All Hallows Eve di Anown (/viewuser.php?uid=625123)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cosa fai per Halloween? ***
Capitolo 2: *** Ama il tuo nemico, ma anche no! ***
Capitolo 3: *** Perchè sono qui? ***
Capitolo 4: *** Courtney, regina delle tenebre? ***
Capitolo 1 *** Cosa fai per Halloween? ***
La pallida ragazza dai lunghi capelli castani era accovacciata sul suo
letto con un libro davanti i piedi freddi. “Gwen, accetta che
in questo momento non sei cosa di leggere.” disse a
sé stessa.
Quella notizia avuta un mese prima che l'aveva lasciata emotivamente
disorientata ma gelidamente indifferente, stava tornando a bussare alle
pareti del suo cranio con insistenza.
“Ah... suppongo di doverglielo in un certo
senso...” sbuffò fra se e sé, poi
sentì citofonare.
-Non ci sono per nessuno!- disse consapevole di non poter essere
sentita. Ma si costrinse comunque a scendere e saltellare
velocemente sul pavimento ghiacciato. -Dove diavolo ho seminato le mie
pantofole?!- si sfogò ad alta voce.
Aprì a Leshawna che un po' per aiutare la ragazza in
difficoltà, un po' per bullarsi di lei, sollevò
Gwen e la rimise sul letto. Recuperò pure le pantofole che
ci erano finite sotto.
-Grazie.- sbottò Gwen infastidita dalle circostanze.
-Prego. Sei persino più piumetta di Harold.- disse beffarda.
Gwen borbottò, poi sorrise debolmente all'amica che
cominciò a studiarla.
Avevano ricominciato a frequentarsi dopo l'eliminazione della dark
nella terza stagione.
Leshawna si era incaricata di medicarla per le ferite avute a causa
dell'atterraggio poco delicato e per la vistosa reazione allergica
dovuta alle foglie di eucalipto.
Gwen si era sentita abbastanza ignorata dagli altri ex compagni di
sventura, sospettava a causa di quel pasticcio con Duncan e Courtney.
Ma, probabilmente a causa della situazione di Leshawna con Alejandro,
l'afro-canadese non le aveva fatto problemi. In teoria pure Bridgette,
che l'anno prima aveva messo da parte la loro amicizia per schierarsi
dalla parte di Trent, non aveva grossi motivi per continuare a
ritenersi superiore a Gwen, ma né lei, né Geoff
l'avevano calcolata.
Si era anche creata una situazione un po' tesa e imbarazzante. Brigette
era spesso nei paraggi quando era con Leshawna perchè aveva
recuperato la sua simpatia per la ragazza vista la situazione simile in
cui si erano trovate e l'ammirazione per il modo in cui Leshawna aveva
malmenato Heather che Gwen, nonostante avesse avuto molti
più problemi di Bridgette con Heather, decisamente non
capiva.
-Mi spiace, ma per me hai sbagliato con Courtney.- aveva detto
Bridgette con durezza facendo pentire Leshawna di aver cercato di farla
chiarire con Gwen. -Nonostante i difetti, la consideravi tua amica, no?
Perchè l'hai trattata in quel modo?-
-Senti, non mi sembra che lei sia stata così tenera!- aveva
ribattuto Gwen. -Con Duncan ho agito di impulso e lei non mi ha dato
alcuno spiraglio per spiegarmi! L'hai vista come ha reagito, no?
Sembrava un procione con la rabbia!-
Bridgette tentennò, Leshawna le guardava tesa come una corda
di violino, stava per intervenire, ma Bridgette alla fine
parlò. -Avrai avuto sicuramente le tue ragioni, ma ora come
ora, non riesco proprio a fidarmi.-
-Fidarti di che? Hai forse paura che in futuro ti freghi Geoff?- disse
Gwen sparando un'ipotesi ridicola. Ma l'espressione apparsa per un
attimo sul viso della biondina le fece venire l'assurdo pensiero di
aver azzeccato. -Cosa?!- esclamò la dark incredula. -Ma sei
ipocrita!-
Leshawna si mise in mezzo con fare nervoso. -Ragazze, ragazze...
facciamo che cercate di raffreddarvi, riflettere...- Leshawna si
interruppe cercando le parole. -Insomma, ne riparliamo poi?- la ragazza
le aveva guardate capendo che probabilmente le due non si sarebbero
più chiarite e che doveva tenersi lontana dal ruolo di
riappacificatrice, non faceva affatto per lei.
-Oh no! Mi stanno emarginando!- disse teatralmente Gwen una volta che
Bridgette se ne era andata. -Sai che novità, direi che un
ritorno alle origini. Tanto sono un tipo solitario e con le ragazzine
dal giudizio facile non ci ho mai voluto avere niente a che fare! Come
ho fatto a scordarmene con quella psicolabile di Courtney?!- si era
sfogata e Leshawna l'aveva osservata con preoccupazione. -Sto bene, sul
serio!- Gwen aveva cercato di convincerla e farle un sorriso
strafottente, ma Leshawna aveva continuato a guardarla con
quell'espressione mormorando un “mi dispiace”.
Anche in quella situazione, mentre chiacchieravano, Leshawna la stava
guardando con preoccupazione, ma cercò di sdrammatizzare
perchè Gwen non le sembrava in vena di dramma.
-Come dark non dovresti essere di buon umore con Halloween alle porte?-
era uno stereotipo idiota e Leshawna lo sapeva, ma voleva stuzzicarla.
-L'aspetto commerciale e festivo non mi interessa. Sono un'asociale che
odia le feste, ricordi?- Gwen era un po' migliorata, ma continuava a
non amare la confusione e a non trovare poi così
entusiasmanti quelle occasioni sociali. Forse era per quello che non
era rimasta poi così vicino a Geoff e a furia di trovare
scuse per saltare le feste e le uscite, il biondone non aveva
più insistito. ...O forse era a causa della sua fidanzata?
-Hallowen era divertente quando ero piccola.-
-Ah, in effetti il dolcetto o scherzetto...- cominciò a dire
Leshawna, sorridendo nonostante non ne capisse realmente il fascino.
-No, mi riferivo solo agli scherzetti... e agli agguati per
terrorizzare i passanti.- Gwen ghignò con uno sguardo
affilato. Leshawna non riusciva genuinamente a capirla, ma le faceva
piacere vederla più divertita, anche se durò poco.
-Ma farlo ora sarebbe abbastanza patetico...- continuò
infastidita. Non sarebbe stata così severa pensando a
qualcuno suo coetaneo che cercava di far prendere uno spavento
innocente la notte di Halloween. Ma qualunque cosa le ricordasse Duncan
aveva assunto un gusto insipido e fastidiosamente dolciastro... e dire
che all'inizio la divertiva dare corda alle idiozie del punck.
-Però sono indecisa se ricominciare a tingere i capelli
vista l'occasione...- confessò Gwen sovrappensiero. Aveva
continuato a usare rossetti scuri e opachi, gli altri non avevano senso
estetico per lei, e indumenti con colori freddi e poco vivaci, ma non
teneva più così tanto al suo look cupo. Aveva
smesso di tingere i capelli, di stare attenta a non prendere colore,
anche se non era così faticoso visto era naturalmente
pallida, e non si truccava più così spesso. La
cosa la faceva sentire più libera in parte, ma a volte si
sentiva quasi nuda.
-Un ritorno al vecchio stile quindi?- chiese Leshawna.
-Uhm... a volte mi manca un po'.- disse Gwen scrollando le spalle.
Anche il suo stile di disegno si era fatto molto meno freddo e oscuro.
A volte le faceva piacere provare a riprendere il vecchio stile per
ritrovare quelle emozioni nostalgiche ma proprio non le riusciva, era
un po' frustrante.
-Starai benissimo comunque, bellezza!- le disse Leshawna cercando di
incoraggiarla. -Visto che le feste non sono il tuo territorio, che ne
diresti se guardassimo un film horror insieme, la sera di Halloween? Mi
dovrei portare dietro Harold e anche tu puoi chiamare i tuoi zuccherosi
amichetti.- suggerì.
-Sarebbe fantastico. Ma ho altri impegni...- rinunciò a
malincuore.
-Pazienza, tanto sono un pessimo pubblico per gli horror. Non che mi
spaventino davvero... ma non riesco a trattenermi dall'insultare e dare
ordini ai protagonisti con poca voglia di sopravvivere... E anche
guardare un horror con Harold che si terrorizza o chiude gli occhi
chiedendoti di avvertirlo quando finisce la parte spaventosa,
può essere fastidioso.- ammise Leshawna.
-Sì sì, me lo ricordo!- Gwen ghignò
per un attimo, poi si guardò un po' in torno e
sospirò. -Devo andare al cimitero. C'è qualcuno a
cui devo una visita...- disse Gwen con aria pensierosa.
-Ah...- Leshawna provò di nuovo a studiarla. -Vuoi che ti
faccia compagnia?-
Gwen scosse la testa. -Credo di non provare niente per questa persona e
la sua dipartita, ci vado... perchè ci vado? Per senso di
colpa?-
-Posso chiederti di chi si tratta?-
-Un parente diciamo... molto vicino anche se l'ho conosciuto poco...-
faceva uscire le informazioni con il conta gocce e temeva di farne
sfuggire troppe anche se non aveva alcun motivo per nasconderle. -Ti
basti sapere che una persona normale dovrebbe essere affranta per
questa perdita, io invece... Ah, forse sono davvero un mostro
insensibile.- disse Gwen con un sorriso amaro.
-Ma che dici?! Sei sensibilissima, praticamente una piagnona unica!-
Gwen ebbe un sussulto per l'intervento improvviso e guardò
perplessa l'amica. Leshawna precisò: -Era in senso
positivo!- le diede una pacca sulla spalla. -Stavi dicendo delle cose
insensate e ti vedi in modo davvero strano. Fidati di me, sei una
ragazza sensibile, gentile... Se sei rimasta indifferente a questo
parente schiattato, avrai sicuramente i tuoi motivi! O forse non ti
rendi ancora conto...-
-E' passato un mese.-
-Beh, capita di accorgersi delle cose con ritardo o allontanare
sistematicamente cose e persone dalla propria mente. Come ad esempio,
la cotta e il senso di colpa verso Courtney saltate fuori dal nulla
quando non la rivedevi da mesi.-
Gwen fece una delle peggiori smorfie stizzite che Leshawna avesse mai
visto. -Non dirlo mai più! E poi non era una cotta! Sono
stati il senso di colpa e quello sfigato del mio ragazzo a trucidarmi i
neuroni facendomi fissare con quella lì! Per fortuna mi
è passata, la principessina non meritava il mio tempo.-
sbuffò.
-Sfigato... povero Duncan!- Leshawna rise un po'.
-Sei credibile quanto una banconota del monopoli.-
-Anche tu, cara! Per quanto riguarda la tua passata cotta per Courtney,
l'amore è cieco, non hai bisogno di giustificarti.- Leshawna
lo disse con un fastidioso tono rilassato da “so tutto
io”. Vide che Gwen la guardava malissimo e si ritenne
soddisfatta. -Già, scusa... torniamo serie.-
-Anche no! Non voglio più pensare al mio caro defunto.-
affermò Gwen.
-...Sicura di voler andare al cimitero da sola?-
-Sei diventata più apprensiva dopo che ti sei trovata il
ragazzo? È un'impressione?-
Leshawna sospirò, poi cambiarono discorso.
Duncan non era mai stato sadico. Magari era una testa di cazzo, un
egocentrico, gli piaceva dare fastidio, ma non provava soddisfazione
nel sentir piangere una ragazza anche se forse provava più
fastidio che empatia, ma non ne era così sicuro.
-Non ho alcuna intenzione di sentirmi responsabile per quell'imbecille
del tuo ex ragazzo.- disse alla ragazza da dietro il vetro divisore. Ed
era sincero nel dire che non provava alcun senso di colpa.
-Sì lo so Duncan!- per un attimo Zoey alzò la
voce. -Scusa... dovrebbe essere un occasione felice, tra pochi giorni
esci di galera...- disse stropicciando gli occhi nel tentativo di
asciugarli.
-Ma figurati se voglio una tizia che finge di essere contenta per me!-
sbottò, poi sorrise. -Andiamo! Puoi trovare di molto meglio
rispetto a uno squilibrato che si ingelosisce perchè fai la
crocerossina. Anzi, visto che non puoi evitare questa tua natura,
cercati qualcuno di più sicuro di sé che non si
ingelosisca per qualche cazzata. Anche se... beh, se fossi in te mi
sbarazzerei direttamente dell'istinto della crocerossina, porta solo
guai, fidati!-
Zoey lo guardò corrucciata, senza dire nulla si
alzò dalla sedie e cominciò ad andarsene. Duncan
sorrise soddisfatto. Ma la ragazza tornò in fretta alla
sedia con il senso di colpa negli occhi.
-No, Zoey! Non ci siamo proprio!- la riprese Duncan.
-Senti, sei finito in carcere perchè non hai saputo
resistere allo stupidissimo impulso di fare un danno alle
proprietà di Chris... Scusa se non ti considero un buon
maestro di vita!- protestò la ragazza.
-...touchè.-
Quando Zoey se ne andò, Duncan non potè non
pensare di essere diventato piuttosto passivo e privo di stimoli.
Sarebbe uscito a breve, ma si sentiva indifferente. Forse avrebbe
potuto approfittare della situazione per provarci con Zoey invece
niente... Non avrebbe mai funzionato con un'innocentina noiosa come
quella. Temeva di essere diventato noioso pure lui, di norma non era il
tipo da riflettere sulla fattibilità o meno di un flirt...
“Potrà anche essere carina, ma forse non mi
interessa...” non era sicuro neanche di quello, il suo mondo
era tutto di un grigio confuso...
Forse sarebbe tutto migliorato una volto uscito... Forse...
-Oh no! Non posso più andare al cimitero!- disse Gwen con
tono falso e teatrale, quando si incontrò con Leshawna il
giorno dopo.
-Va beh, non devi per forza andarci ad Halloween.- le
ricordò l'amica, così Gwen perse tutto
l'entusiasmo. -Ma in generale, nessuno ti costringe ad andarci.-
continuò Leshawna. Non capiva perchè la ragazza
si facesse tanti problemi. -Comunque, quale sarebbe la tua scusa per
non poter andare al cimitero?- chiese tenendo le braccia conserte.
-Io e Cameron abbiamo deciso di tenere compagnia a Zoey domani. Mike
l'ha mollata per non ho capito quale turba mentale. Credo si sia
ingelosito per le visite di Zoey a Duncan, ma lei non ha voluto
parlarne più di tanto. In ogni caso, quell'idiota continua a
far danni anche da dietro le sbarre.- spiegò infastidita.
-Siete solo voi tre?- chiese Leshawna. Gwen annuì. -Beh,
volendo potresti andare con loro al cimitero. Potreste passare
un'allegrissima giornata lì. Magari potrebbe anche aiutare
Zoey a sentirsi “fortuna” tutto sommato.
È stata mollata da un imbecille, ma almeno respira.-
Leshawna ridacchiò. Ma per un attimo gli occhi di Gwen
brillarono. -In realtà scherzavo.- disse Leshawna poi
guardò Gwen. -Aspe', ti piace l'idea? Davvero?-
-E' piuttosto buona in realtà.- disse la pensierosa ragazza
mordendosi un'unghia. -Tanto non ci sono mai troppe persone al
cimitero, neanche per Halloween. Della celebrazione dei morti non frega
niente a nessuno da queste parti.-
-Uhm... ok. Posso venire anche io e portarmi dietro lo spaventapasseri?-
-Ok, perchè no?- “Spaventapasseri?”
anche se era un po' confusa, Gwen sorrise. Andare al cimitero
non sembrava più così scocciante e la storia di
Zoey l'aveva distratta dalla sensazione di disagio che quella visita le
ispirava.
-Comunque, quella tinta azzurra ti sta bene.-
-Grazie!- rispose Gwen. -Temevo fosse un po' troppo chiara.-
-Fa molto fata turchina.- vide Gwen sbiancare, poi fare un'espressione
irritata. -Però a te sta bene!- Leshawna cercò di
correggersi.
Quella mattina, Scott decise che doveva essere previdente
così si munì di sale e cominciò a
tracciarci una linea che circondasse la sua fattoria.
-Cosa fai?- gli domandò una vocina.
-Uso il sale per tenere lontano una piccola, odiosa, streghetta...-
rispose chino sul terreno.
-Non sapevo ci fossero streghe in questa zona.-
-E' una forestiera venuta qui per visitare gli zii. Una squinternata!
Non vorrei che durante Halloween si facesse venire qualche idea strana,
così...- il ragazzo alzò lo sguardo e
sussultò.
-In effetti una data in cui il mondo materiale è
più vicino a quello degli spiriti può essere
interessante.- Dawn sorrise pensandoci su. -Ma non avevo in programma
niente di particolare, inoltre domani dovrei tornare a casa.-
-Ah, quindi credi veramente in queste cose? Ti manca davvero qualche
diottria!- disse Scott con tono beffardo.
-Non sono io quella a quattro piedi che traccia una scia di sale.- gli
fece notare. -Inoltre le diottrie sono quelle della vista! Forse
intendevi neuroni!-
-Non sono affatto superstizioso! Speravo semplicemente che ti
suggestionassi finendo per auto-convincerti di non poter attraversare
il sale... o che capissi di non essere ben accetta.-
Dawn sospirò esasperata, sul suo viso comparve
un'espressione triste che sorprese Scott.
-Tranquillo, come ho già detto, domani non sarò
qua.- disse con aria pensierosa. -Tu fai qualcosa di interessante per
Halloween?- gli chiese volendo cambiare discorso, in un ultimo
tentativo di entrare in confidenza.
-Mi sono messo a intagliare qualche zucca, spero di venderne alcune.
Alla fine non si sa mai, c'è sempre qualcuno disposto a
comprare roba inutile, perchè non essere positivi?-
-Bravo!- la ragazzina si lasciò sfuggire un piccolo applauso
imbarazzante. -Sarei curiosa di vederle.- disse facendosi
più pacata.
-Quanto sei disposta a pagarmi?!- esclamò Scott sentendo
odore di acquirente. “Come ho fatto a non arrivarci subito?
È sempre stata una collezionista di robaccia!”
Ma l'espressione di Dawn divenne decisamente meno entusiasta. Disse al
ragazzo che aveva cambiato idea -Hai qualcuno in particola da voler
visitare per l'occasione?- disse la ragazzina riprovando a fare
conversazione.
-Eh?-
-Intendevo se hai qualche caro defunto particolarmente importante per
te.-
-Non ci capisco niente di galateo, ma penso che questa sia una domanda
inquietante!- disse il ragazzo indietreggiando. Poi si mise a
riflettere. -Comunque, no. Nonni, trisavoli e zii non me li ricordo
molto bene e non sono entusiasta all'idea di andare a cercarmi le loro
tombe. L'unica cosa defunta che mi viene in mente in questo momento,
è la mia relazione con Courtney...- disse con una risata
tragicomica.
-Oh, mi spiace. Era la tua prima ragazza, suppongo fosse importante.-
ipotizzò Dawn non avendo molta esperienza con quel tipo di
situazione. Ma poteva dire che le persone che si erano separate da
poco, specie se giovani e alle prime esperienze, avevano un'aura spesso
irrequieta.
-Parla per te verginella! Io ho molto successo!- Scott si
pavoneggiò mentre i penetranti occhi chiari della ragazza
sembravano scomporlo e leggerlo nel profondo.
-Ah si? Molto successo fra ragazze umane ed esistenti?- lo
sfidò Dawn continuando a seguirlo con quei grandi occhi da
civetta.
-P-potresti smetterla di essere inquietante almeno per un secondo?-
-Mi spiace per come sono andate le cose con Courtney. Ne vuoi parlare?-
-In modo che tu possa continuare ad esaminarmi con i tuoi presunti
poteri paranormali?-
-Se sono “presunti” non hai niente da temere, no?-
dichiarò lei con un sorriso serafico.
-Non ho molto da dire comunque... credevo ci fosse ancora una
possibilità, invece non ha più voluto vedermi! Le
ho pure dedicato una scultura! Le ho regalato anche un sacco di grano e
un pulcino! Le avrei anche donato uno dei maialini, ma lei mi ha
minacciato con un mocio... Eppure ho cercato di spiegarle che sono
animali molto puliti! Poi quando crescono troppo non è un
vero problema, li mangi e finisce lì, no?-
Dawn trattenne i conati. -U-uccidere un a-animaletto di cui ti sei
preso cura e che si fida di te?- la ragazza era a metà fra
il panico e la furia. “Placa la tua mente, Dawn.”
disse a sé stessa raccogliendo l'aria nei polmoni.
“E' solo cresciuto nel contesto sbagliato, può
ancora uscire da questa filosofia di morte e crudeltà
giustificata dall'egoismo.”
-Eh eh... l'ho rotta.- pur non capendo come aveva fatto, rise fra
sé e sé abbastanza soddisfatto. -Tu invece? Mai
stata innamorata? Mai stata mollata?- chiese divertito all'idea di
metterla in difficoltà.
La ragazza abbassò lo sguardo e si fissò i piedi
per un po' con aria imbarazzata. -Cos'è l'amore?- chiese con
tono puro e solenne. -Percepire un legame con qualcuno che ti porta a
voler sapere tutto di quella persona, a chiederti costantemente dove si
trovi, cosa sta facendo, come sta e che ti porta a dipendere dai
sentimenti e l'umore di quella persona? O ti riferisci ad una pulsione
erotica? O a qualcosa di ancora diverso?!- chiese saltellando agitata.
-Okaaay.... credo che me ne andrò a sbrigare altre
faccende...- disse Scott indietreggiando guardingo.
-Perchè mi fai una domanda se non vuoi sentire la risposta?-
chiese la ragazza nervosa. -Non ho mai avuto una relazione, ma
c'è una persona con un sento un legame...- ammise. -Ma non
è reciproco e non credo di essere quella giusta per tirare
fuori il meglio da questa persona.- Dawn sospirò, era la
prima volta che lo ammetteva ad alta voce.
-Allora lascia perdere.- disse Scott con serenità. -Se non
gli interessi è inutile insistere. Poi, cosa significa
“non credo di essere quella giusta per tirare fuori il meglio
da questa persona”. Le persone non cambiano per amore! Se
invece intendevi che con altri è simpatico, mentre con te
è un fetente, beh, motivo in più per rinunciare!-
per una volta, parlava come se volesse effettivamente il suo bene, la
cosa colpì un po' Dawn.
-Spezzare un legame non è così facile.- disse la
ragazza con tono calmo e un sorriso appena accennato. -E non sono
d'accordo. Credo sinceramente che l'amore possa essere una spinta al
cambiamento e al rendersi migliori. Le persone che incontriamo ci
influenzano, non sei d'accordo?- disse ragionevole.
Scott si grattò il capo con aria pensierosa. -Boh,
può darsi. Questo ti fa sembrare leggermente meno pazza,
nana malefica.- ammise Scott sbuffando. Il ragazzo provò
andarsene.
-Che piani hai?- chiese Dawn. C'era qualcosa di anomalo nella sua aura.
-Vado a seppellire una cosa in rappresentanza della mia relazione
defunta.- disse esternando un'allegria finta. -Sperando non ritorni a
perseguitarmi con gli altri spiriti.- “O forse, non sarebbe
così male se lei si facesse viva qualche volta.”
-E da questo che è nata l'usanza dei travestimenti, no?
Spaventare gli spiriti venuti nel mondo dei vivi?- disse mettendo alla
prova le sue memorie di quando era bambino.
-Beh sì... non mi piace molto questa concezione degli
spiriti come negativi, ma suppongo possa essere utile per scherzare
sulle proprie paure ed esorcizzarle.-
-Figuriamoci, la vera bestia è l'uomo e blah, blah, inserire
morale stantia.- sbuffò Scott.
-Fino a prova contraria solo le creature in carne ed ossa sono capaci
di fare danni. È sempre valida come morale ed è
sempre bene prendersi le proprie responsabilità.- disse Dawn
cercando di non perdere la calma. -Ma come significato conosciuto dai
più... preferisco quello dietro il Dia De Los Muerto.-
-Non è la stessa cosa?- obiettò Scott inarcando
il sopracciglio.
-Non esattamente... il significato è più
celebrare il legame con le persone che non ci sono più
nell'allegria e nel calore familiare e sociale.- disse la ragazza
emanando positività.
-T-troppo luminosa.-
-Hai detto qualcosa?-
-No, niente!- disse Scott agitando le mani davanti a sé.
-Quindi... dovrei aspettare che la mia relazione con Courtney torni
versione zombie per celebrare il mio legame con lei?- disse fra
sé e sé pensieroso.
-Eh... non so se regge quando si considera una relazione defunta
anziché una persona.- disse Dawn un po' infastidita. Poi
scacciò quella negatività. -Ma credo sia un bene
conservare i ricordi positivi di una relazione anche se è
finita e trarne qualcosa di positivo magari per far andare bene
un'altra relazione... ma non sono un'esperta quindi non so...- disse la
ragazza con un po' di nervosismo.
Non riuscì a trattenere Scott per tanto altro tempo. Un po'
giù, tornò a casa dei suoi zii per fare i bagagli.
Courtney non comprendeva bene cosa portasse le persone a postare stati
sui social sulle loro relazioni, sopratutto se fallite.
In teoria avrebbe dovuto capirlo visto che fino ad un anno prima
postava su facebook stati molto imbarazzanti ed emotivi. Ma alla fine,
tutti volevano pensare il meno possibile a vecchi post e foto lasciate
sui social, per il bene della propria sanità mentale e
dell'immagine più o meno positiva di sé formata
nella mente.
Il post di Zoey era breve e conciso. Courtney rimase un po' stupita. Da
quella tizia sdolcinata si aspettava qualcosa di molto più
melodrammatico.
“Forse la tristezza le ha tolto le parole dalla mente,
poverina...” pensò annoiata. Non riusciva
realmente ad empatizzare. Si trattava di una persona che non vedeva
più dalla fine del reality e a cui non era neanche
interessata. Ma in fondo non riusciva a non sentire una specie di
soddisfazione quando sapeva di una relazione finita, sopratutto se
tutta sbrilluccicante e sdolcinata in apparenza...
Il senso di colpa, la portò a voler commentare sotto il
post.
“Mi spiace, sembravate una così bella coppia tu e
Mike.” fortunatamente prima di inviare rilesse. “In
che modo questo sarebbe un messaggio gradito ad una persona che
è stata scaricata?!” disse tamburellando
infastidita sulla scrivania, con una matita.
Provò a digitare di nuovo. “Mi spiace, purtroppo
capita.” Courtney si bloccò di nuovo e
cancellò il messaggio. “Così
è peggio!” disse fra sé e
sé. “Anche se in prospettiva non è una
catastrofe di ordine mondiale, una rottura, sopratutto nel primo
periodo, può essere qualcosa di molto doloroso!
Ridimensionare la cosa quando è appena accaduta e la persona
ha bisogno di sfogarsi sarebbe arrogante e basta!” si disse
Courtney spremendo le meningi alla ricerca di qualcosa di diverso da
scrivere. “Perchè anche scrivere un inutile
messaggio diventa un'occasione per andare in escandescenza?”
si chiese fra sé e sé sbuffando.
“Basta, non scrivo niente...” disse allontanando il
cellulare dalla sua vista e la schiena dalla scrivania. “No,
devo scrivere qualcosa! È una questione di
principio!”
Alla fine se ne uscì con un generico. “Mi dispiace
molto, spero che tu possa sentirti presto meglio.” Avrebbe
aggiunto anche qualche insulto per Mike per farla sentire un po'
meglio, ma non erano abbastanza in confidenza e non conosceva la
situazione.
Dopo poco, Zoey le rispose con un “Grazie. Sto già
provando a sentirmi meglio con l'aiuto dei miei amici. Domani vado pure
al cimitero con Gwen, Cameron e Leshawna”
“E chi te l'ha chiesto?” pensò Courtney,
ma scrisse: “Mi fa molto piacere, divertiti.”
Spense il telefono e si stiracchiò. Halloween era un giorno
come un altro, sopratutto per una studentessa di legge. Se quella
combriccola di perdenti aveva bisogno di andare al cimitero per
svagarsi non erano affari suoi.
“Che cosa andranno mai a fare poi? Che Gwen voglia fare
qualche rituale satanico?” pensò sghignazzando
mentalmente mentre dava da mangiare al suo pulcino. “Sempre
meglio di quel delinquente...” ricordò infastidita.
L'anno in cui lei e Duncan erano stati insieme, la sera di Halloween
l'aveva mollata per andare in giro mentre lei andava ad una festa di
un'amica vestita con un grazioso abito da strega nero e verde.
Quando Courtney gli avesse chiesto che programmi aveva, lui rispose che
andava a fare qualche scherzo e a spaventare qualche malcapitato. Le
disse di non preoccuparsi, al massimo avrebbe fatto lievi danni a
qualche proprietà privata.
Lei non lo prese sul serio e lo lasciò andare. La mattina
dopo la chiamò il padre di Duncan per informarla che Duncan
era stato tenuto in centrale per essersi introdotto in una
proprietà privata.
A quanto pare aveva pensato che modificare la disposizione delle
decorazioni più realistiche per metterle attorno ad un
tavolino come se stessero giocando all'ora del tea, cospargerle di
polvere pruriginosa, nascondere uova marce in mezzo a un prato e
imbrattare di vernice maleodorante le pareti esterne di un edificio
fosse divertente e irrinunciabile anche a costo di farsi sorprende come
un imbecille dal padrone di casa.
Ma la cosa peggiore per Courtney fu il teschio di gelatina verde
lasciato nel frigo dall'adorabile ragazzo, che la fece saltare
all'indietro, inciampare e sbattere il coccige. Ebbe
difficoltà a camminare e cambiare posizione per
giorni.
Mentre il ricordo faceva risorgere in Courtney il bisogno di mandare
maledizioni a Duncan, le venne un dubbio.
“Sul serio... perchè Gwen vuole andare in un
cimitero? Non è che vuole dissotterrare qualcosa? Magari
vuole danneggiare qualche lapide o monumento funebre? Cosa fanno di
solito dei gotici in un cimitero.” pensò la
ragazza battendo il piede a velocità sempre maggiore.
Quando aveva cominciato a conoscerla un po' meglio, Gwen nella sua
testa aveva smesso di essere lo stereotipo di una dark. Era
semplicemente una ragazza a volte un po' sarcastica e introversa con un
pessimo gusto estetico.
Ma dopo che la ragazza l'aveva allontanata, i ricordi delle sua
personalità si erano affievoliti facendogliela identificare
semplicemente come la “dark” che si trovava bene
con quel delinquente egoista e irresponsabile di Duncan e i suoi
scherzi. A sua volta Duncan era diventato semplicemente il punck e
qualunque suo tratto caratteriale era diventato impossibile da
richiamare alla mente.
Quando Alejandro le disse con allegria che sarebbero andati dalla sua
famiglia nell'America Latina per il Dia De Los Muertos, Heather
sbiancò. Un minuto dopo se la diede a gambe, ma Al la
bloccò.
-Ehm... Heather? Come la devo prendere questa tua reazione? Non vuoi
passare del tempo con me e la mia famiglia?- chiese il ragazzo con un
tono acido coperto dalla sua solita maschera sorridente.
-Non ti facevo così entusiasta della compagnia del tuo
più affascinante fratello Josè.-
-Purtroppo non potrà venire.- disse giulivo.
-Ah... grandioso...- bisbigliò Heather fra sé e
sé. -No, mio caro Alejandro, come ti viene in mente che io
non voglia passare del tempo con la tua amabile famiglia?- la ragazza
rise. -E' che ho un altro impegno che mi interessa di più.
Ho deciso di partecipare alla festa di una vecchia amica che non posso
ASSOLUTAMENTE deludere.- disse indossando anche lei una maschera
sorridente.
Al, anzichè lamentarsi del fatto che la sua ragazza
preferisse qualcun altro a lui, decise di colpire in un modo diverso.
-Oh... hai amiche tu? Con le tue discutibili capacità
sociali?- disse con sarcasmo.
Heather represse la rabbia e decise di stare al gioco. -Sì.
E il fatto di avere, a detta tua, discutibili capacità
sociali, rende le mie amicizie molto più reali di quelle di
un pallone gonfiato che non si toglie mai la maschera perfetta e
garbata che indossa, anche quando ormai è chiara la sua vera
natura.-
-E' importante essere rispettosi nei confronti delle persone di cui
approfitti. Non è una maschera, ma la mia vera natura da
predatore gentile.- disse senza scomporsi con aria soddisfatta. Heather
gli rise in faccia. Lui la ignorò -Comunque, come si chiama
la tua amica? Dammi una prova che esiste. Me lo devi visto che la stai
preferendo ad un'occasione molto importante per me e la mia famiglia.-
Heather si mise a riflettere, ma Alejandro l'aveva fregata. Non
riusciva a trovare soluzioni così in fretta mantenendosi
naturale, sopratutto se messa sotto pressione. Ma non voleva darla
vinta al presunto e presuntuoso genio megalomane che aveva davanti.
Gli venne in mente il post di una detestabile creatura
zuccherosa che aveva trovato nel suo prezioso tempo dedicato
a farsi gli affari degli altri. Ma piuttosto che dire di essere sua
amica, avrebbe preferito schiattare!
-In realtà voglio semplicemente andare con Gwen al cimitero
per rovinare a lei e gli altri sfigatelli la giornata. La
verità e che sono molto sentimentale e mi mancano i vecchi
tempi, pochi perdenti mi hanno dato la soddisfazione che mi ha dato
lei. Prendimi pure in giro per questo.- sospirò
drammaticamente e si posò la mano sul cuore. Alejandro la
squadrò per qualche secondo cercando di stabilire la sua
sincerità.
-Umh... ok, divertiti.-
“C'è cascato in fretta.”
pensò Heather con disappunto.
-Mi sembrava strano che avessi un'amica.- disse l'ispanico quasi
compiaciuto dalla prevedibilità della ragazza.
L'asiatica si chiese perchè non gli aveva semplicemente
detto chiaro e tondo che avrebbe preferito una colica renale all'andare
con lui in visita alla sua famiglia. Probabilmente non era riuscita a
ferire apertamente i suoi sentimenti perchè stava cercando
di far rimanere in vita la sua relazione...
una volta che il ragazzo uscì con le valige però
si rese conto che l'idea di passare Halloween da sola come una sfigata
non le piaceva affatto.
La mattina del trentuno Ottobre, Gwen arrivata al cimitero
ritrovò un numero di persone leggermente più alto
di quello che si aspettava.
Sgranò gli occhi, poi fece un profondo respiro e
cercò di rilassarsi nonostante la qualità degli
intrusi che la spaventava decisamente più della
quantità.
-Allora... Mi spiegate cosa ci fanno qui Courtney ed Heather?!-
Angolo dell'autrice:
Adorando le storie di fantasmi, ho voluto provare a fare una storia a
tema Halloween/Ogni Santi/Dias de los muerto (come volete chiare questi
giorni, chiamateli)
Peccato non mi venisse nulla di soddisfacente a tema
fantasmi/paranormale (tanto ho un'altra storia che è
diventata più o meno accidentalmente dedicata ai
fantasmi...) ma ho voluto comunque fare qualcosa a tema per il periodo
dei morti.
Avrei voluto finirlo per il trentuno, ma probabilmente non ci
riuscirò... Eccovi comunque il primo capitolo. Spero vi
piaccia, vorrei provare a scrivere una storia corale e spero di
riuscirci.
Se volete lasciarmi una recensione mi fa molto piacere, in ogni caso,
grazie mille di aver letto. Spero stiate passando un periodo
positivo... Se siete in Sicilia spero non stiate incontrando troppi
disagi a causa del tempo.
Alla prossima.
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Capitolo 2 *** Ama il tuo nemico, ma anche no! ***
Harold osservò il cellulare che squillava. Non era un numero
che aveva memorizzato, ma gli appariva molto familiare, era come se
avesse il nome del possessore sulla punta della lingua. Anche per la
curiosità di ricordare a chi apparteneva, il ragazzo
rispose. Se si fosse trattato di qualcuno con cui aveva problemi,
l'istinto l'avrebbe avvertito.
-Pronto?- a rispondergli fu effettivamente qualcuno che conosceva e
Harold si sentì abbastanza contento di poter di nuovo
collegare quella serie di numeri a un volto. -Quanto tempo! Avevi
bisogno di qualcosa?- le chiese amichevole.
Harold ascoltò cosa la ragazza aveva da dirgli, ma non era
convinto. -Mi spiace, ma non mi sembra opportuno. Non mi va di creare
casini.- il ragazzo sospirò e sentì le lamentale
della sua interlocutrice. -Sì, mi piaci e sembri una tipa a
posto.- confermò un po' infastidito. -Però non
puoi neanche aspettarti che una persona che hai ignorato si metta a
farti tutti i favori di questo mondo solo perchè tempo fa si
è dimostrato solidale nei tuoi confronti! Mi dispiace molto
ma...- il ragazzo si interruppe. I suoi sensi di vittima di bullismo lo
avvertirono di due occhi minacciosi e oscuri come pozzi di catrame
fissi su di lui. -Scusami un attimo, percepisco un intento omicida
talmente puro da muovere a commozione Vlad Tepes di Valacchia...-
-Non ho nessun intento omicida. Ti ho solo sentito dire cose
potenzialmente strane al telefono... chi sarebbe questa tipa a posto?-
domandò Leshawna.
-Forse potreste parlare voi due in effetti...- pensò il
ragazzo.
-NOOOO! NON CI PARLO CON QUELLA PSICOPATICA!- protestò la
voce al telefono talmente forte da essere udita chiaramente da Leshawna
e attentare al timpano di Harold rimasto mezzo traumatizzato.
-E' Heather?- domandò Leshawna improvvisamente interessata.
-Facciamo che ti metto in viva voce, così mi alleno anche a
fare terapia di coppia.- disse Harold mentre Heather continuava a
protestare.
Heather spiegò di voler andare con loro al cimitero
perchè era una sentimentale che voleva rivivere un po' i
vecchi tempi.
-Ah... molto divertente, ti aspetti che ti crediamo?- disse Leshawna
con un tono un po' aggressivo.
-Può darsi che dietro il tono angelicato da recitina delle
elementari...- Harold fu interrotto da un “Ehi!” di
Heather, ma continuò. -...Si nasconda un sentimento reale.-
finì il ragazzo, Leshawna lo guardò con
scetticismo. -Ma la sincerità è molto importante
in una relazione, quindi; Heather spiega a Leshawna come ti senti.
Parlale dei tuoi bisogni e della loro origine se vuoi davvero
trapassare la sua dura scorza.- Harold non nascondeva di essere
piuttosto divertito dall'espressione minacciosa di Leshawna e il
brontolio che percepiva da Heather tramite il telefono. -Allora
Heather, parlaci un po' della tua infanzia così che possiamo
comprenderci meglio. Hai qualche ricordo a cui tieni particolarmente?-
-Ci sarebbe quella volta di quando avevo otto anni che... EHI! MA CHE
DIAMINE MI STAI FACENDO DIRE?!-
Harold scoppiò a ridere mentre Leshawna aveva l'aria di
volerlo strozzare -T-tranquilla, ti avrei fermata io se fossi andata
troppo oltre, volevo solo giocare un po'. Perdono, Heather...- disse il
ragazzo cercando di calmarsi dalle risa.
-Mi sono stancata di questa pagliacciata.- sbuffò Leshawna.
-Non ti voglio portare con noi, punto!- dichiarò
irremovibile.
-ASPETTATE!- esclamò Heather. -Così la darete
vinta ad Alejandro...- disse subdola.
Questo attirò l'attenzione sia di Leshawna che di Harold.
Avevano sensazioni abbastanza diverse su Heather più o meno
motivate. Ma l'asiatica era certa che entrambi detestassero il
megalomane ispanico. Così la ragazza raccontò di
come Alejandro fosse certo che lei avesse pessime capacità
sociali e di come non potesse avere amici.
-Per quanto detesti ammetterlo; quando uno ha ragione, ha ragione.-
sentenziò Leshawna amareggiata.
-Che ti costa lasciarmi venire con voi e farmi dimostrare che il mio
odioso ragazzo si sbaglia?- disse Heather con la sua migliore voce
innocente.
-In che modo dartela vinta dovrebbe aiutarmi a fare un torto a quel
gran pezzo di carne... eh... carne putrida?- obiettò
Leshawna. -Senti, non mi va neanche di averti in giro a infastidire
Gwen e rovinare la giornata!-
-Ma sarò un angelo!-
-Della morte?- terminò la frase Harold.
-Harold, non vuoi aiutarmi a salvare questa relazione? Sei un terapista
di coppia terribile! Per cosa ti pago?!-
-Ah, ora ci vuoi stare al gioco? Comunque se volessi realmente pagarmi
non ti direi di no...-
-Sei licenziato, voglio il divorzio da questa qui!- urlò
Leshawna.
“Perchè mi sono portata dietro questa
qui?” si chiese Leshawna arrivata davanti l'entrata del
cimitero. Guardò Heather di fianco a lei che guardava con
interesse un'altra persona che non avrebbe dovuto esserci...
“Potenziale tensione di cui non sono colpevole...
è la mia preferita!” gongolò l'asiatica
nella sua testa.
Leshawna lanciò un'occhiata ad Harold. -Che c'è?!
Non è che se Heather ti sembra felice significa per forza
che sta per accadere una catastrofe.- si difese Harold.
“O forse Courtney è qui perchè la
gotica e la perfettina sono tornate amichette del cuore? Bleah! Che
noia...” vedendo Heather perdere entusiasmo, Leshawna si
rasserenò.
-Uhm... c'è Heather... non me lo aspettavo.-
constatò Zoey un po' dubbiosa.
-Beh, io non mi aspettavo che con te e Cameron si presentasse anche
Courtney... Comunque ciao. È la prima vola che ci vediamo di
persona, eh?- disse Leshawna.
-E già. Piacere di conoscerti.- disse Zoey amichevole.
-Piacere.- disse Cameron un po' più timido.
-Lui è...- Leshawna cercò di presentare Harold,
non sapeva se Zoey e Cameron avessero visto le stagioni di A tutto
reality, lei e Harold avevano visto All Stars solo per la
curiosità di vedere come se la sarebbero cavata le loro
vecchie coscienze.
-Ciao Harold.- disse Zoey e il ragazzo rispose come se la conoscesse.
-Ci siamo conosciuti mentre andavo a trovare Duncan.- spiegò
Harold.
-Duncan?- ripetè Leshawna guardinga.
-Beh, Leshawna... non puoi aspettarti che siano tutti gratuitamente
violenti, come te, verso le persone con cui hanno avuto dissapori.-
insinuò Heather nonostante un attimo prima avesse guardato
anche lei Harold come se fosse stranita.
Leshawna si voltò minacciosa verso di lei, la ragazza
sussultò e istintivamente andò a nascondersi
dietro un palo. Leshawna rise divertita facendosi guardare con dubbio
dai presenti, a parte Courtney che era rimasta tutto il tempo
concentrata sul suo cellulare.
“Sono finita tra degli estremisti del partito cuor di panna,
grandioso!” commentò infastidita fra sé
e sé. Leshawna guardò anche Harold, ma il ragazzo
appariva titubante. “E' diventato ancora più
noioso da quando si è messo a studiare per fare lo
strizzacervelli, incredibile...”
-Ecco... suppongo che il comportamento bizzarro di Leshawna e degli
spaventi senza conseguenze, possano far esorcizzare a Heather il
trauma...- disse Harold in un maldestro tentativo di fare un assist
alla fidanzata che gli era parsa in difficoltà e in
minoranza.
-Comportamento bizzarro?- ripetè Leshawna infastidita.
-Io non ho affatto paura di quella cosa!- esclamò Heather
uscendo dal nascondiglio. -Inoltre non credo proprio che quella possa
avere il nobile intento di de-traumatizzarmi!-
Leshawna fece un sorriso ferale e avvicinò a sé
la ragazza. -Bene carissima Heather! Sono molto, molto contenta che tu
non abbia alcuna paura di me...- disse la ragazza ghignando.
Heather perse improvvisamente colorito e sorrise nervosamente.
Harold sospirò e si massaggiò le
tempie. “E' meglio che non faccia più
niente.” pensò demoralizzato. Ma era abbastanza
sicuro che Leshawna non volesse nuocere alla ragazza.
-Dai ragazze, rilassatevi un po'. Mi sembra una buona occasione per
seppellire l'ascia di guerra!- disse Zoey avvicinandosi amichevolmente
alle due con un sorriso fiducioso.
-Rispetto all'aura inquietante da santarellina di Zoey, Lashawna
diventa quasi rassicurante!- disse l'asiatica abbracciando
improvvisamente la nemica rimasta inizialmente paralizzata dalla mossa.
-Eh, eh... ora mollami che sei tu quella inquietante.- disse Leshawna
ridendo nervosamente.
-Ma come? Non eri contenta di non spaventarmi?-
-Allora... Mi spiegate cosa ci fanno qui Courtney ed Heather?!-
esclamò Gwen, appena arrivata, facendosi notare. Courtney
alzò finalmente gli occhi dal cellulare.
-Perchè abbia deciso di portarmi dietro Heather,
è un po' complicato. Ma da un punto di vista morale
è tutta colpa di quello là!- disse Leshawna
indicando Harold.
In realtà dal punto di vista di Gwen anche Harold era un
intruso. Ma si sentiva un po' stupida ad aver pensato, complice anche
il periodo, che quando Leshawna parlava di portarsi dietro uno
spaventapasseri, parlasse di uno spaventapasseri decorativo
anziché del ragazzo.
-Courtney l'ho invitata io.- ammise Zoey un po' intimidita e confusa.
-In fondo nonostante vi siate riappacificate non avete avuto
più molto tempo da passare insieme per via dei vostri
impegni e Courtney mi ha confessato che si sentiva in imbarazzo a
rifarsi viva dopo tanto tempo.-
Gwen si voltò verso Courtney che aveva un'espressione
stizzita che si trasformò in un sorriso forzato.
-Vi eravate riappacificate, giusto?- disse Zoey nervosa, mentre
cominciava a mettere in dubbio la storia raccontata da Courtney.
“Che ingenua...” pensò Leshawna, poi si
accorse di Heather che guardava la scenetta tutta ghignante e la
guardò male nonostante avessero pensato la stessa cosa.
Gwen non voleva mettere a disagio Zoey, nè discutere con
quella causa persa di Courtney, ma non voleva neanche far pensare a
Courtney di poter tornare a fare allegramente la despota e non
sopportava il suo sorrisetto malefico...
-Apprezzo molto la tua fiducia nel prossimo Zoey, ma forse Courtney ti
ha dato una versione giusto un po' inesatta delle cose.-
-Senti, è una questione di principio.- sbuffò
Courtney. -Mi hai messa in ridicolo, mi hai fatto fare quello che
volevi dicendomi che in cambio mi avresti dato un'altra
possibilità che invece non è arrivata, quindi me
la prenderò ora.- disse sorridendo, convinta di aver ragione.
Harold si avvicinò a Leshawna e le bisbigliò
qualcosa all'orecchio. La ragazza ridacchiò e
annuì concordando con quello che stava dicendo il ragazzo.
-Già! Anche io credo che questa fissazione di Courtney sia
un'infatuazione!- disse con fare dispettoso Heather che li stava
origliando. La voce era tenuta ben alta per accertarsi di essere
sentita. -Erano troppo poco amiche perchè abbia senso che
Courtney si fissi così. Infatti Gwen non mi è
nemmeno sembrata così ferita da quella scemata della lista.
Sembrava semplicemente stanca di lei! Oh, oh, povera Courtney! Prima
quella melodrammatica di Gwen fa finta di darle importanza e di volersi
fare perdonare... Poi la scarica in quel modo!- nonostante
l'interpretazione vocale, mantenne un sorrisetto per tutto il tempo.
-Heather! Sei sorda o scema?!- esclamò Courtney infuriata e
paonazza. -Non me ne frega niente di quella là, è
una semplice questione di principio! Non mi piacciono le promesse
infrante e visto che mi annoiavo, ho pensato di fargliela rispettare
oggi!-
-Sì, sì... come no!- gongolò Heather.
Poi vide Courtney che le correva contro. -Ho scordato che Leshawna non
è l'unica psicopatica violenta!- gridò scappando.
-Allora... Uccido prima te o lei?- chiese Leshawna ad Harold.
-Eh?!- esclamò Harold distratto.
-L'hai detto tu che Heather felice non significa per forza guai!-
-Beh, non mi sembra tanto felice in questo momento...- le fece notare
Harold guardando l'asiatica inseguita dall'ispanica. -E comunque non mi
sembra sia successa una tragedia... anche se preferirei non essere
origliato.-
-Gwen è in imbarazzo... Guarda che facepalm, sembra Trent!
Non può essere una cosa buona!-
-Ma solo un pochino...-
-Il problema è il carattere di Heather. Per quella ogni
motivo è buono per rompere i...-
-Ok, mi arrendo!- dichiarò Courtney poco intenzionata ad
arrampicarsi su un palo per recuperare Heather. -In realtà
sono venuta per sorvegliare Gwen ed evitare che facesse qualcosa di
illegale.- si giustificò per togliersi di imbarazzo.
-Che?! È che dovrei fare? Non sono mica Duncan!-
protestò Gwen incredula.
-Che ne so! Comunque... Ti tengo d'occhio...- sibilò la
serpe ispanica.
Harold bisbigliò di nuovo qualcosa a Leshawna.
-Sono d'accordo, anche a me questa sembra ancora di più una
scusa rispetto alla “questione di principio”- disse
Heather che stava origliando di nuovo.
-Quando cavolo sei scesa?!- esclamò Harold.
-Prima della fine della giornata, ammazzerò qualcuno.-
annunciò Leshawna sospirando.
-Sempre che non lo faccia io.- disse Courtney incenerendo Heather con
lo sguardo.
-Harold, mi devi della solidarietà. In fondo non vieni preso
di mira solo perchè sei diventato il passatempo della
persona più spaventosa qua in mezzo.- gli ricordò
Heather.
-C-cos...? Non sarebbe tutto molto più facile se smettessi
di fare la squilibrata per qualche minuto?!-
“Perfetto, tra poco nemmeno Harold mi farà sentire
in colpa per il suo omicidio.” si disse Leshawna pensando
positivo.
-Ciao ragazzi.- disse una voce maschile, ma nessuno sembrò
farci caso, così il soggetto fece finta di tossire. -Ho
detto, ciao ragazzi!- disse più forte per farsi notare.
-Non ora Trent, sono occupata a guardare male Courtney... temo che le
mie occhiatacce da ragazza asociale si stiano un po' indebolendo...-
disse Gwen, poi si girò verso il ragazzo alle sue spalle.
-Trent?!- esclamò sorpresa. -Volevo dire... Wow! Ma che
bella sorpresa!- disse sorridendo nervosamente come il ragazzo.
-Non disturbo, vero?- chiese Trent.
-Ma certo che no!- rispose Gwen. poi cercando un colpevole,
identificò la persona nel gruppo che poteva essere
più correlata al chitarrista. -Puoi scusarmi un momento?-
disse Gwen a Trent.
-Harold!- lo chiamò la ragazza.
Il ragazzetto con gli occhiali e l'aria colpevole si stava alzando la
sciarpa come per nascondersi.
Gwen lo prese in disparte, anche se Leshawna ed Heather li seguirono.
-C'entri qualcosa con la presenza di Trent?- chiese con calma Leshawna
battendo Gwen sul tempo.
-Eh... l'ho sorpreso a spiarmi quando Leshawna mi ha chiamato per
avvertirmi che uscivamo con te oggi... Potrebbe aver captato qualcosa.-
disse rivolgendosi a Gwen.
-Dietro ogni ragazzo che sembra troppo gentile e perfetto si nasconde
uno squilibrato. Sempre saputo.- commentò Heather annuendo.
-C-come spiando?!- disse Gwen grattandosi nervosamente.
“Dejavù. Pensavo che senza me fra i piedi fosse
rinsanito!”
-Quando sente il nome “Gwen” la sua attenzione e il
suo udito si concentrano sulla fonte del suono e il suo discorso
automaticamente. Mi ero scordato di questa sua particolarità
perchè non succedeva da molto, quindi non ho fatto
attenzione mentre parlavo al telefono con Leshawna. Mi dispiace- a
giudicare dal modo in cui lo guardavano le tre ragazze, probabilmente
la spiegazione supplementare non aveva aiutato a rendere la situazione
meno inquietante.
-Allora, Trent non mi piace.- affermò Harold.
-Miracolo! Almeno questo non ti piace!- esclamò Leshawna.
Harold la guardò infastidito per un attimo, poi
continuò. -Ha una potente aura da perfettino, moralista con
la puzza sotto il naso...-
-E' anche ingenuo e piagnone.- aggiunse Heather.
-E allo stesso tempo geloso.- disse Leshawna. Gwen li guardava
perplessa e non era del tutto sicura che gli piacesse parlassero in
quel modo di Trent. Era combattuta.
-E' insicuro. Il suo modo di gestire lo stress è atroce,
è ossessivo e pieno di strane manie...- tornò a
parlare Harold.
-Ora che ci penso, è strano che non andiate d'accordo.-
commentò Leshawna.
-Già. Comunque, volevo dire che però, nonostante
tutto è un bravo ragazzo. Gentile, disponibile e corretto.-
ammise Harold sospirando. -Non credo darà problemi.
Probabilmente si è spinto a venire qui solo per... beh, la
curiosità da riunione con i vecchi compagni di scuola. In
particolare per quelli con cui sei uscito o per cui avevi una cotta.
Mai stata curiosa di sapere come andavano le loro vite o come erano
cambiate?- chiese a Gwen.
-N... non lo so...- non si era lasciata malissimo con Trent, ma lo
pensava e si chiedeva cosa stesse facendo molto raramente. Anche se a
volte era stata tentata di chiedere a Leshawna se Harold aveva notizie
sue. -Va bene, ormai lui è qui. Non è una
tragedia.-
-E se facesse troppo lo strambo, ci penserò io a
sbarazzarmene.- Leshawna sghignazzò, poi avvicinò
a sé Harold. -Dopo tutto tocca a me riparare agli errori di
questo qui, no?- disse accarezzando docilmente la testa del ragazzo
mettendolo inavvertitamente in imbarazzo.
-E' irritante quando qualcuno si sente così superiore a te,
eh?- disse Heather sorridendo al ragazzo. Leshawna parve non sentirla.
“Anche se è divertente, forse devo stare
più attenta a cosa dico se voglio sopravvivere.”
-Harold, non è che spunterà fuori anche Cody,
vero?- chiese Gwen infastidita. Non odiava o trovava particolarmente
irritante Cody. Poteva anche essere simpatico quando pur rimanendo
dalla sua parte le lasciava i suoi spazi, non l'annusava o chiedeva
biancheria intima, o si faceva guarda con gli occhiali a raggi x senza
avvertire che non portava le mutande. “Ma comincia ad esserci
troppa gente qui! Inoltre... più ci penso, più
metto in dubbio la mia simpatia per Cody... Uhm...”
-No, tranquilla. Ha perso ogni interesse per te. Hai fatto un ottimo
lavoro di recitazione in All Stars fingendoti il più
innaturale e sgradevole possibile per renderti poco appetibile per un
recast.- si complimentò Harold. Heather provò a
trattenersi dal ridere perchè non le andava di subire un
altro tentato omicidio, ma lei e l'espressione colpevole di Gwen misero
nel dubbio Harold. -Stavi fingendo per la maggior parte del tempo,
giusto? Perchè io avevo capito così...- disse il
ragazzo, poi venne portato via da Leshawna.
-Beeene, torniamo dagli altri, forza!- disse l'afro-canadese,
portandosi dietro Harold e Heather.
Trent sembrava essersi ambientato perlomeno con Zoey. Cameron per
qualche strano motivo sembrava studiarlo prendendo persino appunti,
mentre il chitarrista cercava educatamente di non farci caso.
Apparentemente, l'outsider era Courtney che continuava a starsene per
conto suo col telefono.
Quando rivide Gwen, Trent le sorrise nervosamente, per un attimo
guardò anche Harold domandosi se avesse detto qualcosa di
compromettente sul suo conto, poi tornò a guardare l'ex con
un'espressione più sicura. -Allora, che ci facciamo qui, di
bello?- chiese Trent.
-Io in realtà dovrei trovare la tomba di qualcuno.- disse
Gwen cercando di rimanere il più neutra possibile. -Poi
possiamo...-
-Pranzo a sacco! Come in una gita scolastica!- disse Zoey stranamente
entusiasta. -Sarà divertente! Venivo sempre lasciata in
disparte alle gite! Neanche sull'autobus riuscivo a trovare qualcuno
che si sedesse con me... durante una gita di più giorni,
venni lasciata a dormire tutte le notti da sola...- raccontò
Zoey con una risatina vagamente isterica.
Heather non si trattenne dal ridere.
-Scusatela, è che ha avuto le stesse esperienze e per curare
il suo cuore freddo e solitario. Non può fare cosa migliore
che ridere.- puntualizzò Harold.
-Ma che stai...- Heather provò a protestare.
-Tranquillo, Harold. Riesco a leggere dietro ai modi di Heather.- disse
Zoey interrompendola.
-Leggere cosa?!- esclamò Heather.
-Temo che quel reality ti abbia reso meno temibile, gioia. Ormai le tue
vere capacità sociali le conosciamo.- le sussurrò
Leshawna con un sorrisetto compiaciuto che le ricordò
fastidiosamente il latino malefico.
-Ti assicuro che avevo e ho un sacco di sempliciotti come Lindsay ai
miei piedi.- le rispose Heather.
-Peccato che anche i sempliciotti come Lindsay mi sembrino
più che capaci di sbarazzarsi di te dopo poche settimane.-
continuò Leshawna. Heather sbuffò.
-Mia madre non mi ha mai permesso di partecipare ad una gita.
Così è un'esperienza nuova anche per me.- disse
Cameron zuccherosamente allegro distraendo le due dalla loro
discussione.
Heather si sentiva un po' infastidita in mezzo a quell'atmosfera.
-Alla fine, questa sembra una riunione degli sfigati anonimi.-
commentò Courtney annoiata. -Quello davvero fuori contesto
è Trent che nonostante alcune manie è capace di
attirare gli altri intorno a sé. Beh, stare in mezzo a
persone disadattate gli sarà utile se vuole diventare
avvocato.-
Trent guardò la ragazza con fastidio, anche Leshawna
sembrava piuttosto irritata.
-Giusto, pure Leshawna è molto brava a sembrare socialmente
gradevole.- disse Courtney fra sé e sé.
-E tu invece?- chiese Gwen con aria di sfida. -Che cosa saresti?-
-Una che se ne sta in disparte quando non ci sono persone che valga la
pena frequentare... ma in questo caso sono una sorvegliante. La storia
della tomba da trovare non mi convince...- disse dando un'occhiataccia
a Gwen.
-Ancora questa storia? Ma anche se fosse, cosa te ne fregherebbe se mi
mettessi nei guai?!-
Courtney aprì la bocca ma non disse niente inizialmente. -E'
una questione di principio.- affermò dopo qualche secondo.
-E-ehi, io intanto vado a cercare una buona zona del cimitero dove
sistemarci per il pranzo a sacco, ok?- disse Zoey, nascondendo il
disagio che le trasmettevano quelle due.
-Zoey, in realtà io non avevo previsto di...-
provò a dire Gwen.
-Io e Zoey invece sì.- disse Cameron piuttosto allegro. -E'
tutto a posto Gwen, abbiamo portato abbastanza roba.-
“Sembrano tenerci parecchio a questa cosa...”
osservò Gwen quasi intenerita. -Ma c'è qualche
persona in più rispetto a quelle previste.- fece notare Gwen.
-In realtà io mi sono portato un panino, ho pensato fosse
più comodo.- disse Harold. -E anche Heather si è
portata qualcosa per paura di essere avvelenata.- aggiunse con un
sorrisetto.
-Cosa?! Non è vero! L'ho fatto anche io per
comodità!-
Scelta la zona, Cameron e Zoey tirarono fuori dagli zaini insalate,
insalate di pollo, insalate di patate e cuscus di verdure.
-C-cavoli... è parecchia roba.- osservò Trent
perplesso. -Quante persone dovevate essere in origine?- chiese
guardando verso Gwen.
-Io, Cam, Gwen e Leshawna.- rispose Zoey.
“...Si erano completamente scordati di me.”
pensò Harold sapendo che Leshawna aveva avvertito della sua
presenza.
Vedendolo a irrequieto, Leshawna lo avvicinò per
bisbigliare: -Piccolo, stai bene? Ti angoscia la vista di troppo cibo?-
-No, hai completamente frainteso... ma grazie della tua
preoccupazione.- il ragazzo le sorrise, poi notarono la testa di
Heather molto vicino a loro, forse in attesa di altro da origliare per
passarsi il tempo.
L'asiatica mostrò un sorriso innocente e mormorò.
-Chi mai può essere angosciato alla vista del cibo? Harold,
quali turbe ti...-
-Come diavolo fanno ad essere così disorganizzati? Quella
roba era per quattro persone? Cosa ci vedrà mai Gwen in
quegli sprovveduti?- rimuginò Courtney. -Che avete voi tre
da guardare?- Heather, Leshawna e Harold fecero finta di niente. -Oggi
sembrate andare d'accordo...- commentò Courtney sospettosa.
Leshawna in particolare sembrava quasi offesa da quella dichiarazione.
Mentre si dividevano le cose, Gwen sospirò. Si sentiva un
po' spaesata in mezzo a quell'atmosfera tutto sommato calma e familiare
che in nanetto occhialuto e la rossa avevano creato. Non era sicura se
quella che provava era una sensazione positiva o negativa, forse si
sentiva un po' estranea.
“Vediamo se riesco ad immergermi in questa situazione... Ti
verrò a cercare dopo.” mentre formava quel
pensiero, si immaginava una lapide generica e non la persona che vi era
sotterrata. “Ma è tutto così
irreale...”
-Gwen, tutto a posto?- chiese Trent.
In un primo momento gli sorrise istintivamente. -Certo...- ma venuta
alle parole risultò schiva.
-Bene...- rispose Trent un po' disorientato da quell'atteggiamento.
-Quindi vuoi fare l'avvocato?- domandò Gwen. -E come mai
Courtney...-
-Non voglio farlo, ma non ho piani di riserva migliori. Così
mio padre, da fiero avvocato, mi ha indirizzato a legge.- rispose Trent
con rassegnazione, ma senza disperazione. -Courtney lo sa
perchè le ho chiesto qualche consiglio.- precisò
intuendo la domanda incompleta della ragazza.
-Ah... ok...- rispose Gwen. Non le veniva molto da dirgli.
-Posso chiederti di chi è la tomba che cerchi?- chiese Trent
in tono neutro. Non poteva sapere se si trattava di un conoscente, un
amico, un parente o un artista mai conosciuto che stimava.
-Nulla che valga la pena raccontare.- rispose Gwen con un sorriso
indecifrabile.
-Ok...- “E' diversa, ma allo stesso tempo non lo
è... è diventata abbastanza socievole da invitare
delle persone a venire con lei... ma non si sente abbastanza pronta ad
aprirsi su cose del genere...” pensò osservandola
incuriosito. “O forse sono io il problema ed è con
me che non vuole aprirsi?!” acqua passata o meno, quel
pensiero gli faceva un po' male. Lo sguardo di sospetto e fastidio
acquisito da Gwen in quell'istante, invece era direttamente una
pugnalata.
-Ho qualcosa in faccia?- chiese Trent nascondendo la sua inquietudine
meglio che poteva.
-Hai uno sguardo molto poco promettente per essere un ex.-
-Beh, ci siamo frequentati per così poco tempo e ci siamo
lasciati così frettolosamente, per motivi così
stupidi che mi fa strano vederti come un'ex.- vide che Gwen questa
volta sembrava direttamente un gatto spaventato. -Scherzavo! Pazienza
non ha funzionato e non c'è nessun rischio che pensi di
poter tornare a frequentarti, ok?- la gatta azzurra continuava a
sembrare molto guardinga. -Tranquilla Gwen. Stavo solo puntualizzando
una mia sensazione, non c'era nessun sotto-inteso.- il chitarrista
sospirò. -Continui ad essere il mio tipo, ma voglio
conoscere altre ragazze.- cercò di trasmetterle
tranquillità. Poi le fece segno di battere il cinque. Lei lo
guardò dubbiosa, poi gli colpì il palmo della
mano con il pugno.
-Quindi cosa pensavi quando mi fissavi con quell'aria da
baccalà sofferente?-
-Uhm... riflettevo semplicemente sul perchè ti fossi portata
dietro tanta gente, tutto qua.-
-Perchè Duncan riesce ad essere un piantagrane anche quando
non fa niente.- sbuffò Gwen. Vide che Trent
approvò istintivamente e con tutto sé stesso.
Allo stesso tempo, i suoi occhi smeraldini erano avidi di informazione.
“Sarà anche acqua passata, ma sentire Gwen parlare
male di Duncan è terribilmente soddisfacente... ci si
potrebbe fare un audio asmr...”
-Mi spiace frenare il tuo entusiasmo, ma quando dico che non ha fatto
niente, intendevo sul serio.- disse la ragazza un po' divertita. Dopo
avergli spiegato quel che sapeva, aggiunse maldestramente;
-Praticamente ha avuto lo stesso effetto che ha avuto su di te.- la
Gwen che capiva benissimo perchè Duncan potesse suscitare
invidia nei ragazzi e ammirazione nelle ragazze, le sembrava ormai
un'estranea. Poi si chiese se avesse detto qualcosa che poteva
suscitare fastidio in Trent, ma vide che il ragazzo sembrava sereno.
Anche troppo, aveva ripreso a guardarla con un'ammirazione sospetta.
-Tranquilla Gwen, stavo solo pensando che sei diventata piuttosto
socievole e altruista a rinunciare alla tua visita solitaria per
confortare un'amica.-
Gwen lo guardò un po' disorientata e imbarazzata.
Distogliendo lo sguardo da lui, ebbe l'impressione che l'ispanica
seduta in mezzo ai due rossi che stavano poco distanti da loro, li
stesse osservando, forse addirittura ascoltando.
Incrociando il suo sguardo, Courtney guardò da un'altra
parte.
-Grazie di quello che credo sia un complimento, Trent.- disse Gwen con
un sorriso aperto. -Tieni presente che se ti fai venire anche la mezza
idea di riprenderti una cotta per me, farò intervenire
Leshawna.- scherzò.
Trent rispose ridacchiando. -Ok, lo terrò presente.
Comunque, hai fatto la scelta giusta. Zoey mi sembra molto serena oggi
per essere una che ha appena rotto.- “Oppure l'esagerato sono
io?” si chiese infastidito e si sentì abbastanza
in colpa per l'invidia che provava per quella ragazzina così
allegra nonostante le avversità.
-Già...- mormorò Gwen osservandola. Era un po'
sollevata. La ragazza le aveva confessato di essere intimorita da
Leshawna e dai suoi modi. Le ricordava alcune ragazze molto invadenti e
sicure di loro anche quando erano nel torto marcio con cui aveva avuto
vari scontri e fraintendimenti. Invece ora vedeva la rossa interagire
amichevolmente con Leshawna. “Zoey ha molto più
carisma e abilità di quel che pensa...”
rifletté.
-Sei più bassa di quel che pensavo.- disse con fare allegro,
Zoey a Leshawna. Quest'ultima non sapeva come prenderla.
-E' colpa delle spalle massicce, il suo atteggiamento e la sua
capacità di spostare cose pesanti. La fanno sembrare
più imponente e minacciosa.- commentò Harold,
divertito, posando le mani sulle spalle di Leshawna. -E' come quando
vai a controllare la reale altezza dei Nidoking nel Pokedex o le misure
dei pesci abissali. Anche io inizialmente tendevo a scordarmi della sua
reale altezza, invece è così piccola e carina.-
disse affettuosamente causando un po' di ilarità in Heather
e Courtney, un “Aw” in quella dannata caramella
della rossa e un po' di riflessioni sulle percezioni illusorie in
Cameron.
Leshawna aveva un'ottima opinione di sé stessa, ma sentirsi
chiamare “piccola e carina” era assurdo, oltre a
non essere per forza positivo per lei...
-Già, da una persona così piccola non ti
aspetteresti tanta ferocia, potenziale dannifico e la tendenza di
buttare persone appena conosciute da scogliere.- scherzò
Heather mentre strofinava la spalla di Leshawna approfittando dello
stordimento causato da Harold. Nonostante la frecciatina, nel complesso
appariva più giocosa che malevola.
-O-Ok, cosi secchi e spilungoni, restituitemi i miei spazi personali!-
disse Leshawna allontanandoli con fare stranamente impacciato.
-Sono proprio contenta.- affermò Zoey. -Questa atmosfera da
gita scolastica mi piace troppo! Questo è il mio ultimo anno
e non è in programma nessuna uscita con la scuola quindi
sono contenta di avere un'occasione come questa.-
-E noi saremo fortunati se usciremo da questa situazione senza il
diabete di quando sei sdolcinata.- disse Courtney infastidita.
-Sfigata, guarda che non hai bisogno della scuola per passare del tempo
fuori con gli amici. Odio quelle fighe che fanno le perdenti
piangendosi addosso.-
-E'-è un modo carino per dire che devo avere più
fiducia in me stessa?-
-Bleah!- esclamò Heather.
-Concordo con la psicopatica.- affermò Leshawna poi rise.
-S-scusa, è che sei troppo buffa e allo stesso tempo
disagiante.- spiegò divertita.
Zoey si guardò intorno un po' imbarazzata. -Scusate...-
-Anche avere una che si scusa di continuo è molto
fastidioso.- disse Courtney con aria severa.
-Anche avere a che fare con una che da per scontato che sia facile
farsi degli amici o avere fiducia in sé stessi.-
commentò Cameron a braccia conserte. -Non ti viene nemmeno
in mente che comportarsi in modo esageratamente allegro possa essere un
modo per distrarsi da qualcosa di triste?-
-Ah, sa parlare quindi.- disse Heather fingendosi stupita. Leshawna le
diede una gomitata. Cameron tornò timido.
-Non abbassate la guardia, potrebbe baciarvi quando meno ve lo
aspettate.- disse Courtney un po' risentita. Cameron si fece ancora
più imbarazzato. -Hai anche messo in crisi il mio neonato
rapporto con Scott. Ma non sono sicura che sia stata una cosa
così negativa...- l'ispanica sbuffò.
-In realtà questa situazione è nostalgica anche
per me.- ammise Harold rilassato, seduto su di una lapide. Cameron e
Zoey si sentirono un po' grati di quell'intromissione. -Non ne sono del
tutto sicuro.- continuò il rosso. -Ma forse la scuola mi...
manca? Un po'?-
-Ma se l'altra notte ti sei svegliato per un incubo in cui ti trovavi a
scuola chiuso in un armadietto?- chiese Leshawna ridacchiando.
-Infatti ho detto di non esserne sicuro... è un sentimento
complicato, ok?-
-Io invece sono sicura di odiarla.- affermò Leshawna. -Ma
odio l'università ancora di più... mi sembra di
non avere più un momento libero.- continuò con
una palpebra che ticchettava.
-Perchè ti lamenti? Non eri obbligata a sceglierla. In ogni
caso, questo accade perchè non sai organizzarti.- disse
Courtney compiaciuta. -Mah, in fondo non è male stare qui,
fa molto epoca vittoriana. Ho anche portato i libri per studiare, forse
farlo all'aperto sarà rilassante e faciliterà il
mio cervello all'apprendimento...- sospirò la ragazza con
aria beata.
Heather, Leshawna e Harold si scambiarono un'occhiata sorpresa, vedere
Courtney in quel modo era anomalo.
-Oppure mi sentirò irritata perchè i rumori
ambientali mi faranno sentire distratta o il mio subconscio
lotterà contro il rilassamento, perchè rilassarsi
è sbagliato! Sopratutto quando si dovrebbe studiare!-
sbottò Courtney improvvisamente. Cameron e Zoey
indietreggiarono guardinghi.
-Ah, ora la riconosco.- disse Harold sollevato. Leshawna e Heather
annuirono. -Beh, mi sento una persona orribile...- constatò
Harold con aria seria . Leshawna e Heather annuirono di nuovo.
-E' bello sapere che anche tu hai una coscienza.- disse Leshawna.
-Cos... non è vero! Ti stavo imitando per sbaglio!- si
difese Heather.
-Inoltre, solo io mi sento osservata?- chiese Courtney infastidita.
-Da Heather? Nah, tranquilla!- disse Harold.
-N-no...- balbettò Courtney visibilmente a disagio,
guardandosi intorno.
-A-aspetta... ti riferivi ad una specie di piccola damina bianca con
orecchie da elfo e i lunghi capelli argentei, che girava fra le lapidi
con una specie di catenina che pendeva da una mano?- disse il ragazzo.
A differenza di Leshawna che sospirava pensando “Oh no,
ancora la sua fervida immaginazione” e Heather che sembrava
compatirla, Courtney annuì deglutendo.
-Meno male! Pensavo di essere impazzito!- esclamò Harold con
sollievo.
-Ragazzi, s-smettetela di scherzare, odio le storie di fantasmi...-
mormorò Cameron sentendosi il target di uno scherzo.
-A me invece piacciono!- disse Zoey allegra.
All'improvviso sentirono un urlo acuto e femminile.
-Oh, no! È Trent!- esclamò Harold.
Angolo dell'autrice:
Lo sapevo che non avrei finito entro il ponte!
In ogni caso, mi sono divertita scrivendo questo capitolo. Anche se,
per quelle che sono le mie capacità, gestire più
personaggi che reagiscono anche senza parlare, cercando di non farli
diventare troppo invisibili quando hai una narrazione scritta
è un po' infernale... Spero di aver ottenuto un risultato
decente...
Devo confessare riguardo a Trent che lui mi piace a causa di Azione
(così come molti personaggi in realtà... e la
serie in generale... Azione è la mia stagione preferita!
Sono strana...) la sua storia con Gwen in realtà non era
malvagia, era una buona cotta adolescenziale per qualcuno che conosci
poco ma ti sembra figo (poi sarebbe anche potuta diventare altro) ma
Trent come personaggio in sé era facile da dimenticare per
me (forse sono troppo poco etero per diversi personaggi maschili?) la
prima volta che ho guardato la serie ho saltato la puntata della sua
eliminazione e non mi sono accorta della sua assenza per gran parte del
cartone... Scusa Trent? In ogni caso, questa confessione era per
contestualizzare perchè mi diverto a caratterizzarlo in un
certo modo, ma in generale mi piace scherzare un po' su tutti i
personaggi e i loro rapporti. Questa volta mi sento piuttosto
soddisfatta dell'interazione fra lui e Gwen. Spero possa risultare
gradevole anche per altri, così come il resto della storia.
Se avete letto fino a qui, vi ringrazio e mi fa piacere se avete
qualcosa da dirmi.
Spero abbiate passato un periodo positivo!
A presto!
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Capitolo 3 *** Perchè sono qui? ***
La mattina del trentuno Ottobre, Dawn si era svegliata stordita, con
gli occhi brucianti e le palpebre pesanti.
Non era inusuale per lei dormire poco, anche se non faceva altro che
ripromettersi di cambiare abitudini per favorire l'equilibrio della sua
mente e rendersi più produttiva, ma il ritorno a casa
l'aveva turbata. No, nessuna oscura presenza, solo la chiara mancanza
dello zotico dai capelli rossi.
Non sapeva cosa le fosse preso, parte del suo spirito sembrava essere
stato preso in ostaggio da quel ragazzo. Di solito si sarebbe fidata
delle sue emozioni e sarebbe anche stata felice e curiosa di provarne
di così forti senza un connotato spiccatamente negativo, il
problema era che esse non l'avrebbero portata da nessuna parte.
Sospirò e ripensò a Scott che si chiedeva
ingenuamente cosa avrebbe fatto ad Halloween. “Non posso
condizionare la mia voglia di fare cose in base al periodo e la
festività... Solo perchè è Halloween
non è detto che abbia dei piani a tema. Se non ho
l'ispirazione non posso farci niente!” pensò
innervosita, trovava irritanti le pressioni esterne.
“Un tempo la vita dell'uomo era regolata sul ciclo delle
stagioni... oggi oltre ad esserci allontanati, nel bene e nel male, da
un certo stile di vita, il ciclo delle stagioni è messo a
dura prova dall'inquinamento...” pensò sempre
più irritata andando avanti e indietro per la sua stanzetta
dipinta d'indaco.
“Ma oggi è una bella giornata autunnale... sarebbe
un peccato sprecarla...” pensò pianificando di
uscire e andare in un luogo solitario e dall'aria pulita. Magari si
sarebbe rilassata e avrebbe tolto dalla sua testa Scott.
Mentre si vestiva, i suoi occhi si posarono su un rozzo pendolo da
rabdomante appartenuto a suo nonno. Non l'aveva mai usato per
l'effettiva ricerca di luoghi, oggetti e persone e non era l'oggetto
che preferiva per la divinazione. Non ricordava nemmeno quali domande
l'avessero portata a tirarlo fuori. Ma, come posseduta, Dawn strinse il
ciondolo metallico nel suo piccolo pugno bianco. “Non so cosa
cercare. Ma perchè non mettere alla prova la vicinanza fra
il mondo degli spiriti e il nostro?”
Prendendo la catenina fra le dita della mano sinistra,
l'asciò oscillare il ciondolo nero.
Sapeva che certe ricorrenze avevano valore solo a causa della fede
degli esseri umani nel fatto che fossero giorni speciali. Questo
rendeva l'Halloween moderno una data come le altre e non si aspettava
realmente che le sue abilità di rabdomante fossero
più forti rispetto al solito. Ma sentì il
ciondolo oscillare con forza e precisione come se a muoverlo non fosse
solo il suo occhio interiore che si incanalava tramite il pendolo, ma
uno spirito indipendente.
Di norma sarebbe stato più pratico usarlo per farsi indicare
un punto su una mappa. “Visto che è
così vivace e autonomo, sarebbe interessante andare in giro
facendomi indicare la strada dal pendolo, ma cosa dovrei chiedergli di
cercarmi? Di cosa ho bisogno oggi?”
Era anomalo che l'oggetto si muovesse senza che lei gli avesse chiesto
niente, eppure...
-Dove vuoi portarmi?- gli chiese dubbiosa, ma non percepiva una
presenza maligna. -Ok, perchè no?- decise che per quel
giorno sarebbe stata dietro i capricci del pendolo anche per
ricompensarlo del servizio reso a suo nonno. “Forse mi
porterà a qualcosa di buono.”
Discreto come un felide notturno, nonostante la pesante valigia
appresso, Alejandro si accostò alla porta del suo lussuoso
appartamento. “Chissà che faccia farà
quando vedrà che sono tornato per lei? Sono un fidanzato
perfetto!
Ovviamente so quanto la mia adorata sia un fallimento dal punto di
vista sociale e so anche che non è abbastanza furba da
fregare le stesse persone due volte... Oh, povera. Sarà
sicuramente tutta sola e triste a rimuggire sui suoi fallimenti e la
sua vita triste.” Era un po' intenerito dall'immagine di lei
e un po' compiaciuto da sé stesso. Non vedeva l'ora di
vedere la fidanzata sorpresa e commossa dal suo metterla prima rispetto
alla sua famiglia.
Silenziosamente girò le chiavi, silenziosamente
entrò e silenziosamente perlustrò l'appartamento
alla ricerca della sua bella, girando in punta di piedi. Poi si
stancò, ma non si arrese all'idea che fosse in casa.
“Forse sono stato così furtivo da esserle sembrato
un ladro... certo che però è brava a
nascondersi!” -Mi amoooor?- chiamò con
voce musicale. Poi si mise a fischiettare nell'attesa che la
ragazza si presentasse.
-Sei offesa per come me ne sono andato?- chiese guardandosi intorno.
-Dai! L'importante è il fatto che ora sia qui! Esci fuori!-
disse ad alta voce per essere sicuro di farsi sentire. Nonostante il
tono calmo cominciava ad essere preoccupato.
Cominciò a scattare in giro alla ricerca dell'asiatica
perduta temendo fosse abbandonata da qualche parte priva di sensi.
Una volta convinto che non potesse essere in casa pensò in
preda al panico: “E' sparita! Devo chiamare la
polizia!”
Controllando il telefono trovò un messaggio mandato da un
mittente sconosciuto.
-Sarà il rapitore?!- esclamò a voce alta. Il
messaggio recitava:
“Hola Cabròn!
Indovina con chi ha preferito passare la giornata la tua fidanzata
piuttosto che andare con te? Eppure ho fatto del mio meglio per farmi
odiare da quella... fossi in te rivedrei le mie capacità
seduttorie, chico!
So che probabilmente pensa di divertirsi alle mie spalle o qualche
carognata delle sue, ma se mi infastidisce troppo, peggio per lei,
vorrà dire che te la rispedirò a
pezzi...”
C'era anche qualche foto di Heather che faceva cose a caso in un
cimitero, in una era arrampicata su un palo con un'imbestialita
Courtney ad attenderla a terra, in un'altra addentava un panino con la
carne in modo sgraziato e quasi feroce, in una lei e Leshawna si
scattavano un selfie mentre si guardavano storto.
Alejandro sentì il viso bruciare e rise nervosamente. Si
sentiva in imbarazzo per il modo in cui si era lasciato prendere dal
panico piuttosto che avere fiducia nella capacità di Heather
di avvicinarsi ad altre persone. Allo stesso tempo era molto sollevato.
Si chiese quale fosse lo scopo di Leshawna che gli aveva mandato il
messaggio. Prenderlo in giro? Suggerirgli di venire a riprendersi
Heather?
“No, ha scelto lei come passare il tempo. Io parto e torno il
tre Novembre...” gli dispiaceva lasciare la fidanzata sola,
ma non voleva neanche rinunciare alla sua libertà. Non
sembrava che la ragazza si sentisse sola e abbandonata quindi non c'era
nessuna urgenza.
Riguardò sorridendo le foto. Le trovava molto molto carine
nonostante fossero fatte a posta per essere buffe e non valorizzare la
figura slanciata di Heather e il suo bel viso. “O forse
Leshawna è una fotografa terrificante.”
Dopo parecchie pedalate, vicoli ciechi e giri inconcludenti, il pendolo
aveva portato Dawn fuori dalla cittadina e sembrava proprio
intenzionato ad indirizzarla in un cimitero che quel giorno aveva avuto
poca affluenza.
Ricordò perchè all'inizio era restia ad usare la
rabdomanzia quando suo nonno le aveva regalato quel pendolo. L'anziano
aveva risposto al suo entusiasmo dicendole che l'oggetto avrebbe potuto
portarla a trovare qualche cadavere desideroso di essere scoperto e di
far finire dietro le sbarre il suo carnefice. Se in parte l'idea di
essere utile ad uno spirito senza pace non le sembrava malvagia, le
faceva troppa impressione quella di trovarsi davanti un corpo morto,
magari seviziato.
Forse ricordandolo, il pendolo, per dispetto, aveva deciso di portarla
nel luogo con la più alta concentrazione di resti umani
nella zona.
In ogni caso si trattava di un luogo che le trasmetteva calma e poteva
aiutarla a meditare. Dopo essere stata a pedalare per molto dietro i
capricci di un vecchio pendolo, ne aveva bisogno.
Ma appena entrata il ciondolo cominciò ad agitarsi molto
più del normale. Dawn si guardò intorno
irrequieta, poi si prese di coraggio e guardò nella
direzione indicata dall'oggetto e vide in lontananza una testa
castana che camminava in un piccolo gruppo. Nonostante fosse
di spalle, Dawn la riconobbe istintivamente.
“Non può essere! Perchè mi hai portata
qui?! Volevo qualcosa che allontanasse la mia mente da Scott e mi desse
l'impressione di aver fatto qualcosa di decente durante la giornata!
Non incontrare la sua ex!” Dawn girò fra le
lapidi, monumenti e i visi inespressivi dei piccoli angeli posti su
alcuni di essi, nella speranza di essersi sbagliata e che il pendolo
volesse indicarle altro. Ma per quanto girasse, la faceva sempre
tornare dalla ragazza.
Aveva l'impressione che l'ispanica cominciasse ad avvertire la sua
presenza nonostante la sua abilità nel muoversi silenziosa e
la statura che la facilitava nell'accovacciarsi per nascondersi. Le
rare statue che Dawn incontrava, se prima erano inespressive ora
apparivano giudicanti. Stava facendo spaventare quella povera ragazza.
Ancora più grave considerando quanto Courtney fosse incapace
di scaricare lo stress in modo sano.
“Non posso continuare così, in fondo non mi ha
fatto nulla di male. La sua aura non sarà delle migliori, ma
non è irrecuperabile ed io non faccio altro che
offuscargliela facendole credere di essere pazza...” poi si
ricordò di come Courtney aveva trattato Scott e si
sentì infastidita. “Beh, però
è Scott che se l'è scelta così la
persona di cui...” però pensò anche ai
suoi sentimenti. “Innamorarsi non è una scelta...
però potrebbe essere il karma ad aver indirizzato Scott
verso un'anima come quella...” pensò andando
avanti e indietro nervosamente.
“Che cosa sto facendo?! Non ha senso chiedermi se sono
giustificata o meno ad avere sentimenti negativi verso Courtney! Non
posso comunque stressarla in questo modo. Ha pure altre persone
intorno, potrebbero esserci ripercussioni su di loro...”
Avrebbe indagato le loro aure per capire la situazione se avesse
potuto, ma in quel momento riusciva solo a concentrarsi su quella di
Courtney e percepire tutta quell'asfissiante energia negativa repressa
in favore di una falsa apparenza di autocontrollo non le faceva bene.
Poi sentì un urlo...
Secondo Harold, quella voce doveva essere di Trent, a Courtney sembrava
strano, ma ancora più strano le sembrava correre a cercare
una persona urlante, quindi un presunto pericolo, quando il suo intero
sistema nervoso le urlava: “SCAPPA DALLA PARTE OPPOSTA,
BESTIA!”
Perchè si stava muovendo con loro? “Se
c'è un pericolo, in gruppo dovrebbe essere più
sicuro?”
Incontrarono Gwen che avanzava portandosi appoggiato alla spalla un
Trent claudicante e pallido. La dark turchina fece cenni con la mano
libera per indicare a tutti di calmarsi. A giudicare dal suo sorriso
rassegnato, probabilmente era niente di davvero preoccupante.
-Cosa gli è successo?!- esclamò Courtney furiosa.
Gwen guardò male la ragazza. -Niente, è solo
inciampato cercando di scappare da...-
-Due mimi inquietantissimi!- disse il ragazzo ancora agitato.
-No Trent... erano solo due gotici con un trucco molto pesante...-
disse Gwen con tono stanco.
Il ragazzo cercò di mettere bene il piede e reggersi da solo
per liberarla del peso. -S-sei sicura? Allora perchè si sono
messi a fissarmi senza dire nulla, sbattendo le palpebre mooolto
lentamente mentre stavo a terra indifeso e paralizzato dal terrore?!-
gesticolando rischiò quasi di perdere l'equilibrio.
-Senti, vuoi che non sappia come si truccano i gotici e come
distinguerli dai mimi?- gli chiese Gwen infastidita. -Probabilmente
trovavano buffa la tua reazione e hanno pensato di godersi la scena in
silenzio!- subito dopo aver scaricato l'irritazione, Gwen si
sentì in colpa vedendo la smorfia imbarazzata dell'ex. Poi
l'espressione del ragazzo si indurì e sembrava volerle dire
qualcosa, ma venne interrotto da Courtney che cercò di
saltargli addosso. fortunatamente venne tenuta da Leshawna.
-Brutto imbecille! Mi hai fatto prendere un colpo!- protestò
l'ispanica scalciando e agitandosi nella presa dell'afro-canadese. -Ma
per un attimo mi hai fatto pensare di non essere pazza e che magari
c'era davvero una dama fantasma che si aggirava nel cimitero! E invece
no! Sono pazza quanto Harold!- la ragazza si mise a piangere
istericamente. Tutti la guardarono con iniziale stupore trasformato poi
in preoccupazione.
Leshawna la posò sul terreno. -N-non le ho fatto male!
Almeno credo...- disse preoccupata cercando di darle un'occhiata nel
mentre.
Avendo una brutta sensazione, a costo di finire a terra, Harold
tirò indietro Leshawna per un braccio facendole evitare un
calcio in testa da Courtney che aveva preso a muoversi istericamente.
-Smettetela di guardarmi! Allontanatevi! Ora mi calmo! Ora mi calmo!-
farfugliava l'ispanica a terra mentre calciava alla cieca. Dopo diversi
singhiozzi e versi soffocati, la ragazza cominciò a
riprendere il controllo.
-Ok... c'è qualcun altro che vuole avere una crisi
isterica?- chiese Gwen per sfogarsi, anche se sembrava lei stessa una
buona candidata.
Dopo aver sollevato Harold da terra, Leshawna per un attimo vide una
pallida sconosciuta dalle strane orecchie nascondersi dietro un
cespuglio.
La giovane, e scazzata, afro-canadese, andò a controllare e
fissò la ragazzina accovacciata che ricambiò lo
sguardo con un'espressione rassegnata e colpevole. Se la
caricò sulle spalle e tornò dagli altri, la
nanetta accettò il suo destino senza protestare.
-Amore, Courtney...- disse Leshawna avanzando sotto gli sguardi
attoniti degli altri ragazzi. Cameron e Zoey chiamarono la sconosciuta
“Dawn” dimostrando di conoscerla. L'afro-canadese
posò delicatamente la biondina. -Non siete pazzi, contenti?
I ringraziamenti sono graditi, ma fatemi il favore di non attentare
più alla mia faccia con i vostri stivali del cavolo! Ci siam
capiti?- chiese Leshawna fissando Courtney con aria severa. L'ispanica
era occupa a guardare con rancore la ragazzina. -Terra chiama
Courtney...- ritentò Leshawna.
-Ok...- rispose con tono cupo l'ispanica dagli occhi arrossati ancora
fermi sulla sconosciuta intimidita. -Perchè mi stavi
seguendo?!- tuonò dopo poco vedendo che la ragazza rimaneva
muta.
-Mmmm...- prima che la nuova arrivata riuscisse a spiccicare parola, un
ciondolo dall'aspetto metallico che teneva in mano, le volò
colpendo Courtney al braccio.
-Ahia!- esclamò l'ispanica. Gwen si coprì la
bocca con le mani.
-Dawn?- la richiamò Zoey pensando che l'avesse fatto di
proposito mentre la biondina alzava le mani e si discolpava.
-Ah, ora è chiaro.- affermò fra sé e
sé Harold.
-Cosa?!- esclamarono Leshawna e Heather.
-La ragazza non ha mosso la mano, quel coso sembra essere volato da
solo... e lei si aggirava nei dintorni col coso che le pendeva da una
mano. Deve essere un pendolo da rabdomante e per qualche motivo sembra
attratto da Courtney...- spiegò il ragazzo. Dawn
annuì energicamente.
-Come avvocato saresti un fallimento! È la cosa
più ridicola mai sentita! Dai i numeri?!- esclamò
Courtney.
-Senti genio, visto che la tenevi d'occhio, l'hai forse vista tirare?-
chiese Harold inacidito.
Courtney provò a toccare il ciondolo, ma ritrasse la mano
sentendolo vibrare. Sbuffò e se ne andò
infastidita. Zoey andò a recuperarla preoccupata.
-Posso esaminarlo?- chiese Cameron a Dawn indicando il pendolo.
-Ah, fa pure. Ne ho abbastanza di lui per oggi...- sospirò
la ragazza.
Solo allora Gwen notò un Trent inquieto aggrappato al suo
braccio. -Per uno superstizioso come te sarà tutto piuttosto
inquietante...- commentò la ragazza.
-Cos... no, non sono così... Ah...- il ragazzo
sbuffò. -Una spiegazione logica ci sarà, ma mi
secca cercarla. Tu invece che pensi?-
-Sono con te su tutta la linea.- disse cercando di muovere il braccio
occupato per farselo mollare.
-S-scusa.- disse il ragazzo imbarazzato. -Anche per tutti gli altri
inconvenienti.-
-Figurati. Riesci a reggerti?-
-Certamente, mi faceva solo male la gamba, ma ora va già
molto meglio! Grazie!-
Gwen gli sorride. Lui continuava ad sembrargli a disagio e lei non era
ancora dell'umore per compiere ciò per cui era venuta al
cimitero, così decise di rimandare ancora un po'.
Guardò Courtney che discuteva con Zoey che cercava di
rassicurarla. Più la rossa parlava, più la
castana sembrava raffreddarsi. Gwen era un po' preoccupata anche per
lei e voleva tener compagnia anche a lei, ma non era tanto a suo agio
ad ammetterlo.
Dopo aver constatato che il pendolo non aveva nulla di strano e che non
c'era attività elettromagnetica anomala percettibile nella
zona. Cameron si arrese all'idea di trovare una spiegazione
all'apparente antipatia che il pendolo provava per Courtney.
Era più probabile che si fossero tutti ingannati e che Dawn
l'avesse tirato più o meno consciamente. Restava da
chiedersi perchè la ragazza fosse interessata all'ispanica,
ma Cameron non era poi tanto interessato alle vicende personali di una
ragazza con cui non era in confidenza e che lo faceva sentire nervoso.
Anche Trent cominciava a fargli quell'effetto. Eppure poco prima si era
lasciato osservare tranquillamente e gli aveva dato quelli che potevano
essere indizi preziosi su cosa portasse le persone a percepire un
determinato soggetto come “attrattivo” nonostante
presentasse delle stranezze.
Forse l'errore di Cameron era stato fargli troppe domande sulla sua
reazione fobica ai due mimi gotici? O forse il problema era stato Gwen?
La ragazza aveva ripreso severamente il chitarrista quando aveva
risposto male a Cameron e lanciato via il suo taccuino degli appunti.
Ora il chitarrista che si era messo a suonare probabilmente per calmare
i nervi. Ma gli lanciava qualche occhiataccia mentre Gwen lo aiutava a
cercare il taccuino.
-Cameron...- lo chiamò Gwen.
“Forse prova ancora una specie di gelosia nei confronti di
Gwen... alcuni sentimenti sono persistenti...”
-Cameron!- ripetè Gwen facendolo sussultare. -Hai il
taccuino sotto i piedi.-
-Ops...- rispose Cameron imbarazzato. Sentì Gwen sbuffare
mentre probabilmente guardava Trent.
Cameron invece notò Harold bisbigliare qualcosa a Leshawna
guardandoli. Quest'ultima sospirò e a giudicare
dal labiale disse qualcosa del tipo “Ma non c'è
bisogno.” Il ragazzo rosso le bisbigliò di nuovo
con un po' di agitazione, la ragazza sembrò rispondere
qualcosa del tipo “Ok, va bene.” Lui la
baciò sulla guancia per ringraziarla e lei li raggiunse.
-Harold ha detto di dirti, che probabilmente Trent fa così
perchè stressato dai mimi, dagli appunti dello gnometto e
forse è anche un po' a ansioso perchè gli ha
risposto male e tu te la sei presa...- disse Leshawna scocciata come
una bidella che ripete per l'ennesima volta un'inutile circolare di cui
nessuno avrebbe tenuto conto. -Magari la probabilità che il
chitarrista sia geloso c'è, ma Harold in quanto colpevole
della sua presenza voleva rassicurarti facendoti presenti altre
spiegazioni e ha chiesto a me di fare da ambasciatore perchè
sono più brava a tranquillizzarti.- disse mentre Harold a
distanza annuiva.
-Tranquilla, lo sapevo già, ed in ogni caso non
riterrò il tuo strano fidanzato colpevole.-
sospirò Gwen scocciata. -Non mi mancava la sensazione di
avere a che fare con dei bambini.- sdrammatizzò la dark.
“Trent, Cody, Duncan, Courtney... perchè attraggo
solo persone infantili?” si pentì e fece finta di
non aver pensato a Courtney.
-Non dirmelo...- disse Leshawna guardando Harold che sembrava
battibeccare con Heather che probabilmente l'aveva preso in giro. -Non
se la prende mai seriamente con lei, sembrano solo due fratellini
dispettosi. Diventano infantili quando stanno a contatto.-
osservò Leshawna.
-Strano, Leshawna non ha ancora ammazzato Heather. Quando le ho viste
insieme prevedevo un disastro.- disse Gwen mentre Leshawna tornava dai
“fratellini”. Gwen non temeva realmente per
Heather, non provava più nulla per lei né in
positivo, né in negativo, ma nutriva sentimenti contrastanti
per il lato aggressivo e irrazionale di Leshawna. Era contenta non si
fosse più presentato davanti a lei.
-Bisbigliare all'orecchio è molto funzionale quando si
è intimiditi o in mezzo a troppa gente, chissà
perchè non ci ho pensato prima...- disse Cameron
sovrappensiero. -Forse perchè sono effettivamente troppo
basso... o perchè non avevo amici?-
-A me sembra da disadattati.- sentenziò Gwen impulsivamente.
-Oh, scusa...- a volte tornava un po' sgarbata, le vecchie abitudine
erano dure a morire del tutto.
-A me sembra una questione di complicità, quei due mi
sembrano abbastanza felici insieme.- disse il ragazzo sorridendo
innocentemente.
Gwen non ci aveva mai pensato, le sembrava strano trovarli una coppia
carina ed era ingenuamente sorpresa dal fatto che un tipo come Cameron
si mettesse ad osservare delle coppie, gli era sempre sembrato estraneo
a quelle dinamiche. “Dovrei cominciare a preoccuparmi del
motivo per cui mi frequenta?”
-Non ti ho combinato qualche guaio con Trent, vero?- chiese il ragazzo
un po' preoccupato.
-Ma no, tranquillo!- cercò di rassicurarlo, ma Cameron
sembrò non sentirla.
-Ti ho incasinato anche le cose con Courtney? Come a Courtney le ho
incasinate con Scott?- chiese insicuro. -A-a volte sono un po' ingenuo.
Un anno fa ho fatto cose stupide senza farmi domande perchè
non sono riuscito ad accorgermi che Mike era posseduto da una
personalità malefica e di recente non sono riuscito ad
accorgermi che fra lui e Zoey non andava tutto bene e ora non so come
comportarmi p-perchè sono amico di entrambi, ma venendo qui
ho abbandonato Mike?! Gli ho chiesto e lui mi ha detto che potevo
venire... Ma forse avrebbe preferito che io rinunciassi e non l'ho
capito?!-
-Cameron... Ehi, sta calmo.- gli disse Gwen con tono conciliante
dandogli una pacca sulla schiena. -Va bene essere ingenuo e non sapere
come gestire certe situazioni, non è un crimine.-
-E' un problema se ti scoccia essere trattato come un bambino.- disse
come innervosito da Gwen. -S-scusa... m-ma mi hai baciato sulla guancia
quella volta perchè mi ritieni infantile... giusto?- le
chiese imbarazzato. -E il motivo per cui il mio bacio ha complicato le
cose fra te e Courtney è che... lo sentivi moralmente
sbagliato o...- “Eri gelosa... ma probabilmente non per me?
Ah... di queste faccende non ci capisco un cavolo! Mi sento davvero un
bambino...”
-Senti, patti chiari e amicizia lunga.- cominciò Gwen
sospirando.
-Scusa, non volevo scocciarti con tutte queste cose!- la interruppe
Cameron agitato.
-N-non c'è niente di male in questo... Comunque non ti vedo
come un bambino, ma come un buon amico, estremamente intelligente.-
disse cercando di non sembrare una baby sitter che cerca di entrare in
confidenza con i bambini. Non vedeva Cameron come tale, ma se lui lo
temeva, gli sarebbe bastato poco a farglielo pensare. -Però
a complicare le cose fra me e Courtney è stata SOLO Courtney
e la mia AMICIZIA con lei è stata solo un fuoco di paglia,
tutto qui.-
-Io ti amo.- disse Cameron di punto in bianco.
-Cosa?- chiese Gwen disorientata.
-Cosa?!- esclamò Trent che si stava avvicinando per
scusarsi. -Voglio dire... Fantastico! Non sono affari miei...- rise
nervosamente indietreggiando. -Sono solo stupito... non così
tanto ma... ok...- poi scappò tornando dalla sua chitarra.
-Cameron... sul serio cos...-
-Mi sono solo confuso, Gwen!- la interruppe Cameron con un sorriso
nervoso. -S-scusa, lascia perdere è solo colpa della mia
inesperienza con le donne... con gli amici... con tutto quanto...
lasciamo perdere ok?!-
-Eh...- “Non posso lasciar perdere così!
Devo...” -Ok, lasciamo perdere.- disse Gwen. Guardando il
viso confuso e imbarazzato di Cameron aveva perso qualunque traccia di
determinazione.
Leshawna si era allontanata per utilizzare il telefono. Harold
sospettò che dovesse litigare con qualcuno. Che fosse di
persona o per via telematica, Leshawna si lasciava trascinare
facilmente.
-Harold.- Heather picchiettò la spalla del rosso. -Ma
è normale che faccia in quel modo?- chiese freddamente,
indicando, a pochi metri lontano da loro, il chitarrista col viso
inespressivo e lo sguardo nel vuoto cosmico che con la ripetizione di
un movimento impreciso faceva vibrare sempre le stesse corde.
-E' quasi normale... ma è un pessimo segno...- rispose il
ragazzo irrequieto.
-Zoey, perchè non vai da lui a fare la crocerossina? Io sto
benissimo.- sbuffò Courtney. Disprezzava ma allo stesso
tempo, ammirava la rossa con la sua insistenza e la sua gentilezza,
finta o vera che fosse. Anche se le era stata addosso e l'aveva
irritata, il suo modo di fare era riuscito a calmarla un po' e pur
odiando quella parte di sé che lo ammetteva, le era un po'
riconoscente.
-Ci sta già andando Dawn.- disse Zoey indicando la pallida
ragazza spettro che gli si avvicinava come incuriosita. -E' strana,
inquietante e inopportuna, ma a suo modo ci sa fare. Con lei, Trent
è in buone mani.- disse Zoey con un sorriso.
-Sempre che non la prenda per un altro mimo.- commentò
Harold in attesa della reazione di Trent.
-Se non ha preso Gwen per un mimo... o forse era attratto da lei
proprio perchè con quel colorito e quel trucco gli ricordava
un mimo? Sai, una sorta di masochismo.- sogghignò Heather.
Trent ebbe un sussulto quando vide Dawn agitargli la mano bianca
davanti la faccia per attirare la sua attenzione. Poi si
acquietò e le sorrise educatamente.
-Che noia!- sbuffò Heather delusa.
-Sono salvo.- sospirò Harold che continuava a sentirsi
responsabile.
-Senti...- esordì Courtney richiamando l'attenzione della
rossa. -Ho sentito Trent e Gwen che dicevano che sei stata scaricata da
Mike a causa di Duncan.-
L'unico segno di risposta da parte di Zoey fu accennare una risatina
nervosa.
Courtney sospirò, in un certo senso, nel desiderio della
rossa di compiacere tutti, rivedeva una versione più giovane
di sé stessa... poteva essere così anche per i
gusti in fatto di uomini? Comunque fosse, quella versione
più giovane di Coutney non aveva fatto una bella fine.
-Se la gelosia di Mike era infondata ma ti ha mollato comunque per
insicurezza e scarsa fiducia anche in te, dovresti essere solo
contenta. Uno così è meglio perderlo che
trovarlo.-
Zoey provò a ribattere: -M-ma è normale avere dei
momenti di insicurezza, se si torna sui propri passi e ci si fa
perdonare...- ma la rossa venne fermata da un cenno della mano di
Courtney che riprese parola:
-Sei libera di fare quello che vuoi ovviamente, conosci tu quel pollo,
ma io conosco il pollo dalla cresta verde, ed era di lui che volevo
parlarti.- disse con tono serio. -So che magari ti senti affascinata
dal fatto che ti sembri uno “duro ma che in fondo
è tanto dolce e ci tiene agli altri! Ma non ha il coraggio
di ammetterlo!”- disse parodizzando un tono melenso e
infantile. -Ma alla fine è solo un irresponsabile, egoista
che mette prima le sue cazzate dei sentimenti altrui!-
continuò alterata.
Heather bisbigliò ad Harold per evitarsi un attentato
dall'ispanica: -So che non sono quella giusta per dirlo. Ma questo
è divertente detto da una che mette soldi e apparenze al di
sopra dell'integrità fisica e mentale del proprio ragazzo.-
Harold scosse le spalle e le sorrise concordando.
Nel mentre, Zoey era indecisa su come rispondere all'ispanica. Neanche
a lei Courtney sembrava il tipo giusto per formulare quelle critiche,
ma era contenta che cercasse di metterla in guardia. Le era sembrata
genuina e non solo un ex psicopatica e arrabbiata.
-Courtney, ti ringrazio, ma guarda che non ho nessun interesse per
Duncan.- disse infine Zoey con un sorriso aperto.
-Così avrei detto anche io...- disse Courtney fra
sé e sé continuando a rivedere in Zoey una
versione più insicura e genuinamente gentile della
sé di un tempo. -Harold, diglielo anche tu che Duncan
sarebbe un fidanzato terribile!- ordinò Courtney.
-Cosa?- disse Harold dubbioso.
-Già, Harold. Non come fidanzato, ma sai com'è
fatto!- disse Trent seguito da Dawn.
-Ma quando sei arrivato?!- esclamò il rosso.
“Perchè si rivolgono a me solo quando
c'è da sfruttarmi per una loro antipatia in comune? Non so
come cavolo giudicarlo come fidanzato! Paradossalmente, so solo che mi
piace più di questi due!” pensò
innervosito.
-Ragazzi...- li richiamò Zoey che cominciava a sentirsi un
po' a disagio lì in mezzo. -Dico sul serio. Certo,
può farmi piacere che non sia pessimo come può
sembrare ad una prima occhiata e sono contenta aiutarlo. Un tempo ero
convinta che quelli come lui fossero tutti senza cervello.
Ma davvero, ha troppi problemi per una relazione. Non è
abbastanza maturo da accettare il suo lato buono e non mi sembra un
tipo così serio... Sembrava totalmente indifferente alla
rottura con Gwen nonostante sembrava gli piacesse e voleva attirare la
tua attenzione non si sa perchè visto che non mi
è sembrato ancora interessato a te. Ma era anche felice
all'idea che tu e Gwen combatteste per lui fregandosene della vostra
amicizia e voleva che Sierra postasse materiale Gwuncan
perchè... non lo so! Seminare zizzania? Attirare
l'attenzione?
Era troppo immaturo e troppo poco coinvolto e interessato ai vostri
sentimenti se non per attirare l'attenzione e soddisfare il suo ego.
Non penso sia un caso perso, in realtà sa essere un ottimo
ragazzo! Ma per ora credo non cosa di una relazione.-
Courtney annuì severa con un'espressione incattivita.
L'espressione di Trent era simile. Harold si limitò a
sospirare.
-E a parte questo...- Zoey continuò. -Non capisco cosa ci
sia di potenzialmente attraente in Duncan... Cos'è? Il
monociglio, i tratti rozzi e le gambine corte sono diventate sexy tutto
ad un tratto?- il tono sinceramente perplesso di Zoey
suscitò ilarità in Courtney che sembrava
rassicurata e fece ridere sommessamente anche Trent e Harold.
Pure Heather sembrava approvare per qualche motivo. -Finalmente
qualcuno se n'è accorto? Era così ridicolo quando
sull'isola ci provava con me credendosi un figo allucinante!- disse
l'asiatica divertita. -Se non avessi creduto che potesse essermi utile,
avrei volentieri scoppiato quel pallone gonfiato. Allucinante che ti
abbia tradito, eh Courtney? Fin dall'inizio era così
affid...- improvvisamente si ricordò che quello non era un
modo di scherzare che l'ispanica incline alla violenza avrebbe
percepito come divertente, così si mise preventivamente ad
usare Harold come scudo.
-Heather?! Ma che cavolo!- protestò il ragazzo.
Courtney sospirò amaramente ma non sembrava avere intenti
omicidi -L'amore ti rende imbecille. Una parte di me sapeva fin
dall'inizio che non poteva durare con quel tipo, ma l'altra... era
semplicemente drogata! Ma è vero, avrei dovuto accopparvi
prima invece di lasciar correre, peccato...-
-Mica era colpa mia!- protestò Heather continuando a usare
Harold che aveva un'espressione infastidita, ma rassegnata.
-Aspetta... Perchè sono io a parlare di delusioni amorose?-
sbuffò Courtney. -Zoey, non sei tu quella fresca di rottura?
Avanti sfogati!- disse l'ispanica. La ragazzina continua a non andarle
a genio, ma era un po' curiosa di conoscerla meglio.
Per la seconda volta, Zoey si limitò ad una risatina nervosa
seguita da scena muta.
Dawn che era rimasta tutto il tempo in osservazione provò a
parlare. -Credo ci sia un e...-
-Dawn!- disse ad alta voce la rossa come se volesse interromperla. -Ora
che ci penso, come mai sei rimasta qui?! N-non che mi dispiaccia...-
disse Zoey con tono nervoso.
Dawn si sentì un po' confusa e tornò a sentire
solo l'aura di Courtney perennemente ostile.
Trent si spostò bloccando all'ispanica, la visuale sulla
ragazza pallida. Nel frattempo Leshawna era tornata.
-Ragazzi!- li chiamò Gwen all'improvviso. La dark si
sgranchì le gambe, poi continuò. -Io andrei alla
tomba di... del mio caro, poi me ne vado. Voi fate quello che volete.-
disse con tono poco entusiasta.
Sussultò quando notò che tutti la stavano
seguendo come si trattasse della cosa più naturale del
mondo, ma cercò di fare finta di niente. “E che
è? Una processione?! Me lo sarei dovuta
aspettare...” era già abbastanza nervosa,
così cercò di evitare lo sguardo di Cameron, di
Trent, anche se aveva l'impressione che non la stesse affatto
guardando, e la pressione degli occhi di Courtney che forse pensava
volesse dissotterrare qualcuno non' appena si fosse distratta.
Leshawna si limitò a sorriderle cercando di metterla a suo
agio.
Più Gwen si addentrava nella via costeggiata da lapidi
bianche abbellite dai colori dei fiori, più si sentiva
divisa fra la calma della rassegnazione per qualcosa di sgradevole ma
obbligatorio e l'impulso della fuga. “Avrei dovuto portare
almeno una Calendula.”
All'improvviso, nell'aria limpida e fredda, alle orecchie della dark
arrivò il suono di una melodia familiare e nostalgica.
L'aveva sempre detestata quella musica melensa, ma in quel caso era
riuscita definitivamente a chiuderle lo stomaco e farle battere la
ritirata come se fosse inseguita da un branco di cani.
Angolo dell'autrice:
Mi scuso per l'estremo ritardo, è quasi Natale e non ho
ancora finito una storia su Halloween!
In realtà questo capitolo l'avevo finito poco tempo dopo il
precedente... ma fra la preparazione di un esame e varie preoccupazioni
familiari, non ho avuto né il tempo, né l'energia
per rileggerlo...
Il prossimo l'ho quasi finito, quindi spero bene.
Spero che il capitolo e la storia possano piacervi.
Precisazioni:
-Mi sono presa delle libertà ed ovviamente è
trattata in chiave fantasy, ma la rabdomanzia non è il mio
territorio, quindi mi scuso per eventuali errori nell'utilizzo e il
folklore.
-Mi spiace per il trattamento di Duncan al momento, (non ho nulla
contro la Doey, non mi ispira particolarmente, ma ha un suo senso) ma
trovo sensato che Zoey si ponga determinati problemi riguardo ad una
relazione e i comportamenti del delinquente, inoltre non mi sembra il
suo tipo dal punto di vista fisico quindi mi è sembrato
più interessante gestire la discussione fra Zoey e Courtney
in questo modo.
-Non penso realmente che Zoey e Courtney abbiano molto in comune, ma
credo che Courtney potesse voler apparire simile a lei all'inizio della
serie.
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Capitolo 4 *** Courtney, regina delle tenebre? ***
-Zio! Zietto!- cinguettò una vocina infantile. -Non trovo
Olyyyn! Non trovo Olyyyn!- disse, saltellando in cucina, la bimbetta
bruna, vestita di rosa.
- L'uomo dai capelli castani, raccolti in una crocchia, le rispose
sorridendo sorridendo: -Tesorino, se la chiami così,
già cominci molto male!
-Ma Olyn suona così carinissimo! È da
principessa!- disse la bambina facendo un giro su sé stessa.
-Se ti sente, ricomincerà a nasconderti insetti e lucertole
nei cassetti per vendicarsi.- rispose lo zio carezzandole il capo.
-Uff... perchè non le piaccio?- sbuffò la bambina
intristita.
-Non è che non le piaci... ma vedi, Gwen ha bisogno dei suoi
spazi. Lasciala tranquilla e vedrai che si avvicinerà
spontaneamente a te. Devi solo avere pazienza e aspettarla.-
La bambina lo guardò imbronciata. -Ok... se questo
farà stare meglio Olyn...- e a piccoli passi si
allontanò dalla cucina.
-Via libera.- disse l'uomo.
Lo sportello della credenza si aprì e ne uscì una
minuta creatura dai capelli castani raccolti in due codini alti. Aveva
il visetto accigliato. -Può aspettarmi quanto vuole, ma non
andrò a cercarla. È fastidiosa!-
sentenziò mettendo le braccia conserte.
-E' più piccola, devi essere paziente anche tu. E poi ti
adora!- le disse il padre con un sorriso affettuoso.
-Ho già un fastidioso fratellino.- sbuffò Gwen.
-Inoltre non le piaccio davvero! Ella vuole solo sfruttarmi! Mi
costringe a disegnare tutto ciò che vuole! Odio disegnare
quello che vogliono gli altri! Se lei e quegli brutti e bavosi bambini
della scuola continuano a perseguitarmi ogni volta che impugno una
matita, giuro che smetto di disegnare!- protestò innervosita.
Il padre la guardò particolarmente pensieroso. -Disegnare su
commissione può deprimere in effetti...- concordò
l'uomo.
-E non mi pagano nemmeno!-
-Se ti pagassero li accontenteresti?-
La bambina ci riflettè. -No... forse non voglio
più diventare un artista come te...-
-La cosa mi consola un po'.- si lasciò sfuggire l'uomo con
un sorriso malinconico.
-Cosa?! Ma tu non ami il tuo lavoro?- chiese la bambina sbalordita e
anche un po' allarmata.
-M-ma certo!- si corresse il padre lasciandosi sfuggire un tono
nervoso. Accadeva di rado. Di solito sembrava sempre tranquillo e
sereno, capace di nascondere ogni pensiero, ma non poteva continuare in
quel modo per sempre. -E' solo che, sai... a volte è
stancante... le commissioni possono essere frustranti. Spesso ho
l'impressione di non essere apprezzato quanto meriterei e mi viene il
dubbio di non essere bravo quanto penso o di non essere stato
capito...-
Gwen annuì sembrando più matura della sua
età. Forse poteva capire quei sentimenti anche se li
sperimentava con meno intensità.
L'uomo sorrise sinceramente, accadeva con frequenza sempre minore, ma a
volte si sentiva davvero connesso alla sua realtà familiare.
Pensò che probabilmente era l'essere stressato a porre una
specie di velo grigio fra lui e i suoi affetti. Sarebbe passato
sicuramente con lo stress, doveva solo trovare un modo per superare
quel momento.
-A me piace disegnare, non voglio che smetta di piacermi...- disse la
bambina. Il disegno era il suo rifugio per quando si sentiva stressata
dal mondo esterno, voleva rilassarsi, esporre a sé e in
minor parte agli altri la propria interiorità e sentirsi
brava in qualcosa. Non voleva rinunciarci.
Il padre che sentiva di star perdendo l'ispirazione e l'energia,
guardò la bambina con nostalgia rivedendoci una parte di
sé che stava andando perduta.
-Non forzarti, allora. Rifiuta gentilmente le idee di Ella e sono
sicuro che capirà. È più giudiziosa di
quanto sembri.- mentre lo diceva, la piccola Gwen lo guardava con
scetticismo. -Anche se sarebbe carino se qualche volta disegnassi per
lei.- continuò. Lo sguardo della bambina divenne apertamente
ostile in quel momento. Al padre fece sorridere la sua espressione, era
ben disegnata.
Ma era sicuro che la sua bambina avesse in realtà un cuore
d'oro. Anche se non amava essere forzata alla gentilezza e al contatto
con le altre persone, sopratutto se si trattava di bambini
più piccoli o coetanei.
-Sai, ogni volta che mi commissionano un lavoro, cerco comunque di
metterci del mio e non seguire l'ordine passivamente.- purtroppo non
era sempre possibile ed era meglio non rischiare di andare troppo fuori
dagli schemi finendo per non accontentare il cliente. Inoltre a volte
si sentiva semplicemente svuotato dalla creatività... In
realtà, accadeva sempre più spesso... aveva
bisogno di una pausa.
-Hai perfettamente ragione, papà...- disse la bambina con un
ghigno malefico che le affiorava sul visino. -Se disegno le sue
principesse e fate con uno stile assolutamente spaventoso, lei,
terrorizzata, smetterà di chiedermi di disegnare!- disse
soddisfatta partendo alla ricerca della cuginetta. Si voltò
solo per un attimo verso l'uomo, in apparenza, sorridente.
Gwen aveva sempre pensato che suo padre avesse un bel viso e le
somigliava più di sua madre con quegli occhi scuri e
affilati. Ma anche all'epoca, aveva notato le occhiaie che l'uomo aveva
in quel periodo.
A volte, la Gwen di qualche anno dopo, si era sentita in colpa per non
essere stata più buona da bambina per evitare di stressarlo.
Dopo tornava in sé e tornava anche la rabbia.
-Eh... Leshawna?- perplesso dalla fuga improvvisa di Gwen, Harold si
voltò a cercare spiegazioni dalla fidanzata. -Siamo qui per
assicurarci che Gwen vada a visitare la tomba dell'ignoto, per
risolvere un conto in sospeso con la sua coscienza?-
-Boh, può darsi... chiedilo a lei.- Lashawna scosse le
spalle con un sorriso stanco, ma bonario. Non era sorpresa dalla
reazione di Gwen, ma preferiva lasciarle i suoi spazi.
-Ma tanto per chiarirci...- aggiunse Leshawna guardandosi intorno. -Non
la sto sentendo solo io quella voce femminile che canta, vero?-
Harold sorrise rimanendo muto per qualche secondo, forse per vendicarsi
del fatto che Leshawna avesse reagito con scetticismo al suo aver
avvistato una dama bianca che si era rivelata Dawn. -Tranquilla, la
sento anche io.- disse alla fine. -Confermate tutti?-
Heather, Dawn, Trent e Zoey annuirono. La biondina guardò
Trent notando che nonostante le similitudini nell'aura, a differenza di
Cameron e Courtney non sembrava avere fretta di raggiungere Gwen. Anche
Zoey le pareva strana col suo fissare a terra con aria irrequieta.
Gwen smise di correre e riprese fiato. Non ricordava più
coscientemente la sensazione che l'aveva spinta a fare retro-front.
-Ma che diamine!- esclamò calciando terra e foglie secche.
Sentì qualcosa arrivarle addosso, le fece quasi perdere
l'equilibrio. Si trattava di Cameron che l'aveva inseguita e non era
riuscito a frenare.
-Ops... s-scusa...- balbettò il ragazzo sistemando gli
occhiali. -A-allora, come ti senti? Cos'è successo?- le
chiese.
Gwen si sentì un po' in imbarazzo pensando che quel ragazzo
solitamente lento fosse riuscito a raggiungerla così in
fretta. Doveva averlo fatto preoccupare davvero molto.
-E' tutto a posto, Cam. Mi sono solo accorta di voler cazzeggiare un
altro po'.- disse con un sorriso tirato.
-Posso...-
-Preferirei non facessi domande...- lo interruppe Gwen cercando di non
essere maleducata.
-Gwen! Tu hai un grosso problema da risolvere!- disse Courtney
spuntando all'improvviso con tono apprensivo. -Dovresti...-
-Non me ne frega un cazzo dei tuoi saggi consigli! Ok?! Non sei la guru
di nessuno!- la dark, la sgridò innervosita.
Per un attimo gli occhi di Courtney apparvero sospettosamente lucidi.
-O-ok! Come vuoi, ragazza ribelle e indipendente!- disse l'ispanica
voltandosi e andando per la sua strada.
-...Gwen?- Cameron era disorientato. Non l'aveva mai vista in quel modo.
Gwen si vergognava un po'. Per quanto quell'aspetto di Courtney fosse
irritante, probabilmente non lo faceva neanche con cattiveria.
“Peggio per lei che pensa di potersi impicciare e dare
consigli su cose che non conosce, a persone che non hanno voglia di
ascoltarla!” pensò arrabbiata, un po' lo era anche
con sé stessa. “Sono quella scontrosa, non
è il caso di girarmi attorno se sono nervosa... è
ovvio! Lo sanno tutti! Perchè non mi lasciano in
pace?!”
-Gwen...- la richiamò Cameron.
La ragazza lo incenerì con lo sguardo, poi si
pentì. -S-si... scusa, sono solo un po' nervosa...-
-O-ok... non hai anche tu qualche disturbo della
personalità, vero?- si lasciò sfuggire Cameron,
impaurito dal ricordo della propria ingenuità nei confronti
di Mal.
Gwen scosse la testa e non riuscì a non guardarlo con
fastidio.
Pian piano tornarono tutti ma evitarono di fare a Gwen domande
imbarazzanti. La dark era abbastanza stupita, in particolare da Heather
e Trent.
Trovata la dark turchina, Harold si avvicinò a Leshawna.-Per
curiosità... Con chi litigavi per messaggio?- le chiese.
-Con nessuno, stavo solo... stavo avvertendo Al che Heather alla fine
è realmente venuta con noi. Sapevo che era una perdita di
tempo sperare che si sentisse sminuito dalla cosa e che non potevo
sperare nemmeno che se la venisse a riprendere...-
“E' davvero un disturbo così grosso per
te?” si chiese Harold.
-Però non mi aspettavo che mi rispondesse in modo
così irritante! Senti un po';
“Hola hermosa!
Prenditi cura della mia adorata, sono sicuro che con te sta in ottime
mani. Se volessi lezioni di fotografia sono disponibile!
Sinceramente tuo, Alejandro Burromuerto.”-
-...Lezioni di fotografia?- ripetè Harold confuso.
-Capisci che faccia di bronzo!? Dopo tutto quello che il caprone ha
combinato, fa tanto l'amichevole! Deve proprio considerarmi alla
stregua di un giocattolo innocuo a cui può fare quello che
vuole e tanto non lo menerà!-
-In effetti potrebbe essere nella sua psicologia...-
riflettè Harold.
-E io non voglio finire in galera, quindi è vero! Non posso
menarlo perchè c'ha i soldi!- Leshawna si sfogò.
-Inoltre, deve proprio fregarsene di Heather visto che si fida a
lasciarla con me... Quasi quasi empatizzo, è assurdo!-
-Vero, lui non può sapere che non le faresti del male...-
Leshawna si sentì in imbarazzo. La fiducia di cui la
caricava Harold le dava sensazioni contrastanti.
Anche ad Heather che incuriosita dalla loro conversazione si era
nascosta dietro dei cespugli secchi per ascoltare, non faceva impazzire
quell'atteggiamento di Harold. “Leshawna non merita alcuna
fiducia! E quando torno a casa, Allèmmerd mi sente! Cos'era
quel messaggio? Perchè mi sento trattata come una bambina da
scaricare da qualche parte? Perchè anche quella presuntuosa
di Leshawna sembra di questa opinione?”
-Tu non sei irritato?- chiese Leshawna al fidanzato.
-Ovviamente... Alejandro ha talmente tanto potenziale irritante che
finisce nella mia lista mentale di persone di cui ignorare l'esistenza
per evitarmi un ulcera.- spiegò Harold cercando
inutilmente di rimanere neutrale. -E tu non mi stai aiutando ad
ignorare la sua esistenza...- aggiunse con un sorriso nervoso.
-Deve essere roba seria se non ci sono Heather e Duncan in quella
lista...- commentò Leshawna.
-Non farmi sentire in colpa e matematicamente incoerente.- disse Harold
rimuginando sui suoi parametri di giudizio.
-Chi vuole farti sentire in colpa?! Per me Al può bruciare
all'inferno!-
Heather nel mentre era strisciata lontano, poi aveva visto Harold
allontanarsi dal gruppo. Trattandosi del suo scudo umano contro
Leshawna, preferì seguirlo.
Non aveva mai creduto alle storielle di persone violente che cambiano
per amore, ma Leshawna le risultava meno violenta quando aveva il suo
giochino intorno. Inoltre sembrava prendere in considerazione
l'opinione del ragazzo in merito al suo possibile omicidio.
“In effetti... quell'unica volta in cui Leshawna si
è degnata di dirmi delle cose carine, lei sembrava
interessata sopratutto a farsi perdonare da Harold... Mentre quando mi
ha picchiata, Harold non c'era e lei era confusa da Alejandro... Se ha
il quattrocchi intorno e vuole essere gentile con lui, diventa
più gentile anche con gli altri... e se è a
disagio ma manca il quattrocchi, diventa potenzialmente
violenta?” quell'ipotesi la rese ancora più
determinata. “Doris, torna subito qui!”
pensò continuando a seguire la testa rossa.
Reggere la chitarra guardando quella dark solitaria e pensierosa, aveva
molto di nostalgico per Trent. Fossero stati tempi diversi, si sarebbe
avvicinato, avrebbe cercato di parlarle, confortarla, distrarla dai
suoi pensieri, ma oramai...
-Come mai non sei subito corso da lei?- sentendo quella vocetta, ma non
trovando nessuno voltandosi, Trent sussultò. Poi
guardò meglio e con sollievo vide Dawn.
-Ti stavo giusto cercando.- disse il ragazzo con un sorriso aperto.
Dawn era perplessa, ma non le sembrava che mentisse.
-Perchè?- gli domandò incuriosita.
-Beh... Mi sembri molto sola...- disse il ragazzo sovrappensiero, poi
si corresse. -I-intendevo, in questo contesto mi sembri molto sola! Non
ti stavo dando della disadattata...- disse grattandosi la nuca con fare
nervoso.
La biondina gli fece un sorriso comprensivo e Trent si sentì
un po' più calmo. -Mi chiedevo perchè sembri
intenzionata a rimanere qua... Courtney è giusto un po'
ostile dopo che il tuo pendaglio le è volato addosso. E
anche se ti conoscono, non sembri così in confidenza con
Zoey e Cameron. Zoey sembra anche un po' nervosa nei tuoi confronti...-
-Non capisco bene cosa stia succedendo con Zoey...- confessò
Dawn a disagio. -In questo momento riesco a concentrarmi bene solo
sull'aura di Courtney anche se ne farei a meno volentieri...- disse
guardando verso il basso mentre le sue scarpe smuovevano le foglie
secche.
Trent sospirò, non comprendeva tutto quel discorso delle
aure, ma ognuno aveva diritto alle sue credenze. Alcuni credevano nei
soldi, nella bellezza, lui aveva le sue superstizioni numeriche, Gwen
aveva il karma, Harold gli alieni e forse qualche divinità
pagana.
-In realtà riesco a leggere bene anche la tua aura...-
ammise la ragazza puntando quegli occhi freddi e spalancati su di lui.
-Ah... quindi è per quello che mi hai chiesto di Gwen?-
Dawn annuì. -Provi il bisogno di avvicinarti a lei, ma ti
trattieni, inoltre...- la ragazza battè le palpebre e
sembrò star cercando di mettere a fuoco qualcosa alle spalle
di Trent.
Il ragazzo si girò irrequieto, non notando niente
tornò a guardare Dawn. “Suppongo mi stia fissando
l'aura?” si domandò nervoso.
-E' come se ci fossero dei grumi...- continuò Dawn
pensierosa.
-B-bene.... Ho un tumore dell'aura o qualcosa del genere?- chiese il
chitarrista con un risolino palesemente nervoso.
-No, intendevo che mi sembra che ci siano dei sentimenti, legati a
quella ragazza, che hai represso più volte nel tempo... ora
sono lì schiacciati e scuri come del sangue pestato...-
disse preoccupata.
Trent fece un lungo sospiro. Vedendo quel visetto pallido ancora
più in apprensione, le sorrise per rassicurarla. -La
verità è che non ero affatto convinto della
nostra rottura. E penso ancora che non fosse realmente colpa mia, ma
della situazione stressante del reality. Però lei non
sembrava interessata a darmi un'altra possibilità, mi
è sembrato che l'idea l'angosciasse, così ho
deciso di reprimere i miei sentimenti per non scocciarla. Gwen
è indipendente e spesso preferisce stare per conto suo...
forse non era proprio adatta ad un tipo come me...
Ma i miei sentimenti sono riemersi ogni volta che l'ho rivista nei suoi
video ambientalisti e quando ci siamo rivisti per la terza stagione
è stato peggio. Ma ho nuovamente affogato i miei sentimenti
nonostante continuassi a pensare che né Cody, né,
a maggior ragione, Duncan fossero una buona scelta per lei! E anche
quando mi sembrava che stesse passando dei brutti momenti e pensavo che
forse potevo fare qualcosa per lei, mi sono trattenuto dal
riavvicinarmi! Credevo avesse molto più senso
così e fosse meglio anche per lei... Volevo essere coerente
e lasciarle i suoi spazi.
Non che sia qui perchè sono uno sfigato senza speranza che
spera dopo anni di tornare con la ex! È che vedendo All
Stars, non ho riconosciuto la mia Gwen. Mi sono sentito spaesato e
forse un po' triste ma anche... ma anche libero... Era come se la fonte
dei miei turbamenti non ci fosse più!- era la prima volta
che lo confessava ad alta voce, si sentiva un po' ridicolo, ma
più leggero. -Così ho deciso di venire qui
perchè volevo rivedere Gwen libero da quei sentimenti
opprimenti e sentirmi suo amico, vedere come se la stava passando...
cose così...
E invece mi sento come se provassi ancora qualcosa per lei...
è una barzelletta?-
-I sentimenti amorosi sembrano così terribili...-
rimuginò la ragazza. Si imbarazzò sentendosi un
po' immatura. -Sei una brava persona per mettere i sentimenti degli
altri sopra i tuoi, ma... dovresti preoccuparti un po' anche di te
stesso.- suggerì Dawn con un sorriso triste.
-Forse sono semplicemente un codardo...-
-No, non penso.- disse decisa. -Magari dovresti dirle come ti senti. Al
posto tuo farei cos...- si sentì bugiarda e non
terminò la parola. Ma anche in buona fede, sarebbe stata
un'idea troppo ingenua.
-Dovrei forzare una persona solitaria e facile da far sentire
sotto-pressione, ad accettare di ascoltare i miei sentimenti inutili?
Non potrei dirle come mi sento senza forzarla mio malgrado a sentirsi
in colpa... oppure potrebbe dirmi “E quindi? Che vuoi da me?
Ma va al diavolo!”-
-Hai ragione.- Dawn sospirò. -Anche io ho... una situazione
complicata...- confessò.
-E in qualche modo, c'entra Courtney?-
Dawn annuì. -Forse se il mio pendolo mi ha guidata qui
è perchè devo risolvere una cosa con lei...-
-Buona fortuna! Non ti invidio per niente!- disse Trent. Dawn
sembrò infastidita. -Ma se vuoi, cercherò di
aiutarti in qualche modo...- questa volta Dawn lo guardò con
stupore. -Ho perso il treno di Gwen e lei ha già abbastanza
casini per la testa senza che mi aggiunga anche io. Ha anche Cameron
che sembra interessato ad ascoltarla e darle aiuto e forse è
più capace di me se si tratta di metterla a suo agio.-
ammise Trent a malincuore. -E c'è anche Courtney che
probabilmente ha delle buone intenzioni, ma un pessimo modo per
metterle in pratica... Insomma, io sono decisamente di troppo ormai.
Preferisco preoccuparmi dei problemi di un'altra ragazza solitaria per
oggi.- disse il chitarrista dal sorriso malinconico.
Dawn si sentì in sintonia con lui. -Ti ricordo in qualche
modo la tua ex?- sentendo quella domanda, il viso del ragazzo si fece
imbarazzato e la sua aura rispose per lui. -Come mai?-
domandò incuriosita. -Non riesco più a sentire la
sua aura così non riesco a paragonarci e non mi sembra che
da un punto di vista fisico ci sia molto in comune...-
-Non so, può essere che abbiate entrambe un'aura
misteriosa...- Trent vide la ragazza spalancare gli occhi e guardarlo
con aspettative nuove. -Eh... no Dawn... non vedo anche io le aure, era
un modo di dire...- la ragazza gli parve un po' delusa.
“Però non ha alcuna difficoltà a
credermi.” osservò Dawn sorridendo.
Sarà stata colpa dell'aver parlato troppo con la strana
biondina, ma più si avvicinavano a Courtney, più
a Trent sembrava di percepire un'atmosfera ostile, soffocante, ma
gelida... e ancora non li aveva nemmeno guardati!
Quando l'ispanica sollevò lo sguardo fissando gli occhi nero
carbone su di loro, Dawn si bloccò per un attimo, Trent si
sentì come se gli fossero arrivati addosso dei coltelli.
“Sarà anche irragionevole, aggressiva, superba e
tante altre belle cose, ma da quando mi sembra così
spaventosa? In fondo ha sempre avuto una sua idea di giustizia e io non
ho fatto niente di male e neanche Dawn... almeno credo... Gwen sembrava
moralmente retta, poi però ha baciato il ragazzo di
un'amica... mentre io ho sabotato la mia squadra... Perchè
sento ancora il bisogno di alleggerire gli errori della mia ex pensando
ai miei?” -Dawn... di preciso, cos'è successo fra
voi?- chiese Trent anche se forse era tardi.
-Che fate lì impalati?!- tuonò Courtney con le
braccia conserte mentre batteva con impazienza il piede sul terreno.
Le spalle di Dawn si irrigidirono mentre Trent fece un passo indietro.
Poi come catturati dagli occhi dell'ispanica, le finirono a meno di un
metro di distanza senza nemmeno accorgersene.
La ragazza castana cominciò ad analizzare ciò che
aveva davanti; -Allora, abbiamo una tizia che non ho mai visto prima se
non dietro ad uno schermo che mi ha tirato un cosetto metallico senza
motivo oltre ad aver giocato al fantasma cercando di farmi impazzire...-
Dawn provò a ribatte ma la voce le morì in gola.
-E... boh, un chitarrista che mi ha telefonato per dei consigli sulla
facoltà di giurisprudenza... ex fidanzato di una scorbutica
so-tutto-io... Insomma, che volete da me?- chiese inacidita.
-Eh...- “Gwen non è una...” stava per
dire Trent “Che ne so io di Gwen?!”
-Non ti ho tirato il pendolo addosso...- protestò Dawn
debolmente. -Ma credo sia inutile continuare a dirtelo...-
-Infatti.- sottolineò Courtney spazientita. -Occhi verdi, tu
invece? Sei nuovamente nelle grinfie di una pazzetta pallida?-
Dawn si infastidì: -Invece di scaricare le tue frustrazioni
sugli altri, se hai un problema con Gwen, parlane con lei quando
sarà interessata a farlo.- disse severa.
-Io non ho niente a che spartire con quella! Ero qui solo...-
-Per controllarla.- Trent finì la frase di Courtney. -L'ho
sentito persino io che sono arrivato dopo.-
Mentre Courtney si infastidiva ulteriormente, Dawn si intromise:
-Perchè non sei più sincera con te stessa?- lo
aveva detto in automatico dopo aver osservato la sua aura.
-Da che pulpito!- tuonò Courtney. -Non mi sembra di aver
ricevuto spiegazioni sincere da te!-
A Dawn sembrava di star impazzendo: -Com'è possibile che
qualcuno con l'aura negativa così contagiosa sia riuscita ad
avere effetti positivi su Scott?!-
Courtney la osservò per qualche secondo. -Aspetta... vuoi
mica dirmi che i rumours che ho sentito su te e Scott sono reali?- la
sua voce aveva assunto una sfumatura di ilarità.
-N-n...- Dawn non riuscì a scandire bene. Trent si sentiva
molto confuso ma rimase comunque lì come una specie di palo
e sostegno morale. Non era uno a cui piaceva lasciare le cose a
metà.
-Come diavolo fa una santarellina, ambientalista e fattucchiera a
interessarsi ad un contadinotto con una fattoria che sparava ai topi
per passatempo? Vi detestavate! Ah... la leggenda degli opposti che si
attraggono continua a fare danni! Sarà il retaggio di quando
le donne non avevano molte possibilità di scegliersi il
marito, la vana speranza che quell'uomo incompatibile e buzzurro non
sia tanto male come sembra e finisca per diventare un buon compagno!-
rimuginò Courtney, Dawn cominciava a farle un po' pena.
Dawn provò a difendere la sua posizione: -Quello degli
opposti che si attraggono è un invito ad allargare i propri
orizzonti e non avere pregiudizi su chi non è identico a
noi...-
-Pronto!- la richiamò Courtney. -Vive in una fattoria!
Ammazza i topi! Sembra fregarsene della vita degli animali! Per quando
si possa avere la mente aperta, non si può stare con
qualcuno che rappresenta tutto ciò che si odia rimanendo
sane di mente!-
-Scusate...- le interruppe Trent non capendoci più niente.
-Quindi tu eri la ex, dell'ex di Courtney?-
Dawn provò a dire qualcosa, ma venne interrotta da Courtney
che con ritardo aveva realizzato una cosa: -Aspetta! Ma quindi quel
delinquente stava solo fingendo di essere totalmente inesperto! Mi ha
ingannata! In effetti mi sembrava strano! ...N-non che cercassi
qualcuno di ingenuo per manipolarlo meglio!-
-Courtney, non c'è mai stato niente fra me e Scott!-
esclamò Dawn spazientita e agitata. -Un autore del programma
mi aveva pure suggerito di fingere che mi interessasse per creare una
dinamica simil “DxC” ma mi sono rifiutata
perchè non sopportavo quell'imbroglione!- si
sfogò la ragazza. -E mi sembrava anche piuttosto disonesta
come cosa...-
Trent cercò di nuovo di raccapezzarsi in quella discussione:
-Aspetta, quindi tu hai partecipato ad un reality? Quello prima di All
Stars?-
Courtney sentì il bisogno di giustificarsi anche se a
nessuno dei due sembrava fregare qualcosa: -Ho guardato quella stagione
solo per strategia, volevo conoscere meglio i miei futuri avversari!-
-Courtney!- Dawn richiamò la sua attenzione. -Scott non ti
ha mentito, non c'era niente fra noi, è davvero un
sociopatico con nessuna esperienza!- affermò spazientita.
-Ti sei fatta degli stupidi film mentali quando è
perfettamente normale che mi stranisca per il fatto che quel
sociopatico sia diventato meno sociopatico a causa tua.-
-E' colpa tua.- le fece notare Courtney con tono serio. -Sei stata
incapace di negare fin dall'inizio. Mi viene ancora difficile non
pensare che lui ti interessi.- disse studiandola.
Dawn arrossì e fece un'espressione infastidita. Questo la
rendeva ancora meno credibile agli occhi di Courtney. -Comunque, io non
ho affatto reso Scott meno sociopatico.- disse l'ispanica. -Anche se
guardando Heather può sembrare il contrario, essere sempre
cattivi è faticoso e fa male alla salute. Probabilmente
Scott era solo poco motivato a barare, oltre che distratto da me, per
mostrare la sua natura peggiore. Abbiamo tutti momenti in cui siamo
più sopportabili e momenti in cui sembriamo psicopatici da
tenere alla larga.- ammise Courtney -Poi boh, magari era leggermente
traumatizzato da ciò che gli era successo la stagione
precedente e non voleva più sentirsi osteggiato da tutti...-
era una sensazione in cui Courtney poteva ritrovarsi, ma era la prima
volta che ci pensava. Ora si sentiva un po' preoccupata per quel
ragazzo.
-Però è con te che era carino...- si
lasciò sfuggire Dawn.
Trent sembrava un po' infastidito: -Scusate ragazze, ma un tipo
“sociopatico” come l'avete definito, anche se non
è sgradevole ventiquattro ore su ventiquattro, non mi sembra
comunque frequentabile... anzi, credo sia pure più
pericoloso! M-ma che problema avete con i cattivi ragazzi?! Eh... senza
offesa...-
-Non ho un debole per i cattivi ragazzi!- disse Dawn offesa.
-Non è sociopatico è solo... particolare...-
disse Courtney. -Molto particolare... Dawn, l'hai visto di recente?-
-Beh, sì... Gli farebbe piacere se lo chiamassi qualche
volta.- disse la ragazza con fare titubante. “Forse il
pendolo mi ha portata qui per fare un favore a Scott? Del resto i miei
sentimenti per lui non hanno senso quindi tanto vale... Beh,
però non posso modificare i sentimenti di Courtney. Se a lei
non interessa, ha ragione a lasciarlo perdere.” Dawn si
accorse con un po' di delusione dell'espressione tesa di Courtney.
-Il suo comportamento è peggiorato da quando l'ho mollato?-
chiese l'ispanica. Dall'aura della ragazza, sembrava poter confondere
l'empatia e la preoccupazione per il ragazzo con l'amore e ne era
consapevole.
-Eh, n...- prima che Dawn potesse rispondere, Courtney la interruppe:
-Anche se fosse, chi se ne frega! Non posso stare dietro a un tizio
perchè senza di me crolla, che vada in terapia! E tu
dovresti seguire il mio esempio.- disse Courtney costruendosi
un'armatura per poter occultare le sue preoccupazioni e sentimenti.
-M-ma Scott sopravvive benissimo senza di te! Ed io...- prima che Dawn
avesse finito, Courtney se ne era già andata. Dawn
sbuffò. -Che ragazza difficile!-
-Lo so...- disse Trent posandole una mano sulla spalla. -Tu stai bene?-
le chiese.
-Certo. Quel che ho dovevo dire l'ho detto, mi sono tolta un peso.-
disse la ragazza con un sorriso molto forzato. Non sapeva cosa avrebbe
fatto Courtney, che effetto avrebbe avuto su Scott e cosa provare a
riguardo, ma a quel punto non dipendeva più da lei.
Ad un certo punto, mentre Heather lo seguiva, Harold
cominciò a fischiettare un motivetto, forse inventato sul
momento, camminando come se fingesse di stare in equilibrio su una
corda.
Poteva essere il passatempo infantile di una persona abituata a giocare
per conto suo o stava facendo qualche rituale strano, per quel che
Heather sapeva del ragazzo, potevano essere entrambe le cose.
“Magari si è accorto della mia presenza e mi sta
prendendo in giro.” pensò Heather beffarda, Harold
era troppo svampito per rendersi conto di essere seguito.
Ma arrivando in una zona ricca di cappelle di famiglia vicine fra loro,
Harold cominciò ad andare a zig zag infilandosi nelle
fessure fra i monumenti.
“Forse si è davvero accorto di me e cerca di
seminarmi!” pensò la ragazza sentendosi sfidata.
Stava avendo difficoltà a non perderlo di vista e a seguirlo
evitando di fare anche lei quei percorsi bizzarri e scomodi. Ad un
certo punto lo perse davvero.
Stanca e infastidita dall'aver perso, appoggiò la schiena ad
una delle cappelle. “Chi se ne frega! L'importante
è non rimanere sola con Leshawna... Aspetta, come faccio a
tornare dagli altri? E l'entrata del cimitero? Dove diavolo era?! Non
posso nemmeno sperare che vengano a cercarmi quelli li!”
Angolo dell'autrice:
Un altro capitolo che poteva essere pubblicato molto prima, ma ci ho
messo un po' a ricontrollarlo ed essere sicura e quando mi sono
finalmente decisa a pubblicarlo internet ha smesso di funzionare e ci
sono voluti un po' di giorni per poter sistemare la cosa. Per non farsi
mancare niente, la mia famiglia si è pure presa il covid, in
una forma piuttosto blanda fortunatamente.
Spero abbiate passato delle buone vacanze, in realtà le mie
non sono state così terribili.
Spero che il capitolo possa piacervi, forse prima o poi qualcosa su
Gwen e Trent la scriverò, mi sono un po' ispirata...
chissà quando però, visto che ho altre cose da
fare.
Appunto:
L'idea di Gwen ed Ella come cugine, l'ho ripresa da Total Dramarama/ A
tutto reality le origini (dissing cousins, stagione 2 ep 16)
Non è un episodio che mi è piaciuto (beh
sì, ci sono effettivamente episodi della serie che ho
trovato carini) non ho apprezzato neanche molto Ella (nella serie
originale non la amo particolarmente ma è ok) e il suo
rapporto con Gwen (che sembra più Mercoledì
Addams che Gwen) però ho trovato carina l'idea, mi ispira
anche perchè sono due personaggi davvero diversi che possono
essere intesi come opposti.
“Olyyyn” viene da Gwendolyn.
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