Il diario di un terrestre

di Enne2003
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il padrone dell'Universo ***
Capitolo 2: *** Ammartaggio ***
Capitolo 3: *** L'igloo ***



Capitolo 1
*** Il padrone dell'Universo ***


7 Giugno 2040
Sono da poco partito dalla Terra a bordo dell'astronave FE2040.
La vista dal finestrino è spettacolare e,nonostante non sia la prima volta che mi ritrovo nello spazio,rimango sempre meravigliato dalla vastità di quest'infinito mare nero e misterioso,che mi provoca sempre riflessioni profonde.
Mi trovo qui in veste di primo uomo incaricato di mettere piede su Marte.La mia missione è stabilirmi sul pianeta rosso ed esplorarlo il più possibile per garantire ai futuri colonizzatori la totale conoscenza del suolo marziano.A destinazione è già presente una cupola,costruita dai robot inviati gli anni precedenti,contenente tutto il necessario per coltivare e per vivere una vita sana.
Nonostante sia una missione delicata e altamente dannosa per la mia mente,è stato deciso di spedirmi senza compagni.Per questo,ho passato gli ultimi sette anni della mia vita a farmi addestrare sia fisicamente che psicologicamente.Dovrò affrontare pericoli sconosciuti e adattarmi alla solitudine,quella solitudine che porta i naufraghi a dover parlare con le noci di cocco.La mia esperienza non sarà differente poichè l'unica compagnia che avrò saranno i pochi robot e rover ancora funzionanti.
Scrivo questo diario per continuare a vivere,per potermi confrontare con me stesso e per poter segnare tutto ciò che succede,nella speranza che in un futuro le mie gesta saranno ricordate senza tralasciarne nemmeno una.
Mi perdo ad ammirare la Terra che si allontana,realizzando ancora una volta che quella era la mia casa.Tutto ciò che so appartiene a quella sfera blu:la geografia,la storia,la scienza...
Ho abbandonato tutti i miei amici e i miei parenti laggiù,dove sono al sicuro,mentre io mi preparo a terminare la mia vita a milioni di kilometri di distanza.
Perchè l'ho fatto?
In questi sette anni mi è capitato spesso di dovermi confrontare con questa domanda.
Ho sempre avuto la voglia di esplorare e di trovare un qualcosa di esclusivamente mio.Il mio fisico e la mia mente mi hanno permesso di accedere a questa possibilità.Pensavo che laggiù,su Marte (devo ancora abituarmi al fatto che andrò a vivere lì) avrei trovato ciò che cercavo.
Sulla Terra è facile dire "è mio",ma in realtà nulla,laggiù,è veramente tuo.
Il mio obiettivo,diverso da quello della NASA,è quello di appropriarmi di tutto ciò a cui è possibile associare dei ricordi o dei sentimenti.
A te,lettore futuro del mio diario,ti è mai capitato di affezionarti ad un oggetto,che sia piccolo come una palla o grande quanto una casa,per poi vederlo uscire in qualche modo dalla tua vita?Su Marte non potrà accadere.
Tu,terrestre nato su Marte,che ti sei ritrovato queste vecchie pagine tra le mani,sai cosa ho sacrificato per consentire la tua vita?

Passerò i prossimi nove mesi dentro questa astronave,a respirare sempre la stessa aria.
Non nascondo che il solo pensiero di questo inevitabile futuro mi demotivi,ma guardando il finestrino riesco a distrarmi e a sentirmi come libero da ogni catena.
Quando guardo le stelle da qui sono io il padrone dell'Universo.

 

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Capitolo 2
*** Ammartaggio ***


25 Dicembre 2040
Scrivere il diario mi aiuta a tenere i giorni e a far sopravvivere la mia sanità mentale.
Ogni giorno provo la tuta che mi dovrebbe garantire la totale protezione dalle pericolose radiazioni dei raggi solari facendo attenzione a non romperla.
La tuta,che per la cronaca è color carbone con dettagli arancioni,è equipaggiata con un sistema tecnologico intelligente in grado di manipolare la mia temperatura corporea e farmi respirare la giusta quantità di ossigeno all'interno del casco.Mi aiuterà a manipolare le condizioni vitali.
Sono stato informato dalla Terra che ad accogliermi ci sarà un robot costruito appositamente per farmi da supporto durante le esplorazioni.Inoltre è già presente un veloce mezzo di trasporto a quattro ruote dalla grande flessibilità,in grado di fronteggiare l'impervio terreno marziano.
Ormai sono mesi che sono rinchiuso in questa astronave in assenza di gravità.
Sto cercando in tutti i modi di godermi la meravigliosa esperienza di volare e ruotare a piacimento.Guardare gli oggetti fluttuare è divertente ma ciò che mi soddisfa maggiormente è osservare il comportamento dell'acqua:forma delle sfere fluttuanti che ti si avvinghiano intorno al dito se lo metti in mezzo.
Ho imparato a divertirmi con poco qui dentro.Ormai la Terra è una piccola sfera che si differenzia dalle stelle dell'orizzonte solo per la sua luminosità stabile.
Laggiù è Natale,l'umanità si sta facendo regali e le persone stanno con i loro familiari,mentre io sono solo.
Ricordo quanto mi piaceva il Natale quando ero piccolo.Da infante non hai pensieri e ti godi ogni istante.Per molto tempo ho cercato di ricordare quei momenti isolati e a emularne i ricordi,ma ormai,dall'alto del miei trentasette anni,tutto ciò che il Natale può offrirmi è qualche chiacchiera in più con i parenti.
Mi chiedo se sia cambiato qualcosa nella vita dei miei cari.Per loro,la mia partenza equivale alla mia morte,con l'unica differenza che il mio corpo non potrà più conoscere la coccola della fredda terra,bensì marcirà da qualche parte su quel suolo rossiccio che già intravedo dal finestrino.
Una volta ammartato,sicuramente mi mancherà la splendida vista che si può ammirare sempre dal solito finestrino.
Come sempre ho rischiato di cambiare discorso.Ultimamente mi capita spesso e la maggior parte delle volte finisco per cancellare ciò che scrivo.
Ora non ho molto altro da dire,ma sicuramente una volta laggiù avrò di cui parlare,o almeno spero.

1 Gennaio 2041
Comincio a capire quanto sia inutile festeggiare il nuovo anno,qui che nemmeno esiste l'alba o il tramonto.

23 Febbraio 2041
Sono provato dal viaggio,ma ciò che mi distrugge di più è riscoprire la gravità,seppur in quantità minore.Mi sento come trascinato verso un unico punto sottostante e rischio molto spesso di sbilanciarmi.
L'ammartaggio è avvenuto prima del previsto ed è andato tutto bene.Qui è notte e non posso fare altro che ammirare il cupo suolo marziano dal solito finestrino.
La cupola è a qualche kilometro da qui.L'indomani preparerò lo stretto necessario e conto di abbandonare la navicella per il venticinque del mese.Non ho ancora avuto modo di mettere il piede fuori da qui e,ora che sono a destinazione,preferisco godermi i miei ultimi istanti da terrestre dentro questa bara di acciaio che ho tanto odiato e che mi ha offerto protezione per tutti questi mesi.
Ho avvertito la Terra della riuscita del viaggio.Chissà se stanno festeggiando.Comincio a pensare che per loro non sia solo uno strumento al pari dei robot che dovranno farmi compagnia per il resto della mia vita.

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Capitolo 3
*** L'igloo ***


24 Febbraio 2041
Dopo mesi,posso finalmente dirlo:è l'alba.
I colori sono diversi,così come le sensazioni che trasmette:se il caldo colore dell'alba terrestre suscitava poesia,il gelido azzurro di cui è tinta l'alba marziana non fa altro che aumentare il disagio che vive in me da quanto sono finito su questo pianeta.
Le colline sono ancora poco illuminate e il Sole sembra una impotente sfera bianca grande quanto una pallina da golf (niente a che vedere con il Sole terrestre,è chiaro).
La temperatura là fuori si aggira attorno ai meno sessanta gradi.
Oggi mi dedicherò alla preparazione per la partenza di domani.

Ho passato la maggior parte del tempo a studiare il percorso che dovrei fare per raggiungere la cupola.I preparativi sono pronti e,come al solito,ho avvisato la Terra che avrei abbandonato la navicella.
Guardando il suolo marziano privo di luce mi è sopraggiunta una sensazione di panico.Mi chiedo se la paura del buio non sia l'unica paura ad essere interplanetaria.

25 Febbraio 2041
Sono le tre e quarantuno di mattina dell'orario terrestre e circa mezz'ora fa sono stato svegliato di soprassalto da dei forti picchettii provenienti dal finestrino.
Non mento se dico che ho preso lo spavento più grande di tutta la mia vita.
In pochi attimi,mi sono passati per la testa tutti i peggiori scenari calcolati e non dall'uomo:alieni,mostri,pioggia di detriti...
Mi sono fatto coraggio e mi sono avvicinato alla lastra di vetro che mi separava dal pericolo ignoto.
Con mia grande sorpresa riconobbi il robot che mi avrebbe accompagnato nella mia nuova vita marziana.A quanto pare,gli è stato comandato di venirmi a prendere per evitare che mi perdessi durante il tragitto.
E' un ammasso di metallo bipede che non ha nulla a che fare con l'immagine dell'uomo:è alto due metri e largo quanto un armadio a due ante,con una cassaforte (si,una cassaforte) incastrata nei circuiti pettorali.
Adesso mi sta attendendo al di fuori della navicella.Conto di partire per le quattro sperando che la tuta riesca a riscaldarmi a dovere.
Sarà la nostra prima passeggiata insieme.

Sto scrivendo questo paragrafo subito dopo aver ufficialmente toccato il suolo marziano.Il terreno è sofficie e ad ogni passo si alza un leggero polverone rossastro.

Durante questa camminata sto avendo modo di raccogliere pietre e campioni di sabbia.So che l'uomo già conosce la loro composizione,ma avevo voglia di raccogliere la prima pietra marziana mai tenuta in mano da un essere umano.
Il robot procede ad un ritmo tranquillo,come se si stesse godendo la passeggiata.
Il cielo tende al rosso e mi fa venire nostalgia dell'allegro azzurro dell'atmosfera terrestre.
Non nascondo che ci sono anche dei momenti in cui il disagio viene offuscato dalla curiosità:ho provato a sollevare pietre che,sulla Terra,non sarei mai riuscito a sollevare.Io stesso riesco a fare dei salti olimpionici.
Il panorama è godibile,con le colline e piccoli ammassi rocciosi degni di essere oggetti di studi,ma il robot sembra non volerne sapere di rallentare e devo necessariamente avanzare con lui.
Ho deciso di chiamarlo Tom.
La tuta sta funzionando alla perfezione e il casco è talmente leggero da farmi dimenticare di averlo addosso.

Ho preso una pietra e l'ho lanciata.E' interessante osservare quanto diamo per scontato il fatto che ogni oggetto sia destinato a cadere,anche su Marte.

Sono le sei di mattina dell'orario terrestre e intravedo una cupola bianca in mezzo ad una vallata.In questo momento mi trovo in cima ad una collina e la temperatura si aggira attorno ai meno cinquanta.

Abbiamo impiegato mezz'ora per raggiungere la cupola,che ho scoperto esser stata denominata "Casa Bianca".Possibile che anche su Marte l'uomo abbia l'ossessione di macchiare gli oggetti con i nomi?Ho deciso,quindi,di rinominarlo "Igloo".

Sono appena entrato nella mia nuova dimora.La temperatura non supera i venticinque gradi.
L'igloo è diviso,da quel che vedo,in vari settori:la cucina,con tutto il necessario per sfruttare al meglio ogni minima risorsa donatami dal prossimo settore che vi esporrò;il giardino,un'immensa area verde dotata,a mia sorpresa,di un circuito ideaulico con acqua esportata dalla Terra.Sono presenti alberi di ogni tipo e vari campi già preparati dai robot dove potrò,prossimamente,cominciare a piantare i semi.Questi semi sono contenuti nel terzo settore,il magazzino,l'area più importante di tutto l'igloo.Se per qualsiasi motivo il suo contenuto dovesse andar perduto,la mia missione e la mia vita potranno esser reputate finite.Poi è presente la sezione dedicata all'igiene,quella dedicata alla meccanica,quella alla ricerca ecc...
Questi vari settori sono raggiungibili grazie ad una serie di corridoi percorribili a bordo di un rover.
In fondo al corridoio principale c'è il garage,dove sono tenuti al sicuro i veicoli che dovranno aiutarmi a percorrere la superficie marziana.
Tom è andato a mettersi in carica,da solo.Funziona un pò come noi umani,che quando ci sentiamo stanchi andiamo a dormire.
Nell'igloo sono presenti un altro robot,più minuto di Tom,incaricato di svolgere le manzioni minori come analizzare ciò che riporterò dalle escursioni e tutelare la mia salute quando non indosso la tuta,e un sistema d'intelligenza artificiale che regola automaticamente le condizioni necessarie per lo sviluppo e la crescita del giardino.
Il primo l'ho denominato "Fil",la seconda "Ann".
La mia stanza si trova vicino all'area igiene.

Sono passate molte ore da quando ho descritto l'igloo.Ho utilizzato tutta la giornata per ambientarmi all'interno di questa cupola.Attualmente sono le ventuno dell'orario terrestre e il Sole è appena tramontato,spegnendo l'ombra di rosso presente in cielo e lasciando spazio alle stelle.Da qui si vedono meglio rispetto alla Terra,ma non è niente a che vedere con la vista nello spazio.
Tom,Fil e Ann sono le uniche forme di intelligenza con cui posso interagire.
Trovo che parlare con i robot sia più piacevole che parlare con gli uomini:sono come i cani,non hanno doppi fini e non nascondono nulla.
I miei programmi per domani sono provare il veicolo,che non ho ancora avuto modo di vedere,e raggiungere la navicella per recuperare gli ultimi oggetti rimasti.
Ho già piantato semi di carote,patate,legumi vari e frutta varia.Il grano non l'ho ancora tirato fuori dal magazzino,ma è vietato utilizzare l'acqua se non per bere o a beneficio del giardino,quindi niente pane.
La terra presente nel giardino appartiene al pianeta da dove provengo e,oltre a quei pochi ettari,non c'è nient'altro che me lo ricordi.

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