Alleanze

di Stekao
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAMBIAMENTI ***
Capitolo 2: *** UN AMICO, UN TESORO ***
Capitolo 3: *** VEDO DOPPIO ***
Capitolo 4: *** UNA GIORNATA INSIEME ***
Capitolo 5: *** SERATE PARTICOLARI ***
Capitolo 6: *** UN ASTUTO TRANELLO ***
Capitolo 7: *** SOLI ***
Capitolo 8: *** RIVELAZIONE ***
Capitolo 9: *** PICCOLI INGANNI ***
Capitolo 10: *** UNIRSI ***



Capitolo 1
*** CAMBIAMENTI ***


1.CAMBIAMENTI

“Ora tornerai con Ryo vero?”

Quella domanda, pronunciata da Mick, cominciò a rimbombarle nella testa confondendola al punto da non riuscire a dare una risposta.

Kaori aveva deciso di separarsi da Ryo dopo l’ennesima umiliazione subita... Aveva preferito diventare la partner di Mick per poi ritrovarsi a lavorare sia con lui che con Ryo per cercare di risolvere il caso di Hazuki.

Ma durante quell’incarico, era risultata ancora piuttosto evidente la profonda intesa tra Kaori e Ryo al punto che l’americano, su quel letto di ospedale, si era convinto che le cose tra i suoi amici si sarebbero sistemate immediatamente e invece eccoli tutti lì, in quella camera nella quale Mick era stato ricoverato, con Kaori immobile a fissarlo senza riuscire a rispondere alla domanda che le aveva appena rivolto.

Tornare con Ryo dopo quanto accaduto? Dopo l’ennesima ferita che le aveva inferto?

Si ridestó in fretta dai suoi pensieri e sorridendo amaramente in direzione di Mick, Kaori scosse lievemente il capo in senso di diniego prima di cambiare repentinamente discorso…

“Torneró a trovarti presto Mick, ciao Kazue e ciao anche a te Hazuki…Mi ha fatto molto piacere conoscerti nonostante tutto quello che è successo...”

Poi, voltandosi verso Ryo e forzandosi di guardarlo negli occhi, si rivolse anche a lui.

“Ciao Ryo e… grazie per avermi salvato ancora una volta...”

E così dicendo, abbassando lo sguardo, si avvió verso la porta chiudendosela alle spalle.

Ryo rimase turbato di fronte a quel comportamento. In realtà era già rimasto abbastanza scosso nell’averla vista negare con un cenno del capo, la possibilità di tornare a casa da lui, ma quella freddezza con la quale gli si era rivolta poi, lo aveva definitivamente steso lasciandolo imbambolato a fissare la porta che la ragazza aveva varcato pochi secondi prima.

Mick cercó di riportarlo alla realtà emettendo un colpo di tosse.

Ryo si voltó a guardarlo e la sua espressione gli fece capire di dover fare qualcosa subito. Uscì così dalla stanza e vedendo Kaori in lontananza la chiamò…

La ragazza si voltó stupita nel ritrovarselo davanti.

“Kaori...allora…” Ryo, in imbarazzo, non sapeva come affrontare la questione, avrebbe voluto dirle così tante cose e invece, nel guardarla in quei suoi grandi occhi luminosi, si era bloccato come al solito, non riuscendo ad ammettere apertamente la verità… sapeva di essersi comportato molto male nei suoi confronti e sperava in cuor suo che la ragazza riuscisse a capirlo e a toglierlo dall’impiccio…

Kaori, che non si sarebbe mai aspettata che lui riprendesse in qualche modo il discorso di sua spontanea volontà, titubó per qualche secondo prima di rispondere.

“Tu mi hai ingannato Ryo...mi hai tenuto nascosto un incarico solo per uscire con una donna e a quanto pare non è la prima volta che succede…” gli rispose mantenendo una voce pacata che, proprio perché tale, a Ryo non piacque per niente. Avrebbe preferito di gran lunga sentirla sbraitare, sentirsi urlare contro tutte le brutte parole che sapeva di meritarsi, ma invece Kaori stava mantenendo un invidiabile sangue freddo e tutta quella situazione cominciò ben presto a risultargli preoccupante.

“Kaori io…” cercó di dire lui prima che la ragazza lo interrompesse.

“No Ryo aspetta...lasciami finire per favore… io non sono arrabbiata con te… non lo sono più” gli disse lei sorridendogli dolcemente e quel sorriso fu in grado di trafiggergli il cuore all’istante.

“Ci ho pensato molto in questi giorni e… la verità è che tu sei così… non posso chiederti di cambiare, nessuno può chiederti di farlo, non sarebbe giusto. Potrei dirti che ingannandomi mi hai mancato di rispetto, lo sai anche tu che in fin dei conti è così, ero la tua socia del resto, ma la verità è che tu hai vissuto gran parte della tua vita senza dover rendere conto a nessuno e capisco che possa risultare difficile per te mantenere a lungo un impegno di questo tipo con qualcuno...forse con me ci hai provato, ma la cosa non fa per te perché tu sei così…sei uno spirito libero...sfuggente, solitario… indipendente…”

Kaori si interruppe un attimo per prendere un bel respiro prima di proseguire.

“Quando sono entrata nella tua vita ho cercato di rimettere un po’ di ordine in tutta quella confusione che avevo trovato… ma… ma ora ho capito che in fin dei conti era un ordine che volevo solo io. Tu sei felice e sereno così… senza dover rendere conto a nessuno, con i tuoi incarichi che vanno e vengono, con le tue tasche a volte piene a volte vuote, con la tua sregolatezza, libero da qualsiasi impegno e con… con… le tue donne diverse ogni giorno” disse abbassando timidamente lo sguardo per poi farsi forza e tornare a guardarlo fermamente negli occhi.

“Hai vissuto gran parte della tua vita affrontando situazioni difficili, nonostante la maschera che mostri a tutti so che hai sofferto molto e ora… beh, ora è giusto che tu faccia ciò che vuoi, ciò che ti rende felice. Va avanti facendo tutto quello che ti rende felice e io…io lo saró per te…” disse lei sorridendogli di nuovo cercando di trattenere il più possibile tutte le emozioni che sentiva scoppiargli nel petto…

“Ci rivedremo in giro… ciao Ryo… ” continuó, prima di voltarsi e correre via in fretta lasciando l’uomo immobile e profondamente turbato da tutto l’amore che le parole di Kaori erano state in grado di trasmettergli.

Erano passati quattro giorni da quel loro ultimo incontro. Inutile dire che Mick, dopo aver saputo quanto accaduto, aveva rivolto all’amico un gran numero di offese per non essere riuscito in alcun modo a fermare Kaori e a dirle ció che davvero provava.

Una mattina la ragazza si era presentata a casa dell’americano con l’intenzione di riprendere tutte le sue cose, lui aveva cercato di farla desistere assicurandole di poter stare da lui tutto il tempo che voleva, ma Kaori, anche per rispetto nei confronti di Kazue, aveva deciso di andarsene. Per quanto avesse tentato di nascondere la sua sofferenza, a Mick non era sfuggito il suo reale stato d’animo e non poteva quindi che provare una immensa delusione nei confronti di Ryo, unico e solo responsabile di tutta quella situazione.

Aveva rinunciato a Kaori per lui e anche se ora era profondamente innamorato della sua Kazue, avrebbe sempre voluto molto bene al suo primo vero amore e la consapevolezza che Ryo fosse riuscito nuovamente a spezzarle il cuore, lo aveva mandato completamente fuori di testa.

Kaori aveva deciso di alloggiare in un hotel per qualche giorno…aveva bisogno di stare da sola giusto per rimettere in ordine le idee e decidere il da farsi. Le era costato molto allontanarsi definitivamente da Ryo, ma sapeva che non avrebbe potuto comportarsi diversamente, non più. Anche se in un certo senso Ryo era riuscito ad aprirle un po’ il suo cuore durante la faccenda di Kaibara, era stato tutto irrimediabilmente rovinato dal suo successivo comportamento… Ryo non sarebbe mai stato in grado di impegnarsi davvero con qualcuno e men che meno con lei alla quale sì, forse voleva bene, ma non avrebbe mai potuto competere con tutte le ragazze in grado di fargli girare davvero la testa. E per quanto riguardava il lavoro… beh, era certa che alla prima occasione il suo bisogno di donne e libertà lo avrebbe condotto ad ingannarla di nuovo…

Per quanto lo amasse non aveva più la forza di lottare da sola per quell’amore e dopo tutti quegli anni insieme, non le era rimasto altro che arrendersi all’evidenza dei fatti.

Ryo d’altro canto aveva cercato di mantenere una parvenza di normalità continuando ad uscire tutte le sere e cercando di annegare nell’alcol i suoi pensieri, ma la verità era che Kaori gli mancava terribilmente e non sarebbero stati un bicchiere di whisky o la vista di uno striptease a cambiare le cose.

Ripensava spesso a ciò che gli aveva detto quel giorno in ospedale e a quanto, per l’ennesima volta, lei si fosse dimostrata più matura di lui.

L’aveva ingannata nel modo più bieco possibile, erano finalmente riusciti a manifestare i loro sentimenti su quella nave, Kaori sarebbe stata pronta a morire con lui e lui? Non appena usciti da tutta quella situazione si era tirato nuovamente indietro fingendo che nulla fosse avvenuto, approfittando della sua momentanea perdita di memoria per mancarle di rispetto non solo come donna, ma anche come socia… nascondendole un incarico.

Ma nonostante questo, Kaori era stata comprensiva…ancora una volta. Certo, era ovvio che non volesse più stare con lui dopo l’ennesima umiliazione subita… una umiliazione ben più pesante di tutte le altre perché su quella nave, nonostante quel vetro, lui l’aveva baciata per poi fingere di non averlo mai fatto… ma lei era riuscita ugualmente a perdonarlo augurandogli di essere felice.

Felice…Prima di lei non conosceva neanche il significato di quella parola e ora si ritrovava di nuovo da solo, abbandonato, a ragion veduta, dall’unica persona che davvero contasse per lui, e doveva solo ringraziare se stesso per questo.

Kaori meritava di più, meritava un gesto concreto che in tutti quegli anni non era mai stato in grado di compiere e adesso, dopo quei giorni senza vederla, stava cominciando seriamente a capire che cretino colossale fosse.

Una mattina Kaori fu svegliata di soprassalto da una telefonata della reception.

“Signorina mi duole disturbarla ma c’è una persona che chiede urgentemente di parlare con lei”

“Di chi si tratta?” chiese la ragazza incuriosita.

Non appena sentì il nome pronunciato dal receptionist, spalancò gli occhi dalla sorpresa.

“Sì, può salire nella mia camera” si limitó a dire, uscendo poi dal letto indossando in fretta i primi abiti che riuscì a recuperare.

Quando sentì bussare alla porta, aprendola, rimase per un attimo a fissare la persona davanti a lei.

“Ciao Kaori” le disse semplicemente.

“Ciao… Reika. È una sorpresa vederti qui. Cosa posso fare per te?” le chiese Kaori facendola accomodare all’interno della sua stanza. Di tutte le persone che avrebbe mai pensato sarebbero andati a trovarla, lei era di certo l’ultima della lista.

“Ho saputo tutto quello che è successo… le voci girano in fretta. So che tu e Ryo avete definitivamente concluso la vostra partnership”

“Se sei venuta perché vuoi lavorare con Ryo, lo apprezzo ma non devi chiedermi niente. Hai detto bene, non siamo più soci…Puoi farti avanti con lui senza più alcun problema”. Le era costato molto pronunciare quelle parole ma era la semplice verità, se ne era andata e Ryo sarebbe stato finalmente libero di gestire il lavoro come voleva e con chi voleva.

“Starai scherzando vero?” rispose lei lasciando Kaori per un attimo basita di fronte a quella reazione.

“Non voglio lavorare con Ryo… insomma, che razza di uomo è uno che, approfittando della tua perdita di memoria, ti inganna continuando a fare lo stupido in giro?”

Kaori, nel sentire quelle parole, sbarró gli occhi per la sorpresa.

“Beh lo so, ma insomma… è complicato”

“Poco importa… Ryo sa benissimo ciò che provi per lui, lo sanno tutti ormai…non ha avuto rispetto di te né dal punto di vista personale né lavorativo. Beh, donne come noi non meritano uomini del genere...”

Kaori arrossì. Era inutile negare… Reika aveva ragione, tutti sapevano ormai ciò che provava per Ryo, lui compreso, ed era proprio per questo che non sarebbe più stato possibile rimanere con lui dopo quanto accaduto. Cercó di ridestarsi in fretta dai suoi pensieri…avrebbe dovuto solo dimenticare il prima possibile.

“Ma allora perché sei qui?” le chiese Kaori all’improvviso sempre più stranita da quella visita.

“Voglio farti una proposta. Ti offro di collaborare con me… ho diversi incarichi sotto mano e non mi dispiacerebbe se potessi offrirmi il tuo aiuto”

Kaori non poté fare a meno di spalancare la bocca per lo stupore.

“Tu mi stai davvero chiedendo di lavorare con te?”

“Sei sorda o cosa? Certo… e se ti va sarei felice di ospitarti a casa mia... Ho una camera per gli ospiti a disposizione e poi non credo potrai permetterti questo posto ancora per molto… O sbaglio?”

Kaori arrossì in preda all’imbarazzo. Dovette ammettere che Reika aveva ragione… I suoi risparmi stavano quasi finendo e non sarebbe stato poi così semplice trovare un nuovo lavoro. Inoltre cosa avrebbe mai potuto fare? All’idea di un lavoro ordinario veniva assalita dal panico… ma con Reika sarebbe potuta rimanere in quel mondo che negli anni aveva imparato ad amare…

Rimase in silenzio per qualche secondo, riflettendo sul da farsi.

“Ma sbaglio o alcuni anni fa, quando Shoko distrusse col suo aereo l’appartamento in cui vivevo con Ryo, ti eri offerta di farlo dormire in casa tua affermando di avere un solo letto…?” chiese guardandola maliziosa.

“Oh ben, lascia stare quello che ho detto anni fa… ho davvero una camera per gli ospiti e sarei davvero felice se accettassi di collaborare con me…”

“Perché stai facendo questo Reika?” le chiese Kaori che non si sarebbe mai aspettata un così strano evolversi degli eventi…

“Ho bisogno davvero di una donna in gamba che collabori con me e tu sei l’unica che conosco che potrebbe davvero fare al caso mio. Non siamo mai state amiche Kaori, ma mi sono detta… perché no? Cosa ci vieta davvero di diventarlo?”

Reika sembrava sincera, ma Kaori non poté che mettere comunque tutti i suoi sensi in allarme…

“Sei pur sempre una Nogami… dove sta la fregatura?” le chiese all’improvviso sollevando un sopracciglio e rivolgendole un mezzo sorriso…

Reika non poté fare a meno di sorridere a sua volta, imbarazzata di fronte a quella domanda. La signorina Makimura era davvero migliorata parecchio in quanto a perspicacia...

“Beh… in realtà…c’è qualcos’altro che vorrei chiederti, ma non c’entra niente col fatto di averti proposto di lavorare con me… e poi… non è una fregatura… o almeno non la definirei tale… ma…ecco… visto che ci sono pensavo che magari…tu, beh…”

“Cosa stai cercando di dirmi Reika?”

“Posso chiederti un favore?”

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Capitolo 2
*** UN AMICO, UN TESORO ***


2. UN AMICO, UN TESORO

Seduta al tavolino esterno di un bar, stava sorseggiando un caffè, pensierosa.

Nonostante i tanti cambiamenti avvenuti, il pensiero andava sempre a Ryo… non si erano più rivisti in quei giorni e del resto lei stessa aveva preferito evitare il Cat’s eye per essere sicura di non rincontrarlo.

Certo, il fatto che avesse deciso di trasferirsi da Reika, avrebbe reso piuttosto probabile la possibilità di rivederlo presto, anche perché aveva comunque tutte le intenzioni di esercitarsi al poligono nel quale lui stesso si allenava quotidianamente, ma nonostante avesse deciso di chiudere civilmente ogni rapporto con lui, aveva bisogno di ancora un po’ di tempo prima di riuscire a riaffrontarlo.

Il destino però, non sembrava dello stesso avviso.

“LASCIAMI MANIACOOOOOO!” una voce in lontananza la ridestó. Posó la sua tazza sul tavolino e volse gli occhi in direzione di quelle grida. Già sapeva cosa avrebbe visto…

Ryo, infatti, con la solita faccia sbavante, si era appena beccato una borsettata in faccia da una bellissima ragazza. Kaori, a quella vista, sorrise tristemente… ma in fondo era felice nel vederlo lo scanzonato di sempre. Del resto era stata lei a spronarlo nel continuare la sua vita facendo ciò che lo rendeva felice… e le donne, lo rendevano felice. A lei, in fin dei conti, importava solo questo.

Per quanto quella scena la ferisse, continuò a fissarla fino a quando i suoi occhi incontrarono quelli di lui.

Nel vederla all’altro capo della strada, il cuore di Ryo fece un balzo.

Kaori, sentendosi colta in flagrante, avrebbe voluto sprofondare sul posto, ma si era ripromessa di fingere che andasse tutto bene per cui, mal celando il suo tormento, gli rivolse un lieve sorriso di circostanza per poi tornare immediatamente a fissare, in imbarazzo, la sua tazza di caffè ancora fumante. Ma non aveva affatto voglia di finire il suo caffè, avrebbe solo voluto sparire seduta stante.

Lasció quindi la tazza sul tavolo e fece per alzarsi e andarsene.

“Kaori!” una voce alle sue spalle la fece sussultare. Già sapeva chi avrebbe visto non appena si fosse voltata.

“Ciao Ryo” gli disse con noncuranza.

“Ciao” rispose lui in imbarazzo.

In tutta onestà Kaori non si sarebbe mai aspettata che decidesse di avvicinarsi a lei.

“Co-come stai?” le chiese.

“Bene grazie… anche tu mi sembri in forma, come al solito” affermò lei con ironia riferendosi alla scena vista poco prima.

“Oh sì, ma lo sai che è…” titubó lui a disagio.

“Sì lo so… è il tuo hobby preferito” sorrise lei cercando di celare il suo profondo turbamento e lui abbassó gli occhi dispiaciuto all’idea che lo avesse visto fare di nuovo lo stupido con le altre… da quando Kaori se n’era andata, aveva cercato di ritornare in fretta alle vecchie abitudini, ma del resto sapeva benissimo che con il suo comportamento da cretino non avrebbe attratto davvero nessuna di quelle donne, era solo un gioco, uno stupido gioco per cercare di distrarsi il più possibile. Era libero di fare finalmente ciò che voleva, ma in realtà non voleva niente se non rivedere lei… ed essersela ritrovata davanti quel mattino, lo aveva profondamente scosso.

Di quante dannate altre prove aveva bisogno per riuscire ad ammettere a se stesso di essere dannatamente e irrimediabilmente innamorato di lei?!

“Hai tradito il Cat’s eye?” le disse scherzando, riferendosi al fatto di averla trovata in quel bar lontano dal locale dei loro amici.

-Brutto deficiente, ti metti anche a scherzare?- pensó fra sé deluso dal fatto di non riuscire mai a farne e dirne una giusta quando si trattava di Kaori.

“Oh beh…no…no ma dovevo venire da queste parti per delle commissioni…” gli rispose a disagio. Non poteva certo confessare di non frequentare più il Cat’s eye con la paura di rincontrarlo. Cosa che del resto si era rivelata inutile, visto la situazione in cui si trovava in quel momento.

“Ho saputo che alloggi all’Eden Hotel…” le disse lui all’improvviso.

“Oh no… non più, adesso sto da Reika. Sono andata a stare da lei proprio ieri”

“Da Reika??” le chiese lui sorpreso.

“Sì, lo so che può sembrare strano ma è stata gentile, si è offerta di ospitarmi e dopotutto credo che potremo diventare anche amiche” gli disse sorridendo.

“E poi…” Kaori titubó, non sapeva se avrebbe fatto bene a dirgli la verità in quel momento, ma del resto prima o poi lo avrebbe saputo comunque.

“Mi ha chiesto di diventare la sua socia…”

Ryo, a quella rivelazione, spalancó la bocca incredulo.

“Tu…la socia di Reika?!”

“Beh… sì, ha bisogno di aiuto e così…”

Kaori percepì all’istante una forte preoccupazione in Ryo e provó una strana sensazione… se da un lato era quasi felice che lui continuasse a preoccuparsi per lei, dall’altro era arrabbiata perché in quei giorni passati lontani, lui non aveva cercato di parlarle nemmeno una volta, era ormai evidente che a lui non importasse nulla di lei… la scena a cui aveva assistito poco prima, ne era un’ulteriore prova lampante, e allora a che diavolo di gioco stava giocando??

“Scusa Ryo… ma adesso devo andare” taglió corto lei cercando di defilarsi in fretta da quella situazione.

“Ah, sì… ok” balbettó lui incapace di aggiungere altro.

“Ciao Ryo” e presa la borsetta si incamminó lasciando lo sweeper a fissarla mentre si allontanava.

Solo quando la ragazza girò l’angolo, l’uomo si accorse del suo paio di occhiali da sole dimenticati sul tavolino del bar. Li afferrò stringendoli con forza fra le mani.

Averla rivista aveva scatenato in lui una serie di emozioni che ormai da tempo non riusciva più a trattenere.

Era passata quasi una settimana da quando si erano visti per l’ultima volta ed era come se fossero trascorsi anni. Beh, in realtà era andato qualche volta dalle parti dell’hotel, aveva scoperto il numero della sua stanza e si era ritrovato ogni tanto a fissare la luce accesa della sua camera cercando di immaginare cos’è che la ragazza stesse facendo o sperando di scrutare la sua sagoma da dietro le tende.

Che patetico idiota!

Più di una volta era stato sul punto di cedere e correre da lei con l’intenzione di scusarsi, di parlarle, ma puntualmente aveva finito per ripensarci preferendo poi rintanarsi in uno dei suoi squallidi locali ad affogare nell’alcol la sua immensa frustrazione.

Perché diamine era così difficile per lui confessare i suoi veri sentimenti? Perché non riusciva a dirle un semplice, chiaro e più che meritato SCUSA?

No, lui sapeva solo correre dietro alle donne, prestare attenzione a tutte tranne all’unica che la meritasse davvero…

“Hey coglione, come mai da queste parti?”

Ryo si ridestó immediatamente voltandosi verso la persona che si era appena rivolta a lui così… carinamente.

“Sempre il solito Lord eh Mick?”

“Un coglione è un coglione…Anche un vero Lord non troverebbe espressione migliore per descriverti” continuò l’americano continuando a canzonarlo.

“Allora? A che stavi pensando con quello sguardo perso nel vuoto? Anzi no, fammi indovinare…” e così dicendo Mick si mise le mani sulle tempie e chiudendo gli occhi cominciò a fingere di avere una visione…

“Vedo… vedo...una ragazza. Una gran bella ragazza… alta, capelli corti color mogano, occhi vivaci da cerbiatta… gambe sinuose, seno scolpito e un gran bel cu-”

“Hey, vuoi che ti spezzi le ossa ad una ad una qui davanti a tutti?” gli disse Ryo interrompendo quella sceneggiata afferrandolo per il bavero della giacca.

L’americano non si scompose e sorridendo lo guardò di sbieco.

“Allora sono un mago! Ho davvero indovinato il soggetto dei tuoi pensieri… Chi lo avrebbe mai detto!”

“Allora, la vuoi smettere?!” continuó Ryo con tono minaccioso.

“Sei proprio uno stupido Ryo… ma guardati. Infallibile con i cattivi e un cagasotto con la donna che ama…”

“Ma…” provó a ribattere Ryo ma Mick lo bloccò all’istante.

"Non provarci Ryo… non provarci proprio a negare ancora l’evidenza! Mi sono già incazzato con te abbastanza. Ormai lo sanno anche i muri ciò che provi davvero, solo tu ti ostini a non volerlo accettare! È passata quasi una settimana da quando se n’è andata in quell’hotel, come diamine hai fatto a non essere andato ancora a riprendertela?”

“Non sta più in hotel” rispose lapidario.

“Come?!”

“È andata a stare da Reika… è diventata la sua socia. Ho incontrato Kaori qui poco fa e me lo ha detto”

“Non mi dire… ah ah ah. Ti ha battuto su tutta la linea. Credevi davvero che sarebbe rimasta a struggersi per un cretino come te? Ad aspettarti piangendo? Beh, a questo punto credo che tu debba davvero fare qualcosa perché…”

“Beh lo so…il fatto che lavori con Reika mi ha mandato completamente in pappa il cervello… ha scelto di nuovo un lavoro pericoloso e l’idea di non poterla proteggere…”

“Ma di che diavolo stai parlando?” lo interruppe Mick guardandolo stranito prima di continuare…

“Ma che proteggere e proteggere…Kaori è in gamba e nei giorni in cui è stata con me ha acquisito ancora più dimestichezza con la pistola. Sa cavarsela alla grande e con Reika migliorerà ancora di più, per cui non parlavo di questo”

“E allora cosa…?”

“Ma le hai viste?!” lo interruppe bruscamente l’americano fissandolo seriamente negli occhi.

“Due gnocche di quel calibro che lavorano ed escono insieme? Quanto tempo pensi che ci metteranno prima di stendere metà della popolazione maschile di Tokyo?”

“Eh?” disse Ryo sentendosi in un attimo catapultato in un incubo ad occhi aperti.

“Beh, Reika l’ho incontrata un paio di volte al Cat’s eye, e mi è parsa subito una donna intraprendente, di mondo… una che sa ciò che vuole. Se lei e Kaori diventeranno amiche, non ci vuole un genio per immaginarsele fuori a spassarsela insieme… quella povera ragazza è rimasta anni chiusa in casa e per colpa tua non si è goduta niente della sua gioventù… adesso potrà finalmente mostrarsi al mondo per la giovane splendida donna che è… alla facciaccia tua! Ah ah ah”

Ryo posto di fronte a quella terrificante nuova realtà, non riuscì a pronunciare neanche una sillaba per un tempo indefinito fino a che, per l’ennesima volta, fu Mick a riscuoterlo dal suo torpore.

“Ti vuoi svegliare deficiente?? Vuoi capirlo o no che se non ti dai una mossa la perderai per sempre??”

“Io… io non ci riesco Mick” disse ad un tratto Ryo lasciando l’amico colpito nel notare il suo sconforto. Lo sweeper non era tipo da mostrarsi vulnerabile e il fatto che avesse deciso di far crollare le sue difese, la diceva lunga sul suo reale stato d’animo.

“Che vuol dire che non ci riesci? Su quella nave, ma anche la notte prima, siete riusciti ad aprirvi l’uno con l’altra, no?”

“Sì, ma il fatto è che… beh… è che… quando la guardo negli occhi… io… io perdo me stesso, perdo la testa…completamente e finisce sempre che le dico il contrario di ciò che vorrei dirle davvero. Ecco l’ho ammesso, contento? E guai a te se provi a sfottermi!” sbuffó Ryo volgendo lo sguardo altrove. Ma l’amico non aveva alcuna intenzione di prenderlo in giro.

“L’amore è anche questo Ryo… perdere se stessi per ritrovarsi nell’altro. Non ti sei mai innamorato prima e non sai gestire un’emozione più grande di te… tutto qui. Ma a questo punto devi scegliere se vivere per sempre con questa paura o affrontarla ed essere felice… e soprattutto rendere felice lei”

“Io… io…” titubó Ryo prima di sbottare.

“Io non li voglio fare questi discorsi con te… preferisco di gran lunga quando giochiamo a ‘indovina che mutanda indossa la ragazza’, ecco” disse incrociando le braccia in imbarazzo ed evitando nuovamente di guardare l’amico.

“Come se ormai ti interessassero davvero le mutande delle altre…”

“Mick!” lo redarguì Ryo guardandolo in cagnesco.

“Ok ok, ti lascio… vado dalla mia Kazue… non sai che bello ritornare a casa sapendo che c’è qualcuno che ti aspetta. Anzi no, tu lo sai… lo sai eccome” gli disse facendo per andarsene, ma percorsi pochi passi si voltó nuovamente rivolgendogli un sorriso sghembo.

“E comunque immagino che quegli occhiali le serviranno… fossi in te glieli riporterei… e in fretta” e strizzandogli l’occhio, tornó ad incamminarsi lungo la strada di casa.

Ryo stupito, posó il suo sguardo sugli occhiali di Kaori che teneva ancora ben stretti in mano.

Sorrise scuotendo la testa. Quel dannato americano era davvero in gamba.

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Capitolo 3
*** VEDO DOPPIO ***


3. VEDO DOPPIO

Ryo aveva trascorso gran parte della mattinata camminando avanti e indietro per tutto il marciapiede antistante il bar in cui aveva rivisto Kaori.

Gli incontri avvenuti, prima con lei e poi con Mick, gli avevano dato la spinta definitiva affinché finalmente si decidesse a prendere in mano la situazione… del resto doveva solo andare da lei con la scusa di restituirle gli occhiali, decise quindi di tornare a casa per mettere a punto un piano infallibile.

Una volta nella sua stanza, si avvicinò allo specchio fissando fermamente la sua immagine riflessa…

“Tieni Kaori… hai dimenticato gli occhiali al bar e allora ho pensato che potessero servirti… Che ne diresti di perdonarmi perché sono un coglio-? No no... Niente parolacce…!

Allora riproviamo… Kaori, ho visto questi occhiali sul tavolino del bar e ho deciso di riportarteli… comunque se vuoi tornare a casa, a me starebbe bene eh? No no, così sembra che non me ne freghi nulla… Uff…

Kaori… se pensavi di aver perso gli occhiali, ti sbagli. Li ho trovati io. Comunque non me ne fregava nulla di quella con cui mi hai visto quel giorno al Cat’s eye… l’unica con cui vorrei davvero andare in albergo da anni, sei tu… No cavolo, così sembro il solito maniaco.

Al diavolo, sono un vero disastro!”

Disse furioso tornando a camminare forsennatamente avanti e indietro per tutta la stanza.

“Basta, adesso vado lì e quello che mi viene mi viene… certo, se dovesse aprirmi Reika sarà un bel problema, ma vedró di levarmela di torno in un batter d’occhio. In qualche modo devo riuscirci!”

E così dicendo, battendosi il petto per farsi forza, uscì in fretta di casa deciso a portare a termine, con successo, la missione più difficile della sua vita.

Una volta davanti alla porta di Reika cominciò a respirare rischiando l’iperventilazione.

-Stai calmo scemo! Calmo…-

Suonó nervosamente il campanello, aspettando con impazienza che qualcuno gli aprisse. Convinto al cento per cento si trattasse di Reika, rimase di ghiaccio quando invece si ritrovó davanti Kaori.

“Ryo? Ma cosa ci fai qui?” gli chiese la ragazza assolutamente stupita di quella visita.

Ryo, alla sua vista, cominciò a sudare freddo non riuscendo a formulare alcuna frase di senso compiuto.

“Bar gli al dimenticato hai occhiali” disse lui di getto come un automa.

“Eh?” ribattè Kaori stranita.

“Sei per caso ubriaco Ryo?” gli chiese alzando un sopracciglio rassegnata…

Lo sweeper a quel punto, cercó di riprendersi il più in fretta possibile.

“Ah Ah Ah” rise in imbarazzo passandosi una mano dietro la nuca.

“Lo sai che mi piace scherzare… è che, beh… hai dimenticato gli occhiali al bar, li ho visti e ho pensato di riportarteli, nel caso ti servissero…”

“Oh, ma guarda, mi chiedevo proprio dove li avessi cacciati!” rispose lei afferrando gli occhiali e sfiorando casualmente la mano dello sweeper che a quel contatto si sentì ancora più nervoso di quando era arrivato.

“Beh…” continuó lei.

“Allora ti ringrazio Ryo per essere passato…”

Lo sweeper deglutì, doveva fare subito qualcosa, non poteva permettere che Kaori chiudesse la porta… non dopo aver finalmente trovato il coraggio di andare da lei e parlarle.

Kaori, nel vederlo così nervoso e restio ad andarsene, fraintese le sue intenzioni mettendosi sulla difensiva.

“Se speravi di vedere Reika… beh, non c’è. È partita un paio di ore fa e starà via per tutto il weekend” disse atona fissandosi tristemente la punta delle scarpe.

“Oh no no…” rispose lo sweeper dispiaciuto per quell’equivoco.

Ma della urla alle spalle della ragazza, interruppero all’istante quel momento di imbarazzo che si era venuto a creare fra loro.

Due bambine, identiche come due gocce d’acqua, arrivarono spedite al cospetto dello sweeper.

“E… e queste chi sono?” chiese Ryo guardandole spaventato.

“Chi sei tu Matusa!” rispose una delle due mentre l’altra gli rivolgeva una vistosa linguaccia.

Kaori sospiró.

“Ryo, ti presento Nana e Momo… Nogami. Le sorelline di Reika, Saeko e Yuka”

“Che?? Queste due sarebbero le gemelline di cui ci parló Yuka tempo fa!?”

“Esatto…” confermó Kaori.

“Reika mi ha chiesto il favore di badare a loro per un paio di giorni ed eccoci qui”.

“Ma chi è questo, Kaori? Come fa a conoscere le nostre sorelle?” chiese una delle bambine.

“Questo è un mio… amico. Ryo Saeba”

“Ryo Saeba???” ripeterono in coro le due gemelle.

“Beh, vedo che sono famoso anche fra le marmocchie” rispose lo sweeper gonfiando il petto tronfio.

“Noi sappiamo chi sei… Yuka ci ha parlato di te… il vigliacco innamor-” ma Momo non riuscì a terminare la frase che Ryo la zittì afferrandola fra le braccia e improvvisando uno sgangherato ‘vola vola’ sul pianerottolo della palazzina.

“Hey mettimi giù deficiente, mi viene da vomitare” urló la ragazzina dimenandosi.

“Ma come, non ti piace fare il ‘vola vola’? A tutti i bambini piace fare il ‘vola vola’” le chiese Ryo, felice di essere riuscito nel suo intento.

“Io ho già otto anni, non sono una poppante” fece la ragazzina non appena Ryo la posó a terra.

“Scusami tanto allora” le disse lui a denti stretti ed accorgendosi solo in quel momento degli sguardi stralunati che Kaori e Nana gli stavano rivolgendo.

“Sicuro di non essere ubriaco Ryo?” gli richiese Kaori ancora sconcertata dalla scena a cui aveva appena assistito.

“No no, mai stato così sobrio…” cercó nuovamente di rassicurarla lo sweeper.

“Beh, insomma caro il mio Saeba… quand’è che permetterai a Yuka di scrivere il libro su te e Kaori?” tornó ad incalzarlo Momo.

Lo sweeper iniziò a sudare freddo…

“Ma di che libro sta parlando?” chiese Kaori incuriosita.

“Oh no, niente niente… Sai quel libro che Yuka ci teneva tanto a scrivere su city Hunter?” rispose lo sweeper cercando di deviare in fretta la discussione.

“Ma veramente io intend-”

“Ti va di fare un nuovo ‘vola vola’ per caso?!” la interruppe Ryo sorridendole a denti stretti…

La bambina si voltó verso sua sorella scambiandosi con lei uno sguardo di intesa.

“Adesso abbiamo capito…” dissero all’unisono guardando lo sweeper maliziosamente.

“Potete spiegare qualcosa anche a me che non ci sto capendo niente invece?” chiese Kaori completamente confusa.

“Kaori… ma perché non fai rimanere Ryo a pranzo con noi?” le chiese Nana sbattendo quei suoi grandi occhioni neri.

“Oh beh… immagino che Ryo avrà già un sacco di cose da fare…”rispose Kaori a disagio.

“Tu cosa ne pensi Ryo… ti va di rimanere qui con noi?” gli chiese Momo rivolgendogli uno sguardo ricco di sottintesi…

Lo sweeper rimase per un attimo in silenzio, incerto sul da farsi. Ma del resto quelle bambine gli stavano appena dando il pretesto giusto per poter rimanere di nuovo con Kaori senza destare sospetti e chissà… forse con un po’ di fortuna, sarebbe riuscito finalmente a parlarle.

Ma sarebbe stato giusto imporre a Kaori la sua presenza? Del resto aveva perfettamente percepito quanto la ragazza si sentisse in difficoltà in quel momento…

“Oh beh… io sono libero in realtà, peró non vorrei…” riuscì solo a dire prima che le due bambine lo interrompessero non permettendogli di terminare la frase.

“Bene, allora è deciso” e afferrandolo ognuna per un braccio, Momo e Nana lo spinsero all’interno dell’abitazione.

Kaori non poté che provare un profondo imbarazzo per tutta quella situazione. Aveva deciso di lasciare Ryo ed ora eccoli di nuovo lì insieme, come se niente fosse cambiato quando invece tutto era cambiato.

Si rintanó in cucina cercando di defilarsi il più possibile da quella situazione e lasciando quindi Ryo e le bambine, da soli in salotto.

“Yuka ci ha raccontato tutto!” lo rimbrottó Nana all’improvviso.

“Non so di cosa tu stia parlando…” disse Ryo fingendo di non capire.

“Sappiamo che ami Kaori, ma che non hai ancora avuto il coraggio di dichiararti a lei… e se lei ha deciso di lasciarti per lavorare con nostra sorella, vuol dire che hai incasinato davvero tutto…ammettilo!”

Lo sweeper si sentì braccato… quelle bambine lo terrorizzavano.

“Beh… direi di sì…”sospiró.

“Ma abbiamo visto come la guardi… sei qui per rimediare ai tuoi errori giusto? E noi possiamo aiutarti. Però ci dovrai qualcosa!”

“Siete proprio delle Nogami!” sbuffó Ryo incrociando le braccia infastidito.

“Se non ci darai ciò che vogliamo niente aiuto… e anzi, alla fine di questa giornata Kaori ti detesterà ancora di più”

Ryo, a fronte di quella minaccia, cominciò a sudare freddo…quelle due piccole e furbe vipere. Proprio degne della loro stirpe…

“Che cosa volete, sentiamo…”

“Beh, quando finalmente Yuka riuscirà a scrivere il libro su di voi, vorremmo che tu le dicessi che siamo state noi ad aiutarti, in modo che possa menzionarci e condividere con noi il suo successo…per il resto, non dovrai fare altro che assecondare le nostre richieste…”

“Quali richieste?”

“Lo capirai…”

Ryo non poté fare a meno di preoccuparsi. Quelle due avrebbero potuto creargli non pochi problemi, ma del resto non aveva altra scelta.

Kaori rientró dalla cucina dopo pochi minuti cominciando a preparare la tavola e continuando a non guardare in alcun modo lo sweeper.

“Certo che sei proprio rimbambito, ma vuoi andare da lei?!” bisbiglió Nana rivolgendosi a Ryo che si era già comodamente disteso sul divano come se fosse a casa sua.

L’uomo, in imbarazzo, si alzó di scatto avvicinandosi a Kaori che, ancora a testa bassa, continuava ad apparecchiare la tavola.

“Vu… vuoi una mano?”

“No, grazie, ho quasi fatto” rispose Kaori di getto, stupita da quel gesto di gentilezza di Ryo. Mai, in sei anni di convivenza, si era offerto di darle una mano nelle faccende domestiche.

“E così dovrai occuparti delle due pesti per il weekend eh?” le chiese lui cercando di avviare con lei una qualunque conversazione.

“Beh… sì. I loro genitori sono con Yuka negli Stati Uniti per la presentazione del suo nuovo best seller, Saeko lo sai… è sempre super impegnata col lavoro e Reika… ecco… ha conosciuto un ragazzo di recente, pare abbiano iniziato una frequentazione, lui l’ha invitata fuori per un weekend romantico all’improvviso e quindi… beh, ha chiesto a me di aiutarla con le bambine”. Kaori scrutó Ryo di sottecchi per cercare di percepire in lui una qualsiasi punta di delusione nell’appurare la nuova relazione di Reika, ma l’espressione di Ryo rimase impassibile e a quella constatazione, non poté che tirare internamente un sospiro di sollievo, maledicendosi, peró, dopo pochi istanti. Doveva interrompere quanto prima qualunque pensiero romantico su di lui. Dimenticarlo una volta per tutte.

“E tu hai ovviamente accettato di aiutarla” le disse all’improvviso lui, ridestandola dai suoi pensieri.

“Certo, non potevo rifiutare… occuparmi delle bambine non è affatto un peso per me e poi è stata gentile nell’ospitarmi a casa sua, nell’offrirmi un lavoro… ”

A queste parole si voltó di scatto tornando in cucina.

Non aveva voglia di parlare di lavoro con lui, provava ancora un dolore lancinante al pensiero di non potersi mai più occupare di alcun caso come metà di city Hunter.

Ryo, d’altro canto, non potè che sentirsi ancora più un verme all’idea di averla fatta soggiornare per giorni in un hotel senza trovare il coraggio di riportarla in fretta a casa, al punto da farle credere che a lui stesse davvero bene la scissione della loro partnership.

“È pronto… Momo, Nana a tavola!” gridó Kaori rientrando e appoggiando un pentolone caldo sul tavolo in attesa che le bambine si sedessero.

Ryo sentì un calore propagarsi per tutto il petto alla vista di quello pseudo quadretto familiare che si era appena creato davanti ai suoi occhi. Tutti a tavola come una famiglia felice con Kaori ancora lì con lui, come avrebbe sempre dovuto essere.

“Caspita Kaori, ma questo cibo è buonissimo!” commentò Nana mangiando di gusto.

“Sei bravissima in cucina, vero Ryo che è brava? Beato te che hai potuto gustare certi piatti per tanti anni” ribattè Momo.

“Oh, no non sono così brava… e poi Ryo non ha mai apprezzato tantissimo le mie pietanze in realtà… ma siete gentili bambine, grazie” rispose Kaori sommessamente con lo sguardo fisso nel suo piatto.

“Come è possibile che a Ryo non piacciano le cose che cucini???” disse Momo guardando lo sweeper con sguardo allusivo, spronandolo a dire qualcosa di carino…

“No no… ma lo sai che io scherzo sempre Kaori. Le tue pietanze non sono così male” e in quel momento un calcio ben assestato arrivò da sotto il tavolo diretto ai suoi stinchi.

Lo sweeper sussultó voltandosi di scatto verso la piccola Nana, responsabile di quel gesto, e lo sguardo corrucciato della bambina gli fece capire di aver, per l’ennesima volta, detto qualcosa di inopportuno.

“Beh, in realtà… mi è sempre piaciuto tutto… molto” disse in imbarazzo cercando di riprendersi e guardando le bambine sorridere compiaciute mentre Kaori alzava la testa fissandolo con una espressione stupita sul volto.

Il pranzo proseguì tutto sommato serenamente fino a che Momo, si rivolse allo sweeper con una domanda che lo fece sudare freddo.

“Ryo, non trovi che Kaori sia carina oggi con quel vestito?”

Kaori rischió di strozzarsi con un boccone. Prese in fretta in mano la situazione per evitare che Ryo la umiliasse davanti alle bambine.

“Ryo ha ben altri gusti…in fatto di donne e di vestiti e poi non sono domande da fare, non siate inopportune per favore” le redarguì sperando di chiudere in fretta la questione, ma Ryo non sembrava dello stesso avviso.

Colpito e dispiaciuto dall’affermazione di Kaori, cercó infatti di recuperare immediatamente.

“No beh, ma in realtà Momo e Nana hanno ragione… questo vestito ti sta molto bene. Ma anche con un jeans o una maglietta per me non fa alcuna differenza”

“Sì certo, lo so” rispose Kaori fredda, fingendo noncuranza ma sentendosi invece morire dentro. Per lei le parole di Ryo erano chiare… poteva stare bene con un vestito o con un jeans e una maglietta, ma per lui non sarebbe cambiato niente. Non l’avrebbe mai apprezzata come apprezzava tutte le altre donne.

Lo sweeper, a quella affermazione, capì per l’ennesima volta di aver fatto un buco nell’acqua. In anni di denigrazioni l’aveva umiliata in così tanti modi rendendola talmente insicura da non riuscire a farle un complimento senza che questo venisse ovviamente travisato.

Non sarebbe stato affatto facile farle cambiare idea su di lui, ma non avrebbe ceduto, le avrebbe fatto capire quanto davvero fosse cara al suo cuore… restava solo da chiedersi in che modo, un disastro come lui, ci sarebbe riuscito…

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Capitolo 4
*** UNA GIORNATA INSIEME ***


4. UNA GIORNATA INSIEME

“Che ne dici Kaori di portarci al Luna Park più tardi?” chiese Momo alzandosi da tavola più che soddisfatta per il buonissimo pranzo che aveva gustato.

“Oh no, non se ne parla… Reika è stata chiara. Dovete rimanere in casa, non posso rischiare che accada qualcosa. Siete troppo vivaci per i miei gusti…”

“Ma dai, se viene anche Ryo con noi che problema c’è?”

Kaori si immobilizzó sul posto.

“Ryo ha altro da fare… l’ultimo dei suoi pensieri è accompagnare delle bambine al Luna Park” commentò lapidaria.

“Beh, ma facciamo decidere a lui…vero Ryo che ti va di accompagnarci al Luna Park e che ti occuperai tu volentieri di pagarci tutte le attrazioni sulle quali vogliamo salire?” chiese Nana guardando lo sweeper con aria birichina.

Ryo, di fronte a quella richiesta, roteó gli occhi al cielo. Ecco che la loro natura di approfittatrici emergeva prepotentemente. Ma dovette ammettere a se stesso, che l’idea di passare una giornata fuori con Kaori lo allettava parecchio e quelle due piccole pesti, dopotutto, lo stavano aiutando.

“Sì perché no?” rispose e Kaori non poté che guardarlo con gli occhi fuori dalle orbite.

“Da quando in qua ti interessa trascorrere del tempo con delle bambine?” gli chiese incredula.

-Mi interessa trascorrere del tempo con te- avrebbe voluto risponderle, ma la sua componente vigliacca ebbe, come al solito, la meglio, riuscendo quindi solo a dire…

“Oh beh, non ho niente da fare oggi…”

“Ho capito…” rispose Kaori all’improvviso cercando di celare la sua delusione.

“Stai facendo tutto questo nella speranza che Reika e Saeko siano riconoscenti con te…che stupida a non averci pensato prima” disse rassegnata cominciando a portare le stoviglie in cucina.

Ecco, per l’ennesima volta non aveva creduto alla sua buona fede. Al fatto di voler fare qualcosa solo per il semplice piacere di farla con lei. Ma del resto, di cosa si stupiva? In anni insieme non aveva mai trascorso del tempo con lei e le poche volte che era capitato, le aveva fatto ben capire, di preferire ben altri tipi di compagnia.

“Kaori ma cosa vai a pensare…” riuscì solo a dire lui passandosi nervosamente una mano fra i capelli.

“Sì sì, ma poco mi importa…” rispose lei fingendo indifferenza.

“Dico sul serio… vengo al Luna Park con voi con piacere… senza alcun secondo fine” le disse a un tratto dolcemente, afferrandole i piatti dalle mani e incamminandosi in cucina.

Kaori, di fronte a quella ennesima gentilezza, rimase immobile sbattendo i suoi grandi occhioni trasognata.

Un paio di ore più tardi si ritrovarono tutti e quattro sulla strada verso il Luna Park…

Inutile dire che le bambine chiesero a Ryo di poter salire su gran parte delle attrazioni presenti e il povero sweeper dovette sborsare quasi tutto quello che aveva per farle contente.

Kaori era rimasta piuttosto stupita da quel suo atteggiamento.

Che diamine gli stava passando per la testa?

“Ryo, Kaori… perché non ci date una dimostrazione delle vostre abilità? Yuka ci ha raccontato di quando avete sparato insieme per salvarla… ce lo fate rivedere?”

Disse Momo avvicinandosi ad una delle attrazioni di tiro.

“Sì Momo ha ragione, anche io sono curiosa di vedere come avete fatto… dai dai! E poi voglio vincere l’orso gigante” insistette anche Nana.

“E io l’unicorno!” ribattè Momo.

Kaori, al ricordo di quel giorno, divenne rossa come un peperone. Non aveva alcuna intenzione di rivivere con lui quel momento tanto intimo… al solo pensiero, il cuore cominciò a batterle all’impazzata.

Ma Ryo non le diede la possibilità di replicare e pagando la giostraia, afferró all’istante una delle pistole giocattolo con l’intenzione di sparare e buttare giù, tutti i barattoli presenti.

“Bella idea” disse.

E così facendo afferró Kaori per le spalle, come aveva fatto quel giorno. La ragazza si irrigidì, imbarazzata oltre misura. Risentire di nuovo il respiro di Ryo sul suo collo, la potenza del suo torace appoggiato alla sua schiena…. Credette di svenire seduta stante.

“Ti ricordi Kaori no?” le disse dolcemente consegnandole la pistola e alzandole le braccia. Sentì chiaramente la ragazza tremare e fu felice di constatare quanto la sua vicinanza fosse ancora in grado di turbarla. D’altro canto, lui stesso credette di impazzire, rapito dal profumo inebriante dei suoi capelli e dal tocco di quella pelle così morbida e delicata…

Per non parlare del meraviglioso contatto ravvicinato con la sua schiena e con quel bellissimo sederino sodo per il quale aveva sempre avuto una segreta adorazione…

Deglutì cercando di ricomporsi…

“Io non faró niente se non premere il grilletto, come quel giorno. Dovrai essere tu a prendere la mira… pronta?”

Kaori, provando a riacquistare un minimo di lucidità, annuì. Del resto doveva impegnarsi affinché le bimbe potessero vincere i premi che desideravano.

E fu così che, in un susseguirsi di ‘spara’ pronunciati da Kaori più che concentrata ad indirizzarlo nella maniera giusta, Ryo, in pochi secondi, riuscì davvero ad abbattere tutti i barattoli in movimento.

La stessa giostraia rimase a bocca aperta nel notare l’evidente sintonia di quei due…

“Brava Kaori…” le disse Ryo timidamente, non riuscendo a fare altro se non accarezzarle la testa come aveva fatto quel giorno, lasciando la ragazza imbambolata di fronte a quell’ennesimo dolce gesto nei suoi confronti.

“Evviva!” urlarono le bambine afferrando i loro premi.

“Avete davvero un cuore in due come ci ha detto nostra sorella!” continuarono entusiaste.

“Un cuore in due?” Ripeté Kaori stranita nel sentire quella strana espressione ed arrossendo imbarazzata.

“E adesso perché non salite anche voi su qualche giostra?” chiese Nana ad un tratto lasciando la ragazza spiazzata.

“Oh no no…” rispose Kaori sperando di convincerle e cercando di far svanire il rossore, ancora ben presente sulle sue gote.

“Dai! Vogliamo andare nel tunnel degli orrori… non potete lasciare andare due bambine sole nel tunnel degli orrori”.

Kaori a quelle parole, rabbrividì. Ryo non poté non fissarla di sottecchi sorridendo. La conosceva bene.

“No io non amo molto certe attrazioni… sono certa che Ryo sarà felicissimo di accompagnarvi entrambe” rispose prontamente non nascondendo un certo timore.

Le bambine, a quella constatazione, si guardarono capendosi all’istante.

“E invece devi venire anche tu… non vorrai rovinare una così gran bella giornata?!” piagnucoló Momo.

“Ma io…” cercó di ribattere Kaori, ma le bimbe non gliene diedero la possibilità.

“Ti prego” le disse Nana guardandola con occhi imploranti.

“Ti prego” ripeté la sorella.

Kaori, di fronte a quelle dolci faccine supplichevoli, non potè che tirare un profondo respiro.

“E va bene… se ci tenete tanto”

“Evviva! Ryo vai pure a prendere quattro biglietti allora!” gli disse Nana spingendolo verso la cassa.

Le bambine si fiondarono subito a sedere sulla stessa carrozza e Kaori, a disagio, non potè fare a meno di dire…

“Forse sarebbe meglio dividersi… una di voi con me e una con Ryo”

“No, stai tu con Ryo, io voglio stare accanto a mia sorella” reclamó Momo.

“Anche io voglio stare accanto a mia sorella” replicó Nana.

A Kaori non rimase che accettare in silenzio, imbarazzata all’idea di dover condividere con Ryo, il poco spazio di quella minuscola carrozza.

Ryo rivolse alle bambine un sorriso compiaciuto. Dopotutto quelle streghette lo stavano davvero aiutando parecchio.

Non appena sulla giostra, Kaori non poté fare a meno di iniziare a tremare. Era più forte di lei… mostri e fantasmi erano proprio il suo punto debole.

Ryo, nell’accorgersi del suo stato d’animo, cercó di distrarla come al suo solito.

“È incredibile Kaori quanto tu sia fifona con questo genere di cose… riesci a guardare un criminale dritto negli occhi senza battere ciglio e poi tremi come una foglia su una giostra per bambini”.

La ragazza si voltó verso di lui guardandolo in cagnesco…

“Fatti i fatti tuoi tu…” sbuffó contrariata, fino a quando la giostra partì facendola ripiombare nel terrore.

Fu questione di un attimo, un fantoccio dalle sembianze di un fantasma non aveva fatto in tempo ad apparire davanti ai suoi occhi, che Kaori si era già fiondata tra le braccia di Ryo tremando come una bambina.

L’uomo non se lo fece dire due volte approfittando ovviamente della situazione per poterla abbracciare a sua volta.

“Dai Kaori… è solo un pupazzo…” le disse con voce dolce e solo in quel momento Kaori si rese conto della posizione equivoca in cui si trovava, staccandosi da lui all’istante, rossa in volto per la vergogna.

“Scu… scusa” gli disse in imbarazzo non riuscendo a guardarlo negli occhi.

Ryo non poté fare a meno di sorridere, comunque dispiaciuto all’idea di non averla più fra le sue braccia.

“Se vuoi puoi rimanere abbracciata a me finché il giro non sarà finito…per una volta posso pure immolarmi”

-Brutto cretino, cosa caspita stai dicendo!- si maledisse fra sé per aver nuovamente pronunciato parole fuori luogo. Era proprio un caso disperato… con Kaori non riusciva a farne davvero mai una giusta.

Ma la reazione della ragazza, ovviamente, non si fece attendere.

“Immolarti?! Grazie ma ti risparmio il sacrificio!” sbraitó, allontanandosi, per quanto possibile, ancora un po’ da lui.

Ma un nuovo ‘fantasma’ fece la sua comparsa proprio in quel momento e Kaori non poté evitare di urlare al punto che fu Ryo, di scatto, ad avvicinarsi a lei stringendola nuovamente a sé.

“È un sacrificio che faccio volentieri” le sussurró fra i capelli e Kaori non poté che perdersi nel suo abbraccio completamente vinta dalle proprie emozioni. Non riusciva davvero a spiegarsi cosa stesse succedendo, ma in quell’istante non aveva voglia di pensare, ma solo di starsene immobile così, accoccolata a lui. Era consapevole del fatto che quell’abbraccio per Ryo non significasse niente, ma voleva solo godersi quella meravigliosa sensazione di calore per l’ultima volta e allora, nascondendo il viso nel suo petto, decise di rimanere stretta a lui in attesa che il giro della giostra finisse.

Ma all’improvviso ecco che i ricordi tornarono a martellarle prepotentemente nella testa.

Il completo disinteresse che Ryo le aveva dimostrato dopo tutta la faccenda di Kaibara, lui al Cat’s eye con quella donna, lei che se ne andava e ancora lui che non muoveva un dito.

No, non poteva ripiombare in quella spirale di dolore ancora una volta e così si sciolse in fretta da quell’abbraccio, allontanandosi nuovamente da lui.

“Grazie, non serve più” riuscì solo a dire, voltandosi verso il lato opposto e rimanendo con lo sguardo perso nel vuoto al punto da non accorgersi dell’ennesimo ‘fantasma’ fluttuante sopra la sua testa. Del resto, in quel momento, aveva ben altri fantasmi contro cui lottare.

Ryo, nel rendersi conto del repentino cambiamento della ragazza, capì all’istante a cosa stesse pensando. Del resto era sempre stata una loro prerogativa quella di capirsi senza il bisogno di parlare.

Lui, con il suo atteggiamento, l’aveva ferita, oltre che fortemente delusa, e non poteva certo pretendere che tutto tornasse alla normalità come se niente fosse stato.

Avrebbe dovuto trovare la forza per farle capire quanto davvero contasse per lui.

Quando la giostra si fermò, Kaori scese di scatto per raggiungere la carrozza delle bambine senza rivolgere a Ryo nessuno sguardo, cosa che lo rattristó.

“Che ne dite di fare un altro giro?” tentó Momo.

“Non se ne parla… è tardi. Torniamo a casa adesso” rispose Kaori sbrigativa.

“Ma almeno prendiamoci un gelato!” piagnucoló Nana.

“Sì Kaori…che fretta c’è… possiamo anche prenderlo un gelato” replicó Ryo.

“Ok, ma stavolta saró io a pagare. Hai già fatto abbastanza per noi oggi Ryo” disse la ragazza freddamente, iniziando ad incamminarsi e lasciandoli indietro.

Si era già lasciata troppo andare durante quella giornata e non poteva permettere al suo cuore di subire ulteriori scossoni.

Erano stati bene insieme, troppo bene, ed era davvero arrivata al limite della sopportazione.

Ryo, che durante quella giornata si era illuso di potersi fare di nuovo spazio nella vita della ragazza, nel vederla così scostante ripiombó nello sconforto più assoluto.

Kaori passó la successiva ora piuttosto in silenzio, le bambine avevano cercato in tutti modi di convincerla a salire su un’altra giostra con Ryo, ma a niente erano valse le loro lamentele.

Non restò altro che tornare a casa.

“Perché Kaori è diventata così triste tutto a un tratto? Cosa le hai detto?!” Momo si rivolse a Ryo con tono minaccioso facendo ben attenzione a non farsi sentire da Kaori che aveva ripreso a camminare distaccandosi dai tre.

“Io… io niente” cercó di giustificarsi Ryo.

“Beh, allora tanto peggio” ribattè Nana.

“Se pensi che tornerà da te senza dirle nulla sei proprio fesso caro mio”.

“Non sono cose di cui voglio parlare con due marmocchie!”sbuffó Ryo.

“Se non fosse stato per noi non avresti mai potuto trascorrere del tempo con lei… ma tutto questo tempo lo hai sprecato! Non hai creato neanche un’occasione buona per parlarle”

“Ma io...”Ryo peró non fece in tempo a rispondere perché Kaori, arrivata in prossimità della vettura parcheggiata, si era fermata voltandosi e attendendo che Ryo e le bambine la raggiungessero.

Una volta in auto rimasero in silenzio per gran parte del tragitto.

Arrivati alle palazzina Momo osó dire…

“Ryo, ci siamo divertite tanto oggi… perché non resti anche a cena?” ma a quella domanda Kaori si immobilizzó.

Non aveva voglia di condividere altro tempo con lui… tutta quella situazione cominciava davvero a risultarle difficile da gestire.

Ryo, nel percepire il disagio della ragazza, a malincuore capì di doversi fare da parte. La realtà era che, per quanto le bambine lo avessero aiutato, non sarebbe mai riuscito a trovare davvero il coraggio per parlare con lei in quella situazione…

“Grazie, ma… stasera ho da fare”

“Certo…” rispose sommessamente Kaori sicura di come Ryo avrebbe trascorso la serata…

“Allora perché non torni a trovarci domani?” chiese Nana non comprendendo il motivo per il quale lo sweeper si stesse tirando indietro, ma Kaori lo anticipó.

“Domani torna vostra sorella e… non mi sembra il caso…” disse sperando che Ryo cogliesse il messaggio. Cosa che in effetti avvenne.

“Ci rivedremo in altre occasioni… grazie per questa bella giornata” disse in imbarazzo.

“Grazie a te…” rispose Kaori abbassando lo sguardo.

“Allora ciao Ryo” dissero le bambine all’unisono dispiaciute per non essere riuscite a riavvicinare quei due in nessun modo.

“Ciao” rispose lui poco prima di ritrovarsi di fronte ad una porta chiusa.

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Capitolo 5
*** SERATE PARTICOLARI ***


5. SERATE PARTICOLARI

“Hey, che ne dici di una serata fuori insieme?” disse Reika sedendosi sul divano accanto alla sua nuova coinquilina.

“Una serata fuori?” ripetè Kaori, spegnendo all’istante la tv che stava distrattamente guardando.

“Sì… il mio ragazzo è fuori per lavoro, finalmente Nana e Momo sono tornate dai miei e io mi annoio. Ho voglia di andare a bere qualcosa da qualche parte, dai ci divertiremo”

“Ma io…” titubó Kaori.

“Uffa che lagna! Non vorrai rimanere chiusa qui dentro vita natural durante??”

Kaori sospiró. Reika aveva perfettamente ragione ma non era dell’umore adatto per uscire e divertirsi. Da quando Ryo era passato per riportarle gli occhiali, non faceva che pensare alla bellissima giornata trascorsa insieme… per quanto volesse con tutte le sue forze riprendere in mano la sua vita, non riusciva ancora a placare i battiti del suo cuore al solo ripensare a lui.

Ne era innamorata da quando era poco più che una ragazzina, non sarebbero bastati certo pochi giorni affinché riuscisse a dimenticarlo e a dimenticare la sua vita con lui.

“Pensi ancora a lui?” le chiese Reika accorgendosi all’istante del velo di malinconia che si era posato sugli occhi della ragazza.

Kaori si voltó rivolgendole un mezzo sorriso.

“È così evidente? Sono una scema lo so…” disse abbassando lo sguardo.

“Non sei scema… sei innamorata… forse sei solo scema ad essere innamorata di quello…ma nessuno è perfetto del resto” le disse scherzando e cercando di risollevarle l’animo, cosa che per un attimo funzionó notando il sorriso che Kaori le rivolse…

“Dimentichi di essertene invaghita anche tu un tempo?” la punzecchió.

“Beh, è durata poco… per fortuna sono rinsavita in fretta” sorrise prima di proseguire.

“Ti sto solo dicendo di uscire, di svagarci un po’… una bevuta fra donne che sarà mai…?” continuó cercando di spronarla.

Kaori rimase in silenzio per diversi minuti pensando al da farsi.

“Hai ragione…” disse infine.

“Uscire un po’ mi farà bene…”

“È questo ciò che voglio sentire, allora su forza… andiamo a farci belle!”

“… A farci… belle?” Ripeté Kaori stranita.

“Certo, non vorrai uscire vestita come sei adesso? E comunque… ti presteró uno dei miei vestiti…”

“No… non se ne parla nemmeno!”replicó Kaori preoccupata.

“Che vuol dire che non ci pensi nemmeno?? Cosa hai da ridire sui miei vestiti??” rispose Reika stizzita.

“Niente niente… è che, insomma, io…”balbettó Kaori cercando le giuste parole da dire…

“Ho capito… hai paura che possa costringerti ad indossare uno dei miei abiti un po’… più sexy?”

Kaori, a quelle parole si imporporó all’istante.

“Andiamo Kaori, sei una bella ragazza, dovresti valorizzarti un po’ di più… Comunque ti prometto che non oseremo troppo…”

E così dicendo, prendendola per una mano, la trascinó nella sua stanza. Ne uscirono circa un’ora dopo, completamente trasformate...

“Allora che ne dici? Sono stata brava eh?”

“Beh, io…”

“E dai… ammettilo che anche a te piace come ti sta questo mio vestito… e del resto, ti dona divinamente, hai delle gambe strepitose!”

“Grazie Reika” sorrise Kaori arrossendo.

“Tokyo arriviamoooo” e così dicendo uscirono in fretta di casa.

………………..

“Questo NIGHT SOUL è davvero un bel locale…” disse Kaori, guardandosi intorno una volta giunti nel bar scelto da Reika.

“Io frequento solo posti di classe mia cara… vieni, laggiù c’è un tavolo libero…”

Si sedettero ordinando un drink.

“Hey Kaori, hai notato come ti stanno guardando gli uomini qui attorno?”

La ragazza arrossì all’istante.

“Non dire scemenze Reika… staranno guardando te”.

“Beh… qualcuno guarda me, ma qualcun altro sta guardando te, eccome se ti stanno guardando…” disse maliziosa…

Kaori si voltó e notó in effetti un gran numero di occhi maschili puntati su di lei. Per un attimo si stranì. Aveva già provato quella sensazione, ma era accaduto il giorno in cui Eriko l’aveva convinta ad indossare un bel vestito e una parrucca rendendola molto diversa da quello che era in realtà.

In quel momento stava indossando un vestito altrettanto bello ma era lei, senza artifizi di alcun tipo.

Si stupì nel notare gli sguardi interessati di quegli uomini.

Possibile che potessero trovarla davvero… bella?

“Non stupirti Kaori… ti sei sempre atteggiata a maschiaccio ma come vedi, è bastato molto poco affinché qualcuno ti notasse. Dovresti riacquistare un po’ di fiducia in te stessa”

“È che…”

“Lo so… a te non interessa affatto essere guardata da questi uomini, l’unico che vorresti vedere interessato a te è Ryo, giusto?” disse alzando gli occhi al cielo.

“Beh…peró… a Ryo non piaccio e non piaceró mai e quindi è inutile pensarci…” rispose Kaori abbassando lo sguardo.

“Ma… ma stasera non voglio pensare a lui…sei stata così carina a portarmi qui… ho voglia di svagarmi” si riprese cercando di farsi forza.

“Così mi piaci! Anche perché c’è una ragazzo davvero carino che ti sta puntando… ho la netta sensazione che stia per raggiungere il nostro tavolo”

“Cosa!?” esclamó Kaori completamente imbarazzata.

“Beh, mica devi sposarlo? Se si avvicina faremo due chiacchiere e niente di più… non fa di certo male conoscere gente nuova!”

…………………….

“Ma dove cavolo mi stai portando? Mick ma ti sei per caso rincitrullito???”

“Scordati di tornare con me in uno dei tuoi soliti locali… se Kazue lo scopre mi lascia senza mokkori per un mese. Da ora in poi solo bar di un certo tipo… se vuoi sbronzarti con me questa è la regola…e comunque troverai di che rifarti gli occhi anche lì…”

“La vita di coppia ti ha proprio dato alla testa…” sbuffó lo sweeper varcando la soglia del locale consigliato da Mick.

Ma non appena dentro, un’aura familiare lo accolse… non osava crederci.

Nel notare Kaori e Reika sorridenti ad uno dei tavoli in fondo alla sala, il suo cuore si bloccó per un istante.

Mick, nell’accorgersi dello sguardo sconvolto di Ryo, si voltó in direzione di ciò che il suo amico stava guardando comprendendo il suo turbamento all’istante.

“Oh… una gran bella fortuna… non c’è che dire…” cominciò a sfotterlo l’americano.

“Eccome se c’è di che rifarsi gli occhi qui…” continuó a canzonarlo.

Ma proprio in quel momento videro uno degli uomini presenti nel locale, avvicinarsi alle ragazze sedendosi dopo pochi istanti al loro tavolo, invitato da Reika.

Ci si metteva anche quella a rompere le uova nel paniere!

A Ryo non sfuggì ovviamente il fatto che il tizio in questione avesse immediatamente iniziato ad attaccare bottone con Kaori che, dapprima rossa per l’imbarazzo, in breve tempo sembrava aver acquisito maggior sicurezza iniziando a dialogare amabilmente con il ragazzo.

Rimase immobile per diversi minuti cercando di recuperare un minimo di lucidità e decidere il da farsi quando la risata cristallina di Kaori arrivó alle sue orecchie come un coltello in pieno petto.

“Non dirmi che non ti avevo avvertito…” continuó a sfotterlo Mick.

“E comunque Kaori stasera è uno schianto… chi non si avvicinerebbe a quel tavolo? Direi che a questo punto, sia il caso di levarsi di torno prima che ci vedano”

Lo sweeper si voltó verso l’amico guardandolo stranito.

“Beh… cosa c’è da guardare? Non ho intenzione di rimanere qui e rovinare la serata a Kaori… e non oserai farlo neanche tu. L’hai lasciata andare ricordi?? È giusto che faccia la sua vita visto che tu sei un cagasotto. Prenditi le conseguenze della tua cretinaggine”

E così dicendo, senza che Ryo potesse ribattere, trascinó l’amico fuori dal locale.

Mick aveva ragione… Kaori aveva tutto il diritto di uscire con una amica, come del resto aveva sempre fatto anche lui in tutti quegli anni senza che Kaori si intromettesse nella sua vita privata… del resto non era in pericolo e stava cercando solo di divertirsi, ma vederla così bella e contornata da tutti quegli sguardi interessati era stato davvero un brutto colpo da incassare.

E poi quella confidenza che in breve era riuscita ad instaurare con quello sconosciuto… Certo che vederla ridere con quel tizio in quel modo… ma del resto cosa si aspettava? Kaori sarebbe potuta essere felice con chiunque, era lui che non sarebbe mai più potuto esserlo senza di lei…

Inutile dire che, per il resto della serata, Ryo non fu affatto di buona compagnia per Mick.

La mente andava sempre a lei… era bellissima quella sera, risplendeva davvero di luce propria… chissà se quel ragazzo al loro tavolo le piaceva? Cosa le aveva detto per farla ridere in quel modo? E se le avesse lasciato il suo numero? Lei lo avrebbe richiamato? Si sarebbero rivisti?

Quanto avrebbe voluto prenderlo a pugni!

Inutile dire che il tormento che lo accompagnó da quella notte in poi, fu ben peggiore del solito…

………………………..

“Mi porti una birra per favore?” chiese Ryo rivolgendosi a Umi, sospirando e sedendosi al bancone del Cat’s eye accanto a Mick.

Anche quel pomeriggio non aveva avuto fortuna… Kaori non era passata dal locale dei suoi amici e dopo tre giorni da quando l’aveva vista l’ultima volta in quel locale con Reika, cominciava davvero ad averne abbastanza. Non sapeva come uscire da quella situazione di empasse… sarebbe bastato solo un pizzico di coraggio in più e invece non riusciva proprio a muovere un dito, o meglio… la lingua. Del resto sarebbe bastato parlarle a cuore aperto, lei lo meritava no? Perché diamine era così ottuso?

“Qualcosa non va?” chiese l’americano sorseggiando un buon whisky.

“Non c’è niente che non va…”

“Ah, mi sembrava di averti visto sospirare perso nei tuoi pensieri…” gli rispose Mick malizioso.

“Ma che cavolate vai dicendo? Lo stallone di Shinjuku che sospira? Le uniche a sospirare sono le puledre che hanno la fortuna di incontrarmi… e sospiri di piacere per giunta!” replicó Ryo stizzito.

“Certo… certo…” gli disse Mick con noncuranza poggiando il bicchiere vuoto sul bancone. Comunque non ho tempo per le tue pene d’amore…” continuó a sfotterlo seguito dallo sguardo sempre più cupo di Ryo.

“Devo andarmi a preparare per l’incarico di questa sera…”

“Hai un incarico??” gli chiese Ryo sorpreso.

“Credevo che avessi smesso con questo lavoro…”

“Oh ma è un caso particolare… darò una mano a Umi su richiesta di…” ma si interruppe all’improvviso prima di terminare la frase.

“Di…?” lo incalzó Ryo sempre più curioso di capire che cosa stesse accadendo.

Mick, si guardó intorno accertandosi di non essere sentito né da Miki né da Umibozu.

“Beh…fai conto che non ti abbia detto nulla, ma Reika e Kaori stanno seguendo un caso e allora… beh, hanno bisogno di un contributo un po’ più… come dire… incisivo ecco… e hanno quindi chiesto il nostro aiuto”

Ryo, a quelle parole, sentì la terra sprofondare sotto i suoi piedi. Erano davvero arrivati a quello? Kaori che piuttosto che avvalersi del suo aiuto, preferiva chiedere una mano a Umi e a Mick… conoscendo tra l’altro perfettamente le pessime condizioni fisiche in cui versava l’americano…?

“E di che incarico si tratta?” chiese Ryo fingendo indifferenza.

“Non posso dirtelo… è una questione top secret… credo tu possa capire… e visto che non sei implicato in questa faccenda, non voglio infrangere la parola data a Reika e Kaori… già è tanto che ti abbia detto ciò che sai. Stasera ci ritroveremo al rifugio di Umi con le ragazze per mettere a punto un piano infallibile… per una volta il grande city hunter dovrà rimanersene in disparte…non sei stato chiamato in causa… ma del resto non mi sembra tu abbia la concentrazione giusta in questo periodo… o sbaglio?”

“Sbagli! Certo che sbagli! Ma comunque che dire… divertitevi… io ho altro a cui pensare stasera. Hanno aperto un localino nuovo e avevo tutte le intenzioni di andarci…”

Mick gli rivolse un sorriso sghembo scuotendo la testa rassegnato.

“Buona serata allora…” gli disse poggiandogli una mano sulla spalla e uscendo piuttosto di fretta dal locale.

Ryo rimase fermo per minuti interminabili a fissare la porta che Mick si era appena richiuso alle spalle.

Non poteva ancora credere a ciò che l’amico gli aveva detto… lui e Umi avrebbero aiutato Reika e Kaori e per la prima volta lui non avrebbe fatto parte della squadra…non sarebbe stato accanto a lei lasciando che fossero altri a proteggerla… non lo avrebbe permesso mai!

Mick non gli aveva voluto svelare nulla dell’incarico, ma se non altro, ciò che gli aveva rivelato era sufficiente per permettergli di agire in qualche modo.

Quella sera stessa, senza alcun invito, decise infatti di presentarsi di sua spontanea volontà al rifugio di Umibozu.

“E tu che diamine ci fai qui?” grugnì Falcon nel vederlo davanti alla porta della baita.

“Ryo diamine!” gli urló contro Mick.

“Sei stato tu a dirgli che ci saremmo trovati qui??” disse Reika rivolgendosi imbestialita all’americano.

“E menomale che doveva essere una questione top secret!” lo rimproveró anche Miki.

L’unica che non era ancora riuscita ad emettere alcun suono era Kaori che nel ritrovarsi Ryo davanti si era completamente pietrificata.

Era stata Reika a mettere a punto tutta l’operazione e Kaori aveva immaginato che la stessa Reika avesse deciso di tenere Ryo fuori dalla questione, sapendola ancora turbata per ciò che era accaduto fra loro. Immaginava volesse mantenerla completamente lucida durante quella operazione ma Ryo aveva finito col mandare tutto a rotoli.

“Andiamo ragazzi… è che mi sto annoiando, è da un po’ che non ho un incarico e poi anche voi sapete che la mia presenza può fare la differenza”

Reika volse gli occhi al cielo.

“Il solito gradasso eh Saeba?”

“Ma non dovevi andare al nuovo localino sexy questa sera?” lo canzonó Mick, ma Ryo, preoccupato dell’idea che si sarebbe fatta Kaori, cercó di zittirlo all’istante.

“No non c’è alcun localino sexy, ti prendevo in giro… eh eh eh…” disse in imbarazzo grattandosi la testa.

“Ormai che sei arrivato fin qui tocca adeguarci… entriamo dentro così parleremo meglio di tutto” disse Reika esortando Umibozu ad aprire.

Una volta all’interno Kaori continuó a non guardare Ryo, imbarazzata dalla situazione che si era venuta a creare.

Ryo, d’altro canto, era ben felice di rivederla, ma si rese subito conto del disagio che la sua presenza le stava creando…

“Parleremo nel bunker… per una maggiore sicurezza” disse Umi rompendo per primo il silenzio.

“Bunker?? Quale bunker?” chiese Ryo stupito.

“Anni fa ho costruito un bunker in questo posto… con le mie mani. Un rifugio nel rifugio… con il nostro lavoro è importante coprirsi le spalle il più possibile, non puoi mai sapere quello che accadrà”.

Così dicendo Umi spostò un piccolo quadro svelando dietro ad esso una tastiera sulla quale digitó un codice, dopodiché li invitò ad uscire dalla porta sul retro. Fatti pochi passi, lo videro scostare alcune sterpaglie sotto le quali apparve chiaramente una botola. Umi la sollevò con non poca fatica, lasciando tutti quanti stupefatti.

Lo seguirono iniziando quindi a scendere una serie di piccoli scalini fino a che si ritrovarono in una stanza ampia, con una piccola branda su un lato e generi alimentari di ogni tipo ben disposti lungo degli scaffali sulla parete. Un tavolo al centro con alcune sedie intorno ad esso. Una piccola poltrona all’angolo.

“Da questa parte c’è anche un bagno di fortuna… per l’energia mi avvalgo di un piccolo gruppo elettrogeno” proseguì l’uomo.

“Accidenti… ma questo posto è fenomenale” disse Mick guardando la stanza con occhi spalancati per lo stupore. Così come tutti gli altri del resto, che mai avrebbero immaginato l’esistenza di quel piccolo mondo sotterraneo.

“È stato progettato per potercisi rifugiare per mesi ininterrottamente…nel caso fosse necessario sparire dalla circolazione per un po’… è una delle cose di cui vado più fiera del mio Umibozu” disse Miki guardando il compagno con amore imbarazzandolo al punto tale che non riuscì ovviamente a trattenersi dal diventare all’istante rosso come un peperone.

“Dì la verità lucciolone che lo hai costruito per rintanartici con Miki… alla fin fine ammettilo che sei anche tu uno sporcaccione!” lo canzonó Ryo lasciando Umibozu ancora più imbarazzato di prima.

“Smettila Ryo! Sei il solito depravato…Umi non è come te!” lo rimproveró Miki.

“Adesso smettetela… siamo qui per uno scopo preciso no? Direi di non perdere tempo” si intromise Reika tentando di interrompere la piccola scaramuccia fra i due.

“Ben detto… ma mi serve qualcosa per scrivere…” rispose Mick.

“E che devi scrivere??” gli chiese Ryo stranito.

“Tu non rompere… io sono un professionista e per mettere a punto un piano come si deve ho bisogno di scrivere…” ribattè Mick.

“E da quando?” replicó ancora Ryo.

“Allora volete smetterla? Non mi sembra il caso di stare a sindacare su simili sciocchezze. Se Mick dice di aver bisogno di qualcosa per scrivere, avrà qualcosa per scrivere… ma torno su, qui non c’è carta” rispose Miki cominciando a salire nuovamente i gradini.

“Ma si ricorderà anche di prendere una penna? È meglio che vada a ricordarglielo!” disse Mick seguendo la barista.

Dopo minuti interminabili nessuno dei due sembrava peró voler rientrare.

Ryo, Kaori, Reika e Umibozu cominciarono ben presto a perdere la pazienza.

“Vado a vedere cosa può essere successo… magari non trovano carta e penna” disse ad un tratto Umibozu risalendo verso la botola.

Altri minuti passarono senza che nessuno si facesse vivo.

“Ma che diamine stanno facendo tutti???” brontoló Reika sbuffando.

“Adesso mi sentono…” e così dicendo corse in fretta verso l’uscita visibilmente irritata.

Ryo e Kaori, rimasti soli e guardandosi di sottecchi, rimasero in silenzio, in imbarazzo.

Un clic sopra le loro teste li ridestó.

La botola si era appena richiusa intrappolandoli all’interno del bunker.

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Capitolo 6
*** UN ASTUTO TRANELLO ***


6. UN ASTUTO TRANELLO

“Che caspita succede?” gridó Kaori spaventata.

“Tranquilla Kaori… si è solo richiusa la porta. Probabilmente si richiude automaticamente dopo qualche minuto. Adesso gli altri arriveranno” ma più il tempo passava più nessuno degli altri sembrava aver intenzione di rientrare.

“Ryo… mi senti?”

“Chi cavolo è?” urló Ryo spaventato da quella voce uscita fuori dal nulla…

“Sono Dio… pentiti dei tuoi peccati!” disse la voce seguita da una serie di risate e gridolini.

“Mick, smettila di dire cretinate… Che cavolo sarebbe questo scherzo?”rispose Ryo rincuorato nel riconoscere la voce del suo amico.

“Ti sto parlando da un interfono... Ma immagino tu l’abbia capito. Il bunker è munito di microfoni…Un’altra genialata di Umibozu. Non possiamo vedervi ma solo sentirvi…”

“Ma cosa è successo alla porta del bunker?” provó a chiedere Kaori…

“Oh beh…pare che ci sia stato un piccolo disguido tecnico”

“Che cavolo significa???” ruggì Ryo imbestialito.

“Ecco vedi stiamo cercando di capirlo…non risponde più ai comandi… ma nel frattempo non provare lontanamente ad aprire la botola… è di cemento armato…la tua magnum riuscirebbe a malapena a scalfirla”

“Mick è uno scherzo vero? Fateci subito uscire di qui!”piagnucoló Kaori.

-------------- FLASHBACK – UNA SETTIMANA PRIMA… ----------

“Bentornata sorellona!” dissero le due bambine correndo ad abbracciare Reika appena rientrata dal suo weekend romantico.

“Tutto bene? Ti sei divertita?” le chiese Kaori aiutandola con i bagagli.

“Sì…assolutamente tutto perfetto… e voi qui?”

“Bene, ci siamo divertite con Kaori, ma sai che è venuto anche Ryo a trovarla?E ci ha anche portate al luna Park!”

“Ryo?!” Ripeté Reika sbalordita.

“In realtà Ryo non è venuto a trovarmi…” rispose Kaori in imbarazzo.

“Ha solo trovato i miei occhiali da sole e me li ha riportati… comunque, visto che sei rientrata, se non ti spiace andrei a fare un po’ di spesa, il frigo piange” disse Kaori cercando di cambiare discorso in fretta.

“Ok va bene” rispose Reika rimanendo da sola con le bambine, ma circa mezz’ora dopo, il campanello suonó e Reika, andando ad aprire, si stupì nel ritrovarsi davanti Mick.

“Mi scusi signorina Reika, non so se si ricorda di me… sono Mick… Mick Angel, un amico di Kaori… ci siamo visti un paio di volte al Cat’s eye…”

“Oh sì, certo che ricordo… cosa posso fare per lei?”

“Intanto darmi del tu…”le disse sfoggiando il suo meraviglioso sorriso smagliante.

“E poi beh… c’è Kaori? Ho saputo che adesso vive qui… Ero solo passato per un saluto…”

“Oh mi spiace Mick ma è appena uscita per andare a fare la spesa…”

“Hey ma tu chi sei, un altro innamorato di Kaori?” chiese Momo spuntando all’improvviso alle spalle di Reika.

“Momo ma cosa dici???” la redarguì la sorella maggiore.

Mick, imbarazzato come non mai, troncó sul nascere qualunque insinuazione.

“Io… io sono già fidanzato signorina… Kaori è una mia amica” poi come colpito da un’illuminazione continuó…

“Ma perché hai detto UN ALTRO innamorato… chi sarebbe innamorato di lei?”

“Ryo Saeba naturalmente… Lo conosci?” rispose Nana arrivata anche lei di corsa al cospetto dell’americano.

“Ma voi cosa ne sapete di queste cose???” chiese Reika non così stupita dalla lingua lunga delle gemelle, ma comunque incuriosita da quello che le bambine sembravano sapere.

“È stato lui a dircelo… o meglio, non lo ha detto apertamente, ma lo ha praticamente ammesso. È venuto qui per riportare gli occhiali a Kaori…. Anche un neonato avrebbe capito che era solo una scusa”

Mick sorrise al ricordo degli occhiali da sole trovati da Ryo al bar e del fatto che alla fine, quell’impiastro, avesse davvero seguito il suo consiglio decidendo di riportarli a Kaori.

“Ma dopo tutta una giornata trascorsa con lei non è riuscito a dirle niente e alla fine Kaori sembrava più triste di prima… secondo me neanche rimanendo per giorni chiusi da soli in una stanza riuscirebbe a fare qualcosa… è proprio un imbranato quel Ryo!” continuò Nana sospirando.

“Chiusi da soli in una stanza hai detto?” disse Mick cominciando a meditare, stuzzicato da quelle parole...

“Bambine siete geniali! Ho appena avuto un’idea ma per metterla in pratica ho bisogno dell’aiuto di Umibozu, Miki e di te Reika…ti va di darmi una mano?” disse Mick in preda all’entusiasmo.

“Che cosa hai in mente?”

…………………………

“E così Ryo è andato davvero a casa di Reika con l’intenzione di parlare con Kaori?? Incredibile, deve essere proprio disperato per aver finalmente cercato di fare qualcosa!”disse Miki stupita nell’ascoltare il racconto di Mick e Reika.

“Esatto… ma come è facile intuire, non è riuscito a parlarle come avrebbe dovuto… Ryo è un lento, facile alle distrazioni, ma le sorelle di Reika mi hanno dato una idea…” continuó Mick eccitato come uno scolaretto alla prima gita scolastica.

“Pensavo che potremmo rinchiuderli nella vostra cantina con una scusa qualsiasi…Reika potrebbe fingere di aver ottenuto un incarico e di avere bisogno del nostro aiuto… potremmo attirarli qui con questa scusa e trovare il modo per imprigionarli nella cantina del locale… una volta soli quel cretino dovrà trovare per forza il coraggio di dirle qualcosa no?”

“Ah non lo so Mick… ho chiesto a Kaori di collaborare con me, è stata così gentile a prendersi cura delle mie sorelle… non mi va di ingannarla…e se poi Ryo sprecasse anche questa occasione? Lo sappiamo che in fin dei conti è un cretino… di occasioni ne ha sprecate a bizzeffe. Per me non merita niente” rispose Reika piccata.

“Beh… è venuto a casa tua con la scusa di riportarle gli occhiali, ha trascorso con lei una giornata al Luna Park… Ryo Saeba! L’uomo che non ha mai mosso un dito, per una volta ha messo tutto da parte trovando il coraggio di fare qualcosa…”

“Non credo sia compito nostro tentare di mettere del sale in zucca a quel debosciato… e comunque continuo a pensare che sarebbe fatica sprecata!” continuó Reika.

Mick sospiró.

“Ryo ha sbagliato tanto con lei e non posso e non voglio giustificarlo per questo, ma nel nostro mondo i sentimenti fanno paura Reika… per chi come noi ha vissuto tutta la vita negandosi anche solo la minima possibilità di essere felice, dover affrontare certe sensazioni… beh, è semplicemente terrificante” le disse rivolgendole un mezzo sorriso.

“Insomma, anche tu Umi a causa delle tue stupide paure hai rischiato di perdere Miki per sempre o sbaglio?”

Falcon, a quella osservazione arrossì, visibilmente a disagio.

“Se non fosse stato per Ryo e Kaori, voi non sareste qui insieme adesso… e anche tu Reika… quando hai avuto bisogno Ryo ti ha aiutata… e senza ricevere nulla in cambio! Andiamo ragazzi, lui la ama e lei ama lui… e sappiamo tutti qui dentro che quei due potranno essere felici solo insieme… davvero vogliamo ritrarci senza aver neanche tentato di aiutarli?”

Il silenzio caló nella stanza lasciando spazio ai pensieri di tutti…

“E va bene…” disse Reika rassegnata.

“Se proprio avete bisogno del mio aiuto ve lo daró, spero solo che funzioni…”

“Beh, se così non fosse giuro che lo evireró con le mie stesse mani!” sorrise Mick soddisfatto.

“Ok… ci possiamo provare…” acconsentì anche Miki.

“Ma piuttosto che la cantina, avrei un’idea migliore…” proseguì guardando i presenti con uno strano sorriso sulle labbra.

Dopo aver rivelato la presenza del bunker, tutti rimasero piacevolmente stupiti.

“Questa faccenda del bunker calza a pennello… aggiudicato direi! Prima peró vorrei dare un’ulteriore spinta al nostro amico stendendolo definitivamente…” disse Mick continuando a mettere a punto il suo piano che, sperava, si sarebbe rivelato infallibile.

“Che cos’altro vorresti fare?” gli chiese Reika curiosa.

“Lo conosci il bar NIGHT SOUL?”

------------------------- FINE FLASHBACK ------------------------------

“Pare che servano diverse cose per aggiustarla ma ormai a quest’ora sarà impossibile trovare tutto quello che serve…” continuó Mick ridendosela sotto i baffi.

“Temo che dovrete rimanere lì dentro per tutta la notte…”

“Mick non scherzare… come facciamo a stare qui sotto tutta la notte, ci sono i negozi aperti 24 ore su 24, come è possibile che non riusciate a trovare subito quello che vi serve???” si lamentó Kaori quasi vittima di una crisi di nervi.

“Ehm ecco… vedi…” cercó di giustificarsi Mick cercando di trovare una scusa plausibile.

“Anche se trovassimo quello di cui abbiamo bisogno, il lavoro richiederà sicuramente diverso tempo…” disse Umi andando in soccorso dell’americano.

“Ecco sì, esattamente… e poi di notte si lavora senz’altro peggio…torneremo domattina, ma non c’è di che preoccuparvi…. Sentito cosa ha detto Umi prima? Questo posto è stato progettato per poterci vivere a lungo senza problemi, quindi rilassatevi per questa notte… approfittate di questo tempo per fare… come dire, due chiacchiere…proficue…capito Ryo? E comunque il mattino arriverà prima del previsto” continuó a tranquillizzarli il bel biondo e fu in quel momento che lo sweeper capì il gioco dell’amico…

-… Approfittate di questo tempo per fare… due chiacchiere…proficue… capito Ryo?...-

Le parole dell’americano gli risuonarono nella mente assumendo in quel momento un nuovo significato.

Che avessero osato davvero…?

Ma i suoi pensieri vennero interrotti nuovamente dalla voce di Mick.

“Faremo di tutto per risolvere in fretta il problema… nel frattempo... Buona serata” disse non senza malizia poco prima di interrompere con Ryo e Kaori qualunque comunicazione.

“Qualcosa per scrivere eh? Era questo il grande diversivo di cui ci avevi parlato?” chiese Reika rivolgendosi a Mick.

“Oh beh, di che ti lamenti? Ha funzionato no? E bravi voi ad essermi venuti dietro… dovremmo metter su una compagnia teatrale” scherzó l’americano.

“Sto pensando che forse… beh, sono partita con le migliori intenzioni ma Kaori mi è sembrata davvero preoccupata… non avremo esagerato?” chiese Miki sentendosi un po’ in colpa per tutta quella situazione.

“Andiamo Miki, è per una buona causa! Quei due hanno sempre peccato di scarsa comunicazione… adesso non potranno più evitare di parlarsi…” rispose Mick cercando di rincuorare l’amica.

“Certo che sei stato proprio bravo… Se Ryo non avesse deciso di presentarsi alla baita, sarebbe andato tutto a monte! Non abbiamo nessun incarico e non sai come mi sono sentita in colpa nel dover fare la vaga con Kaori… se Ryo non si fosse presentato non so cosa ci saremmo potuti inventare” disse Reika rincuorata.

“Oh, avrei trovato sicuramente un ennesimo diversivo… ma non avevo dubbi sul fatto che Ryo si sarebbe fatto vivo… odia sentirsi tagliato fuori e inoltre, non avrebbe mai permesso a qualcun altro di proteggerla… e adesso andiamo, è il momento di lasciarli soli...”

“Spero solo che stavolta, quel maldestro, riesca ad essere sincero e a fare la cosa giusta una volta per tutte” disse Miki sospirando.

“Beh… gli conviene… del resto non lo faró uscire fino a quando non la farà…” riprese Mick scoppiando nuovamente in una fragorosa risata, prima di avviarsi verso l’uscita della baita, seguito dagli altri.

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Capitolo 7
*** SOLI ***


7. SOLI

“Mick!” urló Kaori richiamando l’amico.

“Lascia perdere, l’interfono è spento, durante l’accensione era evidente un leggero ronzio ed era apparsa una piccola luce rossa da quella parte. Adesso la luce non c’è più e nemmeno il ronzio… Se ne sono andati e a questo punto non resta che aspettare che tornino domattina…”

“Non posso crederci… ma guarda in che guaio ci dovevamo cacciare” sbuffó Kaori sedendosi affranta sulla piccola poltrona posizionata in un angolo.

“Beh, con i nostri incarichi ci è capitato di peggio…” ribattè Ryo rimanendo fermo, in piedi, in mezzo alla stanza.

“Sì è vero, ma…” Kaori si bloccò. Come dirgli che avrebbe preferito mille dei loro vecchi incarichi piuttosto che trovarsi da sola, bloccata in una stanza con lui?

Anche Ryo, d’altro canto, era sommerso dai pensieri. Se davvero i suoi amici avevano fatto tutto quello per lui, per loro, non avrebbe dovuto sprecare un solo secondo del tempo che gli era stato concesso con Kaori. Ma da dove iniziare? Era tutto così maledettamente difficile.

Kaori continuò a rimanere seduta, con lo sguardo perso nel vuoto, in silenzio.

“Sai… sai di che tipo di incarico dovevamo occuparci?” chiese Ryo all’improvviso spezzando quella pesante finta quiete che era calata su di loro.

“È un caso spuntato all’ultimo minuto… è stata un’amica di Reika a contattarla, le ha parlato di uno strano giro di droga nella casa di moda dove lavora come modella. Io non ero in casa quando si sono incontrate e quando sono rientrata mi ha subito detto che dovevamo partire per parlarne tutti qui nel dettaglio”

-Come immaginavo…- pensó Ryo.

-Altro che incarico… non c’è alcun incarico…tutto troppo vago… quelli si sono messi d’accordo alle nostre spalle per tirarci un tiro mancino… che amici meravigliosi!- sorrise beffardo e a quel sorriso Kaori lo guardó stranita.

“Che ci trovi da ridere? Ah no aspetta… Conosco quel sorriso. Appena ti ho parlato di un’amica di Reika che fa la modella sei andato subito in fibrillazione. Dovevo aspettarmelo… scusa la domanda retorica” disse Kaori alzando gli occhi al cielo, cercando di nascondere il suo profondo fastidio di fronte a quell’assurda presa di coscienza. Erano rinchiusi in un bunker e l’unica cosa a cui riusciva a pensare erano le donne… sempre e solo le donne.

Volse lo sguardo altrove, rimanendo nuovamente in silenzio.

“Ma no Kaori, cosa vai a pensare…” cercó di recuperare Ryo, rammaricato nel constatare quali fossero i pensieri di Kaori su di lui. Non che ci fosse da stupirsi in merito, del resto…

“Non ti preoccupare Ryo, ben per te anzi che potrai lavorare per una bella donna alla luce del sole, senza i giochetti scemi a cui sei ricorso in tutti questi anni” disse di getto stizzita, pentendosi un secondo dopo delle sue parole. Non voleva mostrarsi ancora arrabbiata o affranta per ciò che era accaduto fra loro…

Ryo, però, non potè che sentirsi enormemente dispiaciuto per l’osservazione di Kaori…

“No no, dico davvero, non stavo sorridendo per quello e comunque Kaori, in realtà beh…riguardo ai giochetti… io non…” cercó di giustificarsi l’uomo, vinto dall’imbarazzo e dal senso di colpa.

“Non mentirmi Ryo… per favore…” disse lei abbassando lo sguardo…

“Umi… Umi ha detto che quel gioco che hai messo su con quella al Cat’s eye, ti è riuscito altre volte… quindi… non mentirmi, non servirebbe a niente. Va bene così, ne abbiamo già parlato… scusami, non avrei dovuto tirare di nuovo fuori l’argomento, è che siamo rinchiusi qui dentro… mi sento… beh, ho lasciato che il nervosismo prendesse il sopravvento. Lasciamo perdere ok?” disse ammutolendosi all’istante, triste, volgendo nuovamente il suo sguardo nel vuoto.

La delusione e lo sconforto che notó nei suoi occhi, rappresentarono per Ryo un’ennesima stilettata in pieno petto.

Deglutì.

“In questi anni…beh, non è… non è successo molte volte, ecco…forse solo tre o quattro…” sussurró lui in imbarazzo fissando un punto imprecisato del soffitto e non capendo il perché avesse deciso di ammettere la verità così apertamente. Forse, per la prima volta, il bisogno di essere davvero onesto con lei, stava prevalendo su tutto il resto…

Sarebbe riuscito ad abbattere totalmente tutte le sue difese?

Kaori, nel sentirlo per la prima volta rivolgersi a lei con onestà, si voltó, guardandolo stupita.

“SOLO tre o quattro eh?” ripeté lei rimanendo per alcuni istanti in silenzio pensierosa, prima di riprendere…

“Lo dici come se il fatto che sia successo poche volte, possa avere una qualche importanza, ma la verità è che per tre o quattro volte hai svolto un incarico senza parlarmene, sei tornato a casa e guardandomi negli occhi non hai sentito niente… nessun senso di colpa, nessun dispiacere per avermi mentito, per avermi tenuta all’oscuro…”

L’uomo, immobile nell’ascoltare le sue parole, ancora una volta realizzò quanto meschino fosse stato il suo comportamento.

Kaori in quell’istante, di fronte a quell’ulteriore consapevolezza, si rabbuió.

“Ma apprezzo che tu sia voluto essere sincero con me… anche se…” disse bloccandosi, indecisa se continuare a parlare o meno. Ma ci pensò Ryo a toglierle ogni dubbio.

“Anche se…?” la incalzó.

“Beh… in questi giorni me lo sono chiesta tante di quelle volte… io… io in definitiva non ho mai intralciato in alcun modo la tua vita privata. Hai sempre potuto frequentare tutti i locali che volevi e…” fece una leggera pausa prendendo un lungo respiro prima di trovare la forza di continuare…

“… e Dio solo sa com’è che trascorri le tue notti in giro e con chi decidi di trascorrerle…hai sempre potuto avere tutte le donne che volevi, io non…” e qui si interruppe nuovamente cercando di reprimere le lacrime che stavano per emergere prepotenti… ma non avrebbe ceduto davanti a lui, piangere era fuori discussione, e dopo un nuovo, profondo respiro, proseguì.

“Era davvero così importante per te uscire proprio con quelle clienti…? Così importante al punto da… ?” un’ulteriore pausa e un ulteriore colpo al cuore per lo sweeper.

“Dovevano essere proprio speciali eh? Del resto lo posso capire… la ragazza al Cat’s eye era meravigliosa” sorrise tristemente.

Quelle parole colpirono lo sweeper nel profondo…cosa avrebbe potuto dirle? Kaori aveva ragione… maledettamente ragione. Solo su un unico punto si era sbagliata… quelle donne non avevano alcun valore ai suoi occhi. L’unica donna davvero speciale che avesse mai incontrato nella sua vita era lei, ma era sempre stato troppo vigliacco per riuscire ad ammetterlo.

“Beh, ma lasciamo perdere…” riprese tentando di ostentare una finta indifferenza ma senza comunque riuscire a guardarlo negli occhi.

“Anzi scusa di nuovo, non dovevo tirare ancora fuori quest’argomento… ci siamo già chiariti, va bene così…” gli disse tornando a fissarsi le scarpe, imbarazzata.

“In realtà…ecco…io e te non abbiamo mai parlato davvero di quello che è successo…” disse Ryo a disagio guardando un punto imprecisato della stanza.

“A volte le parole sono superflue, sono i fatti che contano e per me è stato tutto molto chiaro…ma non ha senso continuare a parlarne. Non preoccuparti Ryo, te l’ho detto…in definitiva ho capito il perché del tuo comportamento e non te ne faccio una colpa… è solo che… che è più forte di te, ecco tutto” proseguì Kaori.

“Io… beh, ecco…” farfuglió lui, incapace di esprimere a pieno i mille pensieri che avevano preso a vorticare furiosamente nella sua testa.

“Non preoccuparti, non importa più… è evidente che abbiamo priorità diverse. Non è stata mai mia intenzione essere un peso per te…”

“Tu non sei mai stata un peso per me Kaori… è che io…insomma, dopo quanto successo con Kaibara…” Ryo inizió ad agitarsi diventando sempre più nervoso… ma quanto diamine poteva essere difficile ammettere di amare qualcuno?!

“No Ryo… per favore… non mettiamo in mezzo quanto accaduto con Kaibara… lo so che in quel momento eri… beh, hai sfiorato la morte, è normale che fossi un po’ confuso…

Del resto in certe situazioni è l’istinto che ci guida…ci ho pensato molto ed ecco, ero l’unica donna presente in quel momento e credo che tu sia stato appunto guidato da… chiamiamolo l’istinto di sopravvivenza della specie…” sorrise lei tristemente continuando ad evitare di guardarlo.

“Istinto di sopravvivenza della specie?” Ripeté Ryo pensieroso di fronte a quell’assurda versione dei fatti…

“Sì, tu del resto sei sempre stato un tipo istintivo… ma l’ho capito, non devi preoccuparti… per me è tutto dimenticato ok? Non parliamone piu” mentì lei sforzandosi di fare buon viso a cattivo gioco, ma sentendosi morire dentro nel dover esprimere ad alta voce, la consapevolezza alla quale era dolorosamente giunta in quelle settimane lontana da lui.

“Adesso proviamo a riposare… sperando che domattina riescano a farci uscire di qui in fretta. Prenditi pure la branda, io resterò qui sulla poltrona… tanto non riuscirei comunque a dormire granché…” continuó lei cercando di defilarsi definitivamente dalla discussione che avevano intrapreso.

“Mi dispiace” disse lui ad un tratto lasciando la ragazza piuttosto sorpresa. Mai in anni di vita insieme, Ryo le aveva dimostrato rammarico per i suoi stupidi atteggiamenti.

“Come?” chiese lei convinta di non aver capito.

“Ho detto che mi dispiace… il mio comportamento… ecco… mi dispiace” riuscì solo a ripetere lui tentando di sbarazzarsi dei grossi pesi che portava sulle spalle da ormai troppo tempo.

“In questi anni… beh, so che non deve essere stato facile avere a che fare con un tipo come me… tu… tu sei riuscita a sopportare a lungo tutte le mie stranezze e a starmi accanto come nessuno aveva fatto mai…”

Kaori rimase colpita da quelle parole.

“Io sono stata felice in questi anni con te Ryo…” sussurró di getto tornando a fissare distrattamente il pavimento.

A quella affermazione il cuore dello sweeper si fermó.

“Certo è vero, non è stato sempre facile, ma io non rimpiango nulla della mia vita con te… abbiamo vissuto tante belle avventure e… ci siamo sostenuti a vicenda… quello che è successo non cambierà mai quello che penso di te. Sei una brava persona Ryo…Avresti potuto mandarmi via tante di quelle volte in questi anni e non lo hai mai fatto… avevi una promessa da mantenere e dopotutto Hide non poteva scegliere persona migliore alla quale affidarmi…”

Ryo continuò a fissarla, profondamente toccato dalla dolcezza delle sue parole.

“È solo che… che tu non sei fatto per gli impegni e io… ci ho solo messo un po’ per capirlo… non ho mai voluto che la mia presenza fosse una limitazione per te. Adesso sono abbastanza grande per riprendere in mano la mia vita e… lasciarti libero di vivere la tua… ma ti sarò per sempre grata per quello che hai fatto per me”. Disse infine cercando di celare il suo profondo dolore.

Ryo invece, nel percepire il suo reale stato d’animo, si sentì incapace di parlare. Per la prima volta nella sua vita, sentì un groppo formarsi in gola.

Che razza di ignobile essere abietto era stato in tutti quegli anni per averle fatto credere di essere una zavorra da trascinarsi dietro anziché la persona più importante della sua vita, l’unica che davvero contasse per lui?

“Ti ho ingannata e ti ho fatta soffrire…molte volte. Ti chiedo perdono anche se so che le mie scuse non cambieranno quello che ho fatto…” riuscì a dire con fatica, schiacciato dal senso di colpa.

Kaori sorrise, Ryo non era poi così diverso da un bambino… non aveva mai avuto nessuno che gli insegnasse a chiedere scusa ed il fatto che per lei ci fosse riuscito, la intenerì.

“Io ti ho perdonato Ryo… adesso sei libero da qualunque impegno e io dopotutto sto bene con Reika… ognuno di noi vivrà la sua vita ma… rimarremo sempre amici e questa… beh, questa è l’unica cosa davvero importante no?” disse lei cercando di trattenere il più possibile tutte le emozioni che sentiva scoppiarle nel petto… forse non era riuscita a conquistare il suo cuore, ma avrebbe sempre voluto bene a Ryo e non gli avrebbe mai negato in alcun modo la sua amicizia.

L’uomo, d’altro canto, nel sentire quelle parole, rimase turbato.

Amici? Voleva davvero che fossero solo amici?

“Sai, nonostante tutto sono felice che sia capitata questa stramba situazione… non ci è mai successo di parlare in maniera tanto tranquilla… e ti ringrazio per essere stato finalmente sincero con me, per avermi detto che ti dispiace… in tanti anni insieme non me lo avevi mai detto…”

Ryo sentì come un pugno in pieno stomaco.

Anni e anni di vita comune in cui Kaori era stata costretta ad incassare i suoi continui colpi da vigliacco senza essersi mai degnato di scusarsi con lei nemmeno una volta.

E poi…sincero?? Non era stato affatto sincero… non del tutto almeno.

Certo, aveva ammesso i suoi inganni ed aveva finalmente trovato il coraggio di scusarsi per il suo pessimo comportamento… ma c’erano ancora molte cose da confessare prima che potesse definirsi davvero sincero…

“Adesso riposiamo un po’ ok?” riprese Kaori avvicinandosi all’interruttore per spegnere la tenue luce presente nella stanza e sperando che il buio riuscisse a celare il suo profondo tormento nell’aver dato l’ultimo e definitivo addio al suo sogno con Ryo.

Per quanto doloroso, aveva, se non altro, chiuso definitivamente il cerchio…

Tornó a sedersi sulla poltrona e chiudendo gli occhi, avvolta dal buio, speró che il sonno arrivasse in fretta ad alleviare, almeno per un po’, la profonda inquietudine del suo cuore.

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Capitolo 8
*** RIVELAZIONE ***


8. RIVELAZIONE

“Avrei voluto che non ci fosse…” sussurró Ryo all’improvviso spezzando all’istante il silenzio che era calato su di loro.

Kaori, nel sentire quelle parole, aprì gli occhi di scatto, rimanendo immobile sulla poltrona.

“Come?” gli chiese stranita.

Ryo, seduto sulla branda e con i gomiti poggiati sulle gambe, tenendo la testa bassa, ripetè nuovamente quanto detto poco prima.

“Avrei voluto che non ci fosse…”

Kaori a quel punto, alzandosi, accese nuovamente la luce guardando in direzione di Ryo non appena la stanza fu di nuovo illuminata.

A cosa si stava riferendo?

“Che? Cosa avresti voluto non ci fosse… non capi-”

“Quel maledetto vetro...sulla nave, avrei voluto che non ci fosse” la interruppe lui.

“Il… Il vetro?” balbettó lei incapace di capire dov’è che Ryo volesse arrivare.

“Che cosa stai cercando di dirmi…?”

“Non… non sono stato guidato dall’istinto quel giorno… non solo da quello almeno… e avrei voluto… beh, avrei voluto… che quel vetro non ci fosse…” e qui si interruppe per prendere un profondo respiro.

“…Per poterti baciare davvero” ammise lui continuando a fissare a disagio il pavimento.

Kaori, di fronte a quella confessione, arrossì all’istante incapace di credere a ciò che aveva appena udito.

“Ma… cos… io…” balbettó sentendo l’aria venir meno…

Ryo, nel vederla in quello stato di agitazione in cui l’aveva irrimediabilmente catapultata, cercó di riacquistare nuovamente vigore provando a “tranquillizzarla” come nel suo stile…

“Lo so che può sembrarti strano eh? Del resto come si potrebbe avere voglia di baciare una virago irascibile e testona come te? Non ci sarebbe uomo al mondo in grado di sopportarti…” le disse tornando a guardarla con una strana luce negli occhi.

Kaori, rossa in volto per la rabbia e riprendendosi immediatamente dall’imbarazzo, non esitó un attimo a rispondere…

“E tu invece? Non so come ho fatto a stare con te per sei anni, una qualunque altra donna sarebbe scappata subito a gambe levate! Nessuna sana di mente vorrebbe mai al suo fianco uno stupido scansafatiche e pervertito come te!” gli urló contro ferita e rammaricata… come diavolo faceva ad essere sempre così insensibile…?

“Ma tu…tu lo vorresti?” le chiese a bruciapelo tornando a guardarla e diventando immediatamente serio…

“Co-come?” balbettó lei presa alla sprovvista da quella strana domanda.

“Tu… tu lo vorresti ancora al tuo fianco questo stupido scansafatiche e pervertito?” deglutì nervoso, alzandosi dalla branda e avvicinandosi alla sua poltrona.

“Non… io… che…come…” Kaori, sbarrando gli occhi, stava cercando di rimettere insieme i neuroni del suo cervello che per un attimo avevano smesso di girare.

“Non mi prendere in giro Ryo” riuscì a dire all’improvviso, rimanendo immobile sulla poltrona, guardandolo tremante.

Ryo, abbassandosi sulle ginocchia affinché i loro occhi fossero allo stesso livello, la fissò per un attimo rivolgendole un dolce sorriso.

“Non ti sto prendendo in giro…” e così dicendo cercó di afferrarle la mano, ma a quel tentativo Kaori si ritrasse spaventata, alzandosi di scatto e spostandosi all’altro lato della stanza, in piedi, immobile, dandogli le spalle.

“Non…non dire sciocchezze Ryo… ti prego” disse lei quasi sussurrando, sentendo il cuore contrarsi nel petto. A che gioco stava giocando?

Ryo, nel notare il profondo turbamento della ragazza, capì di non poter cedere… non più. Dopo anni di menzogne, era ovvio che lei non credesse ad una sola parola di ció che le stava dicendo. Avrebbe dovuto tentare il tutto per tutto affinché potesse fidarsi di lui.

A passi lenti si avvicinó nuovamente a lei.

“Ti chiedo scusa per averti ferita… su quella nave, ma anche la sera prima, i sentimenti che avevo tenuto nascosti per anni, all’improvviso sono emersi senza che riuscissi più a trattenerli e allora… beh… ho avuto paura e la tua perdita di memoria mi ha dato l’opportunità per poter riflettere davvero, ma non mi sono reso conto che, così facendo, ti avrei fatta soffrire…”

Kaori, attonita, non riusciva a pronunciare alcun suono rimanendo inerte e con i battiti talmente accelerati da temere che il cuore potesse uscirle dal petto da un momento all’altro.

Ryo, preoccupato nel non vedere alcuna reazione da parte della donna, tentó il tutto per tutto e prendendola completamente alla sprovvista la abbracció, avvicinando con veemenza la schiena di lei al suo petto e poggiando il suo viso fra i suoi splendidi capelli.

“Sono serio questa volta Kaori…e da quando te ne sei andata ho capito che non è questa la vita che voglio…non una vita senza di te…”

Kaori, completamente vinta dalle proprie emozioni, continuava a rimanere immobile cercando con tutte le sue forze, di placare il suo animo in completo tumulto.

“Vorrei tanto riavere con me la mia virago irascibile e testona…” sorrise lui sperando di sciogliere definitivamente tutte le riserve della ragazza.

“… E non ti voglio come amica… non solo almeno, anche perché… beh…io… ecco… ” prese a balbettare prima di far crollare definitivamente tutte le sue stupide insicurezze e stringendola più forte a sé.

“Ho ancora una voglia matta di baciarti davvero…” sussurró.

E un leggero brivido la pervase.

Kaori rimase ferma stretta in quell’abbraccio sognato per anni, ma spaventata da ciò che lo sweeper le aveva appena sussurrato.

Davvero lui voleva baciarla? E se lei si fosse lasciata andare per poi ritrovarsi di nuovo con il cuore spezzato? E se non fosse stata in grado? Se non gli fosse piaciuto? Se dopo il bacio si fosse reso conto di non aver alcuna alchimia con lei? Ecco che le sue paure riemersero prepotenti.

“Kaori…” la chiamó lui liberandola dolcemente dal suo abbraccio e spronandola a voltarsi per poterla guardare negli occhi.

La ragazza si giró rimanendo timidamente con la testa bassa, incapace di incrociare il suo sguardo.

“Kaori…”la chiamò Ryo nuovamente, sollevandole il mento con due dita affinché si decidesse a guardarlo.

La giovane così, non potendo in alcun modo defilarsi da quella situazione, puntò i suoi occhi in quelli di lui, mordendosi il labbro inferiore in preda a un sempre più crescente imbarazzo.

“Dì qualcosa ti prego…” le sussurró nuovamente rilasciandole una delicata carezza sulla guancia.

La ragazza arrossì immediatamente, prima di tornare a guardarlo seria, preoccupata.

Prese un profondo respiro, trovando il coraggio di affrontarlo.

“Sei… sei davvero sicuro Ryo?” osó chiedergli all’improvviso.

“Sicuro? Intendi…di volerti baciare?”

Kaori si imporporó nuovamente.

“No… cioè sì… cioè no… intendo… sicuro… di quello che hai detto… di noi?... Di me?”

Ryo sorrise…

“Ho impiegato anni per accettare i miei sentimenti per te… credi che adesso potrei mai tirarmi indietro?”

Kaori restò in silenzio per minuti interminabili lasciando Ryo turbato da quel suo improvviso mutismo.

“Kaori…” la chiamó nuovamente sperando di ottenere una sua qualunque reazione.

“Ma come… come posso essere certa che alla prima occasione non sentirai il bisogno di… di… qualcosa di diverso? Che non mi ingannerai più… che non mi mentirai più? Io…” ma si interruppe, la voce rotta dal dolore troppo a lungo celato e una lacrima che, stavolta, non riuscì più a trattenere.

Sommersa da una multitudine di dubbi, di pensieri e di paure, non potè fare a meno di liberarsi in fretta dall’abbraccio di Ryo, allontandosi nuovamente da lui.

L’uomo sentì il suo cuore spezzarsi nel vederla, per la prima volta, così vulnerabile a causa sua, unico e solo responsabile di tutto il suo dolore.

“Lo so che ti sto chiedendo molto, che i miei atteggiamenti passati spaventerebbero chiunque ma…sei tu tutto ciò che voglio…” le disse dolcemente riavvicinandosi a lei.

“Non voglio più soffrire Ryo…” continuó la ragazza piangendo in un misto di gioia, dolore e sconcerto.

“Mi impegneró con tutto me stesso… ho solo bisogno della tua fiducia e del tuo perdono…”

“Non sai da quanto tempo ho sognato di sentirti pronunciare queste parole, ma dopo tutto quello che è accaduto io…” si interruppe nuovamente abbassando il volto e stringendosi le mani al petto.

L’uomo allora le sollevó il viso prendendolo fra le mani e avvicinando la sua fronte a quella di lei.

“La felicità mi spaventa Kaori, ma mi spaventa molto di più il dover vivere la mia vita lontano da te…”

“Non ci saranno altre occasioni” affermò lei in maniera risoluta tentando di trattenere le lacrime che ormai avevano preso a scorrere copiose.

“Non ho bisogno di altre occasioni… questa è l’ultima che ti chiedo…” proseguì lui asciugando dolcemente con una mano, tutte le sue lacrime.

“Dimmi che puoi… dimmi solo che puoi perdonare questo stupido pervertito… innamorato” disse ad un tratto senza più alcun indugio.

Kaori, a quella parola si immobilizzó sul posto. Aveva capito bene? Innamorato?

Arrossì vistosamente un attimo prima di gettargli le braccia al collo sperando di placare i battiti forsennati del suo cuore.

Ryo, felice, ricambió all’istante l’abbraccio nascondendo il suo volto tra i bellissimi capelli della compagna… inebriandosi del suo profumo.

E senza che Kaori avesse il tempo di replicare, Ryo si discostó da lei abbastanza per poterle catturare le labbra in un bacio ardente, atteso da tempo, sentendo il proprio cuore esplodere sotto l’intensità di quel momento perfetto.

“Perdonami…” le sussurró ansimante, consumato dal desiderio che quella tenera e dolce bocca era stata in grado di accendere in lui all’istante.

Fu un bacio intenso, sensuale, impetuoso, nel quale si persero per minuti interminabili, ma quando furono costretti a separarsi, Kaori lo guardó completamente imbambolata ma al contempo preoccupata per l’eventuale reazione di lui.

Ci avrebbe impiegato un bel po’ prima di liberarsi della sua leggendaria insicurezza.

“Wow, è stato mille volte meglio che nei miei sogni…” disse lo sweeper riprendendo fiato.

La ragazza, di fronte a quell’affermazione, nascose il viso nel suo petto per celare all’istante l’imbarazzo che l’aveva colta.

Ryo la strinse forte a sé sorridendo…

-La mia timida e dolce Sugar boy… che poi… mica tanto timida a dire la verità- pensó col volto sbavante, ricordando il bacio focoso che si erano scambiati poco prima.

Rimasero abbracciati, stretti, immobili al centro di quella strana stanza testimone di quel loro bellissimo primo bacio, incapaci di credere a quello che era finalmente accaduto fra loro e felici, come mai lo erano stati nella loro vita.

“Mi piacerebbe che venissi a letto con me adesso” disse di getto e Kaori, ancora immobile fra le sue braccia, in quell’istante si irrigidì.

“Co-cosa?” gli chiese mantenendo il viso nascosto nell’incavo del suo collo.

Lo sweeper nel rendersi conto solo in quel momento di ciò che aveva detto e percependo il suo profondo disagio, tentó di correre subito ai ripari…

“No no, non volevo dire quello…cioè, non che non voglia e… mi piacerebbe… eccome, ma…non volevo… cioè, non intendevo ora…insomma, ecco… ” balbettó prima di zittirsi all’istante cercando di riprendersi dall’imbarazzo. Prese un profondo respiro.

“Kaori…” le disse afferrandola dolcemente per le spalle per poterla guardare negli occhi.

“Non ho alcuna intenzione di farti mia in un posto del genere… su quel giaciglio dove molto probabilmente si è accoppiato anche Umibozu… bleah! Avverrà, quando anche tu lo vorrai, ma a casa nostra… sul mio letto nel quale ho sognato di vederti milioni di volte”

Il cuore di Kaori andó in fibrillazione per quella confessione che non si sarebbe mai aspettata. Possibile che avesse mentito per tutti quegli anni insieme? Che lei… gli piacesse così tanto davvero? Ma i suoi pensieri furono interrotti dalle ulteriori parole dell’uomo.

“Ma è fuori discussione che tu stia da sola tutta la notte su quella poltrona…vicini, stretti sulla branda sarebbe molto meglio…è questo ciò che volevo dire” le sussurró birichino avvicinandosi al suo orecchio sul quale posó un tenero bacio.

Kaori arrossì nuovamente… Ryo aveva davvero intenzione di passare la notte abbracciato a lei…?

Non le diede il tempo di ribattere perché tirandola per una mano la accompagnó a sedersi sulla branda.

Ryo si distese ma Kaori rimase immobile, ancora seduta.

“Hey…?” la chiamó lui.

E a quel dolce richiamo lei si voltó vedendolo sorridere.

“Stai qui con me…”le disse invitandola a distendersi al suo fianco.

A quel punto la ragazza non esitó più, distendendosi e girando il volto verso di lui affinché potessero perdersi l’una negli occhi dell’altro. L’uomo le cinse i fianchi avvicinandola a sé il più possibile. Kaori imbarazzata ma felice, gli rivolse un lieve sorriso che ebbe il potere di sciogliere il suo cuore all’istante. Finalmente era libero di amarla come si era sempre negato di fare.

Si avvicinó nuovamente alle sue labbra, rilasciandole un altro tenero bacio che, per l’ennesima volta, faticó ad interrompere, ma si era ripromesso di comportarsi bene e, forzandosi non poco, si allontanò dalla sua bocca posando una dolce carezza sul suo viso…

“Ricordi ciò che mi hai detto quel giorno all’ospedale? Di fare ciò che mi rende felice?”

Kaori annuì, ancora tremante fra le sue braccia.

“Sei tu che mi rendi felice…” le sussurró sorridendole teneramente.

Kaori restò a fissarlo con occhi innamorati, sbalordita dalla naturalezza con la quale Ryo le aveva parlato. Per tutta la sua vita aveva solo desiderato che Ryo fosse finalmente felice e sapere di essere lei la fonte della sua felicità, le fece toccare il cielo con un dito.

“Oh Ryo… anche tu mi rendi felice, stare con te mi rende felice” riprese a piangere stringendosi più forte a lui. L’uomo la culló fino a che la calma e la pace ripresero il sopravvento, la ragazza si accoccoló ancora di più a lui chiudendo gli occhi e godendo di quel bellissimo momento che non avrebbe mai pensato di poter vivere…

“Kaori?”

“Mmmh” rispose lei, crogiolandosi nel suo abbraccio.

“C’è un’altra cosa che devo dirti…”

La ragazza aprì gli occhi preoccupata…

“Cosa c’è?” chiese esitante, ecco che le sue paure riemergevano nuovamente…

Ryo, percependo il suo timore, la strinse ancora più forte a sé.

“Smettila di avere paura che cambi idea Kaori…” le disse all’improvviso lasciando la ragazza attonita. Come diamine faceva a leggerle nel pensiero?

“Voglio te… e non torno indietro… dovresti sapere che la parola di Ryo Saeba è legge e va bene che sono uno stupido, ma non fino a questo punto!” le sorrise.

Kaori si tranquillizzó immediatamente… sapeva di potersi fidare davvero di lui e che mai più le avrebbe fatto del male.

“Allora… cosa devi dirmi Ryo?”

“Credo… beh, credo che gli altri ci abbiano rinchiuso qui appositamente…”

“Che??” Disse lei, alzandosi di scatto e tornando a sedersi sulla branda.

“Ecco… io credo… beh, sono quasi sicuro che questa idea sia venuta a Mick e che gli altri siano suoi complici”

“E perché mai lo avrebbe fatto?” chiese Kaori incredula.

“Perché…beh…Mick ha sempre saputo la verità riguardo ai miei sentimenti e credo che… sì, insomma…che mi abbia voluto permettere di rimanere da solo con te, senza vie di fuga, con la speranza che riuscissi a confessarti tutto”

Kaori, di fronte a quella deduzione, rimase a bocca aperta.

“Ma allora… dovremmo ringraziarlo… ringraziare tutti!” gli disse gettandosi fra le braccia dell’amato…

Ryo la accolse felice tornando ad inebriarsi del profumo dei suoi capelli.

Inspiró profondamente fino a che una strana idea gli balenó nella testa…

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Capitolo 9
*** PICCOLI INGANNI ***


9. PICCOLI INGANNI

“E quindi vorresti fargli credere che tra di noi non sia cambiato niente? Ma questo vuol dire che dovrei rimanere a casa da Reika…”

“Esatto… ma solo per qualche altro giorno, giusto per divertirci un po’... Potresti inventarti delle scuse per venire a casa nostra...”

Kaori nel sentirlo nominare la parola NOSTRA ebbe un sussulto. Sorrise felice.

“Oh Ryo…lo sai che non amo mentire… e poi se davvero hanno fatto tutto questo per noi…”

“È solo uno scherzo Kaori e poi…beh…in realtà… ecco…” Ryo arrossì e Kaori non poté che trovarlo adorabile.

“Vorrei tenere questa cosa per noi, solo per un po’…ecco” riuscì ad ammettere imbarazzato.

“Ma che mi invento?”

“Che ne so… qualunque cosa… che devi uscire con Eriko, che vai a fare due passi per la città… il fatto di tenere gli altri all’oscuro lo trovo eccitante…” disse sbavando al pensiero di lui e Kaori… amanti clandestini.

Kaori arrossì prima di dargli un leggero buffetto sulla guancia.

“Ma sei sicuro che funzionerà? Se il vero intento di Mick è quello di metterci insieme, come possiamo essere certi che ci lascerà andare se gli facciamo credere che questo non è avvenuto?"

“Sapró io cosa dire… fidati che quando si tratta di te, il nostro amico perde tutta la sua strafottenza” disse accigliato nel ripensare al debole che Mick aveva avuto, e forse avrebbe sempre avuto, per la sua compagna.

“Allora che ne dici…ti va di divertirti? Giusto un piccolo scherzetto…ci godiamo qualche giorno in santa pace prima di svelare tutto” le disse sorridendole e cingendola nuovamente per i fianchi stringendola forte a sé.

Kaori poggió il volto sul suo petto sospirando felice.

“Sei proprio incorreggibile…”

E si addormentarono così, stretti l’una all’altro, cullati dolcemente dai loro reciproci respiri e dai battiti del loro cuore.

Più di una volta si svegliarono quella notte, lasciandosi andare a dolci coccole e teneri baci al punto che quel bunker assunse ben presto per entrambi, le sembianze del paradiso. Mai avrebbero pensato di poter sentire una felicità così piena, totalizzante, al solo poter stare finalmente l’una fra le braccia dell’altro.

………………………..

“Ryo, Kaori… ci siete?”

Una voce irruppe nella stanza svegliandoli di soprassalto.

“Mick, sei tu?” chiese Ryo voltandosi poi verso lo splendido volto della compagna, anch’essa sveglia ma ancora avvinghiata stretta a lui.

“Sì sono io… state bene? Come avete passato la notte?” chiese non senza malizia…

Ma prima che potessero rispondere, Ryo fece un occhiolino di intesa a Kaori decidendo di mettere immediatamente in atto il loro piano.

“Mick per favore… dimmi che avete aggiustato la porta… non posso più stare qui… non ci voglio stare più…” piagnucoló fintamente.

“Voglio uscire mi hai capito?? Non voglio passare un minuto di più qui sotto… ci sono troppe puledre di sopra, nel mondo, che mi stanno aspettando… e io sono bloccato qui con Kaori capisci??” continuó urlando prima che un colpo ben assestato di Kaori lo zittisse all’istante.

Anche se sapeva che stava solo scherzando, non avrebbe comunque mai potuto fargliela passare liscia.

Mick, nel sentire le parole di Ryo, si corrucció immediatamente.

“Aspetta un attimo” e così dicendo spense all’istante la comunicazione con i due ‘prigionieri’.

“Caspita, non posso crederci che non sia riuscito a dire nulla a Kaori per tutta la notte… parla ancora di puledre davanti a lei? Che faccia tosta…” disse rivolgendosi a Miki, Umi e Reika presenti nella stanza con lui.

“Quel cretino impenitente… allora le gemelle avevano ragione… neanche se rimanessero rinchiusi da soli per anni riuscirebbe a dirle qualcosa! E cosa hai intenzione di fare allora? Oltre ad evirarlo come avevi promesso?? chiese Miki piuttosto innervosita.

“Beh… alla luce dei fatti… credo che sia il caso di liberarli no? Non possiamo costringere Kaori a rimanere lì sotto con quel deficiente” rispose Reika.

“Sì…a questo punto non possiamo che liberarli…” rispose affranto Mick nel dover appurare il fallimento completo del suo piano.

Riaccese pertanto l’interfono.

“Siamo riusciti ad aggiustare la porta… siete liberi… finalmente” sospiró sconfitto, azionando il meccanismo di apertura della botola.

Ryo e Kaori si guardarono sorridendo prima di salire velocemente i gradini che li avrebbero condotti in fretta verso l’uscita.

“E allora, vogliamo riprendere con l’incarico?” li punzecchió Ryo una volta tornato in superficie e cercando di farli uscire allo scoperto. Ma nessuno sembrava intenzionato ad ammettere la verità.

“Ehm… no, non c’è più bisogno…” blateró Mick non sapendo bene cosa inventarsi.

“E perché mai?” li provocó ancora Ryo.

“Vedi, ecco… abbiamo già risolto… stanotte… sai com’è, non potevamo perdere tempo…” disse Reika in imbarazzo.

“Allora si trattava di un incarico più facile del previsto…” continuó Ryo guardandoli di sottecchi…

“Oh beh… speravamo fosse ancora più facile in realtà” replicó Mick piuttosto seccato e incapace di credere che Ryo non avesse colto il senso del suo piano.

Perso nei suoi pensieri ci pensó peró Kaori ad infondergli nuovamente il buonumore gettandosi letteralmente fra le sue braccia, lasciandolo attonito.

“Grazie, grazie davvero… di tutto” gli sussurró nell’orecchio, riconoscente.

Inutile dire che lo sguardo compiaciuto dell’americano, non piacque affatto a Ryo che alla vista di quell’abbraccio avrebbe voluto sparargli seduta stante.

Tutti tornarono così alla loro solita vita… con la piccola differenza che nel giro di qualche giorno, Kaori si era ritrovata un paio di volte ad inventarsi una scusa per poter uscire e recarsi da Ryo, senza insospettire Reika.

E anche quella sera non fu da meno.

“Stasera esco… mi vedo… mi vedo di nuovo con Eriko” disse mordendosi un labbro. Non amava mentire ma dovette ammettere che quel gioco tra lei e lo sweeper, cominciava a stuzzicare anche la sua fantasia.

-Stai diventando una debosciata come Ryo- si redarguì mentalmente sorridendo al pensiero di come le cose tra lei e lo sweeper si fossero evolute.

Non avevano ancora compiuto quel passo in più che li avrebbe visti unirsi in maniera… più intima, del resto era passata solo una settimana da quando Ryo aveva trovato il coraggio di confessarle i suoi sentimenti e Kaori aveva bisogno di tempo per lasciarsi andare completamente, ma tutto stava procedendo nel modo giusto ed entrambi non potevano essere più felici.

Non le aveva detto apertamente TI AMO, ma a Kaori non importava affatto… sapeva quanto per Ryo certe esternazioni fossero difficili… era già tanto che fosse riuscito ad ammettere di essere innamorato e se anche non le avesse mai detto le due paroline magiche, per lei non sarebbe cambiato niente… finalmente erano una coppia, lui voleva stare con lei, e quella era l’unica cosa che contava davvero.

Uscì quindi felice dalla casa di Reika per recarsi, con circospezione, nell’appartamento di Ryo. Era tornata ovviamente in possesso delle sue vecchie chiavi e non appena aprì la porta, due grandi braccia la afferrarono spingendola verso la parete.

“Diamine quanto mi sei mancata!” le disse Ryo di getto fiondandosi sulle labbra della donna che rimase per un attimo immobile, prima di ricambiare, con sempre maggior impeto, quel meraviglioso bacio con cui Ryo la stava letteralmente divorando.

Quando si separarono, ansimanti, si guardarono negli occhi sorridendo felici.

“Ci stiamo comportando come due ragazzini lo sai vero?” gli disse lei sollevando un sopracciglio.

“Lo so lo so… ma non dirmi che anche tu non trovi tutto questo eccitante… però… peró a breve sveleremo tutto agli altri ok? Comincia a pesarmi il fatto di non riaverti qui a casa nostra 24 ore su 24” le disse fissandola con uno sguardo velato dal profondo desiderio e dall’amore intenso che provava per lei.

“Vieni… non voglio perdere un minuto di più”

E così dicendo, prendendola per una mano, la condusse sul divano affinché potesse riprendere possesso, comodamente, di quella bocca di cui, suo malgrado, non aveva potuto deliziarsi per ben due giorni dal loro ultimo incontro.

E cominciarono così a baciarsi e poi accarezzarsi dapprima dolcemente e poi sempre più intensamente. Ryo, non potè negare a se stesso, di essere estremamente felice nel notare il cambiamento che Kaori aveva subito in quei giorni. Non avevano ancora raggiunto lo step successivo, ma il fatto che lei gli permettesse di coccolarla, accarezzarla, in maniera talvolta anche piuttosto audace, lo mandava completamente in visibilio.

E anche in quel momento infatti, lei stava dando libero accesso alle sue mani che, curiose, avevano iniziato a vagare sotto la sua camicetta, sfiorando e poi accarezzando, dolcemente il suo seno…

“Ryo…” sussurró e nel sentire il suo nome pronunciato con tanta sensualità, lo sweeper si incendió sognando il momento in cui la ragazza avrebbe deciso di donarsi a lui completamente.

Ma avrebbe aspettato tutto il tempo di cui Kaori aveva bisogno, il solo fatto di poterla gustare come stava facendo, era sufficiente per donare al suo cuore una felicità tale, mai provata prima.

E i baci si fecero più intensi… sulle labbra, sul collo, tra l’incavo dei suoi seni… Lo sweeper credette di impazzire, quando il suono del campanello li ridestó, interrompendo bruscamente il meraviglioso sogno che stavano vivendo.

“Chi può essere?” chiese Kaori preoccupata.

“Che cavolo ne so! Ma me la pagherà!” grugnì Ryo innervosito dal fatto che qualcuno avesse interrotto quel bellissimo momento che stava condividendo con la sua donna.

“Nasconditi in camera ok? Mi libero dello scocciatore e poi riprendiamo da dove avevamo lasciato…” le disse rilasciandole subito dopo un lunghissimo bacio languido che quasi fece svenire Kaori sul posto.

Si allontanò dal salone per nascondersi nella camera di Ryo, lo sweeper invece, tentando di riacquistare un minimo di lucidità, andò ad aprire la porta con l’intenzione di cacciare velocemente chiunque avesse osato interrompere le loro effusioni.

Non appena aprì la porta si immobilizzó sul posto.

“Re…Reika, cosa ci fai qui?”

“Ciao Ryo…” gli disse lei con una strana luce negli occhi che a Ryo non piacque per niente.

“Sono solo… venuta a trovarti…” continuó avvicinandosi sempre di più all’uomo che, imbarazzato, non riusciva davvero a capire cosa stesse succedendo.

“Scusami se sono piombata senza avvertirti ma volevo approfittare del fatto che Kaori fosse uscita con Eriko per non doverle propinare inutili scuse… è da qualche giorno che ci penso e… beh è ovvio che tra te e lei le cose si siano chiuse definitivamente no?”

Ryo deglutì, dove voleva arrivare? E perché continuava ad avvicinarsi a lui con quell’andatura super sexy?

Kaori, nascosta nella stanza, non potè fare a meno di sbarrare gli occhi una volta appreso chi fosse il misterioso visitatore.

Che cosa stava succedendo??

“A questo punto…non vedo alcuno ostacolo e io beh…”disse la donna mordendosi sensualmente il labbro inferiore.

“Che cosa vuoi dire Reika?” disse l’uomo sempre più a disagio indietreggiando mentre la donna avanzava con passo felino…

“Che ti voglio!” gli disse lei all’improvviso come una tigre che bracca la sua preda.

“Che… che??” disse Ryo sudando freddo e spalancando gli occhi incredulo.

“Ho provato a dimenticarti e non ci sono riuscita… lo sai che sono uscita con un altro per un po’ ma… Sei sempre rimasto tu nei miei pensieri…per un po’ ho creduto che fra te e Kaori potesse nascere qualcosa ma mi sembra evidente che questo non avverrà mai e allora mi sono detta che non voglio sprecare un solo minuto in più… ti voglio Ryo, adesso niente potrà più separarci!” e così dicendo si gettò letteralmente fra le braccia dell’uomo.

Kaori, nel notare di soppiatto la scena, fu pervasa all’istante da una rabbia incontrollabile.

-Brutta vipera che non sei altro!- pensó furiosa e pronta ad uscire allo scoperto per prendere all’istante quell’arpia per i capelli. Ma cercó di calmarsi, del resto una piccola parte di sé era curiosa di scoprire che cosa avrebbe fatto Ryo… meritava la sua fiducia.

“Ma… ma tu vuoi sposarti… lo sai che io non potrò mai sposarti” balbettó lo sweeper cercando di scrollarsi Reika di dosso senza apparire troppo brusco e sperando che le sue parole fossero sufficienti per farla desistere.

“Non mi importa più del matrimonio… ho capito che era una sciocchezza… ti voglio Ryo, ora e subito…” continuó lei avvinghiandosi ancora di più allo sweeper.

“Ma no… ecco… Reika…”

“Cosa ti prende? Adesso che non c’è più Kaori fra i piedi e non ti chiedo di firmare più alcuna carta… cosa c’è che non va?? Non dirmi che non ti piaccio…” gli disse lei sempre più languida.

Kaori a quel punto, cieca di rabbia, non riuscì più a trattenersi e fece per uscire allo scoperto mandando all’aria tutti i suoi propositi, quando le parole di Ryo la bloccarono sul posto.

“IO LA AMO!!” urló lo sweeper lasciando Reika interdetta per qualche secondo al punto da distaccarsi immediatamente dal suo abbraccio.

“Come hai detto?” chiese Reika spronandolo a ripetere.

“Ho detto che io la amo… amo Kaori e voglio stare con lei… è questo il motivo per cui…” ma lo sweeper venne interrotto da Kaori che, nel sentire quelle parole, si fiondó all’istante giù per le scale gettandosi fra le braccia di Ryo.

“Lo sapevo!” disse Reika iniziando a ridere a crepapelle.

“Avete sentito??” urló verso la porta di ingresso dalla quale apparvero all’istante Umi, Miki e Mick.

“Ma cosa diamine sta succedendo?” dissero Kaori e Ryo all’unisono staccandosi dal loro abbraccio.

“Per un attimo ce l’avevate quasi fatta ma considerato quello che avevi sussurrato a Mick alla baita, e le tue ultime uscite di questi giorni, non c’è stato più spazio per alcun dubbio…” disse Reika rivolgendosi a Kaori con sguardo soddisfatto.

“Che cosa hai sussurrato a Mick??” chiese Ryo guardando la compagna stranito…

“Non fare quella faccia da cretino…" disse l'americano rivolgendosi all'amico.

"Quando Kaori mi ha abbracciato, dopo avervi liberato… beh… mi ha ringraziato… DI TUTTO. E a quel punto ho capito che non si stava riferendo solo al fatto di avervi fatti uscire dal bunker…”

Kaori sorrise…

“Oh Kaori, non si può neanche fare uno scherzo in santa pace, tu e la tua proverbiale onestà…” sbuffó Ryo incrociando le braccia.

“Beh, è stato più forte di me, non l’ho fatto intenzionalmente, mi è venuto così spontaneo… non credevo neanche che Mick avesse colto l’allusione, anche se un po’ lo speravo… del resto sono stati tutti così gentili a volerci aiutare… e ve ne saró grata per sempre” arrossì rivolgendo a tutti i suoi amici uno splendido sorriso.

“Scusami per la piccola sceneggiata di poco fa…” riprese Reika tornando ad avvicinarsi a Kaori che le afferró dolcemente una mano stringendola forte nella sua…

“Avrei voluto staccarti tutti i capelli che hai in testa, lo sai vero?” sorrise.

“Chiedo perdono…ma diciamo che visto che da domani non sarai più la mia socia, mi sono presa una piccola rivincita!” scherzó Reika sorridendole di rimando.

“Hai perso una socia ma hai guadagnato un’amica!” rispose Kaori stringendola poi in un forte abbraccio.

“E comunque Ryo sei un pessimo attore…” disse Mick all’improvviso riportando l’attenzione su di sé.

“Fin dal primo momento in cui vi abbiamo liberato i tuoi occhi beh… i tuoi occhi nel guardare Kaori erano diversi… il solito sguardo da pesce lesso innamorato certo, ma diverso… dovresti saperlo che a me non sfugge nulla… sono troppo perspicace” disse Mick sorridendo compiaciuto della sua abilità.

“Perspicace un corno! Non avresti scoperto nulla senza le parole di Kaori!” lo canzonó lo sweeper.

“Prova a ripeterlo sei hai il coraggio!” brontoló Mick.

“Certo che ne ho il coraggio e comunque fammi capire, avete messo su tutto questo teatrino solo per farci uscire allo scoperto?” chiese Ryo guardando l’amico di sbieco.

“Beh, tu volevi fregarci e visto che hai scherzato con noi, noi lo abbiamo fatto con te… uno a uno palla al centro!”ma Mick non riuscì a continuare poiché venne interrotto da uno dei tanti colpi di testa di Ryo.

“E allora sapete cosa vi dico?? Basta con le fesserie perché… perché io sì, questa donna la amo, è questo che volevate che ammettessi no? Io la amo, capito Kaori? IO TI AMO e al diavolo tutti i giochetti…adesso si fa sul serio!”

Kaori lo guardó spalancando gli occhi… le aveva davvero detto le due paroline magiche e per giunta davanti ai loro amici??? Ma non ebbe il tempo di crogiolarsi in quella bellissima nuova consapevolezza che vide Ryo correre in fretta verso la porta di ingresso.

“Tu vieni con me!” disse sospingendo Reika verso l’uscita.

“Ma dove mi porti!?” si lamentó la donna basita di fronte a quell’assurdo comportamento.

“Dove diamine state andando?” urlarono tutti gli altri all’unisono… tutti tranne Kaori rimasta ammutolita nel vedere Reika e il compagno uscire rapidamente insieme dall’appartamento.

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Capitolo 10
*** UNIRSI ***


10. UNIRSI

“Mi vuoi spiegare dove stiamo andando?”urló Reika sempre più spazientita.

“Nel tuo appartamento!” le disse Ryo risoluto lasciando la ragazza interdetta.

“Che significa?”

“Ho solo bisogno che mi apri la porta… ecco tutto”

“E che devi fare nel mio appartamento?” ma non fece in tempo a terminare la domanda che Ryo si era già fiondato su per le scale della palazzina aspettando trepidante che la ragazza arrivasse ad aprirgli la porta.

Una volta dentro si fiondó nella stanza di Kaori…

“Dove lo ha messo? Dove caspita è?” lo sentì Reika sbraitare.

“Ma si può sapere cosa cerchi?” gli chiese la ragazza affacciandosi alla porta per vedere cos’è che lo sweeper stesse combinando.

Ma l’uomo, intento a rovistare nei vari cassetti, sembrava non averla proprio sentita.

“Ah ecco, trovato!” esclamó all’improvviso.

“Adesso devo proprio andare” ma prima di uscire si bloccó per un attimo rivolgendo alla donna uno strano sorriso birichino.

“Mi perdonerai vero per averti rubato la tua nuova socia?”

“Beh… non mi è andata poi tanto male… hai sentito prima no? Ho perso una socia, ma ho trovato un’amica” rispose lei sorridendogli di rimando.

“Grazie Reika…”replicò lui serio, prima di uscire velocemente dalla sua casa e lasciando la ragazza sorridente al pensiero dei suoi amici finalmente felici insieme.

“E voi cosa ci fate ancora qui?” chiese Ryo una volta rientrato nel suo appartamento rivolgendosi a Umi, Miki e Mick.

“Via via di qui… Sció…” continuò spingendoli verso l’uscita.

“Hey ma che modi…” sbottó Mick.

“Non volevate che io e Kaori stessimo insieme? E allora via, lasciateci la nostra privacy…”

“Ah ho capito…vecchio porcone…” lo prese in giro Mick fissandolo con uno strano sguardo malandrino.

“Mick!” lo redarguì Kaori avvampando all’istante.

“Su uscite di qui...e…e…grazie… davvero” gli disse Ryo di getto arrossendo imbarazzato, spingendoli verso l’esterno e lasciandoli basiti per quel ringraziamento che gli aveva rivolto.

E chi lo avrebbe mai detto che Ryo fosse un sentimentale?

“Ryo ma si può sapere cosa succede? Sei scappato con Reika, poi torni qui e cacci i nostri amici… allora?” chiese Kaori sempre più stranita da quel comportamento.

“In attesa che riporti tutte le tue cose qui, beh… volevo che riavessi subito qualcosa di molto importante…” le disse Ryo avvicinandosi a lei e afferrandole dolcemente una mano.

La ragazza lo guardó negli occhi per poi spostare il suo sguardo verso la tasca dalla quale Ryo stava estraendo qualcosa…

Quando vide l’oggetto, il suo cuore fece un balzo.

“Il mio… anello?” chiese stupita.

“Ti ricordi? Ti avevo promesso che lo avresti rimesso una volta tornati a casa dopo la sfida con Kaibara…”

“Sì è vero… grazie” così dicendo Kaori fece per afferrarlo ma Ryo glielo impedì…

“Ts ts ts… tocca a me…io te l’ho sfilato e io voglio avere l’onore di rimetterlo… perdonami per non averlo fatto prima”.

Kaori fece quindi per porgergli la mano destra dove era solito indossarlo, ma Ryo la anticipó sollevando invece dolcemente la sua mano sinistra e infilandole l’anello all’anulare.

La ragazza, di fronte a quel gesto, rischió di svenire seduta stante.

“Che ne dici allora… per sempre con questo stupido scansafatiche pervertito?”

“Oh… Ryo” gli disse avvicinandosi a lui per abbracciarlo forte.

Si persero in quell’abbraccio per un tempo indefinito fino a che un nuovo bisogno si fece sempre più dirompente.

Kaori, tornando a guardarlo sognante, si avvicinó alle labbra dell’uomo prendendone possesso in maniera profonda, sensuale, spronandolo a rispondere con la stessa, potente, intensità…

“Deduco che sia un sì” le sussurró distaccandosi ansante da lei, sorridendo una volta tornato a guardarla nei suoi occhi brillanti di felicità.

Kaori annuì ricambiando il suo sorriso.

Prendendole nuovamente la mano, Ryo fece per avviarsi verso il divano dove erano stati maldestramente interrotti dai loro amici, ma Kaori lo bloccó.

Ryo, nel notare il suo gesto, tornó a fissarla preoccupato.

Kaori, arrossendo, lo spinse verso la parte opposta.

“Staremo più comodi…” gli disse, sperando che lo sweeper capisse il suo proposito… e diamine se aveva capito! Ma non osava sperarci… Kaori voleva davvero…?

Con il cuore in subbuglio, lo sweeper si fece guidare verso la sua camera. Kaori tentó con tutte le sue forze di mettere da parte i suoi dubbi e le sue paure, permettendo solo alle sue emozioni di prendere il sopravvento.

Una volta davanti alla stanza di Ryo, respiró più forte sentendo il cuore martellarle nel petto.

“Kaori…” la chiamó con voce roca.

La ragazza sussultó sentendo pronunciare il suo nome con tanta dolcezza. Si voltó verso di lui e quasi si commosse nel vedere lo sguardo di Ryo completamente rapito dal suo…

Entrarono insieme nella stanza, fermandosi a pochi passi dal letto. E in quel momento Ryo la afferró riappropriandosi delle sue labbra e passando una delle sue mani tra i suoi morbidi capelli, prima di tornare a sfiorare la sua candida pelle sotto la camicetta.

Entrambi, sempre più palpitanti al solo pensiero di quello che sarebbe accaduto fra loro da lì a pochi minuti, si lasciarono andare a prolungate carezze e baci infiammati fino a che, spinti da un sempre maggiore desiderio, si ritrovarono distesi sul letto, ancora intenti a cercarsi, toccarsi, inebriarsi perdutamente l’uno dell’altra…

In breve la t-shirt di lui e la camicetta di lei, finirono sul pavimento e lo sweeper sussultó nel sentire le delicate mani di Kaori perdersi in dolci carezze lungo la sua schiena.

Tornó a baciarla con crescente bramosia e Kaori gemette rispondendo a quel bacio con tutta la passione che solo l’uomo fra le sue braccia sarebbe mai stato in grado di infonderle.

Ryo credette di impazzire quando, sganciandole il reggiseno, le vide inarcarsi contro di lui, per niente timida, ma pronta a donarsi completamente nel corpo e nell’anima.

E non poté trattenersi dal baciare avidamente quel seno meraviglioso che in breve tempo lo condusse nel più completo delirio.

“Non sai da quanto tempo ti voglio...” le sussurró lui continuando a sfiorarla con le sue labbra ardenti di passione e, non potendo più resistere, cominciò a far scorrere la zip della sua gonna, sperando con tutto se stesso che Kaori non gli impedisse l’accesso al suo tesoro più prezioso.

La donna, con gli occhi chiusi, si perse completamente fra le braccia del suo uomo in preda al desiderio, trasalendo per un istante non appena sentì scivolare la gonna lungo le sue lunghe e bellissime gambe.

Ryo interruppe le sue carezze tornando a fissare la compagna intimorito, ma per tutta risposta, Kaori lo strinse ancora di più a sé dandogli la conferma che aveva atteso da tempo.

Ne approfittó quindi per sbarazzarsi dei suoi ultimi indumenti, mostrandosi alla donna che amava in tutta la sua piena e potente virilità.

Tornó quindi a sdraiarsi su di lei catturando nuovamente le sue labbra con baci sempre più appassionati.

I loro gemiti si fecero più intensi, le carezze più audaci fino a che Ryo, risalendo lungo le splendide gambe della donna, soffermó la sua mano sull’ultimo indumento che indossava, rilasciando una delicata carezza nel suo punto più segreto.

Kaori chiuse istintivamente gli occhi vinta dalla timidezza che per un attimo aveva ripreso il sopravvento, una leggera titubanza che peró svanì all’istante, nel sentire di nuovo le morbide labbra dell’uomo tornare a torturare deliziosamente le sue. E si inarcó nuovamente sotto di lui, spronandolo a continuare e sentendo cadere definitivamente, l’ultima barriera prima del salto finale.

Si sentiva ormai pronta, solo per lui.

Si guardarono a lungo, sorridendosi felici e complici, ormai privi di qualsiasi pudore e con i cuori al limite dell’esplosione.

“Io… ti amo Ryo… ho sempre amato solo te” gli sussurró lei tremante di gioia, afferrandogli una mano ed intrecciando dolcemente le sue dita a quelle di lui, continuando a fissarlo, persa completamente nei suoi occhi.

“Kaori…” sospiró emozionato, sfiorandole dolcemente la guancia e sentendo il cuore martellare impazzito nel suo petto.

“Anche io… solo te… per sempre… solo te”

E dopo un ennesimo sorriso dolcissimo da parte di lei, non esitó più, unendo il suo corpo a quello di Kaori in un unico respiro spezzato.

Tra sospiri e gemiti di piacere Ryo non smise per un istante di professare a Kaori il profondo amore che provava per lei… aveva fatto la sua scelta e non sarebbe tornato indietro mai e in quel momento, guardandola sotto di lui così bella e finalmente sua, si ripromise che non avrebbe mai più permesso ai suoi demoni di riemergere…

L’avrebbe resa felice per sempre, lei lo aveva cambiato, avrebbe impiegato il resto della sua vita per dimostrarle quanto la sua vicinanza lo avesse reso migliore.

…………………………..

I raggi del sole illuminarono la stanza cogliendo i due amanti stretti l’uno all’altra, dolcemente addormentati.

Il primo a risvegliarsi fu Ryo che voltandosi, rimase estasiato nel vedere il volto disteso della sua compagna.

-E pensare che ho rischiato di perderla…- pensó maledicendosi per i tanti errori commessi nei confronti di quell’angelo che il destino aveva voluto mettere sul suo cammino.

La strinse ancora più forte a sé, inorridito al pensiero di quello che sarebbe potuto accadere se Kaori non avesse deciso di perdonarlo. Per un istante rabbrividì.

Kaori, crogiolandosi in quell’abbraccio, aprì gli occhi lentamente ritrovandosi davanti al meraviglioso sguardo soddisfatto del compagno.

“Buongiorno dormigliona!” le disse posandole un dolce bacio sulle labbra.

“Ciao” sorrise lei, arrossendo felice.

“Che ore sono?” chiese.

“Le undici passate…”

“Le undici??? Dovremo alzarci allora…”

“E che fretta c’è?” le disse con una strana luce negli occhi…

“Sai che ti dico? Hai ragione” rispose lei accoccolandosi a lui che la cinse con le braccia stringendola forte a sé…

Lo sweeper chiuse gli occhi godendosi quel loro bellissimo momento insieme.

Kaori non poté impedirsi di rilasciargli dolci baci sul collo…

“Stai diventando una dissoluta insaziabile mia piccola sugar boy…” le disse lui riaprendo gli occhi e guardandola malizioso prima di catturarle avidamente le labbra e placcarla sotto di sé.

“Spero tu gradisca questo tipo di risveglio…”rispose lei con sguardo birichino.

“Non potrei desiderare risveglio migliore…” le sussurró lui cominciando ben presto ad accarezzarla ovunque continuando a baciarla con sempre maggiore intensità, ma le loro effusioni furono interrotte da alcuni colpi ripetuti alla loro porta di ingresso.

“Chi cavolo c’è che rompe adesso? Non ho intenzione di muovermi di qui” disse Ryo piuttosto scocciato stringendo Kaori ancora di più a sé.

“Ryo…non possiamo certo fare finta di niente… dai, vai a vedere chi è…” cercó di convincerlo Kaori.

“Ma perché devi essere sempre la voce della mia coscienza?” le rispose rilasciandole un dolce bacio sulla fronte…

“Resta qui calda per me piccola, mi libero degli scocciatori in un istante e torno subito…”

Kaori volse gli occhi al cielo nel sentirlo esprimersi in quel modo, per poi rimanere incantata al solo guardarlo indossare al volo un jeans e una maglietta…

Ryo si recó alla porta intenzionato a cacciare via il più velocemente possibile, chiunque avesse osato interrompere il suo bellissimo risveglio con la sua dolce compagna.

Non appena aprì la porta rimase pietrificato.

“E voi cosa ci fate qui?” disse rivolgendosi a Yuka, Nana e Momo sorridenti davanti a lui.

“Ciao Ryo… sono tornata dagli Stati Uniti e le mie sorelle mi hanno raccontato tutto!” rispose Yuka fissandolo con sguardo soddisfatto.

“E allora?”

“Come allora? Devo scrivere il mio libro ricordi??? Ora che siete una coppia a tutti gli effetti voglio subito i dettagli… non posso aspettare un minuto di più… un anno di attesa affinché tu ti decidessi a confessare il tuo amore a Kaori, mi pare pure troppo no???”

Lo sweeper deglutì…

“E voi due invece?” disse rivolgendosi alle gemelle.

“Siamo venute a sincerarci che tu dica proprio tutto a nostra sorella… Siamo state noi a dare l’idea al tuo amico Mick di rinchiudervi nel bunker e vogliamo essere menzionate nel libro!”

“Hey voi tre!” urló Saeko arrivando trafelata davanti alla porta di Ryo, seguita da Reika.

“Vi avevo detto di non venire senza il mio permesso, ho un incarico per city hunter… quello ha la precedenza!” le rimproveró la sorella maggiore.

“No, il libro è più importante!” risposero Yuka, Nana e Momo all’unisono.

“Ferme tutte, io ho ancora degli incarichi da seguire e dopo tutto quello che è accaduto, sarebbe giusto dare la precedenza a me!” sbraitó Reika puntando i piedi.

Ryo, alla vista delle cinque sorelle Nogami alle prese con quella piccola baruffa familiare, per un attimo ebbe un mancamento.

“Ryo…” la dolce voce della compagna lo ridestó da quell’incubo ad occhi aperti…

Si voltò verso di lei, che si era affacciata alla porta della loro stanza incuriosita da quello strano baccano. E Ryo, nel vederla spuntare coperta dal solo lenzuolo che si era trascinata dietro, deglutì vistosamente all’idea di quello che avrebbe voluto fare, fare e rifare all’infinito, con quella donna meravigliosa…

Tornó a fissare le sorelle che ancora litigavano furiose davanti alla sua porta. Grugnì infastidito.

“SILENZIOOOOO” urló, zittendole tutte all’istante.

“C’è solo una donna che ha la precedenza adesso” disse con tono risoluto spostando nuovamente il suo sguardo innamorato verso la splendida ragazza che lo stava pazientemente aspettando al piano di sopra.

“Tornate fra un paio di mesi!” e così dicendo corse di filata verso la sua dolce Kaori lasciando le cinque sorelle a fissare, rassegnate ma sorridenti, una porta ormai chiusa.

Fine

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