Prince Of The Monsters

di Donatozilla
(/viewuser.php?uid=746025)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Visita dalla Monarch ***
Capitolo 3: *** Discorso da padre a figlio ***
Capitolo 4: *** Incubi e ricerche ***
Capitolo 5: *** La rivelazione ***
Capitolo 6: *** L'inizio delle ricerche ***
Capitolo 7: *** Una nuotata frenetica ***
Capitolo 8: *** E ora? ***
Capitolo 9: *** La scoperta ***
Capitolo 10: *** Varan ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Nelle prossimità dell’isola di Sado, Giappone, vi era una barca da pesca dalle medie dimensione che navigava tra le acque del Mar del Giappone. L’oceano era calmo, dunque era l’occasione perfetta per il proprietario della barca, Chikao Tanaka, di fare una battuta di pesca.

Peccato, però, che sembrasse che non ci fosse alcun pesce da pescare.

Chikao tirò un sospiro dopo aver tirato sulla barca la rete, non rimanendo neppur sorpreso he essa fosse vuota.

“Dove diavolo sono tutti i pesci oggi?” Fu la domanda che Chikao continuava a chiedersi da tutta la giornata.

Era partito da Sado alle ore 09:00 ed ora, alle 12:15, non era riuscito neanche a prendere un singolo pesce con la sua fidata rete. Pescava da ben 30 anni, si da quando era un ventenne, e questa era stata decisamente la pesca più fallimentare di tutta la sua carriera di pescatore.

Si asciugò il sudore dalla fronte causato dal calore del sole estivo, tirando un ennesimo sospiro.

“Sarà meglio se mi riposi un pò…” pensò, dirigendosi verso la sedia e il tavolo dove ad attenderlo vi era il panino che si era preparato prima di partire e il giornale del mattino. Si sedette, prendendo il panino con una mano e il giornale con un altro. Era stato così occupato con la pesca fallimentare di oggi che si era totalmente scordato di leggere il giornale, dunque al momento era decisamente curioso di leggere le notizie del giorno.

Mentre mangiava il panino, iniziò a leggere le varie notizie. “Sempre le solite cose…” pensò con un fare annoiato: notizie sulla politica, la borsa del paese… finché poi i suoi occhi non caddero su una notizia che, stavolta, riuscì ad attirare la sua attenzione.

Godzilla scomparso: tre di assenza sin dalla tragica battaglia di San Francisco.

Ah sì.

Godzilla.

Il mostro una volta considerato una leggenda, un semplice mito che tre anni prima, nel 2014, dimostrò che era reale, che esisteva, che non era una semplice storiella. E lo dimostrò combattendo altri due mostri, chiamati MUTO.

I tre mostri si erano lasciati dietro una lunga scia di distruzione prima di convergere nella città di San Francisco, dove il loro conflitto arrivò alla fase finale.

Così aveva sentito Chikao in tutti i notiziari.

Quel fatidico giorno a San Francisco segnò un grande cambiamento per l’umanità intera: fu il giorno in cui tutti gli umani capirono che i mostri erano reali.

‘Mostri’, sì, perché apparentemente oltre a Godzilla e ai due MUTO ce n’erano molti altri sparsi per il mondo.

O così diceva la Monarch, l’organizzazione segreta-ora non più così segreta che studiava Godzilla e quelli come lui.

Dopo la battaglia di San Francisco l’organizzazione si era rivelata al mondo intero dopo anni di lavoro in segreto, rivelando che studiavano i mostri come Godzilla sin dagli inizi degli anni 50 nell’ombra, mantenendo l’esistenza dei mostri un segreto al resto dell’umanità.

Diciamo che la cosa non fu accolta molto bene.

In molti si infuriarono, chiedendo la chiusura dell’organizzazione per aver mantenuto una roba del genere segreta a tutti e per non aver impedito che una tragedia del genere accadesse. Il governo stesso voleva iniziare l’uccisione di tutti i mostri, conosciuti ora come Titani, a partire da Godzilla stesso.

Ma era questo il problema: Godzilla era sparito.

Dopo la battaglia di San Francisco il gigantesco rettile era sparito dai radar, con il governo che lo cercava alla cieca per distruggerlo una volta per tutte.

E questo da ben tre anni.

Ora era il 2017, e il governo continuava a brancolare nel buio.

“Scommetto che i tizi della Monarch sanno eccome dove si trova Godzilla.” pensò Chikao con un risolino. 

Finito il suo panino, Chikao posò sul tavolo il giornale e si alzò dalla sedia, stiracchiandosi e tirando uno sbadiglio. “Quanto vorrei far parte della Monarch” pensò “Non che mi lamenti del lavoro da pescatore, per carità, ma credo proprio che dare la caccia a mostri e studiarli sia decisamente una carriera più eccitante di questa.”.

Cominciò a dirigersi verso il timone, con l’intento di tornare a casa: di pesci non c’era alcuna traccia, ed era decisamente stanco. Forse sarebbe andata meglio il giorno dopo.

Ma un rumore lo bloccò.

Un rumore che non aveva mai sentito primo.

“Che diavolo…”.

Cominciò a guardarsi intorno, lo sguardo confuso.

Di nuovo quel rumore. E, per qualche ragione, a Chikao gli sembrò che provenisse da qualche parte intorno a lui.

Un animale?

Forse, ma finora non aveva mai sentito un animale fare un rumore del genere.

Chikao cominciò a sudore… e stavolta non per il caldo.

Un movimento lo fece voltare di scatto e vide qualcosa lì, nell’acqua, non molto lontano dalla sua barca.

Qualcosa sotto l’acqua si stava avvicinando alla sua barca… ed era grosso… e molto, molto veloce.

Chikao sbarrò gli occhi, e non potè indietreggiare.

La cosa si fece più vicina.

Sempre più vicina.

E poi…

Scomparve.

La creatura sembrò immergersi nelle profondità marine, sparendo ancor prima di aver raggiunto la barca di Chikao, il quale, rimase in silenzio con gli occhi spalancati e il cuore che batteva all’impazzata.

Con una mano al petto tirò un sospiro, pensando che fosse finita.

Solo una domanda, però, gli era rimasta in testa.

“Cos’era que…”.

Non riuscì nemmeno a finire il suo pensiero che, dietro di lui, l’acqua esplose come se una bomba sottomarina fosse appena esplosa.

Chikao si voltò, e sbarrò gli occhi nel vedere ciò che si trovava di fronte a lui: un mostro enorme, simile ad un serpente dal lungo e sottile corpo con squame verdastre, due piccole zampe a tre dita all’altezza del petto, la testa da serpente adornata da quattro corna, con quelli che parevano dei baffi simili a quelli dei draghi cinesi che apparivano sul muso ed una criniera di capelli che partiva alla testa e attraversava tutto il corpo, arrivando probabilmente alla coda che si trovava sott’acqua insieme al resto della parte inferiore della creatura.

“Starai scherzando…” mormorò Chikao a nessuno in particolare, gli occhi spalancati dinnanzi all’enorme creatura d’innanzi a sé.

No, non una creatura qualsiasi.

Era uno dei mostri che la Monarch cercava e, una volta trovati, studiava.

Era un Titano.

Sull’isola di Sado vi era una leggenda, una leggenda che veniva raccontata sin dall’antichità e che a Chikao veniva sempre raccontata da bambino dai propri genitori.

La leggenda parlava di un enorme serpente marino che riposava nell’acque nei pressi dell’isola, che ogni tanto usciva dalle acque per attaccare l’isola e i suoi villaggi.

Il nome di questa creatura, di questo serpente… era Manda.

Ma era una semplice leggenda, una storia che veniva raccontata ai bambini dell’isola per farli stare bravi.

Beh, apparentemente non era una leggenda… era reale.

Perché Manda ora era lì, che galleggiava con la parte superiore del suo corpo sull’acqua, ad osservare con occhi famelici Chikao e la sua barca.

“Ecco perché non c’era alcun pesce…” pensò Chikao, la mente annebbiata dalla paura “Questo mostro deve essersi svegliato e deve averli fatti scappare via…” notò come Manda lo stesse osservando, la bocca semi aperta che mostrava i denti “E a quanto pare sembra anche affamato…”.

Quasi maledisse la Monarch che, nonostante il suo obiettivo, non fosse riuscita a trovare questo mostro prima.

Ma in un certo senso non poteva neanche incolparli… dopotutto avevano detto, in tante delle loro interviste, che lì fuori c’erano tanti Titani ancora non scoperti e dunque, non sorvegliati.

Questi erano i pensieri di Chikao, mentre Manda si preparava ad attaccarlo e divorarlo insieme alla sua barca.

Chikao chiuse gli occhi, portandosi le braccia alla testa, sperando e pregando che la sua morte sarebbe stata abbastanza veloce.

Ma l’attacco non venne mai.

“Beh? Che sta aspettando?” Pensò Chikao.

Tolse le braccia dalla testa mentre riapriva gli occhi, e vide con sorpresa che Manda sembrava avesse indietreggiato, non degnandolo nemmeno di uno sguardo.

Il mostro, infatti, stava fissando oltre la barca, i denti scoperti in una smorfia.

E d’un tratto sia Chikao che Manda sentirono un rumore.

Una sottospecie di ringhio, proveniente dalle profondità marina, che fece rabbrividire Chikao mentre Manda lanciò un ringhio di suo a qualunque cosa si stesse avvicinando a loro.

“Non un altro…” fu quello che riuscì a pensare il pescatore.

Poi, a breve distanza dalla barca, ci fu un altra esplosione d’acqua che quasi fece cadere Chikao. L’uomo, dopo aver ripreso l’equilibrio, rialzò lo sguardo… e sbarrò gli occhi.

Un altro mostro era appena uscito dall’acqua, osservando il serpente marino con occhi duri.

Quel mostro… quel Titano… era familiare.

“Godzilla…” sussurrò Chikao.

Ma dovette subito correggersi. Perché questo nuovo Titano aveva un aspetto simile a Godzilla sì, ma aveva anche molte differenza che facevano immediatamente capire che non era affatto chi poteva sembrare.

Come già detto, aveva un aspetto molto simile a Godzilla ma per prima cosa era decisamente più basso. Certo, era gigantesco, ma paragonato al Titano che aveva sconfitto i MUTO, mostrava di essere decisamente più basso. Se Godzilla, infatti, era alto 108 metri questo Titano era alto solo 100. Altre differenze erano le scaglie del corpo, le spine dorsali e le mani: le scaglie erano di colore blu invece del colore nerastro di Godzilla, con spine dorsali bianche invece che grigie, e le sue mani avevano solo tre dita invece di quattro.

Poteva essere considerato, a tutti gli effetti, un Titano che poteva far parte tranquillamente della stessa razza di Godzilla.

Il Titano abbassò lo sguardo verso la barca, facendo prendere un colpo a Chikao. 

E adesso?

Questi due mostri avrebbero combattuto per il pranzo? Cioè lui?

Ma lo sguardo del nuovo arrivato sorprese Chikao: se Manda o aveva guidato con chiara fame nei suoi occhi famelici, questo Titano lo stava osservando con quella che poteva definire… dolcezza? Protettività?

Essa sparì del tutto, quando il rettile rialzò lo sguardo verso Manda, lo sguardo ora attraversato da un espressione di sfida.

Manda lanciò un ruggito verso il dinosauro blu, e Chikao non aveva bisogno di essere un genio per capire cosa intendesse: era una sfida.

Il nuovo Titano sbuffò dalle narici, accettando la sfida di buon grado. Prese un respiro profondo e…

SKREOOOOOOOOOOONK

Lanciò un possente ruggito verso Manda, che ricambiò.

ROAAAAAAAAAAAAR

Il Titano simile a Godzilla iniziò ad avanzare, smuovendo l’acqua con le sue enormi gambe, mentre Manda fece un balzo così grosso che superò la barca di Chikao, che potè così vedere la lunghezza totale del serpente marino: ben 150 metri.

Manda, con le fauci spalancate, andò a sbattere contro il Titano avversario, e tentò immediatamente di addentargli la gola ma il dinosauro si difese prendendo il serpente per la gola e allontanandolo dal suo volto.

Manda attorcigliò la propria coda intorno alla vita del nemico, iniziando a stringere così da potersi liberare dalla stretta alla gola. Il Titano blu, con la mano libera, colpì con un potente pugno il volto del serpente, facendogli allentare la presa della sua coda sulla vita.

Fatto ciò, con la stessa mano con cui aveva colpito il nemico, si tolse la coda di dosso e si buttò in acqua insieme a Manda, entrambi finendo nelle profondità marine a continuare il combattimento, con Chikao che non poteva non osservare il punto in cui i due si trovavano con occhi sbarrati.


Sott’acqua, i due Titani continuavano il loro duello. Manda, con scatto fulmineo, si lanciò contro contro il nemico mordendogli il polso destro. Il Titano lanciò un gemito, usando la mano libera per tentare di liberarsi. Gli prese la testa e poi morse Manda sul collo, facendogli lasciare la morsa sul suo polso.

Lanciò via il serpente marino, rilasciandolo all’ultimo, facendolo volteggiare nell’acqua a vari metri di distanza da lui. Manda riuscì a fermarsi, scuotendo la testa per poi lanciare un ennesimo ruggito al nemico, che ricambio il gesto lanciando un ruggito di suo.

I due avversari nuotare a grande velocità l’uno verso l’altro, con Manda che tentò un altro attacco alla gola, ma che il nemico riuscì a parare con una delle braccia.

L’unico problema era che ora si ritrovava con Manda che li stava mordendo il braccio con fora, cercando di strappargli un pezzo di carne.

Il Titano simile a Godzilla lanciò un gemito di dolore e, con la mano libera, cominciò a stringere il collo di Manda, proprio sul punto dove lo aveva morso, facendo sempre più pressione.

Manda rilasciò la presa con un ruggito di dolore, e così il Titano blu lo lanciò andare. Seppur brevemente, dato che poi lo colpì con la propria coda, lanciando in su, verso la superficie.

Manda riuscì a fermarsi giusto in tempo, scuotendo nuovamente la testa, ma si rese così vulnerabile alla carica del nemico. Quest’ultimo nuotò a grande velocità verso di lui e lo colpì con tutta la potenza del suo corpo, entrambi che saltarono fuori dall’acqua facendo saltare in aria molta di essa.


“Porca putta…” tentò di dire Chikao, non riuscendoci dato che cadde a terra a causa dell’immensa forza con cui i due Titani erano saltati fuori dall’acqua. Si rialzò giusto in tempo per continuare vedere il titanico scontro continuare.

L’esser stato travolto dal nemico, facendolo saltare fuori dall’acqua così violentemente, rese Manda abbastanza confuso e incapace di capire che stesse accadendo. Il dinosauro decise di approfittarne col prendere il serpente marino con entrambe le mani ed alzarlo in aria, per poi lanciarlo con violenza via.

Il corpo del serpente andò a sbattere violentemente contro l’acqua, e il suo corpo rimase a galla sulla superficie. Era vivo, ma abbastanza confuso da permettere al Titano blu di usare il suo asso nella manica.

Le sue spine dorsali bianche iniziarono ad illuminarsi di blu a partire dalla punta della coda, e la cosa fu immediatamente notata da Chikao.

“Non ci credo…” sussurrò mentre vedeva che le spine dorsali cominciavano pian piano ad illuminarsi, una ad una, emettendo un rumore di caricamento “Sta davvero per usare…”.

Chikao ricevette immediatamente la sua risposta quando il Titano sparò dalla sua bocca un raggio di energia radioattiva blu… era il suo raggio atomico, lo stesso usato da Godzilla e una delle sue armi più famose.

Manda si era appena ripreso, ma non riuscì a schivare il raggio di energia che lo colpì il pieno. Il colpo fu abbastanza forte da allontanarlo di vari metri, bruciandolo e facendolo ruggire dal dolore.

Una volta che il Titano avversario smise di sparargli adesso il suo fiato atomico, Manda potè fermarsi, respirando a fatica mentre Chikao osservava il tutto sbalordito.

Manda alzò lo sguardo verso il Titano, che lo osservava con uno sguardo che lo invitava a fare la sua prossima mossa. 

Manda non era stupido: quell’attacco appena ricevuto era la prova che quel Titano lo surclassava. Poteva ucciderlo propri lì, in quel preciso istante, ma sembrava che gli stesse dando la possibilità di andarsene.

Con un rombo basso, Manda si immerse nelle acque dell’oceano ed iniziò a nuotare via. Perdere la vita in un combattimento per quel piccolo umano non valeva affatto la pena.

Il Titano blu lanciò uno sbuffo soddisfatto vedendo Manda andarsene via. Poi si voltò verso la barca dove si trovava ancora Chikao, che osservava il tutto con occhi e bocca sbarrati. Sobbalzò un volta notato che gli occhi del Titano erano su di lui.

“E che cazzo…” mormorò sconfortato, pensando che lo avrebbe attaccato.

E invece non lo fece.

Proprio come prima, il Titano si limitò ad osservarlo con uno sguardo quasi dolce e morbido. Poi sembrò annuire verso di lui e si immerse in acqua, nuotando via e sparendo alla vista di Chikao.

L’uomo si appoggiò al bordo della sua barca, tirando un sospiro che non si era accorto di aver mantenuto fino a quel momento. “Però…” disse tra sé e sé “è questo quello che provano i tizi della Monarch ogni santa volta?”.


Il Titano blu non si allontanò affatto da Sado. Infatti, si limitò a fare un giro lungo in modo da poter arrivare in una parte isolata dell’isola. Una parte mai visitata da nessuno, e in cui poteva tranquillamente avere la sua trasformazione.

Una volta che fu abbastanza vicino alla riva iniziò ad uscire dall’acqua, e proprio in quel momento… iniziò a trasformarsi. 

Iniziò a diminuire i stature, mentre il suo aspetto da rettile iniziò a cambiare fino a quando non iniziò ad assumere un aspetto umano.

Alla fine della metamorfosi era già sulla riva, con un aspetto umano. Non più era un gigantesco rettile ma un ragazzo umano dai capelli blu e gli occhi dello stesso colore… ed era decisamente nudo.

Prese i vestiti che aveva lasciato lì prima di trasformarsi, e se li rimise addosso lanciando uno sbuffo.

“Avere una forma umana può essere abbastanza comodo… ma è una tale seccatura quando devo ritornare alla mia forma di Kaiju.” Disse, cominciando ad incamminarsi verso la civiltà.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Visita dalla Monarch ***


Castle Bravo, Avamposto 54 della Monarch.

I membri della Monarch si trovavano nella basa sottomarina, ognuno occupati con i propri doveri, ma tutti che si collegavano allo stesso obiettivo: osservare e studiare Godzilla.

Erano passati tre anni da quando aveva affrontato i due MUTO a San Francisco e il MUTO Prime, e da allora era scomparso… per il resto del mondo, almeno.

Monarch aveva costruito questo avamposto proprio perché questo era il territorio dove Godzilla passava la maggior parte del suo tempo. Dunque erano praticamente gli unici a sapere che Godzilla era qui, anche se ignoravano a volte dove andasse.

Certe volte, infatti, se ne andava da lì e spariva da tutti i radar che possedevano, quasi come se fosse sparito dalla faccia della terra e da lì partivano le discussioni tra Rick Stanton e Ilene Chen con il primo che continua a dire che Godzilla spariva attraverso le gallerie della Terra Cava e la seconda che gli diceva di tacere con le sue fesserie.

Ishiro Serizawa, nel mentre, rimaneva in silenzio ad osservare oltre l’enorme vetro che separava la base da lui e l’oceano la creatura che aveva studiato per tutti questi anni, l’essere che rispettava ed ammirava più di qualsiasi altra cosa: Godzilla.

Il mostro nuotava in lontananza, non degnando di nessuna attenzione la base della Monarch. Le uniche volte in cui aveva degnato loro di alcun tipo di attenzione era quando la base fu inizialmente costruito, girandoci attorno per esaminarla e vedere se fosse un qualche pericolo.

Da quel momento in poi si era limitato a ignorarli, salvo le volte in cui spostava lo sguardo verso di loro, quasi per capire cosa avessero in mente.

Serizawa osservava in un silenzio quasi religioso il possente leviatano che si parava dinnanzi ai suoi occhi, osservando ogni suo movimento. Ceri suoi colleghi scherzavano sul come lui quasi venerasse Godzilla, e a volte lui rispondeva ridendo a sua volta alla battuta.

Ma più che ‘venerare’ lui ‘rispettava’.

Rispettava quell’enorme creatura che viveva sul loro pianeta da millenni, quella creatura che, secondo le leggende, per millenni aveva protetto la Terra da innumerevoli pericoli che avevano messo a rischio l’ordine naturale.

Leggende che poi si erano rivelate vere tre anni prima quando affrontò i MUTO e il Prime, uccidendoli per il bene dell’intero pianeta, salvando di conseguenza anche l’intera umanità.

Molti pensavano che a Godzilla no interessate degli umani, considerando il numero di persone morte durante la battaglia di San Francisco. Che a lui interessava soltanto del pianeta, del suo territorio, e che la salvezza degli umani era stata soltanto un caso.

Ma Serizawa sapeva, nel profondo della sua anima, che a Godzilla importava degli umani. 

Anche se un minimo, anche una piccola parte, era sicuro che in una certa misura a lui importava degli umani.

Osservò le spine dorsali della creatura: il MUTO Prime gliele aveva distrutte con il suo grido sonico poco prima di essere sconfitto, e col tempo Godzilla si era fatto ricrescere le spine in una forma decisamente diversa rispetto a quella che avevano tre anni prima.

“Affascinante…” mormorò tra sé e sé Serizawa.

“Ancora ad osservare il ragazzone, Serizawa?”.

La voce di Rick Stanton lo fece voltare, e vide il suddetto uomo con gli occhiali avvicinarsi con una tazza di caffè in mano “Non so te, ma una foto durerebbe di più.”.

Serizawa lanciò uno sbuffo alla battuta del collega, ma non potè non sorridere divertito.

“Cosa sta facendo il lucertolone esattamente?” Chiese Stanton, sedendosi alla sua postazione.

“Il solito dottor Stanton. Gira qua intorno, sembra quasi che stia aspettando qualcosa.” Rispose Serizawa mentre riportava il suo sguardo verso l’antico predatore alfa che continuava a nuotare a debita distanza dalla base.

“Devo dire che oggi è più calmo del solito.” Fece Sam Coleman mentre sedeva affianco a Stanton “Potremmo farci l’abitu…”.

D’un tratto, Godzilla si fermò. Cominciò a guardare verso una direzione lontana e ciò attirò l’attenzione dei due scienziati e di chiunque si trovasse insieme a loro lì dentro.

Alcuni sembrarono irrigidirsi a Godzilla che si era fermato tutto d’un tratto.

“Non riesci mai a tenere la bocca cucita tu…” sibilò Stanton a Coleman.

Vivienne Graham, l’assistente di Serizawa, andò subito al fianco dell’uomo che si alzò dalla sedia per osservare il comportamento dell’enorme lucertola.

Godzilla rimase fermo a fissare un punto non specificato in assoluto silenzio… per poi nuotare velocemente via.

“E ora dove diavolo sta andando?”disse il colonnello Diane Foster, la preoccupazione ben evidente nella sua voce.

“Non lo so, ma la cosa non mi piace affatto. Quando se ne va via sento sempre puzza di guai.” Rispose Jackson Barnes, già imaginando che Godzilla si stesse dirigendo da qualche parte per combattere un altro mostro.

“Ho appena ricevuto una notizia!” La voce di Chen, che entrava nell’enorme sala di controllo, attirò l’attenzione dei presenti.

“C’è stato un avvistamento… un avvistamento di due Titani vicino l’isola di Sado!”.

“Odio quando ho ragione…” mormorò Barnes mettendosi le mani in faccia con fare esasperato mentre tra i presenti si inalzò un brusio di preoccupazione.

“Ci risiamo… sarà una lunga giornata.” Disse tra sé e sé Stanton mentre iniziava a bere il suo caffè.

“Non si tratta solo di questo” continuò Chen “Questi due Titani si sono affrontati e secondo il testimone che ha assistito al tutto… uno di loro assomigliava a Godzilla.”.

Il brusio si fermò, con tutti i presenti che incollarono i loro sguardi sconvolti e confusi su Chen, mentre Stanton quassù si soffocò col suo caffè, tossendo e battendosi un pugno al petto per riprendersi.

I più interessati e scioccati a questa notizia erano certamente Serizawa e Graham che si avvicinarono a Chen.

“Bisogna subito andare là.” Disse semplicemente Graham.

Isola di Sado…

Il ragazzo dai capelli blu era tornato al villaggio in poco tempo. Grazie alla sua vera natura da Kaiju aveva fatto una corretta molo veloce che lo aveva riportato immediatamente al luogo in cui stava abitando in quel momento.

Non appena ritornò al villaggio vide subito come tutti erano o nel panico o in visibili, tutti a fare domande a Chikao che era appena tornato dalla più pericolosa giornata di pesca della sua vita.

Il ragazzo si avvicinò alla folla, che lo notò immediatamente.

“Dz!” Fece una donna avvicinandosi al ragazzo “Ma si può sapere dove sei stato?”.

“Mi spiace signora Kimura” rispose il ragazzo, ora identificato come Dz, imbarazzato “Ma ero andato a farmi una breve passeggiata. Sono venuto più in fretta possibile dopo aver sentito dei rumori mostruosi provenire da qualche parte.”.

“Beh, quei rumori mostruosi provenivano da due Titani intenti a farsi a pezzi a vicenda!” Fece Chikao rivolgendosi al Dz.

“Due Titani? Qui?” Fece il finto tonto il ragazzo, mentre rabbrividiva internamente al sentire e al dire il nome ‘Titani’.

La sua razza si faceva chiamare Kaiju, così li chiamavano tutte le antiche popolazioni del pianeti. Ma a quanto pare la Monarch non aveva trovato alcun manoscritto che mostrasse come la sua specie veniva chiamata, e dunque aveva deciso di chiamarli ‘Titani’.

Non gli piaceva molto, e non poteva neanche dire che si chiamavano ‘Kaiju’. Dunque doveva far viso a cattivo gioco e tacere.

“Esatto!” Continuò Chikao, alzando entrambe le braccia in aria quasi come se volesse dare più phatos a ciò che avrebbe raccontato “Erano enormi! Uno era il serpente che raccontano le leggende locali parlano e… e… l’altro era un Titano simile a Godzilla!”.

Tutti i presenti sussultarono a ciò, e Dz dovette fare del suo meglio per sembrare genuinamente sorpreso e trattenere una risata.

“Un Titano simile a Godzilla?”.

“Ce ne sono altri come lui?”.

“Monarch non aveva detto in un intervista che è l’ultimo della sua specie?”.

“Cos’altro ci stanno nascondendo quei maledetti?!”.

Queste furono le varie frasi dette dai presenti, mentre Dz ascoltava il tutto in silenzio.

Come sua prima apparizione al mondo pubblico… beh, non era andata di certo male.

Si sarebbe aspettato reazioni più violente verso di lui, invece la maggior parte dei commenti negativi era verso la Monarch per la loro ‘negligenza’.

Non appena aveva sentito la presenza di un altro Kaiju apparte lui nella zona, era ben deciso a mostrarsi finalmente al mondo pur di salvare questo piccolo villaggio in cui si era sistemato dopo così tanto tempo ad aver vissuto come un umano.

Non avrebbe permesso che venisse fatto del male a degli umani.

D’un tratto dei rumori di elica attirarono l’attenzione dei presenti che alzarono gli sguardi in aria per vedere vari Ossprey dirigersi scendere non molto lontano dal villaggio.

“Figurarsi…” pensò ironicamente Dz.

La Monarch era finalmente arrivata.

Per quanto fosse stato pronto a rivelare finalmente la sua esistenza al mondo intero, non poteva considerarsi molto entusiasta del fatto che ora la Monarch lo avrebbe cercato ovunque.

Finalmente, erano arrivati sul luogo in cui era avvenuto l’avvistamento.

Serizawa era stato accompagnato da Graham, Stanton, Coleman e vari soldati tra cui Barnes.

La gente del posto li guardava icon un misto  di curiosità e timore avendoli riconosciuti.

“Salve a tutti voi.” Iniziò Serizawa con tono calmo “Voi sapete chi siamo, ma non c’è bisogno che abbiate paura. Dobbiamo semplicemente fare a tutti voi delle domande riguardo l’avvistamento dei due Titani avvenuto qua vicino. Una volta finito vedremo di risolvere la situazione.”.

Ci furono dei mormorii, e in alcuni Serizawa riconobbe del risentimento.

Sospirò.

Doveva immaginarlo, ma non poteva neanche farne loro una colpa.

Dopotutto tutti si s’aspettavano che Monarch trovasse tutti quei mostri e li tenesse sotto stretta osservazione, onde evitare terribili disastri.

Si guardò un attimo attorno.

Beh… quanto meno, qui, il conflitto tra due mostri non aveva portato ad alcun effetto collaterale.

E così iniziarono a fare le domande.

Chiesero a tutti i presenti cos avessero visto e sentito di preciso, qualche descrizione… ma quello che diede la maggior parte dei dettagli du colui che era il più vicino al combattimento: Chikao stesso.

“Quindi state dicendo…” iniziò Graham “Che questo serpente… questo Manda… è sempre stato parte delle vostre leggende?”.

“Oh sì” annuì Chikao “Credevo fosse solo una favola da raccontare ai bambini disobbedienti e beh… avete visto come è andata.”.

“E per quanto riguarda l’altro Titano?” Chiese Serizawa “Quello simile a Gojira?”.

“Lui dite? Beh… era somigliante, ma allo stesso tempo presentava parecchie differenze” iniziò a spiegare Chikao “Per cominciare era decisamente più piccolo. Se Godzilla è alto 108 metri, questo era più basso… doveva essere alto solo 100 metri. Poi… beh, aveva solo tre dita per mano, le sue scaglie erano tutte blu e aveva le spine dorsali bianche.”.

I presenti si fissarono, pensierosi.

“Potrebbe trattarsi di un altro membro della razza di Godzilla.” Teorizzò Coleman.

“Ma come sarebbe possibile? Abbiamo sempre saputo finora che il gigante era l’ultimo della sua specie” disse Stanton, un espressione irritata sul volto: iniziare la giornata col sapere che c’erano ben due nuovi Titani, con uno simile a Godzilla, senza aver potuto finire il suo caffè lo rendeva parecchio nervoso “E se davvero non è mai stato l’ultimo della sua specie allora dove diavolo è stato questo Puffozilla finora?”.

“Puffozilla? Sul serio?” Inarcò un sopracciglio Barnes.

“Scaglie blu, spine dorsali bianche… andiamo, non dirmi che non ti da l’idea di un Puffo formato Godzilla?” Continuò Stanton.

“E non è finita qui” continuò Chikao, ignorando la conversazione tra lo scienziato e il soldato “Manda, quando ha attaccato, mi ha guardato come se fossi il pasto più ambito della giornata. Mentre questo secondo Godzilla… beh… non mi ha guardato allo stesso modo.”

La cosa attirò l’attenzione del gruppo.

“Mi ha guardato in maniera strana. Non sono pazzo, ma posso giurare che mi stesse guardando in una maniera molto… pacifica.”.

Serizwa si mise una mano al mento, pensante.

Forse, questo secondo Godzilla, poteva essere un Titano pacifico… un Protettore, invece di un Distruttore.

“La ringraziamo molto” disse infine Serizawa, stringendo la mano a Chikao “Vedremo di iniziare le ricerche del fondale subito, per vedere che non rischiate altri attacchi.”

“Credo abbiamo domanda a tutti…” disse Coleman.

“Non proprio tutti” disse Chikao, indicando verso Dz che se ne stava in disparte ad osservarli di tanto in tanto “Avete dimenticato di chiedere a lui?”.

“È un turista?” Chiese Graham.

“Ah, non proprio. Dz è vissuto qui per parecchi mesi. È praticamente di casa.”.

Stanton trattenne una sonora risata “Dz? Sul serio? Che razza di nome è? I suoi genitori dovevano odiarlo.” Ma fu interrotto da una gomitata di Barnes.

Il gruppetto si avvicinò al ragazzo dai capelli blu, che accortosi del loro avvicinamento, si avvicinò di conseguenza.

“Buon pomeriggio.” Salutò Serizawa porgendo la mano “Sono Ishiro Serizawa. Credo che lei sappia chi siamo.”.

“Ovvio che lo so. Chi non vi conosce? In ogni caso, io sono Dz” notò Stanton ridere sotto i baffi, ma non ci fece troppo caso “Ma credo che il signor Chikao vi abbia già detto chi sono.”.

“Ci ha detto che abita qui da qualche mese, signor… Dz.” continuò Coleman, per poi cambiare argomento “Senza offesa, ma che nome è Dz?”.

“Visto?” Rise Stanton.

“Per favore, cerchiamo di rimanere sull’argomento…” tentò di dire Graham ma fu interrotta da Dz.

“Nahhh, nessun problema. Me lo dicono in molti che il mio nome può sembrare strano. Ma sì, abito qui da qualche mese. Solitamente aiuto con la pesca, in modo da guadagnare qualche soldino. La gente di qui è simpatica e anche abbastanza ospitale, dunque non mi lamento.”.

“Neanche ora che c’è stato un combattimento tra un serpente enorme e Puffozilla?” Fece Stanton.

“Ancora con quel nome?” Disse Barnes.

“Fin quando non avremo un nome ufficiale per questo Godzilla blu io continuerò a chiamarlo così. Non puoi sentire che esiste un Godzilla blu e non dargli subito un nome che si collega ai Puffi.” Rispose Stanton.

“Uh, son stato chiamato in parecchi modi nei miei anni di vita ma Puffozilla mi è nuovo…” pensò Dz.

“In ogni caso…” disse Serizawa “Ha visto, ho sentito nulla di strano prima o dopo lo scontro? Ogni dettagli potrebbe esserci utile.”.

Dz scosse la testa “Mi spiace, ma non posso aiutarvi molto. Ero lontano dal villaggio a farmi una passeggiatina quando tutto è successo. Sono tornato in fretta e furia quando ho sentito dei ruggiti mostruosi, che assumono partenessero a quei due… Titani.” “Cristo, non mi abituerò mai al modo in cui ci hanno chiamato.” Pensò subito Dz.

Scrollò infine le spalle “Alla fine sono arrivato qui quando il signor Chikao era appena tornato dal suo incontro fin troppo ravvicinato.”.

“Molto bene” annuì Serizawa “Vi ringrazio molto per la vostra disponibilità.” Si voltò verso gli altri “Torniamo agli Osprey. Bisogna organizzare una spedizione subacquea per vedere se ora l’isola è al sicuro.” E detto questo cominciò ad incamminarsi via insieme al suo gruppo.

Dz fu sul punto di andarsene, ma fu fermato per un secondo da Coleman “Curioso colore dei capelli” disse indicando i suoi capelli blu “Tinti?”.

“Oh? Uh... sì, lo sono.” Mentì Dz mettendosi una mano sui capelli, e sfoggiando il suo miglior sorriso.

Coleman semplicemente annuì per poi andarsene via.

Dz tirò un sospiro. Fu sul punto di dirigersi verso casa sua, ma fu interrotto da qualcosa.

Un rumore.

No. Non un semplice rumore.

Ma un rombo animalesco che si faceva strada per la sua mente.

Dz lo riconobbe subito.

I suoi occhi si assottigliarono, mentre tirava un sospiro esasperato.

Si guardò intorno: Tutti erano troppo occupati a parlare tra loro riguardo ciò che era appena accaduto per pensare a lui.

Bene.

Iniziò a correre verso la direzione da cui era arrivato, correndo sempre più velocemente fin quando non arrivò nella parte isolata dell’isola in cui era ritornato dopo aver sconfitto Manda.

Cominciò a togliersi svogliatamente i vestiti, gettandoli al suolo, per poi entrare in acqua e nuotare il più lontano possibile, per poi immergersi.

Una volta arrivato in abbastanza profondità da non essere visto, iniziò a mutare. 

Il suo travestimento umano sparì del tutto, lasciando posto alla sua vera forma di Kaiju.

Una volta completata la trasformazione, nuotò fino al fondale fin quando non lo toccò coi piedi. Puntò poi lo sguardo in avanti, ed aspettò.

Aspettò l’arrivo di colui che lo aveva chiamato, di colui che avrebbe tanto voluto non incontrare al momento.

E poi lo vide.

Un immensa figura nuotare verso di lui a grande velocità, finché poi la figura di un Kaiju si fermò dinnanzi a lui, ergendosi in piedi sul fondale marino proprio come stava facendo lui.

Scaglie nerastre, con grosse spine dorsali grigie ed un altezza di ben 108 metri, mostrando di essere decisamente più grande di Dz.

Questo Kaiju… era Godzilla in persona.

“Ciao Dz.” salutò Godzilla, attraverso una comunicazione telepatica che solo i Kaiju conoscevano.

“Ciao… papà.” Ricambiò il saluto Dz.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Discorso da padre a figlio ***


Nessuno dei due Kaiju osava proferir parola.

C’era un tale silenzio che l’unico rumore che si poteva sentire era quello dell’acqua intorno a loro.

C’era inoltre una tale tensione che stava rendendo l’atmosfera tra i due ancor più pesante.

Infatti, se Godzilla si limitava ad osservare il figlio con uno sguardo tra il severo e anche preoccupato, Dz osservava il padre con uno sguardo molto infastidito.

“Che cosa vuoi, papà?” Fece Dz, lanciando uno sbuffo infastidito dalle narici e generando delle bolle d’acqua.

L’Alpha dei Kaiju squadrò il figlio “Credo che tu lo sappia bene… Donumzilla.”.

Dz roteò gli occhi “Usi il mio nome completo? Devo presumere di essere nei guai allora?”.

“Perspicace come sempre” rispose Godzilla “Ti rendi conto di quello che hai appena fatto, vero?”.

“Fatto il tuo lavoro? Non c’è di che, a proposito.”.

Gli occhi di Godzilla divennero due fessure “Ti sei rivelato agli umani.”.

“E allora?”.

“Allora? Spero tu non ti sia scordato il patto che abbiamo avuto, spero.”.

Dz sospirò.

Certo che non se lo era dimenticato.

Come poteva non dimenticarselo dopotutto?

“Tu volevi vivere in mezzo agli umani… usare una delle abilità dimenticate dei Kaiju per sembrare uno di loro e vivere in mezzo a essi. Io te l’ho permesso. Ma cosa avevi promesso in cambio?”.

Dz non rispose immediatamente.

“Allora?”.

Dz tirò un sospiro seccato “Avevo promesso di non combattere altri Kaiju in caso ci fossero stati degli attacchi da parte loro.”.

“Bene. E tu cos’hai fatto quest’oggi?”.

“… ho combattuto un altro Kaiju quando ha attaccato.”.

Godzilla annuì tirando uno sbuffo dalle narici, e proprio come con Dz, delle bolle d’acqua si formarono per ciò “Esattamente. E ora che ti sei rivelato, gli umani sanno che esisti. Quando in tutti questi anni ho provato a tenerti nascosto.”.

“Già, gran bel padre che prova a nascondere il figlio al resto del mondo, eh?”.

Godzilla tirò un sospiro “L’ho fatto per proteggerti, e lo sai bene.”.

“Proteggermi? Non farmi mai uscire dall’oceano, tenermi sempre qua sotto… per proteggermi?!” Ringhiò Dz.

“Sì” rispose Godzilla senza alcun pelo sulla lingua “L’ho sempre fatto per proteggerti. Il mondo là fuori… non è più come lo era anni fa, Dz.”.

“Oh, lo so bene. Ho vissuto in mezzo agli umani abbastanza a lungo da capirlo da solo. Ma ciò non significa che sia pericoloso.”.

“Tu non capisci. Gli umani dei tempi antichi… coloro che ci veneravano… non esistono più. Gli umani di oggi sono diversi… e molto più inclini nell’attaccarci.”.

“Eppure tu non ti sei mai difeso contro di loro… non li hai mai combattuti, neanche quando ti sparavano addosso durante la tua caccia contro i Jinshin Mushi.” Replicò il Kaiju blu.

Silenzio.

Dz non potè non sogghignare “Saranno diversi rispetto ai vecchi umani, ma non faresti mai loro del male, uh?”.

Godzilla scosse la testa “In ogni caso, ciò che dico è vero. Il mondo è diverso rispetto a come era in passato. Lasciarti andare… farti andare a vivere in mezzo agli umani con te travestito come uno di loro… è stata una decisione dura da prendere per me. E l’usare la tecnica del travestimento umano che noi Kaiju usavamo millenni fa quando volevamo interagire con gli umani… era un idea rischiosa da parte tua.”.

“Eppure eccomi qua” fece Dz allargando le braccia “Sono apposto, sto bene, non c’è bisogno che ti preoccupi.”.

“Per ora” rispose Godzilla “Perché ora gli umani sanno della tua esistenza. Quegli umani che si occupano di cercarci e osservarci… ora cercheranno te, e faranno chissà che cosa una volta che ti avranno trovato.”.

“Non lo faranno” rispose Dz “Sanno solo che c’è un grosso mostro simile a te là fuori. Non sanno però che quel grosso mostro sono io, e che sto vivendo in mezzo a loro travestito come se fossi parte della loro specie. Non mi troveranno, e anche se lo facessero sia io che te non abbiamo nulla di cui preoccuparci. Gli umani non sono del tutto malvagi, e lo sai pure tu nella tua diffidenza nei confronti di alcuni di loro.”.

Godzilla non seppe come rispondere a ciò.

“Bene allora” fece Dz, voltandosi in modo da poter nuotare via “E con questo spero che la nostra discussione sia finita.”.

“Affatto Dz” continuò Godzilla, bloccando il figlio prima che se ne potesse andare “Dobbiamo ancora discutere del fatto che hai rotto il nostro patto per proteggere un umano da un altro Kaiju.”.

Dz si voltò nuovamente verso il padre “Il nome di quell’umano è Chikao Tanaka!”.

Godzilla inclinò la testa “Ha importanza?”.

“Sì che lo ha! Per me! Lui era in pericolo! Avevo avvertito la presenza di un altro Kaiju nelle vicinanze, e sapevo che Chikao era nello stesso punto in cui si trovava quel serpente troppo cresciuto! Se non fossi intervenuto lui sarebbe morto!”.

“Sarei intervenuto io.” Rispose Godzilla con tono di fatto.

“Forse, o forse no. Se tu fossi intervenuto ci avresti messo troppo tempo, e Chikao sarebbe morto insieme a molti altri umani! Uomini, donne e bambini morti perché o tu ci avresti messo troppo ad arrivare o perché non saresti arrivato affatto! Io ero l’unico lì vicino che poteva fare qualcosa e fermare quel Kaiju da causare un disastro!” Ribatte Dz digrignando i denti e stringendo i pugni.

Godzilla tirò un sospiro “Volevo soltanto che tu non combattessi altri Kaiju potenzialmente pericolosi. Non voglio che ti succeda qualcosa. Non voglio che tu muoia proprio come…”.

Non finì la frase.

Non c’era bisogno di farlo perché Dz capì immediatamente.

Padre e figlio rimasero in silenzio senza che nessuno dicesse qualcos’altro per vari secondi, che per i due sembravano minuti interi.

Istintivamente Dz si portò la mano alla spalla destra dove vi era una cicatrice che gli fu causata quando era solo un cucciolo, che ogni volta gli riportava brutti ricordi, ricordi di un evento doloroso che non avrebbe mai scordato per il resto della sua vita: la cicatrice di un morso.

Scosse immediatamente la testa, cercando di cacciare dalla mente quei ricordi maledetti, poi si rivolse nuovamente al padre “Non… non sono più un cucciolo, papà. Posso cavarmela da solo ora. Posso combattere contro altri Kaiju e vincere. Ho sconfitto quel Kaiju che ha provato ad attaccare l’isola, quindi non devi preoccuparti di questo.”.

“So bene che puoi combattere, Dz” rispose Godzilla “Voglio solo che che ti…”.

“Basta.” Disse poi secco Dz voltandosi nuovamente per nuotare via “La discussione è pure durata abbastanza per i miei gusti, papà. Puoi andartene ora.”.

Dz fece per nuotare via ma fu nuovamente fermato dal padre “Dz, aspetta!”.

Il giovane Kaiju si fermò, ma non si voltò neanche per guardare il padre.

“Ascolta… io…” Godzilla sospirò “Se avrai bisogno di me… sai dove trovarmi, okay?”.

Dz non gli degnò neanche una risposta. Iniziò semplicemente a nuotare via, col padre che lo osservava sconfortato. Tirò un sospiro e nuotò via anche lui.

Quando Dz iniziò ad arrivare nei pressi della parte isolata dell’isola da cui se ne era andato ricominciò a trasformarsi in umano, e non appena arrivato sulla riva la sua trasformazione era completa.

Arrivato sulla riva si rimise addosso i vestiti ed iniziò ad incamminarsi verso il villaggio, le mani nelle tasche lo sguardo serio. Rivedere suo padre e l’aver avuto quella discussione non era stato certo come voleva continuare la giornata dopo aver combattuto Manda.

Talmente era immerso nei suoi pensieri che neanche si accorse di essere arrivato al villaggio e che stava per andarsi a scontrare contro qualcuno.

“Dz!”.

La voce della signora Kimura fece riprendere Dz dal turbinio di pensieri ed emozioni in cui si trovava, e il ragazzo dai capelli blu si fermò prima che finisse addosso alla donna.

“Oh, signora Kimura!” Disse Dz con occhi sbarrati e agitandole mani dinanzi a sé “Scusi, non l’avevo vista.”.

“E ci credo. Si vedeva lontano un miglio che stavi con la testa tra le nuvole .” Fece la donna “Ma dove sei andato? Un attimo prima eri qui, e poi sei scomparso.”.

“Oh! Ecco, io…” cominciò Dz. Solitamente aveva sempre delle scuse pronte in certe situazioni, ma dopo la discussione con suo padre non aveva avuto il tempo di trovarne una buona.

“Ah, lascia stare” scosse la testa la signora Kimura “Piuttosto io devo andare a fare alcune commissioni… e dunque mio figlio Akio resterà solo a casa. Volevo giusto chiederti se potevi fargli da babysitter se sei disponibile.”

“Oh! Sì, sì, non c’è problema” annuì Dz con un sorriso, che era più un sorriso grato del fatto che la signora Kimura aveva cambiato discorso subito prima che lui potesse trovare una scusa alla sua improvvisa sparizione.

“Benissimo allora” sorrise la donna porgendogli delle copie delle sue chiavi “Ecco a te. La strada per casa mia la conosci. A dopo.” E se ne andò.

“A dopo signora Kimura.” Salutò a sua volta Dz, per poi iniziare. Dirigersi verso la casa della donna.


“DZ!” La voce del figlio della signora Kimura, Akio, entrò immediatamente nell’orecchio del ragazzo dei capelli blu non appena entrò a casa.

“Ehilà campione” salutò Dz con un sorriso non appena vide correre verso di lui figlio di 8 anni della signora Kimura “Come va oggi?”.

“Alla grande! Hai saputo di cosa è successo con il signor Tanaka?” Fece elettrizzato il bambino.

“E chi non lo sa?” Rispose divertito Dz mettendo una mano in testa al bambino per scompigliargli i capelli, mentre con l’altra chiudeva la porta dietro di sé “A quanto pare due grossi mostri si scontrati non molto lontano dall’isola.”.

“Ohhhh scommetto che per il signor Tanaka deve esser stato fantastico!”.

“Uh, ne dubito fortemente” rise Dz incamminandosi verso la sala ansime al bambino “Quando ho incontrato il signor Tanaka sembrava tutto tranne che eccitato nell’aver interagito con due di quei cosi.”.

“Sarà, ma sono sicuro che è stata un esperienza indimenticabile per lui!” Disse Akio con delle stelle letteralmente negli occhi mentre si sedeva sul divano… e con sedeva, intendo ci saltò su.

Dz gli si sedette accanto ridacchiando mentre prendeva il telecomando “Indimenticabile, questo è sicuro” e accese la TV “Allora campione, cosa vorresti vedere esattamente?”.

“Oh oh, stanno facendo le repliche di One Piece! Possiamo vedere quelle? Ti prego Dz!”.

“Come vuoi, campione. Sei tu il padrone di casa, non di certo io.” Fece Dz alzando una mano in aria con segno di resa, ma sempre con quel sorriso divertito dipinto sulle labbra, mentre con la mano che teneva il telecomando cambiò sul canale  in cui di solito mandavano in onda anime come il sopracitato One Piece.

E mentre Akio guardava la TV con occhi eccitati e la bocca semi-spalancata, Dz rimase in semplice silenzio a fissarlo. Tanto Akio  era così preso dal programma che non se ne sarebbe neanche accorto.

Quando Dz decise di travestirsi da umano per vivere in mezzo agli umani dovette abituarsi a molte cose che come Kaiju non faceva o addirittura non conosceva. Ci mise molto a capire come comportarsi come un umano vero e propio ma alla fine ne valse la pena.

Visitò molti posti, molte città, villaggi e così via , conoscendo molte persone e capendo sempre di più l’umanità finché non arrivò nell’isola di Sado, in questo piccolo villaggio.

E fu proprio qui che Dz conobbe Akio che, in un certo senso, divenne il suo primo amico umano.

E fu proprio con Akio che Dz arrivò alla conclusione del pensiero che per tutto il tempo in cui aveva vissuto con gli umani gli si era formato: l’umanità era degna di essere protetta.

Certo, vi erano umani malvagi, ma Dz aveva visto pure il buono che c’era in loro, la loro bontà… ed fu proprio Agio a confermare tutto ciò.

Per questo quando Manda si era risvegliato Dz era entrato in azione.

Per questo aveva deciso di mandare all’aria la sua ‘esistenza segreta’ che suo padre aveva tanto volto che mantenesse.

PEr proteggere Akio.

Per proteggere gli abitanti di questo villaggio.

Per proteggere gli abitanti dell’isola.

“E se ne avessi l’occasione…” pensò il ragazzo dai capelli blu “Lo rifarei ancora.”.

“Dz?”.

La voce di Akio lo distolse dai suoi pensieri, facendogli scuotere la testa. Il ragazzo vide il bambino che lo guardava con un espressione incuriosita “Tutto ok? Sembravi incantato.”.

“Uh… tutto ok campione, non preoccuparti” sorrise Dz “Sono solo con la testa tra le nuvole di questi tempi. Continuiamo vedere la TV, e nel mentre tu potresti anche spiegarmi alcune cose sui personaggi di One Piece” indicò lo schermo “Sai, non sono un esperto e…”.

“Ma certo!” Fece entusiasta il bambino, iniziando a spiegare a raffica tutto ciò che riguardava i personaggi che apparivano sullo schermo, mentre Dz si limitava ad ascoltare e ad annuire con un sorrisetto in faccia.

Tutto questo durò fino al ritorno della signora Kimura, che annunciò il suo ritorno dopo aver aperto la porta di casa con le sue di chiavi “Sono a casa!”.

“MAMMA!” Disse Akio correndo verso la madre che, aspettandoselo, lo accolse a braccia aperte.

Il bambino le saltò in braccio abbracciandola mentre Dz, che aveva seguito Akio, osservava il tutto.

“Wow, me ne vado per quanto? Un oretta e sembra che tu non mi veda da anni.” Rise la donna.

“Tu mi manchi sempre quando te ne vai, mamma” rispose Akio quasi come se fosse un dato di fatto.

“Sei proprio un bambinone.” Sorrise la signora Kimura.

“Ma mamma, io SONO un bambino.” Rise Akio.

Nel mentre Dz osservava il loro interagire senza dire una parola. 

L’interagire tra Akio e sua madre.

Le loro risate e i loro sorrisi.

Gli ricordavano tanto…

“Dz?”.

La voce di Akio lo distolse dai suoi pensieri, e notò come sia lui che sua madre lo fissavano preoccupati.

“Uh… che cosa c’è che non va?”.

“Perché stai piangendo?”.

Solo allora Dz si accorse di qualcosa di bagnato sulla guancia sinistra. Se la toccò con un dito: era una lacrima.

“Va tutto bene, Dz?” Chiese preoccupata la signora Kimura “è da prima che ti vedo così soprappensiero… c’è qualcosa che non va?”.

“Uh…”.

Ecco. Proprio ciò che non voleva: che gli si chiedesse se fosse tutto ok, che qualcuno si preoccupasse e gli facesse troppe domanda.

“Um… sì, sì, sono solo…” Dz finse uno sbadiglio mentre si stiracchiava “Un pò stanco, tutto qui. Credo sia stata una giornata un pò lunga per tutti qui sull’isola.”.

Appoggiò su un comodino la copia delle chiavi che la signora Kimura gli aveva dato ed iniziò ad incamminarsi verso la porta.

“Ora dovrei andare. È stato un piacere stare con te, campione” disse con un sorriso rivolto ad Akio per tranquillizzarlo. Non bastò, dato che il bambino lo osservava preoccupato.

Dz uscì immediatamente dalla porta ed iniziò a dirigersi velocemente verso casa sua.

Cristo, da quando aveva avuto quella discussione con suo padre aveva sempre la testa pieni di pensieri.

E il vedere Akio insieme a sua madre gli aveva fatto tornare in mente…

Ancora una volta si portò istintivamente una mano sulla spalla destra dove vi era la sua cicatrice, che era presente pure quando era in forma umana.

Sempre presente, sempre a prenderlo in giro, sempre a ricordargli di quel giorno maledetto che aveva segnato sia lui che suo padre.

Arrivò dinanzi a casa sua, e svogliatamente prese le chiavi per aprire la porta.

“Mi manchi tanto… mamma.” Pensò Dz entrando in casa.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Incubi e ricerche ***


Tuoni.

Pioggia.

Queste erano le uniche cose che Dz poteva sentire al momento.

Si guardò intorno: si trovava in un posto completamente scuro, una piccola caverna in cui l’unica fonte di luce proveniva dal piccolo buco da cui era entrato.

‘Piccolo’ si fa per dire, dato che per ogni umano sarebbe stato enorme. Ma per un Kaiju come lui, seppur piccolo, quel buco non era poi così grosso.

Un nascondiglio perfetto… in cui ‘Lui’ non sarebbe mai entrato.

Tremava sia per il freddo, la paura, la tristezza e il dolore.

Si portò una mano tremante sulla sua spalla destra e sussultò una volta che toccò la ferita che vi era su di essa: la ferita di un morso. Una ferita profonda, con i segni lasciati dai denti ben visibili e il sangue che usciva e colava per tutta la sua spalla.

Dz si lasciò sfuggire un singhiozzo.

La lacrime cadevano dai suoi occhi come la pioggia fuori il suo nascondiglio.

Stava succedendo tutto così in fretta.

Troppo in fretta.

La giornata stava andando bene.

Poi è arrivato ‘Lui’ e…

Un rumore di grandi ali che battevano interruppe i suoi pensieri.

Qualcosa… no, qualcuno di molto grosso atterrò a pochi metri dal suo nascondiglio.

Dz sbarrò gli occhi.

Era qui.

‘Lui’ era qui.

Dei passi pesanti cominciarono a farsi vicini.

Sempre più vicini.

Dz trattenne il suo respiro.

E poi…

*SKRASH*

Una zampa rettiliana dalle scaglie dorate apparì dinnanzi alla piccola entrata del nascondiglio.

Dz sobbalzò nuovamente, mentre le lacrime continuava a scendere dai suoi occhi come fiumi.

“Lui sa” fu tutto ciò che riuscì a pensare “Lui sa che sono qui…”.

Passò qualche secondo di silenzio, che per Dz sembrarono minuti interminabili.

E poi…

Lui si abbassò.

Si abbassò all’altezza del buco, cercando di far entrare una delle sue teste in esso.

Dz si trascinò ancor più in profondità del suo nascondiglio, gli occhi sbarrati e da cui uscivano enormi quantità di lacrime cercando di allontanarsi il più possibile da quel mostro.

Perché non gli sparava addosso un raggio di gravitoni?

Aveva la testa proprio lì dentro, nel suo stesso nascondiglio. Gli sarebbe bastato sparare un raggio di gravitoni per ucciderlo.

Dz guardo dritto negli occhi rosso sangue di quella bestia per capire il perché non faceva ciò: voleva vederlo tremare. 

Voleva vederlo piangere.

Voleva vederlo soffrire, come se la sofferenza che gli aveva fatto passare fino a quel momento non bastasse a soddisfare il suo sadismo.

Fece uscire la sua testa da quel nascondiglio con insopportabile lentezza, mentre un ghigno si veniva a formare sul suo volto draghesco.

Una volta che la testa uscì, la lasciò dinnanzi al buco mentre abassava le altre due vicino alla testa già abbassata.

Risuonò un tuono che illuminò le tre teste del mostro che osservano Dz attraverso quel buco.

Teste dorate di drago circondate ciascuno da dieci corna.

Le tre teste sorrisero minacciose mettendo in mostra i denti aguzzi, i loro occhi rosso sangue diretti verso Dz.

Poi tutte e tre le teste spalancarono le loro bocche… e lanciarono ruggiti verso Dz.

*REEEEEEEEE-BIDIBIDIBIDIBIDI*.

Dz si portò le mani intorno alla testa, cercando di bloccare quel tremendo ruggito.

Quel ruggito che sembrava provenire dalle profondità dell’inferno stesso.

Quel ruggito che non apparteneva a nulla di terrestre.

Dz chiuse gli occhi da cui scendevano ancora lacrime, e lanciò anche lui il suo ruggito.

Un ruggito dal tono molto più acuto rispetto a quello di suo padre.

Ma se per ogni umano quello sarebbe stato il ruggito qualunque di un cucciolo di Kaiju… per ogni Kaiju, se fosse stato presente per sentirlo, sarebbe stato un urlo.

Un urlo di dolore, disperazione e tristezza tutto in uno.

Ma non poteva essere sentito, essendo ricoperto dal ruggito più forte dell’altro Kaiju e i tuoni che risuonavano impetuosi.


“AHHHHHHHHHHHH!”.

Dz si risvegliò di soprassalto lanciando un urlo squarciagola.

Si alzò immediatamente dal suo letto per correre in fretta e furia verso il bagno, un peso enorme sul suo stomaco.

Non ci voleva un genio per capire di cosa si trattasse.

Vomitò una volta messo la testa sul cesso.

Vomitò tutto il cibo che si era mangiato quel giorno, svuotando completamente il suo stanco.

Si rialzò, pulendosi la bocca con la mano… e notò subito delle piccole scaglie blu che facevano capolino sulla sua pelle.

Si rialzò traballando e si guardò allo specchio: alcuni punti del suo copro ora erano circondati dalle scaglie blu della sua forma Kaiju, i suoi occhi ora erano tornati ad essere sempre come nella sua forma Kaiju e i suoi denti erano ridiventati leggermente affilati.

Tirò un sospiro.

Quando un Kaiju nel suo travestimento umano era influenzato dalle sue emozioni alcune parti della sua vera forma da Kaiju poteva spuntare sul suo travestimento.

Come in questo caso con Dz.

L’incubo… no, il ricordo sotto forma di incubo che aveva avuto, lo aveva messo sotto un enorme quantità di stress che aveva fatto rispuntare alcuni dettagli della sua vera forma Kaiju nel suo travestimento umano.

Tirò un sospiro, cercando di rilassarsi. E così facendo le scaglie sparirono dal suo copro, e i suoi denti e occhi tornarono ad essere umani.

Ritornò ad osservare lo specchio e solo allora notò come le sue guance erano bagnate e i suoi occhi luccicavano.

Aveva pianto pure nel sonno.

Dopo essersi sciacquato la faccia con dell’acqua calda, ritornò sul suo letto e si buttò su di esso come un sacco di patate.

Guardò l’orologio sul comodino per vedere l’orario: erano le 03:50 del mattino.

Grandioso…

Quel ricordo che aveva appena rivissuto… di quel giorno maledetto… lo tormentava ogni volta, sia da sveglio che da addormentato, e gli eventi del giorno prima con suo padre e con Akio e sua madre avevano fatto in modo che si ricordasse di quell’evento ancor di più.

Sentì le lacrime pizzicargli gli occhi.

Non voleva pensarci.

Voleva smetterla di pensarci.

Ma il ricordo non se ne andava mai.

Rimaneva sempre lì, nella sua mente, come una macchia indelebile.

Si lasciò andare ad un pianto silenzioso, e si riaddormentò con la speranza di avere un sonno senza sogni.


Avamposto 54 della Monarch…

I membri della Monarch che erano andati sull’isola di Sado quella mattina erano ancora a lavorare sul caso particolare che si erano ritrovati tra le mani.

Quello del Kaiju simile a Godzilla e di Manda.

Avevano mandato dei droni ad osservare le profondità marine nei pressi dell’isola di Sado per vedere se sarebbero riusciti a trovare i due Kaiju… o Titani, come a loro piaceva chiamarli.

Avevano trovato Manda a vari chilometri di distanza da Sado, in una caverna sottomarina, apparentemente nuovamente in letargo dopo il combattimento contro il nuovo Kaiju.

Un combattimento che aveva lasciato il segno, apparentemente, dato che avevano trovato bruciature recenti sul suo copro.

E non ci voleva un genio per capire chi le aveva lasciate.

“Beh, se dobbiamo giudicare da quanto abbiamo visto finora, possiamo dire che questo membro della razza di Godzilla potrebbe essere un protettore proprio come Godzilla stesso.” Disse Sam osservando Manda attraverso le telecamere dei droni. In quel momento stavo avvenendo le costruzioni per l’avamposto in cui Manda sarebbe stato studiato. Non avevano paura di far troppo rumore, dato che avevano imparato che i Kaiju avevano un sonno molto pesante.

“Ne siamo certi?” Chiese Stanton con l’ennesima tazza di caffè in mano “Sarà pure parte della stessa razza del ragazzone e avrà pure protetto l’isola di Sado, ma per quanto ne sappiamo non è un protettore. Sarà solo stat un azzuffata per il territorio e basta.”.

“Io dico che ti sbagli.” Fece Chen entrando nella stanza accompagnata da Serizawa e Graham.

Stanton sbuffò “Per favore Chen… per te e Serizawa ogni Titano che difende una cittadina è un ‘protettore’. Per quanto ne sappiamo questo Puffozilla potrebbe essere pericoloso quanto Manda stesso.”.

Barnes che si trovava nella stanza osservò stranito Stanton “Non riesco a credere che tu insista ancora con quel nome…”.

Serizawa rimase semplicemente in silenzio mentre avveniva la discussione.

Come Chen anche lui pensava che questo nuovo Kaiju fosse un protettore.

Non un distruttore.

Era come se avesse un sesto senso che glielo sesse dicendo e…

“Uh oh…” la voce allarmata di Stanton lo fece riprendere “Sembra che stiamo ricevendo una chiamata dall’ammiraglio William Stenz.”.

“Come?” Disse Serizawa.

“Che cosa vuole?” Chiese Sam confuso.

“Lo scopriremo ora…” rispose Stanton rispondendo alla chiamata.

Lo schermo della stanza si accese, mostrando l’ammiraglio Stenz che osservava i presenti con severità.

“Dottor Serizawa.” Salutò Stenz una volta che il suo sguardo si spostò sullo scienziato.

“Ammiraglio” salutò a sua volta Serizawa “Cosa vi spinge a chiamare a quest’ora?”.

“Credo lo sappia perfettamente” rispose l’ammiraglio “Riguarda ciò che è successo oggi all’isola di Sado.”.

“Oh, intendete il serpentone Manda?” Disse Stanton al posto di Serizawa “Tutto a posto. Non ha accatto l’isola ed è andato nuovamente in letargo. In questo momento sta venendo costruito un nuovo avamposto in modo da poterlo studiare e…”.

“Non parlo solo di lui” fece serio Sten. Lo sguardo di Serizawa si incupì. “Voglio sapere di questo nuovo Titano che assomiglia a Godzilla.”.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** La rivelazione ***


Serizawa non era affatto sorpreso dal fatto che Stenz fosse venuto a scoprire dell’esistenza di questo nuovo Titano.

Anzi, lui sarebbe stato uno dei primissimi a scoprire di ciò.

Solo non si aspettava che sarebbe venuto a scoprirlo così presto.

“Ne sappiamo quanto lei, ammiraglio.” Rispose Serizawa dopo aver tirato un sospiro.

Stenz inarcò un sopracciglio “Mi sorprende, dottor Serizawa. Godzilla non è forse il Titano il cui studio è compiuto principalmente da voi stesso?”.

“Proprio così.” Annuì Serizawa, mentre tutti i presenti rimanevano in silenzio ad ascoltare la discussione.

“Dunque com’è che non sapevate di quest’altro Titano che sembra far parte della stessa specie di Godzilla? Avete detto voi stesso che era l’ultimo della sua specie.” Continuò Stenz con sguardo serio.

Serizawa annuì “Sì ammiraglio, ricordo perfettamente ciò che ho sempre detto. Che Gojira era l’ultimo della sua specie. Dunque sono rimasto sorpreso quanto lei quando siamo venuti a scoprire dell’esistenza di questo Titano che sembra faccia parte della stessa specie di Gojira.”.

“Tutti noi ne siamo rimasti sorpresi, ammiraglio” continuò Graham “Abbiamo studiato Godzilla per anni, dunque immagini la nostra sorpresa quando… beh, abbiamo scoperto che Godzilla potrebbe non essere l’ultimo rimasto della sua specie.”

Stenz tirò un sospiro mentre si massaggiava le tempie con una mano. Era chiaro che questa nuova scoperta lo stesse mettendo sotto un enorme stress “Avete idea di dove possa essere ora?”.

“Per niente” rispose stavolta Stanton “Abbiamo provato a cercare con i droni nei dintorni dell’isola di Sado, ma niente. Apparte il serpentone non c’è alcuna traccia di Puffozilla.”.

“Non posso credere che tu voglia continuare a chiamare questo Titano in questo modo…” mormorò Barnes.

Stenz inarcò il sopracciglio al soprannome dato al nuovo mostro, ma decise di ignorarlo per concentrarsi su quanto era stato appena detto.

“Non c’è alcuna traccia di questo Titano?” Chiese Stenz a Serizawa “Mi state dicendo che è scomparso nel nulla?”.

“A quanto pare sì, ammiraglio” rispose Coleman al posto di Serizawa “è come se si fosse… volatilizzato.”.

“Mi state dicendo che un Titano a noi sconosciuto e potenzialmente pericoloso… è scomparso e non avete idea di dove si trovi?” Chiese Stenz, nervosismo e anche incredulità presenti nella sua voce.

“Non crediamo che sia pericoloso, ammiraglio.” Disse Chen e facendo sbuffare Stanton.

“Ecco che ci risiamo…” borbottò lui.

“Non è pericoloso, dite?” Inarcò un sopracciglio Stenz “E come fate ad esserne così sicuri?”.

“Ha protetto l’isola di Sado da un altro Titano” iniziò a spiegare Serizawa “Chikao Tanai, l’uomo che ha assistito alla battaglia, ci ha rivelato di come questo Titano lo abbia salvato da Manda. Questo nuovo Titano… potrebbe essere un protettore, proprio come Gojira.”.

Stenz tirò un sospiro “Ancora con questa storia, Serizawa?”.

“La prego, mi stia a sentire” continuò Serizawa “Da quel poco che sappiamo questo Titano non è né ostile né malvagio. Ha sconfitto Manda salvando l’isola di Sado, e se fosse stato ostile avrebbe potuto tranquillamente attaccare l’isola dopo aver battuto Manda.”.

“Per quanto ne sappiamo quei due hanno combattuto per il territorio” disse la sua Stenz, lo sguardo sospettoso.

“Se avessero combattuto per il territorio” continuò Serizawa “Questo Titano sarebbe rimasto nelle profondità delle acque presso l’isola dopo aver battuto Manda, dichiarando la zona come suo territorio. Eppure non lo abbiamo trovato. Sparito. Ci pensi, ammiraglio. Questo Titano potrebbe essere benigno e non un pericolo come voi pensate.”.

Stenz rimase in silenzio per qualche secondo per poi sospirare “Mi spiace, Serizawa. Ma con così poche informazioni non possiamo esserne così sicuri. Bisogna, però, che questa scoperta venga rivelata al mondo intero. Sappiamo tutti come la scoperta dell’esistenza di Godzilla e degli altri Titani è stata presa con molto scalpore, sopratutto dopo gli attacchi del 2014. Quindi sarà meglio che riveliate l’esistenza di questo secondo membro della specie di Godzilla ora, onde evitare che la sua esistenza venga scoperta in maniera tragica come accadde nel 2014.”.

I presenti si guardarono, incerti sul da farsi.

Avrebbero voluto tentare di scoprire di più su questo nuovo Titano prima di rivelarne l’esistenza al mondo.

Dunque cosa bisognava fare?

Rivelare o non rivelare?

Serizawa, alla fine, tirò un sospiro dicendo “D’accordo ammiraglio. Sarà fatto. Indiremo una conferenza stampa entro domani mattina per rivelare quanto successo oggi e riveleremo dell’esistenza di questo nuovo Titano.”.

Stenz annuì soddisfatto per poi chiudere la chiamata, facendo precipitare la stanza nell’assoluto silenzio.

“Perché ho la sensazione che questa conferenza stampa finirà per essere un enorme casino?” Disse Stanton scuotendo la testa immaginandosi già il mal di testa che avrebbe avuto.


Dz aveva dormito male.

Malissimo oserebbe dire.

E quest’era ben chiaro dalle occhiaie sotto gli occhi e i capelli blu totalmente in disordine.

Aveva ben notato come gli altri lo osservano basiti e preoccupati una volta che lui era uscito di casa e si era diretto come uno zombie al bar più vicino.

“Cribbio Dz” fece il barista vedendo il ragazzo entrare nel bar, la cui TV stava mostrando il telegiornale.

 Dz si sedette su uno sgabello con un piccolo lamento mentre il barista, preoccupato, chiese la prima cosa che era venuta in mente a tutti non appena avevano visto Dz in quelle condizioni “Dormito male?”.

“Cosa lo ha fatto a capire? Le occhiaie così grosse che sarebbero ottime per fare la spesa o i capelli?” Rispose Dz sorridendo fintamente.

“Oh beh…” fece il barista, grattandosi la nuca “Vuoi del caffè?”.

“Sai che odio quella roba.”.

“Sarebbe capace di svegliarti. Aiuta sempre in certe occasioni, sai?”.

“Preferisco avere solo dell’acqua, grazie.”.

Il barista annuì, versando in un bicchiere l’acqua più fresca che avesse per poi porgerla a Dz, che la prese e la bevve tutto in un sorso.

“Ahhhh… mi ci voleva proprio…” fece Dz.

“Io continuo a pensare che ti servirebbe del caffè. Sei a un passo dal crollare.”.

“Preferirei crollare per il sonno che bere quella robaccia, guarda. Fallisco sempre nel capire cosa ci troviate di così buono nel caffè…”.

“Beh, come già detto, aiuta col restar svegli.” Gli rispose Chikao entrando nel bar.

“Oh, ‘giorno signor Chikao.” Salutò Dz, voltandosi per veder l’uomo entrare.

“Dz.” ricambiò il saluto Chikao con un cenno del capo, sedendosi accanto al ragazzo.

“Non dovrebbe essere a pescare?” Chiese Dz incuriosito.

“Nah, dopo esser quasi morto ieri ho pensato di prendermi la giornata libera.” Scosse la testa l’uomo.

“Signor Tanaka” fece il barista “Vi porto il solito caffè?”.

“Mi conosci proprio bene.” Rise l’uomo annuendo.

In poco tempo, il barista portò il caffè a Chikao che cominciò subito a berlo, e fatto ciò chiese al ragazzo accanto a lui “Nottataccia?”.

“No, guardi, ho dormito benissimo.”.

“Sai, sono io quello che ha avuto un incontro fin troppo ravvicinato con due Titani, non tu. Quindi dovrei essere io quello che non ha dormito bene, invece ho saputo dormir benissimo. Qual’è il problema, ragazzo?”.

“Problema? Quale problema? Non c’è nessun problema qui.” Rise Dz.

“Dz, ragazzo mio, hai vissuto qui abbastanza a lungo che quasi tutti noi ti conosciamo bene, e possiamo capire quando menti o no. E si vede lontano un miglio che c’è qualcosa che ti turba o che ti ha turbato ieri al punto che sembri uno zombi uscito da uno di quei film di Romero.”.

“Non so se prenderlo come un insulto o un complimento…” mormorò Dz inarcando un sopracciglio.

“Io opterei per entrambi.” Disse la sua il barista che era rimasto ad ascoltare la conversazione mentre puliva un bicchiere.

“Il punto è questo” disse Chikao “Si vede lontano un miglio che c’è qualcosa che ti sta disturbando, Dz” gli mise una mano sulla spalla “Se hai bisogno di parlarne…”.

“Interrompiamo il programma per una notizia straordinaria” la voce dalla TV attirò l’attenzione di tutti i presenti che voltarono i loro sguardi verso essa “Il dottor Ishiro Serizawa e la sua assistente Vivienne Graham, entrambi membri dell’organizzazione Monarch, hanno indetto una conferenza stampa per rivelare delle notizie riguardo i Titani di cui si occupa la loro organizzazione.”.

“Oh? Vorranno sputare il rospo su ciò che è accaduto qui?” Si chiese il barista inarcando un sopracciglio.

“Lo vedo molto probabile.” Annuì Chikao.

Dz, invece, non disse nulla. Rimase in silenzio ad ascoltare ciò che avrebbero detto questi due membri della Monarch.

La TV mostrava i due sopracitati membri dell’organizzazione, dinanzi a un enorme orda di giornalisti. Entrambi sembravano nervosi anche se cercavano di nascondere il loro nervosismo attraverso delle facce impassibili.

“Dottor Serizawa!” Fece un giornalista puntando il proprio microfono verso l’uomo “Ha indetto questa conferenza stampa per poter rivelare qualcosa di importante riguardo la Monarch? O per rivelare qualcosa riguardo i Titani?”.

“La seconda cosa che avete detto.” Ripose lo scienziato, causando un enorme mormorio fra i pesanti.

Alla parola Titani Dz non potè fare a meno di rabbrividire.

“Quanto vorrei dire che noi non ci chiamiamo Titani ma Kaiju. Non si può affatto sentire ‘Titani’.” Pensò il ragazzo dai capelli blu.

“E cosa dovete rivelare esattamente riguardo i Titani? Si tratta per caso di Godzilla? È da tre anni che non si vede, come se fosse sparito nel nulla.” Chiese un altro giornalista.

Stavolta fu Graham a rispondere che disse “Non si rotta proprio di Godzilla. Ma diciamo che si tratto di un Titano… che riguarda lui.”

“Che riguarda lui? Ma che cosa significa?” Fece confuso un altro giornalista.

Serizawa tirò un sospiro.

Era tempo di dire la verità.

“Ieri nei pressi dell’isola di Sado vi è stato uno scontro tra due nuovi Titani. Fortunatamente non ci sono state vittime. Di questi due Titani solo uno è stato identificato. Il suo nome è Manda, apparente alle leggende locali dell’isola di Sado. E il secondo…”.

“È per caso il Titano che ha a che fare con Godzilla?”.

Serizawa annuì “Sì. Questo nuovo Titano… sembra essere un membro della stessa razza di Gojira.”.

A quella rivelazione passarono alcuni secondi di silenzio che parvero interminabili.

Secondi di silenzio che furono poi interrotti dall’enorme scrosciare delle voci dei giornalisti, che spararono domande ai due metri della Monarch.

“Un membro della razza di Godzilla?”.

“Ne è davvero sicuro dottor Serizawa?”.

“Ma ci era stato rivelato che era l’ultimo della sua specie!”.

“Sapete qualcosa in più riguardo questo nuovo membro della razza di Godzilla?”.

“Sapete dove si trovi ora?”.

“Sapete se è pericoloso?”.

“Che ha intenzione di fare la Monarch riguardo ciò?”.

“Per favore, per favore, calmatevi” disse Serizawa “Sì, siamo assolutamente certi che questo nuovo Titano sia un membro della razza di Gojira. No, non sappiamo altro riguardo esso appare il suo aspetto fornitoci attraverso la descrizione di un testimone oculare. E no, non sappiamo dove si trovi. Proprio come Gojira è scomparso nel nulla dopo aver sconfitto Manda, costringendolo a tornare in ibernazione. Tuttavia non pensiamo che sia pericoloso, anzi, tutto il contrario.”.

“Come poter esserne certo, dottor Serizawa?” Chiese un altro giornalista “Per quanto ne sappiamo questo membro della razza di Godzilla potrebbe essere pericoloso. Certo, questa volta non ci sono state vittime nel combattimento tra questo Titano e Manda, ma chi dice che la prossima volta non andrà a finire come nel 2014? San Francisco e molte altre città sono andate distrutte al passaggio di Godzilla e dei due MUTO. La stessa cosa potrebbe accadere se questo nuovo Titano finisse per scontrarsi con un altro che o avete già scoperto o che non è stato ancora scoperto.”.

Serizawa annuì gravemente a ciò “Ne sono ben consapevole. Tuttavia pensiamo che questo membro della razza di Gojira possa essere benevolo, e non pericoloso. Ma non preoccupatevi. Noi della Monarch ci stiamo occupando della faccenda, e stiamo cercando una pista su cui iniziare le ricerche e lo studio di questo nuovo Gojira. Cercheremo di capire da dove venga, la sua storia e cosa lo colleghi a Gojira apparte l’appartenenza alla stessa specie. Una volta che avremo le informazioni necessarie vi faremo sapere immediatamente.”.

Dz poteva dire pure di aver sentito abbastanza. 

Salutò con un cenno del capo Chikao e il barista, che guardarono confusi il ragazzo uscire dal bar.

Cos’era tutta quella fretta?

Dz cominciò ad incamminarsi verso casa con le mani nelle tasche. Era mente attraversata da molti pensieri.

Era ufficiale.

Ora tutto il mondo sapeva della sua esistenza, nonostante suo padre avesse provato per tutti quegli anni a tenerlo nascosto.

Sapeva che suo padre non ne sarebbe stato affatto contento.

Ma ad esser sincero a lui non importava.

Aveva mandato all’aria il segreto della sua esistenza per proteggere l’isola che lui chiamava casa.

E allora?

Non era un problema per lui.

Non era un problema se ora il mondo sapeva della sua esistenza.

Lo avrebbe rifatto ancora e ancora se fosse stato necessario.

Finché il mondo rimaneva ignaro del fatto che viveva tra loro travestito da umano, sarebbe stato apposto.

Molta gente non si sarebbe fidato di lui, certo, proprio come suo padre.

Ma finché avrebbe potuto continuare a proteggere l’umanità… non aveva alcuna importanza.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** L'inizio delle ricerche ***


Avamposto 54 della Monarch.

Erano passati alcuni giorni dall’intervista che Serizawa e Graham avevano indetto, ed i vari membri più importanti della Monarch che si trovavano lì in quel momento, scienziati e soldati, sedevano nella sala riunioni dell’avamposto sul decidere sul da farsi.

E con ‘da farsi’ si intendeva la ricerca del misterioso membro della razza di Godzilla.

“Ecco quello che sappiamo” disse Foster mentre lo schermo dietro di lei mostrava una mappa satellitare dell’isola di Sado con una foto di Chikao “Qualche giorno fa nelle prossimità dell’isola di Sado vi è stato uno scontro tra due Titani” una foto di Manda addormentato nella sua caverna sottomarina apparì sullo schermo “Questo Titano, chiamato Manda, è apparso vicino l’isola con l’intento di attacca l’uomo che vedete nella foto, Chikao Tanaka, e probabilmente proseguire coll’attaccare anche l’isola subito dopo. Tuttavia il suo possibile attacco è stato fermato da un altro Titano che, stando alle descrizioni date da Tanaka stesso, sembra essere un membro della stessa razza di Godzilla. Questo nuovo Titano ha sconfitto Manda, costringendolo a tornare in ibernazione e dopo questo sembra scomparso nel nulla. Il nostro obiettivo è quello di scoprire tutto il possibile su questo Titano e trovarlo prima che possa causare qualche disastro.” Puntò uno sguardo verso Chen “Chen, lei si occuperà della ricerca di ogni informazione riguardo questo Titano.”.

Chen annuì “Sarà fatto. Guarderò in ogni manoscritto, dipinto, mito e leggenda possibile per vedere se c’è qualcosa riguardo questo Titano. Ogni Titano è stato citato almeno una volta in uno di questi elementi, quindi sono sicura che troverò qualcosa su questo nuovo Titano. Ci potrei mettere un pò, ma troverò qualcosa.”.

Foster annuì a ciò per poi puntare lo sguardo verso alcuni soldati “Voi occuperete della ricerca del Titano nelle zone intorno a Sado. Per quanto ne sappiamo potrebbe ancora trovarsi lì intorno.”.

“Abbiamo cercato ovunque fino ad ora” sbuffò uno dei soldati “Mica lo ritroveremo con una seconda ricerca.”.

“Allora stavolta cercherete più duramente.” Disse seriamente Foster per poi spostare lo sguardo verso altri soldati tra cui Barnes, Griffin e Martinez “Noi rimarremo qui insieme agli scienziati. Essendo questo il territorio di Godzilla, per quanto ne sappiamo, il nuovo Titano potrebbe venire qui essendo lui un membro della stessa specie.”.

“Se dovesse accadere… non rischieremmo di trovarci a due bestie enormi che potrebbero darsele di santa ragione?” Chiese Martinez inarcando un sopracciglio e con lieve preoccupazione nella sua voce.

Preoccupazione che sembrava condivisa con i soldati e alcuni degli scienziati che sarebbero dovuti rimane lì.

“Preghiamo che non accada.” Sospirò Griffin.

Serizawa rimane in silenzio ad ascoltare il tutto: in tutta onestà, non pensava che se i due Titani si fossero incontrati sarebbero subito passati a un combattimento.

Non sapeva perché, ma aveva come la sensazione che se i due se si fossero incrociati non si sarebbero scontrati affatto.

“Dunque tutto è deciso” disse Foster interrompendo i pensieri di Serizawa “Cominciamo le ricerche.”.


Dz, al momento, si trovava a casa della signora Kimura a tenere a bada Akio.

Il bambino stava seduto per terra a guardare la TV con il classico fascino e noia che accomunano tutti i bambini, mentre Dz si limitava ad osservare il tutto con un piccolo sorriso.

Le ultime giornate erano state abbastanza calme e, fortunatamente, non aveva fatto altri incubi che gli impedivano di dormire serenamente.

Anche se i ricordi rimanevano comunque.

E quelli facevano sempre male.

Tirò un semplice sospiro senza farsi sentire da Akio.

Dopo la sceneggiata fatta davanti a lui e a sua madre qualche giorno prima erano ovviamente preoccupati e gli avevano chiesto se ci fosse stato qualche problema.

Ovviamente aveva detto loro che andava tutto bene.

Ovvio che andava tutto bene.

Tutto alla perfezione.

Non poteva certo dire loro la verità.

Non gli avrebbero mai creduto, anzi, lo avrebbero sicuramente preso per un pazzo.

Instintivamente puntò lo sguardo fuori dalla finestra, osservando le persone che andranno a lavorare, che passeggiavano o si fermavano a parlare tra di loro.

I suoi pensieri furono interrotti da un rumore molto famigliare: il rumore di multipli elicotteri che volavano in aria.

Incuriosito si alzò dal divano, seguito a ruota da Akio, anche lui incuriosito dai rumori che provenivano da fuori.

Entrambi guardarono fuori dalla finestra e puntarono lo sguardo verso l’alto, proprio come fecero i passanti che si fermarono dalle loro attività per vedere anche loro che cosa stava succedendo. 

Tutti quanti poterono vedere elicotteri volare sopra le loro teste e raggiungere degli elicotteri che si trovavano a mezz’aria sull’acqua a vari chilometri di distanza dall’isola.

Dz potè vedere di sfuggita un simbolo famigliare su uno di quei elicotteri.

Il simbolo della Monarch.

“Sembra proprio che abbiano cominciato a cercarmi…” pensò Dz.

“Credi che stiano cercando il Titano simile a Godzilla, Dz?”.

La domanda di Akio fece abbassare il volto al ragazzo dai capelli blu, che puntò lo sguardo verso il bambino.

“Uh… credo di sì, Akio.”.

“Pensi che ricomparirà di nuovo?”.

Dz rimase in silenzio per qualche secondo “Quando sarà necessario, forse.” Disse alla fine mentre si grattava la testa.

“Quando sarà necessario?” Ripetè confuso Akio.

“Beh… ecco…” iniziò a dire Dz. Doveva dire qualcosa senza far capire che sapesse troppo. “Da quanto il signor Chikao ha detto questo… Titano è appruo quando era in pericolo e solo dopo che era al sicuro se ne è andato. Forse, non lo so, questo Titano appare quando qualcuno è in pericolo… o roba del genere.”.

“Intendi dire… come un supereroe?” Chiese Akio con praticamente stelle che apparivano nei suoi occhi eccitati.

Dz sorrise divertito, mettendo una mano sulla testa di Akio per scompigliargli i. Capelli “Sì, come un supereroe.”.

Akio rilasciò un sussulto esagerato mentre un sorriso eccitato apparì sul suo volto “C’è un Titano supereroe! C’è un Titano supereroe!” Ripetè eccitato mentre correva verso il divano, mettendocisi e sopra e iniziando a rimbalzarci mentre Dz osserva il tutto con un sorriso.

Puntò nuovamente lo sguardo fuori dalla finestra, osservando con attenzione gli elicotteri che volavano ancora sopra l’acqua.

Probabilmente avevano mandato dei droni sott’acqua per cercarlo.

Magari sospettavano che si trovava ancora nella zona, prendendola come suo territorio.

Avevano ragione su una cosa: era ancora nella zona, ma non nel modo in cui si aspettavano.

E sopratutto non considerava l’isola di Sado il suo territorio.

Era uno dei tanti luoghi in cui si era stabilito negli anni in cui era vissuto in mezzo agli umani.

Una delle sue tante case.

Il suo sguardo si fece più serio: probabilmente avrebbero controllato la zona dell’isola di Sado con ancor più attenzione, dunque se avesse dovuto trasformarsi avrebbe dovuto farlo con la massima attenzione e senza farsi scoprire, o il suo segreto sarebbe stato scoperto.

Tirò un sospiro: sarebbe stato un problema per quando si sarebbe trasformato.

Ora aveva solo intenzione di rilassarsi e controllare Akio.

Si voltò e ritornò verso il divano dicendo “Okay, okay campione, basta così. Non vorrai rovinare questo divano, no?”.

“Certo che no..” Rispose Akio smettendo di saltare per poi sorridere maliziosamente “Ma se ma madre lo scoprisse potrei semplicemente dire che l’hai rovinato tu.”.

Dz tirò uno sbuffo divertito “Cosa, pensi che crederebbe al fatto che io mi metterei a saltare su un divano?”.

Akio annuì, convinto della sua idea.

Dz rimase in silenzio per qualche secondo per poi a scoppiare a ridere, seguito a ruota da Akio.

“A, ti adoro troppo campione. Sei troppo divertente.” Disse Dz asciugandosi una lacrime fittizia e sedendosi accanto al bambino.

“Me lo dicono anche in classe che sono divertente. Forse sono portato col far ridere la gente.” Disse Akio sorridendo.

“Allora potresti diventare un comico una volta diventato grande” sorrise a sua volta Dz “Faresti carriera.”.

“Dici davvero?”.

“Questo è sicuro.”.

Il sorriso di Akio sembrò allargarsi e abbracci Dz dicendo “Grazie mille Dz.”.

Il ragazzo sorrise, ricambiando l’abbraccio “Figurati campione.”.

I due si staccarono Akio disse “Ora che dici di guardare la TV con me?”.

“Finora l’ho fatto.”.

“Ma se non hai prestato un minimo di attenzione.” Disse Akio col broncio.

“Chi? Io?” Disse Dz sorridendo e mettendosi una mano sul petto per effetto drammatico “Ma non lo farei mai.”.

“L’hai fatto fino ad ora.”.

“Ma non è vero.”.

“E invece sì.”.

“E invece no.”.

E continuarono così per un bel pò, ridendo nel mentre.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Una nuotata frenetica ***


Era il 2018.

Era passato un anno esatto da quando Dz era uscito allo scoperto nella battaglia contro Manda.

Le ricerche della Monarch intorno all’isola di Sado non avevano portato a niente, e questo perché Dz che aveva deciso di mantenere un basso profilo per un pò e dunque, dato che non erano riusciti a trovare alcuna traccia del Kaiju misterioso, erano stato costretti a spostare le ricerche altrove.

In quel momento Dz si trovava a fare una passeggiata per le strada del villaggio, mentre le persone intorno a lui erano occupate con le loro attività, che fossero andare a lavoro, parlare tra di loro o semplicemente passeggiare come stava facendo Dz in quel preciso momento. 

Dz tirò un sospiro mentre si guardava intorno con molti pensieri che gli passavano per la testa, come il dove la Monarch lo stesse cercando in questo momento, quanto frustrati dovessero essere in quel momento (e doveva ammettere che era abbastanza divertente immaginarsi loro che imprecavano per il fatto che pareva essere sparito nel nulla) e sopratutto… se dovesse o meno andarsi a fare una nuotata per l’oceano nella sua vera forma di Kaiju.

Quel giorno Akio era a scuola, quindi Dz non doveva fargli da babysitter e dunque era senza far niente. E poi, aveva bisogno di farsi una nuotata nella sua vera forma.

Era parte dei suoi istinti, che gli ricordavano che era pur sempre un kaiju e doveva delle volte abbandonare il suo travestimento umano per tornare nella sua vera forma.

Non era certamente la prima volta che lo faceva, che andava a nuotare nell’oceano con la sua vera forma per via dei suoi istinti.

Certe volte essi sapevano essere proprio… fastidiosi.

Ma erano pur sempre parte di lui, quindi non li poteva ignorare.

Quindi, una volta preso un respiro profondo, prese la sua decisione: senza dare nell’occhio inizio ad incamminarsi, ancora una volta, nella parte isolata dell’isola dove andava sempre per trasformarsi e, una volta arrivato, iniziò a spogliarsi e si buttò in acqua.

Iniziò a nuotare e, man mano che si allontanava dall’isola e si immergeva nell’acqua, iniziò anche atrasformrasi finché non si trasformò del tutto nella sua vera forma Kaiju.

Dz rilasciò un gorgoglio soddisfatto e cominciò a nuotare lontano dall’isola.

Vivere con gli umani era decisamente bello, ma ritornare nella sua vera forma per passare del tempo nelle acque dell’oceano lo era allo stesso livello.

Si sarebbe fatto una nuotata bella, lunga e rilassante e sarebbe tornato per sera.

SEmplice no?


Nel mentre, nell’avamposto 54, i vari membri della Monarch stavano facendo avanti e indietro per i corridoi oppure stavano nella sala principale ad osservare i monitor che mostravano immagini dell’oceano direttamente dalle loro sonde.

Era chiaro ciò che stavano facendo: la loro ricerca del kaiju misterioso che aveva combattuto a Sado stava continuando tutt’ora e, apparentemente, ancora senza successo.

“Com’è la situazione?” Chiese Sam a nessuno in particolare, anche perché sapeva quale sarebbe stata la risposta.

“Ancora niente finora.” Rispose Stanton tirando un sospiro esasperato e bevendo caffè dalla sua tazza “è passato un anno e ancora niente, assolutamente niente. Puffozilla non può essere sparito così nel nulla.”.

“Ed è da un anno che continui a chiamare questo Titano Puffozilla… più lo chiami così più credo che perderemo tutti la testa qui…” disse Barnes con un sospiro mentre passava di lì assieme a Martinez e a Griffin.

“Dr Chen, voi invece avete trovato nulla riguardo questo Titano?” Chiese Serizawa il quale si trovava nella sala assieme a Graham.

Chen, la quale era seduta dinnanzi a un monitor ad osservare vari manoscritti antichi, puntò lo sguardo verso l’uomo “Ancora niente temo. Trovare manoscritti e miti sui Titani, sopratutto su così sconosciuti è molto difficile. Ma credo di essere vicina ad una svolta.”.

“Sarebbe anche ora…” disse Stanton scuotendo la testa “Almeno avremmo qualcosa al riguardo su questo Titano apparte ‘è un Godzilla formato blu’.”.

Quell’ultima frase attirò un sospiro infastidito da parte di Chen che si limitò a ritornare a guardare il suo schermo, ritornando  a lavorare.


Dz continuava a nuotare per le profondità dell’oceano, godendosi la sua freschezza e osservando gli animali che occasionalmente gli passavano vicino.

Questi animali, al solo vederlo, o scappavano via spaventati dalla sua enorme stazza oppure sembravano fermarsi per osservarlo.

A Dz non dava affatto fastidio, e continuò con la sua nuotata.

Si chiedeva dove fosse in quel momento suo padre, e cosa stesse facendo. Sarebbe stato il colmo se lo avesse incontrato proprio durante quella nuotata lì.

Nuotare lì, nelle profondità marine era così rilassante per lui. 

I rumori delle creature marine.

La fresca acqua che gli accarezzava le scaglie.

Era tutto così bello e rilassante per lui.

Troppo preso dai suoi pensieri che Dz non si accorse di alcune sonde con delle luci accesse che si stava avvicinando pian piano verso di lui.


Stanton tirò un sospiro, avendo un altro sorso del suo caffè mentre osserva il suo schermo che continuava mostrare ciò che uno dei droni stava filmando.

Oggi era una noia.

Molto più del solito.

Tirò un altro sospiro mentre puntò nuovamente lo sguardo verso lo schermo, sbarrando poi gli occhi una volta che essi su posarono su esso “Oh porca…” disse Stanton balzando dalla sedia.

“Che succede?” Chiese Foster, arrivata da poco nella sala principale.

“Dovete vedere questo.” Rispose semplicemente Stanton mentre fece in modo che il filmato del suo schermo venisse mostrato sullo schermo principale della sala.

Esso si accesse, dando visione di ciò che stava vedendo Stanton e tutti i presenti sbarrarono gli occhi.

“Non ci credo…” disse Sam mettendosi una mano sulla fronte.

“Che mi venga un colpo…” disse Griffin con la bocca spalancata, espressione condivisa sia da Martinez e Barnes.

Serizawa si tolse gli occhiali, osservando con stupore e meraviglia il filmato mostrato dallo schermo.

“è… davvero chi penso che sia?” Disse Graham con entrambe le mani sulla sua bocca.

Serizawa annuì dicendo poi ciò che tutti nella sala stavano pensando “Il Titano di Sado…”.

Infatti, eccolo lì, mentre veniva filmato in diretta da uno dei droni mentre nuotava tranquillamente nelle profondità marine. 

Nonostante l’oscurità dell’oceano, le luci del drone e degli altri che lo accompagnavano illuminavano il Kaiju mostrando il suo corpo, confermando la descrizione data loro da Chikao un anno prima: scaglie del orto blu con spine dorsali bianche.

“Non ci posso credere…” disse Sam con meraviglia.

“Dopo un anno siamo riusciti a trovarlo, finalmente.” Disse Foster ripresasi dall’iniziale sorpresa per poi puntare lo sguardo verso Stanton “Seguiamolo con i droni. Dobbiamo scoprire dove si è nascosto per tutto questo tempo.”.

Stanton annuì, iniziando a guidare i droni e a farli seguire discretamente l’enorme Kaiju che continuava a nuotare senza averli neanche notati.


Dz continuò a nuotare per un altro pò indisturbato, solo lui con i suoi pensieri.

Questo finché non notò una luce.

Una luce così piccola che pareva quasi impercettibile.

Emettendo un rombo curioso voltò leggermente la testa, notando delle piccole macchiane di metallo con delle luci incorporate che lo stavano seguendo.

Capì immediatamente cosa fossero.

Droni. 

Droni della Monarch.

Lo avevano beccato alla fine.


Tutti nella sala sussultarono quando il Kaiju puntò lo sguardo verso i droni.

Li aveva beccati alla fine.

Si aspettarono subito che il Kaiju avrebbe distrutto i droni con la sua coda o altro, ma rimasero leggermente sorpresi quando si limitò semplicemente ad osservare i droni per qualche attimo.

Per poi voltarsi e nuotare via.

Velocemente.

“Sta scappando!” Disse Foster “Inseguitelo con i droni! Non dobbiamo perderlo!”.


Dz iniziò a nuotare velocemente via, sentendo quei piccoli droni iniziare ad inseguirlo.

Non immaginava che proprio oggi lo avrebbero trovato.

Se avesse potuto parlare come gli umani in quella forma avrebbe probabilmente lanciato una di quelle imprecazioni che gli umani parevano soliti dire ogni volta che qualcosa va storto per loro.

Si limitò, tuttavia, a lanciare un ringhio basso, ma non di rabbia ma di panico.

Doveva seminarli immediatamente e tornarsene a Sado senza che lo notassero.

Non poteva rischiare che lo seguissero e scoprissero il suo segreto.

Quei droni erano veloci… tuttavia lui in acqua era decisamente più veloce di qualsiasi mezzo umano.

Aumentò la velocità con cui nuotava finché non si lasciò dietro i droni e fece un giro ad U per tornare indietro, sorpassando i droni che lo stavano inseguendo e nuotando via verso Sado.

LA nuotata di oggi era stata interrotta prima del solito, a quanto pare.


I membri della Monarch sobbalzarono dallo spavento quando videro il Kaiju nuotare a grande velocità verso i droni, aspettandosi che li avrebbe distrutti… ma così non fece.

Semplicemente li oltrepassò per nuotare a gran velocità via.

“Non riusciremo a stargli dietro” disse Sam “Nuota troppo veloce.”.

“Beh,  è pur sempre parte della razza di Godzilla… e sappiamo tutti quanto il gigante sia veloce in acqua.” Disse Stanton tirando un sospiro amareggiato.

Erano riusciti finalmente a trovarlo ma se lo erano fatti sfuggire così facilmente.

“Maledizione.” Imprecò Foster “Ora non sapremo mai dove è diretto.”.

Barnes tirò un sospiro “Beh, almeno abbiamo ora la conferma che è davvero parte della stessa razza di Godzilla.”.

“E che è pacifico.” Disse subito Serizawa.

“Come scusa? E cosa te lo fa pensare?” Chiese Stanton inarcando un sopracciglio.

“Non ha distrutto i droni. Questo Titano avrebbe potuto liberarsene facilmente per essere lasciato in pace, ma ha preferito andarsene via il più velocemente possibile.”.

“E solo per questo credi sia pacifico?” Chiese Stanton.

Serizawa non rispose.

Non aveva bisogno di farlo per dare la sua conferma.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** E ora? ***


“Ci sono andato vicino. Troppo vicino.” Pensò Dz nuovamente nel suo travestimento umano e con i vestiti addosso, ora tornato al villaggio.

Si portò una mano in faccia tirando un sospiro, seduto su una panchina del parco cittadino con le persone che camminavano intorno a lui. Si era fatto beccare e se non si fosse accorto dei droni in tempo lo avrebbero seguito fino qui a Sado, dove il suo segreto sarebbe venuto di sicuro a galla e la sua copertura sarebbe saltata.

“Dovrò stare decisamente più attento da adesso in poi.” Continuò a pensare mentre si massaggia le tempie.

Realizzò di esser rimasto abbastanza seduto ad affogare nei suoi pensieri (doveva esser passata un oretta buona, probabilmente) quindi si alzò e cominciò ad incamminarsi.

Dove?

Sinceramente, non ne aveva la benché minima idea.

Akio era a scuola, quindi certamente non aveva bisogno di un babysitter, Chikao era come al suo solito a pescare quindi non avrebbe potuto passare la giornata a parlare con lui, la signora Kimura era a lavoro, dunque non aveva chissà che fare.

Tornarsene a casa? Non ne aveva molto voglia.

Farsi una lunga passeggiata per digerire quanto era successo quasi un ora prima? Forse era un idea migliore.

Cominciò a farsi una semplice passeggiatina lungo tutto il villaggio.

Ora che la Monarch lo aveva trovato, lo avrebbero cercato con ancora più foga.

Quindi le sue nuotate con la sua vera forma dovevano per forza di cosa diminuire, perché c’era il rischio che se lo avessero beccato nuovamente non sarebbe stato così fortunato nel sfuggir loro.

Senza pensarci, entrò nel bar che tanto gli piaceva frequentare, sedendosi su uno degli sgabelli.

Si guardò intorno: all’interno del bar vi erano varie persone, semplici passanti o lavoratori che si stavano prendendo una piccola pausa.

Il barista, Enji Nozawa, lo vide entrare mentre stava servendo un cliente, e una volta fatto ciò gli si avvicinò “Sempre acqua, Dz?” Chiese subito.

Dz ridacchiò “Mi conosce troppo bene signor Nozawa.”.

“Sei un cliente abituale ormai” fece spallucce Nozawa prendendo un bicchiere d’acqua e mettendolo dinnanzi al ragazzo “Quindi ogni volta che entri qua so già che vorrai sempre della solita acqua.”.

Dz ridacchiò un altro pò, prima di bere il suo bicchiere, per poi lasciare le monete con cui pagare sul bancone.

“Grazie mille, signor Nozawa. Buona giornata.” Salutò il ragazzo, con Nozawa che ricambiò il saluto con un cenno della testa.

Dz uscì dal bar tirando un sospiro.

Ora che fare?

Continuare con la sua passeggiata senza meta o fare qualcos’altro.

Tirò un altro sospiro.

Quais invidiava la Monarhc. Almeno col fatto che lo avevano ‘trovato’ avevano di sicuro qualcosa con cui tenersi occupati, no?


“Come sarebbe a dire ‘è scappato via senza lasciare traccia?’”

Stenz fu contattato immediatamente dopo il ritrovamento del Titano, e gli fu detto tutto ciò che era successo dal suo ritrovamento, compresa la sua fuga e scomparsa.

Ed era chiaro che l’ultima parte non era affatto piaciuta all’ammiraglio.

Foster annuì verso lo schermo che mostrava lo sguardo incupito di Stenz “Proprio così ammiraglio. Avevamo trovato il Titano nuotare alle profondità oceaniche con i nostri droni. Quando ci ha scoperti si è dato alla fuga e lo abbiamo inseguito, ma si è rivelato troppo veloce. Ci è sfuggito ed è scomparso senza che potessimo fare nulla.”.

Stenz tirò un sopirò mentre si portava due dita sul naso “Quindi siamo di nuovo daccapo. Questo Titano è scomparso di nuovo proprio quando lo avevate ritrovato.” Puntò poi nuovamente il suo sguardo cupo verso i vari membri della Monarch “Avete almeno scoperto altro? Qualcosa di utile, come minimo?”.

I vari presenti si guardarono, non sapendo esattamente come rispondere.

“Sì, ammiraglio.” A rompere il silenzio fu Serizawa che, alzatosi dalla sua sedia, si avvicinò all’enorme schermo da cui stavano facendola chiamata “Da questo ritrovamento, sono sicuro ora che questo Titano sia pacifico. Che non abbia intenzioni negative.”.

Serizawa potè sentire tranquillamente Stanton borbottare dietro di lui sul come fosse ‘fissato con questa cosa’.

Lo ignorò.

Stenz inarcò un sopracciglio “E cosa ve lo fa pensare, Serizawa?”.

“Quando il Titano ha notato i nostri droni, li avrebbe potuti tranquillamente distruggere. Tuttavia non l’ha fatto. Ci ha ignorati per poter scappare via. C’è stato un momento durante l’inseguimento in cui abbiamo tutti pensato che avrebbe distrutto i nostri droni, ma li ha ignorati per poter fuggire a gran velocità. Non ha mostrato alcuna ostilità.”.

Stenz rimase in silenzio per vari attimi “E crede davvero che sia pacifico soltanto per questo?”.

Serizawa sentì Stanton sussurrare un ‘è ciò che ho detto io’.

Lo ignorò anche quella volta.

“Ne sono sicuro.” Annuì Serizawa “Questo Titano non ha mostrato alcuna ostilità verso i droni e, aggiungendo quanto ci è stato detto da Chikao Tanaka a Sado un anno fa, la possibilità che questo Titano possa essere pacifico è molto alta.”.

“Ne è davvero sicuro?” Chiese Stenz con un tono che mostrava la sua incredulità a ogni parola detta da Serizawa.

Non era un segreto che Stenz non prendeva sul serio l’idea di Serizawa che Godzilla fosse un protettore, dunque il fatto che non prendesse seriamente neanche la possibilità che anche questo Titano non lo fosse non era una sorpresa per nessuno, incluso Serizawa stesso.

Serizawa, imperterrito, annuì con un espressione sicura dipinta sul suo volto “Proprio come Gojira… sono assolutamente sicuro di ciò.”.

Passarono vari secondi di silenzio in cui nessuno os parlare, Serizawa e Stenz che si osservavano attentamente nottante fossero separati da uno schermo, nessuno dei due che osava tirarsi indietro da quella ‘gara’ di sguardi.

Dopo vari attimi di silenzio fu Stenz a rompere il silenzio “Continuate a cercare. Se lo ritrovate dovrò saperlo immediatamente.”.

E concluse la chiamata.

Passarono altri attimi di silenzio.

“Beh, non ha perso le staffe, quindi direi che poteva andare decisamente peggio.” Disse Sam rompendo quel silenzio venutosi a creare subito dopo la fine della chiamata.

Foster sospirò per poi spostare lo sguardo verso tutti i presenti, scienziati e soldati “Ascoltate” disse “Oggi abbiamo finalmente trovato il Titano. Siamo arrivati vicini al scoprire il suo nascondiglio. Ma abbiamo fallito. Tuttavia ciò non significa che dobbiamo arrenderci. Non può esser andato troppo lontano. Analizziamo la zona in cui lo abbiamo trovato. Troviamo possibile luoghi in cui si sia diretto e si sia nascosto. Così facendo, lo troveremo. E capiremo se non abbiamo nulla da temere da lui come Seizawa ha detto.” Puntò per un attimo lo sguardo verso il suddetto scienziato, il quale si era messo a parlare con Graham. Puntò nuovamente lo sguardo verso tutti i presenti “Sono stata chiara?”.

Fu accolta da esclamazioni positive.

Foster semplicemente annuì “Molto bene. Iniziamo.”.


Passarono varie settimane da quando il Titano fu avvistato dalla Monarch.

Come detto da Foster, dal punto in cui fu trovato dai droni venne studiata ogni direzione in cui fosse andato e si fosse nascosto.

Diciamo che portava a molte direzioni e molti possibili nascondigli, ma grazie ai droni la Monarch poteva cercare in suddetti posti senza dover fare avanti e indietro loro stessi.

Tuttavia suddette ricerche non portarono ancora una volta a nessun risultato.

Il misterioso Titano non era stato ancora trovato, e ciò non faceva che portare nervosismo tra i vari membri della Monarch.

Non poteva essere sparito nel nulla di nuovo.

Non dopo che lo avevano ritrovato dopo un anno di ricerche.

Chen sedeva dinnanzi al suo computer, continuando le sue ricerche su questo Titano nei vari miti e leggende del mondo.

Settimane prima aveva detto di esser vicina ad una svolta.

E, proprio dinanzi ai suoi occhi, nello schermo del suo computer vi era la svolta che tanto aveva cercato.

Ci aveva messo molto, moltissimo tempo.

Ma forse aveva trovato ciò che stava cercando.

Aveva dovuto chiedere in giro a molte persone, ma era riuscita ad entrare in possesso di due cose, le cui immagini si trovavano sullo schermo del computer: una pittura rupestre e un manoscritto.

La pittura rupestre, proveniente da tempi antichissimi, era simile a molte pitture rupestri che avevano trovato che rappresentavano dei Titani, e rappresentava tre figure rettiliane circondate da figure decisamente più piccole, sicuramente umani, che si inginocchiavano dinanzi alle tre creature. Riconobbe in una delle tre Godzilla, a le altre due erano delle incognite, ma dal loro aspetto poteva ben capire che erano appartenenti alla stesse specie di Godzilla. Una delle figure era alta quanto Godzilla stesso, ed era stata dipinta con un colore che ricordava il rosa. La terza figura era più piccola delle prime due, il copro dipinto di blu. 

Non c’erano dubbi: quello doveva essere il Titano misterioso che stavano cercando da ben un anno e che avevano avvistato settimane prima.

Il manoscritto, invece, era scritto in un linguaggio antico che aveva messo un pò a tradurre, ma alla fine era riuscita a capire. Suddetto manoscritto rivelava la natura di questo Titano e, cosa più importante, il suo nome.

Chen lo rilesse con attenzione e soggezione.

“Donumzilla.”.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** La scoperta ***


Avamposto 54…

Nella sala riunioni vi era un gran bisbigliare tra i vari membri della Monarch.

Quella riunione era stata annunciata senza alcun preavviso ed in fretta e furia il che aveva causato la curiosità di alcuni, come Serizawa, e l’irritabilità di altri, come Stanton.

A quanto pare la riunione era stata richiesta da Chen la quale aveva detto che aveva trovato delle cose interessanti riguardo il Titano che stavano cercando e che si erano lasciati sfuggire settimane prima.

Ed ora eccolo tutti lì, seduti e ad attendere che suddetti nuovi dettagli venissero finalmente svelati.

“Molto bene, signori. Siamo qui riuniti perché la dottoressa Chen ci ha rivelato che, durante le sue ricerche, è finalmente riuscita a trovare nuovi dettagli riguardanti il Titano che affrontò Manda a Sado e che ci è sfuggito settimane fa.” Foster spiegò, Chen i piedi al suo fianco che attendeva pazientemente che le venisse data la parola. Foster puntò il suo sguardo verso di lei “Dottoressa?” Disse, dandole il segnale di poter finalmente iniziare a parlare.

Chen annuì osservando i vari presenti “Ci ho messo un po’ di tempo a trovare queste informazioni. Ho dovuto scavare attraverso miti e leggende di varie culture che parlavano di Godzilla prima di arrivare finalmente a qualcosa. Questo è ciò che ho trovato.” Con il ligiare di un buttone, Chen accese il monitor della sala riunioni, mostrando a tutti l’immagine della pittura rupestre e del manoscritto che aveva trovato.

Bisbìgli e mormorii si fecero nuovamente sentire quando i presenti video le figure rappresentate nella pittura ruote stare, le figure di Godzilla e altri due Titani appartenenti alla sua specie circondate da delle piccole figure umane.

Molti fecero due più due, riconoscendo nella pittura blu il Titano misterioso che stavano cercando da più di un anno oramai.

Serizawa osservò con occhi leggermente sbarrati da dietro gli occhiali quella pittura, la sua mente che iniziava già a pensare alla possibile identità del misterioso Titano e di una nuova scoperta riguardo la vita di Godzilla.

“Quello che vedete’ iniziò a spiegare Chen “È una pittura rupestre con un manoscritto che ho trovato dopo molte ricerche. Ci ho messo un po’ anche nel tradurre suddetto manoscritto. Questo manoscritto parla di Godzilla… e di come lui non sia mai stato sempre l’unico. Di come lui avesse… una famiglia. Come mostrato in questa pittura rupestre” indicò l’immagine “Di come lui avesse una compagna.”.

Altri bisbìgli, stavolta di sorpresa, si fecero sentire per la stanza.

“Oh, quindi il gigante aveva una relazione. Buon per lui.” Roteò gli occhi Stanton con tono sarcastico, anche si poteva notare una nota di sorpresa da questa rivelazione.

Chen lo ignorò per poter continuare la sua spiegazione, indicando la figura simile a Godzilla con la colorazione simil-rosa “Il manoscritto parlava della compagna di Godzilla come un membro della sua stessa specie. Era considerata come una dea dalla grande forza e potenza, fiera e potente quanto Godzilla. Il manoscritto la chiama… Gojirin.”.

“Gojirin…” Serizawa ripetè il nome, affascinato.

“Aspettate un secondo” disse Barne, già facendo due più due insieme al resto dei presenti “Se questa Gojirin era la compagna di Godzilla… allora significa che il Titano blu è…”.

Chen annuì “Esatto. Il manoscritto spiega di come Godzilla e Gojirin ebbero un cucciolo… un figlio. Il suo nome era Donumzilla.” Chen osservò tutti i presenti “È lui il Titano che ha combattuto Manda a Sado un anno fa.”.

Per vari, interminabili secondi cadde il silenzio nella sala riunioni, seguito poi da un roboare di voci con i vari membri lì presenti che iniziarono a parlare e a discutere riguardo la rivelazione appena avvenuta.

“Un figlio?”.

“Possibile?”.

“Com’è possibile che non sia mai apparso fino ad ora?” Chiese Sam a nessuno in particolare, la sua voce che esprimeva completa confusione “Cioè… sarebbe apparso prima, no? Oppure avremmo avuto informazioni su di lui ancor prima di oggi dato che Monarch sapeva di Godzilla sin da gli anni 50.”.

“Già. Com’è che solo ora scopriamo che il Gigante ha un figlio? Com’è che è apparso solo ora? Pare sia uscito nel nulla!” Disse Stanton esasperato. La cosa non aveva alcun senso, e lo stava facendo innervosire. Dio, aveva bisogno di più caffè.

“Un figlio…” Serizawa ripetè a bassa voce con una mano sul mento. Non si aspettava una tale rivelazione su Godzilla, la creatura che aveva studiato per così tanti anni e che rispettava così tanto. La rivelazione che avesse avuto un figlio per tutto questo tempo lo aveva preso di sorpresa, ma gli aveva fatto anche iniziare a chiedersi molte domande: dove si era nascosto per tutto quel tempo? Perché non era mai apparso prima? E l’ultima domanda fu chiesta da Graham stessa.

“Se lui è suo figlio… dov’è la madre? Gojirin? Il manoscritto ha parlato di lei, ma proprio come Donumzilla non l’abbiamo mai vista prima. E non è ancora apparsa, come ha fatto lui un anno fa.” Disse Graham attirando l’attenzione di tutti i presenti.

Chen annuì “Questo è vero. Ma non so dirvi molto. Questo è tutto ciò che sono riuscita a trovare al momento. Non ho ancora trovato nulla su dove Gojirin possa essere e dove Donumzilla si sia nascosto per tutto questo tempo.”.

Foster, che fino a quel momento aveva ascoltato il tutto in completo silenzio, tirò un sospiro “Quello che ci avete rivelato è abbastanza, dottoressa Chen. Almeno sappiamo qualcosa in più riguardo questo Titano e della sua natura. Bisognerà rivelare ciò a Stenz e organizzare la nostra prossima mossa. Com’è è riapparso nel nulla settimane fa, questo… Donumzilla potrebbe riapparire di nuovo. Dovremo stare allerta.”.


Iwaya.

“Quindiiii… è qui dove avete trovato la ‘cosa’, professor Sugimoto?” Chiese Denki. Il suo professore di biologia, Sugimoto, lo aveva portato al lago del loro villaggio dato che, a detta sua, aveva trovato qualcosa nelle profondità del lago. Un nuovo tipo di creatura, a detta sua.

Sugimoto gli aveva chiesto di venire con lui per fare delle fotografie dato che era il miglior fotografo che conoscesse e, inizialmente, non ci aveva creduto e neanche voleva andarci, ma voleva troppo bene al professore per dirgli di no.

Dunque ora eccolo lì, vicini al lago del loro villaggio per fare foto a suddetta creatura.

“Mi può rispiegare daccapo come ha fatto a trovare questa… ‘creatura’, professore?” chiese nuovamente Denki.

Il professore, che aveva capelli e baffi bianchi e oramai nella sessantina, iniziò a spiegare “Sai, ero qui a pescare. Niente di che, giusto per rilassarmi. Quando d’un tratto” puntò verso il lago, quasi come se volesse indicare qualcosa in profondità “Quando poi d’un tratto… l’ho visto. Qualcosa di grosso muoversi nelle profondità, veloce, incredibilmente veloce. Poi un attimo dopo… era scomparso. Era poco visibile, ma non assomigliava a nulla di conosciuto.”.

“Uh-uh…” fece Denki poco convinto.

Sugimoto roteò gli occhi “Se non ci credi puoi pure dirlo, Denki.”.

“Non è che non ci credo.” Disse il giovane dai capelli neri “È solo che… beh, mi pare un po’ difficile da credere.”.

“Dopo il 2014 certe cose non dovrebbero essere fin troppo impossibile, sai?”.

“Parla dei Titani che hanno attaccato San Francisco?”.

“Anche di quelli che hanno combattuto nei pressi dell’isola di Sado.”.

“Cavoli, quello era proprio vicino a noi…”.

“Per questo non dovresti essere scettico ad una possibile scoperta.” Continuò il professore “Se un avvistamento di Titani è avvenuto neanche troppo chilometri da qua, non dovresti sorprenderti di un altro che possa avvenire qui.”.

Denki deglutì “State dicendo che… un Titano possa vivere nel lago?”.

“Mai dire mai. Forza, iniziamo a fare qualche foto.”.

Denki si sporse sul lago, ancora incerto, ma inizio comunque a fare delle fotografie, con Sugimoto che sperava che riuscisse a fotografare cose ci fosse la in fondo. Con la macchina fotografica che aveva forse ci sarebbe riuscito, dato che poteva fare dei flash che avrebbero accecato chiunque.

Passarono vari minuti, che parvero ore, finché Sugimoto ricominciò a parlare “Sai delle leggende del nostro villaggio, ragazzo?”.

“No?” Chiese Denki confuso “Perché?”.

“Perché vi è una leggenda che parla proprio di questo lago. E forse ha a che fare con la stessa cosa che ho visto. Si diceva che un essere riposava nelle profondità di questo lago. Un essere di cui, sempre secondo la leggenda, si sapeva poco e niente.”.

Denki ascoltava rapito il racconto. Troppo distratto da notar qualcosa che si stava dirigendo verso la superficie del lago.

“Questa cosa… aveva un nome, prof?”.

Sugimoto si mise una mano sul mento “A quanto io ricordi, sì. Il suo nome era…”.

Il rumore di qualcosa di enorme che saltò fuori dal lago fece sobbalzare i due, che con urla sorprese, si voltarono verso il lago. I loro occhi si spalancarono a ciò che videro.

Una creatura rettiliana, dalle scaglie che erano un misto tra il marrone chiaro e scuro e grossa ben 50 metri, stava volteggiando in aria con delle membrane tra le braccia e gambe. Aveva un muso corto e la testa rotonda con delle strutture appuntite a forma di pinna ai lati di essa, la bocca ornata da denti che variavano di dimensioni ma abbastanza appuntiti, le mani e i piedi che possedevano cinque dita ciascuna che terminavano in artigli, e delle spine che partivano dalla testa e finivano sull’estremità della coda.

La bocca di Denki si apriva e si chiudeva senza emettere alcun suono per via del terrore, mentre Sugimoto osservava la creatura con meraviglia ma egual terrore mentre il nome della creatura della leggenda usciva dalla sua bocca “Varan…”.

Dunque le leggende erano vere. E lui non si era immaginato tutto. Ma perché era uscito allo scoperto ora invece di quando stava pescando?

I suoi occhi caddero sulla macchina fotografica di Denki.

Ah.

I flash di essa doveva aver disturbato la creatura che doveva averlo preso come una specie di minaccia.

La creatura, Varan, restò in aria ad osservare i due uomini studiandoli. E, dopo averli identificati come quelli che avevano disturbato il suo sonno, lanciò un ruggito mentre iniziò a planare verso di loro.

Denki riuscì finalmente a trovare la voce quando urlò, mentre Sugimoto lanciò un semplice e chiaro comando “SCAPPIAMO!”.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Varan ***


Avamposto 54.

Le ricerche stavano continuando senza sosta.

Le informazioni riguardanti Donumzilla erano state certamente una buona notizia dopo un anno di niente. Certo, aveva creato nuove domande, come da dove diavolo fosse spuntato e dove fosse stato nascosto dopo ben più di 60 anni dalla fondazione di Monarch e la scoperta di Godzilla, ma almeno era un inizio.

Chen continuava a cercare informazioni riguardanti questo nuovo Titano, osservando sullo schermo del suo computer ogni tipo di informazione che potesse tornare utile (o per la ricerca di dove si trovasse o riguardo da dove venisse e della sua storia con Godzilla).

Tuttavia fino ad ora i risultati erano deludenti. Non stava riuscendo a trovare nient’altro. Era sicura che ci fosse altro, che altri manoscritti o pitture rupestri esistevano. Ma a quanto pare trovarli sarebbe stato alquanto arduo.

Tirò un sospiro, pensando di prendersi una pausa, quando Rick parlò “Occhio a tutti i presenti.” Disse con sarcasmo “Stiamo ricevendo una chiamata dal nostro caro Ammiraglio Stenz.” Disse l’ultima parte con più sarcasmo del normale, mentre accettava la chiamata, l’enorme schermo della sala principale che si accese rivelando lo sguardo cupo dell’ammiraglio Stenz.

 Serizawa si fece subito avanti “Ammiraglio.” Iniziò a parlare “Stavamo giusto pensando di chiamarla. Abbia trovato nuove informazioni sul Titano di Sado. E…” tento di spiegare ma fu interrotto dall’ammiraglio.

“Quello può aspettare.” Disse Stenz con serietà “Abbiamo un altro problema tra le mani.”

“Problema?” Chiese Graham confusa.

Stenz annuì “Esatto. C’è stato l’attacco di un Titano.”.

Un pesante silenzio cadde nella sala.

“Dove?” Foster chiese immediatamente.

Stenz rispose subito “Ad Iwaya. Un Titano è apparso da un lago e ha iniziato ad attaccare. È successo da poco, il governo giapponese ci ha avvisato un paio di minuti fa” spiegò l’ammiraglio “È un Titano volante. Dunque sono stati mandati degli aerei da combattimento dal JASDF.”.

“Allora prepareremo subito l’Argo e ci dirigeremo lì.” Foster disse seriamente per poi osservare i vari soldati presenti “Forza, muoviamoci! Non abbiamo tempo da perdere!”.

“Iwaya è stata evacuata?” Serizawa chiese a Stenz con preoccupazione evidente.

“La maggioranza sì, nonostante l’attacco improvviso. Ma c’è ancora gente da evacuare e il JASDF non potrà distrarre quel mostro a lungo prima della fine dell’ evacuazione.” Spiegò l’ammiraglio.

Serizawa annuì “Allora ci occuperemo pure di quello.”

Stenz annuì prima che la chiamata si interruppe.


Iwaya.

Sugimoto e Denki stavano aiutando più persone possibili nel mettersi al riparo. Quando quel mostro, Varan, aveva iniziato ad attaccare loro si erano riusciti a salvare per miracolo. Sugimoto aveva subito deciso di andare ad aiutare più persone possibili a mettersi al riparo dopo che aveva Varan dirigersi verso Iwaya. Denki non aveva intenzione di farlo, ma fu convinto dal professore.

Alcune persone erano state portato via durante l’evacuazione, ma altre invece erano ancora qui e i due si stavano occupando di aiutarli a mettersi al riparo mentre i vari F-15J mandati dal JASDF stavano combattendo Varan in aria.

Un ruggito del mostro attirò l’attenzione di Sugimoto che guardò in aria, osservando con occhi sbarrati Varan volare contro uno degli aerei e divorarlo in un sol boccone, i missili degli altri aerei che si andavano ad impattare contro il corpo del mostro senza che gli facessero niente nonostante le esplosioni che si andavano a creare. Pareva infatti che lo stessero solo facendo arrabbiare di più.

“Mio dio…” mormorò Sugimoto.

“Professore, la smette di guardare e corra! Dobbiamo nasconderci!” Denki scosse la spalla del professore che, ripresosi dal suo stupore, iniziò a seguire Denki.

Varan ruggì ancora una volta mentre si lanciava contro altri aerei, così velocemente che alcuni non furono abbastanza veloci da schivarlo, finendo per i scontrarsi contro il suo mastodontico corpo ed esplodendo. Con una zampata distrusse un altro aereo con la stessa facilità con coi un uomo adulto schiaccerebbe un insetto con la propria mano, mentre altri aerei continuavano a sparare disperatamente missili contro di lui, sperando almeno di rallentare la sua furia distruttiva. Ma stavano perdendo numeri. Stavano perdendo.

Finché altri missili furono lanciati da lontano, andandosi a impattare contro Varan e confondendolo per un secondo.

Dei jet fa combattimento Lockheed Martin F-35 Lightning II apparirono all’orizzonte, sparando ulteriori missili contro Varan che ruggì infuriato ai nuovi arrivati, mentre gli abitanti rimanenti di Iwaya osservavano stupito quanto stava accadendo. Dei rumori di elica attrassero la loro attenzione, quando videro vari Osprey attirare vicino a loro, mentre da uno di essi uscirono alcuni soldati, tra di essi il sergente Barnes, che si diressero verso di loro “Venire con noi!” Disse lui, urlando in modo da potersi fare sentire tra le varie esplosioni causate dall’impatto dei missili contro Varan “Siamo della Monarch! Siamo qui per completare l’evacuazione e portarvi al sicuro!”.

“La Monarch?” Disse uno dei presenti, venendo seguito a ruota da altri bisbìgli.

“Siamo salvi!”.

“Sapevano di questo mostro!”.

“Dobbiamo andarcene da qui!”.

Gli abitanti rimanenti furono portati in fretta e furia dentro gli Osprey, Sugimoto che si fermò un attimo per osservare la battaglia aerea tra Varan e i vari jet. Battaglia che Varan stava vincendo a giudicare dal fatto che stava facendo precipitare gli aerei con delle zampate, o si lanciava conto di essi per distruggerli con l’impatto del suo stesso corpo.

“Professore! Dobbiamo andare!” Lo richiamò Denki. Sugimoto procedette con l’entrate nell’Osprey.


Varan ruggì nuovamente, divorando per intero un ennesimo jet. Si era risvegliato dal suo sonno per iniziare la sua caccia di cibo, umani, ma questi insetti continuavano a disturbarlo interrompendo la sua caccia di umani. Non potevano fargli male, ma preferiva del cibo che non opponesse tanta resistenza. Aveva già pensato di cambiare territorio una volta finita la caccia, ma questi insetti lo stavano costringendo ad andarsene prima del previsto.

Lanciò un altro ruggito in direzioni delle piccole creature metalliche per poi volare via.


“Argo, qui sergente Barnes!” Disse Barnes dalla sua radio mentre osservava dall’Osprey, che aveva preso il volo, Varan iniziare a volare via “Il Titano…”.

“Varan.” Lo interruppe Sugimoto, che sedeva lì vicino.

“Come prego?” Barnes chiese guardando.

“Il suo nome è Varan. È un mostro delle nostre leggende.”.

Barnes lo guardò per qualche secondo per poi parlare nuovamente “Il Titano… Varan, sta abbandonando la zona! Sta volando via!”.

“Calcoliamo subito la sua rotta!” Disse Stanton da dentro l’Argo, mentre Serizawa e il resto del gruppo di scienziati osservavano i filmati di Varan che combatteva i jet prima di andarsene via.

“Abbiamo calcolato la rotta!” Disse Stanton dopo vari attimi di silenzio.

“Dov’è diretto?” Chiese Serizawa, guardando il collega.

Stanton lo guardò con uno sguardo cupo “Si sta dirigendo verso l’isola di Sado.”.

Vari attimo di silenzio passarono finché Foster non parlò “Bisogna mandare degli Osprey per iniziare l’evacuazione ora!”.


Dz sedeva in una panchina, osservando in silenzio il cielo sereno. Erano state delle settimane abbastanza tranquille tutto sommato.

Certo, c’era la Monarch che continua a a cercarlo, ma tutto sommato erano state settimane tranquilla. Faceva qualche lavoretto qua e là, si occupava di Akio quando la signora Kimura aveva bisogno e, quando proprio ne sentiva il bisogno, si trasformava nella sua vera forma per fare una nuotata nei pressi di Sado, facendo più attenzione nel non farsi notare dalle sonde della Monarch.

Dz sospirò, chiudendo gli occhi con un sorriso rilassato “Dubito che qualcosa possa rovinare questa tranquillità.”

Il rumore di eliche che volavano sopra di lui gli fecero riaprire gli occhi. Rimase sorpreso nel vedere degli Osprey volare sopra di lui per andare ad atterrare poco lontano.

Ma non semplici Osprey.

Degli Osprey della Monarch.

“Che ci fanno qui…” si chiese mentire si alzava e si avvicinava insieme al resto degli abitanti del villaggio.

“attenzione a tutti voi!” Disse Sam uscendo dall’Osprey insieme a Serizawa e Graham. Si erano offerti volontari nell’aiutare con l’evacuazione “Siamo venti qui per evacuarvi e portarvi al sicuro! C’è un Titano che si sta dirigendo qui, quindi dobbiamo portarci tutti via!”.

“Un Titano…?!”.

“Sta venendo qui?!”.

“Non bastava quella storia con Manda?!”.

Bisbìgli ed esclamazioni di shock si fecero strada tra gli abitanti mentre gli occhi di Dz si spalancarono: un Titano si stava dirigendo lì?! Ma come… 

I suoi pensieri si interruppero quando i suoi istinti iniziarono ad andare in allarme. Si voltò per vedere un punto non specifico in lontananza nel cielo. 

Poteva sentirlo. 

Il Titano. 

Si stava facendo più vicino.

“E mio padre non si vede…” pensò Dz. Sapeva cosa doveva fare. Suo padre non avrebbe approvate. Gli avrebbe detto che sarebbe intervenuto lui, come avrebbe potuto fare con Manda. Ma ci avrebbe messo troppo tempo ad arrivare.

No.

Toccava a lui.

Senza farsi vedere iniziò a camminare via e, fortunatamente, nessuno lo vide allontanarsi dato che tutti gli abitanti del villaggio si stavano dirigendo verso i vari Osprey per essere evacuati.

Iniziò a correre finché non si trovò dinnanzi alla costa. In fretta e furia si tolse i vestiti e si buttò in acqua, nuotando nel fondale e iniziare a tornare nella sua vera forma.

Avrebbe protetto la sua casa.

A qualunque costo.


Akio si guardava intorno, confuso e leggermente spaventato, sua madre Jun che gli teneva la mano in modo confortante. Si stavano dirigendo verso l’Osprey insieme agli altri abitanti del villaggio per essere evacuati, un Titano che si stava dirigendo proprio lì. Già di suo la cosa era spaventosa… ma ciò che lo spaventava di più era l’assenza di Dz.

“Mamma…” il bambino guardo la madre con preoccupazione “Dov’è Dz?”.

Jun lo guardò cercando di mostrarsi calma “Non… non lo so, piccolo mio. Forse sarà già salito su uno degli Osprey.”.

“Ma non l’ho visto!” Disse il bambino “Ho visto tutti tranne lui qui! Sono preoccupato mamma! Non voglio che lo lasciamo qui per sbaglio!”.

“Non lo faremo, tesoro.” Disse Jun sorridendogli in maniera dolce, accarezzandogli la testa per calmarlo.

Vicino a loro si avvicinò Chikao “Sì piccoletto, non preoccuparti.” Disse il vecchio pescatore “Dz sarà sicuramente già entrato su uno di quegli Osprey. Non dobbiamo preoccuparci affa…”.

Un ruggito lo interruppe, facendo cadere il silenzio tombale sul villaggio. Tutti i presenti guardarono in lontananza e videro qualcosa dal cielo volare verso di loro.

“Varan…” mormorò Serizawa.

“Oh no…” mormorò Graham.

“È troppo tardi…” mormorò disperato Sam, mentre gli abitanti del villaggio iniziarono a farsi prendere dal panico, cercando di entrare negli Osprey o, se non ci riuscivano, di correre via, i soldati della Monarch venuti con gli scienziati che cercano di calmarli.

Varan volò sempre più vicino alla loro posizione, uno sguardo famelico e affamato dipinto sul suo volto e muso. Così tanti umani in un solo posto. Era il suo giorno fortunato.

Jun abbracciò stretta a sè Akio, che iniziò a tremare di paura mentre Chikao lanciò un imprecazione.

Era dunque quests la fine?

Prima che Varan potesse volare più vicino al villaggio, un raggio di energia blu quasi lo colpì. Varan lanciò un verso sorpreso dopo esser stato quasi colpito, fermandosi e volteggiando in aria per osservare verso il punto da cui era proveniente l’attacco.

Tutti i presenti puntarono lo sguardo verso lo stesso punto quando la terra iniziò a tremare, a causa di passi. Passi pesanti, pesantissimi.

Un altro possente ruggito scosse l’aria, mentre tutto i presenti videro finalmente chi li aveva salvati: il Titano blu simile a Godzilla, che aveva salvato Chikao da Manda e che Monarch aveva cercato per ben un anno.

“Che mi venga un colpo…“ disse Chikao vedendo il Titano che li aveva salvato ben un anno prima, un sorriso che iniziava pian piano ad apparirgli in volto.

“È… lui, signor Chikao?” Akio chiese mentre continuava ad abbracciare la madre, meraviglia dipinta sul suo sguardo.

“Proprio lui, piccoletto!” Disse Chikao ridendo.

Serizawa osservò l’enorme creatura rettiliana con stupore “È lui…” mormorò mentre il Titano lanciava un ruggito verso Varan che continuava a volteggiare in aria.

Donumzilla era arrivato.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3995539