Ritorna da me

di Miria
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prefazione - Sogno o son desta ***
Capitolo 2: *** Incubo ***
Capitolo 3: *** Spiegami ***
Capitolo 4: *** Spariti ***
Capitolo 5: *** Ritorno ***



Capitolo 1
*** Prefazione - Sogno o son desta ***


Torno con una breve storia di 5 capitoletti

è una Blaise / Hermione.
Mi auguro che vi possa piacere, questo primo è molto corto ma serve per entrare nella storia.
Nel frattempo auguro a tutte/i
un magnifico autunno
Naturalmente sono graditi i Vostri illustri pareri



 
RITORNA DA ME
 
 
Prefazione

Hermione curva sul calderone mescolava la pozione con estrema cura, depose il lungo cucchiaio di faggio portandosi al bilancino d’oro, prese l’ampolla aprendola con delicatezza, controllò il contenuto per assicurarsi che fosse esattamente quello che le serviva, sorrise soddisfatta, Sangue di Drago essiccato, con il cucchiaino anch’esso d’oro ne prelevò una piccola quantità depositandola lentamente sul piattino, due grammi, né un granello in meno né un granello in più.
Con estrema precisione lo fece cadere nel paiolo mescolando immediatamente una volta in senso orario e una volta e tre quarti in senso antiorario.
Compiaciuta ispezionò il contenuto della pozione, la consistenza era perfetta così come il colore, nero ebano con striature rosso fuoco. Perfetta.
Si stiracchiò stendendo le braccia verso l’alto per poi massaggiarsi la schiena, mosse il capo da una parte all’altra per sciogliere la tensione accumulata con quella difficile e pericolosa pozione, un ultimo ingrediente e poi avrebbe potuto andare a cena, con quel pensiero sorrise e ancora di più quando il suo stomaco si fece sentire.
Si avvicinò all’armadietto dov’erano custoditi tutti gli ingredienti vagliandoli, allungò la mano raccogliendo le Ali di Damantino. Tornata alla postazione prese le pinzette, si avvicinò al calderone e raccogliendo le ali lentamente ne fece scivolare due nella pozione. Era così concentrata che non si accorse di qualcuno che era entrato nell’aula, la porta chiusa non troppo delicatamente la fece sussultare, il vasetto le scivolò dalle dita cadendo nella mistura. Hermione sbarrò gli occhi orripilata, con la coda dell’occhio vide due occhi turchesi appartenenti ad una figura statuaria vestita di nero, non fece in tempo ad allontanarsi che tutto saltò per aria.
 

 
Capitolo 1

 
SOGNO O SON DESTA


Le pesanti tende di broccato grigio antracite lasciarono passare una lamella di sole, il raggio infastidì la figura sul letto che mugolò il suo disappunto scostandosi e sollevando le lenzuola sino a coprirne il capo.
Uno scroscio d’acqua svegliò definitivamente la ragazza che si beò di quel letto così confortevole e morbido, sorrise, non ricordava che il suo giaciglio nel dormitorio femminile di Hogwarts fosse così meravigliosamente avvolgente. Attese paziente con ancora gli occhi chiusi che una delle compagne uscisse dal bagno.
Corrugò la fronte all’improvviso ricordo, la pozione e lo scoppio imprevisto. Perché si trovava in un letto così comodo? Avrebbe dovuto trovarsi in infermeria, si mosse leggermente e non le faceva male niente, tutto era al suo posto, neppure un velato indolenzimento.
-“Jane, alza quel meraviglioso culetto, mia madre ti starà aspettando per decidere il menù”- quella voce fece sbarrare gli occhi della giovane.
Quello che la circondava non era assolutamente il suo letto. Si irrigidì come una statua, no, decisamente non era la sua camera. Mise una mano sotto il cuscino ma non trovò quello che cercava e si irrigidì ancora di più. Sentì dei passi avvicinarsi, serrò gli occhi fingendo qualsiasi cosa che non fosse quel qualcuno che pareva reclamare qualcosa da lei. Il fiato caldo le solleticò il collo, una mano le sfiorò la spalla per poi scendere sul fianco e ancora più giù verso l’interno della coscia
-“Buongiorno amore mio” sussurrò baciandole appena sotto l’orecchio dove la pelle era più sensibile “sei tesa” constatò “vuoi un massaggio?”- mormorò allusivo
-“Toglimi immediatamente le mani di dosso se non vuoi essere schiantato”- ringhiò la ragazza cercando di scostarsi
-“Vedo che ci siamo svegliate male. Se ricordo bene ieri sera eri tutta languida e mi sussurravi cose decisamente più interessanti” leccò il lobo “lo ricordi Jane?” sussurrò “mi imploravi di non smettere, ti avvinghiavi a me mordendomi e graffiandomi” Hermione si rannicchiò ancora più rigidamente “mi imploravi di continuare a leccarti e assaggiarti tutta, lo ricordi amore mio?” scostò il lenzuolo scoprendola fino alle caviglie e dopo una poderosa pacca sulla natica, si scostò “ti concedo dieci minuti per scendere o mi vedrò costretto a persuaderti in altro modo”- le accarezzò la curvatura del seno per poi allontanarsi aprendo le tende e lasciando entrare la luce del mattino.
Si impose ad aprire gli occhi e quello che vide la fece fremere, ma di sicuro non aveva niente a che fare ne con le parole di quell’uomo e di sicuro neanche con quella camera che non era la sua. Altro sconvolgimento, era decisamente nuda. Si volse leggermente sino a scorgere quel corpo a pochi metri dal letto. Un uomo nudo con solo un asciugamano a cingere i fianchi stava davanti ad un cassettone prendendo della biancheria, lo vide togliersi il telo e infilarsi un paio di boxer neri. Hermione sbarrò gli occhi sconvolta, quel tipo era alto e con un fisico scultoreo, fianchi stretti e spalle ampie, pelle liscia e…arrossì spaventosamente, segni rossastri sulla schiena levigata e perfetta, carnagione bronzea, capelli nerissimi a solleticare la base del collo. Senza rumore raccolse il lenzuolo tirandolo fino coprire tutti i centimetri del suo corpo sino al mento sedendosi. L’uomo si volse e sorrise, lei si ritrovò a fissare due meravigliosi e divertiti occhi turchesi, strinse il lenzuolo fino a che le nocche divennero bianche sbarrando se mai fosse possibile ancora di più i suoi occhi color miele
-“Zabini”- rantolò senza fiato
 

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Capitolo 2
*** Incubo ***


Ed eccoci qui con il secondo capitolo, spero sia più gradito del precedente
Una buona giornata a tutte/i
 
 
 
 
 
Capitolo 2
INCUBO
 
 
-“Zabini”- rantolò senza fiato
-“Sei bellissima così scompigliata” le si avvicinò sfiorandole le labbra “vai a farti la doccia, ti aspetto di sotto per la colazione” si scostò infilandosi un paio di pantaloni neri e un maglioncino a collo alto dello stesso colore “ieri sera ho sentito Ginevra ed ha espresso il desiderio di voler andare a cavallo oggi, vestiti di conseguenza”- le strinse l’occhio e uscì chiudendosi la porta alle spalle.
Hermione si alzò titubante avvolgendosi il lenzuolo guardandosi intorno con circospezione. La camera era ampia, arredata con mobilio moderno, due grandi finestre illuminavano la stanza e il panorama era davvero unico, dolci colline verdi a perdifiato, il sole rischiarava quei fili d’erba dove la brina notturna stava scemando lentamente rendendo il tutto più brillante. Si volse disorientata e confusa, cosa accidente stava succedendo e cosa accidenti ci faceva in quella camera e cosa accidenti aveva a che fare lei con quell’idiota pomposo, arrogante purosangue di Zabini?
Tornò al letto sollevando il cuscino, dove accidenti era la sua bacchetta? A terra i suoi slip e il reggiseno, si morse il labbro ricordando le parole di quell’infido Serpeverde. Cosa diavolo stava succedendo? Rovistò il letto, aprì tutti i cassetti e l’armadio dove abiti maschili e femminili erano accostati, rabbrividì e non solo dal freddo ma della sua bacchetta neanche l’ombra. Adesso era davvero panico.
-“Hermione” disse a se stessa “mantieni la calma, c’è di sicuro una spiegazione, devi solo trovarla” si avvolse il lenzuolo ancora più strettamente addosso, prese della biancheria pulita dirigendosi verso il bagno “una doccia, adesso ti fai una lunga doccia e vedrai che dopo, tutto torna al suo posto” l’acqua era da sempre stata una fonte di tranquillità, la rilassava e la faceva stare bene, lavò con cura i capelli e rimase sotto il gettò per un lungo lasso di tempo. Uscì rinvigorita e serena, si asciugò con cura avvolgendo i lunghi capelli “sono lunghi” sussurrò “troppo lunghi” si portò allo specchio e tolse l’asciugamano, deterse con la mano il vapore e sbarrò gli occhi “merda”-
Il riflesso che vide non era esattamente quello che si aspettava di vedere. Avrebbe dovuto scorgere una ragazzina di quasi diciassette anni con un corpo formato ma non così formato, i suoi capelli un po' crespi le avrebbero dovuto arrivare fino alle spalle, quelli che aveva dinnanzi a se le arrivavano a metà schiena. Il suo seno era più grande, i suoi fianchi erano tondi e dolci, le sue cosce tornite e levigate, il suo viso era più…più da grande. Quella riflessa non era lei, si morse il labbro e gli occhi si fecero lucidi. Cosa stava succedendo? Dov’erano Lavanda e Calì? Dov’era Hogwarts? Harry, il suo migliore amico dov’era? E Ron, il ragazzo simpatico e pasticcione di cui aveva creduto di esserne innamorata. Dov’erano tutti?
Con il cuore in gola decise di vestirsi e di raccapezzarsi in quel casino che pareva esserle piombato addosso e di cui non aveva memoria. Prese un paio di pantaloni in lana neri e un maglioncino verde bottiglia, si asciugò i capelli e fece una coda. In tutto questo notò un riflesso, si guardò la mano sinistra dove un solitario faceva bella mostra di se e come compagno una fede circondata da diamanti. Chiuse gli occhi rabbrividendo, merda…era sposata. Prese un lungo respiro e aprì la porta. Quel posto era enorme e lei non sapeva dove andare
-“Buon giorno Milady, ha riposato bene?”- domandò gentile una ragazza sorridendole, portava una divisa da cameriera o qualcosa di simile
-“S…si grazie” si guardò intorno confusa “dove…dove…io…”-
-“Si sente bene?”- domandò scrutandola
-“No, io…non tanto”- rantolò incapace di formulare una frase in senso compiuto
-“Venga Milady, l’accompagno nella saletta della colazione. Vedrà che dopo si sentirà meglio” le fece strada scendendo una grande scalinata, arrivarono in un atrio enorme, illuminato da grandi vetrate. Hermione si guardò spaesata intorno ma rimase attaccata alla ragazza “eccoci qui” disse indicandole l’entrata “buona colazione”-
-“Ehm, grazie”- oltrepasso la porta a due ante. Due teste si alzarono al suo ingresso e sorrisero
-“Buongiorno cara”- la salutò una donna piacente di circa cinquant’anni. Portava un abito da giorno grigio chiaro, una crocchia lenta sul capo di capelli nerissimi, un giro di perle rosa il tutto incorniciavano due occhi neri come la notte e un sorriso sincero e dolce. Hermione si ritrovò a sorridere fino a che incrociò un altro paia d’occhi turchesi che la fissavano ironici
-“Ben svegliata amore” la sua voce profonda e roca le fece scorrere un brivido lungo la schiena “pensi di rimanere ancora per molto in mezzo alla porta o ti accomodi?”- domandò divertito
-“No io…io mi accomodo”- sussurrò avvicinandosi al tavolo sedendosi impettita al fianco del presunto marito. Un uomo di colore in livrea le si affiancò versandole una tazza di caffè fumante allungandole un croissant
-“Lady Zabini favorisce del latte schiumato?”- domandò gentile. Hermione a quelle parole fece cadere il cucchiaino che stava usando per mettere lo zucchero nella bevanda nera, il rumore sul piattino sebbene fosse stato appena udibile le parve uno sparo. Impallidì paurosamente e sollevò il viso fino a guardare l’uomo al suo fianco
-“Jane stai bene?”- chiese premuroso Blaise appoggiando la sua grande mano su quella piccola e ora gelata della ragazza che la ritrasse di scatto
-“Se…se è uno scherzo giuro che vi affatturo tutti!”- esclamò balzando in piedi e fuggendo dalla stanza. Salì veloce tornando nella stanza che l’aveva accolta poco prima. Buttò all’aria tutto quello che la circondava. La porta si aprì
-“Jane che accidenti stai combinando?”- domandò l’uomo
-“Dov’è la mia bacchetta” sibilò “RIDAMMI LA MIA BACCHETTA!”- urlò ormai in preda al panico continuando a togliere abiti dai cassetti e dall’armadio
-“Sei impazzita!” esclamò al colmo della confusione “di che diavolo stai parlando?” le si avvicinò prendendole le mani per fermarla, lei cercò di sottrarsi e lui la strinse più forte facendola aderire al suo corpo e cingendole la vita “ehi, calma piccola” sussurrò facendole alzare il viso con un dito sotto il mento, le baciò la fronte fino a scendere accarezzandole appena le labbra “cosa succede Jane?”-
Hermione scoppiò a piangere, lei, la regina dei Grifoni, lei, la mente del Golden trio, lei che aveva combattuto contro i Mangiamorte, lei la strega più brillante degli ultimi 100anni, lei ora si sentiva fuori posto.
-“Io…io mi chiamo Hermione”- mormorò singhiozzando con il capo sulla clavicola dell’uomo
-“Lo so” rispose l’uomo “ma tu sei la mia Jane, ricordi” sussurrò “io Tarzan e tu Jane” Hermione sollevò il capo e lui sorrise “Hermione Jane Granger in Zabini. Io so esattamente chi sei”-
-“Sei fortunato, io…”- fece un lungo sospiro e si allontanò
-“Cosa stai cercando per aver fatto tutto questo casino. Winky non ne sarà affatto contenta”- la prese in giro
-“Winky?”- C’era un elfo? Impossibile, non qui
-“La tua cameriera” disse lui assottigliando gli occhi “Jane spiegami perché comincio a preoccuparmi davvero”-
-“Voglio andare ad Hogwarts”-
-“Dove?” chiese
-“Hogwarts”- ribadì sicura
-“Non ho idea dove sia questo Hogwarts”-
-“Smettila” sibilò “lo scherzo è bello quando è corto Zabini. Se tu e quell’idiota di Malfoy mi avete fatto qualcosa giuro su Merlino che ve ne pentirete amaramente”-
-“Cosa centra Draco adesso!” esclamò innervosito, le prese le spalle stringendo più del dovuto “si può sapere cosa farnetichi?”- lei si allontanò avvicinandosi alla finestra
-“In che anno siamo?” domandò “ma soprattutto dove siamo?”-
-“Prendi la giacca, andiamo immediatamente all’ospedale”- decretò raccogliendo da terra la sua casacca
-“Al San Mungo?”- lui la guardò come se fosse completamente impazzita
-“Al che?” adesso era spaventato “andiamo al Mayo Clinic Hermione”-
-“Quindi siamo a Londra” fece un sospiro “non ho bisogno di andare in ospedale non sono malata Zabini” lui sollevò un sopracciglio. Hermione scorse su di una sedia una borsetta, si avvicinò la prese e gettò sul letto il contenuto “niente bacchetta” sussurrò avvilita. Aprì il portafoglio ed estrasse la carta d’identità, si morse il labbro sbarrando gli occhi “merda” data di nascita 19 settembre 1979 “almeno questo è giusto” data del rilascio 2003, coniugata, data di scadenza 2013 “merda”- ripeté sottovoce
-“Ieri sei andata a cavallo. Sei caduta e hai battuto la testa?”- l’uomo si avvicinò toccandole una spalla, lei sollevò il viso guardandolo
-“Non me lo ricordo, ma potrebbe essere un’ipotesi”-
-“Dobbiamo andare in ospedale e farti visitare, potresti avere un trauma cranico e…”-
-“Non serve, se così fosse la notte appena trascorsa avrebbe in qualche modo fatto uscire qualche sintomo” si scostò appena e vide i suoi bellissimi occhi oscurarsi “ho fame”- disse toccandogli un braccio
-“Un sintomo c’è di sicuro” attestò. Lei scosse il capo “sei sicura Jane?” lei annuì e lui la strinse tra le braccia “Dio piccola, mi hai spaventato a morte. Andiamo, mia madre sarà preoccupata”-
-“Tua…tua madre vive con noi?”- domandò titubante. Lui sebbene sconcertato dalla domanda fece una risatina divertita
-“Lei vive al Manor con mio padre, è qui solo in visita. Tra qualche giorno torna a casa”-
-“OK” riuscì solo a dire. Mentre scesero le scale lei si guardò intorno e si avvide di quanto era bella e lussuosa quella dimora. Poi i suoi pensieri tornarono al suo principale problema. La guerra era conclusa e lei era viva, il suo Harry dov’era e Ron e Ginny e tutti gli altri. Guardò l’uomo al suo fianco, non lo aveva mai guardato veramente ma era di una bellezza sconvolgente, altissimo con un fisico prestante, carnagione olivastra, capelli nerissimi e due occhi, per la barba di Merlino aveva due occhi da annegarcisi dentro “Blaise”- lo chiamò piano e lui la guardò sorridendo
-“Credevo mi avresti chiamato Zabini per sempre” si fermò un gradino più in basso, occhi negli occhi “mi piace quando sussurri il mio nome ma ancora di più quando lo gridi piena di passione”- lei arrossì come una torcia e lui appoggiò le labbra sulle sue invadendole le labbra, la strinse forte baciandola con desiderio e lei si ritrovò a ricambiare. Quando si staccò lei era senza fiato, nessuno mai l’aveva baciata in quel modo. La prese per mano riprendendo a scendere per entrare nella saletta e aiutandola a sedersi
-“Tutto bene cara?”- chiese la donna apprensiva
-“Si grazie, chiedo scusa per prima”- disse arrossendo. Il maggiordomo le versò del nuovo caffè caldo
-“Milady gradisce del latte?”-
-“No, grazie. Credo di aver bisogno di puro caffè in questo momento” rispose all’uomo che annuì comprensivo. Prese il suo cornetto e lo addentò con gusto. Si guardò intorno e sul camino vide una foto che ritraeva lei e Zabini il giorno del matrimonio. Rimase col cornetto a mezz’aria a fissare quelle due figure che si fissavano innamorate “Blaise”-
-“Dimmi”-
-“Siamo così innamorati?”- lui allungò la mano e con un dito le fece girare il capo perché lo guardasse
-“Ogni giorno di più”- sussurrò. La donna al loro tavolo sbarrò gli occhi
-“Cosa succede?”- domandò confusa
-“Nulla mamma, Hermione oggi non si sente troppo bene ma non c’è nulla da preoccuparsi”-
-“Sarà per la festa” attestò sicura “andrà tutto bene Hermione e io farò del mio meglio per aiutarti. Domani pomeriggio andiamo a fare l’ultima prova dei vestiti e tu sarai la Lady più bella del Regno Unito”- disse con convinzione
-“Ma…ma certo”- strinse a pugno il tovagliolo fino a sbiancare le nocche, si morse il labbro e una paura totale le calò addosso. Di cosa accidenti stava parlando quella donna, di che festa stava parlando. Si portò le dita alle tempie massaggiandole chiudendo gli occhi. Voglio tornare a casa pensò, ti prego fatemi tornare a casa. Gli occhi le si fecero lucidi e…e doveva andare via di li o sarebbe scoppiata a piangere. Doveva assolutamente capirci qualcosa o l’avrebbero rinchiusa alla neuro buttando la chiave
-“Jane” la chiamò Blaise “tutto bene?”-
-“Benissimo”- prese un lungo sospiro “Blaise mi diceva che dobbiamo stilare il menù” la donna annuì “per la festa, giusto?” la donna annuì di nuovo “perfetto, direi di farlo il prima possibile perché ho davvero bisogno di riposare”-
-“Che accidenti le hai fatto stanotte Blaise?” quella voce la fece irrigidire “che fai mi scomponi la mia Lady, ciao tesoro” due braccia la strinsero da dietro dandole un sonoro bacio sulla guancia “sei sempre bellissima”- Hermione dovette deglutire ma pareva avere della carta vetrata al posto della saliva
-“Draco sei in anticipo e piantala di sbaciucchiare mia moglie”- lo riprese Blaise ma stava sorridendo
-“Ciao zia” Draco baciò la donna sulla guancia sedendosi al suo fianco “Fiorenzo posso avere un caffè?”-
Hermione sbarrò gli occhi guardando l’uomo col nome del centauro suo professore di Divinazione e dovette ammettere che un po' gli assomigliava, alto, possente e di carnagione scura.
-“Sono letteralmente fuggito, Astoria mi sta facendo impazzire, ho ridipinto la stanza del bambino almeno quattro volte” bevve il suo caffè con un lungo sospiro “ho chiamato un imbianchino e le ho detto che io non ne voglio più sapere, spero che nasca presto perché giuro non ce la posso fare, almeno dopo sarà impegnata per la maggior parte della giornata e non romperà le palle a me” guardò Hermione corrugando la fronte “tesoro stai bene?”-
-“Si”- ma le uscì quasi in falsetto, era senza fiato
-“Ho sentito Harry” riprese. A quel nome Hermione fu attraversata da un lungo brivido “lui e Ginevra hanno portato James da Molly, ma saranno qui come stabilito”-
-“Gli altri?”- chiese Blaise
-“Regolare, tra un paio d’ore sono tutti qui. Theo e Pansy vanno a prendere Astoria, Ronald non l’ho sentito ma suppongo sarà come sempre”- dichiarò Draco che non distoglieva gli occhi da Hermione sempre più a disagio
-“Chiedo scusa ma vado in camera, credo mi stia venendo mal di testa. Ci vediamo quando saranno arrivati anche gli altri”- disse alzandosi. Sia Draco che Blaise si alzarono in piedi galanti
-“Ti accompagno”- disse sollecito Blaise
-“Non c’è bisogno” disse accarezzandogli il braccio “rimani a far compagnia a…a Draco”- quasi si strozzò a pronunciare quel nome così odiato. Si allontanò in fretta
-“Cosa succede?” domandò il biondo “non mi pare nelle sue pieghe”-
-“Questa mattina si è svegliata strana, fa discorsi ancora più strani e…e non lo so”- soffiò seguendo la figura scomparire
-“E’ solo nervosa” intervenne la madre alzandosi “ha un compito gravoso con questa festa imminente e non vi è abituata. Quando sarà tutto finito tornerà ad essere la tua Jane di sempre”- uscì salutando i ragazzi
-“Credi che sarà così?”-
-“Non ne ho la più pallida idea” rispose Blaise “di sicuro lo spero perché sembrava impazzita. Andiamo alle scuderie a preparare i cavalli?”-
-“Assolutamente, così anticipiamo i tempi”-
 
OO-oo-OO
 
Hermione entrò in camera e la trovò in ordine, tutti i vestiti erano tornati al loro posto, non v’era nulla fuori sede e si sentì inadeguata, aveva lasciato la camera come un campo di battaglia e aveva obbligato qualcun altro a sistemare il casino che aveva fatto.
Riprese il portafoglio e tolse i documenti controllandoli di nuovo. Trovò una foto plastificata di loro due il giorno del matrimonio con la data, 2 giugno 2002. Non lo aveva notato ma trovò anche un cellulare, il cuore prese a battere molto più velocemente: la data segnava Domenica 16 Maggio 2004
-“Sono quasi due anni che sono sposata” disse a se stessa “quindi suppongo che la festa sia per il nostro anniversario e precisamente tra tre settimane” sfogliò la rubrica, nome per nome:
Astoria Malfoy – Arthur Weasley -  Andromeda Tonks - Augusta Paciock - Albus Silente - Alastor Moody - Bill Weasley - Charlie Weasley – Draco Malfoy - Fred Weasley - Fleur Delacour - Ginny Potter - George Weasley - Kingsley Shacklebolt - Harry Potter –
Il suo migliore amico, il fratello che avrebbe voluto. Gli occhi le si riempirono di lacrime
Lee Jordan - Luna Lovegood – Mamma –
Alla lettura di quella scritta fu percorsa da un brivido. I suoi genitori erano in Australia senza ricordi di lei, ma in questo universo pare che invece fossero vicini e perfettamente coscienti di avere una figlia. Continuò a spulciare la rubrica
Minerva McGranitt - Molly Weasley - Nymphadora Tonks - Neville Paciock -  Papà - Pansy Parkinson - Percy Weasley - Ronald Weasley - Remus Lupin - Sirius Black - Severus Piton - Ted Tonks – Theodore Nott – Tom Riddle
Balzò in piedi sconvolta, Voldemort era lì. Oddio ti prego non qui, non qui. Perché allora il suo nome risultava in rubrica? Si sedette più calma
-“Non può essere Voldemort. Da quel poco che riesco a capire non c’è magia qui. Non ci sono purosangue e mezzosangue, sono tutti babbani” le scappò da ridere “Malfoy un babbano” rise così tanto che le scesero delle lacrime “il pomposo stronzo è un babbano, se mai dovessi tornare indietro potrei quasi ridergli in faccia” si asciugò dalle lacrime
La porta si aprì, Blaise entrò sorridendo
-“Cosa ti diverte amore mio?”-
-“Che siete tutti babbani”- si lasciò sfuggire, si portò la mano alla bocca sbarrando gli occhi
-“Siamo cosa?” chiese confuso “sei strana forte oggi. Sono arrivati e manchi solo tu, i cavalli sono pronti, Rubeus ti ricorda di non strafare con Lucifero non è ancora in forma perfetta e dovrai stare accorta” lei annuì, l’unica cosa che aveva incamerato era Rubeus, quindi Hagrid faceva parte di quel mondo. Blaise rovistò nell’armadio prendendo i pantaloni da cavallerizzo, allungò anche quelli di Hermione “sbrigati, Ginevra sta scalpitando come una puledra mestruata” Hermione scoppiò a ridere e senza pensarci si tolse i pantaloni “quanto sei bella” disse l’uomo avvicinandosi lei arrossì di botto rendendosi conto che era in mutande ma il peggio è che anche lui lo era ed era la quintessenza della bellezza maschile “mi rimescoli il sangue come nessuna sarà mai in grado di fare” se la strinse addosso, le accarezzò le gambe per poi impossessarsi di quelle labbra morbide, dopo minuti o ore si staccarono, lei sentì la sua eccitazione premergli sul ventre e si morse il labbro abbassando lo sguardo “se non ti conoscessi bene potrei pensare che tu sia imbarazzata e pudica”- le prese le natiche stringendola sul suo ventre e lei annaspò in cerca d’aria. Come faceva a dirgli che non era sua moglie e che porca di quella paletta era anche vergine
-“Ci…ci stanno aspettando”- soffiò vergognosa nascondendosi sul suo torace e a quegli occhi meravigliosi
-“Guardami Jane” sussurrò. Lei alzò il viso e lui imprecò “non guardarmi così o li butto fuori e ti rinchiudo fino all’anno del mai facendoti mia fino al giorno del giudizio”- lei sorrise poggiò le mani sul torace allontanandolo
-“Vestiti maniaco”- si infilò i suoi pantaloni, lui le allungò il cap e per mano scesero le scale. Giunti all’ingresso un gruppo di persone li stavano attendendo
-“Finalmente Herm”- una ragazza dai lunghi capelli rossi le si avvicinò abbracciandola
-“Ciao Ginny” un groppo alla gola nel vedere quanto si era fatta bella, la sua migliore amica, la strinse, il suo profumo era lo stesso, sapeva di mandorle e vaniglia. Sollevò il viso e incrociò due occhi verdi sorridenti, si staccò portandosi dinnanzi al suo amico di sempre “Harry”- mormorò senza fiato
-“Milady”- la strinse tra le sue braccia e ad Hermione gli si bloccò il respiro, gli occhi le si fecero paurosamente lucidi
-“Quando avete finito con queste smancerie direi di muoverci” li riprese astioso Theodore Nott. Harry scoppiò a ridere lasciando la ragazza “Milady” la salutò il Serpeverde inchinandosi per poi ridere a sua volta
-Buongiorno a tutti”- salutò Hermione. Pansy al fianco di Theo la salutò col capo. Astoria decisamente incinta guardava Draco con astio mentre lui la fissava benevolo ma senza scomporsi più di tanto. Ron le strinse l’occhio e lei gli sorrise, al suo fianco Lavanda Brown anch’essa mostrava un pancino sospetto
-“Mentre le future mamme si possono ritirare nel solarium a rilassare mente e corpo e usufruire della piscina riscaldata” pronunciò Blaise “noi raggiungiamo le scuderie. Ci vediamo tra un paio d’ore per il pranzo”-
-“Finalmente”- disse Ginny tutta eccitata
-“Harry devi deciderti a costruire una scuderia per tua moglie”- lo incitò Draco
-“Non se ne parla, rischio di non trovare neanche da mangiare quando torno dal lavoro. Una cavalcata una volta a settimana è più che sufficiente”-
-“Stronzo”- soffiò la moglie imbronciata
-“Anch’io ti amo”- la prese in giro Harry
Raggiunsero le scuderie ridendo, infilarono gli stivali mentre Hagrid portava ad ogni cavaliere il cavallo designato. Tutti di razza Akhal-Teke erano considerati i cavalli più belli al mondo, slanciati e con un mantello lucidissimo, originari del Turkmenistan considerati i più antichi conosciuti, usati dalle tribù nomadi per essere adatti a viaggiare per lunghe distanze. Il cavallo di Hermione dono di Blaise per il loro matrimonio era di razza Canadese, importato dalla Francia da Luigi XIV appunto in Canada. Bellissimo con un manto nero come l’inchiostro e lucido, il nome gli calzava a pennello, Lucifero. Questa razza era quasi estinta, se ne potevano contare circa 6000 esemplari. Blaise stava cercando una femmina da acquistare per poterli accoppiare. Hermione rimase impressionata da quell’esemplare che al suo cospetto allungò il muso appoggiandolo sulla sua spalla per farsi accarezzare. La ragazza si stupì, lui la riconosceva e questo le diede da pensare
-“Buon giorno Milady” la salutò lo stalliere “la prego di non tirarlo troppo, non è ancora nel suo pieno possesso delle forze e…”-
-“Tranquillo Hagrid, sarò bravissima”- lui sorrise e l’aiutò ad issarsi. Hermione lo guardò, non era di sicuro un mezzo-gigante ma un omone di quasi due metri con lunghi capelli e una folta barba. Non era l’Hagrid che lei conosceva ma gli assomigliava molto
-“In sella signori e signore”- ordinò Blaise
-“Dove ci dirigiamo oggi?”- domandò Pansy accarezzando il collo dell’animale
-“Attraversiamo la collina dei Black e ci inoltriamo nel bosco, sosta alla capanna di Seamus e ritorno”-
-“In marcia miei cavalieri”- disse Ron iniziando al passo a far muovere il suo cavallo, uno ad uno in fila indiana iniziarono la loro marcia.
Le verdi colline li accolsero al piccolo trotto, la giornata era magnifica un sole caldo e luminoso garantiva ai cavallerizzi una visuale a tutto tondo di quello che li circondava, l’aria impregnata dal profumo dell’erba fresca. Tutto era perfetto.
Hermione era totalmente a suo agio, su quel bellissimo stallone si sentiva parte integrante di esso. Al suo fianco si portò Ginevra che sorrise felice
-“Se fossi al tuo posto ci passerei la vita a cavallo” scoppiò a ridere “potrei quasi portarmelo a letto tanto li adoro”-
-“Ed ecco scoperto perché Harry non ti costruirà mai una scuderia” ghignò Hermione “toccherebbe a lui dormire in mezzo al fieno”-
-“Mi sa di si”- scoppiarono a ridere
Il viaggio proseguì senza intoppi, al limitare del bosco si fermarono
-“Sbizzarritevi signori, ci vediamo da Seamus” incitò Blaise agli amici, si volse verso la moglie “attenta ai rami Jane e non tirare troppo Lucifero o te la dovrai vedere con Hagrid”- la prese in giro. Lei gli fece una linguaccia poco signorile e partì al galoppo
-“Sbaglio o Milady diventa ogni giorno più impertinente?”- lo prese in giro Theo
-“Sto davvero cercando di insegnarle le buone maniere ma temo che sia un lavoro troppo impegnativo e soprattutto inutile”- attestò divertito
-“Non sarà mai una vera Lady” disse Pansy “è troppo abituata ad avere tutto sotto controllo e decidere della sua vita. Mi dispiace Blaise ma temo che sarai tu a cedere”- proferì senza acredine
-“E’ perfetta così com’è, non mi ci vedo proprio con un oca senza cervello pronta a soddisfare ogni mia piccola stronzata e che mi dà sempre ragione. Jane è intelligente e furba e…e perfetta”- affermò seguendola con lo sguardo
-“E tu sei ancora rimbambito come la prima volta che l’hai vista” rise Draco “ma hai ragione, lei è perfetta”-
-“Se rimaniamo qui un altro po' diventiamo vecchi” ribadì Ron “necessito di un buon bicchiere di vino speziato, quindi se volessimo darci una mossa ve ne sarei immensamente grato”- spronò il cavallo e partì all’inseguimento dell’amica
-“Che snob del cazzo”- soffiò divertito Draco incitando il cavallo
-“Andiamo miei prodi o quei due daranno fondo alla cantina di Sem”- rise Harry inseguendo Ron ed Hermione. Tutti partirono al galoppo.
Immersa nel bosco, La Capanna, come veniva chiamata, di Seamus Finnegan. Era una costruzione in mattoni rossi e legno ad un piano, un lungo porticato su tutta la parte davanti della casa. Adibita a trattoria e pub, frequentata solitamente da giovani della Londra benestante. L’arredamento interno era rustico ma ben studiato, tavoli e sedie di pesante quercia, un bar super fornito e una cucina tipicamente inglese. Ma quello che attirava la clientela erano i vini, imbottigliati dallo stesso Seamus nessuno era riuscito a sapere da dove provenissero, a chiunque lo si chiedesse, tutti nessuno escluso avrebbe affermato che i suoi vini avevano qualcosa di speciale, i profumi, i colori e quelle spezie strane con cui venivano aromatizzati erano qualcosa che mai avevano trovato in nessun altro luogo.
Hermione fu la prima ad entrare seguita poi a ruota da Ron e da tutti gli altri
-“Ciao Sem”- lo salutò Theo
-“Buongiorno ragazzi” li salutò gioviale l’uomo “vi fermate a pranzo?”- domandò andandogli incontro
-“No. Abbiamo lasciato a casa Lavanda e Astoria, siamo venuti a cavallo ma gradiremmo senz’altro un buon bicchiere di rosso dalla tua speciale riserva”- disse Ron sedendosi ad un tavolo
-“Accomodatevi pure, datemi cinque minuti e arrivo”- si allontanò entrando in una porta richiudendola alle sue spalle
Hermione si guardò intorno curiosa, tutto era rigorosamente perfetto in quel posto e le piaceva, il camino acceso scaldava l’ambiente e diffondeva un buon profumo di pino
-“Vieni Jane?” Blaise l’affiancò prendendole la mano “stai bene?”-
-“Benissimo” sorrise “andiamo dai nostri amici”- si trovò seduta tra Blaise e Draco.
Quando tornò Seamus lei lo guardò, era lui, esattamente come ad Hogwarts, i capelli castani e quell’aria così irlandese. Si ritrovò a sorridere al ricordo di come gli riuscissero difficili alcuni incantesimi e di come spesso e volentieri bruciacchiava qualche compagno. Ricordò anche quando al loro quinto anno si era adirato con Harry, con Ron e anche con lei dando a tutti dei bugiardi per la rinascita di Voldemort e per colpa loro di avergli fatto passare un’estate terribile. Dio le sembrava che fosse passata una vita e in un certo senso era così, lei ora frequentava il settimo anno insieme a Ginny, così come Zabini e Malfoy mentre Harry e Ron avevano deciso diversamente, loro erano entrati di diritto alla scuola per Auror, anche lei avrebbe potuto ma aveva preferito finire la scuola
-“Milady, mi sono permesso di prepararle il suo preferito” disse Sem porgendole il suo Ballon di vino rosso “speziato al punto giusto”-
-“Grazie”- rispose sorridendo
-“Per voi signori e dame, in un calice Rod Wine con un fantastico rosso profumato e deliziato con una mia nuova spezia. Spero sia di vostro gradimento”-
-“Lo sarà di sicuro Sem” lo lodò Ginny annusando il vino “il profumo è strabiliante” disse sorseggiando e gustandone appieno il sapore “questo è nettare degli Dei. Sei un mago Sem, è semplicemente divino”-
-“Ne sono estasiato”- la ringraziò l’uomo chinando leggermente il capo, allontanandosi.
Chiacchierarono del più e del meno ed Hermione non perdeva una parola, cercava di raccapezzarsi e trovare qualche affinità con quello che lei conosceva ma a parte qualche dettaglio di davvero poco conto queste persone erano diverse. L’unica cosa che li accumunava era la ricchezza, erano tutti più che benestanti.
Draco Malfoy e la moglie Astoria abitavano a Malfoy Manor con i genitori di lui anche se in un’ala appartata, decisamente ricchi. Lui lavorava al fianco del padre nel loro studio come avvocato con decine di collaboratori.
Theodore Nott e la moglie Pansy risiedevano in una villa di nuova costruzione donata dai genitori di lui il giorno del loro matrimonio nella periferia di Londra. Lei aveva un negozietto d’antiquariato e vendeva gioielli, abiti da sera e accessori vari. Proveniente anch’essa da una famiglia facoltosa ma che andò in rovina perdendo quasi tutto il patrimonio per colpa del nonno avvezzo al gioco d’azzardo e a donne di malaffare. Theo era amministratore unico di una grande azienda farmaceutica di cui il padre ne era stato il proprietario fino al suo ritiro alcuni anni addietro per dedicarsi alla moglie malata.
Il conte Ronald Weasley e la moglie Lavanda Brown vivevano in un castello di notevoli dimensioni con la famiglia di lui. Provenivano da un’antica e nobile stirpe, tutti un po' snob e come diceva sempre la moglie con la puzza sotto il naso. Ron gestiva il notevole patrimonio di famiglia e Lavanda, cazzeggiava.
Harry Potter e la moglie Ginevra, sorella di Ronald, dimoravano in un palazzo ereditato dai genitori di lui morti in un incidente aereo qualche anno prima. Oltre a tale dimora aveva ereditato un considerevole numero di quadri d’autore e una montagna di sterline ed era a capo di una multinazionale con vari rami inerenti alla tecnologia. Ginevra si dilettava tra la palestra, lo shopping e il loro pargolo James di due anni, nome ereditato dal nonno.
Blaise Zabini Duca del Wessex era il più nobile dei cinque, suo nonno Zaccaria Zabini Arciduca del South West regione inglese. Il loro blasone era un drago alato. Viveva con la moglie in un grande maniero a sud di Londra immerso nelle colline. I suoi genitori abitavano con il nonno nel castello principale della famiglia. Gestiva gran parte dei beni famigliari ereditati dalla nonna e quelli donatogli dal nonno. Sebbene di stirpe reale li frequentava ben poco, non particolarmente amante delle feste di corte riteneva quei nobili superficiali e arroganti.
-“Quando vi decidete a mettere su famiglia?”- domandò divertito Draco alla volta di Hermione che distratta dalle varie chiacchiere neanche si volse dalla sua parte ma tutti avevano smesso di parlare e la guardavano curiosi
-“Come?”- chiese sbattendo gli occhi
-“Resetta quel magnifico cervello che ti ritrovi Herm, oggi sei suonata come un trombone”- la prese in giro Draco abbracciandola
-“Malfoy” l’apostrofò fulminandolo “resetta tu quel minuscolo neurone che ti ballonza in quella testa bionda e stammi su da dosso”-
-“Wow” ghignò Theo “la duchessina è nervosetta”-
Hermione resasi conto di aver esagerato dopo lo sguardo sgomento di Blaise e lo sconcerto di tutta la tavolata cercò di rimediare
-“Ero distratta scusate” si volse verso Draco che la fissava con occhi socchiusi come per sondarla “cosa chiedevi?”-
-“Tesoro stai bene?” lei annuì “stavo domandando quando tu e Blaise avete intenzione di allargare la famiglia?”-
-“Abbiamo ancora tempo” guardò lo pseudo marito che le sorrise “ma ci stiamo lavorando”- dichiarò cercando di metterci un po' d’umorismo
-“Su questo non si discute, non riesce a tenere le mani lontano da te che per poche ore!”- attestò divertito il biondo
-“E tu che diavolo ne sai?” lo redarguì Blaise allontanando la moglie dalle braccia dell’amico “e piantala di toccarla di continuo, capisco che sia la tua metà di cuore ma stai esagerando, ti ricordo che hai una moglie e questa meraviglia è mia”- sibilò divertito. Tutti risero annuendo
-“Sarà anche innamorato della moglie e non lo mettiamo in dubbio” disse Harry divertito “ma Hermione è speciale per il nostro Draco e tu non puoi farci proprio nulla e non mi azzarderei neppure a chiederle chi di voi due preferisce o potresti trovarti al secondo posto”- ghignò
-“Che sia chiaro, non te lo sto chiedendo. Ma sono al secondo posto nel tuo cuore?”- domandò Blaise fingendosi atterrito a quella nefasta ipotesi
Hermione rimase un attimo interdetta, non era Harry il suo migliore amico ma Draco. Merda.
-“Lui è il mio migliore amico ma sei tu che scaldi le mie lunghe notti”- sussurrò arrossendo. Dio ma che l’era venuto in mente di dire quelle parole e quando gli occhi di Blaise si accesero di desiderio ebbe un fremito
-“Draco vaffanculo”- soffiò Blaise prima di avvicinare la bocca a quella della moglie coinvolgendola in un bacio mozzafiato che fece fischiare Theo e ridere Pansy e Ginny
-“Non mi riprenderò mai più”- piagnucolò Draco facendo ridere Hermione sulle labbra di Blaise interrompendo il bacio
-“Sono sicura che Astoria saprà distrarti”- ghignò Hermione
-“Per favore tesoro, lasciala fuori da noi due”-
-“Ehi!!!”- intervenne Blaise accigliato
-“Vogliamo per favore cambiare discorso” propose Hermione accarezzando il braccio del marito “questa discussione è infruttuosa e oltremodo noiosa”-
-“Sono d’accordo”- concordò il marito
-“Ho giusto giusto quello che fa per noi” intervenne Ron “mi è stato recapitato da un ente benefico… bla bla bla… sei biglietti per la partita dei Chelsea di domenica prossima. Che ne dite?”-
-“Io ci sto”- disse Theo
-“Anch’io”- annuì Harry
-“Mi vedrò costretto ad accettare e anche se io tifo per l’Arsenal mi posso accontentare”- pronunciò pomposo Draco. Ron gli mostro il medio e gli altri scoppiarono a ridere
-“Sei dei nostri Blaise?” domandò Ron “se ti può facilitare la resa ti informo che siamo in tribuna d’onore”-
-“Non sono così megalomane da pretendere…” si interruppe agli sguardi ironici degli amici “cosa vorreste insinuare razza di antipatici e…e stronzi”- irruppe scontroso
-“Falla finita Blaise” lo prese in giro Draco “più snob di te c’è solo Ron”-
-“Ehi!!! Io non sono snob” Ginny scoppiò a ridere e lui la fulminò “piantala stronzetta. Comunque ci vieni o no?- ringhiò alla volta di Blaise
-“Naturalmente”- attestò raddrizzando le spalle.
Ad interrompere i loro nobili discorsi sopraggiunse Seamus
-“Desiderate un altro giro?”-
-“No grazie Sem. Metti pure sul mio conto” Blaise si alzò in piedi “sarà bene tornare e raggiungere le ragazze per il pranzo”- tutti concordarono uscendo dal locale.
 
 

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Capitolo 3
*** Spiegami ***


capitolo 3
SPIEGAMI
 
 
Al ritorno dalla cavalcata ognuno si diresse nelle camere assegnate per lavarsi e cambiarsi.
Hermione era decisamente preoccupata, si era ritrovata a suo agio a cavallo, e le brevi galoppate fatte le erano venute naturali si sentiva completa con quello stallone quasi fossero una cosa sola. Lei aveva si cavalcato un drago, un ippogrifo e anche un thestral ma di sicuro non si era sentita a suo agio, senza parlare delle scope, decisamente cavalcare qualsiasi cosa non era esattamente qualcosa a cui non poteva farne a meno anzi, tutt’altro.
Ma tutto questo rimuginare passava in secondo piano, ora aveva un problema assai più grave, si trovava in camera con colui che diceva essere suo marito, si stava spogliando ed aveva uno sguardo che lasciava poco all’immaginazione e lei era terrorizzata.
Blaise non riusciva a capire, qualcosa nella sua splendida moglie non quadrava. Con i ragazzi era tesa, sorrideva e rispondeva partecipe ma era tirata e pareva disorientata. Ed ora seduta sul loro letto lo guardava come se lui fosse pronto ad ucciderla da un momento all’altro in più non si era ancora spogliata.
-“Jane ho fatto qualcosa che ti ha turbata?” domandò avvicinandosi. Lei scosse il capo “qualcuno ti ha in qualche modo offesa?” lei di nuovo scosse il capo. Si piegò davanti scrutandole gli occhi sbarrati e spaventati “allora devi spiegarmi perché non ti capisco” sussurrò accarezzandole la gota e lei si irrigidì diventando rossa come il fuoco “hai un altro?”-
-“NO, certo che no”- rispose con appena un filo di voce. Blaise fece un lungo sospiro
-“Parlami Jane”-
-“Io…io non…io credo di non stare troppo…troppo bene”-
-“Va bene” si sollevò ma si era irrigidito “vado a farmi la doccia poi scendo e dirò loro che sei indisposta, ci vediamo a cena. Tu fai quello che vuoi”- entrò in bagno chiudendo la porta alle spalle. Hermione seguì la sua figura mordendosi il labbro. Intuiva la sua frustrazione e rabbia ma non sapeva come fare per spiegargli, proprio non sapeva cosa dire. Uscì dieci minuti dopo, senza una parola si vestì e uscì.
Hermione si spogliò ed entrò in bagno, non sapeva perché ma le veniva da piangere. Lasciò che l’acqua le lambisse il corpo sperando di far scivolare via tutto la tensione accumulata in quelle ore nefaste. Voleva, doveva tornare a casa, nel suo mondo, nel suo tempo, da Harry da Ron e Ginny e tutti i suoi amici. Per la miseria le mancavano anche le cattiverie di Malfoy…beh, forse quelle no, l’indifferenza di Zabini. Chiuse gli occhi e alcune lacrime cominciarono a solcarle le gote, che Merlino la fulminasse ora se ci capiva qualcosa. Zabini non l’aveva degnata di uno sguardo che fosse uno, mai in sette anni di scuola ed ora eccolo lì, bello da mozzarle il fiato e dolce come il più tenero degli uomini. Maledizione, la sua testa le diceva di mandare tutti al diavolo e fuggire il più lontano possibile ma il suo cuore accidenti a lui e all’essere così Grifondoro le imponeva di venire a capo di quello che le era successo.
Quando rientrò in camera trovò un vassoio con il pranzo. Maledizione a Zabini e a tutta la sua razza.
Dopo un leggero bussare la porta si aprì ed entrò Ginny
-“Blaise dice che non stai bene” disse sedendosi sul letto “Cosa ti succede Herm? Sei strana e oggi non sei come dovresti essere”-
-“Non è niente davvero, mi sono svegliata col mal di testa e credo che il bicchiere di vino abbia peggiorato la cosa. Per favore scusami con tutti ma non sarei una buona compagnia e temo che tutte le chiacchiere non farebbero altro che peggiorare la situazione”-
-“Sei sicura?” annuì “lo sai che con me puoi parlare e dirmi tutto quello che vuoi?”-
-“Lo so Ginny, ma davvero è solo una forte emicrania”-
-“Allora ti lascio riposare”- si alzò raggiungendo la porta
-“Ginny” la donna si volse “grazie”- la rossa sorrise lasciando la stanza. 
Dopo aver mangiato si distese sul letto a leggere un libro trovato sul cassettone, la cavalcata e tutta la tensione accumulata la fece scivolare in un sonno senza sogni. Quando si destò la sera aveva preso il posto del giorno, la sveglia segnava le 19.30, si alzò e scese per la cena. Non sapeva dove andare e si mise in ascolto per recepire qualche parola, seguì la voce di colei che doveva essere la suocera, entrò in una sala da pranzo e si sedette al tavolo
-“Buona sera Milady” la salutò Fiorenzo “posso servirle la cena?”-
-“Certamente. Grazie” salutò cordialmente la donna che la guardava con un sopracciglio alzato “Blaise non è rientrato?”- chiese a chiunque potesse risponderle
-“Ha telefonato pregando di dirle che avrebbe fatto tardi e di non aspettarlo per cena”- le comunicò il maggiordomo
-“Capisco” abbassò il capo sentendosi in colpa e neanche sapeva il motivo, con la forchetta piluccò il pollo, le era passata la fame “scusate ma mi è passata la fame”- si alzò per ritornare nell’unico luogo che riteneva sicuro, la sua camera
-“Siedi Hermione” l’ordine della donna era stato gentile ma fermo e lei dovette soccombere “cosa succede? Hai litigato con Blaise?”-
-“No signora”- la donna strinse gli occhi
-“Signora? E da quando mi chiami così? Ci diamo del tu e mi hai sempre chiamata per nome”-
Merda, pensò Hermione. Non sapeva come si chiamava e adesso cosa diavolo si doveva inventare.
-“Scusa. Suppongo che Blaise abbia avuto un contrattempo”- biascicò
-“In due anni di matrimonio non ha mai saltato una cena con te, mai. Oggi a pranzo con i vostri amici era nervoso e scostante, qualcosa lo ha turbato e tu sei l’unica che riesce in questo senso. Non voglio assolutamente intromettermi tra di voi ma oggi sei particolarmente strana, non vuoi dirmi cosa davvero ti turba?”-
-“Mi dispiace, io…io non so cosa mi succede ma ti assicuro che Blaise non centra”-
-“Va bene cara, sono sicura che si sistemerà tutto”- affermò sorridendo. Rimasero a chiacchierare ancora per qualche minuto poi la donna scusandosi si ritirò.
Hermione decise di ispezionare la casa, bevve un sorso d’acqua per poi alzarsi. Aprì qualunque porta si trovasse dinnanzi e vagliò ogni stanza. Un grande salone dove suppose si tenessero fastose feste. Una sala da pranzo con un tavolo ovale dove si potevano sedere almeno una trentina di persone. Tre bagni. Quando aprì quella porta sbarrò gli occhi meravigliata ed eccitata, una biblioteca enorme, tutte le pareti erano ricoperte da librerie in noce racchiuse con ante in vetro alte fino al soffitto, migliaia di libri. Al centro della sala quattro tavolini rotondi circondati da poltrone, il soffitto a volta con illuminazione a faretti, ma nessuno di loro puntava verso i libri per salvaguardare tale tesoro. La ragazza si sentì a casa, vagliò ogni scaffale fino a che l’occhio riuscì ad arrivare, divisi per argomento, c’era di tutto, dal romanzo rosa ai libri di medicina. Tomi antichi di storia e astronomia. Biografie, filosofi, le guerre dai tempi bizantini e ancora prima sino ai giorni attuali, le mitologie e molto ancora. Sarebbe rimasta in quel tempo solo per quella biblioteca che non aveva nulla da invidiare ad Hogwarts. Quel posto le diede un brivido e non solo d’eccitazione ma avrebbe potuto vagliare e cercare, sicuramente da qualche parte ci doveva essere un libro sugli ingredienti che aveva usato quel giorno. Si morse il labbro, doveva sicuramente esserci qualcosa che l’aiutasse a capire cosa era andato storto e gli effetti collaterali di cui era stata vittima.
Su di un camino un rintocco la distrasse, le 22.30, decise di accantonare l’euforia e di andare a letto tutte quelle emozioni, quella giornata così non sua l’aveva spossata e chissà forse il mattino dopo si sarebbe risvegliata nel suo letto ad Hogwarts per poi tirare un lungo sospiro rendendosi conto che aveva solo sognato.
In camera dopo essersi lavata i denti si mise una camicia da notte infilandosi sotto le coperte, guardò al suo fianco e sospirò. Blaise ancora non era tornato e non sapeva come spiegarsi quel senso di colpa, cosa sarebbe successo una volta che si fosse messo al suo fianco? Cosa diavolo doveva fare se lui…se lui avesse voluto…merda.
Si mise sul fianco e chiuse gli occhi cercando di dormire ma com’era prevedibile non successe, si girò supina fissando il soffitto, di nuovo sul fianco e poi di pancia e di nuovo sul fianco, un rumore e trattenne il fiato, la porta si aprì e chiuse gli occhi, il cuore impazzito. Lo sentì dirigersi in bagno e uscirne dieci minuti dopo, aprì leggermente un occhio ed ebbe un fremito, era nudo se non per un paio di boxer, strinse fortemente gli occhi e cercò di non muovere neanche un muscolo. Sentì il materasso abbassarsi, pregò che si girasse dall’altra parte, al naso le arrivò l’odore di fumo e di alcol, lo arricciò leggermente infastidita.
-“Puoi smettere di fingere Hermione non ho intenzione di toccarti quindi puoi rilassarti”- la sua voce dura e leggermente impastata le diede un brivido d’apprensione, non l’aveva chiamata Jane e questo le comunicava che era decisamente arrabbiato. Dopo pochi minuti, sentì il suo respiro farsi pesante e lei si rilassò, si spostò di qualche altro centimetro verso il bordo imponendosi di dormire.
Non era ancora l’alba quando Hermione si destò, non riusciva a muoversi, qualcosa le bloccava le gambe e una mano decisamente aperta le circondava un seno. Deglutì rumorosamente e cercando di fare il più piano possibile provò a scostarsi, tolse la mano e sfilò la gamba tra le sue, scivolò fuori dal letto irrigidendosi quando dal letto provenne un mugugno, in fretta raccolse qualche abito e si fiondò in bagno. Si vestì in fretta e scappò letteralmente dalla camera. I primi raggi di sole fecero capolino, sarebbe stata una bella giornata, senza giacca decise di uscire comunque e si diresse alle scuderie. Rabbrividì dal freddo e allungò il passo, aprì il portone ed entrò, un dolce calore l’avvolse e sospirò di piacere, arrivò fino al box di Lucifero e sbirciò scattando indietro quando il muso del cavallo la sorprese uscendo per andarle incontro, lei rise e lo accarezzò
-“Vorrei che mi potessi aiutare, vorrei fossi un Thestral almeno non penserei di essere completamente impazzita” il cavallo col muso le diede un colpetto alla spalla per poi strusciarsi sulla guancia. Hermione volse il capo baciandolo “come può essere che mi conosci?” alcune lacrime iniziarono a solcare le gote, abbracciò il collo dell’animale accarezzandolo “non so cosa fare, non so cosa dire e non ho idea del perché”- singhiozzò
-“Jane” a quella voce Hermione scattò indietro spaventata “tranquilla sono io”- Zabini si avvicinò, allungò la mano asciugandole la guancia
-“Da…da quanto sei…sei lì?”- chiese mordendosi il labbro
-“Da abbastanza per capire, anzi mi correggo, per non capire cosa succede” le accarezzò i capelli “tu non sei la mia Jane vero?”-
-“Non proprio”- disse titubante
-“Vuoi spiegarmi?”-
-“Se io ti spiegassi mi faresti rinchiudere, penseresti che io sia pazza”-
-“Devi provarci Jane perché io rivoglio mia moglie”-
-“Io…io sono Hermione Jane Granger nata il 19 settembre 1979 esattamente come la tua Jane, perché in un certo senso siamo la stessa persona ma non veniamo dallo stesso posto ne dallo stesso tempo”- mormorò
-“Non capisco. Sei Jane ma non lo sei, quindi chi sei?”- Blaise la guardò confuso come non mai
-“Nel mio luogo io ho 17 anni- arrossì vistosamente “io…io vado a scuola e…”-
-“E non hai mai visto un uomo nudo”- l’aiutò
-“Io…”- era così imbarazzata che abbassò il capo
-“E’ per questa ragione che ti sei allontanata da me? Non perché non mi vuoi ma perché tu sei…ti sei spaventata”- constatò
-“Possiamo dire così”- confermò
-“Ho notato una cosa strana, ho come l’impressione che tu mi conosca e anche quando sono venuti i nostri amici li hai riconosciuti e con Draco ti sei comportata come se lo odiassi. E’ così?”- lei sorrise e lui parve rilassarsi
-“Tutti, nessuno escluso io li conosco, io vi conosco” specificò guardandolo negli occhi “in modo differente ma vi conosco tutti e si hai ragione per quanto riguarda Malfoy” lui alzò un sopracciglio sorpreso “Malfoy hai capito bene. Malfoy, Zabini, Parkinson, Nott e Greengrass non siete esattamente miei amici”-
-“Non…non” era così sorpreso che non riusciva a formulare una frase “perché?”-
-“Perché mi avete sempre presa in giro e ogni occasione era buona per umiliarmi e mi avete reso la vita impossibile”-
-“Non è possibile Jane, non credo affatto che io…”- lei alzò la mano interrompendolo
-“Tu non mi rivolgevi lo sguardo nemmeno per sbaglio, tu non mi hai mai mai rivolto la benché minima parola, certo che se dovevi insultarmi come faceva Malfoy è meglio l’indifferenza che dover continuamente ribattere e combattere per difendersi”- Blaise era senza parole
-“Non può essere Jane, io…io non capisco. Come può essere che tu, io, noi”-
-“Non lo so, ho qualche ricordo e ad essere sincera credo che l’ultima persona che ho visto prima di svegliarmi qui sia stato tu nell’aula di pozioni”- sbarrò gli occhi e si mise una mano sulla bocca. Non voleva raccontargli della magia
-“Aula di pozioni?”- domandò infatti
-“Frequentiamo tutti la stessa scuola. Chiamiamo cosi l’aula di chimica”- escogitò su due piedi
-“Capisco”-
-“Davvero?- domandò Hermione “stai dicendo che mi credi?”-
-“Diciamo che voglio crederti. E’ completamente assurdo e illogico, sono esterrefatto e disorientato ma piuttosto che tu non mi voglia preferisco questa versione” sorrise avvicinandosi ulteriormente “perché hai ricambiato i miei baci se sono così antipatico?”- la vide arrossire furiosamente
-“Ecco io…tu…”- balbettò
-“Con parole tue Jane”- la prese in giro e lei gli diede un pugno sul braccio
-“A scuola sei uno dei ragazzi più belli e ambiti, tutte al tuo passaggio sospirano e ti fanno gli occhi dolci e tu sei un gran libertino”- lui sollevò un sopracciglio facendo un passo indietro
-“Anche per te?”-
-“No, decisamente no. Io ti evito come la peste bubbonica”- ghignò rallegrata
-“Sei l’unica che mi resiste dunque. Non va bene, non va bene per niente” sibilò divertito “quindi com’è possibile che invece tu abbia ricambiato con un certo ardore mi permetto di aggiungere”-
-“Vanesio di un Serpeverde”- sussurrò
-“Scusa?”-
-“Lascia perdere”- disse con uno svolazzo di mano
-“Quindi?”-
-“Quindi sei bello e simpatico e…non ho resistito va bene”- ringhiò arrossendo
Lui la strinse tra le braccia e lei si lasciò avvolgere
-“Adesso ti dico cosa noi faremo” le baciò la fronte “viviamo alla giornata e vediamo dove tutto questo ci porta. Se dovessi tu tornare al tuo tempo suppongo che tornerà anche la mia Jane, in caso contrario faremo in modo che lo diventi tu” abbassò il capo e coprì la bocca con la sua. Hermione si ritrovò a ricambiare, lui le accarezzò la schiena e lei allungò le braccia cingendogli il collo e accarezzando i capelli dell’uomo “perché Lucifero ti riconosce? Neppure da me si lascia cavalcare”- soffiò sulle sue labbra
-“Non ne ho idea” mormorò ancora avvinghiata a lui “me lo sono chiesta anch’io, forse sono davvero pazza, forse quello che credo essere è frutto di un sogno da cui non riesco a svegliarmi, forse sono davvero quello che tutti credete che io sia. Lui mi ha riconosciuta subito ed è strano, gli animali sono molto più ricettivi degli umani e…forse io sono davvero Jane ma non me lo ricordo. Potrei avere un tumore al cervello oppure un ictus e…davvero Blaise io non ho idea, so solo che questa vita non mi appartiene, io non me la ricordo”- gli occhi le si fecero lucidi e calde lacrime iniziarono a solcarle il viso
-“Sistemiamo tutto, non ho idea di come ma lo faremo” sussurrò baciandole le labbra “non preoccuparti Jane, insieme capiremo cosa fare. Adesso rientriamo prima che ci becchiamo anche la polmonite”- solo in quel momento Hermione si accorse di come era uscito, pantaloni del pigiama e una maglietta leggera.

 
                                                                                    O--O

Passò così una settimana dove Hermione imparò tante cose di quella sua non appartenente vita. La suocera si chiamava Althea ed erano abbastanza unite, infatti andarono insieme dalla sarta per l’ultima prova degli abiti e stilarono il menù per la festa. La sua cameriera personale Winky non assomigliava affatto all’elfo della scuola ma aveva due belle orecchie a sventola, ad Hermione aveva fatto sorridere la cosa. Il giardiniere si chiamava Argus Gazza ed era identico al custode di Hogwarts addirittura aveva un gatto di razza Maine Coon di nome Mrs Norris che lo seguiva ovunque.
La settimana con Blaise passò a conoscersi, parlavano di tutto, di come si erano conosciuti e di come lui aveva avuto non poche difficoltà a conquistarla. Scoprì così che lei prima del matrimonio lavorava in un asilo nido e la sua famiglia era di umili origini, avevano uno studio odontoiatrico e questo l’aveva quasi fatta piangere visto che anche i suoi erano dentisti.
Aveva incontrato la prima volta Blaise da Harrods, vi era andata con alcune amiche a curiosare visto che la maggior parte di quello esposto non era alla sua portata. Si erano letteralmente scontrati mentre lei saltellava divertita prendendo in giro un’amica non accorgendosi di quello che la circondava, sarebbe letteralmente caduta se lui non l’avesse tratta a sé stringendola. Era cominciato tutto così offrendo un the alle ragazze e strappandole quasi per disperazione dall’insistenza un invito per una colazione. Per Blaise era poi stato tutto in salita perché quando Hermione aveva scoperto chi era si era allontanata di gran carriera rimanendo quasi indifferente ai suoi messaggi o telefonate. Era stato così costretto a trasformarsi quasi in uno stalker e finalmente aveva ceduto o Blaise avrebbe rischiato l’arresto visto che sia le amiche che i genitori cominciavano davvero ad essere preoccupati. Hermione aveva riso fino alle lacrime da quel racconto e Blaise si finse offeso e oltraggiato
-“Il duca di Wessex arrestato per stalker, avrei davvero voluto vedere i giornali”- ghignò divertita la ragazza.

 
 
-O-
 
 
La sera nel loro letto lui la teneva tra le braccia ma non aveva mai cercato di andare oltre a qualche bacio o carezza più o meno intima e lei gliene era riconoscente. Lui le parlava dolcemente rassicurandola e quei baci erano pieni di promesse ed Hermione li cercava sempre più spesso, li anelava come tendeva ad avvicinarsi sempre più alle sue carezze.
 “Jane”- sussurrò lui nel loro letto mentre lei gemeva piano allo sfiorare del seno
-“Co…cosa?”-  bisbigliò accarezzandogli a sua volta il petto nudo
-“Per favore Jane, devi concedermi di possederti, io…io non ce la faccio più. Ti desidero da morire e queste nostre serate mi stanno facendo perdere la ragione”-
-“Io…io” si morse il labbro e lo guardò immergendosi in quegli occhi turchesi pieni di desiderio “ho paura Blaise”-
-“Noi abbiamo già avuto una prima volta ed era la tua prima volta, sarò delicato e attento Jane proprio come l’altra volta” le baciò la fronte “ti amo e non ti farò del male”-
-“Va…va bene”- sussurrò arrossendo. Anche lei lo voleva, le piaceva tutto quello che le faceva e le sensazioni che lui le faceva provare cominciavano ad essere esigue e lei voleva di più ma non sapeva come dirglielo
-“Sei sicura?”-
-“Credo di si”-
-“Non devi solo crederlo Jane, io non so se riuscirò a fermarmi e non voglio spaventarti”- sussurrò sulle sue labbra
-“Fai l’amore con me Blaise”- lo sentì tremare tra le sue braccia e si sentì sommergere dalla tenerezza e da qualcosa che non riuscì ad analizzare
-“Ti amo Jane”-
-“Io non lo so se ti amo ma di sicuro mi piaci da morire”-
L’uomo la baciò iniziando ad accarezzarla dolcemente per non impaurirla e lei timidamente fece altrettanto.
Comincia così tutto da molto lontano, un piccolo piacere, il cuore che batte più forte, le membra si tendono e la testa si svuota. Piccoli ansiti e gemiti, denti che mordono il labbro per arginare un grido, il mondo fuori scompare e senti solo lui che ti sussurra parole e poi tutto prende un altro colore, vivace e prepotente, qualcosa che mai neppure nei tuoi più intimi pensieri pensavi possibile, tutto esplode e ti senti spaesata, non capisci cosa sia successo ma tremi e ti senti così bene. 
-“Jane” sussurrò leccandole il lobo mordicchiandolo. Lei sorrise “farò pianissimo”- si accomodò tra le sue gambe e lentamente si abbassò. Spinse piano ma non trovò quello che credevano entrambi, con un gemito Blaise si lasciò andare sprofondando completamente dentro Hermione che lo accolse sospirando di piacere
-“Oh Dio Blaise”- sussurrò in preda ad un piacere che non sapeva di conoscere. Le spinte si fecero più veloci e profonde, l’uomo la prese per una coscia sollevandola e lei gridò tutto il suo apprezzamento
-“Jane”- le catturò le labbra in un bacio intenso raggiungendo per entrambi l’agognato sollievo.
Rimasero abbracciati scambiandosi dolci carezze e baci leggeri.
-“Blaise”-
-“Dimmi”- rispose baciandole la fronte
-“Credo che dovremmo davvero andare in ospedale”- sussurrò alzando il capo per guardarlo
-“Domani chiamo il dottor Corban Yaxley per un appuntamento” non si accorse che Hermione si era irrigidita a quel nome, se la strinse addosso “andrà tutto bene Jane”- disse asciugandole una lacrima
-“Non voglio morire Blaise” sussurrò nascondendo il viso tra la spalla e il collo dell’uomo “non adesso che sto così bene con te”-
-“Ehi” la scostò per guardarla “non ti è concesso morire, tu sei la Duchessa di Wessex designata a diventare Arciduchessa del South West, solo quando mi avrai sfornato un paio di marmocchi e diverrai vecchia e decrepita solo allora ti potrai addormentare e morire col sorriso per avermi sognato mentre ti bacio e ti sussurro quanto ti amo. Non permetto a niente e a nessuno di portarti via da me Jane, a nessuno, tantomeno una vecchia brutta e contadina”-
-“Contadina?”- domandò corrugando la fronte
-“Ha la falce” disse ovvio “quindi contadina!”- affermò divertito. Hermione gli si strinse addosso ridendo piano
-“Stupido. Non miete il grano ma le anime”-
-“Può falciare quello che le pare ma di sicuro non te. Stai tranquilla Jane scopriremo cosa ti sta succedendo e vi porremo rimedio”-
-“Me lo prometti”-
-“Te lo giuro”-
Hermione accarezzava con fare languido il fianco dell’uomo accucciandosi ancora più vicino e lui la strinse maggiormente facendola aderire completamente al suo corpo.
-“Hai una cicatrice!”- esclamò la ragazza sfiorando quell’imperfezione sul fianco
-“Sono caduto da un albero quando avevo otto o nove anni da un’altezza di tre metri, peccato che sotto vi fosse un forcone che un lavorante aveva lasciato incustodito, per fortuna non mi ha preso organi interni ma solo il fianco trapassandomi”-
-“Sei stato davvero fortunato” lo baciò “e anch’io”- lui sorrise, le accarezzò il fianco per poi alzare le coperte coprendo per bene i loro corpi
-“Dormi amore mio”- disse sorridendo allo sbadiglio della donna.

 
O--O
 
Due giorni dopo i duchi di Wessex raggiunsero il Mayo Clinic.
Quando il dottor Yaxley entrò in ambulatorio ad Hermione venne la nausea. Quell’uomo, che ora portava un camice bianco tutto un sorriso e che allungò la mano a Blaise era lo stesso che aveva attaccato lei, Harry e Ron al Ministero, per colpa sua Ron si era spaccato ed aveva rischiato di morire.
-“Ditemi, in cosa posso esservi utile?”- chiese sedendosi alla scrivania
A grandi linee raccontarono il problema e l’uomo corrugò la fronte un paio di volte
-“Mi perdoni Milady. E’ caduta e ha battuto il capo?”-
-“Non me lo ricordo”- rispose Hermione mordendosi il labbro. Blaise le prese la mano stringendola
-“Capogiri? Nausea? Vertigini?”- si informò il medico
-“No”- sussurrò
-“Se siete d’accordo direi di ricoverare Sua Signoria per una serie di esami”-
I due giovani si fissarono, lei spaventata e lui preoccupato
-“Rimango con te tutto il tempo Jane, non ti lascio neanche un attimo” si volse verso il medico “preparatele una stanza con due letti”- ordinò
-“Certamente Milord, provvedo subito”- disse alzandosi
-“Andiamo a prendere il necessario e nel primo pomeriggio torniamo”- dichiarò teso
-“Milady stia tranquilla e dovrebbe venire a digiuno”- la ragazza annuì e il medico aprì la porta per farli uscire.
Rimase in clinica per tre giorni, venne sottoposta a qualsiasi esame conosciuto, dal neurologico allo psicologico, fisico e perfino ginecologico. Hermione si sentiva come un guanto, completamente ribaltata.
-“Sua Signoria è perfettamente in salute” disse il dottor Yaxley “non vi è assolutamente nulla di anomalo, gli esami sono perfetti come la TAC e tutto quello a cui è stata sottoposta. Questa è la lettera di dimissione, potete senza nessun timore tornare a casa ma di qualunque cosa abbiate bisogno anche solo una informazione non esitate a contattarmi” sorrise ad Hermione che contraccambiò poi si rivolse direttamente a Blaise “Signor Duca la parcella per la camera e il servizio extra le verrà inviata via mail”-
-“Perfetto” disse Blaise “la ringrazio per la premuta riservata alla mia signora”- allungò la mano e il medico la strinse
-“E’ stato un piacere e un dovere, Milady è stata molto paziente e bravissima”- si inchinò leggermente verso la donna che lo ringraziò per poi uscire per mano al marito.
Salirono in macchina per far ritorno al maniero
-“Blaise”-
-“Dimmi” la sollecitò prendendole la mano che teneva stretto in grembo rilassandola “cosa c’è?”-
-“A…a cosa stai pensando?”- domandò titubante
-“A parte l’essere felice perché stai bene? A niente. Al momento l’unica cosa importante sei tu, sei perfettamente sana e questo mi esalta e mi eccita”- disse guardandola con quello sguardo che lei aveva imparato a conoscere
-“Ma tu non pensi ad altro?”- chiese fingendosi oltraggiata
-“Amore mio, con te al mio fianco?” sorrise stringendogli l’occhio “riesco a pensare solo a come trascinarti in camera gettarti sul nostro letto e amarti fino a rimanere senza un alito di fiato”-
-“Quello si chiama asma Blaise!”- lo prese in giro
-“Te la do io l’asma, aspetta che arriviamo a casa e poi…”- avvicinò la mano alle labbra depositandovi un bacio
-“Blaise”- sussurrò
-“Cosa?”-
-“Credo che dovremmo parlare di questa cosa, perché sono così? Perché non ricordo un accidente? Perché…”- lui la interruppe
-“Respira Jane, parleremo di tutto te lo prometto ma non oggi. Adesso andiamo a casa, ci rilassiamo con un bel bicchiere di vino o di the o di quello che vuoi, poi ceniamo e andiamo a letto…” le accarezzò la guancia “domani parliamo di tutto quello che vuoi e... Cazzo!”- esclamò
-“Blaise cosa…?”-
-“Domani non posso, devo andare in sede ho lasciato indietro tutto e devo assolutamente…mi dispiace Jane ma McNair ha indetto un consiglio per domani”-
-“Non c’è problema Blaise”-
-“Non vorrei lasciarti sola ma…”- iniziò dispiaciuto
-“Guarda che sono in grado di passare una giornata sola non ho bisogno della balia”-
-“Lo so amore mio è solo che avrei voluto starti vicino”-
 
 

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Capitolo 4
*** Spariti ***


Capitolo 4

SPARITI
 
 
Mancavano tre giorni alla festa del loro secondo anniversario di matrimonio.
Hermione comodamente seduta su di una poltrona in biblioteca stava leggendo un libro sulle erbe officinali. Molti di quei infusi li usavano anche ad Hogwarts, per il mal di testa o per i dolori mestruali ed altri ancora. Si sentiva quasi a casa e sorrise contenta di trovare qualcosa di famigliare in quel luogo
-“Mi perdoni Milady”- la interruppe il maggiordomo
-“Oh buongiorno Fiorenzo”- disse sorridendo la ragazza
-“Sono le cinque Milady, gradisce un the con qualche biscotto appena sfornati?”-
-“Già le cinque! Ho davvero perso la cognizione del tempo” chiuse il libro accarezzando la copertina “gradirei senz’altro i biscotti di Sibilla e una tazza di the in foglia non filtrata per favore. Notizie di Blaise?”- domandò
-“Sua Signoria la prega di non preoccuparsi, per la cena ci sarà sicuramente e la vorrebbe vedere col vestito rosso”- comunicò nascondendo un sorriso al viso fattosi porpora della giovane sposa. Tutti in quella casa sapevano della forte passione che il Duca provava verso la sua giovane sposa
-“La…la ringrazio”- biascicò abbassando gli occhi
-“Non sia imbarazzata Milady, sono davvero poche le coppie di nobili innamorati come voi, siete fortunati e dovete esserne fieri e felici”-
-“Lo siamo Fiorenzo” sussurrò Hermione “gradirei davvero quella tazza di the ora”- lui inchinò il capo allontanandosi.
Hermione chiuse gli occhi e un leggero sorriso si delineò su quelle labbra. Da quando era tornata dalla clinica Blaise non l’aveva abbandonata che per poche ore. Si erano avvicinati moltissimo, avevano fatto l’amore tantissime volte e lei si era riscoperta passionale e vogliosa con notevole compiacimento di Blaise. Ogni volta che il loro rapporto finiva e lui la stringeva forte lei si ritrovava ad arrossire come una bambina al ricordo dei loro momenti di intimità e Blaise un po' la prendeva maliziosamente in giro facendola arrossire se mai fosse possibile ancora di più.
Fiorenzo aveva osservato Sua Signoria in quelle settimane e qualcosa non era com’era sempre stato. La ragazza rimaneva sempre gentile con tutti ma nel suo sguardo vi era un che di oscuro. Entrò in cucina salutando Sibilla e iniziò a preparare il the, versò l’acqua bollente e prese un piattino con qualche biscotto, poggiò tutto sul vassoio in argento aggiungendo lo zucchero e il latte
-“Domani torna la madre del Duca, riesci a prepararle il suo piatto preferito?”- domandò alla cuoca nonché moglie
-“Certamente, ho già provveduto all’acquisto del necessario”-
-“Sei la migliore”- la lodò baciandole una gota stringendole l’occhio uscendo per raggiungere la biblioteca
-“Lo so”- rispose la donna divertita
-“Ecco qui il suo the Milady” disse il maggiordomo entrando e poggiando sul tavolino “gradisce del latte?”-
-“No grazie, solo una punta di zucchero”- l’uomo eseguì allungandole la tazza di fine porcellana bianca con delicate decorazioni dipinte a mano in blu di Prussia e oro
-“Le auguro una buona merenda”- e inchinandosi di nuovo uscì.
Hermione sgranocchiò qualche biscotto e gustò quel the caldo e profumato. Portò il capo da un lato guardando quel liquido ambrato, non ricordava di aver mai bevuto nulla con quel profumo così intenso di cannella e non identificava altro ma le era decisamente molto gradito. Una volta finito lo depose sul vassoio, si pulì delicatamente le labbra con il tovagliolino di lino e sorrise soddisfatta. Riprese il libro sulle erbe e rannicchiò le gambe sotto di se appoggiandosi comodamente sullo schienale.
Lo aprì sfogliandolo per poi sbarrare gli occhi. Damantino. CAZZO. Lesse avidamente rendendosi conto che vi era veramente poco ma soprattutto niente che le suggerisse perché si trovava lì. Cercò di fare mente locale, la pozione era difficile e pericolosa ma niente le faceva capire perché lei ricordava mentre Blaise no, cosa differenziava loro due. Si strofinò gli occhi sbadigliando, poi un flash le fece di nuovo sbarrare gli occhi
-“Io ricordo perché io ho preparato la pozione, io l’ho voluta fare” sorrise tra se e se mentre parlava da sola “Blaise c’è capitato per errore ecco perché lui si sente parte effettivo del sogno, ecco perché lui è convinto che questa sia la sua vita”- sorrise soddisfatta.  Sbadigliò di nuovo e senza rendersene conto si assopì.
Fiorenzo entrò in biblioteca lentamente e con molta cautela raccolse il vassoio, guardò la tazza vuota e non potè evitare un brivido che lo portò a far tintinnare la porcellana sull’argento. Entrò in cucina, pallido per quanto la sua carnagione lo permetteva
-“Sibi” sussurrò l’uomo “vieni a vedere”- roteò la tazza tre volte con la mano sinistra poi capovolse la tazza sul piattino, attese che il liquido in eccesso scivolasse verso l’esterno. La donna si avvicinò raccogliendolo, alzò il capo sconvolta guardando il marito
-“Non è possibile! Non è possibile vero?”-
-“La nostra Milady non è quella che dice di essere, dobbiamo contattare Sem…”- soffiò sconvolto.
Blaise appena entrato in casa si portò verso la cucina per concedersi una tazza di the caldo, sebbene fosse giugno quel pomeriggio nuvoloso era decisamente freddo e lui aveva davvero bisogno di qualcosa che lo riscaldasse. Il maggiordomo e la cuoca erano di spalle e non lo videro varcare la soglia e lui sentì l’ultima affermazione di Fiorenzo, si bloccò in mezzo alla porta
-“Cosa succede?” domandò spaventando i due che si volsero di scatto, alla donna quasi gli cadde dalle mani la porcellana “di cosa state parlando?”- chiese facendosi avanti
-“Sua Grazia” salutò Fiorenzo chinando il capo “nulla signore”-
-“Non è quello che ho capito, cosa intendevate riguardo a Jane?”- pretese accigliato
-“Noi” Fiorenzo guardò la moglie che assentì. Prese il piattino dalle mani della moglie “noi siamo in grado di leggere le foglie di the”- disse avvicinandola a Blaise che fissò l’interno senza capire cosa esattamente stava guardando
-“Non capisco”- soffiò
-“Ecco signore, noi pratichiamo la Divinazione”- intervenne la donna abbassando il capo allo sguardo non proprio benevolo dell’uomo
-“Potete avere la cortesia di dirmi di che accidenti state parlando?”- sibilò innervosito.
Fiorenzo prese un lungo sospiro. Il Duca era una persona di tutto rispetto e lui era onorato di lavorare per lui, era un uomo generoso ma era anche molto pragmatico e poco incline a credere a tutto quello che non si poteva toccare con mano.
-“Questa è una Stella” disse indicando una figura strana all’interno del suddetto “indica Magia” attese che l’uomo assimilasse “questa è una Spirale ed è Paura, questa è una Scopa ed è il simbolo del Volo” sospirò pesantemente “le tre S insieme…”- si passò una mano sul collo teso come non mai, guardò di nuovo la moglie
-“Le tre S insieme?”- sollecitò Blaise con una punta di paura
-“Indicano Spazio Temporale”- intervenne Sibilla con occhi bassi
-“S…spazio Temporale? Cosa vuol dire?” strinse i pugni “ditemi immediatamente di che cazzo parlate e fate in modo che sia capibile e soprattutto…voi chi accidente siete? E cosa c’entra Jane in tutto questo?”- ringhiò
-“Noi signore siamo esattamente quello che lei pensa che siamo, un maggiordomo e una cuoca. Ci dilettiamo in Divinazione ma le assicuro che non è nulla di pericoloso”- disse l’uomo
-“Cos’è uno Spazio Temporale?”- richiese
-“Non so di preciso oppure non so se sono in grado di spiegarlo” iniziò “diciamo che potrebbe esserci qualcosa d’altro oltre il nostro mondo che conosciamo” Blaise alzò il sopracciglio “io credo che alla signora sia successo qualcosa…qualcosa che l’ha sbalzata, proiettata da questa parte”-
-“Quindi?”-
-“Non lo so signore” rispose sconsolato “davvero non ho idea”-
-“Se posso permettermi” intervenne la cuoca che all’assenso del duca riprese “dovremmo anzitutto chiedere a Sua Signoria cosa sa e ricorda, poi dovremmo consultare qualcuno” fissò il marito che annuì “lui ci aiuterà”-
-“Lui?” Blaise scattò in avanti verso la donna “LUI CHI?”- quasi gridò
-“Lui non gradisce essere coinvolto” riprese “ma noi dopo aver preso le informazioni che ci possono servire possiamo chiedere il suo aiuto”-
-“Stiamo parlando di mia moglie” ringhiò alterato “pretendo di sapere a chi devo mettere in mano la vita di Jane”-
-“La prego signore”  supplicò l’uomo “farò qualsiasi cosa in mio potere per Milady ma non mi chieda questo, la prego non posso minare la fiducia che Lui ha di noi”-
Blaise si passò una mano tra i capelli -“Va bene, cosa facciamo ora?”-
-“Chiediamo alla signora”- attestò sicuro Fiorenzo
-“Dov’è ora?”- domandò Blaise
-“Si è assopita in biblioteca” raggiunsero la donna e Blaise sorrise a quella visione “guardate” Fiorenzo raccolse il libro sulle ginocchia, sul tavolino insieme a tanti altri “sta già indagando” lo aprì dove un segnalibro era infilato “interessante”-
-“Cos’è interessante?”- chiese il duca allungando il collo
-“Queste erbe oltre a servire per tisane o per rimedi omeopatici servono anche per pozioni diverse”- intervenne Sibilla
-“Pozioni?” Blaise aggrottò la fronte “settimane fa si è lasciata sfuggire questa parola, mi disse di trovarsi in un’aula di pozioni. Che significa?”-
Fiorenzo e Sibilla si guardarono
-“Ne è sicuro?” chiese l’uomo e Blaise annuì “interessante”- sussurrò
-“Guarda” disse Sibilla al marito segnando un tipo di pianta sulla pagina “Ali di Damantino”-
-“Ho letto”- confermò l’uomo
-“Parlate con me”- sibilò Blaise
-“Questa pianta si trova nelle foreste pluviali nell’isola della Tasmania in Australia, difficilissima da trovare, vicina al fiume Gordon superiore tra Heritage Landing e Sarah Island, il luogo è tra i più impervi, ci sono coccodrilli d’acqua dolce e il causario, un uccello di notevoli dimensioni, non vola ma ha artigli letali ed alti animali non proprio domestici, loro proteggono, se così vogliamo dire, questa rara pianta”- spiegò Fiorenzo
-OK. E quindi? A cosa serve? E perché Jane sta leggendo tutto questo?”-
-“Non  lo so signore, solo Milady potrà fornirci tale spiegazione” prese un lungo sospiro “le ali di Damantino non vengono usate ne per l’omeopatia e tantomeno per le tisane, qualunque esse siano”- spiegò
-“Non capisco” soffiò Blaise un tantino sconvolto “cosa sta succedendo in questa casa?” fissò i due dipendenti “lasciamo passare la festa e poi vediamo di capirci qualcosa o divento matto” i due annuirono per poi uscire della biblioteca. Si piegò sulle ginocchia al fianco della donna “Jane” chiamò “amore svegliati”- la donna si mosse aprendo gli occhi e sorrise all’uomo al suo cospetto
-“Blaise” mormorò dolcemente “ciao”-
-“Ciao piccola” sussurrò avvicinandosi posando le labbra su quelle della donna in un leggero bacio “ben svegliata dormigliona”-
-“Che ore sono?” sollevò gli occhi verso il camino, l’orologio segnava le sei e mezza “accidenti” esclamò sollevandosi “è tardissimo”-
-“Tranquilla, non è tardi” la strinse tra le braccia e lei si lasciò cullare posando la testa sulla spalla “domani arrivano i miei. Sei pronta?” lei annuì sorridendo “ricordati che mio padre ti adora e non permette a nessuno di contraddirti”- scoppiò a ridere
-“Ma che gli faccio poi agli uomini Zabini proprio non lo so”- ghignò baciandogli il mento
-“Mio padre sostiene che sei una strega” la sentì tremare sotto alle dita “cosa sei Jane?”-
Hermione si allontanò voltandogli le spalle, si morse il labbro, gli occhi incupiti, raccolse i libri dal tavolino riportandoli sulla scaffalatura
-“Domani consegnano anche gli abiti e gli accessori che io e tua madre abbiamo acquistato”-
-“Jane” sussurrò l’uomo avvicinandosi “parla con me”-
-“Queste settimane sono state bellissime”- lui le strinse il ventre da dietro appoggiandosela contro
-“E’ vero”- confermò l’uomo
-“Come può essere Blaise?” si volse verso di lui rimanendo nel cerchio delle sue braccia “come puoi stare bene con me Blaise? Tu sei innamorato di tua moglie, come puoi stare bene con me?”-
-“Non riesco a spiegarti, potrai non essere Jane ma ti comporti e parli e ti muovi come lei, tu per me sei Jane” la strinse forte “non ricordi o forse è come dici tu non sei lei ma per me sei tu e questo mi basta. Ti amo Hermione”-
-“Ti amo anch’io e sono confusa per questo. Posso affermare che sono anche felice, adoro la nostra vita, mi piace tutto di te”-
-“E io non posso che esserne felice”- abbassò il capo coinvolgendola in un bacio intenso e quando la sentì gemere dentro alla sua bocca la strinse maggiormente.
 
--OO--
 
Era tutto pronto. Il salone delle feste era addobbato, la lunga tavolata apparecchiata sontuosamente con bicchieri di fine cristallo, posate in lucidissimo argento, piatti di porcellana bianca decorati con un leggero rigo in argento, tovaglia in fiandra e centrotavola con fiori freschi e profumati. Dal soffitto quattro imponenti lampadari moderni in cristallo scendevano alternando bacchette esagonali e gocce dal taglio diamante, i giochi di luce che producevano lasciavano senza fiato rendendo la sala luminosa e splendente.
Hermione era nervosa come una biscia in astinenza. Winky cercava di acconciarle i capelli ma la donna non riusciva a stare ferma obbligando la cameriera a seguire i movimenti della Lady e immancabilmente le sfuggivano ciocche su ciocche
-“Amore smettila di dimenarti in questa maniera” l’apostrofò divertito Blaise chinandosi davanti alla moglie “stai facendo innervosire Winky. Sei bellissima e sarà tutto perfetto, tu sarai perfetta. Ti ho preso questi” disse porgendole una scatolina rettangolare “Winky mi ha anticipato la tua acconciatura e ho pensato che tra i tuoi capelli starebbero benissimo”- Hermione l’aprì e sbarrò gli occhi
-“Oh mamma” soffiò senza fiato “ma Blaise” sollevò gli occhi lucidi “sono…sono meravigliosi”-
-“Mai quanto te Jane” tolse dalla loro sede cinque spilloni in oro bianco, alla loro sommità cinque stelle di diamante “si abbinano con gli orecchini e il girocollo che ti ho regalato per Natale. Ti amo da morire signora Zabini, non esiste nulla al mondo che sia più bello o più prezioso di te”- allungò il bacino fino a sfiorarle le labbra
-“E io sono e sarò al tuo fianco, orgogliosa di essere tua moglie. Ti amo”-
-“Perfetto” si alzò in piedi stringendole l’occhio “ed ora smettila di dimenarti e lascia che Winky finisca il suo lavoro nel frattempo vedo di prepararmi anch’io”-
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Gli invitati arrivarono alla spicciolata, tutti elegantissimi in abiti da sera, le dame sfoggiavano i loro gioielli migliori. Ad accoglierli un impettito Fiorenzo.
Per l’occasione avevano chiesto aiuto ad un’agenzia esperta nel settore, due cuochi per affiancare Sibilla, quattro camerieri per servire al tavolo, un barman per gli aperitivi tutti super visionati e sotto il controllo di Fiorenzo.
Per i vini Blaise era andato personalmente da Seamus chiedendo e quasi pregandolo di fornirgli i suoi migliori e più pregiati bouquet. Una volta avuto il suo assenso gli aveva consegnato l’invito alla serata per lui e la compagna Cho. Al viso stupefatto dell’amico Sem, Blaise aveva sorriso
-“Te lo consegno ora perché tu non pensassi che fosse un modo per ingraziarmi i tuoi vini!”- esclamò divertito
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Blaise ed Hermione per mano scesero lo scalone. Lui in smoking nero con fascia e cravatta neri in seta e camicia bianca. Lei con un abito di alta sartoria color champagne in seta, la gonna svasata di vari strati giocava con le gambe, lo spacco sul lato destro della gamba lasciava intravedere la coscia e le scarpine in raso dal tacco altissimo dello stesso colore dell’abito. Il corpetto con una profonda scollatura sulla schiena sino alla cintura, sul davanti un altrettanto provocante scollo sino all’attaccatura dei seni arricchita da una collana con un ciondolo in diamanti raffigurante una stella. Il corpetto era impreziosito da tanti cristalli a tono con l’abito. Nell’insieme era bellissima e sensuale ed il marito quando se l’era vista al suo fianco per scendere aveva avuto un vero e proprio attacco di lussuria, l’aveva strinta con tale forza che a lei era sfuggito un gemito di dolore
-“Scusa” aveva soffiato l’uomo allentando la presa ma senza lasciarla “tu mi vuoi morto, che accidenti…mandiamo tutti al diavolo e festeggiamo solo noi due” lei rise e lui si imbronciò “ti prego”- sussurrò sulle sue labbra
-“Ti prometto che questa notte potrai fare di me tutto quello che vorrai”- lo sentì tremare e gemere sul suo collo
-“Ma mancano ore!” esclamò contrariato “non resisterò Jane, vederti così sexy e così mia. Non resisterò” mormorò lasciandola e mettendosi al suo fianco prendendola per mano “andiamo e cerchiamo di finirla velocemente. Mi stanno già tutti sulle palle”- ringhiò facendola ridere
-“Ti prego Blaise” ghignò divertita “togliti quell’espressione o spaventerai tutti”-
-“Che vadano al diavolo! Che cavolo ci è venuto in mete di invitare tutti questi esseri, potevamo benissimo uscire noi due a cena per festeggiare e poi in camera nostra, soli, nudi e…”-
-“Calma Blaise” lo ammonì “ci divide da quel letto solo qualche ora” si sollevò baciandogli le labbra “sono i nostri amici ricordi” gli si strusciò contro facendogli incupire gli occhi “qualche ora”-
-“Continua in questo modo e che mi venga un accidenti se non mando tutti a fanc…” lei gli mise un dito sulle labbra “muoviamoci o non rispondo di me”- sibilò stringendole la mano e avviarsi verso la scala.

 
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La cena risultò sublime, i vini mandarono in estasi i commensali elargendo a Seamus i complimenti di tutti.
Si spostarono quindi, per i liquori e ballare nella sala degli specchi. Un lunghissimo salone con il soffitto a specchio, lampadari in vetro di murano che illuminati e grazie all’enorme specchio rendevano la sala piena di mille luci splendenti. Lungo la parete divanetti a due posti e poltroncine con qualche piccolo tavolino rotondo, dirimpetto grandi porte-finestre davano sul grande giardino ove al centro torreggiava un laghetto pieno di ninfee, nel mezzo due statue in marmo bianco spuntavano dall’acqua raffigurante due sirene nell’atto giocoso del rincorrersi.
In mezzo a tutto quel vociare Hermione con un bicchiere di Porto rosso si era scostata dalla folla per riposare gola e mente. La festa pareva ben riuscita, tutti avevano banchettato con elegante appetito e le risate si disperdevano da ogni dove.
-“Milady sei sempre la più bella”- si complimentò l’uomo avvicinandosi ad Hermione baciandole il dorso della mano
-“Grazie Tom” nel pronunciare quelle poche sillabe la sua voce aveva tremato e un leggero tremito l’aveva obbligata a chiudere fortemente i pugni
-“Il mio figlioccio ti lascia sola? Non ha appreso nulla dei miei insegnamenti!”- esclamò divertito
-“Non è mai sola” sopraggiunse la voce divertita dietro di lui “ciao zio” i due uomini si strinsero la mano “sono felice che tu sia riuscito a venire”-
-“Non mi sarei perso per nulla al mondo il vostro anniversario, ma soprattutto, non mi sarei mai perdonato di essere privato di questa celestiale visione”- disse alla volta di Hermione che si obbligò a stirare le labbra in un sorriso
-“Vedi di non allargarti troppo” rise Blaise abbracciando Hermione che si appoggiò al suo fianco sorridendo.
Hermione quasi cadde a terra, gli occhi sbarrati, l’appoggio che le venne improvvisamente a mancare
-“Che fai?” domandò Tom “sei ubriaca?”-
-“Blaise”- sussurrò la ragazza guardandosi attorno
-“Chi?” chiese Tom “bevi di meno ragazzina”- sibilò allontanandosi
Hermione guardò la schiena dell’uomo allontanarsi e in un attimo si era dissolto. Si guardò intorno disorientata, di Blaise neanche l’ombra, il panico si impossessò della giovane. Si avvicinò alla gente radunata in giardino, il cuore le andava a mille e mentre guardava quel gruppo che rideva si accorse dello scomparire di alcuni di loro. Per primo fu Draco seguito da Nott e Pansy al seguito la madre di Blaise e Astoria. Hermione orripilata aprì la bocca e ficcarvi dentro un pugno per arginare l’urlo.
 
Si avvicinò ad Harry che abbracciato a Ginny rideva
-“Oh Hermione dove ti eri cacciata?”- domandò allungandole un flûte
-“Io…io. Avete…avete visto Blaise?”- sussurrò quasi in agonia
-“Chi?” domandò Ginny “non conosco nessuno con quel nome” si volse verso Harry “lo conosci?”-
-“No, direi di no. Blaise hai detto?” guardò la sua amica pallida come un morto, gli occhi allucinati e un tremore preoccupante in tutto il corpo “tesoro stai bene?”-
-“Dov’è mio marito?”- Harry si irrigidì, lasciò Ginny prendendo Hermione per le spalle accarezzandole le braccia
-“Tesoro tu non sei sposata” disse fissandola negli occhi “Hermione che succede?”- lei si staccò di scatto, strinse gli occhi e lo spintonò lontana da lei
-“BUGIARDO” gridò “SEI UNO SCHIFOSO BUGIARDO” fissò tutti con astio “SIETE TUTTI DEI BUGIARDI. BLAISE” gridò avvicinandosi alle porte-finestre “BLAISE”- urlò sempre più forte in preda al terrore, gli occhi sbarrati e pieni di lacrime. La gente intorno a lei la guardava increduli e stupiti, lei sempre così composta ed educata sembrava posseduta.
I suoi amici di sempre seguirono la sua figura sconvolti e sospettosi. Ron si grattò il capo e guardò Harry che a bocca aperta fissava la sua migliore amica sparire dietro le finestre ignorandoli dopo averli insultati.
Seamus Finnegan appoggiò il bicchiere sul primo tavolino che incontrò nel suo avanzare, mosse il capo verso Fiorenzo che annuì
-“Hermione”- la chiamò raggiungendola
-“Sem” sussurrò piagnucolante la ragazza “hai visto…hai visto, sono scomparsi, loro se ne sono andati e nes…nessuno mi crede e…e io sto diventando matta, lo so, lo sento e mi rinchiuderanno e butteranno la chiave e io…io morirò. Dov’è il mio Blaise? Tu sai dov’è? Non si ricordano e dicono di non conoscere nessuno e loro se ne sono andati e mi ha lasciato qui e io che faccio adesso”- si lasciò cadere a terra singhiozzando così forte che Seamus non riuscì a sollevarla, in suo soccorso arrivò Fiorenzo che la prese in braccio e insieme entrarono in biblioteca seguiti da Sibilla che portava un vassoio con il the.
-“Devi calmarti”- le intimò Sem
-“CALMARMI” gridò. Si lasciò cadere sulla poltrona nascondendo il viso tra le mani “voglio Blaise. Rivoglio la mia vita”-
-“Questa non è la tua vita” decretò Fiorenzo prendendole le mani scostandole dal viso. Hermione sbarrò gli occhi “dimmi in tutta onestà, credi davvero che questa sia la tua vita?”-
-“Io…” si afflosciò quasi su se stessa “avevo ragione” sussurrò “cosa sta succedendo?”- domandò guardando ad uno ad uno i tre al suo cospetto
-“Non so di preciso, dovresti dirmi cosa ricordi e cosa credi”-
Hermione raccontò tutto quello che ricordava della pozione e dello scoppio e di essersi trovata li sposata con Blaise
Seamus sorrise e lei si imbronciò
-“Pensi che io sia matta, beh, lo credo anch’io”- sibilò offesa
-“Perché cercavi nei libri le proprietà delle ali di Damantino?”- chiese Fiorenzo
-“Come…come lo sai?”- domandò confusa
-“Fiorenzo e Sibilla si dilettano in astrologia, in divinazione e leggono le foglie di the” spiegò Sem “io invece sono un mago”- la ragazza scattò in piedi
-“La mia bacchetta! Dimmi che l’hai tu” pianse e rise contemporaneamente “grande Merlino, Godric ti ringrazio, è tutto vero” si lasciò cadere di nuovo asciugandosi le lacrime “sono una strega Sem”-
-“Sai cos’è uno spazio temporale?”- chiese ignorando lo sproloquio
-“Beh, so quello che ho letto. Si intende spazio temporale la struttura quadrimensionale dell’universo. E’ composto da quattro dimensioni: tre parti dello spazio comprendono, lunghezza, larghezza e profondità. La quarta è il tempo”- Sem sorrise annuendo
-“Brava. Ma a noi interessa solo la quarta e no, non ho la tua bacchetta perché non fa parte di questa dimensione”- lei si morse il labbro
-“Ma tu sei un mago e…”-
-“Ma non sono un mago che usa la bacchetta e direi di sorvolare, non è pertinente”-
-“Come sarebbe non è pertinente” sibilò “io…” si rabbuiò di nuovo “Blaise non tornerà più vero?”-
-“No” decretò. Hermione chiuse gli occhi e una lacrima le scese sulla gota pallida “e tra poco te ne andrai anche tu e tutti gli altri”-
-“Davvero? Come…quando…perché?”- Sem rise stringendole le mani
-“Tutte domande al quale non risponderò e prima che tu ribatti” disse alzando la mano per frenare le proteste “non ti dirò nulla per non alterare più di quello che già è successo la tua dipartita. Lascia passare questo tempo e vedrai che tutto tornerà come deve essere”-
-“Nel mio tempo Blaise tornerà ad essere Zabini, non mi guarderà e non mi rivolgerà una parola che sia una” prese un lungo sospiro “Draco tornerà ad essere lo stronzo Malfoy e anche tutti gli altri, continueranno ad insultarmi e…” si passò due dita sugli occhi “ma riavrò Harry e Ron e Ginny e tutti gli altri” riprese a piangere “non è abbastanza” sussurrò “non sarà mai più abbastanza”- prese un lungo sospiro e si alzò in piedi
-“Non è detto”- disse Sibilla. Lei si girò di scatto
-“Come?”-
-“Sibi”- la redarguì il marito
-“No-no. Ti prego” supplicò Hermione avvicinandosi alla donna “cosa intendi?”-
-“Niente”- ma allo sguardo disperato e speranzoso della ragazza la donna guardò il marito
-“Maledizione”- imprecò l’uomo alla volta della donna
-“Basta così” ordinò Sem alla volta della donna che abbassò il capo “Hermione smettila, ti ho spiegato, se ti raccontassimo troppo si altererà il tuo futuro e non si può fare”-
-“Per favore, non voglio sapere niente ma ti prego dimmi solo se Blaise…”- Sem la bloccò
-“E’ tutto nelle tue mani, sta a te cercare di cambiare il tuo passato e con questo il discorso è definitivamente chiuso. Chiaro!?”- lei annuì
-“Direi che sarebbe bene andare a dormire, domani è un altro giorno e sarà migliore di questo”- con questa frase sibillina Sem tolse il disturbo.
 
 

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Capitolo 5
*** Ritorno ***


Ed eccoci qui all’ultimo capitolo. Avrei gradito avere la vostra opinione ma va bene ugualmente. Buona lettura
 
 
Capitolo 5
RITORNO
 
 
 
Un silenzio innaturale avvolgeva Hermione quando lentamente aprì gli occhi pieni di lacrime, dov’era Blaise? Cos’era successo? Sospirò muovendosi lentamente corrugando la fronte, perché era così scomoda? Si girò di scattò e quasi cadde dal letto
-“Finalmente signorina Granger” disse una voce da lei così conosciuta “ci ha fatto davvero preoccupare”-
Hermione fissò la donna confusa mentre le porgeva un bicchiere colmo di un liquido verde
-“Madama Chips?”- sussurrò senza fiato. In quel momento la sua mente fu pervasa dal terrore. Perché era tornata? Volse lo sguardo forsennato a destra e a manca, l’infermeria…lei non voleva essere lì, lei…lei voleva tornare a casa, lei voleva Blaise, lei…lei voleva di nuovo quella vita. Fece uno sforzo immane per non scoppiare a piangere. Era tornata ad Hogwarts. Abbasso il capo verso il suo corpo, un corpo da ragazzina
-“Bevi questo. Come ti senti?”- domandò professionale ma con un tono decisamente sollevato
-“Sto bene, credo. Cos’è successo?”-
-“Questo dovrai dircelo tu. Abbiamo fatto ipotesi ma solo tu potrai darci le risposte che ci chiediamo da parecchi giorni”-
-“Quanti giorni?” chiuse gli occhi per poi sbarrarli “la mia bacchetta!!”- esclamò agitata
-“Tranquilla, è qui” disse porgendogliela, Hermione la prese quasi accarezzandola “ho mandato a chiamare la preside e il professor Lumacorno saranno qui a momenti e sono passati 17 giorni”-
-“17 giorni!” quasi strepitò sconvolta, si accomodò meglio sul letto e volse lo sguardo all’infermeria, i letti erano vuoti escluso uno racchiuso da un separé “Madama” proruppe sottovoce “qualcun altro è rimasto coinvolto?”- la donna seguì il suo sguardo e annuì
-“Il signor Zabini. Lui si è svegliato ieri, sta bene e domani verrà dimesso”- rispose a bassa voce
-“Capisco”- si morse il labbro, non riusciva a distogliere gli occhi da quel paravento. Dalla porta entrò la professoressa McGranitt e il professore di pozioni
-“Ben tornata Hermione” disse la donna abbracciandola “sono felice che tu ti sia svegliata”-
-“Anch’io professoressa” pareva che il tono smentisse le parole infatti i tre la guardarono in modo strano “sto bene, davvero”- ma fuori dal suo controllo cominciò a piangere
-“Che succede?”- chiese Minerva sconvolta guardando Poppi
-“I parametri sono regolari e stabili, non capisco”- soffiò la donna
-“Signorina Granger” intervenne il professore “che pozione tentava di preparare?”- domandò. La ragazza si asciugò le lacrime
-“Io…io stavo preparando ‘Il sogno condiviso’ “- l’uomo annuì
-“Molto difficile, cos’è andato storto?”-
-“Stavo aggiungendo le Ali di Damantino, un rumore mi ha spaventata e mi è caduto il vasetto dentro alla pozione ed è esploso tutto e poi non ricordo più niente”-
-“E’ esattamente quello che avevamo supposto. Perché ha deciso di preparare proprio quella pozione, non è richiesta per i M.A.G.O. è di livello ben superiore, la insegnano all’ultimo anno per Medimago”-
-“Mi dispiace” disse abbassando il capo “volevo solo vedere se potevo farlo, fin dove potevo arrivare, il fatto è” sollevò il capo “che era perfetta”- sussurrò
-“Non ho alcun dubbio” disse l’uomo sorridendo “non ti angustiare, nessuno è finito in punizione per voler imparare”-
-“Madama Chips dice che Zabini sta bene, sono contenta”- disse con il cuore accelerato
-“Oh si, anche per lui un po' di timore ma sta bene” Horace si guardò intorno sornione “non so cosa lui sognasse ma ripeteva spesso il nome di una signorina”- dichiarò divertito
-“Ah si! E qual era?”- chiese fingendosi rallegrata anche se i palmi delle mani si erano inumiditi e gli occhi incupiti
-“Jane, continuava a ripetere questo nome”- sussurrò con occhi ridenti
Hermione chiuse gli occhi lasciandosi scivolare per sdraiarsi di nuovo e portando le coperte fino al mento
-“Vuoi sapere qual era invece il nome che pronunciavi tu?”- domandò
-“Credo di essere molto stanca” si sentiva le guance andare a fuoco “se non vi dispiace vorrei davvero riposare”- mormorò imbarazzata come mai le era capitato
-“Ma certo” intervenne prontamente l’infermiera “di qualunque cosa vogliate sapere può senz’altro aspettare domani” quando i professori uscirono Hermione ringraziò l’infermiera che sorrise “ti porto qualcosa di leggero da mangiare poi ti consiglio di riposare perché domani avrai la fila di amici, erano così preoccupati, non ti hanno mai lasciata sola, facevano a turno per starti al fianco raccontandoti di tutto” sorrise divertita “sono venuti anche Harry e Ron naturalmente” la donna rise “Harry era così preoccupato che per fare spazio agli altri è stato minacciato più volte di essere schiantato”-
-“Davvero?” chiese contenta ed emozionata “ma come? Loro non…il corso da Auror…”-
-“Sono stati avvertiti via gufo dalla signorina Weasley il giorno stesso, hanno chiesto un permesso e sono arrivati immediatamente” sorrise “vedrai che appena giungerà loro voce del tuo risveglio arriveranno di corsa”- si allontanò tornando pochi minuti dopo con un vassoio, sorrise a quella magnifica strega, poggiò il cibo sul comodino, sistemò le coperte e le accarezzò il capo. La ragazza dormiva con il sorriso sulle labbra.
Blaise Zabini dall’altro capo dell’infermeria riparato alla vista dei più scrutava il soffitto. Non era riuscito a seguire i discorsi dei professori con la Granger ma era curioso e pensieroso. Cosa diavolo aveva combinato quella piccola petulante Grifondoro, ma assai più imperativo, perché non riusciva a togliersi dalla testa quel maledetto sogno? Perché non riusciva a togliersi dalla testa lei?

 
--OO--


Il mattino dopo Draco Malfoy entrò in infermeria con il suo solito passo elegante, volse il capo verso quel paravento che sapeva nascondere la Granger e avrebbe tanto voluto sapere cosa avesse fatto per coinvolgere il suo amico tanto da mandarlo quasi in coma per 16 giorni.
-“Ciao Blaise” disse accomodandosi sulla sedia “come stai?”-
-“Sto bene, oggi dovrei essere dimesso” volse lo sguardo verso la Grifondoro “ieri si è svegliata anche lei”-
-“Quindi?” chiese indifferente “a noi interessa?” vide l’amico abbassare lo sguardo “Blaise” lo richiamò all’ordine “a noi interessa?”-
-“Io…direi di no”- biascicò. Draco assottigliò gli occhi
-“Perché ho come l’impressione che sia il contrario? Cosa mi nascondi? Che succede Blaise?”- il moro strinse le mani a pugno e indurì lo sguardo per poi tornare a guardare il paravento della ragazza
-“Ho fatto un sogno, un lungo sogno” iniziò incerto “era così vero, così intenso” sospirò fissando gli occhi dell’amico “tu credi…tu credi che ci si possa innamorare di una persona avendola sognata?”- chiese titubante. Draco sbarrò gli occhi
-“Non credo, io…di che cazzo parli Blaise? Innamorato di chi?” lo vide volgere di nuovo lo sguardo verso la Grifondoro e si irrigidì “dimmi che è uno scherzo” sibilò “dimmi che è colpa del lungo sonno, dimmi che sei da ricovero e sei completamente rimbambito” balzò in piedi avvicinandosi al moro “porca troia Blaise, è una mezzosangue e peggio ancora una grifona. OK, la guerra è finita e grazie a loro io e mia madre abbiamo evitato Azkaban ma…ma Blaise” si strofinò gli occhi sconvolto “Blaise non le hai rivolto lo sguardo per sette anni, non le hai rivolto la parola che non fosse una, se non fosse stato per i miei insulti non sapresti neppure che frequenta questa scuola e ora…e ora mi dici che ne sei innamorato? Ma porca Morgana Blaise!!!”- si sedette sul bordo del letto sfinito
-“Draco” sussurrò il ragazzo facendosi guardare “se io…se lei, cioè se noi” Draco alzò il sopracciglio “se io riuscissi ad avvicinarla e lei si lasciasse avvicinare, se noi…si insomma se noi riuscissimo in qualche modo ad avvicinarci tu…tu…”-
-“Calma Blaise non ti agitare” prese un lungo sospiro “non capisco cosa mi chiedi”- attestò
-“Nel mio sogno eravate amici Draco. Eri il suo migliore amico, tu l’adoravi”-
-“Ecco vedi, non può essere proprio che io e…e quella potremmo mai essere…” agitò le mai in uno svolazzo “è un sogno inverosimile”- dichiarò sicuro
-“Si ma…io lo rivoglio. Rivoglio quel sogno Draco, ero felice e lo eri anche tu e io…anche lei lo era ed eravamo amici, tutti amici”-
-“Con tutti che intendi?”- chiese un tantino disturbato
-“Theo, Pansy, Astoria” tentennò un attimo “Potter, Weasley maschio e femmina”- Draco balzò in piedi di nuovo, impallidito con due occhi sbarrati come uova andate a male
-“PURE!” gridò “senti Blaise io credo che tu debba rimanere in infermeria, tu non stai bene per niente…tu sei sconvolto e devi assolutamente resettare il cervello. Adesso devo andare, tra pochi minuti iniziano le lezioni e io…io devo andare”- senza salutarlo si apprestò ad uscire senza prima volgere lo sguardo verso il letto della Granger, scosse il capo uscendo di gran carriera.
Nel pomeriggio Blaise venne dimesso.
-“Mi scusi Madama, crede che possa vedere la Granger?”- domandò infilandosi le scarpe
-“Penso di si, guardo se è sveglia e se è presentabile”- rispose la donna
-“La ringrazio”-
-“Zabini puoi avvicinarti”- lo chiamò l’infermiera
Blaise la raggiunse mettendosi ai piedi del letto, si fissarono per interminabili secondi, lei si morse il labbro
-“Mi dispiace per quello che è successo”- disse titubante Hermione
-“La colpa è mia, non credevo ci fosse qualcuno e ti ho spaventata. Ero venuto a prendere un libro che avevo dimenticato, ero di fretta e…” si massaggiò il collo senza mai distogliere gli occhi dal viso di lei che a quello sguardo arrossì “noi dobbiamo parlare”- aggiunse serio e lei annuì
-“Blaise” lui si irrigidì “scusa-scusa. Zabini”-
-“Non importa. Pozione del Sogno Condiviso ho capito bene?” lei annuì “quindi sai anche che i sogni fatti sono una proiezione di quelle che uno vorrebbe” lei arrossì furiosamente abbassando il capo e lui sorrise avvicinandosi “se mi chiami Blaise tu sai come ti chiamerò io vero?” lei annuì senza guardarlo. Blaise le mise un dito sotto il mento per farsi guardare “io Tarzan e tu Jane”- ad Hermione si riempirono gli occhi di lacrime
-“Blaise”- sussurrò la ragazza
-“Dimmi”-
-“Tu…tu ce l’hai la cicatrice?”- Blaise scoppiò a ridere
-“Con tutte le domande che potevi farmi mi chiedi della cicatrice!” sollevò la maglia e la camicia mostrando lo sfregio esattamente dove lei la ricordava, sorrise toccandola leggermente sentendolo rabbrividire “e si, sono caduto da un albero e si, mi sono infilzato con un forcone” dalla porta quattro grifoni fece il loro ingresso. Blaise si sistemò gli indumenti “ti lascio ai tuoi amici, noi ci vediamo quando se ne saranno andati”- lei annuì e dopo averle accarezzato la guancia uscì facendo un cenno col capo in segno di saluto ai grifoni.
Ron, Harry e Ginny le piombarono addosso abbracciandola e baciandola
-“Merlino Hermione, credevo di non poterti più abbracciare”- disse Harry stritolandola
-“Potter! Per la frangia di Morgana così la soffochi” madama Chips sorridente si avvicinò al letto della ragazza allungandole una fiala con un liquido giallo “bevi tesoro e se non ti uccidono i tuoi amorevoli compagni domani potrai tornare ai tuoi adorati libri”-
-“Davvero può uscire?”- chiese Ginny raggiante
-“Certamente”- confermò l’infermiera allontanandosi
-“Miseriaccia Mione, ci hai fatto prendere un bello spavento” si passò una mano tra i capelli fulvi “credevamo davvero che non ti saresti più svegliata ma il professore Lumacorno ci ha giurato che lo avresti fatto e…”-
-“Calma Ron” lo interruppe Hermione tentando un sorriso “va tutto bene, sono sveglia e sto bene, davvero-davvero”- Ginny strinse gli occhi osservandola, Hermione al suo sguardo abbassò gli occhi
-“Sono felice di vedere che va tutto bene” disse Neville stringendole una mano “ci siamo presi un bello spavento. Quando la professoressa McGranitt è venuta in sala comune a comunicarci dell’incidente siamo impazziti, non ci permettevano di venirti a trovare e abbiamo pensato di tutto e di più. Pensavamo fossi sfigurata o peggio mutilata, che avessi perso la memoria o peggio che il tuo fantastico cervello si fosse trasformato in gelatina e…”- Hermione sbarrò gli occhi e poi scoppiò a ridere, Neville rise a sua volta coinvolgendo i compagni
-“Oh Nev” accarezzò la mano del ragazzo “mi dispiace ragazzi non avrei mai voluto farvi preoccupare così. Scusatemi”-
-“Non è colpa tua, è colpa di quell’idiota di un Serpeverde semmai”- sputò Harry
-“Per lo meno ha avuto la tua stessa sorte”- attestò compiaciuto Ron
-“Ragazzi” li ammonì Hermione “di sicuro non è stata colpa sua al massimo sono io ad aver fatto qualcosa di nascosto e non attenta a quello che mi circondava e dire dopo tutto quello che abbiamo passato avrei dovuto stare all’erta”-
-“Non dire cazzate Herm, ora siamo tutti al sicuro, la guerra è finita e possiamo smetterla di essere continuamente sul chi va là. I Mangiamorte sono rinchiusi e se lui invece di entrare come un troll di montagna…”-
-“Harry” Hermione prese la sua mano tirandoselo vicino e abbracciandolo forte “calma Harry, per favore non avercela con lui, non è stata colpa sua ed io sto bene”-
-“Dio Herm, ci hanno dato il permesso di vederti dopo tre giorni, ho creduto di averti persa, di non vederti mai più. Tu sei la mia famiglia, sei mia sorella e non so cosa farei se tu…se tu”-
-“Non è successo niente Harry, guardami” lui le accarezzò il viso e sorrise “io non ti lascerò mai anche per me sei mio fratello” guardò i suoi amici “vi voglio così bene”-
-“Va bene ragazzi” disse Ginny “è il momento che voi vi leviate dai piedi”-
-“In che senso?”- domandò Harry
-“Avrai tutto il tempo per spupazzartela da domani, ora, noi dobbiamo parlare di cose da donne quindi, quella è la porta”-
-“Ci stai buttando fuori?”- chiese incredulo il fratello
-“Precisamente. Siete un tantino asfissianti, la nostra amica si è appena svegliata e voi con le vostre domande la soffocate”- con il dito verso la porta gli indicò la via da prendere
-“Ma tu guarda questa!” esclamò divertito Harry. Accarezzò il viso dell’amica per poi fissare i suoi magnifici occhi su Ginny che arrossì “io e te facciamo i conti più tardi” la minacciò stringendole l’occhio “e sarà una punizione terribile”-
-“HARRY!”- lo ammonì la rossa anche se si vedeva benissimo quanto era compiaciuta e impaziente
-“Quante storie” li riprese Ron “Herm, il nostro permesso scade tra due giorni vedi di uscire da quel letto alla svelta e non ti azzardare mai più a farci preoccupare in questo modo o te la vedrai con me”- con queste parole il rosso raggiunse la porta seguito da Harry e Neville scomparendo alla loro vista
-“Noto con piacere che con Harry va tutto bene!”-
-“Oh si” disse Ginny arrossendo con il sorriso “ma non è di me che dobbiamo disquisire” rise al viso imbronciato di Hermione “sai ho fatto delle ricerche e sono risultate molto interessanti”-
-“Sono contenta per te, lo studio è importante e…”- si interruppe al sopracciglio alzato di Ginny
-“Sono abbastanza d’accordo con te” si grattò il naso “pozione del sogno condiviso, davvero interessante ma soprattutto illuminante. Dimmi amica mia, il signor Zabini dove si colloca in tutto questo? Perché devi sapere che il suo nome e parlo del nome di battesimo e non del cognome è salito spesso tra le tue labbra durante il tuo sonno. Quindi, cos’hai sognato da indurti a sospirare il suo nome?”-
-“Io…io non…non ricordo bene”- rispose tremendamente a disagio
-“Risposta errata. Nelle mie approfondite ricerche è specificato a lettere cubitali che il sognatore ricorda ogni singola situazione, ogni parola, ogni pensiero, ogni azione lecita ed illecita” scoppiò a ridere al viso fattosi porpora dell’amica “ah-ah. Davvero interessante. Quando ti senti puoi iniziare”-
-“Andiamo Ginny, non credo davvero che tu voglia sentire…”-
-“Lo voglio eccome. Lo hai difeso prima coi ragazzi e quindi non era un incubo ma un sogno dove non venivi ne insultata o cruciata senza contare che quando siamo entrati lui ti era vicino, molto vicino e ti ha accarezzato una guancia”-
-“Sei un’amica decisamente ingombrante”- gonfiò le guance come una bambina per poi espellere l’aria rimanendo indispettita
-“Poche storie Hermione. Oh andiamo Herm” la pregò “sono curiosa e so per certo che c’è stato qualcosa tra di voi” ghignò “se non ricordo male il tuo secondo nome è Jane, giusto?” l’altra annuì rabbuiata “beh, lui lo ha invocato, sussurrato spesso e anche con un certo ardore mi permetto di dire”-
-“Santo Godric” invocò Hermione scivolando verso il basso sul letto e coprirsi con il lenzuolo sin sopra il capo, rimase in quella posizione senza proferire parola per decine di secondi “io Tarzan tu Jane”-
-“Come?”- domandò Ginny confusa. Hermione uscì dal suo nascondiglio rossa come un pomodoro
-“Lui diceva così. Quando mi sono svegliata credevo di essere alla torre e invece ero in una camera bellissima, pensavo che sotto la doccia ci fosse una delle ragazze e invece è uscito lui, nudo con solo un misero asciugamano in vita” arrossì come una torcia “Dio era così…così perfetto e bellissimo e io ero completamente terrorizzata, io ricordavo perfettamente chi ero ma lui no, lui nel sogno era nel suo ambiente e io a detta sua ne facevo parte” chiuse gli occhi sospirando pesantemente “io ero la signora Zabini” sussurrò. Ginny sbarrò gli occhi “c’eravamo tutti Gin, tu sposata con Harry, Ron sposato con Lavanda, Theodore con Pansy, Draco con Astoria e io con Blaise”-
-“Cazzo!”- esclamò Ginny frastornata
-“Eravamo tutti amici Gin”- la rossa sollevò un sopracciglio schifata ed Hermione rise
-“Hermione” l’amica la guardò “era un bel sogno? Ti è piaciuto?”-
-“Se potessi tornerei là”-
-“Cazzo!”-
-“Ma che vocabolario fornito”- la prese in giro ma una lacrima le solcò il viso
-“Cosa pensi di fare?”- domandò inebetita
-“Non ne ho la più pallida idea. Blaise ha detto che dobbiamo parlare e ne sono convinta anch’io ma per quanto riguarda a che succederà non lo so”-
-”Sei innamorata di lui?”-
-“Come posso essere innamorata di un sogno”- la tristezza traspariva in quegli occhi scuri
-“Tesoro non è solo un sogno è una trasposizione di quello che uno vorrebbe”-
-“E’ impossibile Gin, prima a malapena sapevo dell’esistenza di Blaise come può essere che io volessi lui nel sogno e soprattutto lo volessi in atteggiamenti intimi”-
-“Probabilmente è lui che ti ha voluta, infatti c’erano anche i suoi amici e per quanto riguarda l’intimità” allargò le braccia “andiamo Herm, Zabini Herm, parliamo del figo più figo della scuola, non ci avrai mai parlato ma ti sfido a negare che non lo abbia mai considerato da stupro, anche una ligia e bacchettona come te ha gli occhi per vedere e per Dio, lui è tutto da guardare e non solo”-
-“Ginny!”- la redarguì la mora
La porta dell’infermeria si aprì lasciando entrare il soggetto in questione
-“Credo che sia ora di andare” disse Ginny alzandosi e stringendole l’occhio “ricordati: da stupro” scoppiò a ridere all’espressione sgomenta dell’amica. Quando passò al fianco del moro lo salutò “Zabini”-
-“Weasley”- ricambiò portandosi al fianco di Hermione guardandola uscire, rivolse la sua attenzione alla ragazza a letto e sorrise trovandola imbarazzata e con le guance imporporate
-“Stai bene?”- chiese alla ragazza
-“Si. E tu?”-
-“Tutto bene” rimasero a guardarsi per interminabili minuti, lei sempre più rossa e lui pensieroso. Accostò una sedia sedendosi al suo fianco, allungò la mano prendendo la sua e con il pollice ne accarezzò il dorso “mi manchi”- sussurrò. Hermione sbarrò gli occhi e si morse il labbro
-“Anche tu”- soffiò con un filo di voce
-“Cosa pensi di fare ora?”- chiese titubante
-“Io…io…non lo so. Tu cosa vuoi fare?”-
-“Lo vuoi sapere davvero?” lei annuì “io rivoglio quello che avevo” Hermione si portò la mano libera sulla bocca, i suoi occhi erano ancora più sbarrati e l’incredulità si dipingeva in tutto il suo essere, Blaise le scostò una ciocca dal viso portandola dietro l’orecchio per poi scendere in una leggera carezza sulla gota sino al collo, lei tremò impercettibilmente ma lui la sentì “rivoglio quella vita, ero felice e lo eri anche tu. Rivoglio la mia Jane”-
-“Tu…tu…” si schiarì la voce che gli si era incastrata in gola e non riusciva a farla uscire “tu sai che era solo un sogno” rantolò “ti rendi conto che noi non ci conosciamo e che non ci siamo parlati nemmeno per sbaglio”-
-“Non importa Jane, abbiamo tutto il tempo per rimediare, abbiamo tutto il tempo del mondo”-
-“Sono una mezzosangue Blaise, nessuno mi accetterà al tuo fianco. La tua famiglia, i tuoi amici” chiuse gli occhi “non può funzionare Blaise. Noi non possiamo funzionare”- mormorò affranta mentre una lacrima le scivolò e lei la deterse con rabbia
-“Non mi interessa” disse sorridendo allo sguardo sconvolto “se chiunque non accetta la mia…la nostra decisione non ha ragione di esistere per me e poi la mia famiglia non è così fossilizzata dal sangue e miei amici si adatteranno, se così non fosse vorrà dire che non sono gli amici che credevo. I tuoi amici invece come reagiranno, il famoso Golden Trio reggerà?”-
-“Reggerà. Santo Godric Blaise, che stiamo facendo! In che guaio ci stiamo mettendo”-
-“In nessun guaio Jane. La domanda fondamentale ora è: tu cosa vuoi?”- chiese teso
-“Io…” deglutì dolorosamente “io voglio te”- mormorò così piano che lui quasi non la sentì, ma la sentì eccome, si alzò di scatto sedendosi sul letto e prendendola tra le braccia tirandosela addosso
-“Merlino Jane quanto mi sei mancata, credevo di non poterti più stringere e baciare e amare e…” le sollevò il mento immergendo quei pozzi turchesi in quelli scuri di lei “dimmi che posso baciarti o ne morirò”-
-“Puoi baciarmi”- concesse quasi divertita
-“Morgana ti ringrazio” si appropriò di quelle labbra morbide che aveva baciato centinaia di volte nel sogno e le trovò uguali, lo stesso sapore, la stessa morbidezza, lo stesso coinvolgimento. Si baciarono per minuti infiniti fino a che la carenza d’ossigeno fece scostare Hermione “è tutto uguale Jane”- soffiò il ragazzo sulle sue labbra
-“E’ tutto uguale” confermò Hermione appoggiando il capo sulla clavicola “Blaise”-
-“Dimmi”-
-“Perché io? Te lo sei mai chiesto?”-
-“A dire il vero no” rimase un attimo assorto “potrei dirti che già mi piacevi ma sappiamo che non è vero” lei annuì “quando mi dicesti che non ti avevo mai presa in considerazione o non ti avevo mai guardata è vero” lo sguardo della ragazza si incupì “non guardarmi così, vuoi forse dirmi che invece tu…”-
-“No” lo interruppe “hai ragione” con un dito gli sfiorò la mascella, lui girò il capo baciandolo “che tu sia bello da morire però lo avevo notato” lui rise e la strinse maggiormente “o come dice Ginny…” arrossì e lui sollevò il sopracciglio in una muta domanda “hai un corpo da stupro”- mormorò arrossendo come una torcia
-“Addirittura!”- esclamò divertito
-“Tu ti rendi conto vero che se noi…se noi” agitò la mano e lui la guardò interessato “si insomma, se noi…”- sbuffò agitata
-“Con parole tue Jane”- la prese in giro ricevendo un leggero pugno sulla spalla
-“Insomma…”-
-“Lo hai già detto”- ridacchiò
-“Antipatico di un Serpeverde”- sibilò e lui se la strinse addosso nascondendo il capo sulla spalla ed aspirandone il profumo
-“Cosa vuoi dirmi?”- domandò leccandole il collo. Lei scostò il capo per lasciargli spazio per assaporarla lasciandosi sfuggire un mugolio quando leccò il retro dell’orecchio per poi mordicchiarle il lobo
-“Non ti dividerò con nessuna”- soffiò estasiata quando Blaise le sfiorò il seno
-“Non mi dividerai con nessuna perché non c’è niente che mi divida da te”- mormorò mordendole il labbro inferiore
-“Oh mamma!”- esclamò. Si districò dal lenzuolo montando a cavalcioni sul ragazzo per aderire meglio al suo corpo
-“Attenta Jane” la ammonì dolcemente “ti stai addentrando in un luogo pericoloso e se non te ne fossi accorta siamo in infermeria”- la sentì irrigidirsi cercando di scostarsi ma lui la strinse ancora più fermamente
-“Merda” sussurrò “è colpa tua” lui piegò il capo fissandola divertito “beh, si, insomma più o meno. Blaise”-
-“Cosa?”-
-“Ecco, io…Vorrei tanto sapere perché con te è sempre così difficile!”- esclamò adirata. Lui scoppiò a ridere e lei lo guardò imbronciata
-“Non sto dicendo o facendo nulla che possa in qualche modo metterti in difficoltà. Qualunque cosa tu voglia dirmi io sono qui, per te”-
-“Lo so è solo che io…Blaise io sono, ecco come dire io…io sono…merda!”- strepitò
-“Vergine!?” l’aiutò. Lei nascose il viso sul suo petto e annuì col capo “sai una cosa” disse alzandole il viso per farsi guardare “se non fosse per quello che siamo ti direi di non preoccuparti, questa è la terza volta che ti doni a me, qualcosa vorrà pur dire e poi ad essere totalmente sincero non mi dispiace affatto” le sfiorò le labbra in un leggero e casto bacio “devi sapere che a noi serpi non piace dividere le cose ma soprattutto le nostre donne”-
-“Disse quello che si è trastullato mezza fauna femminile”- sibilò
-“Non le dovevo sposare”- si giustificò
-“Ma qualcuno lo farà!”- esclamò risentita
-“Vero, ma non è un mio problema” le mise un dito sulle labbra per zittirla “e mai più lo sarà Jane. Ora ci siamo noi due, cominciamo da qui la nostra vita, staremo insieme e ci sposeremo, avremo dei figli e invecchieremo insieme per poi giocare e viziare i nostri nipoti. Saremo felici Jane, ti giuro che lo saremo”-
-“Lo so”- disse lei stringendosi al suo corpo e lasciandosi catturare in un lungo bacio.
 
Ginny era rimasta tutto il tempo a sbirciare nella fessura della porta, emozionata per l’amica, sorrise voltandosi e spaventandosi a morte trovandosi davanti Harry
-“Cosa mi stai nascondendo?”- domandò sospettoso il ragazzo
-“Assolutamente niente” gli circondò il collo con le braccia accarezzandogli la nuca, sapeva che gli piaceva e lo sentì ammorbidirsi sotto le sue mani “stavo giusto venendo a riscuotere la mia punizione”- mormorò sulle sue labbra subito catturate dal moro
-“Hermione sta bene?”- chiese dopo essersi staccato
-“Oh lei sta benissimo” ghignò “non potrebbe stare meglio. Ora mio cavaliere portami a sognare”-
 
 
 
 
 
Epilogo

5 ANNI DOPO
 
-“Jane alza quel meraviglioso culetto, abbiamo ospiti a pranzo”- incalzò divertita una voce
-“L’ho già vissuta questa” biascicò una voce nascosta dal lenzuolo, fece uscire un occhio e sorrise al corpo nudo del marito “Quanto sei sexy”- mormorò languida
-“Oh no-no. Non ti permettere Jane, non azzardarti a guardarmi in questo modo o non rispondo di me” lei scoppiò a ridere e getto il lenzuolo in fondo al letto, si alzò nuda come mamma l’aveva fatta e sculettando si avvicinò al bagno. Blaise strinse i pugni e seguì il movimento della donna scomparire, gettò l’asciugamano che gli cingeva i fianchi “al diavolo tutti”- sibilò entrando in bagno e sbattendosi dietro di se la porta.
Un urletto lo accolse e poi solo gemiti e sospiri.
 
-“James, smettila di tirare i capelli a Scorpius” ringhiò una donna di 22 anni dai lunghi capelli rossi tenendo in braccio un bambino di 2 anni “HARRY!”- gridò per sovrastare il cicaleccio e le urla dei bambini. Un uomo di 23 anni, dagli occhi verdi e dai capelli neri scompigliati si avvicinò
-“Che hai da urlare donna, sembri una banshee mestruat…” si bloccò allo sguardo inferocito “ehm, dimmi tesoro mio”- lei assottigliò gli occhi
-“Ma che uomo tutto d’un pezzo”- lo prese in giro una voce alle spalle della donna che si girò come un fulmine facendo indietreggiare lo sconsiderato che aveva parlato
-“Fatti i cazzi tuoi Draco e vedi di aiutare tuo figlio, se non lo hai notato sta piangendo”- ringhiò per poi volgersi verso il marito che alzò le mani
-“Tranquilla Ginny, ecco se vuoi darmi Albus ci penso io così ti puoi riposare”- con cautela si avvicinò alla donna e dopo averle accarezzato la pancia decisamente incinta prese il bambino direttamente dalle sue braccia
-“Harry” lo chiamò la donna e lui la guardò “se mi metti incinta un’altra volta ti garantisco che andrai a cantare nelle voci bianche del coro di Hogwarts”- lo minacciò per poi allontanarsi lasciandolo in balia dei suoi due figli che urlavano a più non posso.
Finalmente il pranzo era pronto, i piccoli marmocchi avevano già pranzato ed ora sonnecchiavano tranquilli sul morbido tappeto davanti al camino
-“Dio come sono stanca”- disse Ginny accarezzando il pancione
-“Stai bene?”- domandò Astoria al suo fianco
-“Non proprio ma confido di star meglio dopo aver pranzato, mi fa male la schiena più del solito è ho qualche fitta al ventre”-
-“La piccola si prepara a nascere”- disse battendo le mani Lavanda tutta felice
-“Mancano ancora due settimane ma temo che tu abbia ragione”- confermò la rossa
Blaise strinse la mano della moglie sorridendo felice
-“Posso avere la vostra attenzione” chiese alzandosi in piedi. Tutti si zittirono “io e Jane abbiamo qualcosa da dirvi” strinse a se la donna “siamo incinti!”- esclamò sprizzando felicità da tutti i pori
-“AAAHHHH”- un urlo agghiacciante ammutolì la stanza
-“Ma che diav…”- Harry al fianco della moglie si scostò impaurito facendo cadere la sedia
-“PER LA BARBA DI MERLINO HARRY, CHE CAZZO GUARDI, MUOVITI DOBB…AAAHHHH, …IAMO AL…AL SAN MUNGO”- gridò con tutto il fiato che aveva
-“Ma…ma certo”- raccolse la sedia e…
-“ADESSO!” urlò tenendosi il pancione “Herm auguri e anche a te Blaise. HARRY”-
-“Amore siamo già là”- abbracciò la moglie smaterializzandosi direttamente nel reparto ostetricia.
 
Tutto era andato come doveva andare.
Draco aveva sposato Astoria appena lei ebbe finito la scuola ed esattamente un anno dopo era nato Scorpius. 
Ron si era sposato con Lavanda ed avevano avuto due gemelli.
Harry naturalmente si sposò con Ginny ed ebbero tre figli, James, Albus e la piccola Lily
Blaise e la sua Jane si erano sposati sei mesi dopo la fine della scuola, imparando a conoscersi l’un l’altra. Il loro amore nato in un sogno era sbocciato e progredito anche nella realtà. Dalla loro unione nacquero due figli: Althea e Rubens.
E come nelle favole: tutti vissero…no certo che no, la vita è piena di problemi e di casini ma l’amore…come disse un famoso mago. L’amore è la più potente delle armi.
 
Fine
CM
 
 
 

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