Tu sei ciò di cui ho bisogno

di Sleepesleep
(/viewuser.php?uid=703775)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Anche se mi sono Perso ***
Capitolo 2: *** Il tuo nome tra le mie labbra ***
Capitolo 3: *** Mi condurra alla Nostra Casa ***



Capitolo 1
*** Anche se mi sono Perso ***


Pov Buck

Fa freddo, Buck non è certo se sia a causa dei vestiti bagnati o del vento gelido che si intrufola tra le piccole aperture della stanza, un semplice capanno degli attrezzi dimenticato. Provò a muovere le mani intorpidite ma fu inutile, respirava a fatica, con alta probabilità aveva qualche costa incrinata forse anche rotta, il che non era un bene. Cercò di rilassare le membra doloranti, doveva pensare ad un piano, trovare un modo per uscire di lì, dubitava che quell'uomo sarebbe tornato a prenderlo. Percepì il sapore ferroso del sangue in gola, forse era ferito alla testa? Non era strano, se si considera che era stato colpito più volte ovunque, stupido, stupido Buck. Bagnò le labbra per provare a gridare ma la voce gli morì in gola, nessuno lo avrebbe sentito, era in piena foresta, Buck era proprio un idiota, se solo Eddie fosse lì, lui avrebbe trovato una soluzione, ne era certo, Eddie era sempre stato più bravo di Buck in tutto. Il suo corpo si contrasse, a fatica tossì sangue terrorizzato, non poteva finire così, non poteva morire lì, non dopo tutto quello che aveva passato, non dopo l'autocisterna e gli anticoagulanti, aveva superato sia un terremoto che uno tsunami sarebbe riuscito a uscirne da questa merda. Raccolse ogni residuo di forza concentrandola nelle mani, doveva alzarsi, doveva muoversi. Le braccia tremanti riuscirono a sopportare il peso del giovane permettendogli di mettersi seduto, appoggiò la schiena debole sul freddo legno, bene era un primo passo, giusto? Era così faticoso però, la stanchezza lo travolse e svenne...

Quella mattina...

Buck aveva il giorno libero, finalmente dopo mesi ecco un giorno solo per Buck, peccato che il giovane non fosse bravo a stare con sé stesso, a Buck non piaceva un granché Buck, stare con i suoi pensieri era difficile, così di solito evitava di passare quei pochi giorni di ferie da solo, spesso andava con Christofer e Eddie o con Maddie o con Albert, con chiunque lo volesse attorno anche con Taylor, tutto pur di non stare da solo. C'era solo un leggero problema quel giorno, nessuno era libero, Eddie era a lavoro così come tutta la squadra e Albert, Maddie era con  Chimney, Christofer era a scuola e con Taylor aveva litigato ancora. Si vesti svogliatamente, forse poteva andare a correre per iniziare la giornata, aveva letto da qualche parte che era un buon modo per rilassarsi prima dell'inizio della giornata. Anche se a dirla tutta erano già le dieci, non era certamente mattina presto ma infondo che male c'era nel prendersi il suo tempo?  Maddie gli aveva detto che c'era una fitta boscaglia molto tranquilla ad est di LA, poco frequentata ma piacevole soprattutto per una corsetta mattutina e poi Bobby gli diceva sempre che doveva respirare più aria fresca lontano dal centro città. Tirò su la zip della giacca, si  guardo intorno un'ultima volta prima di lasciare l'appartamento. Fu facile trovarla, sembrava uno di quei posti dove la notte un maniaco avrebbe potuto squartare giovani vergini, ridacchio tra se e se, che idiozia. Prima di iniziare la sua corsetta, scrisse sia a Maddie che a Eddie, alla sorella scrisse di godersi il giorno libero che lui avrebbe passato con Eddie, mentre al suo migliore amico scrisse che lo avrebbe raggiunto verso sera per la loro serata film abituale. Si stiracchio e iniziò la sua corsa più che altro una camminata, quel luogo era davvero spettacolare, le luci soffuse del sole mattutino filtravano tra le fronde degli alberi, c'era una pace assoluta attorno a lui....

Riprese a fatica conoscenza, socchiuse gli occhi e cercò di focalizzare quello che lo circondava, la luce sembrava essersi affievolita, segno che era scesa la sera. Non vedeva nulla che potesse aiutarlo, solo una serie di tavoli vuoti  e sedie accatastate, sospiro esausto. Il telefono con lo schermo distrutto era abbandonato poco lontano da lui, dubitava che funzionasse ancora, strinse i denti e spinse contro la parete usandola come appoggio per alzarsi, finalmente riuscì a mettersi in piedi, ma non riuscì a fare neppure qualche passo prima di crollare a terra dolorosamente, percepì una fitta appuntita alla testa e la sua vista si offusco ancora, no, no, non di nuovo, Buck perse i sensi ancora...

Quella mattina

Correre si era rivelato più piacevole del previsto, ormai erano le undici passate, doveva rientrare per farsi una doccia veloce, forse sarebbe anche riuscito a passare a prendere Chris, non era una cattiva idea, infondo il ragazzino non aveva il pomeriggio quel giorno. Una serie di grida però richiamo la sua attenzione, prima che se ne rendesse conto si era ritrovato a correre verso la fonte delle urla, una donna si dimenava dalla stretta di un uomo che con il suo corpo la sovrastava premendola sul terreno in un morsa dolorosa, stava cercando di strangolarla a quanto pare in modo inefficace. << Hey, fermati >> disse Buck percependo l'adrenalina scorrere nelle sue ossa. L'uomo si voltò a guardarlo infastidito e fece una smorfia visibile. Buck non ebbe modo di far nulla che qualcosa lo colpì da dietro, frastornato fece qualche passo in avanti, con le mani analizzo il retro del collo, qualcuno lo aveva colpito? L'uomo che prima era sulla donna ora era davanti a lui sorridendo beffardo, Buck strinse i pugni cercando di sferrarne qualcuno al bersaglio ma qualcuno lo colpi ancora da dietro, quello che avvenne dopo era confuso, lo avevano picchiato fino a fargli perdere i sensi, l'unico pensiero logico che lo aveva attraversato era che Eddie sicuramente si sarebbe assicurato prima di intervenire che l'uomo fosse solo, Eddie infondo era un soldato, Buck solo un povero idiota...

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Il tuo nome tra le mie labbra ***


<< Svegliati, forza Buck >> disse qualcuno in lontananza, la voce gli era familiare sembrava quella di... Aprì gli occhi di scatto e la figura sfocata di Eddie apparve nella sua visione. << Eddie >> riuscì a sussurrare debole, era così bello vederlo, Eddie era lì, sarebbe andato tutto bene. Eddie sorrise in quel modo unico che solo lui sapeva fare e disse dolce << Buck >>. Aspetta, perché Eddie era vestito da Cowboy? << Dovresti chiederlo a te stesso questo, non a me >> disse Eddie canzoniero. Buck realizzo amaramente, quello non era il vero Eddie, doveva essere frutto della sua immaginazione, una specie di allucinazione. << Corretto >> disse Eddie pacato. Buck percepì gli occhi pizzicare, Eddie non era lì, infondo in che modo avrebbe potuto trovarlo lì sperduto chissà dove, non era giusto. << Ti prego, Evan, sappiamo bene che nulla è giusto in questo mondo, sennò tu non avresti avuto i genitori che hai e Chris non sarebbe paralizzato >>. Buck si chiese perché la sua coscienza doveva presentarsi sotto forma di Eddie? << Davvero? >> disse Eddie esasperato e aggiunse serio << Io sono quello di cui tu hai bisogno >>. Evan si sorprese di quanto fosse vera quella affermazione, a quanto pare quando si sta morendo si fanno davvero dei viaggi di riflessione, aspetta non dovrebbe vedere la sua vita scorrergli davanti? Eddie mise le braccia conserte e disse stanco << Non fare il solito drammatico, non morirai qui Buck, esagerato >>. Buck mormorò a fatica << Sono così stanco >>. Eddie gli sorrise comprensivo << Oh lo so, sai com'è io sono dentro di te >>. Buck ridacchio tossendo piano. Eddie alzò gli occhi al cielo e disse << Sul serio? Come fai a pensare a quello anche in una situazione simile, sei incredibile >>. Buck sorrise debole e Eddie riprese << Devi alzarti, Buck, devi uscire di qui >>. Buck scosse leggermente la testa e ammise << Non c'è la faccio Eddie, fa troppo male, non posso farcela >>. Eddie ribatte duro << Non osare neppure pensarlo, tu sei Evan Buckley, non puoi arrenderti ora, Chris ti sta aspettando, io ti sto aspettando >>. Buck ricacciò giù il dolore, spinse con ogni forza rimasta sulle gambe riuscendosi ad alzare traballando, Eddie aveva ragione, doveva andare a casa da Chris, da Eddie, da loro. Si trascinò fino alla porta che tentò per qualche minuto di aprire, finalmente la vecchia porta cedette e lui scorse la foresta avvolta nell'oscurità, percepì lo sconforto mordere le viscere. << Devi solo fare un passo dietro l'altro, puoi farcela >> sussurrò Eddie dietro di lui. Buck si mosse lento tra gli alberi dolorante, poteva farcela, poteva farcela, doveva farcela....

Pov Eddie

Eddie rientrò a casa irritato, Hen l'aveva preso in giro per tutto il turno, ma la colpa era sua, Eddie era stato scontroso e intrattabile, aveva cercato per quasi tutto il giorno di contattare Buck senza successo, il che lo rendeva molto suscettibile. Gli avrebbe fatto un'enorme lavata di capo sul come usare il telefono nel modo corretto al posto di giocarci infondo Eddie doveva sapere dove si trovava suo figlio, il suo migliore amico si sarebbe scusato regalato uno di quegli sguardi da cane bastonato che Eddie amava, lo avrebbe perdonato come sempre, non poteva essere arrabbiato sul serio con Buck, ai suoi occhi Evan Buckley era qualcosa di etereo ed indefinito che adorava. Si affacciò nel salotto con un cipiglio infastidito ma si bloccò, c'era solo Chris, dov'era Buck? Chris si voltò sorridendogli e disse felice << Papà finalmente, dov'è Buck? >>. Eddy inclinò la teta confuso e disse << Carla? CARLA? >>. La donna fece capolino dalla cucina dubbiosa << Che succede Eddie? >>. L'uomo chiese pacato << Dov'è Buck? >>. Carla alzò le spalle e disse << Non saprei, ho provato a chiamarlo ma ha il telefono staccato, forse è con Maddie >>. Eddie scosse la testa e ribatte << Oggi è il venerdì dei film, dovrebbe essere già qui >>. Carla ribatte seria << Qui non c'è, Eddie...>> ma non ebbe modo di continuare che l'uomo aveva il telefono in mano che chiamava a ripetizione il telefono di Buck, ma ogni volta partiva quella fastidiosa suoneria che lo pregava di chiamare più tardi...

Pov Buck

Non sembrava perdere sangue ormai, il che era un bene giusto? << Non lo so, Evan, io sono te >> ripete Eddie calmo. Buck alzò gli occhi verso il cielo scuro, la notte era scesa senza avvertire portando con sé ogni tipo di mostro che la mente potesse creare, ma i mostri non esistono, Eddie glielo ripeteva sempre, non c'era nessun vampiro o lupo mannaro nascosto oltre i cespugli. Un lontano verso strozzato lo fece sobbalzare, che cosa era stato? Forse un animale? << O un maniaco con due asce >> disse Eddie sereno. Buck avrebbe sbuffato sonoramente se ne avesse avuto le forze, continuò a camminare usando gli alberi come stampella. << Perché sei qui? >> chiese a quella blanda imitazione di Eddie. << Lo sai >> disse il fantasma divertito. Buck di fermo a riprendere fiato incerto, lo sapeva? << Eddie sa questo, Eddie sa quello >> disse lo strano scherzo della sua mente << Eddie è tutto quello che riempie la tua testolina >>. Buck sapeva essere bravo ad ignorare le cose, come le occhiate di tristezza dei suoi genitori da bambino, i lividi di Maddie quando era con Doug e poteva continuare con l'elenco. La verità era che Buck passava davvero poco tempo con Buck, poco tempo a pensare, rimuginare sulle cose era doloroso, c'era sempre quel perenne sussurro che gli ricordava di tutte le persone che non avevano ritenuto Buck abbastanza, che se n'erano andate. << E se io me ne andassi un giorno? >> disse Eddie casuale. Vertigini, Buck dovette puntare i piedi per non cadere tra l'erba fresca, non poteva perdere Chris, non poteva perdere Eddie. << Perché no? >> chiese incalzante quell'Eddie così inumano. << Tu non sei reale, vattene >> si ritrovo a dire con la voce impastata. l'allucinazione sbuffo offesa e disse << C'eravamo così vicini, su su >>....

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Mi condurra alla Nostra Casa ***


Pov Eddie

Eddie aveva molti pregi, un buon padre, qualificato paramedico ed onorato soldato, c'era solo una nota negativa residua della rigida disciplina dell'esercito, molti la definivano una mania ma a Eddie non piaceva come termine, preferiva ritenersi solo un po' ossessionato dal controllo, la sua intera vita era basata sul mantenimento della sua facciata glaciale , Buck sapeva quanto Eddie odiasse quando qualcuno annullava i piani all'ultimo minuti, rovinando così la serata. Eddie affermò duro << Maddie, ciao, Buck è con te? >>. La ragazza confusa rispose << No, non era con te? >>. Eddie ribatte infastidito << Non lo sento da questa mattina, aveva detto che passava a prendere Chris ma non si è fatto vedere, inoltre non risponde a quel dannato telefono >>. << Hai chiesto ad Albert? Forse è a casa? >>. Eddie strinse il volante e asserì << Si, ha detto che non lo vede da questa mattina >> e aggiunse teso << Sto ripercorrendo il percorso che ha fatto, tu contatteresti Athena? >>. Maddie confusa rispose << Si, si >>. Ed Eddie così chiuse la chiamata senza neanche preoccuparsi di spiegare, infondo non era strano che qualcuno sparisse per una mezza giornata, ma non Buck, Evan era solito scrivergli sempre, SEMPRE anche di stupidaggini, era così tra loro, e a Eddie andava bene sapere tutto dell'amico così era più facile, Buck aveva bisogno che Eddie lo controllasse , era così stupido certe volte, basta pensare a Taylor, quante volte ancora voleva ricadere nelle braccia della donna per capire che non erano fatti per stare insieme, nessuno poteva essere compatibile con Buck come lo era Eddie, solo che Evan non sembrava volerlo capire. Eddie invece aveva messo in pace l'anima molto tempo addietro, lui si conosceva, non poteva negare di essersi innamorato di Buck, non era colpa sua infondo, amare Buck era così naturale, così facile. Non come con Shanon, non come con Ana, con Buck ogni cosa era semplice, era come fluttuare nello zucchero filato, era tutto splendente ed effervescente come il suo migliore amico. Giunse alla boscaglia e localizzò la macchina di Buck, perché si trovava ancora lì? Che Buck si fosse fatto male?..

Pov Buck

Buck si appoggiò ad un tronco titubante, tutto gli sembrava uguale, ogni albero e cespuglio, perché tutti gli alberi della foresta erano uguali? << Sul serio, Evan, dai >> disse la sua allucinazione divertita. Buck si voltò a fissarla vuoto e provò a dir qualcosa ma la gola gli bruciava secca, aveva sete. << Buck >> lo richiamo Eddie fantasma duro e asserì << Continua a muoverti >>. Buck prese un lungo respiro, un dolore fitto lo costrinse ad abbassarsi piagnucolando. << Non puoi mollare, vuoi rivedermi giusto? >>. Buck annuì alzando lo sguardo su quello che era il suo angelo custode. << Allora continua a camminare >>. Eddie era il motivo per cui Buck voleva tornare a casa, Eddie era casa, il che era un enorme allarme rosso, era giusto provare questo per il suo migliore amico. << Migliore amico mi sa che è la definizione sbagliata >>. Buck ridacchio riflettendo, quella cosa aveva ragione, c'era di più. << Eddie è tutto ciò che sai di aver bisogno >> disse l'allucinazione saccente. Buck barcollando sussurro << Eddie >>, si Edmundo Diaz era qualcosa per lui. << Bene, ora dobbiamo solo definire questo qualcosa >> disse la sua allucinazione compiaciuta. Ecco perché Buck odiava stare con se stesso, doversi occupare di quell'ingombrante sentimento era complesso, quasi come una relazione, forse lui amava Eddie? << Din Din Din >> disse il finto Eddie battendo le mani contento. Questo aveva molto senso, ogni sensazione che provava accanto a Eddie era comprensibile, attrazione, era innamorato del suo migliore amico. Buck si rilasso sereno, era come essersi liberato di un fastidioso peso alla radice della gola, amava Eddie, era così ovvio. << Già, sai che sei lento, Evan? >> disse l'allucinazione pacata e aggiunse << Avresti dovuto capirlo dopo quel sogno, sai quello in cui facevamo cose poco caste ed io indossavo questo incredibile aderente vestito da cowboy >>. A quanto pare la sua coscienza aveva ragione, fare sogni erotici sul tuo migliore amico forse non era proprio una cosa che si fa...

Eddie punto la torcia oltre la boscaglia, era troppo buio per distinguere bene le cose. << Eddie sta attento a dove metti i piedi, non abbiamo tempo di occuparci anche di te >> urlò Athena stizzita, sapeva che avrebbe dovuto fare il bravo e non allontanarsi tropo dal loro piccolo gruppo di ricerca, ma stiamo parlando di Buck, del suo Buck, doveva trovarlo. La luce fioca della torcia illumino due spettacolari occhi blu, Eddie sentì il sollievo avvolgere, era vivo, Buck era lì, uno spettacolo davanti ai suoi occhi. Evan gli si avvicino traballando, Eddie lo afferro entrando in modalità medica, sembrava che Buck fosse messo male. Evan si dimeno borbottando << Devo parlare con Eddie > . Eddie lo sollevo delicatamente e asserì << Possiamo farlo dopo, prima devo portarti in ospedale >>. Buck si avvicinò e con mano tremante accarezzo il viso di Eddie sussurrando << Sei il mio Eddie? >>. Eddie sorrise dolce e Buck gli regalo un leggero bacio sulle labbra asserendo piano << Non andartene, rimani con me >>. Eddie rispose in estasi << Non ti lascerò mai andare, promesso >>. Un leggero tossire li richiamo, Athena puntò la torcia su di loro con uno sguardo tra il divertito e l'esasperato, ma loro non si staccarono, erano insieme finalmente, Buck era a casa ora....

Emm..Forse è troppo lunga ma avevo voglia di scrivere una Buddie, perché c'è ne sono troppo poche in italiano e ho bisogno di questa coppia, sono così perfetti insieme...

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=4000965