Oltre il Nostro Stesso Mondo

di danny3003
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


UN BRUSCO RISVEGLIO

DRIIINN!! DRIIINN!! DRIIINN!!

Una sveglia stava suonando. Un ragazzo aprì lentamente gli occhi, leggermente stordito. Era sdraiato a terra. Si mise a sedere e si tenne la testa.

DRIIINN!! DRIIINN!! DRIIINN!!

La stessa sveglia continuava ancora a suonare, ma il ragazzo non ci fece ancora caso. “Mhh, che mal di testa… eppure non ho bevuto ieri sera… credo.” Disse a bassa voce, scherzando un po’. Dopo qualche secondo, decise di guardarsi un po’ attorno e vide che si trovava in un edificio, all’apparenza abbandonato.
“Dove mi trovo? Che ieri mi sia davvero ubriacato?” Si chiese, questa volta seriamente. Si alzò da terra e notò un’uscita, l’unica porta da cui entrava la luce del giorno.

DRIIINN!! DRIIINN!! DRIIINN!!

Il ragazzo si accorse finalmente della sveglia che suonava, e notò, dalla vibrazione che emetteva, che proveniva dalla tasca sinistra dei suoi pantaloni neri. Mise la mano nella tasca e prese l’oggetto che emetteva il suono.

“Il mio telefono…” Disse con poca sorpresa ma tanta felicità. Però, una domanda gli venne in testa: ‘Perché è attiva la sveglia? Non l’ho mai utilizzato’. Nonostante ciò, non ci pensò più e disattivò la sveglia. Si rimise il telefono in tasca e decise di uscire dall’edificio vuoto.

Una volta fuori, si coprì gli occhi per la troppa luce. Appena gli occhi si abituarono, decise di guardarsi nei dintorni. ‘Non credo di conoscere questo posto… Dove sono finito?’ Ora il ragazzo era davvero confuso. Prese il telefono e attivò il gps, prima di cercare Google Maps tra le app del telefono, ma qualcosa gli fece spalancare gli occhi.

‘Non ci sono più le mie app… pure lo sfondo del telefono è cambiato…’ Poi, però, realizzò qualcosa: “No… è semplicemente tornato al suo sfondo originale. Ciò significa che il telefono è stato ripristinato alle impostazioni di fabbrica.” Guardò pure i contatti del telefono. ‘Infatti, non c’è nulla nemmeno qui.’

Decise a questo punto di guardare se il suo numero era lo stesso, per essere sicuro. “Ma questa non è nemmeno la mia sim. Il numero è completamente diverso. Merda, ora dovrò rimettere tutti i miei contatti. No, questo non è importante ora. Devo capire dove mi trovo.’ Andò quindi su Google Maps e vide la sua posizione. Non appena lo vide, i suoi occhi mostravano solo terrore misto a confusione.

PREFETTURA DI TOCHIGI, GIAPPONE

‘N-non è possibile…’ tutto il suo corpo tremava. Non riusciva più a mantenersi in piedi e cadde sulle ginocchia. ‘C-come sono arrivato in Giappone… non ha senso… Come ho fatto dalla Sicilia ad arrivare in Giappone…?’ Non riusciva ancora a crederci. I suoi occhi non si staccavano da quelle parole che erano scritte sullo schermo. Il suo cuore batteva più forte, ma il ragazzo prese un bel respiro e cercò di ragionare.

‘Avanti, calmati. Fai un bel respiro profondo.’ Provò a rassicurarsi, con risultati sorprendentemente positivi. Il battito cardiaco cominciò a tornare lentamente nella norma. Si rialzò e guardò nuovamente il telefono.
‘Forse Giò può aiutarmi.’ Andò nei contatti e, anche se non aveva più il suo numero, riuscì a ricordarselo e lo digitò. Cliccò il pulsante per avviare la chiamata e aspettò che rispondesse.

IL NUMERO DA LEI CHIAMATO NON È CORRETTO. LA PREGHIAMO DI VERIFICARE IL NUMERO E RICHIAMARE

Questo è quello che disse una voce femminile, a quanto pare la segreteria telefonica. Ancora una volta, da quando si è svegliato, è confuso. “Come sarebbe a dire che il numero non è corretto?” Ricontrollò il numero che aveva digitato e… “Il numero è giusto! Perché sto avendo ora questi problemi?!” Si calmò di nuovo e sospirò prima di dirsi: ‘Forse ho davvero sbagliato e non ricordo qual è il numero esatto. A quanto pare devo chiamare mia madre. Buona fortuna, me, ora prova a spiegarle come sono finito qua…’ Si immaginava già come si sarebbe arrabbiata sua madre. Compose il numero e chiamò, facendosi, nel frattempo, il segno della croce mentalmente.

IL NUMERO DA LEI CHIAMATO NON È CORRETTO. LA PREGHIAMO DI VERIFICARE IL NUMERO E RICHIAMARE

Stavolta era davvero nervoso. “Come sarebbe a dire?! Sono sicuro che questo numero è corretto, brutta idiota!!” Se la prese con la segreteria. Compose nuovamente il numero e richiamò.

IL NUMERO DA LEI CHIAMATO NON È CORRETTO. LA PREGHIAMO DI V-

“VAFFANCULO!!” Imprecò ad alta voce, fregandosene se c’era qualcuno nelle vicinanze. “Perché?! Non posso fare nemmeno una maledetta chiamata?! Sul serio?!?!” In questo momento, non era solo arrabbiato, ma anche terrorizzato. ‘…Ora che faccio?...Come posso tornare a casa?’ Si controllò le tasche e si rese conto di non avere altro oltre al suo telefono.

‘Non ho soldi per prendere un volo… nemmeno quanto basta mangiare qualcosa…’ Lasciata andare la rabbia, al suo posto vi era ora la disperazione.

Guardò di nuovo il suo telefono e, con ancora una piccolissima speranza nel suo cuore, decise di chiamare un altro numero, che sapeva, insieme a quello di sua madre, non avrebbe mai potuto dimenticare.

‘Per favore… almeno tu rispondi, papà.’

IL NUMERO DA LEI CHIAMATO NON È CORRETTO. LA PREGHIAMO DI VERIFICARE IL NUMERO E RICHIAMARE

Le sue spalle si abbassarono, tolse il telefono dall’orecchio, lasciando che la mano gli cadesse sul fianco. Il suo sguardo rassegnato era rivolto al cielo, con il sole che si trovava a metà. ‘…È già mezzogiorno? Non ci ho fatto caso quando stavo guardando il telefono.’ Poi però realizzò qualcosa:

‘Se non sbaglio, il fuso orario in Giappone è circa 7 ore più avanti rispetto all’Italia. In questo momento là dovrebbero essere le 5 del mattino.’ La sua faccia si accigliò. ‘I conti non mi sembrano tornare. Anche se ieri sera avessi preso un volo per il Giappone, ci avrei messo almeno 10 ore per arrivare. In questo tempo, avrei già dovuto smaltire la sbornia, o comunque ritornare me stesso.

Inoltre, ieri sarei dovuto partire almeno verso le 19, per il fuso orario italiano, o addirittura ancora prima, ma non ha senso. Ho ancora ricordi di quello che ho fatto ieri fino a tarda notte. Quindi è praticamente impossibile che sia riuscito ad arrivare qua in così poco tempo.’

Sospirò, prima di scuotere la testa. ‘Anche se ci penso, questo non mi aiuterà a tornare a casa. Mia madre deve essere preoccupata.’ Decise quindi di cominciare a camminare, non c’era una destinazione precisa, lasciò che la strada su cui si trovava lo guidasse. Guardandosi intorno, notò finalmente le persone, molte persone che camminavano e auto che andavano e venivano dalla sua parte.

‘Questa prefettura sembra molto popolata. Non ho nemmeno connessione. Mi sembra ovvio, non credo che ci sia la linea Vodafone in Giappone. Cosa posso fare? Sono senza soldi e tornare a casa non se ne parla proprio. Comincio anche ad avere fame. Forse posso cercare qualche lavoro per guadagnare dei soldi. Va bene anche lavapiatti, se possibile. Ma non ho nemmeno documenti d’identità con me… mi accetteranno lo stesso?’

Presto trovò un piccolo ristorante. ‘Non sembra essere un ristorante importante. Magari posso chiedere qua.’ Entrò dentro e chiese al primo cameriere che vide: “Excuse me, can I speak to your employer, please? (Posso parlare col suo titolare, per favore?)” ‘In teoria, I giapponesi dovrebbero avere una buona preparazione nella lingua inglese. Una frase semplice come questa non dovrebbe dare problemi di incomprensione.

“Yes, of course. Follow me, please. (Certamente. Mi segua, prego.)” Infatti non ci furono problemi.

“Thanks” Entrambi si diressero dal titolare del ristorante, così pensava il ragazzo. Quest’ultimo stava, nel frattempo, guardando il cameriere davanti a lui. Era alto tanto quanto lui, circa 1,75 circa. Aveva capelli corti biondo scuro. Tornando sul fisico, era invece magro. Se prima, seppur per qualche secondo, lo ha guardato bene, aveva occhi verde scuro e doveva avere più o meno 25 anni.

Entrambi arrivarono davanti a una porta con su scritto ‘EMPLOYER’. “Immagino che questo sia l’ufficio del titolare di questo ristorante.” Il cameriere bussò alla porta e si sentì una voce

“Ohairikudasai!” Esclamò la persona all’interno della stanza. Il cameriere aprì la porta e ci accomodammo dentro. C’era una persona seduta davanti alla scrivania. Aveva capelli grigi per l’età e pettinati all’indietro col gel. Occhi scuri e un naso grande. Indossava un completo nero.

“Takaha-sama. Watashi to issho ni iru shinshi wa anata to hanashitakatta.”
“Wakarimashita. Iku koto ga dekimasu, Tabase-san” Il cameriere si inchinò leggermente e poi se ne andò, chiudendo la porta. Ora il signore, ormai identificato come ‘Takaha-sama’, stava guardando incuriosito il ragazzo

‘Immagino abbia accettato di parlare con me. Tanto vale tentare.’

“Nice to meet you, sir. I'm here to look for a job. (Piacere di conoscerla, signore. Sono qui per un lavoro.)” ‘Sono sempre il solito. Mi innervosisco un attimo e divento troppo semplice e diretto. Avrei dovuto fare una presentazione adeguata. Idiota!’ Si stava prendendo mentalmente a schiaffi.

“I see. What’s your name, kid? (Capisco. Come ti chiami, ragazzo?)” ‘Cosa dovrei dire prima, il nome o il cognome? Andrò col secondo.’

“Amato Tom, sir. (…,signore.)” ‘Tom posso considerarlo come un diminutivo di Tommaso, inoltre viene più facile da pronunciare per tutti quanti qui.’ Aggiunse anche:

“Tom is my first name. (Tom è il mio nome.)” ‘Meglio comunque chiarirlo, per sicurezza.’

“Are you European, right? How come you are here at such a young age? Did your parents move in nearby?” (Sei europeo, giusto? Come mai ti trovi qui a quest’età? I tuoi genitori si sono trasferiti qui vicino?) ‘Hai toccato un piccolo tasto dolente’

“No, they didn’t. I'm here alone. So, I need to earn money. (No, sono da solo. Quindi, ho bisogno di soldi.)” ‘Di nuovo troppo diretto!’

“Alright, kid. Do you have an identity card or passport? (Va bene, ragazzo. Hai una carta d’identità o un passaporto?)” ‘Immaginavo servisse qualche carta, ma non posso farci niente’

“No, i don’t, sir. (No, signore.)” Takaha-sama sospirò e si grattò la testa.

“I see. Are you at least 18 years old? (Capisco. Hai almeno 18 anni?)” ‘su quello puoi stare tranquillo’

“Yes, sir.” Il signore ci riflettè per qualche secondo, prima di dire:

“I can give you a job as a waiter if you want. (Posso darti un lavoro come cameriere, se vuoi.)” Per la prima volta in questa giornata, il volto di Tom conteneva un misto di felicità e sollievo.

“Thanks, sir! Thank you so much! (Grazie di cuore, signore!)” Si inchinò più volte, com’è usanza giapponese, per ringraziarlo di cuore.

“You’re welcome Amato-kun. Di nulla, Amato-kun.” Il titolare aveva un piccolo sorriso. Questo stava pensando anche a quello che gli disse. Apparentemente, era da solo. Si chiedeva cosa gli fosse successo, ma, in fondo, non era affar suo. Se Tom glielo avesse voluto raccontare, allora avrebbe trovato la porta del suo ufficio sempre aperta. Magari lo avrebbe potuto aiutare, o magari era anche una cosa da niente che non richiedeva particolari preoccupazioni. Takaha, però, pensò ad un’altra cosa e si accigliò leggermente.

“Anyway, you have a place to sleep, haven’t you? (Comunque, hai un posto dove dormire, giusto?)” Tom, con quella domanda, si bloccò con la schiena chinata. Lo stava ancora ringraziando. Però…

‘Che gli dico? Posso dirgli di sì e tornarmene dopo in quell’edificio abbandonato. La distanza è breve, una decina di isolati, quindi non sarebbe nemmeno un problema. Se gli dicessi di no, cosa potrebbe succedere? Nel caso peggiore potrebbe anche decidere di non assumermi più… Eheh. Sarebbe divertente, neanche il tempo di essere assunto che già sono stato licenziato.’ Il suo pensiero durò solo un secondo.

Sospirò, raddrizzò la schiena e disse: “No, sir. I don’t. I've only been in japan for a few hours. (No, signore. Sono in Giappone solo da qualche ora)” ‘Tanto vale dirgli la verità, altrimenti, forse, lo avrebbe scoperto dopo un po’ ’
Takaha sospirò stancamente e si massaggiò le tempie. Nemmeno il tempo di arrivare e questo ragazzo gli dava già dei problemi.

“Okay, don’t worry about it. Maybe I can find accommodation for you. (Okay, non ti preoccupare. Forse posso trovarti una sistemazione.)”

Tom tirò un sospiro di sollievo per le sue parole. “Thanks for your help, sir. Really. (grazie dell’aiuto, signore. Davvero.)” ‘Sono stato davvero fortunato a trovare una persona come lui. O magari tutti qui in Giappone sono gentilissimi.’

“As I said, don’t worry about it, Amato-kun. (Come ho detto, non ti preoccupare.)” Takaha ripetè. Dopo qualche secondo, spalancò sottilmente gli occhi per un’idea che gli venne. “Amato-kun, I just remembered there is an unused room upstairs. You could use that room. What do you think about it? (Amato-kun, mi sono appena ricordato che c’è una stanza inutilizzata al piano di sopra. Potresti usarla. Che ne pensi?)”

Tom spalancò gli occhi per un breve istante e disse: “I’m fine with it, sir! Thanks (Mi va bene, signore. Grazie)”. Lo ringraziò ancora una volta, forse la decima o la quindicesima nell’arco di 10 minuti, da quando l’ha praticamente incontrato. Ma d’altronde, era felice, anzi felicissimo. Aveva appena ottenuto un lavoro e subito dopo anche un posto gratuito dove dormire.
‘Comincio ad amare, quest’uomo’ Si disse, non troppo serio. D’altronde, lui era un ragazzo a cui piacevano solo le donne. Non gay, non bisex, solo e puramente etero.

Il datore di lavoro poi continuò: “Near the room there is also a bathroom where you can take a shower. I had these two rooms built for emergency situations. So you can use it for free. (Vicino la stanza c’è anche un bagno che puoi utilizzare. Ho fatto costruire questi due ambienti per situazioni di emergenza. Quindi puoi usufruirne liberamente)” Aprì un cassetto della scrivania e prese dei soldi. “This is 15,000 yen. I guess you don't have much money on you, do you?. Take these and buy yourself something. Keep the change. This money will be taken from your salary, so you don't have to pay it back to me. See it as an advance payment. (Questi sono 15.000 yen. Immagino tu non abbia tanti soldi con te, vero? Prendili e comprati qualcosa. Tieni il resto. Questi soldi verranno detratti dal tuo stipendio, quindi non me li devi ridare. Vedilo come un pagamento anticipato.)” Gli diede poi i soldi. Tom stava esaminando le banconote. ‘Sono molto diverse dalle banconote europee. Non sono nemmeno mai stato fuori l’Italia, quindi mi sembra strano avere in mano queste banconote.’

“Alright, I will. (Va bene, lo farò.)” Disse Tom, rivolgendo di nuovo lo sguardo verso l’ormai suo titolare. Quest’ultimo aggiunse, inoltre: “Speaking of salary, you will earn 155,000 yen every first of the month. (Parlando dello stipendio, guadagnerai 155.000 yen ogni primo del mese.)” Il ragazzo spalancò gli occhi, insieme alla bocca. Dire che era stupito sarebbe un eufemismo. ‘Sono tantissimi, questo è davvero lo stipendio che mi spetterebbe?’

“I know it may seem like a lot, but believe me, it's the minimum wage for an average worker in japan. I believe that in euros it corresponds to around 1200 euros. (So che possono sembrare tanti, ma, credimi, è lo stipendio minimo per un lavoratore medio in Giappone. Credo che in euro corrispondano intorno ai 1200.)” Finì Takaha, vedendo la faccia del ragazzo. Quest’ultimo, sapendo ora questo, si calmò e lo ringraziò un’altra volta.

“You can go now, Amato-kun. You have the day off for today, so do whatever you want. I suggest you do some shopping with the money I gave you. Tomorrow morning at 10 you will start working here. Oh, and here are the keys to your room and bathroom. (Puoi andare ora, Amato-kun. Oggi hai la giornata libera, quindi fai quello che vuoi. Ti suggerisco di fare un po’ di shopping con i soldi che ti ho dato. Domani mattina alle 10 comincerai a lavorare qui. Oh, ecco qui le chiavi della tua stanza e del bagno.)”

“Alright. Thanks, sir, and have a good day! (Va bene. Grazie, signore, e buona giornata!)” Tom salutò e uscì dal suo ufficio.

TO BE CONTINUED!
 
 
 
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


UNA GIORNATA… INTERESSANTE

Una volta fuori dall’ufficio, Tom cercò delle scale che portavano al piano di sopra e salì. C’era un piccolo corridoio con due stanze, una delle quali aveva scritto sulla porta “BATHROOM”. Aprì quindi l’altra porta e vide la stanza. Non era nulla di che. Era piccola, all’incirca un 5x3 metri, le pareti erano di un colore chiaro e c’era un letto singolo, un guardaroba, un mobile accanto al letto, e un altro mobile di fronte al letto con sopra una piccola TV LCD.

‘Mi sarei aspettato una stanza in stile giapponese, ma preferisco di più questo stile più moderno.’

Si sedette sul letto e guardò il telefono. Erano le 13:12 del 15 marzo. Il suo stomaco brontolò. “Meglio andare a mangiare qualcosa in un locale qui vicino. Poi vedrò dove posso comprare dei vestiti.”

Si alzò nuovamente dal letto e uscì fuori la stanza. Si girò poi verso il bagno. ‘Magari do anche lì un occhiata.’

Aprì la porta e vide che era un bagno “normale”. Dal più vicino al più lontano: un cassettone con affianco il lavandino e sopra appeso uno specchio, un gabinetto e, in fondo, una doccia, non grande ma nemmeno troppo piccola.

A che c’era, si lavò mani e faccia. Prese l’asciugamano e si asciugò. Si guardò per qualche secondo allo specchio.

Aveva capelli medio-lunghi disordinati neri e occhi castano scuro. Il suo naso aveva una leggera curva sul ponte e una punta più tondeggiante. Le orecchie non troppo grandi con i lobi liberi. Quanto al fisico, aveva quello di uno il cui sport era stare sdraiato sul letto. Era magro e i suoi muscoli erano praticamente inesistenti. Insomma, non era tra i ragazzi più fighi della sua scuola.

Quanto per i vestiti, aveva una semplice maglia grigia a maniche lunghe e, tenuta sotto, una collana artigianale di misura media color nero da cui pendeva un ciondolo a forma di ala fatto in lega di zinco. Sotto aveva jeans blu scuro, un po’ strappati sopra il ginocchio, e sneaker basse color nero.

Finito di guardarsi, andò al piano terra e vide che il ristorante era molto affollato. ‘Non ci avevo fatto caso prima. Ero più occupato a guardare quel cameriere di poco fa. Potrei anche mangiare qui, ma domani è il primo giorno di lavoro in questo ristorante e sarebbe imbarazzante. Magari vicino posso trovare un locale a basso prezzo.’

Uscì dal ristorante e prese il telefono, andando su Google Maps. ‘C’è un locale proprio a due isolati da qui. Dovrebbe andare bene.’ Si diresse quindi verso quella parte. Una volta arrivato a destinazione, vide che davanti era appesa una lanterna rossa. ‘Su Google Maps c’è scritto che si chiama “Izakaya”. Proviamo ad entrare.’ E così fece.

All’interno, vide una persona che stava parlando con un addetto, il primo era molto probabilmente un cliente. Questo si tolse le scarpe, le mise in delle bustine che consegnò all’altro signore e si diresse verso dei tavoli.

L’addetto si diresse poi verso Tom. “….” Il cameriere gli parlò in giapponese, ma ovviamente lui non aveva capito nulla di quello che disse.

“I-I’m sorry, i can’t speak japanese. (M-mi dispiace, non so parlare giapponese.)” Disse Tom balbettando leggermente all’inizio in tono di scusa. Il signore capì e annuì.

“What can I do for you, sir? (Cosa posso fare per lei, signore?)” ‘L’ho sempre trovata una domanda stupida quando la dicono. Secondo loro cosa voglio fare in un locale dove si mangia?’ Chiese tra sé con sarcasmo.

“I would like to eat here. (Vorrei mangiare.)” Rispose con sguardo quasi implorante. Stava morendo di fame.

“Of course. Please take off your shoes and follow me. (Certamente. La prego, si tolga le scarpe e mi segua.)” Tom fece come gli venne chiesto. Si tolse le scarpe e le mise in delle bustine, che diede dopo all’addetto. Quest’ultimo camminò, poi, verso il fondo del ristorante e il ragazzo lo seguì.

Arrivarono ad un tavolino basso e il signore parlò di nuovo. “Please take a seat. (Si accomodi, prego.)” Il ragazzo lo ringraziò, prima che se ne andasse. Guardò il suo posto e pensò: ‘Questo pavimento dovrebbe essere il tatami.’ Si sedette quindi e lo trovò molto comodo. Vide un menù lì vicino e lo prese. C’era una vasta scelta sia di bevande che di cibo.

‘C’è sakè, birra, whiskey e molti vini internazionali. Come bevanda potrei prendere la birra, ma come cibo non so davvero cosa prendere..’ Vide poi una scritta in inglese sul fondo del menù. ‘Ah, quindi posso ordinare tutto quello che voglio, dato che la tariffa è fissa. È tipo un All You Can Eat.  Allora credo proprio che ordinerò di tutto, qui si muore di fame.’

Subito dopo, un cameriere entrò nella stanza e gli posò davanti un pasto. Tom si accigliò leggermente. ‘Non ho ancora ordinato nulla… Forse questo è un antipasto? Ma è compreso nel prezzo o è in più?’ Scosse dopo la testa. ‘Non importa, meglio mangiare.’ Prese le bacchette e mangiò. Gli sembrava delizioso, forse per la fame che aveva, e se lo mangiò con gusto.

Quando arrivò di nuovo il cameriere, gli chiese cosa voleva ordinare e Tom prese tutto il cibo che c’era e volle anche assaggiare il sakè.

Dopo che finì di mangiare, pagò il conto, che era di circa 2.000 yen, e uscì dal locale, che scoprì essere un Izakaya, bello sazio.

Si recò, come si era detto precedentemente in un negozio di abbigliamenti casual più vicino e comprò una felpa nera, una rossa scuro, una maglia a maniche lunghe nere e un paio di jeans, oltre, ovviamente, a qualche paia di mutande e calzini. Il tutto venne circa 5.000 yen.

‘Mi rimangono solo 8.000 yen. Credo di potercela fare fino a fine mese, se non mangio come ho mangiato oggi. Devo trovare un altro posto dove poter mangiare a basso prezzo.’

Si recò poi nel piano di sopra al ristorante e si fece una doccia calda. Amava sempre farsela a quella temperatura, lo rilassava. La giornata passò velocemente ed erano le 22, era ancora un po’ pieno per il pranzo di quella giornata. Decise quindi di risparmiare quei soldi che aveva e andare a dormire.

Il giorno successivo si svegliò alle 8:30 e si preparò per il suo primo giorno di lavoro. Arrivato sotto, il suo datore di lavoro gli diede l’uniforme da cameriere e si andò a cambiare: era una camicia bianca, con sopra un gilet nero e un fiocco nero al collo. Sotto, pantaloni neri e scarpe nere. Inoltre, attorno alla vita aveva allacciato un grembiule corto nero. Una volta vestitosi, il signor Takaha lo presentò ai suoi nuovi colleghi.

Il primo era quello che aveva già incontrato il giorno prima: “Nice to meet you, I’m Tabase Fushiguro.” La sua postazione di lavoro era all’entrata del ristorante.

Poi c’erano due donne, una con capelli castani lunghi e occhi neri di nome “Suzuki Kuremai”, e l’altra con capelli neri corti e occhi azzurri di nome “Tanaka Mai”. Entrambe erano molto belle con un bel fisico. Il loro compito era servire i clienti. Le loro uniformi erano quelle classiche da cameriera giapponese con il nome del ristorante scritto nella parte inferiore del busto: “KanRestaurant”.

Poi due uomini che molto probabilmente avevano più di 30 anni. Uno muscoloso di nome “Shiebaza Goro” e l’altro magro di nome “Okada Aki”. Avevano la divisa da cuoco completa, quindi non vedeva i capelli, ma gli occhi di entrambi erano neri. Inoltre, Okada Aki aveva delle occhiaie. Sembrava non dormisse quasi per niente la notte. Mentre, Shiobaza Goro, oltre ad essere il più muscoloso di tutti in quell’ambiente, era anche il più alto: 1,90 m circa.

Finì la giornata lavorativa ed era passata da poco l’una di mattina. Tom era stanco morto. Stava per andarsi a fare la doccia, quando…

BRIII!!

…Il telefono vibrò. Tom corrugò le sopracciglia. ‘Non ho app, quindi deve essere un SMS (?)’. Si avvicinò al telefono che si trovava sul letto e lo accese.

MESSAGGIO ANONIMO

A questo, si stranì ancora di più, ma si era anche incuriosito.

TORNA AL VECCHIO EDIFICIO ABBANDONATO

Tom adesso non ci capì più nulla. ‘Chi è questo tizio? “Torna”? Quindi sa che ero lì...’ Poi spalancò gli occhi e giunse a una possibile conclusione. ‘Che questo qui sappia come sono arrivato qui in Giappone?’

Tom ora era ancora di più incuriosito. Aveva molte domande per la testa e non poteva più aspettare per delle risposte. Si cambiò quindi i vestiti da cameriere con quelli casual e andò nell’edificio abbandonato.

Giunto nelle vicinanze, sentì, però, una brutta sensazione. Si guardò un attimo intorno e notò che non c’era anima viva in giro, ma cercò di calmarsi. ‘D’altronde sono l’una di mattina passate, è ovvio che tutti siano nelle proprie case. Ingoiò, dunque, la saliva e continuò a camminare, con l’ansia che, lentamente, però, aumentava sempre di più. Il tempo era brutto, molto brutto. Pioveva a dirotto con qualche fulmine ogni tanto

Arrivò davanti all’edificio. Ormai Tom tremava. ‘Essendo giorno quando ieri ero qua non me ne sono reso conto, ma ora che è notte lo vedo chiaramente: questo posto fa paura…’ Il posto era davvero tetro e, unito al clima di quel momento con i fulmini che cadevano in continuazione, sembrava l’ambientazione di un film horror. Questo è quello che pensava Tom tra sé.

Improvvisamente, un fulmine cadde proprio dietro l’edificio, dando in questo modo una vista “migliore” del posto. Un brivido gli percorse tutta la spina dorsale. Guardò l’edificio con gli occhi spalancati per la paura, ma lentamente si riprese e scosse la testa. ‘Non è nulla. Se il tipo che mi ha mandato il messaggio è qua, devo sapere chi è e che cosa sa. Meglio se mi addentro, ora.’

Una volta entrato, accese la torcia del telefono e si guardò intorno per capire dove si trovasse il tizio del messaggio. Tutto d’un tratto, però…

“KYAAAAAAAAAAHHH!!!!!!!!!” Un grido provenne dalla destra di Tom, che saltò in aria per lo spavento.

“Che diamine?!” Urlò, ora si stava davvero spaventando. ‘Quello sembrava il grido di un bambino. Cosa ci fa qua dentro?’

“KYAAAAAAAAAAHHH!!!!!!!!!” Il presunto bambino lanciò un altro grido, che mise ancora più all’erta Tom. ‘…Proveniva da quella porta che conduce a un corridoio, credo.’ I suoi occhi erano ormai fissi là. Decise dopo qualche secondo di andare a controllare, corse per vedere cosa stava succedendo, ma non smise mai di stare anche in guardia.

Superata la porta, vide meglio il corridoio. A occhio, era lungo circa una ventina di metri. Tom continuò ad avanzare più lentamente con la torcia puntata davanti a lui.

Tom cominciò a sentire rumori di passi veloci che si facevano sempre più forti e si fermò immediatamente. ‘Qualcuno sta venendo da questa parte…!!’ Era visibilmente nervoso. Socchiuse meglio gli occhi verso il fondo del corridoio e vide una piccola figura avvicinarsi velocemente.

Spalancò gli occhi, preso dalla paura. Però, grazie alla luce della torcia, riuscì a vedere in faccia la figura e capì che era il bambino. Tom si avvicinò a lui, si inginocchiò alla sua altezza e, prendendolo per le sue minuscole spalle, lo fermò. Il bambino sussultò un po’ alla presa. Aveva un’espressione terrorizzata e piangeva silenziosamente.

“Ehi, non ti preoccupare. Ci sono qui io ora.” Tom tentò di calmarlo, ma invano. Dopo qualche secondo, gli chiese:

“Cosa succede?”. Questa domanda, però, non ricevette alcuna risposta. Il bambino era preso da altro, non lo stava nemmeno guardando, bensì guardava il punto da cui venne, ma in quel momento Tom non ci fece molto caso, fino a quando…

… Il bambino alzò lentamente il braccio destro tremante e indicò il punto in cui stava guardando con tanto terrore. Tom puntò la torcia verso quella zona e ciò che vide non se lo sarebbe sognato nemmeno nei suoi peggiori incubi.

Un ragazzo, capelli castani corti e un fisico nella media. Di certo non era questo quello che lo spaventava. No. Questo …“ragazzo”… aveva 6 occhi, 3 occhi in verticale per lato. Erano molto più vicini alle orecchie anziché al naso. Sotto questo, inoltre, si estendeva una linea che andava da un orecchio all’altro.

Tom era senza parole. La sua espressione era la stessa identica del bambino, solo senza lacrime che scorrevano. Era davvero angosciato. Unito al fatto, che quell’essere li stesse fissando così intensamente, Tom non riusciva a fare nulla. Il suo cuore batteva sempre più veloce.

Passarono secondi, forse anche minuti e tutti loro erano ancora fermi lì dov’erano. Durante questo tempo, Tom stava cercando di calmarsi per poter pensare a qualche cosa e, dato che ancora quell’essere non aveva fatto nulla, funzionò. Il suo cuore cominciò a battere più lentamente, ma lo stesso veloce.

Guardò il bambino, le cui lacrime si erano fermate, ma che continuava ad essere ovviamente terrorizzato. Tom gli prese lentamente la mano, osservando se l’essere di fronte a loro avrebbe fatto qualcosa, e gli sussurrò:

“Andrà tutto bene, non ti preoccupare. Al mio tre devi correre il più velocemente che puoi verso l’uscita, va bene?” Il bambino fortunatamente era attento a ciò che diceva e annuì, seppur tremante.

“Uno…” Continuò a sussurrare il ragazzo più grande, mettendosi ora lentamente e in maniera costante in piedi, per non allertare l’essere.

“Due…” Sia il bambino che Tom fecero un piccolo pass indietro. Purtroppo, però, questo movimento non sfuggì all’essere, che si mise immediatamente sull’offensiva. La linea che si trovava sotto il naso, separò il viso, mentre enormi denti aguzzi spuntavano dall’interno.

‘Quella è una fottutissima bocca!! È enorme!!’ Tom aveva gli occhi spalancati dalla paura. L’apertura di quella bocca poteva arrivare tranquillamente a 20 centimetri. Praticamente, gli avrebbe potuto divorare la testa con un solo morso.

“AAAAAAAAAAAHHHHHHHH!!!!!!!! Un urlo assordante uscì da lì e, immediatamente, si precipitò verso i due.

Tom ora tenne più forte la mano del bambino, in modo tale che non scivolasse dalla sua presa, ed esclamò: “CORRI!!”. Lo trascinò con sé verso l’uscita, correndo il più velocemente che poteva. Ahimè, quel MOSTRO era più veloce e, piano piano, li stava raggiungendo sempre di più.

Arrivato all’uscita, spinse fuori il bambino e disse: “Vai a chiamare aiuto!”, chiudendo il portone. Si girò dietro e vide che il mostro era solo a un metro di distanza. Questo saltò verso di lui e aprì la sua enorme bocca, mostrando quei denti che, se lo avessero preso, sarebbe stato spacciato. Tom riuscì a schivarlo per poco e il mostro si schiantò contro il portone, che fortunatamente era di ferro ed ebbe “solo” una grossa ammaccatura.

Nel frattempo, il ragazzo si allontanò. ‘Quanto avrei voluto fuggire anch’io… ma se lo avessi fatto, questo mostro sarebbe uscito fuori e avrebbe seminato il caos per la città. Ora cosa faccio, però? Non ho nulla per difendermi e non posso continuare a correre in eterno. Inoltre, è più veloce di me.’ Pensò freneticamente Tom.

Non ebbe però il tempo di trovare una soluzione. Il mostro si rialzò ed ora era più incazzato di prima. Dal dorso delle sue mani fuoriuscirono tre artigli enormi.

‘Non ci voglio credere… quelli saranno 30-40 centimetri…!’

Sei rimasto qua dentro per salvare quella deliziosa carne… sei davvero coraggioso…”

Gli occhi di Tom stavano ormai fuoriuscendo dalle orbite per come li aveva aperti. ‘Sa anche parlare…?’ Subito dopo quell’essere si trovava davanti al ragazzo, che non aveva nemmeno ancora realizzato fosse già là. ‘Ma cos-GAAAAAAAAHHHHH!!!!!’ Quando se ne accorse, il mostro lo aveva colpito con gli artigli, provocandogli dei tagli profondi in diagonale lungo il torso, che lo fecero urlare dal dolore atroce.

“… E io odio le persone coraggiose… perché sono sempre le più stupide.”

Tom cadde all’indietro, talmente agonizzante da non riuscire nemmeno più ad urlare.

“Le persone coraggiose si buttano sempre in mezzo ai pericoli senza avere paura della morte… Sono davvero patetiche!” Esclamò con totale disprezzo il mostro.

Tom, nel mentre, si trascinò indietro, cercando di allontanarsi, ma tutto era inutile: l’essere gli si avvicinava a passo lento, come se si stesse gustando quel momento. Sembrava un predatore che stava cacciando la sua preda.

Tom aveva ascoltato le parole di poco fa e, se non si fosse trovato in uno stato di puro terrore e agonia, avrebbe anche controbattuto alla sua affermazione. Non mancò, però, di dare la risposta tra sé:

‘Ti sbagli… Essere coraggioso non significa buttarsi nei pericoli senza avere paura della morte… Significa essere in grado di andare avanti affrontando le proprie paure..!’

Toccò con la schiena il muro dietro di sé e sussultò per lo spavento. Il suo cuore stava davvero esplodendo per la velocità del suo battito. Il mostro, oramai, si avvicinava sempre di più.

‘Non voglio morire... Non voglio… Voglio tornare dalla mia famiglia, voglio rivedere mia madre, i miei amici…’

Il mostro si fermò e lo guardò avidamente. Si trovava esattamente di fronte a lui. Alzò la mano destra che puntavano verso Tom ed esclamò:

“MUORI!!” Chiuse la mano in un pugno e andò per trafiggergli il cuore.

‘… Voglio continuare a vivere!!’ Esclamò tra sé disperato.

{NOTIFICA!}
[COMPLIMENTI, HAI COMPLETATO TUTTI I REQUISITI NECESSARI DELLA MISSIONE SEGRETA “LA VOLONTà DEL CORAGGIOSO”]


‘Cosa significa…? “Requisiti necessari”…? “Missione segreta”…? Non capisco…’

[ADESSO PUOI DIVENTARE UN GIOCATORE. ACCETTI?]

‘Un “giocatore”…? Dovrei accettare…?’

[SE NON ACCETTI, MORIRAI 0,1 SECONDI DOPO.]

‘Ah… capisco. Quindi… se voglio vivere devo accettare…’

Nel frattempo gli artigli stavano ormai sfiorando la pelle di Tom.

‘Allora… se posso continuare a vivere… ACCETTO.’

{NOTIFICA!}
[SEI DIVENTATO UN GIOCATORE. BENVENUTO]


{NOTIFICA!}
HAI RICEVUTO NUOVE RICOMPENSE!

[BENEDIZIONE DEL CONOSCITORE TAHESS] RICEVUTA


TO BE CONTINUED!

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


CAPITOLO 3

SOGNO O REALTà?

In un’enorme sala, vi era al centro una grande tavola rotonda, attorno alla quale erano sedute dodici figure.

“Allora, cosa ne pensate?” Chiese uno di loro. Aggiunse, successivamente, “Sono abbastanza sicuro che questo ci permetterà di soddisfarlo.”

La figura accanto a lui sospirò. “Non lo so… d’altronde questo significa radere completamente al suolo questo mondo. È vero, potrebbe essere soddisfatto, ma non sappiamo fino a che punto.” Affermò indeciso.

Un altro decise di dire la sua. “In ogni caso, questa è sempre stata la missione che ci hanno assegnato. Non possiamo sottrarci comunque a questo compito. Farlo ora o tra qualche altro centinaio d’anni non ha importanza.” La maggior parte non sembrava d’accordo con questo pensiero e, infatti, uno lo espresse chiaramente.

“Vi siete dimenticati che ci mancano ancora dei requisiti necessari alla soddisfazione del nostro piano?” Disse una voce, all’apparenza, femminile. “È troppo presto perché si venga a conoscere della nostra esistenza. Non possiamo, dunque, ancora salire sul palcoscenico di questo mondo.” A questa sua affermazione, tutti rimasero in silenzio.

“L’imperatrice della Natura ha ragione.” Disse qualcuno, in accordo col pensiero precedente. “Del resto, c’è un motivo se finora siamo rimasti nascosti. Possiamo ancora aspettare qualche settimana. La cosa più importante al momento è far tornare l’altro nostro compagno.” Sempre la stessa figura si girò verso un altro all’estrema destra. Quest’ultimo stava guardando il tavolo, avvolto dai pensieri.

“Tu cosa ne pensi… Imperatore dello Sterminio?” Egli alzò ora gli occhi verso la figura che lo chiamò, guardandolo intensamente…
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Amato Tom si svegliò sudato e si sedette immediatamente per riprendere fiato. Dopo che si è ripreso, si guardò intorno e capì di essere nella sua stanza al piano di sopra del ristorante.

‘Cosa è successo…? Mi sembrava di aver vissuto qualcosa di stra-!!’ Immediatamente, si ricordò di ciò che accadde e si controllò il corpo, in cerca di ferite, ma…

‘Non c’è nulla..’ Tirò quindi un sospiro di sollievo. ‘è stato solo un sogno, fortunatamente.’ Poi però ci pensò bene. ‘Effettivamente… perché non l’ho capito prima?! “SIGH”…I mostri non esistono…’ Si disse poi più calmo.

Dopo qualche secondo di silenziosa riflessione, guardò l’orario nel telefono. ‘Le 7:29… immagino di potermela prendere con calma.” Si alzò dal letto e si preparò per la giornata lavorativa. Decise di farsi una doccia fredda per svegliarsi completamente e levarsi di dosso lo stress che lo stava attanagliando.

Passò del tempo e ora era in servizio. Stava tornando in cucina per dare le ordinazioni e prendere i piatti pronti.

“Ehi, Shiebaza-san. Hai sentito le ultime notizie?” Chiese Fushiguro al suo collega cuoco. Quest’ultimo era ancora concentrato sul piatto che stava preparando, ma gli rispose comunque.

“Stai parlando di quello che è accaduto in quel vecchio edificio abbandonato?” In quel, momento, il corpo di Tom si bloccò. I suoi occhi erano spalancati per la confusione e anche un po’ per la paura. ‘Come sarebbe a dire…?’ Chiese tra sé.

“Sì, esatto. Sono stati ritrovati morti due bambini. Uno invece era riuscito a scappare e a chiamare aiuto.” Continuò Fushiguro. Tom si era girato verso di loro, completamente attento a ciò di cui stavano parlando, ma non riusciva a crederci. ‘No… non può essere quello che penso…’

“Il bambino aveva detto che era stato un mostro con 6 occhi e artigli nelle mani a fare questo. Ovviamente, il bambino era oltremodo spaventato. Posso solo presumere che questo evento gli abbia lasciato dei traumi molto gravi, forse addirittura indelebili.” Spiegò poi Shiebaza

“Già, poverino. Ha assistito all’omicidio dei suoi amici. È ovvio che gli sia sembrato un mostro abominevole. Comunque, la polizia pensa che sia stato lo stesso che ha ucciso altre 6 persone nell’ultimo mese. A quanto pare, ha lasciato le stesse tracce in tutti i suoi omicidi: arti staccati dal corpo e, se presente sulla scena, un torso con dei graffi profondi causati da lame.”

Tom in quel momento stava già tremando. ‘No… non è possibile… era solo un sogno… infatti sono ancora qua! Non è possibile!’

“Non è possibile!” Gridò immediatamente con il viso che stava impallidendo sempre di più. I due cuochi si spaventarono per il grido improvviso e si girarono verso di lui. “Ehi, ma che ti pr-“ Stava per dire Fushiguro con il suo solito viso coperto di occhiaie, ma venne interrotto dal ragazzo, che si avvicinò a lui e lo prese per le spalle.

“Era solo un sogno! No, un incubo! Uno stupido incubo che ho fatto oggi! Non può essere reale!!” Esclamò ancora una volta ad alta voce. Pure i clienti potevano sentirlo, tant’è che arrivò pure il signor Takaha, che se lo tirò a sé per calmarlo.

“Va bene, Amato-kun. Calmati, per favore.” Il ragazzo stava respirando velocemente, guardando il suo titolare allarmato. Era ovvio che fosse spaventato, ma da cosa, si stava chiedendo il signor Takaha.

“Portate un bicchiere d’acqua.” Ordinò a uno dei presenti e andò una delle due cameriere, Suzuki. Ritornata con l’acqua, la diede a Tom, che la bevette tutta d’un fiato. Questo lo calmò un po’ e il signor Takaha lo vide come il momento giusto per fare al ragazzo la domanda che tutti avrebbero voluto fare.

“Cosa è successo, Amato-kun?” Tom non rispose subito, doveva ancora mettere apposto le idee. “Ho ascoltato Shiebaza-san e Fushiguro-san parlare dell’ultimo omicidio avvenuto. Io lo avevo sognato, o, almeno, pensavo di averlo sognato… Mi dispiace per come ho reagito.” Chinò la schiena per scusarsi con i suoi colleghi e il titolare.

Questi però avevano le sopracciglia corrugate per la confusione. “Takaha-sama, pensavamo che Amato-kun non conoscesse il giapponese.” Ora però era il turno del ragazzo di essere confuso.

“Eh? Cosa intendete dire?” Il titolare lo stava guardando con la bocca semi-aperta. “Così mi aveva detto…” Tom li stava guardando uno ad uno. “Di cosa state parlando? Io non conosco il giapponese.” Affermò con una faccia stranita. ‘Ma che gli prende a tutti loro, ora?’

“Allora perché riesci a capirci anche quando stiamo parlando giapponese e riesci pure a parlarlo fluentemente?” Fece la domanda tanto attesa la giovane Tanaka. Tutti gli altri rimasero in silenzio per sentire cosa avrebbe detto Tom. Quest’ultimo spalancò lentamente gli occhi.

‘…Hanno ragione. Stanno parlando giapponese, eppure li capisco. Forse prima non ci ho fatto caso perché ero troppo preso dalla notizia, ma… come diavolo sto facendo?’ Tom non sapeva che dire, se non la verità.

“Io non lo so… fino a ieri non capivo una parola in giapponese, ve lo posso giurare...” Rispose lui, guardando in basso. Ovviamente nessuno era soddisfatto da questa risposta. Non ci credevano nemmeno. Il titolare decise però non farci caso, al momento.

“Va bene. Dimmi, puoi continuare a lavorare?” Gli chiese, oramai in giapponese, il signor Takaha, avvicinandosi a lui. “Sì!” Rispose senza esitazione Tom, per giunta di nuovo in giapponese.

“Perfetto. Allora torna al lavoro. Molti clienti stanno aspettando i loro piatti, mentre altri vorrebbero ancora ordinare. Lo stesso vale per tutti voi. Forza!” Esclamò a tutto il suo personale, ricevendo come risposta un “Sì” di gruppo, prima di continuare il loro lavoro. La giornata continuò quindi normalmente.

Finita la giornata lavorativa, Tom tornò nella sua stanza. Era esausto, ma non fisicamente quanto mentalmente. Non riusciva a smettere di pensare a quella cosa.

‘Quindi non era uno stupido incubo…? Ma come è possibile? Sarei dovuto morire e quando mi sono svegliato ero nel mio letto. Forse ho saputo prima di andare a letto la notizia e l’ho sognata? E inoltre come faccio a sapere il giapponese? …Non ci capisco davvero più niente…’ La sua mente era completamente un disastro. Rinunciò, quindi, a cercare ogni tipo di risposta.

Tom si avvicinò al letto, si tolse gli indumenti e si mise a letto. ‘Non ho voglia di lavarmi. Domani lo farò.” E con questo tentò di addormentarsi, ma poi…

TWINK!

… Sentì un suono strano e aprì gli occhi, ma quello che vide gli fece prendere un piccolo spavento. “GYAH! E questo cos’è, ora?!” Un piccolo schermo bianco si trovava di fronte a lui.

{MESSAGGIO!}
[HAI DELLA POSTA DA LEGGERE!]

Tom continuò a guardare il testo davanti a lui. “Cosa significa?” Non capiva cosa fosse. Era in attesa che succedesse qualcosa. Passarono dei secondi, ma ancora nulla. Decise quindi di toccare lo schermo, seppur con un preoccupazione evidente. Il suo dito però superava lo schermo. “Sembra essere intangibile…?” Sussurrò incredulo. Tolse quindi la mano e pensò. ‘Sembra essere il solito messaggio che spunta nei videogiochi… Ora che ci penso, però, è quasi lo stesso messaggio che era spuntato nel sogno. In quel momento, se non sbaglio, mi fece una domanda e io risposi con la voce. Forse qui è lo stesso?’ Dopo qualche secondo di riflessione, decise di provare con la voce.

“Apri la posta.” Il testo dello schermo cambiò.

{MESSAGGIO!}
- [BENVENUTO, “GIOCATORE”]! (NON LETTO)
- [MISSIONE GIORNALIERA: PUNTARE VERSO L’ALTO] (NON LETTO)

‘Incredibile…’ Tom era ancora incredulo. ‘Pensare che esista davvero qualcosa del genere… Ora però che faccio?’ Ci pensò un po’, prima di venirgli in mente qualcosa.

“Leggi tutti i messaggi.”

{NOTIFICA!}
[BENVENUTO, “GIOCATORE”!]
IL SISTEMA ASSISTERà IL “GIOCATORE” IN QUESTA NUOVA AVVENTURA. POTREBBE ASSEGNARGLI DELLE MISSIONI DA SVOLGERE.
QUALORA DOVESSE PRESENTARSI IL MANCATO COMPLETAMENTO DELLA MISSIONE, IL SISTEMA GLI ASSEGNERà UNA PUNIZIONE.

 

{INDICAZIONI!}
[MISSIONE GIORNALIERA: PUNTARE VERSO L’ALTO]

OBIETTIVI:
ADDOMINALI (0/100)
SQUAT              (0/100)
PIEGAMENTI   (0/100)
CORSA               (0/10km)

ATTENZIONE!
IN CASO DI MANCATO COMPLETAMENTO, VERRà ATTRIBUITA AL GIOCATORE UNA PUNIZIONE ASSOCIATA A TALE MISSIONE.

TEMPO RIMANENTE:
11:56:45

‘Sembra davvero di essere in un gioco. C’è pure una missione giornaliera da completare, ma… chi le ha mai fatte tutte queste cose??? Fare 100 volte ognuna di quelle cose e 10 kilometri di corsa sono impossibili per me. Domani mattina proverò a farne qualcuna.’ Si coricò e immediatamente sprofondò nel mondo dei sogni…

Erano le 7 e Tom era già sveglio.

{INDICAZIONI!}
[MISSIONE GIORNALIERA: PUNTARE VERSO L’ALTO]

OBIETTIVI:
ADDOMINALI (0/100)
SQUAT              (0/100)
PIEGAMENTI   (0/100)
CORSA               (0/10km)

ATTENZIONE!
IN CASO DI MANCATO COMPLETAMENTO, VERRà ATTRIBUITA AL GIOCATORE UNA PUNIZIONE ASSOCIATA A TALE MISSIONE.

TEMPO RIMANENTE:
05:42:13

‘Va bene, alleniamoci un po’!’ Disse tra sé, leggermente motivato. Cominciò con gli addominali, poi i piegamenti e squat.

OBIETTIVI:
ADDOMINALI (35/100)
SQUAT              (40/100)
PIEGAMENTI   (30/100)
CORSA               (0/10km)

TEMPO RIMANENTE:
05:19:56

Tom era già stanco, respirava affannosamente. “Anf… Anf… Come diavolo… Anf… dovrei riuscire a completare… Anf… tutti quelli??” Si domandò mentre cercava di riprendersi. “Anf… Il mio corpo comincia a fare male…Anf…” Smise di respirare con affanno e guardò l’ultimo obiettivo. “Dovrei pure correre 10km? Non ci sono dei cheat per completare questa missione? Già sto odiando tutto questo...”

Detto questo, si mise il cuore in santa pace, uscì fuori dal ristorante e cominciò a fare una corsetta intorno al quartiere. Purtroppo, però, non riuscì a fare molto nemmeno in questo.

OBIETTIVI:
ADDOMINALI (35/100)
SQUAT              (40/100)
PIEGAMENTI   (30/100)
CORSA               (3/10km)

TEMPO RIMANENTE:
04:22:08

“No, non ce la faccio… Anf… io ce l’ho messa tutta… Anf… sicuramente apprezzerà l’impegno… Anf…” Si disse positivo. Guardò l’orario nel telefono ed erano le 8:30 circa.

‘Va bene, è meglio che mi prepari per il lavoro.’ E così fece. Le ore passavano e il tempo rimanente per la missione giornaliera diminuiva sempre di più

TEMPO RIMANENTE:
03:30:41

TEMPO RIMANENTE:
02:03:36

TEMPO RIMANENTE:
00:19:59

TEMPO RIMANENTE:
00:00:12

Era ormai l’una di pomeriggio. Tom se n’era un attimo andato in bagno, ora che non c’erano molti clienti che richiedevano la sua presenza. Si lavò le mani e…

{NOTIFICA!}
[NON HAI COMPLETATO LA MISSIONE GIORNALIERA. IL SISTEMA TI INVIERà ORA NELLA “ZONA DI PUNIZIONE” PER UN DETERMINATO PERIODO DI TEMPO.]

Tom non fece nemmeno in tempo a leggere il messaggio, che si ritrovò in un paesaggio sperduto in mezzo al nulla.

“Ma che ca-!!” Venne interrotto da una scossa di terremoto che lo fece inciampare.

“ROOAAARRR!!!” Un ruggito provenne dalle spalle di Tom, che subito si girò allarmato.

[SCORPIONE GIGANTE VELENOSO DELLA TERRA]

Questo “animale” si trovava a qualche metro di distanza da Tom. “E da quando gli scorpioni ruggiscono…?” Cercò di calmarsi con una battuta, ma fu a dir poco inutile. Lo scorpione cominciò a battere le chele e Tom fece solo un passo indietro.

{ISTRUZIONI!}
MISSIONE DI PUNIZIONE: SOPRAVVIVERE

OBIETTIVO:
SOPRAVVIVI FINO ALLO SCADERE DEL TEMPO.

TEMPO RIMANENTE:
3:59:56

“Non può essere che capitino tutte a me…” Bisbigliò nervoso, con gocce di sudore che cadevano dalla fronte. Il mostro si diresse ora verso di lui, pronto per ucciderlo.

TO BE CONTINUED!

NOTA: Per tutti coloro che hanno letto "Solo Leveling", so che sotto certi punti l'ho completamente copiato. Vi assicuro, però, che andando avanti coi capitoli si distaccherà completamente dalla sua storia. Ho intenzione di creare una mia trama all'interno dell'universo di DxD, quindi vari archi della storia originale il mio protagonista non li vivrà e, molto probabilmente, altri ancora nemmeno esisteranno. Possiamo considerarlo come un Universo Alternativo. Detto questo, spero con tutto il cuore che continuerete a seguire questa storia. Al prossimo capitolo!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



 

 

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4

{ISTRUZIONI!}
MISSIONE DI PUNIZIONE: SOPRAVVIVERE

OBIETTIVO:
SOPRAVVIVI FINO ALLO SCADERE DEL TEMPO.

TEMPO RIMANENTE:
3:59:56

“Non può essere che capitino tutte a me…” Bisbigliò nervoso, con gocce di sudore che cadevano dalla fronte. Il mostro si diresse ora verso di lui, pronto per ucciderlo.

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BEYOND OUR OWN WORLD
CAPITOLO 4

NUOVE SCOPERTE

Tom non potte fare altro che fuggire via. Come diceva la missione stessa, doveva sopravvivere per 4 ore.

‘Dannazione! Come diamine dovrei fare ora?!’ Questi erano i suoi pensieri, mentre lo scorpione gigante si trovava alle sua calcagna. ‘Si stancherà prima o poi pure lui, no? Perché io di sicuro collasserò se continua così’

Il tempo stava passando. Certo, lentamente, ma stava passando.

TEMPO RIMANENTE:
3:13:53

‘Non è possibile! È passata più di mezz’ora e quello scorpione non ha dato cenno di anche solo una minima stanchezza. È impossibile!’ Tom cominciava a respirare affannosamente e lentamente cominciava a rallentare. Lo scorpione si avvicinava sempre di più a lui, mentre le sue chele cercavano anche di afferrarlo.

Nel frattempo, Tom poté vedere, seppur per breve tempo ogni volta, il paesaggio intorno a lui. Come pensava inizialmente, era un posto sperduto, ma c’erano segni di civiltà: edifici, case, ristoranti, alberghi.

‘Questo posto prima era abitato. Che non ci sia più nessuno a causa di questo maledetto scorpione? In effetti, dove mi dovrei trovare?’ Dopo un breve attimo di riflessione, scosse la testa. ‘No, non è il momento di pensare a questo. Ho altri problemi più importanti al momento.’ Girò la testa indietro per vedere lo scorpione.

[SCORPIONE GIGANTE VELENOSO DELLA TERRA]

‘Non ci bastava che fosse gigante e che avesse le chele, è pure velenoso!’ Ritornò a guardare avanti e continuò a correre più veloce di prima, sperando che il mostro dietro di lui non lo prendesse.

Passarono le ore. Ormai Tom era allo stremo delle sue forze, al contrario dello scorpione, che continuava a inseguirlo senza alcun problema.

TEMPO RIMANENTE:
00:00:20

‘Ancora un altro po’, dai!’ Purtroppo, però, le sue gambe stavano cominciando a tradirlo. La sua velocità calò in maniera considerevole. Tom era entrato in panico. ‘Oh no, dai!!’ Posò male il piede a terra e inciampò in avanti.

TEMPO RIMANENTE:
00:00:09

Lo scorpione gigante velenoso lo aveva, ormai, raggiunto. Tom stava sudando, sia per la corsa, sia per la paura. Aveva il cuore in gola. Stava provando ad indietreggiare, ma era inutile.

‘Sono spacciato… Sto morendo… di nuovo…’ Tom chiuse gli occhi, si mise la mano sinistra davanti alla faccia e digrignò i denti, in attesa della sua morte. Ma…

TEMPO RIMANENTE:
00:00:00

{NOTIFICA!}
[HAI COMPLETATO LA MISSIONE DI PUNIZIONE.]

…Poco prima che lo scorpione potesse colpirlo con le sue chele, Tom venne ritrasferito da un’altra parte, ma lui non se n’era ancora accorto. Quando notò che non era ancora morto, aprì lentamente un occhio e spostò la mano per guardare. Vide una parete. Si calmò, quindi, e si girò un attimo intorno.

‘Sono ritornato in bagno… Ciò significa che… UFF!! Finalmente!’ Si sdraiò per riprendere fiato. Dopo quattro ore era completamente sfinito.

‘Quindi questo è quello che succede se non completo la missione giornaliera, eh? Dannazione, d’ora in poi li farò senza lamentarmi.’ Si promise tra sé Tom.

{MESSAGGIO}
[HAI RICEVUTO DELLE RICOMPENSE PER IL COMPLETAMENTO DELLA MISSIONE DI PUNIZIONE.]

[VUOI ACCETTARLE?]

“Fottiti…” Augurò, prima di alzarsi e uscire dal bagno. Subito dopo, una figura possente venne immediatamente verso di lui e lo prese per le spalle.

“Eccoti, Amato-kun! Dove sei stato?!” Chiese con una voce quasi furiosa. Tom lo guardò in faccia. Era Fushiguro.

“Fushiguro-san… cosa intendi?” Tom chiese accigliato. Inutile dire che, dopo quella domanda, il cuoco lo guardò come se fosse stupido. “Come sarebbe a dire…? Sei stato via per circa quattro ore senza dire nulla!!”

Tom spalancò di poco gli occhi. ‘Come…? Quindi il tempo è passato pure qua… Maledizione! Da quando è apparso questo “sistema”, sto causando un problema dopo l’altro, oltre al fatto che sto perennemente rischiando di lasciarci la fottutissima pelle!’ Si disse, irritato dalla situazione.

“Mi dispiace! Non ho scusanti!” Mise da parte la sua irritazione e chinò la schiena, in segno di scusa. Fushiguro si grattò la testa e sospirò. “Takaha-sama ti stava cercando. È nel suo ufficio.” Dopo averlo informato, se ne andò.

Tom schioccò la lingua, seccato. ‘Ottimo, ora come glielo spiego che sono stato risucchiato da un’altra parte e rimasto quasi ucciso a causa di uno “scorpione gigante velenoso della terra”?... Dannazione.’ Pensò stancamente. Si recò nell’ufficio del suo datore di lavoro, pronto per qualunque cosa, anche per un possibile licenziamento.

Fortunatamente, però, fu soltanto arrabbiato. “Che non succeda mai più. Sono stato chiaro, Amato-kun?” Chiese con uno sguardo che rispecchiava il suo tono. Esigeva rispetto.

“Sì, Takaha-sama! Non succederà mai più, lo prometto!” Esclamò ad alta voce Tom, con un po’ di nervosismo nella sua voce

Una volta uscito dall’ufficio, chiuse la porte e si fermò, tirando un sospiro di sollievo. ‘Fortunatamente non ho perso il lavoro. Però, qua ho rischiato grosso. Non pensavo che da arrabbiato potesse fare così tanta paura.’ Tom ricominciò a camminare, andando verso la sua stanza.

TAKAHA POV

Mi trovavo nel mio ufficio. Quel ragazzo, Amato-kun, era appena uscito. ‘Non capisco davvero cosa abbia. Alla domanda “Cosa è successo?”, non sapeva nemmeno cosa rispondermi.’ Mi strofinai la fronte stancamente. ‘Lo pensavo inizialmente, ma lo ripeto: quel ragazzo mi sta già dando problemi.’

‘Ho moltissime domande in testa che vorrei fargli, ma non ha nemmeno risposto a quella semplicissima domanda. È davvero così diffidente verso di me? I suoi problemi sono davvero così gravi che non può nemmeno parlarmene? Vorrei aiutarlo, ma è come se ogni volta che tento di avvicinarmi a lui, finisco solo con l’allontanarmi sempre di più.’ Mi misi le mani sul mento.

‘A questo punto, c’è davvero qualcosa che posso fare per lui?’ Mi chiesi, un po’ tristemente. Non essere in grado di aiutare qualcuno anche quando l’hai vicino è la cosa peggiore che possa mai capitare. ‘Posso solo sperare che si apra con me col passare del tempo, ma non conto molto su questo. Ha bisogno di trovare qualcuno con cui possa aprirsi, magari uno della sua età…’

“SIGH… che ragazzo problematico…” Dissi, questa volta ad alta voce, sospirando.

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Tom, nel frattempo, era arrivato nella sua stanza. ‘Ora… credo sia meglio pensare al resto.’

{MESSAGGIO}
[HAI RICEVUTO DELLE RICOMPENSE PER IL COMPLETAMENTO DELLA MISSIONE DI PUNIZIONE.]

[VUOI ACCETTARLE?]

“Sì.”

{MESSAGGIO}
[10.000 ORO] RICEVUTA
[OGGETTO: SPADA ARRUGGINITA] AGGIUNTO NELL’INVENTARIO
[ABILITà: SCATTO] RICEVUTA
[ABILITà: ANDARE OLTRE] RICEVUTA

Tom era impressionato. ‘Però… quante ricompense… quindi posso ottenere pure delle abilità. Per giunta, ho anche un inventario. Sì, sembra proprio di essere in un gioco. Mhh… vediamo se c’è anche questo…’

“Profilo.”

{PROFILO}
COGNOME: AMATO                               LIVELLO: 1
NOME: TOM                                              FATICA: 0
CLASSE: NESSUNA
TITOLO: NESSUNO
PUNTI VITA: 100
PUNTI MANA: 10

{ARMATURA}
[NON HAI ANCORA EQUIPAGGIATO ALCUNA ARMATURA]

{STATISTICHE}
FORZA: 10                                    RIFLESSI: 10
INTELLIGENZA: 10                     AGILITà: 10
VITALITà: 10                                DIFESA: 10

                                                                                                   PUNTI STAT. RIMANENTI: 0

Gli si aprì davanti questa interfaccia. ‘Come immaginavo… incredibile, ho anche dei punti mana, forse per utilizzare le  varie abilità. Inoltre, tutte le mie statistiche sono a 10 e il mio livello è 1. È proprio come se fossi all’inizio del gioco. Immagino che le statistiche aumentino con l’avanzare dei livelli.

“Abilità.” Disse questa volta.

{ABILITà}
SPADA: Lv.1                                               RECUPERO VITA: Lv.1
ARMA DA FUOCO: Lv.1                         RECUPERO MANA: Lv.1
ARCIERIA: Lv.1

{ABILITà APPRESE}
[ABILITà ATTIVE]
SCATTO: Lv.1

[ABILITà PASSIVE]
ANDARE OLTRE Lv.1

[ABILITà DI CLASSE]
-NON SEI ANCORA AVANZATO DI CLASSE-

Mh, capisco. Posso aumentare le mie abilità con le varie armi e anche il tempo di recupero sia della vita, sia del mana, almeno immagino. Le abilità apprese, credo, siano le abilità che potrò ottenere in futuro. E, da quel che vedo, è anche possibile far avanzare di livello queste abilità. Immagino che per le abilità di classe dovrò aspettare un bel po’, ma quello che non capisco è la differenza tra le abilità passive e le abilità attive. Cosa cambia? Immagino ci sia un modo per vedere pure quali sono le caratteristiche di queste abilità.’

“Informazioni sull’abilità: Scatto.”

{INFORMAZIONI}
[ABILITà: SCATTO]
AUMENTA DEL 25% LA VELOCITà DI CHI LA USA. UTILIZZA 2 MANA AL SECONDO.

Come immaginavo. Serve il mana per utilizzare le abilità. Mentre per l’altro?’

“Informazioni sull’abilità: Andare oltre.”

{INFORMAZIONI}
[ABILITà: ANDARE OLTRE]
QUANDO LA VITA è SOTTO IL 30%, “FORZA”, “RIFLESSI”, “AGILITà” E “DIFESA” AUMENTANO DEL 40%.

‘Credo di aver capito. Le abilità attive sono quelle che decido io se e quando usarle. Mentre le abilità passive si attivano automaticamente in determinate condizioni. Entrambe le abilità di cui al momento dispongo sembrano essere molto interessanti e, soprattutto, utili.’

Tom si andò a lavare e ritornò nella sua stanza, sdraiandosi nel letto. Teneva gli occhi aperti, pensando.

‘Sono successe molte cose strane, troppe… il mostro nell’edificio abbandonato, il giorno dopo mi appare questo “sistema”, mi manda in un posto dove devo sopravvivere contro un gigantesco scorpione e mi dà delle ricompense. Ora ho anche scoperto che posso aumentare i miei livelli e sbloccare delle abilità surreali. In realtà, tutto in questi giorni è surreale. Quindi, non dovrei nemmeno lamentarmi ora. Da domani, dovrò cominciare ad allenarmi seriamente, se non voglio morire.’ Si disse, un po’ nervoso, ma anche determinato. Chiuse gli occhi e dopo un po’ si addormentò.

Le giornate successive le passò a lavorare e completare le missioni giornaliere, alternando le due cose. Inizialmente non fu per nulla facile per Tom, ma, dopo qualche giorno, cominciò ad abituarsi a questo ritmo.

In quel momento, Tom finì di correre. Era, ovviamente, stanco.

OBIETTIVI:
(COMPLETATO) ADDOMINALI            (100/100)
(COMPLETATO) SQUAT                         (100/100)
(COMPLETATO) PIEGAMENTI              (100/100)
(COMPLETATO) CORSA                         (10/10km)

{RICOMPENSE}
[SCEGLI UNA DI QUESTE TRE RICOMPENSE SOTTOSTANTI.]
RICOMPENSA #1. RECUPERO SALUTE
RICOMPENSA #2. PUNTI STATISTICA              X3
RICOMPENSA #3. REGALO CASUALE

 ACCETTA         RIFIUTA

“Accetta punti statistica.”

{MESSAGGIO}
[PUNTI STATISTICA X3] RICEVUTI

“Profilo.”

{PROFILO}
COGNOME: AMATO                               LIVELLO: 1
NOME: TOM                                              FATICA: 0
CLASSE: NESSUNA
TITOLO: NESSUNO
PUNTI VITA: 100
PUNTI MANA: 10

{ARMATURA}
[NON HAI ANCORA EQUIPAGGIATO ALCUNA ARMATURA]

{STATISTICHE}
FORZA: 19                                    RIFLESSI: 10
INTELLIGENZA: 10                     AGILITà: 10
VITALITà: 10                                DIFESA: 10

                                                                                                   PUNTI STAT. RIMANENTI: 3

‘Sono già passati 6 giorni da quando ho cominciato ad allenarmi. La ricompensa giornaliera è ogni volta la stessa e ho sempre scelto i punti statistica, tranne due volte. La prima era per provare il recupero salute. A quanto pare, ripristina la mia fatica, ma, forse, anche i punti vita.

La seconda volta, invece, ho provato il regalo casuale. Non mi ha davvero dato nulla di che, solo un libro vecchio. Non so, quindi, se posso davvero ricevere qualcosa di utile. Nei prossimi giorni mi limiterò a scegliere solo quello.

Ho anche notato che non mi dà punti exp, o almeno credo. Non sono nemmeno aumentato di livello. Forse i punti exp che ricevo dalle missioni giornaliere sono talmente pochi che sono persino inutili, ma non ne sono certo. Non c’è nemmeno una barra dei punti exp per vedere se sono aumentati o meno.’

Tom guardò l’orario ed erano le 9 di mattina. ‘Tra un po’ comincerà il turno di lavoro. È meglio che mi vada a lavare.’

Passarono altre giornate, fino a quando…

[è APPENA ARRIVATA UNA MISSIONE]

Tom vide il messaggio e si accigliò. ‘Una missione? Non mi era mai arrivata.’

{MISSIONE}
[MISSIONE PRINCIPALE: RIVINCITA DEL CORAGGIOSO]

{ISTRUZIONI!}
IL MOSTRO A 6 OCCHI è ANCORA IN LIBERTà e cONTINUA A COMMETTERE STRAGI. TROVALO E UCCIDILO PER OTTENERE LA TUA RICOMPENSA.

REQUISITI PER IL COMPLETAMENTO DELLA MISSIONE:
UCCIDI IL MOSTRO A 6 OCCHI

RICOMPENSA/E:
#1. PUNTI STATISTICA              X10
#2. ABILITà CASUALE
#3. REGALO RARO

Tom sgranò gli occhi e pensò: ‘Quindi mi tocca riaffrontare quel mostro, eh?’. Tornò poi completamente calmo e guardò le ricompense.

‘Ognuna di esse mi stuzzica. Partendo già dai punti statistica. 10 punti non sono per nulla pochi, se metto il fatto che li faccio in 4 giorni. “Abilità casuale” pure non sembra niente male. Ho la possibilità di ricevere una nuova abilità che potrebbe aiutarmi nelle battaglie. “Regalo raro” pure mi intriga, forse anche più degli altri. Inoltre, se c’è scritto “raro”, vuol dire che ci sono vari tipi di regalo che posso ricevere.’

“Informazioni regalo.”

{INFORMAZIONI}
[REGALO]
- REGALO CASUALE
- REGALO COMUNE
- REGALO RARO
- REGALO EPICO
- REGALO LEGGENDARIO

‘Beh, non credo ci sia bisogno di ulteriori spiegazioni. È già abbastanza chiaro così. Immagino che il regalo casuale possa darmi un oggetto che va dal comune al leggendario. Non credo sia difficile capire anche che nel regalo casuale la percentuale di trovare oggetti di grado sempre più elevato sarà a sua volta sempre più bassa.’

Chiuse l’interfaccia e pensò al mostro. ‘Ora… mi viene solo un posto dove potrebbe trovarsi.’ Il suo sguardo assunse un atteggiamento determinato e anche molto più sicuro di combatterlo. “Questa sarà la nostra resa dei conti, brutto bastardo.”

{PROFILO}
COGNOME: AMATO                               LIVELLO: 1
NOME: TOM                                              FATICA: 0
CLASSE: NESSUNA
TITOLO: NESSUNO
PUNTI VITA: 100
PUNTI MANA: 10

{ARMATURA}
[NON HAI ANCORA EQUIPAGGIATO ALCUNA ARMATURA]

{STATISTICHE}
FORZA: 19                                    RIFLESSI: 10
INTELLIGENZA: 10                     AGILITà: 13
VITALITà: 10                                DIFESA: 10

                                                                                                   PUNTI STAT. RIMANENTI: 0
TO BE CONTINUED!

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