James ha sempre odiato Halloween

di Shily
(/viewuser.php?uid=777573)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo anno, 31 Ottobre 1971 ***
Capitolo 2: *** Secondo anno, 31 Ottobre 1972 ***
Capitolo 3: *** Terzo anno, 31 Ottobre 1973 ***
Capitolo 4: *** Quarto anno, 31 Ottobre 1974 ***
Capitolo 5: *** Quinti anno, 31 Ottobre 1975 ***
Capitolo 6: *** Sesto anno, 31 Ottobre 1976 ***
Capitolo 7: *** Settimo anno, 31 Ottobre 1977 ***



Capitolo 1
*** Primo anno, 31 Ottobre 1971 ***


Primo anno, 31 Ottobre 1971
 

«Odio Halloween.»
James si siede con uno sbuffo sulla poltrona. Strizza gli occhi mentre, intorno a lui, la Sala Grande é ormai irriconoscibile. Teschi, ragnatele, zucche... Sirius travestito da vampiro. È tutto troppo.
«Scherzi? È la festa migliore del mondo.»
Peter, timido e insicuro, annuisce energicamente ma non proferisce parola. Remus, distaccato come sempre, si limita a incurvare un sopracciglio verso l'alto.
«Sirius... ti rendi conto di essere l'unico travestito?»
Sirius a quel punto si guarda intorno. «Beh, sai com'è... ero d'accordo con i miei amici perché lo facessimo tutti. Non solo io.»
«Scusa, Sirius» interviene Remus, pacatamente. «La punizione è finta solo dieci minuti fa, la McGranitt mi ha fatto lucidare tutta la Sala trofei a mano.»
James trattiene un piccolo ghignò, al ricordo di come il suo amico sia stato beccato nel bel mezzo di uno scherzo... organizzato da lui, ovvio. Ma Remus si è preso la colpa, dichiarando che in un solo mese di scuola James si è già ficcato in abbastanza guai da bastargli per tutti e sette gli anni.
Bravi ragazzo, questo Lupin, tutto sommato.
«E tu, James?»
Lui scrolla le spalle. «Io odio Halloween. Te l'ho detto da subito, è una settimana che sai che non mi sarei travestito.»
Sirius sbuffa... e sbuffa ancora e ancora. Continua a farlo per tutta la cena ed è con un testardo broncio che varca, a serata inoltrata, il buco del ritratto della torre di Grifondoro.
James alza gli occhi al cielo: la festa della Sala Grande, pacata ed elegante, sembra essersi trasferita tutta all'interno della sua Sala Comune. Peccato che, questa volta, non ci sia nulla di tranquillo.
Oh, se solo la professoressa McGranitt li vedesse...
«Io vado in camera» annuncia James, cercando di sovrastare la musica mentre Sirius si lancia in mezzo a un mucchio di mummie, qualche lupo mannaro e un paio di Schiopodi Sparacoda.
Remus annuisce. «Vengo anche io, sono distrutto.»
James fa giusto in tempo a notare quanto il ragazzo sia effettivamente pallido e che no, quelle occhiaie così visibili due giorni prima non c'erano... quando ad attirare la sua attenzione è un'altra persona.
O per meglio dire, il suo costume.
Lily Evans ride ad alta voce, parlando con una certa Candice - James la guarda attentamente, fino a che non ricollega i puntini e la associa alla sua compagna di stanza.
Ma il problema non è Candice - con un costume per nulla spaventoso da fata - quanto la Evans.
Ha i capelli legati in due buffe code altissime e James si chiede se per caso non stia usando la magia. Indossa dei vestiti strani, forse Babbani ed eccessivamente colorati e... il ragazzo sgrana gli occhi quando la Evans gli urta contro, dandogli una migliore visuale del suo travestimento. Ha due enormi denti davanti.
«Oh, Potter... sei tu! Ho sentito dire che odi Halloween, speravo ti fossi affogato nel succo di zucca per protesta.»
«Mai smettere di sperare, Evans! Esattamente...» la squadra dal basso verso l'alto, e poi ripete l'operazione al contrario. «Cos'è che saresti?»
«Pippi Calzelungue, é una... una cosa Babbana.»
E così dicendo lo lascia solo, in mezzo alla Sala Comune e un'espressione terribilmente confusa.
James Potter odia Halloween, ma una cosa é certa: se lui non la sopporta, Lily Evans non deve averla proprio capita questa festa. Nessuno sano di mente penserebbe allo spavento guardandola in quel momento.








A piè di pagine:
Oggi, con questa piccola raccolta, cado nel cliché dei cliché. Perché nessuno sano di mente penserebbe di affrontare per l'ennesima volta l'Halloween dal punto di vista dei futuro coniugi Potter. Senza contare che, in tempistica, faccio pena: ho cominciato a scrivere ieri ma, per fare il bastian contrario, ho pubblicato solo io. Che dire... la raccolta avrà dieci capitoli: uno per ogni Halloween dei Potter, obsly. 
Magari questa versione (spero) meno clichè e usata dei Potter vi piacerà. Innanzitutto, ho sempre odiato la visione super festaiola di James, e ho voluto tratteggiare  un ragazzino che Halloween proprio non lo sopporta. 
Che altro dire? Siamo a due mesi dall'inizio della scuola: l'amicizia tra i Malandrini è ancora agli inizi, molto immaura e acerba... e lo dimostra la scarsa ma già presente attenzione di James nei confronti di James. 
Per quanto riguarda Lily: lei non sopporta nessuno loro, come si vede da subito nei ricordi di Piton, mentre James è solo un ragazzino indolente. 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Secondo anno, 31 Ottobre 1972 ***


Secondo anno, 31 Ottobre 1972
 

«Ti odio.»
James sbuffa sonoramente, tentando in tutti i modi di allargarsi le bende che gli circondano il corpo.
«Senti, coso» Sirius gli da un colpetto sulla spalla e gli rimette giù le mani. «Era troppo tardi quando hai acconsentito di partecipare ad Halloween... non potevi sperare in niente di meglio. Ho avuto solo mezza giornata per...»
«...riempirmi di bende» conclude per l'amico. «Sono una fottuta mummia, mi hai solo incollato della carta igienica per tutto il corpo con la Magicolla adesiva
«Sei un ingrato!» Ribatté altezzosamente il rampollo dei Black.
«Remus... tu cosa saresti esattamente?»
Il ragazzo, terribilmente imbronciato, alza gli occhi al cielo. «Sirius ha trovato molto divertente farmi vestire da Lupo Mannaro.»
James sbatte gli occhi ripetutamente. Va bene che hanno affermato che il piccolo problema peloso di Remus non sia un problema, ma forse Sirius ha peccato di poco tatto e indelicatezza.
«E tu, Peter?»
L'ultimo ragazzo, seduto dall'altra parte del divano, si stringe nelle spalle. «Non saprei... ha fatto tutto Sirius, mi sono limitato a non contraddirlo.»
«Capito...» James si lancia andare a un sospiro, mentre lancia un'ultima occhiata al suo amico: Sirius é in mezzo alla Sala Comune, le braccia ondeggianti sopra la testa e una certa Candice che ride con lui. «Vado a prendere qualcosa da bere. Vi porterei qualcosa, ma Sirius mi ha bloccato così tanto che temo dovrò fare tutto con la bocca.»
Remus lo rassicura, Peter ridacchia e lui si allontana dal divano. Arrivato al tavolo però si rende conto che la postazione bevande é già occupata.
Lily Evans si picchietta debolmente un dito sulla guancia, le sopracciglia aggrottate e le labbra color fragola arricciate. No, pausa... da quando si sofferma sul colore delle labbra della Evans?
Via, brutti pensieri. Via!
«Evans... ne hai per molto?»
Lei sussulta e si volta di scatto. Non appena incontra i suoi occhi, l'espressione diventa una maschera di fastidio. «Ah... sei tu.»
«Me medesimo in persona» sfodera il suo miglior sorriso.
«Credevo odiassi Halloween» lo squadra attentamente, proprio come ha fatto James con lei l'anno prima. «E invece ora sei una mummia.»
James si stringe nelle spalle... o almeno ci prova, ma la Magicolla di Sirius é davvero efficace. «Ho pensato che questa serata avrebbe perso punti in simpatia senza la mia inestimabile presenza.»
«Certo, sei l'anima della festa» commenta sardonica.
«Ci sto lavorando» ammette infine lui, sconfitto. «Senti, Sirius ha stretto troppo le bende... ti spiacerebbe versarmi un po' di succo di zucca? E magari dirmi da cosa sei vestita, che non lo capisco?»
La Evans si tocca debolmente il cappuccio rosso che le ricopre i capelli. Ecco: con la mantella rossa, i capelli rossi, le labbra rosse e le lentiggini rosse... James pensa che Lily sia un po' un pugno nell'occhio. Ma si vede bene da dirglielo.
«Sono Cappuccetto Rosso» risponde lei, come se fosse ovvio. «E scandalosa l'ignoranza di voi maghi in materia Babbana. Mai sentito parlato della bambina che va a trovare la nonna ma trova un lupo cattivo al suo posto?»
James scuote la testa debolmente, lo sguardo perso tra le mille lentiggini della ragazzina ne ha contate almeno trenta, ma é ancora solo all'inizio.
«E dov'e il tuo lupo?» chiede allora,  guardandosi intorno e trattenendosi un secondo di prima di offrirle i suoi servigi come compagno di travestimento per quella sera.
Che diamine, lui odia Halloween.
«In infermeria, per colpa tua. Severus e io eravamo d'accordo da un mese... e ora sono rimasta con una stupida mantella rossa. Il succo di zucca versatelo da solo, sempre che tu riesca a trovare un po' di spazio tra tutta quella colla e il tuo ego opprimente.»
James sospira. Si guarda intorno: sono tutto troppo occupati a ballare per versargli del succo. Intanto però annota un numero: cinquantasette. La prossima volta continuerà a continuare le lentiggini della Evans.






A piè di pagina:
Ullalà. Altro giorno, altro anno, altra flash inutile. Neanche io lo so perché mi sono sobbarcata in questa mini-raccolta dal nulla, quando ho all'effettivo una long MalandrinixNuova generazione all'attivo da continuare.
Ma che dire, quando i coniugi Potter - che qui si odiano ancora - chiamano, io non posso fare a meno che risponde al grido della mia OTP per eccellenza. Chiaramente, come si può ben capire Lily è ancora moooolto infastidita da James.
Mentre James... beh, è ovvio che l'odio arrivasse solo da una parte, per cui credo che James in questo periodo sia solo un ragazzino un po' sbruffone e decisamente immaturo, che non sa mai quando stare zitto. In più credo che Lily Evans lo incuriosisca... chiaramente ancora non gli piace, proprio no. Però c'è la curiosità di un dodicenne alle prime armi. 

Mi farebbe molto piacerebbe se vi andasse di prendervi un minuto per farmi sapere cosa ne pensate. 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Terzo anno, 31 Ottobre 1973 ***


Terzo anno, 31 Ottobre 1973
 
 

«Non ci posso credere» sbotta per l'ennesima volta Sirius, dando un calcio contro un trofeo. «In punizione e per giunta la notte di Halloween.»
Remus sbuffa sonoramente, inginocchiato poco lontano. «Che ne dici se la smetti di lamentarti e cominci a darci una mano?»
Peter nel frattempo si allunga verso l'ennesimo trofeo. «Ho le mani distrutte... chissà se la festa in Sala Comune è già cominciata.»
Sirius, a quelle parole, ricomincia a piagnucolare. Remus lo ammonisce l'ennesima volta e ben presto tra i due parte un accesa discussione.
James, in silenzio in tutto quel casino di urla (Remus e Sirius), lamenti (a Peter é entrata della polvere nell'occhio) e trofei (ne ha giusto uno in mano su un certo Michael Foster, vincitore del torneo di Gobbiglie... che sfigato!), si limita a scuotere la testa.
Lui odia Halloween, ma quell'anno odia ancora di più Lily Evans che li ha fatti finire in punizione.
E va bene, probabilmente avrebbero dovuto evitare di spingere Mocciosus per le scale. E di riderne. E Sirius, a pensarci attentamente, avrebbe anche potuto non passargli sopra come fosse un pezzo di ornamento per pavimenti.
Ma lei, la Evans, è una spiona di prima categoria e ora per colpa sua si ritrovano a pulire da cima a fondo quell'interminabile Sala.
E Sirius proprio non ne vuole sapere di aiutare, e Remus continua a strepitare neanche fosse sua madre.
É solo due ore dopo che James, con un fastidioso e prepotente mal di testa, svolta l'angolo diretto verso la Sala Comune.
Sirius è dieci passi avanti a lui, Remus alcuni indietro mentre sorregge Peter - alla fine è uscito fuori che della polvere gli é realmente entrata negli occhi, causandogli una reazione allergica.
Ad attirare l'attenzione di James però, che proprio non ha intenzione di infilarsi nella festa di Halloween, sono due voci.
Svolta l'angolo, curioso, e li vede. Lily Evans e Severus Piton parlano concitati, la voce ridotta a un mormorio e le teste pericolosamente vicine.
Una rabbia incontrollata gli invade lo stomaco, mentre un'insolita sensazione di bruciore e calore gli si diffonde per tutto il corpo a quella vista.
Fa giusto in tempo a notare il travestimento della Evans - un enorme ape gialla e nera... ancora una volta, non capisce cosa ci sia di spaventoso - che un'idea gli balena davanti.
Durante quell'anno ha scoperto che Lily ha molte più di trenta lentiggini, per la cronaca é arrivato a sessantotto tra viso, collo e braccia... poi la sua conta é stata fermata dal colletto della divisa. Ma soprattutto, durante il suo terzo Halloween con Lily Evans, James ha avuto modo di constare che quando si arrabbia, queste sembrano quasi accendersi, come sotto incantesimo.
Ridacchia James, mentre la professoressa McGranitt toglie punti ai due ragazzi fuori dalla loro Sala Comune e in orario da coprifuoco.

Chi di spia ferisce...


 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Quarto anno, 31 Ottobre 1974 ***


Quarto anno, 31 Ottobre 1974
 

«Ehi, Jim... è tutto okay?»
James non risponde. Si limita a incassare la testa tra le spalle e vuota in un unico sorso la Burrobirra nel suo bicchiere. Odia Halloween, ma quell'anno fa ancora più schifo del solito.
Avrebbe dovuto capirlo nel momento stesso in cui, scendendo dal dormitorio, ha trovato affisso l'annuncio: la prima uscita ad Hogsmeade, quell'anno, sarebbe caduta proprio il 31 Ottobre.
Giubileo ed eccitazione.
O almeno da parte di Sirius e buona parte della popolazione studentesca. James, dal canto suo, si é limitato a sbuffare.
Ha addirittura accarezzato l'ipotesi di rimanere confinato volontariamente nelle calde e confortevoli mura di Hogwarts.
Ma il broncio di Sirius, unito alle preghiere di Peter e agli occhi tristi di Remus gli hanno fatto cambiare velocemente idea.
Sempre detto di essere troppo buono.
Sua madre non fa che dire che ha il cuore fatto di zucchero, gli ci vuole un attimo perché si sciolga.
«Jim...» Remus gli poggia una mano sulla spalla, gentile. Lo scuote. «Ti sei di nuovo incantato. Cos'è che guardi da tutto il pomeriggio?»
James abbassa gli occhi, nascondendo gli occhi marroni sotto due palpebre pesanti e tremanti allo stesso tempo.
Lily Evans é lì davanti a loro, a un paio di tavoli di distanza. Indossa un vestito così poco da lei e, soprattutto, così poco da Halloween.
Ripensando alla Evans dei primi anni, con le trecce alte, i vestiti colorati ed improbabili, James si trova a riflettere con una certa malinconia a quanto le cose quell'anno siano cambiate tra loro.
Dai battibecchi infantili e superficiali che li hanno caratterizzati nei primi anni, sono passati a delle liti furiose nei corridoio, nella Sala Grande, nella Sala Comune, nel parco... una volta persino nel bel mezzo di una partita di Quidditch.
E tutto questo in soli due mesi di scuola.
James sospira profondamente, mentre agguanta la Burrobirra lasciata a metà da Peter: il suo sguardo, ora vigile e adombrato, scorre lungo la figura di Andrew Boots - sesto anno, prefetto di Corvonero ed esageratamente vicino al viso della Evans.
«James...»
«Mh?»
«Allora... che guardi?»
Lancia un'ultima occhiata alla Evans: sorride al suo accompagnatore, le guance adorabilmente arrossate e gli occhi luminosi. Mormora qualcosa, ridacchia e si alza.
«Niente» risponde infine e si dedica all'ultimo sorso.
«Ehi» borbotta mogio Peter, «Quella era mia.»
«Hai ragione. Te ne vado a prendere un'altra, Pete.»
Si alza in piedi con fretta, interrompendo qualsiasi tentativo da parte di Remus di continuare l'interrogatorio.
«Sapete» interviene Sirius, dopo attimi di silenzio, «Se volete posso dirvi chi sto guardando io, o per meglio dire cosa. Ma le avete vista Candice e le sue tett...»
Un colpo sordo. Sicuramente Remus ha zittito Sirius.
James ridacchia divertito, prima di intercettare un altro sguardo che è lo specchio del suo: Severus Piton siede a uno dei tavoli più in ombra dei Tre Manici Di Scopa, in compagnia di alcuni Serpeverde del suo anno.
Ha il volto scuro, gli occhi imperscrutabili e lo sguardo dritto su Boots.
James non resiste alla tentazione. Controlla che i Malandrini siano ancora impegnati a parlare delle tette di Candice e avanza fino al bagno. Infila una mano nelle tasche e aspetta, lasciandosi andare contro il muro.
Dopo alcuni minuti la porta si apre e...
«Potter! Mi hai spaventata» Lily si porta una mano al petto e sospira, guardandolo truce.
«Si vede che quest'anno ho preso più seriamente questa festa, allora.»
«O più probabilmente sei un maniaco che si apposta fuori i bagni. Non potresti fare qualche passo più indietro? Mi togli l'aria.»
Il Grifondoro ridacchia e diminuisce la distanza tra di loro. «Buon Halloween, Evans.»
«Ma se tu lo odi, il 31 Ottobre. Non sei neanche travestito.»
«Siamo in due, allora. Che fine hanno fatto i tuoi improponibili vestiti colorati?»
«I miei vestiti non sono improponibili, sei tu che non capisci» ribatte lei tagliente e incrocia le braccia al petto. «E per la cronaca, oggi avevo di meglio da fare che festeggiare una stupida festa per ragazzini.»
«Ahia, Evans... e questa frase da donna vissuta da dove viene? Te lo devo proprio dire: non ti dona granché.»
«Cosa, Potter? Oggi sei più incomprensibile del solito.»
«Tutto questo» la indica con uno sbuffo e alza gli occhi al cielo. «Il vestito elegante, le frasi fatte, il trucco... non ti si vedono neanche le lentiggini.»
Istintivamente la ragazza porta due dita a sfiorarti le guance. Dopodiché cambia espressione, come fulminata.
«E questo che vorrebbe dire?»
Che sono fermo al numero centocinquantasei e oggi non posso continuare a contare.
«Che se proprio cercavi un appuntamento, avresti potuto dirmelo. Sono sicuro di essere molto più simpatico di quell'idiota di Boots» risponde invece, con un sorriso sardonico e tono sarcastico.
«Ma per piacere, Potter! Non uscirei con te nemmeno se fossi sotto tortura.»
E così dicendo se ne va via, lasciando con una frustata di capelli rossi in pieno viso.
Sfida accettata, pensa James prima di ritornare al tavolo dai suoi amici.
«Ma James» é l'esclamazione di Peter. «E la mia Burrobirra?»





Note a piè di pagina:
Ahi, ahi, ahi... povero James dal cuore dolorante. E povera me che ormai di Flash non c'è neanche più l'ombra nei miei aggiornamenti. Sono prolissa fino all'eccesso, dannazione a me!
Non mi convince molto questo capitolo. Premesso che io ritengo che il quinto sia l'anno in cui tutto scoppia: la rivalità tra Piton e James, l'odio profondo di Lily, l'eccessivo comportamento di James etc... credo invece che il quarto anno ponga le basi. Qui James non è chiaramente innamorato nè altro, ha un vago interesse unito a un capriccio infantile. 
Lily invece... non so, non mi convince la Lily del quarto anno. Ma infondo abbiamo avuto tutti la fase da "sono troppo grande per queste cose", giusto? 

Mi farebbe molto piacere sapere cosa ne pensate 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Quinti anno, 31 Ottobre 1975 ***


Quinto anno, 31 Ottobre 1975
 

«Ehi, Jim... pensi di poter fare un sorriso? Stai allontanando tutte le ragazze.»
«Pad... fottiti!» James si lascia cadere su una delle sedie della Sala Grande. Non basta Halloween, no! Non basta neanche la Evans che continua a ignorarlo, preferendo la compagnia di quell'idiota di Mocciosus. Silente ha dovuto persino organizzare una festa in Sala Grande. Bleah! «Come vorrei che ci fosse la Luna piena oggi.»
«Tu dici?» Remus gli passa del succo di zucca. «A me invece sta bene così.»
«Oh, scusa. Lo sai cosa intendo, Moony. Che vorrei avere una scusa per non essere qui.»
«Sì, lo so, tranquillo,» gli sorride calorosamente. «L'altra volta è andata bene, vero?»
James non può fare a meno di aprirsi in un'espressione che è lo specchio di quella dell'amico. «Bene? Io direi alla grande. Peccato solo per quel piccolo intoppo con Peter, ma ti assicuro che le altre volte è riuscito a trasformarsi completamente.»
«...Shh!» Remus lo colpisce sul braccio. «Stai urlando come un ossesso. Finiranno per sentirti tutti se continui così.»
«Basta,» Sirius si alza, attira la loro attenzione e si spolvera il vestito da cane («Davvero? Un cane?» è stata la domanda di James, non appena lo ha visto uscire dal bagno). «Vado a cercare tre adorabili fanciulle per noi. E, se riesco, anche una quarta per quando Worm uscirà dall'infermeria.»
«Io passo,» mormora Remus, «E' pericoloso.»
Sirius gli risponde con un gestaccio, prontamente intercettato dalla professoressa McGranitt che «Black! Io non ho... non posso neanche... che disonore! Punizione! E si vergogni.»
Ma James non sta più prestando attenzione: ha individuato una lunga chioma rossa e, come spinto da una forza esterna, si alza per andarle incontro.
Si specchia velocemente nel riflesso di una finestra, si sistema la camicia e... «Evans! Sei un incanto, te l'hanno mai detto?»
Lei alza gli occhi al cielo, rivolge uno sguardo implorante alle amiche ridarelle che si porta sempre dietro e sbuffa. «E tu sei un dispiacere per gli occhi! Non hai nessun altro da importunare?»
«Nah,» si stringe nelle spalle, fingendo una rilassatezza che non gli appartiene. Merlino, a volte vorrebbe solo avere un decimo della compostezza ed eleganza che sfoggia sempre Sirius. «Lo sai che tu sei il mio passatempo preferito.»
«Sono proprio fortunata allora!» fa per dargli le spalle ma James è più veloce, le gira intorno e le si para nuovamente davanti. «Ti va di ballare?»
«Nessuno sta ballando, Potter.»
«Potremmo essere i primi,» sorride e si passa una mano tra i capelli. Improvvisamente, un'espressione di puro fastidio modifica i tratti bellissimi, incantevoli, amorevoli della Evans.
«Gira a largo, Potter. Non è serata e... Merlino, da cosa sei vestito?»
«Studente di Corvonero,» risponde James, come se fosse la cosa più normale del mondo. Tira fuori un foglietto dalla tasca del mantello: «Ho preso una T. Più horror di così... un cervellone che prende un'insufficienza. E tu?»
La Grifondoro alza gli occhi al cielo, incrocia le braccia al petto e assume un'espressione sofferente, quasi morente. «Da Serpeverde.»
Ah!
Una luce sinistra illumina lo sguardo del ragazzo. «Evans, ma lo vedi che è destino? Due menti acute e brillanti come le nostre...»
«No, Potter. E prima che tu lo chieda: ho già un appuntamento per Hogsmeade. Ciao, ciao... ovviamente non è stato un piacere.»
Gli volta definitamente le spalle, una mano sarcasticamente agitata in sua direzione e gli occhi assottigliati. Oltrepassa le sue amiche, diretta verso... boh, James si sforza, ma proprio non capisce il travestimento di Piton,
Sa solo che improvvisamente si sente infastidito, e rifiutato, e gli è persino passata ogni voglia di scherzare.
Godric, lui odia Halloween.
«Ehi, piccolo cervo abbandonato,» Sirius gli passa improvvisamente un braccio intorno alle spalle, facendolo sobbalzare. «Ho trovato ben tre principesse in difficoltà,» indica tra ragazze, che James identifica come tre Corvonero del quarto anno, che li spiano in attesa. «Quale vuoi? La mora, la bionda o...»
«Non la rossa,» borbotta lui, dirigendosi verso le ragazze. In testa solo le parole della Evans e la sua schiena che si allontana velocemente da lui.
Ormai gli sembra di non vedere altro che quella specifica parte del suo corpo.
«Ma non c'è una rossa,» borbotta Sirius, prima di agguantare Remus e lasciar perdere.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Sesto anno, 31 Ottobre 1976 ***


Sesto anno, 31 Ottobre 1976


«C'avete visto che zucche quest'anno, eh ragazzi? Le ho curate tutte da solo. Silente c'ha riposto fiducia in me quest'anno.»
Sirius annuisce energicamente, cercando nello stesso tempo di lanciare il suo biscotto - immangiabile, come avrebbe commentato poi successivamente - a Thor.
«Fantastiche, Hagrid. Le migliori da quando siamo qui» sorride James, con affetto, e si alza in piedi. «Io però adesso devo andare, scusami. Tra gli allenamenti di Quidditch e la punizione con Karpter mi sono arretrato un miliardo di cose.»
«James!» quasi ulula il guardacaccia. «Devi smetterla di fare così, ragazzo, dico io. Ce l'ho detto pure a Karpter che sei un bravo ragazzo. C'ho detto proprio così: "Professore, quello... James... é uno dei migliori qui dentro." Ma lui non ne ha voluto sapere niente.»
James si passa una mano tra i capelli, indomabili come sempre. Un'abitudine che, sebbene nata con i presupposti sbagliati, ormai fa fatica ad abbandonare.
«Che vuoi farci, Hagrid. Quello aspetta solo un pretesto per mettermi in punizione, mi odia.»
«Beh, certo...» commenta Remus, il volto impassibile e le occhiaie visibilmente marcate. «Se evitassi di provocarlo costantemente, magari sarebbe più indulgente nei tuoi riguardi.»
«Se lui evitasse di fare commenti inopportuni, io allora non avrei problemi a essere lo studente modello che tutti volete.» Si infila le mani nelle tasche, «Quello ha delle palesi tendenze sbagliate. Non lo vedete come tratta in modo diverso gli studenti? É pieno di pregiudizi.»
«A me sembra un bravo insegnante, però...» squittisce timidamente Peter, alzandosi a sua volta per seguire l'amico. «Certo, se evitasse di assegnarci tutti quei centimetri di pergamena... vengo con te comunque, non ho ancora finito il mio compito.»
James si trattiene dal fargli notare che l'essere un buon insegnante non equivale, necessariamente, a essere anche una brava persona. Si limita ad annuire e dare una carezza distratta a Thor, appena piombatogli sui piedi.
«Ma Prongs...» Sirius stiracchia le lunghe braccia, alte sulla testa. «È Halloween, non puoi andare in Biblioteca proprio adesso.»
«Devo» è la risposta eloquente del ragazzo, che si scambia un'occhiata complice con Remus.
Quella sera c'è la Luna piena e, con grande sincerità, lui non vede l'ora di sfogarsi un po' nella foresta proibita. E di certo non guasta l'avere una scusa perfetta per saltare la calca di studenti travestiti in modi ridicoli.
«Hagrid» anche Remus si alza, «Ci vediamo domani o dopodomani. Facci sapere quando ti serve una mano... per quella cosetta lí.»
«Sí, Hag!» Sirius gli batte una mano sull'enorme spalla. «Lo sai che ci piace venire con te nella Foresta.»
Hagrid impallidisce mentre James ha già una mano sulla maniglia della porta. «Oh, ragazzi... mica lo so se faccio bene a portarvici con me.»
«Non dire sciocchezze!» lo tranquillizza. «A noi piace la... Evans!»
«La Evans?» borbotta Sirius, «A me non piace la Evans.»
Ma James non lo ascolta. Davanti a lui, un pugno alzato pronto a bussare e un'espressione meravigliata, c'è Lily Evans.
Non la ricorda nemmeno l'ultima volta che sono stati così vicini, però di una cosa è sicuro: é arrivato alla lentiggine numero duecento e si è fermato, mentre i suoi pensieri hanno cominciato a vagare sempre meno casti e più segreti sotto le pieghe della sua divisa.
«Ciao» mormora infine, mentre una strana sensazione di calore si diffonde per tutto il corpo.
Ora lo sa: che Lily Evans gli piace, e anche da matti. Che è stato un idiota con lei... che probabilmente lo è ancora. Che vorrebbe solo contare tutte le lentiggini del suo corpo e baciargliele una a una. E poi fare mattino per parlare e scherzare insieme.
James in realtà sa anche che Lily condivide i suoi stessi pensieri sul professor Karpter, perché non lo guarda mai con rimprovero quando gli risponde in classe. Ma, anzi, molte volte sembra essere sul punto di farlo anche lei.
«James» é un sussurro quello di Lily e lui non può fare a meno di bearsi del suo nome detto da lei, del modo in cui le sue labbra sembrano accarezzarne ogni lettera.
È successo quasi per caso: sono tornati dalle vacanze e Lily Evans erano un po' meno la Lily che era stata negli ultimi cinque anni. Niente più discussioni o litigi in mezzo ai corridoi, ma solo tanti silenzi. Ora lo chiama per nome ma, in compenso, é più distante che mai.
I Malandrini gli passano davanti uno a uno, salutando Hagrid un'ultima volta e borbottando delle parole sconnesse in direzione della compagna di Casa.
Sirius gli lancia uno sguardo d'ammonimento che James intercetta subito. Fa per seguirli, lasciando così libero il passaggio alla Evans, quando qualcosa attira la sua attenzione.
«Sei vestita. Hai la divisa.»
Lily alza un sopracciglio verso l'alto. «Fino a prova contraria la nudità é ancora contro le regole, quindi sì. Sono vestita.»
«Intendo dire che è Halloween e tu non... non hai fatto nulla.»
«Che senso avrebbe?» si stringe nelle spalle. «Le cose fanno già abbastanza paura così.»
James rimane fermo sulla soglia, lo sguardo triste e le labbra curvate verso il basso.
La porta si chiude e Hagrid saluta calorosamente la nuova arrivata.
Il ragazzo fa giunto in tempo a chiedersi se Lily abbia intenzione di passare la serata di Halloween così, da sola nella capanna di Hagrid, quando la risposta gli arriva improvvisa.
Prima ancora di porsi la domanda, James sa già che la risposta è sì. È dall'inizio di quell'anno scolastico che Lily è sola.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Settimo anno, 31 Ottobre 1977 ***


Settimo anno, 31 Ottobre 1977


James incurva le labbra verso l'alto, mentre la risata di Lily gli rimbomba nelle orecchie.
Sempre tenendola ben stretta contro il suo corpo, indietreggia fino a cadere schiena contro il letto. Ora lei è sopra di lui, gli occhi luminosi e le labbra rosso fragola curvate verso l'alto.
E James non può fare a meno di sorridere anche lui, di mostrare a tutto il mondo la sua felicità.
«Guardati» lo ha canzonato Sirius, quello stesso pomeriggio. «Un tempo ti saresti fatto bruciare vivo piuttosto che festeggiare Halloween... e ora partecipi addirittura all'allestimento della Sala.»
James ha provato a rispondergli che fa parte dei suoi doveri da Caposcuola, ma non ha fatto i conti col suo sorriso, e col cuore che ormai sembra correre costantemente una maratona: e allora Remus ha buttato un braccio intorno alle spalle dell'amico, limitandosi a un divertito, quanto profondo «È l'amore, Pad. Ormai l'abbiamo perso nelle infinite lande del mondo femminile.»
«A che pensi?» Lily gli sfrega i denti conto la base del collo e il Grifondoro deve fare appello a tutto il suo autocontrollo per non mugolare come un ragazzino alle prime esperienze.
In compenso, con un agile colpo di reni - sia sempre glorificato il Quidditch, nei secoli e nei secoli - inverte le loro posizioni.
«A te» risponde schiettamente, con lo sguardo perso nei capelli rossi sparsi sul suo cuscino. «Sei bella. E mi piaci da matti,» quasi non ci crede neanche lui di averla davvero convinta a salire nel dormitorio con lui.
A essere sincero, James deve ammettere a se stesso che poco di quel che è successo è merito suo: Lily, quando vuole, sa essere davvero intraprendente e chi è lui per contraddirla?
Nessuno proprio, motivo per cui si è limitato ad abbandonare la partita a Spara Schiocco alcolico contro Peter - prontamente sostituito da Remus - e guidarla su per le scale.
«Sei proprio un adulatore, James Potter.»
La risata di Lily si spegne contro le sue labbra, avvolgendole in un bacio che ha il potere di fargli dimenticare qualsiasi cosa lo circondi.
Non è mai stato un tipo romantico lui, né uno di quelli che si lasciano andare a plateali dimostrazioni d'affetto. Ma lì, con il corpo stretto contro le forme di Lily Evans, le labbra impegnate in uno dei baci migliori di tutta la sua vita e il cuore a mille, James è certo di poter sconfiggere anche la morte.
Neanche un'orda di Dissennatori inferociti e diretti al suo letto sarebbero capaci di togliergli l'euforia che lo invade.
Potrebbe addirittura azzardare a rivalutare la festa di Halloween, se il suo arrivo implica un adorabile Lily vestita da strega.
«Scontata» l'ha presa in giro lui non appena l'ha vista.
«Sono una strega Babbana, è diverso.»
James non si è dato troppa pena di rispondere - né di farle notare che lui, a essere sincero, non ha notato nessuna differenza -, troppo preso dal percorrere con lo sguardo la figura della sua ragazza. Avvolta in quel vestito nero, Lily è senza ombra di dubbio quanto di più bello ed eccitante si sia mai parato sulla sua strada.
«Mi fai impazzire.»
«Che dichiarazioni, signor Potter. Non ci staremo forse prendendo la mano con i sentimentalismi?»
«Chi, io? Giammai, Evans. Solo tanta sincerità.»
E Lily ride di nuovo. E lo fa anche James, perso nel suo viso, nel suo corpo e nel suo cuore.
E insieme si innamorano, come mai prima di quel momento, come mai potrebbero fare con qualcun altro.
Ogni tanto James ci pensa, a tutto quel tempo perso a correrle dietro senza mai concludere nulla. A volte si dice che, oggettivamente parlando, tanti anni dietro una stessa ragazza a farsi rifiutare davanti a tutti... beh, solo un cuore di zucchero come lui ce l'avrebbe potuta fare.
Sirius, in quei momenti e senza troppa delicatezza, gli fa notare che in realtà solo un caso perso come lui avrebbe potuto.
E lui un po' gli da ragione, ma poi Lily oltrepassa il ritratto della Sala Comune, si guarda intorno e si illumina. Con un sorriso forte, fiero, bellissimo gli corre incontro e lo bacia.
A quel punto, James è senz'altro sicuro che sarebbe disposto ad altri sette anni come quelli appena trascorsi, pur di avere ancora una volta il sorriso di Lily Evans nel suo.
«Ma si può sapere che stai facendo?»
«Sto contando, Evans. Non distrarmi.»
«E che cosa conti, esattamente? I minuti che rimangono prima che mi penta di essere uscita con te?»
Sorride. Com'è acidella la sua Lily. Altro che la studentessa modello dal cuore nobile e l'animo gentile che vuole far credere a tutti.
«Ma noi non siamo ancora usciti insieme, baby.» Le lascia un bacio veloce sulle labbra, premurandosi di farlo con uno schiocco forte e rumoroso. Lily mette su un'espressione assurdamente buffa per quel nomignolo che ha l'abitudine di usare quando sono soli. «Non siamo ancora usciti insieme e se per questo io non ti ho ancora invitata. Dopo tanti anni di rifiuti ho sviluppato un problema di autostima nei confronti della Piovra Gigante.»
Lily ridacchia e si alza leggermente col busto per unire le loro labbra. «Ebbene, Potter, pensi di avere dei piani per la prossima uscita?»
«Non saprei... pensi di accettare?»
«In realtà ti ho appena invitato, ma se proprio...» ma James non la lascia finire. Le passa una mano sulla nuca e se la spinge contro, con forza, con passione.
Con tutto quello che in quel momento scoppia dentro di lui.
«Ora però non distrarmi» la bacchetta con un sorriso. «Sto contando le tue lentiggini.»
«Ah! Questa è una cosa notevolmente sconveniente e indelicata da parte tua.»
«Ma io adoro le tue lentiggini, baby. Ti dirò di più, sono anni che cerco di scoprire fin dove arrivino.»
«James Potter» lo guarda allusiva, «Sei sempre stato un piccolo maniaco, allora.»
«Confesso! Sono sessualmente attratto dalle efelidi. Una bella fortuna che tu ne abbia così tante.»
Silenzio. James continua a contare in silenzio, muovendo solo le labbra. Lo sguardo attento e fisso sulle guance della Grifondoro, il dito che ne percorre lentamente e con delicatezza il profilo.
«Allora» la voce di Lily è poco più di un sussurro, «Quante sono?»
«Non lo so» con un sorriso le slaccia il primo fiocco del costume. «Perché non lo scopriamo insieme?»
E lo fanno davvero. Con i sospiri intrecciati, James e Lily contano tutte le lentiggini della ragazza. E, dopo tutti quegli anni, finalmente gliele bacia una ad una.

 

Note a piè di pagina:

I know… assenza imperdonabile e avete ragione. A mia discolpa sono stata letteralmente sommersa di lavoro, studio e (anche se non interessa a nessuno lo dico e lo urlo) dall’ultima revisione prima dell’uscita, con una CE e su Amazon, del mio libro.

Motivo per cui ho dimenticato persino il mio nome in questa settimana..

Ma detto ciò, passiamo a James e Lily, che mi rendono tanto fluff ed emotiva. Tutto perfetto, se solo la Rowling non avesse passato sette libri a bullizzare il ricordo di James e osannare Lily.

In più, ieri ho visto Harry Potter e il prigioniero di Azkaban per puro caso e ora sono molto debole per Sirius e Remus: chi è che ha due pollici, poco tempo e sta per scrivere una simil-raccolta sul 1 Novembre di Sirius dal 1971 al 1981? Ma sì, io! 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3999623