All Hallows Eve

di Anown
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cosa fai per Halloween? ***
Capitolo 2: *** Ama il tuo nemico, ma anche no! ***
Capitolo 3: *** Perchè sono qui? ***
Capitolo 4: *** Courtney, regina delle tenebre? ***



Capitolo 1
*** Cosa fai per Halloween? ***


La pallida ragazza dai lunghi capelli castani era accovacciata sul suo letto con un libro davanti i piedi freddi. “Gwen, accetta che in questo momento non sei cosa di leggere.” disse a sé stessa.
Quella notizia avuta un mese prima che l'aveva lasciata emotivamente disorientata ma gelidamente indifferente, stava tornando a bussare alle pareti del suo cranio con insistenza.
“Ah... suppongo di doverglielo in un certo senso...” sbuffò fra se e sé, poi sentì citofonare.
-Non ci sono per nessuno!- disse consapevole di non poter essere sentita.  Ma si costrinse comunque a scendere e saltellare velocemente sul pavimento ghiacciato. -Dove diavolo ho seminato le mie pantofole?!- si sfogò ad alta voce.
Aprì a Leshawna che un po' per aiutare la ragazza in difficoltà, un po' per bullarsi di lei, sollevò Gwen e la rimise sul letto. Recuperò pure le pantofole che ci erano finite sotto.
-Grazie.- sbottò Gwen infastidita dalle circostanze.
-Prego. Sei persino più piumetta di Harold.- disse beffarda.
Gwen borbottò, poi sorrise debolmente all'amica che cominciò a studiarla.

Avevano ricominciato a frequentarsi dopo l'eliminazione della dark nella terza stagione.
Leshawna si era incaricata di medicarla per le ferite avute a causa dell'atterraggio poco delicato e per la vistosa reazione allergica dovuta alle foglie di eucalipto.
Gwen si era sentita abbastanza ignorata dagli altri ex compagni di sventura, sospettava a causa di quel pasticcio con Duncan e Courtney. Ma, probabilmente a causa della situazione di Leshawna con Alejandro, l'afro-canadese non le aveva fatto problemi. In teoria pure Bridgette, che l'anno prima aveva messo da parte la loro amicizia per schierarsi dalla parte di Trent, non aveva grossi motivi per continuare a ritenersi superiore a Gwen, ma né lei, né Geoff l'avevano calcolata.
Si era anche creata una situazione un po' tesa e imbarazzante. Brigette era spesso nei paraggi quando era con Leshawna perchè aveva recuperato la sua simpatia per la ragazza vista la situazione simile in cui si erano trovate e l'ammirazione per il modo in cui Leshawna aveva malmenato Heather che Gwen, nonostante avesse avuto molti più problemi di Bridgette con Heather, decisamente non capiva.
-Mi spiace, ma per me hai sbagliato con Courtney.- aveva detto Bridgette con durezza facendo pentire Leshawna di aver cercato di farla chiarire con Gwen. -Nonostante i difetti, la consideravi tua amica, no? Perchè l'hai trattata in quel modo?-
-Senti, non mi sembra che lei sia stata così tenera!- aveva ribattuto Gwen. -Con Duncan ho agito di impulso e lei non mi ha dato alcuno spiraglio per spiegarmi! L'hai vista come ha reagito, no? Sembrava un procione con la rabbia!-
Bridgette tentennò, Leshawna le guardava tesa come una corda di violino, stava per intervenire, ma Bridgette alla fine parlò. -Avrai avuto sicuramente le tue ragioni, ma ora come ora, non riesco proprio a fidarmi.-
-Fidarti di che? Hai forse paura che in futuro ti freghi Geoff?- disse Gwen sparando un'ipotesi ridicola. Ma l'espressione apparsa per un attimo sul viso della biondina le fece venire l'assurdo pensiero di aver azzeccato. -Cosa?!- esclamò la dark incredula. -Ma sei ipocrita!-
Leshawna si mise in mezzo con fare nervoso. -Ragazze, ragazze... facciamo che cercate di raffreddarvi, riflettere...- Leshawna si interruppe cercando le parole. -Insomma, ne riparliamo poi?- la ragazza le aveva guardate capendo che probabilmente le due non si sarebbero più chiarite e che doveva tenersi lontana dal ruolo di riappacificatrice, non faceva affatto per lei.
-Oh no! Mi stanno emarginando!- disse teatralmente Gwen una volta che Bridgette se ne era andata. -Sai che novità, direi che un ritorno alle origini. Tanto sono un tipo solitario e con le ragazzine dal giudizio facile non ci ho mai voluto avere niente a che fare! Come ho fatto a scordarmene con quella psicolabile di Courtney?!- si era sfogata e Leshawna l'aveva osservata con preoccupazione. -Sto bene, sul serio!- Gwen aveva cercato di convincerla e farle un sorriso strafottente, ma Leshawna aveva continuato a guardarla con quell'espressione mormorando un “mi dispiace”.

Anche in quella situazione, mentre chiacchieravano, Leshawna la stava guardando con preoccupazione, ma cercò di sdrammatizzare perchè Gwen non le sembrava in vena di dramma.
-Come dark non dovresti essere di buon umore con Halloween alle porte?- era uno stereotipo idiota e Leshawna lo sapeva, ma voleva stuzzicarla.
-L'aspetto commerciale e festivo non mi interessa. Sono un'asociale che odia le feste, ricordi?- Gwen era un po' migliorata, ma continuava a non amare la confusione e a non trovare poi così entusiasmanti quelle occasioni sociali. Forse era per quello che non era rimasta poi così vicino a Geoff e a furia di trovare scuse per saltare le feste e le uscite, il biondone non aveva più insistito. ...O forse era a causa della sua fidanzata? -Hallowen era divertente quando ero piccola.-
-Ah, in effetti il dolcetto o scherzetto...- cominciò a dire Leshawna, sorridendo nonostante non ne capisse realmente il fascino.
-No, mi riferivo solo agli scherzetti... e agli agguati per terrorizzare i passanti.- Gwen ghignò con uno sguardo affilato. Leshawna non riusciva genuinamente a capirla, ma le faceva piacere vederla più divertita, anche se durò poco.
-Ma farlo ora sarebbe abbastanza patetico...- continuò infastidita. Non sarebbe stata così severa pensando a qualcuno suo coetaneo che cercava di far prendere uno spavento innocente la notte di Halloween. Ma qualunque cosa le ricordasse Duncan aveva assunto un gusto insipido e fastidiosamente dolciastro... e dire che all'inizio la divertiva dare corda alle idiozie del punck.
-Però sono indecisa se ricominciare a tingere i capelli vista l'occasione...- confessò Gwen sovrappensiero. Aveva continuato a usare rossetti scuri e opachi, gli altri non avevano senso estetico per lei, e indumenti con colori freddi e poco vivaci, ma non teneva più così tanto al suo look cupo. Aveva smesso di tingere i capelli, di stare attenta a non prendere colore, anche se non era così faticoso visto era naturalmente pallida, e non si truccava più così spesso. La cosa la faceva sentire più libera in parte, ma a volte si sentiva quasi nuda.
-Un ritorno al vecchio stile quindi?- chiese Leshawna.
-Uhm... a volte mi manca un po'.- disse Gwen scrollando le spalle. Anche il suo stile di disegno si era fatto molto meno freddo e oscuro. A volte le faceva piacere provare a riprendere il vecchio stile per ritrovare quelle emozioni nostalgiche ma proprio non le riusciva, era un po' frustrante.
-Starai benissimo comunque, bellezza!- le disse Leshawna cercando di incoraggiarla. -Visto che le feste non sono il tuo territorio, che ne diresti se guardassimo un film horror insieme, la sera di Halloween? Mi dovrei portare dietro Harold e anche tu puoi chiamare i tuoi zuccherosi amichetti.- suggerì.
-Sarebbe fantastico. Ma ho altri impegni...- rinunciò a malincuore.
-Pazienza, tanto sono un pessimo pubblico per gli horror. Non che mi spaventino davvero... ma non riesco a trattenermi dall'insultare e dare ordini ai protagonisti con poca voglia di sopravvivere... E anche guardare un horror con Harold che si terrorizza o chiude gli occhi chiedendoti di avvertirlo quando finisce la parte spaventosa, può essere fastidioso.- ammise Leshawna.
-Sì sì, me lo ricordo!- Gwen ghignò per un attimo, poi si guardò un po' in torno e sospirò. -Devo andare al cimitero. C'è qualcuno a cui devo una visita...- disse Gwen con aria pensierosa.
-Ah...- Leshawna provò di nuovo a studiarla. -Vuoi che ti faccia compagnia?-
Gwen scosse la testa. -Credo di non provare niente per questa persona e la sua dipartita, ci vado... perchè ci vado? Per senso di colpa?-
-Posso chiederti di chi si tratta?-
-Un parente diciamo... molto vicino anche se l'ho conosciuto poco...- faceva uscire le informazioni con il conta gocce e temeva di farne sfuggire troppe anche se non aveva alcun motivo per nasconderle. -Ti basti sapere che una persona normale dovrebbe essere affranta per questa perdita, io invece... Ah, forse sono davvero un mostro insensibile.- disse Gwen con un sorriso amaro.
-Ma che dici?! Sei sensibilissima, praticamente una piagnona unica!- Gwen ebbe un sussulto per l'intervento improvviso e guardò perplessa l'amica. Leshawna precisò: -Era in senso positivo!- le diede una pacca sulla spalla. -Stavi dicendo delle cose insensate e ti vedi in modo davvero strano. Fidati di me, sei una ragazza sensibile, gentile... Se sei rimasta indifferente a questo parente schiattato, avrai sicuramente i tuoi motivi! O forse non ti rendi ancora conto...-
-E' passato un mese.-
-Beh, capita di accorgersi delle cose con ritardo o allontanare sistematicamente cose e persone dalla propria mente. Come ad esempio, la cotta e il senso di colpa verso Courtney saltate fuori dal nulla quando non la rivedevi da mesi.-
Gwen fece una delle peggiori smorfie stizzite che Leshawna avesse mai visto. -Non dirlo mai più! E poi non era una cotta! Sono stati il senso di colpa e quello sfigato del mio ragazzo a trucidarmi i neuroni facendomi fissare con quella lì! Per fortuna mi è passata, la principessina non meritava il mio tempo.- sbuffò.
-Sfigato... povero Duncan!- Leshawna rise un po'.
-Sei credibile quanto una banconota del monopoli.-
-Anche tu, cara! Per quanto riguarda la tua passata cotta per Courtney, l'amore è cieco, non hai bisogno di giustificarti.- Leshawna lo disse con un fastidioso tono rilassato da “so tutto io”. Vide che Gwen la guardava malissimo e si ritenne soddisfatta. -Già, scusa... torniamo serie.-
-Anche no! Non voglio più pensare al mio caro defunto.- affermò Gwen.
-...Sicura di voler andare al cimitero da sola?-
-Sei diventata più apprensiva dopo che ti sei trovata il ragazzo? È un'impressione?-
Leshawna sospirò, poi cambiarono discorso.

Duncan non era mai stato sadico. Magari era una testa di cazzo, un egocentrico, gli piaceva dare fastidio, ma non provava soddisfazione nel sentir piangere una ragazza anche se forse provava più fastidio che empatia, ma non ne era così sicuro.
-Non ho alcuna intenzione di sentirmi responsabile per quell'imbecille del tuo ex ragazzo.- disse alla ragazza da dietro il vetro divisore. Ed era sincero nel dire che non provava alcun senso di colpa.
-Sì lo so Duncan!- per un attimo Zoey alzò la voce. -Scusa... dovrebbe essere un occasione felice, tra pochi giorni esci di galera...- disse stropicciando gli occhi nel tentativo di asciugarli.
-Ma figurati se voglio una tizia che finge di essere contenta per me!- sbottò, poi sorrise. -Andiamo! Puoi trovare di molto meglio rispetto a uno squilibrato che si ingelosisce perchè fai la crocerossina. Anzi, visto che non puoi evitare questa tua natura, cercati qualcuno di più sicuro di sé che non si ingelosisca per qualche cazzata. Anche se... beh, se fossi in te mi sbarazzerei direttamente dell'istinto della crocerossina, porta solo guai, fidati!-
Zoey lo guardò corrucciata, senza dire nulla si alzò dalla sedie e cominciò ad andarsene. Duncan sorrise soddisfatto. Ma la ragazza tornò in fretta alla sedia con il senso di colpa negli occhi.
-No, Zoey! Non ci siamo proprio!- la riprese Duncan.
-Senti, sei finito in carcere perchè non hai saputo resistere allo stupidissimo impulso di fare un danno alle proprietà di Chris... Scusa se non ti considero un buon maestro di vita!- protestò la ragazza.
-...touchè.-
Quando Zoey se ne andò, Duncan non potè non pensare di essere diventato piuttosto passivo e privo di stimoli. Sarebbe uscito a breve, ma si sentiva indifferente. Forse avrebbe potuto approfittare della situazione per provarci con Zoey invece niente... Non avrebbe mai funzionato con un'innocentina noiosa come quella. Temeva di essere diventato noioso pure lui, di norma non era il tipo da riflettere sulla fattibilità o meno di un flirt...
“Potrà anche essere carina, ma forse non mi interessa...” non era sicuro neanche di quello, il suo mondo era tutto di un grigio confuso...
Forse sarebbe tutto migliorato una volto uscito... Forse...

-Oh no! Non posso più andare al cimitero!- disse Gwen con tono falso e teatrale, quando si incontrò con Leshawna il giorno dopo.
-Va beh, non devi per forza andarci ad Halloween.- le ricordò l'amica, così Gwen perse tutto l'entusiasmo. -Ma in generale, nessuno ti costringe ad andarci.- continuò Leshawna. Non capiva perchè la ragazza si facesse tanti problemi. -Comunque, quale sarebbe la tua scusa per non poter andare al cimitero?- chiese tenendo le braccia conserte.
-Io e Cameron abbiamo deciso di tenere compagnia a Zoey domani. Mike l'ha mollata per non ho capito quale turba mentale. Credo si sia ingelosito per le visite di Zoey a Duncan, ma lei non ha voluto parlarne più di tanto. In ogni caso, quell'idiota continua a far danni anche da dietro le sbarre.- spiegò infastidita.
-Siete solo voi tre?- chiese Leshawna. Gwen annuì. -Beh, volendo potresti andare con loro al cimitero. Potreste passare un'allegrissima giornata lì. Magari potrebbe anche aiutare Zoey a sentirsi “fortuna” tutto sommato. È stata mollata da un imbecille, ma almeno respira.- Leshawna ridacchiò. Ma per un attimo gli occhi di Gwen brillarono. -In realtà scherzavo.- disse Leshawna poi guardò Gwen. -Aspe', ti piace l'idea? Davvero?-
-E' piuttosto buona in realtà.- disse la pensierosa ragazza mordendosi un'unghia. -Tanto non ci sono mai troppe persone al cimitero, neanche per Halloween. Della celebrazione dei morti non frega niente a nessuno da queste parti.-
-Uhm... ok. Posso venire anche io e portarmi dietro lo spaventapasseri?-
-Ok, perchè no?- “Spaventapasseri?” anche se era un po'  confusa, Gwen sorrise. Andare al cimitero non sembrava più così scocciante e la storia di Zoey l'aveva distratta dalla sensazione di disagio che quella visita le ispirava.
-Comunque, quella tinta azzurra ti sta bene.-
-Grazie!- rispose Gwen. -Temevo fosse un po' troppo chiara.-
-Fa molto fata turchina.- vide Gwen sbiancare, poi fare un'espressione irritata. -Però a te sta bene!- Leshawna cercò di correggersi.

Quella mattina, Scott decise che doveva essere previdente così si munì di sale e cominciò a tracciarci una linea che circondasse la sua fattoria.
-Cosa fai?- gli domandò una vocina.
-Uso il sale per tenere lontano una piccola, odiosa, streghetta...- rispose chino sul terreno.
-Non sapevo ci fossero streghe in questa zona.-
-E' una forestiera venuta qui per visitare gli zii. Una squinternata! Non vorrei che durante Halloween si facesse venire qualche idea strana, così...- il ragazzo alzò lo sguardo e sussultò.
-In effetti una data in cui il mondo materiale è più vicino a quello degli spiriti può essere interessante.- Dawn sorrise pensandoci su. -Ma non avevo in programma niente di particolare, inoltre domani dovrei tornare a casa.-
-Ah, quindi credi veramente in queste cose? Ti manca davvero qualche diottria!- disse Scott con tono beffardo.
-Non sono io quella a quattro piedi che traccia una scia di sale.- gli fece notare. -Inoltre le diottrie sono quelle della vista! Forse intendevi neuroni!-
-Non sono affatto superstizioso! Speravo semplicemente che ti suggestionassi finendo per auto-convincerti di non poter attraversare il sale... o che capissi di non essere ben accetta.-
Dawn sospirò esasperata, sul suo viso comparve un'espressione triste che sorprese Scott.
-Tranquillo, come ho già detto, domani non sarò qua.- disse con aria pensierosa. -Tu fai qualcosa di interessante per Halloween?- gli chiese volendo cambiare discorso, in un ultimo tentativo di entrare in confidenza.
-Mi sono messo a intagliare qualche zucca, spero di venderne alcune. Alla fine non si sa mai, c'è sempre qualcuno disposto a comprare roba inutile, perchè non essere positivi?-
-Bravo!- la ragazzina si lasciò sfuggire un piccolo applauso imbarazzante. -Sarei curiosa di vederle.- disse facendosi più pacata.
-Quanto sei disposta a pagarmi?!- esclamò Scott sentendo odore di acquirente. “Come ho fatto a non arrivarci subito? È sempre stata una collezionista di robaccia!”
Ma l'espressione di Dawn divenne decisamente meno entusiasta. Disse al ragazzo che aveva cambiato idea -Hai qualcuno in particola da voler visitare per l'occasione?- disse la ragazzina riprovando a fare conversazione.
-Eh?-
-Intendevo se hai qualche caro defunto particolarmente importante per te.-
-Non ci capisco niente di galateo, ma penso che questa sia una domanda inquietante!- disse il ragazzo indietreggiando. Poi si mise a riflettere. -Comunque, no. Nonni, trisavoli e zii non me li ricordo molto bene e non sono entusiasta all'idea di andare a cercarmi le loro tombe. L'unica cosa defunta che mi viene in mente in questo momento, è la mia relazione con Courtney...- disse con una risata tragicomica.
-Oh, mi spiace. Era la tua prima ragazza, suppongo fosse importante.- ipotizzò Dawn non avendo molta esperienza con quel tipo di situazione. Ma poteva dire che le persone che si erano separate da poco, specie se giovani e alle prime esperienze, avevano un'aura spesso irrequieta.
-Parla per te verginella! Io ho molto successo!- Scott si pavoneggiò mentre i penetranti occhi chiari della ragazza sembravano scomporlo e leggerlo nel profondo.
-Ah si? Molto successo fra ragazze umane ed esistenti?- lo sfidò Dawn continuando a seguirlo con quei grandi occhi da civetta.
-P-potresti smetterla di essere inquietante almeno per un secondo?-
-Mi spiace per come sono andate le cose con Courtney. Ne vuoi parlare?-
-In modo che tu possa continuare ad esaminarmi con i tuoi presunti poteri paranormali?-
-Se sono “presunti” non hai niente da temere, no?- dichiarò lei con un sorriso serafico.
-Non ho molto da dire comunque... credevo ci fosse ancora una possibilità, invece non ha più voluto vedermi! Le ho pure dedicato una scultura! Le ho regalato anche un sacco di grano e un pulcino! Le avrei anche donato uno dei maialini, ma lei mi ha minacciato con un mocio... Eppure ho cercato di spiegarle che sono animali molto puliti! Poi quando crescono troppo non è un vero problema, li mangi e finisce lì, no?-
Dawn trattenne i conati. -U-uccidere un a-animaletto di cui ti sei preso cura e che si fida di te?- la ragazza era a metà fra il panico e la furia. “Placa la tua mente, Dawn.” disse a sé stessa raccogliendo l'aria nei polmoni. “E' solo cresciuto nel contesto sbagliato, può ancora uscire da questa filosofia di morte e crudeltà giustificata dall'egoismo.”
-Eh eh... l'ho rotta.- pur non capendo come aveva fatto, rise fra sé e sé abbastanza soddisfatto. -Tu invece? Mai stata innamorata? Mai stata mollata?- chiese divertito all'idea di metterla in difficoltà.
La ragazza abbassò lo sguardo e si fissò i piedi per un po' con aria imbarazzata. -Cos'è l'amore?- chiese con tono puro e solenne. -Percepire un legame con qualcuno che ti porta a voler sapere tutto di quella persona, a chiederti costantemente dove si trovi, cosa sta facendo, come sta e che ti porta a dipendere dai sentimenti e l'umore di quella persona? O ti riferisci ad una pulsione erotica? O a qualcosa di ancora diverso?!- chiese saltellando agitata.
-Okaaay.... credo che me ne andrò a sbrigare altre faccende...- disse Scott indietreggiando guardingo.
-Perchè mi fai una domanda se non vuoi sentire la risposta?- chiese la ragazza nervosa. -Non ho mai avuto una relazione, ma c'è una persona con un sento un legame...- ammise. -Ma non è reciproco e non credo di essere quella giusta per tirare fuori il meglio da questa persona.- Dawn sospirò, era la prima volta che lo ammetteva ad alta voce.
-Allora lascia perdere.- disse Scott con serenità. -Se non gli interessi è inutile insistere. Poi, cosa significa “non credo di essere quella giusta per tirare fuori il meglio da questa persona”. Le persone non cambiano per amore! Se invece intendevi che con altri è simpatico, mentre con te è un fetente, beh, motivo in più per rinunciare!- per una volta, parlava come se volesse effettivamente il suo bene, la cosa colpì un po' Dawn.
-Spezzare un legame non è così facile.- disse la ragazza con tono calmo e un sorriso appena accennato. -E non sono d'accordo. Credo sinceramente che l'amore possa essere una spinta al cambiamento e al rendersi migliori. Le persone che incontriamo ci influenzano, non sei d'accordo?- disse ragionevole.
Scott si grattò il capo con aria pensierosa. -Boh, può darsi. Questo ti fa sembrare leggermente meno pazza, nana malefica.- ammise Scott sbuffando. Il ragazzo provò andarsene.
-Che piani hai?- chiese Dawn. C'era qualcosa di anomalo nella sua aura.
-Vado a seppellire una cosa in rappresentanza della mia relazione defunta.- disse esternando un'allegria finta. -Sperando non ritorni a perseguitarmi con gli altri spiriti.- “O forse, non sarebbe così male se lei si facesse viva qualche volta.” -E da questo che è nata l'usanza dei travestimenti, no? Spaventare gli spiriti venuti nel mondo dei vivi?- disse mettendo alla prova le sue memorie di quando era bambino.
-Beh sì... non mi piace molto questa concezione degli spiriti come negativi, ma suppongo possa essere utile per scherzare sulle proprie paure ed esorcizzarle.-
-Figuriamoci, la vera bestia è l'uomo e blah, blah, inserire morale stantia.- sbuffò Scott.
-Fino a prova contraria solo le creature in carne ed ossa sono capaci di fare danni. È sempre valida come morale ed è sempre bene prendersi le proprie responsabilità.- disse Dawn cercando di non perdere la calma. -Ma come significato conosciuto dai più... preferisco quello dietro il Dia De Los Muerto.-
-Non è la stessa cosa?- obiettò Scott inarcando il sopracciglio.
-Non esattamente... il significato è più celebrare il legame con le persone che non ci sono più nell'allegria e nel calore familiare e sociale.- disse la ragazza emanando positività.
-T-troppo luminosa.-
-Hai detto qualcosa?-
-No, niente!- disse Scott agitando le mani davanti a sé. -Quindi... dovrei aspettare che la mia relazione con Courtney torni versione zombie per celebrare il mio legame con lei?- disse fra sé e sé pensieroso.
-Eh... non so se regge quando si considera una relazione defunta anziché una persona.- disse Dawn un po' infastidita. Poi scacciò quella negatività. -Ma credo sia un bene conservare i ricordi positivi di una relazione anche se è finita e trarne qualcosa di positivo magari per far andare bene un'altra relazione... ma non sono un'esperta quindi non so...- disse la ragazza con un po' di nervosismo.
Non riuscì a trattenere Scott per tanto altro tempo. Un po' giù, tornò a casa dei suoi zii per fare i bagagli.

Courtney non comprendeva bene cosa portasse le persone a postare stati sui social sulle loro relazioni, sopratutto se fallite.
In teoria avrebbe dovuto capirlo visto che fino ad un anno prima postava su facebook stati molto imbarazzanti ed emotivi. Ma alla fine, tutti volevano pensare il meno possibile a vecchi post e foto lasciate sui social, per il bene della propria sanità mentale e dell'immagine più o meno positiva di sé formata nella mente.
Il post di Zoey era breve e conciso. Courtney rimase un po' stupita. Da quella tizia sdolcinata si aspettava qualcosa di molto più melodrammatico.
“Forse la tristezza le ha tolto le parole dalla mente, poverina...” pensò annoiata. Non riusciva realmente ad empatizzare. Si trattava di una persona che non vedeva più dalla fine del reality e a cui non era neanche interessata. Ma in fondo non riusciva a non sentire una specie di soddisfazione quando sapeva di una relazione finita, sopratutto se tutta sbrilluccicante e sdolcinata in apparenza...
Il senso di colpa, la portò a voler commentare sotto il post.
“Mi spiace, sembravate una così bella coppia tu e Mike.” fortunatamente prima di inviare rilesse. “In che modo questo sarebbe un messaggio gradito ad una persona che è stata scaricata?!” disse tamburellando infastidita sulla scrivania, con una matita.
Provò a digitare di nuovo. “Mi spiace, purtroppo capita.” Courtney si bloccò di nuovo e cancellò il messaggio. “Così è peggio!” disse fra sé e sé. “Anche se in prospettiva non è una catastrofe di ordine mondiale, una rottura, sopratutto nel primo periodo, può essere qualcosa di molto doloroso! Ridimensionare la cosa quando è appena accaduta e la persona ha bisogno di sfogarsi sarebbe arrogante e basta!” si disse Courtney spremendo le meningi alla ricerca di qualcosa di diverso da scrivere. “Perchè anche scrivere un inutile messaggio diventa un'occasione per andare in escandescenza?” si chiese fra sé e sé sbuffando.
“Basta, non scrivo niente...” disse allontanando il cellulare dalla sua vista e la schiena dalla scrivania. “No, devo scrivere qualcosa! È una questione di principio!”
Alla fine se ne uscì con un generico. “Mi dispiace molto, spero che tu possa sentirti presto meglio.” Avrebbe aggiunto anche qualche insulto per Mike per farla sentire un po' meglio, ma non erano abbastanza in confidenza e non conosceva la situazione.
Dopo poco, Zoey le rispose con un “Grazie. Sto già provando a sentirmi meglio con l'aiuto dei miei amici. Domani vado pure al cimitero con Gwen, Cameron e Leshawna”
“E chi te l'ha chiesto?” pensò Courtney, ma scrisse: “Mi fa molto piacere, divertiti.”
Spense il telefono e si stiracchiò. Halloween era un giorno come un altro, sopratutto per una studentessa di legge. Se quella combriccola di perdenti aveva bisogno di andare al cimitero per svagarsi non erano affari suoi.
“Che cosa andranno mai a fare poi? Che Gwen voglia fare qualche rituale satanico?” pensò sghignazzando mentalmente mentre dava da mangiare al suo pulcino. “Sempre meglio di quel delinquente...” ricordò infastidita.
L'anno in cui lei e Duncan erano stati insieme, la sera di Halloween l'aveva mollata per andare in giro mentre lei andava ad una festa di un'amica vestita con un grazioso abito da strega nero e verde.
Quando Courtney gli avesse chiesto che programmi aveva, lui rispose che andava a fare qualche scherzo e a spaventare qualche malcapitato. Le disse di non preoccuparsi, al massimo avrebbe fatto lievi danni a qualche proprietà privata.
Lei non lo prese sul serio e lo lasciò andare. La mattina dopo la chiamò il padre di Duncan per informarla che Duncan era stato tenuto in centrale per essersi introdotto in una proprietà privata.
A quanto pare aveva pensato che modificare la disposizione delle decorazioni più realistiche per metterle attorno ad un tavolino come se stessero giocando all'ora del tea, cospargerle di polvere pruriginosa, nascondere uova marce in mezzo a un prato e imbrattare di vernice maleodorante le pareti esterne di un edificio fosse divertente e irrinunciabile anche a costo di farsi sorprende come un imbecille dal padrone di casa.
Ma la cosa peggiore per Courtney fu il teschio di gelatina verde lasciato nel frigo dall'adorabile ragazzo, che la fece saltare all'indietro, inciampare e sbattere il coccige. Ebbe difficoltà a camminare  e cambiare posizione per giorni.
Mentre il ricordo faceva risorgere in Courtney il bisogno di mandare maledizioni a Duncan, le venne un dubbio.
“Sul serio... perchè Gwen vuole andare in un cimitero? Non è che vuole dissotterrare qualcosa? Magari vuole danneggiare qualche lapide o monumento funebre? Cosa fanno di solito dei gotici in un cimitero.” pensò la ragazza battendo il piede a velocità sempre maggiore.
Quando aveva cominciato a conoscerla un po' meglio, Gwen nella sua testa aveva smesso di essere lo stereotipo di una dark. Era semplicemente una ragazza a volte un po' sarcastica e introversa con un pessimo gusto estetico.
Ma dopo che la ragazza l'aveva allontanata, i ricordi delle sua personalità si erano affievoliti facendogliela identificare semplicemente come la “dark” che si trovava bene con quel delinquente egoista e irresponsabile di Duncan e i suoi scherzi. A sua volta Duncan era diventato semplicemente il punck e qualunque suo tratto caratteriale era diventato impossibile da richiamare alla mente.

Quando Alejandro le disse con allegria che sarebbero andati dalla sua famiglia nell'America Latina per il Dia De Los Muertos, Heather sbiancò. Un minuto dopo se la diede a gambe, ma Al la bloccò.
-Ehm... Heather? Come la devo prendere questa tua reazione? Non vuoi passare del tempo con me e la mia famiglia?- chiese il ragazzo con un tono acido coperto dalla sua solita maschera sorridente.
-Non ti facevo così entusiasta della compagnia del tuo più affascinante fratello Josè.-
-Purtroppo non potrà venire.- disse giulivo.
-Ah... grandioso...- bisbigliò Heather fra sé e sé. -No, mio caro Alejandro, come ti viene in mente che io non voglia passare del tempo con la tua amabile famiglia?- la ragazza rise. -E' che ho un altro impegno che mi interessa di più. Ho deciso di partecipare alla festa di una vecchia amica che non posso ASSOLUTAMENTE deludere.- disse indossando anche lei una maschera sorridente.
Al, anzichè lamentarsi del fatto che la sua ragazza preferisse qualcun altro a lui, decise di colpire in un modo diverso. -Oh... hai amiche tu? Con le tue discutibili capacità sociali?- disse con sarcasmo.
Heather represse la rabbia e decise di stare al gioco. -Sì. E il fatto di avere, a detta tua, discutibili capacità sociali, rende le mie amicizie molto più reali di quelle di un pallone gonfiato che non si toglie mai la maschera perfetta e garbata che indossa, anche quando ormai è chiara la sua vera natura.-
-E' importante essere rispettosi nei confronti delle persone di cui approfitti. Non è una maschera, ma la mia vera natura da predatore gentile.- disse senza scomporsi con aria soddisfatta. Heather gli rise in faccia. Lui la ignorò -Comunque, come si chiama la tua amica? Dammi una prova che esiste. Me lo devi visto che la stai preferendo ad un'occasione molto importante per me e la mia famiglia.-
Heather si mise a riflettere, ma Alejandro l'aveva fregata. Non riusciva a trovare soluzioni così in fretta mantenendosi naturale, sopratutto se messa sotto pressione. Ma non voleva darla vinta al presunto e presuntuoso genio megalomane che aveva davanti.
Gli venne in mente il post di una detestabile creatura zuccherosa  che aveva trovato nel suo prezioso tempo dedicato a farsi gli affari degli altri. Ma piuttosto che dire di essere sua amica, avrebbe preferito schiattare!
-In realtà voglio semplicemente andare con Gwen al cimitero per rovinare a lei e gli altri sfigatelli la giornata. La verità e che sono molto sentimentale e mi mancano i vecchi tempi, pochi perdenti mi hanno dato la soddisfazione che mi ha dato lei. Prendimi pure in giro per questo.- sospirò drammaticamente e si posò la mano sul cuore. Alejandro la squadrò per qualche secondo cercando di stabilire la sua sincerità.
-Umh... ok, divertiti.-
“C'è cascato in fretta.” pensò Heather con disappunto.
-Mi sembrava strano che avessi un'amica.- disse l'ispanico quasi compiaciuto dalla prevedibilità della ragazza.
L'asiatica si chiese perchè non gli aveva semplicemente detto chiaro e tondo che avrebbe preferito una colica renale all'andare con lui in visita alla sua famiglia. Probabilmente non era riuscita a ferire apertamente i suoi sentimenti perchè stava cercando di far rimanere in vita la sua relazione...
una volta che il ragazzo uscì con le valige però si rese conto che l'idea di passare Halloween da sola come una sfigata non le piaceva affatto.

La mattina del trentuno Ottobre, Gwen arrivata al cimitero ritrovò un numero di persone leggermente più alto di quello che si aspettava.
Sgranò gli occhi, poi fece un profondo respiro e cercò di rilassarsi nonostante la qualità degli intrusi che la spaventava decisamente più della quantità.
-Allora... Mi spiegate cosa ci fanno qui Courtney ed Heather?!-


Angolo dell'autrice:

Adorando le storie di fantasmi, ho voluto provare a fare una storia a tema Halloween/Ogni Santi/Dias de los muerto (come volete chiare questi giorni, chiamateli)
Peccato non mi venisse nulla di soddisfacente a tema fantasmi/paranormale (tanto ho un'altra storia che è diventata più o meno accidentalmente dedicata ai fantasmi...) ma ho voluto comunque fare qualcosa a tema per il periodo dei morti.
Avrei voluto finirlo per il trentuno, ma probabilmente non ci riuscirò... Eccovi comunque il primo capitolo. Spero vi piaccia, vorrei provare a scrivere una storia corale e spero di riuscirci.
Se volete lasciarmi una recensione mi fa molto piacere, in ogni caso, grazie mille di aver letto. Spero stiate passando un periodo positivo... Se siete in Sicilia spero non stiate incontrando troppi disagi a causa del tempo.
Alla prossima.

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Capitolo 2
*** Ama il tuo nemico, ma anche no! ***


Harold osservò il cellulare che squillava. Non era un numero che aveva memorizzato, ma gli appariva molto familiare, era come se avesse il nome del possessore sulla punta della lingua. Anche per la curiosità di ricordare a chi apparteneva, il ragazzo rispose. Se si fosse trattato di qualcuno con cui aveva problemi, l'istinto l'avrebbe avvertito.
-Pronto?- a rispondergli fu effettivamente qualcuno che conosceva e Harold si sentì abbastanza contento di poter di nuovo collegare quella serie di numeri a un volto. -Quanto tempo! Avevi bisogno di qualcosa?- le chiese amichevole.
Harold ascoltò cosa la ragazza aveva da dirgli, ma non era convinto. -Mi spiace, ma non mi sembra opportuno. Non mi va di creare casini.- il ragazzo sospirò e sentì le lamentale della sua interlocutrice. -Sì, mi piaci e sembri una tipa a posto.- confermò un po' infastidito. -Però non puoi neanche aspettarti che una persona che hai ignorato si metta a farti tutti i favori di questo mondo solo perchè tempo fa si è dimostrato solidale nei tuoi confronti! Mi dispiace molto ma...- il ragazzo si interruppe. I suoi sensi di vittima di bullismo lo avvertirono di due occhi minacciosi e oscuri come pozzi di catrame fissi su di lui. -Scusami un attimo, percepisco un intento omicida talmente puro da muovere a commozione Vlad Tepes di Valacchia...-
-Non ho nessun intento omicida. Ti ho solo sentito dire cose potenzialmente strane al telefono... chi sarebbe questa tipa a posto?- domandò Leshawna.
-Forse potreste parlare voi due in effetti...- pensò il ragazzo.
-NOOOO! NON CI PARLO CON QUELLA PSICOPATICA!- protestò la voce al telefono talmente forte da essere udita chiaramente da Leshawna e attentare al timpano di Harold rimasto mezzo traumatizzato.
-E' Heather?- domandò Leshawna improvvisamente interessata.
-Facciamo che ti metto in viva voce, così mi alleno anche a fare terapia di coppia.- disse Harold mentre Heather continuava a protestare.
Heather spiegò di voler andare con loro al cimitero perchè era una sentimentale che voleva rivivere un po' i vecchi tempi.
-Ah... molto divertente, ti aspetti che ti crediamo?- disse Leshawna con un tono un po' aggressivo.
-Può darsi che dietro il tono angelicato da recitina delle elementari...- Harold fu interrotto da un “Ehi!” di Heather, ma continuò. -...Si nasconda un sentimento reale.- finì il ragazzo, Leshawna lo guardò con scetticismo. -Ma la sincerità è molto importante in una relazione, quindi; Heather spiega a Leshawna come ti senti. Parlale dei tuoi bisogni e della loro origine se vuoi davvero trapassare la sua dura scorza.- Harold non nascondeva di essere piuttosto divertito dall'espressione minacciosa di Leshawna e il brontolio che percepiva da Heather tramite il telefono. -Allora Heather, parlaci un po' della tua infanzia così che possiamo comprenderci meglio. Hai qualche ricordo a cui tieni particolarmente?-
-Ci sarebbe quella volta di quando avevo otto anni che... EHI! MA CHE DIAMINE MI STAI FACENDO DIRE?!-
Harold scoppiò a ridere mentre Leshawna aveva l'aria di volerlo strozzare -T-tranquilla, ti avrei fermata io se fossi andata troppo oltre, volevo solo giocare un po'. Perdono, Heather...- disse il ragazzo cercando di calmarsi dalle risa.
-Mi sono stancata di questa pagliacciata.- sbuffò Leshawna. -Non ti voglio portare con noi, punto!- dichiarò irremovibile.
-ASPETTATE!- esclamò Heather. -Così la darete vinta ad Alejandro...- disse subdola.
Questo attirò l'attenzione sia di Leshawna che di Harold. Avevano sensazioni abbastanza diverse su Heather più o meno motivate. Ma l'asiatica era certa che entrambi detestassero il megalomane ispanico. Così la ragazza raccontò di come Alejandro fosse certo che lei avesse pessime capacità sociali e di come non potesse avere amici.
-Per quanto detesti ammetterlo; quando uno ha ragione, ha ragione.- sentenziò Leshawna amareggiata.
-Che ti costa lasciarmi venire con voi e farmi dimostrare che il mio odioso ragazzo si sbaglia?- disse Heather con la sua migliore voce innocente.
-In che modo dartela vinta dovrebbe aiutarmi a fare un torto a quel gran pezzo di carne... eh... carne putrida?- obiettò Leshawna. -Senti, non mi va neanche di averti in giro a infastidire Gwen e rovinare la giornata!-
-Ma sarò un angelo!-
-Della morte?- terminò la frase Harold.
-Harold, non vuoi aiutarmi a salvare questa relazione? Sei un terapista di coppia terribile! Per cosa ti pago?!-
-Ah, ora ci vuoi stare al gioco? Comunque se volessi realmente pagarmi non ti direi di no...-
-Sei licenziato, voglio il divorzio da questa qui!- urlò Leshawna.

“Perchè mi sono portata dietro questa qui?” si chiese Leshawna arrivata davanti l'entrata del cimitero. Guardò Heather di fianco a lei che guardava con interesse un'altra persona che non avrebbe dovuto esserci...
“Potenziale tensione di cui non sono colpevole... è la mia preferita!” gongolò l'asiatica nella sua testa.
Leshawna lanciò un'occhiata ad Harold. -Che c'è?! Non è che se Heather ti sembra felice significa per forza che sta per accadere una catastrofe.- si difese Harold.
“O forse Courtney è qui perchè la gotica e la perfettina sono tornate amichette del cuore? Bleah! Che noia...” vedendo Heather perdere entusiasmo, Leshawna si rasserenò.
-Uhm... c'è Heather... non me lo aspettavo.- constatò Zoey un po' dubbiosa.
-Beh, io non mi aspettavo che con te e Cameron si presentasse anche Courtney... Comunque ciao. È la prima vola che ci vediamo di persona, eh?- disse Leshawna.
-E già. Piacere di conoscerti.- disse Zoey amichevole.
-Piacere.- disse Cameron un po' più timido.
-Lui è...- Leshawna cercò di presentare Harold, non sapeva se Zoey e Cameron avessero visto le stagioni di A tutto reality, lei e Harold avevano visto All Stars solo per la curiosità di vedere come se la sarebbero cavata le loro vecchie coscienze.
-Ciao Harold.- disse Zoey e il ragazzo rispose come se la conoscesse.
-Ci siamo conosciuti mentre andavo a trovare Duncan.- spiegò Harold.
-Duncan?- ripetè Leshawna guardinga.
-Beh, Leshawna... non puoi aspettarti che siano tutti gratuitamente violenti, come te, verso le persone con cui hanno avuto dissapori.- insinuò Heather nonostante un attimo prima avesse guardato anche lei Harold come se fosse stranita.
Leshawna si voltò minacciosa verso di lei, la ragazza sussultò e istintivamente andò a nascondersi dietro un palo. Leshawna rise divertita facendosi guardare con dubbio dai presenti, a parte Courtney che era rimasta tutto il tempo concentrata sul suo cellulare.
“Sono finita tra degli estremisti del partito cuor di panna, grandioso!” commentò infastidita fra sé e sé. Leshawna guardò anche Harold, ma il ragazzo appariva titubante. “E' diventato ancora più noioso da quando si è messo a studiare per fare lo strizzacervelli, incredibile...”
-Ecco... suppongo che il comportamento bizzarro di Leshawna e degli spaventi senza conseguenze, possano far esorcizzare a Heather il trauma...- disse Harold in un maldestro tentativo di fare un assist alla fidanzata che gli era parsa in difficoltà e in minoranza.
-Comportamento bizzarro?- ripetè Leshawna infastidita.
-Io non ho affatto paura di quella cosa!- esclamò Heather uscendo dal nascondiglio. -Inoltre non credo proprio che quella possa avere il nobile intento di de-traumatizzarmi!-
Leshawna fece un sorriso ferale e avvicinò a sé la ragazza. -Bene carissima Heather! Sono molto, molto contenta che tu non abbia alcuna paura di me...- disse la ragazza ghignando.
Heather perse improvvisamente colorito e sorrise nervosamente.
Harold sospirò e si massaggiò le tempie.  “E' meglio che non faccia più niente.” pensò demoralizzato. Ma era abbastanza sicuro che Leshawna non volesse nuocere alla ragazza.
-Dai ragazze, rilassatevi un po'. Mi sembra una buona occasione per seppellire l'ascia di guerra!- disse Zoey avvicinandosi amichevolmente alle due con un sorriso fiducioso.
-Rispetto all'aura inquietante da santarellina di Zoey, Lashawna diventa quasi rassicurante!- disse l'asiatica abbracciando improvvisamente la nemica rimasta inizialmente paralizzata dalla mossa.
-Eh, eh... ora mollami che sei tu quella inquietante.- disse Leshawna ridendo nervosamente.
-Ma come? Non eri contenta di non spaventarmi?-
-Allora... Mi spiegate cosa ci fanno qui Courtney ed Heather?!- esclamò Gwen, appena arrivata, facendosi notare. Courtney alzò finalmente gli occhi dal cellulare.
-Perchè abbia deciso di portarmi dietro Heather, è un po' complicato. Ma da un punto di vista morale è tutta colpa di quello là!- disse Leshawna indicando Harold.
In realtà dal punto di vista di Gwen anche Harold era un intruso. Ma si sentiva un po' stupida ad aver pensato, complice anche il periodo, che quando Leshawna parlava di portarsi dietro uno spaventapasseri, parlasse di uno spaventapasseri decorativo anziché del ragazzo.
-Courtney l'ho invitata io.- ammise Zoey un po' intimidita e confusa. -In fondo nonostante vi siate riappacificate non avete avuto più molto tempo da passare insieme per via dei vostri impegni e Courtney mi ha confessato che si sentiva in imbarazzo a rifarsi viva dopo tanto tempo.-
Gwen si voltò verso Courtney che aveva un'espressione stizzita che si trasformò in un sorriso forzato.
-Vi eravate riappacificate, giusto?- disse Zoey nervosa, mentre cominciava a mettere in dubbio la storia raccontata da Courtney.
“Che ingenua...” pensò Leshawna, poi si accorse di Heather che guardava la scenetta tutta ghignante e la guardò male nonostante avessero pensato la stessa cosa.
Gwen non voleva mettere a disagio Zoey, nè discutere con quella causa persa di Courtney, ma non voleva neanche far pensare a Courtney di poter tornare a fare allegramente la despota e non sopportava il suo sorrisetto malefico...
-Apprezzo molto la tua fiducia nel prossimo Zoey, ma forse Courtney ti ha dato una versione giusto un po' inesatta delle cose.-
-Senti, è una questione di principio.- sbuffò Courtney. -Mi hai messa in ridicolo, mi hai fatto fare quello che volevi dicendomi che in cambio mi avresti dato un'altra possibilità che invece non è arrivata, quindi me la prenderò ora.- disse sorridendo, convinta di aver ragione.
Harold si avvicinò a Leshawna e le bisbigliò qualcosa all'orecchio. La ragazza ridacchiò e annuì concordando con quello che stava dicendo il ragazzo.
-Già! Anche io credo che questa fissazione di Courtney sia un'infatuazione!- disse con fare dispettoso Heather che li stava origliando. La voce era tenuta ben alta per accertarsi di essere sentita. -Erano troppo poco amiche perchè abbia senso che Courtney si fissi così. Infatti Gwen non mi è nemmeno sembrata così ferita da quella scemata della lista. Sembrava semplicemente stanca di lei! Oh, oh, povera Courtney! Prima quella melodrammatica di Gwen fa finta di darle importanza e di volersi fare perdonare... Poi la scarica in quel modo!- nonostante l'interpretazione vocale, mantenne un sorrisetto per tutto il tempo.
-Heather! Sei sorda o scema?!- esclamò Courtney infuriata e paonazza. -Non me ne frega niente di quella là, è una semplice questione di principio! Non mi piacciono le promesse infrante e visto che mi annoiavo, ho pensato di fargliela rispettare oggi!-
-Sì, sì... come no!- gongolò Heather. Poi vide Courtney che le correva contro. -Ho scordato che Leshawna non è l'unica psicopatica violenta!- gridò scappando.
-Allora... Uccido prima te o lei?- chiese Leshawna ad Harold.
-Eh?!- esclamò Harold distratto.
-L'hai detto tu che Heather felice non significa per forza guai!-
-Beh, non mi sembra tanto felice in questo momento...- le fece notare Harold guardando l'asiatica inseguita dall'ispanica. -E comunque non mi sembra sia successa una tragedia... anche se preferirei non essere origliato.-
-Gwen è in imbarazzo... Guarda che facepalm, sembra Trent! Non può essere una cosa buona!-
-Ma solo un pochino...-
-Il problema è il carattere di Heather. Per quella ogni motivo è buono per rompere i...-
-Ok, mi arrendo!- dichiarò Courtney poco intenzionata ad arrampicarsi su un palo per recuperare Heather. -In realtà sono venuta per sorvegliare Gwen ed evitare che facesse qualcosa di illegale.- si giustificò per togliersi di imbarazzo.
-Che?! È che dovrei fare? Non sono mica Duncan!- protestò Gwen incredula.
-Che ne so! Comunque... Ti tengo d'occhio...- sibilò la serpe ispanica.
Harold bisbigliò di nuovo qualcosa a Leshawna.
-Sono d'accordo, anche a me questa sembra ancora di più una scusa rispetto alla “questione di principio”- disse Heather che stava origliando di nuovo.
-Quando cavolo sei scesa?!- esclamò Harold.
-Prima della fine della giornata, ammazzerò qualcuno.- annunciò Leshawna sospirando.
-Sempre che non lo faccia io.- disse Courtney incenerendo Heather con lo sguardo.
-Harold, mi devi della solidarietà. In fondo non vieni preso di mira solo perchè sei diventato il passatempo della persona più spaventosa qua in mezzo.- gli ricordò Heather.
-C-cos...? Non sarebbe tutto molto più facile se smettessi di fare la squilibrata per qualche minuto?!-
“Perfetto, tra poco nemmeno Harold mi farà sentire in colpa per il suo omicidio.” si disse Leshawna pensando positivo.
-Ciao ragazzi.- disse una voce maschile, ma nessuno sembrò farci caso, così il soggetto fece finta di tossire. -Ho detto, ciao ragazzi!- disse più forte per farsi notare.
-Non ora Trent, sono occupata a guardare male Courtney... temo che le mie occhiatacce da ragazza asociale si stiano un po' indebolendo...- disse Gwen, poi si girò verso il ragazzo alle sue spalle. -Trent?!- esclamò sorpresa. -Volevo dire... Wow! Ma che bella sorpresa!- disse sorridendo nervosamente come il ragazzo.
-Non disturbo, vero?- chiese Trent.
-Ma certo che no!- rispose Gwen. poi cercando un colpevole, identificò la persona nel gruppo che poteva essere più correlata al chitarrista. -Puoi scusarmi un momento?- disse Gwen a Trent.
-Harold!- lo chiamò la ragazza.
Il ragazzetto con gli occhiali e l'aria colpevole si stava alzando la sciarpa come per nascondersi.

Gwen lo prese in disparte, anche se Leshawna ed Heather li seguirono.
-C'entri qualcosa con la presenza di Trent?- chiese con calma Leshawna battendo Gwen sul tempo.
-Eh... l'ho sorpreso a spiarmi quando Leshawna mi ha chiamato per avvertirmi che uscivamo con te oggi... Potrebbe aver captato qualcosa.- disse rivolgendosi a Gwen.
-Dietro ogni ragazzo che sembra troppo gentile e perfetto si nasconde uno squilibrato. Sempre saputo.- commentò Heather annuendo.
-C-come spiando?!- disse Gwen grattandosi nervosamente. “Dejavù. Pensavo che senza me fra i piedi fosse rinsanito!”
-Quando sente il nome “Gwen” la sua attenzione e il suo udito si concentrano sulla fonte del suono e il suo discorso automaticamente. Mi ero scordato di questa sua particolarità perchè non succedeva da molto, quindi non ho fatto attenzione mentre parlavo al telefono con Leshawna. Mi dispiace- a giudicare dal modo in cui lo guardavano le tre ragazze, probabilmente la spiegazione supplementare non aveva aiutato a rendere la situazione meno inquietante.
-Allora, Trent non mi piace.- affermò Harold.
-Miracolo! Almeno questo non ti piace!- esclamò Leshawna.
Harold la guardò infastidito per un attimo, poi continuò. -Ha una potente aura da perfettino, moralista con la puzza sotto il naso...-
-E' anche ingenuo e piagnone.- aggiunse Heather.
-E allo stesso tempo geloso.- disse Leshawna. Gwen li guardava perplessa e non era del tutto sicura che gli piacesse parlassero in quel modo di Trent. Era combattuta.
-E' insicuro. Il suo modo di gestire lo stress è atroce, è ossessivo e pieno di strane manie...- tornò a parlare Harold.
-Ora che ci penso, è strano che non andiate d'accordo.- commentò Leshawna.
-Già. Comunque, volevo dire che però, nonostante tutto è un bravo ragazzo. Gentile, disponibile e corretto.- ammise Harold sospirando. -Non credo darà problemi. Probabilmente si è spinto a venire qui solo per... beh, la curiosità da riunione con i vecchi compagni di scuola. In particolare per quelli con cui sei uscito o per cui avevi una cotta. Mai stata curiosa di sapere come andavano le loro vite o come erano cambiate?- chiese a Gwen.
-N... non lo so...- non si era lasciata malissimo con Trent, ma lo pensava e si chiedeva cosa stesse facendo molto raramente. Anche se a volte era stata tentata di chiedere a Leshawna se Harold aveva notizie sue. -Va bene, ormai lui è qui. Non è una tragedia.-
-E se facesse troppo lo strambo, ci penserò io a sbarazzarmene.- Leshawna sghignazzò, poi avvicinò a sé Harold. -Dopo tutto tocca a me riparare agli errori di questo qui, no?- disse accarezzando docilmente la testa del ragazzo mettendolo inavvertitamente in imbarazzo.
-E' irritante quando qualcuno si sente così superiore a te, eh?- disse Heather sorridendo al ragazzo. Leshawna parve non sentirla. “Anche se è divertente, forse devo stare più attenta a cosa dico se voglio sopravvivere.”
-Harold, non è che spunterà fuori anche Cody, vero?- chiese Gwen infastidita. Non odiava o trovava particolarmente irritante Cody. Poteva anche essere simpatico quando pur rimanendo dalla sua parte le lasciava i suoi spazi, non l'annusava o chiedeva biancheria intima, o si faceva guarda con gli occhiali a raggi x senza avvertire che non portava le mutande. “Ma comincia ad esserci troppa gente qui! Inoltre... più ci penso, più metto in dubbio la mia simpatia per Cody... Uhm...”
-No, tranquilla. Ha perso ogni interesse per te. Hai fatto un ottimo lavoro di recitazione in All Stars fingendoti il più innaturale e sgradevole possibile per renderti poco appetibile per un recast.- si complimentò Harold. Heather provò a trattenersi dal ridere perchè non le andava di subire un altro tentato omicidio, ma lei e l'espressione colpevole di Gwen misero nel dubbio Harold. -Stavi fingendo per la maggior parte del tempo, giusto? Perchè io avevo capito così...- disse il ragazzo, poi venne portato via da Leshawna.
-Beeene, torniamo dagli altri, forza!- disse l'afro-canadese, portandosi dietro Harold e Heather.

Trent sembrava essersi ambientato perlomeno con Zoey. Cameron per qualche strano motivo sembrava studiarlo prendendo persino appunti, mentre il chitarrista cercava educatamente di non farci caso.
Apparentemente, l'outsider era Courtney che continuava a starsene per conto suo col telefono.
Quando rivide Gwen, Trent le sorrise nervosamente, per un attimo guardò anche Harold domandosi se avesse detto qualcosa di compromettente sul suo conto, poi tornò a guardare l'ex con un'espressione più sicura. -Allora, che ci facciamo qui, di bello?- chiese Trent.
-Io in realtà dovrei trovare la tomba di qualcuno.- disse Gwen cercando di rimanere il più neutra possibile. -Poi possiamo...-
-Pranzo a sacco! Come in una gita scolastica!- disse Zoey stranamente entusiasta. -Sarà divertente! Venivo sempre lasciata in disparte alle gite! Neanche sull'autobus riuscivo a trovare qualcuno che si sedesse con me... durante una gita di più giorni, venni lasciata a dormire tutte le notti da sola...- raccontò Zoey con una risatina vagamente isterica.
Heather non si trattenne dal ridere.
-Scusatela, è che ha avuto le stesse esperienze e per curare il suo cuore freddo e solitario. Non può fare cosa migliore che ridere.- puntualizzò Harold.
-Ma che stai...- Heather provò a protestare.
-Tranquillo, Harold. Riesco a leggere dietro ai modi di Heather.- disse Zoey interrompendola.
-Leggere cosa?!- esclamò Heather.
-Temo che quel reality ti abbia reso meno temibile, gioia. Ormai le tue vere capacità sociali le conosciamo.- le sussurrò Leshawna con un sorrisetto compiaciuto che le ricordò fastidiosamente il latino malefico.
-Ti assicuro che avevo e ho un sacco di sempliciotti come Lindsay ai miei piedi.- le rispose Heather.
-Peccato che anche i sempliciotti come Lindsay mi sembrino più che capaci di sbarazzarsi di te dopo poche settimane.- continuò Leshawna. Heather sbuffò.
-Mia madre non mi ha mai permesso di partecipare ad una gita. Così è un'esperienza nuova anche per me.- disse Cameron zuccherosamente allegro distraendo le due dalla loro discussione.
Heather si sentiva un po' infastidita in mezzo a quell'atmosfera.
-Alla fine, questa sembra una riunione degli sfigati anonimi.- commentò Courtney annoiata. -Quello davvero fuori contesto è Trent che nonostante alcune manie è capace di attirare gli altri intorno a sé. Beh, stare in mezzo a persone disadattate gli sarà utile se vuole diventare avvocato.-
Trent guardò la ragazza con fastidio, anche Leshawna sembrava piuttosto irritata.
-Giusto, pure Leshawna è molto brava a sembrare socialmente gradevole.- disse Courtney fra sé e sé.
-E tu invece?- chiese Gwen con aria di sfida. -Che cosa saresti?-
-Una che se ne sta in disparte quando non ci sono persone che valga la pena frequentare... ma in questo caso sono una sorvegliante. La storia della tomba da trovare non mi convince...- disse dando un'occhiataccia a Gwen.
-Ancora questa storia? Ma anche se fosse, cosa te ne fregherebbe se mi mettessi nei guai?!-
Courtney aprì la bocca ma non disse niente inizialmente. -E' una questione di principio.- affermò dopo qualche secondo.
-E-ehi, io intanto vado a cercare una buona zona del cimitero dove sistemarci per il pranzo a sacco, ok?- disse Zoey, nascondendo il disagio che le trasmettevano quelle due.
-Zoey, in realtà io non avevo previsto di...- provò a dire Gwen.
-Io e Zoey invece sì.- disse Cameron piuttosto allegro. -E' tutto a posto Gwen, abbiamo portato abbastanza roba.-
“Sembrano tenerci parecchio a questa cosa...” osservò Gwen quasi intenerita. -Ma c'è qualche persona in più rispetto a quelle previste.- fece notare Gwen.
-In realtà io mi sono portato un panino, ho pensato fosse più comodo.- disse Harold. -E anche Heather si è portata qualcosa per paura di essere avvelenata.- aggiunse con un sorrisetto.
-Cosa?! Non è vero! L'ho fatto anche io per comodità!-

Scelta la zona, Cameron e Zoey tirarono fuori dagli zaini insalate, insalate di pollo, insalate di patate e cuscus di verdure.
-C-cavoli... è parecchia roba.- osservò Trent perplesso. -Quante persone dovevate essere in origine?- chiese guardando verso Gwen.
-Io, Cam, Gwen e Leshawna.- rispose Zoey.
“...Si erano completamente scordati di me.” pensò Harold sapendo che Leshawna aveva avvertito della sua presenza.
Vedendolo a irrequieto, Leshawna lo avvicinò per bisbigliare: -Piccolo, stai bene? Ti angoscia la vista di troppo cibo?-
-No, hai completamente frainteso... ma grazie della tua preoccupazione.- il ragazzo le sorrise, poi notarono la testa di Heather molto vicino a loro, forse in attesa di altro da origliare per passarsi il tempo.
L'asiatica mostrò un sorriso innocente e mormorò. -Chi mai può essere angosciato alla vista del cibo? Harold, quali turbe ti...-
-Come diavolo fanno ad essere così disorganizzati? Quella roba era per quattro persone? Cosa ci vedrà mai Gwen in quegli sprovveduti?- rimuginò Courtney. -Che avete voi tre da guardare?- Heather, Leshawna e Harold fecero finta di niente. -Oggi sembrate andare d'accordo...- commentò Courtney sospettosa. Leshawna in particolare sembrava quasi offesa da quella dichiarazione.

Mentre si dividevano le cose, Gwen sospirò. Si sentiva un po' spaesata in mezzo a quell'atmosfera tutto sommato calma e familiare che in nanetto occhialuto e la rossa avevano creato. Non era sicura se quella che provava era una sensazione positiva o negativa, forse si sentiva un po' estranea.
“Vediamo se riesco ad immergermi in questa situazione... Ti verrò a cercare dopo.” mentre formava quel pensiero, si immaginava una lapide generica e non la persona che vi era sotterrata. “Ma è tutto così irreale...”
-Gwen, tutto a posto?- chiese Trent.
In un primo momento gli sorrise istintivamente. -Certo...- ma venuta alle parole risultò schiva.
-Bene...- rispose Trent un po' disorientato da quell'atteggiamento.
-Quindi vuoi fare l'avvocato?- domandò Gwen. -E come mai Courtney...-
-Non voglio farlo, ma non ho piani di riserva migliori. Così mio padre, da fiero avvocato, mi ha indirizzato a legge.- rispose Trent con rassegnazione, ma senza disperazione. -Courtney lo sa perchè le ho chiesto qualche consiglio.- precisò intuendo la domanda incompleta della ragazza.
-Ah... ok...- rispose Gwen. Non le veniva molto da dirgli.
-Posso chiederti di chi è la tomba che cerchi?- chiese Trent in tono neutro. Non poteva sapere se si trattava di un conoscente, un amico, un parente o un artista mai conosciuto che stimava.
-Nulla che valga la pena raccontare.- rispose Gwen con un sorriso indecifrabile.
-Ok...- “E' diversa, ma allo stesso tempo non lo è... è diventata abbastanza socievole da invitare delle persone a venire con lei... ma non si sente abbastanza pronta ad aprirsi su cose del genere...” pensò osservandola incuriosito. “O forse sono io il problema ed è con me che non vuole aprirsi?!” acqua passata o meno, quel pensiero gli faceva un po' male. Lo sguardo di sospetto e fastidio acquisito da Gwen in quell'istante, invece era direttamente una pugnalata.
-Ho qualcosa in faccia?- chiese Trent nascondendo la sua inquietudine meglio che poteva.
-Hai uno sguardo molto poco promettente per essere un ex.-
-Beh, ci siamo frequentati per così poco tempo e ci siamo lasciati così frettolosamente, per motivi così stupidi che mi fa strano vederti come un'ex.- vide che Gwen questa volta sembrava direttamente un gatto spaventato. -Scherzavo! Pazienza non ha funzionato e non c'è nessun rischio che pensi di poter tornare a frequentarti, ok?- la gatta azzurra continuava a sembrare molto guardinga. -Tranquilla Gwen. Stavo solo puntualizzando una mia sensazione, non c'era nessun sotto-inteso.- il chitarrista sospirò. -Continui ad essere il mio tipo, ma voglio conoscere altre ragazze.- cercò di trasmetterle tranquillità. Poi le fece segno di battere il cinque. Lei lo guardò dubbiosa, poi gli colpì il palmo della mano con il pugno.
-Quindi cosa pensavi quando mi fissavi con quell'aria da baccalà sofferente?-
-Uhm... riflettevo semplicemente sul perchè ti fossi portata dietro tanta gente, tutto qua.-
-Perchè Duncan riesce ad essere un piantagrane anche quando non fa niente.- sbuffò Gwen. Vide che Trent approvò istintivamente e con tutto sé stesso. Allo stesso tempo, i suoi occhi smeraldini erano avidi di informazione. “Sarà anche acqua passata, ma sentire Gwen parlare male di Duncan è terribilmente soddisfacente... ci si potrebbe fare un audio asmr...”
-Mi spiace frenare il tuo entusiasmo, ma quando dico che non ha fatto niente, intendevo sul serio.- disse la ragazza un po' divertita. Dopo avergli spiegato quel che sapeva, aggiunse maldestramente;
-Praticamente ha avuto lo stesso effetto che ha avuto su di te.- la Gwen che capiva benissimo perchè Duncan potesse suscitare invidia nei ragazzi e ammirazione nelle ragazze, le sembrava ormai un'estranea. Poi si chiese se avesse detto qualcosa che poteva suscitare fastidio in Trent, ma vide che il ragazzo sembrava sereno. Anche troppo, aveva ripreso a guardarla con un'ammirazione sospetta.
-Tranquilla Gwen, stavo solo pensando che sei diventata piuttosto socievole e altruista a rinunciare alla tua visita solitaria per confortare un'amica.-
Gwen lo guardò un po' disorientata e imbarazzata. Distogliendo lo sguardo da lui, ebbe l'impressione che l'ispanica seduta in mezzo ai due rossi che stavano poco distanti da loro, li stesse osservando, forse addirittura ascoltando.
Incrociando il suo sguardo, Courtney guardò da un'altra parte.
-Grazie di quello che credo sia un complimento, Trent.- disse Gwen con un sorriso aperto. -Tieni presente che se ti fai venire anche la mezza idea di riprenderti una cotta per me, farò intervenire Leshawna.- scherzò.
Trent rispose ridacchiando. -Ok, lo terrò presente. Comunque, hai fatto la scelta giusta. Zoey mi sembra molto serena oggi per essere una che ha appena rotto.- “Oppure l'esagerato sono io?” si chiese infastidito e si sentì abbastanza in colpa per l'invidia che provava per quella ragazzina così allegra nonostante le avversità.
-Già...- mormorò Gwen osservandola. Era un po' sollevata. La ragazza le aveva confessato di essere intimorita da Leshawna e dai suoi modi. Le ricordava alcune ragazze molto invadenti e sicure di loro anche quando erano nel torto marcio con cui aveva avuto vari scontri e fraintendimenti. Invece ora vedeva la rossa interagire amichevolmente con Leshawna. “Zoey ha molto più carisma e abilità di quel che pensa...”  rifletté.

-Sei più bassa di quel che pensavo.- disse con fare allegro, Zoey a Leshawna. Quest'ultima non sapeva come prenderla.
-E' colpa delle spalle massicce, il suo atteggiamento e la sua capacità di spostare cose pesanti. La fanno sembrare più imponente e minacciosa.- commentò Harold, divertito, posando le mani sulle spalle di Leshawna. -E' come quando vai a controllare la reale altezza dei Nidoking nel Pokedex o le misure dei pesci abissali. Anche io inizialmente tendevo a scordarmi della sua reale altezza, invece è così piccola e carina.- disse affettuosamente causando un po' di ilarità in Heather e Courtney, un “Aw” in quella dannata caramella della rossa e un po' di riflessioni sulle percezioni illusorie in Cameron.
Leshawna aveva un'ottima opinione di sé stessa, ma sentirsi chiamare “piccola e carina” era assurdo, oltre a non essere per forza positivo per lei...
-Già, da una persona così piccola non ti aspetteresti tanta ferocia, potenziale dannifico e la tendenza di buttare persone appena conosciute da scogliere.- scherzò Heather mentre strofinava la spalla di Leshawna approfittando dello stordimento causato da Harold. Nonostante la frecciatina, nel complesso appariva più giocosa che malevola.
-O-Ok, cosi secchi e spilungoni, restituitemi i miei spazi personali!- disse Leshawna allontanandoli con fare stranamente impacciato.
-Sono proprio contenta.- affermò Zoey. -Questa atmosfera da gita scolastica mi piace troppo! Questo è il mio ultimo anno e non è in programma nessuna uscita con la scuola quindi sono contenta di avere un'occasione come questa.-
-E noi saremo fortunati se usciremo da questa situazione senza il diabete di quando sei sdolcinata.- disse Courtney infastidita. -Sfigata, guarda che non hai bisogno della scuola per passare del tempo fuori con gli amici. Odio quelle fighe che fanno le perdenti piangendosi addosso.-
-E'-è un modo carino per dire che devo avere più fiducia in me stessa?-
-Bleah!- esclamò Heather.
-Concordo con la psicopatica.- affermò Leshawna poi rise. -S-scusa, è che sei troppo buffa e allo stesso tempo disagiante.- spiegò divertita.
Zoey si guardò intorno un po' imbarazzata. -Scusate...-
-Anche avere una che si scusa di continuo è molto fastidioso.- disse Courtney con aria severa.
-Anche avere a che fare con una che da per scontato che sia facile farsi degli amici o avere fiducia in sé stessi.- commentò Cameron a braccia conserte. -Non ti viene nemmeno in mente che comportarsi in modo esageratamente allegro possa essere un modo per distrarsi da qualcosa di triste?-
-Ah, sa parlare quindi.- disse Heather fingendosi stupita. Leshawna le diede una gomitata. Cameron tornò timido.
-Non abbassate la guardia, potrebbe baciarvi quando meno ve lo aspettate.- disse Courtney un po' risentita. Cameron si fece ancora più imbarazzato. -Hai anche messo in crisi il mio neonato rapporto con Scott. Ma non sono sicura che sia stata una cosa così negativa...- l'ispanica sbuffò.
-In realtà questa situazione è nostalgica anche per me.- ammise Harold rilassato, seduto su di una lapide. Cameron e Zoey si sentirono un po' grati di quell'intromissione. -Non ne sono del tutto sicuro.- continuò il rosso. -Ma forse la scuola mi... manca? Un po'?-
-Ma se l'altra notte ti sei svegliato per un incubo in cui ti trovavi a scuola chiuso in un armadietto?- chiese Leshawna ridacchiando.
-Infatti ho detto di non esserne sicuro... è un sentimento complicato, ok?-
-Io invece sono sicura di odiarla.- affermò Leshawna. -Ma odio l'università ancora di più... mi sembra di non avere più un momento libero.- continuò con una palpebra che ticchettava.
-Perchè ti lamenti? Non eri obbligata a sceglierla. In ogni caso, questo accade perchè non sai organizzarti.- disse Courtney compiaciuta. -Mah, in fondo non è male stare qui, fa molto epoca vittoriana. Ho anche portato i libri per studiare, forse farlo all'aperto sarà rilassante e faciliterà il mio cervello all'apprendimento...- sospirò la ragazza con aria beata.
Heather, Leshawna e Harold si scambiarono un'occhiata sorpresa, vedere Courtney in quel modo era anomalo.
-Oppure mi sentirò irritata perchè i rumori ambientali mi faranno sentire distratta o il mio subconscio lotterà contro il rilassamento, perchè rilassarsi è sbagliato! Sopratutto quando si dovrebbe studiare!- sbottò Courtney improvvisamente. Cameron e Zoey indietreggiarono guardinghi.
-Ah, ora la riconosco.- disse Harold sollevato. Leshawna e Heather annuirono. -Beh, mi sento una persona orribile...- constatò Harold con aria seria . Leshawna e Heather annuirono di nuovo.
-E' bello sapere che anche tu hai una coscienza.- disse Leshawna.
-Cos... non è vero! Ti stavo imitando per sbaglio!- si difese Heather.
-Inoltre, solo io mi sento osservata?- chiese Courtney infastidita.
-Da Heather? Nah, tranquilla!- disse Harold.
-N-no...- balbettò Courtney visibilmente a disagio, guardandosi intorno.
-A-aspetta... ti riferivi ad una specie di piccola damina bianca con orecchie da elfo e i lunghi capelli argentei, che girava fra le lapidi con una specie di catenina che pendeva da una mano?- disse il ragazzo.
A differenza di Leshawna che sospirava pensando “Oh no, ancora la sua fervida immaginazione” e Heather che sembrava compatirla, Courtney annuì deglutendo.
-Meno male! Pensavo di essere impazzito!- esclamò Harold con sollievo.
-Ragazzi, s-smettetela di scherzare, odio le storie di fantasmi...- mormorò Cameron sentendosi il target di uno scherzo.
-A me invece piacciono!- disse Zoey allegra.
All'improvviso sentirono un urlo acuto e femminile.
-Oh, no! È Trent!- esclamò Harold.


Angolo dell'autrice:

Lo sapevo che non avrei finito entro il ponte!
In ogni caso, mi sono divertita scrivendo questo capitolo. Anche se, per quelle che sono le mie capacità, gestire più personaggi che reagiscono anche senza parlare, cercando di non farli diventare troppo invisibili quando hai una narrazione scritta è un po' infernale... Spero di aver ottenuto un risultato decente...
Devo confessare riguardo a Trent che lui mi piace a causa di Azione (così come molti personaggi in realtà... e la serie in generale... Azione è la mia stagione preferita! Sono strana...) la sua storia con Gwen in realtà non era malvagia, era una buona cotta adolescenziale per qualcuno che conosci poco ma ti sembra figo (poi sarebbe anche potuta diventare altro) ma Trent come personaggio in sé era facile da dimenticare per me (forse sono troppo poco etero per diversi personaggi maschili?) la prima volta che ho guardato la serie ho saltato la puntata della sua eliminazione e non mi sono accorta della sua assenza per gran parte del cartone... Scusa Trent? In ogni caso, questa confessione era per contestualizzare perchè mi diverto a caratterizzarlo in un certo modo, ma in generale mi piace scherzare un po' su tutti i personaggi e i loro rapporti. Questa volta mi sento piuttosto soddisfatta dell'interazione fra lui e Gwen. Spero possa risultare gradevole anche per altri, così come il resto della storia.
Se avete letto fino a qui, vi ringrazio e mi fa piacere se avete qualcosa da dirmi.
Spero abbiate passato un periodo positivo!
A presto!

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Capitolo 3
*** Perchè sono qui? ***


La mattina del trentuno Ottobre, Dawn si era svegliata stordita, con gli occhi brucianti e le palpebre pesanti.
Non era inusuale per lei dormire poco, anche se non faceva altro che ripromettersi di cambiare abitudini per favorire l'equilibrio della sua mente e rendersi più produttiva, ma il ritorno a casa l'aveva turbata. No, nessuna oscura presenza, solo la chiara mancanza dello zotico dai capelli rossi.
Non sapeva cosa le fosse preso, parte del suo spirito sembrava essere stato preso in ostaggio da quel ragazzo. Di solito si sarebbe fidata delle sue emozioni e sarebbe anche stata felice e curiosa di provarne di così forti senza un connotato spiccatamente negativo, il problema era che esse non l'avrebbero portata da nessuna parte.
Sospirò e ripensò a Scott che si chiedeva ingenuamente cosa avrebbe fatto ad Halloween. “Non posso condizionare la mia voglia di fare cose in base al periodo e la festività... Solo perchè è Halloween non è detto che abbia dei piani a tema. Se non ho l'ispirazione non posso farci niente!” pensò innervosita, trovava irritanti le pressioni esterne.
“Un tempo la vita dell'uomo era regolata sul ciclo delle stagioni... oggi oltre ad esserci allontanati, nel bene e nel male, da un certo stile di vita, il ciclo delle stagioni è messo a dura prova dall'inquinamento...” pensò sempre più irritata andando avanti e indietro per la sua stanzetta dipinta d'indaco.
“Ma oggi è una bella giornata autunnale... sarebbe un peccato sprecarla...” pensò pianificando di uscire e andare in un luogo solitario e dall'aria pulita. Magari si sarebbe rilassata e avrebbe tolto dalla sua testa Scott.
Mentre si vestiva, i suoi occhi si posarono su un rozzo pendolo da rabdomante appartenuto a suo nonno. Non l'aveva mai usato per l'effettiva ricerca di luoghi, oggetti e persone e non era l'oggetto che preferiva per la divinazione. Non ricordava nemmeno quali domande l'avessero portata a tirarlo fuori. Ma, come posseduta, Dawn strinse il ciondolo metallico nel suo piccolo pugno bianco. “Non so cosa cercare. Ma perchè non mettere alla prova la vicinanza fra il mondo degli spiriti e il nostro?”
Prendendo la catenina fra le dita della mano sinistra, l'asciò oscillare il ciondolo nero.
Sapeva che certe ricorrenze avevano valore solo a causa della fede degli esseri umani nel fatto che fossero giorni speciali. Questo rendeva l'Halloween moderno una data come le altre e non si aspettava realmente che le sue abilità di rabdomante fossero più forti rispetto al solito. Ma sentì il ciondolo oscillare con forza e precisione come se a muoverlo non fosse solo il suo occhio interiore che si incanalava tramite il pendolo, ma uno spirito indipendente.
Di norma sarebbe stato più pratico usarlo per farsi indicare un punto su una mappa. “Visto che è così vivace e autonomo, sarebbe interessante andare in giro facendomi indicare la strada dal pendolo, ma cosa dovrei chiedergli di cercarmi? Di cosa ho bisogno oggi?”
Era anomalo che l'oggetto si muovesse senza che lei gli avesse chiesto niente, eppure...
-Dove vuoi portarmi?- gli chiese dubbiosa, ma non percepiva una presenza maligna. -Ok, perchè no?- decise che per quel giorno sarebbe stata dietro i capricci del pendolo anche per ricompensarlo del servizio reso a suo nonno. “Forse mi porterà a qualcosa di buono.”

Discreto come un felide notturno, nonostante la pesante valigia appresso, Alejandro si accostò alla porta del suo lussuoso appartamento. “Chissà che faccia farà quando vedrà che sono tornato per lei? Sono un fidanzato perfetto!
Ovviamente so quanto la mia adorata sia un fallimento dal punto di vista sociale e so anche che non è abbastanza furba da fregare le stesse persone due volte... Oh, povera. Sarà sicuramente tutta sola e triste a rimuggire sui suoi fallimenti e la sua vita triste.” Era un po' intenerito dall'immagine di lei e un po' compiaciuto da sé stesso. Non vedeva l'ora di vedere la fidanzata sorpresa e commossa dal suo metterla prima rispetto alla sua famiglia.
Silenziosamente girò le chiavi, silenziosamente entrò e silenziosamente perlustrò l'appartamento alla ricerca della sua bella, girando in punta di piedi. Poi si stancò, ma non si arrese all'idea che fosse in casa. “Forse sono stato così furtivo da esserle sembrato un ladro... certo che però è brava a nascondersi!” -Mi amoooor?-  chiamò con voce musicale.  Poi si mise a fischiettare nell'attesa che la ragazza si presentasse.
-Sei offesa per come me ne sono andato?- chiese guardandosi intorno. -Dai! L'importante è il fatto che ora sia qui! Esci fuori!- disse ad alta voce per essere sicuro di farsi sentire. Nonostante il tono calmo cominciava ad essere preoccupato.
Cominciò a scattare in giro alla ricerca dell'asiatica perduta temendo fosse abbandonata da qualche parte priva di sensi.
Una volta convinto che non potesse essere in casa pensò in preda al panico: “E' sparita! Devo chiamare la polizia!”
Controllando il telefono trovò un messaggio mandato da un mittente sconosciuto.
-Sarà il rapitore?!- esclamò a voce alta. Il messaggio recitava:
“Hola Cabròn!
Indovina con chi ha preferito passare la giornata la tua fidanzata piuttosto che andare con te? Eppure ho fatto del mio meglio per farmi odiare da quella... fossi in te rivedrei le mie capacità seduttorie, chico!
So che probabilmente pensa di divertirsi alle mie spalle o qualche carognata delle sue, ma se mi infastidisce troppo, peggio per lei, vorrà dire che te la rispedirò a pezzi...”
C'era anche qualche foto di Heather che faceva cose a caso in un cimitero, in una era arrampicata su un palo con un'imbestialita Courtney ad attenderla a terra, in un'altra addentava un panino con la carne in modo sgraziato e quasi feroce, in una lei e Leshawna si scattavano un selfie mentre si guardavano storto.
Alejandro sentì il viso bruciare e rise nervosamente. Si sentiva in imbarazzo per il modo in cui si era lasciato prendere dal panico piuttosto che avere fiducia nella capacità di Heather di avvicinarsi ad altre persone. Allo stesso tempo era molto sollevato.
Si chiese quale fosse lo scopo di Leshawna che gli aveva mandato il messaggio. Prenderlo in giro? Suggerirgli di venire a riprendersi Heather?
“No, ha scelto lei come passare il tempo. Io parto e torno il tre Novembre...” gli dispiaceva lasciare la fidanzata sola, ma non voleva neanche rinunciare alla sua libertà. Non sembrava che la ragazza si sentisse sola e abbandonata quindi non c'era nessuna urgenza.
Riguardò sorridendo le foto. Le trovava molto molto carine nonostante fossero fatte a posta per essere buffe e non valorizzare la figura slanciata di Heather e il suo bel viso. “O forse Leshawna è una fotografa terrificante.”

Dopo parecchie pedalate, vicoli ciechi e giri inconcludenti, il pendolo aveva portato Dawn fuori dalla cittadina e sembrava proprio intenzionato ad indirizzarla in un cimitero che quel giorno aveva avuto poca affluenza.
Ricordò perchè all'inizio era restia ad usare la rabdomanzia quando suo nonno le aveva regalato quel pendolo. L'anziano aveva risposto al suo entusiasmo dicendole che l'oggetto avrebbe potuto portarla a trovare qualche cadavere desideroso di essere scoperto e di far finire dietro le sbarre il suo carnefice. Se in parte l'idea di essere utile ad uno spirito senza pace non le sembrava malvagia, le faceva troppa impressione quella di trovarsi davanti un corpo morto, magari seviziato.
Forse ricordandolo, il pendolo, per dispetto, aveva deciso di portarla nel luogo con la più alta concentrazione di resti umani nella zona.
In ogni caso si trattava di un luogo che le trasmetteva calma e poteva aiutarla a meditare. Dopo essere stata a pedalare per molto dietro i capricci di un vecchio pendolo, ne aveva bisogno.
Ma appena entrata il ciondolo cominciò ad agitarsi molto più del normale. Dawn si guardò intorno irrequieta, poi si prese di coraggio e guardò nella direzione indicata dall'oggetto e vide in lontananza una testa castana  che camminava in un piccolo gruppo. Nonostante fosse di spalle, Dawn la riconobbe istintivamente.
“Non può essere! Perchè mi hai portata qui?! Volevo qualcosa che allontanasse la mia mente da Scott e mi desse l'impressione di aver fatto qualcosa di decente durante la giornata! Non incontrare la sua ex!” Dawn girò fra le lapidi, monumenti e i visi inespressivi dei piccoli angeli posti su alcuni di essi, nella speranza di essersi sbagliata e che il pendolo volesse indicarle altro. Ma per quanto girasse, la faceva sempre tornare dalla ragazza.
Aveva l'impressione che l'ispanica cominciasse ad avvertire la sua presenza nonostante la sua abilità nel muoversi silenziosa e la statura che la facilitava nell'accovacciarsi per nascondersi. Le rare statue che Dawn incontrava, se prima erano inespressive ora apparivano giudicanti. Stava facendo spaventare quella povera ragazza. Ancora più grave considerando quanto Courtney fosse incapace di scaricare lo stress in modo sano.
“Non posso continuare così, in fondo non mi ha fatto nulla di male. La sua aura non sarà delle migliori, ma non è irrecuperabile ed io non faccio altro che offuscargliela facendole credere di essere pazza...” poi si ricordò di come Courtney aveva trattato Scott e si sentì infastidita. “Beh, però è Scott che se l'è scelta così la persona di cui...” però pensò anche ai suoi sentimenti. “Innamorarsi non è una scelta... però potrebbe essere il karma ad aver indirizzato Scott verso un'anima come quella...” pensò andando avanti e indietro nervosamente.
“Che cosa sto facendo?! Non ha senso chiedermi se sono giustificata o meno ad avere sentimenti negativi verso Courtney! Non posso comunque stressarla in questo modo. Ha pure altre persone intorno, potrebbero esserci ripercussioni su di loro...”
Avrebbe indagato le loro aure per capire la situazione se avesse potuto, ma in quel momento riusciva solo a concentrarsi su quella di Courtney e percepire tutta quell'asfissiante energia negativa repressa in favore di una falsa apparenza di autocontrollo non le faceva bene.
Poi sentì un urlo...

Secondo Harold, quella voce doveva essere di Trent, a Courtney sembrava strano, ma ancora più strano le sembrava correre a cercare una persona urlante, quindi un presunto pericolo, quando il suo intero sistema nervoso le urlava: “SCAPPA DALLA PARTE OPPOSTA, BESTIA!”
Perchè si stava muovendo con loro? “Se c'è un pericolo, in gruppo dovrebbe essere più sicuro?”
Incontrarono Gwen che avanzava portandosi appoggiato alla spalla un Trent claudicante e pallido. La dark turchina fece cenni con la mano libera per indicare a tutti di calmarsi. A giudicare dal suo sorriso rassegnato, probabilmente era niente di davvero preoccupante.
-Cosa gli è successo?!- esclamò Courtney furiosa.
Gwen guardò male la ragazza. -Niente, è solo inciampato cercando di scappare da...-
-Due mimi inquietantissimi!- disse il ragazzo ancora agitato.
-No Trent... erano solo due gotici con un trucco molto pesante...- disse Gwen con tono stanco.
Il ragazzo cercò di mettere bene il piede e reggersi da solo per liberarla del peso. -S-sei sicura? Allora perchè si sono messi a fissarmi senza dire nulla, sbattendo le palpebre mooolto lentamente mentre stavo a terra indifeso e paralizzato dal terrore?!- gesticolando rischiò quasi di perdere l'equilibrio.
-Senti, vuoi che non sappia come si truccano i gotici e come distinguerli dai mimi?- gli chiese Gwen infastidita. -Probabilmente trovavano buffa la tua reazione e hanno pensato di godersi la scena in silenzio!- subito dopo aver scaricato l'irritazione, Gwen si sentì in colpa vedendo la smorfia imbarazzata dell'ex. Poi l'espressione del ragazzo si indurì e sembrava volerle dire qualcosa, ma venne interrotto da Courtney che cercò di saltargli addosso. fortunatamente venne tenuta da Leshawna.
-Brutto imbecille! Mi hai fatto prendere un colpo!- protestò l'ispanica scalciando e agitandosi nella presa dell'afro-canadese. -Ma per un attimo mi hai fatto pensare di non essere pazza e che magari c'era davvero una dama fantasma che si aggirava nel cimitero! E invece no! Sono pazza quanto Harold!- la ragazza si mise a piangere istericamente. Tutti la guardarono con iniziale stupore trasformato poi in preoccupazione.
Leshawna la posò sul terreno. -N-non le ho fatto male! Almeno credo...- disse preoccupata cercando di darle un'occhiata nel mentre.
Avendo una brutta sensazione, a costo di finire a terra, Harold tirò indietro Leshawna per un braccio facendole evitare un calcio in testa da Courtney che aveva preso a muoversi istericamente.
-Smettetela di guardarmi! Allontanatevi! Ora mi calmo! Ora mi calmo!- farfugliava l'ispanica a terra mentre calciava alla cieca. Dopo diversi singhiozzi e versi soffocati, la ragazza cominciò a riprendere il controllo.
-Ok... c'è qualcun altro che vuole avere una crisi isterica?- chiese Gwen per sfogarsi, anche se sembrava lei stessa una buona candidata.
Dopo aver sollevato Harold da terra, Leshawna per un attimo vide una pallida sconosciuta dalle strane orecchie nascondersi dietro un cespuglio.
La giovane, e scazzata, afro-canadese, andò a controllare e fissò la ragazzina accovacciata che ricambiò lo sguardo con un'espressione rassegnata e colpevole. Se la caricò sulle spalle e tornò dagli altri, la nanetta accettò il suo destino senza protestare.
-Amore, Courtney...- disse Leshawna avanzando sotto gli sguardi attoniti degli altri ragazzi. Cameron e Zoey chiamarono la sconosciuta “Dawn” dimostrando di conoscerla. L'afro-canadese posò delicatamente la biondina. -Non siete pazzi, contenti? I ringraziamenti sono graditi, ma fatemi il favore di non attentare più alla mia faccia con i vostri stivali del cavolo! Ci siam capiti?- chiese Leshawna fissando Courtney con aria severa. L'ispanica era occupa a guardare con rancore la ragazzina. -Terra chiama Courtney...- ritentò Leshawna.
-Ok...- rispose con tono cupo l'ispanica dagli occhi arrossati ancora fermi sulla sconosciuta intimidita. -Perchè mi stavi seguendo?!- tuonò dopo poco vedendo che la ragazza rimaneva muta.
-Mmmm...- prima che la nuova arrivata riuscisse a spiccicare parola, un ciondolo dall'aspetto metallico che teneva in mano, le volò colpendo Courtney al braccio.
-Ahia!- esclamò l'ispanica. Gwen si coprì la bocca con le mani.
-Dawn?- la richiamò Zoey pensando che l'avesse fatto di proposito mentre la biondina alzava le mani e si discolpava.
-Ah, ora è chiaro.- affermò fra sé e sé Harold.
-Cosa?!- esclamarono Leshawna e Heather.
-La ragazza non ha mosso la mano, quel coso sembra essere volato da solo... e lei si aggirava nei dintorni col coso che le pendeva da una mano. Deve essere un pendolo da rabdomante e per qualche motivo sembra attratto da Courtney...- spiegò il ragazzo. Dawn annuì energicamente.
-Come avvocato saresti un fallimento! È la cosa più ridicola mai sentita! Dai i numeri?!- esclamò Courtney.
-Senti genio, visto che la tenevi d'occhio, l'hai forse vista tirare?- chiese Harold inacidito.
Courtney provò a toccare il ciondolo, ma ritrasse la mano sentendolo vibrare. Sbuffò e se ne andò infastidita. Zoey andò a recuperarla preoccupata.
-Posso esaminarlo?- chiese Cameron a Dawn indicando il pendolo.
-Ah, fa pure. Ne ho abbastanza di lui per oggi...- sospirò la ragazza.
Solo allora Gwen notò un Trent inquieto aggrappato al suo braccio. -Per uno superstizioso come te sarà tutto piuttosto inquietante...- commentò la ragazza.
-Cos... no, non sono così... Ah...- il ragazzo sbuffò. -Una spiegazione logica ci sarà, ma mi secca cercarla. Tu invece che pensi?-
-Sono con te su tutta la linea.- disse cercando di muovere il braccio occupato per farselo mollare.
-S-scusa.- disse il ragazzo imbarazzato. -Anche per tutti gli altri inconvenienti.-
-Figurati. Riesci a reggerti?-
-Certamente, mi faceva solo male la gamba, ma ora va già molto meglio! Grazie!-
Gwen gli sorride. Lui continuava ad sembrargli a disagio e lei non era ancora dell'umore per compiere ciò per cui era venuta al cimitero, così decise di rimandare ancora un po'.
Guardò Courtney che discuteva con Zoey che cercava di rassicurarla. Più la rossa parlava, più la castana sembrava raffreddarsi. Gwen era un po' preoccupata anche per lei e voleva tener compagnia anche a lei, ma non era tanto a suo agio ad ammetterlo.

Dopo aver constatato che il pendolo non aveva nulla di strano e che non c'era attività elettromagnetica anomala percettibile nella zona. Cameron si arrese all'idea di trovare una spiegazione all'apparente antipatia che il pendolo provava per Courtney.
Era più probabile che si fossero tutti ingannati e che Dawn l'avesse tirato più o meno consciamente. Restava da chiedersi perchè la ragazza fosse interessata all'ispanica, ma Cameron non era poi tanto interessato alle vicende personali di una ragazza con cui non era in confidenza e che lo faceva sentire nervoso.
Anche Trent cominciava a fargli quell'effetto. Eppure poco prima si era lasciato osservare tranquillamente e gli aveva dato quelli che potevano essere indizi preziosi su cosa portasse le persone a percepire un determinato soggetto come “attrattivo” nonostante presentasse delle stranezze.
Forse l'errore di Cameron era stato fargli troppe domande sulla sua reazione fobica ai due mimi gotici? O forse il problema era stato Gwen? La ragazza aveva ripreso severamente il chitarrista quando aveva risposto male a Cameron e lanciato via il suo taccuino degli appunti.
Ora il chitarrista che si era messo a suonare probabilmente per calmare i nervi. Ma gli lanciava qualche occhiataccia mentre Gwen lo aiutava a cercare il taccuino.
-Cameron...- lo chiamò Gwen.
“Forse prova ancora una specie di gelosia nei confronti di Gwen... alcuni sentimenti sono persistenti...”
-Cameron!- ripetè Gwen facendolo sussultare. -Hai il taccuino sotto i piedi.-
-Ops...- rispose Cameron imbarazzato. Sentì Gwen sbuffare mentre probabilmente guardava Trent.
Cameron invece notò Harold bisbigliare qualcosa a Leshawna guardandoli.  Quest'ultima sospirò e a giudicare dal labiale disse qualcosa del tipo “Ma non c'è bisogno.” Il ragazzo rosso le bisbigliò di nuovo con un po' di agitazione, la ragazza sembrò rispondere qualcosa del tipo “Ok, va bene.” Lui la baciò sulla guancia per ringraziarla e lei li raggiunse.
-Harold ha detto di dirti, che probabilmente Trent fa così perchè stressato dai mimi, dagli appunti dello gnometto e forse è anche un po' a ansioso perchè gli ha risposto male e tu te la sei presa...- disse Leshawna scocciata come una bidella che ripete per l'ennesima volta un'inutile circolare di cui nessuno avrebbe tenuto conto. -Magari la probabilità che il chitarrista sia geloso c'è, ma Harold in quanto colpevole della sua presenza voleva rassicurarti facendoti presenti altre spiegazioni e ha chiesto a me di fare da ambasciatore perchè sono più brava a tranquillizzarti.- disse mentre Harold a distanza annuiva.
-Tranquilla, lo sapevo già, ed in ogni caso non riterrò il tuo strano fidanzato colpevole.- sospirò Gwen scocciata. -Non mi mancava la sensazione di avere a che fare con dei bambini.- sdrammatizzò la dark. “Trent, Cody, Duncan, Courtney... perchè attraggo solo persone infantili?” si pentì e fece finta di non aver pensato a Courtney.
-Non dirmelo...- disse Leshawna guardando Harold che sembrava battibeccare con Heather che probabilmente l'aveva preso in giro. -Non se la prende mai seriamente con lei, sembrano solo due fratellini dispettosi. Diventano infantili quando stanno a contatto.- osservò Leshawna.
-Strano, Leshawna non ha ancora ammazzato Heather. Quando le ho viste insieme prevedevo un disastro.- disse Gwen mentre Leshawna tornava dai “fratellini”. Gwen non temeva realmente per Heather, non provava più nulla per lei né in positivo, né in negativo, ma nutriva sentimenti contrastanti per il lato aggressivo e irrazionale di Leshawna. Era contenta non si fosse più presentato davanti a lei.
-Bisbigliare all'orecchio è molto funzionale quando si è intimiditi o in mezzo a troppa gente, chissà perchè non ci ho pensato prima...- disse Cameron sovrappensiero. -Forse perchè sono effettivamente troppo basso... o perchè non avevo amici?-
-A me sembra da disadattati.- sentenziò Gwen impulsivamente. -Oh, scusa...- a volte tornava un po' sgarbata, le vecchie abitudine erano dure a morire del tutto.
-A me sembra una questione di complicità, quei due mi sembrano abbastanza felici insieme.- disse il ragazzo sorridendo innocentemente.
Gwen non ci aveva mai pensato, le sembrava strano trovarli una coppia carina ed era ingenuamente sorpresa dal fatto che un tipo come Cameron si mettesse ad osservare delle coppie, gli era sempre sembrato estraneo a quelle dinamiche. “Dovrei cominciare a preoccuparmi del motivo per cui mi frequenta?”
-Non ti ho combinato qualche guaio con Trent, vero?- chiese il ragazzo un po' preoccupato.
-Ma no, tranquillo!- cercò di rassicurarlo, ma Cameron sembrò non sentirla.
-Ti ho incasinato anche le cose con Courtney? Come a Courtney le ho incasinate con Scott?- chiese insicuro. -A-a volte sono un po' ingenuo. Un anno fa ho fatto cose stupide senza farmi domande perchè non sono riuscito ad accorgermi che Mike era posseduto da una personalità malefica e di recente non sono riuscito ad accorgermi che fra lui e Zoey non andava tutto bene e ora non so come comportarmi p-perchè sono amico di entrambi, ma venendo qui ho abbandonato Mike?! Gli ho chiesto e lui mi ha detto che potevo venire... Ma forse avrebbe preferito che io rinunciassi e non l'ho capito?!-
-Cameron... Ehi, sta calmo.- gli disse Gwen con tono conciliante dandogli una pacca sulla schiena. -Va bene essere ingenuo e non sapere come gestire certe situazioni, non è un crimine.-
-E' un problema se ti scoccia essere trattato come un bambino.- disse come innervosito da Gwen. -S-scusa... m-ma mi hai baciato sulla guancia quella volta perchè mi ritieni infantile... giusto?- le chiese imbarazzato. -E il motivo per cui il mio bacio ha complicato le cose fra te e Courtney è che... lo sentivi moralmente sbagliato o...- “Eri gelosa... ma probabilmente non per me? Ah... di queste faccende non ci capisco un cavolo! Mi sento davvero un bambino...”
-Senti, patti chiari e amicizia lunga.- cominciò Gwen sospirando.
-Scusa, non volevo scocciarti con tutte queste cose!- la interruppe Cameron agitato.
-N-non c'è niente di male in questo... Comunque non ti vedo come un bambino, ma come un buon amico, estremamente intelligente.- disse cercando di non sembrare una baby sitter che cerca di entrare in confidenza con i bambini. Non vedeva Cameron come tale, ma se lui lo temeva, gli sarebbe bastato poco a farglielo pensare. -Però a complicare le cose fra me e Courtney è stata SOLO Courtney e la mia AMICIZIA con lei è stata solo un fuoco di paglia, tutto qui.-
-Io ti amo.- disse Cameron di punto in bianco.
-Cosa?- chiese Gwen disorientata.
-Cosa?!- esclamò Trent che si stava avvicinando per scusarsi. -Voglio dire... Fantastico! Non sono affari miei...- rise nervosamente indietreggiando. -Sono solo stupito... non così tanto ma... ok...- poi scappò tornando dalla sua chitarra.
-Cameron... sul serio cos...-
-Mi sono solo confuso, Gwen!- la interruppe Cameron con un sorriso nervoso. -S-scusa, lascia perdere è solo colpa della mia inesperienza con le donne... con gli amici... con tutto quanto... lasciamo perdere ok?!-
-Eh...- “Non posso lasciar perdere così! Devo...” -Ok, lasciamo perdere.- disse Gwen. Guardando il viso confuso e imbarazzato di Cameron aveva perso qualunque traccia di determinazione.

Leshawna si era allontanata per utilizzare il telefono. Harold sospettò che dovesse litigare con qualcuno. Che fosse di persona o per via telematica, Leshawna si lasciava trascinare facilmente.
-Harold.- Heather picchiettò la spalla del rosso. -Ma è normale che faccia in quel modo?- chiese freddamente, indicando, a pochi metri lontano da loro, il chitarrista col viso inespressivo e lo sguardo nel vuoto cosmico che con la ripetizione di un movimento impreciso faceva vibrare sempre le stesse corde.
-E' quasi normale... ma è un pessimo segno...- rispose il ragazzo irrequieto.
-Zoey, perchè non vai da lui a fare la crocerossina? Io sto benissimo.- sbuffò Courtney. Disprezzava ma allo stesso tempo, ammirava la rossa con la sua insistenza e la sua gentilezza, finta o vera che fosse. Anche se le era stata addosso e l'aveva irritata, il suo modo di fare era riuscito a calmarla un po' e pur odiando quella parte di sé che lo ammetteva, le era un po' riconoscente.
-Ci sta già andando Dawn.- disse Zoey indicando la pallida ragazza spettro che gli si avvicinava come incuriosita. -E' strana, inquietante e inopportuna, ma a suo modo ci sa fare. Con lei, Trent è in buone mani.- disse Zoey con un sorriso.
-Sempre che non la prenda per un altro mimo.- commentò Harold in attesa della reazione di Trent.
-Se non ha preso Gwen per un mimo... o forse era attratto da lei proprio perchè con quel colorito e quel trucco gli ricordava un mimo? Sai, una sorta di masochismo.- sogghignò Heather.
Trent ebbe un sussulto quando vide Dawn agitargli la mano bianca davanti la faccia per attirare la sua attenzione. Poi si acquietò e le sorrise educatamente.
-Che noia!- sbuffò Heather delusa.
-Sono salvo.- sospirò Harold che continuava a sentirsi responsabile.
-Senti...- esordì Courtney richiamando l'attenzione della rossa. -Ho sentito Trent e Gwen che dicevano che sei stata scaricata da Mike a causa di Duncan.-
L'unico segno di risposta da parte di Zoey fu accennare una risatina nervosa.
Courtney sospirò, in un certo senso, nel desiderio della rossa di compiacere tutti, rivedeva una versione più giovane di sé stessa... poteva essere così anche per i gusti in fatto di uomini? Comunque fosse, quella versione più giovane di Coutney non aveva fatto una bella fine.
-Se la gelosia di Mike era infondata ma ti ha mollato comunque per insicurezza e scarsa fiducia anche in te, dovresti essere solo contenta. Uno così è meglio perderlo che trovarlo.-
Zoey provò a ribattere: -M-ma è normale avere dei momenti di insicurezza, se si torna sui propri passi e ci si fa perdonare...- ma la rossa venne fermata da un cenno della mano di Courtney che riprese parola:
-Sei libera di fare quello che vuoi ovviamente, conosci tu quel pollo, ma io conosco il pollo dalla cresta verde, ed era di lui che volevo parlarti.- disse con tono serio. -So che magari ti senti affascinata dal fatto che ti sembri uno “duro ma che in fondo è tanto dolce e ci tiene agli altri! Ma non ha il coraggio di ammetterlo!”- disse parodizzando un tono melenso e infantile. -Ma alla fine è solo un irresponsabile, egoista che mette prima le sue cazzate dei sentimenti altrui!- continuò alterata.
Heather bisbigliò ad Harold per evitarsi un attentato dall'ispanica: -So che non sono quella giusta per dirlo. Ma questo è divertente detto da una che mette soldi e apparenze al di sopra dell'integrità fisica e mentale del proprio ragazzo.- Harold scosse le spalle e le sorrise concordando.
Nel mentre, Zoey era indecisa su come rispondere all'ispanica. Neanche a lei Courtney sembrava il tipo giusto per formulare quelle critiche, ma era contenta che cercasse di metterla in guardia. Le era sembrata genuina e non solo un ex psicopatica e arrabbiata.
-Courtney, ti ringrazio, ma guarda che non ho nessun interesse per Duncan.- disse infine Zoey con un sorriso aperto.
-Così avrei detto anche io...- disse Courtney fra sé e sé continuando a rivedere in Zoey una versione più insicura e genuinamente gentile della sé di un tempo. -Harold, diglielo anche tu che Duncan sarebbe un fidanzato terribile!- ordinò Courtney.
-Cosa?- disse Harold dubbioso.
-Già, Harold. Non come fidanzato, ma sai com'è fatto!- disse Trent seguito da Dawn.
-Ma quando sei arrivato?!- esclamò il rosso. “Perchè si rivolgono a me solo quando c'è da sfruttarmi per una loro antipatia in comune? Non so come cavolo giudicarlo come fidanzato! Paradossalmente, so solo che mi piace più di questi due!” pensò innervosito.
-Ragazzi...- li richiamò Zoey che cominciava a sentirsi un po' a disagio lì in mezzo. -Dico sul serio. Certo, può farmi piacere che non sia pessimo come può sembrare ad una prima occhiata e sono contenta aiutarlo. Un tempo ero convinta che quelli come lui fossero tutti senza cervello.
Ma davvero, ha troppi problemi per una relazione. Non è abbastanza maturo da accettare il suo lato buono e non mi sembra un tipo così serio... Sembrava totalmente indifferente alla rottura con Gwen nonostante sembrava gli piacesse e voleva attirare la tua attenzione non si sa perchè visto che non mi è sembrato ancora interessato a te. Ma era anche felice all'idea che tu e Gwen combatteste per lui fregandosene della vostra amicizia e voleva che Sierra postasse materiale Gwuncan perchè... non lo so! Seminare zizzania? Attirare l'attenzione?
Era troppo immaturo e troppo poco coinvolto e interessato ai vostri sentimenti se non per attirare l'attenzione e soddisfare il suo ego. Non penso sia un caso perso, in realtà sa essere un ottimo ragazzo! Ma per ora credo non cosa di una relazione.-
Courtney annuì severa con un'espressione incattivita. L'espressione di Trent era simile. Harold si limitò a sospirare.
-E a parte questo...- Zoey continuò. -Non capisco cosa ci sia di potenzialmente attraente in Duncan... Cos'è? Il monociglio, i tratti rozzi e le gambine corte sono diventate sexy tutto ad un tratto?- il tono sinceramente perplesso di Zoey suscitò ilarità in Courtney che sembrava rassicurata e fece ridere sommessamente anche Trent e Harold.
Pure Heather sembrava approvare per qualche motivo. -Finalmente qualcuno se n'è accorto? Era così ridicolo quando sull'isola ci provava con me credendosi un figo allucinante!- disse l'asiatica divertita. -Se non avessi creduto che potesse essermi utile, avrei volentieri scoppiato quel pallone gonfiato. Allucinante che ti abbia tradito, eh Courtney? Fin dall'inizio era così affid...- improvvisamente si ricordò che quello non era un modo di scherzare che l'ispanica incline alla violenza avrebbe percepito come divertente, così si mise preventivamente ad usare Harold come scudo.
-Heather?! Ma che cavolo!- protestò il ragazzo.
Courtney sospirò amaramente ma non sembrava avere intenti omicidi -L'amore ti rende imbecille. Una parte di me sapeva fin dall'inizio che non poteva durare con quel tipo, ma l'altra... era semplicemente drogata! Ma è vero, avrei dovuto accopparvi prima invece di lasciar correre, peccato...-
-Mica era colpa mia!- protestò Heather continuando a usare Harold che aveva un'espressione infastidita, ma rassegnata.
-Aspetta... Perchè sono io a parlare di delusioni amorose?- sbuffò Courtney. -Zoey, non sei tu quella fresca di rottura? Avanti sfogati!- disse l'ispanica. La ragazzina continua a non andarle a genio, ma era un po' curiosa di conoscerla meglio.
Per la seconda volta, Zoey si limitò ad una risatina nervosa seguita da scena muta.
Dawn che era rimasta tutto il tempo in osservazione provò a parlare. -Credo ci sia un e...-
-Dawn!- disse ad alta voce la rossa come se volesse interromperla. -Ora che ci penso, come mai sei rimasta qui?! N-non che mi dispiaccia...- disse Zoey con tono nervoso.
Dawn si sentì un po' confusa e tornò a sentire solo l'aura di Courtney perennemente ostile.
Trent si spostò bloccando all'ispanica, la visuale sulla ragazza pallida. Nel frattempo Leshawna era tornata.
-Ragazzi!- li chiamò Gwen all'improvviso. La dark si sgranchì le gambe, poi continuò. -Io andrei alla tomba di... del mio caro, poi me ne vado. Voi fate quello che volete.- disse con tono poco entusiasta.
Sussultò quando notò che tutti la stavano seguendo come si trattasse della cosa più naturale del mondo, ma cercò di fare finta di niente. “E che è? Una processione?! Me lo sarei dovuta aspettare...” era già abbastanza nervosa, così cercò di evitare lo sguardo di Cameron, di Trent, anche se aveva l'impressione che non la stesse affatto guardando, e la pressione degli occhi di Courtney che forse pensava volesse dissotterrare qualcuno non' appena si fosse distratta.
Leshawna si limitò a sorriderle cercando di metterla a suo agio.
Più Gwen si addentrava nella via costeggiata da lapidi bianche abbellite dai colori dei fiori, più si sentiva divisa fra la calma della rassegnazione per qualcosa di sgradevole ma obbligatorio e l'impulso della fuga. “Avrei dovuto portare almeno una Calendula.”
All'improvviso, nell'aria limpida e fredda, alle orecchie della dark arrivò il suono di una melodia familiare e nostalgica. L'aveva sempre detestata quella musica melensa, ma in quel caso era riuscita definitivamente a chiuderle lo stomaco e farle battere la ritirata come se fosse inseguita da un branco di cani.


Angolo dell'autrice:

Mi scuso per l'estremo ritardo, è quasi Natale e non ho ancora finito una storia su Halloween!
In realtà questo capitolo l'avevo finito poco tempo dopo il precedente... ma fra la preparazione di un esame e varie preoccupazioni familiari, non ho avuto né il tempo, né l'energia per rileggerlo...
Il prossimo l'ho quasi finito, quindi spero bene.
Spero che il capitolo e la storia possano piacervi.

Precisazioni:

-Mi sono presa delle libertà ed ovviamente è trattata in chiave fantasy, ma la rabdomanzia non è il mio territorio, quindi mi scuso per eventuali errori nell'utilizzo e il folklore.
-Mi spiace per il trattamento di Duncan al momento, (non ho nulla contro la Doey, non mi ispira particolarmente, ma ha un suo senso) ma trovo sensato che Zoey si ponga determinati problemi riguardo ad una relazione e i comportamenti del delinquente, inoltre non mi sembra il suo tipo dal punto di vista fisico quindi mi è sembrato più interessante gestire la discussione fra Zoey e Courtney in questo modo.
-Non penso realmente che Zoey e Courtney abbiano molto in comune, ma credo che Courtney potesse voler apparire simile a lei all'inizio della serie.

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Capitolo 4
*** Courtney, regina delle tenebre? ***


-Zio! Zietto!- cinguettò una vocina infantile. -Non trovo Olyyyn! Non trovo Olyyyn!- disse, saltellando in cucina, la bimbetta bruna, vestita di rosa.
- L'uomo dai capelli castani, raccolti in una crocchia, le rispose sorridendo sorridendo: -Tesorino, se la chiami così, già cominci molto male!
-Ma Olyn suona così carinissimo! È da principessa!- disse la bambina facendo un giro su sé stessa.
-Se ti sente, ricomincerà a nasconderti insetti e lucertole nei cassetti per vendicarsi.- rispose lo zio carezzandole il capo.
-Uff... perchè non le piaccio?- sbuffò la bambina intristita.
-Non è che non le piaci... ma vedi, Gwen ha bisogno dei suoi spazi. Lasciala tranquilla e vedrai che si avvicinerà spontaneamente a te. Devi solo avere pazienza e aspettarla.-
La bambina lo guardò imbronciata. -Ok... se questo farà stare meglio Olyn...- e a piccoli passi si allontanò dalla cucina.
-Via libera.- disse l'uomo.
Lo sportello della credenza si aprì e ne uscì una minuta creatura dai capelli castani raccolti in due codini alti. Aveva il visetto accigliato. -Può aspettarmi quanto vuole, ma non andrò a cercarla. È fastidiosa!- sentenziò mettendo le braccia conserte.
-E' più piccola, devi essere paziente anche tu. E poi ti adora!- le disse il padre con un sorriso affettuoso.
-Ho già un fastidioso fratellino.- sbuffò Gwen. -Inoltre non le piaccio davvero! Ella vuole solo sfruttarmi! Mi costringe a disegnare tutto ciò che vuole! Odio disegnare quello che vogliono gli altri! Se lei e quegli brutti e bavosi bambini della scuola continuano a perseguitarmi ogni volta che impugno una matita, giuro che smetto di disegnare!- protestò innervosita.
Il padre la guardò particolarmente pensieroso. -Disegnare su commissione può deprimere in effetti...- concordò l'uomo.
-E non mi pagano nemmeno!-
-Se ti pagassero li accontenteresti?-
La bambina ci riflettè. -No... forse non voglio più diventare un artista come te...-
-La cosa mi consola un po'.- si lasciò sfuggire l'uomo con un sorriso malinconico.
-Cosa?! Ma tu non ami il tuo lavoro?- chiese la bambina sbalordita e anche un po' allarmata.
-M-ma certo!- si corresse il padre lasciandosi sfuggire un tono nervoso. Accadeva di rado. Di solito sembrava sempre tranquillo e sereno, capace di nascondere ogni pensiero, ma non poteva continuare in quel modo per sempre. -E' solo che, sai... a volte è stancante... le commissioni possono essere frustranti. Spesso ho l'impressione di non essere apprezzato quanto meriterei e mi viene il dubbio di non essere bravo quanto penso o di non essere stato capito...-
Gwen annuì sembrando più matura della sua età. Forse poteva capire quei sentimenti anche se li sperimentava con meno intensità.
L'uomo sorrise sinceramente, accadeva con frequenza sempre minore, ma a volte si sentiva davvero connesso alla sua realtà familiare. Pensò che probabilmente era l'essere stressato a porre una specie di velo grigio fra lui e i suoi affetti. Sarebbe passato sicuramente con lo stress, doveva solo trovare un modo per superare quel momento.
-A me piace disegnare, non voglio che smetta di piacermi...- disse la bambina. Il disegno era il suo rifugio per quando si sentiva stressata dal mondo esterno, voleva rilassarsi, esporre a sé e in minor parte agli altri la propria interiorità e sentirsi brava in qualcosa. Non voleva rinunciarci.
Il padre che sentiva di star perdendo l'ispirazione e l'energia, guardò la bambina con nostalgia rivedendoci una parte di sé che stava andando perduta.
-Non forzarti, allora. Rifiuta gentilmente le idee di Ella e sono sicuro che capirà. È più giudiziosa di quanto sembri.- mentre lo diceva, la piccola Gwen lo guardava con scetticismo. -Anche se sarebbe carino se qualche volta disegnassi per lei.- continuò. Lo sguardo della bambina divenne apertamente ostile in quel momento. Al padre fece sorridere la sua espressione, era ben disegnata.
Ma era sicuro che la sua bambina avesse in realtà un cuore d'oro. Anche se non amava essere forzata alla gentilezza e al contatto con le altre persone, sopratutto se si trattava di bambini più piccoli o coetanei.
-Sai, ogni volta che mi commissionano un lavoro, cerco comunque di metterci del mio e non seguire l'ordine passivamente.- purtroppo non era sempre possibile ed era meglio non rischiare di andare troppo fuori dagli schemi finendo per non accontentare il cliente. Inoltre a volte si sentiva semplicemente svuotato dalla creatività... In realtà, accadeva sempre più spesso... aveva bisogno di una pausa.
-Hai perfettamente ragione, papà...- disse la bambina con un ghigno malefico che le affiorava sul visino. -Se disegno le sue principesse e fate con uno stile assolutamente spaventoso, lei, terrorizzata, smetterà di chiedermi di disegnare!- disse soddisfatta partendo alla ricerca della cuginetta. Si voltò solo per un attimo verso l'uomo, in apparenza, sorridente.
Gwen aveva sempre pensato che suo padre avesse un bel viso e le somigliava più di sua madre con quegli occhi scuri e affilati. Ma anche all'epoca, aveva notato le occhiaie che l'uomo aveva in quel periodo.
A volte, la Gwen di qualche anno dopo, si era sentita in colpa per non essere stata più buona da bambina per evitare di stressarlo. Dopo tornava in sé e tornava anche la rabbia.

-Eh... Leshawna?- perplesso dalla fuga improvvisa di Gwen, Harold si voltò a cercare spiegazioni dalla fidanzata. -Siamo qui per assicurarci che Gwen vada a visitare la tomba dell'ignoto, per risolvere un conto in sospeso con la sua coscienza?-
-Boh, può darsi... chiedilo a lei.- Lashawna scosse le spalle con un sorriso stanco, ma bonario. Non era sorpresa dalla reazione di Gwen, ma preferiva lasciarle i suoi spazi.
-Ma tanto per chiarirci...- aggiunse Leshawna guardandosi intorno. -Non la sto sentendo solo io quella voce femminile che canta, vero?-
Harold sorrise rimanendo muto per qualche secondo, forse per vendicarsi del fatto che Leshawna avesse reagito con scetticismo al suo aver avvistato una dama bianca che si era rivelata Dawn. -Tranquilla, la sento anche io.- disse alla fine. -Confermate tutti?-
Heather, Dawn, Trent e Zoey annuirono. La biondina guardò Trent notando che nonostante le similitudini nell'aura, a differenza di Cameron e Courtney non sembrava avere fretta di raggiungere Gwen. Anche Zoey le pareva strana col suo fissare a terra con aria irrequieta.

Gwen smise di correre e riprese fiato. Non ricordava più coscientemente la sensazione che l'aveva spinta a fare retro-front.
-Ma che diamine!- esclamò calciando terra e foglie secche.
Sentì qualcosa arrivarle addosso, le fece quasi perdere l'equilibrio. Si trattava di Cameron che l'aveva inseguita e non era riuscito a frenare.
-Ops... s-scusa...- balbettò il ragazzo sistemando gli occhiali. -A-allora, come ti senti? Cos'è successo?- le chiese.
Gwen si sentì un po' in imbarazzo pensando che quel ragazzo solitamente lento fosse riuscito a raggiungerla così in fretta. Doveva averlo fatto preoccupare davvero molto.
-E' tutto a posto, Cam. Mi sono solo accorta di voler cazzeggiare un altro po'.- disse con un sorriso tirato.
-Posso...-
-Preferirei non facessi domande...- lo interruppe Gwen cercando di non essere maleducata.
-Gwen! Tu hai un grosso problema da risolvere!- disse Courtney spuntando all'improvviso con tono apprensivo. -Dovresti...-
-Non me ne frega un cazzo dei tuoi saggi consigli! Ok?! Non sei la guru di nessuno!- la dark, la sgridò innervosita.
Per un attimo gli occhi di Courtney apparvero sospettosamente lucidi. -O-ok! Come vuoi, ragazza ribelle e indipendente!- disse l'ispanica voltandosi e andando per la sua strada.
-...Gwen?- Cameron era disorientato. Non l'aveva mai vista in quel modo.
Gwen si vergognava un po'. Per quanto quell'aspetto di Courtney fosse irritante, probabilmente non lo faceva neanche con cattiveria. “Peggio per lei che pensa di potersi impicciare e dare consigli su cose che non conosce, a persone che non hanno voglia di ascoltarla!” pensò arrabbiata, un po' lo era anche con sé stessa. “Sono quella scontrosa, non è il caso di girarmi attorno se sono nervosa... è ovvio! Lo sanno tutti! Perchè non mi lasciano in pace?!”
-Gwen...- la richiamò Cameron.
La ragazza lo incenerì con lo sguardo, poi si pentì. -S-si... scusa, sono solo un po' nervosa...-
-O-ok... non hai anche tu qualche disturbo della personalità, vero?- si lasciò sfuggire Cameron, impaurito dal ricordo della propria ingenuità nei confronti di Mal.
Gwen scosse la testa e non riuscì a non guardarlo con fastidio.
Pian piano tornarono tutti ma evitarono di fare a Gwen domande imbarazzanti. La dark era abbastanza stupita, in particolare da Heather e Trent.

Trovata la dark turchina, Harold si avvicinò a Leshawna.-Per curiosità... Con chi litigavi per messaggio?- le chiese.
-Con nessuno, stavo solo... stavo avvertendo Al che Heather alla fine è realmente venuta con noi. Sapevo che era una perdita di tempo sperare che si sentisse sminuito dalla cosa e che non potevo sperare nemmeno che se la venisse a riprendere...-
“E' davvero un disturbo così grosso per te?” si chiese Harold.
-Però non mi aspettavo che mi rispondesse in modo così irritante! Senti un po';
“Hola hermosa!
Prenditi cura della mia adorata, sono sicuro che con te sta in ottime mani. Se volessi lezioni di fotografia sono disponibile!
Sinceramente tuo, Alejandro Burromuerto.”-
-...Lezioni di fotografia?- ripetè Harold confuso.
-Capisci che faccia di bronzo!? Dopo tutto quello che il caprone ha combinato, fa tanto l'amichevole! Deve proprio considerarmi alla stregua di un giocattolo innocuo a cui può fare quello che vuole e tanto non lo menerà!-
-In effetti potrebbe essere nella sua psicologia...- riflettè Harold.
-E io non voglio finire in galera, quindi è vero! Non posso menarlo perchè c'ha i soldi!- Leshawna si sfogò. -Inoltre, deve proprio fregarsene di Heather visto che si fida a lasciarla con me... Quasi quasi empatizzo, è assurdo!-
-Vero, lui non può sapere che non le faresti del male...-
Leshawna si sentì in imbarazzo. La fiducia di cui la caricava Harold le dava sensazioni contrastanti.
Anche ad Heather che incuriosita dalla loro conversazione si era nascosta dietro dei cespugli secchi per ascoltare, non faceva impazzire quell'atteggiamento di Harold. “Leshawna non merita alcuna fiducia! E quando torno a casa, Allèmmerd mi sente! Cos'era quel messaggio? Perchè mi sento trattata come una bambina da scaricare da qualche parte? Perchè anche quella presuntuosa di Leshawna sembra di questa opinione?”
-Tu non sei irritato?- chiese Leshawna al fidanzato.
-Ovviamente... Alejandro ha talmente tanto potenziale irritante che finisce nella mia lista mentale di persone di cui ignorare l'esistenza per evitarmi un ulcera.- spiegò Harold cercando  inutilmente di rimanere neutrale. -E tu non mi stai aiutando ad ignorare la sua esistenza...- aggiunse con un sorriso nervoso.
-Deve essere roba seria se non ci sono Heather e Duncan in quella lista...- commentò Leshawna.
-Non farmi sentire in colpa e matematicamente incoerente.- disse Harold rimuginando sui suoi parametri di giudizio.
-Chi vuole farti sentire in colpa?! Per me Al può bruciare all'inferno!-
Heather nel mentre era strisciata lontano, poi aveva visto Harold allontanarsi dal gruppo. Trattandosi del suo scudo umano contro Leshawna, preferì seguirlo.
Non aveva mai creduto alle storielle di persone violente che cambiano per amore, ma Leshawna le risultava meno violenta quando aveva il suo giochino intorno. Inoltre sembrava prendere in considerazione l'opinione del ragazzo in merito al suo possibile omicidio.
“In effetti... quell'unica volta in cui Leshawna si è degnata di dirmi delle cose carine, lei sembrava interessata sopratutto a farsi perdonare da Harold... Mentre quando mi ha picchiata, Harold non c'era e lei era confusa da Alejandro... Se ha il quattrocchi intorno e vuole essere gentile con lui, diventa più gentile anche con gli altri... e se è a disagio ma manca il quattrocchi, diventa potenzialmente violenta?” quell'ipotesi la rese ancora più determinata. “Doris, torna subito qui!” pensò continuando a seguire la testa rossa.

Reggere la chitarra guardando quella dark solitaria e pensierosa, aveva molto di nostalgico per Trent. Fossero stati tempi diversi, si sarebbe avvicinato, avrebbe cercato di parlarle, confortarla, distrarla dai suoi pensieri, ma oramai...
-Come mai non sei subito corso da lei?- sentendo quella vocetta, ma non trovando nessuno voltandosi, Trent sussultò. Poi guardò meglio e con sollievo vide Dawn.
-Ti stavo giusto cercando.- disse il ragazzo con un sorriso aperto.
Dawn era perplessa, ma non le sembrava che mentisse. -Perchè?- gli domandò incuriosita.
-Beh... Mi sembri molto sola...- disse il ragazzo sovrappensiero, poi si corresse. -I-intendevo, in questo contesto mi sembri molto sola! Non ti stavo dando della disadattata...- disse grattandosi la nuca con fare nervoso.
La biondina gli fece un sorriso comprensivo e Trent si sentì un po' più calmo. -Mi chiedevo perchè sembri intenzionata a rimanere qua... Courtney è giusto un po' ostile dopo che il tuo pendaglio le è volato addosso. E anche se ti conoscono, non sembri così in confidenza con Zoey e Cameron. Zoey sembra anche un po' nervosa nei tuoi confronti...-
-Non capisco bene cosa stia succedendo con Zoey...- confessò Dawn a disagio. -In questo momento riesco a concentrarmi bene solo sull'aura di Courtney anche se ne farei a meno volentieri...- disse guardando verso il basso mentre le sue scarpe smuovevano le foglie secche.
Trent sospirò, non comprendeva tutto quel discorso delle aure, ma ognuno aveva diritto alle sue credenze. Alcuni credevano nei soldi, nella bellezza, lui aveva le sue superstizioni numeriche, Gwen aveva il karma, Harold gli alieni e forse qualche divinità pagana.
-In realtà riesco a leggere bene anche la tua aura...- ammise la ragazza puntando quegli occhi freddi e spalancati su di lui.
-Ah... quindi è per quello che mi hai chiesto di Gwen?-
Dawn annuì. -Provi il bisogno di avvicinarti a lei, ma ti trattieni, inoltre...- la ragazza battè le palpebre e sembrò star cercando di mettere a fuoco qualcosa alle spalle di Trent.
Il ragazzo si girò irrequieto, non notando niente tornò a guardare Dawn. “Suppongo mi stia fissando l'aura?” si domandò nervoso.
-E' come se ci fossero dei grumi...- continuò Dawn pensierosa.
-B-bene.... Ho un tumore dell'aura o qualcosa del genere?- chiese il chitarrista con un risolino palesemente nervoso.
-No, intendevo che mi sembra che ci siano dei sentimenti, legati a quella ragazza, che hai represso più volte nel tempo... ora sono lì schiacciati e scuri come del sangue pestato...- disse preoccupata.
Trent fece un lungo sospiro. Vedendo quel visetto pallido ancora più in apprensione, le sorrise per rassicurarla. -La verità è che non ero affatto convinto della nostra rottura. E penso ancora che non fosse realmente colpa mia, ma della situazione stressante del reality. Però lei non sembrava interessata a darmi un'altra possibilità, mi è sembrato che l'idea l'angosciasse, così ho deciso di reprimere i miei sentimenti per non scocciarla. Gwen è indipendente e spesso preferisce stare per conto suo... forse non era proprio adatta ad un tipo come me...
Ma i miei sentimenti sono riemersi ogni volta che l'ho rivista nei suoi video ambientalisti e quando ci siamo rivisti per la terza stagione è stato peggio. Ma ho nuovamente affogato i miei sentimenti nonostante continuassi a pensare che né Cody, né, a maggior ragione, Duncan fossero una buona scelta per lei! E anche quando mi sembrava che stesse passando dei brutti momenti e pensavo che forse potevo fare qualcosa per lei, mi sono trattenuto dal riavvicinarmi! Credevo avesse molto più senso così e fosse meglio anche per lei... Volevo essere coerente e lasciarle i suoi spazi.
Non che sia qui perchè sono uno sfigato senza speranza che spera dopo anni di tornare con la ex! È che vedendo All Stars, non ho riconosciuto la mia Gwen. Mi sono sentito spaesato e forse un po' triste ma anche... ma anche libero... Era come se la fonte dei miei turbamenti non ci fosse più!- era la prima volta che lo confessava ad alta voce, si sentiva un po' ridicolo, ma più leggero. -Così ho deciso di venire qui perchè volevo rivedere Gwen libero da quei sentimenti opprimenti e sentirmi suo amico, vedere come se la stava passando... cose così...
E invece mi sento come se provassi ancora qualcosa per lei... è una barzelletta?-
-I sentimenti amorosi sembrano così terribili...- rimuginò la ragazza. Si imbarazzò sentendosi un po' immatura. -Sei una brava persona per mettere i sentimenti degli altri sopra i tuoi, ma... dovresti preoccuparti un po' anche di te stesso.- suggerì Dawn con un sorriso triste.
-Forse sono semplicemente un codardo...-
-No, non penso.- disse decisa. -Magari dovresti dirle come ti senti. Al posto tuo farei cos...- si sentì bugiarda e non terminò la parola. Ma anche in buona fede, sarebbe stata un'idea troppo ingenua.
-Dovrei forzare una persona solitaria e facile da far sentire sotto-pressione, ad accettare di ascoltare i miei sentimenti inutili? Non potrei dirle come mi sento senza forzarla mio malgrado a sentirsi in colpa... oppure potrebbe dirmi “E quindi? Che vuoi da me? Ma va al diavolo!”-
-Hai ragione.- Dawn sospirò. -Anche io ho... una situazione complicata...- confessò.
-E in qualche modo, c'entra Courtney?-
Dawn annuì. -Forse se il mio pendolo mi ha guidata qui è perchè devo risolvere una cosa con lei...-
-Buona fortuna! Non ti invidio per niente!- disse Trent. Dawn sembrò infastidita. -Ma se vuoi, cercherò di aiutarti in qualche modo...- questa volta Dawn lo guardò con stupore. -Ho perso il treno di Gwen e lei ha già abbastanza casini per la testa senza che mi aggiunga anche io. Ha anche Cameron che sembra interessato ad ascoltarla e darle aiuto e forse è più capace di me se si tratta di metterla a suo agio.- ammise Trent a malincuore. -E c'è anche Courtney che probabilmente ha delle buone intenzioni, ma un pessimo modo per metterle in pratica... Insomma, io sono decisamente di troppo ormai. Preferisco preoccuparmi dei problemi di un'altra ragazza solitaria per oggi.- disse il chitarrista dal sorriso malinconico.
Dawn si sentì in sintonia con lui. -Ti ricordo in qualche modo la tua ex?- sentendo quella domanda, il viso del ragazzo si fece imbarazzato e la sua aura rispose per lui. -Come mai?- domandò incuriosita. -Non riesco più a sentire la sua aura così non riesco a paragonarci e non mi sembra che da un punto di vista fisico ci sia molto in comune...-
-Non so, può essere che abbiate entrambe un'aura misteriosa...- Trent vide la ragazza spalancare gli occhi e guardarlo con aspettative nuove. -Eh... no Dawn... non vedo anche io le aure, era un modo di dire...- la ragazza gli parve un po' delusa.
“Però non ha alcuna difficoltà a credermi.” osservò Dawn sorridendo.

Sarà stata colpa dell'aver parlato troppo con la strana biondina, ma più si avvicinavano a Courtney, più a Trent sembrava di percepire un'atmosfera ostile, soffocante, ma gelida... e ancora non li aveva nemmeno guardati!
Quando l'ispanica sollevò lo sguardo fissando gli occhi nero carbone su di loro, Dawn si bloccò per un attimo, Trent si sentì come se gli fossero arrivati addosso dei coltelli.
“Sarà anche irragionevole, aggressiva, superba e tante altre belle cose, ma da quando mi sembra così spaventosa? In fondo ha sempre avuto una sua idea di giustizia e io non ho fatto niente di male e neanche Dawn... almeno credo... Gwen sembrava moralmente retta, poi però ha baciato il ragazzo di un'amica... mentre io ho sabotato la mia squadra... Perchè sento ancora il bisogno di alleggerire gli errori della mia ex pensando ai miei?” -Dawn... di preciso, cos'è successo fra voi?- chiese Trent anche se forse era tardi.
-Che fate lì impalati?!- tuonò Courtney con le braccia conserte mentre batteva con impazienza il piede sul terreno.
Le spalle di Dawn si irrigidirono mentre Trent fece un passo indietro. Poi come catturati dagli occhi dell'ispanica, le finirono a meno di un metro di distanza senza nemmeno accorgersene.
La ragazza castana cominciò ad analizzare ciò che aveva davanti; -Allora, abbiamo una tizia che non ho mai visto prima se non dietro ad uno schermo che mi ha tirato un cosetto metallico senza motivo oltre ad aver giocato al fantasma cercando di farmi impazzire...-
Dawn provò a ribatte ma la voce le morì in gola.
-E... boh, un chitarrista che mi ha telefonato per dei consigli sulla facoltà di giurisprudenza... ex fidanzato di una scorbutica so-tutto-io... Insomma, che volete da me?- chiese inacidita.
-Eh...- “Gwen non è una...” stava per dire Trent “Che ne so io di Gwen?!”
-Non ti ho tirato il pendolo addosso...- protestò Dawn debolmente. -Ma credo sia inutile continuare a dirtelo...-
-Infatti.- sottolineò Courtney spazientita. -Occhi verdi, tu invece? Sei nuovamente nelle grinfie di una pazzetta pallida?-
Dawn si infastidì: -Invece di scaricare le tue frustrazioni sugli altri, se hai un problema con Gwen, parlane con lei quando sarà interessata a farlo.- disse severa.
-Io non ho niente a che spartire con quella! Ero qui solo...-
-Per controllarla.- Trent finì la frase di Courtney. -L'ho sentito persino io che sono arrivato dopo.-
Mentre Courtney si infastidiva ulteriormente, Dawn si intromise: -Perchè non sei più sincera con te stessa?- lo aveva detto in automatico dopo aver osservato la sua aura.
-Da che pulpito!- tuonò Courtney. -Non mi sembra di aver ricevuto spiegazioni sincere da te!-
A Dawn sembrava di star impazzendo: -Com'è possibile che qualcuno con l'aura negativa così contagiosa sia riuscita ad avere effetti positivi su Scott?!-
Courtney la osservò per qualche secondo. -Aspetta... vuoi mica dirmi che i rumours che ho sentito su te e Scott sono reali?- la sua voce aveva assunto una sfumatura di ilarità.
-N-n...- Dawn non riuscì a scandire bene. Trent si sentiva molto confuso ma rimase comunque lì come una specie di palo e sostegno morale. Non era uno a cui piaceva lasciare le cose a metà.
-Come diavolo fa una santarellina, ambientalista e fattucchiera a interessarsi ad un contadinotto con una fattoria che sparava ai topi per passatempo? Vi detestavate! Ah... la leggenda degli opposti che si attraggono continua a fare danni! Sarà il retaggio di quando le donne non avevano molte possibilità di scegliersi il marito, la vana speranza che quell'uomo incompatibile e buzzurro non sia tanto male come sembra e finisca per diventare un buon compagno!- rimuginò Courtney, Dawn cominciava a farle un po' pena.
Dawn provò a difendere la sua posizione: -Quello degli opposti che si attraggono è un invito ad allargare i propri orizzonti e non avere pregiudizi su chi non è identico a noi...-
-Pronto!- la richiamò Courtney. -Vive in una fattoria! Ammazza i topi! Sembra fregarsene della vita degli animali! Per quando si possa avere la mente aperta, non si può stare con qualcuno che rappresenta tutto ciò che si odia rimanendo sane di mente!-
-Scusate...- le interruppe Trent non capendoci più niente. -Quindi tu eri la ex, dell'ex di Courtney?-
Dawn provò a dire qualcosa, ma venne interrotta da Courtney che con ritardo aveva realizzato una cosa: -Aspetta! Ma quindi quel delinquente stava solo fingendo di essere totalmente inesperto! Mi ha ingannata! In effetti mi sembrava strano! ...N-non che cercassi qualcuno di ingenuo per manipolarlo meglio!-
-Courtney, non c'è mai stato niente fra me e Scott!- esclamò Dawn spazientita e agitata. -Un autore del programma mi aveva pure suggerito di fingere che mi interessasse per creare una dinamica simil “DxC” ma mi sono rifiutata perchè non sopportavo quell'imbroglione!- si sfogò la ragazza. -E mi sembrava anche piuttosto disonesta come cosa...-
Trent cercò di nuovo di raccapezzarsi in quella discussione: -Aspetta, quindi tu hai partecipato ad un reality? Quello prima di All Stars?-
Courtney sentì il bisogno di giustificarsi anche se a nessuno dei due sembrava fregare qualcosa: -Ho guardato quella stagione solo per strategia, volevo conoscere meglio i miei futuri avversari!-
-Courtney!- Dawn richiamò la sua attenzione. -Scott non ti ha mentito, non c'era niente fra noi, è davvero un sociopatico con nessuna esperienza!- affermò spazientita. -Ti sei fatta degli stupidi film mentali quando è perfettamente normale che mi stranisca per il fatto che quel sociopatico sia diventato meno sociopatico a causa tua.-
-E' colpa tua.- le fece notare Courtney con tono serio. -Sei stata incapace di negare fin dall'inizio. Mi viene ancora difficile non pensare che lui ti interessi.- disse studiandola.
Dawn arrossì e fece un'espressione infastidita. Questo la rendeva ancora meno credibile agli occhi di Courtney. -Comunque, io non ho affatto reso Scott meno sociopatico.- disse l'ispanica. -Anche se guardando Heather può sembrare il contrario, essere sempre cattivi è faticoso e fa male alla salute. Probabilmente Scott era solo poco motivato a barare, oltre che distratto da me, per mostrare la sua natura peggiore. Abbiamo tutti momenti in cui siamo più sopportabili e momenti in cui sembriamo psicopatici da tenere alla larga.- ammise Courtney -Poi boh, magari era leggermente traumatizzato da ciò che gli era successo la stagione precedente e non voleva più sentirsi osteggiato da tutti...- era una sensazione in cui Courtney poteva ritrovarsi, ma era la prima volta che ci pensava. Ora si sentiva un po' preoccupata per quel ragazzo.
-Però è con te che era carino...- si lasciò sfuggire Dawn.
Trent sembrava un po' infastidito: -Scusate ragazze, ma un tipo “sociopatico” come l'avete definito, anche se non è sgradevole ventiquattro ore su ventiquattro, non mi sembra comunque frequentabile... anzi, credo sia pure più pericoloso! M-ma che problema avete con i cattivi ragazzi?! Eh... senza offesa...-
-Non ho un debole per i cattivi ragazzi!- disse Dawn offesa.
-Non è sociopatico è solo... particolare...- disse Courtney. -Molto particolare... Dawn, l'hai visto di recente?-
-Beh, sì... Gli farebbe piacere se lo chiamassi qualche volta.- disse la ragazza con fare titubante. “Forse il pendolo mi ha portata qui per fare un favore a Scott? Del resto i miei sentimenti per lui non hanno senso quindi tanto vale... Beh, però non posso modificare i sentimenti di Courtney. Se a lei non interessa, ha ragione a lasciarlo perdere.” Dawn si accorse con un po' di delusione dell'espressione tesa di Courtney.
-Il suo comportamento è peggiorato da quando l'ho mollato?- chiese l'ispanica. Dall'aura della ragazza, sembrava poter confondere l'empatia e la preoccupazione per il ragazzo con l'amore e ne era consapevole.
-Eh, n...- prima che Dawn potesse rispondere, Courtney la interruppe:
-Anche se fosse, chi se ne frega! Non posso stare dietro a un tizio perchè senza di me crolla, che vada in terapia! E tu dovresti seguire il mio esempio.- disse Courtney costruendosi un'armatura per poter occultare le sue preoccupazioni e sentimenti.
-M-ma Scott sopravvive benissimo senza di te! Ed io...- prima che Dawn avesse finito, Courtney se ne era già andata. Dawn sbuffò. -Che ragazza difficile!-
-Lo so...- disse Trent posandole una mano sulla spalla. -Tu stai bene?- le chiese.
-Certo. Quel che ho dovevo dire l'ho detto, mi sono tolta un peso.- disse la ragazza con un sorriso molto forzato. Non sapeva cosa avrebbe fatto Courtney, che effetto avrebbe avuto su Scott e cosa provare a riguardo, ma a quel punto non dipendeva più da lei.

Ad un certo punto, mentre Heather lo seguiva, Harold cominciò a fischiettare un motivetto, forse inventato sul momento, camminando come se fingesse di stare in equilibrio su una corda.
Poteva essere il passatempo infantile di una persona abituata a giocare per conto suo o stava facendo qualche rituale strano, per quel che Heather sapeva del ragazzo, potevano essere entrambe le cose.
“Magari si è accorto della mia presenza e mi sta prendendo in giro.” pensò Heather beffarda, Harold era troppo svampito per rendersi conto di essere seguito.
Ma arrivando in una zona ricca di cappelle di famiglia vicine fra loro, Harold cominciò ad andare a zig zag infilandosi nelle fessure fra i monumenti.
“Forse si è davvero accorto di me e cerca di seminarmi!” pensò la ragazza sentendosi sfidata. Stava avendo difficoltà a non perderlo di vista e a seguirlo evitando di fare anche lei quei percorsi bizzarri e scomodi. Ad un certo punto lo perse davvero.
Stanca e infastidita dall'aver perso, appoggiò la schiena ad una delle cappelle. “Chi se ne frega! L'importante è non rimanere sola con Leshawna... Aspetta, come faccio a tornare dagli altri? E l'entrata del cimitero? Dove diavolo era?! Non posso nemmeno sperare che vengano a cercarmi quelli li!”

Angolo dell'autrice:
Un altro capitolo che poteva essere pubblicato molto prima, ma ci ho messo un po' a ricontrollarlo ed essere sicura e quando mi sono finalmente decisa a pubblicarlo internet ha smesso di funzionare e ci sono voluti un po' di giorni per poter sistemare la cosa. Per non farsi mancare niente, la mia famiglia si è pure presa il covid, in una forma piuttosto blanda fortunatamente.
Spero abbiate passato delle buone vacanze, in realtà le mie non sono state così terribili.
Spero che il capitolo possa piacervi, forse prima o poi qualcosa su Gwen e Trent la scriverò, mi sono un po' ispirata... chissà quando però, visto che ho altre cose da fare.

Appunto:

L'idea di Gwen ed Ella come cugine, l'ho ripresa da Total Dramarama/ A tutto reality le origini (dissing cousins, stagione 2 ep 16)
Non è un episodio che mi è piaciuto (beh sì, ci sono effettivamente episodi della serie che ho trovato carini) non ho apprezzato neanche molto Ella (nella serie originale non la amo particolarmente ma è ok) e il suo rapporto con Gwen (che sembra più Mercoledì Addams che Gwen) però ho trovato carina l'idea, mi ispira anche perchè sono due personaggi davvero diversi che possono essere intesi come opposti.

“Olyyyn” viene da Gwendolyn.

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