The Forgotten Masterstone

di Duskblade
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'incontro ***
Capitolo 2: *** La citta degli ingranaggi l'accademia delle arti ***



Capitolo 1
*** L'incontro ***


Capitolo 1
L’incontro
 
La notte era illuminata da una luna splendente. Diverse nuvole nascondevano le stelle. Nella foresta due creature stavano dando sfogo della loro forza.
Seifer: “Hei sei diventato lento fratellino forse hai messo qualche chilo di troppo”
Nel voltarsi non lo vedeva.
Belgos: “Ride bene chi ride ultimo”
Con un balzo gli si parò davanti sorpassandolo. Erano entrambi lupi dei ghiacci perenni, lontani da casa. Erano grandi come cavalli, ed erano in grado di parlare con gli uomini attraverso la mente.
Seifer: “Vediamo chi arriva prima al torrente”
Belgos: “Chi perde lascia la colazione all’altro”
Belgos-Seifer: “Ok”
Lo aveva già raggiunto, i due correvano e si sfidavano spesso entrambi non si tiravano mai indietro dalle sfide dell’altro.
Seifer “Ho vinto siiii domani colazione doppia” finendo con un ululato di trionfo.
Belgos: “E bravo il mio fratellino sei sempre il più veloce”
Seifer “Vero e non dimenticare la scommessa”
Belgos” Certo certo”
La loro gara era finita ma ebbero solo il tempo di abbeverarsi, che un segnale luminoso si alzo sopra gli alberi nel cielo.
Belgos “Dobbiamo tornare”
Seifer “Ci scommettiamo un altro pranzo”
Belgos “Quello che vuoi, però adesso andiamo”
I due partirono veloci come non mai. Più volte Seifer si chiedeva come era possibile che vincesse sempre lui, mentre quando c’era di mezzo quell’uomo che li aveva salvati, riusciva a mala pena a raggiungerlo ma mai a sorpassarlo. Probabilmente Belgos aveva molta più resistenza di lui, e quindi non pesava troppo quel pensiero nel suo cuore.
I due arrivarono ad uno spiazzo al centro della foresta. Si ergeva un uomo in piedi che teneva in braccio una giovane donna,
Belgos: “Chi è la donna?”
Alister “Siete arrivati. Non so chi sia, guardando i suoi vestiti sembrerebbe che ha vagato nella foresta, in più è bendata e sulla benda è posto un sigillo che non permette di toglierla. È viva per miracolo, ha diversi graffi e sembra che sia quasi finita in quella trappola. State attenti anche voi, ce ne potrebbero essere altre in questa foresta, grosse buche con pali appuntiti”
Seifer “Sì ma adesso che facciamo”
Alister “Gli daremo protezione e sarai tu a scaldarla mentre io cerco della legna per il fuoco e dell’acqua. Belgos cercherà del cibo”
Seifer: “Aspetta perché proprio io? Può farlo Belgos”
Alister “Sta tremando e tra i tre il più caldo sei tu, anche se a volte sai essere peggio di un iceberg” finendo con una risata simpatica gli pose la ragazza sulla schiena, e accarezzandogli le orecchie disse: “Mi fido di te, e stai in guardia. Se ci sono quelle trappole vuol dire che possono esserci anche degli orchi nei paraggi”
Belgos “Fai attenzione fratellino”
Seifer andò ad accovacciarsi vicino a dei cespugli, ai piedi di un albero. Da quel lato la foresta era troppo fitta perché potesse arrivare qualcuno, e poteva sorvegliare tutta l’area con facilità.
La ragazza era deperita e i vestiti logori, ma almeno aveva smesso di tremare. Il suo viso si affossava nel pelo folto, e la sua mano stava accarezzando la pelliccia mentre nel sonno parlava, un po' delirante, di quanto fosse bello quel letto caldo, e di non volersene andare. A Seifer piaceva l’odore di quella ragazza, gli annusò il volto, si rese conto che aveva la febbre alta. Sicuramente Alister avrebbe preso anche qualche erba medicinale per la situazione. Si era distratto nel guardare l’innocenza di quella persona, sotto certi aspetti gli ricordava proprio Alister, al loro primo incontro. Ero solo un cucciolo, ma sia io che mio fratello siamo con lui ormai da cinque anni, non potrei fidarmi di nessun altro...
Stavo ripensando al passato quando senti un ramoscello spezzarsi. Stava arrivando qualcuno. Annusò l’aria e scrutò nel buio. Erano passate un paio d’ore e le nuvole si erano fatte più folte, la luna ora si vedeva appena.
Seifer “Uno, due, tre... tre, no sono quattro… devo stare attento, e fare silenzio”
Gli orchi si avvicinarono alla trappola che era stata ricoperta.
Orco “La ragazza non ci è finita dentro e non c’è nessun animale. Eppure, si vede che è scattata. Un momento! C’è un brandello di veste. Sì, l’odore è di quella ragazza. Che facciamo Craken?”
Craken “Non sarà molto lontana… Quel vecchio! Ma non voleva che la prendessi in moglie e che la facessi mia, diceva che la sua sacralità non doveva essere sfiorata. È una donna! Che sacralità può avere se non dare gloria all’essere più forte del villaggio? Ma ora sono io il capo villaggio, lui non esiste più e posso fare quello che mi va. Dividerò le mie gioie con voi che mi siete stati leali, mi avete anche aiutato a sconfiggere quel vecchio.” Finendo con un ghigno malefico.
Seifer “Bestia immonda! Non si parla così della vita altrui.” Sentiva il sangue ribollirgli, ma doveva stare calmo, anche se gli sarebbe piaciuto dargli una lezione. Mentre stava pensando a queste cose la ragazza cacciò un urlo, si alzò di petto. Ma poi a causa della febbre alta che aveva, svenne di colpo.
Seifer “Siamo stati scoperti, meglio così! Ora posso portare giustizia” Soffiò il suo alito gelido. I lupi dei ghiacci perenni possono controllare il ghiaccio ma esistono lupi che non hanno questo dono. Ma hanno una forza straordinaria. In questo campo i due fratelli si compensavano, uno aveva il potere l’altro la forza, ma entrambi valevano più di cento uomini.
Aveva creato una nebbia fitta e la temperatura si era abbassata di parecchio. Silenziosamente uscì dal cespuglio, facendo meno rumore possibile. Caricò e con un balzo fece cadere l’orco che era più vicino alla trappola. Poi scaglio una freccia gelida in aria che si apri ad ombrello, era il segnale che era stato attaccato. Ed un'altra freccia, che però, l’orco percepì e schivò, seppur scivolando alla base della trappola. Seifer caricò quello che sembrava essere il capo, Craken, così l’avevano chiamato gli altri orchi, quando vide la nebbia dissolversi, ed una grossa ascia andare nella sua direzione. Il fendente era lento ma eccezionalmente forte. Schivò il colpo ed indossò la sua armatura di ghiaccio. Ora che sapeva che in quel gruppo c’era chi poteva usare la magia, non poteva abbassare la guardia.
Craken “Un lupo dei ghiacci qui. Mi faro una blusa con la tua pelliccia e dopo prenderò quella ragazza”
Seifer si era già messo tra loro e la direzione in cui lei si trovava. Non avrebbe permesso a nessuno di toccarla. Dopo le raccomandazioni di Alister, non lo avrebbe mai deluso.
Craken “Resta lì, tanto morto già sei. Non hai speranze contro noi” Nel tentativo di fare un passo si rese conto che non poteva muoversi, le sue gambe erano già state bloccate dal ghiaccio.
Seifer “Forse tra mille anni!” Stava per caricare, ma si fermò ed una freccia lo colpì alla zampa anteriore destra.
Craken “Non te ne eri accorto vero? Il più abile degli assassini, Fheit! Scommetto che ora non sai più dove si trova, comunque ora sei tu quello immobile. Le nostre frecce sono sempre avvelenate e paralizzano la preda, non c’è gusto migliore che vedere da vicino il terrore nei loro occhi prima di morire” Con una sferzata d’ascia spezzò il ghiaccio e si diresse dal lupo. Mentre l’incantatore gli chiedeva di aiutarlo perché non riusciva a sciogliere il ghiaccio, nemmeno con la magia.
Seifer avrebbe potuto schivare con facilita quella freccia, ma se lo avesse fatto, avrebbe colpito la ragazza. L’orco gli si avvicinò, alzò l’ascia dietro di sé e sferzò il colpo. Il suo pugno si scagliò al suolo mentre lascia ruoto spezzandosi dietro di lui. Si voltò solo per vedere un altro lupo totalmente nero con occhi rossi che con la zampa aveva sfondato il petto del suo compagno, il quale era ancora bloccato nel ghiaccio.
Craken sentì un brivido lungo la schiena, era come se la morte lo stesse accarezzando, ed era in quegli occhi. Solo per puro istinto del guerriero, non si paralizzò e reagì prendendo il collo di Seifer.
Craken “Un altro lupo dei ghiacci! So che tra voi i legami sono più forti persino di quelli tra parenti e se fai un altro passo, spezzo il collo al tuo amichetto.”
Belgos “Se lo fai, morirai nello stesso istante”
Nel frattempo, il secondo orco che era scivolato nella buca, riuscì ad uscire, seppur con qualche graffio. Tirò fuori i suoi uncini e disse “Bene bene, ora ci divertiamo”
Seifer “Stai attento fratello! Ce n’è un altro nascosto, non so dove, ed è molto abile con le frecce. Penso sia lui il più pericoloso”
Craken “Cosa hai detto feccia?” disse schiacciandolo a terra.
Belgos ringhiò furioso.
“Ora basta! Lasciate stare queste povere creature, non state cercando loro” La voce di una ragazza ruppe quell’atmosfera. Ella si reggeva a mala pena in piedi, appoggiata all’albero. “Verro con voi ma lasciate andare loro, non appartengono neanche a questa foresta” si avvicinò a Seifer “Sei stato ferito per colpa mia, mi dispiace. Non valgo il tuo sacrificio. Vi prego, lasciate che mi catturino e andate per la vostra strada. Infondo non mi conoscete neanche”
Seifer poteva vedere le sue lacrime, non erano le prime che aveva versato... e qualcosa gli diceva che non poteva finire così.
Craken “E’ ora di porre fine a questo scontro!” Estrasse da dietro le spalle una spada bastarda, spintonò la ragazza, e lasciando il lupo a terra, vibrò il colpo. Anche l’altro orco caricò il lupo nero con il tentativo di arpionarlo, ma questi scomparve nelle ombre, come se si fosse teletrasportato in un istante, comparendo davanti a Craken proprio sopra a Seifer. Il colpo del capo degli orchi era violento, ma lo sguardo di Belgos lo sbilanciò e la sua mano fu fermata dalla mano di un uomo. Nel frattempo, la lama dell’arma frantumò una cupola di ghiaccio che Seifer aveva eretto nell’istante stesso che Belgos si era posto come scudo.
L’uomo che aveva bloccato la mano di Craken, dandogli le spalle e ponendosi in mezzo loro, ruotò su sé stesso e spinse l’orco con una violenta spallata, il quale cadde all’indietro di un paio di metri, a causa dello sbilanciamento causato prima.
Belgos” Sei arrivato!”
Guardai Seifer “Sei stato ferito. Scusa, avrei dovuto stare più vicino. Mi sono allontanato troppo. So che ti farà un po' male ma devo toglierla” Estrassi la freccia appena finii la frase.
Seifer, dopo un piccolo guaito, fece scomparire l’armatura di ghiaccio, dicendo: “Potevi contare almeno fino a tre”.
Belgos gli si avvicinò con sguardo dispiaciuto, perché anche lui si era allontanato troppo, e gli leccò la ferita.
La ragazza si espresse “Vi chiedo scusa. Non so chi siete e il vostro animale mi ha protetta. Non voglio recarvi altri danni, loro cercano me” Ma la interruppi “Il mio nome è Alister, tu come ti chiami?” 
“Non ho un nome, al villaggio mi hanno sempre chiamata Mistral. Ero la serva del capo villaggio che però mi ha cacciata due settimane fa, non so il perché”
Alister “Mistral, è così che ti chiami?”
Mistral “Ho avuto diversi nomi, Mistral è quello che è durato di più.”
Craken “Hei forestiero, quella donna ora è mia! Prendi i tuoi sporchi lupi e vattene!”
Mi voltai “Sei ancora qui? Vuoi davvero morire! Ti ho lasciato il tempo di andartene, nessuno tocca i miei lupi e rimane impunito, ma voi orchi siete stupidi. Vattene adesso e ti risparmio”
Craken “Prendo solo la ragazza allora”
Alister “No, lei resta come risarcimento per aver ferito il mio amico”
Craken “Stai scherzando vero? Hai un lupo paralizzato e noi siamo armati e molto più forti di te. Con quale arma poi? Sei pure disarmato”
Mistral “No, vi prego, vi uccideranno”
Seifer “Mistral, stai vicino a me e lascia le cose così come sono?”
La ragazza si girò verso il lupo a terra. “Ma io… io non…”
Alister “Non ti preoccupare e stai vicino a lui. Non c’è posto più sicuro, tranquilla”
Belgos “Alister stai attento! Ce n’è un altro ben nascosto, è lui che ha ferito Seifer. Appena lo avrò individuato, lo eliminerò.” Alzai la mano in segno di approvazione.
Alister “Scusate se vi ho fatto aspettare, vediamo allora come ve la cavate” dissi sarcastico agli orchi. Portando la mano sinistra al cuore e stendendo il braccio destro a lato, i due bracciali con le pietre che avevo al polso si illuminarono. Comparve sul braccio sinistro una spalliera con un grosso guanto d’arme, e nella mano destra una grossa spada a due mani, che spesso usavo anche con una mano.
Mi diresse verso di loro appoggiando la spada sulla spalla. I due orchi iniziarono a spostarsi sui lati. Era prevedibile un attacco ai fianchi! Pensai. Alzai la spada al cielo, ogni volta che lo facevo era come se prendessi le misure della portata e mi sentivo dentro una cupola. Niente poteva colpirmi eppure quella non era una posizione di difesa. Restai lì immobile, ad aspettare la loro prima mossa. Era chiaro che stavano per fare un attacco sincronizzato, ed infatti partirono contemporaneamente dalle distanze opposte. Alla sinistra avevo quello con dei grossi uncini, alla destra quello con la spada bastarda. Non potevo solo parare i loro attacchi, probabilmente uno avrebbe cercato di tenermi fermo mentre l’altro doveva rendermi a brandelli. Tecnica semplice, ma efficacie, soprattutto perché, era chiaro che il tempo di reazione di scarto dei due, era pari a zero. Sarebbe impossibile schivare un doppio attacco, a meno che non si creava quel secondo in più per evitarlo o pararlo.
Feci un passo verso l’orco con gli uncini e calai il mio fendente. L’orco riuscì a schivarlo facendo un balzo indietro.
Craken “Sei mio! Muori!”
Il colpo era particolarmente forte, ma il passo che avevo fatto, fu sufficiente per darmi il tempo necessario per ruotare la spada e parare il colpo. Le lame erano sopra la mia testa. Gli orchi restarono stupiti, con un solo braccio ero riuscito a parare un colpo del genere.
Craken, stringendo i denti e mettendo ancora più forza nelle braccia, mi disse “Ti schiaccerò come un insetto”
Non gli risposi neanche, divelsi la spada spostandomi di lato. Con tutta la forza che ci stava mettendo, il suo peso era troppo spostato in avanti, e girandomi su me stesso, gli tirai un pugno col guanto d’arme, che lo fece ruzzolare per terra. Feci appena in tempo a girarmi. Tre frecce erano entrate nel mio campo di azione. Riuscii a malapena a spezzarne una, mentre un’altra mi colpì alla spalla dove avevo il guanto d’arme. Una terza freccia stava andando verso Belgos. Lo vidi scattare repentinamente e afferrare quella freccia come se gli avessero lanciato un legno. Niente di meno da te, amico!
Belgos partì di scatto, mentre io feci un salto verso l’alto all’indietro, e mi ritrovai in groppa a lui.
Alister “Sai dove si trova?”
Belgos “Non può più sfuggirmi! Terzo albero, in cima, appena dietro l’imbocco di quel sentiero in ombra!”
Alister “Perfetto, allora tiriamolo giù”
Appena arrivati poco più in là, dove si stagliava una grossa ombra di un albero, i due scomparvero.
Craken “E’ la nostra occasione prendiamo la ragazza e andiamo”
Non fece neanche in tempo a dirlo che sia lui che il suo compagno avevano di nuovo almeno un arto bloccato dal ghiaccio.
Seifer “Restate li, è meglio!”
In quel momento, sentirono il rumore di un albero che stava cadendo, e Alister che ricomparve dall’ombra dell’albero, mentre Belgos usciva tranquillo dal sentiero dicendo “Qui abbiamo finito.”
Craken “Hai usato il salto nelle ombre! Chi sei tu? Non sarai tu il ricercato di cui si parla ultimamente?!”
Alister “Spero che siate abbastanza intelligenti da aver capito con chi avete a che fare. E non provate neanche a seguirci dopo che vi sarete riorganizzati”
I due orchi anche se si sarebbero potuti liberare dal ghiaccio restarono immobili. Passai al loro fianco senza fare nulla e mi diressi dalla ragazza “Sai dove andare?”
Mistral “Veramente no”
Alister “Allora sarei felice se ti unissi a noi, però non puoi ancora camminare, sei debole e hai bisogno di cure. Stai tranquilla, ti porterà Belgos”
Intanto diedi una fiala di pozione a Seifer “Come va la ferita?”
Seifer “Sto bene, sono riuscito a neutralizzare il veleno, posso muovermi. Non c’è bisogno che bevo quella roba” arrossendo leggermente perché si vergognava.
Alister “Certo, così riattivi il veleno rimasto! Bravo genio! Ora sta zitto e bevi”
Bevuta la pozione, Seifer divenne un lupo normale. Lo presi in braccio caricandolo sulle spalle, e iniziai ad incamminarmi, mentre Belgos si era accucciato accanto alla ragazza per facilitarla nel farla salire, e mi seguì subito dopo.
Craken: “E’ vero quello che dicono di te? Che hai sconfitto una legione tutto da solo? Sei tu quello di cui parlano, quello dalla taglia di 1.000.000 di blackberry”
Ci allontanammo senza più considerarlo. “HEI HEI, PARLO CON VOI, RISPONDIMI!!” gridava ancora. Ma fu totalmente ignorato.

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Capitolo 2
*** La citta degli ingranaggi l'accademia delle arti ***


CAPITOLO 2

La Città degli Ingranaggi – L’Accademia delle Arti

 

Ci incamminammo lungo il sentiero nella foresta. Proseguimmo tutta la notte fino a raggiungere, al mattino presto, al sorgere del sole, un ruscello, dove ci accampammo per fare colazione.

Durante tutto il cammino non ci fu modo di intavolare una conversazione, considerò Mistral. La noia di quel silenzio le fece venire sonno. Anche se era ancora scombussolata, la pelliccia di Belgos era così soffice, che cedette al sonno.

Quando si svegliò, si sentiva un dolce profumino di erbe e uova strapazzate.

Mistral “Dove siamo? E qual è la meta che volete raggiungere messere?”

Belgos e Seifer trattennero a stento delle risate nel sentire chiamare il loro amico messere.

Respirai pazientemente, mentre mi grattai la fronte con un dito, e con un colpo di tosse per schiarirmi la voce, le dissi: “Niente messere”

Mistral “Va bene… ser Alister”

Alister “Non sono un cavaliere”

La ragazza era visibilmente crucciata non sapendo come fosse meglio chiamarmi nel rivolgersi a me.

Mi scompigliai i capelli con la mano poi le dissi: “Basta Alister. Piuttosto, avrai fame… ho preparato una tisana e delle uova, spero che ti piacciano.”

Sorridendo gentilmente Mistral mi disse: “Sì grazie, accetto volentieri”

Belgos e Seifer, che avevano assistito, incalzarono “E per noi, mio signore, cosa c’è di buono?”  “Sii messere, cosa c’è per noi” sogghignando fra loro.

Uno mio sguardo gelido li rimise in riga, e gli risposi “Per voi un po' di carne esiccata” che gli lanciai e che i due presero al volo.

Mistral “Sono davvero buone le uova… Posso chiedervi dove siamo diretti e cosa volete fare di me”

Alister “Ti ringrazio… Ma cosa intendi con “cosa volete fare di me”?”

Mistral “In genere mi vendono e mi cambiano nome. Una persona che non vede a causa di una benda che non può togliere è un peso; quindi, in genere è così che finisce sempre”

Alister “Ora capisco perché dici di avere diversi nomi, ma voi cosa sapete fare? Come siete sopravvissuta fino adesso e come pensavate di sorpassare la foresta, se non potete vedere?”

Mistral “In effetti… io vedo qualcosa… vedo le energie. Quelle della terra, degli alberi… Non vedo come voi, ma posso distinguere se c’è qualcuno. La vostra energia è molto grande ed ha un colore piacevole, non credo che voi siate la persona che pensava Craken. Una persona del genere non sprigionerebbe una luce così calda, cosi come anche Seifer, ha un’energia azzurra e bianca come il ghiaccio; solo Belgos non riesco a percepire in lui un colore distinto, eppure è come se mi avvolgesse, come se fosse un lampo rosso che appare e scompare. È il primo che vedo così. Per quanto riguarda me, so cantare, suonare, ballare, e fare qualunque attività domestica… per esempio, io avrei aggiunto del rosmarino selvatico alle uova, sarebbero state strepitose”

Alister “E dove troverei del rosmarino selvatico?”

Mistral “E’ proprio lì, ne percepisco un po' di energia, dietro a Belgos”

Belgos “Confermo qua c’è un bel cespuglietto”

Non commentai.

Mistral “Però, voi continuate a non rispondere alle mie domande, e me ne fate sempre delle altre”

Alister “Davvero?”

Mistral “Lo avete fatto anche adesso”

Restai in silenzio.

Mistral “Ebbene, non dite più nulla?”

Alister “E che ti dovrei chiedere cosa volessi sapere, e non volevo farti un’altra domanda”

Belgos e Seifer si misero una zampa sulla faccia.

Mistral scoppiò in una risata contenuta, chissà, forse pensava che lo stessi facendo apposta per farla stare a suo agio. Appena si ricompose mi chiese di nuovo dove eravamo diretti.

Pensai che fosse bello sentire di nuovo le risate spontanee di qualcun altro. Mi mancavano i momenti con i miei commilitoni, e lo scherzare davanti ad un fuoco… Ora eravamo rimasti solo noi tre. Presi fiato e guardando in alto nel cielo gli risposi “Stiamo andando alla città degli ingranaggi, c’è una persona che devo incontrare, e forse, potrà fare qualcosa per i tuoi occhi. Non ho intenzione di venderti a nessuno! Sarai libera di scegliere come vivere la tua vita e di chiamarti come più ti aggrada. Quindi: quale sarà il tuo nome da libera?”

Mistral “Dite sul serio?”

Belgos e Seifer risposero completando a vicenda la frase l’uno dell’altro “Non mente mai” “Quando dice che fa una cosa” “Non si ferma, finché non la fa”

La ragazza disse “Allora, se non vi dispiace, vorrei essere chiamata Aisha”

Misi una mano sulla testa della ragazza, accarezzandole i suoi folti capelli, le dissi: “Piacere di conoscerti, Aisha. Noto che non hai più la febbre, è un buon segno.”

Aisha arrossì al gesto e poi chiese “Ma se non sbaglio, eravate stato colpito ieri. Come va la vostra ferita?”

Alister “Veramente ha perforato una parte della spalliera, ma non abbastanza da colpirmi… comunque, non è necessario tutto questo darmi del voi, puoi darmi del tu”

Aisha: “Come volete… cioè, come vuoi” poi cambiò discorso “Sentite, perché non sfruttiamo il fiume qui vicino e non ci facciamo un bagno? Di certo ne avrete bisogno tutti! Io non vedo l’ora di togliermi tutto questo sporco di dosso” e alzandosi si diresse verso il fiume spogliandosi.

Adesso ero io che arrossivo. Mi voltai dall’altra parte, costringendo anche Belgos e Seifer a girarsi.

Aisha “L’acqua è stupenda… è così fresca, non volete farvi un bagno anche voi?”

Alister “Preferisco dopo, sai dopo mangiato non è bene farsi il bagno” la voce mi uscì più timida del dovuto.

Mentre quei traditori di Belgos e Seifer scattarono contemporaneamente e si gettarono in acqua, mettendosi a giocare con lei. Si potevano sentire le loro risate mentre si schizzavano con l’acqua.

Quando uscirono dall’acqua, la ragazza si scaldò tra i due lupi, mentre i suoi vestiti si asciugavano, ed io ne approfittai per farmi un bel bagno.

Ci fermammo mezza giornata, mentre ero ancora nel letto del fiume, sentii una dolce melodia innalzarsi tra i lupi. Era Aisha che aveva iniziato a cantare con una voce calda e dolce una vecchia cantilena. Sembrava che potesse guarire anche le ferite più vecchie del cuore… Stranamente ci sentimmo tutti pieni di energie e con una profonda calma.

Ci rimettemmo in viaggio. La città distava altri 2 giorni che proseguirono tranquilli, con risate e piacevoli conversazioni.

Prima di entrare in città, diedi a Seifer e Belgos la pozione per renderli lupi dalle grandezze normali. Mi misi un mantello del camuffamento, non potevo essere riconosciuto, e avere Aisha con noi, avrebbe reso le cose più semplici, visto che era chiaro che probabilmente a quest’ora stavano cercando un uomo con due lupi.

 Ci dirigemmo verso la locanda conosciuta come La cetra dorata. Affittammo una stanza e lasciai Aisha e i lupi alla locanda.

Belgos “Non sarebbe meglio se veniamo anche noi?”

Alister “Mi piacerebbe, ma all’Accademia delle arti ci riconoscerebbero subito. Magie di questo basso rango, lì, vengono viste ad occhi chiusi. Faccio prima ad entrare senza farmi vedere, celando la mia presenza. Tranquillo, Scarlet mi accoglierà a braccia aperte. È una vita che non ci vediamo”

Uscii dalla locanda e mi diressi verso la Via dei mercanti. Presi del sidro e i biscotti che piacevano a Scarlet. Sapevo che non potevo entrare dalla porta principale, così seguii il percorso che facevamo da ragazzi, su per i tetti, un salto di quattro metri, e giù per l’abbaino del tetto. Era la nostra terza entrata segreta!

Entrai e mi diressi giù verso le stanze. Scarlet è sempre stato un tipo molto attento e meticoloso, per non parlare della sua mania del pulito. Quindi, riconoscere la sua stanza in quella vecchia accademia, era facile: era senza alcun dubbio quella con la porta più nuova.

Entrare era stato semplice. Preparai sul tavolo i biscotti e mi misi a cercare dei boccali per il sidro. Quando ebbi finito, mi sedetti ad aspettare il suo arrivo.

Passarono un paio d’ore, che mi sembrarono interminabili, quando sentii finalmente girare la chiave nella porta. Decisi di nascondermi per fargli una sorpresa.

Osservai Scarlet entrare, era sempre concentrato su qualcosa, con una pigna di libri in mano. Si avvicinò alla scrivania e vide sia i biscotti che il vino. Prese un biscotto, mentre io mi stavo avvicinandomi a lui, senza fare nessun rumore, per coglierlo di sorpresa… ma fui travolto da un’onda d’urto che mi scaglio contro il muro.

Scarlet “Con che coraggio osi entrare, dopo quello che hai fatto?!”

Alister “Scarlet, stai calmo! Parliamone! Ho portato i tuoi biscotti preferiti e del vino, perché non parliamo civilmente come ai vecchi tempi?”

Scarlet “Facciamo così: prima ti uccido e poi parliamo!” Dopo di che, con voce tonante, pronunciò le parole “Spazius Tempus” e sia io che lui, fummo catapultati in una dimensione creata da lui, che avvantaggiava lui e dava ogni tipo di svantaggio a me. In più, sembrava che potesse piegare e ridisegnare quella zona, a suo piacimento.

Alister “Sei diventato davvero forte! E sembri davvero arrabbiato… ma se mi lasci spiegare…”

Scarlet non voleva ascoltarmi, in quella dimensione poteva fare ciò che voleva senza trattenersi, perché lì, non avrebbe fatto danno a niente e nessuno, a parte coloro che erano dentro la dimensione da lui creata. E a quel punto mi scagliò una palla di fuoco.

Riuscii a schivare il colpo, ma finii a terra. Il pavimento era in continuo movimento, non era semplice mantenere l’equilibrio, Scarlet creò immagini di sé stesso per tutta la stanza, era impossibile distinguere l’originale dalle copie, e da tutti partivano dardi e altri incantesimi. Ne schivai alcuni, poi fui colpito prima da una palla di fuoco e poi da un pugno folgorante. Non sarei resistito a lungo, e lui non aveva alcuna intenzione di ascoltarmi. Avrei dovuto impegnarmi. Richiamai la mia armatura e la mia spada.

Scarlet “Finalmente hai deciso di fare sul serio! E dimmi, ucciderai anche me, come hai fatto con i tuoi uomini? Come hai fatto con Eufonia? Ti avevo chiesto espressamente di proteggerla! Ed ora, non solo Eufonia è sparita, ma al posto del mio vecchio villaggio, c’è un cratere di 30 metri! Non è rimasto niente! Che razza di potere hai cercato? CHE COSA HAI TROVATO, CHE VALESSE LA VITA DI TUTTE QUELLE PERSONE??” Mentre mi vomitava addosso tutta la sua frustrazione, evocò una Pioggia di Meteore, senza alcun dubbio il colpo migliore che un mago poteva sferrare! Ma non si fermò lì. Aveva plasmato il pavimento, in modo da bloccare ogni mio movimento, bloccando le mie gambe. Non mi restò altro da fare se non alzare tutte le mie difese.

Subii il colpo, lo incassai tutto, tanto da cadere in ginocchio. Sentii la sua rabbia, in fondo ne ero consapevole. Lo accettai, ma non sopportavo che lui mi credesse capace di una cosa del genere. Fui pervaso dalla rabbia. Quel colpo di certo era potente, e aveva usato già gran parte delle sue energie magiche. Infatti, ora il terreno non si muoveva più, se non avessi avuto la mia armatura sarei morto! Ma ora non potevo più mantenerla attiva.  Richiedeva una gran parte di energia e decisi di restare solo con la spada. Guardai l’area circostante. Erano rimaste cinque immagini di Scarlet, una doveva essere quella vera. Alister “Bene, bene. Sembra proprio che tu non voglia ascoltarmi, allora facciamola finita” mi aiutai con la spada a rialzarmi.

Scarlet “Mi dispiace Alister! Tu eri come un fratello” una lacrima rigava il suo viso, e mi disse “Questo è un addio”

Si stava concentrando per il suo miglior incantesimo, non avevo mai visto un’energia simile! Aveva superato ciò che era umanamente comprensibile… ma quelle lacrime lo tradirono. Le immagini non hanno sentimenti. Mi scagliai con la spada, con tutta le mie forze, addosso a lui. Ma poco prima di arrivare feci cadere la spada, e lo colpii con tutta la mia forza, con pugni diretti, prima alla bocca dello stomaco, poi al volto. Non ci avevo visto più, non riuscii a trattenere la mia forza, tanto che Scarlet perse i sensi. Tutto lo spazio dimensionale si annullò, ed entrambi ci ritrovammo di nuovo in camera sua.  Subito dopo, mi accasciai a terra affianco a lui, sfinito.

Aspettai che riprendesse i sensi.

Scarlet “Perché non mi hai ucciso? Io stavo per farlo” mi disse mentre si copriva con il braccio gli occhi a nascondere le lacrime.

Alister “Lo sai che non potrei mai, lo hai detto tu, siamo fratelli” dissi sorridendo.

Scarlet “Cosa è successo realmente ad Eufonia e al villaggio? Hai fatto tu quel cratere? Come hai fatto?” mi tempesto di domande.

Alister “Siediti, avevo portato sidro e biscotti proprio per raccontarti tutto”

Gli raccontai come l’impero, che prima servivo, aveva dichiarato infruttuoso il villaggio e dispendioso da mantenere, tanto che aveva ordinato il suo sterminio. Cercai di convincere il Generale Castiago che non serviva arrivare a tanto e che, alla peggio, si sarebbero dovuti mantenersi e difendersi da soli, senza più alcun ausilio o aiuto da parte dell’impero. Pensavo di averlo convinto, aveva ritirato le sue truppe. Allora sono andato a trovare Eufonia, tua sorella, che ti porta i suoi saluti e ti fa sapere che sta bene”

Scarlet mi interruppe bruscamente e prendendomi per il bavero, alzando la voce, mi disse “Cosa??? Eufonia è ancora viva e tu me lo dici solo adesso? E dove si trova? Perché non riesco in nessun modo a comunicare con lei? Cos’è che non mi dici? E poi, puoi smettere di fare delle briciole con i biscotti, ma dà sui nervi!!”

Alister “Se mi… lasci… respirare… ora ci arrivo…” Finalmente mi lasciò. Presi un po’ di sidro e ripresi il racconto “Devi sapere che i miei uomini erano rientrati con Castiago. Quello che non sapevo è che loro stavano cercando questa” Tirai fuori dalla tasca della mia blusa, una collana con attaccata una pietra sferica dai colori vivaci.

Ripresi a raccontare “Non mi ero accorto che ero stato seguito, o forse c’era un incantesimo di sorveglianza, fatto sta che scoprii che questa pietra è una Pietra dei Mondi, e Castiago la voleva. Decise di tornare. I miei uomini, che erano lì con lui cercarono di fargli cambiare idea, ma furono tutti dichiarati traditori. Iniziò una battaglia e, puoi solo immaginare come andò a finire. Quando uscii dal villaggio, vidi l’armata di Castiago che stava avanzando. Io non sapevo cosa fosse successo ai miei uomini. Quando lo scoprii non ci vidi più, e con me neanche Belgos e Seifer. Non potevo più restare a guardare, volevo cambiare le cose, a poco a poco, dall’interno… Ma ho fallito! Mi sono ribellato e abbiamo iniziato la battaglia. Sconfissi l’intero esercito di Castiago, mentre Eufonia usò questa pietra per sigillare il villaggio e tutta l’area circostante. Mi ha detto che quando tutto sarebbe finito, tu avresti trovato il modo di rimettere le cose a posto, e che potevi star tranquillo: finché sono all’interno di quella pietra, non gli sarebbe mancato niente, perché il villaggio era in grado di autosostenersi” Misi la pietra tra le mani di Scarlet “Ora sei tu, che ne devi avere cura. È una tua responsabilità.”

Scarlet ora poteva sentire la presenza di Eufonia, ma mi chiese “Scusa, come hai fatto con Castiago?”

Alister “Il nostro era un combattimento alla pari, nessuno dei due riuscì a prevalere sull’altro. Lo scontro terminò solo dopo che tua sorella riuscii ad attivare quella pietra. Una volta attivata, Castiago perse ogni interesse, dicendomi che ora era inutilizzabile”

Scarlet “Le voci che sono arrivate erano che tu fossi impazzito, e che l’impero si sarebbe impegnato a fare giustizia, sia per gli abitanti del villaggio, sia per i compagni traditi. Scusa se ho ceduto al dubbio, ma quando ho visto il villaggio tramite gli Specchi… che non esisteva più, e il fatto che non riuscivo a comunicare, con nessuna magia a me conosciuta, con Eufonia, non ci ho visto più. Mi serviva qualcuno sui cui sfogare la mia frustrazione. Ma, ora tu cosa intendi fare?”

Alister “Hai mai sentito parlare dei 7 Imperatori?”

Scarlet “Coloro che dominavano il vecchio mondo sotto un unico vessillo?”

Alister “Sì esattamente. Ho scoperto che hanno lasciato un Artefatto Composito, in grado di unire qualsiasi tribù, popolo o razza se riunito. I sette re avevano capito che tutto quel potere in mano ad una sola persona, sarebbe stato corruttibile. Ecco perché lo divisero e si diedero un pezzo a testa, in modo che ci fosse un equilibrio. Alla loro morte, ogni re nascose il pezzo in luoghi segreti che nessuno conosce”

Scarlet “E tu hai scoperto dove sono?”

Alister “Non proprio”

Scarlet “E come cavolo pensi di trovarli?”

Alister “Partendo dall’unico indizio che lega i 7 re: la poesia dei regni. Penso che sia quella la chiave”

Scarlet “Quella che recita:

Per la valle dei deserti,

lungo le spalle dei giganti,

 fin sopra le nuvole,

per discendere nella nebbia del valhalla,

tra le fauci di un drago,

in un tempo che non c’è più

solo il battito del cuore ….

E nessuno sa come finisce?”

Alister “Esattamente”

Scarlet “Tu sei impazzito! E con chi farai questo viaggio senza meta?”

Lo guardai in silenzio……

Scarlet “Cioè tu… tu vorresti che io lasciassi i miei studi, per unirmi in una spedizione senza meta, nel cercare un artefatto, che non ci sono prove che sia mai esistito, e che molti pensano che sia solo una leggenda, solo per accompagnarti?”

Alister “In verità ci sono anche Belgos e Seifer forse anche una ragazza che ho app…”

Scarlet “Ma allora sei davvero pazzo!!”

Alister “No dai, sarà un’avventura come ai vecchi tempi. Ci servono solo altre due o tre persone… E poi, non puoi riportare indietro Eufonia con l’impero che fa ancora quello che gli pare, non trovi?”

Scarlet “Almeno su questo non hai tutti i torti… Penso che la tua pazzia sia contagiosa, non riesco a credere a quello che sto per dire” disse portandosi una mano alla testa “E va bene. Hai già in mente altri da reclutare?”

Lo abbracciai euforico “Troveremo gli altri lungo il nostro viaggio” gli dissi sorridendo, poi aggiunsi “Ascolta, potresti darmi una mano, con una ragazza?”

Scarlet “Ma ti sembra questo il momento di avere un’avventura con una ragazza?”

Alister “Ma cosa hai capito?? L’ho incontrata pochi giorni fa, ma non so perché ha una benda con sigillo arcano, che non può togliere. Forse tu puoi fare qualcosa”

Scarlet “Dove si trova?”

Alister “Alloggiamo alla locanda la Cetra Dorata

Scarlet “Fammi cambiare. Incontriamoci lungo la Via dei mercanti così mi condurrai da lei”

Mi alzai, ma le gambe quasi mi cedettero. Ero ancora visibilmente stanco, anche se lo nascondevo.

Scarlet “Da dove pensi di uscire? Non credo che poi usare il tetto, quel salto ora è troppo impegnativo, conciato come sei”

Alister sorridendo disse “Indovina grazie a chi? Comunque, tranquillo, ci vediamo giù”

Scarlet “Ne sono sicuro che ci vediamo giù! Ti troverò disteso al suolo… se provi a fare quel salto almeno bevi questa, dovrebbe alleviarti un po’ i dolori. Non voglio averti sulla coscienza” mi disse lanciandomi una pozione curativa abbastanza potente, che presi al volo, e voltandomi alzai la mano facendo un cenno di saluto con le dita.

Circa mezz’ora dopo, ci rincontrammo per dirigerci verso la locanda. Lungo il tratto chiacchieravamo allegramente, scambiandoci un paio di spinte giocose.

Ad un certo punto arrivammo nei pressi della locanda. Era piena di gente, c’erano così tante persone che erano anche ammassate fuori.

Alister “Non sapevo che ci fossero eventi. Avevo scelto questa locanda perché dava poco nell’occhio.”

Ci facemmo strada tra gomitate e scuse, ma le persone erano rimaste tutte lì imbambolate.

Scarlet mi disse “Il tizio che suona deve essere un bardo, cerca di non guardarlo e tappati le orecchie con queste” porgendomi dei tappi e proseguì dicendo “o potresti rimanere charmato. Molto probabilmente, finito il concerto, nessuno avrà più dei soldi. Succede spesso in queste zone: un bardo o un mago e un ladro, uno distrae e l’altro agisce indisturbato”

Riuscimmo ad entrare e Scarlet mi chiese dove fosse la nostra stanza per incontrare Aisha. Gli stavo per indicare che era ai piani superiori, quando la vidi sul palco, e c’erano pure Seifer e Belgos a fare come da bodyguard. Gli indicai il palco, dicendo “Veramente… è quella la ragazza” probabilmente aveva trovato dei vestiti nella stanza, perché ora Aisha era vestita come una gitana, con sonagli alle caviglie, pantaloni a sbuffo con spacchi laterali, e un corpetto succinto. Stava suonando un violino, non finiva mai di stupirmi! Mentre sembrava fare una lieve danza tamburellando a piedi nudi e facendo suonare i sonagli.

Scarlet “Di certo la locanda non da nell’occhio, ma lei non passa inosservata. Non mi avevi detto che era un bardo così affascinante”

Alzai lo sguardo sospirando e dissi “Andiamo” Ci avvicinammo al palco, seppur con fatica, la gente non si voleva proprio spostare.

Quando fummo li vicini lei mi riconobbe, interruppe la musica e corse vicino a noi, dicendomi “Sei tornato? Qui c’è tanta gente divertente, non mi divertivo così tanto da parecchio” mi disse col fiatone. L’atmosfera di estasi rimase nella stanza fino a quando il proprietario della locanda non ebbe la brillante idea di chiedere un’offerta di ricompensa. Quando tutti si resero conti di essere stati derubati, iniziarono ad inveire contro la ragazza. Una folla inferocita, che chiedeva di essere risarcita, per il danno subito. Seifer e Belgos iniziarono a ringhiare e a mettersi in mezzo. Nessuno, credo, avrebbe voluto un morso da un lupo.

L’oste mi si avvicinò, intimorito dai lupi “Siete stato voi a portare questa ragazza e i lupi? Siete in combutta con lei vero? Siete voi il ladro”

Lo guardai in modo freddo e gli risposi “Non è bene accusare qualcuno senza prove. Noi siamo appena arrivati, e comunque” senza aggiungere nulla e con passo deciso, spinsi l’oste e salii sul palco esordendo “Che razza di persone siete? Vi siete goduti lo spettacolo da non so quanto. Vi siete fatti abbindolare da una ragazza mezza svestita e non vi siete accorti che vi hanno preso dei soldi. Siete solo dei poveracci, e chiunque voglia indietro il suo denaro lo sfido qua ed ora a braccio di ferro. Se vince gli darò 5 volte tanto quello che gli è stato rubato. Ma se perde, mi prenderò il suo braccio” presi un tavolo e due sedie, li mise sul palco. Chiamai Belgos con un fischio, lui si pose ad un lato del tavolo. Poi tirai fuori dalla tasca un anello d’oro e lo appoggiai all’altro lato del tavolo. Dopo di che dissi “Allora chi è il primo, che il mio lupo a fame!” Belgos ringhiò facendo ben vedere tutti i denti e facendo scendere un po’ di saliva. Tutti si erano ammutoliti, come mi aspettavo che fosse, così dissi “Bene, allora potete tornarvene…” Fui interrotto “Vengo io, ma non basta di certo quell’anellino! Mi è stato sottratto molto di più, ben 100.000 Blackberry! Quindi voglio la ragazza!”

Alister “Tu saresti andato in giro con 100.000 Blackberry? Sei la prova vivente che gli idioti esistono, oppure sei più semplicemente un bugiardo! Comunque, la ragazza non è merce di scambio! Ti restituirò la somma che avevo detto, quindi 500.000 Blackberry, ma la domanda esatta è: Quanto vale il tuo braccio?”

Il mezz’orco si alzò infuriato “Dai a me dell’idiota e del bugiardo? E tu dove pensi di trovare 500.000 Blackberry?” sbraitò scaraventando via un po' di gente per farsi strada.

Scarlet “Garantisco io per lui” pose il sigillo di gran maestro dell’accademia delle arti dallo stesso lato dell’anello, poi rivolgendosi a me, mi disse sottovoce “Sei sicuro di farcela? Sei ancora stanco, mi pare”

Alister “Stavo bleffando e puntavo tutto su Belgos, infondo quale pazzo rischierebbe il braccio?”

Scarlet, portandosi la mano a coprire la faccia rispose “Lo sapevo, dovevo ammazzarti quando ne ho avuto l’occasione”

Il mezz’orco prese posto, era molto grosso, forse anche più di un orco normale “Ti spezzerò quel braccino” Infondo il suo braccio era tre volte il mio.

Ci mettemmo in posizione, aveva proprio una bella stretta. L’oste diede il via. Stava spingendo veramente forte, facevo fatica a tenerlo. Restammo in stallo per un po', poi iniziai a cedere, ero ancora a corto di energie. Il mio braccio si stava abbassando, tra i denti dissi “Maledetta la tua pioggia di Meteore” e il mezz’orco “Che stai blaterando?” mentre Scarlet stava iniziando a sudare freddo “Zitto e concentrati” mi disse e sempre con una mano alla bocca aggiunse “Non voglio guardare” continuando a girarsi su sé stesso per il nervosismo.

Era ora di smettere di giocare, richiamai le mie energie (quelle di riserva) e riportai il braccio nella posizione iniziale “Nei hai di forza lo ammetto, ma non perdere la concentrazione, se guardi i denti del lupo, finirai col farti mordere” dissi al bestione.

Il mezz’orco scosse la testa e il ringhio di Belgos lo deconcentrò. Era un trucco semplice, un po’ mi dispiaceva per lui. Ma era comune: quando la nostra mente si spaventa, il nostro corpo reagisce alla paura e la forza che prima era concentrata in una sola zona si disperde per tutto il corpo. Fu solo un istante, ma sfruttai quell’istante per portarmi in vantaggio. Il volto di Scarlet ora era esaltato e stava strattonando l’oste tutto eccitato. Ora dovevo solo resistere abbastanza da farlo cedere. Spinsi con tutte le mie forze e solo dopo dieci minuti, sotto le grida della folla, riuscii a fargli toccare il braccio al tavolo. Il morso arrivò implacabile, staccando un lembo di carne, il dolore fu tanto che il mezz’orco cercò di colpire Belgos, ma non ne ebbe il tempo. Con un pugno lo scaraventai giù dal palco “Hei, nessuno tocca i miei lupi! Hai perso! Accetta la tua sconfitta e vai a medicarti quel braccio” gli lanciai l’anello “Queste sono per le cure, offro io. Ora vattene! E adesso, se non c’è nessun altro, la festa è finita, tornatevene alle vostre cose”

Tornai da Scarlet “Bene, ora possiamo andare”

Scarlet voltandosi verso la ragazza disse “Piacere, io sono… hei, ma dov’è finita? Era qui”

Alister “Tranquillo, avevo fatto cenno a Seifer di portarla di sopra e di non farla uscire. Ci stanno aspettando”

 

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