andare in classe, le raggiungerò subito. Corro nella nostra stanza, recupero il libro - oh Godric, quanto siamo disordinate! - e, siccome ci ho messo un po' a ritrovarlo in mezzo a quel caos, sono pure in ritardo. E io non posso arrivare in ritardo, non a Pozioni almeno.

Cammino veloce a testa bassa fino ai sotterranei, e sono quasi davanti all'aula di Pozioni quando improvvisamente, non so nemmeno come e dove, inciampo e volo per terra. Accidenti a me e alla mia sbadataggine!

Alzo gli occhi e vedo davanti a me una mano tesa. Sono già pronta a sentire qualcuno - chiunque sia - sghignazzare e prendermi in giro senza ritegno, quando invece sento una voce calda che mi chiede "Ti sei fatta male? Posso aiutarti?"

Alzo gli occhi ancora un po' di più e per poco non svengo: Justin Moore è davanti a me e mi guarda con un'aria che sembra... preoccupata? E no, non mi sta prendendo in giro, né sta sghignazzando, e non sembra nemmeno avere la minima intenzione di farlo. Può anche darsi che si stia solo trattenendo, ma se è così, sa fingere davvero molto bene. Justin Moore è un ragazzo di Tassorosso del quinto anno, con grandi occhi azzurri, un sorriso mozzafiato, capelli scuri, un fisico atletico - beh, è il portiere della squadra di Quidditch di Tassorosso, e ... insomma basta Amy, finiscila di fissarlo con quella faccia da ebete, tuona una vocina dentro di me.

Finalmente mi decido a prendere la sua mano e a rialzarmi mormorandogli un "grazie" al volo, prima di sparire dentro l'aula di Pozioni. Naturalmente nelle due ore successive non riesco proprio a concentrarmi sulla lezione, se ne accorge anche Lily che mi domanda cosa sia successo. "Ti dico dopo" mimo con le labbra. La verità è che non riesco a smettere di pensare a Justin, e so che devo finirla, è un gran bel ragazzo, ma inarrivabile perché è fidanzatiss... un momento... che cos'è che diceva Marlene a proposito di lui e Jennifer Morris, l'ultima volta che siamo state a Hogsmeade? Aveva parlato di loro, ma non ricordo proprio a che proposito. Accidenti a me, dovrei stare più attenta quando parla Marlene, almeno quando non parla di Black. Mi sforzo ma non riesco proprio a ricordare. Decido di chiedere a Lily, che mi odierà lo so, perché la disturberò mentre cerca di non perdersi nemmeno una sillaba della sua materia preferita, ma devo soddisfare subito la mia curiosità.

"Ehi Lily" dico piano. Lei si volta con l'aria appena un po' seccata e non aspetto neanche che mi risponda prima che decida di mandarmi al diavolo. "Moore e la Morris, quelli di Tassorosso, stanno ancora insieme o no?"

Lei mi guarda come se non riuscisse a capacitarsi del fatto che io le stia facendo una domanda così assolutamente non necessaria nel bel mezzo di una lezione così interessante come quella di Pozioni, quando avrei potuto semplicemente prestare attenzione alle parole di Marlene, una volta tanto. Ma dopotutto sono la sua migliore amica, cosi decide di rispondermi limitandosi a fare cenno di no con la testa, anche se sono assolutamente certa che dentro di sé starà morendo dalla curiosità sul perché e il per come io le abbia posto quella domanda proprio adesso. E mi starà odiando perché per colpa della mia domanda, lei non riuscirà a seguire più una sola parola della lezione della sua materia preferita.

Mi rendo conto di aver sottovalutato Lily quando, alla fine della lezione, lei si precipita dal Professor Lumacorno a chiedergli spiegazioni riguardo la fermentazione di non so quale ingrediente della pozione della memoria, che lui ha spiegato verso la fine della lezione. Questo significa che lei l'ha ascoltato, e dopotutto non stava affatto morendo dalla curiosità per la mia domanda. Faccio segno a Marlene, Sarah e Mary di cominciare pure ad andare avanti, ci vedremo più tardi nella nostra sala comune. Lily però continua a tempestare di domande Lumacorno, così io decido di aspettarla fuori in corridoio. Ma quando esco dall'aula per poco non svengo: Justin Moore è lì fuori e mi viene incontro sorridendo.

"Ciao" dice "ti stavo aspettando, ti va di fare due passi fuori?"
Il cuore comincia a battermi più forte. Se mi va? E come potrebbe non andarmi? Al diavolo Lily e le sue manie per Pozioni, vorrei rispondere, ma opto per un più discreto "Si, volentieri".

Ci incamminiamo verso il parco: io sono parecchio a disagio, imbarazzata, è la prima volta che mi capita di essere sola con un ragazzo più grande e non so davvero cosa dire, e mi auguro davvero che lui sappia come prendere l'iniziativa; e infatti, mentre camminiamo in silenzio, lui decide di rompere il ghiaccio dicendo: "senti Amy, volevo chiederti... tu hai già un accompagnatore per il ballo del ceppo?"

Per un attimo credo proprio di aver capito male, mentre il mio cuore fa una capriola tripla ed ho il terrore che possa schizzarmi fuori dal petto da un momento all'altro; mi fermo e alzo timidamente lo sguardo su di lui.
"A dire la verità no" mormoro un po' imbarazzata.

"Bene" sorride lui "ti andrebbe di venirci con me?"

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Capitolo 4
*** CAPITOLO 3 - TASSOROSSO CONTRO GRIFONDORO ***


CAPITOLO 3 - TASSOROSSO CONTRO GRIFONDORO
 

Quando entro nella Sala Comune di Grifondoro, le mie amiche sono sedute tutte attorno al camino. Tutte tranne Lily. Possibile che sia ancora a farsi spiegare la Pozione di memoria da Lumacorno? Ma nessuna di loro sembra dare importanza all'assenza di Lily. Magari è già tornata ed è semplicemente in dormitorio a farsi una doccia.

"Tutto bene Amy? Dove sei stata tutto questo tempo? Dove eri finita?" esordisce Marlene. Non che non mi aspettassi il terzo grado, sia chiaro, ma l'assenza di Lily mi ha distratta.
"Ehm... beh, ecco... pare che io abbia trovato un accompagnatore per il ballo" bofonchio incerta.

Non l'avessi mai detto comunque, Marlene salta su e urla "Chi è???", facendo voltare tutti i Grifondoro presenti in Sala Comune, che a quell'ora del pomeriggio sono parecchi, Malandrini al gran completo compresi.
"Sssshhhh" sibilo io "non urlare!"
"E tu allora spara!" dice lei "con chi ci andrai?" Non sono sicura di voler veramente sparare la bomba, ma ormai non posso più fare finta di niente.
"Mi ha invitata Justin Moore, quando sono uscita da Pozioni" e, prima che Marlene possa urlare di nuovo, aggiungo "Ma Lily dov'è?"

"È in infermeria" interviene Sarah, che evidentemente ha voglia quanto me di sentire di nuovo urlare Marlene.
"Che cosa?!?" sono esterrefatta e preoccupatissima per la mia migliore amica "e come mai? Voglio dire, sta bene?"
"Lei si" aggiunge Mary "Alice Prewett un po' meno. Si è fatta male all'allenamento di Quidditch, un bolide l'ha centrata in pieno ed è caduta dalla scopa battendo la testa e rompendosi un braccio".
"Oh no, quanto mi spiace, povera Alice! Non potrà giocare la partita di domani, e chissà se potrà partecipare al ballo!"

In quel momento, entra Lily, che si guadagna subito una lunga occhiata da parte di Potter. Lei, come al solito, non lo degna della benché minima considerazione, ma lui si avvicina e stavolta spero lo faccia per chiedere notizie di Alice e non per sottolineare per l'ennesima volta che vorrebbe andare al ballo con Lily.
Mi alzo anch'io e le vado incontro.

"Lily! Come sta Alice?" le chiedo raggiungendola prima di Potter, non perché io sia più veloce, ma semplicemente lui era seduto dall'altra parte della sala rispetto al ritratto della Signora Grassa.

"Non molto bene" risponde lei con aria preoccupata rivolgendosi a me e continuando a comportarsi come se Potter fosse invisibile - e stavolta non è colpa mia, giuro solennemente di non aver fatto nessun incantesimo. "I suoi genitori stanno venendo a prenderla e la riporteranno a casa per le vacanze di Natale con qualche giorno di anticipo. Che sfortuna, proprio ora che ci sono la partita contro i Tassorosso e poi il ballo del ceppo!" esclama Lily sconsolata mentre Potter si lascia sfuggire un gemito e inizia a passarsi freneticamente le mani tra i capelli, evidentemente preoccupato per la partita.

"Ma scusa" le domando "come farà Frank? Lui è il campione di Hogwarts al torneo tremaghi, al ballo deve assolutamente andarci ed avere una compagna! Apriranno le danze..."
"Ne abbiamo parlato in infermeria" dice Lily "siamo rimasti d'accordo che accompagnerò io Frank al ballo. Come amici, naturalmente" precisa dopo una piccola pausa, e non so dire se davvero non abbia notato lo sguardo che le ha rivolto Potter, o se semplicemente stia facendo finta di non vederlo, il che è abbastanza plausibile.

"Ma tu piuttosto che fine hai fatto?" mi chiede.
"Te lo dico dopo" rispondo io sottolineando la parola "dopo" con un'eloquente occhiata rivolta a Potter. Al quale sicuramente non interessano i fatti miei, ma nella vita non si può mai sapere, c'è già Marlene a cui interessano a sufficienza.

Ci allontaniamo lasciando Potter li da solo a guardarci - o meglio, a guardare Lily - finché qualcuno dei suoi amici - presumo Black perché Lupin non è così idiota, e Minus non saprebbe fare un lancio così preciso - gli lancia un pacchetto di gelatine tutti i gusti + 1, che gli atterra direttamente sui capelli spettinati. Ridacchio e vedo che anche Lily lo fa, poi torna seria.
"Allora, ci sono novità?" domanda curiosa.
"Beh in effetti si" rispondo mentre torniamo dalle altre "ho ricevuto un invito al ballo... Da Justin Moore!"

"Davvero?!?" esclama lei fermandosi, poi si illumina. "Ecco perché volevi sapere di lui e Jennifer Morris oggi a Pozioni! Sì, si sono mollati due mesi fa, non te lo ricordi? Ne parlava Marlene quando siamo stati a Hogsmeade appena prima di Halloween! Pare che lei fosse troppo gelosa, e lui si è scocciato e l'ha lasciata, o qualcosa del genere. E pensare che stavano insieme già da due anni..."

"Ok ok, comunque al ballo ci vuole andare con me!" esclamo con un sorrisetto malizioso.

"Ed è fantastico!" esclama lei, poi continua abbassando la voce "Ora dobbiamo trovare qualcuno per Marlene e Mary".

Fosse facile, penso. Marlene è davvero una bella ragazza, dovrebbe solo imparare a tenere un po' la bocca chiusa e levarsi dalla testa l'idea che Black la inviterà al ballo perché sa benissimo anche lei che lui non lo farà, anzi non ci verrà nemmeno, e per Mary ci vuole qualcuno che non guardi tanto all'aspetto fisico quanto piuttosto alla sua intelligenza e simpatia.
Comunque, Lily ha ragione: un conto sarebbe stato se al ballo non ci fosse andata nessuna di noi - a parte Sarah ovviamente - ma ora che io e Lily abbiamo degli accompagnatori, non possiamo mollare Mary e Marlene, che in effetti tengono molto più di me e Lily ad andare al ballo, inutile negarlo. Quindi bisogna trovare una soluzione, e anche piuttosto in fretta.

"Dividiamoci i compiti" propone Lily, pratica. "Io parlo con Frank: c'è quel suo amico del settimo anno, quello alto e magro con gli occhiali, che secondo me ancora non ha una compagna per il ballo".
"Albert Simpson, vuoi dire?" chiedo incerta.
"Esatto, proprio lui. Andrà bene per Mary, no?". Adoro Lily, vorrei avere almeno la metà del suo pragmatismo, ma in questo momento la sto odiando come mai nella vita.
Il compito che ha lasciato a me apparentemente è più facile, perché Marlene piace a molti ragazzi e in teoria non sarebbe difficile trovare qualcuno che voglia andare al ballo con lei. Il problema, il vero problema, ha un nome e un cognome: Sirius Black.

Guardo Lily con aria interrogativa: non mi sta chiedendo di andare da lui e convincerlo a invitare lei al ballo vero? Ok che so fare incantesimi non verbali ma la maledizione Imperius non l'ho mai provata e non credo sia il caso di provarla contro un Malandrino, perché se non mi dovesse riuscire, cosa assai probabile, il rischio è quello di ritrovarmi appesa a qualche albero a gambe all'aria e non ne ho proprio nessuna voglia.

E se mettessi lui fuori gioco, tipo come è successo ad Alice? Però mi dispiacerebbe, in fondo Black non mi ha fatto niente di male, anzi dubito quasi che sappia della mia esistenza, se non fosse che frequentiamo le stesse lezioni. E comunque se gli facessi del male, rischierei ritorsioni tipo finire appesa a un albero a gambe all'aria come pensavo poco fa. Niente da fare, bisogna trovare un'altra soluzione. Vediamo, chi altro potrebbe piacere a Marlene, che non sia Black?

"Potresti chiedere a Justin se ha qualche amico libero. Compagni di classe, o qualcuno della squadra di Quidditch di Tassorosso" riflette Lily intuendo quali pensieri si stiano agitando nella mia testa. Eh certo, ecco perché non sono finita a Corvonero come avrebbe voluto mia madre, avevo la soluzione più logica davanti agli occhi ma no, io ovviamente vado a pensare a tutte quelle più improbabili e dall'esito catastrofico.

Dimenticavo che Justin è il portiere di Tassorosso, mi ha anche chiesto se andrò a vedere la partita domani, pur sapendo che io tiferò per la mia Casa. Devo solo convincere Marlene a levarsi Black dalla testa, almeno per il ballo, ma ricordo che nella squadra di Quidditch di Tassorosso un paio di elementi interessanti, oltre a Justin, ci sono; quindi non mi resta che convincere Marlene a venire a vedere la partita con me, anche se lei non ama molto il Quidditch, e quasi quasi sperare che vinca Tassorosso per poterci imbucare alla festa che sicuramente faranno se riusciranno a battere Grifondoro.
"Lily sei un maledetto genio!" esclamo entusiasta.
"Lo so" risponde lei con un sorrisetto di superiorità, e in queste situazioni devo ammettere che non mi sembra molto più modesta di quel James Potter che tanto le sta antipatico. E che spero domani giocherà una partita pessima.

 

L'inizio della partita è fissato per le 13: un orario insolito, ma siamo a metà dicembre e le giornate sono corte e gelide. "Giocare partite di Quidditch il 21 dicembre dovrebbe essere illegale!" proclama solennemente Marlene seduta accanto a me, dimenticando che normalmente non si giocano partite di Quidditch il 21 dicembre, ma questo è l'anno del torneo tremaghi, e le partite del campionato di Quidditch passano decisamente in secondo piano e vengono spostate nelle giornate più improbabili.

Temevo sarebbe stato più difficile convincerla a venire a vedere la partita, ma sono stata piuttosto fortunata: Sarah ovviamente era già impegnata con Paul, e la prospettiva di rintanarsi in biblioteca o in sala comune a studiare con Lily e Mary per il compito in classe di Trasfigurazione di lunedì, non deve essere sembrata molto allettante a Marlene, che quindi ha accettato di venire con me a morire di freddo al campo di Quidditch.

Le squadre sono già schierate: i Grifondoro privi del loro cacciatore migliore, Alice Prewett, sostituita da un ragazzino del terzo anno di cui non ricordo nemmeno il nome, e i Tassorosso al gran completo. Ricordavo giusto, oltre a Justin, già schierato davanti agli anelli, ci sono due ragazzi molto carini in squadra: Michael Jones e Steven Taylor, rispettivamente cacciatore del sesto anno e battitore del quarto. E Marlene non fa che spostare lo sguardo dall'uno all'altro. Bene, non mi resta che sperare che uno dei due sia libero. Forse Taylor è più abbordabile, dato che, essendo del nostro stesso anno, frequenta alcune lezioni con noi, e quindi già ci conosce.

Delle voci mi distolgono dai miei pensieri e un brivido mi corre lungo la schiena: la mia idea geniale di portare Marlene a vedere la partita non si è rivelata poi tanto geniale perché quelli che stanno arrivando sono Black, Lupin e Minus che naturalmente vengono a vedere il loro amico James Potter. Ecco, ora Marlene vedrà Black e tutte le mie speranze che se lo levi dalla testa andranno miseramente in fumo. Neanche a farlo apposta, i tre Malandrini si sistemano sulla gradinata proprio dietro me e Marlene. Non mi resta che sperare che Tassorosso vinca, ad una loro eventuale festa post partita, Black, Potter e gli altri non sarebbero di sicuro invitati. Sarà difficile però: per un attimo penso che potrei scagliare un bell'incantesimo accecante contro Potter per non fargli trovare il boccino, ma ho i suoi amici seduti proprio dietro di me e, anche se lo facessi senza parlare, sono certa che potrebbero facilmente vedermi.

Marlene, intanto, si è voltata a salutarli e, anche se il mio umore sta diventando più nero di una notte buia, faccio altrettanto. Loro ci sorridono e per un attimo riesco a capire come Marlene non riesca a levarsi dalla testa Black: ha quel sorriso pazzesco che gli illumina persino gli occhi, che alla luce del sole invernale sembrano di ghiaccio. Per un attimo mi dimentico quasi di respirare, ma subito abbasso lo sguardo e rivolgo la mia attenzione alla partita, che sta cominciando proprio in questo momento.

"Qualcuno vuole del cioccolato?" sento dire a Remus Lupin, e istintivamente mi volto verso di lui, rendendomi conto che non lo sta offrendo solo ai suoi amici ma anche a noi.

"Magari grazie!" dico entusiasta. Ok, ho fatto colazione un po' più tardi del solito stamattina, essendo sabato, ma non ho fatto in tempo a pranzare e sto morendo di fame. Oltretutto Lupin è senz'altro il migliore dei Malandrini, ogni tanto lo incontro in biblioteca e lo trovo simpatico e gentile. Anche Marlene prende un pezzetto di cioccolato, e sento Black dire "accidenti Lunastorta, tu si che hai le armi giuste per conquistare ragazze carine!". Ride, e la sua risata assomiglia vagamente al latrato di un cane. "Come se tu ne avessi bisogno Felpato!" risponde sarcastico Lupin.

Guardo Marlene e la vedo paonazza. Mi sento avvampare anch'io, ma per la rabbia: maledetto Black, ci sta evidentemente prendendo in giro.

Decido di tornare a concentrarmi sulla partita: vedo Justin fare un paio di parate spettacolari, mi piacerebbe incitarlo ma non posso dire niente dalla mia posizione nel bel mezzo della tribuna dei Grifondoro. Noto però alcune ragazze di Serpeverde gridare dei "bravo Justin sei fantastico!" e la cosa mi infastidisce non poco.

E a proposito di Serpeverde, a un certo punto accade una cosa che mai, mai nella vita, avrei voluto che accadesse. Sento qualcuno sedersi accanto a me, mi volto e vedo l'ultima persona che avrei mai voluto trovarmi vicino: Eric Jugson. Alzo gli occhi al cielo: il mio umore, che si stava risollevando un minimo grazie al cioccolato di Lupin, crolla di nuovo miseramente sottoterra.

"Ciao Amy" esordisce lui con quella odiosa voce melliflua, ignorando completamente Marlene, che tanto nemmeno se ne è accorta perché sta vivendo nel suo mondo dorato in cui Black le sta giurando amore eterno. "Ti stavo cercando" continua lui puntandomi addosso i suoi occhi scuri.

"Ciao Jugson, dimmi" rispondo con il tono più acido e sbrigativo che mi riesce.
"Sono certo che avrai ripensato alla mia proposta e volevo dirti che sei ancora in tempo per accettare il mio invito al ballo" mormora lui, evidentemente cercando di non farsi troppo sentire.

Ho l'impressione che tutte le persone sedute intorno a me si siano zittite all'istante, e non è che la cosa mi faccia piacere perché se ci fosse stato più rumore avrei potuto mandare Jugson al diavolo senza la minima remora. I tre Malandrini, specie Black e Minus, che stavano facendo un baccano assurdo, sono improvvisamente in silenzio, Marlene si è accorta della presenza di Jugson e si è voltata verso di noi ma sta comunque zitta.

Io però adesso ho proprio perso la pazienza con Jugson: mi ha chiesto di andare al ballo con lui almeno altre cinque volte, ma lo ha sempre fatto in modo piuttosto discreto, non nel bel mezzo di una partita di Quidditch. Ma improvvisamente mi viene in mente che non è necessario mandarlo al diavolo, perché finalmente mi posso togliere una soddisfazione quasi pari a quella che mi darebbe lanciargli uno schiantesimo.
"Oh mi dispiace" dico sfoderando il sorriso più acido che mi sia mai riuscito "ma per il ballo sono già impegnata".

Lo vedo cambiare colore e diventare livido, mi si avvicina in modo piuttosto aggressivo "e con chi?" sibila come un serpente.
"Con Justin Moore, il portiere dei Tassorosso, lo conosci no? È del tuo stesso anno" rispondo, guardando verso Justin e scandendo bene le parole per godermi fino in fondo la sua faccia rabbiosa.
Ho quasi l'impressione che potrebbe cercare di strozzarmi da un momento all'altro, ed evidentemente deve avere la stessa impressione anche Black, perché lo sento alzarsi in piedi dietro di me, scendere alla nostra gradinata e dire a Jugson "e ora che lei ti ha risposto puoi anche toglierti dai piedi".

Jugson non risponde, si alza, ancora livido, e si allontana borbottando qualcosa del tipo "non finisce qui". Rabbrividisco stretta nel mantello: Jugson è sempre stato assillante ma non mi è mai sembrato aggressivo e sono un po' turbata.

"Tutto bene?" sento dire a Black che è tornato a sedersi dietro di me.
Mi volto e rispondo "Si, grazie" con la voce molto bassa.
"Ehi Lunastorta" continua lui rivolto a Lupin "qui serve ancora del cioccolato!" e mi porge la tavoletta che Lupin gli ha appena passato.
Ne stacco un pezzo e sorrido debolmente a Lupin. Mi sento ancora lo stomaco sottosopra.
"Maledetto idiota. Come tutti i Serpeverde." sento borbottare Black dietro di me, e la cosa mi suona un po' strana, dato che tutta la sua famiglia è stata a Serpeverde, e ci è finito anche suo fratello minore, Regulus Black, l'anno successivo a quello in cui siamo arrivati noi.

Passato lo spiacevole episodio, i Malandrini tornano a tifare urlando come pazzi e anch'io torno a guardare la partita e soprattutto Justin che oggi è in forma smagliante e non ha ancora preso un gol. L'assenza di Alice nei Grifondoro si nota, e se Potter non compie il miracolo trovando il boccino, potrebbero davvero vincere i Tassorosso. Invece, pur avendo subito nove gol senza segnarne nemmeno uno, vincono i Grifondoro grazie ad un recupero del boccino in picchiata da parte di Potter, che sarà pure uno sbruffone egocentrico, come dice Lily, ma ha dei riflessi pazzeschi ed è senza dubbio il miglior cercatore della scuola.

Ovviamente esulto per la vittoria della mia squadra, ma sono dispiaciuta per Justin e soprattutto perché a questo punto non ci sarà nessuna festa e non avrò l'occasione di far conoscere qualche bel ragazzo a Marlene in vista del ballo del ceppo.

Aspettiamo che arrivino i giocatori delle due squadre: il primo a presentarsi è naturalmente James Potter, che continua a spettinarsi i capelli mentre si gode l'esultanza e i complimenti dei suoi amici, dei tifosi di Grifondoro e delle sue fan che, noto, sono piuttosto numerose. Dopo di lui escono tutti gli altri Grifondoro, ed infine la squadra di Tassorosso. Justin saluta i suoi tifosi, poi viene verso me e Marlene. "Ciao ragazze!" ci saluta educatamente, poi rivolgendosi a me continua: "Amy, mi ha fatto piacere che tu sia venuta, sarai contenta per la vittoria della tua squadra".
"Mi dispiace Justin, avete giocato davvero bene, soprattutto tu. Avete fatto una bella partita, siete solo stati sfortunati" cerco di consolarlo io.

"Già, purtroppo da quando avete Potter in squadra non c'è storia" dice lui un po' amareggiato. "Comunque" continua rivolto a entrambe "facciamo lo stesso una festa nella nostra sala comune, dato che siamo vicini a Natale. Immagino preferirete andare a quella dei Grifondoro, ma se per caso vi andasse di unirvi a noi sareste le benvenute, anche se ci avete battuto!" Se vogliamo unirci? E c'è pure da chiederlo? Lancio un'occhiata a Marlene e non ho dubbi che abbia capito. Festa di Tassorosso, stiamo arrivando!
 

La festa alla Sala Comune di Tassorosso è davvero fantastica: tutti sono gentili e amichevoli anche con me e Marlene nonostante apparteniamo alla Casa che li ha sconfitti, c'è bella musica babbana, burrobirra a fiumi e un sacco di cose buone da mangiare, per la gioia del mio stomaco che si è ripreso alla grande. Tutti ballano, ridono e si divertono, ma il vero eroe della serata è Justin, per la splendida partita che ha disputato. Lui invece, più che la notorietà, sembra apprezzare la mia compagnia: quando non è assediato da qualche fan, rivolge la sua attenzione a me e scopriamo di avere parecchi argomenti di cui chiacchierare: le nostre famiglie, la scuola, gli insegnanti, il Quidditch. Sento costantemente addosso a me gli occhi di Jennifer Morris e mi sento un po' inquieta, credo seriamente che entro la fine della festa tenterà di uccidermi.

Invece non succede niente, il tempo vola con Justin, e presto mi ritrovo a dover cercare Marlene per tornare al nostro dormitorio, perché la festa sta per finire, dato che i Tassorosso rispettano le regole, non come i Grifondoro, le cui feste continuano spesso ben oltre l'orario del coprifuoco.

Ma dove si sarà cacciata Marlene? L'ho vista a inizio serata chiacchierare con Steven Taylor, ma lui adesso è solo e se ne sta andando nel suo dormitorio.
Mi guardo intorno ancora una volta e niente, non la vedo; poi Justin mi si avvicina ridacchiando "Se cerchi la tua amica, credo sia laggiù". E finalmente la vedo, spalmata su un divanetto e avvinghiata come una piovra a Michael Jones.

Sto per saltare dalla gioia, ma non voglio fare figuracce con Justin, così mi limito a dire silenziosamente tra me e me "Grazie Godric!" e a voltarmi verso Justin per salutarlo.
"E chi sono io per rovinarle la festa?" gli dico allegra.
"Non preoccuparti, tu vai, ci penserà Michael a riaccompagnarla sfidando l'ira di Gazza e rischiando di beccarsi una punizione!" dice lui ridacchiando.
"Ok, ciao allora e grazie per la bella serata!" esclamo sorridendo; lui si avvicina e mi posa un bacio leggero e dolcissimo sulla fronte. Per un attimo le mie gambe si domandano se riusciranno ancora a reggere il mio peso, ma la mia testa mi dice che devo andarmene subito, o sarò in guai seri, e non solo per le punizioni che Gazza il custode si diverte a infliggere agli studenti - per lo più Grifondoro - che vengono sorpresi in giro per la scuola quando è passata l'ora del coprifuoco.
Mi getto come un razzo fuori dalla Sala Comune di Tassorosso con i battiti a mille e, nonostante le mie gambe siano ancora poco collaborative, mi precipito verso la torre di Grifondoro.

Nella nostra Sala Comune, la festa ovviamente è ancora in pieno svolgimento. I ragazzi del settimo anno stanno, come al solito, lanciando incantesimi insonorizzanti alle pareti per evitare che chiunque - compresi i ragazzini del primo, secondo e terzo anno che i prefetti hanno già spedito nei loro dormitori - possa anche solo avere il vago sospetto che la festa non sia finita all'ora del coprifuoco. Arriva il momento in cui i ragazzi più grandi fanno sparire burrobirra, succo di zucca e ogni altro genere di bevanda analcolica o poco alcolica e tirano fuori l'artiglieria pesante, ovvero whiskey incendiario, vino d'ortica, idromele e - nelle serate migliori - varie tipologie di alcolici babbani. Questa sembra appunto essere una delle serate migliori, perché vicino al tavolo delle bevande, dalla parte opposta della sala, vedo Potter e Black che hanno in mano bottigliette di quella che ha tutta l'aria di essere birra vera. E a me piace la birra, ne ho bevuta una per la prima volta un paio di mesi fa, proprio alla prima festa post Quidditch di Grifondoro di quest'anno: è fresca, dissetante e soprattutto amara, e ne avrei una gran voglia adesso, dato che alla festa di Tassorosso ho bevuto solo burrobirra e sono un po' nauseata da quel sapore dolciastro.

Vado a prendermene una bottiglietta e mi allontano subito dal tavolo delle bevande perché da quelle parti Potter, i suoi amici e i suoi fan più accaniti stanno facendo un caos pazzesco, e mi dirigo verso un angolino un po' isolato. Svuoto la bottiglietta piuttosto velocemente, forse troppo, ma ho davvero una gran sete, e sto quasi pensando di andarmene a prendere un'altra, ma sento già l'alcol che comincia a entrarmi in circolazione, e domani devo assolutamente studiare per il compito di Trasfigurazione.

Sto ancora valutando se prendermi un'altra birra o andare a cercare Lily, quando la mia attenzione viene attirata da Potter che viene letteralmente sollevato e portato in trionfo in giro per la sala, neanche avessimo battuto i Serpeverde e vinto la coppa. E nel frattempo vedo Black spostarsi dal tavolo delle bevande con due bottigliette di birra in mano. Ha evidentemente bevuto un po' troppo perché cammina barcollando un po', ma nonostante questo è proprio un bel vedere. Indossa dei jeans e una camicia aderente mezza sbottonata che mette in risalto il suo bel fisico, i capelli scuri che gli ricadono disordinati sugli occhi grigi, e mi ritrovo a pensare che devo assolutamente smetterla di fissarlo in questo modo. Ma la cosa strana è che lui sta venendo esattamente verso di me.

Mi guardo indietro supponendo che probabilmente stia puntando qualche bella ragazza più grande alle mie spalle, ma dietro di me c'è solo il ritratto di un mago dalla lunga barba scura, e non credo che Black intenda portare una birra a lui anche se, considerando il suo stato attuale, potrei non stupirmi se lo facesse.

Invece no. Black sta puntando i suoi spettacolari occhi proprio su di me e sorride proprio a me, e io istintivamente mi appoggio con la schiena al ritratto del mago barbuto perché non credo davvero che le mie gambe reggeranno anche questo, stasera. Abbasso leggermente la testa e alzo lo sguardo, mentre Black si ferma davanti a me e mi sorride. "Vuoi?" mi chiede porgendomi una delle due bottigliette; "credo proprio che ti piaccia" aggiunge puntando quegli occhi magnetici sulla bottiglietta vuota che ho appoggiato su un ripiano vicino a me.

Resto per un attimo immobile a guardarlo, sono assolutamente certa che mi stia confondendo con qualcun'altra. Voglio dire, è palesemente ubriaco, non mi ha mai degnata di uno sguardo in quattro anni, e adesso sa che mi piace la birra e me ne viene a portare una? Semplicemente impossibile.
Comunque, anche se mi sta confondendo con un'altra ragazza, chi se ne importa; forse non sarei andata a cercarmela io un'altra birra, ma visto che è arrivata lei da me, oltretutto portata da tanta bellezza, non sarò certo io a rifiutarla. Non c'è nemmeno nei paraggi Marlene, che non esiterebbe ad uccidermi se fosse qui in questo momento, per il solo fatto che oso prendere qualcosa dalle mani di Black. Prendo quindi la bottiglietta con mani un po' tremanti e ne bevo un sorso, ci voleva proprio. "Grazie" mormoro sorridendo a Black, che però mi viene portato via improvvisamente sotto gli occhi da un James Potter decisamente più ubriaco di lui.

A quel punto, non posso fare altro che afflosciarmi giù lungo il muro perché le mie gambe stasera davvero hanno sopportato abbastanza e ora non ce la fanno neanche a portarmi ad una poltrona. Resto seduta lì a terra per diversi minuti sorseggiando la mia birra, quando mi sento chiamare, alzo gli occhi e mi trovo davanti Lily e Mary.

"Amy! Che ci fai seduta lì per terra? Stai bene? E Marlene dov'è?" mi chiede ansiosa la mia migliore amica. Lily sarà un ottimo genitore, su questo non ci sono dubbi. È perfettamente sobria, ed è incredibile quanto sia matura e responsabile per non avere nemmeno quindici anni. Si aspetta davvero che io risponda a tutte quelle domande, con mezzo litro di birra nello stomaco, e gli occhi azzurri di Justin Moore e la camicia mezza sbottonata di Black ancora stampati in testa?

"Sto bene, tranquilla. Marlene credo sia ancora nella sala comune di Tassorosso a sbaciucchiare Michael Jones" rispondo cercando di scacciare l'immagine di Justin e Black dalla mia testa confusa. Fortunatamente quest'ultima informazione ha fatto breccia nel cervello di Lily che saltella allegra come non ho potuto fare io prima, e come di certo non sarei in grado di fare adesso, dimenticandosi di me ancora afflosciata a terra.

Dovrò decidermi a rialzarmi prima o poi, ma non sono esattamente abituata a bere alcolici. Chiudo gli occhi e penso che in effetti si sta così bene qui che potrei anche addormentarmi seduta per terra, quando sento la voce di Lily che mi offre aiuto per alzarmi. Non posso perdere l'occasione: per quanto si stia bene qui, il mio letto è decisamente più comodo, così prendo la mano della mia migliore amica e in qualche modo mi rimetto in piedi. Noto che il ritratto della Signora Grassa si sta spostando e sta lasciando passare una Marlene più rossa in viso e scarmigliata che mai. "Sono distrutta, andiamo a dormire?" chiede con un sorriso beato in viso, senza rivolgersi a nessuno in particolare.

Mi guardo bene dal farle notare quanto sia figo Black stasera, innanzitutto perché non credo mi lascerebbe sopravvivere e, se anche lo facesse, le passerebbe subito la voglia di andare a dormire. In effetti mi accorgo che la mezzanotte è già passata da un bel pezzo e, sebbene questa festa sia semplicemente magnifica, sarà davvero meglio che ce ne torniamo nel nostro dormitorio.

 

 

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Capitolo 5
*** CAPITOLO 4 - IL BALLO DEL CEPPO ***


CAPITOLO 4 - IL BALLO DEL CEPPO
 

La mattina seguente apro gli occhi e sento una fastidiosa fitta alla testa, accidenti alle due birre. Guardo l'orologio e vedo che praticamente è già ora di pranzo. Mi guardo intorno e il dormitorio è deserto, le mie amiche devono essere già scese in Sala Grande. Non ho nessuna voglia di pranzare, così mi butto di nuovo sotto le coperte ripensando a quelle due immagini che hanno occupato i miei sogni per tutta la notte. Oh Godric, aiutami tu, devo studiare Trasfigurazione ma come faccio se ho sempre quei due davanti agli occhi? Il mal di testa e la nausea poi proprio non aiutano, così decido di aspettare il ritorno delle mie amiche, poi mi deciderò a tornare a vivere in questo mondo in cui né Justin Moore né Sirius Black sono qui davanti a me, uno a baciarmi sulla fronte, e l'altro a offrirmi una birra dicendo "credo proprio che ti piaccia".

Quando le mie amiche rientrano nel dormitorio dopo pranzo, sto di nuovo dormendo. Apro un occhio e le trovo tutte intorno al mio letto. Lily, Mary e Sarah mi guardano un po' preoccupate, Marlene invece non riesce a nascondere un sorriso raggiante: credo che non solo abbia fatto alle ragazze un resoconto dettagliato della sua storia appena cominciata con Michael Jones, ma che probabilmente l'abbia anche già rivisto a pranzo.

Lily mi allunga un panino dicendomi che non posso stare digiuna e, nonostante non ne abbia ancora molta voglia, riesco a mangiarlo tutto. Poi sempre Lily, da buona strega nata babbana, mi rifila anche una medicina che i babbani usano spesso per il mal di testa, e in effetti ricordo di averla vista assumere anche a mio padre qualche volta. A questo punto comincio a sentirmi un po' meglio e la mia coscienza mi spinge finalmente ad aprire il libro di Trasfigurazione.

Decidiamo di restare tutte a studiare in dormitorio perché oggi la nostra Sala Comune è decisamente troppo affollata, mi informano le mie amiche. Nessuno ha voglia di uscire a congelarsi, rischiando di prendersi un raffreddore due giorni prima del ballo del ceppo, e io sono ben contenta di non dover neanche mettere piede fuori dal dormitorio. Dopo tutte le emozioni di ieri, ho proprio bisogno di una giornata tranquilla.

A metà pomeriggio, Sarah esce per incontrarsi con Paul, e anche Marlene, dopo aver interrotto continuamente il nostro ripasso per informarci di come bacia bene Michael e di come sia emozionata all'idea di andare al ballo con lui, comincia a prepararsi per incontrarlo.

Quando scendo a cena in Sala Grande, con Lily e Mary, mi viene incontro Justin sorridendo. "Ciao Amy! Tutto bene? Non ti ho vista oggi a pranzo" mi chiede, e non posso fare a meno di pensare che wow, ha notato la mia assenza! Gli riferisco che ho preferito restare in stanza a riposarmi e a studiare per il compito di domani e lui mi saluta con un sorridente in bocca al lupo prima di raggiungere i suoi compagni al tavolo di Tassorosso. Non c'è invece traccia dei Malandrini, anche se sono assolutamente sicura che non saranno certo impegnati a studiare, né saranno minimamente preoccupati per il compito di domani. D'altronde Potter e Black hanno un talento naturale per Trasfigurazione, un po' come me per Incantesimi o Lily per Pozioni, e la professoressa McGranitt infatti li adora e gliele perdona sempre tutte. Lupin invece è bravo più o meno in tutte le materie, ma lui è davvero molto studioso, lo vedo sempre con qualche libro in mano.

Il giorno dopo è l'ultimo di lezione prima delle vacanze di Natale. Le lezioni del mattino sono Storia della Magia, Divinazione ed Erbologia, e dopo pranzo ci prepariamo per eseguire il compito di Trasfigurazione. La professoressa McGranitt passa continuamente tra i banchi per accertarsi che nessuno di noi copi, e riprende più volte Black, Potter e soprattutto Minus che cerca di confrontare le sue risposte con quelle dei suoi amici. Terminata l'ora che ci è stata assegnata per lo svolgimento del compito - che tutto sommato mi è sembrato di aver fatto abbastanza bene - mi rilasso finalmente con Lily e Mary in Sala Comune, finché non vedo arrivare Black e Potter con il giradischi babbano che usano solitamente alle feste di Grifondoro.

"Ehi, che cos'è questo mortorio? Siamo in vacanza, è ora di fare festa!" esclama ridacchiando Black facendo partire la musica e alzando notevolmente il volume.

"Ma grazie Black, vuoi farci mettere in punizione proprio all'inizio delle vacanze di Natale per caso?" gli domanda sarcastica Lily; Black risponde a Lily con un'alzata di spalle e uno dei suoi migliori sorrisi malandrini, mentre Potter arrossisce appena in viso e lancia un'occhiata di fuoco al suo migliore amico che però sembra non farci minimamente caso.

"Ehi, Sirius ha ragione, ci vuole un po' di allegria ora che finalmente siamo liberi dalle lezioni e dallo studio!" gli dà manforte Frank Paciock che evidentemente, in assenza di Alice, deve essersi fatto contagiare dall'esuberanza dei due Malandrini e si prodiga a lanciare incantesimi insonorizzanti alle pareti della nostra Sala Comune. Black e Potter cominciano a ballare in modo assolutamente sgraziato e scomposto, fermando tutte le ragazze che passano dalle loro parti e invitandole a ballare con loro, e non posso fare a meno di osservarli divertita.

"Guarda un po' cosa si sta perdendo Marlene" ridacchia Lily che comunque sembra non disdegnare affatto lo spettacolo offerto da questa festa improvvisata.

"Guai a voi se glielo andate a dire, lasciamola con Michael Jones per favore!" esclama Mary in tono melodrammatico.

"Già" mi limito a rispondere distrattamente, guardando incuriosita quei due e chiedendomi se cresceranno mai.

 

Finalmente, il giorno del ballo è arrivato: la nostra stanza sembra un campo di battaglia, con vestiti, scarpe e trucchi sparpagliati ovunque. Io sono l'unica che sa già come vestirsi: mia madre ci pensava già da quest'estate, e durante le vacanze mi aveva convinta a comprare un lungo abito blu, il mio colore preferito, accollato sul davanti e scollato sulla schiena, con una stola dello stesso colore, scarpe col tacco alto e una borsetta color oro.

Mi sento un po' impacciata nell'abito blu, non sono affatto abituata a indossare abiti da cerimonia. L'unica volta che mi è capitato di indossarne uno è stato al matrimonio di uno dei miei parenti italiani, ma avevo nove anni all'epoca e non è esattamente la stessa cosa.

Le mie amiche cercano di incoraggiarmi ripetendomi in continuazione che l'abito è fantastico e mi sta davvero bene, ma io spero solo di riuscire ad evitare di inciamparci dentro e rotolare addosso a Justin, anche perché non sono proprio abituata a portare scarpe con il tacco.

Osservo le mie amiche, compresa Lily, provare e riprovare mille abiti diversi, e mi domando cosa se ne facciano di tutti questi vestiti eleganti quando io ne ho solamente uno. Alla fine Lily sceglie un abito lungo grigio chiaro con la scollatura a cuore, che crea un bel contrasto con il rosso scuro dei suoi capelli. Marlene sceglie un ampio abito rosa di tulle che la fa sembrare un delizioso confettino ma che comunque le sta divinamente. Mary opta per il nero che snellisce: il suo abito ha una profonda scollatura che mette in evidenza il seno prosperoso. E Sarah, beh Sarah è talmente bella che potrebbe mettersi addosso anche un sacco della spazzatura e riuscirebbe ad essere meravigliosa ugualmente. Anche lei, come me, sceglie il blu, ma il suo abito è molto più aderente del mio e di una tonalità più chiara.

Dopo la scelta degli abiti, arriva il momento di pettinarci e truccarci. Potremmo farlo velocemente con degli incantesimi, ma per nulla al mondo ci perderemmo il divertimento di truccarci e pettinarci tra di noi alla babbana.

Ci mettiamo un sacco di tempo divertendoci come matte, ma alle otto in punto siamo pronte per scendere, lasciando la stanza nel caos più totale. Lily e Mary, che hanno accompagnatori Grifondoro, li incontrano subito, mentre io, Sarah e Marlene ci allontaniamo per cercare Justin, Paul e Michael. Mentre li cerco con lo sguardo, noto che tra i Grifondoro mancano Potter, Black, Lupin e Minus e devo ammettere che un po' mi dispiace, sarei stata proprio curiosa di vedere se e come sarebbero riusciti a portare il caos più totale anche ad un evento serio e importante come il ballo del ceppo, e soprattutto sarei stata curiosa di vedere con quale ragazza si sarebbero presentati.

La Sala Grande è già aperta, completamente addobbata a tema natalizio e con tanti tavoli più piccoli al posto delle grandi tavolate delle quattro Case. Justin e Michael aspettano sorridenti me e Marlene proprio all'ingresso della sala. Michael bacia subito Marlene, mentre Justin mi guarda con uno strano luccichio negli occhi. "Amy wow sei stupenda!" esclama mentre io mi sento avvampare dalla testa ai piedi. Ci accomodiamo a un tavolo con Marlene e Michael e presto ci raggiungono Mary e Albert e Sarah e Paul. Lily invece accompagna Frank al tavolo dei campioni.

La cena è ottima e la compagnia divertente. Sono seduta tra Justin e Marlene, e con lei mi diverto a commentare gli outfit dei presenti, insegnanti compresi. Marlene è colpita dall'assenza dei Malandrini. "ma dove saranno? Di sicuro non nel loro dormitorio, tu che ne dici Amy?" mi domanda a un certo punto mentre Michael è impegnato a chiacchierare con Justin.

"Che non siano nel loro dormitorio è sicuro" ribatto pensierosa "ma non ho idea di dove possano essere; magari staranno progettando qualche nuovo scherzo ai danni dei Serpeverde" aggiungo pensando alle loro ultime imprese ai danni della Sala Comune delle serpi.

A proposito di Serpeverde, proprio accanto al nostro tavolo ce n'è uno in cui sono sedute varie coppie di studenti di quella Casa, tra cui Jugson che alla fine ha invitato una ragazza del terzo anno ma non la smette un attimo di staccarmi gli occhi di dosso, come mi fa continuamente notare Marlene. Sono proprio infastidita, è davvero un cafone maleducato, mi guarda anche mentre parla con la ragazza accanto a lui; a un certo punto, se ne accorge anche Justin che gli lancia un'occhiataccia e mi mette un braccio intorno alle spalle con aria protettiva. Rivolgo a Justin il sorriso più smagliante che io possa mai fare, e mi godo l'espressione livida di Jugson che intravedo con la coda dell'occhio.

Terminata la cena, Silente fa sparire con un colpo di bacchetta tutti i tavoli e le sedie, e fa comparire un palco su cui sale una band musicale piuttosto famosa nel mondo magico, li ho visti suonare anche a Hogsmeade, ai Tre manici di scopa, e sono davvero bravi, anche se io preferisco decisamente la musica babbana. Cominciano con un lento, ed i campioni del torneo tremaghi, con i loro accompagnatori, sono invitati ad aprire le danze. Guardo Lily ballare con Frank, è bellissima, aggraziata ed elegante, sarei curiosa di vedere la faccia di James Potter se la vedesse in questo momento. Terminato il primo brano, la band inizia a suonare canzoni più movimentate, ed andiamo anche noi a scatenarci. Justin si muove davvero bene, mi domando se c'è qualcosa che lui non sappia fare.

A un certo punto, Justin mi propone di andare a prenderci qualcosa da bere e di uscire a prendere una boccata d'aria fresca.
Devono essere stati fatti degli incantesimi riscaldanti attorno al parco perché fuori sembra una serata di maggio anziché di dicembre, l'aria è tiepida e le piante sono magicamente fiorite, c'è un profumo delizioso e il cielo sereno è illuminato da una bellissima luna piena.

"Ti stai divertendo?" mi chiede Justin sorridendo.
"Moltissimo" rispondo sincera, e il modo in cui mi guarda mi strappa un brivido nonostante non faccia affatto freddo. E in quel momento, lui si avvicina a me e posa le sue labbra sulle mie. È il mio primo bacio, un bacio dolcissimo e delicato che mi regala un'emozione intensa.

Mentre passeggiamo nel parco, Justin mi prende la mano ed anche questo contatto mi fa rabbrividire. Troviamo una panchina vuota e ci sediamo. E lì riprendiamo a baciarci, e questa volta i baci si fanno più ardenti e appassionati. Restiamo lì seduti per tutta la serata, a baciarci, coccolarci e chiacchierare, nessuno di noi ha più voglia di staccarsi dall'altro e di tornare in mezzo alla folla. Non avevo mai provato niente del genere ed è una sensazione bellissima e travolgente.

Devo avere ancora un sorriso ebete stampato in faccia quando rientro con Justin in Sala Grande e ci separiamo per avviarci nei rispettivi dormitori, perché Lily, che sta salendo con Mary alla torre di Grifondoro, capisce subito tutto. E non posso che confermarle che questa sera io e Justin Moore ci siamo ufficialmente fidanzati.

 

 

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Capitolo 6
*** CAPITOLO 5 - SCONTRI ***


CAPITOLO 5 - SCONTRI


"Tu davvero sai fare incantesimi non verbali? E perché non me lo hai mai detto prima?" Justin sembra sconvolto, e non ne capisco proprio il motivo.

Siamo fidanzati da ormai quasi sei mesi, ma non sta scritto da nessuna parte che io gli debba dire proprio sempre tutto. Non ho mai rivelato che so fare incantesimi non verbali nemmeno a Lily che è la mia migliore amica, anche perché ogni tanto mi capita di usarli in situazioni in cui magari non sarebbe strettamente necessario, e quindi meno questa mia dote si sa in giro, meglio è per tutti, specie per me. Un conto è sapere benissimo che non potrò mai diventare un prefetto - non che mi interessi, del resto - un conto è rischiare di finire in punizione solo per aver fatto in modo che certi avvenimenti accadessero in un modo anziché in un altro. Perché è vero che sono riuscita a confondere e rallentare il cercatore di Serpeverde che aveva visto il boccino prima di Potter nell'ultima partita di Quidditch decisiva per la vittoria della coppa, ma non è che se non l'avessi fatto la vittoria di Serpeverde sarebbe stata così scontata. Voglio dire, ho piena fiducia in Potter e sono assolutamente certa che sarebbe riuscito a recuperare e prendere lui il boccino, anche se in quella partita era completamente distratto dalla presenza di Lily sugli spalti. Sono assolutamente sicura che avremmo vinto comunque, anche senza il mio intervento, ma non è necessario che tutta la scuola sappia esattamente come è andata.

Mi viene il dubbio che non sia stata proprio una buona idea quella di aiutare Justin a prepararsi per il G.U.F.O. di Incantesimi, ma il problema è che non sono mai capace di dirgli di no, mi guarda con quel sorriso e quegli occhi che hanno la stessa sfumatura del cielo sereno, e io non capisco più niente, altro che incantesimo Confundus!

"Amy" continua lui, di fronte al mio silenzio "mi vuoi dire perché non me l'hai mai detto prima?"

"Forse perché non me l'hai mai chiesto?" domando io con un sorriso innocente. "E comunque, cosa sarebbe cambiato se lo avessi saputo, scusa? Gli incantesimi non verbali sono materia da M.A.G.O., non da G.U.F.O.".

"Appunto! Come diavolo hai fatto a imparare a farlo?" chiede lui agitato, neanche gli avessi detto che ho imparato a costruire una bomba atomica.

"Ho trovato in biblioteca un libro molto interessante che ne parlava, non mi sembrava poi così difficile, e quindi ho chiesto qualche consiglio al professor Vitious" spiego. "Ormai ci ero arrivata da sola, non poteva dirmi di no, mi ha dato solo un paio di dritte molto utili".

"Ecco perché ti chiamano la cocca di Vitious!" ridacchia lui. Io invece mi rabbuio un po': sapevo di avere questa fama tra gli studenti del quarto anno, non tra gli studenti di tutta la scuola, e la cosa mi da un certo fastidio, così come il suo tono supponente.

"Scusa ma ora devo andare, ho lezione di Cura delle creature magiche" dico secca alzandomi dal prato. "Ah, e dimenticavo: nessuna delle mie amiche lo sa, quindi vedi di tenere la bocca chiusa a proposito degli incantesimi non verbali". Poi mi volto e me ne vado. In realtà la lezione inizia tra più di mezz'ora, così faccio un giro nel parco per vedere se trovo le mie amiche.

Mentre cammino guardandomi attorno, sento qualcuno in lontananza chiamare il mio nome; mi volto e vedo Lily che mi sta raggiungendo. Sembra piuttosto agitata e il mio pensiero va subito a James Potter.

"Ehi Lily, che succede?" le domando.

"Si tratta di Severus" risponde lei. Certo, Severus Piton, il Serpeverde di cui lei è amica da prima di iniziare a frequentare Hogwarts. Mi ha parlato tanto di lui in questi anni; nonostante lui sia finito in Serpeverde e lei in Grifondoro, e nonostante l'astio che regna tra le due Case, lei ha continuato a frequentarlo e ad essergli amica. Si incontrano spesso per studiare insieme, e lei ha spesso cercato di coinvolgere anche me, ma ho sempre rifiutato i suoi inviti ad unirmi a loro. Mi dispiace per Lily, ma non riesco proprio a provare simpatia per quel ragazzo, sempre così serio con quello sguardo impenetrabile, non riesco mai a capire cosa stia pensando, non mi ispira molta fiducia. Ma se Lily ci si trova bene e ha piacere a passare del tempo con lui, a me non dà certo fastidio.

"Sono molto preoccupata, Amy" continua la mia migliore amica. "Ero in Sala Comune con Mary e Sarah aspettando di andare alla lezione di Cura delle Creature Magiche, ed erano lì presenti Frank, Alice e altri ragazzi del settimo anno. Stavano parlando di Tu-sai-chi" spiega Lily, e sento un brivido scendere lungo la mia schiena al sentire quel nome.
È da mesi ormai che sulla Gazzetta del Profeta non si legge altro che di incidenti, morti sospette, catastrofi che sembrano naturali ma invece non lo sono. Ne ho ignorato la vera natura fino alla scorsa estate, quando mia madre, ritenendomi ormai grande abbastanza, mi ha spiegato che si tratta di azioni messe in atto da Colui-che-non-deve-essere-nominato, un mago oscuro che vuole conquistare il Mondo Magico rivendicando la supremazia dei maghi sui babbani, e dei purosangue sui mezzosangue e sui Nati Babbani. È in corso una vera e propria guerra, ormai, tra i mangiamorte, seguaci di Colui-che-non-deve-essere-nominato, e gli Auror del Ministero della Magia che cercano di fermare queste stragi.

"E cosa dicevano?" domando a Lily.

"Dicevano che anche qui tra gli studenti di Hogwarts ci sono dei seguaci di Tu-sai-chi" sussurra Lily al mio orecchio, temendo forse che qualcuno possa udire la nostra conversazione.

"Davvero?!" esclamo con gli occhi sgranati "Sarebbe terribile. Immagino si tratti di purosangue".
Il mio pensiero va per un attimo a Potter e Black, ma è assolutamente impossibile che loro condividano gli ideali di Colui-che-non-deve-essere-nominato, anche se la famiglia Black soprattutto è famosa nel Mondo Magico per la sua assoluta fedeltà agli ideali di purezza del sangue magico. "Non mi dire che c'entra anche Piton" aggiungo.
Lily sospira e scuote lentamente la testa.

"Hanno fatto anche dei nomi" continua lei "io ho sentito parlare di Avery, Mulciber, Rosier e Jugson. E parlavano di uno studente del primo anno finito in infermeria a causa di quello che sembra essere stato un incantesimo oscuro". Un fremito di orrore mi scuote a queste parole, soprattutto nel sentire il nome di Jugson. Anche se da quando sono fidanzata con Justin lui sembra aver smesso di darmi il tormento, le mie sensazioni su di lui non erano sbagliate, dopotutto.

"Adesso capisci perché sono preoccupata?" continua Lily pallida in viso. "Severus ultimamente passa tutto il suo tempo con Avery e Mulciber, e io non voglio che diventi uno di loro. Ho provato a parlarne con lui adesso, ma cerca di sviare il discorso, cambia argomento. Eppure lui è buono Amy, lo so, lo conosco, siamo amici da così tanto tempo".

"Lily, ascoltami. Io credo che se lui è veramente buono come dici, saprà distinguere se le azioni delle persone che frequenta sono giuste o sbagliate e saprà da che parte schierarsi, non credi?"

Un rumore alle nostre spalle interrompe il nostro discorso. Ci voltiamo e veniamo quasi travolte da Potter e Black che sembrano apparsi dal nulla, giusto per scontrarsi con noi. Sghignazzano rumorosamente ma hanno anche il fiatone per la corsa che, a quanto pare, stavano facendo.

"Evans... Mancini" dice Potter fermandosi ansimante a pochissimi centimetri da noi con i capelli completamente arruffati e gli occhiali storti sul naso, mentre Black si butta a terra senza riuscire a smettere di ridere.

"Cosa avete combinato stavolta?" gli domando. So benissimo che sono due idioti, sempre impegnati a pensare a nuovi scherzi o a scontare punizioni, ma non posso fare a meno di essere divertita al vederli in quello stato.

"Ehm..." Potter è diventato improvvisamente serio e si guarda intorno passandosi una mano tra i capelli, sembra quasi a disagio, ma subito interviene Black che si rialza e si avvicina a lui appoggiandogli un braccio sulla spalla destra.

"Nulla di che, abbiamo semplicemente dato una piccola lezione a Mocciosus che ci stava infastidendo". Capisco subito a chi si riferisce: Mocciosus è il soprannome con cui dal primo anno i Malandrini si riferiscono a Severus Piton; volgo lo sguardo verso Lily aspettando una sua reazione che ovviamente non si fa attendere. "Che cosa gli avete fatto?" domanda seria.

"Niente di grave tranquilla Evans, gli abbiamo solo dato una lavata di capelli visto che a quanto pare non lo sa fare da solo" ribatte Black sarcastico.

"Siete davvero due imbecilli, vorrei proprio sapere perché ve la prendete così tanto con lui" ribatte secca Lily.

"Se accetti di uscire con me te lo spiego molto volentieri, Evans" interviene Potter che sembra aver ritrovato il suo solito atteggiamento sbruffone e baldanzoso.

"Scordatelo Potter. Preferirei uscire con la piovra gigante, piuttosto" ribatte Lily incrociando le braccia al petto.

"Non credere che il tuo amico sia un santo, Evans" si intromette di nuovo Black. "È sempre lui a provocarci per primo. Ci sta sempre addosso, fa un sacco di domande, sta sempre a ficcare il suo enorme naso in faccende che non lo riguardano affatto".

"Non mi interessa quello che fa con voi" risponde Lily gelida. "Non è necessario tormentarlo con scherzi inutili per fargli capire che non deve intromettersi nella vostra vita, potreste semplicemente parlargli e dirglielo chiaro e tondo".

"Parlargli? Forse non stiamo parlando della stessa persona, Evans. È impossibile parlare con quella testa vuota di Mocciosus" ribatte Potter scoppiando in una sonora risata, mentre una smorfia increspa le labbra della mia migliore amica.

"Scommetto che non ci hai mai nemmeno provato! Ma già, tu hai di meglio a cui pensare, vero? Gli allenamenti di Quidditch, le feste post partita, gli scherzi ai Serpeverde. Perché dovresti perdere il tuo tempo a capire se una persona corrisponde veramente all'idea che tu te ne sei fatto?" sbotta sempre più arrabbiata.

"Sei ingiusta Evans; ti ricordo che è soprattutto merito mio se Grifondoro ha vinto il campionato di Quidditch l'anno scorso dopo moltissimo tempo, e se quest'anno stiamo già dominando la classifica in modo incontrastato" ribatte Potter. Il suo tono calmo, però, sembra mandare ancora più su tutte le furie Lily, nel cui sguardo noto una collera che non le ho mai visto riservare a nessuno mentre accenna un applauso in modo evidentemente sarcastico.

"Già, abbiamo vinto il campionato di Quidditch per merito tuo, peccato che invece per colpa tua e dei tuoi amici siamo sempre ben lontani dalla vetta della classifica per la Coppa delle Case. Non ci avevi mai pensato, vero?"

Le parole di Lily echeggiano per un attimo nel silenzio immobile del parco; lancio uno sguardo in direzione di Black che sta alzando gli occhi al cielo, ma subito li abbassa e ricambia il mio sguardo mimando con le labbra "Fermala".

Non vorrei, ma incrociare quegli occhi grigi ha spesso uno strano effetto su di me: mi confondono, mi stordiscono, e devo fare uno sforzo per riprendere il controllo della situazione. Mi viene in mente la lezione di Cura delle creature magiche e mi sembra un'ottima scusa per distrarre Lily dal suo attacco personale a Potter, così intervengo prima che lui possa ribattere.

"Lily si è fatto tardi, dobbiamo andare a lezione" le dico semplicemente.

Potter lancia velocemente un'occhiata al suo orologio e con tono strafottente torna a rivolgersi alla mia migliore amica: "Comunque Evans, almeno a Cura delle Creature Magiche possiamo andarci insieme o preferisci seguirla con la piovra gigante?"

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Capitolo 7
*** CAPITOLO 6 - L'INIZIO DEL QUINTO ANNO ***


CAPITOLO 6 - L'INIZIO DEL QUINTO ANNO

 

Sono seduta in uno scompartimento dell'Hogwarts Express con Justin e Mary. A volte penso che Justin sia un santo a stare sempre in mezzo a noi ragazze, visto quanto siamo inseparabili io e le mie amiche. Lily, come previsto, oggi sfoggia orgogliosa la sua spilla da prefetto, ed è dovuta andare nello scompartimento dedicato a prefetti e capiscuola; Marlene se n'è andata con Michael, e Sarah con Paul, ma io non potevo certo lasciare Mary da sola, così prima di salire ho detto a Justin che se preferiva poteva andare a sedersi con i suoi amici e ci saremmo visti dopo a scuola, ma lui mi ha fatto notare che effettivamente non ci vediamo da due mesi e che se stare con me significa anche stare con le mie amiche, per lui va bene. D'altronde la sua famiglia è composta in gran parte da donne, dato che lui ha tre sorelle più grandi e una più piccola, anche lei a Hogwarts, al secondo anno, e quindi è perfettamente abituato al casino che fanno le ragazze. Contento lui...

Da quando l'ho incontrata al binario 9 e 3/4, prima di salire in treno, Mary ha tenuto in braccio un piccolo, batuffoloso e tenerissimo gattino dal pelo bianco e rosso. Si chiama Fluffy ed ha sostituito la vecchia Kitty, la gatta che Mary ha tenuto a Hogwarts negli scorsi anni e che purtroppo è morta durante l'estate. Fluffy è molto timido e spaventato; si guarda in giro con i suoi grandi occhi blu e abbassa intimorito la testina quando io o Justin proviamo ad accarezzarlo. "Ha solo tre mesi" ci informa Mary "avrebbe ancora bisogno della sua mamma, ma ci tenevo così tanto a portarlo con me al posto di Kitty...".
"Sì abituerà, non preoccuparti" la tranquillizza Justin "ha solo bisogno di un po' di tempo". Mary e l'unica tra noi ragazze a tenere un animale in dormitorio: Sarah e Marlene hanno dei gufi, ma entrambi stanno nella guferia, nella torre ovest del castello. Kitty era una gatta vecchia e quindi estremamente tranquilla e pacifica, vedremo cosa combinerà Fluffy quando si sarà abituato alla vita a Hogwarts.

Durante il viaggio, Justin ci racconta dei suoi G.U.F.O.; ci siamo scritti assiduamente durante l'estate, quindi sapevo già che se l'è cavata piuttosto bene, ma sentirlo raccontare di persona delle emozioni che ha provato nel momento in cui uno dei gufi gli ha consegnato gli esiti degli esami è coinvolgente, dato che alla fine di quest'anno scolastico toccherà anche a me. Justin ha preso buoni voti in Difesa contro le arti oscure, Divinazione, Trasfigurazione, Pozioni, Incantesimi, Storia della magia e Astronomia, ma ci tengo a ricordargli che il suo Eccezionale a Incantesimi - il voto più alto che ha preso - è essenzialmente merito mio. Lui vorrebbe lavorare alla Gringott come Spezzaincantesimi per poter viaggiare alla scoperta di tesori nascosti, e con questi risultati ha buone probabilità di riuscirci. Io invece ribadisco a Justin e Mary di voler diventare un Auror: soprattutto ora, con la guerra in corso, credo che il Ministero ne abbia un gran bisogno, e io non vedo l'ora di andare a combattere contro tutti quei maledetti mangiamorte servitori di Colui-che-non-deve-essere-nominato.
"Ci vuole un bel coraggio, ma tu ce la farai Amy, e Godric sarà fiero di te!" esclama Justin ammirato.

Terminato il lungo viaggio, le carrozze guidate dai thestral - che io per fortuna non sono mai riuscita a vedere - ci portano come al solito all'ingresso del castello, ed a quel punto io e Justin dobbiamo separarci perché io devo andare al tavolo di Grifondoro e lui a quello di Tassorosso. Tra poco inizierà lo smistamento dei nuovi arrivati, ma quest'anno, contrariamente al solito, nessuno sembra prestare la benché minima attenzione al cappello parlante e ai ragazzini del primo anno.

Dal tavolo dei Serpeverde è partita una notizia, che sta rapidamente facendo il giro di tutta la sala, e riguarda un Grifondoro che già di suo è senz'altro uno degli studenti più conosciuti e famosi della scuola: Sirius Black.

Nonostante lui sia come sempre seduto in fondo al nostro tavolo, la notizia è arrivata anche tra i Grifondoro. Pare che durante l'estate Black abbia litigato furiosamente con i suoi genitori e se ne sia andato di casa. Immagino sia stato suo fratello Regulus a riferire questa storia ai Serpeverde, e dal loro tavolo la notizia ha fatto il giro di tutta la scuola.

Guardo in direzione del Black Grifondoro, che si sta dondolando sulle gambe posteriori della sedia con l'aria annoiata e non sembra curarsi minimamente di quello che sta succedendo intorno a lui. Non posso fare a meno di provare dispiacere per lui: ho ben presente l'esempio dei miei genitori, che mi amano più di se stessi e che farebbero di tutto per me. Non posso fare a meno di domandarmi quanto debba essere tremendo convivere con il disprezzo e la mancanza di considerazione dei propri genitori.

Non so nemmeno dove possa essersene andato, dopo aver lasciato la casa dei suoi genitori: nessuno sembra saperlo, e chiaramente lo stesso Regulus Black non ne ha la minima idea. Immagino possa essere andato da uno dei suoi amici, dopotutto è un ragazzo di quasi sedici anni e soprattutto è uno studente, non ha un lavoro e dubito che ora gli sia permesso di usare il denaro dei Black. D'altronde non dubito che i suoi amici possano averlo aiutato, credo soprattutto Potter visto che lui e Black sono inseparabili, è difficile vedere l'uno senza l'altro, sembrano davvero due fratelli separati alla nascita.

Ed è proprio Black a confermarlo più tardi, nella Sala Comune di Grifondoro, dove siamo tutti riuniti dopo la cena e dopo che i ragazzini del primo anno sono stati accompagnati dai prefetti nei loro dormitori. A un certo punto, Black si alza in piedi e richiama l'attenzione di tutti i presenti, tirandosi Potter vicino e scompigliandogli i capelli come fa sempre lui stesso.

"È assolutamente normale che in questa scuola non si faccia altro che parlare di me, considerate le mie mille doti e qualità" esordisce sicuro col solito ghigno malandrino in volto "ma so che questa sera in Sala Grande l'argomento principale non era la mia bellezza, simpatia o intelligenza come al solito" continua ridacchiando "bensì il fatto che io me ne sia andato dalla casa dei miei genitori. Bene, voglio dire a tutti voi che in questo momento di difficoltà c'è stato un grande, grandissimo amico, che per me è davvero come un fratello, che mi ha accolto anche se mi sono presentato a casa sua di sera tardi. Voglio che tutti sappiate quanto siano fantastici e straordinari sia James Potter" e lo vedo guardare in direzione di Lily, seduta vicino a me "sia i suoi genitori".

La nostra Sala Comune esplode in un applauso assordante, e ben presto Potter e Black spariscono, travolti dall'abbraccio dei Grifondoro più grandi. Sono colpita dalle parole di Black, e anche dalla grande generosità che hanno dimostrato nei suoi confronti Potter e i suoi genitori, ma per la prima volta nella mia vita sento che, se dovesse accadere qualcosa del genere a me, anch'io ora avrei qualcuno che non mi lascerebbe sola: Lily sarebbe disposta a fare lo stesso per me, così come io lo farei per lei.

Decido di alzarmi e di avvicinarmi alla piccola folla che si è radunata attorno ai due ragazzi, dopotutto sono pur sempre i nostri compagni di Casa. Vorrei chiedere a Black come sta, ma noto che sta parlando con Marlene e un'altra ragazza del settimo anno, così mi avvicino a Potter.

"E' davvero un bel gesto quello che tu e la tua famiglia avete fatto nei confronti di Black" gli dico con un sorriso, che lui ricambia.

"Non avrei mai potuto agire diversamente" risponde. "Sirius per me è davvero come un fratello, Quando si è presentato da noi era ferito e sconvolto per quello che era accaduto a casa sua. I miei genitori avevano già avuto occasione di incontrarlo e gli vogliono bene come a un figlio, è stato naturale per tutti noi accoglierlo in casa nostra".

In quel momento si avvicina anche Lily che guarda Potter sorridendo ma non gli risparmia una battuta sarcastica. "Non invidio affatto i tuoi genitori, sai? Non oso immaginare cosa possiate combinare tu e Black in casa insieme!"

Un lampo divertito attraversa gli occhi nocciola del nostro compagno di Casa che, mentre con la mano si scompiglia i capelli, le risponde: "a casa Potter ti assicuro che ci comportiamo sempre in maniera impeccabile, Evans".
 

Nei giorni successivi, i pettegolezzi su Black tendono a spegnersi, mentre la popolarità di Potter aumenta enormemente. E non solo per come ha aiutato il suo migliore amico, ma anche perché, con l'uscita da scuola di Frank Paciock, Potter è diventato il nuovo capitano della nostra squadra di Quidditch. Ha sempre ragazze di ogni età che gli ronzano intorno, ma lui non sembra interessato a nessuna e continua invece a tampinare l'unica che non lo considera minimamente, Lily. Con l'avvicinarsi della prima uscita a Hogsmeade, tutte ci aspettiamo che lui si faccia di nuovo avanti per chiederle di andarci insieme e infatti puntualmente anche quest'anno lui l'ha invitata e lei ha rifiutato.

"Certo che potresti anche dargliela una possibilità una volta tanto!" le dico poco dopo, mentre siamo sedute in biblioteca a studiare Storia della Magia. Fuori il tempo è piovoso e insolitamente freddo per essere appena metà ottobre, e la biblioteca è stracolma di studenti.

Lily sembra evidentemente molto irritata da questa mia affermazione, infatti subito ribatte "e perché tu non hai mai dato una possibilità a Eric Jugson allora?"

"Stai scherzando Lily, vero? Me le hai riferite tu le voci che hai sentito su Jugson e altri Serpeverde qualche mese fa! Potter sarà anche uno sbruffone ma almeno è un ragazzo carino, un campione di Quidditch e non credo abbia intenzione di diventare uno dei più fedeli servitori di Tu-sai-chi! Senti, lo so che sei nervosa perché ti preoccupi per Piton, ma non per questo devi prendertela con me o con chiunque ti faccia una battuta ironica! Tu stai facendo tutto il possibile per convincerlo a non prendere una strada sbagliata, ma non puoi essere tu a salvarlo da quel destino se non sarà lui a volerlo".

"Scusate ragazze" una voce ci interrompe proprio in quel momento. Io e Lily alziamo gli occhi e ci troviamo di fronte un Remus Lupin più scarmigliato che mai, che ci guarda con un sorriso incerto e un grosso bernoccolo sulla fronte. "Posso sedermi qui con voi? Non c'è posto da nessun'altra parte oggi, e con questo tempaccio non si può nemmeno uscire a studiare nel parco". Mi guardo intorno e vedo che la biblioteca si è animata ancora di più, specie di studenti Grifondoro. Lupin segue il mio sguardo e aggiunge: "si, ecco, sono scappati tutti qui perché nella nostra sala comune è in corso una guerra tra scacchi magici. Era iniziata come una partita tra James e Sirius ma quei due non sono proprio capaci di rispettare le regole, nemmeno dei giochi, e così è diventata una guerra! Siamo scappati tutti, in questo momento ci sono pedine degli scacchi che volano per tutta la sala comune di Grifondoro!". Non posso fare a meno di scoppiare a ridere, seguita subito da Lily.

"Ma certo, vieni siediti!" esclamo indicandogli una sedia libera vicino a me, non appena riesco a smettere di ridere.

"Ti fa male?" chiede preoccupata Lily indicando la sua fronte.

"No no tutto bene" sorride lui "ci sono abituato! State studiando Storia della Magia?"

"Si" risponde Lily "se ti va puoi studiare con noi".

"Mi piacerebbe, ma ho abbandonato il libro e gli appunti in Sala Comune, spero davvero di ritrovarli poi..." borbotta lui.

"Non preoccuparti, possiamo leggere insieme il mio" gli propongo mettendo il mio libro in mezzo tra me e lui. "A proposito, tu sei riuscito a fare il compito di Trasfigurazione?" gli chiedo poi pensando al difficilissimo compito che la professoressa McGranitt ci ha assegnato qualche giorno fa riguardo un argomento che non ha ancora spiegato, l'incantesimo evanescente su esseri viventi. La nostra insegnante vuole mettere alla prova le nostre capacità e assegnerà cinquanta punti a ciascuno degli studenti che riusciranno ad eseguire quell'incantesimo. Io, Lily e Mary ci abbiamo provato in tutti i modi per poter fare bella figura con una delle nostre insegnanti preferite e far guadagnare punti alla nostra Casa, ma ci manca un passaggio che deve essere fondamentale per la riuscita dell'incantesimo.

"Grazie" risponde Lupin sorridendo al mio gesto e gettando una rapida occhiata al libro aperto tra me e lui. "Il compito di Trasfigurazione non l'ho fatto, ma oggi James ci ha detto di aver trovato il passaggio fondamentale per far evanescere piante di piccole dimensioni. Domani pomeriggio, dopo pranzo, andremo a provarlo nelle serre di Erbologia, se volete potete unirvi a noi" aggiunge facendo l'occhiolino in direzione di Lily che scuote la testa alzando gli occhi al cielo.

"Stai scherzando, vero? È vietato accedere alle serre di Erbologia al di fuori degli orari di lezione!" esclama Lily a voce un po' troppo alta, ma fortunatamente la biblioteca è molto affollata e nessuno sembra averla sentita. "E se qualcuno ci scopre?" aggiunge in tono più basso sporgendosi in direzione mia e di Lupin.

"Tranquilla Evans" ribatte calmo il ragazzo seduto accanto a me "sappiamo come fare per non farci scoprire".

"A me sembra un'ottima idea, io ci sto!" intervengo entusiasta. "E tu Lily non vorrai che solo io e i Malandrini facciamo bella figura con la McGranitt" osservo poi facendo un sorrisino complice a Lupin. La mia migliore amica mi lancia un'occhiataccia ma alla fine è costretta ad arrendersi. "E va bene" accetta con un sospiro.

"Sono certo che James sarà felice di potervi aiutare!" risponde Lupin guardando di sottecchi Lily, dopo di che estrae dalla tasca della divisa una confezione di cioccolato fondente e la apre davanti ai nostri occhi dicendo "ne volete?"

Dopo aver studiato tutto il pomeriggio con Remus Lupin, alla sera a cena raccontiamo a Mary della proposta che ci è stata fatta per il compito di Trasfigurazione, e lei, seppure inizialmente titubante per gli stessi motivi di Lily, accetta di unirsi a noi.

"Sapete se ci sarà anche Black? Perché nel caso voglio venire anch'io anche se non me ne importa nulla del compito di Trasfigurazione!" interviene entusiasta Marlene. "Abbiamo parlato un bel po' la prima sera qui a Hogwarts e se non fosse stato per quella maledetta Bell del settimo anno che gli sta sempre intorno..."

"Ehi, devo ricordarti che tu un fidanzato già ce l'hai?" la interrompe Lily. "E poi ti rendi conto che con Black non potresti avere niente più che una storiella senza importanza? Lo vedo sempre in giro con ragazze diverse!" Marlene resta in silenzio, così decido di intervenire.

"Beh, Lupin non ha parlato di Black, ma immagino che ci sarà anche lui, quei quattro si muovono sempre tutti insieme" osservo.

"Sempre se non sarà occupato con qualche ragazza" borbotta Lily sarcastica.
 

Il giorno successivo, terminato il pranzo, i Malandrini al gran completo si avvicinano alla parte del tavolo in cui solitamente ci sediamo noi ragazze.

"Mi ha detto un lu... ehm un uccellino che non siete riuscite a fare il compito di Trasfigurazione. Ma non preoccupatevi, James Potter è qui per aiutarvi!" sento dire da una voce alle mie spalle. Marlene, seduta accanto a me, si volta e un sorriso raggiante le illumina il viso mentre guarda Black in piedi dietro di me accanto a Potter.

Lily è la prima ad alzarsi facendo un grosso sospiro, seguita da Marlene e Mary, mentre Sarah si scusa dicendo che andrà a studiare con i Corvonero.

"Seguiteci" ordina perentorio Black. "Sappiamo come non farci beccare, ma dovrete camminare alle nostre spalle finché non saremo arrivati alle serre, è chiaro?"

Nessuna di noi osa controbattere, così i quattro ragazzi cominciano a camminare in direzione delle serre fermandosi di tanto in tanto. Una volta arrivati, noto Lupin riporre qualcosa nella propria borsa e, constatando che in effetti non abbiamo incontrato né Gazza né nessun insegnante, mi domando cosa possano mai essersi inventati, forse qualche incantesimo che tiene lontane eventuali persone diverse da noi otto?

Entriamo con circospezione nella serra numero cinque, dove sono presenti non solo varie specie di piante magiche ma anche alcune varietà note ai babbani. Potter si avvicina a un grande tavolo su cui sono posti quelli che hanno tutta l'aria di essere dei piccoli cactus di forma tondeggiante e, puntando la bacchetta su uno di essi, annuncia solenne "io so come farlo evanescere".

Lily, che evidentemente non si fidava di Potter e delle sue capacità, estrae dalla borsa un enorme libro che ha preso in prestito ieri in biblioteca.
"E quello cos'è Evans? Non ti fidi per caso?" domanda il ragazzo con gli occhiali con aria offesa.

"Per niente Potter" risponde lei secca e subito, tenendo il libro in mano, comincia a cercare la parte che le interessa.

"E dai vediamo un po' cosa sa fare il grande James Potter, secondo me non farai sparire nemmeno una spina di questa bella pianticella" lo prende in giro Black. "Scommetto che non pungono nemmeno" ghigna poi avvicinando la mano alle spine del piccolo cactus.

"Sei matto? Pungono eccome, e fanno anche male!" esclamo afferrandogli d'istinto il polso e allontanando la sua mano dalle spine. Resto un attimo ferma, sorpresa dal mio steso gesto, mentre lui volge lo sguardo verso di me; ma appena mi rendo conto di quello che ho fatto, lascio subito la presa sul suo polso come se la mia mano stesse andando a fuoco e mi allontano senza avere più il coraggio di alzare lo sguardo su di lui mentre noto con la coda dell'occhio Marlene che si avvicina a lui e mi fulmina con lo sguardo.

Poco distante dal punto in cui mi trovo ora, Minus sembra non prestare la minima attenzione a ciò che succede intorno a lui: ha preso in mano la più grossa delle piantine e la sta osservando con aria pensierosa. "E questo sarebbe un essere vivente?" domanda senza rivolgersi a nessuno in particolare.

"Sei proprio un cretino, e cosa pensi che sia altrimenti?" domanda sarcastico Black spostandosi per avvicinarsi a Minus - mentre io, tremendamente in imbarazzo, mi allontano nuovamente - e tirargli quello che sembra un leggero schiaffetto sulla testa. Ma forse tanto leggero non è, perché il biondo perde l'equilibrio e fa cadere la pianta che teneva in mano. Il rumore del vaso che si rompe nell'impatto col suolo fa sobbalzare violentemente Lily che lascia a sua volta cadere il libro sul piede sinistro di Potter che lancia un'imprecazione per il dolore.

"Oh Godric scusami, non l'ho fatto apposta!" cerca di giustificarsi Lily chinandosi subito a raccogliere il libro. Lui si abbassa per fare lo stesso, e per un attimo le loro mani si sfiorano. La mia migliore amica scatta subito in piedi rossa in viso, con il libro stretto al petto. "Ma non potevi stare più attento?" domanda arrabbiata a Minus. "Guarda che disastro, adesso dovremo pulire e sistemare tutto!"

"Possiamo sempre usare la magia, no?" interviene Lupin che però viene interrotto in quel momento da una professoressa McGranitt decisamente arrabbiata. "Che cosa avete combinato?" domanda avvicinandosi scura in volto e notando il pavimento cosparso di terriccio, il vaso rotto e la piantina spinosa rotolata poco distante. "E soprattutto che cosa ci fate qui? è vietato stare nelle serre al di fuori delle lezioni di Erbologia. Cinquanta punti in meno per Grifondoro e punizione per tutti voi!"
 

Dopo quell'episodio, Lily si rifiuta categoricamente di avere qualsiasi altra interazione con Potter, Black e Minus. Inizialmente guardava con sospetto anche Remus Lupin, ma col passare del tempo si è convinta che lui non sia affatto stupido come i suoi amici. Personalmente lo considero molto simpatico e mi fa piacere passare del tempo con lui, sia per studiare, sia per chiacchierare di qualsiasi argomento, sia per mangiare cioccolato di cui lui ha sempre scorte favolose.

Novembre e dicembre scorrono veloci: quest'anno voglio impegnarmi al massimo per i G.U,F.O. e quindi seguo le lezioni e studio con impegno, passando il tempo libero con Justin o con le mie amiche. Il gattino di Mary, Fluffy, si è ben presto ambientato a Hogwarts, ha finalmente fatto amicizia anche con me e le altre ragazze, e si sta rivelando molto vivace e propenso a mettersi nei guai. Appena può sgattaiola fuori dal nostro dormitorio e se ne va in giro per la torre di Grifondoro, facendo prendere grandi spaventi a Mary. Una volta se lo sono ritrovato i Malandrini nel loro dormitorio ed è stato Remus a riportarcelo; un'altra volta è finito nel dormitorio delle ragazzine del primo anno che volevano tenerselo, se non fosse che una di loro è allergica ai gatti e quindi ce lo ha riportato; un'altra volta si è nascosto nella sala comune di Grifondoro sotto un divanetto e lo abbiamo cercato per ore prima di riuscire a ritrovarlo. Per fortuna non ha attraversato il buco del ritratto altrimenti chissà dove sarebbe finito.

Lily ha preso molto sul serio il suo ruolo da prefetto e cerca in tutti i modi di evitare che le feste nella sala comune di Grifondoro vadano avanti oltre l'orario del coprifuoco, ma per fortuna l'altra spilla ce l'ha Remus, e lui difficilmente riesce a contenere i suoi amici. Le vittorie di Grifondoro alle partite di Quidditch sono sempre seguite da grandi feste, alle quali - quando Grifondoro vince contro Corvonero o Serpeverde - si aggregano volentieri anche Justin e Michael.

Lily continua a passare ancora parecchio tempo con Piton, che però, come immaginavo, non sembra darle granché retta sul fatto di scegliere meglio i soggetti da frequentare. E, per quanto riguarda Jugson, sembra che la sua fissazione nei miei confronti sia finalmente sparita, perché quando mi capita di incontrarlo, lui si limita a fare qualche battutina ma niente di più.
Si fanno invece sempre più insistenti le voci secondo cui alcuni studenti Serpeverde usino magia oscura su altri studenti; accade sempre più di frequente che ragazzini, specie dei primi anni, finiscano in infermeria con ferite piuttosto gravi, ma pare che nessuno di loro abbia mai voluto rivelare come se le sia procurate.

Il 24 dicembre, primo giorno di vacanza, i miei genitori mi danno il permesso di passare qualche ora a Londra con Justin prima di tornare a casa. Arrivati con l'Hogwarts express alla stazione di King's Cross, saluto le mie amiche e mi avvio con lui a prendere la metropolitana: abbiamo entrambi un genitore babbano, e quindi siamo abituati a viaggiare con i mezzi pubblici. La giornata è fredda ma soleggiata e c'è un sacco di gente in giro che fa acquisti di Natale dell'ultimo minuto. Sembriamo una coppia di ragazzi babbani come tante, mentre passeggiamo mano nella mano tra le vie del centro di Londra. Poi, svoltando in una viuzza, lui mi indica un pub fuori dal quale è ben visibile l'insegna: "Il Calderone". "Questo e il locale preferito di mio padre" mi dice Justin "è un posto frequentato prevalentemente da maghi, e ci vengo spesso durante le vacanze".

Entriamo e ci accomodiamo: è un locale grande, con molte scope, anelli da Quidditch e bacchette magiche appesi alle pareti. In fondo alla sala, c'è anche un bellissimo dipinto in cui è raffigurato il castello di Hogwarts, e io sento già una fitta di nostalgia. Un'altra coppia è entrata dietro di noi, e voltandomi vedo che si tratta di Alice Prewett e Frank Paciock. "Ciao ragazzi!" li saluto allegramente "come state?" Anche loro ci sorridono e ci salutano.

Ci sediamo tutti insieme a un tavolo a bere burrobirra e loro ci raccontano che hanno iniziato l'addestramento per diventare Auror ed è molto impegnativo, ma li vedo davvero contenti e soddisfatti mentre ne parlano. Ci raccontano anche della guerra in corso, del fatto che molte famiglie di babbani vengano prese di mira e fatte sparire. E loro vedono ben poco, per ora, di quello che succede realmente, sono davvero impressionata e preoccupata ma ammiro tantissimo il loro coraggio e tutto quello che stanno facendo. Raccontiamo loro della scuola, e riferisco loro le novità del quinto anno a Grifondoro: essenzialmente Potter che è diventato capitano della squadra di Quidditch - Frank dice che ci avrebbe scommesso - e Black che se ne è andato da casa dei suoi genitori.

Chiacchierando, il tempo passa veloce e mi accorgo che è ora di andare.
"Devo scappare ragazzi" dico a un certo punto "tra poco arriveranno a prendermi i miei genitori e partiremo per passare le vacanze in Italia dai parenti di mio padre".
Ci salutiamo con la promessa di incontrarci di nuovo in quel posto, magari la prossima estate. Saluto poi Justin con un lungo ed intenso bacio ed esco dal pub.

 

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Capitolo 8
*** CAPITOLO 7 - PROVE DI CORAGGIO ***


CAPITOLO 7 - PROVE DI CORAGGIO

 

Mi sento allegra e piena di entusiasmo quando riprendo l'Hogwarts Express dopo le vacanze: è andato tutto bene in Italia, ho ritrovato i miei cugini che non vedevo dalla scorsa estate. Con due di loro in particolare vado molto d'accordo: Lorenzo e Valentina, figli del fratello gemello di mio padre. Lorenzo ha la mia stessa età, Valentina è più grande di noi di due anni.
Ho ricevuto diverse lettere via gufo da Justin e non vedo l'ora di rivederlo. Lo cerco per tutto il binario ma non lo vedo. Incontro invece Lily, con i suoi genitori e sua sorella, che come sempre è imbronciata e mi saluta a malapena, nemmeno le avessi fatto chissà cosa. Ci raggiunge anche Mary, saliamo tutte insieme sul treno e prendiamo posto. Mi dispiace che Justin non sia qui con me, ma penso che magari sarà con i suoi amici e lo vedrò a scuola, e d'altronde dopo solo due settimane qualche ora in più di lontananza non farà poi questa gran differenza.

Arrivati a scuola, vedo Justin al tavolo dei Tassorosso e vado subito a salutarlo. Sembra quasi sorpreso di vedermi.
"Ciao Justin! Non ti ho visto sul treno" esclamo allegramente.
"Si ehm, ciao Amy" borbotta lui "non ho preso il treno oggi, sono venuto col nottetempo".

Non so perché ma ho una brutta sensazione. Justin mi sembra strano, distante, non è il solito Justin, e mi viene il dubbio che possa avere qualche problema che lo tormenta.
"Va tutto bene?" gli chiedo con un po' di apprensione nella voce.
"Si si scusami, sono solo stanco, sarà meglio che vada a dormire. Ci vediamo" mi risponde<, e detto questo, si volta e se ne va.

Nei giorni successivi, Justin è sempre più sfuggente: trova sempre mille scuse quando gli propongo di passare del tempo insieme. Riesco a malapena a festeggiare con lui il mio compleanno il weekend successivo, ma anche in quell'occasione è silenzioso, assente. Più volte provo a chiedergli che cosa non vada, ma lui trova sempre il modo di cambiare argomento.

In questi giorni, comunque, passo parecchio tempo con Remus, che sto cercando di convincere a farmi un grosso favore: prendere la Pozione Polisucco che mi sono fatta preparare da Lily e farsi interrogare in Storia della Magia al mio posto perché la parte che stiamo studiando non mi vuole proprio entrare in testa, e poi sono distratta a causa del comportamento di Justin. Dopo alcuni giorni di insistenza in cui non sembra voler cedere, mi viene un lampo di genio. Remus adora il cioccolato alle nocciole ed io ne ho comprato una tavoletta in Italia della migliore qualità. Mi dispiace un po' dovermene privare perché anch'io adoro il cioccolato alle nocciole, ma ho troppo bisogno di recuperare il T che ho preso nell'ultima interrogazione di Storia della Magia e non sono proprio dell'umore adatto per studiare. La mia trovata è semplicemente geniale perché Remus si convince finalmente ad accettare la mia proposta e mi regala così una E in Storia della Magia, la mia prima E in cinque anni di quella materia noiosissima.

Gennaio passa lentamente: un mese freddo e cupo, senza partite di Quidditch e senza gite ad Hogsmeade. La prossima è in programma proprio il giorno di San Valentino, ma io non sono nemmeno sicura che il mio fidanzato vorrà ancora andarci con me.

Il sabato precedente riprende il campionato di Quidditch, c'è la partita di Grifondoro contro Corvonero. Mi preparo ad andare a vederla con Lily; Justin mi ha già detto che non verrà perché non si sente bene e preferisce non prendere freddo al campo. Gli ho proposto di restare al castello a fargli compagnia, ma lui mi ha risposto di non preoccuparmi perché ha intenzione di dormire tutto il pomeriggio e, visto come si comporta ultimamente, non insisto.

Sono al campo con Lily e, mentre guardiamo la partita, la vedo impallidire improvvisamente e mettersi una mano sullo stomaco con una smorfia in viso.
"Lily cosa c'è? Non ti senti bene?" le chiedo un po' preoccupata.
"Non molto" risponde lei "devo aver esagerato con il cioccolato di Remus, stamattina". In effetti, ora che ci ripenso,ne ha mangiato tantissimo, non ho mai visto Lily sbranare del cioccolato in quel modo. "Era buonissimo, extra fondente, il mio preferito" continua lei sofferente "e non sono riuscita a trattenermi".
"Ce la fai a camminare? Ti accompagno in infermeria".
"Credo di si" risponde lei, e ci avviamo.
"Tanto non ho alcun dubbio che vinceremo noi" le dico "a volte penso che Potter abbia una calamita nelle mani collegata col boccino" rifletto ad alta voce.

In infermeria Madama Chips fa bere un intruglio color fango a Lily e le suggerisce di restare un po' li sdraiata. Non c'è nessun altro, quindi Madama Chips mi da il permesso di restare con lei. Ma non sono molto di compagnia, contrariamente al solito. Ho un pensiero in testa e voglio sapere cosa ne pensa Lily.
"Ho deciso di parlare con Justin" esordisco. Lei mi guarda attentamente e io proseguo: "è troppo strano ultimamente, ci deve essere qualcosa che non va. Ho già provato a chiederglielo qualche volta, ma ha sempre cambiato discorso. Se c'è qualcosa che non ha il coraggio di dirmi, beh, il coraggio ce l'ho io, per tutti e due".

"Sì Amy" annuisce Lily "è la cosa giusta da fare, ormai è un mese che dici che si comporta in modo strano. Se c'è qualcosa che non va, te lo deve dire".

"Sì, ma non so bene quando farlo e come, devo trovare un momento in cui poterci parlare con calma da sola".

"La gita a Hogsmeade di sabato prossimo?" suggerisce lei.

"Non so se ho voglia di aspettare fino a sabato prossimo e poi a Hogsmeade ci sarà tutta la scuola, dubito che potremo parlare con calma. Forse potrei farlo lunedì: noi al pomeriggio non abbiamo lezione, lui ha Pozioni dopo pranzo e poi un'ora buca prima di Divinazione. Dovrei avere abbastanza tempo". Rispondo decisa. Voglio sapere la verità e ormai nulla mi potrà fermare.

Il lunedì mattina sono agitatissima, ma straordinariamente riesco a essere concentrata sulle lezioni. Persino a Pozioni riesco, per una volta, a non fare esplodere nulla né a combinare altri guai, e anzi consegno un lavoro decente al Professor Lumacorno. Dopo pranzo saluto Lily, dicendole che dopo aver parlato con Justin dovrò passare in biblioteca a restituire i libri che avevo preso in prestito per fare la ricerca di Erbologia e poi la raggiungerò nella nostra Sala Comune.

Ed ora, fuori dall'aula di Pozioni ad aspettare che la lezione di Justin finisca, penso a quanto sia strano il destino: è iniziato tutto proprio qui, poco più di un anno fa, e adesso probabilmente proprio qui finirà. Ne sono piuttosto certa, anche se le mie amiche hanno continuato per tutto il weekend a cercare di rassicurarmi dicendo che non sarà così e scervellandosi a trovare tutte le spiegazioni possibili, anche le più assurde. Ma io non voglio continuare questa storia in questo modo, e se a Justin non importa più niente di me e non ha il coraggio di dirmelo glielo farò trovare io.

La porta dell'aula si apre e gli studenti cominciano ad uscire. Esce anche lui, mi vede e mi viene incontro, ma non sorride, forse ha già capito.
"Amy ciao, non mi aspettavo di vederti".

"Justin, devo parlarti. So che hai un'ora buca adesso, e non posso più aspettare" gli comunico con tono di urgenza nella voce.

"Va bene" dice lui. "Usciamo fuori nel parco, ti va?".

Io annuisco e ci incamminiamo. La giornata è nuvolosa è fredda e penso che il grigio del cielo si intoni alla perfezione col mio umore. Stringo forte i pugni, nascosti nelle tasche della divisa, prendo un profondo respiro e comincio il mio discorso: "Justin, da dopo le vacanze di Natale ti trovo cambiato. Sei sfuggente, distante, in questo mese non ci siamo visti quasi mai. Sono certa che ci sia qualcosa che non va e ormai sono convinta che tu non voglia più stare con me ma non abbia il coraggio di dirmelo. È così, vero?"

Alzo gli occhi su di lui, che ricambia il mio sguardo ma resta in silenzio. Continuiamo a camminare per un po', lui apparentemente molto interessato alle sue scarpe che scricchiolano sulla ghiaia, poi si decide a parlare.

"Hai ragione, tu sei una persona stupenda e non meriti di essere presa in giro, devo dirti la verità" ammette finalmente.

Sento il mio cuore battere forte, ma non ho paura di sentire ciò che lui avrà da dirmi, preferisco una verità scomoda piuttosto che continue bugie.

"Durante le vacanze di Natale mi è capitato di incontrare Jennifer al Calderone, quel locale dove siamo stati insieme con anche Frank e Alice. Non ci eravamo dati appuntamento, credimi, è stato un caso. Ma eravamo entrambi soli e abbiamo cominciato a parlare e, non so come spiegartelo, è stato come se il tempo non fosse mai passato tra noi. E io..."

"E tu, cosa aspettavi a dirmelo?" esplodo furiosa. "Mi hai presa in giro per un mese intero Justin, te ne rendi conto almeno? Mi sono preoccupata così tanto per te, quando invece l'unico piccolo insignificante problema era che tu avevi scoperto di essere di nuovo innamorato della tua ex!" Sono fuori di me, non avrei mai creduto di poter provare tanta rabbia verso qualcuno.

"Sì lo so, hai ragione" cerca di giustificarsi lui "ma ti voglio bene Amy, non volevo farti soffrire, e così ho aspettato, ero confuso, magari rivedendoti sarebbe tornato tutto come prima con te, e invece..."

"E quanto tempo pensavi di metterci a scoprire che non è tornato tutto come prima con me?" sbotto amareggiata. "Sei patetico Justin! E sei riuscito a farmi soffrire comunque".
Mi volto e mi allontano da lui, con una rabbia dentro che non ho mai provato nella mia vita. E mentre mi allontano, alla rabbia si aggiunge la delusione. Perché anche se sapevo benissimo che la nostra storia sarebbe finita oggi, in fondo al mio cuore ci avevo sperato ancora. E perché un comportamento del genere da lui non me lo sarei mai aspettato. Credevo di conoscerlo, e invece mi ha delusa; ma non piangerò per lui, non si merita la mia tristezza, né le mie lacrime.

Quando entro in biblioteca per restituire i libri di Erbologia, ho l'impressione che tutti mi guardino. Naturalmente non è così, non ho nemmeno versato una lacrima, quindi non credo di avere l'aria così tanto sconvolta. Restituisco i libri e sto per uscire e andare da Lily ma evidentemente qualcuno che in effetti mi stava guardando c'era, ed ha la faccia di Remus Lupin; lo osservo per un attimo e noto che non sembra stare molto meglio di me, ha il viso pallido, con pesanti occhiaie a contornargli gli occhi spenti, sembra distrutto. Mi viene in mente che stamattina è arrivato in ritardo a Pozioni e aveva la stessa espressione stravolta.

"Ehi Amy, va tutto bene? Hai una faccia..." domanda premuroso. Non mi aspettavo che si preoccupasse per me, la sua dolcezza mi smuove qualcosa dentro e sento le lacrime pungermi gli occhi per un attimo. Ma ho giurato a me stessa che sarò forte e non mostrerò a nessuno le mie ferite, così mi mordo il labbro inferiore per cercare di trattenere le emozioni che si agitano nella mia testa e nel mio cuore.

"No Remus, non va tutto bene, ma grazie per avermelo chiesto" rispondo sforzandomi di sorridere debolmente. "Scusa se te lo dico, me nemmeno tu sembri stare molto bene, sai?"

"Mi dispiace" dice lui ignorando le mie ultime parole "immagino tu non stia male per qualcosa che ha a che fare con la scuola. Stamattina sei andata alla grande persino in Pozioni!" esclama ritrovando un po' di colore in viso e iniziando a ridacchiare. Trovo tremendamente fuori luogo il suo ridacchiare in quel momento, ma allo stesso tempo lo apprezzo moltissimo. E, non so perché, mi viene voglia di raccontargli tutto.

Mezz'ora di parole mie, e diverse tavolette di cioccolato di Remus, più tardi, arrivo con lui nella Sala Comune di Grifondoro. Lily è li che mi aspetta e mi corre subito incontro. Sembra un po' stupita di vedere con me Remus, e ancora di più quando si rende conto che lui sa già tutto ancora prima di lei; ma sfogarmi con lei, mentre Remus ascolta di nuovo tutta la storia con grande pazienza, mi fa sentire subito meglio; perché anche le delusioni che sembrano insuperabili, si ridimensionano se possono essere condivise con amici speciali.

 

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Capitolo 9
*** CAPITOLO 8 - IL GATTO E IL GUFO ***


CAPITOLO 8 - IL GATTO E IL GUFO

 

È passato ormai un mese da quando io e Justin ci siamo lasciati. Le mie amiche, Lily in particolare, mi sono state molto vicine in questo periodo, e col passare del tempo la vista di Justin e Jennifer che si sbaciucchiano in ogni angolo della scuola ha quasi smesso di darmi fastidio.

L'unica nota negativa è che da quando non frequento più Justin, Eric Jugson è tornato a tampinarmi in modo sempre più insistente e fastidioso. Sto solo aspettando che esageri con l'insistenza - e sono certa che quel momento arriverà presto - per realizzare finalmente il mio sogno di lanciargli uno schiantesimo.

Ma, inspiegabilmente, ogni volta che mi si avvicina per darmi il tormento, succede sempre qualcosa di strano. La prima volta è successo pochi giorni dopo che ho rotto con Justin: stavo attraversando il parco, c'era tanta neve e mentre lui mi stava parlando gli è arrivata una specie di valanga di neve fresca proprio sulla nuca, infilandoglisi dentro ai vestiti: è stata una scena piuttosto divertente, ma intorno non ho visto nessuno che avrebbe potuto avergli lanciato addosso quella gigantesca palla di neve. Un'altra volta ancora è venuto a tormentarmi in biblioteca mentre studiavo con Lily e Remus, e appena mi si è avvicinato, gli è arrivato, apparentemente dal nulla, un libro nella schiena; pensavo fossero stati Lily o Remus - più probabilmente lui - con un incantesimo, ed ero già pronta a chiedere alla McGranitt di costruire al mio salvatore una statua d'oro nella sala d'ingresso, invece no, loro erano stupiti quanto me per l'accaduto.

Ormai mi sono quasi convinta di essere io ad avere addosso una maledizione - o una benedizione, dipende dai punti di vista - che lo allontana da me, ma questo non mi dispiace affatto, data la sua insistenza e dato che comunque continuano a girare voci a scuola sul coinvolgimento di alcuni Serpeverde con Colui-che-non-deve-essere-nominato.

I nomi che girano sono sempre i soliti: Avery, Mulciber, Jugson, Rosier, e ultimamente a questi si sono aggiunti i nomi di studenti più giovani come Regulus Black. Sono piuttosto certa invece che il maggiore dei Black non sia in alcun modo coinvolto, e il fatto di non vederli quasi mai insieme a Hogwarts, a differenza di quanto accadeva nei primi anni di Regulus qui a scuola, ne è in qualche modo una conferma. Non ho mai scambiato nemmeno una parola in vita mia con il minore dei Black e posso dire di conoscere il maggiore solo in maniera molto superficiale, ma posso immaginare quanto debba essere doloroso, quanto possa far male vedere il proprio fratello allontanarsi sempre di più, fino a diventare quasi un estraneo, anche per un ragazzo apparentemente freddo e poco incline a sentimentalismi come Sirius Black.

 

È una gelida domenica di marzo, e nel nostro dormitorio regna il panico più completo: Fluffy non si trova. Lo abbiamo già cercato in Sala Comune, siamo andate a bussare a tutti i dormitori, maschili e femminili, ma di lui neanche l'ombra. Ieri sera c'è stata una festa in Sala Comune per celebrare la vittoria di Grifondoro contro Serpeverde a Quidditch, c'è stato parecchio viavai perché hanno partecipato anche dei Corvonero e dei Tassorosso più grandi di noi, e temiamo che Fluffy possa essere sgattaiolato fuori dal buco del ritratto e nessuno, nel caos generale, si sia accorto di nulla.

All'ora di pranzo abbiamo già perlustrato i piani più alti del castello, dal settimo al quarto, ma niente da fare, non siamo riuscite a ritrovarlo e ci stiamo mettendo troppo tempo. Decidiamo quindi che dopo pranzo ci divideremo: io perlustrerò il terzo piano, Lily il secondo, Sarah il primo, Marlene il piano terra e Mary i sotterranei. Marlene chiede a Michael di controllare anche in Sala Comune e nei dormitori di Tassorosso e di fare un salto anche nelle cucine che sono proprio lì a fianco, mentre Sarah chiede a Paul di fare la stessa cosa nella torre di Corvonero. Se ancora non lo troviamo, dovremo perlustrare anche le torri, e speriamo di riuscire a farlo entro sera. E c'è solo da sperare che Fluffy non sia finito nella tana del nemico, cioè la Sala Comune di Serpeverde, non oso immaginare cosa potrebbero fare le serpi di lui.

Sto cercando Fluffy tra le armature presenti nell'omonima galleria al terzo piano, quando dal corridoio giungono delle voci. Mi fermo un attimo in ascolto. Sembrano due ragazzi che discutono animatamente.

"Non mi sembra che ti sia mai importato molto di quello che faccio nella mia vita, quindi non vedo perché dovresti preoccupartene proprio adesso..." sento dire a uno dei due.

So che non sarebbero affari miei, ma la curiosità è troppo forte, così in punta di piedi mi avvicino all'armatura più grande, posta proprio alla fine della galleria, nella parte che si affaccia sul corridoio del terzo piano e, nascosta da quella grande armatura, do un'occhiata per vedere di chi si tratta. Poco lontano, nel corridoio, riconosco i due fratelli Black, Sirius e Regulus. Si assomigliano molto pur essendo profondamente diversi: hanno entrambi i capelli scuri e i lineamenti del viso molto delicati ed eleganti, ma Sirius, rispetto a suo fratello, è più alto e più prestante fisicamente, ed è decisamente bello, Regulus, invece, lo definirei un ragazzo carino, è più piccolo e magro rispetto al fratello ed ha una bellezza meno appariscente.

Ora che mi sono avvicinata, riesco a sentire meglio cosa si stanno dicendo.
"Regulus, forse tu non ti rendi davvero conto di cosa stai facendo! Voglio dire, stiamo parlando di Voldemort! È un assassino, Regulus! E magari vuoi diventare un mangiamorte anche tu, eh?" Sirius sembra furibondo, gli trema persino un po' la voce per la rabbia.

"Beh, lui ha delle idee grandiose. Liberare il mondo magico dai babbani, evitare che il nostro sangue si mischi a quello della feccia. Ma tu non puoi capire, anzi non vuoi! Tu, un Black, da sempre maledettamente attratto da tutto quello che riguarda i babbani, vero? Che disonore per nostra madre, non sai che dolore le hai dato!" risponde Regulus duramente.

"E al dolore che lei ha sempre dato a me non ci pensi, vero? Alle punizioni che mi infliggeva, già da quando ero solo un bambino! E non te le ricordi più tutte le volte che hai cercato di difendermi, di aiutarmi, quando piangevi gridando a mamma e papà di lasciarmi stare, perché ti rendevi conto anche tu di quanto male mi facessero? No, non te lo ricordi più perché poi col tempo sei diventato il figlio preferito, quello da amare e coccolare, mentre io quello da rinnegare, quello di cui vergognarsi!"

Rabbrividisco a sentire quelle parole piene di rabbia. Non posso davvero immaginare cosa debba aver passato Sirius Black, che vita tremenda debba essere stata la sua, fino all'ingresso a Hogwarts.
"Sei arrivato a chiedere al cappello parlante di smistarti in Grifondoro! In Grifondoro, ma ti rendi conto? Sei stato tu stesso la tua rovina, Sirius! E io, io sono diventato solo quello che è giusto diventare per un membro della famiglia Black!" sbotta Regulus infuriato. "Anzi lo sai cosa ti dico? Voglio diventare proprio come Bellatrix, la più fedele seguace del signore oscuro!"

Sirius scoppia in una risata; lo sento spesso ridere con i suoi amici, la sua risata somiglia molto a un latrato, ma questa risata è diversa, amara e sarcastica. "Oh, bell'esempio, quella pazza fanatica di tua cugina Bellatrix! Complimenti Regulus, sei proprio caduto in basso. Ma sappi una cosa, quando ti renderai conto di che cosa stai diventando e ti sarai pentito, non venire a cercarmi. Non ci sarò più per te". Il tono di Sirius è pieno di rabbia e disprezzo.

"Non ce ne sarà bisogno, credimi" risponde Regulus con aria di superiorità, ed è chiaro ormai che ognuno dei due non si smuoverà di un millimetro dalla propria posizione. Guardo l'orologio e vedo che le quattro sono passate già da un pezzo. Devo tornare subito alla Sala Comune di Grifondoro, perché con le altre ragazze ci siamo date appuntamento lì e sono parecchio in ritardo.

Nella nostra Sala Comune, tutte le mie amiche mi stanno aspettando, tranne Mary. Nessuna di noi ha avuto fortuna con Fluffy, e speriamo che almeno a Mary sia andata meglio. Sono ormai passate le cinque quando cominciamo a preoccuparci e così decidiamo di andare a cercarla.

Stiamo percorrendo il corridoio dei sotterranei quando, appena fuori dall'aula di Pozioni, vediamo una figura sdraiata a terra e avvicinandoci abbiamo la certezza che si tratta di Mary. La nostra amica sembra svenuta e, a prima vista, non presenta lividi o segni di ferite. Decidiamo comunque che la cosa migliore da fare è portarla in infermeria. Con un incantesimo faccio apparire una barella e faccio levitare Mary finché non riesco ad adagiarla sulla barella, e così riusciamo a portarla in infermeria.

Madama Chips sembra molto colpita quando vede Mary. "Non è possibile..." mormora sconvolta. "Dove l'avete trovata?"
"Nei sotterranei, fuori dall'aula di Pozioni" spiega Lily. "La prego ci dica come sta! Si sveglierà presto, vero?"

"Non posso dirvi nulla per il momento, possiamo solo aspettare" risponde l'infermiera. "Ora vi devo chiedere di tornare nella vostra Sala Comune. Potrete vederla domani mattina."
"Che cosa?" sbotta Marlene "non può lasciarci senza notizie di Mary fino a domani mattina! Verremo dopo cena! Staremo pochissimo, ma non può dirci di no!" protesta arrabbiata.

"E va bene, ma potrà entrare solo una di voi" sbuffa Madama Chips. "E se dovesse essersi svegliata, dovrà comunque essere lasciata tranquilla, d'accordo?"

Usciamo dall'infermeria molto preoccupate: l'espressione ansiosa di Madama Chips non ci aiuta di certo a stare tranquille.
Nella Sala Comune di Grifondoro, però, troviamo una bella sorpresa: Fluffy che fa le fusa in braccio a Potter, seduto nelle poltroncine vicino al camino con Minus e Lupin.
"Dove l'hai trovato?" gli chiede Lily.
"Lo hanno portato qui due ragazze di Serpeverde, hanno detto di averlo trovato nei sotterranei" risponde lui; lo ringraziamo, poi Lily prende Fluffy e lo riportiamo nel nostro dormitorio stando bene attente a non farlo scappare di nuovo.

Dopo cena, andiamo tutte in infermeria sperando che Madama Chips si sia un po' ammorbidita e ci lasci entrare, ma lei è irremovibile e ci guarda con espressione contrariata. "La vostra amica e sveglia ma è molto debole. Ho già detto oggi che entrerà una sola di voi. Evans, entra tu visto che sei un prefetto".
"Ecco, lo sapevo, la spilla che apre tutte le porte!" sbuffa Marlene alzando gli occhi al cielo.
"Potevi fare qualcosa in più per meritartela tu invece che lamentarti sempre!" la punzecchia Sarah, e non posso fare a meno di scoppiare a ridere.

Restiamo ad aspettare fuori dall'infermeria per parecchio tempo, fino a quando finalmente vediamo uscire Lily, sconvolta e pallidissima.
"Ehi Lily! Va tutto bene? Come sta Mary?" chiedo un po' in ansia vedendo Lily in quello stato.
"Amy... ragazze... è terribile... Mary è stata vittima di una maledizione Cruciatus" sussurra Lily con un filo di voce.

"Che cosa?!?" esclamiamo contemporaneamente io, Sarah e Marlene. Lily annuisce, sempre più pallida.
"Ma non è possibile! Chi può aver fatto una cosa del genere? E perché? Le maledizioni senza perdono sono illegali, chiunque le faccia finisce dritto ad Azkaban!" esclamo sconvolta.

"Lo so Amy, lo so. Ed è agghiacciante ma è proprio così" conferma Lily. "Mary dice che è durata pochissimo perché poi sono arrivati degli studenti di Serpeverde; non vuole dirmi chi sia stato, ma ha detto che ha sentito dolori atroci in tutto il corpo, come se fosse trafitta da decine di coltelli bollenti. E Madama Chips era lì quando Mary me l'ha raccontato, e non ha smentito, capite? Madama Chips sa riconoscere gli effetti di una maledizione Cruciatus..."

"Oh Godric è tremendo. Beh ragazze non ci sono dubbi, deve essere stato qualcuno dei Serpeverde del nostro anno o più grandi, ormai è da un po' che girano voci su di loro, e Mary non è la prima vittima di magia oscura che Madama Chips si vede arrivare in infermeria" sentenzia Marlene.
"Dobbiamo convincerla a parlare con il preside e raccontargli tutto. Quello che le è successo è troppo grave e non possiamo permettere che capiti ad altri studenti" afferma Lily.

Ma Mary, che esce dall'infermeria la mattina dopo poco prima di pranzo, è terrorizzata e non vuole raccontare neanche a noi chi è stato a farle del male e perché. Solo dopo che le giuriamo in tutte le lingue del mondo di non dire niente a nessuno, si decide a raccontarci che è stato Mulciber. Mi aspettavo che si trattasse di uno di loro, ma è il motivo che mi lascia davvero a bocca aperta: Fluffy è entrato nella Sala Comune di Serpeverde, Mulciber ha cercato di prenderlo ma il gattino si è spaventato e lo ha graffiato. Mary ci racconta che Mulciber stava uscendo dalla sua Sala Comune intenzionato ad andare a buttare il gattino nel lago nero ma, trovandosi davanti la proprietaria, ha preferito infierire su di lei lasciando andare Fluffy. L'ultima cosa che Mary si ricorda di aver visto prima di svenire sono state alcune ragazze di Serpeverde che arrivavano dall'altra parte del corridoio; Mulciber si è fermato e poi lei è svenuta.

 L'ultima cosa che Mary si ricorda di aver visto prima di svenire sono state alcune ragazze di Serpeverde che arrivavano dall'altra parte del corridoio; Mulciber si è fermato e poi lei è svenuta

Insieme a Mary scendiamo a pranzo in Sala Grande. Mary inizialmente non voleva venire perché convinta che tutta la scuola avrebbe parlato di lei, invece appena arriviamo al tavolo di Grifondoro ci rendiamo conto che non è affatto così e che anzi nessuno sembra nemmeno sapere che Mary abbia passato la notte in infermeria.
Sento le ragazze del quarto anno, sedute vicino a noi al tavolo di Grifondoro, parlottare di qualcosa che pare sia successo ieri sera, subito dopo cena, e che riguarda James Potter e Severus Piton. Inizialmente non ci faccio tanto caso, visto che quei due sono sempre impegnati ad attaccarsi e farsi dispetti e non è davvero più una novità. Ma quando sento le parole "grave pericolo" e "salvato la vita" drizzo le orecchie. Anche Lily deve aver sentito qualcosa perché mi lancia un'occhiata perplessa. Da quel che capisco, pare che Potter abbia visto Piton in grave pericolo - non si sa dove, né quale fosse il genere di pericolo - e sia intervenuto giusto in tempo per salvargli la vita.

Alzo gli occhi in fondo al tavolo, dove solitamente si siedono i Malandrini, e noto che sono stranamente silenziosi e che tra loro manca Black. Remus sembra il più corrucciato ed ha un grosso e vistoso graffio che gli attraversa tutta la guancia destra. Mi vengono in mente una serie di coincidenze a cui prima non avevo dato peso: stamattina a colazione non ho visto nessuno di loro, ma in effetti sono arrivati in ritardo anche a lezione, tranne Black, che è arrivato da solo, puntuale, ed ha chiesto a Marlene se poteva scambiare il suo posto con lui per tutte le lezioni del mattino. Lei naturalmente lo ha accontentato senza fiatare, e si è seduta in ultima fila vicino a James Potter mentre Black ha preso posto accanto a Sarah, e per tutta la mattina ha avuto un'aria cupa e imbronciata. Pensavo fosse per la discussione con suo fratello, ma in effetti ora comincio a pensare che sia successo qualcosa tra lui e gli altri Malandrini.

Come ogni lunedì, non abbiamo lezione al pomeriggio e decidiamo di fare un giro nel parco subito dopo pranzo. La giornata è soleggiata ma fa un freddo incredibile per essere quasi metà marzo. Quest'anno l'inverno sembra davvero non volersene andare più. Dopo un'oretta, congelate, decidiamo di rientrare e di andare in biblioteca a fare i compiti. Ne abbiamo parecchi: Trasfigurazione, Divinazione, Difesa contro le arti oscure... quest'ultimo sembra il più difficile, e dentro di me spero di incontrare Remus in biblioteca così magari ci darà una mano visto che è la sua materia preferita. Invece lui non c'è, e non lo si vede per tutto il pomeriggio, peccato...

Più tardi, mi ricordo che devo ancora rispondere alle lettere che mi hanno inviato i miei cugini italiani, Lorenzo e Valentina. Mi hanno mandato un gufo settimane fa, ma non avevo molta voglia di parlare loro della mia rottura con Justin, e così non ho più risposto. Ma adesso mi è passata ormai, e così scrivo una lunga lettera per ciascuno - si offendono molto se scrivo una lettera unica ad entrambi - in cui racconto, a Lorenzo in modo molto più sintetico e a Valentina molto più dettagliatamente, quello che è successo con Justin.
Aggiorno Lorenzo sugli ultimi sviluppi del campionato di Quidditch, e trovo sempre incredibile quanto questo sport possa appassionarlo pur non avendone mai vista una partita, ma naturalmente non faccio il minimo cenno con nessuno dei due a ciò che è successo a Mary: se lo venissero a sapere i miei genitori sarebbe un bel problema, potrebbero pensare addirittura di ritirarmi dalla scuola.

Chiudo ciascuno dei due fogli di pergamena in una busta e mi alzo in piedi, realizzando che è quasi il tramonto e devo sbrigarmi ad andare in guferia altrimenti dovrò aspettare domani per spedire le lettere.
"Ragazze, faccio una corsa in guferia a spedire queste lettere, vi raggiungo tra poco a cena!" esclamo uscendo dalla biblioteca.

Quando apro la porta della guferia, la luce debole del sole che tramonta filtra attraverso le finestre senza vetri della torre ovest. Rabbrividisco per il freddo gelido e gli spifferi che entrano nella stanza, e subito il mio sguardo si posa a terra perché in guferia bisogna stare bene attenti a dove si mettono i piedi, piena com'è di cacche di gufo.

Faccio qualche passo incerto ma ho una strana sensazione, mi sembra quasi di essere osservata. Mi fermo e alzo gli occhi dal pavimento, e per poco non cado a terra per lo spavento.
C'è qualcuno seduto con le gambe allungate sul davanzale di una finestra, alla mia destra, non lo avevo proprio notato entrando nella stanza. In controluce non riesco a capire chi sia, strizzo gli occhi per cercare di vedere meglio e riconosco il profilo fine ed elegante del viso di Sirius Black che mi fissa con aria torva.
Mi sento improvvisamente come se fossi io quella fuori posto lì dentro e sia invece perfettamente normale che lui se ne stia lì seduto sul davanzale della finestra senza protezioni, rischiando di cadere di sotto o, in alternativa, di congelarsi.

"Oh... Scusami... io... ero venuta solo a spedire delle lettere..." farfuglio come se dovessi giustificarmi.

"Sì" risponde lui con aria assente "è quello per cui si suppone che la gente venga qui".

Mi sento una perfetta imbecille e mi sale una gran rabbia. "Già, che idiota, mi scuso io quando in effetti sei tu che non dovresti stare qui a rischiare di ucciderti cadendo giù dalla finestra" sbotto abbassando leggermente la testa e alzando gli occhi.

"Capirai, non importerebbe a nessuno se succedesse" borbotta lui.

Mi scappa una risatina; non  posso credere che sia stato proprio lui, che sa benissimo di avere mezza scuola ai suoi piedi, ad aver pronunciato queste parole. "Ne sei proprio sicuro? Io penso che invece importerebbe alla maggior parte delle studentesse di Hogwarts, sai?" dico lasciando vagare lo sguardo sui gufi che volano sopra la mia testa.

Black mi lancia una lunga occhiata. "Gia, come se mi importasse qualcosa di loro..." borbotta avvicinandosi le ginocchia al petto, incrociando le braccia su di esse e appoggiando la testa sulle braccia incrociate. Strano, ad ogni festa lo vedo con una ragazza diversa, ma in questo periodo è spesso in compagnia di Jessica Bell, una Corvonero del settimo anno molto bella. Non saprei dire se siano fidanzati o meno, non li ho mai visti in atteggiamenti espliciti, comunque avrei immaginato che almeno di lei qualcosa gli importasse. Ma naturalmente non sono affari miei e quindi resto un attimo in silenzio.

"E i tuoi amici? A loro importerebbe di sicuro se ti capitasse qualcosa di brutto" azzardo incerta. Lo sguardo di Black si incupisce, lo vedo chiaramente anche se ormai nella stanza la luce scarseggia sempre più. Scuote la testa.

"No, non importerebbe niente neanche a loro, te lo assicuro" risponde con un tono che vorrebbe sembrare indifferente ma chiaramente non lo è. Resta un attimo in silenzio poi aggiunge "sono furiosi con me ed hanno ragione, sono stato un idiota. Ho fatto una cosa molto stupida e non ho pensato minimamente alle conseguenze" mormora affondando la testa nelle braccia incrociate. Mi fa un po' tenerezza, non so cosa mai possa aver combinato ma sono certa che non sia nulla che i suoi amici non possano perdonargli.

"Senti, non so cosa sia successo tra di voi e non voglio saperlo, non sono affari miei. Ma se hai fatto qualcosa per cui pensi di aver sbagliato, beh, io credo che basterà che tu lo ammetta, che dica loro quello che hai detto adesso a me. Capiranno vedrai".

"Sono bravo in tutto io, ma non lo sono mai stato a chiedere scusa" bofonchia alzando appena la testa e guardandomi imbronciato. E posso immaginare perché non lo sia, considerato quello che deve aver passato con la sua famiglia.

"Beh, per i tuoi amici potresti provarci, ne vale la pena" rispondo. Mi verrebbe voglia di dirgli che deve farlo perché in fondo adesso i suoi amici sono tutto quello che ha, ma non posso essere così diretta, non ho tutta questa confidenza con lui, così mi tengo per me questo pensiero e provo invece a prenderla un po' alla larga. "L'amicizia è la cosa più importante, specie quando ti mancano altre figure di riferimento" butto lì con gli occhi sempre rivolti ai gufi. "Voglio dire, io ad esempio avrei tanto desiderato una sorella, o anche un fratello, me lo immaginavo come un possibile complice, qualcuno con cui condividere tutto... ma non l'ho mai avuto. E poi quando sono arrivata qui ho conosciuto Lily e con lei è stato tutto così semplice, immediato... tante cose lei le capisce prima ancora che io gliele dica, e c'è sempre per me". Il mio pensiero va involontariamente a Justin e aggiungo "in certi momenti sarebbe stata durissima se non ci fosse stata lei..."

"Lo capisco bene" mormora lui "potrei dire le stesse cose di me e James".

"E allora? Non vale la pena mettere da parte l'orgoglio, per non perdere un rapporto così bello?" lo incalzo io.
Black guarda fuori dalla finestra e sembra pensieroso, per quel poco che posso vedere, ormai.

Improvvisamente mi torna in mente il motivo per cui sono qui. "Cavolo, le lettere!" esclamo; mi getto i capelli dietro le spalle con la mano e guardando verso l'alto chiamo "Theo!"
Stendo il braccio sinistro e un grosso gufo reale bruno ci atterra sopra.

"Theo?" Non riesco più a vedere la faccia di Black, ormai il sole è tramontato e la stanza è quasi completamente immersa nel buio, ma il tono della sua voce è indubbiamente divertito.

"L'ho chiamato così dal primo anno. Credo di essere l'unica che lo usa in tutta la scuola. Non è veloce ma è resistente e per portare lettere in Italia va benissimo. I miei cugini aspettano una risposta da un mese, qualche giorno in più o in meno non cambierà niente" spiego alzando le spalle. Poi mi rivolgo al gufo. "Questa è per Valentina Mancini... e questa per Lorenzo Mancini" dico affidandogli le lettere. Theo si alza subito in volo ed esce da una delle finestre senza vetri.

"Bene, io scendo a cena, le mie amiche mi staranno aspettando" concludo voltandomi verso la porta e accendendo la bacchetta per vedere dove metto i piedi. Black resta un attimo in silenzio, poi lo sento saltare giù dal davanzale dove era appollaiato e accendere anche lui la bacchetta.

"Ti accompagno" dice "ma non verrò a cena, andrò direttamente nelle cucine dagli elfi domestici, li tratto sempre bene, non mi manderanno via".

Abbandonare l'aria ghiacciata della guferia e tornare al caldo dei corridoi del castello è una delle sensazioni più piacevoli che credo di aver mai provato in vita mia. Ho i polpastrelli bianchi da quanto sono freddi. Mi sfrego le mani nel tentativo di scaldarle, mentre cammino in silenzio accanto a Black.
"Quindi non hai intenzione di chiedere scusa ai tuoi amici?" butto lì guardandolo di sottecchi.

Lui resta in silenzio per un po', tanto che a un certo punto penso che non abbia intenzione di rispondere o semplicemente non mi abbia sentita.
"Non lo so, credo che ci dormirò sopra e domani deciderò cosa fare" risponde infine. E dopo un altro lungo silenzio aggiunge "Ma è difficile, preferirei essere al posto di Theo e andarci io in Italia a portare le tue lettere ai tuoi cugini".
"Scommetto che ce la farai" dico voltandomi appena verso di lui e abbozzando quello che vorrebbe essere un sorriso di incoraggiamento. "E non ti conviene scommettere con me perché io di solito le scommesse le vinco" aggiungo.

Ma devo distogliere lo sguardo perché nel frattempo anche lui si è voltato verso di me e sta sorridendo, e accidenti le mie gambe stanno cominciando a tremare perché è stupendo quando sorride. Anche quando non sorride, in realtà. Mi sento avvampare, e il mio cuore sta iniziando a correre all'impazzata e devo fermarlo, è assolutamente fuori discussione che io possa prendermi una cotta per lui.

"Grazie... mi hai fatto riflettere" dice Black mentre scendiamo dalle scale che portano al piano terra e da lì alla Sala Grande.

"Non ho fatto niente" dico alzando le spalle "almeno non finché non ti vedrò di nuovo insieme ai tuoi amici. Quando succederà, saprò che è stato un po' anche merito mio".

Gli volto le spalle e mi dirigo verso la Sala Grande, dove le mie amiche hanno iniziato a cenare già da un pezzo. Dopo aver varcato la soglia della Sala Grande mi volto di nuovo e lui è ancora lì fermo che guarda verso di me. Gli sorrido, poi raggiungo le mie amiche al tavolo di Grifondoro mentre il suo sorriso continua ad apparirmi davanti agli occhi e io non so proprio come fare per mandarlo via.

 Gli sorrido, poi raggiungo le mie amiche al tavolo di Grifondoro mentre il suo, di sorriso, continua ad apparirmi davanti agli occhi e io non so proprio come fare per mandarlo via

 

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Capitolo 10
*** CAPITOLO 9 - TEMPO DI G.U.F.O. ***


CAPITOLO 9 - TEMPO DI G.U.F.O.

 

Mi ci vuole qualche giorno per togliermi dalla testa l'incontro con Black alla guferia. L'ho sempre considerato un idiota arrogante, ma averlo visto così vulnerabile e quasi perso senza i suoi amici, sapendo anche della discussione con suo fratello, mi ha molto colpita. Ma non devo pensare a lui, perché non è come se potessi avere una qualche minima speranza che uno come lui, che potrebbe avere qualsiasi ragazza voglia, persino quelle del settimo anno quando lui è solo al quinto, si possa accorgere della mia esistenza; quindi, sarà meglio che io eviti di inguaiarmi e complicarmi la vita e non ci pensi più. Solo che non è esattamente facile, dato che quando mi capita di incrociarlo in questi giorni, Black mi sorride in quel modo che mi fa tremare le gambe e vanifica ogni mio tentativo di non pensarci. E uno di quei sorrisi l'ha intercettato anche Marlene, ed ormai ero già pronta ad affrontare una morte certa, invece lei ha creduto alla scusa che ho inventato, ossia che ho semplicemente dato una mano a Black con il compito di Incantesimi un giorno in cui lei era a lezione di Babbanologia.
Nonostante lei sia ancora fidanzata con Michael, non è mai riuscita a levarsi dalla testa Black e continua a guardarlo con aria sognante ogni volta che se lo trova a portata d'occhio.

Comunque, ho notato che già il giorno dopo averlo incontrato alla guferia, le cose tra Black e i suoi amici sono cambiate. Non li vedo ancora ridere e scherzare come prima, ma almeno lui è tornato a sedersi vicino a Potter a lezione e si fa di nuovo vedere in fondo al tavolo insieme a loro a pranzo e a cena. E nel giro di una settimana, tutto sembra tornato come prima e mi piace pensare che un po' sia anche merito mio.

Ed è dopo qualche giorno che ho incontrato Black in guferia che, mentre passeggio per il parco con Marlene, incrociamo Lily in compagnia di Piton. Si fermano vicino a un pilastro, a cui Lily si appoggia mentre parlano. Vorrei andarmene ma Marlene vuole restare ad ascoltare così ci nascondiamo dietro un cespuglio.

"Te l'ho già detto, non mi piacciono alcune delle persone con le quali hai fatto amicizia" dice lei sdegnata "mi dispiace ma detesto Avery e Mulciber. Mulciber! Che cosa ci trovi? È terrificante! Sai cosa ha cercato di fare a Mary McDonald l'altro giorno?"

"Non è stato niente" cerca di giustificarsi Piton "uno scherzo, tutto qui..."

"Era magia oscura e non è stato affatto uno scherzo" sbotta Lily furiosa.

"E allora cosa fa Potter con i suoi amici?" la incalza Piton con tono irato.

"Che cosa c'entra Potter adesso?" Lily sembra stupita dalle parole del suo amico, non si aspettava che lui spostasse il discorso su James Potter; eppure a me sembra chiaro che Piton è geloso e mi meraviglio che Lily non se ne renda conto.

"Escono di notte. C'è qualcosa di strano in quel Lupin. Dove va tutto il tempo?" insiste Piton guardando Lily con gli occhi ridotti a fessure.

"Dicono che è malato" mormora Lily sgranando gli occhi.

"Tutti i mesi, quando c'è la luna piena?" sbotta Piton. A quelle parole, sussulto leggermente e scambio un'occhiata con Marlene. È da tempo che abbiamo questo sospetto, ma non abbiamo mai voluto dircelo, neanche tra di noi.

"Conosco la tua teoria, ma trovo Remus un ragazzo gentile, simpatico e socievole, e se anche fosse vero quello che dici, questo non farebbe cambiare di una virgola la mia opinione su di lui" risponde Lily gelida. "Ad ogni modo, perché ti sei fissato con loro? Che ti importa di quello che fanno di notte?"

"Sto solo cercando di dimostrarti che non sono così meravigliosi come credono tutti" dice lui guardando Lily dritto negli occhi. Lei abbassa lo sguardo ma solo per un attimo.

"Almeno non usano magia oscura. E comunque sei ingrato, ho sentito quello che è successo l'altra notte. Sei andato nel tunnel sotto al platano picchiatore, e James Potter ti ha salvato la vita" sussurra Lily a voce bassa.

"Cosa? Mi ha salvato? Credi che stesse giocando all'eroe? Lui stava salvando se stesso, e i suoi amici! Non ti permetterò..." sibila Piton in preda a una rabbia feroce.

"Permettermi cosa, eh?" Lily lo guarda con occhi fiammeggianti di rabbia.
"Non volevo dirlo... è che tu... piaci a James Potter. E lui non è... quello che tutti pensano... il grande campione di Quidditch e...." le parole sembrano uscire da Piton contro la sua volontà. Lily lo fulmina con lo sguardo.

"So che James Potter è un idiota, non c'è bisogno che me lo dica tu. Ma l'idea che Mulciber stesse scherzando è semplicemente malvagia. Continuo a non capire come tu possa essere loro amico!"

Riprendono a camminare, e io e Marlene non riusciamo più a sentire. Lei mi guarda scrollando la testa. "Lily ha perso in partenza" dice, e so che ha perfettamente ragione.
"Gia, ma ha perso anche lui" commento io "è molto più probabile che Lily si fidanzi con James Potter piuttosto che Piton lasci perdere le sue amicizie".

 

I mesi successivi passano veloci, impegnata come sono a studiare per i G.U.F.O. Anche i Malandrini, e intendo tutti, non solo Remus, che studia già normalmente di suo, sembrano impegnarsi più del solito nello studio. Vedere Potter, Black e Minus in Sala Comune con le teste immerse nei libri è strano come potrebbe esserlo vedere un pinguino passeggiare in giro per Londra.

In questi mesi si sono verificati ancora alcuni episodi strani con Jugson, che sta diventando sempre più insistente e fastidioso e si sarebbe già beccato uno schiantesimo se non fosse che ogni volta che mi si avvicina gli capita qualcosa di spiacevole. Un giorno eravamo a Hogsmeade e con le mie amiche eravamo andate a bere una burrobirra ai Tre manici di scopa; a un certo punto, uscendo dal bagno delle ragazze, me lo sono trovato davanti e pretendeva che andassi via con lui. Stavo davvero per schiantarlo quando una bottiglia di burrobirra, arrivata non so da dove, lo ha colpito sulla nuca facendolo crollare a terra e dandomi la possibilità di allontanarmi e tornare dalle mie amiche. Un'altra volta camminavo nel parco da sola per andare a raggiungere le mie amiche al nostro solito posto in riva al lago, quando Jugson mi si è avvicinato continuando ad insistere perché lo seguissi dal momento che voleva parlarmi. E anche in quel caso, mentre camminava, è inciampato in un ramo che evidentemente non aveva visto, cadendo a terra e dandomi la possibilità di raggiungere le mie amiche. In effetti questi episodi mi hanno abbastanza turbata; Lily continua a ripetermi che dovrei andare a parlarne con Silente o almeno con la McGranitt, la nostra Capocasa, ma non sono convinta che sia il caso di farlo, non vorrei che si scoprisse che io davvero gli ho lanciato involontariamente qualche maledizione ed allora rischierei di essere espulsa. Cerco semplicemente di evitare di andare in giro da sola, e se proprio devo farlo tengo la bacchetta sempre a portata di mano, pronta a difendermi con la magia se fosse necessario, anche se fino ad ora non lo è stato.

 

I G.U.F.O. che abbiamo fatto fino ad ora si rivelano impegnativi ma non così impossibili da sostenere, mi sembra di aver fatto abbastanza bene; ho solo il dubbio di non essere andata benissimo nella prova pratica di Pozioni: dovevo preparare il filtro d'amore per eccellenza, l'Amortentia, che dovrebbe emettere un vapore che risale a spirali se preparata correttamente. Dalla mia usciva vapore, sì, ma spirali non ne ho viste. E se non prendo almeno Oltre ogni Previsione posso cominciare a dire addio al mio sogno di diventare un Auror, anche se dubito fortemente che gli Auror passino il loro tempo a preparare filtri d'amore.

Domani avremo l'esame di Difesa contro le arti oscure, e non sappiamo ancora quale insegnante ci giudicherà per questo esame, visto che il professor Smith, l'insegnante di Difesa di quest'anno, ha avuto dei problemi di salute e se n'è andato qualche giorno fa. Abbiamo cambiato cinque professori di questa materia in cinque anni: è incredibile come nessun insegnate di Difesa contro le arti oscure riesca a tenersi la cattedra per più di un anno. Comunque, verrà sostituito da uno dei nostri attuali professori e ipotizziamo che potrebbe essere uno tra Vitious, la McGranitt o Lumacorno, ossia gli insegnanti delle altre materie principali, Incantesimi, Trasfigurazione e Pozioni.

Faccio un mezzo salto di gioia quando, entrando in Sala Grande la mattina dopo, vedo una pila di libri al tavolo degli insegnanti da cui spunta il minuscolo Professor Vitious.

"Amy sei a posto, puoi anche consegnare il compito in bianco ed avrai comunque la tua E!" mi prende in giro Marlene.
Me lo aspettavo: le faccio un sorrisetto di superiorità e le rispondo "No cara, io avrò la mia E semplicemente perché sono bravissima in Difesa contro le arti oscure!"
"Presuntuosa!" sbotta lei con aria fintamente offesa.
"Piantatela voi due" sibila Lily mettendo bene in vista la sua spilla da prefetto. "Andiamo a sederci dai!"

La Sala Grande in queste mattine è completamente diversa rispetto al solito: i lunghi tavoli delle quattro Case sono spariti, sostituiti da tantissimi banchi, come quelli che si trovano nelle aule in cui facciamo normalmente lezione. Vedo Marlene partire in quarta ed andare a sedersi dietro a Black rivolgendogli un enorme sorriso mentre lui la guarda con aria assente. Lily scrolla la testa, Marlene la vede e la mima con le labbra una cosa del tipo "scommetti che uscirò con lui almeno una volta prima che finisca la scuola?". Lily non le dà retta e va a sedersi, e così mi accorgo che l'unica a non aver preso posto praticamente sono rimasta io, e l'unico libero è vicino a James Potter. Non che io abbia qualcosa contro di lui, è anche piuttosto bravo in Difesa contro le Arti Oscure, ma non è esattamente il genere di studente che vorrei mi capitasse vicino agli esami.

"Ehi Mancini!" esclama scompigliandosi i capelli non appena ho preso posto "Speravo capitassi vicino a me al G.U.F.O. di Incantesimi ma tutto sommato non te la cavi male neanche in Difesa contro le Arti Oscure. Se mi fai copiare il tuo compito ti regalo un boccino d'oro" aggiunge allungando il collo in direzione del mio banco.

"Guarda che non sei tanto male neanche tu in Difesa contro le Arti Oscure e non credo tu abbia bisogno di rischiare di finire ad Azkaban solo per copiare il mio compito!" esclamo scoppiando a ridere.

"La tua fiducia in me è disarmante" ridacchia lui sistemandosi gli occhiali sul naso. "Non e che riusciresti a convincere la tua amica Evans a fare altrettanto?"

Il professor Vitious fa segno a me e Potter di fare silenzio, distribuisce il compito e ci dà due ore di tempo per terminarlo. Guardo le domande: non mi sembrano particolarmente difficili, penso di potercela fare. Prendo la piuma e comincio a scrivere.

Quando finisco il compito, sento il professor Vitious annunciare che mancano cinque minuti al termine dell'esame. Ho già riletto il compito e mi sembra perfetto, così mi guardo attorno.
Anche Potter deve aver finito perché sta scarabocchiando qualcosa su un pezzetto di pergamena. Allungo il collo per vedere meglio: ha disegnato un boccino con le ali, e sta riempiendo il foglio con due lettere: L. E. Per un attimo mi domando cosa possano voler dire, ma seguendo il sguardo lo capisco al volo. Ma certo, L. E. sono le iniziali di Lily: Lily Evans. Oh Godric: scarabocchiare le iniziali della persona amata è una cosa tipicamente da Marlene, le ho visto un sacco di S.B. scarabocchiati ovunque prima che si mettesse con Michael; ma non me lo sarei mai aspettato da Potter!

Fuori ci aspetta una giornata calda e soleggiata, siamo quasi alla fine di giugno, e noi ragazze andiamo a sederci in riva al lago mentre commentiamo le domande dell'esame

Mi verrebbe quasi voglia di raccontarlo a Marlene, così nel giro di pochi secondi lo saprebbe tutta la scuola e sarebbe davvero divertente vedere James Potter e il suo prorompente ego venire sbeffeggiati per aver scarabocchiato mille volte su un foglio di pergamena le iniziali del nome della ragazza che gli piace, per di più vicino a un boccino... Ma poi mi rendo conto che sarebbe un'idea stupida: prima di tutto, non è che perché Potter è un egocentrico pallone gonfiato, allora sarebbe giusto dare i suoi sentimenti in pasto a tutta la scuola, e poi dovrei sempre fare i conti con le ritorsioni del Malandrini. Del resto, ci sono solo io vicino a Potter, dall'altra parte c'è il muro, quindi praticamente solo io posso aver visto i suoi scarabocchi, che peraltro trovo anche piuttosto teneri. Mi affretto quindi a staccare gli occhi dal banco di Potter, proprio mentre il professor Vitious recupera i compiti e tutti i miei compagni del quinto anno cominciano ad alzarsi e ad avviarsi verso la Sala d'ingresso per uscire nel parco.
Aspetto Marlene, proprio come Potter accanto a me sta aspettando i suoi amici, e con lei raggiungo Lily, Mary e Sarah che erano sedute vicine, qualche banco più avanti rispetto al nostro.

Fuori ci aspetta una giornata calda e soleggiata, siamo quasi alla fine di giugno, e noi ragazze andiamo a sederci in riva al lago mentre commentiamo le domande dell'esame. Mary e Marlene si tolgono scarpe e calze e immergono i piedi nell'acqua fresca del lago. Marlene guarda dritta sotto il faggio poco lontano, dove si sono appena seduti Black, Potter, Lupin e Minus.

"Non posso crederci!" esclama Mary voltandosi e seguendo lo sguardo di Marlene "guardate! Potter deve aver rubato un boccino d'oro!". Mi volto anch'io e vedo Potter che effettivamente sta giocherellando con quello che sembra essere un vero e autentico boccino d'oro!
"È pazzesco" commenta Lily scuotendo la testa mentre lui la guarda intensamente tenendo al tempo stesso gli occhi sul boccino che ogni tanto lascia andare e poi si affretta a recuperare sotto lo sguardo incredulo di Minus che, tra i suoi amici, sembra essere l'unico a prestargli attenzione, dato che Lupin ha in mano il libro di Trasfigurazione e Black si guarda attorno con aria annoiata.

Improvvisamente, mi viene in mente che devo restituire alla biblioteca un libro sulle Maledizioni senza Perdono che avevo preso in prestito qualche tempo fa. Madame Pince mi ha già ripresa per non averlo restituito, ma quel libro è davvero interessante ed ero sicura che potesse essermi utile per prepararmi meglio all'esame di Difesa contro le Arti Oscure, ma ora non posso più tardare a restituirlo o penserà davvero che voglio diventare una seguace di Colui-che-non-deve-essere-nominato.
"Ragazze devo andare in biblioteca" dico alzandomi.

"In biblioteca? E che ci vai a fare?" chiede Marlene con lo stesso tono che avrebbe se le avessi detto che sto andando a buttarmi nel fuoco.

"Devo restituire questo libro e sono già in ritardo, Madame Pince mi ucciderà se non mi sbrigo!" esclamo con aria melodrammatica.

"Ehi!" ora Marlene sembra indignata: prima o poi dovrò dirle che questo suo continuo e repentino cambio di umore e tonalità nella voce è assolutamente irritante e ha il potere di confondermi le idee come niente altro nella vita.
"Che c'è?" le domando senza capire.
"Black ti sta guardando!" e lo dice con una nota di odio nella voce che comincio a domandarmi se possa essere meglio essere uccisa da Madame Pince o da lei. Mi volto, ed effettivamente lui sta guardando da questa parte, ma non capisco come faccia lei a dire che, tra tutte noi ragazze, stia guardando proprio me. Decido di non darle retta, come del resto dovrei fare in ogni momento della mia vita: mi volto e mi allontano, non prima di aver sentito Lily ribattere sprezzante "Marlene sei patetica, ti ricordo che sei fidanzata e non con Black, e quindi lui ha tutto il diritto di guardare chi gli pare".

Quando ritorno in riva al lago dopo aver scampato la morte ad opera di Madame Pince ed anche il pericolo Jugson che fortunatamente non ho incontrato lungo la strada, mi accorgo subito, guardando le mie amiche da lontano, che c'è qualcosa che non va: Lily è in piedi ed ha un'espressione così furibonda come non credo di averla mai vista in cinque anni che la conosco. Le altre la circondano cercando evidentemente di calmarla, ma lei è paonazza in viso e i suoi occhi sembrano di fuoco.

"Lily cos'è successo?" chiedo mentre mi avvicino a loro. Guardo istintivamente sotto il faggio dove poco prima c'erano i Malandrini, ma non li vedo più, ed ho il sospetto che siano in qualche modo collegati alla furia di Lily. Lei intanto mi raggiunge e mi prende sottobraccio dicendo "andiamo, voglio fare due passi".

Ci allontaniamo un po' attraverso il parco, in direzione del campo da Quidditch. Lily finalmente si decide a parlare. "Amy, mi ha definita piccola schifosa sanguemarcio! Ti rendi conto?" comincia subito lei "sempre a dirmi che sono l'amica più cara che ha qui, che ci tiene tanto a me, e poi parla di me in quel modo davanti a tutta la scuola! Lo odio! E quell'altro idiota che ha cominciato... sempre a spettinarsi i capelli perché gli sembra affascinante avere l'aria di uno che è appena sceso dalla scopa, sempre a camminare tronfio nei corridoi... e adesso anche a giocare con quel maledetto boccino... Odio anche lui!". La guardo confusa, non sono certa di aver capito a chi si riferisce.

"Scusami Lily, sicuramente non ho capito bene io, ma... a chi ti riferisci?". Lei mi guarda e sembra vedermi per la prima volta dopo anni.

"Ah già, tu eri biblioteca!" sbotta con un tono di rimprovero, come se io in biblioteca fossi andata a divertirmi.

Non oso fiatare. Lei continua: "è successo che Potter, appena te ne sei andata, ha visto arrivare Severus e non ha resistito a provocarlo. Lo ha disarmato e fatto cadere a terra, poi gli ha riempito la bocca di schiuma e per poco Sev non soffocava, tutto ovviamente con l'aiuto del suo braccio destro Black. A quel punto sono intervenuta io dicendo a Potter di lasciarlo stare. E lui lo sai cosa ha risposto? -solo se esci con me Evans- sempre con quella sua aria tronfia e arrogante, maledetto idiota!". Ha un attimo di esitazione poi continua: "e lui, Severus, invece di ringraziarmi per essere intervenuta, ha detto che non ha bisogno di essere difeso da una piccola, schifosa sanguemarcio!".

A quelle parole rimango a bocca aperta, non posso credere che dopo tutto quello che Lily ha fatto per lui, stargli vicino, dargli consigli, fino ad esporsi oggi contro Potter e gli altri per lui, questo sia il ringraziamento.

"Lily accidenti, hai tutte le ragioni per essere così arrabbiata, quello che ti ha detto è orribile. Tu hai fatto bene ad intervenire se sentivi che era giusto farlo, ma lui non merita assolutamente la tua amicizia e la tua lealtà, credimi. Probabilmente quando l'hai conosciuto tu era buono, come mi hai sempre detto, ma purtroppo le persone cambiano, specialmente in situazioni come questa" faccio un ampio gesto con la mano. "Voglio dire, tutto quello che sta succedendo fuori da qui, la guerra, le catastrofi, la gente uccisa dai seguaci di Tu-sai-chi. Insomma, Piton ha scelto liberamente di frequentare i figli dei seguaci di Tu-sai-chi, e non mi stupirei se stesse diventando come loro. Guarda caso hanno tutti come ideale la purezza del sangue, e ce l'hanno a morte con i Nati Babbani o i Mezzosangue".

"Ma Severus non è un purosangue!" mi interrompe lei con veemenza "suo padre era un babbano".

"Appunto! È proprio per questo motivo che deve vergognarsi di quello che ti ha detto!" replico io. Lei sembra calmarsi un po', anche se è ancora scossa.

"Hai ragione" mi dice con un sospiro prendendosi la testa tra le mani "hai sempre avuto ragione riguardo a lui. Me l'hai detto un sacco di volte di lasciarlo perdere, che non valeva la pena tentare di farlo ragionare, di stargli vicino... e non ti ho mai dato ascolto, sono stata un'idiota".

"Lily non dire così, tu sei stata una vera amica per lui" le dico stringendole le mani tra le mie "hai fatto il possibile, non devi rimproverarti niente. Ci hai provato a farlo restare dalla parte giusta, ma purtroppo.non è andata bene, e il modo in cui ti ha trattata oggi lo dimostra. E adesso lo sai anche tu. Lascialo perdere ora, ti prego". E inaspettatamente, Lily mi getta le braccia al collo: "Amy grazie, sei una vera amica, anzi sei molto di più. Sei la sorella che avrei tanto voluto al posto di Petunia. Non mi giudichi, sei sempre vicino a me nei momenti difficili e sai sempre qual'è la cosa giusta da dire, ti voglio bene" mi dice abbracciandomi stretta.
"Ti voglio bene anch'io Lily non sai quanto. E anche tu per me sei come una sorella, quella che ho sempre desiderato e non ho mai avuto, sono stata davvero fortunata ad incontrarti e ci sarò sempre per te".
"Promettiamocelo Amy, su tutto quello che più abbiamo a cuore. Noi resteremo amiche, per sempre, qualunque cosa succeda".
"Te lo prometto Lily". E in quel momento davvero io sono certa che anche se un giorno la vita ci dovesse dividere, noi sapremo restare unite ugualmente, la nostra amicizia sarà la nostra forza. Per sempre.

La sera stessa, io e Lily siano nel nostro dormitorio, già in pigiama, e stiamo ancora parlando di quello che è accaduto oggi; lei è ancora molto arrabbiata e non ha voluto nemmeno stare con le altre in Sala Comune. È già piuttosto tardi e aspettiamo che arrivino Marlene, Mary e Sarah per andare a dormire. All'improvviso la porta si apre ed entrano tutte e tre, ma hanno un'espressione strana.
"Lily" esordisce Mary "c'è Piton fuori dal ritratto della Signora Grassa. Vuole parlarti".

"Adesso?" sbotta Lily furiosa. "Ma come gli è venuto in mente?"

"Dice che dormirà lì se non vai a parlarci" aggiunge Mary.

"Uff e va bene!" sbotta Lily "lo manderò al diavolo una volta per tutte. Mary c'e ancora gente in Sala Comune?"

"Non credo, siamo state le ultime ad andarcene" risponde Mary.
Lily si alza e senza nemmeno cambiarsi, si avvicina alla porta ed esce.

"Andiamo a spiare?" chiede Marlene ridacchiando.
"Lasciala stare, è già abbastanza furibonda con lui senza che ci mettiamo in mezzo anche noi" suggerisco io.
"E va bene uff" sbuffa Marlene.

Lily rientra dopo solo pochi minuti, apparentemente soddisfatta.
"Allora, che voleva?" chiede Marlene curiosa.
"Scusarsi per come mi ha trattata oggi. Era patetico, continuava a ripetere "mi dispiace, mi dispiace". Beh, avrebbe dovuto pensarci prima. Non posso continuare a pretendere di cambiarlo, lui ha scelto la sua strada e io la mia, e gliel'ho detto chiaro in faccia!" esclama Lily.

Non mi sento certo di darle torto, Piton l'ha combinata troppo grossa e so che Lily, nonostante sia di animo buono e generoso, questa volta non riuscirà a passarci sopra, la ferita è stata troppo grande per lei. D'altronde non ho mai capito cosa ci trovasse in lui, a me non ha mai ispirato la benché minima simpatia, né tantomeno fiducia. Comunque, ciò che davvero importa ora è che Lily mi sembra sollevata, probabilmente questo confronto le ha fatto bene, perché subito dopo la vedo addormentarsi serena e sorridente come se niente fosse successo.

 

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Capitolo 11
*** CAPITOLO 10 - LA CORDA E IL TAGLIO ***


CAPITOLO 10 - LA CORDA E IL TAGLIO


L'estate tra il quinto e il sesto anno è passata molto più velocemente del solito: dopo le prime settimane, i miei genitori e quelli di Lily ci hanno permesso di passare parte delle vacanze insieme. Prima è venuta lei a casa mia, e lì abbiamo ricevuto via gufo l'esito dei nostri G.U.F.O. Siamo state entrambe felicissime: io ne ho superati 8, lei 9. Ho avuto due E, ovviamente in Incantesimi e in Difesa contro le arti oscure, lei ben cinque, in Pozioni, DCAO, Trasfigurazione, Storia della Magia ed Erbologia, e per il resto ha avuto tutte O; ma non mi stupisce, Lily è molto più brava e studiosa di me. C'è stato però un voto che più di tutti gli altri mi ha lasciato felice e soddisfatta ed è stata la mia O in Pozioni, requisito fondamentale per poter continuare a frequentare il corso con il professor Lumacorno e perseguire il mio sogno di diventare un Auror.

È toccato poi a me essere ospitata per due settimane a casa di Lily: non avevo mai conosciuto sua sorella Petunia, l'avevo solo vista qualche volta a King's Cross ma non ci eravamo mai parlate. Beh, devo dire che è molto peggio di come la descrive Lily. È veramente odiosa, si vede benissimo che è invidiosa di Lily e di tutte le cose che sa fare. E poi la tratta malissimo, le risponde sempre con tono aggressivo, anche se Lily le ha chiesto semplicemente di passarle il sale a tavola, e non perde occasione per parlare male di lei davanti a Lily stessa. Insomma è una vera e propria serpe, peggio del peggiore dei Serpeverde, mi fa una rabbia... e più di una volta devo impegnarmi con tutta me stessa per non lanciarle addosso qualche incantesimo non verbale.

Sarebbe stata una soddisfazione infinita, ma è severamente proibito agli studenti fare magie fuori dalla scuola e non ho nessuna voglia di essere espulsa da Hogwarts proprio adesso. Lily invece con lei è sempre gentile e paziente: mi ha confessato che anche Petunia avrebbe voluto frequentare Hogwarts e ha addirittura scritto a Silente in persona, ma ovviamente lui le ha risposto che frequentare Hogwarts non è possibile per chi non possiede poteri magici. Da quel momento, devo essere sincera, ha iniziato a farmi un po' pena, non saprà mai quanto bello ed emozionante possa essere, che ne so, zittire qualcuno che parla troppo o sollevare qualcosa o prendere qualcosa da lontano, semplicemente con un incantesimo. Così lascio perdere anche la tentazione di farle solo qualche innocuo scherzetto senza usare la magia, tipo farle trovare un insetto sul cuscino o nasconderle le scarpe che ha comprato apposta per uscire con il suo fidanzato - un tipo, se possibile, ancora più odioso di lei.

 

Sono in biblioteca mentre, cercando di fare i compiti, ripenso all'estate passata. Siamo già agli inizi di ottobre, la scuola è cominciata da un mese e ci stanno davvero massacrando di compiti. Oggi sono sola perché Lily, Mary e Sarah sono a lezione di Aritmanzia, che io ho abbandonato dopo aver preso un pessimo voto al G.U.F.O., mentre Marlene sarà probabilmente in Sala Comune a sbavare dietro a Black, dato che oggi piove a dirotto e i Grifondoro che non hanno qualche lezione saranno sicuramente tutti là. Marlene è ancora fidanzata con Michael, ma lui a giugno ha finito la scuola ed ora ha iniziato a lavorare al Ministero della Magia. Perciò la mia amica deve pur tenere impegnati i suoi grandi occhi azzurri, e così la sua attenzione a scuola è tornata a concentrarsi esclusivamente su Sirius Black. Che ormai può essere considerato decisamente e senza il minimo dubbio il ragazzo più bello della scuola, proprio come aveva detto lei al primo anno.

Dopo quella volta che l'ho incontrato in gufieria a marzo, ogni tanto mi perdo ancora a pensare a lui, anche se so benissimo che non dovrei e non faccio altro che ripeterlo a me stessa. Ma è difficile non pensare a quegli occhi, a quel sorriso, a quel viso perfetto, a quella deliziosa fossetta che ha sul mento, e a volte penso che dovrebbe essere illegale portarsi in giro tanta bellezza, dovrebbero arrestarlo e rinchiuderlo ad Azkaban, oppure obbligarlo a dividere almeno metà della sua bellezza con gli altri studenti maschi di Hogwarts, il che aiuterebbe tanti di loro a diventare almeno decenti.

So che dovrei smetterla di distrarmi, e sbrigarmi invece a finire il compito di Erbologia, ma ho già capito che oggi non riesco proprio a concentrarmi, mi sento stanca e mi gira un po' la testa, così decido che dopotutto ascoltare le chiacchiere di Marlene non sarà poi così male rispetto a Erbologia. Metto a posto i libri, prendo la borsa ed esco dalla biblioteca, che oggi è stranamente deserta, nonostante il tempaccio.

Appena metto piede fuori dalla porta, una voce che proviene dalla mia sinistra, da un angolo buio sotto le scale che portano alle aule al piano di sopra, mi fa sobbalzare: "Ciao piccola, ti aspettavo".

Mi giro di scatto e vedo Eric Jugson, che mi fissa con gli occhi semichiusi. "Lo sai vero che questo è il mio ultimo anno qui a Hogwarts? Quindi non mi resta molto tempo se voglio concludere qualcosa con te" dice avvicinandosi e pronunciando le ultime parole con una voce roca e inquietante che mi fa correre un brivido di orrore lungo la schiena e gelare il sangue nelle vene; ma è solo un attimo e subito ritrovo il mio coraggio.
"Non ho nessuna intenzione di fare niente di niente con te. Vedi di lasciarmi stare o te ne pentirai" ringhio. Finalmente è arrivato il momento di agire, e questa volta non la passerà liscia. Appena il tempo di estrarre la bacchetta e già lo vedo schiantarsi contro il muro sotto l'effetto del mio incantesimo.

"Maledetta mezzosangue..." sibila lui, e qui faccio un gigantesco errore perché invece di disarmarlo, pietrificarlo, legarlo, o fare qualunque altra cosa intelligente possa renderlo inoffensivo, io resto lì un secondo di troppo a godermi quel momento che ho tanto atteso. E lui è veloce ad estrarre la bacchetta e a far comparire una pesante corda che si sta avvolgendo tutto attorno al mio corpo. Non posso alzare la bacchetta, ho le mani legate strettissime, e mentre cerco di urlare lui mi lancia un incantesimo che impedisce a qualunque suono di uscire dalla mia bocca.

Inizio davvero a temere il peggio quando sento qualcuno gridare "Expelliarmus!" e vedo Jugson, che nel frattempo si era rialzato in piedi, guardare la sua bacchetta volare via; e subito dopo Jugson viene schiantato di nuovo contro il muro.

Sto cercando di voltare la testa per vedere chi sia stato, ma lo riconosco dalla voce. "Non hai sentito, maledetto idiota? Ti ha detto di lasciarla stare!" ringhia Black, che poi punta la bacchetta verso di me e con un incantesimo mi libera dalla corda. "Vattene. Subito. E non farti più vedere" continua poi con un tono che non ammette repliche.

E Jugson, senza dire altro, si alza, prende la sua bacchetta e se ne va. Ma mentre sta camminando, si volta all'improvviso alzando la bacchetta in direzione di Black, e vedo la stoffa della sua divisa strapparsi sul braccio destro, dove compare un lungo taglio che inizia subito a sanguinare copiosamente.

Sono inorridita e mi vergogno da morire che si sia fatto male per colpa mia, e oltretutto mi rendo conto di essere ancora sotto l'effetto dell'incantesimo di Jugson perché non riesco a parlare, ma prima devo pensare al braccio sanguinante di Black. Alzo la bacchetta e ne faccio uscire una benda che gli fascia stretta la ferita, poi la punto su me stessa e mi libero dall'incantesimo silenziante. "Beh sei davvero in gamba con gli incantesimi." dice Black guardandosi il braccio fasciato.

"Si ma il sangue continuerà a uscire" dico guardando la benda inzupparsi di sangue. "Devi andare subito in infermeria, il taglio sembra profondo". Sono veramente mortificata e arrabbiata con me stessa, è terribile che lui, che è intervenuto per aiutarmi, sia stato ferito per colpa di una mia stupida esitazione.

"Ti va di accompagnarmi?" mi chiede lui. E anche se l'unica cosa che vorrei adesso è scappare il più lontano possibile, annuisco.

Camminiamo per un po' in silenzio, poi trovo il coraggio di parlare, tenendo gli occhi fissi sul pavimento. "Mi dispiace, è colpa mia se sei stato ferito. E ti ringrazio per essere intervenuto, ma comunque avrei saputo cavarmela anche da sola".

"Sì" risponde lui serio "il fegato di sicuro non ti manca, ma non bastava schiantarlo, dovevi portarlo dritto dal preside, quel cretino".

"Tu non hai idea di quanto, e da quanto tempo, io desiderassi schiantare quel pallone gonfiato. Ho realizzato troppo tardi di essere rimasta troppo a lungo a godermi la mia vittoria" riesco ad ammettere, vergognandomi però infinitamente per la mia ingenuità.

Lui borbotta qualcosa, poi continua "Senti, se quell'idiota avesse fatto del male solo a me gliela farei pagare e basta. Ma visto che sei coinvolta anche tu dobbiamo parlarne con qualcuno, un insegnante, voglio dire".

"Non lo so, dopotutto ho iniziato io schiantandolo, e non ho voglia di prendermi una punizione, o peggio" rispondo pensierosa, senza trovare il coraggio di alzare gli occhi dal pavimento.

"No, ha iniziato lui, ti ha minacciata a parole, io l'ho sentito. Stavo arrivando quando lui ti ha detto che questo è il suo ultimo anno eccetera. Ero lontano ma ho sentito perfettamente".

"Beh comunque anche voi ragazzi fate cose di questo genere, e nessuno è mai andato a parlarne col preside" gli faccio notare.

"Ma tu sei una ragazza, e anche se pensi di saperti difendere, questa volta sarebbe finita molto male per te. Ti rendi conto o no di cosa voleva farti?" sbotta Black con veemenza smettendo di camminare. Mi fermo anch'io, alzo appena lo sguardo e i miei occhi vengono subito catturati dai suoi, che sembrano due lame di ghiaccio.

Non mi lascio intimorire dal suo sguardo, nonostante io non possa negare che quelle iridi grigie siano riuscite anche questa volta a mettermi profondamente a disagio

Non mi lascio intimorire dal suo sguardo, nonostante io non possa negare che quelle iridi grigie siano riuscite anche questa volta a mettermi profondamente a disagio.
"Non credo che mi avrebbe fatto nulla, rischiando di farsi espellere. Credo che abbia solo perso la testa" ribatto spavalda. Ma mentre pronuncio queste parole, sento un brivido corrermi lungo la schiena, so benissimo cosa vorrebbe farmi Jugson, non c'è bisogno che me lo dica Black. Mi fa già abbastanza orrore il modo in cui mi guarda, sembra sempre che voglia spogliarmi con gli occhi; faccio un profondo respiro per scacciare quella sensazione che mi fa rivoltare lo stomaco.

"E comunque il fatto che io sia una ragazza non c'entra niente" continuo distogliendo però lo sguardo e riprendendo a camminare. Non riesco a sopportare oltre di sentirmi addosso quelle lame di ghiaccio, capaci di accendere un fuoco ardente sul mio viso e di scatenare un incendio devastante in tutto il mio corpo per quanto sembrano scrutarmi in profondità.

"E invece sì!" esclama Black affiancandosi di nuovo a me. "E sinceramente non credevo fossi così ingenua"

"Mi stai dicendo che se io fossi stata un ragazzo, tu saresti intervenuto a difendermi lo stesso? Tu, Potter e gli altri sareste proprio gli ultimi a poter parlare di situazioni di questo genere, visto che ne create anche voi! E quando capita, siete in due contro uno solo" continuo indignata. Non è che volessi in qualche modo difendere Piton o paragonare la sua situazione alla mia, forse davvero Black e Potter agiscono in questo modo perché vengono provocati da lui, ma trovo comunque sbagliato che a volte si accaniscano in due contro uno solo.

Tenendo la testa bassa, trovo il coraggio di alzare di nuovo gli occhi incontrando quelli di Black che hanno lo stesso colore del cielo prima di un temporale, proprio come l'espressione che ha in viso, con i lineamenti tirati e la mascella contratta. Ma mentre mi guarda, la sua espressione cambia, diventa via via meno cupa.
"Sì. Se un ragazzo avesse rischiato quello che hai rischiato tu sì, sarei intervenuto. Jugson è un pazzo, è pericoloso, e quello che voleva farti è gravissimo, non deve succedere a nessuno". Noto che stringe i pugni così forte che le sue nocche sono sbiancate, sta trattenendo a stento la rabbia e mi domando se non sia esagerata una reazione del genere, dopotutto non siamo nemmeno amici.

Intanto siamo arrivati in infermeria, e Madama Chips mi sembra piuttosto impressionata dal taglio che attraversa il braccio di Black. "Questo non è il genere di taglio che ci si può fare in situazioni normali" dice preoccupata "questa è magia oscura.". Lo sbenda e vedo che il sangue continua ad uscire copioso. "Dovrai restare qui per un po', dovrò preparare una pozione apposta per curarlo e ci vorrà un po' di tempo".

"Va bene" risponde Black che poi tira fuori da una tasca uno specchietto: "Ehi James" dice rivolto allo specchio, dove subito dopo vedo apparire il viso di Potter.

"Sirius ma dove ti sei cacciato?" domanda Potter dallo specchio.

"In infermeria, ma non è niente. Però dovresti venire qui, o mandare Remus o Peter".

"Come mai? Cosa è successo?" chiede Potter.

"Non posso parlare ora, fai come ti dico" dice Black rimettendo via lo specchietto, poi si rivolge a me: "penso sia meglio che tu vada, non voglio farti perdere tempo qui. Aspetta solo che arrivi uno dei miei amici per accompagnarti".

"Oh, addirittura accompagnarmi?" Non vedo l'ora di andarmene, tutta questa situazione mi sta creando un imbarazzo tremendo.

"Ci manca solo che incontri di nuovo Jugson" dice lui alzando gli occhi al cielo "E comunque domani mattina, dopo la lezione di Trasfigurazione, io e te raccontiamo tutta questa storia alla McGranitt, ok?".

Faccio un sospiro profondo. In questo momento non avrei la benché minima voglia di parlare di quello che è successo con nessuno, eccetto Lily forse, ma so che Black ha ragione. Jugson è pericoloso e lo ha dimostrato, deve pagare per quello che ha fatto, e la McGranitt è sicuramente la scelta migliore.
"Ok" gli rispondo senza entusiasmo, e lui fa uno di quei suoi sorrisi che gli illuminano anche gli occhi e mi fanno pensare che dopotutto essere stata aiutata da lui non è stato poi così male come il mio orgoglio ferito dalla propria stupidità vorrebbe farmi credere.

Decido di mettere da parte il mio dannato orgoglio: dopotutto non voglio essere come Piton, che ha insultato la mia migliore amica dimostrando di non aver apprezzato affatto il suo tentativo di aiutarlo. Io l'intervento di Black l'ho apprezzato eccome, non voglio pensare a cosa mi sarebbe potuto succedere se non fosse arrivato lui. "Grazie, davvero, per oggi" dico quasi sottovoce.

"Ti direi che è stato un piacere" risponde lui sorridendo ancora "se non fosse per questo..." aggiunge indicando il braccio sanguinante. Poi, dopo un attimo di silenzio e con un tono di voce più basso, lo sento dire: "Non posso pensare a cosa ti sarebbe potuto succedere se non fossi arrivato in tempo. Quell'imbecille la deve pagare, vorrei vederlo espulso da scuola". Notò un lampo di rabbia attraversargli ancora lo sguardo, e per un attimo mi domando se non stia avendo questa reazione perché in qualche modo tiene a me. Sento il cuore battere più forte, mentre mi perdo ancora una volta in quegli occhi di ghiaccio; e mi ripeto che no, è impossibile, avrebbe reagito in questo stesso modo e con questa stessa rabbia se ci fosse stata una qualsiasi altra ragazza al posto mio.

"Sono piuttosto certa che non succederà, ma spero almeno che d'ora in poi mi starà alla larga" ribatto con un tono di voce più duro di quanto mi aspettassi.

In quel momento entra Remus. Sono sollevata che sia venuto proprio lui. Sembra sorpreso di vedermi, e gli faccio un gran sorriso. Black gli racconta cosa è successo, e gli chiede di accompagnarmi alla torre di Grifondoro. "Va bene, torno dopo a vedere come stai" dice Remus rivolto a Black.
"A dopo" risponde Black "e tu, vedi di non avere ripensamenti riguardo a domani" dice poi rivolto a me, mentre mi chiudo alle spalle la porta dell'infermeria.

 

 

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Capitolo 12
*** CAPITOLO 11 - GELOSIA ***


CAPITOLO 11 - GELOSIA
 

"Allora Lily, ti ha già invitata Potter ad andare a Hogsmeade con lui sabato?" chiede Marlene allegramente, e non dovrebbe proprio essere una domanda da fare a Lily alle otto del lunedì mattina. Siamo quasi alla fine di ottobre, e sabato ci sarà la prima gita dell'anno a Hogsmeade.

Guardo la mia migliore amica aspettandomi che dia una rispostaccia a Marlene, ma lei rimane stranamente tranquilla mentre sorseggia il suo succo di zucca e risponde semplicemente no.

"Oh beh lo farà senz'altro durante la settimana. E tu almeno stavolta accetterai?".
"Cosa te lo fa pensare?" risponde Lily con un sopracciglio inarcato.

"Beh, il fatto che sei mia amica e quindi accetterai proponendo un'uscita a quattro che coinvolga anche il suo migliore amico Sirius Black e la tua cara amica Marlene McKinnon. Semplice no?" dice con un sorrisetto.

"E cosa ti fa pensare che Black accetterebbe scusa?" si intromette Sarah ridacchiando.
"Oh ma è semplice, lo farebbe per il suo migliore amico e non gli costerebbe nemmeno troppo, visto che, insomma, non mi considero proprio da buttare!" cinguetta lei con un sorriso modesto. E onestamente non le si può dare torto, Marlene è davvero una bella ragazza, con i suoi lunghi capelli biondi, i lineamenti delicati del viso e i grandi occhi azzurri.

"E Michael?" le chiedo io.
"Michael non deve necessariamente venirlo a sapere..." dice lei abbassando la voce come se tenesse che lui potesse da un momento all'altro sbucare fuori da sotto il tavolo dei Grifondoro, a cui siamo sedute a fare colazione.
"E poi" continua "non è che io debba per forza fare chissà che con Sirius, a meno che lui non lo voglia chiaramente, e in quel caso dovrei decidere io che cosa fare con Michael..."

"Certo che ne hai di fantasia!" ridacchia Lily "comunque scordatelo, non ho nessuna intenzione di uscire con Potter, e non è neanche detto che lui me lo chieda. E ora andiamo o faremo tardi a lezione".

Dopo la mattinata passata a seguire le lezioni di Divinazione, Trasfiurazione, Pozioni e Cura delle creature magiche, abbiamo il pomeriggio libero e ne approfittiamo per studiare in riva al lago. È una giornata soleggiata e ancora piuttosto calda. "Eccoli arrivano!" strilla Marlene, e naturalmente capisco subito di chi si tratta: Black, Potter, Lupin e Minus stanno andando ad occupare il loro solito posto sotto il faggio. Rifletto sul fatto che, dall'episodio di Jugson, non ho più visto Black e Potter dare fastidio a Piton, nè viceversa. D'altra parte non ce ne sarebbe neanche più motivo, visto che Lily gira ormai alla larga da Piton: lui anche nell'ultimo mese ha provato un paio di volte a intercettarla dopo le lezioni e a chiederle scusa, ma lei non ha voluto neanche starlo a sentire. In generale, comunque, le rappresaglie tra Grifondoro e Serpeverde sembrano finite, ma non credo dipenda solo dalla punizione che è stata assegnata a Jugson - come immaginavo non è stato espulso, ma solo allontanato dalla scuola per due settimane - dopo che Black e io abbiamo riferito l'accaduto alla professoressa McGranitt. Sembra quasi che ci sia una sorta di tregua non scritta, e sinceramente non so se esserne più contenta o preoccupata.

Immersa in questi pensieri, vedo Marlene agitarsi perché Potter non è ancora venuto ad invitare Lily a Hogsmeade. "Magari ci va con un'altra" ribatte Lily con un'alzata di spalle. E potrebbe anche essere vero, dato che Potter, in quanto capitano della squadra di Quidditch, ha un sacco di fan di tutte le età che farebbero carte false per uscire con lui. E lui lo sa.
"E davvero non ti importerebbe?" chiede Marlene con aria quasi indignata.
"E perché dovrebbe importarmi visto che io non ho mai accettato?" domanda Lily con sguardo innocente.

Marlene intanto è tornata a concentrare la sua attenzione sui quattro ragazzi sotto il faggio, che hanno i libri aperti sulle ginocchia ma che in realtà non sembrano particolarmente impegnati a studiare ma stanno ridacchiando, presumo per qualcuna delle loro imprese.
A un certo punto, Potter si alza e si dirige verso una ragazza che sta camminando da sola nel parco: è una Grifondoro del quarto anno, Maggie Preston, ed e una delle tifose più sfegatate di Potter alle partite di Quidditch. È anche molto carina, alta, magra, con lunghi capelli ricci e occhi verdi, simili a quelli di Lily. Si allontanano insieme chiacchierando.

Guardo Lily che però non mi sembra minimamente infastidita da quello che ha visto. Intanto, sotto il faggio, Black tira fuori un rotolo di pergamena, ci punta sopra la bacchetta e poi tutti e tre si chinano a guardare qualcosa. Continuano a guardarla per un po' ridacchiando, poi Black rimette via la pergamena e il libro e se ne va, seguito da Lupin e Minus.
 

La mattina dopo, abbiamo come prima lezione due ore di Incantesimi. Da ieri sera, Lily è stranamente nervosa, come quando abbiamo qualche compito in classe, ma in questi giorni non ne abbiamo nessuno. Immagino che uno dei motivi sia Piton che ieri pomeriggio, dopo la lezione di Antiche Rune che lei segue e che frequenta anche lui, ha provato nuovamente a parlarle e a chiederle scusa per averla insultata alla fine dello scorso anno. Questo è quanto mi ha raccontato lei ieri sera, ma ho il sospetto che ci sia anche dell'altro e lei non ne voglia parlare.

Le due ore di Incantesimi passano come al solito velocissime, adoro ascoltare il professor Vitious e ancora di più mettere in pratica tutto quello che ci insegna, e poi quest'anno facciamo lezione con i Corvonero che gli fanno sempre un sacco di domande, alcune anche piuttosto interessanti.

Finita la lezione, stiamo mettendo via libri, piume e pergamene per poi dirigerci alle serre di Erbologia, quando un ragazzo di Corvonero, Robert Dawson, si avvicina al banco di Lily.
"Ehm, ciao Evans" esordisce un po' impacciato. Lei lo guarda un po' sorpresa, poi gli sorride.
"Ciao Dawson, tutto bene?" lo saluta lei in tono amichevole.
"Si, grazie" dice lui mentre le sue guance prendono il colore del fuoco. "Mi chiedevo se... ehm..." ha un attimo di esitazione poi continua "se ti andrebbe di venire con me a Hogsmeade sabato". Lo dice talmente velocemente che non sono sicura che Lily abbia capito perché lo guarda con un sopracciglio inarcato. Io invece ho capito benissimo e vedere la faccia paonazza di Dawson mi suscita un po' di tenerezza; ma, siccome ho già finito di mettere via le cose nella borsa, resto chinata facendo finta di frugarci dentro per non farmi vedere in faccia.

"Scusa, forse non ho capito bene" sta dicendo intanto Lily "mi stai invitando a venire a Hogsmeade con te?"
"Si" dice lui illuminandosi in viso, e probabilmente dentro di sè si sta facendo i complimenti per aver trovato il coraggio di farle questa proposta.
"Ok, va bene!" sorride lei.
"Davvero?" chiede lui incredulo.
"Si, certo. Allora a sabato!" dice lei allegramente prendendo la borsa e uscendo dall'aula.

"Ehi Lily aspetta!" la chiamo raggiungendola di corsa fuori; ero ancora chinata a frugare nella borsa quando lei è andata via.
"Oh Amy, eri ancora in classe?" mi chiede meravigliata. "Quindi hai sentito Dawson, no?".
"Ehm sì, non è che volessi farmi i fatti tuoi, stavo solo finendo di mettere via le cose nella borsa." dico un po' imbarazzata.
"Non c'è problema" risponde lei tranquilla.
"E quindi vai a Hogsmeade con lui, eh?" le domando.
"Sì. Che te ne pare di lui?" mi domanda lei.
"Non saprei" dico incerta "non posso dire di conoscerlo. Fisicamente non è male, comunque". In realtà a me non piace molto, è troppo magro e ha il naso un po' troppo pronunciato, ma tutto sommato è passabile, anche se Potter e molto più carino, ma questo me lo tengo per me.
"Tu piuttosto, cosa ne pensi di lui?" le chiedo, perché in fondo è questo che importa davvero.
"Non lo so" dice lei con aria assorta "nemmeno io lo conosco, vedremo sabato che impressione mi farà".

 

"Ehi pssss li avete visti o sono ancora dentro?".
"Marlene! Abbassa la voce!" sibila Mary. Siamo a Hogsmeade, nascoste dietro un muretto e la porta della sala da the in cui vanno tutti gli innamorati a pomiciare indisturbati, potrebbe aprirsi da un momento all'altro.
"No Marlene non sono ancora usciti" le dico piano.
"Come vorrei andare a sbirciare alla finestra!" esclama eccitata Marlene. E ne sarei curiosa anch'io, non solo perché da Madama Piediburro ci sono Lily e Robert, ma soprattutto perché subito dopo che ci sono entrati loro due, ho visto fare il loro ingresso anche Potter e quella ragazza, Maggie, con cui lui parlava qualche giorno fa.

In effetti ho come l'impressione che per tutta la giornata non siamo state le uniche a seguire Lily, perché nei suoi paraggi ho visto spesso Potter e Maggie. Che, per la cronaca, si sono sbaciucchiati praticamente durante tutta la giornata, a differenza di Lily e Robert. Almeno fino a quando non sono entrati da Madama Piediburro, poi non si sa. A me è parso un locale terribile in realtà, ma alle coppiette innamorate pare piacere molto. Io ci sono stata con Justin la prima volta che siamo stati ad Hogsmeade insieme, ma solo perché tutti gli altri pub erano pieni e faceva un freddo esagerato, ma appena ci abbiamo messo piede gli ho detto che sarebbe stata la prima e l'ultima volta, con tutte quelle trine e i putti che fluttuano sopra i tavoli, che orrore! Lì dentro tutto è possibile, e quindi anche che Lily e Robert si siano messi a pomiciare come tutte le altre coppie.

Finalmente, dopo un tempo imprecisato, escono: si tengono mano nella mano, cosa che per tutta la giornata non avevano fatto. Che sia cambiato qualcosa? Subito dopo ecco apparire anche Potter e Maggie, e lui guida lei nella stessa direzione in cui sono appena andati Lily e Robert, cioè verso Mielandia. "Ma non ne hanno avuto abbastanza di miele e zucchero?!?" ridacchia Marlene, che subito però si zittisce perché ha visto Black, Lupin e Minus entrare ai Tre manici di scopa.

"Ragazze ma voi non avete voglia di una burrobirra?" chiede subito a me e Mary. E sinceramente sono proprio stufa di seguire Lily e Robert per tutta Hogsmeade, quindi accetto entusiasta la sua proposta, e così anche Mary.

Il locale è molto affollato, quindi decido di fermarmi al bancone a ordinare le burrobirre mentre loro due aspettano che si liberi un tavolo.
"Ciao Amy!" sento mentre sono in coda. Mi volto e vedo Remus dietro di me che mi sorride allegro.
"Ciao Remus! Come va? È un po' che non ti incrocio in biblioteca" rispondo sorridendo a mia volta.
"Sì, in effetti sto trascurando un po' lo studio quest'anno" si giustifica lui "dovrò recuperare, altrimenti l'anno prossimo sarà dura con gli M.A.G.O. Sei qui con le tue amiche?" mi chiede con noncuranza.
"Sì, con Mary e Marlene" rispondo.
"E Lily non c'è?" domanda lui "volevo salutare anche lei".
"Ehm no, lei non è con noi oggi, è venuta con un ragazzo" dico con aria maliziosa.
"Oh! E di chi si tratta?" lui si mostra stupito e a me scappa da ridere perché è assolutamente impossibile che non abbia ancora visto Lily e Robert insieme.
"È un ragazzo di Corvonero del nostro anno, Robert Dawson" rispondo.
Lui sembra pensieroso "Beh salutamela tu allora" dice solamente.
"Va bene. Comunque..." aggiungo mentre Madame Rosmerta appoggia al bancone le nostre burrobirre "ho visto che anche il tuo amico James è in buona compagnia oggi... beh, ciao ci vediamo allora!" dico prendendo il vassoio con le burrobirre e andando verso le mie amiche che nel frattempo hanno trovato un tavolo libero.

"Ehi, Remus ha fatto finta di non sapere che Lily è con Robert. Secondo me Potter gli avrà chiesto di indagare con noi" sussurro alle mie amiche con aria cospiratrice avvicinandomi al nostro tavolo.
"Dici? Magari lui è uscito con quella Maggie solo per far ingelosire Lily!" esclama Mary a bassa voce.
"Beh, non posso esserne certa ma penso proprio di sì" convengo con lei.
"E comunque l'ha scelta carina, così non gli tocca neanche sforzarsi più di tanto. E bravo Potter!" aggiunge Marlene sarcastica.
Per tutto il tempo ai Tre manici di scopa non facciamo che chiacchierare e fare congetture su Lily e Robert, se lo sapesse lei sarebbe capace di non rivolgerci mai più la parola. Ma almeno abbiamo smesso di seguirli, perché temo che, per quanto poco discrete siamo, lei possa benissimo essersene accorta.

Siamo a cena in Sala Grande dopo la giornata passata a Hogsmeade, e Lily mi sembra più silenziosa del solito. Marlene le ha già fatto il terzo grado ovviamente, ma lei è stata piuttosto evasiva riguarda a Robert, e non potevamo certo dirle che li abbiamo seguiti per quasi tutto il giorno.
Dopo cena ci intratteniamo come al solito in Sala Comune: c'è un gruppetto che discute animatamente vicino al camino. Sono tutti i giocatori della squadra di Quidditch e deduco che probabilmente stanno discutendo di strategie per la partita che si giocherà tra due sabati contro Serpeverde. Potter, in particolare, è il più infervorato del gruppo, so benissimo quanto ci tiene a vincere quella partita. E vicino a lui, con lo sguardo sognante e la mano stretta nella sua, c'è sempre la solita Maggie. Io e le mie amiche ci sediamo su un divanetto poco distante, e Marlene comincia a chiacchierare delle nuove coppie che ha intercettato oggi in giro per Hogsmeade. A volte mi domando come diavolo faccia a riconoscere tutti e soprattutto a ricordarsene i nomi, ha un talento incredibile per il gossip. Lily invece mi sembra distratta, assente, e infatti a un certo punto dice di essere stanca e se ne va a dormire. Vorrei seguirla e parlarle, ma decido che forse è meglio lasciarla stare per oggi.


Nei giorni successivi, Lily continua ad essere sfuggente, evasiva e sempre piuttosto nervosa. L'unica cosa su cui si è sbilanciata, più che altro per interrompere le mille domande di Marlene, è che lei e Robert si sono ufficialmente fidanzati. E adesso dovrebbero raggiungere al campo da Quidditch me, Marlene, Mary, Sarah e il suo inseparabile Paul, per vedere tutti insieme la partita tra Grifondoro e Serpeverde.

Le squadre sono già schierate, e la partita sta per cominciare. "Eccoli, arrivano!" strilla Marlene, ma non sono soli, ci sono con loro altri due ragazzi di Corvonero del nostro anno: Luke Parker e Martin Richardson. Sono amici di Paul, che è anche lui del nostro anno.
"Possiamo sederci anche noi qui con voi, anche se non siamo Grifondoro? Ovviamente tifiamo per voi!" chiede Luke sorridendoci.
"Ma certo!" risponde Marlene entusiasta "qualunque persona tifi contro i Serpeverde è assolutamente ben accetta qui!". Luke, Martin, Robert e Lily si sistemano nella gradinata sotto la nostra.

La partita è iniziata e purtroppo si mette male per i Grifondoro: Jugson, che è entrato in squadra quest'anno come cacciatore, e Avery, stanno massacrando il nostro portiere, che purtroppo ha già preso qualche gol, mentre un bolide che sembra impazzito continua a lanciarsi a folle velocità su Potter, fino ad ora sempre prontamente protetto dai nostri battitori. Ma in poco tempo i Serpeverde passano in vantaggio 60 a 10, e temo che per noi si metterà davvero male.

I tre Corvonero fanno un tifo indiavolato insieme a noi, e devo dire che è piacevole vedere la partita in loro compagnia. In sei anni a Hogwarts ho sempre considerato i Corvonero, chissà perché, un po' noiosi e pieni di se, ma ora che ne sto conoscendo tre devo dire che invece sono molto simpatici, intelligenti e hanno un'ottima parlantina.

Serpeverde continua ad attaccare e a un certo punto siamo sul punteggio di 120 a 30 quando in campo succede qualcosa: Regulus Black, il cercatore di Serpeverde, deve aver visto il boccino perché sta scendendo velocissimo in picchiata. "Oh noooo!" urla Marlene. Black schiva un bolide e poi un altro, e forse ha perso di vista il boccino e Potter lo sta quasi raggiungendo. Tiriamo tutti un sospiro di sollievo. Poi improvvisamente, Potter si rialza in volo velocissimo e prima che un bolide possa centrarlo in pieno, il boccino è nelle sue mani! Abbiamo vinto! Un urlo di trionfo si alza dalla tribuna di Grifondoro, e anche i tre Corvonero si uniscono ai nostri festeggiamenti. Non c'è soddisfazione più grande che battere i Serpeverde, specialmente in una partita come questa che prometteva tutt'altro che bene.

Come ogni vittoria che si rispetti, anche questa viene festeggiata alla grande nella nostra Sala Comune. Si uniscono a noi anche Robert, Luke e Martin, oltre ovviamente a Paul, ed è una serata proprio divertente. Balliamo tutti insieme, beviamo un po' troppo e a un certo punto mi ritrovo seduta su un divanetto a baciare Luke Parker.

Non so cosa mi sia preso esattamente, tutto sommato non è male, ma non credo sia il genere di ragazzo di cui mi potrei innamorare davvero; accanto a lui non provo affatto le stesse emozioni che mi suscitava la vicinanza di Justin, e men che meno quelle che mi provocano certi magnetici occhi grigi. Ma in questo periodo più che mai provo nostalgia per quello che c'è stato con Justin e avrei tanta voglia di avere di nuovo un ragazzo nella mia vita, e Luke è stato l'unico che per tutta la sera è stato vicino a me, chiacchierando e annuendo con espressione intelligente a tutte le sciocchezze che stavo blaterando sotto l'effetto del whisky incendiario... e così, dopo qualche bicchiere di troppo, mi sono lasciata andare e ho risposto al suo bacio.

Forse dovrei preoccuparmi delle conseguenze, cioè del fatto che ora l'intera Sala Comune di Grifondoro penserà che io mi sia fidanzata con lui, ma d'altra parte, dandomi una rapida occhiata intorno, vedo che in molti sono impegnati a fare esattamente la stessa cosa che sto facendo io con Luke Parker. Sicuramente lo sono Lily e Robert, Sarah e Paul e James Potter con quella Maggie. E poi altri. Beh, ci sono anche quelli che non sono impegnati a pomiciare ma lo sognano, tipo Marlene che, mentre chiacchiera amabilmente con Mary e Martin, sta mangiandosi con gli occhi Black e di certo non dà la benché minima importanza a quello che sto facendo io. Ma a proposito di Black, mi è capitato già tre volte di girare lo sguardo alla mia sinistra, e tutte e tre le volte ho incrociato i suoi occhi grigi. Non che stia guardando fisso da questa parte, sono per lo più occhiate distratte, ma quando incrocia il mio sguardo, lui distoglie il suo, e non può essere sempre colpa del maledetto whisky incendiario. Ma d'altronde questi non dovrebbero essere pensieri che si fanno quando si è seriamente impegnati a baciare qualcuno, no? Non ci si dovrebbe nemmeno guardare intorno mentre si bacia qualcuno.

Evidentemente sono una persona orribile e realizzo che, con la stessa velocità con cui mi era venuta voglia di baciare Luke, altrettanto velocemente voglio allontanarmene, e lo liquido dicendo che sto morendo di sete e ho bisogno di bere acqua.
Ma forse non è stata una buona idea perché l'acqua è in un posto pericoloso, come qualunque altra bevanda, proprio vicino a dove sono seduti Black, Lupin e Minus. O meglio, seduti sono solo Black e Lupin perché Minus, più che seduto, è riverso sul divano addormentato. Potrei improvvisamente ripensarci e dire che no, in fondo non ho nessuna voglia di acqua, ma l'alternativa sarebbe tornare a baciare Luke, e non ne ho più nessuna voglia.

Mentre mi avvicino al tavolo delle bevande, vedo Black alzarsi e andare incontro a una ragazza del settimo anno, metterle un braccio attorno alle spalle e allontanarsi con lei. E una sensazione come di fastidio mi invade, non so perché, ma non posso farci niente. Mi mordo il labbro inferiore, infuriata con me stessa: non potevo semplicemente starmene sul divanetto a baciare Luke Parker senza sbirciare troppo intorno a me? Cosa mi è venuto in mente? Mi verso un generoso bicchiere d'acqua e bevo, ma nel momento in cui sento scendere il liquido fresco, provo una stretta alla gola che non mi so spiegare. Sembra quasi che vedere Black con un'altra mi stia facendo stare male, come se fossi gelosa di lui; ma è assurdo, dopo l'episodio di Jugson del mese scorso non ci siamo nemmeno più rivolti la parola.

"Ehi Amy, come va, ti stai divertendo?" la voce di Remus interrompe i miei pensieri, e vorrei quasi baciare anche lui per quanto gliene sono grata, ma dopotutto non sarebbe una grande idea.
"Ciao Remus, sì bella festa! E grande partita!" mi costringo a sorridere.
"Ti va di ballare un po'?" mi propone Remus.
Che cosa?!? Remus deve essere davvero un po' brillo stasera, non l'ho mai visto ballare a una festa...

"Io sono praticamente rimasto solo" aggiunge facendo un gesto con la mano in direzione del suo amico addormentato. E in effetti non vedo più né Potter né Black. Ed è un bene che Remus non accenni affatto a me e Luke Parker, perché non avrei la minima voglia di parlarne. C'è musica rock babbana davvero strepitosa e io realizzo all'istante che sì, mi va eccome di ballare, e per niente al mondo perderei l'occasione di veder ballare Remus!

"Volentieri!" rispondo entusiasta. Lui sorride e mi mette un braccio attorno alla vita; c'è un lento e cominciamo a ballare anche se siamo entrambi un po' goffi ed impacciati, ma è divertente e finiamo per ridere come matti.

La musica diventa poi più movimentata e ci uniamo ad un gruppetto di ragazzi e ragazze del quarto anno particolarmente vivaci e scatenati; ci muoviamo anche noi in qualche modo inventandoci coreografie assurde e facendoci ancora grandi risate

La musica diventa poi più movimentata e ci uniamo ad un gruppetto di ragazzi e ragazze del quarto anno particolarmente vivaci e scatenati; ci muoviamo anche noi in qualche modo inventandoci coreografie assurde e facendoci ancora grandi risate. Non che sia stato molto carino da parte mia mollare Luke in quel modo, ma non voglio pensarci ora, avrò tutto il tempo domani di combattere con i miei sensi di colpa.
Sono esausta quando la musica si spegne e la festa finisce, credo che mi butterò sul letto e dormirò fino a quando i miei occhi desidereranno stare chiusi.

 

__________________
Buonasera! Purtroppo non sono riuscita ad aggiornare domenica scorsa, quindi lo faccio oggi e questa settimana ci sarà un doppio aggiornamento! Vi avviso già che il prossimo capitolo sarà breve e scritto dal pov di Sirius dopo la festa. 
Ne approfitto per ringraziare chi è arrivato a leggere fino a qui, se vi va fatemi sapere cosa ne pensate fino ad ora della storia con una recensione o un messaggio privato, sarebbe molto importante per me. Grazie ancora e alla prossima!

 

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Capitolo 13
*** CAPITOLO 12 - DOPO LA FESTA ***


CAPITOLO 12 - DOPO LA FESTA



SIRIUS POV

Chiudo la porta del dormitorio alle mie spalle cercando di non fare rumore; sento un leggero russare nella stanza, Lunastorta e Codaliscia staranno già dormendo e mi sento sollevato perché non avrei nessuna voglia di parlare.

Mi tolgo la giacca di pelle e la lancio sopra la montagna di vestiti che ricopre il baule di Codaliscia accanto al suo letto, il più vicino alla porta. Avanzando nella semioscurità, inciampo in una scarpa di Ramoso, che ha questa tremenda abitudine di lasciare scarpe sparse per tutta la stanza, ma riesco miracolosamente a non cadere e mi sforzo di imprecare in silenzio.

"Sei tornato presto".

Mi volto di scatto; dalla parte opposta della stanza, Lunastorta è sdraiato sul suo letto a pancia in giù, perfettamente sveglio, e mi fissa incuriosito.

Mi volto di scatto; dalla parte opposta della stanza, Lunastorta è sdraiato sul suo letto a pancia in giù, perfettamente sveglio, e mi fissa incuriosito

"Che ci fai tu ancora sveglio?"

"Non riesco a prendere sonno, devo aver bevuto un po' troppo e poi sento dolori dappertutto".

Lo guardo incuriosito. "Dolori? Ma se mancano due settimane alla luna piena! Sei vecchio dentro Lunastorta".

"Ho ballato".

Mi butto indietro sul letto dove nel frattempo mi sono seduto - non il mio naturalmente, ma quello di Ramoso - e scoppio a ridere a crepapelle. Lunastorta che balla a una festa, non ci crederei neanche se lo vedessi con i miei occhi. Mi sono salite le lacrime agli occhi e mi fa male lo stomaco da quanto sto ridendo. Vado avanti a ghignare da solo per cinque minuti buoni, poi riesco finalmente a domandare "e come ti è venuto in mente di metterti a ballare?"

"Subito dopo che ve ne siete andati è arrivata Amy a prendere dell'acqua, ho chiacchierato un po' con lei e poi non so, mi è venuta voglia di ballare, gliel'ho proposto e abbiamo ballato insieme per tutta la sera" risponde con noncuranza.

La stanza è semibuia, illuminata solo da uno spicchio di luna che filtra dalle finestre, ma vedo chiaramente il suo sguardo fisso su di me e il sorrisetto sulle sue labbra.

Potrebbe essere che lo sguardo con cui vorrei ricambiare il suo non sia proprio amichevole e non mi va che Lunastorta lo veda, quindi mi alzo dal letto di Ramoso, ben illuminato dallo spicchio di luna, e mi sposto verso il mio, più lontano dalle finestre e completamente al buio.

È cominciato tutto due anni fa, all'ultima partita di Quidditch prima di Natale. Io, Lunastorta e Codaliscia eravamo seduti sulle gradinate dietro la Mancini e la McKinnon: era stato Codaliscia a scegliere quei posti, dato che aveva da sempre una cotta per la McKinnon e, nonostante io sapessi che non aveva alcuna speranza con lei perché lei moriva dietro a me da prima ancora di nascere, l'ho accontentato.

Dopo un po' era arrivato quell'idiota di un Serpeverde che aveva cominciato a fare il cretino con la Mancini, ma si vedeva che a lei dava fastidio, così ero intervenuto per darle una mano, sebbene lei mi desse l'impressione di sapersi difendere bene anche da sola. C'era qualcosa che mi spingeva a volerla proteggere.

Dopo essersi mollata con il portiere di Tassorosso, l'anno successivo, lei ha ricominciato a subire le attenzioni invadenti di quell'imbecille, così ne ho parlato con Ramoso; lui è generoso di natura, sempre pronto a dare una mano alle persone in difficoltà, non si sarebbe mai tirato indietro se si fosse trattato di aiutare la migliore amica della Evans.

Ci siamo divertiti molto a tirarla fuori da diverse situazioni scomode senza nemmeno farci vedere, nascosti dal mantello dell'invisibilità, ma il mese scorso quell'idiota ha esagerato e se non fossi intervenuto sarebbero stati guai grossi per lei. Fremo ancora dalla rabbia quando mi capita di ritornare col pensiero a quel giorno.

Fino ad allora, Lunastorta non sapeva che io e Ramoso avessimo cominciato da un po' a boicottare di nascosto quell'imbecille di Jugson. Quel giorno avevo chiesto a Ramoso di venire a prendere la Mancini in infermeria dopo che mi ci aveva accompagnato, ma lui aveva gli allenamenti di Quidditch e così aveva mandato Lunastorta e gli avevo raccontato anche dei precedenti.

Non so che idee possa essersi messo in testa da allora, ma ho la sensazione che adesso mi stia provocando.

Stasera, quando ho lasciato la festa, lei era impegnata a baciare quel Corvonero, Parker, e ora il mio amico mi dice che ha passato il resto della serata a ballare con lui. E in realtà non so nemmeno perché ci sto pensando ancora, lei può fare quel che le pare, non me ne importa proprio nulla.

Eppure ogni giorno durante le lezioni, in Sala Grande a pranzo e cena, persino alle feste dove ci sono mille ragazze mezze svestite che non aspettano altro che avere l'occasione di assecondare ogni mio desiderio, io mi sorprendo a guardare lei più di quanto dovrei, come se avesse addosso una calamita che attira i miei occhi, e non capisco perché, non è nemmeno bella. Troppo piccola e magra, ha sedici anni, quasi diciassette, ma il suo corpo sembra quello di una tredicenne, mentre a me piacciono le ragazze formose e provocanti, e Hogwarts ne è piena; anche quella con cui sono stato stasera, Karen, Katrin, Carol o come diavolo si chiama, è decisamente più attraente di lei.

È incredibile che io che ho mezza scuola ai miei piedi, io che posso avere tutte le ragazze che voglio, non sia capace di staccare gli occhi dall'unica che nemmeno mi piace e che sembra provare la più totale indifferenza nei miei confronti.

Persino la sua amica Lily Evans sembra più interessata a me di lei, ogni tanto la vedo che mi lancia qualche occhiata di sottecchi e potrei fare un pensierino anche su di lei se non rischiassi di morire per mano di Ramoso che le ha messo gli occhi addosso dal momento in cui l'ha vista salire per la prima volta sull'Hogwarts Express. Ma ho idea che lei mi guardi solo per farsi vedere da lui, visto che, per quanto lei ne dica e si mostri infastidita dalle attenzioni - a volte un po' troppo plateali - che Ramoso le rivolge, ho l'impressione che lui le piaccia eccome.

Pensi al cervo e spuntano le corna, la porta si apre in modo tutt'altro che silenzioso, tanto che sono convinto che anche Codaliscia adesso si sveglierà, invece lui si limita a girarsi dall'altra parte con un grugnito e riprende a russare più forte di prima.

Pensi al cervo e spuntano le corna, la porta si apre in modo tutt'altro che silenzioso, tanto che sono convinto che anche Codaliscia adesso si sveglierà, invece lui si limita a girarsi dall'altra parte con un grugnito e riprende a russare più fort...

"Ehilà bella gente!" esclama allegro Ramoso vedendo me e Lunastorta svegli, lanciando la sua giacca sopra la mia e buttandosi subito dopo a peso morto addosso a me, nel tentativo di spaccarmi le costole.

"Levati e soprattutto vai a farti una doccia, ma quante sigarette hai fumato stasera?" mi lamento cercando in qualche modo di tapparmi il naso.

"Hai passato una bella serata con la Preston?" domanda Lunastorta ridacchiando mentre io ancora tento con movimenti scomposti di levarmi di dosso questo ammasso di ormoni impazziti.

Ramoso risponde con un sonoro fischio provocando l'apertura di un occhio di Codaliscia.

"Per essere del quarto anno devo ammettere che ci sa proprio fare, peccato solo che sia così appiccicosa!" esclama, liberando finalmente le mie costole dal suo dolce peso e andando a sedersi sul suo letto.

"Quindi suppongo che non ti abbia dato alcun fastidio stasera vedere Lily incollata a Dawson, giusto?" lo punzecchia Lunastorta che stasera deve aver deciso che è finalmente giunta la sua ora, perché un conto è tentare di provocare me che, dopo tutto quello che ho passato a Grimmauld Place, sono un muro di gomma, un conto invece è provocare Ramoso che ha la stessa capacità di andare a fuoco dell'accendino che tiene tra le mani.

Ma invece di prendere fuoco, lo sguardo del mio migliore amico si incupisce, lo vedo chiaramente nell'angolo illuminato dalla luce della luna dove fino a poco fa ero seduto io, l'allegria che ostentava un istante fa svanita come se fosse appena stato attaccato da un dissennatore.

Ma invece di prendere fuoco, lo sguardo del mio migliore amico si incupisce, lo vedo chiaramente nell'angolo illuminato dalla luce della luna dove fino a poco fa ero seduto io, l'allegria che ostentava un istante fa svanita come se fosse appena st...

"E invece mi dà fastidio, sì eccome".

Sono anni che Ramoso è perso dietro alla Evans, Lunastorta deve davvero aver bevuto troppo per avergli fatto quella domanda; ma anche Ramoso ci è andato giù pesante stasera con l'alcool, perché subito torna a sorridere decidendo di prendersela con me.

"Ma tu piuttosto Felpato? Sei andato via presto dalla stamberga strillante..." non termina la frase e mi lancia un'occhiata maliziosa.

"Anche tu ti ci metti?" rispondo scocciato. "Sì, ma non è colpa di Karen, Katrin, Carol o come diavolo si chiama, stasera avevo bevuto troppo. Domani sera Lunastorta mi darai la chiave del bagno dei prefetti e ci porterò Olivia Lewis" annuncio solenne battendomi una mano sul petto.

Olivia Lewis era una mia frequentazione già lo scorso anno - in alternanza con Jessica Bell che però ha finito la scuola a giugno - ed è senz'altro la ragazza più sexy di Hogwarts, e il bello di lei è che non vuole impegni, proprio come me.

"Ma non sarebbe invece il caso che tu invitassi qualcun'altra a uscire con te?"

Devo ricordarmi di non far più toccare un goccio d'alcool a Lunastorta, stasera sta veramente rischiando la vita.

"Sì" rincara la dose Ramoso "una certa biondina con i capelli lunghi e gli occhi scuri che ha la fortuna di sedersi sempre accanto alla Evans a lezione. Potremmo proporre loro uno scambio permanente, io davanti con la Evans e tu dietro con la Mancini, che ne dici? Conoscendoti saresti capace di saltarle addosso anche durante le lezioni!" esclama facendo scoppiare Lunastorta in una risata troppo rumorosa.

"Dico che voi due siete fuori di testa" sbotto con un po' troppa veemenza. "Non me ne importa niente della Mancini e non la inviterò ad uscire con me".

"Non c'è niente di male ad innamorarsi, sai Felpato?"

Ci mancava solo che si intromettesse anche Codaliscia, come se ne sapesse chissà cosa dell'amore! Ha continuato a dormire imperterrito nonostante il casino che ha fatto Ramoso, proprio adesso si doveva svegliare?

"Io non mi innamorerò mai, non sono il tipo" ribatto fiero.




__________________
Buongiorno! Ecco finalmente il pov di Sirius dopo la festa, un bel testone vero? Fatemi sapere cosa ne pensate, mi farebbe molto piacere.
Con il prossimo capitolo si torna al pov di Amy, quando cambierà il pov lo scriverò sempre a inizio capitolo come ho fatto con questo; se non vedete nesuna scritta significa che è sempre Amy a parlare.
Ne approfitto per augurare a tutti voi che state leggendo questa storia un felice 2022.
A presto,
Ale


 

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Capitolo 14
*** CAPITOLO 13 - STORIE FINITE E NUOVE AMICIZIE ***


CAPITOLO 13 - STORIE FINITE E NUOVE AMICIZIE

 

Sono passati alcuni mesi da quella festa, le vacanze di Pasqua sono appena terminate, e ci avviamo pigramente verso la fine di un altro anno scolastico. Quest'anno noi studenti del sesto non abbiamo esami, il che è davvero una bella cosa perché possiamo goderci le giornate primaverili nel parco senza dover affannarci troppo a studiare. Come stiamo facendo adesso io e Luke.

Dopo la festa, ci siamo rivisti il lunedì mattina alla lezione di Divinazione e lui non pareva arrabbiato né in qualche modo turbato dal fatto che io lo avessi mollato proprio sul più bello per poi mettermi a ballare con Remus Lupin. Non ha neanche accennato a tutto questo, come se non fosse successo, ma è anche vero che in effetti Remus e io non stavamo facendo nulla di male. Quella mattina, Luke mi aveva proposto di passare il pomeriggio insieme, dato che neanche lui aveva lezione, ed io avevo accettato. Avevamo fatto una lunga passeggiata nel parco, fino ai margini della foresta proibita, chiacchierando e provando anche un incantesimo che il professor Vitious aveva spiegato il venerdì precedente, l'incantesimo Ascendo, che fa compiere enormi balzi a chi lo pronuncia e che di certo non avremmo mai potuto provare a fare dentro al castello. Ero stata bene quel pomeriggio, così avevo deciso di dare un'altra possibilità a Luke. Ma non sono mai stata realmente convinta; con lui non ho mai provato, e so che non proverò mai, quello che ho provato con Justin. E anzi, più passa il tempo, più quella, seppur minima, magia che c'era stata inizialmente, diventa sempre più un ricordo lontano.

Siamo sdraiati sul prato, abbracciati, ma io sento che vorrei essere dall'altra parte del mondo.
"Senti Luke, sarà meglio che vada, devo finire il tema di Trasfigurazione che ci ha dato la professoressa McGranitt per domani".
"Ma dai Amy" protesta lui "siamo qui solo da mezz'ora e c'è ancora tutto il pomeriggio, e poi non avevi detto che l'avevi quasi finito?".
"Sì, ma lei ha detto che lo valuterà capisci? Ci darà il voto su quel tema e voglio proprio farlo bene. Dai, ci vediamo stasera a cena in Sala Grande" aggiungo alzandomi, come se non fosse minimamente rilevante che io ceni al tavolo dei Grifondoro e lui a quello dei Corvonero.

Mi allontano in fretta e vado in cerca delle mie amiche, o meglio di Marlene, perché, come ogni giovedì pomeriggio, Lily, Mary e Sarah sono a lezione di Aritmanzia. È una bella giornata di aprile e il parco è pieno di studenti, ma so già dove cercare la mia amica. Se ci sono i Malandrini sotto il faggio, lei sarà sicuramente da quelle parti. E infatti li vedo, chi sdraiato nell'erba, chi appoggiato al tronco del grosso albero, ma tutti che ridono di gusto. Da circa un mese, è tornato dei loro anche Potter, che evidentemente si deve essere stancato di avere Maggie sempre incollata a lui come un francobollo e l'ha lasciata, a giudicare dalle lacrime che lei sembra versare in continuazione appunto da un mese circa.
Potter tra l'altro sembra molto cambiato ultimamente, è diventato più serio, segue le lezioni ed è sempre preparato, e da un po' non finisce nemmeno più in punizione, né fa perdere punti a Grifondoro, e forse quest'anno riusciremo a non arrivare ultimi alla coppa delle case come tutti gli anni.

Ed ecco Marlene, che è sdraiata a pancia in giù sull'erba in riva al lago, con un libro appoggiato di fronte a lei ma lo sguardo rivolto ai quattro ragazzi sotto l'albero.
"Ehi Lene!" esclamo raggiungendola.

"Amy!" esclama lei mettendosi a sedere, evidentemente sorpresa di vedermi "ma che ci fai qui? Non dovresti essere con Luke?"

"Sì dovrei" rispondo sedendomi vicino a lei "ma la verità è che non ne ho nessuna voglia..." dico tutto d'un fiato.

Lei mi guarda inarcando un sopracciglio "Lo hai mollato?" chiede.
"Non ancora, gli ho solo detto che dovevo finire il tema di Trasfigurazione per domani. Ma credo che ormai sia arrivato il momento di mollarlo, sì" rispondo tristemente. "Lo sai" continuo poi "è buffo, sono più triste per la fine di questa storia che non di quella con Justin. Eppure di lui ero innamorata davvero, credo..." mormoro afflitta.

Lei mi si avvicina a mi abbraccia "Amy, tesoro, se non stai bene con lui, lascialo, è meglio per tutti e due. È inutile che continui a prendere in giro te stessa, e anche lui. Semplicemente Luke non è quello giusto".

"La verità" sussurro "è che io ho paura di non riuscire a provare mai più per nessuno quello che ho provato per Justin, non so se puoi capire. E non è che io sia ancora innamorata di Justin davvero, ma quello che ho provato per lui è stato così intenso e profondo che io non so se sarò mai capace di provare gli stessi sentimenti per un altro. Sono pazza, vero?"

"Ma no Amy cosa dici?" cerca di consolarmi la mia amica "vedrai che presto succederà di nuovo, ne sono sicura. È solo che Luke non è la persona giusta, ma non vuol dire che nessuno altro lo sarà, davvero!"

Forse ha ragione lei, ma io non ne sono affatto convinta e mi sento davvero con il morale a terra.
"Se lo dici tu..." mormoro afflitta "comunque hai ragione, appena mi capiterà di vedere Luke da sola gli parlerò e metterò fine a questa storia, non ha proprio senso andare avanti così".

L'occasione mi si presenta già due giorni dopo: il sabato c'è la consueta uscita a Hogsmeade, ma io ho già deciso che non ci andrò: parlerò con Luke subito, appena ci incontreremo in Sala Grande, e poi resterò al castello. Ho provato mille volte con Lily il discorso che farò a Luke, ma adesso non sono più sicura di niente. Non vorrei davvero ferire i suoi sentimenti, lui è molto dolce e sembra davvero preso da me, e io so benissimo cosa si prova perché, anche se è passato più di un anno, io mi ricordo ancora perfettamente di come Justin abbia ferito i miei sentimenti. Ma purtroppo è la vita e come ho dovuto accettare che Justin volesse tornare con la sua ex, allo stesso modo Luke dovrà accettare che io non provo nulla per lui. D'altronde non voglio nemmeno prenderlo in giro come Justin ha fatto con me per un mese intero.

Prendo un bel respiro e mi avvio in Sala Grande, lui è già lì che mi aspetta.
"Luke devo parlarti" esordisco seria subito dopo averlo salutato.
"Non vogliamo cominciare ad avviarci?" mi chiede lui inarcando un sopracciglio.
"Scusami ma non posso aspettare oltre" dico io.
Luke, da buon Corvonero, ha già capito tutto: "Amy tu vuoi dirmi che tra noi e finita, vero?" chiede a voce bassa. E io dentro di me lo ringrazierò all'infinito per aver reso tutto più facile.
"Beh, in effetti sì Luke. Mi dispiace, non è colpa tua credimi, sono io che sono un po' in crisi e non so bene cosa voglio, ma l'unica cosa che sicuramente non voglio è prenderti in giro e farti del male. Scusami se puoi".
"L'avevo capito già da un po'; anzi credo che in realtà non te ne sia mai importato niente di me" borbotta lui, poi si volta ed esce dal castello. Tiro un sospiro di sollievo, è stato più rapido e indolore di quanto mi aspettassi.

"E così lo hai mollato eh?" la voce dietro di me mi fa trasalire. Mi volto di scatto, incredula: da quando in qua James Potter si interessa della mia vita privata?

"Scusa ma non credo che siano affari tuoi" rispondo un po' seccata.
"Senti, posso parlarti un momento?" chiede lui ignorando la mia risposta e passandosi una mano tra i capelli. Uff, ci mancava solo Potter: non mi ha mai considerata per sei anni e proprio oggi decide che ha bisogno di parlarmi? E com'è che ogni volta che una mia storia finisce, la prima persona che mi trovo davanti è sempre un Malandrino?

"Va bene" acconsento con un sospiro.
"Andiamo nella nostra Sala Comune però, qui c'è troppo viavai" suggerisce lui. E ci incamminiamo lungo le scale. Mi sento un po' in imbarazzo a dire la verità, non ho molta confidenza con Potter e non ho idea di cosa possa volere da me.

La nostra Sala Comune è affollata solo di ragazzini del primo e secondo anno, tutti gli altri sono a Hogsmeade per fortuna.
"Allora, di cosa volevi parlarmi?" gli chiedo mentre ci sediamo su un divanetto un po' isolato.
"Della tua amica Evans" risponde lui tenendo gli occhi bassi, ed ho quasi l'impressione che si vergogni, poi continua "Tu pensi che faccia sul serio con quel Corvonero?"

"Non credi che sarebbe meglio chiederlo direttamente a lei?" gli rispondo inarcando un sopracciglio.
"Non mi pare una grande idea, visto che mi detesta. E poi tu sei la sua migliore amica, a te certe cose le racconta di sicuro" dice lui con aria avvilita.
"Ma no, io non credo che ti detesti" cerco di spiegare io "però, ecco, ormai dovresti averlo capito, a Lily non piacciono le persone che si atteggiano, che si credono più importanti di quello che sono in realtà, che si danno arie di superiorità, ecco". C'è un attimo di silenzio e temo proprio di averlo offeso.

"Scusami, non intendevo offenderti, ma purtroppo questa è l'impressione che dai, soprattutto a lei. Voglio dire, se davvero ci tieni a lei, dovresti parlarle sinceramente, come stai parlando a me adesso. Credo sia questo che le piace di Robert: lui non fa battutine che sottintendono quanto sia bello, bravo e intelligente, non è un tipo che si da particolarmente importanza, ma è sempre stato onesto e sincero con lei".

"Sono un idiota" sta dicendo ora Potter prendendosi la testa tra le mani, e onestamente non riesco proprio a dargli torto. "Ho pensato che magari se avessi dato corda a Maggie avrei fatto ingelosire Lily, e invece l'ho solo spinta a mettersi con quel tipo".

"Mi dispiace, davvero. Senti, questo non ti consolerà, ma sappi che ho sempre fatto il tifo per te e Lily, anche se in realtà ti conosco poco". Ed è vero, non so perché, ma sono da sempre convinta che loro due starebbero benissimo insieme, e ancora di più dopo il G.U.F.O. di Difesa contro le arti oscure, quando lui era seduto nel banco vicino al mio, ma questo preferisco non dirglielo, non vorrei metterlo più in imbarazzo di quanto già non sia.

Potter alza la testa e mi sorride raggiante "Davvero?".
"Sì, davvero, non so dirti perché, ma ho sempre pensato che sotto quella tua aria arrogante e presuntuosa si nasconda in realtà un ragazzo insicuro e bisognoso di conferme". Lui si passa una mano tra i capelli. "Forse sbaglio, eh" aggiungo poi abbassando leggermente la testa e alzando lo sguardo, un po' imbarazzata per la mia uscita.

"Beh, no in effetti non sbagli, non del tutto almeno" dice lui guardandomi. "Sai, i miei genitori mi desideravano moltissimo, ci hanno messo tanto tempo per avermi, ed hanno riposto in me tutte le loro speranze, le loro ambizioni. E io ho sempre avuto il terrore di deluderli, ed ho sempre cercato di eccellere in tutto, almeno finché vivevo con loro. Poi qui a Hogwarts, lontano da loro, è subentrato questo istinto di infrangere le regole, di trasgredire, ed ho trovato la mia spalla, il fratello che non ho mai avuto, Sirius, anche lui ribelle e insofferente alle regole, e questo è il risultato. Lily mi è piaciuta dal primo momento che l'ho vista, sull'Hogwarts express, ma questo sentimento è cresciuto col tempo e ora credo davvero di essere innamorato di lei, e sto soffrendo per lei..."

"E allora glielo devi dire!" lo interrompo io.
"Non credo che ne valga la pena, adesso che lei è impegnata con un altro, no?" dice lui con l'aria di nuovo avvilita.
"E se invece fosse quello di cui lei ha bisogno per mollare Robert?" gli rispondo. "Pensaci almeno. Magari non sarà oggi né domani, ma troverai il momento giusto!" esclamo con enfasi.

"Devo ammettere di averti sottovalutata, Amy Mancini. Sei molto più in gamba di quello che sembri" salta su lui all'improvviso guardandomi fisso da sotto gli occhiali, poi continua socchiudendo gli occhi "ora capisco..." e lascia cadere la frase.
"Capisci cosa?" chiedo io che invece ci capisco sempre meno.
"Beh, uno dei miei amici ha una cotta per te, e ora che ti ho conosciuta un po' meglio capisco cosa ci trova in te".

Mi rendo conto di essere avvampata perché mi sento le guance bollenti. Poi lui continua "Naturalmente non posso dirti chi è, ma non preoccuparti, sarà lui a farsi avanti con te quando lo riterrà il momento giusto".

Lo guardo a bocca aperta, questa proprio non me l'aspettavo. James Potter intanto si alza. "Grazie per questa chiacchierata, mi sento un po' meglio e un po' no, ma mi ha fatto piacere anche averti conosciuta meglio. Non sei solo un genio in Incantesimi, dopotutto".
Io continuo a guardarlo stralunata, poi lui aggiunge "vado a raggiungere gli altri a Hogsmeade, ti va di venire?"

Rimango sempre più sbigottita: come può pensare di andare a Hogsmeade se i cancelli di ingresso a Hogwarts sono già stati richiusi? Lui sembra intuire i miei pensieri "ah già, tu non lo sai, conosco un passaggio segreto che sbuca direttamente nelle cantine di Mielandia. Dobbiamo andare al terzo piano, si passa da lì. Allora, vieni?"

Potter aveva ragione, dopo circa mezz'ora di cammino siamo sbucati direttamente nelle cantine di Mielandia! Durante il tragitto abbiamo riso e scherzato come vecchi amici, ed inizio davvero a trovarlo simpatico. Nella cantina di Mielandia poi ci abbuffiamo di tutto quello che ci capita a tiro, ed è meraviglioso! Calderotti di cioccolato, api frizzole, gomme bolle bollenti, quadrotti rosa ricoperti di salsa al cocco, rospi alla menta, zuccotti di zucca, piume di zucchero e cioccorane a volontà. È il paradiso!

"James mi verrà il diabete se continuiamo ad abbuffarci qua dentro, che ne dici di andare a cercare i nostri rispettivi amici?" chiedo masticando quella che giuro sarà l'ultima gelatina tutti i gusti + 1.
"Mmmmm va bene" dice lui con la faccia tutta sporca di cioccolato. Appena si volta scoppio a ridere, lui mi guarda un po' sorpreso: "sembri un bambino di cinque anni che è appena stato a rubare in un negozio di dolci!".
"Veramente" precisa lui ridendo "di anni ne ho diciassette, ma ho effettivamente rubato in un negozio di dolci, e anche tu".
"Dettagli" rispondo alzando le spalle "non mi capita tutti i giorni di entrare in incognito nelle cantine di Mielandia. Immagino che a te invece capiti molto più spesso" dico con un sorrisetto.
"Sai, saresti un'ottima Malandrina" dice James con aria riflessiva.
"Tieni, pulisciti la faccia e andiamo!" gli dico porgendogli un fazzoletto.

Lo vedo tirare fuori uno specchietto, lo stesso che aveva Black in infermeria

Lo vedo tirare fuori uno specchietto, lo stesso che aveva Black in infermeria.
"Sirius" chiama James, e subito vedo comparire il bel viso di Black nello specchio.
"Ehi James, ma dove sei?".
"Nella cantina di Mielandia" risponde lui, e intanto io allungo la testa per sbirciare dentro lo specchio. Ma Black deve avermi vista perché sembra incupirsi. James si volta verso di me un po' sorpreso.
"Poi ti spiego" dice, enigmatico. "Dove siete?" chiede poi.
"Ai Tre manici di scopa" risponde Black.
"Arrivo" dice James, e mette via lo specchio.

Ma dopotutto non è stata una grande idea quella di uscire dalle cantine proprio adesso, avremmo dovuto davvero farci venire il diabete perché, mentre usciamo dalla porta che conduce alle cantine, guardandoci intorno circospetti e ridendo come due bambini sorpresi con le mani nella marmellata, le prime persone che incontriamo sono Lily e Robert.

"Amy?!" strilla lei come se avesse visto un fantasma "che ci fai qui?" e dopo una pausa aggiunge "con lui" rivolta a James, con tutto il disprezzo di cui è capace.

"Oh, ecco io... Ehm..." blatero cercando di risultare convincente quando so benissimo che non lo sono affatto "volevo comprare del cioccolato per Remus per tutte le volte che ho mangiato il suo, e ho incontrato Potter, e gli ho chiesto un consiglio su quale tipo di cioccolato sia meglio comprargli". Ho un'espressione così innocente in viso, e James mi guarda con così tanta ammirazione che per un attimo penso davvero di avere un futuro come Malandrina.

"E le altre dove sono? E Luke?" chiede poi lei, sempre con aria seccata. Ecco, questa era proprio la domanda che temevo. Non è proprio il caso di parlare della mia rottura con Luke davanti a Robert, no? Oh Godric, quanto vorrei avere anch'io due specchietti come quelli di Potter e Black per sapere dove sono in questo momento Marlene e Mary e, tipo, correre da loro. Mi viene in mente che quest'anno stiamo seguendo il corso di materializzazione e sono già piuttosto brava, ed essendo fuori da Hogwarts tecnicamente potrei anche farlo, ma non sarebbe molto educato smaterializzarmi così davanti alla mia migliore amica e al suo fidanzato.

Mi rivolgo a James sperando che legga la muta supplica nei miei occhi. "Ehm James, tu però dovevi proprio andare dai tuoi amici, no? Non voglio trattenerti oltre..." dico, pregando che lui capisca.
"Sì certo, allora dai prendi il cioccolato con le nocciole che è il preferito di Remus, così puoi darglielo anche adesso, ne sarà contento!" esclama lui mentre io tiro un sospiro di sollievo e gli mimo un "grazie" con le labbra.
"Ehm scusate, dobbiamo andare. Lily poi parliamo con calma, ok? Ciao!" dico allontanandomi con James sotto lo sguardo indispettito di Lily.

Quella sera, a cena, Lily è chiaramente arrabbiata, lo si vede dal modo in cui stringe le labbra, dai suoi occhi ridotti a fessure e dal fatto che risponde in modo acido a chiunque le rivolga la parola. Non sono ancora riuscita a parlarle, vorrei farlo da sola, non vorrei dare i sentimenti di James in pasto a tutta la scuola, così dopo cena, quando siamo nella nostra Sala Comune, le chiedo se possiamo parlare un attimo.
"Va bene, mi devi un po' di spiegazioni, non credi?". Oh Godric, non sarà mica gelosa di me e Potter? Cioè, non lo è mai stata, o almeno credo, quando lui si sbaciucchiava con Maggie, e adesso se la prende perché ha incontrato me e lui a Hogsmeade mentre stavamo semplicemente comprando del cioccolato?

"Ok, ora ascoltami, per favore" le dico facendo cenno alle altre di allontanarsi. Sarah afferma di essere molto stanca e torna nella nostra stanza, mentre Marlene propone a Mary una partita a sparaschiocco. Io e Lily andiamo a sederci su due poltroncine un po' isolate e le racconto di come ho rotto con Luke, e di come subito dopo mi sia trovata davanti Potter che voleva parlarmi di lei, e che poi siamo andati insieme a Hogsmeade utilizzando quel passaggio segreto, omettendo giusto qualche dettaglio poco rilevante tipo tutti i dolci che abbiamo mangiato a sbafo nelle cantine di Mielandia. Lily sembra impressionata dal mio racconto.

"Beh, non dici niente?" le domando quando ho terminato "insomma, guarda che se è successo tutto questo, il motivo sei tu!".
Lei socchiude gli occhi pensierosa "Sai, oggi dopo che ve ne siete andati ho litigato con Robert".

"Oh mi dispiace" mi affretto a dire. Anche se non è del tutto vero.
"Credo che sia geloso di Potter" aggiunge.
"Oh beh, la cosa è reciproca, credimi. Ma solo tu puoi scegliere tra loro due" le faccio notare.
"Amy, la mia scelta dipende da chi mi dimostra di provare davvero qualcosa nei miei confronti. Robert in tutti questi mesi è stato fantastico, Potter no. Anzi ha scelto di parlare con te invece che con me. Non mi sembra una gran dimostrazione di amore, no?" ribatte in tono acido.

"Senti, io credo che dovresti dargli una possibilità, almeno stai a sentire quello che ha da dirti, e poi sarai libera di decidere di conseguenza".
"Vedremo se si deciderà a parlarmi" ribatte lei, ed effettivamente io non ho capito se lui abbia davvero intenzione di farlo, almeno finché lei sta insieme a Robert.

"Sai, poi" aggiungo in tono noncurante "mentre parlavamo, James è saltato fuori a dirmi che uno dei suoi amici ha una cotta per me".
"Ah si? E chi sarebbe" esclama lei perdendo l'espressione stizzita. Gli affari miei interessano sempre molto le mie amiche, ma almeno so che Lily sarà discreta, e poi avevo una gran voglia di raccontarlo a qualcuno.

"Non lo so" rispondo io "non ha voluto dirmelo, dice che quando sarà il momento sarà lui a farsi avanti, ma sono praticamente sicura che si tratti di Remus. Voglio dire, alla fine tra loro è l'unico che mi conosce un po' e con cui ho più confidenza, ci può stare che abbia una cotta per me, no?".

"E tu cosa ne penseresti di lui?" domanda Lily curiosa.
Faccio un profondo respiro "In realtà non lo so Lily. Fino ad ora l'ho sempre considerato un amico e basta, non ho mai pensato a lui sotto altri punti di vista, e non vorrei ritrovarmi con lui nella stessa situazione che ho vissuto con Luke. Una storia iniziata senza convinzione capisci? Io vorrei un ragazzo di cui innamorarmi davvero" rispondo seria.

Lily si fa pensierosa."E se non fosse Remus, ma un altro? Tipo Black?"

Sento le guance diventarmi bollenti. Non ho mai raccontato nemmeno a Lily di quando l'ho incontrato in guferia l'anno scorso, e che da quella sera mi sono presa una cotta per lui che tento in tutti i modi di reprimere. "Lily ma sei pazza? Black può avere tutte le ragazze che vuole, ti pare che potrebbe mai prendersi una cotta per me?".

"Non sottovalutarti Amy" mormora lei in tono dolce "vali molto più di quello che pensi".
"Ma figurati Lily, è impossibile!" esclamo scuotendo la testa.
"Ma, in via del tutto ipotetica, lui ti piacerebbe? O continui a considerarlo un idiota?".

Sospiro e abbasso gli occhi. Lily mi conosce troppo bene, e può essere benissimo che abbia già capito tutto da sola. "Che vuoi che ti dica, sì che mi piacerebbe, sarà pure un po' idiota ma è bello da svenire, se mi proponesse di uscire sarei pazza se dicessi di no... ma onestamente Lily, è più probabile che allora si tratti di Peter Minus, anche se in questi sei anni l'ho visto guardare con molto più interesse le cosce di pollo di quelle delle ragazze!"

Scoppiamo a ridere ma Lily non molla "pensa se fosse davvero Black..."
"Oh finiscila Lily!" sbotto alzandomi di scatto dalla poltrona come se ci fosse sotto il fuoco "è assolutamente impossibile, punto e basta. Si tratta sicuramente di Remus. E mi dispiace, ma quando si farà avanti purtroppo dovrò dirgli di no, che non provo niente per lui, e spero tanto che questo non rovini la nostra amicizia..."

 

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Capitolo 15
*** CAPITOLO 14 - LA PRIMA USCITA A HOGSMEADE DEL SETTIMO ANNO ***


CAPITOLO 14 - LA PRIMA USCITA A HOGSMEADE DEL SETTIMO ANNO
 
 

"Lily sei sicura che si faccia così?" sussurro ala mia migliore amica in cerca di aiuto.

"No, non proprio così, è tagliato troppo grosso, devi sminuzzarlo, guarda come faccio io" sibila lei nascondendosi dietro Marlene, nel banco davanti al suo. Getto i capelli dietro le spalle con un gesto della mano, e provo a fare come lei.

Stiamo facendo una verifica di Pozioni, il professor Lumacorno ci ha chiesto di preparare un distillato della morte vivente, che fino ad ora abbiamo studiato solo sul libro di Pozioni Avanzate. Sono terrorizzata, siamo all'inizio del settimo anno e di tutti i compiti in classe che faremo, gli insegnanti terranno conto per gli M.A.G.O. Meno male che Lily è nel banco accanto al mio, perché sono appena all'inizio della preparazione e sto già sbagliando. Guardo il modo in cui tagliuzza finemente questo maledetto fagiolo sopoforoso o come diavolo si chiama, il viso concentrato e i capelli rossi raccolti in una lunga treccia. So già che le uscirà perfettamente, ha davvero un talento naturale per preparare pozioni, anche le più difficili, non mi resta che osservarla e copiare quello che fa, peccato che sia talmente veloce che dopo i primi due passaggi l'ho già persa.

Faccio un profondo sospiro, mi getto di nuovo i capelli dietro le spalle e vado avanti sperando di non combinare qualche pasticcio, come spesso mi capita nelle prove pratiche di Pozioni. Devo cercare di concentrarmi, ma il mio pensiero torna a quello che Lily ci ha raccontato a colazione: ha litigato per l'ennesima volta con Robert Dawson e l'ha lasciato.

Lancio un'occhiata all'ultima fila, dove James Potter sembra in difficoltà quanto me col distillato della morte vivente. Continua a passarsi una mano tra i capelli e ad aggiustarsi gli occhiali sul naso, e lancia in direzione di Remus Lupin le stesse occhiate disperate che io lancio a Lily. Devo trovare il modo di far sapere a James che tra Lily e Robert è finita, tanto più che sabato ci sarà la prima uscita a Hogsmeade del settimo anno, e per lui potrebbe essere una bella occasione per passare del tempo con lei.

La primavera scorsa, poche settimane prima della fine della scuola, James si era deciso a parlare a Lily dei suoi sentimenti per lei, anche se lei era ancora fidanzata con Robert, me l'aveva raccontato lei quella stessa sera. Io e James ormai eravamo diventati amici e speravo davvero che Lily avrebbe lasciato Robert e scelto lui. Con il cuore in gola le avevo chiesto cosa ne pensasse della dichiarazione di James.

"Amy, io sono fidanzata con Robert, e Potter lo sa. Lo sapeva quando è venuto a parlarmi e questo non cambia le cose, non credo si aspettasse una risposta diversa da quella che gli ho dato. Io sto con Robert, punto".

James, tutto sommato, aveva incassato piuttosto bene il rifiuto di Lily, immagino se lo aspettasse e partisse già sentendosi sconfitto. Ma il fatto che ora Lily sia libera può cambiare tutto.

Finito il compito in classe di Pozioni, usciamo dall'aula nei sotterranei per andare a Divinazione. Tutto sommato credo che il compito sia andato bene, la mia pozione non aveva esattamente lo stesso color rosa pallido che avrebbe dovuto avere, tendeva più al fucsia, ma mi sembrava della densità giusta e comunque almeno non ho fatto esplodere niente. Mentre Lily parla con le altre ragazze dei vari passaggi per preparare la pozione, mi fermo aspettando James che, come sempre, è l'ultimo a uscire dall'aula con i suoi amici.
"Ehi James!" lo chiamo appena lo vedo uscire.
Lui lascia indietro gli altri tre e mi raggiunge sorridendo "Ehi Amy, come ti è andato il compito?" Oh Godric, è proprio cambiato, mai mi sarei aspettata una domanda simile da James Potter. Beh, non per niente quest'anno è stato addirittura nominato caposcuola insieme a Lily, e questa è una coincidenza da non sottovalutare.
"Mah, considerato quanto sono negata in Pozioni direi bene. Almeno spero. Senti, ho una cosa importante da dirti".
Lui mi guarda incuriosito "certo dimmi" mormora spettinandosi i capelli.
"Lily ha litigato con Robert, e si sono lasciati!" dico eccitatissima. Lui non ricambia la mia eccitazione, e per un attimo ho il dubbio che non abbia capito quello che ho detto. "Mi hai sentito James? Lily ora è libera, single, non più fidanzata, insomma è chiaro?" dico un po' ansiosa.
"Sì, è chiaro" mi risponde con espressione impenetrabile "ma lei sa cosa provo, e non credo che abbia cambiato idea su di me solo perché ora non è più fidanzata..." mormora avvilito.
"Beh, questo non puoi saperlo... Comunque proverò ad indagare!" esclamo sorridendogli e, senza aspettare una sua risposta, corro a raggiungere le mie amiche.

Due giorni dopo, a pranzo, Mary indica un ragazzo di Tassorosso del sesto anno e ci racconta che lui l'ha invitata ad andare a Hogsmeade con lui domani.
"È molto carino Mary!" esclamo guardandolo "spero avrai accettato!"
"Certo che ho accettato!" esclama entusiasta lei.
"Beh, allora resteremo noi tre!" esclama Marlene rivolta a me e Lily.

"Temo sarete solo voi due..." dico con aria afflitta. "Il professor Lumacorno, dopo avermi detto che il mio distillato della morte vivente era una schifezza, mi ha assegnato un compito supplementare per recuperare il brutto voto che mi ha dato oggi. Devo consegnarlo per lunedì, quindi temo che dovrò passare il weekend in biblioteca perché devo assolutamente farlo bene".

"Oh, dai, ci divertiremo anche da sole!" sorride Marlene rivolta a Lily.
"Nessun ragazzo vi ha invitate?" butto lì con noncuranza.
"No!" strilla Marlene scandalizzata "io sono fidanzata! Accetterei un invito solo da..." e lancia un'occhiata maliziosa in fondo al tavolo, dove Black si sta dondolando in bilico sulle gambe posteriori della sedia mentre continua a ingozzarsi di cosce di pollo come se non ci fosse un domani, rubacchiandone anche dai piatti dei suoi amici.
"Lily!" si illumina improvvisamente Marlene "ma se James Potter ti invitasse, ora che sei libera, accetteresti?"

C'è qualche attimo di silenzio, Lily sembra pensarci un po' prima di rispondere "Non lo so... forse sì..." dice pensierosa "ma non vorrei rendergliela troppo semplice...". Esulto tra me e me a quel "forse sì", sono troppo contenta per James.
Marlene, intanto, socchiude gli occhi compiaciuta. "Beh" le dice con un sorriso sornione, quel genere di sorrisi di Marlene a cui non si può dire di no "potresti accettare ma a condizione che sia un'uscita a quattro. Così non sarebbe troppo compromettente per te, specie considerando che hai appena lasciato il tuo ragazzo, rimarrebbe più un'uscita infornale, tra amici, e da lì potresti studiarlo e vedere cosa ne pensi davvero di lui". Si ferma per un attimo mentre Lily sembra soppesare interessata le sue parole. "Naturalmente, dato che io rimarrei sola visto che Amy non verrà e Mary e Sarah sono impegnate, gli altri due dell'uscita a quattro saremmo io... e Black..." sospira con aria sognante, e io sento quella familiare sensazione di fastidio che ho già provato altre volte in cui sono coinvolti Black e una qualsiasi ragazza, e che mi fa arrabbiare furiosamente con me stessa perché semplicemente non ha senso.

Era l'occasione che Marlene ha sempre aspettato, e se si trattasse di qualsiasi altro ragazzo sarei davvero contenta per lei; ma, trattandosi di Black, non riesco proprio ad esserlo, per quanto mi sforzi di non far trapelare il mio stato d'animo.

A Lily l'idea di Marlene sembra piacere, ma lei non credo abbia la minima idea di quello che si sta agitando dentro la mia testa, non ne ho mai parlato apertamente con lei. "Mi stai dicendo che dovrei accettare di andare a Hogsmeade con Potter a condizione che con noi ci siate anche tu e Black?".
"Esattamente!" esclama Marlene esultante.
"Dimentichi un piccolo particolare però" aggiunge Lily "Potter non mi ha chiesto di andare a Hogsmeade con lui.".
"Oh lo farà vedrai!" gongola Marlene.
"Lo farà, sì." concordo io sforzandomi di sorridere.

Dopo pranzo, Lily, Mary e Sarah vanno a lezione di Aritmanzia, io e Marlene invece avremmo il pomeriggio libero. Dico avremmo perché dopo aver fatto quello che devo fare, andrò in biblioteca a cominciare le ricerche per il mio compito di Pozioni così, se lo avrò pronto per domenica, potrò farlo controllare a Lily, in tempo per consegnarlo lunedì.

Insieme a Marlene, aspetto che James arrivi in Sala Comune per parlargli. Per fortuna ha appena iniziato a diluviare, così sono sicura che verrà qui e non sarà in giro per il parco o a fare allenamento extra al campo da Quidditch. E finalmente eccolo che entra insieme agli altri Malandrini dal buco del ritratto.

"James!" lo chiamo e lui ci raggiunge subito, mentre gli altri tre si avviano alle scale per i dormitori. In effetti, hanno tutti l'aria piuttosto stravolta, anche James sembra stanchissimo. Ma mi sorride mentre si avvicina. "Ho delle novità per te!" gli dico subito.
"Dimmi" risponde lui sedendosi accanto a noi.
"Lily potrebbe accettare un tuo eventuale invito a Hogsmeade, ma a una condizione".
"Davvero? E quale? Farò tutto quello che vuole!" Esclama illuminandosi in viso.

"Beh, in effetti non dipende solo da te, anzi direi che non dipende affatto da te..." gli rivelo guardando di sottecchi Marlene, che - non mi sembra vero - è stata zitta fino ad ora. "Ecco, Lily vuole che la vostra sia un'uscita a quattro. Vuole che con voi ci siamo un tuo amico e una sua amica...".
"Tu?" mi interrompe James sorridendo apertamente.
"No, io!" interviene Marlene "e non con un tuo amico qualsiasi ma con Sirius!" esclama tutta allegra arrossendo leggermente.

James sembra contrariato "Perché non tu?" domanda rivolto a me.
"Oh beh, io, ehm... non... non andrò a Hogsmeade domani, devo restare al castello per fare un compito supplementare di Pozioni che Lumacorno mi ha assegnato per recuperare il pessimo voto che ho preso nel compito in classe dell'altro giorno. Devo consegnarglielo lunedì, dovrò iniziare a lavorarci già da oggi, infatti pensavo di andare in biblioteca dopo che avrai parlato con Lily e cominciare a farlo" gli spiego senza capire perché ci tenga così tanto alla mia presenza.
"Oh, peccato, ci siamo divertiti parecchio l'altra volta insieme" dice lui con un sorriso gentile.
"Beh dai ci saranno altre occasioni, vi divertirete comunque moltissimo!" esclamo sorridendo, colpita dalle sue parole.

"Va bene, però ora sarà meglio che lo dica subito a Sirius prima che si metta a dormire. Non vi dispiace vero, se gli parlo un attimo da solo?" Tira fuori lo specchietto e si allontana da noi mimando "scusate" con le labbra.

"Perché non possiamo sentire?" sbotta Marlene indignata, e io alzo gli occhi al cielo: non ha proprio idea di cosa sia la privacy. James probabilmente deve convincerlo perché ci mette un po' a ritornare da noi, ma alla fine deve avercela fatta perché ci guarda sorridendo e dice "ok, andata!" e Marlene mi abbraccia come se avessimo appena vinto la coppa del mondo di Quidditch.
"Sarà meglio che ti prepari perché Lily arriverà a momenti" dico a James. "Ho chiesto a Mary e Sarah di lasciarla andare avanti da sola. Potresti aspettarla vicino al buco del ritratto". Poi aggiungo rivolta a Marlene "noi andiamo a sederci là in fondo così non saremo troppo in vista" e la trascino via.

Più tardi, nel pomeriggio, sono in biblioteca, sommersa da libri di Pozioni. Non ci sono molti studenti, d'altra parte chi ha voglia di studiare il venerdì pomeriggio? Ma io devo fare il mio compito supplementare, una ricerca sul Veritaserum: varianti, ingredienti alternativi ma altrettanto efficaci e roba del genere, ma non riesco a concentrarmi come dovrei.

Prima, in Sala Comune, Lily ha accettato l'invito di James, e lui ha accettato la sua condizione, e così domani andranno a Hogsmeade loro quattro insieme. Ed è inutile che io continui furiosamente a negarlo con me stessa, vorrei esserci io al posto di Marlene. Anche se è un pensiero assurdo perché tanto comunque lui, Black, non sa nemmeno che esisto, e quindi, anche se fossi al posto di Marlene, cosa cambierebbe? L'unica cosa che spero davvero è che domani vada tutto bene tra Lily e James, lui mi è davvero simpatico e una ragazza come Lily se la merita, nonostante tutte le cavolate che ha fatto nei primi cinque anni a scuola. Adesso è davvero cambiato, e poi all'inizio della scuola mi ha raccontato che durante l'estate ha scoperto che i suoi genitori sono malati, e non resta loro molto da vivere. Vaiolo di drago, una malattia terribile. E non oso immaginare cosa lui possa provare ad essere qui a scuola, lontano dai suoi genitori che lo hanno tanto desiderato, e che probabilmente non rivedrà ancora a lungo. In un momento del genere, lui avrebbe davvero bisogno di avere vicino una persona dolce e sensibile come Lily.

Beh, ora basta, devo davvero smetterla e pensare alla mia ricerca. Sfoglio uno dei tanti libri aperti davanti a me, ma non trovo nulla, poi passo al successivo e ancora niente. Sfoglio un terzo libro e finalmente trovo qualcosa di interessante: "Veritaserum: preparazione della pozione base e varianti riconosciute dal Ministero della Magia". È un capitolo di trenta pagine, aiuto! Mi getto i capelli dietro le spalle e comincio a leggerlo, e sono talmente concentrata nella lettura che sobbalzo violentemente, rischiando quasi di cadere dalla sedia, quando una voce conosciuta, da un punto imprecisato dietro di me, mormora "compito supplementare di Pozioni eh?". Mi volto di scatto: in piedi, alla mia sinistra, è apparso Black che mi guarda con aria incuriosita.

"Ops, non volevo spaventarti" si affretta ad aggiungere sfoderando un sorriso che gli illumina anche gli occhi. Mi manca per un attimo il respiro e meno male che sono seduta altrimenti sono certa che le gambe non mi reggerebbero.

 Mi manca per un attimo il respiro e meno male che sono seduta altrimenti sono certa che le gambe non mi reggerebbero

"No figurati" rispondo guardandolo con gli occhi sgranati. La biblioteca è l'ultimo posto dove guarderei se mai dovessi cercare Sirius Black a scuola, non mi aspettavo proprio di vederlo qui. "È che stavo leggendo questa roba ed è parecchio complicata, e..."

Non faccio in tempo a finire la frase. Un bacio mi piove letteralmente sulle labbra. È talmente veloce che potrei benissimo averlo solo immaginato, ma no, non l'ho immaginato affatto. I miei occhi spalancati hanno visto perfettamente il bel viso di Black avvicinarsi al mio. Le mie labbra hanno sentito perfettamente le sue, calde e morbide, appoggiarvisi.

Per un attimo sento che il mio cuore smette di battere, e penso che sarebbe persino bello morire così. Sarebbe una morte perfetta. Ma poi il cuore ricomincia a battere come prima, anzi molto più forte di prima, e lui è ancora lì in piedi da parte a me e mi sta guardando, con i capelli scuri che gli ricadono sugli occhi grigi, i due occhi più belli ed espressivi del mondo. Forse davvero sono morta e forse davvero questo è il paradiso; ma davanti a me ci sono ancora i libri di Pozioni e dopotutto in paradiso le pozioni non esisteranno nemmeno, no?

"Va bene, io domani andrò ad Hogsmeade con la tua amica, ma sappi che non aspetterò la prossima volta a Hogsmeade per invitarti ad uscire con me". E detto questo, si gira ed esce dalla biblioteca.

Credo che il mio cuore abbia definitivamente deciso di impazzire: dopo aver saltato un battito, ha preso a martellare sempre più furiosamente, come se volesse uscirmi dal petto. "Sarà lui a farsi avanti con te quando lo riterrà il momento giusto". Le parole che James mi ha detto ormai sei mesi fa continuano a risuonare insistenti nella mia testa... Ma no, non può essere. Ormai non ci pensavo nemmeno più a quello che mi aveva detto. Ero convinta che il suo amico che ha una cotta per me fosse Remus, ma lui non si è mai fatto avanti con me in questo periodo, nonostante di occasioni ce ne siano state diverse. Che davvero si tratti di Black? No, non è possibile, probabilmente mi sta solo prendendo in giro.
Forse Black sa che Remus ha una cotta per me e vuole farlo ingelosire, in modo che finalmente decida di farsi avanti e dichiararmi i suoi sentimenti. Sì, deve essere sicuramente così, non ci sono altre spiegazioni. Devo togliermi dalla testa quello che è appena successo, ma non è affatto facile, continuo a vedermi davanti agli occhi quel viso stupendo che improvvisamente si avvicina al mio, continuo a sentire quelle labbra sulle mie e il suo respiro che si mescola al mio, anche se è durato solo un istante. Oh al diavolo Pozioni, non posso tenermi dentro questo vulcano in eruzione, devo parlare con Lily, e subito.

Rimetto a posto i libri di Pozioni e torno nella torre di Grifondoro, diretta alla nostra stanza. È quasi ora di cena e vorrei farmi una doccia prima di scendere in Sala Grande. Le mie amiche sono già pronte e stanno per andare ad aspettare l'ora di cena in Sala Comune. Chiedo a Lily se può aspettarmi, così avrò modo di parlarle un attimo da sola. Finita la doccia, esco dal bagno e la raggiungo: è seduta sul suo letto con un libro in mano e mi guarda incuriosita.

"Amy, va tutto bene? È da quando sei tornata in camera che sei strana, hai una faccia..."
"Non lo so se va tutto bene. Lily, è successa una cosa prima, mentre ero in biblioteca..." dico con la voce che mi trema un po'.
"E cosa?" chiede Lily con gli occhi verdi sgranati, puntati su di me.
"Ecco, io... stavo leggendo un libro di Pozioni, sai, sul Veritaserum, per la mia ricerca, e a un certo punto è arrivato Black e..." prendo un profondo respiro "mi ha baciata". E quando le parole escono dalla mia bocca realizzo ancora una volta che è reale, è successo davvero, rivedo tutto davanti ai miei occhi, anche se non so cosa significhi esattamente. E capisco anche che non mi basta, che io di baci come quello da lui ne vorrei all'infinito. Anzi no, non voglio baci fugaci ma baci profondi, appassionati, e subito sento le mie guance prendere fuoco.

"Che cosa?!" chiede Lily sempre più curiosa, non credo di averle mai visto gli occhi così grandi.
"È venuto in biblioteca e mentre stavo parlando, lui semplicemente si è chinato verso di me e ha appoggiato le labbra alle mie. È stato un bacio velocissimo, ma è successo davvero. E poi mi ha detto che non aspetterà la prossima volta che andremo a Hogsmeade per invitarmi ad uscire con lui. Ma sai cosa? Io credo che possa essere stata una mossa per far ingelosire Remus, dopotutto è sicuramente lui l'amico cui di parlava James, no? Magari ora Black è andato a raccontarglielo per spingerlo a farsi avanti con me..."

"Non dire sciocchezze Amy!" mi interrompe Lily ansiosa "se Black dopo averti baciata ti ha detto quella cosa di invitarti a uscire, non c'è più nessun dubbio, non si tratta di Remus, è lui l'amico di cui ti ha parlato Potter!"
"Non lo so Lily, io non credo davvero che sia possibile...".
"E invece lo è!" mi interrompe di nuovo lei. "Amy" continua poi con tono dolce "perché non vuoi guardare in faccia la realtà? Tu piaci a Black, lui piace a te, è fantastico no? Te l'ha detto, non aspetterà molto per invitarti ad uscire con lui, potete uscire insieme anche restando a Hogwarts, non c'è bisogno per forza di aspettare un mese e andare a Hogsmeade! Domani lui sarà con noi ma basterà vedere come si comporterà nei giorni successivi".

E chi ce la fa ad aspettare? penso tra me e me, ma d'altra parte non credo di avere molta scelta. I pensieri si agitano nella mia testa e non so come fermarli. Poi Lily continua: "senti lo so che è difficile non pensarci adesso, davvero lo capisco, ma cerca di distrarti Amy, fissarti su quello che è successo non servirà a niente". Ha ragione, lo so, e già averne parlato con lei mi fa sembrare tutto più reale e allo stesso tempo razionalizzabile. Poi lei si avvicina e mi abbraccia stretta, sento il profumo familiare dei suoi capelli appena lavati e stretti nella treccia, e ringrazio dentro di me Merlino, o Godric, o chiunque altro, abbia messo sulla mia strada questa ragazza, così unica e speciale. La mia migliore amica. La sorella che ho tanto desiderato e non ho mai avuto. La persona che sarei disposta a fare qualunque cosa per vedere felice.



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Buongiorno!
Ho scelto proprio oggi per pubblicare questo capitolo perché è il mio compleanno e questo è un capitolo a cui tengo particolarmente, spero sia piaciuto anche a voi! Mi farebbe piacere sapere le vostre opinioni e se vi aspettavate questo bacio oppure no. Il prossimo capitolo racconterà lo stesso bacio vissuto dal punto di vista di Sirius, così potrete capire meglio come l'ha vissuto lui.
Alla prossima!
Ale

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Capitolo 16
*** CAPITOLO 15 - 28 OTTOBRE 1977 ***


CAPITOLO 15 - 28 OTTOBRE 1977


SIRIUS POV

Abbasso lo sguardo sul mio piatto, su cui solo un minuto fa avevo messo sei cosce di pollo, e strabuzzo gli occhi sorpreso di vederlo vuoto. Va bene che sono stanco morto, ma sono sicuro di essermi riempito il piatto e di non aver ancora mangiato nulla.

Alzo gli occhi sui miei amici e li vedo ridacchiare, ognuno con in mano due di quelle che immagino siano le mie cosce di pollo. Fisso indignato i loro piatti pieni: ormai dovrebbero sapere che non si ruba cibo dal piatto di Sirius Black senza subire terribili ritorsioni.

"Te l'abbiamo fatta sotto il naso, Felpato" ridacchia Codaliscia con la bocca piena "eri talmente intento a guardare dall'altra parte del tavolo che nemmeno ti sei accorto che ti abbiamo svuotato il piatto!"

Stanco e nervoso come sono, avrei una gran voglia di tirargli un pugno sul naso, proprio come ho fatto con Ramoso qualche mese fa quando è andato a dire all'ultima persona a cui avrebbe dovuto dirlo, che uno dei suoi amici ha una cotta per lei; ma non riuscirei mai a fare del male a una persona innocua come Codaliscia, quindi mi limito a sbuffare e a fare finta di non aver sentito.

Mi complimento con me stesso per il mio autocontrollo - non capita di frequente che io sappia controllare così bene le mie reazioni - e con uno scatto fulmineo rubo due cosce di pollo dal piatto di Codaliscia e due da quello di Ramoso, ne poso tre sul mio piatto proteggendolo con un braccio da eventuali incursioni nemiche, e addento avidamente la quarta. Sono molto affamato, anche se faccio fatica a tenere gli occhi aperti dal sonno che ho: ieri c'è stata la luna piena ed è stata una nottata più impegnativa del solito.

Era già capitato più volte che ci spingessimo fino ad Hogsmeade sotto le nostre sembianze di cane, cervo e topo, per fare compagnia al nostro amico lupo nelle notti di luna piena, ma non c'erano mai stati problemi. Purtroppo una giovane coppietta ha deciso di fare una passeggiata nel villaggio al chiaro di luna proprio questa notte, ed è stato particolarmente difficile fermare Lunastorta. Ci ho provato prima io, con il risultato di trovarmi le zampe anteriori, e quindi le braccia, doloranti e piene di lividi, graffi e morsi, finché non è intervenuto Ramoso che con una poderosa cornata al fianco di Lunastorta lo ha spinto lontano da me e dalla coppietta che intanto continuava a passeggiare ignara di ciò che stava accadendo nei dintorni. L'impatto ha provocato una ferita piuttosto profonda al fianco di Lunastorta, che ha passato parte della mattinata in infermeria ma poi ha convinto Madama Chips a farlo uscire per poter essere presente alla lezione di Pozioni, dal momento che Lumacorno doveva comunicarci i risultati del compito in classe che abbiamo fatto due giorni fa e in cui - al di là del solito Eccezionale di Lunastorta - io, Ramoso e persino Codaliscia abbiamo del tutto inaspettatamente preso Accettabile.

Allungo una mano verso il piatto di Lunastorta che, dolorante com'è, sta facendo fatica anche a mangiare, e prendo un'altra coscia di pollo, la stanchezza mi mette sempre appetito. La divoro cominciando a dondolarmi sulle gambe posteriori della sedia, e intanto getto una rapida occhiata dall'altra parte del tavolo, dove le cinque ragazze, nostre compagne di Casa, stanno confabulando in modo misterioso. I miei occhi, senza volerlo, si posano su una delle due ragazze bionde sedute al tavolo, e ultimamente succede così spesso che ormai so interpretare alla perfezione ogni espressione del suo viso. Si mordicchia il labbro, poi sorride alla rossa seduta di fronte a lei, ma ha l'aria tesa, come se ci fosse qualcosa che la preoccupa, e mi sorprendo a pensare che mi piacerebbe saperne di più.

 Si mordicchia il labbro, poi sorride alla rossa seduta di fronte a lei, ma ha l'aria tesa, come se ci fosse qualcosa che la preoccupa, e mi sorprendo a pensare che mi piacerebbe saperne di più

Dopo aver confabulato ancora per un po', le cinque ragazze si alzano da tavola e nello stesso momento un sonoro sbadiglio di Ramoso mi fa sobbalzare.

"Hai finito di sbadigliarmi nell'orecchio, maledetto cervo?" gli domando indignato.

"E tu hai finito di incantarti a guardare Amy e ti decidi a chiederle di venire con te a Hogsmeade domani?" mi punzecchia lui.

"Perchè, tu per caso lo hai chiesto alla Evans, ora che ha mollato il Corvonero?" ribatto io sarcastico.

Ramoso sbuffa rumorosamente, ne abbiamo già parlato e so che non ne ha il coraggio, teme l'ennesimo rifiuto e, dopo essersi esposto con lei la scorsa primavera confessandole i propri sentimenti, ci rimarrebbe troppo male se lei dicesse di no anche questa volta.

"E dai Ramoso, che Grifondoro sei?" si intromette Lunastorta mentre si alza da tavola con una mano appoggiata sul fianco ferito e una smorfia di dolore sul viso mentre cerca di sorridere.

"Lunastorta, sei sicuro di sentirti bene? Non sarebbe meglio se tornassi in infermeria?" gli domanda Ramoso avvicinandosi a lui con un'espressione seria e preoccupata in viso. È da stamattina che non fa che scusarsi con Lunastorta: è enormemente dispiaciuto e non può fare a meno di sentirsi in colpa per avergli fatto del male. Eppure so perfettamente che i suoi sensi di colpa non riusciranno mai ad eguagliare quelli che prova Lunastorta per aver rischiato di sbranare i due giovani innamorati.

Codaliscia, l'unico ad essere uscito indenne dalla nottata appena trascorsa, annuisce in segno di approvazione. La fa semplice lui: appena ha visto come stava degenerando la situazione è corso subito a nascondersi dentro a un cespuglio e non ne è uscito finchè il lupo non è stato messo ko.

"Sto bene" risponde Lunastorta anche se il suo viso pallido e tirato dice tutt'altro. Per fortuna nel pomeriggio non abbiamo lezione e così decidiamo di andare nella nostra stanza a dormire un po'.

Entrando dal buco del ritratto nella Sala Comune di Grifondoro, la mia attenzione viene catturata dalle due ragazze bionde sedute sul divanetto vicino al camino: la McKinnon mi sorride e mi lancia le solite occhiate adoranti, mentre la Mancini ha ancora quell'espressione tesa che le ho visto poco fa in Sala Grande. Si alza in piedi e chiama Ramoso sorridendo, ma si vede che il suo è un sorriso forzato.

Il mio migliore amico ci fa cenno di andare avanti senza di lui e si dirige verso le due ragazze mentre io, Lunastorta e Codaliscia imbocchiamo la scala a chiocciola che conduce al nostro dormitorio

Il mio migliore amico ci fa cenno di andare avanti senza di lui e si dirige verso le due ragazze mentre io, Lunastorta e Codaliscia imbocchiamo la scala a chiocciola che conduce al nostro dormitorio. Nella stanza c'è il solito caos e devo farmi largo tra mucchietti di vestiti, scarpe e libri sparpagliati a terra per arrivare al mio letto. Non faccio in tempo a sedermi che già sento russare; alzo la testa e guardo infastidito Codaliscia che è sdraiato sul suo letto a pancia in su con la bocca aperta e i piedi a penzoloni, si è addormentato senza nemmeno essersi tolto le scarpe.

Lunastorta dà voce ai miei pensieri: "è vergognoso, ma come diavolo fa ad addormentarsi sempre appena tocca il cuscino?"

"Non ne ho idea, ma so di sicuro che ora non riuscirò più a dormire, senti che casino fa!" rispondo corrucciato tappandomi le orecchie con le mani.

"Proviamo a scuoterlo delicatamente" suggerisce Lunastorta "magari si gira e la smette di russare".

"Delicatamente? No amico mio, uno che russa in questo modo non si merita di essere trattato delicatamente" rispondo alzandomi e dirigendomi verso il letto di Codaliscia con un ghigno malefico in viso.

Mi avvicino furtivamente e inizio a fargli il solletico, ben sapendo che lui non lo sopporta, scatterà come una molla e sicuramente si sveglierà. Ma devo aver sottovalutato la stanchezza del mio amico perchè Codaliscia si mette a ridere nel sonno ma si volta dall'altra parte e riprende a russare più forte di prima.

Alzo gli occhi al cielo sbuffando in modo teatrale; ormai sono al limite, sento ogni fibra del mio copro tendersi per il nervoso, sono distrutto ed ho solo una gran voglia di dormire. Devo fare qualcosa per svegliare Codaliscia; estraggo la bacchetta, deciso a inondarlo con un aguamenti, quando una voce mi costringe a fermarmi.

"Ehi Felpato! Stai già dormendo?"

Estraggo dalla tasca lo specchietto e guardo Ramoso che ha la stessa espressione tesa della Mancini: ma che gli prende oggi a tutti quanti?

"Magari stessi già dormendo" rispondo sbuffando per l'ennesima volta "c'è Coda che russa come un trattore! Che vuoi?"

Ramoso esita un attimo, ha le guance leggermente arrossate e si mordicchia il labbro, sembra quasi imbarazzato; non l'ho mai visto in questo stato, sto per chiedergli se si sente bene quando lui prende coraggio e tutto d'un fiato, senza nemmeno respirare, dice "Ho bisogno di un favore enorme, domani devi venire a Hogsmeade con Marlene McKinnon".

La saliva mi va di traverso e credo che da un momento all'altro sputerò un polmone per quanto sto tossendo violentemente. Sento Lunastorta avvicinarsi alle mie spalle e darmi qualche pacca sulla schiena per farmi tornare a respirare.

"Stai scherzando vero? E perchè mai dovrei?"

"E dai Felpato, lo sai che sono sei anni che muoio dietro a Lily e adesso finalmente potrei avere l'occasione che ho sempre desiderato, solo che lei ha detto alle ragazze che accetterà il mio invito a condizione che facciamo un'uscita a quattro: io, lei, tu e la McKinnon. Non puoi dirmi di no!"

Ci mancava solo questa, già avevo i nervi a fior di pelle a causa della stanchezza, adesso ci si mette pure quell'infame di un cervo. Mi irrigidisco, mentre sento la mano di Lunastorta ancora appoggiata sulla mia schiena, questa volta nel tentativo di calmarmi.

"Scordatelo Ramoso, non verrò a Hogsmeade con la McKinnon, sai benissimo che non la sopporto!"

"Ti prego, farò tutto quello che vuoi" mi supplica Ramoso con gli occhioni tristi; e se di solito non riesco a dire di no al mio migliore amico, questa volta sarò irremovibile.

"No, no e no".

Lunastorta, che si era allontanato per un attimo, torna vicino a me allungandomi un pezzo di cioccolato che addento avidamente.
"Su Felpato, ragiona; sai benissimo quanto Ramoso tenga a questa occasione, sono sei anni che ci sorbiamo le sue lamentele su Lily che non lo degna di uno sguardo, e adesso che finalmente lei sembra disposta a dargli una possibilità non puoi mettertici tu a rovinare tutto. Se lo fai davvero, chiederò alla McGranitt di spostare me e Codaliscia in un altro dormitorio così poi te lo sopporti da solo quel cervo lagnoso!"

"Perché non può venirci Lunastorta al posto mio? O Codaliscia, magari riesce a conquistare la McKinnon una buona volta" borbotto dando un altro morso al cioccolato.

"Ma sei scemo? Lei vuole te, non me e tanto meno Codaliscia!" sbotta Lunastorta alzando gli occhi al cielo.

"E perché proprio lei allora?" insisto.

"Credo sia stata lei a suggerire a Lily l'idea dell'uscita a quattro" risponde Ramoso con aria avvilita. "E comunque lo so cosa stai pensando, anche se non lo ammetteresti mai. L'ho chiesto ad Amy come mai non può venire lei ad Hogsmeade, ma mi ha risposto che Lumacorno le ha dato un compito supplementare di Pozioni perché deve recuperare il brutto voto che ha preso nel compito in classe dell'altro giorno, e intende passare in biblioteca tutto il pomeriggio di oggi e la giornata di domani".

Sbuffo per l'ennesima volta, sono in trappola, accidenti a Ramoso e alla Evans. Se non si sposano e non fanno almeno quattro figli, giuro che faccio un casino.

"Guarda il lato positivo Felpato" interviene di nuovo Lunastorta "potrebbe essere la volta buona per far capire alla McKinnon che non sei minimamente interessato a lei".

Ci penso su un attimo, Lunastorta effettivamente è un genio; domani potrei comportarmi in modo così sgradevole con lei da farle passare qualsiasi idea possa essersi messa in testa nei miei confronti.
"Uff. E va bene" rispondo sconfitto.

"Grazie Felpato, sei un amico!" esclama Ramoso a cui è tornato il sorriso.

Metto via lo specchietto e torno verso il mio letto; Codaliscia ha inaspettatamente smesso di russare ed ora potrei finalmente riuscire a dormire. Scalcio via le scarpe e mi sdraio, ma i pensieri si affollano nella mia testa e di nuovo non riesco a prendere sonno.

Passa circa mezz'ora quando la porta del dormitorio si apre ed entra Ramoso. Deve aver parlato con la Evans perché l'emozione è ben visibile sul suo viso: ha un sorriso ebete stampato in volto e le sue guance hanno il colore dei pomodori maturi.

"Terra chiama Ramoso" borbotto piano per non svegliare gli altri due, soprattutto il povero Lunastorta che di dormire in questo momento ne ha un gran bisogno.

Ramoso si riscuote e attraversa la stanza saltellando per evitare gli oggetti sparsi a terra; si avvicina a me e mi abbraccia.
"Non so come ringraziarti Felpato!" esclama, e non posso fare a meno di sorridere nel vederlo così entusiasta.

"Non c'è bisogno che tu lo faccia" rispondo "ma vedi di non fare come al solito il cretino con la Evans perché non ti darò un'altra possibilità, e anzi sappi che io darò il peggio di me per farmi odiare dalla McKinnon".

"Ottima idea, così il mio comportamento impeccabile risulterà ancora più evidente agli occhi delle ragazze, in contrasto con il tuo" risponde ghignando; poi, dopo un attimo di silenzio, chiede "ma come mai non dormi?"
"Non ci riesco. Anzi, dammi l'accendino e le sigarette che vado a fare due passi".

Fumo solo occasionalmente io, a differenza di Ramoso; conosco i danni del fumo e non voglio rischiare di rovinare la mia bellezza per un vizio di cui posso fare a meno, quindi scrocco a Ramoso le sigarette quando me ne viene voglia. E l'accendino gliel'ho regalato io al quarto anno, quando ha quasi mandato a fuoco il nostro dormitorio nel tentativo di accendere la sua prima sigaretta con la magia, perciò è anche un po' mio.

Ramoso mi allunga senza fiatare il pacchetto di sigarette e l'accendino, devo proprio approfittare di questa situazione perché mi è così riconoscente in questo momento che se gli dicessi che voglio una statua d'oro dedicata a me nella Sala d'ingresso sono certo che sarebbe capace di convincere Silente e la McGranitt a farmene costruire una.

Esco dal dormitorio e attraverso la Sala Comune di Grifondoro che a quest'ora è piuttosto affollata, anche perché fuori sta piovendo a dirotto; noto al loro solito posto, sedute accanto al camino, le nostre compagne di Casa. La Evans chiacchiera sorridente con Mary McDonald e Sarah Flint, mentre la McKinnon la interrompe ogni tanto con la sua voce acuta. Sbuffo nuovamente al pensiero di doverci passare l'intera giornata domani, ed esco dal buco del ritratto.

Cammino per un po' lungo i corridoi, la stanchezza mi è passata e così anche la voglia di fumare, ma mi sento ancora piuttosto nervoso. Sono felice per Ramoso che finalmente potrà avere l'occasione che aspetta da sei anni con la Evans, ma non posso negare di essere anche arrabbiato: non ho nessuna voglia di andare a Hogsmeade con la McKinnon, e non posso negare che avrei voluto ci fosse un'altra al posto suo.

Arrivo di fronte all'ingresso della biblioteca: non so come ci sono finito, o forse sì, lo so, ma non ammetterò mai che sto volontariamente andando a cercarla. Non ho intenzione di parlarle, ma ho voglia di vederla e so di trovarla qui, lo ha detto Ramoso mentre parlavamo tramite gli specchietti.

I miei passi echeggiano nella biblioteca deserta; mi dirigo sicuro nel posto dove so che di solito lei, le sue amiche e Remus si ritrovano a studiare. E la vedo, è girata di spalle, la sua attenzione completamente rapita dal libro aperto davanti a lei.

Da quel momento perdo totalmente il controllo delle mie azioni: ero venuto solo con l'intento di vederla un attimo e andarmene, e invece mi avvicino. Mi fermo in piedi alla sua sinistra e la osservo mentre legge tenendosi la testa tra le mani, come per concentrarsi meglio.

"Compito supplementare di Pozioni eh?"

Mi sorprendo io per primo di quelle parole che sono appena uscite dalle mie labbra, ma la mia sorpresa non è minimamente paragonabile a quella di Amy, che per poco non cade dalla sedia, deve proprio essersi spaventata.

Si volta a guardarmi e posso chiaramente vedere lo stupore dipinto sul suo viso. Mi sento quasi un po' in colpa per averla spaventata così tanto e, senza che io possa in alcun modo impedirlo, le mie labbra si curvano in un sorriso mentre altre parole mi sfuggono:
"Ops non volevo spaventarti".

Noto che le sua guance hanno preso colore; continua a fissarmi con gli occhi sgranati, ed e chiaro che si starà domandando cosa ci faccia io qui e cosa mai possa volere io da lei. Farfuglia qualcosa a proposito di quello che sta leggendo, ma io non riesco ad ascoltarla. I miei occhi sono fissi sulle sue labbra, che si muovono cercando di articolare spiegazioni per le quali non ho il minimo interesse. Sono mesi che quelle labbra tormentano i miei pensieri durante il giorno e i miei sogni durante la notte, e adesso sono qui davanti a me, troppo invitanti per poterne stare lontano. E senza averlo programmato, senza poter fare nulla per impedirlo, come se una forza esterna che non sono in grado di contrastare mi stesse spingendo a farlo, mi chino verso di lei e le mie labbra incontrano finalmente le sue.

Non esistono parole per descrivere ciò che quel contatto suscita in me: mai avrei pensato che il sapore di quelle labbra sarebbe stato mille volte migliore di quanto avrei potuto immaginare; mai avrei sospettato che avrei desiderato passare tutta la vita incollato a quelle labbra; mai avrei immaginato che una ragazza avrebbe potuto farmi un effetto simile. Ne ho baciare diverse di ragazze prima di lei, e tutte in modo molto più approfondito e passionale; eppure con nessuno di quei baci ho mai provato qualcosa di lontanamente paragonabile a ciò che mi ha suscitato questo.

Mi stacco da lei con riluttanza, vorrei molto, molto di più, ma devo frenare la mia impazienza o rischierò di perderla senza nemmeno sapere se potrei mai averla. E lo sguardo incredulo che lei mi rivolge, le sue guance ormai in fiamme e il fatto che non abbia reagito in alcun modo a questo bacio totalmente inaspettato per entrambi, per un attimo mi fa ben sperare.

"Va bene, io domani andrò a Hogsmeade con la tua amica, ma sappi che non aspetterò la prossima volta a Hogsmeade per invitarti ad uscire con me".
Anche queste parole escono contro la mia volontà, e a questo punto mi costringo a voltarmi ed andarmene, prima che altre parole ancora più compromettenti possano sfuggirmi senza che io abbia la minima idea di cosa lei pensi di me.

Mi affretto ad uscire dalla biblioteca senza voltarmi e con il cuore in tumulto; ormai, senza quasi rendermene conto, mi sono spinto troppo oltre, devo solo trovare il modo di prenderne atto e accettarlo

Nel frattempo ha smesso di piovere ed esco nel parco. Cammino finché la stanchezza torna prepotentemente a farsi sentire. Mi siedo nell'erba bagnata in riva al lago nero e mi accendo una sigaretta. Respiro profondamente lasciando che il sapore acre del fumo invada i miei polmoni e sperando che almeno questo possa calmare un po' i miei nervi tesi.

"Ehi Felpato va tutto bene?"

La voce di Ramoso mi sembra quasi provenire da un altro pianeta, tanto sono perso nei miei pensieri.
"Neanche tu sei riuscito a dormire vedo" rispondo.

"Ti pare che posso riuscire a dormire dopo che Lily mi ha detto di sì?" domanda sedendosi accanto a me e guardandomi di sottecchi. "Ho pensato a come vestirmi domani, a dove portarla, a quali argomenti affrontare con lei...e sono ancora più nervoso. A proposito, cane pulcioso, ridammi le mie sigarette!".

Gli allungo il pacchetto e l'accendino e Ramoso si accende subito una sigaretta.
"Ecco perché sei venuto a cercarmi, eri in crisi d'astinenza da fumo! Ti conviene fare il pieno per domani, non credo che alla Evans piaccia molto vederti fumare così. Anzi, questo è mio, domani ne avrò un gran bisogno!" esclamo rubandogli di nuovo il pacchetto dalle mani.

"Occhio a non esagerare Felpato, non vorrai ritrovarti con i denti neri e la pelle ingiallita" ridacchia il mio migliore amico, e ghigno a mia volta tirandogli un pugno sul braccio.
"Va bene, giuro solennemente che con Lily non ne toccherò nemmeno una" dichiara subito dopo tornando serio e battendosi una mano sul petto.

"Sei disgustoso per quanto sei innamorato" lo prendo in giro io.

"A proposito... com'è andata in biblioteca?" domanda lui illuminandosi.

Accidenti al giorno in cui abbiamo inventato la mappa del malandrino. Chi l'avrebbe mai immaginato che questa geniale idea mi si sarebbe ritorta contro?

Resto a lungo in silenzio, non avrei voglia di raccontare a nessuno del bacio e soprattutto delle reazioni che ha scatenato in me. Ma con Ramoso è diverso, lo è sempre stato, e anche quando non avrei voglia di parlare, quando vorrei solo nascondermi dentro al mio rassicurante guscio, c'è sempre qualcosa in lui che mi spinge ad aprirmi senza remore.

"Ho fatto una cazzata. L'ho baciata".

La boccata di fumo va di traverso al mio migliore amico che inizia a tossire violentemente. Cerco di aiutarlo a non morire soffocato battendogli una mano sulla schiena.
"Maledetto cervo, ma vuoi proprio morire il giorno prima del tuo primo appuntamento con la Evans?"

"Sei tu che stai cercando di uccidermi, cane pulcioso!" ridacchia Ramoso dopo essere tornato a respirare normalmente. Poi mi fissa incuriosito e scuote la testa. "Sei proprio perso eh. E lei che ha fatto? Ti ha tirato un ceffone, schiantato o altro?"

Mi accendo un'altra sigaretta. "No, non ha reagito ma in effetti non gliene ho nemmeno dato il tempo. Le ho detto che presto la inviterò ad uscire con me e me ne sono andato. Sono un idiota, non so cosa mi sia venuto in mente".

Un lungo sbuffo di fumo esce dalle labbra di Ramoso, che mi guarda con un'espressione estremamente seria, un'espressione che credo di avergli visto una sola volta nella mia vita: quando mi sono presentato a casa sua in piena notte senza preavviso due anni fa.

"Sirius Orion Black III, apri bene le orecchie e ascoltami. Ho sempre pensato che un amico, un amico vero, sia la persona che si prende a cuore le tue battaglie e le combatte insieme a te, come tu hai sempre fatto con me e come io credo di aver sempre fatto con te. Ma un amico vero è anche la persona che sa farti capire quando la battaglia che stai combattendo è totalmente inutile e sbagliata, ed è la situazione in cui mi trovo io ora. Tu stai combattendo una battaglia contro i tuoi sentimenti che sei destinato a perdere, e credimi è meglio che ti arrendi subito. Non avevi previsto di innamorarti ma è successo, te lo si legge in faccia ogni volta che guardi Amy, e lo fai talmente spesso che credo che ormai tu la conosca meglio di quanto lei conosca se stessa. Metti da parte l'orgoglio e fai come le hai detto, chiedile di uscire con te".

Faccio una fatica enorme ad ammetterlo, la possibilità che il mio orgoglio possa venire ferito non è semplicemente contemplabile per me, non è un'opzione. "Non credo che lei accetterebbe di uscire con me" dico tutto d'un fiato.

Il mio migliore amico mi guarda ghignando. "Dai che se domani mi va bene con Lily me lo faccio dire direttamente da lei cosa ne penserebbe Amy di un tuo invito".

"Vedi di non fare altri casini come sei mesi fa, maledetto cervo!" rispondo ghignando a mia volta.

"Nel caso sono disposto anche a prestarti il mantello. Trattamelo bene però eh, e non trasformarti mentre ce l'hai addosso che l'ultima volta me lo hai riempito di pulci! Dai, andiamo ora, così vediamo come sta Lunastorta".

Mi alzo in piedi, guardo il sorriso che Ramoso mi rivolge e mi sento sollevato di avere lui nella mia vita: un amico vero che non giudica, anzi si sforza di capire perché l'altro sta sbagliando e di fargli comprendere i suoi errori e porvi rimedio. Perché l'amicizia in fondo non è solo ridere, scherzare e divertirsi insieme, ma è anche accettare l'altro per quello che è, cercando allo stesso tempo di indirizzarlo a non essere quello che non deve, ed è esattamente questo che Ramoso fa con me da sei anni. E gliene sono talmente grato che per lui sarei disposto a fare di tutto, anche a dare la mia stessa vita, se mai fosse necessario.

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Capitolo 17
*** CAPITOLO 16 - UN GUFO INASPETTATO ***


CAPITOLO 16 - UN GUFO INASPETTATO
 

Come previsto, passo il sabato chiusa in biblioteca, sommersa da libri di Pozioni. Sono venuta stamattina presto, dato che non sono riuscita a dormire molto bene stanotte. Ho fatto colazione da sola piuttosto velocemente e poi sono corsa subito qui, non ho nemmeno visto le mie amiche uscire per andare a Hogsmeade.

Gia mi immagino i discorsi estasiati di Marlene su Black, e già provo quella ormai familiare sensazione di fastidio che, non posso negarlo, non è altro che gelosia. È da stamattina che mille domande mi tormentano. E se succedesse qualcosa tra di loro oggi? Se lui la trovasse simpatica, divertente e si rendesse conto che è anche molto bella? Se capisse di essere innamorato di lei? Ma ora penso rassegnata che, se succederà, non potrò farci nulla. Non sono in condizione di modificare in alcun modo quello che potrebbe o non potrebbe essere successo oggi, semplicemente perché sono qui, intrappolata in mezzo a libri noiosi e polverosi. Ma non avrei potuto farci nulla comunque, anche se non avessi avuto il compito supplementare di Pozioni, no? Perché l'idea dell'uscita a quattro è stata di Marlene, non mia. E, particolare non trascurabile, se anche fosse stata mia, Marlene mi avrebbe semplicemente uccisa se me ne fossi uscita con l'idea che fossimo io e Black ad andare a Hogsmeade con Lily e James. E comunque una simile idea non mi sarebbe mai passata neanche per l'anticamera del cervello, dato che non avrei mai pensato prima di ieri di avere la benché minima possibilità di piacere a Black. Quindi, è inutile tormentarsi con questi pensieri.

Ma ora che questa giornata volge alla fine, ora che si avvicina il momento in cui rivedrò le mie amiche tornate da Hogsmeade, faccio sempre più fatica a tenere a bada i miei pensieri. Ormai con la ricerca di Pozioni sono a buon punto, ho raccolto un bel po' di materiale e ho scritto già tre fogli di pergamena. Non mi resta che farlo leggere a Lily domani e vedere cosa ne pensa, e casomai dargli una sistemata finale. Decido di ritornare alla torre di Grifondoro, ormai le mie amiche staranno per tornare.

Quando entro in Sala Comune, passando dal buco del ritratto, non vedo nessuno. Tanto meglio, aspetterò le mie amiche nel nostro dormitorio. In camera trovo già Sarah, che con Paul è tornata un po' prima perché non si sentiva molto bene, ed ora è sdraiata sul letto a riposare. Poco dopo, entra Mary, entusiasta per il suo appuntamento con il ragazzo di Tassorosso, David Thomas. Mi racconta con aria sognante la loro giornata insieme, e sono davvero felice per lei perché si meritava davvero di incontrare un ragazzo che la apprezzasse per quello che è e non si fermasse solo alle apparenze. E poi, finalmente, arrivano Lily e Marlene.

Trattengo il fiato mentre il cuore mi batte furioso nel petto, mi rendo conto di avere paura di quello che potrei sentir dire loro.
"Allora, come è andata?" mormoro con aria apparentemente disinteressata. Lily sorride, Marlene invece sembra furiosa.

"Black è un maledetto idiota!" sbotta inviperita. La guardo a bocca aperta, senza capire, poi lei continua: "è un cafone, si vedeva che non aveva la minima voglia di uscire con me! Qualunque cosa dicessi, qualunque argomento affrontassi, lui non faceva che criticare tutto quello che dicevo! Lo credevo diverso davvero, è tanto bello quanto privo di cervello, che delusione! È molto più simpatico James Potter, e pensare che l'ho sempre considerato un imbecille...".

Guardo Lily che cerca di restare seria ma in realtà si vede lontano un chilometro che le scappa da ridere.
"E tu Lily, che ci dici di Potter?" interviene Mary.
"Non è male davvero, non si è mai comportato da arrogante pieno di sé come l'ho sempre considerato, anzi, è stato divertente, gentile, simpatico" dice sorridendo. E vedo una luce nei suoi occhi verdi, che mi fa capire che è stata davvero bene oggi, a differenza di Marlene.
"Quindi ci uscirai ancora?" continua incalzante Mary. "Credo di si" risponde Lily "tu piuttosto? Racconta!" dice rivolta a Mary, che le ripete esattamente per filo e per segno quello che ha raccontato poco prima a me. E intanto io non posso fare a meno di pensare a Marlene, e se da una parte sono sollevata che tra lei e Black non sia successo nulla, dall'altro sono preoccupata per come potrebbe reagire se Black dovesse davvero chiedermi di uscire con lui.

 

È passata già quasi una settimana da quel bacio in biblioteca, e ormai sono sempre più convinta che non succederà nulla di ciò che avevo quasi osato sperare. Black non si è più fatto vivo. Certo, lo incrocio continuamente alle lezioni, nella Sala Comune di Grifondoro e in Sala Grande a pranzo e a cena, ed ogni volta il mio cuore si dimentica di battere qualche colpo, ma lui non mi ha più rivolto la parola, né mi si è mai avvicinato. Mi prenderei a pugni da sola per averci sperato, non dovevo farmi illusioni, lo sapevo che tra di noi non sarebbe mai potuto succedere niente. Mi odio per quanto sono stata stupida.

Lily e James invece dopo l'uscita a Hogsmeade di sabato, hanno passato insieme anche la domenica pomeriggio, e non solo: lui la aspetta sempre prima di uscire dall'aula alla fine delle lezioni, e ogni tanto si siede vicino a lei - e quindi a noi - a pranzo o a cena. Passano insieme ogni momento che hanno libero, e ieri pomeriggio nel parco li ho visti camminare tenendosi per mano; mi sembrano molto complici, e sono davvero felice per loro. Marlene, invece, è rimasta di pessimo umore per tutto il tempo, dopo sabato, e mi domando se le passerà mai prima di Natale, quando finalmente rivedrà Michael, che non ha la minima idea di quello che sta succedendo qui.

La lezione di Incantesimi è finita, e ci avviamo verso la Sala Grande per andare a pranzo. James raggiunge subito Lily, mentre vedo Black andare in direzione opposta rispetto a quella in cui siamo diretti tutti noi. Ci sediamo ai soliti posti, ho Marlene alla mia destra e Sarah alla mia sinistra. James oggi pranza con noi, ed e seduto di fronte a noi con Lily e Mary.

Non appena ho finito di mangiare la mia porzione di pollo con patate, vedo un gufo arrivare nella nostra direzione, anzi direi che sta puntando proprio verso di me. E non è un gufo qualunque, è Theo.

Sono un po' stupita: le uniche lettere via gufo che ricevo, a parte quelle dei miei genitori, sono quelle dei miei cugini che vivono in Italia, ma ne ho ricevuta una due giorni fa da loro e non ho ancora risposto, mi sembra strano che mi abbiano scritto ancora. Guardo la busta e c'è scritto proprio il mio nome, ma è una calligrafia che non riconosco. La apro con gli occhi di tutti puntati addosso, estraggo il foglio di pergamena che è contenuto al suo interno e, prima ancora che io possa leggerla, sento la voce di Marlene che legge ad alta voce da sopra la mia spalla:

Cara Amy,
come ti ho detto venerdì scorso, non voglio aspettare la prossima volta a Hogsmeade per invitarti a uscire con me, e quale occasione migliore di questa? Oggi è il mio compleanno e il regalo più bello che potrei ricevere è trovarti domani sera alle undici nella nostra Sala Comune per passare la serata insieme. Non sono Jugson e certamente non intendo forzarti in nessun modo se non vorrai, ma spero che accetterai il mio invito. E se verrai, ricordati di portare con te un mantello o una giacca pesante. Qualunque sarà la tua risposta, sappi che mi farebbe piacere riceverla via gufo, dato che non mi capita spesso, ultimamente. Theo non è veloce ma dentro la scuola va alla grande.
A presto.
Sirius

"Che cosa?" strilla Marlene indignata "adesso ho capito perché si è comportato in quel modo con me sabato! È colpa tua!".
La guardo allibita. "Mia? Ma come puoi pensare una cosa del genere?".
"L'ha scritto lui, vi siete parlati venerdì scorso, il giorno prima che venisse a Hogsmeade con me, è vero o no?" strilla lei ancora più forte.
"Marlene, non urlare per favore. È vero, lui è venuto in biblioteca venerdì scorso mentre facevo il compito di Pozioni, ma non so nemmeno come facesse a sapere che ero lì. Mi ha detto che il sabato sarebbe venuto a Hogsmeade con te, ma voleva invitare me a uscire con lui e lo avrebbe fatto. Ma ha fatto tutto da solo, credimi, io non gli ho chiesto proprio nulla!"

"Amy sta dicendo la verità, te lo posso confermare io" interviene James con voce calma rivolto a Marlene "Sirius ha accettato l'uscita a quattro solo per fare un favore a me. Ed Amy gli piace..." fa una pausa poi aggiunge "da un po' di tempo".
Oh Godric, per poco non cado dalla sedia: quindi davvero gli piaccio? E da un po' di tempo? Non posso credere alle mie orecchie.

Marlene incassa il colpo, poi si rivolge di nuovo a me "e tu pensi di accettare il suo invito?"
Non mi piace affatto il tono stizzito con cui mi fa questa domanda; Black mi piace, questa è un'occasione che non posso e non voglio perdere, e non sarà certo Marlene a farmi cambiare idea. E poi quella lettera, il tono con cui è stata scritta, mi ha smosso qualcosa dentro, come quella volta in guferia e quel bacio rubato in biblioteca, e in verità non vedo davvero l'ora che arrivi domani sera e che quelle labbra si posino nuovamente sulle mie. Il solo pensiero mi strappa un brivido.

"Sì, accetterò. Non ho nessuna intenzione di rifiutare un appuntamento con un ragazzo che mi piace e che mi ha scritto questa lettera così dolce, solo perché tu - che tra l'altro, a differenza mia, sei felicemente fidanzata - sei convinta dal primo anno di avere un qualche diritto di prelazione su di lui. L'appuntamento con lui ce l'hai avuto ma è andata male e sai già che non è colpa mia. Se fossi stata libera anche tu, probabilmente mi sarei fatta molti più scrupoli e forse non avrei accettato, ma non perderò questa occasione solo per un tuo capriccio, mi dispiace". Così dicendo, infilo nella borsa la pergamena scritta da Black, prendo un nuovo rotolo di pergamena e ci scrivo in fretta la risposta.

Caro Sirius, ti auguro buon compleanno e ti ringrazio molto per l'invito. Ci sarò.
A domani,
Amy

Affido la pergamena a Theo, che mi stava zampettando intorno impaziente, e gli dico piano "Vai da lui, da Sirius Black". Il gufo si alza subito in volo, e io resto lì a guardarlo per un attimo mentre James mi rivolge un sorriso trionfante. A quel punto Marlene, che non aveva replicato alle mie parole, si alza e si allontana, non prima di aver sibilato, rivolta a me "spera solo di non farti troppo male".

La guardo andare via sentendomi un po' in colpa. "Le passerà vedrai" mormora Lily venendo a sedersi accanto a me nel posto lasciato libero da Marlene e circondandomi le spalle con un braccio. Poi continua rivolta a James "Non mi sarei mai aspettata un gesto così carino da parte del tuo amico Black, sai?"
"Si vede che non lo conoscete affatto" risponde pronto James "Sirius è un tipo orgoglioso, non ama mostrare i suoi sentimenti, ma per le persone a cui tiene davvero sarebbe pronto a tutto, anche a dare la propria vita. E a te tiene molto, Amy, te lo posso garantire!". Sono sconvolta: mi sarei potuta aspettare qualunque cosa, tranne questa. E mi sento in colpa per averlo considerato, molto spesso in passato, un perfetto idiota. Come James, del resto. Ma le persone crescono, e cambiano, e loro due ne sono due esempi molto evidenti.

 

Ed è finalmente la sera del 4 novembre, la sera del mio primo appuntamento con Black. La giornata è stata eterna, ne ho vissuto ogni singolo istante aspettando questo momento, senza riuscire minimamente a pensare ad altro. Marlene continua a non parlarmi: anche adesso che siamo tutte insieme nel dormitorio e io mi sto preparando per uscire, lei resta ostinatamente sdraiata sul letto con la testa affondata in un libro. Sono sicura che mi stia odiando, e mi dispiace, ma prima o poi le passerà, come ha detto Lily. Sono pronta, ho preso un cappotto come ha suggerito lui, abbraccio Lily che non fa altro che ripetermi che poi dovrò raccontarle tutto, ed esco dal dormitorio.

La Sala Comune di Grifondoro è immersa nel buio e nel silenzio, sento solo il battito furioso del mio cuore

La Sala Comune di Grifondoro è immersa nel buio e nel silenzio, sento solo il battito furioso del mio cuore. Agito la bacchetta pensando all'incantesimo Lumos, e una luce fioca esce dalla mia bacchetta; ma la Sala Comune sembra essere deserta.
Improvvisamente sento un fruscio provenire da una poltrona accanto al camino spento, e subito dopo vedo Sirius spuntare dal nulla.
"Eccoti finalmente" dice sorridendo mentre avanza verso di me.

Trattengo il respiro, indossa dei jeans e un giubbotto di pelle che esalta ancora di più il suo portamento elegante, ed è bello da svenire, con quel sorriso che mi fa tremare le gambe, quella deliziosa fossetta sul mento e gli occhi grigi che scintillano nel buio. Noto che ha in mano qualcosa di color argento, ma con questa poca luce non riesco a capire che cosa sia.

"Ciao" riesco solamente a mormorare, vergognandomi un po' di quello che probabilmente potrebbe leggere nei miei occhi.
"Stai bene?" mi chiede fermandosi proprio davanti a me e facendosi ammirare in tutta la sua bellezza.
Vorrei rispondere "no finché non mi avrai baciata" e invece mi sforzo di pronunciare un "sì, grazie" che mi sembra quasi più uno squittio, ma davvero io non ho più fiato in gola e parlare è l'ultima cosa che riesco a fare adesso.

"Ti va di uscire nel parco?" mi chiede. Annuisco, forse un po' di aria fresca calmerà i miei bollenti spiriti... Lui si volta a prendere una grossa borsa che ha lasciato sulla poltrona, poi lo vedo aprire un foglio di pergamena, puntarci la bacchetta sopra e pronunciare le parole "Giuro solennemente di non avere buone intenzioni".

Mi avvicino e guardo la pergamena che ha in mano: dal nulla è comparsa quella che sembra una mappa del castello, con tanti puntini, alcuni dei quali si muovono

Mi avvicino e guardo la pergamena che ha in mano: dal nulla è comparsa quella che sembra una mappa del castello, con tanti puntini, alcuni dei quali si muovono. Noto che sotto ogni puntino c'è scritto un nome, è pazzesco!
La curiosità mi fa tornare la voce: "Ma che cos'è?" gli chiedo.
"La mappa del Malandrino" risponde Sirius come se fosse ovvio. Poi aggiunge, con una punta di orgoglio nella voce "l'abbiamo creata noi. Io, James, Peter e Remus. È una mappa del castello che ti mostra quello che stanno facendo tutte le persone che lo popolano: studenti, insegnanti, tutti. Vedi, c'è il nome sotto ogni puntino. Gazza in questo momento è vicino all'ingresso della torre di Corvonero e Mrs. Purr è nei sotterranei. Via libera!" dice mostrandomi i relativi puntini che si muovono, segno che entrambi stanno camminando. Butto lì un'occhiata tanto per farmi gli affari degli altri, e vedo che molti puntini sono fermi, evidentemente studenti che stanno dormendo, mentre ad esempio il puntino di Silente continua a girare in tondo nel suo ufficio, e la stessa cosa succede al puntino della McGranitt nel suo. "Ma è pazzesco!" esclamo senza riuscire a staccare gli occhi dalla mappa. Sono davvero impressionata, mi piacerebbe tanto sapere come hanno fatto a creare una mappa del genere, ma non c'è molto tempo adesso per le spiegazioni. "Sì ma ora sarà meglio andare prima che arrivi qualcuno" dice Sirius. "Fatto il misfatto" mormora poi puntando la bacchetta sulla mappa, e immediatamente i puntini e la pianta del castello svaniscono e la pergamena torna completamente bianca.

Sirius ripone la bacchetta, prende la borsa e srotola l'oggetto argenteo che teneva in mano.
"Vieni vicino a me" sussurra mettendomi un braccio intorno alla vita. Sussulto leggermente, inebriata dal suo profumo e devo sforzarmi di respirare normalmente. Se da una parte non aspettavo altro che questo, dall'altro il mio cuore esplode con una violenza tale che ne sento il battito rimbombarmi nelle orecchie.

La stoffa argentea cala sopra le nostre teste e allora capisco. "Un mantello dell'invisibilità?!?" esclamo cercando di tenere la voce bassa.
"È di James e lui ne è molto geloso. Ha accettato di prestarmelo solo perché io ho accettato l'uscita a quattro con la McKinnon". Rimango colpita da questa confessione, avevo immaginato che Sirius non avesse alcuna voglia di uscire con Marlene sabato scorso visto il modo in cui l'ha trattata, ma sentirlo dire direttamente da lui e sapere che già allora stava progettando questo appuntamento con me, fa tutto un altro effetto.

Intanto, nascosti dal mantello, ci avviciniamo al ritratto della Signora Grassa e Sirius pronuncia la parola d'ordine.
Lei sbadiglia e borbotta "vi sembra il caso di uscire a quest'ora?"
"Ah Black sei tu" aggiunge subito dopo con tono più dolce, e ci lascia passare.

Ci dirigiamo velocemente verso la Sala d'ingresso, fermandoci ogni tanto lungo il percorso per verificare dove siano esattamente Gazza e Mrs. Purr.
"Siamo invisibili ma non voglio farti rischiare nulla" sussurra Sirius.

Finalmente attraversiamo l'ingresso ed usciamo nel parco: Sirius mi conduce in riva al lago, nel punto dove spesso ci fermiamo io e le mie amiche nei pomeriggi di sole. Non ci sono mai stata di notte: l'aria è fredda e umida ma il cielo è sereno: uno spicchio di luna sembra sorriderci dall'alto, proiettando riflessi di luce nell'acqua ferma del lago. Il cielo è straordinariamente limpido e le stelle, con il buio che ci circonda, eccetto per la debole luce delle nostre bacchette e di quel poco che resta della luna, sembrano vicinissime, tanto da poterle quasi toccare.

Ci sediamo vicini nell'erba umida, sempre nascosti sotto il mantello, e dalla borsa Sirius estrae ogni genere di meraviglie: bottiglie di burrobirra, cioccorane, calderotti di cioccolato, vari tipi di piccole torte...
"Hai svaligiato Mielandia, o le cucine, o entrambi?" gli chiedo ridendo.
"Non ho svaligiato nulla!" risponde lui, fintamente indignato "ho regolarmente comprato da Mielandia sabato scorso tutto il cioccolato che vedi qui, so che ti piace molto. Quanto alle torte, beh, gli elfi domestici che lavorano nelle cucine conoscono piuttosto bene me, James, Remus e soprattutto Peter. Ho chiesto semplicemente loro un favore e me l'hanno fatto" dice come se fosse la cosa più naturale del mondo. "Mi dispiace solo di non essere riuscito a procurarmi della birra babbana, ma sarà per la prossima volta" aggiunge con un sorrisetto malizioso, ed il cuore mi fa un triplo salto mortale nel petto.

Stappa due birrobirre e me ne porge una. "A noi due" dice serio, guardandomi negli occhi e prendendo una cioccorana. Ne mangio una anch'io, faccio un lungo sorso di burrobirra e poi mi mordo istintivamente il labbro perché davvero non ce la faccio più, voglio baciarlo, subito. Siamo vicinissimi, sento il suo profumo inebriante e avverto una forza, come una calamita, che mi attira a lui. Appoggio la bottiglia a terra accanto a me con cura per evitare che si rovesci, prendo un profondo respiro, rialzo lo sguardo e appoggio le mie labbra sulle sue. Lui risponde prontamente al bacio mettendo a terra la sua bottiglia e affondando una mano tra i miei capelli per tirarmi ancora di più verso di lui. È un bacio intenso e appassionato, sa di burrobirra e cioccolato, le sue labbra sono calde e morbide sulle mie esattamente come le ricordavo, e vorrei che questo momento non finisse mai.

Quando ci stacchiamo, dopo un tempo probabilmente piuttosto lungo ma che a me sembra durato solo pochi secondi, abbiamo entrambi il fiatone, come se avessimo corso una maratona. E mi rendo conto con un po' d'imbarazzo che nemmeno questo mi basta, vorrei andare oltre con lui, vorrei fare molto altro, ma ovviamente qui non è possibile. Non ho mai provato nulla di simile per qualcuno in vita mia, nemmeno per Justin, e improvvisamente sono terrorizzata perché di lui potrei innamorarmi davvero. Anzi, forse ne sono già innamorata. E potrei soffrire, molto più di quanto abbia mai sofferto per Justin, se tutto questo dovesse finire. Mi sento estremamente vulnerabile, e lui forse intuisce qualcosa di questo mio tormento interiore perché subito si affretta a domandarmi "Amy stai bene? Ho fatto qualcosa di sbagliato?".

"No, assolutamente" rispondo sorridendo "ma è tutto così perfetto che... beh, temo potrebbe sparire da un momento all'altro, come un incantesimo" confesso abbassando lo sguardo.
"Non succederà. È da un po' che mi piaci, Amy, anche se per molto tempo non ho voluto ammetterlo neanche a me stesso. Ti ho sempre considerata una ragazza attraente, ancora prima che ti mettessi con Moore. E quella sera, quando ci siamo incontrati in guferia al quinto anno, ho capito che non sei come le altre ragazze che frequentavo, hai iniziato a incuriosirmi davvero, ma in quel periodo ero ancora troppo idiota e pieno di problemi, poi lo scorso anno per un po' tu hai frequentato Parker, e io altre ragazze. So benissimo di essere considerato il più bello della scuola, eppure non ero sicuro che tu avresti accettato di uscire con me stasera, ho sempre avuto l'impressione che mi considerassi un idiota".

Credo di essere diventata paonazza, sento le guance in fiamme. Nemmeno nei miei sogni più belli e inconfessabili avrei mai potuto pensare che un ragazzo come lui potesse dire queste cose a me, e magari anche pensarle davvero.
"Sì, c'è stato un periodo in cui effettivamente ti consideravo un idiota. Bello ma pur sempre un idiota, e anzi questa combinazione, l'essere bello e idiota, ti rendeva ancora più pericoloso ai miei occhi. Ma quella sera in guferia ho iniziato a vederti con occhi un po' diversi, mi sei sembrato sensibile, vulnerabile, mentre fino ad allora ti avevo sempre considerato un tipo superbo e arrogante" confesso abbassando leggermente la testa e alzando gli occhi. "Ma di certo mai avrei pensato che uno come te, che ha sempre potuto avere tutte le ragazze della scuola, avrebbe potuto accorgersi di me".

Lui mi guarda negli occhi e sorride. "E perché? Mi piace tutto di te... quando abbassi leggermente la testa e alzi lo sguardo se c'è qualcosa che ti imbarazza o ti infastidisce, come hai appena fatto adesso... quando ti butti i capelli dietro le spalle prima di iniziare qualcosa su cui ti devi concentrare... la sensibilità che hai avuto in guferia, quando era evidente che pensavi cose che hai preferito non dirmi per non ferirmi ma hai trovato comunque il modo di farmele capire... la tua intraprendenza nell'affrontare quell'imbecille di Jugson... anche se ho cercato il più possibile di proteggerti da lui".

"In che senso scusa? A parte l'episodio dell'anno scorso intendi?" gli chiedo confusa.
"Sì, non sopportavo che ti desse fastidio da quando al quarto anno era venuto al campo di Quidditch prima di Natale per invitarti ad andare al ballo con lui. Ha sempre avuto quel modo di guardarti, come se fossi una sua proprietà, non lo sopportavo e si vedeva che nemmeno tu lo sopportavi. Quando poi al quinto anno tu e Moore avete rotto e lui ha ricominciato a darti fastidio, ho pensato fosse il caso di intervenire a darti una mano per levartelo di torno" confessa lui senza staccare da me i suoi occhi grigi che scintillano alla luce delle nostre bacchette.

"Vuoi dire che... la neve che gli è caduta addosso, il libro nella schiena...?" mormoro con gli occhi sgranati, fissi nei suoi.
"Eravamo io e James, sotto questo mantello, sì. Quando ti vedevo da sola sulla mappa, sapevo che lui sarebbe arrivato, e quindi facevamo in modo di trovarci nei paraggi, nascosti sotto il mantello" dice con aria soddisfatta. "Anche quella sera in guferia, in effetti non sarei voluto scendere, ma l'ho fatto per non lasciarti fare da sola la strada dalla guferia alla Sala Grande".
"E io che pensavo di avere addosso una specie di maledizione!" Anche se sono molto colpita da questa sua rivelazione, mi sorprendo a sghignazzare, ma poi torno seria. "È molto bello quello che hai fatto per me, grazie. E invece quella volta che sei intervenuto quando lui mi ha intrappolata con la corda?"

"Peter non aveva pranzato quel giorno perché era in punizione, e James lo aveva accompagnato nelle cucine col mantello per fargli mangiare qualcosa. Non hai idea di quanto sia fastidioso Peter quando non mangia! Sapevo che eri da sola in biblioteca, e sulla mappa avevo già visto Jugson appostato lì fuori. Sono rimasto lì e ho aspettato. So che sai difenderti da sola, ma Jugson è davvero pericoloso, è diventato un mangiamorte lo scorso anno, lo sapevi? É stato lui a convincere mio fratello, Regulus, a fare la stessa cosa. Non ho potuto salvare Regulus, ci siamo allontanati troppo negli ultimi anni, e poi è stato lui a volerlo" spiega in tono un po' amareggiato "ma potevo, anzi dovevo, salvare te. Tu non volevi affatto fare ciò che Jugson avrebbe voluto fare con te. Non mi sarei mai perdonato se ti avesse fatto del male, e so che lo avrebbe fatto. Ha una specie di ossessione per te".

"Avevo sentito delle voci a scuola su di lui ma non sapevo quanto fossero vere. Comunque, mangiamorte o no, Jugson è davvero un bastardo schifoso; ma dopo quello che è successo l'anno scorso ha smesso di darmi fastidio, e quest'anno a scuola non c'è più" mormoro ripensando a quanto Jugson mi facesse orrore, poi proseguo. "Mi dispiace, non sapevo di tuo fratello. Voglio dire, so chi frequenta, ma non sapevo che si fosse unito a... insomma, a Tu-sai-chi. E..." esito un attimo "i tuoi genitori? Sono anche loro dei mangiamorte?"

"No, almeno non che io sappia, dato che non li vedo né ho loro notizie da più di un anno. Ma alcuni degli ideali di Voldemort sono anche gli ideali dei miei genitori, la purezza del sangue magico, la repulsione verso i babbani e tutto ciò che li riguarda. E senza dubbio saranno fieri del fatto che il loro figlio minore persegua questi ideali al punto da diventare un seguace di Voldemort, dopo che invece il loro primogenito si è rivelato un tale disonore per la nobile casata dei Black". Sorride, ma questa volta è un sorriso amaro.

Mi avvicino a lui e gli circondo le spalle con un braccio, accarezzandogli i morbidi capelli scuri.
"Mi dispiace per i problemi con la tua famiglia. Dovevi essere davvero esasperato per scappare di casa" mormoro.
"Sono sempre stato attratto dagli oggetti babbani fin da piccolo, e mia madre mi ha sempre rimproverato duramente per questo, per non parlare delle punizioni che mi è toccato subire. E man mano che crescevo, cresceva sempre di più in me l'istinto di ribellione verso quelle regole e quegli ideali che io disprezzavo. Col tempo, da quando sono entrato a Hogwarts, ho reso la mia stanza quanto più detestabile potevo a mia madre: ho appeso foto di motociclette e di ragazze babbane, e striscioni di Grifondoro ovunque. Ogni volta che tornavo a casa, provavo a fare incantesimi di adesione permanente, ma poi quando tornavo a scuola, lei riusciva sempre a trovare il controincantesimo giusto, e ogni volta la mia stanza ritornava immacolata e asettica come le stanze del San Mungo. Finché, nell'estate tra il quarto e il quinto anno, sono riuscito finalmente a fare un incantesimo di adesione permanente potentissimo. Mi ero esercitato tutto l'anno ad appendere cose nel nostro dormitorio, e alla fine ce l'ho fatta, c'è un poster da noi che nessuno è mai riuscito a staccare dalla parete. Mia madre si è accorta di quello che ero riuscito a fare non appena è entrata nella mia stanza, una sera in cui ero uscito per stare un po' da solo. Quando sono tornato era furiosa: mi ha lanciato ogni genere di oggetto le capitasse a tiro urlandomi insulti irripetibili. Pensavo volesse uccidermi. È stato allora che ho deciso di andarmene, ma prima che potessi farlo, lei mi ha urlato che non mi avrebbe più considerato suo figlio e che per lei ero morto, e con la bacchetta ha dato fuoco alla mia immagine in un grande arazzo che occupa un'intera parete in una stanza a casa dei miei e che raffigura l'albero genealogico della famiglia Black".

Sono veramente senza parole, ho sempre provato ad immaginare quanto possa aver sofferto Sirius per questa storia, ma adesso sentirlo raccontare da lui mi colpisce ancora di più. Lo stringo ancora più forte a me mentre sento le lacrime che cominciano a bruciarmi gli occhi. Lui se ne accorge. "Oh no, non volevo turbarti con questa storia".

"Ma no" lo interrompo con dolcezza "sono felice che tu abbia voluto parlarmene, è solo che non pensavo che tua madre fosse stata capace di arrivare a tanto. Quello che hai subito è terribile, nessuno dovrebbe essere trattato in questo modo dai propri genitori. Mi dispiace così tanto, davvero".

"Sei molto dolce Amy, ma non preoccuparti, è tutto passato per me. James e i suoi genitori sono stati fantastici, mi hanno accolto come se fossi un membro della loro famiglia, e mi hanno aiutato tantissimo perché ero senza nemmeno un galeone quando sono arrivato da loro. Mi hanno persino comprato i libri per il quinto anno, e mi hanno permesso di passare da loro l'estate e le successive vacanze di Natale e Pasqua. Poi l'anno scorso ho perso uno zio a cui ero molto legato, il fratello di mia madre, mio zio Alphard. Lui non aveva figli e ha lasciato tutti i suoi averi a me, parecchi galeoni e parecchio oro. Così ho potuto comprarmi un appartamento mio, dove sono andato a vivere quest'estate. Mi piacerebbe portartici un giorno, se vorrai" dice con un sorriso malizioso.

Gli rispondo prima con un bacio, poi, con voce un po' roca e il suo stesso sorrisetto malizioso, mormoro "Sì che voglio, anzi non vedo l'ora!"

"Bene!" esclama lui rallegrandosi "e ti piacciono le moto? Vorrei comprarmene una".
"Oh sì moltissimo! Mio padre ne aveva una quando vivevamo in Spagna, vicino al mare, e qualche volta mi portava a fare un giro nelle vicinanze. Ero molto piccola ma me lo ricordo ancora bene! Era divertentissimo!"
"Tu hai viaggiato molto con la tua famiglia, vero?" mi chiede incuriosito, e così comincio a raccontargli dei luoghi in cui ho vissuto, mentre riprendiamo a mangiare dolci e bere burrobirra. Lui mi racconta che gli piacerebbe moltissimo viaggiare e vedere i posti in cui ho vissuto io, e gli prometto che appena la situazione là fuori si sarà sistemata, ci andremo insieme.

Guardando il cielo, dopo un tempo che mi è sembrato brevissimo, mi rendo conto che abbiamo passato qui tutta la notte, a parlare, mangiare, bere e baciarci, e mi rammarico che questa notte stupenda stia quasi per finire. Si vedono le prime luci dell'alba, ma non sono affatto stanca, anzi potrei restare qui altre mille ore.
"È quasi l'alba" sussurro con tono triste.
"L'avevi mai vista?" mi chiede lui.
"No, ed è bellissima, però significa che questa notte stupenda sta per finire e dovremo rientrare al castello. E meno male che oggi è sabato e non abbiamo lezione!"
"Sì, l'ho scelta apposta questa notte, altrimenti saresti scappata dopo un'ora dicendo che il giorno dopo ti saresti addormentata sul banco!" esclama Sirius ridacchiando "ma comunque, potranno esserci altre notti come questa, se vorrai".
"Sì ma non voglio che tu esca con un'altra per avere di nuovo il mantello di James!" gli rispondo con aria fintamente arrabbiata.
Sirius scoppia in quella sua risata che assomiglia a un latrato "non preoccuparti, troverò altri modi per convincerlo! Oppure puoi chiederglielo tu, gli sei simpatica, sai?" esclama sorridendo.
"Ok, meglio che glielo chieda io allora!" rispondo sorridendo e avvicinandomi a Sirius per rubare un ultimo bacio a questa notte magica, che rimarrà impressa per sempre nel mio cuore.

 

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Capitolo 18
*** CAPITOLO 17- - PRIME VOLTE ***


CAPITOLO 17 - PRIME VOLTE
 

Quando rientro nel dormitorio femminile, è già giorno, ma le mie amiche stanno ancora dormendo, o almeno così mi sembra. E invece no, Lily è sveglia e mi trascina in bagno chiudendoci la porta alle spalle, per poter parlare senza svegliare le altre. "Amy! Sei stata fuori tutta la notte! Ma cosa avete fatto tutto questo tempo?"

Mi lascio scivolare a terra con la schiena appoggiata alla porta, mi rendo conto di essere esausta. "Oh Lily, sono nei guai!" esclamo prendendomi la testa tra le mani.
"Cosa vuoi dire?" mi chiede Lily in tono ansioso aggrottando le sopracciglia.
"Lily credo proprio di essermi innamorata, sul serio. Non è solo una cotta, voglio dire, ci sono uscita solo una volta e già non posso immaginare la mia vita senza di lui. E ho paura. Mi sento come se mi stessi buttando da una scopa senza saper volare. Sarebbe bellissimo ma so già che la caduta mi ucciderà...".

Lily mi guarda come se fossi pazza, e onestamente non posso darle torto perché probabilmente lo sono davvero. "È come se lo avessi desiderato per tutta la vita senza saperlo, ma ho una brutta sensazione" provo a spiegarle "sento che questa storia finirà male e io mi farò male, molto male".
"Ma no, Amy perché pensi questo?" dice Lily sedendosi a terra accanto a me. "I sentimenti di Sirius nei tuoi confronti sono profondi e sinceri, lo so perché me lo ha detto James, e lo sai anche tu che nessuno conosce Sirius meglio di James". Mi guarda negli occhi, e immagino che i miei siano terrorizzati perché lei cerca di continuare a rassicurarmi. "Forse sei rimasta colpita dalle parole di Marlene, ma le passerà, e sono certa che non voleva davvero augurarti del male".
"È che mi sento così vulnerabile. Quello che ho provato stanotte per lui è stato talmente bello e intenso e importante..."
"Ed è fantastico Amy" mi interrompe Lily con dolcezza "e non devi pensare a come potrebbe finire, devi solo pensare a goderti questi momenti con lui, e ad essere felice adesso. Che senso ha pensare ora a quello che potrebbe succedere, che ne so, tra un anno? Non credere che non ti capisca. Ma con queste paure finirai solo per rovinare tutto. Non possiamo ignorare quello che c'è là fuori, ma finche siamo a Hogwarts va tutto bene, e affronteremo la situazione fuori di qui quando avremo finito la scuola. E poi credo che tu sia molto stanca, sono sicura che dopo una bella dormita vedrai le cose in modo diverso". Ci abbracciamo e le racconto brevemente della notte appena trascorsa, poi ci alziamo e mi infilo sotto le coperte, addormentandomi all'istante.
 

Nei giorni successivi, la notizia della nuova coppia di Grifondoro del settimo anno, Sirius Black e Amy Mancini, fa rapidamente il giro della scuola. In effetti, passo con Sirius ogni momento libero. Solo per pranzo e cena, anche se James e Sirius vorrebbero stare con me e Lily, li abbiamo convinti che per il momento è meglio che loro continuino a rimanere con i loro amici in fondo al tavolo di Grifondoro, mentre noi restiamo ai soliti posti con Mary, Sarah e Marlene, anche se l'atmosfera è piuttosto tesa tra di noi.
Marlene continua ad avercela con me, anche se non ho mai parlato di Sirius, né l'ho mai nemmeno nominato, ma lei sa perfettamente come stanno andando le cose tra di noi, e questo evidentemente continua a darle fastidio.

Sirius, poi, sembra tenerci particolarmente a far sapere a tutta Hogwarts che io e lui stiamo insieme.
"Beh, in realtà sì, voglio proprio farlo sapere a tutti!" esclama dopo avermi baciata in modo decisamente appassionato nel bel mezzo di una Sala Grande affollata di studenti e anche di insegnanti, prima di separarsi da me per il pranzo, qualche giorno dopo il nostro primo appuntamento.

"Ma tu sei pazzo, ci guardavano anche gli insegnanti e Silente!" gli faccio notare ridacchiando.

"Sì, sono pazzo. Di te. Voglio che nessun ragazzo ti metta più gli occhi addosso né a Hogwarts, né fuori di qui." dice con il tipico ghigno da Malandrino stampato in faccia. Colgo chiaramente il riferimento a Eric Jugson, che di sicuro verrà a sapere di noi dai suoi ex compagni di Serpeverde che ci stanno guardando. Tra loro c'è anche Regulus, il fratello di Sirius, e mi domando come reagirebbero i loro genitori se venissero a sapere che il figlio ribelle che loro avrebbero voluto vedere con una purosangue, si è invece fidanzato con una mezzosangue.

"Quindi, devo pensare che non vuoi neanche che le ragazze mettano gli occhi addosso a te, signor Sono-il-più-bello-della-scuola?" domando sghignazzando.

"Non è colpa mia se siete tutte convinte che io sia il più bello della scuola!" esclama alzando le spalle con un sorriso, poi improvvisamente si fa serio. "Ma Amy credimi, non me ne importa niente delle altre ragazze, tu sei l'unica che abbia mai significato davvero qualcosa di importante per me. Ci ho messo un po' ad accettarlo, ma ora che l'ho fatto non potrei più fare a meno di te" aggiunge fissando nei miei i suoi penetranti occhi grigi.

Sento le guance diventarmi bollenti, come se fosse mai possibile essere ancora più rossa e imbarazzata dopo il bacio di poco fa, e raggiungo le mie amiche al tavolo

Sento le guance diventarmi bollenti, come se fosse mai possibile essere ancora più rossa e imbarazzata dopo il bacio di poco fa, e raggiungo le mie amiche al tavolo. Marlene, più livida che mai, non alza nemmeno gli occhi dal piatto, mentre Lily chiacchiera tranquillamente con Mary e Sarah. Per fortuna stanno parlando del compito di Incantesimi che abbiamo fatto poco fa, così mi unisco alla conversazione.
Marlene rimane zitta per tutto il pranzo, e onestamente sto iniziando ad averne abbastanza di questa storia, non può tenermi il muso per sempre. Potrei provare a parlarle, ma immagino non ci sia nulla che io possa dire, che non la faccia infuriare ancora di più. Mi sento molto a disagio, seduta vicino a lei, non mi resta che sperare che rivedendo Michael il mese prossimo in occasione delle vacanze di Natale, questo malumore le passi.


Una delle fissazioni di Sirius - oltre ai miei capelli che passa ore ad accarezzare e attorcigliarsi intorno alle dita - è mandarmi biglietti via gufo, nello specifico Theo, per farmi proposte di vario genere, e chiedermi risposte con lo stesso mezzo. In effetti sarebbe vietato utilizzare i gufi della scuola per comunicare tra gli studenti di Hogwarts, andrebbero utilizzati solo per comunicare con la propria famiglia o con parenti e amici all'esterno della scuola, ma in realtà da quanto sto con Sirius infrangere regole non mi pare poi più una cosa così terribile, e in effetti non era poi così terribile nemmeno prima. Ma soprattutto non so dirgli di no, perché davvero lui è l'unico in tutta la scuola che di gufi non ne riceve praticamente mai, specie da quando è mancato suo zio Alphard che era l'unico, insieme a sua cugina Andromeda, che gli scriveva ogni tanto.

Sirius mi ha parlato a lungo di Andromeda, è la sua cugina preferita, l'unica con cui sia mai andato d'accordo: anche lei si è discostata dagli ideali di purezza del sangue perseguiti dalla famiglia Black e ha sposato un Nato Babbano, Ted Tonks, e per questo motivo anche lei è stata cancellata dalla madre di Sirius dall'albero genealogico dei Black. Qualche volta Sirius riceve lettere via gufo da Andromeda, ma non molto frequentemente perché lei e Ted hanno una bambina di nome Ninfadora che ha circa quattro anni e che, a quanto racconta Sirius a cui brillano sempre gli occhi quando parla di lei, è un piccolo uragano. Oltretutto questa bambina da quando è nata sa cambiare aspetto e fa prendere continui spaventi ai suoi genitori, che quindi non possono mai toglierle gli occhi di dosso, soprattutto Andromeda che passa la maggior parte del tempo con lei. E quindi Sirius, dato che riceve ormai sporadicamente gufi solo da lei, si diverte come un matto a mandarne a me, rischiando di farci finire entrambi in punizione. E proprio adesso, che mancano esattamente due settimane a Natale, me ne ha mandato uno che mi ha lasciato senza parole.

Cara Amy, ho una proposta importante da farti: che ne diresti di passare le vacanze di Natale insieme nel mio appartamento a Londra? È da un po' che ci penso, ma ormai le vacanze si avvicinano e non posso aspettare oltre. So che James ha invitato Lily a passare il Natale a casa dei suoi genitori a Godric's Hollow ma, se tu accetterai, potrebbero venire a passare gli ultimi giorni di vacanza insieme a noi. Il mio appartamento non è grande ma ha due camere da letto separate, non avremmo problemi di spazio quando arriveranno loro. So che a Natale vai sempre in Italia dai parenti di tuo padre, ma mi dispiacerebbe troppo starti lontano e non vederti per due settimane, e ho il sospetto che sia lo stesso anche per te. Pensaci e fammi sapere.
Un bacio,
Sirius

Rileggo il suo messaggio per l'ennesima volta, sono al settimo cielo e inizio a darmi pizzicotti ovunque per essere certa che non sia un sogno. Per fortuna sono sola, altrimenti le mie amiche penserebbero che sono pazza. E forse un po' lo sono davvero. Devo essere sincera, è da quando ci siamo fidanzati che speravo che lui mi invitasse a passare le vacanze insieme, e ormai non ci speravo quasi più. Dovrò dire una bugia ai miei genitori, non mi lascerebbero mai passare le vacanze con un ragazzo che non hanno mai nemmeno sentito nominare. Dirò loro che sono stata invitata da Lily, saranno sicuramente molto dispiaciuti ma conoscono Lily e hanno anche visto i suoi genitori al binario 9 e 3/4, sono certa che non mi direbbero di no se raccontassi che sto da lei. Dopo aver sfogato il mio entusiasmo saltellando e facendo capriole per tutta la stanza, prendo piuma e pergamena e scarabocchio in fretta una risposta per il mio ragazzo.

Caro Sirius, non so se te l'ho mai raccontato, ma un giorno lo scorso anno il tuo amico James mi ha detto queste parole: "Saresti un'ottima Malandrina". Beh, non avrei mai potuto immaginare quanto avesse ragione. Sono qui a scriverti una lettera via gufo - e già questo infrange una regola di Hogwarts - e mentre lo faccio mi arrovello per pensare a quale potrebbe essere la bugia più credibile che potrei raccontare ai miei genitori per non tornare in Italia con loro a Natale. Ovviamente è fuori discussione che io possa raccontare loro che passerò le vacanze da sola con un ragazzo che non conoscono e che per giunta vive per conto suo. Ma è ancor più fuori discussione che io possa rifiutare la tua proposta. Quindi, sappi che sì, passeremo le vacanze di Natale insieme nel tuo appartamento, a come riuscirò a venirci senza essere uccisa dai miei genitori ci penserò tra poco, precisamente quando Lily tornerà dalla sua lezione di Aritmanzia.
Un bacio,
Amy

Affido la lettera a Theo che ha aspettato paziente la mia risposta, e mi precipito fuori dall'aula di Aritmanzia per incontrare Lily.

Quando arrivo, gli studenti stanno già uscendo.
"Ehi Lily!" la chiamo a gran voce.
"Ehi Amy!" sorride lei "credevo fossi con Sirius".
"No, lui oggi era troppo impegnato. A scrivermi una lettera, per la precisione" rispondo ridacchiando. Lei ha già capito tutto, evidentemente James gliene ha già parlato.
"Riguardo le vacanze di Natale?" chiede con aria maliziosa.
"Uff ma com'è che io vengo sempre a sapere le cose per ultima?" le rispondo in tono fintamente lamentoso.
"Che sorpresa sarebbe stata se te l'avessi detto, eh? Non saresti mai potuta essere una Corvonero come tua madre Amy, è evidente!" sghignazza Lily. "E quindi" aggiunge poi tornando all'aria maliziosa "cosa pensi di fare?"
"Andrò da lui naturalmente! Dovrò solo mentire ai miei genitori, ma non mi sembra così grave. Pensavo di dire loro che verrò a casa tua..." sussurro con aria innocente. "Scusa ma i tuoi sanno di te e James?" le domando subito dopo.
"Sì, lo sanno. E sanno che i genitori di James sono malati, e per questo motivo passeremo le vacanze di Natale da lui. Niente di compromettente ovviamente, dormiremo in camere separate, quindi i miei non hanno avuto nulla da obiettare. Non è come per te e Sirius, che avrete una casa intera tutta per voi!" esclama, e io divento paonazza al solo pensiero.
"Beh, Sirius dice che forse dopo Natale potreste raggiungerci e potremmo passare qualche giorno da lui tutti insieme".
"Già, ma non credo che racconterò questo piccolo particolare ai miei genitori, insomma così non sarà una vera e propria bugia" mormora sfoderando quell'aria innocente che su di lei sembra molto più autentica che su di me. "Comunque" continua poi Lily "dì pure ai tuoi quello che ti pare, dubito che avranno in qualche modo la possibilità di comunicare con i miei dato che si conoscono a malapena. E se dovessero mandarti un gufo, lui saprà dove sei e non verrà certo a cercarti a casa dei miei".
"Fantastico! Grazie Lily!" esclamo abbracciandola.

Ora però, mentre scrivo ai miei genitori, i sensi di colpa cominciano a farsi sentire, è la prima volta che racconto loro una bugia così grossa e sono incerta su cosa scrivere per non farmi beccare. Ho già buttato cinque fogli di pergamena perché mi sembra sempre di non riuscire a trovare le parole giuste.
Cari mamma e papà - scrivo infine - so che mi aspettate per passare le vacanze di Natale insieme come ogni anno, ma Lily mi ha invitata a casa sua e desidero davvero tanto passare le vacanze insieme a lei. Lo sapete, ormai dopo sette anni che la conosco, la considero non solo la mia migliore amica, ma la sorella che non ho mai avuto. Non so cosa ci riserverà il futuro dopo la scuola, con la guerra e tutti i problemi che ci sono, spero che tutto il cuore che io e lei riusciremo a continuare a vederci e frequentarci, ma potrebbe non essere così, e ci tengo davvero molto a passare le ultime vacanze spensierate insieme a lei. Non credo di dovervi chiedere il permesso, ormai ho quasi diciotto anni, per il mondo magico sono già maggiorenne, per quello dei babbani lo sarò il mese prossimo, spero capirete questa mia scelta e non ve la prenderete.
Vi abbraccio forte,
Amy

I miei genitori hanno reagito meglio di quanto mi aspettassi, non hanno fatto la minima obiezione. I sensi di colpa che si sono fatti sentire in queste due settimane sono svaniti di colpo, ora che con Sirius, Lily e James, abbiamo varcato il cancello di Hogwarts.
Londra è troppo distante da qui per poterci arrivare con la materializzazione, così facciamo il viaggio con l'Hogwarts Express, e poi dalla stazione io e Sirius ci smaterializzeremo direttamente a casa sua, mentre James e Lily andranno a Godric's Hollow.

Arrivati alla stazione di King's Cross cerchiamo un angolo appartato, ci salutiamo con la promessa di vederci negli ultimi giorni di vacanza, poi Sirius mi prende la mano e ci smaterializziamo. Ancora non sono abituata a quella sensazione, come un strappo dietro l'ombelico, che si sente quando ci si smaterializza. I primi tempi lo trovavo anche un po' doloroso, adesso si tratta più che altro di un fastidio.

Atterriamo fuori dal palazzo in cui si trova l'appartamento di Sirius, un palazzo abbastanza moderno con la facciata di mattoncini marroni. Entriamo e saliamo le scale fino al secondo piano, poi Sirius apre la porta con un tocco di bacchetta, mi solleva di peso e mi porta dentro l'appartamento, che è molto carino e accogliente.
Dall'ingresso si vede subito il soggiorno con la cucina a vista, mentre sulla sinistra c'è un piccolo corridoio che porta alle due camere da letto e al bagno. È arredato in modo semplice ma elegante, direi che riflette proprio bene la personalità di Sirius. C'è un po' di polvere dato che è chiuso dalla scorsa estate, ma con pochi colpi di bacchetta ritorna perfetto.

Sistemiamo i nostri bauli nella più grande delle camere, poi decidiamo di uscire a comprare qualcosa per cena.
È strano e bellissimo essere in giro per Londra con lui, lontano da Hogwarts. L'avevo già fatto anche con Justin esattamente tre anni fa, ma non è la stessa cosa. Ero una ragazzina all'epoca, adesso ho quasi diciotto anni e passerò due intere settimane con il mio fidanzato, sono al settimo cielo.

Tornati a casa, Sirius mi dice in tono che non ammette repliche: "siediti sul divano e riposati, ci penso io alla cena, come al solito darò il meglio di me stesso!"
Provo a protestare che vorrei aiutarlo ma è irremovibile. Mi siedo sul divano e, abbassando leggermente la testa e alzando lo sguardo, gli dico seria "Lascia perdere la cena e vieni qui. È un ordine!"
"Va bene, capo!" esclama Sirius ridacchiando, e si siede vicino a me con due bottiglie di birra babbana che abbiamo comprato poco fa. "Alla nostra prima vacanza insieme" dice guardandomi con quelle iridi chiare nelle quali potrei perdermi per ore. E, come quella sera in riva al lago, bevo un sorso, metto la bottiglia a terra, e poi appoggio le labbra sulle sue. Lui risponde con passione al mio bacio, e adesso finalmente non siamo costretti a fermarci, finalmente arriva il momento che ho aspettato da quando ho avuto la certezza che sarei venuta qui per Natale, la mia prima volta, il momento che ogni ragazza sogna di vivere con il ragazzo che ama. Perché sì, io ormai sono certa di amarlo, anche se non ho mai avuto il coraggio di dirglielo, non sapendo come lui potrebbe reagire.

Continuando a baciarci, ci spostiamo in quella che abbiamo scelto come la nostra stanza

Continuando a baciarci, ci spostiamo in quella che abbiamo scelto come la nostra stanza. Ci spogliamo lentamente e sento crescere un desiderio sempre più forte dentro di me. Lui sa che è la mia prima volta ed, essendo evidentemente molto più esperto di me, riesce ad essere delicato e attento e a farmi provare sensazioni intense e travolgenti che mai avrei potuto immaginare prima d'ora. E dopo, mentre siamo distesi sul letto abbracciati e Sirius mi accarezza dolcemente i capelli, è proprio lui a dire quelle parole che io mi tengo dentro da settimane e non ho il coraggio di pronunciare.
"Ti amo, Amy. Non credevo di potermi innamorare davvero, ho sempre pensato di non essere capace di dare amore, non avendone avuto mai dalla mia famiglia... e invece con te provo qualcosa che non ho mai provato per nessuna. E sai qual è il bello? Che tu mi hai rubato il cuore senza neanche rendertene conto, semplicemente vivendo la tua vita come se io non ne facessi parte, e questo col tempo mi è risultato sempre più insopportabile".

Sento le parole uscire dalla sue labbra, ma ancora non ci posso credere. Alzo lo sguardo e fisso i miei occhi scuri nei suoi, grigi e profondi, e non posso fare a meno di sorridere, ancora un po' incredula per tutto quello che mi sta succedendo.
"Ti amo anch'io Sirius. E credimi, ora che la mia vita la sto vivendo con te non ne potrei più fare a meno". E mentre ci baciamo di nuovo, appassionatamente, le mie paure svaniscono e mi sento libera e felice di vivere finalmente senza pensieri il mio grande amore.

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Capitolo 19
*** CAPITOLO 18 - UN NATALE E UN COMPLEANNO SPECIALI ***


CAPITOLO 18  - UN NATALE E UN COMPLEANNO SPECIALI


Svegliarsi la mattina di Natale tra le braccia di Sirius è il regalo più bello che io potessi mai desiderare. Mi tiene stretta a sé ma sta ancora dormendo, e per un attimo mi perdo a guardare il suo viso dai lineamenti fini ed eleganti, il suo naso perfetto, i suoi capelli arruffati, le sue labbra appena socchiuse, la fossetta che ha sul mento. Avrei già una gran voglia di baciarlo, ma non voglio svegliarlo, così decido di alzarmi a preparare la colazione.

Sposto cautamente il braccio di Sirius per liberarmi dalla sua stretta e uscire dal letto, ma lui apre un occhio e sorride. "Dove pensavi di andare? Non vorrai mica lasciarmi proprio il giorno di Natale?" bofonchia con voce lamentosa e ancora assonnata. Non posso fare a meno di scoppiare a ridere. "Ma che idiota che sei, volevo andare solo a preparare la colazione, e non volevo svegliarti" mormoro mentre lui mi stringe ancora più forte "ma visto che ormai sei sveglio farò qualcos'altro". Mi avvicino per baciarlo, e la giornata non potrebbe iniziare meglio di così.

 Mi avvicino per baciarlo, e la giornata non potrebbe iniziare meglio di così

 

Più tardi, facciamo colazione e ci scambiamo i regali. Non vedo l'ora che veda il mio: gli ho comprato un bellissimo giubbotto da motociclista che mi è costato una fortuna, ci ho speso praticamente tutti i miei risparmi e, come mi aspettavo, Sirius rimane a bocca aperta. "È stupendo Amy, grazie!" esclama "Sai, pensavo di andare a comprare la moto proprio in queste vacanze con te, così poi potremo fare subito qualche bel giro! Dobbiamo solo comprare due caschi e siamo a posto! Ecco, questo invece è per te" e mi porge un pacchettino molto piccolo. Lo apro e dentro c'è una collana con un ciondolo molto bello, con le lettere A e S tempestate di brillantini e intrecciate tra loro. "Wow ma è bellissima, grazie!" esclamo mettendomela subito al collo. "Così avrai sempre addosso qualcosa che parla di noi" sorride Sirius mentre mi aiuta ad allacciarla.

Per pranzo io e Sirius siamo stati invitati da sua cugina Andromeda, e sono emozionantissima al pensiero di conoscere un membro della sua famiglia. Ma soprattutto non vedo l'ora di vedere la piccola Ninfadora. Quando arriviamo a casa loro, rimango colpita nel constatare quanto la bambina sia affezionata a Sirius, pur essendo così piccola e pur vedendolo piuttosto di rado. Gli corre incontro e lo abbraccia con grande entusiasmo, e lui la tratta con una tenerezza che mi scalda il cuore. La adora, non ha occhi che per lei, fa tutto quello che lei gli chiede, a un certo punto penso che se lei gli chiedesse la luna, lui sarebbe capace di andare a prendergliela.

Andromeda, la cugina di Sirius, mi fa accomodare. La loro casa è accogliente ed estremamente pulita e ordinata per essere vissuta da una vivace bambina di quattro anni. Andromeda è proprio bella: ha i lineamenti del viso fini ed eleganti, tipici dei Black, lunghi capelli castani, uno sguardo dolce e gentile, e un sorriso che mi ricorda tanto quello di Sirius. Anche suo marito Ted è un bel ragazzo; sono entrambi poco più grandi di noi, devono avere circa 25 anni, e mi fanno sentire subito a mio agio, come se fossi una persona di famiglia nonostante io e Sirius siamo fidanzati da nemmeno due mesi.

"Ero proprio curiosa di conoscerti, sai Amy" mi dice Andromeda sorridendo "con Sirius ci siamo scritti solo una volta da quando siete fidanzati, ma già prima una volta mi aveva parlato di te in una sua lettera; diceva che c'era questa ragazza che gli interessava ma era diversa dalle altre, ed era indeciso se chiederle di uscire con lui o no. Orgoglioso com'è, difficilmente avrebbe accettato un rifiuto, e da come ti descriveva non ero certa nemmeno io che avresti accettato!".

Arrossisco un po' e abbasso lo sguardo "oh Godric, spero non mi abbia descritta come un mostro!" esclamo.
"No, no tutt'altro" mi rassicura Andromeda con una risatina "ti ha descritta come una ragazza tosta, intraprendente, ma anche sensibile, studiosa e piuttosto responsabile, e non credeva di poterti interessare".
"Beh, lui e i suoi amici non sono mai stati dei santi a scuola, però la verità è che nemmeno io lo sono mai stata in fondo. Certo, non ho combinato neanche la metà dei guai che hanno combinato loro, ma qualche regola l'ho trasgredita anch'io" ammetto sorridendo. Poi abbassando la voce per non farmi sentire da Sirius aggiungo "e comunque, l'hai visto bene tuo cugino? È bello da svenire, era da più di un anno che gli morivo dietro senza quasi rendermene conto. O meglio, sì che me ne rendevo conto ma non pensavo di avere la benché minima possibilità di piacergli, quindi cercavo di ignorare la mia cotta per lui" mormoro arrossendo ancora un po'.

"Beh, l'importante è che ce l'avete fatta e state insieme, è bello vederlo finalmente felice! Ne ha passate talmente tante con la sua famiglia... Conosci Regulus, vero?" chiede Andromeda.
"Dire che lo conosco non è propriamente corretto" rispondo. "So chi è, lo vedo a scuola, ma non ci ho mai scambiato nemmeno una parola. E comunque so cos'è diventato, purtroppo. Posso solo immaginare quanto Sirius ne abbia sofferto".
"Già, e pensare che da piccoli erano così uniti. Regulus adorava Sirius, cercava sempre di difenderlo quando i suoi genitori lo punivano, e accadeva piuttosto di frequente. Poi da quando Sirius ha iniziato a frequentare Hogwarts ed è stato smistato in Grifondoro, le cose sono cambiate. Regulus ha passato un anno da solo con i suoi genitori e si è piegato sempre più alle loro idee, iniziando ad allontanarsi da suo fratello. Un vero peccato. Ma del resto, è successa la stessa cosa anche a me con le mie sorelle, anche se io sono stata una Serpeverde" spiega Andromeda con espressione amareggiata.

"Non sapevo che avessi delle sorelle" ribatto un po' sorpresa. "Sirius non mi ha mai detto di avere altre cugine, mi ha sempre parlato solo di te".
"Certo, Sirius le odia, soprattutto Bellatrix, mia sorella maggiore". Sussulto leggermente, ricordo di aver sentito nominare Bellatrix da Regulus Black quel pomeriggio in cui l'ho visto discutere con Sirius. E parlava di lei come della più fedele servitrice di Colui-che-non-deve-essere-nominato.

"Bellatrix è... una mangiamorte?" sussurro. Lei mi guarda con espressione un po' sorpresa, così mi affretto a spiegarle. "Quasi due anni fa, ho sentito involontariamente una discussione tra Sirius e Regulus, e lui parlava di questa Bellatrix come della più fedele servitrice di... Tu-sai-chi".
"Purtroppo è vero, Amy. E mi vergogno che sia mia sorella, anche se comunque non la vedo da qualche anno. D'altronde anch'io, come Sirius, sono stata cancellata dall'albero genealogico della famiglia Black, dato che ho sposato un Nato Babbano; immagino che Sirius te lo abbia raccontato".

Annuisco. "E l'altra tua sorella?" le chiedo.
"Narcissa è più giovane di me, l'hai certamente incrociata a Hogwarts nei tuoi primi anni. Anche lei, come Bellatrix, ha sposato un purosangue, Lucius Malfoy, e a quanto ne so è un mangiamorte anche lui. Quindi non mi aspetto che Narcissa faccia una fine molto diversa da quella di Bellatrix, anche se non è una fanatica come lei" spiega Andromeda.

"Mammaaaaaa! Ho fameeeee!" strilla Ninfadora irrompendo in salotto seguita da un Sirius stravolto che si accascia pesantemente sul divano. "Tua figlia mi ha distrutto" dice lamentandosi rivolto ad Andromeda. Lei scoppia a ridere e ci invita ad accomodarci a tavola.

Il pranzo è fantastico e tra una portata e l'altra faccio amicizia con la piccola Ninfadora che ha un visino molto delicato a forma di cuore e scintillanti occhi scuri. Sono assolutamente divertita dal modo in cui riesce a cambiare la lunghezza e il colore dei suoi capelli, da un normale castano simile a quello della madre, a varie tonalità di rosa quando è contenta, a un rosso fuoco quando si arrabbia, al nero quando è triste. E sa modificare anche i lineamenti del suo bel viso, allungandosi e accorciandosi il naso e rendendosi il mento più o meno sporgente.
"È un metamorfomagus" mi spiega Andromeda "è una qualità piuttosto rara, in pratica sa cambiare il proprio aspetto in modo assolutamente naturale, e lo fa da quando è nata! Non hai idea di quanti spaventi ci ha fatto prendere!"
"Davvero!" aggiunge Ted "Quando la portiamo a giocare al parco non possiamo perderla mai di vista e dobbiamo sempre vestirla con colori molto sgargianti per poterla riconoscere anche se cambia aspetto!".

La giornata insieme a loro passa molto velocemente e ben presto arriva il momento in cui io e Sirius li salutiamo per tornare a casa sua. Andromeda e Ted ci abbracciano e ci chiedono di tornare presto a trovarli, mentre Ninfadora, che ora ha i capelli nerissimi e lunghi, piange disperata. "Torniamo a trovarti presto, te lo prometto" le sussurra dolcemente Sirius mentre lei gli si avvinghia in braccio, finché Ted riesce a staccargliela di dosso.

La serata è bella e non particolarmente fredda, quindi decidiamo di fare una passeggiata prima di tornare a casa.
"Allora, cosa ne pensi di loro?" mi chiede subito Sirius.
"Sono fantastici, li adoro! E tu sei uno zio meraviglioso, anche se non saresti proprio effettivamente lo zio di Ninfadora..." rispondo sorridendogli.
"Gia, ma lei ne è convinta, quindi va bene così! E sono davvero contento che anche tu le piaccia!" esclama lui.
"La adoro!" gli rispondo "e adoro i bambini, soprattutto a quell'età! Sono così spontanei, divertenti, starei ore ad ascoltarli chiacchierare!"
"Anch'io adoro i bambini. Un giorno vorrei avere una famiglia numerosa, sai?" butta lì ridacchiando e guardandomi con la coda dell'occhio, e per poco non svengo in mezzo alla strada.

Non posso credere a quello che ho sentito: lui, che fino allo scorso anno era un perfetto idiota che non faceva altro che infrangere regole e spalleggiare James Potter nella sua guerra personale contro Severus Piton, adesso sta parlando davvero di...

Non posso credere a quello che ho sentito: lui, che fino allo scorso anno era un perfetto idiota che non faceva altro che infrangere regole e spalleggiare James Potter nella sua guerra personale contro Severus Piton, adesso sta parlando davvero di volere una famiglia e dei bambini, e per di più con me?!? Questo sarebbe davvero il più inconfessabile dei miei sogni, quello che non avrei mai osato nemmeno sperare lontanamente. Mi fermo e lo guardo dritto negli occhi. "Tu stai davvero parlando di... Voglio dire... io e te, una famiglia numerosa...?" Non riesco nemmeno a parlare da quanto sono emozionata.
"Beh, adesso siamo ancora molto giovani amore mio, ma io voglio stare insieme a te tutta la vita, e anche oltre se sarà possibile, ancora non l'avevi capito? E più avanti vorrei una famiglia a cui poter dare tutto quello che non ho avuto io dai miei genitori" mormora lui sorridendo, quasi imbarazzato a pronunciare quelle parole. Ma io sto già volando altissimo e lo bacio lì, in mezzo alla strada, è l'unico modo per fargli capire che la voglio eccome una famiglia numerosa, e avremo tutti i bambini che vorrà, e certo che penso di potercela fare, lo farei anche adesso.

 

Sto talmente bene con Sirius che non mi accorgo nemmeno del tempo che passa, e i giorni di vacanza mi scivolano via dalle mani come acqua corrente. Gennaio è arrivato, le vacanze di Natale stanno per finire, e presto dovremo tornare a scuola, ma queste giornate trascorse insieme a lui resteranno impresse per sempre nella mia mente.
Mi sembra di vivere un sogno: io e Sirius abbiamo passato la maggior parte del tempo a casa tra chiacchiere, risate, coccole e momenti di intimità, godendo semplicemente l'uno della vicinanza dell'altro. Abbiamo visto ancora un paio di volte Andromeda, Ted e Ninfadora, ma per il resto siamo sempre stati soli, e felici di esserlo.

Ieri siano stati a Godric's Hollow a trovare i genitori di James; Sirius ci teneva molto ed anch'io ero curiosa di conoscerli dopo averne sentito parlare tanto dal mio fidanzato. Ho potuto rendermi conto di che persone meravigliose siano, e sono rimasta profondamente colpita dall'affetto che nutrono per Sirius, lo considerano davvero come un figlio.

Abbiamo passato a casa Potter l'intera giornata, poi James e Lily sono venuti a Londra con noi per trascorrere insieme gli ultimi giorni di queste vacanze. James e un po' triste per via della malattia dei suoi genitori, che purtroppo si stanno progressivamente aggravando, ma Lily è dolcissima con lui e gli sta molto vicina.
Stasera Remus verrà a cena qui e, mentre James e Sirius sono al supermercato a comprare gli ingredienti per la cena, posso finalmente raccontare a Lily della mia prima volta con Sirius, che ormai mi sembra davvero lontanissima, dato che è poi stata seguita da molte altre. Lily mi ascolta incuriosita, ma dice che per ora lei e James non ne hanno avuto l'occasione e le faccio notare che, dato che qui hanno una camera tutta per loro, qualcosa potrebbe anche succedere.

La cena con Remus è fantastica, ha cucinato tutto Sirius che, come ho già avuto modo di constatare nei giorni passati da sola con lui, da quest'estate ha imparato a cavarsela piuttosto bene ai fornelli, considerando che non aveva mai cucinato in vita sua neanche con l'aiuto della magia.
Mentre stiamo cenando, il discorso cade inevitabilmente sulla guerra in corso. Remus ha portato una copia della Gazzetta del Profeta, in cui si parla di numerosi attacchi a famiglie di Nati Babbani. Vedo Lily rabbrividire, e la capisco perché anch'io sono preoccupata per mio padre, mentre mia madre non corre rischi essendo una strega purosangue.

A un certo punto Remus fa una rivelazione: "Voi sapevate che Silente ha fondato una società segreta per combattere colui-che-non-deve-essere-nominato?".
Lo guardiamo tutti a bocca aperta: no, nessuno di noi lo sapeva.

"Cosa significa Remus? E tu come fai a saperlo?" chiede James.
"Ho intercettato un discorso che Silente stava facendo alla professoressa McGranitt nel suo studio. Ero andato da lei per chiederle come poter recuperare la lezione di Trasfigurazione che ho perso prima dell'inizio delle vacanze perché stavo male. La porta era chiusa e, mentre stavo per bussare, ho sentito le loro voci. Stavano parlando di reclutare persone fidate per questa società segreta, l'Ordine della fenice. Da quello che ho capito esiste già da qualche tempo, ma ora hanno bisogno di rinforzi" spiega Remus.

"Credi che Silente ci accetterebbe se gli chiedessimo di entrare nell'Ordine?" si anima subito Sirius.
"Finché frequentiamo Hogwarts no" risponde Remus "dicevano espressamente che reclutano solo maghi e streghe maggiorenni e che abbiano già finito la scuola".
"Beh ma tra sei mesi l'avremo finita la scuola!" esclama James "è solo questione di tempo. Anzi, dovremo coinvolgere più persone possibili anche tra i nostri amici a Hogwarts. Peter, ad esempio. O le vostre amiche".

"James non ti sembra di correre un po' troppo? Non sappiamo nemmeno se Silente ci accetterebbe" mormora Lily.
"Ma certo che ci accetterebbe! Siamo tutti maggiorenni, Grifondoro, studenti brillanti... voi due poi!" esclama rivolgendosi a me e Lily "La miglior pozionista di tutta Hogwarts e la strega che sapeva fare incantesimi non verbali già a quattordici anni, Silente verrà a supplicarvi di entrare nell'Ordine della fenice!".

Non so dire perché, ma ho una strana sensazione, come se tutte queste previsioni per il futuro non mi riguardassero, come se sapessi già che ne sarò, in qualche modo, esclusa. Sono molto turbata e resto zitta per tutto il resto della serata, e anche durante la notte, nonostante l'abbraccio di Sirius che mi avvolge nel letto, non riesco ad addormentarmi e quando finalmente ce la faccio, il mio sonno è agitato e pieno di incubi.

La mattina dopo mi sento uno straccio, ma avevo promesso a Sirius che lo avrei accompagnato a comprare la motocicletta che desiderava e così usciamo presto di casa, avviandoci a piedi dal momento che il posto in cui siamo diretti non è molto lontano da casa di Sirius. James e Lily stanno ancora dormendo e decidiamo di non disturbarli; almeno per oggi avranno la possibilità di passare del tempo insieme da soli.

"C'è qualcosa che non va?" mi domanda Sirius mentre camminiamo, mano nella mano, nell'aria gelida della mattina londinese di inizio gennaio.

Sono per un attimo indecisa se parlargli o meno delle mie sensazioni, ma non voglio turbare l'entusiasmo che percepisco in lui al pensiero di poter finalmente avere la moto che tanto desidera, così scuoto la testa sorridendo e rispondo "no non preocuparti, va tutto bene, sono solo un po' stanca".

"Sei strana stamattina, e anche ieri sera sembravi turbata. E stanotte ti ho sentita continuamente girarti e rigirarti addosso a me" osserva lui guardandomi di sottecchi.

"Sai, non è sempre facile riuscire a dormire quando stai nel letto insieme al ragazzo più bello della scuola!" esclamo più allegra, nel tentativo di cambiare argomento.

"Eh già lo capisco, sono irresistibile! Ma avresti potuto svegliarmi, o anche approfittare di me, non mi sarei certo offeso!" esclama lui ridacchiando. Appoggio la testa sulla sua spalla e lui mi bacia distrattamente la testa. La sua attenzione è già completamente catturata dalla moto parcheggiata fuori dal rivenditore. Sirius l'aveva già contattato qualche giorno fa e ci stava aspettando.
"Ma sai come si guida? Non ci vuole una patente o qualcosa del genere?" gli chiedo.
"Già fatto!" risponde lui sventolandomi davanti un cartoncino "mi sottovaluti proprio eh? Pensa che voglio anche provare a modificarla perché possa volare!". E alcuni minuti dopo, sono seduta dietro di lui su questa potente moto; abbiano comprato anche due caschi e siamo pronti per far un giro.

Stiamo fuori tutta la giornata correndo in sella a quella meraviglia, macinando chilometri e ridendo come pazzi. Quando torniamo, ho ormai dimenticato le preoccupazioni di ieri; James e Lily hanno un'aria contenta e rilassata, e spero abbiano trascorso una bella giornata insieme come è stato per noi.

 Quando torniamo, ho ormai dimenticato le preoccupazioni di ieri; James e Lily hanno un'aria contenta e rilassata, e spero abbiano trascorso una bella giornata insieme come è stato per noi

Gli ultimi giorni di questa stupenda vacanza passano ancora più veloci: stiamo molto bene, noi quattro insieme, ed è un vero peccato dover tornare alla realtà. Tra l'altro, quest'anno il rientro a scuola coincide proprio con il giorno del mio compleanno, e mi dispiaccio di non essere nata anche solo uno o due giorni prima, così avrei potuto trascorrere l'intera giornata del mio compleanno senza staccarmi un secondo da Sirius anziché a lezione, e poi senza vederlo per un intero pomeriggio. Nessuno pare avere idea di dove sia finito, finché non ricevo il suo primo biglietto via gufo del 1978.

Amore mio, spero che mi perdonerai per non aver passato con te il pomeriggio del tuo compleanno, ma ero troppo impegnato a prepararti una sorpresa per questa sera. Ci vediamo tra poco in Sala Comune, ti porterò a cena in un posto speciale.
Un bacio,
Sirius

Sorrido soddisfatta e vado a prepararmi. Decido di non mettere la divisa perché a quanto ho capito non ceneremo in Sala Grande stasera, ma indosso il vestito più carino che ho. Sirius è piacevolmente colpito perché appena mi vede uscire dal dormitorio delle ragazze mi viene incontro e mi bacia con ardore.

"Wow! Sei bellissima!" esclama facendomi arrossire.
"Anche tu non sei niente male!" esclamo lanciandogli un'occhiata eloquente, ed è vero, indossa i jeans e una camicia piuttosto aderente che mette il risalto il suo bel fisico. Noto con piacere che ha in mano il mantello di James e la Mappa del Malandrino, così non dovremo preoccuparci del coprifuoco.

Passiamo in mezzo a una Sala Comune parecchio affollata in cui intercetto numerosi sguardi rivolti a noi, specie di ragazze che probabilmente mi odieranno e si staranno domandando come abbia fatto una ragazza così anonima come me a conquistare il più bello della scuola, tenendo conto che non posso nemmeno avergli propinato un filtro d'amore data la mia scarsa bravura in Pozioni.

Ci sediamo in Sala Comune e aspettiamo che tutti i Grifondoro presenti siano scesi a cena, e intanto mi domando dove andremo noi. Suppongo che non usciremo nel parco questa volta, dato che ha nevicato per tutto il giorno e non ha ancora smesso, e Sirius, a differenza di quanto aveva fatto al nostro primo appuntamento, non mi ha avvisato di coprirmi bene; tra l'altro nemmeno lui sarebbe vestito in modo adeguato per andare fuori sotto la neve.

"Dove andiamo?" domando curiosa dopo aver attraversato il buco del ritratto.
"Lo sai cosa c'è al settimo piano?" mi chiede lui a sua volta.
"A parte le aule di Divinazione e Aritmanzia, l'ufficio del professor Vitious e gli ingressi alla nostra torre, a quella di Corvonero e alle altre torri? No non saprei..." ormai la mia curiosità è alle stelle, ma lui sfodera il suo miglior sorriso da perfetto Malandrino e risponde misterioso "Tra poco lo vedrai". Getta una rapida occhiata alla mappa per evitare Gazza e Mrs. Purr, mi prende per mano e ci avviamo a passo svelto.

Mentre camminiamo mano nella mano lungo il corridoio, Sirius si ferma davanti a un muro. Lo guardo con aria interrogativa ma lui sembra molto concentrato a osservare quel muro. E poi, all'improvviso, dal nulla, appare una porta. mi volto verso Sirius sbalordita domandandogli "l'hai fatta apparire tu?"

"Non proprio in effetti; questa è la Stanza delle Necessità. L'abbiamo scoperta io e James al terzo anno, mentre cercavamo di nasconderci da Gazza che ci stava inseguendo dopo averci sorpresi in giro per la scuola in piena notte. Non avevamo ancora inventato la Mappa e, nonostante fossimo nascosti sotto il mantello, avevamo fatto troppo rumore e lui ci aveva beccati. Passando qui davanti, la porta si è materializzata all'improvviso davanti ai nostri occhi. Compare solo a chi ne ha veramente bisogno, e dentro ci trovi tutto quello che ti serve" mi spiega Sirius. "Aprila, dai" mi esorta sorridendo.

Apro piano la porta e resto a bocca aperta: davanti a me c'è una stanza illuminata solo dalla luce tenue di alcune candele che emanano un profumo inebriante. O forse sono i moltissimi fiori, sparsi per la stanza, a farla profumare così. L'atmosfera è decisamente romantica. Davanti a noi c'è un tavolo apparecchiato elegantemente per due, e in fondo alla stanza, alla mia sinistra, vedo anche un enorme letto a baldacchino. Suppongo quindi che Sirius abbia intenzione di passare la notte qui con me. E se qualcun altro dovesse aver bisogno di questa stanza proprio stasera? penso inorridita. Sirius che, come al solito sembra leggermi nel pensiero, si avvicina alla porta pronunciando un incantesimo Colloportus. "Così se qualcuno avesse bisogno della stanza stasera non riuscirà ad aprire la porta!" esclama soddisfatto.
"Sei proprio ingenuo, amore mio" gli rispondo sorridendo "chiunque potrebbe aprila con un semplice Alohomora! Lascia fare a me". Mi avvicino alla porta, agito la bacchetta e due grosse assi di legno compaiono a sprangarla dall'interno. "Ora sì che siamo al sicuro." dico sorridendo soddisfatta.

Avvicinandomi al tavolo, vedo che la cena è già pronta, e mi accorgo che sto morendo di fame. "Ho passato il pomeriggio in cucina con gli elfi domestici, spero sia venuta bene!" esclama Sirius, e sollevando il coperchio sopra il mio piatto sgrano gli occhi vedendo quello che Sirius ha preparato per me. "Pizza?!?" esclamo senza poter credere ai miei occhi, e le mie origini italiane fanno le capriole dentro di me, perché, per quanto a Hogwarts si mangi indubbiamente tanto e bene, non mangio pizza dall'ultima volta che sono stata in Italia l'estate scorsa, e mi mancava da impazzire.
"Mi rendo conto che la pizza non è proprio la scelta ideale per una cena romantica, ma sapevo anche che sarebbe stata la scelta migliore per te e che l'avresti apprezzata più di qualunque altro cibo" dice Sirius, e io gli lancio immediatamente le braccia al collo e lo bacio.

"Scherzi? È tutto così speciale e romantico che io... non so davvero come ringraziarti per questa bellissima sorpresa!" esclamo sorridendo felice.
"E poi sai, è stato anche divertente prepararla, gli elfi domestici mi hanno giurato che la cucineranno per tutta la scuola, qualche volta! Dai adesso assaggiala, voglio proprio sentire il giudizio della signorina Mancini!" aggiunge Sirius con un bellissimo sorriso.

Ci sediamo a tavola, la assaggio, ed è talmente buona che finisco per divorarla. Sirius sorride soddisfatto "immagino di aver superato la prova!" esclama "ma non è finita qui, ci sono la torta e il tuo regalo!". E mi posa davanti una piccola torta al cioccolato con diciotto piccole candeline, e un pacchettino avvolto in una carta dorata. "Aprilo, voglio proprio vedere se ti piace".
Sono senza parole quando apro il pacchetto e mi trovo davanti un anello d'oro, sottile, con piccoli brillantini incastonati. Alzo gli occhi sgranati per la sorpresa. "Sirius... è... è meraviglioso... ma sei matto a farmi un regalo del genere?"
"Amy..." Sirius sembra quasi faticare a trovare le parole, si guarda intorno nervoso, quasi imbarazzato "io non sono mai stato bravo ad esprimere quello che provo, ma... quando la situazione sarà più sicura, quando la guerra sarà finita, io vorrei... sposarti, e stare con te. Per sempre".

Lo amo così tanto che sento il cuore scoppiarmi nel petto. Faccio un profondo respiro, mi alzo, mi avvicino a lui che si alza a sua volta, e ci baciamo, all'inizio lentamente, poi con una foga e una passione sempre crescenti; ci spogliamo velocemente, ma non riusciamo nemmeno ad arrivare al letto e la passione ci travolge sul pavimento della stanza. Non posso credere di averlo fatto a scuola, al solo pensiero divento paonazza.

Siamo ancora stesi per terra abbracciati quando Sirius mi fa notare che non ho provato l'anello e non ho nemmeno risposto a quello che mi ha detto poco fa.
"Beh, pensavo che la risposta fosse chiara!" esclamo divertita "Ti sono praticamente saltata addosso, non so come altro pensi di poterlo interpretare". Poi mi alzo e vado verso il tavolo dove ho appoggiato l'anello.

"Rivestiti per favore, o sarò io a saltarti addosso adesso" mormora Sirius abbracciandomi da dietro e, dopo avermi scostato i capelli di lato, riempiendomi il collo e la schiena di piccoli baci mentre le sue mani ricominciano ad accarezzarmi ovunque.

"Sirius! Spostati se no è impossibile che riesca a rivestirmi! Anzi, dovresti farlo anche tu!" esclamo fingendomi indignata.

Sbuffando, lui si stacca da me e si veste, e mentre finisco di infilarmi il vestito, prende l'anello e si avvicina per infilarmelo al dito. È bellissimo, elegante e perfetto, come lui.
"Grazie, è stupendo!" mormoro ancora incredula. "E se fosse per me ti sposerei anche domani" confesso arrossendo.

"Oh, questa sì che è una risposta! Anche se comunque anche quella di prima non è stata affatto male, sai?" sorride lui malizioso. "E ora che ne dici di spegnere le candeline?" propone guardando la torta al cioccolato che ci aspetta ancora in tavola.
"Ottima idea!" esclamo sorridendo e scoprendo di essere ancora molto affamata.

Soffio sulle mie diciotto candeline senza avere il minimo dubbio su quale sia il mio unico desiderio: è qui, di fronte a me, bello, dolce, sensibile, impulsivo, ribelle, coraggioso, appassionato e sempre pieno di sorprese, e l'unica cosa che desidero è che quello che c'è fra di noi non finisca mai, che resti così per sempre. Chissà se i desideri espressi per i diciott'anni hanno qualche valore in più rispetto a tutti gli altri, io me lo auguro. Perché poter passare il resto della mia vita con Sirius è davvero l'unica cosa che potrei mai desiderare.



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Buongiorno! Chiedo scusa per il capitolo lunghissimo ma non volevo dividerlo. Mi rendo conto oltretutto che questo capitolo è zucchero e diabete allo stato puro, ma avevo bisogno di farvi capire quanto sia alta, assoluta e perfetta la felicità di Amy in questo momento perchè piano piano dal prossimo capitolo in po qualcosa comincerà a cambiare, anche se un po' di zucchero ci sarà ancora.
Nel prossimo capitolo - se non deciderò di dividerlo perchè è lungo al pari di questo - avremo due pov diversi, Siirius prima e Lily poi e poi avremo altri pov di Sirius nei capitoli successivi.. Spero di avervi un po' incuriositi e che la storia vi stia piacendo, se vi va datemi un feedback, per me sarebbe importante conoscere i vostri pensieri.
Grazie e alla prossima!
Ale

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Capitolo 20
*** CAPITOLO 19 - LA LETTERA ***


CAPITOLO 19 - LA LETTERA


SIRIUS POV

"Ramoso, Codaliscia, alzate i vostri inutili sederi e mettetevi a sistemare questo casino di dormitorio!" sbotto indignato all'indirizzo del mio migliore amico che è seduto sul suo letto con lo sguardo perso chissà dove e del divoratore seriale di Cioccorane che, sdraiato sul suo, si sta divertendo a lanciare cartacce e figurine in giro per tutta la stanza.

"Per una volta nella tua vita hai ragione Felpato. Dovremmo invitare più spesso qui Amy se questo potesse servire a farti lasciare la stanza in ordine e a farti obbligare quei due fannulloni a fare altrettanto" ridacchia Lunastorta impegnato ad impilare con cura i suoi preziosi libri accanto al suo letto.

"Non voglio che rischi di uccidersi inciampando nelle scarpe di Ramoso o scivolando sulle cartacce di Codaliscia" gli rispondo con il mio migliore tono melodrammatico.

"Come sei tragico Felpato, e comunque se anche si facesse male sapresti tu come curarla!" ridacchia Codaliscia ficcandosi in bocca l'ennesima Cioccorana e allungando un braccio per recuperare alcuni dei rifiuti che ha sparso per il dormitorio. Ramoso invece non dà segni di vita, quindi decido di passare alle maniere forti.

"Accio scarpe!" esclamo avvicinandomi alla finestra con la bacchetta alzata. Le scarpe del mio migliore amico - almeno una decina di paia - cadono ai miei piedi mentre sto aprendo la finestra facendo entrare l'aria fredda di fine gennaio.

"No no no aspetta Felpato che cos'hai intenzione di fare?" chiede Ramoso terrorizzato riscuotendosi dal suo torpore e lanciandosi verso di me che ho già un paio di sue scarpe in mano, pronto a farle volare nel cortile innevato di Hogwarts.

"Mettile. Via. Subito!" ordino con un tono che non ammette repliche mentre Lunastorta e Codaliscia, dall'altra parte della stanza, si rotolano per terra dalle risate davanti all'espressione terrorizzata di Ramoso.

Ci interrompe il rumore di qualcuno che bussa alla porta. Chiudo la finestra calciando le scarpe di Ramoso sotto il letto più vicino, il suo, lancio una rapida occhiata alla mia immagine riflessa nello specchio del bagno ravviandomi i capelli e mi dirigo verso la porta.

"Stai tranquillo Felpato i tuoi capelli sono perfetti e comunque Amy ti vorrebbe anche se non te ne restasse più nemmeno uno" mi prende in giro Codaliscia e peccato che io abbia lasciato la mia bacchetta sul comodino, altrimenti ci si troverebbe lui senza capelli e vorrei proprio vedere come si divertirebbe!

Apro la porta e la ragazza bionda che mi trovo di fronte mi sorride, e devo fare uno sforzo enorme per non perdermi nei suoi occhi scuri e non avventarmi sulle sue labbra dolcemente incurvate verso l'alto. Le sorrido a mia volta e mi affretto a farla entrare, non dovrebbe essere qui nel dormitorio maschile e non voglio che qualcuno la veda e la faccia passare un guaio.

Non è la prima volta che Amy entra nel nostro dormitorio, è già stata qui qualche settimana fa, la sera dopo il suo compleanno, quando le ho regalato la mia felpa blu. Non mi sembrava si fosse particolarmente preoccupata del caos che regnava nella stanza, ma quella volta non avevo programmato di portarla qui e non avrei potuto rimediare in alcun modo; oggi invece le ho chiesto di venire per organizzarci per il compleanno di Lily e ci tenevo che almeno questa volta trovasse la nostra stanza almeno un po' più in ordine.

"Ciao ragazzi!" esclama allegra, ma appena chiudo la porta la sua espressione cambia, e una smorfia prende il posto del sorriso che aveva fino a poco fa. "Ma non le aprite mai le finestre?"

"Visto? Lo dicevo io che da qualche giorno qui dentro c'è un odore strano! Non è che avete ucciso un topo e avete nascosto il cadavere sotto uno dei vostri letti?" domanda Lunastorta riaprendo la finestra che avevo chiuso poco fa.

Deglutisco rumorosamente e noto con la coda dell'occhio che Codaliscia è vistosamente impallidito. Ramoso, che era chinato a sistemare le scarpe sotto il suo letto, si alza invece di scatto con aria colpevole e proprio in quel momento noto per la prima volta ai piedi del suo letto un mucchietto di indumenti che riconosco essere la sua divisa da Quidditch, nello specifico quella che ha indossato alla partita contro Serpeverde quasi due settimane fa.
"Ramoso!" strillo indignato "Possibile che dall'ultima partita tu non abbia ancora lavato la divisa e i calzettoni?"

Ramoso arrossisce visibilmente; nessuno sapeva che tenesse quella divisa non lavata sotto il letto, è spuntata fuori solo adesso, sotto la spinta delle sue scarpe.
"Non volevo lavarla perché è stata una partita piena di colpi di fortuna e io sono sempre stato un po' scaramantico" ammette imbarazzato. E in effetti ricordo che in quella partita abbiamo polverizzato i Serpeverde che hanno perso sia il portiere, caduto dalla scopa per essersi sporto eccessivamente nel tentativo di recuperare una pluffa e sostituito da un incapace totale del terzo anno, sia il cercatore, mio fratello, o almeno quello che una volta diceva di essere tale.

A dire la verità, Regulus in quella partita non l'hanno mai avuto: era presente in squadra, ma era come se non ci fosse, aveva uno sguardo vuoto, perso in chissà quali pensieri, certamente lontano mille miglia da Hogwarts e dal campo da Quidditch. Durante tutta la partita, mi era sembrato che fosse interessato più al suo braccio sinistro che al boccino d'oro, lo toccava in continuazione come se gli desse fastidio o comunque avesse qualcosa che non andava; e anche se ammetterlo mi fa male, e tanto, posso immaginare cosa fosse successo a quel braccio.

 Durante tutta la partita, mi era sembrato che fosse interessato più al suo braccio sinistro che al boccino d'oro, lo toccava in continuazione come se gli desse fastidio o comunque avesse qualcosa che non andava; e anche se ammetterlo mi fa male, ...

"Sei veramente disgustoso, lo sai vero?" sbotta Lunastorta rivolto a Ramoso che, con aria avvilita, prende divisa e calzettoni e si dirige verso il bagno per lavarli, non prima di aver rivolto a Amy uno sguardo supplichevole dicendole "non lo dirai a Lily, vero?"

"Tranquillo James, il tuo segreto con me è perfettamente al sicuro" lo rassicura la mia ragazza ridacchiando e incrociando gli indici davanti alle labbra, e in quel momento mi torna in mente quello che avevo in testa da quando me la sono trovata davanti aprendo la porta.
"Ehi non mi hai nemmeno dato un bacio" borbotto imbronciato attirandola a me e posando le mie labbra sulle sue.

Le nostre lingue si sfiorano e sembra che lei stia per lasciarsi andare al mio bacio, ma poi mi allontana con uno spintone del tutto inaspettato che mi fa cadere rovinosamente addosso a Codaliscia, sdraiato su un fianco sul suo letto e intento a giocare con le figurine delle Cioccorane. E meno male che a Codaliscia piace mangiare, altrimenti mi sarei sicuramente già rotto la spina dorsale.

"Oh scusa Peter ti sei fatto male?" farfuglia Amy paonazza in viso.
"No tutto a posto grazie, sono abituato ormai ai tentativi di schiacciamento del tuo fidanzato. E anche degli altri a dire la verità" risponde Codaliscia mentre lo libero dal mio dolce peso.

"E di me non ti preoccupi nemmeno un po'?" le domando guardandola con il broncio più evidente che riesco a fare.
"Così impari a tentare di distrarmi!" risponde lei con il piglio deciso. "Mancano tre giorni al compleanno di Lily e dobbiamo ancora organizzare tutto! Dobbiamo dividerci i compiti, tra mezz'ora Lily tornerà dalla lezione di Aritmanzia e io non posso certo farmi trovare qui, non c'è tempo da perdere!"

"Ok" risponde Lunastorta "quindi esclusa la possibilità che la festa si faccia nel vostro dormitorio se non vogliamo morire tutti cadendo dalle scale, direi che non ci rimane che organizzarla qui da noi".

"Andrà benissimo" risponde Amy. "Lily non si aspetta nemmeno una festa, mi ha detto che pensava di passare una serata tranquilla con noi ragazze come abbiamo sempre fatto, e immagino che averci qui tutti insieme a festeggiarla sia la soluzione migliore".

"Perfetto. La torta ce la facciamo fare dagli elfi domestici?" domanda Ramoso uscendo dal bagno con la divisa finalmente lavata.
"Sì sì, ci penso io, gli elfi mi adorano, come tutti in questa scuola del resto!" esclamo ghignando e guadagnandomi un'occhiataccia da parte della mia fidanzata.

"Domani c'è l'uscita a Hogsmeade, possiamo anche comprare un po' di dolci da Mielandia" propone Codaliscia.
"Sì, lo farete tu e Remus. Io poi penserò alla musica. Piuttosto, dobbiamo procurarci anche bibite e alcolici babbani e a Hogsmeade non c'è niente di tutto questo" osservo.

"Giusto! Lily adora la Coca cola!" esclama Amy." Posso chiedere a Mary, ormai sappiamo smaterializzarci e domani potrebbe andare da Hogsmeade in qualche cittadina babbana non troppo distante a fare compere".

"Ma come, non usciva con un ragazzo di Tassorosso Mary?" domanda Lunastorta.

Gli lancio un'occhiata inquisitoria. "Scusa e a te da quando interessa con chi esce Mary McDonald?"

Lunastorta torna a rivolgere l'attenzione ai suoi libri e si affretta a rispondere "non mi interessa affatto" ma a me non la racconta giusta.
"Potresti andarci tu con lei" suggerisco ghignando.
"E vorreste lasciare Peter solo con i dolci di Mielnadia?" si intromette Ramoso "lo sapete, vero, che non arriverebbero neanche al castello?"

Codaliscia lancia una figurina delle Cioccorane piegata ad aeroplanino all'indirizzo di Ramoso ma, siccome ha una pessima mira, la figurina si infila dritta nei folti capelli di Amy. Adoro quei morbidi fili dorati, quindi le faccio segno di sedersi vicino a me per darle una mano a togliere la figurina, cercando di non spezzarle nessun capello.

"Comunque qualcuno deve andare con Mary, birre e bibite sono un bel peso da portare per una ragazza da sola" osserva Amy, mentre le mie narici si riempiono del profumo dolce del suo shampoo al cocco.

"Ci posso andare io ma dobbiamo trovare una scusa per giustificare con Lily il fatto che non verrò a Hogsmeade con te" le rispondo estraendo finalmente la figurina e rilanciandola a Codaliscia. "Che cosa te ne farai poi di tutte queste figurine, sono sei anni che fai la collezione, ormai ne avrai mille per ogni mago o strega" ridacchio al mio amico che mostra orgoglioso una pila di figurine alta quasi come il suo baule.

"Va bene, alla scusa ci penso io" ribatte Amy ancora seduta accanto a me.
"Però mi mancherai domani" le sussurro mentre prendo la sua mano destra, la appoggio sulla mia gamba, intreccio le sue dita a quelle della mia mano sinistra e comincio a disegnare col pollice dei cerchi nel palmo della sua mano. Le guance di Amy assumono il colore del fuoco, e la sua spontaneità è una delle caratteristiche che più mi fa impazzire di lei. Ramoso, intanto, ci osserva con aria improvvisamente tesa e preoccupata.

"Che c'è?" domando un po' irritato.

"Niente, è solo che mi domandavo... insomma.." bofonchia rivolgendosi a Amy "tu credi che Marlene verrà alla festa? Voglio dire, non le darà fastidio passare una serata con voi due che state sempre appiccicati? Non vorrei che potesse in qualche modo rovinare il compleanno di Lily".

"James ha ragione, ci avevo già pensato anch'io" risponde la mia ragazza guardandomi e staccando la mano dalla mia "e non vorrei succedesse un casino proprio ora che sta ricominciando a parlarmi, anche se a monosillabi".

"E quindi cosa dovremmo fare, lasciarci per una sera?" mi lamento imbronciato passando ripetutamente lo sguardo dall'uno all'altra.
"Ma no, no non sto dicendo questo, però potresti... ecco magari... non starle sempre così incollato?" azzarda James mentre metto un braccio intorno alla vita di Amy, ancora seduta accanto a me.

"È la mia fidanzata ed è del tutto normale che io le stia incollato!" ribatto mentre Amy appoggia la testa sulla mia spalla e alza appena gli occhi lanciandomi uno di quegli sguardi a cui non so dire di no. Sbuffo rumorosamente all'indirizzo di Ramoso: "e va bene ma sappi che lo faccio solo per Lily e comunque voglio il tuo mantello dell'invisibilità per tutti i sabati sera del prossimo mese!"
Il mio migliore amico alza gli occhi al cielo ma fortunatamente annuisce senza fare storie.

"C'è un altro problema" aggiunge poi. "Voglio regalare a Lily un gattino e pensavo di andare a prenderlo al Serraglio Stregato domenica. Cosa mi posso inventare per giustificare la mia assenza per un giorno intero? È da ieri che ci penso ma non mi viene in mente nulla".

"Un'emergenza?" butta lì Codaliscia senza riflettere sul fatto che i genitori di Ramso sono malati e questa poteva proprio evitarsela. Prendo una scarpa da sotto il letto del mio migliore amico e gliela lancio dritta in testa.

Mentre Codaliscia si lamenta massaggiandosi la fronte, guardo Lunastorta che ha improvvisamente lasciato i suoi amati libri e si è alzato in piedi con quell'aria pensierosa che ha quando gli sta per venire un'idea geniale. "Tu sei un grande giocatore di Quidditch James... e se domani ricevessi una lettera da una squadra importante che ti invita a fare un provino domenica? Non credo proprio che Lily potrebbe insospettirsi". Ridacchio vedendo l'espressione sognante di Ramoso, ma Lunastorta si affretta a riportarlo alla realtà: "Naturalmente poi il provino andrà male, ma tanto ci sarà Lily a consolarti, no?"

"E perchè deve proprio andare male?" sbotta il mio migliore amico con aria offesa, come se quel provino lo dovesse fare davvero. "Posso sempre dire che mi faranno sapere".

"Va bene, ma Lily potrebbe vedere quella lettera e dobbiamo fare in modo che sia credibile!" mi intrometto io alzandomi e brandendo un foglio di pergamena.

"Prima di tutto ci vuole sulla pergamena il simbolo della squadra che sceglierai" dichiara Amy strappandomi il foglio dalle mani e guardando Ramoso che subito si illumina, si avvicina al suo baule e inizia a frugarci dentro buttando vestiti alla rinfusa sul pavimento della stanza. "Ecco qua!" esclama sventolando davanti alla mia fidanzata la maglia della sua squadra preferita, le Vespe di Wimbourne, che ha come simbolo una vespa stilizzata. Amy la osserva e punta la bacchetta prima sulla maglia e poi sulla pergamena, e lo stesso simbolo appare sulla parte superiore del foglio.

"Grandioso! Sembra proprio una lettera delle Vespe di Wimbourne!" esclama Ramoso ammirato, battendo il cinque alla mia ragazza.

"Ora però qualcuno deve scrivere la lettera" aggiunge Amy "dovrete pensarci voi perchè tra poco arriva Lily e devo farmi trovare in Sala Comune. Ah, Sirius, Remus e Pater, datemi una felpa che indosserete alla festa così ci faccio comparire sopra le lettere per formare la scritta AUGURI! Dobbiamo decidere come disporci, direi di alternare un ragazzo e una ragazza per dare un po' di equilibrio".

"Va bene basta che non mi fai stare vicino alla McKinnon" borbotto frugando nel mio baule e allungandole una mia felpa, mentre Lunastorta e Codaliscia fanno altrettanto.

"Uff come sei noioso. Ok allora farò scegliere a Marlene la lettera che vuole e poi ti metterò tra Sarah e Mary. E adesso scappo, mi raccomando la lettera, andate a spedirla ad Hogsmeade eh, non dalla guferia qui nel castello!" esclama Amy prima di sparire dietro la porta senza neanche darmi il tempo di darle un bacio o almeno di dirle di stare attenta a non farsi beccare.

"Possibile che la tua ragazza ci consideri idioti fino a questo punto?" mi domanda Lunastorta, mentre io e Ramoso ci guardiamo e scoppiamo in una fragorosa risata.

La mattina dopo sono seduto a tavola a fare colazione con i miei tre amici, stiamo aspettando Amy, Lily e Mary; ieri sera a cena Amy mi ha detto che aveva parlato con le altre ragazze e che non ci sono stati problemi per la festa, nemmeno da parte della McKinnon e che anzi lei, essendo entrata quest'anno nella squadra di Quidditch di Grifondoro nonostante avesse sempre dichiarato di odiare quello sport, oggi sarebbe andata molto presto a Hogsmeade con le sue compagne di squadra per non trovare il negozio Accessori di Prima Qualità per il Quidditch eccessivamente affollato.

Sto addentando un dolcetto al cioccolato che ho sottratto con l'inganno a Lunastorta quando noto due gufi dirigersi verso di noi: uno, come programmato, punta James, l'altro invece atterra davanti a me. Sorrido pensando possa trattarsi di una lettera di Andromeda, ma la calligrafia sulla busta non è la sua. La apro ed estraggo un po' incerto il foglio di pergamena contenuto al suo interno, e quello che vedo mi fa gelare il sangue nelle vene.

Tieni le tue luride mani lontano da Amy Mancini o te ne farò pentire amaramente.

Rileggo quelle poche righe più volte, mentre le voci allegre dei miei amici mi raggiungono ovattate, come se arrivassero da un pianeta molto lontano.

"Felpato, che succede?" Lunastorta, seduto di fronte a me, è il primo a notare la mia espressione sconvolta. Gli allungo il foglio di pergamena e vedo i suoi occhi, così come quelli di Codaliscia seduto accanto a lui, ingrandirsi a dismisura.

"Fatemi vedere" si intromette Ramoso, che guarda a sua volta quella scritta e poi alza gli occhi su di me.
"Potrebbe essere uno scherzo, no? Di pessimo gusto ma pur sempre uno scherzo" dice il mio migliore amico mettendomi una mano sul braccio e tentando di sorridere, ma si vede lontano un miglio che non ci crede nemmeno lui.

"Non è affatto uno scherzo e so da chi proviene" rispondo riprendendo il foglio di pergamena e accartocciandolo nella mia mano. Stringo il pugno talmente forte che mi fanno male le dita, se mi trovassi davanti Jugson in questo momento sarei capace di ucciderlo con queste stesse mani. Ma non è questo che importa davvero adesso, devo pensare solo a proteggere Amy e finché sarà qui nel castello so che non correrà pericoli.
"Dovete aiutarmi; non posso permettere che Amy esca da Hogwarts, è troppo pericoloso, ma non voglio dirle nulla di questa storia, almeno per il momento".

"Perché no Felpato? Se sapesse la verità, lei stessa starebbe attenta. E comunque dubito possa succederle qualcosa a Hogsmeade, oggi ci sarà tutta la scuola in giro, insegnanti compresi, non credo che Jugson sarebbe così avventato". Lunastorta è quello tra noi che riesce sempre a vedere i fatti con estrema lucidità, e sono davvero grato di avere un amico come lui. "Andrò io con Mary al posto tuo, mentre tu ed Amy lascerete soli i due piccioncini" aggiunge ghignando in direzione di Ramoso "e andrete con Codaliscia a Mielandia; poi, se non te la senti di stare in giro, le dirai che non ti senti bene e ti farai riaccompagnare al castello da lei usando il passaggio segreto che parte dalle cantine di Mielandia, quello Jugson non lo conosce di sicuro".

"Ti posso prestare il mantello" aggiunge Ramoso "così, se anche ci fosse un minimo rischio ad utilizzare quel passaggio segreto, sarete comunque sicuri di non essere visibili".

"Sì insospettirà se le proponessi di tornare sotto il mantello" borbotto poco convinto.

"Amico mio, non pensavo di dover insegnare certe cose proprio a te! In un passaggio segreto, coperti dal mantello dell'invisibilità, potrebbe succedere di tutto non trovi? Va bene che stasera avete già appuntamento nella stanza delle necessità, ma non dirmi che ti dispiacerebbe avere un assaggio qualche ora prima!" ghigna Ramoso strappandomi un sorriso.

"Sei proprio scemo!" borbotto ridacchiando al pensiero che effettivamente i passaggi segreti non li ho mai sperimentati come luoghi per incontri clandestini e devo assolutamente rimediare. Ma non oggi, sono troppo nervoso.

"Alla faccia di chi ti scrive di tenere le tue luride mani lontano da lei" aggiunge lui con aria teatrale alzando il dito medio all'indirizzo del foglio di pergamena che tengo ancora stretto in pugno.

"Buongiorno ragazzi!" salutano allegre Amy, Lily e Mary avvicinandosi a noi. Ramoso si sposta verso di me facendo segno alla rossa di sedersi accanto a lui, mentre la bionda e la mora prendono posto l'una di fronte all'altra a fianco, rispettivamente, mio e di Lunastorta.

"Ehi amore, sei pallido, stai bene?" domanda Amy con aria preoccupata allungandosi verso di me per darmi un bacio sulla guancia.
"Adesso che sei arrivata tu sì, sto bene" le rispondo sorridendo. Odio doverle mentire ma mai, per nulla al mondo, permetterò che qualcuno o qualcosa possa spegnere il suo sorriso, oscurare la luce allegra e spensierata che ha negli occhi, rubarle la sua innocenza e la sua ingenuità: Amy è quanto di più prezioso io abbia nella mia vita e non permetterò a nessuno, nemmeno a quel pazzo di Jugson, di farle del male o separarmi da lei.

"Lo sai che ti amo, vero? Non devi dimenticarlo mai" le sussurro prendendo il suo viso tra le mie mani e unendo le mie labbra alle sue. "E comunque oggi ci va Remus con Mary; io e te andiamo con Peter da Mielandia e poi ce ne torniamo al castello così cominciamo a recuperare il tempo che dovremo passare distanti lunedì sera" le sussurro poi all'orecchio vedendola arrossire in risposta.

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Capitolo 21
*** CAPITOLO 20 - IL DICIOTTESIMO COMPLEANNO DI LILY EVANS ***


CAPITOLO 20 - IL DICIOTTESIMO COMPLEANNO DI LILY EVANS


LILY POV

Essendo nata e cresciuta in una famiglia babbana, sono sempre stata convinta che il mio diciottesimo compleanno sarebbe stato il più importante di tutta la vita, il giorno da aspettare con ansia e festeggiare come se non ci fosse un domani, quello che segna definitivamente la fine dell'adolescenza e il passaggio all'età adulta. Immaginavo di trascorrerlo con Petunia, colei che è stata per anni la persona più importante della mia vita, colei il cui parere contava per me più di quello di tutti gli altri, colei che per anni mi sono sforzata di compiacere nonostante all’apparenza quello che facevo non andasse mai bene. Fin da piccola avevo capito di essere profondamente diversa da lei, e non solo caratterialmente. Io sapevo fare cose che a lei non riuscivano e se le prime volte ne ero spaventata, col tempo avevo capito che non c’era nulla di male: avevo dei “poteri” ed, anche se non sapevo da dove venissero, potevo divertirmi e far divertire anche lei. Peccato che Petunia non fosse del mio stesso avviso, peccato che tentasse sempre di ostacolarmi, di nascondere agli occhi del mondo ciò che sapevo fare, di farmi apparire sbagliata e di farmi sentire quasi sporca per ciò che sapevo fare.

Sette anni fa, però, qualcosa è cambiato e tutte le mie convinzioni sono state spazzate via. Sette anni fa, proprio in questo giorno, un gufo faceva capolino fuori dalla finestra della mia stanza, portando con sé una lettera che avrebbe stravolto completamente la mia esistenza, allontanandomi irrimediabilmente da quello che era stato il mio mondo e soprattutto da mia sorella Petunia.
Aspettavo quella lettera, sapevo che non fosse uno scherzo, me ne aveva parlato Severus: il mio primo migliore amico, il mio primo collegamento con il mondo magico, la prima persona che, vedendomi usare i poteri che già avevo da bambina, non si dimostrava inorridita come Petunia né spaventata come i miei genitori, ma mi guardava con rispetto e ammirazione. Tra lui e Petunia non era mai corso buon sangue, lei lo guardava con sospetto per il suo aspetto poco curato, con i capelli lunghi e trasandati e i vestiti, sgualciti e sempre troppo grandi, che indossava abitualmente. Lui, a sua volta, la riteneva in qualche modo inferiore perché non dotata di poteri magici come lui e me; mi diceva che sarebbe stato meglio se io l’avessi lasciata perdere, che io ero destinata ad avere una vita più affascinante ed intrigante di quella che avrebbe avuto lei, e sentivo che in un certo qual modo lui avesse ragione, ma non potevo allo stesso tempo non dispiacermi per lei e non sentirmi in colpa. E più mi sforzavo di provare a colmare la distanza tra me e lei, più quella distanza cresceva giorno dopo giorno, anno dopo anno, e diventava incolmabile.

Anche l’amicizia con Severus, con il passare del tempo, mi era sembrata scivolarmi via dalle mani come acqua corrente. Inizialmente ero convinta che, nonostante fossimo stati smistati in Case diverse, avremmo potuto mantenere comunque un buon rapporto: avremmo frequentato molte lezioni insieme, avremmo potuto studiare ed esercitarci insieme, e per un po’ aveva funzionato, nonostante io fossi molto legata anche alle mie compagne di Casa, Mary MacDonald, Marlene McKinnon, Saraha Rowle e soprattutto Amy Mancini, mentre tra i Serpeverde Severus sembrava non aver stretto amicizia con nessuno in particolare. E sarebbe stato meglio se non fosse successo perché dal quarto anno il mio migliore amico aveva cominciato a frequentare più assiduamente i suoi compagni di Casa qui quali nel frattempo avevano cominciato a girare strane voci. Non credevo che ci fosse realmente un legame di amicizia tra Severus e i suoi compagni, ma lo conoscevo bene, sapevo quanto lui fosse ambizioso e desideroso di essere accettato da loro, e temevo che per farlo sarebbe stato disposto a tutto. Probabilmente anche a mandare all’aria la nostra amicizia come ha effettivamente fatto quel giorno in cui si è rivolto a me chiamandomi “sanguemarcio”.

Non ci siamo più parlati da quella sera in cui è venuto a cercarmi nella torre di Grifondoro, e a volte sento ancora un pizzico di nostalgia quando penso a lui; ma poi mi ripeto che ormai è acqua passata, lui ha fatto le sue scelte e io le mie. E la mia scelta è un ragazzo con i capelli perennemente spettinati, due stupendi occhi nocciola sotto gli occhiali e un sorriso che sarebbe capace di sciogliere la neve che imbianca Hogwarts in questi giorni, per quanto è splendente e luminoso; un ragazzo intelligente, brillante, leale e generoso, che ha fatto degli errori, certo, ma che ha saputo rendersene conto e maturare; un ragazzo che all'inizio credevo mi tampinasse solo per gioco, per darmi fastidio, e che invece lo scorso anno mi ha confessato con il cuore in mano di essere perdutamente innamorato di me dalla prima volta che ci siamo incontrati. Il ragazzo che ora è seduto accanto a me mentre ceniamo in Sala Grande e tiene la mia mano stretta nella sua. James Potter.

Quando, qualche ora fa, ho proposto alle ragazze di cenare insieme ai Malandrini, non speravo che avrebbero accettato. O meglio, non speravo che Marlene avrebbe accettato, perché io, Amy e Mary ormai ceniamo quasi sempre insieme a loro. Marlene ultimamente ha legato molto con le sue compagne di squadra di Quidditch, due ragazze del sesto anno, e anche Sarah, che è sempre stata la più vicina a Marlene, non disdegna la loro compagnia. Stasera invece ci siamo accomodate tutte in fondo al tavolo di Grifondoro: io tra James ad Amy, accanto alla quale è seduta Mary, e di fronte a me Marlene che è in mezzo tra Remus e Sarah, mentre Sirius è seduto di fronte a Mary, vicino a Sarah, ed ha accanto a sé Peter. Ci tenevo tanto a cenare con tutti loro, anche perché oggi siano stati impegnati tutto il giorno con le lezioni e ho potuto trascorrere poco tempo in compagnia dei miei amici.
Terminata la cena, propongo di stare ancora un po' tutti insieme in Sala Comune prima di andare a dormire; ci avviamo verso la torre di Grifondoro e, mentre chiacchiero con Mary ed Amy, James si avvicina e mi prende la mano.

"Lasciali andare avanti, non abbiano ancora passato un minuto da soli oggi" mormora al mio orecchio.

Amy e Mary si affrettano a raggiungere Sirius e Peter, mentre Remus sta chiacchierando con Sarah e Marlene un po' più avanti.

Nel corridoio del settimo piano, poco prima di arrivare alla torre di Grifondoro, James mi fa fermare davanti a una finestra. Ricordo di essermi già persa altre volte durante le ronde notturne come Prefetto, ad osservare il panorama da questa finestra: il Lago Nero fa capolino in lontananza, in fondo al parco, e nelle notti serene come questa, la luna si specchia nelle acque appena increspate del lago creando magnifici giochi di luce.

"È uno spettacolo incredibile, vero? Non sai quante volte in questi anni ho sognato di poterlo guardare insieme a te Lily, con la tua mano stretta nella mia, come adesso. Mi sono comportato da idiota con te per tanto, troppo tempo; facevo lo sbruffone, l'arrogante, il presuntuoso, ma solo per nascondere la mia insicurezza, Perchè sapevo benissimo di non meritarti, e ancora adesso non mi sembra vero che tu mi abbia dato una possibilità, e ora che sono con te sento di poter affrontare con coraggio anche tutte le prove difficili che la vita ci riserverà. So bene che i miei genitori presto mi lasceranno e, per quanto io mi sforzi di ripetermi che sarò pronto, so che non lo sarò mai. E poi affronteremo la guerra, entreremo a far parte dell'Ordine della fenice e ci troveremo di fronte a situazioni che adesso non possiamo nemmeno immaginare. Ma Lily io so che posso affrontare tutto con te al mio fianco e ci tengo a dirti questo: ora che sei finalmente entrata nella mia vita, io vorrei davvero che tu non ne uscissi più. E oltre alle chiavi del mio cuore, vorrei che tu avessi anche queste. Buon compleanno amore mio". E detto questo, James appoggia sul palmo della mia mano due chiavi, unite da un nastrino rosso con sopra scritto buon compleanno Lily in un elegante carattere bianco.

"Sono le chiavi di casa mia" continua James. "I miei genitori non hanno mai voluto proteggere la casa con incantesimi speciali, ma hanno semplicemente usato delle serrature come quelle delle case babbane. Questa è la chiave del cancello" dice sollevando leggermente la più grossa delle due "e questa è della porta d'ingresso. Te le regalo perchè vorrei che anche dopo la fine della scuola tu ti sentissi libera di andare e venire come ti pare, senza bisogno di avvisarmi, come se fosse casa tua. I miei genitori sono d'accordo e ne sono felici, il regalo è anche da parte loro, lo sai che ti adorano almeno quanto ti amo io". Resta un attimo in silenzio mentre io fisso quelle due chiavi sulla mia mano senza riuscire a pronunciare nemmeno una parola; tengo lo sguardo basso, mentre sento le lacrime affiorare prepotenti al pensiero dei genitori di James e della loro malattia.
 
 Resta un attimo in silenzio mentre io fisso quelle due chiavi sulla mia mano senza riuscire a pronunciare nemmeno una parola; tengo lo sguardo basso, mentre sento le lacrime affiorare prepotenti al pensiero dei genitori di James e della loro mala...

"Oh scusami, forse ti aspettavi qualcos'altro, io..." mormora James che deve aver frainteso il mio silenzio.

"No James" lo interrompo con voce tremante, scuotendo la testa senza poter più trattenere le lacrime "è un regalo così importante e così inaspettato che io... non so davvero come ringraziare te e i tuoi genitori, non puoi avere idea di quanto significhi questo gesto per me". Lo abbraccio forte singhiozzando contro il suo petto: mai avrei immaginato che lui e i suoi genitori mi volessero nella loro vita al punto da regalarmi addirittura le chiavi di casa loro.

"Ramoso! Ehi Ramoso!"

È la voce Sirius ad averci interrotti, sta chiamando James dallo specchietto; alzo il viso verso il mio fidanzato che sta sbuffando piano, e gli sorrido tra le lacrime.
"Rispondigli, sembrava preoccupato".
James aggrotta le sopracciglia e prende riluttante lo specchietto. "Che c'è?" chiede a Sirius.
"Abbiamo un problema, devi venire subito. Porta anche Lily, ci vuole qualcuno che se la sappia cavare bene con le pozioni".
"Lo sapete, vero, che non mi sarebbe permesso venire nel dormitorio maschile?" intervengo io dopo essermi asciugata le lacrime col dorso della mano.
"Non preoccuparti, ho questo" sorride James, srotolando il mantello dell'invisibilità e mettendo via lo specchietto.

Quando entriamo nel dormitorio dei ragazzi, la stanza è completamente immersa nel buio.
"Sei sicuro che siano qui?" sussurro a James. Ma in quel momento le luci di sette bacchette si accendono, illuminando il busto di ognuno dei nostri amici, ciascuno dei quali indossa una felpa con sopra una lettera, e quelle lettere formano la scritta AUGURI! mentre loro mi cantano una canzone di buon compleanno. Sono così felice che corro ad abbracciarli uno ad uno, mi hanno fatto una sorpresa stupenda: per un attimo penso che per noi ragazze sarebbe vietato entrare nei dormitori maschili, ma non voglio fare la guastafeste e poi comunque non stiamo facendo niente di male, quindi decido di tenere per me queste riflessioni.

Dopo aver scartato i regali dei miei amici, ci sediamo tutti a terra a mangiare dolci di ogni tipo con della musica bellissima di sottofondo, e devo ammettere che non mi aspettavo assolutamente di vedere il dormitorio dei nostri compagni di Casa così pulito e ordinato. Dopo aver chiacchierato piacevolmente mangiando i dolci, il deejay Sir, come l'ho ormai ribattezzato io, cambia genere musicale, passando a canzoni decisamente più movimentate e tutti cominciamo a ballare allegramente. Noto che Sirius ad Amy sono stati lontani per tutta la sera, nonostante lui non le tolga gli occhi di dosso, e mi domando se lui possa aver fatto qualcosa per farla arrabbiare.

In questi ultimi mesi ho avuto modo di conoscere meglio Sirius Black e devo ammettere che anche di lui, così come di James, mi ero fatta un'idea totalmente sbagliata: durante le giornate passate a casa sua nelle vacanze di Natale, soprattutto, ho avuto modo di parlare a lungo con lui dei problemi che abbiamo avuto con le nostre rispettive famiglie ed ho capito che è un ragazzo estremamente sensibile, proprio come me lo aveva descritto Amy. Ho potuto notare anche quanto lui sia premuroso e protettivo nei suoi confronti, sembra davvero innamorato di lei e non posso che essere felice per la mia migliore amica e spero davvero che ora non sia successo nulla di irreparabile tra loro.

Dopo aver ballato, riso e scherzato con gli altri, mi viene una gran sete. James sparisce in bagno scusandosi, mentre io prendo un bicchiere di Coca cola e mi affaccio alla finestra per osservare il cielo sereno.

"Ehi Sis, ormai sei maggiorenne anche nel mondo babbano, potesti berla un birra vera, no?" dice Srius avvicinandosi a me con una bottiglietta in mano. Mi ha dato quel soprannome, Sister, durante le vacanze di Natale e ogni volta mi fa sorridere, ancora non mi ci sono abituata.
"Mh, non so, è alcolica e domani c'è lezione" protesto.
"E dai, una sola non ti farà niente" sorride lui, e non so come accidenti faccia ad essere così convincente ma finisco per prenderne una anch'io.

"Cos'hai fatto a Amy?" gli chiedo mentre lui si sistema accanto a me, appoggiandosi con la schiena al davanzale della finestra.
Sirius sbuffa rumorosamente e mi guarda inarcando un sopracciglio. "Niente, solo che lei e James hanno deciso che sarebbe stato meglio che io le stessi lontano per questa sera per non rischiare di rovinarti la festa" borbotta inclinando appena la testa in direzione di Marlene, impegnata a chiacchierare con Remus insieme a Mary, mentre dall'altra parte della stanza Amy e Sarah cercano di insegnare a Peter come ballare senza urtare ogni genere di essere, umano o inanimato, presente nel dormitorio.
"Poi non dire che non ci tengo a te" bofonchia voltandosi verso la finestra e mettendomi un braccio intorno alle spalle.
"Te ne sono grata, lo so che  è una tortura per te starle lontano" rispondo ridacchiando.

Il volto di Sirius sembra incupirsi e per un istante ho la sensazione che voglia dirmi qualcosa di molto serio, ma è solo un momento, poi beve un sorso della sua birra e torna a rivolgere la sua attenzione a me.

"Tua sorella si è fatta viva oggi?"
"No ovviamente" rispondo sospirando "non lo fa da sei anni, sapevo già che non lo avrebbe fatto nemmeno oggi".
"Mi dispiace; ti capisco, lo sai" risponde sospirando, ed è vero, nessuno può capirmi meglio di lui. Anzi, per Sirius in effetti è anche peggio perché ha sotto gli occhi suo fratello tutti i giorni a differenza mia, e posso solo immaginare quanto ne stia soffrendo.
"Non preoccuparti, ci sono abituata ormai. La mia vera sorella è qui, in questa stanza, e la sua felicità in questo momento dipende in gran parte da te, quindi sappi che se dovessi farla soffrire ti strozzerò con queste stesse mani, alla babbana, altro che magia e maledizioni senza perdono!" ghigno appoggiando la mia birra sul davanzale della finestra e mettendo le mani bene in vista davanti a lui.
"Non lo farò, te lo giuro!" Sirius alza a sua volta le mani come se fosse un malvivente colto in flagrante dalla polizia babbana e indietreggia con un'espressione che sembra davvero terrorizzata in volto mentre io scoppio a ridere a crepapelle.



In quel momento la porta del bagno si apre e ne esce James che regge quello che sembra un trasportino per animali decorato con un grande fiocco argentato. Si avvicina a me e me lo porge sorridendo.

"Un altro regalo?" esclamo sorridendo e sbirciando nella gabbietta, dove un minuscolo gattino dal pelo rossiccio e dal musino un po' schiacciato mi guarda sospettoso. "Ma è meraviglioso, grazie!" esclamo appoggiando delicatamente il trasportino a terra ed aprendolo per far uscire il piccolo animale.
"Spero che i miei genitori mi diano il permesso di tenerlo quando tornerò a casa dopo la fine della scuola!" esclamo, già perdutamente innamorata di quel minuscolo esserino. "E già mi immagino la reazione di Petunia..." aggiungo sarcastica.
"Se ne innamoreranno tutti, vedrai! E se così non fosse lo terrò a casa mia fino a quando non andremo a vivere insieme. E naturalmente potrai venire a vederlo quando vuoi" risponde James facendomi l'occhiolino. E il mio cuore perde un battito a sentirgli pronunciare le parole "vivere insieme", mentre sento un'improvvisa sensazione di calore salire fino alle mie guance.

Un sonoro crack interrompe i miei pensieri facendo spaventare il gattino che scappa a rintanarsi nella sua gabbietta: un vecchio elfo domestico si è appena materializzato nella stanza reggendo una torta con sopra diciotto candeline. Sposto lo sguardo, sempre più sbalordita, dall'elfo ai miei amici.
"Eccomi signor Black, va bene se metto la torta qui?" dice indicando il tavolino sopra al quale sono appoggiate le bibite.
"Va benissimo, grazie Arkie, e per favore chiamami Sirius, te l'ho già detto mille volte. Tieni, questi sono per te" risponde Sirius frugando nel suo baule e porgendo all'elfo dei calzini. "Non preoccuparti, questi non sono bucati come quelli che ti ha dato Peter" aggiunge poi facendo arrossire il suo amico biondo mentre tutti noi scoppiamo in una gran risata.
"Grazie!" esclama felice l'elfo "e tanti auguri signorina Evans!" Ma non faccio in tempo a ringraziarlo a mia volta che si è già smaterializzato.

"Esprimi un desiderio e soffia Lils!" mi esorta Amy. Li guardo uno ad uno: desidero solo che nella mia vita continuino ad esserci tutti loro, non solo James, Amy e le altre ragazze ma anche Remus, con la sua grande sensibilità e intelligenza, Sirius, a cui ho imparato a volere un bene dell'anima così com'è, con i suoi pregi e i suoi difetti, e Peter che, maldestro com'è, mi fa una gran tenerezza: i miei amici, la mia nuova famiglia.
 

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Capitolo 22
*** CAPITOLO 21 - UNA PISCINA NELLA STANZA DELLE NECESSITA' ***


CAPITOLO 21 - UNA PISCINA NELLA STANZA DELLE NECESSITA'

 

23 marzo 1978

SIRIUS POV

Sono sdraiato nel mio letto, nel mio appartamento, la testa di Amy è appoggiata sul mio braccio destro e le mie mani sfiorano delicatamente la pelle morbida della sua schiena, nell'aria il profumo inconfondibile del suo shampoo al cocco. Mi sento bene, sereno e rilassato, mi rendo conto di avere finalmente tutto ciò che, senza neanche rendermene conto, ho desiderato per tutta la vita: una ragazza che amo e che ricambia i miei sentimenti, e degli amici che non hanno mai dato peso alle mie origini, al mio cognome, ma solo al mio modo di essere.

All'improvviso sento un freddo innaturale invadermi, fin dentro le ossa; l'aria fatica ad entrare nei miei polmoni, non riesco quasi più a respirare, mi sento come se stessi annegando

All'improvviso sento un freddo innaturale invadermi, fin dentro le ossa; l'aria fatica ad entrare nei miei polmoni, non riesco quasi più a respirare, mi sento come se stessi annegando. Apro la bocca per far entrare più aria possibile, ma l'atmosfera intorno a me sembra essere totalmente priva di ossigeno.
Le mie mani annaspano toccando il nulla; apro gli occhi, ed Amy è scomparsa. Un ghigno terrificante raggiunge le mie orecchie e davanti a me vedo solo Jugson, lei non c'è, e anche quel poco di aria che ero riuscito a far entrare nei miei polmoni sembra abbandonarli. Nonostante mi sia quasi impossibile respirare, riesco però ad urlare, e il suo nome esce dalle mie corde vocali con tutto il fiato che mi resta in gola.

 Nonostante mi sia quasi impossibile respirare, riesco però ad urlare, e il suo nome esce dalle mie corde vocali con tutto il fiato che mi resta in gola

"Sirius! Felpato svegliati!"

Mi metto seduto sul letto respirando affannosamente. Mi passo una mano tra i capelli madidi di sudore e, guardandomi intorno, riconosco il dormitorio maschile di Grifondoro e scorgo Lunastorta e Ramoso seduti sul letto accanto a me che mi guardano preoccupati.

"Scusate, non volevo svegliarvi... è stato un incubo" farfuglio, ancora scosso per le sensazioni terribili che ho appena provato. Mi prendo la testa tra le mani, non posso fare a meno di pensare alla lettera dal contenuto agghiacciante che ho ricevuto proprio ieri. Dopo la prima, alla fine di gennaio, non ne erano arrivate altre per qualche settimana e avevo quasi finito per illudermi che non ne avrei ricevute più. Ma all'inizio di questo mese di marzo sono ricominciate, sempre contenenti minacce e sempre più di frequente. Quella di ieri - ma anche un'altra la settimana scorsa - è arrivata proprio mentre eravamo a pranzo con le ragazze. In entrambe le situazioni sono riuscito a non far vedere nulla a Amy, ma ieri in particolare mi è sembrata un po' seccata quando ho messo via la lettera senza dire una parola, e solo l'intervento dei miei amici ha salvato la situazione.

"Non puoi andare avanti così Felpato, devi portare queste lettere a Silente e parlarne con lui" dice risoluto Lunastorta, e so che ha ragione, ormai me ne sono convinto anch'io e annuisco in risposta.

"E devi parlarne anche con Amy" interviene Ramoso.

"No, questo no; lei non deve sapere niente di questa merda" affermo deciso.

"Non fare il cretino Felpato, deve saperlo! Tanto più che hai deciso di restare a Hogwarts per le vacanze di Pasqua e non gliel'hai ancora detto; come pensi di motivarla questa tua decisione?" insiste Ramoso.

"Non lo so, mi inventerò qualcosa" dichiaro sconsolato perchè in realtà le vacanze di Pasqua iniziano dopodomani, e tutte le volte che cerco di dire a Amy che ho intenzione di passarle qui anzichè a Londra le parole mi muoiono in gola. Eppure più lettere ricevo e più mi convinco che lei deve restarne fuori; non voglio rovinare questo periodo felice e spensierato della sua vita, non c'è motivo di farla preoccupare finché siamo a Hogwarts, e dopo tutto forse Silente potrà davvero aiutarmi in qualche modo a risolvere la situazione.

Sento Lunastorta fare un profondo respiro. "Ho deciso di restare anch'io a Hogwarts nelle vacanze: devo studiare, e tornare a casa sarebbe solo una distrazione. Potresti dire a Amy che restate per fare compagnia a me; non sono sicuro, ma forse anche Mary aveva detto che sarebbe rimasta, e sarebbe l'unica tra le ragazze, magari alla fine Amy sarà contenta di restare qui con la sua amica".

"Io sono sempre convinto che tu non me la racconti giusta Lunastorta a proposito di Mary, ma tanto tu continui a negare..." butto lì sentendomi già un po' più sollevato. "Comunque ok, ne parliamo domani mattina a colazione".

"Dai ora cerca di dormire" sbuffa Ramoso tornando verso il suo letto, frustrato dalla mia testardaggine nel non voler mettere Amy a conoscenza di questa situazione.

"Buonanotte ragazzi. E grazie" borbotto tornando a stendermi sotto le coperte.

La mattina dopo, mentre siamo in Sala Grande a fare colazione con Amy, Lily e Mary, Lunastorta interviene come concordato. "Magari non importerà nulla a nessuno" annuncia addentando un muffin al cioccolato "ma ho preso una decisione per queste vacanze di Pasqua: non tornerò a casa, resterò qui a studiare, sono troppo preoccupato per gli M.A.G.O. Qualcuno di voi ha intenzione di farmi compagnia nello studio?"

"Volentieri! Io resterò, ve lo avevo già detto, no?" risponde Mary con un po' troppa enfasi. "I miei genitori non vogliono che mi muova da Hogwarts, dicono che è troppo pericoloso per noi Nati Babbani".

"E hanno ragione, anch'io sto cercando di convincere questa testona a rimanere a Hogwarts" interviene Ramoso mettendo un braccio intorno alle spalle di Lily, che però ribatte decisa: "finiscila James, ne abbiamo già parlato; ci tengo troppo a vedere i tuoi genitori".

"Dì la verità, ci tieni soprattutto a non lasciarlo andare in giro da solo perché hai paura che possa essere facile preda di altre ragazze!" esclamo facendo scoppiare Lily in una fragorosa risata.

"Ma figurati, il tuo amico non ha occhi che per lei. E da quasi sette anni!" interviene Amy ridacchiando. "Noi piuttosto? Partiamo vero?" domanda poi mentre sento i suoi occhi scuri bruciarmi la pelle del viso, e vorrei tanto poterle dire di sì, ma non posso; sospiro profondamente, riempiendo i miei polmoni di aria come mi sembrava di non riuscire a fare questa notte.

"Stavo pensando che potremmo rimanere anche noi al castello con Rem e Mary" butto fuori tutto d'un fiato.

A tavola scende un silenzio improvviso. Lo stupore e la delusione sul viso di Amy sono evidenti, ma si costringe a sorridere mentre mi guarda. "Pensavo che avessimo già deciso, ma se vuoi proprio restare..."

"Ma che bello!" la interrompe Mary entusiasta battendo le mani "ero già pronta ad affrontare due noiosissime settimane da sola, e invece ci sarete voi tre! Sono troppo felice!"

Terminata la colazione, ci dirigiamo verso le scale per raggiungere l'aula di Incantesimi. Amy non mi ha più degnato di uno sguardo, avviandosi con Lily e Mary. Mancano ancora venti minuti all'inizio della lezione e devo parlarle subito. Raggiungo le tre ragazze e metto una mano attorno alla vita di Amy, che mi lancia un'occhiata torva.
"Non vi dispiace se ve la rubo un minuto, vero?" domando alla rossa e alla mora che mi sorridono incerte. Aspetto che si siano allontanate, poi mi decido a parlare mentre Amy mi guarda inarcando un sopracciglio.

"Senti mi dispiace" esordisco sicuro "lo so che ci tenevi ad andare a casa mia per le vacanze, ma credo sia meglio restare qui, sai, con tutto quello che sta succedendo. E poi mi sarebbe dispiaciuto lasciare Rem qui da solo e..."

"E da quando in qua ti preoccupi per Remus? È maggiorenne, sa badare a se stesso e non sarebbe stato solo, comunque" mi interrompe lei incrociando le braccia al petto "c'è Mary, sono diventati molto amici ultimamente. E la guerra la dovremo comunque affrontare tra pochi mesi, non potremo restare a Hogwarts per sempre. E tu non sei mai stato il tipo che si tira indietro quando è il momento di agire" aggiunge guardandomi con aria sospettosa.

"Lo so ma finchè ci sarà la possibilità di restare qui, non vedo perchè dovremmo privarcene. Certo, non avremo tutta la libertà che avremmo avuto a casa mia ma staremo bene; chiederò a James di prestarmi il mantello, tanto a lui non servirà" ribatto provando ad avvicinarmi a lei, che però indietreggia mantenendo la distanza tra noi; stringe le labbra in una smorfia ma resta in silenzio. Il suo sguardo, fisso su di me, è come una lama che mi trafigge da parte a parte; e, anche se sento chiaramente la ferita bruciare, non cederò, per niente al mondo le farò passare l'inferno che sto passando io sapendola in pericolo.

"Trascorreremo ugualmente tutto il tempo insieme, come se fossimo a casa mia, te lo prometto, e in più ci saranno anche Rem e Mary, ci divertiremo vedrai" continuo provando di nuovo ad accorciare la distanza tra di noi mentre lei si chiude ancora più a riccio, con gli aculei che pungono in modo altrettanto doloroso.

"Sirius, è inutile che fai finta di niente, io so che c'è qualcosa che non va" ribatte lei con un sospiro, ancora accigliata. "E credo che questo qualcosa abbia a che fare con quelle due lettere che non hai voluto che nessuno vedesse".

Ho sempre amato questa caratteristica di Amy, lei va dritta al punto senza tanti giri di parole, immaginavo che avrebbe affrontato l'argomento ma speravo non così presto

Ho sempre amato questa caratteristica di Amy, lei va dritta al punto senza tanti giri di parole, immaginavo che avrebbe affrontato l'argomento ma speravo non così presto. Non posso dirle la verità, anche se non sopporto di mentirle, il solo pensiero mi causa un malessere intenso, che non ho mai provato nemmeno negli attimi angoscianti che precedevano l'arrivo delle punizioni che mia madre mi infliggeva quando facevo qualcosa che lei non avrebbe voluto. Ma ho ancora una speranza, l'aiuto di Silente, e finchè non sarà assolutamente necessario non dirò nulla a Amy. Distolgo un attimo lo sguardo dal suo, poi torno a immergermi in quelle iridi scure, determinato più che mai a non farle sapere la verità.

"Non è niente di cui tu debba preoccuparti Amy, davvero. Ti fidi di me?" domando avvicinandomi ancora di più e appoggiando le mani sulle sue spalle. Lei si ritrae di scatto, come se si stesse scottando.

"Scusami, non voglio arrivare in ritardo alla lezione" risponde voltandomi le spalle e iniziando a salire le scale.

Mi prendo la testa tra le mani, sforzandomi di ignorare la morsa gelida che mi sta stringendo lo stomaco: Amy non si fida di me e come potrei darle torto? Le sto mentendo, e quando verrà a sapere la verità sarà terribile; ma forse potrebbe non saperla mai, se il colloquio con Silente andrà come mi auguro. Prendo un profondo respiro e mi avvio a mia volta verso l'aula di Incantesimi, sperando nel profondo del mio cuore che il preside potrà aiutarmi a risolvere questa situazione così complicata.

Quando entro in aula, i miei amici sono già seduti ai loro soliti posti. Mi accomodo vicino a Ramoso che mi lancia un'occhiata di sottecchi. "Non l'ha presa bene, vero?" domanda lanciando un'occhiata in direzione di Amy. Annuisco in risposta, eppure Ramoso sorride.

"Che c'é?" gli domando

"Stavo pensando... stasera è l'ultima prima delle vacanze di Pasqua, perchè non organizziamo qualcosa di divertente con le ragazze? Potrebbe essere anche l'occasione per te di parlare di nuovo con Amy e chiarire".

"Potter! Black!" ci riprende Vitous; e faccio un cenno a Ramoso per fargli intendere che ne parleremo dopo, ma la sua idea non mi dispiace affatto, e anzi già immagino cosa potremmo fare.

/

"Non se ne parla nemmeno, non ho intenzione di far vedere le mie cicatrici alle ragazze" sbuffa Lunastorta, anche se immagino che, se non ci fosse quel problema, la mia idea piacerebbe anche a lui.

"Posso chiedere aiuto a Lily" propone Ramoso "lei magari conosce qualche pozione o incantesimo per aiutarti a nasconderle".

"Sì e già che ci sei dille anche che sono un lupo mannaro!" sbotta Lunastorta.

"Oh Godric, a volte sei più tragico di Felpato! Le dirò solo che ti sei fatto male l'estate scorsa e hai ancora le cicatrici" risponde il mio migliore amico.

Lunastorta sbuffa di nuovo "Va bene ma se vengo a sapere che le hai detto qualcosa ti spezzo una gamba così puoi dire addio per sempre al Quidditch".

Ramoso sbianca in volto e io ne approfitto per aprire la porta e spingerlo fuori. "Lascia il tuo specchietto a Lily, così se trova una soluzione per Lunastorta io poi vado in guferia a mandare Theo dalle ragazze con l'invito per questa sera e vediamo dallo specchietto le loro reazioni" ridacchio sperando che nessuna di loro - una in particolare - faccia storie al pensiero di passare una serata in piscina nella Stanza delle necessità.

Poco dopo, Ramoso torna trionfante con una boccetta in mano. "Sapevo di poter contare su Lily! Bevi questo Luna!"

"Non le hai detto nulla, vero?" bofonchia lui inarcando un sopracciglio.

"Mi credi proprio così idiota?" ridacchia Ramoso guardando il nostro amico bere la pozione, mentre tutti sappiamo che la sua risposta sarebbe sì.

"E ora togliti la divisa e facci vedere che pelle meravigliosa hai!" lo esorto quando ha svuotato l'intero contenuto della boccetta; la pelle di Lunastorta in effetti appare perfetta, senza più la minima traccia delle cicatrici che gli segnano sempre il torace e la schiena.

"Sei perfetto Luna! Lily mi ha garantito che l'effetto durerà fino a domani mattina. E già mi immagino la faccia di Mary quando ti vedrà in costume" ghigna Ramoso mentre io schizzo fuori dalla stanza per andare in guferia, evitando di assistere all'omicidio del mio migliore amico ad opera dell'altro mio migliore amico.

Riapro cautamente la porta del dormitorio poco dopo, convinto di vedere litri di sangue a terra e invece niente, sembra tutto tranquillo. Lunastorta è sdraiato sul suo letto con la testa immersa in un libro, mentre Codaliscia è in piedi con la bacchetta puntata su qualcosa che è appoggiato sul suo letto.

"Che stai facendo?" gli domando "e dov'è Ramoso?"

"Si è chiuso in bagno per evitare di essere sbranato dal lupo mannaro qua presente" risponde Codaliscia corrucciato "e io sto cerando di trasfigurare questi pantaloncini in un costume da bagno, non è che mi daresti una mano?"

"È più facile che Severus Piton cominci a lavarsi i capelli ogni giorno piuttosto che tu ci riesca" ridacchio mentre Codaliscia mi tira una cuscinata in faccia. "E comunque potevi chiedere aiuto a Messer Lunastorta, genio della Trasfigurazione".

"Neanche per idea" sbuffa Lunastorta senza alzare la testa dal suo libro "così impara a dare corda a Ramoso. Non mi interessa Mary, lo volete capire?"

"Ehi cervo!" grido avvicinandomi alla porta del bagno "esci da lì, tra poco Theo arriverà dalle ragazze!"

"Giurami che quel lupo senza cicatrici non mi sbranerà ed esco" risponde la voce del mio migliore amico da dietro la porta del bagno.

"Non ti sbranerà ma non pronunciare più il nome di Mary McDonald" rispondo con aria teatrale, guadagnandomi un'altra cuscinata a tradimento dal lupo malefico. Ramoso finalmente esce e chiamiamo Lily con lo specchietto.

"Ciao ragazzi! Scommetto che vi siete appena presi a cuscinate, a giudicare dai capelli spettinati di Sirius" ghigna lei.

"Sapete" continua poi "abbiamo appena ricevuto un biglietto via gufo, sentite qua:
Care compagne di Casa, dato che stasera è l'ultima prima delle vacanze di Pasqua, abbiamo pensato di passare una serata divertente tutti insieme. Come sapete, la Stanza delle necessità si trasforma in quello di cui si ha bisogno, e noi abbiamo tutti bisogno di una serata in piscina. Trasfigurate i vostri vestiti estivi in costumi da bagno - siamo certi che sapete farlo - e aspettateci in sala Comune dopo l'ora del coprifuoco. Firmato: i Malandrini".

"Mi pare che questi Malandrini abbiano avuto un'idea magnifica, non trovate? Sono proprio geniali!" intervengo ridacchiando, fiero della mia ingegnosa idea.

 

Raramente mi capita di stupirmi per qualcosa, ma quando entro nella Stanza delle necessità con Ramoso rimango letteralmente a bocca aperta: la stanza è interamente occupata da un'enorme piscina rettangolare, ai lati della quale sono disposti tavolini e lettini da sole su ognuno dei quali è steso un telo colorato. In fondo, sul lato sinistro della stanza, ci sono delle cabine spogliatoio, ma non faccio in tempo a pensare di andare a cambiarmi che senza neanche rendermene conto mi trovo sott'acqua.

"Maledetto cervo, se ti prendo ti stacco le corna!" lo minaccio riemergendo dall'acqua e scrollando la testa per far sgocciolare l'acqua dai miei capelli.

"Sembri proprio un cane bagnato!" ridacchia Ramoso, mentre la porta della stanza si apre ed entrano Lunastorta e Codaliscia con la mappa del malandrino in mano.

"Allora, è calda abbastanza l'acqua?" ironizza Lunastorta mentre esco dalla piscina e mi lancio verso Ramoso, che però è veloce a guadagnare la porta gridando "Vado a prendere le ragazze, a dopo!"

Ramoso accompagna ognuna delle ragazze qui sotto il mantello dell'invisibilità e devo complimentarmi nuovamente con me stesso per l'ottima idea che ho avuto perchè tutte sembrano entusiaste, compresa Amy. Si cambiano e poi si avvicinano alla piscina, dentro la quale noi ragazzi stiamo facendo una guerra di schizzi.
"Voglio partecipare anch'io!" strilla Lily tuffandosi elegantemente; subito dopo ci raggiungono anche Amy e Sarah, mentre Mary resta seduta sul bordo della piscina e Marlene in piedi poco distante.

"Beh, perchè non venite?" domanda Ramoso.

"Non voglio bagnarmi i capelli!" esclama Marlene, che li ha comunque raccolti in una crocchia. "Se la smettete con quegli schizzi vengo!"

"Io non so nuotare" mormora Mary arrossendo "siete sicuri che si tocca?"

"Sì, vieni, non avere paura" le risponde incoraggiante Lunastorta avvicinandosi al bordo e tendendole una mano per aiutarla ad entrare.

"Perchè non facciamo una gara?" propone Ramoso catturando l'attenzione di tutti noi. "Ogni ragazzo dovrà percorrere la piscina portando una ragazza sulle spalle, e naturalmente sarà vietato usare la magia. Una di voi ragazze farà l'arbitro perchè siete in cinque e noi in quattro".

"Faccio io l'arbirtro!" esclama Amy sedendosi sul bordo. Non mi ha ancora rivolto la parola e sono un po' deluso perché avevo proprio sperato di poter fare questa gara con lei. Mi butto sott'acqua e nuoto verso Lily che sobbalza violentemente quando mi vede riemergere alle sue spalle. "Sis, tu gareggi con me, vero?" domando strizzandole l'occhio "dai che li facciamo neri".

Lei per tutta risposta mi schizza l'acqua negli occhi "Ti direi di no perchè mi hai quasi fatto morire d'infarto, ma effettivamente siamo i migliori, quindi ok".

Sarah si lancia subito sulle spalle di Codaliscia, che credo abbia preso per il suo orsacchiotto preferito dal momento che lo strapazza sempre.
"Lene tu stai con me?" chiede Ramoso a Marlene, con la quale ha legato specie da quando lei è entrata nella squadra di Quidditch. La bionda annuisce arrampicandosi sulle spalle del mio migliore amico.

"Restiamo soltanto noi due" dice sorridendo Lunastorta a Mary, sul cui viso si alternano tutti i colori dell'arcobaleno mentre gli mette le mani sulle spalle e si avvicina a lui.

"Bene siete pronti?" domanda l'arbitro Amy "tre, due, uno, via!"

Io e Lily passiamo subito in testa, ma questo ovviamente non sta bene a Ramoso, che si dimostra competitivo peggio di quando gioca a Quidditch e Marlene non è da meno; riescono a raggiungerci e cercano in tutti i modi di dare fastidio a me e a Lily schizzandoci e cercando di farci perdere l'equilibrio, finchè Marlene non dà uno spintone piuttosto vigoroso a Lily che non riesce a mantenersi in equilibrio e finisce in acqua interrompendo anche Codaliscia e Sarah che arrivavano subito dietro di noi.

"James e Marlene, siete squalificati!" tuona Amy, mentre Lily risale rapida sulle mie spalle. Ma ormai Lunastorta e Mary sono già molto avanti e vincono la gara.

Subito dopo questa, comincia la gara di tuffi e questa volta sono Mary e Marlene a fare da arbitri e giudici; dopodichè Lily trasfigura un telo posto su un lettino in un pallone blaterando qualcosa a proposito di uno sport babbano che si chiama pallanuoto. Ci dividiamo quindi in due squadre mentre Lily ci spiega le regole: io, Peter, Mary e Marlene da una parte; James, Remus, Amy e la stessa Lily dall'altra, con Sarah che fa da arbitro. E naturalmente perdiamo, a causa della goffaggine di Peter e dell'ostinazione di Marlene a non bagnarsi i capelli.

Tra un gioco e l'altro, cerco un momento per parlare con la mia ragazza, e l'occasione mi si presenta quando la vedo uscire dall'acqua, avvolgersi in un telo e sdraiarsi su un lettino.

Sto per andare a raggiungerla quando Lily mi precede andando a sdraiarsi sul lettino a fianco al suo. Le guardo confabulare per un po', poi Lily ridendo si alza e prende la bacchetta che punta contro Marlene, girata di spalle; e subito una grossa onda sommerge completamente la bionda bagnandole i capelli che diventano nello stesso momento di un orrendo color grigio topo.

"Non preoccuparti, tra mezz'ora i tuoi capelli saranno tornati normali!" esclama Lily all'indirizzo di Marlene mentre si issa con le mani sul bordo per sedersi accanto a me. "Ah, quanto desideravo vendicarmi!" esclama ignorando i lamenti della sua amica.

"Non credevo che la dolce Lily Evans potesse essere vendicativa, ma sono fiero di te" ridacchio dandole il cinque, mentre con la coda dell'occhio noto Ramoso sedersi sullo stesso lettino dove fino a poco fa era sdraiata la sua ragazza.

"Non ti avevo ancora vista ridere stasera" lo sento dire ad Amy che ha seguito tutta la scena dal lettino sul quale è ancora sdraiata. Lei gli sorride e mormora qualcosa ma sono troppo lontano e non riesco a sentire la sua risposta.

"Sai Sirius, esiste un meraviglioso incantesimo che potenzia l'udito, ma scommetto che tu non lo conosci" ridacchia Lily con aria di superiorità prendendo la bacchetta che aveva appoggiato a terra e puntandola prima su un mio orecchio, poi sull'altro. "E adesso facciamo finta di parlare, ed intanto tu ascolta pure cosa si dicono quei due" aggiunge con aria cospiratrice.

"Sei un maledetto genio, Lily Evans" le dico sorridendo, grato per il suo aiuto.

"Lo so, ma tu non dimenticare quello che ti ho detto al mio compleanno" ribatte lei con aria minacciosa.

Nel frattempo, con la coda dell'occhio, vedo Ramoso accendersi una sigaretta.
"Vuoi fare un tiro?" domanda alla mia ragazza, che si solleva mettendosi seduta sul lettino e prende la sigaretta dalle mani di Ramoso. "Quando sono nervoso un po' mi aiuta" continua lui.

Amy fa un tiro ma subito dopo comincia a tossire e restituisce la sigaretta a Ramoso. "Mi sa che il fumo non fa per me" dice sorridendo e tossicchiando ancora un po', e mi sento sollevato perché conosco i danni del fumo e non avrei proprio voluto che ne diventasse dipendente anche lei come il mio migliore amico.

"Proviamo con questo allora?" sorride Ramoso porgendole un bicchiere di whisky incendiario. "E se magari ti va di parlarne..."

"Non lo so James" dice lei tenendo lo sguardo basso, apparentemente molto interessata al bicchiere che tiene tra le mani. "C'è qualcosa che non va riguardo quelle lettere che ha ricevuto Sirius; non voglio che si senta obbligato a parlarmene se non vuole, però... Io..."
Si interrompe, visibilmente imbarazzata, e istintivamente tendo l'orecchio per non perdermi nemmeno una virgola dei pensieri che sta confidando al mio migliore amico.

"Tu cosa?" le domanda lui, spostandosi sul suo stesso lettino e mettendole un braccio intorno alle spalle. "Dai Amy, a me puoi dirlo".

Amy prende un sorso del suo whisky incendiario, poi farfuglia incerta "beh ecco io... Non lo so, ho pensato, e se... se ci fosse di mezzo un'altra ragazza? D'altronde non sarebbe nemmeno la prima volta che mi succede, ci sono già passata" mormora poi tenendo ancora lo sguardo basso e roteando il whisky incendiario nel bicchiere.

Mi sono voltato di nuovo verso Lily e non posso vedere la reazione di Ramoso, ma non ce n'è bisogno, non potrà mai essere sconvolto quanto me. Non avrei mai immaginato che Amy potesse pensare una cosa del genere; vorrei correre da lei, abbracciarla e dirle che no, non c'è nessun'altra e non potrà mai esserci perché per me esiste solo lei; ma con che coraggio potrei farlo se non so come giustificare quelle lettere? Avevo sperato di risolvere la questione oggi stesso con Silente, ma la McGranitt mi ha detto che lui è dovuto partire per qualche giorno e così dovrò aspettare che siano passate le vacanze di Pasqua per poterne finalmente parlare con lui.

Ramoso intanto ha preso tra le sue le mani della mia ragazza e cerca di rassicurarla. "Amy ascoltami, credo di conoscere Sirius meglio di chiunque altro e sono assolutamente certo che nel suo cuore c'è posto per una sola persona e quella sei tu. Sei tutto ciò che ha, oltre a noi amici ovviamente, ma in un certo senso tu vieni molto prima di noi per lui. Ti assicuro che sarebbe capace di fare qualunque cosa per vederti felice e per proteggerti, e ti posso garantire che con nessun'altra farebbe lo stesso. Se non vuole parlarti delle lettere avrà i suoi motivi, nemmeno con noi si è aperto, e se non riesci a fidarti di lui, fidati almeno di me".

Amy annuisce e noto che i suoi occhi sono diventati lucidi; ma Lunastorta, Codaliscia, Marlene, Sarah e Mary interrompono quel momento uscendo in massa dalla piscina, prendendo le bacchette e facendo volare Amy e Ramoso in piscina, teli e lettino compresi.

Dopo altri giochi, scherzi e risate, la serata volge al termine e ci dirigiamo tutti verso le cabine spogliatoio per cambiarci e tornare alla torre di Grifondoro. Amy, avvolta in un telo, cammina poco più avanti di me, la raggiungo e la fermo prendendole delicatamente un polso. "Aspetta un attimo" le dico facendola voltare verso di me. Lei alza gli occhi restando in silenzio.

"Amy, io non voglio perderti, non per delle stupide lettere senza alcun significato. Sei importante per me, più di ogni altra persona o cosa al mondo; non ho più una famiglia, lo sai, anzi in realtà credo di non averla mai avuta, ma adesso ci sei tu, sei tutto ciò che ho, e sai anche che vorrei fosse per sempre. Sei tutta la mia vita". Stringo tra le mie la sua mano sinistra, che porta l'anello che le ho regalato per il suo compleanno, e pronuncio queste parole guardandola intensamente negli occhi perché non abbia il minimo dubbio che le sto dicendo la verità.
Lei questa volta non si tira indietro, e percepisco chiaramente la gioia, il sollievo e un amore infinito riempire il mio cuore quando un sorriso dolce appare finalmente sul suo viso.

"Stamattina mi hai fatto una domanda a cui non ho risposto, ma forse posso farlo adesso. Sì Sirius, mi fido di te".

Prendo il suo viso tra le mie mani, lo sollevo verso il mio e faccio combaciare le nsotre labbra. Lei mi getta le braccia al collo e risponde al mio bacio, mentre il telo che la avvolgeva cade a terra e le mie mani rivendicano il possesso di ogni centimetro di pelle della sua schiena e si infilano smaniose tra i suoi capelli bagnati. E mentre il nostro bacio si fa sempre più intenso, mentre i nostri corpi si incastrano alla perfezione come i pezzi di un puzzle, giuro a me stesso che farò qualunque cosa per non vedere il suo sorriso lasciare il posto all'angoscia, lotterò contro il mondo intero per continuare a vederla felice e spensierata, andrò fino all'inferno e tornerò indietro per proteggerla, perché lei è l'unica persona che io abbia mai amato e che amerò ogni giorno, fino all'ultimo respiro.

 E mentre il nostro bacio si fa sempre più intenso, mentre i nostri corpi si incastrano alla perfezione come i pezzi di un puzzle, giuro a me stesso che farò qualunque cosa per non vedere il suo sorriso lasciare il posto all'angoscia, lotterò cont...

 

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Capitolo 23
*** CAPITOLO 22 - L'ULTIMO SCHERZO DEI MALANDRINI ***


CAPITOLO 22 - L'ULTIMO SCHERZO DEI MALANDRINI

 

11 giugno 1978

SIRIUS POV

"Svegliaaaa! Forza dormiglioni alzatevi!"

La voce di Ramoso giunge ovattata alla mia testa, schiacciata a sandwich dentro al cuscino che premo ancora più forte sul mio orecchio destro per non sentire quel suono neanche da lontano. Non ho nessuna intenzione di svegliarmi, non sarà nemmeno l'alba; l'ultima festa dell'anno, che si è tenuta ieri sera nella nostra Sala Comune, è finita decisamente tardi e mi sembra di essere andato a dormire solo due minuti fa. Sempre tenendo la testa schiacciata nel cuscino, mi giro dall'altra parte nella speranza che la voce di Ramoso, con Codaliscia che russa in sottofondo, smetta di rimbombarmi nel cervello.

"Mh che ore sono?"

Alla voce squillante di Ramoso si è aggiunta quella impastata di Lunastorta. Ieri sera ci ha dato dentro con l'alcool, ho ancora davanti agli occhi immagini di lui decisamente molto più allegro ed espansivo del solito.

"Sono le dieci pigroni! E le ragazze sono già a Hogsmeade".

"Che cosa?!?" Questa affermazione di Ramoso mi fa subito scattare a sedere sul letto. Lancio uno sguardo terrorizzato al mio migliore amico, afferro una maglietta e un paio di jeans e sto già per fiondarmi in bagno a cambiarmi quando noto un sorrisetto diabolico spuntare sul volto di quell'infame che risponde al nome di James Potter.

"Ma brutto fetente di un cervo, spero che alla prossima luna piena tu ti impigli con le corna negli alberi della foresta proibita e in quel momento passi di lì un centauro incazzato e ti pianti una freccia in mezzo alla fronte" ringhio furibondo, realizzando subito dopo che alla prossima luna piena noi non saremo più qui a Hogwarts. Ma questo dettaglio sfugge a Ramoso che continua a ghignare, soddisfatto di essere riuscito nel suo intento senza alcuna difficoltà.

"Sapevo che questo sarebbe stato l'unico modo per farti alzare le chiappe dal letto, cane pulcioso. Stai tranquillo, Amy è ancora qui nel castello con le altre ragazze, si sono svegliate da poco anche loro" ridacchia mostrandomi il suo specchietto, e mi torna in mente che il mio l'ho lasciato a Amy proprio ieri sera, terrorizzato al pensiero che stamattina, se si fosse svegliata presto, sarebbe potuta andare a Hogsmeade senza avvisarmi. Anche se in effetti dubitavo lo avrebbe fatto, considerata la quantità non proprio esigua di alcool che ha trangugiato anche lei ieri sera.

"E comunque non puoi continuare ad andare in iperventilazione ogni volta che sospetti che lei possa essersi allontanata dal castello senza di te. Tra venti giorni esatti saremo definitivamente fuori di qui, te lo ricordi, sì?" insiste come sempre Ramoso mentre io sbuffo rumorosamente.

"Sì che me lo ricordo, ma non posso parlarle di questa storia a quattro giorni dall'inizio degli M.A.G.O., glielo dirò l'ultimo giorno, a esami finiti" proclamo, e Ramoso sbuffa a sua volta, più forte che mai.

Mollo i miei vestiti a terra, prendo il cuscino e mi lancio contro di lui per vendicarmi del modo brusco in cui mi ha svegliato; il mio migliore amico, però, ha i riflessi allenati dal Quidditch e si difende facendosi scudo con il proprio cuscino e passando poi al contrattacco. Ma improvvisamente si ferma, mi da una leggera gomitata e punta lo sguardo verso Lunastorta che sta già approfittando della nostra battaglia di cuscini per sgattaiolare furtivo in bagno a cambiarsi.

"Aspetta un po' Luna" ghigna Ramoso, che evidentemente ieri deve essere stato abbastanza lontano dall'alcool o avere scorte di caffè sotto il letto per essere così sveglio e reattivo dopo una serata come quella.

"Che vuoi?" domanda Lunastorta voltandosi e sbuffando leggermente.

"Felpato, l'hai visto anche tu ieri sera Luna con Mary o eri già sparito con Amy?"

Mi gratto la testa pensieroso; sono piuttosto sicuro di aver visto Lunastorta parlare con Mary, bere con Mary, persino ballare con Mary, eppure ho idea che Ramoso intenda qualcos'altro oltre a quello che ho visto io. Ma in effetti è anche vero che sono stato parecchio indaffarato con Amy alla festa per preoccuparmi di Lunastorta e Mary. La mia ragazza si è presentata con una maglietta attillata a righe bianche e nere e una gonnellina molto corta ed era semplicemente deliziosa; e dopo due mesi di astinenza, una serie di baci roventi su un divanetto della Sala Comune di Grifondoro e non pochi bicchieri di bevande alcoliche di vario tipo, le ho proposto di salire nel nostro dormitorio. Stava andando tutto alla perfezione: arrivati in cima alla scala a chiocciola, Amy mi stava già sbottonando i jeans mentre io avevo già infilato una mano sotto la sua gonna abbassando con l'altra la maniglia della porta, quando un rumore familiare era giunto alle mie orecchie. Lo conoscevo bene quel rumore, ma ero disposto a fare finta di niente, peccato che Codaliscia russa talmente forte che Amy, seppure in quel momento distratta da altro, si sia accorta della sua presenza.

"Non ho visto nulla io, e a proposito questo è per avermi rovinato i programmi riportando il topo in camera prima della fine della festa!" esclamo assestando una violenta cuscinata in testa a Ramoso, che subito si passa la mano tra i capelli per risistemarseli.

"Ahia, fai male cagnaccio pulcioso!" si lamenta lui "e comunque prenditela con Lily, è stata lei a convincermi ad aiutarla a portarlo in dormitorio, le faceva pena vedere Codaliscia addormentato sulla poltrona con la bocca aperta e un rigolo di bava che gli colava sulla camicia".

Con una smorfia di disgusto per la bava di Codaliscia, e di disappunto per non essere riuscito a portare a termine i miei programmi per la serata, mi volto e raccolgo i miei vestiti da terra, mentre Lunastorta guadagna la porta del bagno e Ramoso ...

Con una smorfia di disgusto per la bava di Codaliscia, e di disappunto per non essere riuscito a portare a termine i miei programmi per la serata, mi volto e raccolgo i miei vestiti da terra, mentre Lunastorta guadagna la porta del bagno e Ramoso comincia ad urlare nelle orecchie di Codaliscia per svegliarlo.

Poco più tardi, raggiungiamo Amy, Lily e Mary in Sala Grande per la colazione. Nonostante manchino solo quattro giorni all'inizio degli M.A.G.O., abbiamo deciso di abbandonare i libri per le prossime ventiquattr'ore e di distrarci passando l'intera giornata a Hogsmeade.
Mi avvicino alla mia ragazza e l'abbraccio mormorandole a fior di labbra "Buongiorno amore". Lei mi risponde con un dolce bacio che però diventa subito più intenso e audace; mi riesce sempre più difficile trattenermi con lei, fosse dipeso da me ieri sera non mi sarei fatto problemi nemmeno per la presenza di Codaliscia, tanto quello dormiva così profondamente che non si sarebbe accorto di niente.

"Ehi voi due" ci rimprovera Ramoso "guardate che qui abbiamo un argomento molto importante di cui discutere". Mi stacco con riluttanza da Amy, non prima di averle sussurrato all'orecchio "ricordati che io e te abbiamo un discorso in sospeso da ieri sera che dobbiamo terminare".
Lei annuisce arrossendo leggermente e mima con le labbra "dopodomani", poi allunga il collo per rivolgere lo sguardo al mio migliore amico, seduto accanto a me.

"Bene" comincia lui quando si accorge di avere l'attenzione di tutto il gruppo "mancano pochi giorni ormai all'inizio degli M.A.G.O. e alla fine della nostra avventura in questa scuola, ma i Malandrini non possono affrontare tutto questo senza prima aver organizzato e portato a termine l'ultimo scherzo della loro carriera a Hogwarts".

"James! Devo ricordarti che sei un Caposcuola?" si inalbera Lily. "Dovresti dare il buon esempio, non metterti a fare scherzi idioti a pochi giorni dagli esami!"

Ramoso la guarda con l'espressione incantata che ha sempre davanti a lei, mentre io mi avvicino di più a lui per dargli manforte, temendo finisca per cedere, come fa sempre quando c'è di mezzo Lily Evans.

Ramoso la guarda con l'espressione incantata che ha sempre davanti a lei, mentre io mi avvicino di più a lui per dargli manforte, temendo finisca per cedere, come fa sempre quando c'è di mezzo Lily Evans

"E dai Lily, non abbiamo fatto scherzi a nessuno, o quasi, per tutto quest'anno! Un ultimo segno dobbiamo lasciarlo per forza!" protesto con foga.

La rossa mi guarda scuotendo la testa. "Certo e non avete fatto scherzi quest'anno perché siete cresciuti e maturati, come no" osserva ridacchiando.

"A dire la verità non proprio, la colpa è principalmente vostra. Tu e questa bella biondina avete fatto perdere la testa niente meno che a James Potter e Sirius Black facendo dimenticare loro gli scherzi e tutte le altre stronzate che facevano prima" le rispondo tornando ad avvicinarmi a Amy e stringendola più forte a me.

"Questo è già più probabile" ribatte Lily sorridendo. "Allora, ipotizzando che vogliate davvero organizzare un ultimo scherzo, avete parlato solo dei Malandrini, quindi noi ragazze non c'entriamo nulla, sia chiaro" continua poi in tono più serio.

"Non dire idiozie, ormai siete parte del gruppo, quindi siete nostre complici" ribatto con un'alzata di spalle.

"Mh io però non vorrei farmi espellere proprio pochi giorni prima degli esami" osserva Mary dubbiosa.

"Non espelleranno nessuno di noi, tranquilla! Idee su quale possa essere la nostra ultima impresa?" domanda Ramoso, rivolto soprattutto a noi ragazzi.

"Dovremmo fare qualcosa di eclatante, che coinvolga tutta la scuola! Qualcosa che faccia ricordare Hogwarts di noi per i prossimi anni e secoli!" esclamo con enfasi.

"E te ne rendi conto, vero Sirius, che questo è il modo migliore per essere davvero espulsi?" Sono, come sempre, Lily e il suo sarcasmo a gettare acqua sul fuoco del mio entusiasmo; sbuffo rumorosamente.

"Lily però ha ragione" osserva Ramoso "e comunque saremo già ricordati a sufficienza, credo, per quello che abbiamo combinato in questi anni. Oltre che, almeno io, per essere un fenomeno del Quidditch naturalmente! Altre idee?"

"Se non possiamo coinvolgere tutto il castello concentriamoci sul soggetto a cui è più divertente fare scherzi" propone Lunastorta, e il pensiero di tutti va subito, unanimemente, ad Argus Gazza.

"Lui va matto per le api frizzole, potremmo insaporirle con caccole di troll e fargliele trovare nel suo ufficio" propone Codaliscia.

"Non è male come idea ma come ultimo scherzo ci vuole qualcosa di un po' più eclatante, no?" risponde Ramoso. "Certo, non troppo come intendeva Sirius" si affretta subito a precisare.

"A proposito dell'ufficio di Gazza... non ci sono finestre, no? E non sarebbe affatto piacevole per lui se qualcosa di molto puzzolente lo infestasse, non potrebbe nemmeno cambiare aria e l'ufficio puzzerebbe mortalmente per giorni" riflette Lunastorta.

"Tu. Sei. Un. Genio" salta su Ramoso scandendo le parole una ad una e scuotendo il nostro amico per le spalle. "Gli riempiremo l'ufficio di caccabombe e pallottole puzzole; dovremo però trovare il modo di incantarle per far esplodere le caccabombe e rimbalzare le pallottole puzzole esattamente quando vogliamo noi, con un colpo di bacchetta dato da lontano".

"Ci penso io, questo lo so fare!" esclama Amy prima di addentare una fetta di torta di mele e guadagnandosi un'occhiataccia da parte di Lily.

"Fantastico, piccolo genio di Incantesimi! Sapevo di poter contare su di te!" esclama Ramoso entusiasta facendo sorridere Amy.

"E quando lo faremo?" domanda Codaliscia.

"Io direi domani all'ora di pranzo. E ho in mente anche un modo per attirare Gazza nel suo ufficio mentre tutta la scuola è in Sala Grande a sfondarsi di cibo" annuncio sfoderando il mio migliore ghigno malandrino, con gli occhi di tutto il gruppo puntati su di me. "Qualcuno di noi gli farà svolazzare un biglietto davanti agli occhi e glielo farà rincorrere per mezza Hogwarts, così intanto gli altri avranno il tempo di posizionare e incantare le caccabombe e le pallottole puzzole. E quando finalmente sarà riuscito a prendere il biglietto, il nostro caro custode ci troverà scritta una bella dichiarazione d'amore di Madame Pince che gli dirà anche che lo aspetta nel suo ufficio all'ora di pranzo" spiego, soddisfatto delle espressioni attente che mi rivolgono i miei amici.

"Non l'avrei mai detto ma a volte anche Sirius Black riesce ad avere delle idee geniali" ridacchia Ramoso.

"Io ho sempre delle idee geniali" ribatto facendo levitare e inclinando pericolosamente la brocca del succo di zucca in direzione del mio migliore amico.

"Sì sì va bene!" esclama lui, terrorizzato al pensiero di essere inondato di succo di zucca. "Adesso però andiamo o non troveremo più nulla da Zonko e addio scherzo".

Mentre camminiamo verso Hogsmeade, i pensieri sul futuro ricominciano a tormentarmi. Dopo le vacanze di Pasqua, avevo mostrato le lettere a Silente e lui mi aveva promesso che ne avrebbe parlato ad un suo amico Auror molto in gamba, Alastor Moody. Me lo aveva fatto anche incontrare, qualche settimana dopo, ma purtroppo non c'era modo di ricollegare le lettere a quell'infame di Jugson; per poterlo sbattere ad Azkaban sarebbe stato necessario coglierlo sul fatto e Moody aveva anche un piano in questo senso. Ma, anche se l'Auror mi aveva garantito che non ci sarebbe stato alcun rischio reale per Amy, io non me l'ero sentita di metterla anche solo potenzialmente in una situazione di pericolo facendole fare da esca, ed avevo rifiutato.

Negli ultimi giorni, dopo aver ricevuto ancora altre lettere agghiaccianti, sono tornato a parlare con Silente, il quale mi ha ventilato la possibilità di far nascondere Amy, terminata la scuola, in un luogo sicuro, che verrebbe protetto con un incantesimo molto potente chiamato Incanto Fdelius: se accettassi, nessuno verrebbe mai a conoscenza del luogo in cui Amy è nascosta tranne il custode segreto dell'Incanto Fidelius, che sarebbe poi lo stesso Silente. Sarebbe la soluzione ideale per proteggere Amy, e tuttavia il solo pensiero di parlarle di tutto questo mi provoca delle fitte allo stomaco e una sensazione di nausea. Significherebbe privare di ogni libertà proprio lei, che non aspetta altro che cominciare l'addestramento per diventare Auror, che progetta di unirsi all'Ordine della fenice, che vuole combattere per far trionfare il bene e la giustizia, che sarebbe disposta a rischiare la sua vita per fare ciò che desidera e non accetterà mai di rinunciarci. Per non parlare del fatto che non potrebbe nemmeno incontrare i suoi genitori a cui è profondamente legata e che, a causa mia, non vede da quasi un anno dall'estate scorsa. Dovrò provare a convincerla che si tratterà di una soluzione transitoria, che durerà solo il tempo di permettere agli Auror di trovare Jugson; ma non ho idea di quanto tempo possa volerci e, se da una parte vorrei essere invece io a scovarlo, dall'altra dubito riuscirei a trattenermi dall'ucciderlo con le mie stesse mani; solo il pensiero di potermelo trovare davanti mi fa fremere di rabbia.

"Ehi come sei silenzioso, va tutto bene? Sei preoccupato per gli esami?" La voce di Amy, e la sua mano che stringe più forte la mia mentre camminiamo, mi distraggono da questi pensieri angoscianti. Volgo lo sguardo verso di lei e le sorrido; devo assolutamente cercare di distrarmi almeno per oggi, di liberare la mente, di godermi questi ultimi momenti spensierati insieme a lei e agli altri, o finirò per impazzire.

"Ti pare che il grandioso e geniale Sirius Black possa preoccuparsi per degli stupidi esami?" le rispondo sorridendo e lasciandole un delicato bacio sulla tempia. "È solo che mi sento la testa pesante, mi sa che ieri ho davvero esagerato con il vino e poi con il whisky incendiario".

"Vado a chiedere a Lily se ha con sé le sue medicine babbane per il mal di testa" mi risponde lei lasciando la mia mano e dirigendosi a passo svelto verso la sua migliore amica, poco più avanti di noi.

"Amy aspetta!" la chiamo, e lei si volta verso di me, senza smettere di camminare in direzione di Lily; le sue labbra si incurvano verso l'alto mentre mi rivolge uno sguardo interrogativo, e in questo preciso istante realizzo che la soluzione proposta da Silente non è praticabile, perché porterebbe quel sorriso che tanto amo a spegnersi giorno dopo giorno, se privato della libertà di mostrarsi al mondo. Ma non devo pensarci, non adesso, non è ancora il momento.

Concentro i miei pensieri solo su Amy, su quanto sto bene insieme a lei, su quanto mi rende felice anche solo vederla sorridere, e le rivolgo a mia volta il sorriso più radioso che mi riesce mentre la raggiungo, le metto un braccio intorno alla vi...

Concentro i miei pensieri solo su Amy, su quanto sto bene insieme a lei, su quanto mi rende felice anche solo vederla sorridere, e le rivolgo a mia volta il sorriso più radioso che mi riesce mentre la raggiungo, le metto un braccio intorno alla vita e la attiro a me. "Non mi serve nessuna medicina perchè ho già la migliore, te" mormoro catturando le sue labbra con un lungo e intenso bacio.

Dopo aver passato quel che resta della mattinata da Zonko, ci dirigiamo verso i Tre Manici di Scopa per pranzare con un panino. La giornata è stranamente molto calda e, già mentre camminavamo in direzione di Hogsmeade, le ragazze hanno modificato con la magia i loro vestiti rendendoli più adatti alla giornata estiva, e noto spesso lo sguardo di Lunastorta posarsi con interesse sulla scollatura generosa della maglietta di Mary, come il mio fa con le gambe di Amy che spuntano dai suoi pantaloncini di jeans.

"Buongiorno ragazzi! Cosa vi porto?" Lo sguardo di Lunastorta, così come il mio, si alza in direzione di Rosmerta, la figlia dei proprietari del pub, di qualche anno più grande di noi, che ci sorride allegra. Prende le nostre ordinazioni di panini e burrobirre, poi si ferma un attimo a parlare con noi.

"Immagino che presto non vi vedrò più da queste parti; sarà davvero strano non trovare più nel mio pub gli inseparabili combinaguai James Potter e Sirius Black" osserva scoccando un sorriso particolarmente affettuoso a me e James; poi continua rivolgendosi a tutto il gruppo: "avete già deciso cosa farete dopo la scuola?"

"Io e Lily ci iscriveremo all'accademia per cominciare l'addestramento per diventare Auror" dichiara Ramoso con fervore stringendo più forte la mano della sua ragazza, seduta accanto a lui.

"Noi faremo la stessa cosa" afferma decisa Amy voltandosi verso di me; non posso fare a meno di tornare col pensiero alle decisioni difficili che dovremo prendere tra poco meno di tre settimane, ma mi sforzo di cacciare l'angoscia lontano dalla mia testa. Sorrido e rispondo "sì, certo".

"Io diventerò una guaritrice, voglio cominciare il tirocinio al San Mungo subito dopo la fine della scuola" afferma Mary, mentre Lunastorta e Codaliscia abbassano lo sguardo.

"Bene!" esclama allegra Rosmerta dopo un attimo di silenzio "quattro futuri Auror e una futura guaritrice! E voi invece?" domanda ai miei due amici.

"Mi piacerebbe diventare un insegnante, un giorno" risponde Lunastorta con un sospiro "ma non so se sarà possibile, e comunque per adesso sono ancora troppo giovane".

"Io... beh" borbotta imbarazzato Codaliscia "io non so ancora cosa farò, intanto tornerò a casa da mia madre che è sola e non molto in salute, e intanto ci penserò".

"Qulasiasi sarà la strada che sceglierete, vi auguro di cuore buona fortuna ragazzi. Con la situazione sempre più difficile che si sta venendo a creare a causa di Voi-sapete-chi, ne servirà davvero tanta a tutti" risponde seria Rosmerta prima di allontanarsi per andare a prendere le ordinazioni di un altro gruppo di studenti di Hogwarts.

La giornata trascorre allegra e spensierata; riesco a non pensare quasi più ai tormenti che mi affliggono riguardo il futuro e dopo cena, con Amy nella Sala Comune di Grifondoro, cominciamo a progettare la serata che passeremo finalmente insieme nella Stanza delle necessità. Speravo di convincerla a farlo domani, ma è il compleanno della sua amica Sarah e lei ci tiene davvero tanto a passare la serata con le altre ragazze per festeggiarla. Mentre ne parliamo, veniamo raggiunti da Ramoso, ansioso di definire tutti i dettagli dello scherzo.

"Guardate qua!" esclama entusiasta sventolandoci davanti agli occhi un biglietto sul quale mi sembra di riconoscere la grafia ordinata ed elegante di Mary.

"Il falso biglietto di Madame Pince per Gazza, è perfetto!" esclamo soddisfatto dopo averlo letto.
"Sì!" esclama Ramoso "già mi immagino la reazione di Gazza".

"Bleah, pure io me la immagino e vorrei tanto non farlo!" esclamo sventolandomi una mano davanti agli occhi con aria teatrale, come per scacciare una visione particolarmente disgustosa.

"Sirius! Adesso ce l'ho in mente anch'io quell'immagine, che orrore!" esclama indignata Lily, sopraggiunta in quel momento dietro al suo fidanzato, mentre Amy e Ramoso scoppiano a ridere. Lily si siede accanto al suo fidanzato che comincia la sua spiegazione, incoraggiato dal sorriso della rossa.

 Lily si siede accanto al suo fidanzato che comincia la sua spiegazione, incoraggiato dal sorriso della rossa

"Bene, domani mattina dopo colazione dovremo dividerci. Amy, io e te con il mantello andremo nell'ufficio di Gazza così io posizionerò le caccabombe e le pallottole puzzole e tu le incanterai. Voi invece in gruppo fingerete di girovagare per i corridoi chiacchierando degli M.A.G.O. o di quello che vi pare e intanto vi porterete in giro Gazza facendogli volare il biglietto di Madame Pince davanti agli occhi. Sirius, ti chiamerò con lo specchio quando avremo finito, così saprete che potete lasciargli prendere il biglietto". La voce di Ramoso mi arriva un po' lontana, non sono sicuro di averlo ascoltato con attenzione. C'è un attimo di silenzio, interrotto di nuovo dalla voce del mio migliore amico.

"Ehi pronto? Mi stai ascoltando Sirius? Amy girati di spalle per favore, con quella maglietta che hai addosso sei una distrazione troppo grande, rischiamo che questo idiota mandi all'aria lo scherzo!"

"Distratto io? Guarda che ti stavo ascoltando" borbotto poco convinto.

"Certo, come no! Abbiamo notato tutti dove stava vagando il tuo sguardo" ridacchia Lily mentre Amy mi tira un leggero - si fa per dire - schiaffo in testa.

"Ahia! Preferivi che guardassi le tette di qualcun'altra?" le domando massaggiandomi la testa nel punto in cui lei mi ha colpito.

"Provaci e non sarò così delicata" ribatte lei, anche se delicata non è esattamente la parola adatta a descrivere ciò che mi ha appena fatto.

"Allora che ne dite del mio falso biglietto?" interviene Mary, sopraggiunta con Remus e Peter.
"È perfetto bravissima!" rispondiamo Amy ed io all'unisono.

"Bene, adesso ricapitolo per tutti quello che faremo domani, ma niente distrazioni, ok?" si spazientisce Ramoso saettando con lo sguardo da me ai tre nuovi arrivati. E mentre il mio migliore amico ripassa i dettagli del piano, io rido al pensiero di come reagirà Gazza non solo per la puzza che invaderà il suo ufficio, ma anche e soprattutto per la scoperta che Madame Pince non ha affatto intenzione di imboscarsi lì dentro insieme a lui.
__________

Caro Argus,
è da tempo ormai che ti osservo, indecisa se confessarti o meno i miei sentimenti per te, ma sento che ora è arrivato il momento di dichiararteli. Sento di essermi innamorata di te e desidero ardentemente passare del tempo da sola con te. Non posso più aspettare, mi farò trovare nel tuo ufficio all'ora di pranzo, mentre tutti saranno impegnati in Sala Grande. Ne varrà la pena, vedrai.
A presto,
Irma.

Gazza innamorato; se me lo avessero detto solo qualche ora fa non sarei riuscito a crederci. E invece la sua voce trema leggermente mentre rilegge, credo per la quindicesima volta, il falso biglietto di Madame Pince camminando avanti e indietro nella Sala d'Ingresso senza riuscire a trovare il coraggio di entrare nel suo ufficio.

Stiamo cercando di ridere in silenzio io, Ramoso, Lunastorta e Codaliscia, invisibili grazie a un incantesimo di disillusione che Amy ha fatto su ciascuno di noi perchè ormai siamo troppo alti e tutti insieme sotto il mantello non ci stiamo più.
Siamo abbastanza lontani da non farci intossicare dall'odore che le caccabombe e le pallottole puzzole faranno nel momento in cui il custode aprirà quella porta, ma abbastanza vicini da poterlo vedere e da poter azionare lo scherzo con un colpo di bacchetta.

Gazza, rosso in viso come non credo di averlo mai visto, si mette il biglietto in tasca e si passa una mano tra i capelli mentre si avvicina finalmente alla porta dell'ufficio.

"Guardatelo, secondo me è convinto di trovarci Madame Pince nuda!" ghigna Ramoso. Codaliscia ride emettendo una specie di squittio che rischia di farci scoprire perchè il custode si guarda intorno con lo sguardo corrucciato prima di voltarsi ed abbassare lentamente la maniglia della porta del suo ufficio. Ramoso è già pronto con la bacchetta in mano e non appena la porta comincia ad aprirsi verso l'interno, pronuncia l'incantesimo che gli ha insegnato Amy e un fumo denso esce dalla stanza e invade rapidamente la Sala d'Ingresso mentre una pallottola puzzola, attaccata alla maniglia dall'interno, colpisce Gazza in pieno viso. Il custode inizia a tossire e sputacchiare imprecando mentre noi approfittiamo del caos per sgattaiolare in Sala Grande dove tutti gli studenti e gli insegnanti sono riuniti per il pranzo, ignari di quello che sta succedendo poco distante, e raggiungiamo Amy, Lily e Mary che già stanno pranzando al nostro solito posto in fondo al tavolo.

"Allora com'è andata?" domanda subito Amy che immagino voglia essere certa che il suo lavoro sia andato a buon fine.

"Alla grande, sei stata perfetta!" esclama Ramoso dandole il cinque.

"Avreste dovuto vederlo" squittisce Codaliscia con le lacrime agli occhi mentre si serve una generosa porzione di pasticcio di carne.

"Siete stati davvero crudeli" borbotta Lily seria. "Almeno siete sicuri che non vi abbia visto nessuno?"

"Non c'era nessuno nei paraggi, tranquilla" la rassicura Lunastorta.

"Beh tanto immaginerà che è opera vostra, sono anni ormai che non gli date tregua" osserva Mary versandosi del succo di zucca.

"Sì ma non ha nessuna prova che siamo stati noi" ribatto soddisfatto "quindi non potrà metterci in punizione".

Non potevo assolutamente immaginare cosa stesse frullando in quel momento nella mente di Gazza, lo avrei scoperto solo tempo dopo. Lui ovviamente sospettava che lo scherzo fosse opera nostra ma non aveva prove; e tuttavia, per una volta, non gli interessava metterci in punizione. Lui voleva solo vendicarsi e sapeva come colpirci: ottenendo l'aiuto di uno degli insegnanti per causare un malfunzionamento di quello che era ormai diventato l'oggetto simbolo dei Malandrini, una vecchia pergamena ingiallita che lui, essendo un magonò, non avrebbe mai saputo far funzionare, ma che per noi era di vitale importanza, non solo perchè ci consentiva di tenere d'occhio i movimenti dell'intera scuola, ma soprattutto perchè era frutto di un lavoro enorme da parte nostra. Giornate intere passate a studiare quali incantesimi avrebbero potuto far fare a quella vecchia mappa del castello trovata per caso in biblioteca ciò che volevamo noi, a provarli per poi fallire, ad abbatterci ma a trovare ogni volta l'uno nell'altro la forza e il coraggio di riprovarci di nuovo, di cambiare qualcosa, di aggiustare il tiro, fino a raggiungere il tanto agognato risultato finale, il perfetto funzionamento della Mappa del Malandrino.
Quella vecchia pergamena ingiallita era diventata da quel giorno il simbolo del nostro gruppo, della nostra amicizia: un legame che nelle nostre intenzioni non avrebbe mai dovuto spezzarsi e che invece era destinato a farlo molto prima di quanto avessimo mai immaginato. E quando, dopo l'ultima notte passata con Amy nella Stanza delle necessità, io e lei avevamo incrociato nel corridoio del settimo piano lo stesso Gazza che sulla mappa appariva in quel momento nel suo ufficio al piano terra e che mi aveva sequestrato quell'oggetto così importante per me pur non sapendo nemmeno con precisione a cosa servisse nè avendo la minima idea di come farlo funzionare, io mi ero sentito tremendamente in colpa anche se sapevo che la colpa non era mia, come se avessi definitivamente e irrimediabilmente tradito i miei amici, come se quel momento stesse segnando l'inizio della fine dei mitici Malandrini.

 

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Capitolo 24
*** CAPITOLO 23 - L'INIZIO DELLA FINE ***


CAPITOLO 23 - L'INIZIO DELLA FINE
 

AMY POV

Apparentemente, il desiderio che ho espresso la sera del mio diciottesimo compleanno sta continuando ad essere esaudito: siamo alla fine di giugno, e Sirius ed io stiamo ancora insieme. Sono stati mesi stupendi, io e lui siamo inseparabili, abbiamo passato insieme ogni possibile istante delle nostre giornate, lo sogno ogni notte ed è il mio primo pensiero al risveglio, non so come potrei sopravvivere se lui non ci fosse più nella mia vita.

Da qualche tempo però, Sirius ha qualcosa che non va, dei pensieri che lo preoccupano. Già durante l'inverno, circa due mesi dopo la fine delle vacanze di Natale, ha cominciato a ricevere delle lettere via gufo ed ha fatto il possibile per non far vedere a nessuno cosa ci fosse scritto. Ho idea che mi stia nascondendo qualcosa, non ha voluto nemmeno che andassimo a casa sua per le vacanze di Pasqua; siamo quindi rimasti a Hogwarts e, anche se abbiamo fatto uso più volte della Stanza delle necessità per stare da soli, anche grazie al mantello che James ci ha lasciato mentre lui e Lily sono tornati a Godric's Hollow dai genitori di James, non sono state vacanze paragonabili a quelle di Natale.
Dato che Sirius non ha mai voluto dirmi da chi riceve quelle lettere e cosa c'è scritto, ho temuto fin dal principio che potessero provenire da un'altra ragazza e in qualche modo ho anche provato a parlargliene, ma lui ha semplicemente negato, ribadendo i suoi sentimenti per me e sostenendo che quelle lettere non hanno nessuna importanza. Ho creduto alle due parole, ho voluto fidarmi di lui, ma queste cose non dette tra noi pesano, e io sono sempre più convinta che le brutte sensazioni che ho sempre avuto riguardo alla nostra storia stiano per avverarsi ora che ci avviciniamo alla fine della scuola.

Per fortuna lo studio mi ha tenuto molto impegnata in questi mesi: gli esami sono quasi finiti, oggi c'è l'ultima prova, quella di Difesa contro le arti oscure, e domani lasceremo per sempre Hogwarts. Sono un po' triste a questo pensiero, ho vissuto anni bellissimi e intensi qui, Hogwarts mi mancherà molto, e ancora non so come sarà la mia vita da domani. Ho sempre il desiderio di diventare un Auror, e prima ancora voglio entrare nell'Ordine della fenice. Con Sirius, James, Lily, Remus, Peter, e anche Marlene, Mary, Sarah e Paul abbiamo deciso che domani mattina, prima di lasciare Hogwarts, andremo da Silente e gli chiederemo il permesso di entrare nell'Ordine. Sirius sembra entusiasta, ma contrariato allo stesso tempo quando si entra in argomento, un po' come ero io la prima sera che ho sentito parlare dell'Ordine, ma non riesco a capire il motivo di questo suo turbamento. Vederlo così angosciato e inquieto non mi aiuta di certo a stare tranquilla.

Ma ora il mio pensiero è tutto concentrato sull'ultimo esame, la prova pratica di Difesa contro le arti oscure: il professor Winston mi chiede di evocare gli incantesimi che proteggono un'intera area respingendo i nemici: Repello Inimicum, Protego Maxima, Protego Horribilis. Non sono incantesimi semplici da evocare, ma mi concentro e mi riescono tutti alla perfezione: i nemici e le Maledizioni senza perdono creati dal professor Winston si infrangono contro le barriere da me create come se io fossi chiusa in una grossa bolla protettiva.

"Complimenti, signorina Mancini, davvero un ottimo lavoro!" esclama stringendomi la mano "può andare, è stata una grande prova, la sua!".

Sono estremamente soddisfatta e mi sento finalmente pronta ad affrontare con coraggio la situazione che mi aspetta fuori da Hogwarts; ma proprio mentre sto attraversando il parco fantasticando sui miei poteri, un gufo mi si avvicina dall'alto: è Lucky, il gufo dei miei genitori. Cosa mai possono volere, considerato che domani tornerò a casa? Prendo il rotolo di pergamena dalle zampe del gufo e inizio a leggere. E il mondo mi crolla addosso sotto le sembianze della calligrafia ordinata di mia madre, senza che io lo avessi minimamente potuto prevedere.

Cara Amy,
ho aspettato finché ho potuto prima di scriverti questa lettera. Ho preferito lasciarti tranquilla prima degli esami, ma ora so che gli M.A.G.O. sono finiti, e non posso rimandare oltre la notizia che sto per darti.
Amy, tuo padre è molto malato, una di quelle terribili malattie babbane che ha bisogno delle cure dei migliori ospedali babbani. Tra due giorni abbiamo appuntamento con un medico molto importante, negli Stati Uniti, nella città di Boston, e domani partiremo. Naturalmente, verrai con noi. Ci sono molti problemi per la guerra in corso e non è sicuro che tu torni a casa da sola, i Mangiamorte potrebbero intercettarti e venire ad uccidere tuo padre. Il professor Silente ha predisposto una passaporta protetta con incantesimi molto potenti, che verrò a prendere da lui domani mattina presto. La useremo per andare direttamente in aeroporto e da lì partiremo.
Mi dispiace non avertene parlato prima, è da un po' che tuo padre non sta bene, ma volevamo proteggerti, sono certa che capirai.
A domani, un abbraccio,
Mamma

Rileggo la lettera altre due volte, ancora non posso crederci. "Papà...no..." mormoro mordendomi furiosamente il labbro inferiore per trattenere le lacrime. Mi siedo nell'erba e mi prendo la testa tra le mani. Lo sapevo, le mie sensazioni erano esatte, è tutto finito. Domani a quest'ora sarò lontana migliaia di chilometri da qui, e chissà quando potrò rivedere di nuovo i miei amici... e Sirius. Una piccola speranza si fa strada dentro di me: potremmo scriverci, tenerci in contatto, e potrei tornare un giorno... ma non so perché, sento che le cose non andranno così. Come sapevo benissimo quando stavo per perdere Justin, anche se un po' ci speravo ancora, ora so che sto per perdere Sirius, anche se spero disperatamente che non sarà così. La mia storia con Sirius è infinitamente più importante, più grande e più forte di quella con Justin, ci amiamo, mi ha detto che vorrebbe sposarmi, perché dovrebbe finire? Eppure c'è qualcosa dentro di me che sa che succederà e che qualunque cosa io faccia non servirà a niente. Mi sforzo di ricacciare indietro le lacrime che stanno cercando di rompere gli argini e uscire dai miei occhi disperatamente chiusi, respiro profondamente, mi alzo e vado a cercare Lily per raccontarle tutto.

Quando la trovo, seduta con le altre ragazze in riva al lago come quel giorno dopo il G.U.F.O., lei capisce subito che c'è qualcosa che non va. Non ho neanche la forza di parlare, e mostro a lei e alle altre la lettera di mia madre. Lily mi abbraccia forte, e io non posso più tenermi tutto dentro e scoppio a piangere contro la sua spalla. Singhiozzi violenti mi scuotono, e lei mi accarezza dolcemente i capelli, come se fossi una bambina che ha fatto un brutto sogno. "Amy andrà tutto bene vedrai, tuo padre verrà curato nei migliori ospedali e se la caverà, ne sono sicura... senti ma Sirius lo sa già?" mi domanda dolcemente. Faccio segno di no con la testa, tra un singhiozzo e l'altro. "Parlagliene, appena puoi" sussurra lei, che sa già perfettamente quali terribili pensieri mi stanno affollando la testa in questo momento senza nemmeno bisogno che io li esprima a voce.
 

REMUS POV

Mi è capitato tante volte in questi sette anni di salire in compagnia dei miei amici le scale che dal seminterrato portano al piano terra, ma è la prima volta che ciò accade nel silenzio più assoluto. Sembra quasi che, arrivati a questo punto, nessuno di noi abbia più nulla da dire, dopo sette anni in cui non siamo riusciti a stare zitti per più di un minuto nemmeno davanti ai professori, nelle lunghe e a volte noiose ore di lezione. Nemmeno nel sonno riusciamo a fare silenzio: Sirius a volte parla anche mentre dorme, Peter russa come un trattore e James si agita talmente tanto nel sonno che finisce sempre per fare rumore urtando qualcosa con qualsiasi parte del suo corpo.

Sono davvero dispiaciuto di non aver cenato con le ragazze proprio questa sera, ma abbiamo preferito rifugiarci nelle cucine dagli elfi domestici perchè dovevamo assolutamente parlare da soli con Sirius, che ancora non era del tutto convinto di voler raccontare a Amy la verità sulle lettere di Jugson.
Arrivati al piano terra, lancio un'occhiata nostalgica alla Sala d'ingresso che si estende imponente davanti ai miei occhi, e proprio in quel momento vedo uscire dalla Sala Grande Marlene e Sarah.

"Ehi ragazze!" le chiama James attirando la loro attenzione. "Scusate, sapete dov'è Lily?"

La bionda e la mora si voltano, sorprese di vederci.
"Ha finito di cenare prima di noi ed è uscita insieme ad Amy, credo siano nel parco" si affretta a rispondere Sarah mentre Marlene resta in silenzio e sorride.

"Forza, andiamo a cercarle, così finalmente le parlerai" dice James prendendo per un braccio Sirius e trascinandolo fuori dal portone di quercia.

Mi sto domandando dove sia Mary dato che le sue amiche non l'hanno nominata, ma la voce di Peter mi distrae da questo pensiero.
"I-io vado a cercare quella ragazza di cui vi a-accennavo a cena" farfuglia, e prima che io possa fargli qualunque domanda è già scappato via. Non aveva mai accennato ad un suo interesse per una ragazza che non fosse Marlene, prima di questa sera, e mi sembra davvero strano perchè ero convinto che lui fosse ancora cotto di lei.

Rimasto solo, e lanciata un'ultima occhiata alla Sala d'ingresso, esco anch'io, a passo molto più lento e cadenzato rispetto a quelli frettolosi dei miei amici

Rimasto solo, e lanciata un'ultima occhiata alla Sala d'ingresso, esco anch'io, a passo molto più lento e cadenzato rispetto a quelli frettolosi dei miei amici. Scendo con calma i gradini di pietra, godendomi la tranquillità di questi ultimi momenti qui a Hogwarts; l'oscurità si è impadronita quasi completamente del cielo, tranne per l'ultimo, leggero bagliore rossastro che ancora resiste a ovest, mentre la luna, che tra meno di una settimana sarà di nuovo piena, sembra guardarmi con sospetto.

Smetto di caminare quando giungo in prossimità di un muretto nel cortile a cui mi appoggio con le braccia

Smetto di caminare quando giungo in prossimità di un muretto nel cortile a cui mi appoggio con le braccia. Mi fermo a riflettere, domandandomi come sarà la mia vita da domani, cosa ne sarà di me. I miei amici, a parte Peter, sembrano già avere le idee chiare, ma io... Come posso pensare io di fare un qualsiasi tipo di lavoro, quando sarei costretto a dover giustificare la mia indisponibilità una volta al mese? E come potrei gestire il nervosismo intenso che mi pervade nei giorni che precedono la mia trasformazione? Non potrò mai condurre una vita normale, lo so, è già stato un miracolo che io sia riuscito a frequentare Hogwarts in questi sette anni e persino ad incontrare persone che sono riuscite a volermi bene ed accettarmi per quello che sono, e non posso permettermi di sperare che questa fortuna si ripeta anche fuori da Hogwarts.

"Remus, eccoti".

Una voce conosciuta interrompe il flusso dei miei pensieri. Mi volto e mi trovo davanti i grandi e intensi occhi scuri di Mary.

"Ciao Mary" le rispondo semplicemente.

"Va tutto bene? Sembri stanco" osserva lei avvicinandosi a me e mettendomi una mano sulla spalla.

Resto un attimo in silenzio. No, in effetti non va tutto bene, da domani non saremo più gli stessi, dovremo dire addio per sempre all'allegria e ala spensieratezza che hanno contraddistinto i nostri anni a Hogwarts ed immergerci in una situazione più grande di noi, che potrebbe rubarci tutto, anche la vita; e, se questo non dovesse succedere, ci cambierà inevitabilmente. Potremmo vedere altre persone, magari amici, morire sotto i nostri occhi o, nella migliore delle ipotesi, venire feriti; ci troveremo noi stessi a sperimentare sulla nostra pelle sofferenze, fisiche o morali, di cui non avremmo nemmeno immaginato l'esistenza. E forse, tra tutti i miei amici, io sono quello che più è in qualche modo preparato a tutto questo perchè io la sofferenza l'ho provata fin da bambino e la vivo ancora ogni mese. In effetti anche Sirius ha conosciuto molto bene la sofferenza, sia fisica sia morale, ad opera della sua famiglia, ma il suo destino non è segnato come il mio, e quindi lui può permettersi di essere molto più incosciente di me. Anche se chi mi preoccupa davvero in tutta questa situazione è Peter, che in fondo è un ragazzo estremamente fragile e avrà bisogno più di tutti gli altri di essere protetto.

Faccio un profondo sospiro e torno a rivolgere l'attenzione alla ragazza mora al mio fianco, una ragazza che è stata per me negli ultimi mesi un'amica speciale. Da novembre, quando il gruppo delle Grifondoro del settimo anno, fino ad allora molto unito, è entrato in crisi con l'inizio della storia tra Amy e Sirius, Mary si è avvicinata molto a noi Malandrini, e a me in particolare. Abbiamo scoperto di avere parecchio in comune, io e lei, ed è nata una bella amicizia tra noi. Non so spiegare nemmeno a me stesso cosa provo esattamente per lei; sicuramente le voglio bene e forse un po' ne sono anche attratto fisicamente, ma non intendo andare oltre quello che c'è adesso tra noi. Purtroppo, non sono semplicemente un ragazzo di diciotto anni, una volta al mese sono anche un mostro; so che Mary non prova per me solo amicizia, e non voglio che lei possa illudersi a proposito di qualcosa che non potrà succedere mai.

 Purtroppo, non sono semplicemente un ragazzo di diciotto anni, una volta al mese sono anche un mostro; so che Mary non prova per me solo amicizia, e non voglio che lei possa illudersi a proposito di qualcosa che non potrà succedere mai

"Va tutto bene sì, grazie Mary. Stavo pensando al futuro, a come cambierà la nostra vita da domani" le rispondo lasciando vagare lo sguardo nel parco di Hogwarts.

"Già, lasciare Hogwarts sarà difficile per tutti noi" sospira lei togliendo la mano dalla mia spalla e appoggiandosi con gli avambracci al muretto. Mi volto e osservo il suo profilo; i suoi occhi sembrano fissare un punto molto lontano mentre i suoi capelli lunghi sono mossi leggermente dalla brezza di questa serata di fine giugno.

"Continueremo a vederci però" osserva poi voltandosi verso di me "se domani Silente accetterà di farci entrare nell'Ordine della fenice. E spero che comunque voi Malandrini e noi ragazze continueremo a frequentarci anche a prescindere da quello". Resta in silenzio per un attimo e aggiunge in tono più basso "Tranne Amy".

Mi volto di scatto verso di lei, non capendo esattamente a cosa si riferisca; mi sembra strano che Mary sappia già tutto delle lettere di Jugson e ancora più strano che Amy abbia accettato di nascondersi, come Silente ha proposto a Sirius.

"Cosa intendi dire? Che c'entra Amy?" le chiedo aggrottando leggermente la fronte.

"Già, tu non lo sai" risponde Mary. "Amy domani partirà per gli Stati Uniti con i suoi genitori. Suo padre è molto malato e si farà curare là, sua madre le ha scritto proprio oggi per informarla di questo".

Guardo Mary con gli occhi sgranati: non mi sento per niente tranquillo, ho un brutto presentimento. Voglio un bene dell'anima a Amy, siamo buoni amici ormai da tre anni; e al di là del dispiacere che provo per i problemi di salute di suo padre, voglio essere certo che Sirius non abbia deciso di usare questa storia come alibi per continuare a tenerle nascosta la faccenda delle lettere di Jugson.

"Dov'è Amy?" domando in preda all'agitazione.

"L'ultima volta che l'ho vista stava andando nel parco con Lily. Inizialmente avevo pensato di andare con loro, ma poi ho preferito venire a cercarti" mormora lei guardandomi intensamente. Ma io sono troppo preoccupato per come Sirius possa aver reagito alla notizia della partenza di Amy e non posso restare qui a parlare con Mary senza prima essermi accertato che lui non abbia fatto qualche cazzata delle sue.

"Perdonami Mary ma devo cercare Sirius. O Amy. O entrambi, anzi spero di trovarli insieme. Ci vediamo dopo, scusami" le dico in fretta, appena prima di voltarmi e iniziare a correre verso il parco.

 

AMY POV

A cena, i Malandrini non sono al loro solito posto. Sono sempre più in ansia, ho il terrore di non riuscire a vedere Sirius prima di partire domani mattina. Nemmeno Lily sa dove sia James, ma lui le ha detto che si vedranno stasera, quindi non ci resta che aspettare. È la nostra ultima sera a Hogwarts, e gli insegnanti hanno dato disposizione che per noi studenti del settimo anno non valga la regola del coprifuoco. Io e Lily siamo sedute su una panchina nel parco, quando vediamo finalmente arrivare James e Sirius. La mia migliore amica si alza subito e va incontro a James portandolo via, in modo da lasciare me e Sirius soli. Lui si avvicina e anch'io mi alzo dalla panchina su cui ero seduta con Lily.

Quando i miei occhi incontrano quelli di Sirius, mi sento gelare il sangue nelle vene: ha uno sguardo duro, freddo, determinato, che non riconosco.

"Amy, devo parlarti, è importante" dice con voce dura. Sento il cuore perdere un battito, ho una brutta sensazione, ma devo parlare io per prima o non riuscirò a farlo mai più. Resto ferma in piedi, anche se sento le gambe tremare e vorrei tanto sedermi di nuovo.

"Aspetta Sirius, per favore, ho anch'io una cosa da dirti, molto importante. Mia madre mi ha scritto una lettera oggi. Mio padre è malato gravemente, dovrà farsi curare negli Stati Uniti" faccio una pausa, mi sembra che sia un'altra persona a pronunciare le parole che sto dicendo "Partirò con loro, domani mattina" annuncio con un filo di voce.

Sirius rimane in silenzio distogliendo lo sguardo da me, e sembra guardare un punto lontano; poi fa un lungo sospiro e mi sembra quasi sollevato, come se la mia imminente partenza gli risolvesse un grosso problema e, quando i suoi occhi tornano su di me, noto che il suo sguardo si è addolcito un po'. Ma non si avvicina, non mi abbraccia come avrei tanto voluto, non mi sfiora nemmeno. "Oh Amy, mi dispiace tantissimo per tuo padre. Ma devi andare, i tuoi genitori hanno bisogno di te".
"Sì, lo farò, ma noi... voglio dire... potremo scriverci, e appena mio padre starà meglio io tornerò..." farfuglio con voce tremante.

Lui distoglie ancora lo sguardo, ma è solo un momento, poi torna a guardarmi e i suoi occhi sono tornati freddi e distanti. E poi pronuncia quelle parole, che fanno più male di una coltellata in pieno petto: "Amy, non ci sarà più niente tra noi. Io non ti amo più".

Il mio cuore si ferma per un attimo, proprio come quando mi ha baciata per la prima volta in biblioteca meno di un anno fa. Ma ora è tutto diverso, non c'è nessuna emozione a parte un dolore folle, e fa molto più male di quanto mi sarei aspettata. Gli attimi più belli della nostra storia mi scorrono davanti agli occhi. E per un attimo penso che non è possibile, non può pensarlo davvero. Siamo stati così vicini, anche negli ultimi giorni, pur con i suoi comportamenti strani, e se quello che sta dicendo è vero, allora vuol dire che mi ha presa in giro, mi ha mentito e lo sta facendo da chissà quanto tempo. Forse da sempre, forse è sempre stata tutta una bugia. Mi ha chiesto di fidarmi di lui ed io come una stupida l'ho fatto; mi sono fidata, mi sono buttata in questa storia con tutta l'anima e con tutto il cuore, gli ho dato tutto di me, e credevo lo stesse facendo anche lui, ed invece stava solo mentendo, per tutto il tempo. Mi odio per essere stata così stupida, così cieca...

Sirius sembra intuire quali sono i miei pensieri. "Mi dispiace. Non ti ho mai presa in giro, non ti ho mai mentito in questi mesi, credimi; ti amavo, o meglio credevo di amarti davvero, ma ora ho capito che non è così" aggiunge, sempre guardandomi negli occhi.
Allora deve essere come pensavo io, quei gufi portavano lettere di un'altra ragazza, non c'è altra spiegazione. E io sono stata così stupida da aver creduto che saremmo stati insieme per sempre. Avevo già passato una situazione simile con Justin e adesso mi odio per esserci finita nuovamente. Mi mordo furiosamente il labbro inferiore, e questa volta sento in bocca il sapore amaro del sangue. E il mio cuore ricomincia a battere come se volesse schizzarmi fuori dal petto, e subito avverto l'istinto di andarmene, di scappare, di correre il più lontano possibile da lui, da questa sofferenza, finché non avrò più fiato in gola.
Vedermelo davanti agli occhi e sapere che non sarà più mio fa un male devastante, ma lui è stato chiaro e non c'è più nulla da dire. E cosi, senza aggiungere altro, senza replicare, perché tanto so che servirebbe solo a prolungare questa agonia, mi volto e corro via, senza nemmeno sapere dove sto andando, convinta di potermi lasciare alle spalle questo dolore che mi sta lacerando dentro.

Correndo, arrivo in riva al lago, e per un attimo penso che sarebbe così facile lasciarmi andare nell'acqua scura e non pensare più a nulla

Correndo, arrivo in riva al lago, e per un attimo penso che sarebbe così facile lasciarmi andare nell'acqua scura e non pensare più a nulla. Quella fitta di dolore che mi stringe il cuore come una morsa gelida è ancora lì, scappare non è servito a lasciarla indietro, non potrò cancellarla così facilmente. E allora la soluzione più semplice sembra davvero quella di affogarlo il dolore, nell'acqua scura del lago, insieme a me. Mi tolgo le scarpe e comincio a camminare verso il buio, verso quella distesa immobile che in questo momento esercita su di me un'attrazione fortissima. Mi immergo nell'acqua fredda fino alle ginocchia, e proprio quando sto per bagnarmi anche i vestiti, un'immagine si fa strada nella mia testa. È mia madre, che in questo momento sta rischiando di provare un dolore molto simile al mio, il dolore di perdere per sempre la persona che ama più di se stessa. Io ormai ho perso, sono definitivamente sconfitta, ma lei no, lei può lottare ancora per tenere papà qui accanto a lei, e le serve tutta la forza possibile. So che ama me quanto ama lui e non posso semplicemente passare a lei il dolore che sto provando io e lasciarla sola a combattere per papà. La sofferenza per avermi persa per sempre lì ucciderebbe entrambi, lo so, e non è giusto che i miei genitori soffrano solo perché io non sono stata capace di affrontare un dolore più grande di me. E così trovo il coraggio di restare qui e di andare avanti, non nell'acqua, ma nella mia vita, anche se ormai so che niente sarà mai più come prima e che qualcosa dentro di me si è rotto per sempre.

Esco dall'acqua e resto un attimo in piedi nell'erba, ferma a fissare l'acqua scura e le stelle che tappezzano il cielo nero, e realizzo che mi trovo esattamente nel punto in cui io e Sirius eravamo seduti sotto il mantello dell'invisibilità, la s...

Esco dall'acqua e resto un attimo in piedi nell'erba, ferma a fissare l'acqua scura e le stelle che tappezzano il cielo nero, e realizzo che mi trovo esattamente nel punto in cui io e Sirius eravamo seduti sotto il mantello dell'invisibilità, la sera del nostro primo appuntamento. Rivedo davanti a me il suo viso stupendo che si avvicina per baciarmi, e quasi mi sembra di sentire di nuovo le sue labbra sulle mie e i nostri respiri che si mescolano nella notte umida. Ma non succederà mai più. E non posso fare a meno di odiarmi, mi odio profondamente per averci creduto, per avergli dato tutto di me, per essere stata così stupida e ingenua. E di nuovo un dolore cieco e insopportabile mi invade e sento il bisogno di correre e scappare lontano, anche se so benissimo che questa sensazione di oppressione al petto non mi abbandonerebbe neanche se andassi fin sulla luna. Mi rimetto le scarpe, mi volto e riprendo a correre mentre finalmente riesco a far uscire la disperazione che mi esplode dentro e calde lacrime scorrono copiosamente sul mio volto e mi offuscano la vista. E il sapore salato delle lacrime si mescola al sapore metallico del sangue che ancora esce dal labbro che mi sono morsicata violentemente poco fa.

Non vedo più dove sto andando, finché non incespico su qualcosa e cado a terra. Sento delle voci lontane, persone che stanno parlando a bassa voce, sicuramente studenti del settimo anno che si stanno salutando, promettendosi di rivedersi fuori da qui. Io invece non rivedrò nessuno, non tornerò mai più in Gran Bretagna, non potrei sopportare di rivivere di nuovo questi momenti, questa sofferenza atroce. Devo andarmene e dimenticare, cancellare gli anni più belli della mia vita, come se non fossero mai esistiti. Tutto qui.

E mentre le lacrime continuano a scendere, le voci si fanno più vicine e riesco a riconoscerle. Sono due ragazzi: uno ha una voce profonda e roca che mi fa rabbrividire, l'altro ha una vocina acuta che sembra quasi uno squittio. Trattengo il respiro e provo ad ascoltare ma non capisco le parole. Poi, nella semioscurità, distinguo le due sagome: uno dei due ragazzi è molto alto e possente, l'altro è molto più basso e piuttosto grassoccio. Non saranno... non può essere... quello più basso mi sembra proprio Peter Minus, riconosco anche la sua voce. Ma non riesco a riconoscere quello più alto. Si avvicinano ancora di più, ormai camminano a pochi metri da me, e mi appiattisco più che posso nell'erba. Questa situazione non mi piace per niente. Ma loro non mi vedono e passano oltre, e realizzo finalmente che l'altro ragazzo è Avery, il Serpeverde. Ma che ci fa Minus con Avery? Per un attimo penso di seguirli, ma poi mi ricordo che io ormai sono tagliata definitivamente fuori da tutto questo. Niente addestramento per diventare un Auror, niente Ordine della fenice, niente Sirius, né Lily, non ci sarà più nulla di tutto questo nella mia vita. E forse non ci sarà più nemmeno mio padre. E proprio quando credevo che non mi fosse rimasta più nemmeno una lacrima, la disperazione prende di nuovo il sopravvento, e scopro di averne ancora tante di lacrime. Le verso tutte fino a quando, esausta e ancora sdraiata a terra nel parco, non mi lascio avvolgere e inghiottire dall'oscurità.


REMUS POV

Cammino velocemente guardandomi intorno; incrocio un paio di gruppetti di studenti del settimo anno che festeggiano la fine della scuola, ma nessuna traccia di Sirius né di Amy; finché improvvisamente da dietro un albero spunta un grosso cane nero che mi fissa ansimando, con la lingua fuori, come se avesse appena fatto una lunga corsa. Il mio brutto presentimento si sta concretizzando, ne ero quasi certo eppure fino all'ultimo avevo sperato che Sirius non avesse agito d'impulso per una volta.

"Felpato!?" esclamo avvicinandomi mentre i suoi occhi grigi sembrano fissarmi senza vedermi, con uno sguardo vuoto, spento, che mi mette i brividi.

Improvvisamente, il cane sparisce di nuovo dietro l'albero; mi avvicino al punto in cui l'ho visto sparire e lo vedo, ritornato nelle sue sembianze umane, in piedi con la fronte appoggiata al tronco dell'albero.

Resta in silenzio e io mi avvicino ancora di più, e inizio a scuoterlo per una spalla.
"Felpato, dov'è Amy?" gli domando, ancora sconvolto nel vedere i suoi occhi grigi fissi, immobili, quasi fossero stati privati di ogni forma di vita. E poi sento la sua spalla tremare leggermente sotto le mie mani, e l'ombra di una lacrima sembra spuntare da uno di quegli occhi spenti; ma potrei averla solo immaginata, perché la mano di Sirius arriva rapida a nasconderla e portarsela via, prima che possa rotolare troppo in fretta giù, lungo la sua guancia.

In quello stesso istante, il mio migliore amico si volta di scatto e si allontana di qualche passo stringendo i pugni così forte che, pur nella semioscurità del parco, vedo chiaramente le sue nocche sbiancare.

"Sirius! Felpato, dimmi qualcosa!" esclamo seguendolo e cercando di fermarlo.
"So del padre di Amy" continuo abbassando il tono di voce "me lo ha detto Mary poco fa, per questo sono venuto a cercarti, speravo di trovarti con lei... dov'è?"

"Non lo so" risponde finalmente Sirius, la sua voce è poco più di un sussurro "è corsa via, le ho detto che non la amo più e che tra noi è finita".

A queste parole, l'ultimo baluardo di speranza a cui ero ancora disperatamente aggrappato nonostante avessi capito cosa lui avesse fatto prima ancora di sentirlo dalla sua voce, si sgretola tra le mie mani facendomi cadere nel baratro dell'incredulità. Non posso crederci, non può averlo fatto davvero.

Lui si volta verso di me, e questa volta una scintilla di determinazione gli accende lo sguardo; i suoi occhi sono come lame affilate, pronte a colpire, e se stanno ferendo me, non oso immaginare quanto male abbiano fatto ad Amy.
"Non dire niente Luna, lo so già cosa pensi, non voglio parlarne".

Prima ancora che io possa proferire parola, Sirius si è già chiuso a riccio nel suo guscio, e quando succede l'unico che riesce - nemmeno sempre - a tirarlo fuori è James. Ma lui ora è con Lily chissà dove e, anche se so già che sarà un'impresa disperata, devo trovare il modo di farmi ascoltare da questo zuccone e impedirgli di condannare all'infelicità se stesso e la ragazza che ama.

"Felpato lo so che non vuoi parlarne, lo capisco" esordisco mentre lui si allontana in direzione del castello. "Ma fermati un attimo e ascoltami per favore. Io l'ho visto il tuo cambiamento da quando c'è Amy nella tua vita, non sei più il ragazzino incazzato con il mondo a causa della tua famiglia che ho conosciuto sette anni fa, e non sei nemmeno più l'adolescente idiota che pensava solo a divertirsi facendo scherzi e portandosi a letto tutte le ragazze che gli capitassero a tiro. Tu sei cambiato, Sir, e sei cambiato per lei, perchè con lei hai realizzato che c'erano modi migliori di passare il tempo piuttosto che fare scherzi a tutto il mondo magico e che non serviva portarsi a letto tutte le ragazze di Hogawrts quando potevi avere l'unica che ti interessava davvero; e perchè con lei hai cominciato a pensare alla possibilità di avere un giorno quella famiglia che non hai mai avuto. E tu davvero vuoi buttare all'aria tutto questo? Vai a cercarla e dille la verità, Amy deve sapere". Mi sento fremere dalla rabbia al solo pensiero di quello che sta facendo, e il fatto che manchino pochi giorni alla luna piena non è di aiuto, ma faccio uno sforzo sovrumano per cercare di parlargli con calma, ben sapendo che se lo aggredissi, anche solo verbalmente, rischierei di farlo chiudere a riccio ancora di più.

Non mi aspettavo l'avrebbe fatto, ma Sirius si ferma, si volta e sorride; ma io lo conosco e so che dietro quel sorriso amaro si nasconde una tristezza infinita, so che dentro di sé si sente morire dal dolore, anche se è troppo orgoglioso per ammetterlo.

"Ho dovuto farlo Luna, ho dovuto farlo per lei. Deve partire per via di suo padre e voglio che non abbia più alcun motivo per tornare qui. Non saprà mai niente delle lettere di Jugson e potrà continuare a vivere la sua vita, lontano da quel pazzo".

Lo fisso sconvolto, non riesco ancora a capacitarmi di come sia riuscito ad arrivare a tanto. Provo una rabbia feroce al pensiero di tutto il male che sta facendo a se stesso e ad Amy, ma di nuovo respiro profondamente e mi sforzo di rimanere calmo. "Ma perchè? Che senso ha? Gli Auror potrebbero catturare Jugson e..."

"Ma la leggi la Gazzetta del profeta, Luna?" mi interrompe lui bruscamente. "Gli Auror hanno faccende molto più importanti di cui occuparsi, ci sono stragi, catastrofi ogni giorno in cui perdono la vita intere famiglie, di babbani e anche di maghi. E secondo te gli Auror darebbero più importanza a cercare di fermare almeno in parte questo casino o a catturare un singolo pazzo maniaco che minaccia una ragazzina di diciotto anni, eh?" La voce di Sirius è bassa e ferma, ma il suo respiro affannoso e il suo sguardo ferito tradiscono l'angoscia e la disperazione che sta provando. Resta un attimo in silenzio, poi continua. "L'unica possibilità sarebbe quella di farmi giustizia da solo; non sai quante volte ci ho pensato in questi mesi, di andare io a cercare Jugson e ucciderlo con le mie mani. Ma io non sono un assassino Luna, e non lo so se ne sarei capace" ammette poi sospirando piano e abbassando gli occhi.

"Non dire stronzate Felpato, si tratterebbe pur sempre di omicidio e sai benissimo che questo ti costerebbe un biglietto di sola andata per Azkaban" intervengo con fervore, convinto comunque che Sirius non ne sarebbe affatto capace.

"E allora lo vedi che non ci sono alternative? È la soluzione migliore. Amy sarà al sicuro dall'altra parte del mondo e non le passerà nemmeno per la testa di tornare" sbotta lui in risposta.

"Avresti potuto almeno parlarle della soluzione che ti ha proposto Silente" azzardo in tono incerto.

"Non avrebbe mai accettato, lo sai anche tu. Avrebbe preferito fare da esca come mi aveva suggerito quell'Auror, Moody. Ma questo non posso accettarlo io, non permetterò mai che corra un rischio così grande".

"Ma questo dovrebbe essere lei a deciderlo, non tu! Si tratta anche e soprattutto della sua vita Sirius! E non ci pensi al dolore che le stai dando in questo momento? Vai a cercarla e dille la verità, ti prego" cerco di insistere ancora.

"Se ne farà una ragione. Adesso probabilmente starà soffrendo, ma tutte le ferite prima o poi guariscono; lei sarà libera e potrà rifarsi una vita lontano da qui" Sirius sospira profondamente e mi volta le spalle, mentre un leggero tremito scuote di nuovo leggermente le sue, così come anche la voce. "Mi dimenticherà".

"E al tuo, di dolore, non pensi nemmeno a quello?" lo incalzo nuovamente io.

"Luna, credimi" risponde tornando a voltarsi verso di me "io sto meglio sapendola libera di andarsene in giro per strada senza correre alcun pericolo, di vivere la sua vita anche se lontano da me, piuttosto che qui con me a rischiare di finire nelle mani di quel maniaco, e nessuno potrà farmi cambiare idea su questo punto" conclude in tono secco. Ma il suo sguardo è carico di tristezza, di sofferenza, di dolore, e le ultime parole che si lascia sfuggire, prima di chiudere definitivamente la questione e tornare ad incamminarsi verso il castello, sono piene di amarezza e di risentimento verso quel cognome che lui porta con difficoltà e che ora suona come una condanna.

"I Black non sono destinati ad essere felici, questo l'ho sempre saputo".


PETER POV

Pensavo sarebbe stato più difficile mentire ai miei amici, invece le parole sono uscite fluide e sicure dalla mia bocca; ho avuto solo un attimo di esitazione ma poi non ho provato il minimo senso di colpa nel pronunciarle. Ho detto loro che sarei andato a parlare con una ragazza che mi piace, e fortunatamente loro non si sono nemmeno interessati di chi potesse essere, impegnati com'erano James e Remus a cercare di far ragionare Sirius, e Sirius a cercare di sfuggire ai loro tentativi di farlo ragionare.

Quando oggi, al termine dell'esame di Difesa contro le Arti Oscure, il Serpreverde Avery mi si è avvicinato chiedendomi di incontrarci questa sera al limitare della Foresta Proibita, sono rimasto abbastanza perplesso; non avrei voluto avere nulla a che fare con quel tizio, che non ha mai nascosto di essere un seguace di Tu-sai-chi da anni, e non mi stupirei se dovessi vedere il Marchio Nero spuntare da sotto le maglie a maniche lunghe che lui e altri Serpeverde si ostinano a indossare anche nelle giornate più calde.

Non ho avuto il coraggio di dirgli di no, eppure ora, mentre cammino verso la parte meno illuminata del parco, mi sorprendo di non sentirmi particolarmente inquieto. Non sono mai stato coraggioso come James, Sirius o Remus, non so nemmeno come abbia fatto il cappello parlante a decidere di smistarmi in Grifondoro, forse per esclusione. So perfettamente di non essere intelligente e creativo come i Corvonero, né onesto e operoso come i Tassorosso e men che meno astuto e ambizioso come i Serpeverde. Appena arrivato a Hogwarts avrei voluto essere capace di fare su me stesso un incantesimo di disillusione, avrei desiderato diventare trasparente; volevo soltanto passare inosservato, non farmi troppo notare, restare sulle mie. E invece, proprio la prima sera, avevo conosciuto quei tre ragazzi che si erano subito prodigati per coinvolgermi e farmi sentire parte di un gruppo unito e affiatato. E per me era stato fin troppo semplice lasciarmi coinvolgere e seguirli, mi sono anche affezionato a loro, ma da domani le nostre strade si dovranno inevitabilmente separare; io non sono come loro, non lo sarò mai. Non sono affatto convinto di voler entrare nell'Ordine della fenice come loro, sono perfettamente consapevole dei pericoli che correrei, e che farei correre a mia madre, se mi schierassi apertamente contro il Signore Oscuro, e farei tutto il possibile per restare alla larga da quei pericoli.

Arrivo al limitare della Foresta Proibita e intravedo nella penombra una figura alta, in attesa. I miei passi si fanno più incerti mentre mi avvicino, ma lui mi viene incontro.
"Non restiamo fermi qui, iniziamo a camminare nel parco" dice con voce secca, e annuisco anche se non mi sembra affatto una buona idea: Sarah ha detto ai ragazzi che Amy e Lily erano nel parco e vorrei proprio evitare di imbattermi in qualcuno di loro. Non ho però il coraggio di obiettare e mi incammino con il Serpeverde, guardandomi attorno con grande attenzione.

"Di cosa volevi parlarmi?" domando con un filo di voce, dal momento che lui continua a restare in silenzio.

"Sarò breve. Il Signore Oscuro è venuto a sapere dell'esistenza di un'organizzazione segreta con a capo Albus Silente e scommetto che tu e i tuoi amici siete molto ben informati a questo proposito" dice lui scandendo con grande cura ogni singola parola.

Resto in silenzio, non sapendo cosa rispondere, né dove voglia arrivare, finchè lui si ferma, mi prende per il colletto della camicia e mi solleva verso di lui fino a che i miei occhi si trovano alla stessa altezza dei suoi.
"Dimmi. Tutto. Quello. Che. Sai" enuncia con una voce così roca e fissandomi con uno sguardo così cupo e tenebroso che mi sento improvvisamente scosso dalla testa ai piedi da violenti brividi.
"So che tieni molto alla tua cara mammina anziana e malata ed ho come l'impressione che se non parli subito potresti non rivederla mai più" aggiunge rimettendomi bruscamente a terra e ricominciando a camminare.

Mi rendo conto di essere fradicio di sudore sentendomi la stoffa leggera della camicia incollata alla pelle della schiena e del torace; respiro affannosamente cercando di pensare a come poter uscire da questa situazione, ma la mia mente è annebbiata e non mi viene in mente nulla che non sia cedere e dire ad Avery tutto quello che so.

"S-sì" rispondo balbettando leggermente per l'agitazione. "È vero. L'organizzazione di Silente si chiama Ordine della fenice ed è stata costituita per combattere Tu-sai-chi. Ma non so altro, te lo giuro".

"E tu vuoi farmi credere che, sapendo questa informazione, Potter, Black e Lupin non faranno tutto il possibile per cercare di entrare a farne parte?" ribatte indignato.

"I-io..."

"Non prendermi per il culo!" mi interrompe con voce dura "Sono sicuro che, anche se sei un cagasotto, tu li seguirai. Perché è questo che fai da sette anni a questa parte, Peter Minus. Li segui, ti fai trascinare da ogni loro iniziativa nonostante loro sotto sotto siano convinti che tu sia un perfetto idiota. Te ne rendi conto? O sei veramente così stupido da pensare che quei tre ti siano davvero amici?"

Apro la bocca per rispondere, per cercare di difendere i miei amici, ma subito la richiudo. In fondo è vero, ho spesso avuto la sensazione, in questi anni, di essere trattato come un idiota, soprattutto da James e Sirius. Ma è anche vero che loro due e Remus mi hanno difeso in svariate occasioni soprattutto dai Serpreverde, mi hanno dato una grossa mano con i compiti e lo studio, soprattutto Remus, per non parlare dell'aiuto enorme che invece James e Sirius mi hanno dato nel diventare un Animagus, senza di loro non ci sarei mai riuscito. Resto comunque in silenzio, non riuscendo ancora bene a capire che cosa Avery si aspetti da me.

"Ancora non realizzi dove voglio arrivare, vero Minus? Bene, cercherò di essere chiaro. Tu entrerai nell'Ordine della fenice con i tuoi amici" ridacchia leggermente dando un tono volutamente sarcastico alla propria voce mentre pronuncia questa parola, poi prosegue "e farai la spia per noi. Riferirai al Signore Oscuro tutto ciò di cui verrai a conoscenza. I piani di Silente, le strategie, le azioni che verranno decise, tutto". Sottolinea quest'ultima parola con un ghigno che risuona particolarmente inquietante nel silenzio che avvolge il parco. Si è ormai fatto tardi e la maggior parte degli studenti del settimo anno deve essere ormai rientrata nel castello dopo i saluti e i festeggiamenti per la fine della scuola.

Improvvisamente mi sembra di sentire un rumore nell'erba poco distante; strizzo gli occhi nel tentativo di mettere a fuoco, ma la luce è troppo scarsa e non vedo nulla, così continuo a camminare con Avery che prosegue nel suo discorso. "Tu non hai nemmeno una vaga idea dei vantaggi che ti potrà portare l'essere al servizio del Signore Oscuro. Il suo potere sta crescendo sempre più, e presto chiunque osasse opporvisi verrà annientato. Non rimarrà più niente, né di Silente, né degli Auror, né dei tuoi amici e delle loro famiglie. Tranne i Black, ovviamente, che per fortuna hanno Regulus a tenere alto il buon nome della casata. Ma tu sei ancora in tempo a salvare te e la tua adorata madre. Non devi rispondermi subito Minus; pensaci, sarà il SIgnore Oscuro in persona a venire a cercarti per sapere quale sarà la tua risposta. Ah, ti do un consiglio: non raccontare nulla di questa nostra chiacchierata a Silente, ai tuoi amici o a chiunque altro, altrimenti te ne pentirai, e ci penserà il Signore Oscuro in persona. Sono stato chiaro?"

Avery ha smesso di camminare e si è fermato in piedi di fronte a me, fissandomi con quello sguardo che mi fa rabbrividire. Annuisco mentre sento ancora alcune gocce di sudore colarmi lungo la schiena: il Signore Oscuro verrà a cercarmi e so di non avere scampo. Eppure in questo momento non posso immaginare neanche lontanamente cosa sarei diventato una volta accettato di unirmi a lui: una discesa lenta e inesorabile verso il basso, verso un fondo che pensavo sempre di non riuscire a toccare e che invece, una volta toccatolo, si sarebbe aperto come una voragine per farmi scendere ancora di più, in un baratro senza fine. Non potevo immaginare che da ragazzino timido e impaurito sarei diventato un traditore che non avrebbe esitato un attimo a sacrificare la vita di due dei pochi amici degni di questo nome che ha avuto nella sua vita e a farne rinchiudere un terzo in quell'orrore che è Azkaban; e non avrebbe esitato, quattordici anni dopo, a fare del male al figlio di coloro la cui vita era stata sacrificata, solo per permettere il ritorno di quello che sarebbe diventato il mio padrone, il Signore Oscuro.

 Non potevo immaginare che da ragazzino timido e impaurito sarei diventato un traditore che non avrebbe esitato un attimo a sacrificare la vita di due dei pochi amici degni di questo nome che ha avuto nella sua vita e a farne rinchiudere un terzo ...

 

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Capitolo 25
*** CAPITOLO 24 - QUINDICI ANNI DOPO ***


CAPITOO 23 - QUINDICI ANNI DOPO

 

Sento un rumore fastidioso, un vociare insistente... apro gli occhi domandandomi dove diavolo mi trovo. Mi guardo attorno confusa, Ma certo, sono ancora sull'Hogwarts express.
Abbandonandomi ai ricordi della mia adolescenza passata a Hogwarts, devo essermi addormentata; ma del resto stanotte non ho chiuso occhio per l'agitazione di ritornare a Hogwarts dopo quindici anni.

Mi affaccio alla porta dello scompartimento, c'è molta agitazione nel corridoio, e poi... riconosco la sua voce ancora prima di vederlo. Remus Lupin è affacciato alla porta di uno scompartimento un po' più avanti del mio e sta parlando con qualcuno all'interno.
È un po invecchiato, con qualche capello grigio e i vestiti sciupati, ma è proprio lui. Inconfondibile anche se non lo vedo da un sacco di tempo. Probabilmente allora insegna a Hogwarts. Chissà se da lui avrò qualche risposta alle domande che mi tormentano da quindici anni. D'altronde è l'unico che possa darmene qualcuna.

Ho una stretta al cuore pensando a Lily, a James e a Marlene che sono morti, ad Alice e Frank Paciock che sono stati torturati fino a impazzire, e un'altra ancora più forte mentre getto un'occhiata alla Gazzetta del Profeta che ho comprato stamattina e che ora è appoggiata sul sedile vuoto accanto al mio, sempre aperta sulla stessa pagina dal momento in cui l'ho comprata.
Dicono che il tempo allevia tutte le sofferenze, ma io so che non è vero, ci sono ferite che non si rimarginano mai. E quella ferita in fondo al mio cuore, anche dopo quindici anni, brucia ancora mentre guardo quella foto.

Fa male vedere il suo bel viso quasi irriconoscibile, magro, pallido e scavato, i capelli lunghi fino alle spalle, aggrovigliati e sporchi, e i suoi occhi grigi, quegli occhi da cui non riuscivo a staccare i miei, quegli occhi che avevo visto pieni di amore per me, e poi improvvisamente diventati freddi come il ghiaccio, ora tenebrosi e folli che mi fissano senza vedermi dalla pagina del giornale. E fa ancora più male leggere quello che scrivono di lui: il braccio destro di colui-che-non-deve-essere-nominato, un assassino, un pazzo che ha ucciso tredici babbani e un mago, Peter Minus, con un solo incantesimo e che qualche settimana fa è fuggito da Azkaban, la terribile prigione magica.

In tutti questi anni non ho mai creduto che lui potesse davvero aver fatto questo, ho sempre pensato che ci sia stato un errore, un terribile errore. Sono certa che il ragazzo che conoscevo e che avevo amato più di quanto potessi mai amare me stessa non avrebbe mai potuto fare una cosa del genere, semplicemente non ne sarebbe stato capace. Ma il ragazzo che io conoscevo e avevo amato così tanto forse era cambiato dopo quella sera in cui i miei occhi avevano incontrato i suoi, freddi e distanti, per l'ultima volta, quella in cui aveva ferito il mio cuore per sempre, irrimediabilmente. Erano passati tre anni da quando l'avevo visto l'ultima volta a quando era stato condannato e portato ad Azkaban, e non ho la minima idea di cosa sia successo in quei tre anni. A parte qualche sporadica lettera scambiata con Lily, avevo preferito tagliare i ponti con qualsiasi persona che mi potesse ricordare i sette anni passati a Hogwarts. Avevo ricevuto lettere anche da Mary, Sarah e Remus, ma non avevo mai risposto a nessuno di loro. Già solo le lettere di Lily facevano troppo male perché rendevano troppo reale una vita che non mi apparteneva più e che invece dovevo sforzarmi con tutta me stessa di dimenticare. Ma non avrei mai potuto rinunciare a tenermi in contatto con Lily, avevo un disperato bisogno della mia migliore amica. Almeno finché lei non è stata uccisa... e ora di lei e James non resta che Harry, il loro unico figlio, sopravvissuto chissà come a colui-che-non-deve-essere-nominato.

Alla fermata di Hogsmeade, il treno si ferma e scendiamo. Piove, una fitta pioggerellina gelata, troppo gelata per essere il primo settembre. Vedo Hagrid (beh, è impossibile non vederlo) che chiama i ragazzini del primo anno per la tradizionale traversata del lago, e mi dirigo invece con tutti gli altri verso le carrozze. Per la prima volta, riesco a vedere anche gli animali che le trainano, i thestral: sono più brutti di quanto mi aspettassi in base ai racconti che avevo sentito, e davvero preferirei non vederli adesso, perché vorrebbe dire che non ho mai visto delle persone, tra cui i miei genitori, morire davanti ai miei occhi, come invece purtroppo è successo. Un senso di inquietudine mi pervade, ma salgo su una carrozza e partiamo.

Rivedere il castello mi provoca un'emozione intensa, sento il cuore battermi violentemente nel petto mentre salgo la scalinata

Rivedere il castello mi provoca un'emozione intensa, sento il cuore battermi violentemente nel petto mentre salgo la scalinata. che porta alla sala d'ingresso e mi dirigo poi alla Sala Grande. Quanti ricordi! E quanto è strano essere qui e non avere vicino a me Lily e le altre nostre amiche, mi sento completamente sola nonostante mi trovi in mezzo a una folla palpitante.

Mi dirigo al tavolo degli insegnanti, dove sono già sedute due persone. Saluto Silente che è al suo solito posto, sul trono dorato al centro del tavolo, e poi, seduto in fondo, riconosco Severus Piton. Anche lui non è cambiato molto, ha sempre i capelli corvini che gli ricadono unticci ai lati del viso, il volto pallido, l'espressione dura. Non so se sia il caso di andare a salutarlo, non so neanche se mi abbia riconosciuta ma, mentre sono in piedi con questi dubbi, sento una voce che mi chiama.
"Amy?!? Ma sei proprio tu?" Mi volto e vedo Remus con un'espressione a dir poco sconvolta, neanche avesse visto un fantasma.

"In carne e ossa! Ciao Remus! Come stai?" esclamo sorridendogli.
"Bene ma... che sorpresa, non mi sarei mai aspettato di incontrarti di nuovo qui, dopo tutti questi anni!" aggiunge "è molto che insegni a Hogwarts?"

"No, affatto, è il mio primo anno qui, e tu?" domando.
"Primo anno anche per me, siamo due novellini allora! Scommetto che saresti un'ottima insegnante di Incantesimi, ma la concorrenza di Vitious è imbattibile" risponde sorridendo.

"Non più in effetti" rispondo entusiasta "Vitious ha deciso di andare in pensione, e ha suggerito a Silente che io sarei stata la persona più adatta a prendere il suo posto. E Silente è venuto fino in Italia a cercarmi per questo, non potevo proprio dirgli di no!"

"Eri tornata a vivere in Italia quindi? E i tuoi genitori?" chiede Remus.
Mi rabbuio in volto: "Siamo rimasti negli Stati Uniti per quasi sei anni. Mio padre è stato curato a Boston, nel migliore ospedale babbano esistente per la sua malattia, ma dopo anni di battaglie, ha perso la sua guerra. Con mamma, siamo tornate in Italia poco dopo, dai parenti di mio padre, ma lei era troppo addolorata per la morte di mio padre, e nel giro di qualche mese se n'è andata anche lei. Io avevo dovuto cominciare a lavorare negli Stati Uniti perché mio padre non era più in condizione di farlo, e il primo impiego che ho trovato è stato insegnare Incantesimi in una scuola di magia americana. E poi ho continuato a farlo anche in Italia. Niente di paragonabile a Hogwarts però" spiego mordendomi leggermente il labbro.

"Mi dispiace tanto per i tuoi genitori, Amy" dice lui abbracciandomi, e in quel suo abbraccio mi sento un po' come se fossi tornata a casa.
"Non importa, è passata ormai. Tante cose sono passate" puntualizzo "ma, Remus, io ho bisogno di parlare del passato, di quello che è successo, tu sei l'unico che mi può dare delle risposte".

"Avremo tempo per parlare e tu ha il diritto di sapere tutta la verità" mi risponde, ed ho la sensazione che lui sia ansioso di parlare almeno quanto lo sono io di ascoltare cosa ha da dirmi.

"Tu cosa insegnerai?" gli chiedo incuriosita.
"Difesa contro le arti oscure" risponde lui orgoglioso.
"Che bello!" esclamo. Era la materia che più amavo al tempo della scuola, dopo Incantesimi ovviamente. "Ehi" continuo poi abbassando la voce e avvicinandomi a lui "hai visto chi c'è là in fondo?"

Remus non fa in tempo a rispondermi perché Silente sta prendendo la parola e chiede silenzio nella sala. Mi accorgo che siamo rimasti gli unici in piedi a chiacchierare e ci affrettiamo entrambi a prendere posto.

Mentre Silente inizia il suo consueto discorso di inizio anno, getto un'occhiata rapida agli studenti in Sala Grande, e in particolare al tavolo di Grifondoro. Noto che un ragazzo e una ragazza stanno prendendo posto tra gli altri, e ho un tuffo al cuore. Il ragazzo è la fotocopia di James: gli stessi capelli scuri ribelli e spettinati, gli stessi lineamenti del viso sotto gli occhiali...

 Il ragazzo è la fotocopia di James: gli stessi capelli scuri ribelli e spettinati, gli stessi lineamenti del viso sotto gli occhiali

"Ecco Harry." Lupin interrompe i miei pensieri bisbigliandomi all'orecchio.
"L'avevi già incontrato?" gli chiedo incuriosita.
"Solo oggi, sul treno. Lui e i suoi amici erano seduti nel mio stesso scompartimento, e lui è stato attaccato da un Dissennatore" spiega Remus.
"Un Dissennatore? Vuoi dire, uno dei guardiani di Azkaban?". Remus annuisce, e nello stesso istante sento la voce di Silente che sta dicendo esattamente la stessa cosa. I Dissennatori quest'anno faranno la guardia alla scuola, sono in missione per conto del Ministero della Magia.

Arriva poi il momento in cui Silente presenta i nuovi insegnanti, il nostro momento. "Sono lieto di dare il benvenuto a tre nuovi insegnanti. La professoressa Amy Mancini, arrivata direttamente dall'Italia per insegnare Incantesimi al posto del professor Vitious che ha deciso di andare in pensione!" esclama Silente. Mi alzo in piedi e dalla Sala Grande parte un grande applauso rivolto a me. Sorrido e torno a sedermi. È il turno di Remus, presentato come nuovo insegnante di Difesa contro le arti oscure, e infine di Rubeus Hagrid, nuovo insegnare di Cura delle creature magiche, che sostituisce anche lui un insegnante andato in pensione, il professor Kettleburn. Noto che Piton lancia occhiate torve verso Remus e me, e immagino che probabilmente gli sembriamo due fantasmi, tornati dal passato per tormentare i suoi ricordi.

Terminato il discorso di Silente, comincia il banchetto e torno a guardare Harry: è davvero straordinariamente somigliante a James, ma noto che non ha i suoi occhi nocciola. Gli occhi di Harry sono verdi, identici a quelli di Lily. Ho una stretta al cuore: quanto è ingiusto che io sia qui a vedere suo figlio al suo terzo anno a Hogwarts e lei no...

Io e Remus ci fermiamo un po' a chiacchierare con la professoressa McGranitt, che si ricorda perfettamente di noi e ricorda alcuni episodi di quando eravamo a Hogwarts, provocandomi dolore e un'intensa nostalgia. Prima di dirigermi nel mio ufficio, dove c'è anche la mia stanza, ricordo a Remus che presto dovremo parlare. "Ci vediamo domani dopo pranzo nel mio ufficio?" propone lui. Annuisco, e non vedo l'ora che sia domani: forse finalmente avrò delle risposte alle mie domande che mi tormentano da quindici anni.

 

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Capitolo 26
*** CAPITOLO 25 - RIVELAZIONI ***


CAPITOLO 17 - RIVELAZIONI

 

Il cuore mi batte forte quando arrivo finalmente davanti all'ufficio di Remus. Dopo pranzo, mi ha detto che prima di vedere me avrebbe dovuto parlare un attimo anche con Piton. Non ho idea di cosa abbiano da dirsi quei due, a me Piton non ha nemmeno rivolto la parola, non che lo avesse mai fatto, in effetti, nemmeno mentre eravamo a Hogwarts. Comunque, Remus mi ha detto di andare da lui per le tre e sono puntuale. Busso alla porta e lui mi fa entrare.

"Eccomi! Bene, da dove cominciamo?" dico ansiosa avvicinandomi alla sua scrivania.
"Prima di tutto siediti e rilassati per favore" suggerisce lui con voce tranquilla. E lo vedo ripetere quel gesto che tante volte ha aiutato il mio morale a risollevarsi negli anni di scuola: estrae un blocco di cioccolato e me lo porge. "Ti piace ancora?" mi chiede sorridendo.
"Certi gusti non cambiano mai, grazie!" esclamo staccando una grossa tavoletta. Era proprio quello di cui avevo bisogno, comincio a sentirmi più tranquilla.
Alzo di nuovo gli occhi su Remus che sembra pronto per un interrogatorio. "Chiedimi tutto quello che vuoi" mi esorta sorridendo.

Chiudo gli occhi lasciando che il sapore amaro del cioccolato fondente invada le mie membra; mi sforzo di respirare profondamente, mi sembra di sentire il battito furioso del mio cuore

Chiudo gli occhi lasciando che il sapore amaro del cioccolato fondente invada le mie membra; mi sforzo di respirare profondamente, mi sembra di sentire il battito furioso del mio cuore. Ho sognato per anni questo momento, il momento della verità; eppure adesso mi sembra tutto così lontano che non so quasi da che parte cominciare.

"Beh, penso tu possa immaginare cosa vorrei sapere" mi azzardo infine a dire a Remus. "Tu sicuramente sai il motivo del cambiamento improvviso di Sirius nei miei confronti dopo gli M.A,G.O. Credo mi nascondesse qualcosa, so che riceveva delle lettere via gufo, ma non me ne ha mai voluto parlare; sospettavo che ci fosse un'altra ragazza nella sua vita e credo di averne avuto la conferma quando lui mi ha detto di non amarmi più". Sento le lacrime pungermi gli occhi e subito nascondo il viso tra le mani: il ricordo di quella sera, nonostante siano passati quindici anni, è ancora capace di ridurre il mio cuore a brandelli.

"Non c'era nessun'altra ragazza, Amy. Ti dirò la verità e forse ti arrabbierai, ma ormai non ha più senso tenertelo nascosto, non ora che non sei più in pericolo" risponde Remus calmo.
"In pericolo, io? Ma perché?" sono sempre più incredula e confusa.

"Sirius aveva iniziato a ricevere delle minacce circa un mese dopo la fine delle vacanze di Natale, all'inizio solo sporadicamente, poi sempre più di frequente. Erano contenute in quelle lettere, e ne aveva ricevute molte più di quelle che avevi visto arrivare tu. La persona che mandava i gufi non si firmava, ma Sirius era certo che fosse Eric Jugson". Rabbrividisco a sentire quel nome, e un fremito di orrore e di rabbia mi attraversa. "Lo sai no?" continua Remus "Jugson è sempre stato ossessionato da te, ti voleva... insomma, lo sai cosa intendo. Quando ha saputo che tu e Sirius stavate insieme, è andato fuori di testa, è letteralmente impazzito dalla rabbia. Già odiava Sirius perché era intervenuto all'inizio del sesto anno a difenderti facendogli beccare due settimane di sospensione da scuola, e Sirius odiava lui anche perché era soprattutto colpa sua se Regulus era diventato un mangiamorte. E quando Jugson ha saputo che Sirius aveva te, la ragazza che lui desiderava e dalla quale non era mai riuscito ad ottenere nulla, è andato su tutte le furie. Le lettere erano indubbiamente sue, alcune le ho lette anch'io. Scriveva cose agghiaccianti Amy, minacciava di rapirti e tenerti prigioniera, oppure di uccidere Sirius, e altre cose ancora peggiori, insomma capisci?"

Guardo Remus a bocca aperta e leggo l'orrore nei suoi occhi, riflessi nei miei. Il mio stomaco si contorce violentemente e mi rendo conto di essere aggrappata al bracciolo della poltrona talmente forte che le nocche delle mie mani sono diventate bianche. Deglutisco rumorosamente, poi Remus continua. "Non ho mai capito come facesse Sirius a controllarsi davanti a te, noi gli dicevamo che doveva parlartene, che tutto questo ti avrebbe sconvolta ma che sarebbe stato meglio se avessi saputo cosa quel pazzo pensava di te, ma lui non ha mai voluto, diceva che finché fossimo stati a Hogwarts non avresti corso rischi ed era inutile turbarti. Sirius ha mostrato tutto anche a Silente ma, dato che le lettere non erano firmate, non si poteva fare nulla, non c'era nessuna prova che fossero davvero di Jugson. E poi, l'ultima sera, Sirius stava per dirti tutto, ma tu gli hai raccontato di tuo padre e che dovevi partire, e lui l'ha ritenuta un'ottima occasione per tenerti lontana da qui, da Jugson. E per evitare che tu progettassi di tornare, per proteggerti, per saperti libera, ha preferito rinunciare a te e ti ha detto che non ti amava più". Fa una breve pausa, poi riprende. "Questo è tutto Amy, ed e tutta la verità. Sei libera di pensare quello che vuoi, di arrabbiarti perché lui non ti ha voluto dire niente, ma sappi che l'ha fatto solo per proteggerti e non aveva affatto smesso di amarti. Ha sofferto molto dopo che te ne sei andata, non credere che sia stato facile per lui rinunciare a te. Dopo averti parlato, Sirius è venuto a cercarmi, era devastato, distrutto, e ho passato con lui tutta quell'ultima notte qui a Hogwarts. Ho provato a convincerlo a venire a cercarti, anche se non avevamo più la mappa, ma non ne ha voluto sapere, continuava a ripetere che solo così, andandotene via lontano da qui, saresti stata al sicuro. Credo che cercasse di convincere più se stesso che me. E anche nei giorni successivi, si sforzava di fare come se niente fosse successo, ma si vedeva lontano chilometri che stava male da morire".

Non riesco a dire una parola, sono sconvolta, ero certa che si fosse innamorato di un'altra, non mi sarei mai aspettata che si trattasse di questo. Il mondo mi crolla addosso un'altra volta, ed è ancora peggio di quindici anni fa perché mi resta il dubbio che se lui mi avesse parlato, se si fosse fidato di me, forse ora saremmo ancora insieme, e forse James e Lily sarebbero ancora vivi. O magari io e lui saremmo morti, lo avremmo fatto per proteggere James e Lily, ma sarebbe stato meglio morire con lui che vivere per tutti questi anni con il dolore per averlo perso. ***

"Lily lo sapeva?" chiedo a Remus
"Sì, l'ha saputo dopo che sei andata via con tua madre. Quel giorno siamo andati tutti a parlare con Silente per chiedergli di entrare nell'Ordine della fenice, come avevamo già deciso. Silente naturalmente sapeva che eri già partita, tua madre gli aveva scritto qualche giorno prima per poter predisporre la passaporta e lui, sapendo cosa rischiavi, aveva aiutato tua madre a proteggerla con degli incantesimi molto potenti. Lily non era d'accordo che tu rimanessi all'oscuro di tutto, ma Sirius è stato irremovibile e le ha fatto promettere che non ti avrebbe detto nulla. Lo sai che ora Jugson è ad Azkaban, no?" chiede Remus.

"Sì lo so. Finché c'è stata mia madre sapevo tutto quello che succedeva qui, anche da lontano lei voleva tenersi informata con la Gazzetta del Profeta. I gufi ce la portavano fino a Boston ogni giorno. È stato così che ho saputo di Marlene e della sua famiglia, di Alice e Frank Paciock, e poi di Lily e James e quindi della caduta di Colui-che-non-deve-essere-nominato... e della cattura di Sirius, e poi di molti altri mangiamorte".

Faccio una pausa, ancora sconvolta per la rivelazione di Remus, e sento le lacrime pungermi gli occhi ma mi sforzo di ricacciarle indietro. Perché non dirmi la verità? Perché rinunciare al nostro amore quando avremmo potuto affrontare insieme le difficoltà? Perché decidere arbitrariamente di condannarmi all'infelicità? Sento chiaramente la rabbia che si impossessa delle mie facoltà mentali, ma mi sforzo di non farmi travolgere da questo sentimento dirompente e di restare lucida.

"Remus, tu credi... che sia davvero stato lui? A consegnare Lily e James a Voldemort intendo". È la prima volta che pronuncio quel nome, e la mia voce è poco più di un sussurro.

Remus abbassa lo sguardo e prende a sua volta un respiro profondo: "Non lo so, davvero. Se dovessi giudicare il Sirius che conoscevo ti direi di no, ma apparentemente tutte le prove erano contro di lui. Lui era il custode segreto dell'incanto fidelius sulla casa di Lily e James, lui è stato trovato in quella strada che è saltata per aria uccidendo tredici babbani e Peter, lui e nessun altro. Non saprei proprio come potrebbero essere andate le cose, altrimenti. E, c'è un'altra cosa Amy".

"Che cosa?" chiedo a voce bassa.
"Il Ministero è convinto che Sirius sia fuggito da Azkaban per.... per cercare Harry e ucciderlo. E far ritornare Voldemort".
Sobbalzo sulla sedia, sgranando gli occhi: "Stai scherzando, vero?"
"No, me l'ha detto Silente quando ci siamo visti due settimane fa e mi ha offerto la cattedra di insegnante di Difesa contro le arti oscure. È per questo motivo che Hogwarts è sorvegliata dai Dissennatori. Li ha mandati il Ministero, nella convinzione che Sirius cercherà di entrare a scuola. Silente non ne è stato entusiasta, ma non ha potuto rifiutare" spiega Remus con aria grave. Faccio segno di no con la testa, non ci posso credere, non so davvero cosa pensare.
"Tu non ci credi a tutta questa storia, eh?" mi chiede lui.
"Non riesco a crederci, no. Ma come dici tu, non ci sono altre spiegazioni. Evidentemente, in quei tre anni della sua vita, deve essere cambiato talmente tanto da decidere di passare dalla parte di Voldemort" pronuncio di nuovo quel nome e questa volta non mi fa più nessun effetto. Me ne fa molto di più pensare a cosa possa essere diventato Sirius.

"Remus, quello che non mi spiego è... perché? Cosa può averlo spinto a cambiare così? A diventare un'altra persona? O forse non è mai cambiato, e io ho semplicemente amato una persona che non esiste?". Mi riprendo la testa tra le mani, tutto questo non ha senso. Poi rialzo gli occhi. "Posso prenderne ancora?" chiedo indicando il cioccolato sulla scrivania di Remus.
"Ma certo!" esclama lui. Poi riprende a parlare. "Non lo so Amy, credo sia cambiato dopo la scuola, dopo che tu sei andata via. Anche se apparentemente non ho mai notato cambiamenti in lui. Ha anche fatto da testimone a Lily e James quando si sono sposati, e adorava Harry, anche se ha potuto vederlo ben poco. Sono rimasto sconvolto quanto te".

Restiamo in silenzio un momento, poi Remus riprende a parlare: "Amy, c'è un'altra cosa che forse sospettavi a scuola ma che non credo tu sappia con certezza, ed ora che sono qui è bene che tu ne sia a conoscenza, anche se ti prego di non farne parola con nessuno".
"Sì, dimmi" rispondo, anche se forse ho già capito a cosa si riferisce.
"Io sono un lupo mannaro" dice Remus con la sua solita voce calma "non credo che Sirius te l'abbia mai detto, nemmeno James l'aveva detto a Lily, se non dopo la fine della scuola".
"No, lui non me l'ha mai detto. Ma lo sospettavamo, sì" rispondo.

"Non sono nato così, sono stato morso da un lupo mannaro quando ero bambino. Quando ho iniziato a frequentare Hogwarts, Silente mi aveva messo a disposizione la stamberga strillante per potermi trasformare da solo e senza creare pericoli nelle notti di luna piena. Ma Sirius, James e Peter hanno scoperto la verità già al primo anno. Avevo inventato ogni genere di storie per giustificare la mia assenza una notte al mese, ma non è servito a nulla. Da quando hanno scoperto la verità, hanno cominciato a studiare il modo per trasformarsi in Animagi e potermi fare compagnia nelle notti di luna piena".

"Che cosa?!? E ci sono riusciti?" lo interrompo io, questo sì che mi ha davvero sbalordita.
"Si, James e Sirius ci sono riusciti al terzo anno. A Peter ci è voluto un po' più di tempo, ma al quinto anno ce l'ha fatta anche lui".
"E... in che animali si trasformavano?".
"Sirius in un grosso cane nero, James in un cervo, e Peter in un topo. I lupi mannari non attaccano altri animali, sono pericolosi solo per le persone, e così con loro riuscivo a essere meno aggressivo. Andavamo in giro per il parco, e anche per Hogsmeade, ogni mese nelle notti di luna piena. E questo spiega i nostri soprannomi: Lunastorta, Ramoso, Felpato e Codaliscia".

"E poi vi addormentavate sul banco a lezione facendo perdere un sacco di punti a Grifondoro" osservo sarcastica.
"Beh sì, stavamo in giro tutta la notte e al mattino, soprattutto all'inizio, eravamo distrutti. Poi ci siamo abituati".

"Già, e una volta abituati passavate le notti con le ragazze fuori nel parco sotto il mantello dell'invisibilità" continuo sempre in tono sarcastico.
"On no, io non l'ho mai fatto!" esclama Remus con aria innocente "e mi risulta che Sirius l'abbia fatto solo con te. E forse anche James con Lily ma non ne ho la certezza. Comunque" prosegue Remus "invecchiando faccio sempre più fatica a gestire la situazione il giorno dopo. La trasformazione è molto dolorosa e non sono più un ragazzino. Non sono certo che sarò in grado di fare lezione il giorno dopo la luna piena. Per fortuna ora esiste una Pozione Antilupo che riduce notevolmente la mia aggressività durante le trasformazioni, me la prepara Piton, sono andato a prenderla prima di vedere te. Lui non voleva assolutamente che Silente mi assumesse, ma sai com'è fatto il nostro preside: ascolta i consigli altrui ma fino a un certo punto, poi decide lui".

"Quindi anche Piton sa che sei un lupo mannaro?"
"Sì, l'ha scoperto quando eravamo al quinto anno, per colpa di Sirius che una sera l'ha mandato nella stamberga strillante proprio mentre io mi stavo trasformando...".
"Ma scherzi?!" esclamo sdegnata "rischiava di uccidere Piton e di far espellere te da Hogwarts, oltre che di essere espulso lui stesso! Ma come gli è venuto in mente di fare una cosa del genere?"
"Amy, la verità è che Sirius è sempre stato molto impulsivo, lo sai anche tu, a volte faceva cose senza riflettere, senza pensare alle conseguenze... un po' come ha fatto con te quella sera in cui, venendo a sapere della malattia di tuo padre, ha improvvisamente deciso che sarebbe stato meglio perderti ma saperti al sicuro dall'altra parte del mondo, piuttosto che farti restare qui a rischiare la vita. Invece di parlartene e chiederti cosa ne pensassi tu, ha semplicemente seguito il suo istinto. E ha sbagliato, come quella sera in cui si è trovato davanti Piton che, come al solito, stava venendo a ficcare il naso nei nostri affari per farci espellere, in un momento in cui Sirius era già furioso per una brutta discussione che aveva avuto proprio quel giorno con suo fratello Regulus..."

"Oh!" lo interrompo io che improvvisamente ho capito. "È successo nel mese di marzo, vero?"
"Sì" conferma Remus "come fai a saperlo?"
"Quel giorno era una domenica, noi ragazze stavano cercando il gattino di Mary McDonald per tutta la scuola. Io lo cercavo al terzo piano, e a un certo punto uscendo dalla galleria delle armature avevo visto Sirius e suo fratello che discutevano in corridoio. Sirius era furioso" spiego a Remus "poi il giorno dopo avevo notato che lui vi stava lontano, a lezione aveva scambiato il suo posto con Marlene e non si era fatto vedere a pranzo. E prima di cena ero andata in guferia per spedire delle lettere e lo avevo incontrato lì, e credo di essere in qualche modo riuscita a convincerlo a venire a chiedervi scusa..."
"Sei stata tu quindi!" Remus mi guarda incredulo. "Sirius non è mai stato capace di chiedere scusa; ormai dopo cinque anni, e sapendo quello che aveva sofferto a causa della sua famiglia, lo avevamo accettato. Ma quello che aveva fatto quella sera era troppo grave, non lo avremmo mai perdonato se non avesse ammesso di aver fatto una cavolata e non si fosse scusato con noi. Soprattutto con me. Ci avrebbe persi tutti, a causa del suo orgoglio".

Rimango in silenzio, colpita dalle parole di Remus, poi gli domando: "Ma come è finita poi quella sera, con Piton? Lo ha salvato James, vero? Tutta la scuola ne parlava ma nessuno sapeva come fosse andata realmente".
"Sì, James ha portato via Piton salvandogli la vita, ma Piton era arrivato proprio mentre mi stavo trasformando, ho fatto in tempo a vederlo, e lui ha visto me. Silente, non so come, gli ha impedito di raccontare a tutti quello che aveva visto, ma non ha potuto impedirgli di odiare sempre di più tutti noi, e più di tutti proprio James, che gli aveva salvato la vita. E comunque ha scoperto solo me, non ha mai saputo che Sirius, James e Peter erano animagi".

Si interrompe e per un attimo che sembra durare un'eternità, restiamo in silenzio. "Ecco, credo di averti detto tutto. Ma tu... ci pensi ancora a Sirius? Lo ami ancora?" chiede continuando a piantarmi addosso quello sguardo che sembra leggermi dentro. Abbasso gli occhi imbarazzata.
"Non so risponderti, Remus, davvero. Solo sentir pronunciare il suo nome mi provoca emozioni che faccio fatica a controllare. Non posso dire di averlo dimenticato, quando ho saputo che era fuggito da Azkaban proprio pochi giorni dopo che io avevo accettato di venire a insegnare a Hogwarts ho avuto un tuffo al cuore, l'ho trovato uno scherzo del destino davvero crudele. Ma forse io sono ancora innamorata solo del ricordo che ho di lui, di come l'ho conosciuto negli otto mesi della nostra storia e di quello che c'è stato tra noi. Ma questo non ha alcuna importanza adesso, dato che lui non è più il ragazzo che amavo, ma un assassino evaso da Azkaban che vuole uccidere ancora. E comunque non credo che riuscirei a mai perdonarlo per avermi tenuto nascoste cose così importanti che mi riguardavano direttamente".
Scende tra noi un silenzio carico di nostalgia, e capisco che in definitiva ho avuto tutte le risposte che mi servivano. "Ora devo andare Remus, grazie davvero, è stato illuminante parlare con te oggi" dico alzandomi; ed esco dal suo ufficio, con il cuore ancora in subbuglio, ma, nonostante tutto, molto più serena di quando ci sono entrata.

 

 

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Capitolo 27
*** CAPITOLO 26 - IL CANE NERO ***


CAPITOLO 26 - IL CANE NERO

 

Quando frequentavo Hogwarts come studentessa, non avrei mai creduto di essere portata per l'insegnamento, e invece a quanto pare sono piuttosto in gamba perché i miei alunni, in tutte le scuole in cui ho insegnato, si sono sempre dimostrati molto attenti e interessati alla mia materia e gli studenti di Hogwarts non fanno eccezione. Al terzo anno c'è però una ragazza che spicca notevolmente rispetto a tutti gli altri, e non proviene nemmeno da una famiglia di maghi: si chiama Hermione Granger, è una nata babbana ed è una cara amica di Harry. È molto studiosa e davvero brillante, molto più di alcuni maghi purosangue, per certi versi mi ricorda un po' Lily.
L'altro ragazzo che vedo sempre insieme a Harry si chiama Ron Weasley ed è un ragazzo simpatico dai capelli rossi che ha anche altri fratelli a Hogwarts, tutti facilmente riconoscibili dalla stessa chioma rossa: tre fratelli maggiori, rispettivamente, Percy, caposcuola al settimo anno, e i gemelli Fred e George al quinto anno, e la sorella minore Ginny, che frequenta il secondo anno. Hanno anche due fratelli che hanno già finito la scuola, Bill e Charlie, e spesso mi domando che genitori straordinari debbano avere per stare dietro a ben sette figli. E poi, tra gli amici di Harry, c'è Neville Paciock, il figlio di Frank e Alice, un ragazzo un po' impacciato ma dolcissimo e molto coraggioso.

Frank e Alice hanno fatto una fine molto peggiore dei genitori di Harry: sono vivi ma hanno perso la ragione, sono stati torturati fino alla follia, e sono tuttora ricoverati al San Mungo. Neville ha sempre vissuto con la nonna, e non oso immaginare cosa possa provare per i suoi genitori. Perché lui può vederli quando vuole, peccato che loro non possano riconoscerlo; deve essere una vera tortura, povero ragazzo, mi fa una tenerezza...

Credo di aver capito che Harry abbia trovato nei Weasley una specie di famiglia allargata e ne sono davvero contenta perché una volta l'ho sentito parlare dei suoi zii con Ron e Hermione e non lo faceva certo in termini entusiasti

Credo di aver capito che Harry abbia trovato nei Weasley una specie di famiglia allargata e ne sono davvero contenta perché una volta l'ho sentito parlare dei suoi zii con Ron e Hermione e non lo faceva certo in termini entusiasti. E se Petunia è rimasta la stessa che ho conosciuto io diciassette anni fa, non me ne stupisco affatto. Si comportava malissimo con Lily e non mi aspetto che abbia un atteggiamento diverso con suo figlio. Quanto avrei voluto potermi prendere cura io di Harry, dopo la morte di Lily e James... ma non avrei saputo nemmeno dove cercarlo, sulla Gazzetta del Profeta avevo letto solo che era stato portato via dalla casa distrutta in cui i miei due amici erano morti, ma non era indicato né da chi, né dove. Immaginavo potesse essere stato soltanto Silente, e dopo aver perso i miei genitori, avevo pensato varie volte di andare da lui e chiederglielo. Ma questo avrebbe significato dover rimettere piede a Hogwarts, e a quel tempo non me la sentivo proprio, e comunque ben difficilmente avrei potuto tenere Harry con me, non avendo con lui alcun legame di parentela nonostante fossi stata vicina a Lily molto più della sua vera sorella.

 

È già arrivato Halloween e oggi c'è stata la prima gita a Hogsmeade per i ragazzi dal terzo anno in su, mentre ora stiamo partecipando al consueto banchetto di Halloween. Remus mi sta raccontando che Harry non è potuto andare a Hogsmeade perché i suoi zii non gli hanno firmato il permesso, così lo ha invitato a prendere un the nel suo ufficio. Mi racconta di quanto gli sembri un ragazzo maturo per avere solo tredici anni e di come percepisca una scarsa fiducia di Harry nei confronti di Piton.

Effettivamente Piton non ispira fiducia neanche a me, non che me ne avesse mai ispirata anche ai tempi della scuola. Specie quando a pranzo e a cena sto parlando con Remus, cosa che accade piuttosto spesso dato che siamo molto in sintonia, essendo stati amici già da ragazzi, noto che ci fissa con occhi gelidi, e lo sta facendo anche ora. Ogni tanto mi trovo a domandarmi come mai Silente gli abbia permesso di lavorare qui a Hogwarts, considerato il suo passato, ma immagino sarà una di quelle domande a cui non avrò mai risposta.

Terminato il banchetto, la Sala Grande si svuota, gli studenti si dirigono verso i loro dormitori e gli insegnanti verso le loro stanze. La mia è la stessa che occupava il professor Vitious, al settimo piano. Nella parte anteriore della stanza c'è il mio ufficio, con la mia scrivania, i libri, e tutto ciò che mi serve per lavorare; e dietro la scrivania si apre una porta che conduce alla mia stanza, che è arredata in modo molto semplice, con solo un armadio, il letto a baldacchino vicino al muro e un comodino accanto al letto. Non ho molto sonno, così mi stendo sul letto a leggere un libro. Sul comodino accanto al mio letto è appoggiato l'anello che mi aveva regalato Sirius per il mio diciottesimo compleanno. Non lo indosso più da quando mi ha lasciata, ma in tutti questi anni l'ho sempre portato con me. Mentre lo guardo chiedendomi dove possa essere Sirius in questo momento, sento bussare alla porta del mio ufficio.

Vado ad aprire e mi trovo davanti la professoressa McGranitt che, con aria sconvolta, mi annuncia che la Signora Grassa è stata aggredita. Da Sirius Black. Mi guarda in modo strano mentre pronuncia il suo nome, stringendo appena un po' gli occhi e le labbra; sa benissimo cosa è stato Sirius per me, anche se è passata una vita, ma non credo conosca i motivi per cui la nostra storia è finita. Io faccio finta di niente e la seguo.

Poco dopo, noi insegnanti siamo tutti riuniti davanti al ritratto che conduce alla Sala Comune di Grifondoro, quel ritratto che ho attraversato mille volte nei miei sette anni a scuola

Poco dopo, noi insegnanti siamo tutti riuniti davanti al ritratto che conduce alla Sala Comune di Grifondoro, quel ritratto che ho attraversato mille volte nei miei sette anni a scuola. Gli studenti di tutte le Case per questa notte dormiranno nella Sala Grande, mentre noi insegnanti e Gazza perlustreremo il castello. Mi viene assegnato il terzo piano, che è quello che conosco meglio da quando insegno qui, perché vi si trova l'aula di Incantesimi.
Controllo per primi la galleria delle armature, poi la mia aula e il mio corridoio, e proseguo nel corridoio della strega orba, quello dove inizia il passaggio segreto che avevo percorso con James al sesto anno e che sbuca a Hogsmeade nelle cantine di Mielandia.

Sto camminando nel corridoio, illuminato debolmente dalle candele, quando sento un rumore dietro di me. Mi volto di scatto e trattengo il respiro: mi sembra di aver visto qualcosa muoversi dietro la statua della strega orba. Mi avvicino cercando di non fare rumore, e improvvisamente da dietro la statua emerge un grosso cane nero, alto non molto meno di me e molto magro.

Ma quello che mi colpisce di quell'animale sono i suoi occhi. Li avrei riconosciuti anche se non avessi saputo che lui è un animagus, quegli occhi grigio chiaro che ora fissano i miei e ci leggono dentro la stessa incredulità che io leggo nei suoi. Ma quegli occhi non sono solo increduli nel vedermi: sono occhi innocenti e disperati, senza la minima traccia di quella freddezza che emanavano l'ultima volta che li avevo visti dal vivo, né di quella follia che avevano nella foto sul giornale. E guardandoli io so, ne sono assolutamente certa, che non può essere stato lui a fare quello di cui viene accusato. Quelli sono gli occhi del ragazzo che amavo, e sono sinceri, non ho più il minimo dubbio.

Il cane è il primo a riprendersi dalla sorpresa; avanza silenziosamente verso di me e temo che da un momento all'altro si trasformerà in Sirius sotto i miei occhi. Ma sarebbe sbagliato e pericoloso e, anche se non vorrei, so che deve andarsene via, subito. Scuoto la testa in segno di diniego e d'istinto sussurro "Scappa". Dei passi risuonano nel corridoio deserto, il cane guaisce appena, forse cercando di dirmi qualcosa anche se non so cosa, poi si volta e si allontana di corsa verso l'arazzo dietro cui è nascosto il magazzino del terzo piano, dove so che parte un altro dei passaggi segreti per uscire dal castello, scoperti dai Malandrini vent'anni fa.

Mi volto per vedere chi sta arrivando; fortunatamente è Remus, a cui era stato dato il compito di controllare il quarto piano. "Amy! Tutto bene? Che cosa c'era?" chiede raggiungendomi a passo svelto. Avrei mentito con chiunque, anche con Silente, ma con Remus so che non posso farlo. Lo guardo senza parlare e lui ha già capito. "Era lui, vero? E tu l'hai lasciato andare?" mi rivolge quest'ultima domanda con tono di rimprovero.

Prendo un profondo respiro. "Remus, io... non so come spiegartelo, ma sono assolutamente certa che lui non c'entri niente. Sono sicura che non vuole nemmeno fare del male a Harry".

"Ma ti rendi conto di quello che dici? E allora perché stava cercando a tutti i costi di entrare nella torre di Grifondoro?" Remus sembra sconvolto dalla mia sicurezza.

"Senti, lo so che quello che ti sto dicendo ti sembra assurdo, e se credi che io sia pazza lo capisco, ma... Remus, io ho visto i suoi occhi e non ho avuto più dubbi. Deve esserci un'altra spiegazione, ne sono certa!" esclamo con foga.

"Non credo che tu sia pazza Amy, ma sei... innamorata, ancora, di lui. E questo potrebbe renderti non obiettiva" dice Remus abbassando la voce.
"No Remus, non è così. Non sono mai riuscita a dimenticarlo, questo è vero, ma non so cosa provo per lui adesso e qualunque cosa sia non c'entra nulla con il fatto che so che è innocente. Gliel'ho letto negli occhi, non posso sbagliarmi".

"Quindi non dirai nulla a nessuno? E se così mettessi in pericolo Harry? Non te lo perdoneresti mai, lo sai vero?" mormora Remus contrariato.
"Fidati di me e non farne parola con nessuno, ti prego" mormoro decisa.

Sto per voltarmi e tornare all'ingresso della torre di Grifondoro quando sento una voce alle mie spalle
"Che cosa stavate confabulando voi due?". Mi volto e mi trovo davanti il viso pallido e arcigno di Severus Piton, che sta sopraggiungendo alle mie spalle.

Remus è pronto a rispondere

Remus è pronto a rispondere. "Avevo finito al quarto piano così sono sceso a chiedere a Amy se avesse bisogno di aiuto per completare il giro, ma aveva già finito anche lei. Tu hai trovato niente nei sotterranei?".
"Niente, purtroppo" risponde Piton squadrandoci con aria sprezzante. Di sicuro è convinto che gli nascondiamo qualcosa, sapendo che tipo di rapporto avevamo con Sirius, ma ovviamente non ha prove.
"Peccato!" commenta Remus, e sembra sinceramente dispiaciuto. "Beh possiamo tornare alla torre di Grifondoro, no?" aggiunge subito dopo e, senza farmi vedere da Piton, gli mimo un "grazie" con le labbra.

 

Non ci sono altri tentativi di incursione nel castello da parte di Sirius per alcuni mesi. Poi, in una notte di primavera, tutti noi insegnanti veniamo chiamati nuovamente nella torre di Grifondoro: pare che Ron Weasley lo abbia visto accanto al suo letto e lui abbia anche squarciato le tende del baldacchino di Ron con un pugnale. Questo conferma inequivocabilmente che Sirius non intende affatto uccidere Harry, altrimenti sarebbe andato direttamente da lui; ma allora cosa cerca?

Questa volta, oltre a farci perlustrare il castello, Silente ci chiede di rinforzare ulteriormente le protezioni esistenti. Così ora, dopo aver controllato, come l'altra volta il terzo piano, senza però davvero trovare nulla questa volta, sto insegnando alle porte del castello a riconoscere Sirius mostrando una sua foto, ben sapendo comunque che non servirà a nulla perché di certo lui non entrerebbe dalle porte e, se anche lo facesse, non si mostrerebbe con l'aspetto che si vede nella foto. Ma questo, ovviamente, non posso dirlo a nessuno.

"Rafforzi gli incantesimi di protezione, eh? Da che parte lo farai passare la prossima volta?" sento dire da una voce sprezzante alle mie spalle. Sussulto leggermente e mi volto trovandomi davanti Piton che mi guarda con odio.

"Non riesco proprio a capire a cosa tu ti stia riferendo" rispondo con indifferenza tornando a voltarmi verso le finestre.

"Non è una coincidenza che tu e Lupin siate venuti a lavorare qui proprio quest'anno, vero?" continua Piton incalzante.

Resto un attimo in silenzio, presa da quello che sto facendo. Poi mi volto e torno a guardare quei suoi occhi impenetrabili. "Continuo a non capire dove vuoi arrivare. Anzi, forse l'ho capito, ma vorrei ricordarti che è stato Silente a scegliere me e Remus per insegnare qui quest'anno, e per quanto mi riguarda, Silente è venuto da me in Italia molto presto l'anno scorso, subito dopo la fine della scuola. Ed io ho accettato di tornare qui solo per rispetto nei confronti del professor Vitious che è stato così gentile da scegliere me per sostituirlo. Se non fosse stato lui a chiederlo, ti assicuro che avrei evitato ben volentieri di ritornare qui" sbotto, esasperata. Non è del tutto vero, sono tornata principalmente per Harry, ma a Piton non lo dirò mai.

"Gia, l'avresti evitato perché questo posto è troppo pieno di ricordi dolorosi, vero?" continua Piton.
"L'avrei evitato perché in Italia stavo bene, c'è una parte della mia famiglia, persone a cui sono legata. Ah già, ma sono concetti che forse tu non puoi capire" ribatto nel tono più sprezzante che mi riesce. "E sono stata davvero felice di incontrare Remus qui, perché lui è sempre stato un buon amico per me, ma anche questo forse tu non puoi capirlo".

"Sarà, ma io non mi fido di te. E tantomeno del lupo mannaro" sibila Piton a bassa voce, guardandomi con odio.
"Stai tranquillo, la cosa è reciproca. E ora, se non ti dispiace, avrei del lavoro da fare" concludo voltandogli le spalle una volta per tutte.
Finalmente, Piton si allontana e riprendo il mio lavoro.

Termino solo dopo alcune ore e sono esausta; è ora di pranzo e incontro Remus al tavolo degli insegnanti. Non avevamo più parlato della possibile colpevolezza di Sirius, ma gli racconto della conversazione tra me e Piton, che in definitiva è convinto che noi stiamo aiutando Sirius ad entrare nel castello.
"Lascialo perdere, Amy" mi risponde Remus tranquillo "non ha nessuna prova a sostegno di quello che dice".
"Lo so, hai ragione, ma mi fa innervosire così tanto! Perché ci odia in questo modo?" sbotto, nervosa.

"Beh odia Sirius da quando gli ha fatto quello scherzo che poteva costargli la vita, e odia me perché convinto che io lo avessi architettato con lui. E odia te perché... non lo so perché ti odia, immagino perché eri dei nostri. Eri la fidanzata di Sirius, ed eri amica mia e di James, e lui era quello che odiava più di tutti. E in definitiva, hai contribuito anche tu a spingere Lily tra le braccia di James" spiega Remus con la sua solita calma.

"Sì, ma è possibile che provi ancora così tanto odio dopo tanti anni?"
"L'odio è un sentimento forte tanto quanto l'amore" sorride Remus "e come puoi amare una persona dopo sedici anni, così puoi odiarne un'altra per lo stesso tempo".
Ha ragione e lo so, ma questo rancore che Piton ancora cova verso di noi non mi fa stare per niente tranquilla.

 

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Capitolo 28
*** CAPITOLO 27 - LA FUGA DEL PRIGIONIERO ***


CAPITOLO 27 - LA FUGA DEL PRIGIONIERO

 

"Brava Hermione, ottimo lavoro, sapevo che il tuo compito sarebbe stato il migliore!" mormoro tra me e me, seduta alla mia scrivania mentre correggo i compiti d'esame dei ragazzi del terzo anno. È una bella sera di giugno, e dalla finestra di fronte a me vedo il tramonto; l'ultimo sole della giornata si sta riflettendo sull'anello di Sirius, appoggiato sulla mia scrivania, creando bellissimi giochi di luce in tutta la stanza. Continuo a ripetermi che non devo distrarmi a guardarlo, come quando da ragazza tentavo di studiare in biblioteca e invece mi perdevo in mille pensieri.

All'improvviso sento bussare in modo concitato alla porta; apro e mi trovo davanti Remus, che tiene in mano un vecchio foglio di pergamena e sembra piuttosto agitato.
"Amy, avevi ragione riguardo a Sirius, guarda qua!" dice in fretta.

Appoggia la pergamena sulla mia scrivania, ci punta sopra la bacchetta e subito capisco cos'è: "La mappa del Malandrino! Ma dove l'ha trovata?" chiedo sbalordita.
"Ce l'aveva Harry, ma non so da chi l'abbia avuta. Probabilmente è rimasta per tutti questi anni nell'ufficio di Gazza e poi qualche studente degno di noi Malandrini l'avrà presa... ma non è questo il punto, guarda qua!" Indica dei puntini in corrispondenza del punto della mappa in cui è segnata la capanna di Hagrid. I puntini, oltre ad Hagrid stesso, indicano Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley e... Peter Minus. Che però dovrebbe essere morto da dodici anni, e non andarsene in giro per Hogwarts come se niente fosse.

"Peter è vivo..." mormoro con il cuore in gola "ma certo, è il topo di Ron! Ed è lui che Sirius sta cercando, non Harry! Dobbiamo fare qualcosa Remus".
"Credo che Sirius li stia aspettando, guarda, è qui" dice indicandomi un puntino poco distante, sotto il quale vedo scritto Sirius Black.
"Andiamo Remus, dobbiamo raggiungerli!" esclamo precipitandomi fuori dall'ufficio.

Corriamo fuori dal castello tenendo aperta la mappa davanti a noi, e così vediamo che i ragazzi si sono avvicinati al Platano Picchiatore e Sirius li ha raggiunti. Poco dopo spariscono tutti e capiamo che hanno preso il tunnel che parte alla radice dell'albero e conduce alla Stamberga Strillante. Raggiungiamo quel punto e ci infiliamo nel tunnel anche noi.

"Remus, sarà meglio che tu li raggiunga da solo" dico dopo averci riflettuto un po'. "La situazione è molto delicata, dovete concentrarvi su Peter e credo che la mia presenza creerebbe solo confusione perché Sirius potrebbe sentirsi in dovere di spiegarsi con me, credo che avesse già intenzione di farlo quando l'ho visto al castello sotto forma di cane la notte di Halloween. E poi Harry finirebbe per scoprire che eravamo a scuola insieme, e non lo posso permettere, l'ho promesso a Silente. Mi nasconderò da qualche parte e ascolterò cosa succede".

"Va bene, credo anch'io che sia meglio così" risponde semplicemente lui mentre siamo arrivati alla fine del tunnel. Remus ne esce per primo, attento a non fare rumore, la bacchetta accesa puntata davanti a sé. "Non c'è nessuno, sono al piano di sopra, vieni!".

Entro anch'io nella stanza, ci ero stata con Sirius, James e Lily quando ancora credevo fosse un posto infestato dai fantasmi, ed è tutto come lo ricordavo, i mobili rotti - ora lo so - dalle trasformazioni di Remus, la carta da parati che si stacca dalle pareti, ma c'è molta più polvere e sporco rispetto a quando ci ero venuta io, si vede che nessuno ci entra da parecchio tempo. Sento al piano di sopra dei rumori e le loro voci, ma non riesco a capire cosa dicono, probabilmente la porta è chiusa. Spengo la bacchetta, mi nascondo dietro un grosso armadio e resto lì, mentre Remus comincia a salire le scale che portano al piano di sopra.

Hermione deve aver avvertito il rumore dei suoi passi perché urla "Siamo quassù... e c'è Sirius Black... presto!".

Fortunatamente Remus entrando lascia la porta aperta così posso sentire tutto. Mi sembra così assurdo essere qui a sentire da lontano la voce di Sirius senza poterlo vedere... ma la cosa importante è che la situazione venga chiarita e lui sia libero.
Remus ora sta raccontando ai ragazzi la sua storia, quella che ha raccontato anche a me all'inizio dell'anno scolastico, di come lui sia un lupo mannaro e Sirius, James e Peter lo avessero scoperto e fossero diventati animagi per aiutarlo nelle notti di luna piena.

Mentre ascolto, sento dei rumori provenire dall'ingresso del tunnel: qualcun altro è entrato nella stanza in cui mi trovo io. Istintivamente mi appiattisco più che posso tra il muro e l'armadio, anche se è tutto buio e non credo proprio che potrò essere vista; chiunque ci sia qui, si muove nel buio e non accende la bacchetta. Dai rumori intuisco che la persona che è entrata sta salendo le scale. Remus ora sta raccontando di quello scherzo idiota che Sirius ha fatto a Piton al quinto anno, e mentre parla sento una voce nuova intervenire e realizzo con orrore che la persona che è appena salita è proprio lui, Severus Piton.

Li sento di nuovo parlare, sento Piton minacciare prima Remus, poi Sirius. Ma fortunatamente intervengono Harry, Ron e Hermione, disarmandolo e schiantandolo. Subito dopo, Sirius inizia a raccontare di come abbia riconosciuto Peter da una foto della famiglia Weasley in vacanza in Egitto, pubblicata sulla Gazzetta del Profeta l'estate scorsa, e di come questo pensiero gli abbia dato la forza di evadere da Azkaban. Racconta anche di come poi abbia vissuto nella foresta e di come Grattastinchi, il gatto di Hermione, avesse capito sia la vera natura di Peter sia quella di Sirius e avesse cercato di aiutare Sirius catturando Peter. Sirius parla infine della notte in cui Lily e James sono morti, sento la sua voce tremare e, anche se cerco furiosamente di trattenerla, una lacrima mi scende sul viso: Lily e James avevano scelto Sirius come custode segreto dell'incanto fidelius sulla loro casa, sapevano che sarebbe morto piuttosto che rivelare dove si trovasse il loro nascondiglio. Ma lui, senza dire niente a nessun altro, li aveva convinti a scegliere Peter come custode segreto al suo posto, convinto che Voldemort non avrebbe mai sospettato che il custode segreto potesse essere proprio l'insospettabile Peter, e Lily e James sarebbero stati ancora più al sicuro; non poteva certo immaginare che Peter stesse già facendo da tempo la spia per Voldemort. E improvvisamente, sentendo quelle parole, mi torna in mente un dettaglio che avevo dimenticato, Peter che parlava con Avery la sera in cui Sirius e io ci siamo lasciati, e un dubbio terribile mi assale: forse Peter si stava già avvicinando ai mangiamorte e forse se io l'avessi detto a qualcuno... mi prendo la testa tra le mani, potrebbe essere davvero cosi e non me lo perdonerò mai. Mi domando come faccia Sirius a convivere con il senso di colpa, avendo la certezza di aver contribuito alla morte di Lily e James. Ma del resto lui ha ampiamente scontato questa colpa, passando dodici anni ad Azkaban per crimini che non ha commesso.

Nel frattempo, sento di sopra che il topo Crosta è effettivamente ritornato ad essere Peter Minus, e sta di nuovo cercando di far ricadere la colpa su Sirius nonostante tutto sia contro di lui

Nel frattempo, sento di sopra che il topo Crosta è effettivamente ritornato ad essere Peter Minus, e sta di nuovo cercando di far ricadere la colpa su Sirius nonostante tutto sia contro di lui. Una rabbia cieca mi assale, avrei una gran voglia di salire di sopra e ucciderlo con le mie mani, ma naturalmente non posso farlo. Cerco di resistere alla tentazione stringendo i pugni talmente forte da farmi male segnandomi i palmi delle mani con le unghie. Sento Sirius raccontare di come sia riuscito a fuggire da Azkaban, ingannando i dissennatori con le sembianze del cane nero, e infine sento Remus e Sirius che si preparano ad uccidere Peter. Spero proprio che lo facciano, ma improvvisamente interviene Harry e lo impedisce loro, proponendo invece di portarlo al castello e consegnarlo ai dissennatori. Dovranno passare dal tunnel e sicuramente terranno le bacchette accese, non posso rischiare che mi vedano, quindi decido di prendere il tunnel e tornare al castello prima di loro. Andrò subito a cercare Silente così, quando arriveranno, lui saprà già tutto.

Accendo la bacchetta e velocemente mi infilo nel tunnel; lo percorro a passo svelto e in circa mezz'ora sono di nuovo sotto il Platano Picchiatore. Corro a perdifiato per i prati fino al castello, e poi su, sulle scale fino all'ufficio di Silente. Quando mi trovo davanti a lui sono accaldata e senza fiato; lui mi fissa con gli impenetrabili occhi azzurri.

"Preside, mi scusi, devo parlarle, subito. La prego, è molto importante!" esclamo ansimando.
"Professoressa Mancini, si sieda, prego, e mi racconti tutto" dice lui con il solito tono calmo.
"Sirius Black è innocente!" esclamo con foga. "Non era lui il custode segreto dei Potter, all'ultimo momento li ha convinti a scegliere Peter Minus al suo posto. Credeva sarebbe stato più sicuro per i Potter perché Voldemort sospettava di lui e non avrebbe sospettato invece di Minus, ma non sapeva di essersi fidato della persona sbagliata, perché Minus era una spia di Voldenort".
"Minus è morto" osserva Silente con calma.
"No, era quello che credevano tutti, invece è vivo! È un animagus e ha vissuto per tutto questo tempo con le sembianze di un topo. Il topo di Ron Weasley. La notte in cui Lily e James sono morti, Sirius era andato a cercare Minus ma non l'ha trovato, così si è insospettito ed è andato dai Potter; li ha trovati morti e visto la loro casa distrutta. E infine ha trovato Minus, e lui l'ha ingannato di nuovo. È stato lui a far saltare in aria la strada e ha finto la propria morte tagliandosi un dito e trasformandosi in topo. Anche a Crosta, il topo di Ron, manca un dito... Ero nascosta e non ho potuto vederlo con i miei occhi, ma ho sentito la sua trasformazione, e...." mi interrompo alzando gli occhi per guardare Silente. Lui, sempre imperturbabile, sembra colpito dalla mia rivelazione perché sgrana leggermente gli occhi azzurri soppesando le mie parole. "Quello che sta dicendo, professoressa, è molto grave. Ha delle prove?" chiede scrutandomi.
"Io... ho sentito questa conversazione... tra Black, Lupin e Minus, e ho pensato di venire a riferirgliela" preferisco non nominare Harry, Ron e Hermione per il momento, tanto tra poco Silente scoprirà da solo che sono coinvolti anche loro. "Comunque la prova è Minus stesso, lo hanno catturato e lo stanno portando qui al castello".

In quel momento, qualcuno bussa alla porta dello studio di Silente. "Avanti!" risponde lui. E sulla porta appare Severus Piton. Sembra sorpreso di vedermi ma ha un'espressione trionfante negli occhi che non mi piace per niente. Sento il mio cuore battere furioso e l'ansia impadronirsi di me. Sirius, Remus e i ragazzi erano con lui, dove saranno adesso?

"Ho catturato Black" annuncia saettando con lo sguardo da me a Silente e io sento le lacrime pungermi gli occhi; cerco di respirare profondamente per scacciare il senso di angoscia e di impotenza che mi sta attanagliando il cuore.

"Ho anche chiamato il Ministro Caramell, ora è con Black nella sala d'ingresso. Ah, con lui c'erano Potter, Weasley e la Granger, loro sono in infermeria, sono stati attaccati dai dissennatori, ma non si preoccupi si riprenderanno. Sono piuttosto confusi" conclude Piton in tono soddisfatto.

"Severus, stavo parlando proprio ora di Black con la professoressa Mancini. Per favore, fai venire qui Black e Caramell" dice Silente calmo, poi si rivolge a me: "professoressa Mancini, lei resti qui per favore". Piton sembra scocciato dalla mia presenza, ma esegue gli ordini del preside senza dire una parola, mentre l'ansia continua a divorarmi: Piton non ha nominato né Remus, né Minus, ed io ho un gran brutto presentimento.

Non mi sento molto preparata all'idea di rivedere Sirius, ma quando lui entra nell'ufficio di Silente rimango davvero sconvolta: è ancora più magro di come l'avevo visto nella foto sul giornale: è incatenato e il suo viso è pallidissimo e scavato, sembra quasi un teschio. I suoi capelli sono lunghi fino alle spalle, sudici e aggrovigliati, ha barba e baffi e indossa vestiti sporchi e consumati. Se non sapessi che si tratta di lui, non riuscire a riconoscerlo, se non fosse per i suoi inconfondibili occhi grigi, nei quali leggo una tristezza infinita che mi stringe il cuore.
Quando mi vede abbassa lo sguardo, immagino si vergogni di farsi vedere in quello stato da me, ma io mi sforzo di rimanere impassibile e di ignorare la tempesta che mi si sta scatenando dentro.

 Quando mi vede abbassa lo sguardo, immagino si vergogni di farsi vedere in quello stato da me, ma io mi sforzo di rimanere impassibile e di ignorare la tempesta che mi si sta scatenando dentro

"Buonasera Ministro Caramell, prego si accomodi" saluta educato Silente "le presento la professoressa Mancini, la nostra insegnante di Incantesimi".
Stringo la mano a Caramell, poi Silente continua rivolto a me: "Professoressa Mancini, vuole raccontare al Ministro ciò che stava dicendo a me poco fa?"

Faccio un profondo respiro e comincio a raccontare tutto quello che è successo stasera, da quando Remus è entrato nel mio ufficio con la Mappa del Malandrino fino al momento in cui sono arrivata qui. Racconto tutto con precisione senza tralasciare nessun particolare, interrotta solo sporadicamente da Caramell che mi fa qualche domanda in tono scettico.

Purtroppo, già mentre parlo, mi rendo conto di non avere la minima prova di quello che sto dicendo, e oltretutto, quando finisco, ci si mette anche Piton, che in tono tagliente esclama "Beh, Ministro Caramell, non mi sembra un racconto molto attendibile, considerando che gli unici testimoni, oltre a tre maghi di tredici anni, sono il migliore amico e la fidanzata di Black ai tempi di Hogwarts".
Sussulto in modo appena percettibile; sto per voltarmi verso Sirius ma mi trattengo e lo vedo con la coda dell'occhio agitarsi sulla sedia. "E questo che cosa c'entra?" ribatto sdegnata. Poi mi rivolgo a Caramell "è vero, sono stata fidanzata con lui per un periodo, ma è tutto finito da tantissimo tempo. Ci siamo lasciati alla fine della scuola. Sedici anni fa, per l'esattezza" preciso con voce dura.
"Mi risulta che lui abbia lasciato te" sibila Piton lanciandomi uno sguardo perfido "e scommetto che ne sei ancora innamorata, ed è per questo che ti sei inventata questa storia assurda".

Capisco perfettamente perché James e Sirius odiassero tanto Piton, sento una rabbia feroce montarmi dentro. Lui è semplicemente perfido e malvagio, e per un attimo mi domando invece cosa mai possa aver visto in lui Lily, per essergli stata così amica finché lui non si è rivelato per quello che è veramente. Gli lancio uno sguardo di fuoco e ribatto, gelida: "Mi dispiace deluderti ma questa è una tua supposizione. Non vedevo Black da sedici anni, come potrei essere ancora innamorata di una persona che non frequento da così tanto tempo? Sono capace di dimenticare e andare avanti, io, a differenza di altri. Ma tutto questo non toglie che io non abbia inventato proprio nulla, che lui sia innocente e non meriti affatto la fine che tu vorresti vedergli fare, solo perché evidentemente sei tu che non hai superato le vecchie questioni che ci sono state tra voi ai tempi della scuola".

Non oso guardare Sirius, i miei occhi sono puntati su Piton e cercano di comunicargli tutto il disprezzo che sto provando mentre lui ricambia il mio sguardo con altrettanto odio. A quel punto interviene Caramell: "Il punto è che, al di là di quello che c'è o c'è stato tra Black e la professoressa Mancini o tra Black e il professor Piton, qui non ci sono prove. Professoressa Mancini, la sua storia potrebbe anche essere interessante, e lei è l'unico testimone che potrei prendere in considerazione, dato che gli altri sono un lupo mannaro e tre maghi di tredici anni. Ma resta il fatto che Minus non è qui, e per quanto mi riguarda è morto, ucciso da Black".

Mi volto verso Caramell con gli occhi sbarrati e mi sento invadere dalla disperazione. Non sono riuscita a convincerlo e non posso farci nulla, quel maledetto bastardo di Minus è scappato e Sirius verrà consegnato ai dissennatori. Se solo avessi aspettato e fossi tornata dalla Stamberga Strillante insieme a loro... Abbasso gli occhi, sento che si stanno riempiendo di lacrime e mi mordo furiosamente il labbro per ricacciarle indietro, mentre avverto su di me lo sguardo di Piton, tagliente come una lama, lo sguardo di chi sa di aver vinto ed anche di essere riuscito a fare molto male al suo avversario.

"A mezzanotte in punto Black verrà baciato dai dissennatori" conclude Caramell alzandosi, e io mi sento morire dentro: ho sentito parlare durante quest'anno del bacio dei dissennatori, non so in cosa consista di preciso ma dicono sia molto peggio della morte. "Servirebbe un posto sicuro dove possiamo farlo stare fino a quel momento" dice ancora Caramell rivolto a Silente.
Finalmente trovo il coraggio di alzare gli occhi e rivolgo uno sguardo disperato a Silente. Lui mi guarda intensamente e risponde a Caramell: "Starà nell'ufficio della professoressa Mancini. È l'insegnante di Incantesimi, non credo ci sia posto più sicuro del suo ufficio a Hogwarts. Lei che ne dice professoressa?" chiede poi rivolgendosi a me.
"Sì, va bene" rispondo con un filo di voce. Piton si agita sulla sedia e sta per intervenire, evidentemente non è d'accordo, ma Silente riprende subito a parlare. "Posso accompagnarlo io?" chiede a Caramell "vorrei parlare da solo con lui".
"Sì certo, professor Silente. Intanto io tornerò in infermeria a vedere se riesco a parlare con i ragazzi" afferma Caramell. "Professor Piton, mi accompagna lei?" Piton annuisce, anche se si vede lontano un miglio che il fatto di lasciare Sirius e Silente soli non gli piace affatto.
"Bene" conclude Silente alzandosi "la professoressa Mancini verrà con noi naturalmente, visto che si tratta del suo ufficio e solo lei conosce gli incantesimi che lo proteggono" dice Silente guardandomi. Vedo con la coda dell'occhio l'espressione livida e contrariata di Piton, ma né lui né Caramell si oppongono in alcun modo.

Usciamo tutti dall'ufficio e scendiamo le scale a chiocciola in fila indiana: Caramell davanti a tutti, con Sirius incatenato subito dietro di lui, poi Piton, io e infine Silente. Al secondo piano, superiamo il Gargoyle di pietra e ci dividiamo: Piton e Caramell scendono verso il primo piano, dove si trova l'infermeria, mentre Silente, Sirius e io ci avviamo verso il mio ufficio al settimo piano.

Durante il tragitto, Silente fa alcune domande a Sirius, specialmente su come Minus sia riuscito a scappare questa sera, su tutti gli eventi che hanno portato alla morte di Lily e James, e poi su tutto il periodo intercorso tra la sua fuga da Azkaban, avvenuta ormai quasi un anno fa, e questa sera. Sirius risponde senza tralasciare nessun particolare, racconta anche di essere stato attaccato dai dissennatori dopo essere riuscito ad allontanare Lupin trasformato in lupo mannaro, e di non sapere come lui, Harry ed Hermione, che l'avevano seguito, siano riusciti a salvarsi; Silente sembra molto colpito, soprattutto dal fatto che lui, James e Peter fossero riusciti, già da adolescenti, a diventare animagi. Io invece ascolto in silenzio; riesco solo a guardare Sirius pensando che questa sarà davvero l'ultima volta che lo vedo.

Nel frattempo siamo arrivati davanti alla porta del mio ufficio; la apro con alcuni colpi di bacchetta, so che nessuno che non fossi io potrebbe mai riuscirci, eccetto Silente ovviamente. Entriamo e inaspettatamente Silente, con un colpo di bacchetta, libera Sirius dalle catene. "Non posso farti uscire dalla porta e farti scappare dai passaggi segreti, perché stanno arrivando i dissennatori e tra poco sarà tutto sorvegliato, in attesa che arrivi mezzanotte" dice Silente "ma ho un'altra idea. Andiamo professoressa Mancini, non abbiamo molto tempo".
Lancio un'ultima occhiata a Sirius sperando che l'idea di Silente funzioni, ed esco dalla stanza insieme a lui, lasciando Sirius solo.

Silente mi informa che siamo diretti in infermeria e che saranno Harry ed Hermione a salvare Sirius. Non ho idea di come faranno ma mi fido ciecamente di Silente.
Fuori dall'infermeria ci sono Piton e Caramell, e Madama Chips sta praticamente chiudendo loro la porta in faccia, evidentemente non vuole che disturbino Harry, Ron e Hermione. Ma con Silente, Madama Chips non fa storie, ci lascia entrare, mentre Piton e Caramell restano sulla porta. Harry è sveglio e si alza subito dal letto proclamando l'innocenza di Sirius; avrei tanta voglia di abbracciarlo e di dirgli quanto sono orgogliosa di lui, ma purtroppo non posso farlo.

Silente chiede a Madama Chips, Piton e Caramell di lasciarci soli con Harry ed Hermione, che è sveglia anche lei, ma Piton è estremamente contrariato, continua ad affermare che Minus non era nella stamberga strillante, e anche Madama Chips cerca di convincere Silente a lasciar riposare i ragazzi. Ma il preside è irremovibile e alla fine, nonostante l'insistenza di Piton e mentre Caramell guarda l'orologio decretando che manca pochissimo al bacio e ormai i dissennatori saranno arrivati, riusciamo a restare soli con Harry ed Hermione. Sono entrambi molto agitati; Silente dice loro che crede alla versione di Sirius ma senza Minus è impossibile dimostrare la sua innocenza. E poi dice qualcosa a proposito del tempo, ed Hermione si illumina in viso, credo abbia capito cosa intende il preside. Silente rivela loro che Sirius è rinchiuso nel mio ufficio al settimo piano, e spiega loro qual è la finestra che devono cercare. Dice che dovrebbero salvare più di una vita stanotte e che non devono farsi vedere. E finalmente capisco: vuole che usino una giratempo! Guardo l'orologio, mancano cinque minuti a mezzanotte, e un pensiero terribile mi attraversa la mente: e se non dovessero farcela? Sono terrorizzata, mentre lancio loro un'ultima occhiata ed esco dalla stanza insieme a Silente.

Silente ed io restiamo lì, fuori dall'infermeria, in silenzio, io sono così agitata che non ho nessuna voglia di parlare, e lui sembra capire e rispettare questo mio stato d'animo, finché a un certo punto, mi mette una mano sulla spalla e dice sem...

Silente ed io restiamo lì, fuori dall'infermeria, in silenzio, io sono così agitata che non ho nessuna voglia di parlare, e lui sembra capire e rispettare questo mio stato d'animo, finché a un certo punto, mi mette una mano sulla spalla e dice semplicemente "non si preoccupi, ce la faranno".
E in quel momento un pensiero mi assale e non posso fare a meno di formularlo ad alta voce: "Mi vedranno... Harry e Hermione vedranno che sono entrata con Lupin nel tunnel sotto il platano picchiatore... e poi mi vedranno uscire, prima di loro, e correre verso il castello...".
"Lei sa fare incantesimi senza nemmeno farsi vedere" dice Silente. "Basterà un piccolo incantesimo di memoria, e non l'avranno mai vista".
Lo guardo sbalordita. "Non si dovrebbe fare" sorride il preside "ma immagino che per una volta potremo fare un'eccezione".

Passa un tempo che mi pare infinito, ma in realtà lo è solo per Harry e Hermione che stanno cambiando il corso degli eventi. E finalmente eccoli di ritorno, arrivano di corsa, sfiniti ma sorridenti.
"Allora?" chiede Silente.
"Ce l'abbiamo fatta!" esclama Harry senza fiato "Sirius è fuggito con Fierobecco!". È l'ippogrifo di Hagrid che avrebbe dovuto essere giustiziato oggi! Mi lascio sfuggire un sospiro di sollievo e solo in quel momento Harry ed Hermione sembrano notare la mia presenza. "Professoressa Mancini, anche lei era nella stamberga strillante, ma non l'avevamo vista prima, dov'era?" osserva Hermione. È il momento: estraggo appena la bacchetta e la punto ora sull'uno ora sull'altra pensando all'incantesimo Oblivion, che voglio evocare. E subito dopo, Silente si affretta a farli rientrare in infermeria e a chiudere la porta a chiave.

Dopo pochi minuti, sento delle grida che provengono dai piani di sopra: Piton, soprattutto, è furioso. Le voci sono sempre più vicine, finché Piton e Caramell raggiungono me e Silente fuori dall'infermeria.
"Dov'e finito Black? Tu lo sai, vero?!" sibila Piton rivolto a me, livido di rabbia. In risposta, sgrano gli occhi fingendo incredulità. "Cosa vuoi dire? Io sono sempre stata qui".
"Deve essersi smaterializzato, Severus. La professoressa Mancini non può aver fatto nulla, è stata qui con me per tutto il tempo" risponde Silente imperturbabile. Niente in questo momento potrebbe darmi più soddisfazione che vedere la faccia livida di Piton e i suoi occhi pieni di rabbia. Maledetto, se penso a quello che stava per succede a Sirius... Anche Silente ha un sorrisetto compiaciuto stampato sul volto, chissà se Piton se ne è accorto...
"Non ci si può smaterializzare nel castello!" urla Piton fuori di se. "Se non c'entra lei, allora sono sicuro che c'entra Potter!"

La porta dell'infermeria si apre e Piton entra urlando come un pazzo e accusando Harry di aver aiutato Sirius a fuggire. Silente gli fa notare che la porta dell'infermeria era chiusa a chiave, quindi è impossibile che i ragazzi si siano mossi da lì. Piton non riesce a darsi pace, ma alla fine è costretto ad arrendersi all'evidenza. Esce dall'infermeria sempre più arrabbiato, e dopo poco usciamo anche noi; congediamo Caramell e torniamo nei nostri rispettivi uffici.

Mi fa uno strano effetto pensare che nell'ufficio in cui sto per entrare, fino a poco fa c'era Sirius. Per un attimo penso a quanto sarebbe bello aprire la porta e trovarlo di nuovo lì, ma so già che non è possibile. Chissà dov'è ora...

Apro la porta e la richiudo alle mie spalle. La stanza naturalmente è vuota. Mi avvicino alla scrivania, per oltrepassarla e andare nella mia camera, e in quel momento noto l'anello che avevo lasciato lì mentre correggevo i compiti, alcune ore prima. E vicino all'anello c'è un foglio di pergamena, scritto con una calligrafia che non è la mia, né quella di nessuno dei miei studenti. Anche se è un po' tremante - si vede che la lettera è stata scritta di getto - ho ricevuto troppe lettere da Sirius per non riconoscere la sua calligrafia. Mi siedo, avvicino il foglio a me con mani tremanti, e inizio a leggere.

Cara, carissima Amy,
quando leggerai questa lettera, sarò già lontano o, se le cose non dovessero andare per il verso giusto, sarò già stato baciato dai dissennatori. Sentivo che prima o poi ti avrei rivista, non sapevo come sarebbe stato possibile, ma ne ero certo; e tuttavia, nonostante questo pensiero, non ero minimamente preparato alle emozioni che ho provato rivedendoti.
A differenza mia, sei ancora più bella di quando avevi diciassette anni, e sicuramente molto più forte. Avrei voluto poter parlare con te, sapere cosa hai fatto in tutti questi anni, e come sei finita a fare l'insegnante, tu che avevi ben altri programmi. Hai detto di avermi dimenticato e di non amarmi più e, anche se fa male, lo capisco. Però vedo che hai ancora l'anello che ti avevo regalato e mi rende felice sapere che lo tieni con te, anche se non lo indossi più. Non cercherò di giustificarmi per averti allontanata, sono certo che ne avrai già parlato con Remus e lui ti avrà spiegato il motivo, del resto lui è sempre stato più bravo di me nelle spiegazioni. E invece io sono sempre stato quello che non riesce a non rovinare tutto quello che ha. L'ho fatto con la mia famiglia, all'inizio involontariamente e poi sempre più consapevolmente man mano che crescevo; ho rischiato di farlo con i miei amici, e se le cose sono tornate a posto con loro è stato in gran parte merito tuo; e poi l'ho fatto di nuovo, con te, perché volevo proteggerti e invece avrei dovuto dirti tutto. Ma adesso, in questo momento in cui ancora non so cosa ne sarà di me, ci tengo davvero a farti sapere che io non ho mai smesso di pensare a te, neanche per un istante. Ti ho rimpianta per tutti questi anni, e mi sono accorto troppo tardi di aver fatto un grosso sbaglio a lasciarti andare via per sempre. Ti ho pensata tanto quando ero ad Azkaban; pensare a te, e a Harry, è stata la mia forza, l'unico modo per non impazzire. E adesso che ti ho rivista, ho avuto la certezza che per me non è mai cambiato niente, ti amo esattamente come sedici anni fa. Potremo davvero non rivederci mai più questa volta, e non potevo andarmene senza fartelo sapere.
Un bacio.
Sirius

La mattina seguente, dopo una notte insonne passata a leggere e rileggere la lettera di Sirius fino quasi a consumarla, sento bussare alla porta: è Remus, che ha l'aria stanca e sconvolta. Mi racconta che ha incontrato Piton appena tornato al castello, subito dopo essersi ritrasformato, ed era ancora furibondo. Gli ha raccontato cosa è successo ieri sera ed ha accusato persino lui di aver aiutato Sirius a fuggire dal mio ufficio.
"Ma come ci siete riusciti?" mi domanda Remus. Gli racconto del piano di Silente, e di come Harry ed Hermione siano tornati indietro di tre ore con una giratempo e siano riusciti a cambiare il corso degli eventi, salvando prima Fierobecco e poi Sirius.
"Mi dispiace che Sirius venga creduto ancora colpevole, meritava di essere scagionato e di ottenere di nuovo la libertà" commenta Remus in tono amaro.
"Ci ho provato Remus, credimi, ho raccontato tutto a Caramell ma senza prove, senza Minus... non escludo che Caramell possa anche aver creduto alla mia versione, ma aveva bisogno di un colpevole. Ed era molto più facile continuare ad accusare il colpevole che aveva già, piuttosto che cercarne un altro chissà dove" rispondo abbassando lo sguardo.
"Tu come stai?" mi chiede lui.
"Mentirei se ti dicessi che sto bene. Sono sollevata che Sirius sia riuscito a scappare, ma mi resta l'amaro in bocca perché, come dici tu, meritava di essere libero, che la verità venisse inequivocabilmente a galla. E tu invece? Sembri stare peggio del solito..." osservo scrutandolo attentamente.
"La trasformazione di stanotte è stata più dolorosa e terribile che mai, forse le tante emozioni provate ieri, chi lo sa. Sono stanchissimo. Ma ora dovrò andare a fare i bagagli, Piton mi ha detto che farà sapere a tutta la scuola che io sono un lupo mannaro e non c'è modo di impedirglielo. Dovrò andarmene oggi stesso, e comunque l'anno scolastico è quasi finito".

"Oh no Remus, mi dispiace così tanto!" esclamo mentre mi assale la rabbia nei confronti di Piton "Sei un insegnante formidabile, gli studenti adorano le tue lezioni, l'ho sentito dire da molti di loro. Piton è proprio un maledetto bastardo, ce l'ha sempre avuta con te, già ai tempi della scuola, e figurati dopo ieri sera quanto può avercela con me... non puoi immaginare che soddisfazione sia stata vedere la sua faccia livida di rabbia dopo la fuga di Sirius!"
Remus mi risponde con un grande sorriso. "Mi sarebbe piaciuto vederla! Comunque Amy, ti ringrazio per i complimenti, ma sapevo che non sarei rimasto più di un anno qui. Ti ricordi che già ai nostri tempi l'insegnante di Difesa contro le arti oscure cambiava ogni anno? Succedeva sempre qualcosa..."
"Sì lo so" lo interrompo io "ma speravo che magari tu saresti stato quello giusto" mormoro tristemente. "E ora cosa farai?"
"Oh, non preoccuparti, saprò arrangiarmi, come ho sempre fatto in tutti questi anni. Prometti che mi scriverai stavolta? Non sparire come sedici anni fa!" esclama lui guardandomi fisso.

Istintivamente mi avvicino a lui e lo abbraccio forte "Te lo prometto Remus. Sei sempre stato un ottimo amico, non ho nessuna intenzione di perderti di nuovo! E se tu fossi in difficoltà e dovessi avere bisogno di aiuto, per qualsiasi cosa, non farti problemi davvero, conta pure su di me!"
Lui mi sorride "Grazie Amy, sei gentile. Ora devo andare a preparare le valigie, ma ci sentiremo presto. Abbi cura di te".
"Anche tu Remus. Ciao, e grazie di tutto!" E il mio è un ringraziamento sincero: mi ha raccontato la verità sulla fine della storia tra me e Sirius, mi ha creduta quando sostenevo l'innocenza di Sirius dopo averlo incontrato sotto forma di cane, ed è venuto a cercarmi ieri, permettendomi di venire a sapere la verità sulla morte di Lily e James. E, mentre lo guardo uscire dalla porta, mi sento terribilmente sola.

 

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Capitolo 29
*** CAPITOLO 28 - IL RITORNO DELL'ORDINE ***


CAPITOLO 28 - IL RITORNO DELL'ORDINE

 

È tornato.

Questa frase continua a risuonarmi in testa mentre sono sdraiata nel mio letto senza riuscire a dormire.

Il torneo tremaghi si è concluso ieri sera, ma in un modo assolutamente inaspettato. Era già cominciato in modo inaspettato, con il nome di Harry finito chissà come nel calice di fuoco, anche se lui di anni ne ha appena quattordici e requisito principale per poter partecipare al torneo è sempre stato l'aver compiuto i diciassette anni. E lui ha partecipato al torneo, ed è andato alla grande in tutte le prove, nonostante gareggiasse contro campioni del calibro di Fleur Delacour, della scuola di Beauxbatons, e soprattutto di Viktor Krum, della scuola di Durmstrang, mentre per Hogwarts avrebbe dovuto gareggiare solo Cedric Diggory, un ragazzo di Tassorosso del sesto anno che ho avuto modo di conoscere durante le mie lezioni, un ragazzo davvero buono, gentile e anche molto bello, che doveva avere tutta la vita davanti a sé. E invece Cedric ieri sera è morto.

L'ultima prova consisteva nell'attraversare un labirinto pieno di pericoli magici, e arrivare per primo a toccare la coppa del torneo

L'ultima prova consisteva nell'attraversare un labirinto pieno di pericoli magici, e arrivare per primo a toccare la coppa del torneo. Non so cosa sia successo esattamente, ma vicino alla coppa c'erano Cedric, morto, e Harry che continuava a ripetere "Voldemort è tornato".
Subito dopo, Harry è stato portato in infermeria da Alastor Moody, l'insegnante di Difesa contro le arti oscure di quest'anno, nonché Auror e membro dell'Ordine della fenice diciassette anni fa, e da quel momento non ne ho più saputo nulla. Ma quelle parole dette da Harry continuano a risuonarmi nella mente.

Finalmente questa notte interminabile sta finendo; mi alzo e mi preparo; proverò a passare in infermeria e capire se posso vedere Harry, che sicuramente avrà passato lì tutta la notte. Ma proprio mentre sto per uscire, qualcuno bussa alla porta del mio ufficio.
Vado ad aprire e mi trovo davanti Piton, che mi guarda con occhi carichi di risentimento. "Mancini, il preside vuole parlarti, ti aspetta nel suo ufficio" mi informa in tono gelido, prima di voltarmi le spalle e andarsene senza darmi nemmeno il tempo di rispondergli.

Mi dirigo al secondo piano e pronuncio la parola d'ordine davanti al Gargoyle di pietra. Salgo le scale a chiocciola e busso alla pesante porta di quercia. "Avanti" sento Silente dire dall'interno dell'ufficio. "Buongiorno preside, voleva vedermi?" chiedo entrando nell'ufficio a pianta circolare.
Silente, seduto alla sua scrivania, sembra infinitamente stanco: i suoi occhi azzurri sono profondamente segnati, sotto gli occhiali a mezzaluna, sicuramente ha riposato molto meno di me, questa notte, ma nonostante tutto mi rivolge un sorriso cordiale.
"Buongiorno Amy. Sì, accomodati per favore".
Resto un attimo in piedi di fronte a lui, sinceramente stupita dal tono informale con cui Silente mi sta parlando; se da un lato mi fa piacere, dall'altro mi preoccupa non poco. Lui probabilmente intuisce che sono un po' confusa perché si affretta ad aggiungere: "ci sono alcune cose che devi sapere, poi ti sarà tutto più chiaro".

Mi siedo e aspetto pazientemente le sue spiegazioni. "Hai sentito dire a Harry che Voldemort è tornato, vero?" chiede. Annuisco. "Bene" continua Silente "devi sapere che la coppa del torneo tremaghi era in realtà una passaporta. Toccandola, Harry e Cedric sono stati trasportati al cimitero di Little Hangleton, dove si trova la tomba del padre di Voldemort, Tom Riddle, e dove Peter Minus aspettava Harry". A sentire quel nome mi sale una rabbia cieca, e mi agito sulla sedia, ma Silente continua: "Cedric è stato ucciso subito, poteva essere di intralcio ai piani di Voldemort. Poi Minus ha preparato una pozione contenente un osso preso dalla tomba di Tom Riddle, una mano che Minus stesso si è tagliato, e del sangue di Harry, che ha permesso a Voldemort di riprendere possesso del suo corpo".

Istintivamente, mi porto una mano davanti alla bocca, inorridita, e Silente si ferma un attimo, osservando la mia reazione, poi prosegue raccontandomi di come siano comparsi i mangiamorte, i seguaci di Voldemort, evocati dal marchio nero, e di com...

Istintivamente, mi porto una mano davanti alla bocca, inorridita, e Silente si ferma un attimo, osservando la mia reazione, poi prosegue raccontandomi di come siano comparsi i mangiamorte, i seguaci di Voldemort, evocati dal marchio nero, e di come tuttavia Harry sia riuscito a salvarsi e a tornare a Hogwarts. La sua bacchetta e quella di Voldemort, infatti, hanno lo stesso nucleo, e la bacchetta di Harry è riuscita a neutralizzare quella di Voldemort, facendo emettere gli incantesimi compiuti da quella bacchetta, dal più recente ai più lontani. E in questo modo ha fatto apparire le persone che la bacchetta di Voldemort aveva ucciso, a cominciare da Cedric per arrivare a Lily e James. Quest'ultimo aveva incoraggiato Harry a toccare di nuovo la coppa per tornare a Hogwarts, e lui aveva seguito il consiglio, portando con sé anche il corpo senza vita di Cedric.

Sono molto scossa dalle parole di Silente, non oso immaginare cosa possa aver passato quel povero ragazzo, ma provo grande ammirazione per il coraggio che ha dimostrato. C'è però ancora qualcosa che non mi è chiaro, e domando a Silente: "come è possibile che la coppa fosse una passaporta?"

"Siamo stati ingannati, tutti quanti, per un anno intero. Sembra incredibile che io non me ne sia mai accorto, eppure è proprio così. Per tutto quest'anno, l'insegnante di Difesa contro le arti oscure non è stato Alastor Moody, ma un'altra persona, molto vicina a Voldemort".
Credo di essere sbiancata, non posso credere a quello che Silente sta dicendo. "Chi?" mormoro con un filo di voce.

"Barty Crouch jr" risponde Silente in tono grave. "Per tutto l'anno ha tenuto prigioniero il vero Alastor Moody nel fondo di un baule nel suo ufficio, usando la maledizione Imperius. Moody gli serviva vivo per preparare la pozione polisucco che gli ha permesso di ingannarci tutti quanti, e stanotte sono finalmente riuscito a liberarlo. È piuttosto debole ma se la caverà".

"Come ha fatto ad accorgersi che quello non era il vero Moody?" domando sempre più incredula.
"Terminato il torneo, ho visto Harry allontanarsi con il falso Moody, ed è stato allora che ho cominciato a sospettare di lui. Li ho seguiti, con Severus e Minerva che erano lì accanto a me, e abbiamo visto che Harry non veniva portato in infermeria come avrebbe dovuto, ma nell'ufficio dell'insegnante di Difesa contro le arti oscure. Harry era in grave pericolo, ed è stato così che abbiamo scoperto la verità. Avrai sentito parlare di quello che è successo alla finale della coppa del mondo di Quidditch la scorsa estate, immagino..."

Annuisco; certo che ne ho sentito parlare, anche se alla fine del mio primo anno a Hogwarts come insegnante, ero tornata a casa mia, in Italia. Qualcuno aveva evocato il marchio nero facendolo apparire in cielo: il colpevole non era mai stato scoperto, ma l'elfa domestica di Barty Crouch sr. era stata trovata con una bacchetta magica in mano, e i sospetti erano ricaduti su di lei. Il sig. Crouch l'aveva licenziata in tronco.

Silente riprende a raccontarmi di come, dopo quei fatti, Barty Crouch jr., che viveva con il padre sotto la maledizione Imperius dopo essere stato liberato da Azkaban per volontà della madre, morta in prigione al posto suo, avesse ricevuto una visita di Voldemort e Minus. Voldemort aveva bisogno di un infiltrato a Hogwarts per poter realizzare il suo piano e Crouch jr. naturalmente non aspettava altro. Messo fuori gioco suo padre con la stessa maledizione Imperius, era venuto a Hogwarts con le sembianze di Moody e aveva fatto tutto il possibile, durante tutte le prove, perché Harry vincesse il torneo ed arrivasse per primo a toccare la coppa, che lui stesso aveva trasformato in una passaporta.

 Messo fuori gioco suo padre con la stessa maledizione Imperius, era venuto a Hogwarts con le sembianze di Moody e aveva fatto tutto il possibile, durante tutte le prove, perché Harry vincesse il torneo ed arrivasse per primo a toccare la coppa, c...

"Mi scusi preside, immagino che il Ministero sia stato informato di tutto questo. Come pensano di agire a questo punto?" chiedo al termine del racconto.
"Non pensano di agire affatto" risponde Silente in tono amaro "Caramell continua a negare che quanto Harry racconta sia vero, non vuole credere al ritorno di Voldemort, e Barty Crouch jr. è stato baciato da un dissennatore questa notte, proprio qui a Hogwarts, e quindi non potrà più testimoniare". Si interrompe per un attimo, poi riprende guardandomi fisso da sopra gli occhiali a mezzaluna "e veniamo al motivo per cui ti ho convocata qui e ti ho raccontato tutte queste cose, Amy. È necessario ricostituire l'Ordine della fenice, sai già di che cosa si tratta, vero?"

Annuisco nuovamente: so benissimo di cosa si tratta e sentirne parlare ha l'effetto di riaprire ferite che credevo fossero ormai guarite; ma in questo momento, mi rendo conto che non lo sono affatto.

"Bene" continua Silente "non hai avuto la possibilità di farne parte diciassette anni fa a causa della malattia di tuo padre, ma vorrei che tu ne facessi parte ora. Tutti conoscono il tuo talento con gli incantesimi, anche i più complicati, e io so anche che, quando hai lavorato negli Stati Uniti, hai già affrontato con successo non proprio una guerra come quella che c'è stata qui alla fine degli anni Settanta, ma comunque una rivolta".

"Sì, è vero. C'era un ragazzo dell'ultimo anno, Richard Pierce, molto dotato e brillante, che a un certo punto aveva perso la testa e aveva deciso di impadronirsi della scuola. Mi sembrava molto simile a quello che si diceva fosse stato Voldemort da ragazzo, quando ancora si chiamava Tom Riddle, ambizioso, carismatico, desideroso di dominare e comandare; ma a differenza di Riddle, Richard era impulsivo, aveva fretta di agire. Con i suoi seguaci aveva rapito alcuni studenti del primo anno e li minacciava; con altri insegnanti ci siamo trovati a duellare contro questi ragazzi e inizialmente sembrava che avessimo la meglio, ma poi Richard ha ucciso un ragazzino del primo anno per dimostrarci che faceva sul serio, e stava per fare lo stesso con un altro. L'unica che fosse in condizione di fermarlo in quel momento ero io, e l'unica cosa che potessi fare era ucciderlo".

Resto un attimo in silenzio abbassando gli occhi, so quanto una mia esitazione in quel momento avrebbe potuto costare cara ai miei colleghi insegnanti e alla scuola, so che la mia è stata la scelta giusta, ma ho pur sempre stroncato la vita di un ragazzo, e non è stato facile accettarlo. Per anni sono stata vittima dei sensi di colpa, per anni mi sono domandata se ci fosse stata un'alternativa che io non avevo considerato, e la risposta è stata sempre la stessa. Non avevo scelta, eppure non posso fare a meno di provare vergogna per quel gesto, che fa parte di un periodo della mia vita che vorrei poter cancellare dalla mia memoria, se solo ne avessi la possibilità.

Cerco di farmi forza, rialzo lo sguardo verso il preside e proseguo nel racconto. "Non credevo che ne sarei stata capace e non ne vado fiera, ma non avevo alternative, non potevo rischiare la vita di un ragazzino innocente e dei miei colleghi insegnanti".
"Lo capisco" mormora Silente guardandomi comprensivo "non ti giudicherò per questo. Anzi la tua esperienza ci sarà utile, sempre se vorrai unirti all'Ordine".

"Certo che voglio!" esclamo con enfasi.
"Bene, allora c'è un incarico che devo subito affidarti. L'Ordine ha bisogno di un quartier generale, un posto sicuro dove potersi riunire per discutere le questioni che si presenteranno, e probabilmente l'abbiamo già trovato. Si tratta della casa dei genitori di Sirius Black, me l'ha proposta lui poco fa; si trova a Londra, a questo indirizzo" dice porgendomi un foglietto con scritto "Grimmauld Place numero dodici".

"La casa è protetta da incantesimi molto potenti che la rendono invisibile ai babbani" continua Silente "ma è disabitata da molti anni e lo stesso Sirius non sa cosa possa esserci al suo interno. Andrà a verificare oggi stesso insieme a Remus Lupin, e probabilmente ci sarà bisogno di qualcuno di molto esperto con gli incantesimi per annullare eventuali maledizioni e rendere quel posto sicuro per l'Ordine. Ritengo che la persona più adatta sia proprio tu, Amy. Spero non ci siano problemi".

Silente si interrompe lanciandomi uno sguardo eloquente, e intuisco subito a cosa si stia riferendo.
"Nessun problema" rispondo cercando di mostrarmi convinta e sicura di me, anche se in realtà non so spiegare nemmeno a me stessa quale groviglio di sentimenti sto provando al pensiero di dover probabilmente lavorare fianco a fianco con colui che ha spezzato il mio cuore tradendo la mia fiducia, colui che mi ha portata su, nell'immensità del cielo, per poi farmi cadere nella profondità degli abissi, solo per non aver avuto il coraggio di credere nel nostro amore, di dirmi una verità scomoda ma che sarei stata perfettamente in grado di affrontare.

Tra noi scende un silenzio che mi sembra durare in eterno. Sto per chiedergli se quindi dovrò restare in Inghilterra quest'estate; qui non ho mai preso una casa mia perché sono sempre rimasta a Hogwarts nelle vacanze di Natale e Pasqua e lo scorso anno in estate sono tornata a casa mia in Italia, e se dovrò restare qui dovrò subito cercarne una. Ma Silente, che può vedere facilmente quali pensieri si agitano nella mia mente, riprende a parlare. "Naturalmente devo chiederti di restare in Inghilterra per il momento; so che non hai una casa tua qui, ma potrai stabilirti al quartier generale fino all'inizio del prossimo anno scolastico, anzi sarà opportuno che tu lo faccia". Pronuncia queste ultime parole sorridendo e io sussulto leggermente: praticamente mi sta ordinando di andare a vivere con Sirius?! Vorrei dirgli che non mi sembra affatto una buona idea, ma non voglio contraddirlo e mi costringo a stare zitta, tanto lui potrà vedere facilmente nella mia mente i pensieri che mi tormentano.

Il suo sorriso si apre ancora di più, e in questo momento realizzo che la proposta di Silente a Caramell di tenere rinchiuso Sirius proprio nel mio ufficio lo scorso anno, prima di essere baciato dai dissennatori, non è stata affatto casuale. Serviva una stanza con una finestra per permettergli di volare via con Fierobecco, sì, ma avrebbe potuto benissimo essere anche l'ufficio dello stesso Silente o di chiunque altro. Invece no, lui aveva scelto proprio il mio. Non posso esserne certa, ma ho l'impressione che Silente volesse in qualche modo dare la possibilità a Sirius di comunicare con me, cosa che lui ha effettivamente fatto scrivendomi la lettera che poi avevo trovato sulla scrivania.

Silente naturalmente intuisce il mio turbamento; il suo sorriso si spegne e si affretta ad aggiungere: "Anche la famiglia Weasley si trasferirà al quartier generale. Ne ho già parlato con Molly Weasley e lei è d'accordo: sarà certamente più comodo per tutti, dato che la loro casa è piuttosto lontana e serve l'aiuto di tutti loro, anche dei ragazzi, per ripulire e risistemare quel posto. Porteranno con loro anche Hermione Granger".

Questa notizia mi rincuora un po', ma una nuova consapevolezza si fa strada nella mia mente e mi affretto a farla notare a Silente. "Va bene" comincio incerta "ma se dovrò trasferirmi lì con i ragazzi... non credo sarà più tanto semplice tenere nascosto loro il fatto che ho studiato a Hogwarts, conoscevo i genitori di Harry e... beh, tutto il resto..." faccio un ampio gesto con la mano, includendo ovviamente nel resto quello che c'è stato tra me e Sirius.

"Non importa" risponde Silente calmo "la situazione ora è cambiata rispetto a quando sei arrivata qui due anni fa, e comunque anche se lo verranno a sapere, sono piuttosto certo che non ne faranno parola con nessun altro studente, qui a Hogwarts".

"Va bene" accetto con un sospiro. E ora ne sono più convinta, perché tutto questo servirà per proteggere Harry ed è solo a lui che devo sforzarmi di pensare, da ora in avanti.

"Tornerai a Londra con l'Hogwarts Express insieme ai Weasley e alla signorina Granger. Incontrerete Molly Weasley al binario 9 e 3/4, aspetterete che Harry si sia allontanato con i suoi zii e poi vi dirigerete direttamente al quartier generale. Ora ti chiedo scusa, ma devo scendere in Sala Grande e parlare a tutta la scuola che sarà riunita a colazione, di ciò che è successo ieri" conclude Silente alzandosi.

"Un momento per favore, io... vorrei vedere Harry. Pensa che sia possibile? Naturalmente non gli dirò nulla per adesso, sarà la semplice visita di un insegnante a un proprio studente" preciso alzandomi a mia volta.

"Certo, vai pure, sono sicuro che sarà contento di vederti" sorride il preside.

"La ringrazio davvero di cuore professor Silente per avermi dato la possibilità di entrare nell'Ordine della fenice, farò del mio meglio!" esclamo più sicura, sforzandomi di pensare a Lily, a James e a tutto ciò che potrò fare per rendere onore alla loro memoria.

"Ne sono certo" risponde il preside lanciandomi una lunga occhiata. "Ci incontreremo presto al quartier generale" aggiunge.

Mi congedo ed esco dall'ufficio con il cuore in tumulto. Sarà dura vivere due mesi a contatto con Sirius, ma d'altra parte presto potrò rivelare a Harry quanto io abbia voluto a bene ai suoi genitori, quanto tenessi a Lily, ma anche a James, senza dover più essere costretta a fingere che loro non siano mai stati una parte così importante della mia vita. E potrò finalmente rivelargli, dopo due anni passati a cercare di conoscerlo senza poter mai davvero interagire con lui, quanto io tenga a lui, quanto avrei voluto poterlo crescere io, e quanto sia fiera di quello che è diventato.

Quando entro in infermeria, Harry è già sveglio e sta facendo colazione. Accanto a lui c'è una donna robusta, che avrà una decina di anni più di me, e che immagino sia Molly Weasley. Ha l'aria dolce, materna, e sembra particolarmente ansiosa che Harry mangi e si rimetta in forze.

"Ehm, scusate il disturbo. Harry, ero venuta a vedere come stai ma se stai facendo colazione posso tornare in un altro momento..." esordisco incerta.

"Professoressa Mancini... no, no io... avevo finito..." mormora Harry, che mi sembra ancora parecchio stanco e confuso.

"Harry caro, sei sicuro di non volere più nulla?" chiede la signora Weasley guardandolo con occhi colmi di preoccupazione. Lui scuote la testa e lei si rivolge a me.

"Piacere, sono Molly Weasley, la madre di Ron, Ginny, Fred e George. Lei è l'insegnante di Incantesimi arrivata due anni fa dall'Italia, vero?".
Si ferma per un attimo a fissarmi tenendo la mano tesa verso di me. Le stringo la mano e rispondo: "sì, sono Amy Mancini, piacere".
"I miei figli parlano sempre di lei, soprattutto Ginny, dicono che è un'ottima insegnante!" esclama la signora Weasley mentre mi squadra ancora per un po'; poi aggiunge piano "Professoressa, in realtà Harry avrebbe ancora bisogno di riposare, e quindi..."
"Non c'è problema, vado via subito, scusatemi" rispondo in fretta voltandomi verso la porta.

"No aspetti professoressa per favore" mi richiama Harry "vorrei parlare un attimo con lei".
"Sei sicuro Harry?" chiede apprensiva Molly Weasley. Lui annuisce. "Oh beh, in questo caso... vi lascio da soli. Mi raccomando però, una visita breve" dice rivolgendosi a me.

"Non si preoccupi signora Weasley, dieci minuti e me ne vado" cerco di tranquillizzarla, poi aggiungo "Vorrei parlare con lei più tardi se ha tempo; potrebbe raggiungermi nel mio ufficio? Questa mattina non ho lezione, venga pure quando vuole".
"Va bene, a più tardi allora" annuisce lei uscendo dalla stanza.

Prendo posto sulla sedia accanto al letto di Harry,  in cui fino a poco fa era seduta Molly Weasley

Prendo posto sulla sedia accanto al letto di Harry,  in cui fino a poco fa era seduta Molly Weasley. Il ragazzo si sporge subito verso di me, un po' agitato. "Professoressa, lei sa cosa è successo ieri sera, vero? Lei mi crede?"

Sono enormemente dispiaciuta per il figlio dei miei migliori amici che, a quasi quindici anni, si trova già ad affrontare una situazione infinitamente più grande di lui. Lo guardo in quegli occhi che mi ricordano così tanto quelli di Lily, e ci vedo un grande coraggio, lo stesso che ha certamente mostrato lei da membro dell'Ordine della fenice; lo stesso che dovrò avere io, per poterlo aiutare e proteggere.

"So tutto Harry, Silente ha parlato a noi insegnanti e in questo momento starà parlando anche agli studenti. Tutti noi ti crediamo, non dubitare mai di questo. Io credo che tu sia stato davvero forte e coraggioso ad affrontare Tu-sai-chi ieri sera. Il Ministro Caramell purtroppo intende fare finta di nulla, negare l'evidenza, ma noi no. Silente sa cosa fare, e finché abbiamo lui non devi preoccuparti, davvero. Lo affronteremo".

Harry si prende la testa tra le mani. "Sì, ma Cedric..." aggiunge guardandomi con un'espressione disperata sul volto che mi spezza il cuore. Istintivamente mi avvicino a lui e lo abbraccio forte, accarezzandogli i capelli spettinati, che mi ricordano tanto quelli di James. Ed è quasi come se in questo momento stessi riabbracciando loro, Lily e James, che mi mancano da morire. Ma loro non torneranno mai più, e resta solo la persona a loro più cara, per la quale hanno sacrificato le loro vite; ed io sarei disposta a fare lo stesso per Harry, se fosse necessario, così come lo sarebbero Sirius e Remus, e chiunque avesse conosciuto e amato Lily e James.

"Non è colpa tua, Harry" cerco di consolarlo "Non potevi sapere cosa sarebbe successo, non potevi farci nulla. Non è facile accettarlo e superarlo, lo capisco, ma tu puoi e devi riuscirci. Non colpevolizzarti, ti prego, ne hai passate già abbastanza".

Restiamo abbracciati ancora un po', poi mi stacco da lui. "È meglio che io vada ora, avevo promesso di lasciarti riposare e la signora Weasley ha ragione, ne hai davvero bisogno. Però se dovessi avere bisogno di parlare con qualcuno, nei prossimi giorni, conta pure su di me, d'accordo?"
"Va bene professoressa, grazie. È stato bello parlare con lei".
Gli sorrido ed esco dalla stanza.

Torno rapidamente verso il mio ufficio, e trovo Molly Weasley che mi sta aspettando nel corridoio. Sembra sollevata nel vedermi già di ritorno; la sua apprensione nei confronti di Harry è giustificata e la capisco, ma devo ammettere che un po' mi infastidisce.

"Professoressa Mancini, sono lieta di vederla già di ritorno!" esclama. Mi sembra un po' prevenuta nei miei confronti, ma forse è solo una mia sensazione.
"Prego si accomodi" la esorto dopo averla fatta entrare nel mio ufficio. Mi siedo alla mia scrivania e lei prende posto di fronte a me guardandomi fissa negli occhi.
"Ehm, possiamo darci del tu?" mi chiede, quasi un po' imbarazzata. "Da quel che ho capito, passeremo parecchio tempo insieme, prossimamente".

"Sì, certo volentieri!" esclamo sorridendo, e forse dopotutto questa donna non è davvero così prevenuta nei miei confronti; sono io che ormai faccio sempre più fatica a fidarmi delle persone. "Silente mi ha detto che la settimana prossima andremo insieme al nuovo quartier generale dell'Ordine della fenice, e dovremo stabilirci là per tutta l'estate. Credo che quella casa vada interamente ripulita e risistemata, ma non so altro e, ecco, mi domandavo se tu ne sapessi qualcosa in più" aggiungo.

"Non molto, in realtà" risponde lei. "Quella casa appartiene alla famiglia Black, ed in particolare a quel Sirius che è evaso da Azkaban due anni fa, ma che però a quanto pare era innocente. Silente mi ha raccontato tutta la storia, e stanotte l'ho incontrato, è rimasto per un po' in infermeria con Harry. Lui sembra essergli molto legato, e anche Ron lo stima, ma non sono certa di potermi fidare di lui". Sgrano gli occhi, non posso credere che Sirius fosse qui a Hogwarts.
Molly sembra accorgersi del mio turbamento perché socchiude gli occhi e mi chiede "Tu lo conosci?"

"In effetti sì, io ho studiato qui a Hogwarts e Sirius era un mio compagno di scuola, come anche i genitori di Harry, James e Lily. Lei era la mia migliore amica, anzi era come una sorella per me..." mi interrompo un attimo perché mi trema la voce pensando a Lily.

"Oh cara, che dolore deve essere stato per te averla persa..." mormora Molly con un sorriso dolce,

"Già. Tra l'altro io all'epoca della sua morte non vivevo più qui, ma a Boston con i miei genitori. Mio padre aveva dei gravi problemi di salute" aggiungo,
"Quindi non facevi parte dell'Ordine della fenice?" chiede Molly.
"No, sono partita con i miei genitori subito dopo aver finito la scuola, e ho vissuto là per quasi sei anni, finché mio padre non se n'è andato".
"Nemmeno io ne ho fatto parte all'epoca" dice Molly "avevo già tre figli ancora piccoli, poi sono nati i gemelli, sarebbe stato impossibile..." e sinceramente, non faccio proprio fatica ad immaginarlo.

Le sorrido poi riprendo a parlare: "tornando al discorso di prima, comunque, io ero presente quando il vero colpevole, Peter Minus, che fino a quel momento era stato Crosta, il topo di Ron, si è rivelato l'anno scorso. Quindi sì, direi che possiamo fidarci di Sirius, e poi anche Silente si fida di lui, e questo non è un dettaglio di poco conto".

"Ma Harry sa che tu conoscevi così bene i suoi genitori?" chiede Molly.
"No, non lo sa. Quando ho iniziato a insegnare qui due anni fa, Silente mi ha fatto promettere che non gli avrei detto nulla, e così ho fatto. Immagino che a questo punto la verità verrà inevitabilmente a galla, e Silente mi ha già detto che per lui non è un problema, ma per il momento preferisco che non si venga a sapere nulla" concludo decisa.

"Va bene" concorda Molly alzandosi. "Ora torno da Harry, nel caso avesse bisogno di qualcosa. Ci vediamo a King's Cross la settimana prossima allora. Vi aspetterò al binario 9 e 3/4, poi utilizzeremo una passaporta per arrivare al quartier generale. La porterò io stessa quel giorno, ne ho già parlato con Silente. La metropolvere non è sicura, e Ron, Hermione e Ginny non sanno ancora smaterializzarsi".
"D'accordo allora. Grazie Molly, a presto". E, mentre lei esce dalla stanza, comincio a prepararmi mentalmente per questa nuova avventura.

 

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Capitolo 30
*** CAPITOLO 29 - IL QUARTIER GENERALE ***


CAPITOLO 29 - IL QUARTIER GENERALE

 

Mi stiracchio leggermente e guardo fuori dal finestrino. L'Hogwarts express sta rallentando e tra poco terminerà la sua corsa al binario 9 e 3/4. Fuori è una bellissima e calda giornata di fine giugno, senza una nuvola in cielo. Mi preparo per scendere dal treno ed esco dallo scompartimento dietro la folla di studenti. Appena scesa, individuo subito le teste rosse di Ron, Fred e George un po' più avanti, insieme ad Hermione. Sono con Harry, quindi rallento il passo per dargli modo di raggiungere suo zio Vernon; dopo quasi vent'anni, è probabile che non mi riconoscerebbe, ma non ne sono certa, quindi meglio evitare di incontrarlo.

"Professoressa Mancini!" mi sento chiamare. Mi volto e vedo Ginny Weasley che mi sta raggiungendo dopo aver salutato alcune amiche. Adoro questa ragazzina dai lunghi capelli rossi: è dolce e timida ma sotto sotto ha un bel caratterino e, per avere solo tredici anni, è una strega estremamente brillante, la migliore del suo anno nel mio corso.

"Ciao Ginny!" la saluto allegra "hai fatto un buon viaggio?"
"Sì, grazie!" esclama lei "Mi scusi, lei sa dove andremo adesso? Mamma non mi ha voluto dire niente..." dice un po' contrariata.
"Andremo in una casa che è stata abbandonata per molti anni, ed il nostro compito sarà ripulirla e renderla un posto vivibile. Noi adulti ci incontreremo lì per parlare di alcune questioni molto importanti, dopo quello che è successo una settimana fa. Per ora scusami, ma non posso dirti altro". Mi interrompo un attimo e mi fermo sul binario, perché ho visto da lontano Molly che abbraccia Harry mentre Vernon Dursley lo aspetta lì accanto; poi riprendo a parlare: "ah, Ginny un'altra cosa: da ora in poi, finché non saremo a scuola, ti prego di non considerarmi più la tua insegnante. Dammi del tu e chiamami semplicemente Amy, ok?"
"È fantastico!" esclama lei "voglio dire, va bene Amy..." aggiunge arrossendo un po'.
"Lo dirò anche ai tuoi fratelli e ad Hermione; passeremo un bel po di tempo insieme, mi sembra inutile essere formali. Ora possiamo andare, tua madre ci aspetta!" esclamo guardando Harry che si allontana con Vernon Dursley.

In pochi passi raggiungiamo Molly che ci sta aspettando con Ron, Fred, George ed Hermione che ha con sé Grattastinchi. Molly ha l'aria triste e gli occhi gonfi e rossi, come se avesse pianto a lungo.
"Ciao Molly, va tutto bene?" le chiedo un po' preoccupata.

"Non proprio" mormora lei "comunque, andiamo". Ci spostiamo in una zona isolata della stazione e Molly estrae dalla borsa uno specchio lungo e sottile. "Questa è la passaporta, mettete tutti le mani qui sopra al mio tre. Tenere stretti i bauli. Siete pronti?" Annuiamo tutti e lei inizia a contare "Bene! Uno, due... tre!" Sette mani si tuffano insieme sullo specchio, chiudo gli occhi e immediatamente sento quella sensazione di vuoto allo stomaco che provo ogni volta che uso una passaporta. Ma è una sensazione di breve durata: presto atterriamo con i nostri bauli dietro un cespuglio, ai margini di una piazzetta.

Sono la prima a rialzarsi e mi guardo velocemente intorno: questo posto è orribile, le case sono per la maggior parte vecchie e diroccate, con i muri scrostati e i vetri delle finestre opachi da quanto sono sporchi. Cumuli di immondizia giacciono abbandonati ai margini della strada da chissà quanto tempo, a giudicare dall'odore che emanano.
"Ma dove accidenti siamo finiti?" chiedo a nessuno in particolare.
"Credo sia il posto giusto, Silente me lo aveva descritto più o meno in questi termini" mormora Molly notando la mia espressione inorridita. Vedo sui volti di Ginny ed Hermione la mia stessa espressione, mentre sento Ron mormorare "Miseriaccia!" e uno dei gemelli dire "Bel posto, eh?"

"Vediamo..." mormoro facendo qualche passo in direzione di quelle case così malridotte. "Qui c'è il numero undici, e quello successivo è il tredici. Dove sarà il numero dodici?" Cammino ancora un po' avanti e indietro, trovando altri numeri, ma del dodici neanche l'ombra. Mandiamo Fred e George a fare il giro della piazza, ma anche loro non riescono a trovare il numero dodici. Estraggo appena la bacchetta per evitare che dei babbani possano vedermi, e mi concentro pensando "Grimmauld Place numero dodici". E finalmente succede qualcosa: una porta nera, scrostata e graffiata, con un batacchio d'argento dalla forma di un serpente attorcigliato, affiora dal nulla tra i numeri undici e tredici, seguita da muri sudici e finestre opache e sporche. Sembra che una casa in più si sia gonfiata, spingendo da parte quelle ai lati. Restiamo tutti immobili a fissare a bocca aperta l'edificio apparso magicamente davanti ai nostri occhi.

Ho il cuore in gola quando, seguendo Molly, salgo i gradini che mi separano da quella porta

Ho il cuore in gola quando, seguendo Molly, salgo i gradini che mi separano da quella porta. Da Sirius. Da quello che è stato al tempo stesso l'amore più intenso e la delusione più cocente di tutta la mia vita. Nonostante lo abbia già incontrato due volte negli ultimi due anni, non mi sento ancora pronta a rivederlo ed affrontarlo, e forse non lo sarò mai.

Molly si avvia sopra i gradini di pietra avvicinandosi alla porta, estrae la bacchetta e bussa alla porta. Da dentro si sente il rumore di un catenaccio, poi la porta si apre e appare Sirius. Ho un tuffo al cuore nel vederlo: sta decisamente molto meglio di quando l'ho incontrato nell'ufficio di Silente un anno fa, ma il bellissimo e spensierato ragazzo che è stato negli anni di scuola è lontano anni luce, e non tornerà mai più. Non che ora non sia bello, in realtà, ma la sua non è più la bellezza sfacciata del giovane diciottenne che è stato. Gli anni ad Azkaban lo hanno segnato in un modo profondo e irreversibile, trasformandolo in un uomo comunque affascinante e intrigante, ma le cui sofferenze sono ben visibili sul suo viso sciupato. È ancora molto magro e piuttosto pallido; ha ancora la barba, i battetti e porta i capelli scuri lunghi fino alle spalle, ma molto più ordinati e puliti dell'ultima volta che li ho visti. È vestito in modo semplice ma elegante. Gli occhi grigi si illuminano quando ci vede e le sue labbra si aprono in un gran sorriso, e quello non è cambiato, è lo stesso che mi ha rivolto tante volte e che non potrei mai dimenticare. E la ferita nel mio cuore si riapre un'altra volta, diciassette anni non sono serviti a rimarginarla, i ricordi di quella sera sono ancora più vividi che mai.
Non riesco a staccargli gli occhi di dosso e anche lui, dopo aver fatto entrare Molly, Hermione, Ron, Fred e George, ricambia il mio sguardo in silenzio per un tempo piuttosto lungo.

 Non riesco a staccargli gli occhi di dosso e anche lui, dopo aver fatto entrare Molly, Hermione, Ron, Fred e George, ricambia il mio sguardo in silenzio per un tempo piuttosto lungo

All'ingresso siamo rimaste io e Ginny, e sono io a rompere il ghiaccio. "Ciao Sirius" dico semplicemente, senza sorridere.
"Amy, ciao, mi fa piacere rivederti" risponde lui, mentre io deglutisco e abbasso lo sguardo. Poi mi ricordo che c'è Ginny con me e lei e Sirius non si sono mai incontrati prima.
"Ginny, vieni, voi non vi conoscete: lui è Sirius Black, il proprietario di questa casa. Sirius, lei è Ginny Weasley, la sorella minore di Ron".
Lui le sorride, si stringono la mano, poi entriamo in casa. Sirius, parlando a bassa voce, ci avverte di non fare troppo rumore, più tardi ci spiegherà il motivo.

L'ingresso è buio e c'è un forte odore di umidità e di chiuso; vecchie lampade a gas appese alle pareti diffondono una luce fioca sulla tappezzeria scollata e sulla moquette lisa, mentre un candelabro a forma di serpente, coperto di ragnatele, brilla sopra di noi. Alle pareti sono appesi numerosi ritratti, in parte rovinati dal tempo. Tra un ritratto e l'altro, vedo una coppia di tende lunghe fino a terra, oltre la quale immagino possa esserci una porta; noto anche un grande portaombrelli che sembra fatto con la zampa di un troll. In fondo al corridoio ci sono delle scale buie, alle cui pareti sono appese le teste di numerosi elfi domestici, montate su targhe.

Arrivati in fondo al corridoio, Sirius si ferma ai piedi delle scale e si rivolge a noi "Mi dispiace per come è ridotta questa casa, non ci mettevo piede da vent'anni ed è disabitata da almeno dieci. Vorrei davvero ringraziarvi tutti per essere qui, insieme la sistemeremo e la renderemo un posto un po' più vivibile, anche se ci sarà parecchio lavoro da fare".
"Non preoccuparti siamo qui per questo, faremo del nostro meglio!" esclama Molly sorridendo.
"Come vi dicevo, nel corridoio d'ingresso è meglio non fare troppo rumore: i ritratti si agitano e urlano, soprattutto uno" fa una pausa, poi riprende "Quello di mia madre". Sarei davvero curiosa di vedere quel ritratto: ho sentito parlare talmente tanto di Walburga Black che il pensiero di poter vedere che faccia abbia, anche solo in un ritratto, mi incuriosisce tantissimo. Potrei chiederlo a Sirius, ma non so se sia il caso. Nel frattempo lui ci accompagna a visitare la casa: scendiamo le scale e nel seminterrato vediamo una grande cucina, una stanza buia con le pareti di pietra. In mezzo alla stanza c'è un lungo tavolo di legno con molte sedie, e alle pareti e al soffitto sono appese pentole e padelle di ferro. In fondo alla stanza c'è un grande camino, e ai lati delle credenze e una dispensa, coperte di polvere.

Torniamo su per le scale, passiamo di fianco all'ingresso e saliamo al primo piano, raggiungendo un pianerottolo sul quale si affacciano tre porte. La prima conduce a un ampio salotto con lunghe finestre dai vetri sudici. La cosa che subito mi colpisce in questa stanza è una parete interamente occupata dall'albero genealogico della famiglia Black, di cui mi aveva parlato Sirius la sera del nostro primo appuntamento. Rabbrividisco nel vedere il punto in cui dovrebbe esserci il viso di Sirius, sopra la scritta Sirius Orion Black III - non sapevo nemmeno che quello fosse il suo nome completo, altrimenti mi sarei divertita parecchio a prenderlo in giro, a scuola - ed invece c'è una vistosa bruciatura. Noto anche quella in corrispondenza di Andromeda Black, sua cugina.

Sirius racconta ai Weasley e a Hermione la storia di quell'arazzo, proprio come l'aveva raccontata a me, ed ora che sono qui, nel luogo dove lui ha vissuto ed è stato insultato e odiato per quasi sedici anni, riesco ad immaginare ancora di più che...

Sirius racconta ai Weasley e a Hermione la storia di quell'arazzo, proprio come l'aveva raccontata a me, ed ora che sono qui, nel luogo dove lui ha vissuto ed è stato insultato e odiato per quasi sedici anni, riesco ad immaginare ancora di più che cosa deve avere provato da figlio ribelle, abituato fin da piccolo a cavarsela da solo e a contare solo su se stesso. Anche Molly sembra profondamente turbata dal racconto di Sirius, e non faccio fatica a immaginarlo dato che lei, molto meglio di me, sa cosa significa avere dei figli, e sono certa che lei non smetterebbe mai di amare i suoi, forse nemmeno se diventassero seguaci di Colui-che-non-deve-essere-nominato. Ne sarebbe profondamente delusa, si allontanerebbe da loro e soffrirebbe profondamente, ma l'amore che prova per loro non finirebbe mai.

E proprio mentre penso questo, vedo gli occhi di Molly riempirsi improvvisamente di lacrime. Mi avvicino a lei e le circondo le spalle con un braccio. "Molly, che cosa succede? Anche prima di venire qui ho notato che eri strana, triste... magari parlarne ti farà bene..." mormoro dolcemente.
"Si tratta di Percy" confessa lei non riuscendo più a trattenersi e scoppiando in un pianto disperato. La abbraccio cercando di consolarla. Quando finalmente riesce a calmarsi, inizia a raccontare: "Percy è tornato a casa qualche giorno fa dicendo di aver ottenuto una promozione al Ministero della Magia, gli è stato offerto un posto come assistente del Ministro Caramell. Avreste dovuto vedere come era compiaciuto e fiero di se stesso! Ha perso completamente la testa. Ha detto... cose terribili a suo padre. Che ha dovuto lottare contro la pessima reputazione di Arthur fin da quando è entrato al Ministero e che Arthur non ha ambizioni e cose ancora peggiori..." Molly riprende a singhiozzare disperata e non so davvero come poterla consolare. Deve essere terribile avere un figlio che volta le spalle in questo modo alla propria famiglia. Ma Molly non ha terminato il suo racconto, e tra le lacrime e i singhiozzi riprende: "Ha detto addirittura a suo padre che è un idiota a frequentare Silente, che Silente si sta cacciando in un grosso guaio e Arthur ne pagherà le conseguenze. E che lui invece sta dalla parte di Caramell e se noi abbiamo intenzione di tradire il Ministero, lui non farà più parte della nostra famiglia. Continua a negare, come il Ministero, che voi-sapete-chi sia veramente tornato. Quella sera stessa ha fatto i bagagli e se n'è andato. Adesso vive qui a Londra".

Guardo Sirius che mi sembra profondamente turbato; del resto è comprensibile, anche lui si è trovato costretto ad andarsene di casa e allontanarsi dalla sua famiglia, anche se per motivi diametralmente opposti a quelli di Percy. Ma, a differenza di Percy, lui ha subito l'odio e il disprezzo dei suoi genitori, cosa che invece non accadrà mai a Percy, come dimostrano chiaramente la reazione e le parole di Molly.
"Sono andata anche a cercarlo questa mattina, a casa sua" continua intanto lei "ma lui mi ha sbattuto la porta in faccia!". Sono veramente indignata dal comportamento di Percy, sua madre non si merita tutto questo.
"Ecco perché avevi quell'aria sconvolta quando siamo arrivati a King's Cross. Molly mi dispiace infinitamente, quello che Percy vi ha detto è terribile, ma io sono certa che ci ripenserà, vedrai. Temo che presto il ritorno di Voldemort non potrà più essere semplicemente ignorato o negato. Noi intanto dobbiamo cominciare ad agire ed è quello che stiamo facendo" le dico cercando di consolarla.
"Tra qualche giorno ci sarà la prima riunione dell'ordine, verrà qui anche Silente" aggiunge Sirius. "Mi dispiace Molly ma se Percy è convinto che Caramell stia agendo correttamente non possiamo farci niente. Amy ha ragione, è molto probabile che presto dovrà ricredersi. Arthur come l'ha presa?"
"Oh puoi immaginare quanto ci sia rimasto male" risponde Molly "dice che quando gli capita di incrociare Percy al Ministero, lui non lo saluta nemmeno, anzi cambia strada o gira la faccia dall'altra parte..." e riprende a piangere disperata.
"Molly, davvero, non c'è niente che possiate fare ora, ma questa situazione non durerà a lungo, Voldemort si rivelerà di nuovo, e allora anche Caramell non potrà più negare. Nel frattempo è molto meglio che Percy stia lontano da voi, in questo modo non sarà in grado di sapere nulla su quello che l'Ordine sta facendo" conclude Sirius in tono risoluto. Abbraccio di nuovo Molly che intanto sembra calmarsi, poi riprendiamo il giro della casa.

Al primo piano, oltre al salotto, ci sono una camera da letto piuttosto grande e un bagno. Saliamo le scale e sia al secondo piano, sia al terzo, troviamo un bagno e tre camere da letto; la più grande, al secondo piano, era la stanza da letto della madre di Sirius ed è ora occupata da Fierobecco.
Infine, sul pianerottolo all'ultimo piano, vediamo solo due porte. Sirius apre la prima, mostrandoci quella che era, ed è tuttora, la sua camera da letto: ricordo perfettamente la descrizione che me ne aveva fatto lui e posso perfino immaginare l'indignazione della signora Black la sera in cui il suo primogenito se ne è andato di casa. I colori rosso e oro di Grifondoro tappezzano tutte le pareti e dove non sono presenti striscioni della nostra Casa, sono visibili poster di motociclette e di ragazze in bikini, evidentemente babbane perché immobili sulle fotografie a differenza di quelle di maghi e streghe. In mezzo alla stanza c'è un letto molto grande con una testiera di legno, di fronte al quale troneggia un grande armadio anch'esso di legno. In fondo alla stanza, di fronte a noi, due lunghe tende di velluto alla finestra filtrano la luce proveniente dall'esterno regalando alla stanza un aspetto estremamente intimo e raccolto.

"Vieni a vedere" dice Sirius prendendomi la mano e praticamente trascinandomi dentro la stanza. Il contatto della sua mano calda con la mia, gelata, mi fa rabbrividire, e mi sento addosso gli occhi incuriositi dei Weasley e di Hermione. Sirius mi porta in fondo alla stanza dove, in parte nascosta dall'armadio, c'è una foto molto diversa dalle altre appese alle pareti. Quattro ragazzi si guardano tra di loro ridacchiando e mi sembra di fare un salto indietro di oltre vent'anni. Sono i Malandrini al gran completo, poco più che ragazzini, probabilmente al terzo o quarto anno. Sirius in quella foto è bello come l'ho sempre ricordato, con i capelli scuri che gli ricadono sugli scintillanti occhi grigi, il sorriso mozzafiato e l'aria un po' altera. Ma vedere James, che sorride spettinandosi i capelli come era solito fare, mi fa salire un nodo alla gola. "James..." mormoro istintivamente, e subito Hermione compare alle mie spalle. "Quello è il padre di Harry, vero? È identico a lui" mormora indicando James sulla foto.

Sussulto appena e mi volto verso di lei che mi fissa stupita

Sussulto appena e mi volto verso di lei che mi fissa stupita. "Amy, tu... lo conoscevi? Ma come è possibile?"

"Io ho studiato a Hogwarts, Hermione. Non ho mai potuto dirvelo perché Silente, quando mi ha offerto il posto di insegnante di Incantesimi due anni fa, mi ha chiesto esplicitamente di non dire nulla a Harry sul mio passato a Hogwarts. Lily era la mia migliore amica, era più di una sorella per me..." la mia voce comincia ad incrinarsi, sento le lacrime pungermi gli occhi ma riesco a proseguire "e nell'ultimo anno di scuola ero diventata molto amica anche di James. Ed è così strano vederlo in questa foto e sapere che non c'è più... di Lily non ne ho nemmeno una... e non ho potuto nemmeno salutarli, di persona, prima di andarmene..."

Ho gli occhi bassi, non ho il coraggio di guardare Hermione e Sirius, accanto a me, eppure sento chiaramente i loro sguardi bruciarmi la pelle. Si avvicinano anche Ginny e Ron che osservano la foto da dietro le nostre spalle. "Cosa è successo?" chiede Hermione in un sussurro.

Mi riscuoto e solo allora realizzo di aver pensato a voce alta. Mi giro verso di lei. "Io... beh, sono dovuta partire in tutta fretta con i miei genitori non appena finiti gli M.A.G.O. Mio padre era molto malato e doveva curarsi negli Stati Uniti. Con Lily ci siamo scritte qualche volta, ma quando me ne sono andata non pensavo che non l'avrei rivista mai più. Non ho pensato ad abbracciarla, a dirle addio, e nemmeno a James..." Sento gli occhi che iniziano a bruciare mentre i ricordi tornano a tormentarmi. Avevo passato tutta quell'ultima notte a Hogwarts stesa nell'erba, mi ero addormentata lì, nel parco, esausta dopo aver pianto tutte le lacrime che avevo. La mattina dopo, mia madre era passata da Silente a prendere la passaporta e poi nella torre di Grifondoro pensando di trovarmi lì, e già che c'era aveva preso il mio baule e tutte le mie cose; poi aveva perso molto tempo a cercarmi. Nessuno sapeva dove fossi; né Lily, né nessun altro mi aveva più vista dalla sera prima. Lily non sapeva nemmeno che tra Sirius e me fosse tutto finito, e certamente non si era preoccupata non vedendomi tornare in dormitorio per la notte perché pensava che fossi con lui. Non c'era più nemmeno la mappa del Malandrino per potermi localizzare perché Gazza l'aveva sequestrata a Sirius tre settimane prima. Alla fine mia madre mi aveva trovata che ancora giacevo nell'erba, ma non c'era stato il tempo di andare a dire addio almeno a Lily; dovevamo sbrigarci o avremmo perso l'aereo. Ma tutto questo preferisco evitare di raccontarlo adesso.

"Oh, mi dispiace" mormora Hermione mettendomi un braccio intorno alle spalle.
Le rivolgo un sorriso amaro: "Non preoccuparti Hermione; è solo che certi ricordi fanno ancora male, nonostante sia passato molto tempo". Mi volto e lancio un'occhiata eloquente a Sirius, che subito passa a mostrarci la camera da letto di suo fratello, Regulus, che è chiusa a chiave e viene aperta da Sirius con un incantesimo. Sulla porta campeggia la scritta "Non entrate senza il permesso espresso di Regulus Arcturus Black", intagliata nel legno. La stanza è un po' più piccola di quella di Sirius e completamente decorata con i colori verde e argento di Serpeverde. A una parete è appesa una foto di Regulus in mezzo alla squadra di Quidditch della sua Casa, mentre sopra il letto è dipinto lo stemma della famiglia Black con il motto "Tojours pur". Accanto al letto, su un comodino, sono disposti alcuni ritagli di giornale raffiguranti Voldemort.
"Tuo fratello era un mangiamorte?" chiede Molly a Sirius, sbalordita. "Sì" risponde lui "lo è diventato già quando eravamo a Hogwarts e lo è stato per un periodo, poi credo ci abbia ripensato, e questo deve avere in qualche modo causato la sua morte quindici anni fa". Sono anch'io molto colpita, avevo immaginato che Regulus fosse morto quando Silente mi aveva detto che Sirius era l'unico proprietario di Grimmauld Place numero 12, ma non immaginavo fosse successo cosi tanto tempo fa.  Era molto giovane quindi quando è successo, aveva appena diciannove anni.

"Bene" conclude Sirius "potete scegliere le vostre stanze tra quella al primo piano e quelle al secondo e al terzo, tranne quella occupata da Fierobecco e un'altra al secondo piano che usa Remus quando si ferma a dormire qui. Quella di mio fratello, ovviamente, non ve la consiglio" dice richiudendo la porta della stanza di Regulus con un incantesimo Colloportus.

Decidiamo di sistemarci in questo modo: Hermione e Ginny occuperanno la stanza al primo piano; Ron l'unica libera al secondo, mentre tra quelle del terzo piano scelgo la più piccola per me, lasciando le più grandi ai signori Weasley e a Fred e George. Vi sistemo la mia valigia ed elimino con numerosi colpi di bacchetta ragnatele, polvere, ragni, tarme, scarafaggi e altri animaletti che infestano la mia stanza. Mentre sto sprangando le ante degli armadi per evitare che altre creature disgustose possano uscirne, realizzo che gran parte della camera di Sirius è proprio sopra la mia, e questo pensiero mi infastidisce un po'. Subito dopo, sento bussare alla porta, vado ad aprire e, come se l'avessi evocato, mi trovo davanti proprio Sirius.
"Ciao. Sono venuto a vedere se avevi bisogno di qualcosa" esordisce in tono incerto.

Resto un attimo a guardarlo, indecisa su come reagire. "No, grazie. Più che altro forse dovresti chiederlo ai ragazzi" mi affretto poi a rispondere.

"Amy, io vorrei parlarti; se non vuoi farlo qui, possiamo scendere in cucina" esordisce Sirius lanciando un'occhiata alle porte delle altre due stanze.

"Non ho niente da dirti" ribatto seccata.
Mi perdo per un istante in quelle maledette iridi grigie che mi hanno stregata quando ero ancora un'adolescente e che hanno tormentato i miei sogni durante gli anni della mia giovinezza; Sirius è cambiato, e tanto, ma i suoi occhi sono una calamita che continuerà sempre ad attirare i miei. Il profumo della sua pelle invade le mie narici, anche quello è rimasto lo stesso, e per un attimo mi sembra di impazzire dal desiderio che avrei di sentire di nuovo la sua pelle sotto le mie dita. Ma devo combattere, non posso lasciar vincere queste sensazioni, non posso permettergli di farmi ancora del male.

"Ma io si. Se non vuoi parlarmi ascolta almeno quello che ho da dirti io". Resta lì a fissarmi e io mi odio perché provo questi sentimenti contrastanti che non riesco a controllare come vorrei.
"So già cosa vuoi dirmi e non ho nessuna voglia di starti a sentire!" esclamo incrociando le braccia al petto.

Sento una rabbia feroce crescermi dentro e non posso più trattenermi, so che lo ferirò ed e esattamente quello che voglio fare. "Lo so cosa vuoi, tu vuoi solo fare pace con la tua coscienza. Vuoi che io ti dica che hai fatto bene, che non avevi altra scelta e che magari ti perdono anche. Ma non lo farò mai, non potrò mai perdonarti per avermi nascosto delle cose così importanti e che mi riguardavano direttamente. Per quanto fossero orribili e agghiaccianti, io dovevo sapere tutto, fin dall'inizio. Ma tu hai preferito non dirmi niente, fare finta che andasse tutto bene, sempre per quel tuo maledetto orgoglio, quella tua convinzione di riuscire sempre a risolvere tutto da solo. Stavi per perdere i tuoi amici, per colpa del tuo maledetto orgoglio, Remus mi ha raccontato cosa avevi fatto con Piton, ma io di certo non lo sapevo quando ti ho incontrato in guferia e ti ho fatto capire che avresti dovuto chiedere loro scusa. Ma quando si è trattato di me, nessuno ha potuto convincerti che stavi sbagliando, eh? Anzi, quando poi finalmente dovevi dirmi la verità perché ormai non era più possibile rimandare, tu..." non riesco più a continuare, mi trema la voce per la rabbia.

"Io ho fatto la scelta più stupida che potessi fare, lo so, l'ho capito troppo tardi" Sirius continua la mia frase interrotta, appoggiandosi sconsolato con la fronte allo stipite della porta "è stata una scelta impulsiva, al momento mi è parsa la soluzione migliore, ma tu credi che io non abbia sofferto? Che non me ne importasse niente di lasciarti andare via e perderti per sempre? Eri tutto ciò che avevo, lo sai".

"Tu hai sofferto, già, e io? Io quella sera ero distrutta, avevo appena saputo che presto avrei perso mio padre e che sarei dovuta partire subito per andare dall'altra parte del mondo per chissà quanto tempo. Avrei voluto che tu mi abbracciassi, mi consolassi, mi stessi vicino, questo mi aspettavo dalla persona che per mesi aveva continuato a ripetere di amarmi. Non sai quanto mi sono odiata per averti creduto, per essermi fidata di te. Ero convinta che tu avessi un'altra ragazza e mi avessi solo presa in giro per tutto il tempo, e nonostante tutto non riuscivo ad odiarti, odiavo solo me stessa per la mia ingenuità". Vedo Sirius impallidire, mi mordo il labbro e poi continuo, con la rabbia che continua a crescere. "Il dolore stava per uccidermi. Ho imparato col tempo a conviverci ma non ero impegnata con l'Ordine della fenice, io, per potermi distrarre da quei pensieri, non avevo i miei amici là, io, non avevo nessuno. Dovevo solo dimenticare, cancellare il periodo più bello della mia vita, come se non fosse mai esistito. E tu adesso vieni a dirmi che dovrei ascoltarti? Non ho nessuna intenzione di farlo. Sono stata un'idiota a darti retta allora, quando dicevi di fidarmi di te, non farò questo errore un'altra volta". Lui resta in silenzio, immagino non si aspettasse che io avessi tutta questa rabbia dentro. Ma io stessa l'ho covata senza saperlo per troppo tempo, ed ora mi rendo conto che averla fatta uscire mi fa stare molto meglio.

"Mi dispiace Sirius, ma la Amy che conoscevi tu non esiste più, e prima te ne fai una ragione e te la dimentichi, meglio sarà per tutti. E ora scusami, scendo dalle ragazze a vedere se hanno bisogno di aiuto con la loro stanza". Lo supero uscendo dalla porta della mia camera, la chiudo con un colpo di bacchetta lasciandolo fuori sul pianerottolo e scendo velocemente le due rampe di scale che mi separano dalla stanza di Hermione e Ginny.

Busso alla loro porta ed è Ginny ad aprire. "Amy, stai bene? Hai una faccia..." mi chiede preoccupata.
"Sì, sto bene grazie Ginny, è solo che disinfestare la mia stanza è stato un po' complicato. Avete bisogno di una mano qui?"
"Magari!" esclama lei sollevata "c'è ogni genere di animale qui dentro! Abbiamo già eliminato scarafaggi e ragni, ma ci sono dei Billywig, ed Hermione li sta cercando; non vorrei che ci pungessero. Credo che ci siano anche... dei topi o qualcos'altro nell'armadio, le ante continuano a sbattere!".

Entro e vedo Hermione appostata in un angolo con la bacchetta alzata. "Quanti ne hai visti?" le chiedo.
"Tre ma potrebbero essercene anche altri" risponde lei.
"Potrebbero pungervi, è meglio se uscite di qui e lasciate fare a me". Hermione prova ad insistere per restare ad aiutarmi, ma preferisco evitare che lei e Ginny corrano rischi e comunque so come stanare i Billywig, quindi alla fine si convince ad uscire dalla stanza insieme a Ginny.

"Andate in cucina a cercare un barattolo grosso, o un recipiente con il coperchio. Se proprio non trovate niente chiedete aiuto a Sirius, ha vissuto qui fino a quasi sedici anni, dovrebbe sapere dove trovare quello che ci occorre".

Le due ragazze si fermano un attimo, apparentemente colpite dalle mie parole. "In che senso? E dove ha vissuto poi?" chiede Ginny sbalordita.

"Se ne è andato da casa l'estate prima di compiere sedici anni, e in effetti se fate il paragone tra la sua stanza e il resto della casa, non dovrebbe esservi difficile capire perché. Ora andate, dai" dico loro abbassando la maniglia della porta a forma di serpente attorcigliato e chiudendole fuori dalla stanza.

Mi avvicino all'armadio; le ante sbattono proprio come diceva Ginny. Punto la bacchetta per farle smettere ma non succede nulla, c'è proprio qualcosa al suo interno che si agita. Mi viene in mente che potrebbe essere un Molliccio, spesso si nascondono negli armadi. Apro con cautela l'anta e ne esce un serpente che si arrotola velocemente intorno al mio braccio. Nonostante lo spavento, ho la bacchetta nella mano libera e ho la prontezza di puntarla contro l'animale, che si allontana dal mio braccio all'improvviso facendomi perdere l'equilibrio e cadere a terra. Dopo avermi lasciata, il serpente si ritrae e rientra nell'armadio.

In quel momento, la porta della stanza si apre ed entrano Sirius, Ginny e Hermione con i barattoli che avevo chiesto.
"Cosa è successo?" chiedono quasi simultaneamente.
"C'è un serpente nell'armadio" rispondo "quando l'ho aperto, è uscito e mi si è arrotolato attorno al braccio, mi sono liberata e sono caduta a terra" rispondo rialzandomi.
"Sei stata un'incosciente" borbotta Sirius accigliato.
"Incosciente io? Proprio tu parli! E come sempre mi sottovaluti" ribatto seccata.
"Io non ti ho mai sottovalutata, lo sai, e non lo sto facendo neanche adesso; semplicemente mi preoccupo per te" precisa lui, sempre accigliato, mentre Hermione e Ginny ci fissano incuriosite.
"E non serve. Ora riapro, uscite dalla stanza per favore" ordino perentoria.
"Stai scherzando vero?" Sirius è sempre più indignato "io resto a darti una mano. Ragazze, voi uscite per favore".

Hermione e Ginny escono senza farselo ripetere; non ho molta voglia di restare sola con lui, ma d'altra parte potrebbe essere davvero utile avere un aiuto nell'affrontare quella creatura.
"Apro io" dice lui perentorio, frapponendosi tra me e l'armadio. "Tu stai pronta con la bacchetta".
Apre appena l'anta cigolante e subito vedo il serpente uscire dall'armadio e arrotolarsi attorno al braccio di Sirius, come ha fatto con me. Punto la bacchetta e il serpente si ritira nuovamente nell'armadio.

"Che cosa facciamo?" chiedo guardando Sirius. "Non possiamo lasciarlo qui con le ragazze".
"Credo che questo serpente protegga qualcosa; forse dobbiamo provare con qualche altro incantesimo" suggerisce lui.

Le sue parole hanno il potere di accendermi come una lampadina in testa. "Ok, forse ho capito, lascia fare a me" ordino perentoria. Lui mi guarda e per un attimo l'ombra di un sorriso gli attraversa il viso. Si riavvicina all'armadio. "Pronta?" chiede subito dopo.
"Sì, apri" rispondo puntando la bacchetta.

Sirius apre l'armadio e ne esce di nuovo il serpente; ma questa volta pronuncio subito l'incantesimo giusto e l'animale si mette a strisciare per la stanza e con un altro colpo di bacchetta scompare. Sirius mi guarda impressionato. "Beh, complimenti, sei diventata ancora più abile con gli incantesimi" dice.
"È per questo che Silente mi ha mandato qui" mi limito a commentare alzando le spalle.

Intanto spalanchiamo le ante dell'armadio, e dentro vediamo un grosso baule con lo stemma e il motto della famiglia Black; è chiuso, e non si apre neanche con vari tipi di incantesimi.
"Senti, credo sia meglio se lo portiamo nel salotto e proviamo ad aprirlo con calma nei prossimi giorni, almeno qui le ragazze potranno dormire tranquille, stanotte" suggerisco a Sirius che, senza dire nulla, solleva il baule e lo porta fuori dalla stanza.

Rimasta di nuovo sola, sprango tutti gli armadi della stanza e poi passo ad occuparmi dei Billywig, che catturo facilmente appoggiando sul fondo dei barattoli delle api frizzole che avevo nella borsa. I Billywig ne sono attratti perché pare che le api frizzole siano fatte utilizzando proprio il loro stesso pungiglione. Ne catturo sei, chiudo i barattoli, li prendo e li porto fuori dalla stanza, dove incontro Fred e George, che si mostrano estremamente interessati ai Billywig imprigionati. Affido loro il compito di liberarli fuori da casa e loro accettano con entusiasmo.

Nel frattempo vado a cercare Hermione e Ginny per avvisarle che la loro stanza, pur non essendo ancora a posto, non dovrebbe per lo meno più essere pericolosa, e le trovo a confabulare vicino all'ingresso, ai piedi delle scale. Mi fermo un attimo ad ascoltarle senza farmi vedere.
"Sembra proprio che lei sia arrabbiata con lui. Ma l'hai vista la foto nella sua stanza? Lui era bellissimo, magari lei era innamorata di lui!" sta dicendo Ginny a voce bassa ma perfettamente udibile.
"Potrebbero anche aver avuto una storia, no? E comunque a me adesso sembra lui quello innamorato, non vedi come la guarda?" ribatte Hermione.
"Oh, starebbero bene insieme..." mormora Ginny.
Ringrazio entrambe mentalmente per la pugnalata al cuore che mi hanno appena tirato, poi faccio un paio di colpi di tosse, e torna il silenzio. "Ragazze, la vostra camera dovrebbe essere sicura, ora!" annuncio scendendo le scale e vedendo i loro visi paonazzi come se avessero appena fatto una corsa. Abbassano entrambe lo sguardo e mormorano un "grazie Amy" prima di risalire veloci nella loro stanza.

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Capitolo 31
*** CAPITOLO 30 - KREACHER E IL RITRATTO DELLA SIGNORA BLACK ***


CAPITOLO 30 - KREACHER E IL RITRATTO DELLA SIGNORA BLACK

 

Hermione e Ginny sono sparite nella loro stanza e immagino che stiano continuando con le loro congetture su quello che c'era o non c'era o potrebbe esserci stato tra me e Sirius; sto per salire le scale e tornare nella mia stanza, quando un borbottio alle mie spalle mi fa trasalire. Mi volto e mi trovo davanti un elfo domestico molto vecchio, completamente nudo se non fosse per uno straccio sudicio legato come un gonnellino attorno alla vita. È calvo come tutti gli elfi domestici, ma una gran quantità di peli neri gli spunta dalle grandi orecchie; ha un grosso naso e occhi iniettati di sangue.

Il borbottio non si ferma neanche quando mi vede fissarlo interdetta:

Il borbottio non si ferma neanche quando mi vede fissarlo interdetta: "povera la mia padrona, se sapesse la feccia che hanno lasciato entrare in casa sua, che cosa direbbe al vecchio Kreacher, oh, che vergogna... mezzosangue e sanguemarcio, lupi mannari e traditori del loro sangue... povero vecchio Kreacher, che deve obbedire a lui, quel perfido traditore del suo sangue che ha spezzato il cuore della mia padrona, che delusione è stato per lei... e ora è diventato un criminale. E poi c'è quella brutta vecchia traditrice del suo sangue con i suoi mocciosi, oh, la mia povera padrona, se sapesse... e quest'altra più giovane, Kreacher non sa chi sia ma è sicuro che il suo sangue non sia certo puro come quello dei Black... e poi... poi c'è quella ragazzina, quella sanguemarcio... Oh povero Kreacher..."

"Smettila Kreacher" interviene Sirius in tono brusco, salendo le scale dalla cucina.
"Sì padrone, Kreacher vive per servire la nobile casata dei Black" risponde facendo un profondo inchino, e si allontana continuando a borbottare "Feccia, sozzura, se solo la mia padrona potesse vedere cosa è diventata la sua casa... e cosa deve fare ora Kreacher, servire quel disonore che lei tanto odiava..."
"Lui... vive qui?" chiedo a Sirius, sconvolta dopo che Kreacher si è allontanato.
"Purtroppo sì, e non posso liberarlo perché ha visto Silente qui e ci ha sentito parlare, quindi sa cosa stiamo facendo. È troppo rischioso. E poi, lo sai, per un elfo domestico essere liberato è un disonore..." risponde Sirius cupo. "Lo detesto, mi ricorda continuamente i motivi per cui me ne sono andato da qui. E non posso nemmeno andarmene da un'altra parte, nemmeno uscire per poco tempo, non è più sicuro che io vada in giro sotto forma di cane, Codaliscia ormai avrà detto a Voldemort che so trasformarmi". Vedo amarezza e un profondo dolore nei suoi occhi, e la rabbia che provavo prima verso di lui sembra di colpo svanita. Credo stia soffrendo molto per questa situazione, e mi dispiace per lui; istintivamente vorrei abbracciarlo, ma mi trattengo e mi limito a posargli una mano sul braccio.

Lui sussulta leggermente quando avverte il tocco della mia mano. "Mi dispiace, posso solo immaginare cosa provi e deve essere tremendo" dico sincera.
"A me dispiace di più che tu non voglia saperne più niente di me, quella è la cosa più tremenda, credimi" risponde lui con un sorriso amaro.

Ritiro immediatamente la mano dal suo braccio e incrocio le braccia al petto

Ritiro immediatamente la mano dal suo braccio e incrocio le braccia al petto. "Sirius, ne abbiamo già parlato prima, non insistere per favore".

"Lo so" sospira lui "rispetto le tue decisioni, ma non puoi impedirmi di sperare che le cose tra noi cambino. Anche se mi rendo conto di non poterti offrire nulla, visto che sono un ricercato costretto a nascondermi e ora a vivere in questa casa senza poter uscire neanche cinque minuti, mentre tu puoi continuare a vivere liberamente la tua vita".
Fa male sentirgli dire queste parole conoscendo il suo passato. Posso solo lontanamente immaginare cosa deve aver provato in un posto agghiacciante come Azkaban e cosa prova adesso che è costretto a nascondersi in una casa in cui ha vissuto un'infanzia terribile, odiato e maltrattato dalle persone che avrebbero dovuto amarlo più di loro stesse; ha sofferto tanto ed è evidente che sta soffrendo ancora enormemente per questa situazione e vorrei poter fare qualcosa per farlo stare meglio ma allo stesso tempo sono consapevole di non potere.

"Cosa state facendo voi due?". È la voce acuta di Molly e per un momento penso con terrore che stia parlando a me e Sirius, invece è Ginny a risponderle dalla cima delle scale "ehm, niente mamma, abbiamo sentito delle voci di sotto e stavamo per scendere a vedere chi fosse..." Figuriamoci, sono certissima che Ginny ed Hermione non avessero affatto intenzione di scendere, anzi mi domando da quanto tempo fossero lì ad ascoltarci e cosa abbiano sentito. Non ne avrei molta voglia, ma temo che presto dovrò raccontare loro anche di questa storia. Comunque, tiro un sospiro di sollievo nel vedere Molly, Hermione e Ginny scendere dalle scale; dovrò cercare di non starmene troppo in giro da sola finché sono in questa casa, perché non sono certa di poter resistere, con Sirius, è maledettamente difficile controllarmi quando siamo così vicini, e devo assolutamente evitare che succeda ancora, non voglio cascarci di nuovo.

"Sapete, poco fa ho fatto la conoscenza di Kreacher, l'elfo domestico di Sirius" racconto a Molly, Hermione e Ginny. Hermione soprattutto sgrana gli occhi: so, da alcuni discorsi che le ho sentito fare a Hogwarts, che la protezione degli elfi domestici e la loro emancipazione dallo stato di sudditanza nei confronti dei propri padroni, è un tema che le sta molto a cuore.
"Tu hai un elfo domestico?" gli chiede.
"Non è il mio elfo domestico" si affretta a precisare Sirius infastidito "è l'elfo domestico della famiglia Black, e purtroppo io, essendo l'unico erede dei miei genitori, ne sono diventato il padrone. Ma davvero, ne farei volentieri a meno, lo detesto".
Hermione si irrigidisce, inorridita dalle parole di Sirius "come puoi parlare con quel tono di un povero elfo domestico?"
"Quando lo incontrerai, Hermione, cambierai idea, fidati" risponde lui seccato.
Lei capisce che per il momento non è il caso di insistere oltre e alza gli occhi al cielo contrariata.

In quel momento suona il campanello, credo siano Fred e George che rientrano dopo aver liberato i Billywig. "Oh no! Adesso chi la sente, la vecchia?" sospira Sirius dirigendosi verso la porta d'ingresso.
Nello stesso momento sento una voce acuta iniziare a urlare: "Feccia, sozzura, ibridi sudici e schifosi che disonorano la casa dei miei padri!". Guardo inorridita Molly che ricambia il mio sguardo, sconvolta. Voglio andare a vedere di cosa si tratta, così mi dirigo in corridoio mentre Sirius apre la porta facendo entrare i gemelli, che rimangono sbalorditi anche loro a sentire quelle urla.

Già dall'inizio del corridoio, noto che le tende che coprivano quella che credevo fosse una porta sono aperte. Mi avvicino incuriosita e mi trovo davanti un ritratto enorme, grande come una persona adulta, di una vecchia strega con una cuffia nera in testa. È veramente inquietante; i lineamenti del viso sono delicati, da giovane doveva essere stata molto bella, ma ora ha la pelle ingiallita e deformata dalla collera; e poi ha quegli occhi, che roteano da tutte le parti carichi di odio, ma di quello stesso grigio chiaro che ben conosco. E capisco al volo che la donna del ritratto è Walburga Black, la madre di Sirius.

Quando appaio davanti a lei, si zittisce un secondo, poi riprende a urlare facendomi sobbalzare, specie per le cose che dice: "Oh ma c'è anche questa feccia, questa ibrida, la figlia di quella traditrice del suo sangue di Elizabeth Fawley, e di quel mostro!". Sgrano gli occhi, mi vengono i brividi a sentire il nome di mia madre urlato da questa vecchia pazza, e a sentirla parlare di mio padre in questi termini "quella sporca, schifosa, orrenda traditrice che il mostro è addirittura andata a prenderselo in una terra inferiore! Traditrice del suo sangue e della sua terra! E adesso quella feccia della loro figlia è qui a insudiciare la casa dei miei padri!"

Nel frattempo lungo tutto il corridoio anche gli altri ritratti si risvegliano: alcuni urlano, altri borbottano. Sono ancora lì interdetta davanti a quel ritratto che insulta i miei genitori, quando Sirius arriva di corsa e si interpone tra me e lei urlandole "Taci, maledetta!" Lei si indigna ancora di più "Proprio tu osi parlare, il disonore peggiore della mia famiglia, la vergogna della mia carne..." Vedo Sirius davanti a me che con grande sforzo cerca di chiudere le tende davanti a lei, e subito intervengo per dargli una mano. Con parecchia fatica, riusciamo a chiuderle e le urla della signora Black si spengono. Il corridoio è vuoto, evidentemente Fred e George hanno pensato bene di svignarsela.

"Mi dispiace" dice subito Sirius "Elizabeth Fawley è... tua madre, vero?"

"Era, è morta undici anni fa" preciso io "sapevo che si conoscevano, mia madre e la tua. Ma io non somiglio affatto a mia madre, come ha fatto a riconoscermi?"

"Non saprei, o le somigli più di quanto immagini, oppure la mia cara madre sapeva che aspetto avesse tuo padre e ti ha riconosciuta da lui".

"Avrai già provato a tirarla giù da questa parete, immagino" borbotto io.
"Certo, ci abbiamo provato io e Remus varie volte, ma credo abbia usato un incantesimo di adesione permanente molto potente" risponde Sirius.
"In ogni caso" ringhio con rabbia pensando ai miei genitori "non gliela farò passare liscia. La tirerò giù da questo muro, fosse l'ultima cosa che faccio nella vita!" esclamo furiosa.

"Non sarà facile, lo sai vero?" chiede lui sorridendo sotto i baffi e guardandomi con quello sguardo che mi rivolgeva ai tempi della scuola, quando avevo idee che gli piacevano particolarmente.

"Non mi importa quanto tempo ci vorrà, proverò tutti i controincantesimi che conosco e anche qualcuno in più. Di tempo ce n'è, posso farcela" concludo voltandomi per raggiungere gli altri in fondo al corridoio prima che la situazione possa degenerare.

"Te lo auguro, o meglio lo auguro a tutti noi. Sempre che non ci spacchiamo i timpani prima" commenta lui sarcastico.

Per cena, Molly cucina un buonissimo pollo con le patate, e si unisce a noi anche il signor Weasley, che si è smaterializzato direttamente qui fuori dal Ministero dopo il lavoro. Siamo tutti piuttosto stanchi, è stata una giornata davvero impegnativa, ma Sirius è particolarmente silenzioso. Durante la cena, apre bocca solo per informarci che domani arriverà Remus, il che mi rende immensamente felice. È da un anno che non lo vedo, e sono certa che anche a Sirius la presenza di Remus farà un gran bene. Forse però adesso ho reagito con entusiasmo eccessivo alla notizia, perché ho come l'impressione che Sirius si sia rabbuiato ancora di più.

Ron interviene a rompere il silenzio che è sceso improvvisamente s tavola.
"Possiamo scrivere a Harry?" chiede a bruciapelo, senza che si fosse ancora mai parlato di lui.
"Non credo sia una buona idea" risponde Molly "Silente mi ha detto che per il momento è più sicuro che lui resti all'oscuro di ciò che stiamo facendo qui".
"Beh forse potremmo scrivergli lo stesso senza dirgli nulla di ciò che succede qui. Lettere un po' vaghe ed evasive..." suggerisce Hermione "lo sapete quanto soffre a stare con i suoi zii, ci rimarrebbe molto male se non ricevesse almeno qualche nostra lettera". Rivolge lo sguardo a Sirius, evidentemente sperando che lui appoggi la sua idea, ma Molly interviene di nuovo
"Aspettate le indicazioni di Silente; verrà qui nei prossimi giorni, per la prima riunione dell'Ordine e potrete parlarne direttamente con lui" Resta un attimo in silenzio, poi si volta verso Sirius. "Vale anche per te" aggiunge guardandolo torva.
Sirius alza gli occhi al cielo sospirando, poi si alza da tavola prendendo gli avanzi del pollo. "Vado a portare la cena a Fierobecco, poi andrò a dormire, sono molto stanco. Buonanotte". E così dicendo, esce dalla cucina e lo sentiamo salire le scale.

"Mamma, devi proprio essere sempre così fastidiosa?" le chiede George alzando un sopracciglio.
"George!" strilla lei indignata dal tono del figlio "non è che solo perché adesso sei maggiorenne, puoi rivolgerti a me in questo modo! Ah, Ron dimenticavo di dirti che domani arriverà Charlie dalla Romania, rimarrà un paio di giorni, giusto il tempo di partecipare alla prima riunione dell'Ordine. Dividerà la stanza con te. E ora andate tutti a dormire, domani dovremo cominciare a lavorare seriamente per liberare questa casa da creature varie ed oggetti inutili. Hermione, Ginny, vengo a controllare che la vostra stanza sia a posto. Su, andiamo!".

"Ci ha già dato una mano Amy oggi pomeriggio con i Billywig e il serpente nell'armadio" le ricorda prontamente Ginny.
"Oh bene, comunque non importa, vengo a controllare lo stesso" insiste Molly, poi si rivolge a me: "Amy, cara, puoi pensarci tu a sistemare qui?"
"Sì certo" rispondo.
Ron e Arthur si offrono di darmi una mano, ma rispondo loro che non ce n'è bisogno. "Tu piuttosto Ron hai bisogno di una mano con la tua stanza?" chiedo rendendomi conto che oggi ho aiutato solo le ragazze.
"No, ti ringrazio. Era infestata di ragni e non avrei mai potuto dormirci, miseriaccia! Per fortuna la mamma è passata a vedere se andava tutto bene e così ho lasciato fare a lei!" esclama lui con aria inorridita.

"Noi ci siamo divertiti un sacco a scacciare tutte le bestie che infestavano la nostra!" esclama ridacchiando Fred, e non voglio proprio sapere cosa abbiano fatto a quelle povere bestie.
"Non avevo dubbi Fred che ve la sareste cavata alla grande da soli, voi due!" esclamo sorridendogli. "Ora andate, buonanotte ragazzi, buonanotte Arthur!"
Anche loro mi augurano la buonanotte e se ne vanno, Fred e George smaterializzandosi, Arthur e Ron salendo le scale, e resto sola in cucina.

Realizzo troppo tardi che non è stata un grande idea mandare via tutti, perché dopo pochi minuti sento dei passi avvicinarsi e prima ancora di vederlo so già che si tratta di Sirius. Sembra sorpreso di trovarmi ancora in cucina; mentre sto ripulendo i piatti con la magia, lui si avvicina appoggiando sulla tavola il piatto vuoto che aveva portato poco prima a Fierobecco.

"Vedo che Fierobecco ha gradito la cena!" esclamo mentre rivolgo lo sguardo al piatto vuoto che mi affretto a ripulire comunque con la bacchetta e a far levitare finché di impila agli altri già puliti.
"Sì, era molto affamato. Posso darti una mano?" chiede avvicinandosi pericolosamente a me.
"Oh no, non preoccuparti, ho quasi finito" rispondo irrigidendomi, e in effetti ho già pulito e sistemato pentole, posate e bicchieri.

"Sei contenta che arrivi Remus, eh?" mi chiede lui a bruciapelo, con aria accigliata. Sono piuttosto certa che avesse voluto farmi questa domanda da quando è saltato fuori il nome di Remus mentre stavamo cenando, e sinceramente mi fa imbestialire.

Lo guardo con occhi di fuoco. "Sei geloso? Di Remus? Devi sapere Sirius che lui non è solo amico tuo, ma anche mio; nel mio primo anno da insegnante a Hogwarts, soprattutto, ci siamo avvicinati molto e gli voglio bene, è ovvio che mi fa piacere vederlo, dovrebbe essere lo stesso anche per te!" rispondo in tono brusco.

"Scusami" sbuffa lui con espressione mortificata "sono un idiota".
"Non sei un idiota, sei semplicemente arrabbiato e frustrato per tutta questa situazione, e lo capisco. Ma te la stai prendendo con noi che non c'entriamo niente, e non so se questo ti faccia sentire meglio ma non è il modo giusto per affrontare questa situazione" rispondo riprendendo a pulire e impilare i piatti per non doverlo guardare e sperando che decida di andarsene. Ma naturalmente lui non sembra affatto avere intenzione di farlo.
Si siede al posto in cui ha cenato prima, a capotavola, e mi chiede: "Ti andrebbe di raccontarmi che cosa hai fatto in tutti questi anni, prima di tornare a Hogwarts?".

So benissimo che dovrei solo pensare a mettere più distanza possibile tra me e lui e che è molto pericoloso fermarmi qui a parlarci. Ma lui ha un'espressione talmente avvilita che quasi mi sento in colpa per aver passato gli ultimi quattordici anni della mia vita in libertà mentre lui è stato rinchiuso ad Azkaban per dodici anni pur essendo innocente, e ha dovuto scappare e nascondersi per gli ultimi due.

"Va bene" rispondo con un sospiro mentre impilo gli ultimi piatti puliti e li faccio levitare nella credenza.
Sirius apre una bottiglia di vino e me ne offre un bicchiere; mi siedo anch'io a tavola e comincio a raccontargli degli anni passati a Boston, della lunga malattia di mio padre, di come ho iniziato a fare l'insegnante perché i soldi cominciavano a scarseggiare e anche della rivolta che c'era stata nella scuola in cui insegnavo e di come sono stata costretta a uccidere un ragazzo per salvare gli altri e la scuola. Sirius sembra profondamente colpito dal mio racconto e mi fa un sacco di domande. Arrivo finalmente a raccontargli della morte di mio padre, del ritorno in Italia, e poi di quella di mia madre. Gli parlo a lungo anche della scuola in cui ho insegnato in Italia, delle mie abitudini e della vita che ho condotto laggiù per nove lunghi anni.
"Scusami Amy ti prego, ma devo chiedertelo" dice Sirius incerto quando ho terminato il mio racconto "c'è stato qualcun altro di importante nella tua vita, dopo di me?"

Sono tentata di dirgli di no, ma non mi va di mentire, e poi temo che in fondo Sirius mi conosca troppo bene e possa accorgersi che non dico la verità. Mi mordo il labbro e con un sospiro rispondo "in effetti sì, ma è una storia finita da tempo ormai".

"Dimmi di lui" sussurra Sirius con gli occhi fissi nei miei.
"Ce n'è davvero bisogno Sirius? È finita, e comunque non devo renderti conto di quello che ho fatto e con chi, dopo che tu mi hai lasciata. E in effetti non devo rendertene conto nemmeno per il futuro" ribatto irritata.

Ma lui insiste ancora "Lo so, hai ragione, ma ho bisogno di sapere. Dimmi almeno chi era e perché è finita, è importante per me".

"Era un mio collega della scuola di magia di Firenze, insegnava Trasfigurazione, credo che la insegni ancora ma non ho più avuto sue notizie da quando ho lasciato l'Italia" rispondo con un sospiro "È finita perché Silente mi aveva proposto di insegnare a Hogwarts, ma in realtà sarebbe finita comunque perché io non ero innamorata di lui e lui lo sapeva, e sarebbe stato inutile continuare a prenderci in giro e fare finta di niente. Diciamo che la proposta di Silente mi ha facilitato le cose". Non è esattamente tutta la verità, ma in buona parte lo è e per il momento non c'è bisogno che Sirius sappia altro. Sembra sollevato, anche se la sua espressione rimane accigliata.

Cerco di cambiare argomento prima che possa insistere con altre domande a cui non ho nessuna voglia di rispondere. "E ora raccontami tu, voglio sapere del periodo in cui facevi parte dell'Ordine, chi altro c'era, come vi muovevate, tutto. Potrebbe essermi utile come nuovo membro, credo".

"Non preoccuparti Amy, non sei l'unica nuova" mi rassicura Sirius. "Ci sono i Weasley, e Moody già ha reclutato due giovani Auror, li conoscerai alla prima riunione. E altre persone verranno reclutate al più presto. Comunque va bene". E comincia a raccontare molti aneddoti in cui erano coinvolti James e Lily, Remus, Frank e Alice, Mary e Marlene.

"Che fine hanno fatto Mary e Sarah?" gli chiedo "Sono vive, vero?"
"Non sono certo che Sarah lo sia. Lei e Paul si erano sposati quasi subito dopo la scuola, ancora prima di Lily e James, lei è rimasta incinta poco dopo, ma ha avuto dei problemi di salute ed è stata ricoverata per un bel po' di tempo al San Mungo, poi non ho più avuto sue notizie e non so che fine abbia fatto. Mary invece, in quanto Nata Babbana, era seriamente in pericolo e si è trasferita in Austria con la sua famiglia; è successo subito dopo che i genitori di Lily sono stati uccisi dai mangiamorte. Ricordo che alcuni mesi dopo la nascita di Harry, Lily mi aveva raccontato che Mary si era fidanzata con un mago purosangue austriaco, ma non so altro".

Fa una pausa, come se fosse incerto se dirmi qualcos'altro oppure no, poi riprende. "La tua amica Marlene invece non ha mai smesso di provarci con me, lo sai? Alcuni mesi dopo la fine della scuola aveva lasciato il suo fidanzato, immagino pensasse che senza più te in circolazione, il mio atteggiamento nei suoi confronti sarebbe cambiato. Mi stava sempre addosso, e una sera me la sono ritrovata a casa mia; non che io l'avessi invitata, non so nemmeno come facesse a sapere dove abitassi". Si interrompe e mi guarda intensamente, evidentemente in attesa della mia reazione.

Aggrotto la fronte e mi verso un altro bicchiere di vino, così da avere una scusa per distogliere lo sguardo. "E... tu?" gli domando, e nel momento esatto in cui quelle due parole escono dalla mia bocca, scopro di non essere certa di voler sentire la risposta.

 tu?

"Quando me la sono trovata davanti quella sera, non sapevo bene come comportarmi. Ero solo da quasi due anni ormai e lei era lì, pronta a fare qualsiasi cosa per me. C'è stato un bacio tra noi, ma nel momento in cui l'ho baciata ho pensato a te e non sono riuscito ad andare oltre. Sarebbe stata una consolazione momentanea e se fossi stato con lei, dopo sarei stato anche peggio perché lei semplicemente non era te, ed eri sempre e solo tu quella che volevo, anche se eri lontana chilometri. Ero certo che un giorno ci saremmo incontrati di nuovo, io e te, aspettavo solo che quella situazione finisse e poi sarei venuto a cercarti in capo al mondo e avrei fatto qualunque cosa per riconquistarti. E quando ho baciato Marlene mi è sembrato di tradirti, mi sentivo ancora troppo legato a te, così le ho chiesto di andarsene. Lei ha reagito piuttosto male ovviamente, ha iniziato a dire delle cose orribili su di te, ma sapevo che non c'era niente di vero perché avevo tue notizie da Lily".

Sono molto colpita dalle sue parole, ma non voglio che se ne accorga e mi sforzo di restare impassibile. Abbasso gli occhi e bevo un lungo sorso di vino sperando che calmi in qualche modo il battito impazzito del mio cuore.

"Come è morta Marlene?" chiedo poi per cambiare di nuovo discorso. Mi sembra quasi di sentire la sua presenza che aleggia tra me e Sirius anche se lei non c'è più, e anche se ormai da anni non c'è più nessun "me e Sirius". Lui mi aveva lasciata, era libero, non mi doveva nulla, dopotutto.

"È stata uccisa a casa sua, con tutta la sua famiglia. I mangiamorte davano la caccia a tutti i membri dell'Ordine, a chiunque cercasse di ostacolare i piani di Voldemort. E non importava che fossero purosangue o nati babbani. Sono morte tantissime persone, Amy, io stesso ho rischiato di essere ucciso diverse volte, potrai immaginare da chi".

"Jugson?! Ce l'aveva con te nonostante io me ne fossi andata?" chiedo sconvolta.
"Lui ce l'aveva con me proprio perché tu te ne eri andata e lui non avrebbe potuto realizzare le sue fantasie malate su di te. So che aveva concordato con gli altri mangiamorte che sarebbe stato lui a uccidermi. Ci ha provato varie volte ma non ci è mai riuscito".

Restiamo un attimo in silenzio a fissarci, con solo la bottiglia ormai vuota tra di noi. E devo farmi forza e resistere all'improvviso impulso che avrei di prendere il suo viso tra le mani e baciarlo. Non posso caderci ancora, non voglio più stare così male; dovrei solo scappare il più lontano possibile da qui. Mi alzo in piedi come se la sedia sotto di me stesse bruciando.

Anche Sirius si alza, fa evanescere la bottiglia vuota, pulisce e sistema i bicchieri con un colpo di bacchetta e si ferma in piedi di fronte a me. Ci guardiamo in silenzio per un attimo, poi lui comincia ad avvicinare lentamente il viso al mio, e mi rendo conto terrorizzata che io sto facendo la stessa cosa; vorrei che succedesse, ma allo stesso tempo ne ho una paura folle.

Non riesco a staccare gli occhi dalle sue labbra, così vicine e così tremendamente pericolose. Le ho bramate per anni, ogni giorno e ogni notte ho sentito il loro sapore nonostante fossero lontane migliaia di miglia, e adesso ne sono ipnotizzata.
Chiudo gli occhi per combattere la tentazione di guardarle, e fremo al pensiero che quello che forse sta per succedere possa accadere davvero.

 Chiudo gli occhi per combattere la tentazione di guardarle, e fremo al pensiero che quello che forse sta per succedere possa accadere davvero

Siamo ormai vicinissimi quando un sonoro crack ci fa sobbalzare entrambi. Uno dei gemelli, non so dire se Fred o George, in pigiama, si è appena materializzato alle mie spalle. È evidentemente sorpreso di trovarci lì, e molto imbarazzato.

"Ehm.. scusate... spero di non aver interrotto niente..." farfuglia, paonazzo in viso. "È che non riuscivamo a dormire e abbiamo finito le scorte di dolci, e così ho pensato di venire qui a vedere se trovavo qualcosa... non sapevo che foste qui...".

"Non preoccuparti, stavamo andando a dormire anche noi... Buonanotte!" esclamo smaterializzandomi alla velocità della luce nella mia stanza, sotto gli occhi spalancati di Sirius e del gemello che non sono riuscita a identificare.

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Capitolo 32
*** CAPITOLO 31 - LA PRIMA RIUNIONE DELL'ORDINE ***


CAPITOLO 31 - LA PRIMA RIUNIONE DELL'ORDINE

 

Apro gli occhi e per un momento faccio fatica a ricordare dove mi trovo. Mi sento stanchissima, ho dormito davvero male, per tutta la notte non ho fatto che pensare a quello che sarebbe potuto succedere tra me e Sirius se non fosse arrivato uno dei gemelli. E a giudicare dai passi che sentivo provenire dalla stanza sopra la mia e dalle profonde occhiaie che vedo sotto gli occhi di Sirius quando lo incrocio in cucina a colazione, anche lui non deve aver passato una notte serena.

Arthur è già uscito per andare al lavoro e dopo colazione, con Molly e Sirius, decidiamo di cominciare a disinfestare la cucina. Sirius, nonostante le occhiaie, mi sembra meno nervoso e imbronciato di ieri sera, forse dopotutto aver parlato di quello che ci è successo in questi anni gli ha fatto bene, anche se ci ha lasciati entrambi insonni. Noto i gemelli, Hermione, Ginny e Ron che si scambiano occhiate sia tra di loro, sia all'indirizzo mio e di Sirius, soprattutto quando ci capita di essere vicini, ma decido di non darci troppo peso.

Durante la mattinata ci occupiamo prevalentemente di tarme e topolini, intenti a rosicchiare i mobili della cucina, che poi dobbiamo anche riparare con qualche colpo di bacchetta. Ma quello che a me interessa davvero è cominciare la mia guerra personale contro il ritratto della signora Black. E così, quando dopo pranzo, Sirius e gli altri si mettono a esaminare alcuni cimeli della famiglia Black di grande valore ma apparentemente innocui e che Sirius intende destinare alla spazzatura mentre un borbottante Kreacher si aggira lì intorno cercando di salvare qualcosa, avverto tutti che ho intenzione di provare a togliere dalla parete il ritratto della madre di Sirius.

"Tappatevi bene le orecchie perché urlerà per un sacco di tempo. Oppure potrei fare un incantesimo insonorizzante alle pareti della cucina così non sentireste nulla!" propongo, piena di energia.
"Geniale! Proprio come facevamo alle feste nella sala comune di Grifondoro dopo una certa ora..." sghignazza Sirius.

I ragazzi Weasley ed Hermione lo guardano allibiti, ed anch'io non posso fare a meno di ridacchiare. "Ehm, non eravamo esattamente degli stinchi di santi, noi Grifondoro degli anni Settanta. Ma dopotutto sono pur sempre la vostra insegnante di Incantesimi e vi ordino di dimenticare immediatamente quello che avete appena sentito, altrimenti sarò costretta ad obliviarvi" li avverto con un'occhiata fintamente minacciosa mentre Fred e George sghignazzano senza riuscire a fermarsi, e lo sguardo inorridito di Molly corre da me a Sirius e viceversa come se fossimo dei pazzi criminali da rinchiudere.

"Amy, posso venire con te a vedere?" mi implora Ginny, e per me non sarebbe davvero un problema ma, incrociando lo sguardo di Molly, capisco al volo che non è un'idea che lei approverebbe.

"Non saprei Ginny, forse è meglio di no per questa volta. Dovrò fare un po' di tentativi e preferisco farli da sola, e poi non vorrei davvero che ti spaccassi i timpani, meglio se resti qui. Magari un'altra volta" rispondo, anche se in realtà un po' di incoraggiamento mi avrebbe fatto piacere.

Insonorizzo le pareti della cucina, salgo le scale ed entro nel corridoio. Le tende che coprono il ritratto cominciano a ondeggiare al rumore dei miei passi. Mi aspettavo gli insulti della signora Black, ma la sua voce risuona nel corridoio deserto ben più acuta e forte di quel che mi aspettassi. "Eccola quell'ibrida, figlia dell'abiezione, feccia, mucchio di spazzatura, un mostro come suo padre...". Sollevo la bacchetta in direzione prima del mio orecchio destro, poi del sinistro e finalmente non sento più nulla. Resto due ore lì ferma davanti a lei a provare tutti i controincantesimi all'incantesimo di adesione permanente che conosco ma, come mi aspettavo, quello che ha fatto lei è molto potente e non sarà facile tirarla giù.

Finalmente, a un certo punto, mi viene un'illuminazione. Su un libro di incantesimi che avevo preso in biblioteca a scuola si parlava di un controincantesimo che aggredisce gli oggetti adesi in modo permanente a una parete in modo graduale, staccandoli lentamente ma inesorabilmente. Cerco di ricordare il più possibile di quello che avevo letto, ma dopo tanti anni non è facile. La formula mi era rimasta in testa, o almeno credo, e ricordo anche che andrebbe ripetuto tutti i giorni per un tempo proporzionale a quella che è la grandezza dell'oggetto da staccare. Temo che forse due mesi non basteranno, ma devo almeno provarci. Pronuncio la formula sperando che sia quella giusta e che dirla a voce alta abbia un maggiore effetto sul ritratto. Ma sono molto stanca dopo due ore passate a lanciare controincantesimi, così decido che ci riproverò domani.

Appena libero le mie orecchie dall'incantesimo che mi ha reso sorda, sento il campanello, che ha un suono così acuto e stridulo da sovrastare persino le urla della signora Black. Vado ad aprire e mi trovo davanti Remus, che abbraccio con trasporto.
"Ehi ma che succede qui? Siete diventati tutti sordi?" mi chiede preoccupato.
"È colpa mia" confesso un po' imbarazzata, e gli racconto dei miei piani per togliere di mezzo il ritratto urlante di Walburga Black e dell'incantesimo insonorizzante che ho fatto alle pareti della cucina che Sirius, Molly e i ragazzi sono impegnati a ripulire. "Davvero ha urlato così per due ore di fila?" chiede Remus incredulo.
"Credo di si, ma io non la sentivo affatto. Scusa Remus se ti abbiamo lasciato fuori tanto tempo..." mormoro mortificata. Remus mi aiuta a richiudere le tende e scendiamo in cucina.

Quando entriamo, sono tutti impegnati a stanare un covo di scarafaggi nascosti sotto una credenza e particolarmente ostinati, che non si lasciano catturare neanche con la magia.
L'arrivo di Remus viene accolto da tutti con aria festante, e così decidiamo di fare una pausa bevendo burrobirra e assaggiando una torta di mele che Molly ha preparato dopo pranzo.
Remus ci racconta della missione che gli ha affidato Silente: cercare di convincere i lupi mannari della zona ad unirsi alla nostra causa. Silente stesso sa che sarà molto difficile perché i lupi mannari già in passato sono stati fedeli a Voldemort, ma ha fiducia in Remus, che comunque per ora sta solo raccogliendo informazioni sul branco ma non ha ancora tentato di infiltrarcisi.
Noi gli raccontiamo vari aneddoti riguardo quello che ci è capitato da quando siamo qui, e chiacchierando si fa sera.

All'ora di cena, arriva anche Charlie dalla Romania, e naturalmente il suo arrivo, annunciato dal suono del campanello, fa ridestare la signora Black e le sue urla. Dopo cena, andiamo tutti a dormire presto, domani ci sarà la prima riunione dell'Ordine.

La mattina dopo mi sveglio finalmente riposata, questa notte ho dormito un pesante sonno senza sogni, ma d'altronde ero davvero esausta. Mi alzo piena di energia e, dopo colazione, decido di affrontare subito il ritratto della madre di Sirius. Gli altri hanno ancora molto da fare in cucina, e in mattinata non aspettiamo nessuno, così insonorizzo le pareti come ieri e, sempre con la magia, mi tappo le orecchie e procedo.
Dopo un'ora, alcuni frammenti della cornice nella parte bassa cominciano a staccarsi e sbriciolarsi a terra e penso che davvero con il tempo potrei riuscire a ottenere qualche risultato, ma chissà quanto ci vorrà...

Insisto fino a quando Hermione non viene a chiamarmi per il pranzo. Le mostro il risultato e lei è davvero entusiasta.
"Mi devi insegnare quell'incantesimo, Amy!" esclama.
"Certo, lo farò!" le rispondo "ora però andiamo a mangiare, ho consumato un sacco di energie e sto morendo di fame!"

Appena entro in cucina, Remus mi guarda preoccupato. "Amy stai bene? Sembri distrutta!" chiede con apprensione. Gli sventolo davanti al naso una briciola di cornice staccata, leggermente più grande delle altre.

"Che cos'è?" chiede incuriosito.
"Un pezzo di cornice!" esclamo galvanizzata "sì, lo so, non è molto ma sta iniziando a cedere! Sono sulla strada giusta!" continuo trionfante.

"Amy, tesoro" interviene Molly "però non esagerare, finirai per consumarti dietro a quella megera, guarda che faccia che hai!" esclama preoccupata.

"Sto bene" rispondo gettandomi i capelli dietro le spalle. Però devo sedermi perché mi gira un po' la testa e sento le gambe molli. "E comunque per oggi basta così" annuncio sorridendo.

"Molly in effetti non può sapere quanto sei testarda" interviene Sirius guadagnandosi occhiate incuriosite da parte di Hermione e Ginny.
"È vero" ridacchia Remus "come quando, al quarto anno, sei riuscita a convincermi a prendere un litro di pozione polisucco e fare l'interrogazione di Storia della Magia al posto tuo! Avevi iniziato a insistere da prima delle vacanze di Natale e alla fine ce l'hai fatta, ho ancora il dubbio che tu abbia usato la maledizione Imperius su di me!".
"Ma sei matto? Non ero capace di farla, al quarto anno! È bastato che portassi a Hogwarts dopo le vacanze di Natale il cioccolato alle nocciole migliore di tutta Italia, appena ne hai sentito il profumo non hai capito più niente, avresti fatto qualunque cosa per mangiartelo! E non dire che ti ho ingannato perché non avevi mai bevuto la pozione polisucco prima di allora perché non ci crederò mai, lo sai già!" ridacchio divertita. Poi mi accorgo che i ragazzi Weasley, compreso Charlie, ed Hermione mi guardano sempre più sbalorditi, Molly è inorridita ed io sbuffo leggermente.

"Remus! E io ti do anche retta! Sono un'insegnante, ho una reputazione da difendere!" strillo, fintamente indignata. Remus e Sirius scoppiano a ridere senza potersi fermare mentre io divento paonazza. "Finitela di ridere come idioti, voi due! E voi" continuo rivolta ai più giovani "vedete di dimenticare anche questa!" ordino ridacchiando a mia volta.
Molly alza gli occhi al cielo, e sicuramente si starà domandando che razza di insegnante sia mai capitata ai suoi ragazzi. Se andiamo avanti così andrà a finire che prima dell'inizio della scuola dovrò obliviarli davvero...

Nel pomeriggio continuiamo la disinfestazione della cucina finché non iniziano ad arrivare i membri dell'Ordine della fenice, vecchi e nuovi. I primi sono un mago e una strega molto giovani, accompagnati da Alastor Moody, sono i due Auror di cui mi ha parlato Sirius l'altra sera. La giovane donna abbraccia forte Sirius, e la riconosco ancora prima di sentirle dire il suo nome: è Ninfadora Tonks la figlia della cugina di Sirius, Andromeda.
Che impressione mi fa vederla adulta, pensando che l'avevo conosciuta quando aveva solo quattro anni! Lei naturalmente non si ricorda di me, e per il momento non le dico nulla. Oggi ha i capelli di un bel viola tendente al blu, ed ha l'aria di essere piuttosto goffa, infatti in corridoio urta in pieno il portaombrelli a forma di zampa di troll facendo rimbombare la voce acuta della signora Black per tutta la casa. L'altro Auror invece è Kingsley Shacklebolt, un giovane uomo alto, con la pelle scura e una voce molto profonda.

Dopo un po' arriva anche Bill, il primogenito dei Weasley, che lavora alla Gringott; è stato trasferito recentemente nella sede di Londra dopo aver trascorso alcuni anni a lavorare in Egitto come spezzaincantesimi.
Vedo poi unirsi al gruppo anche Emmeline Vance e Sturgis Podmore, che ricordo di aver conosciuto quando ancora studiavo a Hogwarts, erano entrambi qualche anno più avanti di me, ed hanno fatto parte anche del primo Ordine della fenice. E arrivano ancora altri che non conosco: Hestia Jones, una strega dai capelli neri e dalle guance rosse, Dedalus Diggle, un mago dai capelli bianchi, Mundungus Fletcher, un mago dai capelli rossicci e dall'aria un po' viscida, Arabella Figg, una maganò che vive vicino agli zii di Harry, ed infine Elphias Doge, un mago molto anziano che, stando a quanto dice Remus, seduto accanto a me al lungo tavolo della cucina, è un caro amico di Silente.
Infine per ultimi, direttamente da Hogwarts, entrano nella stanza Silente, Hagrid, la professoressa McGranitt e Severus Piton. Non mi è chiaro quale sia esattamente il ruolo di Piton, ma immagino che Silente spiegherà tutto a tempo debito.

Ron ed Hermione si precipitano subito a chiedere a Silente se possono scrivere a Harry, e lui acconsente a condizione che non diano a Harry troppi dettagli e informazioni riguardo a cosa succede qui. Noto che anche Sirius partecipa alla conversazione ed ascolta attentamente, so benissimo quanto lui tenga ad Harry e lo capisco bene, dopotutto è il suo padrino e credo che abbiano continuato a scriversi anche durante tutto l'anno appena passato, anche se Sirius era fuggitivo.

Terminata la conversazione con Silente, Ron, Hermione, Fred, George e Ginny vengono spediti da Molly nelle loro camere, Sirius prende posto vicino a me e la riunione può finalmente cominciare. Silente prende la parola e riferisce a chi ancora non conoscesse i dettagli quello che è successo ad Harry e a Cedric Diggory nella terza prova del torneo tremaghi. Parla poi diffusamente del ruolo del Ministro della Magia, Cornelius Caramell, che si ostina a negare che Voldemort sia tornato e a ritenere che questa voce sia stata messa in giro da Silente stesso che ambisce a prendere il suo posto, affermazione che provoca lo sconcerto di praticamente tutti i membri dell'Ordine. L'unico che continua a rimanere impassibile è Piton, sembra non provare nessuna emozione a parte l'odio quando volge lo sguardo verso la zona del tavolo in cui siamo seduti Sirius, io e Remus.

"Bene, ora, dovete sapere che c'è una cosa, che Voldemort sta cercando di ottenere e che l'Ordine deve proteggere" continua Silente. Lo fissiamo tutti, in attesa. "Sì tratta di una profezia che riguarda lui e Harry". Ci spiega brevemente di cosa si tratta, mentre un silenzio di tomba cala nella stanza, nessuno osa nemmeno respirare. "Si trova al Ministero della Magia, presso l'ufficio Misteri. Ovviamente non possiamo aspettarci che Voldemort vada a prenderla personalmente, manderà dei mangiamorte, e non sappiamo quando lo farà. Perciò dovremo istituire dei turni di guardia tra voi che lavorate al Ministero" dice rivolgendosi ad Arthur, Kingsley e Tonks che sono seduti vicini ed annuiscono simultaneamente. "Naturalmente dovrete farlo senza destare sospetti, è molto importante per l'Ordine avere tra i membri persone che lavorano al Ministero".
"Non si preoccupi, ci penseremo noi!" esclama energica Tonks, e Silente le sorride guardandola da sopra gli occhiali a mezzaluna.

"Molto bene; dovremo organizzare dei turni anche per sorvegliare Harry; non possiamo essere certi che non corra pericoli, anche se è dai Dursley. Mundungus, Emmeline e Dedalus organizzatevi tra di voi per i turni. Arabella, naturalmente tu potrai tenere comunque d'occhio costantemente la situazione". Anche i quattro nominati annuiscono.

"Bill" continua Silente rivolgendosi al primogenito dei Weasley "a te devo chiedere di riferire all'Ordine ogni eventuale movimento sospetto che dovessi vedere alla Gringott".
"Certo, farò attenzione" conferma Bill.

"E ora" continua Silente in tono quasi solenne "c'è un altro compito estremamente importante che devo affidare ad alcuni di voi: reclutare nuovi membri per l'Ordine. Remus, so che tu stai già cominciando a prendere informazioni sui lupi mannari. Rubeus, della tua visita ai giganti abbiamo già parlato a Hogwarts. Naturalmente abbiamo già l'appoggio di Madame Maxime e di tutta Beauxbatons". Fa una pausa e si rivolge a Charlie, seduto accanto a suo fratello Bill: "Charlie, in Romania, dove vivi, ci sono maghi molto potenti e tu ne conosci personalmente alcuni, me lo ha detto tua madre. Dovresti cercare di convincerli a stare dalla nostra parte quando Voldemort si rivelerà. Dobbiamo cercare di reclutare maghi in tutta Europa". E infine sposta lo sguardo da Charlie a me, che sono seduta tra Remus e Sirius, dalla parte opposta del tavolo rispetto a Charlie. "Amy" continua Silente "l'Ordine ha bisogno che quest'estate tu torni per un periodo in Italia, alla scuola di magia di Firenze, per cercare di reclutare tutti i maghi che conoscevi: preside, insegnanti, anche studenti usciti dalla scuola se riuscissi a contattarne qualcuno".
"Sì, va bene, sono ancora in contatto con Marina Innocenti, la preside, le chiederò un incontro al più presto" rispondo subito, entusiasta di potermi rendere utile in modo concreto.

"Molto bene" conclude Silente "nel frattempo chiunque di voi riuscisse a reclutare altri membri dell'Ordine mi avvisi. Comunicheremo tramite i nostri Patronus. Se qualcuno dovesse avere difficoltà a evocarne uno, potrà usare i gufi, ma ricordatevi che potrebbero essere intercettati, quindi meglio evitare di affidare a dei gufi informazioni importanti. Ci sono domande?"
Dal tavolo si levano una serie di no e cenni col capo; Silente è stato, come al solito, molto chiaro e sono certa che finché avremo lui a capo dell'Ordine non avremo niente da temere.
Ci alziamo tutti da tavola.

"Qualcuno vuole fermarsi a cena?" chiede Molly sorridendo. "Volentieri!" esclama Tonks, mentre Kingsley dice ad Arthur che può rimanere con noi e che comincerà lui il turno di guardia all'ufficio Misteri. Naturalmente anche Bill annuncia che resterà, e Molly manda subito lui e Charlie ad avvertire i ragazzi che abbiamo finito.
"Sirius, tu mi hai detto che Mary McDonald vive in Austria, giusto?" gli chiedo mentre ci alziamo.
"Vuoi andare a cercare anche lei?" risponde lui, con espressione un po' contrariata.
"Perché no?" ribatto io "già che sono in viaggio potrei andare anche da lei e magari tramite lei potremmo reclutare altri maghi laggiù. Voglio provare a scriverle, vediamo se un gufo riesce a trovarla..."
In quel momento passano dietro di noi Silente, Piton, Hagrid e la McGranitt, che stanno raggiungendo la porta della cucina per salire le scale ed uscire. "Mi sembra un'ottima idea" approva Silente che deve aver captato il discorso tra me e Sirius.

"Tu invece come sempre sarai molto utile per l'Ordine, rinchiuso in questa casa" ringhia Piton rivolto a Sirius. Lui gli lancia uno sguardo pieno di odio e sta per scattare come una molla verso Piton, ma io lo trattengo.
"Ti prego Sirius non dargli retta, è un povero frustrato che non ha niente di meglio da fare che rendere la vita impossibile a chiunque gli capiti a tiro, non si merita nemmeno un briciolo della tua considerazione" gli dico.
"Ma ha ragione" dice Sirius scuotendo la testa sconsolato.
"Non è vero, hai già fatto molto offrendo all'Ordine questo posto, e poi comunque non è colpa tua se sei in questa situazione" continuo io.

"Devi proprio partire?" chiede lui facendomi uno di quei sorrisi che mi facevano tremare le gambe a scuola..
"L'hai sentito Silente" rispondo con un'alzata di spalle "e comunque non partirò certo domani..."
"E con il ritratto di mia madre, come la mettiamo?" ridacchia lui.
"Vorrà dire che in questi giorni insegnerò ad Hermione l'incantesimo con cui la staccherò da quella parete. È molto in gamba, ce la può fare. A meno che non lo voglia fare tu" aggiungo sogghignando.
"Testarda e intraprendente, non sei cambiata per niente, lo sai?" dice senza togliermi di dosso quegli occhi grigi che mi tolgono il respiro. "Comunque no, grazie, ci ho già litigato abbastanza quando era viva, non ho nessuna intenzione di litigare anche con il suo ritratto. Lascio a te l'onore!" esclama con un sorrisetto malizioso. Sono contenta che almeno la mia testardaggine lo metta di buon umore, e sono contenta anche di riuscire a parlare con lui così, di riuscire ad avere comunque un rapporto più o meno buono con lui, anche senza stare insieme. Gli sorrido anch'io, ma poi mi viene in mente un particolare del discorso di Silente e ritorno seria. Nel frattempo sono arrivati i gemelli, Ron, Hermione e Ginny, ma nessuno di loro si è avvicinato a noi, si limitano a lanciarci le solite occhiate incuriosite.

"Cosa c'è?" mi domanda Sirius che si è accorto del mio repentino cambio di espressione.

"Niente..." rispondo istintivamente, ma poi scopro di avere bisogno di parlare. "Cioè... Mi domandavo... Silente ha detto che comunicheremo tramite i nostri Patronus ma io... beh, ecco... non sono certa di riuscire ad evocarlo ancora, non ho mai più avuto occasione di farlo dall'ultimo anno a scuola" confesso un po' imbarazzata.

"Era bellissimo il tuo Patronus, uno stallone grigio, me lo ricordo bene. E riuscivi a evocarlo con una facilità impressionante".

Ho sempre pensato che fosse del tutto normale che riuscissi a farlo così facilmente, per evocare un Patronus occorre concentrarsi su ricordi o sensazioni che ci rendano felici, e quello era decisamente il periodo più felice della mia vita, ero praticamente la felicità fatta persona. Ma adesso... "Sì, ma era tutto diverso allora, non sono più una ragazzina del settimo anno, è passato un sacco di tempo e non sono certa di poterlo fare ancora..."
"Ma figurati, sono sicuro che ci riuscirai, e d'altronde nemmeno io sono certo di riuscirci. L'ultima volta l'ho fatto quattordici anni fa" riflette Sirius. "Ehi, professor Lupin!" esclama rivolgendosi verso Remus che è poco distante da noi e sta parlando con Tonks. "Io e la professoressa Mancini abbiamo bisogno di ripetizioni di Difesa contro le arti oscure!"
Remus si volta di scatto e sorride ironico. "Siete tornati al settimo anno, voi due?".

Ignoro volutamente la sua allusione a ciò che succedeva al settimo anno tra me e Sirius e, prima che Sirius possa dire qualunque cosa, rispondo: "No, ma non evochiamo i nostri Patronus da anni e un tuo aiuto in questo senso potrebbe esserci utile."
"Eravate capaci di farlo entrambi" ricorda Remus stringendo gli occhi "non avete bisogno di me, non è una cosa che si può dimenticare, una volta che sei capace di farla. Dovete solo trovare sensazioni felici a cui ispirarvi!" esclama poi con un sorrisino malizioso, tornando a voltarsi verso Tonks.
"È proprio quello il problema" borbotta Sirius accigliato, e non potrei essere più d'accordo con lui.

"La cena è pronta, venite a tavola!" annuncia Molly, e mi accorgo che nel frattempo la tavola e già stata apparecchiata, probabilmente dai ragazzi.
"Oh scusa Molly, vengo subito a darti una mano!" esclamo, ben felice di avere una scusa per potermi allontanare da quel discorso che si stava facendo spinoso. Basterebbe così poco per tornare ad essere felice, perché per quanto io mi sforzi di mettere a tacere i miei sentimenti, Sirius mi ama ancora, ed io amo lui, esattamente come prima, e potremmo davvero essere felici se tornassimo insieme. Ma ho troppa paura di scoprire che le cose potrebbero non funzionare tra noi o che succeda qualcosa di brutto, considerando il periodo che stiamo vivendo, e di soffrire ancora. E non me la sento di rischiare; forse sbaglio, ma non posso farci nulla, la paura è più forte di me.

A cena cerco di tenermi a distanza da Sirius e mi siedo invece vicina a Tonks. Ma non sono più certa che sia stata una grande idea
"Sai Amy" esordisce lei "ti osservavo prima ed hai un viso familiare, è mai possibile che io ti abbia già vista da qualche parte?"
Sospiro, non avrebbe senso mentirle, tanto prima o poi lo verrebbe a sapere. "Sì, ci siamo già incontrate in effetti, molti anni fa. Tu avevi quattro anni, credo, e io diciassette. Complimenti, hai un'ottima memoria".

"Davvero?" chiede lei sgranando gli occhi "ma come abbiamo fatto ad incontrarci?"

"Ho passato un Natale a casa dei tuoi genitori, e poi ci siamo rivisti qualche giorno dopo" rispondo. Lei mi fissa confusa così aggiungo "io ero... sì insomma... fidanzata con Sirius all'epoca".

Lei mi fissa a bocca aperta. "Ma certo, ora ricordo!" esclama "non volevo che ve ne andaste, mio padre ci mise ore a calmarmi!"

"Gia, Sirius ti adorava e tu adoravi lui..." sorrido ricordandomi l'aria stravolta di Sirius mentre giocavano insieme. E posso sentire il mio cuore spezzarsi di nuovo mentre i miei pensieri ritornano là, a quei momenti passati insieme, al giorno in cui lui mi aveva detto "ti amo" dopo la mia prima volta, e alla sera in cui mi aveva confessato di volere una famiglia con me mentre tornavamo da casa Tonks. E al ricordo di quei momenti così felici sento un dolore sordo nel petto, come se una mano stesse afferrando il mio cuore e lo stesse stringendo con tutta la forza possibile. Per un attimo mi sento mancare il respiro, ma da quei ricordi non riesco a staccarmi nonostante facciano male; ho tentato per anni di tenerli chiusi in un angolo del mio cervello per dimenticarli, ma ora che il mio ex fidanzato è qui davanti a me realizzo di non esserne più in grado. Mi rendo conto che i miei occhi sono fissi su Sirius e non posso fare a meno di domandarmi nuovamente dove saremmo ora, se lui mi avesse detto la verità. Ma non posso continuare a tormentarmi in questo modo, il passato non si può cambiare, e così cerco di tornare a concentrarmi sul presente e sulla mia interlocutrice.

Lei, forse incoraggiata dallo sguardo sognante che credo proprio di avere in questo momento, si azzarda a domandare "Scusa se te lo chiedo, ma come mai tra voi due...?"
"Come mai è finita? È una storia piuttosto lunga. Ci sono stati dei problemi e ci siamo lasciati la sera stessa in cui è finita la scuola" taglio corto io che non ho nessuna voglia di parlarne.
"Oh che peccato!" esclama lei "però io credo che lui provi ancora qualcosa per te, sai? Si vede da come ti guarda. Chissà se qualcuno un giorno guarderà mai me in quel modo..." e questa volta è lei a esibire uno sguardo sognante.

Cerco di cambiare discorso raccontandole che ai tempi della scuola il mio sogno era quello di diventare un Auror e chiedendole tutti i dettagli dell'addestramento che ha seguito per diventarlo. Lei racconta e poi mi esorta a provarci. "Lo puoi fare a qualsiasi età! E comunque sei giovane ed hai anche esperienza, non sei una ragazzina appena uscita da scuola! Ti conosco da poco ma sono sicura che saresti portata!" esclama con quel suo tono sempre vivace.
"Ci penserò, ma per tutto quest'anno almeno continuerò ad insegnare, Silente conta su di me ad Hogwarts" le rispondo pensierosa.
"Ok ma se dovessi cambiare idea fammelo sapere, ti do qualche dritta!" esclama lei strizzandomi l'occhio.

Le parole dette da Silente sul modo di comunicare tra i membri dell'Ordine mi continuano a risuonare in testa per tutta la serata e più tardi, sola nella mia stanza, decido di provare ad evocare il mio Patronus

Le parole dette da Silente sul modo di comunicare tra i membri dell'Ordine mi continuano a risuonare in testa per tutta la serata e più tardi, sola nella mia stanza, decido di provare ad evocare il mio Patronus.
"Expecto Patronum!" esclamo mentre penso intensamente al ricordo più felice della mia vita, la sera del mio diciottesimo compleanno nella Stanza delle necessità con Sirius, il momento di felicità più alta, pura e inarrivabile di tutta la mia vita. Ma, vedendo da fuori me stessa in quel momento, riesco a pensare solo a quanto ero ingenua e stupida. Improvvisamente un Sirius giovane e sfacciatamente bello appare davanti ai miei occhi e mi dice freddamente di non amarmi più, e lo sbuffo di fumo argenteo che era apparso inizialmente dalla mia bacchetta, scompare veloce come era arrivato.

Ecco, lo sapevo, non sono più capace di evocare un Patronus. Il momento più felice della mia vita mi provoca solo una rabbia feroce e ricordi dolorosi, e lo sconforto mi pervade: dovrò affrontare il viaggio in Italia senza avere modo di comunicare con nessuno.
Non riesco a trovare pensieri felici nella mia mente, mi sforzo di pensare ai miei genitori, a momenti belli della mia infanzia vissuti con loro, ma mentre evoco il Patronus il viso sfigurato dalla malattia di mio padre morente e l'espressione assente di mia madre che si spegne lentamente, tornano a riempirmi la mente, ed un altro sbuffo argenteo svanisce nell'aria.
Provo a pensare a Lily, a quando ci confidavamo l'una con l'altra, raccontandoci sogni e speranze come solo due ragazzine sanno fare, ma anche questo tentativo è inutile. Lily non c'e più, l'ho persa per sempre, e mai come adesso avrei disperatamente bisogno di lei, della sua espressione dolce, dei suoi rassicuranti occhi verdi, del modo in cui sapeva starmi vicino anche senza dire niente e capirmi senza che io dicessi niente.

Scoppio in un pianto disperato e mi sento così sola, così impotente, che per un momento mi viene voglia di mollare tutto ed andarmene il più lontano possibile. Ma lo so già, non servirebbe a niente, il dolore per tutte le persone che ho amato e che non ci sono più continuerà a vivere dentro di me, anche se andassi in capo al mondo, e in effetti non è come se non ci fossi già andata davvero.

Resto lì a fissare in silenzio la mia bacchetta, quella che ho da quando avevo undici anni, comprata a Diagon Alley da Olivander. Mi ha scelta lei, 11 pollici e 1/4, legno di abete e nucleo di crine di unicorno, e lei mi ha permesso in poco tempo di diventare la migliore del corso di Incantesimi a scuola. Ed è così assurdo che ora io con lei non riesca a evocare il mio Patronus. Ma la bacchetta non c'entra niente, lo so, è solo mia la colpa e non posso farci nulla.

Per distrarmi, decido di scrivere la lettera per Mary, così domani cercherò un gufo e proverò a spedirgliela.

Cara Mary,
sono Amy Mancini, spero ti ricorderai ancora di me nonostante ne sia passata di acqua sotto i ponti, dai tempi in cui eravamo a Hogwarts insieme. Di recente sono tornata a vivere in Gran Bretagna e ho avuto occasione di incontrare persone che conoscevamo entrambe; mi hanno detto che vivi in Austria e, siccome sono sempre stata io quella che viaggia molto, pensavo che magari potrei passare da quelle parti e così potremmo rivederci. Non occorre che tu mi scriva dove abiti, potremo incontrarci in un aeroporto o una stazione. Spero di ricevere presto tue notizie, mi farebbe davvero tanto piacere poterti riabbracciare.
A presto,
Amy

Soddisfatta, ripiego il foglio di pergamena, lo metto in una busta e scrivo anche la lettera per Marina, la preside della scuola di magia di Firenze. Marina è una donna straordinaria, una persona di cui mi fido ciecamente, e non ho alcun dubbio che sarà dei nostri.

Ricordo ancora il giorno in cui avevo fatto il colloquio con lei per insegnare nella sua scuola, nell'estate del 1984: la cattedra vacante non era quella di Incantesimi ma quella di Storia della Magia, ma ero convinta di poterla ottenere comunque, sia perché avevo ottenuto una E nel M.A.G.O. di Storia della Magia, dimostrando un'ottima conoscenza della materia nonostante l'avessi odiata per i primi cinque anni a scuola, sia soprattutto perché provenivo da Hogwarts ed avevo insegnato anche negli Stati Uniti, circostanze che, a quanto mi era stato riferito, sarebbero state considerate con grande interesse dalla preside, che aveva particolarmente a cuore l'internazionalizzazione dei propri studenti.

Marina era una donna sulla cinquantina, ancora molto bella, con corti capelli mossi, grandi occhi azzurri e vestita in modo molto ricercato; si era mostrata subito molto ben disposta nei miei confronti e in quell'occasione avevo scoperto che è molto abile nella Legilimanzia. Quando mi ero presentata da lei, infatti, ero ancora molto scossa per la recente perdita di entrambi i miei genitori, ma avevo cercato di non far trasparire le mie emozioni.

Dopo avermi chiesto di parlarle della mia precedente esperienza negli Stati Uniti, Marina si era alzata, si era avvicinata a me e mi aveva guardato intensamente negli occhi. "Hai sofferto davvero tanto per avere solo ventiquattro anni" aveva mormorato cambiando improvvisamente tono. "Hai perso recentemente i tuoi genitori, ed ancora prima hai perso persone a cui tenevi tantissimo: un grande amore, amicizie importanti... sei molto sola..."

Le sue parole mi avevo colpita come uno schiaffo in pieno viso: non avevo parlato né dei miei genitori né tantomeno di altro fino a quel momento; ero piuttosto abituata ormai a trattenere le mie emozioni, ma questa donna aveva aperto uno squarcio profondo nella mia corazza, e mi ero trovata a mordermi furiosamente il labbro e a fare profondi respiri per cercare di calmarmi. Non potevo permettermi un crollo emotivo proprio davanti a quella che sarebbe potuta diventare la mia futura datrice di lavoro. Ma lei aveva continuato implacabile: "non è necessario che ti trattieni con me, non fa bene tenersi dentro le sofferenze, prima o poi ci presentano il conto". Mi aveva teso le braccia, io l'avevo guardata incredula e lei mi aveva detto "vieni qui, voglio solo abbracciarti, credo sia quello di cui hai bisogno in questo momento". Mi ero alzata, senza più pensare a cosa stessi facendo, e lei mi aveva stretto in un abbraccio molto dolce, accarezzandomi i capelli come se fossi una bambina. Non ero ancora riuscita a versare lacrime per la morte di mia madre, avvenuta solo poche settimane prima, ma nel suo abbraccio non ero più riuscita a trattenermi, era come se un fiume in piena stesse rompendo gli argini e uscendo con una forza dirompente. "Sfogati, tesoro" aveva mormorato dolcemente Marina, e da quel giorno si era comportata con me quasi come una seconda mamma, sempre attenta, premurosa e disponibile. Non solo mi aveva dato il lavoro ma, dopo aver constatato di persona la mia abilità con gli incantesimi, aveva deciso di spostare l'anziano professore di Incantesimi, Rainero Gori, a insegnare Storia della Magia, affidando a me la cattedra di insegnante di Incantesimi. "Sarebbe uno spreco fare insegnare a te Storia della Magia" aveva commentato decisa di fronte alle mie obiezioni, dato che io non volevo rubare il posto a nessuno e sarebbe andato bene comunque per me insegnare Storia della Magia. Del resto, il professor Gori non aveva avuto nulla da obiettare, e così il 1 settembre dello stesso anno ero diventata la nuova insegnate di Incantesimi della scuola di magia di Firenze.

Se non ho dubbi su quella che sarà la reazione di Marina quando le parlerò dell'Ordine della fenice, non sono però certa di quella che sarà invece la reazione degli altri miei ex colleghi insegnanti; decido quindi che ne parlerò prima con lei e vedremo insieme chi coinvolgere e chi no. Prendo un foglio di pergamena e inizio a scrivere.

Cara Marina,
spero tu stia bene. Ho in programma di tornare in Italia durante l'estate e vorrei vederti per parlarti di una questione che mi sta molto a cuore. Non posso anticiparti nulla, sono certa che capirai. Per favore, fammi solo sapere quando possiamo incontrarci.
Un abbraccio,
Amy

Una parte di me non vede l'ora di andare via da qui, di partire, di avere la possibilità di allontanarsi e riflettere senza condizionamenti: oltretutto potrò rivedere anche i miei cugini, l'unica parte di famiglia che ancora mi rimane. Ripiego anche la lettera per Marina e la metto in una busta; domani cercherò un ufficio postale magico da cui poterle spedire entrambe.

 

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Capitolo 33
*** CAPITOLO 32 - VERSO LA PARTENZA ***


CAPITOLO 32 - VERSO LA PARTENZA
 

Passano due settimane prima che un gufo arrivi a Grimmauld Place e lasci una busta vicino alla porta d'ingresso. È Sirius a trovarla quando va ad aprire la porta all'ennesimo visitatore che poi scopro essere Tonks, e a portarmela mentre con Molly e i ragazzi stiamo liberando gli armadi nella stanza di Hermione e Ginny e riempiendo sacchi e sacchi di spazzatura con vecchi abiti polverosi che probabilmente sono lì da decenni.
È la calligrafia di Marina. Apro la busta e inizio a leggere.

Carissima Amy,
mi fa molto piacere sentirti; sto bene grazie, spero anche tu.
Sarei davvero molto felice di vederti, ma per tutto questo mese sarò molto impegnata e non riuscirò a dedicarti il tempo che meriti. Se per te va bene, ti aspetto nel mio ufficio il 1 agosto alle 10.
Aspetto una tua conferma, a presto.
Marina

Tiro un sospiro di sollievo e corro in fretta nella mia stanza a scriverle un breve messaggio di conferma, poi esco per andare ad affidarlo a un gufo.

È una giornata di metà luglio straordinariamente calda e non ci sono abituata, dato che, a parte la breve uscita per spedire le prime due lettere, da due settimane ormai sono chiusa in quella casa che sarà pure sporca, maleodorante e piena di creature strane e oggetti bizzarri, ma almeno è decisamente fresca. La disinfestazione e pulizia della cucina ci ha tenuto occupati tutti per dieci giorni consecutivi, è stato un gran lavoraccio, ma adesso la cucina è il posto più pulito e sicuro di tutta la casa, a parte un armadietto pieno di vecchi stracci sporchi e di oggetti che avrebbero dovuto essere destinati alla spezzatura, che abbiamo poi scoperto essere la tana di Kreacher.

Negli ultimi giorni abbiamo cominciato a pulire e disinfestare le stanze, a cominciare da quella dei ragazzi: Fred e George hanno fatto gran parte del lavoro da soli ma hanno avuto bisogno dell'aiuto di tutti noi per un paio di giorni, per svuotare gli armadi, pieni per lo più di vecchi vestiti e di qualche cimelio della famiglia Black che è stato guardato con grande interesse da Mundungus, e non escluderei che lui sia anche riuscito ad arraffare qualcosa. Ed ora siamo passati alla stanza di Hermione e Ginny. Non siamo però ancora riusciti a capire come aprire il baule che Sirius aveva tirato fuori dall'armadio il primo giorno, né tantomeno cosa contenga.

Non ci sono più state altre riunioni dalla prima con Silente, ma c'è comunque un gran viavai a Grimmauld Place. I membri dell'Ordine arrivano di tanto in tanto per riferire a noi che siamo lì in pianta stabile le novità principali nelle loro attività, e ogni tanto si tiene qualche riunione occasionale tra coloro che sono lì presenti al momento, ma Silente non si è più fatto vedere. Remus e Sirius gli riferiscono tutto tramite i loro Patronus, un lupo e un cane. Mi irrita un po' che Sirius riesca apparentemente senza difficoltà ad evocare il suo mentre per me sia così difficile; non che io ci abbia più provato da quella sera in cui ho fallito in realtà, ma ora che so di dover partire entro un paio di settimane al massimo, dovrò riprovarci e possibilmente riuscirci. Mi domando a cosa possa mai pensare Sirius per riuscire ad evocare il suo Patronus, ma non credo che chiederglielo sia una buona idea.

Il mio pensiero va spesso anche ad Harry: so che Ron, Hermione e Sirius gli hanno scritto ma non so come lui possa aver reagito alle loro lettere, se possa aver intuito qualcosa oppure no. Ancora non mi è chiaro quali siano i piani di Silente riguardo a lui: pensavo che durante l'estate sarebbe venuto qui, ma Silente non ne ha parlato esplicitamente alla prima riunione dell'Ordine. Mi domando se lo rivedrò prima dell'inizio della scuola. Non ho idea di quanto sarà lunga la mia permanenza in Italia, se pochi giorni o un tempo più lungo, molto dipenderà dalla reazione di Marina e da chi deciderà di coinvolgere.

Quando faccio ritorno a Grimmauld Place, viene ad aprirmi Remus.
"Amy vieni" sussurra per non destare la signora Black, dato che non ho suonato il campanello "stiamo per cominciare una riunione, aspettavamo te".
Mi affretto a scendere in cucina con lui: Moody, Tonks, Kingsley, Bill, Mundungus e Piton, oltre a Sirius e Molly, sono già seduti.

"Scusatemi, ero uscita a spedire una lettera" mi affretto ad annunciare "la preside della Scuola di Magia di Firenze mi ha proposto di incontrarci il primo agosto".
"Bene" annuisce Bill "Charile è riuscito già a contattare un paio di maghi molto potenti in Romania e loro sono dei nostri. Quanto alla Gringott, non ho notato movimenti strani per ora. I Goblin sono in fermento, ma non li ho sentiti parlare bene del Signore Oscuro, non credo si uniranno a lui".

Segue un attimo di silenzio, poi interviene Kingsley "Io ho una novità importante e molto positiva per noi. Sirius, sono riuscito a farmi affidare l'incarico di darti la caccia. Per tutti, tu sei in Tibet e nessuno ha motivo di credere il contrario". Sirius sembra visibilmente sollevato, questa è davvero un'ottima notizia. "Devi comunque stare attento, ma sappi che al momento nessuno ti sta davvero cercando" conclude Kingsley con una strizzata d'occhio al suo indirizzo.

Improvvisamente, si sentono dei rumori fuori dalla cucina; Molly si alza di scatto ed esce, e poco dopo la sentiamo urlare più forte che mai, al punto da ridestare anche il ritratto della signora Black

Improvvisamente, si sentono dei rumori fuori dalla cucina; Molly si alza di scatto ed esce, e poco dopo la sentiamo urlare più forte che mai, al punto da ridestare anche il ritratto della signora Black. Molly rientra in cucina con in viso un'aria furibonda e in mano dei piccoli oggetti color carne. "Stavano origliando! Con queste!" strilla indignata sbattendo sul tavolo le cose che ha in mano e che sembrano delle orecchie collegate a dei lunghi fili.

Mi scappa da ridere ma non mi azzardo a farlo, Molly mi ucciderebbe, arrabbiata com'è ora

Mi scappa da ridere ma non mi azzardo a farlo, Molly mi ucciderebbe, arrabbiata com'è ora. A Sirius invece non passa nemmeno per la testa che potrebbe rischiare la vita e quindi scoppia a ridere di gusto. "Veramente ingegnosi i tuoi figli Molly, devo assolutamente complimentarmi con loro! Sono i degni successori dei Malandrini!". Era esattamente la stessa cosa che stavo pensando io, ma me la tengo per me. Molly lancia un'occhiata di fuoco a Sirius e sono certa che lo ucciderebbe volentieri se Piton non intervenisse in quel preciso istante. "Scusate ma non ho tempo da perdere, ho del lavoro molto importante da fare per l'Ordine, io" sibila lanciando a Sirius uno sguardo carico di odio. Vedo un lampo di ira passare negli occhi di Sirius ma è solo un momento perché Piton torna subito a parlare. Parla di quello che stanno facendo i mangiamorte tornati fedeli a Voldemort dopo il suo ritorno, specie di Lucius Malfoy, che bazzica spesso il Ministero, evidentemente per scoprire dove si trova la profezia di cui ci ha parlato Silente. "State attenti soprattutto a lui" dice rivolto a Tonks e Kingsley "e avvisate anche Arthur Weasley". Arthur non è presente perché sta facendo la guardia all'ufficio Misteri, ma Molly annuisce assicurando che glielo dirà lei quando tornerà questa sera. Piton ci da ancora alcune informazioni sui mangiamorte ma si vede lontano un miglio che non avrebbe nessuna voglia di condividere le informazioni con noi e preferirebbe parlarne solo con Silente.

Terminata la riunione, Molly si precipita a terminare la strigliata a Fred e George, Piton se ne va in tutta fretta, Kingsley si congeda per andare a dare il cambio ad Arthur, mentre Moody, Tonks e Bill si fermano a parlare con Remus e Sirius, ed io mi affretto a raccogliere dal tavolo una piantina e alcuni altri documenti che ci sono stati mostrati da Kingsley riguardo l'esatta ubicazione della profezia all'interno dell'ufficio Misteri; so che Molly non vuole assolutamente che i ragazzi possano vedere qualcosa.

"E così parti a fine mese?" Sussulto leggermente, immersa nei miei pensieri, non mi sono accorta che Sirius si è sganciato dalla conversazione e si è avvicinato a me.
"Sì, ho già scritto a Marina per confermarle l'appuntamento. Voglio prima parlarne da sola con lei perché non sono certa di potermi fidare di tutti gli insegnanti, vediamo cosa ne dice lei" gli rispondo.
"Hai idea di quanto starai via?" mi chiede con quella che mi sembra una lieve inflessione ansiosa nel tono di voce.
"Non lo so, dipende da come deciderà di agire Marina, e poi non so ancora se potrò andare anche da Mary" gli rispondo.
"Sì, capisco" dice lui pensieroso "Beh, comunque dovresti riuscire a tenerti in contatto con l'Ordine tramite il tuo Patronus anche se sarai lontana..."

Non riesco a nascondere la mia espressione contrariata. "Perché fai quella faccia?" mi domanda Sirius.
"Non riesco più a evocarlo, il Patronus" ammetto, abbassando lo sguardo con aria sconfitta.
"Oh! Davvero?" Sirius è evidentemente senza parole, non se lo aspettava di certo.
"Già, e ti pregherei di non farne parola con nessuno, è già abbastanza frustrante così" sussurro con un sospiro, alzando appena lo sguardo. Lui mi sorride "Non preoccuparti, non lo dirò a nessuno. Non so come aiutarti però, e mi dispiace..."

Resto un attimo in silenzio, non avrei voglia di fargli quella domanda, ma la curiosità è più forte di me. Mi costringo a fissare una venatura nel legno della credenza accanto a noi, che in questo momento trovo particolarmente interessante, non posso guardare in faccia Sirius mentre gli chiedo a cosa pensa quando evoca il suo Patronus, non sono nemmeno certa di voler sentire la risposta. "Sai, mi chiedevo... tu... a che cosa pensi quando... sì insomma..."
"Quando evoco il mio Patronus?" Sirius finisce la domanda per me. "A te Amy, non credevo che avessi dei dubbi in proposito!" risponde divertito. "E se tu pensassi a me sono sicuro che ci riusciresti anche tu!" aggiunge con un lampo malizioso negli occhi.

Sento il fuoco impadronirsi delle mie guance. Lui pensa a me. Certo, ed è bellissimo, ma non riesco ad esserne felice. Perché non posso permettermi che lui sia, a sua volta, il pensiero che mi consente di evocare il mio Patronus.

Non so cosa dire, ma ormai ho iniziato io questo discorso e non posso più tirarmi indietro. "Io... ho provato a pensare ai miei ricordi più felici... con te" ammetto continuando a fissare la venatura della credenza "ma poi... mi è apparso davanti agli occhi il tuo sguardo la sera in cui mi hai lasciata e... mi è presa una rabbia, mi sono sentita così stupida..."

Le parole mi escono tutte d'un fiato, mi vergogno da morire a fare questa confessione proprio a lui, ma trovo la forza di proseguire. "E poi ho provato con dei ricordi dei miei genitori, e di Lily, ma non funziona niente perché loro non ci sono più ed io li rivorrei così tanto..."

Sirius mi mette una mano su un braccio e, dato che porto ancora la maglietta a maniche corte che avevo indossato prima per uscire a spedire la lettera per Marina, il contatto della sua mano calda con la mia pelle mi accende il fuoco nelle vene e mi sento avvampare, se possibile, ancora di più. "Ti capisco. Non potrei mai pensare a James, anche se la maggior parte dei miei ricordi più belli, a parte quelli con te, è insieme a lui. E non ce la farei nemmeno se pensassi a me e te ai tempi della scuola, perché anch'io finirei per sentirmi un idiota e arrabbiarmi con me stesso e maledirmi per aver rovinato tutto. Amy, io penso a te adesso, a quanto sia bello averti qui, vederti tutti i giorni dopo averti sognata per anni. Il mio pensiero felice sei tu, qui e ora". Lo dice con quel suo sguardo intenso, vibrante e sincero, e quello sguardo, insieme alle parole che ha appena detto, ha su di me l'effetto di una coltellata in pieno petto. Ed ora è tutto perfettamente chiaro, all'improvviso capisco perché lui riesce ad evocare il suo Patronus e io no. Lui riesce a vivere il presente, anche se il suo è infinitamente peggiore del mio, dato che io sono libera e lui no. E ci riesce perché è convinto che io non provi più nulla per lui, e dal fondo di questo orribile presente in cui si trova a vivere, il semplice fatto che io sia qui a condividere la mia quotidianità con lui è sufficiente a renderlo felice. Ma per me non è così semplice, per me stare qui ogni giorno con lui è una tortura, perché sono eternamente in guerra con i sentimenti intensi che provo ancora per lui e che cerco disperatamente di ignorare. Mi sento ancora peggio di prima, ed in queste condizioni sono assolutamente certa che non riuscirò mai a evocare di nuovo il mio Patronus, e sarà un problema quando dovrò partire.

Nel frattempo, Molly ha finito di sgridare i ragazzi e li ha fatti scendere in cucina. È quasi ora di cena e vado subito ad aiutare Molly a prepararla, mentre Bill ci saluta dichiarando che ha un appuntamento con Fleur Delacour. Me la ricordo, ha partecipato al torneo tremaghi l'anno scorso, era la bellissima campionessa di Beauxbatons. Molly e Ginny si guardano tra loro meravigliate e poi lanciano a Bill sguardi curiosi mentre i gemelli bersagliano il fratello maggiore con battutine di vario genere. Bill spiega, rivolto più che altro a Molly, che Fleur lavora alla Gringott e ha chiesto di essere trasferita a Londra per migliorare il proprio inglese. In realtà credo che avesse messo gli occhi addosso a Bill già prima della terza prova, quando i familiari dei campioni avevano avuto il permesso di passare qualche ora con loro, ed i signori Weasley e Bill avevano sostituito la famiglia che Harry altrimenti non avrebbe avuto.

 In realtà credo che avesse messo gli occhi addosso a Bill già prima della terza prova, quando i familiari dei campioni avevano avuto il permesso di passare qualche ora con loro, ed i signori Weasley e Bill avevano sostituito la famiglia che Harry...

 

Alcuni giorni dopo, ricevo finalmente anche la risposta di Mary.

Cara Amy,
ma certo che mi ricordo di te, non sai quanto piacere mi abbia fatto ricevere la tua lettera. Sarebbe davvero bello potersi rivedere. Io, mio marito e i ragazzi passeremo il mese di agosto in vacanza in Italia, e se anche tu sarai nel tuo bellissimo Parse potremmo incontrarci lì. Non abbiamo problemi a spostarci, quindi fammi sapere tu dove preferisci che ci vediamo.
A presto, un abbraccio,
Mary

Questo è un vero colpo di fortuna: mi sarebbe piaciuto visitare l'Austria, ma dopotutto non avrei comunque potuto fare la turista, c'è bisogno di me qui, quindi incontrare Mary in Italia mi farà senz'altro risparmiare tempo. Inviterò Mary e la sua famiglia a cena a casa mia, così potremo parlare con calma e senza nessuno che ci disturbi; scrivo subito la risposta per lei.

Cara Mary,
grazie per la tua lettera. Arriverò in Italia a fine luglio e mi tratterrò per qualche giorno. Pensavo di invitare te e la tua famiglia a cena a casa mia, decideremo più avanti il giorno esatto. La mia casa, o meglio la casa di mio padre, si trova in Toscana, nelle campagne vicino a Siena, ti darò indicazioni più precise quando avremo stabilito la data della nostra cena. Ti scriverò io.
A presto, un abbraccio,
Amy

Esco per spedire anche questa lettera e ne approfitto per andare a prenotarmi il volo per l'Italia. So che gli altri non approveranno che io viaggi con mezzi babbani quando potrei utilizzare Fierobecco, ma ho sempre preferito l'aereo per coprire grandi distanze come quella tra Londra e Firenze; forse dipende dal fatto che sono sempre stata abituata così fin da piccola e che non amo particolarmente volare su scope o animali di vario genere. Prenoto un volo per il 31 luglio in tarda mattinata, così avrò tutto il tempo al pomeriggio di pulire e sistemare casa mia, che è chiusa dalla scorsa estate, e di andare a salutare i miei cugini e rilassarmi un po' con loro prima di incontrare Marina. Scrivo lettere anche a loro per avvisarli del mio prossimo arrivo ed in questo caso non utilizzo gufi ma una semplice buca delle lettere. Conoscendo i tempi delle poste babbane, però, spero di non arrivare prima io delle lettere, perché in effetti alla partenza mancano solo dieci giorni.

 

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Capitolo 34
*** CAPITOLO 33 - VERITA' ALLO SPECCHIO ***


CAPITOLO 33 - VERITA' ALLO SPECCHIO

 

Chiudo la valigia con un po' di fatica, forse l'ho riempita davvero troppo, ma in effetti non so quanto tempo dovrò stare via, potrebbe trattarsi di pochi giorni come di settimane. L'unica certezza che ho è che il primo settembre dovrò tornare al lavoro, quindi almeno qualche giorno prima dovrò essere di ritorno.

Domani parto e non ho ancora risolto il problema di come farò a comunicare con i membri dell'Ordine

Domani parto e non ho ancora risolto il problema di come farò a comunicare con i membri dell'Ordine. Ho riprovato più volte ad evocare il mio Patronus ma senza nessun risultato. Forse lontano da qui, nella casa dove ho vissuto, tutto sommato abbastanza tranquillamente, fino a due anni fa, riuscirò a ritrovare qualche sensazione felice, o per meno me lo auguro. Sembra così assurdo che un'insegnante di Incantesimi non sappia evocare un Patronus, eppure è proprio così.

Sento bussare alla porta della mia stanza: è quasi ora di cena, sarà qualcuno dei ragazzi, mandato da Molly a chiamarmi. Apro la porta e mi trovo davanti Sirius. "Molly voleva mandare Ginny ad avvisarti che la cena è pronta, ma le ho detto che sarei venuto io. Volevo darti questo..." Mi prende la mano e mi appoggia sul palmo un oggetto rotondo, chiudendomi le dita sopra di esso. Trattiene la mia mano tra le sue un po' troppo a lungo, ma è una bella sensazione e vorrei che non la lasciasse.

Quando lo fa, riapro la mano per guardare incuriosita di cosa si tratta. Fisso con gli occhi sgranati lo specchietto, quello che ho visto usare così tante volte da James per comunicare con Sirius e da Sirius per comunicare con James. "Li hai tutti e due tu? Ma come è possibile?" mormoro incredula.
"Non so se lo sai, ma la notte in cui James e Lily sono morti, avevo capito che c'era qualcosa che non andava. Sono stato il primo ad arrivare a casa loro ed entrando in quel che rimaneva della casa, la prima cosa che ho visto, prima ancora di vedere il corpo di James, è stato lo specchietto sul mobile in ingresso. Io avevo l'altro con me, avevo già cercato senza successo di mettermi in contatto con James quella notte, e istintivamente ho preso anche il suo e l'ho portato via con me. Li ho tenuti per tutto il tempo ad Azkaban ed ora vorrei che uno dei due lo portassi con te. Così potrai contattare almeno me senza bisogno del Patronus. Spero non ti arrabbierai".
"Arrabbiarmi? E perché dovrei?"
Sono infinitamente sollevata e non vedo proprio perché dovrei arrabbiarmi.

Sirius sorride "Sbaglio o non hai mai apprezzato molto i miei tentativi di darti una mano nei momenti di difficoltà?" E in effetti non sbaglia affatto. Io rinfaccio a lui di essere orgoglioso ma non è che io lo sia tanto di meno, in effetti.
"È vero" ammetto arrossendo leggermente "ma non in questo caso. Ti devo ringraziare invece, hai avuto davvero un bel pensiero".
Sorride ancora e i suoi occhi chiari brillano in quel modo così intenso che sembrano sorridere anche loro.
"Non avrei sopportato di stare troppo tempo senza avere tue notizie. Mi mancherai molto".

Rimango un attimo in silenzio, colpita dalle sue parole.
"Ma come funziona?" chiedo posando gli occhi sullo specchietto che ho ancora in mano, cercando di cambiare discorso "Basta che ci guardi dentro e ti chiami?"
"Sì. Lo stesso farò io quando vorrò parlare con te".
"Grazie Sirius, davvero". Mi volto e poso lo specchietto sul letto accanto alla valigia. "Ora però scendiamo, altrimenti Molly chi la sente?"

La mattina dopo, saluto tutti prima di imboccare il corridoio che porta all'ingresso di Grimmauld Place. Appena uscita di casa, mi smaterializzerò direttamente in aeroporto, ma è inutile che faccia venire tutti ad accompagnarmi alla porta, almeno ci eviteremo le urla della signora Black. In un mese sono riuscita solo a far staccare tutta la parte inferiore della cornice, ed ho chiesto ad Hermione di cominciare, in mia assenza, ad occuparsi della parte superiore, insegnandole sia il controincantesimo da usare contro il dipinto, sia l'incantesimo per tapparsi le orecchie e non sentire le urla di quella vecchia pazza.
Come immaginavo, sono rimasti tutti colpiti dalla mia volontà di utilizzare mezzi babbani per tornare in Italia e hanno cercato di farmi cambiare idea, ma su questo sono stata assolutamente irremovibile. Abbraccio Molly, Ginny, Hermione, Ron, Fred, George e Tonks che è venuta apposta per salutarmi e che oggi manifesta la sua tristezza per la mia partenza sfoggiando dei sobri capelli corti e neri. Remus invece è ripartito qualche giorno fa per continuare la sua missione con i lupi mannari.

Sono un po' dispiaciuta di non vedere Sirius, ma non appena metto piede fuori di casa, lo vedo materializzarsi di fronte a me.
"Sirius! Ma sei impazzito, e se qualcuno ti vede?" sussurro in preda al panico.
"Correrò il rischio ma volevo salutarti da solo" mi risponde con aria cupa, e subito si avvicina e mi abbraccia. Mi tiene stretta per qualche minuto e mi accarezza i capelli mentre io chiudo gli occhi ed inspiro a fondo il suo profumo, e per un attimo mi sembra di essere tornata indietro nel tempo. Vorrei davvero non essere costretta a staccarmi da lui, ma ho troppa paura che qualcuno possa vederlo.

"Devo andare ora, e anche tu" dico sciogliendomi dal suo abbraccio.
"Abbi cura di te e dammi presto tue notizie" mormora lui riferendosi allo specchietto che si intravede dalla tasca della mia giacca "e torna prima possibile".
Sorrido. "Lo farò, ma ora vai ti prego!"
Aspetto preoccupatissima che Sirius si sia smaterializzato dentro casa per poi farlo anch'io, destinazione aeroporto.

 

Il viaggio è stato tranquillo e senza intoppi: il volo era in orario e nel primo pomeriggio sono già a casa mia. O meglio, casa di mio padre. Non l'ho mai sentita veramente mia, nonostante ci abbia vissuto per ben nove anni, ma del resto, considerata la vita da nomade che ho fatto, non posso dire di aver mai sentito veramente mia nessuna delle case in cui ho vissuto fino ad ora. Non ci avevo mai pensato, ma in effetti l'unico posto che io abbia mai sentito un po' mio è stato Hogwarts.

Con mia madre e mio padre venivamo in questa casa solo per le vacanze; è piuttosto grande, decisamente troppo per una persona sola, e molto bella. Ci vivevano i miei nonni, e dopo la loro morte è passata a mio padre che la amava tantissimo e l'aveva completamente rimodernata. Ha un ampio soggiorno con grandi vetrate che si affacciano sulla verdeggiante campagna toscana, una cucina spaziosa, tre camere da letto e due bagni, oltre a un bel portico all'esterno. Quando ero venuta a viverci con mia madre dopo la morte di mio padre, mi aveva colpito un po' il fatto che fosse così isolata, ed avevo usato degli incantesimi per proteggerla da eventuali ladri o malviventi, ed avevano sempre funzionato, anche quando mia madre mi aveva lasciata sola. Li ripeto ogni volta che ci torno e lo faccio anche adesso perché, essendo disabitata per la maggior parte del tempo, non sono certa che gli incantesimi fatti in passato funzionino ancora.

Passo la maggior parte del pomeriggio a disfare la valigia e a dare una pulita alla casa dalla polvere e da qualche ragnatela. Niente di paragonabile a quello che c'è in Grimmauld Place comunque che, per quanto possa sembrare assurdo, un po' mi manca. Mi chiedo cosa stiano facendo Sirius e gli altri e mi viene in mente che oggi è anche il compleanno di Harry. Chissà come starà passando queste giornate e quanto sarà arrabbiato per essere confinato dai Dursley senza avere, o quasi, notizie dai suoi migliori amici, Ron e Hermione.
Sono tentata di prendere lo specchietto per parlare con Sirius, non lo vedo da alcune ore ma mi sembrano già passati mesi. Ma forse adesso sarà impegnato e penso che dopotutto sia meglio rimandare a stasera. Scrivo una lettera a Mary per invitarla a cena tra due sere, e poi mi faccio una doccia e mi preparo per uscire. Dovrò trovare un gufo a cui far consegnare la lettera e poi andrò a cena dai miei cugini, che hanno richiesto la mia presenza stasera non appena hanno saputo che sarei arrivata in Italia.

Mi presento a casa di mia cugina Valentina e di suo marito Giulio un po' prima dell'ora di cena e trovo già lì anche mio cugino Lorenzo e sua moglie Adele. La giornata volge al termine ma è ancora incredibilmente calda; le settimane chiusa nel fresco di Grimmauld Place mi avevano quasi fatto dimenticare quanto potesse essere torrida l'estate in Italia. I bambini di Valentina e Lorenzo, cinque in tutto, di età compresa tra i tre e i dieci anni, stanno giocando in giardino e tutti mi corrono incontro appena mi vedono. Sebbene io non sia propriamente una zia, ma una cugina per loro, mi chiamano "la zia magica" ed io li adoro tutti, dal primo, l'intelligentissimo Stefano, figlio di Valentina, all'ultima, la dolce Chiara, figlia di Lorenzo, passando per la vivace Laura, la seconda figlia di Valentina, e per Giorgio e Federico, i gemelli scapestrati di Lorenzo. Ho portato regali per tutti loro naturalmente, e passo la serata ad intrattenerli con incantesimi di vario tipo, accontentando tutte le loro richieste, finché la piccola Chiara a un certo punto mi chiede se posso tirarle giù una stella del cielo, e io sorrido pensando che quella è una cosa che nemmeno Silente in persona potrebbe fare.

L'energia di quei cinque bambini sembra inesauribile, ma io li adoro tutti quanti e farei qualsiasi cosa per vederli felici

L'energia di quei cinque bambini sembra inesauribile, ma io li adoro tutti quanti e farei qualsiasi cosa per vederli felici.
A un certo punto, come se qualcuno avesse premuto un interruttore, si addormentano tutti sulle sedie del giardino, e così resto libera di chiacchierare con i miei cugini, che mi chiedono ansiosi come mai io sia arrivata in Italia soltanto adesso anziché subito dopo la fine della scuola come lo scorso anno. Racconto loro a grandi linee quello che sta succedendo in Gran Bretagna nel mondo magico e cosa sono venuta a fare in Italia. Non mi aspetto che capiscano, e invece sono stupita di quanto incoraggiamento e sostegno riescano a dimostrarmi e di quante domande incuriosite mi facciano.

Quando rientro a casa, la mezzanotte è già passata da un pezzo, ma sono molto contenta per la bella serata trascorsa con quello che resta della mia famiglia. Decido di andare subito a dormire ma, quando mi avvicino al mio letto, noto sul comodino lo specchietto che ho lasciato lì oggi pomeriggio. Inizialmente penso che forse sia un po' tardi per provare a contattare Sirius, ma poi mi viene in mente che Londra, con il fuso orario, è un'ora indietro rispetto all'Italia e quindi prendo in mano lo specchietto.

"Sirius..." Pronuncio il suo nome quasi senza sperarci troppo, invece il suo viso sorridente appare subito nello specchietto.
"Amy, che bello vederti! Ti ho pensata tutto il giorno e non sai quante volte sono stato sul punto di chiamarti... ma non sapevo se fossi impegnata e non volevo assillarti" confessa lui, e la cosa mi fa enormemente piacere. "Va tutto bene lì?"
"Si, direi di sì". Gli racconto quello che ho fatto nel pomeriggio e poi della cena con i miei cugini. Mi dilungo molto a parlargli dei miei "nipotini", gli racconto qualcosa di ognuno di loro e, trattandosi di ben cinque bambini, quando finisco di parlare mi accorgo di averci messo un sacco di tempo.

"Scusami, ti avrò annoiato!" esclamo non appena me ne rendo conto.
"Per niente, anzi è così bello sentirti parlare di loro che mi sembra quasi di averli incontrati anch'io! E poi, io adoro i bambini, lo sai no?"
Sì lo so, mi ricordo bene quanto fosse bravo e paziente con Tonks quando era piccola, e quanto lei lo adorasse. E poi mi viene in mente quello che mi aveva detto a Natale, dopo che eravamo stati a casa di Andromeda e Ted, dei quattro bambini che avrebbe voluto... E un ricordo, che avevo confinato in un angolo lontano della mia mente tanto che credevo quasi di essere riuscita a dimenticarlo del tutto, come se nulla fosse mai successo, torna a tormentarmi, e proprio adesso non doveva succedere.

Sirius si accorge che c'è qualcosa che non va nel momento in cui appoggio lo specchietto sul letto per non fargli più vedere il mio viso, perché improvvisamente non riesco a trattenere le lacrime. E non si può fare come con i telefoni babbani, in cui a un certo punto semplicemente si può mettere giù la cornetta e richiamare dopo cinque minuti dicendo che è caduta la linea, non ho alcuna possibilità di interrompere il collegamento con Sirius se non lo vogliamo entrambi.

 E non si può fare come con i telefoni babbani, in cui a un certo punto semplicemente si può mettere giù la cornetta e richiamare dopo cinque minuti dicendo che è caduta la linea, non ho alcuna possibilità di interrompere il collegamento con Siriu...

"Amy? Amy ci sei?" Non ti vedo più, è tutto a posto?" lo sento dire.
"Sì, un secondo" rispondo cercando di controllare il tremito nella mia voce.
Mi sciacquo più volte il viso finché mi sembra che i miei occhi non siano più così rossi e gonfi, faccio un gran sospiro e riprendo in mano lo specchietto. "Eccomi, scusa" dico cercando di sorridere.

"Non va tutto bene, Amy, ti conosco troppo bene. Cosa c'è?" Lo dice in quel modo preoccupato che mi fa venire voglia di piangere ancora e davvero non so come sia possibile, non sono mai stata una persona dalla lacrima facile, neanche quando ero più giovane, anzi sono sempre stata più il genere di persona che cerca di tenersi dentro le proprie emozioni, e col passare degli anni questa mia caratteristica si è accentuata sempre più. Ma ci sono dei momenti in cui semplicemente è impossibile controllarsi e stasera purtroppo è uno di quelli. So già che tutto questo non porterà a niente di buono, ma Sirius ha ragione, mi conosce troppo bene e non so fino a che punto potrò nasconderglielo. Resto in silenzio.

"Amy, se c'è qualcosa che non va vorrei saperlo. Magari non posso farci niente ma magari sì" insiste Sirius. E mi sento sempre peggio a sentire quel suo tono preoccupato, questo momento di debolezza non avrei mai dovuto concedermelo.

"Non è niente, davvero, e non puoi farci niente. Non costringermi a dirti cose che è meglio che tu non sappia". Quest'ultima frase mi scappa fuori prima che io possa fermarla, e vedo il viso di Sirius impallidire nello specchio.
"Cosa c'è che non dovrei sapere?" chiede.
"Niente" rispondo decisa.

"Se c'è qualcosa che non vuoi dirmi perché stai cercando di proteggermi, ricordati che io ho fatto lo stesso con te diciassette anni fa ed è stato un errore. Un errore che sto ancora pagando e che non mi perdonerò mai" ribatte  Sirius in tono amaro.

"Non è la stessa cosa" affermo "non hai davvero bisogno di sapere una cosa successa nel passato riguardo alla quale non avresti potuto fare niente; saperla non ti aiuterebbe affatto ad andare avanti, anzi ti tormenterebbe, ed io non voglio. Perché non te lo meriti".

"Ma se fino a un mese fa mi odiavi per non averti detto delle lettere di Jugson, per aver voluto risolvere tutto da solo, come dici tu..." incalza lui.
"Non ti ho mai odiato davvero e lo sai, non ci sono mai riuscita. Era rabbia, risentimento, ma non odio. Ma se tu preferisci odiarmi fai pure, non mi importa, non ti dirò niente".
"Figurati, non sarei capace di odiarti nemmeno io" insiste ancora Sirius.
"Forse se sapessi mi odieresti, o forse odieresti te stesso, non lo so, fatto sta che staresti male e credo che tu abbia già sofferto abbastanza nella tua vita senza dover fare i conti anche con questo".

"Vedi che mi stai proteggendo, quindi? Da qualcosa che non devo sapere per non soffrire..." dice quasi soprappensiero. E credo sia in quel momento che capisce di cosa sto parlando. "Amy, non mi stai dicendo che tu... che noi... l'ultima volta, nella Stanza delle necessità, quando Gazza mi ha sequestrato la mappa..."
Ha capito, ci è arrivato da solo, ormai non posso più negare. Annuisco mordendomi il labbro. Il volto di Sirius è più pallido che mai, non l'ho mai visto così pallido nemmeno quando rischiava di essere baciato dai dissennatori l'anno scorso "Perché non me l'hai detto?" La sua voce è poco più di un sussurro.

"Non lo sapevo. L'ho scoperto una settimana dopo essere arrivata a Boston. E non dirmi che avrei dovuto dirtelo, tu mi avevi lasciata, cosa avrei dovuto fare? Mandare un gufo al ragazzo che mi aveva detto di non amarmi più e che ero convinta fosse innamorato di un'altra per informarlo che aspettavo un figlio suo?" Mi trema un po' la voce ma non ho il minimo dubbio di non avere ragione, a questo proposito. Infatti Sirius si mette una mano davanti agli occhi e scuote la testa.

"Oh Amy, non posso neanche immaginare cosa devi avere passato... scusami, perdonami se puoi". La sua voce è poco più di un sussurro mentre pronuncia queste parole, dalle quali traspare tutto lo sconforto, l'amarezza, e soprattutto il senso di colpa che sta provando per avermi lasciata non solo con il cuore a pezzi per via della malattia di mio padre, ma anche incinta di un figlio suo.

"Sirius, ascoltami bene. Capisco che tu possa sentirti in colpa per quello che è successo, ma davvero non devi. Non potevi saperlo, non lo sapevo neanch'io, te l'ho detto. Non sarebbe dovuto succedere e basta. Ma siamo stati due incoscienti quella sera..." rispondo in tono amaro.

Me la ricordo benissimo quella sera: mancava poco all'inizio degli esami e noi eravamo ansiosi di passare una serata da soli, dato che non stavamo insieme dalle vacanze di Pasqua. Sirius aveva chiesto il mantello a James ma lui non riusciva a trovarlo, così ci eravamo avventurati senza, tanto avevamo la mappa del Malandrino. Eravamo stati nella Stanza delle necessità e la voglia di stare insieme era tanta che non eravamo stati molto attenti alle possibili conseguenze, non come le altre volte almeno. E poi qualcosa sulla mappa non aveva funzionato e, tornando dalla Stanza delle necessità alla torre di Grifondoro, eravamo stati beccati da Gazza che per fortuna non ci aveva messi in punizione dato che mancavano pochi giorni agli esami ma aveva sequestrato la mappa a Sirius.

"E... quando l'hai scoperto cosa hai fatto?" chiede Sirius incerto.
"All'inizio è stato uno shock, non sapevo come fare, come dirlo a mia madre, non le avevo mai nemmeno parlato di te. Ma non avevo il minimo dubbio sul fatto che l'avrei tenuto. Era una parte di me e di te, anzi sarebbe stata la parte migliore di me e di te. Gli parlavo sempre, ero certa che sarebbe stato un maschio e che sarebbe stato identico a te... avrebbe avuto i tuoi occhi e il tuo sorriso... Ma l'ho perso, tre settimane dopo. A lungo ho pensato che potesse essere stata colpa mia, anche se il medico mi aveva detto che purtroppo sono cose che possono capitare". Butto fuori queste parole tutte d'un fiato, come se stessi lanciando una bomba, ed infatti l'effetto è più o meno quello. Sirius continua a scrollare la testa tenendosela tra le mani.

"No Amy, la colpa è stata solo mia, invece. Sono stato un idiota..." mormora senza riuscire a darsi pace.

"Sirius ascoltami, non è stata colpa di nessuno, doveva andare così e basta, non pensarci più; niente di quello che possiamo dire o anche solo pensare adesso potrà riportarlo indietro".

"Avrebbe sedici anni adesso" mormora lui. "Se fosse qui, io mi sarei perso tutta la sua infanzia e gran parte della sua adolescenza, e questo non potrò mai perdonarmelo".

"Non ha importanza adesso Sirius, è inutile tormentarsi, credimi". Sono consapevole che le mie parole non possono consolarlo in alcun modo, avrei una gran voglia di abbracciarlo, se lui fosse qui vicino a me. D'altronde non sono ancora riuscita io ad accettare del tutto quello che è accaduto nonostante siano passati diciassette anni, come può farlo lui in pochi minuti?

"Lily lo sapeva?" mi domanda ancora.

"No, non l'ho mai detto a nessuno. Tranne che a mia madre, dopo l'aborto; è successo in ospedale, mentre ero a trovare mio padre. E in un certo modo, quello che è successo mi ha aiutato ad aprirmi con mia madre e a tirare fuori tutto il dolore che stavo provando. Lei naturalmente era sconvolta quando aveva saputo che aspettavo un bambino e l'avevo perso, non sapeva nemmeno che avessi avuto un ragazzo a scuola, così le ho raccontato tutto della nostra storia, persino che le avevo mentito per le vacanze di Natale. Abbiamo parlato molto, lei naturalmente, venendo da una famiglia purosangue, conosceva la tua famiglia e sapeva chi fossi tu, c'è rimasta male anche lei quando tre anni dopo ha letto sulla Gazzetta del Profeta che eri finito ad Azkaban, anche se sapeva quanto mi avessi fatta soffrire. E poter parlare di tutto questo con lei è stato terapeutico. Ho tirato fuori il dolore, la disperazione, la delusione, la rabbia, tutti i sentimenti che provavo e che, schiacciati dentro di me senza poter uscire, mi stavano uccidendo. Da lì ho iniziato piano piano a risalire dal baratro, anche se poi mi ci è voluto ancora del tempo prima di riuscire a riprendere i contatti almeno con Lily".

Continuiamo a parlarne ancora, per molto tempo, e parlandone mi accorgo che ripensare a quel periodo non mi fa più così tanto male. E se da una parte mi dispiace avergli dato anche questo dolore, dall'altra sono sollevata, così non ci saranno più cose non dette tra noi. Sappiamo tutto quello che c'era da sapere a proposito della fine della nostra storia, sappiamo di averne sofferto moltissimo entrambi, e forse soprattutto io riuscirò finalmente a metterci una pietra sopra e ad andare avanti. Quando finalmente ci salutiamo sono quasi le tre di notte; appoggio la testa sul cuscino e mi lascio andare a un lungo sonno senza sogni.

 

 

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Capitolo 35
*** CAPITOLO 34 - INCONTRI IMPORTANTI ***


CAPITOLO 34 - INCONTRI IMPORTANTI

 

Appena Marina mi vede entrare nel suo ufficio la mattina dopo, mi punta subito addosso i suoi occhi azzurri per guardare dentro la mia mente prima ancora che io possa salutarla. Poi si alza, mi viene incontro e mi abbraccia. "Amy, tesoro, mi domando se un giorno riuscirò mai a vedere la tua mente serena e libera da sofferenze e preoccupazioni" mormora accarezzandomi la schiena.

"Una vita serena e senza preoccupazioni non farebbe per me, sarebbe troppo noiosa!" esclamo sorridendole, e non credo nemmeno di essere poi tanto lontana dalla verità. "Come stai tu?" Ti trovo sempre in perfetta forma!" continuo io, ed anche questo è vero. Non vedevo Marina da due anni, l'ultima volta che ero stata qui era per parlarle della proposta che avevo ricevuto da Silente e della mia intenzione di lasciare l'Italia e tornare a Hogwarts. Lei mi aveva chiesto se ne fossi davvero sicura e così le avevo raccontato di Harry, di tutta la sua storia, e che avevo deciso di accettare la proposta di Silente soprattutto per poterlo finalmente conoscere.
Ed ora riprendo la storia esattamente da dove l'avevo interrotta, raccontando a Marina di quello che è successo dalla fine del torneo tremaghi in poi.

Lei mi ascolta con grande attenzione, ma il suo sguardo diventa sempre più preoccupato man mano che procedo col racconto, e quando ho terminato, spiegandole anche il motivo per cui sono qui, commenta, con voce molto più calma di quanto mi sarei as...

Lei mi ascolta con grande attenzione, ma il suo sguardo diventa sempre più preoccupato man mano che procedo col racconto, e quando ho terminato, spiegandole anche il motivo per cui sono qui, commenta, con voce molto più calma di quanto mi sarei aspettata: "Quello che mi hai appena raccontato è terribile. Vi aspettano tempi molto difficili, e se lui vincerà arriveranno anche per noi, perché Voldemort non si accontenterà di sottomettere il mondo magico solo in Gran Bretagna. Conta pure sul mio pieno e incondizionato appoggio Amy, e se ci sarà da combattere puoi star certa che verremo a darvi una mano. Devi tornare qui e raccontare all'intera comunità magica italiana quello che mi hai appena riferito. Dammi un po' di tempo e organizzerò un grande incontro coinvolgendo i nostri insegnanti e tutti gli esponenti delle famiglie magiche che ritengo affidabili. Dovrai solo presentarti e raccontare a tutti quello che hai appena detto a me. Non c'è tempo da perdere, mi metterò subito al lavoro".

"È fantastico Marina, decisamente più di quanto mi aspettassi, ti ringrazio davvero tanto!" esclamo entusiasta, poi continuo "Sei certa che possiamo fidarci proprio di tutti gli insegnanti?" chiedo dopo un attimo di esitazione.
"So a chi stai pensando, ma non preoccuparti, mi fido di Simone". Già, mi riferivo proprio a Simone Baldi, l'insegnante di Trasfigurazione nonché mio ex fidanzato.

Simone aveva cominciato ad insegnare alla scuola di magia di Firenze cinque anni dopo il mio arrivo in quella stessa scuola, ed eravamo andati subito d'accordo. In breve tempo eravamo diventati amici ed avevamo iniziato a frequentarci anche fuori dalla scuola. Lui aveva due anni più di me ed era un uomo bello ed enigmatico; ne ero parecchio attratta anche fisicamente, ma lui non aveva mai mostrato di essere interessato a me se non come amica, ed io non volevo complicazioni sentimentali, trovavo perfetto il nostro rapporto di amicizia.
Ma una sera, mentre passeggiavamo dopo una cena fuori, lui mi aveva baciata ed eravamo finiti a casa mia, e le cose tra noi erano inevitabilmente cambiate. Eravamo stati fidanzati per quasi tre anni, e con lui avevo provato sul serio a dimenticare Sirius. Ma poco prima della fine della scuola, avevano cominciato a circolare delle voci, messe in giro non so da chi, secondo cui Simone era arrivato qui direttamente dall'Albania dove pare avesse avuto esperienze con la magia oscura. Qualcuno sosteneva addirittura che Simone avesse incontrato anche Voldemort, o quello che rimaneva di lui, che si era nascosto nelle foreste dell'Albania dopo la sua caduta cercando di sopravvivere, e forse gli aveva dato una mano. Naturalmente avevo chiesto conferma a Simone ma lui non aveva confermato né negato, mi aveva detto solo che dovevo fidarmi di lui e poi semplicemente si era limitato a cambiare argomento. Ma io avevo imparato sulla mia pelle a non fidarmi più di nessuno. Avevo già fatto quello sbaglio e non l'avrei rifatto mai più. Poche settimane dopo, era arrivato Silente a propormi di insegnare a Hogwarts, e ne avevo approfittato anche per allontanarmi da Simone.

Guardo Marina perplessa ma non oso ribattere; anche lei, come Silente, ha quel potere silenzioso di far capire al suo interlocutore quando non è il caso di discutere le sue scelte. Ma lei sa dare voce a ogni mio pensiero; non che Silente non lo saprebbe fare, ma in effetti normalmente non lo fa.
"Sei dubbiosa Amy, lo vedo e lo capisco. Ma ti prego, fidati di me. So cose di lui che molti, te compresa, non sanno. E comunque sarebbe impossibile tenerlo fuori, gran parte della comunità magica italiana sarà coinvolta e preferisco che lui sappia. Se dovesse fare un passo falso sarà più facile controllarlo". E di Marina mi fido come mi fiderei di Silente, non ho assolutamente nessun motivo per dubitare di lei.
"Va bene" annuisco sorridendole "allora fammi sapere quando organizzerai l'incontro e ci sarò" aggiungo alzandomi per congedarmi.
Mi sto già dirigendo verso la porta quando le sue parole mi raggiungono come una frustata nella schiena. "La paura dei tuoi sentimenti non ti porterà da nessuna parte Amy, anzi ti rovinerà. Ci sono situazioni in cui vale semplicemente la pena di mettersi in gioco e rischiare, e la tua è una di quelle".

"Grazie Marina, ci penserò" rispondo laconica prima di abbassare la maniglia e uscire.
"Fallo davvero, non essere testarda" la sento ammonirmi mentre mi chiudo la porta alle spalle.

Quel pomeriggio, ricevo la risposta di Mary, che mi conferma che verranno a cena qui domani sera. Le scrivo in fretta le indicazioni per raggiungere casa mia, poi vado a fare la spesa e comincio a cucinare per stasera dato che ho invitato a cena i miei cugini con le rispettive famiglie.

La cena è un grande successo, i bambini giocano in giardino e si divertono ancora con le mie magie e, una volta rimasta di nuovo sola, prendo lo specchietto e chiamo Sirius. Il suo volto appare subito, evidentemente era ansioso di sapere come fosse andato il mio incontro con Marina. Glielo racconto e lui si dimostra subito entusiasta.
"Vuoi che lo riferisca agli altri o preferisci aspettare?" mi chiede. Mi piacerebbe farlo sapere, in realtà, dato che tutti sapevano che avrei incontrato Marina oggi, ma...

"Come spiegheresti il fatto che ho infornato te e non, ad esempio, Silente?" chiedo a mia volta, in risposta alla sua domanda.
"Non voglio che si sappia dei due specchi" riflette Sirius "ma è anche vero che se passa troppo tempo senza che tu dia tue notizie, forse qualcuno potrebbe provare a contattarti tramite il Patronus".
"E io non voglio che si sappia che non riesco a evocare il mio Patronus" aggiungo ansiosa.
"Potrei dire che sono stato io  per primo a mandarti il mio Patronus per avere tue notizie, e tu mi hai mandato il tuo in risposta. Sono certo che nessuno se ne meraviglierà..." il tono amaro di Sirius mi colpisce come uno schiaffo, ma mi impongo di fingere che le sue parole non mi turbino minimamente.
"Grazie, apprezzo molto il tuo aiuto, davvero" mormoro solamente.
"Questa me la segno!" esclama lui ritrovando il sorriso.
Lo informo che domani verrà a cena Mary e che mi metterò in contatto con lui subito dopo.

Mary, il marito e i due figli si presentano a casa mia in perfetto orario. La mia amica è cambiata moltissimo: ha perso parecchi chili, è vestita in modo elegante e porta i capelli scuri molto corti; il marito, invece, è un uomo alto con i capelli color miele, lunghi come li porta adesso Sirius e con barba e baffi proprio come lui, anche se devo riconoscere che non è bello nemmeno la metà di Sirius. I figli, Markus di dodici anni e Andreas di nove, sono la fotocopia esatta del padre.

Con Mary chiacchieriamo un po' dei tempi della scuola e di cosa abbiano fatto dopo. Al termine della cena, racconto loro del ritorno di Voldemort e di quello che sta facendo l'Ordine della fenice. Ma mentre Mary si mostra interessata al mio discorso, il marito scuote la testa come se non ci credesse. E in effetti non ci crede, e ribadisce più volte che per lui tutto quello che sto dicendo è assurdo e che lui non intende schierarsi da nessuna parte. Cerco di fargli capire, con gentilezza, che sta sbagliando, ma lui non vuole sentire nulla delle mie spiegazioni e a un certo punto si alza bruscamente e ordina a Mary e ai ragazzi di seguirlo.

Dire che ci sono rimasta male sarebbe riduttivo, vado subito a prendere lo specchietto per raccontarlo a Sirius ma, per quanto lo chiami, lui non risponde.
Per un attimo mi faccio prendere dal panico: che abbia fatto qualche imprudenza e sia stato catturato? Riprovo più volte a chiamarlo ma non succede nulla. Decido di andare a dormire ma non riesco a prendere sonno e quando finalmente ce la faccio, il mio sonno è molto agitato e mi sveglio diverse volte durante la notte, in preda agli incubi su una possibile cattura di Sirius.

Riprovo a chiamarlo la mattina successiva, e finalmente lo vedo apparire nello specchietto. "Sirius, è successo qualcosa? Ho provato a chiamarti varie volte ieri sera..." gli domando senza riuscire a nascondere l'ansia.
"Mi dispiace Amy, non volevo farti preoccupare. È successo qualcosa, sì, riguarda Harry. Ieri sera è stato attaccato da due dissennatori".

"Che cosa?! Ma non è possibile, i dissennatori non frequentano quartieri babbani come quello in cui vivono gli zii di Harry!" esclamo sconvolta.

Stando a quanto racconta Sirius, Harry è stato attaccato da due dissennatori insieme a suo cugino Dudley, mentre si trovavano poco distanti dalla casa dei suoi zii. Harry ha evocato il suo Patronus ed ora rischia di essere espulso da Hogwarts. Sono assolutamente senza parole, conosco il quartiere in cui vivono i Dursley, è lo stesso in cui vivevano i genitori di Lily: che cosa ci facevano là dei dissennatori? Potrebbe averli mandati il Ministero apposta per far espellere Harry da scuola? E come mai non c'era nessuno a sorvegliare Harry come era stato stabilito da Silente?

A quanto sostiene Sirius, doveva essere Mundungus a sorvegliare Harry ieri sera, ma non l'ha fatto; se ci fosse stato lui, evidentemente, Harry non avrebbe dovuto usare la magia per scacciare i dissennatori, lo avrebbe fatto Mundungus stesso. Questo è veramente un bel problema e non oso immaginare la reazione di Silente. Sirius mi assicura che Silente è intervenuto subito e così Harry per il momento non è stato espulso da scuola ma dovrà presentarsi al Ministero per un'udienza nella quale verrà discusso l'accaduto; l'udienza si terrà il 12 agosto e mi domando se per quel giorno sarò tornata a Grimmauld Place o sarò invece ancora qui. Non ho più avuto notizie di Marina, ma è anche vero che le servirà qualche giorno per organizzare l'incontro con maghi e streghe di tutta Italia.
Sirius mi informa infine che probabilmente nei prossimi giorni qualcuno dell'Ordine andrà a prendere Harry a Privet Drive e lo porterà al quartier generale, e gli chiedo di tenermi informata perché vorrei davvero sapere quando succederà, anche se temo proprio che non potrò essere presente.

I giorni successivi passano senza altre novità rilevanti per me: passo le giornate con i miei "nipotini" e ogni sera sento Sirius tramite lo specchietto. Una sera lui mi dice che il giorno successivo Harry arriverà al quartier generale e gli chiedo di non parlare di me a Harry, vorrei potergli spiegare io il mio coinvolgimento nell'Ordine quando tornerò.
Ho provato di nuovo e più volte ad evocare il mio Patronus ma dalla mia bacchetta non esce più che qualche sbuffo di fumo argenteo. Sono molto scoraggiata, e ormai convinta che probabilmente non ci riuscirò davvero più. Per fortuna quando tornerò dall'Italia starò a Grimmauld Place e poi a Hogwarts e non dovrei avere necessità di evocare il Patronus, ma questo pensiero non mi impedisce di sentirmi frustrata per non riuscire a fare un incantesimo che da ragazza non mi aveva mai creato alcun problema, anzi mi riusciva con grande facilità.

Finalmente ricevo una lettera da Marina che mi informa che è riuscita a organizzare tutto per il 17 agosto. Ancora qualche giorno, e poi finalmente potrò tornare a Londra ed anche rivedere Harry. Quella sera chiedo a Sirius di farmi sapere appena potrà dell'udienza di Harry che si terrà al Ministero il giorno dopo.
"Va bene" risponde lui "sai, Harry mi ha chiesto se potrà venire a vivere qui con me, nel caso in cui dovesse essere espulso da Hogwarts".

"Non succederà Sirius, lo sai vero? Silente non permetterà mai che Harry venga espulso da Hogwarts. Scusa se te lo dico ma sarà meglio che tu non ti faccia illusioni".
Lui assume un'espressione cupa e contrariata "Non mi sto affatto illudendo" ribatte seccato, e capisco che non è il caso di insistere, è già andato troppo oltre con le illusioni e mi dispiace per lui, perché sono assolutamente certa che Harry non verrà affatto espulso.

 Lui assume un'espressione cupa e contrariata

La conferma ce l'ho il mattino seguente quando Sirius mi chiama allo specchietto per avvisarmi che l'udienza è andata bene ed Harry è stato assolto. Me lo dice con tono fintamente allegro, e naturalmente evito di infierire commentando oltre, so benissimo che una parte di lui un po' ci sperava che Harry venisse espulso e andasse a vivere con lui. Per cambiare discorso, e dato che me ne sono dimenticata ieri, lo informo che l'incontro organizzato da Marina si terrà il 17 agosto, e Sirius mi sembra sollevato.
"Quindi tornerai la settimana prossima?" mi chiede con una lieve inflessione ansiosa nel tono di voce.
"Non ne sono certa, te lo dirò con sicurezza dopo l'incontro. Se non ci sono intoppi e trovo subito il volo, potrei tornare anche il giorno dopo, altrimenti vedremo".

I giorni passano lenti e pigri; dedico molto tempo ai bambini ma la vita a Grimmauld Place mi manca molto. Mi mancano i ragazzi e, non vorrei ammetterlo e di certo a lui non lo direi mai, ma mi manca Sirius, non faccio che pensare a lui e ogni giorno aspetto con trepidazione la sera per potergli parlare tramite lo specchietto.

Finalmente arriva il 17 agosto. Marina mi ha chiesto di presentarmi nell'aula magna della scuola di magia di Firenze, che corrisponde come grandezza più o meno alla Sala Grande di Hogwarts. Quando varco la soglia dell'aula, mi tremano le gambe: è completamente piena di gente, ci saranno un centinaio di persone, e il panico si impossessa per un attimo di me: non mi è mai capitato di dover parlare di fronte a così tante persone e mi chiedo se ce la farò. Le uniche facce che conosco sono quelle dei miei ex colleghi insegnanti in prima fila. Tra loro c'è anche Simone.

Mi guardo intorno cercando Marina e finalmente la vedo venirmi incontro. Mi conduce nella parte anteriore dell'aula, dove c'è un palco da cui posso parlare in modo che tutti mi vedano.
"Sei pronta?" mi chiede Marina per la quale naturalmente i miei pensieri sono un libro aperto. "Non preoccuparti per tutte queste persone, fai finta di stare parlando solo con me, come quando ci siamo viste l'ultima volta. Ora io farò una breve introduzione, poi ti lascerò la parola" conclude decisa, quindi si volta e si rivolge alla platea di fronte a noi. 

"Buongiorno a tutti e grazie per essere venuti qui oggi. Alcuni di voi sanno già il motivo di questa riunione ma molti altri non ancora. Ebbene, vi ricorderete che quattordici anni fa in Gran Bretagna c'è stata una guerra, condotta da Lord Voldemort e dai suoi seguaci, i mangiamorte. Voldemort aveva preso grande potere all'epoca, ma il 31 ottobre 1981 è caduto mentre cercava di uccidere un bambino che all'epoca aveva solo un anno, dopo aver ucciso i suoi genitori, James e Lily Potter". Fa una breve pausa mentre nell'aula scende un silenzio irreale, i brusii che ho sentito quando Marina ha pronunciato apertamente il nome di colui-che-non-deve-essere-nominato si sono interrotti di colpo. "Dovete sapere che Voldemort è tornato e sta cercando di riprendere potere. E naturalmente cercherà di uccidere il bambino che è sopravvissuto, Harry Potter. La nostra ex insegnante di Incantesimi, Amy Mancini, è venuta qui direttamente dalla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, dove insegna attualmente, a chiedere il nostro supporto e lascio quindi la parola a lei, che vi racconterà in modo dettagliato come è avvenuto il ritorno di Voldemort e le reazioni del Ministero della Magia inglese. Amy, a te la parola".

Mi schiarisco la voce, saluto e ringrazio anch'io tutti per la partecipazione, e poi comincio a raccontare, dalla terza prova del torneo tremaghi in avanti. Parlo senza sosta per oltre mezz'ora e quando ho terminato, comincia un'accesa discussione tra il pubblico su come la comunità magica italiana possa essere utile all'Ordine della fenice. Sono davvero colpita dall'entusiasmo e dalla voglia di partecipare dei maghi e streghe italiani, ma Marina li frena. "Per il momento non dobbiamo fare nulla" precisa "ma se sarà necessario dovremo mobilitarci e allora occorrerà l'aiuto di tutti voi. Se siete dei nostri, firmate questo foglio di pergamena e vi contatteremo a tempo debito".La folla comincia ad alzarsi per venie a firmare

La folla comincia ad alzarsi per venie a firmare. Qualcuno si ferma a farmi qualche domanda ma a un certo punto la maggior parte degli esponenti delle famiglie magiche sé ne è andata. Buttando un occhio alle firme, vedo che la maggior parte dei cognomi corrisponde a quelli dei miei ex studenti, e vedo anzi anche alcuni nomi di miei ex studenti che hanno finito la scuola alcuni anni fa. Gli ultimi ad alzarsi per venire a firmare sono i miei ex colleghi, circa una decina di persone; Simone è l'unico ad avere un attimo di esitazione prima di firmare ma alla fine lo fa anche lui.

L'aula si è svuotata quasi interamente, siamo rimaste solo io e Marina. "Bene, possiamo andare" dice lei raccogliendo il foglio di pergamena con le firme. "Amy ottimo lavoro, sei stata molto chiara, penso che a questo punto tu possa tornare a Londra se vuoi, resteremo in contatto e comunque ci farai sapere quando ci sarà bisogno del nostro intervento. D'accordo?"

"Sì Marina, va bene. Ti devo ringraziare davvero tantissimo per quello che hai fatto, è importante per l'Ordine della fenice sapere di poter contare su di voi!" esclamo prendendole le mani tra le mie.

"Non preoccuparti, non conosco personalmente Silente, ma so molto di lui e lo reputo una persona straordinaria, oltre che uno dei maghi più potenti di tutti i tempi" risponde lei "e poi è stato bello rivederti" aggiunge abbracciandomi. "Ora devo andare; a presto cara, abbi cura di te. E ricordati quello che ti ho detto nel mio ufficio" dice infine strizzandomi l'occhio.

Mentre guardo Marina allontanarsi, sento alle mie spalle una voce calda e profonda che conosco bene. "Ciao Amy, non pensavo che ti avrei rivista... non così presto almeno... ti trovo bene...". È Simone, lo riconosco prima ancora di essermi voltata.
"Ciao Simone, grazie, ti trovo bene anch'io" rispondo voltandomi a guardarlo.

Simone è un bell'uomo, non c'è nulla da dire. Non è molto alto, ma ha un fisico scolpito, capelli castani e grandi occhi scuri molto espressivi. Non credo di esserne stata mai veramente innamorata, ora che ho rivisto Sirius me ne rendo conto, ma per un po' avevo davvero creduto che potesse funzionare tra noi.

"Dovresti darmi qualche spiegazione, non credi? Due anni fa sei praticamente scappata" dice guardandomi fisso negli occhi.
"Conosci perfettamente i motivi per cui ho deciso di tornare in Gran Bretagna, ne avevamo parlato. E, se ben ricordi, anch'io ti avevo chiesto delle spiegazioni che però tu non mi hai mai dato" ribatto seccata. "E comunque tra me e te è finita due anni fa, sarebbe inutile riaprire vecchie ferite, non credi?"

Simone assottiglia le labbra e riduce gli occhi a fessure. "C'è qualcuno nella tua vita, vero? Il tuo ex ragazzo dei tempi della scuola? Sei tornata insieme a lui?" mi chiede improvvisamente sgranando gli occhi.

"Scusa Simone, ma non sono affari tuoi" rispondo; non so come faccia a saperlo, e, nonostante le rassicurazioni di Marina, non sono certa di potermi fidare di Simone, e non voglio mettere in alcun modo in pericolo Sirius.

"E invece lo sono, perché io ci tengo a te Amy. Ho passato tre anni insieme a te, senza mai capire che tu semplicemente non potevi ricambiare i miei sentimenti perché il tuo cuore è sempre stato suo. Non te lo rinfaccio, è stato un errore mio, non saperlo vedere quando era così chiaro. Ma ero troppo preso dai miei sentimenti per te e non l'ho voluto capire che tu amavi ancora un altro, nonostante tutto il tempo che era passato".

Sono molto colpita da queste parole; Simone non è mai stato particolarmente bravo ad esprimere a parole i suoi sentimenti. "Non dipende certo da lui il fatto che tra noi sia finita. È vero che io non l'ho mai dimenticato in tutti questi anni, ma la nostra storia è finita per altri motivi, e spero tanto di potermi fidare di te, ora".
Lui resta in silenzio e mi guarda stringendo le labbra. "Scusami ma adesso devo proprio andare" aggiungo allontanandomi.

Più tardi, trovo un volo per tornare a Londra domani pomeriggio, e appena tornata a casa cerco Sirius con lo specchietto per raccontargli tutto. E mentre lo faccio, realizzo che è inutile che mi prenda in giro, mi piace sentirlo, parlarci, mi piace questo rapporto a distanza che abbiamo, ma ho anche una voglia pazzesca di vederlo di nuovo, finché dovrò tornare a Hogwarts, anche se dovrò ricominciare a lottare contro quello che provo per lui. Non trovo pace, potrei trovarla forse solo se scappassi da me stessa, o se la smettessi di scappare da quello che provo. Ma non posso permettermi di distruggere quella corazza che mi sono costruita negli anni con tanta fatica per proteggermi dalle sofferenze. Mi aspettano giorni difficili, ma non voglio amare più nel modo assoluto in cui ho amato lui e non voglio soffrire più nel modo devastante in cui ho sofferto per lui; di questo sono più che sicura.

 

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Capitolo 36
*** CAPITOLO 35 - RITORNO A GRIMMAULD PLACE ***


CAPITOO 35 - RITORNO A GRIMMAULD PLACE

 

Alzo la bacchetta e busso alla porta nera, scrostata e graffiata di Grimmauld Place numero dodici. È tardo pomeriggio e la giornata è nuvolosa e ventosa. Sono stata via quasi tre settimane ma sembra sia passato un secolo. È Sirius ad aprirmi la porta e, come prima che partissi, mi stringe forte tra le sue braccia. Lo abbraccio anch'io, poi lo sento urlare a squarciagola "Ehi è arrivata Amy!". La signora Black ovviamente inizia ad urlare: "eccola, la mezzosangue, figlia di una traditrice del suo sangue e di un mostro! Ibrida, feccia, mucchio di spazzatura..."

"Tua madre non mi è mancata affatto sai?" dico a Sirius ridacchiando, e percorro il corridoio in direzione del dipinto per controllare quanto ancora sia ben saldo al muro. Speravo meglio, la parte superiore della cornice è appena un po' sbriciolata, forse è stato un incantesimo troppo difficile per Hermione.
"Davvero? Avrei scommesso il contrario!" sorride Sirius.

Nel frattempo arrivano la signora Weasley, Remus, Ginny, Ron, Hermione, Fred, George e infine Harry. Ginny è la prima a lanciarmisi addosso e abbracciarmi con trasporto "Amy, finalmente, mi sei mancata tantissimo!" esclama guadagnandosi un'occhiata incuriosita di Harry. Li abbraccio tutti, mi sono mancati davvero tanto.

L'ultimo ad avvicinarsi a me è Harry, e dal modo in cui mi guarda capisco che non sa nulla, come speravo. "Ciao Harry, ti sembrerà strano vedermi qui ma vorrei parlare un attimo con te e spiegarti alcune cose" gli dico.
"Va bene professoressa" risponde lui incerto.

Gli faccio cenno di seguirmi, andiamo in cucina e ci sediamo al lungo tavolo di legno

Gli faccio cenno di seguirmi, andiamo in cucina e ci sediamo al lungo tavolo di legno.
"Harry, ti prego innanzitutto di darmi del tu. Finché non siamo a scuola non sono la tua insegnante di Incantesimi ma semplicemente Amy. So cosa è successo con i dissennatori, e sono molto felice che tu non sia stato espulso da Hogwarts, ma conoscendo Silente non avevo grossi dubbi in proposito. Immagino che tu ormai sappia cos'è l'Ordine della fenice, ed io ne faccio parte. Ho passato qui il mese successivo alla fine della scuola, sono partita per l'Italia una settimana prima che tu venissi portato qui, per fare alcuni lavori per l'Ordine".

Noto le pupille di Harry dilatarsi appena a questa notizia. Mi fermo un attimo per dargli modo di intervenire ma, poiché non lo fa, proseguo. "Non so cosa ti sia stato detto di preciso sull'Ordine e sulle sue attività, e non spetta a me fare certe rivelazioni, ma finalmente posso dirti altre cose, che ho dovuto tacerti negli scorsi due anni, e non per scelta mia ovviamente".

Harry mi guarda con aria interrogativa ma continua a non dire nulla, così proseguo. "Harry devi sapere che io ho studiato a Hogwarts ed ero una Grifondoro. Ho la stessa età di tua madre. Lily era in dormitorio con me, ed è stata la mia migliore amica". Vedo le sue pupille dilatarsi ulteriormente, l'informazione evidentemente ha colpito nel segno. Resto un attimo in silenzio.
"Mi parli... cioè... parlami di lei, ti prego" mormora Harry con la voce che gli trema.
"Harry, è terribile da dire ma penso di aver conosciuto Lily meglio di chiunque altro, a parte i suoi genitori. Lei per me è stata come una sorella, é stata una delle persone più importanti della mia vita". Abbasso leggermente la testa e alzo lo sguardo. "Harry, devi sapere che tua madre era la persona più bella del mondo. Forte, coraggiosa, onesta e leale, tutti le volevano bene ed in effetti era impossibile non volergliene, credimi. È stata un'amica preziosa, come non ne avevo mai avute prima. Era seria, responsabile, ma anche divertente e non si tirava mai indietro se c'era bisogno del suo aiuto. C'era sempre per me, sapevo di poter contare sempre su di lei. E invece io purtroppo non ho potuto starle vicino fino alla fine, e non sai quanto ancora io mi senta in colpa per questo... Condividevamo un sogno, io e lei, quello di diventare Auror e combattere contro Voldemort e i suoi seguaci, ma poi purtroppo le cose sono andate diversamente..." mi trema un po' la voce e sono costretta ad interrompermi.

"Perché dici così?" chiede Harry perplesso.
"Sono dovuta partire per gli Stati Uniti appena finita la scuola. Mio padre era malato gravemente e ho seguito lui e mia madre laggiù. Non riesco ancora a perdonarmi per non essere tornata per il matrimonio dei tuoi genitori o almeno per conoscere te, ma c'erano altri problemi e... sarebbe stato difficile, ecco. Ho pensato spesso di venire a cercarti dopo la morte dei miei genitori, tu dovevi avere circa quattro anni; conoscevo tua zia Petunia e sapevo che non saresti stato felice con lei... ma non ero nessuno per te, non avevo alcun diritto nei tuoi confronti... scusami Harry. E scusami se non ti ho parlato prima di tutta questa storia, ma quando Silente mi ha offerto di insegnare a Hogwarts due anni fa mi aveva chiesto di non farlo, ed aveva un senso perché, se si fosse saputo, gli altri studenti avrebbero potuto pensare che io cercassi di favorirti perché ero amica di tua madre. Spero non te la prenderai con me..."
"Beh, se l'avessi saputo avrei potuto passare l'estate scorsa e anche questa con te, anziché con i Dursley. Avevo tanto sperato di poterlo fare con Sirius, quando ho scoperto chi era, ma poi Codaliscia è scappato e anche Sirius è dovuto fuggire..." risponde Harry in tono amaro.

"E non sai quanto lo avrei desiderato anch'io Harry. Ma avevo fatto una promessa a Silente, e non potevo infrangerla, mi dispiace. E comunque quest'estate, come ti dicevo, l'ho passata qui, e Silente..."

"Sì lo so! Silente voleva tenermi all'oscuro di tutto!" sbotta lui alzandosi.

"Harry, Silente sa quello che fa, credimi. E anche se magari non riusciamo a capire subito il significato di alcune sue scelte, ti assicuro che un senso c'è, sempre. Dobbiamo solo fidarci di lui" cerco di spiegargli. "È stato ed è ancora difficile anche per me, sai? Con me Silente è passato improvvisamente da chiedermi di non rivelarti il mio passato a chiedermi di entrare a far parte dell'Ordine della fenice e passare l'estate qui, con alcuni dei miei studenti che quindi avrebbero saputo la verità su di me. E, ti prego, non prendertela con loro se non te ne hanno parlato, sono stata io ad insistere perché non lo facessero, quando ho saputo che saresti arrivato. Volevo essere io a spiegarti tutto, non volevo che lo sapessi da qualcun altro".

Harry sembra essersi calmato e torna a sedersi. "Quindi tu conoscevi anche mio padre? E Sirius?"
"Sì certo, anche loro erano Grifondoro del mio stesso anno. Con James però siamo diventati amici solo alla fine del sesto anno, non prima".
"E come mai?" chiede lui.
"Eravamo due gruppetti separati, noi cinque ragazze e loro quattro ragazzi. Io e Lily dal quarto anno abbiamo iniziato a legare con Remus, che era l'unico tra loro con la testa a posto. Lo sai, vero, che si facevano chiamare "i Malandrini"? A tutti e quattro, ma specialmente a tuo padre e Sirius piaceva violare tutte le regole della scuola, e finivano molto spesso in punizione, quindi noi non è che avessimo tutta questa voglia di farci amicizia, ci tenevamo alla larga, a parte una di noi, Marlene McKinnon, che era perdutamente innamorata di Sirius. James invece aveva una cotta per Lily, credo dal momento in cui l'ha incontrata sull'Hogwarts Express al primo anno, e non l'ha mai nascosto, sai? È sempre stato molto esplicito con lei. Ma lei era una ragazza con la testa sulle spalle, e non sopportava granché i modi un po' arroganti di tuo padre. Poi a un certo punto lui ha cominciato a cambiare, a comportarsi in modo più serio e maturo, a darsi meno arie, ed in quel periodo è venuto a chiedere consiglio a me su come poter conquistare Lily. È stato così che siamo diventati amici, io e James. Ma Lily in quel periodo stava con un altro ragazzo e, anche se James le aveva confessato cosa provava davvero per lei, Lily aveva fatto la sua scelta: il suo fidanzato dell'epoca. E poi all'inizio del settimo anno, Lily e quel ragazzo si sono lasciati, e James è stato libero di farsi avanti, dimostrandole di essere cresciuto e maturato. È così che si sono fidanzati, e la loro è stata una storia molto bella. Tuo padre era anche molto bravo a giocare a Quidditch, era un cercatore come te, ma probabilmente questo lo sai già. Con lui abbiamo vinto la coppa di Quidditch tutti gli anni dal quarto in poi, eravamo imbattibili!"

"È bello sentirti parlare così di loro, mi sembra quasi di vivere la loro vita a scuola con i tuoi occhi" mormora Harry "Remus e Sirius mi hanno parlato moltissimo di mio padre, ma non così tanto di mia madre".
"Sono certa che dovunque siano ora, saranno entrambi molto orgogliosi di te, Harry. C'è davvero tantissimo di loro, in te".
"Grazie profess... ehm, cioè, Amy" farfuglia lui un po' imbarazzato.

 ehm, cioè, Amy

Mi alzo in piedi e gli sorrido. "D'ora in poi sappi che potrai contare su di me Harry, sempre, per qualsiasi cosa" mormoro, e poi gli tendo le braccia dicendo "Vieni qui". Si alza anche lui e ci stringiamo in un forte abbraccio. E sorrido pensando che Lily e James ci staranno guardando da lassù. E mentalmente prometto loro che farò tutto il possibile per proteggerlo e aiutarlo.

L'ultimo giorno prima dell'inizio della scuola i ragazzi ricevono le lettere da Hogwarts con le liste dei libri per il quinto anno, e scopriamo che Ron ed Hermione sono stati nominati prefetti. È Molly a urlarlo a squarciagola per tutta la casa, non l'ho mai vista così felice in due mesi che la conosco. Annuncia che oggi pomeriggio andrà a Diagon Alley a comprare i libri per i ragazzi e una scopa nuova per Ron, e per stasera organizzerà una festicciola in onore dei due prefetti. Harry ha l'aria cupa, credo ci sia rimasto un po' male; d'altronde, con tutto quello che ha passato in questi anni, mi sembra normale che si aspettasse di ricevere lui la spilla.

 Harry ha l'aria cupa, credo ci sia rimasto un po' male; d'altronde, con tutto quello che ha passato in questi anni, mi sembra normale che si aspettasse di ricevere lui la spilla

Alla festa partecipano anche Kingsley, Tonks e Moody, oltre a Bill e Mundungus che arrivano poco dopo con il signor Weasley. Molly, che ha appena finito di decorare la cucina con un grosso striscione in onore di Ron ed Hermione, chiede a Moody di controllare cosa c'è nello scrittoio del salotto e Moody, con il suo occhio magico, conferma che si tratta di un molliccio. L'occhio magico non è invece mai riuscito a vedere dentro il baule che avevamo trovato il primo giorno in camera di Hermione e Ginny, quindi abbiamo finito per dimenticarcene, lasciandolo in salotto.

Quando tutti hanno da bere, il signor Weasley propone un brindisi in onore di Ron ed Hermione.
"Io non sono mai diventata prefetto!" esclama a un certo punto Tonks in tono allegro. Questa sera sembra una Weasley anche lei, con i capelli color rosso pomodoro e lunghi fino alla vita.

"Ah, nemmeno io!" esclamo sorridendo.
"Anche a te Amy mancavano delle qualità indispensabili per diventare prefetto? Tipo comportarsi bene?" ridacchia Tonks rivolgendosi a me.
"Eh già!" interviene Remus rispondendo al posto mio e guadagnandosi una gomitata nello stomaco da parte mia.
Ginny scoppia a ridere; Hermione invece beve un sorso troppo lungo di burrobirra e quasi si soffoca.

"E tu, Sirius?" gli chiede Ginny mentre dà grandi pacche a Hermione sulla schiena. Sirius, che è seduto accanto a Harry, fa la sua solita risata simile a un latrato.
"Nessuno mi avrebbe voluto come prefetto, passavo troppo tempo in punizione con James. Il bravo ragazzo era Lupin, lui sì che ha portato la spilla!"
"Silente sperava che sarei riuscito a esercitare un po' di controllo sui miei migliori amici" aggiunge Remus. "Inutile dire che ho fallito clamorosamente!"
"Sarebbe stata un'impresa impossibile, lo sapeva anche Silente" ridacchio divertita.

Anche Harry sorride; probabilmente sapere che suo padre non è mai diventato prefetto gli ha sollevato un po' il morale, e tutti evitiamo di nominare Lily che invece ha portato la spilla con orgoglio.

La festa prosegue allegramente: Ron è gasatissimo per la sua scopa nuova e non fa che illustrarne le caratteristiche a chiunque abbia voglia di ascoltarlo, mentre Fred e George non fanno che lanciargli battutine per tutta la sera; Hermione parla con fervore del comitato che ha creato in difesa dei diritti degli elfi domestici; Mundungus sta sicuramente organizzando qualche losco traffico dei suoi e si mette a confabulare con Fred e George.

A un certo punto, Molly comincia a sbadigliare e annuncia che andrà ad occuparsi del molliccio in soggiorno e poi direttamente a dormire e si raccomanda con Arthur di non far fare troppo tardi ai ragazzi. Nel frattempo, ho notato che Moody si è avvicinato a Harry e gli sta mostrando qualcosa che evidentemente deve essere una fotografia perché Moody continua a spostare il dito su di essa, come per indicare qualcosa a Harry.
"Posso vedere?" chiedo avvicinandomi.

Moody sposta leggermente la foto verso di me perché anch'io possa vederla. Vi sono ritratti tutti i componenti dell'Ordine della fenice originario.
"Quando è stata scattata?" chiedo a Moody.
"Agosto 1981" risponde lui. Due mesi prima della morte di Lily e James. Ed eccoli lì, sorridenti sulla foto, vicino a un Sirius giovane e bello ma serio, senza più quell'aria da ragazzo scapestrato che aveva a Hogwarts, e che portava ancora i capelli corti ma si era già fatto crescere i baffi, come adesso. E dall'altra parte accanto a loro ecco il traditore, Codaliscia; socchiudo gli occhi e lo guardo con odio facendo un profondo sospiro che mi fa guadagnare un'occhiata di Harry. Riconosco anche Frank e Alice Paciock, e Marlene che anche nella foto lancia occhiate languide in direzione di Sirius nonostante lui l'avesse respinta.

Guardo Harry che mi sembra a disagio quanto me nel vedere quella foto, ma in quel momento interviene Sirius che si avvicina a noi per vedere cosa abbia in mano Moody. Nello stesso momento in cui Sirius si avvicina, Harry sguscia via ed esce dalla cucina; evidentemente è molto turbato. Non posso seguirlo perché Sirius prende in mano la foto e comincia a parlarmi di tutti i membri dell'Ordine che non ho conosciuto e di quali fossero i loro compiti all'interno dell'organizzazione. Lo ascolto con grande interesse; del resto forse Harry ha bisogno di stare da solo.

Dopo una decina di minuti, sentiamo la voce di Harry provenire dal piano di sopra. Con Sirius e Remus, seguiti da Moody, mi precipito di sopra e troviamo Harry in piedi sulla soglia del salotto, che guarda Molly piangere disperata sul cadavere dello stesso Harry steso a terra.
"Riddikulus!" esclama Remus puntando la bacchetta sul cadavere di Harry, che subito scompare. Un globo argenteo rimane sospeso nell'aria sul punto in cui prima era disteso il cadavere. Remus agita ancora una volta la bacchetta e anche il globo scompare in uno sbuffo di fumo.

Io e Remus ci avviciniamo a Molly ancora singhiozzante e la abbracciamo. Tra le lacrime, ci racconta che ha visto tutti i membri della sua famiglia morti e non è riuscita a fare nulla contro quel molliccio; sembra che se ne vergogni molto. Cerchiamo di consolarla e rassicurarla, soprattutto Remus.
"Molly, adesso basta" le dice con fermezza. "Le cose sono cambiate. L'Ordine è più preparato, abbiamo un certo vantaggio, sappiamo che cos'ha in mente Voldemort... Ascolta, non posso assicurarti che nessuno si farà del male, ma adesso siamo meglio organizzati. Allora non facevi parte dell'Ordine, non puoi capire. I Mangiamorte erano numerosissimi, ci venivano a cercare uno alla volta...".

Rabbrividisco alle parole di Remus, non posso fare a meno di pensare ai volti che ho visto poco fa nella foto, e dando una rapida occhiata a Harry capisco che lui sta pensando la stessa cosa. Chissà cosa ne sarebbe stato di me se anch'io fossi stata qui a combattere per l'Ordine allora... anch'io starei sorridendo da quella foto ma forse non sarei viva. È un miracolo che Remus, Sirius, Moody e alcuni altri ci siano ancora. E capisco la paura di Molly, lei teme per la sua famiglia; io una famiglia non ce l'ho ma ho tanta paura per le persone a cui tengo, Harry e Sirius per primi. Abbraccio Molly e la accompagno nella sua stanza, con ancora una forte sensazione di inquietudine che mi stringe il cuore.

Ed è arrivato anche il momento di partire per cominciare un nuovo anno scolastico a Hogwarts. Sono ancora nella mia stanza quando sento Molly urlare furiosa "VOLETE SCENDERE TUTTI QUANTI, PER FAVORE?"
So perfettamente che ce l'ha con i ragazzi, specialmente Fred e George, ma mi affretto a prendere la mia valigia e a precipitarmi giù dalle scale del terzo piano. Mentre scendo le scale, mi passano davanti Hermione e Harry anche loro trafelati come me, mentre Kreacher in un angolo borbotta ma credo sia estremamente felice di vederci andare via.

Passo davanti al ritratto della signora Black che sta ululando dalla rabbia, con tutto il fracasso che c'è oggi. Mi dà molto fastidio dover ammettere che ha vinto lei, ma purtroppo è così. In due mesi scarsi sono riuscita a staccare solo la parte inferiore della cornice e alcuni frammenti della parte superiore, niente di più. E non credo tornerò mai per un tempo abbastanza lungo da poterci riprovare.

"Harry, tu devi venire con me, Amy e Tonks" urla Molly sovrastando gli strilli ripetuti della madre di Sirius. "Lascia qui baule e civetta, ai bagagli ci pensa Alastor... oh no, Sirius, Silente ha detto di no!"
Un grosso cane nero compare improvvisamente al fianco di Harry, che sta scavalcando i vari bauli stipati nell'ingresso per raggiungere Molly.
"Oh, insomma..." sbotta Molly, esasperata. "Beh, la responsabilità è tua!"
Molly apre la porta d'ingresso ed esce. Harry e il cane la seguono; io esco per ultima e chiudo la porta con un tonfo, ponendo fine agli strilli della signora Black.
Tonks ci sta aspettando nella piazzetta; oggi ha l'aspetto di una vecchia signora con i capelli grigi a riccioli fitti e indossa un buffo cappello viola.

Ci avviamo verso King's Cross a piedi; osservo sorridendo Sirius che, nella sua forma di cagnone nero, continua a saltellare attorno a noi cercando di mordere i piccioni, facendo spaventare i gatti e inseguendo la propria coda

Ci avviamo verso King's Cross a piedi; osservo sorridendo Sirius che, nella sua forma di cagnone nero, continua a saltellare attorno a noi cercando di mordere i piccioni, facendo spaventare i gatti e inseguendo la propria coda. Harry ride di gusto nel vederlo, mentre Molly lo guarda contrariata stringendo le labbra e con gli occhi ridotti a fessure. Io provo una gran tenerezza per lui e gli faccio qualche grattino sulla testa, che lui mostra di gradire moltissimo. Povero Sirius, rinchiuso per così tanto tempo... Molly mi lancia un'occhiata eloquente, ma faccio finta di non averla vista.

Una volta dentro la stazione, ci rechiamo tutti al binario 9 e 3/4, dove l'Hogwarts express è pronto a partire. Faccio un sospiro mentre il cane nero mi lancia una lunga occhiata ed io lo accarezzo ancora un po' sulla grossa testa. "Felpato, non fare stupidaggini, ti prego!" gli sussurro "ho ancora lo specchietto, ci sentiamo presto". E lui per tutta risposta mi dà una leccata sulla guancia con la lingua felpata, mentre Molly ci guarda sempre con le labbra strette.

Nello stesso momento, vediamo arrivare Moody con un cappuccio da facchino abbassato sugli occhi, spingendo un carrello carico dei nostri bagagli.
"Tutto a posto" borbotta "non credo che ci abbiano seguito..."
Qualche istante dopo, ci raggiungono Arthur con Ron e Hermione, e Remus con Fred, George e Ginny.
Remus, Tonks e Arthur salutano me e i ragazzi, mentre Moody li ammonisce: "non dimenticate, tutti quanti... attenti a quel che scrivete nelle lettere. Se avete dei dubbi, non scrivetelo".

Sentiamo il fischio del treno e capiamo che è davvero il momento di salire. Per un breve istante, il cane nero si rizza sulle zampe di dietro e posa quelle davanti sulle spalle di Harry, ma Molly lo spinge via.

Il treno comincia a muoversi. Saluto tutti con la mano dal finestrino, insieme ai ragazzi, mentre vedo il cane nero correre accanto al finestrino, scodinzolando; poi il treno prende una curva, e Sirius sparisce dalla mia vista.

 

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Capitolo 37
*** CAPITOLO 36 - IL NUVO ANNO SCOLASTICO ***


CAPITOLO 36 - IL NUOVO ANNO SCOLASTICO

 

Non appena raggiungo il tavolo degli insegnanti in Sala Grande, mi rendo subito conto che questo non sarà un anno scolastico come tutti gli altri. Seduta accanto a Silente c'è una donna che istintivamente non mi piace proprio per niente, ho una bruttissima sensazione riguardo a lei. Ha l'aspetto di una zitella acida: tarchiata, con una faccia pallida da rospo, occhi sporgenti e corti capelli ricci color topo in cui è infilato un orrendo cerchietto, rosa come il vaporoso cardigan che indossa.

 Ha l'aspetto di una zitella acida: tarchiata, con una faccia pallida da rospo, occhi sporgenti e corti capelli ricci color topo in cui è infilato un orrendo cerchietto, rosa come il vaporoso cardigan che indossa

Dopo il consueto banchetto di inizio anno, Silente fa alcune comunicazioni di servizio e presenta i nuovi insegnanti. La donna seduta accanto a lui è la nuova insegnante di Difesa contro le arti oscure, la professoressa Dolores Umbridge, che subito interrompe il preside chiedendo la parola. Anche la sua voce è molto sgradevole, acutissima, sembra la voce di una bimbetta. La nuova insegnante tiene un noiosissimo discorso dal quale risulta chiaro che questa pazza è stata mandata qui dal Ministero della Magia per controllare e riferire tutto quello che succede a Hogwarts. La brutta impressione che ho avuto mettendo piede a Hogwarts questa sera è confermata: sarà un anno particolarmente difficile, per tutti.

Quando apro la porta del mio ufficio, mi sembra siano passati anni luce da quando l'ho richiuso due mesi fa. È stata un'estate davvero intensa e ricca di emozioni. Se qualcuno mi avesse detto che avrei rivisto Sirius e addirittura sarei riuscita ad instaurare un rapporto quasi amichevole con lui, non avrei mai potuto crederci.

Una fitta di nostalgia mi colpisce in pieno pensando a lui. Vivere con lui sotto lo stesso tetto per due mesi è stato doloroso ma anche piacevole, e mi sorprendo nel provare ansia a non sapere se avremo mai un'altra occasione di rivederci di persona.

Ora però devo chiamarlo e dirgli delle cose che non gli piaceranno. Estraggo dalla mia valigia lo specchietto e chiamo "Sirius!". Il suo viso appare immediatamente.
"Amy, che bello vederti. Come vanno le cose a Hogwarts?" mi chiede sorridendo.
"Non bene, purtroppo" sussurro. "C'è una nuova insegnante di Difesa contro le arti oscure che è stata mandata qui dal Ministero per controllare Silente e quello che succede a Hogwarts. Sarà meglio che non ci sentiamo più, è troppo pericoloso. Se qualcuno venisse mai a sapere di questo specchietto, sarebbero guai grossi per te".
"Amy non esagerare, basterà che tu tenga sempre lo specchietto nella tua valigia, nessuno verrà a controllarla. E anche se trovassero lo specchio, come farebbero a collegarlo a me? Io non ti chiamerò, lo farai tu, quando potrai" cerca di convincermi Sirius, rabbuiandosi.

"Senti, non insistere per favore, io non voglio farti correre nessun tipo di rischio perché non voglio che tu venga catturato di nuovo, è chiaro?" Mi sono accorta di aver pronunciato queste parole con un tono eccessivamente ansioso e quasi disperato, così cerco di calmarmi. "Nasconderò lo specchietto e se proprio dovesse essere necessario lo userò, ma non aspettarti che possa accadere di frequente".
Noto l'espressione triste dei suoi occhi e mi affretto ad aggiungere "Mi dispiace Sirius. Ma credimi, lo faccio per il tuo bene. Sarebbe troppo rischioso sentirci troppo spesso, con quella serpe in circolazione".

Due mattine dopo, entro in classe per la mia prima lezione di Incantesimi ai Grifondoro del quinto anno, ed è così strano adesso trovarmi davanti Harry, Ron e Hermione in veste di studenti, dopo aver condiviso con loro la quotidianità a Grimmauld Place. Ma non è il momento di pensarci ora: ieri sera, a cena, ho sentito alcuni studenti che parlavano di come Harry abbia perso le staffe con la professoressa Umbridge durante la prima lezione di Difesa contro le arti oscure, ed ho deciso di parlargli.

Comincio la lezione sottolineando l'importanza dei G.U.F.O. ed il fatto che Incantesimi sia una materia assolutamente basilare per qualsiasi carriera si decida di intraprendere. Faccio ripassare ai ragazzi gli incantesimi di appello che molto probabilmente saranno materia d'esame - lo erano stati anche al mio G.U.F.O. di Incantesimi - ed assegno loro un bel po' di compiti; quest'anno proprio non si scherza. Infine, mentre gli studenti si stanno preparando per uscire dall'aula, richiamo l'attenzione di Harry. "Potter, devi perfezionarti molto negli incantesimi di appello. Mi dispiace ma dovrò darti un compito supplementare. Ti aspetto nel mio ufficio dopo pranzo, così ti spiegherò di cosa si tratta" dico nel tono più severo che mi riesce. Noto una piccola esitazione in Harry, che però poi risponde serio "Va bene professoressa Mancini".

Sono seduta nel mio ufficio quando sento bussare alla porta. "Avanti!" dico a voce alta, ed Harry entra un po' impacciato. Non appena ha chiuso la porta alle sue spalle, mi alzo e corro ad abbracciarlo.
"Harry ma cosa è successo con la Umbridge? Si dice in giro che le hai risposto male perdendo la pazienza... e lei ti ha messo in punizione per tutta la settimana, è vero?" esordisco in tono preoccupato.
"Oh Amy, quella donna è pazza!" esclama sconvolto "dice che non avremo alcun pericolo da affrontare e quindi non faremo alcuna lezione pratica di Difesa contro le arti oscure, proprio nell'anno dei G.U.F.O., ti rendi conto? E poi continua a negare che Voldemort sia tornato, secondo lei sono io che dico bugie! Non sono proprio riuscito a trattenermi. Mi ha messo in punizione per tutta la settimana..." confessa Harry sconsolato. Lo faccio sedere e prendo posto alla scrivania, di fronte a lui.

 Lo faccio sedere e prendo posto alla scrivania, di fronte a lui

"Harry, ti capisco, credimi. Quello che sta succedendo è profondamente ingiusto e capisco che tu sia esploso. Ma quella donna è stata mandata qui dal Ministero, e non vi insegnerà nulla quest'anno. Il Ministero ha emesso appositamente un decreto per poter assegnare un insegnante di Difesa contro le arti oscure ad Hogwarts, dato che Silente non riusciva a trovarne uno. Caramell non vuole che voi siate addestrati a combattere, teme che Silente possa formare un proprio esercito con cui impadronirsi del Ministero, questo è quello che si dice all'interno dell'Ordine".

Mi interrompo un attimo osservando gli occhi sgranati di Harry, poi aggiungo "è incredibile, assurdo, lo so; ma la situazione purtroppo al momento è questa e mettersi contro la Umbridge non porterà a nulla di buono, credimi".

"Sì, tu hai ragione Amy, ma anche i miei compagni non mi credono. Tutti mi evitano, credono al Ministero e alla Gazzetta del Profeta. E poi... mi domando dove sia finito Hagrid. Tu lo sai?" mi chiede Harry con espressione molto preoccupata.
Prendo le sue mani sopra la scrivania e gliele stringo. "Sì Harry, lo so. Hagrid sta svolgendo alcuni compiti molto importanti per l'Ordine. Non posso dirti di più, purtroppo, non so di preciso quando tornerà, ma stai tranquillo, Hagrid sa cavarsela alla grande. E per quanto riguarda gli altri studenti Harry, mi dispiace ma devi cercare di non darci peso. Capisco che sia difficile, ma tu sei forte e sai qual'e la verità, e un giorno verrà a galla sotto gli occhi di tutti. E poi hai sempre i tuoi amici. Hermione e Ron non ti volteranno mai le spalle, lo sai, vero?"
"Lo so, ma sono sempre troppo nervoso e finisco per trattare male anche loro. Continuano a bisticciare tra loro e questo non fa che innervosirmi ancora di più" sbotta Harry amareggiato.
"Beh, che bisticcino non mi stupisce affatto" sorrido "ci sono passata Harry, ho visto tante volte i tuoi genitori bisticciare così e loro non erano nemmeno amici..."
"Davvero?" chiede lui sgranando gli occhi "vuoi dire che...?"
"Che quando smetteranno di nascondersi dietro i bisticci, si metteranno insieme. Sì, sto dicendo esattamente questo. E ora vai, o farai tardi a lezione".

Mi alzo, mi avvicino e lo abbraccio di nuovo.
"Grazie Amy, sono contento che tu sia qui" dice sorridendo.
"Quando vuoi parlare, ricordati che ci saranno sempre compiti in più che ti aspettano nel mio ufficio!" esclamo sorridendo; poi un pensiero improvviso mi attraversa la mente. "Ah Harry, aspetta, un'ultima cosa".
"Dimmi" risponde lui irrigidendosi davanti alla mia espressione tesa.
"Per favore, non cercare di metterti in contatto con Sirius. Ora che c'è qui la Umbridge ho paura che possa essere troppo pericoloso... sai, mandargli dei gufi o qualsiasi altra cosa ti venga in mente" spiego in tono concitato. Impallidisco pensando a quello che potrebbe succedergli, ho un'angoscia terribile che mi stringe il petto, ma per il momento preferisco non dire nulla ad Harry dello specchietto, anche se so che sarebbe un modo più sicuro per lui per comunicare con Sirius.
"Sì, capisco" risponde Harry un po' amareggiato. Resta un attimo in silenzio a guardarmi, poi mi saluta, si volta ed esce richiudendosi la porta alle spalle.

 

Il lunedì successivo comincia nel modo peggiore possibile: Dolores Umbridge è stata nominata inquisitore supremo di Hogwarts; ciò significa in pratica che nei prossimi giorni parteciperà alle nostre lezioni e giudicherà l'operato di tutti noi insegnanti facendo domande a noi ed anche agli studenti. Un gufo mi consegna un suo biglietto in cui lei annuncia che sarà presente alla mia lezione di Incantesimi agli studenti di Grifondoro del settimo anno, proprio questa mattina, appena prima di pranzo. È la classe dei gemelli Weasley, speriamo che non facciano sciocchezze in presenza della Umbridge... Non so proprio cosa aspettarmi, così decido che sarò educata ma ferma e la tratterò come un ospite, senza lasciarmi distrarre nella mia lezione.

La Umbridge entra nell'aula di Incantesimi dietro gli studenti, senza quindi poter vedere Fred Weasley che, passando davanti alla cattedra, mi fa l'occhiolino mimando un "in bocca al lupo" con le labbra. Gli sorrido, poi mi volto e faccio accomodare quella megera, che anche oggi è vestita completamente di rosa e indossa in testa un cerchietto con un grosso fiocco nero.

"Buongiorno a tutti!" esordisco con voce allegra rivolta ai miei studenti "come avrete visto, oggi abbiamo qui ad assistere alla nostra lezione la professoressa Umbridge". Lei mi fa un sorrisetto compiaciuto. Cominciamo bene, Amy-Dolores 1-0.

"Oggi parleremo dell'incantesimo Oblivion, che serve per far perdere tutta o parte della memoria al soggetto che ne viene colpito. Non è un incantesimo difficilissimo se si vuole solo provocare un calo temporaneo della memoria o cancellare un singolo episodio dalla mente di qualcuno, ma può essere molto complicato se si vuole invece cancellare interamente tutta o una grossa parte della memoria della persona che ne è colpita ed è per questo che lo si studia solo al settimo anno. A seconda dell'intensità dell'incantesimo e dell'effetto che si vuole ottenere, quindi, il grado di difficoltà sarà molto diverso". Vedo con la coda dell'occhio la Umbridge che prende appunti seduta nel suo angolo e proseguo nella mia spiegazione, dimenticandomi di lei.

Verso la fine della lezione, la Umbridge interviene e si rivolge ad uno dei miei studenti, Alicia Spinnet. "Signorina, come trova le lezioni della professoressa Mancini?"
"Oh, molto buone! Considero la professoressa Mancini un'ottima insegnante, molto ben preparata!" esclama Alicia rivolgendomi un gran sorriso che subito ricambio.
"Quindi sono sempre così le sue lezioni?" insiste la Umbridge.
"Direi di sì, poi alcune volte ci capita anche di fare lezione nel parco, se dobbiamo esercitarci a fare incantesimi che necessitano di molto spazio, e quelle sono le migliori!" risponde Alicia prontamente.

Una volta terminata la lezione e una volta che l'aula si è svuotata, la Umbridge si avvicina a me con aria circospetta. "Professoressa Mancini... Mancini... un cognome particolare... da dove viene?"
"Mio padre era italiano, mia madre inglese, era l'ultima discendente dei Fawley. Io sono nata a Londra ma da bambina ho vissuto in Spagna, Francia, Italia, e poi ho studiato qui a Hogwarts, come mia madre" le spiego educatamente. Lei mi scruta con gli occhi ridotti a fessure.
"Giovane e bella. E a quanto pare, molto amata dai suoi studenti. Da quanto tempo insegna qui?"
"Da due anni. Ho iniziato ad insegnare alla scuola di magia e stregoneria di Boston quando avevo solo diciannove anni, e ho lavorato lì per quasi cinque anni. Poi, per motivi familiari, sono tornata in Italia ed ho insegnato per nove anni alla scuola di magia di Firenze".
"Un curriculum internazionale quindi" commenta lei stringendo le labbra "e, mi dica, è vero che quando lavorava a Boston ha ucciso uno studente?" Mi fa quella domanda abbassando molto il tono della voce, come se stesse dicendo qualcosa di molto sconveniente.

"Sono stata costretta a farlo. Quel ragazzo aveva preso in ostaggio dei ragazzi più piccoli e ne aveva ucciso uno del primo anno davanti ai miei occhi, stava per ucciderne un altro e non lo potevo permettere. Ero l'unica a poter intervenire" rispondo in tono appena un po' aggressivo. Accidenti, non pensavo che questa storia sarebbe venuta fuori oggi.
"Va bene" mormora la Umbridge con voce melliflua mettendo via la tavoletta "le farò avere il mio rapporto al più presto".

Resto da sola in aula con una sensazione di inquietudine che mi opprime il petto. Ma il peggio deve ancora arrivare, e lo fa puntuale dopo pranzo quando inaspettatamente Harry si presenta nel mio ufficio e mi informa che ieri sera Sirius si è messo in contatto con lui apparendo nel camino della Sala Comune di Grifondoro.

Sono furiosa e non faccio nulla per nasconderlo ad Harry. Lui evidentemente si sente in colpa perché si affretta a scusarsi. "Amy, mi dispiace, io non gli ho scritto, non ho cercato di contattarlo in alcun modo..."
"Scusami Harry, non ce l'ho con te. Non è stata colpa tua, lo so, non preoccuparti" mi affretto a tranquillizzarlo "ma quello che ha fatto e estremamente pericoloso, i camini sono sorvegliati, non ci si può fidare di nessun mezzo di comunicazione" e infatti io non mi fido tanto nemmeno degli specchi gemelli.

"Senti" dico cambiando argomento, a Sirius penserò dopo "come va con la Umbridge?"
Harry resta un attimo in silenzio, come se fosse incerto sul dirmi o meno qualcosa, poi sorride debolmente "insomma... venerdì ho finito la settimana di punizione, cerco di trattenermi con lei ma è difficile..."
"Lo capisco, lo sai, ma cerca di resistere Harry ti prego". Sorrido e aggiungo "ci pensa già il tuo padrino a darmi preoccupazioni, non metterti nei guai anche tu".
"Farò del mio meglio. Invece ho saputo da Fred e George che a te con lei è andata piuttosto bene" mi informa Harry.
"Gia". Fin quando non siamo rimaste da sole, penso senza farne parola con Harry.

Non appena Harry esce dal mio ufficio per andare a lezione, mi precipito a prendere lo specchietto e sussurro "Sirius!"
Il suo viso appare subito allo specchio, e il sorriso gli muore sulle labbra quando nota la mia espressione furiosa. "Ma come diavolo ti è venuto in mente di apparire nel camino della Sala Comune di Grifondoro? Lo vuoi capire che è pericoloso? I camini sono sorvegliati, i gufi pure, c'è il rischio che anche i muri lo siano!" devo sforzarmi di non urlare perché la rabbia che ho dentro è talmente tanta che sto per esplodere.

"Calmati, Amy" sbuffa lui alzando gli occhi al cielo "non mi ha vista nessuno, tranquilla".
"Ma come faccio a stare tranquilla? Lucius Malfoy ti ha riconosciuto a King's Cross, lo sai, sì?" continuo sempre sforzandomi di non urlare. Lui alza di nuovo gli occhi al cielo facendomi arrabbiare ancora di più "Scusa, sai, se mi preoccupo per te!" esclamo con veemenza.

"Accidenti, non credevo che ti importasse ancora tanto di me, dopo quello che ti ho fatto..." dice lui con un sorrisetto ironico.

Sospiro profondamente "Sì che mi importa di te, invece" intravedo un lampo di speranza nei suoi occhi chiari e mi affretto ad aggiungere "Anche se non c'è più niente tra di noi, rimarrai sempre una persona importante per me. E non voglio che tu torni ad Azkaban o peggio che tu sia baciato dai dissennatori. Perché è questo che succederebbe, lo sai, no?"
L'espressione di Sirius cambia e diventa improvvisamente cupa, ma lui non dice nulla.
"Sirius, stai attento, ti prego. Se non vuoi farlo per me, fallo almeno per Harry, lo sai quanto ci tiene a te. Senti, stavo pensando di dare a lui lo specchietto, che ne dici? Almeno potrete comunicare in modo più sicuro" gli propongo, anche se un po' mi dispiace perdere questa via di comunicazione privilegiata con lui.
"Sì, forse è meglio" concorda lui laconico.
"Ok, appena ne avrò l'occasione glielo darò. Ma state comunque attenti, lo dirò anche a lui ma mi preoccupi più tu di lui.
"Te lo prometto Amy. Devo andare ora" e sparisce dalla mia vista, mentre sento un senso di vuoto farsi strada dentro di me.

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Capitolo 38
*** CAPITOLO 37 - L'ATTACCO DEL SERPENTE ***


CAPITOLO 37 - L'ATTACCO DEL SERPENTE

 

I mesi sono passati molto lentamente dall'inizio dell'anno scolastico, ma ormai mancano solo gli ultimi due giorni di lezioni e poi inizieranno le vacanze di Natale. Ho già deciso che le passerò qui a Hogwarts, e dove altro potrei andare se non qui? Non ho una casa mia qui in Gran Bretagna e non posso permettermi di tornare in quella che sarebbe casa mia in Italia ora che faccio parte dell'Ordine della fenice: non si sa mai cosa potrebbe succedere.

Nonostante i miei precedenti non proprio in linea con ciò che il Ministero della Magia si aspetterebbe dai propri insegnanti, non sono stata sottoposta a verifica come invece è accaduto alla professoressa Cooman, l'insegnante di Divinazione, e come temo accadrà ad Hagrid che purtroppo è tornato sconfitto, e anche piuttosto malconcio, dalla sua missione con i giganti.

Non ho più con me lo specchietto: qualche giorno dopo averne parlato con Sirius, l'ho dato a Harry, raccomandandogli di usarlo solo in caso di necessità e soprattutto di non farsi mai vedere da altri mentre lo usa. Fino ad ora sembra che non ci siano mai stati problemi. Ma anche con Harry non ho parlato molto ultimamente, se non quando lui e i gemelli Weasley sono stati sospesi dalla squadra di Quidditch per aver reagito alle provocazioni di Draco Malfoy. Quindi in effetti non so quanto Harry e Sirius si siano sentiti in questi mesi. Però, anche se mi infastidisce moltissimo ammetterlo, la possibilità di mettermi in contatto con Sirius con lo specchietto mi manca. Non ho più avuto sue notizie, non so come stia e se vada tutto bene a Grimmauld Place, e mi ritrovo spesso a pensare a lui. Molto più spesso di quanto dovrei.

Lo sto facendo anche ora, mentre mi preparo per scendere a colazione, quando qualcuno bussa alla porta: è la professoressa McGranitt.
"Buongiorno Minerva" la saluto con un sorriso. Lei ha l'aria molto tesa e ricambia debolmente il mio sorriso.
"Buongiorno Amy. Il preside ha bisogno di parlarti con urgenza" mi informa.
Un campanello d'allarme mi risuona in testa, ed inizio a sentire il respiro affannoso a causa dell'angoscia che comincia a opprimermi il petto.
"Grazie Minerva, vado subito da lui". Mi chiudo la porta alle spalle, esco insieme a lei e mi dirigo rapidamente nell'ufficio di Silente.

 Mi chiudo la porta alle spalle, esco insieme a lei e mi dirigo rapidamente nell'ufficio di Silente

Il preside mi aspetta seduto alla scrivania. Ha l'aria infinitamente stanca e anche un po' preoccupata, e mi sembra di essere tornata indietro di sei mesi, quando mi aveva chiesto di entrare nell'Ordine della fenice dopo il ritorno di Voldemort. Deve essere successo qualcosa di grave.

"Buongiorno preside, cosa è successo?" chiedo subito allarmata.
"Aspettiamo che arrivi un'altra persona Amy, poi vi dirò tutto. Accomodati intanto".
Lo ringrazio e mi siedo alla scrivania, di fronte a lui. Non ho la più pallida idea di cosa possa essere accaduto e sono molto preoccupata. Pochi minuti dopo, sento bussare alla porta e vedo entrare Hermione, anche lei con un'espressione angosciata in viso.

Quando lei ha preso posto vicino a me, Silente ci racconta che nella notte Arthur Weasley è stato attaccato da un grosso serpente mentre si trovava al Ministero della Magia. Sussulto perché capisco subito cosa significa questo: Voldemort ha mandato il suo serpente a cercare la profezia, e il signor Weasley era di guardia. Silente aggiunge poi che è stato Harry a dare l'allarme perché lui ha visto la scena in sogno come se fosse il serpente. Sono assolutamente sconvolta, avrei mille cose da chiedere a Silente ma, con Hermione presente, non posso farlo. Anche lei è molto turbata e prova a rivolgere a Silente qualche domanda alla quale lui risponde in modo evasivo, si vede che ha fretta di congedarci. Ci informa che il signor Weasley se la caverà ma dovrà restare per qualche tempo al San Mungo e che quindi Harry e i ragazzi Weasley questa notte sono stati portati da una passaporta a Londra, al quartier generale dell'Ordine.

 Ci informa che il signor Weasley se la caverà ma dovrà restare per qualche tempo al San Mungo e che quindi Harry e i ragazzi Weasley questa notte sono stati portati da una passaporta a Londra, al quartier generale dell'Ordine

"Vi ho convocate qui, oltre che per avvisarvi di quanto è accaduto, per chiedervi se volete raggiungere gli altri e passare là le vacanze di Natale. Potreste partire domani mattina, dopo la fine delle lezioni, da Hogsmeade con il nottetempo, senza dover aspettare dopodomani per prendere L'Hogwarts Express" aggiunge Silente.

Il cuore mi impazzisce nel petto. Non avrei mai creduto di rivedere Sirius per le vacanze di Natale, né tantomeno di passarle a Grimmauld Place. "Per me va bene, tanto io non avevo programmi, sarei rimasta qui a Hogwarts" dico con l'aria più indifferente possibile, anche se so benissimo che per Silente i miei pensieri, come quelli di chiunque altro, non hanno segreti. "Hermione, tu cosa pensi di fare, saresti dovuta andare in vacanza con i tuoi genitori, vero?" le chiedo.
"Sì, ma li avviserò che rimango ad Hogwarts a studiare per i G.U.F.O.; manderò subito un gufo, capiranno" dice risoluta, alzandosi.
"Terminate le lezioni del mattino, troverete una carrozza ad aspettarvi fuori dal castello che vi porterà a Hogsmeade. Ora andate, altrimenti farete tardi alle vostre lezioni" dice Silente sorridendoci, nonostante tutto.
Io ed Hermione scendiamo la scala a chiocciola senza parlare, ancora impegnate a rielaborare le parole di Silente. Poi, superato il gargoyle di pietra, dopo esserci accordare per la partenza di domani, ci separiamo, dirette ognuna alle proprie lezioni.

 

Il viaggio sul nottetempo, il gigantesco autobus viola, è piuttosto lungo e anche movimentato, ma chiacchierando con Hermione passa velocemente. Parliamo di quello che è successo al signor Weasley, lei è molto dubbiosa riguardo alle circostanze in cui è avvenuto l'attacco del serpente, ma non posso rivelarle nulla di quello che so, e comunque ha colpito molto anche me il fatto che Harry vedesse tutto come se fosse lui stesso il serpente. Parliamo della scuola, delle sue preoccupazioni per i G.U.F.O. della Umbridge, ed a un certo punto accenna a qualcosa che non è sicura che io sappia.

Dalla mia espressione confusa, capisce che io davvero non so di cosa lei stia parlando. "Amy, devi sapere che noi studenti abbiamo creato un gruppo... un gruppo di Difesa contro le arti oscure" sussurra come se temesse che qualcuno stia ascoltando.
La guardo sempre più confusa. "Hermione, scusa cosa significa esattamente?"
Lei mi guarda, evidentemente incerta su come proseguire. "Ecco noi... ci esercitiamo a difenderci, dato che la Umbridge non ci permette di farlo. Harry ha già avuto molte esperienze da questo punto di vista ed è un ottimo insegnante! Ci siamo anche dati un nome: ES che sta per Esercito di Silente" dice poi tutto d'un fiato, evidentemente temendo una mia sgridata.

Alzo gli occhi al cielo: la trovo un'idea grandiosa, sono fiera di questi ragazzi, ma non mi pare il caso di dirlo così apertamente. "Hermione, lo sapete, vero, che è vietato costituire gruppi di studenti? Persino le squadre di Quidditch erano state sciolte, inizialmente" le faccio notare seria.
Hermione sospira. "Sì Amy, lo sappiamo, ma riteniamo troppo importante saperci difendere e Harry ha molto da insegnare. Ci sono stati grandissimi progressi da parte di tutti i partecipanti, da quando abbiamo iniziato" ribatte lei.
"Ma chi partecipa? E dove vi incontrate?" le chiedo.
"Siamo praticamente tutti i Grifondoro del nostro anno, più alcuni del quarto, sesto e settimo, ed anche alcuni di Corvonero e Tassorosso. Ventotto in tutto. Ci esercitiamo in una stanza invisibile al settimo piano" risponde lei.
"La Stanza delle necessità?" domando.
"La conosci?" ribatte Hermione impallidendo.
"La conosco da quando studiavo a Hogwarts. Mi raccomando, state molto attenti, quella stanza la conosce molta più gente di quello che voi possiate pensare" la avverto.

Hermione mi racconta anche dei metodi che ha escogitato per comunicare con gli altri membri dell'ES e per scoprire eventuali traditori, e sono davvero colpita da quanto sia brillante questa ragazza. Quando ha terminato il racconto, mi fissa restando in silenzio per un attimo e poi mi chiede "Sinceramente Amy, cosa ne pensi? Credi che stiamo sbagliando?"

"No, non lo credo affatto. La trovo una bella iniziativa e trovo che tu sia stata molto in gamba con i galeoni per comunicarvi le date degli incontri e il trucco dei brufoli per scoprire eventuali spie. Ma dovete stare davvero molto attenti, Hermione, quello che state facendo è molto rischioso. Se la Umbridge vi dovesse scoprire, rischiereste di essere espulsi, e anche Silente potrebbe passare dei guai, lo sai cosa pensa il Ministero di lui" le dico in tono molto serio. "Immagino che lui non ne sappia nulla, vero?"

"No, ovviamente" si affretta a rispondermi lei "e ti pregherei di non dire nulla mentre siamo al quartier generale. Sirius sa dell'ES ed è dalla nostra parte, ma l'ultima volta che lo abbiamo sentito, Molly gli aveva chiesto di dirci di non farlo".

"Stai tranquilla, non dirò nulla. E quando tornate a scuola, state molto attenti anche quando comunicate con Sirius, può essere molto pericoloso per lui ora che c'è la Umbridge".

Hermione annuisce e mi guarda incerta. So già cosa sta pensando e cosa vorrebbe chiedermi. La guardo sorridendo. "Hermione, lo so che da quest'estate tu e Ginny vi state domandando cosa c'è stato tra me e Sirius". Lei arrossisce e abbassa lo sguardo. "Potevate anche chiedermelo, non è un segreto".
"Davvero non sei arrabbiata?" chiede lei alzando timidamente gli occhi.
"No, non sono arrabbiata" le dico sorridendo, ed inizio a raccontarle tutta la storia in modo piuttosto dettagliato. Lei mi ascolta attentamente e sembra molto colpita quando le rivelo i motivi che hanno portato alla fine della nostra storia, senza specificare però in dettaglio in cosa consistevano le minacce di Jugson.

"Ma quindi adesso potete stare di nuovo insieme, no?" mi chiede incerta.
"Non è così semplice, Hermione" ma mentre lo dico non ne sono più certa nemmeno io. Cerco di cambiare discorso. "Dimmi di te piuttosto. C'è... qualcuno che ti piace a scuola?"
Lei arrossisce visibilmente. "Beh, sì... in effetti c'è, però.. sono sicura di non interessargli. Se non come amica, voglio dire" farfuglia imbarazzata.
"Hermione, forse te ne sarai già accorta da sola, dato che sei una ragazza sveglia, oltre che una strega molto brillante. Le ragazze maturano molto prima dei ragazzi, e le cose che a una ragazza sembrano ovvie, per un ragazzo della stessa età non lo sono affatto. E le differenze si vedono, soprattutto alla vostra età. Te lo dico perché ci sono passata io per prima e comunque ho adolescenti sotto gli occhi tutti i giorni e le differenze le vedo chiaramente" le spiego con calma.
"Ci sei passata... con Sirius?" mi chiede lei, ansiosa di tornare sull'argomento che le interessa.
"Sì, ma non solo. Anche tra Lily e James, i genitori di Harry, le cose sono andate allo stesso modo. Lui, un po' come Sirius, si è comportato da idiota fino al quinto anno, poi dal sesto ha cominciato a maturare un po', e finalmente al settimo anno Lily ha accettato di uscire con lui".

Nel frattempo siamo arrivate a Londra ed è ora di scendere, ormai è quasi sera. Il nottetempo attraversa la piazzetta in cui si trova la casa della famiglia Black e scendiamo. Il numero dodici di Grimmauld Place appare ai nostri occhi come per magia, come tutte le altre volte. Hermione, che evidentemente è impaziente di rivedere Harry e Ron al punto da dimenticare le urla della signora Black, suona il campanello. E io provo una strana sensazione, come se fossi tornata a casa, nonostante questo luogo sia quanto più lontano possibile dall'essere casa mia.

È Sirius ad aprirci la porta, e trovarmelo davanti mi fa rendere conto ancora di più di quanto mi sia mancato in questi mesi. Abbraccia Hermione e fa lo stesso con me, poi ci fa entrare. Hermione corre subito da Harry che si è rintanato nella stanza di Fierobecco, mentre Molly sistema il suo baule nella stanza che divideva con Ginny quest'estate; io invece, dopo aver chiesto a Molly notizie di Arthur, vado a sistemarmi in quella che era stata la mia stanza. Mentre salgo le scale incrocio Kreacher che borbotta nel suo solito modo fastidioso. "Oh, eccola di nuovo qui la mezzosangue mezza straniera. Oh, se la mia padrona vedesse che gente frequenta la sua casa, chissà cosa direbbe al povero Kreacher". Io mi limito a salutarlo facendo finta di niente.

Più tardi riabbraccio anch'io i ragazzi Weasley ed Harry che mi sembra davvero molto provato da quello che è successo. Sono estremamente dispiaciuta per tutto quello che questo povero ragazzo sta passando e vorrei davvero fare qualcosa per aiutarlo; ma vedendo la sua espressione tesa, decido di evitare di accennare in qualsiasi modo a quanto è successo. Mi sembra più che evidente che non ha voglia di parlarne con nessuno e spero vivamente che trascorrere il Natale qui con tutti noi possa aiutarlo ad alleviare almeno in parte le sue sofferenze.

 

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Capitolo 39
*** CAPITOLO 38 - FUOCO NEL GHIACCIO ***


CAPITOLO 38 - FUOCO NEL GHIACCIO

 

La vigilia di Natale passa con grande impegno di tutti ad addobbare la casa che, quando arriva la sera, ha assunto un aspetto quasi accogliente: i lampadari anneriti non sono più carichi di ragnatele ma di ghirlande e festoni d'oro e d'argento; mucchi di neve magica scintillano sui vecchi tappeti scoloriti; un grande albero di Natale, procurato da Mundungus, nasconde l'albero genealogico della famiglia Black, e le teste d'elfo imbalsamate sulle pareti portano barbe e cappelli da Babbo Natale.
Sirius è particolarmente di buon umore e la sua allegria è contagiosa, non ricordo di averlo mai visto così dai tempi in cui studiavamo a Hogwarts; evidentemente non si aspettava di trascorrere il Natale con tutti noi.

La mattina di Natale siamo tutti indaffaratissimi a scambiarci i regali, che io ho comprato solo ieri pomeriggio, dato che non avevo idea che avrei trascorso il Natale qui; ma non è stato difficile ed anzi è stato anche divertente perché ho potuto portare con me Ginny ed Hermione che mi hanno dato consigli preziosi.

Per pranzo ci raggiungono anche Moody e Tonks, mentre Mundungus arriva in tempo per il dolce, dopo essere riuscito a 'prendere in prestito' un'auto per portare i Weasley, Harry ed Hermione a trovare il signor Weasley al San Mungo, dato che la metr...

Per pranzo ci raggiungono anche Moody e Tonks, mentre Mundungus arriva in tempo per il dolce, dopo essere riuscito a 'prendere in prestito' un'auto per portare i Weasley, Harry ed Hermione a trovare il signor Weasley al San Mungo, dato che la metropolitana non funziona il giorno di Natale. L'auto è stata ingrandita con un incantesimo e può contenere dieci persone più Mundungus alla guida. Tonks è visibilmente stanca per aver fatto il turno di notte al Ministero, e annuncia che andrà a casa a riposare prima di dare il cambio a Kingsley. Remus e Moody si offrono di fare la scorta ai Weasley, Harry e Hermione, e sono piuttosto sollevata di non doverlo fare io perché il San Mungo è pur sempre un ospedale ed io ho dei ricordi davvero brutti legati agli ospedali a causa della lunga malattia di mio padre ed evito volentieri di andarci, se posso. Questo però significa che in casa rimarremo solo io e Sirius, a parte Kreacher e Fierobecco e i ritratti e le mille altre possibili strane creature che ancora vivono qui.

"Io resto qui, così intanto pulisco e sistemo la cucina" annuncio quindi al termine del pranzo. Sirius mi lancia una lunga occhiata e mi sento già avvampare.

"Lascia fare a me" mi dice "tu vai ad accompagnare loro alla porta così poi chiudi con il catenaccio. La casa è protetta e invisibile ai babbani, ma è meglio non rischiare".

Accompagno il gruppo in partenza alla porta per poi richiuderla con il catenaccio mentre Sirius è rimasto in cucina. Mi sento molto nervosa, ed improvvisamente mi torna in mente la mia guerra contro il ritratto della signora Black; questo potrebbe in effetti essere un buon modo per scaricare la tensione che avverto. Faccio apposta un po' troppo rumore chiudendo la porta, e subito le tende davanti al ritratto si aprono e lei inizia ad urlare con la sua voce acuta e penetrante. "Feccia, sozzura, sei proprio la degna figlia di quella traditrice del suo sangue di tua madre e di quel mostro di tuo padre!". La guardo con occhi di fuoco e ringhio "a noi due, signora Black". Senza neanche tapparmi le orecchie con la magia, come facevo quest'estate, punto la bacchetta sulla parte alta della cornice e, nonostante le sue urla, mi concentro. Un grosso pezzo di cornice si stacca e lei strilla più forte. Anche gli altri ritratti in corridoio cominciano a borbottare.

Poi, a un certo punto, lei si zittisce. E ricomincia ad inveire contro qualcun altro "Tu, sempre tu, levati dai miei occhi, traditore della tua famiglia, abominio, vatteneeeee!"

Capisco che è arrivato Sirius ancora prima di poterlo vedere, ovviamente non avevo sentito i suoi passi in mezzo a tutte quelle urla, ma ero certa che sarebbe arrivato.
"Non ti arrendi proprio mai tu, eh?" riesco a malapena a sentire la sua voce, ma mi volto e gli lancio uno sguardo di sfida. Lui si ferma lì da parte a me mentre io, che mi sono voltata di nuovo verso il ritratto, continuo a tenere la bacchetta alzata sulla cornice che sta continuando a staccarsi, cercando di concentrarmi. Ma è difficile, con lui qui. Non siamo più stati così vicini, da soli, così a lungo, dal giorno in cui sono arrivata in questa casa per la prima volta e stava per succedere qualcosa tra noi, giù in cucina, prima che arrivasse uno dei gemelli Weasley. Il cuore mi batte furioso nel petto e posso sentire molto bene ogni mio singolo battito nonostante le urla.

Metto via la bacchetta e mi volto verso Sirius, i miei occhi incrociano i suoi

Metto via la bacchetta e mi volto verso Sirius, i miei occhi incrociano i suoi. C'è un fuoco che arde in quegli occhi chiari come il ghiaccio mentre mi guarda. Non riesco a sostenere quello sguardo e abbasso gli occhi. E sento che la mia corazza, quella che mi sono costruita con grande fatica in questi anni e che già ho sentito indebolirsi negli ultimi mesi, sta cadendo definitivamente a pezzi. Ma la verità è che io non voglio più resistere, non voglio più combattere contro i miei sentimenti, non ce la faccio più. Ho cercato con tutta me stessa di respingere quello che provo, ma Sirius, dopo essermi mancato da impazzire per anni, mi è mancato ancora più di quello che avrei creduto possibile, in questi ultimi mesi. Ed è inutile che io cerchi di negarlo, non faccio altro che mentire a me stessa e non posso continuare oltre.

Sono ancora in piedi di fronte a lui con gli occhi bassi, quando Sirius mi prende il viso tra le mani e me lo rialza verso il suo

Sono ancora in piedi di fronte a lui con gli occhi bassi, quando Sirius mi prende il viso tra le mani e me lo rialza verso il suo. Mi sta mancando l'aria, e istintivamente schiudo le labbra abbassando gli occhi sulle sue. Vedo il suo viso avvicinarsi sempre più al mio, e finalmente le nostre labbra si incontrano e i nostri respiri si uniscono. C'è ancora una parte di me che vorrebbe scappare, che continua a ripetere nella mia testa che è un errore enorme e me ne pentirò finché vivrò, ma le mie gambe sono immobili. La mia bocca invece risponde con ardore al suo bacio, e gli getto le braccia al collo per avvicinarmi ancora di più a lui, è come se un fuoco, rimasto sotto la cenere, tornasse a divampare con violenza. Ed è un bacio intenso e disperato il nostro, da cui non potrei staccarmi neanche se qualcuno mi ci strappasse via con la forza. Sirius mi mette una mano dietro la nuca e l'altra alla base della schiena, spingendomi sempre più contro di lui. I nostri corpi aderiscono perfettamente, nonostante lui sia più alto di me di tutta la testa, ed io sussulto leggermente nel sentire il suo desiderio contro il mio corpo vibrante. La signora Black urla più forte che mai, indignata per quello che sta succedendo davanti ai suoi occhi, così come gli altri ritratti del corridoio, ma noi non li sentiamo nemmeno e mettiamo in quel bacio tutta la passione e l'amore che ci siamo tenuti dentro per un tempo interminabile.

E in quel momento succede qualcosa, sento un rumore di vetri che si infrangono seguito da altri rumori che non distinguo. Sirius ed io ci stacchiamo e voltandomi vedo con enorme sorpresa il dipinto della signora Black cadere a pezzi davanti ai miei occhi; prima il vetro, poi quello che resta della cornice mentre lei continua ad urlare a squarciagola; e infine il suo stesso viso si sbriciola cadendo sul pavimento, e la casa piomba all'improvviso in un silenzio irreale.

Mi volto di nuovo verso Sirius, che ha la mia stessa espressione incredula mentre guarda la parete vuota dietro le tende aperte; ma è solo un attimo, torna a voltarsi verso di me e il fuoco divampa ancora nei suoi occhi di ghiaccio. Appoggia la fronte alla mia fissando gli occhi nei miei, e poi, recuperando non so come un autocontrollo che mai mi sarei aspettata e che io non potrei mai avere in un momento come questo, sussurra con un filo di voce "vuoi che mi fermi?".

Resto un attimo interdetta, immagino quanto gli stia costando chiedermelo e so perfettamente che basterebbe un mio sì per farlo desistere dal fare qualunque cosa abbia intenzione di fare. Ma io mi sono spinta troppo oltre con quel bacio e, nonostante tutto, non posso e non voglio non andare fino in fondo; quel sì mi muore in gola, e scuoto invece la testa facendo segno di no. Al diavolo tutto, alle conseguenze ci penserò dopo, adesso la mia forza di volontà è annientata, sto facendo un errore e lo so, ma non me ne importa niente perché non riesco più a pensare lucidamente, lo desidero da impazzire e non posso più resistere. Le mie labbra cercano di nuovo le sue e il mio corpo si spinge di nuovo contro il suo. Sirius cerca di dirmi qualcosa mentre le mie labbra lo assalgono sempre più avide. "Non qui... Smaterializziamoci nella mia stanza".

E in un attimo siamo in piedi accanto al suo letto e le nostre mani corrono veloci e bramose sui nostri corpi, slacciando bottoni, abbassando cerniere, facendo cadere a terra vestiti, mentre le nostre bocche non riescono a staccarsi l'una dall'altra. E finalmente siamo sdraiati sul letto e facciamo l'amore una prima volta, in fretta, solo per soddisfare il bisogno puramente fisico di possederci di nuovo l'un l'altra. Ma non mi basta, e neanche a lui. E subito ricominciamo, questa volta più lentamente, intensamente, accarezzandoci, sfiorandoci e baciandoci a lungo, permettendo ai nostri corpi di riscoprirsi dopo tanti anni e ritrovare quell'intesa perfetta che abbiamo sempre avuto da ragazzi. La passione che proviamo l'uno per l'altra non è cambiata per niente nonostante sia passato tanto tempo, tutto è ancora esattamente come prima. E anzi, è ancora più bello di prima, perché il pensiero di questo momento ha tormentato i miei giorni e le mie notti per diciassette anni, l'ho aspettato e desiderato senza neanche rendermene conto, convinta com'ero che non sarebbe mai arrivato.

Appoggio la testa sul cuscino: sono esausta per tutto quello che è successo in questi giorni e per tutte le emozioni che ho provato, sento le palpebre pesanti e chiudo gli occhi per quello che credo sarà solo un attimo. Sirius mi tiene stretta tra le braccia e con una mano mi accarezza la pelle nuda della schiena mentre con l'altra gioca con i miei capelli, come quando eravamo nel suo appartamento nelle vacanze di Natale, e io mi sento come se fossi tornata a casa. Forse mi sono appisolata, ma il mio è un sonno molto leggero perché continuo a sentire le sue mani calde scorrere sulla mia pelle e piccoli baci depositarsi su tutto il mio viso. La sua barba mi fa un po' il solletico e probabilmente rabbrividisco perché sento le sue braccia farsi ancora più strette intorno a me, come se pensasse che potessi svanire da un momento all'altro.

"Ti amo da impazzire Amy, mi sei mancata immensamente, non so come ho fatto tutto questo tempo senza di te" lo sento mormorare piano al mio orecchio. E sarebbe così facile adesso abbandonarsi a questo sentimento, potrebbe davvero tornare tutto come prima se solo volessi. Ma improvvisamente una sensazione di panico mi invade togliendomi quasi il respiro e congelandomi fino in fondo alle ossa, nonostante il mio corpo sia ancora stretto tra le braccia calde e protettive di Sirius. Apro gli occhi terrorizzata, provando di nuovo quella familiare sensazione di fragilità e vulnerabilità che ho provato da ragazza all'inizio della nostra storia, come se fossi sull'orlo di un precipizio rischiando di cadere e uccidermi, o comunque farmi troppo male.

Sirius mi guarda negli occhi e ha già capito tutto perché si affretta a rassicurarmi prendendomi il viso tra le mani "Amore mio, non avere paura, nessuno potrà mai separarci adesso". Ma ormai il panico si è impossessato di me e mi sta facendo perdere la ragione. Mi libero dalla stretta di Sirius ed esco dal letto, recuperando in fretta i miei vestiti e buttandomeli addosso.

"Amy, non te ne andare" continua lui uscendo dal letto e prendendomi le mani tra le sue.
"Non posso Sirius, non posso, è stato un errore. L'errore più bello della mia vita, ma non dovevo... Lo so che mi ami, e ti amo anch'io, ma ho troppa paura e niente di tutto quello che dirai potrà convincermi che non devo averne. Io devo proteggermi, perdonami se puoi". E detto questo, mi smaterializzo praticamente sotto le sue dita, prima in camera mia a recuperare il cappotto e la borsa, e subito dopo il più lontano possibile da lui, dai suoi occhi, dal suo sorriso, dalle sue mani calde, dal suo letto, dalla sua casa, dal ritratto di sua madre le cui urla mi risuonano ancora nelle orecchie. Da tutto ciò che c'è stato oggi e potrebbe ancora esserci ma non ci sarà. Non adesso, almeno.

Non so nemmeno dove sono finita, è tardo pomeriggio ma essendo dicembre è già buio e sembra notte fonda. Sono in mezzo a una strada, devo cercare un posto dove dormire e poi domani vedrò di tornare a Hogwarts. Non sono scappata per vendicarmi, l'ho fatto solo perché ho una paura tremenda. Forse sto sbagliando ma non posso fare diversamente. Mi immagino Remus, Molly e i ragazzi, tornare a casa e trovare Sirius solo e sconvolto, e chiedergli dove io sia finita e cosa sia successo. E posso persino vederla Molly, che gli chiede cosa mi ha fatto e lui che risponde "Niente che non volesse anche lei". E vedo la faccia scandalizzata di Molly che manda via i ragazzi, e Remus che si prende la testa tra le mani, forse perché non può credere che io sia pazza fino a questo punto. Ma non sono certa che loro sappiano cosa vuol dire, provare sentimenti così intensi, o forse sono io che sono sbagliata, non lo so. So solo che sono confusa e ho bisogno di stare da sola per capire cosa devo fare, se lasciarmi vincere da questa paura o provare una volta per tutte ad essere felice.

Mentre cammino, mi accorgo di essere arrivata nelle vicinanze del Paiolo Magico, a Diagon Alley, finalmente dovrei aver trovato un posto dove passare la notte. Non ho cambi perché la mia valigia è rimasta a Grimmauld Place, ma per fortuna ho con me la borsa e dei galeoni che dovrebbero bastare per passare la notte qui. Entro nel locale e vedo Tom, il vecchio proprietario affaccendato a prendere le ordinazioni, e scopro di avere molta fame, in effetti è già ora di cena.

Più tardi sono stesa sul letto, sola nella stanza che mi ha dato Tom, e rifletto su quello che è successo oggi

Più tardi sono stesa sul letto, sola nella stanza che mi ha dato Tom, e rifletto su quello che è successo oggi. Sapevo che sarebbe accaduto nel momento esatto in cui Molly e i ragazzi sono usciti per andare al San Mungo. E volevo che succedesse. Lo volevo da quest'estate, a dire la verità, ma l'ho sempre negato a me stessa, e non ho pensato ad altro da quando Silente ha detto a me ed Hermione che saremmo potute venire a Grimmauld Place per le vacanze di Natale. Se non mi fosse capitato di ritrovarmi da sola con Sirius oggi, avrei trovato comunque un'altra occasione, perché volevo che succedesse e basta.

E allora, che senso ha continuare ad avere questa paura folle e irrazionale? Potrei stare peggio di come sono stata a diciotto anni? È vero, ho passato anni a costruirmi una corazza intorno al cuore, a sforzarmi di cambiare me stessa, a diventare dura, fredda e cinica, solo per proteggermi, per non trovarmi mai più sull'orlo di un abisso come quello che stava per trascinarmi in fondo al lago quella notte, e quella corazza è stata distrutta oggi pomeriggio. Ma io non ho più diciotto anni, sono adulta, ho imparato a controllare piuttosto bene le mie emozioni, l'ho dimostrato in questi mesi, e dopotutto potrebbe valere la pena correre il rischio. Perché quello che è successo oggi è stato bellissimo, oltre ogni mia aspettativa, e la prospettiva di poter vivere in questo modo quello che resta delle vacanze di Natale mi attira moltissimo.
Certo, potrebbe accadere qualcosa a Sirius e potrei soffrire ancora, ma se domani tornassi a Hogwarts e poi gli succedesse qualcosa, davvero non ne soffrirei? Ne dubito perché io provo un sentimento profondo per lui a prescindere dal fatto che io decida di viverlo o di nasconderlo.

Mi ritornano in mente le parole che Marina mi ha detto quest'estate: "La paura dei tuoi sentimenti non ti porterà da nessuna parte Amy, anzi ti rovinerà. Ci sono situazioni in cui vale semplicemente la pena di mettersi in gioco e rischiare, e la tua è una di quelle". E improvvisamente capisco cosa voleva dire. Prendo la mia bacchetta posata sul comodino accanto al letto, voglio provare ad evocare il mio Patronus, sento che questa volta potrei farcela.

"Expecto Patronum!" dico a voce alta mentre penso a me e Sirius oggi e a quello che potrebbe ancora esserci tra noi. E senza alcuna esitazione, senza alcuna difficoltà, un grande cavallo argenteo appare dalla mia bacchetta, impaziente di correre. Lo guardo muoversi per la stanza e in quel momento prendo la mia decisione: domani tornerò a Grimmauld Place.

 Lo guardo muoversi per la stanza e in quel momento prendo la mia decisione: domani tornerò a Grimmauld Place

 

 

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Buongiorno! 

Non sono solita scrivere angoli autrice ma in questo capitolo ho deciso di farlo perché è forse il capitolo a cui tengo maggiormente, insieme ad alcuni altri più avanti (la storia è già completa, l'epilogo è stato scritto a marzo 2021 e mancano circa una ventina di capitoli alla fine). Ma onestamente mi sento molto demotivata a continuare a pubblicarla qui per mancanza di feedback, quindi se non ne arriveranno nemmeno dopo questo capitolo penso che ne sospenderò la pubblicazione e la cancellerò.

Spero possiate capire.

Ale

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Capitolo 40
*** CAPITOLO 39 - FANTASMI DEL PASSATO ***


CAPITOLO 39 - FANTASMI DEL PASSATO

 

Sono di nuovo qui, davanti a quella porta nera, scrostata e graffiata, col batacchio a forma di serpente. Sono congelata, ho camminato per tutta la mattina e buona parte del pomeriggio, fermandomi solo per pranzare velocemente con un panino e una burrobirra. Ho portato in giro i miei pensieri per tutta Londra, ho guardato dentro di me e riflettuto a lungo, ma le conclusioni sono le stesse a cui ero già arrivata ieri sera, ed ora non ho più dubbi.

Suono il campanello senza più dovermi preoccupare di possibili urla del ritratto della signora Black, sperando con tutta me stessa che sia Sirius ad aprire la porta; il cuore mi balza in gola mentre sento aprirsi il catenaccio dall'interno. E poi la porta si apre, e il sorriso che vedo letteralmente esplodere sul viso di Sirius è il più bello che io gli abbia mai visto in tutta la mia vita. Nessuno dei due riesce a parlare, ma lui mi abbraccia così stretta che quasi mi toglie il respiro. Resto lì un po' a scaldarmi nel suo abbraccio, poi mi stacco, alzo il viso verso di lui, gli metto le braccia al collo, mi alzo sulle punte dei piedi e poso dolcemente le mie labbra sulle sue. E da dentro la casa sento arrivare un frastuono come se stessi per vincere la coppa di Quidditch.

Mi volto e strizzo gli occhi per vedere meglio nella semioscurità della casa. In fondo al corridoio, Ginny ed Hermione sono le più scatenate, saltellano e gridano "evviva!" tenendosi abbracciate, Fred e George fischiano e si battono ripetutamente il cinque, Ron ed Harry sono i più discreti, sorridono e accennano un applauso. E sono commossa vedendo quanto questi ragazzi mi vogliano bene, e corro ad abbracciarli. Harry, Hermione e Ginny mi volano letteralmente tra le braccia, mentre Ron e i gemelli mi danno affettuose pacche sulla schiena. Arrivano anche Molly e Remus, entrambi sorridenti.
"Era ora Amy! Non lo sopportavo più!" commenta Remus ridacchiando in direzione di Sirius.
"Ma dove eri finita?" chiede Molly apprensiva.

"Scusate, non volevo farvi preoccupare, davvero" dico a tutti "è solo che... beh, avevo bisogno di stare un po' da sola. E... non è stata colpa sua" preciso voltandomi verso Sirius che è fermo in piedi dietro di me. Lui si avvicina, mi circonda le spalle con un braccio e mi da un bacio sulla fronte. "Sei congelata, mi sembra di baciare un pupazzo di neve!" esclama poi arricciando le labbra con aria melodrammatica. "Vieni in cucina, c'è il camino acceso".

Mentre scendiamo le scale, mi accorgo che gli altri sono rimasti di sopra, ci hanno lasciati soli. Entriamo in cucina e ci sediamo vicino al fuoco.
"Sirius, io... scusami per ieri... mi è preso il panico. È da quest'estate che combatto contro i miei sentimenti per te, ma non posso più andare avanti così. Ho deciso di provarci lo stesso, nonostante la paura di perderti ancora".

"Non mi perderai, staremo insieme per sempre, te lo giuro. Farei qualsiasi cosa per te" mi rassicura lui prendendo le mie mani gelate tra le sue.

"Sai, stanotte sono riuscita ad evocare il mio Patronus... pensando a te, a noi insieme. E ho capito che quella era la risposta, ce l'avevo sempre avuta davanti agli occhi, me l'avevi detto anche tu. La paura stava rovinando anche i miei poteri, e non posso più permetterlo" gli racconto sorridendo.
"È giusto così, non fartene una colpa; io lo sapevo ma dovevi arrivarci da sola". Mi prende il viso tra le mani e mi bacia a lungo, dolcemente, e mentre rispondo al suo bacio sono assolutamente certa di aver fatto la scelta giusta.

Restiamo per un po' seduti in cucina abbracciati, vicino al fuoco, a parlare e baciarci finché le mie mani non ritrovano un colore normale. Gli racconto della notte passata al Paiolo Magico e della giornata passata a girovagare per Londra cercando di mettere ordine nei miei pensieri, e lui mi racconta, esattamente come le avevo immaginate, le reazioni degli altri non trovandomi a casa una volta tornati dal San Mungo.

A un certo punto, dopo un lungo silenzio, Sirius mi guarda con un sorriso malizioso e dice "professoressa Mancini, lei crede che stanotte potrà venire a dormire nella mia stanza? Dopotutto sono sempre l'irresistibile più bello della scuola di cui lei si è innamorata quando era una studentessa, per non parlare del fatto che ho un letto ben più grande del suo e in due ci staremmo comodamente..."
Abbasso leggermente la testa e alzo lo sguardo. "Mh, lei mi fa sempre delle proposte molto allettanti signor Black" rispondo sorridendo "ma non credo sia molto educativo per i miei studenti vedermi andare a passare la notte in una stanza che non è la mia".

"E chi l'ha detto che la devono vedere, mia bella professoressa? Dimentica che non siamo a Hogwarts e qui ci si può smaterializzare dove e quando si vuole" bofonchia Sirius, e riconosco sulla sue labbra il tipico ghigno da Malandrino che aveva a scuola quando mi faceva certe proposte.

"Oh, interessante..." mormoro io "in questo caso, potrei anche pensarci. Ma a una condizione".
"Farò tutto quello che vuole" mi sussurra lui all'orecchio provocandomi brividi in tutto il corpo.

"Molto bene" rispondo io con le labbra sulle sue. "Perché non ho nessuna intenzione di dormire in una stanza in cui sono appesi al muro poster di ragazze mezze nude. Quindi, veda di farle sparire, caro signor Black, altrimenti ci dovrò pensare personalmente" aggiungo prima di baciarlo in modo decisamente più esplicito di quanto abbia fatto fino ad ora.

"Non vedo l'ora di accontentarla" mormora lui staccandosi un attimo da me e poi tornando a baciarmi "mi dispiace solo di non poterlo fare in questo preciso istante".

Quando alla sera, dopo aver dato la buonanotte a tutti ed essere entrata nella mia stanza, mi smaterializzo in quella di Sirius, lo trovo alle prese con i poster delle ragazze babbane in bikini. Mi aveva raccontato di aver lanciato un incantesimo di adesione permanente davvero potente, ma pensavo che sapesse anche quale controincantesimo utilizzare.
"Mh, mi delude signor Black, credo proprio che tornerò nella mia stanza" ridacchio.

"Non pensarci nemmeno" risponde lui prontamente "non potrò impedirti di tornare a Hogwarts, ma finché sei qui non intendo passare un solo istante lontano da te".
Sorrido "Scherzavo, Sirius. Vale lo stesso per me, sai? Proviamo a farlo insieme" propongo strizzandogli l'occhio. Devo ammettere che l'incantesimo di adesione permanente lanciato dal Sirius quindicenne era davvero potente, ma puntando entrambe le nostre bacchette sui poster, riusciamo a staccarli dalla parete; poi, li faccio volare fino a un cestino che se li ingurgita rumorosamente.

Osservo le pareti con solo i poster delle motociclette e gli striscioni di Grifondoro, oltre alla foto dei Malandrini. "Così va molto meglio" commento soddisfatta.
"Bene! Dove eravamo rimasti?" mi chiede Sirius con un sorrisetto malizioso.
"Oh, ho pensato che forse ti avrebbe fatto piacere aiutarmi a rimettermi questi" dico aprendo una mano e mostrandogli la collana con le nostre iniziali intrecciate e l'anello con i brillantini, che mi aveva regalato anni prima, per Natale e per il mio diciottesimo compleanno.

Gli occhi gli si illuminano. "Ma certo, con molto piacere" commenta prendendo la collana e facendomi voltare. Mi sposta i capelli dietro la spalla destra e ancora prima di avermi allacciato la collana, abbassa rapidamente la zip del mio vestito facendolo cadere a terra mentre mi bacia avidamente il collo e la spalla sinistra.

"Ehi non ti distrarre!" esclamo ridendo, e mi sembra di rivivere una scena già vista la sera del mio diciottesimo compleanno. Mi volto e gli metto in mano l'anello, che lui mi infila al dito dicendo: "E come faccio a non distrarmi, con te? Ti amo, ti desidero da impazzire, non vedevo l'ora di stare di nuovo da solo con te... Amy, lo sappiamo tutti e due che adesso non è possibile; ma un giorno io ti sposerò, te lo giuro, anche se dovesse essere l'ultima cosa che faccio".

"Oh sì, certo che lo farai. E non sarà l'ultima cosa che farai, non lo dire nemmeno per scherzo" mormoro con le labbra sulle sue mentre il mio corpo ardente di desiderio si spinge verso il suo.

 

Le vacanze di Natale passano in un lampo: io e Sirius siamo finalmente felici, e non lo nascondiamo. L'unica cosa che nascondiamo sono le notti che trascorriamo insieme; mi sembra di essere un'adolescente che scappa di casa di nascosto dai genitori per raggiungere il suo amato quando, ogni sera, salgo in camera mia e poi mi smaterializzo nella sua, per poi fare l'inverso ogni mattina, prima di scendere a colazione. Il tempo che possiamo trascorrere insieme è così poco, dato che presto dovrò tornare a Hogwarts, che non posso pensare di non approfittare di ogni minuto per stare con lui. E trovarmi davanti quegli occhi pieni di amore e desiderio non appena arrivo nella sua stanza ogni sera, sentire le sue mani su di me e il profumo della sua pelle che si mescola col mio, e poterci appartenere completamente alimentando un fuoco rimasto per tanti anni sotto la cenere, e poi addormentarmi tra le sue braccia e risvegliarmi con i suoi baci e le sue carezze, è il meglio che io possa desiderare.

 

L'ultimo giorno prima di tornare a Hogwarts riceviamo una visita inaspettata, quella di Piton che chiede di parlare con Harry. Sirius lo fa accomodare in cucina e poi naturalmente chiede di assistere al colloquio. Quando arriva Harry, si chiudono in cucina e spero davvero che Sirius riesca a mantenere la calma, so benissimo quanto possa essere irritante Piton, soprattutto con lui.

Mentre loro tre sono chiusi in cucina, arriva anche Arthur, che è finalmente guarito ed è stato dimesso dal San Mungo e riaccompagnato a casa da Moody. Sono davvero contenta di vederlo e di sapere che sta bene. Scendiamo tutti in cucina interrompendo Piton e Sirius che si stanno guardando con odio con le bacchette alzate. Sono certa che Piton abbia provocato Sirius ma non appena entriamo in cucina con il signor Weasley, Piton se ne va. Harry ci informa che, dietro richiesta di Silente, Piton gli darà lezioni di occlumanzia. Harry è dubbioso e per nulla entusiasta, ma tutti cerchiamo di rassicurarlo: c'è indubbiamente un legame tra la mente di Voldemort e quella di Harry, e se Silente vuole che Harry impari a chiudere la sua mente è importante che lui lo faccia e ci si impegni anche.

La mattina dopo, io e i ragazzi, accompagnati da Remus e Tonks, lasciamo Grimmauld Place per tornare a Hogwarts con il nottetempo. Sirius ha gli occhi più tristi che gli abbia mai visto, mentre abbraccia Harry e poi me. Gli ricordo che adesso potremo tenerci in contatto tramite i nostri Patronus e gli prometto che tornerò da lui per le vacanze di Pasqua. Anche Harry mi sembra triste, posso immaginare che non abbia la benché minima voglia di tornare a scuola con la Umbridge che lo tormenta, le lezioni di occlumanzia di Piton e gli esami in arrivo, e senza più nemmeno il Quidditch a risollevargli un po' il morale.

 

È la seconda mattina di lezioni dopo le vacanze di Natale; Harry ieri ha avuto il suo primo incontro con Piton e mi ha raccontato che l'insegnante lo ha messo parecchio sotto pressione. Non è affatto semplice imparare l'occlumanzia, ne so qualcosa perché anche a me Marina aveva insegnato qualcosa quando ancora vivevo in Italia, e inoltre il trattamento che Marina riservava a me non è certo paragonabile ai modi bruschi e per nulla amichevoli con cui Piton tratta Harry.

Quando arrivo in Sala Grande per la colazione, noto un certo fermento al tavolo degli insegnanti. Silente e la professoressa McGranitt, in particolare, stanno parlando tra di loro e hanno un'aria tesa e nervosa che non mi piace per niente. Appena mi vede arrivare, Minerva mi fa cenno di avvicinarmi a loro. E quando li raggiungo e capisco di cosa stavano parlando, le mie gambe iniziamo a tremare. Sul tavolo, davanti a Silente, c'è una copia della Gazzetta del Profeta che parla della fuga da Azkaban di dieci prigionieri. Ci sono le loro foto, ed una in particolare mi colpisce come uno schiaffo in pieno viso: Eric Jugson, invecchiato ma perfettamente riconoscibile, sorride dalla foto con quel suo ghigno viscido e gli occhi folli.

Devo essere impallidita perché Minerva avvicina prontamente una sedia e mi ci fa accomodare. Ho la nausea e devo respirare profondamente per non vomitare; un senso di angoscia schiacciante mi opprime il petto.
"Amy, non preoccuparti, finché sei qui a Hogwarts non devi temere nulla" mi rassicura Silente.
"Ma io non sono preoccupata per me..." mormoro appena. Sirius me l'aveva raccontato, Jugson aveva cercato più volte di ucciderlo prima che finissero entrambi ad Azkaban, e le sue parole mi risuonano in testa continuamente da quando ho visto quella foto.

Silente mi scruta per qualche istante rovistando tra i miei pensieri mentre io arrossisco sotto a quello sguardo, poi capisce cosa intendo, e nonostante tutto sorride. "Finalmente!" esclama infine. "Ma quello che ti ho appena detto vale anche per lui, finché sta dov'è non corre pericoli" aggiunge tornando serio. Ed è proprio questo che mi preoccupa, che lui stia dove deve stare, ma non dico nulla.

Dal tavolo dei Grifondoro intercetto lo sguardo di Hermione: è l'unica a cui ho parlato più o meno apertamente di Jugson, pur senza entrare troppo nei dettagli delle minacce che aveva rivolto a Sirius quando stavamo insieme, e lei infatti mi fissa con espressione angosciata. E comunque c'è da angosciarsi non solo perché Jugson è nuovamente in circolazione, ma anche e soprattutto perché gli evasi sono tutti mangiamorte tra i più fedeli a Voldemort, e il fatto che siano evasi senza problemi significa che i dissennatori sono passati dalla parte di Voldemort. Sono tutti uomini tranne una, Bellatrix Lestrange. È la cugina di Sirius, dalla sua foto noto che somiglia parecchio a sua sorella Andromeda, per come la ricordo. Bellatrix ha i capelli più scuri e arruffati e le palpebre pesanti sopra gli occhi folli, ma i lineamenti del viso sono davvero molto simili a quelli di sua sorella.

Butto un occhio all'articolo della Gazzetta del Profeta sotto le foto dei mangiamorte evasi e non posso credere a quello che c'è scritto: secondo il ministro Caramell, sarebbe stato Sirius a liberarli

Butto un occhio all'articolo della Gazzetta del Profeta sotto le foto dei mangiamorte evasi e non posso credere a quello che c'è scritto: secondo il ministro Caramell, sarebbe stato Sirius a liberarli. Se penso che Caramell sarebbe disposto a fare qualunque cosa pur di non ammettere che Voldemort è tornato, anche scaricare colpe su un innocente, provo una rabbia... ma del resto Caramell stava per far baciare Sirius dai dissennatori due anni fa pur sapendo che non era colpevole, quindi c'è poco da stupirsi. Non posso più stare qui, devo mettermi subito in contatto con Sirius. Per fortuna non ho lezione alla prima ora, e così torno nel mio ufficio senza neanche fare colazione. Minerva insiste perché io provi almeno a mangiare qualcosa, ma tutte queste notizie mi hanno davvero chiuso lo stomaco.

Non appena sono nel mio ufficio, rafforzo gli incantesimi protettivi alla mia porta e alle mie finestre, poi evoco il mio Patronus; è un po' più difficile oggi, con tutte le preoccupazioni che ho, ma riesco a mandare comunque il mio cavallo argentato da Sirius, informandolo di quello che è successo e pregandolo di non muoversi assolutamente dal quartier generale e assicurandogli che io farò lo stesso a Hogwarts.
Ci aspetta un periodo davvero molto difficile, e mi chiedo quanto tempo dovrà passare prima che io possa rivedere di nuovo l'uomo che amo e che ho appena ritrovato.

 

 

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Capitolo 41
*** CAPITOLO 40 - LEZIONI INTERROTTE ***


CAPITOLO 40 - LEZIONI INTERROTTE

 

Vivo le settimane e poi i mesi successivi alla notizia della fuga dei dieci mangianorte da Azkaban in uno stato di angoscia continua. Ogni volta che qualcuno bussa alla porta del mio ufficio, una morsa di terrore mi stringe il cuore, ogni volta temo che stia per arrivare una brutta notizia. Harry è venuto piuttosto spesso a parlare con me negli ultimi tempi, e di recente mi ha anche raccontato di un sogno che ha fatto: Voldemort parlava con Rookwood, uno dei mangiamorte evasi da Azkaban che in passato aveva lavorato all'Ufficio Misteri, secondo il quale un altro mangiamorte, Avery, avrebbe dato a Voldemort un'informazione sbagliata su come prendere ciò che è custodito all'ufficio Misteri e che Harry crede sia un'arma; si tratta invece della profezia che riguarda lui e Voldemort, ma Silente non vuole che Harry lo sappia. E nel sogno, Harry vedeva tutto questo dal punto di vista di Voldemort.

Gli avevo consigliato di parlarne con Silente, ma lui mi era sembrato piuttosto scettico, così lo avevo fatto io. Il preside, però, non aveva avuto la reazione che mi aspettavo. Si era mostrato preoccupato, sì, ma non più del solito, o forse non aveva voluto allarmarmi più di quanto non fossi già. Sta di fatto che la sua reazione mi ha lasciata, se possibile, ancora più inquieta.

È venuta spesso anche Hermione a parlare con me in questi mesi; lei, come avevo immaginato, è preoccupata perché le avevo parlato di Jugson mentre andavamo a Grimmauld Place per le vacanze di Natale, ed è in ansia per me e per Sirius, oltre che per Harry. Ho fatto il possibile per tranquillizzarla, ma non sono certa di esserci riuscita, dato che non sono tranquilla io per prima. E la situazione a scuola non aiuta: nello scorso mese di marzo, la Umbridge ha licenziato Sibilla Cooman, pretendendo anche di cacciarla da Hogwarts. È intervenuto Silente che ha disposto che la Cooman possa restare a vivere a Hogwarts, scegliendo come nuovo insegnante di Divinazione il centauro Fiorenzo, ma la situazione da allora è sempre più tesa. E temo che Hagrid possa fare la stessa fine della Cooman.

Sono nel mio ufficio ed è sera tardi quando sento bussare alla porta

Sono nel mio ufficio ed è sera tardi quando sento bussare alla porta. Sussulto e il cuore mi balza in gola. "Avanti!" dico, e vedo entrare Minerva McGranitt che ha l'aria sconvolta. Quello che ho temuto per mesi, purtroppo alla fine è accaduto: uno dei partecipanti all'ES ha fatto la spia ed è andato a riferire l'esistenza del gruppo alla Umbridge. Si tratta di Marietta Edgecombe, una Corvonero del sesto anno. Ma la cosa più grave, mi racconta Minerva, è che Silente si è preso la colpa della creazione dell'ES ed è stato destituito dal ruolo di preside, che è stato affidato da Caramell alla stessa Umbridge. Silente se ne è andato via con Fanny, la sua fenice, e Minerva non ha idea di dove possa essere andato. Minerva ed io cerchiamo di rassicurarci a vicenda: abbiamo piena e incondizionata fiducia in Silente e del resto, anche se non sarà più il nostro preside, rimane uno dei maghi più potenti di sempre e sta dalla nostra parte, e con lui non abbiamo nulla da temere. Certo, la vita a scuola sarà ancora più difficile di quanto non sia stata fino ad ora, ma noi dobbiamo avere a cuore solo i nostri studenti, e ovviamente tenere più che mai gli occhi aperti per l'Ordine, di cui Silente resta comunque ancora il punto fermo.

 Certo, la vita a scuola sarà ancora più difficile di quanto non sia stata fino ad ora, ma noi dobbiamo avere a cuore solo i nostri studenti, e ovviamente tenere più che mai gli occhi aperti per l'Ordine, di cui Silente resta comunque ancora il pu...

Alcuni giorni dopo la partenza di Silente, poco prima dell'inizio delle vacanze di Pasqua, che naturalmente sarò costretta a passare a Hogwarts, Harry viene a bussare alla porta del mio ufficio.
"Ciao Harry! Come va? È successo qualcosa?" chiedo vedendo la sua faccia sconvolta.
"Ciao Amy... spero di non disturbarti... volevo parlarti di una questione..." esordisce lui con tono incerto.
"Harry tu non disturbi mai, lo sai" dico sorridendo. "Ora accomodati e dimmi tutto" lo esorto.

Mi sembra un po' imbarazzato. "Ecco io..." farfuglia Harry "avevo appuntamento con Piton per una lezione di occlumanzia, ma lui è stato chiamato dalla professoressa Umbridge. Mi sono trovato solo nel suo ufficio e c'era il pensatoio di Silente che emanava una strana luce, che mi sembrava simile a quella dell'ufficio Misteri che vedo in sogno, e cosi... ci ho guardato dentro" confessa abbassando gli occhi come se si vergognasse moltissimo per quello che ha fatto.
La sua espressione turbata mi preoccupa un po'. "E che cosa hai visto?" chiedo con circospezione.
"Ho visto Piton alla mia età... e ho visto te, mio padre, Sirius, Remus e Minus e... mia madre". La sua voce è poco più di un sussurro. Ho una fitta al cuore pensando alla me che lui può aver visto, alla ragazza ingenua e fiduciosa che ero... non sospettavo minimamente quello che mi sarebbe accaduto.

 non sospettavo minimamente quello che mi sarebbe accaduto

"E... cosa facevamo?" lo esorto io.
"Avevate il G.U.F.O. di Difesa contro le arti oscure. Col professor Vitious. Tu eri seduta di fianco a mio padre".
"Lo ricordo come se fosse ieri" affermo; ed è vero, anche se in realtà è passata una vita.
"Finito l'esame siete usciti tutti nel parco; tu sei andata in riva al lago con le tue amiche. Mio padre e i suoi amici sotto il faggio, e Piton era poco distante. Poi tu ti sei alzata e sei andata via, mentre mio padre, insieme a Sirius, ha preso di mira e umiliato Piton. Mia madre è intervenuta per difenderlo e lui la ha dato della sanguemarcio. Io... ecco... non credevo che mio padre fosse davvero presuntuoso e arrogante come Piton l'ha sempre descritto... so cosa vuol dire essere umiliati e presi in giro e... ecco... trovo orribile quello che mio padre e Sirius hanno fatto. Anche perché Piton non aveva fatto niente, mio padre ha fatto quelle cose a Piton solo perché Sirius gli aveva detto che si annoiava... Ne ho parlato anche con Sirius tramite lo specchietto, non lo sentivo dalle vacanze di Natale, e c'era anche Remus con lui; ma loro hanno detto che... sì insomma... avevano solo sedici anni e può capitare di comportarsi da stupidi a quell'età" confessa tutto d'un fiato, rosso in viso.

"Harry, ascoltami bene" dico alzandomi, facendo il giro della scrivania e andando a sedermi vicino a lui e prendendogli le mani tra le mie. "Sei turbato, e lo capisco. E non posso negare che James e Sirius fossero dei maledetti arroganti, presuntosi e pieni di sé a sedici anni, perché effettivamente lo erano. Te lo avevo già raccontato, anche noi che eravamo loro coetanee e compagne di Casa stavamo alla larga da loro nonostante fossero tra gli studenti più popolari a Hogwarts, uno perché era un campione di Quidditch, l'altro perché era il più bello della scuola. Però Harry, tu hai avuto una visione molto parziale; hai visto solo ed esclusivamente un ricordo di Piton. E non puoi sapere che la guerra tra loro andava avanti da molto prima, e Piton sapeva difendersi, non stava certo lì a guardare e subire. E c'erano altri studenti, che poi sono diventati mangismorte, che facevano ben di peggio a studenti più giovani, usavano magia oscura. Non mi risulta che James e Sirius abbiano mai dato fastidio ad altri studenti, solo a Piton, e credo proprio che il motivo fosse Lily. Tuo padre, te l'ho raccontato, si è preso una cotta per lei dal primo momento che l'ha vista, e lei era molto amica di Piton, e questo a tuo padre dava un gran fastidio. Infatti da quel giorno in cui Piton ha insultato Lily chiamandola sanguemarcio e lei si è allontanata da lui, di fatto sono finite anche le continue baruffe tra Piton e James e Sirius. E poi loro sono cresciuti e maturati, e comunque sono rimasti sempre dalla parte giusta, quella di Silente, a differenza di Piton che già a scuola frequentava dei mangiamorte. Questo, Harry, non devi dimenticarlo mai".

Harry mi guarda con espressione ancora dubbiosa, evidentemente molto colpito da quello che ha visto. "Harry, tuo padre non era perfetto e capisco che sia dura da accettare. Ma le persone crescono, maturano e cambiano, e a lui è successo esattamente questo, così come anche a Sirius. Credi che io avrei mai potuto innamorami di Sirius se fosse rimasto l'idiota che era a sedici anni? Sai cosa mi ha detto la prima volta che siamo usciti insieme? Che non era sicuro che io avrei accettato il suo invito perché pensava che io lo ritenessi troppo idiota per me. E lo stesso è successo tra tuo padre e tua madre: quante volte James ha invitato Lily ad uscire con lui, e lei ha sempre rifiutato, non lo sopportava. Ma poi lui è cambiato, ha cominciato a darsi meno arie e ha smesso di farsi la guerra con Piton, e così lei si è convinta che lui meritasse una possibilità e ha finito per innamorarsene. Non basare la tua opinione su di lui solo su un ricordo di Piton, Harry. La vita a Hogwarts vent'anni fa è stata molto di più, e ci siamo io, Sirius e Remus a potertelo dimostrare".

Lui mi sembra leggermente meno accigliato. "Capisco Amy, e sicuramente è come dici tu; devo solo imparare ad accettare che mio padre non fosse perfetto come ho sempre pensato". Ha un'ombra triste negli occhi e cerco di nuovo di rassicurarlo.

"Non lo era Harry, non era perfetto, e chi lo è? James era comunque una persona straordinaria, te lo posso assicurare. Aveva delle qualità e dei difetti, come tutti. Era coraggioso, leale, avrebbe dato la vita per le persone a cui teneva. E lo ha fatto, per te". Lo abbraccio, fa male anche a me parlare di James e Lily, non oso immaginare quanto male possa fare a lui.

"Amy... c'è un'altra cosa che devo dirti..." farfuglia imbarazzato. "Piton mi ha beccato mentre guardavo il suo ricordo e mi ha cacciato, non vuole più darmi lezioni di occlumanzia".
Lo guardo spalancando gli occhi "Harry questo non è possibile, lo sai, è assolutamente necessario che tu impari a chiudere la mente. Me lo ha ribadito anche Silente l'ultima volta che ho parlato con lui".

"Lo hanno detto anche Sirius e Remus. Ma io mi sento meglio a sapere di non dover più fare queste lezioni con lui, si comporta sempre in modo così odioso, ed è frustrante che guardi dentro i miei pensieri... E poi Amy, se io avessi chiuso la mia mente mesi fa, non avrei visto il signor Weasley ferito, e forse a quest'ora lui..."

"Harry, ascoltami bene. Non sappiamo come Voldemort possa decidere di sfruttare questo legame che c'è tra la tua mente e la sua, per questo devi imparare a chiuderla. Devi parlare con Piton e chiedergli di riprendere le lezioni, è davvero molto importante. Se non lo vuoi fare tu lo faccio io" dico risoluta alzandomi "anzi, sai che ti dico? Vado a parlarci subito".

Harry tenta debolmente di protestare ma sono irremovibile. Lo accompagno fuori dal mio ufficio e scendo nei sotterranei. Sono un po' nervosa al pensiero di parlare con Piton ma non c'è alternativa. Harry non andrà mai a chiedergli di riprendere le lezioni e, non essendoci Silente, non posso nemmeno rivolgermi a lui affinché faccia ragionare Piton.

Busso alla porta del suo ufficio con mano un po' tremante, e sento subito la sua voce dura rispondere "Avanti". I suoi occhi hanno la solita espressione imperturbabile, anche se sono quasi certa di aver visto per un attimo sul suo viso una lievissima espressione di sorpresa.

"Mancini" dice scandendo il mio cognome come se lui fosse l'insegnante che sta per interrogarmi e io l'alunna impreparata "a cosa devo l'onore di questa visita?"
"Penso tu possa immaginarlo" sbotto irritata "perché non vuoi più insegnare occlumanzia a Harry? Lo sai quanto è importante per ostacolare i piani di Voldemort".

L'espressione di Piton diventa, se possibile, ancora più dura. "Quel ragazzo ha fatto una cosa che non avrebbe mai dovuto fare" dice laconico, sottolineando soprattutto la parola "mai".
"Lo so, me lo ha raccontato. Ha guardato dentro il pensatoio, dove c'era un tuo ricordo, e so anche quale. Ha sbagliato, non avrebbe mai dovuto farlo e credimi è rimasto anche lui profondamente turbato da quello che ha visto, per questo è venuto a parlarmene. Ma non è un buon motivo per sospendere le lezioni di occlumanzia".

"Certo che lo è. Non ho più nessuna intenzione di avere a che fare con lui. È proprio come suo padre, un maledetto idiota arrogante" sibila Piton con un tale risentimento nella voce che mi fa trasalire.

 È proprio come suo padre, un maledetto idiota arrogante

"Ascoltami, ti prego. Non sappiamo come Voldemort potrà sfruttare il legame che c'è tra la sua mente e quella di Harry, ma certamente lo farà. E quando deciderà di farlo, Harry sarà in grave pericolo. E non lo sarà solo lui, ma tutto il mondo magico. Te ne rendi conto?" Sono furiosa, non posso credere che stia mandando all'aria tutto ciò per cui stiamo lavorando da un anno, solo per un suo capriccio.

Lui resta in silenzio, con quello sguardo impenetrabile fisso su di me, così continuo "Non puoi mandare tutto all'aria solo perché odiavi James. Harry non è James. È vero, gli somiglia in modo straordinario, ma non è lui. In Harry c'è anche tantissimo di Lily, oltre agli occhi, e tu che la conoscevi così bene non dovresti far fatica a riconoscere molti tratti del suo carattere in Harry. Lui ha sbagliato, credo ti abbia chiesto scusa e se non l'avesse fatto, lo faccio adesso io per lui. Oltretutto mi ha spiegato che non l'ha fatto per il puro piacere di farsi gli affari tuoi ma perché vedeva uscire dal pensatoio una luce simile a quella che vede nei suoi sogni all'ufficio Misteri e ha pensato che lì dentro ci fosse qualcosa che sarebbe stato opportuno che lui vedesse. Solo per questo motivo ha guardato nel pensatoio".

Piton continua a fissarmi con espressione imperturbabile; dopo un lungo silenzio sbotta semplicemente "Sei patetica. Vattene". E realizzo sconsolata che il mio tentativo è stato perfettamente inutile, che nulla di quello che potrei mai dire gli farà cambiare idea.
Vorrei tanto che Silente fosse qui, lui è l'unico che potrebbe obbligare Piton a riprendere le lezioni di occlumanzia. Ma Silente non c'è e nessuno ha la minima idea di dove sia.
Mi alzo ed esco dall'ufficio di Piton più angosciata di quanto lo sia stata in tutti questi mesi: ho la sensazione che stia per succedere qualcosa di veramente terribile.

 

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Capitolo 42
*** CAPITOLO 41 - TRAPPOLE E INGANNI ***


CAPITOLO 41 - TRAPPOLE E INGANNI

 

Nelle settimane successive alla partenza di Silente, ad Hogwarts regna il caos: i gemelli Weasley, ormai decisi a lasciare la scuola senza sostenere gli M.A.G.O., hanno dapprima sparato un repertorio di fuochi d'artificio degno di Zonko, il negozio di scherzi di Hogsmeade, e alcuni giorni dopo hanno trasformato il corridoio del quinto piano in un'immensa palude. In seguito a questa azione, Fred e George hanno richiamato con un incantesimo di appello le loro scope dall'ufficio della Umbridge dove erano custodite dopo essere state sequestrate insieme alla Firebolt di Harry, e hanno lasciato Hogwarts per occuparsi del loro nuovo negozio di scherzi a Diagon Alley, chiamato Tiri Vispi Weasley, che sono riusciti ad aprire grazie al denaro che Harry ha vinto al torneo tremaghi lo scorso anno e che ha deciso di regalare ai gemelli.

Dopo la loro dipartita, molti studenti hanno pensato di imitarli e ne hanno combinate di tutti i colori: c'è stato chi ha messo uno snaso nell'ufficio della Umbridge, chi si è divertito a lanciare numerose Caccabombe e Pallottole Puzzole nei corri...

Dopo la loro dipartita, molti studenti hanno pensato di imitarli e ne hanno combinate di tutti i colori: c'è stato chi ha messo uno snaso nell'ufficio della Umbridge, chi si è divertito a lanciare numerose Caccabombe e Pallottole Puzzole nei corridoi, chi ancora si è dedicato a fare scherzi ad altri studenti. Ma il più scatenato in tutta questa situazione è Pix, il poltergeist di Hogwarts, che, ridacchiando come un folle, sfreccia per la scuola rovesciando tavoli, sbucando dalle lavagne, capovolgendo statue e vasi, frantumando lanterne e spegnendo candele o scagliando pile di pergamene tra le fiamme o fuori dalla finestra; ha persino inondato parte del secondo piano lasciando aperti tutti i rubinetti del bagno. E spesso lo si vede svolazzare dietro alla Umbridge, facendole una pernacchia ogni volta che lei apre bocca.

È in questa situazione di caos che si svolgono i G.U.F.O. per gli studenti del quinto anno,  oggi è il giorno conclusivo. Mi fa una certa impressione vedere Harry, Ron e Hermione studiare come matti come ho fatto anche io vent'anni fa, mi sembra quasi di tornare indietro nel tempo. A differenza di quando ho fatto gli esami io, però, loro non vengono esaminati dai loro insegnanti abituali ma da degli esaminatori mandati appositamente dal Ministero della Magia. Oggi pomeriggio sosterranno l'esame di Storia della Magia e poi finalmente avranno finito. Io invece oggi non ho lezione, e quindi, dopo colazione, sono tornata nel mio ufficio a sistemare dei documenti.

Harry non ha più ripreso le lezioni di occlumanzia con Piton; anche Remus e Sirius, che sento regolarmente tramite i nostri Patronus, si sono parecchio preoccupati per questo, e Remus ha provato anche lui a parlarne con Piton ma senza ottenere alcun risultato. E mi stupisco moltissimo quando, poco prima dell'ora di pranzo, sentendo bussare alla porta del mio ufficio, mi trovo davanti proprio Piton.
"La preside vuole vederti urgentemente" mi comunica freddamente.
"Va bene, finisco di mettere via un paio di documenti e vado subito da lei" rispondo.
"No, ci devi andare immediatamente" dice lui scandendo l'ultima parola come se fosse questione di vita o di morte. "Ti accompagnerò nel suo ufficio".

Non cerco nemmeno di obiettare, quindi chiudo la porta del mio ufficio con i soliti incantesimi protettivi e lo seguo in silenzio. Mentre camminiamo, lo vedo frugare sotto il suo mantello ed estrarre una piccola fiala contenente un liquido rosso vivo, che a prima vista sembrerebbe proprio sangue. Me la porge dicendo "Devi nasconderla molto bene e portarla con te. Ci sarà un momento durante la giornata in cui sentirai di non avere la minima via d'uscita. Quando succederà, dovrai bere questa pozione. Stai attenta che nessuno ti veda e ricordati che l'effetto durerà solo mezz'ora".

Prendo la fiala fissando Piton sbigottita: come fa lui a sapere cosa mi succederà oggi? E come posso io essere sicura che il contenuto di quella fiala non mi faccia del male? Non mi fido di Piton e una morsa di inquietudine mi attanaglia lo stomaco.
"Che cos'è?" provo comunque a chiedere, senza aspettarmi in realtà una spiegazione. E infatti, come immaginavo, lui risponde "Non c'è tempo per le spiegazioni adesso, siamo arrivati". Ed in effetti siamo davanti alla porta dell'ufficio della Umbridge. Non ci ero mai entrata prima d'ora e mi sento sempre più nervosa. Cosa potrà mai volere da me?

Piton sta per voltarsi e andarsene ma lo trattengo. "Aspetta, per favore". Si volta senza cambiare minimamente espressione. "Perché dovrei fidarmi di te?" chiedo, e sarei davvero curiosa di conoscere la risposta, ma sono certa che lui non me la darà.
"Perché non hai alternativa" mormora lui a voce bassa, e mi pare di vedere per una frazione di secondo un lampo di soddisfazione passare nei suoi occhi; e detto questo, si volta e se ne va, lasciandomi sola e inquieta davanti alla porta dell'ufficio della Umbridge.

Guardo per un attimo la piccola fiala, non mi resta che portarla con me e vedere se davvero avrò bisogno di usarla, così me la nascondo nel reggiseno. Prendo un profondo respiro e busso, e subito sento la vocetta acuta della Umbridge dire "Avanti!". Entro e mi guardo attorno per un istante, e quello che vedo non fa altro che mettermi ancora più inquietudine. Il pavimento è ricoperto di moquette rosa e alle pareti sono affissi tantissimi piatti ornamentali dove sono raffigurati dei gattini con orrendi fiocchetti colorati al collo. La stanza è piena di vasi di fiori secchi, sotto ognuno dei quali è ordinatamente posato un centrino di pizzo. Se penso che questo una volta era l'ufficio di Remus...

"Buongiorno signora preside, voleva vedermi?" chiedo educatamente riscuotendomi dai miei pensieri.
"Sì, mia cara" risponde lei con voce melliflua "ho ricevuto una comunicazione urgente dal Ministro Caramell. Vuole che lei, professoressa Mancini, si presenti nel suo ufficio alle cinque di oggi pomeriggio. Naturalmente dovrà partire immediatamente per Londra per essere certa di arrivare in tempo".

Resto per un attimo in silenzio, sono senza parole. Cosa può mai volere Caramell da me?
"Mi ha sentita, professoressa?" insiste la voce acuta della Umbridge.
Annuisco. "Posso sapere il motivo di questa mia convocazione così urgente?" chiedo con la voce che mi trema leggermente.
"Oh certo" sorride la preside fissandomi con i grandi occhi sporgenti. "Due anni fa, lei ha raccontato al Ministro una storia a proposito di un uomo evaso da Azkaban, Sirius Black, che, a suo dire, era innocente. Il Ministro ora vorrebbe farle qualche domanda a proposito di quel suo racconto" spiega lei scandendo bene la parole come se stesse parlando a una bambina di quattro anni. Mi allunga anche un foglio di pergamena che risulta essere una convocazione ufficiale del Ministro Caramell, firmata dal suo assistente personale, Percy Weasley.
Sono sempre più perplessa e nervosa: perché Caramell da un momento all'altro torna a interessarsi al mio racconto dopo ben due anni? È assolutamente impossibile che abbia deciso di credere proprio adesso all'innocenza di Sirius. Dovrò stare molto attenta a quello che dirò, ma di certo non posso rifiutarmi di andare.

Restituisco alla Umbridge il foglio di pergamena; lei si alza risoluta e mi prende per un braccio. "Bene, andiamo. La accompagnerò personalmente a Hogsmeade finché non salirà sul nottetempo, non possiamo rischiare che lei si distragga e arrivi in ritardo".

Una carrozza guidata da un thestral ci aspetta già fuori dal castello e per un attimo mi torna in mente quando, sei mesi fa, una carrozza come questa aveva aspettato me ed Hermione per portarci a Grimmauld Place. E Grimmauld Place significa Sirius. Ho una stretta al cuore pensando a lui e alle vacanze di Natale passate insieme; in questi mesi abbiamo potuto comunicare solo tramite i nostri Patronus, ma si è sempre trattato di comunicazioni brevi e lui mi manca da morire.

A Hogsmeade, la Umbridge mi carica letteralmente sul nottetempo e se ne va. Mi sento molto inquieta ad essere fuori da Hogwarts da sola, senza che nessuno dell'Ordine sappia nulla. Non ho nemmeno avuto il tempo di avvisare Sirius e non posso certo farlo adesso. Dovrei arrivare a Londra circa mezz'ora prima dell'appuntamento con Caramell e, non essendo mai stata al Ministero della Magia prima d'ora, quel tempo mi servirà per orientarmi e trovare il suo ufficio. So solo che i visitatori accedono al Ministero da una vecchia cabina telefonica nella quale si deve comporre il numero 62442, ma per il resto non so altro.

Il nottetempo si ferma in una via che ospita edifici dall'aria trascurata, un pub e un cassone pieno di macerie e detriti. "Siamo arrivati. Al Ministero si accede da là" mi informa il conducente indicandomi una vecchia cabina telefonica rossa piuttosto malmessa in fondo alla via. "Grazie" rispondo, e scendo dall'autobus.
Mi guardo intorno: la via è completamente deserta. Mi dirigo a passi incerti verso la cabina telefonica, ma mentre sto camminando sento uno strano rumore. Non faccio in tempo a voltarmi che improvvisamente tutto diventa buio.

 

Sono sdraiata su un pavimento di pietra, mi fa male la testa e non riesco a muovermi. Ho quasi paura ad aprire gli occhi ma devo farmi coraggio e capire dove mi trovo. Quello che ho capito senza il minimo dubbio, dopo i primi istanti di confusione, è che l'appuntamento col Ministro era una trappola e so benissimo chi è stato ad organizzarla. Sento una rabbia feroce montarmi dentro; ci sono cascata con tutte le gambe ma, anche se avessi intuito cosa sarebbe potuto succedermi una volta uscita da Hogwarts, non avrei potuto farci nulla. Non avrei potuto oppormi in alcun modo alla Umbridge. Devo affrontare questa situazione, non c'è altra possibilità.

Apro gli occhi e mi guardo intorno. Devo essere in un seminterrato perché nella stanza c'è solo una piccola finestra in alto, con delle inferriate, e la luce che entra nella stanza è scarsa nonostante sia ancora giorno. La stanza è quasi completamente vuota, c'è solo un grande letto in un angolo dalla parte opposta rispetto a quella in cui mi trovo io, e solo a vederlo mi viene la nausea. Sono completamente legata con una corda, proprio come mi era successo a scuola vent'anni fa. Ma allora era intervenuto Sirius ad aiutarmi, mentre adesso è impossibile che questo possa accadere, devo cavarmela da sola. Ma come farò? Sicuramente la bacchetta mi sarà stata tolta e non ho alcuna possibilità di fuggire da qui.

Mentre cerco furiosamente di pensare a una possibile soluzione, sento il rumore di un catenaccio; la pota si apre e nella stanza entra Eric Jugson che mi fissa con occhi torbidi e un ghigno minaccioso in volto

Mentre cerco furiosamente di pensare a una possibile soluzione, sento il rumore di un catenaccio; la pota si apre e nella stanza entra Eric Jugson che mi fissa con occhi torbidi e un ghigno minaccioso in volto.
"Amy... piccola... finalmente... sei molto più affascinante e sexy di quando avevi sedici anni, sai?" mormora, con una voce roca che mi strappa un brivido di orrore.
Lo fisso senza parlare e lui continua. "È stato molto nobile da parte del tuo fidanzato rinunciare a te per tenerti al sicuro negli Stati Uniti, non trovi? Ho provato varie volte a fargliela pagare, ma devo riconoscere che è stato abile. Almeno finché non l'ha incastrato Codaliscia" dice scoppiando a ridere mentre sento la rabbia crescere a dismisura dentro di me.
"Ma, sai" continua Jugson "questa sera ci sarà la resa dei conti, anche con lui".

"Che cosa intendi dire?" chiedo spalancando gli occhi e credo di essere impallidita perché lui mi guarda con gli occhi ridotti a fessure e le labbra strette e dice "Oh, guardati, sei ancora innamorata di lui, vero piccola? Ma non preoccuparti, ci penserò io a fartelo dimenticare".

"Se solo provi a fare del male a Sirius ti ucciderò" sibilo fremente di rabbia. "So farlo, sai? Ho già ucciso una volta e non è stato affatto difficile".
Jugson scoppia di nuovo a ridere. "Non lo rivedrai mai più. Stasera verrà all'ufficio Misteri e finalmente lo ucciderò".

"Perché mai dovrebbe venire all'ufficio Misteri?" domando furiosa.
"Perché ormai Harry Potter avrà già visto nella sua mente il Signore Oscuro che tortura il tuo amato e starà cercando di capire come arrivare da Hogwarts all'ufficio Misteri" risponde Jugson con un sorrisetto compiaciuto. "Non sta succedendo davvero, tranquilla" aggiunge con un ghigno "ma succederà di peggio: Potter verrà al Ministero convinto di salvarlo; e sono certo che l'Ordine della fenice in qualche modo verrà a saperlo, anche se tu sei fuori gioco. E quell'idiota di Black non potrà stare nascosto mentre il mio padrone uccide il suo figlioccio. Moriranno entrambi. E ora scusami, mi piacerebbe stare qui e divertirmi con te, ma avremo tutto il tempo che vorremo stanotte, quando tutto sarà finito". E detto questo, esce dalla porta e la richiude con il catenaccio.

Sono di nuovo sola, non ho idea di che ore siano e di come poter fare a liberarmi. La corda mi tiene legata talmente stretta da togliermi quasi il respiro e mi avvolge completamente dalle spalle ai piedi. Per un attimo, una morsa di terrore mi stringe il cuore. Se anche riuscissi a liberarmi da questa corda come potrei scappare da qui senza usare la magia? La porta è chiusa dall'esterno con un catenaccio, la finestra è piccola e dotata di inferriate ed è impossibile che io possa smaterializzarmi, Jugson avrà sicuramente fatto degli incantesimi per evitarlo. Ma non posso perdermi d'animo, ci sono in gioco le vite di Harry e di Sirius, le due persone più importanti della mia vita, per non parlare di quello che succederebbe a me, preferirei morire piuttosto, e non esiste che io non tenti il tutto per tutto per fuggire da qui.

Per prima cosa devo liberarmi da questa maledetta corda. Comincio a dibattermi nel tentativo di allentare un po' la stretta della corda su di me, senza successo. Provo allora a guardarmi intorno alla disperata ricerca di qualcosa che possa aiutarmi a tagliarla. E a un certo punto vedo una sporgenza nel muro di pietra che sembra abbastanza appuntita, all'altezza delle mie spalle. Dovrò alzarmi in piedi e non sarà affatto facile, con le gambe legate così strette, ma devo provarci. Striscio fino al letto e appoggiandomici riesco in qualche modo a tirarmi su.
La forza della disperazione mi fa raggiungere la sporgenza nel muro dalla parte opposta rispetto a quella in cui si trova il letto, anche se stare in piedi e tentare di muovermi con le gambe legate così strette è faticoso e mi provoca dolori molto forti.

Finalmente raggiungo la sporgenza e con la spalla destra ci struscio contro per recidere questa maledetta corda. E dopo alcuni tentativi ci riesco, anche se lo faccio con talmente tanta foga che finisco per strappare il tessuto della camicia che indosso e ferirmi alla spalla che ora sanguina un po'. Mi volto e ripeto l'operazione con la spalla sinistra, facendo attenzione a non ferirmi questa volta. Quando entrambe le spalle sono libere e riesco a muovermi un po', la stretta della corda sulla parte superiore del mio corpo comincia ad allentarsi e con un po' di fatica riesco a liberarmi braccia e mani. Slego rapidamente anche la corda che mi imprigiona le gambe e finalmente sono libera.

Non ho idea di quanto tempo sia passato da quando Jugson se n'è andato, probabilmente parecchio perché dalla finestra entra ormai pochissima luce.
Ora devo pensare velocemente a come uscire da qui. Già sapendo che non servirà a nulla, provo a smaterializzarmi ma ovviamente non ci riesco. Jugson non è certo uno sprovveduto. Perlustro tutta la stanza alla ricerca della mia bacchetta, ma non ne trovo traccia, chissà dove è finita... poi improvvisamente mi vengono in mente le parole che Piton mi ha detto solo questa mattina: "Ci sarà un momento durante la giornata in cui sentirai di non avere la minima via d'uscita. Quando succederà, dovrai bere questa pozione". Possibile che si riferisse a questo? Sapeva che la convocazione al Ministero era una trappola organizzata da Jugson? La fiala che mi ha dato è ancora lì dove l'avevo nascosta. La tiro fuori e la guardo. Non ricordo di aver mai visto né studiato a scuola una pozione del colore del sangue e non ho idea di che effetto possa avere. Ma ho qualche alternativa? Decisamente no. Nonostante non mi fidi affatto di Piton, mi faccio coraggio e svito il piccolo tappo.

Un odore dolciastro mi invade le narici. Avvicino la fiala alle labbra e ne bevo un piccolo sorso; nonostante il colore, non sa affatto di sangue, anzi è molto dolce. Svuoto l'intero contenuto e nascondo la fiala vuota dove era prima. Subito sento uno strano formicolio pervadermi tutto il corpo, dalla testa ai piedi, ma non so che fare ora; oltre a questa sensazione, non percepisco effetti particolari.

Guardo la finestra pensando che potrei passarci solo se fossi molto piccola, e improvvisamente il mio corpo comincia a rimpicciolirsi. Sono stupefatta, ma sconfortata perché così piccola avrò ancora meno possibilità di raggiungere quella finestra. Se solo potessi arrampicarmi sul muro... mi avvicino e ci provo, e noto che le mie mani e i miei piedi aderiscono al muro di pietra cene se vi fossero incollate delle ventose. Mi arrampico facilmente fino alla finestra come se fossi una lucertola, e con altrettanta facilità ne esco. Non mi sembra vero e ringrazio mentalmente Piton, ma ho altri due problemi da risolvere: ritrovare la mia bacchetta e capire dove mi trovo per poi allontanarmi più in fretta possibile da qui.

Ritorno delle mie dimensioni normali e mi guardo attorno: il seminterrato in cui mi trovavo fa parte di un casolare abbandonato in mezzo a una campagna. Devo sbrigarmi perché il sole è già tramontato e tra poco mi troverò immersa nell'oscurità; oltretutto, a detta di Piton, l'effetto della pozione durerà solo mezz'ora. Cammino fino all'ingresso: la porta è chiusa ma, girando attorno alla casa, noto che una finestra sul retro è rimasta aperta. Come prima, riesco a rimpicciolirmi e mi arrampico fino alla finestra intrufolandomi in casa.

Tornata alla mia grandezza naturale, mi guardo attorno nella semioscurità: mi trovo in una camera da letto arredata in modo semplice, con un letto matrimoniale, due comodini e una cassettiera. L'odore di chiuso e di umidità è molto forte, così, dopo aver dato una rapida occhiata, mi allontano da quella stanza.

Attraverso un lungo corridoio su cui si affacciano alcune porte chiuse a chiave, giungo in un ampio soggiorno con una cucina a vista, arredati con mobili in legno chiaro. L'ambiente è piuttosto vecchio, anche se ordinato, e l'odore non è così penetrante come nella camera da letto. Mi guardo rapidamente attorno e con enorme sollievo individuo la mia bacchetta appoggiata su uno dei mobili di legno. La afferro ed esco di corsa saltando dalla finestra del soggiorno; ormai è quasi buio, davanti a me vedo solo la campagna e ora devo allontanarmi il più possibile dal casolare per vedere se riesco a smaterializzarmi.

La pozione di Piton funziona ancora, e mi fa correre molto più veloce di quanto mi sarebbe possibile. Corro finché l'effetto non finisce, ormai credo di essere abbastanza lontana. Mi smaterializzo pensando intensamente a Grimmauld Place numero dodici, ma so che se sono troppo lontana non ci arriverò.

Mi trovo a terra su un marciapiede, in una strada che non conosco; evidentemente ero troppo lontana dal posto in cui volevo arrivare, ma nemmeno adesso so dove mi trovo. Decido di chiedere a un gruppetto di ragazzi che stanno passando in strada, non mi importa niente che possano prendermi per pazza. Mi rispondono che mi trovo a Londra, in una via che non ho mai sentito nominare prima, probabilmente sono in una zona periferica. Tiro un sospiro di sollievo: se sono fortunata, con un'altra smaterializzazione potrei riuscire ad arrivare a Grimmauld Place. Ma sono esausta, non so se riuscirò a farlo di nuovo, non mi sento più le gambe e la spalla ferita mi fa ancora male. Mi sforzo di pensare a Sirius ed Harry e con un brivido di terrore realizzo che a Grimmauld Place potrei già non trovare più Sirius; cerco di farmi coraggio e di raccogliere le ultime forze.

Dopo un tempo che mi sembra interminabile, riesco finalmente a smaterializzarmi e mi trovo davanti alla porta nera e rovinata, con il batacchio a forma di serpente. Faccio appena in tempo a suonare il campanello di Grimmauld Place numero dodici sperando disperatamente che Sirius sia ancora in casa, e poi tutto diventa di nuovo buio.

 

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Capitolo 43
*** CAPITOLO 42 - IL VELO ***


CAPITOLO 42 - IL VELO

 

Sbatto leggermente le palpebre quando mi sento sollevare di peso. E provo un sollievo disperato quando i miei occhi incrociano quelli che ho desiderato di incontrare nelle ultime ore e negli ultimi mesi, gli occhi di Sirius. Si china a darmi un leggero bacio sulle labbra quando vede che mi sono ripresa, e per un attimo mi sento in paradiso. Ma subito l'inferno dentro di me torna a scatenarsi.
"Amy, amore mio, come stai?" mi chiede Sirius con voce piena di ansia.
"Sirius... sei vivo... che bello vederti" riesco solo a mormorare. È un sollievo enorme vedere Sirius vivo e in salute, ma sono preoccupata da morire per Harry.

Sirius mi porta su per la scala e mi riempie il viso di baci dolcissimi; poi, con grande delicatezza, mi fa distendere sul divano del salotto al primo piano e si siede accanto a me. Dà un leggerissimo colpo di bacchetta sulla mia spalla e subito la ferita si rimargina e smette di sanguinare.
"Grazie" mormoro debolmente.
"Amy, ho saputo proprio ora che Jugson ti ha teso una trappola... sei riuscita a scappare..." dice guardando un punto imprecisato alla sua destra. E seguendo la direzione del suo sguardo, vedo Severus Piton seduto su una poltrona poco distante; sono sorpresa di trovarlo lì, ma provo per lui un moto di gratitudine immensa.

Torno a voltarmi verso Sirius. "È esclusivamente merito suo se sono qui..." mormoro, e subito dopo mi rivolgo invece a Piton: "Severus, io... non so come ringraziarti... Scusami per aver dubitato di te" dico con un filo di voce, sforzandomi di mettermi a sedere. Ma non ho più forze, sono esausta, e ricado all'indietro sui cuscini del divano. Piton mi fissa con il solito sguardo impenetrabile ma mi sembra di vedere le sue labbra incurvarsi appena nell'ombra di un sorriso.

"Che cosa significa?" Sirius è confuso e lo capisco, un po' lo sono anch'io.
"Non c'è tempo per le spiegazioni, Sirius. Ti racconterò tutto dopo. Ora Harry è in pericolo, dobbiamo aiutarlo" farfuglio sempre senza forze.
"Amy, cosa vuoi dire? Come in pericolo?" domanda Sirius impallidendo.
"È il motivo per cui sono venuto qui, oltre ad avvisarti che sarebbe arrivata lei" interviene Piton. "Sapevo che lei sarebbe stata ingannata con una trappola, ma le avevo dato gli strumenti per liberarsi e sapevo che se la sarebbe cavata. Ma la trappola serviva anche per tenerla lontana da Hogwarts mentre il Signore Oscuro realizzava i suoi piani, e che volesse farlo proprio oggi e in quello specifico modo, io non ne ero a conoscenza" dice Piton.

"Di che piani stai parlando?" domanda Sirius sempre più confuso
"Oggi pomeriggio, mentre sosteneva l'esame di Storia della Magia, Potter ha visto te che venivi torturato dal Signore Oscuro all'ufficio Misteri. Il Signore Oscuro ha sfruttato così il legame che c'è tra la sua mente e quella di Potter. Voleva attirarlo all'ufficio Misteri e fargli prendere la profezia".
Vedo Sirius impallidire. "Quindi mi stai dicendo che Harry è andato al Ministero convinto di salvare me?"
"Esattamente" conferma Piton implacabile. "Ma non sono certo che sia già là. L'ultima volta che l'ho visto, la Umbridge stava cercando di estorcergli informazioni su di te e Silente; poi la Granger ha convinto la Umbridge a seguirli nella foresta proibita. Ma appena saranno riusciti a liberarsi di lei, andranno all'ufficio Misteri, se non l'hanno già fatto".

"Oh Godric!" esclamo io debolmente. Poi un lampo improvviso mi attraversa la mente. "Sirius, ma Harry non ha provato a contattarti con lo specchietto per vedere dove fossi?"
"Il mio specchietto è sparito. Durante il giorno lo porto sempre con me e alla sera, prima di andare a letto, lo lascio sul comodino. Ma stamattina non l'ho trovato. Immagino lo possa aver preso Kreacher, non l'ho visto per tutto il giorno" mormora Sirius.

"Oh no quindi Harry avrà sicuramente pensato che ti sia successo qualcosa di terribile" dico con la voce che mi trema un po'.

"Devo avvisare subito tutti i membri dell'Ordine... E provare a contattare Silente!" esclama Sirius allontanandosi e uscendo dal salotto.

Piton si avvicina a me e mi porge un'altra piccola fiala contenente un liquido di colore ambrato. "Bevi questa" dice "è una Soluzione Corroborante, ti ridarà l'energia che hai perso con le trasformazioni dovute alla mia pozione, e le smaterializzazioni".
Non ho motivo per dubitare nuovamente di lui, così svito il tappo e bevo il contenuto della piccola fiala in un sorso. Il sapore, a differenza della pozione color sangue, è molto amaro, sembra proprio di bere una medicina, ma l'effetto è immediato, mi sento subito meglio. Senza sforzo, mi metto seduta sul divano.

"Grazie infinite" mormoro "anche se non capisco perché stai facendo tutto questo per me. Credevo mi odiassi".
Lui resta zitto e mi fissa con il solito sguardo impenetrabile. Ma questa volta io riesco a penetrarlo. Non so come sia possibile, non ho mai saputo vedere nella mente degli altri, al limite so interpretare alcuni sguardi; e Piton è un maestro nell'occlumanzia, quindi dubito che mi permetterebbe di vedere cose che non vorrebbe si vedessero. Eppure succede esattamente questo: vedo me e Lily nei primi anni di scuola, e poi più grandi. Ridiamo, scherziamo, ci aiutiamo con i compiti, lei asciuga le mie lacrime e io le sue, parliamo seriamente, ci abbracciamo forte... E capisco che non lo ha fatto per me, non lo farebbe mai per me. Che mi odi o meno non ha importanza. Tutto quello che ha fatto, l'ha fatto per lei, l'ha fatto perché lei teneva a me e perché se lei fosse stata qui, gli avrebbe chiesto di aiutarmi, di salvarmi. Realizzo solo adesso quanto sia grande il suo amore per lei, ancora adesso e nonostante lei non ci sia più da quindici anni.

Lui si alza di scatto, evidentemente turbato da questa mia incursione nella sua mente nonostante l'abbia permessa lui stesso

Lui si alza di scatto, evidentemente turbato da questa mia incursione nella sua mente nonostante l'abbia permessa lui stesso.

"Il sentimento che provavi e ancora provi per lei è molto bello, non devi vergognartene mai" riesco soltanto a dirgli, prima che esca dalla stanza. Avrei ancora molte domande da fargli: come faceva a sapere cosa aveva architettato Jugson, se la Umbridge sapeva della trappola o credeva davvero che il Ministro mi avesse convocata, e altre. Ma ci sarà tempo per le spiegazioni, o almeno me lo auguro.

Sento le voci di Sirius e Piton fuori dal salotto.
"Stanno arrivando" dice Sirius. "Moody, Tonks, Remus e Kingsley. Poi ci smaterializzeremo da qui al Ministero".
"Non è il caso che tu vada" risponde Piton secco. "E nemmeno lei" aggiunge riferendosi ovviamente a me.
"Per quanto riguarda Amy, sono assolutamente d'accordo, è distrutta e non voglio che corra altri pericoli con Jugson. Ma io devo andare, a costo di farmi uccidere o rinchiudere di nuovo ad Azkaban" ribatte Sirius con veemenza.
"Come vuoi. Ma poi non dire che non ti avevo avvertito. Devo andare, se la preside se la fosse cavata nella foresta proibita noterebbe la mia lunga assenza" annuncia infine Piton.

Poco dopo, Sirius ricompare accanto a me. "Stai meglio?" chiede vedendomi seduta sul divano.
"Sì, molto meglio, grazie" rispondo sorridendogli. Si siede vicino a me, mi prende il viso tra le mani e mi bacia con infinita dolcezza.
"Amy, se penso a cosa sarebbe potuto succederti..." dice poi, con la voce che gli trema un po'.
"Sirius, ho sentito che vuoi andare all'ufficio Misteri. Non pensare di andarci da solo, ci verrò anch'io" dico con tono che non ammette repliche.
Lui tenta di protestare "ma Amy, dopo quello che hai passato oggi... e con Jugson in circolazione...".
"Jugson ha intenzione di ucciderti, stasera" dico con la voce tremante "e io dovrei lasciarti nelle sue mani senza fare niente? Scordatelo, Sirius. Sto bene ora, e noi dobbiamo combattere. Insieme. Per aiutare Harry per prima cosa e poi per noi, per il nostro amore".

Sirius prova ancora a convincermi a restare qui ma sono irremovibile; non lo lascerò solo ad affondare il suo destino, rischiando di non vederlo tornare. Alla fine lui si arrende e mi sorride.

"La mia testarda e coraggiosa Amy" mormora prendendo il mio viso tra le sue mani e allungandosi verso di me per darmi un bacio. Ma in quel momento veniamo interrotti da un crack. Tonks è stata la prima ad arrivare, smaterializzandosi in fondo al corridoio d'ingresso. Poco dopo, arrivano anche gli altri e in breve tempo siamo tutti pronti per smaterializzarci direttamente all'ufficio Misteri.

Grazie a Kingsley e Tonks, non abbiamo problemi ad entrare al Ministero. Subito ci dirigiamo al nono piano, alla stanza delle profezie, ma la troviamo deserta e completamente distrutta, con cocci di sfere rotte sparsi ovunque e un gran polverone che si solleva nell'aria. Passando attraverso altre porte, e altre stanze sempre più strane, troviamo finalmente Harry e Neville. Si trovano in una grande stanza rettangolare, illuminata da una luce fioca e il cui centro è concavo e forma una cavità rocciosa. Ci sono una serie di gradini di pietra che scendono sino in fondo alla cavità, come quelli di un anfiteatro. Al centro della cavità, si trova una piattaforma di roccia sulla quale si vede un grande arco di pietra, evidentemente molto vecchio perché pieno di crepe, e chiuso da una logora tenda nera, una specie di velo che fluttua come se qualcuno l'avesse appena toccato.

So di cosa si tratta, l'ho studiato in Storia della Magia: è un velo che connette il mondo dei vivi e quello dei morti; è indistruttibile e chi lo tocca o viene a contatto con esso, passa inevitabilmente nel mondo dei morti. Vederlo dal vivo, dopo averne letto l'esistenza sui libri di scuola, è un'esperienza estremamente inquietante e vorrei tanto non dover combattere proprio qui. Se qualcuno dovesse avvicinarsi al velo in battaglia, sarebbe davvero molto pericoloso.

Cerco di allontanare questi funesti pensieri e mi guardo intorno; riconosco Lucius Malfoy e Walden McNair, il boia che due anni fa avrebbe dovuto uccidere l'ippogrifo Fierobecco; e, dalle foto che ho visto sulla Gazzetta del Profeta, riconosco Bel...

Cerco di allontanare questi funesti pensieri e mi guardo intorno; riconosco Lucius Malfoy e Walden McNair, il boia che due anni fa avrebbe dovuto uccidere l'ippogrifo Fierobecco; e, dalle foto che ho visto sulla Gazzetta del Profeta, riconosco Bellatrix Lastrange, Antonin Dolohov e Augustus Rookwood. Ci sono altri mamgiamorte che non conosco ma non vedo Jugson, eppure sono certa che sia qui.

Il primo ad accorgersi di noi è Malfoy che si volta con la bacchetta alzata, ma Tonks è pronta a spedirgli contro uno schiantesimo. Scendiamo in fretta i gradini di pietra facendo piovere sui mangiamorte un incantesimo dopo l'altro. Con la coda dell'occhio, vedo Harry saltare giù dalla piattaforma e Neville, che sembra ridotto piuttosto male con la faccia coperta di sangue, che lo raggiunge mentre tentano di mettersi al riparo dai lampi di luce che vengono scagliati tutto intorno a loro. Vorrei dire loro di andarsene da qui ma sono troppo impegnata a lanciare incantesimi e schivarne altri.

Ben presto i fiotti di luce si fanno più precisi ed è chiaro che ogni mangiamorte, se non più di uno data la loro superiorità numerica, ha preso di mira uno di noi.
Vedo Tonks duellare con Bellatrix, Moody con Dolohov, Sirius con Rookwood, Kingsley affrontarne altri due che non conosco. E sento Malfoy di fronte a me dire "Ma guarda, l'insegnate di Incantesimi di mio figlio Draco... com'è che fa parte dell'Ordine della fenice?".

Approfitto della sua distrazione per lanciargli uno schiantesimo in pieno petto che lo fa volare a una certa distanza e ricadere sui gradini di pietra, e corro a cercare Harry e Neville. Quest'ultimo ha appena ficcato la bacchetta nell'occhio di McNair e sta per scivolare su qualcosa di tondo sul pavimento, che riconosco essere l'occhio magico di Moody. Sobbalzo vedendo Moody a terra con la testa sanguinante, colpito da Dolohov. Il mangiamorte si avvicina a Harry che tiene in mano la profezia e faccio appena in tempo a vedere Sirius intervenire colpendolo con una spallata perché in quello stesso istante vengo colpita da uno schiantesimo lanciato da uno dei mangiamorte contro cui stava combattendo Kingsley che ora sta duellando con Rookwood, ripresosi in fretta dallo schiantesimo lanciatogli da Sirius.

Dopo essere rotolata giù da un gradino, mi rialzo e comincio a mia volta a duellare con il mangiamorte che mi ha colpita; riesce ad evitare i miei primi due schiantesimi, ma viene colpito dal terzo. Nel frattempo vedo Tonks rotolare giù per i gradini di pietra, colpita da Bellatrix, che va incontro a Sirius, vicino alla piattaforma, e comincia a duellare con lui. Malfoy si è ripreso dal mio schiantesimo e ora sta di nuovo attaccando Harry e Neville, chiedendo ad Harry di consegnargli la profezia. Ma non ho idea di cosa accada dopo perché da una porta ho visto entrare Jugson e altri mangiamorte, e lui sta venendo rapidamente verso di me.

"E tu che cosa ci fai qui?" sibila mentre scende rapido i gradini di pietra per raggiungermi. Punto la bacchetta verso di lui, sono pronta a ucciderlo; ma prima che io possa farlo, un lampo di luce rossa lo colpisce al petto facendogli perdere l'equilibrio e battere la testa su uno dei gradini di pietra. Il sangue inizia a scorrergli dalla testa e mi auguro vivamente che muoia.

Mi volto per vedere chi è stato a colpirlo e vedo Kingsley avvicinarsi.
"Ho avvisato i miei colleghi Auror che molti dei mangiamorte evasi da Azkaban sono qui al Ministero. Stanno arrivando, li porteranno di nuovo in prigione" mi informa con la sua voce profonda.
"Sì ma... cattureranno anche Sirius..." mormoro angosciata mentre Kingsley si sposta per schivare un lampo di luce rossa.
"Testimonieremo a suo favore, non preoccuparti. Con quello che sta succedendo, nessuno avrà più di che dubitare" mi rassicura lui. Ma Dolohov e altri due mangiamorte ci sono di nuovo addosso e dobbiamo riprendere a combattere. Dolohov mi scaglia addosso un incantesimo che taglia la stoffa della mia giacca e mi ferisce a un braccio facendolo sanguinare copiosamente.
Con la coda dell'occhio, noto che Bellatrix e Sirius si sono spostati a duellare sulla piattaforma ed ho una bruttissima sensazione. Ma non posso distrarmi, lampi di luce rossa e verde arrivano da tutte le parti e devo pensare a schivarli e a salvarmi la vita.

E poi all'improvviso, i tre mangiamorte smettono di combattere con noi e fuggono. Seguo lo sguardo di Kingsley e vedo Silente in cima ai gradini di pietra, la bacchetta alzata, il volto pallido e furente.
Tiro un sospiro di sollievo. Silente comincia scendere i gradini in fretta, ed altri mangiamorte tentano la fuga. Uno di loro viene trattenuto da un incantesimo di Silente senza sforzo, come se lo avesse agganciato con una lenza invisibile.

Soltanto due continuano a combattere, evidentemente non si sono accorti dell'arrivo di Silente. Sirius schiva il fiotto di luce rossa di Bellatrix e lo sento dire in tono derisorio "Avanti, puoi fare di meglio!". Le sue parole echeggiano nella stanza ormai silenziosa. Lo vedo troppo pericolosamente vicino all'arco di pietra chiuso dal velo nero, e istintivamente alzo la bacchetta e la punto contro il velo. Un nuovo lampo di luce rossa colpisce stavolta Sirius in pieno petto facendolo cadere all'indietro con gli occhi sgranati, proprio mentre il lampo di luce della mia bacchetta si schianta contro il velo nero. Urlo "NOOOOO" con tutta la forza che ho in gola. Sento la mia stessa voce rimbombare nella stanza silenziosa, mentre una luce bianca, accecante, invade la stanza e mi costringe a chiudere gli occhi.

Ho paura a riaprirli; ho paura di quello che potrei vedere. Non so se l'incantesimo che ho lanciato possa aver avuto qualche effetto. Se non l'avrà fatto, Sirius sarà finito contro il velo e l'avrò perso per sempre. Sento gli occhi riempirsi di lacrime ma devo farmi forza e riaprirli, anche per capire se Harry è in salvo come spero.

Faccio un profondo respiro, mi asciugo una lacrima che sta scendendo sulla mia guancia e apro gli occhi guardando in direzione dell'arco di pietra. Il velo c'è ancora, ma non ondeggia più ed è squarciato dall'alto in basso, come se qualcuno l'avesse tagliato di netto a metà. E poi vedo Sirius a terra. Da qui non riesco a capire se sia morto o solo privo di sensi; nonostante il dolore lancinante al braccio e il sangue che ancora continua a uscire, mi precipito da lui scendendo i gradini di pietra.

Noto che Bellatrix è scomparsa e non vedo più nemmeno Harry; passo accanto a Silente che ha radunato i mangiamorte ancora presenti nella stanza - tra cui Malfoy ed anche Jugson, ancora a terra ferito - al centro della stessa e li ha legati con corde invisibili.
"Professor Silente, dov'è Harry?" chiedo allarmata.
"Ci penso io, Amy. Tu vai da lui" risponde indicando la piattaforma su cui si trova Sirius.

Mi affretto a salire sulla piattaforma e comincio a chiamarlo disperatamente. "Sirius! Rispondimi ti prego!"
Appoggio la testa al suo petto e con immenso sollievo sento il battito del suo cuore. Lui però resta immobile mentre io piango a dirotto. Sono disperata, il suo cuore batte ma lui non si riprende anche se continuo a chiamarlo. Non credo di aver mai versato così tante lacrime da quella sera di diciotto anni fa in cui lui mi aveva lasciata. Se dovessi perderlo anche questa volta, non credo riuscirei più a sopravvivere.

E finalmente, dopo un tempo che mi sembra infinito, attraverso le lacrime vedo Sirius riapre gli occhi. "Amy..." mormora. Sento la felicità esplodermi nel petto e invadere ogni più piccola parte di me, e ora sono lacrime di sollievo quelle che scendono copiose dai miei occhi, bagnandogli la camicia. Mi sento così stupida a continuare a piangere in questo modo, ma non posso farne a meno, non posso fermare le lacrime in alcun modo. Non posso credere che lui sia ancora vivo, che sia qui con me.
"Amy perché piangi? Dov'è Harry?" chiede Sirius allarmato tirandosi su a sedere.
"Sirius... Hai rischiato di finire lì dentro... e saresti morto...." mormoro tra i singhiozzi indicando l'arco di pietra poco distante.
"In quell'arco di pietra? Ma che cos'è?" domanda lui.
Sorrido tra le lacrime. "Se avessi studiato Storia della Magia invece di dormire sul banco... avresti saputo quanto era pericoloso combattere vicino a quell'arco".

Sorride debolmente anche lui e una lacrima mi scappa di nuovo dagli occhi. Se penso che quel sorriso avrei potuto non rivederlo mai più...
"Quello che c'è nell'arco è il velo della morte. È una sorta di portale tra il mondo dei vivi e quello dei morti e chi ci entra in contatto passa inevitabilmente dall'altra parte. Tu sei stato colpito da uno schiantesimo di Bellatrix e stavi per finirci dentro..." mormoro con voce ancora tremante.

"E poi cosa è successo?" domanda lui.
"Io... non ne sono certa, è successo tutto molto velocemente... ero laggiù, ho intuito cosa stava per succedere ma ero troppo lontana per poterti fermare, e così ho provato a distruggere il velo con un incantesimo... Non l'ho distrutto, ma credo di avere in qualche modo impedito che tu ci finissi dentro" provo a spiegare con tono incerto.

"La morte per effetto del velo può essere annullata solo da chi ama la persona che entra in contatto col velo più di quanto ami se stessa. Ma è una magia estremamente potente, non tutti i maghi o streghe sarebbero in gradi di farla. Non è scritto su nessun libro, ma un Auror lo sa". È Moody, che ci ha raggiunti zoppicando, a pronunciare queste parole, mentre mi guarda che un'espressione che oserei quasi definire ammirata; certo, lui è un Auror in pensione, ha passato tutta la vita a lavorare al Ministero, e ovviamente sa cose di cui noi siamo totalmente all'oscuro.

Sirius lo guarda, poi sposta lo sguardo su di me. "Amy, quello che sei riuscita a fare è sorprendente. Non so come ringraziarti, mi hai salvato la vita" dice guardandomi con occhi pieni d'amore. Mi butto tra le sue braccia e di nuovo non posso fermare le lacrime.
"Amore mio non piangere, va tutto bene..." mormora sollevandomi il viso verso il suo e asciugandomi le lacrime.

"Amy, ma dov'è Harry?" chiede poi accigliandosi.
"Non lo so, forse ha cercato di inseguire Bellatrix. Silente mi ha detto che ci avrebbe pensato lui, ma sarà meglio che andiamo a cercarlo" dico alzandomi.
Gli tendo la mano per aiutarlo ad alzarsi, ma in quel momento entrano nella stanza molti maghi e streghe; immagino siano gli Auror chiamati da Kingsley, che infatti si avvicina a loro e li conduce verso i mangiamorte intrappolati da Silente. Vedo con grande sollievo alcuni Auror portare via Malfoy, Jugson e gli altri, ma temo che resteranno ben poco ad Azkaban visto che i dissennatori sono ormai fedeli a Voldemort.

Kingsley si avvicina a noi con altri Auror. "Sirius" dice "I miei colleghi mi hanno riferito che Silente ha parlato con il Ministro Caramell poco fa, nell'atrio, dopo aver sventato un attacco di Voldemort ai danni di Harry. Caramell e gli Auror lo hanno visto e ora nessuno potrà più negare il suo ritorno. Silente ha chiesto la libertà per te. E l'allontanamento della Umbridge da Hogwarts" aggiunge rivolgendosi a me.
Io e Sirius lo guardiamo sbalorditi. "Ma è magnifico!" esclamo abbracciando Sirius "Grazie Kingsley di avercelo riferito!" esclama Sirius entusiasta. "Ma Harry sta bene?" chiede subito dopo.

"Credo sia un po' provato dagli avvenimenti di questa sera ma sì, sta bene. Silente lo ha fatto tornare ad Hogwarts con una passaporta, ed ora devi farlo anche tu Amy, insieme agli altri ragazzi che sono venuti qui con Harry stasera. Silente sta parlando con Caramell, poi vi raggiungerà a scuola" risponde Kingsley.

"Posso andare anch'io? Vorrei vedere Harry" mormora Sirius.
"Non credo ci siano problemi, sei libero ormai" risponde Kingsley rivolgendosi a un Auror più anziano che fa un cenno di assenso con la testa.
"Seguite lei" dice ancora Kingsley indicando una strega di mezza età nel gruppetto degli Auror "vi porterà alla passaporta che ha predisposto Silente".

La strega ci conduce nella stanza accanto, dove troviamo Ron, Hermione, Ginny, Neville e Luna Lovegood, una Corvonero del quarto anno che faceva parte dell'ES e che sembra piuttosto sorpresa di trovarmi qui. I ragazzi abbracciano me e Sirius, poi insieme saliamo nell'atrio del Ministero. I segni della battaglia tra Silente e Voldemort sono ben visibili: le statue che si trovavano in quel luogo sono semidistrutte e ci sono polvere e detriti dappertutto. La strega che ci ha accompagnati qui ci mostra un pezzo di una statua piuttosto grosso: quella è la passaporta. I cinque ragazzi, Sirius e io ci mettiamo istantaneamente sopra le mani ed il solito strappo dietro l'ombelico ci fa capire che stiamo per essere trasportati direttamente a Hogwarts.

 

 

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Capitolo 44
*** CAPITOLO 43 - UN SOGNO CHE SI AVVERA ***


CAPITOLO 43 - UN SOGNO CHE SI AVVERA

 

Atterriamo nell'ufficio di Silente. Harry sobbalza violentemente quando ci vede materializzarci davanti ai suoi occhi e sono immensamente felice di vederlo. Lo abbracciamo tutti e ci facciamo raccontare brevemente dello scontro tra Silente e Voldemort; poi convinco Hermione, Ron, Ginny, Neville e Luna, tutti piuttosto malconci, a venire a farsi dare un'occhiata in infermeria con me, che perdo ancora sangue dal braccio colpito da Dolohov. Sirius aspetterà Silente con Harry, so che ci tiene molto a parlare da solo con lui.

In infermeria, Madama Chips ci visita, Cura le nostre ferite e ci fa fare un'abbondante colazione; praticamente non tocco cibo da ieri mattina e sto letteralmente morendo di fame. Dopo aver divorato diverse fette di torta e bevuto del succo di zucca, mi rendo conto di essere esausta e crollo addormentata sul letto.

Quando mi sveglio, vedo entrare in infermeria Sirius e Harry, che evidentemente si sono intrattenuti a parlare con Silente degli avvenimenti di stanotte. Mi trovo nell'ultimo letto in fondo alla stanza e, mentre Harry si ferma a parlare con Ron e gli altri, Sirius, dopo aver salutato i ragazzi, viene a sedersi accanto a me.
"Come stai?" chiede guardandomi con infinita dolcezza e allungandosi verso di me per darmi un bacio sulle labbra.
"La ferita era molto profonda, ma ora non sanguina più. Credo che tra poco potrò uscire di qui".

"Amy, devo dirti una cosa importante" dice lui guardandomi con espressione seria e prendendo le mie mani tra le sue "è da quando siamo andati via dall'ufficio Misteri che ci penso..."
Si alza in piedi, poi si inginocchia accanto al mio letto continuando a tenere le mie mani tra le sue "Ora che sono libero non ha più senso aspettare... Amy, vuoi sposarmi?".

Non posso credere a quello che le mie orecchie hanno appena sentito. Io e Sirius, insieme, per sempre. È il mio più grande sogno che si avvera, il desiderio di tutta una vita, un'emozione troppo grande da potermi tenere dentro. Non vorrei, ma gli occhi mi si riempiono di lacrime per l'ennesima volta stanotte, e questa volta sono lacrime della gioia più pura, profonda e intensa che potessi mai provare in vita mia.

"Sì, certo che voglio" sussurro con voce tremante mentre una lacrima mi rotola giù lungo la guancia. Sirius me la asciuga e si rimette a sedere accanto a me, e io mi butto tra le sue braccia senza riuscire a smettere di piangere.

Nell'infermeria è improvvisamente sceso il silenzio, credo proprio che Harry e i suoi amici abbiano sentito tutto. E infatti, guardandomi intorno, li vedo tutti lì, in fondo al mio letto, pronti ad abbracciarci e farci le congratulazioni.

Dopo pranzo posso finalmente uscire dall'infermeria. Sirius mi accompagna nel mio ufficio, poi nel pomeriggio dovrà tornare a Londra perché ha ricevuto un gufo da Kingsley che lo informa che dovrà presentarsi al Ministero della Magia domani mattina per raccontare la sua versione riguardo ai fatti che hanno portato alla morte di James e Lily e al successivo omicidio dei tredici babbani ad opera di Peter Minus. Salendo le scale, incrociamo Minerva McGranitt. "Vi stavo cercando, Silente vorrebbe parlarvi" ci informa.

Ci dirigiamo subito nell'ufficio del preside, che ci fa accomodare.
"Sirius, Amy" esordisce "vorrei parlare con voi di Harry. Voi siete quanto di più simile a dei genitori Harry possa avere in questo momento; eravate i migliori amici di James e Lily, tu Sirius sei stato scelto da loro come suo padrino. Dopo la fine della scuola, Harry dovrà tornare dai suoi zii almeno per qualche giorno, è necessario per continuare a mantenere valida la protezione che ho fornito ad Harry tramite il legame di sangue tra sua madre e sua zia. Ma posso trasferire questa protezione su di voi, se siete d'accordo; posso sostituire il legame di sangue con quello di amicizia vera, intensa e profonda che legava voi due a James e Lily. Sono certo che loro ne sarebbero felici, si fidavano di voi più di chiunque altro".

"Ma certo che siamo d'accordo!" esclamo senza esitazione "e credo proprio che anche Harry ne sarà felice".
"Albus, c'è una cosa che devi sapere" interviene Sirius "Amy ed io ci sposeremo molto presto. Non vogliamo più aspettare, ora che sono libero non c'è più motivo per farlo".

Silente accenna un applauso "Oh, molto bene, sono davvero contento per voi!" esclama facendoci un gran sorriso. Resta un attimo in silenzio, come se stesse riflettendo, poi riprende a parlare. "Non so se abbiate già avuto modo di fare dei programmi riguardo al matrimonio ma... Cosa ne direste di sposarvi qui a Hogwarts? Penso di poter dire per entrambi che questa è stata un po' la vostra casa, quando eravate ragazzi, e sono piuttosto certo che per Amy lo sia ancora adesso; e questo è il posto in cui vi siete conosciuti e innamorati".

 Cosa ne direste di sposarvi qui a Hogwarts? Penso di poter dire per entrambi che questa è stata un po' la vostra casa, quando eravate ragazzi, e sono piuttosto certo che per Amy lo sia ancora adesso; e questo è il posto in cui vi siete conosciuti...

Guardo Silente sbalordita, poi mi volto verso Sirius e ci scambiamo un'occhiata. "Dice sul serio? Sarebbe meraviglioso!" esclamo entusiasta. "Ci renderebbe davvero felici" aggiunge Sirius "questo posto è molto importante per noi".
"Bene, allora è deciso. Mancano ormai pochi giorni alla fine delle lezioni, poi tutti gli studenti torneranno a casa per le vacanze estive ed avrete il castello e il parco tutti per voi. Naturalmente potrete invitare chi vorrete, non avremo problemi di spazio!" conclude Silente.

"Per quanto mi riguarda, sono davvero poche le persone che vorrei vicino; ma forse Amy ha qualche esigenza in più, dato che, a differenza mia, ha potuto vivere la sua vita liberamente negli ultimi quindici anni..." afferma Sirius con un po' di amarezza nella voce. Gli prendo una mano e la stringo tra le mie, poi inizio a fantasticare.

"Beh, sicuramente non potranno mancare Remus, Harry, Hermione, tutti i Weasley, e Tonks con i suoi genitori, e anche gli amici di Harry che hanno combattuto al Ministero, Neville Paciock e Luna Lovegood. E poi tutti gli altri membri dell'Ordine della fenice, i miei colleghi insegnanti, e mi piacerebbe invitare anche Marina, la preside della scuola di magia di Firenze che mi ha sempre trattata come una figlia". Ho un attimo di esitazione, so già che non sarà possibile, ma non posso fare a meno di dirlo. "E poi... vorrei tanto avere qui i miei cugini che vivono in Italia, almeno i due a cui sono più legata, con le loro famiglie... ma non credo sarà possibile per loro, dato che sono babbani".

Silente sorride "Oh, non preoccuparti Amy; se ci tieni a loro, non sarà un problema mostrare Hogwarts per un giorno a dei babbani!"
Non posso crederci, sarebbe fantastico averli qui, non ci speravo proprio. "Non so come ringraziarla, Professor Silente!"
"Bene, non vi resta che decidere una data allora. Vi suggerirei di farlo dopo la metà del mese di luglio, così Harry tornerà per un paio di settimane dai suoi zii e poi io e te, Amy, andremo a prenderlo, in modo che io possa trasferire la protezione su Harry da Petunia Dursley a te. Sirius, quando le lezioni saranno finite e gli studenti saranno tornati a casa potrai stabilirti qui se vorrai, così potrete organizzare tutto. Non importa se il quartier generale non sarà presidiato per qualche settimana, non mi aspetto nuovi attacchi da parte di Voldemort adesso, con il Ministero della Magia in fermento per il suo ritorno, non sarebbe mai così imprudente".

Silente fa una breve pausa, poi riprende a parlare. "Naturalmente qui a Hogwarts dormirete in stanze separate... e non troverete la Stanza delle necessità nel caso doveste cercarla" conclude con un sorrisetto malizioso. Vedo Sirius ridere sotto i baffi e sento le mie guance diventare incandescenti. Certo, Silente sa sempre tutto, dovevo immaginarlo.

Appena usciti dall'ufficio di Silente, ci abbracciamo, emozionati e felici. Sirius ha chiesto a Silente di poter occupare il suo vecchio dormitorio nella torre di Grifondoro quando starà qui e Silente ha accettato. Sirius gli ha anche chiesto il permesso di riportare Fierobecco a Hogwarts: non c'è più motivo di tenerlo rinchiuso al quartier generale e qui con Hagrid starà sicuramente molto meglio.

—————

Nei giorni successivi, la Gazzetta del Profeta non parla d'altro che del ritorno di Voldemort, dei mangiamorte finiti ad Azkaban - e così scopro che Jugson purtroppo non è morto ma è ricoverato al San Mungo in attesa di essere riportato ad Azkaban - e di Harry non più come un visionario, ma come il ragazzo che è sopravvissuto.

Hermione e Ron, a causa dei danni riportati all'ufficio Misteri, sono dovuti restare in infermeria qualche giorno più di me ma stanno bene, e andando a trovarli, ho visto in infermeria la Umbridge che, stando ai racconti di Hermione, è stata recuperata da Silente nella foresta proibita ed e sotto shock. La vedo poi lasciare Hogwarts, quasi di nascosto, il giorno prima della fine delle lezioni, proprio mentre, dalla Sala Grande, sto per salire nel mio ufficio per scrivere una lettera a Marina. Non l'ho più sentita dal nostro incontro dell'estate scorsa, non mi fidavo a mandare gufi e comunque non avevo nuove informazioni da darle.

Cara Marina,
Come stai? Spero vada tutto bene in Italia.
Ormai quasi un anno fa, ti avevo promesso che avrei riflettuto sulle parole che mi hai detto mentre uscivo dal tuo ufficio. Sono testarda, lo sai, e ci ho messo un po' di tempo, ma poi finalmente ho capito cosa volevi dire. So che quando ci siamo incontrate hai visto un uomo nella mia mente, e sapevi già quanto lui fosse stato importante per me in passato, ma hai visto anche la mia paura di soffrire ancora. Io e lui ci siamo ritrovati e finalmente, anche grazie alle tue parole, ho deciso di vincere le mie paure. Qualche giorno fa ho rischiato di perderlo, questa volta per sempre, ed ora non vogliamo più stare lontani e abbiamo deciso di sposarci. La cerimonia si terrà qui a Hogwarts, il 20 luglio.
In un momento così importante della mia vita, sarei davvero felice se tu potessi essere qui vicino a me, tu che mi hai sempre trattata come una figlia.
Spero tanto che potrai venire.
Ti abbraccio forte,
Amy

Devo avvisare anche i miei cugini, ma con le poste babbane chissà le lettere quanto tempo ci metterebbero ad arrivare. Sirius mi ha chiesto di aspettare il suo arrivo, dicendomi che risolveremo insieme questo problema, anche se non ho la minima idea di come pensi di fare.

 

Arriva il giorno della partenza degli studenti con l'Hogwarts express. Ho accompagnato a Hogsmeade Harry che non ha nessuna voglia di tornare dai Dursley, e, nonostante lo avesse già fatto Silente nei giorni scorsi, gli spiego anch'io che è necessario che lui torni da loro per un breve periodo, che questa sarà l'ultima volta e che presto io e Silente andremo a prenderlo.
Abbraccio Ron, Hermione e Ginny, e anche Neville e Luna ai quali mi sono avvicinata molto in questi giorni, raccontando loro tutta la mia storia, ed invito anche loro, lui con la nonna, lei con il padre, a tornare qui per il matrimonio.

Tornando al castello sulla carrozza guidata dai thestral, vedo qualcosa di strano muoversi nel cielo

Tornando al castello sulla carrozza guidata dai thestral, vedo qualcosa di strano muoversi nel cielo. Stringo gli occhi contro l'abbagliante sole estivo e metto meglio a fuoco: è Sirius che sta arrivando con Fierobecco! Sono così felice di vederlo, in questi giorni ci siano sentiti pochissimo e mi è mancato un sacco. La carrozza si ferma davanti al castello nel momento esatto in cui lui e l'ippogrifo atterrano nel parco.

Gli corro incontro e lo abbraccio. "Ti va di fare un giro?" chiede indicando Fierobecco. "Tipo in Italia a presentarmi i tuoi cugini e informarli che ci sposiamo?".
"Stai scherzando, vero?" chiedo incredula guardando il suo ghigno da Malandrino.
"Ti sembro uno che scherza?" chiede lui.
"Dalla tua espressione direi proprio di sì!" esclamo divertita.
"E invece no; ma mi diverte troppo vederti così meravigliata! Sai" aggiunge poi tornando serio "potremmo essere in Italia davvero entro stasera. Facciamo riposare un po' Fierobecco e poi partiamo, che ne dici? Non eri tu quella che mi aveva promesso che mi ci avrebbe portato, un giorno?"
"Sì che ero io, guai a te se mi confondi con qualcun'altra!" esclamo minacciosa. "Ma credi davvero che potremo andare? Voglio dire, se succedesse qualcosa con Voldemort e i mangiamorte mentre siamo lontani?"
"Non preoccuparti, ne ho già parlato con Silente, per lui non ci sono problemi. Come ci aveva già detto nel suo ufficio, è estremamente improbabile che Voldemort agisca adesso, con il caos che c'è al Ministero e tutti gli Auror che danno la caccia a lui e ai mangiamorte".
"Sei davvero un uomo pieno di sorprese, signor Black!" esclamo con un sorrisetto malizioso.
"Veramente sei tu che stai per rapirmi e portarmi a casa tua, quasi-signora Black!" ribatte lui facendomi scoppiare in una risata.

Mentre portiamo Fierobecco da Hagrid, Sirius mi racconta che ha già informato, convocando appositamente una riunione al quartier generale, tutti i membri dell'Ordine della fenice riguardo al nostro matrimonio, e che una sera sono stati da lui a cena Tonks ed i suoi genitori. Mi racconta che è molto felice di aver rivisto Andromeda e Ted, ma è un po' preoccupato per Tonks, l'ha vista strana, come se fosse un po' giù di morale. Cerco di rassicurarlo dicendogli che dopotutto è stata alcuni giorni al San Mungo a causa della maledizione di Bellatrix e forse non si è ancora ripresa del tutto, o magari è preoccupata per come si metterà la situazione al Ministero adesso che Caramell si e dimesso ed è stato sostituito da Rufus Scrimgeour; lui mi risponde criptico che crede invece ci sia dell'altro. Intanto arriviamo da Hagrid che è felice di rivedere Fierobecco come un bambino il giorno di Natale.
Infine, passiamo a salutare Silente e ad avvisarlo che siamo in partenza.

Non immaginavo che volare su un ippogrifo sarebbe stato così emozionante. Non soffro di vertigini, ma non mi sono mai sentita tranquilla a volare senza protezioni, non amo volare nemmeno sulle scope, ed infatti se fossi stata sola non l'avrei fatto nemmeno se mi avessero regalato tutto l'oro del mondo, ma con Sirius è tutta un'altra cosa, stare stretta a lui appoggiata contro la sua schiena mi fa sentire tranquilla e sicura.
È uno spettacolo pazzesco, indescrivibile vedere dall'alto la campagna, le città e poi la Manica quando abbandoniamo la Gran Bretagna per dirigerci verso la Francia.

Arriviamo nelle vicinanze di casa mia che è quasi sera e faccio un po' fatica a distinguerla nella semioscurità. Ma quando atterriamo, Sirius è davvero impressionato. Si guarda intorno con gli occhi sgranati e mormora "e così tu hai vissuto in questo posto meraviglioso per nove anni?"
"Gia" rispondo "era la casa dei miei nonni, e poi di mio padre; ma non sono mai riuscita a sentirla veramente mia. Adesso inorridirai quando ti racconterò questa cosa, ma ho sentito più casa mia il quartier generale di questa, per quanto sia bella; la casa dei tuoi genitori mi è mancata ogni singolo istante quando sono stata qui lo scorso anno..."
"Mh, sono convinto che più che la casa dei miei genitori ti mancassi io" mormora con su sorrisetto malizioso.
"Oh finiscila, non ruota sempre tutto intorno a te sai, Sirius Orion Black III?" ridacchio dandogli una gomitata nel fianco.

"Comunque sì" aggiungo tornando seria "tu mi mancavi molto, ma mi mancavano anche i Weasley, Hermione e Remus. È stato bello stare con tutti voi, mi è sembrato davvero di avere di nuovo una famiglia".
"Tra poco io e te saremo una famiglia. E Harry, naturalmente" mormora Sirius. Si interrompe e mi guarda per un attimo. So cosa sta pensando, ci ho già pensato anch'io. "Adesso forse è presto per parlarne" continua lui "ma hai sempre saputo come la penso, no?"
"Sì, lo so" rispondo rabbrividendo nell'aria fresca della sera "e piacerebbe tanto anche a me... riprovare quella sensazione... e sapere di non essere sola ad affrontare tutto, questa volta...". Sospiro e Sirius mi mette un braccio intorno alla vita e mi avvicina a sé. Appoggio la testa sul suo petto e continuo "ma tutta questa situazione... Voldemort e tutto il resto..." faccio un ampio gesto con la mano e lo guardo negli occhi "non credo che sia il caso di farlo adesso. Ci aspettano tempi molto difficili, e se dovesse succederci qualcosa?"

"Sono sempre stato un maledetto impulsivo irresponsabile, lo sai, e se dipendesse da me ci proverei anche adesso per quanto lo desidero. Ma per fortuna ci sei tu, la mia parte razionale, ed hai ragione. Che vita potremmo offrire a un bambino adesso, con quello che sta per succedere?" Lo dice in tono amaro, so che ci terrebbe tantissimo, specie dopo che ha saputo che sarebbe potuto diventare padre diciassette anni fa.

"Sirius, so quanto ci tieni, e credimi lo vorrei tanto anch'io, ma questo non è proprio il momento. Noi facciamo parte dell'Ordine della fenice, abbiamo combattuto e rischiato la vita qualche giorno fa e sono certa che succederà ancora, forse prima di quanto immaginiamo. Adesso dobbiamo pensare solo ad aiutare Harry e a fare tutto quello che possiamo per salvare il mondo magico. Se ce la faremo, ti prometto che poi avremo tutti i bambini che vorrai". Lui mi sorride e mi dà un leggero bacio sulla fronte.
"E poi" continuo sorridendo "lo sai che nella mia famiglia ci sono un sacco di gemelli? La mia bisnonna aveva una sorella gemella, mio padre un fratello gemello, mio cugino ha due figli gemelli... Magari allargheremo la famiglia più velocemente di quanto immaginiamo! Ci vorrà solo un po' di tempo... Dai, adesso entriamo, ti mostro la casa!"

Dopo una notte passata teneramente abbracciati in quel letto che mi è sembrato sempre troppo grande per dormirci da sola, porto Sirius a fare un giro nei dintorni, e intanto cerchiamo una cabina telefonica in modo che io possa avvisare i miei cugini che sono in Italia e che li aspetto stasera a cena. Sia Lorenzo, sia Valentina accettano con entusiasmo il mio invito; rivelo loro che ho una grossa sorpresa ma non anticipo altro.

Quando i miei cugini, con le rispettive famiglie, entrano in casa e vedono un uomo in cucina che fa volare piatti, bicchieri e posate in tavola con una bacchetta magica, restano a bocca aperta. Non tanto per quello che Sirius sta facendo, ma soprattutto perché fino a un minuto fa non sospettavano nemmeno della sua esistenza.

"Ragazzi, vi presento Sirius Black, il mio fidanzato nonché quasi marito!" annuncio arrossendo leggermente. "Ci sposeremo il 20 luglio a Hogwarts, spero che possiate essere tutti presenti!" Non mi sembra ancora vero che presto diventerò "la signora Black". Sono così gasata che mi metterei a saltellare per tutta la casa.

Sirius, che non può aver capito tutto quello che ho detto, ma immagino ne abbia intuito buona parte, si trova a stringere la mano a tutti, bambini compresi. Lorenzo, che parla molto bene l'inglese perché lavora in una multinazionale con sede a Philadelphia, comincia a chiacchierare amichevolmente con Sirius, mentre Valentina, Adele e i bambini si precipitano da me e mi sommergono di domande su di lui e sulla nostra storia. I bambini, specie i più grandi, invece, sono entusiasti: ho sempre raccontato loro che la scuola in cui insegno non è visibile ai non maghi ed ora non possono credere che avranno la possibilità di vederla. E non possono credere di avere a loro disposizione stasera ben due persone che sanno fare magie. Ormai sanno bene cosa so fare io, quindi dopo cena la loro attenzione è tutta rivolta a Sirius, che è bravissimo e li intrattiene con grande pazienza.

Quando se ne vanno, si butta sul divano esausto. "Scusa ma non eri tu quello che voleva quattro figli?" ridacchio divertita vedendo la sua faccia sconvolta "mi sa che dovrai cominciare ad abituarti...". Ma lui non mi ascolta nemmeno, si è addormentato appena ha toccato il divano! Con la bacchetta lo faccio levitare e lo porto in camera facendolo sdraiare sul letto, poi mi stendo anch'io accanto a lui ad ammirare quell'uomo fantastico che presto sarà mio per sempre.

 

 

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Capitolo 45
*** CAPITOLO 44 - VERSO UN NUOVO FUTURO ***


CAPITOLO 44 - VERSO UN NUOVO FUTURO

 

Sono passate già quasi due settimane da quando io e Sirius siamo tornati dall'Italia ed ora mi trovo con Silente fuori da casa dei Dursley. Siamo arrivati qui con la smaterializzazione: non avrei mai potuto farlo da sola, la distanza da Hogwarts è troppa, ma per un mago potente come Silente, le distanze non sono certo un problema.

Silente bussa alla porta e viene ad aprirci Vernon Dursley che, oltre ad essere naturalmente invecchiato rispetto a quando l'ho incontrato io, mi sembra ancora più tozzo e corpulento. Ci guarda meravigliato ed ho il dubbio che Harry non lo abbia avvertito affatto del nostro arrivo. Lascio comunque parlare Silente.
"Buonasera. Lei deve essere il signor Dursley. Sono Albus Silente, preside della Scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, e questa è la professoressa Amy Mancini, insegnante di Incantesimi. Immaginavo che Harry le avesse riferito che saremmo venuti a prenderlo, ma forse non è così" dice Silente alzando un sopracciglio. "Possiamo entrare?"

Vernon Dursley, senza dire nulla, si tira da parte e ci lascia passare

Vernon Dursley, senza dire nulla, si tira da parte e ci lascia passare. Mi guardo intorno incuriosita: la casa è estremamente ordinata e pulita; dalla porta aperta della cucina intravedo Petunia, intenta a pulire il fornello. Anche Silente si è accorto di lei. "Oh Petunia!" esclama infatti "cercavamo proprio lei, venga qui per favore".
Rispetto a quando era più giovane, Petunia è ancora molto magra e, sebbene con qualche ruga in più, la sua faccia cavallina è la stessa che ricordavo. Si avvicina a noi, e probabilmente mi ha riconosciuta perché mi fissa a lungo con gli occhi ridotti a fessure.

 Si avvicina a noi, e probabilmente mi ha riconosciuta perché mi fissa a lungo con gli occhi ridotti a fessure

"Buonasera Petunia, come stai? Immagino ti ricorderai di me..." le dico in tono amichevole.
"Tu la conosci?!?" farfuglia Vernon che invece evidentemente non si ricorda affatto di me.
"Sì Vernon, l'avevi incontrata anche tu diversi anni fa; era la migliore amica di Lily, un'estate era stata ospite a casa dei miei genitori per qualche settimana" sussurra Petunia con le labbra strette, come se non volesse essere sentita.
"Oh, mi fa piacere che ti ricordi di me" dico rivolgendole un grande sorriso.

"Ci sono alcune cose di cui dobbiamo discutere" mormora Silente "mi pare di aver capito che ci abbiate invitati ad accomodarci" aggiunge sedendosi su una poltrona. Vedo Vernon e Petunia scambiarsi sguardi inorriditi, e il loro figlio Duddley che era rimasto fino ad ora fermo accanto a una porta, spostarsi velocemente a fianco del padre. Anche Harry è apparso in cima alla scala, e ora sta scendendo e venendo verso di noi mentre ci saluta timidamente.
Silente estrae la bacchetta e con un movimento della mano fa muovere il divano in avanti facendoci cadere sopra i Dursley e facendolo poi tornare subito al suo posto originale. "Possiamo anche metterci comodi," dice tranquillamente. Faccio una fatica terribile a non scoppiare a ridere a crepapelle nel vedere le facce sconvolte di Vernon, Petunia e Duddley. Ma il bello deve ancora venire.

"Immaginavo che ci avreste offerto da bere," dice Silente a zio Vernon "ma forse sono stato troppo ottimista...".
Con un altro tocco della bacchetta, Silente fa apparire a mezz'aria una bottiglia e sei bicchieri. La bottiglia si capovolge e versa del liquido color miele in ciascun bicchiere, che si dirige verso ogni persona nella stanza.
"Un ottimo idromele maturato, di Madame Rosmerta," dice Silente. I Dursley, dopo essersi scambiati degli sguardi spaventati, cercano di ignorare i loro bicchieri che fluttuano di fianco alle loro teste. Io invece prendo il mio e bevo, così come Silente. Harry prende il bicchiere ma lo guarda perplesso, non credo abbia mai bevuto idromele in vita sua.

"Bene" dice Silente rivolgendosi ai Dursley "veniamo al motivo per cui siamo qui. Questa è l'ultima volta che vedrete Harry, a meno che non sia lui a volervi rivedere. Domani la professoressa Mancini sposerà Sirius Black, il padrino di Harry, e i Black saranno la sua nuova famiglia". Silente fa una pausa e vedo Vernon agitarsi sul divano, probabilmente molto lieto di questa notizia. Il bicchiere di idromele che ancora fluttuava a mezz'aria inizia a sbattere contro la sua testa. Mi tappo la bocca con una mano per non scoppiare a ridere. Petunia invece rimane impassibile.

"Ora ho bisogno che tu Amy e lei Petunia, vi alziate in piedi e vi diate la mano". Mi alzo prontamente tendendo la mano verso Petunia che invece rimane immobile sul divano.
"Hai sentito Petunia?" la esorta Vernon "finalmente ci libereremo del ragazzo! Forza, alzati!"
Petunia si alza molto lentamente, mi lancia uno sguardo carico di disprezzo che ricambio, e poi prende la mia mano. La sua è gelida e per un attimo mi fa rabbrividire.

"Molto bene" dice Silente "Amy, ora devo chiederti di pensare intensamente a Lily, di rivivere nella tua mente i momenti più belli che hai passato con lei".
"Certo, va bene" annuisco. Chiudo gli occhi e non mi è difficile rivedere davanti a me il bel viso di Lily, la sua dolcezza, il modo in cui sapeva starmi vicino anche senza dire niente... e mi sembra quasi che lei sia qui davvero, adesso. Avverto una strana sensazione, come se tutto il mio corpo fosse attraversato da una scarica elettrica, ma molto calda e piacevole. Riapro gli occhi e Petunia è ancora accanto a me, impettita e rigida.

"Bene, abbiamo finito" annuncia Silente "possiamo andare". E senza dire altro, si volta e si dirige verso la porta. Vernon e Petunia sono visibilmente sollevati, ma non posso permettere che la passino liscia, soprattutto lei, dopo aver trattato male Harry per quindici anni, per non parlare del trattamento che ha riservato a sua sorella.
"Un momento, scusate ma io non ho finito" dichiaro alzandomi "dovreste vergognarvi, soprattutto tu Petunia, per il modo in cui hai trattato per quindici anni il figlio di tua sorella. Un bambino, che non aveva nessuna colpa quando è arrivato qui, se non l'essere figlio di quella che tu definivi "una balorda"! Me lo ricordo, sai, quanto stava male Lily per come la trattavi, quanto avrebbe voluto che tu le volessi bene come lei ne voleva a te... era tua sorella, avrebbe dovuto essere la persona più preziosa al mondo per te, e tu per lei, e invece tu eri invidiosa di lei, di quello che sapeva fare, di quanto era amata. Tu la trattavi male perché avresti voluto essere come lei!" Vernon la guarda sconvolto e lei scuote la testa con forza. "Oh si, è inutile che lo neghi, è la verità e tu lo sai" continuo implacabile. "E hai continuato a portarle rancore anche dopo che è morta e l'hai riversato su Harry. È vero, lo avrai anche accolto in casa tua ma lo hai sempre trattato come un miserabile qui, è stato sempre malvoluto, sempre maltrattato. Gliel'ho sentito dire a scuola, ai suoi amici, e non hai idea di quanto male mi abbia fatto sentirglielo dire. Ma ora, finalmente, lui avrà una famiglia, avrà delle persone che gli vogliono bene davvero e su cui potrà contare sempre, e non lo rivedrete mai più". Petunia e Vernon mi fissano in silenzio, mentre Harry è incredulo, evidentemente colpito dal mio sfogo. "Bene, ho finito anch'io. Andiamo Harry" dico prendendogli la mano e raggiungendo Silente alla porta.

 

La mattina dopo, nella mia stanza c'è un gran fermento. Hermione e Ginny stanno sistemando con la magia i capelli a Valentina e Adele che, con tutta la tribù, sono arrivate qui ieri sera dopo aver passato qualche giorno a Londra. Luna sta intrattenendo con racconti di nargilli e gorgosprizzi i miei cinque cuginetti che la ascoltano incantati, mentre io mi osservo critica allo specchio. Con l'abito da sposa mi ha aiutato Minerva, trasfigurando uno dei miei vestiti; il risultato è stato un abito da sposa corto davanti e lungo dietro, color avorio, con tanti piccoli brillantini incastonati nel corpetto e una gonna ampia e vaporosa; una stola e scarpe col tacco alto dello stesso colore completano l'insieme. Mi manca solo il diadema, che era stato di mia madre, da sistemare tra i capelli. Rivolgo un pensiero ai miei genitori e a Lily e James, sperando che almeno mi stiano guardando da dovunque siano in questo momento.

Sento bussare alla porta, vado ad aprire e mi trovo davanti Tonks, che ha l'aria sconvolta ma è straordinariamente bella. Indossa un abito color magenta, con un corpetto aderente che mette in risalto il suo fisico atletico, e una gonna ampia che le arriva al ginocchio. I capelli, raccolti elegantemente, sono dello stesso colore, così come le scarpe col tacco, e per un attimo mi domando come faccia ad essere arrivata fin qui senza uccidersi, considerando che la mia stanza si trova al settimo piano e quelle di Hogwarts non sono scale normali, ma scale "a cui piace cambiare", tanto che io stessa ho rischiato di caderci varie volte anche con le scarpe da ginnastica.

"Amy, wow sei stupenda! A mio cugino verrà un infarto quando ti vedrà!" dice abbracciandomi.
"Spero proprio di no!" esclamo sorridendo "Non lo vedo da due giorni e non vorrei perdermelo proprio oggi!" Tonks mi guarda con aria interrogativa. "Ha passato tutto il tempo con Hagrid, non so cosa stiamo combinando... comunque, fatti guardare! Sei davvero favolosa! Se a tuo cugino non verrà un infarto e riusciremo a sposarci, sarai una testimone perfetta!" esclamo sorridendo.
"Grazie!" risponde lei sedendosi "ma ora devo togliermi assolutamente questa scarpe, avevo dimenticato che le scale di Hogwarts sono assassine!"
Scoppio a ridere e così fanno anche Hermione e Ginny, mentre Luna è impegnatissima a sistemare i capelli ribelli di Laura che proprio non vogliono sapere di starsene a posto. Presento Valentina e Adele a Tonks e riprendiamo a prepararci.

Finalmente siamo tutte pronte; le ragazze cominciano ad avviarsi, seguite da Valentina e Adele con i bambini. Io esco per ultima e prima di farlo lancio un'occhiata al mio ufficio e alla mia stanza; non sono certa che li rivedrò a settembre e, se dovessi farlo, non sarò più la professoressa Mancini ma la professoressa Black.

Per fortuna sono riuscita a scendere le scale senza fare danni, e nella Sala d'ingresso trovo ad aspettarmi Albus Silente. Sarà lui ad accompagnarmi all'altare. Mi tende le braccia e io mi ci tuffo dentro, ringraziandolo per tutto quello che sta facendo per noi. Certo che se a scuola vent'anni fa mi avessero detto che un giorno avrei abbracciato Albus Silente in questo modo, sarei scoppiata a ridere senza riuscire più a fermarmi.

Mi sciolgo dall'abbraccio, prendo a braccetto il preside e usciamo nel caldo sole di luglio. In mezzo al parco c'è un grande tenda all'ombra della quale avranno luogo la cerimonia e il banchetto, ed entrando vedo tutte le persone a me più care sedute sulle sedie bianche in attesa del mio ingresso. Noto l'assenza di Piton - ma ero certa che non sarebbe venuto - e di Marina, nonostante lei mi avesse confermato la sua presenza.

Percorro il corridoio al braccio di Silente e, quando vedo da lontano Sirius che mi aspetta all'altare vicino ai suoi testimoni, Remus e Tonks, per poco non viene a me un infarto. È semplicemente stupendo, elegantissimo nel suo abito da sposo blu; mi sorride, e quel sorriso, nonostante lui stia per diventare mio marito, ha ancora il potere di farmi tremare le gambe.
Il cuore mi batte fortissimo, faccio ancora fatica a credere che stia succedendo davvero. Mi sistemo vicino a lui e sorrido a Remus e Tonks e ai miei testimoni, Lorenzo e Valentina.

È un mago piccolo di statura e con uno strano ciuffo di capelli in testa a celebrare la cerimonia. È il momento dello scambio delle promesse; comincia Sirius.

"Amy, quando mi sono innamorato di te ero solo un ragazzino immaturo e pieno di problemi. E tu sei stata una luce, arrivata all'improvviso a illuminare e dare un senso alla mia vita. Non immaginavo di potermi innamorare, non credevo di poter dare amore a qualcun altro, non avendone mai avuto dalla mia famiglia, ma con te è stato diverso e ho scoperto di avere tanto da dare, troppo per poterlo tenere per me. Mi sei entrata dentro piano piano, giorno dopo giorno, finché ho dovuto guardare in faccia la realtà e accettare che non ero niente, senza di te. Non immaginavo quello che la vita mi avrebbe riservato, ti ho persa ed ho perso anche me stesso, ma i tanti anni passati senza di te non sono mai riusciti ad allontanarti dalla mia mente e dal mio cuore. E ora che ti ho ritrovata, ti prometto che farò tutto il possibile per non perderti mai più... non potrei più vivere senza di te, ti amo troppo amore mio".

"Sirius, è difficile esprimere a parole tutte le emozioni che ho provato con te. Da una parte l'amore grande, incontenibile, la voglia e il desiderio di stare con te, per sempre; e dall'altro la paura di lasciarmi andare e di soffrire che mi ha condizionata sempre, da ragazzina di diciassette anni che non poteva credere che il più bello della scuola volesse proprio lei, a donna di trentacinque anni che ha lottato per mesi con tutte le sue forze per mantenere quella corazza che si era costruita attorno al cuore per non soffrire più. Ma l'amore per te è stato più forte di tutto, e come un uragano ha spazzato via tutte le mie paure. Ti amo più di quanto abbia mai amato me stessa, ed ora sono pronta per cominciare una nuova vita con te, e non permetterò a nessun sentimento negativo di dividerci. Mai più".

E finalmente, dopo lo scambio degli anelli, Sirius ed io siamo finalmente marito e moglie.

E finalmente, dopo lo scambio degli anelli, Sirius ed io siamo finalmente marito e moglie

Terminata la cerimonia, e ricevute le congratulazioni di tutti, inizia la festa. Il banchetto è stato preparato interamente dagli elfi domestici, che però ho chiesto a Silente di far uscire dalle cucine perché possano partecipare anche loro alla festa. Molti di loro lavoravano nelle cucine anche vent'anni fa e hanno riconosciuto Sirius, che è stato per sette anni un assiduo frequentatore delle cucine di Hogwarts, ed ora si affollano intorno a lui.
Mi viene in mente che quando torneremo a Grimmauld Place dovremo decidere cosa fare di Kreacher. Non possiamo più tenerlo con noi, ora che sappiamo che è uscito quando Sirius era ancora ricercato, per andare da Bellatrix e Narcissa a dare loro delle informazioni che poi si sono rivelate fondamentali per attirare Harry al Ministero.

"Perché non lo mandate a lavorare nelle cucine di Hogwarts, con tutti questi altri elfi domestici?". Sobbalzo sentendo la voce di Marina che, fino ad ora, non avevo visto.
"Marina ciao! Non ti avevo vista prima, quando sei arrivata?" le chiedo abbracciandola.
"Ho avuto qualche contrattempo questa mattina e purtroppo mi sono persa la cerimonia, spero mi scuserai per il ritardo... congratulazioni tesoro!"
"Grazie! E non preoccuparti per il ritardo, l'importante è che tu sia riuscita a venire! Non sai quanto sono felice di vederti! Vieni, ti presento mio marito e Silente" dico accennando a Sirius che, dopo essere uscito indenne  dall'assalto affettuoso degli elfi domestici, ha raggiunto Silente e sta parlando con lui poco lontano da noi.
Ci avviciniamo e li presento, e, mentre Marina e Silente cominciano a parlare della situazione qui in Gran Bretagna, accenno a Sirius l'idea che mi ha suggerito Marina riguardo a Kreacher.
"Credo sia un'ottima soluzione, potremmo chiedere agli altri elfi domestici di controllarlo. Anzi mi domando come mai non ci abbiamo pensato prima noi stessi. Appena torneremo al quartier generale, lo obbligherò a restituirmi lo specchietto e poi lo libererò".

"Ehi guarda laggiù" dice poi mio marito, indicando con lo sguardo un angolo in cui Remus e Tonks stanno parlando piuttosto animatamente. "Sai, credo ci sia qualcosa tra loro due" aggiunge Sirius "negli ultimi mesi si sono avvicinati parecchio. Al quartier generale li ho visti spesso parlare, ridere, scherzare... e ho intercettato degli sguardi che mi fanno pensare che non si tratti più solo di una semplice amicizia".
"Io credo che, nonostante la differenza di età, sarebbero una gran bella coppia. Tonks è una persona straordinaria, è determinata, coraggiosa, sensibile e ha un grande cuore. È proprio il tipo di persona che ci vorrebbe per Remus" commento io.
"Conosco Remus, e non credo che accetterebbe mai di dare a un'altra persona il peso di dover convivere con il suo piccolo problema peloso" osserva Sirius pensieroso.
In quel momento vedo Tonks girare sui tacchi e allontanarsi da Remus con i capelli più rossi che io le abbia mai visto da quando la conosco.
"Vai a parlargli" suggerisco a Sirius "io lascio sbollire un po' lei, poi farò lo stesso".

Poco più tardi, localizzo Tonks in riva al lago; si è tolta le scarpe e si è seduta nell'erba. I suoi capelli, non più rossi ma neri, mi inducono ad avvicinarmi.
"Ehi Tonks, cosa ci fai qui da sola? Va tutto bene?" le domando raggiungendola.
Tonks sussulta leggermente. "Scusa, non volevo spaventarti" le dico sedendomi nell'erba accanto a lei.
"Sei matta? Ti rovinerai il vestito!" esclama lei inorridita.
"Oh, non preoccuparti, un colpo di bacchetta e tornerà tutto a posto" la rassicuro.
"Gia, magari si potesse fare così anche con i problemi della vita..." mormora lei con lo sguardo fisso verso il lago.

"Sì, a volte sarebbe davvero utile. Ma spesso le soluzioni possiamo trovarle dentro di noi..." commento pensierosa guardando a mia volta verso il lago.
"Questo lo dovresti dire a qualcun altro... io le mie soluzioni le avrei già trovate" borbotta lei.
"Sarei pronta a dirlo a chiunque, se servisse ad evitargli lo sbaglio che stavo facendo io solo perché non volevo vedere una soluzione che invece era perfetta" osservo, pensando che quelle parole effettivamente valevano per me un anno fa tanto quanto, per quel che mi pare di capire, varrebbero per Remus adesso.

"Tu però te ne sei accorta che stavi sbagliando..." mormora lei con sguardo triste.
"Ci ho messo del tempo però, e non poco" le rispondo. Restiamo un attimo in silenzio.
"Ti va di parlarmene?" le domando poi mettendole un braccio attorno alle spalle. "Se non ti va, non c'è problema, non insisterò ovviamente".
"Non so se sia giusto parlartene, lui è un tuo caro amico, però ho bisogno di sfogarmi... Amy, io... mi sono innamorata di Remus" confessa tutto d'un fiato.

"E immagino che il problema sia... la sua condizione, vero?"
"Sì, lui continua a ripetermi che non è possibile che una ragazza come me passi la sua vita insieme a un mostro come lui - così si definisce. Ma io ne sono innamorata, sul serio; non è una cotta o un'infatuazione passeggera. Lui è dolce, sensibile, ed è capace di ascoltarmi e capirmi come nessun altro ha mai saputo fare, mi fa sentire bene. E non mi importa niente del fatto che una volta al mese si trasformi in un lupo mannaro. Lui ha paura di farmi del male, ma so che non succederebbe mai, e comunque nel caso sarei perfettamente in grado di difendermi senza fargli del male a mia volta. E comunque anche lui prova qualcosa per me..."
"È successo qualcosa tra voi?" le chiedo.
"C'è stato un bacio... circa un mese fa, qualche giorno prima della battaglia all'ufficio Misteri... e poi anche oggi. Prima di salire nella tua stanza ho incrociato Remus. Non lo vedevo dalla notte della battaglia all'ufficio Misteri, non è nemmeno passato a trovarmi al San Mungo. Mi ha chiesto come stessi, abbiamo parlato un po' e poi ci siamo baciati. Ma lui si è subito allontanato, e poco fa ho provato di nuovo a parlargli dicendogli che non può continuare a scappare dai suoi sentimenti... ma niente, non ne vuole sapere..." mormora amareggiata.

"Purtroppo lo posso capire, sai? Ci sono passata anch'io lo scorso anno. E Remus lo conosco da tanto; lui si è sempre sentito diverso, inferiore, credo si sia convinto di non meritare l'amore e l'affetto delle persone che gli stanno intorno, nonostante queste lo trovino straordinario. Che io sappia, tu sei la prima donna che si interessa veramente a lui, che lo ama per quello che è, che non tema la sua condizione, e immagino che questo possa fargli paura. Sai, ai tempi della scuola lui non pensava di meritare nemmeno due amici come Sirius e James, che per lui sono stati disposti a rischiare anche la loro stessa vita pur di riuscire a diventare animagi e sostenerlo nelle notti di luna piena. Purtroppo Remus ha vissuto una vita intera condizionato dal suo problema, anche se è una persona straordinaria e tutti noi glielo abbiamo sempre ribadito".

"E cosa mi consigli di fare allora?" mi chiede lei.
"Forse solo di provare a dargli un po' di tempo, standogli comunque vicina. Noi possiamo provare a farlo riflettere su cosa rischia di perdersi, credo che Sirius lo stia facendo proprio adesso, ma deve arrivarci da solo, te lo dico proprio perché ci sono passata io stessa. Io avevo una paura folle di soffrire ancora per tuo cugino, ma dovevo vincerla da sola, dovevo capire da sola quanto fosse inutile e stupido ignorare i miei sentimenti per lui. Ci è voluto del tempo, lui ha aspettato e io ci sono riuscita. Credo che la stessa cosa valga per Remus. Ci arriverà vedrai, ne sono certa!" esclamo.
"Mah, spero che tu abbia ragione..." mormora lei poco convinta. "Beh ora basta con questi discorsi tristi" continua poi regalandomi un sorriso "è il giorno più bello della tua vita e dobbiamo pensare solo a te e Sirius. Senti, ma dove andrete ad abitare tu e il tuo novello sposo?"
"Durante l'estate staremo al quartier generale, non possiamo lasciarlo incustodito. Harry starà con noi, ieri sono stata con Silente dai Dursley..." e le racconto quello che è accaduto ieri con dovizia di particolari, specie riguardo il comportamento di Silente. Riesco anche a strapparle una risata. "E credo che inviteremo anche i Weasley ed Hermione a passare l'estate con noi. Naturalmente sarai la benvenuta ogni volta che vorrai venire a trovarci, o a cena!".
"Ti ringrazio Amy, lo apprezzo molto. E a settembre tornerai a Hogwarts?"
Faccio un profondo sospiro. "Onestamente, non lo so proprio. Nonostante io ami il mio lavoro di insegnante, tornare a Hogwarts a settembre significherebbe dover passare molti mesi lontana da Sirius; e sinceramente, ora che ci siamo finalmente ritrovati, lo eviterei volentieri. Oltretutto, non sono certa di poter continuare ad insegnare a Hogwarts, dal momento che all'ufficio Misteri sono stata vista combattere per l'Ordine della fenice da Lucius Malfoy. È vero che Malfoy è finito ad Azkaban, ma ho la sensazione che non ci resterà a lungo e comunque tra i mangiamorte all'ufficio Misteri c'erano anche i genitori di altri studenti Serpeverde come Tiger e Goyle" mormoro pensierosa.
"Ehi ma tu non mi hai detto che volevi diventare un Auror quando studiavi qui?" domanda Tonks illuminandosi in viso. "Se restassi a Londra, potresti cominciare l'addestramento! Il Ministero ha un gran bisogno di nuove reclute in questo momento, e sono certa che avresti tutte le carte in regola!". Ci pensa un attimo, poi continua "potrei proporlo anche a Sirius, così lo fareste insieme. E se riuscissi a convincere il nostro capo, potremmo addirittura essere io e Kingsley a seguirvi e addestrarvi. Cosa ne dici?"
Le sorrido, colpita dal suo entusiasmo. Si vede proprio che ama moltissimo il suo lavoro. "Dico che è indubbiamente una proposta molto interessante e ti prometto che ci rifletterò su".
"Bene!" esclama lei "l'addestramento comincerà a settembre, hai ancora un mese per pensarci. E ora dai, torniamo alla festa, prima che mio cugino pensi che la signora Black ha già deciso di darsela a gambe!". Scoppio a ridere, ora riconosco Tonks. Anche i suoi capelli sono tornati del bel color magenta di questa mattina. E intanto mi chiedo se mi abituerò mai a essere chiamata "la signora Black".

Prima che la festa volga al termine, mi viene in mente un'usanza tipicamente babbana che ho visto al matrimonio di uno dei parenti di mio padre anni fa: il lancio del bouquet. Chiamo quindi tutte le ragazze e donne non sposate per vedere chi sarà la prossima. Hermione, Ginny e Luna si avvicinano entusiaste; Tonks ha qualche esitazione ma si lascia convincere, e spero proprio che lo prenda lei. Si aggiungono ridendo anche Marina e le mie colleghe Minerva McGranitt, Pomona Sprite e Sibilla Cooman. Volto loro le spalle e lancio quindi il bouquet che finisco dritto dritto tra le mani di una meravigliata Tonks. Vedo Remus lanciarle un lungo sguardo, ho l'impressione che anche lui sia molto preso da lei, e in cuor mio mi auguro di poter davvero partecipare presto al loro matrimonio, se lo meriterebbero entrambi.

È ormai sera e i fuochi d'artificio che ci hanno procurato Fred e George concludono questa bellissima giornata.
Io e Sirius avevamo concordato con Silente che avremmo passato tutti la notte a Hogwarts e poi domani ognuno ripartirà; ma, al termine dello spettacolo pirotecnico, Sirius mi dice che deve allontanarsi un attimo con Hagrid e tornerà subito.

Poco dopo, si sente un rumore assordante, come il rombo di un motore molto potente, e guardando in cielo vedo Sirius volare a bordo della moto che lo avevo accompagnato a comprare tanti anni fa. All'epoca mi aveva detto che aveva intenzione di modificarla per farla volare, ma non sapevo che ci fosse riuscito. Mi racconta che l'ultima volta che l'ha usata è stato per andare da James e Lily la notte in cui sono stati uccisi e che a casa loro aveva incontrato Hagrid, venuto a prendere Harry su incarico di Silente per portarlo dai Dursley, ed aveva lasciato a lui la moto perché si potesse muovere in modo più veloce e sicuro. Poi Sirius era finito ad Azkaban e la moto era rimasta ad Hagrid, qui a Hogwarts. Nei giorni scorsi Sirius e Hagrid l'hanno riprovata e risistemata ed ora è pronta e in poco tempo ci porterà a Londra, al quartier generale, dove passeremo la nostra prima notte da marito e moglie e dove poi domani ci raggiungerà Harry, insieme ai Weasley e a Hermione.
E così, dopo aver abbracciato e ringraziato tutti gli amici che ci sono stati accanto in questo giorno per noi così speciale, Sirius ed io saliamo sulla moto e voliamo via nel cielo, verso il nostro nuovo futuro.

 

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