3 Volte Sposami

di Nuage_Rose
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** ¿Te quieres casar conmigo? ***
Capitolo 2: *** Bésame… ***



Capitolo 1
*** ¿Te quieres casar conmigo? ***


1. ¿Te quieres casar conmigo?

Imelda prese il microfono in mano, nervosa per la sua prima esibizione. Toccava spesso la collana viola che le copriva la gola, come a voler proteggere le sue corde vocali per quella prima volta.
Il chitarrista accanto a lei prese il suo strumento abilmente tra le mani, accordandolo con dolcezza e guardando con compassione quella ragazza dai capelli neri e raccolti, che sembrava tremolare nel suo vestito viola.
Sorrise e, per cercare di calmarla, le fece l’occhiolino amichevolmente. La giovane si tranquillizzò, il musicista poté vedere le sue spalle abbassarsi. Le luci sul palco di quella vecchia taverna si accesero, illuminando la cantante che automaticamente iniziò a cantare, chiudendo gli occhi per un attimo.
La sua voce incantò tutta la stanza, inclusi i musicisti attorno a lei. Ma ad Imelda importava solo di cantare, di sentire il fiato uscirle dai polmoni e le note dalle labbra carnose. Finì come aveva iniziato, senza accorgersene.
La sala piombò nel silenzio ed Imelda ebbe paura di non essere piaciuta, quando la folla iniziò ad applaudire felice. La giovane sorrise raggiante e fece un inchino per ringraziare il pubblico, che chiedeva a gran voce un bis.
Si voltò verso i musicisti, che annuirono convinti ed impazienti di ridare la magia a quella voce angelica che si nascondeva dentro quella ragazza. Hector quasi si scordò di suonare, perso com’era nella voce di quella cantante sconosciuta. Si immaginò mentre duettava con lei, sentendosi però inferiore a quell’angelo dai capelli corvini e gli occhi magnetici, che anche su quel palco sembrava ormai una leonessa senza più alcuna paura.
Imelda era nata per cantare, lui per suonare. Saremmo una bella coppia.
Quando lei smise di cantare, Hector si precipitò da lei, senza nemmeno rendersi conto seriamente delle parole che gli uscirono involontariamente dalla bocca quando si trovò davanti a lei e sentì i suoi occhi scuri perforare la sua anima: “¿Te quieres casar conmigo?”
Imelda sgranò gli occhi, non capendo se fosse uno scherzo di pessimo gusto o un modo sciocco di farle i complimenti: “Come scusa?”
Hector scosse la testa, realizzando cosa aveva appena detto. Ma non se lo rimangiò, anzi: “Voglio che tu sia mia moglie.” Lei rimase in silenzio per alcuni minuti, poi rise: “Scusami, chico , ma io non ho nemmeno idea di chi sei. Perché dovrei sposarmi con te?”
Lui si tolse il cappello dal capo e, con un inchino, si presentò: “Sono Hector Rivera, incantato. Io… mi sono innamorato di te.”
Imelda sobbalzò e scosse il capo, sorridendo a quello strano musicista apparso dal nulla: “Io direi piuttosto che sei un poco loco.” Stava scendendo dal palco, quando Hector la prese per una mano, dolcemente: “Non vuoi dirmi il tuo nome?”
Imelda sorrise nuovamente, intenerita da quei modi così dolci e dalla testardaggine goffa del ragazzo e disse semplicemente: “Forse domani sera, ci sarai?”
Lo lasciò sul palco e andò via come era arrivata, ma con gli occhi di Hector che continuavano a seguirla.
Tutte le sere che vorrai.

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Capitolo 2
*** Bésame… ***


2.  Bésame 


“Finalmente so il tuo nome, Imelda!” esclamò allegro Hector, mentre si sedeva accanto a lei sul brodo del palco.
Lo spettacolo si era concluso una mezz’ora abbondante prima e tutti gli spettatori erano tornati alle loro case. Poi anche il resto dei musicisti se ne era andato, e stava per farlo anche uno dei chitarristi, quando aveva visto la bella cantante pensierosa e seduta sul bordo del palco. Le si era avvicinato da dietro, per poi sedersi anche lui al suo fianco. Aveva saputo il suo nome dall’altro chitarrista del gruppo, Ernesto. Ed era stato impaziente tutta la serata, non vedeva l’ora di restare solo con quella ragazza dalla voce suadente e potente, che lo faceva tremare fin nel profondo. Imelda sorrise, riconoscendo il suo nome e pensando che sembrava suonare ancora più melodico detto da Hector.
Fu il ragazzo a rompere nuovamente il silenzio della sala: “Non hai una casa, una famiglia da cui tornare? Saranno in pensiero per te…”
Dopo alcuni minuti, lei rispose con lo sguardo verso il fondo della stanza: “Avevo bisogno di riflettere su alcune cose.”
Un sospiro scosse la esile figura della giovane, facendo sgranare gli occhi di Hector: che cosa poteva mai affliggere quella bellissima giovane donna che sembrava sempre così forte e delicata?
Il ragazzo portò un ginocchio al petto e lasciò che l’altra gamba ciondolasse liberamente e si perse nella contemplazione di quel bel viso corrucciato, domandandosi quali pensieri turbassero Imelda. Abbassò il capo, indeciso sul da farsi: “Vuoi che ti lasci sola allora?”
Lei si limitò a scuotere il capo e finalmente si voltò a guardarlo: “Pensi che io sia una brava cantante?”
La domanda confuse il musicista, che però rispose prontamente e con il suo caratteristico entusiasmo: “Assolutamente! Tu ci sai proprio fare, Imelda!”
Lei ridacchiò nervosa, non era abituata a quei complimenti e lo ringraziò. Poi il suo sguardo tornò ad essere cupo e lontano: “Ma forse non dovrei fare la cantante. Forse dovrei imparare un mestiere diverso, ad esempio potrei fare dolci, maschere da lottatore o scarpe o…”
Si fermò quando sentì le mani di Hector stringere dolcemente le sue: “Ma tu ami cantare. Perché dovresti privare il mondo della tua incantevole voce? Non smettere, per favore.”
Le guance di lei si tinsero appena di rosso e sentì una specie di tuffo al cuore, mentre si domandava come faceva quel ragazzo a comprendere così bene il suo stato d’animo e ciò che provava per la musica. Ma non disse nulla, perché dentro di sé era ancora spaventata.
Una cantante… cosa le avrebbe riservato il futuro? Quanti altri spettacoli avrebbe potuto fare? Quante altre ragazze in Messico e nel mondo desideravano cantare? Magari alcune di loro erano più belle o più brave di lei e le avrebbero tolto la luce dei riflettori e l’amore del pubblico.
E una volta invecchiata, la sua voce sarebbe cambiata, si sarebbe incrinata o sarebbe rimasta ancora la stessa? C’erano così tante incognite.
E la spaventava, perché il mondo della musica ti mette su un piedistallo con la stessa velocità che ci mette ad inghiottirti nel buio dei dimenticati.
La voce di Hector la distolse dai suoi pensieri: “Imelda, baciami.”
Gli occhi scuri di lei tornarono ad essere scintillanti, ma di indignazione. Stava per tirare un potente schiaffo sul viso di quel musicista così sfrontato, quando lui riaprì la bocca: “Se ami la musica, ami anche me. Quindi… baciami.”
Senza che se ne rendesse conto, Imelda abbassò la mano e avvicinò il suo viso a quello di Hector che, dolcemente, la baciò. Fu un bacio dolce e veloce, che fece sorridere di gioia pura il chitarrista.
Ed Imelda sentì qualcosa smuoversi nel suo petto, dopo quel bacio. Si sistemò una ciocca di capelli corvini che era sfuggita dalla sua acconciatura e distolse lo sguardo. Hector si alzò e, con un balzo, scese dal palco e si sedette nel primo posto che trovò.
La guardò, come si fa con un’opera d’arte: da lontano, con ammirazione e cercando di comprenderla meglio, pensando che da un’altra prospettiva potrebbe ancora sorprenderci. Poi si avvicinò alla ragazza e la prese per la vita, facendola scendere dal palco.
Andarono insieme verso l’uscita ed Imelda si accorse di voler tornare a cantare, anche solo per rivedere quello strano e sfrontato ragazzo. Hector le aprì cavallerescamente la porta e le disse: “Ora che ho conquistato il tuo cuore, quando ci sposiamo?”
Imelda gli diede una spinta e varcò la soglia del locale e quando Hector credeva che se ne sarebbe andata, la vide girarsi verso di lui: “Ma si può sapere perché diavolo vuoi sposarmi?”

Voglio che canti per me ogni giorno della mia vita e voglio poter cantare con te finché avrò fiato, Imelda.

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